A unusual year

di Gemad
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di nuovo insieme, più un tocco di rosso ***
Capitolo 2: *** Il ritorno e la richiesta ***
Capitolo 3: *** La festa comincia ***
Capitolo 4: *** La vigilia delle partite ***
Capitolo 5: *** La prima partita del torneo, si apre con le sorprese ***
Capitolo 6: *** Tutto va per il meglio, ma.... ***
Capitolo 7: *** Il risveglio, l'evasione, la partita e.... ***
Capitolo 8: *** Punizione col biondo ***
Capitolo 9: *** La visita, la festa, la perdita ***
Capitolo 10: *** L'ultima giornata ad Hogwarts ***
Capitolo 11: *** Ricercati ***
Capitolo 12: *** Troppe preoccupazioni, oggi voglio Quidditch! ***
Capitolo 13: *** Hogwarts, finalmente ***
Capitolo 14: *** E questo che cosa significa? ***
Capitolo 15: *** La notte che non ti aspettavi ***
Capitolo 16: *** Capodanno a sorpresa ***
Capitolo 17: *** Senza una seconda scelta ***
Capitolo 18: *** L'Udienza ***
Capitolo 19: *** Il rientro ad Hogwarts ***
Capitolo 20: *** Aria di Quidditch e di amore ***
Capitolo 21: *** Eventi misti ***
Capitolo 22: *** Chiarimenti e Quidditch ***
Capitolo 23: *** La talpa ***
Capitolo 24: *** Ricongiungimenti ***



Capitolo 1
*** Di nuovo insieme, più un tocco di rosso ***


 Capitolo 1: Di nuovo insieme, più un tocco di rosso

Harry Potter, un ragazzo di tredici anni era stato appena lasciato dai Dursley davanti ad una panchina dove decise di sedersi; è sempre così, pensò il ragazzo, Kings Cross, piena di persone sconosciute da tutto il mondo, e treni che arrivavano e partivano. Si era dato appuntamento con i suoi due migliori amici Ron ed Hermione.
Ogni tanto si guardava attorno per vedere se uno dei due si faceva vivo. Ma nessuno si faceva vedere, erano le dieci e mezza, c’era abbastanza tempo per aspettare gl’amici, pensò Harry.
Era già passato un quarto d’ora, erano in grave ritardo, non aveva voglia di perdere il binario per la scuola. Proprio non c’è la faceva più, era una noia, stare seduto su quella scomoda panchina senza schienale. Poi vide qualcuno che si avvicinava, un ragazzo rosso, un po’ lentigginoso, alto, con affianco una ragazza dai capelli bruni e cespugliosi, non tanto alta come il rosso ed Harry, ma nella norma.
-Ron, finalmente!- Harry era rimasto fermo, su una panchina, ad aspettare con impazienza i suoi due migliori amici. Londra in questi giorni, si presentava con un insopportabile caldo inspiegabile.
-Scusami Harry, sono dovuto andare a prendere Hermione- rispose con un tono di scusa l’amico.
-No Ron! Harry, se qui devi dare la colpa a qualcuno quello sono io- rispose determinata Hermione.
-Va bene! Va bene! Non vi preoccupate, ma è meglio se forse andiamo!-. Eh già, pensò Harry, erano le undici meno cinque, il binario 9 ¾ stava per partire. Così Harry, Ron ed Hermione presero i loro bagagli e animali, e salirono; che sensazione magnifica, pensò Harry, l’odore dell’interno del treno, stava per portarlo a casa, a Hogwarts.
-Chissà cosa impareremo quest’anno- disse Hermione eccitata.
-Cavolo Hermione!- ruggì Ron -Pensi sempre e solo allo studio-.
-Ron, se tu vuoi stare insieme a me, vedi di comportarti bene-.
E’ vero, pensò ancora Harry; Ron ed Hermione stavano insieme. Improvvisamente si sentì un po’ solo, pensò che avrebbe dovuto cercarsi anche lui una ragazza. In questo momento non aveva idea con chi poteva mettersi, la maggior parte delle ragazze che gli piacevano, o erano troppo grandi, oppure già impegnate. Finalmente trovarono uno scompartimento nel treno, avevano già salutato molti compagni, come Dean, Seamus e  Baston, che gli aveva annunciato la sua riconferma come Cercatore nella squadra della Casata di Grifondoro.
Harry fece cenno ai due amici di entrare all’interno, ma loro dissero di no, -Ma, perché?- chiese Harry un po’ offeso.
-Dobbiamo stare un pochino insieme, non ci siamo visti per tutta l’estate- disse, sussurrando l’amico, all’orecchio di Harry.
Così Harry entrò nello scompartimento vuoto da solo e anche molto scocciato. Si accorse che il treno era già partito, così si mise comodamente seduto sul divanetto grigio a quadratini.
Harry pensò alla schifosa estate che aveva passato, chiuso in casa dai Dursley, con gli zii ed il cugino che rompevano soltanto, come sempre d’altronde. L’unica compagnia che Harry aveva, era la sua fedele civetta Edvige, che usò come messaggera, e mentre i Dursley non c’erano Harry sgattaiolava al piano di sotto per guardare alla tv il calcio e mangiare qualcosa.
Non è che ci capiva un gran che, pensò, ventidue uomini che rincorrevano un pallone per gettarlo in una porta. Nel Quidditch si corrono tre palle, i giocatori sono quattordici, e si getta una delle tre palle in tre anelli avversari. Non c’è tanta differenza, pensò ancora Harry, in fin dei conti è divertente sia l’uno che l’altro. Poi però Harry tornò alla realtà; qualcuno era entrato nello scompartimento, era una figura alta e femminile, con i capelli rossi e divinamente bella: era Ginny. -Ciao!- disse lei con molto entusiasmo.
-Ciao Ginny- rispose Harry felice.
-Ron e Hermione dove sono?- chiese lei.
-Volevano recuperare il tempo perso- disse Harry seccato, mentre Ginny si sedeva vicino a lui. -Oh!- disse lei un po’ imbarazzata.
Rimasero in silenzio per un po’, forse qualche minuto; con la coda dell’occhio Harry la scrutava, la sua chioma rossa il suo viso perfettamente liscio, la sua bellezza nella voce e nel corpo. Mentre lei lo scrutava, a parere di Harry, lo faceva con molta felicità. Si guardavano ancora, si avvicinavano, Harry poteva vedere i suoi bellissimi occhi, il suo perfetto naso, e poi si toccavano con mani e labbra in una stretta amorosa.
Poi la porta si aprì ed entrarono Ron ed Hermione. Harry quasi gli avrebbe chiuso la porta in faccia, per quel momento rovinato.
-Ciao Ginny!- dissero Ron ed Hermione, evidentemente non gli avevano visti, si erano staccati appena in tempo. Ron poi si mise vicino ad Harry, e Hermione vicino a Ginny. Harry sperava che lei non disse niente e con uno sguardo si capirono, e Harry rimase tranquillo e chiese a Ron -Allora, hai recuperato il tempo perso?-.
-Ma piantala- disse Ron felice, scompigliando i capelli all’amico.
Allora Harry tornò a guardare il paesaggio dal finestrino non distaccandosi quasi mai, neanche per le chiacchere o per il carello dei dolci. Era buio, e Harry stava per tornare alla fantastica Hogwarts.
-Allora- incominciò lui -Come hai passato l’estate Ron? Ci siamo scritti, ma abbiamo parlato solo della mia estate, non della tua-.
-Bè, ad esserne sinceri, è stata una normale estate. Certo, mamma mi ha messo a lavorare nell’orto con papà, e Fred e George non facevano altro che farmi scherzi e ridere di me, ma per il resto è andata bene, ma mi è mancata Hermione- disse mettendo un braccio intorno alla spalla di Hermione.
-La tua invece dolcezza?- gli chiese il compagno.
-Ma Ron! Me l’hai già chiesto per lettera- rispose lei, -Si, ma lo vuole sapere anche Harry- disse dandole un bacio sulla fronte -E poi, non mi stanco mai di sentire la tua voce-.
Lei ridacchiò appoggiandosi alla spalla del rosso dicendo -Bè, quest’estate, è stata fantastica, sono stata a Parigi la prima settimana dopo la fine della scuola, poi abbiamo fatto tappa a Lille per un mese, e poi, il resto dell’estate, lo trascorsa a casa, avvolte uscendo con i miei, o andando in piscina-.
Harry guardò Ginny, era sicuramente annoiata per le vicende raccontate, probabilmente, come Harry, sarebbe voluto rimanere da sola con lui, e lui con lei. Il resto del viaggio, lo passarono tutto nello scompartimento, non uscirono nemmeno in giro. Ed infine eccolo lì, il maestoso castello creato da Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Sono a casa, pensò Harry, sono a casa.

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Capitolo 2
*** Il ritorno e la richiesta ***


Capitolo 2: Il ritorno, e la richiesta

Harry si alzò subito, prese la sua divisa di Grifondoro, se la mise, prese i bagagli e scese insieme all’amata Ginny, e ai suoi due migliori amici. Come scesero in stazione, per Harry fu subito una seccatura; Malfoy, Tiger, Goyle, Zabini e la Parkinson, erano pochi passi dalla loro. -Oh, è un piacere vedervi Mezzosangue, Potter e Lenticchia- disse sgarbatamente Malfoy.
Ron stava per sfoderare la bacchetta, ma Harry gli fece cenno di non aprire un combattimento tra studenti  già da adesso. Così il biondo Malfoy, se ne andò sghignazzando con i suoi due gorilla, Zabini che appariva del tutto indifferente alla cosa e con la Parkinson che gli fece un occhiolino.
Un momento, pensò Harry, la Parkinson mi ha fatto l’occhiolino? E così Harry con i suoi amici si diressero verso le carrozze, ne presero una e montarono sopra. Mentre percorrevano il sentiero che li avrebbe portati alla scuola, Ron continuava a protestare sul perché non gli avessero lasciato schiantare.
-Te l’ho detto Ron, Goyle o Tiger, ti avrebbero messo al tappeto se l’avresti fatto- disse in modo diplomatico Hermione.
-Mi stai dando dell’incapace Hermione?- chiese Ron un po’ infastidito.
-No, no, è solo che, è difficile per chiunque affrontarne due contemporaneamente, per di più-.
-E’ vero Ron, Hermione ha ragione e smettila di fare il bambino- disse Ginny -Tu che ne dici Harry?- gli chiese la rossa.
-Cosa? Ah si, ha ragione lei- disse Harry un goffamente.
Ma Harry non aveva ascoltato la discussione, perché stava ancora pensando all’occhiolino della Parkinson; Ron, Hermione e Ginny, a quanto pare, non si sono accorte di nulla. Ma ormai dovette per forza smetterla di pensare, perché la carrozza si fermò. Ed eccolo lì, il grande portone pronti ad accogliere gli studenti.
Ad attenderli fuori ci fu il professor Vitious, che è anche direttore della casa di Corvonero
-Bentornati ragazzi!- li accolse lui -Non perdiamoci in chiacchere e andiamo-.
Entrando Harry, vide le scale che l’avrebbero condotto al dormitorio, al suo letto a baldacchino, caldo e morbido. Ma voleva anche parlare con Ginny, la prese in disparte, e la trascinò in fondo alla fila per avere più tempo. -Senti Ginny- incominciò un po’ imbarazzato -Vorresti incontrarti con me a mezzanotte giù alla Sala Comune per parlare?-. Ginny lo guardò strano ma comunque alla fine accettò.
Con questo senso di sollievo, Harry si accorse di avere una gran fame. Lo Smistamento fu comunque lungo, grazie anche alla solita canzone di inizio anno del Capello Parlante;


"Bentornati ragazzi, a questo punto sembriamo dei pazzi, prevedo questo anno sarà  sospettoso e forse un po’ pericoloso. Ma ad Hogwarts noi siamo, e degli incantesimi impariamo, con delle persone che ci proteggono e aiutano mentre altri solo parlano. E’ forse Grifondoro la vostra via? Culla dei coraggiosi di cuore, audacia, fegato e cavalleria fan di quel luogo uno splendore. O forse Serpeverde ragazzi miei? Qui troverete gli amici migliori, quei tipi astuti e affatto babbei, che qui raggiungono fini onori. Oppure Corvonero? Il vecchio e saggio, se siete svegli e pronti di gente, ragione e sapienza qui trovano linguaggio, che si cofà in simile gente. O forse Tassorosso la vostra via? Dove chi vi alberga è giusto e leale, qui la pazienza regna infinita, e il duro lavoro non è innaturale."

-Un po’ strano il primo ritornello non trovi? Ed è stato molto corto e veloce; poi si è susseguita la solita cantilena- chiese Neville, che si trovava affianco a Seamus Finnigan e di fronte a Dean Thomas, mentre applaudiva insieme a quasi tutti gli studenti delle altre case.
E finalmente arrivò il discorso del preside, Albus Silente. -Buonasera ragazzi e ragazze, maghi e streghe! Ora vorrei solo dirvi che sono molto contento di rivedervi di nuovo qui tutti sorridenti. Perciò hai tanti nuovi studenti, Benvenuti! E hai vecchi studenti, Bentornati! Volevo aggiungere che, come sempre, l’accesso alla Foresta è severamente proibito. E’, inoltre severamente proibito anche a tutti gli studenti gironzolare per i corridoi dopo il coprifuoco, grazie. Ed infine vi presente Remus Lupin, che da oggi è diventato il nostro nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure- il professor Lupin, con il volto un pò segnato dalla vecchiaia, e da molti graffi, si alzò in piedi facendo un inchino alla Sala Grande piena di applausi per il nuovo arrivato.
-Ed infine, diamo il benvenuto anche al nostro nuovo insegnante di Cura delle Creature Magiche: Rubeus Hagrid- come terminò Silente, si levò un enorme applauso dal tavolo dei Grifondoro, -Ed ora Abbuffatevi!- disse Silente, e con uno schiocco di dita i piatti di ogni studente si riempirono magicamente di cibo delizioso; i più estasiati, ovviamente, furono i bambini del primo anno.
A Harry, bastò poco per saziarsi, mentre Ron si azzuffava a volte imboccando dolcemente Hermione, che sorrideva felice. Ginny invece era immersa in una fitta conversazione con Angelina Johnson, sicuramente di Quidditch o gossip.
Harry, invece si mise a parlare con Neville; -Come sono andate queste vacanze estive Neville?- gli chiese per prima cosa Harry.
-Oh, a mio parere, molto bene, io e mia nonna siamo stati in Olanda ad ammirare fiori babbani, a mio parere sono bellissimi! E poi ovviamente sto crescendo una Tentacula Velenosa in una piccola serra, che ho costruito senza magia, in giardino-.
-Oh è fantastico Neville- rispose Harry in tono amichevole.
-A te invece Harry?- chiese Neville.
-Non un gran che- disse Harry addentando un pezzo di carne -Sono rimasto chiuso nella mia camera, a casa dei Dursley-.
-Oh!- rispose Neville, chiaramente, non sapeva che cosa dire; -Senti Harry- riprese lui -io, Seamus e Dean vorremo parlarvi di una cosa prima di coricarci ok?-.
-Ok, d’accordo- rispose Harry, poi riferendolo subito a Ron, che aveva la bocca piena di uova e cosce di pollo -Non capifo, di fosa sci fogliono sarlare?-.
-Non so, ma da come lo diceva Neville, e da come lo stavano guardando Seamus e Dean, sembrava importante-.
-Mah!- concluse Ron tornando a parlare con Hermione.
Harry ora si sentiva strano, un po’ “osservato”; guardò il tavolo degli insegnanti, ma nessuno lo stava guardando, nemmeno Hagrid che era immerso in una fitta conversazione con Silente. Neanche da Piton che guardava con spregevolezza il professor Lupin, che a sua volta parlava col professor Vitious. Harry dunque, si girò ma non vide nessuno al tavolo dei Tassorosso o Corvonero che lo guardavano. Guardò di fronte, nel tavolo dei Serpeverde, e scoprì chi lo stava guardando; ancora lei, Pansy Parkinson, che gli fece di nuovo l’occhiolino.
Harry un po’ stordito, chiamò Ginny, che era di fronte a lei, dicendogli che dovevano parlare in un altro momento, perché era troppo tardi. A suo malgrado, Ginny accettò. Ma non era quello il motivo per cui Harry aveva rimandato il vedersi con la bellissima Weasley, ma perché doveva riflettere, capire il perché la Parkinson lo osservava, e soprattutto, perché gli faceva l’occhiolino.
Lui si alzò per andare al bagno, rassicurando tutti. Entrò, non c’era nessuno, probabilmente non vi era ancora entrato nessuno; si tolse il maglione, e si slacciò la cravatta, rimanendo solo con la camicia sul petto. Si bagnò la faccia, si sbottonò due o tre bottoni per prendere un po’ di aria, faceva un bel po’ di caldo. Harry si appoggiò al lavandino, cercando di riflettere. Ma poi, si sentì delle mani girarlo, toccargli la faccia e baciarlo, per poi andarsene; era di nuovo lei, la Parkinson.
Cosa stava succedendo, si chiese Harry, perché? Perché? Harry era innamorato di Ginny in questo momento, non di una ragazza che odiava tremendamente. Harry sentì dei passi, chissà quanto tempo era passato, da quando si era allontanato. Si accorse che tutti erano già saliti.
Così, evitando Pix, Harry arrivò davanti al ritratto della Signora Grassa, e lei chiese -Parola d’ordine?-, Harry non la sapeva.
-Non puoi, farmi entrare?- chiese lui dolcemente.
-Non si entra senza la parola d’ordine!- rispose lei.
Harry ora stava supplicando -Ti prego fammi entrare, questa è la prima notte-.
-Non si può, mi spiace ragazzo-.
Harry era un po’ nel panico, non aveva voglia di passare così la sua prima notte. Ma qualcuno aprì da dietro il buco del ritratto, era Neville in pigiama che parlò all’istante -Harry, dov’eri finito? Vieni entra. E comunque la nuova parola d’ordine è “Fiamme di campagna”-.
-Grazie tante Neville- disse con affetto e sincerità all’amico.
Entrò nella stanza, Ron, Dean e Seamus in pigiama, che chiesero subito spiegazioni sul perché c’aveva messo così tanto, e raccontò che si era attardato in bagno, e che non sapeva la nuova parola d’ordine. Dopo che Harry ebbe spiegato la vicenda, senza raccontare la parte con la Parkinson, Seamus parlò -Allora, Ron, Harry, volevamo parlarvi- Harry e Ron si scambiarono un occhiata veloce, e Seamus continuò -sapete io, Neville e Dean, pensavamo di organizzare dei festini segreti dentro Hogwarts- Harry e Ron si guardarono di nuovo come per chiedersi se era una buona idea o no.
-Dai ragazzi, sarà una vera forza, pensateci, Vodka, Whisky Incendiario, Burrobirra, Vino, tanto cibo, e ovviamente, non manca, per chi lo volesse un po’ di fumo; ma la cosa più importante è la musica, che sarà a tutto volume- disse con convinzione Dean.
-E come faremo, a non farci beccare?- chiese Harry, chiaramente interessato all’idea di scatenarsi un po’.
-Useremo la Stanza delle Necessità, nessuno ci scoprirà, a meno che non si faccia la spia, ma sarà difficile-.
-Per me va bene- disse con convinzione Ron, e poi chiedendo.-Tu cosa ne pensi Harry?-.
Harry ci pensò su per qualche secondo sapendo che se lo facevano avrebbero infranto una infinità di regole ma alla fine disse -Si facciamolo!-.
Ed i cinque alla fine si diedero un cinque insieme. E dunque tutti si coricarono nei loro letti tirando le tende, mentre Harry si mise il pigiama, si coricò e tirò le tende, pensando a quello che è successo nell’intero giorno: il bacio con Ginny, il quasi scontro con Malfoy, gli occhiolini e il bacio della Parkinson e l’organizzazione dei festini segreti.
-Che giornata!- disse sotto voce a se stesso Harry.        

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Capitolo 3
*** La festa comincia ***


Capitolo 3: La festa comincia

Il sole passava dalle finestre di Hogwarts, Harry si svegliò verso 7:30. Le lezioni incominciavano tra mezz’ora; notò che solo Ron era ancora addormentato, e dunque decise che era meglio svegliarlo.
-Ron! Ron! Svegliati!- insistette Harry scuotendolo.
-Mmh? Ah si ora mi alzo, non ti preoccupare- rispose Ron terminando con uno sbadiglio.
I due amici si vestirono, e scesero in Sala Comune: era vuota. Strano, pensò Harry, era sempre metà piena al mattino. I due si avvicinarono alla bacheca degli annunci e notarono, con un gran sollievo di Harry, che non avrebbero avuto Pozioni quel giorno, e che dunque non avrebbero condiviso la giornata con i Serpeverde. Harry e Ron scesero alla Sala Grande per fare colazione, ma Harry, così come Ron , notò che il tavolo dei Grifondoro era pieno, nessuna panca disponibile.
Che fare? Così andarono a chiedere spiegazioni alla professoressa McGranitt -Ragazzi mi dispiace, ma quei ragazzi sono tutti del settimo anno, che studiano per il M.A.G.O-.
-E dove ci siederemo io e Ron, professoressa McGranitt?- chiese Harry.
-Bè, mi rincresce tanto Potter- incominciò lei -Ma dovrete sedervi al tavolo dei Serpeverde, rispetto agl’altri tavoli è l’unico quasi vuoto-.
Ecco ci mancava solo questa, passare una colazione con i Sepeverde; Harry e Ron protestarono, ma la direttrice della loro casa gli frenò; -Sentite, o vi prendete quel posto, o non fatte colazione-.
Gli stomaci di Harry e Ron, brontolarono, il che, fece capire ai due, che dovevano mangiare urgentemente. Allora i due si avviarono al tavolo dei verde-argento, e furono accolti da urla e fischi (ovviamente non in senso buono). Harry si guardò intorno, e si sedettero alla fine del tavolo da soli. Poi qualcosa di insolito accadde davanti ai loro occhi: Malfoy e Parkinson, si sedettero vicino a loro, con lo stupore degli studenti. Malfoy e Parkinson che si sedevano vicino a Potter e Weasley?
-Frena l’entusiasmo Potter- disse in fretta Malfoy, -volevo parlarti del festino, è una buona idea sai?-.
-E tu come fai a saperlo?- disse con arroganza Ron.
-Me l’ha detto il tuo amico Finnigan, dice che sta cercando gente, e posso trovarne anch’io, se fatte entrare anche noi Serpeverde-.
Harry guardò gli occhi ghiaccio del biondo -D’accordo! Ci sto Malfoy- disse lui dopo qualche secondo, e si strinsero la mano più forte che potevano entrambi, lasciandosi le mani doloranti, ma senza farlo notare.
-Bene Potter, più siamo e meglio è no? Ci si vede in giro Potter, Lenticchia- disse alla fine lui.
-Ciao- disse Parkinson.
Quando se ne furono andato i due Serpi, Ron parlò -Ciao? Ti ha detto ciao?-.
-Che ne sai che non l’abbia detto a te?- rispose prontamente Harry.
-Era evidente, ti guardava con, non so come dirlo Harry-.
-Semplicemente, ti sbagli, dai andiamo lezione, oggi finiamo con due ore di anticipo-.
-Che cosa abbiamo oggi?- chiese Ron.
-Un’ora di Difesa contro le Arti Oscure, un’ora  di Divinazione, e un’ora di Cura delle Creature Magiche; facile no? Non abbiamo neanche i Serpeverde-.
-D’accordo andiamo!-.
I due si avviarono, ma per il resto delle lezioni, e oltre, Harry rimase solo, perché Ron voleva rimanere con Hermione da solo. Così Harry dovette aggregarsi al trio Neville, Seamus  e Dean. I quattro presero appuntamento nella Stanza delle Necessità per la fine dell’ultima ora. Finite le lezioni, ed il pranzo, Harry si avviò da solo al terzo piano con la bacchetta prontamente in mano. Entrò e vi trovò una enorme stanza, con un palchetto, ovviamente per il DJ pensò Harry, più tanti tavoli pieni di cibo e alcool.
-Ragazzi è fantastico- gli disse non appena entrò Harry.
-Davvero? Grazie Harry- disse Neville, che ci teneva molto all’opinione del Ragazzo che è Sopravvissuto.
Harry notò anche che alle pareti, vi erano appesi quattro strisce con i colori di ogni casa: Rosso e Oro per i Grifondoro, Oro e Nero per i Tassorosso, Blu e Argento per i Corvonero e Verde-Argento per i Serpeverde.
-La prima festa, quando la facciamo?- chiese Dean.
Harry, non esitò, e rispose subito -Stanotte! bisogna avvertire tutti di portare più gente possibile, e di non farsi vedere-. Lui uscì dalla Stanza delle Necessità, e incontrò la ragazza dei suoi sogni: Ginny.
-Ciao Harry- disse lei con un sorriso felice a trentadue denti -possiamo parlare?-. Harry acconsentì.
-Senti, volevo parlare di quel bacio sul treno; volevo sapere…. Cosa provi per me?-.
Harry non avrebbe voluto parlare, non si aspettava che Ginny arrivasse subito al dunque, ma dovette dare una risposta -Ginny, per ora questa è solo amicizia. Spero che tu capisca, però ti assicuro- disse lui tenendogli la mano -che ci sei solo tu per me Ginny-.
Lei lo prese per un braccio e lo trascinò con se, in un armadietto delle scope dove presero a baciarsi e a baciarsi, toccandosi dappertutto, esprimendo tutte le loro emozioni. Harry avrebbe voluto che quel momento non finisse mai; e poi si staccarono, e Ginny parlò -Anche per me ci sarai sempre tu Harry-.
Harry fu lieto e gli disse l’orario e il luogo della festa -Alle 10:50, nella Stanza delle Necessità-.
-Ci sarò- disse mollandogli un bacio nella guancia, e allontanandosi.
Harry continuando a rivivere quell’esperienza, lo fece sentire pieno di entusiasmo, felicità, pronto ad andare alla festa. Il resto della giornata, lo passò per la maggior da solo nelle zone del parco di Hogwarts, cercando di evitare i gruppi dei Serpeverde, in particolare quello dove c’era la Parkinson. Lo faceva sentire un po’ strano guardarla, si sentiva un po’ stressato in quel momento, così incrociò un ragazzino del primo anno che fumava una sigaretta di nascosto,
-Ciao!- lo salutò Harry amichevolmente.
-Ciao!- rispose il bambino un po’ imbarazzato.
-Di che Casa sei?- lo incoraggiò Harry, -Corvonero- rispose lui.
-E come ti chiami?-, -Sono Gary Fletcher-.
-Piacere io sono- ma non riuscì a finire la frase visto che stava arrivando minacciosa la professoressa McGranitt; Harry capì che si era accorta della sigaretta, che è un prodotto altamente vietato ad Hogwarts per i minorenni, e allora gliel’ha prese dalle mani del ragazzino, e fece un tiro; che bella sensazione, pensò lui, -Ma che stai facendo?!- gli chiese sottovoce Gary.
-Ssssh!- disse sempre sottovoce Harry. -Signor Potter!- esclamò la McGranitt -Che diamine sta facendo?!-.
-Non sembra ovvio?- gli disse mostrandogli la sigaretta con un sorriso stampato sulla faccia.
-Questo atto è imperdonabile da parte sua, inadeguato, e per di più davanti a uno del primo anno!-.
-Purtroppo lo so!- disse Harry assumendo la faccia da cane bastonato.
-Bè lo spero proprio! Ora lei rimanga qui, fra poco il professor Silente sarà qui da lei!- e si allontanò.
-Ehi, ma tu sei…. Harry Potter?- chiese il ragazzino sorridente.
Harry gli fece cenno di si, e il bambino sprizzava gioia da tutte le parti del corpo, -Salvato da Harry Potter! Grazie tante!- disse abbracciandolo, -Se c’è qualcosa che posso fare, qualunque cosa, chiedimelo pure-.
-Bè potresti lasciarmi terminare la sigaretta, e darmene un’altra grazie?-, -Certamente!- disse lui porgendogliene una.
-Ma non è giusto, rischiavo l’espulsione, e tu vuoi soltanto una sigaretta?-, -Non preoccuparti-.
-No! Quando ti serve un vero favore dimmelo pure, tanto conosci la mia età, la mia Casata ed il mio nome-.
-Va bene Gary, ma ora vai- disse Harry al ragazzo di Corvonero che allontanò.
Si fece ancora due tiri di sigaretta, gli aveva tolto lo stress quel bastoncino di tabacco. Stava però vedendo arrivare il preside, e dunque si mise in tasca quella nuova; -Harry ragazzo mio!- incominciò col solito sorriso, -Buongiorno professore!- lo salutò felice Harry.
-Il fumo! Una cosa altamente rischiosa, che può provocare qualsiasi genere di malattia, in qualsiasi parte del corpo-.
-Bè, riguardo a questo- tentò di spiegarsi Harry, non sapendo cosa diavolo dire.
-Non si preoccupi, non mi deve spiegare nulla; ho visto tutta la scena- disse Silente sorridente come sempre.
-Cosa?! Lei ha visto tutto?-.
-Si Harry! Un gesto molto nobile il tuo-.
-Che cosa succederà a me e a Gary?-.
-Per il signorino Fletcher, lascerò correre, siccome è un ragazzo del primo anno; vorrei farlo anche per lei, ma la sua direttrice di Casa mi rimprovererebbe, perciò le toglierò solo dieci punti alla sua Casa. Ora torni a fare quello che stava facendo signor Potter-.
Ed Harry, dopo aver ringraziato e salutato il preside, se ne andò aspettando che il pomeriggio passasse. Non andò nemmeno a cenare, visto che passò quel tempo con la scusa di sentirsi male, invece si mise seduto sul balcone, guardando la sua civetta volare nel cielo e fumandosi la sigaretta lasciatagli da Gary. Quando furono le 10:50 si vestì con una camicia bianca, pantaloni neri, ed un paio di mocassini.
Si incamminò verso il settimo piano, ovviamente cercando di non farsi notare da nessun professore o non-invitato, trovò la parete vuota, e così incominciò a pensare, “Devo arrivare alla festa, Devo arrivare alla festa, Devo arrivare alla festa”, e dopo qualche altro tentativo, riuscì ad entrare. Così varcò la porta della Stanza, senza farsi vedere, entrò e subito una musica rimbombante gli riempì le orecchie.
Harry si guardò subito intorno andò a parlare con un paio di ragazzi, fumandosi anche metà sigaretta,si stava creando una bella dipendenza, l’altra metà la lasciò a Baston. Infine andò a scolarsi un bel po’ di bicchieri di Vodka; vide Ron che si avvicinava parlava strano, ma anche Harry si sentiva strano, molto probabilmente erano ubriachi.
Ron parlò -Harry, tu sei il mio migliore…. Ehm-, -amico?- disse Harry.
-Si quella roba là!- rispose Ron.
-Lo sai Ron- iniziò Harry -tu sei un grande! Ti fai Hermione ogni notte!-.
-Grazie Harry- disse Ron, e si allontanò.
Poi arrivò Malfoy, anche lui ubriaco quanto Harry che parlò -Potter, questa festa è uno sballo, sei un vero amico!-.
-Grazie furetto- disse Harry scompigliandogli i capelli; l’indomani non si sarebbe sicuramente ricordato che Malfoy l’aveva chiamato “amico”, e nemmeno lui. Harry si avvicinò a Ron che stava flirtando con una ragazza che non vedeva.
Harry si avvicinò a lui e ci flirtò al posto suo. Harry sentì le grida di Hermione sicuramente offesa per quello che era successo -Sei uno, uno STRONZO! Non ti voglio più vedere!-. -Aspetta Hermione! Aspetta!- supplicò Ron uscendo dalla Stanza.
Harry all’improvviso si sentì in una morsa amorosa molto familiare, era con Pansy, mentre gli baciava avidamente il collo, Harry però si staccò, perché vide Ginny scombussolata, in lacrime. Harry se ne andò subito da Ginny, ignorando le seduzioni che gli avrebbe regalato Pansy in una sola notte. Ginny lo vide arrivare, lui sorrise, ma lei si allontanò in fuori dalla Stanza.
Lui la seguì, ed entrò nel bagno delle ragazze, con lei ancora in lacrime. -Ehi!- incominciò Harry. -Ehi! Dici EHI!- urlò lei.
Harry ricevette un bello ceffone. -Ginny ascolta….-.
-No! IO non TI ascolto! Credevo che ci fossi solo IO nella TUA vita! Invece, dopo essermi lasciato toccare da te dappertutto, ti ritrovo a baciarti con chissà chi?!- era arrabbiata e triste allo stesso tempo.
-Ginny sono ubriaco, non capisco quello che faccio….- ma Harry venne subito interrotto da lei -SONO UBRIACO! SONO UBRIACO! TI SEMBRA UNA SCUSA PLAUSIBILE!?- Harry tentò di dire qualcosa -Ginny io….-
-No! Basta! Mi sono stancata, non voglio più vederti!- e se ne andò tra le lacrime traboccanti abbondantemente dai suoi occhi.
Harry si sentiva uno sciocco, uno stupido per quello che aveva fatto. Non tornò alla festa, se ne andò dritto al dormitorio, che stava nello stesso piano senza farsi vedere. -Parola d’ordine?- disse la Signora Grassa.
-Fiamme di campagna-. Harry varcò il buco del ritratto e vide Hermione con dei segni evidentissimi delle lacrime, guardò Harry malissimo -Sei un bastardo!- gli disse lei; con molte probabilità Ginny gli aveva già riferito tutto.
Se ne andò a letto pensando però alle prossime feste. Si, pensò, doveva continuare ad andarci.

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Capitolo 4
*** La vigilia delle partite ***


Capitolo 4: La vigilia delle partite

Harry e Ron, ormai, stavano sempre insieme, erano amici inseparabili, dopo quello che è successo alla festa. Si sentivano entrambi degli idioti ad aver giocato con l’amore di due stupende ragazze, e di averle fatte stare male. Ogni volta che Harry incrociava lo sguardo con Ginny, lei non lo degnava di nessuno sguardo, ma se ne andava a testa alta e senza fare cenno; per Harry è stata una bella batosta la sgridata da parte di Ginny. Pare addirittura, da alcune voci, che Hermione abbia picchiato Ron senza magia, ma con le mani, ma Harry non osava chiederglielo, ma sapeva che Hermione, quando si trovava con Ron, come Ginny, se ne andava a testa alta, zitta.
Ormai però stava arrivando l’autunno ad Hogwarts, era metà Ottobre, e le feste stavano andando a meraviglia. Nessuno stava sospettando che all’interno delle mura del castello, quasi ogni notte, si svolgano delle feste segrete al settimo piano.
Grazie alla buona musica scelta da Dean, i buoni alcolici e il buon cibo trovato da Seamus, ed la buona gente che portavano Neville e (Harry doveva ammetterlo) Malfoy, riusciva a distrarsi dal discordo Ginny, stessa cosa per Ron.
Ma Harry oltre alle feste stava pensando alla prima partita di Quidditch contro i Tassorosso. Baston, voleva vincere a tutti i costi il campionato, perché questa era la sua ultima possibilità, siccome l’anno prossimo avrebbe lasciato Hogwarts. Il Capitano stava dando numerosi allenamenti nel corso della settimana, nonostante pioggia o vento, tantomeno il sole, nulla lo fermava, neanche una bufera di neve a parere di Ron, che aveva assistito ad ogni allenamento.
Erano le 10:30, la seconda ora, era iniziata da un pezzo, ed Harry, in banco con Ron, assistevano ad una noiosa lezione di Pozioni, il giorno prima della partita, con Piton che spiegava le proprietà della Pietra di Luna.
-E dunque queste le propriet- la porta si spalancò all’improvviso, e ne entrò con un aspetto orrendo Blaise Zabini. -Oh signor Zabini, è in ritardo, ma per questa volta passa. Su ora siediti!-. Ma Zabini non si sedette.
-Zabini siediti!- gli ordinò Piton. Zabini lo guardò, vomitò e cadde a terra svenuto.
-Fate largo, toglietevi di mezzo!- Piton si stava facendo strada tra gli studenti che avevano circondato Blaise.
-Ora porto il signor Zabini in infermeria, credo che non riuscirò a continuare, perciò la lezione è terminata- e uscì con Zabini sulle spalle.
Ron, appena raggiunsero il parco, chiese ad Harry cos’era che secondo lui l’avrebbe spinto ad arrivare in ritardo, vomitando e svenendo. -Forse è per la festa di ieri, ha bevuto troppo, ed ora si ritrova in infermeria. Cavolo temo che possa dire tutto a Piton- disse Harry.
-Non preoccuparti, pensa a sconfiggere domani Zacharias Smith, Harry. Pensa al boccino e prendilo prima di Diggory!- gli disse Ron.
Harry guardò strano, sapeva che Ron odiava un mondo intero Zacharias, e allora disse -Mi sembri Baston-.
-A proposito, non è lui quello che viene verso di noi?-. Harry si girò, in effetti Baston stava correndo velocemente verso Harry e Ron; appena arrivò col fiatone disse -Harry, devi venire in Sala Comune, dobbiamo parlare per le strategie di domani-.
-Baston ho Trasfigurazione adesso, se arrivo in ritardo la McGranitt….-.
-La McGranitt, è stata avvertita da me stesso, gli ho detto che dovevo parlare in privato con la squadra, all’inizio ha un po’ protestato, ma poi si è convinta che starebbe benissimo la Coppa nel suo ufficio, mi servi anche tu Ron-.
Ron guardò Baston incuriosito -Io? Perché io?-.
-Allora Alicia si è rotta il polso mentre portava i libri in aula, così lo portata da Madama Chips, che mi ha detto che per lei un polso rotto sarebbe stato un giochetto da ragazzi, ma che domani non avrebbe potuto giocare per precauzione. Dunque questa è la mia nuova tattica, siccome Fred e George mi hanno detto che tu ti alleni a casa tua come portiere, io ti affido il posto, visto che sostituirò Alicia, ed il bello è che nessuno lo sa che Alicia è in infermeria, perciò sarà una formazione a sorpresa-. 
Ron accettò; a Harry non sembrò una brutta idea la tattica che Baston aveva appena spiegato. Dunque i tre salirono per il castello, arrivando alla Sala Comune e per ben due ore Baston parlò senza più finire.
Dopo una lunga giornata Harry aveva molti pensieri per la testa; Blaise, Festa, Alicia, Quidditch ecc. ecc. Alla fine della giornata Harry si mise il pigiama e parlava con Ron della partita. Harry voleva vincerla, far capire a tutti che era il migliore.

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Capitolo 5
*** La prima partita del torneo, si apre con le sorprese ***


Capitolo 5: La prima partita del torneo, si apre con le sorprese

Il mattino seguente, Harry si svegliò alle 9:00, era l’unico che si era svegliato, anche perché era domenica, e tutti gli studenti volevano riposarsi dopo le stressanti lezioni seguite durante la settimana.
Sapeva Harry che giorno era, era un giorno importantissimo, oggi avrebbe disputato la prima partita del campionato. Non aveva più voglia di dormire, così si alzò, si mise un paio di jeans e un maglione nero, e scese in Sala Comune.
Notò subito quattro persone; Calì Patil, Lavanda Brown e due pivelli del primo anno. Appena terminò di scendere le scale, decise di scendere a fare colazione alla Sala Grande, e vide che c’erano pochissime persone; cinque studenti del settimo anno di Corvonero, due del secondo anno di Tassorosso, e qualche Serpeverde tra cui Malfoy, Theodore Nott, e la Parkinson che lo vide entrare guardandolo.
Con grande rammarico, il tavolo dei Grifondoro era vuoto, e decise di andare nei posti vicino al tavolo dei professori, per stare lontano dai Serpeverde, e dalla Parkinson. Mise nel piatto un po’ di uova strapazzate, e bevve un bicchiere di succo di zucca. Notò che il professor Piton stava parlando, cercando di non farsi sentire, con la professoressa McGranitt; Harry si avvicinò un po’ di più e ascoltò facendo finta di bere un bicchiere di succo di zucca. -E’ così Minerva, credimi. Il signor Zabini, dopo che lo portai in infermeria, gli ho chiesto come mai stette così male, lui mi rispose che ha mangiato qualcosa di allergico. Così chiesi a Madama Chips a che cosa fosse allergico il ragazzo, e mi ha detto che lui è allergico alle aragoste, ma sappiamo perfettamente che qui non le serviamo. Poi gli ho fatto fare delle analisi del sangue-, -E che cosa c’era nel suo sangue Severus?- chiese la McGranitt un po’ preoccupata.
Harry stava rabbrividendo al pensiero di quello che potrebbe aver detto il professor Piton, con la sua solita espressione in faccia -Per ora non si sa-.
A queste parole Harry si sentì abbastanza sollevato, ma questo era un avvertimento che queste feste stavano esagerando; ma non c’era bisogno di preoccuparsi pensò. Così continuò a fare colazione, e come finì si mise a pensare alla partita; si sarebbe disputata contro i Tassorosso, per lo più in notturna. Mentre la partita Serpeverde-Corvonero si sarebbe disputata quella mattina alle 10:20. Però non aveva voglia di andarci da solo, dunque si diresse nei dormitori, ma qualcuno lo fermò.
-Parkinson? Che diavolo stai facendo- chiese Harry arrabbiato.
-Senti Harry-, iniziò lei, ma venne subito interrotta dalla curiosità del ragazzo -Da quando mi chiami per nome Parkinson?-.
-Senti mi lasci parlare?- rispose lei un po’ seccata, poi prese fiato e continuò -Allora stavo pensando, mercoledì ci sarà la gita ad Hogsmade, e so che ci andrà quasi tutta la scuola, a parte quelli del primo e secondo anno; perciò credevo che fosse una buona idea, siccome tu sei un ragazzo abbastanza carino, se io e te rimanessimo qua e farci una passeggiata, così che tu potessi conoscermi meglio-.
Harry notò un piccolo rossore sulle guance che gli mise un ghignetto sulle labbra, -Perché tu non vuoi conoscermi?- chiese Harry.
-Oh andiamo!- disse la Parkinson -Chi è che non conosce la tua storia? Il-Ragazzo-Che-E’-Sopravissuto e che ha Sconfitto Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Allora cosa ne dici? Vuoi uscire con me Harry?-.
Lui ci pensò qualche secondo poi disse -D’accordo, dimmi dove e quando-.
-Alle 9:00, al terzo piano ok?- disse lei.
-D’accordo…. Pansy-.
-Grazie- disse lei, gli diede un bacio sulla guancia, e se ne andò. Harry, si sedette un attimo a pensare su una panca del tavolo della sua Casata. Strano, pensò, perché aveva accettato l’invito? Perché non era riuscito a respingerla? Il vecchio Harry gli avrebbe detto espressamente di no; si accorse che forse stava cambiando: forse per le sigarette, per le feste, per lo distaccamento da Hermione e da Ginny, forse perché quest’anno sapeva che nulla era e sarà come prima. E poi perché gli è piaciuto quel bacio? Perché chiamava per nome una ragazza che tanto odia? Forse, incominciava veramente a piacergli Pansy Parkinson? Ma dopo aver pensato a queste domande notò che la Sala Grande si stava riempiendo e dunque si avviò velocemente verso i dormitori tentando di svegliare perché andasse alla partita con lui Ron. -No Harry ti prego! Non ne ho voglia sono troppo stanco lasciami dormire!- disse il suo migliore amico.
Harry tentò più e più volte di svegliarlo, ma alla fine si rassegnò e scese nella sala Comune; notò che era mezzo vuoto e qualcuno era presente nella stanza, una ragazza bruna, che appena vide Harry tentò di fuggire, come se fosse inseguita da un pazzo.
-Hermione!- disse Harry, quasi urlando, inseguendo la ragazza. Era quasi riuscita ad aprire la porta del buco del ritratto, ma Harry riuscì ad afferrarla al braccio.
-Mollami! Diamine Harry Potter, lasciami! Lasciami ho detto!-, Harry dopo aver sentito quelle parole non poteva resistere, ma tentò di non urlare, per non attirare tutto il dormitorio, o quasi, l’intera Hogwarts.
-Senti Hermione! Mi vuoi lasciar parlare solo per un cazzo di secondo?!- lei lo guardò con disprezzo, forse anche un po’ colpita dalle parole del moro, ma fece un cenno con la testa, il che fece capire ad Harry che fosse un si; ora o mai più, pensò lui -Ascolta, mi dispiace tanto per quello che ho fatto a Ginny, se potessi tornare indietro io sono sicuro che non farei quello che ho fatto; hai ragione tu Hermione, è stato un gesto meschino, crudele, maschilista e da bastardo-, Hermione lo stava guardando con più attenzione, -So che Ginny, era innamorata di me, e credo che me ne fossi innamorato anche io. Però quella festa, o forse anche il pensare alla festa, mi hanno fatto dimenticare la cosa più importante; so che ormai tra me e lei non ci sarà più niente, ma vorrei che lei mi perdonasse , che anche tu mi perdonassi, che magari potevi aiutarmi con lei, perché tu sei la mia unica e migliore amica Hermione così che potessimo tornare amici, come una volta. Se lei mi potesse dare solo una possibilità io-, ma Hermione, prima che il ragazzo potesse terminare il discorso, lo abbracciò con le lacrime agli occhi.
-Oh scusami Harry! Non ti ho parlato, non ho cercato di aiutarti, io non-.
-Hermione, come all’inizio dell’anno! Ti stai attribuendo la colpa! La colpa è mia, lo so che Ginny è tua amica, e che tu le volevi rimanere affianco; talmente affianco, che hai mollato me! Questa è un’amica Hermione- Hermione tenne le lacrime negl’occhi per il discorso del ritrovato amico, -Allora…. Pace?- chiese Harry allungando la mano.
Hermione lo guardò con un sorriso a trentadue denti -Ma certo che è pace!- disse lei riabbracciandolo. Lei stava per aprire bocca, ma fu subito interrotta da Harry -Vieni a vedere la partita con me?-.
-Cavolo Harry! E’ incredibile quanto tu passi da un argomento all’altro in un batter d’occhio. Comunque scusami Harry, ma avrei voluto passare un po’ di tempo con Ron- disse in tono dispiaciuto la ragazza.
-Voi due avete fatto pace?-.
-Oh si, non te l’ho ha detto? E’ stato romanticissimo; è entrato in camera mia, con un paio di cioccolatini in mano, in ginocchio davanti al mio letto chiedendomi scusa. All’inizio voleva che rimanessimo amici, ma io lo ho preso e lo baciato! Eravamo contentissimi!-.
-Oh bè! Sono felice per voi! Vabbè tenterò di cercare qualcun altro per la partita- disse un po’ dispiaciuto il ragazzo, ma comunque felice per la riappacificazione dei due, e anche la ri-unione del Trio, adesso ha capito perché Ron non voleva alzarsi stamattina. Guardò l’orologio della sala comune. -Oh caspita! Scusa Hermione, ma mancano dieci minuti alla partita, ci vediamo dopo-.
Così Harry incominciò a correre per il castello, grazie a molti dei passaggi segreti che lui conosceva, arrivò in campo con cinque minuti di anticipo. Il tifo gli assordava le orecchie, non aveva mai assistito ad una partita da spettatore. Notò le coreografie delle squadre, con i Serpeverde che facevano illuminare con le loro bacchette un enorme serpente argentato, mentre i Corvonero agitavano le loro bandiere bianco-azzurre facendo colorare un intera curva di Bianco e Azzurro.
Dunque, poi, incominciò a sentire la telecronaca del solito Lee Jordan, con al suo fianco i due nuovi collaboratori tecnici Fred e George. -Benvenuti studenti e insegnanti alla prima partita di Quidditch dell’anno tra Serpeverde e Corvonero, notevoli coreografie scendono dagli spalti per rassicurare, per rincuorare, e per dare coraggio ai loro giocatori da parte dei loro tifosi; sono Lee Jordan che vi parla con affianco i miei due nuovi collaboratori Fred e George Weasley-.
-Grazie Lee per averci invitato, sono proprio curioso di vedere come giocheranno queste due squadre, ti avverto però stanotte io e George dobbiamo giocare, e non potremmo di certo commentare la partita- disse Fred.
-Ma ovviamente! Ti prego George, leggici le formazioni che entreranno in campo- disse Lee.
-Con molto piacere Lee- incominciò George -I Serpeverde entreranno con in porta Miles Bletchley, i due battitori saranno Vincent Tiger e Gregory Goyle, mentre i tre cacciatori saranno guidati dal loro capitano Marcus Flith, poi Graham Montague e Adrian Pucey, mentre il loro cercatore sarà Draco Malfoy-, a quest’ultimo nome George lo disse con disgusto, e continuò -mentre per i Corvonero giocheranno Marcus Belby tra gli anelli, i due battitori, saranno Morag McDougal e Stewart Ackerley, mentre i tre cacciatori saranno, guidati da Roger Davies, che è anche il loro capitano, Antony Goldstein e Michael Corner, mentre il cercatore, ovvero la cercatrice, sarà Cho Chang-, così terminò George nel mentre che le squadre entrarono in campo, e Lee, dopo aver ringraziato George, incominciò la telecronaca.
-Attenzione, siamo subito in avanti con i Corvonero che attaccano, attenzione Davies, Davies, GOL! I Corvonero sono avanti, con il primo gol dell’anno del loro capitano Roger Davies, partenza a razzo, subito un gol-.
-Grande azione di Goldstein che ne ha portato via due giocatori evitando il bolide di Tiger, e poi splendido il passaggio per Davies, che la manda nell’ anello alla sinistra di Bletchley- commentò l’azione George. -Veramente bravi, noto però che Chang e Malfoy non abbiano ancora trovato il boccino, ma la partita è appena cominciata- rispose poi Fred.
-Grazie, per il commento, ora lasciate fare a me. Vediamo Pucey si impadronisce della pluffa, la lancia in avanti per Flith, che però viene scansato da un bolide ferocissimo di Ackerley, dunque palla ai Corvonero con Corner, che dribbla Montague evitando anche un bolide, la passa per Goldstein che si gira in cerca del capitano Davies, è smarcato vicino agli anelli, Goldstein la crossa, ma Flith grazie al corpo sta per recuperare la palla, ma Davies riesce a tirare con i piedi, e la pluffa va oltre l’anello centrale, non si è aspettato questo tiro incredibile che lascia perplesso Bletchley, e dunque siamo sul 20 a 0 per i giocatori Celeste-Argento. Sembra un po’ demoralizzata la tifoseria Serpeverde, mentre però i tifosi avversari fanno già festa dopo soli quattordici minuti di partita. Occhio però, perché il gioco è ripreso da un pezzo, e i Serpeverde sono già davanti con Flith, che sta per tirare una cannonata probabilmente, evita un bolide, uno, due giocatori di Corvonero, sta per portarsi via anche Goldstein, che però nel tentativo di fermarlo si aggrappa alla maglia del capitano Verde-Argento, Flith perde la pluffa e ottiene, secondo Madama Bumb, un rigore per la squadra di Serpeverde-.
-Noto che con questo rigore la tifoseria Serpeverde ha ricominciato a rallegrarsi- intervenne Fred.
-Bene allora vediamo cosa succede- continuò Lee -E’ pronto alla battuta Flith, Belby è al centro degli anelli. Malfoy e Chang non sembrano intenzionati a cercare il boccino, anzi, sono li insieme ai battitori e cacciatori. Il fischio di Madama Bumb, parte il tiro di Flith alla destra di Belby che…. LA PARA! Incredibile i Corvonero fanno festa, che parata eccezionale-.
-Infatti, Flith ha tentato una finta che però non inganna l’incredibile portiere dei Corvonero- disse George.
-Dunque i cacciatori dei Corvonero ripartono con Davies, che lancia in profondità per Michael Corner che di prima, con un pugno, la lancia per Goldstein, evita un bolide di Tiger, evita il secondo di Goyle, davanti a se ha Montague, che però si leva di mezzo perché un bolide lanciato da McDougal lo prende in pieno, così Goldstein si trova davanti al portiere di Serpeverde, potrebbe tirare, davanti, a un metro di distanza, c’è Bletchley che potrebbe rubargli la pluffa, la distanza si riduce di mezzo metro, Goldstein TIRA malissimo, pluffa che va addirittura al centro dell’area, dove però c’è solo Davies, che tira GOL non può sbagliare con due anelli liberi, tre gol per il capitano dei Corvonero che va ad abbracciare Goldstein, forse per consolarlo per il gol sbagliato-.
-No invece Lee!- intervenne George -Goldstein in realtà ha solo aspettato il momento giusto per passarla al centro dell’area dove sapeva che c’era prontissimo Davies a tirare, altrimenti non si sarebbe avvicinato così tanto al portiere, avrebbe tirato da un metro di distanza, non da mezzo metro-.
-Mah sarà- continuò Lee -Ma questo gol, da un vantaggio di 30 a 0 alla squadra di Davies che finora è il miglior realizzatore del torneo. Attenzione dunque ai Serpeverde che attaccano ancora con Pucey, che ha fatto ben poco in questa partita, Pucey scambia con Montague, saltando grazie al passaggio Corner, Pucey è davanti alla porta, un bolide colpisce Belby, Pucey è solo davanti agli anelli, tira a quello più lontano la pluffa sta per superare il terzo anello, E INVECE NO, perché Belby è riuscito a lanciare un guanto di sua proprietà deviando la traiettoria della pluffa e facendola sbattere al palo negando un ennesimo gol ai Serpeverde, parata da extra-terrestre, al di fuori della logica, ma questo Corvonero è una squadra talentuosa, e piena di risorse INASPETTATE! Occhio adesso che Goldstein lancia la palla che arriva addirittura per il cacciatore Ackerley che con la mazza la lancia a centrocampo per Davies che è solo con metà di campo vuota, può andare dunque davanti a Bletchley senza alcun problema, invece prende la scopa come se fosse una mazza, colpisce la pluffa da centrocampo, che va alta verso gli anelli, la pluffa però va molto veloce, supera Bletchley…. ED è GOL! GOL FE-NO-ME-NA-LE! Incredibile quarta marcatura per Davies due gol impossibili per lui; uno di piedi, ed uno da centrocampo, che partita signore e signori!-.
Metà pubblico era rimasto a bocca aperta, tranne per i Corvonero che stavano urlando e saltando come pazzi. Harry non poteva credere a quello che stava vedendo, i Corvonero, stavano giocando in modo impossibile, al di fuori della logica con passaggi precisissimi, gol impossibili del loro capitano e di parate impossibili del loro portiere. In una sola mezz’ora i Corvonero conducevano per 80 a 0 grazie ad altri due gol di Davies, uno di Goldstein ed uno di Corner.
-Ecco dunque che i Corvonero tengono palla, avanza uno monumentale Davies, che schiva un ennesimo bolide mandato da Goyle, si scarta Montague in piena area, sta per tirare con un Bletchley in difficoltà, ma poi, Montague da una gomitata in naso al capitano di Corvonero, incredibile, che gioco vile, crudele e stupido questo, veramente anti-sportivo, infatti ecco che arriva Madama Bumb che va a parlare con Montague, ed esce fuori dal campo il numero 9, l’espulsione dalla partita, lascia i Serpeverde con l’uomo in meno, e Fred mi dice che ci saranno due rigori per i Corvonero, quindi si mette ancora peggio per i giocatori in tuta Verde-Argento. Davies dovrebbe battere i due rigori, ma non se la sente per colpa del suo naso colante di sangue, quindi presumo che andrà alla battuta uno tra Corner e Goldstein-.
-Invece ti sbagli ancora Lee, Davies sta incitando il suo portiere a tirare, dunque non Davies, non Goldstein, e nemmeno Corner andrà a battere i due rigori, ma bensì Belby- intervenne prontamente George.
-Grazie ancora per il tuo intervento George. Dunque l’idea dei Corvonero sembra quella di voler umiliare ancora di più i Serpeverde. Ecco che Belby, ricordiamo autore di due parate, in un intera partita, incredibili, va a battere i due rigori. Il primo fischio di Madama Bumb, Belby tira ed è GOL , Bletchley rimane fermo al centro. Però ora c’è un altro rigore per Belby; il secondo fischio di Madama Bumb arriva, Belby alza il braccio tira centralmente, PARA Bletchley, poi però sulla respinta ancora Belby che la da per Davies, questa tira con la testa ED è GOL, un altro. Punteggio assolutamente inimmaginabile per tutti, i Corvonero conducono per 100 a 0- ma prima che potesse aggiungere altro il primo telecronista Fred esclamò tutto eccitato -Lee guarda! E’ il boccino, Malfoy e Chang lo rincorrono!-. A quelle parole Harry alzò la testa e vide il biondo e la Chang con le loro mani tese nella speranza di prendere il boccino.
-Infatti è così- continuò Lee -Malfoy e Chang che tentano di prendere il boccino, attenzione 110 a 0 per Corvonero, gol di un ennesimo Davies, che partita per lui. Per i Serpeverde la loro ultima speranza, è che Malfoy prenda il boccino , prima che i Corvonero superino i 150 punti di distacco, infatti nel mentre che osserviamo la rincorsa dei cercatori Goldstein e Corner segnano un gol a testa e dunque il punteggio varia di due gol quindi 130 a 0 per il Corvonero, ma Malfoy sembra più veloce della Chang, infatti lei è in difficoltà, Malfoy prova a seminarla, ma gli rimanere sempre attaccata la cercatrice. Attenzione un bolide è li vicino, Tiger lo lancia e prende in pieno la Chang che ora è caduta. Quindi Malfoy potrebbe prendere il boccino con la sua Nimbus 2001, la mano è a pochi centimetri di distacco…. FINITA, LA PARTITA è FINITA! Colpo di scena dei Serpeverde che nonostante stessero perdendo di ben 130 punti, grazie al loro cercatore Draco Malfoy vincono per 150 a 130 i Serpeverde, che sugli spalti festeggiano, mentre i Corvoneri urlano di rabbia, e protestano con la loro cercatrice Cho Chang ,in lacrime per quello che ha fatto, che ha combinato-.
Dopo queste parole Harry se ne andò verso il castello per raccontare quello che aveva appena assistito a Ron, Neville, Seamus e Dean.    

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Capitolo 6
*** Tutto va per il meglio, ma.... ***


Capitolo 6: Tutto va per il meglio; ma….

-Accidenti Harry! Ma stai scherzando!- chiese perplesso, incuriosito, e con una faccia da ebete.
-No Ron! Malfoy ha salvato la squadra quando sembrava che loro fossero spacciati- rispose Harry ad un incredulo Ron, così come Neville, Dean e Seamus, che probabilmente si saranno pentiti di non essere andati alla partita.
Harry durante la partita vedeva davanti a sé dei Corvonero monumentali, ma alla fine della partita hanno scatenato tutta la loro rabbia contro Cho che, doveva ammetterlo, aveva fatto una figuraccia.
Ma qualcuno entrò nel dormitorio; -Harry! Ti voglio tra dieci minuti nell’aula di Trasfigurazione, con tutta la squadra-, e Baston uscì senza aggiungere altro.
Ron, però, si avvicinò all’orecchio di Harry sussurrando qualcosa -Perché non mi ha detto anche a me di andare?-.
-Non te l’ho ricordi? Nessuno sa che tu sarai il portiere, nemmeno gli altri Grifondoro- rispose Harry, cercando di non farsi sentire dai compagni di stanza.
Così Harry e Ron si congedarono con Neville, Seamus e Dean, ed uscirono dalla stanza, con Ron, che faceva finta di andare in bagno. Scesero fino al terzo piano, ed incrociarono Pansy Parkinson, che li stava chiamando.
-Che vuoi Parkinson?- chiese con disprezzo Ron, ma prima che potesse aggiungere parola, Harry intervenne -Lascia stare Ron, tu va, io ti raggiungo-.
E dopo un ultima occhiataccia verso Pansy, Ron si allontanò.
-Non gliel’hai ancora detto?- chiese Pansy sorridendo.
-No, non ancora- rispose in tono di scusa Harry,
-Allora- incominciò Harry -Noto con piacere che la stagione è incominciata per il meglio-.
-Oh si, grazie per avermelo detto, Draco è stato magnifico- disse Pansy tutta soddisfatta.
-Senti, ma non è che vuoi uscire con me solo per far ingelosire Draco?- chiese Harry sentendo quel nome.
-Oh Harry! Io e Draco ci siamo chiariti, ed ora siamo solo amici- disse Pansy -Sai, stavo pensando che voi due potreste essere grandi amici-.
-Cosa?! Io e Malfoy…. Amici! Tu sei matta Pansy- disse Harry dandole un pugnetto sulla spalla.
<> disse facendo finta di essersi fatta male Pansy.
-Adesso ti faccio vedere io-, e detto questo Pansy incominciò a far solletico a Harry, che supplicava di smetterla, anche se abbastanza divertito.
-No Pansy! Basta! Ti prego-.
Poi Harry inciampò, lui cadde a terra e Pansy si mise sopra di lui. Harry guardò per la prima volta quei due occhi neri, e lei quelli verdi smeraldo; ormai le loro facce erano vicinissime, fino a quando le loro labbra si toccarono. Harry voleva che quel momento non finisse più, non era come nel bagno, o alla festa, quello era dolce, sincero, e dannatamente bello.
Poi si staccarono e Pansy parlò -Allora? Mercoledì, alla stessa ora, nello stesso luogo?-, -Si- disse Harry, che guardò con la coda dell’occhio l’orologio -Oh Cavolo!- disse Harry alzandosi di scatto.
-Scusa Pansy, ma sono in ritardo per la riunione di squadra! Ci vediamo!- dopo averle dato un ultimo bacio sulla guancia, si allontanò correndo; era in ritardo di ben cinque minuti; ma quanto diavolo ci ha impiegato?, pensò.
Appena arrivò nell’aula di Trasfigurazione, Baston riprese molto severamente Harry -Ah! Eccoti qui finalmente! Ma dov’eri finito? Ron mi ha detto che stavi discutendo con la Parkinson-.
-Si, scusami Baston! Ho impiegato più tempo del previsto-.
Detto questo andò a sedersi vicino a Ron che gli chiese prontamente -Allora? Cosa è successo con la Parkinson?-, -Non ora Ron! Meglio ascoltare quello che dice Baston- disse Harry.
-Allora, squadra!- incominciò Baston -Ora vi assegno le vostre maglie, con i numeri di maglia scelti appositamente da me; e se non vi piacciono, fatevelo piacere!- tutti si misero a ridere, e Baston diede ad ognuno la propria maglia; Ron ebbe il 12, Baston si teneva il suo 1, Fred il 6 e George il 9, mentre Angelina il 10, Katie l’8 ed Harry il suo fedelissimo 7.
-Dunque- riprese Baston -volevo, anche se non è presente, ringraziare la professoressa McGranitt, per averci lasciato la sua aula. Diamo di nuovo il benvenuto al nostro provvisorio portiere Ron- a queste parole Fred e George si misero ad applaudire e fischiare, facendo diventare rosso, quasi quanto il suo colore di capelli, Ron -Basta voi due, volete demoralizzarlo?- gli sgridò Baston, che stranamente, a parere di Harry, riusciva a rimanere serio in ogni situazione -dunque, noi consegneremo la nostra formazione un minuto prima dell’inizio della partita, lasciando i Tassorosso completamente spiazzati. Alicia- era presente anche lei alla riunione -tu entrerai con noi negli spogliatoi, mentre tu Ron, dovrai entrare senza farti vedere-.
-D’accordo!- disse prontamente Ron.
-La formazione sarà questa- e con un leggero colpo di bacchetta alla lavagna, Baston fece comparire la formazione con cui avrebbero giocato -Allora, non cambia nulla rispetto allo scorso anno, tranne che Ron gioca in porta, e io farò da cacciatore. Katie e Angelina, voi dovrete giocare sulle ali, ma attente ai bolidi, mentre io giocherò nelle vie centrali, così potrò (se ne avrò l’occasione) tirare di prima verso gli anelli di Fleet. Fred e George, a voi affido il compito di difesa, dovete colpire con i bolidi tutti gli avversari che si avvicinano a Ron, che deve cercare di parare. Mentre tu Harry pensa solo al boccino, non fermarti nemmeno davanti ad una rissa o ad un rigore, così guadagnerai tempo. Bene ciurma, sono le quattro, non filatevi nei guai fino a stanotte, la partita è alle 20:30, ceneremo in sala comune con una cena al sacco alle 19:00-.
E detto questo Baston uscì dalla stanza. Harry ora sentiva ancora di più l’ansia della partita, ma Ron, era molto preoccupato -Harry, tu credi che c’è la farò?-, -Stai tranquillo, resta calmo, e non stressarti-.
Ron sembrava però così tanto preoccupato da non ricordarsi di chiedere ad Harry di Pansy. Questo fu un sollievo per Il-Ragazzo-Che-E’-Sopravissuto. -Senti Harry, io vado a rilassarmi un po’ in sala comune ok?- chiese l’amico.
-D’accordo, io mi farò un giretto- rispose tranquillo Harry.
Lui vagò per il castello senza una meta per un ora, senza mai fermarsi. -Harry, vieni un attimo qui!- qualcuno l’aveva chiamato, una chioma rossa femminile, eppure non poteva crederci, ma Ginny stava cercando di conversare dopo settimane di silenzio tra i due.
-Senti Ginny, mi dispiace, mi dispiace davvero tantissimo per quello che è successo, sono quello che dici tu; uno STRONZO, un EGOISTA, ed un vero BASTARDO!>> disse tutto d’un fiato, e avrebbe continuato pure, ma Ginny lo bloccò. -Ok Harry! Ok! Senti volevo parlarti di quello che è successo, sai Hermione mi ha detto che eri veramente dispiaciuto, e che non volevi rovinare la nostra amicizia, perciò…. Accetto le tue scuse, ma voglio che rimanessimo quello che noi siamo sempre stati; solo amici. Ok?-.
Harry a quelle parole non riusciva a crederci, Ginny l’aveva perdonata, e come non resistette con Hermione, non resistette nemmeno con Ginny, e l’abbracciò -Grazie Ginny! Grazie davvero! Non riesco a crederci che mi vuoi ancora come amico-.
-Non preoccuparti, dimentichiamoci quello che è successo- disse lei -Stanotte sarò tra gli spalti, ci vado con Hermione, farò il tifo per voi, buona fortuna Harry- e se ne andò. Incredibile, pensò Harry, stava andando tutto a meraviglia Hermione perdona Ron, Ginny lo perdona, sta per giocare a Quidditch, va tutto per il meglio.
Dopo questa rimpatriata si accorse che erano le 5:30. Così decise di uscire nei giardini, magari andava da Hagrid, si, pensò, si diresse verso la capanna di Hagrid, bussò tre volte e vide l’enorme guardiacaccia davanti a sé -Harry! Che piacere vederti, avevo fatto giusto il thè, vieni entra-.
Appena entrò vide che dentro non era cambiato nulla, vi era però una strana pianta. -Ehm Hagrid- chiese Harry prendendo una sorsata del the offertogli dall’amico -Che cos’è quella cosa?-, -Oh si questa è una Tentacula Velenosa, me ne ha mandata una dalla Francia Madame Maxime, che brava e bellissima donna-. 
Harry si avvicinò quando Hagrid aveva ancora una faccia sognante, e non si accorse di nulla. Harry si avvicinò e all’improvviso venne scaraventato a terra con una forza monumentale.
-Harry! Oh no! Non devi avvicinarti, è estremamente pericolosa se ti avvicini!- disse Hagrid preoccupato -Senti! Ti porto in infermeria-.
Così il gigante attraversò il castello tenendo il ragazzo in spalla; Harry riusciva a sentire solamente Hagrid che urlava -Fatemi passare, c’è uno studente ferito, fatevi largo!-.
Ma Harry poi non riuscì a rimanere sveglio, e svenne.      

