Divinium

di Sheriza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Paradisium ***
Capitolo 2: *** L'arena della luce ***
Capitolo 3: *** Demoni ***
Capitolo 4: *** Venezia e i suoi guardiani ***
Capitolo 5: *** Diafane ***
Capitolo 6: *** Teriremo ***
Capitolo 7: *** La fuga ***
Capitolo 8: *** Il profumo della vaniglia ***
Capitolo 9: *** Trinità ***
Capitolo 10: *** I segreti di Londra ***
Capitolo 11: *** La mia dolce caduta ***



Capitolo 1
*** Il Paradisium ***


Capitolo I

Il Paradisium



I riflessi della luna serpeggiavano tra gli edifici, creando a terra numerosi giochi di luce. Blueville era semplicemente un sogno, gli edifici fatti in zaffiro, la popolazione unicamente femminile, odore di dolci e pane a qualunque ora del giorno e della notte, feste su feste...eppure mancava qualcosa.

Sharon guardava il cielo stellato sdraiata sul tetto di casa sua, ma non era solo il cielo ad attirare la sua attenzione, erano anche le luci di Rhapsody.

Rhapsody era una città, era la città in cui Sharon avrebbe voluto vivere, crescere, combattere, il suo sogno più grande era quello di frequentare il Paradisium, una “scuola” per imparare le arti del combattimento e sviluppare doti nascoste da usare poi per difendere il mondo dei Nephilim.

Ma il suo sogno non si poteva avverare, nonostante lei fosse una Nephilim l'ingresso alla città di Rhapsody era severamente vietato alle donne.

Sharon sei qui sopra?”.

Una voce dolce accarezzò l'orecchio di Sharon, facendola risvegliare dai suoi sogni.

Lara, mi cercavi?” disse dolcemente la ragazza mettendosi a sedere e invitando l'amica a sedersi affianco a lei.

Lara era la migliore amica di Sharon, l'unica che forse la capiva davvero. Era una ragazza alta sul metro e settanta, lunghi capelli rossi e morbidi le ricoprivano la testa per poi ricaderle sul volto e sulle spalle, occhi blu come il mare, la pelle chiarissima era punteggiata da piccole lentiggini che le davano un leggero rossore sulle guance.

Volevo stare un po' con te, posso?” chiese la ragazza in tono dolce mentre si avvicinava a Sharon e le si sedeva accanto.

Vuoi parlarmi di Rhapsody, vero? Quello che ti ho detto insomma ti ha...disturbato?” chiese Sharon quasi riluttante a pronunciare quelle parole.

Lara esitò un momento prima di rispondere, si guardò le mani affusolate stringere la maglietta poi il suo sguardo si spostò su Sharon che la guardava con i suoi grandi occhi verde chiaro misto a un azzurro leggero.

Non puoi andare a Rhapsody...” iniziò Lara, ma a metà frase un nodo alla gola le impedì di andare avanti e le lacrime cominciarono a rigarle il volto poi singhiozzando cercò di continuare “Lo sai anche tu che sei ci andrai, non tornerai mai più indietro”.

Sharon allungò una mano per cercare di accarezzare l'amica ma si ritrasse prima di poterlo fare. Infondo Lara non aveva tutti i torti, andare in quella città senza permesso della Corte Elie era come andare al patibolo.

Lo so, è una pazzia me ne rendo conto. Una volta lì però, potrò avere una possibilità...anche se mi dovesse andare male non ho nulla da perdere” il tono di Sharon tremava e le sue mani anche, l'unica cosa che le riusciva era guardare l'amica piangere.

Non hai nulla da perdere!? E io? Hai mai pensato a come starei senza di te!?” gridò improvvisamente Lara buttandosi sopra Sharon e cominciando a tirarle pugni sul petto.

Il suo corpo era caldo e tremava nelle sue braccia mentre la luna le illuminava debolmente.

Hai ragione scusami...ma tu sai meglio di me che devo farlo” Sharon distolse lo sguardo da Lara e lo rivolse al di là delle luci di Blueville per intravedere ancora il Paradisium, o meglio la vetta illuminata.

Ci fu un lungo attimo di silenzio poi Lara alzandosi sorrise debolmente e iniziò a parlare asciugandosi le lacrime.

Lo sapevo, non hai cambiato idea. Almeno lascia che ti aiuti a raggiungere il tuo scopo”.

Cosa intendi fare?” chiese incuriosita Sharon fissando il suo sguardo in quello della ragazza.

Scendi e vai in camera tua, prepara le tue cose e quando hai finito torna qui. Ho una sorpresa per te”.

La ragazza non se lo fece ripetere due volte e dopo pochi minuti era di nuovo sul tetto con una valigia e un cappotto nero in mano, Lara era seduta sul cornicione e guardava il vuoto che presto si riempì della sagoma di Sharon.

I tuoi genitori sarebbero fieri di te...anzi in preda all'ansia” un sorriso si dipinse sul volto di Lara, un sorriso sincero.

Sharon aveva perso i genitori all'età di tredici anni in un raid e adesso che ne aveva diciotto il ricordo era ancora vivido e il dolore sempre presente, l'unico parente che le era rimasto era uno zio nella città di Peck che si era preso cura di lei per soli tre anni imparandole le tecniche di combattimento basilari, poi venne ucciso anche lui.

Essere dei Nephilim comporta delle scelte, molte delle quali fatali” sussurrò piano Sharon avvicinandosi all'amica.

Tieni” Lara le stava porgendo un sacchetto di seta e una lettera rilegata poi sorridendo aggiunse “Sono il mio regalo per te, buon compleanno Sharon Clair”.

Sharon sorrise e prese il sacchetto e la lettera ma prima che potesse aprire quest'ultima, Lara la fermò.

No, aspetta! La lettera, aprila solo quando io non sarò con te” disse con un tono tremolante e incerto la ragazza coprendosi le guance rosse.

Come vuoi, e il sacchetto?”.

Aprilo”.

Sharon aprì il sacchetto e quando ne cacciò il contenuto per poco non urlò di gioia, una pietra verdastra e dalla forma squadrata scintillava debolmente nelle sue mani.

Una pietra incantata! Come hai fatto ad ottenerla?! Solo le fate ne possiedono una” senza accorgersene Sharon stava gridando mentre guardava ancora la pietra nelle sua mani, incredula.

Segreto” bisbigliò Lara soffocando una risata.

Tu lo sai che queste pietre ti permettono di esaudire un desiderio...vero?” chiese Sharon guardando Lara con espressione incuriosita.

Certo, sapevo che non avresti mai abbandonato la tua scelta, così ti ho semplificato le cose. Con questa potrai ritrovarti direttamente dentro Rhapsody, senza attraversare tutta Blueville e il bosco che separa le due città” spiegò in tono trionfante Lara mentre si alzava e stringeva Sharon in un abbraccio caloroso.

Non so come ringraziarti”.

Lo sai come puoi ringraziarmi? Vai a Rhapsody e fai in modo che la Corte ti faccia restare, altrimenti non tornare” il tono di Lara era fermo e deciso come i suoi occhi fissi in quelli dell'amica.

Dopo che Sharon ebbe abbracciato e salutato Lara si allontanò un po' da lei e prese la pietra in una mano, alzandola al cielo.

Desidero andare a Rhapsody, al Paradisium. Lo desidero con tutto il mio cuore.

Un alone bianco avvolse la ragazza e una specie di fenice con le ali spalancate apparve dietro di lei sollevandola da terra sotto gli occhi increduli di Lara.

Sharon poteva sentire l'aria che si spostava sotto il battito delle ali della fenice, mentre la figura di Lara si allontanava, piccola e fragile com'era nel buio della notte.


Quando Sharon si risvegliò era riversa a terra, sul marmo ghiacciato. Un dolore acuto le proveniva dal ginocchio destro. Cercò di mettersi in piedi ma quando ci provò una fitta lancinante le percosse la schiena facendola ricadere a terra, notando una leggera chiazza di sangue sotto il ginocchio.

Girò lentamente la testa, cercando di non urlare dal dolore e si guardò intorno. Non poteva dire dove si trovava, forse la pietra l'aveva portata davvero a Rhapsody o forse l'aveva lasciata in qualche città sperduta, non c'era mai da fidarsi con i congegni delle fate.

La sua valigia e il suo cappotto erano buttati a qualche metro di distanza da lei, che in quel momento e nelle sue condizioni sembravano chilometri. La città che la circondava era come Blueville, solo che gli edifici non erano in zaffiro, erano di un materiale che Sharon non riusciva a decifrare tutto bianco con qualche sprazzo di oro.

Alzò di più lo sguardo scoprendo la struttura che aveva davanti, il fiato le si smorzò in gola per lo stupore.

Una torre di cristallo si ergeva al centro di tutta la struttura e da essa partivano scale (sempre di cristallo) che si andavano ad unire con i vari edifici vicini. Quattro edifici ai lati della torre completamente bianchi si andavano espandendo in sinuose curve e rientranze, i cornicioni delle finestre in stile gotico erano d'oro e a circondare gli edifici c'era un prato all'italiana, perfettamente curato e illuminato da dei lampioni che buttavano una luce argentata sulla stradina di ghiaia e sui cespugli. Sharon restò per un momento a contemplare la bellezza di quel luogo, mai si sarebbe aspettata che un edificio potesse essere così bello.

La ragazza strisciò verso le sue cose ancora distanti e si mise il cappotto addosso poi prese la valigia e si avvicinò all'enorme cancello che sembrava fatto in oro. Una scritta in latino serpeggiava al lato del cancello. Paradisium.

E' davvero il paradiso questo.

Sharon nonostante fosse una Nephilim, non aveva mai creduto in un paradiso, né in un inferno, né in un esistenza di un Dio.

Sono veramente a Rhapsody...

Un dolore indescrivibile alla nuca la fece girare di scatto, e quando si girò vide un ragazzo che la guardava con un aria sorpresa quanto disgustata in volto.

Il cuore di Sharon ebbe una fitta e il terrore la pervase, il ragazzo torreggiava davanti a lei con un pugnale in mano, i riflessi della luna facevano sembrare i suoi capelli oro e i suoi occhi verdi freddi e senza vita.

Cosa diavolo ci fa una ragazzina al Paradisium?” il tono del ragazzo era freddo e tagliente e da come parlava sembrava non provare nessuna emozione, il che fece gelare il sangue nelle vene di Sharon.

La ragazza non riuscì a spiccicare parola, un nodo alla gola le impediva anche di respirare.

Ti ho chiesto, cosa ci fai qui” il ragazzo adesso sembrava leggermente alterato.

Sharon fece per parlare ma si fermò, che cosa doveva dire? Per quale motivo si trovava lì? Non lo sapeva nemmeno lei in fondo era un desiderio, un istinto.

Il ragazzo si inginocchiò e si ritrovò alla stessa altezza di Sharon, solo che lui le stava puntando un pugnale alla gola.

Te lo ripeto per l'ultima volta, umana. Cosa ci fai qui?” il suo tono tagliente era ormai diventato insopportabile.

Umana?ripeté Sharon con una punta di incredulità nella voce, poi continuò “Io non sono umana. Sono una Nephilim”.

Il ragazzo fece una smorfia divertita e per poco non scoppiò a ridere, ma si trattenne e spostò il pugnale più vicino al collo di lei, giusto per accarezzarne la pelle bianca.

Non sembri una Nephilim. Quelle poche che ho visto erano magnifiche, tu non sembri nemmeno paragonabile a loro, e non ti sto facendo un complimento sia chiaro.”.

Sharon si sentì ribollire il sangue per la rabbia, non sarà stata certo una modella ma non era nemmeno una ragazza brutta.

Cos'è ragazzino hai problemi a relazionarti con le donne?” la voce della ragazza era tagliente e questo le provoco una piccola punta di sicurezza.

E' proprio questo il problema, sei una donna. Non dovresti stare qui, se non te ne vai immediatamente chiamerò la Corte Elie e poi saranno guai per te”.

Toglimi quel pugnale dal collo” bisbigliò Sharon infastidita.

Non prendo ordini da una donna”.

Con un rapido movimento del braccio, Sharon fece cadere il pugnale a terra nonostante gli costò uno sforzo incredibile.

Io non vado da nessuna parte, e non prendo ordini da te” mormorò la ragazza scostandosi un ciuffo di capelli biondo cenere che le copriva gli occhi.

Come vuoi, vado a chiamare la Corte. Sarebbe inutile dirti di rimanere qui, tanto non puoi muoverti con quella caviglia rotta” disse con un leggero divertimento nella voce il ragazzo mentre spariva nel cancello dorato.

Sharon provò ripetute volte ad alzarsi o a strisciare verso un riparo ma la sua caviglia gli e lo impediva, anche solo un movimento la faceva piangere di dolore.

Restò ferma aspettando la Corte, giocando pigramente con la punta del suo cappotto, mentre il cuore le martellava in petto.

Dopo una ventina di minuti, Sharon alzò gli occhi verso il Paradisium e vide avvicinarsi a lei quattro sagome. La sagoma che guidava il gruppo portava un lungo mantello blu notte lucido con un cappuccio abbassato sul viso facendo intravedere solo il pizzetto biondo e le labbra piegate in una smorfia di disappunto, due figure in quelle che sembravano armature con in mano una alabarda lo fiancheggiavano tenendo lo sguardo dritto. E per ultimo c'era il ragazzo che aveva incontrato prima e col quale aveva avuto un piacevole chiacchierata.

Appena il gruppo la raggiunse, i due uomini con in mano le alabarde gliele puntarono addosso intimandole di non muoversi.

Come posso muovermi se ho la caviglia rotta, geni?” disse infastidita Sharon mentre guardava ostile il ragazzo che sembrava non notarla.

Taci” disse in tono limpido l'uomo incappucciato, la sua voce era rauca ma potente oltre che molto autoritaria.

Fece un gesto con le mani e i due individui con le armi le abbassarono, mettendosi di nuovo ai fianchi dell'uomo.

Come ti chiami?” chiese l'uomo con un tono più docile.

Sharon Clair, e faccio parte della Contea di Jevith...vengo da Blueville” mormorò piano la ragazza mentre fissava l'uomo incappucciato.

Clair, sei la figlia di Jeremy quindi. E cosa fai tu qui?” il suo tono era improvvisamente tornato freddo e gelido.

Desidero frequentare il Paradisium, ecco perché sono qui.”.

Ci fu un lungo momento di silenzio e i due uomini con le armi in mano sgranarono gli occhi e soffocarono una risata, mentre l'uomo incappucciato fece diventare le sue labbra una linea sottile.

E' inconcepibile una cosa del genere! Hai infranto le regole della Corte, per questo verrai esiliata nel mondo degli umani!” gridò l'uomo stringendo così tanto i pugni lungo i fianchi da far diventare le nocche bianche, poi come se tutta la rabbia di quel momento fosse sparita aggiunse “Ti guariremo la caviglia, e poi questa notte stessa verrai portata nel mondo degli umani. E' uno scandalo che una ragazzina voglia frequentare il Paradisium!”.

L'uomo incappucciato si inginocchiò e passò una mano davanti al viso di Sharon che ebbe un giramento di testa così forte che la fece svenire, ancora.


Un forte profumo di cannella fece risvegliare Sharon, era distesa su un lettino dalle coperte azzurre con le cuciture argentate, davanti a lei un ragazzo stava leggendo un libro.

Era moro e aveva gli occhi socchiusi, come chi si sta per addormentare dalla noia, la sua pelle era abbronzata e luminosa e attraverso la leggera camicia bianca che portava si potevano intravedere i pettorali scolpiti.

Buongiorno” sussurrò il ragazzo sbadigliando, senza sollevare gli occhi per vedere se lei era sveglia o meno.

Sono in un ospedale umano?” chiese Sharon facendo finta di non aver sentito il ragazzo.

Per fortuna no, sei ancora al Paradisium. Non ti hanno potuto mandare via perché dormivi come un ghiro, comunque spero che tu sappia lavare, mi hai sbavato l'intero cuscino” disse in tono morbido e avvolgente il ragazzo che aveva finalmente alzato gli occhi rivelandoli dorati.

Sharon guardò il cuscino, era veramente sbavato, sentì il sangue fluirle sulle guance e abbassò lo sguardo.

Sei sicura di essere una ragazza? Le ragazze non sbavano in quel modo”.

Il ragazzo della sera prima era sulla porta con un sorrisino accennato mentre si dirigeva verso l'altro ragazzo seduto.

Daniel, smettila di essere cosi poco...galante” disse piano il ragazzo seduto, scostandosi un ciuffo di capelli dagli occhi.

Il ragazzo che l'aveva aggredita si chiamava Daniel e visto ora alla luce, la sua bellezza era da mozzare il fiato, ma anche il ragazzo seduto non sfigurava affianco a lui.

Uh, ma allora i tuoi capelli sono biondi e non grigi” disse divertito Daniel.

Sharon scorse la sua figura allo specchio, i lunghi capelli biondo cenere di solito pieni di boccoli erano ora arruffati e appiccicati alla nuca dal sudore, i suoi occhi sul verde che tendeva all'azzurro erano assonnati e gli abiti della sera prima erano spariti e lasciavano spazio a una camicia da notte azzurra che le arrivava a metà coscia, la ragazza trasalì e un brivido la percosse.

Chi mi ha cambiata!?” gridò imbarazzata Sharon coprendosi le gambe nude con la coperta.

Io, perché ti crea problemi?” rispose Daniel guardandola di sottecchi.

Se mi crea problemi!? Sei un ragazzo!” esclamò la ragazza lanciando al ragazzo la sveglia affianco al letto.

Non vedo ancora quale sia il problema, tu lo vedi Artes?” disse tranquillamente Daniel evitando la sveglia e rivolgendosi al ragazzo seduto che osservava la scena con vivo divertimento.

Sinceramente, preferirei restare fuori da questa situazione, sai non voglio una sveglia in faccia” rispose Artes con un tono tranquillo e pacato.

Un bussare insistente alla porta fece zittire i tre ragazzi che si girarono a guardare cinque uomini incappucciati entrare nella stanza e fermarsi a metà di essa, uno di loro aveva una specie di falce in mano e questo ricordava a Sharon le raffigurazioni pittoresche della morte.

Alzati, Sharon Clair” ordinò l'uomo incappucciato con la falce.

La ragazza fece come le fu detto e si alzò, notando con piacere che la sua caviglia non era più rotta.

Mi uccideranno? Mi sembra esagerato per aver infranto delle regole e aver sbavato su un cuscino.

L'uomo le lanciò con forza la falce, aspettandosi che Sharon si spostasse per evitarla, ma la ragazza non si spostò di un centimetro e con grazia e agilità afferrò la falce facendola girare intorno alla sua figura snella per poi piantarla nel parquet della stanza.

Cosa significa questo?” tuonò l'uomo che le aveva lanciato l'arma.

Se non lo sa lei, come posso saperlo io?” ribatté Sharon soddisfatta di quella ''esibizione''.

Chi ti ha insegnato questo?” chiese gentilmente l'uomo con il pizzetto biondo e la bocca leggermente curvata in su, in un sorriso.

Mio zio, venuto a mancare qualche anno fa. Viveva nella città di Peck” rispose la ragazza facendo finta di non avvertire la piccola fitta al cuore, che le era venuta ripensando allo zio.

Maicol Clair, c'era da aspettarselo da una stirpe di Nephilim agguerriti come loro. Desideri veramente restare al Paradisium e frequentarlo?” chiese beffardamente un incappucciato restato in silenzio fino ad allora.

Si, lo voglio” rispose secca Sharon fissando gli uomini.

Allora dovrai superare una piccola prova, dovrai combattere contro il qui presente Daniel e sconfiggerlo, solo allora ti accoglieremo nella nostra città e scuola” sentenziò l'uomo col pizzetto biondo.

Un leggero sorriso si dipinse sul volto di Sharon e dopo qualche secondo di silenzio rispose “Ci sto”.

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Capitolo 2
*** L'arena della luce ***


Capitolo II

L'arena della luce


Sharon era seduta sul letto e guardava le coperte con aria annoiata ripensando a quello che era successo poche ore prima proprio lì, in quella camera.

Dopo che la Corte fu uscita dalla stanza, Daniel aveva sbottato gridando che non potevano farlo combattere contro una ragazzina che a mala pena sapeva usare un arma, in più lei sentitasi offesa gli aveva gridato e tirato contro la falce. A calmare i bollenti spiriti era stato Artes, che aveva portato via Daniel.

E' la mia occasione questa.

Si alzò dal letto con un balzo e si diresse verso la finestra, si affacciò fuori sentendo sulla pelle il calore del sole e si godette lo spettacolo che le si apriva davanti.

Casette piccole e bianche costellavano la città, boschetti verdi e rigogliosi separavano Blueville da Rhapsody, e quando Sharon pensava a Blueville le veniva automaticamente in mente Lara.

Lara...La sua lettera!

La ragazza improvvisamente piombò nel panico e cominciò a rovistare nel suo cappotto, nella valigia, ma della lettera che le aveva dato Lara non c'era traccia.

Dove l'ho messa...i pantaloni! Dove sono i pantaloni?!

Rivoltò l'intera stanza, ma dei suoi vecchi vestiti nemmeno l'ombra.

Daniel sa dove sono!” esclamò Sharon entusiasta, ma subito il suo entusiasmo svanì, dopo il suo comportamento come poteva sperare che l'aiutasse a ritrovare una stupidissima lettera?

Si risedette sul letto e cominciò a tirare testate al muro solo per farsi male, aveva perso la lettera della sua migliore amica e non se ne era manco accorta.

D'un tratto la porta si spalancò ed entrò Daniel leggermente alterato.

La vuoi smettere? Mi hai fatto cadere mezza mensola!” sbottò indicando il muro e la testa di lei.

Ma...perché tu sei nella stanza affianco?” chiese sorpresa Sharon imbambolata.

Certo! Sono dormitori quelli in cui ti trovi, mica stanze per i rinnegati!” disse in tono molto più calmo Daniel, che si era appoggiato alla porta con aria noncurante.

Senti, devo chiederti una cosa” bisbigliò Sharon stringendosi le ginocchia al petto, nonostante fosse riluttante a chiederglielo, quella lettera era troppo importante per lei.

Il ragazzo non rispose si limitò a guardarla con un sopracciglio sollevato e un aria incuriosita.

Ecco, dove hai messo i miei vestiti?” mormorò la ragazza guardandolo in tutta la sua bellezza.

Li ho bruciati” rispose secco lui, scrollandosi di dosso un po' di polvere.

COSA HAI FATTO TU?!” gridò Sharon saltando giù dal letto e annullando la distanza che li separava.

Perché? Erano così inutili, e poi ti dona la camicia da notte” sussurrò ridacchiando lui guardandola dalla testa ai piedi.

Giuro che se non ti ammazzo ora, lo farò quando combatteremo!” grugnì lei stringendo i pugni così forte da lasciarsi le mezze lune delle unghie sul palmo.

Daniel richiuse in un unico movimento la porta alle sue spalle, e si avvicinò così tanto a Sharon che lei dovette indietreggiare andando a sbattere contro una scrivania di legno.

Sei piccola lo sai?” sussurrò lui all'orecchio della ragazza.

Scu-scusami se non sono un metro e ottanta” balbettò Sharon, non era mai stata così vicina a un ragazzo prima d'allora.

Sarai un metro e sessanta, anche di meno. Vedi? Sono già superiore a te in altezza, immagina in combattimento” mormorò lui con una voce dolce e suadente che fece arrossire la ragazza.

Ma per favore, sei bravo solo a parole” ribatté lei ostile.

Sono il migliore di questo istituto, non ti vogliono qui, perciò hanno organizzato questa pagliacciata, ma tranquilla sarò clemente con te” disse piano Daniel accarezzandole dolcemente la guancia con un dito per poi finire tra i capelli di Sharon.

Non ti gasare, ragazzino. Anche se sono solo una ragazza, sono forte”.

Daniel accennò un sorriso, poi con un veloce movimento delle mani afferrò i polsi di Sharon così forte da farle male.

Io non penso”.

Erano praticamente appiccicati uno all'altra, lei poteva sentire il respiro di lui, calmo, troppo calmo e regolare mentre il suo era accelerato.

E lasciami!” sbottò Sharon cercando di sottrarsi da quella presa, senza riuscirci.

In quell'istante entrò nella stanza Artes, che rimase per un po' sulla porta, stordito da quella scena.

A-Artes! Non pensare male! Questa specie di ragazzo mi è saltato addosso, menomale che sei arrivato tu!” balbettò Sharon improvvisamente nervosa.

Daniel la guardò leggermente deluso, ma subito quella sensazione sparì.

Eh, forse ho interrotto qualcosa?” mormorò evidentemente a disagio Artes.

No, ovvio che no! Entra pure, Daniel se ne stava andando” disse Sharon lanciando un occhiataccia a Daniel che, senza dire una parola superò Artes e sparì dietro la porta.

Credo fosse leggermente alterato, tu che dici?” mormorò il ragazzo seguendo con lo sguardo Daniel prima che la porta gli si chiuse dietro le spalle.

Qui, dovrei essere io quella alterata...”.

Cosa succede?” chiese il ragazzo con tono dolce mentre poggiava una mano sulla spalla di Sharon, guardandola con aria preoccupata.

Daniel mi ha bruciato i vestiti, e dentro di essi c'era una lettera molto importante per me”.

Il viso di Artes si illuminò di una luce intensa e un sorriso gli si dipinse sul volto, un sorriso che non gli aveva mai visto fare.

Qualcosa non va? Ti diverte questo?” chiese Sharon guardandolo male.

Assolutamente no, e che...credo di avere quello che cerchi. Ho visto Daniel che bruciava i tuoi vestiti e prima di farli buttare nella fornace ho controllato le tasche, trovandoci questa”.

Il ragazzo le stava porgendo una busta rilegata, esattamente quella che le aveva dato Lara, e cosa più importante era ancora chiusa.

Sharon ebbe un sussulto di gioia, prese la lettera dalle mani di Artes stringendola al petto e per poco non si mise a piangere dalla felicità.

