Have yourself a little merry Christmas

di Night Sins
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 30 Novembre 2021 ***
Capitolo 2: *** 1 Dicembre 2021 ***
Capitolo 3: *** 2 Dicembre 2021 ***
Capitolo 4: *** 3 dicembre 2021 ***
Capitolo 5: *** 4 dicembre 2021 ***
Capitolo 6: *** 5 dicembre 2021 ***
Capitolo 7: *** 6 dicembre 2021 ***
Capitolo 8: *** 7 dicembre 2021 ***
Capitolo 9: *** 8 dicembre 2021 ***
Capitolo 10: *** 9 dicembre 2021 ***
Capitolo 11: *** 10 dicembre 2021 ***
Capitolo 12: *** 11 dicembre 2021 ***
Capitolo 13: *** 12 dicembre 2021 ***
Capitolo 14: *** 13 dicembre 2021 ***
Capitolo 15: *** 14 dicembre 2021 ***
Capitolo 16: *** 15 dicembre 2021 ***
Capitolo 17: *** 16 dicembre 2021 ***
Capitolo 18: *** 17 dicembre 2021 ***
Capitolo 19: *** 18 dicembre 2021 ***
Capitolo 20: *** 19 dicembre 2021 ***
Capitolo 21: *** 20 dicembre 2021 ***
Capitolo 22: *** 21 dicembre 2021 ***
Capitolo 23: *** 22 dicembre 2021 ***
Capitolo 24: *** 23 dicembre 2021 ***
Capitolo 25: *** 24 dicembre 2021 ***
Capitolo 26: *** 25 dicembre 2021 ***



Capitolo 1
*** 30 Novembre 2021 ***


Personaggi: Donna Paulsen, Harvey Specter, Mike Ross, un po’ tutti, nuovi personaggi (Harvey/Mike)
Rating: PG
Genere: fluff, hurt/comfort, romantico, slice of life
Avvertimenti: long-fic/raccolta* (vedere le note), slash, figli di genitori gay, figli con un solo genitore
Timeline/Spoiler: nel futuro
Conteggio Parole: in totale, intorno alle 12.000
Dedica: alla nessie_sun ♥ perché ha visto la prima, inguardabile, bozza di questa storia e l’ha amata comunque (e mi ha aiutata con la scelta dei nomi ♥♥); alla Vahly perché mi ha spronata nelle ultime fasi, in cui mi sentivo persa ♥; alla Fra perché finalmente ho trovato una persona che shippa Peter e Harvey senza la mia influenza ;_____;!! ♥♥ (ma no, purtroppo niente Peter in questa storia...)
Disclaimer: "Io scherzo... forse." (cit. A.Costa) // I personaggi non sono miei, ma degli autori e di chiunque ne abbia diritto; tanto meno sono utilizzati a fini di lucro, ma solo per mero piacere personale.
Note: - * nel senso che sono una serie di flashfic/oneshot, ma collegate una all’altra in un unico “arco” narrativo e alcune cose si concludono nei capitoli successivi. Con un po’ più di impegno potevo farla diventare una long fic a tutti gli effetti, sì, ma non era quello che volevo fare. Ogni capitolo corrisponde a un giorno e, di ogni giorno, volevo prendere solo una scena “significativa” (anche se in alcuni non sono riuscita a trattenermi dal dilungarmi).
-Ho scritto questa storia nel 2011, quindi anche se l’ho ampliata/aggiustata negli ultimi mesi, non ho tenuto conto di quanto successo negli ultimi due anni. (Avrei dovuto cambiare nomi e c’ero affezionata. Le prossime storie saranno più fedeli u.u)
-Prendetela come un mio personale “Avvento”. (Quasi unico motivo del titolo. y.y’’’)







Have yourself a little merry Christmas





30 Novembre 2021




Mike si rigirò nel letto, cercando di ignorare il ronzio che stava facendo da sottofondo al suo sogno da almeno venti minuti. Non poteva essere già ora di alzarsi, la sveglia doveva essersi guastata o almeno il suo subconscio lo credeva fermamente. Si voltò di nuovo, supino, ignaro di essere la vittima designata di un agguato. L’aggressore si lanciò senza controllo sul piumone, sbagliò mira e finì sul suo stomaco, colpendogli il mento con la testa.
Mike aprì gli occhi di scatto, il fiato mozzato dal dolore e dallo spavento. Si trovò davanti due occhi azzurri che lo guardarono imbronciati. “In piedi!”, ordinò il bambino.
L’avvocato scattò a sedere e portò una mano tra la capigliatura castana del figlio, facendogli inclinare la testa in modo da avere una visuale migliore della zona colpita. “Dio, Jason!, come stai?”
Il piccolo si dimenò per liberarsi dalla presa paterna e saltellò sul posto. “Bene, alzati! Papà ha detto che mi porterai tu a comprare le cose per la recita di Natale!”
“Ma...”
La protesta del genitore venne interrotta da Jason, che prese a tirargli una manica. “Daaaaaaiiiiiiii! Dobbiamo anche preparare Dodò!”
Mike sospirò, far desistere suo figlio sarebbe stato impossibile. “Okay, okay, okay! Scendo.”
Mike si alzò e, ancora mezzo addormentato, andò in cucina seguito dal piccolo. Venne sorpreso dalla tavola apparecchiata per la colazione, alcuni piatti sporchi nel lavello e un biglietto accanto al suo piatto.



“Sei tu quello bravo con queste cose. In
ufficio ci penso io, considera il giorno
libero.
PS: Donna Jr dorme meglio di te.
H.”



Mike sbuffò, ma non poté trattenere un sorriso innamorato mentre posava il messaggio e si voltava verso Jason, che lo guardava impaziente. Tirò un morso al toast con la marmellata e bevve un sorso di succo d’arancia. “Mi vesto, sveglio Donna e andiamo. Okay?”
“Sìììì!”
Il bambino corse in sala, si arrampicò sul divano e accese la tv per ingannare l’attesa; Mike sospirò e finì il toast con bocconi veloci.

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Capitolo 2
*** 1 Dicembre 2021 ***


1 Dicembre 2021




Il salotto di casa, una volta considerato immenso, era invaso e sormontato dagli acquisti che Mike e JJ avevano fatto il giorno prima.
Quando Harvey era tornato a casa, la sera, aveva avuto bisogno di un bel po’ di concentrazione per non lasciarsi sopraffare dal mal di testa; ora, però, con suo marito e il maggiore dei suoi figli immersi in quel caos e intenti a misurare, piegare, tagliare e Dio solo sapeva cos’altro, stoffa e pezzi di cartone, pensava che forse non era così male.
Il pianto di Donna Jr, dal box lì accanto – unico angolo incontaminato dall’esagitazione della recita scolastica di Jason James –, attirò la sua attenzione. Posò il caffè che aveva in mano lontano dal fascicolo che stava leggendo e la raggiunse. La prese in braccio e la guardò negli occhi scuri come i propri. “Oggi sei stata un po’ ignorata, eh?”
Alle sue spalle, lo raggiunse la voce divertita di Mike. “Sai che ha solo sei mesi e non può risponderti, vero?”
Harvey si voltò per notare che il compagno non aveva nemmeno alzato la testa verso di lui e tornò a rivolgersi alla bambina tra le sue braccia. “Lascialo stare, è solo invidioso.”
Donna fece una boccaccia simile a un sorriso e suo padre ricambiò soddisfatto fino a quando, all’improvviso, non venne colpito ripetutamente alla schiena. JJ si mise a ridere. Si voltò di nuovo verso gli altri due uomini di casa e li sorprese a preparare altre munizioni di carta. “Ehi, è questo il modo di dare l’educazione? Si attacca alle spalle?”
Era difficile prenderlo sul serio e lo sapeva lui per primo, ma non per questo non tentò un’espressione corrucciata. Jason si alzò e gli corse incontro, abbracciandolo all’altezza della vita. Mike si avvicinò a sua volta e schioccò un bacio sulle labbra del consorte e uno sulla fronte della figlia. “Non prendere da lui” le ordinò, il tono all’apparenza più serio di quello usato prima dall’altro, ma Harvey sapeva che stava scherzando anche lui.
“Ora torniamo al nostro lavoro?” domandò JJ.
Mike annuì. “Okay, andiamo.”
Harvey li osservò allontanarsi e poi tornò a sedere, Donna ancora in braccio.

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Capitolo 3
*** 2 Dicembre 2021 ***


2 Dicembre 2021




Mike sbadigliò per la milionesima volta quella mattina, proprio non riusciva a rimanere concentrato. Con un occhio ancora mezzo chiuso, notò Donna che era entrata nel suo ufficio e gli si stava avvicinando con in mano un caffè. Quando gli fu davanti, posò la tazza di cartone sotto il suo naso e si sedette sulla scrivania, accavallando le gambe. “È meraviglioso vedere che dopo tanti anni di matrimonio la vostra vita privata vada ancora così bene.”
“No. Cioè, sì, non abbiamo problemi, ma non è quello”, farfugliò velocemente Mike.
La segretaria di suo marito rise. “Donna Jr ti tiene tanto sveglio?”
“Anche, ma il vero problema è la recita di JJ. Hai idea di quanto sia complicato fare il costume di una volpe?”
“Perché non ne avete comprato uno bello e fatto?”
“JJ voleva farlo lui...”
“... e Harvey non ha saputo dirgli di no”, terminò per lui Donna.
“Esattamente. Ma non basta ricordarsi a memoria cosa va cucito con cos’altro...” L’avvocato sospirò, prendendo il caffè e bevendone un sorso. “Grazie mille, comunque, ne avevo bisogno.”
“Di niente. So cosa significa avere a che fare con una neonata, e a volte bisogna essere solidali.”
La porta dell’ufficio si aprì una seconda volta, lasciando entrare Harvey. L’uomo osservò la scena davanti a sé con aria critica, poi si fece serio. “Basta allontanarsi un paio d’ore e la mia segretaria e mio marito si mettono a fare un picnic durante l’orario di lavoro?”
Donna si mise in piedi con un movimento fluido ed elegante, e si sistemò la gonna. “Anche la tua segretaria e tuo marito hanno diritto a una pausa ogni tanto.”
Harvey sorrise. “Pausa finita... almeno qui.”
Donna gli fece l’occhiolino. “Non fate troppo rumore.”
Quando fu uscita Harvey raggiunse Mike alla scrivania, il quale alzò solamente un braccio, nella tacita richiesta di chinarsi verso di lui. Il più grande fu lieto di obbedire e lasciò che gli passasse la mano dietro al collo, lasciandosi attirare verso il basso per incontrare le sue labbra.
“Come è andata in aula?”
“Sono domande che devi continuare a fare?”
Mike sorrise e, prima di baciarlo di nuovo, disse: “Scaramanzia.”
Harvey si alzò. “Dovresti chiamare la babysitter per stasera.”
“Dove andiamo?”
“Lo vedrai.”

