Canto di Natale

di metaldolphin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un dono mancato ***
Capitolo 2: *** Io non so... ***



Capitolo 1
*** Un dono mancato ***


-Brook! Oi! Ci sei?
La profonda voce di Zoro che reclamava la presenza dello Scheletro non era una cosa usuale, a bordo della Sunny.
Ma, visto che gli altri erano sbarcati per andare sull’isola per un ultimo giro di shopping prima di salpare, l’eccezionalità dell’evento non fu notata da nessuno.
Non sappiamo cosa avessero da spartire i due, per il momento... confidiamo, però, nel fatto che, prima o poi, in un ambiente ristretto come quello di una nave, qualcosa venga a galla.
Ciò che è certo, è che i due parlarono fittamente, sottocoperta, ed avevano terminato ben prima che gli altri tornassero a bordo.

Una cosa possiamo dirla: a dispetto del clima estivo di quell’isola, non sarebbero mancati che pochi giorni al Natale e tutti erano presi dall’euforia degli acquisti per scegliere il regalo più adatto per gli amici.
Naturalmente, il nostro Spadaccino, dopo la prima, breve uscita, non fece più il minimo sforzo: le tasche vuote non gli consentivano altro.
Ad una cosa, però, teneva particolarmente e, durante i pesanti allenamenti, rimuginava sul modo migliore per attuarla.
Non sarebbe stato facile, ma quando mai gli erano andate a genio le sfide troppo semplici? Non dimentichiamo che stiamo parlando di uno che vuole diventare il primo al mondo nell’arte della spada!

Il chiasso improvviso della combriccola di ritorno, lo udì ancor prima che salissero a bordo: bastavano da soli Nami e Rufy a rivelare la loro presenza.

E’ difficile, infatti, che il Capitano non ne combini una delle sue e che la Navigatrice non debba intervenire per tenerlo a bada… da quando si conoscono (e solo Zoro può vantare un’anzianità maggiore) è la prassi.
Non si possono mica infrangere certe regole!
Sarebbe come sovvertire le leggi che regolano l’ordinato andamento dell’universo. Molti, infatti, sono convinti che quando Rufy metterà la testa a posto, si creerà un buco nero in corrispondenza di un certo asse spazio-temporale.
Che sia vero o meno, non ci è dato di saperlo: è un avvenimento così remoto che può essere usato come dissertazione da fisici teorici in vena di masochistiche supposizioni sulla fine del mondo.

Non appartenendo a tale categoria, terminiamo queste divagazioni da mondo accademico e torniamo alla nostra storia.

Dicevamo che la Ciurma si era riunita nuovamente, dopo gli ultimi acquisti, ed era pronta a salpare per la prossima avventura.
In quel lasso di tempo, la vita si svolse come di consueto, agli occhi poco attenti della maggioranza dei presenti: solo un paio di occhi chiari notarono che lo Scheletro tampinava lo Spadaccino, come se lo stesse d’occhio o studiando.
Perché era solito fermarsi, di tanto in tanto, a scrivere qualcosa sul taccuino che si portava dietro, come se prendesse appunti derivati dalle sue misteriose osservazioni.

Si giunse così alla Vigilia, compleanno di Chopper.
Mi fermerei più che volentieri a descrivere i particolari della festa e della commovente reazione del piccolo di fronte all’affetto ed ai regali degli amici, ma la nostra attenzione, in questa storia è rivolta ad altri protagonisti.

Dicevamo, quindi, che a quella data, un mucchietto di regali giaceva tra gli addobbi della sala comune.
A tarda sera, Nami, troppo curiosa per aspettare, si recò, furtivamente, ad esaminarli.
E si rabbuiò.
Eh già: la Rossa rimase delusa dal fatto che ne mancava uno, dato che Zoro aveva messo qualcosa per ciascuno… tranne che per lei.

E non riusciva ad ammettere che la faccenda la amareggiava più del dovuto.

Per sua fortuna, era brava a dissimulare il disagio fin dalla più tenera età, quindi nessuno notò che qualcosa in lei fosse cambiato.
Nessuno, tranne la proprietaria dei soliti occhi chiari, naturalmente.
Ed un sorriso apparve sul volto di Robin, a conferma del fatto che, ancora una volta, poteva aspettarsi qualcosa di divertente da quella strampalata compagnia; non le restava che attendere: era certa che entro la sera del giorno di Natale, sarebbe accaduto qualcosa.

