Boys like you.

di smileveryday
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dead and fictional. ***
Capitolo 2: *** Honestly. ***
Capitolo 3: *** Saved your life. ***
Capitolo 4: *** Avviso. ***
Capitolo 5: *** The girl next door. ***
Capitolo 6: *** That smile. ***
Capitolo 7: *** This Girl. ***
Capitolo 8: *** Should have listened. ***
Capitolo 9: *** Apology. ***
Capitolo 10: *** That feeling. ***
Capitolo 11: *** Weeks on end. ***
Capitolo 12: *** Facebook. ***
Capitolo 13: *** What the fuck. ***
Capitolo 14: *** Find out. ***
Capitolo 15: *** Rooting for. ***
Capitolo 16: *** That should be me. ***
Capitolo 17: *** Feelings. ***
Capitolo 18: *** Thank you, Lord. ***
Capitolo 19: *** Out of my head. ***
Capitolo 20: *** Babe. ***
Capitolo 21: *** I don't know her name. ***
Capitolo 22: *** Bright red. ***
Capitolo 23: *** Present. ***
Capitolo 24: *** Someplace special. ***
Capitolo 25: *** Avviso. ***
Capitolo 26: *** Dead. ***
Capitolo 27: *** Catch me. ***
Capitolo 28: *** I fell. ***
Capitolo 29: *** Fault. ***
Capitolo 30: *** Maybe. ***
Capitolo 31: *** Pushed. ***
Capitolo 32: *** Suspects. ***
Capitolo 33: *** Suspicious. ***
Capitolo 34: *** Case Closed. ***
Capitolo 35: *** Release. ***
Capitolo 36: *** Lying. ***
Capitolo 37: *** The end. ***
Capitolo 38: *** Miracle In A Costume. ***



Capitolo 1
*** Dead and fictional. ***







Justin's Point Of View


 
'Romeo e Giulietta avevano solo tre anni di differenza quando si sono innamorati. Naturalmente il padre di Giulietta non approvava. Cosa ne pensate ragazzi?' Mr Bruce chiese, sedendosi alla fine della cattedra,guardando la classe. Ovviamente Tiffany Briggs alzò la mano.
 
'Penso che suo padre avesse completamente ragione. Voglio dire, come puoi innamorarti di qualcuno di tre anni più vecchio? Penso che Romeo fosse un pedofilo.' Disse alzando gli occhi.
 
'Un pedofilio? L'età non ha un numero!' Rispose Emma.
 
'Quindi stai dicendo che è ok che un uomo anziano si innamori di una ragazza giovane?' Tiffany chiese incrociando le braccia. Guerra tra puttane in arrivo.
 
'No, ma sono solo tre anni. Sarebbe strano se lei avesse tredici anni e lui venticinque. Ma non lo era. Lui ne aveva sedici. Tre anni vanno bene, trovo il giudizio del padre di Giulietta troppo duro.' Emma disse.
 
'Classe, alzi la mano chi pensa che tre anni di differenza vadano bene' Mr Bruce sorrise. Quasi tutta la classe alzò la mano, ma Tiffany ed io tenemmo le mani giù. 'Adesso alzi la mano chi pensa che sia ridicolo.' Ridacchiò, e solo Tiffany alzò la mano. 'Justin, non ho visto la tua mano alzata.' Disse, rivolgendo tutti gli occhi a me. 'Cosa pensi di ciò? Giulietta era troppo giovane per Romeo?' Chiese.
 
'Onestamente sono entrambi morti quindi non me ne frega un cazzo.' Mi strinsi nelle spalle, facendo ridacchiare qualcuno mentre Mr Bruce alzò gli occhi finchè non suonò la campanella.
 
'Va bene classe. Voglio che tutti voi pensiate a questo argomento. Pensavo ad un dibattito la prossima lezione. Justin, voglio che tu rimanga qui.' Lui ordinò. Gemetti e mi accasciai sulla sedia. Chaz mi fece un occhiolino prima di andare da Mitch. Sospirai e guardai avanti a me Mr Bruce che chiuse la porta prima di camminare verso il mio banco. 'Va tutto bene Justin? Sembri giù ultimamente' Affermò.
 
'Sto bene. Smeplicemente questo argomento non mi interessa. Posso andare adesso?' Gli chiesi. Lui sospirò appoggiandosi al banco di fronte al mio. 
 
'Justin questo non va bene. Non puoi andare all'università non sapendo nulla solo perchè non ti interessa. La maggior parte dei ragazzi trovano Romeo e Giulietta un soggetto divertente. Si tratta di una storia d'amore tra ragazzi della vostra età.' Disse. 'Alcuni ragazzi trovano riferimento in questa storia. Differenze d'età, amore proibito, cose del genere.' Aggiunse.
 
'Beh, io no.' Dissi. Insomma, ho scopato con ragazze più giovani di me. Ma le più giovani avevano due anni in meno, intorno ai sedici e qualcosa. 'Posso andare adesso?' Chiesi ancora una volta.
 
'Sai, ti pentirai delle scelte che stai facendo adesso in futuro, Justin.' Disse. 'Se tu non vai bene a scuola, non andrai ad un buon college, non avrai un buon lavoro e non sarai in grado di mantenere la tua famiglia. Tua moglie ti scaricherà e porterà i bambini con sè.' Mi sbraitò contro. Alzai un sopracciglio. 'Non che tutto questo sia accaduto a me.' Si strinse goffamente nelle spalle. 'Quello che sto dicendo è di dare una possibilità alla scuola, va bene?' Chiese.
 
'Va bene.' Annuì alzandomi. 'A dopo Mr B.' Lo salutai sbattendo la porta dietro di me e camminando verso il mio armadietto. Chi diavolo si crede di essere? Venirmi a dire di cosa mi pentirò quando sarò vecchio. Sono molto più intelligente di tutti questi ragazzi messi insieme. Solo non mi preoccupo di mostrarlo. Sarei considerato un nerd e il mio aspetto è tutto per me. Mi guardai intorno per trovare le sale vuote. Tutti vanno alla mensa il lunedì. Lunedì significa 'pizza day'.
 
'Dannazione.' Sentì una voce femminile. Girai la testa per trovare una ragazza un paio di armadietti in là litigare con il suo armadietto. Aveva l'armadietto rotto di Glenn Housen. L'addetto idiota non si preoccupa di aggiustarli. Chiusi il mio armadietto e mi diressi verso di lei. Sbattei due volte prima di tirare giù il blocco e afferrarlo per aprirlo. I suoi occhi si rivolsero a me.
 
'Grazie.' Mormorò a bassa voce. Mi limitai ad annuire prima di dirigermi verso la mensa. Guardai indietro vedendola litigare con i libri dentro al suo armadietto. Entrai alla mensa e mi diressi al tavolo 'popolare' come Chaz lo chiama. Mi sono inserito qui quando sono diventato capitano della squadra di basket.
 
'Yo, JB. Cosa voleva Mr Bruce da te?' Mi chiese Chaz, con il braccio avvolto attorno alla sua ragazza Taylor. Hanno cominciato ad uscire insieme dalla terza media. Non so come faccia a stare solo con una ragazza. La stessa cosa con Ryan. Lui è single ma preferisce i rapporti seri invece delle scopate. Io? Io scopo con ogni ragazza hot. A meno che io non sia davvero ubriaco, allora scopo con chiunque.
 
'Solo parlarmi di cazzate.' Alzai gli occhi. Si strinse nelle spalle e tornò a baciare Taylor. Alzai gli occhi facendo ridere Ryan.
 
'Amico, forse dovresti trovare una ragazza?' Mi chiese.
 
'Nah, sono apposto. Piuttosto tu?' Gli sorrisi di rimando. Lui alzò gli occhi. Mi misi a ridere e cominciai a mangiare.
 
'Chi è quella?' Ryan chiese con gli occhi che si muovevano da un lato della caffetteria all'altro dietro di me. Mi voltai e seguì il suo sguardo. Fissava la ragazza che avevo aiutato in precedenza con l'armadietto. Da quando il tipo di ragazza di Ryan è giovane?
 
'Una ragazza che ho aiutato prima. Amico, avrà dieci anni.' Risi. Lui alzò gli occhi. 
 
'Non voglio sentir parlare di lei. Voglio dire, guardale la maglia.' Ridacchiò. Mi voltai ancora una volta per vedere la scritta della sua maglia. 'South Stratford HS.' Oh, cazzo no.
 
'Ew.' Charlotte aggrottò la fronte. 'Viene dalla South Stratford? Disgustoso.' Alzò gli occhi insieme a Rebecca. La South Stratford è la nostra squadra nemica di basket. Un gruppo di ragazzi ricchi e presuntuosi che pensano di essere grandi a basket solo perchè possono permettersi tutto.
 
'Lei non può indossare quella maglia qua. La uccideranno. Povera ragazza.' Gli occhi di Taylor si dilatarono, dispiacuta per la ragazza.
 
'Non dispiacerti per lei. Lei è il nemico.' Dissi, mentre passava. Aggrottò le sopracciglia notando che tutti la guardavano. Si scrollò di dosso le occhiate e si trovò un tavolo vuoto.
 
'Oh andiamo. La ragazza è seduta da sola. Invitiamola qui!' Suggerì Taylor.
 
'NO!' Gridammo tutti assieme. 'Potrebbe essere una spia!' Affermò Ryan.
 
'Stai scherzando? Pensi che si prenderebbero davvero la briga di mandare una spia a vedere quanto bene siamo messi nella pallacanestro? Ragazzi, siete pazzi! Taylor difese la ragazzina. Sarà stata in prima o seconda superiore. Avrà avuto intorno ai quindici, sedici anni. Eppure una South Stratty. 'Se nessuno sarà così carino da andare a fare amicizia con lei lo farò io.' Dichiarò Taylor alzandosi.
 
'Sei pazza?' Esclamò Chaz.
 
'Chaz Graham Somers, non farmi incazzare.' Disse fissandolo prima di dirigersi al tavolo della ragazza.
 
'Chaz, la tua ragazza è ritardata.' Disse Rebecca.
 
'Sono d'accordo.' Annuì Charlotte. Alzai gli occhi. Perchè? Perchè sono così stronze? Odiano la South Stratford tanto quanto Chaz, Ryan ed io. Il loro team di cheerleader è così presuntuoso. L'unica differenza è che loro vincono tornei di acclamazione ogni anno e noi no. La stessa cosa con il basket. Loro vincono sempre. Ma quest'anno sarà diverso. Sono sicuro di questo.



Original FanFiction:
http://www.justinbieberfanfiction.com/viewstory.php?sid=28343

                                                                                                                             Eve Perry      Eden Perry         Adam Perry
 

      
                                                                                                                            Rebecca Pane Maggie Smith    Charlotte Mills

                                                                   
                                                                                                                           Chaz Somers Taylor Miles         Ryan Butler

 



 

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Capitolo 2
*** Honestly. ***


 

Eden's Point Of View
 
 
Per qualche ragione la ragazza con cui dovevo uscire mi ha dato buca dicendo che non poteva essere vista con me per nessuna ragione al mondo. Cosa ho fatto? E' perchè sono la ragazza nuova? O forse sono dannatamente brutta per starle accanto?

'Hey!' Una ragazza con i capelli biondi mi salutò prima di sedersi vicino a me. Era la ragazza del tavolo che mi fissava quando sono passata prima. Questo mi confuse. 'Sono Taylor, una senior.' Tese la mano verso di me educatamente. 

'Eden.' Risposi stringendole la mano incerta se fosse una specie di scherzo o meno.

'Eden? E' un nome così carino!' Mi sorrise. Sembrava una persona gentile. Forse l'unica? 'Ha un significato particolare?' Mi chiese.

'Sono stata chiamata così per il giardino dell'Eden.' Dissi. 'Conosci? Adamo ed Eva?' Le chiesi.

'Oh!' Mi sorrise schioccando le dita. 'E' così carino.' Sorrise. 'Mi piace la tua, um, maglia, vieni dalla South Stratford?' Mi chiese.

'Oh, no. Questa maglia è di mio fratello. Mi sono recentemente trasferita a vivere qui con lui e mio padre.' Dissi. Lei sorrise ancora di più. 'Vengo da Winnipeg.' Aggiunsi. Forse è per questo che le persone hanno paura di farsi vedere con me? Mio fratello ha detto qualcosa in merito, una sorta di guerra tra le due scuole. 'E' per questo che non piaccio alle persone?' Le chiesi.

'Devo essere onesta con te, è il caso di dire sì.' Rise. 'C'è questa stupida guerra con la nostra scuola. Loro vincono sempre gli eventi come basketball, cheerleader.' Disse.

'Non sono stata accettata.' Dissi. 'Devi essere estremamente intelligente per fare questa scuola, come mio fratello e mia sorella.' Aggiunsi.

'Oh, sono sicura che sei intelligente.' Mi sorrise. 'Vuoi sederti con noi? C'è giusto un posto in più.' Chiese sorridendomi gentilmente. Guardai dietro di lei, i suoi amici mi guardavano.. con disgusto.

'Erm, non credo di piacere molto ai tuoi amici.' Risposi. Lei si girò, e i suoi amici si girarono a loro volta facendo finta di nulla. 'Ma grazie per l'offerta, è stato davvero gentile da parte tua.' Dissi alzandomi e dirigendomi verso il cestino più vicino per buttare il mio vassoio.


 
Justin's Point Of View
 

 
Seguimmo con lo sguardo la ragazzina alzarsi e uscire dalla mensa dopo aver buttato il vassoio nel cestino. Taylor grugnì alzandosi e tornando al nostro tavolo.

'Ragazzi l'avete spaventata!' Mormorò Taylor sedendosi vicino a Chaz. 'Nessuno la vuole e tutto per una stupida guerra tra rivali. E indovinate un po'! Non frequenta nemmeno quella scuola. La maglia è di suo fratello.' Aggiunse guardandoci. Ryan alzò le spalle e continuò a mangiare il suo cibo.

'Lei è legata ad uno di loro. Va comunque male.' Dichiarò Chaz.

'Lei non se lo aspettava.' Sospirò Taylor agitandosi.

'E' comunque una South. Se nessuno parla con lei forse se ne torna da dove viene.' Sorrise Nolan. Devo ammettere che era un pò crudele da parte loro. E' solo una ragazza.

'E' solo una ragazza!' Gridò Taylor attirando l'attenzione di tutto il nostro tavolo.

'State ancora parlando di quella ragazzaccia della South Stratford?' Chiese Charlotte alzando gli occhi. Io stavo in silenzio.

'Andiamo ragazzi siete stati orribili. Vi sembra il modo giusto di trattare una persona? Una ragazzina?' Chiese Taylor, guardando tutto il nostro tavolo che sembrava non essere d'accordo con lei.

'E' il modo di trattare una South.' Ridacchiò Ryan, provocando risatine da parte di tutto il tavolo.

'Andiamo! Questo è bullismo ragazzi. Chaz?' Chiese al suo ragazzo. Chaz sospirò, alzò lo sguardo verso Ryan che sorrise poi verso di me. Detti un'occhiata in giro poi abbassai lo sguardo verso il mio cibo.

'Piccola, sai quanto pericoloso sarebbe se lasciassimo uscire una South con noi?' Dichiarò Chaz. Taylor era incazzata.  Le si poteva quasi vedere il fumo uscire dalle orecchie. Si alzò e se ne andò senza dire una parola. Non mi piace ammetterlo, ma Taylor aveva ragione.

 
 
'Bieber, sei in ritardo. Dove sei stato?' Mr Howard ringhiò mentre io entravo nella classe di matematica.

'In bagno.' Mi strinsi nelle spalle sedendomi.

'A farsi succhiare il suo cazzo.' Aggiunse Chaz con una risatina. Alzai gli occhi. In realtà non stavo facendo nulla di male.

'Amico, guarda chi sta prendendo corsi di matematica avanzata.' Nolan sorrise dandomi una gomitata. Guardai avanti per trovare la ragazzina della South Startford. Lui sorrise e cominciò a strappare un pezzo di carta.Sospirai e sprofondai sulla sedia. Credetemi, a nessuno piace prendersela con i nerd più di me. Ma per qualche ragione mi dispiaceva per lei. Lei non ha nessun amico. Zilch. Zero. Nil.

'Hey South.' Nolan rise, e cominciò a spingere la sua sedia con il piede. Lei non si voltò, rimase perfettamente immobile. Mossa intelligente. Nolan decise di buttarle il pezzetto di carta in testa. Lei si voltò e lo fissò. 

'Dannazione, tutte le ragazze della South sono brutte o lo sei solo tu?' Chaz rise. Fortunatamente Taylor non era in classe. Perchè se lo fosse stata Chaz avrebbe perso la ragazza. Lei inspirò ed espirò poi si girò. Era carina, devo ammetterlo. Avrà avuto sui quindici anni. Non era hot o sexy, era semplicemente carina. Dei begli occhi, ma non avevo ancora visto il suo sorriso.

'Southie.' Canticchiò Nolan che spingeva ancora la sua sedia. Guardai in giro per trovare Mr Howard girato di spalle a scrivere equazioni alla lavagna, non sapendo quello che stava succedendo.

'Lasciami stare.' Quasi gridò a Nolan girandosi. Lui colse l'occasione per tirarle un'altra pallina di carta colpendole la spalla. Fortunatamente il ragazzo non era nella squadra di pallacanestro. Ha una mira terribile. Lei guardò la pallina finita a terra e sorrise. 'Devi lavorare sul tuo lancio.' Disse prima di girarsi.

'Che stronza spiritosa.' Disse Nolan prima di sprofondare sulla sedia. Sospirai e scossi la testa. E questi sono i coglioni che chiamo migliori amici.
 
 
'Biebs, ti serve un passaggio a casa?' Chaz mi gridò dalla sua ford nera. Lo guardai, sapendo che non c'era posto. Aveva Ryan, Nolan, Taylor e Mitch. Cinque, il massimo dei posti in quella macchina.

'Possiamo stringerci se vuoi amico!' Aggiunse.

'Nah, va bene. Voglio fare una passeggiata!' Risposi facendogli il segno della pace. Si strinse nelle spalle e se ne andò. Non prima di deviare verso la ragazzina della South Startford facendole cadere i libri a terra dal terrore. Chaz può essere un coglione, ma non ha mai colpito una ragazza con la sua auto. Sono sicuro che le prenderà da Taylor. La sua auto sgommò in strada lasciando la ragazzina ed io gli unici nel parcheggio. 

'Dannazione.' Sospirò raccogliendo un pezzo di carta caduto in una pozzanghera. Lo prese e lo buttò nel cestino. Il vento che soffiava trascinò un paio di carte nella mia direzione. Mi guardai intorno facendo attenzione che non ci fosse nessuno prima di raccogliere i fogli. Non sembrava aver notato che avevo i suoi fogli in mano perchè mise il resto nello zaino e si incamminò per tornare a casa.

'Hey Southie!' La chiamai. Lei si fermò e si girò verso di me completamente irritata.

'Il mio nome non è Southie.' Disse guardandomi arrabbiata.

'Beh, come avrei dovuto chiamarti visto che hai dimenticato i tuoi fogli?' Chiesi tenendoli in mano. Gli diedi un'occhiata veloce. Domande di revisione di matematica? E' seria? 'Perchè stai cercando di andare bene in matematica?' Le chiesi.

'Voglio essere accettata alla South Stratford.' Disse. 'Ovviamente non sono la benvenuta qui.' Aggiunse turbata.

'Perchè non sei stata accettata prima?' Chiesi.

'Perchè vuoi saperlo?' Mi sfidò. Onestamente non lo sapevo neanch'io. 'Stai cercando di trovare un'altro motivo per prendertela con me, hm?'

'Accidenti, stavo solo chiedendo.' Alzai gli occhi. 'Vuoi questi maledetti fogli o gli devo buttare nel cestino?' Chiesi. Lei gli prese e li mise nello zaino.

'Non dovresti giudicare.' Disse a bassa voce. Aggrottai la fronte e la guardai. Mi misi letteralmente a ridere. 'Cosa c'è di così divetente?' Chiese.

'Tu davvero non hai mai giudicato nessuno?' Sorrisi.

'No, non è una cosa che fanno le ragazze.' Disse. Sembrava la figlia che tutte le madri vorrebbero avere. O la ragazza che mia madre vorrebbe farmi sposare, cazzo.
Mi guardò prima di cominciare il suo tragitto verso casa. Sorrisi a me stesso e comincai a camminare. Si girò vedendomi dietro di lei. Fece finta di non essere disturbata, ma si poteva benissimo vedere che era irritata. Girò a destra e lo stesso feci io. 'Perchè mi stai seguendo?' Mi gridò.

'Non ti sto seguendo.' Risi.

'Oh, sì? Come lo chiami quando qualcuno sta dietro di te e svolta ad ogni angolo in cui svolti tu?' Mi guardò.

'Non lo so, forse viviamo nella stessa strada?' Fermandomi di fronte a casa mia. Lei guardò casa mia. Vivo con mia madre e i mei nonni. Non è grande, ma è una casa.

'Oh, tu vivi qui?' Indicò la mia casa. Io annuì.

'Dove vivi tu?' Le chiesi. Lei indicò la casa dopo la mia.

'No, quella è la casa del sacerdote.' Ridacchiai. Lei annuì. 'Vivi con lui?' Le chiesi. Lei annuì. Ecco perchè è così corretta.

'E' mio padre. Mia madre ed io abbiamo vissuto a Winnipeg per pochi anni, prendendoci cura di mia nonna.' Disse. 'Ora vivo qui.' Indicò la casa

'Aspetta, tu sei la sorella più piccola di Adam Perry?' La guardai shockato.

'Eden!' La famigliare voce fastidiosa di Adam Perry risuonò dalla porta d'ingresso della casa accanto. Quindi questo è il suo nome. Eden. Aspetta, il nome di suo fratello è Adam, quello di sua sorella Eve, ed il suo Eden? Accidenti. 'Perchè stai parlando con Bieber?' Chiese, avvicinandosi ad Eden. E' incredibile.

'Oh, io e la tua sorellina stiamo diventando buoni amici, Adam.' Gli sorrisi sapendo che questo lo avrebbe completamente irritato.

'Vai dentro.' Adam mormorò ad Eden mettendole una mano sulla spalla.

'Ma io-' Eden tentò di parlare, ma vidi la mano di Adam stringere la presa sulla sua spalla. Lei sospirò e mi dedicò uno sguardo dispiaciuto prima di entrare in casa.

'Tu stai lontano da mia sorella, mi hai sentito? E' già abbastanza che debba frequentare la tua feccia di scuola.' Disse. 'Lei è troppo per te.' Mi sorrise. 

'Sai cosa, Perry? Lei è così carina.' Gli sorrisi, avvicinandomi a lui. 'Mi chiedo quanto possa essere fantastica a letto, eh?' Gli feci l'occhiolino. Si lanciò verso di me, ma si fermò quando sentì urlare da suo padre il suo nome. Sospirò e fece un passo indietro.

'Adam! Cosa sta succedendo qui?' Il sacerdote Perry uscì da casa.

'Niente papà.' Disse Adam. 'Stavo solo facendo sapere a Justin che Eden non può fidanzarsi fino ai diciotto anni. Giusto papà?' Chiese girandosi verso suo padre che annuì. Come se fossi uno che segue le regole. Non che volessi fidanzarmi con Eden. E' carina, ma non sono quel tipo di ragazzo. Io scopo con le ragazze. Forse dovrei provare anche con lei? Questo gli farebbe sicuramente incazzare. 

'Torna dentro Adam. Devi controllare Eden in modo che se ne possa andare da questa sporca scuola ala più presto.' Il sacerdote mi lanciò un'occhiata. Adam mi lanciò un altro sguardo prima di entrare in casa.

Chaz e Ryan usciranno di testa quando gli racconterò tutto ciò.

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Capitolo 3
*** Saved your life. ***





Justin's Point Of View
 
'Come non abbiamo potuto capirlo? Ovviamente è una Perry. Questo spiega la sua brutta faccia.' Chaz sorrise, prima di lanciare in aria le mani drammaticamente. Alzai gli occhi ovviamente sapendo che stava mentendo. Voglio dire, poteva benissimo inventarsi qualche altro insulto. Ma brutta? Questo è l'unico insulto che non le si addice.
 
'In ogni caso, a quanto pare non può fidanzarsi prima dei diciotto anni. Ho fatto incazzare suo fratello chiedendole quanto potesse essere brava a letto.' Ridacchiai.
 
'Sarebbe fortunata se qualcuno la volesse a diciotto anni.' Sorrise Ryan. Alzai ancora una volta gli occhi ai loro stupidi insulti. 'Perchè continui ad alzare gli occhi? Lei non ti piace, vero?' Ryan mi lanciò uno sguardo compiaciuto.
 
'Dio, Justin! Lei è una zona intrapassabile. Non m'importa se vuoi scoparci insieme. E' una regola. ' Gridò Chaz. 'Souths e Norths non potranno mai e poi mai essere amici. Per non parlare dello scopare.' Chaz mi mandò un'occhiataccia abbassando la voce in modo che la professoressa non potesse sentire la nostra conversazione. 
 
'Sta zitto, non avevo intenzione di scopare con lei. Ha quindici anni, non sono un pedofilo, idioti.' Alzai gli occhi.
 
'Tre anni non sono pedofilia, Justin. Non hai ascoltato nulla di ciò che ha detto Mr Bruce nell'ora di inglese?' Mi chiese Taylor. 'Penso che sembreresti carino assieme a lei. Aww' Disse come se si stesse proiettando la scena nella sua testa.
 
'Smettila, è solo una bambina. Solo... puah.' 
 
'Lei non è puah. Lei è carina.' Sorrise.
 
'Puoi fidanzarti con lei.' Sorrisi. 'Chiunque è meglio di Chaz.' Dissi rivolgendo il sorriso a Chaz che mi rivolse un'occhiataccia prima di baciare le labbra della sua ragazza
.
'Sei geloso perchè io ho una ragazza e tu no.' Sorrise.
 
'Non voglio una ragazza. Non so se hai sentito, ma io non mi fidanzo. Nessuno può legare Justin Bieber.' Sorrisi a mia volta.
 

 
'Ew, il mio cibo non ha un aspetto invitante.' Disse Taylor frugando con la forchetta nel cibo della mensa. 'Stanno cercando di ucciderci con questo cibo?' Si accigliò preoccupata.
 
'Nah, semplicemente ti odiano, Tay.' Ridacchiò Ryan sorseggiando il suo drink per poi piegarsi per sputarlo.
 
'Ha! Karma, stronzo!' Sorrise a Ryan che alzò gli occhi. 'Oh mio dio. Yay!' Taylor esclamò dal nulla. La guardai come si guarda un ritardato poi seguì il suo sguardo per vedere Eden camminare con un'altra ragazza. 'Si è fatta un'amica.' Esclamò sorridente.
 
'I perdenti si fanno amici di altri perdenti.' Sorrise Chaz guadagnandosi un'ochiataccia da Taylor. Perchè una persona così bella come Taylor deve stare con qualcuno come... Chaz? 'Ahi, perchè devi farmi del male? Io ho la mia opinione come tu hai la tua, piccola.' Disse guardandola.
 
'La tua opinione fa schifo.' Rispose Taylor schioccando la lingua.
 
'Sì, beh, questa è la tua opinione.' Disse Chaz sorridendole. Alzai gli occhi e guardai Eden sedersi con l'altra ragazza di cui non sapevo il nome.
 
'Comunque, qual'è il nome della ragazza?' Chiesi curioso.
 
'Non lo so, probabilmente sono dello stesso anno.' Taylor piegò la testa di lato.
 
'A chi importa? Diamo loro il nome perdente uno e perdente due.' Nolan sorrise facendo ridere Mitch. Ma Mitch ride ad ogni cosa e per ogni cosa.
 
'Il suo nome è Eden.' Lo corressi guardandolo. Mi guadagnai strani sguardi da parte di tutto il tavolo, compresa Taylor. 'Cosa?' Chiesi scavando con la forchetta all'interno del mio cibo.
 
'La stai difendendo?' Taylor mi guardò confusa per poi sorridere.
 
'No. Il suo nome è.. davvero stupido. Voglio dire, è stata chiamata come un giardino. Alzai gli occhi. 'E' divertente chiamarla Eden.' Mi strinsi nelle spalle, Chaz alzò gli occhi e rise.
 
'Ha ragione. E' un nome stupido.' Aggiunse Mitch. 'Adam, Eve e Eden. Cavolo, cos'è c'è di sbagliato nei loro genitori?' Disse ridendo.
 
'Suo padre è il sacerdote. Anche sua madre fa qualcosa a che fare con la chiesa.' Disse Chaz stringendosi nelle spalle. 'Comunque sono solo un mucchio di credenti pazzi.' Ridacchiò ricominciando a mangiare.
 
'Penso che sia davvero una bella ragazza. In più il nome Eden e completamente e totalmente adorabile.' Sorrise Taylor.
 
'Possiamo finirla di parlare di lei? Mi state facendo vomitare il cibo.' Si lamentò Ryan facendo ridere tutti al tavolo,tutti tranne me e Taylor. Non che non fosse divertente, lo era. Semplicemente.. non mi faceva ridere. Non so perchè.


Eden's Point Of View


 
 
Notai Taylor e Justin e tutto il loro tavolo guardarmi mentre mi sedevo al tavolo della mensa con Maggie. Maggie era probabilmente l'unica persona che si è presa la briga di non badare agli altri ed essere gentile con me.
 
'Perchè stai guardando il tavolo dei popolari?' Mi chiese aggrottando le sopracciglia. 
 
'Loro continuano a guardarmi. Mi da fastidio.' Borbottai. 'Non gli piaccio perchè mio fratello e mia sorella frequentano la South Stratford.' 
 
'Lo so, è stupido.' Sospirò. 'Non è colpa tua. Tu non sei mai andata a quella scuola.'
 
'Perchè si odiano a vicenda? Le scuole intendo.' Chiesi.
 
'Beh, tutto è partito l'anno scorso. Justin Bieber e tuo fratello hanno scatenato questo odio.' Ridacchiò. 'Justin segnò un canestro ed Adam gli diede una gomitata allo stomaco, perciò non hanno ottenuto punti e non hanno potuto vincere la partita. Justin ed Adam si odiano a vicenda da allora. E' stupido, credo.' Disse stringendosi nelle spalle.
 
'Estremamente stupido.' Annuii. 'Ma per essere onesti, mio fratello è una sorta di.. coglione, credo.' Dissi incurvando i lati della bocca in un sorriso facendola ridacchiare.

 
 
'Sei in ritardo.' Disse papà appena aprii la porta di casa. Sospirai e posai la chiave nell'apposito portachiavi.
 
'Stavo parlando con un'amica, papà. E' tutto.' Dissi. Lui roteò gli occhi nella mia direzione e tornò a leggere il giornale. Salii le scale e mi avviai verso la mia camera.  Ero appena tornata dal vivere con mia nonna per alcuno anni. Lei ha combattuto una lotta contro il cancro al seno, che purtroppo ha perso. Siamo tornate a casa cosicchè papà potesse assicurarsi che mamma non fosse troppo sconvolta, e feci domanda alla South Stratford ma non venni accettata. I miei genitori erano davvero arrabbiati ed ora sono costretta a studiare per poter superare il test del prossimo mese.
 
Mi avvicinai alla mia veranda, aprendo le porte e tirando indietro le tende potendo così godermi una magnifica vista.. della porta accanto. Sembra che Justin abiti proprio accanto a me. Ieri sera ho sentito dei gemiti di una ragazza provenienti da casa sua. Non capisco come qualcuno possa andare male a scuola, non rispettare le regole e fare sesso con qualsiasi cosa che si muove. Abbastanza disgustoso.
 
Entrai nel mio bagno e aprii il rubinetto della doccia. Mi piace fare la doccia prima di studiare, perchè mi stanca. Se facessi una doccia dopo aver studiato, mi sveglierei e non riuscirei a dormire, alzandomi stanca per andare a scuola il giorno successivo. Ho bisogno di prestare attenzione a scuola.
 
Ho bisogno di andare alla Stratford South High. Io non appartengo a questo posto. Le uniche persone che sono carine con me sono Taylor e Maggie. Il resto della scuola mi disprezza perchè sono una Perry. Sono davvero così coinvolti nella rivalità? Feci la mia doccia veloce prima di andare a studiare. Decisi di andare in veranda e studiare lì. Il venticello freddo era molto meglio della mia piccola e soffocante stanza.
 
'Hey, nerd.' Sentii un'accenno di risata nella sua voce roca. Girai la testa per trovare Justin appoggiato al davanzale della sua veranda di fronte alla mia. Perfetto. Ora so perchè Adam ed Eve non volevano questa stanza. 
 
'Non sono una nerd, voglio solo far bene il mio lavoro.' Lo fulminai con lo sguardo e aprii il libro di Romeo e Giulietta, quello che stavamo attualmente leggendo nel mio primo anno di superiore. Trovo inutile studiarlo ora, lo andremo a fare nuovamente in quinta superiore. Mi venne un'idea. 'Stai facendo Romeo e Giulietta in inglese?' Gli chiesi.
 
'Oh dio. Non sarai anche nella mia classe di inglese, vero?' Mi guardò chiaramente annoiato.
 
'No, lo sono solo in quella di matematica.' Dissi.
 
'Oh, allora sì.' Rispose. 'Gli stai studiando anche tu?' Mi chiese ed io semplicemente annuii. Lui deve aver studiato queste cose. Forse mi potrebbe aiutare a studiarlo? No, sarebbe sbagliato per molte ragioni. Uno, probabilmente lui non gli ha nemmeno studiati, e in qualche modo è comunque in quinta superiore. Due, i miei genitori e fratelli lo verrebbero a sapere. Tre, non mi aiuterebbe nemmeno se stessi per esplodere. 'Chi è il tuo professore?' Mi chiese.
 
'Mr Lord.' Risposi semplicemente, mettendo il resto dei libri dentro il mio zaino per poter cominciare a leggere Romeo e Giulietta. Una storia abbastanza inutile se me lo chiedete. 
 
'Ah, lui  è un vero stronzo.' Ridacchiò.
 
'Linguaggio.' Lo avvertii. Lo vidi alzare gli occhi. 'Se non ti dispiace vorrei un pò di pace e tranquillità per leggere il mio libro.' Dissi.
 
'Perchè semplicemente non guardi il film?' Mi chiese.
 
'Perchè non ci sono tanti dettagli quanto quelli che ci sono nel libro. E poi, mi è stato detto di leggere il libro, non andare a noleggiare il film.' Risposi annoiata.
 
'Comunque, alla fine muoiono tutti e due.' Grugnì. 'Stupida storia d'amore.' Aggiunse alzando gli occhi. Alla fine c'è una cosa in cui siamo d'accordo. Sfogliai la prima pagina del libro, cominciai a leggere la prima riga prima di venire interrotta dalla voce di Justin ancora una volta.
 
'Perchè vuoi così tanto andare alla South? Quella scuola è da snob. Ma alla fine lo sei anche tu.' Sbuffò.
 
'Non lo sono!' 
 
'Pensi di essere migliore di chiunque altro.' Disse. 'Sei una Perry, dopotutto.' Sorrise.
 
'Non dovresti giudicare un libro dalla copertina, ma grazie tante. Non sono per nulla come mio fratello e mia sorella.' Dissi con rabbia guardando il mio libro.
 
'Hai ragione. Tua sorella è piuttosto hot, e tu sei.. tu.' Mormorò. Alzai gli occhi. Non è la prima volta che me lo sento dire. Tutti i ragazzi pensano che mia sorella, Eve, sia hot. Ovviamente, lei è perfetta. E' un anno più grande di me ed è molto intelligente. I ragazzi la amano. Le ragazze vogliono essere come lei. Lei è la principessina di papà, e la figlia pefetta secondo mia madre. Anche se in realtà è una grande.. bugiarda. Dorme in giro e si scatena alle feste. E' come la versione femminile di Justin ad essere onesti.
 
'Pensi che non lo sappia questo?' Chiesi guardandolo per poi abbassare lo sguardo verso il mio libro. Justin restò in silenzio. 'Perchè sei ancora qui? Non rischi dei guai con i tuoi amici se parli con una South?' Gli chiesi.
 
'Non vado in guai per aver fatto nulla. Faccio quello che voglio, quando voglio.' Ridacchiò.
 
'Oh, che ribelle.' Alzai gli occhi.
 
'Tu hai davvero una boccaccia.' Sembrava annoiato. Perchè se era annoiato non se ne andava?
 
'Potrei dire lo stesso di te.' Mormorai, cercando di focalizzarmi sul mio libro. Lui grugnì e tornò dentro. Finalmente. Resterò in pace.
 
'EDEN!' Qualcuno gridò il mio nome dalla porta della mia stanza. Ho parlato troppo in fretta. Sospirai e lasciai il mio libro a terra prima di raggiungere la porta della mia camera da letto dove mia sorella Eve mi aspettava. 'Vuoi dei biscotti? Mamma ne ha fatti un pò.' Mi sorrise dolcemente. Può essere una grande bugiarda, ma è una brava sorella. Abbassai lo sguardo verso il suo corpo desiderando di avere le sue stesse forme. 
 
'No, grazie. Non ho fame.' Dissi. Lei si strinse nelle spalle e si diresse al piano di sotto. Sospirai e tornai alla mia veranda, guardandomi intorno per cercare il libro che avevo lasciato a terra, ma non lo vidi da nessuna parte.
 
'Cerchi questo?' Sentii una risatina. Alzai lo sguardo per trovare Justin in piedi con il mio libro in mano
.
'Ridammelo, mi serve. Devo finirlo in tempo per il mio saggio.' Sospirai tendendo il braccio in fuori per farmelo restituire, ma lui incrociò le braccia e mi sorrise. 'Cosa vuoi per ridarmelo, allora?' Sospirai.
 
'Niente. Devi solo venire qui e prenderlo.' Sorrise.
 
'Mi stai prendendo in giro? Vuoi che cada e muoia o qualcosa del genere?' Gli chiesi. Lui sorrise appena. 'Certo che sì.' Mormorai. 'Non attraverserò la veranda.' Dissi incrociando le braccia.
'Sembra che dovrai portare il tuo saggio un po' in ritardo.' Sorrise prima di tornare nella sua stanza con il mio libro tra le mani. Non posso dirlo ai miei genitori o a mio fratello. Mio padre probabilmente si infurierebbe, ed Adam cercherebbe di prenderlo a botte. Qualunque cosa Justin faccia riesce a farmi incazzare. Non posso scendere e proseguire a piedi a casa sua. Mio padre mi chiederebbe dove sto andando e io non posso mentirgli. Lui lo verrebbe a.. sapere.
 
Borbottai prima di afferrare una presa della veranda per sollevarmi. Guardai dall'altra parte, c'era solo un metro di distanza. Abbassai lo sguardo e piagnucolai. Se fossi caduta sarei morta, o comunque mi sarei rotta ogni singola ossa del mio corpo. Allungai una gamba per cercare una sporgenza alla veranda di fronte. Avevo solo una gamba su cui appoggiarmi cercai con  la mano il palo della veranda di Justin per afferrarlo. Adesso avevo una mano e un piede sulla veranda di Justin, e l'altra mano e l'altro piede nella mia veranda.
 
Avevo bisogno di raggiungere la sua veranda rapidamente, in caso contrario sarei caduta, e non sarebbe stato un bello spettacolo. Ricordatemi ancora, perchè sto rischiando la mia vita per uno stupido libro su una stupida storia di una stupida coppia che si innamora? Contai rapidamente fino a tre nella mia testa, saltando nella veranda di Justin. Pensavo di essere al sicuro per un secondo, finchè il mio piede non scivolò facendomi quasi cadere, ma venni afferrata da qualcosa prima di cadere a terra. 
 
'Oh, mio dio.' Sussurrai tra me e me. Sentivo le mie mani lentamente scivolare. E per qualche ragione, per un minuto, pensai che se avessi gridato aiuto a mio padre o mio fratello avrei passato guai più seri che una gamba rotta.
 
'Porca puttana.' Disse Justin notandomi appesa alla sua veranda correndo a soccorrermi. Strinse i miei avambracci e mi tiro sù. Ahi, si formeranno dei lividi. Dopo che i miei piedi toccarono la sporgenza della sua veranda, mise le mani sui miei fianchi e mi tirò su. Naturalmente, come accade in ogni film, caddi su di lui. Con la differenza che in quei film lo si guarda negli occhi, lo si bacia e lo si ringrazia per avermi salvato la vita. Mi alzai, e sbattemmo la testa. 'Che cazzo?' Imprecò.
 
'Per colpa tua, sono quasi morta!' Dissi indicandolo e colpendogli il petto. Sì, sono una dura.
 
'Non ti ho detto di farlo! Diamine, non pensavo che tu avessi intenzione di farlo!' Mi urlò contro. 'Maledizione, è stata una mossa stupida! Tutto per un libro del cazzo?' Imprecò. Lo colpì un'altra volta. 'Ahi, che diamine?!' Gridò.
 
'Linguaggio.' Lo fissai. Lui mi fissò a sua volta con rabbia. 'Posso avere il mio libro adesso? Devo tornare a casa.' Sospirai. Prese il libro dal suo letto e me lo porse. Merda, come faccio ad andare a casa ora?
 
'E come pensi di tornare a casa?' Sorrise. Mi voltai e guardai la mia veranda. 'Vuoi un pò d'aiuto questa volta?' Ridacchiò. Mi maledii per essere venuta qui. Annuii. Mi fece un cenno di avvicinarmi. Salii sopra la sporgenza di nuovo, e Justin mi tenne la vita mentre io risalii nella mia veranda. Andrò all'inferno per questo.. Sistemai i miei vestiti, prima di guardare Justin.
 
'Allora?' Mi chiese. 'Hai intenzione di ringraziarmi per averti aiutata, e per averti praticamente salvato la vita?' Sorrise.
 
'Perchè dovrei quando eri tu il motivo per cui stavo quasi per morire?' Lo fissai.
 
'Perchè.. sei stata tu quella stupida ad aver attraversato la veranda.' Sorrise. 'Tiction ho salvato la vita e non hai nemmeno intenzione di ringraziarmi?' Mi chiese.
 
'Non mi hai salvato la vita. Ma grazie. Per.. avermi impedito di rompermi un osso.' Dissi.
 
'Comunque, ti ho salvato la vita.' Sorrise, e tornò in casa. Sospirai e tornai anch'io nella mia stanza, chiudendo la porta della veranda dietro di me. In quel momento sentii qualcuno bussare alla porta. 
 
'Eden Mary Perry, apri questa porta. Adesso!' Gridò mio padre.
 
Uh-oh.




Original FanFiction:


http://www.justinbieberfanfiction.com/viewstory.php?sid=28343
 
 

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Capitolo 4
*** Avviso. ***


Saaalve a tutte.
No, questo non è un capitolo e non so quando e se aggiornerò.
Il problema è che non c'è praticamente nessuno che segue questa storia.
Non ricevo più di una recensione a capitolo e la cosa un pò mi urta, mi piacerebbe che le persone che leggono questa storia lasciassero una recensione, una critica anche per farmi sapere dove potrei migliorare, ma la cosa mi risulta un pò difficile visto che non c'è nessuno che recensisce.
Ci metto un sacco di tempo a tradurre e non ve lo sto rinfacciando perchè comunque mi piace farlo, ma mi piacerebbe che il mio 'sforzo' venisse ripagato. Non vi chiedo di scrivermi recensioni chilometrice, sempicemente mi piacerebbe sapere cosa pensate riguardo la storia, anche con poche righe.
Non so ancora cosa fare, non sono sicura di voler continuare a tradurre questa storia, ma spero di poter cambiare idea.
Per adesso vi saluto, CìAò PàZzéRèLlé11!1!1!
Okay no, cercate di capirmi è tardi e ho studiato tutto il giorno fisica. Ma che materia di merda è fisica? 
Anyways, adesso vado, sul serio
Un bacio, smileveryday.

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Capitolo 5
*** The girl next door. ***






Eden's Point Of View



 
'Hey, amica.' Mi salutò Maggie apparendo davanti al mio armadietto. 'Stavo pensando.. Io e te potremmo andare a vedere un film al cinema. Volevo vedere The Hunger Games, e tu hai detto che hai già letto i libri, quindi..'
 
'Scusa, Maggie. Non posso. Mio padre mi ha messo in punizione per una settimana.' Grugnii cercando di aprire il mio armadietto. Dannazione! Perchè questo armadietto dev'essere così dannatamente complicato? Non solo gli studenti di questa scuola mi odiano, ora anche l'armadietto! Non è fantastico?
 
'Wow, cos'hai fatto?' Mi chiese completamente confusa. Dovrebbe essere confusa. Perfino io lo sono!
 
'Mi sono intrufolata in casa di Justin.' Mormorai. Mi fulminò con lo sguardo. 'Mi ha rubato il libro di Romeo e Giulietta, e mi ha detto che se lo avessi voluto indietro sarei dovuta andare a prenderlo. Mi sono intrufolata nella sua veranda e mio fratello mi ha visto.' Sospirai.
 
'Sei seria?' Mi guardò scioccata.
 
'Cosa?' Le chiesi, completamente confusa.
 
'Perchè! Tu sei andata in casa di Justin?' Mi chiese. 'Ew. Il ragazzo è un completo coglione! Tu non dovresti stargli attorno. Immagino che la sua stanza odori di sesso.' Disse aggrottando la fronte.
 
'Che odore ha il sesso?' Mi accigliai. 'A pensarci bene, non voglio saperlo.' Sospirai, voltandomi verso il mio armadietto. Provai a sbatterlo come fece Justin il primo giorno, ma con me non funzionò troppo bene. 'Perchè mi hanno dato l'armadietto rotto?' Mormorai prima di appoggiare la testa su di esso e sospirare. 'Perchè il mondo mi odia?'
 
'Il mondo non ti odia..' Maggie rise. 'Solo tutto il corpo studentesco.' Rispose. Sospirai e mi girai verso di lei. Mi sorrise e si strinse nelle spalle. Notai Justin con i suoi stupidi amici, Chaz e Ryan. Si avvicinò al suo armadietto che era a soli due metri dal mio. Maggie si avvicinò a me.
 
'Grazie a te, sono in punizione per una settimana!' Gli urlai contro. Lui si guardò intorno allarmato. In quel momento me ne accorsi. Non voleva essere visto a parlare con me? Che coglione. 
 
'Non so di cosa tu stia parlando, ragazza stramba.' Mi guardò stranito prima di tornare a camminare con i suoi amici. Maggie abbassò la testa per poi voltarsi verso di me.
 
'Pensavo avessi detto di essere andata a casa sua?' Mi chiese. 'Aspetta, lui non lo sapeva?' 
 
'Pensi che sia andata a casa sua senza che lui lo sapesse? No!' Gridai. 'Il coglione finge di non sapere. Dopotutto, ai ragazzi come lui interessa solo la loro reputazione.' Mormorai, prima di lasciare il mio armadietto e incamminarmi in classe con Maggie. 

 
Justin's Point Of View



'Hey amico. Di cosa stava parlando la ragazzina quando ha detto che l'avevi messa in punizione?' Chaz mi chiese appena arrivammo in classe per l'ora di storia.
 