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Capitolo 4
*** 3 dicembre 2021 ***


3 Dicembre 2021




Erano quasi le due del mattino; Harvey e Mike erano rientrati da mezz’ora e si erano appena messi a letto, dopo aver controllato i bambini.
Harvey si voltò verso suo marito e allungò una mano fino al suo fianco. “Mike?”
Lui aprì gli occhi. “Mh-mh?”
Il più grande non rispose ma si avvicinò per baciarlo sulle labbra e poi scendere fino al collo. Mike rise appena. “È tardi.”
“Non sarebbe la prima notte in cui dormo poco”, disse. Si fece forza con le braccia e si portò sopra di lui.
“Ma non hai più vent’anni.” Mike continuava a punzecchiarlo, ma a discapito delle sue parole cercò le labbra dell’altro con le proprie e si sistemò meglio sotto di lui.
Harvey fece scivolare la mano sul suo corpo, ma non era giunto all’elastico dei boxer che Donna Jr cominciò a piangere. Suo marito cominciò a ridere mentre lui nascondeva la testa nella sua spalla. “La prossima volta devi organizzare per bene anche il dopo cena, se hai simili progetti”, disse il più giovane.
“Spiritoso”, sospirò. “Andiamo a vedere che cos’ha...”
Mike posò una mano sul suo braccio. “Vado io. Consideralo il mio premio per la vittoria.”
“È il mio turno.” Harvey sorrise spingendolo di nuovo sul letto e poi si alzò.
Arrivato in camera della piccola, la prese in braccio e la osservò. Non poteva aver bisogno di essere cambiata, Beth lo aveva fatto proprio mentre loro stavano rientrando, quindi provò a darle del latte, ma lo rifiutò. La strinse a sé e iniziò a cullarla. “È tutto a posto”, sussurrò.
Donna Jr e Jason James erano la sua ragione primaria di vita. Anche Mike, ma sebbene non riuscisse a spiegarlo, l’amore per i suoi figli era diverso e gli aveva fatto scoprire lati di sé che aveva dimenticato. Non credeva di potersi sentire così completo e potente solo a guardare la sua famiglia, eppure era quello l’effetto che gli facevano e lo amava. Li amava, più della sua stessa vita.
“La tua vita è la nostra vita”, gli aveva detto Mike, quando si era lasciato scappare quei pensieri con lui, la notte che avevano portato Donna Jr a casa. “So che ti senti l’eroe solitario, pronto a sacrificarsi per i suoi cari, ma ricorda che la tua scomparsa ci distruggerebbe dall’interno.”
Non credeva di aver mai visto suo marito così serio e triste, non dalla morte di sua nonna. Harvey gli aveva preso la mano e se l’era portata alle labbra. “Tu sei forte, Mike. Se mi succedesse qualcosa, sono sicuro che saresti in grado di occuparti di loro in modo eccezionale.”
“Non è vero.”
Allora lui aveva chiuso gli occhi ed era rimasto in silenzio, perché era seriamente convinto che se avesse perso anche Mike, ora, non sarebbe riuscito a riprendersi come era sicuro avrebbe fatto lui, per il bene dei loro figli.
“Harvey... è tutto a posto? Mi stai nascondendo qualcosa?” La voce del suo compagno stava lasciando fuggire tracce di panico. Lo guardò e notò che era davvero nel panico e tremava mentre gli chiedeva: “Non... Non sei malato, vero?”
“No! No, niente del genere.”
Mike sospirò di sollievo e gli gettò le braccia al collo, stringendosi contro di lui. “Allora non fare discorsi simili. Nessuno morirà a breve. Diavolo, nessuno morirà per almeno altri cinquant’anni o più.”
Dal modo in cui avevano fatto l’amore quella sera, però, sembrava quasi che dovessero lasciarsi la mattina dopo. Harvey ridacchiò e poi si ricordò che era quello che stavano per fare prima di essere stato chiamato da sua figlia. Abbassò lo sguardo su di lei, dormiva beatamente tra le sue braccia quindi la sistemò con attenzione nella culla. “Sogni d’oro, piccola.” Le posò un bacio sulla fronte e lasciò la stanza, attento a non fare rumore.
Una volta in corridoio si affacciò nella camera accanto, quella di JJ, per controllare che fosse tutto tranquillo, poi tornò nella propria. Mike sembrava dormire a sua volta, un libro aperto era abbandonato sul suo petto; Harvey spostò la mano che lo teneva fermo e lo tolse, posandolo sul comodino prima di andare dalla propria parte del letto e sdraiarsi.
Appena spense la luce notò che Mike si era spostato verso di lui e lo stava abbracciando da dietro.
“Scusa”, mormorò contro la sua spalla.
“È tardi, meglio dormire fino alla prossima sveglia di Donna.”
“Harvey?”
Si voltò verso di lui e portò un braccio sotto le sue spalle. “Mh?”
“Mi ami.”
“Che domande sono?”
Mike scosse la testa, assonnato. “Non è una domanda. Tu mi ami. Ed io amo te, tantissimo.”
Harvey sorrise. “Non ho la tua memoria, ma sono sicuro che questo lo ricordo bene.”
Suo marito si strinse ancora di più a lui. “Notte.”
Gli lasciò un bacio tra i capelli. “Buona notte. Ti amo, Mike.”

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Capitolo 5
*** 4 dicembre 2021 ***


4 Dicembre 2021




Mike stava percorrendo i corridoi del tribunale a passo svelto, poco meno di una corsa in realtà ma era in ritardo e non poteva permetterselo.
“Ehi.”
La voce di Harvey lo fece bloccare e si voltò nella sua direzione, raggiungendolo per poi fermarsi a riprendere fiato.
“Scusa”, ansimò.
L’unica reazione di suo marito fu un cenno nella sua direzione e un: “La cravatta.”
“Cosa?”
L’uomo sospirò e mise la cartellina che teneva in mano sotto il braccio mentre si avvicinava per sistemargli il nodo. “Se devi fare tardi, almeno presentati come si deve.” Una volta finito con la cravatta passò al colletto della camicia e poi gli fece scorrere le dita tra i capelli, quest’ultimo gesto era poco meno di una carezza e Mike sorrise.
“Devo farti le mie scuse, Specter”, disse una voce alle spalle di quest’ultimo.
Harvey si voltò per osservare l’avvocato della difesa, che lo stava fissando divertito. “Per cosa?”
“Se sapevo che oltre al lavoro come avvocato facevi anche il babysitter, avrei apprezzato di più quello che sei riuscito a fare. Non deve essere facile...”
Harvey lo fissò in un misto di sconcerto e rabbia pulsante, Mike se ne accorse e gli strinse la mano, non ne valeva la pena. Suo marito ricambiò la presa. “Non faccio il babysitter, Jones”, rispose sorridendo, “Mike è mio marito. Spero che la cosa non ti crei problemi.”
Mike non lo poteva vedere bene in volto, ma dal tono che aveva usato – e l’espressione a metà tra il disgustato e lo scandalizzato del loro rivale – non faticava a immaginare il sorriso strafottente sulle sue labbra e gli venne da sghignazzare. Cercò di trattenersi, anche se era quasi certo di star facendo un sorriso simile a quello di Harvey.
Dopo alcuni istanti, Jones disse: “No, nessun problema. Ci vediamo in aula.”
“Non vedo l’ora.”
Attese che Jones si fosse allontanato, poi Mike si lasciò andare. “Poveretto, ci è rimasto male.”
“Sopravvivrà.” Harvey sciolse la presa sulla sua mano, gli diede una pacca sulla spalla e si avviò. “Andiamo.”

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Capitolo 6
*** 5 dicembre 2021 ***


5 Dicembre 2021




Ray era impegnato a pulire la macchina quando, da dietro uno sportello aperto, sbucò Jason e gli si avvicinò.
“Ehi! Ciao, Campione. Come mai già in piedi di domenica mattina?”
Il bambino si mise a sedere sul muricciolo lì accanto e iniziò a dondolare le gambe, imbronciato. “Donna piange.”
L’uomo sorrise appena, chiuse lo sportello e andò a prendere il secchio con acqua e sapone. “È difficile avere una sorellina piccola, eh?”
“Sì, piange sempre!”
“Anche tu piangevi sempre.”
“Non è vero!”
Ray si fermò davanti al bambino e lo fissò deciso. “Oh, sì che lo è.”
Jason bloccò le gambe e rimase a guardarlo a bocca aperta. “È insopportabile”, sentenziò dopo alcuni attimi.
L’uomo posò di nuovo il secchio e si sedette accanto a lui. “I tuoi papà amano moltissimo sia te che la piccola Donna Jr”, disse lentamente, “e quando ami una persona così tanto niente è insopportabile.”
Il bambino lo osservò alcuni istanti, poi abbassò la testa. “Cory e gli altri continuano a dire che è strano e sbagliato.”
Anche se Ray non avesse seguito il cambio di argomento fatto da JJ, non lo diede a vedere. “E cosa ti hanno detto i tuoi papà?”
“Che non è vero. Papà Harvey ha detto che non hanno fatto niente di male, perché la legge lo prevede e quindi non hanno infranto nessuna regola”, rispose. “Papà Mike ha detto che non è vero che è strano e che anche molti animali di altre specie amano stare con esempi del loro sesso. E che addirittura alcune rane, se non trovano un compagno del loro sesso, una di loro cambia e possono avere figli1.”
“Credi a loro, Jason?”
Il piccolo non rispose.
“JJ, hai visto i genitori dei tuoi compagni, vero?”
“Sì, certo.”
“Ti sono sembrati tanto diversi dai tuoi? Anche se loro hanno una mamma e un papà, sono più felici o trattati in modo migliore di te?”
“No...”
Ray gli posò una mano sulla spalla e lui alzò la testa per guardarlo, l’autista gli sorrise incoraggiante e continuò. “Prima che ti dicessero qualcosa, ti è sembrata strana la tua vita, o che i tuoi genitori non si volessero bene?”
Jason fece di no con la testa, ma il suo sguardo sembrava ancora dubbioso. Ray si sentì in dovere di continuare a fare riflettere quel bambino; non solo perché Harvey era il suo datore di lavoro e lo aveva aiutato in molte occasioni, né perché Mike gli ricordava incredibilmente suo figlio. Era affezionato a quella famiglia come se fosse sangue del suo sangue e non gli faceva piacere vedere quello che poteva essere suo nipote avere dubbi sull’amore dei propri genitori e di tutte le persone che lo circondavano. A quell’età una parola sbagliata poteva segnare tutta la vita.
“JJ, quello che ti hanno detto i tuoi papà è vero. Al mondo ci sono tante persone, e tutte diverse le une dalle altre. Nemmeno i gemelli che si assomigliano sono perfettamente uguali tra di loro. Quello che tutti gli uomini e le donne hanno in comune, o dovrebbero avere, però, è che sono liberi di fare quello che vogliono e amare chi vogliono. Questo nel rispetto delle altre persone, ovviamente.”
“Ma...”
Jason lo guardò con una luce curiosa negli occhi, almeno sembrava non essere più arrabbiato o dubbioso. “Sì?”
“La mamma di Jessica aspetta una bambina, e lei ha detto che solo le donne possono fare i bambini. Come siamo nati io e Donna?”
Ray boccheggiò un istante e distolse lo sguardo, sentendosi avvampare il viso. Stava ancora cercando cosa rispondere quando venne raggiunto dalla risata nervosa di Mike e poco dopo l’uomo apparve al suo fianco. “Hai già disturbato abbastanza il povero Ray, per oggi”, disse al figlio. “In più, papà Harvey non è contento che tu sia sparito così. E nemmeno io.”
JJ abbassò la testa, mesto. “Scusa.”
Mike, incapace di restare arrabbiato per più di pochi attimi, si addolcì all’istante. “Dai, vieni qua e andiamo a fare colazione.”
Jason si alzò e lo raggiunse, poi si voltò verso Ray e agitò la manina. “Ciao.”
Lui alzò la testa e salutò il piccolo, poi incrociò lo sguardo dell’altro uomo che fece un cenno del capo. “Grazie.”
“Grazie a te.”

