Solo tu puoi aiutarmi

di Marco27
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Perché mai devo aiutarti? ***
Capitolo 2: *** L'intesa che c'è ***
Capitolo 3: *** Il segreto per l'aiuto. ***
Capitolo 4: *** Partiamo per la missione! ***
Capitolo 5: *** La decisione giusta ***
Capitolo 6: *** Cosa facciamo? ***
Capitolo 7: *** Il contrattempo ***
Capitolo 8: *** I documenti falsi ***
Capitolo 9: *** Pronti per partire. ***
Capitolo 10: *** Avviso ***



Capitolo 1
*** Perché mai devo aiutarti? ***


          CAPITOLO 1
● Perché mai devo aiutarti? 
 
Era una sera d'inverno.   Piovigginava sugli alberi e nelle finestre di casa mia, dove ero rimasta sola per il resto delle 6 ore.  
Ho 15 anni e so badare a me stessa, mia madre era andata a fare un lavoro in città e noi abitavamo in campagna, una casa lontana dalla città.  
Mio padre era al lavoro e non avevo sorelle.   
Ero completamente sola in casa.   
 Non è la prima ne l'ultima volta che ci restavo.  Ma in inverno era tutt'altra cosa.   
Si era fatto buio, ed ero vicino alla mia finestra a guardare il tramonto ormai quasi finito, delle gocce di pioggia cadevano nel vetro e la malinconia di restare a casa il sabato sera era alta.
Mia madre doveva venire fra 3 ore erano le 20:12. Quindi decisi di vedermi qualche film.   Salii alla  cantina di sopra e cercai nei vecchi scatoloni. 
Ma nei vecchi scatoloni  avevo solo robacce vecchie.   Non c'è ne sarebbero state nuove finché non avrei risistemato tutto. I DVD erano completamente tutti visti.  
◎ la luna apparì nel cielo e dei lupi ululavano ad essa. 
Dalla finestrina della cantina si poteva vedere che c'era la luna piena.
La mia malinconia era passata un pò, lasciando il desiderio di andarmene fuori e volare.    
Ma ritornai nella realtà e cercai altro.   Ma un rumore di sotto mi fece incuriosire.  ☃
Cosa poteva essere??     Mi domandai inpaurita.  
                     ★ 
-Chi c'è?!    Alzai la voce per farla sentire.
Ma nessuno rispose.  
(´・_・`)
Mi armai di coraggio e scesi di sotto per vedere cosa fosse.  
 Era tutto tranquillo ma c'era qualcosa di strano.  ▼
Mentre camminavo lentamente e attentamente, vidi un'ombra passare velocemente dal corridoio.
Fantasma?  No.  Almeno non ora.  
Mi stava per venire un'infarto finché il telefono di casa squillò
Mi avvicinai e alzai la cornetta.  
-PRONTO?    
Del vento si udiva ma niente altro.
Abbassai la cornetta e del freddo mi corse lungo le spalle. 
Era del vento agghiacciante.   
Mi girai lentamente e vidi una sagoma di una persona.  
 

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Capitolo 2
*** L'intesa che c'è ***


Continuo... 

Stavo per svenire quando vidi un ragazzo alto con una giacca grigia, capelli strani e occhi dorati.
Mi mancava il respiro più che altro perché in casa mia non c'erano delle entità che si fecero vedere e ne sentire.  Ma fosse veramente un fantasma?   
I miei occhi sgranati dalla paura iniziarono ad bruciarmi, e il ragazzo mi fissava come ipnotizzarmi.