'Er..' Mi accigliai pensando a cosa dire. 'Beh, le ho rubato il suo libro, e, um, l'ho buttato nel fango. Penso che sia in punizione per averlo rovinato.' Mi strinsi nelle spalle. Chaz si mise a ridere e Ryan mi sorrise dandomi una pacca sulla spalla in modo strambo. Affondai nella sedia. Non mi sentivo in colpa per aver mentito. Ma mi sentivo in colpa per averla fatta mettere in punizione. Oh, beh. Più tempo per lei per studiare, giusto? Sto facendo alla ragazza un favore.
 
La lezione passava lentamente. Sono eccitato per questo pomeriggio, perchè avrò gli allenamenti di basket con i ragazzi. Il basket è la cosa che più apprezzo. Mi fa sentire veramente bene. Come il sesso. E bere. E fare festa.
 
'Amico, Charlotte ha lanciato una grandissima festa a casa sua, venerdì. E indovina un pò? Siamo tutti invitati!' Sorrise Ryan. 
 
'Naturalmente siamo invitati. Lei è sempre sul cazzo di Justin.' Rise Chaz.
 
'Stai zitto.' Alzai gli occhi. Ho scopato sia con Charlotte che con Rebecca. A loro importa? No. Questo è cio che amo riguardo le troie.
 
 
 
'Ok, Bieber e Somers. Siete i capitani delle due squadre, dividetevi. La squadra di Bieber a petto nudo, la squadra di Chaz indossi le magliette. Dividetevi.' Annunciò il Coach Brown. Sospirai e mi tolsi la maglietta. Ci dividemmo in squadre. Noi giochiamo tra di noi. Il Coach ci guarda intensamente, facendoci sapere su cosa abbiamo bisogno di lavorare. 
 
'Coach Brown! Mr Bruce ha bisogno del suo aiuto nella stanza AV!' La professoressa Ms Covarrd apparì dalla porta. Sembrava spaventata.
 
'Cos'ha fatto adesso?' Sospirò il Coach Brown.
 
'Ha fatto cadere una televisione sul suo piede.' Si accigliò. Tutti si misero a ridere, e perfino il Coach Brown si fece scappare un sorriso.
 
'Ok, sarò qui tra pochi secondi. Bieber, sei in carica.' Mi guardò prima di correre fuori dalla palestra.
 
'Avete sentito il Coach, andiamo!' Dissi, passando la palla a Chaz. 
 
'Oh, dimmi che stai scherzando.' Disse Ryan, guardando qualcosa o qualcuno dietro di me. Mi girai e vidi Adam e i suoi amici della South camminare nella nostra palestra. Stanno provando a intimidirci? Oh, ma per favore.
 
'Cosa stai facendo?' Chiesi, avvicinandomi a lui.
 
'Sono venuto qui per dirti di stare lontano da Eden.' Disse. 'Ti ho visto aiutarla a raggiungere la sua veranda. Che cazzo ci stava facendo lei nella tua stanza, huh?' Mi chiese, con tono che non sembrava una domanda. Eden è l'unica ragazza che obbedisce ai suoi genitori? Andiamo, sua sorella Eve va a tutte le feste possibili. Posso solo immaginare di cosa sarebbe capace Eden.
 
'Hey, quello che è accaduto nella mia stanza, rimane nella mia stanza.' Gli sorrisi strafottente, cercando di farlo incazzare. E ci stavo riuscendo.
 
'Eden non ti toccherebbe mai.' Mi sibilò contro. 'Lei sa molto bene di non dover giocare con la spazzatura.' Mi sorrise. 'Stai lontano da lei.' Aggiunse infine.
 
'Certo, ma non posso garantirti che lei starà lontana da me, Perry.' Ricambiai il sorriso.
 
'Fottiti.' Dichiarò infine.
 
'L'ha già fatto tua sorella.' Sorrisi. Lui sembrava averne abbastanza. Si avvicinò a me pronto a prendermi a pugni. Ebbe un colpo fortunato, e mi colpì dritto in bocca. Stavo per ricambiare il colpo, quando Nolan e Ryan mi trattennero e mi portarono via da lui. 
 
'Stai ben attento Bieber. E stai lontano da mia sorella.' Mi liquidò Adam, prima di incamminarsi fuori dalla palestra con i suoi amici. Scossi la testa in segno di disgusto e mi voltai verso la squadra.
 
'Hai scopato Eden?' Chaz mi guardò disgustato. 'Amico, almeno avesse una buona reputazione, ma dannazione lei è una South! Cosa ti abbiamo detto riguardo ciò?' Mi urlò contro. 'Guarda cos'hai fatto!' Indicò la porta da cui era appena uscito Adam.
 
'Non ho dormito con lei!' Gli risposi a tono. Non riuscì a dire ho scopato con lei, suonava rude. 
 
'Quindi, cosa cazzo ci stava facendo nella tua stanza?' Mi chiese.
 
'Le ho rubato il suo libro, lei è saltata nella mia veranda per riprenderselo! Non l'ho toccata. L'ho aiutata a tornare nella sua stanza. E con chiunque io voglio scopare, scopo. Con, o senza il tuo permesso!' Risposi.
 
'Ha quindici anni, amico.' Ryan mi guardò in modo strano.
 
'Lei è hot per essere una quindicenne.' Intervenne Josh Bellamy. Tutti si girarono a guardarlo, facendogli scomparire il sorrisino dal viso. 'Cosa? E' vero!' Mormorò.
 
'No. Lei non è hot. Lei è una brutta, piccola South. E se tu non stai lontano da lei, amico. Beh.. sei fuori dalla squadra.' Disse Chaz. Lo guardai, la miglior sensazione che sopraggiunse in me fu di prenderlo a pugni. 
 
'Prima cosa, non sono nemmeno suo amico! Le ho parlato solo un paio di volte. E secondo, sono il capitano di questa squadra! Non potete buttarmi fuori!' Urlai.
 
'Se tutti noi votiamo, possiamo.' Sorrise. 'Quindi cos'hai deciso? Le stai lontano, o te ne vai dalla squadra?' Mi chiese. Guardai il resto dei ragazzi, che guardavano a terra, erano d'accordo con Chaz. Sospirai, e presi la palla. 'Va bene.' Chaz sorrise. Tutti si girarono e tornarono a giocare. Potevo sentire il sapore del sangue in bocca, mi toccai con la mano il labbro per poi vedere il liquido rosso sulle mie dita. Quel coglione mi ha fatto sanguinare. 


 
Eden's Point Of View
 

 
Arrivai in camera mia. Adam se n'era andato circa un'ora fa. Mi ha urlato contro per essere andata nella stanza di Justin. Nonostante abbia cercato di spiegarli che c'ero andata per riprendermi il libro, lui non mi ha creduto. Non so perchè la mia famiglia non mi dia fiducia. Dovrei essere io quella a cui dare più fiducia!
 
'Papà, Adam non è ancora tornato?' Chiesi, stando in piedi sulle scale.
 
'No. Ora torna su. Sei in punizione. Stai nella tua stanza. E voglio che usi il tuo computer solo per studiare. Guarderò la cronologia.' Disse fissandomi. Alzai gli occhi, e salii il primo scalino. 'Non alzare gli occhi con me, signorina.' Gridò quando io ormai avevo già salito le scale. Scocciata schioccai la lingua al palato, sapendo che non poteva vedermi. Mi chiedo cosa sia successo? Forse niente. Forse Justin ha saltato l'allenamento. Ma chi voglio prendere in giro? Adam è orribile quando è arrabbiato. Sospirai, avvicinandomi alla veranda aprendola, per trovare Justin seduto sulla sua. Lui mi guardò e grugnì.
 
'Cosa vuoi?' Mi ringhiò contro.
 
'Hai litigato con mio fratello?' Chiesi. Mi guardò.
 
'Non è stato il vento a farmi sanguinare il labbro, tesoro.' Sospiari, sedendomi sulla veranda. 
 
'Ripeto, cosa vuoi?' Mi chiese.
 
'Scusarmi. Per mio fratello. E' una vera e propria spina nel fianco.. credo.' Lui si strinse nelle spalle. 
 
'Può anche essere un cretino, ma stava cercando di proteggerti.' Disse.
 
'Ma non doveva picchiarti.' Risposi.
 
'Io potrei aver.. detto alcune cose per farlo incazzare.' Guardò nella mia direzione. Io alzai un sopracciglio, ma lui restò in silenzio.
 
'Vuoi illuminarmi?' Gli chiesi.
 
'Potrei aver detto.. di aver dormito con te.' Sorrise. Rimasi a bocca aperta. 'Oh, andiamo. Era solo per farlo incazzare. Ho pagato per questo, non è vero?' Chiese, indicando il suo labbro gonfio. Sospirai, e mi appoggiai alla ringhiera.
 
'Immagino, ma ora sarà lui ad arrabbiarsi con me.' Mormorai. 'Se senti degli spari, chiama la polizia.' Scherzai, facendolo ridere. 
 
'Lui sa che lo dicevo per farlo incazzare.' Si strinse nelle spalle. 'Penso.' Aggiunse.
 
'Che cosa rassicurante.' Gli sorrisi, facendolo ridacchiare. 'Fa male? Il tuo labbro?' Gli chiesi. Lui si strinse nelle spalle.
 
'E' successo più di un'ora fa. Sto bene adesso.' Disse. 'Il sesso mi fa sempre stare meglio.' Sorrise. Spalancai la bocca e lui scoppiò a ridere. 'Il tuo sguardo era assolutamente impagabile'. Disse ridendo.
 
'Sei disgustoso.' Dissi aggrottando la fronte.
 
'Sei così disgustata dal sesso.' Rise. 'Sai almeno cos'è un pompino?' Sorrise.
 
'Sono abbastanza intelligente da.. non darla a chiunque.' Dissi, prendendo la frase dal film Easy Girl. 'E sì, so cos'è. Sono vergine, non stupida.' Lo fissai, incrociando le braccia al petto.
 
'Darla a chiunque.' Rise per conto suo. 'Non dovrei nemmeno stare qui a parlare con te, adesso.' Disse, appoggiando la testa contro la ringhiera della sua veranda. Alzai un sopracciglio fissandolo. 'Sei una South. Chaz me l'ha proibito.' Sorrise.
 
'Wow, e tu ascolti Chaz? Senza offesa, ma non è il migliore del gruppo' Dissi.
 
'Nessun offesa, è un idiota. Ma ha ragione.' Disse. 'Puoi anche frequentare la nostra scuola, ma sei una Perry. La tua famiglia è la più odiata nella mia scuola. Come la mia famiglia è la più odiata nella scuola di tuo fratello. Se mia sorella più piccola, andasse nella tua scuola, verrebbe trattata come vieni trattata tu. Forse peggio.' Concluse.
 
'Come potrebbe essere trattata peggio?' Chiesi.
 
'La South Stratford è piena di bambinetti inteligentissimi ed eleganti. Nessuno si dispiace per te. Nessuno vuole distinguersi. Tutti vogliono seguire i leaders, e fare tutto quello che loro fanno. Sei fortunata ad aver fatto amicizia con qualcuno.' Disse. 'Sei anche fortunata per il fatto che io stia parlando con te.' Voltò la testa verso di me. 'Anche se mi potrebbero cacciare dalla squadra di basket.'
 
'Quindi, perchè stai ancora parlando con me, sapendo che puoi rischiare di perdere così tanto?' Gli chiesi. Lui sembrò pensarci.
 
'Onestamente, non so perchè.' Rispose.
 
 
 
Justin's Point Of View

 
 
Avevo quasi le lacrime agli occhi. Eden si teneva la pancia da quanto rideva.
 
'F-Finiscila, mi fa male la pancia!' Mormorò.
 
'Sto quasi per piangere!' Dissi ridendo e asciugandomi le lacrime. Avevamo citato tutte le frasi che ci facevano più ridere prese dal film 'Step Brothers'. 'Non avrei mai pensato che tu guardassi un film come Step Brothers. C'è il sesso, linguaggio inappropriato e le solite cagate.' Mi misi a ridere guardandola. Stavamo seduti qua a parlare da circa.. un'ora o due? Non lo so, non avevo contato le ore, ma era quasi il tramonto. 
 
'L'ho visto a casa di amici. La mia famiglia non sa che amo questo genere di film. Loro pensano che il mio film preferito sia ancora Bambi.' Rispose sorridendomi. Dal nulla strillò chinandosi. La guardai stranito. 'Un'ape mi ha punto!' Disse.
 
'Mettici qualcosa, per vedere se è morta.' Dissi facendola ridere di nuovo. Un'altra citazione del film Step Brothers.
 
'Dovrei essere  a leggere Romeo e Giulietta in questo momento. Non stare qua a parlarti. Questo mi verrà a costare.' Sospirò, ma non sembrava davvero preoccupata.
 
'Cosa fai quando non studi?' Le chiesi. Lei dovette stare a pensarci. 'Hai mai fatto qualcosa di divertente? Tipo, per te stessa?' Le chiesi. Lei annuì.
 
'Mi piace cantare.. ogni tanto.' Disse. 'Canto nel coro della chiesa.' Sorrise.
 
'Canta per me.' Le dissi. Lei scosse la testa.
 
'No, non sono nemmeno tanto brava.' Mormorò.
 
'Certo, certo.' Sorrisi. Lei alzò gli occhi e abbassò lo sguardo sulle sue mani. 'Facciamolo ogni giorno.' Dissi. Alzò lo sguardo verso di me, guardandomi confusa.
 
'Cosa intendi?' Mi chiese.
 
'Io non ho il permesso di parlare con te, tu non hai il permesso di parlare con me. Puoi anche essere una South, ma mi piace parlare con te. Ogni giorno, dopo la scuola, ci vediamo qui, e parliamo fino al tramonto.' Mi strinsi nelle spalle.
 
'Non potrei nemmeno stare seduta qui con te oggi, Justin. Come posso farlo ogni giorno?' Mi chiese. 'I miei genitori dicono che non dovrei uscire con ragazzi di diciotto anni.'
 
'I miei amici dicono che non dovrei uscire con ragazzine di quindici anni, ma gli ascolto?' Le sorrisi. Lei ricambiò il sorriso e abbassò lo sguardo.
 
'Solo fino al tramonto.' Disse sorridendomi. 
 
'Buonanotte, Eden.' Le sorrisi, alzandomi. Si alzò anche lei.
 
'Notte, Justin.' Agitò la mano prima di tornare nella sua stanza. Sorrisi mentre la guardavo chiudere la porta della veranda e scostare le tende. Questa mattina mi sono svegliato odiando la ragazza della porta accanto. Stasera vado a dormire avendoci fatto amicizia. E' un peccato che sia una South. Se solo non lo fosse stata, saremmo stati grandi amici. Credo dovremmo tenere la nostra amicizia all'oscuro da tutto il resto, per ora.




Okaaay, ora dovete tipo amarmi.
Il capitolo l'avevo già tradotto da un po', ma non sapevo se pubblicarlo o meno.
C'ho pensato su e alla fine ho deciso di aggiornare perchè mi avete lasciato un sacco di commenti e siete state tipo carinissime, ora so che almeno a qualcuno interessa questa storia. lol. 
Vi ringrazio tantissimo.
Spero continuerete a recensire perchè quando lo fate siete fottutamente bellissime. <3 
Okay no. lol.
Grazie ancora per tutti i commenti che mi avete lasciato.
Vi amo, smileveryday.
 

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Capitolo 6
*** That smile. ***






Eden's Point Of View
 

 
Mi guardai un'ultima volta allo specchio prima di uscire dalla mia stanza. I miei occhi finirono sulla stanza di Adam che era accanto alla mia. Mi avvicinai ad essa e bussai violentemente sulla porta. Nessuna risposta. Vidi Eve uscire dalla sua stanza che era accanto a quella di Adam.
 
'Eve, dov'è Adam?' Le chiesi. Lei sorrise.
 
'E' andato a 'studiare' da Alexander e si è fermato a 'dormire'.' Mi fece l'occhiolino prima di scendere le scale. Dovreste essere confusi, ma io sapevo esattamente cosa stava a significare quello che mi aveva detto Eve. Mio fratello sta con una ragazza, Alexander. Ha fatto conoscere Alexander ai miei genitori, perchè altrimenti non lo avrebbero mai lasciato andare a dormire a casa sua. Studiare, cavolate. Lui avrà di sicuro dormito bene. Sorrisi a me stessa.
 
'Papà' Cominciai camminando verso la cucina. Mamma stava preparando uova e bacon per colazione mentre papà mangiava seduto al tavolo.
 
'No, non puoi.' Disse. Alzai gli occhi e misi una mano sull'anca.
 
'Non voglio niente. Sono solo venuta qui per dirti qualcosa su Adam. Non è da Alexander a studiare.' I miei genitori si voltarono a guardarmi.
 
'Dov'è?' Si accigliò.
 
'Non lo so.' Mi strinsi nelle spalle sorridendogli. 'Forse cercherò di ricordarmi se mi togli dalla punizione.' Gli chiesi speranzosa. Mi fissò.
 
'Il Signore non sorride davanti ad una corruzione, Eden Mary.' Disse.
 
'Lo so, ma non pensi che se le persone fanno delle buone cose, dovrebbero venire premiate? Avrei potuto facilmente fare finta di niente, ma ho deciso di informarti.' Dissi. Guardò verso mia madre che si strinse nelle spalle.
 
'Bene, se mi dici dov'è tuo fratello, non sarai più in punizione. Ora, dov'è quel ragazzo?' Mi chiese. Un sorriso sfacciato apparve sulle mie labbra.
 
'Ha dormito dalla sua fidanzata.'
 
 
Justin's Point Of View

 
'Okay, ragazzi. Questa è la nostra ultima partita prima della gara. Se vinciamo questa.. andremo al round finale contro la South.' Annunciò il Coach Brown guardandoci uno ad uno, mentre noi ci sedevamo sulle gradinate, sudati ed accaldati per la pratica appena fatta. La prima cosa a cui pensai appena sentii l'allenatore dire 'South' fu Eden. Poi pensai all'odio che provavo per quel coglione di Adam.
 
'Gli stracceremo, Coach.' Urlò Chaz. 'Con me in squadra, in ogni caso.' Sorrise.
 
'Stai zitto, Somers. Ti comporti come una ragazza.' Lo insultò il Coach, facendo ridere tutti noi. Il Coach Brown crede davvero in quello che fa.. si vede dall'amore che ci mette. E' sicuramente il mio insegnante preferito, se dovessi scegliere. 'Voglio che voi ragazzi rimaniate nel giusto stato d'animo. Non voglio farvi essere presuntuosi, ma voglio che crediate di poter fare questo. Cercate di stare il più felici possibile. Cercate di fare meno sforzi possibili. Andate fuori con le vostre ragazze, fate dei maglioni con le vostre nonne. Qualunque cosa vi renda felice. Fatela.' Disse.
 
'Che squadra? Wildcats!' Urlò Ryan, facendo partire una serie di risatine da parte della squadra incluso me. Ryan è.. speciale.
 
'Sei un idiota, Butler. In ogni caso, passate un buon pomeriggio ragazzi. Ricordatevi, siate felici!' Indicò tutti noi prima di andarsene via. Pensai tra me e me quando mi alzai dalla panchina. Cosa mi rendeva felice? Sesso. Sì, mi rende molto felice. Ma per un'altra strana ragione, come prima, l'immagine di Eden mi entrò nella testa.
 
 
'Buon pomeriggio mà, nonna.' Dissi piazzando un bacio sulla guancia di entrambe. 'Dov'è il nonno?' Chiesi, guardandomi intorno per cercare mio nonno Bruce. Quando voglio parlare di qualcosa di serio - qualcosa di cui non voglio parlare con Chaz o Ryan - c'è mio nonno. Lui mi ricorda Ghandi o Buddha. Lui sa tutto.
 
'Penso sia ancora fuori nel garage a lavorare a quella dannata auto.' Alzò gli occhi nonna. Mio nonno sta lavorando a questa macchina da quando sono nato.  La sta costruendo per me. Nonostante abbia passato il mio esame di guida molto tempo fa, ed io abbia un'altra macchina. Lui  è persistente. 
 
'Perchè non vai fuori e lo aiuti, come ai vecchi tempi?' Sorrise dolcemente mia madre. Mi strinsi nelle spalle prima di incamminarmi fuori. Una volta lo aiutavo sempre. Prima di andare a scuola, dopo scuola, nei weekend, durante le vacanze. Abbiamo perfino passato la maggior parte del giorno di Natale a lavorare a quella macchina. Poi, ho avuto la prima ragazza, sono entrato nella squadra di basket, ho cominciato a frequentare i party. Non ho più molto tempo per la macchina, o per mio nonno. 
 
'Hey, nonno.' Lo salutai, camminando verso il garage. Lui mi guardò da sotto il cofano e un sorriso appena abbozzato apparve sul suo viso, facendo sorridere anche me. Senza mio padre qua attorno, mi baso su quest'uomo. 
 
'Buon pomeriggio, Justin.' Mi sorrise. 'Cosa ti ha portato quaggiù? E' gia pronta la cena? Avrei potuto giurare di non essere quaggiù da più di un paio d'ore.' Si accigliò.
 
'No, la cena non è pronta. Sono tornato a casa dall'allenamento.' Mi strinsi nelle spalle. 'Ho ancora un'ora prima di.. andare a fare un pò di compiti, quindi ho deciso di scendere e stare un pò con te.' Dissi alzando leggermente le spalle. Lui sorrise. Non sarei andato a fare i compiti, sarei salito nella mia veranda per stare con Eden. Ogni altro giorno sarei andato dritto da Chaz o Ryan. O a casa di una ragazza per.. lo sai. Ma ho deciso ogni giorno di rimanere a parlare con Eden, quindi ho un'ora prima che lei torni dalla pratica del coro della Chiesa.
 
'Davvero?' Mi sorrise, guardandomi sorpreso. Annuii semplicemente. 'Oh, allora okay.' Sorrise. 'Che ne dici di passarmi quella chiave sul tavolo per iniziare?' Ridacchiò. Sorrisi alzando le spalle e prendendo il mio zaino, prima di camminare verso la scatola degli attrezzi e togliere la chiave. Lui da un nome alla maggior parte dei suoi strumenti, ha cominciato per farmi divertire quando ero piccolo. Insieme diedimo un nome ad ognuno degli strumenti. Da quello che mi ricordo, la chiave era stata chiamata Bill. 
 
 
Eden's Point Of View

 
'Come sono state le prove del coro, tesoro?' Mamma sorrise, mentre entravo in casa con papà che mi seguiva.
 
'E' stato meraviglioso. Pete,' Pete Bennet, il nostro istruttore del coro. 'Ha detto che vorrebbe portare il coro ad un raduno questo weekend. Lei canterà Amazing Grace!' Mio padre sorrise come un pazzo. Non ho nemmeno una scelta. Pete me l'ha offerto, e mio padre ha detto di sì. Dire che ero nervosa era l'eufemismo del secolo. Questa sarebbe stata la mia prima esibizione nel coro da quando avevo, dodici anni! Beh, alla fine era Amazing Grace. Era la mia preferita tra tutte le canzoni che mi aveva proposto.
 
'Oh, questo è meraviglioso!' Sorrise mia madre.
 
'Bel lavoro, sorella. Ricordo la mia prima volta. Sono caduta dal supporto e mi sono rotta l'anca.' Rise Eve. Spalancai la bocca. 'Non che questo accadrà anche a te!' Mi assicurò. 'Ero solo..' Mamma e papà cominciarono a guardala di sottecchi. 'Farai bene!' Sorrise, e tornò al suo giornalino.
 
'Ma sono come Rebecca Black.' Gemetti.
 
'Oh, papà, ecco cosa mi ricorda. Sono le cinque e quindici e mi hai promesso che mi avresti accompagnato da Rebecca.' Disse Eve. Da Rebecca?!
 
'Sparami!' Mormorai prima di salire al piano di sopra. Una volta entrata in camera chiusi la porta a chiave e uscii sulla veranda. Justin non c'era. Ceto, io ho venti minuti di ritardo,ma Justin questa mattinasi è svegliato presto ed abbiamo avuto del tempo per una chiacchierata furtiva mentre ci incamminavamo a scuola.
 
'Sei un po' in ritardo.' Sentii una piccola risata da dietro di me. Strillai girando intorno per trovare Justin appoggiato al muro. Incrociai le braccia e lo fissai.
 
'Mi hai spaventata!' Dissi.
 
'Davvero? Non l'ho notato!' Rise.
 
'Cosa ci fai qui? Avresti potuto ucciderti. Non mi hai vista l'ultima volta?' Chiesi.
 
'Sì, beh, sono un ninja. Posso scavalcare da veranda a veranda e volare.' Si strinse nelle spalle, facendo scoppiare entrambi a ridere. Ci sedemmo, e lui si appoggiò sulla parte anteriore della veranda, mentre io ero dalla parte opposta. 'Com'è stato il coro?' Chiese.
 
'Orribile.' Mormorai. 'Domenica devo cantare di fronte a tutta la chiesa.' Dissi. 'Da sola.' Aggiunsi.
 
'Oh, sembra divertente.' Rise.
 
'Se sei un buon cantante.' Mi strinsi nelle spalle. 'Come sono stati gli allenamenti? Mio fratello non ti ha dato fastidio, o no?' Sorrisi.
 
'No.' Ridacchiò.
 
'Lo pensavo. E' rimasto bloccato in camera sin da quando è tornato a casa da scuola.' Sorrisi.
 
'Questo perchè?' Chiese Justin.
 
'Lui ha mentito sul fatto di dormire a casa della sua ragazza, io l'ho fatto scoprire. DI solito, lo copro, ma lui mi ha fatto scoprire per aver attraversato la veranda, quindi lui ha quel che si merita.' Sorrisi.

Justin scoppiò in una risata, e mi diede la mano per battermi il cinque, cosa che feci sorridendo. 

 
'Sei il mio eroe.' Rise. Sorrisi e mi strinsi nelle spalle. In quel momento notai delle macchie nere sulla sua maglietta. 
 
'Cosa sono queste macchie? Stavi pensando di diventare un dalmata?' Ridacchiai.
 
'No, stavo solo aiutando mio nonno a sistemare la macchina. E' solo grasso.' Rise, guardando la sua maglietta.
 
'Aw, che cosa dolce.' Lo presi in giro. Ma onestamente, lo era davvero.
 
 
Pattie's Point Of View

 
'E' là fuori da circa un'ora. Non è più amico di Chaz e Ryan?' Mi chiese mia madre, mente eravamo seduti sul divano in salotto, a guadare Ellen.
 
'No, sono ancora amici. E' tornato dagli allenamenti con loro.' Dissi, trovando la situazione un pò surreale. Justin è tornato dentro, con tracce di grasso su tutti i suoi vestiti. Lui l'ha davvero aiutato con la macchina? Non l'ha più fatto da quando aveva.. tredici anni.
 
'Mà, io sarò al piano di sopra, okay? Chiamami per cena.' Urlò mentre spariva salendo le scale per andare in camera sua. Mamma mi guardò pensando la stessa cosa.
 
'Che strano.' Lei aggrottò la fronte. Annuii. Certo che lo è. 'Forse deve prepararsi per una festa?' Sorrise, guardandomi vertiginosa. 
 
'No, è una ragazza.' Disse mio padre, entrando in casa, con lo stesso telo rosso che usava per asciugarsi le mani. 'Quel sorriso non è per il basket.' Disse sorridendo.

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Capitolo 7
*** This Girl. ***







Eden's Point Of View
 
 
Mi sedetti sul letto, fissando il soffitto, pensando alla richiesta di Justin. Siamo rimasti a parlare fino al tramonto. Da allora, ho fatto una doccia e ho cenato. Non so cosa dire, però. Se dico di sì, potrei finire in un mucchio di guai con i miei genitori e mio fratello. Anche se, se dico di no.. Non succede nulla? Quindi, se accettare mi creerebbe così tanti problemi, perchè sto pensando di dire di sì?
 
'Dovresti venire alla partita di basket di domani.' Disse dal nulla. Mi accigliai e voltai il viso verso di lui. 'E' la nostra semi-finale. Se vinciamo questa.. andiamo alla finale.' Disse.
 
'Contro mio fratello..' Continuai, lui annuì. 'Non lo so, potrei finire in un sacco di guai.' Dissi.
 
'Questo per?' Chiese.
 
'Per aver supportato la tua squadra.' Risposi. 
 
Forse andare a supportare la squadra di Justin avrebbe portato la gente di Stratford a piacermi? Beh, non piacermi.. Ma odiarmi di meno, forse. Sentii bussare alla mia porta. Era aperta.
 
'Avanti!' Dissi, la voce mi uscii soffocata a causa del mio viso sprofondato sul cuscino. Alzai lo sguardo per vedere Eve entrare, con un lieve sorriso sul suo volto. 'Che c'è?' Le chiesi, rotolando dalla mia posizione da armadillo e sedendomi composta a destra. Lei sospirò e si sedette sul mio letto.
 
'Beh, stavo pensando dato che tutto questo stupido studio per entrare alla South ti sta stressando, dovresti uscire con me domani sera.' Disse. 'Come, ad una festa?' Sorrise speranzosa.
 
'Una festa?' Ripetei, mentre lei si limitò ad annuire.
 
'Dirò a papà che stiamo andando fuori a, erm, studiare.' Si strinse nelle spalle. 'Ho solo pensato che dovresti. Sei stata molto stressata. Penso che a volte mamma, papà ed Adam si dimentichino che hai solo quindici anni.' Mi sorrise.
 
'Stavo pensando di andare da qualche parte domani sera..' Mormorai, facendola sorridere.
 
'Davvero? Che bello! Dove andrai?' Mi chiese.
 
'Alla partita di basket della mia scuola.' Mi morsi il labbro.
 

 
Justin's Point Of View

 
Perchè ero nervoso e volevo sapere se lei avesse detto sì o no? Non avrei nemmeno dovuto invitarla. Voglio dire, lei frequenta la nostra scuola, ha tutto il diritto di venire. Ma ho la sensazione che a Chaz e Ryan non piacerà. Ma l'allenatore ha detto che ci vuole vedere felici, giusto? Ho la sensazione che vedere Eden.. mi potrebbe far giocare meglio. 
 
'Stasera ci sarà la grande partita, eh figliolo?' Nonno mi sorrise, facendomi un cenno mentre avevo lo sguardo basso sui miei cereali. 'Sei emozionato?' Mi chiese, alzando il giornale.
 
'Mhmm.' Annuii, mangiando velocemente. Volevo passare a prendere Eden sulla strada per scuola per vedere cosa aveva intenzone di fare stasera. 
 
'Justin,smettila di mangiare così in fretta. Ti soffocherai.' Rise mamma.
 
'Devo fare in fretta. Devo andare a prendere Ed-' Alzarono le sopracciglia. 'Eddie. Uno dei mei nuovi amici.' Dissi.
 
'Eddie?' Mi chiese nonna, consegando al nonno un piatto di pancetta. 
 
'Eddie.' Ripetei. 'Proprio così.. lo porterò un pò in giro.' Nonno mi sorrise. Io deglutii ed annuii.

 
Pattie's Point Of View

 
'Dovrei andare. Buona giornata ragazzi.' Sorrise Justin, prima di dare un bacio sulla guancia di mia madre e poi sulla mia. Uscì di casa in fretta, ma non prima di salutare mio padre. Era qualcosa che facevano tutto il tempo quando Justin era piccolo. Prima che diventasse il ragazzo più popolare del liceo ed il capitano della squadra di basket. La porta si chiuse, facendo rumore, facendoci sapere che se n'era andato. Papà si voltò per salutarlo ancora una volta, ma Justin se n'era già andato.
 
'Chiunque sia questa ragazza, mi piace l'effetto che gli sta facendo.' Mamma si strinse nelle spalle. Papà agrottò la fronte, e si avvicinò alla finestra.
 
'Papà, non spiarlo!' Sospirai gridandogli. Lui sorrise. Sospirai, e mi avvicinai a lui. 'Cosa c'è?' Domandai, sempre più curiosa. Justin era sulla veranda, e notai la ragazza della porta accanto uscire di casa.
 
'Eddie, un cazzo.' Ridacchiò mio padre.
 
'Bruce, non parlare così. Non stupirti se Justin ha una boccaccia come la tua.' Mamma colpì la nuca di mio padre. Vidi il sorriso di Justin allargarsi mentre parlava con questa ragazza. Per citare quello che ha detto mia madre poco fa, chiunque sia questa ragazza, mi piace quello che gli sta facendo. 
 
 
Eden's Point Of View

 
'Allora, che cosa fai stasera?' Mi chiese Maggie appena raggiungemmo la mensa assieme. 'Voglio dire, dubito che andrai a quella partita.' Rise. Mi morsi il labbro, e lei lo notò. 'Andrai alla partita?!' Gridò. I miei occhi si spalancarono notando che avevamo catturato l'attenzione di alcune persone. La tirai verso di me, appena fummo fuori dalla mensa.
 
'Non devi gridarlo al mondo. Voglio venire stasera..' Mormorai.
 
'Perchè mai vorresti andare? Il basket è stupido! Soprattutto quando gioca la nostra scuola. Non abbiamo mai vinto un campionato, mai!' Sibilò.
 
'Justin mi ha chiesto di venire..' Dissi. I suoi occhi si spalancarono.  'Abbiamo parlato molto, Mag.. Lui è davvero un bravo ragazzo. Ma non puoi dire a nessuno che abbiamo parlato assieme, perchè lui verrebbe cacciato dalla squadra, ed io molto probabilmente verrei cacciata da casa.' Scherzai. Ma sarei stata comunque in un mare di guai. 
 
'Pensavo di averti detto di stare lontana da lui, Eden? Cattiva notizia! E se lui volesse solamente giocare con te?' Mi chiese.
 
'Dubito che sia per questo che mi parla. Lui è davvero carino. Penso che tutta la reputazione da cattivo ragazzo sia solo una messa in scena, Maggie. Dovresti sapere che gli ho dato una possibilità.' Dissi.
 
'Io non darei ai giocatori come Justin una possibilità, tesoro. E' stato a letto con più di venti ragazze! Lui si vanta di se stesso per questo!' Gridò. 'Quello è stato un anno fa comunque. Chi lo sa con quante altre è stato nel frattempo.' Disse. Mi accigliai. Venti? Sono un sacco per un ragazzo di diciotto anni. 'Non c'è nient'altro da dire. Lui è cattivo. Non stare attorno a lui. Meriti qualcuno migliore di lui, Eden.' Sospirò, prima di entrare in mensa, lasciandomi sola. Non che mi piacesse in quel modo.. ma wow. Venti ragazze.
 
Entrai anch'io, ed iniziammo a mangiare. Abbiamo subito messo da parte il 'tema Justin' ed abbiamo cominciato a parlare di andare a vedere The Hunger Games domani al cinema. Ho dovuto tenermi la domenica libera perchè avevo il coro e la chiesa. Un senso di nausea nacque dentro me al pensiero di dover eseguire quel pezzo di fronte a tutta la chiesa. 
 
Alzai gli occhi verso il tavolo di Justin, trovandolo a fissarmi. Quando i miei occhi incontrarono i suoi, lui sorrise e mi strizzò l'occhio, pensando che nessuno lo notasse. Risi, attirando l'attenzione di Maggiè che mi fissò stranita.
 
'Sei strana.' Disse, chiaramente.

 
~

 
'Qual'è la squadra della tua scuola?' Sussurrò Eve mentre si sedeva accanto a me. Prima di partire ha deciso di indossare dei Rayban in modo che non la notassero come Eve Perry, la South in una partita della East Stratford.
 
'I blu.' Dissi. 'I rossi sono quelli della Napaee.' Aggiunsi. Lei si limitò ad annuire, e prendemmo posto cominciando a guardare la partita. Eve continuava a dimenticare di che colore era la nostra scuola, e qualche volta faceva il tifo per la squadra sbagliata, guadagnandosi le occhiatacce delle persone che avevamo attorno. 'Smettila di dimenticarti il colore della mia scuola, ti cacceranno.' Risi.
 
'Scusa! Io sono abituata alla South Stratford. Giallo sempre e comunque.' Ridacchiò. 'Aspetta, per chi hai intenzione di tifare se giocheranno l'uno contro l'altro?' Mi chiese. Sinceramente non sapevo cosa dire a riguardo. Voglio dire, dovrei tifare per mio fratello, giusto? Anche se, lui è un asino, ed io dovrei anche fare il tifo per la mia scuola. 'Non pensare  troppo, potrebbe farti male, piccola.' Ridacchiò, accarezzandomi la testa.
Ben presto, finì il primo tempo ed i ragazzi si sedettero per un po' di riposo. Justin guardò in alto, verso di me e mi sorrise. Ricambiai il sorriso dolcemente catturando l'attenzione di Chaz. Lui agrottò la fronte e si alzò, facendosi strada verso di me assieme a Ryan. Justin lo vide e si alzò a sua volta seguendolo. Fantastico, stanno probabilmente venendo a prendermi. 

 
'Se dicono qualcosa di scortese, non urlare contro di loro, Eve. Per quanto tu voglia farlo, cerca di trattenerti.' Dissi, facendo alzare lo sguardo di Eve. 
 
'Cosa ci fai qui, Southie? Non dovresti essere a casa a pregare o fare qualche merdata simile? Rise Chaz. Ryan lo fissò e Justin guardò in basso.
 
'Che c'è? Stai prendendo appunti per Adam ed i suoi compagni gay, o qualcosa del genere?' Chaz strizzò gli occhi verso di me. 'Beh, digli che la sua squadra sta andando giù quest'anno.' Mi insultò. 'Diglielo Justin.' Gli diede una gomitata Chaz. Justin alzò gli occhi e si grattò il collo imbarazzato.
 
'Uh, sì. Voi della South verrete sconfitti al campionato. Noi siamo sicuri di questo.' Incrociò le braccia.
 
'Sei così brutta, mi disgusti. Giusto ragazzi?' Chiese Chaz, guardando Justin.
 
'Sì. Proprio brutta.' Ripetè Justin annuendo. Ouch. Questo fa male. Chaz e Ryan risero prima di allontanarsi, lasciando Justin a guardarmi. Sospirò e si voltò.
 
'Che maiali!' Strillò Eve assicurandosi che fossero abbastanza lontani da non sentirla. Sì, proprio brutto.

 
~

 
'Oh, dio. Oh, dio. Non posso fare questo. Non posso fare questo.' Sussurrai a me stessa. Sto per farmela addosso. Non ho mai cantato di fronte a nessuno, tranne mio padre, e il coro. Ora, ci sono circa un centinaio di persone là fuori, che aspettano per sentirmi cantare Amazing Grace.
 
'S', puoi farlo! Guarda, inspira, ed espira.' Disse Eve. 'E' la chiesa! Nessuno ti giudicherà. E se lo faranno, beh allora.. gli prenderò a schiaffi.' Sorrise. 'Ti ho sentito sotto la doccia, in ogni caso. Sei fantastica!' Sorrise.
 
'Sto per vomitare la mia colazione di fronte a tutta la chiesa.' Dissi, con gli occhi sgranati.
 
'No, non lo farai.' Sospirò. Petee mi presentò. Grande. Vado a morire. Arrivederci mondo. Sei stato bello per un po'.

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Capitolo 8
*** Should have listened. ***






Justin's Point Of View

 
 
'Justin!' La voce di mia madre risuonò dall'altra parte della porta. Bussò di nuovo. Dannazione. Ogni piccolo rumore, suonava come l'esplosione di una cazzo di bomba nella mia testa. La festa di venerdì è stata fottutamente incredibile. Molto probablimente perchè andremo al campionato. Mi sono anche sentito un po' in colpa per aver dato della 'brutta' ad Eden. Ma lei sa che non stavo dicendo la verità, giusto? Non potevo dire di no a Chaz. Lui sospettava che fosse successo qualcosa tra noi.
 
'Sta ancora dormendo? E' per questo che non dovrebbe frequentare quelle terribili feste!' Sentii la voce di nonna sospirare amaramente. Loro odiano quando esco, ma di solito questo non mi impedisce di farlo.
 
'E pensare che stavo cominciando a pensare che stesse cambiando, tornando ad essere il vecchio Justin.' Udii mio nonno mormorare tristemente. Cosa sta dicendo? Quale vecchio Justin? Io sono il vecchio Justin. Sono solo un po' più impegnato.
 
'Shh, vi sentirà!' Mamma sibilò contro di loro. Troppo tardi per questo, mà. La porta si aprì lentamente. Merda. Sarebbe terribile se l'aprisse mentre sono con una ragazza. Fortunatamente, sono io che vado a casa delle ragazze per scopare. Amo quando i genitori delle ragazze sono fuori città. Puoi farle urlare come più ti piace. Hai solo bisogno di colpire i punti giusti.
 
'Cosa?' Gemetti, alzando la testa dal mio cuscino.
 
'Stiamo andando in chiesa. C'è un pò di pancetta sulla stufa, e-' Fermai mia madre.
 
'Chiesa? Da quando andate in chiesa?' Chiesi. 'Pensavo non ci andaste più da quando io ho finito la seconda media?' Aggiunsi.
 
'No, questo sei tu. Noi non abbiamo mai perso una domenica, Justin.' Rise dolcemente. 'Saremo di nuovo qui tra un'ora. Chiama se hai bisogno di qualcosa.' Disse. Ora che mi viene in mente, oggi si esibisce Eden.
 
'Aspetta!' Chiamai mia madre, prima che chiudesse la porta. 'Posso venire?' Chiesi.
 
~
 
Dire che mia madre era scioccata era un eufemismo. Ripeteva la parola 'davvero?' già da un po'. Mio nonno sembrava estremamente felice, mentre mia nonna continuava a sbraitare su quanto era bello essere finalmente  insieme, come una famiglia. Anche se, non mi sembrava una famiglia senza mio padre, o mio fratello e mia sorella. Non sembrava mai una famiglia senza di loro. 
 
Mi sedetti con impazienza accanto a mio nonno. Tutti si alzarono in piedi, e tutto il coro si alzò con loro. Tutti, tranne l'unica persona che volevo davvero vedere, Eden.
 
'Eden, andiamo, vieni fuori.' Pete salutò Eden mentre usciva. Sembrava più che nervosa. Lo sarei anch'io. Gli occhi di tutta la chiesa erano su di lei. Quindi, lei cominciò a cantare.
 
 
Amazing Grace, how sweet the sound
That saved a wretch like me
I once was lost, but now am found
Was blind, but now I see.
'Twas Grace that taught my heart to fear
And Grace my fears relieved
How preciousdid that grace appear
The hour I first believed.
 
Amazin Grace, com'è dolce il suono
Che ha salvato un miserabile come me
Un tempo ero perso, ma ora mi sono trovato
Ero cieco, ma ora vedo.
Twas Grace insegnò al mio cuore a temere
E Grace sollevò i miei timori
Come preziosa la grazia appare
Ora ho cominciato a credere.
 
 
Subito dopo il coro cominciò a cantare con lei, mescolando la sua voce con gli altri, ma si sentiva comunque la sfumatura della fantastica voce di Eden. Lei in realtà mi aveva fatto credere che non sapeva cantare. Che grandissima bugiarda. Sorrisi, in quanto la canzone finì.
 
'E' stata..' Cominciò nonno.
 
'Fantastica.' Finii per lui. Si girò verso di me e sorrise. Alla fine della messa, mamma e tutti gli altri si prepararono per tornare a casa. 'Uh, penso che tornerò a casa a piedi,  io vado a, erm, salutare il pastore.' Dissi.
 
'Certo, lui va a salutare il pastore.' Nonno ridacchiò mentre usciva dalla chiesa. Mi diressi verso la parte anteriore, in cerca di Eden.
 
~
 
Eden's Point Of View
 
'Dio, è stato incredibile! Non pensavo fossi così brava, amica!' Sorrise Eve, prima di soffocarmi in un abbraccio.
 
'Sono così contenta di non essere caduta dal cavalletto.' Risi. Lei si allontanò e mi guardò.
 
'Hey, Eden.' Una voce che conoscevo fin troppo bene mi salutò. Mi voltai incontrando gli occhi azzurro-verdi di Harry, un ragazzo del coro. L'avevo incontrato alla pratica un paio di giorni fa. E' stato molto gentile, anche se non siamo riusciti a parlare molto.
 
'Grazie, Harry.' Sorrisi a mia volta. Mio dio, questo ragazzo era adorabile. 'Anche tu sei stato piuttosto bravo.' Sorrisi.
 
'Ma non quanto te. Sei incredibile, devo ammetterlo.' Disse facendomi l'occhiolino. 'Ti darei un abbraccio, ma sia tuo padre che tuo fratello sono qui in giro, quindi preferirei non rischiare.' Ridacchiò. Aw, mi avrebbe abbracciato? Che carino!
 
'Oh, andiamo! Finchè sei nel coro, non succederà niente.' Gli fece l'occhiolino Eve.
 
'Ehm, va bene allora.' Ridacchiò, prima di avvicinarsi per avvolgermi in un abbraccio. Imbarazzante, ma carino. Davvero, davvero carino.
 
'Eden, sei stata incredibile!' Mi sorrise Justin, apparendo accanto ad Harry. 'Chi sei tu?' Guardò Harry dall'alto verso il basso. I miei occhi si spalancarono, come quelli di Eve. Afferrai velocemente il braccio di Justin portandolo fuori, prima che lo vedessero mio padre e mio fratello.
 
'Sei pazzo? Sai che mio fratello e mio padre sono là fuori, giusto? Vuoi essere preso a pugni per l'intera prossima settimana?' Gli chiesi.
 
'Tuo fratello non mi fa paura.' Si strinse nelle spalle.
 
'Fa paura a me! Tu non devi vivere con lui, io sì! Cosa faresti se io comparissi ai tuoi allenamenti di basket dicendoti quanto sei stato bravo?' Gli chiesi.
 
'Ti direi che lo sapevo già.' Mi sorrise.
 
'Sei un idiota.' Dissi, prima di incrociare le braccia.
 
'Come faccio ad essere un idiota?' Rise.
 
'Beh, prima di tutto, sei comparso qui come fosse niente. Non t'importa se la mia famiglia ti scopre, perchè non sei tu quello che poi va in mezzo ai casini, ma io!' Gridai.
 
'Okay, Eden, i-'
 
'E non te n'è fregato nulla del fatto che io stessi avendo una conversazione con Harry, che ho dovuto interrompere, ed ora non posso nemmeno andare a salutarlo.' Gemetti.
 
'Chi è quel ragazzo, comunque? E' gay? Quei capelli ricci gli danno l'aria da gay.' Disse.
 
'Non è gay.' Lo fissai. 'E' davvero carino, è un ragazzo del coro.' Sospirai. 'Che, grazie a te, non mi parlerà mai più, per aver parlato con te.' Dissi. 'Lui frequenta la South Stratford.' Aggiunsi.
 
'Lo odio già.' Mi sorrise Justin. Sbattei le palpebre.
 
'Non ti stai per nullo aiutando in questo momento.' Dissi. Ero ancora abbastanza arrabbiata per quello che aveva detto ieri sera.
 
