Perdersi per poi ritrovarsi?

di El3da
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pensare a noi ***
Capitolo 2: *** Inquietudine ***
Capitolo 3: *** Collaborare ***
Capitolo 4: *** Attraverso i tuoi occhi ***
Capitolo 5: *** Dimostrare qualcosa ***
Capitolo 6: *** Non parliamone ***
Capitolo 7: *** Gelosia ***
Capitolo 8: *** La verità fa male ***
Capitolo 9: *** Guardarsi coi propri occhi ***
Capitolo 10: *** Callie vs Leah ***
Capitolo 11: *** Un passo avanti ***
Capitolo 12: *** Capirsi ***
Capitolo 13: *** Equilibrio ***
Capitolo 14: *** L'incontro ***
Capitolo 15: *** Errori ***
Capitolo 16: *** Scelte ***
Capitolo 17: *** Notte di passione ***
Capitolo 18: *** Il messaggio ***
Capitolo 19: *** Destino ***
Capitolo 20: *** Immagina se... ***
Capitolo 21: *** Due ***
Capitolo 22: *** Strani risvolti ***
Capitolo 23: *** L'inizio della tempesta ***
Capitolo 24: *** Toccare il fondo ***
Capitolo 25: *** Decidere ***
Capitolo 26: *** Pareti ***
Capitolo 27: *** Perdersi...nelle parole ***
Capitolo 28: *** Ritrovarsi...nel silenzio ***



Capitolo 1
*** Pensare a noi ***


Arizona era immobile, guardava fuori dalla grande vetrata del suo appartamento, la città era bellissima di notte, le luci creavano un'atmosfera magica e nonostante fossero passati anni dal suo arrivo li, spesso si ritrovava a sorprendersi per delle piccole cose, come un paesaggio o un dettaglio che non aveva mai notato.
Ricordava il suo arrivo a Seattle, inizialmente non era convinta del suo trasferimento, poi le era bastato davvero poco per rendersi conto che quella città sarebbe potuta diventare la sua casa.

Inizialmente la sua vita li, era tutta concentrata sul lavoro e sulle uscite improvvisate con qualche donna conosciuta la sera stessa, non amava impegnarsi nelle relazioni, aveva deciso di godersi il posto e la sua libertà.
Sorrise, quando pensò al suo primo incontro con Callie, non sapeva perché era stata così audace con lei, non aveva mai fatto la prima mossa con quella sfrontataggine, ma erano giorni che la osservava e da quel momento non desiderava altro che baciarla.

Non avrebbe mai pensato che da quel bacio sarebbe nata una bellissima e tormentata storia d'amore, oggi, avevano una figlia insieme, avevano vissuto momenti felici e difficili, avevano convissuto, si erano lasciate, avevano affrontato la gravidanza e un incidente in auto in cui Callie aveva quasi perso la vita, si erano sposate, avevano dovuto affrontare l'incidente aereo, la perdita della sua gamba, i momenti difficili delle ripresa, il suo tradimento, la separazione, la sua "sbandata" per Leah, ed ora? Ora in qualche modo ci stavano riprovando, Callie l'aveva ripresa a casa ma non era ancora chiaro in che modo avrebbero gestito il loro rapporto.

I pensieri di Arizona furono interrotti dalle braccia di Callie che le cinsero la vita da dietro, non si parlarono, non dissero nemmeno una parola, restarono così per un po' di tempo a contemplare quel panorama.
Non era ancora tempo per parlare, non era tempo per affrontare la loro situazione, adesso l'unica cosa che stavano cercando di fare era capire se dentro di loro c'era ancora quell'amore e quel sentimento che le aveva tenute unite in tutti quegli anni e che le aveva portate a superare ogni problema.

Il loro amore oggi era abbastanza forte da permettergli di ricomporre i pezzi del loro rapporto? Arizona aveva davvero superato il suo stress post traumatico? Callie la amava ancora o cercava di tenere unita la famiglia solo per il bene di Sofia?


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Capitolo 2
*** Inquietudine ***


 
Callie aveva un intervento importante quella mattina, era particolarmente nervosa, si trattava dell'amputazione di una gamba di un ragazzo di appena venti anni, purtroppo non c'era stato modo di evitarlo e dopo l'esperienza di Arizona e dello sportivo rimasto senza entrambe le gambe, questa era l'ennesima dura prova da superare psicologicamente.
Arizona sapeva dell'intervento, aveva cercato in tutti i modi di tranquillizzarla e di dirle di restare calma, ce l'avrebbe fatto e quel ragazzo avrebbe continuato a vivere, anche se con alcune difficoltà.

L'intervento era durato diverse ore ma era andato bene, Callie però non si sentiva per niente soddisfatta, anzi, uscita dalla sala operatoria si stata invasa da un senso di inquietudine e dell'ansia, non le era sembrato di aver fatto qualcosa di buono.
Quando rientrò a casa trovò Arizona ad aspettarla, stava stesa sul divano nel salotto, la sua protesi era poggiata vicino al tavolino, quando Callie sentì dei brividi lungo la schiena, non riusciva a reggere la vista di un'altra amputazione ma purtroppo, in quel momento non ne poteva fare a meno.

"Ehi, come è andato l'intervento?"
"Tutto bene si. Il ragazzo non ha più la gamba quindi direi che è stato...super".
Callie aveva un tono sarcastico, Arizona aveva notato che non la guardava, forse non riusciva a reggere la vista di un'altra persona senza la gamba in quella giornata.
"Mi dispiace se non riesci nemmeno a guardarmi oggi, se vuoi me ne vado in un'altra stanza...".
"No ma che dici? Arizona non scherzare, si è vero, oggi sono particolarmente sensibile, del resto poco fa ho dovuto amputarne una, ma non voglio che tu vada da nessuna parte...sei bellissima"
. Callie si avvicinò, si sedette vicino ad Arizona e le diede un leggero bacio a fior di labbra.

"Sicura? Sai io posso rimettermi la protesti..."
"Arizona basta, ho detto che va bene così"
. Callie alzò la voce.
"Non c'è bisogno di reagire così, volevo solo evitarti dei fastidi..".
"Fastidi? I fastidi sono altri, questo è..."
"Cosa Callie? Dillo".

"E' un qualcosa di più grande con il quale tu devi convinvere e anche io..."
"Non sei obbligata a conviverci anche tu..."
"Si devo, alcune cose non si possono cambiare Arizona, questa è una di quelle..."
. Callie abbassò lo sguardo, poi si alzò e si diresse verso la camera da letto.
"Vado a farmi una doccia, poi mi metto a letto, sono stanchissima, tu vieni?"
"Io..penso che starò un altro po' a vedere la tv, magari ti raggiungo dopo...".
Arizona non era molto convinta, probabilmente avrebbe passato la notte sul divano.
"Come vuoi..". Callie la guardò con sufficienza e si chiuse la porta di camera da letto alle spalle.

Arizona sospirò, per quanto stesse cercando di fare dei passi avanti e accettare il suo stato, c'era sempre qualcosa che le ricordava di avere un problema e quella cosa era Callie che, per quanto ce la stesse mettendo tutta per andare avanti e accettare la loro nuova realtà, a volte mostrava segni di cedimento e di insicurezza.

Prese il telecomando in mano e iniziò a fare zapping tra i canali, sapeva che Callie avrebbe preferito che la raggiungesse in camera da letto, ma aveva deciso di assecondare il proprio volere e restare li, anche se questo avrebbe infastidito non poco sua moglie.

Il giorno dopo entrambe sarebbero andate a lavoro, Arizona avrebbe dovuto iniziare una sorta di ricerca e le era stato assegnato uno specializzando che l'avrebbe seguita in tutte le fasi, ancora non aveva avuto il nome, inoltre, ne erano arrivati di nuovi, quindi le possibilità di dover far nuove conoscenze erano alte, ma di questo non si curava, la sua unica intenzione era impegnarsi sul lavoro e cercare di venir fuori dalla relazione complicata con Callie, trocando una soluzione.

Quale specializzando le era stato assegnato? Erano in arrivo nuove conoscenze? 

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Capitolo 3
*** Collaborare ***


Arizona quella mattina era davvero eccitata, non ricordava l'ultima volta che si era sentita così euforica da quando aveva avuto quel brutto incidente aereo, non vedeva l'ora di conoscere lo specializzando che l'avrebbe seguita in questa nuova ricerca che prometteva di aiutare tantissimi bambini nati prematuri e con gravi problemi congeniti.
Entrò nel laboratorio, iniziò a preparare la prima documentazione, era molto concentrata quando sentì bussare alla porta, era Leah.

"Buongiorno Dottoressa Robbins". 
"Buongiorno Dottoressa Murphy, stava cercando qualcuno?"
"Beh si, in realtà cercavo lei...".

Le due stavano cercando di tenere un dialogo quanto più professionale possibile ma era evidente il nervosismo tra le due.
"Dimmi pure allora, sono qui..."
"In merito alla ricerca che sta facendo..".
"Si, sto aspettando lo specializzando che mi seguirà.."
"Ecco, sono io."
"Tu cosa?"
Arizona era perplessa.
"Mi hanno assegnato a questa ricerca, gli altri specializzandi sono già impegnati e i nuovi ancora devono ambientarsi, quindi hanno mandato me".
"Fantastico". Arizona era sarcastica.
"Lo so che non è il massimo per te, non lo è nemmeno per me, ma si tratta di lavoro ed io ho bisogno di imparare e di impegnarmi in questa ricerca che potrebbe essermi utile nel curriculum".
"Si hai ragione, si tratta di lavoro e dovremmo trovare il modo di lavorare insieme. Entra pura e iniziamo".

Arizona era rimasta spiazzata, non credeva di dover lavorare fianco a fianco con Leah, in realtà sperava di non doverlo fare ma le possibilità erano comunque alte e qualche presentimento l'aveva avuto. 
Da quando Arizona aveva deciso di dare un taglio alla loro relazione, non si erano più parlate e nemmeno aveva avuto la premura di chiederle come stava, Leah era stato solo un momento di confusione per colmare il vuoto che sentiva, forse però avrebbe dovuto dimostrare un po' più di sensibilità, cosa non aveva fatto.

Adesso Arizona si chiedeva come l'avrebbe presa Callie, da non molto aveva saputo della sua relazione con Leah quando erano separate e ancora non l'aveva del tutto digerita, forse non l'avrebbe mai fatto, quindi ora si aspettava di tutto.
Fu così che da una bellissima giornata si trasformò in una giornata piena di nervosismo per via di Leah e di ansia per Callie e per come avrebbe reagito.

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Capitolo 4
*** Attraverso i tuoi occhi ***


Per tutto il giorno Arizona non era riuscita ad incontrare Callie in  ospedale per dirle della novità, entrambe avevano avuto vari impegni, così l'unico modo per aggiornarla era aspettare di vedersi a casa.
Quando Arizona rientrò, trovò Callie in piedi davanti alla loro vetrata a guardare fuori il panorama, lo stesso che Arizona aveva fissato qualche sera prima, ormai lo facevano spesso, sembrava una sorta di rituale ogni qualvolta avevano dei pensieri nelle testa, era ovvio, quindi che Callie stesse pensando a qualcosa.

Arizona decise di non interrompere bruscamente i suoi pensieri, sistemò alcune cose e senza dire niente affiancò Callie vicino alla vetrata e rimase in silenzio con lei.
Sapevano che prima o poi avrebbero dovuto parlare, affrontare i loro pensieri e i loro sentimenti ma nemmeno quello sembrava essere il momento giusto, almeno secondo Arizona. Era la paura a farle pensare che ogni momento non fosse mai quello giusto?

La cosa sicura è che doveva dire a Callie di Leah e doveva farlo subito, prima che venisse a scoprirlo da sola, così decise di rompere il silenzio.
"Oggi ho iniziato la mia ricerca, è davvero eccitante e sono contenta di poter aiutare così tanti bambini..".
"Sono contenta per te Arizona".
Callie sembrava fissare un punto nel vuoto oltre la città.
"Si, ecco sarebbe tutto super se non fosse per lo specilizzando che mi hanno assegnato..".
"E' cosi terribile? Sicuramente è Ross, ma non ti preoccupare lui inizia male e poi...".
"No Callie, è Leah".

Callie rimase impassibile, non disse una parola, continuò a guardare oltre la vetrata, le luci dei palazzi le riempivano gli occhi, osservandoli, Arizona poteva vedere la città dalla sua prospettiva , in quel momento Callie sembrava voler racchiudere tutto il mondo nei suoi bellissimi occhi scuri e controllarlo, ma siccome non poteva, cercò di controllare le sue emozioni.

"Sembra un grandissimo scherzo no? Ti hanno mandato l'unica persona di tutto l'ospedale che non voglio vedere vicino a te".
"Lo so e credimi, nemmeno io vorrei, ma è lavoro e non posso mandarla via solo per via dei nostri trascorsi..".
"Solo? Arizona vorrei ricordarti che ci hai fatto sesso per tutto il tempo in cui non siamo state insieme e anche se eri libera di fare quello che volevi, scusami tanto se adesso che stiamo cercando di ricostruire qualcosa, mi da fastidio".
"No, Callie non volevo minimizzare la cosa, è importante e credimi, se potessi tornare indietro non lo rifarei, ero instabile, mi sentivo sola e persa".

Callie per un secondo si lasciò scappare una piccola espressione quasi impercettibile, per un attimo alzò nervosamente il sopracciglio, sintomo della rabbia che stava reprimendo.

"Arizona ti sentivi sola e persa perché tu hai deciso che io non ti bastavo, che noi non eravamo abbastanza, non ti sentivi desiderata e sei andata a letto con un'altra e poi...con un'altra ancora. Quindi, sono arrabbiata? Si, molto. Se ti ho ripreso a casa e perché ho accettato il fatto che mi hai tradito e sto cercando di lavorarci insieme a te per capirne i motivi e superare tutto, ma Leah è stato un errore troppo recente e soprattutto intenzionale, quindi scusami se adesso vorrei solo prenderla e riempirla di schiaffi".
"Callie, per me lei non ha mai significato niente e non significa niente, io ho sbagliato e sto cercando di far qualcosa per rimediare, scusami se per ora non è abbastanza, ma dirti che mi dispiace e che non ho fatto che pensare a te quando eravamo divise, è tutto quello che in questo preciso momento posso fare".


Callie non disse niente, per un secondo si voltò verso Arizona, la osservò, i suoi occhi si addolcirono per un istante, forse per un attimo aveva messo da parte ogni pensiero e la stava osservando semplicemente per quello che era: una donna bellissima, la donna della sua vita.
Ma quei pensieri che le affollavano la mente era ritornati e la sua espressione cambiò nuovamente, divenne più dura ma allo stesso tempo mantenne quel leggero tocco di dolcezza che la spinse a lasciarsi andare ad un piccolo gesto d'amore.
Tornò a guardare fuori la vetrata, Arizona fece lo stesso, entrambe sembravano guardare nello stesso punto seguendo vie diverse, Callie prese la mano di Arizona e la strinse forte, senza dire altro rimasero diverso tempo così a contemplare il mondo, quel mondo di cui facevano parte e che avrebbe potuto dividerle o unirle per sempre.

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Capitolo 5
*** Dimostrare qualcosa ***


Callie aveva dovuto accettare il fatto che Arizona dovesse vivere fianco a fianco sul lavoro con Leah dopo quello che era successo tra di loro, ma aveva scelta? Non poteva fare una scenata perché sarebbe stato poco professionale nei confronti di quella ragazza, che aldilà di ogni cosa, era li per imparare e Arizona sotto questo aspetto poteva insegnarle tanto.
Quando però Arizona tornava a casa, Callie non riusciva a controllarsi, il suo fastidio era evidente e per quanto cercasse di non mostrarlo, nel suo modo di parlare e di chiedere della ricerca, traspariva sempre la sua irritazione per la situazione.

Proprio come quel pomeriggio quando Arizona rientrò a casa dopo una mattina di intenso lavoro sulla ricerca, Callie, invece, avrebbe dovuto il giorno dopo quindi si era dedicata a preparare una bella cena per entrambe.