E il fatidico giorno giunse.

Una cosa tutti notarono: Zoro era particolarmente irritabile.
Naturalmente, ad un tipo così, nessuno osava chiedere il motivo di tutto quel nervoso: chi va in giro con tre spade alla volta come corredo ad una collezione così imponente di muscoli, difficilmente viene importunato per cose così banali....

Si spera che il Natale trascorra all’insegna della pace e dell’amore e tutti sognano di trascorrerlo in questo modo, ma la Ciurma stava perdendo quella speranza già dal mattino: a colazione, i primi due compagni di Rufy non fecero altro che battibeccare per ogni inezia. Ancora più del solito, s’intende.

La situazione si trascinò così fino a cena, dopo la quale, di comune accordo, tutti si scambiarono i doni, che fino a quel momento avevano atteso per essere liberati dalla carta colorata che li racchiudeva.
Zoro diede un semplice bigliettino a Nami, chiuso in una busta sigillata, e la ammonì di aprirla solo al termine dell’esibizione di Brook che iniziò ad arpeggiare una romantica melodia sulle corde della chitarra, accompagnandola con toccanti parole.

Tutti si zittirono, rimanendo incantati ad ascoltarlo.
Due occhi azzurri videro che un certo Spadaccino aveva le orecchie di un bel rosso scarlatto che spiccavano sul verde dei capelli... “Molto natalizio, l’accostamento”, notò Robin con un sorriso, poi tornò a prestare attenzione alla bella canzone di Brook.

Al termine, una silenziosa Nami aprì con mani tremanti la busta che aveva tenuto sino ad allora diligentemente chiusa.
Gli altri si stavano complimentando con Brook, credendo che fosse semplicemente l’ultimo componimento di cui l’artista li aveva resi partecipi.

Nessuno si accorse che, nel frattempo, Zoro si era dileguato.

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Capitolo 2
*** Io non so... ***


Nami lesse quella semplice missiva con lo sguardo, tenendo per sé quelle parole, che scoprì essere più preziose di un qualsiasi regalo che chiunque avrebbe potuto acquistare.

Erano state vergate con la grafia attenta e precisa di chi mette tutto il suo impegno per non essere frainteso.
La rilesse ancora una volta.
E poi un’altra e un’altra ancora, fino a che le lacrime le offuscarono completamente gli occhi.
Era firmata da Zoro.
E lei, anche se un poco delusa non si era aspettata nessun regalo da parte sua, si ritrovò con la cosa più bella che avesse mai ricevuto.

Lo cercò con lo sguardo per la sala, ma non lo vide.
Perlustrò le zone coperte della nave, poi uscì e vide che in palestra le luci erano accese.

Gli altri, intanto, finito di complimentarsi con Brook, erano rimasti perplessi al commento di Robin: -Non si può definire una canzone propriamente natalizia…
-È vero- aggiunse Franky, mentre lo scheletro, tra sé, pensava: “Ma questa, i fatti suoi, mai?”
La ciurma, anche se d’accordo, era comunque estasiata, Sanji in primis, quasi privo di sensi per troppo amore… ma sappiamo bene che lui è un ragazzo sensibile e certe cose lo toccano nel profondo.

Chissà se questa sensibilità sarebbe rimasta uguale, se avesse saputo che la causa di tutto era stato quello Spadaccino burbero?
Eh sì, perché l’idea di partenza era stata sua: con l’aiuto di Brook era riuscito a svilupparla fino al raggiungimento di quel risultato da offrire alla Navigatrice… il musicista di bordo poteva anche svelare l’arcano, ormai: i due diretti interessati non erano nemmeno presenti e non doveva temere la loro possibile ira.
Spiegò che aveva accettato subito di dargli una mano: sapeva bene quanto fosse inutile, nella vita, sprecare del tempo prezioso aspettando di fare cose importanti come quella.
Da lì, Sanji era passato dalla modalità estasi a quella di svenimento con schiuma alla bocca in men che non si dica, facendo preoccupare il piccolo Medico.
Robin, invece, soddisfatta per il suo intuito sulla romantica vicenda, aspettava di vederne i risultati.