'Okay, mi dispiace per averti fatto rischiare venendo qua.' Si scusò. 'Siamo apposto ora?' Chiese. Alzai gli occhi, e sbirciai attraverso la tenda dove ci eravamo nascosti. Quasi tutti se n'erano andati, tranne Adam e Eve.
 
'Dio, Adam non se ne andrà finchè non uscirò da qui.' Sospirai. 'Lui mi deve accompagnare  a casa,  e di sicuro non mi lascerà qui.' Mormorai. 'Sembra che resterai tutto il giorno in chiesa. Ci vediamo!' Scherzai.
 
'Io non la penso così.' Rise Justin.
 
'Adam, andiamo, dimentica di- no, non farlo!' Sentii Eve gridare. Il sipario si aprì immediatamente, rivelando la figura di Adam guardarci. Uh-Oh. Poteva andare peggio? Questa volta papà non era qui per fermare Adam. Solo io ed Eve. 
 
'Che cazzo ci fai qui?' Inveì Adam rivolgendosi a Justin. Non credo che qualcuno abbia mai inveito in chiesa prima d'ora..
 
'Oh, sai, sto solo avendo la solita sessione con tua sorella. Come stai?' Sorrise ad Adam. Io colpii Justin al braccio.
 
'Ti ho detto di stare lontano da lui, Eden!' Perchè fai la puttana con lui?' Mi gridò contro. Potevi dire che era arrabbiato. Il suo viso era rosso, e si poteva quasi vedere il vapore uscire dalle sue orecchie.
'Hey!' Gridò Eve. 'Lasciala stare, idiota.' Eve scattò verso Adam, posando un braccio attorno a me.
 
'Tu.' Adam si voltò verso Justin. 'Ti ho detto di stare lontano da mia sorella.' Guardò Justin, che non sembrava curarsene. Infatti, stava sorridendo. Molto probabilmente perchè sarò IO quella che passerà dei guai, mentre lui se la caverà tranquillamente.
 
'Amico, tu non mi comandi. E non comandi nemmeno Eden. Non è di tua proprietà.' Ridacchiò. 'Posso fare quel diavolo che mi pare.' Concluse Justin sorridendo.
 
'Lei è la MIA sorellina, e fa quello che le dico io.' Ringhiò Adam.
 
'Non le hai detto di stare lontana da me?' Sorrise Justin. 'Non sembra che abbia funzionato troppo bene, eh?' Adam appallotolò le mani a pugno, per colpire Justin, ma lo mancò. Justin ricambiò a sua volta con un pugno, questa volta però, colpendolo. Adam fece un passo indietro, tenendosi il naso dal dolore. Eve prese il braccio di Adam, portandolo via, mentre io mi alzai mettendomi di fronte a Justin.
 
'Grazie tante, Justin.' Mormorai. 'Vai.' Chiesi. I suoi occhi incontrarono i miei. Sospirò, tenendosi le mani.
 
'Mi dispiace-'
 
'Non scusarti, vattene semplicemente.' Chiesi ancora una volta. Guardò Adam. Sospirò, facendo un passo indietro, prima di uscire dalla chiesa. Adam spinse via la mano di Eve da lui, prima di incamminarsi verso di me.
 
'Sei nei guai, Eden.' Mi sventolò le mani in faccia.
 
~
 
'Un mese?!' Gridai.
 
'Non pensi di essere un pò duro, papà?' Sospirò Eve.
 
'No, penso che dovrebbero essere di più! Sapeva di dovergli stare lontano, ma non l'ha fatto!' Gridò Adam, ancora con il naso sanguinante.
 
'Adam, stai zitto, e vai in camera tua. Anche tu sei ancora in punizione.' Disse mio padre indicandolo. Mi lanciò uno sguardo arrabbiato, prima di salire al piano superiore. Papà si voltò verso di me. 
'Ti meriti benissimo un mese di punizione, Eden Mary!' Mi gridò contro. 'Questo è quello che ti meriti per essere stata una.. una.. una prostituta!' Gridò. Mamma rimase a bocca aperta, ed Eve alzò gli occhi. Lui mi ha appena chiamato puttana, nel linguaggio cristiano.
 
'Papà, sono solo amici! Sai fin troppo bene, che lei non bacerebbe mai quel ragazzo! Si sentirebbe in colpa, a causa di tutta la pressione che esercitate su di lei!' Grido Eve in mia difesa.
 
'Dovrebbe sentirsi in colpa, Eve Lynn!' Gridò mio padre. Odio quando usa i nostri secondi nomi. 'Ha commesso un peccato.' Mi guardò come fossi spazzatura raccolta dalla strada. 'Vattene nella tua camera. Non voglio vederti.' Disse evidenziando la delusione proveniente in ogni parola. Corsi subito al piano superiore, prima che le lacrime che stavo trattenendo, rigassero le mie guance. Mi sedetti sul letto, e le lasciai uscire. Odio deludere mio padre. Odio deludere Adam. Forse sono solo una prostituta. Forse non sarò mai abbastanza buona.
 
Knock, knock, knock. Il bussare non veniva dalla porta della mia camera. Veniva dalla porta della veranda. Mi avvicinai, aprendo le tende, rivelando un colpevole Justin davanti a me. Sospirai aprendo la porta, non prima di strofinarmi gli occhi.
 
'Eden, sono davvero dispiaciuto. Non lo dirai a Chaz o qualcun altro, vero?' Chiese. 
 
'Chaz? Chaz è l'ultima cosa che ho in mente! Grazie a te, la mia famiglia mi odia! Tutto a causa di uno stupido scherzo, a causa di quello che hai detto a mio fratello, io sono una vergogna per la mia famiglia! Mia madre non riesce nemmeno a guardarmi negli occhi! Mio padre si vergogna di avere una figlia come me! Le uniche volte che mio fratello parla con me sono per gridarmi contro! Gli hai detto che ci siamo baciato, quando invece non l'abbiamo mai fatto. Non ho mai baciato nessuno, ma ora sono la prostituta della famiglia! Sta succedendo tutto questo, e tutto quello a cui tu pensi è che io lo dica a Chaz?' Gli chiesi, mormorando l'ultima frase con voce incrinata.
 
'Mi dispiace, Eden.' Sospirò.
 
'Tieniti il tuo 'mi dispiace' perchè non voglio più essere tua amica. Non voglio più sedermi sulla veranda con te. Non voglio parlare di film, o musica con te. Non voglio più saperne di te. Perchè t'importa solo di te stesso! Sono stata tua amica per nemmeno una settimana, e già ti odio!' Gridai.
 
'Io non volevo-'
 
'Non lo dirò a Chaz, Justin. Non preoccuparti. Voglio solo dimenticare la breve amicizia che abbiamo avuto. Sai cosa? Non la chiamerei nemmeno amicizia. Perchè un amico, non chiama un altro amico 'brutto'! Che sia forzato o meno!' Gridai. 'Voglio solo dimenticarti per sempre.' Sussurrai.
 
'E se io non volessi dimenticarti, eh? E se io volessi ricordare tutto quello che è successo tra noi?' Chiese Justin. Sospirai, afferrando la maniglia della porta della veranda.
 
'Questo è un problema tuo Justin.' Dissi, prima di chiudere la porta, e tirare le tende. Avrei dovuto ascoltare Maggie quando diceva di non stare attorno a ragazzi come lui.

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Capitolo 9
*** Apology. ***






Justin's Point Of View

 
 
Ok. Quindi, ho fatto un casino. E adesso lei è davvero arrabbiata con me. Forse chiederle di non dirlo a Chaz non è stato il modo migliore di cominciare la conversazione. Ma, avevo ragione, giusto? Ma chi voglio prendere in giro? Ho fottuto questa amicizia alla grande.
 
Quello che non capisco, però, è il modo in cui lei si lasci comandare dai suoi genitori e suo fratello. Lei non è di loro proprietà! Beh, forse dei suoi genitori sì, ma questo non significa che lei si debba sentire in colpa se bacia un ragazzo o meno. Ogni ragazza della sua età ha dato il primo bacio! Ho dato il mio a qualcosa come tipo, dodici anni circa.
 
Avevo bisogno di scaricare la tensione, quindi decisi di andare a vedere cosa stesse facendo mio nonno, immagino possiate indovinare, ovvero lavorare ancora a quella macchina. Mi tolsi la giacca, e prendendo la chiave iniziai subito a lavorare con lui.
 
'La seconda volta nel giro di una settimana. Cosa succede ragazzo? Vuoi soldi?' Rise, alzando lo sguardo verso di me.
 
'No, solo parlare.' Mi strinsi nelle spalle. Lui annuì facendomi segno di continuare. 'Se ti dico qualcosa, prometti di non dirlo a mamma o a nonna? Comincerebbero a comportarsi in modo strano e carino con me.' Dissi.
 
'E' riguardo a quella Eden della casa affianco, ragazzo?' Chiese.
 
'Beh, sì, immagino.' Annuii.
 
'Sapevo che ti piaceva. E' carina e sono sicuro che a tua madre piacereb-'
 
'Non mi piace in quel modo, nonno.' Sospirai. 'E' un'amica. Solo un'amica. Fidati. Ha solo quindici anni.' Aggiunsi.
 
'Ho incontrato tua nonna quando aveva tredici anni. Vuoi sapere quanti anni avevo io?' Mi chiese, alzando un sopracciglio. Mi strinsi nelle spalle. 'Ne avevo diciotto.' Disse. 'Tutti le dicevano che non poteva stare con un uomo più grande di lei. Tutti erano contro di noi. Ma guardaci ora, eh?' Disse, con un sorriso compiaciuto sulle labbra.
 
'Il fatto è nonno, che io non provo nessun sentimento per Eden in quel senso.' Dissi. 'E' carina e tutto, ma non sto con lei. Mi strinsi nelle spalle. 'Comunque, noi siamo amici. Beh, eravamo amici.' Mi accigliai.
 
'Cos'hai combinato?' Ridacchiò, piegandosi sotto al cofano.
 
'Beh, la nostra amicizia doveva essere un... segreto, immagino. Ma in chiesa oggi, mi sono incamminato da lei e le ho parlato. Abbiamo dovuto nasconderci dietro il sipario perchè non voleva che suo padre o suo fratello ci vedessero parlare. La sua famiglia mi odia.' Dissi. 'Comunque, suo fratello ci ha visto e ci ha chiesto cosa stessimo facendo... stavo solo scherzando e ho detto che ci stavamo baciando, ma lui l'ha presa sul serio. Pensava fosse vero.' Mormorai. Nonno si raddrizzò.
 
'Quindi, hai mentito?' Mi chiese.
 
'No, stavo scherzando.' Dissi. 'Non volevo che la mettessero in punizione o che lei si arrabbiasse con me. Ma ora i loro genitori pensano che sia una 'prostitata'.' Dissi. Lui mi guardò divertito. 'Una prostitata? Penso sia tipo una parola che sta a significare puttana.' Aggiunsi.
 
'Ok, primo, è prostituta, ragazzo.' Rise, facendomi ridacchiare di me stesso. 'E secondo, non dire parolacce. Non è educato.' Disse.
 
'Okay, scusa. Beh, comunque, sua madre e suo padre pensano che sia una prostituta, e suo fratello la odia. Ed è tutto per colpa mia...' Mormorai. 'Lei mi odia per questo, e non so come sistemare le cose.' Dissi. 'Ma cos'hanno le ragazze? Perchè diventano così arrabbiate ed emotive se qualcuno commette un errore?' Chiesi. 
 
'Figliolo, ho cercato di capirlo anch'io per lungo tempo. Finchè non ho incontrato tua nonna.' Mi sorrise. 'Non l'ho ancora capito del tutto, ma ho imparato una, due cose riguardo le donne.' Disse. 'Le ragazze sono.. fragili. Ogni singola parola che rivolgi a loro.. la elaborano, pensando ad ogni tipo di significato voglia dire quella parola. Una volta dissi a tua nonna che la camicia che indossava era troppo piccola per lei, allora mi gridò contro per averla chiamata grassa.' Rise.
 
'Ma nonna è così magra.' Risi, lui annuii sorridendo. 'Quindi, come posso tornare ad esserle amico? Mi sono già scusato, ma lei non vuole stare ad ascoltarmi.' Dissi.
 
'Rivolgile delle scuse che lei possa ascoltare.' Mi rispose. Sospirai.
 
'Come faccio?' Chiesi.
 
'Questo devi saperlo tu, Justin.' Sorrise. Sospirai, ed annuii prima di ritornare in casa. Sarà difficile? Non so cosa piaccia alle ragazze!
 
'Justin, prendi la posta per me, per favore.' Chiese mamma. Grugnii. 'Non grugnire. O prendi la posta, o lavi i piatti.' Mi fissò. Mi trascinai fuori dalla porta in tempo per vedere Eve al cellulare. La vidi riattaccare, e voltarsi verso di me. Sospirò avvicinandosi a me. 
 
'Sei un vero idiota, lo sai vero?' Disse fissandomi lievemente.
 
'Lo so.' Annuii. Lei inarcò un sopracciglio.
 
'Lo sai?' Mi chiese.
 
'Non mi parlerà più, vero?' Chiesi ad Eve, che ci pensò un momento prima di scuotere la testa.
 
'E' davvero testarda. L'hai fatta stare davvero male. In più l'hai chiamata brutta..' Rispose.
 
'Non volevo farlo.' Grugnii. 'Voglio scusarmi con lei.' Dissi. 'Ma non so come riuscirò a farlo senza che le venga la voglia di schiaffeggiarmi.' Aggiunsi, facendola ridere. 'Mi puoi aiutare?' Le chiesi.
 
'Siete solo amici, giusto? Voglio dire, ti piace, o qualcosa del genere?' Mi chiese.
 
'Cosa? No.' Mi accigliai. 'E' solo un'amica. Non ho nessun amico come lei.. voglio davvero sistemare le cose.' Dissi. Era vero. Le sole cose di cui vogliono parlare Chaz e Ryan sono il sesso, le feste e l'xbox. Qualche volta, voglio parlare di cose diverse. Cose per cui loro mi chiamerebbero gay. 
 
'Okay.' Annuì. 'Ti aiuterò. Solo perchè lei è davvero arrabbiata con te, e non mi piace vedere la mia piccola sorellina arrabbiata.' Incrociò le braccia. 'Ma se le fai ancora del male, Bieber.' Mi fissò. 'Ti taglierò il pene.' 
 
'Guarda, questo è quello che mi piace di Eden. Non mi tratta mai in questo modo.' Sorrisi.
 
'Oh, lo fa invece. Solo in maniera più carina.' Rise.
 
 
~

 
'Non penso tu stia cercando di aiutarmi a scusarmi con Eden e farmi perdonare. Penso che tu voglia umiliarmi.' Fissai Eve mentre ci avvicinammo alla porta della stanza di Eden. 
 
'Okay, lo ammetto. Un pò lo faccio per Eden, un pò per vederti fare il cucciolino tenero.' Sorrise. Sospirai, abbassando lo sguardo sulla mia chitarra. 'Non sospirare, Justin. Questo è il modo in cui si scusano nei film.' Si strinse nelle spalle. 
 
'E' meglio per te che sia una fan dei One Direction.' Alzai gli occhi.
 
'Stai zitto, questa è la sua canzone preferita.' Rise, prima di sentire dei passi avvicinarsi. 'Merda, sta arrivando. Divertiti!' Si agitò, prima di andare a nascondersi. Inspirai ed espirai. Odio Eve per avermi fatto fare tutto ciò. Ho incontrato Eden solo pochi giorni fa, ed eccomi qui, nella sua stanza, con in mano una chitarra, pronto a cantarle una canzone per scusarmi con lei.
 
'Perchè la porta è aperta?' Mormorò Eden, prima di apparire davanti a me. Si voltò nella mia direzione e spalancò gli occhi. 'Justin?' Sussurrò, prima di chiudere la porta dietro di lei. Spero non si sia fatta l'idea sbagliata. Sono qui a cantarle questa banale canzone d'amore. Solo perchè è la sua preferita.
 
 
I tried playing it cool
But when I'm looking at you
I cant ever be brave
'Cos you make my heart race
Shot me out of the sky
You're my kryptonite
You keep making me weak
Yeah, frozen and cant breath
Something's gotta give now
'Cos I'm dying just to make you see
That I need you here with me now
'Cos you've got that one thing
 
So, get out, get out, get out of my head
And fall into my arms instead
I dont, I dont, dont know what this is
But I need that one thing
And you've got that one thing
 
Now I'm climbing the walls
But you dont notice at all
That im going out of my mind
All day and all night
 
Something's gotta give now
'Cos Im dying just to know your name
And I need you here with me now
'Cos you've got that one thing
So, get out, get out, get out of my head
And fall into my arms instead
I dont, I dont, dont know what it is
But I need that one thing
And you've got that one thing
 
Ohhh, Ohhh, Ohhh
You've got that one thing
 
Get out, get out, get out of my head
And fall into my arms instead
 
So, get out, get out, get out of my head
And fall into my arms instead
I dont, I dont, dont know what this is
But I need that one thing
 
So, get out, get out, get out of my mind
And come on, come into my life
I dont, I dont, dont know what it is
But I need that one thing
And you've got that one thing. 
 
 
La fissai, inspirando ed espirando lentamente. Bene, ora pensa che sono un pazzo. 'Tutto questo è stato così carino!' Annunciò Eve.
 
'Eve?' Chiese Eden. Eve uscì vergongnosamente allo scoperto.
 
'Me ne vado.. fuori.' Sorrise, prima di farmi l'occhiolino ed incamminarsi fuori dalla stanza, chiudendo la porta dietro di lei.
 
'Non so se l'hai notato o meno, ma sono davvero dispiaciuto. Se non lo fossi, non avrei fatto tutta questa stupidata e non ti avrei cantato la tua canzone preferita, che è stata una stupida idea di tua sorella tra l'altro, che ovviamente ha pensato che tutto ciò fosse stupido, quindi penso di andarmene-' Rise. Lei rise. Con quel sorriso, e quel suono che le uscì dalla bocca, che fece sorridere anche me.
 
'Hai fatto questo per scusarti con me?' Mi chiese. 'Estremamente banale.' Annuì. 'Ma estremamente dolce.' Sorrise.
 
'Quindi, questo significa..'
 
'Sì, sei perdonato.' Mi sorrise. Sorrisi, e appoggiando la chitarra per terra andai ad abbracciarla. 'Non pensavo avessi così tanto bisogno della mia amicizia da ascoltare mia sorella.' Sorrise.
 
'Immagino.. Eden, tu hai quella cosa.' Dissi facendole l'occhiolino.





Lo so, lo so. E' un mese che non aggiorno. VI prego, perdonatemi.
Sono stata presa con la scuola, ci hanno consegnato le pagelle due settimane fa e diciamo che non è andata troppo bene. Quuindi, devo mettermi a studiare seriamente in questi ultimi tre mesi, ma non significa che non aggiornero più, semplicemente non aggiornerò con la frequenza di prima. 
Perdonatemi, davvero, ma non posso fare altrimenti. Voi volete che passi l'anno, vero? Lo vorrei anch'io e possibilmente senza debiti.
Anyways, oggi è il compleanno di Justin! Aw, il mio piccolino.
Ok, ora basta vi lascio.
Much luv, smileveryday.

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Capitolo 10
*** That feeling. ***







Justin's Point Of View

 
 
 
'Cosa succede, figliolo? Da quando ti sei seduto non hai smesso di sorridere.' Mia nonna alzò un sopracciglio. Tossii, stringendo la presa sulla forchetta.
 
'Non posso essere felice di partecipare ad una bella cena di famiglia con mia madre ed i miei nonni?' Le chiesi.
 
'Non ultimamente.' Mormorò mamma.
 
'Cosa sta a significare?' Chiesi, sentendo sparire ogni singolo spiraglio di felicità dal mio corpo. Mamma non mi rispose. Guardai nonna, che si strinse nelle spalle, e nonno che continuò a mangiare il cibo che aveva nel piatto. 'Mamma?' Chiesi.
 
'Da quando sei entrato al liceo, non sei più lo stesso. Questa è la prima volta dopo anni, che ti siedi a tavola con noi per cenare.' Disse.
 
'Oh, mi dispiace, sono cresciuto.' Tossii.
 
'Dimenticalo, non dovrei aver detto nulla..' Sospirò, sembrando a disagio.
 
'No, voglio parlarne. Non sono per nulla cambiato!' Dissi.
 
'Sì, lo sei!' Gridò, scattando verso di me. 'Una volta finita scuola non torni a casa, e a me starebbe bene se solo mi avvisassi. Non parli mai con noi almeno che non ti serva qualcosa. Porti anche le ragazze in casa! Torni a casa ubriaco, con una ragazza mezza nuda tra le tue braccia, e lasciatelo dire, le pareti di questa casa non sono poi così sottili.' Continuò. 'Ho promesso a me stessa di non dirti tutto questo, ma un paio di settimane fa ho deciso di pulire la tua camera al posto tuo. Posso capire tutte le bottiglie di alcolici. Lo capisco, stai solo cercando di divertirti..' Sospirò.
 
'Mamma?' Mi accigliai.
 
'Droghe, Justin?' Mi guardò disgustata. Nonna sussultò, facendomi voltare lo sguardo verso di loro. Nonno mi fissò deluso. 'Non so nemmeno cosa dire..' Sospirò. 'Ho provato a metterti in punizione, ci ho provato migliaia di volte.' Scosse la testa.
 
'Non era nemmeno mia! La madre di Chaz voleva curiosare nella sua stanza, lui aveva bisogno di un posto dove mettere la sua roba! Non ho mai toccato quella roba!' Mentii. Solo un po'. Voglio dire, ho provato la cocaina una volta ad una festa, ma non ho più toccato quella roba da quel giorno. Mi chiedo come reagirà quando scoprirà che fumo sigarette..
 
'Non mi interessa, Justin. Il punto è che ce l'avevi tu!' Mi fissò. 'Ho continuato a pensare per tutti questi anni che tu potessi cambiare. Finchè, hai cominciato ad aiutare tuo nonno con l'auto. Oggi sei venuto in chiesa, ed hai anche dato un bacio a me e tu a nonna prima di andare a scuola. Ho pensato 'eccoci. E' uscito fuori da tutto questo. Sta cambiando' Ma quando sei tornato a casa ubriaco dalla festa dell'altra sera, ho realizzato che questo sei tu ora. Non cambierai mai. E.. io ci ho rinunciato.' Disse. 'Ora, se mi scusate, penso che comincerò a lavare i piatti.' Mormorò, prendendo i piatti dal tavolo e camminando verso la cucina.
 
'Non sono cambiato.' Mormorai, più che altro a me stesso. Non sono cambiato, giusto?
 
 
~
 
 
Dodici del mattino e non riesco ancora a non semttere di pensare a tutto quello che mi ha detto mia madre. Succede a tutti, giusto? Tutti cambiano, un po'. Sospirai e mi misi a sedere nel mio letto. Una luce si stagliò su di me e mi fece alzare lo sguardo. Anche se le porte della veranda erano chiuse, ed altrettanto lo erano le tende, si poteva ancora vedere la luce filtrare dalle tende della camera di Eden. Che costa stava facendo in piedi a quest'ora?
 
Decisi di scoprirlo da solo, ed uscii dal letto. Aprii le porte della mia veranda, e saltai dalla mia veranda alla sua, una cosa che ormai ero solito fare. 
 
Battei leggermente con le nocche contro la finestra. Vidi la sua figura nella penombra incamminarsi verso la finestra. Tirò le tende, rivelandosi a me. Le sorrisi appena, lei ricambiando il sorriso aprì la porta della veranda.
 
'Cosa ci fai sveglio?' Mi chiese.
 
'Potrei chiederti la stessa cosa, signorina.' Le sorrisi, invitandomi da solo ad entrare nella sua stanza. Non l'ho mai studiata per bene, ora ne ho la possibilità.
 
'Te l'ho chiesto io per prima, eh.' Disse.
 
'Eh, non riuscivo a dormire. Mamma mi ha fatto incazzare a cena, e mi ha dato un po' di preoccupazioni,' Dissi, guardandomi intorno. Le pareti erano dipinte di un rosa chiaro. Non la pensavo quel tipo di ragazza a cui piace il rosa. 'Ti piace il rosa, eh?' Ridacchiai, notando che anche il letto era dello stesso colore delle pareti. E la sua lampada, il suo armadio e la sua scrivania. 
 
'No, odio il rosa.' Rise. 'Immagino questo sia il modo di mia madre di farmi cercare di essere.. quello che vuole che io sia. Ovvero una bambola simile ad una barbie.' Ridacchiò.
 
'Lo vedo.' Risi. 'Tutto questo rosa mi sta accecando.' Sorrisi.
 
'Stai zitto.' Disse sorridendo. 'Perchè tua madre si è arrabbiata con te?' Mi chiese, sedendosi sul suo letto ed alzando lo sguardo verso di me.
 
'Penso che tu debba ancora rispondere alla mia domanda.' Sorrisi.
 
'Sono sveglia perchè non sono stanca.' Incrociò le braccia. 'Mi sono fatta una doccia dopo aver studiato, e mi ha fatto risvegliare. Quindi, per cercare di addormentarmi prima ho provato a cercare di mangiare qualunque cosa fosse nel mio frigo, inclusa una lattina di coca cola, che mi ha fatto svegliare ancora di più.' Sospirò, e alzò lo sguardo verso di me. Parla più veloce di Busta Rhymes. 
 
'Wow.' Risi. 'Posso confermarlo.' Le sorrisi, sedendomi sul suo letto, che, per la cronaca, era estremamente comodo.
 
'E' tutto ok. Invitati pure a rilassarti sul mio letto.' Mi fissò.
 
'Ha, sai quante ragazze ucciderebbero pur di avermi nel loro letto, nella loro stanza?' Sorrisi, guardandola. 'Lasciamelo dire. Tutte le ragazze nella nostra scuola.' Dissi lentamente.
 
'Non Maggie. A lei non piaci.' Sorrise.
 
'Chi è Maggie?' Chiesi.
 
'La ragazza con cui mi siedo sempre. E' sempre al mio fianco al mio armadietto, quando tu e i tuoi amici idioti venite a prendervela con me.' Mi guardò.
 
'Oh, giusto.' Annuii. 'Anche lei mi vuole.' Mi strinsi nelle spalle. 'Comunque, dirò ai ragazzi di abbassare un po' i toni. Fidati di me, non ti disturberanno più.. come prima.' Aggiunsi. Lei rise alzando gli occhi.
 
'Quindi, perchè tua mamma si è arrabbiata con te?' Mi chiese.
 
'Perchè sono me stesso.' Sospirai.
 
'Suona familiare.' Alzò gli occhi. Mi sentì male. Mia madre non era severa nemmeno la metà di quanto lo erano i suoi genitori con lei. In realtà, mia madre non è per nulla severa. Semplicemente, si preoccupa molto. 'Ma non pensavo che tua madre fosse così. Sembra molto dolce.' Disse.
 
'Lo è, ma odia il fatto che.. Lei pensa che io sia cambiato.' Dissi.
 
'Sembra la stessa cosa per me.' Alzò un sopracciglio guardandomi. 'Dato che ho conosciuto il vero te solo da qualche giorno.' Sorrise.
 
'Aw, domani sarà il nostro anniversario di amicizia.' Sorrisi, dandole una gomitata.
 
'In realtà, sarebbe martedì. Lunedì ti ho odiato.' Disse.
 
'Comunque sia, ci siamo incontrati di lunedì.' Mi strinsi nelle spalle. Lei scoppiò a ridere. 'Perchè stai ridendo?' Le chiesi.
 
'Stavo pensando. 'Anniversario d'amicizia.' Sei così strano.' Rise.
 
'Ne ho sentito parlare in uno show televisivo una volta.' Risi. 'Stavo scherzando, comunque.' Dissi scrollandole le spalle.
 
'Ok, quindi tu sei 'cambiato'.' Disse mimando delle virgolette. 'In che senso sei cambiato, Mr Bieber? Non dirmi che una volta eri dipendente dal sesso più di quanto tu non lo sia ora.' Ridacchiò.
 
'No, penso che lei intendesse che sono cambiato diventando.. questo. Ha detto che non sono più la stessa persona che ero una volta.. Tutti mi odiano adesso.' Grugnii.
 
'Non ti odiano.' Disse posando una mano sulla mia spalla.
 
'Sì, lo fanno. Hanno trovato, erm.. dell'erba nella mia stanza.' Mi morsi il labbro. I suoi occhi si splancarono fissandomi. 'Era di Chaz!' Mi affrettai ad aggiungere. 'Voglio dire, ho provato la droga solo una volta, ma non ho mai toccato l'erba. Te lo giuro.' Annuii. Sospirò e si avvicinò a me. Mi afferrò la testa e mi fece voltare verso di lei.
 
'Non ti odia. Si preoccupa, è ovvio.' Disse stringendosi nelle spalle. 'Sei fortunato ad avere una madre che si preoccupi di te e della tua felicità. I mei genitori si preoccupano solamente della loro reputazione e di come il nome della nostra famiglia verrebbe infangato se combinassi qualche casino.' Disse.
 
'Anche i tuoi genitori ti vogliono bene. Sono dei pazzi, ma ti vogliono bene, Ede.' Dissi.
 
'Ede? E' un nuovo soprannome?' Sorrise. Mi strinsi nelle spalle. 'Mi piace. Non ho mai avuto un soprannome prima.' Disse. 'Infatti, qualunque amico io abbia mai avuto, era stato scelto da mia madre.' Aggiunse.
 
'Hai lasciato che tua madre scegliesse i tuoi amici al posto tuo? Amica, questo non è normale.' Dissi.
 
'Bhe, sono quasi sicura che non ti approverebbe.' Ridacchiò.
 
'Cosa succede quando vuoi un ragazzo?' Le chiesi. 'Cosa succede se ti piace davvero tanto un ragazzo. Sai, così tanto che tu.. insomma che ti piace davvero tanto?' Le chiesi.
 
'Intendi, cosa succederebbe se mi innamorassi?' Sorrise.
 
'Sì, ad ogni modo. Ammesso e non  concesso che l'amore esista.' Mi strinsi nelle spalle. Eden serrò la mascella.
 
'Naturalmente esiste!' Disse sorridendomi. 'Davvero non credi nell'amore, Justin?' Mi chiese.
 
'Credo nell'amore. Voglio dire, amo mia madre, amo i miei nonni. Non credo.. nell'essere innamorati. E' così, oppure ci s'innamora, ma è una cosa temporanea, alla fine si finisce per scopare rovinando tutto. Prendiamo come esempio i miei genitori. Mia madre giurò di amare mio padre per il resto della sua vita. Hanno fatto sesso, e bam. Eccomi qui. Hanno litigato, sapevano che non avrebbe funzionato, quindi si sono divisi. Si sono disinnamorati.' Dissi.
 
'Dov'è tuo padre adesso?' Mi chiese.
 
'A Winnipeg. Ha una famiglia adesso.' Mi strinsi nelle spalle, facendola sorridere.
 
'Quindi, vuoi dire che adesso è innamorato della sua nuova moglie?' Mi fece l'occhiolino. 'Puoi innamorarti di un mucchio di ragazze prima di innamorarti della persona con cui passerai il resto della tua vita.' Disse. Io continuai a tacere.
 
'Quindi, cosa succede se tu 't'innamori' di un ragazzo che i tuoi genitori non approvano?' Chiesi.
 
'Se mi innamorassi? Immagino che farei qualcosa di assolutamente pazzo, non m'importerebbe.' Sorrise. Ridacchiai, abbassando il volto verso le mie mani. 'Justin, perchè tu passi tutto il tuo tempo a  fare sesso?' Mi chiese. 'Non ti è mai capitato di.. volere una relazione? Avere qualcuno a cui poter tenere la mano. Qualcuno da coccolare, con cui parlare?' Mi chiese.
 
'Beh, io non tengo le mani. E' stupido. Le coccole sono per i ragazzini gay. E per parlare? Immagino di avere te per questo.' Dissi stringendomi nelle spalle. 
 
'Ma non pensi che sarebbe carino?' Mi chiese.
 
'Sarebbe carino, sì. Ma nella realtà, fa schifo. Fidati.' Inarcò un sopracciglio, come per invitarmi a continuare. 'La mia seconda ragazza.. Il suo nome era Sarah. Pensavo di amarla. Sai, è stata una delle stupide cose che ho fatto per lei. Avevamo quindici anni, o giù di lì. Mi piaceva davvero, davvero tanto. Facevamo tutte quelle stupide cose. Tenerci per mano, abbracciarci, parlare di cose profonde. Ma uh, abbiamo rotto dopo circa.. un anno o qualcosa del genere.' Dissi stringendomi nelle spalle.
 
'Un anno. Wow. Perchè è finita?' Mi chiese.
 
'Mi ha tradito con il mio migliore amico.' Dissi. Serrò la mascella. 
 
'Chaz o Ryan?' Chiese.
 
'Nessuno dei due. Il suo nome era Jordan. Era un buon amico, ma uh, forse non lo era del tutto. Stavo andando a casa sua, lei era nella sua stanza, sotto le lenzuola con lui. Mi ha dato un po' fastidio, ad ogni modo. Trovai quella relazione una cosa stupida. Se mi succede di essere incazzato, o di aver bisogno di sesso, chiamo Rebecca o Charlotte, oppure altre ragazze che incontro alle feste, e beh..' Dissi.
 
'Pensi di poter venire ferito ancora?' Chiese.
 
'Cosa? No. Non ho paura di questo.' Dissi
.
'Non ho detto che tu hai paura, Justin.' Mi sorrise, prima di sbadigliare. Era assolutamente adorabile. Mi accigliai a questo pensiero. Adorabile, ovvero carina. E' tutto. Lei non è hot, o sexy.. Anche se in questo momento è piuttosto hot con questi pantalocini- NO.
 
'Posso usare il tuo bagno?' Sussurrai. Annuii. M'incamminai verso il suo bagno e mi spruzzai dell'aqua sul viso. Sono solo dei pensieri dovuti alla stanchezza. Usai il suo bagno, prima di raggiungere il lavandino per lavarmi le mani. Notai che non c'era sapone, quindi aprii il mobiletto vicino allo specchio per trovarlo. Notai vicino al sapone una bottiglietta di pillole. Mi accigliai, e prendendola in mano lessi l'etichetta delle pillole che le erano state prescritte. Anti-depressione. E' depressa? Rimisi al suo posto nel mobiletto la bottiglietta di pillole, e mi lavai le mani.
 
Uscii dal bagno e trovai Eden, addormentata ai piedi del letto. Ridacchiai, prendendola in braccio stile sposa, sdraiandola nel letto, cercando di metterla in una posizione comoda per lei. Tirai su le coperte rosa brillante del suo letto per coprire il suo corpo, assicurandomi che fosse al caldo. Mi sentivo come un padre. O un fidanzato. Ma non c'è nessun motivo per cui io debba essere il ragazzo di qualcuno in questo momento. La sensazione che ho avuto quando ho visto Jordan e Sarah insieme mi ha ucciso. Non voglio che quella sensazione s'impossessi del mio corpo un'altra fottuta volta. 
 
'Buonanotte, bellezza.' Sussurrai prima di baciarle la fronte. Ok, forse questa era una mossa da fidanzato. E quindi? Eden ed io siamo solo amici. Saltai dalla sua veranda alla mia e mi misi a letto, sentendomi immediatamente meglio. 
 
 
E' solo un'amica.

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Capitolo 11
*** Weeks on end. ***







Eden's Point Of View
 

 
 
'Okay, ragazze e ragazzi. Per oggi è abbastanza.' Disse Peter infilandosi la giacca. 'Assicuratevi di non urlare e non sforzare troppo le vostre voci, okay?' Disse guardandoci uno per uno. Dubito che ci sarà qualcuno che lo ascolterà. Ai ragazzi piace urlare. Avvolsi il mio cardigan grigio intorno al corpo, e quando fui in procinto d'incamminarmi fuori dalla chiesa venni fermata da Harry.
 
'Hey, Eden.' Mi sorrise.
 
'Oh, hey Harry.' Dissi ricambiando il sorriso.
 
'Erm, sei stata piuttosto brava questo pomeriggio.' Si complimentò nervosamente.
 
'Oh, grazie, lo sei stato anche tu.' Gli sorrisi.
 
'Um, ti ricordi l'ultimo volta che abbiamo parlato? Quel ragazzo, Justin? E' il tuo ragazzo o qualcosa del genere?' Si accigliò.
 
'No.' Risi. 'Lo odio.' Mentii. 'Lui è tipo il mio più grande nemico.' Mormorai, facendolo sorridere appena. 'Perchè me l'hai chiesto?' Chiesi.
 
'Oh, beh, primo, non piace tantissimo nemmeno a me. Lui è andato a letto con mia sorella.' Alzò gli occhi. 'Ma mia sorella va a letto con chiunque.' Aggiunse facendo scoppiare a ridere entrambi. Wow. La sorella di Harry? 'E um, non voglio alcun tipo di problema con lui se ti chiedessi di uscire.' Mi sorrise.
 
'Chiedermi di uscire?' Ripetei, lui annuì.
 
'Non saprei come i miei genitori reagirebbero, o mio fratello. Voglio dire, tu sei un ragazzo fantastico, e se fosse per me, direi di sì in un secondo.' Sbottai. Spara qualcosa! In questo momento sembro una completa disperata. Lui sorrise per quello che dissi. 'Ma tu hai diciotto anni e miei genitori sono abbastanza severi per quanto riguarda i ragazzi.' Dissi.
 
'E' tutto sotto controllo, Eden.' Sorrise. 'Ho già parlato con tuo fratello.. ha detto che va bene. Ha anche detto che ne ha anche parlato con i suoi genitori. So come stanno le cose e quanto siano severi con te. E a tuo padre è piaciuto il fatto che abbia chiesto il permesso, quindi me l'ha concesso.' Mi sorrise.
 
'Hai chiesto a mio fratello e mio padre il permesso per chiedermi di uscire?' Sorrisi. Aww, è troppo adorabile. Infilò le mani in tasca ed annuì. 'Non so se hai sentito, ma attualmente sono in punizione. Devo stare in punzione per altre tre settimane.' Sospirai.
 
'Posso aspettare tre settimane,' Mi sorrise. 'Ma per adesso possiamo verderci ogni Lunedì e Mercoledì al coro della chiesa. Oh, e le Domeniche.' Mi fece un occhiolino prima di venire interrotto dal suono di un clascson. Si voltò e sospirò. 'E' mio fratello. Immagino quindi che ci vedremo Mercoledì.' Sorrise ed io annuì. 'A presto, bellezza.' Mi fece l'occhiolino prima d'incamminarsi verso la sua auto e salire. Sorrisi come una pazza. Mi aveva chiamato bellezza! Non sono mai stata chiamata bellezza fino ad ora. Non da chiunque.. e qui ci va il mio stato d'animo.
 
'Boo!' Qualcuno urlò accennando una risatina prima di afferrarmi le spalle con le braccia. Strillai per poi voltarmi e trovare Justin dietro di me che se la spassava ridendo.
 
'Che cosa ci fai qui? Mi hai spaventato a morte!' Dissi.
 
'Stavo tornando a casa.' Sorrise. 'Sono dovuto andare a cercare un nuova cassetta degli attrezzi per mio nonno. Stavamo lavorando sulla macchina, quando la sua cassetta degli attrezzi ha deciso di lasciarci.' Sorrise.
 
'Penso sia carino quello che hai fatto. Voglio dire, lavorare alla macchina con tuo nonno.' Sorrisi.
 
'Era da un pò che non lo facevo più, ma ultimamente sto riprendendo a farlo. Questo rende la mia famiglia felice, e a me piace.' Sorrise. 'Hai appena finito con il coro?' Chiese, indicando la chiesa dietro di me.
 
'Sì, ed ora dovrei andare.. se qualcuno ci vede parl-'
 
'Direi che mi stai insultando. Andiamo, salta sù. Ti do un passaggio a casa.' Disse tirando fuori le chiavi e sbloccando la sua auto. I miei occhi si spalancarono.
 
'Non dovrei tornare a casa in auto, dovrei camminare. Sarebbe cosa buona per me, visto che ho comunque bisogno di perdere un pò di peso.' Mi strinsi nelle spalle.
 
'Non dire così, il tuo corpo sta bene così com'è.' Ridacchiò. 'Salta sù.' Sorrise, saltando sul sedile anteriore. Sospirai, guardandomi intorno prima di salire nella sua auto. Mi misi velocemente la cintura di sicurezza, e pregai il Signore che Justin fosse un buon guidatore.
 
'Sembri nervosa.' Rise Justin.
 
'Sei un buon guidatore, giusto? Non mi ucciderai?' Chiesi.
 
'Psh, sono un buon guidatore, piccola.' Sorrise.
 
'Piccola?' Chiesi confusa.
 
'Scusa, uh, l'abitudine. Ogni ragazza che porto a casa e con cui vado a letto, di solito entra nella mia macchina.' Si strinse nelle spalle e cominciò a guidare.
 
'Fai in modo di fermarti un paio di case prima così posso scendere e camminare.' Chiesi.
 
Tante ragazze qui, da dove comincio? Vedo questa -
 
'Pensavo non avessi un telefono.' Rise Justin appena lo tirai fuori dalla tasca.
 
'E' di Eve. Ce l'ho in prestito solo per il coro, per le eventualità.' Mormorai. 'Taci.' Lo fissai prima di rispondere al telefono. 'Heeey papà.' Sorrisi, mentre Justin alzò gli occhi. Lo fissai.
 
'Hey, principessa. Stai tornando a casa dal coro?' Mi chiese.
 
'Sì, sto giusto camminando ora.' Mentii. 'C'è qualcosa che non va?' Chiesi.
 
'Nulla. Tua madre ed io stiamo per andare a cena dal signor Ackman.' Disse. 'Quindi non saremo a casa fino a tardi stasera. Ce ne stiamo andando adesso.' Disse.
 
'Mr Ackman? Vuoi dire il preside della South Stratford?' Chiesi.
 
'Sì, tesoro. Stiamo andando a vedere se ti lascia fare il test in anticipo. Non posso lasciarti andare in quella spazzatura di scuola.' Sospirò.
 
'Giusto.' Mormorai. 'Quindi, Eve ed Adam sono a casa?' Chiesi.
 
'Eve è a casa di Rebecca, ed Adam è a studiare con Zac. Ho già parlato con i genitori di Zac. Starà lì da lui.' Mi assicurò.
 
'Ma Adam non è in punizione?' Mi accigliai.
 
'Ho deciso di lasciarlo andare. Ma non pensare che farò lo stesso per te, Eden Mary.' Disse, alzando la voce severo. 'Puoi cucinarti qualcosa da sola stasera, solo assicurati di non mandare in fiamme la casa.' Disse. ' Pensi di potercela fare?' Mi chiese.
 
'Sì, penso di essere capace di cucinarmi la cena da sola, grazie, papà.' Alzai gli occhi.
 
'Giusto. Beh, dovresti essere a dormire per l'ora in cui torneremo a casa. Studia per bene. Non ti farò anticipare il test se questo significa che lo fallirai ancora. Capito?' Chiese.
 
'Sì, certo.' Mormorai.
 
'Ho detto, hai capito?' Mi chiese alzando la voce.
 
'Sì, papà.' Alzai gli occhi.
 
'Brava ragazza. A dopo.' Disse.
 
'Va bene, ciao. Ti voglio bene.' Dissi, quando aveva già messo giù. Questo è abuso di minori. 
 
'Che c'è?' Chiese Justin.
 
'I miei genitori ceneranno con il preside della South Stratford stasera. Vogliono convincerlo ad anticiparmi il test.' Mi strinsi nelle spalle. 'Non so come Eve si riprenderà il suo cellulare visto che stasera non è nemmeno a casa.' Borbottai, rimettendomi il suo telefono in tasca.
 
'Quindi, sarete tu e Signor Coglione?' Rise.
 
'No, solo io. Visto che Adam è il figlio preferito di papà, ha deciso di togliergli la punizione, per nessuna ragione in particolare.' Alzai gli occhi. 'Giuro, lui è il peggiore tra noi tre.' Incrociai le braccia.
 
'Tu non sei nemmeno male.' Disse Justin. 'Tuo fratello è un vero e proprio somaro, tua sorella frequenta sempre le feste, per quanto riguarda te? Vediamo.. dipendente dal sesso?' Chiese.
 
'Dio no.' Risi.
 
'Drogata?' Alzò un sopracciglio.
 
'Alcolizzata?' Chiese.
 
'Mai.' Sorrisi.
 
'Mai dire mai, dolcezza. Devi pur fare tutte queste cose un giorno o l'altro.' Sorrise.
 
'Non mi ubriacherò mai. Mio cugino è andato in coma per questo. Era così ubriaco che pensò che correre nel mezzo di un'autotrada fosse una buona idea. Sta bene adesso, ma non berrà mai più.' Dissi.
 
'Wow.' Rise. 'Ma dovrai fare sesso prima o poi. Soprattutto se credi così tanto nell'amore.' Si strinse nelle spalle. 
 
'Certo, ma non ora.' Mi strinsi nelle spalle anch'io. 'Voglio dire, se ami davvero qualcuno ora, lo amerai anche tra un paio d'anni. E il sesso è così speciale quando lo fai con qualcuno a cui tieni davvero. E' qualcosa a cui ripenserai e sorriderai.' Sorrisi.
 
'Sorrido ogni volta a cui penso alla mia prima volta. Avevo la tua età. Era con questa diciassettenne davvero hot. Lei era ubriaca, ma soprattutto una gran urlatrice.' Sorrise.
 
'Ew! Troppi dettagli! Sei un maiale!' Dissi, colpendogli il braccio, facendolo ridere.
 
'Cosa? Sto solo dicendo la verità!' Sorrise, parcheggiando di fronte a casa mia. Non c'era alcuna ragione per accostare un paio di case prima della mia se nessuno era a casa. 
 
'Grazie per il passaggio.' Gli sorrisi educatamente.
 
'Nessun problema, mamacita.' Mi fece l'occhiolino.
 
'Oh, tesoro. Il mio nome è Eden. Dillo con me. Eeeedeeeennnn.' Scherzai, aprendo la portiera e uscendo dalla macchina.
 
'Ti rivedrò presto?' Mi fece l'occhiolino.
 
'Certo.' Mi misi a ridere, chiudendo la porta. 'A più tardi, Justin.' Gli sorrisi entrando in casa mia.
 
 
~
 
 
Sorrisi mentre la vidi incamminarsi in casa. Scesi dalla mia macchina, afferrando la cassetta degli attrezzi, prima di voltarmi giusto in tempo per trovarmi faccia a faccia con il mio migliore amico, Mr Ryan Butler.
 
'Che cos'è questa storia?' Chiese, voltando il suo sguardo verso casa di Eden. Merda. Lo ignorai, incamminandomi verso la porta di casa mia, mentre lui mi seguiva. 'Amico, hai intenzione di rispondermi o cosa?' Mi chiese, autoinvitandosi dentro casa mia.
 
