Arrivare a te

di Shin92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day 1: Attractive ***
Capitolo 2: *** Day 2: Dark ***
Capitolo 3: *** Day Three: Seasons ***
Capitolo 4: *** Day four: Heartstrings ***



Capitolo 1
*** Day 1: Attractive ***


Angolo dell’autrice:
E’ la famosa  Jarida/Hiccunzel week,
7 storie in 7 giorni con uno specifico tema per ogni storia e per me comincia oggi con questo .
Non so in che tipologia classificare questa one shot.
Pensateci voi,dolce e stuzzicante al punto giusto,spero. Non troppo smielata perché a me quelle cose fanno vomitare.
Ringrazio chiunque abbia voglia di leggere e recensire.
Grazie ancora ad Ucha che mi sopporta pazientemente quando vado fuori di testa e che mi sta accompagnando in quest’impresa della Jarida/Hiccunzel  week. :D

 
 
Day One: Attractive
 
 
In quel maledetto sobborgo di Manhattan, nella città più popolare del Kansas,non c’era spazio  per le carinerie. Lo sapeva bene Rapunzel,che dopo essersi trasferita lì dall'Europa aveva cominciato a sentirsi un pesce fuor d’acqua in mezzo a tutti quegli sbandati. Il parcheggio del grande market,dove tutte le famiglie del ghetto erano solite far la spesa,era diventato luogo di ritrovo di rumorosi ragazzi costantemente sotto l’effetto di alcool o fumo. E ovviamente la fortuna aveva voluto che la madre di Rapunzel avesse affittato un appartamento che si affacciava proprio sopra quel Market.
Le ragazze del posto portavano Piercing ai capezzoli sotto le magliette e i capelli tinti dei più sgargianti rossi o viola. Si truccavano di nero e puzzavano costantemente di erba. Nei bagni della scuola era impossibile entrare senza essere soffocati da tutto quel fumo,la cosa peggiore era che gli insegnanti sapevano tutto e non intervenivano mai.
Ogni giorno tornava a casa sapendo di dover spiegare alla mamma perché i suoi capelli biondi avessero quello sgradevole odore,era una congiura.
Il liceo era diventato un vero campo di battaglia,cercare di passare inosservata era impossibile,in quel covo di cosplay di vampiri e punk dalle creste sempre laccate lei era un timido fiorellino,pronto ad essere schiacciato dal peso di una new rock placcata in metallo.
Erano davvero troppo scalmanati per lei,anche se si era ormai rassegnata all’idea che forse non si sarebbe mai fatta degli amici lì.
L’ora di pranzo,nella mensa, era terribile. Sembrava che li vigessero regole fondamentali sui posti a sedere. Una gerarchia secondo il quale chi non faceva parte di un gruppo poteva prendere il suo pranzo e andare a mangiarlo seduto sul gabinetto o al massimo nello sgabuzzino.
Il terzo giorno di scuola Punz aveva sfidato la sorte, aveva riposto il suo vassoio su un tavolo in fondo alla sala. Vuoto e solitario.
Si era seduta guardandosi intorno sconcertata e portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Era patetica. Eppure pregò chissà quale astro del cielo che nessuno si avvicinasse.
Ma se così fosse stato non ci sarebbe nessuna storia.
Si era sentita improvvisamente picchiettare sulla spalla.
Una ragazza  alta più o meno quanto Punz,dai capelli corti e neri come la pece,ma lucenti come un paio di scarpe nuove,la stava fissando molto infastidita.
Gli occhi azzurri pesantemente contornati dal trucco nero che guizzavano da lei al tavolo.
La biondina si era voltata e adesso la stava guardando incuriosita.
-E’ il nostro tavolo. Sparisci.-
-Ma questo è l’unico libero.- Aveva risposto garbata lei.
-Spero sia uno scherzo. Questo è il nostro posto dal primo anno. Nessuno ha mai osato sedersi qui,a parte noi. Alzati immediatamente. – Aveva detto in tono minaccioso incrociando le braccia e ammiccando alla tipa alle sue spalle.
Una di loro,dai lunghi capelli neri e un occhio completamente coperto aveva sogghignato mentre osservava la chioma  di Rapunzel.
-Ehy Mavis,perché non le tagliamo i capelli? Se lo merita! –
-Questa cosa può essere risolta senza abusi Violetta. Se la principessa si decide ad alzarsi non ci sarà bisogno di affogarla con la testa nel cesso. Alzati! – A quel punto le aveva afferrato i capelli e stava per trascinarla sul pavimento quando Punz reagì.
Si voltò con ancora le ciocche ingarbugliate fra le dita di Mavis e le tirò un destro sulla guancia,così forte da farla barcollare.
Lo sapeva,sapeva benissimo che prima o poi sarebbe successo qualcosa del genere.
Intorno a loro i ragazzi si erano affollati per godere dell’avvilente spettacolo,urlando come scimmie che incitano la lotta per la conquista del territorio. Che degrado.
Mavis le corse incontro saltandole addosso con una tale violenza da gettarla a terra.
Adesso era sopra di lei e si stavano affrontando come dei leoni nella savana.
Rapunzel non si fece intimidire e in uno scatto ribaltò la situazione. Adesso Mavis era stata spinta con la schiena verso il pavimento e Rapunzel si fece trasportare da una rabbia e un’aggressività che non credeva le appartenessero.