La piccola Sofia sarebbe rimasta a casa di Derek e Meredith insieme a Zola, ormai capitava sempre più spesso che la lasciassero li, era felice di avere un'amichetta con cui giocare.
"Ciao Callie, che mattinata, siamo facendo progressi...". Arizona sembrava euforica.
"Immagino...sono contenta per te". Callie non staccò gli occhi dalla padella in cui stava cucinando del contorno, il suo tono sembrava più che sarcastico.
"Dai Callie ti prego non fare così, è stata una bella giornata...".
"Ok ok, scusami, sono io...lasciamo stare".
Callie alzò le mani al cielo in segno di resa e ritornò ad armeggiare coi fornelli.
Arizona le si avvicinò, osservò le padelle e si lasciò scappare un sorriso.
"Quanta roba buona, ospiti in arrivo?".
"No, questa cena è per noi due, Sofia è da Derek quindi ho pensato che magari avremmo potuto passare del tempo insieme".
"Si mi fa piacere, ne sono entusiasta, vieni qui...".

Arizona abbracciò Callie, da quando erano tornate insieme non si erano ancora lasciate andare a dei momenti di intimità, non si erano nemmeno baciate, tra di loro c'era una certa distanza che entrambe sembravano voler mantenere.
Le due trascorsero la sera a mangiare e parlare del lavoro, dei loro casi in ospedale, di Sofia, dedicarono anche qualche pensiero a Mark, ma nessuna disse una sola parola sulla loro situazione e su ciò che stavano provando.

Ignorando un problema si ha come l'impressione di non averlo ed è quello che stavano facendo.
Finita la cena e sistemato la cucina, Arizona riempì due bicchieri di vino rosso, lo fece con cura poi li prese in mano e si bloccò, ancora una volta Callie si era fermata davanti alla loro vetrata, ancora una volta sembrava persa nei suoi pensieri e nel paesaggio che aveva davanti ai suoi occhi.

Arizona si avvicinò e le porse il bicchiere, poi guardò fuori; sembra strano, ma con quella sorta di rituale era come se entrambe cercassero di parlare, di comunicare tra di loro.
Arizona sapeva però che avrebbe dovuto dire qualcosa, perché il silenzio a volte può dire più di mille parole, ma in quel momento tra di loro c'era bisogno di parole.
"Callie?.."
"Hmm?". Callie continuava a tenere lo sguardo fisso davanti a se.
"Vorrei chiederti scusa...".
"Per cosa?"

Arizona fece un bel respiro e rispose.
"Per averti tradito...io credo di non essermi ancora scusata..".
Callie non disse niente.
"So che non te ne fai niente delle mi scuse ma vorrei farti capire che riconosco i miei errori e che...".
"E che vuoi scaricarti la coscienza?"
"Cosa? No. Io sono davvero dispiaciuta".

Callie si girò verso di lei, la guardò, i suoi occhi erano lucidi, era evidenete che in quel momento le era affiorata alla mente l'immagine di lei e Lauren a letto insieme.
"Lo sono anche io Arizona, perché ti guardo e non faccio che vedere te e Lauren insieme, te e Leah insieme...io e non riesco più a vedere noi".
"Callie io voglio solo te...".

Callie sorrise.
"Si certo, dimostramelo Arizona perché nell'ultimo anno non mi è sembrato affato, dimostrami che è così, fa qualcosa e smettila di dire che ti dispiace. Ora vado a letto sono stanca, tu che fai? Vieni".
Arizona la guardò per qualche istante, ebbe un attimo di evidente esitazione.
"Arizona se non vuoi dimmelo e basta".
"Voglio".

Arizona presa la mano di Callie e la condusse in camera da letto.
Cosa sarebbe successo quella notte tra loro?

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Capitolo 6
*** Non parliamone ***


Il mattimo seguente, Callie era uscita presto per andare a lavoro, Arizona si era alzata dal letto con calma, Dereke Meredith avrebbero portato Sofia all'asilo con Zola, poi più tardi Callie sarebbe passata a prenderla.

Così decise di farsi una bella tazza fumante di caffè e di sedersi sul divano in mezzo al salotto avvolta in una coperta, aveva bisogno di rilassarsi, soprattutto dopo la notte trascorsa.
Rimase immobile ad osservare la città, il sole illuminava ogni cosa ed era ben diverso dal paesaggio che solitamente lei e Callie a volte fissano di sera, in quel momento ogni cosa, ogni difetto era ben visibile, mentre di notte tutto sembrava magico e perfetto.

Arizona ripensò alla notte trascorsa con Callie.
"Arizona?"
"Si?"

Le due erano nel letto ma avevano molta distanza tra loro, entrambe fissavano un il soffitto.
"Ci sto provando ok? Ci sto provando ad accettare la situazione e i tuoi errori".
"Sai cosa mi ferisce Callie? Che si parla solo dei miei errori e dei tuoi mai..".

"Non ti ho tradita distruggendo il nostro matrimonio", disse con tono secco.
"No, è vero. Mi hai lasciato sola quando ho perso il nostro bambino. Avevano bisogno di te e tu cosa hai fatto? Mi hai subito chiesto di farne un altro".
"Io stavo solo cercando di non farti sentire il peso della perdita..".
"Era mio figlio, era tuo figlio e lo abbiamo perso, ho perso tante cose, avevo solo bisogno che tu ci fossi..".
"Non ce l'ho fatta ok? Non ce l'ho fatta a reggere il peso di un'altra perdita..".
"Cosa avresti perso prima?"
"Tu hai perso la gamba e ti sei persa..".

"Callie, Io ho perso la gamba, io ho perso me stessa, io ho perso il bambino...IO Callie".
"E poi hai ben pensato di cercare te stessa tra le gambe di un'altra..".
I toni erano più che aspri, era evidente il rancore e la rabbia che provavano l'una per l'altra.

"Sai che c'è? Penso che abbiamo molto da lavorare Callie, non possiamo tacere e far finta che non ci siano problemi, ci sono, altrimenti non saremmo a questo punto, saremmo rimaste nella nostra bellissima bolla rosa".
"Non ci riesco, non sono ancora pronta ad affrontare tutto questo..".
"Io ho bisogno di farlo Callie, sei stata egoista quando ho perso il bambino, ti stai dimostrando egoista anche ora, pensi a te...".
"No Arizona, io penso a noi, non siamo pronte, non siamo pronte a parlarne, non lo vedi?".
"E allora cosa vuoi fare Callie?"


Ci furono alcuni secondi di silenzio, poi Callie si girò verso Arizona e l'attirò a se all'improvviso, la baciò con passione, un bacio lento, profondo, sembrava quasi che le volesse divorare le labbra, c'era disperazione, passione, desiderio in quel bacio, Arizona ricambiò allo stesso modo.
Non si baciavano da così tanto tempo, quasi avevano dimenticato le bellissime sensazioni che provavano quando erano così vicine; Callie infilò le mani sotto la canotta di Arizona, le toccò la pelle nuda, Arizona fece scivolare le mani lungo tutto il suo corpo, continuavano a baciarsi, si desideravano alla follia.

Fecero l'amore, fu un qualcosa di passionale, di forte, di eccitante, Arizona aveva dimenticato quanto sua moglie la facesse impazzire e Callie aveva riscoperto quanto quella bellissima donna bionda riusciva a farle perdere il controllo.
Si addormentarono vicine, non si dissero una sola parola nel mentre e nemmeno dopo essersi rilassate.
La mattina Callie fece tutto di corsa, si limitò a salutarla velocemente con un lieve bacio e un "buona giornata", non era di certo quello che Arizona si aspettava dopo quella notte.

Arizona sorseggiò un'altro po' di caffè, i suoi pensieri vennero interrotti da un sms.
"Ti aspetto nel laboratorio, dobbiamo parlare. Vieni subito. Leah".
Era davvero strano, non si aspettava quel messaggio, oggi non dovevano lavorare sulla ricerca e Leah non le scriveva sms da tantissimo tempo per evitare l'ira di Callie e perché sarebbe stato del tutto innopportuno.
Arizona si fece una doccia veloce e si vestì, decise di andare in ospedale, poteva essere qualcosa di urgente.

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Capitolo 7
*** Gelosia ***


 Arizona non ci mise molto ad arrivare in ospedale, chiese di Callie ma quest'ultima era impegnata in sala operatoria, quindi decise di raggiungere subito Leah in laboratorio.
La trovò senza il suo camice da lavoro, appoggiata alla scrivania, sembrava molto nervosa, non appena vide Arizona ebbe un sussulto, probabilmente era assorta nei suoi pensieri.

"Eccomi...mi hai fatto venire di corsa, perché sei senza il camice? Cosa succede?".
"Il camice? No beh, oggi non sono di turno, sono passata in ospedale perché avevo dimenticato delle cose nel mio armadietto".
"E allora perché mi hai fatto venire qui? Anche io oggi non sono di turno".
Arizona sembrava notevolmente infastidita.
"Lo so, scusami, ma dovevo dirti una cosa e dovevo farlo subito".
"Dimmi, ti ascolto".
Arizona incrociò le braccia.
"Si tratta di Callie...".
"Le è successo qualcosa?"
Arizona andò in panico per qualche istante.
"No sta bene, fin troppo". Leah usò un tono molto sarcastico.
"Cosa vuoi dire?" Arizona si avvicinò a Leah e si poggiò al suo fianco sulla scrivania.
"Quando sono andata a prendere le mie cose nell'armadietto, ho visto Callie entrare nella stanza del medico di guardia con una donna bionda, sembravano molto intime, si tenevano per mano. Non dovevo avvicinarmi alla porta, ma non sono riuscita a far a meno di cercare di ascoltare cosa si dicevano".
"E cosa dicevano?"
"Callie diceva che era felice di essere li con lei, poi c'è stato un lungo silenzio e sono dovuta andare via, perché il Dott. Hunt è passato di li e mi ha chiesto cosa stessi facendo".
"Non sai chi è quella donna?"
"Non l'ho mai vista prima in ospedale".


Arizona sembrava scossa, Callie si stava vedendo con qualcuno? Questo spiegava il suo esser sfuggente, ma perché riprenderla a casa se poi desiderava frequentare altre persone? Un po' non aveva senso, però Callie era cambiata, erano state divise tanto tempo e la situazione che stavano vivendo poteva portarla a fare cose che la Callie che conosceva non avrebbe mai fatto.
"Leah ti ringrazio di avermelo detto...".
"In realtà, Arizona, non è la prima volta che l'ho vista con quella donna..".
"Cosa vuoi dire?"

"Che mi è capitato altre volte di vederle parlare tra di loro in intimità, non lo so...".
"E perché io non ho mai visto questa donna?".
"Non lo so, a quanto ho capito è una dottoressa esterna, viene rarissime volte, e recentemente è venuta spesso quando tu non eri di turno, anche se credo sia una coincidenza".
"Perché Callie non me ne ha parlato?"
"Non lo so..".
"Si certo non puoi saperlo".

Arizona era evidentemente nervosa, aveva paura, paura di perdere Callie, paura che qualcuno la portasse via, ma soprattutto non capiva perché non le aveva detto niente. Sentì tanta rabbia e tanta gelosia farsi strada nel suo cuore, doveva sapere cosa stava succedendo.

"Leah sei stata un'amica...ti ringrazio, nonostante quello che ho fatto, mi sei venuta in aiuto.."
"Figurati Arizona, lo sai che..."
Leah si fermò un attimo. "che per te farei qualunque cosa".
Arizona non disse niente, le venne in mente l'unica cosa che poteva fare per ringraziarla senza complicare la situazione, si girò verso di lei e l'abbraccio, un abbraccio sincero che Leah ricambiò.
Ma mentre si stavano scambiando quel gesto di affetto e di gratitudine, Callie entrò nel laboratorio, quando le vide si pietrificò.
"Cosa? Arizona?" Negli occhi di Callie era visibile l'ira, la gelosia e l'odio verso quella scena e verso Leah.
"No Callie non è come pensi, la stavo solo abbracciando...". Arizona cercò di giustificarsi, poi si rese conto che non doveva farlo, Callie le stava mentendo.
"Nel tuo giorno libero e in un laboratorio vuoto?vi lascio ai vostri abbracci, devo andare..".
"No Callie io e te dobbiamo parlare".
Arizona aveva un espressione dura in volto.
"Oh si puoi giurarci, ma non ora, ne parliamo stasera a casa". Detto questo uscì sbattendo la porta.
Arizona era incredula, si voltò verso Leah.
"Sarei io quella che deve giustificarsi e dare spiegazioni? Assurdo".
"Preferisco non dire niente Arizona, io...sarei di parte".

Arizona accennò un sorriso.
"Adesso devo andare, ci vediamo domani per la ricerca Dottoressa Robbins".
"Va bene Dottoressa Murphy".

Leah stava per andar via, ma prima di chiudere la porta si voltò verso Arizona.
"Buona fortuna Arizona".
"Grazie".


Arizona restò da sola con i suoi pensieri, chi era quella donna bionda? Perchè Callie non le aveva detto niente? Cosa c'era tra di loro? Sapeva che queste domande l'avrebbero tormentata fino alla sera, così decise di impegnarsi la mente dando una mano in reparto, nonostante fosse il suo giorno libero.

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Capitolo 8
*** La verità fa male ***


 Arizona aveva l'impressione che quella giornata non avesse fine, guardava spesso l'orologio nella speranza che il tempo accelerasse, Callie non avrebbe staccato prima di due ore e lei non aveva più niente da fare in ospedale, così decise di farsi coraggio e andare a casa.
Si rilassò, si fece un bagno caldo, iniziò a preparare anche la cena, aveva saputo da Callie che Sofia sarebbe rimasta anche quella sera a casa di Derek e Meredith, siccome loro probabilmente avrebbero discusso, era meglio così.

Nell'attesa del ritorno di Callie, Arizona cercò di pensare ad un modo giusto per affrontare il discorso senza andare troppo in escandescenza, probabilmente c'erano dei validi motivi se Callie non le aveva detto niente, oppure, Leah mentiva e le aveva detto tutte quelle cose solo per vendicarsi.
Quando Callie rientrò a casa, trovò diverse candele accese e un buon profumo di lavanda, la tavola era apparecchiata per due e Arizona era davanti alla famosa vetrata con un bicchiere di vino in mano, non si aspettava proprio di trovare questa atmosfera.

Callie prese il suo bicchiere di vino che Arizona le aveva lasciato pieno sul tavolo e la raggiunse.

"Devo dire che non me aspettavo questa accoglienza, è un modo per farti perdonare? Cosa stavi facendo con Leah li dentro". Callie fece un sorso, sembrava calma.
"Mi ha chiamato lei, doveva dirmi una cosa"
. Arizona aveva un tono meccanico, fissava un punto indefinito.
"Beh..cosa?"
"Dovresti dirmelo tu".

Ci furono secondi di silenzio, poi Arizona si voltò verso Callie che era rimasta impietrita.
"Allora? Non hai niente da dirmi Callie?".
"Cosa ti ha detto quella stronza?".
Callie non si voltò a guardare Arizona, fece un lungo sorso di vino.
"Ti ha vistro entrare nella stanza del medico di guardia con una donna bionda e a quanto ho capito non è la prima volta, cosa mi stai nascondendo?". Arizona aveva un torno fermo ma dentro si sentiva scoppiare.
"Non è come potrebbe sembrare Arizona...".
"Allora spiegamelo, spiegami chi è, perchè ti apparti con lei e soprattutto perchè io non ne so niente". 

Callie si voltò verso di lei, aveva gli occhi lucidi, il suo corpo sembrava tremare, anche Arizona iniziava a perdere il controllo di se, riusciva  a stento a trattenere le lacrime.
"Cosa hai fatto Callie? Dimmelo!!" 
"E' una vecchia amica, è stata chiamata qualche volta nell'ultimo periodo per alcuni casi, ci siamo viste diverse volte e abbiamo parlato, siamo andate nella stanza del medico di guardia perché li potevamo parlare con più tranquillità, sai che in ospedale è difficile avere intimità..".
"Perché non me l'hai detto Callie? Se è solo questo perché l'ho dovuto sapere da Leah?".
"Perché noi ci stiamo provando, stiamo cercando di ricostruire il nostro rapporto e non volevo che questa cosa potesse interferire, che magari tu potessi perdere la testa per una cosa che non significa niente".


