Allergic To Love

di LondonEye
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Don't ya just LOVE it? ***
Capitolo 2: *** Drugs are awesome ***
Capitolo 3: *** Catnip and antiques ***
Capitolo 4: *** Dealing with the devil ***



Capitolo 1
*** Don't ya just LOVE it? ***


Buon S. Stefano a tutti! E' da un po' che mi tenevo in disparte dal fandom di OUAT ma vista la pausa interminabile che ci attende e (soprattutto) visto lo stato d'animo da suicidio di un po' tutto il fandom Rumbelle dopo la 3x11, ho deciso di sbucare nuovamente su questi lidi. Stavolta però non sono qui con una mia storia ma con una traduzione. Cosa c'è di meglio di un po' di sano Rumbelle fluff per farci tornare il sorriso?  Ho adorato questa mini-storia di pochi capitoli e ho chiesto all'autrice il permesso di tradurla. Lei ha acconsentito e quindi eccomi qui :) La storia, scritta da Just 2 Dream of You, la potete trovare in originale  QUI

Detto questo ci vediamo sotto con info varie, buona lettura!

 

"Sono seria, Belle". Ruby iniziò il discorso per la milionesima volta. "E' solo che non capisco. Cosa ci vedi in lui?".

Belle scosse la testa e finì di sorseggiare il suo terzo bicchiere di tè freddo. "Ruby...sarebbe troppo difficile da spiegare. E' solo che..." guardò di lato, il suo volto un'espressione di pura onestà, "c'è del buono in lui. L'ho sempre saputo. Non so come, lo so e basta. E quando siamo soli..." ridacchiò, "quel grande e grosso uomo austero scompare completamente".

Ruby alzò gli occhi e sorrise, scuotendo la testa. "Se lo dici tu".

La nonna si avvicinò al loro tavolo e prese il suo piatto vuoto. "Se me lo chiedessi, per me lo fa solo per averti attorno. Non c'è un singolo osso buono nel suo corpo". Belle aggrottò la fronte e Ruby tossicchiò.

"Nonna!"

"Cosa? Sono solo onesta. Bisogna esserlo. Scommetto cento dollari che se fosse messo alle strette sceglierebbe se stesso al posto tuo ogni volta". Indicò Belle e lei abbassò lo sguardo mentre la nonna camminava via. Ruby scosse la testa esasperata.

"C'è l'onestà e c'è l'essere crudeli!"

Belle si morse il labbro inferiore. Lui non le farebbe mai questo. Non di nuovo. "Il mio potere mi importa più di te...". Scacciò via quel ricordo e si alzò. Non doveva più vivere nel passato. Era un nuovo giorno, un nuovo mondo accidenti, e lei non aveva intenzione di lasciare che le opinioni altrui la dominassero.  Non l'aveva mai fatto in passato e non avrebbe iniziato ora.

Pagò il conto e uscì dal locale, Ruby che la seguiva scusandosi, e si fermò quando notò qualcosa sdraiato sulla grondaia accanto a loro. Trattenne il respiro e si avvicinò vedendo un piccolo, magrissimo gatto nero. "Oddio..." si abbassò e prese in braccio la povera creatura, sentendone il pelo umido, e gli occhi le si riempirono di lacrime pensando a come gli animali venissero maltrattati in quel mondo.

Ruby si fermò a metà frase, qualcosa a riguardo di senilità e lasagne troppo care, e trattenne il respiro a sua volta quando vide cosa aveva Belle fra le braccia. "Oh mio Dio. E' un gatto quello?"

Belle annuì, le lacrime che minacciavano di uscire. "Come si può essere così crudeli? Era stato lasciato tutto solo qui - nella grondaia, Ruby! Che cosa orribile..."

Ruby aggrottò la fronte, il proprio istinto animale che usciva fuori prepotentemente, guardandosi intorno per vedere se qualcuno avesse un'espressione colpevole sul volto. Non c'era nessuno nelle vicinanze e si strinse nelle spalle, annusando per un attimo il gatto. "Non sento l'odore di nessuna persona su di lui. Credo che sia un randagio."

Belle sembrò un po' sollevata alla notizia, ma non troppo quando il gatto miagolò pateticamente. "Oh, credo che abbia bisogno di un dottore."

Ruby guardò il gatto. "Credo che abbia solo bisogno di cibo. Non odora di malattia, solo di bagnato. Ha piovuto un po' stamattina, in effetti." Belle la guardò e Ruby fece un passo indietro. "Uh, no. Non posso prenderlo. I gatti e io non andiamo d'accordo. La cosa del lupo, sai?"

Belle annuì. Accarezzò il gatto sulla nuca e sul collo e sorrise sapendo cosa doveva fare. "Devo andare da una parte. Ci vediamo dopo, Ruby."

Ruby sospirò mentre guardava Belle attraversare la strada. "Oh fantastico, Gold amerà tutto ciò..."

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Perchè gli orologi erano così maledettamente complicati? C'era davvero bisogno di tutte quelle molle? Avrebbe potuto semplicemente usare la magia per sistemarlo e avrebbe finito, ma aveva promesso a Belle che avrebbe smesso con la roba dell'Oscuro. Sospirò mentre inserì la molla proprio nel posto giusto, solo per  vederla letteralmente saltare fuori dall'orologio e suicidarsi fuori dal bordo del bancone.

Rumple si guardò attorno per un attimo.

"Tsk," rise e schioccò le dita, un fumo viola coprì l'orologio e poi scomparve. Era tornato come nuovo e lui sorrise, rimettendolo a posto.

Beh, quello che Belle non sapeva non l'avrebbe di certo ferita.

La campanella del negozio tintinnò e Belle entrò, un'espressione sconsolata in volto. Oh merda, l'aveva appena visto usare la magia? Credeva che le tapparelle del negozio fossero abbassate...

Belle corse da lui e ansimò, come se avesse corso per un po'. Lui si avvicinò per chiederle cosa ci fosse che non andava ma poi si accorse  di cosa aveva fra le braccia. Era un mucchio di pelo nero che piagnucolava con voce roca. Alzò un sopracciglio. "Belle, dearie... cos'è quella cosa nelle tue adorabili braccia?"

Lei arrossì leggermente sporgendo in fuori...l'animale? "L'ho trovato disteso nel fango in una grondaia. Non è terribile?"

Oh, lui avrebbe dovuto essere d'accordo "Sì, molto."

Lei annuì. "Credo che sia un randagio". Poi appoggiò la cosa sul suo bancone pulito e lui fece una smorfia. Belle iniziò ad accarezzarlo e lui guardò il pelo letteralmente volare via dalla sua schiena e cadere tutto sul bancone. Il resto galleggiava nell'aria. Mantenne la calma e si disse che avrebbe pulito tutto dopo. "Credo che abbia bisogno di una casa..." sentì Belle concludere e guardò dentro i suoi imploranti occhioni azzurri, sbiancando a quello che sapeva gli stesse chiedendo.

"Oh...Belle...dearie..." quello era l'inizio di un no e la delusione nei suoi occhi mostrava quanto lei invece sperasse per un sì. "Non lo so...non ho mai avuto un gatto. Non so come prendermene cura."

"Beh, nemmeno io ma credo che potremmo...insieme".

Rumple sentì le sue guance diventare bollenti e si schiarì la gola. Ogni volta che menzionava noi e insieme nella stessa frase lui si sentiva...beh, come un adolescente idiota che sbavava sulla propria fidanzata. Avrebbe dovuto comportarsi meglio, loro vivevano insieme, ma era ancora una vera e propria benedizione sentire ogni giorno lei che parlava di loro come una coppia. Una vera coppia. "Belle...non lo so..."

"Abbiamo abbastanza soldi per prendercene cura. Voglio veramente aiutare questo piccoletto, ha bisogno di qualcuno che lo ami". Lui deglutì alle sue parole. La dolce Belle. Sempre con la voglia di amare ogni povero cretino immeritevole che incontrava. Sospirò mentre i suoi occhi imploranti lo fissavano. "Per favore, Rumple?"

E il ghiaccio si incrinò. "Oh, e va bene. Se insisti".

Lei lanciò un sorriso più luminoso del sole dritto dentro il suo cuore oscuro e annuì con fervore, prendendo di nuovo in braccio la piccola bestia. "Oh, lo sapevo che avresti detto di sì! Grazie..." si sporse e lui apprezzò molto il tenero bacio che gli diede, come sempre succhiandogli leggermente il labbro inferiore mentre si allontanava dal suo volto.

"Per prima cosa, tesoro," iniziò lui, girando intorno al bancone "ha bisogno di andare dal veterinario. Voglio che sia vaccinato..." fece un'altra smorfia "lavato, e legalmente microchippato". Fece una pausa. "Oh, e ehm...sterilizzato se è un maschio".

Lei ridacchiò e gli diede un bacetto sulla guancia. "Okay. Vieni con noi?".

"Devo fare ancora alcune cose qui al negozio, ma vi raggiungerò fra poco". Lei annuì e gli diede un altro bacetto.

"Grazie, Rumple..." e uscì, i lunghi boccoli che rimbalzavano sulla sua schiena.

Lui sospirò profondamente e tornò dietro il bancone, vedendo tutto il pelo che il nuovo amico del suo Vero Amore aveva lasciato. Avrebbe potuto usare la magia per toglierlo, ma dopo aver visto di nuovo Belle, e quanto felice era insieme a lui, non poteva farlo di nuovo. Afferrò uno straccio bianco e iniziò a pulire quando lo sentì.

Ora, non era così inusuale, no, ma a lui non accadeva spesso. Non si ammalava mai, i suoi poteri di Oscuro si occupavano di quello, e lui non aveva allergie, così la sensazione che stava provando lo sorprese. Scrollò le spalle. Doveva essere qualcosa nell'aria.

Provò a respirare di nuovo, ma il prurito infernale nella parte interna del suo naso era troppo forte e finalmente si liberò, facendolo semplicemente accadere. Passarono pochi secondi nell'orologio che aveva appena aggiustato quando il suo respirò si bloccò improvvisamente e lui lo rilasciò all'interno del suo gomito. "Etchù!". Tirò su col naso e a quanto pare fu un errore perché un bruciore enorme eruppe nella sua gola. Il suo bastone era dimenticato e agganciato al bordo del bancone quando si portò entrambe le mani al volto  ed esplose dentro di loro. "ETCHU'!". Gemette e barcollò un po' all'indietro. Quello era stato...beh, potente e lo fece sentire un po' confuso. Scosse la testa, il prurito bruciante scomparso così come era venuto. Qualunque cosa fosse a dargli fastidio, sembrava andato via.

Afferrò lo straccio di nuovo e riprese a pulire il bancone, alcuni peli che cadevano sul pavimento, ma non importava finché erano fuori dal suo bancone. Si voltò e gettò lo straccio nel cestino dei rifiuti. Nessun prurito per una frazione di secondo, e poi non poté fare altro che starnutire. "Etchù!".

Okay, che diavolo stava succedendo? Non starnutiva mai più di tre volte al mese, figuriamoci al minuto! C'era qualcosa che non andava qui. Abbassò lo sguardo e cercò di raccogliere i suoi pensieri, chiedendosi cosa avesse fatto di diverso quel giorno. Lo straccio nel cestino sembrava gridargli qualcosa e lui impallidì. Guardò prima il bancone e poi lo straccio.

OH.

Prese lo straccio con un sospiro. C'era un solo modo per scoprirlo, e lui odiava dover usare se stesso come cavia, ma non aveva scelta.

Doveva sapere.

Con uno sguardo di enorme disgusto stampato sul volto si chinò e annusò il panno.

Non successe niente.

Annusò nuovamente in un punto diverso.

Niente.

Ringhiò per la frustrazione e capovolse lo straccio, facendo la stessa azione più volte senza risultati. Ma l'Oscuro non si arrendeva facilmente e la sua ricompensa arrivò proprio alla fine quando annusò il punto jackpot, facendogli girare la testa dalla sorpresa. "E-e-e..." la reazione fu così istantanea che tutto ciò che poté fare fu reggersi con entrambe le mani al bancone.

Lo straccio cadde a terra come una persona che precipitava verso la morte.

"Etchù! E-e-etchù! Etchù! ETCHU'!" ansimò un paio di volte, trattenne il respiro mentre una nuova banda marciava fuori dal suo naso. "Oh, buon Dio...e...e...a...aetchù!" tentò di trattenerli stringendosi il naso, il risultato una serie di rumori stridenti e bagnati che sembrava che il suo cervello fosse in punto di morte. "Etchù! Etchù! Oh, dannazione!". Rimase a bocca aperta mentre l'orchestra raggiunse un nuovo crescendo, le note finali in piena espansione. "E...e...ETCHU'!".

Gli girava la testa e la gamba sinistra stava gridando pietà per tutto lo show che era appena accaduto senza l'equilibrio del suo bastone, e lui ringraziò di non essere crollato a terra. Non aveva mai sperimentato qualcosa del genere in tutta la sua vita e ansimava per riprendere fiato. Con mano tremante prese il bastone e si allontanò dalla zona, cercando di avere quanta più aria fresca possibile. Il suo fiato continuava a bloccarsi in falsi starnuti e faticava a respirare.

Okay, la sua domanda aveva ricevuto risposta.

Era allergico ai gatti.

Non ne aveva avuto idea. Nell'Enchanted Forest non aveva mai incontrato molti gatti e le poche volte che era capitato non ci si era mai avvicinato. A Storybrooke non c'erano altri animali oltre a Pongo ma dopo che la maledizione era stata spezzata immaginò che gli animali avessero iniziato ad attraversare il confine della città potendo finalmente vederla. Questo gatto randagio era entrato andando dritto tra le dolci braccia della sua Belle. L'ironia.

Sospirò e sentì un altro piccolo prurito dentro la narice destra. Imprecò, tentò di trattenerlo e fallì, lanciando un altro "Hetchù!".

"Qualcosa non va, Mr. Gold?"

A quanto pare era stato talmente distratto dagli starnuti che non aveva sentito la campanella del negozio tintinnare o la porta chiudersi. E ora la persona peggiore in assoluto era in piedi dietro di lui, dopo aver assistito a un suo momento di debolezza. Il che non era accettabile.

Raddrizzò la schiena e si ricompose, girandosi lentamente verso di lei. "Regina. A cosa devo questo dispiacere?".

Lei sorrise, le labbra rosse luccicanti. "Volevo chiederti qualcosa" disse semplicemente.

"Ah, devi essere proprio disperata per venire da me..." si volto e le si avvicinò con la sua camminata disinvolta e confidente che usava sempre per mostrare dominanza. Ricordava quel punto preciso dietro il bancone dove era caduto il panno e cercò di tenersene il più alla larga possibile, sperando che lei non se ne accorgesse. "E cosa vorresti?".

"Io..." iniziò cercando di fare un'espressione il più triste e sconsolata possibile "ero solita usare un profumo quando ero più giovane. Ultimamente ho nostalgia di casa e vorrei poterlo usare di nuovo. Mi serve un certo fiore".

Lui esibì il suo mezzo sorriso, "Capisco. Un fiore, eh? Questo certo fiore non è per caso un Olfuriom, vero?" Lei aggrottò la fronte. "Quello che ti fa provare immense sensazioni di amore quando lo odori?" Ridacchiò. "Bel tentativo, Regina".

"Non ho idea di cosa tu stia parlando".

"Per favore..." la stuzzicò ricordando vecchie ferite* "So che vuoi ancora Henry e questo fiore potrebbe tornarti molto utile".