***

“Papà Harvey?”
L’uomo sollevò lo sguardo sul figlio. “Sì?”
“Come siamo nati io e Donna?”
Harvey lo fissò sorpreso un istante, poi si schiarì la gola. “Beh, come tutti i bambini.”
Jason inclinò la testa, pensieroso. “Quindi abbiamo una mamma anche noi?”
Le cose stavano diventando complicate. L’avvocato sospirò e fece cenno al figlio di avvicinarsi, poi gli posò una mano sulla spalla. “Per nascere c’è bisogno di una donna, è vero, ma i tuoi genitori siamo io e papà Mike. È complicato da spiegarlo, ma un giorno capirai.”
Il bambino era ancora incerto e Harvey sospirò. “Senti, so che è uno schifo non capire tutto subito, ma quello che ti ho detto è la verità. Sei mio figlio, tanto quanto di papà Mike... Il resto, le altre persone, è solo gente che ci ha aiutato ad averti con noi. È un po’ più chiaro?”
Tentò un sorriso, ma era davvero difficile stare sereni in quel campo minato.
“Un po’”, concesse Jason James.
Gli passò una mano ad arruffargli i capelli. “Ti voglio bene, piccolo.”
“Ti voglio bene anche io, papà”, disse e lo abbracciò, schioccandogli un bacio sulla guancia.
“Vai a fare i compiti, ora.”





1 Ok, ammetto di non aver controllato se sia una cosa vera o meno, ma è una citazione a Jurassic Park e sono sicura che Mike potrebbe dirglielo in ogni caso. XD

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Capitolo 7
*** 6 dicembre 2021 ***


6 Dicembre 2021




Donna arrivò in ufficio come un tornado, per mano una bambina di cinque anni che le zampettava affianco. La piccola sembrava una bambola troppo vestita, con il cappottino di lana color crema, il cappello e la sciarpa arancioni che quasi si mimetizzavano con le poche ciocche di capelli ramati che sfuggivano alla loro presa, e gli stivaletti lucidi che sembravano attaccati al cappotto stesso.
Quando Donna arrivò vicino alla sua postazione e notò le luci dell’ufficio di Harvey accese, si accigliò e si avviò verso la stanza. All’interno, Harvey e Mike stavano discutendo del caso che, lo sapeva, avrebbero dovuto portare in aula pochi giorni dopo.
La bambina iniziò a correre verso di loro urlando: “Zio Mike!”
L’uomo si voltò e, dopo un attimo di sorpresa, le sorrise e la prese in braccio. “Ehilà. Ciao, piccola.”
Nel frattempo, Donna si avvicinò a Harvey. “Scusa, la babysitter ha avuto dei problemi con la macchina, ma verrà a prenderla il prima possibile.”
Il suo capo sorrise e indicò con un cenno del capo il divano dove Mike e la bambina stavano giocando. “Figurati. Piuttosto, ora servirà una badante per entrambi.”
Donna si voltò stupita poi, mani sui fianchi, esclamò seria: “Emily Rose, cosa ti avevo detto?”
Avvocato e figlia si voltarono a guardarla e si calmarono.
“Scusa, mamma”, disse Emily, abbassando la testa.
La donna non si lasciò impietosire e ordinò: “Andiamo fuori, ora.”
La figlia scese dal divano e la raggiunse; Donna la afferrò per una mano e mentre uscivano si voltò per fare l’occhiolino a Harvey.

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Capitolo 8
*** 7 dicembre 2021 ***


7 Dicembre 2021




Quando Donna arrivò alla scuola elementare, una signora alta e dal volto affilato la accompagnò fino alla stanza dove si trovava Jason James. Quando si avvicinò, il bambino alzò la testa di scatto e sorrise riconoscendola. Si mise in piedi e le corse incontro, abbracciandole le gambe. “Zia Dodò!”
Si accovacciò per guardarlo negli occhi. “Cosa è successo?”
“Sono contento che ci sei tu.”
“Sicuro?”
“Sì...” rispose, ma quando lei lo scrutò nelle iridi chiare non le sembrava più tanto convinto. Sorrise, JJ non doveva pensare che poteva evitare i suoi genitori e avere la strada spianata solo perché erano impegnati con il lavoro.
Si rimise in piedi e si osservò intorno, le mani sui fianchi, sperando di trovare il dirigente o qualcuno che le spiegasse perché la scuola avesse chiamato in ufficio per andare a prenderlo. La stanza, quasi una sala d’attesa, era deserta e nessuno sembrava interessato ad andare a parlarle. Sbuffò e si rivolse all’unica fonte d’informazioni presente. “Allora”, cominciò, “perché il preside cercava con tanta urgenza i tuoi genitori?”
Jason mormorò qualcosa, ma non riuscì a comprenderlo.
“JJ?” La segretaria tornò a spostare lo sguardo su di lui: aveva le mani in tasca e sembrava molto attratto dalle mattonelle sotto i suoi piedi.
Il bambino sospirò. “Ho fatto a botte con Cory”, la voce appena più udibile che prima, ma aveva preso vigore quando spiegò: “Ma è colpa sua! Non la smette di darmi noia! Parla male dei papà...”
Ora sembrava sull’orlo delle lacrime e Donna sospirò, abbassò le braccia e passò una mano tra i capelli del piccolo, attirandolo a sé senza dire niente.
La porta della stanza dove si trovavano venne aperta e ne entrarono una donna robusta con un bambino. La sconosciuta squadrò entrambi, severa. “Allora una donna c’è, nella vita di questa creatura”, commentò.
Donna la osservò sconcertata, poi spostò lo sguardo su JJ.
“È lui”, Jason mimò con le labbra.
Tornò a guardare la tipa che era entrata e le si avvicinò, fissandola intensamente. “Nella vita di JJ ci sono esattamente tutte le persone che devono esserci. E sono persone degne del massimo rispetto e fiducia; generose, leali e che sanno cosa sia l’educazione”, disse, poi spostò lo sguardo su Cory, piegando le labbra in un’espressione di rammarico. “Cosa che a quanto pare manca a questa creatura, e mi dispiace veramente tanto.”
L’altra donna la guardava basita e prima che potesse ritrovare la capacità di parlare, Donna prese Jason per mano e lo guidò fuori dalla saletta.
Pochi passi più avanti, JJ le tirò la mano e la guardò implorante. “Non lo dirai ai papà...”
Lei annuì. “Io no, ma tu sì.”

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Capitolo 9
*** 8 dicembre 2021 ***


8 Dicembre 2021




Mike era uscito presto, doveva andare a parlare con un cliente, quindi toccava a Harvey preparare Jason per la scuola. Non erano molte le volte in cui lo faceva, in genere era lui quello con i casi che richiedevano la sua attenzione già fin dalle prime luci dell’alba, e se da una parte non poteva dire che gli dispiacesse il suo lavoro, dall’altra aveva la sensazione che tra Mike e JJ si fosse creata una complicità diversa.
Aveva appena sistemato la cartella sulle spalle del figlio e stava per aprire la porta, quando Jason lo prese per una manica, tirando. Harvey abbassò lo sguardo su di lui e, notando che non lo stava guardando in faccia, si preoccupò.
“Ehi, che cosa è successo?”
“Posso... posso non andare a scuola, oggi?”
L’uomo lo guardò sorpreso. “Come mai? Non ti senti bene?”
Jason ci mise alcuni secondi a rispondere, poi annuì. Il padre lo afferrò per una mano e lo fece sedere sul divano, lui si tolse la cartella.
A quel punto Harvey gli si avvicinò, appoggiando le labbra sulla fronte del figlio. “Non sembra tu abbia la febbre. Dove ti fa male?”
Il bambino abbassò la testa di nuovo e strinse le mani; dopo altri secondi di silenzio, rispose. “La pancia... Ho mangiato troppo con la zia Dodò.”
“Capisco. Non c’è nessun altro motivo per cui non vuoi andare a scuola, oggi?”
Lo vide negare energicamente con la testa e questo lo fece sospirare, indeciso su come reagire. Optò per puntare sul senso di colpa. “Se ero papà Mike me la dicevi la verità?”
Non gli piaceva ingannare suo figlio, ma non poteva permettersi di lasciargli pensare che fosse così facile rifilargli una bugia. Oltre ad essere seriamente preoccupato di cosa potesse spingerlo a simili scenate pur di non andare a scuola.
“Quindi, JJ?”
“Non è una bugia...”
Continuò a osservarlo senza dire niente; dopo alcuni minuti in cui Jason non lo guardava né spiegava il suo atteggiamento, prese il cellulare e schiacciò il pulsante di chiamata rapida, poi lo passò al figlio. “Va bene, raccontalo a papà Mike, ma sappi che lui me lo dirà, e poi andrai a scuola lo stesso.” Detto ciò, si alzò e andò nella sua camera, lasciandolo da solo.

Era a sedere sulla poltrona e stava leggendo una rivista quando Jason entrò e gli restituì il cellulare, la chiamata era ancora attiva.
“Mike?”
“Ehi, cosa è successo?”
“Cosa ti ha detto JJ?”
“Niente, a parte che avevi chiamato tu per qualcosa che doveva dirmi. È tutto a posto?”
Harvey guardò il figlio, sorpreso. “Te lo farò sapere appena lo scoprirò. Ciao.”
“Ciao...”
Mise il cellulare in tasca, alzò la testa verso Jason e si batté una mano sulla coscia. Il piccolo gli corse incontro e gli gettò le braccia al collo. “Scusa”, biascicò, il volto nascosto contro la sua giacca.
“Me la dici la verità?”
Lo sentì annuire e poi sistemarsi meglio sulle sue gambe, sempre senza guardarlo in faccia. “Ieri ho litigato con Cory e il preside vuole vederti perché... gli ho tirato un pugno.”
“Perché avete litigato?”
“Continuava a prendermi in giro, a dire che ero un mostro e che voi dovevate odiarmi perché se no mi avreste dato una mamma...”
Stava per mettersi a piangere e Harvey lo strinse a sé, accarezzandogli la schiena e mormorando parole rassicuranti. “È tutto a posto.” Attese che si fosse calmato, poi gli fece alzare la testa e gli sorrise. “Fare a pugni non è la soluzione e non va fatto per strada. Se vuoi, quando sarai più grande ti porterò in una palestra di boxe, ma per ora niente pugni. Okay?”
JJ annuì.
“Mai più, specie a scuola. Promesso?”
“Promesso.”
“Bravo ragazzo. Ora andiamo, che è tardi; parlerò con il preside, gli dirò che non lo farai una seconda volta e che sei pentito.”
Jason si agitò e lui rise. “Non è vero! Se lo merita!”
“Ma non va bene comportarsi così, e mi hai appena promesso che non lo rifarai.”
“Ma se lui dice di nuovo quelle cose cattive...”
“Gli risponderai a dovere, ma non si alzano le mani.”
“Va bene...”
Harvey gli passò una mano tra i capelli. “Pronto?”
Il figlio scattò in piedi e annuì. “Pronto.”