 Non riuscivo a muovere un'arto, ero completamente in sotto trance di paura.    No che faceva lui paura ma il fatto che c'era qualcuno in casa.
Non riuscivo a gridare e mi mancava l'aria, presto sarei svenuta.
Ma il tizio che mi fissava indietreggiò e sospirò.
- non hai nulla da temere, posso parlarti un momento? Disse il ragazzo dagli occhi dorati, guardandomi un pò incomprensibile.
Non dissi una parola ero in preda dal panico, cosa era? Un Fantasma? un ladro? Un' assassino? O peggio era solo un illusione ed ero diventata pazza?  
Nulla di queste cose.   Solo un vampiro.   Un vampiro moderno, no come quelli che vengono di notte nel letto e ti mordono.
-Allora vuoi parlare o non.. Non riesci a farlo? Disse spostando lo sguardo in basso di lato. 
-Agh...  Beh... Chi sei??   Dissi con voce tremolante, ero molto agitata.
- mi presento mi chiamo Edward Cullen , sò  che non dovrei essere qui, ma sono venuto da te,  perché tu puoi aiutarmi. 
- Ascoltami. *Sospira* sò che ti sembrerà strano ma per favore ascoltami.   Disse preoccupato.
- co-osa vuoi da me? 
- beh.. È una lunga storia..
- cosa sei? Perché sei venuto? 
- non agitarti, per favore calmati.  Disse Edward con sarcasmo.
Ed mi si avvicinò lentamente, avevo molta ma molta paura. 
- non voglio ucciderti. Posso parlarti? Seriamente posso? * Sorride*
- o-ok..  Vieni sediamoci nel salone.   Dissi facendo segno di seguirmi.

Ci sedemmo sulle sedie al tavolo grande di legno laccato beige.  
Il salone era parecchio largo, arredato con mobili di legno marrone scuro lucido.
Edward si sedde e sorrise.    
- per prima cosa come ti chiami? 
- ah.. Cosa ti importa? Io non sò nemmeno come sei entrato! 
- non voglio raccontare tutto in fretta.. Prima presentiamoci e poi le domande.
Ero confusa non sapevo perché ancora non avevo chiamato la polizia, dissi solamente ciò che mi disse l'istinto.  
- keyda..   Mi chiamo keyda.    Dissi in tono piu calmo e abbassando lo sguardo.
- quanti anni hai?   Disse il ragazzo confuso toccandosi i capelli.
- è un'interrogatorio? 
- no. Voglio solo accertarmi che sei la persona giusta, di cui io posso fidarmi.  
- ah.. *Sospirai di ansie* ho 15 anni quasi 16.   E tu invece? 
- 17. In realtà no. Ma lasciamo perdere, puoi mantenere un segreto molto importante per qualcuno? 
- dipende chi è questo "qualcuno". 
- lo faresti? Per me? 
Ci furono 10 secondi di silenzio nella stanza.  
L'atmosfera era irrespirabile.  Cosa voleva veramente da me..
- di di che segreto si tratta? Dissi guardandolo negli occhi.  
- sbuffò e sorrise.   - ecco.. Io non sò come dirtelo.. Ma se ti dicessi che tu non sei un'umana come la prenderesti?
Lo guardai strana,e attentamentee negli occhi, che intendeva dire con non sei umana? 

- no-on fissarmi in quella maniera- disse alzandosi dalla sedia e appoggiando le mani con il peso delle braccia sul tavolo inclinandosi le spalle, fissando al centro delle mani.
- scu-usa, ma cosa intendi con non umana?  
La mia voce era accesa ma tremolante.  Avevo paura. 

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Capitolo 3
*** Il segreto per l'aiuto. ***


Continuo.   22-12-13


"Sapevo che non avrei avuto altra scelta"  
- adesso parla perché non sto più a sentirti.  
Ero molto agitata, e le luci del corridoio lampeggiavano.
Edward alzò lo sguardo verso di me. 