Fra le urla e gli applausi si sentì improvvisamente afferrare per le braccia.
Qualcuno l’aveva letteralmente sollevata e la stava trascinando via dall’altra per evitare che la situazione degenerasse.
-Lasciami!-
Aveva urlato forte e inutilmente. Il ragazzo che l’aveva “salvata” la stava trascinando in infermeria. Aveva spalancato la porta e l’aveva spinta verso il lettino.
-Ehy,ma si può sapere che cosa ti è preso? – Un moretto dagli occhi intensamente verdi e belli la stava scrutando,ansimando,come lei,a causa dello sforzo nel portarla via da quella baraonda infernale.
Anche lui portava pesanti anfibi e lo squadrò lungo tutta la lunghezza del suo corpo.
Cinture,anelli,anche lui sembrava aver adottato un look alternativo.
Si portò una mano alla fronte scostandosi una ciocca di capelli e in quel momento, Rapunzel,dimenticò per un attimo di aver appena fatto a cazzotti con una studentessa nella mensa.
Lui le aveva rivolto uno sguardo così..sexy,mentre lo faceva che lei trattenne il respiro.
Ma a cosa stava pensando? Neanche conosceva il suo nome.
Mentre lui raccoglieva una benda pulita,come se le avesse letto nel pensiero,si presentò.
-Sono Hiccup,questo è l’ultimo anno per me.- Rapunzel lo stava ancora fissando con l’occhio sinistro che cominciava a gonfiarsi e il livido che prendeva colore sulla pelle,un piccolo taglietto adesso sanguinava leggermente sull’esterno dello zigomo proprio sotto la palpebra inferiore
-Rapunzel,ma puoi chiamarmi Punz,Anche per me è l’ultimo.-
 –L’hai inaugurato nel modo peggiore.-
A quel punto lui le scostò una ciocca di capelli dall’occhio ferito e avvicinò la garza pulita e  bagnata di disinfettante,poggiandola delicatamente sulla ferita,l’altra mano poggiata appoggiata sull’altra guancia. Lei trasalì per il bruciore.
-Ahi…- Aveva sussurrato deboltemente. Lui l’aveva guardata con un sorriso interrogativo.
-Ti scagli contro una bulla dandogliene di santa ragione e poi fai tante storie per un taglietto?- Aveva detto divertito mentre continuava a pulirle il sangue.
-Non sto facendo storie. Mi fa male. Sono un mostro vero?- Chiese pensando a quanto potesse sembrare orribile con il viso gonfio e sfigurato.
-Sei bellissima.- Aveva detto lui distogliendo lo sguardo e allontanandosi dal suo viso. Chissà perché Rapunzel desiderò di essere messa molto peggio perché continuasse ad occuparsi di lei.
-Ehm…hai già finito? Deve esserci ancora del sangue perché...lo sento! – Ok,ci aveva provato. Non era da lei ma ci aveva provato.
-Stai benone. Ma magari la prossima volta evita di sederti laggiù e punta al tavolo accanto alla finestra.-
-Così le prendo dal “proprietario ”di quel posto.-  Sbottò lei,imitando le virgolette con le dita mentre pronunciava l’appellativo.
-Non credo,visto che il “proprietario” ti sta facendo da “crocerossina.”-
La sbeffeggiò imitando il suo gesto con le dita.
Punz lo osservò sorpresa.  Mentre Hiccup si avvicinava con una borsa del ghiaccio e gliela poggiava sull’occhio.
-Mi stai invitando a sedermi con te a mensa?- Aveva sorriso lei divertita e incredula.
-E il premio perspicacia va a questa biondina. Tieni questo sul livido,così almeno non sembrerai Frankenstein.-
-Questo non è molto galante…- Aveva detto strappandogli la borsa del ghiaccio di mano e poggiandosela sul viso. Lui le sorrise e fece per andarsene.
-Ehy,aspetta,dove vai? – Punz gettò il ghiaccio sul letto, si rese conto di essere scattata un po’ troppo in fretta. Lui si voltò e incrociò le braccia al petto,sembrava soddisfatto.
-Immagino che tu voglia sbollire un po’ da sola,quindi tolgo il disturbo Frankenstein.-
A quel punto la biondina simulò uno svenimento,si lasciò cadere sul letto recuperando il ghiaccio e battendoselo violentemente sulla fronte.
-Ahia…- Poi lanciò un’occhiata a lui che la guardava con aria di sufficienza.
-Credo di stare per morire…- Disse lei in un falso tono sofferente.
Allora Hiccup tornò sui suoi passi e quando fu accanto a lei la tirò su,afferrandola per un braccio.
-Ho capito,vuoi che resto qui. Non me ne vado d’accordo?- Disse lui paziente.
-Non ho detto questo!-
-Però l’hai pensato. “Come farò, tutta sola e abbandonata, quando il mio cavaliere senza macchia e senza paura mi lascerà?” – La schernì mettendosi i suoi capelli sulla testa e imitando una vocina ridicola.
-Ma bravo. Quanto ci metti ad uscire da questa stanza?- Aveva sbottato lei irritata.
-E tu quanto ci metti ad accettare di uscire con me? – Aveva risposto lui prima che lei potesse finire la frase.
Rapunzel si sentì improvvisamente avvampare. Il cuore batteva così forte che quasi non le balzava fuori dal petto.
 Avrebbe voluto nascondersi sotto le coperte per non guardarlo. Era così imbarazzante.
 
-Non è vero che ho inaugurato quest’anno nel modo peggiore,se non avessi fatto scoppiare una rissa tu non saresti qui adesso.-
Fu l’unica cosa che riuscì a rispondergli prima di riportarsi il ghiaccio sul livido dolorante.
 

