A Natale niente è normale

di Scattered Dream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutta colpa delle palline ***
Capitolo 2: *** Regali ***
Capitolo 3: *** Missione Babbo Natale ***



Capitolo 1
*** Tutta colpa delle palline ***


Tutta colpa delle palline
 
 
-Nagumo, stai attento- si raccomandò Aphuro, guardando terrorizzato la scatola di palline colorate che il rosso stava reggendo con un braccio solo, mentre con l’altro spostava delicatamente tutto ciò che intralciava il suo cammino, a partire da Fuusuke, che si beccò uno spintone senza preavviso, perdendo l’equilibrio.
-Ringrazia quella scatola, altrimenti avresti festeggiato il tuo Natale nella tomba- gli disse minaccioso l’albino, mentre si ricomponeva con una rapidità impressionante, tornando a sistemare, come se niente fosse successo, alcune decorazioni sul camino, tra cui delle deliziose calze rosse e bianche, appese ordinatamente una dietro l’altra. Nel frattempo, Haruya aveva quasi raggiunto il divano e, certo del fatto che la scatola sarebbe stata al sicuro sul morbido cuscino, perse tutta la cautela che aveva avuto pochi attimi prima, facendo venire i capelli bianchi a Terumi. Oltre ad essere le uniche in loro possesso, quelle erano decorazioni per l’albero molto speciali, costate una fortuna.
-Ti vengo ad aiutar…- il biondino non fece in tempo a finire la frase, che Nagumo scivolò per colpa del tappeto rosso, mentre le palline, scatola compresa, si librarono leggiadre in aria, finendo il loro volo sul pavimento. Il silenzio calò nel grande salone, interrotto solo dal ticchettio snervante dell’orologio. Suzuno, nonostante cercasse con tutto se stesso di rimanere indifferente, fissava allibito i pezzetti delle decorazioni sparsi sulle piastrelle, mentre Aphuro, pietrificato vicino al grande albero, guardava il rosso con un leggero tic nervoso all’occhio.
-Le ricompreremo, si sistemerà tutto...- tentò di dire Haruya, ma si zittì di colpo, notando l’aurea nera ed assassina formatasi intorno al biondino. L’istinto gli suggerì di alzarsi molto velocemente e di andarsi a rifugiare in camera sua, cosa che fece alla svelta, terrorizzato, mentre una divinità bionda, più che incazzata, si lanciò al suo inseguimento, lanciandogli maledizioni e promettendo vendetta. Il rosso, un attimo prima di venir afferrato e, di conseguenza, ucciso tra le peggiori sofferenze, riuscì a raggiungere la sua stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Ma, si sa: una semplice  porta non può nulla contro Aphuro Terumi.
 

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Capitolo 2
*** Regali ***


Regali
 
Stavano girando da più di un’ora tra le strade affollatissime della città, con le mani congelate e i piedi che gridavano pietà. Ma loro dovevano trovare “il regalo perfetto”, e girare per negozi tutto il giorno era una conseguenza più che ovvia. Un po’ meno ovvio era il fatto che  uno di loro avesse la mania irrefrenabile di lasciare soldi ad ogni singolo Babbo Natale che incontravano, incurante degli sguardi di derisione che questi ultimi gli rivolgevano, consapevoli della grande fortuna capitata loro ad incontrare un tipo del genere.
-Dylan, la vuoi piantare? Quei soldi ci servono- sbottò Ichinose, fermando l’amico prima che desse altri cinque dollari al Babbo Natale di turno. Il ragazzo con gli occhiali lo guardò alzando le spalle, per poi raggiungere frettolosamente Mark, che era entrato in un negozio di abbigliamento insieme a Domon. Ichinose si attardò qualche secondo ad osservare il cielo bianco di neve, poi entrò anche lui, raggiungendo i suoi amici. Dentro a quel negozio ci persero un’ora buona, addentrandosi sempre di più tra gli scaffali pieni di magliette, pantaloni, giacconi, calzini, mutande, e chi più ne ha più ne metta. Alla fine, si ritrovarono nel reparto bambini, che, tranne qualche mamma, era completamente deserto.
-Ci siamo persi- borbottò Domon, dando un’occhiata in giro per vedere se trovava un commesso a cui chiedere dove diamine fosse l’uscita in quel labirinto di scaffali e cartellini degli sconti. Dylan trattenne una risata, beccandosi occhiatacce dal resto del gruppo.
-Potremmo chiedere indicazioni a quella signora- propose Ichinose, indicando una donna sulla quarantina, che teneva per mano un bambino dall’ espressione corrucciata. Anche se poco convinti, i quattro coraggiosi eroi le si avvicinarono, discutendo a bassa voce su chi dovesse parlare.
-Vi serve qualcosa?- la donna si girò a guardarli, le labbra incurvate in un sorriso di circostanza, mentre cercava di valutare se erano dei possibili ladri che volevano portarle via il suo dolce pargolo, o semplicemente quattro ragazzi che avevano bisogno di aiuto.
-Ci siamo persi, e vorremmo chiederle se ci può indicare l’uscita- rispose Mark, cercando di essere il più serio possibile. La donna li guardò inizialmente scioccata, mentre un’espressione di dubbio le si dipingeva sul volto pallido. Evidentemente, però, quando vide le loro facce serie, intuì che non stavano scherzando e, con sguardo incredulo, indicò loro la via per la salvezza.
-Grazie- disse Ichiruta sorridendo imbarazzato. Tutti e quattro si girarono, non vedendo l’ora andarsene, ma una vocina irritante li bloccò sul posto.
-Scemi - disse il bambino, indicandoli con un sorrisetto furbo, mentre la madre, trattenendo un sorriso, sgridò benevolmente il suo angioletto. Dylan si girò lentamente, con un’espressione che non prometteva nulla di buono. Mark gli diede una gomitata, facendogli capire chiaramente che dovevano andarsene.
-Babbo Natale non esiste- disse il biondo con un sorriso diabolico ad incurvargli le labbra. Il pianto isterico del ragazzino interruppe il silenzio che regnava sovrano pochi attimi prima.
-Correte- sussurrò Ichinose, vedendo la madre che si trasformava in una furia scatenata e iniziava ad inseguirli, gli occhi fuori dalle orbite. Fortunatamente, quella pazza isterica era rallentata dal passeggino che si trascinava dietro, e i nostri eroi riuscirono a raggiungere l’uscita sani e salvi.
I regali non li avrebbero mai più fatti in un negozio di abbigliamento, poco ma sicuro.
 