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Capitolo 7
*** Il risveglio, l'evasione, la partita e.... ***


Capitolo 7: Il risveglio, l’evasione, la partita e….

Harry si svegliò leggermente stordito, in un letto di infermeria, qualcuno gli stava tenendo la mano, una figura femminile con capelli corti e occhi neri. -Pansy!- esclamò Harry. Pansy guardò Harry, e si precipitò verso Madama Chips; Harry cercò di ricollegare la mente; ora ricordo, pensò; Riunione, Ginny, Hagrid, Tentacula Velenosa.
Ma i suoi pensieri vennero interrotti da Madama Chips che gli toccava la fronte -Allora Potter! Da quello che mi ha detto il professor Hagrid, hai preso una bella botta in testa scivolando giusto?-.
Harry la guardò perplesso, poi capì che Hagrid ha detto una piccola bugia per non far scoprire la sua piccola malefica pianta -Si! Si è andata così; che ore sono?-, vide Pansy avvicinarsi e sedersi vicino a lui, e Madama Chips rispose -Le 8:15, dovrai passare qui la notte Potter- lo stomaco di Harry andò sottosopra, non poteva saltare la partita.
Pansy si appoggiò al suo petto -Harry mi sono preoccupata tanto, ti ho visto mentre dormivi, temevo il peggio- disse lei, ed una lacrima attraversò la guancia.
Harry le accarezzò i capelli baciandole la testa -Non preoccuparti, sono qui ora, ci sarò sempre-.
Pansy lo abbracciò forte, perché Harry sapeva cosa provava, ma poi sorrise, e gli mollò un altro dolce bacio, sapendo che ormai, anche se non se l’ho sono detti, sono ufficialmente una coppia -Mi dispiace tanto Harry, salterai la partita-.
Harry però sottovoce intervenne -No Pansy, io ci sarò, senti tu vai, mettiti sugli spalti, e guardati la partita, io cercherò di uscire-.
-Harry potresti sentirti male, non puoi giocare in queste condizioni- rispose leggermente preoccupata Pansy.
-Pansy, io sto benissimo, ho affrontato di peggio, tu va-.
Anche se ancora un po’ incerta Pansy gli diede un bacio appassionato sulle labbra dicendogli -Fagli vedere chi sei!-, e se ne andò. Harry guardò l’orologio, mancavano 7 minuti esatti. Prese la sua bacchetta fece esplodere di proposito due letti, e vedendo Madama Chips precipitarsi a riparare il danno lui saltò giù dal letto, e con uno scatto uscì dall’infermeria; arrivò al dormitorio, si vestì, prese la Mappa del Malandrino e la scopa, e seguì una serie di strade ed in pochi minuti si ritrovò nel parco di Hogwarts, sentì subito l’aria fredda d’autunno andargli in faccia, e poi lo vide in lontananza; vide lo stadio.
Finalmente, pensò Harry, entrò negli spogliatoi dei Grifondoro, mancavano due minuti. -Harry! Ma sei in ritardo incredibile, stavo per dare forfait!- Baston rimproverò Harry per questo clamoroso ritardo e la sua faccia era, come tutti gl’altri, preoccupata, ma fu sollevato di vedere Harry.
-Forza è ora di scendere in campo, non perdiamoci in chiacchere Baston- disse Harry, con un Baston ovviamente d’accordo. Così Harry ed i suoi compagni di squadra aspettarono che il cancello si aprisse, nel mentre udirono la telecronaca pre-partita di Lee Jordan.
-Salve, salve a tutti, sono Lee Jordan che vi parla c’è una leggera brezza, e siamo tutti riparati dal freddo, notte serena, niente nuvole e siamo al chiaro di luna, quindi presumo che sono ottime le condizioni del tempo per giocare una bella partita di Quidditch; lo stadio è palpitante per la prima partita dei Grifondoro e dei Tassorosso, ma andiamo a leggere le formazioni, partiamo dai Tassorosso che schierano in porta Herbert Fleet, i due battitori saranno O’Flaherty e Rickett, mentre i tre cacciatori saranno guidati da Preece, Zacharias e Summerby, mentre il cercatore, e anche capitano sarà il numero 10 Cedric Diggory- come Lee nominò Cedric un mucchio di ragazze brandirono striscioni con su scritto “Vai Cedric” o anche “Ti amo Diggory”.
-Ecco i giocatori Giallo-Neri che entrano volando in sella alle loro scope. Mentre mi giunge adesso la formazione dei Grifondoro, mi informano che Alicia Spinnet è fuori per un problema al polso, dunque la formazione sarà con in porta Ronald Weasley, i battitori saranno Fred e George, i cacciatori saranno formati da Katie Bell, Angelina Jhonson e il capitano Oliver Baston, mentre il Cercatore sarà come sempre Harry Potter, Grifondoro ha nascosto questa formazione, dunque un nuovo colpo di scena>>. Appena Lee terminò di leggere anche la loro formazione i cancelli si aprirono, ed Harry, in sella alla sua nuova e fiammeggiante Firebolt, si alzò in volo, sentendo il vento sbattergli sulla faccia e scompigliarli i capelli. < Harry si impegnò subito setacciando metà campo per cercare il boccino, cercando di udire la telecronaca.
-A quanto vedo Harry ha già fatto l’intero giro del campo per trovare il boccino, evidentemente la vuole subito chiudere. Ecco il Grifondoro che riparte sull’ala destra con Jhonson, che si porta via Smith, passa al centro dove c’è Baston che tira….  E la palla viene controllata da Fleet che non ha problemi, quindi i Tassorosso ripartono, proprio con Smith che si porta via Bell, poi la passa Preece, che vede Summerby in area, passaggio ben riuscito, ma George riesce a far perdere la palla al cacciatore di Tassorosso grazie al bolide, ma la pluffa è riuscita a partire verso gli anelli, Ron è spiazzato, la pluffa lo supera….PALO! Sfiorano il gol di pochissimo i Tassorosso con un miracolo di Summerby- Basta! Pensò Harry, devo cercare il boccino, cercò in alto , nelle Torri, ma niente, aveva la vista leggermente annebbiata, probabilmente per il buio. Quando vide un luccichio, non aveva dubbi si buttò in picchiata verso le tribune -Attenzione sembra che Harry Potter potrebbe aver subito avvistato il boccino, si sta buttando in picchiata, ma si arrabbia, probabilmente è stato un falso allarme-.
-Cavolo Calì, potresti non puntare il tuo stupido specchio verso i fari?- disse Harry abbastanza arrabbiato.
-Ehi Harry!- Ron cercò di salutarlo, ma Harry doveva cercare il boccino, perciò si mise sopra il campo, si fermò e cercò.
-Attenzione all’attacco dei Grifondoro, con Baston che lancia la pluffa verso Bell, che però viene intercettata da Smith, che attraversa tutto il campo evitando un bolide, a tu per tu con Ron, prova a tirare, supera Ron, ma poi viene deviata da un bolide precisissimo mandato da Fred, partita molto equilibrata, ma Tassorosso era ad un passo dal sbloccare la partita-.
Harry aveva problemi, gli girava la testa, Diggory non aveva ancora visto il boccino, si arrabbiò ancora guardando negli spalti di Serpeverde uno striscione con su scritto “Tassi vincete, forza Diggory”, Harry ora scese in picchiata, con Diggory che lo rincorreva, probabilmente aveva pensato che avesse trovato il boccino.
-Occhio all’attacco dei Grifondoro con Angelina, che scambia con Baston, poi cambio di lato per Katie, che va verso la porta di Fleet, Katie tira…. GOL, dopo venti minuti siamo sul 10-0 per i Grifoni-, Harry esultò,-Dunque, i Grifondoro sono in vantaggio, vediamo dunque la ripartenza di Smith, che riesce a passarla per Preece, evita un bolide, ma Baston riesce a rubargli palla, e dunque Grifondoro può ripartire, ma il capitano Rosso e Oro preferisce giocarla all’indietro dove c’è Weasley, che con una finta porta dietro di sé Zacharias, così Ron la gira verso Katie che…. ATTENZIONE, oggi non vogliono proprio finire le risse, Smith ha mollato un pugno a Ron, che restituisce con un altro pugno sul naso, ed ecco che Harry Potter prova a dividerli-.
-Lasciami Harry, gliel’ha faccio vedere io- esclamò Ron cercando di divincolarsi, ma Harry, con l’aiuto di Baston, riusciva a non farselo sfuggire. -Madama Bumb riesce a far calmare gl’animi, ed ammonisce Ron ed espelle Zacharias, quindi Tassorosso con l’uomo in meno- disse Lee.
Ma Harry vide qualcosa negli spalti, una pallina con un paio di ali: il boccino. Cercò subito di andare a prenderlo e Diggory riuscì a raggiungerlo in poco tempo. -Attenzione, perché c’è Potter che tenta di inseguire qualcosa, si è un boccino, anzi il boccino, Diggory contro Potter, Harry contro Cedric, Grifondoro contro Tassorosso, due dei migliori cercatori di Hogwarts inseguono il luccichio d’oro, Cedric riesce a passare davanti, attenzione, colpo di scena, Zacharias da una spinta ad Harry che rimane a molti metri di distacco, che brutta condotta per Zacharias, che è anche espulso, e questo fa anche guadagnare ben tre rigori per i Grifondoro. Diggory sembra essersi accorto sull’accaduto, e va a prendere all’orecchio Smith, e lo accompagna fuori dal campo, che situazione imbarazzante per Smith, ma grande sportività oserei dire per Diggory, che sarebbe potuto andare a vincere la partita, e ha scelto la sportività al posto della vittoria facile; ben fatto Cedric!- e detto questo Lee applaudì, poi fu seguito dai professori, ed infine da quasi tutto lo stadio, tranne per qualche Serpeverde.
Harry non sapeva che cosa fare, tranne che ringraziare Cedric. -Perché l’hai fatto?- chiese Harry.
-Perché a me piace la sportività, non il gioco sporco-.
-Grazie Cedric- disse Harry stringendogli la mano.
-Non c’è di che, e stanne pur certo, che Zacharias non se l’ha passerà tanto facilmente-.
Harry sorrise, e, come fecce Cedric, tornò a giocare; del boccino non c’era più traccia, ma a Harry gli girava la testa, forse per lo scontro con Zacharias, e per lo sforzo fatto per mantenere Ron.
-GOL, Bell infila il primo rigore dietro l’anello alla destra di Fleet. Secondo rigore, ancora Bell al tiro, fischia Madama Bumb, e LA PARA! Fallisce il rigore Bell, che aveva tirato ancora alla destra del portiere di Tassorosso, ma questa volta, la tiene ben stretta; ultimo rigore, va ad incaricarsene non Bell ma il capitano Oliver Baston. Il terzo fischio di Madama Bumb…. GOL! Fleet si butta alla sua sinistra, ma Baston segna nell’anello centrale; dunque il punteggio è sul 30 a 0 per i Grifoni Rosso e Oro-.
Harry stava ancora cercando il boccino, si stava mettendo bene per loro -Ora ancora i Grifondoro in avanti, con Baston, che la passa per Bell, che tenta un lancio lungo per Jhonson, che evita il bolide di Rickett, si porta via Preece, poi Summerby, grande azione del numero 10, che si trova davanti alla porta ed è il gol del 40 a 0-. Ora Harry però vide Cedric che stava inseguendo il boccino -Ora Diggory ha trovato il boccino, lo sta inseguendo, Potter arriva alle sue spalle, di nuovo i due contro-;
-Ci si rivede!- disse Cedric appena vide Harry al suo fianco.
-Già, ora niente può impedirmi di prenderlo- rispose Harry.
-Lo vedremo- e detto questo Cedric accelerò.
-Ora Cedric passa in vantaggio, volano vicino alle Torri, ora si buttano in una picchiata veloce-.
Ora si che Harry sentiva il vento negl’occhi, dovette serrare gl’occhi fino a diventare due fessure per cercare di vedere il boccino; aveva la mano tesa, come quella di Diggory, ora era Harry a passare davanti, stava vedendo tutto nero, la vista gli si offuscava, e la testa gli si girava, quando tastò la superficie metallica del boccino.
-LO HA PRESO! HARRY POTTER HA PRESO IL BOCCINO! E la partita dunque è finita, i Grifondoro vincono grazie ai due gol di Bell, il gol di Jhonson e del capitano Baston, e dei 150 punti conquistati da Harry Potter. In tutto se i miei calcoli sono giusti la partita è finita per 190 a 0-.
Harry però non riusciva a festeggiare, si sentiva male, male davvero.
-Bravo Harry, mi hai battuto, complimenti!- disse Cedric che dopo che atterrò, si avvicinò a Harry -Harry, ti senti bene?- chiese Cedric preoccupato.
Harry lo guardò, ma non riusciva a parlare, non vedeva niente, chiuse gl’occhi e cadde a terra privo di sensi, sentendo solo i fischi e le voci dell'intero stadio. 

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Capitolo 8
*** Punizione col biondo ***


Capitolo 8: Punizione col biondo

Harry si risvegliò per la seconda volta in infermeria, sentì che sopra la sua testa, aveva una piccola spugna bagnata. Non sapeva se aprire gl’occhi o lasciarli chiusi per la paura. Passò qualche minuto, sentì le voci di Madama Chips parlare con Hermione -Signorina Granger, per ora le sue condizioni sono stabili, non si preoccupi è in buone mani, credo che ora possiate avvicinarvi-.
Sentì Hermione che era accompagnata, ovviamente, da Ron. Harry capì che non poteva far finta di dormire per sempre, dunque doveva affrontare i fatti. -Harry!- Hermione notò subito che Harry aveva aperto gli occhi e gli si fu gettata addosso per abbracciarlo.
-Hermione! Lascialo respirare!- disse Ron divertito; Harry notò che era ancora vestito con la tuta da Quidditch.
-Abbiamo vinto?- chiese Harry, era l’unica cosa che gli passava nella mente.
Ricordava solo che lui è Cedric stavano inseguendo il boccino fianco a fianco con le mani tese.
-Certo! E’ ovvio 190 a 0, Zacharias espulso, non poteva essere una partita migliore- gli rispose Ron, Hermione guardò seria i due -Ma pensate solo al Quidditch? Oh, i maschi- disse lei.
Harry e Ron non poterono che ridere; -Oh finalmente Potter! Professoressa McGranitt si è svegliato!- questa era la voce di Madama Chips, appena Harry sentì l’infermiera chiamare la direttrice della sua casa, gli arrivò il cuore in gola, e dopo pochi minuti, ecco che entrava.
-Signor Potter!- incominciò lei con la voce seria e leggermente arrabbiata -Il suo è stato un gesto incosciente, da lei me l’ho sarei dovuto aspettare; nonostante si sia già beccato un’ammonizione del preside riguardo al fatto della sigaretta e siccome abbia preso una botta alla testa e avrebbe potuto aspettare in infermeria di guarire con tutta la tranquillità del mondo sia Magico che Babbano, lei ha addirittura distrutto i letti, e gli ha usati come diversivo per uscire e giocare a Quidditch, Madama Chips aveva paura di chiamare il San Mungo-.
-Lo so professoressa, ma non potevo mancare, sapevo delle azioni che stavo facendo, sapeva di rischiare di rimetterci, ma era troppo importante per rinunciarci- si scusò Harry.
-Bè, io ti capisco Potter, anch’io quando giocavo a Quidditch non volevo per nulla al mondo rinunciare alla prima, o seconda o terza partita dell’anno, ma io non avrei mai….-, -Un momento, lei giocava a Quidditch?- intervenne Ron.
-Ron!- disse Hermione schiacciandogli un piede -Ahia!.... Ehm mi scusi professoressa- disse Ron cercando di soffocare il dolore della tacchettata di Hermione. -Come stavo dicendo- riprese la McGranitt squadrando Ron -io non avrei mai rischiato la vita per un inutile partita, sapendo che, probabilmente, avrei giocato la successiva- ha ragione, pensò Harry, aveva dato troppa importanza questa volta.
-E comunque Potter, tu non te l’ha caverai liscia, ti aspetto martedì sera alle 8:30 del mattino per la punizione- disse la McGranitt; Harry se lo era aspettato, e con un tono scocciato gli disse che ci sarebbe stato.
E dopo di che, la direttrice della casa dei Grifondoro uscì, ma prima di chiudere la porta, si affacciò e disse ancora -Ah signor Potter, congratulazioni per la partita, ed ottima presa; mi sa che posso assegnare 50 punti a Grifondoro, ma per la sua incoscienza ne toglierò dieci, arrivederci- disse la McGranitt sorridendo ed uscendo di scena.
Dopo che anche Madama Chips andò nel suo ufficio Hermione parlò -Sai Baston era molto preoccupato Harry-, -Tutta la squadra per la verità, per fino Silente- la corresse Ron.
-Si, chi non doveva esserlo?- disse Harry. -I Serpeverde, molti hanno applaudito quando sei svenuto, per non parlare di quando ti hanno portato fuori in barella quanti fischi stavano facendo- gli rispose Ron.
-E chi di preciso?- chiese Harry, questa volta però Hermione gli rispose -Bè ad esserne sicuri, Malfoy e Parkinson sono rimasti seduti, sembravano addirittura preoccupati-.
-Ma scommetto che erano preoccupati, perché se la sarebbero dovuti giocare contro di noi all’ultima giornata se loro vincono, e lo facciamo anche noi- disse Ron un po’ spazientito.
-Che ore sono a proposito?- chiese Harry curioso, -Sono le undici Harry, hai dormito per un bel pò-, gli rispose Hermione, -A proposito cos’è questa storia della sigaretta? Non dirmi che hai preso il vizio!- continuò lei in tono di rimprovero.
Harry stava per aprire bocca, ma poi qualcuno entrò nella stanza, quel qualcuno era Pansy, il cuore di Harry salì per la seconda volta alla gola.
-Che vuoi tu?- chiese Ron aspro.
-Volevo solo vedere Harry, lenticchia-.
-E da quando lo chiami per nome?- chiese Ron guardando Harry preoccupato.
-Perché io e lui….-, ma Harry intervenne all’istante -A-a-abbiamo fatto u-una scommessa su, su chi vinceva la partita stanotte-.
Pansy lo guardò, e Harry cercò di fargli capire di non dire niente. -Visto lenticchia? E da brava persona sono venuta qui per dargli i miei sei falci, tieni Harry-, si avvicinò e diede a Harry la ricompensa della falsa scomessa, fece di aver fatto cadere un falce, si chinò e disse sottovoce più veloce che poteva -Harry dobbiamo parlare, domani in riva al Lago all’ora di pranzo-.
Harry fece cenno di si con la testa senza farsi vedere. -Un momento- disse Ron rivolto alla Parkinson -Non mi hai detto ancora perché chiami Harry per nome- ma Pansy era già uscita.
Ron diede un calcio alla sedia, evidentemente perché non gli aveva risposto. -Forza Ron, andiamo in Sala Comune, notte Harry- disse Hermione -Dai Hermione, domani, siccome io ed Harry abbiamo giocato stanotte, non andiamo alle lezioni- disse Ron.
-Harry ha bisogno di riposare, ed io di compagnia- disse Hermione, sottolineando le ultime parole con un tono che sorprese Ron. Lui, capì all’istante, diede la buonanotte ad Harry, e mano nella mano con Hermione uscì dall’infermeria.
Così Harry, avrebbe avuto un giorno libero, e avrebbe dovuto parlare con Pansy, così si addormentò velocemente e tranquillamente.
Il mattino seguente, Harry si svegliò verso le 11:20, chiese a Madama Chips se poteva andare a fare colazione, o mettere qualcosa nello stomaco, -Un attimo Potter, prima devo farti dei controlli, non vorrei che tu svenga in mezzo ai corridoi- detto questo Madama Chips gli misurò la temperatura, e gli diede una Pozione Rigeneratrice, --Ok Potter! Adesso puoi andare, hai il mio permesso e tieniti lontano dai guai!- disse l’infermiera.
Harry uscì dall’infermeria, non sapeva che fare, decise dunque, siccome lo stomaco gliel’ho stava implorando, di andare in Sala Grande. Appena arrivò, trovò Baston, Angelina, Ron, Fred e George e Katie; in pratica si trovò con l’intera squadra di Quidditch.
Stava per andarsene, perché non ne aveva voglia di un’altra ramanzina sul suo senso di irresponsabilità, ma Baston lo chiamò -Ehi Harry! Ehi Harry! Da questa parte-.
Facendo finta di essere sorpreso si avvicinò e si sedette tra i due gemelli. Baston lo guardò, ecco sta per rimproverarmi, pensò Harry.
-Hai avuto fegato Harry, già da stamattina, ho sentito, la maggior parte degli studenti ti stima per quello che hai fatto. Girano voci che per uscire dall’infermeria hai dovuto affrontare Piton e Madama Chips da solo, è vero?-.
Harry non poteva credere a quelle parole, Baston di solito era molto serio, invece ora era curioso ed ammirato; e poi da dove ne è uscita fuori questa voce di un combattimento? -Baston non è vero che ho affrontato Piton e la Chips, non sono così stupido- disse Harry.
-Bè comunque, volevo complimentarmi con tutti voi per la vittoria di ieri sera, abbiamo giocato tutti bene, e non abbiamo preso gol, e tu Harry, sei stato formidabile- disse Baston, poi riempì i calici di ognuno e disse <> disse lui, e poi tutti levarono i calici in alto e dissero -Al Quidditch!-.
Harry passò tre quarti d’ora interi con la squadra, perché Baston, inoltre, approfittò di quel tempo per discutere degli orari d’allenamento delle settimane, e che avrebbero giocato contro Tassorosso il 1 Febbraio.
-Dunque, ci vediamo tutti i giovedì alle 18:00- e con queste ultime parole, Baston uscì dalla Sala.
Ora Harry, insieme a Ron, andarono in Sala Comune, il tempo era nuvoloso, e avevano paura che potesse piovere. Appena si distesero nei loro letti Ron, con un tono di infelicità, chiese -Credi che potrò giocare ancora?-.
-Non lo so, Baston non ti ha detto niente, dunque dovrai presentarti all’allenamento, e quindi potresti avere una possibilità di giocarti un posto in squadra- gli rispose Harry.
-Si, hai ragione, non devo arrendermi!- disse Ron con felicità -Oh miseriaccia!- disse Ron -E’ mezzogiorno e un quarto, devo andare a prendere Hermione- disse Ron, che si catapultò verso l’uscita, lasciando Harry da solo.
Harry guardò l’orologio; fra poco era ora di pranzo; doveva parlare con Pansy. Sperava che nessuno lo seguisse; così, per ammazzare il tempo, decise di andare nella Stanza della Necessità; dovevano organizzare una festa. E’ da quando Blaise ha vomitato in classe del professor Piton che non ne facevano una. Sapeva che Neville, Dean e Seamus avevano un ora buca, ma non sapeva dove fossero. Dove potrebbero essere? Dove? Dove? Pensò Harry tastandosi le meningi per concentrarsi, e poi vide sul palchetto del Dj che c’era una busta, la aprì e notò che c’era scritto “Nel cortile d’ingresso”.
Così dopo aver letto il biglietto, ed aver ringraziato mentalmente la Stanza delle Necessità, si precipitò nel cortile d’ingresso, ed infatti eccoli là, che stavano commentando una foto. -Ehi che succede?- chiese Harry.
I tre si girarono, lo salutarono, e gli fecero vedere una foto scattata ieri notte allo stadio da Seamus -E’ bellissima Seamus!- disse Harry, la foto era stata scattata da una delle due Torri, e mostrava il rigore segnato da Baston; si poteva notare la pluffa che entrava nell’anello centrale, e vedere il pubblico Rosso e Oro scattare in piedi.
-Grazie Harry! Ne ho tante altre in camera, se vuoi te le presto, così potrai vederle, ne ho parecchie della partita!- rispose ringraziando Seamus. -Si bell’idea, ma senti, volevo chiedervi una cosa, a tutti e tre-, si avvicinò e bassa voce disse -Quand’è che facciamo un’altra festa?-.
-Bella domanda- rispose Neville.
-Io direi che potremo farla domani notte- propose Seamus.
-Ma come facciamo a trovare delle bevande e del cibo per domani?- chiese Neville.
-E’ semplice, basta andare nelle cucine, chiedere del cibo e un po’ di alcolici agl’elfi no?- disse Dean.
-Si ragazzi buona idea, ma cercate di portare alcolici leggeri, non di quegli troppo pesanti ok? Non vorrei che succedesse di nuovo quello spiacevole episodio con Blaise Zabini- disse Harry.
-Non preoccuparti, stavolta ci andremo piano- disse Neville.
E dunque, dopo essersi salutati, Harry, vedendo molte persone entrare in Sala Grande, decise di andare al Lago, per incontrarsi con Pansy. Aspettò qualche minuto, ma infine eccola là; Pansy aveva la divisa di Serpeverde, ma la trovò decisamente bella ed attraente.
-Ciao Pansy-, disse Harry baciandole la guancia.
-Solo li?- chiese Pansy, ed Harry guardandola, le mollò un bacio sulle labbra appassionato, con le lingue che danzavano nelle loro bocche, e con Harry che gli accarezzava dolcemente i fianchi, quel bacio durò per molto tempo, Harry non voleva più staccarsi, ma poi Pansy si staccò.
-Ok, ok Harry, ci stiamo baciando da più di mezz’ora-.
-E allora continuiamo- disse Harry avvicinandosi di nuovo, e baciandola sul collo.
-Harry dai, mi piacerebbe continuare, ma dobbiamo assolutamente parlare- disse Pansy.
Così Harry si sedette con lei nell’erba, e lei incominciò -Senti, penso che ora noi due stiamo insieme, giusto?-.
-Giusto- rispose Harry tenendole la mano -Eh allora?- chiese lui.
-E allora, pensò che dovremo dirlo ai nostri amici, lo sentivi a Weasley come mi ha insultato in infermeria?-.
-Si che lo sentito, ma ti immagineresti la faccia che farebbe se gli dicessi che sto insieme a te?-.
-Si ma non credo che la nostra relazione dovrà essere segreta per sempre, prima o poi i nostri amici dovrebbero saperlo- disse lei.
Harry e Pansy rimasero in silenzio ma poi parlò lui -Senti hai ragione dovremo dirlo, a proposito, tu a chi lo dici?-.
-Bè a Draco, siamo amici da sempre, pensa alla faccia che farà- ed Harry si mise a ridere -Sai penso che dovresti frequentarlo- disse Pansy.
-Cosa ma sei matta? Ci spaccheremo a pugni io e lui- rispose Harry.
-Vabbè sarà- disse lei -Intanto io cercherò di dirglielo già oggi dopo pranzo tu?-.
-Non lo so sinceramente, ci proverò prima con Hermione, che almeno mi capirà, e poi cercherò di farmi dare una mano da lei con Ron, siccome è la sua ragazza-,
-Quindi con te ci vorrà più tempo rispetto a me giusto?- chiese Pansy.
-Penso che mi dovrai dare almeno due giorni- disse lui.
-Va bene Harry, io vado mangiare- e lei cercò di alzarsi, ma Harry gli prese il braccio e la tirò giù -Tu non vai da nessuna parte- disse Harry incominciando a baciarla,
-Harry si chiederanno tutti dove siamo, e poi salterò il pranzo- disse Pansy. 
-Ma per me non me ne frega, ora voglio restare con te- disse Harry. 
E così trascorsero altri trentacinque minuti attaccati, senza mai staccarsi, Harry non provava queste emozioni da chissà quanto tempo, ora non voleva perdere Pansy, la voleva con lui per sempre. Ed infine, quando poi si staccarono Harry chiese -Vieni alla festa nella Stanza delle Necessità con me domani notte?-.
-Ma certo tesoro, scusa ora devo andare, Daphne si starà chiedendo dove sono prima di andarsene diede ad Harry un bacio sulla fronte e camminò con verso il castello.
Harry prese una strada alternativa, per non farsi vedere con Pansy, e salì nella Sala Comune; appena entrò Ron gli disse -Ma dov’eri finito, pensavamo che ti fossi di nuovo sentito male-.
-Oh scusate, ero a fare una passeggiata nel parco-.
-E ne valeva la pena saltare il pranzo?- chiese Ron, -Si- disse semplicemente Harry.
-Sentite andiamo- incominciò Harry cercando di non farsi udire dagl’altri -Domani notte c’è una ennesima festa nella Stanza delle Necessità, che ne dite se ci andiamo?-.
-Si, credo che si possa fare- disse Ron, ma Hermione non era così tanto sicura; -Andiamo Hermione! Ti giuro che non sarà come l’ultima volta, non ci proverò con nessun altra-, alla fine la ragazza bruna accettò.
Così Ron uscì per andare a vedere l’orario, Hermione fermò Harry e disse -Harry cosa ti succede? Perché non ti vediamo più in giro ultimamente?-, Harry stava per scendere, ma Hermione lo fermò ancora -Senti Harry! Sono la tua amica, e pretendo sapere, perché non vuoi più rimanere con noi-.
-Cosa ti fa pensare che non voglia più stare con voi?- chiese Harry facendo finta di essere arrabbiato, per illudere ad Hermione di farlo scendere.
-Il fatto che tu, salti il pranzo solo per una passeggiata-. Cazzo, pensò Harry, che m’invento? Harry, però, sapeva che doveva dirglielo, lei l’avrebbe capito, sperava.
-Ecco, i-io, h-ho una r-ragazza-.
Hermione poi sorrise, e tutta eccitata all’idea che Harry avesse una ragazza gli chiese -O-mio-Dio, Chi è? E’ per caso Alicia, o oppure Cho? No aspetta Ginny, è lei vero-.
-No, non è nessuna delle tre che hai detto, e nessuna di quelle che probabilmente stai pensando; E-ecco, la mia ragazza è P-Pansy-, Hermione lo guardò e chiese
-Pansy chi? Non sarà mica?-. -Si Hermione- disse Harry sottovoce -Pansy Parkinson-.
-Oh, bè non me l’ho sarei aspettato, ma se a te va bene, va bene anche a me- disse Hermione.
-Si, me lo sentivo che tu non avresti avuto nulla in contrario- disse Harry sollevato -Ma il problema- disse lui tornando serio -E’ come farò a dirlo a Ron-, -Non ti preoccupare Harry, ci proveremo insieme Harry, ora però andiamo da Ron, si starà chiedendo cosa stiamo facendo-. 
Così i due scesero e trovarono Ron che gli aspettava -Finalmente, andiamo c’è Difesa Contro le Arti Oscure-.
Così i tre si diressero verso il terzo piano. Alla fine della giornata, Harry si stava chiedendo come avrebbe fatto a dirlo Ron, non ci pensò, pensò soltanto, che l’indomani avrebbe saltato tutta la mattinata, per restare in punizione con la McGranitt, chissà cosa gli aveva progettato la sua direttrice.
Il mattino seguente, Harry si alzò alle 7:30; mancava ancora un ora, pensò. Andò così, cercando di non svegliare nessuno, verso la Sala Comune, che, come ogni mattina presto, era vuota. Aveva con sé la Mappa del Malandrino, e decise che prima guardava chi si era alzato, poi sarebbe sceso a fare colazione con Ron, sempre che si sarebbe svegliato, e con Hermione.
-Giuro solennemente di non avere buone intenzioni- pronunciò Harry, e toccando con la punta della bacchetta, la pergamena vuota si riempì di disegni e di nomi; Harry notò che di insegnanti erano presenti in Sala Grande solo Piton e Lupin, mentre di studenti c’erano Malfoy, e Cedric; chissà perché Malfoy era già in piedi, si chiese Harry, poi andò a vedere il dormitorio di Serpeverde, e Pansy stava ancora dormendo.
Avrebbe voluto passare una notte con lei, abbracciati, per poi addormentarsi e svegliarsi con la faccia di lei. -Fatto il misfatto- disse Harry, e con un altro tocco della bacchetta, la Mappa del Malandrino, tornò a sembrare una qualsiasi pergamena.
Erano passati dieci minuti da quando si era alzato, credeva che ci avrebbe messo un po’ più di tempo; -Oh, al diavolo! Ho fame, ci vado da solo- disse Harry, e così passò in mezzo al buco del ritratto e scese, senza usare nessun passaggio segreto, le scale, che per sua fortuna, non avevano cambiato direzione quella mattina. Saranno addormentate, pensò.
Entrò, e trovò Cedric che correva verso di lui -Harry!- iniziò lui.
-Oh, ciao Cedric!- rispose Harry.
-Allora, come stai dopo “l’incidente”?- chiese lui, ovviamente Harry se l’ho doveva aspettare.
-Benone, grazie per avermelo chiesto- rispose Harry.
Poi Cedric, inoltre, gli chiese della voce sul combattimento, Harry era un po’ spazientito -Cedric, quella è una voce falsa cavolo!-, -Ok ,ok! Bè sono felice che tu stia bene Harry, ci si vede in giro- e uscì.
Harry andò a sedere nella sua panca, e Malfoy lo stava fissando; non aveva voglia di creare una rissa, anche perché sarebbe dovuto essere buono nei suoi confronti. Chissà se Pansy gliel’avrà già detto, si chiese, no, non così presto, e poi mise giù nello stomaco delle uova al sugo, più un po’ di acqua. Aveva abbastanza sonno quella mattina, chissà cosa aveva in serbo per lui la McGranitt. Guardò l’orologio, il tempo era passato più del previsto; erano le 8:20. Così prese le sue cose, e si diresse verso l’aula di Trasfigurazione.
Poi vide anche Malfoy che si stava alzando, e notò che veniva seguito dal biondo, così prima di entrare nell’aula, si girò verso di lui e disse -Che vuoi Malfoy? Perché mi insegui?-.
-Perché anch’io sono in punizione con te Potter, ho schiantato uno del primo anno alla partita di domenica notte-.
O no, o no, di tutti i compagni che poteva avere, quello doveva essere proprio lui? Così i due entrarono, e la professoressa McGranitt li accolse -Oh signor Potter, signor Malfoy, benvenuti. Prego sedetevi, fra poco incomincerà la punizione-.
Così Harry, si sedette in un banco lontano da Malfoy, ma con gran sorpresa di Harry, il Serpeverde si sedette di sua spontanea volontà vicino a lui. -Senti Potter- incominciò lui -Ho saputo da Pansy, che stai insieme a lei-, gliel’ho aveva già detto, pensò Harry, che velocità -All’inizio pensavo che stesse scherzando, ma poi, dopo ben trenta minuti, mi sono convinto-.
-E allora?- chiese Harry.
-E allora cosa?- chiese perplesso Malfoy.
-Che cosa ne pensi del fatto che io e lei stiamo insieme?-.
-Bè, all’inizio mi disgustai, stavo per uscirmene dalla stanza, intenzionato a non parlare più con lei, ma poi guardai nei suoi occhi, e siccome siamo amici da sempre, capii che se lei era felice, malgrado pensavo non l’avessi mai detto, s-sono felice a-anche io- le ultime parole le pronunciò con molta difficoltà.
Harry non poteva crederci, stava parlando in modo pacifico con Draco Malfoy, che era felice che la sua migliore amica, stesse con il suo, finora, peggior nemico.
-Ora basta parlare!- disse intervenendo la professoressa McGranitt, -E’ ora che voi paghiate per gli errori da voi commessi; voglio che voi ricopiate questi testi, che saranno distribuiti ai bambini del primo e secondo anno, voglio che la scrittura sia perfetta-.
Come se ne andò Malfoy guardò la pila di fogli da ricopiare -O cazzo! Come cazzo faremo a ricopiare tutto questo, con una piuma, ed una boccetta d’inchiostro Potter?-.
-Non lo so, ma prima iniziamo e prima finiamo- disse Harry.
-Belle parole, da dove le hai prese?- chiese Malfoy.
-E’ un proverbio babbano- rispose lui; sulla faccia di Malfoy si scrisse tutta l’amarezza per quello che aveva detto.
E così incominciarono, con un Harry alquanto divertito dall’espressione del biondo. Quando erano a metà scrittura, ed erano le 11:30, Malfoy era sfinito, ma sottovoce chiese qualcosa ad Harry -Senti Potter, siccome Pansy vuole che noi due ci conoscessimo meglio, ti va di venire a bere qualcosa nel nostro dormitorio? Ho un po’ di vino-.
Harry non poteva crederci, Malfoy lo stava invitando a bere qualcosa, nel suo dormitorio? -Ci sarà anche Pansy, così potrai passare un po’ più di tempo con lei-, Harry voleva in quel momento, e anche lui non ci poteva credere, fare amicizia con Malfoy, e voleva vedere Pansy.
-D’accordo, però non voglio farmi vedere con te-. Malfoy sorrise, era la prima volta che Harry lo vedeva con un sorriso e non con un ghigno maligno.
Erano ormai le due, e il biondo e il moro, non ne potevano più, quando la McGranitt gli chiamò -Potete andare signori, potete finire di scrivere mercoledì pomeriggio-. E così i due andarono nei sotterranei, quando Malfoy disse -Scusa Potter, non posso farti sentire la nostra parola d’ordine, perciò Muffliato-.
Harry vide Malfoy avvicinarsi al muro e sussurrare qualcosa, e come il passaggio si aprì, l’incantesimo si sciolse, ed Harry e Malfoy entrarono.

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Capitolo 9
*** La visita, la festa, la perdita ***


Capitolo 9: La visita, la festa, la perdita

-Ehi Potter che ci fai qui- disse minaccioso Goyle, avvicinandosi ad Harry insieme a Tiger, Blaise e Nott.
-Tutto a posto lui è con me- intervenne Draco.
-Cosa gli farai, lo torturerai a suon di Crucio?- chiese Nott.
-No! D’ora in poi è meglio se gli porterete rispetto, l-lui e P-Pansy, stanno i-insieme, e lei mi ha detto di farci amicizia-.
I quattro Serpeverde, non potevano credere alle sue parole; l’unico che si fecce avanti era Blaise -Piacere Potter, posso chiamarti Harry?- gli chiese Blaise -Si certo Zabini- disse Harry sbalordito dal suo comportamento, -Ehm, Blaise, per gli amici- disse il ragazzo stringendogli la mano.
Harry non ci credeva, aveva fatto amicizia con Malfoy e Blaise, guardò gl’altri tre, che non erano così tanto convinti di farsi avanti -Senti Potter- incominciò Nott -Non so cosa ci trovi in te Pansy, ma difficilmente saremmo amici io e te, penso che la stessa cosa valga con Tiger e Goyle, giusto?- chiese Nott girandosi verso i due gorilla che annuirono con una faccia da ebeti.
-Ah lasciali perdere Harry- disse Blaise portandolo ad un tavolo lì vicino.
La Sala Comune aveva al centro due enormi divani, il colore del soffitto era verde acqua, c’era un fuoco che scoppiettava alle spalle del tavolo in cui erano seduti Harry, Blaise e Malfoy; come quando era entrato sotto falso nome con Ron. Infine Harry notò una porta abbastanza grande, che, probabilmente, pensò Harry, portava ai dormitori.
-Tieni Harry, questo vino è delizioso. Draco, dove l’hai preso, e come c’è lo hai portato fin qua giù?- chiese Blaise al biondo, -Oh bè, è stato facile, sono sceso nelle cucine, ho preso qualche bottiglia, e stavo per risalire, ma ho notato che c’erano molti professori in giro, Lupin, Piton e la McGranitt; sapevo che, nonostante sia uno studente della sua casa, e che sia suo figlioccio, e che sia uno dei suoi studenti migliori e preferiti, sapevo che Piton, non mi avrebbe mai lasciato passare con una cassa di bottiglie di vino, perciò ho chiesto a degl’elfi domestici di portarmene una cassa quella notte stessa nel dormitorio, e bingo il gioco è fatto!- disse Malfoy.
Molto contento di sé, mentre beveva mezzo bicchiere di vino.
Harry se ne fecce versare un bicchiere intero da Blaise -Cavolo Harry, ma come hai fatto con Pansy? Lei è bellissima, ci hanno provato tutti con lei, ma nessuno è mai riuscito a fidanzarsi per davvero con lei-.
-Perché aveva occhi solo per me- disse Draco -Poi però io gli ho detto che non avrei seguito quello stupido trattato che c’è tra la mia famiglia e quella di Pansy, e così siamo rimasti amici-.
-Di quale trattato parli?- chiese Harry incuriosito.
-Bè, in pratica, quando io e Pansy eravamo bambini, i nostri genitori si sono accordati che io e lei ci saremmo sposati, probabilmente per motivi economici e di sangue, ma io ho sciolto tutto, quindi, ora, sono libero di prendermi la ragazza che voglio-.
-Ma allora facciamo un brindisi- disse Blaise incominciando a versare vino nei bicchieri dei due, ed anche il suo -A Pansy, una delle donne più belle del mondo-, i tre alzarono i calici ed esclamarono -A Pansy!-, e si misero a bere un’altra sorsata di vino.
Harry rifiutò un altro bicchiere offertogli da Malfoy, quando una ragazza entrò nella Sala Comune chiedendo -Qualcuno mi ha chiamato?- chiese Pansy in direzione dei tre.
Appena vide Harry, corse dicendo -Non ci credo!-, abbracciò Harry dandogli un bacio sulla bocca e chiese -Draco lo hai portato tu qui?-.
-Ci puoi scommettere baby!- rispose lui.
-E Blaise, ora sei un suo amico anche tu?- chiese Pansy.
-Ma certo!- disse il moro scompigliando i capelli, amichevolmente, ad Harry.
-Siete grandiosi, tutti e due- disse Pansy dando un bacio sulla guancia a tutti e due, -Ehi, mi tradisci per Malfoy e Blaise?- chiese Harry ridendo, -Potter io sono più attraente di te- disse Malfoy ridendo.
-Ma perché non vi chiamate per nome voi due, anche tu Blaise dovresti farlo- disse Pansy.
-Io lo sto già facendo, giusto Harry?- chiese Blaise, -Certo- disse Harry -E tu mi chiamerai per nome…. Draco?-, Malfoy lo guardò e disse -Certo…. Harry-.
I quattro si misero a ridere, e Pansy dopo quindici minuti di risate, chiese -Draco e Blaise, volete venire con me ed Harry stanotte alla festa nella Stanza delle Necessità?-, i due si guardarono, e poi dissero che ci sarebbero andati.
-Allora ci vediamo nei sotterranei alle 10:00 ok?- chiese Malfoy, ed, ovviamente, Blaise, Pansy ed Harry dissero che ci sarebbero stati. Quando Draco e Blaise si allontanarono, Harry e Pansy trascorsero insieme un po’ di tempo, era così bello, sentire il suo profumo così da vicino, accarezzargli i capelli, distesi sul divano, avendo tutte le intenzioni di trascorrere tutto l’intero pomeriggio con lei, ed erano soltanto le 14:34.
Ancora non ci poteva credere Harry, stava assieme ad una Serpeverde, aveva fatto amicizia con due Serpeverde, ed ora stava nella Sala Comune di Serpeverde come se nulla fosse.
-Senti Harry- incominciò a parlare Pansy, coricata sulle gambe di lui -Tu l’hai detto a qualcuno?-, -Bè si, l’ho detto ad Hermione- rispose Harry.
-E che cosa ha detto?- gli chiese lei.
-Che non se la sarebbe mai aspettata da parte mia, ma che comunque gli andava bene anche a lei se andava bene a me- disse Harry poi mettendosi a ridere.
-Perché ridi?- chiese curiosa Pansy, -Oh ecco, oggi quando eravamo con la McGranitt, ho pronunciato a Draco un proverbio babbano, e mi ha detto “Belle parole Potter"- disse imitando la voce del biondo -E come gli dissi che quello era un proverbio dei non-maghi, dovevi vedere la faccia sul suo volto- concluse cercando di soffocare la risata.
-Senti Harry, non ne ho voglia di parlare quaggiù, che ne dici se “parliamo” in camera mia?- chiese lei; Harry rise, la prese in braccio e la portò in camera della ragazza, continuando a baciarsi.
Appena chiusero la porta, il resto furono solo baci ed emozioni sfogate, con scariche di adrenalina, Harry e Pansy si stavano baciando, toccando, si toglievano i vestiti a vicenda; solo il soffitto della camera fu testimone sul fatto che i due si unirono sotto le coperte del letto a baldacchino Verde-Argento della ragazza. Quello che Harry provava all’interno era amore e piacere, quello che sentiva all’esterno, invece, erano i lamenti di goduria di Pansy; ma alla fine di tutto i due si addormentarono, abbracciati e nudi, in quel freddo pomeriggio di Novembre, tra le calde coperte del letto unico.
Un debole raggio di sole entrò dalla finestra del sotterraneo, quando Harry aprì gl’occhi, e vide Pansy appoggiata la suo petto, già sveglia. -Buonasera Harry!- gli disse lei dandole un bacetto sul collo, -Buonasera a te!- gli rispose Harry baciandole la testa.
-Allora hai dormito bene?- continuò lui.
-Si. Come ti è sembrato?- continuò timidamente lei.
-Maledettamente fantastico!- disse Harry -E secondo te?- chiese il moro.
-Maledettamente fantastico!- rispose Pansy dicendo le stesse parole di Harry ridendo.
-Che ore sono Pansy?- chiese Harry mollando uno sbadiglio.
-Sono le nove?- chiese sorpresa Pansy.
-Oh merda!- disse Harry uscendo subito dal letto -Dobbiamo andare subito in Sala Grande, o penseranno chissà che cosa- continuò infilandosi i boxer e un paio di jeans.
Dopo dieci minuti, i due entrarono nella Sala Comune: vuota.
-Sono già in Sala Grande- disse Pansy prendendo Harry per una mano e portandolo fuori dal sotterraneo.
Appena entrarono in Sala Grande, tutti gl’occhi erano fissi sulla Serpeverde e sul Grifondoro, Harry cercò di staccarsi dalla mano, ma lei lo stava trascinando al suo tavolo.
-Pansy, devo andare al mio tavolo!-.
-Nient’affatto, ti hanno visto entrare con me, e devono pensare che tu sia un Serpeverde, quindi siediti- disse Pansy, che lo fece sedere tra lei e Draco, dando le spalle a tutti i tavoli della Sala.
-Come faccio a far finta di essere un Serpeverde, se non ho neanche la divisa da Serpeverde?- chiese Harry, che si stava preoccupando, -Harry, ma non vedi che hai la divisa?- chiese Draco.
Harry, in effetti si accorse che aveva addosso la divisa Verde-Argento, e sul maglione c’era scritto il nome di Draco Malfoy, -Come hai fatto?- chiese Harry a Pansy sottovoce, -Oh bè, quando stavi dormendo, ho effettuato un incantesimo di scambio, e la divisa più vicina era probabilmente, quella di Draco, e dunque ti sei messo quella, pensando che fosse la tua-.
-E non pensi che qualcuno mi possa vedere?- chiese Harry.
-Non credo- disse stavolta Blaise -Sei di spalle a tutti gl’altri tavoli, non credo che qualcuno di spalle ti riconoscerà-.
Harry si girò, e notò che al tavolo dei Grifondoro, Ron ed Hermione, si stavano guardando attorno, probabilmente cercavano lui. Harry ora poteva restare tranquillo, passò la maggior parte della cena a parlare con Draco, Blaise e Pansy.
-Sentite, stavo pensando- incominciò Draco -Che ne dite se noi quattro, andassimo ad Hogsmade?-.
-Non so Draco, avevo un appuntamento con Harry, e volevo passare un po’ di tempo con lui- disse Pansy.
-Si certo, non ne hai passato abbastanza oggi?- chiese Draco.
-Che intendi dire?- chiese Pansy arrossendo un po’.
-Intendo dire, che vi ho visti salire in camera da letto, mi sono avvicinato alla stanza, e sentivo i tuoi “lamenti”- disse Draco sottovoce, sottolineando l’ultima parola lentamente e con il suo solito ghigno in bocca. Ora Pansy era rossa come un peperone. Draco, Blaise ed Harry non smettevano di ridere, Harry non era imbarazzato, perché Draco e Blaise gli avevano dato il cinque, e per lui era come un gesto d’onore.
-Ok smettetela, sta per parlare il preside- disse Pansy; infatti Silente stava chiedendo silenzio -Silenzio studenti! Ho un annuncio da fare! Volevo solo dirvi che le lezioni di domani sono annullate per la visita ad Hogsmade, che inizierà qui alla Sala Grande, alle 10:00, e terminerà alle 19:00, ed ora, vi auguro una buonanotte-. -Allora? Volete venire con me e Blaise a Hogsmade?- chiese Draco quando erano nel Salone d’Ingresso, -Si certo che ci saremo- disse Harry sorridendo a Pansy, che gli ricambiò un sorriso a trentadue denti.
Harry stava per andare verso la scalinata, ma Pansy lo trattenne per il braccio -Dai, vieni con me, tra mezz’ora c’è la festa-, Harry diede un ultima occhiata alle scale e disse -Non credo che posso presentarmi con questa uniforme al dormitorio- si autoconvinse, e detto questo scese con Pansy, tenendo la sua mano, stretta a quella di lei, con affianco Draco e Blaise.
Quando arrivarono davanti al muro Blaise disse -Senti Draco, ora Harry è nostro amico; penso che possiamo fidarci di lui no?-.
-Si hai ragione- disse Draco, che pronunciò la parola d’ordine -Crucio-, ed il muro si aprì.
-Un momento- chiese Harry appena varcò il passaggio -Cosa mi metto per la festa?-.
-Non preoccuparti, seguimi, io e Blaise ti prestiamo qualcosa- disse Draco facendo cenno ad Harry di salire nelle camere. Appena entrò, Harry vide che c’erano cinque letti messi a cerchio, con sopra ognuno di essi, una finestra; ovviamente i letti avevano coperte verdi e cuscini argentati.
Draco aprì l’armadio -Allora, che cosa si può mettere il ragazzo? Bene, mettiti questa camicia verdognola, con questo pantalone nero, si abbinano benissimo alle tue scarpe bianche-.
-Un momento Draco- intervenne Blaise -Io penso che mettersi sempre delle camicie, sia un po’ noioso, perché con quel jeans neri, non ci abbini un bel maglione nero; mentre potreste cambiarvi le scarpe voi due no? Tu Draco prendi quelle bianche di Harry, così puoi metterti quella camicia verdognola mentre tu Harry con le scarpe nere di Draco, ed i suoi pantaloni neri, ci potresti abbinare il mio maglione-.
Harry e Draco annuirono, e poi il moro gli chiese -E tu cosa ti metti Blaise?-, Blaise guardò nel suo armadio e disse -Mah, penso che mi metterò questi pantaloni neri con una maglietta blu-.
Così appena i tre si cambiarono, scesero dalle camere, trovarono Pansy, vestita con camicia e gonna nera.
-Wow, sei uno schianto!- disse Harry, -Grazie!- disse lei sorridendo e prendendolo per mano. Così i quattro si avviarono verso il settimo piano, cercando di non farsi vedere, e appena la porta apparì entrarono alla festa. La musica questa volta era veramente rimbombante; Seamus sa scegliere delle canzoni meravigliose, pensò Harry.
-Pansy, tu va con Draco e Blaise, devo andare a cercare Ron ed Hermione- disse Harry, -Ti prego, voglio passare con te la festa!- chiese Pansy piagnucolando un po’.
Ci volle qualche minuto, ma alla fine Harry riuscì a convincerla, così il moro partì alla ricerca dei suoi due migliori amici. All’improvviso, però, la musica cessò, e Seamus parlò -Scusate, un attimo di attenzione, per favore un attimo di attenzione. Prima di tutto volevo ringraziarvi, che siate venuti in tanti a questa ennesima festa- e ci fu un applauso da parte del pubblico, -e secondo, vista la difficoltà affrontata nell’ultima festa, io e i miei consiglieri, Neville e Dean, abbiamo deciso di mettere nel bancone poco alcool. Fatevelo bastare, e non ubriacatevi. Non vogliamo correre altri rischi, grazie- dopo che Seamus finì di parlare, ci furono alcune proteste, ma come la musica riprese ad inondare la stanza, si misero, la maggior parte degli studenti, a ballare.
Così, Harry, cercò qualcuno con cui parlare, e lo fermò Neville -Bella festa eh?-.
-Sinceramente Neville- incominciò Harry -Per aver avuto un solo giorno per organizzarla, è fantastica-, Neville sorrise, evidentemente ci teneva alla sua opinione. Harry guardò alla sua destra e notò che Pansy era un po’ rabbuiata -Senti Neville, potresti farmi un favore?- chiese Harry -Tutto quello che vuoi amico- gli rispose lui felice
-Bene, di a Seamus di mettere una canzone lenta-.
-Detto fatto! Tutto per te amico!- disse Neville scattando verso il palchetto del Dj.
Seamus guardò strano Harry, ma poi gli fece cenno che stava per farlo, anche se un po’ dubbioso.
-Ok ragazzi!- incominciò lui interrompendo la musica movimentata -Adesso rallentiamo un po’-, e partì la musica lenta.
C’erano solo quattro copie che stavano ballando, così Harry prese coraggio, si avvicinò a Pansy e gli chiese -Vorresti concedermi questo ballo?-.
-Qui? Adesso? Ci guarderanno tutti!- disse Pansy, -E tu lasciali guardare- disse Harry porgendole la mano.
Lei guardò il pubblico, aveva un po’ di paura, e Harry la trascinò nella pista; Pansy si guardava intorno, aveva chiaramente paura; in effetti, molti dei presenti li stavano indicando -Non avere paura- cercò di rassicurarla Harry -Ci sono io adesso-, Pansy non era del tutto convinta.
-Pansy guardami- disse lui alzando lo sguardo.
-Ti prego Harry andiamocene- cercò di dire Pansy con lo sguardo ancora abbassato sulla spalla di lui.
-Pansy guardami- questa volta Harry gli afferrò la faccia, e fece incrociare i suoi occhi con quelli di lei, -Sei bellissima- disse baciandola.
Questa volta molte persone si misero le mani sulla bocca, non potevano crederci, Pansy Parkinson ed Harry Potter? Pansy, appena si staccò, sorrise, ma era molto rossa -Perché l’hai fatto?- chiese lei, Harry questa volta la guardò negl’occhi, prese nuovamente tutto il coraggio che aveva in corpo e mettendo la bocca vicino ad un orecchio disse, quasi come un sussurro -Perché ti amo-.
E continuarono a baciarsi, questa volta Pansy, non aveva più vergogna, non gliene importava niente di quello che pensava la gente, rispondeva ai baci di Harry, pareva che quella frase gli abbia dato fiducia e coraggio.
Poi però Harry si sentì tirare all’indietro da qualcuno, lo stava portando fuori dalla stanza, fuori dalla festa, lontano dal settimo piano, lontano da lei. Scesero ben tre piani, e lo portò nei bagni per i ragazzi, e solo quando si furono fermati, Harry vide che la persona che l’aveva trascinato fin là era una figura maschile, alta, col fiatone per quella lunga corsa, con i capelli rossi; Ron Weasley stava in piedi davanti a lui con un aria arrabbiata, questo fece venire ad Harry una fitta allo stomaco.
-Ma che diavolo ti prende?- chiese Harry, anche se sapeva già la risposta.
-Che mi prende! CHE MI PRENDE?!- ora era veramente arrabbiato, -Ti ho visto sai? Ho visto con chi stavi ballando, ho visto con chi ti sei baciato. Forse non dovresti chiedermi che mi prende a me, ma forse dovrei chiedere io cosa ti prende a te!- il tono di voce era molto arrabbiato, Harry non l’aveva mai visto così infuriato -Eh allora? Che cosa c’è di male a baciare una ragazza che mi piace?- cercò di difendersi lui.
-Che mi piace? Harry, forse non te ne rendi conto che la persona che stavi baciando era la Faccia da Carlino?- chiese Ron.
-Non-chiamarla-così!- disse Harry, mettendo in ogni parola espressa un tocco di rabbia.
-Perché no? L’anno scorso ogni volta che dicevo così ci mettevamo a ridere da matti-.
-Questo era l’anno scorso Ron, una persona negli anni può cambiare-.
-Si, lo so che una può cambiare, ma non credevo che Harry Potter, potesse mettersi assieme ad una ragazza che ha sempre odiato, per di più una della casa dei Serpeverde-, Harry guardò Ron cercando di far calmare lui, e cercando di calmare se stesso -Senti Ron, ho cercato di dirtelo, ma stavo cercando il momento giusto, non volevo che l’avresti scoperto così-.
-E da quand’è che ti sei messo assieme a lei?- chiese Ron calmo, -Bè dal giorno delle prime partite di Quidditch- rispose lui, -E’ per questo che sei arrivato tardi alla riunione della squadra? E’ per questo che sei mancato a pranzo l’altro giorno? E’ per questo che sei mancato oggi per tutto il giorno?- chiese Ron con la faccia delusa, Harry ora non poteva dirgli bugie, non poteva proprio -Si, volevo passare un po’ di tempo con lei-.
Ron alzò il braccio, con il pugno ben serrato, Harry era sicuro che stava per mollargliene uno, ma non cercò di bloccarlo o di impedirglielo, non cercò di scappare, chiuse solo gli occhi, ma poi, quando gli riaprì, Ron non c’era più.
-Harry, stai bene, sei ferito, cos’è successo?- disse Hermione entrando nei bagni, Harry era fermo lì da almeno dieci minuti, -Harry che cosa è successo? Quando ho visto te e Pansy baciarvi, in pista da ballo, ho cercato di portare Ron fuori ancora per qualche minuto, ma non c’è l’ho fatta, è tutta colpa mia Harry, dovevo provare di dire a Ron che tu stavi con lei, se devi dare la colpa a qualcuno, quella sono io e….-.
-Hemione per favore!- disse Harry irritato -Non è colpa tua cazzo! E’ colpa mia, non avrei dovuto portare Pansy in pista da ballo, davanti a tutti gli studenti, non avevo pensato che tu e Ron potevate vedermi, sono stato uno sciocco, uno sciocco ed uno stupido!-.
-Harry, è normale che tu non avessi pensato alle conseguenze, perché tu in quel momento stavi ragionando col cuore, e non col cervello- disse Hermione.
-Hai ragione- disse Harry calmandosi, < -Harry, lui non può pretendere che tu ti debba mettere con le persone che piacciono a lui. Se una persona che sta con il suo migliore amico non gli piace, deve accettare che gli deve piacere anche a lui- disse Hermione.
-Va a dirlo a Ron, ci ho provato a farlo ragionare, ma lui non me ne ha dato occasione, e probabilmente lui non avrebbe capito, perché lui non lo voleva capire-, -Non preoccuparti Harry- cercò di rassicurarlo Hermione -Tenterò di farlo ragionare, vedrai le cose si sistemeranno per il meglio-.
-Grazie Hermione- disse poi Harry abbracciandola.
Così Harry tornò alla festa, con Pansy che, appena lo vide, si gettò subito su di lui, con Draco e Blaise alle sue spalle -Che cosa è successo Harry?- gli chiese lei preoccupata, -Io e Ron abbiamo litigato- disse per la seconda volta in quella serata il moro.
-O mi dispiace tanto- disse Pansy abbracciandolo, -Non ti preoccupare per me- disse Harry.
-E invece no caro!- disse questa volta Draco -Stai malissimo, non puoi dormire nella stessa stanza di Weasley, perciò passerai la notte nel nostro dormitorio, ti libererò un letto-.
Harry guardò l’orologio, era mezzanotte e mezza, doveva dormire, e così passò prima nel dormitorio dei Grifondoro, per prendere le sue cose, salì nella stanza dove dormiva, Ron non era lì. Prese tutto il baule, e scese fino ai sotterranei, entrò nella Sala Comune, ed andò nel dormitorio maschile; diede la buonanotte a Pansy, che stava cercando di convincerlo a passare la notte da lei, ma alla fine annuì al fatto di lasciarlo con Draco e Blaise. Era strano, pensò Harry, dormire dai Serpeverde, ma cercò di non pensarci, e si addormentò.

