Terza persona

di jo17
(/viewuser.php?uid=479885)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo quinto ***
Capitolo 6: *** Capitolo sesto ***
Capitolo 7: *** Capitolo settimo ***
Capitolo 8: *** Capitolo ottavo ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo ***


Lei era il buio.
Il nero più assoluto.
Era la tenebra capace di spegnere anche la luce più brillante e luminosa.
E quella che incontrò sul suo cammino era una di esse, la luce più splendente che avesse mai visto.
 
Il suono di un pianoforte.
 
Alex era ferma sulla sua moto intenta ad osservare l’andirivieni delle persone, incessante ed alienante. Aspettava il segnale del semaforo, il segnale che le avrebbe permesso di riprendere la sua corsa.
Il motore fremeva, come il suo cuore, pronto ad assorbire il brivido di una partenza scattante e veloce.  Fu distratta dal suono di un pianoforte, si guardò in intorno per capire da dove provenisse, era come un’isola di pace e di armonia in quel caos d’auto e di passanti. Si domandò come facesse a giungere a lei così nitido e pulito, ne dedusse che doveva provenire da una casa lì vicino… conosceva quella sinfonia ma non ne ricordava né il nome né l’autore.
Una sinfonia antica.
Il suono di un clacson.
Alex rientrò in se e si rese conto che quel mostro urbano aveva illuminato il suo terzo occhio verde.
 
Non aveva una meta ben precisa, d’altra parte come spesso le accadeva, era il puro piacere di andare al massimo, il puro piacere della corsa, con l’illusione che la strada fosse infinita, di poter andare avanti pensando che il mondo fosse semplicemente lì, pronto ad essere scoperto, prendere una strada e percorrerla fino in fondo, senza guardare indietro.
E lei indietro non si voltava mai, forse per codardia o forse semplicemente perché credeva che il passato appartenesse solo a se stesso, non contava, non serviva restare a rimuginare su cose già accadute, erano state già vissute e non aveva alcun senso sprecare il presente cercando di riviverle, abbandonandosi a quel senso di malinconia quasi suicida.
 
Era convinta che tutto ciò che c’era da prendere era stato assimilato, quello che aveva da insegnarle lo ha fatto nel suo presente.
Non restava altro che guardare avanti.
O semplicemente perché a guardarsi indietro rischiava di cadere in un baratro senza fine.
 
E poi al momento Alex si lasciava alle spalle un’ennesima storia finita da un pezzo, o semplicemente mai iniziata. La sua relazione con Siria era qualcosa di distruttivo, era il puro piacere fisico di stare insieme, di toccarsi, di non staccarsi mai, era totalmente inebriata dalla sua bellezza e provava come un senso di orgoglio nel possedere una come lei, una bellezza selvaggia, con due occhi di brace che sapevano accendere ogni fibra del suo corpo e capelli neri come la notte, ma in quei capelli c’era veramente la notte, una notte buia dove Alex adorava perdersi. Aveva l’illusione che in lei riuscisse a trovare tutto ciò che desiderava, tutto quello di cui aveva bisogno. Siria invece giocava semplicemente, era attratta da Alex soltanto perché si somigliavano fisicamente e il suo egocentrismo ne era quasi appagato, anche se a volte le diceva che le invidiava il colore chiaro dei suoi occhi, ma concludeva affermando che per quanto a volte potevano apparire freddi e crudeli, le avrebbero conferito uno sguardo limpido che si addiceva più ad Alex che a lei.
 
Siria adorava la precarietà in cui vivevano, il suo principale piacere era quello di fare uscire la parte più sfrenata e disinibita di Alex e quando era con lei, quest’ultima, pensava che non ci sarebbe stato niente che non credesse di poter fare o che non volesse fare. Faceva uscire quel lato di lei che temeva di più, e di cui Siria invece era inevitabilmente attratta.
 
Alex aveva sempre avuto la consapevolezza che in lei esistevano due personalità distinte, una era la sua parte razionale, con una vita quasi regolare, con un lavoro che per quanto precario adorava, piena di voglia di vivere e di amare, e l’atra invece era puro rancore, rabbia e un’ infinita tristezza e solitudine.
La parte più buia del suo essere, eppure nonostante tutto, questa era la parte di lei che le somigliava di più, che riconosceva da sempre.
 
Con Siria aveva rischiato la vita più di una volta, si ubriacavano fino a non capir nulla e facevano uso di sostanze delle quali Alex non domandava mai la provenienza, le bastava che fosse lei a dargliele e a spingerla in quell’oblio dove non aveva più coscienza di se stessa. Si fidava scioccamente e si illudeva che Siria tenesse a lei almeno un pò, ma in fondo sapeva che non era in grado di amare nessuno al di fuori di se stessa e forse era per questo che l’affascinava così tanto, era la sua capacità di mettersi al primo posto sopra ogni altra cosa, si poteva chiamare egoismo ma era molto di più, e comunque Alex credeva che fosse una capacità che a lei mancava totalmente.
Tranne quando si trovavano insieme, o così pensava, perché a conti fatti non faceva nient’altro che quello che Siria le chiedeva.
 
Il loro rapporto, se così si poteva chiamare, si alternava a stati di totale assenza dal mondo intero a situazioni che mettevano a dura prova le persone che le stavano vicino. Poi accadde in Alex qualcosa che fece riprendere il sopravvento alla sua parte razionale, forse fu il guardarsi allo specchio e non riconoscersi o il rendersi conto che ricordava ben poco degli ultimi mesi trascorsi. Pensò che forse aveva alimentato abbastanza il suo egoismo e ripensò alle persone che l’amavano, la famiglia, gli amici più cari, e infine avvertì l’illusione che forse poteva esserci un po’ di felicità anche per lei al di fuori di quella stupida giostra sulla quale si trovava con Siria.
 
Ma come poteva esserci felicità nella menzogna.
 
Comunque si decise a lasciarla nella speranza di allontanare con lei anche il lato oscuro della sua anima.
 
Fu dura per Alex resistere al suo richiamo, avevano più o meno lo stesso giro,e per quanto Siria si prendesse gioco di lei per quello che le aveva detto l’ultima volta, quando le disse che ormai si sentiva abbastanza adulta per decidere che il tenore di vita che stavano conducendo non la soddisfaceva più, che voleva un po’ di stabilità, magari con qualcuno da amare e che la amasse a sua volta e, soprattutto, non aveva più nessun bisogno di una compagna di giochi che la spingesse oltre ogni limite.
Ormai sentiva di aver giocato abbastanza.
Siria le rispose che era patetica e che Alex si illudeva di volere tutte queste cose, perché nel profondo del suo cuore sapeva che non era possibile, che non avrebbe mai trovato quello che cercava perché, per le persone come lei, sarebbe stato impossibile trovare qualcuno abbastanza folle da amarla per quello che era. Purtroppo Alex fu costretta ad ammettere con se stessa che aveva ragione.
Sapeva benissimo a cosa si riferisse, alla fine forse non era una persona degna d’amore.
 
Forse una persona che non era in grado di farsi amare
 
Ma nonostante questo Alex si sentiva così incompleta, sentiva che c’era qualcosa che le mancava, sapeva che ciò che aveva non le bastava più.
Alla fine decise di saltare in sella alla sua moto per uno di quei suoi tipici viaggi senza meta, quelli dove spariva per un po’, quelli in cui credeva di ritrovare se stessa e il suo equilibrio.
 
Rimase a zonzo per l’Europa del nord facendo foto che avrebbe venduto a un buon prezzo a riviste per turisti o a qualche agenzia pubblicitaria, era così che si guadagnava da vivere,  le foto erano la sua unica passione, si era sempre ritenuta fortunata perché riusciva a vivere facendo quello che più amava nella vita, credeva che non le occorresse nient’altro che una buona macchina fotografica e la sua moto per ritenersi la persona più felice sulla faccia della terra.
 
Sino a quando non tornò da questo viaggio.
 
Il caso volle che al suo ritorno Siria fosse troppo impegnata in altre attività molto più interessanti che occuparsi a tormentarla, si poteva dire che quasi non si accorse della sua presenza e questo ferì il suo smisurato orgoglio. Ma per quanto le fosse divenuta odiosa non poteva però non ammettere che le mancavano il turbine di sensazioni che le faceva provare.
Fortunatamente i suoi più cari amici vennero in suo soccorso, Leo Matteo e Tania.
A loro Alex doveva più che un favore, loro c’erano sempre, tutte le volte che si era ritrovata con “le ruote a terra”, e facevano di tutto per aiutarla a rimettersi in carreggiata.
Per Alex l’amicizia aveva un valore del tutto speciale, non era come per la famiglia, che non si sceglie ma semplicemente ti capita, grazie ad una roulette del fato. Gli amici te li scegli o, come nel suo caso, furono loro a scegliere lei.
 
Leo lo conosceva da una vita intera, viveva vicino casa sua ed erano diventati compagni di giochi. Ricordava quel bambino biondo con la pelle dorata dal sole e con quello sguardo dagli occhi scuri e penetranti e quel sorriso che sembrava prendersi sempre gioco di tutto e tutti, per lui nulla sembrava essere troppo importante, a parte Alex, per lui la sua amica rappresentava l’unica persona per la quale valeva la pena di fermarsi a riflettere, tutto il resto era un gioco, l’intera vita era un gioco. Con lui il destino non era stato benevolo, la lotteria della vita lo aveva collocato in una famiglia dov’era stato privato troppo presto della madre e suo padre, rimasto solo, si era dedicato prima al lavoro, ignorando totalmente il figlio, e dopo qualche anno a ricostruirsi una nuova famiglia. Leo non sopportava la nuova moglie e questo faceva si che viveva praticamente da Alex, dove si sentiva veramente a casa. Aveva ricordi di ragazzina in cui il padre di Leo lo veniva a riprendere sbraitando e tirandoselo dietro con forza perché lui non aveva nessuna voglia di ritornare in quella casa dove si sentiva un estraneo. Crescendo erano diventati l’uno l’ombra dell’altro, non c’era posto che Alex frequentasse dove non venisse anche lui o persona che Leo conoscesse che poi non le presentasse. Sembravano avere un filo di connessione per il quale non servivano le parole per comprendersi, a volte uno iniziava un discorso che veniva sistematicamente concluso dall’altro e per questa cosa venivano spesso presi incautamente in giro, perché chi li conosceva sul serio sapeva che a volte quei due messi insieme sapevano essere pericolosi e sconsiderati.
 
Con Tania invece si incontrarono appena adolescenti, frequentavano la stessa classe, ed Alex era rimasta affascinata da questa ragazzina socievole e allegra, così in forte contrasto con lei, e forse proprio per questo contrasto furono attratte l’una dall’altra, anche se ad essere sincera la prima cosa che Alex aveva notato di lei era il suo aspetto, il suo portamento che poteva ricordare quello di una ballerina classica. Possedeva una folta capigliatura di morbidi ricci castani e due enormi occhi verdi, gli occhiali da vista che a volte portava le conferivano un’aria da intellettuale ma, tutte queste cose e questa prima impressione che si aveva di lei svaniva una volta conosciuta e così scoprivi che non le si addiceva per niente, Tania era un misto di goffaggine e simpatia. Quando iniziarono a frequentarsi Tania comprese subito che dietro all’aria di fredda non curanza verso gli altri di Alex, si nascondeva una profonda insicurezza. Alex ricordava come lei cercasse sempre di spronarla ad uscire dal suo guscio, e se si fermava a riflettere era una cosa che continuava a fare. Tania poteva passare le ore a parlare con lei, a raccontarle tutto quello che le accadeva o che semplicemente le passasse per la testa, sapeva che Alex non l’avrebbe mai giudicata e teneva sempre in grande considerazione quello che le diceva, e infine avevano avuto entrambe sin dall’albore della loro amicizia la certezza che ci sarebbero sempre state l’una per l’altra.
 
Per ultimo era arrivato Matteo, lui venne qualche anno dopo Tania, lo incontrarono durante uno sciopero studentesco e a sentire lui notò subito Tania e non poté fare a meno di conoscerla. Alex ricordava che lui fece di tutto per conquistarla, aveva un modo tutto suo di corteggiarla,e di quel periodo le rimanevano impresse le lunghe serate al telefono con Tania che non sapeva decidersi se gli piacesse davvero o se fosse solo per la sua estrema dolcezza. Un giorno Alex se lo trovò davanti, Matteo aveva capito che lei poteva essere la porta d’ingresso per il cuore di Tania, all’inizio le diede molto fastidio, ricordava ancora di come lo trovò ad aspettarla seduto sul suo motorino, con quella zazzera di capelli scuri sempre arruffati, cosa che con il tempo non era cambiata, la fissava e aveva stampato in viso un timido sorriso che lasciava trapelare un po’ di imbarazzo, Alex col tempo comprese che la prima sensazione che provò in quel momento fu di gelosia, ma poi quando iniziò a frequentarlo non poté fare a meno di pensare il meglio di lui. Era molto divertente e aveva un gran cuore, la colpì soprattutto per il suo impegno sociale, non era facile vedere un ragazzo di sedici anni fare volontariato in alcuni pensionati, il suo ruolo consisteva soltanto in qualche ora in cui si dedicava semplicemente a tener compagnia a queste persone, spesso le raccontava di come trovava interessante parlare con loro, alcuni erano dei veri e propri libri di storia viventi, adorava sentir chiacchierare veterani della grande guerra, le loro storie lo lasciavano senza fiato e stupito di come queste persone avessero potuto affrontare situazioni che a pensarci oggi farebbero tremare chiunque. Oltre a questo poi era pieno di interessi e impegni, difficilmente lo trovavi fermo ad oziare, era sempre impegnato in qualche attività. Comunque era riuscito a conquistare la sua stima e Alex non poté fare a meno di “sponsorizzarlo” con Tania, dicendole che sarebbe stata veramente una stupida se non gli avesse dato almeno una possibilità. Le diede retta e da allora non si erano più lasciati. Matteo era quello a cui Alex ricorreva quando aveva bisogno di scaricarsi la coscienza, o per qualcosa che aveva fatto e di cui si vergognava profondamente e non sapeva come uscirne, o semplicemente se aveva bisogno di qualcuno che le indicasse la via giusta da prendere, era sempre sopra le parti e le dava oltre a qualche bella lezione anche una grande sicurezza.
Ma per Alex la cosa più importante fu vedere Leo costruire un rapporto solido con loro, insomma quando erano insieme e si ritrovava a guardarli non poteva non ritenersi una persona fortunata.
 
Quindi al ritorno del suo ultimo viaggio, quando videro che correva di nuovo il rischio di ritornare nuovamente a gravitare intorno all’orbita di Siria, fecero di tutto per aiutarla, per non farla cadere di nuovo, le volevano abbastanza bene da impedirle di fare i suoi soliti sbagli e, ammisero che il loro non era puro altruismo, e le fecero capire senza mezzi termini che quand’era con lei era davvero odiosa, per cui o lei o loro, e fortunatamente aveva abbastanza cervello per fare la scelta giusta, così si mise completamente nelle loro mani.
 
Così iniziarono a coinvolgerla in normalissime serate con delle loro nuove amicizie, ragazzi tranquilli, con una vita tranquilla, in verità Alex si annoiava da morire e spesso si domandava dove cavolo li avessero pescati  ‘sti tipi così “inquadrati”, il massimo della loro trasgressione era una serata in discoteca il sabato sera.  Ma il loro sforzo di renderle la vita il più tranquilla possibile e soprattutto il tenerla lontana dai guai era talmente commovente da impedirle una fuga a gambe levate.
 
La cosa che la innervosiva ancora di più era che con queste persone si usciva in “branco”, non si era mai meno di una quindicina di persone e Alex lo detestava, perché alla fine si ritrovava sempre a parlare solo con i suoi tre amici  e allora si domandava perché cavolo non erano usciti per conto loro, almeno avrebbero potuto scegliere il genere di serata che volevano senza i condizionamenti di questi sconosciuti.
Neanche a dirlo i suoi carissimi amici non erano d’accordo, sostenevano che la colpa era solo di Alex e del suo caratteraccio e in fine, la loro carta “vincente” era il sostenere che dovevano allargare i loro orizzonti.. naturalmente Alex restava del suo parere soprattutto perchè si rendeva conto che si era talmente in tanti da non distinguere chi era del gruppo o meno, e se anche avesse voluto stringere dei rapporti di cordiale amicizia con questi nuovi ragazzi non ci sarebbe riuscita.
Comunque nonostante tutto cercava di assecondarli il più possibile per quanto iniziasse a stancarsi.
 
Era una sera di fine ottobre quando come al solito la chiamò Leo.
 
  • Ciao Alex! Fra meno di un ora passiamo a prenderti.
 
Era un classico, il metterla davanti al fatto compiuto era il suo modo di impedirle di rifiutare, e il fatto che stava usando la “sua arma segreta” sin dall’inizio non le fece presagire niente di buono, cioè un’altra delle sue serate grandiose con i nuovi conosciuti. Fuori faceva freddo e Alex non aveva nessuna intenzione di uscire e si ripromise che per nessun motivo si sarebbe lasciata coinvolgere in qualcosa, e soprattutto non in un’altra serata da “branco”, non era dell’umore adatto, c’era qualcosa che aveva ripreso ad agitarsi in lei e sentiva vicino il momento in cui si sarebbe liberato.
 
  • Passiamo chi?
  • Beh, lo sai, dai! I ragazzi hanno scoperto un nuovo locale, vedrai che ci divertiamo!
  • Scordatelo amico, questa sera non  è proprio aria.
  • Hei, ma mi hai sentito? Non si ammettono rifiuti! E poi che figura mi faresti fare?
  • Smettila di dire stronzate come se si accorgessero della mia presenza. E poi non credo di andare a genio a nessuno di loro.
 
Sentì la voce di Tania, comprese che aveva tolto il telefono dalle mani di Leo.
 
  • Questo perché hai un caratteraccio!
  • Motivo in più per non venire.
  • Forza ragazza, non fare la guasta feste! E poi lo sai che se non ci sei tu io non mi diverto!
  • A te basta avere Matteo per “divertirti”!
  • Ti prego, facciamo così, se anche questa sera ti farà schifo ti prometto che non ti costringeremo più a fare niente che non ti piaccia!
  • Ok, se i patti sono questi, d’accordo. Siete davvero dei rompiscatole con la vocazione da crocerossine!
 
Era vero, si era ripromessa di non cedere, ma che poteva farci, le condizioni erano troppo allettanti. Rimaneva il fatto che non aveva una gran voglia di uscire, così non impiegò troppo tempo a decidere cosa indossare, nei suoi nuovi piani si prevedeva un rientro alla base il prima possibile.
Non la fecero aspettare molto, l’ accolsero con larghi sorrisi canzonatori.
Entrò in macchina, Matteo era alla guida e dietro trovò Leo che le fece spazio
 
  • Potete anche evitare di sottolineare che avete vinto voi, avete proprio delle facce di..che siete dei rompi palle ve l’ho già detto?
 
Le rispose prontamente Matteo
 
  • Tesoro, mai quanto te!
  • La tua opinione di me mi lascia oserei dire indifferente.
  • E la mia? Ma perché devi sempre fare la guastafeste!
  • Senti Leo..
 
Intervenne Tania
 
  • Ok ragazzi time out! Che ne dite di smetterla di litigare?
  • E chi stava litigando!
 
Alex portò subito il discorso su l’unico argomento che al momento le interessava.
 
  • Allora dov’è che si va? Qual è questo posto talmente fantastico da non potersi perdereQwqq.
  • Ecco… ancora non sappiamo bene…
  • Leo…è meglio per te se ti rimangi quello che hai detto se non vuoi morire subito in quest’auto!
  • Calma…
  • E No Tania, non mi calmo! Mi avete praticamente trascinata fuori casa, e ti assicuro che me ne sarei rimasta molto volentieri al caldo e mi venite a dire che non sapete nemmeno dove stiamo andando?!
 
Intervenne Matteo
 
  • E’ sbagliato dire che non sappiamo dove stiamo andando, al momento ci fermiamo qui…
 
Alex si affacciò dal finestrino e vide l’inconfondibile carovana di auto ferma davanti l’ingresso di una casa.
 
  • Che ci facciamo qui?
  • Si è venuti a prendere qualcun altro credo…
 
Quando l’auto si fermò Alex si catapultò fuori dalla macchina, fece qualche passo e poi tornò indietro, ormai era fatta, si appoggiò all’auto e accese una sigaretta.
 

“Un’altra persona, questi hanno proprio la vocazione del più si è meglio è…”

 
Di nuovo il suono di un pianoforte…

“Questa musica…l’ho già sentita…”

 
Si guardò intorno e si accorse che il posto non le era del tutto sconosciuto, ci passava spesso per tornare a casa e.. e non era la prima volta che lì sentiva il suono di un pianoforte.

 

“ Ma tu guarda, è la stessa identica musica di…quand’è stato?”

 
Vide qualcuno del gruppo andare al citofono, all’improvviso la melodia cessò.
Aspettarono ancora qualche minuto e alla fine scese una ragazza.
Salutò tutti, e quasi con tutti scambiò qualche battuta, Alex si voltò giusto un attimo, poi diede di nuovo le spalle a quella scena tornando a dedicarsi alla sua sigaretta e ai pensieri omicidi verso quei tre che al momento sentiva chiacchierare con qualcuno alle sue spalle.
Venne chiamata da Leo, ma Alex non si voltò nemmeno.
 
  • Lasciami in pace.
  • Ma veramente..
  • Davvero.. per questa sera ho chiuso con voi.
 
Tania insistette.
 
  • Alex.. per favore..
  • Ma insomma quale parte del non rompere le palle non comprendi?!
 
Finalmente si voltò e si ritrovò di fronte quei tre che trattenevano un sorriso e ad una ragazza che la fissava con uno sguardo tra il divertito e il perplesso. Alex rimase per un attimo spiazzata,non si sarebbe certo aspettata di ritrovarsi di fronte qualcuno oltre ai suoi tre amici e quando la mise a fuoco non potè fare a meno di rimanere stupita dalla bellezza davvero singolare di questa sconosciuta che rimaneva a fissarla con due occhi azzurri che toglievano il fiato e con un sorriso disarmante. C’era qualcosa in lei che colpì Alex in pieno stomaco, forse la sua figura con il suo look un po’ geapsy o nel suo aspetto in generale, dai corti capelli biondi alla corporatura. Ma non sapeva esattamente che cosa fosse quella strana sensazione che stava provando, sapeva soltanto che al momento ne era rimasta incantata e, quando si rese conto di quello che era successo cercò di recuperare, e doveva ammettere in un modo talmente goffo che la fece sentire veramente stupida.
 
  • Scusa io…
  • Volevamo solo presentarti Arianna…
  • Si scusami…io… io sono Alex…
 
Le porse la mano.
 
  • Piacere Alex, scusa, non volevo…disturbarti
  • No scusami tu è solo che..
 
Vennero interrotti dal richiamo del gruppo che li invitava a mettersi in moto e Arianna, dopo aver lanciato un altro sguardo divertito ad Alex si diresse verso i suoi amici.
Quest’ultima rimase in mezzo a quei tre che salirono in macchina, lei invece rimase un attimo a fissare il punto dov’era sparita e in fine rientrò in auto.
 
  • Il primo che dice una sola parola è un uomo morto.
  • Allora io posso dirla visto che sono una donna?
 
Scoppiarono in una fragorosa risata.
 
  • E’ un piacere per me divertirvi.
 
Finalmente arrivarono, non era un granché come locale, era il classico posto dove si beveva e si ballava, Alex si guardò un po’ intorno ed effettivamente si avvicinava più al tipo di posto che le si addiceva, poco illuminato, pieno di gente di ogni tipo e musica a palla e soprattutto le avrebbe consentito di dileguarsi e di non restare necessariamente nel gruppo.
Ma prima di attuare i suoi propositi, per non dover subire un’ennesima paternale rimase un pò con i suoi amici,mentre era intenta ad ascoltare Leo che raccontava una delle sue ultime avventure con l’ennesima ragazza rimorchiata chissà dove, fu distratta da una strana sensazione, come se qualcuno la stesse osservando, e quando si voltò si rese conto che era realmente così, Arianna, ma lì per lì non ricordava esattamente il suo nome ma soltanto la bruciante figuraccia di poco prima, la guardava evidentemente in sovrappensiero. Quando il suo sguardo incrociò quello di Alex lo distolse imbarazzata, ritornando a concentrasi sulle persone che erano con lei.
La prima impressione che ebbe era stata del tutto confermata, l’ affascinava, la trovava veramente bella.
Dopo un pò Alex decise che era arrivato il momento di andare a fare un giro di ricognizione, ma più che altro il suo scopo fu quello di  trovare il bar, aveva veramente bisogno di bere qualcosa.
 
Raggiunta la sua meta ordinò una birra. La musica di sottofondo le riempiva il cervello e si affollava insieme ai mille pensieri che la tormentavano sin dalla mattina.
Scappare, riprendere la strada, un altro viaggio lontano da qui. Non sapeva perché il demone dell’abbandono le aveva ripreso di nuovo il cuore, sapeva che dove si trovava adesso, quello che faceva in quel momento, per quanto fosse casa, per quanto fosse circondata da gente che le volesse bene, sentiva che il bisogno di andare via era diventato imperativo, come se l’unica cosa che la facesse sentire viva fosse scappare, ma aveva la consapevolezza che non esisteva nessun posto talmente lontano da farla stare bene, soprattutto con se stessa.
 
I  suoi pensieri furono interrotti da una voce accanto a lei.
 
  • Brutti pensieri?
 
Voltandosi vide la ragazza bionda che le sorrideva, nel suo sguardo c’era qualcosa di indefinibile.
 
  • Scusa forse sono inopportuna.
  • No, affatto, sono io che dovrei scusarmi, per come mi sono presentata, è che a volte ci sono certe serate in cui sarebbe meglio rimanere soli.
  • Un modo elegante per dirmi di andare via?
  • No scusa veramente io non intendevo..
 
Arianna si mise nuovamente a ridere, di un sorriso aperto e disarmante.
 
  • Basta con le scuse ti prendevo semplicemente in giro
Alex si sentiva a disagio, in imbarazzo, era strano per lei ritrovarsi con quella strana sensazione di inadeguatezza di fronte a questa ragazza, non riusciva a dire nulla che non la rendesse ridicola o la facesse sentire tale.
Alla fine riuscì a formulare una frase sensata.
 
  • Posso offrirti da bere per..farmi perdonare?
  • Non hai niente da farti perdonare ma si, accetto volentieri.
  • Non ti avevo mai vista prima, li conosci da molto?
  • Abbastanza.
 
Le voci di persone che si divertivano attrassero la loro attenzione, vedere quell’allegria fece sentire Alex ancora più fuori luogo, e il sorriso di questa sconosciuta era una fitta al cuore.
Qualcuno le sfiorò la spalla, quando si girò si ritrovò faccia a faccia con  Siria, e ne fu veramente sorpresa.
 
  • Allora era vero quello che si diceva in giro, che fossi tornata, non è stato facile trovarti
 
Alex bevve un sorso.
 
  • Di sicuro non mi nascondevo
 
Fissava il suo bicchiere cercando di simulare indifferenza. Un movimento al suo fianco le fece ricordare della presenza di Arianna e i loro sguardi si incrociarono.
 
  • Beh grazie per il drink, torno dagli altri.
 
Ma non fece in tempo ad andar via.
 
  • Ho forse interrotto qualcosa?Uhmm penso di no, a guardarla non si direbbe il tuo tipo.
 
Arianna rimase un attimo a fissarla non comprendendo bene a che cosa si riferisse, nel frattempo arrivarono i suoi tre amici e Leo fu molto aggressivo.
 
  • Che ci fai qui!
  • Ma tu guarda chi c’è, i cani da guardia! Non sapevo che girassi con la scorta.
  • Dacci un taglio ok?
 
Alex cercava malamente di contenere la situazione ma Leo invece lo prese come un incitamento.
 
  • Si l’hai sentita? Togliti dai piedi
 
Siria si mise a ridere
 
  • Non mi sembra che abbia detto questo. Siete così ridicoli – si rivolse a lei -  amore..
 
Questo modo di chiamarla fece apparire sul viso di Alex un ironico sorriso.
 
Come se tu sapessi che cosa vuol dire, o chissà, forse a modo tuo..
 
Siria lo interpretò come un invito e questo la fece avvicinare a lei come a sussurrarle qualcosa all’orecchio ma in verità voleva che anche gli altri la sentissero
 
  • Ti si legge in viso che muori dalla voglia di venire via con me.
 
Le prese il viso fra le mani e la baciò.
 
  • Solo per ricordarti che cosa ti stai perdendo e aiutarti a scegliere.
 
Quel suo bacio di certo non la lasciò indifferente, in effetti lì che cosa diavolo ci stava facendo?! Avvertì con tutta la sua ferocia la consapevolezza che lei non aveva niente in comune con nessuna delle persone che si ostinava a voler frequentare solo per far piacere alle persone che le erano care.
Siria doveva averglielo letto negli occhi, la prese per mano come a portarla via con se.
Tania afferrò Alex per un braccio.

 
  • No. Ti prego.

Lei li guardò tutti, e si accorse che Arianna era rimasta lì ad assistere a quella singolare scena, la fissava con una strana espressione che Alex interpretò come un misto di imbarazzo e.. quella luce negli occhi che la metteva così a disagio.
 
  • Allora vieni via con me o no?
 
Tolse la mano di Tania che le stringeva il braccio con forza, quasi a farle male.
 
  • Mi dispiace ragazzi, davvero io ci ho provato, ma tutto questo non fa per me.
  • Ma non mi dire! Non c’è niente che faccia per te!O che sia semplicemente alla tua altezza!!
 
Alex non aveva mai visto tanta rabbia negli occhi dell’ amica, ma per lei era diventato necessario, doveva dare nuovamente ascolto e sfogo a quella parte di lei che cercava di tenere sopita ma a quanto pare senza grande successo.
Così gli voltò le spalle e andò via con la consapevolezza di aver ceduto alla prima chiamata del suo diavolo tentatore.

Alex sparì dalla circolazione per un po’, cadendo nuovamente nel vortice della semi vita condotta con Siria, fatta di serate senza fine e giorni inesistenti, notti di sensazioni forti, sapori amari e odori acri. Ma questa volta a differenza delle altre cercava veramente di annientare qualsiasi sentimento, qualsiasi sensazione, e nella sua delirante incoscienza continuava a vedere un’ombra alla quale cercava disperatamente di dare un nome e un volto. Era nuovamente all’estrema ricerca di quel qualcosa che le mancava e che aveva ardentemente sperato di trovare nuovamente fra le braccia di Siria.
Una mattina, ma non poteva giurare che lo fosse realmente, si svegliò con la gola in fiamme e la testa che le scoppiava, riuscì a malapena a rimettersi in piedi. Aveva il forte desiderio del suo letto, così cercò di rendersi presentabile e a pensare al modo di tornare a casa. I suoi movimenti svegliarono Siria ma quest’ultima non si sprecò più di tanto nel tentativo di trattenerla.
Quando infine Alex si ritrovò nel suo appartamento si rese conto che era mancata diversi giorni, trovò il cellulare abbandonato sul tavolo e una volta acceso era pieno di messaggi più o meno arrabbiati dei suoi tre amici. Si domandò perché ancora insistevano con una causa persa come lei.
 
Si gettò direttamente sul letto e perse quasi subito conoscenza. Non sapeva per quanto tempo riuscì a dormire, quando venne svegliata dal suono del campanello, avrebbe voluto ignorarlo ma la sua insistenza glielo impedì, ogni singolo colpo si ripercuoteva nel suo cervello provocandole fitte indicibili.
Quando aprì la porta si ritrovò davanti Tania e da come la guardava comprese subito che era ancora furiosa con lei, cosa che fu confermata dal tono duro e ostile della sua voce che non lasciava presagire niente di buono
 
  • Direi che sei ancora viva.
 
Alex non disse nulla si scostò semplicemente per farla entrare.
  • Ero passata giusto per vedere se finalmente ti fossi decisa a riapparire! Dico almeno potevi rispondere al telefono!
  • L’avevo dimenticato qui..
 
Tania rimase ad osservarla.
 
  • Lo sai che fai veramente schifo? Dovresti farti un bagno.
  • Non.. – fece un respiro profondo - ho solo bisogno di dormire.
 
L’amica le si avvicinò per toccarle la fronte
 
  • Hai la febbre, credo che sia il minimo, Dio solo sa che cos’ hai combinato. Ascolta – cambiò il tono di voce – ti aiuto a fare un bagno e dopo ti metti a letto.
 
Alex si limitò a guardarla, non aveva la forza di opporsi, quindi Tania le preparò la vasca e l’ aiutò a spogliarsi e infine una volta in acqua iniziò a lavarle i capelli.
Immersa nell’acqua calda si rese conto di quanto fosse spossata e senza forze, l’unica cosa che Alex voleva in quel momento era dormire per un mese intero e dimenticare che anche quest’ ennesimo tentativo di fuga dalla realtà era stato del tutto inutile.
Tania continuava a parlarle e a farle rimproveri di ogni genere, ma lei riusciva ad ascoltarla solo in parte, persa nei suoi pensieri.
Fu riportata improvvisamente alla realtà dal tocco delle dita di Tania che le accarezzavano le cicatrici che le dilaniavano la parte interna degli avambracci.
Alex ebbe un brivido.
Alzò lo sguardo per incontrare quello dell’amica, Tania aveva un’espressione piena di rammarico.
Con un tono di voce basso e monotono Alex riuscì a dare voce all’enorme domanda che si era presentata con forza.
 
  • E’ per queste vecchie cicatrici che lo fai? Che mandi giù tutte le mie stronzate?
  • E tu? Tu perché lo fai? Perché ti riduci in questo stato? Perché ti fai portare così in basso da..da ..non mi viene nemmeno il modo giusto per definirla! Non c’è modo per definirla!  
  • Non è lei a portarmi in basso.
  • Lo so. Sei tu a volerlo, e questa cosa.. mi fa paura.
  • Ti prego basta. Non continuare.
 
Nel dirlo le tremò la voce, Tania ebbe così pietà di lei e non aggiunse altro.
 
  • Vado a preparati qualcosa da mangiare tu finisci e mettiti a letto.
 
Quando uscì dal bagno la trovò che l’ aspettava con una zuppa calda, che le servì a letto.
  • E.. i ragazzi? Quanto sono incazzati?
  • Matteo lo sai, a lui passa in fretta ma Leo, se fossi in te andrei a trovarlo non appena ti sarà possibile, se ci tieni a lui ovviamente.
  • Certo che ci tengo, lo farò, ma non credo di dovermi giustificare, in fondo è la mia vita.
  • Si è la tua vita, ma le tue azioni hanno delle conseguenze che influiscono su quella degli altri.
 
Era vero, nel periodo in cui conobbe Siria, Alex era riuscita come al solito a trascinarsi dietro Leo, solo che lui aveva avuto l’intelligenza di tirarsene fuori un attimo prima di toccare il fondo. Lui non capiva, e forse non accettava il fatto che ad Alex invece non importava quanto in basso potesse cadere, o quanto stronza potesse diventare o quanto arrivasse a ferire le persone che l’amavano per il solo gusto di ferirle.
E lui non accettava di vedere quel lato di lei e di quanto tutto arrivasse ad esserle indifferente.
 
Indifferente, se la vita mi fosse stata realmente indifferente...
 
La sua anima era spezzata  e ne  sentiva stridere  le due estremità ormai da tempo,  le avvertiva al centro del suo petto. Quel suono riempiva la sua mente e la faceva rabbrividire, e a volte era talmente forte che anche le persone che la circondavano potevano udirlo, ed era allora che assordata da quello stridore non si rendeva conto di quello che faceva.
  • A cosa stai pensando?
La voce di Tania la riportò alla realtà
  • A niente, sono solo stanca.
  • Ok riposati io vado via e, vedi di non sparire di nuovo.
  • Si, e grazie per essere qui.
Finalmente Tania le fece un sorriso che lei ricambiò e in fine la lasciò da sola.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo secondo ***


Dopo qualche giorno andò a trovare Leo nel suo bar, anche se avrebbe potuto benissimo dire “loro”, Alex gli avevo prestato una parte dei soldi per riuscire ad aprirlo, ma per quanto per lei fosse solo un prestito a tempo indeterminato, per lui questo indeterminato faceva di Alex la sua socia.
All’epoca lei gli disse che poteva fare come preferiva ma che per quanto la riguardava non voleva averci niente a che fare.
Quando entrò lo trovò  indaffarato dietro al bancone e quando la vide a giudicare dalla sua faccia non ne fu per niente contento.
 
  • Posso avere un caffè?
  • Fattelo da sola.
  • Devo dire che qui il servizio è impeccabile.
 
Per non dargliela vinta Alex andò sul serio dietro al bancone e iniziò ad armeggiare con la macchina del caffè,  Leo la scansò con una spallata
 
  • Togliti, così la rompi!
 
Alla fine lo preparò e lei rimase a berlo lì appoggiata al retro del banco dando le spalle alla sala.
 
  • Per quanto tempo mi terrai il muso?
 
Leo si girò di scatto, alcuni clienti seduti ai tavolini si voltarono a guardarli e questo lo fece contenere. Ma la sua voce era adirata e stentava a trattenerla.
 
  • Senti un po’ io ne ho le palle piene di te e dei tuoi colpi di testa, del tuo egoismo e del tuo continuare a fare stronzate!
  • Giusto. Ma esattamente, a te, cos’ho fatto?
 
La calma e la non curanza con il quale lei gli aveva risposto lo lasciò interdetto e spiazzato. Poi riprese con più foga.
 
  • Mi costringi, anzi ci costringi sempre a doverti parare il culo! Dimmi sei già stata dai tuoi? Sai cosa mi sono dovuto inventare per non farli preoccupare? Sai com’è la loro cara figlioletta era sparita a..cos’hai fatto? Ti sei ubriacata? Ti sei Bucata? Che cazzo hai fatto stavolta?!
  • Dacci un taglio! Bucata, certo ne hai di fantasia, e si lo so che ti devo ringraziare, come sempre ma, io..
 
Avrebbe tanto voluto dirgli che non era lei a chiederlo, che ne lui ne gli latri erano obbligati, che  non voleva sentirsi in debito con nessuno, ma sapeva invece che lo era e che doveva veramente ringraziarli, tutelarla con la sua famiglia era il regalo più grande che potessero farle.
 
  • Leo ti prego, io so benissimo, io..
 
Adesso era in evidente difficoltà, aveva mille parole che le morivano in gola, e lui stava a fissarla, non sapeva che cosa si aspettasse che lei dicesse, Alex avrebbe tanto voluto sapere qual’era la parola esatta che le avrebbe dato l’assoluzione, il perdono.
 
Il perdono per cosa?
 
Lo sguardo di Leo fu attratto dalla porta che veniva aperta in quel momento alle spalle di Alex e quando anche lei si decise a voltarsi incuriosita dal repentino mutamento dell’espressione dell’amico vide che era appena entrata Arianna, e quest’ultima fu stupita nel trovarla lì.
 
Lei era ancora più bella di quanto Alex ricordasse e rimase colpita dal colore dei suoi capelli, da come sembravano aver rubato la luce del sole e di come le sue labbra sapevano aprirsi in un sorriso caldo e disarmante, il colore dei suoi occhi ricordavano l’ azzurro del cielo limpido in primavera, e infine possedeva quella luce nel suo sguardo che calamitava totalmente la sua attenzione, e si sorprese a pensare che si sarebbe voluta perdere in quegli occhi. Si rese conto che se ne restava lì a fissarla senza dire nemmeno una parola e questo provocò un certo disagio nella nuova arrivata, rendendosene conto Alex ritornò a guardare Leo mentre la salutava con un largo sorriso, il suo atteggiamento era decisamente cambiato.
Scambiarono qualche battuta ignorando totalmente la sua presenza, e se prima si sentiva a disagio adesso aveva la certezza di essere totalmente fuori posto.
 
Alex ritornò dall’altra parte del bancone e la salutò con un cenno della testa, con l’unico pensiero di riuscire a trovare le parole giuste per congedarsi, ma il massimo che riuscì a dire fu un laconico.
 
  • Ci si vede
 
Si voltò ed era quasi giunta alla porta quando fu richiamata da Leo.
 
  • Aspetta..Stasera c’è una cena da me, se siamo degni della tua compagnia e se non siamo troppo noiosi per te, noi..ti aspettiamo
 
Ne fu veramente sorpresa, l’ultima cosa che si sarebbe aspettata da lui era un invito a cena.
Gli rispose con un sorriso e uscì.
 
Alex passò il resto della giornata a girovagare per la città, era stata fin troppo tempo rinchiusa in casa e le pareti della sua stanza erano diventate troppo piccole per contenere i suoi pensieri. Quando arrivò la sera si recò a casa di Leo, erano già tutti lì, quando Matteo la vide entrare le venne incontro e l’ abbracciò.
Il buon Matteo dal grande cuore, lui era l’unico che non la faceva sentire sempre sotto accusa, lui era sempre stato il pacificatore del gruppo, Leo il pazzo buffone di corte, Tania era diventata la saggia e Alex la guerriera… e poi un tempo c’era stata..La regina di Cuori
I suoi pensieri furono interrotti da Arianna che usciva dalla cucina
 
  • Bene arrivata
 
Ricambiando il saluto Alex pensò che doveva essersi persa qualcosa durante la sua assenza.
Durante la serata ebbe modo di scoprire che Arianna possedeva un senso dell’umorismo vicino al suo, anche se in Alex, nelle serate migliori, sapeva essere decisamente più caustico.
 
Durante la serata venne a sapere che Arianna suonava il pianoforte, si era laureata al conservatorio e faceva parte dell’orchestra dell’opera della città, i suoi amici le assicurarono che era molto brava, visto che loro, durante la sua assenza, avevano avuto la possibilità di andare ad ascoltare un suo concerto.
Quando seppe che ad Alex non dispiaceva la musica classica se ne uscì con un
 
  • Non lo avrei detto.
 
Poi vedendo la sua faccia perplessa cercò di recuperare chiedendole se c’era qualcosa in particolare che le piacesse.
 
  • Mi piace Bach, maestri come Litz ,Chopen..
  • Ti piace il piano direi, allora dovresti proprio venire ad un mio concerto.
 
In quel momento Arianna la guardò in un modo che le fece ritrovare il senso di imbarazzo che già aveva conosciuto in sua presenza.
L’unica parola che in quel momento riusciva a descrivere quello che Alex sentiva standole vicina era calore. Un calore tale da sciogliere il suo cuore congelato dal tempo e dalla solitudine.
Riuscì sorprendentemente a reggere il suo sguardo.
 
  • Si, penso che dovrei.
 
Intervenne Tania
 
  • Non si direbbe ma anche Alex è un artista.
  • Grazie anche a te per il “non si direbbe”.
  • Colpa tua sai? – Si mise a ridere e continuò - vedi la maggior parte delle foto che vedi in giro sono sue. E un tempo dipingeva.
  • Addirittura una pittrice.
  • Si ma, ormai non ricordo nemmeno più quand’è stata l’ultima volta che ho dipinto qualcosa, comunque tutte croste.
  • Non fare la modesta  –  Tania le diede un lieve pugno sul braccio
 
Nel tempo Alex aveva regalato a Leo le foto dei posti, dei luoghi che più l’ avevano affascinata, che l’ avevano incatenata a loro costringendola ad immortalarli. Lei lo prendeva in giro dicendogli che visto che non riuscivano più a fare un viaggio insieme, visti i suoi impegni e  le sue partenze mai preventivate e sempre improvvise, che così almeno riusciva a portarlo in giro per il mondo stando comodamente seduto a casa sua.
 
Arianna si alzò per osservarne qualcuna da vicino e con attenzione, dicendo che le trovava molto belle.
Erano ormai a fine serata, avevano mangiato benissimo e adesso stavano sorseggiando tutti un buon vino rosso, Alex si alzò con lei ma la sua attenzione fu attratta da una foto messa in disparte su una mensola, guardarla per lei fu come un pugno in pieno stomaco.
Per un attimo trattenne il respiro.
Erano loro appena diciottenni durante la prima gita all’estero. Avevano tutti lo sguardo limpido di chi crede ancora che il mondo sia messo lì per loro in attesa di essere preso, insieme alle sue infinite possibilità, pieni di speranze.
Quei ragazzini la osservavano sorridenti e abbracciati l’uno all’altro con delle bottiglie di birra in mano, Tania abbracciata a Matteo, già innamorati per l’eternità, Leo che montava sulle spalle di quest’ultimo sempre con quella faccia da schiaffi e poi c’era Alex appoggiata a Tania  con la sua tipica espressione strafottente e poi alla fine c’era lei La regina di cuori che la teneva stretta a se. Emma.
 
L’avevo dimenticata, ma mento a me stessa, non si può dimenticare il passato per quanto cerco disperatamente di guardare avanti
 
Emma la guardava da quella foto con un’espressione di chi, e anche da lì, si prendeva ancora gioco di lei. Il volto di  colei che ancora oggi, dopo anni, le dannava l’esistenza.
 
Ebbe appena un tremito della mano che teneva il bicchiere.
Leo si avvicinò
 
  • Scusa avrei dovuto toglierla
  • E perché? E’ una bella foto.
 
Ostentava sicurezza e indifferenza,  ma il periodo che aveva appena trascorso l’ aveva provata e la sua povera anima logora iniziava a stentare a rimanere integra.
 
Ritornò verso il tavolo per posare il bicchiere, intorno a lei era sceso un silenzio imbarazzato, Alex cercò di romperlo provando a riprendere il discorso appena sospeso.
Si rivolse ad Arianna
 
  • Allora quando posso venire ad ascoltarti.
 
Le disse delle date che non afferrò nemmeno, faceva fatica a mantenere la concentrazione, si rese conte che tutti tranne Arianna la osservavano preoccupati.
Lei sorrise a tutti
 
  • Hei ma che vi è preso? Vado un attimo in bagno, quando torno vi voglio di nuovo allegri e sereni. Qualsiasi cosa pensiate che sia successo..beh non è successo!
 
Si alzò e si diresse verso il bagno, una volta chiusa la porta alle sue spalle si appoggiò al lavandino, si sentiva come se tutto il peso del mondo fosse sulle sue spalle.
 
Non puoi non puoi non puoi!! E’ solo una stupida foto del cazzo!Sei ridicola!
 
Una voce dentro di lei rispose alle sue obiezioni
 
Si, ma è la foto che ti riporta al periodo più bello e più terrificante della tua vita, al periodo che ha fatto di te quello che sei oggi, al periodo che ha cambiato tutto intorno a te
 
  • Basta!
 
Aprì il rubinetto per passare l’acqua gelida sul viso, si fissò allo specchio, fu come se si vedesse per la prima volta dopo tanto tempo, notò il suo pallore e le forti occhiaie messe in evidenza dal contrasto con il colore chiaro dei suoi occhi. Ne rimase un po’ sorpresa. Parlò a quell’immagine.
 
  • Va tutto bene, adesso tu vai di là e rassicuri tutti, non è una stupida foto a metterti al tappeto.
 