Lei sospirò, messa alle strette. "Voglio solo che lui sia più...ricettivo del mio affetto".

Questa volta Rumplestiltskin scoppiò apertamente a ridere e scosse la testa. "Non cessi mai di stupirmi, dearie. Anche se avessi quel fiore, dovresti darmi qualcosa in cambio" le si avvicinò "e per fortuna non hai niente che voglio". Si voltò e si diresse verso la tenda che separava il negozio dal retro. "Ora, se vuoi scusarmi, ho qualcosa di meglio da fare. Sai dov'è l'uscita".

Regina ribolliva di rabbia coi pugni serrati ma si controllò, tirandosi su la giacca e sospirando. Il sorriso era tornato sul suo volto mentre lo guardava entrare nella stanza sul retro. Sì, voleva un Olfuriom, ma mentre si stava avvicinando al negozio aveva guardato attraverso gli spazi delle tapparelle come faceva sempre prima di farsi vedere da lui.

Ciò che aveva visto l'aveva sconcertata.

Lo aveva visto odorare un panno bianco più volte, per poi lasciarsi andare alla più grande serie di starnuti che avesse mai visto in vita sua. Non sapeva nemmeno che la gente potesse essere in grado di fare una cosa simile. Che diavolo era quel panno?

Scivolò dietro al bancone come un serpente e vide lo straccio sul pavimento. Lo raccolse con cautela, non volendo subire la stessa sorte del folletto. Forse era una pozione che stava preparando ed aveva fallito miseramente. Guardò attentamente il panno ma niente spiccava su di esso. Non riusciva a vedere niente di speciale. Bene, qualunque cosa ci fosse su quello straccio lei lo avrebbe scoperto. "Non ho finito con te, Rumple" e sparì in una nuvola di fumo rosso.

Rumplestiltskin uscì dalla stanza sul retro e si guardò intorno, non avendo sentito il suo congedo. Era pronto ad insultarla un altro po' ma ora che lei non c'era più si strinse nelle spalle. Doveva essere semplicemente scomparsa in una nuvola di fumo come faceva sempre. Si aggiustò i guanti di pelle nera e uscì, chiudendo la porta e dirigendosi verso l'auto.

Doveva arrivare all'ufficio del veterinario e spiegare la situazione a Belle. Sicuramente avrebbe capito. Non c'era modo che avrebbe lasciato che quella cosa stesse intorno a lui quando sapeva che lo faceva stare male in quel modo.

Belle era gentile e amorevole e dolce e meravigliosa e perfetta. Tutto ciò che non meritava. Lei avrebbe capito.

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Odiava stare in luoghi chiusi. Odiava stare in luoghi chiusi con un sacco di gente. Odiava stare in luoghi chiusi con un sacco di gente che  lo fissava. Sospirò e aprì la porta della minuscola clinica veterinaria ed entrò, ignorando i rantolii e i sussurri di una vecchia donna che sembrava sul punto di perdere il contenuto della sua vescica.

Non avrebbe prestato loro nessuna attenzione, ma quando li guardò sentì un pezzo di ghiaccio enorme che gli cadeva nello stomaco. Tre...tre di loro avevano un gatto.

Veramente?

Si avvicinò al bancone della reception e cercò di non pensarci. Provò a non considerare quanto pelo stesse volando in tutta la stanza dritto nel suo naso. Okay no, quello era ridicolo.

Non c'era nessuno alla reception e si guardò alle spalle notando che un gatto veniva rimesso nel suo trasportino, un altro era seduto sulle ginocchia della proprietaria che lo accarezzava ripetutamente e l'ultimo era una palla di pelo bianca, chiaramente un gattino, che veniva tenuto da un bambino.

Deglutì e iniziò a colpire il campanello sul bancone più volte. La receptionist venne fuori e, vedendolo, si avvicinò tremando.

"S-si?"

"Sto cercando Belle French". Sembrava confusa. "Belle French?" Scosse la testa. "Lunghi capelli castani, incredibili occhi blu? In questa città non sanno tutti chi è Belle ormai?"

Come ad un segnale, la bellissima donna in questione uscì dall'ufficio del veterinario, donandogli un sorriso. "Mi sa che conosco quella persona". Lui arrossì ma cercò di non darlo a vedere e sorrise mentre  lei continuava a parlare.

"Ha fatto i suoi vaccini e un check-up. E' solo malnutrita, quindi avrà bisogno di una dieta speciale. Le hanno fatto il bagno - non è carina? - e ora col microchip non potremo mai perderla, fantastico vero? Ah, ed è una femmina". Ridacchiò  mentre concludeva e lui cercò di raccogliere tutte le informazioni che le aveva appena dato. Il felino sembrava molto più sano, doveva ammetterlo, ma ora poteva vedere che la cosa era un Persiano nero con tantissimo pelo. "E ah, quasi dimenticavo!" indicò un oggetto di plastica con un ciondolo appeso, "Qui si possono acquistare collari e ciondoli con il nome. Non volevo aspettare per farne fare uno personalizzato così ne ho preso uno da qui e ho trovato il nome perfetto". Gli mostrò il ciondolo color oro a forma di cuore appeso al collare rosa e deglutì.

"Izzy?"

"Non è il nome più carino di sempre? Dovremo aspettare per le targhette legali che arriveranno per posta, ma per ora questo basterà".

Avete presente quando sognate di essere in un posto importante e vi presentate in mutande? E' un po' come si sentiva Mr. Gold in quel momento. Sicuramente quello era una specie di scherzo cosmico e sapeva che da qualche parte c'erano delle fate che ridevano di lui.

Guardò il viso ansioso della sua amata e sentì le pareti della stanza avvicinarsi a lui.

Quello non stava succedendo veramente.

Aveva vaccinato la cosa. L'aveva lavata. L'aveva microchippata. E peggio di ogni cosa, le aveva dato un nome. Nome che significa attaccamento. Oh, nononononononononono.

"A te...ehm...piace molto questo gatto, vero?"

Lei scosse la testa dandogli speranza, che poi venne frantumata quando rispose. "No, io la amo già". Belle strinse a sé il mostro e tutto il suo mondo diventò rosso.

Aveva usato la parola con la A. Ovviamente la amava. Amava tutto troppo presto e troppo a fondo. Aveva senso che tenesse a questa creatura. E' la stessa identica cosa che aveva fatto con lui dopotutto.

"C'è qualcosa che non va?"

E fu allora che sentì il prurito. Lo ignorò e scosse la testa. "No, per niente". Che cosa doveva fare adesso? Dirle che non poteva tenerla? Quando lei la amava?

"Aspetta, sei allergico ai gatti? Questo è orribile. Dobbiamo lasciarci immediatamente". No, lei non lo avrebbe mai fatto.

"Cosa?! Sei allergico ai gatti? Oh, no! Ora dovrò darla via per colpa tua. Piangerò per tre settimane di fila e TI.FARO'.STARE.LI'.A.GUARDARE."

Okay, no. Non stava andando affatto bene. Tirò su col naso di nuovo, stava diventando dolorosamente consapevole dell'aria pesante che circolava nella stanza. Sbatté la propria carta di credito sul bancone e guardò a denti stretti mentre la receptionist cercava, tremando, di scannerizzare la carta. "Si potrebbe sbrigare?" sputò fuori e la donna sembrò sul punto di vomitare su tutto il bancone.

"E-ecco..." gli diede la ricevuta e fu tentato di far esplodere l'edificio alla vista dei prezzi scandalosi. Ma aveva molti soldi da parte, dopotutto. Firmò velocemente e uscì, una preoccupata Belle dietro di lui.

"Stai bene?"

"Sì" finse "E' solo che odio stare intorno a persone incompetenti".

Lei si aprì in un sorriso complice. "Impareranno a conoscerti tutti quanti Rumple, fidati" gli sorrise di nuovo, "Grazie ancora, lo apprezzo molto".

Si allungò e premette le sue labbra contro le sue, tutta la rabbia che avvolgeva il corpo di lui scomparve all'istante. Lei lo baciò, aprendo la bocca per accogliere la sua lingua, e si rese conto che lo stava baciando in piena vista del pubblico. Non un accenno di vergogna o preoccupazione di ciò che gli altri pensavano di loro, lei lo amava e non aveva paura di mostrarlo a tutti.

E altri pezzi di ghiaccio si incrinarono e caddero, perforandogli lo stomaco.

Lui gemette quando la lingua di lei raggiunse la sua. Ma ovviamente quelle fate allegre volevano un altro po' di divertimento! Il prurito infernale tornò ad attaccargli il naso e Rumplestiltskin si rese conto che lei teneva in braccio il gatto mentre si baciavano e stava praticamente inalando tutto il pelo della dannata cosa. Indietreggiò e cercò di nascondere il disagio, ma lei non se ne accorse.

"Dobbiamo passare al negozio d'animali. Ha bisogno di una ciotola per il cibo e una lettiera e un letto e un tiragraffi e dei giocattoli, oh si voglio giocattoli, e bla bla bla, bla bla bla" o almeno è così che suonava a lui mentre combatteva contro il suo naso che non desiderava altro che sparire verso l'angolo più lontano della terra per starnutire dove nessuno potesse vederlo. Non all'angolo della strada con la gente che passava!

Perse la battaglia, ovviamente, e non ebbe altra scelta che lasciarsi andare, più educatamente che poteva. Si piegò nuovamente verso l'incavo del gomito e, il più silenziosamente possibile, "etchù!"

"Oh" sorrise Belle, "Salute!"

Lui annuì, il respirò che gli mancò di nuovo, stavolta con più forza, mentre girava intorno all'auto. "Hetchù!". Questo lo piegò in due e Belle corse da lui.

"Stai bene?"

"Sì," e ora era chiaramente visibile che aveva il naso chiuso. "Andiamo al negozio, dai". Non c'era nessun modo in cui avrebbe potuto sopravvivere a tutto quello.

Mary Margaret conforta una Belle piangente. "Come è potuto accadere?"

Belle singhiozzò. "Gli è esplosa la testa!"

Si schiarì la voce mentre Belle si sedeva accanto a lui nella macchina e quello fu il momento in cui il suo cervello decise di iniziare a funzionare quel giorno e gli ricordò che lei era seduta a meno di un metro da lui con ancora il gatto in braccio. Voleva aprire i finestrini ma sarebbe potuto apparire sospettoso visto che fuori faceva abbastanza freddo.

"Sei sicuro di stare bene?" gli chiese di nuovo e lui annuì, non fidandosi ad aprire la bocca col rischio di far esplodere il suo naso tutto addosso a lei. Accese il motore e fece un totale di sei metri lungo la strada quando il solletico tornò a bussare alla sua porta.

"Ciao. Ti ricordi di me? Sono qui per farti sembrare un idiota. Spero non ti dispiaccia, ma ho intenzione di rimanere per un po' e rovinare completamente la tua vita. Fa schifo essere te!" una risata maniaca echeggiò nella sua testa proprio quando Belle accese la radio. Una canzone pop fastidiosa colpì le sue orecchie, il suo naso che sembrava cantare insieme ad essa.

"Baby, I love y-CHUUUU!" era più o meno come suonava. Belle spense la radio e si girò verso di lui.

"Rumple, cosa sta succedendo?"

"Oh, niente. Sto solo per ucciderci entrambi mentre guido perché NON POSSO STARNUTIRE CON GLI OCCHI APERTI!"

Belle urlò mentre l'auto non si fermò allo stop e rischiò di scontrarsi con un camion all'incrocio. Rumplestiltskin inchiodò di colpo e poi accelerò di nuovo, allontanandosi dall'incrocio. Se qualcuno avesse osato fargli una multa avrebbe scoperto cosa si provava ad essere trasformati in lumaca.

"Rumple, basta! Che cosa sta succedendo?"

Sospirò e, parcheggiando l'auto all'angolo della strada, aprì la portiera per respirare meglio. "Io...ehm..." Belle teneva ancora in mano l'animale, il suo Izzy, cullandolo come un figlio. "Credo che...mi stia prendendo il raffreddore." Ok, aveva mentito. E allora? Tanto non poteva andare peggio di così.

I suoi occhi si spalancarono, colmi di compassione. "Oh no...tesoro, perché non mi hai detto niente? Sei sempre il solito. Oh, cosa dovrei fare con te?".

Lei lo aveva chiamato tesoro e per questo la sua testa girava mentre la guardava sporgersi verso il lato del guidatore.

"Esci. Guido io fino a casa". Lui la guardò.

Belle. Che guidava. Sì, forse poteva andare peggio.

"Non discutere. Non puoi guidare in questo stato, lo farò io. Provò a protestare e lei gli lanciò lo sguardo da niente cose divertenti stanotte. Lui annuì e starnutì di nuovo mentre scendeva dall'auto e risaliva dalla parte del passeggero. E subito dopo...lei gli mise il gatto in grembo.

"Cosa..."

"Mi dispiace, non posso tenerlo mentre guido. Starà bene, è molto amichevole".

Il gatto guardò in alto come per dire "Ti ucciderò, idiota". Rumplestiltskin ansimò e si sventolò il viso. "Possiamo aprire i finestrini? Ho caldo". Lei annuì, troppo concentrata nella guida, e lui li aprì, rendendosi conto che la loro casa era nella direzione opposta.

Avrebbe dovuto tenere una scheda di valutazione per queste fatine spiritose.

Guardò il gatto, sperando che non decidesse di graffiarlo o di innamorarsi improvvisamente della sua faccia. Quello si limitò a miagolare annoiato mentre lo fissava coi suoi grandi occhi verdi inquietanti.

E poi si sgrullò il pelo su di lui.

 

-To be continued

 

Note della traduttrice:

* "per favore" (nella versione originale "please") è la frase che Rumple ha messo come condizione nell'accordo fra lui e Regina quando acconsentì a creare la maledizione che ha dato inizio al telefilm. Ogni volta che lui la pronunciava Regina doveva fare quello che le chiedeva, senza poter rifiutare.

- Le allergie possono manifestarsi a qualsiasi età, anche se prima non si era mai avuto cenno di averle.

- Izzy viene da Isabelle, il nome con cui un po' tutto il fandom chiama Belle nelle fan fiction AU.

-la cosa della scheda di valutazione per le fatine la capirete nei prossimi capitoli

 

duuunque grazie a chiunque è arrivato a leggere fin qui :) spero che la storia vi piaccia, è composta da un totale di 4 capitoli e credo che aggiornerò una volta a settimana, se riesco anche prima a volte ma comunque cercherò di non superare mai la distanza di 7 giorni fra un aggiornamento e l'altro. L'autrice tra l'altro è stata molto gentile e ha acconsentito a farmi tradurre anche altre shot che ha scritto e in particolare ce n'è una esilarante che vorrei proporvi appena finirò di tradurre questa, dipende dal responso che riceverò (diciamo che non è un lavoro da niente tradurre e quindi  se non interessa a nessuno me lo evito senza problemi, ecco lol). Grazie infinite a chi legge,  spero mi lasciate una recensione (che girerò anche all'autrice della storia)!

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Capitolo 2
*** Drugs are awesome ***


"Te lo giuro Ruby, non ho mai visto nessuno ammalarsi così tanto così in fretta".

"Ha davvero starnutito cento volte?" mormorò Ruby dall'altro capo del telefono. Belle ridacchiò. "Beh, no. Forse un po' di meno. Ma almeno una volta ogni dieci secondi, era orribile da guardare. Per quando siamo arrivati a casa i suoi occhi lacrimavano e il suo naso era tutto rosso...orribile".