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Capitolo 10
*** L'ultima giornata ad Hogwarts ***


Capitolo 10: L’ultima giornata ad Hogwarts
Il mattino seguente, Harry fu svegliato da Draco verso le 9:15, -Harry! Harry svegliati!- cercò di dire il biondo, -Muoviti dobbiamo andare ad Hogsmade!-.
Ma Harry non dava cenno di volersi alzare; non è che non era stanco, ma non voleva farsi vedere in giro dopo quello che è successo la notte precedente. -Harry, tesoro- questa volta era Pansy che tentò di farlo scendere dal letto < -Non lo so- gli disse lui con la voce stanca.
-E’ per quello che è successo ieri notte?-, -Si- rispose Harry.
-Dai, su, alzati! Cercheremo di non farci vedere da quelli della tua casa ok?-.
C’era riuscita, pensò Harry, era riuscita a convincerlo di scendere dal letto; guardò fuori dalla finestra, il tempo era il solito tempo che faceva agli inizi di Novembre; nevicava.
Così si vestì, e scese con Pansy nella Sala Comune, sotto c’erano Draco e Blaise -Finalmente!- disse il moro di Serpeverde -Credevamo che stavate facendo sesso- disse ancora Blaise, questo fece sorridere Harry, era proprio quello che ci voleva.
Così i quattro entrarono in Sala Grande, molti stavano indicando Harry, probabilmente sempre facendo riferimento a quello che era successo la sera prima. Pansy teneva la mano di Harry, e cercarono di andare nel tavolo Verde-Argento, ma Harry fu preso di forza e portato nel tavolo dei Grifondoro.
-Neville?! Che stai facendo- chiese Harry sbalordito vedendo l’alta figura dell’amico.
-Senti, io e gl’altri dovevamo sapere- disse lui con decisione.
-Gli altri chi?- chiese Harry curioso.
-Noi Grifondoro, dovevamo sapere- disse Neville facendolo sedere proprio nella tavolata Rosso-Oro; passarono alcuni secondi di silenzio -Senti Harry- incominciò lui -Chi era quella ragazza di ieri notte?-.
Harry lo guardò, ormai doveva dirlo, non doveva mentire -Era la mia ragazza Neville-.
-E chi è di preciso la tua ragazza?- chiese Seamus che aveva ascoltato la conversazione; non solo lui, notò Harry, ma quasi tutta la tavolata dei Grifondoro, tranne Ron, che tanto sapeva già tutto, e non degnava Harry nemmeno di uno sguardo. -Pansy Parkinson- rispose lui.
A quel nome, molti dei presenti lo guardarono male, -Sentite ragazzi, non è che dobbiamo incolpare Harry per questo!- intervenne Baston -Se Harry ha scelto una Serpeverde come ragazza, che motivo c’è di prenderlo di punta? Lui è cambiato? No! Ha detto la parola d’ordine del nostro dormitorio? No! Ha per caso tentato di ammazzarci? No!-, Harry era commosso, non pensava che Baston potesse dire una cosa del genere.
-Ha ragione Baston- disse Dean questa volta < -Già scusaci Harry- dissero all’unisono Fred e George, e così dissero Neville, Seamus e poi tutti gl’altri, tranne Ron, che sembrava non si fosse ancora convinto del fatto che Harry stesse con Pansy.
Quando tutti finirono le loro scuse, e si misero a fare colazione, Harry andò da Baston, -Grazie, sono in debito con te!- disse lui mettendogli una mano sulla spalla. 
-Non c’è di che Harry, basta solo che vinciamo il campionato di quest’anno- rispose lui.
Alla fine Harry tornò al tavolo dei Serpeverde, per sedersi vicino a Pansy, Draco e Blaise. -Allora?- chiese Blaise -Cosa ti hanno detto?-.
-Ecco, loro- incominciò Harry -volevano sapere se era vero se stavo con te Pansy, io gli ho detto che era vero, e tutti erano pronti a darmi le spalle, ma poi è intervenuto Baston, e ha fatto mettere la testa a posto a tutti quanti-.
-Tutti quanti?- chiese Pansy, -No, non proprio- disse Harry -Solo Ron-.
-Lenticchia, adesso gliel’ha faccio vedere io- disse Draco alzandosi con la bacchetta in mano.
-No, no Draco!- disse Harry facendolo di nuovo sedere -Vedrai, alla fine tutto si sistemerà per il meglio, me lo sento-.
Dopo che Harry, Pansy, Draco e Blaise terminarono di fare colazione, Gazza e la professoressa McGranitt, dissero che chiunque, doveva andare ad Hogsmade di seguirli. Così, i quattro si alzarono, e si diressero verso le carrozze che gli attendevano ai cancelli del castello. Harry, mano nella mano con Pansy, entrarono in una carrozza per quattro, e per tutto il viaggio si misero a chiaccherare.
-Allora dove andiamo?- chiese Draco come prima cosa.
-Bè pensavo che potevamo andare ai Tre Manici di Scopa, prendiamo qualcosa, e dopo rimaniamo un po’ a Mielandia che ne dite?- chiese Blaise, -Si d’accordo- disse Harry.
Il viaggio è stato molto piacevole, fuori si poteva notare la neve che scendeva dal cielo, e si poteva anche capire che ci sarebbe stato un grande freddo. Appena le carrozze si fermarono, i quattro scesero, e subito si dispersero per le strade; come prima tappa, andarono ai Tre Manici di Scopa.
Entrarono, era già mezza piena, presero un tavolo, e si presentò davanti a loro Madama Rosmerta per prendere loro le ordinazioni -Allora signori, cosa prendete?- chiese lei.
-Prendiamo tutti e quattro un bicchiere di Whisky Incendiario grazie- disse Blaise.
Dopo solo un minuto, Madama Rosmerta tornò con quattro grandi bicchieri pieni di Whisky. Erano tutti abbastanza silenziosi quel giorno, Harry; pensò, avrebbe preferito passare del tempo con Pansy, andare in giro con lei, bere qualcosa insieme.
-Oh merda!- esclamò Draco, -Cosa? Cosa c’è?- disse Pansy preoccupata, -Mi sono rovesciato il Whisky addosso!-, Harry pensava che fosse qualcosa di più preoccupante.
Come Draco abbassò la testa sui pantaloni macchiati, vide la professoressa McGranitt, parlare col professor Piton, con un aria alquanto strana secondo Harry. -Torno subito!- disse Harry ai tre Serpeverde.
Si mise in un tavolo, dando le spalle ai due professori, cercando di udire quello che dicevano -E quando arriveranno i risultati degli esami Severus?- chiese la professoressa McGranitt, -Fra poche ore- disse Piton -Presto sapremo che cosa è successo al signor Zabini, e faremo luce su questo mistero-.
A Harry venne un colpo, ora stava decisamente male, non doveva più fare feste, fine, sono andati troppo avanti, non voleva pensare nemmeno a quello che sarebbe successo se gli avrebbero beccati con tanti litri di alcool, e musica a tutto volume.
Harry si alzò, si avvicinò a Draco, Blaise e Pansy, dicendo -Dobbiamo andare, ora!- disse Harry prendendo per mano Pansy e trascinandola fuori, con gli amici alle spalle.
-Harry che cosa ti prende?- gli chiese la ragazza.
-Sentite, ho visto la McGranitt e Piton parlare tra di loro-.
-E allora? Due persone e colleghi non possono parlare tra di loro?- chiese Draco.
-Il punto è che- incominciò Harry camminando per le strade piene di neve seguito dalla sua ragazza e dai suoi due amici Serpeverde -Mi sono avvicinato e ho sentito delle cose-.
-Delle cose su che cosa?- chiese Blaise curioso.
-Delle cose sulla festa Blaise- disse Harry guardandolo serio -Delle cose sulla festa, e sugli esami che hanno fatto su di te!-, Blaise sbiancò tutto in una volta, -E Piton, ha detto che gli esami, arriveranno fra poche ore-.
-Questo quindi significa- incominciò Draco, -Che siamo fottuti! E che probabilmente, ti faranno delle domande, sul perché hai l’alcool nel sangue Blaise- disse Harry preoccupato -E che è anche il momento di finirla con queste feste, siamo andati troppo in avanti, abbiamo toccato il fondo- terminò Harry fermandosi a sedersi in una panchina.
-Hai ragione Harry- disse Pansy sedendosi vicino a lui, -Ma ora, dobbiamo dirlo agl’altri, questo è il punto-.
-Si, ma non facciamogli preoccupare- disse Draco, Harry lo guardò strano -Voglio dire- incominciò Malfoy giustificandosi -Che non bisogna dirlo adesso, siamo ad Hogsmade, siamo venuti qui per rilassarci, per divertirci e distrarci un po’; semmai, diciamolo al castello-.
-Si forse è meglio dirglielo al castello- disse Harry -Per ora, lasciamoli divertire-.
Blaise, era bianco, probabilmente, stava pensando a che cosa gli sarebbe aspettato quando avranno letto gli esami, che cosa gli chiederanno, se lo minacceranno; -Su con la vita amico- disse Draco -Si certo, forse ti faranno un interrogatorio, ma se non hanno le prove, non possono farti assolutamente niente-.
-Già- disse Blaise facendo un sorriso -Hai ragione, se non hanno prove, non possono incastrarmi!-.
-Ehi Blaise!- disse Draco -Ragazze a ore dodici, che ne dici?-.
-Buona idea, ci vediamo dopo Pansy, ciao Harry- terminò Blaise avviandosi con Draco verso due ragazze. -Che idioti!- disse Pansy ridendo; ora era da solo con Pansy.
-Che facciamo?- chiese lei, -Io ho un idea- disse Harry incominciandola a baciare.
-Buona idea, ma non qui in pubblico- disse Pansy.
-E dove?- chiese Harry curioso.
-Alla Stamberga Strillante- disse Pansy.
Camminarono insieme, mano nella mano, nessuno era presente in strada, e di conseguenza, nessuno poteva vederli. Arrivarono davanti al cancello della casa abbandonata, incominciarono a baciarsi, appassionatamente, Harry era contentissimo di essere da solo con lei, Harry gli toccava i fianchi e oltre, Pansy invece gli toccava il petto, anche Harry, ma lui infilò la mano, dentro la maglietta di lei, Harry stava per aprire la porta, sapeva che dentro ci sarebbero stati i fuochi d’artificio, Pansy gli stava avidamente baciando il collo, e trascinando le mani sotto i pantaloni, aprì la porta, ma qualcuno lo fece voltare e staccare da Pansy.
-Ma che diavolo?- disse Harry puntando la bacchetta d'istinto contro una figura femminile, un po’ più bassa di lui, con i capelli cespugliosi, lunghi e bruni, aveva le mani alzate in alto.
-Ti prego Harry, non schiantarmi, sono io!- disse lei.
-Hermione? Ma che stai facendo, ci stavi spiando?- chiese Harry mettendo la bacchetta dentro la tasca dei pantaloni.
-Oh,! Be vi ho visti allontanare, e vi ho seguiti, ma non sapevo, che sareste arrivati a questo, scusate- disse lei tutta d’un fiato, e facendo cenno di andarsene.
-Aspetta Hermione!- disse Harry prendendole il braccio.
-Volevo presentarti Pansy, probabilmente già la conosci, ma è meglio se vi presentiate-.
Le due si guardarono, ma tennero gli sguardi verso il basso, guardandosi i piedi imbarazzate, -Pansy, forza presentati- disse Harry sottovoce all’orecchio della ragazza.
-Piacere, sono Pansy Parkinson, Pansy per le amiche- disse lei, rossa in faccia porgendole la mano -Piacere, ehm- Hermione probabilmente, pensò Harry, non sapeva come chiamarla -Chiamala Pansy- disse Harry autorizzandola.
-Oh si, chiamami Pansy, le amiche di Harry sono anche amiche mie- disse la Serpeverde, -Piacere, Pansy!- disse Hermione stringendogli la mano.
Ora Harry era davvero contento, finalmente la sua ragazza, e la sua migliore amica si sono conosciute.
-Sei da sola?- chiese Harry, -Oh no, c’è R....- si interruppe Hermione mettendosi le mani sulla bocca.
-Cosa? Ron è qui?- disse Harry cercandolo.
-Ti prego, non cercarlo, è arrabbiatissimo, perché l’ho trascinato qui, ti prego non chiamarlo- lo implorò Hermione.
-Bè forse è meglio- disse Harry guardando Pansy, che gli sorrideva; anche Harry sorrise, e gli diede un bacio sulla fronte abbracciandola.
-Oh, forse è meglio se vado, ci vediamo al castello Harry- disse Hemione allontanandosi.
Come la figura della bruna Grifondoro sparì, con una chioma rossa, Harry chiese -Allora? Come ti sembra Hermione?-, -Oh, bè sembra simpatica a dire la verità- disse Pansy.
-Ma senti Harry- disse Pansy avvicinandosi a lui -Vuoi parlare dei tuoi amici, oppure- disse lei incominciandolo a baciare di nuovo -Vuoi portarmi dentro?- chiese lei.
Harry, non se lo fece ripetere due volte, aprì la porta e la trascinò dentro, ed il resto, furono solo emozioni. Pansy ed Harry, per la seconda volta, si unirono, in una piccola catapecchia, in un letto pieno di polvere, ma ai due, non importava dove, quando e come, ma bastava solo che ci fosse l’altro; alla fine, Harry e Pansy, erano senza vestiti, sotto le lenzuola, completamente sudati, e rivolgendosi dei continui sorrisi, e dandosi baci, questa volta, senza andare oltre, erano stanchi, per tutto quello che avevano fatto, preferivano dormire, ma era ora di andare.
Così si rivestirono, e uscirono nel freddo d’inverno, verso le carrozze. Trovarono davanti ad una carrozza Blaise e Draco; -Ehi, ma dove eravate finiti?- chiese Draco, -In giro- disse sorridente Pansy, che era abbracciata ad Harry.
-E voi invece?- chiese Harry.
-In giro con quelle due che abbiamo avvistato- disse Blaise salendo sulla carrozzina; anche Draco, Pansy ed Harry lo seguirono, e come la porta si chiuse, la carrozza partì.
-Di che Casa erano quelle due?- chiese Harry curioso.
-Non sono di Hogwarts- rispose Draco -Quelle due venivano dalla Svezia, però avevano un ottimo inglese, sono brave con la lingua- disse Draco guardando Blaise, che si mise a ridere.
Il viaggio di ritorno, parve essere più corto; appena arrivarono al castello, si misero in cerca di Neville, Seamus e Dean. Harry guardò l’orologio; era davvero tardi; quasi le dieci e mezza, com’era volato il tempo, a questo punto i risultati delle analisi di Blaise, dovevano essere già arrivati, e la gita è andata per le lunghe -Dobbiamo dirgli di spargere la voce sulla fine delle feste- disse Harry che saliva verso i dormitori.
Appena arrivarono al quadro della Signora Grassa, Harry costrinse a non ascoltare ai tre Serpeverde, e per sicurezza, gettò un Muffliato. -Fiamme di campagna!- esclamò Harry, ed entrò -Aspettatemi qui!- disse ai tre che annuirono.
Appena varcò il buco del ritratto, vide Alicia Spinnet, che parlava con Hermione e Angelina. -Ehi Hermione!- disse Harry chiamando l’amica; la Grifondoro si allontanò dalle due cacciatrici della squadra di Quidditch e si avvicinò -Cosa c’è Harry?- chiese lei, dolce come sempre.
-Senti, hai visto per caso Dean, Neville e Seamus?-.
-O si, sono andati al settimo piano-, -A fare che?- chiese Harry preoccupato.
Hermione si avvicinò e disse sottovoce -Alla festa di stanotte-.
Harry sbiancò -COSA?!- urlò lui.
-Ehi, non urlare! Ho detto che sono andati alla festa, sarà già piena a quest’ora, stavo giusto andando-, -Hermione!- incominciò Harry prendendo Hermione per le spalle, con voce totalmente preoccupata -Sono arrivati gli esami del sangue di Blaise Zabini del mese scorso, ci hanno scoperto!-.
-Cosa? Dobbiamo andare ad avvertirli- incominciò lei, ma Harry la interruppe -No, tu resta qui, dov’è Ron?-.
Hermione sembrò molto preoccupata, -Non dirmi che è andato alla festa?-, Hermione non rispose, fece solo cenno di si con la testa, con una espressione di orrore. Harry si catapultò fuori, con Draco, Blaise e Pansy che lo stavano aspettando. -Bè allora?- chiese Draco.
-C’è una festa in corso, dobbiamo andare a dirgli di andarsene, o ci scopriranno- disse Harry correndo -Pansy rimani qui!- disse lui.
-No! Io vengo con te Harry- disse lei.
-Pansy se ti prendono- incominciò Harry, sempre correndo, ma fu subito interrotto dalla ragazza, -Se mi prendono, sono cavoli miei!- Harry non rispose. Entrarono nella Stanza della Necessità, c’era tanta musica, Harry cercò subito i tre Grifondoro, non li trovava, tutti stavano provando a fermare il Grifondoro ed il trio di Serpeverde, ma loro gli scostavano per farsi spazio tra la folla; ed eccoli la, Seamus, Neville e Dean stavano bevendo un po’ di Burrobirra.
-Neville, Dean Seamus- incominciò Harry.
-Oh eccoti qua Harry, scusaci se non te l’abbiamo detto, ti abbiamo cercato per tutta Hogsmade e....- ma Neville venne interrotto subito dal Ragazzo-Che-E’-Sopravissuto.
-Ascoltatemi, oggi ho sentito la McGranitt e Piton parlare ai Tre Manici di Scopa, dicevano che sono finalmente arrivati gli esami del sangue di Blaise del mese scorso-.
-Che cosa intendi dire Harry?- chiese Dean.
-Intendo dire- incominciò Harry -Che ci hanno SCOPERTI!- disse Harry urlando questa ultima parola.
Neville prese subito il microfono dicendo -Ascoltate! Tornate subito nei dormitori, vi spiegheremo tutto domani- ma Neville fu subito interrotto, qualcuno stava cercando di abbattere il muro. -Chi è la?- gridò Baston.
-Sono il Ministro della Magia Cornelius Caramell in persona, aprite questa porta, o ne subirete le conseguenze-, tutti erano nel panico dentro la stanza.
-Scappate, scappate tutti! Correte! Correte!- disse Neville urlando nel microfono.
-Questo è il mio ultimo avvertimento- disse il Ministro -O aprite voi, oppure lo faremo noi con la forza!-.
Pansy era totalmente attaccata ad Harry, -Pansy!- disse Harry sentendo gli incantesimi che gettavano gli Auror del Ministero per abbattere la porta -Tu ora va, vai con Draco e Blaise, corri nei dormitori, io cercherò di distrarli-.
-No Harry! T-ti prego, l-lascia che rimanga c-con te!- cercò di protestare lei con le lacrime agl’occhi -Se prendono te, allora devono prendere anche me!-.
-No Pansy! Loro non mi prenderanno, scapperò da qui, andrò lontano, non preoccuparti tenterò di contattarti in tutti i modi-.
-No p-per favore, non l-lasciarmi!-, ma Harry aveva già chiamato Draco -Draco, io cercherò di distrarli, porta Blaise e Pansy nei vostri dormitori-.
-Harry lascia che rimanga con te!- disse Draco.
-No tu devi salvare Pansy, te stesso e Blaise, quella porta non resisterà a lungo, quindi è meglio che vi sbrighiate! Tenterò di contattarvi, in qualunque modo, ora va! Arrivederci Pansy- disse Harry dando un ultimo bacio dolce, sulle labbra di Pansy.
Lei stava piangendo, tantissimo, tentava di opporre resistenza, diede il cinque a Blaise e Malfoy, da veri amici, -Forza e coraggio amico!- disse Draco, mentre lui e Blaise stavano trascinando via a forza Pansy, -A presto Harry!- urlò Blaise.
-Tornerò!- disse Harry.
Ma la porta aveva ceduto, e subito Auror del Ministero irruppero nella stanza tentando di schiantare chiunque. Harry prese Neville, Seamus e Dean, portandoli dietro di sé; la stanza era già stata quasi demolita, -Sentite, io cerco Ron, e poi ci Smaterializzeremo in qualche posto ok?- disse Harry urlando, e i tre fecero cenno di si con la testa.
-Stupeficium!- urlò Harry schiantando già un Auror, -Pietrificus Totalus!- disse un Auror del Ministero contro Harry -Protego!- rispose Harry rimandando l’incantesimo al mittente.
-Bombarda Maxima!- urlò Baston, facendo cadere il soffitto, che fece spargere polvere dappertutto; Harry correva per la stanza, sembrava enorme, non trovava Ron. Poi eccolo là, affrontava McNair, detto anche il boia, che gli stava infliggendo una Maledizione Cruciatos, -Aaaaaaaah, basta per favore!- stava urlando Ron, -Questo è quello che ti meriti!- disse con la bacchetta in mano l’adulto col cappuccio.
-Bell’esempio McNair! Sei proprio uno da cui prendere esempio- disse Harry.
-Potter, Harry Potter, quale onore di combattere contro di lei, ora mi ricorderanno, come l’uomo che incastrò Harry Potter, sarò ben ricompensato…. Expulso!-,
-Protego!- urlò Harry.
-Bene, bene! Siamo piuttosto esperti qui-.
-Ma non ti vergogni?! Attaccare gli studenti-.
-Il Ministero della Magia, deve fare qualsiasi cosa per far rispettare le regole e proteggere le persone- rispose McNair.
-E come?- incominciò urlando Harry -Infliggendo Maledizioni proibite sui giovani?-.
-Non dirmi come devo svolgere il mio lavoro! Expelliarmus!- urlò il boia, Harry schivò il colpo, aveva ormai rabbia, gli stava ribollendo dentro, come osava, si stava chiedendo, come poteva torturare uno studente, lo poteva anche uccidere o condurre alla pazzia. Harry guardò Ron, che era sveglio, ma era stanco, stava ancora soffrendo, probabilmente, poi guardò McNair, ma questa volta con disprezzo, odio e collera.
-Non ti perdonerò mai! MAI! STUPEFICIUM!- urlò Harry, facendo piombare l’incantesimo sul petto del alto uomo col mantello nero e il cappuccio sulla testa. McNair, il boia del Ministero, cadde a terra privo di sensi, su un mucchio di macerie.
Harry andò vicino a Ron, e lo mise in piedi -Harry, mi hai salvato la vita, perché? Dopo tutto quello che ho detto e pensato su di te e la Parkinson?-.
-Bè tu sei mio amico, il mio migliore amico- disse Harry, il rosso sorrise, e si abbracciarono, Harry si era rimpatriato con Ron, che bella sensazione, pensò lui.
-Ehi, guardate che è in corso un combattimento tra gli studenti ed il Ministero!- disse Neville.
-O giusto! Ron senti, dobbiamo arrivare ai cancelli e Smaterializzarci appena saremo fuori- disse Harry rivolto a Ron.
Ma Ron non era convinto -Ma perché?- chiese lui.
-Ron, ci hanno visto, ci accuseranno, dobbiamo andare!-.
-Lasciami salutare Hermione, per favore!-; Harry per un attimo esitò ma poi disse -D’accordo, ma sbrigati, almeno avrò tempo di prendere il Mantello dell’Invisibilità e la Mappa del Malandrino-.
-Hai un Mantello dell’Invisibilità, e una Mappa di cosa?- chiese Seamus.
-A dopo le spiegazioni!- disse Harry -Andiamo!-.
I cinque corsero arrivando e sorpassando il buco del ritratto, Ron trovò subito Hermione.
-Ron- disse Hermione correndogli in contro e abbracciandolo -C’è l’avete fatta!- disse lei guardando i due, ma Harry fece segno di no con la testa.
-Perché quelle facce?- chiese lei.
-Hermione- incominciò Ron -Io, Harry, Seamus, Dean e Neville, siamo stati visti, stiamo scappando-.
-In che senso state scappando?- chiese lei, ma sapeva già la risposta.
-Dobbiamo fuggire da Hogwarts- disse Ron, ora Hermione aveva le lacrime agl’occhi.
-No! T-ti p-prego, fammi v-venire con te-, Ron le diede un bacio sulle labbra, -Arrivederci tesoro- disse Ron.
Harry aveva già recuperato Mantello e Mappa, -Hermione, stai con Pansy, io e Ron ci faremo sentire-, Hermione stava piangendo, non voleva staccarsi da Ron. 
-Scusami Hermione, per quello che sto per fare…. Immobilus!- disse Ron, e la ragazza si immobilizzò -L’effetto durerà almeno dodici minuti, andiamo!- disse Ron dando un bacio sulla fronte dell’immobile Hermione.
Harry chiamò a sé Neville, Ron, Seamus e Dean, e si misero sotto il Mantello, erano tutti e cinque molto grandi, quindi dovettero rannicchiarsi al massimo. Riuscirono a passare, videro molti studenti che correvano verso i loro dormitori, e molti fantasmi, che aiutavano gli studenti a nascondersi; alla fine arrivarono ai cancelli, si tolsero il Mantello, e camminarono; si voltarono dando un ultima occhiata a Hogwarts, videro anche che gran parte del settimo piano era distrutta.
-Non la rivedremo per un bel pezzo!- disse Neville sorridendo.
-Già- risposero all’unisono Dean e Seamus.
-Ehi ma come faremo a sapere che cosa succede nel Mondo Magico?- chiese Neville.
-Non ti preoccupare- incominciò Ron -Ho sempre questa in tasca, di solito la uso per le partite di Quidditch, ma possiamo sentire qualsiasi stazione si trovi, sempre che ci sia campo- concluse Ron estraendo una piccola radiolina.
-E per il cibo come faremo?- chiese Seamus.
-Lo troveremo da soli- disse Harry -Ho una tenda a Privet Drive, prenderemo quella, e ci accamperemo chissà dove- concluse il Grifondoro con la cicatrice a forma di saetta.
-Bene tutti pronti?- chiese Harry.
-Puoi contarci amico!- rispose Ron, e i cinque si aggrapparono ad Harry, girò su se stesso e si Smaterializzò nel nulla; appena toccarono terra, dopo la disgustosa sensazione di soffocamento, Harry sentì l’aria della città babbana, Harry era davanti al numero quattro di Privet Drive, con la cassetta della posta che diceva “Famiglia Dursley”.

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Capitolo 11
*** Ricercati ***


Capitolo 11: Ricercati

Harry si presentò davanti alla porta, ormai era quasi mezzanotte, sapeva che avrebbe fatto uscire fuori dai gangheri lo zio Vernon, ma comunque, con dietro i suoi amici, bussò alla porta; nessuno andò ad aprire. Harry dunque bussò ancora, ma neanche questa volta qualcuno si presentò alla porta.
-Forse non ci sono- propose Neville.
-No! C’è la macchina, devono essere addormentati- disse Harry bussando, ma senza avere successo.
-Harry vuoi una mano?- chiese Ron, -Si per favore- rispose Harry, e questa volta si misero a bussare in due; incredibile, pensò Harry, neanche questa volta nessuno gli aprì la porta.
Ma stavolta bussarono tutti e cinque insieme, facendo un gran fracasso -Arrivo! Arrivo! Dannazione, perché dovete venire a quest’ora di notte?-. Come aprì la porta lo zio Vernon ebbe un colpo al cuore, poi si stropicciò gl’occhi e disse -T-tu? M-ma c-che c-ci fai q-qui? Dovresti essere alla tua stupida scuola-.
-Bè zio Vernon, ho combinato un gran casino, e ora sono ricercato in tutto il Mondo Magico- rispose Harry, dicendo come se nulla fosse.
-Come, tu sei ricercato?-.
-Bè non solo io, ci sono anche gl’altri- disse Harry mostrandogli i suoi quattro amici, zio Vernon tentava di rimanere calmo.
-E, che cosa saresti venuto a fare qui?- chiese lui.
-Bè, mi serviva un posto dove dormire per questa notte e....- ma venne interrotto subito dallo zio basso, grasso, quasi senza collo e con dei baffoni da tricheco.
-Non se ne parla! Io non nascondo cinque c-cosi ricercati in casa mia, perciò io voglio starne fuori!-, -Solo per questa notte- lo supplicò Harry.
-Ho detto no! Immagina se piomberebbero quella tua gente qui in casa mia…. No, potrebbero mettere in pericolo me, Petunia e Dudley, perciò addio!- disse Zio Vernon cercando di chiudere la porta, ma Harry ci mise un piede in mezzo -Se non mi fai, anzi se non ci fai entrare, andrò dalla polizia e dirò che mia hai abbondonato e sbattuto fuori di casa-.
-Ma non sei ricercato?- chiese zio Vernon, -Si, ma dalla mia gente sono ricercato; la mia gente domani mattina metterà all’erta tutto il mio Mondo ed il tuo Mondo, ma solo domani!-, zio Vernon lo guardò ancora un po’ esitante, -Per favore zio Vernon, partiremo domani all’alba, non ti accorgerai nemmeno che ci siamo stati questa notte, e ovviamente non dovrai dire nulla alla zia e Dudley-.
Zio Vernon lo guardò ancora e disse -D’accordo, entrate, ma guai a voi se fatte rumore-.
Così i cinque entrarono, zio Vernon salì per le scale, e i cinque si accomodarono in salotto, Harry dormì con Ron e Neville sul tappetto nel pavimento, e Seamus e Dean dormirono nei due divani. Harry stava pensando a quello che avrebbe dovuto affrontare, probabilmente una vita da ricercati, sempre a nascondersi con i suoi quattro amici; però Harry pensò ancora a qualcuno, chissà quanto stava piangendo Pansy, a Harry mancava tantissimo, ma doveva scrivergli, doveva fargli capire che stava bene, gli scriverò una lettera pensò, tanto la posta ad Hogwarts non veniva intercettata.
Ma doveva anche pensare a dove potevano andare, dove poter trovare il cibo; sentiva che gl’altri quattro si erano già addormentati, così Harry, decise che ci avrebbe pensato domani, e si addormentò.

Il mattino seguente, Harry si svegliò per primo, guardò l’orologio della cucina, erano le cinque e trenta; si alzò, salì senza far rumore, e prese la tenda da campeggio che gli aveva regalato la signora Figg, la mise in uno zaino, e scese al piano di sotto. Dopo qualche minuto, riuscì a svegliare Neville, Ron, Seamus e Dean. Uscirono dalla casa e scesero in strada; prima di uscire, Harry aveva lasciato un biglietto di ringraziamento con su scritto “Grazie mille”.
-Bene, dove andiamo?- chiese Neville rivolto a Harry, -Non lo so, qualcuno di voi ha qualche idea?- rispose lui, ma nessuno gli rispose.
-Andiamo- cercò di incoraggiarli -Qualcuno di voi dovrà pur conoscere un posto dove nasconderci; non abbiamo molto tempo, e dobbiamo sparire dalla circolazione subito-, tutti si massaggiavano la testa, più precisamente nelle tempie, per cercare di farsi venir in mente un posto.
-Ehi! Ci sono!- esclamò Ron felice -Ci sarebbe un posto- incominciò lui -Mi ci ha portato Hermione l’estate scorsa-.
-E che posto sarebbe?- chiese Dean.
-Bè, in effetti si chiama la Foresta di Dean- rise Ron all’amico.
-E dove si trova?- chiese Seamus.
-Se non ricordo male, si trova nella parte occidentale della contea di Glouchester, potremmo procurarci lì del cibo-.
-Bè è una buona idea, però dovrai smaterializzare tutti noi Ron- disse Harry -Non sappiamo dov’è-.
-Nessun problema amico- gli rispose Ron facendo cenno agl’altri di avvicinarsi a lui.
Harry era molto fiducioso, ma si stava chiedendo, se gli Auror del Ministero erano già partiti alla loro ricerca, e in quale modo gli avranno descritti al Ministro Babbano. Dopo la solita orribile, schifosa, disgustosa, veloce e soffocante sensazione di risucchio della fase della Smaterializzazione, i cinque si ritrovarono in una meravigliosa Foresta, già con gl’alberi, la terra e i cespugli pieni di neve; era un posto perfetto per nascondersi.
-Meglio mettere alcuni incantesimi di protezione intorno al perimetro- propose Neville.
-Ci penso io, Ron vieni a darmi una mano!- disse Harry, con il rosso che lo raggiunse subito.
-Senti Harry>> incominciò Ron spargendo qualche Repello Babbanum -Mi dispiace tantissimo per quello che è successo in questi ultimi giorni, davvero-.
-Salvio Hexia, nessun problema amico- gli disse Harry, -No invece!- rispose Ron serio -Tu non hai avuto problemi sul fatto che io ed Hermione stessimo insieme, ed io invece sono stato uno stupido, un enorme babbeo e beota!-.
-Ron, non c’è bisogno che ti scusi, siamo tornati amici no? E’ tutto a posto, l’importante è questo- gli rispose Harry tranquillo.
-Si, ma tu mi hai salvato la pellaccia nella Stanza delle Necessità, e mi sento ancora strano, come se tu non dovessi accettare le mie scuse-.
-Ah, sono solo tuoi pensieri, tranquillo- disse Harry dando una pacca sulla spalla all’amico <> incominciò Harry -Che cosa ne pensi, a questo punto, di me e Pansy?-.
Ron fece una strana faccia, era indeciso, non sapeva che cosa dire, -Senti Harry, io e lei non saremmo mai amici, ma sono contento per te, ti sei trovato una ragazza; pensavo che alla fine ti saresti messo con mia sorella-.
-Ginny?- disse Harry -C’è stato un momento in cui siamo stati assieme, ma poi non ha funzionato-, -Ah!- disse Ron con un tono leggermente deluso, probabilmente, pensò Harry, l’avrebbe voluto come uno di famiglia, così che la loro amicizia si sarebbe intensificata ancora di più.
-Senti, ho fatto amicizia anche con Malfoy e Blaise Zabini- disse Harry tutto d’un fiato, temendo la  reazione dell’amico a quelle parole.
-Che cosa?!- esclamò il rosso, -Si, adesso sono loro amico-. -Miseriaccia Harry! Ma sei cambiato molto negl’ultimi tempi-.
-Bè forse è vero, ho cercato di tenerti tutto nascosto, e non è stato facile-, -Perché?- chiese Ron curioso ma anche divertito.
-Bè sono mancato per un po’ in Sala Comune, perché sono rimasto a dormire in camera con Draco e Blaise-. Poi per un po’ di tempo i due non parlarono, ma fecero un ottimo lavoro con gli incantesimi di protezione. Nel frattempo Neville, Seamus e Dean, avevano montato la tenda, e l’avevano ampliata all’interno con un perfetto incantesimo di espansione.
Entrarono, ma faceva molto freddo, -Allora come ci procureremo il cibo?- chiese Seamus affamato.
-Per ora possiamo mangiare questi pezzi di pane che ho preso dalla casa dei miei zii- disse Harry distribuendo un pezzo di pane ad ognuno -Mangiate, ma non possiamo mangiare niente fino a pranzo, verso le dieci io e Ron andremmo a cercare da mangiare qui nella foresta, e mangeremmo in base a quello che troveremo-.
-Ok, Harry dammi il Mantello dell’Invisibilità, vado a fare un giro di perlustrazione, dovremmo dividerci dei turni per sorvegliare al di fuori della tenda, sia quando dormiamo che quando mangiamo e così via- disse Neville deciso; Harry, come gl’altri, era particolarmente stupito dalla reazione dell’amico; non si aspettava che il timido, pasticcione Neville Paciock, sia diventato così deciso e coraggioso.
In effetti, pensò Harry, Neville non aveva cercato di protestare o di svignarsela, quando gli aveva proposto di scappare; aveva direttamente accettato, senza aggiungere altro.
-Ok tieni Neville!- disse Harry porgendogli il Mantello con fiducia.
Passarono tre quarti d’ora, Neville aveva detto che sarebbe tornato dopo un’oretta, per ora i tempi erano rispettati. Dean e Seamus stavano cercando di accendere un fuoco alla babbana, ed Harry e Ron erano rimasti dentro; avrebbero voluto aiutarli, ma loro hanno insistito perché rimanessero in tenda, perché gli piaceva provarci senza bacchetta.
Harry stava pensando a Pansy, voleva scrivergli, voleva subito vederla, riabbracciarla e baciarla. Così non rimase lì con le mani in mano, prese un foglio di pergamena, trasfigurò una pietra in una penna e incominciò a scrivere.
-Ehi che fai?- chiese Ron che stava cercando una stazione Magica per ascoltare le notizie, -Scrivo una lettera a Pansy, dovresti scriverla ad Hermione- disse Harry,
-Già, ma ci penserò dopo, ora sono impegnato- rispose il rosso tornando a concentrarsi sulla radiolina che teneva in mano. Harry rise e scrisse, cercando di tenere le cose il più segreto possibile:


“Cara Pansy, come stai? Qui le cose vanno benissimo, abbiamo trovato un bel posticino. Fra poco andremo a comperare del cibo. Ma non ho scritto per dirti dove stiamo o che cosa abbiamo o stiamo facendo; il punto è che mi manchi, ti vorrei qui, affianco a me, ma tutto questo ormai non è possibile. Ormai non faccio altro che pensare e pensare alle tante volte in cui siamo stati insieme, al nostro primo bacio, un po’ bizzarro visto che mi hai baciato a forza, al bacio alla festa quando ero ubriaco, poi quando ci siamo baciati, veramente, per la prima volta insieme e dolcemente nel terzo piano, quando mi hai ospitato nella tua Sala Comune, quando sono diventato amico dei tuoi amici, quando abbiamo fatto Tu-Sai-Cosa nella tua Stanza da letto e nella Stamberga, mi manchi tantissimo; ma ti riscriverò, stanne certa. Oh, quasi mi dimenticavo, salutami Draco e Blaise. Un bacio Il tuo adorato ragazzo”.

Terminò Harry con un punto, ora il problema era inviarla, probabilmente avrebbe intercettato un gufo, oppure avrebbe cercato di chiamare Edvige, anche se la cosa era molto difficile visto che era ad Hogwarts, ma un modo per inviare questa lettera l’avrebbe trovato, probabilmente non quel giorno, magari ci avrebbe provato domani. Ci aveva impiegato ben quindici minuti per trovare le parole giuste; stava per chiamare Seamus e Dean, ma i due entrarono con Neville alle spalle.
-Perché ci hai fatto entrare Neville?- esclamò Dean.
-Ho delle notizie!- disse lui.
-Allora sputa il rospo!- disse Harry.
-La prima è che per ora nessuno si è, o si sta avvicinando in questa zona, la seconda è che qui vicino c’è un ruscello per l’acqua, e la terza è che- ma venne interrotto da Ron che disse tutto eccitato -Ehi sentite, ho trovato il notiziario del Ministero, sentiamo che succede e se parlano di noi!-. Gl’altri quattro si avvicinarono a Ron sentendo le parole di un giornalista:


-Passiamo alle notizie in secondo piano prima di dire quelle in primo piano, l’Auror Kingsley Shakebolt, ha dichiarato che si vuole candidare per prendere posto alla cattedra di Ministro della Magia, il suo avversario, ed anche detentore in carica, Cornelius Caramell, ha dichiarato che non ha paura dell’avversario, e che si ricandiderà, e che non ha avrà nessun problema a farsi rieleggere. Mentre invece è stata inutile la richiesta di molti elettori, fatta ad Albus Silente, Capo del Winzengamot, Ordine di Merlino Prima Classe, che sconfisse il Mago Oscuro Grindewald e che è ora Preside di una delle scuole più famose e sicure d’Europa e del mondo, ovvero la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, di potersi candidare all’incarico di Ministro della Magia.

Passiamo ora allo sport, con i Cannoni di Chudley, che ormai sono ad un passo dalla vittoria del torneo d’Inghilterra dopo aver battuto le Holyhead Harpies per 200 a 60; inutile invece la vittoria da parte dei Tornados, detentori del titolo, sugli Appleby Arrows per 350 a 100, mentre per la Divisione 2, i Puddlemore United agganciano la storica promozione, dopo quattro anni, con tre giornate di anticipo.

Passiamo ora ai fatti in primo piano; ormai è caccia grossa per gli Auror del Ministero della Magia, che hanno messo a lavorare giorno e notte, per trovare cinque tredicenni già super-ricercati in tutto lo Stato Inglese. I nomi sono Ronald Weasley, un ragazzo alto e robusto con i capelli rossi, Seamus Finnigan, ragazzo con capelli corti e castani scuri, basso e magro, Dean Thomas, ragazzo di carnagione scura, capelli afro e scuri, alto e magro, Neville Paciock, ragazzo alto, magro, con capelli ben sistemati e di color castano, ed infine Harry Potter, lo conosciamo già, ragazzo di media altezza, capelli neri e spettinati, con la cicatrice lasciatagli da Voi-Sapete-Chi a forma di Saetta. I fogli con la taglia sulla loro testa, con le immagini sono già state appese in parti di tutto il paese, sia nel Mondo Magico che Babbano. Il Ministro Babbano, ovviamente è già stato avvertito, i cinque ragazzi non sono stati dichiarati pericolosi, ma è importante sapere che sono armati di bacchetta. Secondo i fatti ricostruiti dal Ministero, i cinque avrebbero organizzato dei festini segreti all’interno della scuola, quasi ogni notte, infrangendo almeno una cinquantina, o addirittura un centinaio, o forse, tutte le regole, facendo finire nei guai molti studenti; non ci sono stati espulsi dalla scuola, ma sono state date delle punizioni pesanti, ha rivelato la vice-preside e direttrice della Casa Grifondoro, Minerva McGranitt, che si è voluta incaricare personalmente, insieme al custode Argus Gazza e l’insegnante e direttore della Casa Serpeverde, Severus Piton, che ha rassicurato ai genitori, che non saranno punizioni di tortura come si faceva ai tempi del Medioevo, e non saranno nemmeno cancellate le attività di svago, come il Club delle Gobbiglie, di Pozioni, di Spara Schiocco e di Quiddtich, visto che secondo il preside Albus Silente, aiutano a rendere rilassante una giornata di studio e di fatica. Se comunque avete avvistato, o avete delle informazioni riguardo ai cinque ragazzi, contattate subito il Ministero della Magia, grazie e arrivederci-
 

Concluse così il giornalista. I cinque non sapevano cosa dire, Harry pensava che genere di dura punizione avrebbero dato ai ragazzi catturati. -Sentite, devo darvi, anzi, devo mostrarvi la terza notizia- disse Neville estraendo cinque fogli, ed Harry vide le loro foto che si muovevano in un manifesto del Ministero per i ricercati; incredibile, pensò Harry leggendoli.
·         Harry Potter: 100.000 galeoni   
·         Ronald Weasley: 85.000 galeoni   
·         Neville Paciock: 74.000 galeoni   
·         Dean Thomas: 66.000 galeoni  
·         Seamus Finnigan: 66.000 galeoni
-E dunque, Neville, era questa la tua terza notizia?- chiese Harry guardandolo, -Si Harry, ora siamo ufficialmente nella macchia, siamo come i contrabbandieri, come gli evasi di Azkaban, siamo ricercati ragazzi- concluse Neville.
Per tre quarti d’ora abbondanti, i cinque ragazzi, rimasero in silenzio, forse per la paura o per la preoccupazione, visto che alla fine di ogni manifesto del Ministero, c’era scritto “Vivi o Morti. Per il resto della giornata Harry e Ron, come già annunciato, sono andati nella piccola località Glouchester per prendere cibo, che trovarono in un piccolo orto, tanto da farsi pranzo e cena con una zuppa di pomodoro, e andarono al fiume lì vicino a prendere un po’ d’acqua.
Arrivò la notte, ed Harry e Ron erano fuori dalla tenda, illuminandosi con la luce che produceva la bacchetta; -Allora?- chiese Ron guardando Harry, -Allora cosa?- chiese stupito Harry, non avevano parlato per tutto il giorno.
-Bè, hai scritto la lettera alla Parkinson?-.
-Oh si, mi è uscito un bel testiccino romantico- disse ridacchiando -E tu invece hai scritto ad Hermione?-, Ron prese dalla tasca una lettera già imbustata, e questo fece capire ad Harry, che anche lui aveva scritto alla sua ragazza.
-L’unico problema- incominciò l’amico -E’ come le faremo arrivare al destinatario?-.
-Bè io avevo un’idea- disse Harry -E’ un po’ folle, ma ci ho pensato per tutto il giorno, ma non c’è altra soluzione-.
-E sarebbe a dire?- chiese Ron.
-Hai presente, che fra poco più di dieci giorni sarà Natale?- chiese Harry al rosso.
-Si, e allora cosa centra col fatto che noi dobbiamo far arrivare alle nostre ragazze delle lettere?-.
-Bè, ho deciso che, prima, mi intrufolerò ad Hogsmade nell’ufficio postale, tanto ho il Mantello dell’Invisibilità, e così metterò le nostre due lettere nel pacco Hogwarts, e poi scriverò un’altra lettera a Pansy, e lo sai che gli dirò?-.
-Cosa?- chiese incuriosito l’amico, -Guarda, la lettera lo già scritta, tieni leggila!- disse Harry lanciando all’amico il foglio.
-Non hai scritto molto- disse Ron dando un occhiata, -Devi leggerla!- gli rispose Harry.
-Ok, qui c’è scritto che mi manchi tanto, che vorresti essere li con lei, e CHE TU VUOI ANDARE ALLA VIGILIA DI NATALE, A MEZZANOTTE MENO VENTI, DAVANTI AL LAGO? MA SEI MATTO?!-, chiese Ron quasi urlando le ultime parole.
-Ssssh! Abbassa la voce- gli disse Harry -Comunque si, voglio andare da Pansy, devo spiegarle il perché di questa improvvisa partenza, e dirgli quanto la amo-.
-Harry, hai idea del rischio che stai correndo, e che probabilmente correrai? Sei un super-ricercato, ti cerca tutto il Ministero per tutto il Paese, e tu vai ad Hogwarts, un posto quasi inaccessibile dall’esterno all’interno, ma che sto dicendo? E’ impossibile entrare ad Hogwarts dall’esterno!-.
-Si Ron! Conosco il grande pericolo che sto affrontando, sono consapevole delle mie azioni-.
-E hai idea da chi ti farai aiutare?-, -Ma certo! Ci siete voi che mi aiuterete, e poi ho un piano- concluse calmo e tranquillo; non parlarono per il resto della notte, fino a quando non giunse il mattino, e non diedero il cambio a Neville, Seamus e Dean.
Harry e Ron si coricarono nei loro letti, sfiniti, stanchi, e pieni di sonno, la notte, in effetti, è stata molto tranquilla. Ma Il Ragazzo con la Cicatrice a Forma di Saetta era contento, contento per quello che stava per fare, Pansy stava per rincontrare di nuovo Harry.


 

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Capitolo 12
*** Troppe preoccupazioni, oggi voglio Quidditch! ***


Capitolo 12: Troppe preoccupazioni, oggi voglio Quidditch!

Era mezzogiorno, e i cinque stavano per mangiare un po’ d’insalata condita con dei funghi; Harry non vedeva l’ora che fosse la Vigilia di Natale.
-Allora, fammi capire se ho capito bene, tu vorresti entrare ad Hogwarts, solo per vedere una ragazza?- chiese Neville.
-Si Neville, ma lei non è solo una ragazza, lei è la mia ragazza!- precisò Harry che incominciò a versarsi l’insalata.
-Allora dovremo studiare un piano- disse Seamus -Trovare un modo di penetrare ad Hogwarts-.
-Si, ma il problema è…. Come ci entriamo?- chiese Dean < -Bè, ci sarebbero sette passaggi segreti per entrare nel castello, però è che ognuno di questi, sbuca all’interno, non vicino al portone, o al campo di Quidditch, o al-.
-AL PLATANO PICCHIATORE!- intervenne Ron dando un pugno sul tavolo, era stato silenzioso per tutta la durata della conversazione.
-Che cosa?- chiese Harry guardando strano l’amico.
-Il Platano Picchiatore Harry! E’ dentro Hogwarts!-.
-Si ma cosa centra?- chiese Neville.
-Il Platano Picchiatore, ha un passaggio sotto di esso, che porta alla Stamberga Strillante di Hogsmade, se non avrai problemi con l’ufficio postale, non avrai nemmeno problemi per entrare nella casa-.
Come aveva fatto Harry a non pensarci prima -Ron, tu-sei-un-GENIO!- gli disse lui sorridendo all’amico.
-Allora è deciso! Quand’è che andrai Harry?- chiese Dean.
-Alla Vigilia di Natale, a mezzanotte meno venti, a quell’ora gli studenti saranno in piedi, e i posti di lavoro saranno diminuiti, visto che è la Vigilia-.
Ora erano tutti di buon umore, non erano passati nemmeno tre, cinque o sei giorni, ed Harry voleva subito tornare ad Hogwarts, era una casa per lui, un posto dove i suoi amici, erano la loro famiglia, e dove aveva conosciuto, fatica, passione, felicità e amore.
Nei giorni seguenti, Seamus e Neville, stavano prendendo in considerazione la possibilità di cambiare posto.
-E’ giusto fare così, molti babbani non si avvicinano più, a causa dei nostri incantesimi, e quindi questo potrebbe essere un sospetto per il nostro mondo- propose Neville.
-Si d’accordo, prendiamo per un secondo il fatto che noi potremo trasferirci ok?- incominciò Ron -Dove dobbiamo andare? Prima avevamo più tempo per trasferirci, visto che era l’alba, ora invece gl’Auror lavorano giorno e notte per trovarci-.
-Ma di notte saremo meno visibili, e poi c’è la Smaterializzazione!- disse Seamus.
-Si io credo che dovremo farlo- disse Dean affiancandosi al suo migliore amico e Neville.
-Harry?- chiese di nuovo lui.
-Ron, non abbiamo altre possibilità-.
-Ma- tentò di obbiettare lui.
-Niente ma e niente sé Ron. Neville ha ragione, dobbiamo cambiare posto ogni settimana, non possiamo, e non dobbiamo correre il rischio! Partiremo appena rientrerò da Hogwarts, sempre se rientrerò-.
-Ma certo che c’è la farai amico!- disse Neville.
Lui, in questi giorni era stato davvero di ottimo aiuto, inutile ripensare al suo cambiamento, ormai Neville stava diventando un vero uomo.
-E’ meglio se vado a Hogsmade ad inviare le lettere, ormai mancano solo sette giorni, e cioè una settimana al Natale- disse Harry alzandosi e prendendo il Mantello. -Ma le invierai tutte e due?- chiese Ron -Voglio dire, anche l’altra?-.
-Prima, invio la mia e la tua, e poi dopo tre giorni, invio l’altra-.

Così Harry, si congedò con i compagni, ed uscì, si mise il Mantello dell’Invisibilità addosso e si Smaterializzò. Si ritrovò all’entrata della località di Hogsmade, e si mise a camminare, ma era un vero problema, lui stava camminando con il Mantello addosso, ma qualcuno poteva notare le impronte nella neve. Camminò, camminò, e continuò a camminare, aveva tanto freddo; nella tenda c’era molto più caldo, vide di sfuggita Hagrid, ma capì che era meglio non farsi vedere, vide i Tre Manici di Scopa, quanto avrebbe voluto fermarsi a bere, ma si era dato alla macchia, e dunque non poteva farsi vedere in un posto così affollato ogni giorno.
Non vide però degli studenti, probabilmente non era il giorno organizzato, oppure avevano annullato le uscite dal castello, dopo quello che era successo. E poi dopo venti minuti di camminata nella neve, e di pensamenti, entrò senza farsi notare nell’Ufficio Postale. Per sua fortuna non c’era molta gente; cercò il gufo che avrebbe indirizzato le lettere ad Hogwarts, e ci ficcò dentro la lettera di Ron e la sua. Avrebbe dovuto compiere lo stesso viaggio fra tre giorni esatti.
Harry uscì, sbattendo anche ad una signora, che diede inizio ad una lamentela, ma Harry era già uscito, e stava per tornare alla tenda. Per un attimo, si fermò al centro della strada, e vide in lontananza Hogwarts.
-Sto arrivando Pansy, sto arrivando!- disse Harry prima di Smaterializzarsi e tornare nella cittadina di Glouchester.

Il giorno seguente, i cinque cercavano disperatamente, dopo aver rubato una cartina di Londra, un posto per nascondersi dalle autorità.
-Ci serve un posto, dove nessuno si aspetterebbe che noi siamo lì- disse Harry rompendo un lungo silenzio.
-Si, ma il punto è…. dove?- chiese Dean, -Un momento, ci sono!- esclamò Harry alzando le mani al cielo in segno di vittoria.
-Su forza illuminaci Harry!- disse, entusiasta di sapere in che parte dell’Inghilterra dovranno andare questa volta, Seamus.
-Allora è un posto completamente isolato dal mondo, nessun Babbano si aspetterebbe che qualcuno ci vive all’interno, sta su uno scoglio, una casetta che a stento si regge in piedi, con un po’ di magia non ci saranno problemi, ha due stanze, un camino, ed è perfetta!- disse Harry ricordandosi la notte in cui scoprì di essere un Mago.
-E’ fantastico Harry! E dove si trova?- chiese Ron.
-Be ecco, allora si trova- incominciò Harry, sentendosi gl’occhi dei compagni addosso -Non mi ricordo dove si trova- disse il ragazzo concludendo con una risatina colpevole.
Quando terminò Ron e Seamus caddero dalle loro sedie, -Miseriaccia Harry!- esclamò Ron, -Diamine, un posto, praticamente disabitato, che fa al caso nostro, e tu non sai dove si trova?!-.
-Ok Ron calmati, calmati- disse Neville cercando di far prevalere la calma nel rosso.
Quando Ron si calmò, lo fece sedere su una sedia e parlò.
-Ragiona Harry- incominciò Neville -Come te lo sei ricordato?-.
Harry rispose prontamente -E’ stata la notte che ho scoperto di essere un mago, a 11 anni-.
-Ok, e come ci sei arrivato fin laggiù?- chiese più curioso Neville.
-I miei zii mi ci hanno portato per evitare di far arrivare le lettere di Hogwarts-.
-Va bene, e come ci siete arrivati tu e i tuoi familiari?-.
-Bè, per la verità mio zio sembrava impazzito, stava andando a caso con la macchina, non sapevo dove stesse andando-.
-Non ricordi veramente niente Harry?- chiese Neville tentando di far ragionare Harry.
-Ricordo solo che ci sono arrivato tramite una barca a remi-.
-Quindi è un posto che sta sulla costa- disse Neville -Ricordi altro?-.
-Si, ricordo che stava vicino ad un albergo che era assolutamente disgustoso-.
-Bè- incominciò Neville -abbiamo il posto, ma non sappiamo dov’è, sappiamo che ci sei stato un paio di anni fa, il posto sta sulla costa, vicino ad un albergo da te ritenuto piccolo e squallido, vicino al porto presumo dunque, o mi sbaglio Harry?-.
-No, no, non ti sbagli affatto- disse Harry stupito del comportamento e del fantastico ragionamento dell’amico, ma ormai doveva farci l’abitudine a questo nuovo Neville.
-Quindi, ho capito- disse Neville calmissimo.
-Hai capito cosa?- chiese Ron che era andato un attimo bagno.
-Ho capito cosa dobbiamo fare per sapere dove si trova quella lurida catapecchia-, -E cioè?- chiese Harry avido di sapere.
-Mi dispiace Harry, non ti piacerà, ma è l’unica soluzione possibile-, -E cioè?-.
-Dovrai tornare a Privet Drive, e chiederlo a tuo zio-, ora Harry era in un momento di assoluta confusione, e dunque, incominciò a marciare su e giù per la stanza.
-Allora, dimmi se ho capito bene, tu mi stai dicendo di tornare a Privet Drive, dove avevo detto a mio zio che non ci avrei più messo faccia e piedi, e dovrei chiedergli di dirmi il luogo o il nome della località, su cui sporgeva quello scoglio e quella catapecchia?- terminò, comunque, sapendo già la risposta.
-Esatto!- disse Neville con un sorrisetto, -Non se ne parla!- esclamò Harry.
-Andiamo Harry!- questa volta era Dean, che era rimasto zitto per tutta la durata della conversazione, a parlare.
-No! Proprio no!-.
-Cavolo non ci avrei mai creduto!- intervenne Seamus -Il grande Harry Potter, colui che ha sconfitto il Signore Oscuro ed i suoi seguaci, ha paura di far visita ai suoi zii- disse Seamus, mettendo un po’ a rosso Harry, -Non è la stessa cosa- cercò di dire.
Ma si sentì Neville che gli aveva appoggiato la mano sulla spalla, -Mi dispiace amico, ma hanno ragione, ed anche io sono d’accordo, è l’unica possibilità che abbiamo-.
Harry lo guardò un attimo -Ah! Hai ragione, anzi, avete tutti ragione, lo farò dopo Natale-.
-Bravo amico così si fa!- esclamò Neville dandogli un pacca sulla schiena.
-E poi, guarda il lato positivo- disse Ron.
-E sarebbe?- chiese Harry, Ron lo guardò.
-Ehm- e si allontanò senza dire una parola, e facendo sbellicare dalle risate Neville, Dean e Seamus.

Ormai Harry doveva rassegnarsi. Il pomeriggio era arrivato, e questa volta lui e Ron, avevano dato il cambio a Neville, Dean e Seamus; stavano passeggiando lungo il perimetro, ormai c’era un gran freddo, e la neve copriva la foresta intera, in quel momento.
Harry guardò l’amico rosso e gli sembrava pensieroso -Ehi che ti prende Ron?- gli chiese.
-Oh bè, stavo pensando ad Hermione, chissà che cosa penserà lei di me, se dopo la lettera mi farò vivo in qualche modo, insomma lei starà pensando a me?>>.
-Ron- incominciò Harry < -Tradire Hermione- rispose.
-Esatto, e cosa ha fatto lei alla fine?-, -Mi ha picchiato?-.
-No!- esclamò Harry -Più in là-.
-Mi ha perdonato-, -Giusto, e quindi lei ti ama?-.
-Penso di si-, -No Ron! Tu devi esserne certo di quello che dici: Si o No?-.
-Si!- esclamò Ron -Si lei mi ama, e ne sono certo, anzi certissimo-.
-Visto? Che cose ti avevo detto?- disse Harry.
Ora Ron era più tranquillo e più sicuro di sé, lo vedeva nei piccoli movimenti che faceva appena sentiva un rumore.
-Oh giusto! Dimenticavo Harry- disse Ron -Silente, secondo quello che diceva la sezione dello sport della Gazzetta del Profeta, ha stipulato un accordo con il Ministero, dove dice che trasmettono in radio le partite delle squadre di Hogwarts, e stanotte gioca direttamente la finale della Lions Cup tra Corvonero-Finchbury Finchies, domani c’è un’amichevole tra Serpeverde-Treeskimmers, giocano entrambe fuoricasa e conosco la stazione, che ne dici di ascoltarla stanotte a cena, e anche domani?-.
-D’accordo, è da tanto che non ascolto Quidditch- rispose Harry.
Terminarono il turno, tornando in tenda, -No no ragazzi!- disse Harry a Neville che stava uscendo per fare il turno notturno.
-Perché? C’è qualche problema? C’è qualcuno lì fuori?-.
-No ragazzi, non c’è nessun problema- disse Ron -E’ solo che oggi ci sono delle partite di Quidditch in radio e pensavo di ascoltarle insieme-.
Dean e Seamus erano entusiasti, tra l’altro non poteva biasimarli Harry, anche lui non vedeva l’ora di accendere la radio; così si misero seduti dopo aver apparecchiato e versato sui piatti delle uova trovate in una fattoria lì vicino, Ron prese la radio e accese con la pubblicità ancora in onda; dovettero aspettare ben dieci minuti per aspettare l’inizio della partita, e si sentirono le parole del telecronista parlare; finalmente Harry poteva risentire Quidditch.