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Capitolo 2
*** Day 2: Dark ***


Day Two: Dark
 
-Fa  caldo …-
-Lo so.-
Il moro si passò nervosamente una mano fra i capelli, mentre gli occhi verdi si stringevano per cercare di lanciare lo sguardo il più lontano possibile.
-Ci siamo soltanto persi…sulla Route 375,in mezzo al deserto del Nevada. Non ci succederà nulla vero?- Sbuffò la bionda con una punta di timore, la lunga chioma intrecciata, la cui punta le giunge fino alle caviglie le dondola sulla schiena come un enorme serpente.
Camminavano da circa trenta minuti e quello che li circondava altro non era che una distesa immensa di terreno sterile e arido.
L’ultimo autobus dal quale erano scesi li aveva lasciati lì, in mezzo al nulla, ed era ripartito senza possibilità di appello. “Non copro questa tratta”. Aveva sbottato l’autista con quell’accento strano,per poi bofonchiare qualcosa  tipo, “Non mi avvicino all’area degli extraterrestri.”
Il sole aveva ormai raggiunto lo zenit e un tantino d’ansia assalì Rapunzel, che aveva tentato di restare calma evitando di farsi prendere dal panico. Presto non ci sarebbe stata più luce, come diavolo avrebbero fatto a camminare lungo quella strada chilometrica? Avrebbero trovato almeno un motel disposto ad ospitarli, una fermata  d’autobus o qualunque cosa fornisse loro riparo o un passaggio per giungere a destinazione?
Le sembrava una situazione dannatamente assurda. Ricordò in un lampo ciò che era successo la sera prima.
-Devo fare un salto nei pressi dell’area più segreta e protetta degli Stati Uniti. Il giornale per il quale lavoro mi ha assegnato uno spazio tutto mio per fare il mio debutto…scrivendo niente meno che un articolo sulle attività militari segrete nel territorio del Nevada!- Aveva urlato tutta eccitata dinanzi alla sua cioccolata, agitandosi sulla sedia della tavola calda “Bee Bù” dove aveva dato appuntamento ad Hiccup per raccontargli la strabiliante notizia.
Lui aveva sorriso e le aveva fatto le sue congratulazioni.
-Ci vai tutta sola?- Aveva chiesto timidamente abbassando gli occhi sulla sua tisana.
Lei aveva esitato per qualche secondo prima di rispondere.
-Non vedo né sento Flynn da due mesi, perché meriterebbe di sapere se mi succede qualcosa di bello?-
-Non ho detto questo, ti ho chiesto solo se ci vai da sola.- Hiccup aveva adottato un tono molto più deciso rispetto alla prima domanda.
-Volevo chiederti di venire con me. Ho bisogno di un amico,è importante. Per favore-
E così lui l’aveva seguita in questa avventura, con la sua gentilezza e timidezza che Rapunzel ammetteva perfino a se stessa di adorare.
 Hiccup era il suo migliore amico da sempre. Quello che la tirava fuori dai guai, quello che sempre l’ascoltava quando le prendevano le crisi di nervi, perfino alle due di notte. Lei si fidava di lui e gli voleva bene. E adesso si sentiva terribilmente in colpa per averlo trascinato in quella maledetta situazione.
Ma lui non le avrebbe mai fatto pesare la cosa. E questo la fece sentire,se possibile,anche peggio.
-Hiccup,scusami. La colpa è solo mia se adesso sei bloccato qui con me.- Disse sottovoce portandosi una mano dietro l’orecchio come per aggiustare i capelli dorati fuoriusciti dalla treccia.
- Non è così male stare con te.- Lui sorrise lanciandole uno sguardo complice e tirandola una leggera gomitata scherzosa.
-Grazie tante…ehy, Perché tu non sudi mai?- La ragazza aveva prima sbottato un grazie sarcastico per poi fare una pausa e rivolgersi nuovamente al suo migliore amico,domandando più a se stessa che a lui,il motivo per il quale il moro non soffrisse quanto lei,che adesso sospirava a causa dell’afoso clima, di giorno in quel luogo era asfissiante e camminare a passo svelto,nonostante il tramonto,le sembrò veramente faticoso.
-Ho solo più autocontrollo. Non fa così caldo,sei solo in ansia.- Aveva detto lui tranquillo,continuando a camminare con le mani infilate nelle tasche dei jeans scuri e stretti.
Sfiorò con un lieve gesto delle dita il collo asciutto e morbido di Hiccup al suo fianco.
Solo dopo averlo fatto pensò a quanto potesse sembrare equivoco e sperò di non averlo imbarazzato,conoscendo la sua riservatezza,così subito parlò per distogliere l’attenzione.
-Incredibile,sei un robot o qualcosa del genere perché io sto morendo…-
Hiccup si lasciò toccare senza ritrarsi. Le dita calde di lei gli avevano donato una piacevole sensazione,un tocco delicato quanto un ortensia,quanto lei stessa.
Decise di voltarsi dall’altra parte per non dire o fare nulla. Che male c’era se lo toccava? Certo,ultimamente cercava il contatto spesso. Ma Hiccup non era abituato a certe cose e non essendo un tipo espansivo pensò di essere stato frainteso.
Insomma, perché improvvisamente gli sembrava di doversi sentire in imbarazzo stando da solo con la sua amica? La domanda si perse insieme al suo sguardo verso l’infinito.
Il sole ormai era calato. L’imbrunire si appropriava del cielo e una sfumatura violetta apparve come fosse la pennellata  di un pittore.
-Fermiamoci un momento. Non ne posso più.-
Rapunzel esausta si accasciò sull’asfalto tiepido con i polpacci doloranti,e Hiccup annuì incrociando le braccia al petto restando in piedi accanto alla bionda.
Si asciugava continuamente la fronte imperlata di sudore col dorso della mano, le guance arrossate e i capelli spettinati le donavano un’aria vagamente eccitante.