Ruby rise. "Posso immaginare".

"Non è divertente! Nessuno merita di ammalarsi. E peggiora ogni secondo che passa! Sono davvero preoccupata..."

"Ma per favore, tu ti saresti preoccupata anche se si fosse spezzato un' unghia. E' un trecentenario-vecchio-folletto-uomo-magico adulto, credo proprio che sia in grado di prendersi cura di se stesso".

"Beh, ora devo andare a fare shopping per il mio gatto senza di lui".

"Ooh shopping! Contami nel gruppo!"

Belle rise per il suo entusiasmo. "Ruby, è solo shopping per il gatto, e lo porterò con me. Non puoi avvicinarti ai gatti, ricordi?"

"Basta che non la tocco e non avrò problemi. Fidati di me, hai bisogno del mio aiuto. Sono un'esperta di animali, ti farò comprare le cose migliori".

Belle sorrise. "Okay, grazie Ruby". Terminarono la telefonata e Belle tornò in salotto, dove aveva lasciato il suo filatore. "Rumple?"

Teneva in mano un impacco freddo sugli occhi gonfi e lo tolse per guardarla, apparve in difficoltà mentre i suoi occhi guizzavano su qualcosa fra le braccia di Belle per poi tornare sul suo viso. "Sì, tesoro?"

"E' sempre così gentile" pensò. "Sto andando a fare shopping con Ruby per Izzy". Si strinse il gatto al petto.

Rumplestiltskin gemette. "Ehm...Izzy resterà qui?"

Lei scosse la testa. "No, la porto con me così potrai riposare. L'ultima cosa di cui hai bisogno quando sei malato è prenderti cura di un animale domestico". Sembrò incredibilmente sollevato e Belle sorrise. "Ti voglio nel letto Rumple. Ora." Giurò di vedere le sue guance arrossarsi non appena pronunciò quelle parole. "Dico sul serio. Devi riposare. Torneremo presto". Gli mandò un bacio e si diresse verso la porta, ma lui la fermò.

"Aspetta. Quale macchina userai?".

Lei ridacchiò. "La mia, non preoccuparti". Sospirò e tornò a rilassarsi sul divano, mentre sentiva il rumore del motore del SUV ammaccato di Belle che si accendeva.

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Oh, finalmente! Finalmente quella piccola stronza era andata via e poteva stare un paio d'ore in pace senza di lei!

Non Belle ovviamente, ma quel maledetto gatto! Come quella cosa potesse essere tenuta in braccio per così tanto tempo restava un mistero per lui.

Forse stava morendo di fame ed era troppo debole per muoversi.

Forse sarebbe morta nella notte.

O forse poteva accidentalmente lasciare una porta aperta e accidentalmente  farcela  avvicinare  la prossima settimana, ma sapeva che non poteva farlo.

Poche ore prima si era cambiato i vestiti, ormai ricoperti di pelo, e aveva scoperto un'altra reazione che i gatti avevano su di lui: prurito. La sua pelle aveva iniziato a formicolare e prudere quando Belle gli aveva messo in braccio la dannata cosa e giurò che quando finalmente erano arrivati a casa stava per avere un collasso. Si era tolto in fretta i vestiti e scusandosi con la sua amata si era buttato sotto la doccia, lasciando una confusa ma comprensiva Belle nel salotto. Lei gli aveva dato un impacco freddo e lo aveva rimproverato per non aver nessun succo d'arancia nella dispensa.

Ora che la cosa se ne era andata, poteva respirare normalmente. Era come se nulla fosse successo. Nessun prurito, nessun formicolio, nessun solletico. Niente.

Era affascinante ed esasperante allo stesso tempo. Come poteva qualcosa di così...stupido causare una reazione del genere a lui? Non aveva nessun senso logico. Perché era allergico ai gatti? E perché non lo aveva mai scoperto fino ad allora? Era come se qualcuno lo stesse volutamente torturando da lontano.

Beh, aveva alcune opzioni a disposizione per risolvere il problema. La prima, uccidere il gatto.

No, troppo sangue. Finirebbe sui tappeti. E - oh sì, Belle non lo avrebbe gradito.

La seconda, curarsi. Quello però era un po' più complicato rispetto a semplicemente strangolare il gatto. La magia ha sempre un prezzo e per curare se stesso avrebbe dovuto pagarne uno. Che consisteva nel rendersi allergico a qualcos'altro. La domanda era: a che cosa?

La scelta più logica sarebbe stata quella di scegliere qualcosa di astratto come un fiore in Amazzonia che non avrebbe mai incontrato in vita sua, ma la magia è furba e sa quando stai provando a fregarla, quindi non avrebbe funzionato. Avrebbe dovuto scegliere qualcosa del posto dove abitava.

Forse un profumo? Sarebbe facile. Doveva solo sceglierne uno.

"Rumple, guarda cosa ho trovato! Questo delizioso profumo! Odora meravigliosamente non trovi? Penso che lo metterò ogni giorno. Vieni a sentire come è buono!".

Mmmh...qualcosa di naturale allora? Polline? Erba? Fiori?

"Oh, guarda! E' una così bella giornata di primavera! Vedi anche tu le bellissime nuvole gialle di polline che ci volano in faccia? Credo che dovremmo uscire ogni giorno! RESPIRA PROFONDAMENTE TESORO!"

Ora la testa gli faceva male. Non poteva correre il rischio di incontrare nuovamente la qualunque cosa che avesse scelto, quindi non aveva altra scelta che la terza opzione: farmaci. Ci sono un sacco di farmaci.

Dopo un piccolo tragitto in auto e alcuni sguardi ben piazzati ai passanti che osavano guardarlo, arrivò in farmacia.

Entrò e gemette nel vedere che c'erano altre persone vive dentro oltre a lui. Era solito trovarli divertenti, ma mentre guardava Eolo starnutire per l'ennesima volta nel suo fazzoletto, provò qualcosa che non aveva mai provato in vita sua.

Compassione.

Ew, no. Doveva trovare dei medicinali. Subito.

Non sapeva cosa comprare così si avvicinò alla cassa e inghiottì tutto il suo orgoglio. "Posso aiutarla, signor Gold?"

Oh sì, perché non prendi direttamente l'altoparlante e annunci a tutti che sono qui?

"Dammi degli antistaminici", voleva finire con "prima che ti dia alle fiamme con una palla di fuoco", ma Eolo era in piedi dietro di lui.

"Ce ne sono di diversi tipi, che tipo di allergia avete?

Strinse i denti. "Pelo di gatto. Sono allergico al pelo di gatto"

Eolo annuì, guardandolo come se ricordasse qualcosa. "Ah sì, i gatti. Sono tremendi. Ma non è al pelo che siete allergico, si tratta della forfora che si stacca da esso"

"Non me ne frega un accidenti! Dammi le maledette pillole prima che ti faccia mangiare il mio bastone!" era quello che voleva dire, ma si limitò ad un "Voglio solo guarire".

"Guarire? Oh, non c'è cura" disse categorico il farmacista.

"Che cos..." Gold ribolliva, le nocche bianche per la morsa della mano sul bastone.

"Non c'è cura per le allergie. Può solo conviverci. Gli antistaminici possono aiutare, ma riducono solo i sintomi". Gold abbassò lo sguardo, cercando di non iniziare a ballare il tip tap sulla milza di quel ragazzo. "Ma se non avete un gatto, basta che stiate lontano da loro".

"Ne ho uno" ringhiò e l'intera farmacia tremò, un'onda magica che tutti poterono sentire era stata sprigionata dal suo corpo. Tutte le persone presenti nella farmacia se ne andarono immediatamente, lasciandoli soli.

"Oh, okay. Allora le raccomando...questo" e gli porse una scatola che lui prese, un'espressione di disgusto sul volto.

"Quante ne devo prendere al giorno?"

"Bisogna prenderne una ogni 8 ore, quindi due volte al giorno".

Gold fece due conti. "C'è solo una quantità sufficiente per una settimana in questa scatola".

"Già. Se volete l'intera confezione dovete andare da un dottore e farvi fare la ricetta. E' una seccatura, lo so".

Gold sospirò profondamente. Ne valeva veramente la pena? Il ricordo del tocco persistente delle labbra di Belle sulle sue gli mandò un brivido lungo la schiena. Tirò fuori la sua carta di credito. "Dammi tutte le scorte che hai".

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Belle canticchiava allegramente mentre Ruby controllava metodicamente ogni corridoio del negozio e metteva nel carrello solo il meglio del meglio.

"Dopotutto, si tratta dei soldi di Gold" aveva detto e Belle aveva accettato con riluttanza. Sapeva che Rumplestiltskin le avrebbe fatto avere tutto quello di cui aveva bisogno. Era proprio un peccato che si fosse preso il raffreddore proprio in quel momento, avrebbe voluto averlo lì con lei. Questo non era solo il gatto di Belle, sarebbe stato anche il suo.

Sospirò e strinse Izzy. "Sei la cosa più dolce del mondo. E sei così educata! Sarai perfetta per noi".

"Oookay" disse Ruby. "Credo che abbiamo tutto quello di cui ha bisogno".

Belle sbatté le palpebre un paio di volte mentre guardava il carrello. "Oh mio Dio". Dentro c'erano un paio di palline, un porta-lettiera, una cuccia per gatti, diversi giocattoli di cui Belle non aveva idea di cosa servissero, alcuni di quelli che sembravano topi imbalsamati e una torre tiragraffi.

"Peccato che Gold sia malato. Avrebbe potuto portare tutta questa roba a casa con la magia".

Belle scosse la testa. "No, Ruby. Niente magia".

Ruby rise. "Stai provando a convincerlo a smettere? Spero che non ti aspetti che accada presto".

Belle roteò gli occhi e andò a rovistare fra i giocattoli nel carrello. "Che cos'è?"

"Erba gatta. Le piacerà. Ora manca solo la lettiera e del cibo".

Un giovane si avvicinò. "Posso aiutarvi?" chiese, guardando dalla testa ai piedi le due bellissime donne davanti a lui.

Ruby sorrise, come un predatore pronto a divorare la preda. "Perché no? Grazie, potresti prendere un po' della roba e aiutarci a trasportarla?" chiese così dolcemente che Belle giurò che il ragazzo stava per svenire dalla troppa attenzione.

"Uh, sì. Certo" prese la torre-tiragraffi e grugnì nel sollevarla.

"Graaaaazie" canticchiò la ragazza lupo e sorrise sfacciatamente a Belle. "Niente di meglio di un po' di sano flirt per farti fare un favore. Se ci giochiamo bene le nostre carte potremo farci portare tutta la roba direttamente in macchina".

Belle roteò gli occhi. "Oh, cielo".

Un abbaio fece girare entrambe le ragazze e videro Pongo trascinare uno stanco Archie Hopper con lui. "Oh, ciao" sorrise, "Buono, Pongo. Si eccita così tanto ogni volta che veniamo qui".

Belle guardò Ruby arricciarsi una ciocca di capelli col dito, un sorriso molto evidente sul suo volto. E cos'era quello? Era arrossita. Sorrise e si avvicinò per parlare con lo psicologo. "Come stai?".

Ricambiò il sorriso, mentre Pongo finalmente si calmò. "Molto bene. Oh, è un gatto quello?"

La giovane annuì. "Questa è Izzy. Io l'ho..beh è adottata, credo". Archie allungò la mano per accarezzarla, ma lei si tirò indietro e gli soffiò. "Oh! Non l'ha mai fatto prima..."

Ruby ridacchiò. "Ce l'hai da quanto...un'ora? Come fai a sapere come si comporta?".

Archie si fece indietro. "Deve essere l'odore di cane". Concordarono entrambe e lui guardò l'orologio. "Oh, ho un paziente fra 20 minuti. Ci vediamo più tardi". Il suo sguardo si soffermò su Ruby un po' più a lungo prima di andarsene.

"Mmmmh..." Belle rifletté mentre si accorse di Ruby che lo guardava.

"Che c'è?" Belle alzò un sopracciglio. "No. Assolutamente no. So cosa stai pensando e no." Belle non disse nulla mentre Ruby spinse il carrello, borbottando qualcosa a proposito di grilli e cibo per cani.

Quando arrivarono a casa, Belle convinse Ruby che non c'era niente di male ad entrare. Lei lo fece e l'amica, dopo aver cercato in camera da letto e in ogni altra stanza della casa senza successo, gemette esasperata. "Oh, quel testardo di un uomo! Gli ho detto di andare a riposarsi". Mise Izzy sul pavimento e andò a sistemare tutte le cose che avevano comprato.

Ruby sbuffò. "Beh, gli uomini non ascoltano. Eh oh, preparati. Diventano dei bambini quando sono malati".

"Veramente, miss Lucas?"

Si girò e guardò con stupore mentre Belle corse verso l'uomo più temuto della città e lo rimproverò come un bambino per non averle obbedito. E l'Oscuro, che aveva abbastanza potere da bruciare l'intero Maine, rimase lì ad annuire, mormorando scuse e promettendo di non farlo di nuovo.

La giovane era sbalordita e dovette trattenersi dal ridere istericamente alla scena.

"Ne hai abbastanza?" chiese cupamente mentre lui piagnucolava, chino su una sedia con le braghe tirate giù fino alle caviglie.

"Sì, non lo farò più".

Mise via la frusta. "Dillo".

"Lui deglutì. "Sì padrona".

Ruby scosse la testa, doveva smettere di guardare quel genere di film. Notò che Gold la stava fissando e si chiese se potesse leggerle nel pensiero.

"Ehm...vi lascio soli. Divertitevi a sistemare tutto". Corse verso la sua auto e partì, accelerando lungo la strada.

"Mi sembra sempre di fare uno strano effetto alle persone" rifletté Gold, facendo ridere Belle. Si voltò e ridacchiò come nei giorni di gloria in cui era ancora un folletto. "Non ho idea del motivo".

Lei scosse la testa mentre lui rientrava e chiudeva la porta, mettendo via il cappotto. "Dove eri andato?".

Sospirò. "In farmacia. Avevo bisogno di...medicine".

Belle annuì. "Va bene, ma voglio che ora ti riposi. Anche se...mi sembri guarito ora...hai usato la magia, Rumplestiltskin?". Proprio allora Izzy entrò camminando e miagolando alla situazione che le si parava davanti.  Gold sbiancò visibilmente e indietreggiò un po'. "Oh, ci sei" la prese in braccio Belle. "Abbiamo incontrato Archie al negozio e lei gli ha soffiato. Spero sia stato solo l'odore del cane addosso a lui. Odierei se iniziasse a essere cattiva con ogni persona che incontra".

Giurò di vedere Rumple stringere i denti. "E se fosse? Te ne sbarazzeresti allora?".

Belle la riappoggiò a terra e con le mani sui fianchi rispose. "Non mi sono sbarazzata di te, giusto?".

I suoi occhi si addolcirono e lei amava quando lo faceva. "Giusto. Allora...cosa le hai comprato?".

Stava per rispondergli quando le squillò il cellulare. "Oh, è..." abbassò lo sguardo. "E' mio padre...".

Rumplestilskin annuì. "Va tutto bene. Vai di là a parlare con lui, dearie".

Lei sorrise e lo baciò teneramente sulla guancia prima di andare nella stanza accanto.

E ora era stato lasciato solo con il suo nuovo animale domestico. "Mmmh. Forse se semplicemente mi tengo lontano da te non starò così tanto male". L'animale si sedette sul pavimento, la coda che si muoveva avanti e indietro, la posizione del corpo come se stesse per saltargli addosso.