-Benvenuti, benvenuti a New York nello stadio di Quidditch più grande del mondo il “New York Empires”, dove fra pochi minuti si affronteranno la squadra sette volte campione della U.S.Cup, i Finchbury Finchies, con giocatori di grande esperienza e di grande classe, contro Corvonero, squadra a livello scolastico, che proviene dalla prestigiosa scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, oserei dire una squadra un po’ incompetente per questa sfida, molto impreparata a giocare in questo leggendario stadio, per disputare la prima finale della Lions Cup. Sono Bruce Kennedy che vi parla, fra poco le formazioni-.
-Non sarà facile per i nostri purtroppo- sospirò Ron.
-Ecco sono arrivate le formazioni, gli Americani useranno le Firebolt per gareggiare, e si schierano con negli anelli si posiziona, col numero 1 Brad Guzan, i Battitori saranno il numero 3 Michael Altidore ed il numero 2 Jozy Edu, i Cacciatori invece saranno guidati dal capitano e numero 7 Sheenan Dempsey, accompagnato dal numero 9 Terrence Willians e dal numero 80, classe 1980, il giovanissimo Brad Perry, mentre il cercatore, sarà il numero 20 Jonathan Bradley; dunque tutta la qualità che potevano avere in campo se la sono giocata al 99 per cento, risparmiando solo il numero 10 Brek Cameron. Ora invece per la formazione dei Corvonero la leggerà Lee Jordan-.
-Cosa?!- esclamarono Seamus e Dean insieme -Cioè Lee in America?!- disse alla radio.
-Così sembra- disse tranquillo Harry.
-Grazie Bruce, i giovani ragazzini di Hogwarts useranno invece le scope Tornado 11, e si schierano con la loro formazione titolare: in porta il numero 1 Marcus Belby, i due Cacciatori saranno il numero 6 Morag McDougal e con il numero 5 Stewart Ackerley, mentre paga caro l’errore nella prima di campionato contro Serpeverde, Cho Chang, ricordo Corvonero in vantaggio col punteggio di 130 a 0, non riesce a prendere il boccino, facendo perdere la sua squadra per 150 a 130, dunque giocherà il numero 11 Terry Steeval, e come Cacciatori giocheranno Roger Davies, capitano della squadra con il numero 7, Antony Goldstein, con il numero 10, e, con il numero 9, Michael Corner. Vi anticipo, che i Finchbury Finchies attacheranno da destra verso sinistra, mentre i Corvonero attaccheranno da sinistra verso destra- terminò Lee.
-Qualche curiosità hai scovato in questa partita Lee?- gli chiese Bruce Kennedy.
-Si, ho notato che lo stadio è pieno, nonostante sia solo una normale partita con in palio un trofeo amichevole con, da una parte, una squadra a conosciuta e che gioca a livello mondiale, dall’altra parte, una squadra giovane, che gioca per la prima volta in uno stadio di grande valore e storia come il New York Empires, e che non ha l’arma che hanno i Finchbury Finchies, ovvero l’esperienza. Ho notato inoltre che tra il pubblico c’è il preside di Hogwarts, ovvero, Albus Silente, vicino ai suoi studenti-.
-Grazie Lee, ora qualche secondo pubblicità e poi di nuovo qui, per questa grande amichevole di Quidditch-.
Ovviamente i ragazzi tifavano Corvonero, per tenere alto il valore di Hogwarts, ed Harry stava quasi per avere la voglia di Smaterializzarsi in America, a New York per vedere quello spettacolo. Passò la pubblicità molto velocemente, all’incirca 14 secondi, e poi le parole di Bruce Kennedy si echeggiarono tra le tende.
-Bentornati al New York Empires, le squadre volano sul campo perfettamente verde, si gioca in questo caldo pomeriggio Americano, e le condizioni sono ottime. Le squadre si schierano intorno all’arbitro della partita, il Brasiliano Juan Da Silva, che lancia la pluffa e la partita incomincia, e che lo spettacolo abbia inizio.
C’è stata una lunga azzuffata per impossessarsi della pluffa da parte dei sei Cacciatori delle squadre; ma ecco la primissima azione della partita con il capitano Dempsey, che la allarga a sinistra per Willians, si porta Davies dietro saltandolo, poi si porta via Corner, evita un bolide, evita il secondo, occhio perché Belby è fuori posizione, lascia partire un siluro col mancino il Brasiliano, la pluffa sta per entrare nell’anello più basso…. Goldstein però, che deviazione all’ultimo, grande difesa da parte del numero 10, che per questo gesto si merita al cento per cento questo numero.
Occhio perché siamo già dall’altra parte con Davies, che prova a portarsi via Cameron, ma viene contrastato da quest’ultimo, e dunque si riparte in superiorità numerica per i Finchies, 3 contro 2, con il possessore della pluffa Brad Perry, che va sul fondo e mette al centro dove Dempsey che tira di pugno di prima intenzione, Belby è ancora fuori posizione, e ancora Antony Goldstein in fase difensiva, che devia la palla, nelle zone di Willians, che calcia con i piedi di prima intenzione, Belby però la respinge dove c’è di nuovo Dempsey che allarga a destra per Perry, su di lui Davies, uno due di Perry con Dempsey, saltano con questo passaggio il capitano Blu-Argento, il giovanissimo numero 80, è davanti a Belby, al centro c’è solo Willians,  che è smarcato, Perry lo vede e lo serve puntualmente, sta per tirare, ma ancora Goldstein che lo anticipa, e scatta a campo aperto da solo con la pluffa in mano, lungo la corsia di destra, prova a vedere se c’è qualcuno dei suoi, ma sono tutti dietro, Finchies compresi, arriva al limite dell’area degli anelli, davanti a Guzan, fa partire il tiro con la mano destra, ma è un tiraccio che finisce, di molto dietro gli anelli.
Comunque dopo dieci minuti di dominio assoluti degli Americani, i Corvonero arrivano alla loro prima occasione, che ne pensi Lee della partita fino ad ora?-
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-Per me i Corvonero, sono troppo schiacciati nella loro metà campo, dovrebbero cercare di uscire, e sfruttare anche il minimo errore dei Finchies come in questo caso; piccola curiosità, i Battitori della squadra di casa, hanno lasciato correre Goldstein, e forse è proprio da qui che devono cercare una strategia i ragazzi di Hogwarts, ovvero l’essere sottovalutati dagli avversari, e poi mi sta piacendo molto, per come sta interpretando la partita, e giocando il giovane Perry, e aggiungo che Steeval e Bradley, non hanno ancora trovato il boccino, ma sono passati solo dodici minuti-.
-Grazie Lee, ma siamo già a centrocampo con Dempsey che lancia lungo centralmente, scavalcando la difesa, per Willians, attenzione che il numero 9 è solo, potrebbe tirare, Belby è in difficoltà, tira alla sinistra di quest’ultimo, Ackerley tocca appena col bolide la pluffa, che sbatte sul ferro dell’anello, Finchbury Finchies vicinissimi una ennesima volta al gol, il pubblico intanto incomincia ad intonare qualche coro in Americano, per i loro beniamini. Occhio, perché il gioco è già ripreso; prova ad impostare Perry, attenzione che c’è un buco nella difesa dei Corvonero, Dempsey se ne accorge, e attacca lo spazio, Perry lo serve puntualmente, Belby contro Dempsey, l’americano tira…. PALO! Un altro palo per i Finchies; molto fortunati gli Inglesi-.
-Se posso aggiungere qualcosa- intervenne Lee -Belby, che ricordo ai radioascoltatori, è uno dei migliori portieri ad Hogwarts, mi sembra un po’ giù di morale-.
-Infatti vediamo che sbaglia un rinvio che arriva nelle mani di Willians, scarta Corner, evita un bolide di Ackerley, ennesimi giochi di prestigio del brasiliano, che si avvicina agli anelli di Belby, un po’ lontano per provare potrebbe optare per un passaggio lungo per Perry che si propone; PROVA INVECE LA GRAN BOTTA DI MANCINO! GOL! GOL DI WILLIANS! Tiro dalla distanza potentissimo, non se lo aspetta Belby che rimane fermo, e la pluffa attraversa l’anello di media altezza-.
Quando segnarono gli Americani, Dean e Seamus fecero un lungo lamento.
-Ha fatto una cosa quasi impossibile, ma comunque un gran gol per il numero 9- disse Lee con poco entusiasmo.
-Su dai ragazzi, c’è tutto il tempo per recuperare, e poi è solo un gol- tentò di rincuorarli Harry.
-Non direi Harry, senti un po’- disse Ron indicando la radio.
-Attenzione a Willians, Willians, si porta via Corner e Davies, si porta via due volte Goldstein, tira con i piedi agganciandosi alla scopa…. GOL! UN ALTRO! Sempre Finchies, e sempre Willians, dopo solo un minuto il risultato è sul 20 a 0 per gli Americani-.
-Recuperare? Stanno giocando di merda!- disse Dean guardando Harry, -Bè a questo punto possiamo sperare solo in Terry-.
-Corvonero che prova ad attaccare con il capitano Davies, ma un bolide di Jozy Edu lo ferma, partita troppo facile per i giocatori di casa. Infatti c’è Perry che attacca, ancora il giocatore classe 1980, si porta via Corner, ha una prateria davanti; ne approfitta, arriva al limite, a tu per tu con Belby che prova ad uscire, Perry ha la mano alzata per tirare, Belby prova ad attaccare Perry, ma viene colpito alla scopa dal bolide di Altidore e quindi tutto regolare. Perry tira nell’anello centrale, con anello libero…. GOL! Primo gol da professionista per Perry che sigla il 30 a 0 per la sua squadra!-. -Azione molto bella di Perry, che nonostante potesse rischiare il contropiede in inferiorità numerica, riesce a portarsi via l’avversario attaccando lo spazio immenso con la sua Firebolt, e poi quando Belby viene disarcionato non c’è niente da fare, complimenti per Perry, sperando che questo sia il primo di una lunga serie- aggiunse Lee facendo sentire i leggeri applausi per il giovane.
-Attenzione dunque a Dempsey che prova a tirare dalla fascia! GOL UN ALTRO ANCORA! A segno il capitano numero 7, 40 a 0 dominio assoluto, quattro gol in cinque minuti!-.
-Attenzione Bruce! Steeval ha trovato il boccino!-.
-Attenzione, Lee ha ragione! Steeval è in netto vantaggio su Bradley, che è da l’altra parte del campo, discesa improvvisa, Bradley lo raggiunge. Sono in picchiata, arrivano a pochi metri da terra Steeval si solleva in orizzontale, Bradley sembra preso in controtempo e non riesce a fermarsi. Ahia! Brutto scontro a terra di Bradley che si contorce dal dolore! Steeval si è fermato intanto, e va a vedere le condizioni dell’americano, che gli stringe la mano mentre viene medicato. Ma perché ha stretto la mano secondo te Lee?-.
-Ho capito! Steeval ha solo fatto finta di vedere il boccino, così si è buttato in una picchiata sollevandosi al momento giusto lentamente, mentre Bradley andava a tutta velocità e non riusciva a fermarsi e così è andato a sbattere contro l’erba del New York Empire-.
-Si, bella strategia, ma perché Bradley ha stretto la mano a Steeval?- chiese curioso Bruce.
-Per complimentarsi! Perché c’è cascato in pieno-.
-Ora è tutto più chiaro! Intanto Bradley, non può continuare la partita, ma non hanno cambi per il Cercatore, e quindi dovrà andare a segno oltre i 150 punti gli Americani e non riceverne neanche uno-, Dean, Seamus, Neville, Ron ed Harry si rallegrarono al sentir questa notizia.
-Il gioco riprende con Perry, che gioca su di Willians, che con la testa la gira per Dempsey che serve con i piedi nella fascia opposta Perry, che tira a sua volta di prima con il pugno! E questo è il 50 a 0! Hanno particolarmente applaudito questa azione i tifosi Americani-.
-Sanno, i Finchies, che Steeval potrebbe afferrare il boccino da un momento all’altro, e quindi devono cercare di fare altri 100 punti-.
-Intanto Corvonero che ha preso altri due gol quindi 70 a 0 ancora a segno Willians per entrambi i gol. Corvonero che cercano di chiedere a Steeval di velocizzarsi, attacca Dempsey che lancia lungo per Willians che riesce a passarla per il Battitore Edu, che tira di prima con la mazza verso gli anelli di Belby! GOL! A segno anche il battitore Belga numero 2. Attenzione però perché Davies appoggia per Goldstein, che gira per il battitore McDougal, che con la mazzata allunga per Davies che era scattato, prova a tirare evitando anche il bolide! PARATA! Con la punta delle dita riesce a toccare Guzan, e fa scattare un contropiede, tre Finchies contro Corner che è rimasto indietro, porta la pluffa Dempsey, che da in fascia per Willians, evita un altro bolide, appoggia per Perry, Corner lo falcia!-.
-Mi sembra che Juan Da Silva dia il rigore-.
-Infatti è rigore! Rigore! Anzi ne assegna due! Quindi due rigori per i Finchbury Finchies! E potrebbe esserci un cartellino…. Giallo. Il pubblico rumoreggia-.
-Ha rischiato molto Corner, non sapeva che fare! Intanto esce velocemente tra gli applausi il giovane Perry, per far spazio al fenomeno numero 10, lasciato in panchina, ovvero Brek Cameron, e credo che lui andrà a battere i rigori-.
-Infatti tiene la pluffa tra le mani-.
-Ricordo che nel campionato di Hogwarts, ancora in corso, Belby aveva effettuato una bellissima parata-.
-Grazie Lee, arriva il primo fischio di Da Silva. Steeval approfitta della libertà lasciata in campo per cercare il boccino; tira Cameron con la mano destra! GOL! Prima rigore realizzato! Ecco il secondo fischio dell’arbitro Da Silva…. GOL! Punteggio per 90 a 0 e siamo a 36 minuti di partita-
.
-Forza! Forza!- urlava Dean.
-Attenzione alla ripartenza di Davies, prova a braccarlo Cameron, numero di Davies! Corner che riceve il passaggio del capitano, controllo di Corner che riappoggia per Davies in fascia sinistra, altro numero su Cameron, e Davies entra in area di rigore, Cameron che disarciona irregolarmente Davies!-.
-RIGORE E’ RIGORE!- urlò Lee.
-Infatti! Rigore per i Corvonero!-.
-NE HAI DATO DUE AI FINCHIES, E A NOI SOLO UNO!- protestava Lee.
-Calmati Lee! Calma! Solo un rigore in effetti per i Corvonero. Va comunque Belby! Belby il portiere a battere il rigore!>>.
-Non è un caso per gli Inglesi- disse Lee dopo aver ripreso la calma -Nel campionato di Hogwarts ha segnato un rigore, sembra che Davies voglia rincuorarlo-.
-Dunque va Belby, il fischio dell’arbitro.... GOL! 90 a 10, risultato che con la somma di gol non è importantissimo, ma è un punto che può valere molto per i Corvonero che, se Steeval prenderebbe il boccino, vincerebbero il trofeo. Attenzione a Dempsey che era ripartito subito con Belby lontano dagli anelli, tira potentissimo dalla mediana della sua parte di campo! La pluffa che continua ad andare avanti Belby che cerca di volare più veloce che può, la pluffa è diretta verso l’anello centrale più alto! Belby SI TUFFA IN SLANCIO DALLA SCOPA nonostante sia a più di 50 o 60 metri di altezza!.... DEVIA LA PALLA, e si appende all’anello per non sprofondare-.
-Pubblico di Corvonero, Finchies e appassionati di Quidditch, che applaudiscono Belby, che sembrava una scimmia per come si è appeso, ma una parata mai vista, questo è il Belby che conosco!-.
-Grazie Lee per la curiosità ora tiene palla i Corvonero con Davies, lo attacca Cameron, attenzione tutti si fermano e guardano verso l’alto PERCHE’ STEEVAL HA TROVATO IL BOCCINO! Attenzione 100 a 10; Cameron ha approfittato dell’immobilità dei giocatori. Steeval ha la mano tesa, boccino velocissimo, passa per le torri dello stadio, passa per l’anello del portiere dei Finchies, sempre con la mano tesa, si avvicina al boccino tutti col fiato sospeso; quattro minuti che Steeval rincorre il boccino, il punteggio è sul 120 a 10, gol di Willians e Cameron, Steeval che ha la mano tesa, manca poco-.
-E’ FINITA! E’ FINITA! CORVONERO CHE VINCE CONTRO LA SQUADRA 7 VOLTE VINCITRICE DELLA PRESTIGIOSA U.S.CUP, PRENDENDOSI E CONQUISTANDOSI LA LIONS CUP!- stava ancora urlando Lee il punteggio finale di 160 a 120 per i Corvonero, con Dean, Seamus e Ron che urlavano e saltavano come matti e con Neville e Harry che si davano il cinque ridendo.
-Ed eccola qui! La piccola coppa con la faccia da leone in oro e argento, alzata dal capitano Davies, con alle spalle prima un disastroso e poi decisivissimo, portiere Belby, poi il secondo Portiere Charmichael, le riserve dei Cacciatori Stretton e Samuels, e poi Corner, Goldstein ed il super-decisivo Steeval!- disse Lee che pareva ne avesse ancora per molto, ma Ron spense la radiolina, e si misero a tutti a letto consapevoli dell’impresa dei loro compagni di scuola.
Dean, Seamus, Neville, Ron ed Harry erano felicissimi. 


Angolo dell'autore: Questa storia è stata rippublicata siccome qualcuno è entrato nel mio account (per errore mio siccome lo lasciato aperto) e ha cancellato questo capitolo, quindi ho dovuto rippublicarlo.
Quindi spero che comprendiate. Grazie ancora a tutti per la comprensione.

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Capitolo 13
*** Hogwarts, finalmente ***


Capitolo 13: Hogwarts, finalmente

Harry, si svegliò di buona mattina; notò che l’unico alzato era Ron, seduto in una sedia vicino al tavolo. Strano, pensò il ragazzo con la cicatrice a forma di saetta, non è da Ron alzarsi così presto la mattina.
-Oh buongiorno Harry!- lo accolse con un sorriso raggiante l’amico -Vieni ho preso da mangiare!-.
-Ok, chi sei tu? Che ne hai fatto di Ronald Weasley?- chiese Harry con sarcasmo.
-Non preoccuparti, sono sempre io; è solo che sono di buon umore!- disse ridendo il rosso.
-Come mai?- chiese Harry addentando un pezzo di pane.
-Ho in mente un piano su come puoi entrare ad Hogsmade…. Senza Mantello dell’Invisibilità-, -E cioè?-.
-Sai, sono andato in giro- disse Ron alzando la mano, che teneva il Mantello, ereditato da Harry, che permetteva di essere invisibili -E, ovviamente, ho approfittato per recuperare un po’ di provviste, e mi sono imbattuto in un mago che vendeva pozioni, in nero-.
-E che genere di pozione, avresti preso Ron?- chiese incuriosito Harry.
-Che cosa ti fanno pensare questi?- chiese Ron alzando l’altra mano con un mucchio di -Capelli?! Oh no, ti prego, tra tutte le pozioni, dovevi proprio prendere quella Polisucco?- chiese Harry.
Dopo l’esperienza col corpo di Goyle, aveva promesso che non avrebbe più preso le sembianze di chiunque altro; quell’orrenda sensazione della tua pelle che si plasma, le ossa che diminuiscono o crescono ad una velocità straordinariamente veloce.
-Sai Harry, potrebbero aspettarselo, insomma, non lo so ma secondo me è meglio così- rispose Ron con un sorriso sulle labbra.
-Ha ragione Ron, Harry!- esclamò un appena alzato Neville -Ops, scusate! Buongiorno!- disse Neville sedendosi al tavolo con ancora il pigiama addosso.
-Perché dovrebbe aver ragione?- chiese Harry.
-Bè, probabilmente Piton conosce del tuo possesso del Mantello, e potrebbe aver avvertito gli Auror- disse Ron.
Non è che avesse molta scelta Harry, a dire il vero. Non vedeva l’ora di tornare ad Hogwarts, per riabbracciare Pansy, e per vedere ancora un volta quel castello, che era come una casa per lui.
-E poi, il Mantello serve a me Harry- disse Neville, -Perché?- chiese di nuovo Harry.
-Mi serve per aspettarti-, -Cioè?- chiese Harry, che non aveva ben capito la questione.
-Intendo dire che uno di noi, ti scorterà per tutto il viaggio, farai finta di essere un Mago qualsiasi, quindi prenderai quella specie di mezzo, come si chiama Nottegiorno?-.
.E’ Nottetempo Neville- lo corresse Harry.
-Si vabbè è lo stesso! Comunque, tu prenderai il Nottetempo a Glouchester, e ti farai portare a Hogsmade, farai il solito tragitto per Hogwarts, quindi passerai per il passaggio nella Stamberga Strillante e sbucherai nel Platano Picchiatore, farai le tue cose, sbucherai nella Stamberga, e troverai uno di noi quattro, ci getteremo il Mantello addosso e torneremo o tornerete sani e salvi qui-.
Come aveva fatto ad elaborare un piano di agita e di fuga così velocemente lui e Ron?
-Un momento- disse Harry -Quando l’avete pensato questo piano?-.
-Questa mattina, alle sette; Ron è andato a fare compere, e io mi sono riccoricato appena lui è tornato- disse Neville.
-Ma che ore sono?- chiese Harry al rosso.
-Bè sarebbe meglio svegliare Dean e Seamus, sono le undici meno un quarto-.
Mancava poco ormai, pensò ancora Harry.
-Ehi, ma è la Vigilia di Natale!- disse un assonnato Seamus, accompagnato dall’amico Dean, -Dovremo prendere un albero!- esclamò Dean, che sembrava fosse sveglio da tanto tempo.

Infatti Harry e Ron, s’incaricarono personalmente di andare a prenderne uno lì vicino; -Quale prendiamo?- chiese il rosso.
-Uno piccolo, che riesca a starci nella tenda, e che riesca ad entrarci soprattutto- gli rispose prontamente Harry.
-Bè sarà dura allora amico!- disse Ron.
In effetti, c’erano molti alberi nella foresta, ma erano tutti giganteschi, camminavano, guardando in ogni direzione, ma niente. Non sapeva cosa fare, era una noia mortale cercare un alberello, così Harry, cercò di aprire una conversazione con l’amico.
-Senti Ron- incominciò lui.
-Dimmi tutto amico- rispose Ron cercando con lo sguardo un piccolo albero.
-Secondo te, avremo potuto evitare la cosa delle feste?-.
-Non chiederlo a me Harry! Non sono mica la Cooman-, Harry si mise a ridere.
-Però>> continuò sempre il rosso -Secondo me, avremo potuto fermarci, insomma, abbiamo esagerato, siamo andati troppo oltre, abbiamo toccato il fondo-.
-Già, e guarda in che situazione vi ho cacciato- disse Harry demoralizzato.
-Ehi non è colpa tua Harry- disse avvolgendo la spalla in modo amichevole all’amico -Siamo stati tutti noi ad organizzare la festa! Io, Neville, Seamus, Dean, e poi ci sei anche tu. La colpa è di tutti-.
-Si, però guarda in che condizioni siamo!- incominciò Harry, sedendosi su una roccia -Siamo ricercati dall’intero mondo magico, abbiamo una taglia sulla nostra testa, non conosciamo tanti incantesimi per difenderci, abbiamo solo tredici anni, abbiamo due ragazze sole ad Hogwarts che aspettano che noi tornassimo da loro, e non so come andrà avanti la situazione-.
Ron era rimasto lì in piedi davanti a lui, durante tutto il discorso. Era zitto; non sapeva come far trovare un lato positivo ad Harry.
-Hai ragione amico!- disse lui sedendosi al suo fianco -Siamo solo cinque ragazzi, contro un intero mondo, sia Babbano che Magico. Ed vero che non sappiamo come andrà a finire; ma succeda quel che succeda, noi rimarremo sempre amici, e sono sicuro, che qualcuno una mano c’è la darà-.
Harry non era del tutto convinto.
-E poi- continuò Ron vedendo l’amico giù di morale -Almeno per te un lato positivo c’è; andrai a vedere la tua adorata ragazza-.
Questo si che faceva tornare il buon umore ad Harry, -Bè, ovviamente dovrai dribblare tutti gli Auror, e tentare di non farti scoprire, entrando in una fortezza come Hogwarts, vigilata ventiquattr’ore su ventiquattro, e se Piton ti beccherebbe, non esiterebbe neanche un momento a catturarti e consegnarti al Ministero- disse tutto d’un fiato, come se non fosse nulla di che. Harry, ormai, si stava sganasciando, completamente dalle risate.
-Ron sei assurdo!- disse lui non riuscendo a smetterla di ridere -Hai detto tutto questo, come se nulla fosse. Cioè sei assurdo- disse dando un pugno amichevole al rosso.
-Ehi!- disse Ron, facendo finta di essere arrabbiato -Ora ti faccio vedere io-, e si misero a fare una grande lotta tra amici.
-Ti metto a terra!- disse Ron; era inutile, pensò Harry, non era mai riuscito a vincere contro Ron, era troppo forte e troppo grosso per lui.
-Ok! Ok! Basta, mi arrendo!- disse Harry stanco morto.
-Vinco sempre io! Ti batto senza nessun problema!- disse Ron sollevando da terra l’amico; erano pieni di neve.
Una lotta, i due, non la facevano da chissà quanto tempo.
-A proposito- disse Harry -A che ora inizia la partita tra Treeskimmers e Serpeverde?-.
-Mi dispiace Harry- incominciò l’amico con tono di scusa -Hanno giocato questa mattina, non mi andava di svegliarvi-.
-Oh!- disse Harry con tono di sorpresa -Non fa niente- avrebbe tanto voluto vedere la come se la sarebbero cavata Blaise e Draco.
-Non preoccuparti- disse Ron.
-Preoccuparmi per cosa?- chiese Harry.
-So che la partita ti interessava, solo perché c’erano Malfoy e Zabini, ma non hanno giocato, anzi; non sono nemmeno partiti-.
-Come mai?-.
-Il telecronista, ha detto che preferivano rimanere ad Hogwarts-.
-E alla fine quanto hanno fatto?-.
-Hanno fatto schifo! Hanno vinto i Treeskimmers per 500 a 0! Roba da non credere, erano anche con l’uomo in più, si era fatto espellere Montague!- disse Ron ridendo.
Adesso mancava solo l’albero, non riuscivano a trovarne uno.
Era troppo difficile, -Ehi guarda laggiù!- disse Ron indicando un albero che arrivava alla testa di Ron, e con un tronco molto sottile.
-Perfetto!- esclamò sollevato Harry -Tagliamolo, e portiamolo in tenda!-.
-Ci penso io amico!- disse Ron prendendo ed impugnando la bacchetta -Diffindo!- esclamò, e l’albero fu perfettamente tagliato.

Lo presero i due, e lo portarono in tenda, Harry però pensava ancora a Pansy, voleva vederla, sapeva che non sarebbe durata poco la conversazione. Successivamente, i cinque non poterono decorare l’albero, siccome non avevano gli addobbi, ma comunque bastava il pensiero. Erano le tre; tutti erano stati saziati dalle melagrane mangiate, ma la giornata era ancora lunga.
Nessuno aveva voglia, proprio il giorno della vigilia di Natale, di andare a fare ronde di sorveglianza; ma erano tutti annoiati.
-Che noia!- urlò Ron -E pensare che dovremmo rimanere alzati fino alle tre del mattino!-.
-Dai Ron!- intervenne Neville -Ricordati che lo stiamo facendo, solo per Harry-.
-Ed è il minimo che possiamo fare, visto che ci ha salvato la pellaccia!- disse Seamus.
-Si, ma non possiamo rimanere qui a girarci, e rigirarci i pollici!- sbuffò nuovamente il quinto nato dei Weasley -Se solo ci fosse qualcosa per ammazzare il tempo- continuò lui -Gobbiglie, scacchi, Quidditch-.
-CALCIO!- urlò Dean, -Cosa?- chiese Ron.
-Calcio Ron! Calcio!-, ancora Ron, e probabilmente gl’altri, non avevano afferrato il concetto di quello che diceva Dean -Intendo dire che possiamo giocare a calcio! Basta accumulare un paio di stracci-.
-Non so- disse Neville -Non sappiamo giocare come te Dean-.
-E non conosciamo le regole, bene come te- disse Seamus.
-Andiamo! Ci divertiremo! Vado a cercare qualcosa per fare un pallone- rispose Dean con entusiasmo uscendo dalla stanza.
Dean era un grande appassionato di Quidditch, ma quando si parlava di calcio, e se ne parlava ben poco, lui era uno dei più esperti, e tifava una squadra inglese che militava nel campionato di massima categoria inglese, la Barclays Premier League; il West Ham.
-Non è così male in effetti- disse Harry mentre guardava gli sguardi sconsolati dei compagni -Quando i Dursley non c’erano, mi capitava di vedere, sempre, una partita, e avvolte era divertente, quasi, quanto il Quidditch-, Ron non riuscì ribattere, visto che Dean era riuscito a legare un paio di stracci e vestiti con il Magic-Scotch.
-Su andiamo fuori- disse lui -Oh, e mettete un paio di guanti, fuori si gela-.
I quattro uscirono fuori e vedevano Dean che si stava mettendo a palleggiare con la palla.
-Come, miseriaccia fai, a far palleggiare quel coso?- esclamò Ron.
-Pratica caro Ronald. Solo pratica- disse il ragazzo continuando a palleggiare.
-Bene!- disse lui dopo aver appoggiato la palla a terra -Qualcuno di voi sa qualcosina del calcio?-, Harry alzò la mano prontissimo come quando Hermione doveva rispondere ad una domanda su una qualsiasi lezione.
-Bene Harry; come potete vedere- continuò Dean indicando delle pietre -Ho sistemato quelle pietre ad una particolare distanza, e noi, dobbiamo far oltrepassare la palla oltre la linea che sta lungo le due pietre- Ron, Neville e Seamus non parvero capire.
-E’ come la pluffa con gli anelli-, di colpo i tre capirono.
-Ma ci dovrà stare qualcuno per non far entrare la cosa tra le due pietre!- esclamò Ron.
-Allora, devo dirvi tre cose: primo, la cosa, come la chiamavi tu Ron, si chiama palla. Secondo, le due pietre, si chiamano porta. E terzo, serve un portiere che può usare le mani, mentre quelli che tenteranno di segnare, usano solo i piedi-, Harry aveva capito tutto, mentre gli altri un po’ meno.
-Ma non preoccupatevi- continuò Dean -A giocare a calcio, si impara giocandolo, non con le regole a voce!- terminò lui.
-Allora, io mi candido da portiere- disse Ron -Sarà interessante, visto che non resterò fuori allenamento- e si mise tra i le pietre.
-Bene proviamo qualche tiro!- disse Dean.
Essendo alle prime armi, Neville, Seamus ed Harry, colpivano la palla non molto bene, -Siete un disastro!- disse Dean, che aveva messo a segno sei tiri su sei.
-Basta così! Per favore! Mi sto gelando!- disse Ron.
-D’accordo, voi andate, io rimarrò a palleggiare un po’, ma che ore sono?-.
-Urca com’è passato il tempo!- esclamò Seamus -Sono le sette, incomincia a fare buio-.
Tutti, ad eccezione di Dean, rientrarono nella calda tenda, ed incominciarono a preparare la cena.
-La notte è ancora lunga caro Harry!- disse Ron all’amico.
-Ma ne vale la pena amico!- disse Harry.

Il tempo non voleva passare; dopo cena, ore otto ed un quarto, si misero a lanciare, qualche innocuo incantesimo, e dopo le nove e mezza, si misero ad ascoltare il telegiornale alla radio.

-Passiamo alla politica, con le ormai elezioni per il nuovo Ministro della Magia, sono ormai alle porte. I sondaggi, danno per favorito, il Ministro in carica, Cornelius Caramell, che, rispetto al concorrente Kingsley Shacklebolt, a molto più tempo per organizzare le cose. L’Auror Kingsley, non riesce a gestire la situazione, visto che è stato nominato capo dell’ufficio Auror, per tentare di riuscire a catturare i cinque tredicenni latitanti. Oggi, all’intervista al Ministero, Kingsley ha detto che proverà a catturare i cinque ragazzi, prima dei voti del tre Gennaio, ma l’impresa sembra dura, visto che i ragazzi, devono aver trovato un rifugio molto isolato dal mondo. "Le nostre ricerche continuano, continua l’Auror, ma per noi, i cinque non hanno lasciato l’Inghilterra, essendo dei maxi-ricercati, e sotto i diciotto, hanno poche probabilità di fuggire dal paese. Il ministro, comunque, ha rilasciato dichiarazioni aperte, di avere totale fiducia negl’Auror, non userà i Dissennatori per trovare i cinque minorenni, proprio per il fatto, che sono troppo giovani per resistere all’attacco delle guardie di Azkaban".
Successivamente, in questione alla domanda, su che cosa faranno quando e se gli cattureranno, queste sono le risposte del Ministro: “Prima di tutto, noi gli troveremo, e quando gli troveremo, gli metteremo sotto accusa, e faremo un udienza, e gli faremo rinchiudere in un carcere o ad Azkaban, non sappiamo ancora dove. Ma siamo sicuri, che riceveranno una bella punizione, sarà presente il sottoscritto, la corte d’appello, e l’intero Wizengamot. Con la situazione in cui si sono cacciati, non ci sarà un solo mago, capace di poterli tirare fuori”. Dunque, queste sono le parole di Caramell sul caso “Operazione Forza-Cinque” così chiamato dal Ministro.
Ma non allontaniamoci dal caso in questione, anzi, siamo andati a parlare con qualche studente di Hogwarts, e andiamo a sentire che cosa ci hanno risposto; una ragazza di nome Daphne Greengrass ha risposto “Spero che vengano catturati, quei cinque sono il disonore e la macchia del nostro mondo magico”, mentre un ragazzo di nome Lee Jordan dice “Devono consegnarsi, secondo me, magari il Ministero sarà clemente e potremmo riabbracciarli qui ad Hogwarts in poco tempo”, mentre abbiamo parlato, anche con due professori, Minerva McGranitt, direttrice della casa Grifondoro, e il direttore della casa Serpeverde, Severus Piton, proprio quest’ultimo ha detto “Siamo tutti in attesa che ci giunga l’annuncio della cattura, sperando che abbiano una bella e severa punizione”, mentre queste, sono le parole della McGranitt “Siamo molto ansiosi, soprattutto la sottoscritta, vogliamo solo che il signor Finnigan, Thomas, Paciock, Weasley e Potter, tornino a casa sani e salvi”. Dunque abbiamo gli alti ed i bassi, ma tutti vogliono che vengano trovati o che uscissero allo scoperto. Qui Charles Hart, ci vediamo dopo la pubblicità-
 e così, si chiuse il telegiornale.
I cinque erano felici, perché molte persone erano al loro fianco, ma sapevano che non potevano rimanere nascosti per sempre, e dunque, dovevano pensare a qualcos’altro.
Ma Harry, stava ancora pensando all’incontro con Pansy. Il tempo passava, passava e passava; ore dieci e trenta, il viaggio ed il procedimento, doveva essere lungo, ed era ora di andare.


-Bene Harry! E’ giunto il grande momento- lo incoraggiò Ron.
-Già, come sto?-, -Qualsiasi ragazza, cadrà ai tuoi piedi-, il moro era terribilmente agitato.
-Bene Harry!- fece un passo in avanti Neville -Ho messo i capelli nella pozione Polisucco-.
-Già, ma di chi prenderò le sembianze?- chiese Harry.
-Bè- disse Ron -Assumerai le sembianze di un alto trentenne-.
-Ok, e chi verrà a prendermi?- chiese di nuovo Harry.
-Io!- esclamò Ron.
Bene, pensò Harry, che dalla notizia dell’amico si rincuorò.
Diede il cinque ai quattro, -Buona Fortuna Harry!- gli disse Neville.
-Abbi coraggio e fede!- disse Dean.
-Forza Harry, c’è la farai!- disse Seamus.
-Ci si vede dopo amico!- disse per ultimo Ron.
Detto questo, Harry si incamminò, verso il limite della foresta, con un mantello nero. Mentre stava camminando stava pensando. Tra poco stava per rivedere la sua adorata, la sua amata, la ragazza che stava aspettando di rivedere da tempo: Pansy.
-Sto arrivando Pansy! Sto arrivando!- diceva tra sé e sé Harry.
Faceva freddo quella notte, come tutte le altri notti, il viaggio era lungo, ma ne valeva la pena. Prima di sorpassare il cartello che indicava l’entrata per Glouchester, Harry sorseggiò tutta d’un fiato la pozione che l’avrebbe trasformato in un’altra persona. Sentì subito la sua pelle mutare, era una cosa che gli dava dolore, senti le sue ossa allungarsi ed ingrossarsi, i suoi capelli accorciarsi, la vista senza gli occhiali, i piedi allungarsi.
Come si rialzò, si avvicinò ad una finestra per specchiarsi. Cavolo Ron, ne potevi scegliere uno che dia meno nell’occhio, pensò Harry; il suo personaggio, aveva i capelli a cresta da Moicano bionda, barba lunga ed era alto e ben piazzato.
Così, si incamminò per la stazione, per prendere il Nottetempo. C’era un bel tempo, la luna era piena per metà, e il cielo pullulava di stelle. Si sedette in una panchina pensando, come faccio capire al Nottetempo che sto cercando un passaggio da parte sua? Ma prima che potesse aggiungere parola, ecco l’autobus a tre piani viola davanti a lui, con il giovane diciottenne Stan Picchetto, davanti a lui che prese un biglietto e lo lesse.
-Benvenuti al Nottetempo, il più sicuro mezzo di trasporto per maghi e streghe in difficoltà. Buonasera Maghi e Streghe, mi chiamo Stan Picchetto e sono il vostro bigliettaio per- ma vedendo che c’era solo Harry si fermò -E tu come ti chiami?- chiese.
-Ehm- tentò Harry di fare una voce profonda per non far riconoscere la sua -James Parkinson!- il primo nome che gli venne mente.
-Bene James!- disse Stan -Salta su!-.
Come entrò vide il familiare e gigantesco lampadario, ed i tre piani successivi, ma preferì sedersi nel letto di fronte a Stan.
-Diamoci una mossa Ern!- disse Stan bussando alla porta del vecchio conducente, e di colpo il Nottetempo partì velocissimo.
-Allora James!- incominciò a parlare Stan -Da dove vieni?-.
-Ehm…. Manchester-, -E che lavoro fai?-.
-Sono un insegnante-, -Ed in che scuola magica insegni?-.
-Insegno in una scuola Babbana-, -Oh bè. Comunque, dove sei diretto?-.
-Ad Hogsmade!-.
-Allora mettiti comodo!- disse Stan strappandogli un biglietto -Ci vorrà un bel po’, ci sono un paio di persone prima di te!-.
-Non c’è problema!- disse Harry.
Non aveva voglia di parlare, poteva lasciarsi sfuggire qualcosa, e con un pullman che poteva andare in qualsiasi parte dell’Inghilterra, in poco più di dieci secondi, non gli conveniva farsi saltare la copertura, ma Stan si avvicinò, sembrava che avesse voglia di parlare.
-Senti James, tu vivi nel mondo Babbano vero?-.
-Si, perché?-.
-Bè, mi chiedevo per chi voterai-, Harry sembrava non capire, -Per il Ministro!- disse, precisando Stan.
-Oh! Voterò per Kingsley Shaklebolt-.
-Allora, abbiamo tutti e due le idee chiare!- esclamò Stan -Per me, se ci fosse stato il Ministro Caramell al comando dell’operazione, non sarebbe riuscito a trovare i ragazzi-.
-Quali ragazzi?- chiese Harry perplesso.
-L’operazione Forza-Cinque James! Neville Paciock, Seamus Finnigan, Ronald Weasley, Dean Thomas ed Harry Potter? Ti dicono qualcosa questi nomi?-.
-Oh si, mi sono distratto!- disse Harry.
Che stupido, pensò, perché non teneva la bocca chiusa? Ma aveva voglia di sapere che cosa ne pensava uno come Stan -Bè…. Cosa ne pensi, Stan?-.
-Io credo che quei ragazzi, abbiano avuto un gran fegato a far quello che hanno fatto! Tutto nella circostanza più segreta! Io gli ammiro per quello che hanno fatto, e hanno solo tredici anni! Nonostante minorenni, hanno preso un rischio così grande!- disse Stan con orgoglio.
-E tu cosa ne pensi Ern?- chiese Stan al conducente.
-Mmmh! Penso che ci sarà una grande polemica se questi verranno sbattuti ad Azkaban! Immagina! Cinque minorenni sbattuti tra le grinfie dei Dissennatori…. Orribile!- terminò il conducente.
Per il resto del viaggio, si fermarono a Manchester, Liverpool, Newcastle, Birmingham, Norwich, Glasgow e Londra. Ma alla fine, si fermarono ad Hogsmade.
Bene, pensò Harry, è ora di scendere; -Eccoci arrivati James!- disse Stan -Dunque, fanno due falci James!-.
Harry diede i soldi magici a Stan, ma prima che scese, Stan gli chiese un ultima domanda -Scusa James, ma che cosa ci fai a Hogsmade?-.
-Sono venuto a trovare la mia famiglia- disse.
Scese, e come vide il Nottetempo sparire veloce nell’oscurità, si incamminò nella stradina per la Stamberga Strillante. Era molto lontano, e visto che erano le undici ed un quarto, e il tempo stringeva. La camminata era veloce; pareva che il freddo fosse aumentato ancora di più; c’era tanta neve, ed era difficile camminare. Quando camminava vedeva i negozi chiusi: Mielandia e i Tre Manici di Scopa, quanto desiderava una bella Burrobirra, Zonko e l’Ufficio Postale. Non poteva però soffermarsi così tanto; ma alla fine riuscì ad arrivare, ed entrare nella Stamberga Strillante e prendere la botola. Il passaggio era sempre alto per Harry, ma per la persona da lui assunte le sembianze, no.
Per il resto il passaggio era fatto, per lo più, di terra con il solito pavimento in pietra. A metà cammino, sentiva il suo corpo abbassarsi di nuovo, i suoi capelli tornavano folti e disordinati, la vista gli si stava annebbiando, e si rimise gli occhiali; stava tornando Harry. Ma sentiva una certa felicità, perché vide che era arrivato alla fine del tunnel; Harry pensò, Hogwarts finalmente!

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Capitolo 14
*** E questo che cosa significa? ***


Capitolo 14: E questo che cosa significa?

Harry accelerò il passo, un po’ perché voleva rivedere, sentire l’aria di Hogwarts, e respirarla fino in fondo, ma soprattutto per Pansy, voleva vederla, abbracciarla, sentire respirare ed odorare il profumo della ragazza Serpeverde. Dovette rimanere cauto appena uscì dal famoso albero; era in un profondo sonno, e non poteva e non doveva toccare le radici dell’albero, poteva essere il suo ultimo gesto.
Appena uscì, e si allontanò con il minimo rumore, si accorse solo allora, che era arrivato alla metà del suo piano; alzò la testa, e vide il castello da lui tanto amato, con dentro la ragazza da lui tanto amata. Guardò l’orologio prestatogli da Neville, e diceva che mancavano dieci minuti all’appuntamento, e dunque incominciò a camminare. Camminò seguendo il giardino, fino a che non si trovò sul Ponte Sospeso, non poteva camminarci sopra come nulla fosse, poteva essere sospettoso; non c’è altra maniera, si disse e si auto-convinse Harry: doveva arrampicarsi sulle impalcature che stavano sotto il Ponte.
Passo per passo, si avvicinava alla sua meta, e avrebbe compiuto la terza parte del suo piano; -Non guardare sotto! Non guardare sotto!- continuava a ripeterselo Harry. Alla fine, quando arrivò alla fine del Ponte Sospeso, si arrampicò sulla finestra, e a quel punto, si trovava ufficialmente dentro i territori di Hogwarts.
Doveva arrivare alla Rimessa delle Barche, per poi attraversare la costa del lago e giungere ai giardini. Si era portato la Mappa del Malandrino per emergenza, e quella era una vera e propria emergenza; si mise dietro un cespuglio del Cortile della Torre dell’Orologio e disse a bassa voce.
-Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!- e con la punta della bacchetta, toccò la pergamena, e la vide alla luce della Luna, riempirsi di nomi che comparivano in ogni punto del castello.
Niente paura, pensò Harry, Piton sorvegliava i corridoi del sotterraneo, Gazza la Torre di Astronomia, Mrs Purr gironzolava accanto al suo padrone, la McGranitt sorvegliava il primo piano, e Silente faceva il solito su e giù nel suo ufficio. Fece uno scatto uscendo dal cespuglio, voltò a sinistra, per poi ritrovarsi a correre più veloce che poteva per la lunghissima scalinata.

Come arrivò alla Rimessa delle Barche, riprese fiato, non c’era nessuno per sua fortuna; guardò la Mappa del Malandrino, ancora tutto tranquillo. Fece una bella camminata lungo la costa del lago, passando dietro il castello fantastico, antichissimo e maestoso; aveva le lacrime agl’occhi, gli stavano passando nella mente, tutti i ricordi di quell’anno: non credeva che avrebbe fatto feste all’interno di Hogwarts, innamoratosi inizialmente di Ginny e poi di Pansy, e poi diventato latitante insieme ai suoi amici scappando via dal castello che per lui era come una casa, per poi tornare pochi mesi o settimane più tardi e ricontrare la sua ragazza. Guardò l’orologio, erano le undici e trentacinque, ormai c’era quasi.
Arrivò sulla costa in prossimità del lago, e si sedette, aspettandola, nel buio della notte, con la luce delle Stelle e della Luna, con il vento, che seppure lieve, faceva muovere gl’alberi della Foresta Proibita lì vicino, il rumore delle foglie che sbattevano fra loro, la neve che rendeva gl’alberi ed il giardino di Hogwarts, una lunga valle completamente bianca che risplendeva alla luce. Il rumore dell’acqua completamente piena di ghiaccio e con la temperatura sotto lo zero. Aveva freddo, ma poi sentiva qualcosa, dei passi, non si girò, ma guardò la Mappa. C’era un puntino che lentamente si avvicinava a lui, il nome diceva: Pansy Parkinson.

-Fatto il Misfatto!- disse di nuovo in un lento sussurro, e vedere le macchie d’inchiostro scomparire dalla pergamena, per tornare completamente vuota, come una qualsiasi comune pergamena, e rimettendosela in tasca. Ormai non poteva più ignorare i suoni, già evidenti da lontano, del rumore dei passi degli scarponi nella neve di Pansy.
Si girò e dopo quasi un mese, o un mese e mezzo, si ritrovò faccia a faccia, con quella ragazza con la capigliatura corvina, quei capelli neri e con gl’occhi neri. Non servivano le parole, si abbracciarono, e rimasero così per qualche minuto, Harry aveva appoggiato la sua faccia sui suoi capelli, per sentire l’odore del solito shampoo che lei usava: non era cambiato. Lei, invece, aveva appoggiato la sua faccia sopra la sua spalla.
-Ciao- disse Harry dopo quei minuti di silenzio, -Ehi!- disse Pansy staccandosi dall’abbraccio.
-Come stai?- chiese Harry, -Sto bene grazie!- rispose lei raggiante.
-Come vanno le cose ad Hogwarts?-.
-Oh, molto bene, si sente la vostra mancanza, siete diventati gl’idoli di tutti, ogni passo che faccio sento “Avrei lo stesso coraggio di Harry Potter”-.
Harry rise -Ma non è solo merito mio, ci sono anche Ron, Neville, Seamus e Dean-.
-Come sono finite le cose con Weasley?- chiese lei per sapere come fosse a questo punto la situazione, ma nominò Weasley con lo stesso tono di voce che riservava di solito.
-Molto bene! Siamo tornati amici!-, -Bene, sono contenta!- rispose lei.
Harry la invitò a sedersi sulla neve, ma lei non voleva bagnarsi. Come aveva visto in un film, Harry, nonostante il freddo che facesse, si tolse il giubbotto, lo appoggiò a terra e la fece accomodare -Dai Harry!-.
-Su forza, siediti!- la invitò ancora volta con un sorriso.
Alla fine, i due si ritrovarono seduti, fianco a fianco, come se lui non fosse mai scappato da Hogwarts, come se non ci fosse mai stato quel grande lasso di tempo a separarli.
-Come stanno Draco e Blaise?-, -Bene anche loro. Sono addormentati nel Dormitorio-.
-Come mai non sono partiti per la Cina?-.
-Mi hanno detto che non volevano staccarsi dal caldo di Hogwarts>> disse lei terminando con una risatina -Ma come lo sai?- gli chiese di nuovo la Parkinson.
-Oh, bè, in pratica Ron, ha una piccola radiolina, è molto utile, sappiamo quello che succede nel Mondo Magico e Babbano, e in più ascoltiamo Quidditch-.
-Hai sentito i Corvonero alla radio?-, -Oh si! Eravamo tutti impazziti di gioia-.
-Non dirlo a me! Stavamo tutti ascoltando la partita in Sala Grande. In pratica, quasi tutta la scuola tifava i Corvonero, stavano facendo un gran baccano, inventavano cori con il professor Vitious. La McGranitt ha chiesto ordine, ma Silente ha lasciato correre. Per i Serpeverde, hanno organizzato la stessa cosa, ma non c’era nessuno, non è giusto!>> terminò lei appoggiandosi alla spalla del ragazzo.
Vedendo che lei era appoggiata a lui, gli mise la mano sulla sua spalla e la strinse a sé.
-Qualcuno sa che sei venuta qui Pansy?-.
-Solo Draco e Blaise-.
-E per il resto? Tutto a posto?-.
-Bè, ormai io e Hermione siamo diventate grandi amiche, siamo compagne di banco quando abbiamo insieme una lezione, insieme a Daphne-.
-Daphne?- chiese Harry curioso, -Daphne Greengrass!-. 
-Oh giusto!- rispose Harry in tono di scusa.
Non si era mai interessato alle amiche di Pansy; ma Harry non ci pensò.
-Le sono dovuta restare vicino ad Hermione, gli mancava Weasley, passava tutta la maggior parte del tempo da sola in Biblioteca. Così io e Daphne l’abbiamo accolta con noi, ancora gli manca Weasley, ma almeno ci siamo noi-.
Harry guardava Pansy, sapeva che lei era quella giusta, l’amava, la voleva con lui fino alla fine dei tempi, per tutta la vita, per sempre: la baciò. Gli piacevano quelle labbra, così morbide, così gustose e belle da baciare; ma Pansy fece un gesto che a Harry non gli piacque e che lo lasciò perplesso: lo respinse.
-Perché? Che succede Pansy?-.
-Era proprio di questo che volevo parlarti- disse lei un po’ timida.
-E cioè? Spiegati meglio- la incoraggiò a parlare Harry.
-Bè, di noi due- disse lei.
Ora Harry, era decisamente agitato e più confuso che mai -Non riesco ancora a capire- continuò lui.
-Bè intendevo dire questa storia-.
-C’è qualche problema? Bacio troppo male?- chiese lui sperando che fossero piccoli i problemi.
-No Harry! Tu baci benissimo, è solo che, io non so che fare, è come una relazione a distanza, e sai come vanno a finire gli amori a distanza-.
Harry era nel panico e nella paura più totale -Come va a finire una relazione a distanza?- chiese sapendo già la risposta.
-Bè, che prima o poi i due…. Si lasciano-, Harry rimase in silenzio, senza aprire bocca, non sapeva che cosa dire, non se l’aspettava da Pansy.
-Ecco Harry, sono molto confusa, io mi immaginavo, che tra noi due ci fosse stato un bel rapporto, con te sempre al mio fianco, che quando avevo bisogno di te ci saresti stato sempre….-.
-Ma io Pansy ci sono sempre!- esclamò Harry -Ci sarò sempre per te Pansy, se tu vuoi che io sia con te, sappi che io ci sono…. Qui dentro- disse indicando il posto dove stava il cuore.
-Così è troppo facile Harry- disse lei -Sai quanto mi hai fatto soffrire quella notte? Sai quanto ho pianto quella notte?- disse lei incominciando a farsi scendere qualche lacrima dagl’occhi -Io quella notte ero distrutta, te ne sei scappato così su due piedi, come se niente fosse- lei lo stava facendo sentire in colpa.
-Pansy io HO dovuto farlo!- disse lui sottolineando la parola “Ho”.
-Lo so, ma io non potevo capire ed ero distrutta, troppo distrutta per andare avanti. Se non ci fossero stati Draco, Blaise e Daphne al mio fianco, non so che cosa avrei fatto, come mi sarei comportata Harry-.
-Lo so Pansy, ma io ti amo! Io, ho passato ogni secondo di questa fuga a pensarti, a pensare che cosa facevi! Sono arrivato al punto di penetrare ad Hogwarts! Lo sai cosa vuol dire entrare di soffiato, con mezza Inghilterra Babbana e Magica che mi cerca, in un posto come Hogwarts?!- cercò Harry di giustificarsi.
Lei era silenziosa, lui era silenzioso -Sai, ci ho riflettuto molto Harry. Ho parlato di questo argomento con Hermione e Daphne per tanti pomeriggi. Avere un ragazzo latitante, non è l’amore che io mi immaginavo Harry!-.
-Che cosa vorresti dire? Questo che cosa significa?-.
-Harry, secondo me, dobbiamo prenderci una pausa di riflessione-.
Harry non poteva crederci; la ragazza che ha amato e che ama ancora, che ha atteso, che gli ha donato tutto di lui, a cui ha aperto il cuore, lo stava lasciando. Aveva fatto una enorme fatica per venire, e solo per poterla rivedere felice, baciarsi, e sentire la sua voce rassicurante. Invece è successo l’esatto contrario, lei non voleva baciarlo, lei non lo voleva, lei non sperava nel loro amore.
Ma qualcosa non quadrava, perché non lo voleva più? Lei non era una facile, eppure avevano fatto due volte l’amore, e non è cosa da poco.
-Harry, dimmi qualcosa- disse Pansy.
Harry la sentì, ma stava ragionando, ma alla fine capì un probabile motivo -C’è un altro vero?- chiese lui calmo.
-Harry, il punto non è questo, due persone così lontane….- ma Harry la interruppe subito, -Basta! Per favore non farmi altre ramanzine!- disse lui calmo: lei aveva le lacrime agl’occhi.
-Comunque io ci penserò Pansy, tu?- chiese Harry; lei stava per aprire bocca, ma venne interrotta. Una fattura sfiorò i due, qualcuno era presente al discorso.

-Sei finito Potter!- almeno cinque Auror erano presenti, Harry cercò Pansy, ma lei era già sparita.
Tentò la fuga, -Stupeficium!- urlò Harry.
-Protego!- si riparò uno dei cinque Auror.
-Confringo!- urlò Harry facendo esplodere un po’ di terra e stordendone due.
-Non credere che te la caverai così facilmente!- disse uno degli Auror rimasti in piedi -Siamo tre contro uno! Non hai possibilità, immagina, noi tre che catturiamo Harry Potter, saremo lodati al Ministero!-.
-Confundus!- urlò uno dei tre.
-Protego!- Harry riuscì a parare eccellentemente il colpo.
-Attento Jones! Lui è molto bravo nei duelli!- urlò un altro Auror.
-Dovremo inventarci qualcosa, basta non farlo scappare!- disse Jones.
-Experlliarmus!- provò di nuovo Jones, ma Harry, lo schivò. -Non riesco a prenderlo! E’ troppo agile! Appio, dammi una mano!- urlò Jones ad un uomo con i capelli neri e basso.
Mentre Jones era un uomo alto e magro con i capelli lunghi e biondi stretti in una coda di cavallo, mentre il terzo Harry lo conosceva bene: McNair; tutti e tre erano vestiti di nero scuro.
-Proviamo a lanciargliene due completamente!- suggerì Appio.
-Buona idea!>> urlò Jones.
-Però lasciatelo a me il colpo finale, mi devo vendicare per quello che è successo un mese fa!-, -Come vuoi tu McNair!- disse Appio.
Harry tentò la fuga, ma con una smaterializzazione super-rapida, Jones gli apparve davanti; a questo punto, Harry, si trovava in una morsa, era in un vicolo cieco, fine della corsa.
-No, no, no, no, no, no Potter!- disse facendo il gesto con l’indice Jones -Non è leale darsi nuovamente la fuga, affronta il pericolo vigliacco!-.
-Al mio tre ragazzi- disse Appio -Uno…. Due…. TRE!-.
-STUPEFICIUM!- urlarono in coro i tre.
-Protego!- urlò Harry, ma cadde a terra, l’impatto di tre incantesimi messi assieme, erano troppo potenti per il suo Protego. Era ad un punto morto; non sapeva che fare, le energie lo stavano abbandonando, stava perdendo il duello, non c’era via di fuga, non sapeva come smaterializzarsi.
-L’abbiamo quasi finito, ancora! Finiamolo!- disse Jones.
-No!- protestò McNair -Avevate promesso, che il colpo di grazia gliel’avrei inflitto io!-.
-Tu non ti immischiare McNair! Sei solo uno stupido boia giustiziere!-.
-Ma, ma……-, -Stai zitto maledizione!-.
-No! Io ne ho il diritto, me lo avevate promesso!-.
-Non dire stronzate! Non abbiamo promesso niente- intervenne Appio.
-Già perciò stai zitto! Forza, al mio tre-.
-Stai zitto tu Jones. Se non potrò finire Potter con il vostro consenso, lo farò da solo Stup….-.
-Confringo!- urlò Jones, colpendo in pieno McNair e mettendolo a terra privo di sensi, -Oh, che rompiballe chiaccherone!- disse con sollievo Jones.
-Bene, possiamo finirlo anche da soli- disse Appio continuando -Al mio tre Jones! Uno…. Due….-.
-TRE!- urlò una voce maschile, ma non fu né quella di Jones, e neanche quella di Appio; era una voce che ad Harry pareva familiare, alzò lo sguardo per vedere chi era,
-Harry! Harry vuoi dartela a gambe?- urlò Draco Malfoy che cercava di lottare con le mani e gambe a pugni e calci.
-Jones! Jones dammi una mano!- chiedeva aiuto Appio.
-Bè vorrei tanto, ma ho questo qui che non mi molla!- diceva il biondo Auror.
-Levami quelle manacce di dosso, lurido ragazzino!-.
-Stai zitto!- disse Draco, mollandogli un gancio destro con potenza e precisione sull’occhio destro.
-Non lo vedo! Non vedo niente, il mio occhio è troppo gonfio, Jones, che cazzo stai facendo?!- urlò arrabbiato ancora l’Auror -Imperio!- tentò di lanciare la sua maledizione verso Malfoy, ma con quell’occhio, non riusciva a vedere niente, e lanciava incantesimi a casaccio.
-Ma non vedi che sono qui?- urlò Malfoy.
-Dove? Dove? CRUCIO!-.
-Sei proprio patetico. Patetico e ridicolo!-.
-Stai zitto!- urlò arrabbiato Appio -Tu non hai il potere e neanche il permesso di potermi giudicare!-.
-Rictusempra!- disse Malfoy.
-Protego!- disse Appio -E’ vero- incominciò l’Auror -Forse non ci vedo, ma posso sentire!-.
-Davvero? Bè era quello che presumevo!-.
-Che cosa intendi dire?- chiese Appio confuso.
-Intendo dire, che nonostante tu pari incantesimi con un raggio, ne lancerò uno che non ha un raggio-.
-Cioè?- chiese sempre con tono confuso e molto pauroso Appio.
-Bè, proviamo con questo…. LUMOS SOLEM!- urlò Draco.
Il suo è stato un incantesimo intelligentissimo da parte sua, la bacchetta ha sprigionato una luce tanto luminosa, così tanto, che ora Appio si stava contorcendo urlando
-Aaaaah! Aiuto! Mi ha accecato, i miei occhi!-.
-Era quello il mio obiettivo!- disse Draco avvicinandosi all’Auror e scalciandogli via la bacchetta lontano -Volevo accecarti, per disarmarti, e adesso dovrò stordirti. Stupeficium!- urlò Draco prendendo in pieno l’avversario che ora era privo di sensi.
Harry stava assistendo alla scena, Draco era veramente migliorato nei duelli uno contro uno; Blaise invece stava ancora lottando con Jones mollandosi a vicenda calci e pugni con mani e gambe.
A quanto pare, il biondo Auror, se l’ha cavava benissimo anche alla Babbana, -Forza, non ti conosco, ma non vedo il perché, tu non riesca ad alzarti!- disse Jones cercando di stuzzicare Blaise per farlo arrabbiare e perdere il controllo.
In verità, Jones, non lasciava la possibilità a Blaise di alzarsi, visto che gli stava mollando calci sempre più potenti, -Reagisci!- urlava ancora Jones.
Harry non sapeva che fare -Lascialo stare!- urlò lui.
-Potter, sei ancora vivo!-.
-Harry scappa!- disse Blaise da terra.
-Ti prego Harry, vai via, c’è la caviamo da soli!- urlò Draco che stava arrivando.
-No! Io ora rimango a combattere-.
-Ma che scena commovente, Pottino non vuole abbandonare i suoi amichetti!- disse Jones -Che scena dolce…. CRUCIO!-.
-Protego!- disse Draco proteggendo Harry.
-Hey! A te penserò dopo!- disse Jones -Ma prima Petrificus Totalus!-; Draco fu immobilizzato, e cadde a terra.
-Bene, poi tocca a te- disse dando un calcio a Blaise in faccia, facendo svenire pure lui -Non servivano neanche gli incantesimi con te! Bene Potter ora…. CONFRINGO!-.
-Protego!- ma Harry non riuscì a parare il colpo a sufficienza e cadde ancora a terra.
-Ah-ah-ah!- rise Jones sarcasticamente -Sei patetico! Ma sarò lodato con l’Ordine di Merlino e forse Seconda Classe al Ministero, solo per averti catturato Potter!-. 
Harry era ormai con le spalle al muro; che fare? Si chiedeva.
-Vediamo di farla finita con te, una volta per tutte, Stup….-.
-RICTUSEMPRA!- urlò una voce di una persona, che ad Harry non veniva in mente, e che probabilmente conosceva poco, solo quando vide il volto del suo salvatore, apparve tutta la sua sorpresa sul volto -Nott?-.
-Che stai facendo ancora qui Potter?- urlò Nott infuriato -Penso io a Draco e Blaise, tu pensa ad andartene, in qualsiasi modo tu ci sia riuscito-.
-Grazie Nott- riusciva a dire solo questo Harry.
-Non montarti la testa Potter, l’ho fatto solo per Pansy, me l’ha chiesto lei di venire a soccorrerti!-.
-Va bene!- disse Harry avviandosi di nuovo verso il Platano Picchiatore.
-Non ti conviene andare lì, ci sono un mucchio di Auror; un ragazzino, ti vuole incontrare all’ingresso del campo di Quidditch-.
-Chi?>> chiese Harry.
-Non lo so, tu va e basta! Addio Potter!- lo salutò Nott prendendo in spalla Blaise e Draco, salendo su per il castello.

Chi voleva incontrarlo a quell’ora della notte? C’è solo un modo per scoprirlo, pensò Harry, doveva andare al campo di Quidditch anche se sapeva che poteva essere una trappola ma ormai era pronto a tutto.
Prese la strada che aveva fatto per entrare, solo che la fece al contrario. Chi sarà mai? Chi vuole incontrarmi a quest’ora della notte? Come ha fatto a sapere che sarei venuto? Qualcuno deve aver fatto la spia, pensò Harry.
-Ma che imbecille che sono!- si stava ripetendo più e più volte Harry appena arrivò ai piedi della scalinata della Rimessa delle Barche -La Mappa del Malandrino!- urlò Harry.
La prese; avrebbe capito se poteva essere una trappola, o un vero e proprio modo per fuggire.
-Giuro Solennemente di Non Avere Buone Intenzioni!- disse Harry più velocemente che poteva, e subito Hogwarts gli apparve, per la seconda volta in quella notte.
Cercò con le mani tremanti il nome di colui che voleva incontrarlo: Silente? No lui era ancora nel suo ufficio. Piton? No era al terzo piano con il Professor Lupin. La McGranitt? No era al quarto piano. Hagrid? Era nella sua capanna. La Cooman? Non diciamo stronzate! Stava pensando Harry.
-Gary?- lesse Harry stupito vedendo il nome del giovane Gary Fletcher, di casa Corvonero e del primo anno, a cui Harry aveva salvato la pellaccia -Che cosa ci fa a quest’ora?- si stava chiedendo Harry.
Guardò la luna; era piena, fu allora che si accorse che era Natale da ben venti minuti; voglio tornare dai miei amici, si stava ripetendo Harry.
Salì le scale più velocemente che poteva, sentendo il freddo vento che gli sbatteva in faccia e sul corpo. Quando arrivò nel giardino in Pietra, si nascose tra i cespugli; Gary era in piedi, davanti al portone -Gary!- urlò sottovoce Harry -Gary!- fu solo quando Harry lo chiamò per la quarta volta che il giovane si accorse della sua presenza.
-Harry!- disse Gary a voce alta, -Ssssh!- disse Harry -Vieni qua!- gli ordinò a bassa voce, e il piccolo Fletcher arrivò davanti al cespuglio e si nascose col ragazzo che ormai era ricercato da tutto il modo magico.
-Che cosa ci fai qui?- gli chiese in maniera severa il Grifondoro -A quest’ora della notte? A parlare con uno dei ragazzi più ricercati dal mondo Magico? Con un sacco di Auror nei paraggi?-.
-Io dovevo aiutarti!-.
-E cosa diavolo vorresti fare?!- chiese ancora Harry -Sono nei guai, gli Auror che ho fatto svenire, mi stanno cercando, la mia ragazza, per cui ho rischiato la vita, mi ha lasciato, sono senza via di fuga e….- ma Gary lo interruppe -Ricordi, quando ti sei auto-accusato della sigaretta?- gli chiese calmo, Harry era sorpreso; nonostante la grande ramanzina che gli aveva fatto, il ragazzo era tranquillissimo.
-Si, certo che me lo ricordo- gli rispose Harry a sua volta calmo.
-Bè, io ti avevo promesso che ti avrei restituito il favore; ed ora eccomi qua!-.
-Come facevi a sapere che sarei venuto qui stanotte?-.
-La lettera che hai mandato a Pansy Parkinson-.
-L’hai rubata?-.
-No!- gli rispose Gary leggermente offeso -Gli era caduta! Ho provato a restituirgliela, ma è entrata a Pozioni; e siccome Piton mi fa una tremenda paura, attesi che arrivasse l’ora di pranzo; e poi quando ho visto il tuo nome la curiosità a prevalso sull’onestà e lo letta!-.
-D’accordo, ma come vorresti aiutarmi a fuggire?-.
-Ho visto che c’erano tanti Auror di pattuglia, nonostante fosse la Vigilia di Natale, e allora mi è venuta in mente un idea-.
-E sarebbe?- chiese con tutta la curiosità del mondo.
A quel punto Gary mise la mano in tasca, e ne estrasse una piccola pietra nera. -Che roba è?-.
-Questa, è Polvere Buiopesto Peruviana!-.
-Un cosa?-.
-Polvere Buiopesto Peruviana Harry! Il nome dice tutto! Te ne serve solo uno per riempire un intero territorio di un fumo nero. Con questa, la fuga è sicura!-.
-E come la faccio esplodere?-.
-Devi buttarla a terra!-.
-Ok! Dammela per favore!- chiese, e Gary gliel’ha consegnò subito.
-Bene! Ora vai Gary!-.
-Adesso siamo pari!- disse Gary allontanandosi dopo essersi dato il cinque. Grazie Gary, pensò Harry.
Ora si avviava al Platano Picchiatore camminando, senza alcuna preoccupazione, sapendo di avere la fortuna dalla sua parte. Come aveva potuto lasciarlo Pansy? Come faceva a pensare che non sarebbe durata? E’ stato uno stupido a scappare! Ora la sua situazione si aggraverà ancora di più. Domani mattina, tutti i giornali avrebbero parlato di lui, e del fallimento del Ministero di non essere riuscito a catturare il giovane tredicenne.
Harry, stava a pensando; ma non aveva dubbio, altre spiegazioni. Pansy, stava adorando un altro ragazzo. Come aveva osato? Si chiese ancora Harry, lui, che non aveva fatto altro che pensare a lei. Lui, che era entrato ad Hogwarts di nascosto, solo per vederla. Lui, che non l’avrebbe mai tradita. “Prendiamoci un periodo di riflessione” aveva detto lei. Forse non era del tutto convinta; sperava solo quello Harry.
-Eccolo è lui!- urlò uno dei quattro nuovi Auror.
Gli stavano venendo incontro -Forza ragazzi!- urlò un altro -All’attacco!-.
Ma che barba! Pensava ancora Harry; non voleva nemmeno sprecar fiato; buttò a terra la pietra nera con violenza, sprigionando, come aveva detto Gary, una grande nebbia nera.
-Dov’è?! Non lo vedo!- urlavano tutti.
-Sparate incantesimi a caso!- urlò uno.
-Oh merda!- disse Harry.
-Stupeficium!-.
-Expelliarmus!-.
-Confringo!-.
-Flipendo!-.
-Fattura Orco-Volante!-.
-Rictusempra!-.
-Petrificus Totalus!-.
-Immobilus!- stavano urlando più incantesimi possibili, sperando il bene; avvolte si colpivano a vicenda. Harry riusciva ad evitare gli incantesimi, non sapeva neanche lui come ci riusciva.
-Sectumsempra!- urlò uno.
-Aaaaaah!- urlò Harry. Un incantesimo l’aveva colpito, ed il suo braccio perdeva sangue; la ferita era molto profonda. Nessuno si era accorto di Harry; riuscì ad infilarsi dentro il Platano Picchiatore, che era furioso per averlo svegliato.
E si avviò, verso la Stamberga Strillante, dove c’era Ron ad aspettarlo. Harry camminava con un braccio, che ancora perdeva sangue.