Si sentì arrossire per ciò a cui aveva pensato mentre lei teneva lo sguardo puntato verso l’orizzonte e la guardò di sottecchi. Il profilo del naso piccolo e perfetto che sembrava l’avessero scolpito gli angeli,il mascara ben definito che le infoltiva le ciglia lunghe,il rossetto ancora intatto. Bevve un sorso d’acqua stanca della lunga passeggiata ,se così si poteva chiamare, e una gocciolina scivolò impertinente sul suo collo umido. Proseguì sull’unione delle clavicole fino a scivolarle sul petto,che si gonfiava a causa del respiro affannato,infilandosi poi nel segreto celato dalla canotta bianca. Riuscì a intravedere il pizzo del reggiseno, probabilmente troppo stretto perfino per una figura esile come la sua visto che la pelle morbida si era gonfiata sopra la coppa,come se volesse sembrare più prosperosa.
-Avevi appuntamento con un militare dell’area protetta vero? – Cominciò lui distogliendo lo sguardo.
-Si,ma ho dovuto rimandare visto quanto è successo…- Aveva risposto lei seccata.
-E’ per questo che ti sei messa vestiti succinti? – Aveva detto lui sorridendo e distogliendo lo sguardo. –Per fare colpo su di lui? Perché ti rivelasse chissà quali informazioni segrete? – Si sedette di fianco a lei incrociando le gambe in stile pellerossa e poggiando le mani sull’asfalto dietro di se,voltandosi dalla parte opposta al viso di lei.
Rapunzel sgranò gli occhi stupita da quell’osservazione, abbassò la testa scrutandosi i vestiti stranita ,spostò poi gli occhi su di lui con in volto una smorfia a metà fra l’imbarazzo e il divertimento.
-C-cosa? Io non porto abiti succinti! – Aveva detto sorridendo incredula e gesticolando con in mano stretta la bottiglietta d’acqua.
-Si se riesco a vederti la biancheria!- Aveva ribadito lui accennando con il capo alla sua canotta scollata.
-Ma che guardone maniaco! – Scherzò lei tirandogli un buffetto sul collo e portandosi le mani al petto.
Una folata di vento mosse i capelli ramati di Hiccup coprendogli leggermente gli occhi verdi. Il buio calava velocemente,l’unica soluzione era camminare fino alla prossima area di servizio,non appena avessero avuto il coraggio di rimettersi in piedi.
-Se speravi di sedurre quel tizio sappi che non hai armi dalla tua, biondina. C’è veramente poco da guardare! – Hiccup le aveva fatto la linguaccia schernendola.
-Il fascino di una donna non si determina con le sue misure…Perché vuoi forse dire che sbirciare ti ha fatto male agli occhi? –
Scherzò lei fingendo di essere offesa. Si avvicinò a lui un po’ di più. Da giorni sentiva irrefrenabile l’impulso di stargli accanto,di toccarlo,che fosse stato un buffetto,una spinta o qualunque altra cosa, non riusciva a trattenersi dallo stargli vicino. Gli tirò una delle due treccine per avvicinarlo a se,non capiva bene il motivo, ma Hiccup era così diverso dal moccioso che aveva conosciuto anni prima,adesso era diventato più sicuro di se e sicuramente più attraente,e non lo pensava solo perché Flynn l’aveva mollata.
Il vero motivo per cui fra loro era andata a scemare era questo.
Rapunzel cominciava a preferire trascorrere più tempo con quel ragazzo che appellava come “migliore amico” piuttosto che con il ragazzo che l’amava.
Che diavolo le stesse accadendo non lo sapeva,ma Hiccup cominciava a diventare desiderabile. E più lui le sfuggiva più lei non riusciva a pensare ad altro.
-Non è male dai,ma non puoi certo sperare di sedurre un uomo con quell’aria da santa.- Aveva detto lui voltandosi e facendo l’indifferente.
Rapunzel odiava quell’atteggiamento. Non riusciva a capire se lo faceva apposta o se davvero non si accorgeva che lei stava cominciando a provare qualcosa di diverso dalla semplice amicizia.
-Come fai a dirlo? Ho mai provato a sedurti perché tu possa giudicarmi? – Aveva detto indispettita e maliziosa allo stesso tempo.
Allora lui aveva sgranato gli occhi e adesso la stava guardando,una risata imbarazzata sfuggì alle sue labbra. Si passò una mano fra i capelli,perché era un gesto spontaneo quando si sentiva a disagio. Ed era quello che Rapunzel voleva. Farlo stare a disagio,perché significava che si stava abbattendo un muro,perché Hiccup era impenetrabile. E se fosse stato tranquillo altro non voleva dire che la considerava un’amica e punto.
-Ok Punzie,non so seriamente a cosa ci stia portando tutto questo…- Disse abbozzando un sorriso sarcastico,evitando attentamente che i loro occhi si incontrassero.
-Perché sei nervoso Hic? – Incalza,adesso provando seriamente a stuzzicarlo.
-Ti sembro nervoso? -  Si scherma subito prima ancora che lei finisca la frase.
-Mi sembri in imbarazzo ecco…- Risponde lei strisciando più vicino,ancora con la treccina stretta fra le dita. Si appoggiò alla sua spalla scrutandolo più da vicino. Lui restò fermo e calmo ma qualcosa le disse che si stava agitando.
-Punzie,che cosa succede dentro la tua testolina,eh? – Adesso l’aveva guardata sorridendo teneramente e con due dita le aveva toccato la fronte spostandola e allontanandola da se.
-Ehy,cos’è tutta questa diffidenza? – Il tono seccato e l’aria offesa non avevano bisogno di spiegazioni,incrociò le braccia al petto lasciando la treccina.
-Punzie,sei strana ultimamente…-