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Capitolo 10
*** 9 dicembre 2021 ***


9 Dicembre 2021




Mike aveva finito di appuntare assieme quasi tutte le parti del costume mentre Jason lo guardava contento. Aveva ancora bisogno di essere cucito per bene, ma poteva dire che il grosso era fatto. Doveva solo controllare che la misura fosse giusta.
“Bene, è ora di provarlo, vieni qua.”
JJ lo raggiunse, prese l’indumento che gli era stato passato e si mise a sedere per terra; infilò le gambe in quelle dell’animale di stoffa, poi Mike lo aiutò a rimettersi in piedi e indossare anche la parte superiore, controllando che niente si staccasse.
“Come te lo senti?”
“Va bene.” Si guardò addosso, mosse i piedi poi le mani e tentò di controllarsi la schiena. “Manca la coda!”
Il padre rise. “È inutile pensare ai dettagli ora. Dai, te lo tolgo così continuo a cucirlo.”
Jason si lasciò spogliare e rimase a osservarlo, in silenzio. Mike quasi non se ne accorse, concentrato nel suo lavoro. A un certo punto, il bambino lo chiamò. Smise di cucire e lo guardò. “Sì, tesoro?”
“Sei arrabbiato con me?”
Che domanda era? “Perché mai dovrei?”
“Per quello che ho fatto a Cory...”
“Ehi, non sono fiero che mio figlio abbia pensato che con un pugno si potesse risolvere tutto”, iniziò, guardandolo negli occhi, “ma papà Harvey mi ha detto che hai promesso di non farlo più. È vero?”
JJ annuì.
“Allora voglio credere che lo farai. Per questo, la considero una storia chiusa, un errore passato. Farai il bravo?”
In risposta, giunse un nuovo cenno di assenso.
“Bene, quindi non hai bisogno di preoccuparti. Vai a lavarti le mani, che tra poco arriva papà Harvey con le pizze.”

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Capitolo 11
*** 10 dicembre 2021 ***


10 Dicembre 2021




Harvey si diresse alla scrivania di Donna con passo svelto. Non era nervoso, solo... era una cosa importante, doveva andare tutto bene. E non che non si fidasse della sua segretaria, ma ci teneva. Non poteva essere preso in contropiede da qualcosa, doveva andare tutto secondo i piani. Non si era accorto nemmeno lui di sentirsi così e si era ritrovato a lanciare occhiate furtive per tutto l’edificio, come se qualcuno potesse sbucare da ogni angolo e mandare tutto all’aria.
Si fermò a pochi metri dal cubicolo e sospirò prima di compiere quegli ultimi passi.
“È tutto pronto per domani sera?”
Donna sorrise soddisfatta. “Tutto.”
“Perfetto. Ah, io e Mike pensavamo di portare JJ, quindi se vuoi puoi portare anche Emily Rose. A Jason farà piacere.”
“Sei sicuro che sia il caso?”
“Ma sì. Terremo i liquori fuori portata.”
“Va bene, allora.”
La sua segretaria ridacchiò e abbassò la testa, raccogliendo i fogli che aveva davanti a sé e passandoglieli. “E dopo il piacere, ecco il dovere. Jones è riuscito a ottenere una nuova udienza.”
Harvey alzò gli occhi al cielo. “Almeno c’è da lodargli la tenacia. Avverti il signor Milton.”
“Già fatto. Sarà qui stasera alle sei.”
“Okay, allora...”
“Già informato anche Mike.”
L’avvocato ghignò. “Se mi dici che hai pronto anche il mio caffè, ti rapisco e andiamo a sposarci a Las Vegas.”
“Che demodé!” Una faccia disgustata accompagnò il gesto con cui prese la tazza di caffè e gliela porse. “E i bambini?”
“Mike è bravo a occuparsi di loro, e noi possiamo farne altri.”
Harvey prese un sorso mentre Donna si portava le mani al petto. “Ma io amo la mia piccola Emily!”
“Allora la portiamo con noi. In fondo ci serve un paggetto.”
L’espressione della sua segretaria era ora oltraggiata. “Damigella.”
“Damigella.”
Sorrisero entrambi, poi Donna indicò alle sue spalle con un cenno del capo. “Sapevi che Mike è dietro di te, vero?”
Harvey si voltò di scatto e lei scoppiò a ridere, mentre lui notava che non c’era nessuno. Non c’era niente di malizioso in quegli scambi di battute, lui e Donna si conoscevano da così tanti anni che tutto quello che doveva succedere era già successo, ma non voleva che Mike potesse pensare che ci fosse un fondo di verità. Quello che lo legava a Donna era un profondo affetto e avrebbe ancora preso a pugni chiunque l’avesse fatta soffrire, ma si poteva paragonare molto più a ciò che provava per suo fratello piuttosto che a quello che lo legava a suo marito.
Tornò a guardarla. “Molto divertente.”
“Sì, lo è.”
Harvey non rispose, scosse la testa e tornò nel suo ufficio, alzando gli occhi al cielo.

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Capitolo 12
*** 11 dicembre 2021 ***


11 Dicembre 2021


Harvey aveva percorso in lungo e in largo le tre stanze in cui si sviluppava la festa, assicurandosi che tutto andasse come previsto. Ora che stava avvenendo riusciva a rilassarsi un poco, anche se mancava la parte più importante. Proprio per quella andò a cercare suo marito, anche se era piuttosto sicuro su dove trovarlo.
I palloncini preparati per i bambini erano stati per lo più scoppiati dagli stessi, in un angolo Mike ne stava gonfiando altri sotto ordinazione dei piccoli dittatori. Gli si avvicinò osservandoli divertiti.
“Chi si sta divertendo di più, tu o i bimbi?”
L’altro adulto gli lanciò un’occhiata scettica poi tornò a guardare Jason ed Emily. “Giudica tu stesso.”
Nello stesso istante, la piccola saltò su un palloncino verde e lo scoppio sovrastò per un momento tutto il resto. I bambini ripresero a ridere e tornarono a caccia della vittima successiva.
“Mai avrei immaginato che questo ufficio sarebbe diventato un asilo.”
Quando si voltarono, Jessica era a pochi passi da loro, un bicchiere di champagne in mano. Non c’era traccia di biasimo nella sua voce, anzi, sembrava apprezzare i colori e la vivacità.
“Prima e ultima volta”, assicurò Harvey.
Lei sorrise e abbassò la testa. “Lo so.” Tornò a guardare i due uomini e allargò le braccia. “Allora, deciso quando?”
Mike guardò suo marito e poi il loro capo. “Nonostante tutti i disguidi, dovrebbe essere tutto pronto per fine marzo.”
“Bene...” Lo sguardo era lucido mentre continuava a spostarlo tra i due uomini. “Mi sento un po’ come una madre che vede i propri figli uscire da casa.”
“Grazie, ora avrò la sensazione di commettere incesto ogni volta che...”
Jessica alzò la mano libera davanti a sé. “Basta così, Harvey, risparmiami i dettagli.”
Lui rise e la signora Pearson si rilassò. “Bella festa, comunque.”
“Dovevo farmi ricordare. E ora, se permetti”, disse, cercando la mano di suo marito.
Un semplice ed elegante cenno del capo fu il loro via libero.

Arrivarono al centro della sala e Harvey richiamò l’attenzione di tutti. “Scusate, vorrei interrompere questa festa solo per alcuni minuti.”
Lentamente tutti si voltarono a guardarlo. Prese un bicchiere pieno da un tavolo lì vicino e cercò con lo sguardo la sua segretaria. “Per prima cosa, un grazie a Donna, la mia fantastica assistente, per aver organizzato la festa migliore che la Pearson Hardman abbia mai avuto e avrà mai.”
Donna sorrise, soddisfatta, e alzò a propria volta il suo calice verso di lui.
“Secondo, questa non è una festa di Natale in anticipo. Quella, quest’anno, mi sa che tocca a Louis.” Harvey guardò il collega e venne ricambiato da un’espressione di sfida.
“Staremo a vedere quale sarà la migliore.”
“Non vedo l’ora. E alla fine, mi mancherai anche tu.”
Louis lo guardò sconcertato. “Che cos’è questa storia?”
“Non ho intenzione di ritirarmi, tranquillo.” Osservò tutti i presenti e riprese. “Come forse qualcuno ha notato, ultimamente io e Mike – che siamo sposati, se qualcuno se lo è perso”, alzò la mano ancora stretta in quella dell’altro, “non abbiamo accettato molti nuovi casi. Questo non è perché non abbiamo voglia, come qualcuno potrebbe dire.”
Si soffermò di nuovo su Louis ma prima che potesse continuare, Mike lo attirò verso di sé ridacchiando. “Sta diventando troppo sentimentale per te.”
Harvey accennò un sorriso e annuì.
“Riprendo io”, annunciò suo marito. “Dopo molte riflessioni e aver valutato attentamente ogni aspetto anche con Jessica, la signora Pearson, Harvey ed io abbiamo deciso di creare una nostra firma. Ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che la cosa diventi effettiva, ma volevamo avvertirvi per tempo.”
Mike stava tremando, se ne era accorto, quindi strinse di più la presa, per richiamarlo accanto a sé e distrarlo da qualsiasi cosa stesse provando – probabilmente molto simile alla tristezza e commozione di lasciare un posto che aveva dato loro così tanto, che stava provando lui.
“Non è comunque questo il momento di affrontare eventuali problemi o altre questioni”, intervenne di nuovo. “Godetevi la festa.”

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Capitolo 13
*** 12 dicembre 2021 ***


12 Dicembre 2021


Specter Ross.

Fissava le decine di cartellini, tutti diversi tra di loro ma tutti recanti la stessa scritta, con un enorme, stupido sorriso sulle labbra. Erano sposati da quasi otto anni, ma provava ancora un brivido lungo la schiena ogni volta che leggeva i loro cognomi uno accanto all’altro. Spostò lo sguardo dalla scritta in rilievo all’anello sull’anulare sinistro, ricordandosi che era tutto vero, non il frutto della sua mente. Nonostante il suo dono, a volte doveva controllare che quella fosse la realtà, specie in momenti in cui la loro casa era così silenziosa. Non ci avevano passato nemmeno un anno, da sposati, prima che nella loro vita arrivasse Jason James e, per quanto lo amasse, non poteva dire di non rimpiangere la tranquillità.
Forse, con il nome che avevano scelto, avrebbe dovuto immaginarlo.
Jason Specter, il fratello di Harvey, non gli era stato presentato come una persona tranquilla e lontana dai guai e James... Beh, da quello che gli aveva raccontato sua nonna, James Ross era stato un vero e proprio scavezzacollo nella sua giovinezza. Quindi no, non era davvero sorpreso che suo figlio si fosse dimostrato degno di tali nomi, ma sperava che si sarebbe evitato alcune esperienze affrontate dai suoi parenti.
Quando la porta di casa si aprì, Mike alzò la testa per vedere suo marito andargli incontro, grondante di sudore nella tuta da ginnastica e con uno strano sorriso sul viso.
“Non pensavo di trovarti già in piedi.”
Gli sorrise di rimando e si alzò per raggiungerlo. “Non ho molto da fare, a letto, se tu non ci sei.”
“Pensavo eri più fantasioso.” Harvey si sporse in avanti e lo baciò.
“Vai a farti una doccia, poi ti faccio vedere io quanto so essere fantasioso.”
“Dopo o durante?”
Mike sorrise, malizioso. “Dipende da quando Jay e Lexy ci riporteranno i figli...”
Harvey avanzò, superandolo e posandogli una mano sulla vita per guidarlo con sé. “Io dico che non dovremmo rischiare.”

***

Erano usciti dal bagno e Mike stava finendo di vestirsi quando Harvey lo raggiunse alle spalle, lo aiutò a tirare giù la maglia e lo fece voltare. Indossava una vecchia felpa e un paio di jeans. Il più giovane lo squadrò un istante prima di sorridere e abbracciarlo.
“Allora, che stavi facendo prima?” domandò suo marito.
“Stavo vagliando alcune idee per la carta intestata.”
“Trovato qualcosa di interessante?”
“Forse... Vuoi dare un’occhiata?”
Harvey annuì. “Andiamo.”