Grazie, grazie mille!” gridò Sharon saltando al collo di Artes, chiaramente sorpreso da quel gesto improvviso.

Era rigido come un palo di legno e quando la ragazza si staccò da lui era rosso in viso, Sharon soffocò una risata e poggiò la lettera sulla scrivania.

Sono venuto per dirti anche altre cose...” disse in tono preoccupato il ragazzo guardandosi le punte dei piedi.

Davvero e cosa? E perché porti quella specie di tunica?” chiese Sharon indicando la veste di Artes.

Era la prima volta che Sharon vedeva un abito del genere, era come i vestiti degli angeli nelle raffigurazioni, con una fascia che gli copriva metà petto, lasciando l'altra metà nuda e dei pantaloni larghi e a palloncino che terminavano in degli stivaloni che gli arrivavano al ginocchio. Tutto rigorosamente bianco e dorato.

E' la divisa dei Nephilim della guarigione” disse lui accennando un sorriso.

Scusa?”.

Esistono due categorie di Nephilim, i guerrieri e i guaritori. Io faccio parte dei guaritori, usiamo poteri magici per curare i nostri compagni da una ferita di guerra o da una malattia, in modo da durare di più...siamo fondamentali. Poi ci sono i tipi come Daniel, che sono Nephilim guerrieri, ovvero che usano le armi e combattono corpo a corpo con il nemico” spiegò Artes poggiando un grosso libro nero a terra.

Ah...non lo sapevo. E per caso tu sai com'è Daniel in combattimento?” chiese Sharon con un improvvisa voglia di non dover combattere con Daniel.

E' di questo che ti ero venuto a parlare, Sharon...Daniel è uno dei più feroci Nephilim guerrieri, oltre ad essere un ragazzo molto scontroso. Il fatto che la Corte ti abbia detto di sconfiggerlo è praticamente impossibile, nemmeno tutta la scuola contro di lui vincerebbe. In più è stato fissato per domani l'incontro e tu non penso hai l'allenamento che ha lui nel combattimento” disse preoccupato Artes, prendendo le mani di Sharon che aveva cominciato a tremare.

Sono morta, sono finita...Lo hanno fatto apposta! Per vedermi umiliata, ma non sarà così” disse lei riprendendosi le mani e andando verso la finestra.

Sharon...è meglio che te ne vai...” sussurrò il ragazzo.

Anche tu mi vuoi fuori di qui?! Non ho bisogno del vostro incoraggiamento, adesso vattene voglio restare sola. VIA!”.

Artes la guardò per qualche istante, poi silenziosamente uscì dalla stanza richiudendosi la porta alle spalle con violenza.

Sharon sferrò un pugno contro la parete, creando una piccola rientranza, mentre la rabbia le cresceva in petto come un fiore. Si avvicinò alla scrivania cercando di calmarsi e prese la lettera di Lara, rigirandosela tra le mani, cosa aspettava a leggerla? Un invito?

Eppure non riusciva ad aprire la lettera, Lara le aveva detto di leggerla quando lei non ci fosse stata, ma lei c'era, lei era sempre con Sharon.

La leggerò quando sarò più calma e rilassata, per ora la terrò al sicuro da qualche parte.

Si guardò un po' intorno scrutando la stanza in cui si trovava, era forse la prima volta che si accorgeva dell'arredamento. Il letto su cui aveva passato la maggior parte del tempo era al centro della stanza, affianco ad esso c'era un comodino fatto in legno con sopra svariati oggetti, di fronte al letto c'era la scrivania in legno e una sedia. Le pareti bianche avevano delle scritte in latino dorate, così sottili e consumate dal tempo che ormai erano indecifrabili.

Tutto sommato era una stanza semplice, Sharon si avvicinò alla scrivania, aprì il cassetto e ripose la lettera accuratamente.

E ora, che faccio?

Si ributtò sul letto annoiata, ma quando lo fece un rumore metallico la fece sobbalzare. Si sporse dal letto e scrutò al di sotto di esso e quello che vi trovò fu quasi assurdo, sotto il suo letto non c'era soltanto la rete, ma anche una vasta gamma di coltelli e spade.

Assurdo, qui le tengono le armi?”.

Sharon afferrò due pugnali dalle lame zigzagate e cominciò a muoverli agilmente, sull'elsa d'oro di un pugnale c'erano incise delle lettere. Anti daemonium.

Anti-demone” sussurrò Sharon incantata da quella scritta.

Prese un altro pugnale ma questa volta sull'elsa non c'era scritto niente.

Analizzò attentamente ogni singola arma, e alla fine decise di utilizzare i pugnali senza scritte. Si allenò tutto il giorno, arrivando alla sera completamente esausta. Aveva ripassato tutto quello che suo zio le aveva potuto insegnare, ma quando le sarebbe servito contro Daniel?

Mentre pensieri di ogni tipo affollavano la sua mente, i suoi occhi si chiusero e dietro le palpebre si formò l'immagine di Artes, della sua espressione mentre gli diceva quello che l'aspettava.


Quando Sharon si risvegliò era accucciata sul pavimento in un angolino, con una coperta addosso e con le armi del giorno prima sparite.

Chi mi ha coperta e mi ha messo apposto le armi?

Si alzò lentamente, mentre brividi di freddo la percorrevano e si diresse verso la porta, quando uscì si trovò Artes davanti che stava per bussare.

Buongiorno!” sussurrò sorridendo lui.

Buongiorno...ehm sei stato tu a coprirmi stanotte?” chiese improvvisamente Sharon guardandolo con occhi assonnati.

No, perché?”.

Oh, forse mi sono presa la coperta da sola e non me lo ricordo...” sussurrò la ragazza cercando di ricordare, ma senza successo.

Non ti sto seguendo” ammise Artes.

Niente, lascia stare. Piuttosto mi sai dire dove posso fare una doccia? Sono due giorni che sono chiusa in quella camera”.

Ecco, e vedi di restarci. La Corte non vuole che si veda una ragazza passeggiare per i corridoi dell'edificio prima di oggi pomeriggio”.

Ma io voglio farmi una doccia!” si lamentò Sharon sbattendo i piedi a terra come una bambina.

E va bene, basta mi arrendo. Mettiti questo mantello e seguimi, penso che tu voglia anche mangiare...”.

Ovvio, non mangio da un giorno” rispose secca Sharon indossando un vecchio mantello consumato nero.

La ragazza seguì Artes per una serie di corridoi a spirale e dopo svariate scale giunsero in una stanza completamente piastrellata e pulita, delle docce erano disposte in fila dietro dei separé azzurrini.

Fatti pure la doccia, a quest'ora non viene nessuno. Per quanto riguarda il mangiare te lo vado a prendere e te lo porto in camera, poi ti vengo a riprendere e vedi di non fare casini. Non parlare con nessuno e quando esci metti sempre il mantello. Intesi?” disse Artes in un tono quasi paterno.

Si” sbuffò Sharon dirigendosi verso la doccia più nascosta di quella stanza.

Dopo che Artes se ne fu andato, Sharon entrò nella doccia felice di sentire l'acqua bollente sfiorarle la pelle. Dopo aver finito, si rimise il mantello e restò ad aspettare il ritorno di Artes.

Una ventina di minuti dopo era di ritorno e dopo averla accompagnata nella sua stanza e averle consegnato i vestiti che avrebbe dovuto indossare per il combattimento, sparì nel nulla. Sharon mangiò avidamente ciò che Artes le aveva portato e dopo aver finito prese i vestiti dal suo letto e li scrutò. Erano completamente neri con le cuciture o i bottoni dorati. Il di sopra era formato da una maglietta aderente nera senza spalline, un giubbotto pesante pieno di tasche e cerniere, un pantalone aderente con delle placchette d'acciaio ai lati, stivali che le arrivavano fino al ginocchio e dei guanti felpati senza dita che aderivano anche nel più piccolo punto alla mano.

I lunghi capelli biondi raccolti in una coda, la pelle diafana e i suoi occhi erano un contrasto abbastanza forte con il nero dei vestiti, che tutto sommato le donavano.

Sharon Clair” tuonò una voce.

Sharon si girò di scatto e si ritrovò davanti l'uomo incappucciato col pizzetto biondo che l'aveva accolta la sera che era arrivata a Rhapsody, la ragazza restò in silenzio a guardarlo cercando di capire come aveva fatto ad entrare senza fare il minimo rumore.

Sei pregata di seguirmi, la tua prova sta per avere inizio” disse in tono freddo l'uomo girandosi e avviandosi per il corridoio, senza curarsi del fatto che Sharon non lo stesse seguendo.

La ragazza come risvegliata da un sogno si affrettò a raggiungere l'uomo e gli si mise dietro, ascoltando il rumore dei suoi stivali sul pavimento di marmo bianco striato di nero.

Attraversarono l'intera struttura e arrivarono nel cortile, la ragazza nonostante lo avesse già visto di notte restò stupita nel vedere che alla luce del sole, le foglie sembravano brillare.

Passarono davanti una fontana e seguirono la stradina di ghiaia fino ad arrivare a un enorme edificio, entrarono e Sharon constatò che era una specie di arena.

Gli spalti tutt'intorno erano pieni di ragazzi che ridevano e scherzavano, al centro della struttura c'era una lastra di granito rettangolare sul quale c'era un ragazzo in abiti uguali ai suoi, esattamente sotto la lastra di granito posta un po' più in alto rispetto il livello del pavimento c'erano altri spalti, occupati solo dagli uomini incappucciati.

“Benvenuta nell'arena della luce, cammina fino al palco” sussurrò l'incappucciato recandosi dai suoi compagni.

Sharon si sentiva girare la testa e le gambe le tremavano, avrebbe dovuto sfidare Daniel davanti tutta quella gente?

“Mi aspettavo qualcosa di più...piccolo” sussurrò Sharon muovendo dei passi con riluttanza.

Senza sapere come, la ragazza riuscì ad arrivare fino alla lastra dove un uomo in armatura gli stava porgendo una falce.

“Devo combattere con questa?” chiese allibita Sharon.

Non aveva mai considerato la falce come una vera e propria arma da combattimento, l'aveva sempre vista come abbellimento, l'uomo la guardò inespressivo e non disse niente si limitò a spingerla sulla lastra ed ad allontanarsi.

Daniel era già lì fermo con una spada in mano, era seduto e in quei vestiti i muscoli gli risaltavano, i capelli biondi selvaggi di come chi si è appena svegliato, gli occhi divertiti ma attenti sulla figura di Sharon.

“Devo ammettere che, almeno le armature dei Nephilim ti stanno bene” gridò Daniel per farsi sentire dalla ragazza, che si trovava all'altro capo della lastra rispetto a lui.

Sharon strinse i pugni e i denti e si avvicinò un po' di più, poi un suono acuto fece finire di chiacchierare i ragazzi sugli spalti e il silenzio regnò, spezzato solo dal parlare di un incappucciato.

“Sta per avere inizio la prova di questa ragazza. Se sconfiggerà Daniel Hareal potrà entrare al Paradisium, in caso contrario sarà bandita per sempre dalla Contea di Jevith” gridò l'uomo col pizzo biondo.

Un brusio attraversò la folla, ma subito fu messo a tacere.

“Che la prova abbia inizio”.

Un altra volta il suo acuto risuonò nella testa di Sharon, e pochi secondi dopo si ritrovò a respingere un attacco di Daniel.

Il ragazzo aveva fatto un salto incredibile e si era fiondato su Sharon con la spada sguainata, era una spada che sembrava fatta d'argento, la lama sottile e affilata risplendeva sotto il sole del pomeriggio.

“Buona difesa, almeno” sussurrò Daniel arretrando e preparandosi a un nuovo attacco.

Sharon non rispose, si limitò a grugnire ed evitò un altro attacco rispondendo con una falciata andata a vuoto. La lama seghettata della falce fendette l'aria con forza e terminò per terra, creando un buco dov'era atterrata.

Quest'arma non è legata a me, non la riesco a controllare come si deve.

Però io sono in netto svantaggio, la mia arma non è legata a me. Mentre la tua si” gridò Sharon, tirando fuori la falce dal granito e mettendosi in posizione di difesa.

Guarda che anche tu puoi legare quella falce a te, e solo che non te lo hanno mai insegnato” sussurrò Daniel quanto bastava per farsi sentire dalla ragazza.

Un ondata di rabbia percosse Sharon, che si lanciò contro Daniel che all'ultimo secondo aveva parato una falciata che gli aveva tagliato di striscio il braccio destro, ma comunque la forza di quella botta fece perdere l'equilibrio al ragazzo che cadde portandosi dietro la ragazza.

Un suono che Sharon non riuscì ad identificare attraversò gli spalti, era completamente sopra Daniel, ne riusciva a sentire il respiro affannato, il cuore battere e riusciva a vedere anche la sua bocca curvata in un sorriso.

Il ragazzo si alzò di scatto con forza, spingendo Sharon a terra e una volta in piedi puntò l'arma sul viso di lei intimandole qualcosa.

Basta così” disse in tono soddisfatto una voce proveniente dagli spalti della Corte.

Daniel con un rapido movimento della mano rimise la spada nella cintura che portava alla vita e poi guardò la ragazza ancora a terra, con uno sguardo soddisfatto.

Ragazzina, non mi sono nemmeno impegnato per batterti” bisbigliò lui.

Sharon strinse i pugni così forte da ferirsi con le unghie, si era fatta battere e in un modo così banale.

La Corte si alzò e si diresse verso la lastra di granito, una volta su di essa si abbassarono il cappuccio e la ragazza dovette trattenere un urlo. Gli occhi degli uomini erano completamente rossi e l'unica cosa che spezzava quel rosso era una pupilla verticale nera, non avevano nemmeno l'iride.

La Corte Elie ha preso una decisione. Sharon Clair, alzati”.

La ragazza riluttante si alzò, e non avendo il coraggio di guardare negli occhi quegli uomini puntò il suo sguardo sulle punte dei suoi stivali.

Sei stata battuta” tuonò l'uomo col pizzetto biondo poi facendo un passo avanti continuò “Per questo dovresti essere esiliata”.

Sharon ebbe una fitta al cuore così forte che le fece girare la testa, aveva cominciato a vedere il pavimento ruotarle sotto i piedi.

Nonostante questo però” aggiunse un altro, facendo fermare i giramenti di testa di Sharon, “Hai dimostrato grande impegno, hai affrontato lo stesso la tua sfida anche sapendo che saresti andata in contro a una sconfitta certa”.

Sharon alzò lo sguardo incredula, gli aveva veramente detto quelle cose?

Sharon Clair, sei ammessa al Paradisium. Come alunna di questo istituto adesso avrai il compito di rispettare le regole, allenarti e combattere per proteggere la tua patria da chiunque osi minacciarne la pace” disse in tono autoritario l'uomo.

Ma Sharon non lo sentiva più, si era fermata alla parte dell'ammissione e i giramenti erano tornati più forti di prima accompagnati da una moltitudine di pensieri.

Faccio parte del Paradisium” sussurrò piano.

Una mano le si poggiò sulla spalla, e quando la ragazza si girò vi trovò Artes che le sorrideva.

Congratulazioni” sussurrò sbuffando Daniel, mentre dagli spalti partivano urla di gioia e applausi.

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Capitolo 3
*** Demoni ***


Capitolo III

Demoni


Ormai era da una settimana che Sharon frequentava il Paradisium, e le cose erano state piuttosto difficili per lei essendo una ragazza. Quando passeggiava per la scuola i ragazzi non facevano altro che stuzzicarla o provarci, i maestri delle Arti del combattimento la sminuivano sempre e non concepivano come una ragazza potesse combattere al posto di curare. L'unico che sembrava disponibile e sempre presente per lei era Artes che, purtroppo si trovava dall'altra parte dell'istituto essendo un guaritore e tutto il tempo delle lezioni Sharon lo passava con Daniel.

“Hey, smettila di sognare a occhi aperti e stai in guardia!” gridò una voce.

Davanti alla ragazza c'era un signore anziano, con una barba incolta grigia che gli macchiava il mento, due occhi violacei attenti e vigili, la bocca era una linea sottile e le rughe accentuate lo facevano somigliare a una tartaruga. In mano aveva una grossa ascia e la stava puntando verso Sharon, con un espressione corrucciata in viso.

“Non pensare che siccome sei una ragazza, hai più privilegi rispetto loro” borbottò l'anziano, indicando con la testa dei ragazzi dietro di lui.

“Mi scusi, mi ero distratta...” sussurrò Sharon abbassando lo sguardo.

“Niente scuse. Per punizione resterai fino questa sera ad allenarti, e non ti azzardare a lasciare questa palestra o ti caccio!”.

L'uomo si allontanò velocemente e tornò ad allenare gli altri, ignorandola.

“E nemmeno stasera si mangia...” sussurrò la ragazza prendendo una spada dal muro.

“Se ti preoccupa questo, beh complimenti” mormorò Daniel all'orecchio di lei.

Sharon si girò di scatto lasciando cadere la spada col cuore in gola, ritrovandosi Daniel davanti con un sorriso da orecchio a orecchio.

“Diamine...mi hai fatto prendere un infarto!” sbottò la ragazza riprendendo la spada da terra.

“Se vuoi, posso restare stasera a farti compagnia” disse in tono dolce Daniel.

“No grazie, preferisco digiunare per mesi piuttosto che stare con te” rispose velocemente Sharon cercando di avvicinarsi al gruppo per ascoltare la lezione.

“Come vuoi” disse Daniel facendo spallucce, poi si avvicinò a un ragazzo e con un rapido movimento del polso fece ruotare la spada che aveva in mano attorno la vita del ragazzo che lanciò un urlo acuto.

“DANIEL!” gridò l'anziano con le vene che gli pulsavano sotto il collo.

Il ragazzo aveva la maglietta tagliata e i pantaloni completamente a terra, era rimasto in mutande, per il resto non aveva ferite.

“Dica” disse in tono beffardo il ragazzo che guardava il vecchio avvicinarsi con aria minacciosa.

“Sempre a fare guai, eh?! Ma adesso ti faccio vedere io! Questa sera anche tu resterai qui ad allenarti, però fino a domani mattina!” gridò l'anziano rosso in viso per la rabbia.

“Che paura...” ridacchiò Daniel, provocando un attacco omicida all'uomo.

Sharon restò a bocca aperta soffocando una risata di quelle grasse, mentre cercava di tenersi il più possibile seria. Il ragazzo rimasto in mutande si allontanò in fretta uscendo dalla palestra, e ridendo Daniel si riavvicinò a Sharon.

“Peccato, passeremo la serata ad allenarci insiemesussurrò il ragazzo con un sorrisino accennato.

Sei la persona più irritante che io abbia mai conosciuto!”.

E anche la più seducente e attraente, non è vero?”.

Ma smettila, sei ridicolo” disse la ragazza distogliendo lo sguardo da Daniel per posarlo sulla figura di Artes.

Il ragazzo fece un cenno di saluto con la mano, e subito Sharon gli corse incontro.

Era sulla porta della palestra ed era impossibile non notarlo con quella sua tunica bianca e dorata, i capelli castani e ricci che gli ricadevano sul viso bianco coprendogli gli occhi color oro.

Artes! Hai finito le lezioni?” chiese Sharon saltandogli addosso.

Si, ho finito qualche minuto fa e sono corso qui. Allora come procede?”.

Sono di nuovo in punizione, dovrò allenarmi fino a stasera...bello, no?” ridacchiò Sharon grattandosi la testa.

Ancora? Smettila di combinare guai o distrarti, se continui così ti cacceranno...dopo tutto quello che hai passato per entrare non vorrai buttare così quest'occasione” sbuffò il ragazzo.

Si, hai ragione...scusa, torno ad allenarmi” mormorò la ragazza abbassando lo sguardo e rigirandosi per tornare nel gruppo.

Girandosi Sharon, vide Daniel che la guardava con un aria infastidita in volto e allo stesso tempo disgustata, poi il suo sguardo si trasformò in indifferenza e quando ebbe raggiunto il gruppo e si girò per vedere se Artes era ancora sulla porta, provò una piccola fitta di delusione quando vide che la porta era completamente vuota.


La lezione era ormai finita e il tramonto bussava alle porte di Rhapsody, mentre raggi di luce arancione penetravano dalle finestre della palestra. Da quando Daniel aveva visto Artes, non aveva più rivolto la minima parola a Sharon, ma se ne era stato tutto il tempo in disparte ad allenarsi con una spada.

Ma che gli prende...

D'un tratto la spada che Daniel stava maneggiando fu a un soffio dal viso di Sharon.

Ma che diavolo fai...” mormorò la ragazza con un fil di voce rotto dal terrore.

Rispondimi sinceramente, ti piace Artes?” sibilò tra i denti Daniel.

Il ragazzo adesso si trovava difronte alla ragazza con la spada ferma nel pugno.

Ma sei impazzito?! Ti sembra questo il modo di chiedermelo?”.

Era per vedere se avevi i riflessi pronti” disse lui abbassando l'arma e mettendola nel fodero che aveva sulla schiena.

Bene...”.

Allora, ti piace Artes?” richiese Daniel con una punta di impazienza nella voce.

Ma perché ti interessa...no, cioè è un bel ragazzo ma non penso che...”.

Prima che Sharon potesse finire la frase una campana cominciò a risuonare per l'edificio. Prima lentamente quasi come un rintocco, poi sempre più forte fino a quando il rumore non cominciò a dare alla testa.

Cosa diavolo è?!” gridò Sharon cercando di farsi sentire da Daniel, mentre si copriva le orecchie cercando di attenuare il suono.

“E' un allarme. E' successo qualcosa di grave, seguimi”.

Daniel si precipitò fuori dalla palestra a una velocità impressionante seguito da Sharon.

Cosa potrebbe essere successo?” ansimò la ragazza che riusciva a stare al passo del ragazzo nonostante un po' di fatica.

Un attacco dall'esterno forse...non ne ho idea, negli ultimi vent'anni non è mai suonato l'allarme”.

E tu che ne sai?”.

Me lo hanno detto”.

I due ragazzi raggiunsero il cortile dell'istituto e vi trovarono tutti i ragazzi del Paradisium e davanti ad essi la Corte Elie, erano tutti accerchiati intorno a qualcosa. Quando Sharon si avvicinò dovette trattenere un grido, un incappucciato era riverso a terra in un lago di sangue e con il volto completamente sfregiato e il corpo mutilato. L'unica cosa che la ragazza riusciva a distinguere in quello spettacolo era il pizzetto biondo sul mento.

Oddio no...” sussurrò Sharon indietreggiando.

Non guardare è uno spettacolo raccapricciante” disse Artes, che era appena spuntato dal nulla e cercava di abbracciare Sharon.

Lasciala stare, è una Nephilim guerriera adesso...si deve abituare a questi spettacoli” ringhiò Daniel.

Sharon evitò l'abbraccio di Artes e si avvicinò un po' di più alla Corte per cercare di capire quello che dicevano.

E' l'opera di un demone...e se ne è penetrato uno e probabile che c'è ne siano altri..”.

Richiamando l'attenzione dei ragazzi, la Corte si abbassò i cappucci rivelando ancora una volta gli occhi completamente rossi che adesso ardevano nel buio della notte.

L'opera di questo scempio sono i demoni” disse un incappucciato, mentre un sussulto attraversò la folla, poi l'uomo continuò “Prendete le vostre armi, e andate di pattuglia per Rhapsody. I demoni potrebbero essere penetrati tra le mura della città!”.

In un secondo tutti i ragazzi di dispersero, chi aveva già le armi in mano attraversò il cancello e cominciò a girare per la città, chi invece era senz'armi tornava dentro a prenderle. Sharon senza considerare Daniel gli prese la spada dalla fodera che aveva sulla schiena e sparì dietro il cancello.

Rhapsody era deserta, per le strade si vedevano solo i Nephilim con le armi sguainate che brillavano alle deboli luci argentate della città.

Sharon teneva la spada stretta tra le mani e camminava per una stradina buia e isolata in cui nessuno era andato fin'ora, la presa sulla spada si strinse quando qualcosa luccicò infondo alla strada.

“Chi è lì? In nome della Corte fatti riconoscere” gridò la ragazza avvicinandosi lentamente e notando una figura alla fine della strada, era un vicolo cieco e quella figura non era esattamente quello che si può definire umano. Un ragazzo era davanti al muro in cui terminava la strada, dalla sua schiena uscivano delle grandi ali, erano quasi il triplo del ragazzo e ricoprivano l'intero muro. Sharon restò un momento perplessa e scossa da quella vista, i raggi della luna che gli cadevano addosso mostravano un ragazzo dal volto pallido e spigoloso, capelli rossicci e labbra rosse, i suoi occhi e le sue ali erano nere come pece, le ali verso le punte si schiarivano per diventare violacee.

Un angelo?

Il ragazzo era un misto di perfezione raccapricciante, il corpo perfettamente scolpito si intravedeva dalla sottile e leggera veste nera che indossava.

Che diavolo sei...” sussurrò Sharon attratta da quell'uomo come una falena è attratta dalla luce.

Il ragazzo non parlò ne si mosse, restò in silenzio a guardare la ragazza avvicinarsi piano e un leggero sorriso gli si dipinse in volto.

E' possibile che sia un angelo? No, è impossibile..ma è così bello...voglio sfiorarlo solo per rendermi conto che è vero

Le ali del ragazzo ebbero un guizzo e un leggero vento sfiorò la pelle di Sharon, mentre la mano di lui si allungava a prendere la vita di lei. Erano così vicini, ci mancava pochissimo e lei era quasi tra le sue braccia, ma proprio in quel momento una spada sorpassò la testa della ragazza andandosi a conficcare nel cuore del ragazzo.

SHARON!” gridò Daniel, che era esattamente dietro di lei, “Allontanati, ora!” aggiunse mettendosi tra lei e lui.

Cosa succede, perché lo hai colpito?! E' come noi!” gridò Sharon che non riusciva più a capire cosa stesse succedendo.

Ma non lo capisci?! E' un demone!”.

Daniel si affrettò a riprendere la spada dal petto del demone e infierì ancora una volta, il ragazzo non emise alcun grido, si limitò a sbattere le ali.