-Non chiamarmi così.- Adesso la biondina sembrava seria e decisa mentre si spostava i capelli dietro l’orecchio con aria rabbuiata.
-Mi chiamavi così quando ero una bambina,adesso sono una donna.-
-Lo vedo,ma a quanto pare sei una donna molto confusa…- Anche lui aveva adottato uno sguardo serio e adesso non sorrideva più.
-A che ti riferisci? –
-Al modo in cui ti comporti quando sei con me. – Se n’era accorto. Allora non era di ghiaccio come aveva sempre creduto,o forse si, visto che questo la sconfortò. Insomma aveva capito il suo stato d’animo ma restava sulle sue nonostante avesse intuito l’interesse.
-Sono sempre la stessa.- Mentiva sapendo di farlo spudoratamente. Ma negare sempre era una regola.
-Vedi ? Io cerco di parlare,e tu sai quanto è difficile per me,però ti tiri indietro,neghi l’evidenza! – Lui aveva sbottato adesso innervosito e si era alzato cominciando a camminare.
Rapunzel si alzò subito e gli corse dietro provando a fermarlo.
-Ehy,mi lasci qui da sola? Guarda com’è buio,potrebbero rapirmi o…-
-Zitta e cammina…- Hiccup si era infilato le mani in tasca e adesso sembrava un tantino alterato.
-Si può sapere che ti prende adesso? Avanti parla! – La bionda gli afferrò il braccio costringendolo a voltarsi.
Dopo qualche minuto di silenzio lui la guardò e si decise a parlare. Era completamente buio. Non vi era alcuna fonte di illuminazione,di un lampione o di un auto in corsa,che avrebbe potuto far luce sui loro volti contratti.
Rapunzel rabbrividì,che fosse per l’improvviso calo della temperatura o per l’oscurità circostante che sembrava penetrarli,divorando anche loro. Era il loro primo vero litigio da quando erano dei ragazzini.
Lui ricominciò a camminare seguito dai passi lenti e irregolari di lei.
-Vuoi sapere che c’è? Sono stanco di sentirmi una ruota di scorta, una seconda scelta! Siamo amici da anni e ti accorgi di me solo quando Flynn ti molla e va via! Stai solo cercando di consolarti e beh…io non sono un giocattolo o una cura per la tua relazione finita! – Hiccup si stava agitando e Rapunzel non l’aveva mai visto così. Fu in un certo senso sconvolgente,non riusciva a credere di aver scatenato una reazione del genere in lui.
-Io non ti tratto come una seconda scelta! Si può sapere di che cosa stai parlando?!?- Adesso Rapunzel era intenzionata a capire per filo e per segno ciò che Hiccup voleva intendere.
-Fingi ancora che sia tutto normale…sono uscito con Astrid ieri.- Lo disse in tono diretto,duro,quasi come se la stesse provocando.
-Cosa?!? Non posso crederci…- La bionda quasi si fece sfuggire un urlo. Una specie di crampo allo stomaco la costrinse a voltarsi dall’altra parte e storcere la bocca,si portò una mano alla testa.
-Cosa ti da fastidio? Il fatto che sia uscito con lei o che non te l’abbia detto? –
Avevano percorso un bel po’ di strada a passo svelto e adesso si incmminavano  verso le luci che si intravedevano sulla destra,un piccolo market aperto anche di notte. La salvezza.
-Lo stai facendo apposta? Qual è il tuo scopo? Vuoi farmi confessare che mi fa venire il mal di stomaco pensare che magari l’hai anche baciata? –
Strinse i pugni forte e si sentì bruciare di rabbia.
-Che cosa provi per me? – Lui si era fermato dinanzi all’edificio dalle insegne luminose,la stava guardando come se fosse in attesa di qualcosa,il viso per metà illuminato dal blu acceso del neon alle sue spalle creava un gioco di luci psichedeliche che quasi non la incantò.
-Non lo so,non ne voglio parlare e adesso sono arrabbiata! – Cercò di superarlo per dirigersi verso l’entrata del market,quando lui le si parò dinanzi. Indispettita ci provò ancora ma lui si contrappose fra lei e la strada perché non cercasse di scappare da quel confronto diretto.
-Adesso tu mi dici come stanno le cose perché non ti muovi da qui finché non lo fai.- Ordinò autoritario con un abbozzo di sorriso stampato sul volto.
Allora lei lo guardò negli occhi fra esasperazione e agitazione,incrociò le braccia al petto prima di avvicinarsi a lui e ,con molto imbarazzo, lo afferrò per il colletto della maglia e lo tirò a se per stampargli un fugace bacio sulle labbra.
Fu veloce e morbido come il vento.
Hiccup realizzò solo dopo qualche secondo quello che era appena accaduto,a pochi centimetri dal viso di lei che lo guardava con quegli enormi occhioni verdi pagliuzzati di giallo.
-Non voglio parlare…- Questo bastò perché lui si ammutolisse,probabilmente ciò che stava succedendo ad entrambi lo sapevano perfettamente,senza aver alcun bisogno di spiegazioni,ma Hiccup si riscosse dal torpore e sfiorandosi le labbra si riprese.
Rapunzel aveva ormai superato la sua figura e si avviava verso il ristoro quando il moro le afferrò un polso,ma improvvisamente non seppe cosa dire,era talmente stordito dal gesto della bionda che qualunque frase di senso compiuto lo aveva abbandonato.
Allora lei strinse gli occhi e si avvicinò sospirando, per poi afferrargli una ciocca di capelli e tirarlo verso di se perché si abbassasse alla sua altezza e la sentisse bene.
-Non voglio che tu veda altre donne.-
Scandì le parole in modo che non potessero essere fraintese e a Hiccup non restò che una mente annebbiata da quell’improvviso sentimento che li stava trascinando in un vortice che diradava il buio in cui era sprofondato il loro rapporto e adesso faceva spuntare il fuoco di una meteora all’orizzonte.
 