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Capitolo 14
*** 13 dicembre 2021 ***


13 Dicembre 2021


“È... È... Perché avete deciso una cosa del genere?”
Louis era stato davvero sconvolto da quella notizia. Aveva passato la domenica in uno stato confusionario, nemmeno Sheila era riuscita a distrarlo. Ma dannazione, erano la sua famiglia! Poteva dire di averli visti crescere quanto aveva visto crescere JJ, e ora se ne andavano così, informandolo solo a cose finite? Pensava di aver meritato almeno un’anticipazione, non di essere trattato come tutti gli altri. Ma in fondo quello era l’ultimo di una lunga serie di tradimenti, cosa si aspettava?
“Guarda il lato positivo, ora non avrai nessuno che ostacolerà la tua ascesa al fianco di Jessica.”
Okay, Harvey aveva una buona argomentazione, ma...
“E JJ? Avevo in programma di iniziarlo alla nobile arte del balletto!” Spostò lo sguardo sui due colleghi davanti a sé, sempre più sconvolto. “E Donna Jr? Sono il suo padrino!”
Mike rise. “Non è che non puoi vedere più i nostri figli.”
“Ma scorda di spuntare a casa nostra senza aver telefonato. E niente balletto.”
Perfetto, Harvey non capiva. “È una cosa molto salutare e istruttiva per i bambini. Guarda come sono cresciuto io.”
“Appunto.”
“Cosa?”
Mike si alzò e allargò le braccia per tenerli lontani, anche se non si erano mossi dalle loro poltrone, e interrompere sul nascere quella discussione, guardando prima l’uno poi l’altro. “Basta. Louis, saremo felici se vorrai venire a trovare JJ e Donna... Su, Harvey, non fare l’orso.” Sorrise a suo marito, poi tornò a rivolgersi al collega. “Ma Louis, sul serio, niente balletto.”
Gli ci vollero alcuni secondi e lo sguardo determinato di Mike per farlo cedere. “Va bene, okay, niente balletto. Ma quando avrà compiuto quattordici anni verrà all’opera con me.”
Il più giovane lo guardò perplesso. “Perché quattordici?”
In sottofondo sentì Harvey borbottare un: “Non dargli corda, per favore.” Lo ignorò mentre si passava la mano sugli occhi.
“Perché prima non la capirebbe fino in fondo. Voglio che la sua prima esperienza sia indimenticabile.”
Harvey si alzò e si diresse all’uscita dell’ufficio, mentre esclamava: “Basta, non metterai di nuovo le mani su mio figlio!”
“Ma tu non capisci!”
Ridendo, Mike seguì suo marito. “Buona notte, Louis.”
“Mike, almeno tu! Fallo ragionare!”
Louis li osservò mentre la porta si chiudeva alle loro spalle e sospirò, si sarebbe dovuto impegnare a fondo affinché quei ragazzi avessero avuto la migliore istruzione possibile.

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Capitolo 15
*** 14 dicembre 2021 ***


14 Dicembre 2021


JJ si alzò dal tavolo e si avvicinò al piano cottura, alzandosi sulle punte per spiare nella padella. “Cos’è?”
“Vai a sedere.” Si spostò dall’altro lato mentre l’uomo si avvicinò per aggiungere le spezie. “A sedere, JJ. A tavola.”
“Vaaaa beeene.”

***

Quando Harvey e Mike rientrarono erano quasi le nove di sera. La prima cosa che notarono, davanti alla porta di casa, era il silenzio: niente tv, niente chiacchiericcio, niente strilli, niente. Si guardarono per un istante, perplessi, prima di entrare. Una volta arrivati in sala, Lexy si voltò verso di loro e si portò l’indice davanti alle labbra; pochi passi più avanti e notarono JJ addormentato sulle sue gambe. Sorrisero a quella visione, in genere li faceva dannare per addormentarsi. “Grazie”, mimò Mike con le labbra, mentre Harvey si avvicinava per prendere il figlio in braccio e portarlo nella sua camera.
“Anche Donna Jr dorme come un angioletto”, lo informò Jason quando si incrociarono in corridoio.
Gli sorrise in ringraziamento e mise a letto JJ prima di andare in cucina, dove Mike stava già mangiando. Allargò le braccia sconcertato, mentre sua cognata lo guardava ridacchiando. “Non si aspetta?”
Mike si pulì la bocca e posò la forchetta prima di indicare Jason. “Scusa. Jay cucina troppo bene, non ho saputo resistere.”
“Mi dispiace, fratellone. Il cuoco migliore sono sempre io.”
Harvey smise di fingersi offeso e gli sorrise. “Mi sarei preoccupato se veniva da te per un consulto legale. Doppiamente preoccupato, dato che il suo nome sarà sulla porta del mio studio.” Si accomodò davanti a suo marito e si servì dal piatto di portata a centro tavola. “Allora, due giorni che siete qui e ancora non mi avete detto come vanno le cose sulla costa.”
“Il solito: clienti esigenti, assistenti che chiedono aumenti e fornitori che fanno i furbi.”
Lanciò un’occhiata accigliata a Jason e Alexandra agitò una mano per minimizzare. “Non dargli retta, tende a rendere tutto più drammatico di quello che è, lo sai. I clienti lo adorano e i suoi assistenti sono fin troppo cooperativi. E i fornitori non ti hanno mai ingannato”, finì osservando il suo compagno.
Tutti risero e Jason alzò le mani in segno di resa. “Okay, è tutto una meraviglia. Venerdì sono finiti gli ultimi ritocchi e abbiamo riaperto. È stato un successo, e per questo mi sono concesso una vacanza per venire a trovare la mia famiglia.”
“Non capisco il nesso, ma non dirlo come se abitassimo dall’altra parte del mondo. Quant’è, un’ora di macchina?”
“Abbiamo impiegato ben ottantanove minuti per venire a lasciarvi la domenica libera. E ho pure cucinato per te gratis! Potresti almeno ringraziare.”
Harvey si voltò verso suo marito e annunciò: “Mike, ti prego, inchiniamoci davanti al grande chef Jason Archibald Specter. Ci ha fatto l’onore di cucinare per noi!”
Lexy scoppiò di nuovo a ridere e Mike la seguì a ruota; probabilmente se continuavano così avrebbero svegliato i bambini, ma per una volta non si sarebbe lamentato. Era da tanto che non passava del tempo con suo fratello e non poteva negare che gli fosse mancato. Quando erano assieme, tornavano sempre un po’ ragazzini e dopo una giornata di lavoro non c’era niente di meglio che scherzare con lui.

“Dunque”, disse Lexy sedendosi sul divano accanto a suo marito e fregandogli un pezzo di dolce, “venite da noi per il Capodanno?”
Mike la guardò perplesso. “Non dovevate passare le vacanze dai tuoi genitori?”
“Jay deve rimanere al ristorante per quasi tutto il periodo delle feste, quindi i miei passeranno a fare un salutino giusto per Natale e poi ripartiranno per festeggiare il nuovo anno in Florida. Non preoccuparti.”
“Allora...” Mike si voltò a incrociare il suo sguardo, annuì. “Direi che va bene.”
“Ottimo!”
Alexandra era sempre piena di energia ed era sempre stata molto gentile con loro e i bambini. “E riesce perfino a sopportarmi”, aveva scherzato una volta Jay, ed era vero. Tra loro due, Jason era quello più spigliato e vivace, quello che era riuscito a mantenersi gioviale anche crescendo. Certo, aveva aiutato che l’ambito culinario non era spietato come quello dell’avvocatura, ma si era chiesto più di una volta se al proprio posto Jason sarebbe diventato come lui. Non lo credeva, assomigliava molto a Mike in questo e nonostante tutto, suo marito era rimasto lo stesso ragazzo dal cuore d’oro che aveva conosciuto undici anni prima.
Guardò il suo consorte e allungò una mano a toccargli il viso, Mike si voltò di scatto. “Sono sporco?”
Fece un piccolo ghigno e gli si avvicinò, facendo scivolare le dita tra i suoi capelli. “No”, rispose prima di posare le labbra sulle sue. Avevano pur sempre ospiti, anche se erano Jay e Lexy.
“Dobbiamo andare a cercarci un hotel per stanotte?” chiese suo fratello, divertito, e ricambiò il suo sorriso.
“Non preoccuparti, le nostre stanze sono distanti abbastanza da non esserci problemi.”

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Capitolo 16
*** 15 dicembre 2021 ***


15 Dicembre 2021


C’era sempre qualcosa di magico, per Mike, nel vedere Harvey e Jason interagire tra di loro. Aveva sempre attribuito ciò al fatto di non aver avuto fratelli e di essere vissuto praticamente da solo per anni – era andato a trovare sua nonna ogni volta che gli fosse stato possibile, ma non era la stessa cosa. Era sempre stato cosciente che la mancanza di una vera famiglia era stato un problema per lui e lo aveva condotto in una lunga serie di guai, ma non biasimava più il destino perché quei guai lo avevano condotto dritto tra le braccia di Harvey.
Harvey che ora stava improvvisando un duetto con suo fratello, usando come strumenti posate, piatti e bicchieri, per intrattenere la famiglia – anche se Mike temeva che JJ avrebbe rotto qualcosa per imitarli.
Stavano ridendo tutti, anche Donna Jr nel seggiolone tra lui e Lexy era divertita da quell’atmosfera e lanciava pappa ovunque. Andò avanti per quasi venti minuti prima che i suonatori decidessero che era abbastanza per la serata e ringraziassero il loro pubblico.
A cena finita i due fratelli si ritirarono sul divano a chiacchierare, Donna Jr che gattonava in mezzo a loro, mentre Lexy e Mike si occupavano di ripulire, aiutati da JJ. Sembravano così tanto presi nel loro mondo, dopo mesi che non si vedevano, che era impossibile recriminargli di aver lasciato tutto il duro lavoro a donne e bambini (e Mike). Quest’ultimo si soffermò sotto l’arco che divideva il salotto dalla zona pranzo e rimase a fissarli rievocare chissà quale ricordo felice, sentendo quella stessa felicità pervaderlo di riflesso. Aveva una famiglia adesso e i suoi figli, un giorno, si sarebbero ritrovati a poter rievocare i bei momenti della loro infanzia, mentre i loro compagni o compagne li avrebbero osservati adoranti come era lui in quel momento. Aveva insistito su quello, sull’avere almeno due figli. Aveva imparato presto che la vita era imprevedibile, non voleva che qualcuno si sarebbe potuto sentire solo come era successo a lui. Anzi, peggio: non c’era più nessuna signora Ross o signora Specter a potersi prendere cura di eventuali orfani. Fosse stato per lui avrebbero avuto Donna Jr molto prima, ma erano entrati in gioco molti fattori e alla fine, l’importante era averla nella famiglia.
“Tutto okay?”
Mike spostò lo sguardo da JJ, che si era buttato sul divano tra i due uomini, a Lexy e le sorrise, abbassando la testa per poterla guardare negli occhi. “Niente potrebbe andare meglio.”
La donna ricambiò il sorriso e gli posò una mano sulla schiena, spingendolo in avanti. “Sì che può. Quando sederemo accanto ai nostri mariti, allora sarà tutto perfetto.”