Uscì e sentì i ragazzi nell’altra stanza che lanciavano rimproveri a Leo, lui si giustificava dicendo che non si ricordava nemmeno più che fosse lì
Entrò
 
  • La volete smettere di tormentarlo? Insomma, smettetela e basta.
 
Era davvero infastidita e la presenza di Arianna non l’ aiutava, aveva il terrore che facesse domande e che le dicessero qualcosa che la riguardasse, anche se aveva la certezza che nessuno di loro lo avrebbe fatto.
 
  • Adesso vado via
  • Ma.
  • Niente ma Tania, io adesso vado via e voi mi promettete di non parlare più di questa storia ok? Non è successo niente.
 
Si avvicinò Matteo e le poggiò una mano sulla spalla, come a infonderle sicurezza.
 
  • Allora perché vai via?
  • Perché domani pranzo dai miei.
  • Wow! Buona fortuna! Ti ricordi la versione da dare?
  • Si, e vi ringrazio ancora per avermi coperto, ancora una volta…
 
Calò il silenzio
 
  • Beh io vado e grazie per la bella serata.
 
Salutò tutti e uscì con l’unico stupido desiderio di arrivare il prima possibile a casa dove avrebbe potuto dare libero sfogo alle lacrime che chiedevano insistentemente di uscire.
 
 
 
L’indomani andò a casa dei suoi genitori, era da un bel po’ che mancava e sapeva che si meritava tutti i rimproveri che le venivano rivolti.
Confermò la versione che aveva dato Leo, che consisteva nel “ho avuto difficoltà di viaggio”, difficoltà ovviamente imprecisate e laconiche ma che nonostante tutto reggevano.
 
  • Dovresti smetterla con tutti questi viaggi, dovresti trovarti un lavoro stabile e che ti dia più sicurezze.
  • Mamma,  a me il mio lavoro piace e rende anche bene, quindi non vedo perché dovrei cambiare.
  • Perché non sei più una ragazzina, perché dovresti iniziare a pensare a farti una famiglia
Un bravo ragazzo è possibile che non lo trovi?
  • No mamma, non lo trovo…
  • Il tempo passa sai? E finirai col rimaner da sola, e da soli non è bello nemmeno il paradiso…
  • Si si…
 
Dio ma perché non  ci arrivi? Perché non vuoi vedere?
 
Alex era abituata ai sermoni di sua madre sul matrimonio e i figli, ma questa volta faceva più fatica a non risponderle come avrebbe dovuto fare da tempo, che non era un marito che voleva, che era d’accordo con lei, che avrebbe dato qualsiasi cosa per avere una compagna al suo fianco. Ma li rispettava troppo, sapeva che li avrebbe uccisi se gli avesse detto la verità su di se, anche se spesso avrebbe tanto voluto che ci arrivassero da soli.
 
Non ci arrivarono nemmeno all’ora..o forse preferirono guardare altrove…
 
Era talmente abituata a tenerli lontano dai suoi tormenti, da quella parte di lei e della sua vita, ormai lo faceva da sempre, da quando appena adolescente passava i suoi pomeriggi solitari appoggiata con la schiena allo stereo ascoltando musica e a piangere chiedendosi perché, perché lei era così, perché non poteva rivelare, come chiunque altro, il suo amore alla persona che amava.
Si ritrovò a pensare a come il primo amore fosse il più devastante per tutti, specialmente se si ha la consapevolezza che non potrà mai essere ricambiato, e allora lo camuffi sotto un falso telo di amicizia, in fondo è normale essere amiche, soltanto amiche..e morire dentro.
Morire tutte le volte che passeggiando insieme ti prende sottobraccio e tu ti ritrovi a ringraziare il cielo per quel contatto cercato da lei.
Morire ritrovandoti a chiacchierare nella sua stanza seduta sul suo letto.
Morire tutte le volte perché sai che non sarai mai nient’altro che un amica.
 
E ti ritrovi a piangere tutte le lacrime del mondo augurandoti che la morte arrivi sul serio a porre fine al tormento e a quell’errore che qualcuno lassù ha fatto con te.
 
Crescendo cerchi un equilibrio e se la vita non è stata troppo dura e se sei forte e soprattutto fortunata riesci a trovarlo e a mantenerlo, ma purtroppo Alex non lo era stata.
 
Per sfuggire qualche minuto dalle prediche materne andò a rifugiarsi nella sua vecchia stanza. Per lei era sempre strano trovarsi lì, era come se quella stanza le parlasse di un lontano passato e di una persona che non esisteva più. Guardandosi intorno rivide nella sua mente il sacco a pelo perennemente messo ai piedi del suo letto dove Leo era solito passare la notte da bambino o la vecchia console di videogiochi dove si friggevano il cervello nei pomeriggi invernali.  Rivide Tania seduta sul letto a cercare di studiare ma il massimo che riuscivano a fare tra un capitolo e l’altro di storia era parlare di loro e di come si immaginavano da grandi, i posti che avrebbero visto, le cose che avrebbero fatto. E poi i libri che Matteo era solito regalarle appoggiati su alcune mensole, lo ricordava quando arrivava tutto soddisfatto con un nuovo libro sotto braccio dicendole che avrebbe dovuto leggerlo per forza, che le si sarebbe aperto un modo. Sorrise ricordando tutte queste cose e uscì sapendo quanto dolore questi ricordi portavano con se.
Passò quasi tutto il giorno con i suoi e a sera ormai inoltrata ritornò nel suo appartamento.
Rimase ad aggirasi tra la camera da letto e lo studio, era inquieta, provò a mettersi a lavoro, ma la mente vagava nello spazio e soprattutto nel tempo, si guardò intorno e la sua attenzione fu attratta dai pennelli messi a testa in su in una boccia, ne prese un paio e ne toccò le setole morbide.
Le ritornò alla mente il piacere che provava a “giocare” con i colori.
 
Forse se, riuscissi a trovare lo stimolo giusto, il soggetto giusto…
 
Le venne davanti il viso di Arianna
Lo scacciò immediatamente.
 
 
Si svegliò di soprassalto con la sensazione che qualcuno le avesse accarezzato il viso, impiegò un po’ prima di capire che si trovava addormentata sulla poltrona nello studio.
Doveva aver sognato, ma era stato così reale.
 
Guardò fuori e vide che era già mattina, un timido sole di novembre cercava di farsi strada fra le nubi. Guardò l’orologio ed erano appena le otto, decise che quel mattino avrebbe provato ad andare in giro a scattare qualche foto, pensò che il parco sarebbe stata la meta ideale, e quando vi giunse si disse che aveva proprio avuto un’ottima idea, i colori autunnali rendevano quel luogo incantato. I colori delle foglie si mescolavano in un’armonia di oro e di bronzo che contrastavano fortemente con le ultime foglie verdi che coraggiosamente resistevano all’avanzare dell’inverno.
Il nero-verde del laghetto poi rendeva il tutto ancora più irreale, se non fosse stato per qualche stoico della corsa avrebbe avuto come la sensazione di trovarsi all’interno dell’ultima bolla di natura incontaminata.
 
Alex ricordò che da bambina le capitava di fantasticare sull’ essere un antico cavaliere posto come guardiano di una foresta incantata. Foresta che consisteva in una piccola boscaglia dietro casa. Ricordava la pace e la quiete che vi ritrovava e che lasciava galoppare libera la sua fantasia.
Nulla le dava più gioia dell’azzurro intenso che si intravedeva attraverso i rami e le foglie verdi e lussureggianti degli alberi.
Quando crebbe un po’ iniziò a domandarsi se esisteva un lavoro che le avrebbe permesso di vivere in quello stato di serenità che provava tutte le volte che riusciva a trovarsi immersa nella natura, ma col tempo abbandonò  l’idea. A volte si domandava cosa sarebbe successo se avesse dato ascolto a quella voce interiore, a quella donna selvaggia che cercava disperatamente di farsi sentire, se le avesse permesso di prendere il sopravvento, forse si sarebbe evitata tutto quello che accadde dopo.
Ma non lo avrebbe mai saputo e conoscendosi alla fine sarebbe finita su qualche nave di Greenpeace alla volta di qualche petroliera da bloccare, ecco questa era forse una cosa che avrebbe fatto ancora in tempo a realizzare.
La verità è che si rendeva conto che se sentiva di nuovo il mal di vivere era perché non aveva niente in progetto.
Non ancora almeno.
 
Iniziò a scattare qualche foto e la sua attenzione fu attratta da una ragazza che su una piccola collinetta se ne stava seduta sotto un albero intenta alla lettura, guardò dentro al mirino della macchina fotografica e quando mise a fuoco si accorse che si trattava di Arianna.
Scattò la foto
Era immersa nella lettura, per un attimo sollevò la testa concentrando il suo sguardo di fronte a se, era come se stesse riflettendo su quello che aveva appena letto, poi si rimise di nuovo a leggere.
Le scattò una foto anche in quel momento di meditazione, Alex si stupiva di come la trovasse bella, ma non era una bellezza perfetta di quelle irreali, in Arianna anche quelli che potevano apparire dei difetti assumevano nell’insieme una sorta di armonia.
Aveva un aria così trasparente.
Alex rimase per un po’ nell’incertezza sul da farsi, avvicinarsi o meno.
 
Alla fine prese il coraggio a due mani e andò verso di lei
 
Ho bisogno di aver coraggio?
 
  • “L’insostenibile leggerezza dell’essere”
 
Sentendo la sua voce Arianna alzò lo sguardo su di lei ma Alex dubitò che l’avesse riconosciuta subito.
 
  • Gran bel libro, credo di averlo letto almeno un paio di volte.
  • Alex, ciao..
  • Ciao,  ti osservavo già da un po’, avevi un’espressione così concentrata che ero in dubbio se disturbarti o meno.
  • Figurati non mi disturbi – notò la sua macchina fotografica – tu invece? Hai ripreso a lavorare?
  • No beh, dovevo riprenderci la mano, era da un po’ che la ignoravo.
 
E indicò la macchina fotografica.
 
  • Così… eccomi qua…
 
Ci fu un attimo di silenzio imbarazzato da entrambe le parti. Alex fece come ad iniziare ad andare e non appena provò a formulare una frase di congedo lei la bloccò.
 
  • E così lo hai già letto, e dimmi ti è piaciuto?
  • Si molto, c’è una parte che mi fa sempre… ma forse non ci sei ancora arrivata.
  • Non saprei, sono solo a metà.
  • Comunque c’è un personaggio nel quale mi identifico pienamente.
  • E quale?
  • Il cane!
 
A questa inaspettata affermazione Arianna si mise a ridere.
 
  • Il cane, però..non lo avrei mai detto..
  • Si beh, non ho mai sentito cos’ì spesso questa frase come negli ultimi tempi..a quanto pare mi si addice..
 
Arianna la guardò trovando nel sorriso stampato sul volto di Alex nessun rimprovero.
 
  • Già, perdonami..ma non restare lì in piedi, ti va di sederti qui con me?
 
Alex la guardò senza sapersi decidere, spiazzata dalla sua offerta.
 
  •  Se non hai altro da fare ovviamente.
  •  No, ma che da fare..
 
Andò a sedersi sulla coperta che Arianna aveva steso sotto di lei.
Alex continuò a parlare del libro.
 
  • La verità è che mi piace la parte in cui descrive la vita ciclica dei cani, con la sua serenità e la sua pacata accettazione dell’essere, l’amore incondizionato che sa darti solo un essere puro come un cane..
  • E tu saresti capace di amare in questo modo?
  • Non lo so..del resto chi ne sarebbe capace? L’essere umano è fatto di troppi sentimenti, la maggior parte sbagliati..
  • Non hai una bella visione del genere umano.
  • Direi di no.
  • Ti piace leggere?
  • Si, anche se ormai mi capita di rado, ma da ragazzina era il mio passatempo preferito.
  • Insolito, generalmente leggere non è il passatempo preferito dei ragazzini.
  • Per me era diverso, era il mio rifugio. Quando avevo un nuovo libro per le mani la mia vita girava intorno ad esso, sino a quando non lo terminavo, e poi nell’attesa di una nuova storia da leggere vivevo con la malinconia che i personaggi mi avevano lasciato nel cuore.
 
Alex non aveva mai detto a nessuno queste cose e si stupì della semplicità con cui invece l’aveva fatto,pensò che doveva essere impazzita.
Arianna aveva piegato le ginocchia e vi aveva incrociato sopra le braccia sulle quali vi poggiava il viso rivolto verso di lei.
La osservava con uno sguardo lucido, tra il curioso e il divertito.
 
  • Allora quando avrò finito questo ti chiederò di consigliarmene un altro.
  • Volentieri, ma sappi che sono un’amante dei classici.
  • Tipo?
  • Tipo gli autori russi come Tolsoj o Dostoevskij o non so…
  • Non mi dire che hai letto Guerra e Pace
  • Si e anche diverse volte.
  • Leggi tutto più di una volta?
  • Solo perché sono del parere che certi libri vanno letti più volte nel corso del tempo.
  • Perché?
  • Perché ti fa rendere conto di quanto si è cambiati nel momento in cui non si ritrovano più le sensazioni provate la prima volta che lo hai letto, e invece te ne provocano altre del tutto nuove e sconosciute.
  • Alex..
  • Dimmi..
  • Sei una persona sorprendente.
  • Trovi? Non è perché da quando ci siamo conosciute ti ho dato modo di vedere solo il peggio di me? Che idea ti eri fatta?
  • Direi del tutto sbagliata, anche se non dovrei stare a stupirmi sentendo come parlano di te i tuoi amici.
  • Uhmm vediamo, hai pensato che io fossi un egocentrica distruttiva, una persona scarsa di contenuti.
  • Non esattamente, ci sei andata giù pesante, sicuramente dai la sensazione della “bella e dannata”.
 
La definizione che diede di lei la fece ridere, poi tornando seria le rispose.
 
  • Ti ho solo detto quello che avrei pensato io. O comunque è così che mi vede la maggior parte della gente, chiedi ai tuoi amici.
  • Non sono una che si lascia influenzare dal parere degli altri, preferisco verificare di persona. Bella lo sei,  per il resto mi prendo del tempo per farmi un’opinione.
 
Tutto questo lo diceva con il sorriso sulle labbra, ma sentirle dire che la trovava bella imbarazzò Alex e comunque non era abituata a sentirselo dire, si era sempre tenuta lontano dal ricevere complimenti, del suo aspetto era abbastanza soddisfatta, di se stessa le piaceva soprattutto la sua statura, un po’ più alta della media e che le dava una certa stupida sensazione di sicurezza, persino con lei.
Cercò di uscire da quel pantano di sensazioni che le aveva provocato con le sue affermazioni, cambiando argomento.
 
  • Ma posso farti una domanda?
  • Certamente.
  • Non ti stai congelando a stare seduta qui sotto?
 
Arianna sorrise, tornò a guardare di fronte a lei.
 
  • Si, hai ragione, ma mi piace sentire il freddo pungente sul viso, e mi piace questo posto, è come un oasi di pace.
  • Si,  so cosa vuoi dire..
 
Poi Arianna guardò l’orologio.
 
  • Però adesso devo andare, sto rischiando di fare tardi e devo passare da casa a prendere l’auto.
  • Se vuoi, potrei darti un passaggio sino a casa.
 
Alex non aveva nessuna voglia di lasciarla andare. Stava così bene in sua compagnia.
 
  • Se per te non è un problema lo accetto volentieri.
 
Viveva solo ad un paio di chilometri da lì.
Si alzarono e si diressero verso l’uscita del parco.
Alex avvertì che c’era qualcosa che Arianna voleva chiederle, ma non si decideva a farlo e lei dal suo canto immaginando che cosa potesse essere, non fece nulla per renderle facile il compito. Così fu lei a prendere un argomento per mettere fine a quel disagio che aveva avvertito.
 
  • Dimmi, che cosa c’è tra te e Leo?
  • Certo che fai domande dirette. Diciamo che ci stiamo conoscendo, mi sembra un ragazzo interessante.
  • Si, lo è.
  • Siete molto legati voi quattro.
 
Non era una domanda, ma più una constatazione di fatto
 
  • Si, lo siamo, da sempre credo.
 
Quando arrivarono al parcheggio Arianna fu distratta dalla moto.
 
  • E’ con questa che mi dai un passaggio?
  • Si, il mio unico mezzo di trasporto, è un problema?
  • No, solo che non me l’ aspettavo.
 
Alex gli lanciò il suo casco che prese al volo, purtroppo non ne aveva un altro.
 
  • Sei sicura di voler rischiare?
  • Si, non abiti lontano, non credo che correremo rischi e poi ne approfitto, non c’è niente di più bello del freddo pungente sul viso.
 
Arianna si rese conto che la prendeva in giro avendo utilizzato le stesse identiche parole che aveva detto lei prima e le diede una leggera spinta.
Alex mise in moto e l’aiutò salire, le disse di tenersi ben stretta.
Arianna passò le braccia intorno alla sua vita e le serrò sul suo stomaco.
Quel contatto, nonostante gli abiti spessi che indossavano fece aumentare il battito del cuore di Alex.
 
In meno di dieci minuti arrivarono a destinazione, Arianna smontò e Alex l’aiutò a togliersi il casco, per un attimo si fissarono.
 
  • Ti ringrazio per il passaggio, mi hai evitato una corsa, e poi è stato bello questo breve giro in moto
  • Magari la prossima volta si potrebbe fare un giro più lungo, e magari con un altro casco, non sento più il naso.
 
Sorridevano entrambe.
 
  • Beh, allora ciao.
  • Grazie e.. a presto.
 
Si girò e se ne andò. Alex rimase a guardarla sino a quando non sparì dietro al portone.
Di nuovo quella strada..
Si decise finalmente a rimettere in moto e ad andar via, non volendo rischiare di farsi trovare ancora lì quando sarebbe di nuovo uscita.
 
 
Trascorsero un paio di giorni da quando si erano incontrate, all’alba del terzo giorno Alex si raccontò la favola del rimettersi in forma, che si insomma, si era un po’ troppo lasciata andare e che magari produrre un po’ di endorfina correndo l’ avrebbe aiutata a scacciar via il senso di oppressione che aveva ormai da tempo, e perché no, perché non andare proprio al parco.
 
Quando arrivò iniziò con una breve corsa che terminò giusto un quarto d’ora dopo, riuscì appena ad arrivare all’albero del loro incontro e fu contenta di non trovare Arianna, perché nemmeno un corridore dopo aver fatto la maratona di New York sarebbe stato meno distrutto di lei in quel momento.
Era uno straccio, e si, aveva proprio bisogno di rimettersi in forma.
 
  • Forse dovrei anche smettere di fumare, di certo aiuterebbe..
 
Si trascinò mestamente verso l’uscita con un una mano sul fianco per le fitte che non le davano tregua.
 
Nel pomeriggio venne chiamata da Tania, per chiederle di cenare insieme
 
  • Matteo va a giocare a calcetto con Leo e altri ragazzi quindi se ti va facciamo una serata solo per noi.
  • A calcetto? Uomini… si vengo volentieri anche perché voglio proprio esserci quando rientrano.
 
Quando arrivò da lei Alex l’ aiutò a cucinare e dopo cena andarono a sedersi comodamente sul divano a chiacchierare.
Era da tempo che non si ritrovavano così, in una serata tranquilla solo loro due a parlare semplicemente del più e del meno.
 
  • Allora Tania non hai nessuna novità per me?
  • A dire il vero qualcosa ci sarebbe, io e Matteo ultimamente litighiamo spesso
  • Che succede? Che hai combinato?
  • Perché dev’ essere per forza colpa mia?
  • Perché dimentichi che conosco entrambi!
 
Tania le tirò un cuscino in piena faccia.
 
  • Mi dici per cosa litigate?
  • Mi ha chiesto di sposarlo.
  • Di sposarlo? Ma scusa qual è il problema? Cosa c’è da litigare? Hai forse intenzione di lasciarlo?
  • Certo che no! Non dire stupidaggini.
  • E allora? Scusa ma non capisco.
  • C’è che io sto bene così, il matrimonio è solo un’istituzione, io non ho bisogno di un contratto per decidere di vivere con lui tutta la vita, io lo scelgo ogni singolo giorno.
  • A te ha fatto davvero male studiare filosofia.
  • Spiritosa, comunque lui lo fa solo perché è la sua famiglia a tenerci, ma figurati, mi ci vedi vestita di bianco che percorro una navata?
  • Io penso che ci tenga anche lui, e non credo che voglia “quel” tipo di matrimonio, magari vuole solo legalizzare la vostra situazione semplicemente perché viviamo in un paese che è quello che è, dove  vivere insieme e giurarsi amore eterno non basta in qualsiasi occasione della vita. E poi di cosa hai paura? Non conosco nessuno che ha quello che avete voi, un rapporto che dura da un secolo e un sano equilibrio.
  • Si beh, non sono sempre stati una passeggiata e lo sai benissimo, anche noi abbiamo avuto i nostri problemi.
  • Si, che avete sempre superato. Vorrà pur dire qualcosa. Tu hai avuto il dono di trovare la tua anima gemella, avete un rapporto invidiabile, a volte non avete nemmeno bisogno di parlare, vi capite al volo, condividete persino gli stessi interessi. Si insomma non conosco una coppia così bene assortita come voi. Quindi..
  • Quindi cosa?
  • Smetti di fare l’idiota e accetta di sposarlo! Non ti piace il matrimonio in pompa magna bene! Esiste anche il semplice matrimonio civile, pochi amici e parenti stretti e hai risolto il tuo problema!
  • Non lo so è una questione di…
  • Non continuare, promettimi che ci penserai.
  • Si,va bene, te lo prometto.
 
Alex le sorrise, poi dopo un attimo di silenzio Tania continuò.
 
  • Comunque non montarti la testa ma devo dire che mi sei mancata. E tu invece, come stai? Dopo l’altra sera..
 
  • Bene, sto bene, non devi preoccuparti.
 
In quel momento entrarono Matteo e Leo che litigavano fra di loro su passaggi non fatti e calci presi.
Alex fu grata per il loro tempismo, non aveva nessuna voglia di parlare dell’altra sera, preferiva semplicemente continuare a fare quello che aveva sempre fatto, non ricordare.
Li accolse con un largo sorriso
 
  • Allora campioni a quanto avete perso.
  • E chi lo dice che abbiamo perso.
  • Ma andiamo! Ci siete voi in squadra!
 
Le rispose Leo dandole delle pacche sulla spalla.
 
  • Eh mia cara, ti lasciamo con la curiosità, non lo saprai mai.
  • Non ci dormirò la notte. Certo che incarnate proprio il maschio medio, non vi facevo tipi da calcetto, grandiosa idea delle vostre nuove conoscenze?
 
Le rispose Matteo mentre si dirigeva verso Tania per baciarla
 
  • Se fossimo maschi medi le nostre DONNE sarebbero state lì a fare il tifo per noi.
  • Amore, abbiamo superato l’adolescenza da un pezzo.
 
A questa uscita ad Alex venne in mente Arianna, non l’aveva più incontrata e voleva sapere se anche per il suo amico era stato lo stesso. Così lo punzecchiò.
 
  • E dimmi, Leo , la tua di fidanzatina c’era?
 
  • Non è la mia fidanzatina, non ancora almeno perché mi sto davvero impegnando, voglio dire, ma l’hai vista? E’ bella simpatica intelligente …è bella..
 
Si che l’aveva vista, e come lo capiva. Così si erano visti, avrebbe voluto chiedergli se erano usciti insieme ma si guardò dal farlo. Sentiva l’animale sopito che era in lei iniziare a risvegliarsi, il malessere, la consapevolezza di non avere nessuna possibilità e che il suo amico vinceva a priori.
                                       
Erano cose già provate
 
  • Comunque no, non c’era, ultimamente è parecchio impegnata, sta preparando un concerto,a dire il vero non ho ben capito.
  • Figurati.
  • Ehmm ci sarebbe anche un'altra cosa, ma dovete prenderla nel modo giusto.
 
Avendo avuto l’informazione che voleva Alex perse interesse nella conversazione e fu Tania a
continuarla.
 
  • Oddio la cosa mi preoccupa. Sentiamo
  • Ci siamo iscritti al campionato misto di calcetto
  • CI SIAMO CHI?
 
A questo punto era allarmata, Alex invece divertita.
Leo continuò con l’espressione di un bambino che aveva appena fatto una bravata e che nonostante fosse stato scoperto ne andava fiero.
 
  • Noi! Noi quattro..ci manca il quinto ma spero di convincere Arianna
  • MA SEI IMPAZZITO?!
 
Matteo tirò fuori il suo tono da mediatore.
 
  • Eddai amore sarà divertente!
  • Io ci sto
 
Alex spiazzò tutti, aveva accettato senza un ma e senza un se
 
  • E così..siete tre contro una e …ok se trovate il quinto ci sto, ma questa giuro ragazzi che è l’ultima volta che vi seguo.
  • E vai! Brava ragazza!
Leo la circondò con un braccio Matteo la baciò e Alex invece si rivolse semplicemente a lei
 
  • Ok  detto questo io me ne vado, prima di pentirmene. Ti ringrazio per la serata dovremmo farlo più spesso.
 
E quando fu giunta alla porta si girò e disse rivolgendosi a Matteo
 
  • Ah! Se fossi in te insisterei con una certa domanda, la conosci meglio di me, è un mulo, ma credo che si inizi a vedere uno spiraglio di luce.
 
Matteo la guardò sorridendo e Tania invece le lanciò nuovamente un cuscino che andò a sbattere contro la porta che si richiudeva alle sue spalle.
 
 
L’indomani Alex decise di intraprendere il suo programma di corsa, visto il futuro impegno a maggior ragione non voleva rischiare di morire in mezzo al campo,  ma nemmeno tutto il suo impegno impedì che l’esito dei suoi sforzi risultassero differenti da quelli dei giorni precedenti.
Anche stavolta la sua breve corsa finì sotto l’albero dove aveva incontrato Arianna, solo che stavolta si abbandonò totalmente sotto i suoi rami ormai quasi tutti spogli. Rimase per un po’ a guardare il cielo e il lento movimento delle pesanti nuvole mosse dal vento. Poi chiuse gli occhi e incrociò le braccia sulla fronte, si concentrò sul battito accelerato del suo cuore, in attesa che ritornasse regolare.
 
  • Certo che sei proprio fuori allenamento.
 
Al suono di quella voce aprì gli occhi e vide Arianna che l’ osservava dall’alto
Alex si sollevò sui gomiti, una strana sensazione di gioia le afferrò il cuore.
 
  • Si, ammetto di non risplendere per le mie capacità agonistiche.
 
Arianna andò a sedersi al suo fianco.
 
  • Si infatti ti ho osservato da quando sei arrivata, hai impiegato un quarto d’ora per un percorso di cinque minuti.
  • Ehi ma che fai, mi spii?
 
Alex aveva un mezzo sorriso canzonatorio.
Arianna si imbarazzò.
 
  • Era solo, si insomma ti ho visto, ti ho solo notato..
  • Guarda che scherzavo, tu sapresti fare di meglio?
  • Penso di si, ma non è che ci voglia molto sai.
  • Ah ah.
 
Ci fu un attimo di silenzio.
 
  • Tu invece? Sei venuta qui a leggere?
  • Si,  ho quasi finito il libro e sai, ti ho pensato.
Le sue parole la emozionarono e si sentì come una stupida ragazzina.
Ma non disse nulla lasciandola continuare.
 
  • Il cane, Karenin, alla fine muore.
  • Si,  e mi vergogno ad ammetterlo ma piango tutte le volte.
  • Non c’è niente di cui vergognarsi, è struggente.
  • Già. E’ così.
 
Per un attimo le venne in mente la prima volta che lo aveva letto e lo stupore che provò trovando le sue emozioni, il dolore provato in giovanissima età descritto in un libro, e il solo fatto di averle lette gliele fecero rivivere. E così già allora Alex comprese che per quanto si è certi di aver assorbito e superato, il cuore è sempre pronto a sanguinare alla prima sollecitazione di un ricordo, di una frase sentita appena, di un sussurro.
 
  • Comunque sono quasi alla fine, dopo ti chiederò di consigliarmene un altro.
  • Si, volentieri.
 
Ci fu di nuovo un silenzio carico di imbarazzo, più da parte di Alex, non sopportava come la faceva sentire, riprese a parlare cambiando argomento.
 
  • Comunque ritornando alla forma fisica sarai costretta ad allenarti anche tu.
  • Perché?
  • Ah guarda..non voglio rovinarti la sorpresa..
 
Da quel giorno si incontrarono spesso, parlavano molto e un po’ di tutto e a volte Arianna si allenava con Alex ed era decisamente più in forma di lei e quest’ultima avrebbe dovuto averne il sospetto guardando il suo fisico. Arianna le faceva da allenatrice ed era inflessibile, non gliene faceva passare una.
Non aveva nessuna pietà di lei, ed Alex ne era molto divertita.
 
  • Puoi ricordarmi perché lo faccio?
 
Alex era senza fiato e sentiva un infarto in arrivo. Si era fermata e non riusciva a fare un passo in più, Arianna invece se ne stava di fronte a lei ancora fresca e continuava a mantenere il ritmo, ma a questa sua domanda si fermò e si mise le mani sui fianchi.
 
  • Andiamo, corriamo appena da venti minuti!
  • No, la mia domanda era diversa..ho bisogno di motivazioni..
  • Ahmm vediamo, se stai così adesso fra dieci anni come sarai ridotta?
  • Fra dieci anni mi auguro di starmene sdraiata al sole sul ponte della mia barca..
  • Hai una barca?
  • No, ma non ho nemmeno il fisico. Posso lavorare su entrambi..grazie ottima motivazione. Ma adesso vado a sedermi.
  • Dai!
 
Praticamente crollò su una panchina lì vicino, Arianna dopo un primo momento di disappunto la seguì iniziando a raccontarle di come Leo e Matteo avevano faticato per convincerla a farla entrare nel ‘progetto campionato’, lei non poteva rischiare di rompersi un braccio o anche soltanto di slogarsi un dito, era una musicista e le sue mani erano tutto.
Loro le assicurarono che non avrebbe corso nessun rischio, sarebbe entrata in campo solo per fare numero. Alla fine l’idea la divertiva e quindi accettò.
 
  • Si lo so, sanno essere molto convincenti.
 
Mentre lo diceva l’attenzione di Alex fu attratta da alcuni ragazzini che cercavano di recuperare la loro palla finita su un albero. Si alzò mantenendo lo sguardo fisso sulla quella scena .
 
  • Dove vai?
  • A dare una mano.
 
Fu attratta da quella situazione come da un richiamo, persa in un lontano ricordo.
 
  • Allora ragazzi qual è il problema?
 
Guardò in alto seguendo il racconto dei ragazzini che l’ avevano circondata al suo arrivo, pensò che in effetti quella palla era finita veramente in alto.
 
  • Ma è possibile che nessuno di voi si sappia arrampicare?
 
Vide Arianna avvicinarsi, la guardava con un aria incuriosita e divertita. Alex si rivolse a lei.
 
  • Ai miei tempi sarebbe stato impensabile, davvero incredibile!
 
Così Alex si avvicinò ad esaminare quel ladro di palloni cercando i rami più accessibili, notò che erano tutti abbastanza alti e per un attimo le venne il dubbio che non sarebbe riuscita a tirarsi su, era una vita che non faceva una cosa del genere, ma la situazione la divertiva e quindi non demorse.
 
  • Ma che fai?
 
Si voltò a guardare Arianna che le aveva posto la domanda e sorridendo le rispose.
 
  • Vado, recupero e torno.
 
Con un po’ di sforzo riuscì nell’impresa, si ritrovò così in mezzo ai rami ricoperti da foglie ormai ingiallite e che cadevano per le vibrazioni che provocavano i suoi movimenti. Si sorprese ritrovando sensazioni perdute da tempo, la bellezza di sentire sotto le mani la superficie ruvida e viva dei rami. Ritrovò un’agilità naturale che pensava perduta da tempo. E infine la bellezza di riuscire a vedere il mondo da un’altra angolazione, da un punto di vista così familiare. Raggiunse finalmente la palla e la mandò giù. Quei ragazzini furono contenti e se ne uscirono con una frase che la lasciò interdetta.
 
  • Grazie signora!
 
E se andarono via contenti.
 
  • Ma li hai sentiti? Mi hanno chiamato signora!
 
Si trovava ancora sull’albero e Arianna la osservava dal basso. Teneva le mani nelle tasche della felpa e aveva un sorriso e uno sguardo che lasciavano intravedere quanto la divertisse e incuriosisse quella scena.
 
  • Ti ricordo che hai usato una frase del tipo “hai miei tempi”. Che pretendevi?
  • Ah ah, ma quanto siamo divertenti.
  • Pensi di riuscire a scendere?
  • Ma che domande, certo! – poi abbassando la voce come se parlasse a se stessa - Penso..spero di si.
 
Si prese ancora un attimo per godere di quelle emozioni ritrovate, fece vagare lo sguardo intorno a se e si sentiva bene, ed era una strana sensazione. Iniziò la sua lenta e cauta discesa, anche se per toccare terra avrebbe dovuto fare un bel salto. In un primo momento esitò ma poi si lasciò cadere. Atterrò praticamente ai piedi di Arianna. Rimettendosi in piedi disse
 
  • Missione compiuta!
 
Arianna scoppiò a ridere.
In quel momento i loro occhi si trovarono, c’era qualcosa tra di loro,Alex lo avvertiva chiaramente, Arianna di sicuro era incuriosita da lei, stava bene in sua compagnia e Alex con lei, ma dare un nome a quel qualcosa che sentiva o semplicemente riuscire a capire che cosa le passasse per la testa era semplicemente impossibile e Alex non se la sentiva di fare qualcosa che avrebbe potuto compromettere il rapporto che stava nascendo.
Si rese conto che era quello che Arianna le trasmetteva quando le stava vicina a farla sentire incatenata a lei.
 
  • Vista la tua abilità soccorri anche i gattini sugli alberi?
 
Si divertiva a prenderla in giro e Alex glielo lasciava fare assecondandola.
 
  • Certo, aiuto persino le vecchiette ad attraversare!
  • Proprio una brava ragazza. Comunque devo ammettere che sei meno fuori forma di quanto credessi, io non ci sarei riuscita.
  • Solo questione di pratica, con Leo da bambini ci sfidavamo a salire sui rami più alti, era il nostro gioco preferito.
  • Giochi tranquilli e soprattutto sicuri.
  • Già, una volta avevamo visto un film dove il protagonista viveva in una casa sull’albero, per noi divenne un’ossessione, la volevamo costruire  a tutti i costi anche noi.
  • E ci siete riusciti?
  • Ovviamente no.
 
Ci fu un attimo di silenzio, poi Arianna riprese.
 
  • Mi racconti sempre della tua infanzia, ma poco di te adesso.
  • Perché non ho un granché da raccontare.
 
Le avrebbe voluto dire che le parlava soltanto di episodi della sua infanzia perché erano gli unici che le davano il piacere del ricordo, tutto quello che venne dopo era difficile da raccontare senza doverle dire che tipo di persona era, carica di paure,insicurezze e rabbia verso il mondo intero. Da bambina non era ancora stata contaminata dal malessere che l’ avrebbe accompagnata per il resto della vita, per quanto già allora ne avvertiva la presenza ma senza capire bene di che cosa si trattasse.
 
Arianna guardò l’ora, Alex odiava quando lo faceva, perché voleva dire che da li a poco l’ avrebbe lasciata per andare lontano da lei. E infatti così fu.
 
  • Ok io devo andare. Ti ringrazio.
  • Per cosa?
  • Per il bel pomeriggio, mi sono divertita.
  • A torturarmi?
  • Anche, ma è bello stare con te, non si vede tutti i giorni qualcuno che aiuta gli altri per il puro piacere di farlo.
  • E’ stato più egoistico di quanto credi.
  • Si certo..Ok. Se ti piace nasconderti dietro un’aria da dura per me va bene, posso farti contenta.
 
Lo disse in modo canzonatorio, ed ecco di nuovo quel senso d’ imbarazzo, e alla fine Alex comprese che era la sua spontaneità a suscitarlo, non conosceva nessuno con questo grado di purezza cristallina. Ed era così diversa da lei che basava tutta la sua esistenza sul nascondere quello che sentiva nel profondo dell’anima.
 
Per quanto buio e profondo fosse quel buco nero che chiamava cuore.
 
Prima di andare via le disse che presto ci sarebbe stato un suo concerto, le chiese se sarebbe andata ad ascoltarla.
 
  • Certo,  non me lo perderei per nulla al mondo.
  • Perfetto. Allora a presto “signora”.
 
Il tono di voce che usò per marcare la parola “signora ”e  quel mezzo sorriso che faceva venire fuori quelle piccole linee ai lati delle sue labbra e che Alex trovava irresistibili, la fecero sciogliere.
Era ufficiale per quanto la riguardava ormai era totalmente e completamente abbagliata da lei.
Rimase a guardarla allontanarsi. Se ne restava lì ferma nella sera che scendeva e pensava a quant’era stata fortunata ad incontrarla, le faceva sentire un brivido che avrebbe potuto chiamare felicità. La sua sola presenza dava un senso alle sue giornate.
 
Forse posso di nuovo iniziare a sperare.
 
Poi purtroppo qualche giorno dopo parlando con Leo, Alex venne a sapere che le cose fra di loro procedevano a meraviglia e per lei, anche quel piccolo barlume di speranza venne spazzato via da una folata di vento gelido.
Lui era contento di vedere di come loro due andassero d’accordo, mai gli sfiorò la mente che Alex potesse avere qualche interesse verso quella che, adesso lo sapeva, stava diventando la sua ragazza.
 
E Arianna non gliene aveva parlato
 
Leo di sicuro non avrebbe mai pensato che la sua amica potesse essere una minaccia per lui, sia per ovvi motivi sia perché si fidava di lei, e quest’ultima cosa faceva sentire Alex un verme soprattutto perché era consapevole che avrebbe dovuto parlarne con lui, ma era altrettanto vero che dopo avrebbe creato situazioni di disagio che sarebbe stato meglio evitare, così com’era sua abitudine tenne per se quello che sentiva e si finse contenta. Ma non riusciva a non provare dei sentimenti, un’attrazione per lei, era arrivata ad un punto che se un giorno non la vedeva le sembrava di impazzire.
 
E tutti questi sentimenti erano dannosi perché la riportavano ad un periodo della sua vita, la riportavano ad Emma.
Tutte le volte che le balenava in mente la ricacciava indietro, ripetendosi che stavolta era diverso perché lei era diversa, si illudeva di essere un’altra persona.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo terzo ***


 
Un venerdì sera all’inizio di dicembre si incontrarono tutti davanti al palasport rigorosamente in tenuta sportiva, faceva talmente freddo che usciva il vapore dalla bocca.
Leo strofinandosi le mani disse
 
  • Ok ragazzi siamo pronti?
 
I suoi amici gli risposero con voci poco entusiaste
 
  • Si certo, meno male che il campetto è al chiuso
  • Vi ho detto che non posso rischiare nemmeno un raffreddore?
  • Si Arianna sei stata chiarissima
  • Eih Alex cambia tono con la mia ragazza.
 
Intervenne Tania
 
  • Ok diamoci un taglio, vediamo di dare un senso all’essere venuti qui, entriamo e facciamogli il culo!
 
E si avviò verso l’entrata,  restarono tutti a guardarla a bocca aperta.
 
  • Visto eh? Quella è la mia ragazza!
 
Matteo la seguì a ruota, tutto contento, e loro dietro di lui.
 
Una volta dentro incontrarono gli avversari, si allinearono in campo, Alex e Leo all’attacco Matteo in difesa insieme ad Arianna e infine Tania in porta.
Quando Alex si voltò a guardarli disse a Leo
 
  • Che dio ce la mandi buona.
 
Iniziò la partita, erano abbastanza equilibrati ma Alex e Leo avevano giocato talmente tante volte insieme che ritrovarono il loro affiatamento, quindi segnarono il primo gol, poi il secondo e poi entrambi furono distratti dal tipo che Arianna marcava, era un po’ troppo invasivo. Questa distrazione gli costò la rimonta da parte degli avversari. Videro che lui gli diceva qualcosa all’orecchio e Arianna che gli assestava una gomitata, Alex e Leo si rivolsero contemporaneamente al tipo con un
 
  • Ehi!
 
E Leo gli puntò un dito contro da lontano, come a minacciarlo.
 
  • Che vi prende, pensate a giocare.
 
L’arbitro fischiò e ripresero la partita, ma il tipo non mollava, senza dubbio Arianna sapeva difendersi benissimo da sola, però in quel momento Alex si accorse che il tizio da dietro gli poggiava entrambe le mani sui fianchi e questo le fece salire il sangue alla testa, in quel momento aveva la palla, fermò il gioco, prese la palla in mano e si diresse verso quella scena, lui si allontanò di qualche passo da Arianna e Alex gli tirò il pallone in pieno stomaco.
 
  • Amico falla finita perché mi stai facendo incazzare.
  • Ma che vuoi, vedi di darti una calmata!
 
Intervenne Leo
 
  • Voglio che ti togli dalle palle, non ti azzardare a provarci ancora con la mia ragazza.
  • Secondo me guardate troppo tutti e due da questa parte, capisco lui ma tu..
 
Questa sua allusione e il modo in cui guardò Alex le fece avvertire che stava per perdere il controllo ma cercò di contenersi e ringraziò l’arbitro che intervenne ammonendo sia lei che il tipo, si riprese a giocare  ma durò poco perché quell’imbecille lasciò perdere Arianna e venne a fare un brutto fallo su di lei, non appena Alex si rimise in piedi gli assestò un pugno in piena faccia.
Da quel momento successe il finimondo, quel tipo non ci pensò due volte a ricambiare il pugno che Alex non riuscì a schivare, si buttò nella mischia anche Leo e un paio di ragazzi dell’altra squadra, se le suonarono di santa ragione sino a quando Matteo e altri riuscirono a separarli.
 
Un’ora dopo si ritrovarono soli, loro cinque sugli spalti con Arianna che teneva un fazzoletto sul sopracciglio sanguinate di Leo e Tania che teneva del ghiaccio sul labbro di Alex, aveva un taglio verticale che le prendeva entrambe le labbra.
Matteo se ne stava appoggiato alla ringhiera di metallo e li guardava cercando di dissimulare il sorriso che aveva sulle labbra.
 
  • Certo che la nostra carriera di calciatori è durata veramente poco. Espulsi alla prima partita.
  • Matteo non dispiacerti troppo, è l’unica cosa positiva della serata, amore la prossima volta che a quest’imbecille del nostro amico viene un’altra idea brillante come questa uccidilo!
 
Alex si sentiva stranamente rilassata e lucida, tutta l’adrenalina l’ aveva abbandonata. Tolse il ghiaccio dalle mani di Tania che si allontanò, e lo spostò sulla mano, aveva le dita gonfie e doloranti.
 
  • Quel cretino se l’è proprio meritato AHI! Arianna mi fai male.
 
Alex provò a parlare.
 
  • Ben detto fratello..ma ti giuro che mai avrei pensato che io e te avremmo fatto di nuovo una rissa insieme. Ah le vecchie e sane abitudini!
 
Entrambi si misero a ridere ma questo fece iniziare nuovamente a far sanguinare il labbro di Alex.
Arianna se ne accorse, prese un fazzoletto pulito e venne a tamponare la sua ferita, la guardava con due occhi che le trapassavano l’anima.
 
  • Siete solo due idioti, non c’è nient’altro da aggiungere.
 
La sua voce era carica di rabbia trattenuta.
Alex riusciva a sostenere il suo sguardo, riuscendo quasi a specchiarsi nei suoi occhi, avrebbe tanto voluto prenderle il viso fra le mani e baciarla, dirle che aveva ragione, che era un’idiota ma per lei avrebbe ucciso chiunque le si fosse avvicinato, chiunque che non fosse lei e lei soltanto, erano pensieri folli e se ne rendeva pienamente conto.
Ma Arianna era così vicina a lei, e si stava prendendo cura di lei e in quel momento riusciva a pensare soltanto a questo. Alle sue gambe che sfioravano le sue, alla luce che aveva negli occhi e al calore della sua mano e delle sue dita che le sfioravano le labbra, al suo profumo.
 
Alex notò che il ghiaccio che teneva sulla mano iniziava a sciogliersi e stava bagnando la sua manica così la tirò su sino al gomito. A quel gesto Arianna abbassò istintivamente lo sguardo e vide le sue cicatrici.
Aggrottò la fronte e in un sussurro disse
 
  • Mio Dio..Alex..
 
E le rivolse uno sguardo interrogativo.
Alex la scostò dolcemente in modo da potersi alzare, riabbassò la manica e si allontanò di qualche passo, ignorando la sua reazione. Di solito non le importava, ormai erano parte di lei e le ricordavano sempre che c’era un punto che non doveva superare, mai, nemmeno quando tutto le sarebbe sembrato perduto, ma adesso proprio quella causa la faceva sentire a disagio di fronte a lei.
Provò ad accendere una sigaretta ma le labbra le dolevano da morire.
 
  • Ragazzi io penso proprio che me ne andrò a dormire.
 
Tania si avvicinò ad esaminare di nuovo il suo taglio.
 
  • Secondo me hai bisogno di qualche punto.
  • No, non penso, ho avuto di peggio.
 
  • Questo è evidente.
 
Al suono di quelle parole si girarono tutti a guardare Arianna che le aveva pronunciate.
Sentirle aveva fatto raggelare Alex.
Se ne restava lì a fissarla. Era arrabbiata e Alex non ne capiva il perché.
 
  • Scusa non dovevo…
 
Dopo un attimo di imbarazzo generale tornò a dedicarsi a Leo.
Alex invece gettò la sua inutile sigaretta e se ne andò senza aggiungere una parola.
La quiete interiore che aveva provato prima l’ aveva abbandonata, era passata da uno stato di pace con il mondo intero ad un misto di rabbia e vergogna. Ma vergogna per che cosa esattamente, di certo non per aver fatto a pugni.
 
Perché ha intravisto la mia stupida anima
 
 
Per qualche giorno Alex non uscì di casa, era alla ricerca di qualche nuovo progetto da intraprendere, una nuova meta da raggiungere e nuovi stimoli da trovare. Inoltre, aveva acquistato una tela che aveva posto su di un cavalletto nel suo studio e se ne restava li, bianca, a contemplarla, in attesa che Alex si decidesse a infrangere il suo candore.
Ma non riusciva a decidersi e forse mai lo avrebbe fatto, l’aveva presa sotto uno strano impulso creativo che si spense non appena l’aveva collocata al suo posto.
Ma la cosa che più aveva attirato la sua attenzione fu l’essere stata contatta per un lavoretto, non appena aveva sentito di che cosa si trattava non potè credere alla strana coincidenza e accettò senza la benché minima esitazione.
 