 
Angolo dell’autrice:
Il secondo giorno della Hiccunzel week prevedeva  il “Dark” come tema e io ho scelto il buio del deserto come contesto e il buio metaforico che è calato fra loro in questo capitolo (Risolto, fortunatamente) Spero vi sia piaciuta e ringrazio chiunque recensisca o anche solo passi a dare un’occhiata.
Alla prossima! J
-Shin

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Capitolo 3
*** Day Three: Seasons ***


Day Three: Seasons
 
-Oggi non ho nessuna voglia di venire a scuola. Lasciami qui nella mia depressione e chiudi la finestra! C’è troppa luce!- Si tirò le coperte fin sopra la testa scomparendo completamente alla vista della biondina.
-Mi sono persa il momento in cui sei diventato un vampiro.- Si avvicinò al letto, e cercò di scoprirgli il collo, tirò un pochino il pigiama verde per lasciare la pelle nuda in quella zona e la sfiorò col dorso della mano, per poi allontanarsi dopo uno strattone da parte sua, che lo nascose nuovamente. –Hai le mani fredde!-
Lei storse il naso e si mise le mani sui fianchi in attesa di un minimo cenno di vita da parte del ragazzo avvolto nel piumone.
Lo punzecchiò con due dita bruscamente affondandole e cercando di raggiungere la consistenza del suo corpo sotto gli strati di coperte.
-Non sei stato morso, beh, giusto per fartelo sapere, io odio i vampiri, preferisco gli zombie a pensarci bene.- Si portò un dito al mento riflettendo sulla questione quando una voce ovattata la interruppe.
-Sarai accontentata, è così che mi sento stamattina.- Un mugolio lamentoso accompagnò la frase ironica provocando i nervi saldi della ragazza.
-Ok l’hai voluto tu!- Afferrò un lembo di stoffa tirando all’insù molto forte, non che per sollevare Hiccup ne occorresse molta visto quanto fosse gracile, il risultato fu un esilarante volo giù dal letto, attutito in parte dalle lenzuola che gli ricaddero addosso sconvolgendolo senza pietà.
I lamenti divennero vere e proprie imprecazioni e Rapunzel non poté fare a meno di ridere per ciò che gli aveva appena fatto.
-Il tuo ruzzolone giù dal letto è un modo perfetto per cominciare la giornata di buon umore! –
Esclamò contenta sedendosi sul comodo cumulo di piume d’oca sotto il quale vi era l’amico.
 -Ahi! Levati di dosso! Come può mettermi di buon umore cadere dal letto?– Decise di rimettersi in piedi prima di soffocarlo.
Hiccup si alzò come Dracula si risveglia dal sonno eterno in una tomba.
-E chi parlava di te! Forza vestiti in fretta, mi hai promesso di fare colazione insieme oggi! Guarda che è il mio compleanno!- Gli gettò dei vestiti in faccia prima che potesse ribattere, lui li scostò bruscamente prima di risponderle.
-Ti ho già fatto una sorpresa a mezzanotte.- Le aveva regalato una cavalletto tutto nuovo per le sue tele e un set di pregiati pennelli, era stata così felice che lo aveva abbracciato e per un momento aveva avuto la sensazione che avesse altre intenzioni, ma lui l’aveva bloccata prima che facesse un gesto avventato e le aveva piazzato una torta sotto il naso.  
Mentre stava ancora riprendendo i sensi la sentì scavalcarlo per raggiungere la finestra e spalancarla.
-La cosa che mi piace di più del mio compleanno è il fatto che sia lo stesso giorno in cui arriva la primavera! Non è fantastico? Poi guarda che meraviglioso sole risplende oggi, sembra che sia tutto per me.-
Hiccup intanto stava cercando di non barcollare troppo vistosamente cercando la sua cintura.
-Si, si…io preferisco l’autunno.- Disse sfilandosi il pigiama e restando a torso nudo.
-L’autunno e la primavera sono molto simili come clima ma uno segna una rinascita e l’altro invece…- Si era già infilato i jeans scuri e stretti mentre lei inneggiava alla stagione quando si rese conto di quanto fosse in disordine la camera.
-E’ comunque più affascinante, poi c’è Halloween.- Alzò gli occhi incontrando quelli di lei, mentre si immobilizzava con la maglietta sospesa a mezz’aria in attesa di essere indossata. Rapunzel lo scrutava in modo strano.
-Che c’è?- Chiese sorpreso.
-T-ti sei spogliato…-
-Se vuoi esco col pigiama.- Disse indicando un punto imprecisato nello spazio circostante.
-Voglio dire…davanti a me.- Sembrava che lei fosse sconvolta.
-Veramente eri girata verso la finestra.- Si infilò la maglietta ignorandola e afferrò la cintura stringendola fino all’ultimo buco.
-Sei così magro che se ti giri di profilo sembri un foglio.-
-Ehy!- Le lanciò un cuscino in faccia facendola cadere sul cumulo di coperte ancora gettate a terra.  I suoi sbuffi e le sue lamentele sul fatto che aveva perso mezz’ora a truccarsi decentemente non scossero minimamente Hiccup, che si inginocchiò accanto a lei indicandole i capelli.
-Tu, Donna. Rifammi le trecce.- Ordinò in modo solenne mentre lei lo guardava perplessa.
-Ma cosa sono la tua serva? – Gli afferrò le trecce trascinandolo nel letto improvvisato sul pavimento.
-Non farmi il solletico o urlerò che mi stai molestando!–
-Ma sei tu che hai le mani lunghe biondina!-
Scoppiarono entrambi in una fragorosa risata. Le gote di Rapunzel si arrossarono lievemente sul viso candido e lui non poté fare a meno di notare quanto fosse carina.
Hiccup sapeva benissimo che lei era proprio come la stagione che adorava. Il suo viso ricordava una distesa di neve dal quale nascono improvvisamente papaveri rossi. Un adorabile e delicato fiore appena sbocciato a marzo, ancora legato al gelo invernale.
Un gesto spontaneo lo portò a spostarle una ciocca di capelli dal viso.
Osservò gli occhi verdi e luminosi del ragazzo più da vicino.
Rapunzel aveva sempre identificato Hic come l’autunno. Il suo viso esposto ai deboli raggi del sole si costellava di lentiggini che andavano man mano svanendo col passare degli anni.
Come le foglie che cadevano in autunno trasportate dal vento, il silenzio avvolto dalla malinconia e dal mistero che caratterizzava quella stagione, lui stesso.
Rapunzel amava sia la primavera che l’autunno, perché simili e differenti allo stesso tempo.
Freschi e piacevoli, mai troppo freddi e mai troppo caldi. Si portò un dito sulle labbra  sfiorandole e abbassando gli occhi e poi sussurrò.
-Hic,ti rivelo un segreto,l’autunno è la mia stagione preferita…-
 