- tu sei.. Sei come me.   
- come te? Dissi con sguardo incomprensibile 
esatto disse edward sedendosi. 
- e cosa sei?  
- prometti di mantenere il segreto e aiutarmi.  
- si.. Sò mantenere segreti.  A meno che non è una cosa grave.  
Edward confuso si guardò in torno alla stanza.  
- c'è qualcuno oltre a te in casa? 
- se ci fosse stato qualcun'altro oltre a te avrei subito urlato quel nome! 
- ho capito.. Io sono un vampiro.
- un vampiro? E io lo sarei anche? 
Mi venne una risata un pò con sarcasmo, ma quando vidi Edward essere serio , smisi di ridere.  
- oh, se non vai via io chiamo la polizia, halloween è finito da un pezzo! 
- ascoltami è impossibile credermi e questo lo capisco, ma devi fare uno sforzo e credermi. 
- no.. Io ho...
- paura?  Affermò Edward fissandomi.
- come hai capito?   
- leggo nella mente, questo ti può essere una prova?
- ah.. Cosa sto pensando? Adesso? 
Edward chiuse gli occhi e poi dopo un'istante li riaprì.
- stai pensando il numero 88? 
- ah.. Ok, ok, ma non basta!  Puoi essere frutto della mia mente. Posso essere in un sogno!
- no che lo è, devi fidarti.   Forse sei una vampira che ha scordato le sue origini, forse non hai sete di sangue. Disse Alzando la voce Edward.
- racconta tutto, come devo aiutarti?
Sospirai lentamente, cercando di alleviare la paura.  

- Nel 1918 carlisle cullen mi trasformò in un vampiro, perché ero al punto di morte,
Ma andiamo al dunque..
Dopo anni e anni, incontrai in un liceo a forks una ragazza di nome Isabella swan, che mi innamorai dopo vari giorni.  Lei è un' umana e venne a sapere del mio segreto.  
 al suo compleanno la invitammo a casa da noi nella mia famiglia,
Noi sappiamo controllare la sete di sangue ma jasper un membro della famiglia, non Sá controllarla bene, e Bella si tagliò  con un regalo che aveva in mano, facendo uscire del sangue, jasper si partì e io lo respinsi via. 

Da li capii che eravamo un pericolo per lei.   Decisi di farle vivere una vita da umana.  
E partimmo via lasciandola a Forks. 
Ora vorrei che tu mi aiutassi a cercarla.   Lei non c'è più a Forks.  
Elis mi ha detto come andava a finire, perché vede il futuro.

È cambiato tutto il destino che aveva previsto.  
- e cosa dovrei fare? 


- dovresti venire con me a cercarla in tutti i posti possibili, Elis mi  ha detto che tu puoi sentire l'aura delle persone, perciò potresti aiutarmi. Disse Edward preoccupato.

- cosa? 

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Capitolo 4
*** Partiamo per la missione! ***


Continuo...

- se non mi aiuti non vuoi aiutare un tuo simile.  A te la scelta. 
- io non è che non voglio.. Ma non posso credere a questa storia. E poi questo "Forks" dov'è? 
- allora ho sbagliato, mi arrangerò da solo. 

Edward si alzò in piedi e fece 3 passi verso il corridoio.
- va bene!  Ti aiuterò. Dissi squillante.    


Edward si girò verso di me con un sorriso.  
- grazie.    Puoi assentarti di casa per un pò?
- si, però voglio ritornarci.
 Edward si girò verso di me indicando a est. 
- è di li che dovremmo partire.   A salire il continente, tu riesci a sentirla?
- scusami, se non lo mai conosciuta, come faccio a sapere chi è?  Non sò come percepirla..
- hai ragione. Scusa, a casa mia avrò qualche foto, da li puoi esercitarti, Alice mi ha detto che da una foto l'aura si vede e si percepisce.        Disse Edward andando verso il corridoio.
- io non ho mai provato da una foto, e nemmeno da una persona. Quando c'era qualcuno vicino a me io sentivo la sua presenza, le sento le presenze sento quella di mia madre che è parecchio lontana, ma non sapevo che ho questa capacità.        Dissi alzandomi.
- puoi provarci almeno.
- si certo. Aspetta un'attimo, devo lasciare un'avviso ai miei.
- ti aspetto fuori.