Dopo qualche giorno si decise ad interrompere la sua reclusione e una mattina andò al bar di Leo, entrando lo salutò con un cenno della testa e andò a sedersi al tavolino vicino alla vetrata, era una bella giornata di sole ma, nonostante questo,  fuori si gelava, dentro invece, nel posto in cui andò a sedersi c’era un tepore che le scaldava l’anima, non tolse gli occhiali da sole e prese a leggere il giornale che aveva portato con se.
Leo poggiò sul tavolo un cappuccino caldo, Alex alzò lo sguardo su di lui quando si sedette di fronte a lei.
 
  • Allora, come sta il tuo labbro? Anche se devo dire che la tua mano sta peggio.
 
Notò che l’aveva fasciata e che si intravedevano le dita di un malsano colore.
 
  • Si, non so se sono più viola le dita o il mio labbro
  • No quello tende al verde
  • Fa coppia con il tuo occhio
 
Si misero a ridere.
                        
  • Non pensi che possano essere rotte?
  • No, non credo, riesco a muoverle.
  • Certo che gliele abbiamo proprio suonate! Siamo grandi io e te, insieme non ci batte nessuno.
  • Mi domando quando crescerai.
  • E dai! Ammettilo che ti sei divertita, ti ho visto tutta contenta a lanciare pugni in qua e in là, lo so che è liberatorio, con me puoi anche ammetterlo.
  • Che dire, mi conosci.
 
In quel momento entrarono Tania e Arianna cariche di buste, vennero diritte verso di loro. Leo lasciò il posto di fronte ad Alex a Tania e Arianna le sedette accanto.
Fu soltanto Leo a parlare, Alex si limitò ad osservarle sistemarsi al tavolo. Arianna evitava di guardarla. Alex invece protetta dagli occhiali da sole non le toglieva gli occhi di dosso.
 
  • Da dove arrivate?
  • Siamo state a fare shopping! Alex non inorridire, ho trovato la mia compagna ideale per le compere sfrenate!
  • Ok io qui mi dileguo, non mi interessa sentirvi parlare di scarpe, vi porto qualcosa.
 
Dicendo questo Leo si allontanò
 
  • Allora fatti guardare..
 
Alex la interruppe subito
 
  • Si il labbro sta guarendo e no le dita non sono rotte.
 
Tania guardò verso Arianna e fece per alzarsi.
 
  • Non ho detto a Leo cosa volevo, vado e… torno..
 
Quando Tania si allontanò Alex si rimise a leggere e Arianna dopo un attimo di incertezza prese il posto di fronte a lei.
 
  • Non ti ho vista in questi giorni.
  • Come puoi vedere non ero presentabile.
 
Non riusciva a non avere un tono distaccato e un’aria fredda e indifferente, le rispose senza staccare lo sguardo dalla sua lettura.
Arianna allora allungò la mano e accarezzò la sua. Questo costrinse Alex finalmente a guardala.
 
  • Alex… mi dispiace per l’altra sera…
  • Esattamente per cosa, perché mi chiedi scusa.
  • Sono stata sgradevole, non avrei dovuto avere quell’infelice uscita e.. ero solo arrabbiata per quello che era successo.
 
Si interruppe, continuava a tenere la sua mano su quella di Alex, forse Arianna si aspettava che dicesse qualcosa e invece Alex si ostinava a tacere, l’unica cosa che fece fu togliersi gli occhiali da sole e piantarle addosso il suo sguardo, Arianna abbassò il suo sentendo di non riuscire a sostenere quegli occhi gelidi che la stavano osservando in quel momento, rimanendo sorpresa nel vedere quanto sapevano essere freddi e duri, ne fu quasi ferita ma riprese a parlare.
 
  • No, non  vero, non ero arrabbiata solo per quello, mi ha fatto male scoprire che di te non so praticamente nulla, ma questo non mi giustifica, non sei tenuta a dirmi niente che tu non voglia, e perché dovresti poi, non so nemmeno perché sia una cosa che mi abbia..so solo che non avrei dovuto..
 
Quelle parole misero a disagio Alex, avevano un fondo di verità, sapeva che si era sempre messa al sicuro dal raccontarle qualsiasi cosa del suo passato, ma in generale non amava farlo con nessuno. E con lei poi non voleva assolutamente che scoprisse sino a quanto una persona possa essere stupida, non voleva che vedesse quella parte della sua vita.
Le strinse la mano, così Arianna tornò a guardarla e questo insieme al fatto che le sorrise la fece smettere di parlare.
 
  • Va tutto bene. Non hai niente di cui scusarti.
  • Sul serio? Io penso di si.
  • Si, davvero..l’altra sera non hai detto niente che non rispecchiasse il vero..e anche adesso..
 
Finalmente Arianna le sorrise, riconosceva di nuovo la persona che le sedeva di fronte, non aveva più quello sguardo che gliel’aveva fatta avvertire come un’estranea.
Era evidente che non avevamo nient’altro da aggiungere così Tania e Leo le raggiunsero, al loro arrivo Arianna lasciò andare la sua mano.
 
  • Vi siete chiarite? No perché sulla mi idilliaca mattina di shopping c’era questa nube enorme che la seguiva.
 
E indicò con un gesto Arianna e lei per tagliare il discorso disse
 
  • Ok, va bene, cambiando argomento.
 
Prese dalla borsa una busta molto elegante e la diede ad Alex.
Quando la aprì si rese conto che era un invito per il concerto al quale partecipava. Lo prese e la ringraziò, e non le disse che sarebbe stata comunque lì perché il lavoro che le avevano proposto qualche giorno prima consisteva proprio nel fare delle foto per la serata.
 
 
La sera del concerto Alex avevo lottato con Leo per fargli capire che non poteva portarselo dietro le quinte, che aveva solo un pass e che per lei si trattava di  lavoro.
 
Quindi Alex si ritrovò tutta sola ad aggirarsi intorno al palco scattando qualche foto ad alcuni strumenti solitari e a qualche violinista che dava gli ultimi accordi al suo strumento.
Poi la vide, era in piedi vicino alla pesante tenda bordò del palco, sentì il suo cuore saltare un battito per la forte emozione. Arianna aveva un lungo vestito nero che l’avvolgeva lungo i fianchi e che andava a cadere lento lungo le gambe, l’azzurro dei suoi occhi era messo ancora più in risalto dalle gradazioni scure del trucco e aveva i capelli tirati indietro.
Era concentrata e muoveva le dita di una mano di fronte a se, come su un immaginario pianoforte.
Ovviamente Alex non poté fare a meno di catturare quell’immagine in uno scatto.
Quando Arianna si accorse della sua presenza ne fu molto sorpresa e le andò incontro.
Vedere quell’immagine che avanzava verso di lei, vedere quella splendida ragazza che le sorrideva, l’unico pensiero che ebbe Alex, l’unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento era di abbracciarla e di baciarla fino a toglierle il respiro. E non sapeva che cosa avrebbe dato per essere con lei   quella sera, quando si sarebbe tolta quel vestito lasciandolo scivolare lungo i suoi fianchi e di baciare ogni centimetro della pelle che veniva scoperto.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per sentirla sua.
Arianna le lesse sicuramente qualcosa in viso, che Alex la stesse spogliando con gli occhi era più che evidente e..
 
E non me ne importa proprio niente
 
  • Ciao, ma che ci fai qui?
  • Sei.. bellissima.
 
Sorpresa, si toccò imbarazzata una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
 
  • Grazie..merito anche di Tania..quindi?
 
Alex gli mostrò il suo pass.
 
  • Sono il fotografo  ufficiale della serata
  • E non pensavi di dirmelo?
  • No, volevo farti una sorpresa, ma devo dire che tu l’hai fatta a me..ti ho sempre trovato molto bella.. ma stasera sei stupenda..
 
Non era mai stata così diretta con lei, e mai avrebbe pensato di esserlo.
Arianna era evidentemente imbarazzata, ma c’era qualcosa in lei che faceva capire ad Alex che non le dispiaceva affatto.
 
Mi sto solo illudendo
 
  • La sala si sta riempiendo, sei pronta?
  • Arrivata a questo punto devo esserlo per forza.
 
Arianna le sorrise
 
  • Adesso ti devo lasciare, ho bisogno di concentrarmi e di rivedere alcune cose.
  • Si certo, scusami, ti lascio andare.
  • Ci vediamo dopo, e non vedo l’ora di vedere le tue foto.
  • E io di rivedere te..questa sera mi hai quasi spezzato il cuore..
 
Alex nel dirlo le sorrise, aveva una fermezza nello sguardo che Arianna non le aveva mai visto, così rimase a fissarla per un attimo con un’espressione che Alex non riusciva a decifrare, poi abbassò lo sguardo e le sfiorò una mano, quel contatto per Alex fu una scossa elettrica, poi la guardò di nuovo tenendo appena le sue dita nelle sue, Arianna stava per dirle qualcosa ma alla fine fece soltanto un leggero cenno di dissenso con la testa sorridendo e poi andò via.
Quando Alex rimase da sola aveva il cervello che le pulsava.
 
Cosa stava per dirmi?
 
La serata ebbe inizio, Alex cercò di scacciare i pensieri che le affollavano la mente e si mise a lavoro. Fece moltissime foto a lei e al contesto generale, insomma un ricchissimo book, sicuramente qualcosa di buono sarebbe riuscita a farla venir fuori.
 
Arianna fu bravissima, almeno per Alex, e vederla suonare con passione, grazia e concentrazione fu per lei una visione.
 
Osservandola Alex si rese conto che era come se Arianna venisse attraversata dalla musica e fuoriusciva da lei nella bellezza e nella perfezione dell’esecuzione. Era lei lo strumento in quel momento, le note le scorrevano dentro e le ricordava un ruscello di montagna che correva rapido e veloce, in alcuni punti s’ ingrossava diventando impetuoso, infastidito dalle strette sponde che lo contenevano,con la sua forza e irruenza cercava di prevaricarle ma alla fine il corso si allargava inaspettatamente e allora ritornava placido e calmo, così Alex si rese conto che il brano era finito, e solo allora Arianna ritornò ad essere lei, in quell’apparente quiete che nascondeva tutta la sua passione.
E Alex avrebbe dato qualsiasi cosa per potersi immergere in quelle acque.
 
Le era entrata nel sangue, la sentiva scorrere sotto la pelle e sapeva questo a che cosa l’ avrebbe portata. E per un attimo Alex ebbe paura.
 
Dopo il concerto fu raggiunta da Arianna.
 
  • Allora come ti è sembrato, come sono andata?
  • Direi benissimo, è stato molto bello.
 
Alex rimase a guardarla non sapendo cos’altro aggiungere, quindi Arianna la prese per mano e uscirono a raggiungere gli altri.
 
Ma a fine serata quando Alex la vide andar via con Leo, quando pensò che quella sera sarebbe stato lui a toglierle quel vestito che tanto l’ aveva colpita, che sarebbe stata sua quella notte..dimenticò che si trattava di Leo e lo odiò con tutte le sue forze.
 
Ma più di ogni altra cosa odiò se stessa.
 
Il pensiero di ritornare a casa, di ritrovarsi da sola con l’unica compagnia delle immagini che la stavano ossessionando le impedirono di farlo. Lampi di luce nella sua mente illuminavano Leo e Arianna, vedeva il suo amico insieme alla donna che ormai sapeva di amare, lo vedeva toccarla e accarezzarla come mai lei avrebbe potuto fare e vedeva lei  abbandonarsi totalmente a lui in un modo che mai avrebbe conosciuto.
 
Doveva assolutamente trovare qualcosa per fermare quel fiume di pensieri che la stavano facendo impazzire, e le venne in mente soltanto l’unica cosa e l’unica persona che sapeva le avrebbe permesso di placare apparentemente  il suo dolore e di dimenticare il mondo che la circondava.
Quindi Alex andò a cercare Siria.
Fu fortunata e la trovò quasi subito in uno di quei locali che era solita frequentare, fu molto stupita nel vederla e Alex non dette peso al sarcasmo che fece sul fatto che per quanto si ostinasse a pensare e a credere che fosse migliore di lei alla fine era da lei che continuava a ritornare, sempre. Durante il resto della notte Siria fu molto contenta che fosse andata a cercarla perché per quella notte ritornò ad essere la persona che aveva conosciuto in passato, senza inibizioni, senza limiti e senza nessun interesse per quello che la circondava. Alex si era abbandonata al suo istinto e all’incoscienza del se che ci tiene ancorati ad un briciolo di amor proprio.
 
Alla fine Alex si ritrovò a pensare che aveva ragione Siria, su tutto, che per lei non c’era nient’altro che questo, non c’era nient’altro che lei, non c’era ne giusto ne sbagliato, non c’era quel quadretto di vita familiare che si ostinava a cercare, non c’era amore che non l’ avrebbe ferita e fatta soffrire.
Ci sarebbe sempre stata la consapevolezza che si sarebbe sempre innamorata della persona sbagliata.
 
L’indomani Alex si svegliò in un letto sconosciuto, impiegò un po’ a capire dove si trovasse, era ancora sotto l’effetto della roba che aveva assunto la notte prima, dopo un po’ si rese solo conto che Siria era sotto la doccia,  cercò di rimettersi in sesto prima che terminasse per poter andare via, non aveva più lo slancio della sera prima e la sua presenza quasi la irritava.
Quando terminò Siria trovò Alex pronta ad uscire, la guardò in un modo strano e  le chiese di non sparire anche questa volta, era la prima volta che le diceva una cosa del genere. Alex fece solo un cenno con la testa e  quindi andò via.
 
Andò a casa e dopo una doccia si mise subito a lavoro sulle foto della sera prima, ma nello stato d’animo in cui si trovava non era stata la scelta migliore, vedere Arianna impressa in tutta la sua bellezza le fece venir voglia di piangere e di strapparsi il cuore dal petto per farlo smettere di urlale contro tutte quelle sensazioni ed emozioni che provava per lei.
Era pomeriggio inoltrato quando decise di uscire, aveva bisogno di camminare, si diresse verso il parco cercando di dare sollievo al suo spirito immergendosi in quello che la sua città poteva offrirle di più simile alla purezza della natura, alla ricerca di uno stato primordiale, lontano da qualsiasi sentimento umano.
Ma non si soffermò molto, il suo telefono iniziò a suonare e vedendo che si trattava di Siria lo ignorò. Continuò così la sua passeggiata andando oltre e ritrovandosi di nuovo circondata dal caos della città. Immersa com’era nei suoi pensieri non sentì una voce chiamarla, se ne rese conto solo quando Matteo le fu accanto.
 
  • Alex! E’ da un po’ che ti chiamo!
  • Matteo, scusa ero sovrappensiero.
  • Lo vedo, mi hai fatto fare una bella corsa per raggiungerti! Ei tutto bene?
  • Si, perché?
  • Hai un’aria stanca.
  • Si, non ho dormito bene, ma come mai da queste parti?
  • Stavo andando da Leo, comunque sono contento di averti incontrato, volevo parlarti.
  • Di cosa?
  • Più che altro volevo ringraziarti, da quando hai parlato con Tania ha iniziato a prendere in considerazione l’idea del matrimonio.
  • Figurati, la conosci meglio di me, sai anche tu che aveva bisogno di assimilare l’idea.
  • Sarà ma la spinta gliel’hai data tu. A volte vorrei saperla convincere come fai tu.
  • Non dire sciocchezze, non ho dovuto convincerla affatto.
  • Resta il fatto che ti devo un favore, ma dai andiamo, vieni con me.
 
Alex non si sentì di negarglielo e poi come sempre il viso rassicurante di Matteo aveva il potere di calmarla. Si accorgeva che a volte sapeva capirla anche meglio di Tania, e soprattutto non la faceva mai sentire sotto accusa anche se cercava spesso di farla ragionare sul modo giusto di affrontare le cose.
 
  • Matteo, avrei bisogno di parlarti di una cosa.. ho bisogno di parlarne con qualcuno..
 
L’amico si girò a guardarla, dall’espressione che vide dipinta sul volto di Alex capì che si trattava di qualcosa di serio e che doveva tormentarla parecchio.
 
Lei sapeva che avrebbe potuto liberarsi dal peso che aveva nel cuore, che avrebbe potuto confidarsi con lui. Ma non lo fece, perché lo avrebbe guidato la ragione e le avrebbe detto quello che in fondo al suo cuore sapeva benissimo e senza considerare poi che lo avrebbe messo in una situazione difficile con Tania, in genere loro non avevano segreti l’uno per l’altra e non voleva invece metterlo in condizione di averne, perché Alex aveva la certezza che avrebbe rispettato la sua confessione.
Così dopo un attimo di esitazione riuscì a deviare il discorso su alcuni progetti di lavoro che avrebbe voluto portare avanti ma che non si decideva  a farlo e che quindi gli avrebbe fatto piacere avere un suo parere.
 
Quindi tra una chiacchiera e l’altra arrivarono al bar, solo quando Alex si trovò davanti alla porta si rese conto che non aveva nessuna voglia di entrare, ma ormai era lì e non poteva tirarsi indietro.
Prima di entrare Matteo la fermò un attimo.
 
  • Alex, quando ti sentirai pronta a dirmi quello che realmente ti sta preoccupando sappi che io sarò sempre pronto ad ascoltarti ok?
 
Alex lo guardò e gli sorrise con immensa gratitudine.
 
Non appena entrò trovò la causa della sua scarsa voglia di essere lì, Arianna era seduta sul lungo sgabello del bancone. Alex e Matteo andarono a prendere i posti vicino a lei che li salutò e guardando Alex le chiese
 
  • Tutto bene?
  • Si, certo.
 
Alex guardò imbarazzata Matteo, a quanto pare non reggeva più le serate come un tempo se le si leggeva la stanchezza in viso in un modo così palese, anche se sapeva che quella che aveva dipinta sul volto non era affatto stanchezza.
 
Leo li raggiunse subito dopo.
Il telefono di Alex iniziò nuovamente a squillare e come prima si trattava di Siria e esattamente come prima lo ignorò.
Leo iniziò a parlare.
 
  • Allora vi va di fare qualcosa stasera?
  • Non saprei dovrei sentire Tania, tu Alex?
  • Io veramente..
 
Il telefono suonò ancora. Riagganciò e continuò a parlare.
 
  • Dicevo che non ho molta voglia.. santo cielo!
Fu di nuovo interrotta dal suono del telefono, Siria non era una che mollava facilmente la presa.
 
  • Ma perché non rispondi?
 
Alex guardò dritto in faccia Leo che le faceva questa domanda,  una stupida voglia di rivalsa le afferrò il cuore. Sapeva quanto si sarebbe arrabbiato nel sentir pronunciare quel nome e Alex scioccamente decise di rispondere.
 
  • Siria, ciao.
 
Pronunciando queste parole continuava a fissare lo sguardo su di lui. Vide sparire il sorriso dalle sue labbra. Poi si alzò per allontanarsi di qualche passo per poter parlare più tranquillamente. Spostandosi incontrò per un attimo gli occhi di Arianna che li distolse subito.
Alex rimase ad ascoltare l’invito di Siria per la sera, le diceva che aveva una gran voglia di stare con lei e di come l’altra notte si era accorta di quanto le mancasse. Alex ne fu sorpresa, le venne di nuovo in mente l’espressione che aveva avuto la mattina quando le aveva detto di non sparire. Chissà forse anche lei aveva un cuore e un’anima. La colpì il pensare queste cose di lei, in fondo forse, non la conosceva affatto. Però il suo istinto non la fece rimanere troppo su questi pensieri e le disse senza girarci troppo intorno che non ne aveva voglia e che l’avrebbe cercata lei. Alex aveva una vocina dentro di se che le diceva che quello che adesso incuriosiva Siria fosse questo suo nuovo atteggiamento di non curanza verso di lei,  per la prima volta era Alex ad usarla.
 
Quando riattaccò si voltò verso di loro per riprendere il suo posto ma Leo la investì subito.
 
  • Siria?
  • Già.
  • Perché ti cercava?
  • Siamo state insieme la scorsa notte.
  • Ma quando..come vi siete incontrate?
  • Ieri non avevo nessuna voglia di passare la notte da sola così sono andata a cercarla.
 
Intervenne Matteo
 
  • Ora capisco.
  • Già.
 
Alex sorrise.
Era volutamente cruda e diretta, voleva provocare Leo ma era anche la voglia di far capire ad Arianna, che rimaneva in silenzio a fissarla, che qualsiasi cosa avesse pensato su quello che Alex aveva provato la sera prima per lei non le aveva impedito di passare le ore successive in compagnia di qualcun altro.
Ma adesso Leo avendogli dato il via non si sarebbe certo fermato.
 
  • Cazzo Alex..
  • Che c’è? Non ti sta bene?
  • E a te che non dovrebbe stare bene.
  • Ma a te che importa?
  • Niente, proprio niente.
 
Leo era in collera e faceva di tutto per sembrare indifferente.
 
  • Perfetto allora.
 
Matteo cercò di smorzare la tensione che si era creata riprendendo il discorso interrotto prima.
 
  • Allora che faccio chiamo Tania per vedere se..
 
Ma fu interrotto nuovamente da Leo
 
  • Alex ma è possibile che non hai un minimo di dignità?
  • Dignità?! Ma chi ti credi di essere?!
  • Qualcuno con un pò di cervello! Ma come..
  • Leo è meglio per te se la pianti!
  • Meglio per me? Ma ti senti?
  • Si e faresti bene a farlo anche tu!
  • Abbassa la voce!
 
Il locale era relativamente pieno. Alex però incurante del suo avvertimento colpì con forza le mani sul bancone e si sporse in avanti verso di lui come per aggredirlo.
 
  • E allora smettila di tormentarmi! Non devo renderti conto di niente! Hai capito?! Niente! Pensa alla tua cazzo di vita e lasciami in pace!
 
Il modo in cui Leo la guardò, non si aspettava una reazione così carica di rabbia, se a dividerli non ci fosse stato il banco Alex lo avrebbe sicuramente preso a pugni, e fu evidente per tutti. Vide dispiacere e stupore nei suoi occhi e in quello dei suoi amici, questo bastò ad Alex per rendersi conto di aver esagerato. Lo aveva provocato volutamente per la gran voglia che aveva di litigare. Ma la sua infelicità non dipendeva da lui, non ne aveva nessuna responsabilità. Si sentì un verme, come al solito feriva le persone che le volevano bene perché inconsciamente attribuiva a loro le sue sofferenze e non capiva che la vera ragione la doveva ricercare in se.
Alex abbassò lo sguardo e si prese la testa fra le mani, era ancora arrabbiata e frustrata. Poi tornò a guardarlo e a incrociare le braccia appoggiandosi al bancone.
 
  • Tu devi smetterla.
 
Aveva abbassato la voce, Leo era ancora scosso così non disse nulla lasciandola continuare.
 
  • Lo so che lo fai perché ti preoccupi per me, ma tu non puoi continuare a comportarti così, non puoi dirmi chi posso frequentare o cosa fare della mia vita. Sono meno stupida di quello che pensi.
  • Non penso che tu sia stupida.
  • E allora dammi il beneficio del dubbio!
  • Ma frequentare una come lei ti farà solo del male, guarda che influenza ha su di te.
  • Ma non pensi mai che io sia così, realmente intendo.
  • No che non lo sei, è lei che..
  • Leo davvero, smettila, sta a me decidere, non a te. Non ti chiedo di condividere le mie scelte ma almeno non giudicarmi, ti giuro che ci penso da sola a mettermi in croce, ogni singolo giorno.
 
Leo la guardava senza saper bene che cosa rispondere. Così Alex cercò una via di uscita scusandosi.
 
  • Scusami non dovevo alzare la voce.
  • Si è vero, ma io non ti ho aiutato.
  • Allora, argomento chiuso?
  • Si..
  • Mi perdoni?
  • Si..
  • Ok..adesso però me ne vado.
 
Finalmente Matteo si decise a parlare.
 
  • Allora non sei dei nostri?
  • No, come vedi non sono di compagnia e poi ho bisogno di dormire. Vi saluto.
 
Una volta fuori Alex si allontanò di qualche passo e si fermò un attimo per accendere una sigaretta,  aspirò profondamente e pensò che aveva un bel po’ di strada da fare per arrivare a casa, ma il pensiero non le dispiacque.
 
  • Hai mai pensato di smettere?
 
Quando si voltò vide Arianna.
 
  • Qualche volta, ma richiede troppo impegno. Dove vai?
  • A casa, domani devo alzarmi presto.
  • Capisco..
  • Vuoi un passaggio?
 
Alex la fissò a lungo, lottando con la voglia di dirle di si, aspirò nuovamente il fumo dalla sua sigaretta e mentre lo ributtava fuori le rispose.
 
  • No, ti ringrazio, ho voglia di camminare.
  • Perché ho come la sensazione che tu sia arrabbiata con me?
  • Perché dovrei?
 
Adesso era incuriosita da come lei potesse percepire questo.
 
  • Non lo so. Dimmelo tu.
 
Alex si mise a ridere e si avvicinò a lei.
 
  • Non ho nessun motivo per avercela con te, sono solo di cattivo umore, tutto qui.
  • Ieri sera non mi sembravi di cattivo umore, che ti è successo dopo?
  • Ma perché ti interessa così tanto?
  • Perché siamo amiche.
 
Se l’ avesse insultata Alex lo avrebbe preferito. Quelle parole colpirono il suo ego e fecero venire fuori la creatura che se ne stava annidata nel suo cuore, quella a cui non sarebbe importato di rovinare tutto, quella che voleva agire solo per appagare se stessa e il suo orgoglio ferito da quelle innocenti parole.
 
  • Non mi è successo proprio niente..
  • Ok, scusa, non sono affari miei. Allora..passa una buona serata.
 
Arianna la superò per dirigersi alla sua auto, Alex rimase un attimo ferma poi gettò la sigaretta e si mosse anche lei seguendola, le stava dietro di qualche passo, la guardava camminare, aveva un passo sicuro e disinvolto.
Arianna si accorse di lei e si girò continuando a camminare.
 
  • Che fai, mi segui?
  • No, è la mia direzione.
 
Alex allungò il passo e le appoggiò le mani sulle spalle, Arianna girandosi provò a fermarsi ma Alex continuò a spingerla facendola continuare a camminare all’indietro, Arianna fu stupita da quel gesto. Ma vide che Alex le stava sorridendo.
 
  • Ma che fai?
  • Arianna non ho nessun motivo per essere arrabbiata con te.
  • Ok, ti credo.
 
Arianna lo disse ridendo.
Alex la spinse sino a farla appoggiare con la schiena contro la sua auto e le si avvicinò premendo il corpo contro il suo. Arianna le mise le mani sulle spalle per allontanarla ma lei le prese i polsi con entrambe le mani e avvicinò il viso al suo.
Voleva baciarla, voleva farle capire che per lei era tutto, ma di certo non un’amica.
Arianna si era fatta seria e aveva un’espressione preoccupata, la guardava aspettandosi chissà che cosa, spostando lo sguardo dagli occhi alle labbra di Alex.
 
  • Alex ma che ti prende..
 
In un sorriso poco rassicurante Alex ripeté di nuovo.
 
  • Ok?
  • Ok..
 
Arianna lo disse in un sospiro, Alex sentì il suo calore sfiorarle le labbra. Ma non era sicura a che cosa si riferisse con quell’assenso, si stava perdendo nei i suoi occhi che si trovavano così vicini ai suoi, si ritrovò  a pensare che avrebbe voluto leggerci l’amore al posto dello stupore che invece vi regnava in quel momento,così in un sussurro le disse soltanto
 
  • Buonanotte.
 
Con uno scatto si allontanò da lei lasciandola finalmente libera, le voltò le spalle facendole un cenno di saluto con la mano.
 
 
 
Nei giorni successivi Alex la evitò accuratamente, a dire il vero cercava di evitare tutti, si rendeva conto che aveva fatto una stupidaggine, si domandava se Arianna avesse raccontato l’accaduto a Leo e il solo pensiero la faceva vergognare profondamente, ma non essendosi fatto sentire ne dedusse che non l’aveva fatto.
Comunque era consapevole di aver rischiato di far degenerare la situazione e pensò che la cosa migliore che potesse fare era allontanarsi per riuscire a riprendere il controllo su se stessa.
Quindi fece quello che le riusciva meglio, scappare, e così con una scusa se ne andò via per qualche settimana.
 
Al suo ritorno si fece trovare all’uscita del teatro, sperava scioccamente che il tempo trascorso avesse sgonfiato l’accaduto. Arianna aveva terminato le prove ed era in compagnia di alcuni colleghi intenta a chiacchierare, quando la vide ne fu sorpresa, ma Alex intravide anche quello che interpretò come fastidio. Arianna salutò i suoi amici e venne verso di lei che se ne restava appoggiata alla moto.
 
  • Ciao.
 
Alex si schiarì la voce e ricambiò il saluto. Non aveva pensato a cosa dire, ne tantomeno immaginato la sua reazione nel rivederla dopo quella sera. Nel suo candore era andata da lei con la convinzione che doveva soltanto scusarsi, che sarebbe bastato a rimettere a posto le cose. Ma adesso trovandosela davanti non ne era più cos’ì sicura. Il modo in cui Arianna la stava guardando le faceva ardere il sangue nelle vene, le era mancata e in quel momento Alex lo trovava un pensiero assurdo, visto che si stava rendendo conto di trovarsi su un patibolo e che si detestava perché vi era salita con le proprie gambe.
 
  • Come mai sei qui?
  • Perché penso di doverti delle scuse.
  • E ti è servito tutto questo tempo per arrivare a questa conclusione?
 
La sua voce era puro sarcasmo.
 
  • Sono stata via per lavoro.
  • Dev’ essere una scusa che utilizzi spesso vero?
 
Ed eccola lì a dirle senza mezzi termini quello che pensava, per un attimo le ricordò Tania, ma in Arianna a differenza di lei c’era un modo di guardarla, come se le leggesse dentro e la faceva sentire come un ladro colto in flagrante.
Un sorriso si dipinse sul volto di Alex.
 
  • Ok, mi hai scoperto. Hai ragione, avevo solo bisogno di allontanarmi.
  • O di nasconderti?
  • Wow, certo che non mi rendi le cose semplici.
  • Perché dovrei?
 
E per la prima volta Arianna distolse lo sguardo con un certo imbarazzo.
 
  • E poi comunque lascia perdere, non è successo niente, che non fossi in te era evidente..
 
Ecco, adesso era esattamente come Tania e come tutti gli altri. Questa frase fece crollare tutti i buoni propositi di Alex, sarebbe dovuta essere contenta e invece questa cosa la fece arrabbiare.
 
  • Non ero in me..ma non mi dire, vedo che anche tu hai imparato alla svelta..
 
Arianna la fulminò con lo sguardo.
 
  • Certo che sei proprio un bel tipo.
 
Alex la ignorò prese il casco e si mise a cercare le chiavi.
 
  • Bene allora siamo apposto, potevo evitare di venire.
  • Già ti sei disturbata per niente.
 
Arianna si girò per andarsene e si allontanò di qualche passo ma poi, come se una forza invisibile l’avesse respinta indietro, si girò nuovamente verso Alex dicendo.
 
  • Esattamente cos’è che ti fa tanto arrabbiare?
  • Il fatto che di me non si possa semplicemente dire che ho fatto una cazzata, sentite sempre tutti la necessità di attribuirle a.. che cosa?
  • Fammi capire.
 
Mentre lo diceva Arianna si avvicinò minacciosamente a lei, teneva gli occhi puntati nei suoi.
 
  • Quindi tu preferiresti che io pensassi che mi sei saltata addosso perché volevi esattamente dimostrare che cosa? Lascio andare la mia immaginazione? E’ questo quello che vuoi? Ti fa sentire meglio?
 
Alex aprì la bocca ma non emise nessun suono. Così lei allontanandosi continuò.
 
  • Già, lo credo anch’ io, avresti dovuto accettare la via d’ uscita che ti proponevo. I tuoi comportamenti non li attribuisco proprio a niente, di te penso solo che sei una persona che da semplicemente ascolto ai suoi istinti. Giusti o sbagliati che siano. Ma è evidente che  non ne sai gestire le conseguenze.
 
Stavolta si girò e andò via, Alex stava a guardarla mentre si allontanava, doveva riprendersi dalla crudele verità delle sue parole, dalla limpidezza del suo sguardo mentre le diceva. Era stata una stupida e Arianna aveva capito benissimo cosa aveva nel cuore e le aveva dato un’altra possibilità, l’ aveva giustificata, ma in un modo del tutto differente da quello a cui Alex era abituata, si era sempre resa conto che il modo che avevano gli altri era dettato da anni di convivenza con lei e con il suo profondo disagio.
 
Inquinati dagli eventi di quella notte
 
Alex non aveva riconosciuto l’opportunità che Arianna le aveva dato,anzi l’aveva rifiutata calpestandola. Si ritrovò a provare un sentimento nuovo, lei non conoscendo i suoi trascorsi l’ aveva vista per quella che era, l’ aveva perdonata nonostante tutto e in quel momento Alex provò gratitudine, anche se non ne capiva il perché, ma, ancora non lo sapeva, avrebbe avuto modo e tempo per comprenderlo.
Finalmente si decise a inseguirla, la chiamò ma Arianna non si voltò nemmeno, alla fine la raggiunse e la fermò prendendola e trattenendola per la mano. E finalmente riuscì a collegare il cervello con la bocca.
 
  • Ti prego, ti prego perdonami. Per tutto. Per l’altra sera, per oggi.. per tutto, ti prego. So di essere una persona spregevole, fai bene a pensare il peggio di me, sei la ragazza del mio migliore amico e..non ci ho pensato due volte a.. rovinare tutto.. e per cosa poi..
 
Mentre le diceva queste cose manteneva lo sguardo fisso sulla sua mano che stringeva quella di lei, la guardò soltanto quando le rispose.
 
  • Già..per cosa?
  • Io non..lo so..
  • O semplicemente non vuoi dirlo. Quella sera c’era qualcosa che ti tormentava e che pensi bene di tenere per te, e va bene, non è un problema. Lo diventa invece quando fa venire fuori quella parte di te che..
 
Fece una pausa, Alex rimase in attesa senza avere il coraggio di interromperla, anche se stupidamente avrebbe voluto.
Poi alla fine continuò
 
  • Che nasconde questa te, quella che conosco e che mi piace. Quella che non farebbe mai del male ai suoi amici.
 
Alex iniziò a pensare che forse non era poi così complicata come pensava, ma restava il fatto che non aveva bisogno di tante parole per farsi comprendere da lei ed era un pensiero che le dava conforto.
 
  • Ma posso farlo.
 
Arianna la disorientò con un inaspettato sorriso.
 
  • Si è vero, però hai la grande fortuna che generalmente sei una splendida persona e ci fai dimenticare le stupidaggini che fai.
 
Aspettò che Alex dicesse qualcosa. Poi sospirò.
 
  • Mi voglio solo augurare che tu non ti approfitti di questa consapevolezza. Ascolta, non ti dico dimentichiamo ma semplicemente superiamo la cosa e basta.
 
Si tenevano ancora per mano e Arianna strinse leggermente la presa. Alex abbassò di nuovo lo sguardo.
 
  • Ei tutto bene?
  • Si..
  • Non sembra.. cosa c’è? Puoi dirmelo..
 
Alex avrebbe voluto dirle quello che aveva nel cuore in quel momento. Avrebbe voluto chiederle perché aveva scelto lui, perché non le aveva dato nemmeno una possibilità, perché non poteva amarla.
Il modo in cui la guardò e quello che vide nei suoi occhi impedirono ad Arianna di sostenere il suo sguardo, dopo ritornò a rivolgere la sua attenzione su di lei e le sorrise nuovamente.
 
  • Adesso devo andare.
  • Si.. certo..
 
Arianna liberò la sua mano per appoggiarla sulla guancia di Alex e poter baciare l’altra. Appoggiò per un istante la fronte dove aveva appena posato le labbra, continuando a tenere l’altra mano sul suo viso.
Poi si voltò e andò via senza aggiungere altro.
Alex sentì il rumore sordo del suo cuore che andava in frantumi.
E rimase lì immobile, non trovando la forza di muoversi e avvertendo ancora il calore sul viso della mano della donna che amava.
Arianna aveva avuto ragione quella sera a pensare che fosse in collera con lei, era vero.
 
Ti dovrei odiare..
 
Ma la crudeltà delle risposte alle sue domande le impedivano di farlo.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo quarto ***


I gironi trascorsero e si arrivò al Natale, in quel periodo Alex decise di mantenere un  basso profilo, si dedicò al suo lavoro ed evitò di mettersi nei guai. Cercò soprattutto di far dimenticare i suoi ultimi sbalzi d’ umore. Si arrivò così alla tradizionale cena prenatalizia, per loro era solo una scusa in più per passare una serata insieme e approfittarne per scambiarsi regali.
 
Alex cercava in tutti i modi di non far caso a Leo e ad Arianna, ma con scarso successo.
 
Odiava sentirsi a disagio con il suo amico, Arianna stava con lui ed era un dato di fatto e lui per Alex era più che un fratello. Era consapevole di essere stata ingiusta e sconsiderata, e quella sera decise che in un modo o nell’altro si sarebbe fatta andar bene quella situazione, cercava di consolarsi ripetendosi “meglio lui che un’altro”.
 
Che stupida e inutile consolazione
 
Il fatto che fosse proprio lui rendeva tutto ancora più difficile. Con chiunque altro magari avrebbe avuto una possibilità, avrebbe cercato di fare qualsiasi cosa per portargliela via, o comunque sia non avrebbe avuto nessun problema a farle capire i suoi sentimenti, magari rischiando di apparire ridicola ai suoi occhi, ma almeno si sarebbe tolta questo peso dal cuore. Allora si che si sarebbe rassegnata.
Però grazie a quel briciolo di razionalità che le era rimasto era arrivata alla conclusione che in qualsiasi modo sarebbero andate le cose fra di loro lei ne doveva restare fuori, ad ogni costo. Ma nonostante questo non riusciva a non guardarla e a non sentire il desiderio di toccarla, di starle vicino e si rendeva conto che ormai era divenuta indispensabile al suo cuore.
Ma come si disprezzava, amava disperatamente la donna del suo migliore amico, e non riusciva a porvi rimedio, che razza di persona era, il suo grado di moralità  era veramente basso.
 
Quella sera Alex le aveva regalato un libro, scontata forse, ma sapeva che le sarebbe piaciuto.
 
  • “La signora delle Camelie”?
  • Si lo so, un po’ anacronistico ma a me piace molto, lo trovavo adatto ad una  musicista.
  • Ti ringrazio, è molto bello
 
Fra le pagine aveva messo alcune delle foto che le aveva scattato il primo giorno che si erano incontrate al parco.
Quando la vide Arianna la guardò  meravigliata.
 
  • E’… molto bella, sei veramente brava.
 
Anche lei le regalò un libro.
 
  • “Donne che corrono coi lupi”, ne ho sentito parlare, una bibbia per le donne di ogni epoca
Alex si mise a ridere.
 
  • Ehi vedi di fartelo piacere perché mi ha tenuto per più di un’ora in libreria.
  • Amico mi commuove il grande sacrificio che hai fatto per me! E poi…
 
Guardò Arianna dritto negli occhi
 
  • Mi piace molto.
 
 
Trascorsero una bella serata che si concluse con l’annuncio di Matteo che finalmente Tania aveva ceduto e che si, insomma la rendeva una donna rispettabile.
Con questa frase si guadagnò battutacce e pugni un po’ da tutte le parti.
Alla fine si congratularono con entrambi e che dire, erano contenti, cambiava veramente poco nel loro rapporto, in fondo aveva ragione Tania, ma restava comunque un passo importante.
 
 
Passarono un paio di mesi, dopo il loro chiarimento Alex si accorse che il suo rapporto con Arianna era un po’ cambiato, a dire il vero l’atteggiamento di quest’ultima verso di lei era diverso, anche se prima si frequentavano abitualmente fra di loro c’era sempre come una sorta di reverenziale cautela che il comportamento irresponsabile di Alex aveva fatto cadere, e questo gliela faceva sentire più vicina. Senza contare il fatto che spesso Alex la sorprendeva ad osservarla e quando incontrava il suo sguardo interrogativo si limitava a sorriderle e tornava a dedicarsi a quello che faceva in quel momento. Alex avrebbe venduto l’anima per sapere a che cosa pensasse in quei momenti.
 
Nonostante le sue buone intenzioni e tutti i propositi di rassegnazione non riusciva a starle lontano per troppo tempo, e soprattutto sapeva che non avrebbe mai rinunciato a vederla e a sentirla suonare e grazie al lavoro svolto la sera della prima si era guadagnata libero accesso al teatro durante le prove.
 
Alex adorava sedersi nella sala buia ad osservarla intenta a suonare, era come se lo facesse soltanto per lei, era come avere un loro momento di intimità che escludeva tutti gli altri.
Sarebbe rimasta le ore ad ascoltarla e ad imprimere nella sua mente ogni suo più piccolo particolare.
Le aveva rubato l’anima, tutto il suo essere era rivolto verso di lei, nulla al mondo le dava la gioia e la serenità che provava in quei momenti.
 
E lei, lei lo sapeva
.
A volte andava a sedersi in platea senza che Arianna lo sapesse, eppure, avveniva un attimo in cui era come se l’ avvertisse, come se sentisse la carezza del suo sguardo su di se e allora alzava il suo dalla tastiera del piano e si voltava a guardare nel punto esatto in cui Alex si trovava.
E le sorrideva, felice di non essersi sbagliata.
Alex avrebbe vissuto solo per quell’istante.
Poi riprendeva a suonare, e Alex sapeva, aveva la certezza che lo stava facendo solo per lei.
Ricordava un notturno di Chopin, così grave e triste e stupendo allo stesso tempo che parlava alla sua anima, le sussurrava quanto assurdo e doloroso fosse continuare ad alimentare l’illusione di un amore che mai si sarebbe rivelato.
Ma Arianna in quel momento era sua..soltanto sua, e suonava per lei..solo per lei.
 
Spesso al termine delle sue prove andavano a pranzare insieme. Un giorno Alex le propose un programma alternativo, ma si doveva fidare perché non le avrebbe rivelato la meta se non all’ arrivo.
Arianna accettò incuriosita, Alex le diede un casco e la invitò a montare in sella.
Faceva veramente freddo ma non le importava, e a quanto pareva nemmeno a lei, Arianna si strinse  a lei pronta alla partenza scattante della moto, istintivamente a quel contatto Alex le strinse le mani con la sua, poteva sembrare che si accertasse che si tenesse per bene, ma in realtà voleva solo toccarla, sentire le sue mani anche attraverso i guanti in pelle che entrambe indossavano, sentire il corpo di lei appoggiato al suo.
Alla fine si decise a partire,si diresse fuori dalla città, abbandonando presto le strade caotiche che la circondavano e si ritrovarono immerse in una strada circondata all’inizio da radi alberi che, con l’avanzare della strada divennero sempre più fitti, ai bordi si potevano intravedere spruzzi di neve sparsa, alla fine le fronde degli alberi lasciarono libero spazio all’orizzonte puro del mare.
 
Si fermò su un lungomare solitario, il viaggio era durato poco meno di un’ora, e si trovavano all’interno di un piccolo agglomerato di case allineate davanti ad una banchina al di sopra di una spiaggia.
Il mare di quei luoghi in inverno riacquistava il suo naturale stato selvaggio, e grazie alle minacciose nuvole grigie che lo sovrastavano, sembrava di mercurio puro e all’orizzonte non si distingueva dove finisse lui e iniziasse il cielo.
 
  • Una volta ti promisi che avremmo fatto un lungo giro in moto.
  • E tu sei una che mantiene le promesse, giusto? È molto bello qui.
  • Si lo so, un po’ desolato, ma se non pioverà fra un po’ assisteremo ad uno spettacolo grandioso.
  • A si?
  • Già  –  le sorrise – aspettami qui.
 
Quando Alex ritornò con il suo bottino che consisteva in due panini e una bibita, la trovò immersa nei suoi pensieri, ad osservare un punto indefinito all’orizzonte. Sentendola arrivare Arianna si girò verso di lei, il vento le scompigliava i capelli e, come le era capitato altre volte di notare, il colore dei suoi occhi subiva un cambiamento di colore in base alla luce, in quel momento sembravano verdi, di un verde puro e limpido, e questa ninfa stava sorridendo a lei.
 
  • Scusa forse è un po’ poco
  • Non ha importanza – ritornò a guardare l’orizzonte – ne valeva la pena.
 
Andarono a sedersi in spiaggia.
 
  • Vieni spesso qui?
  • Non spesso come vorrei, in questo periodo dell’anno è un posto stupendo, a volte riesco a fare foto meravigliose.
  • E’ molto malinconico..a dire il vero il mare in inverno è malinconico per definizione.
  • Non volevo che avesse quest’effetto su di te, mi dispiace..
  • Non dirlo nemmeno, non è così,  sono contenta di essere qui. E poi ti rispecchia pienamente.
  • In che senso.
  • Bello e solitario.. impenetrabile.
  • E’ così che mi vedi?
 
Non rispose alla domanda di Alex e si rimise in piedi.
Avevano terminammo il loro piccolo pasto e così iniziarono a camminare lungo la spiaggia.
 
  • Dimmi, sei mai venuta qui con quella ragazza?
  • Quale ragazza? Siria?
  • Si lei. Dimmi l’hai mai portata in questo posto?
 
Questa domanda la sorprese, non avevano mai parlato delle rispettive vite sentimentali, e poi Alex non riusciva a capire il perché le venisse in mente proprio adesso.
 
  • No, mai. Diciamo che lei non è il tipo di persona con cui condividere la bellezza.
  • E che cosa si condivide con una come lei?
 
Alex era alla ricerca della risposta giusta da dare, ma non le veniva in mente nient’altro che la verità.
 
  • Non volevo metterti a disagio, non rispondere..lascia stare..ma mi incuriosiva sapere che cosa vedi in una come lei, sicuramente molto affascinante ma..è così diversa da te..
  • No è che, mi cogli di sorpresa. Su Siria potrei inventarti mille scuse ma, purtroppo, con una come lei non si condivide proprio nulla. Lei è la follia di un istante, è l’illusione dell’amore.
  • Amore? Tu..l’ ami?
  • No, certo che no, cioè per un po’ l’ho voluto credere, diciamo che in quei momenti riempiva un vuoto che, in effetti era ancora più grande dopo i nostri incontri.
  • Un vuoto..
 
Alex si voltò a guardarla, Arianna lo disse come se stesse riflettendo su quello che le aveva appena detto. E Alex da parte sua lottava con se stessa se farle una domanda che l’ assillava e la cui risposta forse l’ avrebbe spinta alla rassegnazione.
 
  • E tu.. tu in questo momento sei innamorata?
  • Io.. non lo so.. ma non so se dovrei dirlo a te..sei abbastanza di parte.. – Rise – è che sono una che sull’argomento amore ci va molto cauta.
 
Alex non sapeva perché ma non era la risposta che si sarebbe aspettata, ma ne provò stupidamente sollievo.
 
  • Delusioni?
  • No, cioè di delusioni ne ho avute, come tutti, anche molto forti, ma non credo che sia per questo.
  • Perdonami ma mi riesce difficile vederti come una che ha delusioni in amore.
 
Fu una frase che le usci talmente spontanea da non rendersene conto.
Arianna la guardò e le sorrise.
 