Callie sembrava sincera, Arizona le credeva ma c'era qualcosa che non le quadrava, tornò a guardare la città dalla vetrata, si perse per un attimo nei suoi pensieri, poi le venne un presentimento.
"Come si chiama la tua amica?".
Callie fece un sorso di vino, delle lacrime le bagnorono il viso.
"Erica".
"Perché Callie? Perchè? Non è una tua amica, è la tua ex, la prima donna verso cui hai provato attrazione, perché non mi hai detto niente?".
"Per evitare questa reazione, non ho fatto neinte ok? Non sei nemmeno nella posizione di poter giudicare questa cosa ok?"
. Il risentimento e il rancore di Callie vennero fuori.
"Ci risiamo, io sono la traditrice che se la fa con tutte, è chiaro, l'ho capito, e sto cercando di farmi perdonare, il mio è stato un errore, uno sbaglio e anche se non giustifica il mio comportmento, io mi sono persa dopo il forte trauma e non ero più in me, tu invece sei in te e hai deciso di mentirmi".
"Certo tira fuori la scusa che non eri in te, nessuno ti ha spinto nel letto con Lauren o peggio ancora con Leah..".
"Il fatto che io abbia commesso degli errori ti permette di ripagarmi con la stessa moneta Callie?".

"Io non ho fatto niente con lei, è stato solo un piacevole incontro tra vecchie amiche". Ora Callie aveva alzato la voce.
"Non ti credo ok? Hai pianto, non mi hai guardato in faccia prima di fare il suo nome, dimmi la verità Callie". Ora anche Arizona urlava.
"Cosa vuoi Arizona? Cosa? Distruggi la nostra vita e poi pretendi da me che io sia sempre perfetta? Io non sono perfetta, non lo sono, anche io posso sbagliare". Callie diceva queste parole con disperazione, Arizona le aveva bloccato le spalle con le mani e l'aveva girata verso di se.

"Dimmi la verità Callie!Dimmela, ti prego". Arizona piangeva, Callie piangeva.
Callie si dimenò e si allontanò da Arizona, quest'ultima aveva totalmente perso il controllo, i silenzi di sua moglie le facevano capire che era successo qualcosa e questo la mandava fuori di testa.
"Hai fatto sesso con lei Callie?"
Callie era di spalle, si era appoggiata al piano cottura della cucina e non diceva una sola parola, si sentì afferrare con forza da dietro, Arizona la stava bloccando tra le sue braccia.
"Callie ti prego di qualcosa".
"Non posso Arizona".
"Dimmi che non è successo niente, dimmi che è stata solo paura della mia reazione, ti prego dimmelo amore mio".

Le parole di Arizona erano un sussurro, per la prima volta dopo tanto tempo aveva di nuovo usato la parola "amore", Callie scoppiò in un pianto fragoroso, sapeva che quello che aveva fatto avrebbe ferito Arizona, come aveva già ferito se stessa e i suoi principi.

"L'ho baciata. Non è stato un caso, non è stato per sbaglio, volevo baciarla e l'ho fatta". Disse queste parole tutto di un fiato.
Arizona allentò leggermente la presa, sentì una fitta al cuore, ciò che le fece più male non fu tanto il bacio quanto il fatto che aveva desiderato farlo.
"Perché? Perché Callie? Quando è successo?"
"Questa mattina, quando Leah ci ha visto entrare nella stanza. Io non ne vado fiera Arizona, dopo il bacio mi sono pentita subito, le ho detto che sarebe stato meglio non vederci e ci siamo dette addio, ma resta il fatto che ho desiderato baciare un'altra donna Arizona, l'ho voluto e non so perché l'ho fatto".
"Come hai potuto Callie? Ieri notte abbiamo fatto l'amore e stamattina hai desiderato baciare un'altra donna? Come hai potuto?" Arizona aveva nuovamente alzato la voce, Callie si girò verso di lei, erano a pochi centimetri l'una dall'altra.
"Non lo so Arizona come ho potuto, non è da me, io non tradisco la mia famiglia ma questa mattina l'ho fatto e non ne vado fiera, dentro di me ci sono tanti sentimenti contrastanti e sto ancora decidendo se perdonarmi o odiarmi fino alla fine dei giorni".
"Quando abbiamo fatto l'amore cosa hai provato Callie?"

"Sono stata bene, ma quando questa mattina mi sono svegliata mi sono sentiva inadeguata, mi sono sentita come se quello che era successo era qualcosa di sbagliato".
"Sono tua moglie, come può essere sbagliato".

"Forse perché...".

Arizona posò la sua fronte contro quella di Callie, le accarezzò il viso con le dita, poi le diede diversi baci sulle labbra.
"Non dirlo...non dirlo..".
Callie ricambiò quei baci, sapevano d'amore e disperazione, Arizona l'amava, forse non aveva mai smesso di farlo, nonostante i suoi errori, stava iniziando a ritrovarsi e con essa anche il suo amore per lei.
"Arizona io non so più cosa provo per te, credevo di volere questo , di volerci di nuovo insieme ma non ne sono sicura. Non sono nemmeno sicura che la vista di Leah mi irrita perché sono gelosa di te o perché mi ricorda ogni volta quanto tu sia stata una stronza".
Arizona dopo quest'ultima frase si staccò da lei, la guardava con occhi tristi e arrabbiati, avrebbe voluto darle uno schiaffio ma non lo fece.

"Io scappo, scappo sempre quando le cose si fanno difficili, tu mi hai rivoluto a casa perché volevi riprovarci ma in realtà non mi pare tu abbia davvero voglia di farlo. Sei tu quella che sta scappando Calliope, da quando sono qui non hai voluto affrontare nessun discorso su quello che è accaduto, hai preferito far finta che andasse tutto bene, hai voluto fare sesso per illuderci che fosse tutto come sempre ed hai desiderato baciare un'altra donna per avere il pretesto giusto per essere mandata via in modo da non dover forzatamente affrontare noi due. Sai una cosa Callie? Io non scapperò questa volta, io sono qui e resterò qui e adesso noi dovremmo affrontare i nostri problemi e fare qualcosa per risolverli".
"E se non ci fosse nessuno modo per risolveri?".
"Allora tra noi sarebbe finita e tu potrai andartene al diavolo".
Arizona disse queste ultime parole con rabbia.

Callie non disse niente.
"E adesso mangiamo, perché mi sono impegnata per preparare questa cena". Arizona iniziò a fare i piatti, Callie si asciugò le lacrime e si sedette a tavola.

Cenarono in silenzio, per ora le parole che si erano detto era abbastanza, Arizona stava cercando di accettare il fatto che Callie le avesse mentito e avesse baciato Erica, Callie aveva troppi pensieri in testa, si sentiva colpevole, confusa e triste ma doveva riconoscere una cosa: Arizona l'aveva sorpresa e per la prima volta nella loro vita insieme, non era scappata ed era pronta per affrontare le sue colpe e fare qualcosa per rimediare. La domanda era una: Calliope voleva davvero ricominciare?

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Capitolo 9
*** Guardarsi coi propri occhi ***


Erano più di dieci minuti che Arizona si stava fissando allo specchio coperta solo da un asciugamano, aveva fatto una doccia calda per rilassarsi poi era rimasta li ad osservarsi.
Guardava il suo volto, le sembrava sempre lo stesso come se il tempo non fosse mai passato, c'era qualche ruga in più ma non perché si sentiva più vecchia, quelli erano i segni di tutti i momenti terribili che aveva vissuto negli ultimi due anni.

Ma il dettaglio che cercava di trovare senza speranze erano quelle due sue fossette che comparivano quando sorrideva, Callie le amava, da diverso tempo sembravo sparite, un po' perché non riusciva più a sorridere e un po' perché la sofferenza che portava nel cuore era talmentaìe tanta da proiettarsi sul suo volto.
Poi scese con lo sguardo sulla sua figura, osservò la sua protesi, quasi le sembrava strano il fatto di essersi abituata, ormai la sentiva come una parte di se, ed era assurdo, perché per arrivare ad accettarsi aveva dovuto percorrere una strada tortuosa fatta di tradimenti, perdite, errori e rabbia, ma oggi, mentre era li davanti allo specchio, Arizona si accettava.
Per un attimo la sua mente ritornò a quel giorno dell'incidente aereo, ricordava il dolore lancinante che provava alla gambe, la disperazione di Meredith che non riusciva a trovare Derek, Cristina sotto shock, Lexie morta e Mark morente tra le sua braccia.
Ricorda quando ha cercato di valutare la sua situazione, rivide il suo osso fuori, la carne lacerata e il sangue scorrere, aveva pensato che il destino ce l'avesse con lei visto che sua moglie era un ortopedico.

Ma mentre osservava quella gamba lacerata era consapevole del fatto che l'avrebbe persa, lo sentiva, ne era quasi sicura ma sperava, aveva la speranza che Calliope riuscisse a fare qualcosa per impedirlo.
In fondo la cuore, mentre stava li immobile a osservarsi la gamba in mezzo a quel bosco, sapeva che la sua vita sarebbe cambiata per sempre.
Nessuno ne era a conoscenza, nemmeno sua moglie, ma prima del ritrovamento, lei e tutti gli altri avevano desiderato di morire in quel momento, non volevano combattere, non volevano arrivare al punto di morire di fame, per un attimo Cristina aveva proposto di uccidersi tutti prima che la fame, il freddo o gli animali lo avessero fatto, gli altri non dissero niente, solo Arizona, che stringeva tra le braccia Mark, aveva detto qualcosa: "La mia vita sarà finita se mai torneremmo in ospedale, vivrò come una storpia, perché questa gamba è infetta e il tempo sta solo peggiorando le cose, mia moglie non potrà fare niente, è un chirurgo e non potrà far niente, lei si sentirà impotente ed io la odierò a morte perché non avrà fatto niente per evitarlo, quindi si Cristina, io ci sto".

Arizona chiuse gli occhi e una lacrima gli rigò il volto, in quel momento aveva smesso di lottare, non voleva più vivere,era consapevole della sua sorte e di ciò che sarebbe capitato.
Quando fecero ritorno in ospedale, Callie cercò in tutti i modi di prendersi cura di lei, Arizona le aveva fatto promettere che non gli avrebbe tagliato la gamba, ma fu una promessa scorretta, Arizona sapeva che non ce l'avrebbe fatta, era un medico anche lei, lo sapeva, ma aveva comunque voluto mettere Callie nella posizione di colei che aveva sbagliato e infranto una promessa, perchè? Per avere qualcuno da incolpare, per avere qualcuno con cui sfogare la propria rabbia e risentimento verso la vita, per poter ripagare Callie di tutte le volte che l'aveva fatta sentire "sbagliata".

Ora mentre si guardava la gamba, si rendeva conto che se non avesse chiesto a Callie di fare quella promessa, se avesse ammesso fin da subito che le cose dovevano andare così e le avesse chiesto di aiutarla e di starle vicino per far si che si accettasse, le cose sarebbero andate diversamente, non ci sarebbero stati tradimenti, allontanamenti e separazioni.
Arizona si toccò la pancia, il suo pensiero andò al bambino che aveva perso, ricordò la reazione di Callie, fredda, quasi distaccata, la sua unica preoccupazione fu quella di pensare di riprovarci senza soffermarsi sul fatto che in quel momento lei aveva perso suo figlio, loro figlio.
Come poteva pensare di farne subito un altro dopo pochi minuti dalla scoperta della morte dell'altro? Arizona sapeva quanto fosse forte l'istinto materno di Callie, per questo non si spiegava quella reazione, poi le fu tutto chiaro.

Callie non aveva superato i suoi sensi di colpa, non riusciva ad accettare che sua moglie non avesse più una gamba, così si era dedicata testa e cuore ad una ricerca per migliorare la sua qualità di vita e dargli un arto che avesse la stessa sensibilità di una gamba, si era così lasciata prendere da questa cosa insieme a Derek che aveva perso di vista le cose importanti e il fatto che Arizona finalmente si stesse accettando così com'era.
Anche ora che erano tornate insieme per provarci, lei sembrava a tutti i costi voler trovare un modo per restituirle l'arto che aveva perso, le parole che disse al matrimonio di April le avevano aperto nuovamente gli occhi: Callie amava la vecchia Arizona, quella con due gambe, ma la nuova Arizona senza un arto? Quella poteva amarla?
Arizona si avvicinò allo specchio, lo toccò come a volersi sfiorare il viso, fece un lieve sorriso, pensò che nonostante tutto quello che aveva passato lei era ancora li, viva, forte ed era riuscita ad accettarsi, aveva fatto tanti sbagli ma adesso avrebbe fatto di tutto per recuperare.
Il buon marinaio nelle tempeste era tornato.

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Capitolo 10
*** Callie vs Leah ***


Quella mattina Callie aveva un solo obiettivo, trovare Leah e dirgliene quattro, era da troppo tempo che aspettava questo momento ed ora aveva anche pretesto diretto per poterlo fare. 
Certo, l'essere andata a letto con sua moglie la faceva apparire ai suoi occhi come una grandissima stronza, ma non stavano insieme e quindi si era dovuta contenere, ma adesso era pronta ad esplodere.

Cercò Leah durante la pausa pranzo, si avvicinò al suo tavolo dove stava chiacchierando con gli altri specializzandi, quando la vide la sua espressione cambiò, si aspettava quel momento.
"Dottoressa Murphy dobbiamo parlare, adesso". Callie usò un tono secco e uno sguardo di pietra che non consentiva obiezioni.
"Certo, subito la seguo".
Callie condusse Leah nella stanza del medico di guardia, chiuse la porta sbattendola e si voltò verso di lei, i suoi occhi sembravano esprimere tutto l'odio che provava in quel momento.
"Come ti sei permessa di spiarmi? Di dire a mia moglie di una cosa che non doveva sapere?".
"Perché tua moglie, anche se ti è difficile accettarlo, è stata con me per un po' di tempo ed io provo qualcosa per lei, voglio che stia bene anche se non con me, e tu non ti stavi comportando nel modo giusto".
"Cosa diavolo ne sai? Io non mi sto comportando nel modo giusto? Non sono io ad averla tradita con la prima che passa e poi a rotolarsi nel letto con un'altra". Fece un espressione disgustata.
"Ah no?Arizona ha sbagliato nei tuoi confronti non lo metto in dubbio, ma tu le hai chiesto di riprovarci quindi si suppone che in qualche modo tu abbia accettato certe cose ed adesso provi a fare qualcosa insieme a lei no? Invece mi sembra che l'unica cosa che hai fatto è nasconderle la tua "amicizia" con quella donna. Cosa ti rende migliore di lei in questo momento?".
Callie non rispose, sapeva che su alcune cose Leah aveva ragione, ma il fatto che quella donna che era andata a letto con sua moglie stesse li a dirle come comportarsi la irritava in un modo assurdo.
"Sai cosa Leah? Stai fuori dalla mia vita e da quella di Arizona, so che devi lavorare con lei forzatamente, mi auguro che durante le ore di laboratorio tu ti limiti a fare il tuo lavoro e basta, chiaro?".
"Altrimenti?".

Callie si avvicinò era a pochi cm dal viso di Leah.
"Credimi meglio non saperlo".
Callie si allontanò ed aprì la porta.
"Buona giornata Dottoressa Murphy". Uscì sbattendo la porta.

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Capitolo 11
*** Un passo avanti ***


Arizona aveva messo a letto Sofia, durante la serata e la cena avevano giocato con lei, la piccola come sempre veniva tenuta fuori dai loro conflitti, così, anche se per poche ore, sembravano la famiglia perfetta.
Callie aveva deciso di fare un piccolo cambiamento all'arredamento del salotto, siccome ormai spesso si ritrovava a fissare la sua città dalla grande vetrata dell'appartamento, decise di spostare il lungo divano piazzandolo proprio davanti alla vetrata, in questo modo poteva sedersi o sdraiarsi e perdersi in quel panorama che custodiva gelosamente i suoi pensieri.

Arizona si sedette al suo fianco, erano distanti, dei cuscini le separavano, iniziarono a guardare fuori, rimasero in silenzio, Arizona si era coperta con un plaid, stringeva tra le mani un caffè caldo, porse l'altra tazza a Callie che la prese ringraziando.