Edward uscì dalla casa mentre io cercai nelle vetrine dei mobili un pezzo di carta e una penna.
 Aprì velocemente 2,3,4 vetrine ma nulla.
Finalmente trovai in cucina quello che mi serviva.
Gli scrissi che dovevo andare via per un pò di tempo da una mia amica lontana, e che sarei tornata dopo un pò.  E ovviamente di non preoccuparsi.
Chiudendo la porta della cucina, me ne uscii fuori, Lasciando  il foglio appeso.
   Ero uscita fuori di casa e cercai dove fosse Edward.
Era difronte a me vicino ad un'auto scura, stava sotto la pioggia, che ormai non era più pioggerella.
- ti vedo coperta pesante. Disse Edward aprendomi lo sportello della sua macchina.
- il freddo lo sento- dissi entrando.  
Edward si mise al volante e partimmo verso casa sua.
 Eravamo a Manhattan in una zona piuttosto fredda.
- il freddo lo senti? 
- oh si, perché tu no? Dissi curiosa. 
- no, noi vampiri il freddo non lo sentiamo, ti sarai abituata agli umani e per questo che lo senti.  Disse Edward mentre guidava velocemente.
- si.. Può darsi.  Ma dove abiti? 
- non lontano da qui, ci arriveremmo prima se andassi più veloce.

- il limite della strada è 60. È una zon
- abitata?  Rispose Edward non lasciandomi finire la frase.
- si. 


- io non vedo nulla, solo una strada interna e degli alberi, a parte delle case la in fondo.   
- si.. Ma pensa se un'animale ti taglia la strada.
- non succederà.  Ma se vuoi che rallenti..
- no, a me non fa nulla.  Risposi guardando alla mia destra. 
Mentre vidi...

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Capitolo 5
*** La decisione giusta ***


Continuo....

Mentre vidi un'lupo alto quasi un metro correre affianco all'auto, ma poi sparì nel buio.
- che cosa hai visto? 
- ho allucinazioni,ho visto un lupo..

- un lupo? Non è possibile che siano qui. Disse Edward fissando la strada. 
- chi? Conosci quel lupo?

Edward prese nella direzione  ovest della strada per evitare qualcosa.

- è una lunga storia, ma non importante per ora, ti spiegherò più tardi. 

La strada era coperta di terreno tipo sabbia che si era formato in fango, e ciò ci rallentò.

Alcune nuvole ricoprirono la luna creando un'alone arancione  attorno.   stava finendo di piovere, ma la temperatura non cambiò. 
- non sò se questa zona è abitata da loro, ma stiamo arrivando.
- da loro chi? Perché non vuoi dirmelo? Dissi con un pò di arroganza. 
- i lupi, sono nostri nemici.  
Non capivo bene cosa stesse dicendo, mi domandai fra me e me se non fosse stato un sogno, sarei stata una pazza a seguirlo.
Arrivammo in una casa su una collina ed Edward mi fece entrare per farmi vedere la foto.
Salimmo sulle scale di legno ed Edward andò a prenderla.
- non c'è nessuno qui? 
- no, tutti sono andati a cacciare, torneranno fra un paio d'ore. Questa è la foto,  per favore concentrati bene. Disse Edward consegnandomi  la foto.  
Fissai la foto e il volto mi venne familiare.  
- c'è qualcosa che non mi torna, credo di averla già vista.
- davvero? Forse eravate a scuola insieme?  

- non ricordo, comunque riesco a percepire l'aura molto chiara, ma non la sento nei dintorni.
- dovremmo spostarci? 
- forse, forse dovremmo andare a Forks o come hai detto prima, e cercare la casa in cui abitava.  Hai pensato di chiedere dove se ne fosse andata quando traslocò?  Dissi entusiasta.  

- lo abbiamo già chiesto, ma nessuno lo sà, e se poi chiediamo troppo la polizia crederebbe che c'è qualcosa che non va, poi il padre di Bella è un poliziotto. 

Edward sospirò a lungo, e si affacciò alla finestra.
- spero che stia bene-


- non pensare il peggio, la troveremo fidati.  Io farò del mio meglio.  
- ti ringrazio, ma credi sia la cosa più giusta? 

- io non lo sò, fai ciò che ti dice il tuo cuore.
- bene.   Andremo a Forks!

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Capitolo 6
*** Cosa facciamo? ***


Continuo 23-12-13

Auguri di buon natale a tutti! :) 


Detto questo Edward scese le scale dicendomi se mi andava qualcosa da bere.
- no grazie, non mi va nulla.  