'Ryan, Justin? Che sta succedendo qui ragazzi?' Mamma alzò un sopracciglio mentre entrammo in casa.
 
'Oh, niente, Pattie. Justin ed io stavamo per andare al piano di sopra per fare una lunga chiacchierata riguardo la partita di basket di Sabato.' Ryan sorrise innocentemente, prima di trascinarmi al piano di sopra. Mi stava letteralmente trascinando. Mi sedetti sul pavimento per impedirglielo, ma minacciò di strapparmi la mia maglietta. Questa era una delle mie magliette preferite..
 
'Amico, amico, calmati.' Gemetti, una volta che entrammò nella mia stanza.
 
'No, non mi voglio calmare, AMICO.' Mi prese in giro. 'Che cazzo era? Ci vediamo presto?' Mi prese in giro, usando una vocetta stridula.
 
'Io non parlo così!' Mi accigliai.
 
'Zitto, è la mia vocina stridula. Smettila di cambiare il soggetto e dimmi quello che sta succedendo!' Gridò.
 
'Le ho dato un passaggio a casa. Mia, uh, mamma mi ha chiesto di farlo.' Dissi.
 
'Che cazzo ti abbiamo detto amico? Lei è una SOUTH. Non dovresti nemmeno parlarci, tanto meno dargli passaggi a casa.' Sottolineò.
 
'E' la mia vicina di casa, e mia mamma mi ha chiesto di farlo.' Dissi. Lui alzò lo sguardo e mi fissò.
 
'Non dirmi cagate, Justin. Voglio sapere tutto. Ogni singolo dettaglio. Adesso.' Chiese, incrociando le braccia. Sospirai, e mi sedetti sul letto.
 
'Siamo amici.' Dissi. Lui gemette, e si prese la testa tra le mani. 'Non è così male, amico. E' una buona amica. Mi piace.' Mi strinsi nelle spalle.
 
'Ti PIACE?' Mi guardò spalancando gli occhi. 'Oh, Dio. Amici è già abbastanza grave, adesso ti sei fottutamente innamorato di lei o qualche cagata simile? Questo è ridicolo!' Gridò.
 
'Cosa? No! Non sono innamorato di lei, ho detto che mi piace. E non in quel senso, da amica intendevo..' Dissi.
 
'Perchè vuoi essere suo amico, Justin? Questo non va bene. Oh, questo non va fottutamente bene.' Borbottò, camminando avanti e indietro nella mia stanza.
 
'Quindi, immagino di essere fuori dalla squadra adesso, eh?' Sospirai.
 
'No.' Mormorò. 'Perchè nessuno verrà a sapere di questo. Non lo dirò a nessuno, e nemmeno tu. Devi solo.. finire questa amicizia o qualunque cosa sia. Abbiamo bisogno di vincere, Justin. E non importa che cazzo il Coach o Chaz diranno riguardò ciò, noi non possiamo vincere senza di te.' Sospirò.
 
'Non troncherò l'amicizia con Eden. Lei è mia amica, non la sto sposando. Nessuno lo verrà a sapere.' Dissi.' 'Staremo attenti.'
 
'Attenti? Se tu fossi stato attento, non saprei nulla riguardo tutto ciò. Amico, avrei dovuto restare a casa con mia madre a sfornare biscotti come lei avrebbe voluto.. Mi avrebbe salvato da un sacco di stress. Dovrei essere a guardare High School Musical in questo momento!' Gridò.
 
'Amico, calmati. Staremo più attenti!' Dissi.
 
'Perchè lei è così importante per te, amico? E' solo una ragazzina. Una ragazzina che hai incontrato la settimana scorsa!' Mi gridò contro. Questo mi ricorda.. una settimana di amicizia, è il nostro anniversario di amicizia. Sto scherzando, sto scherzando.
 
'Perchè.. lei è speciale.' Sospirai.
 
'Ti piace molto di più di un'amica, vero?' Gemette.
 
'No! E' solo.. con lei posso parlare di cose diverse. Cose profonde. Cose per cui tu e Chaz ridereste se solo le tirassi fuori.' 
 
'Amico, sai che puoi parlarmi di qualsiasi cosa.' Sembrava esserci rimasto un pò male per la mia affermazione. Questo è un momento molto profondo tra uomo e uomo.
 
'Sì, beh, dove eravate voi ragazzi quando ho rotto con Sarah? Avevo il cuore fottutamente spezzato,  e tutto quello a cui voi importava era scopare.. le ragazze ed il basket!' Gridai, arrabbiandomi. 'Mi sentii depresso per settimane e nessuno di voi sembrava accorgersene! Sai quanto importante mi sentivo allora?!' Gridai. Mi guardò con pietà. 'Ma Eden..' Sospirai. 'Lei parla con me di questo genere di cose. A lei importa, si preoccupa.' Mormorai.
 
'Amico..' Mi interruppe. 'Mi dispiace, amico. Sono il peggior migliore amico di sempre.' Grugnì. Merda. L'avevo fatto stare male.
 
'No, va bene, sono andato troppo-'
 
'No, hai perfettamente ragione.' Grugnì. 'Questa Eden. Lei sembra.. non sembra male per essere una South.' Si strinse nelle spalle.
 
'Penso che a tutti voi piacerebbe se le deste una possibilità.' Dissi.
 
'Sì, beh. Io sono disposto a farlo, basta che non lo diciamo a Chaz. Lui non ci penserà due fottute volte. Ti butterà fuori dalla squadra in poco tempo, e noi abbiamo bisogno di te per questa vittoria, amico.' Disse. Annuii semplicemente. 'E da adesso, parla con me. Prometto di non fare lo stupido.' Disse, dandomi il pugno. Ridacchiai, e sbattemmo i pugni. Sorrise, ma i suoi occhi viaggiarono verso qualcosa dietro di me, ed il suo sorriso lasciò il suo volto. 'Amico, è fumo questo?' Chiese. Mi voltai per vedere la fuoriuscita di fumo da una delle finestre della casa di Eden.
 
'Merda.' Cominciai a tirare bestemmie prima di correre verso la veranda per poi saltare ed arrivare alla sua. Potevo sentire la presenza di Ryan dietro di me. Aprii la porta della camera di Eden, prima di correre fuori dalla sua stanza per arrivare al piano di sotto. Corsi vero la cucina, dove non notai più il fumo, ma una raffica gelida di qualcosa. Quando il tutto si chiarì, cercai allarmato lo sguardo di Eden che si reggeva in piedi con un estintore in mano. 
 
'Stavo provando a cucinare le lasagne.' Mormorò, facendo scoppiare a ridere sia me che Ryan. 

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Capitolo 12
*** Facebook. ***







Justin's Point Of View
 

 
 
'Non chiedetemi mai più di pulire. Ragazzi siete stati fortunati ad avere il mio aiuto questa volta.' Ansimò Ryan, lasciandosi cadere sul divano di Eden.
 
'Ti sei messo a pulire con noi per appena dieci minuti, poi hai cominciato a svuotare la dispensa alimentare.' Mi accigliai.
 
'E lei non ha nemmeno qualche snack.' Alzò le mani in aria.
 
'Mia madre li nasconde. Mio fratello li mangia tutti, ma lei dà la colpa solo a me. Dice che è convinta che sia io a mangiarli perchè sto diventando più grassa.' Eden rise imbarazzata.
 
'Tua madre è pazza.' Le sorrisi.
 
'Direi. Mi ha quasi colpito con la sua auto un paio di giorni fa.' Mormorò Ryan, prendendo il telecomando accendendo la televisione.
 
'What time is it? Summer time! It's our vacation!' Il fastidioso cast di High School Musical apparve in televisione, facendo comparire un ghigno sul viso di Ryan. Come vi dicevo.. lui è speciale. 
 
'Amo questo film!' Sorrise Eden. Ryan la guardò a bocca aperta.
 
'Hai ragione, Justin. L'ho giudicata troppo presto. Eden, da ora sei la mia migliore amica.' Scherzò Ryan, facendoci ridere. Le nostre teste si voltarono verso la porta, appena sentimmo le chiavi tintinnare nella toppa.
 
'Al piano di sopra ADESSO!' Eden bisbigliò gridando a me e Ryan.
 
 
 
~

 
 
Eden's Point Of View

 
 
Ryan e Justin corsero al piano di sopra, mentre io corsi in cucina per assicurarmi che nulla si fosse bruciato o ci fosse qualcosa fuori posto.
 
'Sei sicuro che non c'è nessuno in casa?' Sentii una voce di ragazza parlare.
 
'Sì. I miei genitori sono fuori a cena, Eve è da amici, ed Eden è al coro.' Sentii ridacchiare mio fratello. Sbirciai con la testa dietro l'angolo. Vidi Alexander, la ragazza di Adam, togliersi la giacca per poi appoggiarla sul divano.
 
'Come hai fatto a convincere i tuoi genitori a toglierti dalla punizione?' Chiese.
 
'Ho detto loro che stavo cercando di convincere alcune professoresse della mia scuola a lasciar entrare Eden alla South. Pensano che io sia da Zac. Lui ha fatto una delle migliori imitazioni dei suoi genitori al telefono.' Rise, facendo scivolare le sue mani attorno alla sua vita, per poi cominciare a baciarla. Sorrisi, realizzando di avere il cellulare di Eve in tasca. Lo tirai fuori e cominciai a registrare la coppia. Ma sentii subito qualche gemito, quindi saltai fuori prima che tutto diventasse troppo serio.
 
'Woah, smettetela di fare sesso! Sono a casa!' Gridai.
 
'Eden!' Gridò Adam, allontanandosi dalla sua fidanzata, che strillò prima di mettersi a sedere. 'C-Che ci fai a casa? Tu dovresti essere al coro.' Mi fissò.
 
'Sì, ho finito circa un'ora fa, idiota.' Sorrisi, alzando il telefono di Eve. 'A mamma e papà non piacerà quello che ho appena registrato..' Sorrisi.
 
'Eden, non vorrai..' Strinse gli occhi.
 
'Sì, vorrei farlo. Visto che sono io la ragazza cattiva in questa famiglia, hm?' Sorrisi.
 
'Farò qualsiasi cosa, ma eliminalo.' Disse.
 
'Fammi togliere dalla punizione.' Chiesi.
 
'Te lo prometto.' Disse. 'Cancellalo ora.' Mi chiese.
 
'Uh-uh. Sono più intelligente di così, fratello.' Sorrisi. 'Fammi togliere dalla punizione, ed io lo cancellerò. Usate le protezioni, voi due. Sarò al piano di sopra, in camera mia.' Sorrisi, avviandomi al piano di sopra bloccandomi davanti alla porta.
 
'Tutto questo rosa mi sta accecando, amico. Lei è peggio di Charlotte e Rebecca.' Si lamentò Ryan, guardando la mia stanza. Mi fermai, e cominciai ad origliare. Non so perchè.. mi andava.
 
'Sua madre l'ha fatta di questo colore. Lei in realtà lo odia.' Rispose Justin.
 
'Quanto sai di lei?' Chiese Ryan.
 
'Un bel pò.' Justin si strinse nelle spalle. 'Non so tutto, ma mi piacerebbe.' Disse. Io sorrisi appena.
 
'Amico, sii onesto con me, ok? Ti piace questa ragazza?' Chiese a Justin. 'Perchè da quello che ho visto tra voi due.. A lei piaci.' Dichiarò Ryan. Non è vero!
 
'Lo pensi?' Chiese Justin, mentre un piccolo sorriso comparì sul suo volto.
 
'Ti piace il fatto che le piaci?' Sorrise Ryan.
 
'Sì, credo. Insomma, piaccio ad un sacco di ragazze.' Si strinse nelle spalle. 'Lei non è molto diversa da loro.' Disse. Ouch. Sì, questo mi ha ferita. 'Okay, forse lei è un pò diversa da loro.' Ammise, facendomi sorridere.
 
'Puoi dirlo, fratello.' Disse Ryan.
 
'Non mi piace, Ryan. E' solo un'amica. Siamo amici da tipo.. una settimana. Sarebbe pazzesco se mi piacesse dopo appena una settimana. Voglio dire, sarebbe pazzesco se mi piacesse e basta. Lei ha quindici anni, io diciotto. I suoi genitori mi odiano, suo fratello mi odia, a sua sorella non piaccio, anche se alla fine mi ha aiutato a scusarmi con lei..' Si strinse nelle spalle.
 
'Cosa?' Ryan sembrava confuso.
 
'Niente, dimenticalo. A me non piace Eden, ed io non piaccio a lei. Ecco come stanno le cose, va bene?' Chiese. Ryan si strinse nelle spalle ed annuì. Aprii la porta e la chiusi a chiave dietro di me.
 
'Chi è tornato a casa?' Chiese Ryan.
 
'Mio fratello e la sua ragazza.' Sorrisi. 'Stavano per fare sesso di fronte a me.' Tossii.
 
'Oh, sarebbe stato troppo per i tuoi piccoli occhi innocenti.' Sorrise Justin.
 
'Stai zitto. Gli ho registrati con il cellulare. Lui mi toglierà dalla punizione. Se non lo farà, questo video andrà su Facebook.' Sorrisi.
 
'Non pensavo avessi Facebook.' Ridacchiò Justin.
 
'Eve ce l'ha.' Dissi.
 
'Non hai Facebook? M-Ma questo non è giusto! Come fai a tenerti in contatto con i tuoi amici?' Ryan sembrava sconcertato.
 
'Ho solo un amico. Beh, due se includi questo tipo strano qui. Lui è il mio vicino di casa, e poi vedo Maggie a scuola.' Mi strinsi nelle spalle. 'Non mi è permesso avere Facebook, in ogni caso. Mio padre controlla la cronologia del computer.' Dissi.
 
'Sai che è possibile cancellarla, giusto..?' Chiese Ryan. Rimasi tranquilla. 'Amica, per essere una ragazza intelligente, sei un pò ritardata.' Piegò la testa di lato. 
 
'Disse lui.' Rise Justin.
 
'Hey, io non sono intelligente, in primo luogo.' Sorrise Ryan.
 
'Ti sto facendo Facebook.' Disse Justin scorrendo con il mouse del mio portatile. 'Qual'è la tua password?' Chiese, una volta arrivato al login del portatile.
 
'Stepbrothers.' Risposi. Justin alzò la testa e mi sorrise prima di digitare. Aprì un browser internet, e digitò Facebook, arrivando alla pagina iniziale di Facebook.
 
'Nome.. Eden Mary..' Mormorò Justin, digitando le lettere.
 
'Mary? Fammi indovinare? La madre di Gesù?' Sorrise Ryan. Alzai gli occhi ed annuii, facendo ridere entrambi. Mi creò un e-mail, e finì di crearmi il profilo.
 
'Va bene, ora hai bisogno di un immagine del profilo.' Disse Justin. 'Dì cheese.' Ridacchiò. Feci una faccia da papera con le labbra, e Justin scattò.
 
'La faccia da papera. Molto popolare.' Rise Justin, cliccando su sucessivo.
 
'Compila alcune informazioni. Film preferito? Step Brothers!' Sorrise Justin, digitandolo. Dopo aver compilato un sacco di informazioni su di me, cominciammo ad aggiungere amici. Sarò molto popolare con solo due amici! In primo luogo, Justin si aggiunse da solo, poi Ryan e Maggie.
 
'E se Chaz volesse sapere perchè siamo suoi amici?' Chiese Ryan.
 
'Gli diremo che lo facciamo solo per scrivergli messaggi d'odio.' Justin si strinse nelle spalle. 'Vuoi aggiungere Taylor?' Mi chiese. Io annuii. Lui la aggiunse, ed aggiunse un paio di altre persone a caso della scuola. Mi accigliai, vedendo di aver appena ricevuto una richiesta di amicizia da qualcuno.
 
Harry Styles - Conferma / Non Adesso
 
'Chi è Harry?' Chiese Justin, voltando la sua testa verso di me.
 
'Uh, un amico del coro.' Dissi. Lui si strinse nelle spalle, e cliccò su conferma. Sorrisi, notando di aver ricevuto una notifica poco dopo.
 
'Harry Styles ha pubblicato qualcosa sulla tua bacheca.'
 
Justin alzò un sopracciglio, e cliccò sulla notifica.
 
Hey, splendida. ;) Non sapevo avessi Facebook. ;) Ora possiamo chiacchierare di più. ;) x
 
Mi morsi il labbro sorridendo. 'Sembra un frocio. Troppe faccine con l'occhiolino.' Disse Justin, facendomi alzare gli occhi al cielo.
 
'Sai di essere andato a letto con sua sorella?' Chiesi, facendo scivolare il portatile.
 
'Non è una sorpresa. Biebs ha scopato con chiunque.' Disse Ryan.
 
'Linguaggio.' Lo guardai di traverso.
 
'L'ho fatto?' Justin aggrottò la fronte. 'Oh, bene.' Si strinse nelle spalle come se niente fosse.
 
'Justin! Justin?' Sentii una voce da donna. Justin si alzò di scatto e uscì dalla veranda. 'Justin, che ci fai lì?' Chiese una voce. Li sentii conversare, ma nel frattempo Ryan mi insegnò ad usare Facebook.
 
'Devo andare a cena. Yo, Ry. Mamma ha fatto un piatto anche per te, nel caso tu ti voglia fermare stasera..' Disse Justin, tornando dentro.
 
'Scusa, amico. Non posso. Mamma fa i Taco's stasera!' Sorrise Ryan. Spensi il portatile e lo chiusi. 'Forse Eden vuole venire a mangiare da voi. Dal momento che ha fatto saltare in aria la sua cena.' Si mise a ridere. Justin mi guardò.
 
'Vuoi?' Mi chiese Justin.
 
'Non voglio importelo.' Dissi.
 
'Nah, sarà divertente. I miei genitori non diranno nulla ai tuoi.' Mi sorrise.
 
'Oh, um, okay..' Sorrisi.
 
'Fico. Io dovrò saltare per raggiungere la mia veranda. Dì a tuo fratello che stai andando.. qualunque cosa.' Rise. 'Tu vai attraverso la porta. Non voglio che rischi di morire come l'ultima volta.' Rise. Annuii, e chiusi la porta della veranda dietro di loro. M'incamminai al piano di sotto per trovare Alexandra ed Adam sul divano. Il suo braccio attorno al suo, mentre guardavano qualche programma televisivo.
 
'Adam, ho intenzione di incontrarmi con Maggie al centro commerciale. Ceneremo al McDonald's stasera.' Dissi.
 
'Va bene. Hai bisogno di soldi?' Mi chiese, agendo come un buon fratello maggiore di fronte alla sua ragazza.
 
'Certo.' Sorrisi. Si alzò e si diresse verso la sua camera per prenderne un pò. Abbassai lo sguardo verso Alexandra, che mi fissava. 
 
'Che cosa stai guardando, marmocchia?' Sibilò. Deglutii e feci un passo indietro, mentre Adam tornava indietro porgendomi una banconota da cinquanta dollari. Dolce!
 
'Ci vediamo!' Sorrisi ed uscii di casa. Mi assicurai che nessuno stesse guardando prima di bussare alla porta della casa di Justin. E naturalmente lui poco dopo aprì. 'Hey,' Sorrisi. 'Adam pensa stia andando al McDonald's con Maggie. Mi ha dato cinquanta dollari.' Sorrisi, alzando la mano con i soldi per mostrarglieli.
 
'Psh, sei fortunata. Questa è la quota di iscrizione per entrare in casa mia.' Mi fece l'occhiolino. Alzai gli occhi, mentre lui mi invitò ad entrare.
 
'Ryan è andato a casa?' Chiesi, e lui annuì.
 
'Vieni, voglio farti conoscere la mia famiglia..' Disse. Ero nervosa. Perchè dovrei esserlo? Non sono la sua ragazza. Non abbiamo alcun tipo di rapporto. Continuavo a ripetermelo. Siamo solo amici. Ma qualcosa nella frase 'siamo solo amici' mi rendeva triste.. Solita storia.

 
 
Ho una cotta per Justin Bieber.


 
 
 
Allooooooora, buonasera signore.
 
Nell'ultimo capitolo non sono riuscita a scrivere lo spazio autrice (che poi in realtà non dovrei chiamarlo spazio autrice, perchè in teoria non sono io l'autrice di questa storia, ma shh, è lo stesso) perchè andavo di fretta visto che era tardissimo e il giorno dopo sarei dovuta andare a scuola.
 
Parlando d'altro, ma avete visto che brava che sono stata? Cazzo, fatemi una statua vi prego. Due giorni sono passati dall'ultimo aggiornamento, D-U-E. In effetti non so nemmeno io cos'è successo, lol, solo che mi sono resa conto che rompe abbastanza il fatto di dover aspettare circa un mese dopo ogni capitolo, e vi capisco, perchè lo provo anch'io sulla mia pelle, di gente che aggiorno dopo secoli, quuuuindi sto cercando di darmi una mossa, e da adesso in poi ho deciso di darmi delle scadenze, in modo da non far passare secoli ad ogni aggiornamento. Bum, AMATEMI.
 
Altre cose che potrei dirvi.. uhm.. Come penso si sia quindi capito mi dispiace davvero tanto per aver fatto passare tutto questo lasso di tempo e non aver aggiornato per tipo tre settimane, ma non succederà più, I swear. 
 
A questo proposito, penso, anzi sono quasi sicura di aver perso metà (forse di più) delle lettrici che c'erano dall'inizio o che comunque leggevano questa storia, però vi prego, non abbandonatemi anche voi (*piccolo piantino isterico*) perchè tante cose belle devono ancora succedere. No, seriamente, io sono davvero innamorata di questa storia, e credetemi, devono succedere ancora tante cose, quindi cercate di portare pazienza. Anche perchè come vi avevo accennato, con la scuola di mezzo è un pò un casino, sono al primo anno di superiori e non mi va di avere debiti e quindi passare l'estate a studiare, quindi devo cercare di far conciliare il tutto.
Bum, ormai lo spazio autrice sarà più lungo del capitolo, quindi vi lascio in pace, anche perchè non saprei cos'altro dire, lollino. 
 
Ah, ultima cosa, scusate se non rispondo alle recensioni, ma credetemi quando vi dico che non ho proprio il tempo materiale, però sappiate che le leggo tutte e mi fanno un sacco piacere, davvero, siete tutte dolcissssssime.
 
Vi amo, smileveryday.

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Capitolo 13
*** What the fuck. ***







Justin's Point Of View


 
 
 
'Oh, è un vero peccato che Ryan non rimanga. Ho fatto una porzione in più.' Si accigliò mamma.
 
'A proposito di ciò. Va bene se un altro mio amico rimane a cena con noi?' Le chiesi. 'Una ragazza.' Aggiunsi. Questo fece smettere di pulire mia nonna, e alzare gli occhi dal tavolo a mio nonno.
 
'Una ragazza? Del tipo.. la tua ragazza?' Mi chiese.
 
'No.. Solo un'amica.' Dissi.
 
'La ragazza della casa accanto?' Chiese nonno, mentre si formò un piccolo sorriso sul suo volto. Io annuii.
 
'Oh, quella con la bella voce? Beh, è fantastica. Sono contenta che tu stia uscendo di nuovo, tesoro.' Sorrise nonna.
 
'Non usciamo insieme, siamo solo amici.' Sospirai.
 
'Può venire a cena. Voglio comunque conoscere questa ragazza.' Sorrise mamma. Sospirai, e mi sedetti sul divano, ma mi voltai subito quando il campanello suonò.
 
'Sto arrivando!' Gridai, dirigendomi verso la porta d'ingresso.
 
'Hey,' Sorrise. 'Adam pensa stia andando al McDonald's con Maggie. Mi ha dato cinquanta dollari.' Sorrise, alzando la mano con i soldi.
 
'Psh, sei fortunata. Questa è la quota di iscrizione per entrare in casa mia.' Gli feci l'occhiolino. Alzò gli occhi, mentre la invitai ad entrare.
 
'Ryan è andato a casa?' Chiese, annuii.
 
'Vieni, voglio farti conoscere la mia famiglia..' Dissi, portandola in sala da pranzo, dove mamma stava posando i piatti di spaghetti sul tavolo.
 
'Um, ragazzi.' Tossii goffamente, facendo loro alzare lo sguardo. 'Lei è Eden. Vive nella casa accanto.' Dissi. Eden sembrava nervosa. Potevi rendertene conto semplicemente guardando il suo sguardo. Ma non era solo nervosa, c'era qualcos'altro. Ma non avevo ancora capito cosa.
 
'Oh, benvenuta a casa nostra, cara.' Nonna decise di salutarla per prima. 'Ti ho vista cantare in chiesa. Completamente sorprendente, tesoro.' Sorrise.
 
'Oh, grazie.' Eden sorrise educatamente. 'Sono Eden.' Aggiunse.
 
'Lo so.' Sorrise nonna. 'Justin ci ha parlato di te.' Sorrise, facendomi arrossire.
 
'Di cose belle spero.' Eden ridacchiò, guardandomi.
 
'Oh, nulla se non cose belle, cara!' Sorrise nonna. 'Questo è mio marito, Bruce.' Disse indicando nonno, che le sorrise prima di alzarsi ed incamminarsi verso di lei per abbracciarla. Oh, Dio. I miei nonni sono imbarazzanti.. 
 
'Che bella ragazza che ha scelto mio nipote.' Sorrise.
 
'Nonno! Te l'ho detto, siamo amici.' Borbottai, facendo ridere Eden che mi guardò.
 
'E' un piacere conoscerti.' Sorrise, dandole un abbraccio. Lei ridacchiò, ricambiando l'abbraccio, del tutto inaspettato. 'Sono un tipo che abbraccia chiunque.' Aggiunse.
 
'Avete finito di mettere in imbarazzo Justin?' Ci interruppe mia madre. Nonno e nonna presero posto in tavola, mentre mamma si avvicinò a noi. Deglutii, nervoso per quello che avrebbe pensato mamma. Non abbiamo praticamente più parlato dopo la litigata dell'altra sera. Sapevo che Eden le sarebbe piaciuta, ma probabilmente avrebbe pensato che siamo scopa-amici o qualcosa del genere. Pensa sempre le cose peggiori nella sua mente quando si tratta di me.
 
'Um, è un piacere consocerla, Ms Mallette.' Sorrise Eden, guadagnandosi un sorriso da mia madre. Lei odia quando la chiamano Ms Bieber. Eden già sapeva della separazione dei miei genitori.
'Per favore, chiamami Pattie.' Sorrise. 'E' un piacere conoscerti, Eden.' Sorrise. 'Sono contenta che ti sia unita a noi per la cena.' Aggiunse.
 
'Grazie per avermi accettata, Pattie.' Sorrise Eden. Presimo tutti posto in tavola, e nonno decise di iniziare con la preghiera. Posai la mia mano su quella di mio nonno, ed un piccolo sorriso si formò sul mio viso quando sentii la mano di Eden posarsi sulla mia.
 
'Per quello che stiamo per ricevere, siamo grati al Signore. Amen.' Nonno disse, mentre noi ripetemmo assieme Amen, togliendo poi la sua mano dalla mia. Aspettai che Eden togliesse la sua mano, ma non lo fece. Ridacchiai, catturando la sua attenzione. Guardò le nostre mani, ed arrossì violentemente prima di togliere la sua. Forse non avrei dovuto dire nulla.

 
 
~

 
 
'Nessuna bugia. Il pesce era grande come Justin.' Nonno sorrise. Amava raccontare questa storia. Riguardo il pesce enorme che abbiamo preso anni fa. Non so perché gli piaccia così tanto questa storia.
 
'Avevo cinque anni a quel tempo, nonno.' Risi.
 
'Sono sicura che era enorme.' Ridacchiò Eden.
 
'Raccontaci qualcosa sulla tua famiglia, Eden.' Sorrise nonna. Eravamo tutti seduti in salotto, a rilassarci e chiacchierare. Non facevo questo da anni. Ma mi stavo godendo questo momento.
 
'Beh, mio padre è il reverendo della chiesa locale. I miei genitori sono molto religiosi e rigorosi. Mio fratello e mia sorella frequentano la South Stratford, ma io non ho passato il test, quindi ho dovuto frequentare la scuola di Justin. Ma mi piace davvero qui.' Sorrise.
 
'Oh, quello stupido test.' Nonna alzò gli occhi al cielo. 'Justin provò ad entrare in quella scuola, ma nemmeno lui passò il test.' Aggiunse. I miei occhi si spalancarono. 
 
'Nonna.' Sibilai. Eden si rivolse a me sorpresa.
 
'Hai cercato di entrare alla South Stratford?' Mi chiese, mentre un piccolo sorriso si formò sul suo viso.
 
'Mia madre mi ha costretto.' Indicai mia madre.
 
'Non è vero!' Disse. 'Era più vicina. Non dovevi nemmeno guidare per andarci. Ho sempre paura quando guidi tu.' Si strinse nelle spalle, facendo ridere tutti. Eden alzò lo sguardo verso l'orologio e sospirò.
 
'Dovrei tornare a casa. E' tardi.' Sospirò.
 
'Ti accompagno fuori.' Dissi, alzandomi assieme a lei.
 
'E' stato bello averti qui con noi, Eden. Vieni ogni volta che vuoi.' Mamma le sorrise.
 
'La prossima volta ti racconterò di quando io e Justin abbiamo quasi vinto alla lotteria.' Nonno le sorrise, per poi darle un abbraccio.
 
'Sono eccitata, non vedo l'ora di sentirla.' Ridacchiò Eden. Salutò tutti, ed io l'accompagnai al mio portico.
 
'Ti accompangerei a casa, ma tuo fratello è lì.' Ridacchiai, mettendomi le mani in tasca. 'Non vorrei metterti nei guai più di quanto tu ne sia adesso.' Sorrisi.
 
'Grazie per avermi invitato, Justin. La tua famiglia è davvero.. incredibile.' Sorrise.
 
'Piaci davvero a loro.' Dissi. 'Ho la sensazione che appena rientrerò non la smetteranno di chiudere la bocca e dirmi di quanto dovrei sposarti o qualcosa del genere. Nonna me l'ha già sussurrato a cena.' Dissi, mentre scoppiammo a ridere.
 
'Justin, non perdere questi momenti con la tua famiglia.' Disse. 'Loro sono completamente fantastici, e ti amano davvero. Sei davvero fortunato ad averli.' Mi sorrise dolcemente.
 
'Sì, lo so.' Annuii.
 
'Ci vediamo, Bieber.' Sorrise, prima di scendere dal portico. La guardai fino a quando non entrò in casa, assicurandomi che fosse al sicuro. Sospirai, e rientrai in casa.
 
'Non pensavo di incontrare una ragazza così dolce.' Nonna sorrise, lei e mia madre stavano discutendo sul divano, mentre mio nonno si rilassava ascoltandole. 'Oh, Justin. Voglio che la sposi, ok?' Mi sorrise. Risi, e alzai gli occhi al cielo.
 
'Pensavo di avervelo detto ragazzi. Eden ed io siamo solo amici.' Assicurai loro.
 
'Amici un cazzo.' Nonno borbottò.
 
'Bruce!' Nonna lo colpì sul braccio, facendomi ridere.
 
'Ehi, sto per andare a dormire. Sono molto stanco. Notte, mà.' Dissi, dandole un bacio sulla guancia. 'Notte nonna.' Dissi, dando un bacio anche a lei. 'Notte nonno.' Ridacchiai, tirandogli un orecchio, facendolo imprecare contro di me, mentre correvo di sopra. Mi vestii con quello che di solito usavo per dormire. Un paio di pantaloni a quadri PJ, e a petto nudo. Notai la luce accesa nella camera di Eden, e la notai in piedi nella sua stanza. Posso vedere molto dalla mia stanza. Lei si accorse di me e sorrise.
 
Aprii la porta della mia veranda, cosa che fece anche lei. 'Hey, tu!' Ridacchiò. 'Non posso starti lontana per un pò eh?' Sorrise.
 
'No.' Risi.
 
'Sono le dieci, e domani c'è scuola, ed io non sono a letto. Credo che tu stia tirando fuori il peggio di me.' Sorrise ancora.
 
'Oh, che piccola ribelle. Sto tirando fuori il peggio di te? Psh, sì giusto. Oggi ho avvisato Ryan riguardo il suo linguaggio.' Sorrisi. 'Posso chiederti una cosa, Ede?' Le chiesi. Lei annuì. 'Io non volevo curiosare, o cose del genere.' Sospirai. 'Ma l'altra sera.. Dopo la messa, stavamo parlando, ed io ho usato il tuo bagno.' Dissi.
 
'Justin, va bene.. Ti ho detto che potevi usarlo.' Rise.
 
'Ho trovato le tue pillole.' Dissi. 'Io non volevo. Stavo cercando il sapone, così ho aperto il mobiletto, ed erano lì.. ho trovato anche il sapone però.' Mormorai. Lei mi fissò. 'Non arrabbiarti con me, per favore.' Sospirai.
 
'Non sono arrabbiata con te.' Sospirò.
 
'Quindi, um, sei depressa..?' Chiesi, grattandomi la nuca. Lei non rispose. 'Puoi dirmi tutto, Eden.' Sospirai.
 
'Ero depressa. Sto meglio ora. Dovrei buttare quelle pillole.' Mormorò.
 
'Perchè eri depressa?' Chiesi.
 
'Mi mancava qualcuno..' Mormorò. 'Ho due fratelli.' Disse. 'Adam non è il maggiore.' Sussurrò.
 
'Non lo è..' Mi accigliai. 'Allora chi è?' Le chiesi.
 
'Ho un fratello più grande, John. Era in missione in Afghanistan.' Aggiunse. 'E' stato lì per un tempo molto lungo, e mi mancava così tanto.' Sospirò. 'Lui non lasciava che i miei genitori fossero così duri con me. Lui era come il mio migliore amico.' Mormorò. 'E' stato ucciso in azione lo scorso Dicembre. Poco prima di Natale.' Mormorò. 'Avrebbe compiuto vent'anni qualche settimana fa.' Mi spiegò, prima di asciugarsi rapidamente una lacrima che le rigò il viso. Saltai dalla mia veranda, arrivando alla sua, prima di avvolgere le mie braccia intorno al suo corpo, tirandola verso di me, in modo da avvicinarla a me più che potei.
 
'Mi dispiace così tanto, Eden.' Sospirai, cullandola. Rimanemmo così per un pò. Abbracciati, senza dire nulla. Il silenzio non era imbarazzante. Si stava bene. Si tirò indietro un pò, in modo da guardarmi, ma le mie braccia erano ancora intorno a lei.
 
Non so in che tipo di trance mi portò con i suoi occhi. Non so cosa successe al mio corpo. Ma feci una brutta cosa. Feci qualcosa che contrastava con l'obbiettivo di spiegare che siamo solo amici. Perchè sapete cosa feci? Mi chinai e la baciai. Lei mosse le sue morbide labbra rosa contro le mie, ricambiando il bacio. Porca puttana, sta ricambiando il bacio. Ci baciammo per una decina di secondi prima che lei si staccasse, guardandomi scioccata e spaventata proprio come lo ero io.
 
'M-Mi dispiace.' Sussurrai, facendo un paio di passi indietro. Mi voltai e saltai verso la mia veranda, entrando nella mia stanza senza mai voltarmi. Che cazzo ho fatto?!







I'm back bitches!
 
Come state donzelle? Io sto tipo per morire, ho male dappertutto, dolori ovunque, avete presente i vecchietti di novant'anni? Sì diciamo sono più o meno come loro in questo momento. Tutto ciò per colpa della nostra prof di educazione fisica, che venerdì ha avuto la fantastica idea di farci fare gli affondamenti. Ma va bene, life goes on.
 
Ciancio alle bande, (ma quanto sono simpatica?) come vi sembra il capitolo? FINALMENTE si sono baciati, il momento che tutti aspettavano. (ok, forse no) Siccome oggi mi sento particolarmente acida e stronza vi dico già che non signfica nulla questo bacio, perchè nei prossimi capitoli le cose andranno in discesa e succederanno dei casini peggio di beautiful. (che poi mi domando perchè vi sto spoilerando tutto)
 
Cooomunque, avete visto che sto diventando sempre più brava? Non è passata nemmeno una settimana ed ho già aggiornato. Fatemi un applauso, inchinatevi, non lo so qualunque cosa.
 
Per qualunque cosa, @theavonsbusker su twitter.
Un bacione-one-one, smileveryday.
 

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Capitolo 14
*** Find out. ***





 
 
Eden's Point Of View


 
 
Mi guardai intorno nell'atrio della East Stratford, in cerca di Justin. Stamattina è andato a scuola piuttosto presto, quindi non ho avuto la possibilità di vederlo. Ero ancora confusa riguardo quello che era successo ieri sera. Mi ha baciato. Voglio sapere il perchè. Lui non prova nulla per me, giusto? Non so nemmeno se mi piaccia davvero. Potrebbe essere una piccola cotta da ragazzine. La campanella suonò la prima volta. Avevo i corsi avanzati di matematica, e Justin era nella mia stessa classe. Ma non ci sarebbe stato modo di parlare con lui di queste cose con tutta quella gente attorno. Non posso parlare con lui e basta.
 
'Buongiorno, classe.' Sorrise il professore. 'Oggi andremo a prendere un pò di appunti, quindi tirate fuori i vostri quaderni e le vostre penne. Se vi troverò a parlare, vi beccherete la detenzione. Non voglio sentire lamentele riguardo ciò. Avete capito tutti?' Concluse. Tutti borbottarono parole diverse lamentandosi, ma tirarono comunque fuori il loro materiale. Notai Justin in piedi attraverso la porta. I suoi capelli disordinati, ed il suo sguardo stanco. Mi accigliai, tirando fuori il mio foglio degli appunti.
 
Notai con la coda dell'occhio Justin sedersi accanto a me dal momento che era uno dei pochi posti rimasti liberi in fondo all'aula. Iniziai a prendere appunti sulle note che il professore stava scrivendo alla lavagna, finchè non venni interrotta da una pallina di carta che mi colpì il braccio. Mi accigliai, voltandomi verso Justin che mi stava guardando. Annuì facendomi intendere che era da parte sua. Aggrottai la fronte, raccogliendolo, e cercando di aprirlo per poter leggere la piccola nota che Justin aveva scritto al suo interno.
 
'Mi dispiace che il tuo primo bacio sia stato con un coglione come me.'
 
Combattei cercando di nascondere invano il sorriso che si formò sul mio viso, e risposi velocemente.
 
'Va bene. Ma perchè è successo?'
 
Mi assicurai che nessuno stesse guardando prima di lanciarlo di nuovo verso di lui. Lo raccolse e lo lesse. Poco dopo lo vidi prendere la penna e rispondere.
 
'E' stato solo un momento. Ma siamo ancora amici, giusto?'
 
E sono stata così stupida da pensare che potessi piacergli. Scrissi velocemente un semplice 'certo', prima di lanciarglielo di nuovo. Sfortunatamente, essendo la ragazza con un orribile mira, lo mancai colpendo Chaz che era accanto a lui.
 
'Hai lanciato questo?' Sussurrò Chaz, raccogliendo il pezzo di carta.
 
'Sì, accidentalmente. Mi dispiace.' Sussurrò Justin, strappandoglielo dalle mani per poi infilarselo in bocca. Chaz gli rivolse uno sguardo alla 'che cazzo fai'. 'Non ho fatto colazione.' Mormorò dopo aver mandato giù. Ew, l'ha inghiottito!
 
'Amico, ti sei fottuto il cervello.' Rise Chaz.
 
'Chaz, ti avevo avvertito. Detenzione. A pranzo.' Dichiarò il professore. Chaz rimase a bocca aperta, facendomi così ridacchiare. Justin si voltò verso di me e mi sorrise leggermente. 
 
 
~

 
Justin's Point Of View
 
 
 
'Amico, dove stai andando? Abbiamo basket!' Mi chiamò Chaz.
 
'Ho bisogno di posare la mia, ehm, penna nell'armadietto!' Gridai. Lui alzò gli occhi al cielo, prima che Ryan lo trascinasse fuori lanciandomi uno sguardo che diceva di stare attenti. Arrivai all'armadietto di Eden, dove lei già mi stava aspettando. Le avevo detto di poter incontrarci qui in modo da poter parlare propriamente di quel bacio.
 
'Indovina chi è.' Dissi, mettendole le mani sugli occhi.
 
'Grande uccello.' Scherzò.
 
'No, ancora meglio.' Risi, mentre lei si voltò verso di me. 'Hey, mi dispiace per ieri sera.' Le dissi.
 
'Va bene.' Si strinse nelle spalle. 'Non è stato nulla.' Disse.
 
'Non è vero che non è stato nulla. Ti ho praticamente rubato il tuo primo bacio. Dovresti essere arrabbiata. Andiamo, prendimi a pugni. Tiro libero. Non al di sotto della cintura, o sulla mia faccia, per favore.' Dissi, facendo un passo indietro aspettando che mi colpisse. Alzò un sopracciglio, prima di dare un leggero pugno al mio naso. 'Hey, ti ho detto non in faccia!' Mi lamentai, facendola ridere.
 
'Non sono arrabbiata con te.' Sorrise, ma ebbi la sensazione che stesse mentendo. 'Non lo sono, davvero, credimi.' Sospirò.
 
'Va bene, come vuoi.' Sospirai.
 
'Non romperti una gamba a basket, ok?' Sorrise.
 
'Certo che no. Ho intenzione di fare il culo a strisce a tuo fratello Venerdì.' Sorrisi. 'Per chi hai intenzione di fare il tifo?' Chiesi. Lei sospirò, e ci pensò su.
 
'Per chi vincerà.' Fece un sorrisetto.
 
'Non è giusto.' Risi. 'Lo so che vuoi che vinca io.' Sorrisi.
 
'Forse solo un pò. Ho davvero voglia di vedere mio fratello piangere.' Ridacchiò. Oh, questa ragazza è fantastica. 'Dovresti andare. Farai tardi.' Disse colpendomi lo stomaco. 'Devo andare anch'io per scoprire se sono stata assolta dalla punizione o meno.' Mi fece l'occhiolino.
 
'Penso che dovresti postarlo comunque quel video.' Sorrisi.
 
'Oh, ma mi piace mantenere le promesse.' Sorrise, indietreggiando verso l'uscita. 'Ci vediamo, Bieber.' Agitò la mano prima di uscire.
 
'Justin. Perchè stavi parlando con quella nerd?' Udii la voce di Charlotte. Mi voltai per trovarle tutte e due. Charlotte e Rebecca. Oh, fantastico..
 
'Dovevo assicurarmi che stesse facendo il mio saggio, per inglese. Sapete, non me ne frega un cazzo riguardo quella cagata di Romeo e Giulietta.' Sorrisi. 'Che ci fate voi signore qui?' Chiesi facendo loro l'occhiolino.
 
'Pensavamo di venire a vederti allenare, ma il Coach ci ha mandate fuori. Quindi, stiamo per andare a fare shopping.' Sorrise Rebecca.
 
'Comprate qualcosa di sexy.' Feci loro l'occhiolino. 'Ci vediamo dopo, ragazze.' Dissi, incamminandomi verso la palestra. Fuori due.
 
'Bieber, sie in ritardo.' Gridò il Coach, appena entrai in palestra. 'Forza, magliette VS petto nudo. La squadra di Bieber è a petto nudo.' Gridò. 'Fai in fretta.' Mi chiese.
 
'Sìssignore.' Mi misi a ridere, uscendo dal campo.

 
 
Chaz's Point Of View

 
 
Guardai Justin mentre correva verso il canestro, palleggiando con la palla tra le mani. Si alzò in alto con un salto e fece canestro, guadagnandosi così gli applausi da tutti. 
 
'Ottimo, Justin! Buon lavoro. Continua così, ragazzo!' Sorrise il coach Brown. Justin sorrise, e si diresse da Nolan e Mitch. Aggrottai la fronte. Non l'ho mai visto sorridere così tanto..
 
'Hey, sembra solo a me, o Justin è diverso ultimamente?' Chiesi.
 
'Diverso?' Chiese Ryan, cominciando ad innervosirsi. 'Diverso in che senso? Del tipo, molto diverso, diverso medio, o poco diverso? Sii specifico.' Ryan balbetta solo quando ti sta nascondendo qualcosa.
 
'Voi due state cercando di nascondermi qualcosa?' Chiesi.
 
'Psh, NO! Andiamo, amico. Non sta succedendo nulla di strano.' Si strinse nelle spalle, e prese una bottiglietta d'acqua. 'Hey, guarda! Una formica! Qui dentro?! Psh, dovrebbero usare gli insetticidi. Io sto per andare a casa, vado a salutare gli altri.' Sorrise prima di allontanarsi. Aggrottai la fronte e mi voltai per trovare Justin che rideva con gli altri ragazzi. Sta succedendo qualcosa, e ho intenzione di scoprire cosa.



 
 
 
Sup, ladies?
 
Ok, devo tipo fare velocisssssimo, prima di tutto volevo ringraziarvi per tutte le recensioni che mi lasciate a cui purtroppo non ho tempo di rispondere, ma sappiate che le leggo e mi fanno un sacco piacere. Sono tipo rimasta stupita perchè mi avete praticamente intasato twitter di menzioni, aw. Siete dolcissssime.
 
Tra l'altro, siete in ottantadue ad aver aggiunto ai preferiti questa storia, e questo vuol dire che se superiamo i centodieci (ok, non sono proprio pochi) questa storia finirà nelle popolari. Oddio, sarei troppo felice se succedesse, nonostante questa storia non sia mia.
 
Volevo chiedervi una cosa, ho provato a sottolineare i discorsi diretti in grassetto, per mettergli in rilievo. Come vi sembra? Rispondetemi, pls.
 
Ora mi dileguo, sennò mia sorella mi uccide.
 
Per qualunque cosa, @theavonsbusker su twitter.
 
Vì LòVvò TùTtè QùAnTè!11!

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Capitolo 15
*** Rooting for. ***


Eden's Point Of View
 
 
Tirai fuori l'ipod che Eve mi aveva regalato lo scorso Natale e optai per riproduzione casuale. Sorrisi quasi immediatamente quando uno delle mie canzoni preferite mi risuonò nelle orrecchie.
 
*'I'm in trouble, I'm an addict. I'm addicted to this girl. She's got my heart tied in a knot, and my stomach in a whirl. But even worse, I can't stop calling her. She's all I want and more. I mean, damn. What's not to adore?'
 
Dio, l'amore che provo per Christofer Drew. Mi stavo avvicinando a casa mia, quando vidi due figure in piedi fuori dalla porta. Notai mio fratello che parlava con Harry. Sorrisi, Harry. Lui è davvero molto dolce. Lui è davvero molto carino. Lui è anche davvero molto britannico. Cosa che trovo assolutamente ed incredibilmente adorabile.
 
'Hey.' Sorrisi fermandomi accanto a loro, togliendomi le cuffiette dalle orecchie. 
 
'Ti ho assolto dalla punizione. Elimina il video.' Rispose subito Adam.
 
'Non così in fretta, c'è un'altra cosa.' Sorrisi.
 
'Oh, Dio. Che cos'è?' Grugnì.
 