"Oggi ho parlato con Leah, le ho detto di stare fuori dalla mia vita e dalla tua, non ho apprezzato per niente il suo comportamento, non fraintendermi, non mi da fastidio che ti abbia detto quelle cose, ma il fatto che si sia intromessa in una cosa che non la riguarda".
"Pensava di fare qualcosa per aiutarmi, si è comportata da amica..". A questa affermazione Calliope rise.
"Amica? Arizona quella non sarà mai tuA amica, prova qualcosa per te ed è evidente...".
"E la cosa ti da fastidio?"
Arizona stava provando a suscitare qualcosa in Callie.
"Si un po'".
"Vorrei la smettessi...".
"Di fare cosa?"

"Di volermi aggiustare ad ogni costo".
Callie si girò verso Arizona, alzò un sopracciglio, non riusciva a capire.
"Io non voglio aggiustarti..".
"Invece si,sei ossessionata dalla tua ricerca per darmi un arto come la mia gamba, ma Callie non sarà mai la mia gamba, quella non c'è più ed io l'ho accettato, tu no".
"So che non sarà mai come la tua gamba, ma potrebbe migliorarti la qualità di vita, potresti sentirti..".
"Normale?"
"Sentirti libera di muoverti di più".

"Oh andiamo Callie so che volevi dire "normale", tu proprio non ci riesci ad accettare il fatto che sono così vero? Mi amavi prima quando ero perfetta ed ora che sono "guasta" cerchi in tutti i modi di sistemarmi".
"io non ho mai voluto fare questo, cosa te lo fa pensare?"
Callie era sconvolta.

"Questa ricerca ti ha ossessionato così tanto da farti perdere di vista le cose più importanti Callie: abbiamo perso un bambino, io ho perso un bambino e tu sei stata fredda, scostante, avevo bisogno di te e non mi hai aiutatA".
"Io stavo lavorando per aiutarti".
"No Callie tu stavi lavorando per aiutare te stessa, perché in questo modo tua moglie sarebbe stata "normale", così forse la vecchia Arizona sarebbe tornata, sai una cosa? Guardami, io sono davanti a te, sono la vecchia Arizona, quella che sorride alla vita e ama il suo lavoro e la sua famiglia, lo sono anche senza una gamba, ho imparato ad accettarmi, ma dov'è la vecchia Callie? E soprattutto, tu mi hai accettato per come sono oggi?
".
"Arizona mi dispiace di non aver reagito nel modo che tu ritenevi appropriato, non pensare che la perdita di nostro figlio non mi abbia lacerato dentro, ma non potevo fermarmi, se mi fermavo non solo avevamo perso nostro figlio ma anche tutto il lavoro che stavo facendo per te".
"Per te Callie, per te".

Ci furono attimi di silenzio.

"Callie tu mi ami ancora? In fondo al tuo cuore c'è ancora qualcosa per me? Aldilà di tutto quello che abbiamo passato?".
"Si Arizona, provo ancora qualcosa per te anche se confuso".
"Sai Callie dovremmo capire se questo "qualcosa" è abbastanza per ricominciare davvero".
"Io non voglio perdere la mia famiglia".
"Appunto Callie, a volte ho l'impressione che io sia qui per il tuo concetto di famiglia, per i tuoi valori, per Sofia, perché tuo padre ti ha parlato e non perché davvero mi rivolevi a casa".
"Questo è quello che sto cercando di capire anche io Arizona, per questo spesso sono silenziosa".
"Beh non devi esserlo, non puoi esserlo, dobbiamo affrontare i nostri problemi e dobbiamo parlarne come stiamo facendo ora, forse troveremo la via giusta o forse no, ma non voglio passare il resto della mia vita e della nostra vita fatta di parole mai dette".
"Lo so, hai ragione...".

Ci fu una pausa, Callie ritornò a guardare la città illuminata dalle luci dei palazzi e dei lampioni, la luna era alta in cielo e donava un'atmosfera magica, quella magia però non bastava a far sciogliere i dubbi nel cuore di Callie.
"Arizona?"
"Uhm?"

"Posso abbracciarti?".
"Si, puoi".

Callie si stese, posò la testa sul petto di Arizona e la avvolse con le sue braccia, Arizona le strinse una mano e le diede un lievo bacio sulla fronte.
"In questo momento così, io sto bene".
"Anche io Callie...".
"Ce la faremo?"
"Io penso di si".

"Lo spero".
"Se lo speri è già un buon inizio no?" Arizona fece un lieve sorriso.
"Si è vero...possiamo dormire così qui?"

Arizona si stese sul divano e invitò Callie a stendersi su di lei e ad abbracciarla.
Si addormentarono così, l'una abbracciata all'altra, la luna le illuminava, in quel momento tutto sembrava magico e sembrava che tra di loro tutto fosse perfetto.
Per la prima volta dopo tanto tempo avevano iniziato a parlare, si erano confrontate e avevano detto con tranquillità quello che provavano, era un inizio, un passo avanti, il primo dopo tanto tempo.

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Capitolo 12
*** Capirsi ***


" Non posso credere che tu l'abbia fatto Callie". Arizona era in piedi davanti a sua moglie, lo sguardo incredulo e gli occhi pieni di lacrime.
"Mi dispiace Arizona, non volevo ferirti".
"Non volevi ferirmi? Allora perché avevi detto ad Erika che io ero morta in quell'incidente?"
"Non lo so ok? Forse volevo evadere dalla realtà".
"E' questo il problema Calliope, tu stai scappando da quello che sono e che siamo, se Erika non mi fosse stata assegnata per un'operazione importante io non avrei mai scoperto che lei pensasse che io fossi morta".
"Lo so io...non so cosa mi è preso ok?Non te l'ho detto perché pensavo che già il fatto del bacio era grave, non volevo aggiungere altro dispiacere".
"In questo modo hai fatto peggio, non solo l'hai baciata e hai mentito su di me, ma hai mentito anche a me, la tua ex pensava che io fossi morta, capisci?"
. Arizona alzò la voce.
"Arizona smettila ok? Ho detto che mi dispiace, cosa posso fare?".
Arizona la guardò, nel suo volto era visibile la rabbia e la delusione.
"Niente Callie, non devi fare niente".

Si andò a sedere sul loro divano, avevano messo a letto da poco Sofia, Arizona aveva avuto un intervento durato tutto il giorno con Erika per un caso grave di un bambino di solo 3 anni e durante quelle ore aveva scoperto che lei non sapeva assolutamente niente di ciò che le era davvero accaduto dopo l'incidente aereo.
Callie andò a sedersi vicino a lei, le prese le mani e la invitò a voltarsi.
"Guardami Arizona, ehi?"
Arizona si voltò ma la sua espressione era tutt'altro che benevola.
"Io ho sbagliato alla grande ok? Lo so. Ma abbiamo iniziato a parlare ed io sto iniziando a sentirmi nuovamente a mio agio".
"Sai qual'è il problema Callie? Che io sono tua moglie e dovresti sentirti a tuo agio a prescindere e poi ne vogliamo davvero parlare? Sono io quella che dovrebbe sentirsi a disagio dato che non sono quella di prima, non tu".

"Arizona ok va bene? Vuoi che lo ammetta? Ti farà sentire meglio saperlo? Non riesco ancora ad accettare di vederti così, ci sto provando, ma è più forte di te, ti guardo e non vedo l'Arizona di sempre...".
"Io sono l'Arizona di sempre, non ho una gamba ma sono sempre io Callie". Arizona aveva le lacrime agli occhi che il suo orgoglio gli impediva di lasciar andare.
"Lo so, ma quando ti guardo non riesco a vedere altro che il mio insuccesso come moglie e come chirurgo, non ti ho salvato la gamba e probabilmente ho sbagliato il modo di starti accanto se poi hai preferito evadere dal nostro matrimonio. Sono un fallimento". Callie finalmente aveva lasciato andare quello che pensava veramente, insieme ad un mare di lacrime.

Arizona sapeva che era stata lei a metterla in quella situazione, prima facendole fare una promessa impossibile di cui era consapevole e poi tradendola, se oggi Callie si sentiva così buona parte era colpa sua .
Arizona le prese il viso tra le mani, la guardò negli occhi, erano bellissimi, entrambe piangevano ma entrambe si stavano perdendo l'una nello sguardo dell'altra.
"Baciami Callie, io penso che il modo migliore per affrontare queste cose sia questo...baciami, abbracciami, stringimi...".
Callie le diede un bacio disperato, passionale, pieno di tutte le forti emozioni che stava provando, Arizona si lasciò andare tra le sue braccia.
"Arizona mi sento una fallita, aiutami a superare questa cosa ti prego..".
"Ce la faremo ok? Io sono qui e tu sei qui e insieme ce la faremo...perché io ti amo...".

Ci furono attimi di silenzio, Callie la strinse più forte, Arizona potè sentire il cuore di sua moglie battere sempre più veloce, stava per dire qualcosa che sentiva davvero, che le faceva accellelare il battito e tremare il corpo, qualcosa di cui forse nemmeno lei in quel momento era davvero consapevole.
"Ti amo anche io..."

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Capitolo 13
*** Equilibrio ***


Arizona e Leah stavano lavorando alla ricerca da diverse settimane, tra di loro non c’era più stato nessun accenno a situazioni esterne al lavoro ne tanto meno si era parlato dell’incontro di Callie e Leah, di cui Arizona era totalmente all’oscuro, almeno fino a quella mattina quando dopo ore di laboratorio, durante una pausa. Leah decise di rivelarle il breve incontro avuto con sua moglie.
“Sai tua moglie non è il massimo della gentilezza”.
“Che vuoi dire?” Arizona aggrottò le sopracciglia.

“Un paio di settimane fa è arrivata qui dentro e mi ha minacciata”.
“In che senso?”

“Non penso abbia preso bene il fatto che ti ho rivelato di lei e di quella donna”.
“Leah io penso non abbia preso bene ancora il fatto che sono andata a letto con te”.

“Sicuramente, ma sai non sono sicura che te l’avrebbe detto se non fosse stato per me e questo l’ha fatta incazzare non poco”.
“Sai una cosa?” Arizona si avvicinò a Leah. “Penso che Callie abbia ragione a prendersela con te ora, perché se prima di detestava per una questione di principio, ora ti detesta perché ti sei intromessa nella sua vita e…Leah? Smettila di intrometterti anche nella mia ora, tra noi è finita ed io non voglio che tu adesso mi dica cose che mi facciano sorgere dubbi su me e Callie, mi bastano quelli che ci sono attualmente”.

Leah non disse niente, aveva capito che era davvero arrivato il momento di smetterla e di tagliare definitivamente con Arizona, erano due colleghe e nient’altro e Arizona glie lo aveva appena fatto capire chiaramente.

Quando Callie tornò a casa trovò Arizona giocare con loro figlia, sembrava si stessero divertendo un mondo, era molto stanca ma vedere quell’immagine delle sue due donne insieme felici la spinsero ad unirsi a loro.
Trascorsero un’ora a giocare insieme, poi cenarono e misero a letto la bambina.
“Com’è andata la giornata oggi?” Chiesi Callie.
“Bene, ho parlato con Leah..”.
“Ancora? Io la uccido prima o poi, ora cosa ha detto?”. Callie era visibilmente irritata.
“Mi ha detto del vostro incontro..”.
“Scusami ma non sopporto il fatto che è andata a letto con te, figurati se si intromette nella mia vita…”.
“Ed è quello che le ho detto io Callie..”.
Arizona si avvicinò sorridendo, l’attirò a se.
“Ma dimmi un po’, non sopporti il pensiero di me e lei insieme?”. Arizona aveva un sorriso malizioso
“Cosa fai Arizona? Mi provochi? Sai che non rispondo di me..”. Callie aveva capito il giochetto di Arizona, cercava di farla ingelosire e ci stava riuscendo.
“Forse un po’ ..:” Arizona la baciò per qualche secondo, poi si staccò e la guardò negli occhi.
“Beh si sono molto gelosa di lei e di chiunque provi a toccare la mia bellissima moglie,..”. Callie la baciò sul collo. “Sei solo mia Arizona..”.
“Oh puoi giurarci Callie”.
Iniziarono a baciarsi, Callie la spinse in camera da letto, trascorsero diverse ore a fare l’amore, coccolarsi e baciarsi, stavano bene, sembrava che tutto stesse andando nel verso giusto.

Il mattino seguente Callie non scappò, fece le cose con calma, preparò la colazione, fece mangiare la piccola Sofia, Meredith l’andò a prendere per portarla all’asilo insieme a Zola, Arizona fece una doccia poi mangiò con Callie. Entrambe avevano una giornata intensa, ma prima di salutarsi, volevano trascorrere un altro po’ di tempo insieme, fu così che tra risate e cibo, finirono nuovamente a letto.
Arrivarono insieme in ospedale, si tenevano mano nella mano, il loro essere nuovamente unite stava facendo la felicità di tutti, soprattutto di April che non doveva più sorbirsi gli sfoghi di Arizona.
Si salutarono con un lieve bacio, si diedero appuntamento al bar all’ora di pranzo, Arizona doveva fare il giro di visite e poi occuparsi di un caso particolare con Karev, stava andando al suo armadietto per prendere il camice quando sentì il cellulare suonare, era un messaggio.
“ Spero tu non abbia detto niente a tua moglie. Ci vediamo questa sera alle 21 al solito bar. Non vedo l’ora di vederti”.
Arizona rispose rapidamente.
“No non sa niente. Ok, ci sarò”.
Rimise in tasca il cellulare, si guardò per un attimo allo specchio, fece un sorriso, quelle piccole fossette iniziavano a intravedersi nuovamente, con Callie andava tutto bene, o almeno questo era quello che sembrava. Fece un profondo respiro e iniziò il giro di visite.

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Capitolo 14
*** L'incontro ***


Erano le 20:50, Arizona fece il suo ingresso nel solito bar che era diventato lo scenario delle sue bugie, non era la prima volta che andava li e non era la prima volta che rifilava a Callie una delle sue tante scuse.
Quella volta le aveva detto che una sua vecchia amica di famiglia  era arrivata in città e voleva approfittare dell'occasione per salutarla, Callie non aveva assolutamente sospettato niente anzi si era mostrata felice della cosa e questo la fece sentire ancora più in colpa.

Da quando stavano insieme ne erano successe di tutti i colori, c'erano stati litigi, separazioni, incidenti, tradimenti ma mai e poi mai si erano dette bugie, anche quando c'era stato il tradimento con Lauren e poi la pseudo storia con Leah, Arizona era stata sincera.
Allora perché adesso stava nascondendo questa cosa a sua moglie? Si sedette ad un tavolino del bar, era nervosa, questi incontri si ripetavano da un paio di mesi, circa due volte al mese ed ogni volta erano uno strazio.

Arizona fu distratta dal suonare del suo cellulare, era un messaggio:
"Spero tu passi una bella serata Arizona, mi mancherai. Ti aspetto sveglia. Ti amo. Callie".
Alla lettura di quel messaggio le venne una fitta allo stomaco: cosa stava facendo? Sua moglie era a casa e l'aspettava, lei le aveva mentito e stava in quel bar in attesa di un'altra persona.
Stava per risponderle ma fu attirata da una voce:
"Ehi Arizona, scusami, sono in ritardo?"
Arizona mise via il cellulare e salutò.
"Ehi no, in perfetto orario, sono qui da un paio di minuti".
"Perfetto".
Le regalò un bellissimo sorriso.
"Allora, prendi qualcosa?"
"Un caffè".

"Bene...cameriere? Può portarci due caffè?Grazie".
"E' la mia impressione o ogni volta sei sempre più bella?"
"Grazie, ma penso sia solo una tua impressione..".
"Cosa c'è Arizona? Mi sembri nervosa".
"Lo sono..".

La donna le prese le mani. "Non dovresti esserlo".
Arizona si liberò dalla stretta.
"Ascolta io ci ho pensato e non credo sia più il caso di vedersi...mi dispiace".
"Per farvore, ora ti fai venire i sensi di colpa?".
"Certo che me li faccio venire, con mia moglie le cose iniziano ad andar meglio, io sto meglio e non voglio rovinare tutto, non più".
"Se vanno bene, allora perché sei qui?Perchè le menti da un paio di mesi?"

Arizona non disse niente, il cameriere portò i caffè e per un attimo potè respirare.
"Non lo so perchè lo sto facendo, ma in fondo non abbiamo fatto niente no? Non ti ho mai sfiorata o baciata, stiamo solo qui a parlare..".
"Se è solo questo perché non glie l'hai detto? Cosa c'è di male?"
"Non ti accetterebbe non dopo quello che è successo..".