  • Beh direi proprio di si. Ma comunque sia credo che dipenda dal fatto che sono cresciuta con un padre inesistente e una madre che saltava da una relazione all’altra. Lei è una grande fan di questo sentimento, è una irriducibile, nonostante due matrimoni alle spalle e un terzo nuovo di zecca sostiene che l’amore è l’unica cosa per la quale vale la pena alzarsi al mattino, e non devono essere degli sbagli di valutazione a spingerci a rinunciare.
  • È un’ottimista, chi lo sa forse ha ragione lei.
  • Per me non è così, voglio dire, capita di pensare che hai finalmente trovato la persona giusta, però.. credo che debba essere qualcosa che devi sentire subito, dal primo momento.
  • Qualcosa che deve scattare a prima vista. – Alex sorrise ricordando la prima impressione che ebbe di lei – Sei consapevole che è soltanto una favola?
  • Come sei dannatamente razionale! Io voglio credere che sia possibile..
  • Sarà..Comunque a prima vista o no, darei qualsiasi cosa per avere quello che hanno certe persone.
  • Come Tania e Matteo.
  • Già..
  • Ma mi spieghi perché Leo si preoccupa e si arrabbia così tanto con te quando sa che sei con Siria? Cioè voglio dire, ho visto che effetto ha su di te, ma questo non giustifica la sua reazione eccessiva. Di cosa ha  paura?
 
Alex si prese un attimo prima di risponderle.
 
  • Sai, ci sono momenti in cui si ha la percezione che per essere felici bisogna dimenticarsi totalmente di se stessi, di chi siamo. Lei mi aiuta a fare questo, perdermi, dimenticare, lasciar perdere ogni inibizione e ogni paura, sensi di colpa o.. vergogna e vivere semplicemente il momento, senza zavorre, senza vincoli di nessun tipo, nemmeno l’amicizia, è per questo che lui si..arrabbia con me, sa cosa sono capace di fare quando sono con lei, o di non fare..
  • Perché Alex.. perché vorresti dimenticarti di chi sei?
 
Istintivamente Alex si toccò un braccio, come a strofinarlo, come a cancellarle sotto la manica, ma fu un gesto fatto in sovrappensiero, Arianna se ne accorse e la fermò semplicemente sfiorandole una spalla e riportandola al presente.
Si trovarono una di fronte all’altra.
 
  • Alex, prima mi hai chiesto se ti vedo in quel modo, impenetrabile e si, tu sai esserlo, trincerata dietro ad un ostinato silenzio, e ci sono così tante cose di te che non so, che non capisco. Riesco a intravedere la tua anima attenta e sensibile al mondo che la circonda, pronta a cogliere la bellezza delle cose, anche le più piccole e vedo che fai di tutto per nasconderlo..per metterti al sicuro.. io non riesco nemmeno ad immaginare che cosa ti sia potuto accadere per..voler dimenticare chi sei..
 
Alex abbassò lo sguardo, non sapeva che cosa mai avrebbe potuto risponderle.
 
Quando lo rialzò si accorse che il sole stava per tramontare, era quello lo spettacolo che le aveva promesso, era per quell’evento dai colori meravigliosi che l’aveva portata lì.
In quel momento lei gli dava le spalle, Alex la fece voltare indicandole quella sfera di fuoco arancione che colorava con lingue rosse la schiuma delle onde che si  inabissavano nel blu antracite del mare, alcuni raggi erano nitidi e visibili attraverso le grosse nuvole che si stavano addensando all’orizzonte, nuvole cariche di pioggia ed elettricità che promettevano l’arrivo di una tempesta.
 
Arianna appoggiò la sua schiena contro di lei, Alex sentì  il peso del suo corpo contro il suo petto, i suoi chiari capelli mossi dal vento si confondevano nel nero dei suoi.
 
  • Alex.. è stupendo..
 
Sentire questa frase, avvertire lo stupore nella sua voce la fece sorridere, Alex era riuscita nel suo intento.. regalarle qualcosa di stupefacente, e doveva ringraziare la natura che le aveva dato un grande aiuto con un temporale inaspettato che rendeva l’aria e lo spettacolo al quale stavano assistendo irreale.
Ad Alex venne in mente una canzone, abbassò la testa all’altezza del suo orecchio e le canticchiò alcune strofe
 
  • I want to dive into your ocean
    Is it raining with you?
 
Arianna sorrise e girò la testa verso di lei, le labbra di Alex le sfioravano la guancia e poteva avvertire la morbidezza della sua pelle, il suo calore. Se soltanto si fosse voltata un po’ di più.. e sentiva la sua esitazione. Alex aveva il cuore in gola.
Allora le circondò le spalle con le sue braccia e la strinse a se.
 
E lei accettava quell’abbraccio.
 
Non l’avrebbe voluta lasciare andare, per nulla al mondo.
In quel momento avrebbe voluto sussurrarle tutto il suo amore, era pronta a farlo, era giusto che lei sapesse come le stava consumando il cuore e l’anima quello che provava per lei.
 
Il suono del telefono di Arianna le riportò alla realtà e fece decidere una situazione di stallo che per quanto fosse durato solo pochi attimi ad Alex era sembrata eternità.
Arianna si scostò e lei la liberò dal suo abbraccio.. e rispose.
 
  • Leo, si scusa se sono sparita.
 
Un attimo di silenzio
 
  • Si sono, stata trattenuta, ne avrò ancora per un po’, si ti chiamo dopo.
 
Alex si domandò del perché quella bugia, perché non le aveva detto che era con lei.
 
Il perché era stato evidente un attimo prima
 
Quando riattaccò Arianna la fissò, in attesa che le chiedesse qualcosa, ma non lo fece, anzi Alex si limitò a dirle.
 
  • Si è fatto tardi, è meglio rientrare prima che ci colga il temporale.
 
La superò di qualche passo prima che anche lei si decidesse a seguirla, era evidentemente turbata, non disse niente sino al loro arrivo. Alex la riaccompagnò a casa, Arianna scese dalla moto e rimase un attimo a fissarla.
 
  • Alex..ti ringrazio, è stato bellissimo..
 
Lei le sorrise, e Arianna si mosse verso di lei sistemandole la sciarpa come a coprirla meglio, e mentre lo faceva disse.
 
  • Non ricordo di aver visto niente di più bello.. ed emozionante..
 
Si allontanò di qualche passo.
 
  • A presto.
 
Alex le rispose soltanto con un gesto della mano e un sorriso, le parole le morivano in gola, per quanto le sembrasse stupido tutto quello che le veniva in mente. Alla fine la vide sparire, restò in attesa di vedere le luci accendersi nella stanza che sapeva appartenerle.
Alex Rientrò nel suo appartamento con un profondo senso di spossatezza e di colpevolezza, si sentiva come se quel pomeriggio si fosse consumato un tradimento, e in effetti doveva ammettere con se stessa che c’erano andate molto vicino, per quanto non sapeva realmente sino a che punto Arianna sarebbe stata in grado di arrivare.
Ma cosa diavolo stava combinando.
 
Tutto questo è sbagliato e lo sai benissimo
 
**************************************************************************************************
 
I giorni si susseguivano quasi tutti uguali, Alex alla ricerca di qualcosa di interessante da fare, qualcosa che la distogliesse dal suo chiodo fisso. Tania invece era indaffarata nei preparativi del matrimonio anche se ancora non avevano deciso una data, aveva seguito il suo consiglio organizzando una piccola cerimonia civile, e un ricevimento per pochi intimi, ma nonostante questo c’erano comunque dei preparativi da fare e lei cercava di coinvolgerla in tutti i modi ma con scarso successo, e per sua fortuna invece trovava terreno fertile e soprattutto molta più disponibilità in Arianna.
 
Una sera si ritrovarono seduti ad un tavolino nel cortile interno di un locale, faceva ancora freddo ma il locale era talmente pieno che decisero di restare lì fuori. I ragazzi andarono a prendere da bere, sfidando la bolgia che si affollava dentro. Le ragazze invece restarono fuori con Arianna seduta accanto ad Alex e Tania di fronte. Parlavano del più e del meno e Alex se ne restava con le mani ben piantate dentro le tasche della giacca.
 
  • Certo che abbiamo avuto proprio una bella idea, mi sto congelando.
  • Non fare la solita rompi Alex, meglio qui che dentro a quell’inferno di gente, almeno  riusciamo a scambiare due parole.
Alex le rispose in modo sarcastico.
 
  • Mi vuoi aggiornare sui tuoi progressi sulla scelta degli inviti?
  • Guarda, te lo meriteresti, per quanto ti annoiano queste cose starei le ore a descriverti la grana e le sfumature...
  • Si, si ho capito, smetto di lamentarmi
  • Brava Tania, abbiamo trovato un’arma per farle fare tutto quello che vogliamo –  mentre lo diceva, Arianna si avvicinò  ad Alex passando le sue braccia intorno al suo e appoggiando il mento alla sua spalla –  però ha ragione si muore di freddo.
 
A quel contatto Alex si girò verso di lei per perdersi nel mare di serenità che era il suo sguardo, gli occhi le brillavano, le sorridevano e i suoi la ricambiavano, in un istante era diventata il centro del suo universo.
 
  • Mi hai appena dato ragione.
  • Si, ma guarda che è stato solo un caso.
 
Arianna tornò a guardare Tania, tenendo sempre la testa appoggiata alla sua spalla e stringendosi di più, Alex avvertì che tremava.
 
  •  Mi domando se quest’inverno passerà mai.
 
Alex si ritrovò il viso immerso nei suoi capelli, nel suo profumo.. chiuse gli occhi, una smorfia di dolore le aveva attraversato per un attimo il viso, era lei, la sua vicinanza a provocarle una profonda sofferenza. Era il dover reprimere la voglia di abbracciarla e di stringerla a se, di sopprimere l’istinto per lei naturale di proteggerla, persino dal freddo.
Quando li riaprì si ritrovò davanti Tania con l’espressione di una che si era appena svegliata e aveva avuto una rivelazione.
Alex sapeva questo cosa avrebbe comportato, ne fù molto infastidita e Tania glielo lesse negli occhi.
Arrivarono finalmente i ragazzi con i loro bicchieri in bilico.
Leo andò a sedersi sulla sedia alle spalle della sua ragazza, le poggiò una mano sulla spalla e a questo contatto Arianna lasciò andare il braccio dell’amica lasciandosi abbracciare da lui.
 
  • Vieni, ti tengo calda io
 
Alex prese il suo bicchiere e lo mandò giù tutto di un fiato. E disse rivolta a Tania e a Matteo
 
  • Allora ragazzi, qual è il prossimo passo? Ci farete diventare zii?
  • Fosse per me lo sareste già, ma sappiamo quanto giudizio ha la tua amica
  • Già, però vi ci vedo davvero bene come genitori, qui siete gli unici che hanno tutte le carte in regola.
 
Intervenne Leo
 
  • Ei perché gli unici? Guarda che ne sarei capace anch’ io.
 
 Tania rispose prontamente.
 
  • Nessuno mette in dubbio le tue capacità, ma per certe cose ci vuole giudizio e responsabilità.
 
E qui piantò il suo sguardo su Alex
 
  • E mi sembrano doti necessarie per qualsiasi cosa.
 
Alex invece smorzò la tensione che ormai avvertiva nell’aria.
 
  • E poi il pensiero di te che ti riproduci è agghiacciante.
  • Alex se non mi fossi amica mi domando che cosa mi diresti.
 
Arianna nel frattempo, dopo l’uscita di Leo, si era sciolta dal suo abbraccio e si era discostata.
Alex voleva solo allontanarsi.
 
  • Vado a vedere se rimedio qualcos’altro da bere.
 
Si alzò ma fu raggiunta da Tania poco prima di riuscire ad entrare.
 
  • Mi auguro di aver capito male!
  • Non so a cosa ti riferisci.
  • Smettila, ti conosco benissimo e..come ho fatto a non capirlo..
  • Perché non sono affari tuoi, e non mi sembra nemmeno il momento.
 
Si girarono entrambe a guardare dove si trovava il resto del gruppo, che le stavano osservavano incuriositi. Alex continuò il suo tentativo si rassicurare Tania.
 
  • Non hai niente di cui preoccuparti, ma per chi mi hai preso.
  • Non è di te che mi preoccupo, è il modo in cui lei a preso a guardarti a preoccuparmi!
 
Alex rimase a bocca aperta.
 
  • Ma che stai dicendo?! Tu vedi cose che.. ti ripeto, non sono affari tuoi, so gestire benissimo la situazione.
  • Io te lo auguro perché hai perfettamente ragione, non è affar mio, perché ti giuro che se porterai avanti questa cosa ti ritroverai da sola.
 
Alex sapeva che Tania diceva sul serio, rimase un attimo a guardarla e poi si decise ad andare dentro, non avevano nient’altro da aggiungere. Una volta dentro si guardò intorno, c’era davvero un sacco di gente, non sarebbe stato facile riuscire a raggiungere il bar ma sgomitando riuscì nell’impresa. Decise di rimanere dentro un altro po’, per quanto l’aria dentro fosse pesante l’avrebbe sopportata meglio degli sguardi di fuoco di Tania, ma ormai era fatta, si era tradita e adesso Tania aveva capito. Non sarebbe certo finita lì.
La sua attenzione fu attratta da una ragazza che la fissava, li per lì  Alex non si rese conto, non la riconobbe subito, aveva i capelli più lunghi, un’espressione più matura o semplicemente perché l’ultima volta che l’aveva vista era svenuta in mezzo al proprio sangue.
Solo un attimo dopo realizzò che si trattava di Emma.
 
Rimase impietrita, non poteva crederci, dopo tutto quel tempo, pensò che la sua mente le stesse giocando un brutto scherzo, ma lei era lì e la guardava, ma Alex sperava di sbagliarsi.
Pregò perché non venisse verso di lei, ma invece lo fece, Emma le disse semplicemente.
 
  • Ciao
 
Alex non le rispose, la guardò dall’alto della sua statura poi si girò e fingendo molta indifferenza andò fuori alla ricerca dei suoi amici.
Quando li raggiunse fu travolta da Leo
 
  • Allora almeno tu ci vuoi dire di che cosa stavate parlando prima? Lei..
 
Doveva avere davvero una faccia strana perché Leo le chiese
 
  • Che ti è successo? Ti senti bene?
  • Si.. No..Ho solo incontrato.. – e qui le tremò la voce - Emma
 
Tania si alzò di scatto
 
  • Ma che stai dicendo!
 
Alex si voltò verso l’entrata, era come se riuscisse a sentire i suoi occhi su di se, ed effettivamente quando si girarono lei era veramente lì che li fissava. A giudicare dalla sua espressione avevano avuto lo stesso effetto su di lei, fantasmi che venivano fuori da un passato da dimenticare.
Però perché stava andando verso di loro, perché si infliggeva e soprattutto infliggeva ad Alex questa pena?
 
  • Ciao a tutti…è… è bello vedervi ancora tutti insieme.
 
Matteo si fece avanti, come sempre era l’unico che manteneva la visione d’insieme delle situazioni e sapeva gestirle.
 
  • Emma, quanto tempo.
  • Non avremmo mai pensato di rivederti
 
La voce di Tania era stranamente calma.
 
  • Nemmeno io, sono ritornata da poco, e davvero non avrei mai pensato d’ incontrarvi.
 
Emma continuava a tenere fissa la sua attenzione su Alex e quest’ultima invece non ne aveva la forza, ne di dire una sola parola,ne di fare nessun movimento, sentì solo Arianna che le veniva vicino. Lei non sapeva, nessuno le aveva mai raccontato che cosa era successo anni addietro, ma immaginava che qualsiasi cosa fosse accaduto era qualcosa di terribile e che era legato alla ragazza dai capelli rossi e dagli occhi di smeraldo che avevano di fronte.
Emma continuò
  • Ma sono contenta che sia successo, forse era destino.
 
Andò verso Alex  e le mise una mano sul braccio.
 
  • Alex, forse era destino che dovevamo rincontrarci, forse per..permettermi di rimediare.
 
A quel contatto Alex le tolse con forza la mano dal suo braccio e gliela strinse.
 
  • Rimediare? E a che cosa? A queste?
 
Tirò su la manica per mostrarle lo scempio del braccio che la teneva ferma.
 
  • Guardale!
 
Emma chiuse gli occhi.
 
  • Già, tu puoi chiudere gli occhi e non vedere, per me invece non è così facile! Sono un costante ricordo..della mia stupidità!
  • Alex ti prego, ho bisogno, io ho bisogno di parlarti…tu devi permettermi…
  • Non so che cosa stai cercando! Ma di sicuro non la troverai da me.
 
Liberò la mano dalla sua presa.
 
  • So che non avrò altre occasioni che questa per dirti, per chiederti perdono, per dirti che ho sbagliato, che è stato un errore solo mio, soltanto mio, ero solo una ragazzina egoista e quello che è successo allora mi ha tormentato e ancora mi tormenta…
  • Ti ha tormentato?
 
La voce di Alex fu inespressiva.
 
  • Ha tormentato te…
 
L’afferrò per le spalle
 
  • Dimmi, tu quanti mesi d’ ospedale ti sei fatta? Quante sedute con psicologi del cazzo  che cercavano di farmi parlare, di farmi dire la causa scatenante delle mie azioni.. e io invece che mi trinceravo dietro ad un silenzio, che mi ha raddoppiato la pena e il tempo per farmi dire che finalmente ne ero uscita! L’unica cosa che mi hai insegnato tu è il saper tacere..tacere su chi siamo veramente..tacere..sempre e comunque!
  • Alex..mi dispiace..davvero
  • Ti..ti dispiace...
  • Si..mi dispiace e so che non mi crederai, ma io ho dovuto convivere con la consapevolezza di aver ferito l’unica persona che abbia mai amato.
 
A questa sua uscita Alex scoppiò a ridere e la lasciò andare.
 
  • Tania hai sentito? Tu ti ricordi di com’ era follemente innamorata di me?
 
Alex le appoggiò nuovamente le mani sulle spalle. Iniziò a parlare con un tono di voce basso ma dal quale traspariva tutto il suo rancore.
 
  • Almeno abbi la decenza di non insultarmi in questo modo.. Io sono passata attraverso le fiamme dell’inferno e ancora ci vivo e tu hai il coraggio di dire una stronzata del genere?!
 
Mentre lo diceva aveva iniziato a fare scorrere le sue mani sino a quando non le circondò il collo con le sue dita. Tania fu allarmata da quel gesto, le disse qualcosa che Alex non afferrò nemmeno, ma non si mosse.
 
Alex era di ghiaccio, si sentiva svuotata da qualsiasi sentimento, non provava nemmeno odio, aveva solo la consapevolezza che poteva farlo, poteva strangolarla lì e non avrebbe provato nessun rimorso, nessun senso di colpa.
Era totalmente in balia della sua pazzia.
L’inespressività della sua voce e la crudeltà del suo sguardo avrebbero fatto tremare chiunque.
 
  • Hai paura?
 
Emma restava a guardarla impassibile.
 
  • No.
 
La solita dannatissima Emma, così sicura di se stessa, e di me.
 
Alex sorrise e strinse un po’ di più la presa, la sua pelle divenne bianca intorno alle sue dita.
 
  • Fai male a non averne lo sai? Vuoi il mio perdono?
  • Si.
  • Allora te lo devi guadagnare.
 
Alex l’attirò a se spostando le mani intorno al suo viso e la bacò . Gli altri rimasero a guardarla non sapendo che follia le stesse passando per la testa, non avendo il coraggio di intervenire. Alex riversò tutto il suo odio in quel bacio ed Emma si lasciò trasportare da lei,l ’assecondava e Alex non ne era per niente stupita.
Il suo sapore le fece avere una vertigine, per Alex fu come aprire una finestra su sensazioni e ricordi dimenticati.
Rimase a pochi centimetri dal suo viso e la guardava dritta negli occhi.
 
  • Oddio Emma.. sei la solita puttana..
 
Il suo profumo era un veleno che iniziava ad intossicarla, la spinse via con violenza. Emma barcollò ma riuscì a tenersi in piedi.
 
  • Sai una cosa? E’ a me che dispiace ma davvero non posso perdonarti perché non è stata colpa tua.. sarebbe stato inevitabile.. tu mi hai dato solo una spinta, puoi dormire sonni tranquilli.. non valevi così tanto..non valevi la mia vita. Tu non vali niente!
 
Una voce chiamò da lontano
 
  • Emma è tutto ok?
 
Un ragazzo stava fermo davanti all’entrata. Ma lei non lo sentì, si sfiorava le labbra con la punta delle dita e fissava Alex stupita e incredula, e lei ricambiava il suo sguardo con un sorriso in forte contrasto con quello che le si leggeva negli occhi.
 
  • Alex..
 
Provò di nuovo ad avvicinarsi a lei.
 
  • Non ti avvicinare! Fatti un favore, vattene, tu non mi conosci..non sai quello che stai rischiando..
 
 Il ragazzo alla fine le raggiunse.
 
  • Emma, ma che succede? 
  • Niente, va tutto bene, ho solo incontrato dei vecchi amici..
 
Scoppiò a piangere, guardò Alex un’ultima volta e si allontanò in un mare di lacrime con il nuovo arrivato.
Rimasero tutti fermi, senza muovere un muscolo, come se qualsiasi movimento avrebbe infranto un momentaneo equilibrio.
Equilibrio che per quanto riguardava Alex era andato in frantumi.
 
  • E’ successo davvero?
 
Furono le uniche parole che Tania riuscì a dire.
Arianna le strinse la mano, ma Alex si liberò con forza, qualsiasi contatto era come se le bruciasse la pelle. Si sentiva contaminata.
 
  • Mio dio il suo profumo.
 
Portò una mano alla bocca per reprimere la nausea che stava provando.
Rimaneva immobile fissando il vuoto davanti a se.
Era totalmente assente e perduta in un mare di sensazioni e ricordi.
Tania le prese il viso fra le mani per riportarla al presente.
 
  • Alex va tutto bene, mi ascolti? Guardami! Va tutto bene.
  • Va tutto bene?
 
Alex la mise a fuco e la guardò con rabbia.
 
  • Tu dici? E prima? Lo pensavi anche prima che andasse tutto bene?! Ah già questa è un’altra storia! O forse è sempre la stessa!
 
Si liberò con forza dalle sue mani.
Intervenne Matteo
 
  • Ma di che stai parlando?
  • Matteo lascia stare.
  • Si Matteo, lascia stare, perché dovrebbe dirti che io sono solo una persona che sa trovarsi in situazioni che ledono il proprio essere, del resto sono una maniaca depressiva con una forte componente di autolesionismo.
 
Si soffermò un attimo.
 
  • Ecco vedi? Mi ha fatto tornare in mente la mia sentenza… tutti quei grandi luminari del cervello umano.. e me lo devo ricordare..questa volta non lo voglio proprio dimenticare.
 
Stava vaneggiando, era incredibile per lei come in un attimo alcuni avvenimenti le avessero fatto ricordare tutta la sofferenza provata nel passato, sofferenza che in fondo la seguiva ancora come una fedele compagna. I ricordi la investirono con una tale forza da sembrarle accaduti il giorno prima.
Continuava ad andare in su e in giù per il piccolo spazio che avevano fra i tavoli. Poi si fermò di colpo e si rivolse a Tania.
 
  • Sai che l’avrei fatto vero? L’avrei uccisa e non avrei provato nessun rimorso.
  • Smettila ti prego..
  • C’è qualcosa che non va in me.
Li guardò uno per uno in viso.
 
  • Non prendiamoci in giro, lo sappiamo tutti. Dovete starmi lontano.
 
Chiuse gli occhi e prese un profonda boccata di ossigeno. Il loro silenzio valeva più di mille parole, per Alex era un assenso, del resto pensò, la sopportavano ormai da una vita.
 
  • Già…Devo andare a casa.. voglio andare a casa.
 
Leo provò a trattenerla sia fisicamente che a parole.
 
  • Aspetta, ma dove vai, sei sconvolta, lascia che..
 
Alex provò a spingerlo via ma senza grandi risultati, continuava a tenerla per le braccia.
 
  • Lasciami, Leo lasciami ti prego, ho bisogno di stare da sola, ti prego…- e con un filo di voce –  non ho intenzione di fare stupidaggini.
 
Nei suoi occhi Alex vide il suo stesso dolore,ma non ne capì il perché, Leo mollò la presa e così finalmente riuscì ad allontanarsi da quel posto.
 
Alex iniziò a camminare, non sapeva dove stesse andando, davanti agli occhi le scorrevano tutte le immagini di quel passato che pensava lontano ma dal quale non riusciva a liberarsi.
Si ricordò di come si sentiva nell’adolescenza, il suo rapporto con gli altri, con le persone che l’ amavano, insomma la sua famiglia e gli amici dell’epoca. Si era sentita sempre un alieno, venuto da chissà dove e che doveva nascondere la sua vera natura ad ogni costo, era fortemente convinta che se avesse rivelato la sua vera identità avrebbe deluso tutte le persone che l’ amavano e che quindi, vedendo com’era nella realtà avrebbero smesso per l’appunto di volerle bene.
 
Sentirsi sbagliata, sempre fuori luogo, vedere un immagine riflessa nello specchio fortemente in disaccordo con l’idea che aveva di te stessa, e di questa cosa ne aveva avuto sempre memoria, sin da bambina, e non avere nessuno con cui parlarne.
Come quando sua madre la vestiva come una bambolina quando Alex invece avrebbe voluto indossare tutt’altro. E la sensazione di inadeguatezza tutte le volte che le persone le facevano notare la sua scarsa femminilità, dicendo che era un peccato il non esaltare un po’ di più la sua bellezza.
Come il gioco crudele, ovviamente per lei, a cui la sottoposero alcuni amici per il suo sedicesimo compleanno, organizzarono un siparietto dove mano a mano che procedeva questa sceneggiatura la costrinsero a indossare una minigonna calze a rete e relativi accessori. Loro non lo fecero con cattiveria, per loro era un modo divertente di prenderla in giro, alla fine questo spettacolo si concludeva con l’ammissione da parte loro che le volevano bene esattamente così com’era. Alex ricordava che decise semplicemente di assecondarli, che alla fine era soltanto un gioco, ma quando finì fu per lei inevitabile domandarsi se effettivamente l’ avrebbero voluta bene com’era realmente, ricordava un senso di spossatezza e di profonda tristezza del cuore, che purtroppo non riuscì a mascherare e anche questa cosa la fece sentire ancora più in colpa.
 
sentirsi sempre in colpa.
 
Ricordava Emma che guardandola alla fine di quello stupido gioco le disse con una voce di profondo rammarico
 
  • Povera Alex
 
Ricordava che sentì le lacrime salire e la fatica che fece per ricacciarle da dove erano venute.
Allora qualcuno sapeva, sapeva e forse…capiva, e gli stava bene ugualmente, la vedeva per quello che era e le voleva bene lo stesso.
Poi ci fu anche Tania a capire, senza che Alex le dicesse nulla, all’inizio era difficile anche per lei rispondere a domande del tipo perché non ne parlava con i suoi genitori, questa era una domanda che si sentiva porre spesso da Tania che era talmente limpida e trasparente che non era riuscita a nascondere nemmeno per un attimo il suo amore per Matteo, nell’attimo esatto in cui si rese conto di amarlo fu palese anche per le persone che la circondavano. Tania era sempre stata il suo opposto, solare, aperta e senza pregiudizi.
 
Ma già, perché non si confidava con la sua famiglia, per il semplice motivo che li conosceva, sapeva com’erano fatti, e li avrebbe uccisi con una rivelazione di questo tipo, sapeva come la pensavano sull’argomento e sapeva che per il loro retaggio culturale ed educazione sarebbe stato inaccettabile. E Alex più tosto si sarebbe uccisa che dargli un dolore, più tosto che far cambiare l’immagine che avevano di lei, che se anche forse era peggiore della realtà sapeva che l’avrebbero gestita meglio, e così fu.
 
Poi con il passare del tempo si rese conto che le importava sempre meno quello che di lei potesse pensare la gente, anche se la cosa che odiava di più era per l’appunto l’atteggiamento delle persone una volta che venivano a sapere il suo orientamento sessuale, alla fine non era più Alex, brava fotografa, grande viaggiatrice, buona amica, diventava solo quella che aveva certi gusti, e poi forse, tutto il resto.
Le frasi peggiori che si sentì dire nella sua esistenza furono :
 
  • Magari è solo una fase passeggera, magari poi ti passa
 
E quella per lei ancora più divertente
 
  • Ma come fai a saperlo se non hai mai provato com’è stare con un uomo.
 
Per la prima frase aveva solo quattordici anni, per la seconda qualcuno decisamente in più.
Per lei trovarsi di fronte a persone che pensava di stimare, dopo che aveva fatto uno sforzo disumano per riuscire ad aprirsi e sentirsi rispondere in questo modo la faceva sempre più convincere che la sua scelta di tacere era la decisione più giusta che potesse prendere.
 
Ma sapeva che non era facile portare avanti rapporti di coppia dovendo sempre nasconderti o mentire per non ferire la propria famiglia, e infatti molto probabilmente le sue storie finivano per questo motivo.
E allora Alex si convinceva, ed era ancora fortemente convinta che non avrebbe mai potuto avere quello che avevano la maggior parte delle persone, qualcuno da amare e che la amasse a sua volta.. incondizionatamente.
 
Era per questo che era finita in una storia come quella che aveva avuto con Siria, a lei non importava avere qualcosa di impegnativo al punto tale da imporle qualsiasi scelta. A lei bastavano i brevi periodi di follia che trascorrevano insieme per poi passare a qualcosa di più divertente. E Alex in quel lasso di tempo sopperiva soltanto al suo bisogno di amore sostituendolo con un suo pallido surrogato.
 
Ma in quel lontano passato Emma l’ aveva illusa, aveva calpestato il suo cuore, ma cosa ancora peggiore, aveva reso reali tutte le sue paure, tutte le sue insicurezze e lo aveva fatto nel modo più subdolo che poteva trovare.
 
Da quando Emma aveva capito giocava con lei, ma questo all’epoca Alex non lo capiva, pensava che provasse attrazione e per lei era una cosa del tutto nuova, e come ogni cosa che non si conosce ma che si desidera fortemente ci si abbandona ad essa totalmente.
All’inizio era un continuo dire e non dire, Emma la cercava in un modo del tutto diverso da prima, la trattava come se avessero una nuova intimità, le faceva capire che aveva bisogno di Alex e questa cosa la faceva sentire importante.
La prima volta che la baciò pensava che Alex fosse ubriaca, era proprio la sera in scattarono la foto che aveva visto in casa di Leo. Lo ricordava come se fosse accaduto un’ora prima,erano a zonzo per le vie di Madrid, gli altri ridevano e scherzavano, Leo come al solito era quello che faceva più casino di tutti, avevano bevuto veramente tanto, Alex ricordava Emma ad un tratto che la tirava via, lontano dagli altri, che la trascina nella penombra di un vicolo, lei che l’ afferrava per il colletto della giacca e la tirava giù verso di lei per baciarla, il primo vero bacio desiderato di Alex, e lei ricordava le sue labbra morbide, il suo sapore, il suo calore..e la sua risata subito dopo, quando la spinse via di nuovo a cercare gli altri.
 
L’indomani Emma finse che non fosse mai successo, Alex cercò indirettamente di prendere il discorso, del resto non sapeva come comportarsi, ma andò a sbattere contro un muro, ebbe la certezza che Emma pensasse che fosse talmente ubriaca da non ricordare nulla, o semplicemente che era lei ad esserlo stata, ma a quest’ultima cosa non credeva.
Alex ne fu ferita, ma in quel momento non le importava.
Da allora accaddero situazioni simili dove Emma le mandava segnali discordanti, un attimo prima la cercava, l’ abbracciava facendole credere che non stava bene da nessuna parte se non con lei, e subito dopo era altrove, a giocare con qualcun altro, a raccontarle con crudeltà le sue conquiste, com’ era stata bene la sera prima con un determinato ragazzo .
E Alex non capiva, era vero, non era mai successo niente che le potesse far pensare che Emma provasse realmente qualcosa per lei, si rendeva benissimo conto che la cercava solo quando aveva bisogno di sentirsi corteggiata, voluta, avere un cavalier servente, perché Alex doveva ammetterlo, era talmente presa da lei che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di renderla felice.
E Tania le osservava e cercava in tutti i modi di aprirle gli occhi, cercava di avvertire Alex di stare attenta a non bruciarsi, di non fidarsi di lei, perché per Emma Alex ero solo un capriccio.
Ma Alex non voleva ascoltarla, sapeva che aveva ragione, ma non voleva vedere, non poteva crederle, per la prima volta aveva qualcosa per cui sperare.
 
Poi iniziò il loro primo anno di università, frequentavano in una città vicina un paio d’ ore di treno, e finalmente  Alex era riuscita a convincere i suoi che era abbastanza affidabile come studente da farle prendere una casa in affitto. Anche Tania e Emma frequentavano nella stessa città, ma avevano facoltà differenti, Emma la seguì a ruota e così si ritrovarono a condividere un piccolo appartamento, Tania invece preferiva tornare sempre dal suo Matteo che era rimasto nella loro città. Leo era una scheggia impazzita, Alex se lo ritrovava in casa negli orari più disparati per poi sparire per un lungo periodo, faceva mille lavoretti e ogni tanto pensava anche a studiare, ma ovviamente senza grandi risultati, infatti mollò presto.
 
Alex si rese conto presto che la sua convivenza con Emma era surreale, al limite del sopportabile, lei passava dall’essere la Emma che adorava, comprensiva, divertente, a volte le sembrava che la capisse,che comprendesse quello che Alex provava per lei, ovviamente non era vero perché se avesse avuto un minimo di sensibilità nei suoi confronti non avrebbe calpestato il suo cuore come spesso invece faceva, come quando iniziava delle nuove storie con il ragazzo di turno. Alex dal suo canto tentava di mantenere un minimo di dignità, cercava di  ignorarla quando era coinvolta in storie con questi tipi assurdi pescati chissà dove.
Con il passare del tempo Alex si rese conto che forse la lontananza da casa, o forse l’unica cosa di cui bisognava dare atto ad Emma, era che l’ aveva fatta sbloccare e quindi si sentiva più a suo agio con se stessa e questo portava in lei una certa sicurezza. Durante una festa conobbe una ragazza, scoprì che frequentavano lo stesso corso di studi e le disse che l’ aveva già notata durante le lezioni, era carina e simpatica, così Alex iniziò a frequentarla, con la scusa dello studiare insieme passavano spesso i pomeriggi in casa insieme, e Alex ebbe modo di notare una cosa incredibile, la presenza di questa nuova ragazza dava davvero noia ad Emma, lei era sorprendentemente gelosa.
 
Alex sapeva quanto era volubile, e non dette peso alle battutine pungenti sulla sua nuova amica, Emma le trovava sempre qualche difetto, e il fatto che Alex restava del tutto indifferente a quello che diceva la mandava fuori di testa.
Un pomeriggio Emma la vide mentre la baciava davanti alla porta di casa prima che la sua amica andasse via. Quando Alex chiuse la porta si girò e la vide che la fissava, era evidentemente arrabbiata, ma Alex non capiva per cosa, Emma le tenne il muso per il resto della serata e quando Alex andò a letto non rispose nemmeno al suo “buonanotte”.
 
Poi avvenne quello che mai Alex si sarebbe aspettata.
Ricordava che stava studiando sdraiata sul letto e che lei entrò nella sua camera.
Emma la fissava restando appoggiata alla porta che aveva chiuso alle sue spalle.
 
  • Lo sai che sei troppo bella per stare con un tipo insignificante come quella?
 
Alex non disse nulla, era sorpresa e  incuriosita, l’unica cosa che fece fu sorriderle, era una situazione così strana..Emma lo era..la guardava in un modo che mai si sarebbe sognata.
Mentre si avvicinava al letto iniziò a spogliarsi fino a quando non si infilò nel letto con Alex.
Non aveva mai avuto una persona nuda nel letto, Alex aveva il cervello in fiamme, non aveva la minima idea di quello che Emma si aspettasse da lei, era vero che aveva avuto modi di sperimentare, specialmente nell’ultimo periodo, ma niente di simile a quello che stava accadendo in quel momento, quindi diede libero sfogo al suo istinto e alle sue fantasie, e così passarono la notte insieme.
Alex ricordava che era stato un misto di desiderio e impaccio, nell’insieme per lei fu bellissimo, e ricordava soprattutto la sensazione che provò ad avere la persona amata nel letto mentre dorme accanto a te, ricordava che si era svegliata un migliaio di volte e tutte le volte la cercava e l’abbracciava, la stringeva a se per paura che scomparisse, e così si risvegliarono la mattina seguente, abbracciate e imbarazzate ma felici, almeno Alex lo era, non ricordava di essersi mai sentita così felice.
 
Iniziarono così la loro relazione, Emma appariva tranquilla, per il momento avevano l’intenzione di tenerselo per loro, e quindi quand’erano fuori insieme, erano soltanto due amiche che condividevano la stessa casa.
Eppure Alex per la prima volta ebbe la certezza che per lei, per il sentimento che sentiva per Emma, sarebbe riuscita persino ad affrontare la sua famiglia. Pensava che con lei al suo fianco sarebbe riuscita finalmente a liberarsi da quel peso che si portava dentro da sempre e ad essere finalmente se stessa.
Per un amore così sentiva che avrebbe potuto sopportare qualsiasi cosa.
Si sentiva felice e avrebbe voluto urlarlo al mondo intero.
Ma quando Alex le diceva queste cose vedeva che lei si innervosiva, le diceva che non era pronta e che per lei la soluzione migliore era di tenerlo nascosto, in fondo era una cosa che riguardava soltanto loro due.
Alex avvertiva che non le diceva quello che pensava realmente, ma la giustificava e la capiva, credeva di sapere che cosa stesse provando.
Però non capiva perché Emma continuasse a fare sempre la civetta con i ragazzi, la faceva impazzire ma cercava di tolleralo, in fondo alla fine era con lei che dormiva la notte.
 
Ma c’era qualcosa che turbava profondamente Alex,  qualcosa di Emma che la faceva stare sempre all’erta, aveva sempre qualcuno che le ronzava intorno, e a lei questo non dispiaceva.
Ed era evidente, dannatamente evidente.
Ma Alex aveva finalmente quello che aveva sempre voluto, una persona da amare, una relazione che potesse chiamarsi tale, e oggi poteva ammetterlo, si faceva passare per cose normali cose che invece non lo erano affatto, come quando la sua ragazza flirtava con qualche ragazzo durante le feste o come quando Alex scoprì che tutte le volte che tornava a casa dai suoi lasciandola da sola Emma portava qualcuno in casa loro.
 
Alex si ritrovò sull’orlo di un baratro, in fondo che non fosse una persona fedele non doveva essere per lei una novità, ma si era illusa che l’amasse abbastanza da poterci almeno provare. Quando Alex le disse che sapeva tutto Emma cercò inizialmente di negare e infine a tentare di giustificarsi, le disse che per lei quello che stavano vivendo era del tutto nuovo e difficile da affrontare, Alex pensava solo che l’avrebbe voluta uccidere e che le stava lacerando il cuore, Emma la supplicò, le disse che ci teneva a lei e che non voleva rompere la loro relazione, che per lei Alex era importante, che loro lo erano e doveva concedergli un’altra possibilità, non poteva assolutamente rinunciare a lei.
 
Alex fece lo stupido errore di darle fiducia. Ancora non sapeva che questa decisione l’ avrebbe fatta saltare giù da quel baratro.
 
Trovò come sempre sostegno in Tania, che ora più che mai cercava di aprirle gli occhi, le diceva che Emma non era per lei, era troppo presa da se stessa per curarsi di qualcun altro.
Ma Alex non voleva darle ascolto.
Come poteva credere che i suoi baci fossero così bugiardi, come poteva pensare che le cose che le sussurrava la notte mentre facevano l’amore e quello che diceva di provare fossero solo una finzione.
Non poteva pensare che una persona potesse arrivare a tanto e per cosa poi?
 
Con grande stupore di Alex il loro rapporto andò avanti per più di un anno, in Alex erano avvenuti dei cambiamenti profondi, Emma metteva a dura prova il suo amor proprio, ma la testardaggine di Alex, la paura di ritrovarsi da sola, senza di lei, le faceva portare ostinatamente avanti una situazione al limite del sopportabile. Tutte le volte che pensava di riuscire a chiudere con lei, Emma faceva qualcosa che la faceva ricredere, riusciva a convincerla in mille modi diversi che erano fatte per stare insieme. Fu in quel periodo che iniziò a fare abitualmente uso di droghe leggere e alcool, per lei era un modo di mettere a tacere quella voce interiore che le ripeteva ossessivamente che non poteva essere quella la vita che l’aspettava. Una sera si ritrovarono tutti insieme, erano venuti anche Matteo e Leo, sapevano che c’era una festa e decisero di andarci. Alex si disse che quella sera si sarebbe voluta divertire, che in quel momento in  fondo aveva tutto quello che per lei era davvero importante, aveva i suoi migliori amici con lei e la persona che amava.
 
Ricordava che era un posto molto buio e le uniche luci erano quelle della pista da ballo
Ricordava che avevano bevuto tutti e molto.
Ricordava una moltitudine di persone.
E ricordava Emma su un divanetto che si stava dando da fare con un tizio
Ricordava che quel tipo era Leo
 
Quello che avvenne dopo fu quello che la segnò per il resto della vita, fisicamente e spiritualmente.
Alex la tirò via di lì e iniziò ad urlarle contro che di tutte le persone che c’erano perché proprio lui, come poteva farle questo, tradirla con il suo più caro amico.
Leo le si parò davanti.
 
  • Ma che dici? Che ti prende? E’ la mia ragazza.
  • La tua ragazza? E.. da quando?!
  • Da questa estate!
  • Ma che cazzo stai dicendo..
 
Alex lo afferrò per le spalle e gli urlò in faccia
 
  • Lei sta con me da più di un anno!
 
Non poteva credere a quello che stava succedendo.
Emma.. il modo in cui lei le rispose fu devastante, quando si rese conto che tutti li stavano guardando, il modo in cui Leo la guardava con fare interrogativo,venne colta dal panico e iniziò a dire che Alex era soltanto una pazza, che lui non doveva credere a quello che diceva, non aveva nessun diritto di farle scenate di gelosia, doveva smetterla di fare fantasie su di lei, ne aveva abbastanza e doveva capire che lei non era come Alex e che quindi non ci sarebbe mai potuto essere niente tra di loro e doveva farsene una ragione.
Alex doveva smetterla di inventarsi storie su di lei.
Poi si avvicinò a lei che rimaneva a fissarla pietrificata non riuscendo a credere alle menzogne che le uscivano di bocca, e in mezzo a quel frastuono fu soltanto Alex a sentire ciò che disse.
 
  • Negherò tutto, sempre e comunque, non voglio rovinarmi l’esistenza per una come te. Dovevi semplicemente stare zitta!Hai rovinato tutto! Ma adesso basta ti sei bruciata da sola.
 
Alex era come se l’avesse vista in quel momento per la prima volta, era come se le fosse caduto un velo dagli occhi e adesso vedeva tutto con una chiarezza terrificante, vedeva la sua stupidità nell’aver creduto in lei, la sua voglia di amare e di essere amata l’ aveva talmente accecata da non farle rendere conto di chi aveva davanti. Si voltò a guardare Tania che restava a fissarla con un  espressione di profondo rammarico.
 
  • Tu… lo sapevi? Lo sapevi e…
  • No Alex ti giuro che non lo sapevo..
 
Ma non l’ascoltava era perduta nel vortice delle sensazioni che stava provando.
 
La vergogna che sentì fu enorme e devastante.
Mai Alex aveva provato un tale senso d’ imbarazzo e di disprezzo verso se stessa.. come aveva fatto, quanto era stata stupida. La cocente delusione della fiducia tradita, l’umiliazione che stava subendo la faceva sentire così ridicola.
 
  • Alex!
 
Tania cercò di venire verso di lei ma la spinse via.. Alex non ragionava più.
 
Uno squarcio si era aperto davanti ai suoi occhi e fu come se  in un attimo avesse visto il suo passato fatto di eterne paure e insicurezze e di tutta la sua solitudine, il presente in tutto il suo orrore e infine quello che sapeva sarebbe stato il suo futuro.
E quello che vide non le piacque affatto.
La rabbia e il disgusto che provava in quel momento verso Emma ma soprattutto verso di se sfociò in un gesto impulsivo, c’era una piccola parete in vetro che Alex sfondò a pugni. Il vetro infrangendosi le provocò dei tagli lungo le braccia, tagli che peggiorò prendendo le schegge più grosse e iniziando a infliggersene degli altri per tutta la lunghezza degli avambracci, e mentre lo faceva iniziò a dirle.
 
  • Si hai ragione, sono solo una patetica pazza visionaria! Si sono una pazza che è stanca..di tutti voi.. sono stanca di me stessa..voglio strapparmi via questa dannata pelle che odio e detesto più di qualsiasi..
 
Ma non riuscì a terminare la frase, la fermarono i suoi due amici, anche se poco dopo svenne per il dolore e per il sangue che stava perdendo.
 
Il periodo successivo per Alex fu un lungo calvario, i tagli che si era procurata erano molto profondi e per pura fortuna non si recise i tendini. Le bruciava il ricordo dell’espressione attonita dei suoi genitori che non capivano che cosa le fosse successo, perché mai aveva fatto quello che aveva fatto, avevano mandato una figlia a studiare e se la ritrovavano quasi dissanguata in un letto d’ospedale. Loro pensarono e li aiutarono a pensarlo anche i dottori che la seguirono dopo, che Alex non aveva retto lo stress e la pressione della vita universitaria, lo studio, il vivere fuori, forse tutti questi fattori avevano fatto scatenare una sindrome da autolesionista che era latente in lei. Alex glielo lasciò credere, le bastava vedere il dolore e la delusione dipinta sui loro volti per farle decidere che mai gli avrebbe detto la verità, che per quanto le desse fastidio l’immagine che avevano di lei,le avrebbe dato molta più sofferenza dirgli che si era ridotta in quello stato per una stupida ragazza egoista ed egocentrica..anche se delle due la più stupida era stata lei.
 
Ma Alex sapeva che non era nemmeno questa la verità, ormai non poteva più negarla, era il dolore dell’anima, compagna inseparabile di una vita intera ad essersi liberata, ora la riconosceva,  ed era una cosa da non sottovalutare, soprattutto perché si era resa conto che con il dolore fisico riusciva a dimenticare quello dello spirito. E aveva paura, una gran paura, di se stessa e di quello che avrebbe potuto fare, di dove l’ avrebbe portata questa sofferenza insensata che sentiva nascere al centro del suo petto e che cercava di uscire in un urlo che sarebbe stato incessante, che sarebbe durato sino a quando avesse avuto la forza e il fiato nei polmoni.
Ricordava che in quel periodo quando la gente le chiedeva come si sentisse, con un sorriso falso e una maschera da commediante rispondeva “abbastanza bene” chiudendo ogni tipo di discorso, era stanca di sentire le solite risposte che le facevano sentire tutta la sua e la loro stupidità.
 