Sharon non sapeva se gridare o chiedere aiuto, com'era possibile che un demone fosse così bello? Lei se li aspettava brutti e con forme di animali putrefatti, non come loro.

Il demone cominciò a sbattere le ali sempre più forte, fino a quando non prese praticamente il volo e uscì dalla stradina attirando l'attenzione di tutti i Nephilim e della Corte.

Daemonium!” gridarono alcuni, e una saetta bianca trafisse per la terza volta il demone che sparì nel nulla.

L'allarme cominciò a risuonare questa volta più forte che mai, e tutti i Nephilim in ronda ritornarono al Paradisium di corsa, mentre gli abitanti di Rhapsody svegliati da quel trambusto uscivano dalle loro case in preda al terrore.

Vieni, cammina. Dobbiamo tornare immediatamente al Paradisium” disse Daniel aiutando Sharon a camminare.

In quel momento un incappucciato si affacciò al vicolo notando i due ragazzi, aveva ancora il cappuccio abbassato e la sua espressione era raccapricciante, non solo i suoi occhi gli davano quel qualcosa di demoniaco, ma la sua bocca curvata in un ringhio fece sobbalzare Sharon.

Voi due, immediatamente all'istituto”.

Senza fiatare i due ragazzi corsero al Paradisium, e quando vi arrivarono erano tutti nell'edificio, compresi gli abitanti di Rhapsody.

C'era un demone, avete visto?”.

Non siamo più al sicuro!”.

Mio figlio non resterà più in questa città! I Nephilim non sono affidabili!”.

Gente che urlava ovunque, altri che prendevano le loro cose dai dormitori e uscivano di gran fretta.

Mio dio...” sussurrò la ragazza restando dietro Daniel.

Adesso mezza Rhapsody se ne andrà, dopo aver visto quel demone nessuno vorrà restare” mormorò il ragazzo avanzando e facendosi spazio tra la folla.

In mezzo alla sala c'era la Corte Elie, avevano di nuovo i cappucci alzati e il viso coperto e parlavano tra di loro con fare losco, quando Sharon gli passò affianco una mano la afferrò per il braccio tirandola all'indietro.

Silenzio per favore!” gridò uno della Corte.

Mi lasci, cosa vuole da me?” chiese Sharon cercando di liberarsi dalla presa dell'incappucciato.

Questa sera, uno della Corte è morto per colpa di un demone, e poco fa ne abbiamo constato la presenza. Nonostante lo abbiamo rispedito nella sua dimensione ce ne potrebbero essere altri insediati nella Contea, e noi pensiamo che a farli entrare a Rhapsody sia stata questa ragazza” gridò l'uomo stringendo la presa sulla ragazza allibita.

Cosa?! Ma siete impazziti? Il demone la voleva uccidere, l'ho salvata io!” gridò Daniel facendosi spazio tra la folla per arrivare fino a Sharon.

Vi state sbagliando! Non avevo nemmeno idea di come fosse un demone fin'ora!” ribatté la ragazza shockata.

Stai zitta, donna.” sibilò una voce proveniente dalla folla.

E' stato un errore ammetterti, ci vuoi fare fuori tutti!” gridò un altro.

Adesso basta!” gridò Artes uscendo da dietro Daniel.

Artes Migliec, Daniel Hareal, come mai vi sta tanto a cuore la sorte di questa traditrice?” chiese un incappucciato.

Non è una traditrice, ho visto quello che è successo e non è possibile che sia stata lei a evocare quel demone. L'abbiamo tenuta sotto controllo per tutto il tempo, e poi non ne sarebbe capace. Evocare un demone significa avere una conoscenza e esperienza del settore molto alta, e lei a malapena riesce a maneggiare un arma” disse Daniel.

Sharon cercò di ribattere, ma un occhiata omicida di Artes la fece zittire.

Stai forse contraddicendo la Corte, Daniel?”.

Si” rispose il ragazzo guardando quelle figure losche.

Attento, a fare il ribelle si pagano conseguenze molto amare. Tu, Clair, verrai esiliata per sempre dalla Contea di Jevith e da tutte le sue città, se metterai piede qui senza permesso verrai spedita nelle celle del Paradisium e lì marcirai per il resto della tua vita” sentenziò l'uomo che la teneva stretta per un braccio.

Quelle parole furono come una coltellata per la ragazza che si sentì mancare, per un momento desiderò svenire per far smettere quella sensazione di angoscia e terrore che le stava crescendo nel petto, ma purtroppo era sveglia e cosciente più che mai.

Non potete farlo! Non avete prove!” gridò Artes, il suo viso era ancora più pallido del solito, sembrava che il sangue gli era completamente defluito dalle vene.

Ammettete che la state usando come capro espiatorio per la vostra incompetenza!” gridò furioso Daniel che si era avvicinato pericolosamente.

La folla che assisteva alla scena era praticamente pietrificata e Sharon tremava come una foglia.

Ormai la decisione è presa, Sharon Clair lascerà il Paradisium questa sera stessa”.

Daniel strinse i pugni così forte da lasciarsi i solchi sui palmi delle mani e Artes sembrò quasi sul punto di esplodere, l'incappucciato lasciò la presa su Sharon che fu ripresa a volo da Daniel, sul suo braccio c'erano le impronta delle dita dell'uomo ben visibili come delle ferite.

Quando la Corte sparì dietro una porta, la folla cominciò a disperdersi lasciando al centro solo i tre ragazzi ancora scossi.

Bene, è stato bello conoscervi...” sussurrò con un fil di voce Sharon, cercando di allontanarsi da Daniel.

Non ci posso credere...” sbottò Artes, i suoi occhi erano due flessure e la sua mascella era rigida.

Non preoccupatevi, sono solo una ragazza che sta per essere esiliata. La vostra vita non cambierà, magari la mia si...”.

Dillo ancora e giuro che ti schiaffeggio” mormorò Daniel stringendo i denti.

Scusate...vado a preparare le mie cose...” detto questo Sharon corse verso un corridoio il più velocemente possibile mentre le lacrime cominciavano a bagnarle il viso.

E' finita, per sempre. Addio Paradisium, addio a tutto quello che ho...


Una volta nella sua camera, la ragazza preparò il più lentamente possibile le sue cose dentro la stessa valigia in cui aveva iniziato la sua avventura qualche giorno prima. Uscendo dalla camera si girò più volte per guardare l'ultima volta la stanza, il panorama, le scritte in latino che non avrebbe più rivisto, mai più. Nella mano destra stringeva la lettere di Lara, l'unica cosa che le dava la forza di camminare verso la sala della Corte.

Quando arrivò davanti le porte in legno della sala, che raffiguravano due angeli vi trovò Daniel e Artes ad aspettarla.

Cosa ci fate qui...” sussurrò Sharon con gli occhi rossi e gonfi dal pianto.

Non meriti questo...” ringhiò Artes.

Fa niente, è destino. Venitemi a trovare qualche volta, se possibile mi farò esiliare a Venezia, almeno visiterò una città che ho sempre voluto vedere...” mormorò Sharon accennando un sorriso forzato.

Daniel non parlò, ma nei suoi occhi un guizzo di rabbia si accese e dopo aver tirato un calcio alle porte in legno sparì in un corridoio buio.

Perdonalo...non è abituato a queste cose...” disse Artes guardando la porta che tremava.

Fa niente, salutalo da parte mia...ciao Artes è stato bello conoscerti”.

Sharon bussò alla porta e questa le si aprì sotto gli occhi facendola entrare nella stanza che sembrava una reggia.

Il pavimento era tutto dorato, un allegro fuoco crepitava in un camino con tre poltrone rosse in stile vittoriano davanti, delle porte-finestre erano coperte da enormi tende rosse riprese ai lati, infine un po' più nascosto c'era una specie di specchio in una cornice d'oro.

La Corte era davanti allo specchio e guardava la ragazza.

Dove desideri essere esiliata?” chiese uno.

Venezia, Italia” rispose Sharon.

Bene, avvicinati”.

Quando Sharon si avvicinò notò che lo specchio faceva intravedere un ponte sopra un fiume, nel fiume una gondola. Allungò una mano per cercare di toccare la gondola e un istante dopo fu risucchiata da esso.

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Capitolo 4
*** Venezia e i suoi guardiani ***


Capitolo IV

Venezia e i suoi guardiani


Al calar della notte Sharon arrivò attraverso il portale aperto dalla Corte a Venezia, ad aspettarla in un piccolo vicolo c'era una giovane donna. I capelli rosso fuoco facevano contrasto con la tunica bianca che portava, sul viso spruzzato di lentiggini un sorriso mostrava i denti bianchissimi.

E' maledettamente uguale a Lara.

Sharon, ti aspettavo. Io mi chiamo Ophelia, sono una dei tanti guardiani di Venezia.” disse la donna con un tono dolce e morbido come una carezza.

Guardiani di Venezia?” ripeté Sharon senza capire.

Avremo tempo per parlare e spiegarti, adesso però sei pregata di seguirmi.”.

La donna cominciò a camminare tra i vicoli più bui e stretti, come per evitare la folla che passeggiava e ammirava le gondole nel Canal Grande illuminato dai lampioni.

Per quanto Sharon non lo credeva possibile quel posto era magnifico, più bello di Blueville.

Siamo arrivate, entra veloce prima che ci notino” sussurrò Ophelia all'orecchio della ragazza.

Sharon si affrettò ad entrare in quella che sembrava una piccola casetta abbandonata, seguita a ruota da Ophelia.

Dentro la casetta era calda e accogliente, una carta da parati gialla spiccava all'ingresso con un vivace appendi abiti verde, un corridoio abbastanza stretto portava alla sala da pranzo semplice con un tavolo e quattro sedie, oltre la sala da pranzo c'era una cucina tutta bianca con qualche spruzzo di colore qua e la e attraversando un altro corridoio si trovavano tre camere da letto. Una era matrimoniale bianca e nera, le altre due erano singole ed erano completamente arancioni.

Dormirai in una delle due stanzette, scegli pure quella che vuoi” disse Ophelia togliendosi la tunica e correndo in cucina.

Aveva un corpo scolpito, era magra e slanciata, le gambe chilometriche e il busto stretto, era chiaramente una Nephilim al cento per cento.

Come sapevi che stavo per arrivare?” chiese Sharon togliendosi il cappotto e appendendolo all'appendi abiti all'ingresso.

Mi ha avvertito Daniel, mi ha detto che una ragazza stava per essere esiliata a Venezia e che io me ne dovevo prendere cura, allora signorina cos'hai combinato per essere stata esiliata?” disse in tono arrabbiato e divertito la donna che aveva afferrato una pentola e la stava riempiendo d'acqua.

Sharon la guardò per un attimo perplessa e dopo averle raccontato tutta la storia la donna sembrava davvero stordita e confusa.

Mi stai dicendo che la Corte ti ha ammesso al Paradisium? E' assurdo! La cosa più assurda è l'invasione dei demoni...uccidere addirittura Saaron. Perché noi guardiani non siamo stati avvisati?” sbottò Ophelia alzandosi e giocando nervosamente con il mestolo di legno che aveva in mano.

Saaron sarebbe l'incappucciato dal pizzetto biondo? E' stato lui che mi ha trovato la sera davanti la scuola...” mormorò la ragazza.

Si è lui, senti il demone che hai visto...descrivimelo nei minimi particolari”.

Era come noi. Era alto, aveva un corpo scolpito e indossava una tunica nera, il suo viso...era pallido e spigoloso, i suoi capelli erano rossi e aveva gli occhi neri, voraci e neri” Sharon si fermò un attimo per prendere fiato, quel ragazzo era ancora lì impresso nella sua mente come un marchio fatto a fuoco, poi continuò “Ma quello che mi ha colpito erano le sue ali così grandi, così nere...verso le punte si schiarivano e diventavano viola. Erano stupende”.

Appena la ragazza ebbe finito di parlare notò che Ophelia era scandalizzata, era come se qualcosa le avesse tolto il fiato e il suo viso era diventato bianco come un cencio.

Sharon...” sussurrò Ophelia nel panico più totale.

Ophelia, che ti succede?!”.

Il demone che hai visto...non era un demone qualsiasi...hai visto Bael, è un demone potentissimo a capo di sessantasei legioni di demoni. E' stata una vera invasione se c'era lui c'erano anche i suoi seguaci ecco perché tutto questo allarme” cercò di spiegare Ophelia nel panico più totale.

Come fai a sapere tutte queste cose e come mai sei così sicura che sia lui?”.

Il mio nome completo è Ophelia Hareal, sono la madre di Daniel e facevo parte di una squadra speciale a servizio della Corte. In questa squadra c'erano pure tua madre e tuo padre, Sharon il raid andò male non perché ci fu un organizzazione scadente ma perché era contro Bael e le sue legioni.” la voce della donna era rotta dal pianto e il suo sguardo era fisso in quello della ragazza incredula.

Stai scherzando vero? Mi stai prendendo in giro?”.

Ophelia scosse la testa e si sollevo la manica della maglietta che portava fino a scoprire l'avambraccio, c'era come un tatuaggio dorato leggero sulla pelle un piccolo esagono con dentro dei cerchi concentrici.

Cos'è?” chiese fredda Sharon allontanandosi.

E' un simbolo di riconoscimento, altrimenti chiamato Chiave. Serve per identificare i vari Nephilim e le loro appartenenze. Ogni Nephilim guerriero o guaritore ne ha uno”.

I miei genitori quale avevano?”.

Tua madre aveva la stessa mia chiave, dei Nephilim guaritori mentre tuo padre quello dei guerrieri. Erano una coppia, quasi tutte le Nephilim donne erano guaritrici al mio tempo, era l'unica Arte che non si imparava...era un dono, era un modo per dire ''anche se donne possiamo essere fondamentali'', capisci?” spiegò Ophelia con un leggero sorriso stampato sul volto rigato dalle lacrime.

Non ne sapevo niente di questa storia...e perché eravate in un raid contro Bael? E perché sei finita qui...a fare la guardiana? Di cosa poi!” gridò Sharon pervasa da un forte senso di rabbia.

Bael si presenta sotto forma di una creatura a tre teste...quelle di un rospo, un umano e un gatto. Un giorno nella cittadina di Blueville una donna fu attaccata da un demone a tre teste, subito scattò l'allarme e dopo aver radunato guaritrici e guerrieri pronti per affrontarlo ci ritrovammo a combattere contro sessantasei legioni capitanate da Bael. Ma lui non era come descritto nell'Antico Testamento e dalla donna, era come noi dalla bellezza devastante, proprio come lo hai descritto tu. Ma ovviamente era tutta un'illusione. Ci fu un massacro di demoni e Nephilim ma alla fine perdemmo, il disonore dei reduci fu così grande che decidemmo di andarcene dalla Contea di Jevith e di diventare guardiani dei portali.”.

Ophelia sembrava improvvisamente esausta, rivangare il passato era stato così doloroso?

Che portali?” chiese Sharon.

Dei portali che portano in una dimensione parallela. Nel quale demoni e Nephilim sono in continua battaglia per mantenere l'equilibrio. Ma adesso basta, niente più domande, niente più spiegazioni!”.

Sharon restò zitta e si diresse verso la sua camera, dove continuò a elaborare il racconto di Ophelia.

Ma se quello che veramente ho visto era Bael, dove erano le sue legioni? E perché si è mostrato proprio a me?

Sharon entrò nella stanza e guardò oltre la finestra, un grido acuto uscì dalla sua gola. Urlò così forte che quando smise le faceva addirittura male.

SHARON!” Ophelia entrò velocissima in camera e cominciò a cercare la ragazza che si era rannicchiata in un angolino della stanza.

Lui...lui era qui...” mormorò la ragazza mentre si reggeva la testa.

Chi era qui?!” gridò la donna nel panico.

Bael”.

Ophelia si girò verso la finestra che Sharon stava indicando e vide un'impronta bruciata sul vetro, era una specie di mano umana che l'aveva sciolta.

Oh mio dio...è veramente stato qui. Sharon, presto alzati dobbiamo andarcene immediatamente!”.

Dove dobbiamo andare?”.

A controllare il portale presente qui, dev'essere successo qualcosa di grave”.

Dopo essersi messa il cappotto Sharon uscì all'aria fredda e pungente della sera e camminando tra i vicoli si ritrovarono davanti una chiesa, la basilica di San Marco.

Ophelia...li vedo” sussurrò Sharon cercando la protezione della donna.

Ignorali, fai finta di non vederli. Più avrai paura e più loro si avvicineranno”.

Ma io non ho paura, e solo che...”.

La donna si girò cercando di intravedere alla luce dei lampioni il viso di Sharon, poi con voce insistente disse “Solo che cosa?”.

Ci sono anche i miei genitori con loro e mi dicono di unirmi a loro”.

Ophelia prese velocemente la mano della ragazza e dopo alcuni secondi erano nella basilica, una grossa croce d'oro massiccio pendeva dalla cupola fino ad arrivare a pochi metri da terra.

Non credere mai a quello che vedi, i demoni sono ingannatori professionisti. Qui non potranno raggiungerci. Ora ferma qui” disse la donna avanzando verso la croce.

La basilica era vuota e l'eco dei tacchi di Ophelia creavano una specie di melodia, a un tratto da dietro un arco uscì un uomo, portava la stessa tunica della donna solo che era insanguinata. Ophelia si gettò immediatamente verso il compagno cercando di bloccare il sangue che continuava a uscire, Sharon si avvicinò in fretta e prese il posto della donna mentre quest'ultima correva sotto la croce.

Ostium apertum est, in nomine comitatum de Jevith lubeo clauso ostio!” gridò Ophelia alzando le mani verso la croce che si stava illuminando debolmente.

Vai Oph, richiudi il portale e trova Bael” mormorò il vecchio sputando sangue mentre tossiva.

Chi ha aperto il portale?” chiese Sharon.

E' stata lei...colei che non si può nominare, la maledetta”.

Dopo che la luce fu del tutto sparita Ophelia cadde a terra esausta e l'uomo nelle mani di Sharon lentamente smetteva di respirare.

Ophelia! Ophelia che ti succede? Aiuto, quest'uomo sta morendo!” gridò la ragazza in preda alla disperazione cercando di strisciare verso la donna a terra.

Scusa Sharon, sono esausta non riesco a guarirlo, perdonami Ed...”.

Dette quelle parole la donna sveni e l'uomo tra le mani di Sharon fece l'ultimo respiro e morì.

Aiuto...aiutatemi cosa devo fare...Ophelia cosa devo fare...

Un rumore sordo e le porte della basilica si aprirono lasciando intravedere la sagoma di un ragazzo correre verso il corpo della donna, un ragazzo famigliare, i suoi capelli castani in dolci riccioli che ricadevano sul volto, la pelle abbronzata e luminosa.

Artes!” gridò la ragazza con un improvvisa ondata di sollievo.

Il ragazzo la guardò giusto per un secondo sorridendole poi si riconcentrò sulla donna, intanto delle mani forti ma delicate la stavano prendendo in braccio sollevandola da quel corpo insanguinato.

Daniel...” mormorò Sharon incredula.

Ovunque vai combini solo guai, fatti benedire” disse in tono serio ma dolce il ragazzo che la teneva stretta al suo petto.

Daniel, tua madre sta bene ha solo usato tutta la sua forza per richiudere il portale e mandare l'allarme...deve riposare” disse Artes prendendo Ophelia in braccio.

Bene, riportiamole a casa. Tra poco qui arriveranno le guardie mandate dalla Contea”.

Cosa succede? Perché siete qui?” chiese stordita Sharon.

Mia madre ha lanciato un allarme e siamo corsi subito qui attraverso un portale, le apparizioni dei demoni sono diventate sempre più frequenti a Rhapsody anche dopo che te ne sei andata e poi sappiamo che abbiamo visto Bael quella sera” spiegò Daniel mentre con agilità evitava ogni singola persona che poteva vederli.

L'ho rivisto poco fa, mi spiava dalla finestra e poi mi ha seguito fino alla basilica..” disse con un fil di voce la ragazza.

Stai dicendo la verità?!” disse incredulo Artes.

Si, credo voglia qualcosa da me”.

Vuole sicuramente qualcosa da te se ti ha seguito fino a qui, dobbiamo avvisare immediatamente la Contea” sbottò Daniel.

Arrivati a casa di Ophelia i due ragazzi la misero a letto e Sharon andò a fare una doccia.

Cosa ne pensi?” disse Daniel.

Non ne ho idea...Bael è un demone superiore a capo di sessantasei legioni e già lo hanno affrontato in passato, se sta veramente seguendo Sharon allora la cosa è grave. E' in pericolo in ogni momento. Soprattutto dopo che qualcuno ha aperto il portale” rispose Artes in tono serio.

Ho paura che le sia successo qualcosa e da mezz'ora che è sotto la doccia” disse nervosamente Daniel alzandosi e andando verso il bagno, ma prima che potesse girare l'angolo Sharon era li con i capelli bagnati che lo guardava.

Ah eccoti. Stavi origliando?” mormorò seccato il ragazzo.

Ho sentito solo l'ultima parte della conversazione, chi ha aperto il portale secondo voi?”.

Non ne abbiamo idea, stiamo anche cercando di contattare la Contea ma sembra non esserci nessun contatto, cosa alquanto strana” ammise Artes.

Penso che sia successo qualcosa...sta succedendo qualcosa di strano qui, anzi no ovunque” sussurrò Daniel.

Sentite, prima che quell'uomo morisse...gli avevo chiesto chi avesse aperto il portale e le sue parole sono state E' stata la maledetta, è stata colei che non si può nominare”. Voi a chi pensate si stesse riferendo?” chiese timidamente Sharon avanzando verso il tavolo su cui era seduto Artes.

Daniel lanciò una veloce occhiata al compagno e subito raggiunse i due ragazzi sul tavolo, evidentemente preoccupato.

Non ne ho la minima idea, ma se ha detto così vuol dire che è stata una donna, sennò avrebbe detto colui o lui” disse pensieroso Daniel.

La Contea non è più raggiungibile, credo sia successo qualcosa. Daniel, apro un portale e vado a controllare tu resta qui con tua madre e Sharon”.

Vuoi andare da solo? Ma lo sai che è pericoloso, non ci pensare nemmeno io vengo con te!”.

E se dovesse tornare Bael? Cosa potrebbe fare Sharon contro un demone di quella portata?” sbottò Artes in modo evidentemente preoccupato.

Si hai ragione ma...okay, ma almeno fammi sapere cosa succede” si arrese Daniel.

Sharon li guardava di sottecchi e non capiva come potessero essere così tranquilli in una situazione del genere, intanto Artes era sparito dietro l'angolo della cucina.

E' andato ad aprire il portale?” chiese Sharon scostandosi un ciuffo di capelli bagnati dal viso.

Si, tra poco ci sarà una leggera scossa quindi sta tranquilla è normale” sbuffò il ragazzo sorridendo.

Scossa?” ripeté la ragazza allarmandosi.

I bicchieri posti sul tavolo cominciarono a tremare e le sedie caddero a terra, una tremenda scossa di terremoto stava facendo tremare tutto, Sharon cercava di tenersi al tavolo per non cadere mentre Daniel era tranquillamente in piedi a guardare divertito la ragazza.

Potresti anche aiutarmi!” gridò Sharon cercando un appiglio con le mani.

Dai tranquilla, sei una Nephilim guerriera possibile che non riesci a stare in piedi? Fai proprio pena” ridacchiò il ragazzo.

Oddio cado!”.

La ragazza non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò sul pavimento con addosso Daniel che aveva cercato di riprenderla invano, i loro visi erano a un soffio di distanza e le braccia di lui formavano una specie di gabbia in cui Sharon era bloccata.

Nel riprendere una ragazza che sta cadendo non sei molto allenato...” disse in tono sarcastico la ragazza cercando di non scoppiare a ridere.

E chi ti dice che io non l'abbia fatto apposta?” sussurrò con voce seducente lui.

Perché sarebbe da maniaci cadere addosso a una ragazza”.

E che ne sai che io non sia un maniaco?”.

Cosa stai insinuando...” mormorò piano Sharon cercando di fare distanza tra i due visi.

Potrei benissimo baciarti da qui o farti quello che voglio. Potrei avere anche una mente perversa, chi lo sa” bisbigliò lui che cercava di avvicinarsi il più lentamente possibile alle labbra di lei.

Che succede? Perché sto sprofondando!?” gridò Sharon improvvisamente nel panico più totale, sotto di lei non c'era più il pavimento a quadri della casa di Ophelia ma un buco nero da cui uscivano delle mani affilate che cercavano di afferrarla.

Stai ferma, non muoverti!” gridò Daniel cacciando dalla cintura che aveva alla vita un pugnale dall'elsa d'oro.

Mi stanno trascinando giù, aiuto!” cercò di dire Sharon mentre una mano le aveva afferrato la gola così forte che le impediva di parlare.

Daniel cominciò a pugnalare le varie mani che uscivano dal suolo senza però ottenere grandi risultati anzi, più le feriva e più diventavano forti.

Sharon al mio via tirati in avanti!” gridò Daniel afferrando una sedia.

Ci provo”.

Le mani erano così forti da lasciare dei solchi rossicci sulla pelle della ragazza e una voce inquietante cominciava a riecheggiare nell'aria, Daniel si avvicino pericolosamente al buco nero con la sedia alta sulla sua testa.

Vai, tirati!”.

Sharon afferrò la caviglia di Daniel e cercò di tirarsi via da quelle prese infernali, appena ci riuscì il ragazzo lanciò la sedia a quei demoni che subito l'afferrarono e la trascinarono giù facendo così richiudere il portale.

Che cos'erano...cos'erano...” balbettò Sharon avvinghiandosi a Daniel.

Credo erano dei demoni a servizio di Bael. La cosa si fa seria molto seria, Bael come tutti i demoni è al servizio di Lucifero e questo è preoccupante, cosa vogliono da te? Ormai è chiaro che sei tu la loro preda”.

Non lo so! Mi perseguitano da quella notte, io non ho fatto niente!” disse scoppiando in lacrime la ragazza, essere la preda di un demone così potente non era solo terrorizzante ma anche distruttivo emotivamente.