'Mi sono fatta Facebook. Ma non puoi dirlo a mamma e papà.' Inarcai un sopracciglio. So che molto probabilmente sarebbe la prima cosa che avrebbe fatto. Spalancò la bocca.
 
'Ti sei fatta Facebook? Sai quanto sia pericoloso, Eden? Ci possono essere pedof-'
 
'Farò in modo che non parli con nessun estraneo.' Rise Harry. 'Sono suo amico.' Sorrise, facendomi diventare le ginocchia deboli.
 
'Bene.' Sospirò Adam. 'Cancella il video.' Chiese.
 
'Lo farò quando sarò sul mio portatile.' Dissi. 'Ma dovresti assicurarti che anche Eve lo cancelli dal suo telefono.' Sorrisi.
 
'Sei una mocciosa.' Si accigliò. Cosa che mi ricordò Alexandra. 
 
'Così mi chiamano.' Mormorai. 'Allora, um, Harry. Non sapevo che tu e mio fratello foste amici?' Sorrisi.
 
'Lui è nella nostra squadra.' Sorrise Adam. 'Il nostro nuovo acquisto.' Si diedero una pacca amichevole.
 
'Questo significa che giocherai contro la East Stratford questo weekend?' Mi morsi il labbro.
 
'Correzione, gli uccideremo.' Sorrise Harry, guadagnandosi un cinque da Adam. Risi nervosamente. 'In realtà sono venuto qui per vederti.' Dichiarò.
 
'Davvero?' Sorrisi.
 
'Ricordi ieri, quando ti ho detto che avrei potuto aspettare tre settimane?' Chiese, ed io annuii. Lui sorrise. 'Ho mentito.'
 
'Aw, siete così carini.' Sorrise Adam.
 
'Stai zitto.' Alzai gli occhi al cielo.
 
'Dal momento che non sei più in punizione, e visto ho il permesso dalla tua famiglia.. Stavo pensando che potremmo andare da McDonald's o qualcosa del genere?' Chiese speranzoso. Sorrisi.
 
'Mi piacerebbe andare da McDonald's.' Sorrisi annuendo.
 
'Fantastico.' Sorrise.
 
'Dammi il tempo di cambiarmi, ok?' Chiesi.
 
'Certo, ti aspetterò qui con Adam.' Sorrise. Allontanandomi gli sentii parlare della partita di Sabato. Non so davvero da che parte stare. Non che sia importante comunque. Se vince mio fratello, sarò felice per lui. Se vince Justin, sarò felice per lui. Mi cambiai indossando una felpa azzurra e degli skinny jeans scuri, con un paio di Converse, visto che sarebbe stato un appuntamento tranquillo. Accesi il portatile e cancellai il video. Sarei stata comunque in grado di dire ai miei genitori quello che avevo visto se Adam non avesse mantenuto la sua parola. Aggiornai velocemente il mio status su Facebook con: 'Sto andando da McDonald's con un buon amico :)' Mi disconnessi subito e mi diressi al piano di sotto dai miei genitori. 
 
'Dove stai andando?' Chiese papà.
 
'Um, va bene se vado da McDonald's con Harry? Sai, il ragazzo del coro.' Chiesi.
 
'Oh, lui è un così bravo ragazzo. Sua madre è davvero una brava donna.' Sorrise mamma. 
 
'Immagino che vada bene. Farà meglio a portarti a casa entro le nove.' Strinse gli occhi verso di me. Annuii prima di dirigermi fuori.
 
'Sei pronta?' Sorrise Harry. Sorrisi ed annuii.
 
'Non metterla incinta!' Scherzò Adam. Mi voltai e lo guardai di traverso. Ok, quindi lui può scherzare riguardo me ed Harry a fare sesso, ma quando apparentemente bacio Justin, cosa che non ho mai fatto fino alla scorsa sera, le cose cominciano a mettersi male? E' una cosa stupida. Ci incamminammo da McDonald's in quanto non era lontano. Controllai l'ora, quattro e mezza. Constati che Justin dovrebbe aver finito l'allenamento ora. Ho dimenticato di dirgli che oggi non avrei potuto vederlo in veranda. Probabilmente se lo immaginerà una volta che non mi vedrà nella mia stanza.
 
'Cosa vorresti?' Mi chiese Harry una volta che ci avvicinammo al bancone.
 
'Ehm, solo un happy meal. Con i nuggets. E il giocattolo.' Sorrisi, facendo ridere Harry. Cosa? Il giocattolo è la parte più bella dell'happy meal. Sono sicura di avere un cassetto pieno di quei giocattolini a casa mia. Gli colleziono.
 
'Per me un Big Mac, grazie.' Aggiunse Harry. La cassiera allungò la mano per prendere i soldi, tirai fuori il mio portafoglio, quando mi accorsi che Harry aveva già pagato. 'Non penso proprio, dolcezza.' Sorrise. Grugnii, e rimisi il portafoglio in tasca.
 
'Pagherò la prossima volta.' Dissi.
 
'Quindi, ci sarà una prossima volta?' Sorrise.
 
'Forseee.' Canticchiai. 'Se non penserai che io sia una completa pazza prima della fine della serata.' Sorrisi.
 
'Mai.' Rise.
 
'Mai dire mai.' Mi strinsi nelle spalle sorridendo. La donna ci diede il nostro cibo, e noi cercammo un posto dove sederci. Iniziammo a mangiare e parlare di qualsiasi cosa. Amava parlare di basket, cosa di cui anche a me piace parlare, se non si fosse messo ad insinuare di come lui e la squadra di Adam avrebbero dstrutto la squadra di Justin.
 
'Non vedo l'ora di mettergli a tappeto.' Sorrise Harry.
 
'Oh.. kay.' Mormorai. 'Allora, hai qualche animale domestico?' Sorrisi, cercando di cambiare il soggetto, cosa molto nello stile di Eden.
 
'Oh, che schifo.' Mormorò Harry. Mi accigliai.
 
'Scusa, sapevo che avresti pensato che io fossi strana prima della fine della serata.' Sospirai.
 
'No, non te.' Rise. 'Tu sei adorabile.' Mi sorrise. 'Mi riferivo al coglione che è appena entrato.' Mormorò, guardando dei ragazzi dietro di me. Quei ragazzi? Ryan, Nolan, Mitch, Chaz e Justin.
 
'Oh, spero che tu stia scherzando!' Sentii gridare Chaz , mentre la sua sgradevole risata ci risuonò nelle orecchie. Justin mi mandò uno sguardo strano. Probabilmente chiedendosi cosa io ci faccia qui.
 
'Che cosa ci fai qui?' Mi chiese Justin. Oh, posso leggere le menti.
 
'Non può avere un appuntamento?' Chiese Harry.
 
'Questo è un appuntamento?' Chiese Ryan.
 
'Davvero? Congratulazioni, Perry. Puoi davvero avere qualche possibilità con i ragazzi. Peccato che sia questo ragazzo.' Sorrise Chaz.
 
'Pensavo che alle suore non fosse permesso avere dei fidanzati.' Rise Nolan.
 
'Non sono una suora.' Lo guardai.
 
'Hey, lasciatela stare.' Harry si accigliò.
 
'Ci stai dicendo cosa dobbiamo fare, Styles?' Lo sfidò Chaz.
 
'Sì, forse lo sto facendo.' Disse Harry, alzandosi in piedi. 
 
'Harry.' Sussurrai guardandolo. Lui sospirò e si sedette.
 
'Molto bene, Styles. Ascolta la tua PUTTANA.' Sorrise Chaz.
 
'Chaz.' Si accigliò Justin. Chaz si voltò verso Justin, con uno sguardo sorpreso sul suo volto.
 
'Cosa?' Chiese Chaz. 'La stai difendendo, lo stai facendo?' Chiese sorridendogli. Justin rimase tranquillo. 'Andiamo Justin, non ti fa pena? Non ti dispiace per questa sfigata? Lei è una South. Anche lui lo è. Sono tutti e due dei bastardi.' Disse fissandoci. Harry si stava arrabbiando ogni secondo di più. 'Cosa preferisci, hm? Il basket, o lei, Justin? Sai che puoi fare solo una scelta.' Chiese Chaz.
 
'Il basket.' Mormorò Justin.
 
'Ora dillo. Eden è una brutta bastarda della south.' Disse Chaz. Perchè deve insistere così tanto? 'Dillo!' Gridò ancora una volta.
 
'Eden è una brutta bastarda della south.' Justin mormorò a bassa voce.
 
'Che cosa?' Chaz e Ryan chiesero allo stesso tempo. Solo Chaz sembrava divertito da tutto ciò, Ryan era disgustato.
 
'Rebecca mi ha detto della dolce conversazione che avete avuto prima dell'allenamento. Non sono un fottuto stupido, idioti.' Disse guardando prima Justin ed infine me. 'Sono contento che tutto si sia risolto allora.' Sorrise. 'Chi ci sta per il McDonald's?' Sorrise Chaz, prima che tutti si allontanassero. Justin più lentamente degli altri, guardandomi dispiaciuto. Ma questa volta non lo accettai. Lui non era costretto a dire quello che ha detto. Non doveva farlo.
 
'No, non lascerò che lui ti faccia questo.' Mormorò Harry, alzandosi.
 
'Hey!' Gridò Harry. Justin si voltò, guardandolo infastidito. 
 
'Che cazzo c'è di sbagliato in te? Lei non ti ha fatto nulla! Non frequenta nemmeno la mia scuola! Non me ne frega un cazzo se sei incazzato con me, questo non significa che puoi prendertela con lei!' Gridò.
 
'Perchè non provi a venirmelo a gridare davanti alla mia fottuta faccia, Styles?' Justin gli sputò addosso. Oh, no.
 
'Justin.' Lo avvertì Ryan.
 
'No, lasciali fare. Sarà divertente.' Sorrise Chaz, tirando Ryan verso di lui.
 
'Perchè non provi ad essere un essere umano decente per una volta, Bieber?' Ringhiò Harry, avvicinandosi. Justin era rosso di rabbia. Sollevò il braccio e strinse il pugno, pronto a sferrarlo contro la faccia di Harry. Poco dopo, si trovarono a terra. Harry si beccò qualche pugno, qualcuno se ne beccò Justin, e poi ancora Harry. Non andava affatto bene.
 
'Lascialo!' Gridai a Justin, che era attualmente sopra Harry e continuava a sferrargli pugni a non finire. Lui mi tolse di dosso e continuò con il suo lavoro. Ryan tolse Justin da Harry, e lo fece calmare, mentre Harry era a terra che gemeva dal dolore.
 
'Dannazione. Stai sanguinando? Stai bene?' Chiesi, piegandomi in ginocchio davanti a lui.
 
'Tutti voi! Fuori da qui!' Disse il propietario cacciandoci fuori.
 
'Fanculo.' Rise Chaz. Ryan trascinò Justin con lui. Non posso crederci. Com'è potuto essere così cattivo con noi, ma soprattutto con me. Che cosa c'è di sbagliato in lui?
 
 
~
 
 
'Mi dispiace per il disastro di primo appuntamento che è stato.' Mi scusai.
 
'Non è colpa tua. Justin è una testa di cazzo.' Si strinse nelle spalle. 'Mi sono divertito, fino al loro arrivo.' Ridacchiò. 'Ma, uh.. Cosa intendeva Chaz con quella dolce chiacchierata?' Chiese confuso.
 
'Noi eravamo amici. Ma credimi, tutto quello che c'era tra noi, ora è finito.' Sospirai.
 
'Aspetta, quindi voi eravate amici, e lui ti ha insultata in quelo modo?' Chiese confuso ancora una volta. Annuii semplicemente. 'Lui ovviamente non sa che sei una fantastica persona.' Sorrise. Arrossii ed abbassai il volto.
 
'Mi dispiace che ti abbia rotto il labbro, e ti abbia fatto sanguinare il naso.' Dissi.
 
'Va bene. Credo che ora io abbia un'aria da figo, non pensi?' Mi chiese, facendomi un occhiolino. Risi, alzando gli occhi al cielo. 'Sei davvero bella, lo sai questo?' Sussurrò.
 
'A-Anche tu lo sei.' Balbettai. 'Voglio dire, n-non sei bella. Sei bello. E davvero adorabile. Voglio dire.. carino.' Mi accigliai. Sono una stupida. 'Sono così-' Mi interruppe premendo le sue labbra sulle mie. Avrei pensato che gli facesse male, dal momento che il suo labbro è rotto, ma non fece una piega. Sorrisi durante il bacio, e incrociai le mie braccia dietro il suo collo. Mi piace questo bacio. Di più di quello di Justin. Non perchè sia meglio. Perchè onestamente, quello di Justin era meglio. Ma perchè questo non è un errore, come Justin ha definito il suo.
 
'Diventa la mia ragazza.' Mi chiese, una volta staccatosi da me.
 
'Cosa?' Chiesi scioccata.
 
'Diventa. La. Mia. Ragazza.' Ripetè lentamente. 'So che sono veloce, ma.. Il più veloce è quello che vince la gara.' Sorrise.
 
'Questa era banale.' Ridacchiai.
 
'Sono d'accordo, ma ti ha fatto ridere.' Mi fece l'occhiolino.
 
'Sì.' Sorrisi. 'Sì, voglio essere la tua ragazza.' Gli sorrisi.
 
'Fantastico.' Mi sorrise, riattaccando le sue labbra alle mie. 'Ci vediamo domani al coro, bellezza.' Sorrise, prima di incamminarsi verso la sua auto. Sorrisi a me stessa, prima d'incamminarmi dentro casa.
 
'Com'è andata la tua serata, tesoro?' Sorrise mamma.
 
'Perfettamente.' Sorrisi, prima di salire le scale. Decisi di non dire nulla riguardo Justin, anche se sono sicura che Adam lo scoprirà presto. Lui si accorge di tutto. E così è anche Eve. E' un pò come Perez Hilton. La regina dei gossip.
 
'Eden..' Sentii una voce profonda chiamare il mio nome appena chiusi a chiave la porta. Urlai e accesi la luce per trovarmi davanti Justin che mi stava aspettando.
 
'Che cosa ci fai qui?' Chiesi.
 
'Voglio parlare-'
 
'No, hai parlato abbastanza da McDonald's. Vattene.' Chiesi.
 
'Mi dispiace.' Sospirò.
 
'No, Justin. Avresti potuto dirgli di no. Non dovevi per forza dire quello che hai detto. Non c'era bisogno di fare il coglione. Ma tu hai deciso di farlo. Hai colpito Harry! Come hai potuto farlo?' Gli chiesi.
 
'Lui mi stava urlando contro!' Sbottò.
 
'Mi stava difendendo! Cosa che TU non hai fatto!' Risposi. 'Nessun brano di nessuna canzone risolverà tutto questo, Justin.' Sospirai. 'Per favore, puoi semplicemente andartene?' Chiesi.
 
'Per favore, vattene.' Gemetti, le lacrime minacciavano di scendere dai miei occhi. Sono sempre così emotiva.. Mi guardò con tristezza, prima di usare la mia veranda per arrivare alla sua. Sbattei le porte e chiusi le tapparelle prima di atterrare sul mio letto.
 
Ora so per chi farò il tifo alla partita di Sabato.






*'Sono nei guai, sono un drogato. Io sono dipendente da questa ragazza. Ha il mio cuore legato in un nodo, e il mio stomaco in un vortice. Ma ancora peggio, non riesco a smettere di chiamarla. E 'tutto quello che voglio e più. Voglio dire, accidenti. Cosa c'è da non adorare?'
Questa è la canzone che sente dall'ipod Eden, non sapevo se mettervela direttamente tradotta o meno, quindi ho deciso di mettervela in lingua originale nel testo e poi lasciarvi la traduzione qui sotto.
 
 
 
 
Hey bitches, i'm back!
 
Come state belle mie? Io penso di morire a breve perchè ieri sono andata a farmi gli esami del sangue, ed ora ho tutto il braccio dolorante. Poi tipo avevo una paura assurda e molto probabilmente il dottore l'ha capito perchè ha cominciato a parlarmi di cose stupide per distrarmi, lollino.
 
Tra l'altro, ho un triliardo di cose da fare per domani, visto che appunto ieri non sono andata a scuola, però mi sono messa a tradurre il capitolo stamattina in modo da riuscire a conciliare le cose. Ma che brava sono?
 
Anywaaays, ma vogliamo parlare del capitolo?
Sì, vi prego, nelle recensioni sfogatevi contro Justin se sentite il bisogno di farlo. 
Ma un pò ve lo aspettavate no? Doveva pur succedere qualcosa di brutto, non può mica essere tutto  rose e fiori, e poi ve lo avevo pure anticipato.
Harry ed Eden? Cosa ne pensate?
Bam, ora lascio a voi i commenti.
 
Come sempre ringrazio tutte quante per le recensioni anche se ci tenevo a ringraziare particolarmente @weretogether e @wantdrewshug perchè mi lasciano sempre delle recensioni lunghissime che mi fanno sempre un sacco piacere, anche perchè mi urtano abbastanza le recensioni di due parole o di mezza riga fatte tanto per fare.
Ringrazio comunque tuuuutte quante, siete tutte bellissime.
Vi amo, smileveryday.

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Capitolo 16
*** That should be me. ***


 



Chaz's Point Of View


 
 
'Amico, non pensi che le parole che hai detto ieri ad Eden fossero un pò troppo dure?' Mi chiese Ryan mentre stavamo camminando per raggiungere la palestra per gli allenamenti.
 
'Cosa? No, amico. Lei è una South. Se lo merita. Non ti sentirai dispiaciuto per lei, vero?' Sorrisi.
 
'Sì, lo sono.' Si strinse nelle spalle.
 
'Non dirmi che anche tu esci con lei. So che Justin è stato abbastanza stupido da cadere nel suo trucchetto, ma tu?' Sospirai.
 
'Cosa, Chaz? Che trucco? Lei non usa nessun tipo di trucco. Lei è solo una ragazza. E inoltre piace a Justin.' Mormorò Ryan.
 
'Le piace..?' Chiesi. Lui annuì.
 
'Non lo sa ancora, ma credimi, lui prova qualcosa per quella ragazza. Non aveva mai provato questo tipo di cose da quando Sarah l'aveva tradito, e tu hai fottuto tutto ora. Immagina come si senta adesso.' Disse Ryan. 'E' una brava ragazza, Chaz. La pensavo al tuo stesso modo prima, ma quando ho scoperto della loro amicizia le ho parlato. E' una brava ragazza, e noi siamo stati delle totali teste di cazzo con lei.' Concluse. Non sapevo cosa dire.
 
'Ad ogni modo. Lei è una South e Justin è già stato avvertito.' Mormorai.
 
'Avrei giurato che l'avresti buttato fuori dalla squadra quando avresti scoperto che aveva qualcosa a che fare con lei.' Disse Ryan, mentre entravamo in palestra dove alcuni ragazzi si stavano già riscaldando.
 
'Nah, amico. Stavo solo scherzando. Ho bisogno che Justin si concentri. Voglio vincere la partita più di qualunque altra cosa.' Dissi.
 
'Sì, beh. Guarda com'è concentrato ora.' Ryan mi indicò Justin che prese la palla in mano e la lanciò verso il canestro, mancandolo. La cosa peggiore è che lui si strinse nelle spalle e si voltò. 'Lui giocava bene prima perchè era felice. Ti ricordi? Ma tu hai fottuto tutto, Chaz. Grande amico che sei.' Mormorò Ryan prima di allontanarsi.
 
Sospirai e guardai Justin avvicinarsi ad una sedia, nessuna emozione trapelava dal suo viso, si sedette e si mise la testa tra le mani. Le piaceva davvero così tanto?

 
 
 
~
 


 
Justin's Point Of View
 


 
'Amico, la scuola mi sta facendo agitare. Voglio dire, ho così tanti compiti.' Si lamentò Ryan, mentre io feci spallucce ed annuii mentre ci incamminammo verso casa. Ha deciso di auto-invitarsi a casa mia. Non so perchè. 'Quanti compiti ti hanno assegnato?' Mi chiese.
 
'Il saggio di Romeo e Giulietta di inglese, una canzone da comporre per musica, e qualche test del cazzo di matematica.' Mi strinsi nelle spalle.
 
'Canzone, eh? Sei bravo in questo. Sai cantare e suonare la chitarra.' Sorrise battendomi la spalla. Mi limitai a fare spallucce. 'Va bene, ascolta amico. Mi dispiace per Eden.' Disse. 'Ma credimi, le cose miglioreranno.' Disse. 'Magari ti perdonerà.' 
 
'Ne dubito. Lei merita amici migliori di me..' Mormorai.
 
'Cosa vuoi dire?' Mi chiese, mentre arrivammo davanti a casa mia. Mi strinsi nelle spalle mentre c'incamminammo dentro.
 
'Oh, Ryan! Resti per cena?' Sorrise mamma.
 
'Se per te e per i nonni è ok, volentieri Pattie.' Sorrise educatamente.
 
'Certo che è okay. Tu e Chaz siete come figli extra per me.' Rise. 'Spero che ti piacciano le lasagne?' Chiese. Perchè pure le lasagne mi ricordavano Eden? Oh, giusto. Perchè aveva quasi bruciato casa sua nel tentativo di cucinarle. 
 
'Oh, tesoro. Potresti andare a portare questo a tuo nonno? Si è rotto il manico, ed io ho dovuto incollarlo.' Si mise a ridere nonna consegnandomi un cacciavite. Annuii, ed uscii di casa con Ryan. Ryan conosce mia nonna da quando avevamo tre anni. Lui è come un secondo nipote per i miei nonni. Ryan è praticamente mio fratello solo che vive in un'altra casa per la maggior parte del tempo.
 
'Hey, ragazzi.' Ci sorrise nonno una volta arrivati nel garage. 'Penso che tra poco comincerà a nevicare.' Sorrise, guardando il cielo grigio. 'Siete eccitati per l'arrivo del Natale?' Chiese.
 
'Manca ancora un mese, ma certo che lo siamo.' Ridacchiò Ryan, porgendogli il cacciavite. 'Hey, hai bisogno di aiuto?' Chiese.
 
'Certo!' Sorrise nonno.
 
'Ci aiuti anche tu, Justin?' Sorrise Ryan.
 
'Nah, ci riuscirete benissimo in due. Vado al piano di sopra a cercare di finire tutti questi compiti.' Mormorai, prima di allontanarmi.
 
'Che c'è di sbagliato in lui?' Sentii mormorare nonno mentre mi allontanai.
 
'Eden.' Rispose semplicemente Ryan. Sospirai, e mi diressi dentro casa. Non sono arrabbiato a causa di Eden. Sono solo un pò stanco, tutto qui. Solo perchè sono più arrogante del solito non significa che sia a causa di Eden. Perchè non è a causa sua. Mi diressi nella mia stanza e chiusi la porta dietro di me. I miei occhi finirono subito sulla porta della veranda che era spalancata, con le tende leggermente tirate indietro. La porta della veranda di Eden era chiusa, così come le tende. Decisi di iniziare dai compiti di musica. Tirai fuori la mia chitarra, e cominciai ad accordarla. Pensavo sarebbe stato facile. Ma in questo momento l'unica cosa che ho in mente è lei.
 
Decisi di prendere una pausa e cercare di togliermela dalla mente, così tirai fuori il mio portatile ed entrai su Facebook. E' difficile non pensare a lei quando le foto che vedo nella mia home sono le sue insieme ad Harry a fare i carini. Sono state postate da Eve, quindi devono essere usciti tutti insieme. Sentii un nodo allo stomaco quando vidi la successiva, Harry che la stava baciando sulle labbra. Le labbra che anch'io avevo baciato una volta. Tutto questo è stupido, non dovrei sentirmi così. Grugnii, sbattendo il mio portatile e prendendo la chitarra. 


 
 
~
 


 
Ryan's Point Of View


 
 
'Chaz gli ha detto di dirle delle cose e se non l'avesse fatto sarebbe stato sbattuto fuori dalla squadra. Credo che si sia semplicemente incasinato.' Sospirai. 'Non dirgli che te l'ho detto però. E' piuttosto a pezzi per questa situazione.' Dissi.
 
'E' una vergogna. Eden è una ragazza così carina. Sono sicuro che Pattie sperasse fosse quella a riportarlo con i piedi per terra, ma ormai.' Sospirò.
 
'Sono sicuro che presto lei cambierà idea.' Mi strinsi nelle spalle.
 
'Ragazzi, è ora di cena! Ryan, potresti fare un salto di sopra a chiamare Justin?' Sorrise Pattie. Annuii prima di saltellare al piano di sopra. Mi fermai quando sentii provenire della musica dalla sua stanza. Non proveniva da un iPod o una radio. Aprii la porta facendola leggermente cigolare, e guardai Justin impegnato a strimpellare con le corde della sua chitarra. 
 



 
Do you do what you did, when you did with me?
Does he love you the way I can?
Did you forget all the plans that you made with me?
'Cos baby, I didn't.
That should be me, holding your hand.
That should be me, making you laugh.
That should be me, this is so sad.
That should be me, that should be me.
That should be me, feeling your kiss.
That should be me, buying you gifts.
This is so wrong, I can't go on 'till you believe.
That that should be me. 

 
Fai quello che hai fatto quando
l’ha fatto con me
Ti ama come ti amavo io
Hai dimenticato tutti i piani
che hai fatto con me
Perchè baby io non l’ho fatto
Quello dovrei essere io
Che ti tiene per mano
Quello dovrei essere io
Che ti fa ridere
Quello dovrei essere io
E’ così triste
Quello dovrei essere io
Quello dovrei essere io
Quello dovrei essere io
Sentire il tuo bacio
Quello dovrei essere io
Comprarti doni
Questo è così sbagliato,
Non posso andare avanti,
fino a che non capirai
Che dovrei essere io
 



 
Smise di cantare quando sentì la porta cigolare, così l'aprii del tutto.
 
'Ti ho visto, Ry.' Sospirò. Entrai con le mani in tasca. 'Quindi, ehm, l'hai sentita?' Mi chiese. Annuii. 'Com'è? Va bene?' Mi chiese.
 
'Amico, è davvero bella.' Gli battei la spalla. 'Congratulazioni, stai per ricevere una A.' Sorrisi, sedendomi sul letto di fronte a lui. Si limitò a fare spallucce. 'Riguarda Eden, non è vero?' Gli chiesi. Lui rimase in silenzio.
 
'Avevi ragione.' Mi rispose. 'Lei non vuole uscire dalla mia mente. Non riesco a smettere di pensare a lei. E mi sento come una merda, sapendo che le ho detto tutte quelle cose. Perchè non erano vere. Lei non è una brutta bastarda della South. Lei è fottutamente bellissima, ed avrei dovuto dirgli questo al posto di tutte quelle cose. Non m'importa se è una South. Ho solo così tanto bisogno che lei mi perdoni, perchè..' Sospirò, e si lasciò cadere la testa tra le mani. 'Avevi ragione. Mi piace fottutamente tanto.'










 
 
 
 
I'm back Bitches!
 
Ok, cerco di fare il più veloce possibile perchè tra meno di dieci minuti devo andare via.
 
Prima di tutto volevo ringraziarvi per le nove recensioni al capitolo precedente, grazie grazie grazie. Poooi, volevo ringraziarvi infinitamente perchè siete quasi (quasi) in cento ad aver messo questa storia nei preferiti. Ma quanto vi amo? 
 
Bam, fatemi un pò sapere cosa ne pensate di questo capitolo, non è lunghissimo e quindi fortunatamente non ci ho messo molto a tradurlo.
 
Non voglio spoilerarvi nulla, poichè non voglio rovinarvi la sorpresa, vi dico solo che nei prossimi capitoli succederà di tutto, davvero, aspettatevi di tutto. 
 
Vi amo, smileveryday.

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Capitolo 17
*** Feelings. ***








NO Pov/ Punto di vista di nessuno


 
 
'Non voglio starci qui, ragazzi.' Sospirò Justin, nel momento in cui raggiunsero la sala cinematografica. 'Non possiamo andare.. che ne so da qualche altra parte?' Sospirò.
 
'No, amico. Sei tutto depresso e hai un aspetto di merda, abbiamo bisogno di renderti felice e pronto per la partita di domani.' Sorrise Chaz, avvolgendo un braccio intorno alle spalle di Justin. Justin aggrottò la fronte spingendolo via da lui e cominciando a camminare davanti a lui.
 
'Wow. Se solo ci fosse qualcuno che riuscisse a far tornare Justin felice e renderlo pronto per la partita di domani.' Ryan sorrise a Chaz.
 
'Baciami il culo, Butler.' Chaz alzò gli occhi al cielo prima di affrettare il passo sorpassando Ryan per poter raggiungere Justin. Chaz non poteva fare a meno di sentirsi un pò in colpa per Justin. Lui semplicemente non voleva che la grande squadra della East Stratford perdesse questo titolo a causa della voce che si sarebbe sparsa in giro di Justin che usciva con una della South. Specialmente una Perry!
 
'Che film stiamo andando a vedere?' Chiese Chaz.
 
'Non m'importa.' Borbottò Justin. Chaz sospirò e si voltò verso gli elenchi dei film.
 
'Voglio andare a vedere Titanic in 3D.' Sorrise Ryan. Chaz e Justin gli lanciarono un'occhiataccia. 'Cosa? A te Justin piace quel film!' Aggrottò la fronte. Justin sospirò e alzò gli occhi al cielo.
 
'Andiamo a vedere The Hunger Games.' Sorrise Chaz, per poi porgere i soldi alla donna. 'Voi due entrate pure. Io prendò qualche pop-corn, caramelle e merdate varie.' Disse Chaz dirigendosi verso la sezione dedicata alle caramelle.
 
'Che cosa? Non posso venire?' Ryan mise il broncio.
 
'Amico, ripuliresti tutto il posto spazzandoti via qualunque cosa commestibile.' Si lamentò Chaz. Ryan si arrabbiò ancora di più. 'Bene.' Sospirò. 


 
 
~


 
 
Justin's Point Of View


 
 
M'incamminai dentro la sala, proprio quando stavano mandando in onda i vari spot pubblicitari. Grugnii immediatamente appena notai la coppia di fronte a me avvinghiata. Voltai la testa a sinistra, per trovarne un'altra che si stava scambiando saliva. Mi guardai attorno notando che la sala era praticamente del tutto formata da coppie di fidanzati che si stavano facendo. Ma che cazzo? Il film Titanic è nell'altra sala!
 
'Sei così carina.' Il ragazzo di fronte a me ridacchiò, prima di premere il naso della sua ragazza con il suo.
 
'Tu lo sei di più.' Rispose lei ridacchiando.
 
'Ok, abbiamo capito. Siete entrambi fottutamente adorabili!' Gli urlai contro, facendo voltare le loro teste verso di me. Sentii il mio cuore perdere un battito quando la sentii pronunciare il mio nome.
 
'Justin?' La luce proveniente dal proiettore dietro di me le illuminò il viso. Il suo bel- NO.
 
'Eden?' Chiesi.
 
'Oh, fantastico.' Mormorò Harry, sprofondando nel suo sedile.
 
'U-Um, che cosa ci fai qui?' Mi chiese.
 
'Solo..' Sospirai. 'Niente.' Dissi, cercando le parole giuste. 'Cosa-Cosa ci fai tu qui?' Chiesi.
 
'Siamo al nostro primo vero appuntamento. Dal momento che tu hai fottuto il primo.' Insistette Harry.
 
'Appuntamento. Giusto.' Annuii. 'Sì. Ora devo andare.' Dissi. Dovevo uscire da lì prima di perdere la testa. 'Felice, uh, appuntamento o qualunque cosa sia.' Mormorai, prima di dirigermi in fretta verso le scale. Superai Chaz e Ryan, lasciandoli soli.
 
'Woah, amico dove-?' La voce di Ryan fu interrotta a causa della porta che sbattei dietro di me, incamminandomi poi fuori dal cinema per andare a prendere un autobus che mi portasse a casa. Sapevo che se avesse cominciato a piacermi sarebbero stati guai. Sapevo che non avrei mai dovuto cominciare a conoscerla. E' stato tutto un grande errore del cazzo, ed è tutta colpa mia. 


 
 
~


 
 
NO Pov
 


 
'Che ha detto?' Chiese Chaz, infilandosi le mani in tasca, vedendo Ryan tornare giù dalle scale.
 
'Um, solo che Eden era lì, e che non voleva ci fosse alcun problema.' Mentì Ryan. Justin non gli aveva detto nulla, se non che Eden era lì con Ryan. Chaz non conosceva i sentimenti di Justin per Eden, e di certo non doveva essere Ryan a dirglieli. Justin era proprio lì, a fissare il vuoto, a suonare That Should Be Me più e più volte. Le piace davvero, davvero tanto.
 
'Amico,' Sospirò Chaz. 'Non vinceremo mai questa partita se Justin non si concentra.' Mormorò infine.
 
'Pensaci. Qual'è la cosa che vuoi di più?' Chiese Ryan.
 
'Vincere la partita.' Rispose velocemente Chaz.
 
'E come facciamo per vincerla?' Chiese ancora.
 
'Justin deve essere felice.' Sospirò Chaz, sapendo dove Ryan stava andando a parare.
 
'E qual'è l'unica cosa che rende Justin felice, Chaz?' Chiese Ryan, ma Chaz rimase in silenzio. 'Non lasciare che l'immagine da cattivo ragazzo che hai a scuola prenda il primo posto nella tua testa. Justin è tuo amico. Lui è al piano di sopra, ed è fottutamente arrabbiato perchè per colpa tua tutto quello che aveva con Eden è stato fottuto. Perchè pensi che abbia bisogno di lei così tanto? Perchè a voi importa solo di vincere, non v'importa di come si sente lui, di quello che prova. Lei c'è sempre stata per lui quando noi invece non c'eravamo. Ora non pensi che lei sia una brava ragazza?' Concluse Ryan.
 
'Bene.' Fece spallucce Chaz. 'Ma io non aiuterò.' Strinse gli occhi verso Ryan. 'Facciamolo Ryan. Abbiamo bisogno di vincere.' Borbottò Chaz prima di voltarsi ed uscire dalla casa di Bieber. Ryan sorrise tra se, tirò fuori il suo cellulare e fece partire il video nel quale aveva registrato Justin di nascosto prima di andare a parlargli.


 
 
'Everybody's laughing in my mind..
Rumours spreading about this other guy..'



 
Sorrise e fermò il video prima di rimettere il cellulare in tasca e lasciare la casa di Justin. Aveva un grande piano in mente, e tutto quello di cui aveva bisogno per farlo funzionare era una ragazza.
 


 
Justin's Point Of View


 
 
'Justin?' Sentii qualcuno chiamare il mio nome. Non era una voce maschile, quindi non era qualcuno dei miei amici o mio nonno. Era una voce giovanile, quindi non poteva essere nemmeno mia madre o mia nonna. 'Justin, ci sei?' Quando la sentii dire il mio nome ancora una volta, mi alzai di scatto, capendo immediatamente chi era. Camminai verso la veranda aprendo le porte per trovarmi Eden davanti.
 
'Sì?' Chiesi. 'Mi hai chiamato.' Dissi.
 
'Uh, come stai?' Mormorò.
 
'Sto bene.. tu?' Aggrottai la fronte.
 
'Nervosa.' Mormorò. 'Canterò alla partita di domani. Ogni volta che ci sarà qualche pausa, immagino.' Disse lentamente.
 
'Questo è, uh, fantastico.' Sorrisi appena.
 
'Sì, in realtà sono emozionata. Voglio davvero mostrare ai miei genitori che.. non voglio essere un avvocato, un dottore o qualcosa del genere. Voglio essere una cantante.' Disse.
 
'Penseranno che sei fantastica. Io so già che lo sei.' Sorrisi. Lei sorrise dolcemente, per poi abbassare lo sguardo e sospirare.
 
'Ok, scusa, non è per questo che ti ho fatto venire fuori.' Sospirò. 'Io, ehm, volevo solo farti sapere che non voglio litigare con te.' Disse. Sorrisi immediatamente. 'Ma non voglio nemmeno più essere tua amica..' Sussurrò di nuovo, facendo precipitare il mio cuore fuori dal mio petto per poi farlo cadere sul pavimento.
 
'T-Tu non vuoi?' Balbettai. Fottuto balbettio.
 
'Harry è un bravo ragazzo e mi piace. Ai miei genitori non piaci, mio fratello ti odia. Semplicemente non penso che questa amicizia.. potrà mai funzionare.' Mormorò. 'Mi dispiace tanto.' Aggiunse, abbassando la testa.
 
'No, va bene. Lo capisco.' Annuii, fingendo di prenderla bene.
 
'Davvero?' Chiese, guardandomi sorpresa.
 
'Sì, per me va benissimo. Stavo per venirti a dire la stessa cosa.' Dissi. 'Ci vediamo in giro, Eden.' Dissi, prima di voltarmi, chiudere le porte, tirare le tende, e cadere sul mio letto.
 
E' questo il motivo per cui mi piace scopare con tutte. E' questo il motivo per cui non esco con le ragazze e non faccio amicizia con loro. Perchè poi finisco per provare dei sentimenti. Quando comincio a provare dei sentimenti poi finisco sempre per rimanere fottuto. I sentimenti ti fottono. Avrei dovuto saperlo.














Hey bitches!



Non pensate  che ultimamente io sia un po' troppo adorabile? Voglio dire, sono appena passati tre giorni ed io sono già qui con un nuovo capitolo.
Ma come si fa a non amarmi? Ok, no.

Come state? Io non benissimo, infatti ieri sera sono anche svenuta, (ma perchè ve lo sto raccontando?) pero' purtroppo per voi sono ancora qui.

Cooomunque, cosa ne pensate del capitolo? Come avrete notato (o forse no) i discorsi diretti non sono stati evidenziati, mi dispiace tantissssimo pero' ho fatto qualche casino (più di qualche) con Word e ora non mi va di stare ad evidenziare tutto di nuovo.

Continuate a recensire perchè quando lo fate siete fottutamente bellissime. Ok no.
Vi amo, smileveryday.

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Capitolo 18
*** Thank you, Lord. ***







Justin's Point Of View
 
 
 
'Questo è tutto, ragazzi. Stasera faremo il culo a striscie alla South Stratford.' Sorrise Chaz al resto dei ragazzi che applaudirono e che cominciarono a parlare di cose stupide, del tipo di come sarebbe stata pazzesca la nostra vittoria. 
 
'Dov'è Ryan?' Chiesi, non vedendolo da nessuna parte. Chaz alzò lo sguardo cominciando a guardarsi intorno cercandolo.
 
'Uh, mi sembra abbia detto qualcosa del tipo che doveva parlare con una ragazza dopo le lezioni.' Sorrise Nolan. 'Forse si sarà finalmente trovato una ragazza.' Rise, strizzando l'occhio. 'Yo, Biebs. Sai quante belle polpastrelle verranno da noi se stasera vinceremo?' Sorrise.
 
'Sarà tipo, scopare, scopare, e ancora scopare.' Sorrise Mitch.
 
'Sì, forse.' Finsi un sorriso, stringendomi nelle spalle. Se ci fossero mille pensieri nella mia testa, l'ultimo è quello di trovare una ragazza con cui fare sesso stasera.
 
 
 
~
 
 
 
Ryan's Point Of View
 
 
 
L'atrio si era finalmente svuotato, vidi Eden ancora davanti al suo armadietto. Lo chiuse e si voltò, ma la fermai subito.
 
'Ryan, non dovrei davvero parl-'
 
'Stammi solo a sentire, okay?' Le chiesi.
 
'Ho già parlato con Justin e va tutto bene.' Disse. Aggrottai la fronte.
 
'L'hai fatto?' Sorrisi. 
 
'Sì, ma gli ho detto che non voglio più essere sua amica. Lui ha detto che era tutto apposto, e che anzi la pensava allo stesso modo.' Aggiunse. Sospirai, e mi grattai la testa.
 
'Stava mentendo.' Dissi.
 
'Cosa?' Aggrottò la fronte. 'Cosa vuol dire che stava mentendo? Lui mi ha det-'
 
'Non so perchè, ma ha mentito. A lui importa, e vuole essere tuo amico. In realtà, sono quasi sicuro che lui vuole essere qualcosa di più che un amico..' Aggiunsi. Spero che lui non mi uccida per questo.
 
'Ryan, non è divertente.' Sospirò.
 
'Non sto cercando di essere divertente, Eden. Ascoltami. Ho parlato con Chaz, e mi ha detto che non gli importa più di te e Justin. Noi vogliamo solo vederlo felice, e lui non lo è quando voi due siete distanti.' Dissi.
 
'Ascolta, sono contenta che Chaz abbia deciso questo, ma questo non cambia la mia idea. Justin è.. uno di voi. E' molto popolare. Lui vuole solo fare festa e scopare. Io sono il completo opposto. Non credo noi possiamo essere compatibili. Inoltre, ad Harry non piace Justin, e questo causerebbe solo altri guai.' Mormorò.
 
'Così lasci che il tuo ragazzo scelga chi puoi o non puoi vedere? Pensi che Harry sia migliore? Anche lui partecipa sempre alle feste. Ogni sera si porta a casa una ragazza diversa!' Affermai. Non stavo mentendo. Lui non è quello che sembra.
 
'Cosa?' Si accigliò. 'No, Harry non è così. A lui piaccio davvero. Me l'ha detto.' Disse.
 
'E a quante altre ragazze pensi che l'abbia detto?' Chiesi, alzando un sopracciglio. Sospirò, guardando altrove. 'Ascolta, a Justin piaci. Voglio dire, gli piaci davvero tanto. E non solo come amica.' Mormorai.
 
'E te l'ha detto lui?' Socchiuse gli occhi. Annuii. 'Oh.' Mormorò. 'Davvero?' Mi chiese infine.
 
'Sì, probabilmente mi prenderà a calci in culo per questo. Ma.. lui è il mio migliore amico. Voglio che sia felice.' Mormorai.
 
'Non lo so, Ryan.' Sospirò. Sospirai e tirai fuori il mio cellulare mostrandole il video dove Justin cantava That Should Be Me. Lei lo guardò e sulle sue labbra si formò un piccolo sorriso.
 
'E' su di te. L'ha scritto per il compito di musica, ma l'ha scritta pensando a te.' Le spiegai, rimettendo il cellulare in tasca quando il video finì.
 
'Ryan, sono la ragazza di Harry..' Sospirò. 'Justin è un ragazzo simpatico.. quando non è circondato dai suoi amici. Harry mi tiene per mano davanti ai suoi amici, non gl'importa dei giudizi. Potrà essere stato diverso nel passato, ma gli piaccio, e a me piace lui.' Disse. 'Mi dispiace davvero tanto.' Sospirò, spostandosi e dirigendosi in mensa. 
 
Bene.. Il mio piano è appena fallito.
 
 
 
~
 
 
 
Eden's Point Of View
 
 
 
'Questa partita è davvero noiosa. E' così evidente che la South vincerà.' Borbottò Eve, già annoiata dalla partita. Non sta facendo la presuntuosa. La East sta davvero perdendo. Quello che mi stava sorprendendo era come Justin fosse così privo di vita durante la partita. 
 
'Dove sono mamma e papà?' Mi preoccupai. 'Siamo quasi a metà della partita.' Sospirai, controllando l'orologio. 'Si perderanno la mia esibizione.' Dissi. Volevo solo che mi vedessero e che fossero fieri di me. Solo per una volta. Solo una volta.
 
'Rilassati, Eden. Arriveranno. Hanno detto che non se la sarebbero persa.' Sorrise Eve, dandomi una gomitata. 'Zuccherino ti sta salutando.' Mi strizzò l'occhio. Alzai lo sguardo per vedere Harry fare l'occhiolino.. ma non a me. Una delle cheerleaders della South ridacchiò, per poi scuotere presuntuosamente i capelli.
 
'Sì, non sta salutando me.' Mormorai arrabbiata. Si sentì un fischio, che fece intendere che era la fine del primo tempo. Le cheerleaders fecero la loro stupida danza, adesso era il momento della mia canzone. Inspirai ed espirai, completamente nervosa. Quelli della South mi vedevano come una ragazzina della East. E quelli della East mi vedevano come una South. Cosa sono io allora? Mi alzai in piedi e con pochi passi raggiunsi il palco. Mi guardai intorno in cerca dei miei genitori, che non vidi da nessuna parte. 'U-Uh, ciao.' Sussurrai al microfono.
 
'Sarai fantastica.' Mi sillabò Eve. Sentii il cuore battere sempre più forte. I miei occhi scivolarono sulla panchina dove Justin e i suoi amici erano seduti a guardare. Lui fece un cenno verso di me, ed io cominciai a riacquistare un pò del mio respiro.
 
'So che più a meno a tutti i qui presenti.. non piaccio particolarmente.' Sussurrai nel microfono. 'Per quelli della South Stratford sono una East.' Dissi. 'Per quelli della East Startford.. sono una South.' Continuai 'Questa è una canzone che ho scritto io..' Deglutii. 'Spero che vi piaccia.' Mormorai infine. Alcune persone ridacchiarono, e probabilmente stavano sussurrando insulti o comunque cattive parole su di me ai ragazzi vicini a loro. La base partii, ed io cominciai a cantare.
 
 
Skies are crying, I am watching
Catching tear drops in my hands

 
Alcune persone mi guardarono sorprese. Altre se ne stavano semplicemente in silenzio continuando a guardarmi.

 
Only silence as it's ending
Like we never had a chance
Do you have to make me feel like
There's nothing left of me?

 
Mi guardai velocemente attorno, ancora nessun segno dei miei genitori. Ma Eve ed Adam mi guardavano fieri, e per questo, ero loro almeno un pò riconoscente.

 
You can take everything I have
You can break everything I am
Like I'm made of glass
Like I'm made of paper
Go on and try to tear me down
I will be rising from the ground
Like a skyscraper
Like a skyscraper

 
Questa volta qualcuno cominciò a sorridere e sussurrare qualcosa al loro vicino. In entrambi i casi, che stiano parlando bene o male di me, ne stanno comunque parlando.

 
As the smoke clears, I awaken
And untangle you from me
Would it make you feel better
To watch me while I bleed?
All my windows still are broken
But I'm standing on my feet

 
I miei occhi si posarono su Justin questa volta. Lui sorrise e mi fece l'occhiolino. Sorrisi, e cominci a cantare con un pò più di fiducia in me stessa.

 
You can take everything I have
You can break everything I am
Like I'm made of glass
Like I'm made of paper
Go on and try to tear me down
I will be rising from the ground
Like a skyscraper
Like a skyscraper
 
Go run, run, run
I'm gonna stay right here,
Watch you disappear
Yeah, oh
Go run, run, run
Yeah, it's a long way down
But I am closer to the clouds up here

 
Mi guardai intorno in cerca di Harry, che però non trovai seduto insieme agli altri ragazzi della sua squadra. I miei occhi si posarono dietro le gradinate dove riconobbi la sua testa riccia. Era schiacciato addosso al muro assieme ad una ragazza, e la stava baciando. Avrei dovuto saperlo.