Per risollevarsi Alex impiegò diverso tempo, durante il suo ricovero i dottori  dissero che non era il caso che vedesse i suoi amici, ma tenere lontana Tania dal suo letto era veramente difficile, così Alex comprese quanto ingiusta fosse stata, lei non sapeva, ma aveva intuito la vera natura di quella ragazza. In quel periodo fece di tutto per dimostrare ad Alex il suo sincero affetto.
 
Un giorno Leo riuscì a eludere la sorveglianza e se lo ritrovò in camera, in un primo momento restarono lì in silenzio a guardarsi, era evidente che lui era rimasto colpito dal suo aspetto,  i dottori dissero  che purtroppo Alex si trovava uno stato di profonda depressione dove tutto le era divenuto indifferente.
 
La verità è che tutto le era divenuto insopportabile.
 
I ricordi la tormentavano, la vergogna la tormentava. La consapevolezza che in fondo non era quella ragazza forte e indipendente che aveva sempre creduto di essere le suscitava ancora di più rabbia e delusione.
 
Che fine aveva fatto? Dov’era andata a finire?
 
 Non mi riconoscevo più..
 
  • Sei messa male lo sai?
  • Hai un forte spirito d’ osservazione.
  • Il sarcasmo vedo che non ti è venuto a mancare.
 
Si scambiarono un sorriso.
 
  • Alex io… io non lo sapevo…
  • No, non dire niente
  • Ma io devo chiederti scusa, non volevo, mi sento responsabile..ma io davvero non lo sapevo, lei mi aveva chiesto di..
  • Non sei responsabile.. di nulla.. Leo lascia stare, non è colpa tua e io.. non sono arrabbiata con te, lo sono soltanto con me stessa. Tu invece sei mio amico, il mio migliore amico…da sempre…
 
Alex si fermò di colpo, il ricordo di Leo in quella stanza le fece gelare il sangue nelle vene.
 
E io?
 
Lui almeno era inconsapevole, Alex invece se ne avesse avuto l’occasione, anzi aveva fatto di tutto per crearle, come poteva continuare ad amare Arianna, nell’attimo esatto in cui lei era entrata nella vita di Leo avrebbe dovuto fare l’impossibile per togliersela dal cuore invece di assecondare il suo sentimento per lei, la sua ossessione per lei.
Alzò lo sguardo al cielo, rimase così ad osservare le stelle.
 
  • Sono un disastro, veramente senza speranza. Sono un mostro…
 
Sorrise amaramente.
Si guardò intorno e finalmente imboccò la strada di casa, voleva solo andare a dormire, dormire e dimenticare.
 
Alex era quasi arrivata davanti alla porta quando si accorse che qualcuno era seduto per terra con le spalle appoggiate ad essa, quando si avvicinò vide che si trattava di Arianna.
 
  • Che ci fai qui..a quest’ora?
 
Erano le quattro del mattino
 
  • Ti stavo aspettando
  • E’ evidente..ma perché?
  • Perché ero in pensiero per te, è così strano?
  • Non dovresti essere qui..io.. sto bene
 
Le tese la mano per aiutarla ad alzarsi e poi aprì la porta.
 
  • Posso entrare?
 
Alex si voltò a guardarla.
 
Perché sei qui?
 
  • Si.. certo..
 
La fece entrare.
Casa sua non era molto grande, entrando ti ritrovavi in un piccolo disimpegno che si immetteva nella sala da pranzo e da lì vi erano due porte affiancate dalle quali si accedeva rispettivamente allo studio e alla camera da letto, per arrivare al bagno invece vi era un piccolo corridoio.
 
Restarono in silenzio, Alex dopo un attimo di esitazione la lasciò nella prima stanza per andare in camera, aveva bisogno di togliere la camicia che indossava per mettere qualcosa di più comodo e soprattutto più caldo, quando ritornò Arianna era entrata nel suo studio, si stava guardando intorno,non era mai stata in quella casa, era strano per Alex vederla lì, fra le sue cose, ad osservare i suoi libri, le sue foto,  si era fermata davanti alla tela che Alex aveva comprato qualche tempo prima, e la stava osservando.
 
  • Proof.
 
Lesse ad alta voce la parola che capeggiava in mezzo alla tela, semplicemente quella parola, scritta con del colore nero, il pennello era stato talmente imbevuto di colore che delle grosse gocce erano scivolate in basso, alcune avevano raggiunto anche il bordo.
Avvertendo la presenza di Alex si girò verso di lei.
 
  • Prove.. ne hai dovute superare tante..
 
E con questa frase Alex comprese che alla fine le avevano raccontato tutto, del resto ormai era inevitabile, non dopo lo spettacolo di quella sera.
 
  • E così adesso sai a che grado di stupidità posso arrivare. Del resto lo sapevi già.
  • Alex..
  • Tutti hanno sempre creduto che.. quello che mi fece perdere il controllo quella sera fosse il mio amore per lei..e si, è in parte vero, ma il motivo reale è sempre stato un altro..
  • Quale..
 
Alex la guardò, decidendo di dire finalmente quello che custodiva nel suo cuore da così tanto tempo.
 
  • Il profondo disprezzo che ho sempre provato per me stessa.
 
Si stupì sentendo la sua voce che pronunciava quelle parole che invece si ripeteva da sempre fra se e se. Fece una breve pausa poi continuò.
 
  • Per la totale inettitudine nel convivere con quello che sono e per il senso di colpa di non saper apprezzare la vita..la vergogna di non riuscire ad essere quello che volevo e di vivere appieno l’immagine che avevo di me.. lei è stata solo la chiave per aprire una porta che tenevo chiusa da troppo tempo.
 
Alex andò a sedersi sulla poltrona, vi si abbandonò totalmente, era così stanca e avrebbe voluto mettere fine a quella lunga giornata, soprattutto perché sapeva che stava per affrontarne un’altra di prova, che avrebbe delineato una volta e per tutte che razza di persona fosse.
 
Avrebbe voluto sapere cosa Arianna stesse pensando in quel momento, se ne restava lì in piedi a guardarla, perché rimaneva? perché?
Poi venne ad accovacciarsi davanti a lei,appoggiando le braccia sulle gambe di Alex.
 
  • E’ anche vero che avevo la stupida convinzione che quando si dona il proprio cuore alla persona amata è per custodirlo e non per calpestarlo,dimmi se una che pensa una cosa del genere non è una stupida… romantica -  sorrise – forse ho letto troppi libri.
  • Forse ne hai letti troppi che finiscono male..
 
Arianna le sorrise.
 
Alex si perse nei suoi occhi, i suoi grandi e bellissimi occhi azzurri, che sapevano penetrarle l’anima e renderle il cuore di vetro.
 
Arianna le prese la mano e  appoggiò il palmo sulla sua guancia e la baciò giusto dove iniziava il polso.
Per Alex fu un gesto che le tolse il respiro, così chiuse gli occhi, provò dolore, un profondo dolore in ogni fibra del suo corpo, fece un lungo sospiro.
Quando li riaprì Arianna continuava a guardarla con due occhi carichi di.. pietà? No, non era pietà era evidente che cercava il coraggio di dirle qualcosa ma che non trovava le parole.
 
  • Alex, io ti voglio bene…sei circondata da persone che ti amano..esattamente così come sei, e tu sei così… non conosco nessuno che riesca a capirmi senza bisogno di tante parole, che riesce a farmi sentire e a vedere la bellezza che sta dietro ad ogni cosa... che mi fa ridere e arrabbiare come nessun altro..e..
 
Alex provò a dire qualcosa ma lei non glielo permise continuando a parlare.
 
  • Non puoi permettere al tuo passato, per quanto orribile, di mettere in dubbio la persona che sei, perché sei una bella persona, una brava persona..
  • Una brava persona? Ma mi hai visto stasera?
  • Lo dico proprio perché ti ho vista..
  • Avrei potuto..
  • Ma non lo hai fatto!
 
Mentre parlava Arianna continuava a tenerle la mano stretta fra le sue.
 
  • Alex devi amarti almeno un po’  .. credimi non è così difficile..
  • Arianna.
 
La interruppe per paura di sentire quello che avrebbe potuto dire.
In quel momento sarebbe stato facile per Alex chinarsi e provare a baciarla, avrebbe potuto tentare di dirle che per lei provava un sentimento che mai aveva provato prima, per nessuno, che la sentiva scorrere nelle sue vene, che la sentiva parte del suo essere, che persino la parola amore le sembrava così riduttiva per riuscire a spiegare quello che sentiva per lei, ma di sicuro era l’espressione che vi si avvicinava di più.
Ma proprio perché l’amava non le disse nulla di tutto questo.
E non le permise di dire nient’ altro.
 
  • Arianna, grazie per le tue parole, ma ti prego, non aggiungere altro…
 
Alex si rimise in piedi facendo alzare anche lei e si abbracciarono, e sempre legate le disse.
 
  • Sto bene, Arianna non devi preoccuparti per me..nessuno dovrà più farlo..adesso so cosa devo fare.
  • Cosa?
 
Alex si sciolse da quell’abbraccio.
 
  • Adesso non ha importanza, è tardi, e siamo entrambe stanche e.. ti riaccompagno a casa..vado a prendere la giacca.
 
Perse un po’ più di tempo, quando Alex si ritrovò da sola nell’altra stanza sentì la necessità di fermarsi un attimo per riprendersi e quando infine ritornò la trovò addormentata sulla poltrona, non poteva lasciarla lì e ormai era evidente che non poteva riportarla a casa.
La svegliò sussurrandole
 
  • Ei.. vieni di là, non è comodo dormire qui.
 
Arianna riaprì gli occhi.
 
  • Scusa, devo essermi addormentata
  • Si è così -  le sorrise - Siamo entrambe stanche, vieni di là.
 
Una volta in camera Alex la fece stendere sul letto e la coprì, ma quando fece per andare via Arianna la trattenne per un polso e la fece sedere nuovamente sul letto, lei stava sdraiata su di un fianco e la fissava. Alex notò come la luce soffusa della lampada delineava ombre morbide sul suo viso e andava disperdendosi nell’inoltrarsi della stanza.
 
  • E tu .. dove dormi.
  • Sul divano nell’altra stanza.
  • Resta.
  • Non posso.
  • Di cosa hai paura.
 
La sua voce era poco più di un sussurro, e i suoi occhi dicevano tanto, ed era evidente che sapeva benissimo di cosa aveva paura.
Intrecciò le sue dita con quelle di Alex.
Quest’ultima aveva le farfalle nello stomaco, dio mio perché stava succedendo questo, perché lei le faceva questo.
Alex le accarezzò una guancia e si soffermò ancora un attimo ad osservarla, avrebbe voluto cedere, sdraiarsi accanto a lei e..la voleva da morire..ma le sussurrò.
 
  • Dormi bene.
 
Si alzò e andò a sedersi sul divano della sala.
 
Perché..non è possibile, lei non può..io non posso..lei non può pensarlo veramente..lei ha Leo..
 
Con questi pensieri confusi Alex si addormentò e finalmente quella lunga giornata ebbe fine.
 
Quando l’indomani la luce di un giorno ormai inoltrato la svegliò, Arianna dormiva ancora profondamente, rimase li ad osservarla per qualche minuto, sembrava così indifesa, aveva un gran voglia abbracciarla e di assorbire tutto il suo calore, per sentire il suo profumo che avrebbe riconosciuto ovunque, almeno per una volta avrebbe voluto sentire cosa si provava ad averla così vicina.
I suoi pensieri furono interrotti da qualcuno che bussava alla porta.
Quando andò ad aprire fu travolta da Tania che le saltò subito al collo.
Mentre l’ abbracciava le ripeteva
 
  • Sei una stupida! Mi hai fatto preoccupare da morire, ieri sera sei sparita!
  • Mi dispiace
 
Poi alla fine la lasciò andare
 
  • Sono ancora tutta intera, come vedi faccio progressi.
  • Già, però mi hai fatto morire di paura! ti abbiamo cercato ovunque, dove sei stata?
  • In giro..a riflettere
 
Alex aveva lasciato la porta della camera da letto aperta, l’attenzione di Tania fu attratta da un movimento nel letto e quando capì di chi si trattava la fulminò con lo sguardo.
 
  • Non è come sembra! Aspetta a sbraitare.
 
Andò ad accostare la porta.
 
  • Questa mattina quando sono rientrata me la sono ritrovata davanti alla porta che mi aspettava.
  • E..ed è successo..
  • No! Ovviamente no.
 
Tania andò a sedersi al tavolo della cucina. Alex la seguì e le raccontò la strana conversazione che aveva avuto con Arianna.
 
  • Non ci crederai ma, per una volta nella sua vita Emma ha fatto qualcosa per me..per la prima volta penso che quello che successe all’epoca doveva accadere per impedirmi di fare l’errore più grande della mia vita.
  • Ma di che stai parlando?
  • Se.. ieri non l’avessi incontrata se i ricordi del passato non si fossero ripresentati con una tale forza e violenza.. non avrei esitato a.. cercare di portarla via al mio migliore amico..non ci avrei pensato due volte...e invece mi sono resa conto che ho rischiato di essere una persona peggiore di lei, che mi aveva talmente devastato..e io avrei fatto la stessa cosa ad una persona che mai, giuro mai farei del male..si insomma mi ha fatto rendere conto che saprei essere un’egoista peggiore di lei.
  • Wow..quello che dici è una forte ammissione..però sono fiera di te..non è facile ammettere con se stessi le proprie debolezze..e quindi?
  • Quindi devo togliermela in tutti i modi dal cuore. Perché te lo giuro Tania… lei per me non è solo.. io l’amo veramente..
  • E come pensi di fare?
 
In quel momento Arianna aprì la porta, salutò Tania e diede ad Alex il buongiorno.
 
  • Devo aver dormito veramente tanto
 
Poi la sua attenzione fu attratta da quello che Alex aveva messo sul tavolo come risposta alla domanda di Tania.
 
  • Cos’è quello?
  • Un biglietto aereo…
  • Per dove?
 
Alex non rispondendo alle loro domande spinse Arianna  a prenderlo per leggerlo.
 
  • Los Angeles?
 
Stavolta fu il turno di Tania
 
  • Per quando?
 
Rispose Arianna, come se ormai fosse una conversazione che riguardasse solo loro due.
 
  • Fra una settimana… ma.. perché?… è necessario?
 
Arianna la guardava con un’espressione di incredulità. Alex le rispose con un tono deciso e rassegnato.
 
  • Non sai quanto.
 
Mentre lo diceva si alzò per preparare del caffè in modo tale da non vedere le occhiate che si lanciavano fra di loro e quelle interrogative che invece rivolgevano a lei.
Arianna continuò, il suo tono di voce faceva trapelare preoccupazione.
 
  • Alex.. è di sola andata..
  • Si, lo so.
  • Ma perché?
  • Perché bisogna che io inizi a pensare al mio lavoro, è forse sbagliato?
  • No, ma perché così lontano?
  • Arianna, è la mia vita, io viaggio, l’ho sempre fatto e adesso è da troppo tempo che sono ferma qui, e come avete visto non mi fa bene. E poi c’è da dire che il freddo di questa città mi ha stancato.
 
Tania che sino a quel momento aveva taciuto diede voce alle reali intenzioni di Alex
 
  • Ma questa volta non hai intenzione di tornare, o almeno non tanto presto
  • Io, ancora non ho deciso, ho bisogno di..tempo.
 
Arianna, la sua voce, era carica di dolore che cercava di nascondere ma senza troppo successo.
 
  • Tempo per cosa?
  • Per riprendere il controllo sulla mia vita. E’ ora di cambiare.
A questa sua risposta Arianna lasciò la stanza lasciandole sole.
 
  • Tornerai almeno per il mio matrimonio?
  • Certo non me lo perderei per nulla al mondo, tu dimmi solo quando e io, ci sarò
  • Vorrei ben vedere.
 
Tania si alzò per abbracciarla.
 
  • Grazie,  per avermi capito.
  • Come sempre.
 
Nel frattempo Arianna riapparve, era pronta per uscire. Si rivolse a Tania.
 
  • Suppongo che non farai niente per farle cambiare idea.
 
Il modo in cui la guardò le fece capire che no, non lo avrebbe fatto. Rimase un attimo a guardarle, non aggiunse altro e se ne andò.
 
Alex non la vide sino al giorno della sua partenza, aveva chiesto ai suoi amici di vedersi al bar di Leo per salutarli, era insolito, lei non salutava mai nessuno prima di ogni suo viaggio, e per questo motivo fu palese per tutti che stavolta era diverso.
Quando Alex arrivò erano già tutti lì. Entrando salutò tutti e si rivolse a Leo.
 
  • Hei mi prepari l’ultimo caffè decente? Devo dire che mi mancherà
  • Certo,  ti mancherà solo quello
  • Ovvio, non mi mancherà certo il tuo brutto muso.
Mentre lo diceva lo raggiungeva dietro al bancone, e una volta lì lo abbracciò.
 
  • Cerca di fare il bravo, e di non far fallire la baracca ok?
  • Io faccio sempre il bravo..brutta idiota, mi mancherai.
  • Lo sapete che avete uno strano modo di salutarvi? Ma di che mi stupisco, in effetti non ricordo che abbiate mai fatto niente in modo normale.
  • Del resto Tania non saremmo noi, giusto Leo?
  • Già…
 
Matteo le chiese che programmi avesse.
 
  • Non ci crederai ma ho mandato un mio book di foto ad un paio di agenzie e a quanto pare sono piaciute, al mio arrivo avrò già il mio bel da fare.
 
Bevve il suo caffè
 
  • Ok gente, per me si è fatta l’ora di andare e.. cercate di..nulla penso di essere l’ultima persona al mondo che possa fare raccomandazioni.
  • Infatti ragazza, sono io che le faccio a te, cerca di non fare casini e di.. volerti un po’ di bene
 
Il fatto che Tania utilizzasse le stesse parole che le aveva detto Arianna la colpì e si girò a cercarla, sino a quel momento aveva evitato di guardarla direttamente e soprattutto di incrociare il suo sguardo. Lei invece dal primo istante che era entrata non aveva smesso di fissarla, e adesso che i loro sguardi si incrociarono Alex vide che i suoi occhi erano un mare di tristezza, come poteva provare tanto dolore per il solo fatto che lei se ne andasse.
 
  • Beh, è meglio che vada
 
Matteo fu il primo ad abbracciarla
  • Mi mancherai
 
E a quell’abbraccio si unirono anche Tania e Leo, restarono così abbracciati per qualche istante.
 
  • Ok state cercando di farmi piangere?
 
Quando si separarono fu Arianna ad abbracciarla, ma non disse nulla.
Alla fine dopo gli ultimi saluti finalmente Alex uscì, aveva come la sensazione che forse stava sbagliando, forse non era poi necessario andare così lontano, che magari restare non..sentì qualcuno alle sue spalle che la chiamava.
Quando si voltò vide Arianna che la stava raggiungendo
 
  • E’ per colpa mia che vai via?
 
Questa domanda la spiazzò completamente e spazzò via i dubbi che l’ avevano appena assalita.
 
  • Rispondimi! E’ per colpa mia?
 
La teneva stretta per un braccio.
 
  • No. E’ per colpa mia.
 
Alex alzò lo sguardo e vide Leo che le guardava fermo davanti alla porta del suo locale.
 
  • Adesso.. lasciami andare.. ti prego.
 
Arianna dopo un attimo di esitazione la lasciò.
 
  • Scusami, fa buon viaggio e abbi cura di te.
E mentre lo diceva una grossa lacrima scendeva a rigarle il volto.
L’unica cosa che Alex fece fu girarsi e andare via.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo quinto ***


I mesi che seguirono furono i più folli e incredibili che Alex avesse mai vissuto, la città era un brulicare di gente, eventi, feste, ricordava che il primo periodo per la voglia che aveva di assorbire ogni cosa le donasse questa caotica e creativa città, di aver dormito quattro ore per notte.
 
Lavorava per un’agenzia pubblicitaria, era un lavoro diverso da quello a cui era abituata ma le permetteva di conoscere molta gente e in poco tempo riuscì a farsi conoscere nell’ambiente.
 
Era ubriaca della sua nuova esistenza e dalle sue nuove amicizie, non si soffermava molto a pensare a casa o a lei, ma c’erano momenti in cui sentiva una presenza, la sua presenza al suo fianco, le sembrava di vederla fra la folla,o in quell’attimo che precedeva il risveglio aveva come la sensazione di sentire le sue mani calde sul suo viso. Naturalmente non aiutava il fatto che se anche si sentivano molto raramente quando accadeva erano conversazioni che duravano ore, parlavano di loro e di quello che accadeva nelle rispettive vite, Arianna le raccontava dei suoi concerti, delle proposte che le venivano fatte e le chiedeva un consiglio o semplicemente un parere e infine la teneva aggiornata sui progressi dell’ organizzazione del matrimonio di Tania e Matteo, ma non le parlava mai della sua vita con Leo e Alex non chiedeva di cose che non avrebbe voluto sapere.
 
Leo invece era sempre ricco di particolari, si stupiva del fatto che era la prima volta che aveva una relazione così duratura, per lui Arianna era stupenda e si domandava come mai una ragazza così bella, intelligente e simpatica,e Alex a volte avrebbe voluto dirgli che forse esagerava un pò, ma come poteva farlo, in effetti lo capiva, e poi concludeva come mai una ragazza così potesse stare con un superficiale e incasinato come lui, Alex gli rispondeva che per quanto fosse vero, lui era comunque una persona che sapeva infondere sicurezza, e che aveva il raro dono di far sentire amate le persone a cui lui voleva bene.
Erano conversazioni che la lasciavano spossata, portavano con loro  la gioia di sentire le persone che amava ma avevano un fondo di amarezza e a volte si ritrovava a pensare che rendevano vani tutti  i suoi sforzi; ma quando questo accadeva, quando la nostalgia di lei le prendeva il cuore si gettava con più foga nella sua nuova vita.
In quel periodo ebbe modo di riflettere su come aveva rischiato di ferire il suo più caro amico.
Per quanto il suo amore per lei fosse forte e devastante, non l’ avrebbe certo giustificata ai suoi occhi, lo avrebbe perso irrimediabilmente e lui era la persona che le era vicina da una vita intera, era la persona che in un modo tutto suo sapeva starle vicino e che l’ aveva sostenuta nei momenti più bui della sua esistenza.
Dopo quello che accadde, dopo i mesi di ospedale, di sedute psichiatriche e di anti depressivi che le rendevano la vita insostenibile, lui era rimasto. E anche dopo, quando Alex si gettava in situazioni assurde e pericolose per dimenticare o in cose che le permettevano di convivere con se stessa, lui dopo tutto questo e soprattutto durante era rimasto con lei, al suo fianco cercando di impedirle di fare qualcosa che avrebbe avuto realmente un non ritorno. L’ aveva sorretta, l’ aveva sopportata, l’ aveva aiutata a non cadere in una voragine senza fine.
E Alex lo avrebbe ripagato nel modo peggiore che poteva esserci, tradendo la sua fiducia.
 
Poi un giorno Leo la chiamò in un orario strano per le loro solite chiacchierate e già questo non presagiva niente di buono, le rispose una voce che stentò a riconoscere, era ubriaco e farfugliava qualcosa sul fatto che finalmente era stato scoperto, che lei si era accorta che razza di idiota lui fosse e adesso lei aveva bisogno di tempo e di spazio per riflettere.
 
  • Alex lo sanno tutti che è l’anticamera della rottura, su che cosa vuoi riflettere o mi ami o no..e se hai bisogno di pensarci è perché stai cercando un modo gentile per dirmi che non lo sei più.
 
Alex cercò in tutti i modi di calmarlo e consolarlo, ma migliaia di chilometri non rendevano il suo compito facile, alla fine riuscì a farsi promettere di non fare stupidaggini e di andare a dormire.
 
Quando riattaccarono Alex era disorientata, Arianna lo aveva lasciato, o quasi. Per un attimo ebbe come l’impressione di non conoscerla affatto. Non sapeva il perché ma non aveva mai preso in considerazione quest’eventualità, non avrebbe mai pensato che lei un giorno lo avrebbe potuto lasciare.
Alex venne afferrata da una strana paura, era come se Arianna si stesse allontanando e lei non avrebbe potuto fare niente per impedirlo. Era come se si fosse spezzato un legame. L’ immaginò fra le braccia di qualcun altro, di uno sconosciuto, la vedeva costruirsi una vita lontana da lei. Si rese conto di quanto questi pensieri fossero incoerenti e soprattutto distorti, non era dispiaciuta per il suo amico, era infelice perché questo l’avrebbe portata ancora più lontana di quanto non lo fosse stata prima.
 
Alex lo risentì spesso nei mesi successivi, gli chiese di raggiungerla ma lui vedeva un suo allontanamento impossibile, sarebbe stato come mollare la presa e aveva il terrore di vederla scivolare definitivamente via dalle sue mani. Sentiva che forse non era ancora tutto perduto.
 
Infine un giorno Tania chiamò Alex e le disse la data del suo matrimonio. Avevano deciso di sposarsi in primavera, e così dopo più di un anno di assenza Alex ritornò a casa.
 
Appena arrivata andò dalla sua famiglia, doveva ammettere che le erano mancati moltissimo, la distanza le aveva permesso di vedere alcune cose da un'altra prospettiva, soprattutto di rivalutare i rapporti che aveva con loro, forse era riuscita a crescere e a capire che non per forza per essere felice doveva avere la loro approvazione, che se non poteva essere come loro volevano poteva comunque essere una persona migliore di quanto loro pensassero, o Alex pensasse di se stessa, e aveva capito che se non accettavano tutti i lati di lei si era accorta che di molti altri andavano fieri.
E soprattutto aveva capito che per dimenticare i dispiaceri ci vuole tempo, molto tempo e le delusioni del passato erano state davvero forti.
Per tutto il resto era ancora fortemente convinta che c’erano cose che riguardavano solo lei e lei soltanto, non poteva pretendere di cambiare la loro visone della vita, non per due persone ormai di una certa età, radicati nelle loro convinzioni di come dovrebbe essere una vita giusta.
Forse sbagliava, ma alla fine era una cosa con la quale riusciva ormai a convivere.
 
Il posto successivo in cui andò fu da Leo, quando entrò non lo vide, notò invece dei cambiamenti nel locale, aveva cambiato il colore alle pareti e alcune parti dell’arredamento, nel complessivo le piacque, ma a volte accade alle persone che vivono lontano di sentire la voglia di ritrovare tutto quello che hanno lasciato immutato nel tempo, come se tutto dovesse rimanere in attesa del loro ritorno per far ritrovare le vecchie sensazioni del cuore che ti dicono che sei di nuovo a casa.
Si sentì afferrare da dietro e quando si voltò si ritrovò abbracciata a Leo
 
  • Dannazione! Sei davvero tu!!
  • Leo così mi soffochi!
  • Caspita vedo che stai benone! Sei..davvero bella!
  • Grazie. Non è che semplicemente ti eri dimenticato di me?
  • Mai, davvero, mai!
 
Si misero a chiacchierare, lui le preparò qualcosa da bere, come ai vecchi tempi, non le chiese nemmeno che cosa volesse, semplicemente lo sapeva, poi furono distratti da un urlo e Alex riconobbe la voce, era Tania, anche con lei ci furono scambi di effusioni e subito dopo anche con l’ultimo arrivato Matteo.
 
  • Ragazzi non pensavo che vi avrei trovato tutti qui
  • Già e tu che fai, arrivi di nascosto?
  • Volevo farvi una sorpresa.
  • Ci sei riuscita te lo assicuro. Santo cielo sei così diversa!
  • Trovi?
  • Ma guardati!.
 
Era vero che aveva cambiato il suo stile, costretta ad adattarsi all’ambiente che frequentava. E si era accorta che non le era dispiaciuto affatto e che la rispecchiava in pieno.
Comunque erano di nuovo tutti lì, Alex si soffermò ad osservarli, mentre ridevano e scherzavamo, e come succede con le vere amicizie anche se si è stati lontani per molto tempo, quando ci si rincontra è come se si riprendesse un dialogo momentaneamente sospeso esattamente da dove lo si era interrotto, come se mai nel mezzo ci fossero stati mesi di separazione. Erano sempre gli stessi ma in fondo diversi, avevano proseguito le loro vite, esattamente come avevo fatto Alex, e c’era in loro qualcosa di nuovo ma erano sempre i suoi più cari amici, e il rivederli la fece sentire finalmente a casa.
Aveva una voglia matta di chiedere di Arianna ma si rendeva conto di quanto sarebbe stata inopportuna.
Leo si allontanò per servire dei clienti e così ne approfittò.
 
  • Allora come sta?
 
Fu Matteo a risponderle
 
  • E’ a terra, non l’ho mai visto così, ma forse ora che ci sei tu le cose per lui andranno meglio
  • Non so se sono la persona giusta..a tirarlo su..
  • Certo che lo sei!
 
Leo ritornò
  • Non starete parlando di me? Su che avete argomenti più importanti o sbaglio futuri sposini!
  • Si ok, io però me ne ritorno a lavoro e lascio voi signore alle vostre confidenze.
 
Matteo baciò la sua ragazza e andò via
Anche Alex e Tania decisero di andare a fare due passi, prima di uscire Leo le chiese se la sera sarebbero usciti insieme, ovviamente Alex accettò.
Una volta fuori iniziarono a camminare senza una meta ben precisa e a chiacchierare delle cose più svariate
 
  • Allora dimmi come ti senti a due giorni dal tuo matrimonio
  • Dovrei dirti che non sono agitata, in fondo io e Matteo conviviamo da anni, ma invece devo ammettere che sono un po’ in ansia
  • Dai, non dirmi che la razionalissima Tania sta avendo dei cedimenti!
  • Non prendermi in giro! E’ stato un periodo molto frenetico, i preparativi il lavoro e adesso,  anche Leo e Arianna.
  • Già..
  • Mi sento un po’ a disagio, mi sono molto affezionata a lei, ci siamo avvicinate parecchio, mi ha fatto sentire meno la tua mancanza, e mi ha aiutato tantissimo a destreggiarmi fra l’organizzazione e soprattutto a contenere la mi ansia..è una cara amica..e Leo..beh è Leo..
  • Già..
 
Alex aveva in mente mille domande da farle, tutta questa situazione la metteva a disagio, un fortissimo disagio.
 
  • Ho pensato che fosse giusto che lei insieme a te mi facesse da testimone
  • Ah..
  • Certo che sei di poche parole!
  • Si scusa hai ragione, è solo che..
  • Perché non mi chiedi semplicemente quello che vuoi sapere?
  • Perché, non lo so se voglio realmente delle risposte. Però che cosa è successo? Che cosa ti ha detto? Te ne avrà parlato.
  • Si ovviamente, mi ha semplicemente detto che al momento è molto presa dalla sua carriera, sta avendo delle proposte interessanti, e si è resa conto che Leo ha altre aspettative, lui gli aveva accennato qualcosa su un’eventuale convivenza e lei..semplicemente non lo sa se è quello che vuole..ma lei..sai com’è..
  • Cosa?
  • Lei è una persona che  non ti dice sempre tutto.
  • Si, so che cosa intendi..
  • Ci sono aspetti di se stessa che tiene semplicemente per se..ma del resto chi non lo fa.. ma per te quello che è successo cambia qualcosa?
  • No, non cambia nulla, non avevo speranze prima e tantomeno adesso. Poi nemmeno se fosse una cosa che dipendesse da me, adesso a prescindere che stia o meno con il mio migliore amico, che possibilità ho che lei.. si insomma mi hai capito
  • No, non ti ho capito e ho come la sensazione che la lontananza ti abbia fatto dimenticare..
  • Non confondermi ok!?In questo momento non ne ho bisogno.
  • Va bene hai ragione, comunque sapere che ti rendi conto che il problema sussisterebbe ancora è rincuorante.
  • Si..beh comunque cambiamo argomento, ritorniamo a parlare di te e del tuo grande giorno,  ti va?
  • Si ok ho capito..sei la solita..
 
Restarono a zonzo per un po’, infine si separarono e Alex rientrò finalmente a casa, era tutto esattamente come lo aveva lasciato, anche la tela sul cavalletto.
La rivide per un attimo in quella stanza,come quella sera e si rese conto che le mancava, le mancava terribilmente.
 
La sera Alex andò a prendere il suo amico con l’intento di distrarlo e tirarlo su di morale.
Iniziarono un pellegrinaggio in diversi locali, al secondo erano già alticci e Alex entrando nel terzo e vedendo l’ora decise che almeno uno dei due doveva restare cosciente.
Erano le cinque del mattino quando uscirono da una discoteca, si ritrovarono a camminare sotto un cielo stellato di una primavera ormai inoltrata.
 
  • Alex.. mi dici come ho potuto?
  • Fare cosa?
  • Perdere la persona che amo..
 
Era ubriaco e purtroppo l’alcol aveva sciolto ogni freno ai sentimenti e amplificato le sensazioni.
 
  • Smettila Leo, non è vero.
  • Si che è vero! Ma lo avresti mai detto che io mi sarei disperato per..una ragazza?!
  • No, mai..
 
Straparlava, ma aveva ragione, non lo aveva mai visto in quello stato.
Alla fine quando riuscì a farlo salire in macchina le disse.
 
  • Alex..
  • Dimmi
  • Come farò a vivere senza di lei? Mi fa male.. mi fa male il solo pensiero che possa non tornare da me..ma perché fa così male?!
  • Perché è così quando si ama veramente qualcuno.
 
Alex  si girò a guardarlo, si era addormentato.
 
  • Amico mio, anche io l’amo..da morire. E se avessi un po’ più di coraggio te lo confesserei.
 
 
Arrivò il giorno del matrimonio, si incontrarono tutti direttamente in municipio, c’erano poche persone il resto degli invitati sarebbe venuto solo al rinfresco che si sarebbe tenuto dopo.
E lì Alex la rivide per la prima volta dopo tutto quel tempo.
Ed era anche più bella di come la ricordava, aveva i capelli più lunghi e alzati dietro lasciando scoperto il suo bellissimo collo,  il suo corpo le sembrò più atletico, forse era aiutato dal vestito di seta viola che indossava o dalla scollatura mozzafiato, quando poi si avvicinò Alex si specchiò in quegli occhi che tanto amava e che tenevano stretto in un pugno il suo cuore.
 
Arianna la salutò con un abbraccio, per Alex sentirla di nuovo lì reale fra le sue braccia, sentire di nuovo il suo profumo e  il suo calore, ascoltare il suono rassicurante della sua voce, le fece capire che non sarebbe bastata una vita intera per dimenticarla. In un attimo il suo amore per lei si ripresentava con più forza e irruenza di prima.
 
  • Alex,  iniziavo a pensare che mi stessi evitando!
 
Lo disse sorridendo, ma sapeva che c’era un fondo di verità, solo che pensava al motivo sbagliato, cioè Leo.
 
  • Non dire sciocchezze, non potrei mai..mi sei mancata.
  • Anche tu..
 
Arrivarono Tania e Matteo, lei era veramente bella e raggiante e lui non era da meno.
Alex stentava a riconoscere in quelle due persone realizzate e sicure i due adolescenti che si tenevano per mano seduti sul muretto nel cortile della scuola.
Iniziò il breve rito civile.
Alex si trovò a pensare quanto fosse fortunato Matteo e a che cosa stesse provando in quel momento, aveva accanto la donna che amava, faceva un altro passo con lei verso la costruzione di un futuro insieme. Si domandava che gioia doveva essere poter dichiarare al mondo intero che lei sarebbe stata la sua compagna per la vita, perché di questo non aveva dubbi, sarebbero invecchiati insieme. Già invecchiare con la persona con cui hai scelto di condividere la vita, ma la cosa più sorprendente per Alex sarebbe stato sapere che quella persona ha scelto te, di donarti la sua vita dandoti  l’onore di legarla alla tua. A quel pensiero si voltò a guardare Arianna che le sedeva accanto , lei fece lo stesso. Il cuore le batteva talmente forte che temeva si potesse fermare da un momento all’altro.
Ma quando ritornò a rivolgere la sua attenzione altrove si rese conto che c’era chi stava peggio di lei, il povero Leo non le toglieva lo sguardo di dosso, cercava di ostentare sicurezza e attenzione per quello che stava succedendo, ma era evidente che gli costava fatica.
Alla fine la cerimonia terminò, si congratularono con gli sposi e Tania volle a tutti i costi una foto di loro cinque insieme.
 
  • Approfittiamone, quando ci ricapita di ritrovarci così belli e tirati a lucido.
 
Si misero in posa.. per un attimo ad Alex venne in mente quell’altra foto, dove invece che Arianna c’era un’altra persona. Scacciò via quel brutto pensiero, non c’era niente che accomunasse questo momento a quello di tanti anni fa e le persone che vi erano ritratte erano molto cambiate.
 
Il ricevimento si teneva in un vecchio casolare immerso nella natura, c’era un prato che terminava in un lago e sulle sue rive vi erano dei lunghi filari di alberi. La festa fu divertente, alcuni amici organizzarono degli screzi ma la cosa davvero divertente era vedere Tania che si divertiva come una bambina, guardare lei e Matteo insieme era una gioia per il cuore.
Ad un certo punto Alex decise di allontanarsi e di andare verso il lago, c’era una staccionata in legno, si appoggiò ad essa e lasciò vagare lo sguardo in lontananza. Il paesaggio ricordava un quadro per la sua perfezione, pensò che sarebbe stato bello percorrere le sue rive. Sentì dei passi alle sue spalle e non ebbe bisogno di voltarsi per capire che la persona che l’ aveva raggiunta fosse Arianna. Venne accanto a lei e si appoggiò anch’essa alla staccionata, solo che dava le spalle al paesaggio e manteneva la sua attenzione  rivolta alla festa.
Fu Arianna a rompere il silenzio.
 
  • Ti diverti?
  • Si, e poi è molto bello qui.
  • Si lo è..
 
Ci fu un attimo di silenzio, subito dopo riprese.
 
  • Allora, sei stata così impegnata in questi giorni da non farmi nemmeno sapere del tuo arrivo?
 
Era tipico di lei, non girare intorno alle questioni.
 
  • Si, in effetti lo sono stata.
 
Fu evidente che la risposta così cruda di Alex la mise a disagio.
 
  • Immagino.. suppongo che sai già tutto.
 
Alex non disse nulla.
 
  • Quindi ora sono fuori dal clan? Del resto sarebbe normale siete amici da molto tempo.
  • Ma che dici..
  • Dico che è normale se adesso noi..se tu..non sarà più come prima..e ti sembrerà incredibile ma..va bene anche così.. non voglio farlo soffrire.
  • In questo momento sarebbe difficile, vederti gli fa male, ma non vederti non lo fa sentire certo meglio.
  • Che cosa sai..esattamente.
  • So quello che mi ha detto Leo. So che ha una paura folle che tu possa non tornare da lui..io spero che tutto questo sia per una valida ragione..
  • Mi conosci per caso come una persona superficiale e volubile?
  • No certo che no,  non intendevo questo..  
  • E che cosa intendevi?
  • Mi hai frainteso.. è solo che vederlo in quello stato mi fa star male.. ma cos’è cambiato? Cos’è successo?
 
La verità era che Alex aveva il terrore che confermasse il suo timore e che si fosse innamorata di qualcun altro. E sapeva che non lo avrebbe sopportato.
Alex però la vide sorridere e iniziò a parlare guardando in un punto indefinito dell’orizzonte.
 
  • Sai, lui mi ricorda te.
  • Cosa c’entra questo?
 
Ignorò la sua domanda e continuò a parlare.
 
  • Voi due vi somigliate molto, non intendo fisicamente, ma..nei modi di fare, di parlare, a volte persino come vi muovete.
  • Ed è un male?
  • Si, lo è. O almeno lo è per me. Prima mi hai chiesto il perché..cos’è successo.
 
Ebbe un attimo di esitazione, poi continuò.
 
  • E’ successo che ad un certo punto non ho più capito se amavo lui perché mi ricordava te o di non amarlo più perché non eri tu..
 
Alex ebbe una vertigine, per un attimo pensò che stava sognando o che avesse frainteso quello che Arianna aveva appena detto.
L’unica cosa che fece fu  guardala e non riusciva a dire una sola stupidissima parola.
Era una situazione surreale.
Soprattutto quando Arianna si girò e la fissò, era in attesa di una sua reazione che stentava ad arrivare.
Interpretò il silenzio di Alex come disagio e freddezza.
 
  • Perdonami, sono stata una stupida, non dovevo dirlo, del resto sono già abbastanza confusa, non vedo perché dovrei mettere anche te nei casini, mi ero ripromessa di tacere, ma oggi quando ti ho rivista..
 
Alex le  sfiorò le labbra con due dita.
 
  • Arianna..Non dire nient’altro.
 
Lei le prese la mano nelle sue.
 
  • Tu mi ami.
 
Lo disse piano, ma non era una domanda.
 
Per lei era una certezza.
 
Alex si portò le sue mani sul petto e le strinse entrambe nelle sue e sul cuore.
 
  • Non ha importanza.. che io ti ami non ha nessuna importanza.
 
Si trovava così vicina a lei, Alex la guardava dritta negli occhi e la sua espressione era così dolce, non poteva crederci, lei l’ amava.
 
Questa donna meravigliosa amava lei.
 
  • Alex..per me ne ha.
  • Ti prego..non farlo..
 
Furono interrotte dall’arrivo di Leo.
Alex lasciò andare le sue mani e la guardò, Arianna esitò un attimo, poi con una scusa se ne andò lasciandoli soli.
Alex si domandava da quanto tempo lui si trovasse lì, se avesse sentito.
 
  • Ho visto che stavate parlando, ho interrotto qualcosa? Ti ha detto niente che..
  • No.
  • Alex se ci fosse un altro me lo diresti vero?
 
Mio dio come faceva a trovarsi in quella situazione.
 
  • Smettila Leo, non…non c’è proprio nessuno!
 
Fece un profondo respiro.
 
  • Ascolta oggi è la giornata di Matteo e Tania, cerchiamo di concentrarci su di loro. E’ il minimo non credi?
  • Si..
 
Non gli fece nemmeno terminare la frase e se ne andò di nuovo in mezzo alla gente.
 
La festa continuò, poi Tania e Matteo salutarono tutti e se ne andarono, Alex fece lo stesso subito dopo, si dileguò senza farsi vedere, aveva bisogno di riflettere e di capire perché la vita continuava a metterla alla prova e a prendersi gioco di lei.
 
La donna che amava l’ amava a sua volta, ed era una cosa incredibile, soprattutto perché anche così Alex non avrebbe mai potuto stare con lei, non con il suo più caro amico, un fratello che soffriva per lei  e adesso sapeva a causa sua, non glielo avrebbe mai perdonato e Alex non poteva perderlo.. ma non voleva perdere nemmeno lei!
Ma questo era un pensiero sbagliato, Alex stava già vivendo senza di lei, sapeva che seppure le riusciva difficile poteva farcela.
 
Ma chi prendeva in giro?
 
Le era bastato vederla per un attimo per farle dimenticare tutti gli sforzi fatti per allontanarla da lei, dal suo cuore, e adesso..adesso che Arianna le aveva detto quelle parole, le sembrava ancora più difficile e doloroso, quelle parole che le bruciavano ancora nella mente.
 
Continuò a guidare in sella alla sua moto per buona parte della serata, aveva mille pensieri, e aveva una voglia disperata di allontanarsi il più possibile perché sentiva che il suo cuore, contrariamente alla ragione, voleva trovarsi da tutt’altra parte,voleva andare da lei per finire un discorso appena iniziato e riuscire a capire se lei fosse sincera.
 
Se si rendeva conto
 
Alla fine Alex si ritrovò sotto casa di Arianna.
Era tardi e le luci erano spente,rimase in certa sul da farsi, se suonare e svegliarla oppure andare via. Poi vide una macchina arrivare e riconobbe Leo e con lui c’era Arianna.
Era evidente che l’avesse accompagnata dalla festa, anche se doveva essere finita già da un pezzo. Da dove si trovava non la videro, ma Alex poteva vedere benissimo loro, rimasero a parlare per un po’ in auto, Alex si domandò perché diavolo se ne restasse lì, a spiarli come una ladra, si sentiva davvero ridicola, ma non riusciva ad andare via. Dopo scesero entrambi, lui l’ accompagnò al portone e si fermarono qualche minuto, lui le teneva entrambe le mani, era in imbarazzo, Alex lo conosceva talmente bene che sapeva la difficoltà che aveva in quel momento per non riuscire a trovare le parole giuste.
Anche in questa situazione così assurda Alex non poteva fare a meno di rimanere incantata da lei, l’ aveva stregata, e provava pena per il suo amico perché sapeva come ti faceva sentire averla lì davanti a sostenere il suo sguardo, cosa che evidentemente lui in quel momento non riusciva a fare.
Arianna aveva il potere di farti dimenticare il mondo che ti circondava facendo di lei il centro del tuo universo.
Alla fine lui le lasciò le mani, esitò un attimo e alla fine si diresse verso la sua auto, lei rimase appoggiata alla porta e lo vide andar via.
Poi non so come i suoi occhi incontrarono quelli di Alex.
Fu sorpresa di vederla lì.
 
Alex non era mai stata in casa sua, entrò in una sala con una grande finestra che di giorno illuminava una stanza dove avrebbe regnato certamente la luce e dove al centro capeggiava un pianoforte nero che contrastava con il bianco che lo circondava, c’erano libri e spartiti ovunque e librerie su quasi tutte le pareti, le piacque molto.
Arianna la fece  sedere su un divano che prendeva un intero angolo, da lì Alex avrebbe avuto una perfetta visuale del piano e di chi lo avrebbe suonato.
 
Arianna invece andò ad appoggiarsi ad esso e la guardava.
 
  • Iniziavo a pensare che fossi scappata a prendere il primo aereo.
 
Alex si era meritata il suo sarcasmo.
 
  • Da quanto tempo ti trovavi lì?
  • Da un po’,pensavo che fossi già a letto, invece dopo vi ho visti arrivare. Cosa..
 
Si bloccò non riuscendo a finire la frase. Pensando che forse non aveva nessun diritto di farle quella domanda.
 
  • Ci siamo detti?
  • Si.
  • Gli ho detto di perdonarmi.
 
A quelle parole Alex si alzò istintivamente e si mosse per andare verso l’uscita, non c’era più ragione che restasse lì. Arianna aveva risolto da sola la situazione, ne sarebbe dovuta essere contenta.
 
  • Aspetta, ti prego, fammi finire, gli ho detto che deve perdonarmi, ma non posso tenerlo in sospeso, che non è giusto ne per lui ne per me. Gli ho detto di perdonarmi perché gli voglio bene ma non lo amo come lui vorrebbe.
  • Arianna..
  • E gli ho anche detto che credo di amare qualcun altro.
  • Perché?! Così lo hai distrutto..
  • Distrutto?! Ma pensi che per me sia facile? Per me è una situazione del tutto nuova!
  • E che cosa esattamente è nuovo? Il fatto che ti sei innamorata di una donna?! Che questa donna è molto legata al tuo fidanzato o il fatto che lo stai lasciando per la sua migliore amica?
  • Mio dio! Smettila! So benissimo che la situazione è..assurda! E poi tu sei assurda! Che cosa mi stai rimproverando?!
 