- ok, allora quando ti va possiamo partire per Forks. 
- tu sai come arrivarci?
- si ma ad un certo punto si dovrà prendere una nave o un'aereo.
- ok, porto la foto per  aiutarmi.
- bene, possiamo andare.  Disse Edward andando verso il portone d'uscita.  

Entrammo in macchina ed Edward partì verso l'aereoporto, ci sarebbe stata un' ora per raggiungerlo.  
- dovremmo già prendere l'aereo per Forks?  Dissi sbadigliando.  Mentre Edward guidava. 

- si risparmieremo tutta quella auto strada.

- ok. Ma quante ore ci perderà per arrivare a Forks? 
- almeno 2 ore, massimo 3.   Puoi mancare questo tempo? Magari 2 giorni?  
 
- si certo, però non più di una settimana perché mia madre allora manderà polizia a cercarmi ecc...
- tranquilla, quando troveremo Bella tornerai a casa, sempre se sei sicura di questa decisione.   Rispose Edward fissando la strada.  
- mi vuoi dire che pensi che non voglia aiutarti?    Si, in effetti non volevo ma sento dentro di me che devo aiutarti...
- non ho detto che penso questo di te, ma se sei sicura che puoi mancare da casa.
- posso.
- te ne sarei grato per questo.  

Ci diressimo all'aereo porto, erano ormai le ore 22:12 erano passate due ore  esatte da quando ero a casa mia, scesimo dall'auto ed entrammo dentro.
C'erano poche persone ad aspettare, io ed Edward ci diressimo verso la prenotazione aerei.
- come avrei dovuto fare i biglietti prima?
- qui i posti sono tutti pieni per "Forks".  Disse una dipendente guardando sul computer.  
- e adesso che facciamo?   Dissi toccandomi la testa.  
- ci dovrà essere un modo, non si può liberare qualche posto?
- spiacente, se lei ci avrebbe pensato molto tempo prima..
- il prossimo quando passa? Dissi .
- domani alle 8:15.  Potete fare i biglietti adesso per non rischiare che domani lo perdete.  

- domani, aspetti un'attimo. Disse Edward facendomi segno di seguirlo nei sedili di attesa. 
- per aspettare passa un giorno, per prendere l'aereo da qui passeranno 3 ore e per cercarla qualche giorno.   Senza pause ovviamente.   Mancheremo 4 giorni, non possiamo... 

- Edward io posso mancare da casa se è per questo, ma non più di una settimana. 
- ne sei proprio sicura?  

- se è importante si, io aiuto sempre gli altri.  
- di devo un favore.  Disse Edward sorridendomi.  
 
- allora che facciamo?  Dissi

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Capitolo 7
*** Il contrattempo ***


Continuo....... 24-12-13

- sarebbe ovvio che andassimo a dormire per aspettare domani, non sò tu, che vorresti fare?  Disse Edward fissando il pavimento dell'aereo porto.


- si, sarebbe la cosa migliore.
- i biglietti li faccio adesso per non rischiare di perdere l'aereo. Detto questo Edward si diresse al bancone
prenotazione aerei.  

- allora, mi faccia  2 biglietti per Forks.

"Documenti e carta d'identità prego" 
- si un'attimo che l'avro in auto.
Edward venne verso di me e disse che doveva andare a prendere i suoi documenti.
- siamo nei guai!  Dissi con disperazione.
- non ho i documenti e nulla! Neanche il passaporto..
- a casa lo hai?  Disse Edward con confusione.  
- credo di si, ma non possiamo andare a casa mia, mia madre sarà già arrivata a momenti.
" non abbiamo altra scelta" 


- se mi dicevi che dovevamo prendere un'aereo io li avrei portati, aspetta!  Se io porto i documenti qui e partiamo, sono registrata che sono partita, mia madre verrà a cercarmi!  Dissi disperata.  

- almeno che... Non prenda una carta d'identità falsa simile alla tua, carlisle è un'esperto a crearle, le crea ogni 27 anni in modo da non farci insospettire dagli umani. Disse Edward abbassando la voce.

- ottimo! Ma come facciamo? Dovremmo andare da lui? 