Loro vogliono qualcosa che tu solo hai, solo in un altro caso si sono comportati così” bisbigliò il ragazzo pensieroso.

Che altro caso?” chiese Sharon.

Quello di tua madre, Bael perseguitava tua madre perché voleva qualcosa da lei. Quel qualcosa nessuno sa cos'era, sta di fatto che i demoni non ebbero mai quello che cercavano perché non lo aveva più tua madre. Probabilmente quel qualcosa lo ha dato a qualcun'altra prima di partire per il raid. A te, ecco perché ti stanno inseguendo.” disse in tono preoccupante e freddo Daniel che guardava la ragazza incredula sul pavimento, poi aggiunse “Devi avere un qualcosa di così potente da attirare l'attenzione di uno dei sette principi dell'inferno, se fossi in te comincerei a preoccuparmi seriamente”.

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Capitolo 5
*** Diafane ***


Capitolo V

Diafane


Il ticchettio dell'acqua che gocciolava nel lavandino della cucina era l'unico suono che spezzava il silenzio che regnava in casa di Ophelia.

“Quando tornerà Artes secondo te?” chiese debolmente Sharon con voce e occhi assonnati.

Daniel ebbe un guizzo e senza rispondere si avviò verso la camera della madre, ignorando completamente la ragazza che lo guardava.

“Sto parlando con te!” gridò Sharon raggiungendo il ragazzo e strattonandolo per la maglietta.

“Smettila” sussurrò piano lui.

“Che hai? Di botto ti sei completamente depresso...” chiese titubante Sharon che teneva ancora stretta nel pugno la maglietta.

Daniel fece un rapido movimento con il quale si liberò dalla presa della ragazza e con uno spintone la fece finire in una delle due camere arancioni, esattamente davanti alla camera di Ophelia.

“Ma sei impazzito?! Sei schizzato!” protestò Sharon cercando di uscire.

“L'hai voluto tu, resterai qui chiusa a chiave finché non cambi atteggiamento” disse in tono freddo e tagliente il ragazzo richiudendo la porta.

“Ma non ci pensare nemmeno!” ribatté Sharon afferrando la maniglia e tirando con tutta la forza che aveva per contrastare quella di Daniel.

“Non provocarmi, so che mi vorresti avere tutto per te in quella stanza ma non posso” disse ridacchiando lui.

“Ma chi ti vuole!”.

“Se insisti vengo” mormorò Daniel prima di lasciare andare la presa sulla porta facendola aprire di scatto, buttando Sharon a terra.

“Basta ci rinuncio, sei impossibile” sbottò Sharon massaggiandosi la schiena.

“Sei abbastanza tranquilla e allegra dopo tutto quello che è successo, complimenti” disse lui avvicinandosi alla ragazza a terra e aggiungendo “Dai alzati, non vorrei avere più problemi con il pavimento...che ne dici se questa volta usiamo il letto?”.

“Sei un maniaco pervertito! Mai incontrato un Nephilim come te”.

“Lo so, sono unico”.

Sharon dovette trattenersi dall'insultarlo e nonostante fosse riluttante accettò l'aiuto del compagno ad alzarsi, finendo così nel suo abbraccio.

“Ci avrei giurato” sussurrò debolmente lei mentre i morbidi capelli di lui le solleticavano il volto.

“Cosa avresti giurato?” bisbigliò lui con voce suadente e dolce all'orecchio della ragazza che era diventata rigida come un palo.

La porta alle loro spalle si era richiusa a causa del vento e adesso si ritrovavano soli in una stanza a un soffio di distanza, lei ne poteva sentire l'odore della pelle e dei capelli, un odore che la faceva viaggiare con la mente, vaniglia.

“Niente...”.

Un flash attraverso la mente di Sharon, anche al Paradisium erano finiti in una situazione simile e un tonfo al cuore la fece trasalire.

“Profumi di cioccolata...” mormorò Daniel appoggiando le labbra sul collo di lei a facendole camminare lentamente verso la bocca.

“Fermati...per favore fermo...”.

Sharon cercava di allontanare Daniel in tutti i modi possibili, ma la forza con cui la teneva lui abbracciata era impossibile da contrastare.

“Perché dovrei fermarmi?” bisbigliò lui sempre più vicino alle labbra della ragazza.

Le loro labbra ormai si stavano sfiorando debolmente e la presa su di lei aumentava, era una presa forte e delicata, le mani di Daniel si spostarono dalle spalle alla schiena e un brivido percosse Sharon che la fece trasalire e di istinto spostò le mani sulla nuca del ragazzo finendo nei capelli.

La ragazza per un momento si sentì svenire e perse l'equilibrio quando le sue labbra si schiusero sotto la pressione di quelle del ragazzo e quel bacio divenne più passionale, cadendo così sul letto e portandosi dietro Daniel.

“No, aspetta...fermo” sussurrò Sharon scostandosi leggermente.

Ci fu un leggero minuto di silenzio e poi un rumore sordo di vetri mandati in frantumi nella camera difronte, Sharon e Daniel uscirono subito dalla stanza e corsero in quella di Ophelia, la donna era sdraiata per terra agonizzante e una specie di bambina le aleggiava intorno.

“Mindus, cosa fai qui?!” gridò Daniel evidentemente sorpreso e alterato.

“Oh, Nephilim. Ma che piacere vederti di nuovo” disse la bambina con voce inquietante e sottile.

Era alta più o meno un metro e venti e i piedi non toccavano terra, i suoi capelli erano di un verde sbiadito ripresi in due treccine che le arrivavano fino alla vita, gli occhi completamente neri, la pelle che le tendeva sul rossiccio la faceva sembrare molto accaldata ed era coperta solo da una specie di body verde. Sharon aveva visto solo una volta una creatura del genere, quando era piccola e si trovava nei boschi che separavano Blueville da Peck, quella strana bambina in realtà era una fata.

“Cosa ci fa una fata come te qui?” disse il ragazzo avvicinandosi al corpo della madre e prendendolo in braccio.

“La Contea è sotto attacco, tutti i portali e le vie di comunicazione con essa sono state interrotte. Hanno evacuato tutti, tranne Nephilim guerrieri e guaritori presenti al momento dell'attacco” disse in tono divertito la creatura che si spostò vicino ai piedi del letto.

“Sotto attacco?” ripeté incredulo Daniel.

“Si, alle prime luci della sera cinque legioni di demoni hanno invaso le città della Contea creando il caos più totale” spiegò con voce fredda e noncurante la fata.

Daniel lanciò una veloce occhiata a Sharon che era rimasta immobile sulla porta, incredula.

“Quindi Artes adesso sta combattendo...” sussurrò piano Sharon che si dovette appoggiare allo stipite della porta per non cadere, si sentiva le gambe molli come gelatina.

“Non c'è proprio nessun modo per arrivare alla Contea?” chiese Daniel adagiando la madre nel letto.

“No, siamo tutti bloccati qui. Credo che ci sarà presto un invasione anche su questo mondo.”.

“Cosa te lo fa pensare, Mindus?” disse Daniel calcando il tono sul nome della fata.

“Oh beh, i portali si stanno aprendo e nessuno sa chi sia a farlo, i demoni sono liberi di entrare e uscire a loro piacimento...” ridacchiò Mindus lasciandosi cadere su una sedia all'angolo della stanza.

“Il guardiano che è morto mi ha detto che è stata una donna, chi potrebbe essere?” chiese Sharon avanzando un po' nella stanza.

“Donne?” ripeté la fata alzando un sopracciglio “Non ci sono donne capaci di aprire portali potenti come quelli, nessuno avrebbe una tale forza. E poi le uniche donne che possono avvicinarsi ai portali sono le guardiane e ne esistono solo due, Ophelia e Tonac gli altri sono tutti uomini.

“Ma quel guardiano...” cercò di dire Sharon ma subito fu interrotta dalla fata.

“Ma niente, devi aver sentito male. E' impossibile e basta” sbottò Mindus.

“Voi fate dovete sempre aver ragione!” aggiunse Daniel.

“Piuttosto chi è questa tizia? Non l'ho mai vista in vita mia”.

“E' una Nephilim guerriera” disse il ragazzo con tono strafottente.

La fata lo guardò per un momento a bocca aperta poi scoppiò in una fragorosa risata, e alzandosi dalla sedia si avvicinò a Sharon osservandola come se fosse un alieno.

“Che presa in giro è questa, Daniel?” ridacchiò Mindus guardandolo intensamente.

“Nessuna presa in giro, fata” sbottò Sharon guardandola ostile.

Mindus si girò leggermente verso la ragazza e dopo aver sorriso debolmente cominciò a creare delle saette tra le mani, che lanciò su Sharon a tutta velocità. Prima che queste potessero raggiungerla, Daniel si mise davanti alla ragazza respingendole con un'arma completamente bianca e sfavillante, sembrava una spada con due ali di angelo chiuse ai lati che formavano la lama.

“Uh la la, che bella diafana” sussurrò Mindus incantata dall'arma che Daniel stava maneggiando.

“Smettila di usare i tuoi poteri senza motivo o ti anniento” minacciò il ragazzo con tono freddo e inquietante.

“A quanto pare siamo parecchio alterati oggi, va bene sparisco. Ma ricorda che mi rivedrai presto” disse la fata prima di sparire nel nulla.

“Diafana? Mindus? Cos'è successo, non ho capito molto...” chiese Sharon avvicinandosi al ragazzo che era diventato abbastanza pallido.

“Mindus è una delle principesse delle fate, una creatura che ama prendersi gioco degli altri e che si crede superiore a tutto e tutti. La conosco grazie ad un allenamento nei boschi della Contea, dove voleva raggirarmi. Ma ovviamente io sono più furbo e più forte di lei” spiego il ragazzo sedendosi a terra e lasciando quella specie di spada sul pavimento.

“Ah...e cosa intendeva per ''diafana''?”.

“Non sai cosa sono le diafane?” chiese il ragazzo sollevando un sopracciglio e guardandola stupito.

“No, mai sentite nominare...” ammise Sharon sedendosi affianco al ragazzo.

“Le diafane sono le armi dei Nephilim, qui nel mondo degli umani verrebbero chiamate armi bianche...da noi invece si chiamano diafane. Sono armi speciali create apposta per i Nephilim guerrieri e ognuno ha la propria sempre con se, anche tu c'è l'hai probabilmente, dovresti solo scoprire come evocarla. Nessuna diafana è uguale ad un altra e hanno tutte poteri diversi, per esempio ecco la mia” Daniel sollevò la spada da terra e tenendola tra le mani la mostrò a Sharon che era rimasta incantata dal suo splendore.

“E' bellissima...” sussurrò la ragazza rapita.

Daniel non riuscì a nascondere un sorriso e un improvvisa tenerezza nei confronti di Sharon, sembrava una bambina difronte le giostre del Luna Park.

“Come si evocano?” chiese Sharon euforica.

“Non posso saperlo, devi scoprirlo tu come evocarla. Te l'ho già detto sono tutte diverse, la evocherai quando sarà il momento”.

“Appena Mindus è andata via eri pallido...come mai?”.

“Le diafane assorbono tanta energia, ma il loro potere è semplicemente fantastico”.

“Va bene, ho capito. Posso farti un altra domanda?”.

“No, basta. Non vedi che sono esausto? Portami a letto, donna” sbottò in tono ironico Daniel che si era sporto verso Sharon con l'aria da cucciolo.

“Ma...ma non ci penso nemmeno per sogno!”.

“Ssh, lo senti questo rumore?” sussurrò piano il ragazzo alzandosi silenziosamente e afferrando la diafana.

“Cos'è secondo te?”.

“Non ne ho idea, viene della cucina...credo ci sia qualcuno in casa, aspetta qui vado a controllare” bisbigliò il ragazzo prima di avviarsi verso il corridoio.

Sharon si guardò attorno e poi notando che Ophelia si stava lamentando le corse a fianco, i suoi occhi erano rossi ed era agitata.

“Ophelia che ti succede?” chiese nel panico Sharon che afferrò veloce la mano della donna.

“Scappate tu...e Daniel...stanno arrivando” balbettò Ophelia stringendo la mano della ragazza il più forte possibile.

Un rumore di piatti rotti arrivò dalla cucina e Sharon corse subito alla porta per cercare di scorgere cosa stesse succedendo, si avvicinò silenziosamente all'angolo e sporse un po' la testa e vide Daniel eliminare una specie di gelatina gigante rossa. La sua diafana splendeva più di prima nonostante fosse ricoperta di un liquido verdastro.

“Cos'era?” chiese la ragazza uscendo dall'angolo e avvicinandosi al ragazzo.

“Un atarox, un demone spia sotto il comando di Abaddon...” spiegò Daniel.

“Abaddon? Il demone della distruzione...” sussurrò Sharon prima di essere presa alle spalle da qualcosa di viscido e appiccicoso.

Una lunga lama affilata le sfiorava il collo e una mano squamosa e putrefatta la reggeva, Sharon ebbe dei conati di vomito e vide la faccia di Daniel diventare una maschera di paura.

Con un veloce movimento del busto la ragazza riuscì a sottrarsi dalla presa della creatura e a disarmarla e quando raggiunse Daniel capì perché era sbiancato, dietro quella creatura viscida e putrefatta c'era Ophelia completamente fuori di sé, aveva gli occhi rossi e la pelle violacea.

“Ophelia, che succede?!” gridò la ragazza cercando di avvicinarsi alla donna senza farsi riprendere dalla creatura.

“Ferma Sharon! Quella non è mia madre, è posseduta!” gridò Daniel muovendo alcuni passi in avanti.

La donna fece un breve sorriso e poi con velocità sovrumana raggiunse Sharon.

“Assalto di luce!”.

Un'improvvisa ondata di luce illuminò la cucina accecando tutti e quando tornò tutta alla normalità Ophelia non c'era più, al suo posto c'erano delle bruciature sulle pareti e chiazze di sangue sul pavimento.

“Dannazione, sono scappati!” sbottò Mindus che stava fluttuando a mezz'aria.

“Mindus...mi hai salvata grazie...” sussurrò abbassando lo sguardo Sharon.

“Non pensare che l'ho fatto per te, piuttosto Ophelia dov'è?” chiese con voce stizzita la fata che guardava dritto in direzione di Daniel.

“Se la sono presa ovviamente, vogliono che li cerchiamo”.

“Mi...mi dispiace...” sussurrò Sharon con improvvisi sensi di colpa.

“Fai bene a dispiacerti! E' tutta colpa tua se ci troviamo in questo guaio, se ti fossi fatta gli affaracci tuoi tutto questo non sarebbe successo! Adesso Daniel e Ophelia sono in pericolo come tutto il mondo, è tutto per un inutile ragazzina del...” gridò Mindus infuriata, ma prima che potesse finire la frase Daniel le puntò la diafana contro.

“Non mi importa se ci hai salvato, se non la finisci immediatamente giuro che ti infilzo” intimò il ragazzo.

Il suo sguardo era diverso, era sempre stato freddo e noncurante ma questa volta c'era qualcosa in più che lo rendeva agghiacciante, il verde in quel momento sembrava grigio.

“Daniel ma cosa ti prende? Hai ricevuto per caso una botta in testa?” balbettò preoccupata Mindus.

“Sei tu che mi irriti, sei pregata di sparire se devi stare qui solo per accusare”.

Per quanto Daniel stesse cercando di non far sentire Sharon colpevole era la verità, era lei la causa di tutti quei problemi che non sapeva risolvere. Silenziosamente la ragazza si avvicinò alla porta, e approfittando di quel momento di distrazione dei ragazzi uscì in fretta.

La pioggia fredda le bagnava il viso e i vestiti, non sapeva dove andare né cosa fare, sapeva solo che si doveva allontanare il più possibile da Daniel e gli altri.

Mentre correva tra la folla vide un ragazzo, era identico ad Artes il cuore le volò il gola, cosa ci faceva lì?

“Artes!” gridò Sharon cercando di farsi sentire dal ragazzo.

Aspetta cosa sto facendo? Non può essere Artes lui si trova alla Contea...e se anche fosse lui non posso andare lo metterei nei guai come ho fatto con Ophelia e Daniel.

La ragazza si girò lentamente e ricominciò a camminare tra la gente, cercando di essere il più possibile invisibile. La pioggia che la bagnava sembrava ghiaccio sulla sua pelle, ad un certo punto una mano calda e gentile ma allo stesso tempo forte la prese per un braccio facendola girare su se stessa.

“Daniel...” sussurrò piano Sharon incredula, gli occhi del ragazzo erano preoccupati ma allo stesso tempo terrorizzati.

“Non farlo mai più” mormorò il ragazzo prendendola e stringendola in un abbraccio mozzafiato.

“Scusa, ho dovuto...”.

“Zitta!” gridò lui attirando gli sguardi dei passanti “Tu non devi niente, tu devi solo restarmi vicina, non dar conto a Mindus!”.

Sharon sentì ancora quella sensazione di svenimento e il suo cuore ebbe un balzo, le sue braccia si allacciarono dietro la schiena del ragazzo mentre la pioggia li bagnava, i passanti che prima li guardavano incuriositi ora erano fermi a contemplare la scena.

“Non lo faccio più, promesso” bisbigliò Sharon affondando la testa del petto di lui.

Daniel non rispose, si limitò a stringerla ancora più forte, un abbraccio che non aveva mai dato a nessun'altra e che non si sapeva spiegare nemmeno lui.

“Stiamo attirando parecchi sguardi” ridacchiò lui abbassando la testa verso quella della ragazza, “Perché non gli diamo un bel spettacolino?”.

“Non ci posso credere! Maniaco come sempre!” ribatté Sharon cercando di soffocare una risata.

Daniel si scostò lentamente dalla ragazza e le fece cenno di seguirlo, passando in mezzo alla folla che li guardava ancora.

“Che succede?” chiese Sharon.

“Sento qualcosa provenire da qui”.

I due ragazzi erano arrivati in un vicolo davanti una porta in legno consumato e putrefatto, serrata da lucchetti e catene di ferro, Daniel evitando le pozzanghere formatesi si avvicinò e cercò di abbattere le catene della porta per poter entrare.

“Sono catene magiche” sussurrò tra i denti il ragazzo.

“Catene magiche?” ripeté Sharon.

“Si, è un incantesimo...da quanto riesco a vedere è stato fatto da un folletto”.

“Folletti? Allora è un incantesimo banale!”.

“Scherzi vero?” chiese Daniel girandosi verso la ragazza con uno sguardo stupefatto.

“Mi vuoi forse dire che non è così?”.

“I folletti possono essere all'apparenza piccoli, innocui e burloni, ma non sono niente di tutto questo. La loro magia dopo quella delle fate è la più forte ed è quasi impossibile rompere un incantesimo fatto da loro se non hai le conoscenze e la pratica” spiegò Daniel avvicinando la mano alle catene.

“Non lo sapevo, e tu le hai queste conoscenze?” chiese la ragazza avvicinandosi alla porta e guardandola più da vicino.

“Si, ma non sarà comunque facile. E' un incantesimo molto forte, chiunque l'abbia fatto doveva nascondere qualcosa di grosso”.

“Giusta intuizione ragazzo, è per questo che vi impedirò di entrare”.

Un uomo piccolo e minuto, dalla lunga barba bianca e i capelli altrettanto colorati, dagli occhi come ghiaccio li guardava e sorrideva, mostrando i denti bianchissimi.

“Etroit, cosa...cosa ci fai qui?” bisbigliò piano Sharon, che con occhi increduli guardava il piccolo uomo.

Il folletto ebbe un attimo di esitazione e la sua bocca si curvò in una smorfia di dispiacere poi come se niente fosse rispose ''Potrei farti la stessa domanda io”.


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Capitolo 6
*** Teriremo ***


Capitolo VI

Teriremo


Il folletto saltellava su un piede in una pozzanghera quasi fosse divertente e guardava la ragazza con vivo interesse. Daniel evocò velocemente la diafana e si posizionò davanti Sharon, che aveva avanzato di qualche passo.

“Daniel, tranquillo... Va tutto bene” sussurrò la ragazza mettendo la mano sopra la spalla del ragazzo.

“No, non va niente bene. Come lo conosci?” chiese Daniel stringendo la presa sulla diafana.

Il folletto dopo un piccolo balzo atterrò pesantemente su due piedi facendo diventare la pozzanghera ghiaccio e sogghignando si toccò la lunga barba, poi il suo volto diventò serio, freddo.

“Io sono Etroit, la conosco grazie ai suoi allenamenti nel bosco di Peck. Questa sprovveduta un giorno si è fatta quasi ammazzare da una fata e io ovviamente l'ho dovuta salvare, era solo una bambina e la mia etica mi impedisce di lasciar morire le mocciose” disse in tono di scherno il piccolo uomo che si stava dondolando sul ghiaccio, “Io abbasserei l'arma se fossi in te!”.

“Daniel fa come ti dice, è buono” lo pregò Sharon.

“Eh? Io non prendo ordini né da te né da questo folletto, cosa c'è dietro queste catene?” chiese Daniel abbastanza infastidito.

“Perché mai dovrei dirtelo? Sei solo un piccolo Nephilim arrogante e presuntuoso, non ne vedo proprio il motivo. Non capisco come la mia piccola Sharon possa andare in giro con un tizio come te...” sbottò Etroit.

“Piccola Sharon?” ripeté confusa la ragazza che aveva sbarrato gli occhi.

“Oh ti da per caso fastidio? Lo dovevo immaginare ormai non sei più la bambina che eri una volta... Ricordo ancora il tuo fantastico thé verde...” mormorò nostalgico il folletto.

“Ehi basta, evitiamo questi sentimentalismi. Mi fate salire il diabete” disse Daniel alzando l'arma e puntandola verso la porta.

“Come mai tutto questo interesse per il suo contenuto Nephilim?” disse in tono divertito Etroit che era tornato alla sua compostezza.

“Sai com'è, amo scoprire cose nuove”.

“Lì è rinchiusa una persona molto cattiva e potente. Ti va bene cosi?”.

“Interessante, ma non ha senso. Rinchiudere un cattivone nel mezzo di una città così visitata e poi in un posto raggiungibile da tutti” rispose Daniel abbassando l'arma.

“Appunto perché è sotto gli occhi di tutti è il miglior nascondiglio che si possa pensare. Sharon tu lo saprai bene vero? Ti ho insegnato queste cose una volta.”.

“Me le ha insegnate mio zio, non tu.” rispose improvvisamente fredda e distaccata la ragazza.

“Cos'hai? Sembri così triste e io non voglio che tu lo sia... E' forse questo ragazzo che ti rende così? Se vuoi lo castigo per te.” mormorò in tono minaccioso il folletto che aveva assunto uno sguardo spregevole, i suoi occhi brillavano e la sua bocca sorrideva in un ghigno spaventoso.

“Non provare a sfiorarlo” disse Sharon superando Daniel e avvicinandosi al folletto con fare minaccioso.

“Che ti prende?” bisbigliò Daniel che era rimasto fermo a guardare la scena.

“Ah, è successo ancora. Dovrò proteggere meglio quel farabutto! Teriremo smettila immediatamente!” gridò Etroit sbattendo i piedi a terra e allontanandosi dalla ragazza.

“Teriremo?!” chiese preoccupato Daniel.

“E va bene! Penso che ormai l'avrai capito che dietro quella porta c'è il mago esiliato dalla Contea! Sta esercitando un incantesimo sulla mia piccola Sharon! Me la pagherà!” balbettò il folletto agitando le mani.

Un forte tonfo si avvertì dall'altro lato della porta e poi una polvere rossastra cominciò ad avvolgere il corpo di Sharon, facendolo sparire lentamente.

“Che diavolo sta succedendo?!” gridò Daniel cercando di afferrare il corpo della ragazza.

“Oh per tutti i folletti, cambio di programma. Se prima non dovevi entrare adesso sei obbligato, andiamo a riprenderla.” si affrettò a dire Etroit.

“E' in pericolo, perché queste catene non bloccano la magia di quel mago?!” sbottò il ragazzo.

“Tranquillo, non può succederle niente di male. Magari qualche graffio, alla fine è un brav'uomo!” disse in tono pacato il folletto.

“Mi stai prendendo in giro? E' per questo che lo tieni chiuso in una stanza con catene magiche e incantesimi di vario tipo?!”.

“Dettagli Nephilim, solamente dettagli.”.

“Te li faccio vedere io i dettagli se non ti muovi immediatamente ad aprire questa porta! Userò la tua piccola testa come pallina da tennis se le succede qualcosa.” disse in tono minaccioso Daniel.

“Non serve agitarsi così tanto! Starà bene...” mormorò intimidito il folletto cominciando a rompere le catene e gli incantesimi.

Intanto Sharon si era ritrovata in un luogo completamente al buio e con un odore di mirtillo, l'unica fonte di luce erano delle candele sparse qua e là. Davanti a lei c'era una sagoma slanciata e snella, dai lineamenti si poteva intravedere un corpo muscoloso e giovane, nelle mani dell'uomo un asticella luminosa.

“E' da tanto che non vedevo una Nephilim così bella” disse la sagoma con voce profonda ma dolce.

“La-La ringrazio...” balbettò Sharon.

“Sarai perfetta per i miei esperimenti.”.

“Esperimenti?! Ma non ci pensi nemmeno!” gridò la ragazza indietreggiando e andando a sbattere contro qualcosa di viscido.

Potrebbe essere un demone spia?! Sono nei guai...

Delle luci soffuse di lampade si accesero illuminando lo spazio in cui la ragazza si trovava, una stanza accogliente e colorata. L'uomo davanti a lei la guardava affascinato, era un ragazzo più o meno di ventiquattro anni, capelli neri tirati indietro, occhi verdi come l'erba del mattino bagnata dalla rugiada e carnagione mulatta.

Teriremo...” sussurrò Sharon rapita.

Il ragazzo si avvicinò a Sharon e dopo averle preso la mano e avergliela baciata la alzò delicatamente.

Ti sei sporcata tutta, non dovevi appoggiarti su Virox.” disse in tono divertito.

Sharon girò leggermente la testa per vedere su cosa si era appoggiata e vide un corpo gelatinoso che si muoveva e si rigirava.

Ma che schifo...”.