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Capitolo 15
*** La notte che non ti aspettavi ***


Capitolo 15: La notte che non ti aspettavi  

-Harry! Finalmente, cominciavo a preoc…. Harry! Che diavolo ti è successo?!-.
Harry aveva camminato per un bel po’ di tempo, ed ora si sentiva molto debole. Ron era nella Stamberga ad aspettarlo.
-Ron! Mi hanno seguito, gli Auror mi hanno attaccato, poi sono arrivati Draco e Blaise che cercavano di salvarmi, ma uno stupido Auror di nome Jones gli ha stesi, poi stava per darmi il colpo di grazia, ma è arrivato Nott, si Ron, Theodore Nott, che mi ha salvato la pelle. Stavo per avviarmi al Platano Picchiatore, ma Nott mi ha detto che c’era un gruppo di Auror che sorvegliavano la zona. Poi un ragazzino di nome Gary, di Corvonero, del primo anno, mi ha dato una specie di Pietra che fa una enorme nebbia nera, io l’ho usata, allora gl’Auror sparavano incantesimi ad occhi chiusi, riuscivo a sfiorargli, ma alla fine il Sectumsempra mi ha colpito, ed ora mi ritrovo con questo braccio che sanguina, come puoi vedere tu, vistosamente, mi sento debole, e dobbiamo tornare alla tenda prima che trovino le mie tracce di sangue lasciate lungo il cammino- disse Harry che aveva parlato, cercando di spiegare la cosa, più velocemente che poteva.
Ron aveva la faccia bianca, e guardava Harry con terrore, probabilmente si aspettava che il compito fosse più facile, ma l’operazione ha avuto una leggera deviazione
-Bè- incominciò Ron -Ma stai bene giusto?- chiese accennando un sorriso non tanto sorridente.
-RON!- disse Harry -Ho un braccio sanguinante, secondo te sto bene? Aiutami ad evitare una emorragia!-.
-Ah si. Hermione mi ha insegnato un metodo Babbano, dammi il tuo giubbotto!-.
-Si io….- la faccia di Harry sbiancò ancora di più -Oh no!-.
-Cosa?- chiese Ron, -Il giubbotto! L’ho lasciato sulla riva del Lago!-.
-Oh miseriaccia!- disse Ron -Bè, allora uso il mio giubbotto!-.
-No Ron! Quello te lo hanno regalato per Natale! E’ di pelle di Drago!-. 
-Non importa!- disse Ron prendendo ed impugnando la bacchetta -La pelle di Drago, non varrà mai, quanto la pelle di un amico. Soprattutto se sanguina- e detto questo, tagliò una pezzo di manica, lo avvolse attorno al braccio di Harry, legandolo e stringendolo forte, bloccando l’emorragia.
Faceva male, ma almeno non perdeva più sangue, -Ecco fatto! Questa dovrebbe bastare, almeno fino alla tenda. Lì sono sicuro che Neville troverà delle erbe mediche-.
-Grazie amico!- disse Harry.
-Ci sono sempre Harry!- disse Ron mettendo la mano sulla spalla del Ragazzo-Che-E’-Sopravissuto.
-Aaaaaah!- disse Harry facendo una smorfia di dolore.
-Ops, scusa Harry!-.
-Non preoccuparti! Andiamo!-.
-Ehi, ma come facciamo a tornare?-.
-Con la Smaterializzazione- disse Harry confuso.
-Harry! Hai un braccio rotto!-, -Oh cavolo!-.
Harry stava cercando di ragionare, ma non gli veniva neanche una idea giusta; era troppo lontana Glouchester, -Dovremmo usare il Nottetempo!- esclamò Ron.
-Cosa?!- disse Harry -E’ troppo rischioso!-.
-E come vuoi arrivarci? Volando?-.
-Bè….-, -Senti Harry, guarda le opzioni: siamo nel territorio di Hogsmade e dobbiamo arrivare a Glouchester, le due località sono molto lontane, e dobbiamo arrivare prima della mattina, perché altrimenti scatterà l’allarme, ci troveranno e ci prenderanno, e poi non so che cosa possa succedere, quindi o prendiamo il Nottetempo, o c’è ne andiamo a farci costituire-.
-D’accordo Ron!- disse Harry senza neanche aspettare un attimo; sapeva che Ron aveva fatto un ragionamento ovvio, -Su andiamo!- disse Ron.

Appena i due uscirono fuori, si avvolsero nel Mantello dell’Invisibilità, e si incamminarono verso la strada. Harry stava sperando che arrivasse più in fretta che poteva. I minuti passavano, il freddo aumentava, e la ferita faceva male.
-Io non sento niente Ron- disse Harry.
-Resisti Harry!- lo incoraggiò l’amico -Allora, raccontami-.
-Raccontarti cosa?- chiedeva Harry.
-Bè, lo sai. Su di te e la Parkinson- quando Ron pronunciò quel nome, lo stomaco di Harry si strinse.
-Per la verità, non è stato proprio quello che mi aspettavo- rispose Harry malinconico.
-Cioè? Che intendi dire?-.
-Ecco, io e Pansy….-.
-Aspetta!- lo interruppe Ron, prima che Harry potesse ancora incominciare -Senti quello che sento io?- chiese il rosso.
Harry origliò qualcosa nell’aria; in effetti, sentiva una specie di fischio. Prima ancora che potesse rispondere, il Nottetempo si stava smaterializzando davanti a loro.
-Oh, miseriaccia!- esclamò Ron -Mettiti questi intorno alla bocca- disse Ron, passandogli uno scalda-collo -E via questi!- disse di nuovo, togliendogli gli occhiali -E quei capelli sistemali un pochino!- gli disse ancora Ron sistemandoglieli perfettamente -Mentre io, mi metterò questo capellino, e questi occhiali-.
-Dove hai trovato lo spazio per tutto questo?- chiese Harry ancora più confuso.
-Questo borsellino!- disse Ron facendogli vedere un piccolo borsello -Me lo ha regalato Hermione per quest’estate, all’inizio dell’anno; è installato un incantesimo di espansione, e puoi metterci tutto quello vuoi, senza che pesi! Ovviamente deve riuscire ad entrare nel buco- terminò mettendosi gli occhiali.
-Benvenuti sul Nottetempo!- esclamò Stan Picchetto -Buonasera, ehm signori?- chiese Stan guardandogli strano; in effetti avevano un’aria un po’ buffa.
-Ehm si giovane- disse Ron, cercando di fare una voce diversa dalla sua -Siamo due maghi Irlandesi, e dobbiamo andare a trovare i nostri parenti a Glouchester-.
-Cos’ha il tuo amico al braccio?- chiese Stan scoccando uno sguardo ad Harry.
-Ehm, si è fratturato il braccio, lavorando in una falegnameria Babbana-.
-Lavorate con i Babbani?-.
-Si, è un lavoro in cui serve più forza, che magia!- terminò Ron dando delle pacche sulla spalla di Harry, provocandogli altri gemiti di dolore.
-Va bene! Nomi?- chiese Stan.
-Io sono Dudley Dursley!- rispose prontamente Harry.
-Io mi chiamo David Newton!- disse Ron.
-Sicuro, che non ti serva una medicina?-, -Bè qualcosa mi servirebbe- disse Harry.
-Vieni dentro che ti fascio- disse Stan.
Entrando, Ron disse all’orecchio di Harry -Copriti la cicatrice- e gli passò una cuffia.
Harry, entrando per la seconda volta in quel pullman per Maghi, si sedete in un letto oscurato, cercando di non far vedere i suoi lineamenti da Harry Potter.
-Bene Dudley!- disse con un sorriso Stan -Vediamo un po’ come sei…. Uooooooh! Ma che diavolo di ferita ti sei procurato?!- esclamò Stan quando la profonda ferita di Harry.
-Vediamo un po’ che fare, potremo fare questo- disse disinfettando la ferita, e facendo urlare Harry.
-Zitto!- lo rimproverò Stan -O mi sveglierai tutti i passeggeri!-.
-Che cos’è quella boccetta?- chiese Ron, vedendo Stan impugnare una piccola fiala.
-Queste, caro David, sono lacrime di Fenice!- disse poi gettando alcune gocce del contenuto, sulla ferita, facendola rimarginare senza lasciar tracce.
-Ecco fatto!- disse raggiante Stan, dando una ennesima pacca sulla spalla di Harry, questa volta, senza procurargli dolore.
-Niente lamenti?- disse sorpreso Ron.
-Le lacrime di fenice hanno poteri curativi David!- disse Stan -Bene, possiamo partire! Diamoci una mossa Ern!-, e il Nottetempo partì con la sua solita velocità.
-Ci impiegheremo un po’, ci sono molti latri passeggeri prima di voi- disse Stan.
-Non c’è alcun problema!- disse Harry che aveva riacquistato un po’ di colore.
-Su, prendiamo posto, meglio salire al piano di sopra- suggerì Ron.
Ottima idea, pensò Harry, almeno lì Stan non gli avrebbe visti. Così, i due, presero la scala, e salirono al piano di sopra, con molti posti vuoti.
-Bene, meglio di quello che mi aspettavo- disse Ron,
-Prendiamoci quello là in fondò- terminò lui.
Harry, finalmente, poteva rilassarsi nel letto, -Quanto credi che ci metteremo ad arrivare?- chiese Harry all’amico.
-Non saprei- rispose il rosso -C’è un sacco di gente che dorme là sotto, Stan ha detto che ci metteremo un po’…. Per me, almeno tre quarti d’ora-.
Harry si guardò il braccio, era completamente privo di ferite, le lacrime di fenice, erano la cosa più miracolosa ed incredibile che avesse mai visto.
-Fico vero?- chiese d’un tratto Ron a voce bassa, -Fico cosa?- chiese Harry confuso.
-Ssssh! Parla a voce bassa- disse l’amico -Quelle lacrime- continuò lui -Non hanno lasciato segno, chissà quanti galeoni valgono-.
-Già- disse Harry a voce bassa, un po’ stanco, un po’ distrutto per quello che era accaduto.

Guardò fuori dal finestrino; erano in una strada di campagna, guardava la Luna, ma ancora pensava, era riuscito ad uscire sano e salvo da Hogwarts, dopo un attacco di massa da parte degli Auror, però, non riusciva a capire come….
-Allora Harry!- disse Ron con un sorriso sulla bocca, interrompendo i pensieri del Ragazzo-Che-E’-Sopravissuto; non diceva niente, lo stava solo guardando l’amico Weasley, ma non parlava, il che fece salire un leggermente il nervosismo di Harry.
-Allora cosa?!- chiese Harry dopo cinque minuti di silenzio di Ron.
-Abbassa la voce!- lo rimproverò per la seconda volta -E poi, mi sembrava ovvio!- continuò Ron.
-Scusa amico, ma non riesco ancora ad afferrare il concetto- rispose Harry a voce nettamente più bassa di prima.
-Bè, lo sai- chiese con imbarazzo il rosso; Harry ora lo guardava ancora strano, -Andiamo Harry!- lo guardò Ron, ma Harry non capiva, per quanto si stesse sforzando.
-Vedo che lo scontro con gli Auror ti abbia fatto ricadere la memoria…. Di te e Pansy sto parlando Harry!-, o diavolo, pensò Harry, ora doveva parlare di quel fatto? Non se l’ha sentiva, non aveva voglia, era completamente distrutto, e parlare di quello che era successo nel dialogo tra lui e Pansy, non l’avrebbe di certo aiutato a rimettersi in sesto.
D’altra parte, però, Ron era il suo migliore amico, Harry l’aveva aiutato a superare la sua crisi con Hermione, e sapeva, che Ron, gli avrebbe dato una mano.
-Cos’è, troppo personale?- chiese Ron arrossendo -Se è così non….-.
-No, no Ron!- lo interruppe prontamente Harry -Stavo solo pensando come raccontartelo-.
-Perché, cos’è successo di altro questa notte?- chiese Ron preoccupato.
-Bè, ora ti racconto tutto- disse Harry prendendo fiato.
-Forza amico- lo incoraggiò l’amico -Sai che ti puoi fidare di me-.
-Va bene- disse Harry prendendo nuovamente fiato -Quando sono arrivato, Pansy era corsa verso di me, e ci siamo abbracciati. Così l’ho fatta sedere a terra, con sotto il mio giubbotto-.
-Ah, ecco perché l’hai dimenticato ad Hogwarts- disse Ron.
-Esatto, ci siamo messi a parlare, mi stavo divertendo, ho scoperto che Draco e Blaise, preferivano l’aria di Hogwarts, piuttosto che quella Cinese, che molti studenti ci lodano per quello che abbiamo fatto al castello-.
-Bè, onestamente, siamo stati dei grandi- disse Ron, gonfiando il petto fiero.
-Dai smettila!- gli rispose Harry accennando un sorriso -Stavo dicendo, molti studenti, sono fieri di noi, molti studenti, hanno ascoltato la partita dei Corvonero-.
-E come erano?- chiese curioso Ron.
-Erano tutti entusiasti, i Corvonero non credevano alle loro orecchie-.
Si susseguì una leggera pausa, visto che Harry doveva bere un sorso d’acqua per schiarirsi la voce.
-E poi è arrivato il momento per cui ho rischiato la pellaccia questa notte-, -E cioè?- chiese Ron avido di sapere.
-Bè, siccome credevo che potevo farlo, e che anche lei lo volesse, mi sono avvicinato per baciarla-.
-E?-, -Niente- disse secco Harry, -Come niente?- chiese Ron.
-Lei, è tornata indietro, mi ha respinto, non accettava il mio bacio. Gli chiesi il perché, ma lei mi disse che….- non riuscì a continuare a parlare, la gola gli si era ancora bloccata, e dovette bere un altro sorso d’acqua.
-Tutto a posto amico?- chiese Ron.
-Si, si! Dicevo che lei, mi ha detto, che questa storia poteva andare per le lunghe, che eravamo troppo lontani, lei voleva un ragazzo vicino a lei, e ci siamo presi una pausa-.
-Bè, non è proprio una bella cosa, ma almeno, non vi siete lasciati no?-.
-Non te l’ho saprei dire Ron-, -Perché?-.
-Ecco, stavo sospettando qualcosa nella sua voce, c’era qualcosa che non andava-.
-E sospettavi cosa di preciso?-.
-Che ci fosse un altro, che Pansy amasse un altro ragazzo, e allora, siccome non avevo più nulla da perdere, gliel’ho chiesi-.
-E lei che ha risposto?-.
-Secondo me, ha cercato di evitare la risposta, sottolineando il fatto che una relazione così non poteva rimanere a galla. Secondo me, deve veramente capire che cosa sta provando per me in questo momento-.
-Mi dispiace amico!- disse Ron.
-Apprezzo il tuo sostegno amico!- disse Harry sorridendo amaramente.
Mentre i due parlavano, avevano già fatto ben sei fermate: Blackpool, Liverpool, Glasgow, Manchester, South Yorkshire e North Yorkshire.
-Miseriaccia!- esclamò Ron, -Cosa?- chiese Harry tornando alla realtà.
-Oggi è Natale!-, -O giusto! Tanto non fa tanta differenza- disse Harry.
-E perché?- chiese il rosso, -Bè, non ci sono i regali, non c’è Hogwarts-.
-Si, è vero, ma almeno siamo in compagnia-.
-Bè, almeno quella c’è!-.
-Non preoccuparti amico, almeno c’è Capodanno, qualcosa dovremmo farla. Ora dobbiamo solo tornare a casa-.
Ma quanto ci impiegava? Pensò Harry, ma prima che potesse pensare, dire o fare qualcosa, la figura di Stan Picchetto si vide sulle scale -Signori David e Dudley, siamo arrivati a Glouchester!-. 
-Finalmente, incominciavo ad annoiarmi- disse Ron.

Dopo aver pagato con dei galeoni di Ron, sempre grazie al suo borsellino, ringraziarono, e salutarono Stan, vedendo il Nottetempo sparire nell’aria, s’incamminarono verso la foresta.
-Cioè spiegami meglio- rincominciò Ron, -Cosa dovrei rispiegarti?- chiese Harry.
-Bè, quando sei tornato, mi hai spiegato la situazione velocemente senza che io capissi molto-.
-E quindi?-, -Ok, da quello che ho capito sei stato salvato da Malfoy e Zabini giusto?-.
-Si, credo che loro avessero seguito Pansy, in caso di pericolo-, -E Theodore Nott?-.
-Si, ma lui, lo ha fatto solo perché Pansy gliel’ho ha chiesto?-.
-E come hai fatto a capirlo?-.
-Perché me l’ho ha detto lui-.
-Ah ok, tutto chiaro- disse Ron continuando -Bene è meglio se entriamo-.

Erano arrivati alla tenda, ed Harry era felice di poterci tornare. Appena entrò, sentì il fuoco caldo della tenda, avvolgergli il corpo, come si sentiva meglio, e subito, le voci degli amici, ignari di quello che era successo ai due, e soprattutto ad Harry, gli ricoprirono di domande.
-Ragazzi, ragazzi!- urlò la voce di Ron -Se Harry, ha voglia di rispondere alle vostre domande lo farà, altrimenti andrà a letto, e ci racconterà tutto domani, altrimenti lo farà adesso-, Harry guardò strano Ron, le sue parole non gli lasciavano scampo, doveva ugualmente parlare.
-Si amico, voglio sapere tutto, non importa se me lo hai già raccontato sul Nottetempo, voglio più dettagli sul combattimento-.
-Aspetta- intervenne la voce di Seamus -Quale combattimento?-.
Allora Harry sbuffò e si mise a raccontare, tanto Ron aveva detto già la metà di quello che era successo con la parola combattimento.
-Va bene, dovrò raccontarvi tutto- disse Harry -Chiedetemi quello che volete-.
Ci fu giusto un attimo di silenzio e Seamus gli chiese -Cosa intendeva Ron con combattimento?-, Harry vide gli sguardi di Neville e Dean, il che gli fece capire che loro gli avrebbero fatto la stessa domanda.
-Ecco- incominciò Harry -Il nostro piano ha avuto una piccola deviazione-.
-Cioè?- chiese nuovamente Seamus.
-Zitto un po’ Seamus! Ora lo dice!- disse la voce di Ron.
-Ops- disse Seamus diventando paonazzo -Scusate- terminò.
-Non preoccuparti- lo rincuorò Harry -Allora, dicevo che non è andato tutto come credevo; dopo che parlai con Pansy, una fattura mi sfiorò la faccia, e vidi tre volti vestiti di nero-.
-Mangiamorte?- chiese Neville.
-Non diciamo stupidaggini Neville, Harry parla di Auror!- intervenne nuovamente Ron.
-Auror?- chiese la voce di Dean Thomas -Che diavolo ci facevano là? Come hanno capito che tu sei entrato ad Hogwarts, insomma il nostro piano era perfetto!-.
-Si, è quello che mi chiedo anch’io Dean- continuò nuovamente il Grifondoro con gli occhi color smeraldo.
-I tre volti, erano quelli di McNair, Appio, ed un certo Jones. Mi hanno colto di sorpresa, e ci ho provato a tenergli testa, anzi, ci riuscivo nell’uno contro uno, ma poi si sono messi a lanciare Fatture tutti e tre insieme, e lì mi stavano battendo. Ad un certo punto, si sono messi a litigare su chi doveva darmi il colpo di grazia-.
-Cioè…. U-ucciderti?- chiese Neville.
-Non saprei, ma comunque i tre litigarono, anzi, erano Appio e Jones contro McNair. Il boia voleva darmi il colpo di grazia, solo per vendicarsi di quella notte nella Stanza delle Necessità. Allora, seccato, Jones  colpì con una fattura McNair e svenne. Ma a me non diede tanta differenza, anche con due Fatture lanciate assieme ero in difficoltà, caddi per la seconda volta a terra, e prima che Jones e Appio lanciarono l’incantesimo finale, intervennero Draco e Blaise-.
-COSA!?- chiesero i tre in coro, tranne Ron, che sapeva già tutto.
-Si, Pansy era scappata, ma era riuscita ad avvertire i due; Appio fu abbattuto, ma Jones, era un bell’osso duro, stese con un pugno Blaise, e con una Fattura Draco, era rimasto solo, ed io ero a terra senza forze, ma poi, qualcuno che neanche io mi sarei mai aspettato sarebbe venuto a salvarmi, atterrò Jones facendolo svenire-.
-E chi era?-
chiese Seamus che ebbe preso di nuovo coraggio.
-Nott-, -NOTT!?- chiesero nuovamente in coro sorpresi Dean, Neville e Seamus.
-Si, mi ha salvato la pelle dicendo di non andare al Platano Picchiatore, perché era pieno di Auror, e mi disse che Gary Fletcher voleva incontrarmi vicino al campo da Quidditch se ricordo bene. Lui mi diede una Polvere Buiopesto Peruviana, così corsi verso il Platano Picchiatore, la gettai e una nebbia nera si espanse su tutto il territorio. Gl’Auror lanciavano incantesimi alla cieca, ero quasi entrato nel Platano, ma un Sectumsempra mi colpì, e il mio braccio prese a sanguinare. Con Ron, salimmo sul Nottetempo, super-imbacuccati con tanti di quei vestiti sulla faccia, che difficilmente anche voi mi avreste riconosciuto. Il bigliettaio notò il braccio, e mi medicò la ferita tornando normale- disse Harry facendo vedere il braccio, senza neanche un minimo di crosta presente.
-E poi, siamo tornati qui- concluse Ron.
I tre non fecero altre domande; Neville guardò l’orologio -Cavolacci! Sono le quattro del mattino, Buon Natale ragazzi!- disse rivolto ad Harry e Ron, seguito da Seamus e Dean, -Scusate se non abbiamo regali-.
-Che cavolo, non importa se non abbiamo regali, basta che siamo in compagnia, e sarà sempre Natale- esclamò seccato Ron.
-Ron ha ragione- intervenne Dean -Non importa avere regali, basta stare in compagnia-.
Passarono i successivi minuti a parlare e a bere qualche bicchiere d’acqua.
-Bè, non so voi, ma la giornata è stata più stressante del solito- disse Harry facendo ridere leggermente gli amici -Buonanotte- terminò sentendo i saluti dei compagni ed avviandosi verso il letto.
Non gli ci volle molto, si addormentò immediatamente.
Caro Harry, pensò tra sé e sé, questa è stata la notte che non ti aspettavi.



Angolo dell'autore: Allora? Piaciuta la sorpresa? Qui fortunatamente Harry e Ron sono tornati al rifugio. Spero che vi piaccia il continuo.

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Capitolo 16
*** Capodanno a sorpresa ***


Capitolo 16: Capodanno a sorpresa

La mattina successiva, Harry si svegliò verso le due del pomeriggio. L’unico che era in piedi era Neville che era seduto sul tavolo con una specie di Ricordella, con una specie di lancetta di orologio al centro.
-Buongiorno Harry!- lo accolse lui con un sorriso raggiante.
-Ciao Neville!- ricambiò Harry.
-Da quant’è che sei in piedi?- chiese Il-Ragazzo-Che-E’-Sopravvisuto all’amico.
-Bè- incominciò lui -Per la verità, non sono andato a letto Harry-, -Cosa? Ma perché?- chiese stupito Harry.
-Qualcuno doveva fare la guardia no? Così sono rimasto io-.
-Ma perché non lo hai chiesto a me?-.
-Tu Harry questa notte sei rimasto troppo occupato, tu e Ron per la precisione-.
-E allora perché non hai chiesto aiuto a Seamus e Dean?-.
-Naaah!- rispose lui come se niente fosse -Non volevo disturbarli, e poi si sarebbero annoiati a morte. Qualcuno deve sempre controllare che tutto sia tranquillo là fuori-.
-Quindi Neville, mi stai dicendo che sei rimasto là fuori al freddo?-.
-No!- esclamò lui con il solito sorriso sulle labbra -Grazie a questo aggeggio, sono rimasto qui dentro- disse indicando la copia della Ricordella.
-E cosa sarebbe quella…. cosa?- chiese Harry.
-Questa, anzi, questo, è uno Spioscopio; consiste nell’individuare il pericolo, dicono che non funziona, ma io sono abbastanza superstizioso-.
-E come capisci che il pericolo è vicino? Si crea una nebbia rossa come con la Ricordella?-.
-No, niente di tutto ciò, la lancetta si mette a roteare-.
-E…. ha girato questa notte?-, -No- rispose infine Neville.
Ancora Harry si chiedeva come Neville possa aver avuto questo tipo di cambiamento; insomma, prima era sbadato, un po’ fifone, uno che si tirava sempre indietro, uno che era un autentico disastro con gli incantesimi. Harry era troppo curioso, doveva chiedergli il motivo del suo cambiamento, adesso.
-Neville?-, -Si Harry?- gli chiese l’amico.
-Bè, è un po’ difficile da spiegare-.
-Non c’è problema, sputa il rospo-.
Prima di riuscire a trovare le parole giuste e adatte, Harry ci mise un bel po’, -Sai, ho notato un cambiamento in te negli ultimi tempi Neville- guardò l’amico che lo guardava interessato -Insomma, prima eri un ragazzo che difficilmente poteva fare questo genere di cose-.
-Cioè?-, -Bè, ad esempio, organizzare di tua spontanea volontà dei festini segreti all’interno del castello, scappare via da Hogwarts ed entrare in latitanza-.
-Intendi dire…. Che non avevo fegato?-.
-No! Cioè…. Ecco…. Vedi…. I-io- era super-imbarazzato.
-No, non c’è alcun problema Harry- lo rassicurò lui continuando a parlare -Hai ragione. Ero un coniglio! Ma poi, qualcosa, mi ha fatto capire, che dovevo cambiare, che dovevo rinnovarmi, una cosa che mi ha cambiato la vita-.
-E….- chiese Harry un po’ balbettante -Posso sapere che cosa è stato?- chiese tutto d’un fiato.
-Lo sai Harry, ammiro la tua curiosità, cerchi di spremere una persona fino all’ultima domanda-.
-O, bè…. Ecco- non capiva se era un complimento o una critica che lo mandava a quel paese. 
-Non preoccuparti Harry- disse ridendo sotto i baffi -E’ un complimento-.
-Senti Neville, se non vuoi raccontarmelo, non devi essere costretto raccontarmelo-.
-No! No! Anzi, mi fa piacere darmi sfogo, raccontarlo a qualcuno, mi fa piacere, poi raccontarlo ad un amico come te Harry, mi piace-.
-Grazie- poteva dire solo questo Harry.
-Grazie di cosa?- chiese incuriosito Neville.
-Mi hai chiamato amico, mi fa piacere che tu mi consideri un amico-.
-Credevo che fosse scontato che noi fossimo amici Harry!-.
-Si, in un certo senso si-, e subito dei lunghi attimi di silenzio imbarazzanti si susseguirono, finche fu Neville a romperlo -Vabbè, vuoi che ti racconti il motivo?-.
-Si per favore-.
-Bè, è successo questa estate, quando ero in Olanda con mia nonna. Come ti avevo detto, sono andato lì per vedere la composizione dei fiori Babbani, mi stavo divertendo un mondo, e credevo che anche mia nonna lo facesse-.
-Cioè credevi?-.
-Ogni cosa al suo tempo Harry; dicevo, la prima settimana, è stata la più bella, poi purtroppo, i locali diminuivano, e non sapevo dove andare. Un giorno, mia nonna non voleva venire con me, diceva di essere troppo stanca, e che preferiva rimanere a casa a farsi una bella dormitina con affianco una cioccolata calda. Così mi avviai in strada, ma mi scordai il borsello, e dovetti tornare nell’appartamento a prenderlo. Era una fatica, abitavo al ventesimo piano di quell’albergo, e l’ascensore era rotto! Ci impiegavo almeno un quarto d’ora a scendere, e venti minuti a salire. Appena arrivai dentro l’appartamento, feci più piano possibile, visto che avevo lasciato mia nonna a dormire nel letto. Presi il borsello, ma sentii la voce di mia nonna che parlava con qualcuno. Mi avvicinai cautamente alla sua stanza, e vidi che era al telefono, e che parlava con una sua amica di thè pomeridiano- lì si fermò per riprendere fiato.
-E le parole che udii, appena pronunciò il mio nome, furono le cose più orrende che sentii. Diceva, che ero uno stupido fanatico dei fiori e delle piante, di stupide erbacce, che non servivano a niente. Diceva, che non ero un gran che con gli incantesimi, che ero un disastro, che non sarei mai diventato un grande mago, che mi sarei ritrovato in povertà, da solo, senza una famiglia appena lei sarebbe morta, che non ero degno di essere il figlio dei miei genitori. Io sapevo già tutte queste cose, di essere un autentico disastro, ma sentirlo dire da mia nonna che lo raccontava ad una persona qualsiasi, era una cosa che mi ha distrutto; ma quelle ultime parole “Non è degno di essere il figlio dei suoi genitori”, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Indietreggiai, e ruppi un vaso, che fece un gran baccano, e mia nonna, a quel punto, si accorse della mia presenza- 
-Lei, era più bianca di quanto non fosse mai stata in tutta la sua lunga vita, abbassò la cornetta, e venne verso di me. Tentò di spiegarsi, balbettando poco più di niente, senza riuscire a spiegarsi. Io invece, ero incredulo, e scappai dalla stanza sbattendo la porta, senza dire una parola, sentendo i singhiozzi di mia nonna. Camminavo per la strada alla cieca, senza sapere dove andare. Trovai rifugio nell’alcool, bevendomi almeno due bottiglie di Rum. Il resto per me, è ancora nebbia, non so che cosa mi successe quella notte, mi risvegliai nella fredda pietra della strada di Amsterdam; anzi, per la verità, mi svegliò la polizia, che mi portò alla stazione da mia nonna, che mi abbracciò appena mi vide- 
-Strano, pensai in quel preciso momento, mia nonna vedendomi in quello stato mi avrebbe dato un paio di schiaffi, preso per l’orecchio, e portato via per l’orecchio fino a casa. Sapevo che voleva farsi perdonare per quello che era successo il giorno prima. In quel momento, mi ritornò alla mente qualche spicchio di memoria di quella notte; ricordo che parlavo col barista, gli raccontai tutto, e feci una promessa, che da quel momento sarebbe tutto cambiato, che sarei diventato una persona più seria, che sarei diventato una specie di ribelle dentro, e angioletto fuori. Tutto questo nel giro di circa un secondo e mezzo, e anche se questa era una promessa da ubriacone, lo feci, accettai la sfida continuando a mantenere la mia promessa, infatti, non risposi all’abbraccio di mia nonna, sono abbastanza freddo con lei, difficilmente la posso perdonare per quello che mi ha fatto. Ed ora eccomi qua, a fare proprio quello che non mi sarei mai immaginato di fare fino a poco tempo fa- e chiuse il racconto in questo modo.
Ora Harry lo capiva, non doveva essere stata una bella cosa l’esperienza subita da Neville.
-Mi dispiace>> disse Harry, guardando l’amico.
-Non farne un dramma Harry- disse con un altro sorriso stampato sulla faccia -I miei rapporti con la nonna sono un po’ distaccati, ma sono pur sempre il solito Neville, solo, un po’ meno rispettoso delle regole-.
Harry controllò lo Spioscopio, e poi l’orologio da polso che portava -Cavolacci, abbiamo fatto passare un bel po’ di tempo, sono le quattro meno un quarto Neville!-.
-Certo che sono dei veri dormiglioni quei tre, soprattutto Ron- concluse sentendo in sottofondo i rumorosi ronfati di Ron dalla stanza lì vicino.
-Credi che dovremmo svegliarli?- chiese Harry.
-Lasciamoli dormire, secondo me è meglio-. I tre si svegliarono contemporaneamente alle quattro in punto. Ed il resto del giorno passò come se nulla fosse. Harry, in quegli ultimi giorni, si chiedeva, anzi, ragionava ad un piano, come riuscire a poter uscire dalla situazione di latitanza: se si sarebbero consegnati e costituiti di loro spontanea volontà, magari la pena si sarebbe ristretta, magari, poteva fare richiesta di poter fare dei lavori sociali per scontare la pena, invece di finire ad Azkaban. Ma Harry, pensò, che era meglio pensarci dopo Capodanno.

Il giorno successivo, il tempo non era dei migliori; pioveva tantissimo, era quasi un diluvio. Harry era uscito a cercare da mangiare -Maledizione!- imprecava lui -Quando Neville, Seamus, Dean o Ron escono, il tempo è per lo più perfetto; invece per me no! Deve sempre andare male! Maledizione!- concluse.
Si stava avviando, con addosso il Mantello dell’Invisibilità, alla cittadina di Glouchester, e questa volta, doveva cercare di sgraffignare un po’ di festeggiamenti per il Capodanno, e ricorda ancora la discussione tra Neville e Seamus quella mattina; -Io voglio divertirmi!- protestava Seamus.
-Ma io voglio rimanere vivo, o per lo più libero e lontano da Azkaban- lo controbatteva Neville.
-Mamma mia, solo per una notte!- continuò a frignare e protestare Seamus.
-Senti Seamus- incominciava Neville con un tono alla McGranitt < Ricorda ancora la faccia di Seamus, sbalordito dal racconto di Neville -Si però…- tentava di dire a bassa voce senza riuscire a dire niente, -Però niente Seamus- disse Neville calmo -Quando ho deciso di scappare, sapevo che cosa stavo affrontando, e spero che lo sapessi pure tu quella notte Seamus. Per favore, non controbattere, accetta la realtà, non mi sento nemmeno il coraggio di dirti di andarci da solo, perché ti prenderebbero subito. Non perché fai pena nei duelli- si affrettava a dire, vedendo la faccia dell’Irlandese esprimere un senso di nuovo disapprovo -Ma perché tu contro cinque Auror, non c’è la faresti amico-, ed infine Seamus diede le sue scuse all’amico, con un bel abbraccio.
Intanto Harry, era riuscito ad entrare in un negozio di liquori, era mezzo pieno. Sgattaiolò in cantina, sperando che nessun uomo, donna o bambino avesse visto la porta aprirsi da sola, scese le scale, e mise nella sacca di Ron, una bottiglia al Limoncello, e una borraccia di Vodka alla fragola. Re-effettuò lo stesso percorso all’indietro, e dopo essere uscito dal negozietto, si avviò verso quello che pareva un supermercato, dalla quale prese dei dolci, del tonno in scatola, della frutta e della carne da arrostire al fuoco.
Così, sempre sotto la pioggia, si avviò verso la foresta, dove alloggiava nella tenda con i propri amici. Come poteva, però, pensare a Pansy. Non riusciva più a capire che cosa gli fosse preso, non riusciva a spiegarsi il perché l’abbia lasciato. Doveva capirlo, doveva chiederlo a qualcuno, e voleva tornare ad Hogwarts, ma questa era solo una idea pazza, anzi da manicomio, e sapeva che non doveva tornarci; non poteva nemmeno inviare una lettera, ma una cosa non riusciva a capire: perché il Ministero, non ha ancora parlato della sua entrata ad Hogwarts? Ecco un’altra cosa da chiedersi.
Il fatto che le autorità non avessero parlato del fatto, che uno dei latitanti più giovani tra i maxi-ricercati in tutta l’Inghilterra, sia riuscito a penetrare in una delle Scuole di Magia più conosciute e protette nel Mondo Magico, è sospettoso, forse anche scandaloso che i giornali del Profeta non ne parlino. Nel frattempo era tornato alla tenda, ed erano ormai le 16:20.
-Alleluia!- aveva detto Ron -Miseriaccia Harry! Quanto ci impieghi, per sgraffignare così poca roba?- chiese senza ottenere risposta dall’amico.
Dopo aver disposto le cose sul tavolo, Neville si incaricò di sistemare le cose -Non è che non mi fido di voi ragazzi!- cercò di giustificarsi -E’ solo che… Bè, ecco- disse boccheggiando per poi andarsene in cucina.
-Bè, non so voi- disse Dean -Ma io accendo la radio, qui mi annoio!- e subito accese la radio cercando la solita stazione del Ministero.

-Bene, torniamo ora al settore criminalità, la situazione ad Azkaban è del tutto sotto controllo, conferma il Ministro Cornelius Caramell, nonostante, secondo alcune voci, i Dissenatori, sono infuriati, per l’ennesima respinta da parte del Capo della Sicurezza degl’Auror, e avversario politico del Ministro in carica, Kingsley Shacklebolt, sul fatto delle ricerche sui cinque minorenni Inglesi e studenti di Hogwarts. Il signor Shacklebolt ha rilasciato dichiarazioni sul fatto che non ci sono novità nelle indagini, e che per ora non hanno alcuna pista da seguire, e che ne stanno cercando una, con tutti i mezzi per loro disponibili, “Senza prove, testimoni oculari, o un avvistamento è difficile trovarli, quei cinque, nonostante la loro età, sono molto furbi ed intelligenti” continua Shacklebolt, e aggiungendo con un sorriso sulle labbra “Con questa mentalità, potrebbero fare gli Auror”-
-Ora passiamo invece ai preparativi per l’imminente anno nuovo; per Hogwarts, si terrà una festa che andrà, per i ragazzi del terzo anno in giù, dalle ore nove, fino all’una e mezza, mentre per coloro che vanno dal quarto anno in su, dalle ore nove, fino ad un orario che arriva fino alle tre del mattino, mentre per chi ha più di diciassette anni, arriva fino alle sei del mattino. Ovviamente queste sono le informazioni che ci giungono dalle parole del Preside Albus Silente, che comunque “Lo farò, per far capire agli studenti che non siamo i soliti con quelle regole medievali, e di lasciare un po’ di libertà a tutti…. Almeno per Capodanno” dice il Capo del Winzegamot. Ora passiamo invece alla politica, per ora siamo con un incredibile vantaggio per Shacklebolt, con il settanta per cento del Mondo Magico a suo favore, mentre il venticinque per cento a favore di Caramell, e (ormai vicino al ritiro) il Ministro dello Sport Ludo Bagman, che ha il rimanente cinque per cento, composto in maggioranza da amanti dello Sport. Secondo le dichiarazioni di alcuni passanti mandati dalla nostra direzione ad interrogarli sulla situazione politica del Mondo Magico, la maggior parte, pensa che Bagman, sia stato un pazzo a proporsi, e che probabilmente, sapeva che in pochi l’avrebbero votato, mentre la maggior parte, degli elettori, pensano che tra, l’ormai unico duello per la carica di Ministro, Caramell-Shacklebolt, la spunterà il Capo degl’Auror e della sicurezza nel Mondo Magico, ora spazio alla pubblicità, e poi di nuovo qui dalla redazione del Ministero della Magia- e detto ciò scattò la pubblicità di un nuovo lucidatore di scope di cui Harry, non riuscì a sentirne il nome, perché Dean aveva spento la radio.
-Non credete, che sia tutto un po’…. Strano?- chiese il Grifondoro con un po’ di sospetto hai compagni.
-Che cosa intendi dire Dean?- chiese Seamus.
-Ma è ovvio!- disse Dean leggermente seccato -Harry, quando è arrivato alla tenda, era senza giubbotto ricordi?-.
-E allora?- Seamus non continuava a capire.
-Diavolo Seamus! E’ ovvio che il Ministero nasconda qualcosa, Kingsley era totalmente sospettoso con quel tono di voce, ha detto -Senza prove, testimoni oculari o avvistamenti, non è facile trovarli- e invece, avevano almeno dieci testimoni oculari, tutti Auror, e anche il giubbotto appartenente ad Harry, come te l’ho spieghi?-.
-Bè, detta così sembra sospettoso- disse Ron, addentando un panino -Che ne pensi Harry?- gli chiese rivolgendosi all’amico, che era rimasto silenzioso per tutta la durata del telegiornale.
-Si, secondo me, c’è qualcosa che il Ministero nasconde, a tutta la comunità magica-.
-Ehi che succede?- chiese Neville, tornato dalla cucina.
Così passarono il resto della giornata a parlare di possibili strategie e piani che il Ministero ed il Ministro Caramell stanno tramando contro i cinque. La notte, toccava ad Harry effettuare il turno di guardia insieme al suo migliore amico dai capelli rossi Ron. Il cielo era macchiato di nuvole, ma si potevano vedere perfettamente le stelle.
-Allora, quella è la Stella Polare, la stella più luminosa del cielo- stava spiegando Harry all’amico -E come puoi vedere, si possono notare anche alcune costellazioni, come il Carro Maggiore, ed il Carro Minore- disse indicando con l’indice le due costellazioni e seguendone il percorso di entrambe.
-Miseriaccia! Certo che te ne intendi di Astronomia amico!-.
-Bè, quando non so che fare ad Hogwarts, mi sistemavo sul balcone vicino alla finestra, e guardavo il cielo notturno, e così ho imparato a riconoscere le varie costellazioni, insieme all’aiuto di Hermione ovviamente-.
-Già Hermione- quella parola, anzi, quel nome, aveva mandato un po’ giù di morale l’amico, era un po’ scoraggiato.
-Scusa Ron, io non….-.
-No Harry non preoccuparti- lo interruppe subito Ron -Non sono arrabbiato, è solo che, sono un po’ vuoto-.
-Ti va di parlarne?-.
-Se tu ne hai voglia, di ascoltare le parole di uno stupido innamorato>> disse con un sorriso il rosso.
-Ovviamente!- gli rispose con un largo sorriso Il-Bambino-Che-E’-Sopravissuto.
La luna, si intravedeva a sprazzi nel cielo, a causa delle nuvole, ma dava ugualmente una grande luce alla foresta, e poi, con il fuoco lì vicino, Harry e Ron, avevano luce e calore, ed un bel clima per poter conversare. -Vedi Harry, a me, mi manca tanto la vecchia vita-.
-So quello che senti Ron-.
-Si, mi sto stufando di nascondermi in questa foresta, e di essere ricercato da tutta la comunità Magica, e di non poter vedere soprattutto Hermione-.
-Anche a me manca Hermione amico, in questo momento penso che lei ci avrebbe già dato la risposta di come poter uscirne da questa situazione- Ron non riuscì trattenere una leggera risata dalle parole di Harry, -Qui concordo pure io-.
Il vento ormai stava cessando, ma la temperatura, era ugualmente fredda.
-Come pensi di uscirne da questa situazione Harry?- chiese Ron mentre aggiungeva altri due tronchetti al fuoco.
-Sinceramente, non ne ho idea Ron. Non ho supposizioni, non ho niente da cui prendere spunto; zero su zero-.
-Dovremmo comunque trovarne una tutti insieme, o qui rischiamo di impazzire come Seamus-.
-Cioè?- chiese Harry confuso.
-Lo sai anche tu Harry!- disse a voce più bassa l’amico -Si può vedere chiaramente che Seamus non ne può più di restare qui, sta perdendo la pazienza di giorno in giorno-, non rispose Harry a quel discorso di Ron, ma sapeva che l’amico aveva piena ragione; doveva cercare una soluzione.
Una cosa che però ad Harry stava bloccando continuamente la mente era…. -Come va con Parkinson?- chiese Ron, come se l’avesse letto nel pensiero.
-Per ora sono fermo, ma volevo parlare di Hermione, non so più che cosa stia succedendo tra voi due-.
-Bè, ci amiamo, è ovvio, anche se non lo so bene. Ma una cosa è certa: per come lo vista la notte che l’ho salutata, non credo che mi lascerà, certo, sarà un po’ arrabbiata, ma sono sicuro che quando tutto questo finirà, io e lei staremo di nuovo felicemente insieme-.
-Che cosa te lo fa credere?-.
-Il mio istinto, nient’altro- disse sorridendo -Ma ora parliamo di te e Parkinson- chiese dopo qualche secondo di pausa a contemplare il cielo.
-Ecco… vedi Ron, è molto difficile da capire la situazione; te l’ho già detto che cosa mia ha detto quella notte, e non capisco il perché-.
-Hai delle supposizioni a riguardo?-.
-Bè alcune si-, -E..?- chiese curioso Ron.
-Bè, un motivo potrebbe essere, la lontananza, oppure- non riuscì nemmeno a pronunciare l’ultimo motivo; era come se la bocca gli si fosse congelata. Ci provò per ben tre volte a dire il secondo motivo, senza successo. 
-Che diavolo ti è preso alla lingua Harry? Se l’è mangiata il gatto?- chiese Ron -E’ così difficile da pronunciare? E’ così orribile?-.
-Io credo di si-, -Cerca di fare uno sforzo amico!- cercò di incoraggiarlo il sesto maschio dei Weasley.
-Va bene- disse Harry -H-ho.. p-pa-paura, che Pansy… p-potr-trebbe avere un.. altro… r-ragazzo- e il cuore prese a battere all’impazzata.
-Tieni amico- disse Ron passandogli una bottiglietta d’acqua, -Grazie- disse Harry.
Sentì il cuore che riprendeva a battere regolarmente: -Cosa ti fa credere, che a Parkinson piaccia un altro ragazzo?-.
-Bè, quando gli ho chiesto, se c’era un altro quella notte, lei mi ha detto che non era quello il punto-.
-E quale sarebbe il “punto”?-.
-Non è riuscita a dirmelo, siccome gli Auror mi hanno attaccato-.
-Ma hai provato con la Mappa?- chiese Ron, -La Mappa del Malandrino?-.
-No la Mappa dei folletti, certo miseriaccia!-.
-Per la verità…. No-.
-E allora, controlla ogni tanto, e avrai la risposta- disse Ron come se fosse la cosa più semplice del mondo.
-Perché non ci ho pensato prima?- disse Harry correndo dentro la tenda, prendendo la Mappa e, dopo essere tornato vicino a Ron aprirla e leggerla -Giuro Solennemente Di Non Avere Buone Intenzioni- e subito tutta Hogwarts si volatilizzò sulla pergamena precedentemente bianca.
Cercò inizialmente il Dormitorio dei Grifondoro per cercare Hermione, che era nel suo letto, stessa cosa per Pansy, -Bè che ti aspettavi amico- fece Ron -Sono le tre del mattino!- disse ridendo.
Harry si sentì ancora più idiota -Fatto Il Misfatto!- e la pergamena, tornò ad essere una comune pergamena.
Il resto della notte, passò con i due che non fecero altro che parlare di Quidditch e ragazze, per poi andare a dormire in tenda alle otto del mattino, e coricarsi, dopo che Neville disse che potevano andare a letto.

Ormai nei giorni successivi, i cinque, non facevano altro che parlare delle possibili soluzioni da attuare, una peggiore dell’altra: Seamus, proponeva di volare in Russia, Dean di andare sotto terra (Come si fa a pensare a delle idee così stupide, si chiese Harry), Ron proponeva insieme a Harry di rimanere ancora al coperto e di non rischiare.
-C’è un’altra possibilità per poter uscirne allo scoperto-.
-E cioè?- chiesero Dean e Seamus all’unisono.
-Ecco... potremmo costituirci-.
-E cosa ti fa pensare che sia la soluzione più saggia Nev?- chiese Ron.
-Perché se noi ci costituiamo, magari la pena sarà ridotta, visto che abbiamo deciso di consegnarci di nostra spontanea volontà, e magari la giuria, il Wizengamot, il Reparto Auror, o chiunque deciderà le nostre sorti, deciderà di essere un po’ più leggero, siccome siamo anche minorenni- il piano di Neville, non era poi così male, aveva un ottimo scopo, e fino ad ora, è stata l’idea più saggia mai detta tra i cinque latitanti.

Intanto, l’ultimo giorno dell’anno era arrivato, e la tavola della cena era pronta per dare ai cinque, una maxi-abbuffata; Ron stava mangiando praticamente tutto. Funghi, insalata, carne, e tanto altro affiancate da un contorno di alcool. Una cena banalissima tra amici, che si stavano divertendo ugualmente con la radio che dava loro testi di canzoni, con cui Seamus e Dean cantavano a squarciagola -We Are the Champiooooons! My Frieeeends- cantavano con il bicchiere di birra in mano i due.
Ormai, manca poco, pensò Harry, ma qualcos’altro gli correva nella testa: il Ministero, stava veramente tramando qualcosa contro di loro? Ormai erano le dieci e mezza, ed un ora e mezza gli separava dal nuovo anno.
Si stava comunque, divertendo un mondo, stava facendo delle normali scintille, con quella bacchetta, che nonostante la giovane età del suo possessore, aveva ormai compiuto duelli, che neanche un cinquantenne poteva compiere, ed uscirne sempre e comunque illeso.
-Ehi, passatemi quella cuffia idioti!- urlava Seamus, mentre Dean e Ron se la passavano, ridendo come matti.
-Prendila!- urlava Ron divertito.
-Forza smettetela voi due!- intervenne Neville, prendendo al volo, con un sorriso stampato sulla faccia, la cuffia e restituendola a Seamus.
Ormai, i minuti passavano, ed Harry, se pur divertito, doveva cercare qualcosa che lo tenesse occupato. Prese la Mappa del Malandrino, ed uscì fuori, sedendosi sul solito posto che prendeva, alla luce della Luna, che illuminava la foresta.
-Giuro Solennemente Di Non Avere Buone Intenzioni!- esclamò il moro, e poi dando un piccolo tocco della punta della sua bacchetta sulla pergamena, inizialmente bianca; Hogwarts, si aprì ai suoi occhi, con tutti i suoi residenti. Cercò subito la Sala Grande, che era strapiena di studenti. Andò a trovare la figura di Luna che stava vicino ad altri studenti come Michael Corner e Colin Canon; non vedeva quel ragazzino da tempo, pensò Harry, probabilmente, gli mancava ogni cosa di Hogwarts, compresa l'assillante attenzione che gli riseravava il giovane Grifondoro.
Passò poi al puntino con su scritto Albus Silente, vicino a Minerva McGranitt e Severus Piton. Quando in mezzo al preside e a alla direttrice della Casa dei cinque latitanti, vi era Severus Piton, probabilmente parlavano di cose abbastanza serie. Ma non ci badò, quello che gli interessava, era il fatto che Draco e Blaise, si trovavano nei giardini di Hogwarts, in compagnia di Pansy, Daphne Greengrass, e di Hermione.
-Aspetta un momento!- disse Harry ad alta voce; si stropicciò gli occhi più e più volte, Hermione stava davvero in compagnia dei Serpeverde, la Casa che in tutti gli anni da lei trascorsi ad Hogwarts, l’aveva presa in giro?
-Sembra, che un bel po’ di cose siano cambiate a scuola- disse ancora Harry.
Poi vide il puntino di Pansy che si allontanava dal gruppo, ed Harry non fece a meno che seguirla con lo sguardo. Vide che si avviò verso il Salone d’ingresso, e vide che si avviò col puntino di un’altra figura, verso il Cortile della Torre dell’Orologio. Harry, ovviamente pensava, pensava al perché Adrian Pucey, era in compagnia di Pansy.
-Che cazzo ci fa Pansy con Pucey?-.
-Pucey?-  disse Ron, che fece sobbalzare Harry.
-Ron!- disse Harry con tutto il fiato che aveva in gola -Mi hai spaventato idiota!-.
-O bè, ormai è fatta, cosa stavi dicendo?- chiese dando uno sguardo alla Mappa.
-Niente, io...- incominciò Harry cercando di giustificarsi.
-Spiavi Parkinson?- chiese Ron, -Io,…. Ecco, vedi- boccheggiò Harry.
-E dai, lo so che spiavi lei, chi altri altrimenti Luna Lunatica Lovegood?-.
-E va bene, spiavo Pansy!-, -Hai nominato, quel babbeo di Pucey-.
-Si gli ho visti avviarsi da soli verso il Cortile della Torre dell’Orologio-.
-Ah! Ne vuoi parlare?- chiese l’amico, -No, stanotte è Capodanno, non posso distrarmi con queste stupidaggini-.
-Ed Hermione?- chiese il rosso.
-Sta nei giardini con gente di Serpeverde>>, -Cosa?!- esclamò sorpreso.
-Si lo so, anche per me è stata una vera e propria sorpresa, molte cose saranno cambiate in questi mesi ad Hogwarts-.
-A chi lo dici>> disse Ron < -D’accordo! Vi raggiungo in un lampo!- disse Harry, vedendo l’amico che tornava all’interno.
Solo una ultima occhiata alla Mappa e -Fatto Il Misfatto!- disse per ultimo, per poi vedere l’inchiostro che disegnava il maestoso castello, e tutte le persone al loro interno, sparire nella pergamena ormai bianca.
Guardò l’ora, ed erano le undici e dieci: mancava circa un’ora. Così entrò nella tenda, dove stavano tutti seduti intorno alla radio. -Sto cercando qualcosa d’interessante, magari un programma dove ci sarà il conto alla rovescia- disse Neville che stava facendo roteare la manovella della radiolina di Ron.
-Credo- incominciò Neville -Che questa vada bene- poi facendo entrare in trasmissione una solita stazione che parlava del Capodanno.

-Bene,  sono le undici e un quarto, mancano solo tre quarti d’ora all’anno nuovo, e siamo qua, con la nostra Brigitte Maloney, che ha seguito la vicenda Hogwarts, e colleghiamoci subito con Brigitte in diretta da Londra- e la voce della signorina Maloney risuonò nella radio.
-Eccoci Katie, vi aggiorno che il Ministero della Magia, sembra aver fatto passare il fatto su Hogwarts, ovvero sul fatto che gli studenti rimasti alle scuole, avessero tutta questa libertà nel castello, con la paura che possano provocare un problema con sospettabili giri di alcool, fumo e droghe Babbane
-Ovviamente il Ministero della Magia, il giorno successivo, farà una ispezione al castello, e ci hanno riferito le nostre fonti, che porteranno con se dei medici del San Mungo per attuare controlli su ogni studente minorenne, e se solo uno studente selezionato, presentasse nicotina, erba o alcool dai controlli, si aprirebbe subito la sospensione per il preside Albus Silente, che ha negato l’aiuto del Ministero tra le mura del castello, dicendo che i prefetti erano più che affidabili, una inchiesta che l’accuserebbero di traffico di sostanze stupefacenti o qualunque altra cosa si trovasse- terminò, ma poi la voce di Katie Jesus fece una domanda, che interessò non poco i cinque.
-E quale sarebbe l’inchiesta che il Ministero ha sostituito per far spazio all’inchiesta Hogwarts?-.
-Infatti, mi arriva ora la notizia che verrà posta momentaneamente in archiviazione l’operazione sui cinque latitanti minorenni, che ormai sono conosciuti in tutta Europa-.
I cinque si guardarono, -Non c’è nessuna novità, nuovi indizi sui cinque?- chiese di nuovo la conduttrice.
-No Katie, niente di niente, hanno paura che i cinque possano essere ormai all’estero, e serviranno un paio di settimane per permettere al Ministro Cornelius Caramell di creare trattati che permettano al governo Inglese di collaborare con i paesi esteri, è tutto-.
Harry spense la radio, -Ehi stavo ascoltando!- disse Dean.
-L’hai sentita la giornalista “è tutto!”- disse Harry.
-Si, ma perché l’hai spenta, faranno il conto alla rovescia fra poco- disse Neville.
-L’ho spenta, perché qui qualcosa non quadra-.
-L’ho sentita anch’io. Perché farci passare in secondo piano, quando siamo la notizia sulla lingua di tutto il mondo?- disse Ron.
-Il Ministero, sta facendo qualcosa di sospettoso, ormai è ovvio- disse Harry -Prima dicono che non ci sono indizi o prove che gli possano aiutare, e invece c’è il mio giubbotto, e poi dicono che entro poche ore il nostro caso passerà in archiviazione, non ha alcun senso-.
-E secondo voi, cosa vuol dire, che stanno attuando una specie di Governo del Male?- chiese Seamus.
-Non diciamo stupidaggini- intervenne Neville -Il Ministero ha qualcosa di bello grosso tra le mani, qualcosa che scotta: il dubbio è…. Che cos’è?-, una lunga pausa si susseguì, con un silenzio di meditazione.

Erano le undici e mezza, e mancava mezz’ora. I minuti passavano, in questo momento, ci voleva una bella sigaretta, pensava Harry, almeno alleviava la tensione, non ne fumava una da quando è scappato.
-E se Silente, ci stesse mandando un messaggio?- propose Dean.
-Cioè?- chiese Ron.
-Bè, sappiamo tutti che Silente è un tipo strano, e che vede tutto, anche se non è presente. E’ onnipresente, anche se si trova in due posti diversi, ed è un grande mago. Dopo il caso dell’alcool, con noi protagonisti, probabilmente avrà avuto numerose critiche, che probabilmente lo castigavano sulla poca sorveglianza, e invece non ha voluto far entrare Auror nel castello-.
-E quale sarebbe il messaggio?- commentò Ron -Ci sta dicendo di nasconderci nel castello?-. 
-No!- disse secco Harry -Questo teoria è sensata e buona Dean, ma vista la sua situazione, non credo che oltre a traffico di sostanze stupefacenti, venga accusato di tradimento alla legge, nascondendoci-.
Passavano i minuti: i cinque  decisero di riaccendere la radio per il conto alla rovescia e festeggiare, ed erano molto stanchi.
Ora la giovane Katie Jesus  parlava di Quidditch -E dopo le super prestazioni nelle amichevoli dei giocatori del Cannoni di Chudley, sono pronti per interpretare, così come altre squadre, un tour nazionale per l’Inghilterra, e quando siano, e dove si faranno le tappe sono ancora da definire. Tre squadre attueranno il tour con i campioni d’Inghilterra esibendosi in giochi di prestigio e partite amichevoli tra titolari e riserve, e scontri con le rappresentative, sono i Puddlemore United, i Tornados e gli Appleby Arrows. I dirigenti delle squadre, dicono che lo fanno per far capire l’unione che c’è tra le squadre, e la loro disponibilità di sfidare delle rappresentative al di fuori della categoria professionistica-.
Ormai la mezz’ora era scaduta, ed il conto alla rovescia iniziava -Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno!-.
-Stupeficium!- urlò una voce sconosciuta fuori facendo cadere la tenda, provocando una enorme confusione nei cinque. 

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Capitolo 17
*** Senza una seconda scelta ***


 Capitolo 17: Senza una seconda scelta

Harry prese il Mantello dell’Invisibilità, che cercò gli amici al buio.
-Neville! Ron! Dean! Seamus!-.
-Harry!- urlò Ron, erano tutti e cinque a pancia in giù, con la tenda ormai caduta al suolo.
-Che cosa è successo?- chiese Neville, -Silenzio!- disse Harry.
Sentì delle voci venire fuori dalla tenda -Che diavolo hai fatto Jones?- il cuore di Harry gli salì in gola; Auror, pensò.
-Che problemi ci sono Appio? Ora sono in trappola!- urlò Jones.
-L’hai sentito al Ministro, ci ha indicato lo schema con precisione, e poi arrivi tu credendo di fare quello che vuoi, solo perché hai il comando della pattuglia!>> urlò una voce sconosciuta.
-Tu, Davids non rompere- urlò nuovamente Jones, gl’Auror si misero a discutere tra di loro ferocemente.
-Che facciamo Harry?- chiese Neville.
-Dobbiamo andarcene subito!- rispose Harry.
-Quanti credi che siano?- chiese Dean spaventato, -All’incirca una decina o otto, non saprei-.
Ora era il momento di agire, -Sentite, non possiamo usare il Mantello, ci siamo troppo allungati in questo periodo, non ci entriamo nemmeno in due!- avvisò Harry.
-E cosa facciamo? Ci facciamo catturare, ci arrendiamo?- chiese Ron.
-Assolutamente no!- esclamò Harry -Noi scaperemo, e se è necessario useremo la forza- Harry distingueva a fatica i volti degli amici, ma sapeva che tra le loro facce c’era un misto di terrore e paura.
-Sentite, lo so che non sarà facile, ma pensate, che questa sia la notte, come quella nella Stanza delle Necessità, e noi c’è la faremo, loro sono disuniti, e noi invece dobbiamo restare uniti, d’accordo?-. Gli amici fecero un cenno d’intesa, ed erano pronti.
Harry strappò la tenda, ed uscì scattando insieme a Ron, Neville, Dean e Seamus.
-Eccoli! Prendeteli!- urlò Jones -Forza lanciate più incantesimi possibili!-.
All’improvviso sentì numerosi incantesimi sfiorargli -Stupeficium!-, -Confringo!-, -Expelliarmus!-, -Protego!- urlarono i cinque per proteggersi in corsa. -Non possiamo scappare per sempre!- urlò Seamus correndo.
-Lo so, ma non possiamo affrontargli frontalmente, non c’è la faremo!- disse Dean.
Era notte, solo la Luna illuminava la strada, e siccome si trovavano in una foresta, c’era il rischio di sbattere contro un albero.
-Levicorpus!- urlò Jones mancando la mira -Ti prendo stavolta Potter, non mi scapperai, hai avuto fortuna a Hogwarts!- era velocissimo Jones, e sicuramente era il più dotato e pericoloso di tutti.
-Petrificus Totalus!- urlò Neville centrando Appio.
-Ottimo Neville! Continua così!- lo incoraggiò Harry lanciando qualche Confringo insieme a Ron e facendo cadere degl’alberi così che gl’Auror al loro inseguimento erano in quattro.
-Maledizione! Ci stanno seminando! Correte beoti!- urlò Jones; ormai correvano da un quarto d’ora, probabilmente non avevano mai fatto una corsa così lunga i cinque, erano sfiniti, un po’ per quello che avevano ingerito nel cenone e un po’ per la stanchezza dell’essere rimasti in piedi per tutta la notte.
-Harry!- disse Ron -Non c’è la faccio più. Dobbiamo scappare!-.
-Dobbiamo smaterializzarci Harry!- suggerì Neville.
-Si ma dove?- chiese Harry.
-Non importa Harry!- esclamò il rosso -Dovunque è meglio di qui!-, l’aria, il vento ed il freddo stava soffiando sulla faccia dei cinque, con straordinaria agilità, degna di un calciatore di calcio, evitavano i tronchi degl’alberi come birilli.
-Va bene! Dobbiamo cercare di toccarci tutti in qualche modo!- disse Harry.
-Bisogna fermarsi Harry!- disse Neville.
-Ha ragione! Gli alberi ci ostacolano!- urlò Seamus. Maledizione, pensò Harry col fiatone, doveva fermarli per più di un minuto, non aveva nessuna pietra di Polvere Buiopesto Peruviana, però conosceva un incantesimo, che poteva fargli guadagnare del tempo, -LUMOS SOLEM!- urlò Harry all’indietro, facendo sprigionare una luce fortissima dalla sua bacchetta.
Come previsto, gli Auror si fermarono a causa della mancanza momentanea di vista -Vigliacchi! Solo così riuscite a fuggirci! Non fateli scappare!- urlava Jones.
I cinque si fermarono, nascondendosi dietro una roccia.
-Dove andiamo Harry?- chiese Ron con fiatone. 
-Trattenete il fiato e attaccatevi a me!- urlò Harry. Non ne aveva idea, non sapeva dove andare, ma con i suoi amici, le bacchette, la Mappa del Malandrino ed il Mantello dell’Invisibilità, sapeva che ogni posto era migliore di quello in cui stava adesso, ma aveva un vuoto di memoria. Appena sentì le mani degli amici afferrarlo, si smaterializzò con un luogo a caso.