Fece un passo avanti e accadde.

"Cosa?!"

La gatta si attaccò ai suoi pantaloni, le unghie che scavavano nella pelle sottostante, mentre lui cercava furiosamente di cacciarla via. In qualche modo sapeva della sua vecchia ferita e si era attaccata proprio alla gamba malandata, lampi di dolore bollente che scorrevano dentro di essa.

"Accidenti a te!"  alzò il bastone, la spinse via con un colpo e lei iniziò a soffiare e correre a tutta velocità verso di lui.

"Che diavolo?"

Iniziò ad agitare il bastone più e più volte cercando di tenerla lontana, ma la bestia  era troppo veloce per lui e si lanciò in aria dritta sulla sua coscia.

Uno squittio inumano uscì dalle sue labbra mentre gli artigli scavavano nella morbida  pelle vicino alle sue parti basse. L'atto gli fece inoltre perdere l'equilibrio e cadde all'indietro a destra dell'appendiabiti, facendolo crollare insieme a lui e all'ammasso di pellicce e cappotti che vi erano appesi.

E poi iniziò a imprecare in gaelico.

Il mostro miagolò e scappò via e lui gemette, le gamba che urlava di dolore mentre si alzava. "Che accidenti era quello?"

Belle arrivò di corsa dall'altra stanza. "Cosa è successo?".

Lui ansimava. "Lei...io...lei..." non riusciva a formulare le parole. Non solo era sbalordito, ma durante la lotta alcuni peli erano volati via dalla bestia ed erano finiti tutti in aria. "Non posso crederci..."

Lei stava per chiedere di nuovo cosa fosse successo quando lui si piegò, pronto a starnutire di nuovo con violenza come aveva fatto al negozio quella mattina. Gli occhi di Belle si spalancarono mentre lui iniziava a starnutire ancora e ancora. "Rumple!" si precipitò verso di lui e lo tenne per le spalle. "Oh, sei malato! Oddio, vieni con me. Andiamo...va tutto bene..." cercò di calmarlo.

"Io...eeeetchù! Il gatto...ETCHU'! Lei...e-e-e-tchù! Oh, vaffanculo...".

Belle sapeva che quando imprecava in quel modo, stava davvero male. "Starai meglio, mi prenderò cura di tutto io. Ora vai a letto".

Avrebbe voluto dirglielo, veramente. Ma cosa avrebbe potuto dire?

"Belle, il gatto che hai trovato è posseduto dal diavolo e deve essere prosciugato di tutto il suo sangue. Lo scuoierò e potremo derivarne uno bellissimo scalda collo".

Qualcosa gli disse che non sarebbe andata molto bene.

Lei si sedette sul bordo del letto insieme a lui e gli controllò la fronte. "Non hai la febbre ma voglio che ti rilassi. Torno subito". Lui cercò di protestare ma tutto quello che poté fare fu gorgogliare e gemere.

"Tutto questo non sta succedendo veramente..." gemette.

Un momento, e se l'animale ferisse la sua amata Belle? E se la stesse attaccando proprio in quel momento?

La sua domanda ricevette risposta mentre lei rientrava nella stanza, tenendo in braccio la dannata cosa.

"Cos...Belle...lei è..."

Guardò in basso verso il gatto. "Che problema c'è con lei?"

"Lei...ha soffiato ad Archie oggi".

Belle annuì. "Credo fosse Pongo che non gradiva. Voglio dire, guardala...è così amichevole e le piace essere presa in braccio. A quale gatto piace?".

"A un gatto posseduto da un demone" rifletté e scosse la testa. "E se si rigira contro di te?".

Belle sorrise. "Supereremo anche questo ostacolo, se ce ne sarà il bisogno. Per ora non vedo nessuna prova che questo possa accadere. Adesso riposati un po', voglio riaverti in forma presto. Odio vederti malato".

Lui arrossì al commento e sospirò. Se quel gatto era gentile con lei non gli avrebbe mai creduto a meno che non lo attaccasse davanti a lei. In qualche modo...sapeva che non sarebbe mai accaduto. L'animale sembrava essere un perfetto angelo in presenza di Belle. Proprio come lui, in realtà.

Lei sorrise e si voltò per andarsene. "Ti amo, Rumplestiltskin".

Lui sorrise a sua volta. "Ti a - EEEETCHU'!" Lei rise di lui e uscì, lasciando la più potente forza delle tenebre del mondo seduto sul suo letto, la faccia simile a un pomodoro.

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Non gli ci volle molto per tornare a respirare normalmente, ma i suoi occhi erano ancora come carta vetrata e un dolore sordo nella parte posteriore della gola lo aveva lasciato col dubbio che fosse veramente malato. Camminò fino al bagno e tirò fuori una delle scatole che aveva comprato. Le altre le aveva magicamente -sì, magicamente dannazione - trasportate nel seminterrato dove sapeva che Belle non sarebbe mai andata.

Lei non lo avrebbe ammesso ma sapeva che lui praticava ancora la magia. Sapeva che le persone andavano ancora da lui in cerca di aiuto e sapeva che il vero utilizzo del negozio dei pegni era quello. Tuttavia la maggior parte degli accordi che faceva ultimamente non erano così male. La maggior parte delle cose che aveva fatto per la gente li aveva aiutati in un modo o nell'altro.

"Se divento calvo mi uccido".

"Puoi fare in modo che la pizza mi aiuti a perdere peso?".

"Sono vecchio e grigio e posso a malapena camminare. Fammi diventare irresistibile per le donne".

Gemette e si strofinò il viso mentre si guardava allo specchio. Se il vecchio Oscuro avesse saputo che sarebbe finito così, si sarebbe auto-trasformato in lumaca direttamente in una colonia di orchi.

Scosse la testa e sospirò pesantemente, aprendo la scatola. Le pillole erano blu e non sembravano niente di speciale. Lesse le istruzioni e vide per cosa dovevano essere utilizzate.

Lacrimazione e prurito.

Congestione.

Naso che cola.

E soprattutto, starnuti.

Ne mandò giù una con un piccolo bicchiere d'acqua e nascose le altre in una scatolina senza etichetta nel bagno. Aspettò un po' e poi decise che era stufo di starsene rinchiuso nella sua camera. Sgattaiolò fuori dalla porta e guardò Belle che tirava fuori dalla scatola la torre-tiragraffi. Era a pezzi e doveva essere montata.

Rimase lì a guardare quella bellissima donna che canticchiava tutta felice alla prospettiva di assemblare insieme qualcosa di inutile e ridicolo dentro la casa della persona probabilmente più orribile che potesse mai conoscere.

Okay, forse non si sarebbe trasformato in lumaca se avesse saputo di questo.

Belle prese le istruzioni e le lesse attentamente, come faceva quando era rapita da uno dei suoi libri. Il bollitore del tè in cucina fischiò e lei balzò in piedi, lasciando tutto il disordine sul pavimento.

Rumplestiltskin non poteva farne a meno. Non gli importava se lei si sarebbe arrabbiata. Fece schioccare le dita.

Belle tornò, la tazza in mano, solo per vedere la torre-tiragraffi completamente montata e messa in un buon punto della stanza, così come tutti i giocattoli tolti dalle loro scatole, non una traccia di spazzatura o qualcosa che doveva essere pulito.

Alzò lo sguardo e fece uno "Tsk" con la sua mano libera appoggiata sul fianco. "Oh...che cosa devo fare con te?".

Lui si strinse nelle spalle e uscì dalla porta, spaventato dalla maledizione nera che girovagava miagolando per il salotto. "Mi scuserei ma questo era il minimo che potessi fare dopo che non sono potuto venire con te al negozio d'animali".

Belle arrossì leggermente e appoggiò la sua tazza sul tavolino. "Credo che potrò passarci sopra". Si sedette sul pavimento e guardò tutti i giocattoli che Ruby aveva scelto per Izzy. "Non so nemmeno a cosa servono".

Gold rientrò nervosamente nella stanza e si sedette sul divano. "Beh...lo capirai". Lei lo guardò. "Mmmh...noi lo capiremo". Sorrise e si unì a lui sul divano.

"Cosa è successo al riposo a letto?

Lui le lanciò uno sguardo innocente. "Non posso stare rinchiuso, dearie. Inoltre ho preso delle medicine e mi sento molto meglio".

Belle alzò un sopracciglio. Proprio in quel momento Izzy saltò fuori dal nulla sul suo grembo. Il modo in cui Rumplestiltskin reagì la fece ammutolire. Si era letteralmente tirato indietro da lei e fece un chiaro urletto di panico. Lo fissò e lui impallidì, iniziando a fissare il pavimento, cercando di riportare la sua attenzione sui giocattoli del mostro.

Non può essere...

"Rumple, la vuoi tenere in braccio?". E il colore tornò di nuovo sulla sua faccia. Balbettò e delicatamente si allontanò ancora di più da lei. "E' molto dolce, tieni" gli mise il gatto in grembo e lui si irrigidì come una tavola. "Dovrai abituarti a lei. Voglio che diventiate amici".

"Uh...si capisco..." rispose debolmente e rimase rigido.

Lei lo guardò come un falco e la stanza divenne improvvisamente silenziosa. "Non hai intenzione di accarezzarla?".

Deglutì e afferrò Izzy, praticamente lanciandola verso Belle. "Improvvisamente non mi sento molto bene. Credo che avevi ragione". Corse il più veloce che poteva verso il bagno e sbatté la porta.

Belle rimase a bocca aperta. Stava vomitando? Era per colpa dell'influenza? Oh ma cosa andava a pensare, certo che era colpa dell'influenza.

Lui non le mentirebbe...giusto?

Rumplestiltskin sospirò e si sciacquò la faccia. Odiava raggirarla in quel modo, ma non aveva altra scelta. Finché le pillole non avessero fatto effetto, doveva stare lontano da quel gatto.

Sospirò e saltò quando la sua bella bussò alla porta. "Rumple?" la sua voce melodiosa lo fece tremare per la tenerezza con cui lo aveva chiamato. "Stai bene?".

Si asciugò la faccia e si schiarì la gola, tirando lo sciacquone. Un'altra ondata di senso di colpa lo invase. Aprì la porta e cercò di sembrare forte. "Sì, sto bene. Ho solo...esagerato credo".

Ora aveva le braccia incrociate. "Te l'avevo detto di riposarti e ora dico sul serio. Vai in quel letto, Rumplestiltskin". Lei gli indicò la camera da letto e lui, come un bambino obbediente, si incamminò, guardando il suo pigiama di seta e sperando che il mostro non sarebbe spuntato da sotto il letto e lo avesse attaccato mentre si spogliava.

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Era sdraiato accanto a lei, guardandola respirare. Un ritmo dolce e morbido che lo faceva addormentare ogni notte. Si passò una mano nei capelli e si sedette con un sospiro. Non riusciva a dormire per paura di svegliarsi con un gatto in faccia, così si alzò e si diresse verso la cucina.

Ora, questa era una cosa che non avrebbe mai ammesso a nessuno - nemmeno a Belle - ma quando faticava ad addormentarsi, si riscaldava un bicchiere di latte.

Ed eccolo lì, alle tre del mattino, che camminava per la cucina in pantofole e pigiama di seta blu.

Se qualcuno lo avesse visto in quel momento sarebbe immediatamente diventato idoneo per la donazione di organi.

Mentre aspettava che il forno a microonde emettesse un segnale acustico, si voltò e quasi lasciò cadere il bastone, quando vide il mini terrore seduto sul suo tavolo da cucina.

"Tu..." ringhiò e lei semplicemente agitò la coda. Puntò il bastone contro di lei come una spada. "Tu e io abbiamo qualche problema".

Abbassò il bastone e lo strinse con entrambe le mani. "Posso tollerare molte cose..." cominciò, il segnale acustico del forno a microonde e il fatto che il latte si sarebbe presto raffreddato che aumentavano la sua impazienza, "Posso tollerare che lei ti ami così tanto...posso tollerare che mi fai starnutire ogni dieci secondi ogni volta che mi avvicino a te...ma non tollero che lasci il tuo maledetto pelo dappertutto nella mia cucina!"

Lei lo fissò con quegli occhi verdi luminescenti, il fruscio della coda sempre più udibile.

"Scendi. Immediatamente. Dal. Mio. Tavolo." ordinò come se lei potesse capire.

Lei non fece nulla.

Lui le sorrise, il dente d'oro scintillante. "Bene, allora ti farò scendere io".

Alzò un braccio e fece scattare il polso, l'animale si sollevò immediatamente in aria con una forza invisibile che sembrava fuoriuscire dalla sua testa. Miagolò e scalciò, tentando con tutte le sue forze di liberarsi, ma era inutile contro il potere dell'Oscuro, come lo era stato per tutti gli altri.

Gold ridacchiò, un sorriso malato sul volto mentre guardava quella bestia scalciare e urlare per la propria vita, agitandosi pateticamente in aria. "Ora vedrai cosa succede a quelli che mi incontrano. Magari la prossima volta ci penserai due volte prima di saltare sul mio tavolo" fece una pausa "O prima di attaccare me!" La sollevò ulteriormente in aria, il felino che miagolava chiedendo di essere graziato e lui in procinto di scoppiare in una grande risata diabolica, quando...

"RUMPLESTILTSKIN!"

Si spaventò e perse la concentrazione, facendo cadere il gatto sul pavimento, che atterrò senza problemi sulle zampe e scappò via con un miagolio terrorizzato. Lui deglutì e fece una smorfia mentre si girava, vedendo la furia che si riversava nei suoi bellissimi occhi azzurri. Cercò di salvarsi la vita in extremis tirando fuori uno dei suoi sorrisi più affascinanti.

"Si, dearie?"

"Non chiamarmi dearie! Cosa stavi facendo con Izzy?!"

Cercò di calmarla, una mano che si alzava sulla difensiva. "La stavo solo facendo scendere dal tavolo della cucina. Non vuoi avere tutto pelo nel cibo giusto?".

Lei scosse la testa esasperata. "Avresti potuto semplicemente prenderla in braccio e metterla sul pavimento, non appenderla per il collo a mezz'aria!"

Forse se avesse concentrato tutte le sue energie, sarebbe riuscito a far schiantare una meteora contro di lui in quel momento.

"Io...Belle...tesoro..." provò mentre lei si voltava verso di lui. "Non ero sicuro di come avrebbe potuto reagire con me. Non so se vuole che io la prenda in braccio".

Belle sospirò e si diresse in salotto. Tornò in cucina cullando una Izzy ancora spaventata. "Guarda, Rumple. Le piace essere trasportata, non avrai nessun problema. E' una animaletto meraviglioso. Avresti potuto prenderla in braccio".

Lui sospirò e provò a trovare una spiegazione migliore, ma non gli venne in mente niente. "Belle...mi dispiace...".

E poi la cosa peggiore accadde. La rabbia scomparve dal suo volto e fu sostituita da qualcos'altro. Un'emozione che lui odiava più di ogni altra. Riempì i suoi occhi e fece sollevare il suo petto. "Rumplestiltskin..." e sapeva cosa stava per succedere. "Sono molto delusa..." e se ne andò.

Fu lasciato da solo in piedi nella sua cucina fredda mentre le sue parole gli risuonavano in testa.

Delusa. Ovvio che lo era. Lo era sempre stata.

Si strofinò la testa e cercò di pensare a un modo per risolvere la situazione. Non riusciva a pensare a niente e sospirò sconfitto.