Previdente, Chopper tirò fuori la sua borsa: le reazioni di Nami potevano essere alquanto violente, anche se un buon segno era dato dal fatto che ancora nulla fosse esploso e la nave galleggiasse ancora.

La suddetta Navigatrice, intanto, asciugato il viso e ricomposta, salì come una furia dallo Spadaccino.
-Zoro!- esclamò a gran voce, facendo irruzione in coffa.
Lui si voltò lentamente, preparandosi al peggio e nessuno avrebbe saputo dire se il sudore che lo ricopriva fosse frutto dei suoi allenamenti estenuanti o per l’inquietante presenza della donna.
La quale gli porse un foglio a braccio teso, su cui riconobbe la propria grafia.

Lo prese, perplesso, con su scritto in viso qualcosa che poteva essere interpretato come un (poco natalizio) devo farci qualcos’altro o lo mastico e poi me lo ficco su per il…
Fortunatamente, il suo dubbio fu dissipato dalle parole che gli rivolse Nami: -Leggimelo! Certe cose voglio, anzi, pretendo, di sentirle dalla tua voce.- esclamò, indecisa tra l’arrabbiato e lo sconvolto.
Zoro la guardò serio, poi la invitò a sedersi e le si accomodò di fronte.

Si schiarì la voce ed attaccò a leggere.
-Io non so parlare d’amore, Nami. Uno spadaccino non è avvezzo a certe cose, sa solo impugnare le sue spade e combattere. Ho chiesto a Brook di aiutarmi, lui è bravo in queste cose. Certo, ci sarebbe stato anche Sanji, ma non credo che avrebbe accettato e il perché lo avrai ormai capito: se stai leggendo queste parole, lo scheletro ha terminato la canzone. È vero, l’ha scritta lui, ma come l’avrei fatto io, se solo ne fossi stato capace. Dice di avermi studiato e abbiamo parlato tanto, così tutto quello che avrei voluto dirti io l’ha messo nel testo. La melodia è sua, naturalmente, ma quello lo avrai compreso da sola… Sai che ciò che posso offrirti non è nulla di più che tu già non abbia, protezione da parte mia compresa….

Alzò gli occhi per guardarla, mentre citava l’ultima parte di quella lettera che conosceva a memoria: -Solo una cosa ho bisogno di chiederti, Nami: se i miei sentimenti non sono corrisposti, sii sincera e dimmelo. Preferisco il dolore, che posso affrontare, ad una menzogna.
Detto ciò rimase in silenzio, a fissarla, più che altro perché non sapeva bene cosa fare… se solo lei avesse detto o fatto qualcosa per chiarire cosa le passasse per la testa...

Ma Nami era come paralizzata.
Non aveva sbagliato a leggere o capito male: quelle stesse cose, che le parole sulla carta le avevano detto, le aveva appena udite dalla voce bassa di Zoro.
Nella sua semplice sincerità aveva parlato chiaro, senza prendere meriti non suoi e senza enfatizzare i propri sentimenti, nel suo stile.
E Nami non disse niente, ma mise in atto il proprio modo di affrontare la vita, con impulsività apparente ed una certa dose di istinto: ridendo e piangendo contemporaneamente, gli si gettò al collo, facendogli perdere l’equilibrio e ruzzolando con lui.

E anche se Zoro prese una discreta botta alla nuca, per una volta non gli importò che fosse stato a causa della rossa: da come lo stava baciando in quel momento, le avrebbe perdonato persino… persino… si perse in altri pensieri, dato che le mani di lei stavano iniziando a vagare verso luoghi della sua pelle che non era solito mostrare...chi se ne importava del resto del mondo?
E, più in basso, il resto del mondo, chiedeva il bis al cantante di bordo per ascoltare di nuovo quella dolce melodia.
Mentre lo scheletro acconsentiva, Rufy chiese a Robin, che guardava Chopper prodigarsi accanto al Cuoco, consolandolo, se fosse il caso di aspettare Nami e Zoro.
Lei sorrise, scuotendo il capo: -non credo che sia il caso di disturbarli… sono certa che li vedremo domattina a colazione, affamati e felici…- scatenando un nuovo pianto in Sanji.
 




Per la canzone: http://www.youtube.com/watch?v=y7Y-8ViGXRY


Un sincerio augurio di buon Natale a tutti coloro che hanno avuto la bontà di seguirmi sin qui! <3

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