"Siamo adulti, le cose si affrontano e penso che si possano mantenere vivi i rapporti anche con le persone...sbagliate". Indugiò si quest'ultima parola.
"Sicuramente ci sono tante cose sbagliate in me e nella mia vita, ma se posso aggiustarne qualcuna direi che è meglio farlo..".
"Oh andiamo Arizona, ti consiglio di guardarti dentro perché non menti alla persona che dici di amare e ti vedi con un'altra se è solo parlare...".
"Tu mi hai fatto sentire viva quando credevo di essere morta..".
"A tutti è concesso di perdere il controllo ogni tanto, anche a te..".

"Ora mi sento viva ed ogni volta che ti vedo mi ricordo quanto mi sentivo spenta in quel momento..".
"Se è questo che pensi davvero Arizona, allora non dovremmo più vederci, hai ragione".


Si alzò, seguita da Arizona, pagarono ed uscirono, si fermarono davanti al parcheggio.
"Allora...addio Dottoressa Robbins". Allungò la mano, Arizona la prese.
"Addio..". Arizona si sentì attirare a sè, avevano le labbra pericolosamente vicine.
"A tutti è concesso di perdere il controllo Arizona...anche a te..". Arizona stava quasi per lasciarsi andare poi si destò e allontanò.
"L'ho fatto una volta ed ho distrutto la mia vita. Amo la mia vita. Amo Callie".
"Addio Arizona".
"Addio Lauren".


Arizona osservò Lauren andare via, con lei se ne andava anche un pezzo del suo passato , un periodo nero che l'aveva vista protagonista di tanti errori.
Oggi invece voleva essere migliore, per questo motivo avrebbe raccontato tutto a Callie, anche a costo di minare il loro equilibrio attuale, sua moglie doveva sapere e doveva riuscire a trovare la forza di perdonarla ancora oppure buttarla fuori di casa definitivamente.
Cosa avrebbe fatto?

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Capitolo 15
*** Errori ***




Callie restò particolarmente sorpresa di vedere Arizona rientrare così presto, solitamente le sue uscite duravano almeno tre ore, invece era passata solo un’ora da quando le aveva confermato di essere arrivata nel luogo dell’appuntamento.
Arizona fece il suo ingresso con aria stranita e nervosa, durante tutto il viaggio di ritorno in macchina aveva pensato alle parole giuste per dire a Callie dei sui incontri con Lauren, poi si rese conto che non c’era un modo giusto, avrebbe comunque reagito malissimo.

“Ehi Arizona sei già di ritorno? La tua amica aveva fretta?” Callie era sorridente, stava sistemando alcune cose in cucina.
Arizona non rispose, posò la sua borsa sul divano, si tolse la giacca e fece un respiro profondo.
“Arizona non ti senti bene? Ti preparo qualcosa?” Callie si era avvicinata ad Arizona, aveva una sguardo visibilmente preoccupato. Arizona finalmente parlò.
“Non c’è stato nessun incontro con la mia amica di famiglia”. Arizona chiuse gli occhi per un attimo.
“Non si è presentata? Certo che le buone maniere sono cose da altri tempi, avvisare no?”.
“No Callie, l’incontro c’è stato ma non era con questa vecchia amica”.

Callie cambiò espressione, aveva capito che Arizona stava per dirle qualcosa di brutto, così si sedette, Arizona fece lo stesso, le prese la mano.
“Io so che ora reagirai malissimo, ma prima che tu inizi ad urlare o a intimarmi di andare via, vorrei solo dirti che l’ho fatto perché avevo bisogno di affrontare i miei errori e rendermi conto di cosa ho fatto. Avevo bisogno di guardare in faccia la persona che mi ha convinto a rovinare la mia vita sussurrandomi quella notte di lasciarmi andare. Ci siamo viste tre volte, non ti ho mai detto niente perché avevo paura che tu non capissi, ci siamo viste in un bar in mezzo alla gente, non è mai accaduto nulla, avevo solo bisogno di parlare con lei, per capire cosa è successo quella notte. Ho visto Lauren. Ti ho mentito Callie e mi dispiace, so che questo non basta, so che dovrei fare di più ora, ma sono qui davanti a te, dispiaciuta, pentita per non avertene parlato fin da subito, dubbiosa sul fatto che forse tu avresti capito. Questa sera le ho detto che non voglio più vederla, che ho capito quello che avevo bisogno di capire, ho capito me stessa, i miei errori ed ho capito quanto amo te e la nostra vita insieme. “.

Callie stava in silenzio, aveva gli occhi lucidi ma cercava in tutti i modi di trattenere le lacrime, le mani le tramavano per la rabbia ed era palese.
“Callie..ti..prego…dimmi qualcosa, qualsiasi cosa”.
Callie fece un lungo respiro prima di parlare.

“Per molto tempo ho odiato Lauren e il fatto che ti ci sia andata a letto, il solo pensiero di voi due insieme ancora oggi mi viene il ribrezzo, ma l’ho superato, ci è voluto tempo ma sono andata avanti Arizona. Adesso però mi rendo conto di aver odiato la persona sbagliata, perché non è Lauren che ha rovinato la nostra vita, ma tu. Continui a sbagliare Arizona, continui a fare passi falsi. Io ho sbagliato quando non ti sono stata vicina nel modo giusto dopo aver perso il nostro bambino, ma non sono andata con un’altra persona, non ho cercato di rimpiazzarti con notti di sesso con la prima specializzanda che passa, non ho incolpato te di tutti i nostri mali. Ho sempre cercato di capirti, di capire le tue perdite e il dolore che hai portato dentro. Ma siamo sincere? Dopo l’incidente aereo la nostra vita, la mia vita è stata condizionata dalle tue scelte, dal tuo odiarmi, dal tuo non parlarmi, dal tuo tenermi all’oscuro dei tuoi pensieri, dal tuo andare avanti lasciandomi indietro, dal tuo pensare che fosse meglio andare con un’altra piuttosto che parlare davvero con me ed oggi, che forse stavamo lentamente provando a ricostruire qualcosa, amore, fiducia e rispetto reciproco..beh Arizona non so se sarà più possibile perché tu mi hai mentito, mi hai umiliata, mi hai nascosto una cosa così importante, mi hai presa in giro, hai deciso ancora una volta tu di rovinare quello che stavamo ricostruendo. Se invece di incontrare Lauren avessi parlato con me, insieme avremmo potuto capire meglio, o se proprio ne sentivi l’esigenza, potevi essere sincera con me, avrei capito, perché mi avresti dato prova di rispetto, onestà e amore verso di me. Quindi Arizona io non ti intimerò di andare via adesso, non urlerò perché non ne avrei la forza, siccome fin’ora la nostra vita è stata una conseguenza continua delle tue scelte, per l’ultima volta sei tu a dover far una scelta, solo tu, ma voglio aiutarti, ti darò un’opzione da escludere: questa casa.”

Rimasero in silenzio a fissarsi. Callie non aveva versato una sola lacrima, aveva deciso di mettere avanti la propria dignità. Arizona ne aveva versate così tante da non averne più.
Cosa avrebbe fatto?

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Capitolo 16
*** Scelte ***


Erano trascorsi sei mesi da quando Callie aveva messo Arizona davanti ad una scelta che in realtà dava poco spazio ai desideri della moglie di restare a casa con lei, molte cose erano cambiate: Arizona si era trasferita in un appartamento dalla parte opposta della città, Callie viveva da sola con Sofia e aveva deciso di dedicare più tempo a se stessa e alla sua piccola. 
Vedeva Arizona ogni fine settimana per pochissimi minuti, il tempo di darle Sofia, non si parlavano, non discutevano, si ignoravano del tutto.
Callie aveva provato ad uscire con un paio di ragazze conosciute in un bar ma senza grande successo, era del tutto annoiata e sfiduciata dalle relazioni, non riusciva nemmeno a concepire l'idea di condividere nuovamente i suoi spazi e la sua vita con un'altra persona, quindi lasciò stare e si buttò a capofitto nel suo lavoro e nella sua ricerca con Derek.

Arizona non lavorava più in quell'ospedale, aveva chiesto il trasferimento in un'altro ospedale del paese, questa era stata la sua scelta: prendere tutto e andare via, uscire definitivamente dalla vita di Callie.
Arizona aveva fatto questa scelta con la morte nel cuore, non avrebbe mai voluto abbandonare Callie e la sua piccola Sofia, ma la situazione era insostenibile e Callie non le avrebbe mai perdonato le sue bugie, non subito almeno.
Intanto lei era uscita un paio di volte con una ragazza, si chiamava Lauren, ironia della sorte pensò, fu ancora più sconcertata nel sapere che lavorava da poco in un nuovo ospedale e lo shock fu grande quando scoprì che era la sua sostituta al reparto di pediatria, sembrava davvero che il destino gli stesse giocando qualche scherzo.
Lauren si era trasferita da circa due mesi a Seattle, aveva iniziato a mandare curriculum in giro, ma i reparti di pediatria erano saturi finché Arizona non aveva deciso di abbondanre il suo per un altro. Per Arizona trovare un nuovo ospedale che l'accettasse fu facilissimo, lei era famosissima e tutti la volevano. Lauren era molto qualificata, aveva lavorato per anni in Europa ed ora era li.
Entrambe scoppiarono a ridere quando scoprirono lo strano scherzo che il destino aveva fatto ad entrambe. Erano al loro decimo appuntamento quando Arizona capì che Lauren poteva interessargli davvero, stava bene con lei, parlavano, avevano tante cose in comune e spesso si scambiavano pareri e consigli sui rispettivi casi.

In tutto questo tempo Arizona non aveva minimamente accennato a Lauren che Calliope lavorava nel suo ospedale, per una volta aveva preferito non mettere in mezzo il suo passato e fu per questo che decise che avrebbe provato a portare avanti quella relazione.
Da quando Arizona aveva lasciato il reparto e l'ospedale, Callie non aveva più avuto a che fare con casi di pediatria e questo un po' la straniva, sembra che delle forze maggiori la volessero tener lontana da quel reparto, almeno fino a quella mattina, quando tra le mani gli arrivò un caso di una bambina con diverse fratture multiple, fu costretta a chiedere un consulto pediatrico.

Per la prima volta dopo mesi rimise piede in quello che per anni era stato il reparto di sua moglie, provò inizialmente una strana sensazione che scacciò subito via. Karev le indicò il nuovo primario di chirurgia, fu sorpresa di vedere una nuova dottoressa, anche quest'ultima bionda e con due occhi azzurri, non assomigliava per niente ad Arizona ma in qualche modo glie la ricordava.
"Buongiorno, sono la dottoressa Torres, primario di ortopedia".
"Dottoressa Graves, Lauren Graves"
 Callie cambiò espressione sentendo quel nome, qualcuno ce l'aveva con lei? Lauren aveva notatò il disappunto di Callie.
"Qualcosa non va dottorressa Torres?"
"No, affatto".

Callie le spiegò il caso, avrebbero dovuto lavorare insieme per le prossime ore e operare in contemporanea, questo avrebbe portato via a Lauren molto tempo, che si ricordò di avere un appuntamento a cena con Arizona.
"Scusami ma dobbiamo rimandare la cena, ho un intervento, non so quanto tempo ci vorrà, insomma sai come vanno queste cose. Grazie, sei stupenda. Ti chiamo appena ho finito".
Callie aveva ascoltato la chiamata di Lauren, che non si era accorta della sua presenza vicino alla porta.
"Mi scusi, non volevo origliare, ero venuta a chiederle a che punto eravamo".
"Per prima cosa, dammi del tu...poi stanno ultimando le ultime analisi e possiamo andare".
"Ok bene...uhm...così lei è impegnata?"
"Diciamo che mi sto vedendo con qualcuno...in realtà con qualcuna, penso hai sentito quello che ho detto, quindi inutile nascondere la cosa..".
"No beh figurati, io ti capisco..".
"Ah davvero? Non credevo..."
"Si è così invece."
Callie sembrava imbarazzata.
" E tu invece?"
"Storia complicata, ci siamo lasciate".
"Mi dispiace molto".

Callie non disse niente, Lauren le trasmetteva qualcosa di familiare ma non capiva il perché, durante l'interevento continuarono a parlare del più e del meno, fortunatamente durò meno del previsto.
"Ciao, io finisco il giro di visite e poi sono libera, per quella cena siamo ancora in tempo? Mi vieni a prendere tu? Ok alle 19,00 all'uscita dall'ospedale. A dopo".
Lauren riattaccò, aveva un'espressione felice, si avvicinò al bancone in mezzo al corriodio per firmare alcune cartelle, Callie stava facendo lo stesso.
"Aria felice?"
"Indonvina? La cena non è saltata".
"Sono molto contenta per te ed è stato un piacere lavorare insieme".

"Anche per me Callie, spero di aver trovato un'amica, sai mi sento un po' persa qui dentro, sono diversi mesi che sto qui ma mi è difficile socializzare, mi sembrano tutti indisposti".
"Hai preso il posto di una dottoressa molto amata da tutti e che stava qui da tanti anni, una persona che sapeva farsi amare e apprezzare per la sua semplicità".
Lo sguardo di Callie si intristì. "Ma sono sicura che col tempo ameranno anche te".
"Grazie Callie. Finisco il giro di visite, poi corro, mi viene a prendere lei. Buona serata".
"Buona serata a te Lauren".


Callie era stranita da tutta quella situazione, aveva finalmente conosciuto il nuovo primario di ortopedia, era bionda e aveva gli occhi azzurri, si chiamava Lauren e questo in qualche modo le ricordava sia Arizona e sia la stronza con la quale l'aveva tradita, forse era un modo per metterla alla prova o semplicemente erano delle coincidenze.
Era immersa nei suoi pensieri quando uscendo dall'ospedale si bloccò di colpo, davanti a se c'era Arizona, aveva un bellissimo vestito e un lungo cappotto, i capelli mossi e un'espressione di altrettenta sorpresa sul volto.
"Arizona...cosa ci fai qui?" Callie era stordita dalla sorpresa e dalla sua bellezza.
"Sto aspettando una persona, non credevo di incontrarti, mi dispiace".
"No va bene, non stiamo insieme ma questo non vuol dire che tu non possa essere libera di andare dove vuoi".
"Si in effetti...".

Calò il silenzio tra le due.
"Come va al nuovo ospedale?"
"Bene. E' tutto un po' diverso ma va bene e a te come va?"
"Tutto come sempre".

Entrambe erano visibilmente imbarazzate.
All'improvviso la loro pseudo conversazione fu interrotta dall'arrivo di Lauren.
"Ah buonasera Dottoressa Torres, ci rincontriamo eh?"
"A quanto pare si".
"Ehi ciao".
Lauren si avvicinò ad Arizona e le diede un lieve bacio sulle labbra. Callie impietrì.
"Callie vorrei presentarti la mia ragazza..".
Callie si girò verso Arizona.
"La sua ragazza?"
"Già".
"Da quando?"
"Da quando sono nuovamente libera"
"Aspettate voi due vi conoscete?"

Callie si voltò verso Lauren.
"Se ci conosciamo? Lei è la mia ex moglie".
"Oddio, Arizona non mi avevi detto che la tua ex moglie lavorava qui, in realtà non mi avevi detto nemmeno il suo nome".
"Credimi Lauren, sicuramente non ti avrà detto tante altre cose, lei è fatta così...".
Avvicinò leggermente il viso a quello di Arizona e gli sussurò qualcosa.
"Lauren...vedo che il tuo cattivo gusto nei miei confronti non ha limiti. Buona serata".

Callie se ne andò lasciando Lauren perplessa e piena di domande, quella sera Arizona le avrebbe dovuto spiegare ogni cosa nei minimi dettagli.
Callie rientrata a casa dopo aver preso Sofia, si lasciò cadere sul divano e scoppiò in lacrime.

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Capitolo 17
*** Notte di passione ***


Una stanza buia, illuminata solo dalla luce soffusa di una candela, mani che si intrecciano, occhi che si guardano, labbra che si toccano, corpi che si uniscono.
La luce della candela sembrava illuminare perfettamente quello che c'era da illuminare, Callie era stesa sul divano davanti all'enorme vetrata che dava sulla città, il suo cuore batteva all'impazzata, sentiva ogni cm della sua pelle in fiamme, forse era colpa del calore di quella candela o forse delle labbra che le stavano baciando tutto il corpo.