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Capitolo 3
*** Missione Babbo Natale ***


 
Missione Babbo Natale
 
La casa era immersa nel silenzio, tutto sembrava tranquillo. Quando ecco che, nel buoi della notte, un rumore sopraggiunse improvviso, interrompendo la dolce quiete che regnava pochi attimi prima.
-Fai silenzio! Hai la delicatezza di un elefante- bisbigliò alterato Gianluca, guardando Marco che cercava di riparare al danno che aveva fatto. A causa del buio, aveva finito per trascinarsi dietro la metà degli oggetti poggiati sul piccolo tavolo all’entrata, facendo un baccano della miseria. Fidio richiamò la loro attenzione, facendogli segno di iniziare a salire le scale.
-Stai attento con quel sacco, Fidio! Ci manca solo che mi fai rotolare giù- sussurrò Marco, evitando il grosso sacco che il castano si portava in spalla, pieno zeppo di regali. Quella era la notte della Vigilia di Natale, e la mattina seguente tutti i bambini avrebbero scartato i regali portati da Babbo Natale mentre dormivanobeati. E, siccome quello sarebbe stato il primo Natale che Luce avrebbe visto, poiché era riuscita a uscire dalla sua cecità grazie all’operazione, Fidio aveva deciso di fare le cose in grande, coinvolgendo anche Marco e Gianluca, che avevano accettato di buon grado. E così, eccoli lì, tutti e tre travestiti da Babbo Natale mentre salivano le scale in fila indiana.
Arrivati al piano superiore, si avvicinarono furtivamente alla camera di Luce.
-Bene, adesso dobbiamo solo lasciare i regali vicino al letto, giusto?- chiese Marco, togliendosi un attimo la finta barba bianca. Quella cosa era davvero fastidiosa: non poteva aprire bocca senza ritrovarsi qualche pelo bianco sulla lingua!
-Si, e, ti prego, fai silenzio una dannatissima volta.- Gianluca posò una mano sulla maniglia, abbassandola con attenzione, anche se quest’ultima, quasi a far loro un dispetto, scricchiolò come non aveva mai fatto in quegli anni, strappando fantasiose imprecazioni al moro. Fidio gli tappò la bocca con una mano, guardandolo con un sopracciglio inarcato, vagamente divertito.
Una volta entrati nella camera, si assicurarono che la bambina dormisse, per poi svuotare il sacco, mettendo i regali sul pavimento e sul comodino. Terminata l’ardua impresa, ritornarono sui loro passi. Erano sulla soglia della camera, quando Marco, non riuscendo più a trattenersi, starnutì per colpa della finta barba, beccandosi una gomitata nel fianco da Gianluca. Marco perse l’equilibrio, e cadde in avanti, finendo contro Fidio. Fortunatamente, Luce aveva il sonno pesante, e dormiva ignara di quello che le stava accadendo intorno.
-Mi hai fatto male- protestò a voce un po’ più alta il rosso, una volta che arrivarono in cucina. Zanardi lo fissò truce, per poi voltarsi a guardare il piattino stracolmo di biscotti che c’era sul tavolo.
-Hai mai detto a tua sorella che babbo Natale è uno, e non un esercito intero?- domandò ironico, chiedendosi come avrebbero fatto a finire quella montagna di dolcetti.
-L’anno prossimo controllerò che ne metta al massimo tre- sorrise Fidio, per poi sedersi al tavolo con gli altri due ed iniziare a mangiare.
Risate soffocate risuonarono tra le pareti della casa, seguite a ruota da imprecazioni in vero spirito natalizio.

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