Quindi, che cosa aveva adesso? Una palla di pelo psicotica che gli distruggeva la vita, Belle delusa da lui e ultimo ma non meno importante, il suo latte si era raffreddato.

Che altro poteva andare storto?

Sbatté le palpebre.

"HETCHU'!"

Ovviamente.

-to be continued

 

angolo della traduttrice:

rieccomi :) siccome la mia vita è molto triste, ieri anche se era il mio compleanno non ho fatto un'accidenti (ma recupererò nei prossimi giorni) perciò perché non passare il tempo a tradurre (l'ho detto che sono una persona molto triste)? Quindi eccoci qui col secondo capitolo! Grazie infinite a chi ha inserito la fic nelle preferite e nelle ricordate, ai lettori silenziosi e soprattutto a chi ha recensito! A presto con il prossimo capitolo, il penultimo :)

 

 

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Capitolo 3
*** Catnip and antiques ***


Aveva trascorso il resto della notte al piano di sopra, nella sua vecchia camera da letto.

Negli ultimi mesi Rumplestiltskin aveva scoperto qualcosa di interessante su se stesso: stava invecchiando. Grazie a Belle che gli aveva detto di smetterla con la magia non aveva più nessun sollievo per la sua gamba, e stava cominciando a pagare a caro prezzo quello che aveva fatto tanto tempo fa.

L'artrite stava peggiorando e diventava sempre più difficile per lui girovagare per casa e fare la rampa di scale che conduceva al piano superiore. Visto che aveva un'altra camera da letto al piano inferiore, completa di bagno, aveva immaginato che sarebbe stato meglio spostarsi lì insieme a Belle. In più, aveva anche un enorme armadio per tutti i bellissimi vestiti della sua amata. Le avrebbe dato l'universo, se avesse potuto.

Ma dopo che aveva rovinato tutto la notte prima, si era diretto al piano superiore come il codardo che veramente era.

Camminava per la stanza passandosi distrattamente una mano fra i capelli, sapeva che si era alzata perché poteva sentire il profumo della colazione. Stava preparando le frittelle, e delle salsicce. Sin da quando si era trasferita da lui si era presa l'incarico di preparare la colazione ogni giorno, senza nemmeno chiederglielo.

Probabilmente perché è così che era solito essere in passato.

Scosse la testa e fece ritorno al piano di sotto, stanco del demone maligno in agguato nell'ombra del salotto. Lentamente entrò in cucina e sospirò mentre guardava Belle capovolgere una salsiccia nella padella. Lei guardò verso di lui: "Buongiorno. Vuoi le uova strapazzate o in camicia stamattina?" batté le palpebre. "Io le voglio strapazzate, credo. Tu?"

Balbettò. "Uh...quello che vuoi va bene, dearie".

Lei annuì e aprì le uova in una ciotola, per poi iniziare a sbatterle.

Appariva completamente tranquilla e la rabbia sembrava essere scomparsa. Nessuna delusione sul suo viso.

"Stavo pensando...dovremmo tornare nella camera da letto al piano di sopra".

Deglutì. "Perché?"

"Beh, è solo che penso che potremmo mettere tutte le cose di Izzy nella stanza al piano di sotto".

Si raddrizzò con l'aiuto del bastone. "Tutte le cose di Izzy?".

"Mm hm. Sai, la sua torre, la cuccia, la ciotola del cibo, la lettiera e i suoi giocattoli. C'è un sacco di spazio lì". Fece una pausa e aspettò "Sai...così non starà con noi". Ed ecco il pugno nello stomaco.

Gli piaceva l'idea che quello scherzo della natura stesse in una stanza lontano da lui, ma sapeva che glielo stava suggerendo solo per manipolarlo.

Certo, Belle era dolce, gentile e meravigliosa, ma poteva rigirare il suo cuore come nessun altro e ne era pienamente consapevole.

Solo l'idea di dover salire ogni volta al piano di sopra per avere un po' di intimità gli faceva venire crampi tremendi alla gamba ferita. Già se lo immaginava: lui non più in grado di soddisfarla in camera da letto perché troppo impegnato a imprecare per il dolore alla gamba, lei che lo mollava per un uomo molto più giovane. No, no lei non lo avrebbe mai fatto. O almeno sperava che non lo avrebbe fatto.

Sospirò e le si avvicinò. "Belle...non devi farlo. Non mi da fastidio che stia vicino a noi".

Lei rilassò le spalle e si girò verso di lui. "Veramente? Non ti dà fastidio?".

Scosse la testa. "Niente affatto". Grazie a Dio non era Pinocchio, o il suo naso sarebbe stato fuori dalla finestra a fare ciao ai vicini ormai.

"Le sue cose stanno bene dove stanno". Certo, i giocattoli del gatto stavano proprio bene insieme a tutti i suoi cimeli di antiquariato. I giocattoli rosa del gatto.

Le toccò il braccio. "Senti...ero solo stanco quando l'ho vista seduta sopra il tavolo, non so...credo che abbia premuto un pulsante che non sapevo di avere".

Si voltò a guardarlo, un piccolo sorriso che sbucava dalle sue labbra. "Sì, so del tuo caratterino...".

"Ti prego, perdonami Belle" disse mettendo su la sua migliore faccia patetica, aprendo i suoi occhi da cucciolo - o almeno è così che lei li chiamava quindi immaginava di poter usarli a suo vantaggio- "Per favore?".

Il suo sorriso raggiunse gli occhi. "Oh, tu..." gli mise le braccia intorno al collo "Non posso restare arrabbiata quando fai così..."

'Si, lo so...' pensò meschinamente e si chinò a baciarla. Lentamente le sue labbra si premettero su quelle di lei, ancora e ancora, ogni bacio sempre più profondo del precedente. Lei si staccò e lui sospirò. "Per favore, non spostarci al piano di sopra".

Lei ridacchiò. "Okay." Lo baciò di nuovo, il suo sapore che improvvisamente gli ricordò che non si era lavato i denti quella mattina, al contrario di lei. Il gusto di menta era proprio bello mentre gli succhiava la lingua, guadagnandosi un gemito. Belle si staccò di nuovo, cercando di parlare fra i suoi baci insistenti. "Rumple...il cibo si brucerà".

Sorrise. "E quindi?".

"Ma..." bacio "se..." bacio "prende fuoco?"

Lui ridacchiò. "Allora lo spegnerò...ora posso? Anzi, credo proprio che tu non abbia niente di cui preoccuparti". Belle si girò e vide le uova perfettamente cotte e strapazzate, il formaggio che le ricopriva anche se lei sapeva di non avercelo ancora aggiunto.

La mano di lui scivolò sulla pancia di lei, mentre con la bocca attaccava il suo collo. "Rumple..." il suo tono era a metà fra un gemito e una protesta e lui lo interpretò come un permesso per continuare.

Metodicamente si dedicò a ogni centimetro del suo collo esile, leccando il punto in cui sapeva che era più sensibile. Le sue mani salirono molto lentamente mentre le sussurrava all'orecchio "Mi sei mancata la notte scorsa...". Lei lasciò uscire una risata senza fiato, inviando una fitta di piacere attraverso di lui. "Beh, sei tu quello che è andato al piano di sopra".

Stava per tornare a divorarle la bocca, succhiare le sue labbra carnose, quando un rumore li interruppe come una bomba che esplodeva.

"Meow".

Si voltò per vedere l'animale seduto ad appena quattro metri da loro. L'immagine della sua vecchia versione di Oscuro che le tagliava la coda e se la rigirava allegramente fra le dita gli spuntò nella testa.

"Ci sei!" tubò Belle allontanandosi da lui e infrangendo le sue speranze di vivere qualche momento divertente con lei quella mattina. "Vieni qui..." prese il gatto e lo strinse, facendolo rabbrividire al fatto che ora i suoi vestiti sarebbero stati ricoperti di pelo  e lui non avrebbe potuto più toccarla finché non se li fosse cambiati.

Anche se...poteva toccarla sotto la doccia...

Mentre era perso nei suoi pensieri di Belle nuda nella doccia, sbatté le palpebre nel vedere lei che gli tendeva il gatto. "Ehm...Belle?"

"Ti sei scusato con me. Ora scusati con lei" disse semplicemente. Lui sbiancò confuso e ridacchiò. "Accarezzala o qualcosa del genere, non ti farà niente".

Fantastico, semplicemente fantastico. Sospirò e tese la mano, rabbrividendo quando finalmente le toccò il pelo. Era morbida, doveva concederglielo, ma il pensiero che ciò che lo faceva starnutire era tutto sulla sua mano gli fece venire voglia di rasarla a zero.

Il gatto si irrigidì, ma non ebbe nessun'altra reazione particolare. I suoi occhi verdi senz'anima guardavano dritti dentro i suoi. Lui ricambiò lo sguardo e iniziarono a fare una gara a chi si fissava più minacciosamente mentre gli  accarezzava la testa. "Mi dispiace, Izzy".

"Bene. Ora baciala."

Ok, stava ancora sognando. In nessun mondo la sua dolce Belle gli avrebbe mai chiesto di fare qualcosa di così orribile. Si guardò intorno e si pizzicò la gamba, scoprendo che non stava dormendo. "Ehm..."

Belle iniziava a spazientirsi. "Avanti."

Si morse l'interno della bocca e si abbassò, trattenendo il respiro mentre  sfiorò a malapena la testa della dannata cosa. Sembrò soddisfacente per Belle, che annuì e la mise giù.

"Vedi? Lei è dolce." e si leccò le labbra, tornando a concentrarsi sul cibo.

La pelle già gli prudeva e corse verso il lavandino per lavarsi le mani. Sapeva che non era sospettoso, era una buona cosa tenere alla propria igiene dopotutto, e si lavò di nascosto le labbra meglio che poteva.

Stava tornando verso il tavolo quando si ricordò di non aver preso nessuna pasticca di antistaminico quella mattina.

Fate spiritose: ottocentomila. Rumplestiltskin: un gigantesco, grasso zero.

Si sedette al tavolo, occhieggiando la creatura che lo osservava dal suo posto sul pavimento. Scosse la testa e si fermò quando vide che non solo Belle gli aveva servito un tè, ma anche un bicchiere di succo d'arancia.

"Belle?"

"Ieri ho fatto shopping anche per te, oltre che per Izzy. Bevi".

I suoi occhi si addolcirono. "Belle, non dovevi farlo..."

lei si strinse nelle spalle e gli servì alcune uova. "Di niente. E poi farà bene al tuo raffreddore. A proposito, come stai?".

Rumplestiltskin finse un colpo di tosse. "Meglio, credo".

Mise un piatto con le salsicce sul tavolo e un altro con le frittelle. "Meno male" si sedette. "Oh, tesoro! Ti ho baciato e sei malato!".

Prese il tovagliolo e la forchetta che lei gli stava porgendo. "Sono sicuro che non ti ho attaccato niente, tranquilla".

Lei alzò un sopracciglio. "E perché? Non hai per caso lanciato un incantesimo su di me, vero Rumplestiltskin?".

Sbiancò. Se le avesse detto di sì si sarebbe arrabbiata ma se le avesse detto di no si sarebbe preoccupata di ammalarsi. Dannazione. "No...non l'ho fatto....solo...ho speranza che tu non ti ammali?"

"Beh, non preoccupiamoci di questo ora" rispose e lui sorrise.

"Mi dispiace tesoro."

"E' tutto a posto."

Si mise due frittelle nel piatto e stava per iniziare a mangiarle quando sentì un peso sul suo grembo. Guardò in basso e vide Izzy che se ne stava seduta lì, a fissarlo. "Ma che..."

"Aww Rumple. Vedi? Ti ha perdonato!"

E tutto il suo corpo si congelò. La coda di Izzy si muoveva avanti e indietro sbattendo sulla gamba del tavolo, avanti e indietro...avanti e indietro come un pendolo a una marcia della morte. "Belle, non posso mangiare con lei qui..."

Ridacchiò e si mise a sua volta una frittella nel piatto, "Mettila giù allora, scemo".

Lui fece una smorfia e l'afferrò rapidamente, mettendola sul pavimento e scacciandola col bastone.

Quello durò circa due secondi, poi gli risalto in grembo nuovamente. "Belle..."

Lei sorrise. "Devi piacergli veramente tanto adesso!".

Rumplestiltskin quasi ringhiò. "Forse dovrei appenderti per il collo più spesso." Belle lo guardò e deglutì. "Scherzo ovviamente!". La mise giù di nuovo e si rese conto che erano due volte che la toccava. Ora doveva ricordarsi di non strofinarsi il viso.

Belle fece cadere per sbaglio la forchetta e si chinò per raccoglierla, lui approfittò della sua distrazione per portare magicamente in salotto Izzy. Grazie al cielo, Belle non se ne accorse mentre si rialzava da sotto il tavolo.

Sospirò e iniziò a mangiare le uova. Quelle strapazzate non erano le sue preferite ma le mangiò lo stesso, per lei.

Un secondo dopo le uova erano tutte sul tavolo.

Non c'era stato nessun avvertimento quando il prurito aveva attaccato e causato uno starnuto gigantesco. Afferrò immediatamente il tovagliolo e si coprì la faccia, le guance che diventano sempre più rosse. "Oh, Rumple!" non lo stava rimproverando mentre si alzava e gli si avvicinava "Hey, va tutto bene" ridacchiò.

"Questo non è divertente" rispose lui, la voce soffocata dal tovagliolo.

Calò il silenzio per alcuni secondi. "Un po' lo è..."

Lui la colpì scherzosamente col tovagliolo. "Perché non lo provi ogni tanto?"

"No, grazie! Non vorrei che tu indossassi le mie uova".

"Oh, veramente?" lei iniziò a scappare mentre lui prendeva una manciata di uova e gliele lanciava contro. Belle urlò ridendo. "Smettila!".

"Perché, dearie? Credo che ti donino!" gliene lanciò un'altra manciata e lei lanciò un po' delle sue a lui. Continuarono la loro lotta col cibo ancora per un po' finché lui non la afferrò e entrambi caddero sul pavimento. "Colazione fantastica! Mi è piaciuto particolarmente lo sciroppo da mettere sopra le frittelle..." fece apparire magicamente la bottiglia di sciroppo fra le sue mani.

Gli occhi di Belle si spalancarono. "Non oseresti..."

Si chinò su di lei. "Oh, ma vorrei..."

E proprio quando stava per continuare i suoi tentativi di prima di sedurla facendole colare tutto lo sciroppo sul collo per poi leccarglielo via, il suo naso iniziò a bruciare. Provo a trattenersi ma...

"Rumple? Per favore non-"

"HETCHU'!"

"Starnutire su di me..."

Non lo aveva fatto ovviamente, si era girato di lato, ma a quanto pare la sua allergia stava iniziando a spuntare di nuovo. Si sedette lontano da lei coprendosi il volto mentre continuava a starnutire. Belle gli massaggiò la schiena per confortarlo.

"Su...va tutto bene...basta che bevi quel succo".

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Gli venne l'idea di rimuovere tutto il pelo di Izzy.

Se erano i peli a farlo starnutire, forse se fosse stata senza di essi avrebbe funzionato. L'unico problema era spiegarlo a Belle.

"Rumple cosa è successo al suo pelo?"

"Non lo so dearie, è caduto tutto improvvisamente senza un motivo particolare".