Sentì le sue mani accarezzargli lentamente il ventre, poi le coscie e poi la sua intimità, Callie non potè trattenersi dal gemere, la stava facendo impazzire.
Il contatto tra le due era ancora minimo, i vestiti facevano da barriera ai loro corpi desiderosi di unirsi; si baciarono con passione, le loro lingue giocavano, si rincorrevano, si cercavano e si univano nella bocca di Callie, passavano minuti prima che si staccassero per riprendere fiato.
Alla luce della candela era ben visibile quanto entrambe si stavano desiderando da morire, Callie si sentì bloccare le mani, quella donna la stava letteralmente facendo impazzire, sentì il suo corpo desiderare ardentemente che la prendesse e la facesse sua.

Callie la guardò per un attimo, aveva degli occhi bellissimi, era bellissima, il suo corpo era perfetto, anche nelle imperfezioni, incrociò le gambe intorno al suo bacino e la spinse violentamente su di se.
"Fammi tua". Fu quasi un sussurro.
"Cosa stiamo facendo Callie?". Non aveva più fiato, sentiva il cuore scoppiare e l'eccitazione oltre i limiti.
"Non lo so, non lo voglio sapere. Ti prego fammi tua".
Si avvicinò al collo di Callie, vi posò un lieve bacio poi gli sfiorò la pelle con la punta della lingua fino all'orecchio.
"Sei già mia."
Fu in quel momento che Callie la sentì dentro di se, fu un attimo che durò un infinito, i loro corpi si muovevano insieme, sembravano essere fatti apposta l'uno per l'altro, tutto si incastrava alla perfezione.
"Callie sei fottutamente bella, mi fai perdere la ragione".
"Non voglio ragionare, fammi solo perdere totalmente me stessa".

Fecero l'amore per tutto il tempo che la candela riuscì ad illuminare la stanza, senza fermarsi, senza prendere fiato, senza pensare ad altro che a loro due.

Quando la candela si spense, Seattle stava iniziando ad essere illuminata dalla prima luce mattutina che entrava dalla grande vetrata, fu solo allora che Callie silenziosamente si alzò e andò a farsi una doccia.

Chi le aveva fatto perdere totalmente la testa?  SEGUIMI SU FANFICTION CALZONA

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Capitolo 18
*** Il messaggio ***


All'uscita della doccia, Callie trovò del caffè fumante sul piano cottura e notò la tavola apparecchiata per due con tante pietanze per fare una buona colazione. 
Chiamò Meredith per sapere se Sofia aveva passato una notte tranquilla, sorrise quando seppe che lei e Zola avevano fatto finta di dormire davanti a Derek e Meredith per poi riprendere a giocare con le loro bambole insieme.
"Buongiorno, ho preparato la colazione, ho pensato potessi avere fame".
"Buongiorno...lo vedo ed effettivamente ho fame".

Si sedettero e iniziarono silenziosamente a mangiare, nessuno sembrava voler dire qualcosa riguardo alla notte appena trascorsa, ma c'era necessariamente bisogno di rompere quel silenzio.
Callie per un attimo ripensò a quello che era accaduto: era a casa a piangere dopo aver visto Arizona e Lauren mano nella mano andar via per una bella serata, stava davvero male, si sentiva sola ma soprattutto, sentiva qualcosa che non credeva poter più sentire: era gelosa. Così prese in mano il cellulare e mandò un messaggio:
"Quando puoi, ti prego, vieni immediatamente a casa".
Dall'invio del messaggio al suo arrivo passarono quaranta minuti, aveva abbandonato tutto per lei, più che altro per paura che fosse successo qualcosa. Quando arrivò a casa di Callie, la guardò, non capì dove fosse il problema, si guardò intorno più volte, poi glie lo chiese direttamente:
"Cosa è successo? Mi è sembrata un emergenza, ho mollato tutto e sono venuta".
Callie le si avvicinò lentamente e si fermò a pochi centimetri dal suo volto.
"Si l'emergenza c'è...ho bisogno di te, adesso".
Si guardorono per un attimo, non si dissero niente, finirono per baciarsi con passione e poi si adagiarono sul divano dove avevano passato una notte di sesso davvero fantastica.
I pensieri di Callie furono interrotti.
"Non credi che dovremmo parlare di quello che è successo stanotte?"
"Dobbiamo farlo per forza?"
"Ha senso che dopo questa notte, io vada via come se non fosse successo niente?"
"Perchè no? Non potrebbe essere solo un errore? Un mio gesto egoistico?"
"No, perché non è così. Va bene, possiamo non parlarne ora, anche perché si è fatto tardi, ma dovremmo farlo Callie".

Callie annuì. "Va bene, cosa ne dici se ti invito a cena questa sera?"
"Cosa ne dici se porto una pizza e della birra e ne discutiamo qui?"
"Si va bene, Sofia sarà felice di trascorrere un'altra sera con Zola".
"Perfetto. Ci vediamo questa sera".

Prese le sue cose, stava per uscire, quando Callie la fermò.
"Arizona?"
"Si?"
"Grazie per essere corsa da me senza nemmeno esitare".
"So che lo avresti fatto anche tu".

Callie accennò un sorriso che Arizona ricambiò prima di uscire. 

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Capitolo 19
*** Destino ***


Arizona quel pomeriggio aveva provato a chiamare Lauren diverse volte senza però avere risposta, la sera prima se ne era andata bruscamente a metà della cena, ma almeno era stata sincera dicendole che Callie le aveva mandato un messaggio per un'emergenza.
Anche se si era mostrata comprensiva era evidente il suo fastidio e il suo essere piantata in asso, soprattutto dopo aver scoperto solo quella sera chi fosse Callie e il fatto che avessero una figlia insieme; insomma era stato un duro colpo e l'abbandono era stata la ciligiena sulla torta.

Bussò a casa di Callie alle 20,00 con una mega pizza per due e delle birre, aveva fatto attenzione a scegliere i gusti e le marche che Calliope preferiva, voleva fosse tutto perfetto.
"Ciao Callie, il servizio pizza e birre è arrivato". Arizona le regalò un mega sorriso.
Callie si soffermò sulla sua figura, aveva un paio di jeans che le fasciavano perfettamente il corpo, un top abbastanza scollato rosso e delle scarpe sportive, tutto si addiceva perfettamente al suo stile.
"Entra pure". Callie si scostò per farla entrare.
Si piazzarono davanti alla tv, mangiarono la pizza e fecero un po' di zapping tra i canali tanto per cercare di allentare la tensione che da li a poco probabilmente si sarebbe creata.
Era passata una buona mezz'ora quando finalmente Callie decise di dire qualcosa.
"Arizona quando ti ho vista con Lauren mi sono ingelosita".
"Perché?" 
"Perché vedere lei che ti portava via mi ha reso più reale ed evidente il fatto che il nostro matrimonio è finito".

"Non penso sia finito Callie". Arizona le prese una mano e la strinse. "Dimmi che questa notte non hai provato niente, che oltre al sesso non sentivi il cuore scoppiare ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano e che le nostre mani si univano".
"Non posso..". Callie chiuse gli occhi, Arizona le prese il viso tra le mani e le baciò le labbra ripetutamente.
"Si che puoi, possiamo, non c'è niente che può tenerci lontane se non noi stesse".
Callie si staccò leggermente e la guardò negli occhi, erano bellissimi.
"No Arizona, non posso fare a meno di pensare che a tenerci lontane sei tu, i tuoi errori e le tue bugie".
"Ti prego, sono passati mesi e non ti ho mai detto bugie, questo non mi giustifica ma ero persa, faccio spesso la cosa sbagliata ma non vuol dire che faccio solo cose sbagliate. Non penso di essere l'unica a sbagliare".
"Cosa?"

"Volevo dire che in una relazione si sbaglia in due Calliope".
"SI?"
Callie iniziava ad agitarsi.
"Si Calliope".
"Ti prego rammentami quando ho sbagliato? E' stato quando ti sono stata vicina per la gamba? Quando non ti ho lasciato nemmeno un secondo nonostante mi detestassi? Quando ti ho ripresa nonostante avessi deciso di andare in Africa? Quando non volevi stare con me perché il mio sogno di avere bambini non ti piaceva? Quando Arizona?  Quando ti ho ripresa a casa nonostante il tradimento? Quando ho scoperto di Leah e sono stata compresiva? Dimmi quando? Ho fatto tutto per te, ho sopportato di tutto per te, mi sono umiliata per te, ho perso la mia dignità di donna per te. " Callie stava urlando.

"E' stato quando hai deciso che io ero quella cattiva perché non volevo accettare il tuo sogno di avere figli mentre tu eri libera di poterti esprimere come lesbica temporanea. E' stato quando sei andata a letto con Mark e sei rimasta incinta e poi hai preteso che in meno di un giorno io decidessi se restare o andare. E' stato quando ti ho chiesto di salvarmi la gamba e hai deciso di fare a modo tuo E' stato quando ho perso il bambino e tu hai pensato solo alla tua ricerca. Callie tu non sei migliore di me, non lo sei affatto, io faccio errori più evidenti, quelli che non si possono nascondere dietro scuse e finti sorrisi, tu però fai quelli che fanno più male e che ti feriscono dentro. Mi hai dipinta come un mostro ma non sono io il mostro Callie!" Anche Arizona stava urlando, aveva perso la ragione, era così arrabbiata e risentita che nemmeno si rendeva più conto di quello che stava dicendo.
"Sei ti ho tradita è solo colpa tua Callie, solo colpa tua". 
Fu un attimo, quasi fosse un riflesso incondizionato, Callie le diede uno schiaffo, aveva le lacrime agli occhi, probabilmente non si era resa conto di quello che aveva fatto. Tirò indietro la mano, Arizona si toccò la guancia, si guardarono, entrambi i volti erano rigati dalle lacrime.
"Scusami...non dovevo, non volevo farti del male..". Callie cercò di avvicinarsi per abbracciarla ma Arizona si scassò bruscamente.
"Non..non mi toccare Callie, stammi lontana".
"Arizona mi dispiace, non lo so cosa è successo, la rabbia, il risentimento, sono esplosa ma non volevo darti uno schiaffo...".
"Vedi? Avevo ragione, solo noi possiamo tenerci separate
".

Arizona le diede le spalle, si avvicinò velocemente alla porta di casa per uscire, ma Callie la bloccò contro di essa, posizionò il suo corpo contro il suo per impedirle di muoversi e scappare.
"Non andare, ti sto chiedendo di restare..".
"Per cosa Callie? Hai visto cosa succede se oltrepassiamo il limite? Escono fuori gli errori, l'odio e il rancore, esplodiamo e distruggiamo ogni cosa anche noi stesse".
"Voglio distruggermi con te".
Callie le diede un bacio sul collo, Arizona sentì dei brividi attraversarle il corpo.
"Callie...noi non potremmo mai essere amiche, non potremmo mai ignorarci, possiamo anche dividerci e andare dall'altra parte del mondo, in qualche modo finiremmo sempre per incontrarci perché è così che deve essere, perché è il nostro destino. Dobbiamo solo decidere come viverci, possiamo amarci o odiarci fino a consumarci l'anima, ma non possiamo dividerci".
"Lo so, ed è per questo che voglio che torni qui Arizona, sono passati sei mesi ma non ho smesso nemmeno un secondo di pensarti. Sai che ti ho mandato via perché mi hai mentito e non perché non provassi più niente per te".
"Io non ho mai smesso di amarti Calliope".

Callie allentò la pressione contro il corpo di Arizona, quest'ultima si girò, erano una di fronte all'altra. Si guardarono per svariati secondi, avevano gli occhi lucidi e le labbra bagnate dalle lacrime versate fino a poco prima. 
Arizona sembrava avere l'espressione di chi aveva ritrovato non solo se stessa ma anche l'amore della sua vita o almeno fu questo che arrivò a Callie.
"Callie?"
"Si?"

Anche questa volta fu un attimo, Arizona le aveva dato uno schiaffo, non fu un gesto incontrollato, lo aveva fatto col desiderio di farlo.
"Perché Arizona?". Callie si toccò la guancia. "Volevi pareggiare i conti?".
"No."
"Allora perché?"
"Ho appena deciso quale destino è destinato a noi".
Arizona aprì rapidamente la porta e senza darle possibilità di ribattere, se la chiuse alla spalle.

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Capitolo 20
*** Immagina se... ***


Callie era rimasta immobile, incredula per la reazione di Arizona, si guardò intorno la stanza era vuota, silenziosa fin troppo e probabilmente lo sarebbe stata per molto tempo.
Dopo qualche secondo la porta di casa si apri, Callie non ebbe nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo, Arizona la prese, la strinse e iniziò a baciarla con passione, con ardore, con foga.

"Ti amo Callie, sei capace di farmi perdere la ragione e il controllo. Non voglio più andare via". Arizona riprese a baciare le labbra di Callie.
"Arizona ferma, cosa stai facendo?"
"Mi sto riprendendo la mia bellissima, sexy e dolcissima moglie". 

"Penso che tua moglie voglia pensarci un attimino su, non mi sembra convinta". Callie sorrise maliziosamente.
"Ah no?". Arizona la spinse contro il muro, le aprì le gambe e mise la sua in mezzo, con le mani gli accarezzo i fianchi fino al seno, mentre con le labbra le baciava il collo.
Callie ansimava, non voleva cedere ma era davvero difficile resistere ad Arizona, soprattutto quando quest'ultima ci si metteva di impegno.
Arizona prese i polsi di Callie e glie li bloccò contro il muro, poi la guardò negli occhi.
"Avevo bisogno di dirti quanto ti odio per amarti più di prima".
"Io non ti ho mai odiata davvero Arizona, è questo il problema, è questo che nonostante tutto non mi fa mai allontanare da te. Ti ho sempre amato e ti amo".

Si baciarono, Callie la prese per mano e la condusse in quella che era sempre stata la loro stanza da letto.
"E adesso inizia a riprenderti qualche parte di casa".
"Io inizierei a riprendermi te, poi il letto, il divano, la cucina, il pavimento...".
Arizona aveva un tono malizioso.
"Allora dobbiamo iniziare subito..". 
Callie la spinse sul letto, si spogliò mostrando il suo intimo di pizzo nero.
"Oh Dio, stasera indossavi questo sotto?"
Callie si mise a cavalcioni su Arizona.
"Diciamo che io valuto ogni possibilità".
"Interessante valutazione". 

Arizona le slacciò il reggiseno.
"Interessanti vedute".
"Se vuoi possiamo approfondirle". 

Callie prese una mano di Arizona e se la passò tra il seno fino al bordo del perizoma.
"Non me lo faccio ripetere due volte".
Arizona la prese e ribaltò le posizioni, non prima di essersi spogliata.

"Vedo che anche tu valuti le situazioni e questo completino rosso acceso ne è la prova..".
Arizona sorrise, poi iniziò a baciarla con passione, le loro lingue si cercavano e si trovavano in vortici carichi di passione e desiderio, le loro mani esploravano ogni parte dei loro corpi, si guardavano spesso negli occhi ed ogni volta sembrava che il cuore volesse scoppiare. Si amavano. Senza riserve. Senza rancore. Si amavano e basta. Passarono tutta la notte a fare l'amore in qualunque posto del loro appartamento, in questo modò Arizona riconquistò Callie e riprese possesso della sua casa.

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Capitolo 21
*** Due ***


Callie si destò dai suoi pensieri, per un attimo aveva immaginato nella sua testa la fine di quella serata, ma Arizona non tornò indietro sbattendo la porta e baciandola con passione, non le aveva detto ti amo e non erano finite per passare una lunga notte d'amore e di sesso.
Il finale era del tutto diverso e contemplava lei e la sua casa vuota, il litigio appena avuto e lo schiaffo che Arizona le aveva resistuito volontariamente.

Callie sapeva che adesso aggiustare le cose sarebbe stata davvero difficile, si erano perse totalmente, quella sera si erano urlate contro ogni rancore e tutta la rabbia che avevano nel cuore, erano degenerate e mai avrebbe immaginato che sarebbe finita con due schiaffi e nuovi adii.
Si posizionò davanti allo specchio, il suo volto era distrutto, le lacrime sembravano averle consumato la faccia, il suo sguardo era spento, si sentiva stanca ed esausta, iniziò a spogliarsi, si tolse i vestiti e rimase in intimo ad osservare il suo completo di pizzo nero.