- si, e alla svelta se non vogliamo perdere l'aereo.
- bene.
Mi alzai dai sedili di attesa, mi diressi verso l'auto per andare alla casa dei cullen. 
Edward accese il motore e ripartimmo di nuovo.
"Speriamo che andrà tutto bene" pensai..
- si che andrà tutto bene.  Rispose Edward con sicurezza. 
- ma carlisle si occupa di queste cose? Dei documenti ecc..?
- non proprio, lui fa il medico, ma ha lavorato anche per questo.  

- perché cambiate carta d'identità e tutto ogni 27 anni?

- perché noi non moriamo mai, e non invecchiamo.  Disse Edward.
- ah, è impossibile, quindi anch'io non morirò mai? 

- io non lo sò questo, credo che tu sia una vampira diversa, cioè che non hai bisogni, di sangue ecc..
Noi ne abbiamo bisogno del sangue, non sentiamo il freddo e non mangiamo mai.
- allora sono diversa.
- ma sempre una di noi.   Disse Edward guardandomi.  


- se lo dici tu.
Dopo 49 minuti arrivammo alla casa dei cullen.
- devo scendere?     
- si, credo che ci siano.
  Scesi dall'auto e mi diressi nella direzione di Edward, dentro casa.
Edward aprì il portone d'entrata, e si udivano delle voci di persone.
- ci sono? Io credo di si, sono tanti?
- si, basta parlare con carlisle.

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Capitolo 8
*** I documenti falsi ***


26-12-13 

Salimmo le scale che portavano di sopra, e c'era un corridoio che portava alle stanze.    
Ma non trovammo nessuno, scesimo di nuovo e andammo nel salone, largo e arredato all'antica.   

" beh, ci sono?" Dissi sistemando i i capelli. 
Era vuoto il salone, allora le voci da dove provenivano.

" Carlisle?!"  Gridò Edward. 
Non c'era nessuno li dentro.  
" vado a vedere se ci sono le loro macchine, aspettami qui, se ti dovessero vedere di che sei con me e che non sei contro"
Mi disse Edward andando fuori.  

" non sono contro? Ma che vuol dire?"   Pensai.
Erano più di 4 minuti pieni che Edward mancava senza che nessuno entrò dentro.  
Aspettavo in piedi come fossi una statua.  

Cercavo di capire dove fossero ma all'interno della casa le presenze erano scomparse non riuscivo a percepirle bene.  
" finalmente, allora ci sono?"  Dissi muovendo le mani.  

" no,ma le macchine ci sono.   Saranno andati a caccia senza"
" a caccia?" Dissi con aria incomprensibile.
" si, é una lunga storia, te la racconterò più tardi".   
" lunga storia? Finalmente mi hai ascoltata".  
Dalla porta entrò Alice con tutti gli altri.
" si, meno male che siete arrivati, devo parlare con Carlisle" 
" cosa è successo dimmi pure"     Disse Carlisle svoltando lo sguardo su di me.
" è lei? " disse Carlisle sorridendo.  
" si ma abbiamo bisogno del tuo aiuto"
Tutti i componenti della famiglia mi guardavano.  

" salve" dissi indietreggiando.
" ciao" mi rivolsero tutti. 
" io sono Alice" 
" io jasper"
"Io sono Emmett"
"Esme"
" io Rosalie"
" e io Carlisle"

"Piacere" risposi.

" bene, Hai visto che io avevo ragione?" Disse Alice rivolgendosi a Edward.   

" non è il momento, Alice, dovremmo prendere un'aereo e Keyda non ha la carta d'identità" 
" venite con me, gli è la farò adesso"


Andammo al piano di sopra in una stanza strana, sembrava un laboratorio.
Carlisle usava un macchinario molto sconosciuto a me.


" il destino che vedevi prima è cambiato? " chiese Edward a Alice.
" no, vedo che tutto andrà bene" ma vedo anche che ci sarà un distacco. 
" un distacco? Cosa comporterà" 
" un distacco nel cammino di cercare Bella, non vedo bene esattamente"
In 5 minuti Carlisle stampò i documenti e fece un passaporto.  
Era perfetto per 2/3 anni. 