Belle non era così ingenua. Quindi, forse, avrebbe potuto fare in modo che la bestia smettesse di spargerlo ovunque! Il pelo cadeva per far spazio a quello nuovo...in altre parole, il pelo invecchiava e veniva sostituto. L'unico modo per terminare la cosa era rendere il gatto e ogni sua cellula immortale.

"Solo l'Oscuro ha vita eterna", fece eco la sua voce nella sua mente, ed era contento di non poterla rendere immortale. L'immagine di lui anziano con ancora il mostro in giro per casa era insopportabile a dir poco.

"Buongiorno, mr. Gold!"

"ETCHU'!"

"Oh mio Dio! E' la sua dentiera quella?!"

Forse una doccia gli avrebbe fatto bene.

Dopo essersi lavato si cambiò gli abiti e prese una pasticca di antistaminico. Uscì dal bagno e vide Belle saltellare su un piede mentre cercava di infilarsi l'altra scarpa. "Cattiva notizia Rumple. Un tubo rotto ha allagato la biblioteca, devo andare a vedere e- dove vai vestito così?"

Guardò in basso. "Questo è uno dei miei abiti normali, dearie".

"Appunto. Dove stai andando?"

"Al negozio...?"

Lei strinse gli occhi. "Non credo proprio. Sei malato e hai bisogno di riposo". Iniziò a protestare e lei lo zittì con un dito ben piazzato sulle sue labbra. "NO. E poi ho bisogno di qualcuno che badi a Izzy" fece una pausa e lo guardò. "Ecco le tue guancie che diventano di nuovo rosse. Vedi? Hai bisogno di riposo ed io non posso portarla con me perché è un luogo pubblico ed è anche ricoperto d'acqua ora. Capisci, vero?"

Sospirò. "Sì, capisco..."

"Grazie" si leccò di nuovo le labbra mentre giocava con la sua cravatta. "Penso che mi piaci di più in pigiama..."

Lui ridacchiò. "Veramente?"

"Sì, e con tutti i capelli scompigliati. Sei molto carino".

Rise di nuovo. "Sono molte cose dearie, ma carino non è una di esse".

Lei scosse la testa. "Oh, bene" prese la borsetta "Grazie ancora, cercherò di tornare presto. Odio lasciarti da solo in questo stato..."

"Tesoro, andrà tutto bene. E' solo un piccolo raffreddore."

Lei aggrottò la fronte. "Non pare tanto piccolo a me".

Deglutì, tanti cubetti di ghiaccio pieni di senso di colpa che gli cadevano nello stomaco. "Io...ho avuto molto di peggio. Tu vai, io mi riposerò" sorrise. "Te lo prometto".

Lei sorrise e lo baciò sulla guancia. "Va bene".

Appena Belle fu uscita iniziò a ispezionare l'area in cerca del nemico. Arrivò in salotto e lo vide seduto sul suo tavolino basso. "Ah-ah. Eccoti qui". Si stava leccando il pelo e smise per guardarlo. "Eccoci qui. E senza la protezione di Belle. Mi chiedo cosa succederà..."

Il gatto si irrigidì e inarcò la schiena, gli occhi verdi che lo sfidavano.

"Fammi vedere cosa sai fare!"

Lei corse cercando di attaccargli di nuovo la gamba, ma questa volta lui agitò una mano e la scaraventò indietro con un'onda di energia. Sembrava stordita ma si rialzò e corse di nuovo verso di lui, venendo scaraventata di nuovo indietro.

A quel punto cambiò tattica e iniziò ad attaccare le sue cose intorno alla stanza, graffiando tavolini e facendo cadere soprammobili.

Lui strinse i denti e ringhiò. "Oh, ora hai esagerato!".

Alzò le mani e la sollevò in aria di nuovo, circondandola di una bolla di magia che le impediva di muoversi. Avvicinò il mostro a lui mentre lei scuoteva la testa in protesta. "Non ti libererai mai, dearie. Posso giurartelo". La tenne appesa lì e sorrise della sua vittoria. "Cosa farai adesso?"

Ottenne la risposta quando il gatto iniziò a ululare disperato come un bambino in difficoltà. Se fosse stata umana era sicuro che le lacrime starebbero cadendo sul suo viso.

Strinse i pugni. "Smettila!"

Lei non lo ascoltò, e per tutta risposta iniziò a disperarsi ancora più forte facendo girare le persone che passavano per la strada. Stava aiutando la sua immagine di torturatore agli occhi della città ma il rumore era veramente insopportabile. "Non devo stare qui ad ascoltare per forza. Ti lascio da sola e vado al piano di sopra." e fece per andarsene, ma si fermò quando si ricordò che Belle sarebbe tornata a casa presto e se avesse trovato la sua preziosa bambina appesa per aria che piangeva e miagolava disperata non sarebbe stato molto positivo.

Niente più Belle nuda nella doccia.

Ringhiò e si voltò per affrontare di nuovo la creatura. "Bene!" fece schioccare le dita e calò il silenzio. Il gatto tossì un paio di volte e i suoi occhi si spalancarono mentre nessun suono usciva dalla sua bocca. Rumplestiltskin sorrise, mostrando i denti aguzzi. "Qual è il problema? Il gatto ti ha mangiato la lingua?".

Izzy provò a fare altro rumore, miagolii silenziosi che uscivano dalla sua bocca. Lui si sedette sul divano, prendendo il giornale. "Credo che ti lascerò così finché Belle non torna a casa. Sarà il nostro piccolo segreto".

Girò pagina. La storia di un gattino indifeso bloccato in un tubo di scarico, l'immagine che mostrava una bambina con i riccioli castani che lo abbracciava dopo che era stato salvato. Girò di nuovo pagina, con più vigore.

"...aiutate i poveri animali maltrattati..."

e ANCORA

"Nutrite il vostro animale domestico meglio che potete perché ricambieranno con tutto il loro affetto" e la foto di un gatto che leccava il viso del suo padrone.

Girò in fretta altre pagine fino a raggiungere la sezione sportiva.

"I Wild Cats * hanno vinto per..."

stava per dar fuoco al giornale quando sentì qualcosa. Guardò verso l'alto e anche se non poteva far rumore, sembrava che Izzy stesse gemendo.

Stava piangendo.

Questo non era un suo problema. Lui non si sentiva in colpa. In nessun modo. L'Oscuro non prova rimorsi. Inoltre, nessuno avrebbe mai scoperto cosa aveva fatto.

"Rumple, c'è qualcosa che non va in Izzy. Non vuole giocare, non miagola, non mangia, niente! E' come se le fosse successo qualcosa di orribile quando me ne sono andata. Tu non sai niente a riguardo VERO?"

"Dannazione!" lanciò il giornale sul tavolino e si alzò per guardarla in faccia. "Odio te e tutto quello che rappresenti!". Schioccò nuovamente le dita e la liberò, lei cadde sulle zampe come ogni gatto. Sospirò mentre il gatto miagolava come per provare la voce, e poi alzò lo sguardo verso di lui.

Per un attimo si fissarono, entrambi sconfitti a modo loro.

E poi alzò la schiena e ringhiò, mostrandogli gli artigli.

"Si, penso la stessa identica cosa di te" rispose lui.

Il gatto scappò e lui roteò gli occhi. Beh, forse se ora era spaventata da lui non gli si sarebbe avvicinata. Abbassò lo sguardo sul tavolino del salotto e gli occhi gli finirono nuovamente sul giornale che mostrava ancora la foto del gatto che leccava il volto del padrone.

"Odio i gatti..."

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Passarono un paio d'ore e Rumplestiltskin non aveva più visto Izzy dopo l'incidente. Stava cominciando a chiedersi se fosse scappata di casa, e sarebbe stata una buona cosa se solo non avesse dovuto spiegarlo a Belle. Il meglio che gli veniva in mente era "Ero a letto, come mi hai detto. Deve essere sgusciata fuori in qualche modo" ma quello avrebbe fatto sembrare la cosa come se fosse colpa di Belle e non poteva farle una cosa simile.

Quindi iniziò a ispezionare la casa, cercando di trovare la ragione di tutti i suoi guai e della sua miseria, finché non la trovò sotto uno dei mobili della cucina. "Eccoti qui," tentò di sembrare gentile "Dai, vieni fuori di lì". Lei gli soffiò. "Dai, vieni..." un altro soffio. "Belle non sarà contenta di questo".

Sospirò e tornò in salotto, guardando tutti i giocattoli che Ruby le aveva comprato con i suoi soldi. Prese un piccolo topo grigio. Era morbido e non sembrava niente di speciale, tintinnò quando lo strinse. Questo l'avrebbe fatta uscire.

Torno al mobile in cucina e scosse il piccolo giocattolo di fronte a lei. "Considerala un'offerta di pace, dearie". Lasciò il giocattolo sul pavimento e si diresse verso il tavolo da pranzo.

Lentamente e inesorabilmente, lei si affacciò dal mobile. Annusò il topo un paio di volte, sempre più parti del suo corpo che spuntavano fuori. Presto uscì del tutto a giocare col topo, saltellandogli intorno e colpendolo leggermente con le zampe per farlo tintinnare.

Quando tintinnò lei lo morse, odorandolo e leccandolo, suoni felici che uscivano dalla sua gola.

Rimase lì in piedi a guardare mentre il suo demone diventava un animale normale, miagolando e facendo le fusa al suo regalo.

Un piccolo formicolio gli penetrò nello stomaco...un po' come la prima volta che Belle mi abbracciò... - OH, ASSOLUTAMENTE NO.

Scosse la testa e cominciò ad allontanarsi quando lei emise un miagolio forte e corse velocissima verso il soggiorno.

"Che accidenti...." un rumore di qualcosa in frantumi concluse la sua frase. Entrò in soggiorno per vedere uno dei suoi adorati vasi distrutto al suolo. "Credevo che avessimo un accordo, brutto gatto rognoso!".

Il suono della porta che si chiudeva lo fece girare, Belle era entrata e aveva appoggiato la borsa sul divano. "E quale sarebbe questo accordo, Rumplestiltskin?" la sua voce dolce lo calmò, ma non troppo quando ansimò "Io...lei...lei...ha fatto cadere il mio vaso!"

"Cosa c'è di così importante in quel vaso da fartela definire 'brutto gatto rognoso'?" chiese con un sopracciglio alzato.

"Oh, niente. Era solo un vaso unico nel suo genere che non potrò mai più riavere perché ho ucciso il ragazzo che l'ha creato".        

Oh aspetta, non poteva dirglielo. "Niente...".

Lei si avvicinò e si inginocchiò davanti al vaso, notando che era completamente distrutto. "Oh...mi dispiace tanto..."

Sospirò pesantemente mentre lei lo guardava, con un pezzo del vaso in mano. "Mi dispiace...si è...si è scheggiato..."

Scosse la testa, un piccolo sorriso sulle sue labbra. "Vuoi aggiustarlo con la magia?" gli chiese.

"No, non preoccuparti. Buttiamolo."

"Sei sicuro?"

"E' solo un vaso" e lei sorrise, entrambi che rivivevano lo stesso momento del passato. "Giusto".

Dopo aver pulito tutti i pezzi del vaso, entrambi si sdraiarono sul divano. "Mi chiedo cosa l'abbia spinta a comportarsi così...non aveva mai rotto niente" rifletté Belle.

Rumplestiltskin deglutì. Non il fatto che lui l'aveva torturata, no. Doveva essere stato...IL TOPO! Si, era stato quello.

"Le ho dato questo" e le mostrò il giocattolo.

"Ah si, Ruby ha detto che era un topo fatto con erba gatta".

I suoi occhi si spalancarono. "Erba...gatta?"

"Si, ha detto che i gatti la amano".

Si morse l'interno della bocca.

Fate: un punto ai due miliardi.  Rumple: uno zero patologicamente obeso.

Sospirò. "Quanti di questi giocattoli ha comprato?"

Belle ci pensò su. "Solo uno".

"Buttiamolo allora. Credo non le faccia bene."

"Veramente? Pensavo fosse specifico per i gatti" toccò il giocattolo, "E' per questo che ha rotto il vaso?".

Si immaginò in uno spot televisivo: "Erba gatta, rende la tua creatura diabolica come il vero figlio del diavolo!". Ridacchiò e scosse la testa, accarezzandole i capelli mentre lei si accoccolava sul suo petto. "Sì".

Lei sospirò e si strinse ancora di più a lui. "Okay...comunque abbiamo ancora tutta la giornata davanti a noi, Rumple" lo prese in giro tracciando dei cerchi col dito sulla sua giacca. "Che cosa ti piacerebbe fare?"

Lui sorrise. Finalmente.

Rumplestiltskin: uno.

"Stavo pensando che ho bisogno di un'altra doccia..."

 

Angolo della traduttrice:

* i Wild Cats (letteralmente "gatti selvaggi") sono una squadra di baseball fittizia inventata dall'autrice della storia.

 

BUON 2014 GENTE! Mi scuso per il leggero ritardo dell'aggiornamento ma ora che sono finite le feste ho molto meno tempo da dedicare alle fanfiction, ma comunque non ho aggiornato troppo tardi :) Questo è il penultimo capitolo, col prossimo si conclude questa mini long. Credo inoltre che tradurrò un'altra oneshot della stessa autrice, prima di tornare a dedicarmi alle mie di storie :) Ringrazio infinitamente tutti quelli che hanno recensito i capitoli precedenti e chi segue e favorisce la storia, e anche i lettori silenziosi. Grazie!!! Ho mandato le vostre recensioni all'autrice e ne è entusiasta, vi ringrazia anche lei :) a presto con l'ultimo capitolo!

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Capitolo 4
*** Dealing with the devil ***


Dopo mesi ritorno, pronta a prendermi tutti i vostri insulti e pomodori in faccia lol purtroppo ho avuto un periodo non bellissimo che mi ha fatto allontanare dal fandom di OUAT e le fanfiction erano l'ultima cosa a cui volevo pensare...mi scuso con tutti voi per i mesi di attesa ma veramente, non ero proprio dell'umore adatto per mettermi a pensare a OUAT :/ ma ora è tutto passato e direi che la prima cosa che dovevo fare era assolutamente darvi l'ultimo capitolo di questa mini-long, ve lo dovevo. Quindi senza ulteriori indugi buona lettura, ci vediamo sotto :)

 

 

L'ex regina cattiva (anche se molti sostenevano che lo fosse ancora) osservava il calderone ribollente di magia, aspettando il momento giusto. Doveva scoprire cosa c'era in quello straccio, ciò che avrebbe potuto far perdere all'infallibile Rumplestiltskin il controllo dei suoi sensi.

La pozione diventò di un verde brillante e Regina si voltò mentre teneva lo straccio sopra il piccolo calderone. Lo lasciò cadere al suo interno e guardò come venne assorbito dal liquido, che iniziò a gorgogliare per poi trasformarsi prima in un colore viola acceso e poi in rosso. Qualche istante dopo il fumo emanato dalla pentola rivelò l'immagine di ciò che era sul panno. Si aspettava qualcosa che non avesse a che fare col materiale di cui era composto lo straccio e non si sbagliava.

"Oh mio..." ansimò appena vide l'immagine. "Questo è molto interessante..." e rise, la vittoria imminente. "Caro Gold, potrai pure non avermi dato il profumo che volevo, ma ora ne farò uno per conto mio" sorrise, i denti scintillanti dietro le labbra rosso sangue. "E sono sicura che lo amerai..."