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Capitolo 17
*** 16 dicembre 2021 ***


16 Dicembre 2021


Jason doveva essere al ristorante per dare una mano durante il weekend e per questo lui e Alexandra erano tornati a casa subito dopo cena, con grande dispiacere di JJ che aveva incrociato le braccia e si era messo a vedere la tv.
“Andiamo, è ora di mettersi a letto”, si avvicinò Mike, “domani hai scuola.”
Il bambino accentuò il broncio. “Non voglio.”
“Che significa che non vuoi?”
“Non voglio andare a letto, la zia Lexy e lo zio Jay dovevano raccontarmi una storia!”
Mike si mise a ridere. “Beh, pensavo eri grande per le storie.”
“Sì, ma...”
Jason James bofonchiò qualcosa e si tirò le ginocchia al petto, abbracciandole. “Non vengo a letto.” Tentò di nascondere uno sbadiglio, ma fallì miseramente.
“Sei stanco. Se ora ti fai accompagnare a letto senza fare altre storie, ti leggerò qualcosa io.”
Ci pensò su alcuni istanti, poi JJ disse: “Va bene” e si mise in piedi, dando la mano a suo padre.
Mike lo aiutò a mettersi il pigiama e poi gli tirò su le coperte, sedendosi al suo fianco. “Allora, che storia devo leggerti?”
“Inventane una!”
Quello non era previsto. Cercò di riportare alla mente una storia adatta a un bambino, ma non riusciva a ricordare qualcosa che suo figlio non avesse già visto o sentito.
“Allora, papà?”
“Va bene, ci sono. Allora. C’era una volta un contadino che si fece convincere dal suo migliore amico a fare una cosa illegale.”
JJ lo interruppe. “Che cosa?”
“Ehm... Doveva vendere della pericolosa Erba Magica contro il volere del Re.”
“E lo ha fatto?”
“Se mi fai raccontare... Sì, lo fece, ma quando arrivò sul luogo dell’appuntamento trovò le guardie reali, vestite come gente qualunque per ingannarlo.” Mike si godette lo sguardo di sorpresa del figlio e riprese. “Ma il contadino le riconobbe e scappò. Purtroppo le guardie lo notarono e gli corsero dietro. Per sfuggire, il contadino si nascose in una casa. Al suo interno c’era una ragazza, la cameriera di una Duchessa, che scambiò il contadino per un apprendista venuto a cercare lavoro e per questo lo mandò nella stanza dove il figlio della Duchessa lo aspettava.
Il contadino decise di fingersi un apprendista così da uscire dalla casa senza problemi, ma nel mezzo della discussione, il sacchetto dove teneva l’Erba Magica cadde per terra e rivelò la verità.”
“E poi?”
“Poi il figlio della Duchessa infranse la legge, non denunciando il contadino e, anzi, accogliendolo in casa come suo attendente.”
Mike si voltò sorpreso verso Harvey, ora al suo fianco. Suo marito gli posò una mano sulla spalla e si chinò a baciarlo.
“E...”
“Ora dormi, JJ. Il seguito la prossima volta”, disse Harvey.
Il bambino sbuffò. “Va bene.”
“Buona notte, piccolo.” Mike gli posò un bacio sulla fronte e si alzò.
“Buona notte.”

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Capitolo 18
*** 17 dicembre 2021 ***


17 Dicembre 2021


Harvey era appena rientrato dalla pausa pranzo quando Jessica apparve alla porta del suo ufficio. La fece accomodare e le sorrise, come se non fosse assolutamente sorpreso di trovarsela davanti. “Non ho combinato nulla. E se ho fatto qualcosa, ho le prove di non averlo fatto.”
Il sorriso bonario e un po’ esasperato di Jessica non riuscì a intaccare il suo ghigno malandrino. La donna scosse la testa e sospirò. “Non sono qui perché hai combinato qualcosa. Oramai sei un Partner di questa firma solo formalmente, tanto che mi stupisco che tu e Mike vi sprechiate ancora di venire in ufficio.”
“Siamo professionali”, replicò. “Allora qual è il motivo di questa visita?”
“Jenna Hart-Scott, ha insistito perché ti occupi tu del suo caso.”
Harvey la squadrò un istante, cercando di decifrare il tono che aveva usato, ma nonostante tutti quegli anni non era sicuro di riuscirci. Scelse la via che gli sembrava più sicura. “Non accetto nuovi casi, lo sai.”
“E lei non è intenzionata ad accettare un no come risposta. Per il momento, lavori ancora alla Pearson Hardman, quindi ti consiglio di essere puntuale. Lunedì, ore 12. La tua segretaria ti darà l’indirizzo.”
C’era qualcosa che non gli tornava, quindi la fermò prima che potesse alzarsi e andarsene. “Hai detto che ti stupisci di vedermi ancora qui, e poi vuoi assegnarmi un nuovo caso?”
“Harvey, avevamo un accordo e sono ancora fermamente convinta a rispettare la mia parte, anche se questa divisione porterà via, inevitabilmente, clienti a questo studio”, Jessica si fermò un istante, troppo breve per essere considerato una vera pausa, ma abbastanza da farsi sentire. “Ma la signora Hart-Scott ha detto che vuole, categoricamente, te come suo legale e, finché non impacchetterai le tue cose da questo ufficio, un cliente in più per te è un cliente in più per me. Lunedì potrai chiederglieli di persona i motivi per cui ti ha scelto.”
Senza dargli il tempo di replicare ulteriormente, Jessica si alzò e andò via, lasciandolo a fissare la porta che si chiudeva.
“Donna-”
La voce della sua segretaria giunse forte e chiara dall’interfono. “Sarà tutto sulla tua scrivania tra cinque minuti.”

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Capitolo 19
*** 18 dicembre 2021 ***


18 Dicembre 2021


Una delle cose che Jason James aveva preso da Harvey era l’amore smodato per l’attività fisica. Mike non riusciva a capire come potesse avere così tante energie da spendere, era sicuro che alla sua età non aveva mai corso così tanto. Sospirò quando li vide sparire dietro una curva, lanciandosi l’un l’altro una palla da baseball incuranti dell’aria pungente, e abbassò lo sguardo su Donna Jr, comodamente seduta nel passeggino. “Tu non mi farai fare queste corse, vero?”
La bambina rispose con un sorriso e un verso indefinito e lasciò cadere il peluche che aveva in mano. Il piccolo orsacchiotto peloso rimbalzò sulla protezione del passeggino e finì in terra.
“Grazie, Donna.” Mike si chinò a raccoglierlo, lo ripulì dalla polvere e lo consegnò nuovamente alla figlia.
Aveva percorso solo pochi metri quando vide Harvey e JJ tornare indietro, sorridenti. Suo marito stava camminando mentre il loro primogenito lo aveva già raggiunto di corsa, con parole che erano una gioia per le sue orecchie. “Fermiamoci qui! C’è uno spazio dove possiamo giocare con la palla!”
Si mise a ridere, doveva esserci il trucco per quella pausa. “Vai”, concesse con un cenno del capo.
Il bambino ripartì in volata sotto lo sguardo attento dei genitori, anche se Harvey non lo seguì subito. Invece, si avvicinò senza fretta a suo marito.
“Vuoi andare tu a giocare con lui, ora?”
In quel momento JJ si fece sentire da metà Central Park. “Allora, venite?”
“Verrò a chiederti il cambio presto.” Mike sorrise a Harvey e si allontanò in direzione del figlio.

Durante il ritorno a casa, JJ aveva avuto anche le forze per cantare a squarciagola le canzoni passate dalla radio ed erano riusciti a farlo smettere solo perché Donna Jr si era addormentata. Solo l’idea della cena era riuscito a farlo calmare e, alla fine, erano riusciti a farlo addormentare – cosa che Mike iniziava a credere impossibile – e a farsi una doccia. Tornato in salotto, Mike si lasciò cadere sul divano accanto a suo marito intento a guardare qualcosa alla tv, non aveva la forza di interessarsi a cosa fosse, e posò la testa sulla sua spalla.
“Donna Jr sarà più tranquilla, vero?”
Harvey lo abbracciò e gli schioccò un bacio sulla fronte. “Lo spero.”
Il più giovane chiuse gli occhi e si abbandonò al calore che irradiava il corpo al suo fianco. In qualsiasi situazione o luogo fossero, lì tra le sue braccia, riusciva a trovare la pace e la tranquillità necessarie ad affrontare qualsiasi cosa. Perfino l’idea, piuttosto terrificante in realtà, che la piccola Donna sarebbe diventata più affascinante, vivace e in gamba della sua madrina. Per fortuna, avevano ancora alcuni anni prima di dover pensare a come affrontare quell’eventualità.

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Capitolo 20
*** 19 dicembre 2021 ***


19 Dicembre 2021


JJ era appena stato lasciato da solo con sua sorella. Papà Harvey era a farsi la doccia e papà Mike in cucina a preparare la cena, e aveva lasciato Donna Jr sul tappeto con lui, ordinandogli di non farle male e non farla piangere.
La bambina stava gattonando da un peluche all’altro e Jason James la osservava a braccia conserte. Non le piaceva e non capiva perché doveva tenerla d’occhio proprio lui, non poteva nemmeno giocare con lei! Non gli piacevano i giochi che le avevano regalato, e tutti si erano assicurati di ripetergli più volte che lei non poteva giocare con i suoi giochi perché troppo piccola.
Stava ancora pensando a quanto era noioso avere una sorellina piccola, quando qualcosa si posò sul suo piede. JJ alzò lo sguardo per vedere Donna Jr che lo aveva raggiunto e voleva mordergli la scarpa. “Ehi, no! Ferma!” urlò, tirando indietro la gamba.
La bambina cadde in avanti e iniziò a piangere.
“No, ehi, non piangere!” implorò, sperando che i papà non la sentissero, anche se sapeva che era impossibile.
Infatti, giunse subito la voce di suo padre Mike. “JJ! Cosa è successo?”
Jason James scattò in piedi, prima di rispondere: “Niente! Lo giuro!”
Mike lo aveva già raggiunto e aveva preso in braccio Donna Jr, assicurandosi che stesse bene. JJ si lasciò cadere di nuovo in terra, le spalle contro il divano e le braccia strette attorno alle ginocchia, in attesa della ramanzina che sapeva sarebbe seguita, ma mica era colpa sua!
I secondi passarono e suo padre non disse nulla, e lui non aveva il coraggio di alzare la testa. Solo quando sentì papà Mike scivolargli accanto e dargli un colpetto con il braccio, osò voltarsi a guardarlo; aveva Donna Jr in braccio, ma almeno non sembrava arrabbiato. “Non si è fatta niente.”
Sembrava di vitale importanza informarlo di ciò, anche se JJ si sentiva appena sollevato, non l’aveva fatta cadere lui. Abbassò lo sguardo. “Bene.”
“Devi stare attento a quello che fa, te lo abbiamo già spiegato, non si rende conto che potrebbe farsi male.”
Lo aveva già capito la prima volta, grazie tante, ma non era colpa sua se Donna riusciva sempre a infilarsi in situazioni pericolose. “Va bene.”
“Ehi.”
Suo padre lo colpì di nuovo e allora tornò a osservarlo, in attesa del seguito. Mike stava sorridendo ora. “È ora che tu impari anche a tenerla in braccio, così la prossima volta puoi aiutarla tu.”
“Ma...” Non era sicuro di farcela, aveva paura di fargli male.
“Non c’è pericolo, ci sono qui io. Dai, abbassa le gambe.”
JJ fece come richiesto e ben presto si ritrovò sua sorella tra le braccia. “Una mano sempre sotto la testa.”
“Ha una testona.”
Mike rise. “Sì, ed è molto pesante, quindi tienila per bene. L’altro braccio”, glielo spostò sotto le gambe e la schiena della piccola, “così. Ci sei?”
“Sì. Credo di sì.”
“Bene. Visto?, non è difficile.”
Lui annuì.
“Perfetto. Quindi ora puoi pensarci tu mentre io mi occupo della cena, va bene?”
I suoi occhi dovevano aver trasmesso tutta la paura che quella frase aveva fatto sgusciare lungo la sua spina dorsale, perché suo padre scoppiò a ridere e concesse un: “Va bene, per ora la lasciamo di nuovo a giocare sul tappeto.”