Detestava la smaterializzazione, con la sua sensazione che farebbe vomitare chiunque, ed il suo corpo essere trascinato come in un imbuto, e che toglie il respiro. Alla fine, i cinque si ritrovarono a Privet Drive, di fronte al cancello dello zoo che Harry visitò a undici anni.
-Dove siamo?- chiese Ron guardandosi intorno.
-Zoo di Privet Drive, lontano da Glouchester, ora siamo al sicuro- disse dando sicurezza ai compagni Harry.
-Che cosa facciamo adesso?- chiese Seamus -Insomma siamo senza un riparo, senza cibo, abbiamo perso tutto quello che avevamo raccolto alla tenda, persino la radio-.
-Non esattamente- disse Ron, che prese il suo borsello, frugando all’interno, ed estraendone la radio.
-Propongo di cercarci un riparo, almeno per la notte- propose Neville.
-Si ma dove?- chiese Seamus.
-Non possiamo fermarci, dobbiamo incamminarci nell’ombra- disse Harry.
-Ma verso dove?-.
-Non so, dobbiamo cercare un posto che ci nascondo: una grotta, una foresta o qualunque altra cosa- disse Dean.
Così i cinque, dopo quei minuti di puro terrore, si misero in cammino, nel freddo della notte di Capodanno. La cosa però sembrava più difficile del solito; nella zona c’erano molti festini, feste e tante persone riversate nelle piazze e strade dei paesi per il Capodanno.
Harry controllò l’orologio, ed era mezzanotte passata da venticinque minuti, e stava solo desiderando che questa cosa finisse.
-Come hanno fatto a trovarci?- chiese Ron.
-Non saprei, gli Auror avranno scoperto il nostro nascondiglio da diverse settimane- disse Neville -E poi gli hai sentiti. Dicevano che il Ministro in persona aveva progettato una manovra d’attacco ben precisa. E’ stato un colpo di fortuna che uno di loro ha fatto di testa sua, altrimenti, a quest’ora tutto il Mondo Magico avrebbe scoperto che eravamo in viaggio per le celle del Ministero-.
-Hanno tenuto tutto all’ombra- si mise in mezzo Harry -Hanno cercato di tenere nascosto alla stampa e al resto del Mondo Magico, e ci sono riusciti. E noi siamo restati troppo fragili, non abbiamo preso misure di sicurezza, e probabilmente, il nostro caso non è mai passato, nemmeno per l’anticamera del cervello del Ministro, di portarlo in archiviazione-.
-Purtroppo, il Ministero è stato furbo ed intelligente- disse Ron che stava cercando qualche stazione che parlasse sui cinque, senza successo, a quanto pareva. Ormai erano entrati in piena campagna, e la debole luce delle cinque bacchette dei ragazzi provocata dal Lumos, illuminava loro la strada.
-A questo punto, abbiamo poche scelte ragazzi- parlò Neville.
-Che intendi dire Nev?- chiese la figura di Dean Thomas.
-Sto dicendo, che non possiamo continuare così, ci servono altre tattiche per poter sfuggire al Ministero. Questa è la realtà, noi siamo troppo giovani, e troppo pochi per poter continuare a rimanere nella latitanza-.
-E quali sarebbero queste “possibilità”?- chiese nuovamente l’Inglese tifosissimo del West Ham.
-Bè, avremo la possibilità di unirci alla malavita Inglese, scappare all’estero, oppure potremo-.
-Costituirci- intervenne Harry, -Esatto- disse Neville.
I cinque camminavano, e stavano per prendere una delle loro decisioni più importanti della loro vita.
-Dobbiamo ragionare su ogni scelta- propose Seamus.
-Bè, io escluderei la prima- disse Ron.
-Quale, unirci alla malavita?- chiese Harry -Perché se è così io approvo!-.
-Si Harry, parlo di quello-. 
-E’ ovvio che rifiuto!- disse prontamente Neville.
-Anch’io!- disse Seamus.
-Era scontato che io non approvassi il fatto di unirci ai criminali- disse Dean.
-Bene!- riprese Ron -Ora, dobbiamo decidere se rimanere ancora in latitanza-, -Cioè?- chiese Neville.
-Intendo dire che se accettassimo la malavita, non dobbiamo più rimanere nel Regno Unito, dovremo andare all’estero, perciò, se dovessimo rifiutare dovremo prendere da parte anche la seconda opzione, e consegnarci alla giustizia-.
Ed ecco che arrivò una lunga pausa di silenzio, rotta solo dal rumore degl’alberi che si muovevano grazie al forza del vento, ed il frastuono dei passi dei ragazzi che toccavano continuamente la terra. Sapevano che questa non era una scelta facile.
-Per deciderlo- incominciò Harry -Abbiamo tempo fino a domani mattina-.
-Perché?- chiese Ron.
-Perché a quel punto saremo alla scoperta, e siamo in una zona che neanche noi conosciamo-.
Ancora pausa -Insomma- disse Seamus -Cosa ci farebbero?-.
-Allora- riprese nuovamente l’argomento, Neville -Dunque, vi ho già detto, che saremo sottoposti ad una udienza, e che decideranno che fare di noi. Siccome siamo minorenni, ci chiuderanno, dentro le celle interne e sotterranee del Ministero in attesa del processo. Momentaneamente, ci sequestreranno le bacchetta, fino alla decisione della giuria- concluse Neville.
-Io preferisco costituirmi- disse Ron -Tengo troppo ad Hermione per abbandonare il Paese-.
-Io invece- disse Harry -Devo tornare ad Hogwarts, voglio tornare a casa mia-.
-E da Parkinson?- chiese Ron, -Si- disse Harry con un sorrisetto sulle labbra. Non poteva far a meno di stare senza pensare a lei.
-Io non posso restare senza i miei amici- disse Neville.
-Se lo fanno Nev, Ron ed Harry, allora lo faccio anch’io- disse Dean.
-Io non posso abbandonare il mio migliore amico- disse Seamus appoggiando la mano sulla spalla di Dean.
Ormai, era deciso, dovevano fare quella scelta, ed ora erano più felici, e si godevano le loro ultime ore di libertà, cercando di trovare un modo per farsi catturare. Harry proponeva di farsi catturare dai Babbani, presentandosi davanti al commissariato e urlare ai poliziotti di prenderli. Ron, invece diceva di entrare dentro il Ministero col Mantello, e di sbracciarsi in mutande sulla fontana che stava al centro della redazione.
Neville, voleva farsi avvistare a Diagon Alley, Dean invece, voleva farsi beccare sopra un campo di Quidditch a livello Internazionale, mentre Seamus, non aveva alcuna idea, e ha detto che qualunque avessero scelto, a lui andava bene. Alla fine, decisero l’idea di Harry, perché così, tramite lo scambio polizia Babbana e Auror Magici, avrebbero avuto più tempo di libertà.

Per la fine della notte, decisero di coricarsi sotto un albero, lontano dalle strade principali. I cinque, si addormentarono subito. Harry invece prima di addormentarsi, si lesse un’altra volta la Mappa del Malandrino, e notò che la figura di Pansy, era sempre con Pucey.
Richiuse la Mappa con molta rabbia, anche perché sapeva, che quando sarebbe tornato allo scoperto, molte cose sarebbero cambiate, e soprattutto se sarebbe riuscito a tornare ad Hogwarts. La notte stava passando in fretta, ed i cinque ragazzi, stavano vivendo le loro ultime ore di libertà; un leggero vento stava provocando il rumore delle foglie di alberi e cespugli di quella campagna.
La Luna sempre alta nel cielo, che illuminava con tutta la sua grandezza quella notte, come un sole notturno. Le stelle, invece, facevano da Apostoli della Luna, che insieme ad essa, stavano dando un grande panorama al cielo. La notte, Harry, la passò difficilmente, a causa dei continui risvegli. Non riusciva a scrollarsi di dosso la figura di Pansy con quella di Pucey; lo stava irritando troppo. Già odiava Pucey, per il suo arrogante comportamento, e soprattutto per la Casa di appartenenza.
Alle sei del mattino, Harry rinunciò ad un nuovo tentativo di prendere sonno, e aspettò che i compagni si svegliassero, e guardò l’area sottostante. Vide una città lì vicino; ma pensò, che era meglio farsi arrestare in una città che creava clamore, la cosa lo stava divertendo molto.
Alle sei e un quarto, i compagni si risvegliarono, e decisero, siccome il Mistero della Magia, si trovava a Londra, di dirigersi verso Glasgow.
-Bene, tutti pronti?- chiese Harry ai compagni che si erano attaccati a lui, i quattro fecero un cenno d’intesa, e si smaterializzarono nella città prescelta.
Inizialmente si nascosero in un vicolo, ma siccome erano appena le sei e venti del mattino, c’era poca agitazione, preferirono, temporeggiare.
-Allora Harry- disse Ron al Ragazzo-Che-E’-Sopravissuto, -Come la metterai con Parkinson?-.
Harry guardò nella direzione di Seamus, Neville e Dean che erano presi a fare delle scintille, -Tranquillo, amico- lo rassicurò il rosso, -Sai che di me ti puoi fidare, e loro non sentiranno niente di tutto ciò-.
Harry ci pensò su, ma sapeva perfettamente, che Ron era il suo migliore amico, e che qualunque cosa gli avrebbe detto, lui l’avrebbe mantenuta segreta, se Harry lo voleva -Ecco, è difficile- incominciò creando già interrogativi in Ron -Difficile che cosa?-.
-Non sappiamo nemmeno se torneremo ad Hogwarts, Ron!-.
-Fidati Harry, nel bene o nel male, Silente farà di tutto per aiutarci, non credi?-.
-Bè in un certo senso hai ragione- rispose Harry; sapeva che Silente era affezionato ad ogni singolo studente, che entrava e che usciva da Hogwarts.
-Il problema è, per quanto tempo ancora, dovremo rimanere lontano da Hogwarts- riprese il moro.
-Io credo, che passeranno almeno- si interruppe e ragionò -Più di venti giorni è sicuro, o minimo due settimane-.
-Così tanto?- chiese Harry che sbuffò.
-Mettiti un po’ nei panni della giuria e del Ministro Harry. Non riusciranno a risolvere la cosa in quattro e quattr’otto, ci vorrà del tempo, e rimanderanno sicuramente almeno due udienze- disse Ron.
-Su questo non hai torto-, passò qualche secondo di pausa.
-Ma non stavamo parlando della tua situazione sentimentale Harry?- chiese il rosso.
-Bè, dicevo, che è difficile, non so nemmeno, se riuscirò a guardarla in faccia, dopo quello che ha fatto-.
-Ma non sai nemmeno, se sta veramente con quel babbeo di Pucey-.
-Vedi un po’ tu Ron, lì becco allontanandosi verso il Cortile della Torre dell’Orologio insieme, Pansy, l’ultima volta che ci siamo visti, non riesce a dirmi se ha un altro ragazzo o no, ieri notte avevo riaperto la Mappa e li becco nuovamente insieme, secondo te questi non sono dei dati a favore del fatto che quei due stiano insieme?- aveva detto tutto molto velocemente e con un pizzico di rabbia e scocciatura nella voce.
-Detta così sembrerebbe- disse Ron calmo -Ma, secondo il mio parere, devi provare a chiarirti-.
-Ron, ho paura di soffrire-.
-Sicuramente, avrà sofferto anche lei Harry- Harry lo guardò strano -Cioè, non voglio dire che sta cercando vendetta- cercò di chiarire il più velocemente possibile. -E cosa intendi dire?-.
-Intendo dire, che non potrai evitarla per sempre, e che una qualsiasi storia, con qualsiasi ragazza, ti darà gioia e felicità. Ma ci saranno momenti, in cui sarai triste e arrabbiato-.
Harry guardò di nuovo Ron < -Bè, ci sto passando anch’io in questa fase Harry. A me Hermione manca tanto-.
-Come la metterai tu con Hermione?- gli chiese subito Harry.
-Ci parlerò non appena ne avrò l’occasione, ma stavamo parlando di te, credo-.
-Non lo so ancora cosa farò- disse Harry.
-Non preoccuparti Harry, hai tutto il tempo per pensarci-.
Sorrise alle parole dell’amico, -Su quale criterio logico ti sei basato per calcolare la durata di noi cinque in carcere?- chiese Harry curioso.
-Conosco un po’ il Ministero, anche grazie a papà, ma anche perché il 1 Febbraio giochiamo contro Corvonero-.
-O cavolo è vero!- Harry era così impegnato a pensare a Pansy, che si era totalmente dimenticato del Quidditch.
-Pensi che ci faranno giocare?- chiese Ron.
-Sappiamo entrambi di come è fatto Baston. Insisterà sul fatto del campionato, e torneremo a giocare- e anche Ron sorrise.
Harry, era stufo di questa vita. Nascosto all’ombra continuamente, senza la possibilità di comunicare con qualcuno liberamente; voleva tornare ad Hogwarts, giocare a Quidditch e uscire con gli amici per le mura del castello, o tra l’erba dei giardini di Hogwarts, prima e dopo il Coprifuoco.

Le ore successive, passavano con i ragazzi che erano in continuo movimento di vicolo in vicolo, fino a che non arrivarono ad un ora che andava bene a tutti: 10:30. Così, si avviarono verso il commissariato più vicino, col cappuccio in testa; come avevano pianificato, si misero davanti ai gradini che conducevano alla porta, videro che c’era molta gente, ed era quello che loro volevano.
Così, Harry ebbe l’onore di suonare il campanello del “Glasgow’s Police Station”, -Si?- chiese la voce di un poliziotto.
-Buongiorno, sono Harry Potter, e sono insieme a Neville Paciock, Ronald Wealsey, Seamus Finnigan e Dean Thomas. Se non l’ha ancora capito, siamo i cinque latitanti minorenni, ricercati in tutta la Nazione del Regno Unito, e volevamo dirvi che ci stiamo costituendo-.
Sentì la voce del poliziotto ridere, -Certo, come no, ed io sono Brad Pitt, andate a fare scherzi da un’altra parte- e chiuse il citofono.
-Ma che miseriaccia gli è preso?- chiese Ron.
-Forse non si aspettavano questa mossa da parte nostra- disse Neville.
-Dovremo fare un po’ di casino- suggerì Seamus, e Harry era d’accordo così come gl’altri.
Si misero in mezzo alla strada, e si misero ad urlare come dei pazzi, fermando i poco più di venti secondi le macchine, provocando un caos pazzesco. Così, degli agenti di polizia uscirono, e appena videro i volti dei cinque ragazzi, gli puntarono le pistole contro, cercando di fargli ragionare ad arrendersi, e dicendo che non avevano via di scampo.
-Non c’è bisogno di sprecare fiato!- urlò Neville.
-Noi siamo venuti qui per consegnarci!- aggiunse Ron.
-Esatto, ci arrendiamo!- esclamò ad alta voce Seamus.
-Non ne possiamo più di questa vita in latitanza!- si mise in mezzo Dean.
-E ci stiamo costituendo alle autorità se non l’avete capito. Non siamo armati, ed è la verità!- esclamò Harry.
Con cautela, i poliziotti si avvicinarono, con i cinque che avevano le braccia alzate; i poliziotti, con loro grande stupore, gli ammanettarono, e gli portarono dentro il commissariato. Presero ad Harry la pergamena che nascondeva la Mappa del Malandrino, il Mantello dell’Invisibilità e la bacchetta, a Ron presero bacchetta, radio e il suo borsello, e altrettante cose a Neville, Seamus e Dean; ed infine, gli misero in celle vicine, uno in ognuna.

Ora Harry, poteva stare tranquillo, avevano completato la fase numero uno del loro piano per il ritorno ad  Hogwarts. Le celle, erano messe lateralmente, ed avevano al loro interno un gabinetto, un letto, una finestra, e la porta era a sbarre verticali in metallo: un classico, pensò Harry.
-Ehi Ron!- lo chiamò Harry appoggiandosi alle sbarre, fortunatamente i due furono messi vicini, ed erano da sinistra a destra Neville, Harry, Ron, Seamus e Dean.
-Tutto a posto Harry?- gli rispose Ron.
-Si non preoccuparti, e te?-.
-Tutto ok- disse semplice.
-Quanto tempo pensi ci impiegheranno a portarci via da qui?- chiese Harry.
-Non saprei, prima le autorità dovranno informare il Ministro Babbano, e poi lui avvertirà Caramell. Ci vorrà un po’-.
Harry, si avviò verso il letto, e si sdraiò, sapeva che sarebbe stata una noia in cella, ma sperava che almeno potevano starci due in una. Passavano i minuti, Harry guardava fuori dalla finestra, stesso panorama, stesso posto e stesso effetto.
Dopo quello che sembrava una infinità, un poliziotto incominciò a portare via, ad uno ad uno i cinque per interrogarli, purtroppo non riuscì a parlare con Ron, perché lo portarono subito verso la stanza dell’interrogatorio, dove lo fecero sedere, ed uno dei due poliziotti che presiedevano nella stanza, si sistemò davanti alla faccia di Harry
-Harry Potter- incominciò prendendo in mano un fascicolo -O più precisamente Harry James Potter, ragazzo di tredici anni, nato il trentuno Luglio del 1980 a Londra, figlio di genitori defunti in un incidente d’auto, residente a Privet Drive con gli zii Dursley Vernon e Evans Petunia, frequentante la scuola di Oxford, ricercato ed accusato di atti osceni in luogo pubblico, tra cui traffico di fumo e alcool tra minorenni, ed entrato in latitanza con cinque ragazzi residenti nello stesso istituto-.
Harry capì che molte delle informazioni sono state truccate per nascondere la sua vera identità, -Esatto?- chiese al moro, -Si- rispose Harry.
-Allora Harry- incominciò con tono docile -Tu e la tua banda, siete rimasti in latitanza per tanto tempo e per essere adolescenti tredicenni, ve la siete cavata abbastanza bene-.
-Grazie- rispose con un ghigno sulla faccia, -Ora, ti ho richiamato per farti sapere, che le autorità di Londra, hanno intenzione di portarvi in un Istituto di sicurezza, e che l’udienza è stata fissata per il 3 Gennaio, ovvero fra due giorni. Fra pochi minuti, un camion vi scorterà a Londra. Questo è tutto! Ora torna in cella!- disse in tono severo indicando la porta.
Dopo che Harry venne fatto alzare a forza, venne riportato in cella, dove aspettò con impazienza che il Ministero, lo portasse nelle celle sotterranee. Non ci impiegarono molto tempo; la figura di Kingsley Shacklebolt si portò davanti a loro,.
-Buongiorno ragazzi!- disse lui -Sono stato mandato qui, per portarvi al Ministero della Magia, dove, in quanto minorenni, verrete rinchiusi in una cella sotterranea-.
-Una per cinque?- chiese Seamus.
-Abbiamo pensato, che sarebbe stato meno stressante per voi, per questo sarete nella stessa cella tutti e cinque-, i cinque sorrisero verso Kingsley che rimase soddisfatto della loro espressione, e così, pensò Harry, la fase numero due del suo piano si era completata. Kingsley lasciò la radio ai cinque per “Sentire le notizie di questi tempi” come aveva detto loro lo stesso Kingsley.
Accesero la radio è tutti i canali della radio parlavano di loro
-Torniamo ora alla questione dei cinque, ormai non più latitanti, ragazzi che si sono costituiti presso la stazione di polizia di Glasgow in Scozia. Ora, vorrei dare il benvenuto al nostro ospite Cornelius Caramell che ha gentilmente accettato il nostro invito di parlare della questione-, e subito la voce di Caramell rispose alle domande dell’intervistatore.
-A mio parere, i cinque sapevano di non avere le capacità di continuare a sfuggire alla legge, e si sono costituiti con umiltà e coraggio. Senza essere spinti da nulla, ma solo, sempre a mio parere, dalla volontà di poter tornare il più presto possibile dai loro familiari e amici-.
-Sul processo?- chiese curiosamente l’intervistatore.
-Non si preoccupi, questo processo, sarà a porte chiuse, sarà presente il sottoscritto, tutto il Wizengamot, e coloro che vorranno testimoniare a favore o sfavore dei cinque-.
-Sarà lei a guidare il processo?-.
-Ovviamente! Sarà tra due giorni, ma scusate, ora ho un impegno importante, e devo andare-.
-Ma certo Ministro, grazie della sua compagnia. Ora invece parliamo dello sport, con i Puddlemore United, appena promossi in Serie A, faranno un tour, per l’Inghilterra, assieme ai Falmouth Falcons, nella quale affronteranno rappresentative giovanili e duelli fra le due squadre professionistiche-.

I due giorni, passarono molto più in fretta rispetto a quelle ore passate a Glasgow, perché erano insieme, e c’erano argomenti di cui parlare. Poi, il 3 Gennaio, alle ore 11:00, Kingsley, scortò i cinque verso l’aula dell’udienza.
-Novità?- chiese Harry all’Auror.
-No Harry! Non sono riuscito a raccogliere alcuna informazione, ma ricordatevi, restati calmi, c’è il pienone!- disse con un sorriso sulla faccia.
-Cioè?- chiese Ron, -Ci sono un sacco di studenti di Hogwarts, venuti a testimoniare, e Silente sarà il vostro avvocato di difesa-.
-Cosa?!- chiese incredulo Seamus -Silente ci farà da pubblica difesa?-.
-Esatto!- disse Kingsley; arrivarono alla stanza dell’udienza, e Harry prese un grande respiro, entrando assieme agli amici.


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Capitolo 18
*** L'Udienza ***


Capitolo 18: L’Udienza   
                                             
Vedendo l’aula dell’udienza, grande, ovale, di colore bianco e nero, con le tante torce appese ai lati dell’aula che davano l’unica fonte di luce.
-Prego, accomodatevi- disse loro Kingsley, indicando un lungo tavolo con cinque sedie vicino. I cinque presero posto; Harry aveva il cuore che batteva a mille, ma sapeva che non era l’unico. Sembravano cinque cadaveri che camminavano: avevano paura.
-Il Ministro, vi raggiungerà tra pochi minuti- disse ancora Kingsley prima di sistemarsi dietro di loro. Harry si guardò attorno, e c’era l’intero Wizengamot di fronte a loro.
-Secondo voi, quanto tempo ci vorrà per risolvere il nostro caso?- chiese Seamus a voce bassa, che era seduto largo a sinistra.
-Non saprei, ma credo che durerà un bel po’- disse Dean, seduto a fianco del suo migliore.
-Miseriaccia!- disse Ron, che sedeva tutto largo a destra -Quella è Amelia Bones dell’ufficio sull’Applicazione della Legge Magica, Rufus Scrimgeour, uno dei più intelligenti tra gl’Auror del Ministero! Mafalda Hopkirk, assistente per l’Uso Improprio della Magia. E quello è Amos Diggory ufficio della Regolazione e Controllo sulle Creature Magiche-.
-Diggory? Il padre di Cedric Diggory?- chiese Neville seduto al centro.
-Già- gli rispose il rosso.
-Ma quella non è la tua famiglia Ron?- chiese Harry seduto vicino a lui.
Ron si girò; Fred, George, Ginny, Percy, Charlie, Bill, la signora Weasley e il signor Weasley, sedevano alla destra di Ron. Lui stava per alzarsi, ma Kingsley non glielo permise.
-Sei in un’aula del Ministero, davanti a tutto il Wizengamot Ron! Per la tua famiglia ci sarà tempo dopo-.
La signora Weasley e Ginny, erano sull’orlo della lacrime; vedere uno dei loro figli, seduto in una sedia, che attende il verdetto della vita. Ma non c’era solo la famiglia Weasley, i genitori Seamus e Dean erano a fianco ai genitori di Ron, invece per Neville, c’era solo la nonna.
Per Harry invece non c’era nessuno; neanche un amico, un parente, anche la McGranitt gli andava bene. Ma poi, vide le porte laterali aprirsi, e vide entrare, con lo stupore di tutti, tutti i professori di Hogwarts, Piton compreso, mancavano all’appello, il professore di Storia della Magia, il fantasma Ruf, e la professoressa di Divinazione, Sibilla Cooman.
Poi vide i suoi compagni di squadra, con Baston davanti, il giovane Gary Fletcher, Draco, Blaise, addirittura Nott, Cedric, Hagrid, Roger Davies, Cho Chang, anche Zacharias Smith. Poi videro Silente, avvicinarsi a loro, con i soliti occhialini a mezzaluna, ed un vestito lungo e grigio, e con la solita lunga barba. I cinque, vedendo così tanta gente venuta da Hogwarts, gli rincuorava, soprattutto la presenza di Silente.
-Buongiorno ragazzi!- disse con un sorriso a trentadue denti -Come stanno i miei Grifondoro preferiti?-.
-Bene signore!- rispose Seamus, ma subito si fece serio il preside -Ragazzi, voi vi siete cacciati in un guaio più grande di voi, avete fatto il passo più lungo della gamba, ed è stato saggia e molto intelligente la vostra decisione di costituirvi, dopo l’attacco della notte di Capodanno- e gli fece l’occhiolino, con le facce dei cinque sorpresi.
-Ora, io sono membro e capo del Wizengamot, ma purtroppo non posso farne parte per questa udienza- disse facendo un altro mezzo sorriso -Ora, vi starete chiedendo, perché ci sia così tanta gente, bè, sono quasi tutti testimoni in vostro favore cari ragazzi, ora scusatemi, ma devo scambiare due parole con Kingsley- e detto questo si allontanò. I cinque erano rimasti spiazzati.
-Ma per le mutande di Merlino! Come sa dell’attacco degl’Auror?- chiese Ron.
-Non riesco ancora a capire come fa a sapere sempre tutto- disse Harry con un sorriso sulle labbra e scuotendo la testa.
-Almeno ci ha fatto evitare di dover raccontare tutta la storia nei minimi dettagli- disse Neville; prima che qualcun altro potesse aggiungere un'altra parola, tutta l’aula si zittì all’entrata del Ministro della Magia, Cornelius Caramell.
-In piedi!- esclamò lui con voce altissima, probabilmente, pensò Harry, ampliata da un Sonorus.


Tutta l’aula si alzò, lui si sedette cercando i fascicoli dei ragazzi, -Sedetevi pure!- disse alla fine.
-Dunque- rincominciò Caramell -Signorina Amanda, mi elenchi i nomi e le informazioni dei processati>> chiese passando i fascicoli ad Amanda Hopkirk < -Grazie Mafalda- disse Caramell -Avvocato della difesa?-.
Silente si alzò -Qui è la difesa: Albus Percival Wulfric Brian Silente-.
-Bene la sentenza è aperta!- disse Caramell battendo il martelletto da giudice.
-Dunque, cari signori, voi siete stati accusati di infrazione totale delle regole, giro di fumo e alcool all’interno della scuola, festini all’interno della scuola e di latitanza nonostante la vostra giovane età-.
Harry deglutì, -Cosa avete da dire a vostra testimonianza?-. 
-Parlo io per loro signor Ministro!- intervenne Silente.
-Bene, proceda pure- disse Caramell.
-Bene, per iniziare, vorrei solo dire, che i cinque ragazzi, qui presenti, hanno il mio pieno appoggio sui fatti da loro commessi!-.
-Ovvero?- chiese un signorotto del Wizengamot.
-Intende dire?- incominciò Caramell in tono accusatorio -Che lei appoggerebbe questi atti di puro vandalismo?-.
-No signor Ministro, io intendo solo dire, che se loro sono scappati, allora ci deve essere stato un motivo effettivo-.
-Si spieghi meglio professor Silente- chiese di nuovo Caramell.
-Bè, la notte in cui i ragazzi furono scoperti, lei, venne a dirmi che a Hogwarts stavano girando alcolici e fumo-.
-Ma lei non ci crebbe prima che io le mostrassi le analisi sanguigne di uno studente-.
-Esatto signor Ministro! Così decisi che ogni notte, ogni professore dovesse girare in ogni aula del castello, giusto?-.
-S-si, ma non capisco dove voglia arrivare professor Silente-.
-A questo punto, caro Ministro, lei mi ha interrotto, dicendomi che sarebbero entrati gl’Auror nel castello-.
-Si ma non capisco dove si trovi la cosa che non quadra nel calcolo-.
-Certo signor Ministro, tutto a tempo debito- disse con un grande sorriso sulle labbra -Io, se si ricorda bene, ero contrario al fatto che per la scuola, girovagassero, degl’Auror, nel cuore della notte. Io le avevo chiaramente detto, che lei non aveva i poteri e la mia approvazione di far entrare uomini con ogni conoscenza di incantesimo dalla quale i miei studenti non saprebbero difendersi. Gli dissi che professori, prefetti e Caposcuola, sarebbero stati molto più affidabili-.
-Si e io me ne andai-.
-Ma non se ne andò completamente!- disse Silente, spiazzando il Wizengamot e il Ministro stesso -Come sarebbe a dire che “Me ne sono andato, ma non me ne sono andato?”-.
-Le sto dicendo caro Cornelius, che lei ha ordinato, nonostante quella notte tutti gl’Auror erano impegnati a fare la ronda ad Azkaban, alla Gringott, al Ministero, e fare attenzione alle sedi elettorali, lei ha preso degl’Auror che sono stati già accusati di abuso di potere , si è introdotto nel castello, e non appena scoprì l’aula in cui le feste organizzate dai signori Potter, Weasley, Paciock, Finnigan e Thomas, lei è entrato con i suoi uomini sparando incantesimi all’impazzata, con delle Maledizioni-.
-Ma lei sta delirando Silente- urlò puntando il dito contro il preside di Hogwarts -Lei sta forse pensando, che ho abusato del mio potere e aggredito dei ragazzi minorenni?!- ormai era rosso dalla rabbia.
-Non lo sto pensando signor Ministro, lo sto affermando!-.
Caramell, si mise le mani in testa e ridendo. -Ha qualche prova professor Silente?- chiese Barty Crouch.
-Ecco avrei un’aula del castello semi distrutta Signor Crouch!- disse ridendo.
-E quale prova avrebbe?!- chiese dando un pugno al banco dove sedeva Caramell.
-Ma ho anche un mucchio di testimoni- disse indicando gli studenti, però chiamò Hagrid.
-Bene Hagrid, ti ho chiamato a questo banco perché tu volevi dire qualcosa giusto?-.
-Certamente professor Silente- disse con voce fiera la figura del gigante -Ho visto il Ministro con alcuni uomini dalla mia Capanna in prossimità della Foresta Proibita, e statene certi, che quella bombetta sulla testa, era proprio del Ministro!- a questa battuta, quasi tutti risero, tranne lo stesso Caramell che era rosso per l’imbarazzo e la rabbia.
-Grazie Hagrid puoi andare!-.
-E’ tutto?- chiese Mafalda Hopkirk.
-Per la verità, avrei un paio di studenti venuti a testimoniare-, chiamò Draco.
-Allora signor Malfoy, ci dica, come si sono svolti i fatti?-.
-Ecco, io e Blaise stavamo chiaccherando, con il sottofondo della musica, poi ad un certo punto, ho sentito la voce del Ministro, che diceva che avrebbero usato la forza se non avessimo aperto loro la porta. Poi, cercammo di scappare, ed un paio di studenti ci riuscirono, ma poi ho visto il muro crollare, e molti incantesimi volare in tutte le direzioni, insomma, ci stavano lanciando addosso anche Maledizioni Cruciatos, ed era orribile, vedere tuoi amici e compagni, che soffrivano e urlavano di dolore; ed ancor più peggio, che a causare quelle grida, che non dimenticherò facilmente, sono stati coloro che amministrano la legge nel nostro mondo, ed è una cosa tremenda. Quella notte di divertimento, si era trasformata in una notte di terrore; certo, forse stavamo infrangendo delle regole, anzi, molte regole, ma non credo che ci meritavamo tutto questo- e poi tornò vicino a Nott e Blaise.
-Bene, signor Silente, ma come possiamo sapere, che il discorso di questo ragazzo non sia stato un discorso architettato da lei e dai cinque?- chiese Caramell cercando di mantenere la calma.
-Bè, prima di tutto, non vedo come io possa essermi consultato coi cinque ragazzi, visto che sono rimasto ad Hogwarts per tutto il tempo-.
-E sul signor Malfoy- lo interruppe Caramell -Lei parla per i cinque, quindi, potrebbe aver fatto tutto lei non crede?- chiese girandosi verso il Wizengamot. -Santo cielo Ministro!- lo guardò con stupore Minerva McGranitt -Lei non può incolpare Silente di maltrattamento contro gli studenti! Certo Silente ci tiene assai ai suoi studenti, uno per uno. Ma insinuare che uno dei più grandi maghi della storia, con l’Ordine di Merlino, Prima Classe e membro, nonché Capo, del Wizengamot, potrebbe alterare la verità!-, Caramell, era sicuramente in difficoltà, pensò Harry, e c’era un briciolo di speranza.
Guardava intorno, la gente che era in aula, andata a testimoniare in loro favore, gli venivano le lacrime agl’occhi. Notava, che mancavano solo Hermione, e Pansy. Già, la sua amata Pansy, non era venuta nemmeno a vedere il processo. Anche per Hermione la cosa era strana, ma non poteva continuare con i pensieri, perché Silente l’aveva chiamato al banco dei testimoni.
-Bene Harry!- incominciò Silente -Il tuo lungo viaggio assieme ai tuoi amici è finito, e avrete passato mille avventure-.
-Si signore- rispose Harry con sorriso.
-Ti va di raccontare, nei dettagli ovviamente, come è andata la notte che sei scappato?-.
-Dunque, ricordo, che mi stavo dirigendo alla festa con Blaise e Draco. E tutto era molto bello; c’era tanta gente, tanta musica, ed era il posto ideale dove divertirsi-.
-In tutti i sensi vero ragazzo?- chiese Ludo Bagman ridendo.
A quelle parole tutta l’aula si mise a ridere, -Silenzio! Silenzio!- disse Caramell sbattendo il martelletto.
Appena il chiasso cessò Harry riprese il discorso -Pensavo “Anche questa è andata”, e vedevo tutti i miei compagni felici, e lo ero anch’io, visto che assieme a Ron, Seamus, Neville e Dean, avevamo organizzato qualcosa di bello. Certamente, sapevo del rischio che si correva, e non c’era un secondo, in cui non pensavo a che cosa sarebbe successo, se ci avrebbero beccato. Non avevo un piano di riserva, non avevo altre vie per scappare e ci voleva poco per catturarci tutti, eravamo come topi che ballavano in assenza di gatti. Sapevo anche, che erano arrivate le analisi del sangue rinvenute dallo studente che si era sentito male qualche mese fa, ed ero andato alla festa, per avvertire tutti di scappare, di cercare un rifugio per la notte, e di tornare nei propri Dormitori. Purtroppo, non c’è l’ho fatta, il Ministero è entrato nella stanza ormai semi-distrutta dal Bombarda Maxima del Ministro.
E vedevo, almeno quello che sembravano Auror, lanciare incantesimi orrendi su dei ragazzi di dodici anni. Io non potevo credere ai miei occhi; lottai e lottai contro degl’Auror, in cui vedevo solo cattiveria e malvagità nei loro occhi. E’ inutile dire delle urla che sentivo, e sapevo che non avrei avuto scampo se ci avrebbero preso tutti; così presi Nev, Dean, Seamus e Ron, e riuscimmo a fuggire- era incredibile, pensò Harry, con quanta attenzione, tutti i presenti lo stessero ascoltando, con un gran silenzio.
-A fuggire del tutto?- chiese Silente. Harry lo guardò strano, perché non aveva capito il senso della domanda che gl’aveva posto. -Intendo dire Harry, se tu ed i tuoi amici, dopo quella notte siete riusciti a scappare dal Ministero-.
-Ecco, per la verità, è successo un fatto, anzi due-.
-Vale a dire?- chiese ancora Silente.
-A questo vorrei parlare io!- disse Nott alzandosi in piedi.
-Ma certo signor Nott, venga pure-.
Harry, così come tutti, erano estremamente confusi, dal fatto che Nott sia andato a testimoniare, -Allora, che cosa vorrebbe dire al Ministro?-.
-Che so rispondere ad uno di questi fatti!- disse Nott.
-Allora ci spieghi-.
-Bè, la notte in cui quei cinque- disse indicandoli con un cenno con la testa -scapparono, ci furono degli attacchi da parte del Ministero; ovviamente, tutto quello che è accaduto, lo hanno già raccontato Draco e Potter. Ma Potter, in un’altra notte, ovvero, quella di Natale, tornò ad Hogwarts perché aveva un conto in sospeso-. -E sarebbe?- chiese Caramell.
-Non credo di dover dire questa cosa-.
-Parli signor Nott, qualsiasi cosa che lei dice in questa stanza deve finirla per forza!- insistette Caramell.
-E va bene, voleva rivedere la sua ragazza!- detto questo Caramell arrossì nuovamente, sicuramente, si rese conto che era una cosa alquanto stupida.
-E, sicuramente, qualcuno ha saputo che quella notte Potter, sarebbe rientrato ad Hogwarts-.
-E chi di preciso sapeva di questa informazione?-.
-Il Ministro!-, -Cosa? Ma chi sono io, Lord Voldemort due?-.
-Si calmi signor Ministro, per favore- chiese Silente che fece continuare Nott.
-E quindi invece che arrestarlo, quelli stupidi hanno tentato di farlo, quasi fuori, e per fortuna, quando arrivai, gli salvai la pellaccia-.
-Quindi intende dire, che lei ha aiutato questo ragazzo a scappare alla legge?- chiese Caramell.
-Quale legge? I suoi agenti lo stavano per far fuori!-.
-E lei quali prove avrebbe?-.
-Bè, oltre a Potter, che confermerà tutto, ci sono anche Draco e Blaise-.
-Grazie signor Nott, si rimetta pure al suo posto-.
-Ma non ho ancora finito!- protestò lui.
-Non si preoccupi, ci penserà Harry a terminare il suo discorso-, bofonchiò qualcosa, e tornò al fianco di Draco e Blaise. Harry, mentre si diresse per la seconda volta al tavolo dei testimoni, stava cercando di capire la tattica del preside.
-Continua pure Harry, visto che hai vissuto la cosa in prima persona-, Harry lo guardò, ma poi continuò -Confermo tutto quello che ha detto Nott. Gl’Auror, sembrava che volessero ammazzarmi, e non catturarmi, provavano felicità nella mia sofferenza, si divertivano nel vedermi schiacciato. E’ vero, Nott mi aveva salvato la vita, ma anche quella di Draco e Blaise, perché anche loro, hanno rischiato qualcosa-.
-Se non sbaglio, lei signor Blaise- intervenne Silente -Era stato ricoverato in infermeria assieme al signorino Malfoy, o sbaglio?-.
-Si signor preside, confermo tutto io- disse Madama Chips -Ho portato anche le cartelle con le date e le cause del ricovero dei due-.
-Eccellente!- disse Silente, facendosele passare, per poi passarle in mano ai maghi e streghe del Wizengamot.
-Lei sta insinuando, che i miei uomini farebbero mai del male a degli adolescenti?-, -Certo Cornelius-.
-Ma è assurdo! L-lei n-non può-.
-Tutti quelli a favore di una condanna?- disse improvvisamente Mafalda Hopkirk.
-La prego signora Mafalda, ho ancora un caso da testimoniare- chiese Silente.
-Prego- disse con sorriso lei, autorizzandolo a proseguire.
-Neville, caro, come stai?- chiese Silente rivolto al ragazzo Grifondoro.
-Molto bene signore!-.
-Com’è stata questa avventura?-.
-Molto strana a dire il vero, ma sento che sia stata una bella esperienza-.
-Avete aiutato il signor Potter ad entrare nel castello la notte di Natale?-.
-Bè, lui è nostro amico, e lui, ci teneva assai a quell’impegno, così, tutti noi abbiamo messo insieme dei piani per poter entrare-.
-Non chiederò nulla dei piani signor Paciock, ma volevo chiederle, se avevate un modo per poter rimanere a conoscenza delle notizie del Mondo Magico-.
-Certo, Ron aveva una radiolina con sé!-.
-Ah Ron! Si disse posando lo sguardo su Ron -Anche lei signor Weasley avrà avuto il suo da farsi in questa vicenda-.
-Certo signor Silente!-, Harry, che era tornato a sedersi vicino ai suoi compagni, non capiva il piano, ma sentì che stava andando tutto per il verso giusto, liscio come l’olio.
-E dimmi- continuò Silente.
-Quali sono stati i programmi radiofonici più seguiti da voi?-.
-Bè- incominciò Ron confuso -Abbiamo ascoltato la Radio del Ministero, la situazione politica e le partite di Quidditch-.
-Scommetto, che avrete seguito i Corvonero e Serpeverde?-.
-Si, esatto-.
-Spero che avrete gioito alla vittoria dei Corvonero- chiese Bagman.
-Si, eravamo molto felici- rispose il rosso.
-Signori- incominciò a voce alta l’ex giocatore di Quidditch -Questi ragazzi, nella mia opinione, sono innocenti- altro chiasso di risate, ed altro battito di martelletto da parte di Caramell -Signor Bagman, le chiedo di essere più serio in questa vicenda, per cortesia- gli chiese il Ministro della Magia.
Poi dopo che Bagman acconsentì, Silente fece ancora qualche domanda a Ron.
-Ron, la radio, è stata per voi oggetto d’interesse negl’ultimi tempi?-, Ron non capì la domanda, lo si poteva capire dal suo sguardo.
Harry guardò i compagni, e vide che, come lui, avevano la faccia precisa e identica a quella di Ron, tranne Neville, -Si signore!- rispose Neville.
-Neville- disse Silente ridacchiando -Hai qualcos'altro da dire ai signori?-.
-Si, se i membri del Wizengamot me lo concedessero- disse con cortesia; tutti lo guardarono, e con la mano fecero cenno di continuare -Dopo la notte che Harry entrò ad Hogwarts, pensavamo, che il Ministero, o almeno gl’Auror presenti, avessero fatto rapporto a qualcuno, forse al Ministro in persona, o al Capo degl’Auror Kingsley Shacklebolt. A quanto pare non l’hanno fatto, perché sulla radio ufficiale del Ministero, non c’è stato alcun particolare annuncio-.
-E quindi?- chiese una signora bassotta affianco a Caramell, che ormai era sul punto della disperazione.
-Intende dire signora Brown- intervenne Silente -Che la notte di Natale, Caramell, non mi ha presentato alcuna richiesta di poter introdurre Auror nel castello. Non mi ha avvertito che un certo Harry Potter, sarebbe entrato nei territori di Hogwarts. Quindi, io ed il signor Paciock, stiamo dicendo, che Caramell, si è introdotto con altri Auror, probabilmente gli stessi della notte in cui entrarono ad Hogwarts, senza il permesso del sottoscritto-, tutti esibirono facce totalmente disgustate nei confronti di Caramell che però cercò di difendersi, malgrado la sua già critica situazione -Cosa le fa credere Silente, che quegl’Auror fossero gli stessi della prima notte?-. -Questo lo posso confermare io- disse Kingsley avanzando davanti al Ministro.
-Kingsley?- chiese lui stupefatto.
-Lei non mi ha chiesto alcun uomo, per nessuna importante missione, eppure, io sono il Capo degl’Auror-.
-Quindi- continuò Silente -Riassumendo i fatti: lei è entrato ad Hogwarts la prima volta di nascosto, per cogliere in flagrante qualche studente che se la spassava, con degl’Auror sospesi a tempo indeterminato, provocando una evasione di cinque ragazzi. Poi, si è introdotto ad Hogwarts, per la seconda volta di nascosto, perché sapeva che Harry sarebbe entrato. Ma questa volta, ha usato gli stessi Auror-.
-E ha provocato delle gravi ferite su di Harry- intervenne Ron -Lo so, perché sono andato a prenderlo, ed aveva il braccio completamente sanguinato, che fortunatamente siamo riusciti a riparare-.
-Bè, a questo punto, Ministro- continuò il Preside -Credo che lei, solo per catturare uno dei cinque, abbia rischiato l’omicidio. Credo che il suo posto si sia messo a rischio dopo questa udienza-.
-E’ tutto Silente?- chiese la signora Hopkirk.
-Si, almeno che qualcuno non voglia testimoniare a sfavore dei cinque-, ma nessuno rispose.
-Quanti, favore di una condanna?- chiese Mafalda, neanche alzò la mano Caramell.
-Quanti, vogliono assolvere i cinque da tutte le accuse?-, tutto il Wizengamot alzò la mano, anche tutti i presenti, anche se non contavano. Caramell, li guardò ed esclamò -Harry Potter, Ronald Weasley, Neville Paciock, Seamus Finnigan e Dean Thomas, io vi assolvo da tutte le accuse, con reintegro immediato ad Hogwarts- batte il martelletto e tutti scoppiarono in applausi. Non solo, non se l’aspettava nessuno, ma addirittura, potevano tornare ad Hogwarts.
Harry non ci poteva credere, quando si abbracciò con tutti i compagni. Fred e George, scavalcarono il muro, arrivarono davanti a Neville, e lo sollevarono, assieme agl’altri.
Harry, invece, si avvicinò a Draco e Blaise, e gli diede un cinque amichevole.
-Grazie tante ragazzi!- gli disse Harry.
-Figurati Harry!- disse Blaise -Ma secondo me dovresti ringraziare anche a Theodore- continuò lui, Harry vide Theodore Nott, seduto da solo, in disparte, assieme al professor Piton.
-Nott!- urlò Harry verso il ragazzo Serpeverde per superare il chiasso della Sala; lui si girò e si guardarono negl’occhi.
Non c’era disprezzo tra i due, per la verità, non lo sapeva nemmeno Harry con che faccia si stavano guardando. Il giovane Grifondoro alzò la mano, come per dire grazie ad un muto, e lui ricambiò alzando anche lui la mano.
Sapevano entrambi, che non sarebbero mai diventati amici, ma almeno, pensò Harry, potevano avere un rapporto non amichevole, ma di rispetto tra i due. Tornò indietro, e vidi la famiglia Weasley, tutta riunita, con la signora Weasley, che non riusciva a smettere di piangere per la gioia.
-Harry!- disse lei, correndo ad abbracciarlo -Per Merlino Harry!- continuò lei -Scusami caro, è solo che sono tanto felice!-.
-Non c’è problema signora Weasley davvero- disse lui sincero.
Ma dovette staccarsi dalla morsa della piccola donna, perché Hagrid, che non smetteva di ridere, l’aveva stretto in uno dei suoi abbracci spacca-ossa.
-Harry, spero che tornerai a visitarmi un po’ più spesso stavolta!- gli chiese il mezzo-gigante.
-Certo Hagrid, contaci- disse nuovamente sincero Harry.
Vide Fred e George che gli saltarono addosso.
-Potevi finire in esilio- disse Fred.
-O punito severamente- disse George.
-Ma ad Azkaban, mai!- dissero all’unisono.
Poi Harry vide Ginny, che bella che era, lei corse subito ad abbracciarlo; non si dissero niente, rimasero per almeno due-tre minuti fermi in quella posizione. Prima che si lasciassero, la giovane Weasley, stampò un bacio sulla guancia di Harry, e tornò dal fratello, che non aveva smesso di gioire, così come tutti i presenti, persino Bagman era sceso a festeggiare.
Harry, rimase fermo, con la mano sopra che toccava la guancia dove Ginny l’aveva baciato, e non capì per quanto tempo rimase fermo. Si risvegliò dal piccolo coma, con Silente che gli disse -Forza Harry, dobbiamo prendere la Passaporta per Hogwarts, anche voi tutti- indicando Ron, Neville, Seamus, Dean e tutti gl’altri che frequentavano Hogwarts. Un breve saluto tra i familiari, e tutta la Sala si svuotò.
-Bene ragazzi, radunatevi qui intorno- disse Silente estraendo una piccola penna.
-Come ci spostiamo qui?- chiese Seamus.
-Ma certamente signor Finnigan, ci vorrà solo qualche minuto per tramutare questa penna Babbana in una Passaporta- disse ancora Silente.
-Quanto circa?- chiese Neville che non stava più nella pelle per rientrare a Hogwarts.
-Quindici minuti massimo signor Paciock, se volete potete scambiarvi qualche chiacchera, il vostro sarà un rientro da eroi per la maggior parte-.
-Davvero?- chiese Dean.
-Si, dovevate vedere, l’espressione di tutti gli studenti, o almeno la maggior parte, quando la mattina tutti giornali, Cavillo, Gazzetta del Profeta, parlavano della vostra arresa; persino la Parola di Mago parlava di voi-.
-La parola di che?- chiese Ron.
-Ero certo che non lo conoscevate signor Weasley. E’ un giornale che seguo fin da quando ero bambino-.
Vedevano Silente, che con la sua bacchetta, gettava incantesimi sulla penna in modo così perfetto ed incantevole.
-E’ una cosa molto complicata da fare professor Silente?- chiese Seamus molto curioso della cosa.
-Bè, è ovvio che lo è signor Finnigan, ma per, e scusate la mia altezzosità, un mago di gran classe come me, è un giochetto-.
Harry stava pensando alla gioia di Hogwarts, ma sapeva, che avrebbe dovuto affrontare Pansy, e chiedergli altre spiegazioni di quello che ha visto nella Mappa, e di quel discorso interrotto la notte di Natale, ma ci avrebbe pensato come ultima cosa. Prima doveva cercare di riprendersi un posto in squadra, salutare tutti gli amici, e riprendere il ritmo per frequentare le lezioni.
<> disse Silente interrompendo i pensieri del ragazzo <>, tutti fecero un segno d’intesa. <> incominciò Ron <>.
<> iniziò Silente.
<>.
<>.
<>  Harry dovete rispondere più velocemente e comprensibilmente che poteva, perché Silente aveva esclamato il <>, tutti e sei toccarono la penna, e la sensazione era come quella della Smaterializazzione. 

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Capitolo 19
*** Il rientro ad Hogwarts ***


 Capitolo 19: Il rientro ad Hogwarts


Quando toccarono terra, dopo alcuni minuti di puro soffocamento, sentirono l’erba dei giardini di Hogwarts. C’era un chiasso infernale, forse perché c’era tutta Hogwarts ad accoglierli, applaudendo ed esultando, andando ad abbracciarli, ma erano in troppi, e non riuscivano ad abbracciarli tutti i cinque.
Si sentivano cori per ognuno dei cinque -Perché Weasley è il nostro Re!- sicuramente, era il più gettonato.
Poi, dopo che Silente riuscì a strapparli dalla morsa degli studenti, salirono i giardini, e si avviarono verso la Sala Grande. Era esattamente l’ora di pranzo, e dopo che tutti gli studenti si sono accomodati nei rispettivi posti, Silente parlò -Ragazzi e ragazze!- incominciò -Oggi, come tutti voi sapete, quello che si è svolto questa mattina nelle aule del Ministero, è stata una cosa bellissima, ed una grande vittoria. Perché siamo, tutti insieme, grazie ai presenti nell’aula, ma anche a tutti quelli che seguivano da qui, da Hogwarts, sperando di captare qualcosa nell’aria, qualcosa che gli poteva far capire come si stesse svolgendo il processo. Ora non posso farvi un riassunto dell’accaduto, perché solo una piccola parte, innescherebbe in me stesso una reazione di eventi collegati ad esso, e mi farebbe andare avanti per ore-.
Harry e Ron si erano seduti vicini, ed ai loro lati Fred e George, davanti a loro, sedevano Neville, Seamus e Dean, mentre vicino a Fred e George sedeva la squadra di Quidditch di Grifondoro. A volte Harry si dava dei pizzicotti, perché credeva che fosse un sogno, poteva toccare con mani le posate, i piatti e i calici vuoti della loro tavolata.
-Ora, ovviamente, i signori Potter, Weasley, Paciock, Finnigan e Thomas, dovranno sapersi reintegrare nella nostra scuola, ma sono sicuro che riusciranno a farlo in men che non si dica. Ora, prima di farvi totalmente ingozzare nel nostro pranzetto in onore ai cinque, volevo farvi un annuncio. Ci sono arrivati degli annunci, da parte dei club di Quidditch: i Wallgong Warriors, ed I Cannoni di Chudley.
Vi spiego, questi club, hanno chiesto di poter giocare una amichevole a testa, qui ad Hogwarts, con una specie di rappresentativa di tutte quattro le Case messe insieme. L’età compresa è tra i ragazzi del terzo anno, fino a quelli del settimo. Le selezioni saranno aperte da il 10 di Gennaio fino al 15 sempre di Gennaio, e le sfide contro le squadre saranno inizialmente con i Wallgong il 27, ed il primo di Febbraio contro I Cannoni di Chudley-.
-Ma signore, il primo di Febbraio, c’è Corvonero-Grifondoro- ricordò Roger Davies alzando la voce.
-Si ha ragione signor Preside- disse anche Baston.
Silente ci pensò un po’ su, dicendo poi -Molto bene, allora credo che potremo anticiparla a questo sabato-.
-Cioè, fra quattro giorni?- chiese Katie Bell.
-Si, esatto, se per voi va bene-, tutta la Sala Grande, sembrò essere d’accordo.
-Bene, allora, la sfida tra Corvonero e Grifondoro sarà questo questo sabato, ma ora- disse prendendo in mano il proprio calice -Chiedo un brindisi, per favore alzate i calici anche voi-, tutta la Sala Grande alzò i calici pieni -A Harry Potter, per il suo coraggio, a Ron Weasley, per la sua utilità nel portare oggetti, a Neville Paciock, per la sua audacia e determinazione, a Seamus Finnigan, per la sua qualità nei fuochi ed a Dean Thomas, per la sua abilità nella conoscenza del mondo Babbano, ma per entrambi i cinque, per il loro coraggio, per la loro esperienza accumulata in questi giorni, per la loro abilità nel saper giocare a nascondino con la legge…. Urrà!-. -Urrà!- urlò tutta la Sala, poi bevendo dal proprio calice e scoppiando un altro sonoroso applauso.
-Ora ingozzatevi!- esclamò Silente, facendo comparire nei piatti, con uno schiocco di dita, ogni genere di alimentare.
I cinque erano affamatissimi, e non mangiavano tutto quel ben di Dio e Merlino da tempo. Tutta la Sala stava parlando dell’evento contro i Warriors, e stavano parlando di innescare una coreografia per la loro scuola, alla quale Neville e Seamus erano totalmente interessati. Invece Ron, ovviamente, si era avvinghiato fin dal primo momento in cui era apparso nei piatti al cibo, e sembrava aver dimenticato il modo di mangiare, perché si stava ingozzando come un maiale.
-Ronald Weasley!- urlò una voce femminile alle loro spalle, Harry si girò, così come Ron, videro la figura di Hermione Granger, dopo quella orribile notte.
-Hermione!- disse lui, quasi spaventato.
-Ti ordino di venire subito qui a baciarmi!-, Ron si asciugò la bocca, e malgrado tutta la Sala Grande era lì presente, non ci pensò due volte e stampò un bel bacio appassionato alla ragazza, che durò non poco, facendo scatenare ancora di più tutti gli studenti.
Anche Harry si unì ai cori che ne fuoriuscivano -Weasley! Weasley! Weasley! Weasley!-, pare che nonostante la McGranitt stesse per aprire bocca, Silente la bloccò; Harry, era felice e stupefatto allo stesso tempo.
Dopo che i due ebbero terminato il loro “saluto”, Hermione salutò a Neville, Dean e Seamus, per poi andare ad abbracciare ad Harry, che era totalmente felice di rivedere la sua migliore amica, -Mi sei mancato tanto tanto Harry!- gli disse lei.
-Mi dovrai raccontare tutto quello che è successo qua ad Hogwarts- gli rispose Harry.
-Scemo, ormai sei un drogato di Hogwarts-.
-Solo di Hogwarts, dello studio potevo anche farne a meno-, lei rise e lo abbracciò di nuovo.
-Ma non vorrai rubarmi la ragazza spero- disse Ron ridendo.
-Tranquillo, lo sai che io voglio solo te- disse Hermione dandogli un altro bacetto.
Ormai, era come se tutto quello che avevano compiuto non ci fosse mai stato, il Trio era riunito, ed era la cosa più importante in quel momento. Per il resto del pranzo, Hermione rimase tra i due ragazzi, e parlavano dell’evento di Quidditch, alla quale Ron, era il più accanito di tutti, siccome ad Hogwarts stava per arrivare la sua squadra del cuore, I Cannoni di Chudley.
-Ci pensate, potrò vedere i miei eroi!- disse Ron che non stava più nella pelle.
-Risparmia l’entusiasmo per la partita contro i Corvonero Ron- intervenne Baston.
-Cioè?- chiese Ron confuso.
-Intendo dire, che vi voglio dopo pranzo tutti al campo di Quidditch, per discutere della partita-.
-Come anch’io?- chiese nuovamente Ron.
-Certo! Sei il mio sostituto- disse Baston.
-Allora sono in squadra Harry!- disse il rosso all’amico.
-Ovvio, te lo ha appena detto Baston!-.
-Ma parlate solo di Quidditch, sembra che non ve ne siate mai andati da Hogwarts!- disse Hermione con il suo solito tono -E comunque, appena tornate dagli allenamenti voglio subito parlare con voi, sono successe un sacco di cose, soprattutto per te Harry- continuò lei.
-Per me?- chiese il ragazzo, -Si, ed è estremamente importante mio caro-.


Finito il pranzo Harry e Ron, si diressero verso i Dormitori, per prendere la Firebolt di Harry, mentre Ron avrebbe usato la sua fedelissima Tornado 11, ed anche le uniformi.
Appena entrarono, si buttarono entrambi sui rispettivi letti, e si stavano quasi per addormentare, ma arrivò Baston a riprenderli -Che diavolo state facendo?- Ron ed Harry ebbero un sussulto -Vi avevo avvisato degli allenamenti, e rimanete qui a dormire?-.
-Scusaci Baston- provò a giustificarsi Harry -E’ che abbiamo visto i nostri letti, e morivamo dalla voglia di saltarci sopra, e probabilmente ci siamo addormentati-.
-Ok, ok, scuse accettate, ci credo dopo quest’esperienza avete un po’ di sonno. Ma non c’è tempo per dormire, andiamo!-.
Harry e Ron lo seguirono subito con le rispettive uniformi e scope in mano. Non erano arrivati neanche da poche ore, e subito potevano giocare a Quidditch, era tutto così perfetto. Dopo essersi cambiati, Baston gli chiamò tutti in Sala Riunioni per discutere della partita.
-Dunque ciurma- incominciò Baston.
-Ora siamo pirati?- chiese scherzando Fred, facendo ridere i presenti tranne Baston.
-Non c’è tempo per scherzare ragazzi. Il professor Silente ci ha colto tutti di sorpresa con le sfide contro i Wallgong ed I Cannoni di Chudley, perciò volevo parlare subito con Harry e Ron. Prima di tutto il nostro Cercatore: c’è la fai a tenere per un’intera partita?- tutti gli occhi puntati su Harry che non sapeva che cosa dire.
-E-ecco, non saprei, sai, non mi sono perfettamente allenato negl’ultimi tempi-.
-Sai stava giocando a nascondino col Ministro- disse questa volta George, provocando altre risate; Baston lo guardò ancora più serio senza riprenderlo -Be, che tu lo sia o no Harry, giocherai tu da titolare, e Ron, tu starai in panchina-.
-Bè era ovvio- disse leggermente rammaricato e sconsolato.
-Non preoccuparti, se la partita non è messa molto male, o uno dei Cacciatori è stanco, potrai penetrare tu- cercò di motivarlo Baston, -Ok- disse lui, ma per Harry non sembrava che per il rosso fosse tutto “ok”.
-Dunque, i Corvonero hanno un Belby che ha sorpreso tutti tra gli anelli, un capitano e Cacciatore come Davies che può lanciare i compagni dalla propria area, fino a quella avversaria, e Goldstein e Corner hanno delle braccia che lanciano, in pratica, dei siluri. Mentre per McDougal e Ackerley, non erano poi così male. Dunque, Fred e George, dovrete cercare di prendere ogni minimo bolide in circolazione, e lanciarlo ai giocatori avversari, che siano con o senza la palla.
Per voi Katie, Alicia e Angelina, dovete cercare di fare contrasti più duri che potete, ed essere più veloci degl’avversari. Ricordate! Loro sono molto leggeri, ma le loro Tornado 11 gli faranno volare ancora più veloci. Il loro gioco si basa soprattutto su passaggi e ripartenze veloci, e saranno ancora più rincuorati dopo la vittoria sui Finchies.
Ma, come ogni squadra, hanno un punto debole. Cho Chang, la loro cercatrice: è estremamente in difficoltà e si è visto che nella partita contro i Serpeverde non aveva un buona visualità. Perciò Harry, il tuo compito sai perfettamente qual’ è: prendi il boccino prima di Chang, e non avere nessuna pietà, anche se è una donna-. -D’accordo!- rispose lui.
-Sai, si vocifera che Chang sia stata appena cacciata dalla squadra- intervenne Angelina.
-Si ho sentito anch’io questa voce- rispose Baston -Ma credo che non siano così stupidi da cacciarla a così pochi giorni dalla partita, senza cercare un sostituto- così calmò quelle voci false o meno -Ora tutti in campo forza proviamo qualche schema- disse lui guidando i compagni verso il campo.


Dopo l’allenamento, che durò per tutta la sera, e si era fatto buio, e dopo essersi lavati, Harry, mentre risaliva la salita verso il castello, stava pensando alla partita; è vero, i Corvonero giocano in modo divino, assolutamente spettacolare, ma per fortuna lui e la sua Firebolt non avevano mai fallito un colpo, ma dovette interrompere i suoi pensieri.
-Pensi che possiamo farcela?- chiese Ron.
-Certo Ron, se c’è l’hanno fatta i Serpeverde, c’è la possiamo fare anche noi-.
Ron, sembrava un po’ scoraggiato, sognava di giocare a Quidditch per i Grifondoro, e soprattutto da titolare.
-Dai Ron non preoccuparti, come per tutti arriverà il tuo momento- gli disse Harry.
-Dici?-.
-Certo che si! Guarda, fra poco rivedrai Hermione, e sei fortunato ad avere lei, e sai perfettamente cosa intendo-.
-Hai ragione amico- disse Ron -Grazie- e gli diede il cinque.
Dopo essere entrati nel Dormitorio, decisero di non scendere a cena, perché Hermione doveva parlare con Harry. Il ragazzo la stava aspettando nel suo Dormitorio, e stava sfogliando il libro di Difesa Contro le Arti Oscure che il professor Lupin gli aveva donato, era particolarmente interessato all’argomento sui Kappa;
Creature orribili i Kappa, situati presso il Giappone; Newton Scamander, li descrive come scimmie ricoperte di squame, che vivono presso stagni e fiumi. Sulla sommità delle loro teste, vi è una piccola depressione, o buco, nella quale le creature la riempiono d’acqua, che è la fonte della loro energia. Per vivere, si nutrono del sangue umano, e pur di ottenerlo non hanno alcun problema di strangolare o uccidere le persone che passano per le loro zone. Per poter rendere un Kappa inoffensivo, vi sono due metodi: o gli si lancia un cetriolo, con scritto il nome della persona che non si vuol far attaccare, oppure si deve cercare di far chinare la testa, in modo da poter svuotare la piccola depressione dell’acqua, fonte della loro energia. Per poter addomesticare un Kappa invece”.
Ma non riuscì a finire di leggere il capitolo, visto che Hermione era appena entrata. -Ciao Harry!- gli disse lei con un sorriso.
-Hermione accomodati- la accolse lui con un altro sorriso.
Lei si sedette affianco a lui nel letto -Che fai?- gli chiese lei.
-Stavo leggendo il capitolo sui Kappa, sai me lo ha consigliato Lupin. Ron?-.
-E’ sceso a mangiare, sai non voleva interferire-.
-Ma a me non creava alcun disturbo-.
-Sapeva che avresti risposto così, ma ha detto che se volevi potevi raccontarglielo dopo, aveva troppa fame- disse terminando le ultime parole ridendo.
-Comunque- riprese Harry -Che cosa è successo di bello qui ad Hogwarts?-.
-Bè, tutta Hogwarts, ha ascoltato alla radio in Sala Grande la partita dei Corvonero. Dovevi vedere quanto casino c’era-.
-Si me l’hanno detto- disse Harry senza dire chi gli aveva riferito quell’informazione, ma pare che Hermione non vi facesse caso.
-Poi, io per le vacanze Natalizie ho preferito rimanere ad Hogwarts, e mi sono divertita tantissimo a Natale e Capodanno-.
-E con chi l’hai passato?-.
-E-ecco- disse lei un po’ imbarazzata -Con le solite non c’è bisogno di sapere chi di preciso-.
-Dai Hermione, lo sai che a me puoi dire tutto- la incoraggiò lui.
-Ecco, con Padma, Calì, Luna e…. e…. e-.
-Dai Hermione!-.
-Per la miseria, con Pansy- terminò lei.
-Oh!- disse lui sorpreso, mentre lo stomaco gli si attorcigliava.
-Lo sapevo, non dovevo dirlo, cazzo. Mi dispiace Harry- gli disse lei.
-No, no, non preoccuparti, siete amiche?-.
-Si, passiamo insieme l’ora di Pozioni e a volte usciamo insieme con le altre-.
Poi vi susseguirono alcune pause di silenzio, nella quale Hermione guardava Harry preoccupata, anzi, preoccupatissima. -T-tu s-sai?- chiese lei debolmente.
Harry sapeva a cosa si stava riferendo, ovvero a Pansy e Pucey -Sai come è successo?- chiese Harry anche lui debolmente.
-Dicono in giro, che Pansy, era distrutta dopo che tu te ne andasti, e che Pucey, dopo un po’ di tempo, approfittò di quel dolore di Pansy, per riuscire a farti uscire dalla sua mente e prendere il tuo posto-.
-Figlio di puttana!- disse lui calmo.
-Già, sai ha litigato con Malfoy e Zabini-.
-Cioè?- chiese guardandola.
-Loro due tenevano d’occhio Pansy, perché non volevano vederla soffrire, o che qualcuno ci provasse con lei, perché sapevano che a quel punto era fragile e dunque facile conquistare. Così dopo che hanno saputo quello che ha fatto Pucey, sono andati vicino alla rissa, ma poi è intervenuto il professor Piton, e gli ha calmati. Anche Nott era su di giri-.
-Nott?- chiese Harry ancora più sorpreso.
-Bè, sembra che lui sia il migliore amico di Pansy dopo Draco e Blaise, e a lui non piace affatto Pucey-, si guardarono negli occhi, dopo tanto tempo si erano parlati ancora una volta.
-Avevi ricevuto la lettera di Ron?- gli chiese Harry.
-O sì, è stato così bello e romantico- disse lei facendo un po’ gl’occhi sognanti.
-E Pansy ha ricevuto la mia?-.
-Sì, la ricevuta, ha pianto tantissimo mi hanno detto. Si vede che era innamorata di te-.
-E adesso? Ti ha detto qualcosa di me?-.
-Lo sai Harry che non posso dirtelo, non posso rivelare i segreti di una mia amica-, -Ovvio- disse Harry frustrato.
Si mise la testa tra le gambe e le mani nei capelli, rendendosi conto della stupidaggine che aveva combinato. Hermione l’abbracciò, ed Harry poteva finalmente ri-affondare nel profumo dei suoi folti capelli.
-Andrà tutto bene Harry, vedrai, si risistemerà tutto-.
-Grazie Hermione- disse lui con la faccia nei suoi capelli.
-Cerca solo di non andare a caccia di guai-.
Harry si staccò e gli disse -Non sono io che vado in cerca di guai, sono i guai che cercano me!- disse ridendo.
Anche Hermione rise dicendo -Come ho fatto a stare senza te e Ron?-.
-Me lo sono chiesto anch’io-.
Hermione fece per andarsene ma Harry gli chiese un ultima domanda, -Qualcuno ci ha provato con te Hermione?-.
-Certo- disse lei un po’ ridacchiando.
-E chi?-, -E’ meglio se non te lo dico-.
-Ma almeno mi puoi dire come hai reagito?-.
-Stava per baciarmi, ma gli ho mollato un bel ceffone!-, -Così si fa!-.
-Sai credo che me ne andrò a letto, le vacanze Natalizie durano ancora per cinque giorni-.
-Ok, buonanotte, io penso che terminerò di leggere il capitolo sui Kappa- gli disse Harry.
-Buonanotte- disse lei dandogli un bacio sulla guancia.
Quando l'amica se ne andò, Harry pensò che quel bacio rispetto a quello di Ginny era diverso, perché non ci aveva smesso di pensare neanche un secondo al bacio della piccola Weasley. Poi però dovette riconcentrarsi sul libro, ma nel giro di circa due o tre minuti aveva un gran voglia di dormire.
Era ovvio che aveva sonno, sembrava che quei mesi fuori da Hogwarts non ci fossero mai stati; però, era appena rientrato nella sua vera casa, e già aveva dovuto affrontare tanti argomenti. Penso che domani andrò a visitare Blaise e Draco, pensò Harry, devo ringraziarli per tutto quello che mi hanno fatto.
Poi, cadde in un sonno profondo, nonostante fossero solo le otto e mezza di sera.