Mentre lo diceva si portava le mani alle tempie poi iniziò a giocare con una ciocca di capelli, infine li sciolse era evidentemente nervosa e imbarazzata, e Alex non l’aiutava.
 
  • Ascolta io non so bene il perché ma volevo dirtelo, anche soltanto per..non lo so nemmeno io per che cosa, so benissimo che io e te..
  • E dimmi, quando, esattamente ti sei resa conto di questa cosa.
  • Non lo so, da sempre credo, o da quando mi hai sorriso prima di arrampicarti su di un albero.
 
Un timido sorriso le apparve sulle labbra nel ricordare quel momento.
Poi riprese a parlare ritornando seria.
 
  • In quel momento il tuo sorriso mi ha fatto tremare il cuore, e allora ho avuto paura, non volevo, non potevo credere, insomma non avrei mai pensato di me stessa che.. tu però ti sei insinuata nei miei pensieri e io.. mi sono rifugiata in Leo.. e lui sa essere così caldo e premuroso e chi non sarebbe pazza di lui, riesce sempre a farti stare bene e ti fa sentire così amata e so che mi darebbe anche la luna se soltanto glielo chiedessi..e non sai quanto mi sono odiata quando ho realizzato quello che stavo facendo, sono stata una stupida e profondamente ingiusta nei suoi confronti..non me lo perdonerò mai..
 
Diceva tutto questo senza riuscire a guardarla, fissava un punto davanti a se come se vedesse scorrere delle immagini invisibili.
 
  • Ho sempre avuto una strana sensazione quando stavo con te, all’inizio non volevo capire e ripetevo a me stessa che eri solo un’amica, una carissima amica. Ma mi dici in quale amicizia si è gelosi da morire di tutto,soprattutto del tuo passato, e avere voglia di starti vicino, accorgerti che la giornata appena trascorsa è stata buona solo perché ci siamo viste, anche solo per un attimo, o sentire il battito del mio cuore accelerare tutte le volte che mi toccavi o, la cosa peggiore, non riuscire a parlarti semplicemente di me e Leo.
 
Poi alzò lo sguardo su Alex, ed era crudelmente reale, le si piantava in pieno petto e la trafiggeva, come le parole che disse dopo.
 
  • E tu che non mi rendevi le cose facili e continuavi a fare di tutto per farmi capire che provavi qualcosa per me. E da quel giorno sulla spiaggia – sospirò - ho iniziato a pensare che cosa mai sarebbe accaduto, che cosa mai avrei provato se ti avessi baciata, perché te lo giuro che in quel momento lo desideravo, da morire, ti desideravo.. e questa consapevolezza mi ha sconvolta. Avrei dovuto dare ascolto a tutto questo e non l’ho fatto. 
 
Era un fiume di parole, chissà da quanto le teneva racchiuse in se, da quanto tempo cercava di dare libero sfogo a quel mare di sensazioni ed emozioni.
Si fermò per un attimo come a riprendere fiato.
 
  • Cos’è successo dopo?
  • E’ successo che te ne sei andata e mi sono detta ma si, forse è stata una cosa del momento e ho continuato la mia vita, ma mi rendevo conto che non ero felice, e  ho tentato di fare andare le cose con Leo. Ma quando ho realizzato che tra le cose che mi attraevano di lui c’era il fatto che.. mi ricordava te, o semplicemente perché avevo avuto paura di te e..di me stessa, allora ho capito quanto in là mi fossi spinta, di quanto fossi stata ingiusta con lui .. e quando ho iniziato a pensare che la data del matrimonio si stava avvicinando e sapere che saresti tornata..ho avuto la consapevolezza che quello che sentivo per lui non era paragonabile nemmeno alla gioia che mi suscitava il solo sapere che tu saresti tornata.
 
Nascose il viso fra le mani
 
  • E poi ti ho rivista e il mio cuore si è fermato per la gioia.
 
Alex si avvicinò a lei e le scoprì il viso
 
  • Alex sono un mostro, come ho potuto farci questo? A noi, a lui..se soltanto avessi avuto un po’ più di coraggio.. io ti amo..
 
Aveva gli occhi lucidi e la guardava, la donna che amava era lì e le diceva le cose più dolci e inaspettate che potesse immaginare.
Alex si chinò per baciarla e fu dolcissimo, spesso quando erano insieme si ritrovava a guardarla e cercava di capire che cosa avrebbe provato a sentire le sue labbra sulle sue, ma la realtà superò ogni aspettativa. Finalmente conobbe il suo sapore, sentì le sue labbra morbide, calde e dolci come il miele, iniziò ad accarezzarle i fianchi e sentire la sua pelle calda attraverso la seta del vestito le fece provare  un brivido in tutto il corpo, avrebbe voluto far durare quel momento un’eternità.
Aveva appena oltrepassato un limite dal quale difficilmente sarebbe stata in grado di tornare indietro.
Ma doveva farlo.
Restarono con le fronti appoggiate.
Alex teneva gli occhi chiusi per cercare di tenere lontano la realtà che iniziava a farsi strada nella sua coscienza.
 
  • Io.. non posso.
 
Arianna le chiuse di nuovo le labbra con le sue, e dopo in un sussurro le disse
 
  • Non dirlo, non ora.. ti prego..non adesso…
 
Stava piangendo.
Arianna l’ abbracciò e la teneva stretta a se, nascondeva il viso nel’incavo del suo collo, ad Alex ricordava una bambina bisognosa di consolazione, in quel momento le appariva così fragile e le stava straziando il cuore, perché non era in grado di evitare il suo dolore.
E nemmeno il proprio.
Ma era un sogno dal quale doveva riprendersi, le prese il viso fra le mani e le asciugò le lacrime.
 
  • Arianna, se tutto questo fosse accaduto un anno fa ti giuro che non ci avrei pensato due volte, non mi sarei soffermata nemmeno per un attimo a riflettere sul fatto che avrei tradito una delle persone più importanti della mia vita. Ma adesso..amore mio…
 
Sentendo queste ultime parole Arianna chiuse gli occhi.. Alex aspettò che li riaprisse per continuare.
 
  • Ma adesso che forse so di amarti anche più di prima... non sai che cosa darei per essere io a starti accanto.. so che adesso sarei la persona che ti meriti.. allora non lo ero.. davvero vorrei essere io..voglio essere io..ma mi dici come posso fargli questo?
 
La lasciò e si allontanò di qualche passo.
 
  • Sai che età avevo quando l’ho conosciuto? Avevamo entrambi otto anni, io me ne stavo seduta in un angolo a guardare lui e altri bambini giocare, non conoscevo nessuno e come al solito la mia timidezza nonostante la voglia che avessi di andare a giocare con loro, mi impediva di farlo. Ricordo che lui venne da me, ricordo che aveva il viso sporco di polvere e un ginocchio sanguinante, e mi disse che avevano bisogno di un difensore e che era più divertente se andavo a giocare con loro invece di stare a guardare, ricordo che mi prese per mano e da allora lui c’è sempre stato.
  • Alex io..
  • No aspetta fammi finire, ho bisogno che tu capisca realmente. Abbiamo vissuto quasi in simbiosi, quando iniziavo a frequentare nuove persone lui  doveva farne parte e se a qualcuno non piaceva non ci pensavo due volte a troncare, e la stessa cosa faceva lui, e poi..quando è successo, quando io ho perso il controllo.. lui si sentiva responsabile perché non aveva capito il malessere in cui vivevo, per quanto dopo abbia conosciuto il mio lato peggiore, lui è sempre rimasto al mio fianco. Del resto come Tania e Matteo..loro hanno visto il peggio di me,di che cosa sono capace di fare quando do ascolto al demone che se ne sta nascosto in un angolo della mia anima e nonostante questo non se ne sono mai andati.
  • Capisco, non valgo un tale sacrificio, una tale perdita, e lo capisco, credimi..
  • E invece ti sbagli, per me vali qualsiasi sacrificio. E questa cosa mi terrorizza. Ed è per questo che ho bisogno che tu ti renda conto che a prescindere da questa assurda situazione non sarebbe facile comunque, io non lo so se tu ti renda veramente conto di che cosa voglia dire..io sono disposta ad affrontare tutto, a fare qualsiasi rinuncia per stare con te ma tu saresti in grado di fare altrettanto?
  • Sei crudele. Come puoi chiedermelo, che persona pensi che io sia? So di aver sbagliato, ho gestito male la situazione ma solo perché era qualcosa di nuovo e così grande che ha messo in discussione la persona che credevo di essere. So che non basta come giustificazione ma..
  • E se accadesse la stessa cosa a noi? Se io ti sacrificassi tutto il mio mondo e poi tu ti rendessi conto che.. hai di nuovo sbagliato.
  • Smettila Alex! Io non ti sto chiedendo nessun sacrificio! E poi che razza di relazione si può basare sul sacrificio di una delle parti! E tu dimmi saresti in grado di rinfacciarmelo?
 
Arianna la guardava con uno sguardo incredulo.
Lacrime scendevano ancora a rigarle il volto.
Alex fece un profondo  respiro e trattenne il fiato, chiuse gli occhi per contenere e mettere d’accordo le forti emozioni che stava provando, la voglia che aveva di dirle che sarebbe andato tutto bene, che insieme potevano farcela, che era destino.. e la rabbia che stava provando, verso se stessa, verso Arianna, la consapevolezza che non sarebbe stato così, che non  poteva essere possibile. Troppe cose sarebbero state compromesse, troppe persone si sarebbero ferite per una loro scelta sbagliata.
 
Ma l’amava e per quanto fosse sbagliato era qualcosa di inequivocabile.
 
Alex le tornò vicino e le mise le mani sulle spalle appoggiando nuovamente la fronte alla sua, e non riuscì più a trattenere le lacrime.
 
  • Arianna.. perdonami ma ho bisogno che tu capisca. Io so di averti amato dal primo istante che ti ho vista ed è con te che ho capito cosa vuol dire amare, ma amare veramente e talmente tanto da pensare e credere che vale la pena di stare al mondo soltanto perché ci sei tu..E mio dio, sentire che anche tu provi qualcosa per me..ma nonostante questo non sarebbe facile, so per esperienza che nemmeno tutto l’amore del mondo basta a far funzionare una relazione.
  • Alex, perché mi torturi in questo modo..tu cerchi certezze e garanzie nell’amore? Per quanto tu possa aver sofferto in passato, niente ti autorizza  a dubitare di quello che provo per te.
  • Ascolta..presto partirò, tu ritornerai alla tua vita, a dedicarti alla tua carriera. Fermiamoci adesso che ancora possiamo, adesso che ancora nessuno si è fatto male
  • A parte noi?
  • Non rendiamo tutto più difficile. Ti prego..
 
Alex la guardò negli occhi e le accarezzò una guancia con il dorso della mano e dopo si diresse verso la porta, prima di uscire le rivolse una domanda che l’assillava.
 
  •  Se io non ci fossi stata,tu..Proveresti amore per lui?
 
Arianna non le rispose. Si limitò a voltarle le spalle.
A quel punto Alex se ne andò, non aveva nient’altro da aggiungere.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo sesto ***


L’indomani quando Alex si svegliò, si rese conto di avere una cavità vuota al posto del cuore.
Si sentiva schiacciata e oppressa dalla mancanza di quel qualcosa, dalla consapevolezza di essere incompleti, sentiva la solitudine dell'anima che ti stringe la gola in un nodo impossibile da sciogliere.
Nemmeno con tutte le lacrime del mondo.
I suoi demoni erano tornati ad ossessionarla, le dicevano quanto stupida e sciocca fosse stata.
Cercava di tenerli lontani, continuava a ripetersi “Forse non è così difficile, forse basterebbe allungare una mano” ma sapeva che sistematicamente sarebbe ricaduta nel vuoto, e quante volte aveva immaginato di averla lì quella mano, da stringere per sentirsi al sicuro.
Eppure per un breve attimo aveva sperato di aver raggiunto la sua meta, soltanto la sera prima stringeva il suo destino fra le braccia e la sentiva pronunciare parole che ormai le sembrava di aver sognato.
 
Continuava a dirsi che i rapporti umani non erano così, forse si soffrirà in eterno perché si è alla ricerca di un'utopia, di quel dire per sempre che in fondo non esiste.
Sapeva che la vita era fatta di momenti, che la vita è un istante, di attesa, di speranza, di breve felicità e inesistente serenità. Aveva la consapevolezza che ci sarebbe sempre stato qualcosa di cui lamentarsi, qualcosa per cui soffrire.
 
Con questi pensieri che la tormentavano decise di fare un bagno nella speranza di lavar via tutte le sue incertezze, tutte le sue insicurezze, e far tacere la voce interiore che era tornata prepotentemente a sussurrarle che tutta la sua moralità l’ avrebbe soltanto portata a infilarsi una canna di fucile in bocca.
E a farla finita finalmente.
Alex non aveva mai detto a nessuno che da quel giorno in cui aveva provato a tagliarsi le vene c’era tornata spesso sopra con il pensiero, sapeva che sarebbe stato un gesto da vigliacchi, ed era questo pensiero a impedirle di fare qualcosa di simile ma più risolutivo. Ma a volte immaginava e riusciva quasi a sentire in un modo così chiaro e reale quel forte rumore che avrebbe preceduto il silenzio assoluto, un silenzio eterno . Non era per paura di vivere che le venivano questi pensieri, ma era quando non vedeva alternative a tutta l’inutilità di un’esistenza vissuta come lei faceva, solo di passaggio, dove nessuno si sarebbe ricordato di lei se non per brevi istanti.
E comunque pensava che se non altro la morte sarebbe stata un cambiamento, se non di vita, almeno di stato e di materia. Magari un giorno si sarebbe accorta di essere un fiore cresciuto sulla propria tomba.
 
Quando uscì dalla vasca passò una mano sul vetro appannato dello specchio e stentò a riconoscere il volto che vi era riflesso.
Il suo demone stava lì a fissarla e quegli occhi che la osservavano le domandavano se ne era valsa la pena, Alex distolse subito lo sguardo, non poteva e non voleva rispondere a quella domanda, per assurdo non aveva ceduto proprio perché voleva poter continuare a potersi guardare allo specchio senza provare ribrezzo e invece adesso il suo demone si prendeva gioco di lei.
Stava lì a guardarla e le diceva che in fondo aver rinunciato non aveva cambiato il risultato.
 
Fai una scelta e accettane qualsiasi conseguenza
 
  • Lo sto facendo
 
Hai scelto la strada più facile.
 
  • Rinunciare non è la strada più semplice,
 
Stai semplicemente scappando, nessuna discussione, nessuna responsabilità..la rinuncia. Per cosa poi?
 
Alex si ritrovò di nuovo ad avvertire quella sensazione orribile già provata tante volte in passato, si sentiva senza pelle, sentiva di avere le terminazioni nervose esposte agli elementi, dove qualsiasi  pensiero che la sfiorasse  le appariva ai suoi sensi alterati  quadruplicato dal suo reale peso.
Sentiva di essere un fascio di nervi pronti a scattare  alla minima sollecitazione.
 
  • Ma perché mi ritrovo a parlare di nuovo con te che sei il lato peggiore di me?
 
Forse perché sono semplicemente te, non il lato peggiore, ma il vero e il solo.
 
Colpì con un pugno lo specchio mandando in frantumi il volto che racchiudeva, moltiplicandolo in altri di ogni dimensione, infrangendolo in mille porzioni.
Come allora, in un primo momento Alex non sentì nessun dolore, era come se la mano che stava guardando non le appartenesse, vedere il sangue che iniziava a fuoriuscire le suscitava una sorta di stupore incantato, vedere quel liquido denso che si faceva strada attraverso la pelle lacerata.
Prese fra le mani il pezzo più grosso dello specchio che si era staccato, si rese conto di come si adattasse perfettamente al palmo della sua mano,  ne sentì la freddezza, la superficie liscia e lucida, e subito dopo, il sangue che aveva iniziato a sporcarlo e a renderlo viscido e caldo.
Rimase a fissarlo intravedendo il suo volto attraverso il rosso che gli scivolava sopra.
 
Alla fine si decise a gettarlo via e si legò un asciugamano per tamponare i tagli che si era provocata nell’impatto.
Iniziò a raccogliere i piccoli pezzi sparsi ovunque, si sentiva svuotata da ogni pensiero, da qualsiasi sensazione.
Si stava dedicando a rimettere a posto il macello che aveva combinato con una tale dedizione e concentrazione, come se da quello ne fosse dipesa tutta la sua esistenza.
Alla fine abbandonò quell’occupazione e andò a rivestirsi, la vibrazione del cellulare attrasse la sua attenzione, vi trovò delle chiamate che provenivano da LA, quest’ultime la riportavano alla realtà, alla quotidianità che avrebbe potuto riconquistare una volta partita, si presto sarebbe andata via.
 
Qualcuno iniziò a bussare insistentemente alla sua porta. Non aveva nessuna voglia di aprire ma a quanto pare quel seccatore non aveva nessuna intenzione di cedere.
Quando aprì la porta Arianna la travolse come un fiume in piena.
 
  • Finalmente ti sei decisa ad aprire!
  • Non..
  • Ok non dire nemmeno una parola, adesso parlo io! Ieri ti ho lasciato dire le tue ragioni e, fammelo dire, sei stata veramente ingiusta! So che è colpa mia, ho sbagliato, da quando ti conosco ho messo insieme una tale fila di errori, tra cui dirti quello che provo per te, e ti giuro che mai mi sarei aspettata da te qualcosa, ma di sicuro non la tua reazione.
  • Ma che cosa ti aspettavi?
  • Di certo non quella di essere giudicata da te!
  • Io non ti ho giudicata.
  • E invece lo hai fatto! Mi hai fatto sentire come una stupida bambina capricciosa!
  • Non era quello che volevo.
  • Beh non ha importanza quello che volevi! Dimmi ti ho forse chiesto di fregartene di tutto e tutti per stare con me?
 
Alex se ne rimaneva lì a guardarla fare su e giù per la stanza, a puntarle contro il dito con fare minaccioso e a sentire con quanta rabbia le rivolgeva quelle parole.
 
  • Rispondimi!
  • No, tu non mi hai chiesto niente..
  • Appunto! Io non ti ho chiesto nessun sacrificio. Mi sbaglio forse?
  • No..hai ragione..
  • Esatto. E ho ragione anche sul fatto che tutta questa situazione si riduce in un'unica cosa, una scelta che dovevi fare fra me e Leo, e tu hai scelto lui! E mi va bene anche così, so che è l’unica scelta giusta! Ci siamo comportate entrambe come due stupide irresponsabili!
  • Si lo siamo state, ma tu..
 
Non riusciva a terminare la frase.
 
  • Cosa?Io cosa?!
 
  • Dio! Perché proprio Leo!
 
Sentendo le sue parole Arianna rimase impietrita a guardarla.
 
  • Pensavo di aver risposto a questa domanda..
  • Si..lo hai fatto ma..
  • Ma cosa? Io non sono mai stata una che gioca con i sentimenti delle persone, so benissimo che ho gestito male tutta la situazione ma sai siamo umani e capita di sbagliare! Invece perché non mi dici quello che pensi veramente!
  • Tu sentivi qualcosa per me e lo hai negato a te stessa! Hai preferito portare avanti una relazione che nemmeno sentivi pur di non accettare che mi amavi!
  • Quindi adesso mi vuoi far sentire in colpa per quello che provo per te quando tu, dal momento esatto in cui ho iniziato la mia relazione con Leo, hai fatto di tutto per farmi capire che mi volevi!
  • Cos’è una gara a chi è stata più stupida?
  • No ma io almeno riconosco i miei errori..dovresti iniziare a farlo anche tu..
  • Forse hai ragione.. su tutto..ma è più forte di me, non riesco a non pensare che se soltanto tu..
  • Adesso basta, non continuare..io mi odio già abbastanza..ma tu come fai ancora a dirmi cose del genere..
  • Perché è la verità..
 
Vide gli occhi di Arianna riempirsi di lacrime. E la sua voce fu carica di rabbia.
 
  • Si..hai ragione è la verità.. come è vero che non sarei dovuta venire qui..
 
Arianna provò ad andare via ma Alex la trattenne mettendosi davanti a lei.
 
  • Non abbiamo nient’altro da dirci! Smettila e lasciami andare!
 
Sentendo quelle parole, l’odio che per un attimo le sembrò di vedere fece scattare qualcosa in Alex, si avventò su di lei prendendole il viso fra le mani iniziando a baciarla, non sopportava di vedere tutto quel rancore contro di lei, non da Arianna, non dalla donna che amava.
Iniziò a ripeterle
 
  • Zitta..basta
 
E continuava a baciarla, Arianna provava a respingerla, ma Alex lottava con le sue mani che cercavano di  allontanarla, continuava a baciarle le guance gli occhi e di nuovo le labbra
 
  • Sta zitta, ho capito, perdonami, sono un’idiota.
 
Riuscì a spingerla verso il divano e non riusciva a staccare le labbra dalle sue e Arianna fu totalmente travolta da lei non riuscendo a trovare la forza per opporsi.
Una volta sul divano Alex iniziò a baciarla e a morderle il collo, quel magnifico collo che la faceva impazzire, le infilò le mani sotto la maglia e voleva ardentemente conoscere il resto del suo corpo.
Poi si rese conto che Arianna aveva smesso di lottare contro di lei e Alex la sentì tremare sotto di se, smise di baciarla, aveva una stretta al cuore, riuscì soltanto a sussurrarle.
 
  • Lasciati andare.
 
Si sollevò a guardarla, Arianna se ne restava lì immobile con ancora le lacrime che scendevano copiosamente attraverso quegli occhi colmi di rabbia, Alex ne fu disorientata
 
  • Ti prego..amami..
 
Dopo un momento di esitazione che le sembrò eterno sentì finalmente le mani calde di Arianna a diretto contatto con la sua schiena e allora credette di morire, lei era lì, reale, quanto l’ aveva desiderata, quanto l’ aveva sognata.
Arianna l’attirò a se baciandola e da quel momento non furono più ne tu ne io, ma una cosa soltanto, mutarono la rabbia in tenerezza, aprendo così un nuovo mondo.
E per Alex era un mondo fatto solo per loro due, creato dalle loro mani che si cercavano, dalle sue labbra che la baciavano ovunque, un mondo fatto dall’ odore e dal sapore della donna che amava e  dalla sua pelle nuda contro quella di lei e dove la voce di Arianna che sussurrava il suo nome la mandava in fiamme. Alex si ritrovò a pesare che ormai le apparteneva totalmente, ebbe la consapevolezza che non sarebbe riuscita a fare l’amore con nessun’altro se non con lei. Avrebbe voluto passare l’intera esistenza a vedere quel volto amato segnato dal piacere che lei riusciva a dargli e a sentire le sue mani che si facevano strada per riuscire anch’essa ad avere tutto di lei.
 
Alla fine si ritrovarono sul letto, il battito dei loro cuori era ancora accelerato e Alex se ne restava sdraiata con la testa appoggiata sul seno di Arianna rimanendo in ascolto del suo cuore, cogliendo l’attimo in cui era in accordo con il suo. Le sue gambe la incatenavano a lei in un  nodo che mai avrebbe voluto sciogliere.
Alex si sentiva come un assetato che dopo aver vagato per giorni in un deserto di sole e sabbia riesce a raggiungere la sua oasi, con una sorgente d’ acqua fresca e cristallina per placare la sete, un’erba soffice su cui sdraiarsi e un’ombra sotto la quale riposarsi.
Non riusciva a dire nulla, non ne sentiva nessun bisogno, quello che avevano fatto sino a quel momento riempiva il vuoto di  tutte le cose non dette e tutte le cose sognate e sperate.
Non c’era nessuna parola che potesse esprimere quello che Alex sentiva.
Se ne restava semplicemente lì con lei che le accarezzava i capelli sfiorandole ogni tanto l’orecchio.
 
  • Alex..
 
Si sollevò per guardarla.
 
  • Ti amo. E tanto..Ma rimani comunque una stronza..
 
Scoppiarono a ridere.
 
Alex la baciò ancora e ancora, chiedendosi cosa mai avesse fatto per meritarsi quello stato di gioia, per meritarsi questa donna che diceva di amarla e si rese conto che mai prima di allora avevo amato, ora lo sapeva.
 
Passarono la notte alternando momenti di passione, e Alex si rendeva conto di come lei non le bastasse mai, a brevi periodi di sonno, condividendo un unico cuscino o rimanendo sveglie guardandosi negli occhi con i loro nasi che si sfioravano e con le loro labbra che non resistevano a stare lontane per troppo tempo. E nel sonno Alex la teneva stretta a se in modo possessivo. Ma la verità era che l’abbracciava come se fosse stata la sua ancora di salvezza, come se nel momento esatto in cui si fosse azzardata a mollare la presa sarebbe stata perduta per sempre.
 
Quando il mattino la svegliò Arianna non era nel letto con lei,ma dopo un primo momento di smarrimento la vide sulla soglia della porta che la osservava sorridendo. Aveva indossato una felpa di Alex che già a lei stava enorme e che ad Arianna la copriva sino a metà coscia.
Era una visione e il suo cuore si gonfiò di gioia.
 
  • Sotto le coperte si sta meglio.
 
Arianna fece solo di si con la testa e la raggiunse sistemandosi comodamente fra le sue braccia.
Alex si accorse di come l’incavo del suo collo fosse fatto per accogliere la sua testa e i suoi fianchi fossero fatti per essere circondati dalle sue braccia.
 
  • E’ vicino  a te che si sta meglio.
 
Arianna si mise a giocherellare con le dita della mano della sua compagna.
 
  • Alex io, ho visto..
 
S’ interruppe
 
  • Cosa?
  • Nel bagno, lo specchio..e ho notato la tua mano.
 
In un primo momento Alex non comprese a che cosa si riferisse, per quanto fosse successo soltanto il giorno prima a lei sembrava lontano anni luce.
 
  • Ti va..di dirmi che cosa è successo?
  • Ho.. solo perso il controllo..per un attimo.
  • Perso il controllo?
 
Alex si liberò dolcemente dal suo abbraccio e si mise seduta sul letto, cercò qualcosa da indossare e iniziò a rivestirsi.
 
  • Ei
 
Arianna si mise in ginocchio dietro di lei e l’ abbracciò.
 
  • Va tutto bene, se non vuoi non devi dirmi niente.
 
E le depositò un bacio dietro l’orecchio.
 
  • Ti prego, non rivestirti, di là c’è una vasca piena d’acqua che ci aspetta, ti va?
 
Alex le sorrise e fece cenno di si.
 
Si ritrovarono nella vasca sedute una di fronte all’altra,Alex si perdeva nei suoi occhi e si stupiva della serenità che provava a stare con lei così, in silenzio e a non provare nessun disagio o imbarazzo, era la sua amante da meno di ventiquattro ore e non ricordava di aver mai avuto con nessuno quel grado d’ intimità.
 
C’era solo quello stupido specchio a ricordarle che effettivamente le doveva qualche spiegazione, ma non riusciva a trovare le parole, o almeno nessuna che potesse spiegarle cosa fosse successo senza farle pensare che stava mettendo la sua vita nelle mani di una pazza.
 
Ma qualcosa doveva pur dirle, così distolse lo sguardo da quello di lei e lo fissò sulla sua mano ferita, abbandonata sul bordo della vasca.
 
  • Non sopportavo di vedere il volto che vi era riflesso.
 
Arianna non disse niente, così Alex continuò.
 
  • Ieri, mi ero resa conto che pur avendo rinunciato a noi non riuscivo..non lo so, non so spiegartelo, la verità è che se ti dicessi che avevo una voce in testa che continuava a ripetermi che ero veramente patetica..quanto fossi stata stupida a rinunciare a te… e così ho dato un pugno allo specchio per farla tacere..per non sentirla..e per non vedere più..me..e ti capirei se adesso tu..
 
Arianna le prese la mano e l’ attirò a se così Alex finì con la schiena appoggiata a lei e con le sue braccia che la tenevano stretta.
 
  • Non c’è niente da capire, so che è una vita intera che affronti i tuoi demoni da sola, ma adesso, se vuoi ci sono io con te, se vuoi non ti lascerò da sola.
  • Se io voglio?
  • Alex io amo te, il tuo bellissimo viso.
 
Mentre lo diceva percorse con un dito il suo profilo.
Sorrisero entrambe.
 
  • I tuoi occhi che mi ricordano il mare in tempesta, amo persino queste 
 
E accarezzò le cicatrici del suo braccio
 
  • So chi sei Alex..e non vado da nessuna parte.
 
Sentendo quelle parole le salirono le lacrime agli occhi, li chiuse e si abbandonò completamente a lei, a quell’abbraccio, al calore del suo corpo che l’ avvolgeva, e per la prima volta in vita sua Alex si sentiva al sicuro e in pace con se stessa.
Arianna si accorse delle lacrime che iniziarono a rigarle il volto.
 
  • Povero il mio amore.
 
E la strinse a se ancor di più.
 
Restarono chiuse in casa per un paio di giorni, trascorsero il tempo a parlare come mai avevamo fatto prima, a fare l’amore e Alex scopriva in Arianna una passione che non le conosceva ma che aveva sempre avuto il sospetto possedesse, ma evitavano accuratamente qualsiasi discorso o allusione a qualunque cosa potesse infrangere quel momentaneo paradiso che si erano ritagliate. Alex si sentiva liberata da un peso che si portava dentro da sempre, era una strana sensazione alla quale non era abituata. Il pomeriggio del secondo giorno trovò Arianna nel suo studio e quando le portò una tazza di the caldo, era seduta sulla poltrona con le gambe rannicchiate al petto, guardava fuori dalla finestra il temporale primaverile che si era scatenato, persa nei suoi pensieri. Indossava come il giorno prima, soltanto la felpa di Alex e lei la trovava bellissima, quando le diede la tazza non poté fare a meno di baciarla.
 
  • A cosa stai pensando?
  • Che prima o poi dovremmo uscire di qui.
 
Alex andò a sedersi sulla larga scrivania.
 
  • E chi lo dice.
  • Alex..
  • Si lo so, è solo che non voglio pensarci adesso.
  • Eppure dovremmo..
 
Come ad avvalorare la sua tesi il telefono di Alex iniziò a vibrare, vide che era Tania
 
  • Dovresti risponderle.
 
Alex rimase incerta sul da farsi ma alla fine le diede retta, sapeva che se ignorava ancora le sue telefonate si sarebbe precipitata a vedere se fosse ancora viva.
Rispose e dopo qualche scambio di battute le disse che per la sera dovevano incontrarsi, loro due sarebbero partiti per il viaggio di nozze che Alex si era permessa di organizzargli e che consisteva in una settimana nella sua casa americana soli soletti sino al suo ritorno, la settimana successiva, dove aveva programmato per loro varie tappe con lei come guida.
Gli eventi appena vissuti le avevano fatto dimenticare totalmente degli impegni presi con loro.
Tania le disse che si sarebbero visti la sera ma che c’era un cambio di programma perché Leo aveva insistito per riunirsi nel suo locale, la cosa la turbò, aveva tenuto il pensiero di lui lontano da lei. Infine le disse che se riusciva a rintracciare Arianna di dirlo anche a lei, si era assicurata che per Leo non fosse un problema e sperava che andasse bene anche a lei.
Quando Alex riattaccò non riuscì a dire niente, l’idea la terrorizzava, non si sentiva pronta ad affrontarlo.
Arianna spezzò il filo dei suoi pensieri.
 
  • Penso che dovremmo aspettare a dirlo, voglio dire, tu presto partirai e..anche io andrò via per qualche mese, ho accettato quel lavoro a Milano.
 
Alex si stupì del suo non mettere in dubbio la sua partenza, si sarebbe aspettata invece che le chiedesse di restare, e accorgersi adesso che non conosceva nemmeno i suoi reali programmi le aveva fatto avvertire una sensazione vicina alla paura, si sentì ferita, ma si rendeva anche conto che la sua era solo una reazione infantile.
Arianna continuò.
 
  • Credo che dirglielo adesso sarebbe troppo doloroso..per lui e anche per noi..
  • Non lo so, sarebbe come prolungare un’agonia, non posso prenderlo in giro..e comunque aspettare non cambierà il risultato.. mi odierà per sempre..
 
Arianna si alzò e le andò vicino, le prese le mani.
 
  • Qualsiasi decisone prenderai per me andrà bene.
  • Devo rifletterci...
  • Cerca di riflettere anche su come incastrare le nostre vite, ho visto l’occhiataccia che mi hai lanciato.
 
Sorrisero entrambe.
 
  • E’ solo che non sono pronta a parlare già di separazione. E’ una vita intera che ti cerco..
  • Guarda che non ti libererai tanto facilmente di me. Penso solo che al momento la cosa più saggia per noi sia di continuare le nostre vite in prospettiva di trovare il modo di stare insieme, si tratta solo di aver pazienza, e comunque sappi che il pensiero di te a migliaia di chilometri da me mi fa morire.
 
Arianna le sfiorò le labbra con le sue e Alex rimase in attesa di un bacio che non arrivò.
 
  • Adesso però e meglio che vada a casa, devo rendermi presentabile.
 
Quelle parole sembrarono ad Alex le più erotiche che avesse mai udito e non la fece andar via tanto velocemente.
 
Un paio d’ore dopo si ritrovarono a casa di Arianna, mentre lei si preparava Alex rimase a vagare nella stanza del piano, leggeva i titoli degli spartiti abbandonati qua e là e si soffermò su quello che stava sul leggio del piano, e lì venne folgorata “Claude Debussy - Clair de Lune” era quello il titolo della melodia che sentì ormai più di un secolo fa, o almeno a lei sembrava che fosse passato moltissimo tempo, visto che ormai non ricordava più com’era la sua vita prima di conoscerla.
Sorrise e subito dopo la raggiunse in camera sua,voleva renderla partecipe della sua scoperta, si fermò ad osservarla mentre si specchiava sistemandosi i capelli e successivamente a mettere un leggero velo di trucco, i suoi gesti così sicuri e precisi affascinavano Alex, ma un pensiero si insinuò nella sua mente che le fece male come se mille lame l’ avessero trafitta. In quella stanza chissà quante volte Leo l’aveva osservata esattamente come lei stava facendo in quel momento, e quante volte si era trovato lì con lei a far l’amore, a conoscerla come adesso anche Alex la conosceva, la gelosia mista ad un senso di colpa le stava stringendo la gola e il cuore.
Arianna si accorse della sua presenza solo quando entrò nello spazio riflettente dello specchio, non si girò e Alex rimase in piedi appoggiata alla parete.
 
  • Sai..so di averti amato dal primo istante che ti ho vista,  e oggi ho la certezza da molto prima. Prima di aver visto il tuo viso, prima di conoscere il tuo nome, tu ti sei insinuata nel mio animo e hai accarezzato il mio spirito.
 
Stavolta Arianna si girò a guardarla con un’espressione incuriosita.
 
  • Passavo spesso da questa strada, ricordo che ero appena tornata da un viaggio ed ero immersa nel traffico e nei miei cupi pensieri, quando mi sono ritrovata ferma qui sotto e una melodia, nonostante il caos che mi circondava, riusciva a giungere a me. Lì per lì non riuscii a capire da dove provenisse e impazzivo perché non ne ricordavo il titolo, stasera l’ho scoperto, è la composizione che è ancora sul tuo piano. La suonavi anche la sera che ci siamo conosciute.
  • Ma dici sul serio?
 
Alex si avvicinò a lei.
 
  • Giuro, mi hai attirato a te come una sirena.
 
Arianna si strinse a lei. Continuò a parlare cercando di ritrovare in quel contatto un minimo di serenità.
 
  • Io non esistevo prima di conoscerti.
  • Alex, se soltanto avessi avuto un po’ più di coraggio. Se avessi avuto meno paura
  • Va bene anche così.
 
No che non andava bene, doveva combattere a tutti i costi questa stupida gelosia che le stava martellando il cervello.
 
  • Dai andiamo, ho voglia di camminare ti va se andiamo a piedi?
  • Si, dammi solo altri 5 minuti.
 
Finalmente si ritrovarono in strada, l’aria fresca dell’imminente sera aveva allontanato da Alex quegli stupidi e inutili pensieri,  e avere Arianna che camminava al suo fianco tenendosi stretta al suo braccio, avevano dissipato qualsiasi emozione che non fosse la felicità.
Non ricordava quand’era stata l’ultima volta che si fosse sentita così, non riusciva a smettere di sorridere.
Ma avrebbe dovuto sapere che di tanta felicità bisogna aver paura.
Arianna si allontanò da lei solo qualche metro prima del locale, ma entrarono insieme. Leo aveva messo il cartello che indicava che il bar fosse chiuso.
 
Erano già tutti lì, anche se Alex non vedeva Leo, andarono a sedersi.
 
  • Allora siete vive! Ma che fine avete fatto?
 
A questa uscita di Tania si guardarono imbarazzate e accennarono in modo confuso impegni vari, Alex cambiò subito argomento incentrandolo su di loro.
 
  • Ma voi più tosto, pronti a partire? E’ tutto chiaro sul da farsi?
  • Si certo, sta tranquilla.
 
Matteo lanciò un urlo.
 
  • Ehi amico sono arrivate  -  e abbassando la voce – so che non dovrei dirlo ma è tutto il giorno che si comporta in modo strano.
  • Che vuoi dire?
 
Arianna le lanciò uno sguardo preoccupato, Alex sapeva che ora più che mai fosse convinta di voler aspettare.
Non ebbero il tempo di risponderle perché lui arrivò, non le salutò nemmeno e si limitò a lanciare ad Alex una busta da lettera facendola scorrere sulla superficie liscia del tavolo.
Lì per lì ne fu sorpresa, non capiva, lui la fissava senza dire niente e non le toglieva gli occhi di dosso aspettando che Alex aprisse la busta.
Prima di farlo lei guardò gli altri perplessa, alla fine l’aprì e dentro c’era un assegno. Leo si decise finalmente a parlare solo quando Alex rialzò lo sguardo su di lui.
 
  • Sono i soldi che mi hai prestato, voglio che li prendi e che sparisci dalla mia vita, non voglio più rivederti.
 
Alex trattenne il fiato per un attimo. Poi riuscì a dire
 
  • Perchè..
 
Ma si rese conto di quanto stupida apparisse la sua domanda, ma la fece ugualmente come se avesse avuto bisogno di una conferma.
 
  • Perché ho smesso di essere cieco! Vi ho osservate insieme e ho capito, ma non ne avevo la certezza e non potevo crederci e invece era così evidente, è sempre stato sotto i miei occhi, sei tu l’altra persona! E’ così?!
 
Alex fece un lungo respiro e poi rispose
 
  • Si..
  • Già! E chissà da quanto va avanti!
  • No non è così..ti giuro che sino a..
  • Quando! Dimmi quando!? Hai anche avuto il coraggio di consolarmi!
 
Mentre lui le diceva queste cose Alex si era alzata e aveva iniziato a muoversi quando Leo gli si parò davanti bloccandola tra il tavolo e la sedia, rimase a fissarlo negli occhi.
 
  • Avanti forza! Dimmi!
  • Ma cosa vuoi che dica..
 
Il tono di voce di Alex fu basso e monotono in forte contrasto con il suo, che invece era carico di rabbia  e in accordo con l’odio che gli leggeva negli occhi.
Matteo cercò di capire che cosa stava succedendo.
 
  • Ragazzi ma che vi prende?
  • Ma si Alex, abbi almeno il coraggio di dire chi sei, che razza di persona sei ai tuoi carissimi amici! Almeno loro si guarderanno le spalle!
 
Intervenne Arianna, anche lei si era rimessa in piedi
 
  • Leo, ti prego, è soltanto colpa mia.
  • Sta zitta! Tu non dire nemmeno una parola! Non c’è dubbio che sia anche colpa tua! Su forza Alex digli quello che hai fatto! Digli che hai aspettato tutti questi anni per vendicarti di me!
  • Ma che stai dicendo?
  • Dì che hai aspettato di vedermi veramente innamorato e felice per poi potermi ferire portandomela via come io ho fatto con Emma!
  • No! Di tutte le cose di cui puoi accusarmi non questo! Non puoi pensarlo veramente!
  • A no? E dimmi cosa dovrei pensare? E dire che in tutto questo tempo mi sono sentito sempre in colpa e responsabile per quello che avevi fatto!
  • E non avresti dovuto! Oddio non posso credere che stiamo parlando di nuovo di questo! Insultami, picchiami, ma non dirmi queste stronzate!
 
Leo l’ afferrò di peso per le spalle e quasi la alzò da terra.
Intervenne Tania tirandolo via per un braccio.
 
  • Dannazione Leo calmati!
 
In questo modo finalmente Alex si trovò libera, dalla parte opposta di dove si trovava prima. Tania si ritrovò fra di loro.
 
  • Alex..Che cosa.. hai fatto?
  • Abbiamo fatto! Abbiamo! Non vi permetterò di..
 
Arianna era furente.
 
  • Diamoci una calmata ok?
 
Matteo era disorientato, iniziava a capire ed era spiazzato, del resto come Tania.
 
  • Vuoi che ti dica che mi dispiace? So che non cambierà proprio niente! Ma non pensare che ho agito con leggerezza, perché non è così! Sono scappata a migliaia di chilometri pur di..
  • Scommetto che dovrei anche ringraziarti per lo sforzo!
  • No, voglio solo che tu capisca che non è stato un colpo di testa..e che..
 
Leo le si avventò di nuovo contro afferrandola stavolta per il colletto della maglietta che indossava.
 
  • Che cosa? Sai che cosa mi fa incazzare di più? Che sia proprio tu! Che sei stata proprio tu a portarmela via!
 
La spinse via e Alex andò a sbattere contro i tavolini che aveva alle spalle, si tenne in piedi per miracolo. Avrebbe voluto picchiarla e Alex avrebbe tanto voluto che lo facesse.
Leo iniziò a parlare, aveva la voce spezzata ma adesso non urlava più.
 
  • Sai perché non le chiedo come abbia potuto farmi questo?
 
E indicò Arianna
 
  • Eppure dovrei odiarla, e invece no, e sai perché? Perché so quant’è facile rimanere affascinati da te. L’ho visto accadere così tante volte, e la cosa più surreale è che tu non te ne sei mai resa conto!
 
Tania si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla, ma lui si scostò e vedendo che Alex non riusciva a dire niente continuò a parlare rivolgendosi ad Arianna.
 
  • Tu non la conosci nemmeno..
  • La conosco abbastanza, meglio di quanto credi.
  • Ma guardarla, e guardala bene perché se provi davvero qualcosa per lei, sarà la persona che ti farà soffrire di più al mondo. Credimi io ne so qualcosa.
 
Tornò a parlare rivolgendosi ad Alex
 
  • Ma tu lo sai che cosa mi hai portato via? Tu mi hai strappato l’unica persona che mi aveva fatto dimenticare te, l’ossessione che avevo per te, l’amore che provavo per te..
 
Alex rimase pietrificata, il sangue le si gelò nelle vene.
 
  • Che…che cosa stai dicendo..
 
Non poteva credere a quello che stava ascoltando, come potevano uscire dalla sua bocca quelle parole.
 
  • Sto dicendo che da quando ho incontrato quella stupida ragazzina che preferiva starsene in disparte a guardarci giocare con quegli occhi tristi..da allora io.. ti ho sempre sentito parte di me..stupidamente ho continuato a vederti così, indifesa e..mi sono sentito in dovere di prendermi cura di te..sempre..credo di averti amato..da sempre..
  • Sta zitto Leo!
 
Furono le uniche parole che riuscì a dire, Alex lo guardava e non lo riconosceva.
 
  • Poi incontro quest’angelo che finalmente mi fa dimenticare te, che mi fa sentire felice,che mi riempie la vita e mi fa sentire amato e soprattutto mi fa rendere conto che potevo amare qualcuno che non fossi tu! Che non avesse il tuo volto! E tu cosa fai? Me la porti via!
  • Leo sarebbe finita comunque..io e te siamo..
  • Non dire diversi, Arianna. Non lo dire perché non è così, come vedi siamo rimasti impigliati nella stessa rete. Mi sono sempre dannato l’anima, non ho mai capito come tu preferissi a me persone come Emma o Siria! Dio mio Siria è stata davvero l’apice, non capivo perché tu mi parlassi di come desiderassi l’amore,e ti perdevi dietro a una come quella, tu volevi essere amata per quello che eri e.. beh l’hai sempre avuto e non te ne sei mai accorta!
 
Alex si gettò su di lui, gli mise una mano sulla bocca e con l’altra gli teneva la testa da dietro la nuca, iniziò a urlargli contro.
 
  • Sta zitto! Chiudi questa cazzo di bocca! Perché mi stai dicendo queste cose?! Non le voglio sentire!Hai capito?! Sta zitto!
 
Leo le tolse la mano dalla bocca.
 
  • E perché? Che differenza fa per te?! Non ti è mai fregato un cazzo se ferivi le persone che ti stavano vicino!
  • E tu perché mi sei rimasto accanto? Cosa speravi? Che mi accorgessi di come fosse sbagliata la mia vita e che avevo un cazzo di principe azzurro al mio fianco a proteggermi? Se queste erano le tue speranze tu di me non hai mai capito niente!
 
Alex lo spinse via lasciandolo andare.
 
  • Non lo so che cosa speravo. Mi è sempre bastato esserci quando avevi bisogno di me, mi bastava condividere le nostre vite, perché alla fine era da me che ritornavi, non come avrei voluto, ma mi bastavano le cose che condividevamo, giuste o sbagliate che fossero.
  • Tu..sei un bugiardo..un fottuto stramaledettissimo bugiardo!
  • E tu una traditrice..e delle peggiori..
 
Sentiva lacrime di rabbia che volevano uscire fuori prepotentemente, così Alex si girò per andarsene.
 
  • Alexandra!
 
Al suono della sua voce che la chiamava, sentire il suo nome pronunciato per intero, fu come un pugno in pieno stomaco. Non ricordava nemmeno quand’era stata l’ultima volta che l’aveva sentito, ormai nemmeno in famiglia la chiamavano così.
Ma lui non ricordava che l’ avesse mai fatto.
Si voltò a guardarlo e lo colpì con il dorso della mano in pieno viso.
Dopo un attimo di sorpresa Leo la guardò dritto in faccia.
 
  • Alexandra.
 
Riprovò a colpirlo ma stavolta riuscì ad afferrarle il braccio e l’ attirò a se.
  • E’ il tuo nome, dovresti fartene una ragione.
  • Ma vai al diavolo Leo!
 