 
You can take everything I have
You can break everything I am
Like I'm made of glass
Like I'm made of paper
Oh Oh
 
Go on and try to tear me down
I will be rising from the ground
Like a skyscraper
Like a skyscraper
Like a skyscraper
Like a skyscraper

 
Eccomi qui, a cantare la canzone che avrei voluto i miei genitori avessero sentito. Ma non gli vedo da nessuna parte. Oh, ma il mio ragazzo l'ho visto. L'ho visto chiaramente a farsi una cheerleader. 'Scusate.' Sussurrai uscendo rapidamente dalla scena prima che i miei occhi si riempissero di lacrime.
 
 
 
~
 
 
 
Justin's Point Of View
 
 
 
E' incredibile, non c'è alcun dubbio. Non so come possa essere così.. perfetta. Lo so, lo so. Nessuno è perfetto. Ma per me, lei lo è.
 
'Scusate.' Mormorò prima di correre via dal palcoscenico. Aggrottai la fronte, voltandomi verso Ryan.
 
'Corri da lei.' Mi sussurrò. Balzai subito in piedi, e correndo fuori dalla palestra la seguii dentro il buio corridoio della nostra scuola. 
 
'Eden?' La chiamai. Sentii qualcuno tirare su col naso. 'Eden?' Chiesi, avvicinandomi alla sua ombra. 'Eden, che succede?' Le chiesi. Lei non mi rispose. Sospirai, e avvolsi le mie braccia intorno al suo fragile corpo. 'A me puoi dirlo. Forse tu non ne vuoi sapere di me. Ma io ci sono per te.' Sussurrai.
 
'Devo sembrare una stupida bambinetta.' Mormorò. 'I miei genitori non sono venuti. Volevo solo rendergli fieri di me. Volevo solo dimostrargli che sono meglio di quello che pensano.' Piagnucolò. La tenni stretta a me. 'Inoltre, ho visto Harry baciare un'altra ragazza.' Aggiunse. 'Una cheerleader della South.' Sospirò allontanandosi. 'Avrei dovuto saperlo che avrebbe portato solo brutte notizie. Era troppo dolce.' Mormorò.
 
'E' un pazzo.' Dissi. Lei alzò lo sguardo guardandomi. 'Lui ti aveva, ed è stato abbastanza stupido da approfittarne.' Dissi.
 
'Ho sentito la tua canzone.' Disse. Spalancai gli occhi. 'Me l'ha mostrata Ryan.' Aggiunse. Appena ho finito qui lo ucciderò. 'Dimmi una cosa, Justin.' Mormorò. 'L'hai davvero scritta per me?' Chiese. Non sapevo cosa dire, quindi me ne stetti in silenzio. 'Justin, l'hai scritta per me?' Mi chiese. Sospirai, annuendo appena. Le ho praticamente appena detto che mi piace. Le ho detto che quella canzone era per lei. La canzone che diceva che io voglio essere il ragazzo con cui lei esce. Sorrise, mordendosi appena il labbro. Lei sta.. sorridendo? Fece scivolare la sua mano nella mia.
 
 
That should be me, holding your hand.

 
'Io, uh,' Balbettai cercando di trovare le parole giuste. Lei ridacchiò. 'Ryan mi ha detto che ti piaccio.' Sussurrò.

 
That should be me, making you laugh. 

 
Sì. Giuro che appena finisco vado ad ucciderlo. Forse.

 
That should be me, this is so sad. 
That should be me, that should be me.

 
'Mi piaci anche tu.' Sussurrò, prima di alzarsi in punta di piedi per poter premere le sue labbra con le mie.

 
That should be me, feeling your kiss. 

 
Posai le mie mani sulla sua vita, e la tirai più vicina a me. Per una volta, non ero io ad aver preso l'iniziativa. Lei mi aveva baciato. Lei aveva preso il controllo. E questa cosa mi piaceva. Le sue braccia scesero intorno al mio collo, e le sue mani giocavano con le estremità dei miei capelli, causandomi brividi lungo tutta la schiena. Ci allontanammo dopo un lungo bacio che avrei voluto durasse giorni, poggiai la mia fronte contro la sua, rendendo a lei visibile il mio sorriso.
 
'Penso che dovresti tornare là fuori e vincere quella partita di basket.' Ridacchiò, prima di premere ancora una volta le mie labbra contro le sue, tornando in palestra. Sospirai, alzando lo sguardo.
 
'Grazie, Signore.' Sorrisi tra me, prima di correre fuori appena in tempo per il fischio di inizio secondo tempo.
 
'Sta bene?' Mi chiese Ryan. Sorrisi.
 
'Meglio che bene.' Gli feci l'occhiolino. 'Andiamo. Facciamolo! Che squadra?' Gridai, sorridendo a Ryan.
 
'WILDCATS!' Sorrise Ryan, battendomi il cinque.

















Hey bitches!

...

Ehm, non so da dove cominciare. Ho tipo fangirlato un sacco traducendo questo capitolo. Ma quanto belli sono? Dovremmo trovare un nome per questa nuova coppia. 
Inoltre questo è uno dei miei capitoli preferiti, e non potete capire in che condizioni stavo traducendolo.
Non so davvero cosa dire, lol. Lascio a voi i commenti, anche perchè si sta scaricando il computer e al momento non trovo l'alimentatore.
Ps: nei commenti mi avete detto che non avete trovato molta differenza nell'ultimo capitolo senza i discorsi diretti in grassetto, quindi non gli ho messi nemmeno qui, perchè ci metto un po' ad evidenziarli in grassetto, e se a voi non cambia nulla potrei lasciarli così. Ad ogni modo, se avete qualche difficoltà a leggere, i prossimi posso comunque evidenzarveli, fatemi sapere voi.
Pps: manca tipo davvero pochissimo per arrivare alle popolari.
Ppps: vi amo tantissimissimo.
Un bacio, smileveryday.

 

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Capitolo 19
*** Out of my head. ***


 
 

 
Justin's Point Of View
 



 
 
Era la folla più grande che avessi mai visto. Tutti stavano applaudendo. Tutti erano così eccitati, speravano che almeno per una volta la East potesse battere la South. Avevo la palla tra le mani, guardai il timer, e per nostra fortuna avevamo ancora un paio di secondi alla fine della partita. Eravamo bloccati in una situazione di pareggio. Anche se durante il primo tempo avevamo giocato piuttosto male, Chaz, Ryan e tutti gli altri ragazzi della squadra cominciarono a concentrarsi. Siamo meglio di quanto pensassi.
 
'Vai, Justin!' Gridarono alcune persone. Alzai gli occhi al canestro e mi diressi verso esso. Un canestro. Un canestro, è tutto quello di cui abbiamo bisogno. Mi posizionai davanti al canestro, ma venni spinto indietro da una testa di cazzo. 
 
'Fallo!' Gridò Chaz con rabbia, indicando il modo con cui Harry mi aveva appena spinto a terra. Mi alzai dirigendomi verso Harry, che non sembrava essere piuttosto felice. 
'Pensi di essere forte, eh?' Urlai verso di lui, spingendolo indietro. 
 
'Geloso del fatto che io ho la ragazza e tu no per una volta nella vita, Bieber?' Mi sorrise strafottente. Sospirai, facendo un passo indietro sorridendo, sapendo di aver vinto.
 
'Pensa bene a quello che hai detto, fratello.' Sorrisi. 'Abbiamo un tiro libero.' Alcuni giocatori si spostarono dal campo, in modo da lasciarmi spazio per tirare. Eccoci qui. Questa era la nostra vittoria, era tutto nelle mie mani. Feci rimbalzare la palla al suolo un paio di volte, prima di tirare. Nessuno si azzardò a parlare. Il campo era così tranquillo, non si sentiva volare una mosca. E poi? Il suono della palla che attraversò il canestro.
 
 
 
 
~

 
 
 
'Sono fiera di te, Justin.' Mi sorrise mamma.
 
'Grazie, mamma.' Sorrisi sentendomi bene con me stesso.
 
'E riguardo la scorsa sera..' Sospirò.
 
'No, hai ragione. Mi sono comportato da bambino viziato. Ma ti prometto mamma, non succederà mai più.' Dissi. 'Sto cambiando, te lo giuro.' Sorrisi. Sorrise e mi abbracciò.
 
'E' per Eden, non è vero?' Mi chiese, prima di allontanarsi. Mi strinsi nelle spalle, infilando le mani in tasca. 'Aw, le tue guance stanno cambiando colore.' Mi sorrise, pizzicandomi le guance.
'Ow, mamma.' Risi, togliendole le mani dalla mia faccia. 'Non dirlo a nonna perchè se lo verrà a sapere non se ne starà zitta un secondo, ma ho baciato Eden.' Sorrisi. Ero abituato a dire tutto a mia madre, e voglio tornare a farlo. Lei merita il mondo. E' la migliore madre del mondo e non la ringrazio mai abbastanza.
 
'Davvero?!' Sorrise. 'Significa che ora è la tua fidanzatina?' Mi chiese.
 
'Non ancora.' Sorrisi. 'Eppure è la parola chiave. Notte, mamma.' Sorrisi accarezzandole la guancia, per poi salire al piano di sopra. Dovrei essere a qualche stupida festa in questo momento, ubriacandomi fino a perdere la memoria, e molto probabilmente a portare a casa qualche ragazza con un corpo da urlo e un visto incrostato di trucco. Ma stasera, nell'arco di poche ore fa, ho baciato una fantastica ragazza di nome Eden. Mi incamminai verso la mia veranda, e con un salto raggiunsi la sua, toccando leggermente il vetro della sua finestra. Erano le nove, e sapevo che non stava dormendo. Ci volle un momento, e subito dopo al vidi tirare le tende e sorridermi prima di aprire la porta. 
 
'Hey, tu.' Mi sorrise.
 
'Hey.' Sorrisi. 'Non riuscivi a dormire pensando a me?' Sorrisi.
 
'No, in realtà mi hai svegliata.' Ridacchiò.
 
'Bugiarda.' Sorrisi, facendola ridere. 'Andiamo nella la mia veranda.' Dissi. Lei smise di ridere, e mi guardò.
 
'Sei serio.' Dichiarò.
 
'Serio come la morte.' Le sorrisi. 'Andiamo, non sto cercando di fare nulla di strano. Voglio solo rilassarmi con te. Inoltre, sei stata nella mia stanza solo una volta.' Dissi.
 
'Non so se ti ricordi, ma l'ultima volta sono quasi morta per raggiungerla.' Rise.
 
'Sarò qui per prenderti.' Sorrisi. Sospirò, mordendosi il labbro inferiore. Lo fa spesso quando è nervosa, oppure quando sta pensando intensamente. O tutte e due le cose.
'Non lo so..' Sospirò.
 
'Andiamo? Per favore?' Feci il broncio. Lei ridacchiò alzando gli occhi al cielo, ma annuì. Le sorrisi. 'Lascia che ti aiuti.' Dissi, afferrandole la vita e sollevandola verso la mia veranda. Mi assicurai di avere le mani salde sul suo corpo, mentre lei appoggiò i piedi verso la veranda. 'Ora, avvolgi le mani alla ringhiera, poi aggiungi un piede, ed infine salta.' Dissi.
 
'I-Io cadrò.' Balbettò.
 
'Ce la puoi fare.' Le sussurrai all'orecchio. Lei rabbrividì un pò, facendomi sorridere alla sua tenerezza. Non fece quello che le avevo detto poco prima, e saltò rapidamente verso la veranda. Sorrisi, per poi fare lo stesso, aiutandola poi a riacquistare equilibrio. 'Non è stato così male, giusto?' Le sorrisi. Lei alzò gli occhi al cielo, e cominciò a scannerizzare la mia stanza, guardandosi intorno.
 
'Non pensavo fosse così pulita.' Ridacchiò.
 
'Sono un ragazzo ordinato.. a volte.' Sorrisi. 'Mia mamma in realtà me la fa sistemare tutte le mattine prima di andare a scuola, quindi sei fortunata.' Risi.
 
'Estremamente fortunata.' Sorrise, voltandosi verso di me. Chiusi le porte della veranda, dal momento che stava cominciando a fare freddo. Notai la pelle d'oca sulle sue braccia. 'Hai bisogno di una felpa? Ne ho un sacco. Sembri in procinto di congelare a morte.' Dissi, avvicinandomi al cassetto, cercandone una. Ne tirai fuori una delle più piccole che avevo. Grigia. Gliela porsi, e se l'infilò. Era comunque un po' più grande di lei. 'Carina.' Sorrisi.
 
'Quindi, dimmi Bieber. Perchè non sei a festeggiare ad una di quelle stupide feste?' Ridacchiò.
 
'Beh, un paio di ore fa, durante la pausa del primo tempo.. Ho baciato questa ragazza. E adesso, non riesco più a togliermela dalla testa.' Dissi, incamminandomi lentamente verso di lei, avvolgendo le mie mani sulla sua vita. 'Non riesco a smettere di pensare a lei.' Sussurrai. 'O alle sue labbra.' Sussurrai, sporgendomi verso di lei. Lei si avvicinò a me svelta, e premette le sue labbra sulle mie. Sorrisi durante il bacio mentre lei avvolse le sue braccia attorno al mio collo. La tirai più vicina a me, il suo corpo contro il mio, scambio di calore. Decisi di non rischiare, quindi non aggiunsi la lingua. Voglio fare le cose con calma. 
 
'Sei fortunato che ho rotto con Harry. Altrimenti non ti avrei mai baciato.' Sorrise.
 
'Lo uccido se lo vedo in giro, lo sai.' Dissi. 'Non dirmi altrimenti perchè non meriti di essere trattata così.' Dissi, guardando i suoi grandi occhi marroni, come i miei.
 
'Non mi dispiacerà.' Ridacchiò. Risi, poggiando le mie labbra sulla sua fronte mentre lei sbadigliò. 'Dovrei andare. Sono stanca.' Mormorò.
 
'Dormi qui.' Feci spallucce. Lei spalancò gli occhi. 'Non intendo vieni a letto con me. Dormi.. con me.' Ridacchiai. Sembrava spaventata. 'Non è un peccato dormire accanto ad un ragazzo con cui non sei sposata.. vero?' Aggrottai la fronte. Lei ridacchiò, baciandomi ancora una volta. Le piace davvero baciarmi.
 
'Resto. Mi fido di te.' Mi sorrise. S'incamminò verso il mio letto, scegliendo il lato su cui dormire. Mi tolsi le scarpe, sfilandomi la felpa, decidendo di tenere la maglietta per stanotte. Mi infilai sotto le coperte, avvolgendole poi anche attorno al suo corpo.
 
'Eden?' Sussurrai, dopo una decina di minuti di confortevole silenzio.
 
'Mm?' Chiese, con gli occhi chiusi, di fronte a me.
 
'Vuoi essere la mia ragazza?' Chiesi. Nessun segno di balbuzia. recitai la frase perfettamente. Lei aprì gli occhi, fissandomi. Non mi sorrise. Questa non è una buona cosa,vero? Ma poco dopo un sorriso si formò sul suo viso.
 
'Sì.' Sussurrò. Sorrisi, sporgendomi verso di lei, baciandola. 'Ma dobbiamo mantenere il segreto. Nessuno tranne Ryan può saperlo.' Sussurrò.
 
'Chaz.. lo sa anche lui più o meno.' Mormorai. 'A lui va bene così. Non ne è felice, ma approva.' Sorrisi. Lei ridacchiò. 'Oh, e mia mamma.' Aggiunsi. 'Va bene?' Chiesi.
 
'Non ti chiederei mai di tenerlo segreto alla tua famiglia. Solo dalla mia.' Mi fece l'occhiolino.
 
'Va bene. Perfetto.' Sorrisi. 'Buonanotte, fidanzata.' Ridacchiai, avvolgendo le braccia intorno al suo piccolo corpo. Lei ridacchiò, appoggiando la testa sul mio petto.
 
'Buonanotte, fidanzato.' Ridacchiò di nuovo.
 
Già. Questo è perfetto.


















Hey bitches!

Non so come cominciare questo spazio autrice.
Ok, quindi, ehm come state?
Ma lo sapete che siamo entrate nelle popolari? Ommiodio, piango. Non ci credo, grazie mille a tutte ragazze. 
Tra l'altro, ho notato che l'ultimo capitolo è quello con più recensioni, mi avete lasciato sedici recensioni. Ma quanto vi posso amare?
Davvero, sto sclerando e non poco.
Anyways, dovete amarmi perchè questo capitolo avrei dovuto postarlo tipo la settimana prossima, ma a causa della febbre sono bloccata in casa da due giorni e non sapendo cosa fare ho cominciato a tradurlo ieri per poi finirlo oggi. Ma quanto brava sono? :')
Ok, basta. Mi sta letteralmente scoppiando la testa quindi è meglio che spengo tutto.
Ringrazio ancora una volta tutte quante, vi amo tuuuutte.
Un bacio, smileveryday.


 

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Capitolo 20
*** Babe. ***







Eden's Point Of View
 

 
 
Aprii lentamente gli occhi, che vennero subito disturbati dalla luce proveniente dalla finestra di Justin. Gemetti un pò infastidita, nascondendo ancora di più la testa sul petto di Justin, svegliandolo.
 
'Scusa.' Mi scusai con una piccola risatina.
 
'Non c'è problema.' Ridacchiò con voce ancora assonnata, cosa che io trovavo assolutamente attraente.
 
'Beh, buongiorno.' Sorrisi, alzando la testa per guardarlo. Lui sorrise, abbassando la testa arricciando le labbra in cerca di un mio bacio, avvicinai quindi le mie labbra alle sue facendo in modo che si toccassero. Sentii di nuovo un eruzione di farfalle nel mio stomaco. Sembra banale, perchè in realtà le farfalle ci sono sempre quando sto con lui.
 
'Buongiorno a te.' Ridacchiò dopo essersi staccato.
 
'Dovrei tornare a casa. Mamma verrà a bussare alla mia porta avvisandomi di scendere per la colazione in qualsiasi momento a partire da ora.' Sussurrai.
 
'Mm, ma io sono comodo.' Mormorò, stringendo le sue braccia intorno al mio corpo, con un sorriso sul volto.
 
'Che peccato.' Premetti le mie labbra sulle sue, prima di alzarmi dal suo letto. 'Penso di dover passare la giornata a studiare, quindi immagino che ci vedremo Lunedì?' Chiesi.
 
'No, vengo in Chiesa domani.' Disse, sedendosi sul letto.
 
'Davvero?' Chiesi, voltandomi verso di lui. Annuì. 'Perchè?' Gli chiesi.
 
'Perchè.' Cominciò. 'Amo Gesù.' Disse, facendomi ridere. 'Oh, andiamo. Ho bisogno di una motivazione per andare in Chiesa?' Inarcò un sopracciglio, alzandosi e dirigendosi verso di me.
 
'No, immagino di no.' Sorrisi. 'Ci vediamo lì.' Sorrisi baciandolo, prima di incamminarmi verso la sua veranda, assicurandomi che nessuno stesse guardando. Inspirai prima di scavalcare. Sentii le mani di Justin sulla mia vita. 'Ce la faccio. Non preoccuparti.' Sorrisi, una volta arrivata alla mia veranda.
 
'Sono impressionato.' Mi fece l'occhiolino. 'Inoltre ho avuto anche un bel panorama.' Sorrise. Alzai gli occhi al cielo prima di incamminarmi verso la mia stanza.
 
'Ci vediamo più tardi.' Gli sorrisi.
 
'Buona giornata, piccola.' Mi fece l'occhiolino prima che io chiudessi le porte della mia veranda, vedendolo poco dopo fare lo stesso. Mi ha appena chiamato 'piccola'? Sorrisi, mordendomi il labbro, prima di sentire qualcuno bussare alla porta. Mi diressi verso essa aprendola, per trovare mia madre di fronte a me.
 
'Hey, la colazione è- Di chi è questa felpa?' Mi chiese. Abbassai lo sguardo verso la felpa grigia che Justin mi aveva prestato la scorsa notte. Inventa qualcosa.
 
'Um, è una delle vecchie felpe di Adam che ho trovato giù in cantina. Ho deciso di tenerla.' Dissi. Lei socchiuse gli occhi, guardando la felpa, per poi fare spallucce. 
 
'Va bene allora. La colazione è pronta. Penso che ti piacerà la sorpresa al piano di sotto.' Sorrise prima di andarsene. Sorrisi, prima di cambiarmi velocemente, indossando una camicia che lasciava intravedere la spalla scoperta, con un top sotto. Indossai un paio di pantaloncini corti, infine indossai le calze prima di dirigermi al piano di sotto.
 
'Logan!' Strillai, correndo verso di lui, buttandomi addosso al mio cugino quindicenne. Siamo praticamente gemelli. Siamo nati lo stesso giorno. Più fortunati di così? 
 
'Edie!' Sorrise, chiamandomi per soprannome. Si pronuncia 'Eedy', e lui mi ha sempre chiamato così. Mi tolsi dall'abbraccio per pizzicargli le guance.
 
'Che ci fai qui?' Gli sorrisi. 'Dov'è il resto della famiglia?' Chiesi poi.
 
'Sono tornati a Toronto per prendere il resto della nostra roba.' Sorrise. 'Ci trasferiamo a Stratford, baby!' 
 
'Oh mio dio.' Strillai, abbracciandolo di nuovo.
 
'Hai intenzione di continuare a strillare? Puoi chiudere quella diavolo di bocca?!' Mi ringhiò contro Adam, spingendomi per dirigersi verso il tavolo dove era pronta la colazione.
 
'Qual è il suo problema?' Mi sorrise Logan.
 
'Ha perso una grande partita di basket ieri sera.' Gli sorrisi. 'Suppongo che sia piuttosto arrabbiato.' Continuai. 'Non posso credere che tu ti stai per trasferire qui.' 
 
'Sì, abbiamo trovato una cosa proprio dietro l'angolo. Potrò raggiungere a piedi casa tua, e tu potrai fare lo stesso. Sarà fantastico!' Sorrise. 'Inoltre, frequenterò la tua scuola. Non voglio andare in una di quelle scuole private. Nemmeno Sissy lo vuole.' Ridacchiò. Non so perchè si ostini a chiamare sua sorella 'Sissy'. Strano, ma fa parte del suo carattere.
 
'Lascia che ti mostri un pò Stratford!' Sorrisi.
 
'Ma se sei arrivata qui da nemmeno una settimana? Come posso fidarmi di te? Ci farai perdere, conoscendo la tua fortuna.' Sorrise.
 
'Oh, ma per favore. Io imparo velocemente. Conosco tutti i posti di Stratford. Inoltre, ho un sacco di cose da dirti.' Sorrisi. Mi stavo dimenticando di aver detto che avrei studiato tutto il giorno. Non vedevo Logan da così tanto tempo! Mi mancava il mio migliore amico.
 
'E per la colazione?' Mi chiese.
 
'La faremo più tardi al centro commerciale appena arriviamo. Mamma, stiamo per uscire. Voglio mostrare la città a Logan! Ciao!' Gridai prima di uscire. 
 
'Wow.' Rise, scuotendo la testa appena fummo fuori di casa. Risi alzando lo sguardo, per incontrare quegli occhi blu/verdi per cui una volta mi ero presa una cotta.
 
'Harry.' Sussurrai.
 
'Ehm, posso parlarti un minuto?' Mi chiese.
 
'Uh, puoi parlarmi anche qui.' Dissi.
 
'Chi è lui? Il tuo ragazzo?' Sorrise Logan.
 
'Ex.' Dissi. Il sorriso di Logan si trasformò in una smorfia, ed i suoi occhi cominciarono a fissare ininterrottamente Harry.
 
'Cosa ti ha fatto?' Mi chiese immediatamente. Harry ignorò Logan, e mi rivolse la parola.
 
'Senti, sono davvero dispiaciuto per quello che ti ho fatto, Eden. Ma ti sto chiedendo un'altra possibilità. Sei una ragazza fantastica, ed io non avrei dovuto baciare quella ragazza.' Sospirò.
 
'Tu cosa? Oh che diavolo, smettila di dire merdate.' Logan scattò in avanti, per trovarsi faccia a faccia con Harry. Risi tirando Logan verso di me.
 
'Va tutto bene, Logan. Ascolta, Harry. Ho una specie di fidanzato ora..' Sospirai.
 
'Questo ragazzino?' Harry indicò Logan.
 
'Ew no.' Logan fece un passo indietro. Siamo cugini, fratello. Stesso sangue. Cugini. Nessun incesto, fratello.' Si accigliò. Non potei fare a meno di ridere.
 
'Ci vediamo, Harry.' Sorrisi, prima di andarmene con Logan.
 
'Da quand'è che ti piacciono i ragazzi britannici con i capelli ricci?' Mi chiese Logan.




















Hey bitches!

Ciao belle, come state?
E' sul serio già passata una settimana? Vi giuro, pensavo di aver aggiornato qualcosa come due giorni fa, lol. 
Sono tipo contentissima perchè la storia non solo è entrata nelle popolari, ma sta anche continuando a salire. Vi amo.
Questo capitolo non mi piace moltissimo, non chiedetemi perchè lol. 
Ma i prossimi (a mio parere) saranno migliori (mi sto trattenendo dal non spoilerarvi nulla).
Ok, basta. 
Ciao luves.
Vi amo tanto, smileveryday.

 

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Capitolo 21
*** I don't know her name. ***


Eden's Point Of View
 
 

 
'Così, la piccola Edie Perry ha un RAGAZZO!' Mi sorrise Logan mentre camminavamo dentro al centro commerciale di Stratford.
 
'Ma non puoi dirlo a nessuno, Logan. A nessuno. Sai che morirei, giusto?' Chiesi.
 
'Sì, sì. Ho capito.' Alzò gli occhi al cielo, per poi posare le sue mani sul mio viso, strizzandomi le guance. Risi, dandoli una gomitata. 'Quindi, quante amiche femmine hai?' Mi sorrise.
 
'Aw, dolcezza. A Maggie non piacciono i ragazzi pazzi come te.' Sorrisi, tirandogli l'orecchio.
 
'Maggie. Sembra hot.' Disse.
 
'E' molto bella, ma un pò troppo sofisticata per te.' Sorrisi. 'Inoltre, si sta già vedendo con qualcuno.' Il suo sorriso svanì e si trasformò in una smorfia. 'Perchè? Stai cercando una ragazza?' Gli sorrisi.
 
'Beh, non sono alla ricerca disperata. Ma avere una ragazza sarebbe carino.' Mormorò.
 
'Beh, allora immagino che quando comincerai a frequentare la mia scuola dovrai starmi lontano. Le ragazze lì mi odiano.' Aggrottai la fronte, arricciando il naso. 
 
'Starti lontano? Non esiste. Sei molto più importante di quelle ragazze, Edie.' Mi sorrise, posando il suo braccio attorno al mio collo. 'Sei la mia migliore amica per sempre.' Mi sorrise, prima di cominciare a cantare 'Best Day Ever' di Spongebob. Oh, quanto amo il mio migliore amico.
 
 
 
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Justin's Point Of View
 
 

 
'Perchè non hai passato la giornata con lei oggi?'  Mi chiese Ryan. 'Pensavo che steste cominciando a fare i fidanzatini appiccicosi.' Mi sorrise.
 
'Nah, ha detto che deve studiare. Inoltre, ieri ha dormito a casa mia.' Feci spallucce.
 
'Te la sei già fatta?' Chiese Chaz. 'Non che questo mi stupisca. Ma chi se lo poteva immaginare che la signorina 'amo Gesù' potesse-'
 
'No, non l'abbiamo fatto!' Sibilai. 'Non ho intenzione di fare sesso con lei così presto, amico. Voglio che si fidi di me. Non guadagno la sua fiducia solo dopo averle chiesto di essere la mia ragazza.'
 
'Oh, il signor 'mi faccio tre ragazze a sera' ha rispetto per una donna?' Chaz si voltò verso di me.
 
'Ero diverso allora.' Dissi.
 
'E' stato la settimana scorsa!' Esclamò. Alzai gli occhi al cielo e mi infilai le mani in tasca. 'Mi dispiace, amico.' Sospirò. 'Non sono abituato a questo, lo sai. E' strano. Non ti avevo visto con una ragazza da quando..' S'interruppe.
 
'Puoi dire il suo nome. Non è che mi metto a piangere.' Sorrisi. Lui stette comunque in silenzio. 'Sarah, Chaz.' Risi. 'Senti, mi sono dimenticato di lei. Lei non è più nulla per me ora. Voleva Jordan, l'ha avuto. Non era poi così bella in ogni caso.' Feci spallucce. 'Ma Eden..' Sorrisi. 'Eden è fantastica. Le piacciono le stesse cose che piacciono a me. Musica, film. Mi sento come se con lei potessi parlare di qualunque cosa. Mi piace davvero, amico.' Dissi.
 
'Sì, sento la stessa cosa io per Taylor. Ti capisco.' Annuì Chaz.
 
'Amico, ho bisogno di una ragazza.' Si accigliò Ryan, facendo scoppiare a ridere me e Chaz, poco prima che cominciassimo a prenderlo in giro. 'Non è divertente!' Sbottò.
 
'Senti, ci sono un sacco di ragazze da queste parti. Devi solo sceglierne una.' Sorrise Chaz.
 
'Non è che posso indicare una ragazza, andare da lei e dirle: 'Yo, vuoi essere la mia ragazza?' sarebbe strano.' Disse. 'E ti immagini se lei dicesse sì? Sarei fidanzato con una ragazza tutta strana!' Sospirò. 'Voglio solo qualcuno che guardi High School Musical con me.' Fece il broncio.
 
'Andiamo, supera la fase da ragazzina che va pazza per High School Musical!' Rise Chaz.
 
'Oh' Mormorai, ricordandomi di una cosa, prima di dare uno schiaffo alla nuca di Ryan. 'Questo è per aver mostrato ad Eden il video della mia canzone.' 
 
'Cosa? E' per merito di quello che vi siete messi insieme, o no?' Gemette, massaggiandosi la testa.
 
'Hai scritto una canzone? Riguardo Eden?' Rise Chaz.
 
'Stai zitto. Tu hai passato tutta la giornata con Taylor quando si è ammalata al ritorno da quel corso di ballo. Mi ha detto anche che le hai fatto una zuppa e hai guardato con lei 'The Notebook' per tutta la notte.' Gli sorrisi. Lui mi rivolse un occhiataccia.
 
'Hey, Justin. Pensavo avessi detto che Eden fosse a casa, a studiare?' Mi chiese Ryan.
 
'Sì, lo è. Perchè?' Chiesi, voltandomi verso di lui. Indicò avanti a sè, ed io seguii il suo sguardo. Vidi Eden e un altro ragazzo seduti su una fontana. Il braccio di quel ragazzo.. attorno a lei.. la mia ragazza. Strizzai gli occhi, prima di avvicinarmi con Ryan e Chaz.
 
'Eden, hey.' Dissi, catturando la sua attenzione. Lei sorrise alzando lo sguardo verso di me.
 
'Hey Justin!' Continuò sorridendo. 'Logan, lui è Justin.' Disse indicandomi. Il ragazzo mi guardò e sorrise, prima di alzarsi tendendo la mano verso di me.
 
'Ciao, io sono Logan, il migliore amico di Edie.' Si presentò.
 
'Edie?' Ripetei confuso.
 
'La chiamo così fin da piccolo.' Ridacchiò. ?Tu sei Justin, giusto? Mi ha detto tutto su di te. E' un piacere conoscerti.' Disse, con la mano ancora tesa verso di me. La strinsi lentamente, ancora sospettoso.
 
'Quindi, uhm, come mai non ho sentito parlare di te?' Chiesi.
 
'Mi sono appena trasferito qui da Toronto.' Disse. 'Vivo nello stesso isolato di Edie.' Sorrise.
 
'Justin, posso parlarti un momento?' Eden sorrise, guardando Chaz nervosamente. Annuii, allontanandomi con  lei, lasciando quel ragazzo, Logan insieme a Chaz e Ryan. 'Gli ho detto di noi due. Voglio dire, lui è il mio migliore amico, e gli dico tutto. Non potevo nascondergli questo.' Si morse il labbro.
 
'Sì, no, va bene.' Feci spallucce. 'Quindi, uhm, pensavo avessi da studiare?' Le chiesi.
 
'Sì, dovevo, ma poi è arrivato Logan. Il resto della sua famiglia sta ancora imballando le ultime cose prima di trasferirsi, quindi starà da noi per un pò.' Sorrise.
 
'Stare con te? Tipo, uhm, nella tua stanza?' Chiesi.
 
'Sì.' Ridacchiò. 'Perchè?'
 
'Aspetta, quindi.. condividerete lo stesso letto e cazzate varie?' Chiesi. Lei annuì.
 
'Sì, noi abbiamo sempre dormito nella stesso letto, sin da quando eravamo piccoli. Perchè, ti da fastidio o qualcosa del genere..?' Sembrava confusa.
 
'Beh, credo di sì. C'è un altro tizio che dorme nel tuo letto affianco a te.. Non voglio sembrare geloso o cazzate varie, perchè non lo sono.' Mentii. Sì, sono geloso. Voglio essere l'unico a dormire affianco a lei. Non quel ragazzino, Logan. 'Ma non lo so, e se io mi portassi qualche ragazza nel mio letto, huh?' Chiesi, incrociando le braccia al petto. Le sue labbra fecero spazio a un sorriso.
 
'Non ti fidi di me.. in un letto.. con Logan?' Mi chiese.
 
'Di te mi fido. Ma quel ragazzino, non lo so. Sorride troppo.' Strizzai gli occhi. 'Ascolta, Ede, tue sei molto bella, e lui questo lo sa. Un sacco di ragazzi lo sanno. E, non so se ti ricordi, ma tu sei la mia ragazza.' Sorrisi, facendo scivolare le mie braccia attorno alla sua vita.
 
'Justin, tu non hai davvero nulla di cui preoccuparti.' Sorrise. 'Logan non mi toccherà, e sai perchè?' Sorrise. Inarcai un sopracciglio.
 
'Cosa? E' gay?' Risi. Lei ridacchiò. 'E' gay?' Mi accigliai, sentendomi stupido.
 
'No, è mio cugino.' Rise. Mi sentii stupido. Più stupido di prima. Adesso? Sembro un ossessionato, fidanzato geloso. Il che, credo comunque di esserlo. Non ossessionato. Ho visto quel film. Non mi ricordo il titolo, ma c'era questo ragazzo che andava fuori di testa ogni volta che vedeva la sua ragazza parlare con un altro ragazzo. Mi aveva spaventato la cosa. Fidati. Non avrei mai pensato di poter assomigliare a quel tipo. Mia mamma mi ha cresciuto bene. 'Ti senti stupido?' Mi sorrise.
 
'Un pò.' Sorrisi, prima di catturare le sue labbra con le mie.
 
'Eri geloso.' Ridacchiò.
 
'Lo sono ancora. Cosa succede se volessi dormire con te?' Chiesi, facendole l'occhiolino. Le sue guance diventarono rosso tutto d'un tratto.
 
 
 
 
~
 

 
 
Ryan's Point Of View
 
 

 
'Io. Odio. I. Lunedì.' Gemetti, sbattendo la testa addosso all'armadietto accanto a Justin dopo che la campanella suonò.
 
'Sei davvero andato in Chiesa ieri?' Chaz chiese a Justin mentre camminavamo.
 
'Sì, Eden ha cantato di nuovo. Ha una voce incredibile, amico. Davvero incredibile.' Sorrise Justin. Sorrisi. A Justin piace davvero Eden. Chaz ama Taylor. Io sono un foreveralone. Non so se si dica solo per le ragazze, ma ho trovato questa parola su tumblr, e l'ho trovata divertente. Sembra triste che io mi senta solo. Ma voglio una ragazza. Mi piace come Chaz possa andare da Taylor e baciarle la guancia, mentre lei ridacchia. Voglio far sorridere anch'io una ragazza in quel modo. Anche solo con un semplice bacio sulla guancia. Mi sento gay.
 
'Ho chimica con Mr Hicks. CI vediamo dopo ragazzi!' Gli salutai prima di entrare in classe. Tirai fuori il cellulare per controllare l'ora, e mi accorsi di non essere in ritardo. Improvvisamente, vidi il cellulare scivolarmi dalle mani, e fogli di carta in aria, ovunque.
 
'Oh mio dio. Mi dispiace tanto.' Mormorò la voce di una ragazza.
 
'No, è colpa mia. Avrei dovuto guardare.' Ridacchiai, rimettendo il cellulare in tasca, prima di aiutarla a raccogliere tutti quei fogli. Mi alzai in piedi, porgendoglieli. Mi sorrise guardandomi prima di prendergli.
 
'Wow.' Sussurrai. Lei arrossì, sorridendo appena. L'ho detto davvero ad alta voce invece di pensarlo? Dannazione, Ryan. 'I-Io sono Ryan.' Dissi, tendendo la mano verso di lei. 'Ryan Butler. Dovresti aver sentito parlare di me.' Cercai di flirtare con lei. Non so il suo nome, ma ho la sensazione che questa ragazza..
 
'In realtà, no.' Sorrise. 'Sono nuova qui.' Aggiunse. Ecco perchè. 'Sono Jenna. Jenna Esposito.' Arrossì.
 












Hey bitches!

Ciao belle, come state?
E' da una settimana che non mi faccio sentire, perdonatemi.
Pensavo di non riuscire a postare questo capitolo, visto che è da un po' che cerco di tradurlo, ma alla fine ce l'ho fatta, aye.
Premetto che non ho riletto, quindi mi scuso per eventuali errori.
Vi ringrazio tantissimissimo per tutte le recensioni che mi lasciate, sarò ripetitiva ma siete tutte quante dolcissime!
Vì àMò PàxxErElLè MìE!111!!!1 
Un bacio, smileveryday.

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Capitolo 22
*** Bright red. ***


No Pov/ Punto di vista di nessuno
 

 
 
"Hai già incontrato un ragazzo? Ooh, come si chiama? E' carino?" Eden sorrise a sua cugina, Jenna, mentre parlavano davanti all'armadietto. Justin era arrivato in ritardo a scuola oggi a causa del videogioco per cui aveva ultimamente perso la testa, che aveva fatto stare in piedi tutta la notte a giocare sia lui che Ryan. Eden non vedeva l'ora di vederlo. Moriva dalla voglia di abbracciarlo e baciarlo.
 
"Non è che mi piaccia o qualcosa del genere. Penso solo che sia carino. Inoltre, sembrava piuttosto pieno di se stesso. Era tutto tipo 'Oh io sono Ryan Butler ma immagino che tu già lo sappia' o qualcosa del genere." Si accigliò Jenna.
 
"Ryan? Ti piace Ryan?" Il sorriso di Eden, se possibile, s'ingrandì.
 
"A chi piace Ryan?" La voce profonda di Justin riempì le orecchie di Eden, mentre delle braccia famigliari le avvolsero la vita. Justin aveva già informato i suoi amici che si era fidanzato con Eden, e la notizia si era diffusa a macchia d'olio. Ad Eden la cosa non dispiaceva, almeno finchè i suoi genitori non fossero venuti al corrente di nulla. Eve era entusiasta, Adam odiava la situazione, ma doveva conviverci a meno che non avesse voluto che il video suo e di Alexandra fosse caricato su Youtube in modo che i suoi genitori lo scoprissero.
 
"Giorno." Sorrise Eden, voltandosi verso Justin. Justin ridacchiò poggiando le sue labbra su quelle di Eden per il bacio del buongiorno. Il gruppetto di persone che si era formato attorno a loro gli guardava, cercando di non dare nell'occhio. Justin aveva finito col ruolo di 'puttaniere', e molte persone ne erano sorprese. Scioccate, a dire la verità. "Justin, lei è Jenna, mia cugina. Si è trasferita qui. Jenna, lui è Justin, il mio ragazzo." Eden sorrise sentendo immediatamente le sue guance andare a fuoco. 
 
"Mh, questo è il ragazzo di cui mi hai parlato tutto il giorno, senza star zitta un minuto?" La prese in giro Jenna.
 
"Hm?" Justin sorrise ad Eden, stringendo la presa sui suoi fianchi. "E' un piacere conoscerti." Sorrise poi a Jenna, che ricambiò gentilmente.
 
"Le piace Ryan." Cominciò Eden.
 
"Non è vero. A dire la verità sembra un pò arrogante." Si strinse nelle spalle Jenna.
 
"Lo è, ma non hai ancora incontrato Chaz." Sbuffò Justin, cosa che fece ridacchiare Eden.
 
"Ryan è un ragazzo fantastico. Fidati, lo amerai." Disse Eden facendole l'occhiolino, mentre Jenna alzò gli occhi al cielo.
 
"Vuoi il suo numero?" Scherzò Justin, facendo ridere entrambe.
 
"No." Sbuffò Jenna, voltandosi per trovare Ryan, che stava camminando verso di lei, con passo arrogante.
 
"Ha fatto male?" Cominciò senza salutare nessuno.
 
"Ha fatto male cosa?" Chiese Jenna completamente confusa. La faccia di Ryan si trasformò in un simpatico sorriso.
 
"Quando sei caduta dal Paradiso?" Rispose facendole poi l'occhiolino. Jenna alzò gli occhi al cielo, prima di spingerlo, incamminandosi verso la sua classe. "C-Che cosa ho fatto di sbagliato?" Il volto di Ryan si rabbuiò. "Dannazione. Questo non dovevo dirlo, vero? Dannato Chaz." Imprecò.
 
"Aspetta - Hai chiesto a Chaz dei consigli su come conquistare una ragazza?" Ridacchiò Eden.
 
"Beh, sì. Voglio dire, è fidanzato con Taylor da anni.." Fece spallucce.
 
"L'unica ragione per cui Taylor sta insieme a Chaz è perchè ha sempre fatto schifo a scegliersi i ragazzi." Disse Justin.
 
"Jenna, tuttavia, gli sceglie con cura." Sorrise Eden.
 
"Dannazione." Mormorò Ryan prima di infilarsi le mani in tasca, allontanandosi da loro.
 
"Wow. L'ha appena incontrata e già comincia con questi complimenti idioti?" Ridacchiò Eden, voltandosi verso Justin che rise stringendosi nelle spalle.
 
"A quanto pare." Sorrise. "Le tue labbra sono piuttosto carine oggi." Mormorò. "Le mie sono abbastanza hot, penso potrebbero fare una bella coppia." Disse facendole l'occhiolino.
 
"Wow. Chaz non è l'unico che fa schifo con i complimenti." Rise Eden, mettendogli le mani sul petto spingendolo via da lei, facendo ridere entrambi. La prima campanella suonò, si diedero un veloce bacio per poi dirigersi nelle loro rispettive aule. L'atrio ben presto si riempì, ed Eden notò molte ragazze con il cellulare in mano. Una foto sua e di Justin appariva sul loro cellulare. Sorrise prima di incamminarsi in classe con questo pensiero in testa. La storia tra Eden e Justin verrà presto a saperla tutta la scuola. 
 
 
 
 
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Eden's Point Of View
 

 
 
"Sei sicura che mi starà bene? Voglio dire, e se qualcosa va male mentre stendi il colore? E se mia mamma a costo di farmi togliere questo colore dai capelli me li facesse tingere di nuovo?" Chiesi nervosamente. Ero seduta nella mia stanza con Eve e Jenna. Avevano deciso di tingermi i capelli. Io avevo insistito per qualcos'altro. Pensavo a qualcosa tipo farmi le unghie di un colore strano. Ma non i miei capelli! Il rosso potrebbe non starmi bene.
 
"Sono sicura. Lavoro in un salone per parrucchiere, idiota." Ridacchiò Eve.
 
'E non potrai ri-tingerti i capelli per qualche mese dopo questa tinta, in caso contrario, i tuoi capelli cadranno." Jenna annuì, seduta sul suo letto, con un giornalino tra le mani. Sbuffai ed annuii.
"Ho la sensazione che mamma mi preferirebbe calva piuttosto che rossa." Mormorai.
 
"Piccola?" Sentii la voce di Justin chiamarmi prima che le sue nocche battessero sul vetro della porta della veranda. Grugnii e mi diressi verso la porta, aprendola. "Hey-Uh. Cosa stai facendo ai tuoi capelli?" Indicò i miei capelli che attualmente erano tutti bagnati e apparivano strani a causa della tinta appena fatta.
 
"Sto tingendo i miei capelli di rosso." Mormorai. "Non prendertela con me, è stata colpa sua!" Dissi indicando Eve con fare drammatico.
 
"Calmati, piccola. Sono sicuro che sarai bellissima." Rise baciandomi la fronte. "Anche se i tuoi capelli dopo questa tinta diventassero verdi, per me sarai sempre la solita ragazzina." Disse facendomi l'occhiolino. Sorrisi.
 
"Aspetta - Verde?" Gridai.
 
'Sta scherzando." Disse Eve fissando male Justin che si mise a ridere. "E' tempo per te di raggiungere la doccia, ragazza. Non tornare finchè i capelli non saranno rossi!" Rise spingendomi dentro il bagno.
 
"Justin, puoi stare qui con loro se vuoi." Risi attraverso la porta mentre incominciai a spogliarmi. 
 
"Bene. Avevo bisogno di parlare bene di Ryan con Jenna in ogni caso." Rise. Entrai nella doccia e cominciai a lavarmi i capelli. Mi vennero i brividi vedendo il colore che scendeva dal mio corpo per poi raggiungere il pavimento della doccia. Sembrava sangue! In realtà, era figo. Un bagno di sangue! Sorrisi a causa dei miei strani pensieri prima di usare lo shampoo sui miei capelli, e infine insaponarmi il corpo, stando attenta a non uscire dalla doccia con chiazze rosse. Avvolsi un asciugamano intorno al mio corpo e raggiunsi lo specchio. Erano di un rosso scuro, dal momento che erano ancora bagnati, ma quando si sarebbero asciugati sarebbero diventati di un bel rosso vivo. Sospirai e alzandomi presi l'asciugacapelli cominciando ad asciugarli.
 
"Woah." Mormorai guardandomi allo specchio.














Il risultato finale non era niente male. Mi vestii prima di mettere la testa fuori dalla porta per vedere Justin con la schiena rivolta verso di me. Eve spalancò la mascella.
 
"Questo è assolutamente hot!" Gridò. Jenna e Justin si voltarono verso di me. 
 
"Ti sta dannatamente bene!" Sorrise Jenna.
 
"Wow. E' venuto bene, eh?" Sorrise Eve. "Sono un genio." Sorrise. Justin sorrise e si diresse verso di me.
 
"Allora, che ne pensi?" Chiesi.
 
"Penso che sei bellissima." Sorrise, premendo le sue labbra con le mie.
 
"Aw, quanto lo vorrei anch'io." Gemette Jenna.
 
"Forever alone." Sospirò Eve.
 
"Amen, sorella." Ridacchiò Jenna.
 
"EDEN MARY PERRY!" Oh, e rieccoci con il secondo nome. Trasalii, e mi voltai verso la porta dove si trovavano mia madre e mio padre. La presa di Justin sul mio fianco si fece più stretta.
 
Beccata.











Hey bitches!

Ciao belle, come state? Prima che mi insultiate in qualunque modo, vi chiedo scusa. In realtà avrei dovuto postare il capitolo ancora giovedì, infatti avevo quasi finito di tradurlo quando mi si è spento il computer, e presa dal nervoso ho spento tutto e non ho più tradotto. 
Comuuunque, parlando del capitolo.