Togliti la maglietta e pulisciti, te ne presto una io.”.

No, fa niente è solo gelatina alla fine. Piuttosto cosa ci faccio qui? E che ci fai tu qua?” chiese Sharon cercando di non pensare a quella gelatina verde.

Quella gelatina è una guardia, quello che hai addosso è veleno. Ti consiglio di togliertelo. Comunque volevo divertirmi un po', quello stupido folletto mi tiene imprigionato qui e così a volte gli faccio qualche scherzetto.”.

“Ve-veleno?!” gridò Sharon togliendosi il più velocemente possibile la maglietta.

Interessante...” mormorò il ragazzo portando alla ragazza una maglietta enorme.

Ah! Mi brucia da morire la schiena!”.

Il veleno ti deve aver trapassato la maglietta, te l'avevo detto di togliertela subito. Vieni, ti devo fare una medicazione” sbuffò Teriremo.

Il ragazzo la prese dalla vita e la girò di spalle, la schiena di Sharon era completamente arrossata e il veleno della gelatina le stava lentamente penetrando nella pelle.

Mi sento vulnerabile... E' la prima volta che mi ritrovo con un ragazzo in reggiseno ed è imbarazzante...

Le mani del mago si poggiarono delicatamente sulla schiena di Sharon e una luce blu accompagnata da un piacevole sensazione di freddo percosse la ragazza, che cominciava a sentirsi meglio.

Come ti sei procurata queste ferite?” sussurrò Teriremo ancora preso dalla medicazione.

Che ferite?” chiese allarmata Sharon.

Questi due solchi che hai sulla schiena, non sono normali... Forse è successo da piccola e non te lo ricordi”.

Non li ho mai avuti prima d'ora...”.

Allora potrebbe esser stato un effetto collaterale del veleno, mi dispiace.”.

Colpa mia” ammise ridacchiando la ragazza.

La luce bluastra era sparita e anche la piacevole sensazione di freddo, ma le mani del ragazzo erano ancora poggiate su di lei e camminavano verso la sua vita.

“Che fai?” chiese imbarazzata la ragazza cercando di allontanarlo.

“Sono sempre solo, è raro avere visite... E di tutte quelle che ho ricevuto tu sei quella più bella fin'ora.” disse in tono dolce e malinconico il ragazzo che la stava abbracciando.

“Fammi rimettere la maglia.”.

“No, sei bellissima così.” sussurrò piano lui.

In quel momento un suono sordo provenne dalla porta, era stata buttata giù e sull'orlo c'era Daniel pietrificato dalla scena che gli si era presentata davanti agli occhi mentre Etroit era infuriato.

“Buonasera” disse in tono morbido Teriremo appoggiando la testa tra i capelli della ragazza.

Daniel ebbe un guizzo di rabbia e con un rapido movimento si ritrovò con la diafana puntata sul mago, dritta sul collo di lui.

“Cosa c'è Nephilim, arrabbiato?”.

“Daniel...” sussurrò Sharon staccandosi da Teriremo e allontanandosi, indossando la maglietta che il ragazzo le aveva portato.

“Cosa le hai fatto?” sussurrò tra i denti in tono minaccioso Daniel.

“L'ho guarita” disse in tono di scherno il mago smaterializzandosi e ricomparendo dietro Sharon.

“TERIREMO!” gridò il folletto su tutte le furie, “Non azzardarti a toccare la mia piccola Sharon!”.

“Suvvia, è così bella come si fa a non volerla?”.

“Attento mago esiliato, potresti farti molto male” intimò Daniel.

“Inutili Nephilim, non siete mai serviti a niente” disse Teriremo muovendo la mano e facendo richiudere la porta, “Gradite del thé?”.

“Sharon, vieni dietro di me.” ordinò Daniel in tono freddo.

La ragazza fece come le fu detto, lo sguardo del ragazzo era completamente distaccato e schivo.

“Uh! Ottima idea, io ne prendo volentieri una tazza! Gentile come sempre!” disse Etroit accomodandosi su una poltroncina davanti un tavolino in vetro pieno di candele profumate e bacchette luminose.

“Ma che problemi ha?!” sbottò Daniel guardando il folletto.

“Avanti venite a sedervi anche voi! Tra poco vi sarà servito il thé, come lo fa lui non lo fa nessuno!”.

Sharon lanciò un occhiata divertita al ragazzo e poi anche lei si sedette, seguita a ruota da Daniel.

“Tutto questo mi sembra una buffonata” ammise Daniel tenendo sempre stretta l'arma tra le mani.

“Cosa sono queste?” chiese Sharon indicando le bacchette.

“Normalissime bacchette magiche, servono per concentrare un incantesimo in un punto preciso, per questo sono bastoncini finissimi a punta” spiegò Etroit agitandone una.

“Capisco... Interessante. Perché Teriremo è stato esiliato? Non mi sembra pericoloso, un po' malato e maniaco va bene...”.

“Perché ha usato la magia in modo improprio. Ha attaccato dei Nephilim guaritori durante una battaglia contro Lucifus, un demone minore che voleva invadere la cittadina di Peck.” rispose Daniel.

“E perché lo ha fatto? Ci sarà stato un motivo e tu perché lo tieni imprigionato qui?!”.

“Con calma piccola Sharon, lo tengo qui appunto perché è un maniaco malato” ridacchiò il folletto evitando la domanda della ragazza.

“In verità, l'ho fatto perché quei Nephilim erano tornati al loro stadio iniziale.” disse serio e preoccupato Teriremo che portava in mano un vassoio pieno di tazze vuote e una caraffa di porcellana piena di thé.

“Teriremo, sai che non ti è permesso parlare di questo!” gridò improvvisamente agitato Etroit.

“Al loro stadio iniziale?” chiesero Sharon e Daniel.

“Si, non ne sapete niente eh? La Corte Elie ha seppellito tutto, come d'altronde la Chiesa ha fatto nel mondo degli umani” ridacchiò il mago.

“Teriremo, basta!”.

“Che c'è Etroit? Hai paura che lo vengano a sapere?”.

“Sapere cosa?” chiese Sharon con voce insistente.

“Il motivo per cui Bael e gli altri demoni ti danno la caccia, il motivo per cui le donne non sono ammesse al Paradisium e molte altre cose scottanti” disse in tono provocatorio il ragazzo che stava versando il thé bollente nelle varie tazze colorate.

“Come lo sai? Dico che mi danno la caccia... Tutte queste cose, come le sai?” chiese Sharon diventata nervosa.

“Le notizie corrono veloci, soprattutto se si tratta di demoni superiori e servi diretti di Lucifero. Pensi che tutto quello che sta succedendo non sia collegato? L'invasione alla Contea, la caccia che ti danno i demoni, l'apertura dei portali, gli spiegamenti delle legioni demoniache pensi che sono tutti fatti a sé? In realtà sono tutti collegati da un piccolo filo invisibile.” spiegò Teriremo e poi avvicinandosi di più a Sharon fino a sfiorarle l'orecchio le sussurrò ''Tu.''.

Sharon fece uno scatto in avanti e si allontanò velocemente dal tavolino, prendendosi la testa tra le mani e appoggiandosi al muro.

“Ora basta Teriremo! Se non la finisci immediatamente ti folgoro!” minacciò Etroit in evidente stato di agitazione.

Daniel si alzò in piedi e afferrò Teriremo per la maglietta strattonandolo con forza.

“No, adesso tu ci dici tutto quello che sai, altrimenti ti uccido io.”.

“Io sono quello che sa meno di tutti, prova a chiedere a questo folletto se sa qualcosa” sghignazzò il ragazzo.

Daniel fulminò con lo sguardo Etroit che stava borbottando qualcosa in una lingua sconosciuta.

“Sharon, io so solo che quello che sta scatenando tutto questo è il risveglio di una creatura che vuole una cosa, una cosa che tu possiedi e che ti è stata donata da tua madre prima di morire. Questa creatura ha aumentato la forza demoniaca dei demoni e li ha resi molto più potenti” disse Teriremo.

“Una creatura?” chiese Sharon avvicinandosi.

“Si, demoniaca si intende. Non posso dirti altro, ma ascoltami bene. Questa creatura è pericolosa non solo perché rende i demoni più forti ma anche perché è in grado di convertire i Nephilim, farli tornare al loro status iniziale, a quello che erano prima di diventare quello che sono ora.” spiegò il mago preoccupato e agitato.

“Cos'è questo status iniziale?! Spiegati ti prego, è da prima che ne parli. Cos'eravamo prima?” supplicò Sharon.

Devi scoprirlo da sola, mi spiace.”.

E come posso fare?!”.

Devi trovare il Divinium se vuoi scoprire tutto...” rispose Etroit che era diventato di un colorito verdastro.

Il Divinium? Cos'è?” chiese Daniel.

Nessuno sa cos'è, si pensa sia un libro o un manoscritto. Qualsiasi cosa sia è tenuto in un luogo segretissimo, essendo il mondo degli umani più vasto si pensa sia nascosto qui, ma nessuno lo ha mai trovato.” disse Teriremo.

E cosa ci faccio dopo che l'ho trovato?” chiese Sharon.

Il Divinium possiede tutta la conoscenza, tutti i segreti che non possono essere rivelati. Tra cui il perché sei perseguitata dai demoni”.

E tu come fai a sapere tutte queste cose, mago?” chiese in tono minaccioso Daniel.

Ti sei risposto da solo, sono un mago. La magia mi permette di vedere e sapere, per questo siamo superiori a voi Nephilim.”.

Intanto a questi Nephilim hai detto tutto, e sempre questi Nephilim potrebbero farti fuori in pochi secondi” sussurrò Daniel.

Basta, fermo. E' inutile dirgli questo, ci è stato d'aiuto” disse Sharon.

Lo sapevo che tu saresti stata più gentile, piccola” disse in tono seducente il mago prendendo tra le dita il volto di Sharon e seguendone i contorni.

Andate immediatamente via di qui!” gridò Etroit che era stato zitto e fermo a guardare lo svolgersi degli eventi.

Cosa succede?” chiese Sharon nel panico.

Stanno arrivando delle guardie, devono aver avvertito le catene e gli incantesimi spezzarsi. Presto Teriremo, falli sparire!” si affrettò a dire Etroit.

Bene, è stato un piacere conoscerti Sharon non posso dire la stessa cosa per il tuo amico. Sono sicuro che ci rincontreremo ma fino ad allora voi non mi avete mai visto, non mi avete mai parlato e non mi avete mai conosciuto. Ciao ciao!”.

Dopo aver finito di parlare Teriremo fece alcuni gesti con le mani e i due ragazzi si dileguarono, la loro vista diventò nera e quando si risvegliarono erano di nuovo abbracciati in mezzo alla folla che li guardava. Erano tornati indietro nel tempo.


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Capitolo 7
*** La fuga ***


Capitolo VII

La fuga


L'abbraccio di Daniel si sciolse e Sharon sentì una lama trafiggerle il petto, i passanti che li stavano osservando ricominciarono a camminare distogliendo lo sguardo.

“Siamo tornati indietro nel tempo” sussurrò la ragazza.

“A quanto pare...”.

Daniel si guardò intorno e con profondo stupore notò che il vicolo per recarsi da Teriremo era sparito, non era più visibile a occhio nudo, probabilmente per evitare il loro ritorno da lui aveva alzato delle barriere Anti-Nephilim.

“Seguimi, è meglio rifugiarsi nell'Altair di Venezia.” disse Daniel afferrando Sharon per un braccio e trascinandola verso la costa sud dell'isola.

“Altair di Venezia? Pensavo fosse solo una leggenda, dove si trova?” chiese euforica la ragazza.

“Come mai tutto questo entusiasmo? Comunque mi sembra ovvio che esista, c'è né uno in ogni città che possiede dei portali... In questo caso è l'isola di Poveglia.”.

“Po-Poveglia?” balbettò Sharon diventando improvvisamente rigida come un pezzo di legno.

“Si, perché? C'è qualcosa che non va?” chiese incuriosito il ragazzo.

“Beh no ecco... E che ho sentito delle storie su quell'isola che è infestata dai fantasmi ed è pericolosa quindi...” mormorò Sharon abbassando la testa e guardandosi i piedi.

“Mi stai prendendo in giro vero? Non mi dirai che credi nei fantasmi e che hai paura?” ridacchiò Daniel che non riusciva a rimanere serio, “Sei una Nephilim guerriera, combatti contro i demoni e hai paura di cose che non esistono?”.

“Che ne sai che non esistono?! Se esistono i demoni possono esistere anche i fantasmi!” ribatté Sharon offesa.

“No, non esistono. E' solo un modo per tener alla larga i ficcanaso dall'Altair, non vorrai mica che dei semplicissimi umani trovino il rifugio dei Nephilim?” disse ridendo Daniel e continuando a trascinare la ragazza.

“Sarà... E come ci arriviamo?”.

“Con una barca mi sembra ovvio, guarda lì, ecco chi ci accompagnerà”.

In lontananza si poteva intravedere una sagoma su una piccola barca che stava fumando un sigaro, il fumo creava un'aura spettrale intorno all'uomo che sembrava vecchio e affaticato.

“Fonte, eccoci!” gridò Daniel all'uomo che si girò di scatto e mostrò un sorriso splendente.

“Daniel finalmente sei arrivato e da ore che ti aspetto, forza salta su che presto sarà notte e poi si attiveranno le protezioni dell'isola... Oh vedo che hai ospiti...” disse con voce noncurante il vecchio.

“Tranquillo, anche lei è una Nephilim. Forza muoviamoci”.

I due ragazzi salirono sulla barca fatta con un materiale simile al legno ma più resistente e subito Fonte cominciò a remare con forza sovrumana, quasi demoniaca. Il suo aspetto non era poi tanto diverso, occhi rossi e incerchiati di nero, capelli grigi con qualche ciocca bianca, pelle rossiccia e sguardo maligno e spento.

“Pochi secondi e saremo arrivati” bisbigliò l'uomo.

“Come?! Di già? Ma se giusto ora siamo partiti...” chiese Sharon girandosi a guardare Poveglia.

“Che si aspettava signorina? Un giro panoramico della laguna?” disse sarcasticamente Fonte.

“Arrivati” disse Daniel alzandosi e saltando sull'isola seguito a ruota da Sharon.

“Grazie per averci portato allora...” disse Sharon girandosi, ma quando lo fece di Fonte non c'era più traccia, né di lui né della sua barca “Ma cosa diavolo...”.

“Non l'hai ancora capito? Fonte è un vampiro, ecco perché ci siamo fatti il tratto di laguna così velocemente” spiegò Daniel ammirando l'isola deserta.

“Ecco perché era così inquietante. Ma comunque questo posto non è da meno!” mormorò Sharon indietreggiando di qualche passo.

“Veloce, seguimi e stammi sempre vicina. Tra pochi minuti attiveranno le protezioni e poi sarà impossibile trovare l'Altair” disse il ragazzo cominciando a camminare nel buio.

“Posso prenderti la mano? Ho paura di perdermi” chiese Sharon improvvisamente arrossita.

“Se ti senti più sicura...”.

Daniel schioccò le dita e dal centro della sua mano uscì una luce rossa e azzurra che illuminava il terreno e si avvicinò a una struttura abbandonata.

“Un campanile qui?” notò Sharon.

“E' l'entrata del rifugio, guarda c'è il simbolo dei Nephilim guerrieri e guaritori qui”.

Sharon si sporse per vedere i due simboli, uno era uguale a quello che Ophelia le aveva mostrato la sera del suo arrivo a Venezia, l'altro era un simbolo sinuoso una specie di fenice con le ali spiegate dal quale uscivano delle fiamme azzurre e bianche.

Daniel poggiò la mano sul simbolo della fenice e poco dopo il muro del campanile cominciò a spostarsi rivelando una porta dorata e piena di scritte in latino.

“Prima le signorine” ridacchio Daniel facendo l'occhiolino alla ragazza che si affrettò ad entrare seguita dal ragazzo.

Una volta dentro, la porta alle loro spalle si richiuse e sparì nel giro di pochi secondi lasciando spazio a un lungo corridoio illuminato da delle torce.

“Prendine una e andiamo” disse Daniel indicando le torce accese al muro.

Camminarono per qualche minuto e alla fine del corridoio videro una specie di cattedrale, era semplicemente mozzafiato, il soffitto era completamente ricoperto di affreschi che ritraevano angeli, Nephilim e demoni, svariati oggetti e decorazioni in oro erano sparsi qua e la, sedie e tavolini in legno erano pieni di ragazzi intenti a divertirsi e a parlare, un caminetto gigante ospitava del fuoco crepitante e l'atmosfera che si respirava era come quella di una grande festa.

“Resteremo qui finché non ci organizzeremo, va bene?” chiede dolcemente Daniel.

“Va benissimo, tutte quelle persone sono Nephilim?”.
“Ovvio, ma nessuno è bello come me”.

“Narcisista” ridacchiò Sharon prima di scendere gli scalini di marmo e oro che la separavano dal resto dei ragazzi.

Nonostante la grande presenza di rumore e di ragazzi Sharon non passò inosservata, infatti appena fece il primo scalino calò il silenzio e tutti gli occhi si puntarono su di lei.

Una donna...” gridò qualcuno.

E' bellissima, ma è una Nephilim?” gridò qualcun altro.

Daniel fece uno scatto in avanti e si affiancò subito a Sharon che con suo grande stupore si accorse che in quel luogo non era presente nemmeno una ragazza.

Non andare mai in giro da sola, questi ragazzi potrebbero essere dei malati pervertiti come Teriremo e non ho voglia di ammazzarli tutti in questo momento, sono stanco” bisbigliò con un fil di voce il ragazzo abbastanza stizzito da quei sguardi.

Si infatti, me ne ricorderò.” disse Sharon rallentando il passo e buttandosi indietro i lunghi capelli biondi.

Tra la folla di ragazzi che la stavano osservando uno in particolare colpì Sharon, l'intensità di quello sguardo l'aveva rapita, il ragazzo aveva i capelli così biondi che sembravano quasi bianchi e i suoi occhi erano delle gemme blu acceso.

Lo conosci?” chiese improvvisamente Daniel facendo cenno con la testa verso il ragazzo.

No no” si affrettò a dire Sharon.

Sei sicura? Vi guardate come se foste fidanzati” mormorò il ragazzo a bassa voce.

Ma che dici!” obiettò la ragazza prima di scendere di corsa le scale.

Una volta arrivata in fondo alla scala Daniel prese la mano di Sharon e la trascinò dietro delle tendine di seta azzurra, facendola inciampare più volte nei tappeti rossi disposti a terra.

“Adesso devo andare a parlare con il rettore di questo Altair, quindi vedi di restare ferma qui” tagliò corto Daniel.

“Scusa non posso venire con te?” chiese Sharon fermandolo.

“No, non sarebbe opportuno presentarsi con te. Ricorda sempre che ancora accettano le ragazze” disse Daniel prima di sparire dietro una porta con su scritto ''Altair rector''.

Facile parlare così!” sbottò Sharon scostando le tendine e cercando con lo sguardo il ragazzo di prima.

Disubbidisci agli ordini?”.

Ah! Dani-”.

Prima di finire la frase la ragazza si accorse che la voce non era quella di Daniel e girandosi lentamente vide il ragazzo di prima, che la guardava con un mezzo sorrisino stampato in faccia.

Cosa ci fai qui?” chiese Sharon allibita, “Poco fa non c'era nessuno.”.

Diciamo che sono veloce, come mai mi cercavi?” chiese in tono gentile il ragazzo avvicinandosi alla tendina e richiudendola.

Come sai che ti cercavo?!” ribatté la ragazza arrossendo come un pomodoro.

Me lo hai appena detto tu” rispose con un sorriso sincero poi aggiunse “Comunque piacere, io sono Kuno”.

Oh... Si scusa, non mi sono presentata io sono Sharon”.

Cosa ci fai qui?”.

E' una lunga storia...”.

Abbiamo tutto il tempo di questo mondo, ti va di raccontarmela?” disse il ragazzo tendendo la mano verso la ragazza.

Ma Daniel...” sussurrò Sharon guardando prima la mano di Kuno e poi guardando la porta in cui Daniel era sparito.

Non credo si arrabbierà, sei in buone mani e poi resteremo nei paraggi”.

Perché dove vuoi portarmi?”.

In un posto speciale, rimarrai a bocca aperta credimi” disse Kuno prima di avviarsi verso una scala a chiocciola nascosta dietro un angolo.

A-Aspettami! Non lasciarmi sola...” gridò Sharon correndo dietro al ragazzo.

Le scale a chiocciola si andavano estendendo verso l'alto e guardando in su si poteva intravedere una porticina dal quale i raggi della luna entravano, creando l'unica fonte di luce.

Ma siamo sul campanile da cui siamo entrati...” notò Sharon una volta arrivata in cima.

Si e adesso guarda verso Venezia, la vista non è magnifica?” disse dolcemente il ragazzo.

Hai ragione, è davvero bellissima... Poi la luna piena che crea quei riflessi nell'acqua, la calma e l'odore di mare che si può sentire è meraviglioso!” mormorò rapita la ragazza fissando lo sguardo sulla laguna illuminata di mille colori.

Allora cosa ti porta all'Altair? Con quel Nephilim poi”.

Anche io sono una Nephilim come voi, e sono una guerriera o meglio... Ho frequentato, anche se per poco il Paradisium” spiegò Sharon fiera di sé.

Ti hanno accettato?! Allora era vera la storia che una ragazza era entrata al Paradisium! Ecco perché sta succedendo questo casino” disse ridacchiando Kuno.

Sharon si zittì improvvisamente e abbassò lo sguardo, anche chi non la conosceva sapeva quasi tutto di lei.

Oh scusa, lo dicevo per scherzare non perché lo penso...” disse il ragazzo in tono dispiaciuto.

Tranquillo, tanto so che è la verità... Piuttosto volevi sapere la mia storia? Beh mi sembra che già la sai...” mormorò Sharon giocando nervosamente con le mani.

Scappi dai demoni?” domandò improvvisamente Kuno guardandola negli occhi.

Si e da poche ore sono anche alla ricerca di un oggetto che mi permetterà di capire cosa sta succedendo”.

Che oggetto?” chiese incuriosito il ragazzo.

Il Divinium” rispose Sharon lasciandosi scappare una piccola nota di disappunto per averlo detto.

Mi prendi in giro? Perché cercheresti il Santo Graal?” ribatté improvvisamente alterato il ragazzo.

Infatti ho detto Divinium, non Santo Graal!” gridò infastidita Sharon.

Divinium è un altro modo, usato solitamente dai maghi, per intendere il Graal! A che ti serve? E come intendi trovarlo? Per millenni gente e cavalieri di tutto il mondo hanno investito le loro vite a cercarlo senza mai trovarlo e adesso? Tu, una Nephilim donna per lo più vorresti trovarlo?” disse in tono troppo serio Kuno.

HEI! Ma che problemi hai contro le donne? Non importa quanta gente ci abbia provato! Non significa niente, se esiste sarà li fuori da qualche parte e io lo troverò!” gridò la ragazza andata su tutte le furie.

Hai detto bene, SE esiste. Vedi nessuno sa veramente se sia mai esistito, e poi girano così tante storie sul suo conto” disse Kuno in tono più calmo come se gli avessero iniettato una dose di morfina.

Io sapevo solo una storia, che il Sacro Graal era il calice in cui Gesù verso il suo sangue e lo diede hai dodici apostoli nell'ultima cena...” disse Sharon timidamente.

Ce ne sono molte altre, alcuni pensano che sia un talismano delle divinità celtiche, altri pensano che sia una medicina, altri che non esista. Ma sai qual'è la più accreditata?” disse con grande entusiasmo Kuno.

Quella che ho detto io?” disse sarcasticamente Sharon.

No, quella secondo il quale durante lo scontro tra gli angeli del bene e del male, una pietra si staccò dalla corona di Lucifero e cadde sulla Terra, una pietra piena di sapienza, una sapienza sia divina che diabolica” spiegò Kuno incantato.

A quelle parole un flashback attraversò la mente di Sharon, le parole di Teriremo.

Il Divinium possiede tutta la conoscenza, tutti i segreti che non possono essere rivelati.”

Questo cambia tutto...” sussurrò Sharon presa dai suoi pensieri.

Cosa cambia? E' solo una storia...”.

E se il Graal fosse veramente una pietra? Se gli umani non riescono a trovarla appunto perché loro pensano sia una coppa?!”.

E' molto probabile... Ma per loro che non credono in noi, nel bene e nel male... Penso sia molto difficile credere in una storia come questa”.

Io non li capisco però... C'è gente che crede in Dio, ma non crede negli angeli, né in Lucifero, né in noi” disse Sharon.

E perché tu in cosa credi?”.

Io? In niente” disse ridacchiando lei.

Ma come in niente! Sei una Nephilim nel tuo sangue scorre anche sangue di angelo... Questa è bella”.

Sono strana si lo so... Ma non ne ho mai visto uno, ho visto solo demoni ma mai un angelo che ci aiutasse, in effetti è strano credo nei demoni perché li ho visti ma non negli angeli...”.

Vedi? Infondo non hai una mentalità diversa dagli umani, credi solo in quello che vedi”.

E perché allora loro credono in Dio anche se non lo hanno mai visto?” chiese Sharon con una punta di insolenza nella voce.

Basta con questi discorsi, ho la mente intrecciata adesso. Comunque se vuoi un consiglio lascia perdere questa storia e fatti gli affari tuoi, in un modo o nell'altro questa situazione si risolverà vedrai” disse infine Kuno prima di lasciarsi andare per terra.

Stai bene?” chiese Sharon preoccupata.

Mi hai fatto venire solo il mal di testa, tranquilla”.

Sei tu che hai voluto parlare con me, non il contrario ricordalo” ribatté Sharon fingendosi offesa.

Ci fu un minuto di silenzio e poi un rumore tenue attirò l'attenzione della ragazza, dalle scale del campanile provenne una specie di singhiozzo subito accompagnato da un rumore di passi che correvano giù.

Un brivido attraversò la schiena di Sharon che subito si tirò indietro e si portò le mani alle orecchie.