Dopo aver lasciato l'appartamento di Callie, Arizona era corsa nel proprio, aveva mandato un sms a Lauren dicendole chiaramente che era finita, che voleva star da sola, si scusava per il modo brusco e inappropriato con il quale lo stava facendo ma aveva bisogno di allontanare tutto e respirare.
Ancora non credeva a ciò che era successo, aveva urlato a Callie tutto il suo odio e anche lei aveva fatto lo stesso, erano volate mani e non per dolci carezze ma per schiaffi che facevano male e bruciavano sulla pelle, fatti di tutto ciò che c'era di marcio nel loro rapporto.

Si posizionò davanti allo specchio, i suoi occhi erano tristi e velati dalla lacrime, si spogliò e restò immobile a fissare il proprio corpo e la sua lingerie di colore rosso accesso.
Andando via da quella casa aveva deciso davvero il loro destino? Arizona non sapeva cosa avrebbe fatto il giorno seguente, quello di cui era certa è che quella notte non l'avrebbe trascorsa come sperava.
Entrambe si addormentarono tardi, ancora con gli indumenti intimi che avevano scelto l'una per l'altra ma in due letti separati, in due case diverse, in due luoghi lontani.


Note della scrittrice: Quanto mi state amando da 1 a 10 ? :) ahaha

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Capitolo 22
*** Strani risvolti ***


Callie passò tutto il giorno seguente a lavoro, c'erano vari casi da seguire attentamente e un'operazione con Derek che le aveva preso buona parte della giornata, in qualche modo ne fu felice, non voleva assolutamente pensare a quello che era successo la sera precedente.
Purtroppo la sua giornata lavorativa perfetta fu interrotta da Lauren con la quale dovette forzatamente interagire per il caso che avevano seguito insieme.
"Dottoressa Graves".
"Dottoressa Torres".

L'imbarazzo tra le due era ben visibile.
"Ha i risultati della tac post operatoria del nostro paziente?"
"Si tutto nella norma, interevento perfettamente riuscito".
"Non ne avevo dubbi"
. Callie se la tirò un po'.
"Certo del resto sei la migliore".
Ci furono attimi di silenzio che furono interrotti da Lauren.
"Mi dispiace..".
"Per cosa?"

"Per essermi messa tra te e Arizona, io te lo giuro che non sapevo niente".
"Ti credo, la tua faccia ieri sera era visibilmente stupita".
"Si e lo è stata anche quando mi ha piantato in asso per venire da te".
"Scusami, avevo bisogno di...parlare con lei".

"Si certo, capisco, comunque abbiamo rotto, mi ha mandato un messaggio dove diceva che era finita, sai non mi sono arrabbiata, ho sempre saputo che Arizona non poteva avere qualcosa di serio con me, ti ama ancora troppo".
"La nostra è una situazione complicata, non so nemmeno fino a che punto possiamo più parlare di amore".
"Quello che so è che anche se è stata con me in questi mesi, non ha mai smesso di avere testa e cuore altrove ed io l'ho sempre saputo ma ho voluto aspettare, perché sai Callie, a me piace, c'è qualcosa in lei che attira..".
"Si, saranno i suoi bellissimi occhi, i suoi capelli, i suoi sorrisi o la sua estrema dolcezza, quando vuole..".
"Esattamente. Nessuno meglio di te può saperlo."

"Già".
"Però Callie, io mi trovo bene con te, sei stata l'unica che mi ha accolto con simpatia e vorrei che fossimo amiche, se per te non è problema il fatto che io abbia avuto a che fare con la tua ex."


Callie ci pensò un attimo. Lauren in fondo le piaceva, era simpatica ed era un'ottima dottoressa, sapeva farci con i bambini e le sembrava una persona sensibile e dolce, perché avrebbe dovuto privarsi di un'amicizia simile per colpa di Arizona?
"Sai cosa? Si Lauren, mi sta bene, amiche". Callie le porse la mano che Lauren strinse, si scambiarono un sorriso di intesa ed entrambe uscirono dal laboratorio.

Dopo quella sera Arizona era sparita, non si era fatta vedere nemmeno per prendere Sofia, cosa che urtò moltissimo Calliope che non riusciva più a trovare delle buone scuse con la piccola sull'assenza della sua seconda mamma.
Erano passate circa due settimane, aveva bisogno di respirare, così aveva lasciato Lauren, aveva preferito non rispondere a Callie, non con poca difficoltà, dato che le mancava tantissimo sua figlia, ma aveva davvero la necessità di darci un taglio per riprendere fiato.
La sua ex continuava a cercarla per via di Sofia, così Arizona decise di scriverle un e-mail.
" Ciao Calliope,
so che è imperdonabile il fatto che io sia sparita in questo modo, nostra figlia non può capire i nostri problemi e mi dispiace che ne stia risentendo anche lei, sai che la amo da morire e prometto che presto tornerò e passerò tanto tempo con lei. 
Avevo bisogno di respirare, di prendere fiato, perché quello che stava succedendo tra di noi mi stava uccidendo e consumando dentro.
Siamo capaci di amarci oltre ogni limite ma anche di odiarci fino all'impossibile e questo può essere distruttivo, noi siamo diventate distruttive. 
A volte mi sembra ancora di sentire la pelle del viso bruciare e la mia mano pesante dopo averti colpita, non voglio questo, non ho mai voluto questo per noi.
Ho superato i miei problemi con la gamba, credevo che quella potesse essere l'esperienza più brutta della mia vita, poi ho scoperto che perdere un figlio lo è ancora di più, ed oggi perdere me stessa e noi ha totalmente abbattuto ogni mia resistenza, non ho più la forza.
Per questo motivo ho bisogno di tempo per reagire, rialzarmi e capire cosa è giusto fare per noi, ho fatto tanti errori, alcuni imperdonabili, abbiamo fatto tanti errori Callie, i tuoi penso di averli perdonati dopo quella sera, non so se per te sia lo stesso.
Sono consapevole del fatto che ancora una volta sto scegliendo io, sto decidendo io cosa fare, non mi aspetto che al mio ritorno tu stia li ad accogliermi, ma se vorrai aspettarmi, forse potremmo avere un nuovo dialogo, meno violento, meno distruttivo e capire insieme quale destino è destinato a noi.
A presto.
Arizona."
 

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Capitolo 23
*** L'inizio della tempesta ***



Erano passate altre due settimane da quando Callie aveva letto quella mail, da quel momento aveva smesso di cercarla, c'erano giorni in cui sperava che Arizona entrasse da quella porta, altri in cui desiderava fortemente che non tornasse più perché così forse sarebbe riuscita definitivamente ad uscire dalla loro storia tormentata.

Nel frattempo aveva stretto un buon legame con Lauren, la invitava spesso a cena, passavano del tempo insieme, questo aiutava Callie a non pensare e a distrarsi, in più Sofia sembrava contenta della sua nuova amica e chiedeva meno di Arizona, non che la cosa rendesse felice Callie, ma almeno era più semplice tenerla a freno.
Quella sera, come quasi da abitudine, Callie e Lauren aveva organizzato una serata con pizza e film a casa, Sofia era a letto già un pezzo, il clima era rilassato e si stavano divertendo moltissimo.

Entrambe restarono stupite di come avessero legato in quel modo, Lauren non avrebbe mai scommesso su un'amicizia con Callie, caratteri diversi, gusti diversi eppure in qualche modo riuscivano ad andare d'accordo e condividere le loro vite.
Callie versò l'ennesimo bicchiedere di vino e lo porse a Lauren.
"Se me ne dai ancora uno, non credo che sarò in grado di guidare".
"Allora potresti restare qui a dormire".

Lauren la guardò sorpresa.
"Cioè voglio dire, ti lascio dormire nella camera degli ospiti, ne ho una sai?".
"Be..ti ringrazio però penso che mi fermerò qui con il vino".
Lauren sorrise e posò il bicchiere. Callie era imbarazzata.
"Cosa c'è Calliope? Mi sembri imbarazzata".
"No beh io non volevo che...si insomma, non so come hai inteso il mio "restare a dormire qui" e non voglio che ti fai un impressione sbagliata e..".
"Stop." Le prese le mani. "Non ti agitare, ho capito perfettamente, so che non era un tentativo per sedurmi, anche perché non ce ne sarebbe bisogno..".
"In che senso?"
Callie alzò un sopracciglio.
"Nel senso che sei così bella, non avresti bisogno di farlo..".
"Oh..".

"Callie non capire male, non ho intezione di provarci con te ok? Sei mia amica e penso che io e te potremmo essere solo questo...".
"Si..lo credo anche io
". Callie sembrava essere un po' delusa.
Lauren stava per dire qualcosa quando sentì bussare alla porta.
"Chi può essere a quest'ora?"
"Vado io".


Lauren si alzò e andò ad aprire, rimase di sasso quando dall'altra parte della porta vide Arizona, quest'ultima spiazata dalla sua presenza in casa di Callie.
"Chi è?" Callie si alzò per vedere
"Ehm..". Lauren si scostò.
"Arizona."
"Io...io forse è meglio se vado"
"No resta"

Arizona entrò, la situazione era imbarazzante, cosa ci faceva Lauren con Callie?
"Cosa ci fai qui Lauren?"
"Io e Callie siamo amiche, non è vero?"
La guardò cercando il suo consenso.
"Amiche?"
"Arizona penso che io posso frequantare chi voglio..".
"Si certo, anche una mia ex".
Arizona era infastidita e gelosa.
"Non mi aspettavo tornassi ora".
"A quanto pare ho interrotto la vostra serata, tornerò".
"No, sono io che vado via, dovrete sicuramente parlare. Ci vediamo domani Callie".
Lauren si avvicinò e la salutà dandole un bacio sulla guancia, la cosa infastidì non poca Arizona.
"Ciao Lauren, grazie per la serata a domani".
Arizona e Callie rimasero in piedi in silenzio, erano imbarazzate, Arizona in particolare stava facendo il possibile per evitare che le sue forti emozioni prendessero il sopravvento facendole fare una scenata di gelosia. 

Aveva trascorso un mese lontano da lei, pensava che potesse bastare per ritrovare se stessa, per calmarsi, per respirare, ma era bastato un secondo, un solo secondo e si sentiva di nuovo senza fiato, il cuore sembrava voler scoppiare.

Cosa avrebbe fatto ora? Si sarebbe lasciata andare alla gelosia che la stava divorando? Avrebbe cercato di parlare con calma cercando qualche spiegazione? L'ennesima tempesta emotiva avrebbe potuto distruggerle definitivamente in quel momento?

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Capitolo 24
*** Toccare il fondo ***


Callie fu la prima a rompere il silenzio che si era creato pesantemente tra loro, si appoggiò al divano, rimase in piedi, Arizona non si mosse dal punto in cui si trovava.
"Non mi aspettavo che saresti tornata questa sera"
"Lo vedo, del resto non potevi comunque saperlo".
"Già, infatti. Almeno ti sei degnata di tornare, tua figlia ha chiesto di te ogni giorno".
"Lo so e non sai quanto ho sofferto per non averla potuta vedere".
"E' stata una tua scelta Arizona, non mia".
"Lo so, hai ricevuto la mia email?"

"Si l'ho ricevuta. Sinceramente? Ci sono stati momenti in cui ho sperato che non tornassi più"
"Allora forse non avrei dovuto farlo"
"Ce ne sono stati altri in cui guardavo la porta e speravo la varcassi"
"Ed ora era uno di questi momenti?"
"No, non lo era"

"Certo del resto eri in ottima compagnia, ti ha già mostrato quello che sa fare?"
Non ce la faceva proprio a trattenersi, gestire la gelosia era davvero impossibile per lei.
"No non mi ha mostrato niente, purtroppo"
"Purtroppo? E' così hai sperato che lo facesse?"

"Si Arizona per un attimo ci ho sperato, perché ne avevo bisogno, sentirmi desiderata da qualcuno, senza problemi, senza complicazioni"
Arizona si avvicinò a Callie, erano pericolosamente vicine, le tremavano le mani, il suo corpo era teso, Callie se ne accorse.
"Che fai ora? Vuoi tirarmi un altro schiaffio? Eri andata via per "rilassarti" ma non mi sembra sia servito"
"Era servito, fino a dieci minuti fa ero tranquilla, mi è bastato vederti un secondo per perdere il controllo di me e delle mie emozioni Calliope e no, non ti darò un altro schiaffio, mi dispiace per quello"


Callie non disse niente, si alzò, superò Arizona, prese il bicchiere di vino che Lauren aveva rifiutato e si fermò davanti alla sua vetrata, nell'unico punto dove sentiva che qualsiasi cosa poteva essere superata, perché vista da quella prospettiva tutto sembrava più piccolo. 
Si voltò verso Arizona che l'aveva raggiunta, lei era troppo vicina, non riusciva a vedera da un'altra prospettiva come poteva vedere Seattle, forse se per un attimo fosse riuscita a vederla con occhi diversi il loro rapporto sarebbe potuto rinascere.

"Callie dii qualcosa"
"Cosa vuoi che ti dica Arizona? Bentornata? Posso solo dirti che sono felice per Sofia"
"Certo così ho rovinato i tuoi piani con Lauren"
Arizona non riusciva proprio a controllarsi
"Ancora? Arizona per prima cosa sono libera di fare quello che voglio e con chi voglio ok? Siamo separate, non stiamo più insieme!" Callie lo urlò così forte come a voler convincere anche se stessa
"Ah no?" Arizona la prese con forza, le stringeva i polsi e non le permetteva di muoversi. "Sei stata tu a volermi qui quella sera, abbiamo fatto sesso, ci siamo amate, ci siamo odiate, ci siamo prese a schiaffi, vuoi davvero dirmi che non stiamo più insieme?"
"Lasciami!!"

"No! Voglio che mi rispondi Callie, non ti lascerò finché non avrò avuto una risposta alle mie domande, perché sto impazzendo, non so cosa vuoi: prima mi dici di andar via, poi mi rivuoi, poi dici che non puoi fare a meno di me, poi che speravi che non tornassi, insomma cosa vuoi Callie?"
"Vorrei che fossi morta in quell'incidente Arizona, ecco cosa vorrei, hai distrutto la mia vita, tu lo sapevi, lo sapevi che non potevo salvarti la gamba ma mi hai fatto passare le pene dell'inferno, prova a dirmi che non è così
" Callie stava urlando tutta la sua rabbia, stava dicendo parole pesanti di cui forse si sarebbe pentita.

Arizona non credeva alle parole di Callie, davvero voleva questo? Oppure la sua era solo rabbia, rabbia perché aveva capito di averla costretta a prendersi una responsabilità che non aveva. Lasciò leggermente la presa.
"Si Callie lo sapevo, sapevo di chiederti una cosa impossibile, sapevo che la mia gamba andava amputata, sono un medico, queste cose le so, ti ho scaricato addosso la resposanbilità perchè volevo qualcuno da incolpare, ed ho sbagliato e mi dispiace Callie, mi dispiace se ho reso la nostra vita un inferno"
"Non abbiamo più una vita Arizona, non facciamo che girare intorno a noi stesse, non riesco nemmeno a pensare di vedere altre persone, sono così terrorizzata dall'avere un rapporto per paura che tu arrivi a rovinare tutto"

"Io non..."
Arizona lasciò Callie completamente, prese la bottiglia di vino sul tavolino vicino al divano e fece un sorso, aveva bisogno di qualcosa di forte.
"Arizona non possiamo più andare avanti in questo modo, io non ce la faccio più, abbiamo toccato il fondo, ho appena detto che avrei voluto che fossi morta in quell'incidente e non è una cosa da me, nemmeno lo penso davvero, ma le emozioni in tua presenza sono incontrollabili, non so gestirle, non so cosa fare".
"Si che lo sai" Arizona mostrò la bottiglia di vino a Callie, fece un sorso. "Avevi preparato questa bella bottiglia per far disinibire Lauren e portartela a letto, ma si una bella scopata e addio problemi"
"Cosa?Che cavolo dici? Adesso basta, sai cosa? Vattene, è meglio, vattene è meglio anche per Sofia se non ti vede, non sei un buon esempio per lei, vattene" Callie urlò queste parole con disperazione.
"E' MIA FIGLIA"
Arizona non riuscì a controllarsi, lanciò la bottiglia di vino contro la parete a pochi cm da Callie che rimase impietrita.
Anche Arizona si bloccò, si era appena resa conto di cosa aveva fatto, ancora una volta aveva perso la ragione, la sua folle gelosia e il suo amore per Callie erano diventati qualcosa di incontrollabile e pericoloso per la donna che amava.
"Arizona..."