"Ha fatto male?" Cominciò senza salutare nessuno.
"Ha fatto male cosa?" Chiese Jenna completamente confusa. La faccia di Ryan si trasformò in un simpatico sorriso.
"Quando sei caduta dal Paradiso?" Rispose facendole poi l'occhiolino. Jenna alzò gli occhi al cielo, prima di spingerlo, incamminandosi verso la sua classe. 

Giuro, questa è la mia parte peferita del capitolo, lol.
Anche questo capitolo in generale non mi fa impazzire, però diciamo che è un capitolo di passaggio. Infatti come avete visto i genitori di Eden l'hanno beccata, e per lo più insieme a Justin, ed è adesso che cominciano i casini. Quindi non disperate che i prossimi capitoli saranno migliori.
Ultimissima cosa prima di lasciarvi, nel diciannovesimo capitolo l'autrice della storia aveva messo la foto di Logan, che io ovviamente mi sono dimenticata di inserire, quindi mi ero detta "vabbè la metto nel prossimo capitolo" e ovviamente anche lì mi sono dimenticata di inserirla, quindi scusatemi ma ve la metta qui sotto adesso.
Vi amo, smileveryday.



Logan: 

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Capitolo 23
*** Present. ***


Eden's Point Of View
 
 

 
"Quanto irresponsabile puoi essere stata, Eden?" Mi gridò contro mio padre mentre io lo guardavo, seduta sul letto. Justin ha dovuto tornarsene a casa, ovviamente. Ed Eve e Jenna si erano inventate di dover pulire le loro stanze. Appena se ne erano andate mio padre aveva cominciato ad urlare. Io ero seduta sul letto, a guardarlo.
 
"E guarda i tuoi capelli!" Continuò mia madre, alzando le mani in aria con fare drammatico. "Sembri proprio una puttana ora!" Gridò. La mia bocca si spalancò a causa delle sue parole. Questo era un po' troppo, o no? "Adesso te ne vai di nuovo in bagno e ti ritingerai i capelli f-"
 
"Non posso, dopo questa tinta non si possono ritingere i capelli per altri quattro mesi." Mentii. Voglio dire, non so per quanti mesi esatti non potrò ritingerli, ma forse tra quattro mesi si saranno già dimenticati di questa storia. 
 
"Cosa ti avevo detto riguardo a quel ragazzo, hm?" Gridò, questa volta mio padre. Abbassai lo sguardo mentre una lacrima mi scese dall'occhio. "Non va bene per te, Eden! Lui porta solo che guai, e tu te ne stai seduta qui, a baciarlo e abbracciarlo? Sei fuori di testa?!" Grido ancora più forte, se possibile. Il suo viso era rosso di rabbia.
 
"Mi dispiace." Sussurrai.
 
"E questa?" Mia mamma prese in mano una foto mia e di Justin mentre ci baciavamo a scuola. "Ti fai vedere in questi atteggiamenti a scuola, hm?" Gridò. "Troia!" Raggiunsi il culmine, non riuscii più a trattenermi, mentre le mie lacrime scorrevano sul mio viso. Stavo piangendo. Sì. La piccola, debole Eden Perry stava piangendo a causa di una semplice parola.
 
"Woah, cosa sta succedendo qui?" Gridò Adam aprendo la porta della mia stanza. I suoi occhi scorrevano da mamma a papà, e infine a me seduta sul letto ad asciugarmi le lacrime.
 
"Questa puttana è fidanzata con il ragazzo della porta accanto, dopo tutte le volte che le avevamo detto di non farlo!" Gridò mia madre.
 
"Ma che-" Era sul punto di dire qualche parolaccia, ma si fermò prima di avvicinarsi, sedendosi accanto a me sul letto avvolgendo le sue braccia attorno al mio corpo. 
 
"Non lo vedrai mai più!" Finii mio padre.
 
"Farà quello che vuole." Adam scattò verso mio padre. Guardai Adam confusa. Pensavo fosse felice per la decisione di mio padre. "Ha quindici anni, e non può stare insieme a chi vuole? Non è che ci stia per fare sesso! E' solo una cosa tipo baci e abbracci, niente di più!" Gridò ai miei genitori.
 
"Neanche quando sarò morto mia figlia potrà uscire con un Bieber!" Ringhiò papà.
 
"Lui non è cattivo!" Gridai. Mi guardarono entrambi sorpresi del fatto che avessi parlato. "Justin è una brava persona! Lui era con me a consolarmi, quando non c'era nessun altro a farlo! Lui mi piace ed io a lui piaccio! Che diavolo c'è di brutto in questo, papà?!" Gridai.
 
"Lo vedi? Ti ha già cambiata." Sibilò mia madre. Papà mi guardò disgustato.
 
"Sei solo una piccola troietta, Eden Mary!" Gridò.
 
"Che cazzo stai dicendo papà?" Gridò Adam, alzandosi in piedi stando comunque accanto a me.
 
"Mi piace Justin, e continuerò a vederlo, perchè questa è la mia vita, e della mia vita ci faccio quel cazzo che mi pare!" Gridai. Mia madre spalancò la bocca, mentre gli occhi di mio padre si dilatarono in stato di shock prima che il suo volto diventasse ancora più rosso. 
 
"Fuori." Mormorò. "Ti voglio fuori da questa casa!" Mi gridò contro. "Vattene!" Continuò indicando la porta. Guardai Adam, che sembrava completamente scioccato.
 
"Bene." Sussurrai spingendo mio padre per arrivare alla porta.
 
 
 
 
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Justin's Point Of View

 
 
 
Ero seduto sul letto, ad ascoltare le urla soffocate che giungevano dalla veranda affianco. Volevo soltanto saltare sulla sua veranda, abbracciarla, e dirle che tutto si sarebbe sistemato, ma sapevo che avrei soltanto peggiorato le cose. Avrei solo dovuto lasciar passare un po' di tempo, e poi le avrei parlato. Le urla si fermarono, così pensai che avessero finito. Sarà in punizione per un lunghissimo fottuto tempo, e tutto per colpa mia. Dannazione, avremmo dovuto fare più attenzione.. Avevo lavorato con il nonno alla macchina per circa un'ora, spiegandogli la situazione. Sembrava avermi capito, ma proprio come pensavo, mi aveva detto di lasciare che le cose prendessero il giusto corso. 
 
Era già buio, e la luna era alta nel cielo. Mi sedetti sulla mia veranda, aspettando che la luce della sua stanza si accendesse. Mi sentivo orribile, e non sopportavo l'idea che lei potesse arrabbiata con me, così aspettai. Finalmente la luce riempì la sua stanza. Saltai sulla sua veranda, picchiettando leggermente sulla finestra. Il mio cuore galoppò quando la porta si aprì, ma vedendo la figura davanti a me mi resi conto che ad aprirla non era stata la mia ragazza con i capelli recentemente tinti di rosso. 
 
"Che cosa vuoi?" Scattò Adam.
 
"Vedere Eden." Dissi tranquillamente.
 
"Beh, buona fortuna. I miei genitori le hanno proibito di vederti." Disse, incrociando le braccia al petto. "Ha pianto davvero molto." Disse, questa volta più tranquillamente. Sentivo il mio cuore piano piano spezzarsi. 
 
"Posso solo parlarle, per piacere?" Chiesi.
 
"Non è qui. E' a casa di Jenna. I miei genitori l'hanno cacciata di casa perchè non aveva intenzione di smettere di vederti." Mi guardò. "Vivrà con mio zio e mia zia, per ora." Finì.
 
"Cazzo." Sussurrai, prendendomi la testa tra le mani massaggiandomi le tempie. "Lei è- E' arrabbiata con me?" Chiesi. Mi fissò per un pò.
 
"Dovrebbe esserlo, ma non lo è." Borbottò.
 
"Puoi prendermi a pugni adesso. Me lo merito." Mormorai. Chiusi gli occhi aspettando che mi colpisse. 
 
"Non ho intenzione di prendere a pugni il ragazzo di mia sorella." Disse. "Anche se non immagini quanto vorrei farlo." Sospirò. "Senti, tu hai causato questo. E adesso tu lo sistemerai." Disse guardandomi male. "Il cuore di Eden è a pezzi. Vedi di aiutarla." Sembrò quasi una domanda.
 
"Pensavo non volessi che stessimo insieme." Dissi.
 
"Voglio solo il meglio per mia sorella. Tu sembri renderla felice.. Qualche volta." Disse.
 
"Tregua?" Chiesi, porgendogli la mano. Lui la fissò qualche secondo arricciando il naso, per poi sospirare stringendola. 
 
"Solo per mia sorella." Sbottò. "Sarà a scuola domani. Parlale domani. Ma stasera lasciala sola." Aggiunse prima di rientrare nella stanza di Eden prendendo in mano una borsa. "Devo portarle alcuni vestiti." Disse sollevandola.
 
"Aspetta-" Dissi prima di attraversare la veranda e correre dentro la mia stanza ispezionando tutti i cassetti trovando finalmente il foglio che cercavo. Lo aprii, aggiungendoci una piccola nota prima di ripiegarlo mettendolo dentro una busta, sperando che Adam non andasse a sbirciare. Tornai da lui e gliela porsi. "Dalle questa." Dissi. Abbassò lo sguardo verso la busta inarcando un sopracciglio.
 
"Sarà meglio per te che non contenga un set di foto tue nudo, amico." Rabbrividì facendo un passo indietro. Risi tornando nella mia stanza, e dopo aver chiuso le porte della veranda sprofondai sul materasso. Spero che le piaccia il mio piccolo regalo.
 
 
 
 
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Eden's Point Of View
 

 
 
"Non è molto grande, ma una volta che avremo tolto questo stupido coso per i vestiti, ci sarà molto più spazio per te." Sorrise mia zia Beth. "Non preoccuparti per i tuoi genitori. Tuo zio sta parlando con loro." Mi sorrise prima che un qualcuno bussasse alla porta interrompendoci.
 
"Va tutto bene?" Gridò Adam ancora fuori dalla porta. Raggiunsi la porta aprendola, e senza dargli il tempo di parlare lo abbracciai. 
 
"Vi lascio soli." Sorrise zia Beth prima di andarsene.
 
"Ti ho portato dei vestiti." Disse stringendo tra le mani una borsa.
 
"Grazie." Sorrisi, lasciandola cadere per terra.
 
"Non vorrei dirtelo, ma i tuoi capelli sono davvero strani così." Ridacchiò, guardando la stanza. "Condividi la stanza con Logan, eh? Perchè non con Jenna?" Chiese.
 
"La sua stanza è più piccola. Quello di Logan, invece, è più grande e spaziosa." Sorrisi.
 
"Ah, ho capito." Ridacchiò. Poco dopo si voltò verso di me porgendomi una busta stropicciata, già aperta. "E' da parte di Justin." M'informò.
 
"L'hai aperta?" Feci un sorrisetto malizioso.
 
"Ero curioso." Si strinse nelle spalle. "Ma penso ti piacerà." Sorrise. "Devo andare a casa. Sono in punizione per aver gridato contro mamma e papà tutte quelle parolacce." Alzò gli occhi al cielo. "A proposito, quando hai gridato contro di loro, stavo quasi per pisciarmi addosso. Quasi non riuscivo a trattenermi dal ridere." Sorrise. "Come ti sei sentita?" Chiese.
 
"Potente." Sospirai.
 
"Va bene. Ti chiamo domani. Ti voglio bene." Sospirò abbracciandomi, prima di incamminarsi verso la porta. "Ci vediamo, Cappuccetto Rosso." Sorrise prima di uscire. Alzai gli occhi al cielo sedendomi sul letto. Tirai fuori il foglio che si trovava dentro la busta, dalla quale si potevano leggere alcune parole.
 
'Mi dispiace, bellezza'
 
Aggrottai le sopracciglia prima di aprire il foglio del tutto, leggendo la prima riga del paragrafo.
 
'Everybody's laughing in my mind.'
 
Il testo. Mi aveva dato il testo della sua canzone.
























Hey bitches!

Ciao belle, come state?
Amatemi perchè ho tradotto tutto il capitolo in qualcosa tipo mezz'ora.
In realtà avrei dovuto tradurlo domani o comunque nei prossimi giorni, ma domani e mercoledì devo studiare un botto per recuperare alcune materie, e poi andando avanti con i giorni sarebbe passato troppo tempo, quindi in qualche modo sono riuscita a postarlo oggi.
Beh, parliamo del capitolo? Io mi astengo, lascio a voi i commenti.
Vi ringrazio ancora una volta per tutti i commenti che lasciate sotto i capitoli, davvero, non sapete quanto gli apprezzo e quanto mi facciano piacere.
Vi amo, smileveryday.

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Capitolo 24
*** Someplace special. ***


 Eden's Point Of View
 
 

 
"Avevano una foto?" Mi chiese Jenna mentre io, lei, e Logan ci stavamo incamminando verso scuola. Annuii semplicemente.
 
"Sì. Una foto mia e di Justin mentre ci baciamo qui a scuola. Come diavolo hanno fatto a trovarla?" Mi accigliai.
 
"Abbiamo una spia." Sussurrò Logan, guardandosi attorno.
 
"Logan, i-" 
 
"Shh!" Si mise il dito davanti alle labbra, facendomi segno di stare zitta. Aggrottai la fronte. "Lo senti questo?" Chiese, prima di avvicinarsi velocemente al muro di mattoni che faceva angolo cercando di nascondersi dietro quest'ultimo. "Aha!" Gridò. Jenna ed io ci avvicinammo a lui per vederlo indicare un gattino.
 
"Congratulazioni, Hai catturato un gattino!" Ridacchiai. Si accigliò per poi piegarsi a raccogliere il gattino tigrato.
 
"Ti chiamerò Ron. Come il ragazzino con i capelli rossi di Harry Potter." Disse rivolgendosi al gatto. Lasciandoci indietro s'incamminò tranquillamente a scuola con il suo nuovo gattino in braccio. Che ragazzo strano.
 
"Si potrebbe pensare che lui sia più un tipo da cani, invece..." Ridacchiò Jenna. "Quindi, non sei arrabbiata con Justin, vero?" Mi chiese.
 
"No, non è stata colpa sua se ci hanno beccati." Mormorai. "Ma mi piacerebbe davvero sapere chi ha scattato quella foto." Continuai. "Forse è stata Charlotte? Oppure Rebecca? Voglio dire, non sto loro molto simpatica, soprattutto da quando sono insieme a Justin.." Sospirai.
 
"No, non penso. Primo, sono davvero troppo stupide per riuscire a pensare a una cosa del genere. Due, la foto è stata chiaramente scattata da una macchina fotografica professionale. Molto probabilmente una Nikon. E terzo, non hanno idea di dove tu viva, e non hanno nessun contatto con i tuoi genitori." Disse incrociando le braccia al petto.
 
"Wow. Detective Jenna Esposito." Risi mentre raggiungemmo le porte anteriori della scuola.
 
"Uh, Eden." Mormorò.
 
"Sì?" Dissi voltandomi verso Jenna.
 
"Credo di sapere chi ha scattato la foto." Sussurrò annuendo. Alzai lo sguardo per vedere Maggie davanti al suo armadietto... con una Nikon appesa al collo.
 
"No." Dissi. "Assolutamente no. Questa è una coincidenza. Maggie è mia amica." Dissi.
 
"Non sto dicendo che sia stata lei. Voglio dire, è solo una coincidenza. Come hai detto tu." Fece spallucce. "Oh, vedo Kelly. Ci vediamo dopo, ciao." Disse salutandomi. Mi incamminai da Maggie.
 
"Hey." Dissi rivolgendole un sorriso.
 
"Hey, Eden. Com'è stata la tua mattinata?" Mi sorrise.
 
"Uhm, ok. Sono stata cacciata fuori di casa." Risposi.
 
"Davvero? Oddio!" Beffeggiò, quasi deridendomi. "Come mai?"
 
"Hanno scoperto di me e Justin." Dissi.
 
"Quindi, tra te e Justin è finita?" Sorrise.
 
"Perchè stai sorridendo?" Le chiesi.
 
"Perchè, ehm.. Lui non mi piace?" Rise. Alzai gli occhi al cielo aprendo il mio armadietto. "Oh, andiamo. Pensi davvero che abbia rinunciato al suo ruolo da puttaniere? Una volta puttaniere, sempre puttaniere." Mise le mani sui suoi fianchi.
 
"Beh, Justin mi piace, ed io gli credo quando mi dice che gli piaccio anch'io." Gli dedicai un'occhiataccia. "Bella macchina fotografica." Mormorai. Abbassò lo sguardo verso la sua Nikon.
 
"Cosa? Ora mi stai prendendo in giro per la mia macchina fotografica? Cosa? Non sono figa abbastanza per essere tua amica perchè mi piace la fotografica?" Sbottò lei.
 
"No, è solo una coincidenza che tu abbia una macchina fotografica professionale. Come la macchina fotografica che è stata usata per scattare la foto mia e di Justin, che hanno i miei genitori? Chiesi.
 
"Pensi davvero che io abbia perso il mio tempo libero a distruggere la tua relazione? Non mi piace Justin, ma dannazione, Eden. Non avrei mai fatto una cosa del genere!" Sibilò arrabbiata.
 
"Non ho detto questo..." Sospirai.
 
"Ad ogni modo, Eden. Hai già detto abbastanza." Sbottò prima di allontanarsi rapidamente. Grugnii sbattendo la testa sull'armadietto, per poi appoggiarmi ad esso.
 
"Piccola?" La profonda voce di Justin si fece spazio nelle mie orecchie, mentre le sue forti braccia mi avvolgevano la vita. Mi voltai ad abbracciarlo. Non dissi niente, lo abbracciai semplicemente. Mia madre pensa che io sia una puttana, mio padre pensa che io sia una troia. Ho perso Maggie come amica, e sono stata cacciata di casa. Stava tutto diventando troppo, e non riuscivo più a gestire tutto questo.
 
"Mi dispiace." Dissi tirando su col naso, asciugandomi le lacrime che avevo stupidamente lasciato cadere dai miei occhi, mentre mi allontanai da lui. 
 
"Non devi dirlo." Sussurrò asciugandomi le lacrime. "Che cosa c'è che non va?" Mi chiese poi.
 
"Ho dato la colpa a Maggi per quella foto ed ora lei mi odia. Non avrei mai dovuto accusarla in quel modo." Gemetti.
 
"Che foto?" Aggrottò la fronte.
 
"La ragione per la quale i miei genitori sono entrati nella mia stanza è perchè qualcuno aveva scattato una foto di me e te mentre ci baciavamo davanti a scuola." Alzai lo sguardo per poterlo guardare. "Qualcuno ha cercato di farci scoprire, ed io ho dato la colpa a lei. Jenna aveva detto che la qualità della foto era piuttosto alta e doveva essere per forza stata scattata da una macchina fotografica professionale, ed io ho pensato fosse Maggie perchè aveva una fotocamera, e i-io non volevo darle la colpa, ero solo arrabbiata." Balbettai.
 
"Va tutto bene, piccola. Sono sicuro che lei tornerà da te." Mormorò prima di abbracciarmi. "Hai ricevuto il mio regalo ieri sera?" Mi chiese. Annuii sorridendogli.
 
"Lo amo." Sussurrai.
 
"Bene." Ricambiò il sorriso. "Speravo ti piacesse." Sorrise prima di abbassarsi un po' per baciarmi. "Mi dispiace così tanto." Mormorò.
 
"Per che cosa?" Chiesi.
 
"Per essere stato scoperto." Disse velocemente, prima di baciarmi il collo. Sentii il cuore battere molto più velocemente del normale. Non sono mai stata baciata lì prima, ma ragazzo, mi piace. "Per averti fatta piangere." Mi baciò il collo ancora una volta, solo un po' più in basso. "Per averti fatta cacciare di casa." Sussurrò, prima di baciare un pezzo di pelle sotto il mio orecchio, continuando a premere le sue labbra lì. Lo spinsi gentilmente via da me.
 
"Non qui." Sussurrai.
 
"Quindi, stai dicendo che un giorno succederà?" Mi fece l'occhiolino. Alzai gli occhi al cielo prima di voltarmi verso il mio armadietto, tirando fuori un libro.
 
"Ho ancora voglia di scoprire chi ha scattato quella foto." Mormorai.
 
"Lo scopriremo. Qualcuno deve aver visto chi l'ha scattata." Sospirò. "Adam ed io ci siamo concessi una tregua." Disse. Sorrisi alzando lo sguardo.
 
"Davvero?" Sorrisi. Lui annuì ricambiando il sorriso.
 
"Oh dio. Grazie!" Urlai prima di dargli un abbraccio. Lo strinsi forte. Lui rise stringendo le sue braccia intorno ai miei fianchi. Mollai la presa godendomi delle sue braccia intorno a me. Tu non sai quanto sicura mi sento qui. 
 
"Voglio portarti da qualche parte stasera." Sussurrò.
 
"Dove?" Aggrottai la fronte, alzando lo sguardo.
 
"Beh, noi non abbiamo ancora avuto il nostro primo vero appuntamento." Sorrise.
 
"Oh, è vero." Dissi ricambiando il sorriso.
 
"Ma, quest'appuntamento non sarà nulla di esuberante, dal momento che mi hai detto innumerevoli volte che non ti piacciono le cose esuberanti." Ridacchiò. "Voglio portarti in un posto speciale." Mi fece l'occhiolino.
 
"Dove?" Chiesi.
 
"E' un segreto." Sorrise, nello stesso momento suonò la campanella. "Dai, vai in classe bellezza. Ci vediamo a matematica." Mi fece l'occhiolino prima di baciarmi. Mi piace davvero avere un ragazzo come lui al mio fianco.













Hey bitches!
Ciao belle, come state? E' quasi mezzanotte e domani ho scuola quindi devo fare super veloce.
Il loro primo appuntamento, aw. Per quanto riguarda la foto avete qualche sospetto su chi possa averla scattata?
Parlando della prima parte del capitolo, ma Logan non è tipo stupidissimo? lol. Sarà anche per questo che è uno dei miei personaggi preferiti della storia.
Alcune di voi sono rimaste piuttosto deluse (deluse non so se sia l'aggettivo più giusto) per la reazione che hanno avuto i genitori di Eden. In effetti è stato un po' forte come capitolo, e io stessa avrei cercato di evitare certe parole, ma alla fine ho deciso di stare alla stessa identica traduzione del testo originale. 
Come al solito vi ringrazio tutte quante per le recensioni che mi lasciate, ormai non so più come dirvelo, grazie grazie grazie.
SPOILER: Il prossimo capitolo sarà tutto dedicato al loro primo appuntamento.
Ps: Non chiedetemi perchè vi ho appena spoilerato il prossimo capitolo.
Vi amo, smileveryday.

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Capitolo 25
*** Avviso. ***


"Ciao ragazzi, stiamo avendo una situazione d'emergenza per quanto riguarda i nostri sponsor. In sostanza, grazie ad alcuni utenti che non sanno seguire le regole, e pubblicano le loro storie senza rispettare i rating dati, e senza limiti d'età, dovremmo cancellare tutte le storie con contenuti sessuali espliciti a cui non sono stati aggiunti i limiti d'età.
Non fatevi prendere dal panico, tutte le altre storie non verranno assolutamente cancellate, rimarranno sul sito, e tutti gli utenti registrati su questo sito verranno trasferiti sul nuovo sito a cui stiamo lavorando.
Ci scusiamo per il breve preavviso, ma se perdiamo i nostri sponsor, questo sito cesserà di esistere. Per favore, cercarte di collaborare con noi."
 
 
Questa è la breve nota che gli amministratori del sito JBFF hanno postato. In pratica, ci sono stati degli utenti che hanno pubblicato delle storie con espliciti contenuti sessuali senza aggiungere  il limite d'età. Gli amministratori del sito sono quindi stati costretti a cancellare tutte le storie che avevano contenuti sessuali e non avevano aggiunto il limite d'età. Ma per fare questo hanno praticamente dovuto 'sospendere' il sito, e di conseguenza anche tutte le storie che sono al suo interno.
 
Quindi, tutte le storie sono state sospese, e al momento non si possono leggere, è come se fossero state cancellate.
 
Tutto questo per dirvi che al momento non posso tradurre 'boys like you' perchè, appunto, non ho il testo del capitolo.
 
Gli amministratori del sito hanno detto che cerceranno di far tornare a funzionare il sito il prima possibile, quindi finchè il sito non tornerà in funzione io non potrò tradurre.
 
Ps: State comunque tranquille perchè è questione di pochi giorni.
 
Smileveryday.
 
On twitter: @theavonsbusker

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Capitolo 26
*** Dead. ***


Eden's Point Of View
 

 
 
"Sei sicura che non sia un po' troppo? Voglio dire, non andiamo in un posto elegante." Sospirai, guardandomi allo specchio. Avevo preso in prestito un vestito di Jenna che ormai non usava più. 
 
"Stai benissimo! Questo vestito è così carino. Qualcosa di casuale, ma carino." Sorrise Eve, incrociando le braccia.
 
"Spero tu abbia ragione." Mi morsi il labbro, continuando a fissare la mia immagine riflessa sullo specchio. Indossavo un vestito bianco, e i miei capelli rossi erano stati piastrati per l'occasione.












"Penso che i tacchi siano un po' troppo però." Mormorai. "Inoltre, fanno davvero male." Mi accigliai.

 
"Ma le scarpe completano il look!" Rimase sconcertata Eve per quello che avevo appena detto. Alzai gli occhi al cielo, facendo spallucce.
 
"Va bene. Ma questa sarà la prima e ultima volta che indosserò i tacchi." Mi lamentai.
 
"Ti lamenti ora, figurati più tardi, all'appuntamento." Mi sorrise Jenna.
 
"Posso entrare adesso?" Grugnì Logan da dietro la porta. E' stato cacciato fuori dalla stanza mentre mi stavo vestendo. Anche se in realtà la stanza era sua. Risi aprendo la porta. Lui entrò, con Ron tra le braccia. Sì, ha ancora quel gatto. "Woah, sei hot!" Mi sorrise. "Cioè, non volevo dire in quel modo." Si strinse nelle spalle. "Volevo dire, stai bene. Non portare Justin a casa dopo l'appuntamento. Preferirei dormire in pace. Non sentire cose del tipo 'uhhh, sì, justinnnn'." Cominciò imitando qualcuno che sta facendo sesso. Sì, questo è Logan.
 
"Sei pazzo!" Gridai ridendo, lanciandogli un cuscino addosso.
 
"Siamo messi male." Grugnì Jenna, sbattendosi una mano in fronte, facendo scoppiare a ridere me ed Eve.
 
"Vi interrompo ragazze?" Bussò alla porta zia Beth, prima di entrare. Sorrise, guardandomi dalla testa ai piedi. "Sei bellissima." Sorrise.
 
"Davvero? Non pensi che sia un po' troppo... provocante?" Mi morsi il labbro.
 
"No, sei bellissima. Mi vergogno per il comportamento che mia sorella ha avuto con te, chiamarti con quei nomignoli.. Dovresti vedere cosa indossa Jenna in questo momento." Disse sorridendole.
 
"E' un top mamma!" Piagnucolò Jenna. Risi alzando gli occhi al cielo.
 
"Beh, volevo solo farvi sapere che c'è un bel giovanotto che aspetta al piano di sotto." Sorrise zia Beth.
 
"E' qui?" Chiesi, spalancando gli occhi. "Dio, non posso andare giù! Sono orribile! Le mie braccia sembrano grassissime, e lo stesso le mie gambe!" Mi lamentai, sentendomi improvvisamente insicura. Cosa potrebbe pensare Justin? Non ho mai avuto un vero e proprio fidanzato prima d'ora. Harry è durato solo pochi giorni.
 
"Sei troppo insicura." Sospirò Eve.
 
"You're insecure. Don't know what for. You're turning heads when you walk through the do-or-or." Cantò Logan, seduto sul letto, mentre accarezzava Ron.
 
"Ti suggerisco di andare a prenderti il ragazzo prima che lo zio lo faccia scappare via." Commentò zia Beth.
 
"Merda. Papà gli starà facendo l'interrogatorio!" Sibilò Jenna. Risi, incamminandomi al piano di sotto dopo essere uscita dalla stanza. Potevo vedere Justin alla porta che parlava con mio zio Joe. Smisero di parlare appena mi videro scendere le scale. Una smorfia apparì sul volto di mio zio che fece subito spazio a un sorriso, mentre Justin era fermo a fissarmi. Lo sapevo che sarei apparsa orribile ai suoi occhi! Grassa soprattutto. Vai così, Eden! Spaventa il tuo nuovo fidanzato con le tue enormi cosce!
 
"Sei bellissima, tesoro." Mi sorrise zio Joe prima di baciarmi la fronte. Perchè i miei genitori non potevano comportarsi come loro? Mi voltai verso Justin mordendomi il labbro. Accidenti, sa come vestirsi. 








 
"Stavo giusto informando Justin del coprifuoco. E' lo stesso di Logan. Alle undici." M'informò zio. Dannazione! Undici di sera? I miei genitori di solito mi volevano a casa massimo alle sette di sera. Amo tutto questo. 
 
"Speravo non stessi cercando di spaventare questo povero ragazzo." Zia Beth apparve nella stanza. 
 
"Non lo stavo spaventando.." Si strinse nelle spalle zio. "Gli ho solo detto che se prova a spezzare il cuore di mia nipote, si può considerare morto. Questo è tutto." Sorrise innocentemente a sua moglie. 
 
"Joseph! Stava solo scherzando, Justin." Lo rassicurò mia zia.
 
"Va tutto bene, signora Esposito." Ridacchiò Justin. "Non oserei mai fare del male a vostra nipote. E' troppo carina." Mi strizzò l'occhio.
 
"Per favore, chiamami Beth." Gli sorrise zia.
 
"E' un piacere conoscervi entrambi." Sorrise educatamente Justin.
 
"Hey, Justin." Logan sorrise a Justin, mentre scendeva le scale per raggiungerci assieme a Ron. Dio. Justin incontrerà tutta la famiglia. Beh, la famiglia di Jenna e Logan, volevo dire. La mia pensa che io sia una troia.
 
"Hey, amico." Sorrise Justin. "Uh, e ciao anche al gatto." Un sorriso divertito apparve sul suo volto.
 
"Mio dio. Mamma! Papà! Logan! Lasciateli andare!" Gridò Jenna scendendo le scale. "Divertitevi voi due. Non troppo però! Mettila incinta e muori, Bieber!" Jenna ed Eve ridacchiarono spingendoci fuori dalla porta per poi sbattercela in faccia.
 
"Incinta?!" Gridò zio Joe una volta chiusa la porta. Ridacchiai, voltandomi verso Justin.
 
"Sembrano simpatici." Sorrise Justin, mentre ci dirigemmo verso la sua macchina. No, aspetta, non la sua macchina. Un furgone.. 
 
"Di chi è il furgone?" Gli chiesi.
 
"Di mio nonno. La mia Range Rover è a corto di gas, e se non avessi pensato subito a qualcosa avrei fatto tardi quindi.. Mi dispiace." Ridacchiò.
 
"No, mi piace." Sorrisi. "Sembra un pò quello di Twilight, solo che è blu." Sorrisi.
 
"Ew. Twilight." Arricciò il naso facendomi ridere. Si precipitò al mio fianco aprendo la porta del passeggero al posto mio, prima di sbattere le palpebre e inchinarsi.
 
"Gentiluomo, eh?" Sorrisi.
 
"Mm, mio nonno mi ha dato un paio di consigli." Mi strizzò l'occhio, dirigendosi al posto del guidatore. Mi misi la cintura di sicurezza mentre lui mise la sicura alla porta per poi allacciarsi la sua. "Non sono riuscito a dirtelo prima, ma sei completamente ed incredibilmente stupenda stasera." Disse sorridendo, prima di allungarsi per baciarmi.
 
"Non sei male nemmeno tu, Bieber. Mi piacciono le tue scarpe." Risi. Lui ridacchiò, cominciando a guidare. 
 
"Allora, dove stiamo andando?" Chiesi.
 
"Non lo so." Si strinse nelle spalle. 
 
"Andiamo, Justin. Non mi piacciono le sorprese. Beh, mi piacciono, ma non  mi piace dover aspettare per scoprirle." Misi il broncio.
 
"Te lo direi." Rise. "Ma davvero," Si voltò verso di me. "Non lo so." Disse facendomi l'occhiolino.
 
 
 
 
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"Ci siamo persi." Dissi.
 
"Non ci siamo persi. So esattamente dove siamo!" Rise Justin. Lo guardai di traverso prima di voltarmi verso la finestra per vedermi circondata dal nero. Stavamo guidando su qualche strada sterrata fino a cinque minuti fa. Abbiamo anche attraversato Stratfrod. Ci siamo fermati da McDonald's e Justin ha deciso di comprare quasi cinquanta dollari di cibo solo per noi due. Gli avevo detto che volevo un BigMac. Immagino che nella sua testa questo significhi 'voglio qualunque cosa ci sia nella cucina'. Quando mi aveva detto che non sapeva dove stavamo andando, beh, davvero non lo sapeva. Il suo piano era di continuare a guidare fino a trovare un posto dove fermarci a mangiare. 
 
"Ah, sì? Dove siamo allora?" Risi.
 
"Siamo dentro.." S'interruppe. "Siamo in Canada." Rispose intelligentemente, voltandosi verso di me per sorridermi.
 
"Oh, davvero? Non me n'ero resa conto." Gli sorrisi. "Justin fermati!" Gridai appena vidi che davanti a noi non c'era più strada, non c'era nulla. Premette i freni immediatamente, facendo marcia indietro.
"Stavi quasi per farci spingere giù da una scogliera." Dissi dedicandogli un'occhiataccia.

 
"Wow. Siamo su una scogliera?" Chiese prima di guardare dietro di lui. "Figo." Rise.
 
"Sei così infantile per essere un diciottenne." Ridacchiai.
 
"E tu sei così sexy per essere una quindicenne." Mi fece l'occhiolino. Alzai gli occhi al cielo prima di togliermi la cintura di sicurezza e scendere dal furgone. "Wow." Sussurrai.
 
"Puoi vedere quasi tutta Stratfrod da quassù." Disse, affiancandomi. D'improvviso alzò le mani in aria. "Mi è venuta un'idea. Mettiti laggiù." Indicò un punto poco lontano da noi. Aggrottai la fronte, incamminandomi verso il punto indicatomi da lui. Nel frattempo lui rientrò nel furgone accendendolo, prima di iniziare a fare rapidamente marcia indietro lungo il sentiero. Spalancai gli occhi. E' per caso una sorta di scherzo?
 
"Justin!" Gridai. Il ragazzo ha intenzione di lasciarmi qua? Sentii alcuni rumori di pneumatici, prima che il furgone si fermasse a circa un metro dal bordo della scogliera. "Pensavo mi avresti lasciata qui!" 
 
"Lasciarti? Mai!" Mi sorrise. Tirò fuori tutte le borse del McDonalds dal sedile anteriore prima di poggiarle sul cofano del furgone. Sorrisi, capendo la sua idea. Tese la mano verso di me. "Hai bisogno di una mano?" Sorrise. 
 
"No, potrebbe alzarsi il vestito e tu potresti vedere quello che c'è sotto." Dissi, incrociando le braccia prima di incamminarmi verso di lui. 
 
"Non capisco cosa ci sarebbe di negativo in tutto questo." Sorrise.
 
"Aiutami." Dissi, colpendogli la schiena. Ridacchiò, e sedendosi più comodamente sul cofano tese la mano verso di me. L'afferrai, mentre lui fece forza per tirarmi sul cofano con lui. Sospirò, sedendosi più comodamente vicino a me per poi tirare fuori dalla borsa le patatine.
 
"Dannazione, sono fredde." Si accigliò.
 
"Questo non significa che non siano buone." Sorrisi, prendendo una patatina per assaggiarla. Lui rise, stringendosi nelle spalle, prima di incominciare a mangiare. "Sai, questo è il primo appuntamento perfetto." Dissi.
 
"Seduti sul cofano di un vecchio, sporco furgone, sul bordo di una paurosa ripida scogliera alle nove di sera. Oh, e a mangiare panini e patatine del McDonalds freddi? Sì, davvero dolce. Scusa, fa schifo. Avrei dovuto portarti a cena fuori." Sospirò.
 
"No, seduti sul cofano del furgone blu, piuttosto carino, di tuo nonno, seduta vicino a te, a mangiare del freddo, ma buon cibo del McDonalds, mentre ammiriamo dall'alto la vista di tutte le luci di Stratford." Sorrisi. "Preferisco mille volte questo a qualche ristorante esuberante." Lui sorrise prima di poggiare le sue labbra sulle mie.
 
"Domani sono sette giorni che stiamo insieme." Disse. "E dobbiamo passare la giornata a scuola. Che bello." Si accigliò.
 
"Mi piace la scuola!" Risi.
 
"Certo che ti piace, sei una nerd." Mi sorrise.
 
"Non lo sono!" Sbottai spingendolo. Lui ridacchiò alzando gli occhi al cielo.
 
"Hey, ti ricordi quella volta in cui ti dissi che non mi sarei mai innamorato? Che non credevo nell'amore, e cose del genere?" Disse, poggiando la testa sul cofano del furgone, e le sue braccia sulle mie spalle.
 
"Mm." Mormorai.
 
"Ho mentito." Sussurrò. "Credo nell'amore."
 
"Perchè mentire?" Chiesi.
 
"Non volevo sembrare una femminuccia. Inoltre, l'amore fa schifo, o no? L'amore finisce per spezzare il cuore a qualcuno." Si strinse nelle spalle.

"Non sempre." Sorrisi.
 
"Pensi che potresti mai innamorarti di me?" Chiese, mordendosi il labbro. Mi guardò dritto negli occhi, e io sapevo benissimo cosa rispondere.
 
"Sì, penso che potrebbe succedere." Sussurrai.
 
"Bene." Annuì. "Perchè penso che potrebbe succedere anche a me." Sorrise, prima di posare lo sguardo verso le luci della città.
 
"Tre settimane, Justin." Sospirai. "Tre settimane che ti conosco, e mi hai già cambiato la vita così tanto." Mormorai. "Mi hai insegnato come tener testa ai miei genitori, e di combattere per quello che voglio." Mi morsi il labbro. "Grazie." Gli sorrisi.
 
"Non c'è di che, piccola." Mi fece l'occhiolino. "Tu, uh, mi hai cambiato anche tu." Disse. "Questo è tutto così strano per me. Ero abituato a vedere delle ragazze per strada e finivo sempre per portarmele a casa. Non arrabbiarti, ma ero abituato ad etichettarle." Disse.
 
"Etichettarle?" Agrottai la fronte. 
 
"Sì. E' una cosa che Chaz, Ryan ed io facevamo sempre. Le etichettavo per il loro corpo, il loro viso, e valutavo quanto erano scopabili." Si morse il labbro, mentre io risi alzando gli occhi al cielo. "Non l'ho mai detto a Chaz e Ryan, ma io cercavo di esaminare anche la loro personalità. Troia, innamorata, stupida..." Si strinse nelle spalle.
 
"E come mi etichitteresti?" Chiesi. Si morse il labbro ancora una volta. "Andiamo, sii onesto. Prometto che non mi arrabbierò." Probabilmente avrei ricevuto uno zero per il corpo, e della 'strana' per la personalità. 
 
"Beh, per il corpo, viso, e scopabilità, ti do un dieci." Mi fece l'occhiolino. Alzai gli occhi al cielo. "Sono onesto!" Rise. "E a primo impatto, come personalità ti avrei dato della nerd." Mi fece l'occhiolino ancora una volta. Lo spinsi via da me. "Ma poi è cambiato in carino, per poi passare a divertente, per arrivare a fantastico, finchè non sei diventata la mia ragazza. E adesso, ogni ragazza che vedo, per me vale meno di zero. Ryan dice che sono una femminuccia. Ed io.. sono d'accordo. Ma, Eden Mary Perry, sei stata tu a farmi diventare così, ed io ne sono fiero. HAI SENTITO STRATFORD? SONO DIVENTATO UNA FEMMINUCCIA E NE SONO FIERO!" Gridò a pieni polmoni rivolgendosi alla città che avevamo sotto di noi, facendomi ridere.
 
"Sei così dolce." Sussurrai.
 
"Sì, lo so." Mi fece l'occhiolino, prima di avvicinarsi pericolosamente alle mie labbra restando fermo qualche secondo, prima che finalmente si decidesse a baciarmi. Misi le mie braccia intorno al suo collo, lasciando che mi baciasse. Sentii la sua lingua scorrere sul mio labbro inferiore, quindi mi allontanai.
 
"Cosa stai facendo?" Chiesi.
 
"Um, ti sto baciando?" Agrottò la fronte, completamente confuso.
 
"Con la lingua?" Lo guardai.
 
"Piccola, uh, hai mai..." Sorrise, si poteva benissimo vedere che si stava trattenendo dal ridere. "Non hai mai baciato un ragazzo prima?" Mi chiese.
 
"Sì che l'ho fatto, Justin." Incrociai le braccia.
 
"No, voglio dire.. con la lingua?" Chiese. Potei giurare che le mie guance si stessero già colorando di rosso. "Aw, la mia piccola non ha mai baciato un ragazzo in questo modo prima d'ora." Rise, tirandomi più vicina a lui.
 
"Zitto. Non sono una persona promiscua, a differenza tua." Dissi.
 
"Okay, non so esattamente cosa significa quello che hai appena detto, ma sono quasi sicuro che mi hai appena insultato." Si accigliò.
 
"Ti ho chiamato puttaniere." Sospirai.
 
"Lo ero." Alzò gli occhi al cielo. "Ascolta, è facile, lascia che te lo mostri." Disse.
 
"Non lo so. E se poi faccio schifo? E' davvero imbarazzante." Gemetti.
 
"Non è imbarazzante." Ridacchiò. "Ascolta, fai quello che faccio io, okay?" Disse, prima di poggiare le sue labbra sulle mie ancora una volta. Ci rinunciai ricambiando il bacio. "Okay, sì, non sta funzionando." Grugnì, allontanandosi da me. 
 
"Faccio schifo, lo so. Dannazione, te l'avevo detto." Lo indicai.
 
"No," Rise. "Piccola, sei fantastica, è solo il modo in cui sono seduto, è alquanto difficile baciarti con il mio collo girato in questa maniera. Siediti in braccio a me." Disse battendosi le gambe. Lo guardai male.
 
"No." Incrociai le braccia al petto.
 
"Dai, non c'è niente di male." Si mise a ridere. "Per favore?" Disse mettendo il broncio. Alzai gli occhi al cielo per poi accontentarlo. Rise, per poi mettermi a cavalcioni su di lui, sistemandomi su tutte e due le sue gambe in modo da trasferire il peso in modo equo. 
 
"Mi sento grassa ora. Ti sto schiacciando le gambe?" Chiesi preoccupata.
 
"Non sei grassa, e in realtà, non sei seduta sulle mie gambe." Sorrise malizioso. Abbassai lo sguardo per rimanere a bocca aperta. 
 
"Amico, non è carino!" Gridai, spostandomi un po' indietro in modo da essere seduta sulle sue gambe e non su... Bieber junior.
 
"Cosa?" Chiese ridendo. Alzai gli occhi al cielo guardando da tutt'altra parte, incrociando le braccia al petto. "Aw piccola, non arrabbiarti." 
 
"Ti stai prendendo gioco di me." Sospirai. "Mi dispiace se non ho tutta l'esperienza che hai tu." Dissi guardandolo male.
 
"Non mi sto prendendo gioco di te. Sono contento che tu non abbia tutta questa esperienza. Sei adorabile." Mi sorrise. Si chinò per baciarmi, ma lo schivai facendo così in modo che mi baciasse sulla guancia. "Piccola, andiamo. Lascia che ti faccia provare questa nuova esperienza." Sussurrò, posando sul mio collo piccoli baci.
 
"Ad una condizione." Mi decisi a parlare. Alzò lo sguardo verso di me.
 
"Non potrai dirlo a nessuno. Nè a Chaz. Nè a Ryan. Nemmeno nei tuoi sogni." Lo minacciai.
 
"Croce sul cuore." Sorrise prima di avventarsi sulle mie labbra. Ricambiai il bacio esitando un po'. Cosa farà quando scoprirà che sono un vero disastro nel baciare? Non passò molto tempo prima che la sua lingua scivolasse sul mio labbro inferiore. Aprii leggermente la bocca. L'ho visto fare nei film. Fortunatamente, ho imparato qualcosa. Sentii la sua lingua nella mia bocca combattere contro la mia per la predominanza. Ed ecco di nuovo quella famigliare sensazione delle farfalle nello stomaco.
 
"Mm" Gemette Justin nella mia bocca. Mi spostò dalle sue gambe, in modo da farmi sdraiare sul cofano freddo del furgone. Si mise a cavalcioni sopra di me cominciando ad accarezzarmi la gamba mentre continuava a baciarmi. Okay, questa gliela faccio passare. Ma se prova a sfilarmi il reggiseno, lo picchio. Sentii il furgone muoversi appena. Mi accigliai alzandomi lentamente.
 
"Justin, hai messo i freni al furgone, vero?" Chiesi.
 
"Di che cosa stai parlando?" Mormorò, cominciando a baciarmi il collo. Lo spostai da sopra di me mettendomi seduta, per vedere il furgone in procinto di cadere dalla scogliera. "Cazzo!" Gridò Justin, vedendo quello che stavo vedendo io. Mi afferrò prontamente la mano appena in tempo per saltare fuori dal furgone. Cercò in tutti i modi di mettere i freni al furgone prima che cadesse dalla scogliera, ma ormai era troppo tardi. Il furgone rotolò giù dalla scogliera davanti ai nostri occhi. Trasalii, sentendo vari 'bing bang', prima che il furgone atterrasse con un tonfo sordo sulle rocce sottostanti.
 
"Sono morto." Mormorò Justin.
 
 
 
 
 






 
 
 
 
Hey bitches!
 
Ciao belle, come state? Ok, innanzitutto mi devo scusare perchè è un bel po' di giorni che non aggiorno, ma questa volta non è colpa mia, lo giuro.
 
Non so se avete letto l'avviso che ho postato la settimana scorsa, ma praticamente il sito dal quale prendevo i capitoli in lingua originale per poi tradurli era in manutenzione, e quindi inaccessibile. Vi avevo detto che sarebbe stato questione di pochi giorni, e in realtà è passata una settimana, scusatemi, ma pensavo davvero fosse questione di qualche giorno. 
 
Quuuindi, ieri ho 'trasferito' tutti i capitoli in lingua originale su una pagina di Word in modo che se ci fossero altri problemi con il sito io possa comunque continuare a tradurre.
 
Ok, tornando a noi. Non mi piace per niente il modo in cui ho tradotto questo capitolo, mi è risultato davvero difficile tradurlo, ho provato a cambiare alcune parole, ho modificato certe frasi, ma ancora non mi soddisfa. Quindi perdonatemi se questo capitolo non è il massimo, ho cercato di sistemarlo come potevo.
 
Come sempre ringrazio tutte quante per le recensioni, vi voglio bene, davvero.
 