Si liberò dalla sua presa e finalmente riuscì ad uscire da quel maledettissimo posto.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo settimo ***


Alex si ritrovò nel suo appartamento, se ne restava rannicchiata sul divano al buio a fumare e a bere, ormai era al suo quarto bicchiere di whisky e questo non aiutava la sua mente già abbastanza sconvolta.
Continuava a domandarsi come Leo aveva potuto dirle quelle cose, come aveva potuto ammettere che avevano vissuto nella menzogna da sempre, Alex lo chiamavo fratello e lo sentiva tale, qualcuno che la capiva, sempre e nonostante tutto, ma adesso aveva l’idea che lo faceva solo perché..non riusciva nemmeno a finire il pensiero, e ritornava a riformularlo dall’inizio, ma sempre interrompendosi sul fulcro della questione.
Ma del resto aveva ragione anche lui, Alex era una traditrice, lo aveva pugnalato alle spalle nonostante l’affetto che provava per lui. Una vita passata insieme non era bastata, non le aveva impedito di mettere davanti a tutto il suo desiderio di felicità, facendo di lei un’egoista. Era dilaniata da così tanti sentimenti contrastanti che sentiva la sua anima lacerarsi.
Le sembrava di impazzire.
Sentì la porta aprirsi, ed entrò Arianna,  non ricordava nemmeno di averle dato una chiave.
 
  • Non accendere la luce.
 
Arianna rimase un attimo in piedi incerta sul da farsi, poi venne a sedersi vicino a lei.
 
  • Scusami, ma sono stata..trattenuta..
  • Quanto ti hanno tormentata..sentiamo..
  • Non dire così, ne avevano tutti i motivi..
  • Perché non sei venuta via con me?
  • Perché non potevo venir via dopo la bomba che gli abbiamo lanciato addosso..
 
Alex mandò giù un altro sorso, Arianna le tolse il bicchiere dalle mani e la guardava nella penombra rimanendo in silenzio.
 
  • Mi dici cosa cazzo è successo? Ti giuro che ero pronta ad affrontare tutto il suo odio, ne ha tutte le ragioni..ma perché..perché dirmi quelle cose?
  • Alex..
 
Arianna l’abbracciò e Alex sentì di nuovo quella sensazione di calore e protezione, la faceva stare così bene, il suo abbraccio sapeva lenire il suo dolore.
 
  • Nel mio egoismo avrei potuto vivere nella speranza che magari un giorno mi avrebbe perdonato ma così.. così..non dopo quello che mi ha detto..ma tanto ormai non ha importanza, ormai l’ho perso, li ho persi tutti..
 
Sentì una voce familiare provenire in direzione della porta
 
  • No, non ci hai persi, anche se hai fatto un gran casino.
 
Era Tania, solo allora Alex si rese conto della sua presenza, sentì che si mosse verso l’interruttore e accese la luce ferendole gli occhi, Alex rimase abbagliata.
 
  • Ho fatto un gran casino? Se sei venuta per farmi incazzare quella è la porta.
  • Faccio finta di credere che sia l’alcool a parlare e non tu.
  • Credi quello che vuoi. Io non so più a cosa credere..
  • Senti, sei sconvolta e lo capisco, ma a lui è franato il terreno sotto i piedi.. Ha perso te e lei in un colpo solo!
  • E’ una frase che trovo terrificante.
  • Ma è la verità.
 
Alex si mise in piedi e barcollò, Arianna provò a sostenerla ma la respinse di nuovo sul divano, e andò verso la finestra.
 
  • Tania..tu..
  • No, non l’avrei mai immaginato, anche se ora come ora non mi stupisce, voglio dire non è poi una cosa così strana.
 
Alex si sentiva soffocare, appoggiò la fronte sul vetro fresco della finestra.
 
  • Per me lo è.. voglio dire.. è Leo dannazione!
  • Tu parli di come lui ti ha ferito, ma tu? Questo fa passare in secondo piano quello che avete fatto voi due?
 
Alex si girò a guardarla.
 
  • E che cosa abbiamo fatto? Ci amiamo, è successo. Se vuoi sapere se sono felice? Si, in un modo che non avrei mai immaginato.
  • Insomma stai per costruire la tua vita sul dolore del tuo migliore amico.
  • Migliore amico? Io non so nemmeno più chi è!
  • E’ la persona che è cresciuta insieme a te, che ha condiviso gioie sofferenze e pazzie insieme a te. E’ la persona che ha visto innamorarsi di te la sua ragazza.
  • Non doveva andare così.
  • E come doveva andare?
  • Senti non lo so, non voglio più parlane, ormai a questo punto non c’è niente che possa fare per cambiare le cose, e io, sinceramente se cambiare significa rinunciare ad Arianna preferisco non tornare indietro. Se adesso tu e Matteo non volete più vedermi lo capisco.
 
Tania rimase in silenzio, a fissarla. Poi le domandò
 
  • E’ questo quello che vuoi?
  • Certo che no! Ma tu..sei tu, e so come sei fatta..vivere senza di te.. mi fa paura il solo pensarlo, ma so che non mi perdonerai mai. Mi avevi avvertita.
  • E invece ti stupirò,ma ne io ne Matteo abbiamo intenzione di voltare le spalle a nessuno. Nemmeno io sono pronta a fare a meno di te. Per quanto tu mi faccia arrabbiare rimani comunque quell’incasinata di Alex, la mia migliore amica.
 
Tania andò ad abbracciarla.
Alex non riuscì a trattenere ulteriormente le lacrime.
 
  • Mio dio Tania, ho rovinato tutto.
  • Calmati adesso ok? Andrà tutto bene, ci vorrà solo del tempo.
  • Io non credo che basterà.
  • Ascolta affrontiamo le cose una per volta, per adesso dobbiamo rimandare la partenza, non possiamo lasciarlo, ha bisogno di noi.
  • Si..si, lo capisco.. è giusto.
  • Adesso vado, ci sentiamo presto.
 
Quando Tania andò via Alex sentì soltanto che scambiava qualche parola con Arianna, ma non afferrò il senso delle loro parole. Ritornò semplicemente a guardare fuori dalla finestra.
Alla fine sentì il rumore della porta che si chiudeva.
 
  • Perdonami, è colpa mia, se soltanto avessi dato ascolto al mio cuore.. ho peggiorato le cose.. e.. non avrei dovuto.. ho distrutto la tua vita..
 
Al suono di quelle parole Alex si girò a guardarla.
 
  • Non dirlo nemmeno. Un anno intero lontana da te e non sono riuscita a dimenticarti, e adesso non riesco ad immaginarla una vita senza te. Quindi ti prego, non tiranti indietro, se non è quello che vuoi.
  • Certo che no, io voglio te, adesso lo so, ne ho la certezza.
 
Arianna la strinse a se e nel buio della notte Alex vide le loro immagini riflesse sul vetro della finestra, e quello che vide le scaldò il cuore, pensò che se tutto questo dolore era il prezzo per averla nella sua vita era disposta a pagarlo, allora ebbe la sensazione che tutte le sofferenze provate sino ad allora avevano avuto un senso, ed ebbe la speranza che forse un giorno avrebbero avuto una fine.
 
 
Alex si svegliò con un raggio di luce sul viso che filtrava attraverso una fessura della tenda, non appena riebbe la consapevolezza di se dopo il torpore del sonno, sentì Arianna che dormiva rannicchiata contro il suo fianco, dopo cinque anni dormivano ancora abbracciate e Alex si stupiva sempre di come fosse possibile, di come l’amava ancor più del primo giorno e di come Arianna scegliesse ancora di condividere la sua esistenza con lei.
Arianna era ancora sua e Alex non chiedeva niente di più.
 
Ascoltò il rumore del mare, il suono delle onde che si infrangevano sulla battigia  la invitavano con il loro suono monotono a richiudere gli occhi.
Invece decise di alzarsi, si mosse lentamente per non svegliarla e andò alla grande porta-finestra scostando leggermente la tenda per guardare fuori, il sole doveva essere sorto da poco.
 
Grazie al suo lavoro e a quello di Arianna erano riuscite a prendere una piccola casa sulla spiaggia poco fuori Los Angeles, avevano fatto di questa città il loro punto d’incontro, quella dove vivevano quando i rispettivi impegni di lavoro gli davano un po’di tregua dai continui spostamenti, più di Arianna  che suoi, anche se ormai Alex era abbastanza richiesta come fotografa un po’ ovunque nel suo settore, era diventata parecchio stanziale, i suoi viaggi ormai erano principalmente con lei o per lei.
 
Arianna era apprezzata nel suo ambiente e molto ricercata, soprattutto nella vecchia Europa e questo la portava spesso a mancare per lunghi periodi che a volte diventavano mesi, così quando questo tempo si dilatava al limite della sopportazione Alex cercava sempre il modo di raggiungerla ovunque lei si trovasse, nulla l’ avrebbe distolta dal suo obbiettivo, era in grado di fare diciotto ore di volo per stare con lei anche solo per un giorno per ripartire subito dopo. Alex adorava vedere la sua espressione di stupore quando le appariva davanti o la vedeva seduta in prima fila pronta a godersi un suo concerto.
Arianna le diceva che era come se la facesse vivere in un sogno perché così come inaspettatamente Alex appariva altrettanto velocemente andava via e allora le sembrava di aver semplicemente immaginato la sua presenza, il suo calore nel letto accanto a lei, il suo profumo.
 
Ma purtroppo erano più frequenti le volte in cui i suoi impegni le impedivano sia di partire con lei sia di mettere in atto le sue follie, così Alex si ritrovava ad accompagnarla in aeroporto sentendo tutto il dolore fisico che le provocava l’imminente separazione. Si ritrovava a baciarla come se fosse stata l’ultima volta e non appena Arianna aveva superato il Gate avvertiva tutta la solitudine che la circondava, l’estraneità e l’ostilità dei luoghi in cui si trovava e aveva la sensazione che mancava una parte di se, il vuoto che l’ avvolgeva, e una volta a casa non riusciva nemmeno a dormire nel loro letto senza di lei.
Arianna per lei era diventata tutto, l’aria che respirava, la luce che illuminava una vita che senza di lei sarebbe stata ben triste. Lei la prendeva spesso in giro per come Alex viveva male le loro separazioni, Arianna era più pragmatica, sapeva che alla fine o Alex o lei sarebbero ritornate.
 
Ma per Alex non era così facile, soprattutto quando questi periodi duravano mesi e allora moriva lentamente nel bisogno che aveva di vederla e di toccarla o semplicemente di trovarsi nella stessa stanza con lei. E più il tempo passava e più  mille dubbi l’ assalivano, veniva afferrata da una paura quasi folle di non rivederla, vivendo nel terrore che Arianna potesse decidere di non tornare più da lei. Viveva in uno stato febbrile che le faceva fare pensieri deliranti. La vedeva muoversi nel mondo, libera senza di lei e con la possibilità di incontrare qualcuno veramente degno di lei, qualcuno che le potesse donare una vita più regolare e stabile, una vita che le avrebbe permesso di rimettere in accordo rapporti importanti a cui aveva dovuto rinunciare a causa sua. Alex era consapevole dell’assurdità delle sue insicurezze, sapeva che Arianna l’amava, ma nonostante questo, solo quando finalmente ritornava Alex rinsaviva e rinasceva a nuova vita sentendosi veramente una stupida per l’inedia in cui aveva vissuto, per quanto il lavoro la tenesse impegnata non riusciva a vivere senza di lei.
 
Al ricordo di queste sue paure Alex si girò guardarla dormire, sentì il suo cuore scoppiarle nel petto, ritornò a letto e l’abbracciò, Arianna a quel contatto si sistemò fra le sue braccia.
 
  • Che ore sono?
  • E’ ancora presto, continua a dormire.
  • E tu? perché sei già sveglia? Stai bene?
  • Va tutto bene. Non preoccuparti.
 
Arianna la strinse a se e dopo un po’ Alex sentì il suo respiro tornare regolare.
Allora si mise a pensare a quello che sarebbe accaduto da lì a qualche ora. Quel giorno avrebbero preso un aereo che le avrebbe riportate a casa, e Alex in tutto quel tempo lo aveva fatto pochissime volte. Si sentiva a disagio, forse perché le ricordava la sua vecchia vita e le persone che aveva lasciato indietro.
 
i miei sbagli e le mie colpe
 
Se poteva evitava in tutti i modi di ritornare nella loro città, nemmeno quando Arianna vi soggiornava per lunghi periodi. Era talmente restia a tornare che era riuscita persino a far venire i suoi genitori a trovarle, e ne era contenta, ad Alex piaceva regalargli queste sorte di vacanze, e i loro rapporti erano migliorati. Aveva rivelato la vera natura del suo rapporto con Arianna, per loro fu difficile da affrontare, ma non così impossibile come aveva sempre creduto, non riuscì a capire cosa avvenne, le sfiorò la mente che evidentemente lo avevano sempre immaginato ma senza una vera e propria conferma preferirono non affrontare la sua verità e questa era una cosa che le faceva rabbia, ma era consapevole che la colpa di com’era andata sino a quel momento la sua vita era soprattutto sua e poi preferiva pensare che forse videro in lei una felicità e una serenità che non le conoscevano e che li aiutò ad accettare la sua nuova vita. Alex si accorse col tempo che riuscirono ad instaurare un ottimo rapporto con Arianna, lei andava spesso a trovarli quando si trovava lì,ed era riuscita a farsi accettare pienamente, e Alex si rese presto conto che le volevano sinceramente bene.
 
Quella che invece le stupì fu la madre di Arianna, loro due avevano sempre avuto un buon dialogo, a dire il vero il loro era stato un rapporto più simile a quello che poteva esserci fra due amiche che non effettivamente tra madre e figlia, una volta Arianna le aveva confessato che in fondo per quanto potesse apparire bello e invidiabile era una cosa che l’aveva sempre fatta soffrire. Avrebbe voluto avere una madre più presente e meno incline alle confidenze, anche di cose che una figlia non vorrebbe sapere. Ad Alex, ascoltando i suoi racconti, aveva sempre dato l’idea di una persona aperta e di larghe vedute ma il giorno in cui Arianna le rivelò il suo amore per lei andò a sbattere contro un muro di lecito stupore ma di una profonda incomprensione e imbarazzo. Come fu ovvio cercò di alzare alcune sue personalissime obiezioni sulla questione, ma era penoso vedere come cercasse di apparire a suo agio di fronte a questa nuova situazione ma che in fondo cercava in ogni modo di persuadere la figlia a ravvedersi, a convincerla di non esporsi troppo con questa storia, che avrebbe potuto compromettere la sua carriera. Ma la goccia che fece traboccare il vaso fu capire che lei provava vergogna di fronte al nuovo marito, il numero tre come lo chiamava Arianna, e che aveva paura di perderlo a causa della scelleratezza della figlia. Quando finalmente decisero di  fare base stabile negli USA qualche giorno prima della loro partenza le invitò a pranzo e anche in quella occasione non mancò l’opportunità di lanciare frecciatine, più ad Alex che alla figlia, ma Alex era abituata a persone come lei per cui non le importava, quello che non sopportava era sapere invece che Arianna ne soffriva, per quanto cercasse di non farlo trapelare. Erano sedute a tavola e dopo l’ennesima critica a qualcosa che riguardava Alex, Arianna si alzò dalla sedia e si rivolse alla madre.
 
  • Sai, mi hai profondamente delusa. Tutti i tuoi discorsi sull’importanza dell’amore nella propria vita e del riuscire a trovare la persona giusta, quella che ci fa stare bene, quella che ti starà sempre vicina, e poi scoprire che tu non sai nemmeno cos’è. Per te in fondo l’amore non è nient’altro che una scusa per non rimanere da sola..
  • Tu non capisci..
  • No, sei tu a non capire. Io ho trovato tutto questo in lei, che ti faccia piacere o meno. Poi voglio dire, la vedo restare qui impassibile a subire le tue stupide frecciatine e a non reagire come invece ti meriteresti. E lo fa perché a differenza di te lei mi ama e non vuole farmi soffrire.
 
Disse tutto questo con un tono di voce calmo, facendo capire tutta la sua determinazione.
 
  • Io sono tua madre e voglio solo il tuo bene.
  • Mi fa piacere che lo dici, vuol dire che ancora te ne ricordi.
  • Ma cosa, come ti permetti!
  • Stammi a sentire, hai ragione tu, io sono tua figlia e continuerò ad esserlo, per te ci sarò sempre, tutte le volte che avrai bisogno di me. Ma sappi che mai cambierò la mia vita per farti piacere. Spero che sia una cosa con la quale riuscirai a convivere, perché su questo sarò irremovibile.
 
Alex se ne restava lì ad osservarla provando per lei una profonda ammirazione e uno smisurato orgoglio.
In poco tempo aveva fatto quello che a lei non era riuscito in una vita intera, mettere in chiaro chi era e che cosa voleva. Si stava parlando della sua vita ed era libera di viverla come meglio credeva, prendendo le decisioni che riteneva più giuste per se stessa, senza cedere a pressioni esterne, nemmeno se si trattasse della propria famiglia.
Possedeva un coraggio e una forza interiore che ad Alex era sempre mancata, e non poteva non ammirarla.
A quel punto Arianna la prese per mano e se ne andarono.
Da quel giorno sua madre allentò la presa su di lei e comprese che se non voleva perdere del tutto sua figlia doveva cercare di accettare il suo punto di vista.
 
Anche il dover incontrare questa donna contribuiva ad alimentare la scarsa voglia di Alex a ritornare a casa, ai suoi occhi era la causa della perdizione della figlia e nonostante si sforzasse di mostrare una certa cordialità nei suoi confronti era una cosa più che evidente.
 
In tutto questo e nel tempo ormai trascorso, Alex continuava a mantenere vivi gli unici legami a cui teneva cioè quelli con Tania e Matteo e quindi cercava di sentirli regolarmente. Dopo un primo momento di disagio ebbero modo di assorbire il colpo, lo stravolgimento che Alex aveva portato nei loro rapporti era stato radicale, ma dopo, anche loro due andavano di tanto in tanto a trovarle, l’affetto che provavano era immutato, ma tra di loro c’era qualcosa di diverso, come se quella frattura che Alex aveva provocato fosse insanabile. E si rendeva conto che dipendeva soltanto da lei. Poi c’era anche il muto accordo di non parlare di Leo, Alex chiedeva solo se stava bene e Tania rispondeva con un conciso si e a lei bastava questo.
Ma il viaggio di oggi era inevitabile, Alex glielo aveva promesso, Tania e Matteo adesso avevano un figlio, aveva già otto mesi e lei non l’ aveva ancora conosciuto, fra qualche giorno sarebbe stato il loro anniversario e avevano organizzato una festa alla quale non avrebbero accettato un rifiuto da parte sua, nemmeno il fatto che ci sarebbe stato Leo l’avrebbe giustificata. Era vero, la cosa non sapeva perché l’ agitava, non sapeva come avrebbe reagito, non lo vedeva da quella inaspettata sera.
 
Per Arianna era diverso, loro si erano incontrati un paio di volte, quando lei si trovava a casa frequentava abitualmente Tania ed era successo che durante alcune delle loro uscite ci fosse stato anche lui e l’ultima volta che l’aveva visto fu proprio per il parto di Tania. Alex non le avevo mai chiesto niente di questi incontri, se si erano mai parlati o di cosa, sapeva soltanto che provava una gelosia quasi folle e si ripresentava quell’orribile sensazione che sentiva quando Arianna si trovava lontana da lei, quella che le faceva pensare che lei vivesse una vita parallela che non la riguardasse. Le poche volte che Alex decise di accompagnarla fu proprio perché non sopportava l’idea di saperla lì, perché non tollerava la sensazione di esclusione che provava.
 
E nemmeno il tempo che trascorrevano insieme riusciva a placare le sue assurde paranoie, nonostante si trattassero di periodi pieni serenità, che avrebbero dovuto farle comprendere la stupidità della sua gelosia e delle sue incertezze durante le loro separazioni. Condividevamo molto, i viaggi che facevano insieme erano sempre qualcosa di speciale.
 
Ricordava di come una volta si erano ritrovate in mezzo alla baraonda di un carnevale inaspettato di un piccolo paesino messicano. Alex la ricordava immersa nei forti colori contrastanti dei carri di parata e di coriandoli che piovevano da ogni parte, circondata da gente allegra e su di giri, di come la trovava irresistibile e non poteva fare a meno di incorniciarla in una miriade di foto, come del resto spesso le accadeva, Arianna diventava il suo soggetto preferito e come sempre quest’ultima finiva per toglierle la macchina fotografica dalle mani e a ripeterle.
 
  • Ma non ti stanchi mai di fotografarmi?
  • No, mai.
  • Guardati intorno!Dovresti cambiare soggetto.
  • Non so..ma in effetti le ragazze messicane sono interessanti..credo che seguirò il tuo consiglio.
 
Arianna fece il gesto di darle uno schiaffo, ma era poco credibile visto il sorriso che aveva dipinto sul volto e lo sguardo stupito per quello che Alex aveva appena detto, infatti invece di portare a termine la sua intenzione la sua mano l’ afferrò per attirarla a se baciandola.
 
  • Non ci provare.
 
E subito dopo la trascinò a ballare in mezzo alla gente per poi ritrovarsi in una notte ormai inoltrata a far l’amore sulla spiaggia, nascoste dall’ombra di una luna nuova.
Arianna sapeva essere un vulcano di spontaneità e di passione.
Ma a parte questi viaggi Arianna amava molto la così detta quotidianità, quello che faceva di loro due una famiglia.
E anche per Alex era così, c’erano cose, piccole abitudini alle quali sapeva non sarebbe mai riuscita a rinunciare, come ad esempio l’entrare in cucina e trovarla seduta al piccolo tavolo e vederla illuminata dalla luce intensa del mattino, intenta a bere il suo caffè e a leggere il giornale o il libro di turno. Si soffermava un attimo ad osservarla prima di entrare, sarebbe rimasta le ore a fissarla rimanendo affascinata da lei e dalla sua espressione così concentrata. Sapeva che non appena fosse andata a sedersi di fronte a lei Arianna le avrebbe dato il buongiorno con un sorriso e si sarebbe sporta leggermente in avanti per darle un bacio per poi abbandonare la sua lettura per parlare dei loro rispettivi programmi per la giornata.
Si, era senza dubbio il momento della giornata che Alex amava di più.
 
Arianna le ripeteva sempre che le bastava stare con lei per sentirsi felice, sapeva apprezzare una semplice serata al cinema o un’uscita con gli amici, le bastava essere insieme, guardare un tramonto sulla spiaggia davanti casa, condividere le sensazioni che le aveva suscitato un libro appena letto, i dubbi sulle decisioni di lavoro, confrontarsi, e anche litigare per poi far pace sapendo che il litigio appena passato sarebbe servito ad entrambe per crescere.
Il loro equilibrio, il loro bilanciarsi e avere la sicurezza che Alex l’amava e l’avrebbe amata sempre e nonostante tutto.
Ad Alex venne in mente quello che solitamente si ritrovava a ripeterle per chiudere una discussione, specialmente quando la colpa era sua
 
  • Va bene,hai ragione tu, adesso fai di me quello che vuoi.
 
Alex non le negava niente, non avrebbe potuto nemmeno volendo, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di renderla felice e farle dimenticare quanto stupida o folle sapeva essere per colpa di quel sentimento che spesso l’ afferrava.
 
Come quando sotto uno stato di aberranti allucinazioni dettate dalla prolungata assenza di Arianna, in una notte riuscì a realizzare un dipinto dopo anni in cui non aveva più toccato ne colori ne pennelli, e quello che ne venne fuori fu qualcosa che lasciò Arianna a bocca aperta al suo rientro. Alex ricordava la pazzia che l’ aveva afferrata, non riusciva a dormire ormai da giorni e con l’avanzare della sera si sentiva soffocare, come se avesse avuto un peso che le opprimeva il cuore e la mente. Come ogni notte si era ritrovata a vagare per la casa, avrebbe voluto chiamarla, sapeva che sentire la sua voce l’ avrebbe calmata, ma sapeva che se anche avesse cercato in ogni modo di nascondere il suo stato d’animo lei sarebbe stata in grado di avvertirlo, e di soffrirne. All’improvviso le venne in mente un’immagine che trovò in un angolo della sua memoria. Andò quindi alla ricerca della sua vecchia scatola d’artista, come la chiamava Arianna, e si mise a dipingere su una parete della camera da letto. Ricordava che piangeva mentre dipingeva il soggetto principale, ricordava la dedizione e la meticolosità con cui delineava il contorno del suo profilo, i particolari di quella mano che le mancava, la lucentezza dei capelli, e le bastava chiudere gli occhi per trarne ispirazione, mentre per tutto il resto, per la cornice e il paesaggio in cui la racchiuse fu solo tutta la frustrazione e il dolore che le stringevano l’anima in quel momento a guidarla. Il giorno la trovò intenta a contemplare il risultato della sua insonnia e insieme a lui fu scoperta da Arianna e dal suo arrivo anticipato. Quando entrò nella stanza la trovò seduta per terra ai piedi del letto e completamente imbrattata di colore, Alex pensò di aver raggiunto l’ultimo stadio di pazzia, vederla lì per lei era solo il frutto della sua immaginazione e del suo cervello sconvolto, e solo quando Arianna le parlò, quando le chiese che diavolo aveva combinato, solo allora Alex si rese conto di quanto fosse reale come le mani che le stavano accarezzando il viso. Alex allora la strinse a se non potendo credere che finalmente era lì, di nuovo fra le sue braccia. Poi, quando finalmente la lasciò andare, Arianna si girò a guardare alle sue spalle e vide la sua immagine. Alex l’aveva ritratta nelle vesti di una antica donna greca, si intravedeva solo il suo profilo e le curve del suo corpo erano avvolte da una veste bianca dal pesante drappeggio e sulla sua testa aveva posto un serto di alloro. Da questa figura trapelava la desolata contemplazione del luogo in cui si trovava, un antico tempio ormai crollato e del quale si intravedevano solo colonne spezzate e macerie, ed essa appariva in forte contrasto con il buio di quella devastazione che la circondava.
 
  • Alex.. E’ bellissimo.. è terrificante..
 
Riuscì a dire soltanto questo, poi ritornò a guardarla, era turbata e sorpresa da quello che vedeva. I suoi occhi imploravano una spiegazione.
 
  • Quelle siamo noi quando ci siamo incontrate..o forse è la tua vita con me adesso..non so..
  • Noi? Ma di che stai parlando? Lì vedo soltanto me!
 
Le tremava la voce. Tornò a rivolgere la sua attenzione al dipinto.
 
  • Ti sbagli..le macerie rappresentano me..
 
Nel frattempo Alex si era rimessa in piedi e le stava vicino, Arianna si voltò di scatto per abbracciarla e la teneva stretta a se come se Alex fosse appena scampata ad un disastro, dopo le prese il viso fra le mani.
 
  • Tu devi smetterla!
 
Alex non capiva a che cosa si riferisse.
 
  • In questo modo, mi fai paura.. Voglio che la smetti.
  • Paura?
  • Ma senti cosa dici?!
 
Fece soltanto di si con la testa.
 
  • Guarda in che stato sei! Da quanto tempo non dormi?
  • Adesso..dormirò..
 
Disarmata da questa sua risposta, e consapevole che non avrebbe detto niente di più, rimase ancora a fissarla cercando parole che non trovava e alla fine Arianna la baciò e subito dopo tenendola stretta a se le disse:
 
  • Voglio che lo cancelli, tu non eri così, non sei e non lo sarai mai..quella non è affatto la mia vita!
 
Immersa in questi ricordi non sapeva quanto tempo fosse passato ma alla fine la sveglia suonò. Arianna si girò per spegnerla, poi si voltò verso di lei e la baciò.
 
  • Buongiorno, anche se tu sei sveglia già da un po’.
 
Alex avrebbe vissuto solo per avere questo risveglio, lei che le sorrideva con i capelli arruffati e gli occhi ancora assonnati, la trovava bellissima.
Sapeva che l’avrebbe trovata sempre bella anche a ottant’anni con i capelli bianchi e il volto segnato dalle rughe.
Ricambiò il suo sorriso e le rubò un bacio più lungo.
Alex diede voce ad un pensiero che le ronzava nella testa da un po’.
 
  • Penso che dovremmo sposarci.
 
Arianna si mise a ridere
 
  • Davvero?
  • Si, e penso anche che dovremmo fare un bambino.
  • Alex..
 
Ridivenne seria, poi con un mezzo sorriso e accarezzandole una guancia disse.
 
  • Solo se mi garantisci che avrà il tuo sorriso.
  • Si, e avrà anche i tuoi bellissimi occhi.
 
Poi Arianna si mise a sedere sul letto dandole le spalle.
 
  • Ma rischiamo che abbia anche il tuo caratteraccio, e capisci anche tu che non possiamo rischiare.
 
Mentre lo diceva le tirò il suo cuscino sul viso.
Provò ad alzarsi ma Alex la trattenne per un polso.
 
  • Però sarebbe bello, per quanto ti amo dovrebbe essere possibile.
 
L’attirò a se e le baciò la spalla.
 
  • Alex..perchè mi dici queste cose...
 
Arianna la respinse dolcemente.
 
  • Ti amo tanto anche io, e si mi piacerebbe che bastasse soltanto questo, ma per me va bene anche così.
 
Ma Alex sapeva benissimo che per lei non era affatto così.
 
  • Vado a fare la doccia.
 
Alex la guardò dirigersi verso il bagno, rimase a fissare il soffitto sino a quando non sentì l’acqua iniziare a scorrere, quindi si alzò e la raggiunse.
 
 
Alex provò una strana sensazione, ritrovarsi nella sua città, esattamente cinque anni dopo che Arianna le aveva dichiarato il suo amore. Come la ringraziava oggi per averlo fatto, perché alla fine aveva sbloccato una situazione che ormai era divenuta insostenibile per entrambe, insopportabile per tutti.
 
Adesso Tania e Matteo abitavano fuori città, era una casa indipendente su due piani e con un grande giardino sul retro, e lì avevano organizzato lo spazio per questa piccola festa.
Alex era in ansia, quando arrivarono si bloccò davanti alla porta, non sapeva perché provava un tale disagio, Arianna se ne rese conto e la prese per mano, girandosi a guardarla Alex vide che aveva compreso il suo stato d’animo, e stringendole la mano le fece capire che andava tutto bene. Alla fine bussarono, aprì la porta un Matteo raggiante che non appena vide Alex l’abbracciò talmente forte da toglierle il respiro.
 
  • Dannazione alla fine ce l’hai fatta! Mi sei mancata!
  • Anche tu Matteo!
 
Salutò Arianna altrettanto calorosamente e poi le fece entrare guidandole verso il giardino.
 
Usciti fuori Alex vide subito Tania, parlava con delle persone e teneva in braccio il suo piccolino, era così diversa eppure era sempre lei e non appena le vide gli andò incontro con un largo sorriso.
 
  • Ragazze non posso crederci alla fine siete venute! Ho temuto che questa testona all’ultimo minuto trovasse qualche scusa.
  • Non potevo ritardare ancora a incontrare questo ragazzo. Tania, è bellissimo..
 
Matteo lo tolse dalle braccia di sua madre
 
  • Certo che è bello assomiglia tutto al suo papà.
  • Oddio, ecco avete appena visto quanto rende irrazionali l’essere diventati genitori.
 
Scoppiarono a ridere.
Scambiarono ancora qualche battuta con i padroni di casa, ma le lasciarono presto perché avevano da tener sotto controllo la situazione, si allontanarono annunciandogli che  dovevano ritenersi sequestrate per il dopo festa, avevano tante cose da raccontarsi.
Alex e Arianna conoscevano la maggior parte degli invitati e si fermarono a conversare con qualcuno di loro.
Poi Alex iniziò a guardarsi in giro e alla fine lo vide, Leo stava seduto in disparte con alcuni ragazzi a chiacchierare, si era fatto crescere la barba ed era cambiato più di quanto Alex si aspettasse, nell’insieme gli ricordava un capitano di lungo corso, lui si accorse che lo guardava e per un attimo la fissò come se avesse appena visto un fantasma, poi la salutò con un cenno della testa che Alex ricambiò semplicemente alzando la mano, ritornò a dedicarsi alla conversazione che ormai stentava a seguire.
 
Alla fine Alex si allontanò cercando un angolo tranquillo per poter riordinare le idee e le sensazioni che stava provando. In fondo, pensava, stava andando meno peggio di quanto credesse, non sapeva che cosa si aspettasse che sarebbe potuto accadere.
 
Arianna dopo poco la raggiunse, l’ abbracciò passando un braccio intorno alla sua vita e Alex le passò il suo intorno alle sue spalle, non le importava che non fossero a Los Angeles, dove non avrebbe dato fastidio a nessuno, dove nessuno le giudicava, non le importava, era lì con l’amore della sua vita e non aveva nessuna intenzione di nascondersi. Lo aveva fatto per un’intera vita.
 
  • Va tutto bene?
  • Si, non credevo, ma va tutto bene.
 
Arianna si strinse a lei con entrambe le braccia.
 
  • Brava il mio amore, visto, non è così terrificante come pensavi.
  • Solo perché ci sei tu, comunque, sai che è anche il nostro anniversario?
  • Non credevo che ne avessimo uno.
  • Si, se ti ricordi fu proprio per..
  • Aspetta! Per caso fu per il loro matrimonio che mi sono strappata il cuore per darlo a te? Certo che me ne ricordo, ma non pensavo che questo lo rendesse un giorno da celebrare.
 
Ovviamente era ironica.
 
  • E’ da celebrare ogni singolo giorno che sei con me e soprattutto mi sopporti.
  • Si sagge parole, ti sopporto proprio!
 
Arianna la spinse via ridendo, Alex la trattenne per le mani, non consentendole di allontanarsi troppo da lei.
 
  • Dai lasciami andare, vado da Tania, forse ha bisogno di una mano.
  • Ti amo..e il tuo cuore è al sicuro con me.
  • Lo so..
 
Alex mollò la presa e così Arianna si allontanò.
Rimase a guardarla mentre si avvicinava per parlare con Tania.
 
  • State davvero bene insieme.
 
Voltandosi Alex si ritrovò di fronte Leo.
Rimase sorpresa nel vederlo lì, ma fu soprattutto il suono della sua voce a turbarla, così familiare eppure ormai così estranea, non la sentiva da così tanto tempo. Stava lì a fissarla aspettando che lei dicesse qualcosa. Alla fine si decise.
 
  • Ciao.
  • Soltanto ciao?
 
Alex inclinò la testa, non capiva che cosa volesse, che cosa Leo si aspettasse, stava proprio accadendo quello che aveva temuto, parlare con lui e sinceramente non sapeva che cosa dirgli. In quegli anni aveva avvertito un misto di senso di colpa per la felicità che provava forse a sue spese e con le sue parole che le bruciavano ancora, spesso si diceva quanto fosse sciocca, in fondo che cosa le aveva fatto? Niente a paragone del tradimento che aveva subito da lei.
 
  • Cosa ti aspetti che ti dica?
  • Io, in verità non lo so.  Ti trovo bene.
  • Anche tu..ti sta bene la barba.
  • La vecchia Alex che cosa mi avrebbe detto? Vediamo..dove ho ormeggiato la mia nave?
 
Mio dio, come faceva ancora dopo tutti questi anni a sapere, a capire le sciocchezze che pensava.
Sul volto di Alex apparve un sorriso.
 
  • Già.. più o meno.. e tu come stai?
  • Bene, me la cavo.
 
Leo iniziò a fissarla in un modo strano.
 
  • Beh, volevo solo salutarti
 
Rimase un attimo incerto e poi si allontanò.
 
La serata continuò tranquillamente, Arianna si assicurò nuovamente che Alex stesse bene, era commovente come cercava di prendersi cura di lei,Arianna sapeva che c’era qualcosa che la turbava, era consapevole del fatto che per Alex il passato aveva sempre rappresentato un problema in un modo o nell’altro, e se anche da quando stavano insieme non aveva più perso il controllo, a parte l’episodio del dipinto, aveva sempre paura che il suo demone interiore tornasse a sussurrarle parole pericolose.
 
Arianna le rimase vicina per tutta la sera,cercando un contatto fisico che poteva essere un tenerla per mano o l’abbracciarla quando le fosse stato possibile, ridevano e scherzavano, ma nonostante Alex fosse felice di stare con i suoi amici si rendeva conto che lo era solo perché c’era Arianna lì con lei. Ad Alex si stringeva il cuore solo quando la vedeva tenere in braccio il bambino di Tania e vedere quella luce nei suoi occhi avendo la consapevolezza che lei non avrebbe mai potuto regalargliela.
 
  • Alex dove vai?
  • In bagno, se vuoi venire con me..
  • Piantala.
  • Tanto lo so che sei tentata..
 
Alex si allontanò sorridendo.
Quando entrò in casa non si accorse che c’era qualcuno seduto nella penombra della stanza.
 
  • Ti vedo felice, quindi ne è valsa la pena.
 
Ebbe un sussulto per la sorpresa, poi vide che si trattava di Leo. La cosa la irritò e le fece innalzare un muro di freddezza.
 
  • Purtroppo devo dirti di si.
  • Si.. Lo sospettavo, quando siete entrate.. siete talmente belle e raggianti da fare male al cuore.
  • Leo..ti prego..
 
Alex si voltò a guardarsi in torno, avrebbe voluto che entrasse qualcuno, riusciva a vedere Matteo e Arianna al di là del vetro della porta.
 
  • Dimmi, non ti sono mancato nemmeno un po’?
  • Credo che mi sia mancata una persona che non conoscevo.
  • Non è vero, e tu lo sai.
 
Nel frattempo Leo si era alzato e le era venuto vicino, nel dire quelle parole aveva appoggiato la mano sulla sua spalla e a quel contatto Alex si scostò subito, come se l’ avesse bruciata. E lo fulminò con lo sguardo. 
Finalmente Alex si rese conto che da fuori si erano accorti di loro due in casa. Vide l’espressione preoccupata di Arianna e Tania che le diceva qualcosa trattenendola.
 
Sorpreso dalla sua reazione Leo iniziò a parlare scuotendo la testa.
 
  • Non trovi assurdo che sia io a cercare un perdono o una tregua dopo quello che mi hai fatto?
  • Si, lo è.
  • Non trovi incredibile che tu mi odi più di quanto dovrei fare io con te?
  • Io non ti odio. Ma non so che dirti, davvero, non so cosa vuoi che io ti dica.
  • Vorrei che tu mi aprissi uno spiraglio.
  • Per fare cosa?
  • Per cercare di ritrovare quello che avevamo.
  • E che cos’era? Menzogna e tradimento?
  • Non è così..
  • Leo quello che vuoi non esiste più..
 
Rimaneva a fissarla senza parlare.
 
  • Ma sii sincero, tu potresti starmi vicino senza provare rancore o risentimento? Dimmi che il vederci insieme non ti ha provocato sofferenza, dimmi che potresti viverlo serenamente.
  • Vedendovi ho solo provato invidia, perché non ricordo che mi abbia mai guardato come guarda te oggi. E lo so che è sbagliato.
  • Leo..la verità è che..non ho nessuna intenzione di nascondermi dietro un velo d’ ipocrisia, tutta la mia giovinezza l’ho trascorsa in una menzogna che mi ha logorato l’anima. Voglio dirti la verità su quello che penso e su quello che provo, da quando ho scelto l’amore all’amicizia, perché è di questo che si è trattato, ho capito che se tornassi indietro lo rifarei senza alcun dubbio.
  • Insomma mi stai dicendo che per te già allora contavo poco.
  • Guardala – indicò Arianna che continuava a tenerli d’occhio –  per me viene prima di tutto e tutti. Io sceglierei sempre lei. Vorresti essermi amico sapendo che ti farei del male con consapevolezza?
  • E’ strano, è passato parecchio tempo, credevo che.. non lo so che cosa credevo, vedendoti qui stasera, mi sono reso conto semplicemente che mi manchi, che mi manca quello che eravamo, mi mancano le certezze che avevo un tempo, sapere che tu ci saresti sempre stata, per quanto la tua scelta oggi ti renda più felice, o forse proprio perché sei così felice pensavo che avrei trovato comprensione e non... disprezzo.
  • Io non ti disprezzo..
  • Te lo leggo negli occhi.
  • Ti sbagli non è disprezzo.
  • E allora cos’è? Tu mi guardi in un modo..
  • Sai venendo qui stasera sapevo che ti avrei rivisto e sapevo che avremmo parlato, pensavo che sarei stata pronta ma non è così.
  • Va bene e capisco, voglio solo dirti che io ti ho perdonato, il tempo mi ha fatto vedere le cose dalla giusta prospettiva, speravo soltanto che tu avessi fatto altrettanto.
  • Non è così semplice per me. Però Leo,apprezzo quello che hai detto, ma io non posso..
 
Abbassò lo sguardo e fece di si con la testa.
 
  • Ok. Del resto dovevo aspettarmelo da una testona come te.
 
Sorrise
 
  • Per me va bene anche così, almeno adesso sai come la penso e sei libera di agire come meglio credi.
 
Restò in attesa che Alex aggiungesse qualcosa ma il suo silenzio gli indicò che non c’era nient’altro da dire, e se ne andò a raggiungere gli altri, Alex invece andò a rinchiudersi in bagno, rimase appoggiata alla porta chiusa alle sue spalle.
 
No Leo, non è disprezzo
 
Qualcuno bussò e la chiamò, era Arianna, Alex aprì per farla entrare.
 
  • Tutto bene?
  • Non riesco più a tenere il conto di quante volte me lo hai chiesto stasera!
 
Alex fu molto brusca, se ne stupì lei stessa figuriamoci Arianna, e non riusciva a contenersi.
 
  • Scusa se mi preoccupo per te!
  • Lo so che ti aspetti sempre il peggio da me!
  • Alex!
 
Rimase a guardarla. Arianna si girò per riaprire la porta  ma Alex mise una mano sopra richiudendola con forza, Arianna rimase di spalle con la mano sulla maniglia e Alex, mantenendo quella posizione, appoggiò l’altra mano sulla sua spalla e immerse il viso nei suoi capelli.
 
  • Perdonami, ti prego, perdonami non dovevo.
 
Iniziò a fare scorrere la mano lungo la sua schiena e sul fianco, in una lunga carezza, fermandosi sul suo ventre e facendo aderire il suo corpo contro quello di Arianna.
 
  • Smettila, non è così che risolvi le situazioni.
 
Alex fece un lungo respiro aspirando il suo profumo e si allontanò da lei con disappunto andando ad appoggiarsi con entrambe le mani al lavabo, stavolta era lei che le dava le spalle.
 
  • Che cosa ti ha detto prima Tania per trattenerti.
  • Che andava tutto bene, sapeva che Leo voleva provare a proporti una tregua.
  • Insomma, stasera è stata un’imboscata.
  • Non è così, solo farebbe bene a tutti ristabilire un certo equilibrio.
  • Perché? Io sto bene così. Tu no?
  • Non è vero e lo sai, per stare bene bisogna superare e accettare le cose che ti fanno stare male, lui ha sempre avuto un ruolo importante nella tua vita, vuoi davvero continuare a tenerlo fuori?
  • Ma cos’è vi siete messi tutti d’accordo? Vuoi farmi stare bene? Piantala di insistere, non ne voglio parlare.
  • Come di un altro migliaio di cose.
 
Alex si girò a guardarla stupita e arrabbiata.
 
  • E con questo cosa vorresti dire?
  • Sai che c’è? Sono io che non ne voglio parlare!
 
Stavolta Arianna uscì senza un attimo di esitazione. Alex rimase a riprendere fiato, la faceva arrabbiare che tutti facessero di lei l’ago di una bilancia che avrebbe stabilito se sarebbero riusciti a recuperare quei rapporti ormai logorati dal tempo e a dargli nuova vita e consistenza.
La faceva arrabbiare Arianna che la spingeva a farlo come se lei non fosse contenta di quello che avevano, come se non gli bastasse. Non sopportava come la facevano sentire. Alla fine ritornò in giardino, raggiunse Arianna e le disse sussurrandole all’orecchio che voleva andare.
Arianna alzò lo sguardo verso di lei.Alex Rafforzò la sua richiesta con un secco
 
  • Ti prego.
 
Andarono a congedarsi dai padroni di casa. Tania disse soltanto.
 
  • Me l’ aspettavo, ma per un attimo avevo sperato..
  • Che non fossi la solita idiota? Di che ti stupisci, del resto mi conoscete tutti talmente bene.
  • Forse ti conoscevo un tempo. Adesso non so più chi sei.
 
La ferì, le sue parole le fecero male e Alex ne rimase sorpresa.
 
  • Se ti piace pensarlo fa pure.
  • Sai cos’è? E’ che in tutto questo tempo, da quando lei è entrata nella tua vita, ho intravisto la persona che avevo conosciuto, brillante, divertente, comprensiva. La persona che saresti stata senza “l’incidente”,  e ne sono stata felice. Ma tu..
  • Ma io sono semplicemente io.
  • Si, che non conosce le mezze misure, o sei dentro o sei fuori. E se ci stai bisogna sottostare alle tue regole.
 
Alex sorrise amaramente.
 
  • Senza “l’incidente”. Bell’eufemismo, quello che non sai è che se non fosse stato quello sarebbe stato sicuramente qualcos’altro. E allora come mi avresti giustificato?
  • Non sono io quella che ha bisogno di trovarti delle giustificazioni, ma tu, per quello che fai senza rendertene conto, o forse ne sei pienamente consapevole e hai ragione tu, non so perché sento sempre il bisogno di giustificarti.
 
Alex rimase a guardarla, il suo volto così noto, così familiare, vedeva la sua figura, ricordava che un tempo le bastava avvertire la sua presenza per sentirsi serena, per sapere che, anche nei momenti più difficili, sarebbe andato tutto bene. Le vennero in mente i momenti divertenti vissuti insieme, quelli in cui si ritrovavano a ridere sino alle lacrime, quelle situazioni surreali che capitavano soltanto a loro, per la loro imbranataggine.
Alex la guardava e riconosceva i suoi occhi che non le avevano mai mentito.
La guardava e la trovava bella come sempre.
Avrebbe voluto abbracciarla e dirle che aveva ragione, che si stava comportando da stupida. Ma come al solito quelle due forze contrastanti che regnavano nel suo cuore le impedirono di fare la cosa giusta, vinceva sempre quel lato di lei che cercava di tenere lontano ma senza grande successo. L’orgoglio la bloccava, l’ammissione di essere perennemente in errore era qualcosa che andava al di là delle sue capacità, non riusciva a superare la sua presunzione.
 
Tania vide qualcosa nel suo sguardo, una luce che per un attimo la fece sperare, che la fece avvicinare ad Alex appoggiando una mano sul braccio, la strinse leggermente.
Alex guardò quella mano, vi appoggiò sopra la sua, come ad accarezzarla, poi sempre tenendo gli occhi bassi le disse.
 
  • Vi ringrazio per la splendida serata.
 
Poi la guardò ancora una volta e Tania riuscì a scorgere soltanto la freddezza con cui lo fece facendola convincere a lasciarla andare.
 
Alex si girò e se ne andò verso l’uscita.
 