 
Angolo dell’autrice:
Il tema del terzo giorno era “Seasons” e io ho ritenuto opportuno associare il capitolo alle due che riteniamo un po’ tutti più inerenti ai personaggi. Hic rappresenta l’autunno pienamente come Rapunzel la primavera.
La frase finale di lei lascia intendere che abbia scelto  la sua stagione preferita associandola alla sua “persona” preferita in realtà. Era una cosa che ci tenevo tanto a fare!
Spero vi sia piaciuta. Grazie per le recensioni,se ci saranno e per chiunque passerà anche solo a leggerla.
Vi ringrazio e alla prossima!

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Capitolo 4
*** Day four: Heartstrings ***


Day Four: Heartstrings


-Ricordami ancora una volta perché ti ho seguita in questa follia.- Sbottò il moro guardandosi intorno.
-Dai Hic! Ci divertiremo!- Rapunzel sembrava veramente eccitata all’idea di imbucarsi a quella festa, chissà perché poi.
-Lo sai come finiscono queste feste? Ragazzi ubriachi che si accoppiano sui divani come conigli, e poi ti vomitano addosso il punch corretto con chissà quale schifezza!- Rispose gesticolando nervosamente Hiccup, che di feste ne capiva il necessario per tenersene alla larga.
-Oh insomma, ma da quando sei diventato così noioso?-
-Da quando preferisco stare a casa a guardare film piuttosto che avere a che fare con la mediocrità di questi adolescenti frustrati.-  Ma si interruppe subito visto che la bionda lo prese per mano e varcò la soglia del festino improvvisato a casa di Johnny, il quarterback della squadra di football.
C’erano giovani ovunque voltasse lo sguardo. Incredibile quanto potesse girare in fretta la voce di un party, se avesse fatto una cosa del genere a casa sua e suo padre l’avesse scoperto di sicuro avrebbe potuto salutare la vita sociale, Stoick l’avrebbe chiuso in camera gettando via la chiave.
La musica in sottofondo non riuscì comunque a coprire gli schiamazzi della folla. Fu improvvisamente spinto da qualcuno, questo lo costrinse a voltarsi verso la rampa di scale dove il padrone di casa amoreggiava con Mavis, la ragazza dark dell’ultimo anno.
Ma nessuno dei due aveva attirato la sua attenzione visto che erano fin troppo impegnati, fu bensì Astrid Hofferson, la bionda capo cheerleader che da qualche mese sembrava essersi accorta di lui e cercava in tutti i modi di avvicinarlo. Si rese conto che Rapunzel aveva lasciato la sua mano ed era corsa a salutare Anna accompagnata da Kristoff.
Si voltò a guardarla chiacchierare con la coppia mentre Astrid non accennava minimamente a lasciarlo andare.
-Haddock!- Urlò autoritaria al di sopra della musica.
-Ehy, Astrid...ehm, ciao! – Balbettò qualcosa di incomprensibile visto che fu preso alla sprovvista.
-Mi stavo proprio annoiando sai? Poi ti ho visto entrare e…- Allungò una mano verso i suoi capelli spostandoglieli con un buffetto.
-Ehhh, già! Io dovrei proprio…-
-Bere qualcosa magari. – Prima che potesse rendersene conto la cheerleader gli teneva un bicchiere di punch sotto il naso e dopo averla osservata  con insicurezza accettò.
Lo bevve tutto fino all’ultimo sorso, aveva bisogno di dimenticarsi per un momento chi era, come la pensava su certe feste e soprattutto non poteva permettersi di fare la figura dell’idiota con una ragazza così.
Strizzò gli occhi a causa del bruciore alla gola dovuto all’alcol, ma si riprese e sorrise ad Astrid che non aspettava altro che spassarsela, brilla e rossa i viso  ricambiò uno sguardo di complicità.
Dopo circa dieci minuti di risate a crepapelle insieme a quei due Anna le si avvicinò all’orecchio perché la sentisse meglio, cercando di sovrastare la musica assordante.
-Ehy Punzie! Ho dimenticato di chiederti se sei venuta da sola.-
-Ehm…veramente no. C’è anche Hiccup con me.- Rispose ricordandosi di averlo perso di vista e sprofondando nel senso di colpa di aver lasciato da solo un gatto diffidente in quella gabbia di leoni.
–Oh no! Anna aiutami a cercarlo! -
La ragazza dai capelli ramati annuì e fece segno a Kristoff di aspettarla.
Dopo averlo cercato fra il salotto e la cucina e aver chiesto in giro di lui a qualcuno e ricevendo solamente risposte negative Rapunzel cominciò ad agitarsi e spinse Anna verso il giardino.
-Starà chiacchierando con qualcuno! Perché sei così preoccupata?-
-Ad Hic non piacciono queste feste! Sono sicura che mi ammazzerà per averlo trascinato qui e poi lasciato da solo! –
-Io dico che si sta divertendo più di te…-
-Cosa?!?-
Anna si era fermata mentre la bionda cercava con lo sguardo il suo amico, rispondendo alla sua affermazione distrattamente, ma prima che potesse disperarsi per non averlo trovato neanche lì fuori l’amica la prese per le spalle e la costrinse a voltarsi verso il fondo del cortile.
Hiccup e Astrid ridevano a crepapelle gettandosi addosso il punch che era avanzato nei loro bicchieri, per poi gettarsi a terra e rotolando nell’erba come dei capretti.
-Oh mio Dio.-