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Capitolo 25
*** Decidere ***


Arizona guardò i vetri della bottiglia sul pavimento, non credeva di esplodere così tanto da fare una cosa del genere, per poco non colpita la donna che più amava al mondo.
"Callie scusami, io...è meglio che vada adesso"
"No non andare"
Callie la trattenne per un braccio e la guardò con occhi pieni di lacrime
"Non hai fatto che urlarmi di andare via e dopo questo mio perdere il controllo forse è il caso che lo faccia e che non torni più"
"Se ora te ne vai io non credo di poter andare avanti Arizona. Ho urlato, ho urlato tutta la mia rabbia, ho tirato fuori ogni cosa che avevo dentro e adesso l'unica cosa che sento è che non voglio che tu vada via, perché senza di te non ce la faccio".


"Callie.." Arizona la strinse a se. "Io avevo bisogno di dirti tutte quelle cose perché uscissero dal mio cuore definitivamente. Quando ti guardo vedo una donna bellissima, la mia donna, quando ti ho visto con Lauren non ci ho visto più, ho creduto di averti persa per sempre, il pensiero che un'altra persona possa toccarti, baciarti, farti sorridere mi fa impazzire Callie".
"Allora non andare via Arizona, siamo legate, possiamo amarci o odiarci per sempre, ti prego scegliamo di amarci..". Callie ora la stava guardando con occhi lucidi.
"Io ho appena rischiato di farti seriamente male, quando ti sono vicina perdo il controllo e se litigassimo ancora e non avessi il controllo di me? Potrei essere un pericolo per te".


Callie le prese il viso tra le mani. "Guardami. Se pensassi questo avrei paura di te e credimi non ne ho, la tua reazione eccessiva avrei potuta averla io e forse avrei fatto peggio, non lo so e non è importante, quello che conta è che adesso prendiamo insieme una decisione definitiva sul nostro futuro e sulla nostra famiglia. Ci siamo amate, odiate, detestate, desiderate, separate, ci siamo riconcorse, riprese, divise, ma ora è arrivato il momento di fermarci in un punto preciso e decidere se camminare insieme in avanti o andare ognuna per la propria strada, però se ci separiamo dobbiamo essere consapevoli che sarà per sempre e dovremmo trovare il modo di essere distaccate totalmente l'una dall'altra e dedicarsci a Sofia perchè lei merita le sue due mamme. Io ti amo Arizona. Mi sei mancata e ti ho perdonato, forse l'avevo fatto il giorno dopo che te ne eri andata. Ho perdonato ogni cosa e se anche tu l'hai fatto, se anche tu ti senti libera di amarmi allora resta".
Arizona restò in silenzio ad ascoltare il discorso di Callie, anche lei aveva perdonato ogni cosa, aveva buttato fuori tutto e davvero non sentiva più niente di tutte quelle emozioni che l'avevano accompagnata per quel lungo tempo.
"Allora Arizona cosa vuoi fare?"

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Capitolo 26
*** Pareti ***


Arizona continuava a guardare Callie negli occhi, le aveva esplicitamente chiesto di fare una scelta definitiva, dalla quale sarebbe dipesa tutta la loro vita. Per l'ennesima volta pensò a tutta la loro storia e a tutto quello che era accaduto: Callie le era sempre restata accanto, aveva perdonato ogni cosa, ogni errore, ogni bugia, aveva sopportato di tutto e alla fine, nonostante le tante tempeste che l'avevano travolta, era ancora li ad esprimerle tutto il suo amore e la sua voglia di passare insieme a lei la sua vita.
Non potè non chiedersi cosa stesse provando in quel momento mentre Calliope le stringeva le mani e la supplicava silenziosamente di fare una scelta. Aveva abbandonato tutte le emozioni negative e tutto quello che negli ultimi anni l'avevano cambiata, distrutta e atterrata insieme al suo rapporto con Callie.

In quel momento, mentre sua moglie era li davanti a lei a stringerle le mani, dentro sentiva il vuoto di quelle emozioni, la rabbia, il dolore, il rancore erano spariti e sembravano essersi portati dietro anche le emozioni belle, quelle che le facevano battere il cuore.
Una storia d'amore non è sempre perfetta, ci sono alti e bassi,  tanti ostacoli da superare,se l'amore è forte molte barriere possono essere abbattute, a volte però ci sono dei muri alti e spessi che nemmeno l'amore riesce a penetrare e distruggere.

Un rapporto può cambiare totalmente col tempo e con gli ostacoli della vita, molti credono al concetto "dei passi indietro", ma in realtà non esistono passi indietro, ogni cambiamento è un passo avanti, bello o brutto che sia.
Per fare quel passo ci vuole coraggio, sembra una cosa banale, fisicamente basta mettere un piede avanti, niente di più semplice vero? Ma farlo col cuore è davvero difficile e non tutti riescono, il più delle volte è più facile restare che andare via, il più delle volte si dovrebbe andar via invece che restare.

Arizona non rispose alla domanda di Callie, restò in silenzio assorta nei suoi pensieri, le lasciò le mani, si asciugò le lacrime, fece un profondo respiro, la guardò per un attimo negli occhi, poi senza dire alcuna parola, si allontanò fino alla porta d'ingresso, si voltò solo per pochi secondi, osservò tutta la casa, osservò Callie in quella casa, osservò la loro vetrata poi di nuovo Callie che la stava guardando con il volto rigato dalle lacrime e la disperazione pronta a farsi strada nel suo cuore.
Uscì e senza voltarsi si chiuse la porta alle spalle.

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Capitolo 27
*** Perdersi...nelle parole ***


Callie aveva visto Arizona uscire da quella porta in silenzio e non aveva fatto niente per fermarla, perché avrebbe dovuto? Era chiara la sua scelta anche se la lacerava dentro e la faceva stare male.
Il mattimo seguente aveva chiesto a Meredith di passare a prendere Sofia, dopo averle speigato la situazione, poi si era data malata al lavoro per passare tutta la giornata a letto immersa tra le sue lacrime e il suo dolore.

Amava Arizona più di qualunque altra cosa al mondo, il suo amore era così forte da averle fatto perdonare cose imperdonabili, era andata contro i suoi stessi principi e anche se molte volte si era sentita totalmente logorata dentro a causa del loro rapporto, sentiva, infondo al suo cuore, quella sensazione di gioia e pace che solo la propria famiglia è in grado di dare. Perché Arizona era sempre stata la sua famiglia, fin da quando si erano incontrate, l'aveva amata dopo quel bacio nel bagno del bar e da quel momento non aveva mai smesso.
Come avrebbe potuto davvero immaginare di andare avanti senza di lei? Ogni volta che si erano separate sapeva che in qualche modo sarebbe stato solo temporaneamente, ma adesso che Arizona aveva preso una decisione chiara e definitiva, il vuoto che lasciava nella sua vita era incolmabile.
Callie pianse, si disperò, desiderò più volte che Mark fosse ancora vivo, per potersi sfogare, per un suo abbraccio, era sempre stato il suo migliore amico, dopo la sua morte, Arizona era diventata anche la sua migliore amica, perdere anche lei in quel momento era perdere tutto.

Lauren aveva provato più volte a conttattarla durante la giornata, aveva capito che qualcosa non andava, ma Callie si limitò a scriverle un sms: "Con Arizona è finita per sempre. Voglio stare da sola". Il messaggio parlava chiaro e Lauren la lasciò in pace.
Era arrivata la sera, Callie non si era mossa dal suo letto, aveva un aspetto terribile, una montagna di farzoletti sul comodino, non aveva mangiato, era riuscita solo a trovare la forza per fare una telefonata a Meredith e parlare con Sofia.
Sofia, la sua bellissima bambina, Callie sapeva di non potersi buttare giù fino al punto di smettere di vivere, sua figlia aveva bisogno di una mamma, una grande mamma e lei doveva trovare la forza di alzarsi e ricostruire la sua vita da sola.
Così si alzò da quel letto, fece una doccia, si preparò un bel bicchiere di vino rosso, spostò nuovamente il divano rivolto verso la vetrata, spense tutte luci, quelle della città illuminavano l'intera stanza. Si sedette, fece un sorso, poi iniziò ad osservare un punto indefinito, in quel momento Callie sembrava voler racchiudere tutto il mondo nei suoi bellissimi occhi scuri e controllarlo ancora una volta, ma quello che doveva fare era controllare la sua vita, riorganizzarla e l'unico modo per farlo era ricominciare da lei. 
Per un attimo qualcosa cambiò nel suo sguardo, un pensiero la fulminò: l'amore è vita e la vita non può esistere senza l'amore, per andare avanti avrebbe dovuto continuare ad amare, se stessa, il mondo e Sofia.
Fece ancora un sorso di vino, poi un sorriso le comparve sulle labbra, il primo di quella giornata tremenda che aveva superato con le sue forze, ebbe così la consapevolezza di potercela fare, sarebbe stata un'ottima mamma, un grande chirurgo e una donna stupenda. 
Prese il cellulare, fece un numero, dopo due squilli risposero:
"Ciao Derek, mi passi Sofia?"
"Ciao amore, ti stai divertendo? Volevo dirti che ti amo profondamente piccola mia e che sarò la tua super mamma. Si? Ok adesso vai a giocare, la mamma ti verrà a prendere domani".
Riattaccò e una lacrima di gioia le comparve sul volto, sapeva che l'amore della sua vita sarebbe rimasta sempre al suo fianco.

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Capitolo 28
*** Ritrovarsi...nel silenzio ***


Le parole a volte possono essere superflue, ci sono momenti in cui un gesto vale più di tutte le frasi più romantiche del mondo, quante volte abbiamo sognato che l'amore della nostra vita compiesse qualcosa di eroico o di speciale per noi? 
E' davvero importante sentirsi dire ogni giorno " Ti amo, mi hai cambiato la vita, non posso fare a meno di te?" o vedere che ogni giorno l'amore della nostra vita fa di tutto per dimostrarci quanto siamo importanti, un gesto, un fiore, un abbraccio, un bacio, un biglietto, un sorpresa, qualcosa che non ci saremo mai aspettati.

Quanta importanza possono davvero avere le parole per descrivere quello che si ha nel cuore? L'amore è indescrivibile, è un qualcosa che ti prende completamente, che invade l'anima e riempire il cuore e non esistono parole al mondo che riescano davvero ad esprimere almeno una piccola parte di quel sentimento così profondo e immenso che un essere umano è in grado di provare per un'altra persona.
L'amore è una cosa semplice, almeno alcuni così dicono, io dico che se l'amore è una semplice allora non è amore, perché l'amore, quello vero, quello forte che è in grado di togliere il respiro e la voglia di mangiare è devastante, è sofferto, può logorare, può far male, può sbagliare e la cosa migliore è che nonostante tutto questo, riesce sempre a rialzarsi e a rimettere insieme i pezzi, perché non c'è niente che conta più della persona per la quale daremo la vita pur di vederla felice.

E se hai quella persona davanti, che nonostante i tanti casini e le tante difficoltà, i tradimenti e le bugie, è ancora li con gli occhi pieni di lacrime a chiederti di restare e a esprimerti tutto il suo amore, allora c'è solo una cosa che puoi fare: agire.
Callie stava assorta nei suoi pensieri, dopo aver chiamato Sofia, aveva realizzato che poteva farcela, doveva concentrarsi sulle cose belle della sua vita e sua figlia lo era, però col passare dei minuti, la tristezza stava tornando a farsi strada, pensò nuovamente ad Arizona, era così concentrata che non si rese conto che qualcuno aveva bussato alla porta.
Arizona entrò silenziosamente, non era sicura che Callie si era resa conto della sua presenza, fin quando quest'ultima si girò verso di lei, forse aveva avvertito la sua presenza, perché non disse niente, tornò a guardare oltre la vetrata.

Arizona si sedette al suo fianco, Callie non la guardò, ma il bicchiere che aveva in mano le tramava visibilmente, era agitata.
"Ho sempre pensato che la città vista da quassù fosse piccola, mi sbagliavo sai? Ci ho messo  troppo tempo per fare quello che volevo fare, alcuni posti sembrano irrangiugibili. Me ne sono andata Callie, non so cosa hai pensato, ma vedo il tuo viso bagnato dalle lacrime e questo mi addolora molto, mi dispiace se ti ho causato altra sofferenza".
Calli si girò verso di lei, il suo sguardo lasciava trasparire tutta la sofferenza che l'aveva accompagnata durante la giornata, ma allo stesso tempo sembrava non volersi mostrare debole, perché mentre Arizona era li davanti a se, sentiva che tutte le sue resistenze stavano per crollare, avrebbe solo voluta stringerla  e baciarla ma non lo fece.
"Non dispiacerti Arizona.."
"Callie ci sono molte cose che vorrei dirti e probabilmente non sarei in grado di farlo, perché le parole in alcuni casi sono superflue, ci sono emozioni e sensazioni che non si possono spiegare, potrei provarci ma so che finirei per limitare quello che ho dentro al cuore. Quello che so è che ne abbiamo passate davvero tante, io ho commesso molti errori, la tua vita è stata devastata dalla mia storia e nonostante tutto mi hai guardata negli occhi e mi hai chiesto di restare. Io non ho una risposta alla tua domanda Calliope perché sono io a volertene fare una."
"Dimmi..."
"Anni fa io e te ci siamo fatte una promessa, ci siamo promesse di amarci e rispettarci fino a che morte non ci separi, lo abbiamo fatto davanti a tutti i nostri amici ed io ci credevo veramente".
Arizona tirò fuori dalla tasca una scatolina, Callie restò un attimo stupita.
"A quel tempo non è era possibile sposarsi legalmente, ma oggi si ed io vorrei che la nostra storia, che il nostro amore venga riconosciuto da tutti, perché nella mia vita non ho mai provato niente di vero. Quindi...Calliope Torres vuoi sposarmi?"
Callie era shoccata, non credeva ai suoi occhi, Arizona le aveva appena mostrato un anello ed era li a chiederle di confermare il loro amore, questa volta in maniera ufficiale.
Quando nel cuore si prova il vero amore, quell'amore forte che ti toglie il respiro e non ti fa mangiare, le parole sono superflue. Callie sorrise, prese l'anello dalla scatola, lo diede ad Arizona, quest'ultima glie lo infilò, si guardarono negli occhi, entrambe erano emozionate e trattenevano a stento le lacrime. Callie si avvicinò lentamente, le sfiorò il viso con la mano, fu una carezza lieve e fugace, poi la baciò.

Se Callie avesse visto bene alle sue spalle, avrebbe notato fin da subito l'enorme valigia che Arizona si era portata dietro, ma l'oscurità in questo senso le aveva giocato contro, consentendo ad Arizona di fare il gesto d'amore più grande di tutti.
In una storia dove il più delle volte sono state la parole giuste e sbagliate a creare e a rompere gli equilibri, il silenzio di un attimo le ha unite per sempre.

//**Note**// 
Sono stata indecisa fino alla fine su che finale dare a questa storia, ci sono stati alti e bassi e diversi equilibri che ogni volta si ribaltavano. Tante parole, tanti sbagli, ma anche tanto amore, perché credo che nonostante i tanti problemi che i personaggi di Callie e Arizona possono avere, il loro è un amore forte ed eterno. Potranno anche separarle ma quello che resterà a noi, sarà l'ideale di quel loro amore in grado di cadere e rialzarsi davanti ad ogni ostacolo e che magari, in fondo al cuore, speriamo di trovare anche noi prima o poi. Grazie per avermi seguita in questa storia, grazie a tutte coloro che hanno recensito e a coloro che hanno letto in silenzio. Spero di avervi soddisfatta e non preoccupatevi, ho già pronta un'altra storia per voi. Come ho detto a qualcuno, cercherò di tenervi compagnia fino a febbraio, nell'attesa dei nuovi episodi.

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