Una volta in macchina non scambiarono nemmeno una parola sino a casa. Avevano tenuto soltanto l’ appartamento di Arianna, sia per l’evidente necessità dettate dal suo grande pianoforte, sia perché lei vi era particolarmente legata per questioni familiari.
Alex si stupiva di come Arianna fosse riuscita a riempire sia la loro casa che questa, in entrambe c’erano un’enorme quantità di libri, spartiti e vestiti. E questa cosa turbava Alex perché era come se rappresentasse l’ingombrante conferma di quello che provava e cioè di come Arianna avesse una seconda vita senza di lei.
Non appena entrarono Alex andò direttamente in camera da letto e iniziò a cambiarsi, Arianna fece lo stesso, restavano in silenzio, si sentivano solo i rumori provocati dai rispettivi movimenti, in quel momento erano entrambe sedute sul letto e si davamo le spalle, poi Arianna iniziò a parlare continuando a occuparsi di quello che faceva.
 
  • Che tu fossi una persona che non sa essere felice ne ero più che consapevole, ma riuscire a capire il perché diventa sempre più difficile.
 
Alex si girò a guardarla, lei invece no. Adesso se ne restava lì, ferma con le mani ben piantate sul letto. Le sue parole furono per Alex una doccia fredda.
 
  • Io non so essere felice?
  • Tu hai sempre dentro di te questi enormi conflitti, tutte le cose che provi e che non dici, che tieni per te e che crescono fino a soffocarti. Il problema è che non ti rendi conto che..
 
Fece una pausa che ad  Alex sembrò un’eternità, poi riprese.
 
  • Tu non ti accorgi che soffocano anche me.
 
Alex era disorientata, non capiva perché le stesse dicendo quelle cose.
Si alzò e rimase a guardarla rimanere lì senza degnarla nemmeno di uno sguardo, cercando di trovare il modo di evitare la discussione che stava nascendo, ma con la consapevolezza che non c’era, Arianna era lì e le diceva cose che non potevano essere ignorate.
 
  • Quindi vivere con me ti soffoca? Tu non sei felice.. tu mi stai dicendo che..
  • Dico solo che a volte le cose potrebbero essere più semplici di così.
  • E scommetto che il far rientrare Leo nelle nostre vite renderebbe tutto più semplice? Dimmi come esattamente?
  • Non è il far rientrare Leo nelle nostre vite.
 
E finalmente Arianna si decise a guardarla.
 
  • E’ il perché ti ostini a tenerlo lontano, e sappiamo entrambe che non è per quello che ti ha confessato.
  • No?
  • No, e non prendermi in giro.
  • Ti prego illuminami, non so di che parli.
  • Sto parlando del perché non riesci a tornare qui, parlo del tuo odiare questa casa. Sto parlando di come non sai pensare a lui con l’affetto che invece dovresti provare, a prescindere da tutto. Alex, sto parlando di come ti tormenti quando non siamo insieme e soprattutto del tuo credere che io non mi accorgessi di tutte queste cose!
  • Da quando sentire la tua mancanza è una colpa?!
 
Arianna si mise in piedi, girò intorno al letto e le venne vicino.
 
  • Se fosse soltanto quello non sarebbe una colpa, forza Alex, parlami, ti prego, non ricordo più quand’è stata l’ultima volta che lo hai fatto.
 
Ma Alex continuava a tacere.
 
  • Allora è così che vuoi che vadano le cose?! Vuoi continuare a fingere che vada tutto bene? Che tu stai bene?!
 
Se Alex avesse dovuto descrivere come le appariva Arianna in quel momento non ci sarebbe riuscita se non paragonandola ad un bellissimo carnefice, aveva ragione e glielo lo stava sbattendo in faccia, si sentiva messa a nudo e bloccata in un angolo, si disse va bene, così sia. Però non riusciva a trovare un inizio e se ne restava lì a fissarla senza dire nulla e con un unico pensiero in testa.
 
Amo questa donna, la amo sopra ogni cosa, perché mi sta facendo questo.
 
  • Alex! Dannazione di qualcosa!
  • Va bene!
 
Iniziò a parlare, era furiosa e non lo nascondeva, ed era un sentimento in forte contrasto con la paura che aveva nel cuore.
 
  • Hai ragione! Hai ragione su tutto! Va bene così?!
  • No, affatto, ho bisogno di capire!
  • Già infatti! Tu non capisci che non posso, non riesco a pensare a Leo senza immaginarvi insieme! Insomma tu pretendi che lo faccia rientrare nelle nostre vite sapendo che ti conosce esattamente come ti conosco io, e che magari un giorno ci ritroviamo tutti allegramente seduti intorno ad un tavolo e che improvvisamente io mi accorga che lui ti sta guardando in un modo che..si magari sta ricordando quanto sai essere focosa e appassionata in certi frangenti e allora lo so che potrei ammazzarlo!
  • Santo cielo Alex! Ma cosa..
  • No aspetta! Adesso mi fai finire! Come faccio a stare tranquilla quando vai via se penso soltanto al fatto che tu sei lontana e che magari, chissà in un attimo di rimpianto o di ripensamento, e soprattutto adesso che so quanto ti pesa condividere la tua vita con me, magari riesci a trovare persino la persona giusta..in fondo non dev’essere difficile per te riuscire a trovare qualcuno con tutti quelli che ti ronzano intorno!
  • Alex stai davvero esagerando..
 
Ma non la ascoltò nemmeno, ormai era in preda alla rabbia insensata a cui si era abbandonata completamente.
 
  • Vuoi che io ami questa casa? Ma come diavolo faccio se tutte le volte che mi trovo a dormire su questo dannatissimo letto non riesco a non pensare a chissà quante volte hai fatto l’amore con lui o con chiunque altro proprio qui! E magari non è passato nemmeno tanto tempo!
 
Arianna le dette uno schiaffo. Alex rimase un attimo con gli occhi chiusi,assorbendo il dolore, riprese fiato poi le disse con sarcasmo.
 
  • Che ti prende? Non volevi che ti parlassi?
  • Ma tu ti rendi conto di quello che dici?! Come puoi anche solo pensarlo! Ho sempre creduto che l’amore si dovesse basare su due cose, il rispetto e la fiducia nell’altro e tu mi stai facendo mancare entrambe le cose! Tu non ti fidi di me e di quello che provo per te! Ti rendi conto di come sei offensiva?! Di come mi ferisci?
 
Il modo in cui Arianna la stava guardando fu una doccia gelida che spense tutta la sua collera e che finalmente la fece rinsavire. Aveva esagerato, stava rischiando tutto, ma lei non le aveva dato alternative, l’ aveva spinta contro un muro e Alex aveva reagito nel modo più feroce. Voleva la verità e Alex gliel’aveva data, senza filtri dettati da un minimo di coscienza e amplificati dalla rabbia del momento.
Ma ora in un attimo di lucidità  si rese conto di tutto l’orrore che stava suscitando con le sue assurde accuse e inspiegabili paure.
 
  • Si me ne rendo conto, e mi dispiace..
  • Allora perché ci fai questo?! No aspetta, la verità è che io so perché lo fai, il problema è che sei tu a non saperlo!
  • Arianna.. non dovevo nemmeno pensarle le cose che ti ho detto.. mi sono fatta prendere dalla rabbia e.. so solo che ti amo e non..
  • Non dirlo nemmeno! Tu questo lo chiami amore?! Ma potrei anche credere che tu mi ami, il problema è che sei tu a non sapere che anche io ti amo! E davvero, in questo momento non so nemmeno più il perché!
  • Arianna..ho esagerato.
  • Ma come fai dopo tutti questi anni, dopo tutto quello che abbiamo vissuto e costruito insieme a dubitare ancora di me e della  mia sincerità, come fai a non fidarti di me dopo che ho chiuso gli occhi sulla mia vita e ti ho seguita senza fare domande. Mi sono lasciata guidare da te. Come hai fatto a non vederlo.
  • Non è vero, lo vedo e so che mi ami..
  • Lo dici adesso, ma non lo pensi sul serio. Tu sei ancora quella persona insicura che non sa fidarsi di nessuno, che pensa che tutte le persone ti stiano accanto per chissà quale strano motivo, pronte a ferirti e a farti soffrire, e tutto questo perché non capisci che cosa possa spingere qualcuno a starti vicino e semplicemente amarti per quello che sei! Ma Alex, io ho cercato, ho fatto di tutto per proteggerti per rassicurarti, per farti sentire che io ti ho amato dal primo momento, nonostante tutto, nonostante quello che pensi e che credi di non dovermi dire. Tu ancora non hai capito che puoi fidarti di me e che puoi parlare con me!
  • Io ti giuro che lo so, so tutto questo!
  • Ne dubito. Se tu mi avessi detto il motivo per cui odi tanto questa casa ti avrei detto che non è mai stato in questo letto, non mi ha mai amata in questa casa, io non ho mai voluto, in passato ho scoperto a mie spese quanto sa essere doloroso un posto quando ogni singola cosa ti ricorda l’altra persona. Tu credi di essere stata l’unica ad aver sofferto nella vita? Vorrei essere un foglio bianco per te ma non è possibile e forse non lo vorrei perché non sarei quella che sono oggi!
 
Le parole di Arianna le fecero capire quanto fosse assurda la sua paura di dover sentire cose che Alex non voleva sapere, la consapevolezza che dopo per lei sarebbe stato impossibile conviverci, si sentì una bambina, per la prima volta in vita sua si rese conto di quanto, nonostante l’età, dimostrasse una maturità affettiva pari a quella di un’adolescente. La sua possessività verso di lei l’ accecava, le spegneva il cervello e la faceva entrare in un turbine di pensieri assurdi dei quali non riusciva a liberarsi.
 
  • Tu come ti spieghi che Tania, Matteo e addirittura Leo che avrebbe avuto tutto il diritto di cancellarti dalla sua vita, non vogliono perderti, una volta mi dicesti che loro ci sono sempre stati per te, sempre, e continuano a volerlo nonostante vedano quanto invece tu ti sforzi a tenerli lontani.
  • Io non li tengo lontani
  • Tu credi? Dimmi perché sei venuta solo adesso a vedere il loro bambino? La Alex di un tempo avrebbero faticato a tenerla fuori dalla sala parto e saresti stata la prima dopo suo padre a tenerlo in braccio. Ti rendi conto a che cosa hai rinunciato?
 
Era vero, aveva di nuovo ragione.
 
  • Tu sei quella persona. Hai fatto così tanti passi avanti nella tua vita, ma tu ascolti sempre quella voce dentro di te che ti rende insicura e ti porta a distruggere tutto quello che ti circonda perché tu in realtà proteggi solo te stessa dalle persone che ti amano. Rivogliamo quella persona, io ho bisogno di quella persona...  altrimenti accadrà quello che tanto temi o arrivata a questo punto forse lo speri.
  • Non dire assurdità!
 
Ci fu un attimo di silenzio, Alex si ritrovò a pensare come avevano fatto a ritrovarsi in quella situazione, ad affrontare un discorso così grave, rivolgendosi parole così dure, quando soltanto qualche ora prima erano felici e Arianna le dimostrava tutto il suo amore,  e adesso invece era in questo stato di equilibrio precario.
La risposta che si diede fu semplice, come al solito era stata Alex a mettersi in quella condizione, come al solito era l’aguzzino di se stessa.
Doveva uscirne.
 
  • Arianna perdonami! Non avrei dovuto..
  • Sono stanca di sentirtelo ripetere..
 
Che cosa aveva fatto, aveva liberato tutta la sua follia e gliel’aveva riversata addosso, e adesso Arianna era lì davanti a lei e la guardava in un modo che mai Alex avrebbe voluto vedere, c’era rabbia e frustrazione e soprattutto rassegnazione. Alex le diede le spalle e iniziò a parlare.
 
  • La verità è che sono consapevole che quello che sacrifichi per stare con me è molto di più di quanto valgo. E temo il momento in cui anche tu te ne renderai conto.
  • Mio dio smettila! Non fai altro che confermare tutto quello che ti ho detto.
  • Perché non capisci..
  • No, sei tu che continui a perseverare in qualcosa di totalmente sbagliato..
 
Alex ritornò a guardarla.
 
  • Va bene, indicami la via giusta, insegnami, dimmi cosa posso fare per..non perderti..
 
Arianna non le rispose subito, si allontanò da lei di qualche passo.
 
  • Niente, Alex, ormai non c’è più niente che tu possa fare.
 
Smise di vivere, al suono di quelle parole la vita di Alex ebbe fine.
 
  • Cosa?
  • Hai capito benissimo.
 
Non era vero, non stava accadendo sul serio.
Non era possibile.
 
  • Quindi è così?
 
Le tremava la voce.
L’afferrò per un braccio e la strinse forte.
 
  • Tutti questi discorsi per dirmi che è finita?
  • Mi stai facendo male.
 
L’avrebbe uccisa, in quel momento sapeva, aveva la certezza che o lei o Arianna..
Ebbe paura di se stessa e la lasciò andare.
La verità era che la stava annientando.
 
  • Arianna..
 
Per Alex era un incubo che si realizzava, tutte le sue paure che si presentavano reali davanti ai suoi occhi.
Si sentiva come se avesse sbattuto violentemente la testa e stentava a riprendersi dall’urto.
Arianna non aggiunse nient’altro, la guardò ancora per un attimo, poi lasciò la stanza.
Alex rimase da sola nel silenzio assordante di quella solitudine che all’improvviso l’ avvolgeva, inghiottita da un buio senza fine e non riusciva a fare niente, a muovere un muscolo, doveva contenere tutta la furia e la disperazione che si stavano scatenando dentro di lei e sapeva che non appena avesse di nuovo iniziato a muoversi per lei sarebbe diventato impossibile.
 
Non si rese conto di quanto tempo trascorse quando vide Arianna riapparire sulla soglia e vederla fermarsi proprio davanti alla porta incrociando le braccia sul petto, la fissava e un mezzo sorriso le segnava le labbra.
 
  • Hai avuto paura?
 
Alex la guardò senza capire, così lei continuò.
 
  • E’ questo quello che rischiamo se non impari a fidarti di me.
 
Mio dio quanto era stata spietata! Alex riuscì soltanto a raggiungere il letto e a crollarci sopra, incrociò le braccia sul viso e iniziò a piangere.
 
  • Tu sei pazza! Tu sei totalmente pazza…mi hai ucciso con il sorriso sulle labbra! Dio quanto sai essere crudele!
 
Arianna andò a sedersi a cavalcioni su di lei.
La prese per le mani e la tirò su a sedere, incrociò le sue braccia intorno al suo collo, ed era di nuovo seria.
 
  • Sei tu ad essere crudele, mi hai accusato di essere una persona capace di scopare con chiunque quando sono via e di fingere di amarti quando siamo insieme, come se io fossi capace di avere una doppia vita. Insomma mi hai accusato di essere come la tua Emma.
  • No! Non è così!
  • Si, invece, è esattamente così..Alex,io ti prego, ti supplico! Fa pace con il tuo passato. Stai rischiando di distruggerci..
 
Le sue ultime parole colpirono Alex più di tutte quelle che le aveva rivolto quella sera. Iniziò a baciarla fra le lacrime sino a quando Arianna non l’avvolse in un caldo abbraccio stringendo la sua testa sul suo seno cullandola dolcemente. Alex era distrutta, tutta quella conversazione e soprattutto l’epilogo le avevano tolto ogni energia e forza.
Restarono in quella posizione per un po’, Arianna la teneva stretta a se e Alex in quell’abbraccio si perdeva.
 
  • Mi dispiace, ti ho detto cose orribili, e..come fai..perchè..c’è chi per molto meno..e tu invece..
  • Semplicemente perché ti conosco..
  • Già. E’ Così..e hai altre verità da buttarmi addosso?
  • Direi di no..
 
Continuava ad abbracciarla.
 
  • Arianna..ti amo talmente tanto da trasformarlo in qualcosa di sbagliato.
  • Ei, amarmi non è sbagliato.
 
Alex avvertì che stava sorridendo.
 
  • Alex, credi che io ti ami?
  • Si
  • Credi che io ti ami almeno quanto tu ami me? Che come tu fai di tutto per rendermi felice è esattamente lo stesso per me?
  • Si
  • Credi possibile che io ho bisogno di te per esserlo?
  • Si
  • Si cosa?
  • Lo credo.
Arianna le prese il viso fra le mani, rimase a guardarla a poca distanza, Alex sentiva il suo respiro caldo sulle sue labbra e i suoi occhi le scioglievano il cuore. Aveva rischiato di perderla.
 
  • Allora ti dichiaro la mia compagna per la vita.
 
Sorrisero entrambe e Alex riprese a baciarla come se fosse stata la prima volta. Il suo sapore così familiare la rigenerava, dalla sua bocca beveva la vita, le sue labbra le appartenevano.
 
  • Arianna perdonami, ma non posso proprio vivere senza di te, sono niente senza di te.
 
Quella notte Alex l’amò con tutta se stessa, ora lo sapeva, aveva la certezza che se avevano superato quella discussione che l’ aveva messa a nudo, se Arianna era riuscita nuovamente ad andare oltre alla sua immensa stupidità, poteva anche credere che sarebbero invecchiate insieme.
Arianna aveva il potere di farla sentire un libro aperto davanti ai suoi occhi, e nonostante vedesse tutti i suoi difetti riusciva a passarci sopra e ad accettarli, in fondo è questo l’amore, amare sia le belle cose che quelle che ci danno più fastidio, e capire soprattutto che in fondo si amano anche quelle piccole cose che dell’altra persona ci fanno impazzire, perché la rendono quell’essere unico ai nostri occhi.
 
Arianna aveva ragione, Alex doveva riuscire a vivere il suo presente senza i condizionamenti sussurrati  da quel lontano passato che, a quanto pare, continuava ad influire sulla sua esistenza. Alex aveva scoperto che in quegli anni si era soltanto illusa di non aver più dato ascolto al suo demone, che invece era sempre stato lì, ben camuffato a mormorare parole pericolose e subdole, insinuando in lei il dubbio, dicendole che le persone in fondo sono tutte uguali, false e senza il diritto di redenzione ai suoi occhi. Erano tutti traditori, lei per prima, Alex era l’esempio lampante. Vedeva la bolla che aveva costruito intorno a loro due, dove non voleva niente e nessuno a infrangere la sua apparente perfezione, era questo che le sussurrava in un orecchio quel lato di lei insicuro e provato dalle delusioni del passato. Non era abbastanza forte da farsi sentire quando Arianna era con lei, ma tornava con tutta la sua forza ed arroganza non appena lei andava via dal loro personale paradiso. Ma adesso Alex sapeva che avrebbe potuto domarlo, l’ aveva ingannata troppe volte nel corso della sua vita e adesso avrebbe fatto in modo che non sarebbe più  accaduto, poteva, doveva farcela. La loro felicità dipendeva da questo, e voleva smetterla di essere l’egoista che le riusciva così bene d’essere.
 
Arianna le teneva la mano e nella penombra della stanza si guardavano,Alex vedeva la luce infrangersi e perdersi nella bellezza dei suoi occhi.
Spezzò il silenzio che le avvolgeva.
 
  • Vuoi che torniamo a vivere qui?
  • No.
  • Sicura?
  • Si, perché dovrei volerlo?
  • Perché tu avresti un po’ più di stabilità e io potrei provare a lavorare anche da qui.
 
Arianna lasciò andare la sua mano e si sollevò appoggiando la testa sul braccio piegato. In quella posizione guardava Alex dall’alto e aveva un sorriso obliquo.
 
  • Non voglio rinunciare a casa nostra, alla nostra vita. E non lo vuoi nemmeno tu. Non mi sembra di averti detto niente al riguardo stasera. Stai cercando ancora un modo per farti perdonare?
  • Era solo una cosa a cui pensavo da un po’. Magari sei stanca di viaggiare.
  • Non è detto che debba essere sempre così.
  • Ok, volevo solo che lo sapessi. Ma…
  • Cosa?
  • Non mi hai ancora perdonato?
  • Uhmm.. Non lo so, non sono ancora del tutto convinta..
 
Alex la buttò giù e si sdraiò su di lei, la stanza fu inondata dal suono cristallino della risata di Arianna.
 
  • Comunque per quello che ti ho detto stasera non mi basterà una vita intera per farmi perdonare da te..
  • Alex, ho sempre avuto la consapevolezza che avrei dovuto convivere con una terza persona che a volte assume le sembianze del mio amore, ma che non è affatto lei..
  • Arianna..vorrei che fosse come dici tu ma invece sono soltanto io.. non riesco a gestire le mie emozioni e hai ragione tu, penso sempre di doverti mettere al sicuro dalla mia irrazionalità..ma come abbiamo visto con scarso successo..e me vergogno così tanto..
  • Forse è come dici tu, forse sei semplicemente tu, ma, Alex, l’ho sempre saputo e non ho mai fatto niente che non volessi fare.
  • È rincuorante
  • Dai, sai che intendo, non pensare che io..
  • Si lo so, nessun sacrificio.
 
Arianna la guardò come se stesse cercando di imprimere nella sua mente ogni particolare del viso di Alex, le scostò dolcemente una ciocca di capelli dietro l’orecchio e dopo appoggiò il palmo della sua mano sulla sua guancia.
 
  • Arianna..per quanto riguarda Leo, non è soltanto per gelosia.
  • Lo so..
  • Ma che cosa ho fatto per meritarti? Sei tutta la mia vita..ma si può amare così tanto?
  • Si
 
Arianna le rispose in un sussurro e dopo baciò Alex nel modo più dolce che lei potesse ricordare.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo ottavo ***


La mattina successiva Alex si alzò presto e uscì di casa lasciando Arianna ancora immersa nel sonno.
Iniziò a camminare in un freddo mattino ascoltando il suo corpo, ogni singolo muscolo messo in movimento. Sentiva il battito del suo cuore e avvertiva intorno a se la città che si risvegliava. Alzò lo sguardo al cielo e ne apprezzò l’azzurro terso tagliato solo dalla scia di qualche aereo di passaggio. Si sentiva leggera, parte di un universo dove ogni cosa trovava la sua giusta collocazione, lei compresa.
Si sentiva purificata e avrebbe voluto regalare quella sensazione a tutte le persone che incrociava, dargli un po’ della gioia che la pervadeva, come se non fosse stato giusto che soltanto lei la percepisse, si sentiva già abbastanza fortunata, la sua fonte apparteneva unicamente a lei.
Finalmente arrivò alla sua meta.
Inspirò profondamente.
E alla fine si decise ad entrare.
 
Alex si rese subito conto di come tutto fosse cambiato, a parte il bancone del bar che era sempre al solito posto tutto il resto era decisamente diverso, ora era un posto un po’ più chic e patinato, le ricordava uno dei tanti lounge bar di Los Angeles, forse fu per questo che le piacque subito.
Si ritrovò disorientata quando dietro al banco vide una ragazza e non Leo, e per un attimo fu attraversata dal pensiero che in fondo non sapeva se fosse ancora suo o meno, aveva fatto di tutto per non sapere niente che lo riguardasse.
Quando la ragazza la vide le chiese cosa poteva offrirle ma Alex le disse semplicemente che cercava Leo.
 
  • Si è allontanato un attimo, se vuoi lo chiamo, chi lo cerca?
 
Rimase in dubbio se fosse stato giusto che Leo avesse saputo della sua presenza in quel modo, forse si, almeno si sarebbe preparato.
 
  • Alex
 
L’espressione sul volto della ragazza cambiò, da cordiale divenne carica di disgusto, si questa era la parola giusta per definire il modo in cui guardò Alex.
 
  • Quindi sei tu.
  • Scusa, ma ci conosciamo?
  • Fortunatamente no.
 
Alex rimase a guardarla. A quanto pareva la sua fama l’ aveva preceduta.
 
  • Devo dedurre che adesso non lo chiamerai.
  • Esattamente, al massimo ti posso accompagnare alla porta.
 
Per quanto la situazione le appariva del tutto assurda la divertiva, cos’ le chiese con tutta calma.
 
  • Ma tu chi sei?
  • Una che faresti bene a non..
 
  • Alex!
 
Quando si girò vide un Leo decisamente sorpreso che non aggiunse altro, provò ad aprire la bocca come a formulare qualcosa ma le parole non venivano fuori. Alex aveva pensato che sarebbe stato facile ma adesso si ritrovava senza niente da dire o semplicemente non sapeva da dove iniziare. Restavano lì a fissarsi come due statue di sale, alla fine Leo si decise.
 
  • Non pensavo che saresti venuta.
  • Nemmeno io
  • Quindi?
  • Ho.. bisogno di dirti alcune cose.
  • Va bene, ti ascolto.
  • Mi hai  detto che mi hai perdonato..
  • Si è cosi.
  • Ma come posso crederti?! Perché?!
 
Il suo volto si allargò in un sorriso.
 
  • Perché era la cosa giusta da fare.
  • Leo, io non posso accettare il tuo perdono, come faccio se io per prima non riesco a perdonare me stessa.
  • Sapevo che non era solo per quello che mi hai detto ieri sera. Vieni, sediamoci, voglio spiegarti come puoi riuscirci.
 
Prima di riuscire a muoversi lo chiamò la ragazza dietro al banco. Aveva uno sguardo supplichevole.
 
  • Leo!
  • Non ti preoccupare, va tutto bene.
 
Andarono a sedersi ad un tavolo, lui si sistemò di fronte a ad Alex. E iniziò a parlare.
 
  • Non credere che per me sia stato facile, tu non sai quanto ti ho odiata. E anche ieri sera per quanto cercassi di essere calmo, ammetto che il rivederti mi ha fatto più male di quanto credessi.
  • Leo..vedi che ho ragione?
  • Dai puoi concedermelo,del resto l’ultima volta che ti avevo visto..si insomma..
  • Avevo aperto una voragine sotto ai tuoi piedi.
  • Già, e io ci sono caduto dentro, è il paragone giusto. Da quel giorno la mia vita è cambiata. Non avevo più certezze, non riuscivo a capacitarmi di come la donna che amavo mi aveva abbandonato e di come la persona di cui mi fidavo di più al mondo mi avesse ingannato e tradito.
 
Al suono di quelle parole Alex abbassò gli occhi, sapeva che aveva ragione, e le faceva terribilmente male, e si ritrovò a pensare al perché in tutto quel tempo si era messa al sicuro dal dover affrontare questa conversazione, era una vigliacca, si molto probabilmente era vero, la cosa migliore che sapeva fare era quella di girarsi dall’altra parte. Ma aveva capito che per le cose alle quali si tiene veramente bisogna lottare e soffrire, doveva dimostrare a se stessa che poteva essere una persona migliore. Una persona degna.
 
  • “Fa pace con il tuo passato”
 
Lui si era interrotto vedendo molto probabilmente come  le sue ultime parole avevano colpito la sua interlocutrice, dopo un po’ continuò.
  • Ti dovessi descrivere la mia vita dopo quella sera non ci riuscirei, ricordo poco, ero talmente preso dal cercare di riportare alla mente immagini di voi due insieme e ad analizzarle in modo ossessivo per la meticolosità con cui cercavo di ricordare i dettagli, sfumature che allora mi erano sfuggite, alla ricerca di quel qualcosa che mi avrebbe dovuto far capire che tra di voi c’era qualcosa,  cercavo il momento esatto che avrebbe potuto indicarmi quando il tradimento aveva avuto inizio e per quanto tempo fosse durato. Era un’autentica tortura perché più ritornavo indietro nei ricordi e più mi rendevo conto che era sempre stato sotto ai miei occhi, e il non essermene reso conto prima mi faceva sentire veramente il re degli idioti.
  • Leo,quando lei stava con te non c’è mai stato niente tra di noi.
  • Non di fisico, ma tra di voi c’è sempre stato qualcosa, era più che evidente. I principali episodi che mi vennero in mente furono quel weekend che passammo nella casa di montagna che ci avevano prestato, ricordi?
  • Si ma non ricordo niente in particolare.
  • No? Beh io si, fu la prima volta che provai un brivido di gelosia. Quella notte fui svegliato da un rumore, quando mi voltai a vedere se avesse svegliato anche Arianna mi accorsi che lei non c’era, sentii di nuovo quel rumore e mi resi conto che quello che mi aveva svegliato erano delle risa sommesse, allora mi alzai e quando entrai nella sala vidi voi due sedute sul davanzale della grande finestra, eravate illuminate soltanto dal riverbero della luna sulla distesa di  neve che c’era  fuori, lei stava ridendo di qualcosa che avevi detto perché teneva una mano sulla tua bocca, e tu, tenendole il polso, mio dio come la guardavi. Anche i tuoi occhi ridevano ma c’era anche qualcos’altro, fu vedere quello sguardo a raggelarmi, ma poi Arianna si rivolse a qualcuno sdraiato sul divano di fronte a voi e mi resi conto della presenza di Tania, e allora mi sentii così stupido, era come se la sua presenza mi avesse dovuto rassicurare che quello che avevo creduto di vedere era senza dubbio una follia dettata dall’ora tarda e dalla stanchezza. Ritornai in stanza e cercai di rimettermi a dormire, ma quando lei finalmente ritornò in camera mi trovò ancora sveglio, gli chiesi dov’era stata e lei mi rispose che non riuscendo a dormire aveva deciso di andare a prepararsi una tisana e in sala aveva trovato te e Tania con lo stesso problema di insonnia e così eravate rimaste a parlare. Le sue parole non so perché mi calmarono definitivamente e così riuscii a dormire.
 
Di quella vacanza Alex ricordava solo quanto si erano divertiti a fare gli idioti sulla neve e che le era toccato dormire sul divano della sala visto che le stanze non bastavano per tutti e soprattutto la conversazione avuta con Tania quella notte. Era il periodo prima della sua decisione di accettare di sposare Matteo, venne a svegliarla dicendole che non riusciva a dormire, Alex le aveva risposto che non era lei quella da buttare giù dal letto e la sua risposta la svegliò completamente, le disse che era proprio il pensiero di lui che non la faceva dormire. Tania le riversò addosso una marea di domande sul perché non avevano fatto niente di quello che avevano progettato nell’adolescenza, perché non avevano preso un loft come sognavano in una grande città, perché non avevano viaggiato insieme.. perché non aveva conosciuto nessuno al di fuori di Matteo, forse si stava negando altre possibilità. Alex le rispose semplicemente di ritornare con la mente al passato, a quando aveva avuto effettivamente la possibilità di fare tutto quello che diceva e le chiese semplicemente di dirle se non le aveva fatte perché lui o il pensiero di lui gliel’avevano impedito, se si fosse mai sentita costretta, lei le rispose di no, e poi le chiese di guardare al futuro e di dirle dove si vedeva da lì a qualche anno, Tania le disse che non lo sapeva, ed era questo a spaventarla, se fosse stata sicura avrebbe visto chiaro di fronte a se quello che sarebbe stata la sua vita, e allora Alex le domandò se almeno riusciva a vedere qualcuno in quel confuso futuro. Le rispose senza dubbio “Te”, al che venne a entrambe da ridere e poi ritornando seria Alex gli fece l’unica domanda importante, se davvero la vedeva una vita senza Matteo, con qualcuno che non fosse lui. Se poteva fare a meno di lui. Si prese qualche minuto per riflettere e dopo le disse di no, Alex concluse dicendole che se non aveva fatto tutto quello che sognava da ragazzina, era semplicemente perché nella vita reale aveva trovato qualcosa di meglio. Non si era imposta di amarlo, nessuno le aveva impedito di vedere il mondo o di vivere in una grande città o di fare una brillante carriera, e tutti i suoi dubbi e le paure che le si presentavano davanti erano più che normali ma se il pensiero di sposarlo per lei rappresentava una fine e non l’inizio di un qualcosa di bello e importante, allora si che sarebbe stato un problema. Tania le sorrise e le strinse la mano, le disse semplicemente “grazie”. Poi furono interrotte dall’arrivo di Arianna e dopo anche Alex ricordava solo il suono delle loro risate.
 
Alex si rese conto che Leo aveva smesso di parlare, le domandò se andava tutto bene riportandola al presente. Gli rispose si, che lo ascoltava.
 
  • Poi mi vennero in mente tutte le volte che la sorprendevo a fissarti e lei, a una mia domanda a che cosa stesse pensando, cercava di dissimulare cambiando argomento, ma non sempre ci riusciva, come quando una sera eravamo in giro come al nostro solito per locali, e tu venisti abbordata da una ragazza tutta matta alla quale davi corda, mi ricordai di come Arianna era diventata di cattivo umore, ma non ci feci caso, era stata taciturna per tutta la sera quindi quando mi disse che voleva andare a casa non mi sorpresi più di tanto, mi colpì invece come fu brusca con te quando venimmo a salutarti e tu eri ancora presa a parlare con quella ragazza, non ricordavo che ti avesse mai risposto malamente prima di allora e forse anche quello mi avrebbe dovuto far capire. Comunque tutta questa valanga di ricordi mi fecero convincere che voi due vi prendevate gioco di me da chissà quanto tempo.
  • No Leo non è affatto così.
  • Forse, ma lei in qualche modo che non capivo mi aveva usato.
  • Non è esattamente così, ma di questo dovresti parlare con lei, se mai avrai la voglia di perdonare anche lei
  • Per assurdo l’ho perdonata molto prima di quanto abbia fatto con te.
 
  •  
  • Ma fammi andare con ordine, ero fuori di me e talmente arrabbiato con il mondo intero che per poco non ho fatto fallire questo posto. Fortunatamente Matteo è venuto in mio soccorso, e dopo anche Laura.
 
E indicò la ragazza che l’ aveva “accolta”, stava a poca distanza da loro a guardarli e ad ascoltare in silenzio il racconto di Leo. Ma il modo in cui guardava Alex diceva molto, e la fece convincere che se ne avesse avuto il potere in quel momento l’ avrebbe incenerita con lo sguardo.
 
  • A lei devo molto, mi ha conosciuto in un periodo in cui di certo non ero una buona compagnia, e nonostante questo ha visto qualcosa in me e ha avuto tanta pazienza, ha lottato per farmi capire che potevo ancora fidarmi delle persone, che potevo di nuovo amare.
 
Mentre lo diceva la guardava ed entrambi si sorrisero.
 
  • Comunque i giorni successivi alla mia “scoperta”, quando Tania mi disse che non sarebbero partiti, che non mi avrebbero lasciato solo, che potevo contare su di loro, per qualsiasi cosa gli fui così grato e gioii pensando che dietro questo loro comportamento ci fosse stata la scelta di abbandonarti, fui contento nel sapere che tu ti saresti ritrovata da sola, perché avevo la certezza che anche Arianna prima o poi ti avrebbe lasciata e allora avresti pagato il tuo egoismo. La solitudine sarebbe stata la tua punizione. Pensieri stupidi lo so, me ne vergogno un po’.
  • Se mi odiavi così tanto mi dici cos’è successo dopo? Come fai a stare qui adesso a raccontarmi tutto questo.
  • Fammi finire, adesso ci arriviamo. Comunque, quando venni a sapere che invece Tania aveva continuato a sentirti, quando seppi che, un anno dopo venivano da voi mi arrabbiai come un matto, gli dissi che non volevo più vederli, che dovevano sparire dalla mia vita e che erano esattamente come te! Come diavolo facevano a continuare a frequentarti dopo quello che mi avevi fatto, come potevano volerti ancora bene? E per la prima volta dopo non so quanto tempo vidi Tania piangere, non disse niente, ricordo che si alzò e andò via. Matteo provò a farmi ragionare ma lo cacciai. In quel momento ero io ad essere solo. Ma tu questo dovresti saperlo.
  • No, non mi hanno mai detto niente, io gli chiedevo solo se stavi bene e poi non ho mai voluto sapere niente di te. Il tuo pensiero mi uccideva.
  • Ma fammi il piacere!
 
Per la prima volta Laura intervenne nella conversazione, si, senza dubbio la odiava.
 
  • Se ti fosse importato qualcosa di lui..
  • Laura ti prego!
  • No ha ragione lei, ho provato amore per Arianna dal primo giorno che l’ho incontrata, più di quanto ne provassi per te. So che quando venni a sapere che stavate insieme avrei dovuto strapparmi il cuore. Ma non ci sono riuscita e quando lei mi ha detto quello che provava per me, lo so, ne sono consapevole, ti ho venduto per le mia felicità.
 
Leo rimase un attimo a fissarla in silenzio, sorpreso da tanta sincerità, sospirò e riprese il suo racconto come se avesse assorbito quello che aveva sentito.
 
  • Ad ogni modo, al loro rientro Tania venne qui, entrò come una furia e me le cantò di santa ragione, la conosci no? Mi lanciò sul banco una foto e quando la misi a fuoco vidi che si trattava della foto che avevamo fatto il giorno del loro matrimonio, pensai che era molto crudele. Mi disse di guardarla bene e di capire che quelle persone erano le più importanti della sua vita, tutte, nessuna esclusa, quindi mi dovevo rassegnare al fatto che non mi sarei liberato di lei tanto facilmente, e che non aveva nessuna intenzione di rinunciare a te, per quanto iniziasse a pensare che la sua vita senza di noi sarebbe stata senza dubbio più facile. Ma non poteva, le era impossibile. Credo di non averle mai voluto bene così tanto come allora.
 
Alex ripensò al volto affranto della sua amica la sera prima. Poi fu di nuovo presa dal racconto di Leo
 
  • Poi avvenne il mio primo incontro con Arianna e quel poco di cuore che mi era rimasto andò in frantumi, soprattutto perché mi resi conto che speravo che con lei ci fossi anche tu. Non so perché. Ci incontrammo per caso, l’amavo ancora? No, non credo, ma mi fece male, di sicuro non mi era indifferente, e poi il pensiero di te ritornò con forza e violenza. La trattai veramente male, la provocai, le dissi le cose peggiori che mi vennero in mente. E lei non disse niente, se ne rimaneva lì ad ascoltare tutte le cose orribili che le stavo vomitando addosso e per poco non rischiai di beccarmi un bel pugno in faccia da Matteo. Non ci riuscì solo perché fu proprio Arianna ad impedirglielo, lo fermò e gli si mise davanti, gli disse che non era necessario e poi si rivolse a me dicendo che avevo ragione a trattarla in quel modo, se lo meritava, se fosse bastato a lenire la mia collera, il mio dolore, sarebbe rimasta lì a farsi insultare tutto il tempo che ritenevo necessario. Era consapevole che avrebbe potuto passare una vita intera a chiedermi perdono ma che non sarebbe bastato a riparare al torto che avevo subito da lei. Poi aggiunse una cosa che mi fece vergognare e ritornare in me, come se mi avesse dato uno schiaffo. Mi disse che se speravo che sarebbe corsa da te a raccontarti l’accaduto mi sbagliavo, perché per causa sua c’era già abbastanza odio fra due persone che invece si sarebbero dovute voler bene al di sopra di ogni cosa. Mi disarmò, perché aveva espresso quello che in fondo alla mia anima speravo, cioè di vederti arrivare per..non so per che cosa, picchiarmi?
 
Ad Alex ritornarono alla mente le parole dette durante il furioso litigio della sera prima, di come non era del tutto sbagliata la sua sensazione di esclusione e di come fosse esatta la sua incapacità di affrontare le situazioni a differenza di Arianna che invece sapeva gestirle con più saggezza di lei. Si ritrovava lì seduta con Leo che la portava a conoscenza di fatti che avrebbe dovuto sapere ormai da tempo e che invece Arianna, conoscendola, aveva pensato bene di tenerle nascoste, perché senza alcun dubbio Alex avrebbe avuto esattamente la reazione tanto sperata da Leo. Vide che era rimasta turbata dalle sue rivelazioni, le diede un attimo e poi riprese.
 
  • Alex, avessi visto il suo sguardo mentre mi diceva questa cruda verità, mi fece sentire scoperto, così immaturo, insomma se volevo avere un confronto con te perché non ti venivo a cercare e basta invece di stare lì ad insultarla, aveva letto la mia anima e non capivo come avesse fatto.
  • Si..so di cosa stai parlando, è quello che di lei mi ha sempre colpito, ha visto dentro al mio cuore, ha visto la creatura che vi si nasconde.. e mi ama lo stesso..e tu sai questo cosa vuol dire per me.. Riuscire ad avere accanto una persona che mi accetta per quella che sono..e ti assicuro che non le ho reso le cose semplici..e nonostante tutto lei rimane al mio fianco..
  • Si lo so..mi è costato veramente tanto riuscire a comprendere come avevi potuto farmi una cosa del genere..e quella sera guardandola dritta negli occhi compresi..ma soffrivo forse il doppio per essermi reso conto di che cosa avevo perso. Comunque quella sera andai via senza riuscire a dire o a fare nient’ altro. Fu al nostro secondo incontro che ci chiarimmo, cioè lei mi disse a cuore aperto come il suo comportamento fosse stato imperdonabile e che non aveva nessuna giustificazione valida ai miei occhi. Prima ti ho detto che l’ho perdonata, è vero, ma lei non lo sa, mi è rimasto un minimo di orgoglio che mi impedisce di dirglielo.
 
Sorrise.
 
  • E qualche tempo dopo mi sorpresi a pensare te, a noi, com’eravamo un tempo, com’eravamo da ragazzini, e mi venne in mente di quella volta che decisi di scappare di casa.
 
Il ritorno di quel ricordo la fece sorridere.
 
  • Ricordo che venisti a salutarmi, eri pronto e con lo zaino in spalla, quanti anni avevamo?
  • Dodici, e tu avevi provato a fermarmi ma ormai avevo deciso, non volevo più vivere con mio padre, e allora decidesti che saresti venuta con me, che non mi avresti lasciato solo. E mentre preparavi la tua roba iniziasti a parlare delle grandi avventure che avremmo vissuto.
  • Già, ti dissi che saremmo dovuti andare verso le montagne e ti assicurai che tuo padre non ti avrebbe trovato.
  • Invece quando ci ritrovarono non eravamo nemmeno riusciti ad uscire dalla città, tu ti prendesti tutta la colpa, dicesti che era stata una tua idea e che mi avevi convinto, pensavi che così mio padre sarebbe stato più clemente, e non solo non fu così ma a te tua madre le suonò di santa ragione.
  • Si..ma cosa c’entra tutto questo?
  • C’è che con il passare del tempo,degli anni, mi sono accorto che quello che mi faceva stare male adesso non era il pensiero di te ed Arianna, ma era avvertire la tua mancanza a farmi soffrire, come potevo volerti ancora bene, e la risposta stava in una vita intera vissuta in simbiosi con te, quella sera ti dissi che ti avevo amato, ma non ne sono sicuro, cioè per me fu facile scambiare per amore quello che sentivo, io e te eravamo una sola persona, di che non è così.
  • Non posso negarlo, ma forse non era giusto, guarda dove ci ha portato.
  • Forse, ma la mia infanzia e la mia giovinezza non la scambierei per niente al mondo, ci siamo divertiti insieme, ci siamo sostenuti, abbiamo sofferto, non so che cosa avrei fatto senza di te e la tua famiglia che alla fine è diventata la mia, è grazie a te che ho incontrato Tania e Matteo, e allora ho capito che si può anche sbagliare, ma poi è stato uno sbaglio? Io ti guardo e vedo una luce nei tuoi occhi che non ti conoscevo e allora penso che era giusto che le cose andassero così, sicuramente gestite diversamente ma ormai è andata. In questi anni ci siamo persi ma ci è servito per disintossicarci da situazioni ormai stantie. E poi io adesso sono felice.
 
E allungò una mano verso Laura che gliela strinse e si lasciò trascinare vicino a lui.
 
  • Se riavrò indietro la mia migliore amica, la persona che è stata la cosa più vicina ad una sorella, non mi mancherà più niente.
  • Leo, c’è solo un problema.
  • Quale?
  • Lei mi odia.
 
Alex lo disse sorridendo. Anche lui lo fece.
 
  • Non è un tipo facile ma possiamo lavorarci.
  • Amore non contarci troppo.
 
Alex si rimise in piedi.
 
  • Leo, mi piacerebbe dirti che ritornerà tutto come prima ma non posso..però..
 
Furono distratti dalla porta che si apriva e di certo Alex non si sarebbe mai aspettata di vedere entrare Tania e Matteo e alle loro spalle, arrivata senza dubbio insieme a loro l’amore della sua vita.
 
Alex andò incontro a questo inaspettato gruppetto.
 
  • Tania..
 
Fu interrotta dal sonoro schiaffo che le diede. Restarono tutti a guardarla sorpresi da quel gesto.
 
  • Questo è per come ti sei comportata ieri sera.
  • Si..si hai ragione, me lo sono meritato..
 
Poi in uno slancio l’ abbracciò forte.
 
  • E questo è perché quando lei mi ha chiamato stamattina non potevo credere che tu fossi qui. Ben tornata.
 
Esattamente come in passato, erano di nuovo loro quattro,erano di nuovo una certezza. Era palese a tutti che non sarebbe stato più come un tempo, ognuno di loro aveva ormai la propria vita  piantata su binari ben precisi e distinti, ed ognuno di esso conduceva in direzioni diverse, forse distanti gli uni dagli altri ma i loro cuori rimanevano legati da un filo invisibile reso forte e resistente dalle prove alle quali era stato sottoposto nel tempo. Nemmeno tutto l’odio e il rancore provato per un grave torto subito erano riusciti ad intaccare l’affetto costruito con tanta fatica negli anni, in una vita intera. Ancora legata a quell’abbraccio Alex aprì gli occhi e incrociò quelli di Arianna, che le sorrideva, e se mai fosse stato possibile si ritrovò ad amarla ancora di più, era la sua forza e la sua salvezza.
 
Quella mattina quando Alex si ritrovò abbracciata a lei camminando verso casa sentiva che la felicità si racchiudeva tutta lì, in quell’abbraccio che la teneva legata a lei, si trovava nel sapere che ogni mattina si sarebbe svegliata avendola al suo fianco, nei modi più dolci di far pace tutte le volte che si sarebbero trovate inevitabilmente a litigare, nel decidere che film andare a vedere,nello scegliere che cosa cucinare o indossare per un evento.
Nel ritrovarsi intorno ad un tavolo con gli amici più cari e l’ amore della sua vita.
 
Alex vedeva la sua esistenza attraversata da una linea netta che la divideva in due distinte parti, la prima quella fatta di insicurezza, solitudine, di perenne senso di vivere in un errore, di dolore e di pura follia. L’altra invece si allontanava da quella linea assumendo una gradazione di colore che aveva iniziato a tingere le sfumature di grigio che rappresentavano la sua vita di allora, sino ad arrivare ad essere abbagliata da colori intensi e caldi, dati da una mano esperta e quella pittrice aveva un nome, aveva una consistenza che le regalava sicurezza, che le aveva dato un senso di completezza.  Nella sua vita non aveva fatto altro che sentirsi sbagliata, ma adesso le sembrava una cosa così assurda anche solo pensarla, e doveva ringraziare soltanto lei.
 
Una volta aveva letto una frase che diceva che le scelte più difficili nella vita non sono quelle fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, bensì quelle fra ciò che è giusto e ciò che è  meglio, ed era vero, Alex lo aveva sperimentato sulla propria pelle, perché era questo quello che aveva fatto, aveva deciso di fare la cosa migliore per se stessa, egoistico forse, perché in fondo per quanto possiamo amare le persone che subiranno le conseguenze di queste decisioni, è l’istinto di sopravvivenza a prevalere, e allora ci lasciamo guidare solo da quello che sentiamo provenire dal profondo del cuore, da sempre, inseguiamo quella promessa di felicità che si spera di trovare in fondo alla strada che abbiamo scelto di percorrere.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2355601