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Belle si svegliò ad un suono molto familiare. Lo conosceva fin troppo bene, lo aveva sentito sin da quando aveva 19 anni. Si alzò dal letto immediatamente e corse verso il suono, dimenticandosi che veniva da dentro la camera da letto e non da due corridoi più in basso, e si schiantò dritta contro la fonte del rumore. Perse l'equilibrio e cadde di sedere. Alzò lo sguardo per guardare chi urlava il suo nome.

Lui stava guardando verso di lei, i pugni serrati e gli occhi arrabbiati, un'immagine che aveva visto molte volte. Specialmente quando incasinava qualcosa nel castello, come quella volta che aveva riorganizzato tutte le sue pozioni per cercare di nascondere il fatto di averne rotta una.

Belle sbatté le palpebre verso di lui e sorrise innocentemente. "Sì, Rumplestiltskin?" chiese con dolcezza, proprio come faceva sempre per calmare la sua rabbia.

I suoi occhi si addolcirono leggermente, ma rimase arrabbiato. "Guarda che cosa ha fatto!".

Il suo sorriso aumentò, ancora innocentemente. "Chi?"

Rimase impassibile. "La signora Crumplebottom dall'altra parte della strada...chi pensi chi sia?! Il tuo gatto ovviamente!"

"Oh, quindi ora è solo mio?" lo prese in giro mentre si alzava da terra.

"Sì, quando fa cose come questa".

Guardò dove stava puntando e non vide nulla. "Cosa dovrei vedere?"

"Sei a due cm da una di esse in questo preciso momento".

Guardò di nuovo. "Ancora non vedo niente".

Rumplestiltskin sospirò e sollevò il tappeto dove si trovavano col proprio bastone. "Le vedi adesso?"

A quanto pare Izzy aveva pensato che sarebbe stato bello portare i propri bisognini secchi fuori dalla lettiera e seppellirli sotto il tappeto.

Cercò di non ridere mentre fissava ogni piccola palla rotonda. "Lo sai quanto sono dure quando ci passi sopra nel cuore della notte scalzo? E' come camminare su delle rocce."

"Uhm..." alzò lo sguardo Belle, cercando di trattenere le risate.

"Belle..." cominciò, con un tono di avviso che avrebbe fatto tremare chiunque. "L'animale ha messo la sua cacca sotto il mio preziosissimo tappeto della Dinastia Ming".

Deglutì cacciando la voglia di piegarsi in due dal ridere. "Okay, okay. Pulirò tutto." Prese una piccola paletta e dei guanti speciali mentre lui scuoteva la testa.

"Qui..." indicò gli escrementi col bastone, mentre lei li raccoglieva uno ad uno.

"Chi avrebbe mai pensato che saremmo finiti così?" commentò lei con una piccola risata.

"Finiti come? A pulire la cacca dal pavimento?"

"No...normali come tutti gli altri". Lo vide irrigidirsi e sollevò la testa incontrando il suo sguardo. Le piaceva veramente di più quando i suoi occhi si addolcivano in quel modo.

Il sonno arrivò facilmente dopo l'incidente del tappeto. Belle si svegliò per prima e dopo essersi vestita velocemente si avvicinò al corpo addormentato del suo amato. Russava nel cuscino e lei gli accarezzò i capelli e lo baciò sulla guancia, facendolo svegliare gemendo leggermente. "Sto andando da Granny per la colazione, torno subito" sussurrò e ridacchiò per quanto assolutamente adorabile era la mattina. Il serio Mr. Gold scompariva, sostituito da un normalissimo e sonnolento uomo spettinato. Lo baciò di nuovo e uscì.

La passeggiata verso il locale fu tranquilla, molti passanti la salutarono. "Buongiorno Belle" le dicevano, e lei rispondeva con un gran sorriso. Era felice che Granny aprisse così presto, adorava i suoi muffin e sapeva che Rumple amava i suoi cornetti.

Entrò con un grande sorriso e Ruby la afferrò immediatamente per il braccio. "Ciao! Come sta il gatto?"

Belle annuì mentre si spostò su uno sgabello. "Sta bene, sembra felice" rise "Sai già cosa voglio, giusto?"

"Uova, salsiccia e formaggio, muffin e un cornetto" rispose Ruby con un accento francese. "Arrivano subito" prese l'ordine e tornò al bar. "Allora, come va fra Gold e Izzy?"

Belle si strinse nelle spalle. "Non lo so ancora. E' stato troppo male per legare veramente con lei".

Ruby inclinò la testa. "E' ancora malato?"

"Sì, è davvero strano. Peggiora nei momenti più strani e mi sento come se mi stesse nascondendo qualcosa. Ieri sera ho trovato queste piccole pillole blu nel suo gabinetto..."

Ruby alzò una mano interrompendola. "Un momento, aspetta. Piccole pillole blu?"

Belle annuì.

"Erano in una bottiglia marcata?"

"No, era una bottiglia senza etichetta, per questo ho pensato che fosse strano...Ruby?"

La ragazza lupo aveva la testa abbassata e si sforzava di non ridacchiare, fallendo miseramente. "Oh..oh mio Dio...piccole pillole blu? Sul serio? Oddio...oddio!"

"Ruby, cosa c'è di così divertente?"

Era senza fiato. "Pillole blu!"

"Che hanno di strano?"

Ruby riprese fiato con una mano sul petto. "Belle...non so come dirtelo, ma quelle pillole non sono per il raffreddore..."

"Non lo sono? E allora per cosa sono?" Ruby scoppiò nuovamente a ridere e gli occhi azzurri della bella si aggrottarono. "RUBY!"

"Okay, okay" si schiarì la voce. "Quelle pillole sono per...gli uomini...quando hanno dei problemi in camera da letto..." Belle si limitò a sbattere le palpebre. "Vedi..." e finalmente i suoi occhi si spalancarono. "No...no..."

"Proprio così."

"Ma...lui non ha...non ha mai avuto nessun problema..."

"Ew, troppe informazioni!" scosse le mani Ruby.

"Scusa. Ma veramente, non ne ha mai avuti!"

"Forse perché prende le pillole..."

Belle abbassò lo sguardo. "Perché non me lo ha semplicemente detto? Avrei capito..."

"Già, lui è molto più grande di te" scoppiò di nuovo a ridere la ragazza lupo e Belle gli lanciò un'occhiataccia. "In...in senso buono?" aggiunse all'ultimo momento.

Belle sospirò. "Quindi sta facendo finta di avere il raffreddore per nascondere che ha bisogno di quelle pillole?"

Ruby smise di ridere. "Aspetta. Fa finta di avere il raffreddore?"

"Si, te l'ho detto Ruby".

"Cosa fa di preciso?"

"Starnutisce un sacco...ma proprio tanto...e sempre nei momenti più strani."

Ruby ci pensò su. "Izzy...è vicino a voi quando capita?"

Belle alzò lo sguardo come se qualcuno avesse tirato un filo invisibile unendo tutti i pezzi. "Oddio...sì...ogni volta che succede...lei era vicino a lui. E lui sembra sempre così a disagio vicino a lei..non vuole mai toccarla...."

Ruby annuì. "Bingo".

"Rumple...è allergico ai gatti?" Belle sospirò. "Oh, quell'...uomo! Me l'ha fatta portare a casa senza dirmelo perché...perché...la volevo..." ogni rabbia che provava si sciolse, sostituita da un caldo senso di comprensione.

Ruby sorrise. "Credo che Granny si sbagliava. Ha veramente scelto te invece di se stesso."

Belle sorrise e annuì, lacrime silenziose che cercavano di scappare dalle sue ciglia. "Devo tornare subito a casa e dirgli che so tutto. Non può vivere così."

Prese il cibo. "Grazie, Ruby" e uscì dal locale scuotendo la testa.

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Si sentiva caldo e confortato. Era contento e tranquillo. Era tutto così dolce e accogliente. Si sentiva...prurito. Il mondo si chiudeva tutto contro di lui e non riusciva a respirare. Qualcosa lo stava soffocando.

Spalancò gli occhi e gli ci volle qualche secondo per registrare che aveva un gatto in faccia. "Che diavolo?" lo lanciò dall'altra parte della stanza ed esclamò con disgusto, cercando di pulir via il pelo dal pigiama.

"Tu! Piccola stronza!"

Lei per tutta risposta saltò sul bordo del letto e si sedette, muovendo la coda come suo solito. Lui la sommerse con le coperte e si alzò in piedi, afferrando il bastone mentre sentiva il suo "meow" di protesta mentre sgusciava da sotto le coperte. "Ti sta bene!"

Si guardarono a vicenda per un po', lui stringendo i denti e lei scuotendo la coda. "Non te la faro passar liscia questa volta", ringhiò. "Se non ti conoscessi bene, direi che lo stavi facendo apposta. Era tutto calcolato vero? Sì! Beh...ora scoprirò cos'hai in mente. Saprò tutto e...ETCHU'!" grugnì e iniziò a dirigersi verso il bagno. "Subito dopo che avrò preso le medicine però".

Dopo esserci concesso una bella doccia calda, si vestì con il suo completo migliore e rovistò in tutta casa per trovare la rovina della sua esistenza. Quando vide che sembrava non essere da nessuna parte, sospirò e recuperò rapidamente un incantesimo contenuto in una bottiglietta in cantina.

Riempì un piatto di cibo e lo cosparse con la pozione, lo mise in terra e aspettò di vedere comparire una familiare ombra. Non dovette aspettare molto per vedere correre fuori dal nulla la gatta, che attaccò il piatto come se non mangiasse da giorni.

"Sono contento che sei così entusiasta" commentò seccamente "E renderà le cose più facili per entrambi".

Improvvisamente il gatto venne avvolto da una nuvola di fumo e si trasformò in un gioco di carnevale. Il suo corpo era una scatola, decorata con strisce technicolor e lucine. Sulla cima della scatola, la sua testa sbucava da un buco. Invece di tanti buchi dal quale la sua testa poteva uscire, ve ne era solo uno in cui era incastrata...era sempre stato il suo gioco preferito.

"E' ora di giocare a Colpisci Il Gatto! E UCCIDILO! SBAM!

 

Si grattò il naso. "Forse dovrei smetterla con la magia..."

il gatto guardò in alto leccandosi i baffi, un bagliore verde si emanò da tutto il suo corpo e poi scomparve così come era apparso.

"O forse no...mi spiego meglio dearie, ti ho appena conferito la capacità di parlare. Puoi parlarmi adesso."

I suoi occhi si spalancarono, qualcosa che gli animali non fanno di solito, ma magari la pozione le aveva conferito anche delle espressioni. Era un vecchio e semplice incantesimo e funzionava solo su alcuni animali. Gli animali con un cervello piccolo non potevano parlare, avrebbe potuto usare l'incanto su Pongo quella volta che tutti lo avevano accusato di aver ucciso il caro grillo, ma probabilmente Pongo non sarebbe stato nemmeno in grado di descrivere quello che aveva visto intelligentemente. La maggioranza dei cani avevano un vocabolario limitato.

Ma i gatti erano intelligenti. Malvagiamente intelligenti e lui sapeva che questo in particolare sapeva cosa stava facendo. Era stato un passo azzardato usare la magia su di lei, ma forse almeno avrebbe ottenuto qualche risposta.

Si posizionò davanti a lei e strinse il bastone di fronte a sé. "Adesso...qual è il tuo problema? Perché insisti nel rendere la mia vita miserabile?"

Lei mosse di nuovo la coda mentre si sedeva, più tranquilla che mai. "Semplice. Tu sei uno di loro".

Aveva visto altri animali parlanti prima d'ora, ma nessuno con tanta precisione nell'usare il vocabolario umano. Anche la sua voce era regolare, bassa, quasi seducente si potrebbe dire. Piena di confidenza e di disgusto.

"Loro? Chi sono loro?"

"Un maschio."

Lui la guardò a bocca aperta. "Mi prendi in giro. Mi stai attaccando perché sono un uomo?"

Lei inclinò la testa. "Sì"

Rumple si massaggiò una tempia. "Perché? Non ti ho fatto niente di male."

Izzy rise, un'altra cosa che gli animali intelligenti potevano fare sotto il suo incantesimo. "Quindi direi che appendermi in aria per il collo e rendermi muta erano niente."

"Quello è stato dopo che tu mi hai attaccato! Me ne stavo qui nella mia stanza e mi hai devastato per nessun motivo!" Si interruppe. Stava litigando con un gatto. Sospirò e si girò per non urlare all'idiozia di tutto ciò. "Va bene. Tu odi gli uomini."

Lei sbuffò. "Siete tutti uguali. Delle vili e violente creature. Non posso fidarmi di nessuno di voi."

Le sue parole lo colpirono e lui tornò a guardarla, i suoi occhi verdi che lo fissavano. Realizzò orribilmente cosa intendeva e qual era il problema.

Era stata abusata.

Scosse la testa da ogni pensiero compassionevole e continuò la sua missione. "Ti propongo un patto, dearie".

"Un patto?"

Rumplestiltskin si appoggiò al bastone. "Sì. Uno semplice e che darà benefici ad entrambi e a Belle, che mi sembra di capire ti piaccia."

Izzy si scrollò il pelo. "Lei è meravigliosa con me. E' una brava persona."

Annuì. "Sì, lo è...almeno concordiamo su qualcosa". Fece una pausa mentre lei continuava a guardarlo. "L'offerta è semplicemente questa: stai lontana da me e io lo starò da te. Andremo d'accordo e ci lasceremo in pace per il bene di Belle. Accetti?"

Il felino ci pensò su. "Posso accettarlo."

"Abbiamo bisogno di qualcosa di più concreto e visto che tu non puoi firmare col tuo nome..." si piegò porgendogli una mano.

Lei si avvicinò lentamente a lui, guardandolo costantemente con occhi pieni di assenza di fiducia. Lentamente e delicatamente appoggiò il naso sul palmo della sua mano e si allontanò subito dopo.

"Accetto."

Lui sorrise raddrizzandosi. "Dovresti sapere che nessuno rompe un patto con me, se lo farai ne pagherai il prezzo."

"Una minaccia dopo in nostro bel accordo?"

"Solo un fatto, dearie. E' così per tutti quelli con cui faccio dei patti."

"Mi dispiace per loro."

Gold sorrise a quelle parole. "Ora che abbiamo risolto..." il suo telefono proprio in quel momento squillò. Era Belle e lui sorrise.

"Tesoro?"

"Rumple, mi dispiace di non essere ancora lì, ma il tubo si è rotto di nuovo."

"Capisco, devo andare al negozio in ogni caso."

"Ma la nostra colazione..."

"Possiamo rimandarla a più tardi."

"Oh, okay...uhm...Rumple...c'è qualcosa di cui vuoi parlarmi?"

Si guardò intorno. "Tipo?"
"Tipo...qualcosa di importante?"

Si chiese cosa potesse intendere. Quando non riuscì a darsi una risposta ipotizzò che si era solo dimenticato un anniversario importante e avrebbe dovuto cercare di scoprire quale più tardi.

"Oh, lo so. Ti amo."

Lei ridacchiò. "Ti amo anch'io" sospirò.  "Ci vediamo dopo allora".

"Non vedo l'ora come sempre". Si salutarono e lui guardò in basso l'animale che minacciava di stare per vomitare una palla di pelo. "Quello fallo in giardino. Adesso devo andare. Mi fido che non distruggerai la mia casa, perché se lo fai sarebbe un modo per rompere il nostro patto". La lasciò seduta sul pavimento, la coda che ancora si muoveva avanti e indietro.

La sua vittoria aveva un sapore dolce mentre praticamente volava verso la sua macchina. Stava per aprirla quando si bloccò guardandosi intorno. Al diavolo, se lo meritava dopo tutto quello che aveva passato.