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Capitolo 21
*** 20 dicembre 2021 ***


20 Dicembre 2021


Il luogo dell’appuntamento era il ristorante dell’Hilton. Quando Harvey arrivò, un cameriere lo guidò fino a un tavolo appartato dove si trovava una donna sulla quarantina, i capelli biondi erano raccolti in uno chignon alto dietro la testa.
“La signora Hart-Scott?”
Il sorriso le si offuscò solo per un istante prima di rispondere: “Fortunatamente ancora per poco. Sto per divorziare.”
“È un peccato.”
“Non per me, Gerard Hart è un bastardo. Ma prego, si sieda e mi faccia compagnia a pranzo.” Jenna indicò la sedia davanti a sé.
“Avevo capito che dovevamo parlare del motivo per cui mi vuole come suo legale.”
“Lo faremo, con calma.”
Harvey annuì e prese posto al tavolo.
“Ordini pure quello che più preferisce, non si preoccupi del conto.”
Dopo aver ordinato, l’avvocato osservò attentamente la sua possibile cliente. “Sa che sto per abbandonare la Pearson Hardman, vero?”
“Lo so, e la seguirò nel passaggio. Non sono interessata ai servizi della signora Pearson, ma ai suoi. Purtroppo non posso attendere che abbia aperto il suo studio.”
“Per quale motivo vuole me?”
“Ho avuto occasione di vederla in aula, mi piace come lavora.” Jenna si sporse sul tavolo. “E, me lo lasci dire, mi piace lei.”
Harvey inarcò un sopracciglio. “Sono lusingato, ma credo che nella sua osservazione si sia persa un dettaglio.” Alzò la mano sinistra e mostrò l’anello in oro bianco all’anulare.
La donna non sembrò stupita, anzi, alzò le spalle. “L’avevo notato, in realtà, ma pensavo fosse solo un trucco. Un matrimonio finito male, magari, e non voleva altre seccatrici.”
“E perché è giunta a una simile conclusione?”
“Non ho mai visto nessuna donna attorno a lei che facesse sospettare di essere sua moglie.”
Lui non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a ridere. La signora Hart-Scott non aveva battuto ciglio mentre parlava, come se stesse facendo un’osservazione casuale sul tempo e come se fosse assolutamente normale studiare così tanto una persona. Avrebbe dovuto temere di trovarsi davanti una qualche stalker psicopatica, ma non credeva lei lo fosse; sembrava solo molto sicura di sé, cosa che dieci anni prima avrebbe apprezzato molto.
“Mh... Dovrei essere spaventato?”
“No, non sono mai andata in tribunale solo per spiarla, signor Specter. Beh, forse un paio di volte...” Agitò una mano per aria. “Non è questo il punto. Il fatto che mi informi sulle persone che mi piacciono non indica che sia una criminale.”
“Questo è vero, ma chi le dice che mia moglie non sia mai venuta a trovarmi in aula?”
“Nessuna donna sana di mente non sarebbe mai venuta a marcare il territorio.” Strizzò un occhio nella sua direzione e prese un sorso di vino bianco. “Esiste?”
“Sì e no”, rispose, poi si apprestò a spiegare. “Sono sposato? Sì, felicemente. Ho una moglie? No. Mio marito è Michael Ross, lavora con me.”
Jenna si morse il labbro inferiore. “Questo non l’avevo previsto.”
“Delusa?”
“Sorpresa.”
L’arrivo del cameriere con le loro pietanze interruppe momentaneamente il discorso e quando il ragazzo se ne andò, Harvey chiese: “Questo cambia le cose?”
“Inevitabilmente.”
L’avvocato la invitò a continuare inarcando le sopracciglia e lei ridacchiò. “Cambia i miei piani”, rispose, “ma non ho ancora deciso in che proporzione. Ci penserò dopo pranzo.”

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Capitolo 22
*** 21 dicembre 2021 ***


21 Dicembre 2021


“Louis, davvero, sai meglio di me che non dovresti sederti al posto di Harvey.”
L’uomo fermò la sedia solo per osservare Donna, mani sui fianchi, che lo fissava minacciosa. Le sorrise. “Andiamo, che male c’è? E poi è colpa sua che non si trova in ufficio durante l’orario di lavoro.”
La segretaria alzò gli occhi al cielo, poi annunciò: “Bene, te la vedrai tu con lui. Devo andare a lavorare, io.”
Louis la osservò lasciare la stanza con fiera eleganza, dirigersi alla propria scrivania e raccogliere i fogli che doveva fotocopiare. Cliccò il pulsante dell’interfono. “Di’ a Norma di sbrigarsi con quei fascicoli che le avevo lasciato.”
“Non sono la tua segretaria.”
Senza degnarlo di un’occhiata, Donna si allontanò e lui rimase a godere di quella comoda poltrona, quasi migliore della propria – ma questo non lo avrebbe mai ammesso, ovviamente. Si voltò a osservare il paesaggio alle sue spalle; New York era davvero spettacolare, la vista migliore del mondo.
“Signor Specter?”
Non si era accorto che qualcuno era entrato nella stanza, ma non riconosceva la voce.
“Volevo farmi annunciare, ma non c’era nessuno e così...”
Interruppe la spiegazione della donna alzando una mano e ruotò di nuovo la sedia per fissare gli occhi in due iridi nocciola che si allargarono dalla sorpresa. Le rivolse il suo sorriso più splendente, quello che metteva così ben in risalto le sue guancette, per usare le parole di Sheila.
“Non- non è l’ufficio del signor Specter?”
“Sì che lo è, ma Harvey non è ancora tornato dalla pausa pranzo. Chissà in che modo lui e Mike stanno perdendo tempo”, indicò con il mento l’ufficio che si intravvedeva appena dalla parete in vetro e che sapeva essere vuoto, e la sconosciuta seguì il suo sguardo. “Da quando hanno annunciato che lasceranno la Pearson Hardman se la prendono sempre più comoda.”
“Oh...”
“Ma si accomodi”, Louis allungò una mano a indicare la sedia davanti a sé, “e mi dica, signora-”
“Jenna Hart-Scott. Attenderò che rientri.”
La donna si sedette e osservò di nuovo nella direzione dell’ufficio di Mike, l’avvocato lo notò e l’avvertì. “Oh, non ci conti che l’attesa sia breve, specie se per qualche motivo ci sono dietro i loro figli.”
Jenna si voltò sorpresa verso di lui. “Hanno dei figli?”
Louis sorrise, orgoglioso. “Due. JJ e Donna, la mia figlioccia. Adorabili, davvero. Vuole vederli?”
Prima che potesse rispondere, prese il portafoglio ed estrasse una foto dei due bambini, voltandola verso di lei. Amava quei bimbi come se fossero i suoi; non era colpa loro se avevano Harvey come padre, e dato che Sheila non poteva avere figli era il suo modo di averne.
“Graziosi, davvero.”
La signora Hart-Scott si ritirò in silenzio, osservandosi intorno.
“Sicura che non posso aiutarla?”
“No, non si preoccupi, non ho fretta”, rispose, senza voltarsi a guardarlo.
“Bene.”
Louis rimase a tamburellare sulla scrivania, fissando tutto e nulla, per alcuni istanti, quando Harvey entrò nell’ufficio. Un’occhiata e Louis scattò in piedi.
“Louis, sono sicuro che hai qualcosa di importantissimo da dirmi, ma devo chiederti di rimandare.” Con un gesto della mano, Harvey lo invitò a uscire e lui obbedì di mala voglia.

Rimasti soli, Harvey si spostò in modo da fronteggiare la signora Hart-Scott. “Ci ha pensato?”
“Sì, e ho deciso che prima di affidarle i miei soldi voglio conoscerla meglio. Domani a pranzo?”
L’uomo sorrise brevemente e si diresse alla propria sedia, non tanto per prendere tempo – non aveva dubbi sulla risposta – quanto per cercare di studiarla, vedere fin dove era disposta a spingersi. Infine, disse: “Mi dispiace, domani c’è la recita di mio figlio.”
Jenna inclinò la testa da un lato e mimando il suo sorriso, propose: “Cena?”
Harvey scosse la testa prima di fissare gli occhi in quelli della donna, serio. “Sono lusingato, davvero, ma se vuole persistere su questa linea, temo dovrà scegliersi un altro avvocato.”
Lei sostenne il suo sguardo senza battere ciglia, infine chinò la testa e sospirò. “Va bene, ho capito, non proverò più a sedurla. Iniziamo da capo.” Si alzò in piedi e tese la mano verso di lui. “Mi chiamo Jenna Hart-Scott, molto lieta.”

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Capitolo 23
*** 22 dicembre 2021 ***


22 Dicembre 2021


Le tende del teatro si erano chiuse, tra poco toccava a lui. Le maestre gli avevano già messo il costume, mancava solo la maschera. All’improvviso, scappò dalla presa e scostò la pesante stoffa granata, in cerca dei volti dei suoi genitori. Scrutò tutta la platea più volte finché non trovò la chioma rossa di Donna e, accanto, quelle di Emily e dei suoi papà. Non sembravano essersi accorti della sua faccia che appariva tra le pieghe delle tende e un po’ ne era dispiaciuto.
A un tratto, Emily Rose si alzò sulla sedia e lo indicò; tra il brusio della folla, sentì appena la bambina che lo salutava, la mano che si agitava a destra e a sinistra rischiando di colpire le persone davanti a sé. Donna la fece tornare a sedere composta, ma JJ era contento che avesse attirato l’attenzione su di sé. Ora, anche i suoi papà lo stavano salutando con la mano e papà Mike aveva alzato Dodò e stava cercando di farla guardare nella sua direzione. Voleva salutarli a sua volta, ma proprio in quell’istante la maestra lo trovò e lo riportò indietro, per prepararlo alla sua scena.
“Ecco qui”, disse la donna dopo avergli infilato la maschera. “Ricordi le battute?”
Lui annuì vigorosamente. “Se vuoi un amico, addomesticami”, iniziò a recitare. “Se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai i capelli color dell’oro...1”
“Sì, va bene, te le ricordi”, lo interruppe la maestra ridendo. “Ora stai attento, che tra poco tocca a te.”
“Va bene!”