So-Sono i fantasmi?” chiese piagnucolando.

Kuno la guardò per un po' cercando di trattenere una risata poi si avvicinò alle scale e scoppiò a ridere.

Non sono i fantasmi, è solo Daniel”.

Daniel?” ripeté ancora più spaventata di prima.

Mi ucciderà per avergli disubbidito, non voglio diventare un fantasma!

Alzandosi lentamente Sharon si avvicinò alle scale e vide qualcun altro insieme a Daniel, capelli ricci, tunica bianca.

ARTES!” gridò sorpresa Sharon.

Buonasera signorina” disse con un fil di voce il ragazzo.

Ma cos'hai?! Sei pallido e hai una voce agghiacciante” disse cercando di avvicinarsi la ragazza.

Niente sto bene” rispose freddo e distante Artes.

Sharon, noi scendiamo. Quando avrai finito con la tua nuova conoscenza se ti va raggiungici, altrimenti fa niente” disse Daniel con voce fredda e più ferma che mai.

Quelle parole furono come una pugnalata per Sharon, erano così arrabbiati con lei?

No, aspetta... Posso spiegarti perché ti ho disubbidito...” cercò di giustificarsi lei.

Non importa, sei liberissima di fare quello che ti pare. Non sei una bambina di otto anni e io non sono il tuo baby-sitter” mormorò Daniel.

Ancora prima che Sharon potesse rispondere i due ragazzi scesero le scale e sparirono nel buio.

E adesso?




P.s Grazie a tutti se siete arrivati a leggere la fine del settimo capitolo e avete intenzione di continuare la lettura! Vorrei scusarmi per non aver aggiornato ma non ne ho avuto proprio il tempo... Mi impegnerò per aggiornare puntualmente! Scusate ancora. Se volete lasciate una recensione, la gradirei molto! Baci a tutti :)

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Capitolo 8
*** Il profumo della vaniglia ***


Capitolo VIII

Il profumo della vaniglia


Nemmeno il tempo di riuscire a pensare, che Sharon si stava precipitando giù per le scale, rincorrendo Artes e Daniel.

Non dovevo disubbidire, chissà cosa pensano...

Le figure dei due ragazzi, la loro espressione di qualche secondo prima era ancora davanti gli occhi di Sharon e le faceva male.

Fermatevi!” gridò la ragazza cercando di attirare l'attenzione dei due ragazzi che la precedevano di qualche metro, il loro passo era lento come se la stessero aspettando.
Daniel si girò leggermente per lanciarle un occhiata assassina e poi come nulla fosse ricominciò a camminare, Artes invece procedeva dritto.

Ti sei fatta male?” disse con voce dolce e gentile Kuno che stava aiutando Sharon a rialzarsi da terra.

Si... Mentre correvo non mi sono accorta della presenza di uno scalino e sono caduta” cercò di giustificarsi la ragazza cercando di restare in piedi.

Sei sicura di stare bene? Ti sanguina il ginocchio e hai la caviglia arrossata...” fece notare Kuno.

Ci penso io...” sussurrò piano Artes avvicinandosi lentamente a Sharon.

Il suo passo era lento e allo stesso tempo sembrava dolorante ma non solo fisicamente, anche mentalmente, sembrava assente e disturbato da qualcosa.

Le sue mani fredde ma morbide sfiorarono il ginocchio di Sharon e una luce dorata le pizzicò la pelle, poi sempre quel pizzicore le scese fino alla caviglia e una ventata di aria calda la pervase.

Ecco fatto, stai bene ora?” chiese Artes quasi non interessato alla risposta scontata.

Si, grazie... Artes quando sei tornato?” chiese velocemente la ragazza con la paura che potesse andare di nuovo via.

Qualche ora prima di voi, perché?”.

Sapevo che i portali erano stati tutti bloccati, ed ero in pensiero per te... E poi sei strano, sembri non provare più emozioni” sussurrò timidamente Sharon avvicinandosi.
“Addirittura senza emozioni? Non sono mica un mostro, sono solo stanco infatti adesso andrò a dormire, buonanotte. Anche a te, Kuno.” bisbigliò il ragazzo calcando in tono irritato il nome del Nephilim.

A-aspetta! Non puoi andartene così, perché non rispondi?”.

Basta Sharon, è stanco lascialo andare” disse Daniel.

Ma che vi prende?! Non potete esservela presa perché non sono stata ferma ad aspettare! E anche se è così mi sembra che state esagerando...”.

Mi fai proprio odiare il giorno in cui... Ah, lasciamo stare. Ti porto nella tua stanza, così magari dormi e ti stai zitta”.

Daniel avanzò verso Sharon ma prima di poterla prendere Kuno si mise tra loro due, con una grazia e un agilità degne di un felino.

Lascia che l'accompagni io alla sua stanza, sei stanco. Non vorrai mica stancarti ulteriormente?” chiese in tono sarcastico il ragazzo.

Hei, aspetta chi vi ha detto che mi dovete accompagnare in camera? Ditemi dov'è che ci vado da sola e la finiamo qui...” si intromise Sharon.

Non ci pensare nemmeno, o ci vieni con me oppure niente” bisbigliò tra i denti Daniel.

Cos'è hai paura che la tua dolce bambina si faccia male?”.

Qui l'unico che si farà male sei tu, togliti” il tono di Daniel era rotto da una punta di disprezzo.

Hai proprio voglia di litigare tu, eh” notò con piacere Kuno che sembrava non voler altro.

Ma perché vi dovete comportare come dei bambini? Basta, io vado da sola” sbottò Sharon seguendo la strada che aveva visto percorrere ad Artes.

Prima che uno dei due ragazzi potesse obbiettare, Sharon era già sparita nel buio della struttura. Gli Altair erano destinati a ospitare Nephilim di passaggio e quindi erano strutturalmente grandi e dispersivi.

Ah, e adesso dove devo andare? Sinistra o destra?

Dopo aver percorso un corridoio completamente al buio, aver salito scale a chiocciola ed essere entrata in porte a caso, Sharon non sapeva più a che piano, ala dell'edificio si trovava.

C'è nessuno?” gridò moderandosi.

Dei passi leggeri cominciarono ad avvicinarsi a lei diventando sempre più pesanti, come di qualcuno che stava correndo. All'improvviso qualcuno le saltò addosso facendola cadere a terra con violenza, il cuore di Sharon si bloccò per qualche istante e poi ricominciò a battere al doppio della velocità.

Lasciami! Chiunque tu sia!” gridò con tutta la voce che aveva in gola la ragazza cominciando ad agitarsi e cercando di divincolarsi.

Stai zitta! O ci troveranno, forza entra in questa stanza” bisbigliò Daniel trascinando Sharon in una stanza e chiudendo la porta delicatamente.

Ma sei impazzito?! Saltarmi così all'improvviso addosso, pensavo eri un maniaco stupratore! La prossima volta dimmi che sei tu, anzi no la prossima volta ti uccido! Non ci dev'essere una prossima volta, sono quasi morta d'infarto!” gridò furibonda ma allo stesso tempo sollevata la ragazza che si stava stringendo il petto cercando di calmare il battito accelerato del suo cuore.

Quale parte del stai zitta non ti è chiaro? Ti hanno vista camminare per i corridoi e adesso c'è una ricerca in corso da parte dei maniaci, ti ho detto di non andare da sola per l'Altair e tu che fai?” sussurrò con tono arrabbiato Daniel che si era appoggiato alla porta.

Non amo seguire gli ordini... Scusa mi dispiace per prima...”.

Tranquilla, non mi devi nessuna spiegazione. Infondo fai quello che vuoi... Comunque quel tipo, Kuno, non fidarti di lui non mi piace come persona e sinceramente credo sia un maniaco”.

Mi ha detto delle cose interessanti riguardo il Divinium, che in realtà è un altro modo per usar dir-” prima che Sharon potesse finire la frase Daniel le scivolò vicino e le tappò la bocca con una mano.

Nonostante la velocità del gesto il toccò fu leggero e delicato, come una farfalla che si posa su un braccio, quasi assente.

Ssh, senti i passi? Stanno girando... Maledetti depravati” bisbigliò irritato Daniel.

Nonostante fosse tutto buio Sharon riusciva a vedere gli occhi del ragazzo che brillavano nel buio, come quelli di un gatto, ed era sicura che anche Daniel riuscisse a vedere i suoi.

Resti qui con me?” mormorò Sharon all'orecchio di Daniel.

Il ragazzo ebbe un sussulto e la ragazza sentì chiaramente il suo corpo irrigidirsi improvvisamente, dopo qualche minuto di silenzio fece una leggera risata e acconsentì.

Allora cosa mi stavi dicendo? Ormai sono passati oltre, non credo ripasseranno” disse Daniel allontanandosi dalla ragazza e accendendo delle candele per illuminare la stanza.

Kuno, mi ha detto che il Divinium è un altro modo per identificare il Santo Graal”.

Si, lo so. Ne stavo parlando prima con il rettore dell'Altair, so benissimo quello che Kuno ti ha detto” disse tagliando corto Daniel che si era buttato su un letto di peso, sfondandolo quasi.

Ah, beh allora se lo sai non c'è bisogna che te lo ripeta...”.

Pensa prima di parlare”.

Cosa c'entra questo?”.

Niente, ti davo un consiglio. Allora vuoi dormire?”.

Ma c'è solo un letto qui, come facciamo scusa? E' pure abbastanza piccolo e non ci si entra in due” notò con dispiacere la ragazza.

Come non ci si entra in due? Basta che ci stringiamo l'uno all'altra e ci stiamo anche larghi” ridacchiò Daniel.

Ma non dire cavolate” balbettò Sharon arrossendo.

Il ragazzo scese dal letto e si avvicinò a lei prendendole delicatamente la mano e tirandola a sé, i loro sguardi si incrociarono e quel contatto fu più forte di qualsiasi contatto fisico.

Cosa desideri di più? Sei in una stanza da sola con me, al lume di candela e con un letto solo” disse Daniel cercando di trattenersi dal stringere con tutta la sua forza Sharon.

Per favore, non è che stare sola con te mi entusiasma...”.

E allora perché si sente il tuo cuore battere come un martello?” sussurrò dolcemente lui all'orecchio di lei.

Sharon non rispose e abbassò la testa, nonostante non riuscisse a vedersi i piedi era sempre migliore del guardare Daniel negli occhi e provare sentimenti contrastanti nei suoi confronti.

La mano del ragazzo scivolò nei capelli di lei e piano seguì il contorno del suo viso fino ad arrivare al mento, Sharon alzò la testa e si ritrovò con il viso di Daniel a pochi centimetri di distanza che sorrideva.

Domani mattina ti sveglierò con un bacio, proprio come una principessa va bene?”.

Perché aspettare fino a domani mattina?” borbottò con un fil di voce Sharon rapita dallo sguardo magnetico e dalle perfette labbra rosse del ragazzo.

Come...? Ho sentito bene?”.

Non lo so, interpreta tu le parole...”.

Daniel ebbe un momento di esitazione e con riluttanza si allontanò da Sharon andando verso il letto, poi sedendoci sopra fece cenno con la mano di raggiungerlo.

Allora siccome c'è un solo letto e probabilmente dormiresti scomoda, io dormirò qui vicino sul tappeto, nel caso dovesse entrare qualcuno almeno ti difenderò”.

Ma cosa ha capito?

Non mi importa se dormo scomoda, dormiamo insieme... Non mi crea problemi”.

Un sorriso sincero si dipinse sul viso di Daniel ma subito fu nascosto.

Se proprio vuoi, va bene. Basta che non sbavi come hai fatto al Paradisium”.

Ancora con questa storia? Sono passati mesi e poi è stata una casualità!” disse fingendosi offesa Sharon incrociando le braccia e gonfiando le guance.

Si si, casualità. Produci più bava tu che una lumaca” disse ridendo Daniel.

Mi piaci quando ridi” disse improvvisamente Sharon accarezzando la guancia del ragazzo.

Questa sera sei particolarmente dolce? La mancanza di sonno ti rende così?”.

Forse”.

Bene allora dormiamo, così domani mattina potrò svegliarti con un bacio e poi tu, tornata acida come al solito mi griderai contro e non mi parlerai più”.

Non ti va mai bene niente insomma!”.

I due ragazzi si stesero sul letto e nel giro di pochi minuti caddero in un sonno dolce e profondo.


La mattina seguente al risveglio Sharon notò che era rimasta sola nel letto, Daniel era sparito.

Alla fine non mi ha svegliato con un bacio come promesso... Ovviamente, perché avrebbe dovuto?

Si alzò e si stropicciò gli occhi, notando un sapore di vaniglia sulle labbra.

Ma è vaniglia... Daniel profuma di vaniglia, quindi lui...

Un sorriso si aprì sul volto di Sharon e subito il suo primo pensiero fu quello di trovare Daniel, uscì dalla stanza e cominciò a girare per l'Altair. I raggi del sole illuminavano ogni angolo più nascosto creando un atmosfera accogliente.

Sharon che ci fai qui?”.

Artes era dietro la ragazza e la guardava con aria incuriosita, rispetto la sera prima stava molto meglio, il biancore era sparito e sembrava molto più energico e attivo.

Mi sono persa, non riesco a trovare la sala comune” rispose la ragazza leggermente a disagio.

Vieni allora, altrimenti finirai col perderti”.

Oh, grazie mille...”.

Per quasi tutta la strada i due ragazzi restarono in silenzio, era come se Artes cercasse di mettere delle distanze da Sharon, perché? Cosa aveva fatto di male?

Allora come hai fatto a tornare?” chiese timorosa Sharon.

Scusa, preferirei non parlarne adesso. Magari dopo ti racconto” rispose frettolosamente il ragazzo.

Va bene, scusami... Non voglio essere invadente”.

Tranquilla, è normale essere curiosi”.

Beh, si hai ragione ma non bisogna mai esagerare...”.

Bene siamo arrivati, cerchi qualcuno in particolare?”.

Sharon diede un occhiata veloce ai ragazzi seduti ai tavoli e notando che Daniel era assente fece cenno di no con la testa.

“Bene, allora io avrei da fare adesso. Posso lasciarti qui o hai paura?” chiese Artes.

“No vai tranquillo, me la cavo”.

Artes rivolse un piccolo sorriso a Sharon e poi si affrettò a recarsi dal rettore dell'Altair, il ragazzo portava in mano un grosso libro pieno di carte e bigliettini.

Chissà perché è così strano...

Sharon? Ieri sera sei sparita...”.

La voce di Kuno fece trasalire la ragazza che dovette trattenere un urlo, lentamente si girò e vide il ragazzo davanti a lei con l'espressione di chi ha passato una notte in bianco.

Kuno... come sei pallido...” fece notare Sharon cercando di sviare il discorso della sera prima.

Non ho dormito molto questa notte, ero in pensiero per te...” disse sbadigliando il ragazzo.

Oh mi dispiace”.

Kuno fece alcuni passi in avanti per avvicinarsi di più alla ragazza, ma fu preso di sorpresa da una sirena che aveva cominciato a suonare, era quasi uguale a quella che Sharon aveva sentito quella notte al Paradisium.

Che succede?! Perché questa sirena?” gridò Sharon per farsi sentire.

Invasione, è in atto un invasione!” gridò un ragazzo nel panico più totale mentre cercava riparo in angusti spazi bui.

Improvvisamente l'intero Altair cominciò a tremare come se ci fosse un terremoto e tutti i Nephilim presenti nella sala comune cominciarono ad invocare le loro diafane, era uno spettacolo stupendo armi scintillanti e perfette che emanavano un bagliore accecante e colorato, creando giochi di luce sugli angoli della sala.

Kuno anche aveva invocato la sua diafana, un perfetto arco fatto in cristallo che emanava una luce bluastra che lo rendeva serio e minaccioso, le sue dita erano tese sulla corda e pronte a scoccare frecce dorate che magicamente apparivano sul suo arco già in posizione.

Dov'è la tua diafana Sharon?” chiese il ragazzo non degnandola di uno sguardo.

Ecco... Non ho ancora imparato ad evocarla...” ammise Sharon cercando di nascondere la sua vergogna.

Come?!”.

Sharon!” gridò una voce da lontano.

Daniel e Artes stavano correndo verso di lei muniti dalla testa ai piedi di armi e coltelli, con un espressione sul viso tra l'incredulo e l'orrore.

Ma che sta succedendo...” chiese con un fil di voce la ragazza che non voleva sapere la risposta.

E' tornato Bael... si trova esattamente fuori l'Altair con una legione intera di demoni e creature infernali. Dobbiamo scappare di qua mentre i Nephilim tengono occupati i demoni” spiegò in fretta e furia Daniel cominciando a prendere tutto ciò che trovava che gli poteva tornare utile.

Cosa?! Per colpa mia loro devono affrontare una legione intera di demoni? Non se ne parla!”.

Non fare l'eroina, sai benissimo che Bael sta puntando a te, loro non li guarderà nemmeno... Se resti sarai solo un peso...” rispose Artes con tono autoritario.

Sharon, vai con loro e mettiti al sicuro. Noi siamo Nephilim addestrati per combattere quindi non ci faremo battere così facilmente” aggiunse Kuno prima di correre verso gli altri ragazzi.

Daniel prese al volo Sharon e cominciò a correre verso le scale per il campanile, un odore di zolfo e bruciato rendeva l'aria irrespirabile e la ragazza dovette trattenere i conati di vomito.

Il suo cuore era un martello e le sue gambe non rispondevano ai suoi ordini, voleva fermarsi, capire quello che stava succedendo ma non ci riusciva, l'unica cosa che riusciva a fare era correre su per quelle scale che le sembravano infinite e putride.

Artes inizia con l'incantesimo del teletrasporto” gridò Daniel.

Il ragazzo cominciò a sussurrare parole in latino e una volta arrivati in cima iniziò a muovere sinuosamente le mani e le braccia, Sharon invece cercava di scrutare l'orizzonte e quello che vide la fece rabbrividire.

Le acque della laguna non erano più blu, ma erano diventate di un verde petrolio scuro quasi nero, demoni di tutte le forme, dimensioni e aspetti infestavano il cielo, la terra e le acque creando delle chiazze rosso fuoco, l'unica cosa che si distingueva da quel bordello era un ragazzo, bellissimo a mezz'aria con le ali nere e viola spalancate che venivano arse da un fuoco rossastro, la leggera tunica nera che veniva spostata dal vento e poi una spada completamente viola che emanava un aura intrisa di male e oscurità.

E' lì... In tutta la sua bellezza” disse Sharon senza accorgersene.

D'un tratto la figura di Bael era sparita, in pochi secondi senza lasciare traccia.

Artes! Quanto ci vuole ancora?!” gridò Daniel impaziente e sempre più agitato.

Solo una leggera brezza poteva prevedere quello che stava per succedere, Bael arrivando alle spalle dei ragazzi prese la vita di Sharon e con un battito di ali la portò fuori dal campanile strappandola dalle mani di Daniel, nemmeno un secondo dopo stava rovinosamente cadendo nel vuoto, tra i demoni affamati e voraci.

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Capitolo 9
*** Trinità ***


Capitolo IX

Trinità


Nessun rumore, nessun tonfo, nessuna caduta. Il silenzio pesante prima dell'impatto al suolo fece come risvegliare Sharon da quello che sembrava un incubo troppo realistico, un secondo ancora prima di cadere tra i demoni affamati e feroci.

“SHARON!” gridò Daniel affacciandosi dal campanile con gli occhi quasi fuori dalle orbite e la faccia cadaverica.

In quel momento come una scintilla che provoca un incendio, la ragazza cominciò ad emanare una luce bianca così intensa quasi da accecare tutta la popolazione dell'Altair che stava guardando la scena dalle torri difensive.

Bael con un battito di ali cercò di scansarsi da quel bagliore, mentre Daniel guardava la scena con un profondo senso di agonia e terrore, i demoni che stavano circondando l'Altair cominciarono a dissolversi come ombre fino a lasciare solo il demone a mezz'aria ancora con ancora la spada stretta in pugno.

Sharon era a pochi centimetri da terra e fluttuava nell'aria avvolta da una barriera luminosa, ma non era la barriera a essere così accecante, ma l'arma che stava reggendo.

Un arma sottile e lunga come un bastone, alle due estremità due lame lunghissime e affilatissime, una zigzagata e l'altra liscia e luccicante, assomigliava ad una falce particolare ma Sharon sapeva benissimo che quella non era una falce, ma la sua diafana. Al centro dell'arma dove c'era l'impugnatura c'erano tre pietre incastonate, un rubino rosso vivo con incisa sopra una lettera ''H'' molto più grande delle altre due pietre e sistemata al centro, sopra un topazio azzurro con incisa un'altra lettera ''E'' e infine uno smeraldo verde con incisa una ''S''.

Tutti i presenti guardavano immobili e a bocca aperta la scena davanti ai loro occhi, tutti eccetto Daniel che cercò di raggiungere Sharon, ma gli fu impedito da Bael che aveva innalzato un muro invisibile tra lui, la ragazza e il resto dei Nephilim.

Il demone si avvicinò un po' di più a Sharon e socchiuse le labbra come chi sta per dire qualcosa, ma dalla sua bocca non uscì nessun rumore.

Bael, perché mi perseguiti?” gridò a gran voce la ragazza che stava guardando il demone dritto negli occhi.

Nessuna risposta da parte sua, alzò solo l'arma al cielo e poi la mise davanti a lui, adesso sprigionava più malvagità che mai e anche la diafana di Sharon si cominciò a illuminare sempre di più.

Sharon aveva capito cosa doveva fare e cosa voleva Bael, il combattimento.

Un salto solo e Sharon si ritrovò all'altezza del demone sospesa nell'aria, quando la sua diafana colpì la spada di Bael scatenando un rumore e un luce mai vista prima.

Il demone accecato si spostò di fianco alla ragazza e tagliò l'aria con un solo colpo per poi finire parato all'ultimo momento, Sharon non si sapeva spiegare come riuscisse a tenere testa a Bael ma soprattutto come riuscisse a volare come lui.

Ali”.

Una voce macabra risuonò nella testa di Sharon e questo le fece abbassare la guardia per qualche secondo, giusto il tempo di ricevere un taglio sull'occhio dalla lama del demone.

Il sangue della ragazza cominciò a colarle sul viso, la vista appannata e il dolore non le permettevano di riuscire a bloccare gli attacchi di Bael che ne approfittò per infierire ancora.

Sei stato tu a parlarmi?!” gridò Sharon cercando di allontanarsi dalla lama.

Il demone fece un ghigno malvagio, alzò la spada e nel giro di un secondo la grossa e pesante arma era sulla testa di Sharon, bloccata dalla sua diafana che nel giro di pochi secondi si spezzò esattamente sulla metà.

Come si è potuta spezzare?!” chiese nel panico più totale Daniel che non riusciva a distogliere lo sguardo da quello che stava succedendo.

Sharon aprì lentamente l'occhio ferito e cercò di togliersi il sangue dal viso, prese in mano le due metà della sua diafana e le impugnò come dei pugnali.

Non è finita qui, Bael.” sussurrò con tono minaccioso Sharon che si lanciò sul demone lanciando la lama zigzagata.

La lama colpì il bersaglio affondando nella carne del petto del demone e facendogli perdere quota, le grandi ali violacee smisero di battere per qualche secondo prima di ricominciare più possenti di prima.

Un rivolo di sangue cominciò ad uscire dalla bocca di Bael e da dove la lama era piantata, ma questo non gli impedì di contrattaccare.

Sharon con un gesto della mano richiamò l'arma a sé e quando uscì dal corpo del demone la lama era completamente pulita e splendente.

Ma che... Questo non ha senso...” notò Sharon inorridita.

La diafana della ragazza cominciò a splendere e a fremere nelle sue mani, le due metà si stavano attirando come due calamite e la loro forza sembrava aumentare, istintivamente Sharon le avvicinò e queste si unirono un'altra volta in una singola arma, questa volta era una spada grande quanto quella del demone ma bianca e azzurra e l'aura che mandava infondeva forza e coraggio.

Bael sembrò quasi spaventato da quello che aveva appena visto, il suo volto era diventato una maschera di dolore e paura vera.

Le pietre cominciarono a splendere e a riscaldarsi e la presa sull'elsa della spada diventò quasi impossibile.

Ora va meglio” mormorò tra i denti Sharon più motivata che mai.

Il primo colpo di Sharon andò a vuoto, il secondo colpì il demone di striscio mentre il terzo lo prese di nuovo nella ferita al cuore e il demone un'altra volta perse quota quasi stremato.

Bisogna colpire i demoni tre volte al cuore per poterli battere, mi manca l'ultima.

Sharon fece un altro salto e si alzò sempre di più, fece trasformare la sua diafana riportandola allo stadio originale e cominciò la caduta sul demone esausto e inerme, una sola falciata bastò per far gemere Bael e farlo accartocciare su sé stesso.

E' morto adesso, non mi infastidirà mai più!” gridò Sharon girandosi verso il demone, ma quando lo fece se lo ritrovò a un centimetro dal viso, completamente insanguinato e con gli occhi e la bocca sgranati in un espressione piena di odio e risentimento.

Pensi di avermi ucciso? Ti sbagli. Io non sono Bael, ma una sua copia, adesso lui saprà chi sei veramente e poi ti verrà a prendere per non farti mai più rivedere la luce di questo mondo!” .

La voce risuonò così forte nella testa di Sharon che la fece precipitare al suolo svenuta, mentre il demone esplose in un fascio di luce nero lasciando solo il ricordo di quello che era appena successo.

SHARON!” gridò Daniel prima di lanciarsi giù dal campanile.

Atterrò sui piedi, slogandosi quasi una caviglia e corse immediatamente al corpo della ragazza rivolto a terra, seguito a ruota da Artes e Kuno.

La diafana della ragazza era ancora a mezz'aria e trasformandosi di nuovo in due pugnali si appoggiarono delicatamente sulla sua schiena per poi sparire.

Rispondimi! Svegliati! Artes, sta bene vero?!” gridò nel panico Daniel prendendo la testa di Sharon tra le mani e stringendola a sé.

Artes le mise una mano sul viso e poco dopo fece un cenno di okay a Daniel, che quasi scoppiò a piangere dalla felicità.