E scomparve in una nuvola di fumo viola.

 

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Il negozio era silenzioso e tranquillo. Nessun oggetto rotto, nessun demone che correva da una parte all'altra, nessuna lettiera puzzolente, solo pace e calma. Le cose non potevano andare meglio. Finché sarebbe andato d'accordo con quell'animale, e finché avesse preso le medicine, Belle non avrebbe mai potuto scoprire il suo segreto e tutto sarebbe andato per il verso giusto. Non riusciva a pensare all'ultima volta che si era sentito così. Lasciò andare un lungo sospiro e si incamminò ad aggiustare un vecchio orologio a cucù.

 

La campanella alla porta suonò e alzò lo sguardo, tutte le sue speranze e i suoi sogni che andavano in mille pezzi. "Ovviamente ho festeggiato troppo presto..." mormorò a se stesso mentre sbatteva la porticina dell'orologio che stava riparando.

"Gold" disse Regina mentre marciava verso il bancone.

"Regina. Non credo di essere mai stato così sfortunato prima d'ora. Perché siete venuta ad oscurare la mia giornata di nuovo?".

Lei sorrise, un  sorriso che prometteva terrore. "Oh niente, volevo solo mostrarti una cosa..."

Gold alzò un sopracciglio mentre lei tirava fuori una bottiglietta. Era identica ad una boccetta di profumo qualsiasi solo che era chiaramente riempita con una pozione visto l'orribile colore verde acceso.

"Ho fatto un profumo".

Gold ridacchiò. "Oh, davvero? E con cosa? Dubito fortemente che tu abbia trovato un Olfuriom".

Regina iniziò a giocare con la boccetta, rigirandosela fra le dita. "No, non l'ho trovato infatti. Ho fatto un profumo con qualcosa di più...potente". Sorrise, i denti scintillanti.

Non ebbe tempo di reagire mentre glielo spruzzava in piena faccia.

Cadde all'indietro proprio come quando Ashley Boyd lo aveva colpito a tradimento, urlando mentre la pozione gli raggiungeva gli occhi.

Sicuramente non si aspettava che Regina sarebbe stata così audace e ora ne avrebbe pagato il prezzo. Tutta la magia ha un prezzo.

Fu istantaneo. Proprio come quando odorò il panno, solo dieci volte peggio, e non poté fare niente se non contorcersi sul pavimento mentre i suoi polmoni iniziarono a riempirsi del profumo, iniziando la tortura.

Regina guardò la scena con malata soddisfazione mentre il grande e potente Oscuro veniva sconfitto davanti ai suoi occhi.  Chi poteva immaginare che qualcosa di così semplice avesse effetti così devastanti?

Rise mentre lui starnutiva per la quinta volta -o forse era la sesta- e iniziò il suo discorso.

"Oh, funziona. Ero preoccupata che non lo avrebbe fatto. Ti chiederai perché è molto peggio del solito. Facile: ho modificato il DNA del pelo del gatto e l'ho intensificato. E' come se venti gatti stessero scuotendo il loro pelo dentro il tuo naso. Divertente, vero?"

Lui cercò disperatamente di respirare e starnutì ancora.

"Beh, per me lo è".

"ETCHU'! Tu... E-E-E-ETCHU'! Io non... ETCHU'! ce l'ho... ETCHU'!" e continuò a starnutire mentre lei rideva di lui.

"Non ce l'hai? Risparmiamelo, Rumple. So che ce l'hai. E tutto quello che devi fare è darmelo e io ti darò l'antidoto".

Lui rispose con un triste gemito, seguito da un altro starnuto.

"Giusto, mi sono scordata di dirtelo. E' una pozione permanente. Gli effetti non saranno così orribili come ora, ma sarà comunque brutto. Ogni cosa ti farà starnutire. L'odore di vero profumo, il vento, il polline, qualsiasi animale, il peperoncino. Sarai più famoso di Eolo per i tuoi starnuti!".

"ETCHU'!"

"Tutto quello che devi fare è darmi ciò che voglio. Anche uno sciocco accetterebbe immediatamente".

Gold rimase a bocca aperta e iniziò a tremare senza controllo. Il suo corpo voleva starnutire, ma non riusciva a respirare per farlo, risultando in una serie di soffocamenti mischiati a tosse. Non riusciva a respirare. In tutti i sensi. I suoi polmoni si stavano chiudendo, la sua gola si era gonfiata e poteva sentire la sua faccia bruciare come se fosse in preda alle fiamme.

Che idiota! Stava per avere una specie di shock anafilattico e non c'era niente che poteva fare. Cercò di poggiare le mani al pavimento per evocare un qualsiasi tipo di magia, ma Regina pestò la sua mano e lo rigirò sulla schiena con il piede.

In quel momento notò il suo collo e viso rossi e pieni di lividi bianchi. Indietreggiò shockata.

"G-Gold?"

La porta si spalancò, rivelando Belle che teneva in braccio l'intera causa dei mali di Gold. Trattenne il respiro e lasciò cadere l'animale, correndo verso di lui.

"Rumple! Cosa gli hai fatto?!"

Regina non rispose mentre Belle si accasciava sul suo amore cercando di aiutarlo, inutilmente.

"Rumple, cos'hai?! Cosa ti ha fatto?!" lui non riusciva a rispondere e gli occhi di Belle si riempirono di lacrime mentre le guance di lui diventarono viola. "NO!"

Regina corse verso la porta quando sentì un soffio. Il gatto era lì, la schiena incurvata mentre le ringhiava. Non poté nemmeno sbattere gli occhi che le saltò addosso attaccandola e graffiandola.

Urlò  mentre il gatto le morse il braccio. La donna lo sbatté a terra con forza e le lanciò un getto di magia facendola volare dall'altra parte della stanza.

Belle non ebbe tempo di reagire a tutto quello perché era ancora impegnata a cercare di aiutare Rumplestiltskin. "Adesso basta! Chiamo un'ambulanza!".

"Non funzionerà, solo l'antidoto può curarlo" disse Regina alla ragazza piangente sul pavimento.

"Allora aiutalo! PER FAVORE!"

Regina la guardò con aria di sufficienza. "Perché dovrei? Lui non porta altro che miseria"

"Non è vero!" gemette Belle. "Lui porta felicità nella mia vita! E' tutto ciò che ho! Se lo perdo...non mi rimarrà più niente..."

Una giovane ragazza piange sul cadavere del proprio amore in una stalla.

Regina scosse la testa, gli occhi luccicanti di lacrime. "No..."

"Per favore..." gemette Belle. "Cosa penserebbe Henry? Vuoi che scopra che hai ucciso suo nonno? E sappi che glielo dirò! Non si fiderà mai più di te! Quindi aiutalo. AIUTALO!"

Regina strinse i denti, tremando di indecisione. "Va bene!" disse infine tirando fuori un'altra bottiglietta e versandone il contenuto sopra il corpo tremante di Mr Gold.

Venne ricoperto da un fumo rosa e smise immediatamente di contorcersi. Prese un respiro profondo mentre la sua faccia tornava normale, nessuna evidenza dell'attacco che aveva distrutto il suo corpo pochi secondi prima.

Si sedette per alcuni secondi, sconvolto, e poi tornò alla realtà. "TU!" ruggì all'ex Regina, facendo apparire una palla di fuoco sulla propria mano e preparandosi a lanciargliela contro, quando Belle lo fermò aggrappandosi al suo braccio.

"Rumple, no! Non ne vale la pena!"

"Hai visto cosa mi ha fatto?!" urlò mentre lei lo prendeva per le spalle, la palla di fuoco che scompariva dalla sua mano.

"Sì, ma se la uccidi giocherai solo il suo gioco malvagio e il ciclo ricomincerà di nuovo. Ti ha fatto del male, sì, ma non voglio che faccia del male al tuo cuore..."

Gold sospirò e si alzò, Belle che lo aiutava. Prese il suo bastone e fissò Regina, l'odio ben visibile nel suo sguardo. "Fammi di nuovo una cosa simile e ti ucciderò. Non mi importa. E non ho mai avuto il tuo dannato fiore! Adesso dammi la pozione e sparisci dal mio negozio!"

Regina sospirò e diede la boccetta di profumo Belle. "E l'antidoto" aggiunse la ragazza, ricevendolo svogliatamente dal sindaco.

"Volevo solo...che qualcosa...andasse per il verso giusto". Non ottenne la compassione di nessun dei due e tirò su col naso come la bambina che veramente era e se ne andò via dal negozio.

Belle sospirò di sollievo. "Sono felice che tu non l'abbia uccisa..." lui scosse la testa. Belle alzò la boccetta contenente il liquido verde e si ritrasse. "Cos'è questa roba?"

"Qualcosa di molto pericoloso. Dovrò sistemarla in un posto sicuro".

Belle alzò un sopracciglio. "E non avrebbe nulla a che fare con la tua allergia ai gatti, vero?"

Gold sbiancò. "Cosa?"

"Lo so, Rumplestiltskin". Lui la guardò imbarazzato e si passò una mano fra i capelli, schiarendosi la voce.

"Lo abbiamo capito io e Ruby stamattina. Non posso credere che mi hai fatto tenere Izzy quando tu...oh mio Dio, IZZY!"

Corse dietro il bancone dove il gatto era stato scaraventato. "E' qui?" chiese Gold mentre la seguiva.

"Sì, l'ho portata per riuscire a farti dire finalmente la verità, l'ho lasciata cadere e lei ha attaccato Regina e...oddio..." si fermò trattenendo il respiro, le mani sulla bocca mentre Rumple si preparò a cosa avrebbe trovato dietro il bancone.

Il felino era immobile sul pavimento. Belle si sedette accanto al suo corpo senza vita, le lacrime che le solcavano il viso. "Regina l'ha uccisa..."

Gold si inginocchiò sul suo ginocchio buono, vedendo che il felino respirava ancora. "No, è viva". E senza dire nulla agitò la mano sopra di lei, un bagliore viola avvolse l'animale. Poco dopo, aprì gli occhi e miagolò.

"Ecco qui, tutto a posto".

Belle alzò lo sguardo verso di lui mentre altre lacrime le solcavano il viso. "Non c'era bisogno che lo facessi..."

"Ma l'ho fatto lo stesso".

Belle accarezzò il gatto, che sembrava ancora un po' confuso. Poi si girò verso l'uomo che aveva torturato per tutti i giorni passati e strofinò la testa sul suo ginocchio, facendo le fusa. "Oh, adesso ti piaccio eh?

"Ovvio che mi piaci, mi hai salvato la vita" rispose il gatto.

Sbatté gli occhi e Belle rimase a bocca aperta, le lacrime cessarono di cadere per lo shock. "Ha parlato?!"

"Oh, mi sono dimenticato di annullare l'incantesimo..." disse Gold senza pensarci. Alzò lo sguardo su Belle e la vide lanciargli palle di fuoco immaginare con gli occhi. "L'ho detto ad alta voce, vero?"

Lei annuì e incrociò le braccia. "Hai lanciato un incantesimo su Izzy? Per farla parlare? Perché?"

Si alzò, il gatto che si strusciava ancora contro la sua gamba. "Era solo un modo per farci andare d'accordo. Non riuscivamo a sopportarci e abbiamo fatto un patto per il tuo bene..."

Belle sospirò e abbassò le braccia. "Oh, Rumple...non ne avevo idea. Non andavate d'accordo?"

"Quella è colpa mia" si inserì Izzy, saltando sul bancone per guardarli in faccia. "Ma mi sbagliavo...almeno su di te. Mi hai salvato anche dopo che sono stata orribile con te. Credo che non sei poi così male...per essere un maschio".

Rumple alzò gli occhi al cielo e Belle ridacchiò. "Dovresti sapere che odio avere animali sul mio bancone" la avvertì.

La gatta ondeggiò la coda. "E tu dovresti sapere che non mi importa".

"Beh almeno adesso andiamo d'accordo e non ci saranno più incomprensioni. Per esempio, tu che metti i tuoi bisogni sotto il mio preziosissimo tappeto".

Izzy scosse la testa. "Oh, quello? L'ho fatto solo per farti arrabbiare" e saltò giù dal bancone per esplorare il negozio.

Lui strinse i pugni con rabbia mentre Belle gli si avvicinava. "Sei sicuro di volerla tenere sotto l'effetto di quell'incantesimo? E' strano avere un animale parlante".

La sua rabbia si calmò al suono della sua voce e si girò a guardarla con un sorriso. "Quando mai c'è qualcosa di normale qui? E in ogni caso questa è una città incantata, dovremmo avere almeno un animale parlante, non credi?"

Belle gli si avvicinò. "Perché non mi hai detto che eri allergico ai gatti?"

Lui sospirò, armeggiando con l'impugnatura del proprio bastone. "Perché sembrava che la volessi così tanto. Non potevo dirti di no quando sapevo..." e si bloccò quando Belle gli toccò il braccio.

"Ho sempre sentito che il tuo cuore era il migliore che avessi mai visto". Il suo intero viso si addolcì a quelle parole, "Sono felice di vedere che non mi sbagliavo".

Si sporse e lentamente premette le labbra sulle sue, succhiandogli il labbro inferiore guadagnandosi un gemito mentre apriva la bocca per accoglierlo in risposta. Scivolarono insieme nella beatitudine più tortuosa, le mani di lei che strusciavano sul suo collo per andare a giocare coi suoi capelli. Lui la strinse più vicina a sé, il bastone da tempo dimenticato sul pavimento.

Si staccò da lui ansimando, un gigantesco sorriso soddisfatto sul suo volto mentre poggiava la fronte contro quella di lui.

"Tu...uhm..." iniziò Rumple, riprendendo il respiro, "...hai sempre pensato questo di me? Anche quando ti lanciavo grembiuli insanguinati da lavare?"

Lei si lasciò sfuggire una risatina. "Okay, forse non sempre...ma da quando hai risparmiato quell'Hood sì".

Lui le rubò un altro bacio, iniziando a scendere con le labbra sul suo collo. Erano persi nel loro piccolo mondo quando un suono li interruppe ancora.

"Eewww..." si girarono entrambi a guardare Izzy che li fissava. "Perché voi umani fate quello? E' disgustoso".

Rumple sospirò, spostando dal viso di Belle alcune ciocche di capelli ribelli. "Forse disattiverò l'incantesimo..."

"Dovreste veramente provare ad odorarvi i sederi piuttosto".

 

-Fine-

 

 

 

Ed eccoci qui, finalmente sapete come va a finire la storia. Mi dispiace tantissimo per avervi fatto attendere così tanto, infatti ho deciso che d'ora in poi pubblicherò storie solo dopo che le avrò finite di scrivere (o di tradurre se sono traduzioni). Ringrazio un'ultima volta tutti voi che avete solo letto (e siete tantissimi, è un onore!), seguito, aggiunto ai preferiti e soprattutto recensito. Se ho deciso di pubblicare questo capitolo lo stesso dopo mesi e mesi è solo grazie a voi! Ringrazio anche tutti quelli che mi hanno scritto in privato chiedendo quando avrei aggiornato, mi dispiace avervi fatto attendere così tanto ma i vostri messaggi sono serviti a qualcosa :) l'autrice della storia inoltre vi ringrazia tutti per le recensioni, che le ho passato, e ovviamente se recensirete ancora le passerò anche quelle. Non so se tornerò a scrivere per i Rumbelle, spero di sì, ma in ogni caso a presto :)

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