La mattina successiva, si svegliò verso le nove in punto, ma non perché lo voleva lui, ma a causa di un qualcosa che gli stava toccando i piedi.
-Mmh- mugugnò lui agitando leggermente i piedi per mandare via quel qualcosa, ma continuava a toccargli i piedi -Zia Petunia, fra poco mi sveglio- disse lui credendo che stesse sognando.
La cosa non ne voleva sapere di mollare la presa -Dudley lo so che sei tu!- disse ora leggermente scocciato.
Ancora un tocco di piedi -Ma che diavolo?- appena vide la figura si spaventò -Aaaaaaaaaaah!- e cadde dal letto, svegliando tutto il suo Dormitorio.
-Il signor Harry Potter sta bene?- chiese una voce che a Harry era particolarmente familiare; prese gli occhiali, li indossò e solo dopo capì che Dobby era la cosa che continuava a toccargli i piedi.
-Dobby ma che ci fai qui?- chiese Harry con Neville, Ron, Seamus e Dean, che guardavano la scena dal letto, mentre Harry si sedette nel proprio.
-Bè ecco, Dobby ha saputo che Harry Potter era tornato ad Hogwarts assieme ai suoi amici, e Dobby voleva soltanto salutare- disse poi, porgendogli una scatolina. Harry l’aprì, e dentro c’era una piccola cuffietta, fatta a mano probabilmente, pensò Harry, di colore rosso con sopra una G di Grifondoro.
-Dobby spera che a Harry Potter piaccia-.
-Grazie Dobby- disse Harry sorridendo all’elfo -Anch’io ho qualcosa per te- ma non aveva la minima idea di cosa regalargli; frugò nel baule cercando qualcosa d’interessante, e alla fine trovò una maglietta grigia con taglia extra-large che apparteneva a Dudley, non sapeva perché era finita nel baule, ma tanto a lui non stava, certo, non stava neanche a Dobby, pensò nuovamente il ragazzo, ma almeno lui l’avrebbe trasformata in qualcosa che gli andava a genio -Tieni- gli disse porgendogliela; l’elfo non la prese subito, ma la guardò contemplandola per qualche secondo.
-Harry Potter ha fatto un altro dono a Dobby- disse trattenendo le lacrime -Dobby è molto felice, e ha promesso a se stesso di non piangere, quindi, la ringrazio padron Potter- disse inchinandosi.
-Non c’è di che Dobby davvero, se non c’è altro puoi andare-.
-A dire la verità c’è dell’altro signor Potter, ed è per tutti i cinque-.
-E allora sputa il rospo- disse Ron.
-Sono stato mandato qui dal professor Silente, che vi voleva subito nel suo ufficio-.
-Proprio subito?- chiese Harry stanco.
-Si signor Potter, ha detto a Dobby di dirle che è di massima urgenza-.
-D’accordo, grazie Dobby, puoi andare- disse Harry.
E con la maglietta tra le mani, Dobby sparì, -Miseriaccia!- esclamò Ron -Convocati dal preside alle nove del mattino!-.
-Deve essere molto importante non credi?- disse Neville.
-Bè lo spero proprio, sto totalmente morendo di sonno- disse anche Seamus con uno sbadiglio.
Erano ancora in periodo di vacanza, e quindi non dovevano usare l’uniforme, così Harry si mise un maglione nero con dei blu jeans e le sue solite scarpe da ginnastica. Dopo essersi vestiti, con Ron che si era messo dei jeans abbinati alla maglietta rossa, Neville che preferiva dei pantaloni in velluto con una giacca blu, Dean con la tuta intera del West Ham e Seamus con dei pantaloni blu ed una maglia che diceva “Non sono solo perfetto, ma anche Irlandese!”, si avviarono verso la Sala Comune.
Era vuota, erano ancora tutti a letto, e sicuramente erano alcuni dei pochi studenti in piedi a quell’ora. Scesero la Scalinata Principale, ma Dobby non aveva detto loro la parola d’ordine per superare il Gargoyle.
-Magari è in Sala Grande- propose Dean.
-Si, ne potrei approfittare per mangiare qualcosa- disse Ron -Muoio di fame!- aggiunse.
Così i cinque si avviarono verso la Sala Grande, che trovarono completamente vuota. Ora sapevano che non erano alcuni tra gli studenti in piedi a quell’ora, ma che erano gli unici in tutta Hogwarts, però Silente era lì al tavolo degl’insegnanti.
-Ah eccovi ragazzi!- gli accolse lui -Se volete possiamo discuterne direttamente qui in Sala Grande, tanto non c’è nessuno- propose il vecchio.
-Si a noi va bene- disse Harry.
-Molto bene, sedetevi pure- disse.
Così i cinque si sedettero uno affianco all’altro con di fronte a loro Silente, -Professor Silente- incominciò Harry -Volevo solo farle sapere, tutta la nostro riconoscenza per quello che ha fatto per noi, era ovvio che Caramell voleva chiuderci dentro, ma grazie a lei c’è la siamo scampata bella-.
-Si- aggiunse Dean.
-Non c’è di che ragazzi- disse il preside -Sapete perfettamente che ci tengo ad ogni studente di Hogwarts, uno per uno- concluse ridendo.
-Ma ora, volevo dirvi che abbiamo altre cose di cui parlare- ricominciò serio -Volevo chiedervi se potevate elencarmi le materie che state affrontando quest’anno>>, guardarono strano Silente, ma quello che rispose era Neville.
-Dunque, frequentiamo Trasfigurazione, Difesa Contro le Arti Oscure, Cura delle Creature Magiche, Divinazione, Pozioni, Incantesimi, Storia della Magia ed Erbologia-.
-Bene, vi starete chiedendo perché vi abbia fatto questa domanda. Ecco la risposta è la seguente miei cari: durante il vostro periodo di latitanza fuori dal Castello voi avete saltato almeno due verifiche per ogni materia- ora i volti dei cinque si sbiancarono tutto in una volta -Bè, mi sono consultato con il corpo insegnanti, e hanno espresso, nonostante la vostra brutta vicenda, che dovevate rimanere in pari con lo studio insieme ai vostri compagni. E che non accettano le vostre giustificazioni; ma alla fine sono riuscito a calmarli ed abbiamo deciso di farvi fare per Trasfigurazione un esame pratico, nella quale dovrete far Evanascere, ossia far scomparire un oggetto per metà.
Per Incantesimi dovrete dare anche qui un esame pratico, nella quale dovrete utilizzare l’incantesimo Reparo e Reducio, per Cura delle Creature Magiche Hagrid ha detto che non sono andati molto avanti, e che quindi non dovrete fare alcuna prova; sono ancora fermi ai Vermicoli, quindi dovrete solo studiare qualcosina. Per Pozioni, il professor Piton, vuole che sappiate preparare alla perfezione una Pozione Sonnifera, per Divinazione, la professoressa Sibilla è stata in malattia da quando ve ne siete andati fino all’inizio delle vacanze.
Per Difesa Contro le Arti Oscure, il professor Lupin, vorrebbe un compito scritto sui Kappa, per Storia della Magia una conoscenza sul quarto e quinto capitolo sulla storia della caccia alle streghe nel Medioevo, invece per Erbologia, la professoressa Sprite vorrebbe un compito scritto sugli effetti del Puffagiolo- i ragazzi avevano la bocca aperta.
-E quando saranno gli esami?- chiese Seamus.
-Mi dispiace ragazzi, ho provato a spostarli, ma la ripresa delle lezioni è ormai prossima, e i professori vi vogliono preparati come se foste sempre stati qui ad Hogwarts, quindi tra la sfida di Quidditch tra tre giorni, avete due giorni di tempo- ora le mascelle dei cinque toccavano terra.
-Bene ora che vi ho detto tutto, vi propongo di incominciare subito ragazzi. Buona giornata! Oh è dovete ottenere almeno un Accettabile in tutti i test- disse lui andandosene.
Passò qualche attimo di silenzio, poi fu Ron che interruppe quel silenzio -Ok, va bene farci fare gli esami, ma per le mutande chiazzate di Merlino, potevano darci un po’ più di tempo! Non due giorni!-.
-Per la verità Ron- disse Neville -Silente ha detto che il Quidditch è tra tre giorni, ma in realtà era ieri che era tra tre giorni, oggi invece è tra due-.
-E-e allora?- chiese Ron leggermente titubante, un po’ anche per la paura di sapere.
-Sto dicendo, che i compiti, non sono tra due giorni, ma sono d-domani-.
Subito i cinque salirono in una corsa a perdifiato verso la loro Sala Comune, per poter studiare; studiarono per tutto il pomeriggio, ed anche la notte, addirittura non dormirono, perché preferirono ripassare tutto davanti al fuoco interrogandosi insieme.
Infine arrivò il primo esame: Trasfigurazione, ed Harry era il secondo per ordine alfabetico, Seamus il primo, mentre il terzo era Neville, il quarto Dean e Ron per ultimo. Toccò ad Harry, non ebbe nemmeno il tempo di chiedere a Seamus com’era andata. Ma alla fine, il suo esame andò non bene, ma nemmeno molto male.
-Dunque- disse la McGranitt -Siete leggermente arrugginiti, ma vista la vostra situazione, e visto che siete della mia Casa, vi do una A- i cinque sorrisero -Forza, ora avete Pozioni-.
Nonostante se la stessero facendo sotto per la paura i cinque fecero a testa una pozione Sonnifera, e Piton, quando annunciò i voti, li guardò con disgusto -Siete dei Pozionisti pessimi. Vi regalo una A; ora sparite!- disse lui chiudendo la porta in faccia.
Ora toccava loro Incantesimi, e non ebbero alcuna difficoltà, perché videro un professor Vitious estremamente felice e soddisfatto -Sembra che non ve ne siate mai andati da Hogwarts ragazzi!- gli disse lui -Signor Potter, lei si merita una bella O, signor Finnigan una A, signor Thomas una O, mentre i signori Paciock e Weasley una A! Buona fortuna per gli scritti-.
Infatti successivamente effettuarono gli scritti di Difesa Contro le Arti Oscure, della quale Harry fu totalmente soddisfatto, Erbologia, la quale la professoressa Sprite si aspettava molto da Neville, e Storia della Magia, -Che si fotta la Storia!- disse Ron, che provocò una serie di risate.
Avevano iniziato gli esami alle otto e mezza del mattino, ed avevano finito per l’ora di pranzo. Dopo aver pranzato, i cinque, insieme ad Hermione e Ginny si avviarono alla bacheca della loro Sala Comune e videro i risultati di Storia della Magia: A per tutti e cinque. Difesa Contro le Arti Oscuri: E ad Harry, O per Ron, Dean, Neville e Seamus. Mentre per Erbologia avevano tutti preso A tranne Neville che prese una E.
Tutti festeggiarono, ma invece Ginny, si avvicinò ad Harry, per chiedergli di uscire a farsi un giro -Certo!- rispose lui mentre si avviarono verso i giardini.
-Domani quindi la partita- disse lei.
-Si!- rispose fiero Harry -Sono sicuro che sarà difficile, ma la spunteremo-.
-Sarò sugli spalti a fare il tifo per te Harry- disse lei sorridendogli, si guardarono negli occhi.
-Grazie!- gli rispose Harry felice.
Si vede che erano molto imbarazzati i due, non parlavano così tanto, non erano da soli da molto tempo.
-Harry- disse lei -Quello che vi è capitato è stato orribile-.
-E per non pensare degli esami- disse lui in maniera un po’ comica, lei appoggiò la testa sulla spalla di lui, ed il cuore di Harry stava battendo a mille, poi alzò lo sguardò, e poteva guardare gli occhi di Ginny, ed erano bellissimi.
Ci si poteva rimanere incantati per ore, forse anche per giorni. Vedeva che i due si stavano avvicinando, Harry non riuscì a vedere niente, perché aveva chiuso gli occhi, perché ormai, erano ad una distanza incalcolabile.
Poi, i loro visi erano così vicini, e quando le loro bocche si toccarono, fu una battaglia tra le loro lingue, ma non una battaglia di odio, ma di puro amore, con le mani di entrambi che avevano sete dell’altro. Quel bacio durò non poco, ed erano sicuri che nessuno gli stesse guardando. Quando si staccarono, i due risero, perché sapevano che c’era qualcosa tra di loro, oppure, che era tornato qualcosa.
Quando rientrarono Ron chiese all’amico -Dove diavolo eri?-.
-In bagno- disse Harry con un sorriso, e riprendendo parte ai festeggiamenti felice.

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Capitolo 20
*** Aria di Quidditch e di amore ***


Capitolo 20: Aria di Quidditch e di amore 
                                                                                                                                                        
Harry guardò l’ora, e vide che erano le 15:45 e pensò di andare a trovare Draco e Blaise. Così si avviò verso il buco del ritratto.
-E ora dove vai?- chiese nuovamente Ron che aveva in braccio Hermione.
-Vado a salutare Draco e Blaise, ci si vede dopo- rispose Harry.
-Aspetta Harry ti accompagno- accennò a dire Alicia Spinnet, ma Ginny la bloccò subito -No, lo accompagno io ad Harry- disse la rossa calma, mentre la bionda, rassegnata, si sedette nella poltrona; si limitò solo a fare l’occhiolino ad Harry.
Quest’ultimo sorrise, non era abituato ad avere così tante attenzioni, ma la cosa gli piaceva. Così, uscì insieme a Ginny per la seconda volta quella sera, -Chi preferivi me o Alicia?- chiese Ginny.
-Ecco- disse Harry mettendosi una mano tra i capelli pensando “Lei è molto bella, però lo sei anche tu, lei è molto più grande, e tu molto più piccola, quindi questi elementi fanno vincere Alicia”, ma quando stava per aprire bocca, arrivò Pucey, ed era insieme a Pansy. Questo, fece sentire male ad Harry, così, chinò la testa, ma vide la mano di Ginny afferrare quella di Harry, il che lo incoraggiò molto.
Ginny sapeva perfettamente quello che c’era stato tra lui e Pansy, così come tutta la scuola, ma almeno riuscì a camminare a testa alta, con le mani unite.
-Potter- disse il Serpeverde.
-Pucey- rispose Harry.
-Sei stato fortunato a non essere spedito ad Azkaban- lo stuzzicò Pucey -Penso che il momento in cui sei stato via da Hogwarts abbia fatto guadagnare più me che te- disse ancora il ragazzo, alimentando la rabbia nel Grifondoro.
Non voleva nemmeno guardare Pansy negl’occhi, e sapere se stava cercando di fermarlo o no; stava per partire lanciato verso Pucey, ma Ginny cambiò bruscamente strada e lo portò in una stanza a caso, che trovarono fortunatamente vuota.
Harry stava tremando dalla rabbia con i pugni serrati -Ok, Harry calmati per favore- chiese Ginny, Harry però non ci riusciva nonostante ci provasse -Harry ti prego- supplicò lei, Harry alzò la testa, per incrociare nuovamente gl’occhi di lei, solo così riuscì a calmarsi, ed avere la forza di rialzarsi e di avviarsi verso i Sotterranei.
-Credo che ora devo andare- disse Ginny.
-Non vieni?- chiese Harry.
-No, per me i Serpeverde sono pur sempre Serpeverde>> disse lei, che fece per andarsene, ma Harry le afferrò la mano -Grazie- disse lui, le prese il viso per baciarla nuovamente.
Quando si staccarono non dissero una parola, ed Harry scese più che soddisfatto verso il muro che faceva da porta alla Sala Comune di Serpeverde.


-Harry!- disse Blaise che era seduto nei divani.
-Ehi Blaise!- disse Harry sorridendo.
-E’ da tempo che non ci vediamo, come stai amico?- chiese il ragazzo Serpeverde.
-Non c’è male, Draco?-.
-E’ di sopra se vuoi te l’ho chiamo- propose lui.
-Si grazie-.
-Draco!- urlò lui attirando non pochi Serpeverde, che avevano notato la presenza di Harry, ma che non dissero nulla.
-Chi mi chiama?!- chiese Draco urlando a sua volt.
-Io!-, -Io chi?!-.
-Blaise cazzo!-, -Che cazzo vuoi?!-.
-C’è Harry!-, -Harry?! Harry chi?!-.
-Harry Potter idiota!-, si sentirono i passi del biondo che scendevano.
-Harry- lo accolse lui -Bentornato nella Casata Serpeverde! Perché non ti siedi?- chiese lui sedendosi in un tavolino vicino alla finestra.
Così, Harry, Blaise e Draco si ritrovarono in un tavolo a parlare.
-Allora Harry- incominciò il ragazzo di colore -Come vanno le cose?-. 
-Allora, mi dovete spiegare come avete fatto a salvarmi la pellaccia quella notte- disse subito Harry.
Blaise e Draco, si guardarono per un istante, -Harry- incominciò il biondo -Secondo me e Blaise, è meglio se ne parliamo in qualche posto, dove ci sono meno orecchie che possano udire-.
-Va bene!- disse Harry.
Sapeva che la cosa era più delicata del solito, visto che avrebbero introdotto l’argomento Pansy, ed Harry doveva cercare di essere psicologicamente calmo alla cosa. Così, questo strano Trio, si spostò verso l’uscita del Dormitorio, risalì nuovamente i Sotterranei, per poi uscire e andare verso il Lago. In quei momenti che passarono dalla Sala Comune Serpeverde fino al Lago, non volava neanche un mosca, si sentivano solo i rumori delle scarpe dei tre che battevano prima sulla pietra, poi sull’erba, per poi fermarsi vicino ad un albero che faceva da ombra al sole che però non riscaldava affatto essendo a Febbraio.
Il rumore delle piccole onde che toccava la riva della spiaggia e del silenzio che c’era, donava una sensazione di pura tranquillità; ma non era tempo di ascoltare quello che c’era intorno, pensò Harry, era ora di ascoltare Blaise e Draco, che si erano seduti nell’erba umida affianco ad Harry

 
-Allora?- chiese Harry -Siamo arrivati ad un posto dove delle orecchie non possano udire?- chiese Harry abbozzando un sorriso, provocandone uno sulla bocca dei Serpeverde che non sapevano da dove cominciare.
-Non preoccupatevi- li incoraggiò Harry -Ditemi chiaro e tondo di tutto quello che è successo quella notte-.
-Per la verità, dovremo incominciare qualche giorno prima- disse Blaise che fece continuare a Draco il racconto -Io e Blaise, stavamo fumando una sigaretta nel balcone, mi pare il giorno prima che tu saresti arrivato, della nostra Sala Comune, quando è arrivata Pansy, ed era abbastanza in lacrime-.
-In lacrime?- chiese Harry.
-Si, non ho mai visto la faccia di Pansy così tarchiata dalle lacrime che le rigavano il volto-.
-Ricordo la notte in cui sei scappato Harry?- s’intromise Blaise -Dovevi vederla e sentirla; la stavamo trascinando a forza nella Sala Comune, e lei continuava ad urlare e piangere dicendoci di lasciarla stare, che non gli importava niente ormai. Fortunatamente quando siamo arrivati ha smesso di piangere, ma se ne andata subito nella sua stanza. Era orribile vederla in quello stato-.
-Già- disse Draco.
Calò ancora silenzio; Harry poteva solo immaginare come fosse Pansy, ma non ci riusciva, era troppo difficile immaginarla, e soprattutto pensarla.
-Mi stavi dicendo Draco, che Pansy era entrata in balcone-.
-Oh si- disse il Serpeverde come se si fosse ripreso da un sonno ad occhi aperti -Ecco, era venuta in balcone, e riferendoci che tu saresti arrivato la notte dopo. Lei, era contenta da quel che vedevo sul volto, ma non mi sembrava del tutto contenta. Ovviamente io e Blaise eravamo al settimo al cielo, e notavo che nonostante tutto, a lei gli stava turbando qualcosa. Ci aveva chiesto solamente di scortarla fino al Lago, e che poi avremo dovuto aspettare, e che non dovevamo intrometterci-.
-Ricordi quanto hai protestato alla cosa Draco?- chiese Blaise ridendo.
-Non quanto te- rispose pronto il biondo sorridendo ancora.
Ad Harry quelle ultime parole lo rallegrarono, perché sa che ormai con Draco e Blaise poteva confidarsi come con Ron ed Hermione. Nei mesi che sono passati, aveva instaurato un rapporto che sapeva, che poteva durare a lungo.
-E comunque- disse Harry -Dopo che mi hanno attaccato cosa è successo?-.
-Pansy è corsa da noi- disse Blaise -La stavamo aspettando al Portone d’Ingresso, e credevamo che avesse fatto quello che doveva fare-.
-Ma ci ha detto di andare subito a raggiungerti- disse Draco -Che eri in pericolo, e che dovevamo aiutarti. Così senza neanche pensare alle conseguenze, ci siamo catapultati verso di te Harry, e poi lo sai come sono andate le cose-.
Harry stava pensando; moriva dalla voglia di chiedergli se sapevano quando la storia tra Pucey e Pansy fosse nata. Doveva saperlo, anche se non gli importava granché, visto che i suoi pensieri erano tutti per Ginny in quei momenti.
Stava per aprire bocca, però Blaise parlò prima che Harry potesse farlo -Poi il giorno dopo, abbiamo chiesto a Pansy cosa era successo e che cosa vi eravate detti, e lei ci ha risposto male, e se ne andata. Ovviamente io e Draco ci siamo rimasti di stucco e anche sorpresi, e decidemmo di andare a seguirla. Lei cercava di seminarci, ma si sa che lei non è molto portata per lo sport; finché Draco non la acchiappò e gli chiese perché faceva così. Lei dopo mille domande, ci disse che e-ecco, mmh- non riusciva a trovare le parole, ed Harry lo disse al posto loro -Che non era più con me?-.
-Esatto!- disse sollevato Blaise, e continuò a raccontare -Quando gli chiedemmo il perché, e lei ci rispose che stava insieme a Pucey, Draco è andato su tutte le furie, urlando prima con Pansy, e poi è andato a cercare Pucey-.
-Ci siamo dati più colpi che urla- disse ridendo Draco, provocando ancora più risate in Blaise ed Harry.
Quest’ultimo era sempre più felice, perché questo è un altro gesto di quanto Blaise e Draco gli volevano bene. -E poi come sono andate le cose con Pansy?- chiese Harry rivolto a Draco.
-Alla fine abbiamo fatto pace- disse Draco -Ho deciso di perdonarla visto che è come una sorella per me-.
-Ma comunque- s’intromise Blaise -Resta il fatto che noi non possiamo capire perché ha fatto questo-.
-Come non ve l’ha detto?- chiese nuovamente il Grifondoro.
-Si che c’è l’ha detto!- rispose Blaise.
-Gli ho detto che è una stupida, che doveva solo avere fiducia, e che avevi fatto tanta strada per arrivare ad Hogwarts superando mille difficoltà. Poi quando gli ho chiesto se ne valeva la pena, lei è scappata- disse Draco continuando -Poi quando sono andato da Pucey, l’ho trovato con Pansy, e giuro che la mia rabbia era arrivata alle stelle. Blaise ovviamente ha cercato di trattenermi, ma io mi sono liberato, ho buttato la bacchetta a terra, e lo scontro è iniziato-.
-E chi ha vinto?- chiese Harry ridendo -Se non fosse stato per il professor Piton, Pucey avrebbe lanciato una Fattura a Draco visto che era in enorme difficoltà con le mani-.
-Come dice il proverbio “Tutto muscoli e niente cervello”- disse Harry -Oppure “Tutto fumo e niente arrosto”-.
-Proverbi Babbani?- chiese Draco.
-Si-.
-Mi piacciono- disse Draco -Lo so, è un po’ strano, però a volte questi proverbi ci azzeccano sempre-.
Harry e Blaise non riuscirono a tenere le risate -E’ così strano che mi piacciono, almeno, i proverbi dei Babbani?- chiese Draco rosso.
-Bè, scusami, ma dopo aver passato anni a sentirti dire quanto fossero inutili, stupidi e mediocri i Babbani rispetto a noi Maghi, è molto strano!- disse Blaise non smettendo di ridere un attimo insieme ad Harry.
Draco era terribilmente rosso in faccia. Passarono un paio di minuti prima che il Grifondoro ed il Serpeverde smettessero di ridere.
-E comunque- disse Harry quando fu tornato normale.
-Voi?- chiese il ragazzo.
-Noi cosa?- chiese Draco.
-Bè, avete qualcuna in mente?- chiese Harry un po’ imbarazzato.
-Ecco, io una c’è l’avrei in mente- disse Blaise -E’ una un po’ folle, ma mi piace- terminò.
-E chi sarebbe la ragazza di Blaise?- disse Draco in modo stuzzicante.
-Non ve lo dico- disse in risposta il Serpeverde.
-Oooh! Il piccolo Blaise non vuole, non vuole rivelare il nome della sua amata-.
-Ma piantala!- disse Blaise -Tu piuttosto?-.
-Ecco, il Principe delle Serpi ne ha un mondo ai suoi piedi- disse facendo l’altezzoso.
-E non darti tutte quelle arie furetto- disse Harry ridendo, e Draco si fece nuovamente serio -C’è ne sarebbero due, è un po’ complicata la cosa-.
-Oooh!- incominciò Blaise con lo stesso tono stuzzicante di Draco di pochi minuti fa -Il Principino delle Serpi è molto confuso!-.
-Ma tu Harry? Ora cosa farai?-, Harry rimase un po’ in silenzio, ovviamente era confuso perché era attratto da Ginny, ma anche da Pansy, e poi quell’occhiolino di Alicia l’aveva fatto sentire importante -Ok, ho capito domanda fuori luogo- disse Draco cercando di cambiare argomento.
-No, no Draco non preoccuparti- disse Harry -Ecco, c’è ne sarebbe una con cui mi sto vedendo, poi c’è Pansy, e poi un’altra-.
-Tre ragazze?- chiese Blaise -E chi sei? Draco Malfoy?- chiese Blaise provocando ancora più risate tra i due e Draco stava partecipando.
-Non è colpa mia se Madre Natura mi ha fatto bellissimo!-.
Così decisero di rientrare al Castello e si diressero verso i Sotterranei; Harry chiese che cosa aveva fatto Piton ai due -Ecco- incominciò Draco -Siccome manca già Montague che è espulso per la partita contro i Tassorosso, non voleva che ci dovessimo disunire all’interno della squadra, così ci siamo dati una forte stretta di mano, ma ovviamente non l’ho ancora perdonato a quell’idiota!-.
-Voi parteciperete il 10 e il 15 alle selezioni?- chiese Harry.
-Ovvio!- rispose Blaise.


E dopo essersi salutati, Harry si avviò direttamente verso la propria Sala Comune, dove vide Neville intento a leggere un libro sulle erbe, incredibile, pensò Harry, nonostante il suo carattere fosse cambiato, i suoi gusti rimangono sempre gli stessi, poi vide Hermione parlando con Ginny, che lo salutarono allegramente, poi vide Seamus con altre persone; era probabile che stavano discutendo delle coreografie per le sfide contro i Warriors e i Cannoni di Chudley.
Era strano che Dean non ci fosse; poi trovò subito Ron che era intento a guardare il fuoco che scoppiettava vicino al divano, e maneggiando a bacchetta in modo annoiato.
-Possiamo parlare Ron?- chiese Harry.
-Certo tutto quello vuoi amico!- rispose il rosso.
-Si ma è meglio parlarne in Dormitorio-, così i due migliori amici si avviarono verso il Dormitorio che era vuoto come prevedeva Harry.
Quest’ultimo si sedette sul letto e così fece anche Ron -Ci sono stati dei problemi Harry?- gli chiese lui.
-Bè ecco, ho visto Pansy con Pucey-.
-Davvero?-.
-Si ma non puoi capire quanto mi sono sentito male a vederli insieme e da soli, in giro per il Castello-.
-Harry, dovremmo fare qualcosa?-.
-No, no! E’ solo che sono molto confuso in questo periodo-.
-E perché mai? Ti mancava forse Hogwarts?-.
-Si, ma è solo che sono reintegrato, e non è questo il problema-.
-E allora qual è? La partita contro i Corvonero di domani sera? O forse il fatto che questa notte si giochi Serpeverde-Tassorosso che può designare la prima vera pretendente alla Coppa?-.
-No, non è neanche questo-.
-E cosa ci può essere di più difficile di queste opzioni?-.
Harry stava cercando le parole giuste, e alla fine disse semplicemente una parola -Ragazze!-.
-Ah ecco!- disse Ron -C’è l’avevo sulla punta della lingua. Ma non preoccuparti, certo non sono un esperto in questa materia, ma dimmi tutto-.
-Non sei esperto in questa materia? Ma se sei riuscito a conquistarti Hermione?-.
-Bè, se vuoi la mia opinione, non so come ha fatto una principessa come lei, a mettersi con un troll come me-.
-Andiamo non dire cazzate! Ricordi quella volta che….-.
-Ma non stavamo parlando di te?- chiese Ron.
-Ah, giusto!-, -Su forza, racconta- lo incoraggiò il Weasley.
-Lo sai, che in quei mesi che precedevano la nostra fuga da Hogwarts, ero insieme a Pansy?-.
-Certo, che domande fai? Eri innamorato perso di lei, soprattutto quando eravamo in latitanza-.
-Si, è vero- ma non voleva dirgli di Ginny, così cercò di trovare delle scappatoie -Comunque, sono uscito con una ragazza, e con quella ragazza ci siamo baciati più volte-.
-E chi sarebbe?- chiese Ron.
“Merda!” pensò Harry, “Ed ora cosa gli dico?”, -Ho capito!- disse Ron.
-Cosa?- disse Harry tornando alla realtà.
-Vuoi ancora lasciartelo segreto perché non sai quello che provi per lei vero?-.
“In parte aveva ragione” pensò Harry “Non sapeva cosa provava veramente per Ginny” -Esatto!-.
-E….?- chiese ancora Ron.
-Sono ancora innamorato di Pansy-.
-Credevo che ti piacesse l’altra-.
-Si, insomma, mi piacciono entrambe- disse Harry velocemente.
-Io ti consiglierei di scegliere l’altra, visto quello che ha fatto Parkinson-.
-Si ma non è questo il problema!- disse Harry, spiazzando del tutto Ron -E allora?- chiese il rosso sempre più confuso.
-C’è un’altra ragazza-.
-COSA?!- disse Ron urlando.
-Sssssh, abbassa la voce!- disse Harry.
-Oh scusa Harry-.
-Stavo dicendo, quella ragazza mi ha fatto un occhiolino quando uscivo-.
-Davvero? E com’è?- chiese Ron curioso.
-E’ una ragazza molto più grande di me, e sta affrontando il suo penultimo anno ad Hogwarts-.
-Una del sesto anno?! Miseriaccia Harry!>> Ron voleva saperne ancora di più, ed Harry glielo disse chiaramente che la ragazza era -Alicia Spinnet-.
-Miseriaccia! Per le Mutande Chiazzate di Merlino Harry! Te ne rendi conto che quella ragazza è una bomba! Ti consiglio certamente lei!-.
-Si ma come faccio con G…. voglio dire l’altra ragazza?-.
-Harry, come mi aveva detto Hermione la prima volta che lo baciata rivelandogli che mi piaceva una ragazza, ma era sottointeso che era lei, ti dico di seguire il cuore e l’istinto-.
Harry ci ragionò su un momento, -Certo è un po’ smancerioso ma- cercò di giustificarsi Ron ma Harry lo trattenne subito.
-Non preoccuparti amico, mi hai dato un ottimo consiglio-, si diedero il cinque, e poi passarono il resto della giornata giocando a scacchi.
Harry, quando si coricò nel letto, aveva certamente le idee un po’ più chiare.

La mattina dopo si svegliò di buon mattino, verso le 9:00, e sapeva, che fra poco si sarebbe giocata la partita tra Serpeverde e Tassorosso, sapendo che se Serpeverde avesse vinto si sarebbe designata come la prima pretendente alla Coppa di Quidditch.
Svegliò subito Ron, con molta fatica visto che voleva rimanersene a letto visto che era una riserva ma comunque convocato. Avrebbe voluto svegliare a Neville, Seamus e Dean che però si erano già alzati prima di loro evidentemente, visto che i loro letti erano vuoti.
-Dove credi che siano andati?- chiese Ron mezzo-addormentato.
-Non saprei, non li vedo e parlo da dopo gli esami- gli rispose Harry.
-Miseriaccia!- disse Ron che era andato ad affacciarsi alla finestra.
-Cosa?- chiese Harry raggiungendo e guardando Ron: non disse una parola.
-Ron mi spieghi perché sei incantato come se avessi appena visto un Ungaro Spinato alla finestra?-, alla fine indicò lo stadio, che però era completamente transennato.
Cercarono di scendere subito verso il Campo, ma quando arrivarono alla Sala Grande, li fermò subito Baston -Dove vorreste andare?- chiese loro il Capitano della squadra Rosso-Oro.
-Al Campo da Quidditch; non hai visto in che stato era?- chiese Harry.
Si l’ho già visto prima di voi, andiamo a sederci, e vi spiego tutto-, così i tre si avviarono alla tavolata dei Grifondoro.
Molti salutarono Harry e Ron, cercando di fermarli per fargli un autografo ai bambini del primo anno. Baston, dopo il settimo bambino di fila nell’arco di due metri, si spazientì, prendendoli per le magliette e portandoli di peso al tavolo.
-Ehi!- protestò Ron -Era un normale autografo-.
-Peccato che fosse il settimo di fila!- disse Baston.
Passarono alcuni attimi di silenzio prima che Baston potesse riaprire la bocca -Dunque, mi stavate chiedendo perché il Campo era in quelle condizioni- disse lui prendendo e addentando un pezzo di pane con marmellata -Mangiate qualcosa, vi farà bene!- disse nuovamente lui.
E così fecero Harry e Ron che si erano accorti di avere una grande fame.
-Dicevi Baston?- disse Harry quando stava per bere un sorso di succo d’arancia.
-Il Campo è transennato a causa delle partite contro i Cannoni di Chudley e i Wallgong-.
-Ma perché?- chiese Harry non comprendendo e accettando la cosa.
-E’ successo stamattina, con la professoressa McGranitt che è entrata nella mia stanza, dicendomi di vestirmi e di recarmi subito nell’ufficio del Preside. Detto, Fatto! Quando arrivai, vidi Flith, Diggory e Davies, chiedendomi perché aveva convocato noi Capitani. Nuovamente detto, fatto. E così ci aveva rassicurato che per le partite di chiusura si sarebbe potuto continuare a giocare nel normale stadio, che dovrebbe essere circa due volte più grande del normale solo per il periodo in cui quelle squadre rimarranno, visto che arriveranno i Supporters e mi hanno predetto che c’è ne saranno a centinaia. E poi anche perché, devono organizzare delle coreografie-.
-Coreografie?- chiese Ron.
-Già; in pratica è un gruppo di volontari che vuole cercare di costruire coreografie come quelle dei tifosi delle grandi squadre di Quidditch, non solo d’Inghilterra, ma di tutto il mondo-.
-Potremmo andarci anche noi Ron- propose Harry -Almeno per vedere come sarà-.
-Credo che questo non lo si possa fare-.
-E perché?- chiese Ron prendendo un po’ di biscotti al cioccolato.
-Primo, le iscrizioni finiranno dopo pranzo, secondo, chi vuole partecipare alle selezioni per entrare in squadra, dovrà assistere alla manifestazione della coreografia nella partita. Quindi avete due opzioni. O andare ad iscrivervi subito insieme alle persone che penseranno alle coreografie e non giocare, oppure andare alle selezione e passarle o no-.
Harry e Ron si guardarono, e non volevano farsi perdere l’occasione di giocare contro Campioni come lo Spagnolo Delgado dei Cannoni di Chudley o Emerton dei Wallgong. Harry voleva farsi valere!
-Da quello che vedo nelle vostre facce- disse Baston -Penso proprio che vogliate giocarvela-.
-Ovvio- disse Harry.
-E poi per te Ron, c’è un motivo in più- disse Baston.
Ron diventò un po’ rosso, ma si sapeva quanto ci tenesse a giocare contro la sua squadra del cuore, ovvero i Cannoni di Chudley. Baston fece per andarsene, però doveva chiedergli dove si doveva giocare la partita di oggi.
Baston si mise una mano sulla fronte come segno che se ne era completamente dimenticato e disse -Alla Palude di Queerditch-.
-E come cavolacci credono che ci arriveremo in quel posto dimenticato da tutto il Mondo Magico e Babbano?- chiese Ron.
-Secondo le informazioni che Silente ha dato a Flith e Diggory, useranno i giocatori una Passaporta per squadra, e poi gli spettatori useranno la Smaterializzazione i maggiorenni, mentre i minorenni useranno gli insegnanti. Mi pare però, che i giocatori siano già andati alla Palude per riscaldarsi-.
-Ma quel “Campo” se vogliamo chiamarlo così, non è stato proibito per giocare a Quidditch?- chiese Harry aggiungendo -Insomma, in pratica è, come dice il nome, una Palude-.
-Si, ma solo per quello professionistico- disse Baston.
Dopo aver finito la colazione, si recarono direttamente in giardino Harry e Ron, dopo aver salutato Baston; il tempo era buono fortunatamente, e speravano che non piovesse alla Palude.
-Allora- chiese Harry rivolto a Ron, mentre si stavano per incamminare nel lunghissimo Ponte.
-Come vanno le cose tra te ed Hermione?-, a quella domanda, Harry lo chiese con un po’ di titubanza, visto che non parlavano di Hermione da quella notte fuori dalla tenda nella Foresta.
-Hermione?- chiese Ron.
-Si di Hermione- disse Harry.
-Bè, vanno abbastanza bene le cose tra noi due. Ora che ci siamo riuniti non ci stacchiamo più, ovviamente a volte litighiamo, ma poi si fa pace nel modo giusto intendo-, questo fece ridere abbastanza ad Harry.


Quando arrivarono alla fine del ponte, notarono che c’era abbastanza gente attorno a quello che parevano professori. Si poteva intravedere la figura di Albus Silente, ma anche quella di Severus Piton e Minerva McGranitt.
Molto più difficile era intravedere l’ordinato ma basso Vitious.
-Potter, Weasley!- li chiamò la McGranitt in mezzo alla folla, -Si professoressa?- chiese Harry.
-Volevo solo sapere- disse lei urlando come una pazza a causa del gran frastuono che c’era in quella zona -Se dovevate assistere alla partita-.
-Certo!- risposero insieme i due Grifondoro.
-Bene, allora prendete questa-.
-Che cosa sarebbe?- chiese Ron; aveva tutta l’aria di essere una piccola penna blu per Babbani.
-E’ una penna Weasley-.
-Una cosa?-.
-La usano le persone come i miei zii per scrivere Ron- gli spiegò Harry.
-E perché professoressa, ci da una penna?- chiese Ron estremamente confuso.
-Perché in realtà, è una Passaporta che porterà direttamente alla Palude di Queerditch; noi professori, abbiamo pensato che voi cinque siate abbastanza responsabili per viaggiare tramite Passaporta visto quello che vi è capitato quest’anno-.
-Scusi professoressa, ha detto per caso “Voi Cinque”- chiese Harry.
-Esattamente Potter, vedi ci sono anche i signori Paciock, Thomas e Finnigan- disse la Direttrice della Casa Grifondoro, che chiamò subito gli altri tre Grifondoro.
-Non crediate di essere gli unici, signorini- aggiunse di nuovo lei -Stiamo affidando, noi professori, queste speciali Passaporte a chi secondo noi sono i più responsabili. Ovviamente per cercare di fare meno viaggi possibili tre la Palude e Queerditch-.
-Come la si aziona?- chiese Neville.
-Vi porterà subito alla Palude, ma per farla azionare dovete dire insieme “Pallini Acidi”-.
-Pallini Acidi?- chiese Dean.
-Si Thomas, non chiedermi il perché. Idea di Silente!- disse lei poi allontanandosi.
-Bene, tutti pronti?- chiese Harry, vedendo gli amici far cenno di si. -Uno…. Due…. Tre!- disse nuovamente Harry, per poi dire tutti insieme -Pallini Acidi!-. Harry non se ne accorse neanche che non si trovava più nel manto erboso dei giardini di Hogwarts, ma in quelli della Palude di Queerditch.                                 

 

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Capitolo 21
*** Eventi misti ***


Capitolo 21: Eventi misti

-Dunque, il Campo di Quidditch è da quella parte!- disse a gran voce la professoressa McGranitt -Per le tribune alte dovrete usare delle scale per poterci salire-. Harry poteva constatare, seppure mezza-palude, il Campo era in un ottimo stato. Purtroppo non poteva dire un gran che del tempo; non c’era alcun raggio di sole, solo nuvole nel cielo.
Comunque, insieme a Dean, Seamus, Neville e Ron, Harry raggiunse in pochi minuti le tribune più alte; si poteva sentire una piccola quantità di vento, mentre poteva vedere le figure di tutto il corpo insegnanti. Lo stadio era leggermente vuoto, a causa dei problemi di trasporto degli studenti da parte degli insegnanti, però la voce del telecronista Lee Jordan echeggiò in tutto lo stadio.
-Buongiorno studenti e buongiorno insegnanti, benvenuti alla seconda giornata del Campionato di Quidditch. Come potete constatare non ci troviamo ad Hogwarts, ma ci troviamo nella bella Palude di Queerditch, che ha potuto assistere a tanti bellissimi scontri tra squadre leggendarie Inglesi. Il tempo non è dei migliori, le nuvole dominano il cielo ma il Quidditch non si ferma neanche davanti ad un temporale.
Oggi si gioca Serpeverde contro Tassorosso, dove hanno avuto differenti verdetti dalla partita di inaugurazione: Tassorosso che ha subìto, come era previsto sulla carta, ad una schiacciante sconfitta contro i Grifondoro, mentre i Serpeverde, hanno avuto una vittoria estremamente fortunosa contro i talentuosi Corvonero. Oggi sarà una partita importante per i Verde-Argento della Casata di Salazar Serpeverde, perché se vincono, potranno avere accesso alle pretendenti per la Coppa.
Ma ecco le squadre che entrano sul terreno di gioco: i Serpeverde che volano sopra le loro Nimbus 2001, non potranno fare affidamento al loro Cacciatore, Graham Montague squalificato. Mentre nelle file dei Tassorosso manca il loro numero 13 Zacharias Smith anche lui Cacciatore. Le formazioni sono le seguenti: Serpeverde che decidono di cambiare il portiere titolare, passando da Bletchley al numero 12 che tutt’ora frequenta il quarto anno Isaac Green, mentre i Battitori saranno ancora una volta Vincent Tiger e Gregory Goyle, il Cercatore è sempre Draco Malfoy, mentre i Cacciatori Zabini, che prende il posto di Montague, e Pucey saranno guidati dal capitano Flith.
Mentre i Tassorosso tengono il loro portiere Fleet, più i soliti Battitori ovvero O’Flaherty e Rickett, i Cacciatori saranno Preece, McMillan che sostituisce Smith e Summerby, e tutta la squadra, sarà guidata dal loro Cercatore e Capitano Cedric Diggory. Come sempre, la partita sarà arbitrata da Madama Bumb, che lancia subito la pluffa e la partita può avere finalmente inizio con i Tassorosso che si giocano l’ultima possibilità di poter competere per la Coppa, mentre i Serpeverde la prima vera opportunità per passare in solitaria davanti a tutte le Case.
Proprio i Serpeverde si fanno subito avanti con il loro numero 11 Zabini, che riesce a scambiare con Pucey, ma viene subito stoppato da un bolide preciso di Rickett. Così i Tassorosso passano all’attacco con McMillan, che pare fosse riuscito ad entrare in squadra solo perché erano a corto di uomini, ed ora la pluffa gli scivola dalle mani provocando risate nel pubblico- invece che ridere, il pubblico Serpeverde, stava riempiendo di fischi il povero Ernie, che sentiva il peso della pressione, pensò Harry; ovviamente tifava per i Tassorosso, ma sia sulla carta che sul campo, i Serpeverde erano tutta un’altra cosa.
-Attenzione Pucey, ancora lui con la pluffa in mano, se ne porta via tre, tira ed è Gol! Serpeverde in vantaggio con il numero 10 Adrian Pucey. 10 a 0 per i Verde-Argento e vediamo se ora ci sarà reazione da parte dei Tassorosso che provano ad attaccare con Preece, che l’appoggia per Summerby, riesce a portarsene via uno, poi due, schiva un bolide di Goyle, è davanti agli anelli, fa partire il tiro col braccio destro…. La para!
Green si esibisce in una grande parata nell’anello alla sua sinistra. Pluffa per il capitano Marcus Flith che riesce a lanciare lungo per Zabini, che riesce a toccarla con la punta delle dita creando una traiettoria favorevole per Pucey che prende la pluffa, viene subito circondato da McMillan, Summerby e dal Battitore O’Flaherty.
C’è libero Zabini al centro, anche il capitano Flith è libero dietro Pucey, che è fermo e non sa cosa fare. Il pubblico fischia-.
-Ma che miseriaccia sta facendo?- esclamò Ron che protestava contro quell’atteggiamento del numero 10.
-Attenzione, Pucey tira da fermo nell’anello più basso…. GOL! Bellissimo! Ha incrociato un tiro incredibile, e adesso zittisce il pubblico. Dunque 20 a 0 per i Serpeverde, che pare possa condurre la partita senza problemi-.
-Ehi che diavolo è quello?- chiese Baston indicando il cielo: Draco Malfoy e Cedric Diggory stavano ingaggiando un duello per poter conquistare il boccino con Lee Jordan che li seguiva in telecronaca -Attenzione, Diggory prova a portare fuori orbita Malfoy, che però regge. Si alzano verso il cielo, avvicinandosi ad una torretta; il boccino pare che ora scenda in picchiata. Per poco Malfoy non viene colpito da un bolide del suo stesso compagno, ovvero Tiger, che però riesce a prendere Diggory, che va a finire dietro Malfoy, che pare possa distaccare, infatti il giovane numero 7 Serpeverde riesce ad avvicinarsi sempre di più al boccino, e proprio sotto la curva occupata proprio in maggioranza da tifosi Verde-Argento, riesce a prendere il boccino d’oro che conferisce 150 punti in più alla squadra di Flith e compagni facendola vincere per 190 a 0, siccome vi sono stati altri due gol da parte di Blaise Zabini.
Al Grifondoro questa sera, servirà assolutamente una vittoria per rimanere in corsa, e per poter affrontare i Serpeverde a pari punti nell’ultima giornata-.
E con questo si chiuse una breve e poco emozionante partita con Harry che non vedeva l’ora di mettersi in mostra quella sera. -Cavolacci- disse Ron quando entrò nel Dormitorio -Come faremo? Insomma, stiamo per giocare contro i Corvonero che ha sorpreso tutta Hogwarts con il suo gioco; certo Chang non sarà una grande Cercatrice, ma con in Serpeverde stavano per vincere solo con i gol se non fosse stato per Malfoy-.
-Non pensarci- disse Harry pensieroso.
-Non pensarci?- chiese Ron stupito -Insomma come posso non pensarci? Se non vinciamo con tutte le probabilità potremmo dire addio alla Coppa-.
Ron era schiacciato completamente dalla pressione, questo lo si poteva assolutamente notare, visto che nei minuti successivi non riusciva a stare zitto e fermo per un secondo. -Basta, io mi faccio un giro!- disse Harry, che non ne poteva più di dover rispondere a domande che non avevano senso, o la cui risposta la si poteva capire direttamente dalla domanda, o era scontata.
L’unico posto, in cui si sentiva a suo agio, era certamente il Campo da Quidditch; come arrivò, le transenne erano vuote, ma ci si poteva entrare solo quando doveva aver luogo la partita di quella sera. Era scritto tutto nel cartello: “Il Campo da Quidditch, verrà riaperto in occasione della partita del 4 Gennaio tra Grifondoro e Corvonero. Con ossequi saluti, Albus Silente”.
-E ora?- pensò Harry a voce alta; sicuramente Hogwarts era molto grande e vasta. -Potrei andare al Lago- si propose da solo, ma poi pensò che faceva troppo freddo per rimanere vicino alla riva. Pensò alla Stanza delle Necessità, ma era ancora completamente distrutta. Di certo non aveva voglia di frequentare Hagrid e i suoi biscotti duri come la roccia, si sarebbe recato presso il Guardiacaccia insieme a Ron ed Hermione.
Aveva bisogno di un posto che non visitava quasi nessuno, dove poter rimanere con i suoi pensieri; sicuramente non la Biblioteca. Gli era venuto in mente  chiedere a Ginny di uscire, ma lei ed Hermione stavano finendo i compiti del fine settimana. Era passato di fronte alla Sala Grande; ci entrò, e vide che era vuota.
Vide una porta piccola-piccola in fondo alla lunga sala, esattamente dietro la sedia dove vi sedeva a pranzo e cena, il professor Piton. “Ma certo” pensò Harry “La Sala dei Trofei”; certo, veniva ripulita dagl’elfi domestici, ma solo di notte, e alla partita mancavano un sacco di ore, poteva recarsi li per rimanere un po’ in pace.

Percorse la Sala Grande più velocemente che poteva, ma quando arrivò alla porta, essa era chiusa.
Così fu costretto ad utilizzare la sua fedelissima bacchetta magica per aprirla, pronunciando -Alohomora!- e toccando la maniglia, essa di aprì come se vi fosse una chiave invisibile, ed entrò. Percorse la lunga scalinata in pietra e poi vide un grande fuoco acceso nel caminetto, tanti trofei colorati in bronzo, argento e oro su tutti gli scaffali, e alcune finestre che davano una leggera luce alla sala. Non c’erano sedie, ma per fortuna c’erano le scale.
Ron aveva ragione, era difficile non pensare alla partita, per non pensare alle altre cose a cui Harry aveva da pensare. Non sapeva se scegliere Ginny o Alicia, non poteva tirare una moneta, anche se in quel momento l’avrebbe fatto volentieri. “Perché proprio a me?” pensò Harry “Dovrei parlarne con Hermione”.
-Si!- si disse auto-convincendosi, “Hermione saprà darmi la risposta, o almeno aiutarmi a trovarla”. Così, poteva rimanere un po’ in pace, e pensare ai piaceri della vita. Pensare che poteva giocarsi la possibilità di giocare contro campioni come Emerton e Kewell dei Wallgong Warriors, oppure contro altri campioni come Delgado, Alì e Young dei Cannoni di Chudley; riusciva a immaginarsi di poter dare una stretta di mano agli allenatori delle squadre, riuscire a prenderne il boccino e far vincere Hogwarts, e dedicargli un premio speciale. Ma quelli, per ora, erano solo pensieri, sogni nella sua testa. Passava e ripassava davanti al premio di uno dei migliori Cercatori che Grifondoro e Hogwarts abbiano mai avuto “James Potter”.
Harry sognava di essere sistemata tramite un trofeo, una dedica o qualsiasi forma di premio o trofeo esistemte, accanto a quello del padre. Ma quei pensieri, furono interrotti da parte dello stesso Harry che vide entrare un’altra persona nella stanza.
-Ciao Harry!- disse con un sorriso in faccia la ragazza Grifondoro.
-Ciao Alicia!- disse Harry alzando la mano.
-Anche tu qui?- chiese Alicia guardando il fuoco -Ci vengo sempre qui quando ho bisogno di pensare-, Harry non sapeva che rispondere o che dire, -Pronto per la partita di questa sera Harry?- chiese lei.
-Ehm, si, almeno credo di esserlo-.
-Dovresti sentire il tuo amico Ron nel vostro Dormitorio, non riesce a starsi zitto!-.
-Oh- disse Harry abbozzando un sorriso -Lui non è abituato a sentire così tanto la pressione-.
Lei sorrise; Harry doveva ammetterlo, quella ragazza era uno schianto, ed è difficile rifiutare una ragazza così. Ma si è messo in un dilemma come quello di inizio anno, ovvero Pansy o Ginny? Adesso invece era in un altro dilemma, Ginny o Alicia? -Harry, ma perché sei fermo lì?- chiese Alicia che si era seduta nelle scale. Harry si sentì un po’ idiota, visto che di colpo si era ricordato che aveva fatto una faccia pensierosissima, quasi come se fosse incantato.
-E-ecco…. I-io- cercò di giustificarsi -Stavo…. Ehm.. stavo guardando il premio di padre-.
Alicia presa in preda alla curiosità gli si avvicinò leggendo che il padre di Harry, “James”, aveva il premio di miglior Cercatore.
-Bè, vedo che la cosa è ereditaria- disse lei facendo felice Harry. Non si sentiva a suo agio a parlare di suo padre, e sarebbe stata la stessa cosa per sua madre, ma quella battuta era alquanto divertente.
-Ti mancano vero?- gli chiese Alicia.
-Si, ogni giorno- rispose Harry continuando -Certe volte, mi sento solo, e fortunatamente ci sono gli amici, ma ci sono altre occasioni, che nemmeno gli amici possono riuscire a risolvere, cose che solo i miei genitori potrebbero dirmi,  e così eccomi qua- disse Harry sospirando -A pensare, in una stanza in mezzo a tutta Hogwarts, in modo che nessuno mi disturbi- aveva la faccia un po’ rattristata, e fu così che Alicia gli prese la mano.
Non c’era bisogno di parlare per capire che in quel momento lei era veramente dispiaciuta per lui.
-E tu?- chiese Harry -Perché sei venuta qui?-.
Alicia si fece di un colorito roseo in faccia, di chiaro imbarazzo, -Anch’io vengo qui per pensare Harry. A tante cose-.
-E quali?- chiese Harry; subito se ne pentì della cosa, visto che stava chiedendo una cosa troppo personale -Cioè, se tu non vuoi dirmela posso capire- si affrettò a dire Harry.
-Non preoccuparti- gli disse lei, si stavano ancora tenendo per mano, non si erano ancora staccati, ed Harry non capiva se era lei che lo voleva o lui stesso.
-Io di solito, ho poche cose a cui pensare- continuò lei -Lo studio, il Quidditch e tante altre cose, me le tengo fra me e le mie migliori amiche, ma c’è un semplice logico motivo sul perché sono venuta qua-.
-E, q-quale sarebbe?- chiese Harry un po’ incerto.
Lei non rispose, guardò Harry, ed Harry guardò lei; così vicini non lo erano mai stati sicuramente. Solo in quel momento, Harry si rese conto che lei ed Alicia Spinnet si stavano baciando.
Harry riusciva e cercava di assaporare ogni momento: i suoi capelli, le sue mani, lingua, corpo, forme, vestiti e tante altre cose: stessa cosa per lei. Entrambi stavano ricambiando, e non dispiaceva a nessuno dei due. Quel bacio non durò poco, anche perché, con lei retta da un muro e con Harry davanti, faceva si che potessero rimanere attaccati per molto tempo.
Ad Harry non importava niente se li avrebbero beccati, chiunque poteva vederli, ma non importava nemmeno ad Alicia, che faceva vedere tutta la sua esperienza. Quando di staccarono lei appoggiò la sua testa alla spalla di lui.
-Alicia- disse Harry.
-Si?- chiese lei.
-Perché l’hai fatto?-, lei rimase un po’ in silenzio -Perché mi piaci-.
-Sei sicura che non ti piaccia qualcun altro?-.
-Prima di baciarti, mi piaceva Baston-.
-E perché hai scelto me, invece che lui?-.
-Io…. non lo so- disse lei incerta -E’ stato l’istinto a dirmelo Harry-.
Harry ci stava pensando, Alicia o Ginny? Spinnet o Weasley? -Alicia, tu non mi vuoi, io non ti piaccio- disse Harry all’improvviso.
-Cosa intendi dire Harry?- chiese lei guardandolo in faccia.
-Io ti piaccio solo per la mia storia e per quello che quest’anno è successo. Solo per questo-.
-Stai dicendo, che sono una specie di prostituta che ama e che è attratta dai famosi?- chiese lei calma.
-No! Non dico questo- disse Harry, anche lui calmo, -E’ l’istinto-.
Alicia andò a sedersi e pensare -Cosa ti fa pensare, che quello che abbiamo fatto sia solo una stupidaggine?-.
-Alicia, tu sei una bella ragazza, quello che abbiamo fatto non è stata una stupidaggine, e ti ripeto che non sei una prostituta, e non te lo direi mai. Ma io voglio solo rimanere come siamo rimasti fino ad oggi, amici e compagni di squadra-.
-Pensi ad una ragazza?- gli chiese lei sorridendo, -Si-.
-Ed è quella che penso io?-, -Si-.
-Lei è fortunata, ma se ne accorta di te?-.
-Ci sto provando- disse Harry col sorriso in faccia.
-Scusami Harry per questa cosa-.
-Non devi scusarti, te lo già detto che non mi è dispiaciuto!-.
Alicia lo guardò di nuovo, felice, -Mi hai fatto capire che-.
-Che ti piaceva Baston?- chiese Harry, -Si- disse lei imbarazzata.
-Non diventare rossa per questo- disse Harry -Tutti sappiamo amare un persona, ed normale che si rifiuti o ricambi-.
-Sei un grande Harry- rispose lei alzandosi -E per favore, cerca di prendere il boccino il più presto possibile-.
-Me lo ricorderò- rispose Harry.
-Ma ricordati anche di questo- disse lei baciandolo di nuovo.
Stavolta era diverso, e lei lasciava più accesso ad Harry, e lui a lei. -Harry?- chiese una terza persona.

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Capitolo 22
*** Chiarimenti e Quidditch ***


Capitolo 22: Chiarimenti e Quidditch

Subito i due si staccarono, ed il ragazzo vide la figura di Hermione sconvolta davanti a loro.
-Ciao- disse Alicia correndo su per le scale.
Hermione, quando vide Alicia sparire dietro la porta si avvicinò ad Harry -Che diavolo ti è saltato in mente Harry?-.
-E-ecco, io-.
-Hai baciato Alicia, quando Ginny mi ha appena detto che vi eravate baciati la sera prima, ed ora ti vedo appiccicato ad una ragazza del sesto anno, la vuoi nuovamente prendere per il culo?!- chiese lei tutta d’un fiato ad alta voce.
-Hermione, posso spiegarti tutto, ma prima volevo chiederti se sei sola-.
-Certo che sono sola per la miseria- disse lei -Incomincia-a-spiegarmi-ogni-cosa-Harry-Potter!- disse lei sillabando ogni lettera.
Harry raccontò tutto l’accaduto, all’amica, spiegandogli di prima che incontrasse Alicia, e fino a quando lei non entrò.
Fortunatamente lei capì, e fu parecchio sollevata quando Harry gli disse che fra lei e lui non ci sarebbe stato niente, e che tutto quello che era successo sarebbe rimasto dentro la Sala dei Trofei e nella testa di Harry e Alicia.
-Ma che ci facevi qua?- chiese Harry.
-Ecco, i giocatori dei Warriors e Cannoni di Chudley sono arrivati Harry!-.

Harry disse ad Hermione di sbrigarsi, visto che corsero fino al Cortile della Torre dell’Orologio per potersi unire assieme a tutti gli studenti di Hogwarts e dare il benvenuto ai Campioni di Quidditch.
Subito, spuntò l’enorme figura di Rubeus Hagrid, che cercava di contenere l’enorme folla che tentava di dare una occhiata oltre il mezzo-gigante. Si potevano udire le voci dei tanti studenti che urlavano i nomi di ogni singolo giocatore; in mezzo a tutta quella folla, Harry non riusciva a vedere niente, ed Hermione se ne stava dietro di lui a guardare il vuoto, siccome a lei non gli interessava gran che la cosa.
Improvvisamente, tutti si diressero verso la Sala Grande, che come poteva constatare Harry, era priva di tavoli e sedie, ma solo di tante poltrone dove di solito c’era il tavolo degl’insegnanti.
-Silenzio studenti!- cercò di calmare le grida Silente -Ragazzi, per favore, grazie- la folla tacque -Volevo aggiungere, che avremmo voluto fare questa presentazione quest’oggi a cena, ma vedo che tutta la scuola sia già qui; perciò voglio dare con immenso onore, il benvenuto a queste due grandi squadre- e subito si scatenò un grande putiferio pieno di fischi e applausi -Ora, vorrei dare la parola ai due presidenti delle rispettive squadre-.
Il primo a parlare, fu il presidente dei Cannoni di Chudley, Amos Moyes, un tipo abbastanza alto, con una età compresa fra i 50-55 anni, vestiva elegante con pantaloni in seta e grande giubbotto verde muschio per ripararsi dal freddo; inoltre i suoi capelli non presentavano alcun colorito grigio, completamente nera:
-Per prima cosa, vorrei tanto ringraziare Albus Silente, per la sua gentilezza nel poterci ospitare in questo bellissimo castello, per seconda cosa vorrei ringraziare voi studenti, che siete numerosissimi, e noi non ci aspettavamo un’accoglienza così grande- ancora una sacco di baccano, c’era da tapparsi le orecchie -Volevo, inoltre, ringraziare il mio amico e presidente dei Warriors, Jim Walcott, per aver accettato questa sfida assieme ai suoi ragazzi-, così passò la parola a quest’ultimo, scambiandosi prima un amichevole abbraccio.
Walcott era alto quasi quanto Moyes, ma a differenza di quest’ultimo, esso aveva una testa completamente grigia, aveva una età compresa tra i 60-63 anni, e vestiva con una comoda canadese color blu:
-Grazie tante Amos; è un grande piacere vedere tante facce come le vostre, appassionate per questo sport e super-eccitati di vedere la mia squadra e quella di Amos. Volevo dire che a prima vista potremmo passare un bel periodo qui ad Hogwarts, e non vedo l’ora di cominciare- terminati questi piccolissimi discorsi, Silente invitò le squadre a poter vedere la partita tra Grifondoro e Corvonero che si sarebbe giocata tra qualche ora.
Quando si udirono le parole dei giocatori accettare, Harry riusciva a sentire dentro se stesso felicità, ma anche pressione, sarebbe stato bello farsi notare da due grandi squadre Inglesi, ma non gli andava di fare una figuraccia. Quando entrò nella Sala Comune vide subito l’intera squadra di Quidditch riunita vicina al fuoco: Fred, George, Baston, Angelina, Alicia, Katie, Ron e altri quattro ragazzi che non aveva mai visto.
Comunque Harry, si aggiunse subito al gruppo sedendosi vicino a Ron; Baston fece una bella ramanzina a tutta la squadra -Allora, non voglio distrazioni ragazzi, la partita sapevamo già che non è semplice, e probabilmente la presenza delle società potrà metterci sotto-pressione, ma io vi dico di non dovervi preoccupare, giocate normalmente, come se nello stadio ci fossero solo i Corvonero; e non provate qualche acrobazia, non dovete mostrarmi di essere campioni, perché per giocare bene a Quidditch, serve determinazione, voglia di giocare e passione.
Ora, ho deciso di effettuare qua la riunione pre-partita, perché qui non ci sono orecchie troppo curiose, e soprattutto perché allo stadio, ci sarà una gran baccano. Come potete vedere ci sono altri quattro elementi nuovi in squadra, ho deciso di prendere delle riserve siccome i Corvonero giocheranno di velocità nel volo e passaggi sia corti che lunghi, ma molto rapidi: perciò date il benvenuto al terzo portiere e numero 13 Freddy Harris-, Freddy era un ragazzo del terzo anno come Harry e Ron: completamente biondo e qualche centimetro più alto di Ron, “E già Ron è abbastanza alto così” pensò Harry.
-Poi la riserva del famoso Harry Potter, sarà col numero 40 Wayne Robins-, “Riserva?” pensò Harry, “Io non ho assolutamente bisogno di una riserva!”, Wayne era molto sottile di fisico, perfetto per un Cercatore, -Mentre abbiamo i Cacciatori Alan Evans col numero 14, e Hank Wood col numero 69; in caso di necessità entreranno in campo a darci una mano, perciò facciamogli un bel benvenuto- i quattro furono accolti da un leggerissimo applauso di tutta la squadra.
Baston, continuò leggendo la formazione della partita di quella sera -Ho cambiato qualcosina, ma non ci sono grandi novità. In porta, giocherò io, mentre i Battitori saranno sempre Fred e George, i Cacciatori, o dovrei dire Cacciatrici, saranno Angelina centrale, a sinistra Alicia e a destra Katie. Il Cercatore invece sarà sempre Harry. Il resto giocherà in panchina, e ricordate: per i Battitori, voglio bolidi ogni volta che tentano di ripartire, e lo faranno spessissimo, per le Cacciatrici, attenzione ai bolidi di McDougal e Ackerley e freddezza sotto davanti, dietro, sotto o sopra gli anelli. Mentre il nostro giovane Cercatore, cerca, trova e prendi quel maledetto boccino facendoci vincere la partita!-.