1 Il piccolo principe, Antoine de Saint-Exupéry

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Capitolo 24
*** 23 dicembre 2021 ***


23 Dicembre 2021


Le luci erano perfette, la musica sublime e il locale era il meglio del meglio. Non che ne fosse sorpreso, aveva scelto tutto lui. Sorrise mentre la gente entrava e lo salutava; oramai c’erano quasi tutti, mancavano solo... Harvey e Mike.
Doveva aspettarselo che gli avrebbero fatto qualche sgarro del genere, dovevano sempre mettersi al centro dell’attenzione – oh, non Mike, la colpa era di Harvey, lo sapeva bene, aveva sempre traviato il giovane Ross, la cui unica colpa era stata quella di finire abbindolato da quell’avvocato da strapazzo del suo collega. Aveva cercato a lungo di allontanarlo dalle sue grinfie, ma non c’era mai riuscito.
“Che cosa stai tramando?”
La voce di Donna era giunta forte e chiara alle sue spalle, e lui si voltò di scatto. Era una strega, ne era sempre più convinto di anno in anno, e oramai erano abbastanza, non l’aveva nemmeno sentita avvicinarsi.
“Niente. Perché?”
Lei incrociò le braccia. “Non mentire, eri troppo assorto. Allora?”
Sbuffò, non era mai riuscito a vincere contro di lei, ma forse poteva essergli utile questa volta. Lei doveva saperlo! “E va bene. Mike e Harvey, perché non sono ancora arrivati?”
Aveva creato quella festa magnifica, dovevano vederla, dovevano vedere che lui era il più bravo anche in quello.
“JJ ha la febbre alta, devono aspettare il dottore.”
Louis spalancò gli occhi e quasi lasciò cadere il bicchiere che aveva in mano. “Co- cosa? E lo dici così? Come sta? Donna Jr è stata contagiata?”
Donna alzò le braccia, come a pararsi da quella fiumana di domande. “Ehi, non lo so. Quando e se arriveranno glielo chiederai.”
“‘Se’? Che vuol dire ‘se’?” domandò allarmato mentre lei già si stava allontanando. “Ehi!”
La segretaria era insensibile al suo dolore e non gli diede risposta, così estrasse il cellulare e cercò il numero di Harvey.
Due squilli, tre squilli... quattro... e ancora nessuna risposta. Lasciò che il telefono squillasse fino a che la linea non cadde da sola. Fece ripartire la chiamata.
“Louis, cosa fai qui da solo?”
“Harvey, come fai a sapere che sono da solo?”
Una risata argentina si levò alle sue spalle e l’uomo si voltò per trovarsi davanti il suo capo.
“Jessica! Scusa, stavo... volevo...” Armeggiò con il cellulare e lo mise di nuovo in tasca. “Ti stai divertendo?”
“Molto. È davvero una festa ben studiata.”
Louis sorrise, il petto in fuori e uno sprizzo d’orgoglio negli occhi. “Grazie, Jessica, il tuo parere positivo è sempre un’enorme gioia.”
“Ed io sono contenta di renderti felice”, rispose lei. “Ma perché non sei a goderti il tuo successo con gli altri?”
“JJ è malato, volevo sentire Harvey per sapere come stava... ma non risponde.” Sospirò, se non riusciva nemmeno a rispondere a una telefonata, forse era una cosa grave!
“Capisco, ma secondo me non devi preoccuparti, è in buone mani. O pensi che Harvey e Mike non stiano facendo del loro meglio?”
Jessica ridacchiò, Louis sapeva che era per alleggerire la tensione, ma non funzionava molto. Abbassò la testa, le guance che bruciavano. “No, certo che non lo penso, però...”
La donna gli posò una mano sul braccio. “Stai tranquillo. È un bambino, è normale che si ammali. Starà bene presto.”
Annuì vigoroso. “Sì, hai ragione, non c’è niente di cui preoccuparsi. Andiamo, vuoi un altro drink?”
“Volentieri.”
Con Jessica sottobraccio, Louis si allontanò finalmente dall’ingresso.

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Capitolo 25
*** 24 dicembre 2021 ***


24 dicembre 2021


Quando Mike entrò in camera del figlio, non riuscì a trattenere un urlo. “Jason James!” Il bambino era in piedi, scalzo, affacciato alla finestra aperta da cui entrava un’aria così gelida da credere che Jack Frost fosse davanti all’infisso intento a soffiare verso di loro. Si avvicinò in un attimo e lo tirò via prima di chiudere la finestra e rimetterlo a letto, incurante delle sue proteste.
“Ma c’è la neve!” brontolò il piccolo.
“E tu hai la febbre, che ti sarà di sicuro aumentata dopo questa bravata.” Mike sistemò il cuscino sotto la testa del figlio e si allontanò a prendere il termometro che aveva lasciato sul comò la sera prima. “Continua così e il dottore ti darà tante punture.”
Mento in alto e sguardo serio, JJ rispose: “Non ho paura! Voglio andare a giocare con la neve!”
Mike sospirò. “Stai buono.”
“Ma...”
Quando incrociò lo sguardo di suo figlio, questo si calmò all’istante e lasciò che gli misurasse la temperatura. Non capitava spesso, ma Mike si compiaceva di pensare che fosse in grado di avere uno sguardo molto minaccioso quando necessario. (Harvey sosteneva la teoria che loro figlio non era abituato a vederlo serio nei suoi confronti, quindi non appena smetteva di sorridergli JJ capiva che si stava comportando male. Ma non faceva affatto paura.) In entrambi i casi, l’importante era che obbedisse.
JJ lo guardò impaziente. “Allora, si è alzata?”
Mike sollevò gli occhi dal termometro e annuì. “Sì, e se non la smetti di fare il monello stanotte Babbo Natale non ti porta niente.”
“Non è vero!”
“Vuoi sfidarlo?”
Il bambino lo fissò un istante in silenzio, poi scivolò più in basso e si portò le coperte fino agli occhi. “Forse ora dormo un poco.”
Mike annuì e gli scompigliò i capelli. “Bravo, e quando ti sveglierai ci sarà un buon pranzetto per te.”

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Capitolo 26
*** 25 dicembre 2021 ***


25 dicembre 2021


Harvey e Mike avevano appena finito di sistemare i pacchi sotto l’albero quando sentirono suonare il campanello di casa. Si guardarono negli occhi, era quasi mezzanotte e mezza e non attendevano visite.
“Vado io.”
Harvey si diresse alla porta e osservò dallo spioncino. Aprì all’istante trovandosi di fronte la versione a dimensioni reali di una Donna sconvolta con in un braccio un’assonnata Emily e nell’altro una busta piena di pacchetti. Si spostò per lasciarla entrare e lei annuì avanzando.
Mike era a pochi passi da loro, allarmato. “Che cosa è successo?”
Donna posò in terra la figlia e la borsa, e sospirò, iniziando a svestire Emily. “Scusate... io... lui...”
A quella parola, Harvey inarcò un sopracciglio mentre Mike era andato a prendere un bicchiere d’acqua. “Lui? Dove era?”
Suo marito arrivò con il bicchiere che consegnò alla segretaria e prese la bambina, facendola accomodare sul divano. Donna bevve e annuì. “Sotto casa mia. Ha detto che era passato a fare un saluto, vedere Emily, magari trascorrere dei giorni con lei e... Riprovarci. Non potevo restare lì”, spostò lo sguardo tra i due uomini, “ci sarei ricascata, capite? L’ultima volta che l’ho visto, benché sapessi che razza di uomo fosse...” lasciò la frase in sospeso e guardò sua figlia con infinita tenerezza.
Harvey le passò un braccio intorno alle spalle e la strinse a sé, posandole un bacio tra i capelli. “Hai fatto bene a venire qui.”
“Aveva un enorme mazzo di rose rosse e un peluche delle dimensioni di Emily”, mormorò tra i singhiozzi.
L’uomo le accarezzò la schiena. “Shh. Va tutto bene. Appena torniamo in ufficio mi assicurerò che non gli faranno più mettere piede sul suolo americano. O preferisci che rimanga confinato nella terra della Regina?”
Donna sghignazzò, nonostante tutto. “L’interdizione dagli States è sufficiente.”
Ridacchiarono. “Bene, allora interdizione sia.”
Harvey non aveva finito di parlare che sentirono un rumore. Si voltarono tutti verso il corridoio che conduceva alle camere e videro un assonnato Jason James che li fissava. “Che è successo? Perché c’è la zia Dodò?”
Gli adulti si scambiarono uno sguardo preoccupato, poi Mike tornò a guardare il figlio e rispose: “È... beh, è venuta a portarti altri regali. Babbo Natale si è sbagliato e ha lasciato a casa sua alcuni pacchetti anche per te e Donna Jr.(1)”
Il bambino li fissò alcuni istanti, poi disse: “Allora possiamo aprirli!”
“Cosa?”
“I regali ci sono, io sono sveglio... Apriamoli, dai!”
Emily Rose sembrò essersi svegliata del tutto a quelle parole. “Sì, dai, voglio aprirli anche io!”
“Ma sì”, disse Donna, “siamo tutti svegli e, almeno io, non mi addormenterò presto.”
Harvey annuì. “Va bene. E sia, in fondo è Natale.”
“Evviva!”
I bambini si misero a saltare e JJ corse verso i regali sotto l’albero mentre Emily guardò con lo sguardo la madre. Donna indicò la busta ai suoi piedi. “Se cerchi, qualcosa trovi.”
In quel momento Donna Jr iniziò a piangere. Mike si alzò dal divano: “Vado io.”
Quando Mike tornò in salotto con la neonata in braccio, trovò Harvey con una bottiglia di spumante ed una di succo di frutta; sul tavolino un pandoro aperto e cinque bicchieri.
“Pronti? Tre, due, uno...” Harvey stappò il vino e riempì i flute mentre Donna versava il succo di frutta.
“JJ, Emily venite qui!”
Donna aveva passato i bicchieri ai bambini e ora prendeva il suo. Si raddrizzarono tutt’e tre, mentre i più piccoli stavano già bevendo. Harvey fu il primo a parlare: “Buon Natale.”
“Tanti auguri”, gli fece eco Mike.
Donna fece tintinnare i bicchieri. “Auguri!”
Emily saltò su e giù accanto a sua madre. “Buon Natale! Auguri!”
“Buon Natale!” ripeté JJ, iniziando a saltare a sua volta e versando del succo per terra. “Andiamo a scartare i regali, ora!”










(1) Sì, è una cosa stupida, ma i miei parenti non sono mai stati fantasiosi e ciò è tutto ciò che ricordo xD (E di mio non sono meglio, no...)


Fine. Un po’ mi dispiace. Mi ero affezionata, ma magari ne scriverò ancora. Innanzi tutto, BUON NATALE a tutti voi! Spero sia, e sarà, una piacevole festività. Poi, credo devo una spiegazione sul padre di Emily Rose. Quando ho iniziato la storia avevo varie idee, una più tragica dell’altra (molto tragica), poi Suits è andato avanti, ed è apparso Stephen e... Non sapete quanto io abbia amato Stephen e la Stephen/Donna! ç___ç Quindi il padre di Emily doveva essere lui. Purtroppo, con tutto quello che è successo non poteva esserci il lieto fine e... Ecco qua.
Ho immaginato che lui e Donna si “rivedono” alla sua uscita dal carcere, Donna rimane incinta e... E poi Donna si rende conto dell’errore che aveva fatto e decidesse di crescere la figlia da sola. Non penso Stephen riuscirebbe mai a farsi perdonare, ma mi piaceva l’idea che comunque Donna non riuscisse a non esserne attratta. Sue me.

Dovrebbe essere tutto, spero. Purtroppo non ho molto tempo in questi giorni, quindi chiedete pure se è rimasto qualche punto oscuro!
Intanto ne approfitto per ringraziare tutti quelli che hanno commentato o solo lasciato segno del loro apprezzamento attraverso i bottoncini a lato. Risponderò a tutto non appena avrò un attimo libero e batteria carica (mi collego solo dal cell in questi giorni).
Ancora AUGURI a tutti!

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