-Ti avverto Punzie, gestire una sbornia di quella portata non sarà semplice. Ne so qualcosa…-
Ma la bionda non rispose, si perse completamente nei meandri delle sue sensazioni, perché per la prima volta guardò Hiccup e si sentì avvampare. E non perché lui, al contrario di lei,si stava divertendo, ma perché lo stava facendo con un’altra persona, un’altra ragazza, e questo la irritò in modo terribile. La complicità con cui giocava con Astrid, la malizia con cui  lei adesso gli sorrideva approfittando della situazione, la fece improvvisamente infuocare al punto che cominciò ad attraversare il prato a grandi falcate.
-Punzie, aspetta che fai? – Anna tentò di convincerla a tornare indietro ma ormai era già partita in quarta.
-HICCUP HADDOCK!- Urlò prima di arrivargli ad un palmo di naso.
-Ehy, amica mia! Voglio festeggiare con te! – Disse indicandola con uno sguardo ebete. Astrid gli si avvinghiò alla spalla squadrandola da capo a piedi.
-La serata finisce qui. Tu adesso vieni con me! –
-Si sta solo divertendo, e dovresti farlo anche tu, che problema c’è? – Sbottò la cheerleader sorridendole.
-Io suggerisco di imbottirlo di caffè dopo il vomito che ne seguirà! – Anna si intromise suggerendo la soluzione e cercando di calmare gli animi.
Rapunzel afferrò Hiccup per un braccio e lo tirò verso di se.
Astrid si lasciò cadere sull’erba ubriaca persa e Rapunzel guardò Anna interdetta.
-Io penso a lei, tu occupati di Hic.-
La biondina annuì convinta e trascinò Hiccup dentro casa che nel frattempo rideva come un matto e salutava chiunque con battute assurde. Afferrò la brocca colma di caffè che era stata probabilmente preparata in previsione dei disastri che l’alcol avrebbe causato.
Incrociarono Ruffnut su per le scale e lui le urlò qualcosa.
-Ehy Ruff! Sei proprio carina stasera! – In tutta risposta la ragazza sbuffò acida proseguendo.
-Avresti dovuto pensarci prima! –
Rapunzel lo spinse verso il bagno e richiuse la porta alle sue spalle.
-Siediti qui e non muoverti.-
Lui barcollando si sedette sul bordo della vasca e guardò i suoi capelli come se li vedesse per la prima volta.
-Hai dei capelli così biondi e lunghi…-
-Ma non mi dire! –
Bagnò un’asciugamani e la strizzò per bene per inumidirgli il viso, gli spostò i capelli all’indietro e a vide sotto il riflesso della luce le pupille ristrette e gli occhi incredibilmente verdi che quasi le sembrarono alieni.
-Questa è stata una pessima idea. Non avrei dovuto portarti qui, è tutta colpa mia.-
-Sei la più bella di tutte! E vorrei comprarti un clown! – Disse sorridendole dolcemente come un bambino, mentre lei in piedi di fronte a lui gli tamponava il viso per rinfrescarlo.
-Ma grazie, anche se non è vero.-
-Invece si! Mi regali una tigre? –
La bionda si allontanò per versare del caffè in una tazza e porgergliela.
-Bevilo tutto e cerca di riprendere lucidità. Sei così strano da ubriaco! – Disse incrociando le braccia al petto davanti a lui e guardandolo incuriosita. Vedere Hic perdere il controllo fu perfino divertente.
-Fa schifo. Questa roba è amarissima!- Allontanò la tazza e fece una smorfia di disgusto che a Rapunzel sfuggì un sorriso.
-Bevi!- Ordinò sedendosi accanto a lui e spostandogli una ciocca di capelli dal viso.
Lui si strofinò gli occhi e continuò a bere sotto la dittatura dell’amica.
-Mi gira la testa…-
-Fra poco passerà.-
Ci fu un momento di silenzio e Rapunzel decise di approfittare della sbronza di Hiccup per chiedergli ciò che sospettava e la turbava. In fondo gli ubriachi non dicono sempre la verità?
-Hic…?-
-Uhm…-
-N-non è successo nulla con Astrid vero?-
-Si.-
E in quel momento la bionda sentì un tuffo al cuore che la paralizzò sul posto.
-Vedeva la Professoressa Caporal ballare il tip tap con un boa di piume rosa. Credo di averla vista pure io…-
Rapunzel riprese a respirare dopo quella stramba affermazione e riacquistò il controllo di se stessa.
-Hiccup, intendevo…l’hai baciata? Lei ha baciato te? Avete fatto sesso?- Chiese alzando il tono di voce e avvampando come una torcia.
-Pfff…!!! –
Il ragazzo non fece altro che scoppiare a ridere come se avesse raccontato una barzelletta.
-Cosa ci trovi di tanto divertente? –
-Perché io bevo e tu sei ubriaca! Ma come ti vengono certe idee? – Sorrise guardandola e sorseggiando il caffè. E Rapunzel si sentì sollevata, non capiva esattamente perché, ma il modo in cui il suo cuore si era comportato quel venerdì sera le fece pensare che forse avrebbe dovuto rivedere le sue priorità. Avrebbe dovuto seriamente chiedersi se il motivo per cui la preoccupava tanto il fatto che ci fosse stato qualcosa fra loro derivasse solamente dal dispiacere che sarebbe stato un atto scaturito solo da un ubriacatura o perché effettivamente i suoi sentimenti per lui erano cambiati e la gelosia l’avrebbe divorata se avesse saputo che Hic avrebbe baciato una ragazza che non fosse lei.

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