Brava Sharon, sei stata magnifica...” sussurrò Kuno rimasto fermo in piedi a guardare la scena, come il resto dell'Altair.

Portatela immediatamente dentro, voi due invece” disse una voce autoritaria e profonda rivolgendosi ad Artes e Daniel, “Nel mio ufficio, subito.”.

Un signore anziano sulla ottantina dalla lunga barba nera e gli occhi azzurri stava scrutando i ragazzi, evidentemente scossi e provati.

La sua bocca si curvò in un'espressione di preoccupazione e facendosi largo tra i Nephilim corse subito dentro l'Altair.

Daniel hai sentito? Il rettore ci vuole da lui, adesso” disse Artes, sperando che l'amico avrebbe capito.

Non se ne parla, prima accompagno Sharon in una camera a riposare e solo dopo andrò dal rettore. Niente ha la precedenza su di lei, niente.”.

Appena finito di parlare Daniel sollevò da terra il corpo di Sharon e la guardò così intensamente da sembrare ipnotizzato, il sangue secco lungo la ferita sull'occhio sembrava quasi un fiore che si era poggiato su di lei, i capelli arruffati e appiccicati al volto la incorniciavano come una cornice d'oro su un quadro di grandissima importanza, in qualsiasi condizione Sharon era perfetta.

Il ragazzo si lasciò sfuggire un sorriso e con molta calma e dolcezza la portò dentro l'Altair.


Siete sicuro!?”.

Purtroppo si, le ho viste bene quelle pietre. Forse è questo che vuole Bael, ma non ne capisco il motivo! L'Honorius Elitè ormai non esiste più da milioni di anni, e ritrovare un arma così nelle sue mani è abbastanza sospetto. Le armi sacre di quel battaglione sono andate tutte perdute, possederne ancora una, essere la diafana di una Nephilim può significare solo una cosa”.

Che questa Nephilim ne faccia parte a tutti gli effetti... Ma ripeto è impossibile!”.

Infatti è impossibile, perché starebbe a significare che non è nemmeno una Nephilim.”.

Ragazzi miei, non possiamo fare niente. Quella ragazza fino a prova contraria è uscita dal nulla, so che ci siete affezionati ma questo è strano, non credete?” la voce del rettore era sospinta da una leggera preoccupazione.

Terremo d'occhio noi Sharon! Non la lasceremo mai un attimo da sola” disse Daniel sbattendo i pugni sul tavolo.

Okay, ma sappi che da adesso le cose cominceranno davvero a farsi dure. Ora che Bael ha visto quella diafana cercherà in tutti i modi di avvicinarsi sempre di più a lei, fino a quando non l'avrà in pugno” disse in tono serio l'anziano che si era alzato in piedi puntando il suo bastone al suolo.

Una cosa non capisco” cominciò Artes pensieroso e battendo l'indice sul tavolo davanti a sé con lo sguardo perso, “La diafana di Sharon, come tutti abbiamo visto, si è trasformata tre volte, anche se è un arma sacra non può trasformarsi... E' pur sempre una diafana”.

Hai ragione, ma è proprio questo l'incredibile. Quella è la Trinità, l'arma che secondo la leggenda sia appartenuta a colui che adesso è il sovrano dei demoni, Lucifero” disse in torno animato il rettore lasciandosi cadere disperato sulla sedia.

Lucifero possedeva la Trinità?” chiesero stupiti i due ragazzi.

Si, come sapete Lui era il preferito, il più bello, intelligente e aggraziato di tutti e per questo gli era stata affidata l'arma più potente di tutte... La stessa diafana del Creatore, fatta di essenza pura e divina” spiegò incantato l'anziano, ma subito il suo tono tornò greve, “Quell'arma così pura, alla ribellione di Lucifero andò perduta perché in Lui non più sentimenti buoni risiedevano, ma solo sentimenti bruti di distruzione e dominio”.

Il mistero è ancora più fitto adesso...” sussurrò preoccupato Daniel.

Sarà meglio che Artes faccia una ricerca negli archivi sacri a Londra, intanto portate con voi Sharon. Scrutatela, analizzatela e cercate di capire chi è veramente. Artes, Daniel il permesso di entrare negli archivi sacri vi verrà concesso da Judith. Appena Sharon sarà in grado di viaggiare partirete subito alla volta di Londra, una volta lì saprete cosa fare. Ora potete congedarvi e ricordate le mie parole”.


Il buio della camera era agghiacciante, nonostante ci fosse il sole sembrava notte inoltrata. Dalle finestre Sharon intravide un leggero fascio di luce, ma subito sparì, si toccò delicatamente l'occhio e notò che la cicatrice che le aveva fatto il demone era ancora lì, dolorosa e profonda.

Non è stato un sogno.

Il corpo le doleva e la schiena le bruciava, alzandosi lentamente si mise a sedere sul bordo del letto cercando con le mani qualche candela da poter accendere.

Una scintilla e la candela si accese emanando un caldo e tenue bagliore che rincuorò Sharon, si avvicinò allo specchio illuminandolo e si scrutò un po', i capelli erano sporchi di sangue secco e appiccicati al collo dal sudore, il labbro rotto e gonfio, l'occhio leggermente gonfio e socchiuso e sul resto del corpo varie ferite simili a quelle sul viso.

Sono davvero impresentabile, sono ridotta malissimo.

Sharon possiamo entrare?”.

Daniel e Artes stavano bussando alla porta della stanza e prima di ricevere una risposta entrarono nella stanza illuminandola completamente.

Oh sei sveglia” notò sorpreso Artes, guardandola leggermente pensieroso.

Ehm, ciao” rispose Sharon.

Accidenti, sei proprio ridotta male...” disse Daniel.

Infatti, Artes... Puoi fare niente per queste ferite? Almeno quella sull'occhio, mi brucia e mi fa male anche solo tenerlo socchiuso”.

Mi dispiace ma per ferite di quel genere non posso fare niente, essendo di essenza malvagia pura sono invulnerabili. Spariranno col tempo, spero”.

Oh perfetto, deturpata a vita” disse sarcasticamente Sharon poggiando la candela sul comodino e buttandosi sul letto.

Però potrei curarti le altre che non ti ha fatto il demone”.

Almeno, sempre meglio di niente”.

Vedi il lato positivo, adesso sembri una guerriera e in più hai la tua diafana” disse Daniel mostrando un sorriso poco convincente.

Molto simpatico, Artes mi puoi vedere cos'ho dietro la schiena? Non ci ho mai sbattuto eppure mi fa troppo male!”.

Con un tocco leggero e delicato Artes alzò la maglia di Sharon e all'improvviso si bloccò, girandosi verso Daniel sconcertato.

Daniel...” sussurrò Artes ancora sorpreso.

Ho visto” rispose secco il ragazzo incrociando le braccia al petto.

Eh?! Cosa sono questi toni?! Cos'ho?” chiese nel panico Sharon.

Ci sono come due bruciature sulle scapole e in mezzo c'è una specie di marchio, sembra impresso con il fuoco” spiegò Artes alzando di più la maglia.

Che marchio è?”.

Sembra il marchio dei Nephilim guaritori e guerrieri messi insieme con due ali che lo avvolgono ai lati e una corona sopra al marchio...”.

Mai visto niente del genere, né su Nephilim, né su libri o scritture” disse Daniel.

E' meglio se lo facciamo vedere al rettore” propose Artes.

No, per ora è meglio di no.”.

Adesso basta” sbottò Sharon abbassandosi la maglia e saltando giù dal letto, “Mi sono abbastanza ripresa, grazie Artes. Per quanto riguarda quel marchio e quelle ferite sarà dovuto alle diafane, dalla schiena mi sono uscite in fondo”.

Si, sicuramente sarà per questo” disse Daniel lanciando un occhiata fulminante ad Artes.

Eh, si sarà per quello. Comunque Sharon siamo venuti qui per dirti che partiremo per l'Altair di Londra. Restare qui ormai è pericoloso” disse in fretta Artes.

Londra?! Seriamente? E quando?!” chiese entusiasta Sharon.

Quando ti sarai rimessa un po'”.

Ma io sto già bene! Per me possiamo partire anche adesso!”.

Meglio aspettare un altro giorno... Non credi? Almeno per rimetterti in forze!”.

E va bene, allora fatemi sapere quando avete intenzione di partire. Io credo che resterò in camera per tutto il giorno” sospirò la ragazza.

Come desideri, allora dopo ti mando Daniel e ti facciamo sapere”.

Perfetto, allora a dopo...”.

I due ragazzi uscirono dalla stanza lasciando Sharon sola a pensare a tutto quello che era successo in quella giornata.

Il demone mi ha parlato due volte, la prima volta ha detto ''Ali'' e la seconda volta mi ha detto che lui non era Bael e che presto quello vero mi sarebbe venuto a prendere ora che sa chi sono... Ma è questo il problema, chi sono? Non mi basta sapere il mio cognome o nome, voglio sapere proprio le mie origini. Non ho mai conosciuto nonni o altro, solo i miei genitori e mio zio e anche per breve tempo, non mi sento di appartenere ad una famiglia.

Aspetta un momento, non riesco a ricordare come ho evocato le mie diafane...”.

E poi, come facevo a fluttuare in aria?! Era come se avessi veramente delle ali, ma in realtà non c'era niente. Oppure era un potere delle mie diafane... proverò a rievocarle, devo riuscirci se già ci sono riuscita una volta.

Sharon si sedette sul letto e alzò il viso al soffitto, chiuse lentamente gli occhi e cominciò a sentire il silenzio che le regnava intorno entrarle dentro, era un silenzio che lei già conosceva, il vuoto che viene colmato da una strana energia. I piedi e le mani le cominciarono a pizzicare e una sensazione di potere e forza cominciò a riempire il petto di Sharon, sembrava quasi una forza che la spingeva a sollevarsi.

C'è un qualcosa che mi chiede di uscire, è dentro il mio corpo e vuole essere liberata. Ho paura a farlo ma sento come se questa cosa mi domina, sento che è la mia vera essenza, ma perché sento questo bisogno di farle prendere il mio posto?

Il bruciore alle spalle cominciò ad aumentare fino a diventare insopportabile, ma Sharon non si voleva fermare, sentiva che tutto questo la stava rinforzando.

Se questa cosa vuole uscire, io la farò uscire. Diventerà da oggi in poi parte di me, anche se in fondo lo è sempre stata.


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Capitolo 10
*** I segreti di Londra ***


Capitolo X

I segreti di Londra


Il portale aperto da Artes nella camera di Sharon mostrava uno scorcio della Londra caotica ed esuberante, un paesaggio pieno di macchine, luci, autobus e con un tempo perennemente nuvoloso.

“Sei pronta?” chiese dolcemente Daniel avvicinandosi alla ragazza che teneva salda la valigia con cui aveva iniziato tutto il suo viaggio.

“Certo” rispose secca Sharon fissando lo sguardo sul portale.

La ferita all'occhio andava decisamente meglio, ora riusciva a tenerlo aperto senza provare dolore o altro ma comunque la cicatrice era rimasta ben visibile.

“Allora andiamo” disse Artes prima di sparire nella luce del portale seguito da Daniel e infine Sharon.

La ragazza appena varcata la soglia cominciò ad avvertire una sorta di forza che sembrava trattenerla distante dai ragazzi, qualcosa che sembrava tenerla dalle spalle.

“Daniel, Artes! Aspettatemi non riesco a raggiungervi!” gridò Sharon notando però che la sua voce era bassissima, quasi un sussurro.

Mi sento male, come se mi stessero risucchiando l'anima.

La facciata sul cemento la fece tornare in sé, dolorante e nauseata.

Ma allora provi piacere a farti del male” ridacchiò Daniel aiutando Sharon ad alzarsi.

Non è colpa mia, mi sono sentita male nel portale. Era come se qualcosa mi trattenesse...” si giustificò Sharon.

E' normale, il portale può fare quest'effetto a volte. Non sei abituata poi a viaggiare così no?” spiegò Artes.

In effetti si...”.

Sharon spostò lo sguardo dai ragazzi all'imponente struttura che si ergeva alle loro spalle e la ragazza riconobbe subito l'Elizabeth Tower (o meglio conosciuta come Big Ben) e il palazzo di Westminster.

Oh dio, è gigante... Veramente è enorme!” notò la ragazza stupita a bocca aperta.

Hai visto? E non lo crederai mai, ma è questo l'Altair di Londra!” disse euforico Artes con un sorriso fiero e orgoglioso.

Ma non è la sede del Parlamento inglese questa? E poi perché nessuno ci nota?” chiese Sharon confusa e dubbiosa.

Sei a Londra, non a Venezia! Qui puoi andare in giro anche in mutande e nessuno ti dice niente, e poi si è la sede del Parlamento ma tu lo sai che noi Nephilim abbiamo la magia dalla nostra parte, no?” disse Artes.

Ah credo di aver capito quello che vuoi dire..”.

Forza, andiamo! Non vedo l'ora di entrare negli archivi sa..” Artes fu interrotto da un improvviso calcio di Daniel, che con un'occhiata fulminea fece zittire il ragazzo.

Archivi?” chiese Sharon.

Eh, vedi lui è un guaritore per questo deve stare sempre sui libri a studiare nuove medicazioni... Non finirà mai di imparare è un topo di biblioteca” ridacchiò nervoso Daniel che cominciò a camminare verso il palazzo.

Una volta entrati due enormi guardie, con tanto di mitraglietta, fermarono i ragazzi.

“Dove pensate di andare? E' proibito entrare qui senza un'autorizzazione o un mandato” tuonò uno dei due.

Artes e Daniel si lanciarono una veloce occhiata e dopo qualche secondo le guardie erano riverse a terra svenute.

“Dobbiamo raggiungere il seminterrato, seguitemi”.

Daniel e Sharon seguirono Artes in un ascensore buio e apparentemente in disuso, scendendo lentamente in uno spazio privo di luce e arredamento. Arrivarono davanti un muro di mattoni al centro della stanza, quest'ultimo non separava né divideva niente era posto lì al centro della stanza completamente inutile e impolverato.

I due ragazzi si avvicinarono al muro e poggiarono una mano su dei simboli scavati nel mattone, che lentamente si illuminarono facendo sparire l'ostacolo e lasciando al suo posto una porta luminosa.

“Sharon entra prima tu” disse velocemente Daniel prendendo la ragazza e sospingendola verso la porta.

Appena la ragazza toccò la superficie di quel portale una scossa elettrica la fece allontanare e un bruciore sulla schiena la pervase.

“Che sta succedendo?!” chiese Artes sorpreso.

“La schiena... Mi brucia...” balbettò Sharon portandosi le mani sulle spalle e accucciandosi a terra dolorante.

Daniel non ci pensò due volte ad alzare la maglietta della ragazza, quando lo fece vide che lo strano marchio che aveva Sharon sulla schiena era diventato con i bordi neri e rossi e sembrava come pulsare.

“Credo che sia per questo che non ti ha lasciato passare” sussurrò Daniel passandoci una mano sopra e constatando che era caldo.

“Ma eppure ha già preso altri portali per uscire ed entrare e non ha mai subito quest'effetto!” rifletté Artes.

“Probabilmente questo deve avere un grado maggiore di protezione, che fa passare solo Nephilim guaritori e guerrieri marchiati” disse Daniel prendendo Sharon in braccio e sollevandola da terra.

“Cosa vuoi fare?” chiese dubbioso il ragazzo.

“Se fa entrare solo i Nephilim marchiati, allora io dovrei entrare anche con Sharon in mano” disse il ragazzo prima di buttarsi e sparire dietro la luce.

“Bell'idea” sussurrò Artes attraversando e richiudendo il portale.


L'Altair sotto il palazzo di Westminster era illuminato sporadicamente da luci fioche e giallastre che facevano intravedere un muro fatto in mattoni porosi, l'aria che si respirava era viziata e pesante come di un luogo chiuso da secoli. Daniel poggiò Sharon a terra che perdendo l'equilibrio si dovette sostenere sul muro che si sbriciolò al suo tocco, lasciandole la mano rossa e segnata dai pezzetti sbriciolati del mattone.

Sembra pericolante questo luogo” sussurrò Sharon chiaramente stanca e spossata.

E' fatto apposta. Vedrai che ti ricrederai tra poco” disse Artes seguendo un percorso completamente al buio.

Scesero delle scale e attraversarono una porta in stile gotico, con due angeli con le spade sguainate ai lati e si ritrovarono in quello che era la sala comune del vero Altair di Londra. Un enorme stanzone, lungo addirittura chilometri si apriva alla vista dei ragazzi, anche questo Altair era una specie di chiesa tutta fatta in stile gotico.

Le statue di marmo rappresentanti angeli e santi erano messe in quasi tutti gli angoli, dal soffitto pendevano dei candelabri che emanavano una luce opaca e misteriosa, sedie quasi simili a troni gotici erano sparpagliate per la stanza e le pareti non erano più fatte di mattoni, ma di dipinti antichi e un po' scrostati dal tempo. La stanza era apparentemente vuota e le uniche persone presenti erano proprio loro tre, che con cautela cominciarono ad avanzare nell'Altair.

Benvenuti, ero stato avvisato di questa visita dal rettore di Venezia. So i motivi di tale visita, quindi siete pregati di seguirmi.” una voce parlò.

I ragazzi si girarono trovando un ragazzo alto e dalla pelle così scura che se non avesse portato una tunica bianca sarebbe stato invisibile con quella oscurità.

Piacere, io sono Judith. Sono il rettore di questo Altair” il ragazzo aveva una voce profonda e autoritaria ma non mostrava più di vent'anni, principalmente rivolse il suo sguardo ad Artes e Daniel ignorando quasi Sharon.

Artes ebbe un sussulto e ricambiò il benvenuto dell'uomo con un sorriso, mentre Daniel corrucciò la fronte in segno di allerta.

Quasi come se fosse apparsa improvvisamente, Judith lanciò un'occhiata fulminea e piena di ribrezzo a Sharon che sentì un brivido attraversarle la schiena e notò che quell'occhiata era per la sua cicatrice sul volto.

Tu sei Sharon, benvenuta anche a te” disse in tono molto più freddo e cinico.

“Lieta che si sia accorto della mia presenza, non capita tutti i giorni” disse sarcasticamente Sharon.

I tre ragazzi la guardarono strizzando leggermente gli occhi e facendo finta di niente.

“Sharon che hai? Di solito non usi questo tono con nessuno” sussurrò Daniel avvicinandosi cautamente a Sharon.

“Che dirti, forse sono cambiata”, disse conclusiva e seccata la ragazza.

Judith restò a guardarla per qualche secondo con un sorriso accennato ai lati della bocca, poi si cominciò ad incamminare verso un sottopassaggio ombroso e polveroso.

Artes si irrigidì improvvisamente capendo che Judith li stava portando direttamente all'archivio sacro.

“Judith, credo sia meglio se prima ci assegni delle camere... Sai non credo di voler incominciare a studiare da adesso...” disse in tono abbastanza nervoso il ragazzo.

Il Nephilim che stava conducendo i ragazzi si girò a malapena a guardarli e con un sospirò fece cenno con la mano di seguirlo.

Come desiderate, però mi è stato dato un ordine. La ragazza dovrà essere messa in una delle camere più sicure ed internate dell'Altair”.

E dove sarebbe questa stanza, Neph?” sibilò Sharon quasi riluttante alla vista di Judith.

Sharon!” gridarono Daniel e Artes facendo notare alla ragazza la gravità di quello che aveva detto.

Nel mondo dei Nephilim, essere soprannominati ''Neph'' era un chiaro segno di mancanza di rispetto, molte volte questo termine era usato dai demoni per prendersi gioco delle stesse persone e condurle all'odio.

Fa niente, probabilmente manco lo sapeva e non l'ha fatto apposta” disse frettolosamente Judith.

Camminarono in un silenzio quasi sacro fino a raggiungere una torre percorsa da più di dieci rampe di scale.

“La camera di Sharon si trova alla fine di questa torre, oltre ad avere un dispositivo di sicurezza in cima per evitare possibili inconvenienti l'entrata alla base delle scale sarà controllata ventiquattro ore su ventiquattro da un Nephilim guerriero” spiegò Judith cominciando a fare le rampe di scale.

Raggiunsero lentamente la cima dove una porta di legno blindata faceva da padrona, il luogo era abbastanza impolverato e malconcio ma sembrava sicuro.

Artes invitò Sharon a sistemarsi e a riposare già da subito in modo da poter star tranquillo e la ragazza anche se leggermente dubbiosa accettò senza proferire parola. Salutò con un cenno di mano i ragazzi e poi aprì la grossa porta di legno richiudendosela alle spalle con un tonfo che rimbombò per le scale, la stanza in cui era appena entrata era spoglia e grigia. L'unico mobile che non era grigio, pensò Sharon, era un letto a baldacchino dorato ma così consumato dal tempo che il colore che gli avrebbe dato si sarebbe aggirato intorno al beige più sbiadito, oltre al letto nella stanza c'erano una scrivania e un armadio a muro tutti e due grigi.

Poggiò la pesante valigia a terra scordandosi quasi di averla ancora in mano e si buttò sul letto sfinita, pochi secondi dopo già dormiva profondamente.


Artes e Daniel dopo che Sharon fu entrata nella stanza si lanciarono un'occhiata e chiesero gentilmente a Judith di accompagnarli negli archivi il più velocemente possibile.

“Siete abbastanza impazienti o sbaglio?” chiese il giovane che li stava scortando nei sottopassaggi dell'Altair andando sempre più giù.

“Penso che ti avranno detto il motivo per cui dobbiamo consultare quei libri..” disse con voce ferma Daniel che accelerava il passo per restare nel gruppo.

“Non sono solo libri”, lo riprese Judith stizzito, “Io li preferisco definire pergamene foderate.

Daniel guardò con fare dubbioso Artes che ricambiò con una risatina.

Dopo quasi dieci minuti di camminata dalla stanza di Sharon arrivarono finalmente davanti a un portone d'acciaio massiccio e protetto da una guardia armata.

E' la prima cosa che non sia in legno che vedo” disse sarcasticamente Daniel mettendo le mani nelle tasche dei jeans.

Artes e Judith fecero finta di non sentirlo poi quest'ultimo allungò una mano verso la guardia che si spostò immediatamente lasciando passare i tre ragazzi. Appena sopra il pomello della porta c'era una specie di incavo che ricordava una nota di violino e quando Judith vi poggiò sopra la collana che aveva al petto un tonfo rimbombò nell'aria, alzando un polverone unico.

Prego, siete i benvenuti negli archivi sacri” disse il Nephilim spostandosi a un lato e lasciando passare i due ragazzi che scivolarono silenziosamente all'interno.

La stanza che avevano di fronte era piena di scaffali in legno polverosi che saranno stati alti come minimo cinque metri l'uno, erano disposti uno di fronte all'altro formando file orizzontali e verticali quasi infinite. C'era una piccola finestra a un angolo della stanza, anche quella impolverata e chiusa da chissà quanto tempo, due tavolini di legno davanti agli scaffali facevano intravedere l'antichità di quel posto ormai corroso dal tempo e dalla polvere. Appena entrarono di più vennero invasi da un'aria viziata e pesante di polvere e legno marcio che fece venire dei conati di vomito ad Artes, che si trattenne.

Vi lascio ai vostri”, Judith fece una pausa quasi pensieroso, poi schifato disse “libri” e uscì dalla stanza socchiudendo l'enorme porta in acciaio.

Su ogni scaffale c'era un cartello ingiallito dal tempo che indicava i vari argomenti dei libri in esso.

Quindi che dobbiamo cercare? Trinità?” chiese Artes guardando gli scaffali e mettendosi una mano tra i capelli già esasperato.

Credo proprio di sì” sussurrò Daniel alzando la testa, “Credo che dobbiamo concentrarci anche sull'Honorius Elité e su Lui nei tempi angelici... Sicuramente ci sarà qualcosa”.

Bene allora, possiamo iniziare tu cerca l'Honorius Elitè io cercherò la Trinità” disse Artes prima di sparire tra il buio e la polvere degli scaffali.


Quando Sharon si risvegliò era notte inoltrata, la luna era alta in cielo e i suoi raggi penetravano dalla finestra delicati e luminosi. Si alzò e si mise un vestito bianco attillato di seta che le arrivava fino a metà coscia (tecnicamente quello era il suo pigiama) e si affacciò dalla finestra della torre. La vista su Londra era fantastica, era come stare sospesa su una coperta di luci colorate, con il rumore delle macchine e di una città che non dormiva mai. A risvegliarla da quel panorama fu un bussare insistente sopra la porta in legno, Sharon vi si avvicinò e dopo aver tirato con forza la porta scoprì che sull'orlo non c'era nessuno. Sporse la testa fuori e notò una lucina rosa per le scale che sembrava chiamarla, era la prima lucina rosa che vedeva di solito erano sempre azzurre, bianche e dorate. Uscì furtiva a piedi nudi dalla stanza richiudendo silenziosamente la porta alle sue spalle e poi cominciò a seguire la luce che aveva cominciato a muoversi.


“Hai trovato niente?” chiese Daniel sentendo la propria voce risuonare nella stanza.

“A parte un libro abbastanza rovinato che parla dell'Honorius Elité niente, tu sei stato più fortunato?” sospirò Artes poggiandosi sul tavolo.

“Gli unici libri che parlavano di Trinità erano quelli della Sacra Trinità, niente diafane o armi divine” rispose Daniel facendo spallucce e buttando un libro in un ammasso di libri accatastati in un angolo.

Beh intanto senti che dice questo libro sull'Honorius Elite:

L'Honorius Elité era formato dagli angeli più belli e potenti di Dio, il loro potere era così grande che potevano portare l'Apocalisse sulla Terra, ma non era abbastanza per loro. Dio forgiò per loro delle armi epiche, sacre. Ogni arma aveva un potere specifico, ma ce n'era una in particolare forgiata dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo che era così potente da poter rovesciare il Paradiso” Artes fece un profondo respiro e guardò Daniel, “Sta parlando della Trinità”.