In pochi minuti Harry, Ron e l’intera squadra di Quidditch di Grifondoro si ritrovarono al nuovo Campo da Quidditch, con una ampiezza e capienza  incredibilmente aumentata, ed non era del tutto pieno, siccome quei posti li avrebbero occupati, quando sarebbe arrivato il momento, i tifosi dei Cannoni di Chudley e dei Warriors. Comunque quest’ultime squadre erano già ai loro posti.
Era solo un attimo, ed Harry entrò in campo con la sua Firebolt. Il vento era quasi assente, nonostante fosse sera, ed il sole stava per tramontare, e la voce del Grifondoro Lee Jordan, echeggiò nello stadio.
-Buonasera a tutti, sono Lee Jordan al microfono, e quest’oggi saremmo tutti testimoni se Grifondoro potrà arrivare a pari punti con i Serpeverde o se i Corvonero avranno un briciolo di speranza per arrivare primi. Vi leggo le formazioni: per i Corvonero, l’avvio di stagione è stato fantastico dal punto di vista realizzativo con Davies che ha firmato 8 gol per la sua squadra, Corner, Goldstein ed il portiere Belby ne hanno firmati ben due. Nonostante questa massa di gol, contro i Serpeverde hanno perso per 150 a 130 siccome Chang non è riuscita a prendere il Boccino d’Oro.
Infatti si cambia Cercatore che sarà Terry Steeval col numero 11, mentre per il resto la formazione è uguale a quella della giornata inaugurativa, ovvero con  Belby tra gli anelli, i Cacciatori sono Goldstein, Corner ed il capitano Davies, mentre i Battitori saranno i talentuosi Ackerley e McDougal.
I Grifondoro invece potranno contare sull’esperienza del loro portiere e capitano Oliver Baston, mentre i Battitori saranno i gemelli Fred e George Weasley, le Cacciatrici sono Jhonson, Bell e Spinnet, invece il Cercatore è col numero 7, appena tornato sano e salvo dal Ministero della Magia, Harry Potter!-.
Il momentaneo nuovo stadio di Hogwarts è leggermente vuoto a causa dei tifosi mancanti, però si può notare il grande tifo che c’è all’interno.
-Le squadre hanno fatto qualche giro intorno allo stadio per verificarne le condizioni di volo- riprese Lee -Madama Bumb è al centro del campo con la pluffa in mano-, mancava poco, pensò Harry, ancora qualche istante e si saprà se potevano lottare per la Coppa.
-La pluffa viene liberata, e la partita può incominciare, i Cercatori sono subito alla ricerca del boccino, mentre la pluffa è in possesso dei Grifondoro che attaccano sulla corsia laterale sinistra con Bell, che l’appoggia per Jhonson; prova a penetrare nella difesa dei Corvonero, e ci riesce grazie al bolide di Fred, quindi il numero 10 dei Grifondoro è davanti a Belby, subito una occasione per i nostri, cerca l’anello più basso…. BELBY!
Si tuffa e tiene la pluffa tra le mani, e rilancia subito per Davies che combina con Goldstein, attenzione perché il capitano dei Corvonero evita un bolide di Fred, salta secco Spinnet, lancio lungo per il numero 9 Michael Corner leggermente storto ma il Battitore Ackerley la devia quel tanto che basta con la mazza da poter far arrivare il numero 9 davanti a Baston, è tutto solo fa partire il tiro, sembra che provi un pallonetto…. PARATA, ci vuole ben altro per battere Oliver Baston-.
Harry non trovava il boccino, e quanto sembrava nemmeno Steeval -Trovato qualcosa Harry?- gli chiese lui avvicinandosi con un sorriso.
-No niente di che- rispose Harry.
-Non ti ho ancora augurato buona fortuna- disse Steeval porgendogli la mano.
-Anche a te!- disse Harry stringendogliela forte e dividendosi in differenti zone del campo, lo aveva notato anche Lee che subito lo fece notare anche al pubblico -Che sportività, dovrebbero essere così le partite di Quidditch-.
Harry guardò in cima alle Torri alte del Campo, ma niente, anche nelle tribune basse.
-Attenzione ai nostri che attaccano con Alicia Spinnet sulla fascia sinistra, ma viene contrastata dal Bolide forte e preciso di McDougal, permettendo a Goldstein di passarla a Davies che è circondato da Spinnet e Jhonson, però riesce a liberarsene passando sotto di loro, e allora questo è un tre contro uno, Goldstein , Davies e Corner contro Katie Bell, la pluffa la tiene Davies, sono pronti con i loro Bolidi anche Fred e George, ma Davies si ferma.
Arriva Goldstein a sostegno, finta di passarla a quest’ultimo lanciandola in aria liberando così Corner è ancora davanti a Baston, afferra la pluffa la fa partire con Baston che la tocca! Ma è gol, gol dei Corvonero 10 a 0, non può nulla il Bolide arrivato in ritardo sul numero 9 da parte di uno dei gemelli- quest’ultima parte, è stata detta con molta delusione da parte di Lee. Harry era riuscito a vedere qualcosa, ma pare che fosse solo la sua immaginazione, visto che la sua squadra era nettamente sotto, sia nel punteggio, sia nel modo di giocare.
-I Corvonero sembrano avere il controllo della partita, anche perché i Grifondoro dopo il gol di Corner, non sono più ripartiti. Ecco un’altra azione di attacco, questa volta con il numero 10 Antony Goldstein che scarta facile a metà campo Bell, l’appoggia per Davies che vede Baston fuori dagli anelli, e infatti tenta una conclusione da pazzi! La pluffa supera Baston, e fortunatamente si scheggia sul palo centrale.
I Grifondoro stanno nettamente soffrendo, e infatti Baston prova ad incitare la squadra che non reagisce. Pluffa allargata per Jhonson che viene colpita da un Bolide di Ackerley, la pluffa viene conservata tra le mani dei Corvonero, ma Jhonson rimane per terra sul terreno erboso, ma Davies attacca passandola per Goldstein che tenta un uno-due con il Battitore McDougal che tocca la pluffa con la mazza facendola arrivare e Goldstein, dunque uno-due riuscito. Goldstein parte a campo scoperto contro Baston, prova a tirare ugualmente Goldstein! Baston la tocca, ma la pluffa sulla respinta va a Davies, ed è troppo facile per il capitano numero 7 segnare il 20 a 0- Harry però non ascoltò quest’ultima parte, visto che si è precipitato subito su Angelina rimasta a terra.
-Sto bene! Sto bene!- diceva lei.
-No che non stai bene- disse Harry che vedeva la spalla nettamente fuori posto.
-Invece si! Tu preoccupati del boccino- lei provò a rialzarsi, ma questo gli provocò un urlo di dolore che fece rabbrividire Harry.
-Ascolta Angelina, è meglio se ti distendi-, lei così stanca e dolorante si appoggiò a terra.
-Angelina!- disse Fred gettandosi su di lei -Come stai?- gli chiese il Weasley.
-Bene- disse nuovamente lei.
-Hai la spalla nettamente girata e fuori uso, io ti porto in infermeria- disse lui prendendola.
-Cosa? E la partita? La squadra conta su di te!-, -Che si fotta!- disse lui.
Intanto Harry vide che la partita si era fermata, tutti stavano guardando Fred che teneva in braccio Angelina.
Ecco Baston che arrivava -Che succede qui?- chiese il capitano Grifondoro, tutte e due le squadre, riserve comprese, stavano circondando la ferita.
-Baston- incominciò Fred -Ha la spalla rotta, bisogna portarla subito in infermeria-.
-D’accordo, allora chiamo la McGranitt e- ma venne interrotto dal rosso.
-La porto io! Non c’è tempo!-.
-Che diamine stai dicendo?-.
-Te lo ripeto: adesso porto Angelina in infermeria da Madama Chips e la faccio curare-.
-No! Non posso sostituire tutti e due: per Angelina posso chiamare Hank o Alan, ma per te non ho alcun sostituto-.
-Invece si, c’è l’hai fatto in casa- disse lui confondendo tutti.
-Cioè?- chiese Oliver.
-Fatto in casa Weasley!-, gli occhi si posarono tutti su Ron che si guardava intorno auto-indicandosi come un idiota -I-io?- chiese lui.
-Senza offesa, ma Ron non è molto bravo come Battitore-.
-Ha ragione- disse Ron -Faccio letteralmente schifo-.
-Io credo in te fratellino- disse Fred -Certo è un po’ strano! Anche perché condannerai la nostra squadra a sconfitta certa, ma io credo in te!- e detto questo gli lanciò la mazza che prese al volo.
-Io vado- disse Fred dirigendosi verso gli spogliatoi il più velocemente possibile. Tutti erano perplessi e guardavano Ron; nessuno ci credeva -Allora Baston?- chiese Madama Bumb -Cosa vuoi fare? Dare forfait o attuare le sostituzioni?-.
Baston guardò il cielo, poi scrutando attento Ron e la mazza di Fred.
Era molto confuso -D’accordo sostituisco Weasley con Weasley e Jhonson con Evans. George, dai indicazioni a tuo fratello, mentre Alicia e Katie, spiegate le tattiche ad Alan-.
Baston era molto preoccupato, non solo perché Ron non ne sapeva un’acca di come maneggiare una mazza da Battitore, ma anche perché Alan Evans non aveva disputato una sola partita a Quidditch quest’anno.
-Harry- lo chiamò Baston -Sai cosa fare, approfitta di ogni momento per cercare il boccino, anche se ci dovessero essere risse, rigori o anche incidenti, non fermarti! Trova il boccino e prendilo!-.
Così le squadre tornarono in campo con Lee che riprese la telecronaca -Dopo questa pausa, mi informano che il numero 10 dei Grifondoro Angelina Jhonson, è uscita per un problema alla spalla accompagnata da Fred Weasley, dunque doppio cambio. Il nuovo Cacciatore, sarà Evans col numero 14 ed il Battitore sarà Ron Weasley col 12!- Harry si era subito levato in volo cercando in ogni zona del campo, anche vicino ai giocatori.
-La partita pare che non sia cambiata, adesso che Fred non c’è, tocca al gemello George fare tutto il lavoro siccome Ron è in serie difficoltà- ormai Harry stava controllando il campo per la quarta volta senza trovare niente.
Erano passati solo venti minuti dall’interruzione di Angelina, il sole stava tramontando e i Grifondoro erano sotto 110 a 0! -Attenzione Davies, davanti a Baston la passa per Corner che fa il suo terzo gol oggi di testa, 120 a 0, il gioco dei Corvonero funziona e non mostra punti deboli- dopo pochi secondi arriva un altro gol di Corner, più gl’altri di Davies e Goldstein, -Una vera disfatta!- la commentò Lee.
Ma Harry lo vide, vide il Boccino d’Oro nella curva dei Corvonero, era l’ultima speranza e partì subito alla riconcorsa della pallina alata -Attenzione, Harry ha visto il boccino e lo rincorre con Steeval che lo rincorre e lo supera- maledetto Ackerley, pensò Harry, visto che dovendo evitare il Bolide ha perso un sacco di terreno.
-Ecco dunque Steeval, che sembra possa prendere il boccino, ha la mano stirata in avanti, darebbe un risultato di 300 a 0 alla propria squadra- Harry provò a recuperare, il vento gli scompigliava i capelli, ma era troppo lontano.
-Attenzione…. BOLIDE DI WEASLEY! Di Ron Weasley! Prende in pieno Steeval e lo fa cadere! Così Harry può volare verso il boccino tutto solo- c’è l’ha poteva fare, la sua Firebolt era velocissima, il vento lo stava favorendo spingendolo sempre più in avanti verso il boccino.
Tese la mano, si avvicinava sempre di più -La preso! Harry Potter conquista centocinquanta punti per la sua squadra e Grifondoro pareggia 150 a 150. Incredibile, i Corvonero non riescono a trovare il boccino quest’anno come gli anelli. Non è colpa di Steeval, ma Ron Weasley, è riuscito a giocare il suo unico Bolide buono in tutta la partita favorendo l’inserimento di Harry che riesce a prendere il boccino, ed infatti sono tutti ad abbracciare il piccolo Weasley, super-eroico quest’oggi. Quindi la Coppa si deciderà nell’ultima partita contro i Serpeverde, chi vince vincerà tutto. Grifondoro o Serpeverde? Dallo stadio è tutto!-.
Harry era felicissimo! Tutti stavano andando ad abbracciare Ron, che sicuramente senza di lui, non avrebbero agguantato la salvezza. Infatti negli spogliatoi i cori erano tutti per Ron, ma Baston calmò subito gli animi -Calmatevi!- urlò lui.
-Non è giusto festeggiare! Abbiamo giocato malissimo, soprattutto il sottoscritto! Io volevo vincere la partita! Non mi sarei mai aspettato un pareggio; certo, non cambia nulla visto che sia col pareggio che con la vittoria avremmo dovuto aver bisogno di vincere contro i Serpeverde. Ma eravamo ad un passo, ad un passo dal perdere tutto! Fortunatamente Harry ha la sua Firebolt, ma ha giocato male anche lui, visto che ha perso un grande vantaggio. Vi voglio agli allenamenti: tre volte alla settimana, vi farò sapere io orario e giorni. La partita contro i Serpeverde sarà a Maggio! Quindi voglio il massimo impegno!- e detto questo uscirono tutti per dirigersi verso il Castello, con le facce da vincitori ma animi da perdenti.                         

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Capitolo 23
*** La talpa ***


Capitolo 23: La talpa


Nei giorni seguenti, Harry riusciva a vivere la vita come quella di un tempo, era riuscito a trovare quella pace che non vedeva da molto tempo. Riusciva a vedere gli amici, riusciva a frequentare le lezioni a fare i suoi compiti, e copiarne la metà da Hermione.
Però sentiva che c’era qualcosa che non andava in lui, come se gli mancasse qualcosa. A volte si trovava a passeggiare nei corridoi e si soffermava molte volte sulla nuova parete dove un tempo vi compariva la Stanza delle Necessità. Però poi si auto-convinceva che era solo la sua immaginazione. Era ormai il 15 Gennaio, ed Harry si ritrovò nell’aula di Difesa Contro le Arti Oscure, ed il professor Lupin stava introducendo l’argomento sulle Salamandre. Harry e Ron erano seduti nello stesso banco a metà fila.
Harry gli parlò di quello strano vuoto che si sentiva all’interno -Capisci Ron?- parlò lui a sottovoce -Non riesco a spiegarmi il perché. Ci ho provato molte volte, ma alla fine riesco a trovare una scusa per andarmene-. 
-E questo problema ti viene quando sei solo?- chiese il rosso.
-Si, esatto- gli rispose Harry speranzoso che l’amico gli possa trovare una spiegazione logica all’argomento. 
-Bè- incominciò Ron pensandoci sopra -Se ci pensi quando sei solo, rimani sempre in compagnia- disse lui facendone una specie di battuta. 
-Idiota!- rispose Harry amichevolmente.
Ma subito i due dovettero riprendere attenzione alla lezione visto che il professor Lupin gli richiamò -Perché non fatte sapere alla classe quello che stavate farfugliando alla mia ora?- chiese lui. 
-Ehm, è meglio di no- disse Ron. 
-Perché no, Ron?-, Ron ovviamente non sapeva trovare una risposta e bofonchiò qualche parola a caso ed incomprensibile. 
-Ho un idea!- disse Lupin divertito -Vieni qui Ron-, anche se il Wesley ebbe un po’ di incertezza si avvicinò alla cattedra e Lupin gli chiese di estrarre una Salamandra.
Tutti diventarono altamente curiosi, Ron cercò di girarsi per cercare qualche consiglio su come estrarla, ma Lupin lo fece subito girare. Fortunatamente quelle erano piccole Salamandre imbottigliate, potevano sembrare innocue dietro un vetro, pensò Harry, ma prenderle in mano era tutta un’altra cosa. Così Ron aprì il tappo del contenitore guardò il professor Lupin che lo incitò a prenderla.
Purtroppo la Salamandra, quando si trovò sul palmo della mano di Ron, si mise a sputare fuoco, le cui fiamme si appoggiarono, ed incominciarono, a propagarsi nei vestiti del fondoschiena di Ron.
-Aaaaaaaaah!- urlava Ron -Spegnetele! Spegnetele! Mi sto bruciando il sedere!-.
Lupin imbottigliò nuovamente la Salamandra e pronunciando con lieve movimento di bacchetta -Aguamenti!- gettò l’acqua sui pantaloni di Ron spegnendo del tutto le fiamme. Tutta la classe stava morendo dal ridere, persino Harry non riusciva a trattenere le risate e le lacrime quasi.
-Ecco cosa succede se non prendi la Salamandra per la coda Ron- disse Lupin. 
-Mi spiega come facevo a sapere come afferrarla?- gli chiese in leggero tono di protesta. 
-Questo l’avresti saputo se tu ed Harry avreste ascoltato le mie ultime parole invece di chiaccherare chissà che cosa. Ora puoi tornare al tuo posto-.
Ron tornò al suo posto con parte dei pantaloni leggermente carbonizzati -Volevo vedere te al mio posto- disse lui rivolto ad Harry una volta seduto.


La lezione proseguì senza interruzioni, con ogni studente che prestava il massimo ascolto, o almeno faceva finta di farlo.
Alla fine della lezione Harry, Ron ed Hermione si stavano dirigendo con le loro borse verso l’uscita -Scusa Harry!- lo richiamò Lupin -Vorrei parlarti un momento-. 
-Ci vediamo dopo- disse Harry alla coppia -Cos’è che abbiamo?- chiese ancora lui. 
-Mi pare che abbiamo un ora buca- disse Hermione. 
-Va bene ci vediamo più tardi-.
Detto questo si avvicinò alla cattedra del professore, che subito lo invitò a sedersi, -Non preoccuparti Harry- lo rassicurò Lupin -Non sei nei guai.
Volevo solo chiederti perché ti sei messo a parlare con Ron alla mia ora di lezione; perché sei sempre attento alla mia ora, e volevo sapere se c’è qualcosa che ti turba-. 
-Ecco- disse Harry chiedendosi se poteva parlarne con il professore  -In effetti c’è qualcosa che mi turba-. 
-Guarda Harry, al di fuori della scuola, puoi chiedermi qualsiasi cosa, non spiffererei nulla!- disse lui, ed Harry sapeva che le sue parole erano gentili e sincere, come quelle di un bambino.
Così Harry spiegò nuovamente la situazione che gli si era posta da molto tempo. 
-Bè Harry- disse Lupin -Non so cosa sia questa cosa, anche perché non ti conosco abbastanza per poterti dare un giudizio-, Harry assunse una faccia un po’ delusa, ma che era consapevole che non sarebbe stato Lupin a potergli dare la risposta. 
-Però ti posso dare un consiglio- a questo punto Harry era tutto orecchi -Dovresti parlarne con una persona che ti conosca abbastanza bene e di cui ti fidi-.
-Ma ne ho già parlato con Ron-. 
-Si lo so, ma con una che abbia un po’ di, ecco….- stava cercando la parola giusta -Tatto!-. 
-Tatto?- chiese Harry. 
-Si tatto! Che sia un po’ più comprensiva, perché lo so che Ron ti avrà detto una battuta, o qualcosa di poco serio-. 
-E lei come lo sa?- chiese Harry. 
-Si è sentita quel tuo “Idiota” fino alla cattedra- rispose il professore -Cioccolato?- chiese lui offrendogliene una barretta, Harry ne prese un pezzo ringraziandolo. Subito dopo si congedò col professore per dirigersi nei corridoi del Castello.

Si mise a pensare alla persona che l’avrebbe capito più a fondo. ‘’Sinceramente potrei provare a parlarne con Hermione!’’ pensò ‘’Ma anche Draco e Blaise potrebbero aiutarmi’’. Così si mise alla ricerca di uno dei tre personaggi.
Uscì a cercare subito i due con cui si era salutato qualche minuto fa. Partì subito verso la Torre dei Grifondoro, e dopo aver pronunciato la parola d’ordine alla Signora Grassa entrò nella propria Sala Comune e vide che era popolato da molte persone del sesto e settimo anno, intente a studiare.
Così Harry si aggirò tra le persone chiedendo informazioni -Ron ed Hermione?- chiese Baston ad Harry. 
-Si proprio loro, li hai visti?-. 
-No, nessuno dei due, scusa Harry- e detto questo, tornò ad analizzare la sua mappa Astronomica.
Poi vide anche il fratello di Percy, -Scusa se ti disturbo- disse subito Harry -Ma ho bisogno di sapere se hai visto Ron-. 
-Mio fratello? L’ultima volta che l'ho visto era uscito dall’aula del professor Lupin insieme ad Hermione-. 
-E non sai dove sono andati?- chiese nuovamente Harry. 
-Ricordo che si stavano dirigendo verso i piani superiori- rispose il Caposcuola dei Grifondoro dopo aver assunto una espressione pensante. 
-Grazie Percy- disse Harry mettendosi a pensare “Allora, l’ultima volta che li ho visti stavano uscendo dalla classe” pensò “E Percy mi ha detto che si dirigevano verso i piani superiori”.
-Scusa Harry?- chiese una persona alle sue spalle interrompendo i pensieri del moro.
Harry si girò di scatto e vide Calì Patil, -Oh ciao!- disse Harry. 
-Stavi cercando Ron o Hermione?- chiese Calì. 
-Si sai dove sono?-. 
-Bè in un certo senso si- rispose lei. 
-Cioè “in un certo senso”?- chiese Harry. 
-Ecco, loro sono saliti in camera vostra ma-. 
-Fantastico, grazie Calì!- e si catapultò verso la camera con i cinque letti a baldacchino che ospitavano lui, Ron, Nevile, Dean e Seamus senza neanche notare che Calì lo stava richiamando. “E’ troppo importante” pensò lui, voleva togliersi questo fardello di dosso.
Quando però aprì la porta di scatto, capì perché Calì aveva tentato di fermarlo, visto che Ron ed Hermione erano avvinghiati tra di loro, baciandosi appassionatamente, sul letto di lui. I due come videro Harry si staccarono immediatamente, con le facce di tutti e tre terribilmente rosse, da una parte Harry che gli aveva interrotti in un momento abbastanza intimo, e dall’altra parte Ron ed Hermione per essere stati visti dal loro amico.
-Harry!- disse Hermione tentando di risistemarsi i suoi capelli tanto spettinati che sembravano una spazzola “Evidentemente ci stavano dando dentro” pensò Harry.
-Ehm scusate, avrei dovuto bussare!- disse Harry aggiungendo -T-tornate a quello c-che stavate facendo!- detto questo chiuse la porta e scendendo nella Sala Comune, e vide per la seconda volta la figura di Calì che disse appena vide il ragazzo -Te l’ho avevo detto! La prossima volta cerca di ascoltare Harry-. 
-Ehm si scusa- rispose Harry ancora più rosso per l’imbarazzo e uscendo dal buco del ritratto decise che questa volta era meglio andare da Draco o da Blaise, ma possibilmente trovarli tutti e due insieme.
Solo che non poteva entrare nella Sala Comune di Serpeverde e chiedere a tutti informazioni come se nulla fosse. Così decise di prendere la Mappa del Malandrino e notò che Silente era nel suo studio, che Piton stava facendo lezione, visto che nell’aula di Pozioni c’erano tanti nomi accavallati fra loro, poi c’era la Biblioteca mezza-vuota, Hagrid nella sua capanna, Neville con Pucey alla Torre di Divinazione, mentre Angelina era, “Un momento” pensò subito Harry, Neville con Adrian Pucey? Era abbastanza insolito. Ma per sicurezza meglio andare a vedere. 


Così gli bastò attraversare tutto il settimo piano, ma poi vide con orrore la figura di Neville a terra sanguinante e priva di sensi. Harry si gettò subito addosso all’amico cercando di scuoterlo per svegliarlo -Neville! Neville!- stava urlando lui urlandogli in faccia -Diamine!- pensò lui, così gli tastò il polso, e per fortuna il cuore batteva ancora, così cercò ancora di svegliarlo.
-Vuoi svegliarti Neville accidenti!- disse schiaffeggiandolo leggermente, e finalmente aprì gli occhi. 
-H-Harry?-. 
-Finalmente- disse Harry sollevato -Ti porto in infermeria- disse prendendolo in spalla aiutandolo a rialzarsi.
-Chi è stato Neville? Chi ti ha fatto questo?-. 
Neville cercò di ricordarsi -Ricordo che stavo cercando di uscire dalla Torre di Astronomia, ma poi Pucey mi ha portato qui-. 
-Pucey?- chiese Harry esterrefatto, tanto da mollare Neville e facendolo cadere a terra.
-Scusami Neville! Scusa, scusa! Non l’ho fatto apposta!-. 
-Ti credo nella parola- disse Neville leggermente dolorante. 
-Ma perché?- chiese Harry -Perché doveva farti questo?-. 
-Oh santo cielo, lui voleva una ciocca dei miei capelli!-. 
-Cosa?-. 
-Una ciocca dei miei capelli Harry!-. 
-Perché un Serpeverde vorrebbe una ciocca di capelli di un Grifondoro-. 
-Non ti ricorda qualcosa? Ricorrente all’inverno-. 
-La Pozione Polisucco!-. 
-Esatto!-. 
-Lui vuole qualcosa di noi Grifondoro, mi ha anche preso la bacchetta Harry-.
-Da quando è successo? Dieci, quindici minuti fa, ma prima doveva trovare la parola d’ordine, ma nei miei panni non avrebbe avuto difficoltà a trovarla, devi fermarlo Harry!-. 
-Prima devo portarti in infermeria Nev-. 
-Non preoccuparti, c’è l’ha faccio da solo- disse cercando di reggersi in piedi da solo, ma con risultati deprimenti. 
-Neville non c’è la fai!- disse Harry -Ora ti accompagno in infermeria da Madama Chips, e non è una richiesta, ma un ordine-. 
-Grazie Harry- disse lui. 
-Di cosa? Di aiutare a guarire un amico? Non devi ringraziarmi-.
Ci mise almeno mezz’ora, cercando anche di rispondere in fretta e di superare tutti gli studenti che si soffermavano davanti alla scena di Harry Potter che aiutava un malconcio Neville Paciock a camminare, in particolare cercava di togliersi di mezzo Colin Canon che non li mollava un secondo.
-Perché voleva trasformarsi in te?- chiese Harry. 
-Non lo so, credo che volesse rubare qualcosa-. 
-Eccoci arrivati- disse Harry quando vide la porta dell’infermeria.
Entrò e subito vide un’altra sfilza di domande della Chips, ma Harry disse di chiedere tutto a Neville e uscì correndo e prendendo subito la Mappa del Malandrino ed aver esclamato per la seconda volta in quella giornata -Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!-.
Quello che vide era un orrore, perché il puntino di Adrian Pucey stava attraversando la Sala Comune indisturbato verso la sua camera, doveva sbrigarsi.


Effettuò una corsa degna di una Firebolt e raggiunse la sua Camera vuota e vide che c’era l’impensabile -Aiuto!- disse Harry in una nuvola di fumo -La camera va a fuoco! Va a fuoco!- disse Harry e subito tutti gli studenti più grandi di età che stavano nella Sala Comune salirono cercando di spegnere le fiamme.
Tentavano di tutto “Aguamenti”, “Glacius”, “Reducio”, “Freddafiamma”, “Finite Incantatem” stavano provando di tutto. Harry non sapeva che fare, non poteva dare una mano, era solo del terzo anno, e non sapeva gestire situazioni del genere, ma soprattutto all’interno c’erano tutte le sue cose!
-E’ un Fuoco Gubraithiano, chiamate gl’altri prefetti non potremmo spegnerlo, ma possiamo cercare di placare le fiamme. Intanto qualcuno chiami Silente!- esclamò Percy.
Harry non aveva idea di quello che aveva detto Percy, ma non riuscire a spegnere le fiamme e dover chiamare il professor Silente la cosa doveva essere estremamente grave.
“E’ stato Pucey! E’ stato lui!” pensò Harry, e si diresse subito a cercarlo dovunque fosse, ignorando le richieste di Ron, Seamus e Dean che chiedevano spiegazioni.
-Seguitemi!- disse loro. Così i quattro correvano con gl’ultimi tre che rincorrevano solo Harry.
Quest’ultimo prese la Mappa del Malandrino e vide che era nei Sotterranei. Appena arrivò lì, aveva intenzione di aggredirlo subito, ma vide che stava parlando con una persona “Pansy” pensò Harry.
-Harry mi spieghi perché miseriaccia- chiese Ron che venne subito interrotto dallo stesso Harry con un -Sssh!- si misero con le spalle al muro ascoltando la conversazione.
Si sentiva la voce di Pucey -Ho fatto tutto! Vedrai come si ritroveranno i Grifondoro!-. 
-Che vuoi dire?- chiese Pansy; non sentiva la sua voce da tempo. 
-Sto dicendo che quell’incantesimo di cui ho sentito parlare alla lezione di quel nanetto di Vitious, fa si che si possa appiccare un fuoco che non finisce mai! Te ne rendi conto?-. 
-Tu hai fatto cosa?- chiese nuovamente Pansy ancora più esterrefatta. 
-Lo appiccato nella stanza di Potter!-.
Harry vide le facce sconvolte degli amici, ma continuarono ad ascoltare, -Come hai fatto?-. 
-E’ stato semplice. Ho messo K.O. quello sfigato di Paciock, gli ho rubato una ciocca di capelli, e dopo di che ho eseguito una trasformazione trasformandomi in lui tramite una Pozione Polisucco-. 
-Per questo hai le sue sembianze?-. 
-Esatto!-. 
-Ti rendi conto che metti a rischio numerose vittime?- chiese Pansy urlando. 
-Sta calma! Sono solo Grifondoro traditori del loro sangue- disse lui ridendo. 
-Sono solo Grifondoro?!- chiese lei arrabbiata urlando di più -Prima di essere dei “Grifondori traditori del loro sangue”- disse imitando la voce di Pucey -SONO ESSERI UMANI CON LE LORO VITE!-. 
-Non mi piace il modo con cui mi stai parlando!- disse lui -Ti è chiaro che devi rispettarmi? Ho devo darti un’altra passata di schiaffi? EH?! ALLORA?!- si sentivano gli schiaffi che stava mollando sulle guance della ragazza-. 
Harry non riuscì a sopportare tutto questo, e si slanciò su di Pucey-Neville -Harry no!- cercarono di prenderlo senza successo Dean, Seamus e Ron, cercando di prenderlo per le braccia.
I pugni che stava mollando non erano molto difficili da mollare, visto che aveva tutte le sembianze di Neville, con tutto il rispetto per Neville ovviamente, pensò Harry. Pucey tentò di reagire, ma niente.
Gancio destro, gancio sinistro, testata, ancora gancio destro, calcio, calcio; Harry lo stava riempiendo di botte. Dopotutto Malfoy, aveva detto che senza bacchetta Pucey, non se l’ha cavava. Si continuava nella rissa, con Harry che era in netto vantaggio, e scaricava non solo la rabbia e la frustrazione di avergli incendiato la stanza, ma anche la rabbia per avergli portato via Pansy.
-Stronzo! Questo è quello che ti meriti!- stava dicendo continuamente Harry -Scarafaggio schifoso! Pezzo di merda!-, tentavano Ron, Dean e Seamus di tenerlo buono e di separarlo dal Serpeverde-Grifondoro che riceveva i colpi, ma lui non mollava neanche un secondo.
Alla scena assistevano tutti i Serpeverde, che ovviamente non capivano che quello era un loro coetaneo e che incitavano entrambi a combattere.
-Che-cosa-succede-qui?- chiese la voce di Severus Piton apparsa tra la folla; subito vi fu un silenzio totale ed Harry si staccò da Pucey terribilmente sanguinante, che assomigliava al Neville che aveva portato in infermeria.
-Bene bene! Potter e Paciock che si azzuffano!- disse prendendo i due per il colletto -Spiegami Potter!- Harry non sapeva da dove incominciare, ma quella che parlò era Pansy, -Non c’è ne bisogno-. 
-E perché mai signorina Parkinson?-. 
-H-Harry!- disse lei -Aveva un buon motivo per farlo-. 
-Spiegati meglio Parkinson!-.
Ma lei indicò la faccia di Neville, che cambiò forma, così come tutto il corpo, e trasformarsi in Pucey. Piton aveva il volto arrabbiato, e portò via Pucey ed Harry.

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Capitolo 24
*** Ricongiungimenti ***


Capitolo 24: Ricongiungimenti


-Questo è tutto quello che è successo- disse Harry.
-Hai delle prove Harry?- chiese Silente.
-Si che c’è le ho, e sono tutte qui signor Preside-.
Così Silente, dopo aver perscrutato il suo studio e guardando tutti gli insegnanti, poi anche Ron, Neville (con una cera migliore), Seamus, Dean, Pansy, Madama Chips, Percy, Colin Canon e Pucey.
-Ebbene? Spiegami cosa hai visto tu Harry, nuovamente-.
-Ho visto Neville al settimo piano, ed era messo malissimo, e lo portato in infermeria da Madama Chips e sia lei che Colin ne sono testimoni-.
-Dice il vero signora Chips?-.
-Si professor Silente, ho tentato di fargli qualche domanda ma è scappato, ma ora capisco il perché- rispose l’infermiera.
-Signorino Canon?-.
-Si, gli stavo tartassando di domande- disse lui.
-E che ore erano quando il signor Paciock ha fatto la sua entrata con Harry in infermeria?- chiese Silente nuovamente rivolto a Madama Chips.
-Erano circa le 11:00-.
Silente si mise a girare nella sua scrivania, guardando anche Fanny, più bella e splendente che mai, con tutte le piume rosso fuoco al posto giusto.
-E alle undici in punto, Percy avrebbe visto Neville salire in camera sua?- chiese Silente a Percy Weasley.
-Affermativo signore!- disse lui secco, come un soldato al suo generale, mostrando fiero la sua spilla di Caposcuola sul petto.
-E tu Neville sei stato picchiato dal signor Pucey-.
-Si- disse lui con un po’ di fatica.
-Le cose si fanno più chiare, e il signor Paciock non ha alcun gemello a quanto ne so io giusto?- chiese Silente con sorriso a trentadue denti dietro la sua lunga e argentea barba, e fece continuare Harry.
-Quando Neville mi disse che Pucey gli aveva preso un po’ di capelli per metterli nella Pozione Polisucco e berne, mi sono catapultato nella nostra Sala Comune, ma lui se n’era già andato via, ma la mia, anzi, la nostra stanza era in fiamme-.
-E per questo ne sono testimone io. Ah dimenticavo, grazie Vitious per aver trovato il contro-incantesimo!-.
-Fortunatamente l’avevo appena spiegato ai ragazzi del sesto anno. Il fuoco Gubraithiano, è anche conosciuto come “Fuoco Eterno”, proprio per la sua capacità di non spegnersi mai. E’ strano, perché possono evocarlo grandi maghi-.
-Già, ed il signor Pucey ha grandi capacità di poter effettuare questo fuoco a quanto pare- aggiunse Silente, Pucey era zitto e pieno di lividi e fasciature.
-Fortunatamente, si sono bruciati solo i letti, la stufa, e qualche finestra squagliata- disse la McGranitt.
-Ti prego Harry, continua- chiese Silente.
-Quando capii che Pucey era nei sotterranei, andai subito la sotto con Ron, Seamus e Dean, senza dir loro che cosa stava succedendo. Sentii il suo piano, che ha svelato a Pansy-.
-Si è vero- disse Pansy -Lui è entrato mentre Pucey mi stava schiaffeggiando-.
-Grazie signorina Parkinson- disse Silente -E fino a quel momento il signor Pucey era sotto la forma di Neville?- chiese ancora Silente.
-Si- disse Harry -E quando il professor Piton ci vide, posso dire che lui ha visto Pucey tornare se stesso-.
-E’ vero Severus?- chiese Silente.
Severus Piton, aveva il suo volto severo, attento, in silenzio, con la sua pelle verdastra, i suoi capelli lisci, senza nessun capello fuori dalla sua orbita. Vestiva come sempre il suo abito nero; Harry credeva che avrebbe protetto un suo Serpeverde -Si Preside- rispose lui.
A quel punto Adrian Pucey, sbiancò completamente e sapeva di essere condannato.
-Bene! Ora tutto è chiaro- ma il suo sguardò si appoggiò su quello del Serpeverde -Inoltre abbiamo trovato la bacchetta, fortunatamente illesa dalle fiamme, ha attuato l’incantesimo, ma il signor Paciock non aveva alcuna bacchetta presente in tasca, come mi lo può constatare l’infermiera Chips-.
-Si signor Silente- disse lei nuovamente.
-Signor Pucey, vuole aggiungere qualcosa?-.
Non parlò, fece scena muta, sapeva di essere spacciato, pensò Harry.
-Ora indirizzerò una lettera ai tuoi genitori dove scriverò cosa è successo e con la tua chiara sospensione da Hogwarts, fino a data da stabilirsi>> disse Silente.
-Faccia i bagagli, per stanotte, sarà nuovamente a casa sua-; si mise le mani tra i capelli.
-Voi potete andare, insegnanti ed il signor Pucey restano qui-.
Harry uscì dalla stanza, insieme a tutto il resto della compagnia. -Harry!- lo chiamò Pansy.
-Lascialo stare Parkinson- ruggì Ron, -Non vedi quello che gli è appena successo?-, lei lo guardò decisamente arrabbiato, -Per poi fare cosa? Sedurlo, fartelo e tradirlo come una puttana?- disse lui in faccia a lei, così Pansy gli mollò una schiaffò talmente forte che rimase il segno, e se ne andò.
Harry la guardò andarsene, ma comunque non aggiunse parola, e se ne andò con i suoi amici nella loro stanza che videro completamente bruciata, e per poco non si misero a piangere, perché lì dentro c’era tutta la loro infanzia, che per fortuna non è andata distrutta, ma il pensiero di perdere tutto, era orribile.
-Neville come stai?- chiese Harry.
-Ora sto meglio, grazie-.
-E’ strano come tutto sia cambiato, noi che scappiamo, Pucey che tenta omicidi e incendi dolosi- disse Seamus.
-Bè di certo questo è un anno inaspettato da ogni punto di vista-. Harry avrebbe voluto parlare di quel fardello che lo stava completamente infastidendo, come se c’era un vuoto, ma capiva.
Aveva capito perché aveva quel fardello: l’amore. Era quello che gli mancava, lui non amava Ginny, non più almeno. Il suo cuore era di Pansy, e doveva assolutamente riaverla.
Così si alzò da terra, -Dove vai?- chiese Ron.
-Da Pansy- rispose Harry.
-Cosa?!- chiese lui estremamente esterrefatto -Dopo tutto quello che ti ha fatto, tu torni da lei?-.
-Si Ron, non m’importa! Lei non è mai stata innamorata di Pucey, è stata la frustrazione e solitudine a spingerla-.
-Ti prego Harry, non posso capire cosa ci trovi in lei-.
-Non lo so neanch’io, ma se tu sei mio amico, anzi, il mio migliore amico, lasciami andare da lei-.
Ron si arrese, e si abbracciarono, come dei veri amici, e dopo aver salutato tutti andò in un posto dove sapeva di trovarla. Mentre si incamminava pensò a quello che è successo, fra poco avrebbe giocato la finale di Quidditch, è scappato e poi riammesso ad Hogwarts evitando Azkaban, ha creato dei festini segreti con in suoi amici, si è innamorato di Pansy Parkinson, ha avuto una relazione con Ginny e Alicia Spinnet, ha fatto amicizia con Malfoy e Blaise, e forse Nott, ha picchiato Pucey, e tante altre cose.
Harry incontrò anche Ginny, e lei cercò di farsi dire ogni spiegazione, e tentò di baciarlo, ma Harry la respinse, per la prima volta.
-Ma perché?- chiese lei -Credevo che ormai tutto si era sistemato tra di noi-.
-Lo credevo anch’io. Ma tu lo sai Ginny! So che sai il perchè- disse lui -Sai che ho un’altra-, lei lo guardò, ma capì perché si abbracciarono, si volevano bene, per lui Ginny era come una sorella.
-Vai da lei, e non lasciartela scappare- disse lei con una voce chiaramente triste e sconsolata.
Harry capiva quello che Ginny provava per lui, perchè era la stessa cosa che lui provava per Pansy; così si incamminò verso quell’albero, che stava quasi sulla riva del lago, e poi eccola là.
Si mise seduto vicino a lei incominciando a parlare -Lo sai, questo posto mi è sempre piaciuto, nei momenti di dubbio vengo sempre qui, amo sentire l’acqua che mi viene addosso, ma che poi torna indietro-.
-Già, devo dire che Hogwarts è stupenda, per tutto- disse lei.
Vi fu una pausa di silenzio; si poteva vedere uno gnomo che cercava di mangiare delle bacche da un piccolo cespuglio erboso. Si poteva udire la piovra che stava sott’acqua nuotando, si potevano udire i versi degli animali della Foresta Proibita, non c’era nessuno, e alle quattro del pomeriggio, di solito il posto è pieno, anche perché c’era un grande sole nel cielo, con qualche nuvola che sfumava.
Vi fu anche una lenta brezza di vento e scompigliò i capelli a Pansy. “E’ bellissima” pensò Harry “Anche con i capelli spettinati”; Harry gli tolse un ciuffo davanti alla faccia, e lei non si mosse.
-E’ orribile quello che ti ha fatto Pucey-.
-E’-è stato difficile s-sopportarlo per me- e facendo uscire qualche lacrima, Harry l’abbracciò.
-Non preoccuparti, tutto è finito- la rassicurò Harry -E’ tutto finito- disse nuovamente.
-E’ tutto finito?- chiese lei, -Si-.
-Tu ci sei?- chiese lei, Harry ci pensò, era il momento di decidere se accoglierla definitivamente nella sua vita, ma ovviamente la risposta, pensò lui, era scontata.
-Si- disse per la seconda volta.
Così si guardarono intensamente, non succedeva così da tanto tempo. I due si volevano, terribilmente, un vero e proprio Fuoco Gubraithiano scorreva dentro di loro, perché non si sarebbe mai spento. Harry la baciò, e lei rispose, dopo tanto tempo, dopo tanti mesi, giorni, ore, minuti e secondi; sentì il fardello, se n’era andato via, per sempre.
-Non lasciarmi sola- disse Pansy.
-Mai- disse lui.
-Mi ami?- chiese lei.
Harry guardandola e mollandogli un bacio disse -Si!-.
E Pansy gli chiese -Dopo tutto questo tempo?-.
Harry non smise di guardarla rispondendo -Sempre!-.
I baci che ne seguirono, furono baci pieni di passione, amore, con lingue che s’intrecciavano fra di loro, ed ognuno capiva il linguaggio del corpo dell’altro. I baci sul collo sia di lei che di lui erano ampiamente voluti e cercati, Harry che toccava le forme di lei, avidamente, come se fossero solo sue, e lei che invece gli accarezzava braccia e capelli come se fossero solo suoi, perché era così: Harry apparteneva a Pansy, e Pansy apparteneva ad Harry. I due non si mollarono un secondo, perché non c’era più il concetto del tempo. 

 

3 mesi dopo….

Harry poteva accarezzare l’aria, sentirla in faccia, quasi sentirla col tatto come se fosse solida. Era il mese di Maggio, precisamente il 22 Maggio, e stava per disputare la finale di Quidditch. Era arrivato il momento decisivo, un anno di sacrifici, di allenamenti, che dovranno darne i suoi frutti. Si trovava negli spogliatoi e Baston stava dando le ultime indicazioni alla squadra; si poteva leggere nel suo volto la determinazione, la paura, la tensione e tante altre emozioni.
Lo stadio era pieno, vi erano anche i tifosi dei Cannoni di Chudley e dei Warriors Wallgong; Harry, dopo tutto quello che è successo, ha preferito non disputarne le gare visto che voleva concentrarsi sullo studio e sulla finale.
Alla fine come portiere è stato scelto Belby dei Corvonero, Battitori Fred e George, Cacciatori Davies, Blaise e Bell, mentre per Cercatore Draco. Purtroppo hanno perso tutte le partite, ma in ogni partita Draco aveva catturato il boccino ponendo fine alle partite, e Baston aveva effettuato un provino per i Puddlemore United, giocando le partite con le riserve convincendo gli osservatori. Ma il capitano puntava soprattutto alla Coppa di Quidditch di Hogwarts.
La formazione era con Ron tra i pali, Battitori Fred e George, Cacciatori Baston, visto che Angelina aveva ancora la spalla rotta per un’altra settimana, Alicia e Katie. Quando uscì dal tunnel vide le coreografie stupende delle due tifoserie con i Serpeverde che tramite un incantesimo hanno fatto si che un Serpente gigante si muovesse tra la loro curva, mentre i Grifondoro, hanno formato un leone che ruggiva in tutto lo stadio, e per finire gli applausi del pubblico ed il solito Lee Jordan incominciò la telecronaca.
-L’anno scorso ci sarebbe stata la stessa sfida, ma purtroppo non fu per Grifondoro, ora invece è tutti diverso; ascolta il tifo, ascolta gl’inni, i diversi tipi di dialetti dell’Inghilterra degli studenti, la musica del Quidditch che fra poco suonerà, abituati alla vista della Coppa e ad una nuova battaglia. Non c’è più tempo per i pronostici, per aspettare, non c’è tempo per niente, ora la parola spetta solo, al Campo.
Buonasera a tutti, sono Lee Jordan che vi parla, le ore sono le 15 in punto, e oggi, si deciderà chi vincerà la Coppa di Quidditch! Benvenuti streghe e maghi a Grifondoro contro Serpeverde e sono Lee Jordan al microfono: la formazione dei nostri Grifondoro è con Ron Weasley tra gli anelli, Cacciatori guidati dal capitano Baston, seguiti da Bell e Spinnet, mentre i Battitori sono Fred e George Weasley!
I Serpeverde hanno guai in casa, vista la sospensione di Pucey per incendio doloso, ma hanno recuperato Montague che oggi è titolare, assieme al capitano Flith e Zabini, tra gli anelli giocherà Isaac Green che pare abbia convinto, i battitori sono Gregory Goyle e Jonathan Alì, mentre il Cercatore è Draco Malfoy!-.
Harry incrociò lo sguardo con Draco che si avvicinarono e si diedero i cinque -Ti avverto Harry, oggi siamo avversari come una volta- disse Draco con un sorriso.
-Ci si vede in aria- disse Harry.
-Bene, Madama Bumb ha dato il via alla finale di Quidditch, con i Serpeverde che tengono la pluffa e attaccano con Flith, ma ATTENZIONE! Il boccino è già stato individuato e Malfoy e Potter sono alla rincorso della pallina, CHE VELOCITA’-, Harry era a tu per tu con Draco, e si davano delle leggere spinte per mandare l’avversario fuori orbita, si stavano alzando sempre più in aria, e poi -In picchiata! I due si gettano come dei pazzi verso terra-.
Harry stava superando Draco, ma poi perse il boccino; notò che il Serpeverde l’aveva perso ugualmente, e così Harry fece un giro di ricognizione, per vedere se il boccino era da quelle parti. 
-Purtroppo il boccino d’oro è stato perso, quindi torniamo alla partita, e mi segnalano che i Serpeverde hanno fatto gol con Flith, mentre i Grifondoro hanno rimontato grazie alla doppietta di Baston. Attenzione ora ai Serpeverde che attaccano con Zabini che potrebbe tirare, prova l’anello alla destra di Ron!.... Ron la tocca! Ron la tocca! La raccoglie Baston, che lancia lungo per Bell che ha davanti solo Montague, ma ottimo bolide di Alì, quindi palla raccolta da Montague che la passa per Zabini, ancora Blaise Zabini che attacca lo spazio tra Bell e Spinnet…. PASSA! Che giocata, può nuovamente tirare ma la passa a Flith che può tirare nell’anello più vicino ed è GOL! Serpeverde 20, Grifondoro 20, parità tra le due squadre-.
Harry si era fermato a guardare questa azione, ma quando che Draco era già ripartito alla ricerca del boccino, lo fece anche lui. Passò vicino a Ron, ma nulla di fatto, stessa cosa nelle Torri degli insegnanti.
-Malfoy e Potter stanno ancora cercando il Boccino d’Oro, che dall’inizio della partita non si trova più. Attenzione ai Grifondoro che attaccano con la meravigliosa Katie Bell, che passa tramite una deviazione della mazza di George, su Zabini, e poi la passa al centro, scavalcando Montague e Flith, così Alicia la raccoglie, è davanti a Green, lei tira! Ma che parata di Green! Fenomenale! Ma sulla ribattuta la pluffa va a Baston che tira ed è GOOOOL! 30 a 20 per i Grifoni.
Vediamo la risposta delle Serpi che attaccano ancora con Marcus Flith che avanza a fil di terra con la pluffa nel braccio, a circa mezzo-metro dal terreno erboso; schiva un bolide, evita Spinnet, e allora lancio lungo e alto per Montague, ma c’è Baston che la devia, ma nessuno la prende, così ne approfitta Zabini, che la tocca col collo del piede indirizzandola verso Ron, ma un bolide di Alì devia la pluffa verso l’anello sinistro ed è GOL di Alì!
Per la prima volta vedo un Battitore segnare, dopo la partita tra Corvonero e i Finchies in America. Occhio però a Baston che va da solo, salta Montague, Flith e anche Alicia, ma solo per passarla a Bell che tira di testa, ma Green PARA ANCORA! Bel portiere questo ragazzo del terzo anno!
Molto bravo nei movimenti, per me è una giovane promessa- Mamma mia, pensò Harry, quel portiere era un vero portento!
Ora lo vedeva però! Vicino a Green il boccino d’oro stava ronzando come una mosca, così si gettò in picchiata, con la mano tesa, beccandosi anche una pallonata. -Harry Potter ha individuato il boccino, ed ora è tutto solo, Malfoy prova a raggiungerlo ma è troppo lontano per arrivarci, così si lancia da solo con la mano destra in avanti aperta…. Ma un bolide di Alì costringe Harry a togliersi di mezzo e perdere di vista per la seconda volta il boccino!-.
Dannazione anche ad Alì, pensò Harry, hanno trovato due giocatori che gli stanno parando il culo!
-Ora assistiamo all’attacco sulla fascia destra di Blaise Zabini, che oggi è in grandissima forma, ed ecco che però si becca un bolide di Fred, e quindi George la manda con la sua fedelissima mazza lunga per Alicia Spinnet, che si dribbla facilmente Montague e sono lei e Bell contro Flith, così Spinnet avanza, Flith l’attacca, ma la passa per Bell che è davanti a Green…. GOOOOL! Katie Bell, questa volta non sbaglia 40 a 30 per i Grifoni!
Vediamo adesso la risposta dei Serpeverde che attaccano ancora con Zabini che ha davanti a sé Oliver Baston, vuole passare e c’è la fa, attenzione, la mette in mezzo verso Flith , pluffa però deviata fuori dall’area da Bell, però Zabini ripropone un bel cross per MONTAGUE! 40 a 40, botta e risposta, Grifondoro chiama e Serpeverde risponde sempre! E’ questo quello che il pubblico vuole vedere, passaggi e gol, ma ovviamente tanto, tanto spettacolo.
Quindi i Grifondoro attaccano ancora, ma attenzione ad un ottimissimo bolide di Alì che fa perdere la pluffa ai Rosso e Oro, così la recupera Blaise, che l’appoggia a fianco per Flith che è circa a metà della metà campo dei Grifoni, potrebbe scodellarla in mezzo per Montague, ma si propone anche Zabini, Flith è fermo, vorrebbe più movimento, potrebbe passare attraverso un Battitore, invece TIRA! GOL! Spettacolare! Gran Gol! 50 a 40 per Serpeverde- Harry vedeva che la velocità di Blaise stava spaccando in due la difesa dei loro e bisognava reagire.
-Rooooon!- urlò Harry, lui si girò un po’ frustrato.
-Continua a fare del tuo meglio e vedrai!-.
-Ha difficoltà a segnare Zabini, ma oggi riesce a fare passaggi su passaggi con 3 gol di Flith, uno di Montague  e uno di Alì, dove Zabini ci mette sempre la faccia, mano, piede o qualsiasi altra parte del corpo. Ci sono i Grifondoro che attaccano con Katie Bell, che la passa per Alicia Spinnet che potrebbe tirare, ci prova, la pluffa gira ed entra! Quindi è GOOOL! Alicia Spinnet!
Ha fatto girare la palla come una trottola, e non so come abbia fatto, ma questo gol, supera, o almeno raggiunge, la prestigiosità del gol di Flith! Serpeverde che mantiene per poco tempo il vantaggio, e quindi siamo sul 50 a 50, bella partita, che sembra non finire molto presto, visto che né Malfoy, né Potter hanno individuato il boccino. Ed ecco qui una ennesima risposta di Zabini, che potrebbe passarla per Flith, ma insiste Zabini che attacca sulla destra, prova a superare Bell, ci riesce, supera anche Baston, non gliela prendono! Continua ad attaccare, davanti a Ron, e quindi tira a botta sicura col destro….-.
Harry vedeva che Blaise voleva almeno un gol, e quell’azione era degna di un certo Messi, un calciatore famoso a calcio, e vedeva quella pluffa che stava entrando nell’anello più lontano da Ron -CHE PARATA!- esclamò Lee -Ron supera se stesso! Ha salvato i Grifondoro, ed esulta come se fosse un gol, ma la pluffa è ancora lì con Montague che prova tirare, PALO CENTRALE! La pluffa non entra, e quindi ci prova pure Flith che viene trattenuto in area e si lamenta! Madama Bumb dice che…. NO! NON E’ POSSIBILE! Rigore per Serpeverde, ingiusto, ingiusto!-.
Lee mise su altre proteste, ma poi dovette calmarsi visto che alcuni professori lo stavano guardando male -Dunque- disse calmandosi -Rigore per Serpeverde, vorrebbe tirarlo Zabini, ma niente da fare, lo tira Flith come sempre. Pronto alla battuta, Ron paralo! Ti scongiuro! Ecco il fischio di Madama Bumb-.
Harry vide il braccio del capitano Verde-Argento piegarsi all’indietro, per poi far partire la pluffa verso gli anelli.
-Parata! Ancora Ron! Pazzesco oggi! Esulta ancora come se fosse un gol! Tutti ad abbracciarlo, tranne Baston che ha già recuperato la pluffa e quindi parte in contropiede da solo verso Green, Alì prova a disturbarlo con bolide, ma Fred devia il bolide con un altro impedendo che colpisca il capitano, quindi Baston arriva davanti a Green, uno contro uno, tira…. GOL! Ancora Baston, che dopo Jhonson, oggi non presente per infortunio, è il miglior realizzatore di Grifondoro quest’anno se i miei calcoli sono esatti. Che dire, grande azione, forse un po’ di fortuna sul bolide, ma davanti al portiere non ha problemi, quindi 60 a 50 per i Grifondoro-. 
Draco stava correndo, meglio rincorrerlo, e aveva fatto bene, perché il boccino era stato individuato.
-Per la terza volta il boccino è stato individuato, Potter contro Malfoy, due numeri sette che cercano di coronare al meglio la propria stagione, ed ecco Potter che tenta di girare attorno a Malfoy, ma niente, non riesce a fargli deviare la traiettoria, quindi ci prova Malfoy dando qualche spallata a Potter che però rimane lì a fianco. Ma ecco che i due hanno per la seconda volta le mani tese, attenzione! Siamo in tutto 70 a 60 per Grifondoro che pare si concentri di più sulla partita- Harry sentiva il vento che sbatteva sulla propria faccia, sentiva anche che Draco riceveva lo stesso effetto, ma non aveva mai lottato così amichevolmente col Serpeverde.
-Ecco che i due tentano di conquistare la Coppa, e saranno alcuni tra gli eroi di questa stagione, visto che per due partite su due, tutti e due hanno catturato il Boccino. Vediamo come si evolve la situazione-, Harry sentiva il vento che fischiava nelle orecchie, le vere emozioni del Quidditch e sentiva la tensione e la pressione di tutta la squadra su di sé.
Era passato poco tempo, ma Grifondoro era nuovamente in parità 70 a 70, ma Harry era sicuro di sè, e ad un certo punto vedeva Draco rallentare -No! No!- esclamò lui, la sua Nimbus 2001, era difficilmente, uguale in velocità con la fedele Firebolt, che a quel punto continuava ad andare sempre più veloce, ed il Boccino però continuava a volare, ma vedeva che piano piano, nonostante i suoi continui cambi di direzione, si avvicinava.
-Ecco Harry che supera di velocità Malfoy, è vicino, è vicino all’incoronazione di un sogno, lo stadio ha gli occhi su di lui, anche i giocatori in campo-, ormai era sicuro
-FINITA! FINITA! Grifondoro vince 220 a 70, si aggiudica la Coppa e siamo finalmente Campioni di Hogwarts! Campioni di Hogwarts! Campioni di Hogwarts!-, a quel punto tutti i tifosi dei Grifondoro, scesero dagli spalti per riversarsi nel Campo e festeggiare.
Baston aveva detto che avrebbe firmato come riserva per i Puddlemore, e si mise piangere di gioia, e per la prima volta, nel suo ultimo anno ad Hogwarts, vinse la coppa da lui tanto desiderata, e che non si vinceva di tempi di Charlie Weasley. Eccola lì, la Coppa, alzata al cielo da Baston, con tutta la Casata Grifondoro in campo a festeggiare, la Coppa poi passò di mano, e sarebbe passata nuovamente di mano in mano nella piccola Sala Comune Rosso-Oro.
-Bravo hai vinto!- disse Pansy urlando all’orecchio di Harry per via del chiasso.
-Grazie!- urlò Harry in risposta.
-Cos’è quello?- chiese lei, infatti Harry aveva una targhetta donatagli dal professor Silente, nella quale si congratulava per la grande prestazione stagionale di Harry, più una medaglia -Una targa di ringraziamento!- urlò Harry.
-Una specie di premio?- chiese nuovamente lei.
-Esatto!-, lei lo baciò passionatamente, senza che Harry se ne accorgesse, ma non gliene importava niente, teneva nascosta la sua relazione con Pansy da troppo tempo, ed era ora di renderlo ufficiale a tutti.
-Questo è il premio per te!- urlò lei, Harry sorrise e si mise a ridere assieme alla sua ragazza.
Ma poi vide che c’era un’altra coppia che ci stava dando dentro; questo causò un altro sorriso in Harry, la rossa col biondo, Draco con Ginny, “Ron andrà di matto!” pensò lui.
-Vuoi venire a festeggiare nel nostro Dormitorio?!- chiese a Pansy, e lei accettò volentieri, visto che i festeggiamenti sarebbero andati avanti per tutta la notte. Così iniziò la lunga camminata verso il Castello con Ron e Baston sulle spalle di tutti, e si stavano inneggiando tanti cori come.
-C’è solo un Capitano! Un Capitano! Un Capitaaano!- oppure -Perché Weasley è il nostro re! Ogni due ne azzecca tre! Così noi cantiam perché, perché Weasley è il nostro re!-, o anche -Siamo nooi! Siamo nooi! I Campioni del Castello siamo noi!-.
Nella Sala Comune, ci fu la conseguente presenza di Burro Birra, e festeggiamenti sempre più accaniti, ed  Harry, celebrava quel grande momento, nella sua stanza, nel letto a baldacchino, con la porta chiusa a chiave con Pansy, momenti che gli sarebbero rimasti impressi nella mente, per sempre, sapeva che ormai erano un'unica cosa. Per poi unirsi alla festa, e festeggiare con Ron, Hermione, Neville, Seamus, Dean, Draco, Blaise, Ginny e tutti i compagni. Per Harry questo è stato un anno inaspettato ed indimenticabile.
 
 
                                                                                                                 

                                                                   -FINE




Angolo dell'autore: 
"Allora, per prima cosa vorrei commentare alcuni punti; è vero, l'età dei ragazzi è abbastanza giovane per esperienze del genere, e probabilmente avrei dovuto ambientare le vicende della storia nel quinto anno, ma avevo assolutamente bisogno di Baston e, anche se non è sembrato, ha avuto un ruolo fondamentale nella mia storia.
In più ho voluto insistere nella sportività, ovvero Quidditch, perchè io ho una passione sfrenata per lo sport di squadra in generale come basket, rugby, calcio ecc. Se devo essere sincero mi sono aiutato in alcuni commenti da parte di Lee da Fabio Caressa, noto commentatore e opinionista della redazione di Sky, mentre la data della finale di Quidditch, 22 Maggio, l'ho presa dalla finale di Champions disputata nel 2010 tra Bayern Monaco e Inter con la vittoria di quest'ultima.  
Ho voluto sicuramente sottolineare l'amore e le sue esperienze nell'adolescenza, fatta di passione e felicità ma anche di fatica e mille difficoltà.
Ho sottolineato, forse per tutta la durata della storia, i valori dell'amicizia che con essa, ed un pò motivazione e coraggio, si può fare qualsiasi cosa anche scappare da Hogwarts e rimanere in latitanza per svariati giorni, nonostante tutto il Mondo Magico e Ministero sono parititi alla vostra caccia.
L'adolescenza, chiaramente, con l'amore, ha dei momenti che accadono quasi all'improvviso, che ti può sconvolgere e fare azione che non ti saresti mai aspettato, quindi ho tentato anche di descrivere gli effetti dell'alcool e del fumo.
Per ultimo punto ho voluto trattare la violenza sulle donne, mandando un chiaro messaggio: le donne non sono strumento di sesso e piacere, ma sono delle persone con i loro sentimenti e punti di vista e se il vostro "ragazzo" (se così lo si può chiamare) vi mette le mani addosso, bisogna subito mollarlo e confessare l'accaduto a chiunque voi diate fiducia, un parente, amico, amica, collega di lavoro ecc. 
Spero che vi sia piaciuta questa mia prima Fan-Fiction e spero che possiate continuare a seguirmi e a recensire.

A presto Gemad

 

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