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Capitolo 9
*** Pronti per partire. ***


Continuo.....

28-12-13 
" ecco a te, vi raccomando di essere prudenti, se ti chiederanno altre informazioni al riguardo , tu non rispondergli".  Mi disse Carlisle dandomi i documenti.  

" la ringrazio" risposi.

" partirete domani?" Chiese Alice.
" si domani alle 08:15, potresti venire per aiutarci" rispose Edward guardando Alice.  

" quanto vorrei potervi aiutare, ma non posso, te l'ho già detto Edward, non posso venire".   Rispose Alice dispiaciuta.  
" ho capito, se vedi altro chiamami subito".  
" certamente".  

Dopo aver conservato
I documenti in tasca, i Cullen mi hanno ospitata a dormire a casa loro, in una stanza degli ospiti. 
Misi la sveglia alle 06:43 per non fare tardi. 
La notte non riuscivo a dormire, mi giravo e stragiravo nel materasso.
Il domani sarebbe stato meglio?

Ecco che in meno di un'ora arrivò il domani, il sole che tramontava e le cicali che finirono di cantare.   
" va a chiamarla o farete tardi" chiese Carlisle ad Edward.  

Sentivo dei strani rumori nel corridoio, ma ero ancora in dormiveglia e sognavo.  

All'improvviso suonò la sveglia e di colpo mi alzai, non fù questo il risveglio a paura, ma bensì quando vidi un'ombra alta difronte a me.  

Gridai a strillare.
" calma! Sono io Edward!"   
" ah! Che cosa ci fai qui!?" 

" ah! Già questa é casa tua..." Mi risposi da sola.
" vedevo che non ti eri svegliata e Carlisle mi ha chiesto di chiamarti per non fare tardi"  disse Edward.
 
" ho messo la sveglia.." 

" si ho visto, infatti ho aspettato 2 minuti per vedere se non te lo eri scordata" edward sorrise apparentemente. 

" io scordarmi una cosa tanto facile? No, non può esistere" 


Detto questo mi alzai, ero ancora vestita da ieri.
" bene ti aspetto giù"

Uscii dalla porta ancora assonnata e indolorita da come ho dormito vestita.
" non fa per me svegliarmi al colpo" pensai scendendo le scale, dirigendomi in cucina.  
" buon giorno " dissero Alice e Carlisle. 

" buon giorno" dissi stupita guardando il tavolo.
Era pieno di cibo da colazione, 5 pancakes, dei succhi di  frutta, cornetti e altre robe varie.  
" wow" 
Mi seddi sulla sedia e incominciai a prendere 2 pancakes.
" voi non mangiate" chiesi masticando un pezzo di pancakes.

" no noi siamo vampiri che ci nutriamo solo di sangue animale" rispose Alice guardando la tv.  
" oh ok."
Finì di mangiare e mi alzai dal tavolo cercando di sbarazzare la tavola.p
" no ci pensiamo noi, non preoccuparti" mi disse Carlisle. 
" ok.."  
" mi raccomandò a fare attenzione alle fermate, Edward non si sa orientare bene"  disse Alice ridendo.  
" Alice, cosa ti fa credere che sia così" rispose Edward un pò arrabbiato.
" l'altra volta mio caro".   

" l'altra volta era l'altra volta" disse Edward dandogli le spalle. 
" avanti scherzavo! Non si può neanche scherzare con te?"

 Gli Disse Alice a Edward toccandogli una spalla.
" va bene" gli rispose Edward sorridendogli.  

Eh eh. Sorrisi io. 
" A parte gli scherzi, state attenti sul serio" ci rivolse Carlisle con tono freddo e preoccupato.  
" contateci' rispose Edward guardando a Alice e Carlisle.

Uscimmo dalla porta di casa, salì nella macchina di Edward e andammo verso l'aereo porto, sperando che ci fosse stato qualche posto.

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Capitolo 10
*** Avviso ***


Salve ,posso continuare questa storia, ma voglio sapere se vi piace senò é inutile che continui... Fatemi sapere se volete leggere il continuo. Ciao :)

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