Credo di sì, continua a leggere” disse il ragazzo avvicinandosi e guardando il libro consumato.

L'arma fu forgiata da del metello benedetto e prima si trasformò in una falcem a due lame, successivamente in kamas e infine nella spada della giustizia che bruciava di fuoco eterno la Trnità. Il suo potere fu affidato a quello che per Dio era l'angelo più fedele e perfetto di tutti, colui adesso conosciuto come Lucifero. Il potere di quell'arma era così grande che solo un angelo potente non ne sarebbe morto al tocco, ma quell'arma presto fu perduta dopo che il conflitto tra bene e male ebbe inizio. L'Honorius Elité si schierò metà con Lui e metà con Dio, sciogliendosi per sempre e dando inizio alla battaglia. L'arma si dice fu persa perché solo sentimenti buoni ne potevano animare il fuoco che bruciava ma...” Artes si fermò a leggere e guardò Daniel.

Perché ti sei fermato?” chiese Daniel impaziente e con gli occhi fissi sul ragazzo.
“Le pagine dopo sono state macchiate ed è impossibile leggere oltre... Ma quello che ho letto basta per capire che Sharon non è quello che dice di essere, non è una Nephilim...” sussurrò Artes con il cuore che gli martellava in petto.

E' impossibile! Non può essere! Non ha le ali ed è una donna!” gridò furioso Daniel.

E' possibile che nemmeno lei sappia chi è in realtà..” fece notare il ragazzo prendendo il libro e mettendolo dentro la borsa con fare furtivo.

Lo scoprirò adesso” disse Daniel prima di correre via fuori dalla stanza.


Sharon uscì dalla sua torre senza problemi, il Nephilim che doveva fare da guardia dormiva attaccato al muro russando come un demone. Continuando a seguire la luce si accorse che si stava dirigendo dalla parte opposta dell'Altair fino a quando non giunse all'ingresso di una torre uguale a quella in cui risiedeva, l'unica differenza era un cancello dorato dove un lucchetto era stato da poco rotto e aperto. Oltrepassò con cautela il cancello e salì le scale che l'avrebbero portata in cima, ad aspettarla c'era una grossa porta di cristallo opaco che brillava debolmente, a quel punto la lucina si poggiò sul pomello e sparì aprendo la porta. La stanza che Sharon si ritrovò davanti era completamente spoglia tranne per un piedistallo al centro di essa, le pareti erano fatte di vetri e quindi i raggi della luna penetravano illuminando a tratti la stanza buia.

Ti piace?” una voce uscì dall'ombra di un angolo avanzando lentamente.

Judith... Che cosa ci fai qui?” chiese sorpresa Sharon avanzando qualche passo.

Adesso che era più vicina al piedistallo poté vedere cosa conteneva, una pietra rosso sangue appoggiata su un cuscino di seta illuminato dalla luna.

Potrei farti la stessa domanda”, avanzò di qualche passo verso Sharon e si fermò all'altezza della teca, “Ma visto che sono io che ti ho condotta qui non avrebbe senso, non credi?”.

E perché mi volevi qui?”.

Volevo mostrarti questo”, disse allungando un dito contro il piedistallo.

Perché mai? Non mi interessano le pietre” disse nervosa la ragazza cominciando a indietreggiare lentamente.

C'è qualcosa che non va in lui...

Non cercavi il Divinium, Nephilim?” disse in tono macabro il ragazzo che adesso era sotto la luce della luna, “O preferisci che ti chiami Arcangelo?”.

Non capisco di cosa stai parlando” sussurrò confusa Sharon.

Avvicinati, prendi pure la pietra, è tua. Però dopo che l'avrai presa ti trasformerai in quello che sei veramente”, la voce e lo sguardo del Nephilim si erano assottigliati.

Ripeto non so di cosa stai parlando, ma non prenderò quella pietra mi dispiace”.

Ah, allora lascia che ti convinca io”, la sua voce era malvagia e quando schioccò le dita dalla porta entrò Daniel sollevato da terra da una forza invisibile che lo teneva per la gola.

Se non la prenderai, lui si farà un volo di più di 30 metri e per uccidere una persona ne bastano solo dieci, allora?” disse lui con voce impaziente e sbattendo Daniel contro una vetrata in modo da romperla. I vetri finirono ovunque, scheggiando e ferendo Daniel che però rimaneva silenzioso e con gli occhi sgranati.

Non credo gli farai del male” disse Sharon cercando di avvicinarsi il più possibile alle vetrate.

Come credi, ma sappi che l'hai voluto tu”.

La mano di Judith si aprì e in quello stesso momento qualsiasi cosa stesse tenendo Daniel lo lasciò cadere fuori dalla finestra, nel vuoto.

DANIEL!” gridò Sharon incredula e senza accorgersene stava già correndo contro la finestra saltando nel vuoto.

Vide Daniel, sembrava un angelo senza ali che cadeva dal Paradiso ma prima che questo pensiero potesse attraversarle la mente era già su di lui a mezz'aria, pochi metri li separavano dall'asfalto duro. La faccia di lui si trasformò in incredulità mista a terrore, erano sospesi in aria abbracciati ma dalla schiena di lei uscivano delle ali enormi che li ricoprivano per intero, bellissime, delicate e possenti di un azzurro chiaro che verso le punte si andava scurendo diventando quasi nero, però erano macchiate di sangue come lo era quasi tutto il vestito di Sharon.

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Capitolo 11
*** La mia dolce caduta ***


Capitolo XI

La mia dolce caduta


Daniel poteva sentire il respiro dolorante di Sharon, il suo petto che si alzava e abbassava lentamente come una marea, il sangue che gli colava dalle scapole per tutto il corpo e... Il battito d'ali.

“Non ci credo..” sussurrò quasi a sé stesso lasciando quasi la presa su di lei.

Lentamente e dolorante Sharon cominciò a salire di quota lanciando un urlo sommesso a ogni battito.

Mi fa male tutto, mi sento lacerata dentro... Ho le ali? Sento qualcosa che si muove e fa male, Daniel sembra inorridito...

Appena raggiunsero di nuovo la stanza Sharon crollò sul pavimento esausta e dolorante, il sangue le cominciò a colare anche sul viso e lungo le braccia, mentre le mani incontravano schegge di vetro rotto sul pavimento.

Si sentiva lo stomaco in subbuglio e le sembrava che un coltello le avesse scavato nella carne fino a toccarle l'osso e poi lo avessero rigirato per provocarle fitte di dolore, un conato di vomito le risalì la gola per fermarsi in bocca.

Daniel si era allontanato un po' per cercare di mettere a fuoco la situazione a dir poco surreale, guardava Sharon come se fosse un alieno e una paura profonda lo pervase ma la scacciò subito.

Non è stata la pietra a trasformarti, ma per lo meno ti sei trasformata” disse facendo un ghigno agghiacciante Judith.

Sharon era immobile, sentiva il sangue seccarsi sulla pelle e il respiro bloccarsi quando vide sulla porta Artes che la guardava con gli occhi sgranati.

Judith si rintanò nell'ombra e quando ne riuscì non era più la persona che avevano incontrato all'ingresso dell'Altair, aveva i capelli scuri come la notte, la pelle bianchissima e gli occhi neri, completamente neri e delle ali grandi e possenti rosso sangue tanto che Sharon pensò che anche lui stesse sanguinando.

Phanterus” sussurrò Artes avvicinandosi ai ragazzi a terra.

Tranquilli, il vero Judith dorme come un bambino sotto la stanza di Sharon” il ragazzo fece un mezzo sorriso compiaciuto poi sbatté le ali per creare un po' di vento.

Perché sei qui?” chiese Daniel rialzandosi e barcollando un po'.

Nel mondo dei demoni girano veloci le storie. Mi è giunta voce che una Nephilim aveva la Trinità. Sapete meglio di me la storia di quell'arma e il suo potere, ma una Nephilim non può tenere un'arma sacra perciò ho voluto stuzzicarla fino a far rinascere la sua vera indole..”.

Il demone restava fermo ma sembrava quasi che i raggi della luna venissero assorbiti dal suo corpo per rilasciare altra oscurità, o forse era solo la vista di Sharon che si stava appannando sempre di più.

E perché interessa proprio a un demone quell'arma? Ti ricordo che non sei un angelo, moriresti al suo tocco” sibilò Daniel.

Phanterus inarcò un sopracciglio divertito, per quanto malvagio, oscuro e demone potesse essere la sua bellezza era agghiacciante.

Ti ricordo, mezzosangue, che tutti i demoni prima erano gloriosi e forti angeli del Paradiso. Almeno quelli come me, poi ci sono quelle bestie immonde che non sono altro che i nostri schiavetti, ma i veri demoni siamo noi.gli occhi del demone brillarono quando ricordò di essere stato un angelo e il loro nero diventò ancora più scuro.

La tua presenza non è gradita, non capisco nemmeno come sei riuscito ad entrare nell'Altair visto il grado di protezione” rifletté Artes che aiutò Sharon a sedersi, sebbene la toccasse a malapena.

Dopo che siete entrati voi il portale si è indebolito parecchio grazie a Sharon e quindi non è riuscito a riconoscere che metà del sangue che mi scorre nelle vene è corrotto, maligno” fece una pausa, quasi fiero di quello che era, poi assottigliando lo sguardo disse, “Come quello suo” e con un dito affusolato indicò la ragazza pallida e dolorante.

Ma per favore smettila” sussurrò Sharon cercando di rimettersi in piedi nonostante il dolore lancinante, “Come può il mio sangue esse maligno e corrotto se posso maneggiare la Trinità? Sono l'equivalente di un angelo in Paradiso, solo che come si usa dire sono caduta

Tu non sei caduta. Sennò saresti come me, Bael, Lilth e tutti gli altri demoni, saresti ciò che il cielo odia di più” il demone si avvicinò di più a Sharon sotto gli occhi severi dei ragazzi e si lasciò scivolare affianco a lei, “Secondo te, i Nephilim da dove derivano? Voi che ci date la caccia, che volete ucciderci, voi che portate rancore per noi adesso ditemi secondo voi chi vi ha generato?” la sua voce era suadente quanto terrificante tanto che Sharon ebbe un brivido che risuonò per le ali.

Prima che ti uccida, sparisci” sussurrò Sharon affaticata.

E' così che si tratta un tuo pari? Io che potevo dirti tante cose interessanti, tipo come è morta tua madre...” il suo sguardo maligno si spostò sui ragazzi in piedi e fermi come statue e disse “O di come Daniel e Artes provino una forte attrazione per te”.

A quel punto era troppo. Daniel invocò la sua diafana in un lasso di tempo così piccolo che Sharon non lo vide nemmeno e forse nemmeno il demone. L'arma scintillava tra le sue mani come una stella e si muoveva veloce e tagliente nell'aria ma Phanterus non sembrava preoccuparsene.

Dentro di Sharon una voce stava gridando, la stessa che nell'Altair di Venezia le chiedeva di uscire fuori, forte, dolce e rabbiosa.

Invoco Trinitatis.

Sharon capì subito che quello era latino, ma nonostante lei non lo parlasse sapeva benissimo che significava “Invoca la Trinità”.

Dopo un profondo respiro si portò al centro della stanza dove Daniel continuava ad attaccare Phanterus senza avere risultati e invocò l'arma. Gli occhi del demone si puntarono sulla ragazza, il loro nero fu illuminato da un fascio di luce accecante e quando la luce sparì la ragazza aveva in mano la spada.

Meraviglioso” sussurrò il demone distraendosi e permettendo a Daniel di trafiggerlo e spingerlo a terra abbastanza velocemente da saltargli addosso e bloccarlo con le gambe in vita.

Muoviti e ti taglio la gola” sibilò Daniel con un rivolo di sangue che gli colava sulla fronte.

Cos'è ti da fastidio che la guardo, che la desidero?” lo provocò il demone guardando Sharon e leccandosi il labbro superiore.

Daniel caricò un pugno e lo sferrò sul labbro del ragazzo lasciandogli un profondo spacco dal quale usciva del sangue nero e rosso, il demone in tutta risposta glielo sputò in faccia.

Sharon si avvicinò al demone e gli puntò la spada sulla gola, esattamente sotto il mento pizzicandolo con la punta.

Phanterus mi dispiace salutarci in questo modo, avrei preferito diversamente ma sai come vanno queste cose” disse con un accenno di sorriso Sharon che aveva cominciato a spingere l'arma creando una ferita che lo fece sanguinare.

Tranquilla non ti libererai di me. Non meriti un Nephilim di questo genere, meriti di meglio. Meriti me” sogghignò il demone scoppiando poi in una grassa risata.

Daniel prese la sua diafana e gliela conficcò nel cuore, una, due volte tanto che la lama ormai era intrisa di sangue nero e viscido, ma prima che potesse dare l'ultimo colpo Phanterus si liberò e prima di sparire Sharon gli trafisse la spalla destra con la Trinità, un colpo tanto forte che lo attraversò.

Sharon lasciò cadere l'arma che si dissolse tornando da dove era venuta e subito dopo anche lei seguì l'arma sul pavimento, stava così male che pensò di stare per morire.

Le ali le fremevano come in preda a una crisi e lentamente cominciarono ad appiattirsi sulla sua schiena, diventando quasi due linee sottili azzurre. Daniel buttò la diafana intrisa di sangue e si precipitò a prendere Sharon in braccio sporcandole il vestito di altro sangue, era così lento il suo respiro che per un momento il ragazzo ebbe davvero paura che Sharon fosse morta.

“Vado a prendere vestiti nuovi e libri per la medicazione, inoltre cercherò di contattare la Corte e trovare Judith” disse in modo confuso e nervoso Artes correndo fuori dalla stanza.

“Ho visto la tua espressione” sussurrò Sharon aprendo leggermente gli occhi, “Era piena di terrore, paura... Sono un mostro.

Tu non sei un mostro” mormorò piano Daniel con la voce che gli tremava, se non avesse avuto la vista appannata Sharon avrebbe giurato che lui stava piangendo.

Si” si limitò a rispondere lei, sentiva il sangue in bocca.

Sei la persona più bella che io abbia mai conosciuto, la ragazza più dolce e testarda” accennò a un sorriso, “Sei la luce in una vita di oscurità, sei come una droga nelle vene, almeno nelle mie. Ho sempre voglia di te, di starti vicino, toccarti, proteggerti fino a pensare di star perdendo la testa...” ci fu un lungo silenzio nel quale Daniel prese una lunga boccata d'aria e poi continuò, “Volevo dirtelo in circostanze migliori e in situazioni più romantiche, ma sento che se dovessi perderti prima di dirtelo ne morirei”.

Sharon cominciava ad avere l'udito sempre più basso come se qualcuno le stesse mettendo delle mani sopra le orecchie.

Sharon io mi sto innamorando di te, ogni giorno di più, ogni secondo sempre più”.

Ma la ragazza non sentì quell'ultima frase, era già svenuta facendo cadere la testa di lato e le braccia flosce lungo i fianchi, Daniel la guardò per un momento e poi la strinse a sé delicatamente ma con quel dolore e quella forza che si riserva agli abbracci di addio.


Artes era appoggiato su un muro davanti la porta della stanza di Sharon, dopo che era tornato con più di trenta Nephilim alle calcagna inviati dalla Corte aveva ritrovato la ragazza tra le mani di Daniel completamente in un lago di sangue mentre lui la guardava come se fosse morta.

Stava ricordando come alla vista di Sharon i Nephilim lanciarono sguardi stupiti, pieni di orrore ed emozione, come biasimarli d'altronde ti crescono dicendoti che gli angeli possono essere solo di sesso maschile e che le donne sono impure e poi ti trovi davanti ad un angelo donna.

Il ragazzo sollevò lo sguardo, un via vai di gente saliva e scendeva dalla torre anche solo per guardare la porta. Judith era stato ritrovato privo di sensi in fondo alle scale della torre e adesso era sotto interrogatorio da più di un'ora, da alcuni membri secondari della Corte.

La notizia di Sharon aveva sconvolto la Corte più di quanto lui non si aspettasse e le misure che erano state prese per proteggerla e guarirla erano a dir poco agghiaccianti, nessun Nephilim di sesso maschile poteva avvicinarsi a lei, la torre in cui stava doveva essere tenuta sotto controllo almeno da dieci Nephilim guerrieri sia fuori che dentro.

Hey Artes, tutto bene? Sei leggermente pallido” disse una voce stanca e sofferente.

Daniel era comparso affianco a lui e lo stava scrutando con i suoi grandi occhi verde ghiaccio, erano gonfi e con cerchiature nere, le ferite stavano cominciando a sparire dopo l'incantesimo che gli aveva fatto ma sulla sua pelle c'erano ancora molti segni e lividi della colluttazione.

Hai assistito all'interrogatorio di Judith?” chiese lui senza rispondere alla domanda del compagno.

Daniel fece un cenno con la testa e si poggiò al muro guardando anche lui la porta, poi disse “Ha detto di essere stato attaccato dopo che ci ha lasciato negli archivi, il demone lo ha sorpreso alle spalle e lo ha messo al tappeto. Poi quando si è risvegliato ha capito che era successo qualcosa. Lo ha ripetuto per ore ma non sembra convincere gli inquisitori”.

E' successo tutto troppo in fretta non credi? Manco il tempo di scoprire chi era Sharon che già l'avevano raggiunta e l'avevano trasformata, se così si può dire” sussurrò Artes con voce sommessa e chiudendo gli occhi lasciando che la testa batté sul muro.

Già, comunque gli inquisitori vogliono interrogare anche noi, anzi soprattutto me che ero presente al momento...” Daniel lasciò che la frase gli morisse in bocca per rivolgere il suo sguardo a tre figure snelle e longilinee.

Salivano le scale lentamente e con il volto coperto da un cappuccio, portavano la stessa tunica di Artes solo che questa era color panna con diverse cuciture dorate, dal cappuccio si intravedevano delle ciocche di capelli lunghi.

Sono delle guaritrici donna” sussurrò Artes a Daniel per fargli capire.

Ma io pensavo che...”.

Risalgono alla battaglia in cui i genitori di Sharon sono morti, perciò hanno esperienza ed ecco perché esistono. La Corte le avrà chiamate per curarla”.

Le mani lungo i fianchi delle donne erano ricoperte di cicatrici e di un colorito pallidissimo, senza guardarli le tre figure li superarono entrando lentamente nella stanza.

Artes Migliec, Daniel Hareal gli inquisitori vi stanno aspettando” disse una voce profonda richiamando l'attenzione dei due ragazzi.


Quando Sharon aprì gli occhi era nella sua stanza in cima alla torre, sopra di lei tre donne la stavano guardando con profonda ammirazione ed emozione. Si mise sui gomiti constatando che il dolore lancinante tra le scapole e la colonna vertebrale era quasi sparito, anche il sangue era sparito dai suoi vestiti e capelli, ora indossava una tunica bianca con i bordi e le cuciture in oro che si intonavano ai suoi capelli tutti boccoli e sciolti che le ricadevano sul viso.

Le tre donne senza dire una parola si inchinarono vicino al letto abbassando la testa come in attesa di una punizione e quando Sharon si mise seduta sentì delle piume solleticarle il braccio e la vita.

Ehm, uhm... Che succede?” sussurrò la ragazza ancora stordita.

Mia signora abbiamo l'onore di rivolgerle la parola? L'ira celeste non si abbatterà su di noi per averle mancato di rispetto?” disse una donna, dalla voce sembrava molto anziana e quando la guardò negli occhi vide che era una donna con i capelli raccolti in uno chignon da cui uscivano parecchi capelli neri striati di bianco ma non sembrava anziana.

Certo che potete parlarmi, non vedo perché tutte queste cerimonie”.

Ma lei è una creatura di Dio, un angelo mandato per salvarci”.

Sharon si irrigidì immediatamente a quelle parole e cominciò a ricordare perché si trovava in quella stanza e quelle donne gli si rivolgevano in quel modo, muovendo lentamente una mano tremante se la portò dietro la schiena e la poggiò delicatamente sentendo un osso sottile che formava un arco ricoperto di piume soffici.

Sono un angelo.

Sharon sentì come se le avessero tirato un pugno nello stomaco e poi subito dopo il suo cuore cominciò a battere così forte da sentirlo nella testa, il sangue le pulsava sotto le vene e un senso di angoscia la stava invadendo.

Si sente bene?” chiese una donna visibilmente preoccupata.

Non riusciva più a parlare, era come se lentamente stesse annegando in un mare ghiacciato, cominciò a tremare e non per il freddo ma per il ricordo di quanto era successo quella notte. Phanterus, la trasformazione, Daniel che precipitava, Judith che spariva, la faccia di Artes... Il Divinium.

Senza accorgersene Sharon era corsa fuori dalla sua stanza, giù per le scale a una velocità inaudita mentre le tre donne le gridavano di fermarsi.

Come poteva fermarsi? Come poteva restare in quella condizione? Artes, Daniel dov'erano adesso?

Arrivata in fondo alle scale vide un'orda di Nephilim che la guardavano attoniti, in meno di qualche secondo però tutti si stavano inginocchiando davanti a lei abbassando la testa e lasciando tra loro uno spazio libero in cui lei potesse passare.

Le ali ebbero un fremito e si sollevarono di poco poi Sharon avanzò lentamente tra i Nephilim e quando li superò ricominciò a correre, dove nemmeno lei lo sapeva.

Si fermò quando vide su una porta la figura snella e muscolosa di Daniel evidentemente contratta. Lui alzò lo sguardo e restò impietrito quando vide Sharon, era a piedi nudi con la veste che le arrivava fino alle ginocchia e le ali che spuntavano dietro le sue spalle, i capelli dorati sul viso e un'espressione distrutta sul volto come la sua.

Daniel...” sussurrò lei prima di buttarsi nelle sue braccia affondando il viso nel petto di lui.

Il ragazzo rimase per un momento fermo come se gli avessero sparato poi si lasciò andare e le mise le mani lungo i fianchi.

Non dovresti essere qui...” borbottò l'altro tenendo le labbra sui capelli di lei.

Cosa sta succedendo? Perché si inchinano tutti... Io non voglio, voglio...” le lacrime che le rigavano in volto sembravano fuoco su ghiaccio e la fecero sussultare prima di continuare la frase, “Non so cosa voglio. Ma di una cosa sono sicura voglio te”.

Daniel si irrigidì completamente le mani sui fianchi di lei per poco non caddero, la testa che sembrava girargli come una giostra, si rese conto che non stava più respirando e quando capì quello che stava succedendo una mano finì tra i capelli di Sharon delicata ma forte.

Lei alzò la testa leggermente e Daniel non riuscì a resistere all'impulso di baciarla, anche se sapeva che era totalmente sbagliato quello che desiderava e che stava facendo.

Poggiò delicatamente le labbra su quelle di lei, morbide e calde, il bacio fu ricambiato e presto dalla dolcezza passò alla passione, le mani di lui prima sui capelli adesso erano scese lungo i fianchi e stringevano come per non farla scappare mentre lei lo tirava verso di sé incastrandogli le mani dietro la nuca. Il ragazzo si sentì come se avesse bevuto così tanto da avere le allucinazioni non riusciva a reggersi in piedi per quanto lui fosse al muro e presto al suo posto ci fu Sharon, l'aveva sollevata dai fianchi e l'aveva appoggiata delicatamente contro la parete mentre lei gli stava annodando le gambe alla vita.

No...” ansimò Daniel sulle labbra di lei staccandosi lentamente.

Perché...”.

E' sbagliato, non possiamo farlo, io non posso farlo” la voce del ragazzo era piena di rabbia e tristezza.

Cosa c'è di sbagliato?!” chiese Sharon poggiandogli una mano sulla guancia sul quale lui si strofinò.

Sei un angelo, Sharon. Hai il sangue del Paradiso, sei una creatura pura e io sono un Nephilim... Metà sangue umano, impuro. Gli angeli non possono avere relazioni con dei Nephilim...” cercò di dire, la voce soffocata.

Io non sono un angelo! Sono Sharon! E non mi interessa, voglio stare con te!” gridò l'altra.

Non lo capisci? Ti porteranno via”.

Chi?”.

La Corte, probabilmente ti rinchiuderanno nella Contea al Paradisium a studiarti a fare esperimenti su di te. Io non voglio ma lo faranno, non lasceranno una angelo donna con la Trinità andare per il mondo. Devi scappare e per farlo devi dimenticarti di me, di Artes, del Divinium della ricerca di mia madre, di tutto” Daniel parlava con un tono di voce tra il dolce e la paura, cercando di nascondere tutte le altre emozioni e Sharon notò che ci riusciva abbastanza bene.

Non posso nascondermi” rispose lei fredda con un improvvisa rabbia che le saliva nel petto.

Si invece, i demoni ti hanno sempre trovata perché viaggiavi con noi ma se tu andassi... Vai lontano cerca riparo in una chiesa o da qualche parte dove né la Corte né i demoni possono trovarti” la voce di Daniel era ormai un filo di voce.

“Ma io...”.

“Sharon stanno arrivando, scappa! Artes ti aprirà un portale sulla torre, VAI!”.

Dal corridoio si cominciarono a sentire tonfi di passi e il rumore metallico delle spade che sbattevano tra loro e per un secondo Sharon restò immobile a guardare Daniel che invocava la sua diafana.

Le stava gridando di andarsene ma lei non lo riusciva a sentire.

Trinità ti invoco.

La falce a due lame guizzava di energia nella sua mano e le ali si stavano aprendo come un ventaglio sulla sua schiena, una scossa di adrenalina l'attraverso e pochi secondi dopo si stava scagliando contro la folla di Nephilim per riuscire a scappare.

Gridavano, cercavano di afferrarla, si dimenavano gli uni sopra gli altri ma lei era più veloce e con un rapido movimento dell'arma li fece crollare a terra, le ali che sbattevano frenetiche, così grandi e possenti da coprire l'intero spazio del corridoio e della torre in cui Artes la stava aspettando.

Veloce attraversalo!” gridò il ragazzo davanti a uno specchio di cielo notturno.

Sharon lo guardò il tempo necessario da fargli capire che non sarebbe finita lì e poi si infranse sulla superficie del portale, catapultata un'altra volta in un'altra città.

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