Smileveryday.


 

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Capitolo 27
*** Catch me. ***


Eden's Point Of View

 
 
 
"Che cosa facciamo adesso? Non possiamo scendere la scogliera da soli! C-Ci sono i serpenti là sotto, ed altri strani animali. Potrebbero esserci perfino le iene! Moriremo!" Gridai.
 
"Eden," Sospirò Justin, posando le sue mani sulle mie spalle. "Calmati." Continuò. "Chiamiamo mia madre e le chiediamo se ci può venire a prendere." Cercò di tranquillizzarmi, cominciando a frugare in tasca in cerca del cellulare. Frugò nell'altra tasca per poi guardarmi allarmato.
 
"Hai lasciato il cellulare nel furgone, non è vero?" Gli chiesi, incrociando le braccia al petto.
 
"Forse." Sorrise nervoso. "Mi dispiace per aver rovinato il nostro appuntamento." Sospirò scusandosi.
 
"Non è rovinato, è solo inusuale." Mi morsi il labbro. "Ma ho la sensazione che fra qualche anno ricorderemo questa giornata ridendoci sù." Feci spallucce. 
 
"Quindi..." Sospirò Justin. "Immagino che dovremmo dormire qui stasera." Mormorò.
 
"Scusa, cosa?" Mi voltai verso Justin che non sembrava stesse scherzando. "Non puoi essere serio. Justin, non possiamo dormire qui. Tua madre andrà fuori di testa! Mio zio e mia zia si faranno prendere da un attacco di panico!" Dissi cominciando ad andare fuori di testa.
 
"Beh, vuoi attraversare tutta la scogliera a piedi per raggiungere Stratford?" Chiese, indicando il buio, spaventoso sentiero in discesa lungo la scogliera.
 
"No." Mormorai, calciando una roccia dal terreno. "Cosa succede se esce fuori una iena o un lupo che cerca di mangiarci?" Gli chiesi, alzando lo sguardo verso di lui, più seria che mai. Lui rise avvolgendo le sue braccia intorno a me.
 
"Ti proteggerò." Disse prima di baciarmi.
 
"Uh-uh. Non qui, amico. L'ultimo volta che abbiamo fatto questo, siamo quasi caduti giù assieme a quel furgone." Dissi, indicando il bordo della scogliera. "Mio zio impazzirà." Sospirai. "Cerchiamo di dormire, in modo che la notte passi più velocemente. Sarei meno impaurita piuttosto che stare qui a pensare a cosa mio zio e mia zia potrebbero farmi una volta  a casa." Sorrisi.
 
"Lo stesso per me. Mio nonno aveva quel furgone da quando aveva diciotto anni. Gli si spezzerà il cuore." Sospirò sedendosi su una roccia. Fortunato. Mi sedetti accanto a lui guardandomi intorno. 
"Allora, come facciamo tutto questo?" Chiesi, riferendomi al fatto che dovevo passare la notte qui. "Non ho un cuscino." Misi il broncio. Lui rise, avvolgendo le sue braccia attorno a me, tirandomi più vicina a lui. Sospirai appoggiando la testa sul suo petto.
 
"Sarà un po' scomodo passare la notte qui, ma... alla fine abbiamo imparato che non bisogna mai lasciare i cellulari in auto, giusto?" Ridacchiò.
 
"Tienilo a mente. Io non ho un cellulare." Sorrisi, chiudendo gli occhi. "Penso che dovrò risparmiare un po' di soldi per comprarmene uno, magari cercando un lavoro, visto che papà mi ha cacciata dal coro." Dissi.
 
"Mi dispiace, piccola." Sospirò Justin, baciandomi la testa.
 
"Va bene." Sospirai. "Alla fine non dovrò vedere Harry ogni Lunedì, Mercoledì, e Domenica." Sorrisi.
 
"Odio quel ragazzino." Borbottò Justin.
 
"Può essere stato un idiota per aver baciato quella ragazza, ma lo ammiro per il fatto che mi ha portato da McDonald's. E' stato bello." Dissi.
 
"Ancora una volta, mi dispiace." Si scusò, prendendomi una mano tra le sue.
 
"Ancora una volta, va bene." Risi.  "Non riesco a dormire." Sospirai. "Dovresti cantare per me." Dissi, facendogli l'occhiolino. Lui mi guardò male.
 
"No, è imbarazzante." Ridacchiò.
 
"Ti ho già sentito cantare." Dissi sorridendogli.
 
"Non sapevo che Ryan stesse filmando. E volevo riaverti indietro. Era diverso, era per una buona causa." Si strinse nelle spalle.
 
"Per favore, per favore?" Chiesi, mordendomi il labbro. Lui grugnì, coprendomi il viso con la sua mano.
 
"Solo se non mi guardi più in questo modo. Vuoi uccidermi con la tua tenerezza?" Chiese.
 
"Hai ragione. Sei così femminuccia." Lo presi in giro. Lui rise baciandomi la fronte.
 
"Solo per te." Mi fece l'occhiolino.
 
"Wa-chhhh!" Dissi, imitando un rumore di frusta e di azione con la mia mano. Lui rise scuotendo la testa per la mia infantilità. "Canta." Mi infastidii.
 
"Che cosa canto?" Mi chiese.
 
"La prima canzone che ti viene in mente." Risposi. Lui sospirò rivolgendomi uno sguardo di chi sta pensando avidamente. Risi per la sua dolcezza. "Non pensare troppo." Gli sorrisi. Lui rise alzando gli occhi al cielo. Aveva fatto cadere il suo furgone giù da una scogliera, ed ora eravamo sdraiati in una piccola area in cima ad una montagna da qualche parte a Stratford. Inoltre, stiamo sorridendo, scherzando, ridendo, e lui sta per cantarmi qualcosa per farmi addormentare. Siamo fantastici.
 
"Her eyes, her eyes, make the stars look like they're not shining. Her hair, her hair, falls perfectly without her trying. She's so beautiful, and I tell her everyday. Yeah, I know, I know, when I compliment her she won't believe me. And it's so, it's so, sad to think that she don't see what I see, but everytime she asks me 'Do I look okay?' I say," Intonò, facendomi sorridere. Sa che ho un debole per Bruno Mars.
When I see your face, there's not a thing that I would change. 'Cos you're amazing. Just the way you are. And when you smile, the whole world stops and stares for a while. 'Cos, girl, you're amazing. Just the way you are." Continuò, prima di fermarsi velocemente.
 
"Cosa?" Chiesi.
 
"L'hai sentito?" Mi chiese velocemente. Mi sedetti guardandomi intorno.
 
"Justin, non è divertente." 
 
"Shh." Mi zittì. "Resta qui." Sussurrò, prima di alzarsi in piedi. Mi alzai rimanendo al mio posto come mi aveva detto. Si avvicinò al buio e pauroso sentiero.
 
"Justin!" Sussurrai/Gridai contro di lui. "Torna qui prima che qualcosa esca fuori e ti mangi!" Gridai.
 
"Hey!" Gridò una voce sconosciuta, prima che una luce abbagliante ci venisse puntata addosso. "Che cosa ci fate voi due qui a quest'ora?" Continuò, prima di spostare la torcia da dove proveniva quella fastidiosa luce. Guardai oltre la spalla di Justin per vedere un poliziotto di Stratford davanti a lui. "E' il tuo furgone quello laggiù?" Chiese, indicando il dirupo. Deve averlo visto cadere giù dalla scogliera. 
 
"Ha dimenticato di mettere i freni." Dissi indicando Justin. Il poliziotto ridacchiò, prima di sospirare.
 
"Immagino abbiate bisogno di un passaggio a casa?" Alzò un sopracciglio.
 
"Sì, signore. Risposi, dal momento che Justin non aveva ancora detto una parola da quando era arrivato il poliziotto.
 
"Beh, allora forza. Salite sù." Sospirò, incamminandosi verso la macchina.
 
"Perchè te ne stai zitto?" Gli chiesi mentre c'incamminammo verso la macchina. Lui arrossì un pochino.
 
"Sono andato a letto con sua figlia. Ha aperto la porta della sua stanza mentre lo stavamo facendo. Non mi ha riconosciuto quindi shh." Sussurrò. Sorrisi, prima di scoppiare in una risata raggiungendo l'auto. Il poliziotto entrò dentro l'auto, guardandoci dallo specchietto retrovisore. 
 
"Signore, lei ha un aspetto famigliare. Ha una figlia?" Ridacchiai. Justin mi guardò male dandomi una gomitata, prima di allacciarsi la cintura di sicurezza. 
 
"Certo che ce l'ho." Ridacchiò lui. "Frequenta la South Stratfod. La frequenti anche tu?" Mi chiese, facendosi strada lungo il basso sentiero di montagna.
 
"No, ma mio fratello e mia sorella sì." Sorrisi a Justin. "JUSTIN ed io frequentiamo la Stratford East." Dissi, facendo l'occhiolino a Justin, cercando di farlo scoprire dal poliziotto in modo che gli desse una lezione.
 
"Non è divertente." Sussurrò Justin.
 
"Oh, okay." Replicò lui, annuendo. Sospirai. Con la macchina s'inoltrò dentro Stratford. Passammo il McDonald's dove Justin ed io avevamo fatto scorta di cibo prima di arrivare lassù. Finalmente, arrivammo in posti a me un po' più conosciuti. "Quindi, voi siete i rivali della South Stratford?" Chiese.
 
"In realtà no." Rispose Justin, per paura che potessi dire qualcosa di inappropriato.
 
"Una volta lo era però. Ha fatto un sacco di cose cattive. Dovrebbe aver sentito parlare di lui? Justin Bieber?" Continuai sapendo di averlo in pugno. Justin grugnì mentre l'auto frenò bruscamente. L'uomo si voltò verso Justin guardandolo male.

"Tu." Sibilò l'ufficiale.
 

 
 
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"Ho intenzione di fartela pagare per questo." Rise Justin mentre c'incamminammo verso casa. L'ufficiale ci aveva cacciato fuori dall'auto, e ci dovemmo fare tutta la strada verso casa a piedi. Si assicurò inoltre di fare a Justin una bella ramanzina di dieci minuti su come scopare con chiunque sia sbagliato. Missione compiuta, Eden.
 
"Questo ritorno a piedi non è abbastanza? Stiamo camminando da anni. Ed io indosso dei tacchi che mi stanno uccidendo i piedi." Grugnii. Justin sospirò prima di fermarsi, togliendosi le sue scarpe dorate.
 
"Mettitele, sono più comode." Disse.
 
"Ma tu dovrai camminare con le calze." Mi accigliai.
 
"Non farmele rimettere, principessa." Ridacchiò.
 
"Principessa? Non l'ho mai sentito prima d'ora." Sorrisi, togliendomi i tacchi per indossare le sue comode scarpe. Queste cose sono alquanto appariscenti.
 
"Perchè tu sei la mia principessa." Sorrise, avvolgendo il suo braccio intorno alla mia vita, baciandomi la testa. Siamo arrivati all'angolo. A sinistra c'è casa mia, e a destra la sua. Ci voltammo a sinistra, visto che aveva tanto insistito di accompagnarmi fino alla porta. Erano quasi le undici, e non voleva che mi succedesse qualcosa. Almeno non abbiamo mancato il coprifuoco. Ci fermammo davanti alla mia porta. "Mi dispiace per questo appuntamento, è stato un totale fallimento." Ridacchiò.
 
"E' ok." Gli sorrisi. "Mi dispiace per il furgone a cui tuo nonno aveva tanto lavorato." 
 
"Oh no, non era quel furgone, tranquilla. Se avessi distrutto quel furgone, probabilmente starei piangendo." Rise. "No, il furgone di cui stai parlando è in garage visto che nonno ci sta ancora lavorando. Quindi, immagino che dovrò condividere la mia Range Rover con mio nonno per i prossimi mesi." Ridacchiò.
 
"E' stato un appuntamento perfetto, Justin." Gli sorrisi. "Anche se ci siamo persi, e abbiamo distrutto un furgone." Ridacchiai. "Ci vediamo domani." Gli sorrisi, baciandolo. Lui sorrise, circondando la mia vita con le braccia, avvicinandomi a lui. Risi spingendolo via da me. "Cerca di non farti odiare. Guarda la finestra dietro di me." Sorrisi. Lui si voltò vedendo magicamente la testa di Logan e Jenna sparire dalla finestra. Scoppiammo a ridere. Lo baciai un'ultima volta.
 
"Grazie." Mi sorrise. "Sogni d'oro, principessa." Sorrise prima di allontanarsi.
 
"Sogni d'oro." Sorrisi prima d'incamminarmi dentro casa. Hai presente quella sensazione quando il cuore palpita così tanto che hai paura possa uscire dal petto? E' quello che sto provando in questo momento. Ho guardato abbastanza film di Nicholas Sparks, quindi dovrei saperlo. Justin Drew Bieber è incredibilmente perfetto. Spero solo che quando m'innamorerò di lui, lui sia al mio fianco.
 
 

 
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Justin's Point Of View
 
 
 
Cazzo, mi sto innamorando di lei.


















Hey bitches!
Ciao belle, come state? Io muoio dal caldo, ma va bene così.
Fatemi un applauso perchè ho aggiornato in tempo record. 
Questo è uno dei miei capitoli preferiti, in realtà non so dirvi bene perchè, però mi piace un sacco.
""Justin!" Sussurrai/Gridai contro di lui. "Torna qui prima che qualcosa esca fuori e ti mangi!" Gridai." Crepissimo proprio.
Coomunque. Ma avete notato che già siamo arrivate al capitolo venticinque? 
Sto diventando noiosa e lo so, ma come sempre vi ringrazio per tutte le recensioni che tutte le volte lasciate ai capitoli.
Ps: Mi scuso per eventuali errori ma non ho riletto.
Vi voglio bene, smileveryday.

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Capitolo 28
*** I fell. ***


Eden's Point Of View
 

 
 
"Non voglio andare a una festa." Grugnii.
 
"Oh, andiamo. Per favore?" Mi pregò Eve. "E' la festa per i miei diciassette anni! Devi venire! Per favore, per favore, per favore?" Mise il broncio. "Jenna e Logan stanno arrivando." Aggiunse.
 
"Posso portare Justin?" Mi morsi il labbro.
 
"Certo. Più siamo meglio è." Sorrise. "Inoltre sta cominciando a piacermi vedervi insieme, siete così carini. Adorabili, davvero. Inoltre, i miei followers di tumblr amano le foto che ho postato di voi due." Sorrise.
 
"Aspetta, cosa?" Aggrottai la fronte.
 
"Niente, niente." Sorrise. "Comincia alle otto, ma tu devi venire prima per aiutarmi." Si strinse nelle spalle.
 
"Dove si fa?" Chiesi.
 
"A casa nostra."
 
"Davvero? Ma mamma e papà in-"
 
"Sono fuori città. Sono andati a fare una piccola vacanza con il signor Ackman. Il preside della South."
 
"Che cosa vogliono fare ancora con quel tipo ora che non vivo più con voi?" Le chiesi.
 
"Beh, i miei voti stanno leggermente scendendo..." Si strinse nelle spalle. "Papà pensa che se lui e il signor Ackman diventano buoni amici, il signor Ackman mi agevolerà con i voti e tutto il resto, ma ad ogni modo, non m'interessa dei miei voti in questo momento. Stasera si fa festa!" Sorrise.
 
"Perchè stasera? Il tuo compleanno e Lunedì."
 
"Non posso fare una festa di Lunedì sera. Deve essere di Venerdì! In questo modo, nessuno il giorno dopo dovrà andare a scuola ancora mezzo sbronzo." Si strinse nelle spalle, prima che il suo cellulare squillasse. "Oh, Bec vuole che torni a casa. Deve entrare in casa e le chiavi le ho io. Suo fratello porta l'alcool!" Sorrise. Alzai gli occhi al cielo. "Sono contenta che tu venga, sorellina. Ciao!" Gridò prima di incamminarsi verso la porta.
 
Una cosa è sicura;
 
Non metterò i tacchi.

 
 
 
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"Perchè non t'intrufoli dentro senza farti vedere da nessuno? Se non avrò te, avrò solo Logan." Mi accigliai. "E non sono nemmeno sicura che questa sia una buona idea."
 
"Ti dimentichi di Jenna, Eve e tuo fratello."
 
"Jenna, Eve e mio fratello si ubriacheranno finchè non andranno fuori di testa. E sono sicura che anche Logan berrà un po' e non voglio essere circondata da un branco di ubriachi, ma non posso nemmeno non andare al compleanno di Eve, perchè le ho promesso di andarci, e non voglio che si arrabbi." Mi accigliai.
 
"Bene, che ne dici se quando comincerai ad annoiarti vieni a trovarmi nella mia veranda? Non ho davvero per niente voglia di andare ad una festa della South." Mi disse mentre io lo fulminai con lo sguardo. "Tutti quelli della South mi odiano! Pensi che io voglia essere fissato tutta la notte da quei tipi?" Sorrise.
 
"Scusa, immagino tu abbia ragione. Bene, salterò la veranda appena ne avrò bisogno." Sospirai.
 
"Assicurati di gridare prima di saltare la veranda. Non voglio che tu cada giù. Ti aiuterò ad attraversarla." Sorrise prima di baciarmi. "Sei bellissima, tra l'altro." Sussurrò, stringendo i miei fianchi. Indossavo un abito bianco, simile a quello del nostro primo appuntamento, solo senza spalline.
 
"Sì, beh, penso di apparire ridicola con le vans addosso,ma di sicuro le preferisco ai tacchi." Sorrisi, vedendolo ridere mentre abbassava lo sguardo verso le mie vans bianche.
 
"Sei bellissima, Eden Perry." Sorrise baciandomi.
 
"Yo, piccola! Andiamo, è tempo di divertirsi!" Gridò Jenna da fuori la porta. Non posso crederci. La gente ha appena cominciato ad arrivare e lei è già ubriaca. 
 
"Grazie per averci aiutato a sistemare. Non sai quanto felice io sia stata vedendo che tu ed Adam andavate d'accordo. Ho quasi pianto lacrime di gioia." Sorrisi, alzandomi per baciarlo. "Ci vediamo dopo!" Gridai.
 
"Divertiti, piccola!" Gridò prima di allontanarsi. "Ma, uh, non troppo, va bene? Non lasciare che i ragazzi prendano troppa confidenza con te!" Gridò prima di andarsene.
 
"Promesso!" Risi, mettendomi una mano sul cuore, prima di entrare in casa. Ore dopo, era mezzanotte. Logan ha finito per ubriacarsi. Fortunatamente non ha portato con se Ron come inizialmente voleva fare. Eve non gliel'aveva permesso. Quindi, eccomi qui seduta tutta sola.
 
"Hey, piccola." Si avvicinò a me un ragazzo mai visto prima, avvolgendo il suo braccio attorno alle mie spalle prima di sedersi accanto a me sul divano. Mi accigliai voltandomi verso il ragazzo con un odore di alcool e droga allucinante.
 
"No grazie." Arricciai il visto alzandomi, incamminandomi al piano di sopra.
 
"Ah, vedo quello che stai facendo. Vuoi andare subito al sodo, piccola." Strizzò l'occhio, prima di seguirmi per le scale.
 
"Tornatene al piano di sotto, idiota. Ho un fidanzato." Dissi, cercando la mia stanza. Rimasi senza fiato quando mi ci spinse dentro.
 
"Se non lo verrà a sapere non ci rimarrà male." Mi strizzò l'occhio prima di spingermi aggressivamente verso il letto. Strillai spingendolo via da me prima di prenderlo a schiaffi.
 
"Idiota! Lasciami!" Gridai, indicandogli la porta.
 
"Oh, cazzo. Sei Eden Perry, la puttanella della South." Fece una smorfia. "La ragazza di Justin Bieber." Disse, allontanandosi.
 
"Non sono una puttana." Dissi lentamente.
 
"Certo, dillo a te stessa questo, troia." Sorrise prima di uscire dalla stanza. Asciugai le due lacrime che sfuggirono dai miei occhi andando dritta verso la veranda. Non sono una puttana, vero? Ho baciato solo due ragazzi in tutta la mia vita. Harry e Justin.
 
"Justin?" Gridai, notando però la porta della sua veranda chiusa. Dannazione. Sospirai, arrampicandomi sulla mia veranda prima di poggiare una mano ben salda sul bordo della sua. "Justin?" Gridai un po' più forte, ma la musica a tutto volume da dentro la stanza doveva essere più forte della mia voce, perchè lui ancora non era venuto fuori ad aiutarmi. Sentii il mio piede mollare la presa dalla veranda e una sensazione che non riesco a descrivere s'impossessò di me, mentre sentii il mio corpo cadere giù. Non riuscii ad afferrare il bordo della veranda di Justin abbastanza saldamente e Justin non riuscì a prendermi abbastanza velocemente. Persi i sensi dopo aver colpito il suolo. Sono caduta. 











Hey bitches!
Ciao belle, come state?
Wow, davvero bellino come finale, lmao.
Sì, la cosa è un po' tragica dato che non si sa cosa sia successo ad Eden. Nel senso, chi lo sa, potrebbe essere anche morta.
Sì, mi diverte farvi preoccupare. Ma in realtà è vero, potrebbe esserle successa qualsiasi cosa.
In realtà non ho molto da dire, apparte ringraziarvi come sempre per le recensioni (siete bellissime), non saprei cosa dire.
Quuuindi ora vi saluto e me ne vado.
Vi voglio bene, smileveryday.

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Capitolo 29
*** Fault. ***


Justin's Point Of View
 

 
 
Sentivo la musica a palla dalla casa di Eden pompare fuori dalle finestre. Non riuscivo a fare a meno di pensare a quanto Eden fosse incredibilmente bella e sexy stasera. Inoltre ho la sensazione di non essere l'unico a pensarlo. E se un tizio con cattive intenzioni cercasse di avvicinarsi a lei? Non per renderle la serata una merda, ma spero che si stufi al più presto di stare la dentro e mi raggiunga qui fuori. Guardai l'orologio. E' solo passata un'ora da quando è incominciata la festa, ma nonostante ciò dubito che ci sia qualcuno la dentro che non abbia almeno toccato un drink. Mi sfilai la maglia incamminandomi verso la doccia, cercando di eliminare il pensiero di Eden con qualcun'altro dalla mia mente. Lei non lo farebbe mai, e questo lo so per certo. Sono gli altri ragazzi a preoccuparmi.
 

 
 
Eve's Point Of View
 
 

 
"Hey, hai visto mia sorella da qualche parte?" Chiesi a Logan che aveva la faccia di qualcuno che si era bevuto molto più di un paio di drink. Logan ubriaco è la cosa più divertente di sempre.
 
"No, ma dov'è quella ragazza? Ho bisogno della mia cazzo di migliore amica per ballare!" Gridò prima di farsi spazio in mezzo alla folla. Risi, facendomi spazio tra l'ammasso di gente finchè non vidi Jenna che sembrava divertirsi con Bradley Hoffman. Sorrisi, decidendo di non disturbarla. Vidi un ragazzo scendere le scale. Matt Porkett. Porkett. Che cognome buffo. Hey amico, cosa pretendi? Sono ubriaca.
 
"Hey, Matt. Hai visto mia sorella? Bassa, giovane, bella, capelli rossi?" Gli chiesi.
 
"L'ultima volta che l'ho vista, era al piano di sopra nella sua stanza." Sorrise innocentemente prima di allontanarsi. Mi accigliai guardandolo male prima di salire al piano di sopra. Mi incamminai verso la stanza di Eden che sorprendentemente non era chiusa a chiave. Aprii la porta guardandomi intorno. Controllai in bagno, ma non c'era nessuno. Vidi la porta della sua veranda aperta. Mh, probabilmente si è intrufolata a casa di Justin. Ero in procinto di chiudere le porte quando vidi qualcosa sul bordo della veranda. Mi accigliai prima di raccoglierlo.
 
"Le vans di Eden?" Mormorai a bassa voce. Che cosa ci fanno sul davanzale? Un bruttissimo presentimento mi passò per il cervello, mentre abbassai velocemente lo sguardo per trovare la mia sorellina sdraiata sul prato, priva di sensi. "EDEN!" Gridai, la mia più grande paura era stata confermata.

 
 
 
Justin's Point Of View

 
 
 
"EDEN!" Udii un grido spaventato proprio fuori dalla mia stanza mentre finivo di vestirmi. Corsi fuori per vedere Eve in piedi di fronte a me sulla veranda di Eden, con in mano una vans bianca. Stava guardando in basso. Seguii il suo sguardo, e il mio cuore si frantumò alla vista di Eden sdraiata sul prato sotto di noi, priva di sensi.
 
"Chiama un'ambulanza!" Le gridai. Si precipitò nella stanza, cosa che feci anch'io, saltando giù per le scale, udendo domande a cui non ero capace di rispondere da parte della mia famiglia. Corsi incontro ad Eden inginocchiandomi accanto a lei. "Piccola?" La chiamai, scuotendola leggermente. "Piccola, svegliati. Sono io, sono Justin." Continuai. Lei mugugnò leggermente. Grazie a Dio è viva. "Eden, andiamo, svegliati." Dissi scuotendola ancora una volta.
 
"J-Justin?" Sussurrò, aprendo gli occhi lentamente. 
 
"Sì, Eden. Sono io, sono Justin. Non chiudere gli occhi di nuovo, ok? Tieni gli occhi ben aperti su di me, starai bene." Sussurrai prima di baciarle la fronte.
 
"La mia gamba, mi fa male." Trasalì, mentre i suoi occhi si riempirono di lacrime.
 
"Lo so, ma ascolta, l'ambulanza sta arrivando, ti faranno stare meglio piccola. Non preoccuparti. Non concentrarti sul dolore." Dissi.
 
"Oh mio Dio. Eden, mi dispiace." Pianse Eve apparendo accanto a noi. La gente cominciò ad accumularsi davanti a noi, guardando la scena.
 
"Dove cazzo è quest'ambulanza?!" Ringhiai.
 
"Justin, che sta succedendo qui?" Udii la voce di mio nonno. Un'idea mi attraversò la mente. "Oh Signore." Mormorò a se stesso, affiancandomi.
 
"Nonno, le chiavi della mia Range Rover sono dentro. Vai a prenderle e accendi la macchina. La portiamo in ospedale." Dissi, mettendo un braccio sotto le sue ginocchia e l'altro sulla sua nuca. L'ambulanza non era veloce abbastanza. Non lascerò che le accada nulla. Ha fatto una grave caduta, e chissà cosa potrebbe succederle se richiudesse gli occhi un'altra volta. Nonno uscì di casa con le mie chiavi e accese l'auto.
 
"Jenna, stai qui, di tutto ai miei genitori e dì a tutti di far uscire il loro culo da casa mia!" Gridò Eve seguendomi. Dovrei guidare io, ma devo tenere sveglia Eden, inoltre Eve è quasi ubriaca, quindi guida nonno.
 
"Cos'è successo?" Chiese nonno mentre guidava verso l'ospedale più velocemente che poteva.
 
"E' caduta dalla veranda." Sussurrò Eve.
 
"Eve," Mormorò Eden. "Mi dispiace." Sussurrò infine.
 
"Va tutto bene, Eden. Tieni gli occhi aperti, ok?" Le chiese Eve.
 
"Dannazione, mi fa male la gamba." Gemette, sembrava svegliarsi un po'. Questo era un bene.
 
"Probabilmente è rotta." Sussurrai, facendo scorrere lentamente il dito sulla sua gamba. Lei fece una smorfia, tirandomi immediatamente via la mano. "Scusa, piccola." Sussurrai. "Perchè non mi hai chiamato?" Le chiesi.
 
"L'ho fatto, ma tu non sei venuto, quindi ho provato a scavalcare." Sussurrò.
 
"Mi dispiace così tanto, piccola." Mi scusai. Sto usando fin troppo la parola 'piccola', ma è quello che è. E' la mia bambina.
 
"Sono così stanca." Sussurrò, con gli occhi ormai cadenti.
 
"No, andiamo, Eden, devi stare sveglia. Siamo quasi arrivati all'ospedale." Dissi.
 
"Perchè non può chiudere gli occhi?" Mi chiese Eve.
 
"Potrebbe essere una commozione cerebrale. Se chiudesse gli occhi chissà quanto tempo le ci vorrà per risvegliarsi." Mormorai. "Andiamo, Eden. Per favore rimani sveglia." Continuai a parlare cercando di farla rimanere sveglia.
 
"Distraila." Disse nonno.
 
"Come?" Chiesi.
 
"Cantami qualcosa." Sussurrò guardandomi. "Per favore?" Continuò guardandomi stanca.
 
"Va bene piccola, concentrati solo sulla mia voce. Non addormentarti." Sussurrai prima di iniziare a cantare. "That should be me, holding your hand. That should be me, making you laugh. That should be me, this is so sad. That should be me, that should be me. That should be me, feeling your kiss. That should be me, buying you gifts. This is so wrong, I can't go on, till you believe, that that should be me." Le cantai.
 
"Siamo arrivati." Mi avvisò nonno. Aiutai Eden ad uscire incamminandomi in fretta verso il pronto soccorso. 
 
"CAZZO!" Gridò Eden, con le gambe a penzoloni sul mio braccio. Ero un po' scioccato. Non l'ho mai sentita dire una parolaccia prima d'ora. "Dio, mi dispiace, ma fa male sul serio." Grugnii.
 
"E' caduta." Disse Eve ad un uomo col camice bianco.
 
"Da quale altezza?" Disse, guardandola disinteressato.
 
"Mi dispiace, non mi sono messa lì a misurare la dannata altezza della caduta!" Gridò. Era ancora un po' ubriaca. Ma ero arrabbiato e frustrato anch'io.
 
"Non urli, signorina. Quanto alta è stata la caduta?" Le chiese ancora una volta, guardandola incazzato. Fottuto coglione.
 
"E' caduta da una cazzo di veranda. La gamba le fa male da morire, quindi veda di fare qualcosa!" Gridai. Alcune persone lì vicino rimasero a bocca aperta per il mio linguaggio, anche Eden rimase sorpresa.
 
"La distenda qui." Un'altra infermiera venne in nostro soccorso.
 
"Puoi chiamare zia Beth per favore?" Eden chiese ad Eve mentre l'infermiera la portava via attraverso il lungo corridoio.
 
"Va bene. Saremo qui quando avrai finito!" Gridò Eve prima che portassero Eden dentro una stanza alla quale non c'era permesso entrare. "Oh, Dio. E' tutta colpa mia." Si preoccupò.
 
"No, non lo è." Mormorai, guardando attraverso le piccole finestre quadrate, vedendo Eden essere portata in un'altra stanza. "E' colpa mia." 
 
 




 
 
 
Hey bitches!
Ciao belle, come state?
Dovete sapere che il capitolo l'avevo tradotto già da un po', ma per qualche assurdo motivo il mio computer ha deciso di non collaborare, facendomi così rimanere senza connessione ad internet. In realtà avrei potuto postarlo dal computer fisso, ma avrei dovuto tradurlo un'altra volta, e beh sono pigra, quuindi. Comunque sono passati appena tre giorni eh.
Tornando a noi, come vi sembra questo capitolo? Boh, a me è venuta la depressione solo a tradurlo, ma va bene così.
Qualcuna di voi mi ha chiesto di fare capitoli più lunghi, ma in realtà non è mia la scelta di fare capitoli più o meno lunghi, lol. Infatti la storia non è mia, bensì è una traduzione di una fanfiction inglese, e di conseguenza io devo rispettare i 'canoni' di quella fanfiction. 
Vi ringrazio per le undici recensioni all'ultimo capitolo (tanti cuoricini per voi che recensite).
Vi voglio bene, smileveryday.

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Capitolo 30
*** Maybe. ***


Justin's Point Of View
 
 

 
"Come sta? Voglio dire, sta andando tutto bene?" Chiesi con impazienza.
 
"Starà bene." Annuì il dottore. "Si è rotta la gamba, ed ha avuto un piccolo trauma cranico, ma si rimetterà presto." Mi rassicurò. "Hai detto che è caduta dalla veranda, giusto?" Mi chiese infine.
 
"Sì." Annuii.
 
"E tu sei il suo... ragazzo?" Mi chiese, tenendo in mano la cartella clinica.
 
"Sì, perchè?"
 
"No, niente. E' solo che Eden non ha nessun ricordo dell'incidente, quindi... abbiamo solo bisogno di assicurarci che la situazione sia realmente quella che tu stai dicendo." Sorrise forzatamente.
 
"Non ha nessun ricordo? Come una specie di amnesia?" Chiesi.
 
"Non è grave. Si ricorda di essere andata ad una festa e questo è tutto. Ha anche detto che non avrebbe mai avuto il coraggio di scavalcare la veranda da sola. Quindi..." S'interruppe.
 
"Cosa sta dicendo?" 
 
"E' davvero caduta dalla veranda, figliolo?" Mi chiese ancora una volta.
 
"Sì, cosa pensa che sia successo?" Chiesi completamente confuso dalla situazione.
 
"Sai, i problemi di rabbia sono molto comuni nei giovani d'oggi. Portano addirittura a fare cose che non faremmo mai se fossimo nel nostro giusto stato d'animo-"
"Pensa che sia stato io a farle del male?"
 
"Devo escludere tutte le possibilità in quanto la ragazza non ha nessun ricordo dell'incidente." Sospirò. "Abbiamo trovato dei lividi sui suoi fianchi. Anche delle contusioni alle mani, come se qualcuno l'avesse afferrata con la forza." 
 
"Non ho fatto del male ad Eden! Come cazzo puo' pensare che riuscirei a fare una cosa del genere?" Gridai. "Aspetti, ha detto lividi sui suoi fianchi?" Chiesi. Lui annuii.

"Qualcuno le stava facendo del male?" Chiesi, vedendolo annuire ancora una volta.

 
"Conosci qualcuno che avrebbe cercato di fare del male alla sua ragazza?" Mi chiese.
 
"No..." Mentii. Voglio dire, non lo so. "Nessuno che io sappia." Sospirai. "Senta, voglio solo vederla." Continuai.
 
"Hey, notizie?" Ci raggiunse Eve. Ha dovuto accompagnare mio nonno a casa. Si è quasi addormentato sulle sedie dell'ospedale. Sua zia e zio erano per strada. Adam, Logan e Jenna erano ancora a casa a ripulire tutto il casino che era stato fatto. 
 
"Qualcuno l'ha afferrata dai fianchi così fottutamente forte da lasciarle dei lividi." Mormorai.
 
"P-Potrebbe essere stato alla festa? Magari stava ballando con qualcuno che la teneva per i fianchi." Chiese lei.
 
"Perchè avrebbe dovuto ballare con qualcuno che non sono io." Le chiesi. Lei sospirò.
 
"Ha diritto di divertirsi anche lei, sai." Rispose.
 
"Non ci credo." Mormorai digrignando i denti. "Quando possiamo vederla?" Mi voltai verso il dottore.
 
"Quando i suoi genitori o chiunque faccia le sue veci arriveranno." Rispose.
 
"Ma sono bloccati nel traffico, ci potrebbe volere un bel po'. Ho bisogno di vedere mia sorella." Rispose Eve. Il dottore sospirò guardandoci.
 
"Va bene." Sospirò, lasciandoci entrare dentro la sua stanza. Stava dormendo. Trasalì appena alla vista di alcuni tagli sulle sue gambe. E' solo colpa mia. Notai una piccola cucitura vicino alla sua testa. Non ci ha detto che ha anche dovuto metterle dei punti! Che medico incompetente...
 
"Oh mio Dio. E' tutta colpa mia, non avrei mai dovuto perderla d'occhio." Pianse Eve. Sospirai mettendole una mano sulla schiena.
 
"E' colpa mia. Lei continuava a chiamarmi ma io non l'ho sentita." Mormorai.
 
"Hai detto che ti stavi facendo la doccia, Justin. Non è colpa tua." Sospirò lei.
 
"Lo è. Le avevo detto di chiamarmi se avesse avuto bisogno di qualcosa, avrei dovuto sapere che potrebbe esserle successa qualunque cosa." Mormorai. "Ma perchè avrebbe deciso di scavalcarla da sola?" Le chiesi.
 
"E' impaziente." Rispose Eve.
 
"Non abbastanza da rischiare la sua vita." Sospirai. "Penso che qualcuno l'abbia spaventata." Dissi, voltandomi verso Eve.
 
"Che cosa vuoi dire?" Aggrottò la fronte.
 
"Non lo so. Ha quindici anni, è stata la sua prima vera festa. Per caso si è imbattuta in Harry?" Le chiesi.
 
"No. Harry non è stato invitato. Lui sa meglio di me che è meglio che non si presenti più in casa nostra." Mormorò.
 
"Qualcuno le ha urlato contro? Abusato di lei?" Chiesi. "Voglio dire, tutti pensano che lei sia una South." Mi strinsi nelle spalle.
 
"Non lo so, forse." Sospirò lei. "Tutto questo è stata una brutta idea." Mormorò, sedendosi sulla sedia posta alla sinistra di Eden, mentre io mi sedetti dietro di lei. 
 
"Almeno è viva." Mormorai. "Meglio che morta." Dissi, lei annuì.
 
"Non sono mai stata così spaventata in tutta la mia vita." Disse.
 
"Nemmeno io." Annuii, continuando a fissare la bellissima ragazza che stava dormendo di fronte a me.
 
"La ami?" Mi chiese Eve. Alzai lo sguardo verso di lei. Non sapevo cosa rispondere. La amo? Non la amo? "Beh, allora?" Sorrise.
 
"N-Non lo so." Balbettai. 
 
"Non lo dirò a nessuno. Lo prometto." Insistette lei.
 
"Davvero, non lo so. A dire la verità non so come ci si sente quando si ama qualcuno." Sospirai.
 
"Pensavo ti fossi già innamorato prima d'ora." Fece spallucce.
 
"Ma quella è stata una storiella, era una cosa infantile." Mi strinsi nelle spalle.
 
"Questo è qualcosa di più?" Sorrise Eve.
 
"Non lo so!" Grugnii frustrato. "E' pazzesco." Aggiunsi. "Ci siamo conosciuti un mese fa. Non è forse un po' troppo presto?" 
 
"Sì, abbastanza." Annuì. "Ma le decisioni prese in fretta sono le più oneste." Continuò lei.
 
"Chi sei tu? Cupido?" Aggrottai la fronte. "Comunque non lo so." Insistetti incrociando le braccia al petto.
 
"Che cosa provi per lei?" Mi chiese. Spalancai gli occhi. "Oh andiamo. Il bad boy Bieber può esternare i suoi sentimenti per una notte. Non lo dirò a nessuno." Sorrise. Sospirai, guardando la mia ragazza.
 
"Amo il modo in cui sorride." Sorrisi appena. "Ha il sorriso più tenero del mondo. Potrei essere triste o depresso, ma riuscirei ancora a sorridere a causa sua." Dissi. "Amo il modo in cui gioca con le sue mani quando sta mentendo." Ridacchiai. "Amo il suo nasino." Continuai. "Amo il modo in cui pensa a tutti. Cerca sempre di trovare il buono anche nelle persone in cui è difficile trovarlo. Non le importa di quello che pensa la gente. Lei ha la sua personalità e amo questa cosa." Conclusi.
 
"Justin, l'hai notato?" Mi chiese Eve.
 
"Notato cosa?" Spostai lo sguardo da Eden per voltarmi verso sua sorella.
 
"Non hai iniziato nemmeno una frase con 'mi piace'..." Sorrise. La guardai confuso. "Le hai cominciate tutte con 'amo'... Tu ami la mia sorellina." Sorrise dandomi una gomitata. Ridacchiai, spingendola via da me prima che mi travolgesse abbracciandomi.
 
"Forse." Sorrisi, mordendomi il labbro inferiore. "Forse la amo."












Hey bitches!
Ciao belle, come state?
Questa volta vi ho fatto attendere un po' di più, ma hey, non è colpa mia.
Il fatto è che ho passato tutta la settimana a scuola causa corsi di recupero, e quindi appena tornavo a casa ero stanchissima e l'ultima cosa di cui avevo voglia era aggiornare.
Comunque, volevo ringraziarvi tantissimo per le SEDICI recensioni all'ultimo capitolo, siete fantastiche.
Ah, mi scuso per eventuali errori al capitolo ma sono stanchissima e non mi va di rileggerlo.
Non è neanche tradotto benissimo, scusate.
Spero comunque di riuscire a farmi perdonare con il prossimo.
Per qualunque cosa: @theavonsbusker su twitter.
Vi voglio bene, smileveryday.

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Capitolo 31
*** Pushed. ***


No pov


 
La ragazza abbassò lo sguardo verso Eden che giaceva a terra priva di sensi. Un sorriso spuntò sul suo volto, sperando di aver raggiunto il suo scopo. Ma si maledisse da sola appena vide i suoi occhi lentamente aprirsi. Eden cominciò a piangere, e la ragazza cominciò ad arrabbiarsi rendendosi conto che non era morta. Era praticamente sicura che una caduta come quelle sarebbe riuscita ad ucciderla, inoltre la spinta che le aveva dato era abbastanza forte. Voleva sbarazzarsene completamente.
 
"Aiutami." Mormorò Eden piangendo, vedendo la ragazza di fronte a se. Non riuscì a vedere completamente il viso di quella ragazza, ma sapeva che c'era qualcuno lì con lei. La ragazza di fronte a lei sorrise guardandola prima di voltarsi ed uscire dalla stanza. Eden chiuse gli occhi venendo immediatamente oscurata dal buio.


 
Eden's Point Of View


 
I miei occhi si aprirono lentamente, e venni subio accecata dalla luce intensa che proveniva da fuori. Gemetti, sentendo qualcuno stringermi la mano. Guardai alla mia destra per trovare Eve seduta accanto a me. Sorrise dolcemente. Aveva gli occhi rossi e gonfi, come se avesse pianto.
 
"Eve?" Mormorai.
 
"Hey, sorellina." Sorrise. "Come ti senti?" Mi chiese immediatamente.
 
"Il dolore alla testa mi sta uccidendo. Mi sento come se la mia gamba fosse stata tagliata a metà." Mi lamentai, guardando la mia gamba sinistra, coperta dal gesso che partiva da sotto il ginocchio per arrivare giù, fino al piede. Davvero attraente. "Possiamo cambiarci il colore?" Chiesi. Eve rise.
 
"Sei all'ospedale, dopo una caduta davvero alta, e tutto quello che ti interessa è cambiare il colore al tuo gesso?" Ridacchiò.
 
"Non ho dormito per molto tempo, vero?" Chiesi.
 
"No, solo da ieri." Sorrise dolcemente. "Mamma e papà hanno deciso di continuare la loro vacanza con il signor Ackman." Sospirò. "Credo di volermi trasferire. Mi sta davvero infastidendo il loro modo di fare i 'genitori'." Mormorò. "E poi in questo modo potrai venire a vivere con me!" Sorrise.
 
 
"Incrociamo le dita." Sorrisi. "Uh, è la zia Beth qui?" Chiesi.
 
"Sono dovuti andare a casa. Hanno costretto Jenna e Logan ad andare a scuola. Ma solo perché non volevano che stessero qui a preoccuparsi per te." Sorrise. "Saranno qui con alcuni vestiti per te al più presto." Sorrise. "Ma, ehm, Justin è qui." Continuò.
 
"Dove?" Chiesi.
 
"E' andato a prenderci la colazione." Disse "E' stato qui a sorvegliare su di te tutto il tempo. Ha sempre fatto in modo che ti sentissi protetta e al caldo. E' così adorabile!" Disse con ammirazione.
 
"Hey, lui è mio." Dissi facendole la linguaccia. Lei in tutta risposta alzò gli occhi al cielo.
 
"E tu sei mia, bambolina." Quella sua solita voce rauca risuonò alle mie orecchie. Sorrisi, alzando lo sguardo per trovare Justin alla porta, con in mano due sacchetti di McDonalds. "Mi dispiace di averci messo così tanto tempo. Odio la colazione da McDonalds, quindi ho deciso di aspettare fino alle dieci e mezza." Sorrise, porgendo uno dei due sacchetti ad Eve, per poi lasciarsi cadere su una sedia.
 
"Spero tu abbia portato qualcosa anche per me." Sorrisi.
 
"L'ho fatto, in realtà." Ridacchiò. "Ma, ehm, penso di aver prima bisogno di un bacio." Sorrise.
 
"Mi limiterò a ... mangiare la mia colazione là fuori." Mi fece l'occhiolino Eve, incamminandosi fuori dalla stanza. Justin sorrise e si chinò, premendo le sue labbra sulle mie. Appena ci staccammo premette la sua fronte contro la mia.
 
"Spero non ti dispiaccia il fatto che non mi sia ancora lavata i denti." Dissi imbarazzata.
 
"Nah, è ok." Ridacchiò. "Mi dispiace così tanto." Sospirò, sedendosi accanto a me. "Avrei dovuto sentirti." Disse scuotendo la testa.
 
"Va bene, non avrei dovuto cercare di superare con tanto ardore la veranda." Finsi un sorriso.
 
"Perché hai deciso di lasciare la festa così presto?" Mi chiese.
 
"Oh, solo un ragazzo, mi ha messo i brividi, poi ha cominciato a chiamarmi con alcuni nomignoli." Mi strinsi nelle spalle. "Non avevo più voglia di stare là dentro." Conclusi. 
 
"Qual'è il suo nome?" La mascella di Justin si strinse appena, segno che stava digrignando i denti.
 
"Non lo conoscevo, e nemmeno tu, quindi rilassa quella mascella, e dammi del cibo." Gli sorrisi. Lui rise prendendo il sacchetto per poi porgermelo.
 
"Giorno! Eve mi ha appena informato che ti sei svegliata." Il medico dai capelli grigi entrò nella stanza.
 
"No, in realtà sto solo parlando nel sonno." Sorrisi. Justin rise e il dottore alzò gli occhi al cielo. "Hey, posso cambiare colore al mio gesso? Il bianco è noioso." Chiesi.
 
"Forse, più tardi. Come va la gamba, a proposito?" Mi chiese.
 
"E' dolorante, ma sopravviverò." Dissi.
 
"Sei fortunata che lo sei, che sei sopravvissuta." Disse. "E' stata una caduta piuttosto alta, Eden. Sei andata vicina alla morte." Continuò. "Ora mi puoi dire il tuo anno?" Mi chiese infine.
 
"1995." Sorrisi.
 
"Sta solo scherzando. Si ricorda tutto." Sorrise Justin dandomi una gomitata. "Non eri nemmeno nata nel '95." Ridacchiò. Io feci spallucce.
 
"Visto che ti ricordi tutto, puoi dirmi cos'è accaduto quella notte?" Mi chiese il dottore. Sospirai e cercai di fare del mio meglio provando a riassemblare tutto quello che era successo quella notte. 
 
"Ero sul davanzale della mia veranda. Non avevo ancora provato a scavalcare ma... il mio piede è scivolato... credo." Mi accigliai.
 
"Credi...?" Mi chiese il dottore.
 
"E' tutto un po' confuso." Mi accigliai. "Ma um..." Cominciai. Mi sembra di ricordare ci fosse qualcuno vicino a me? Oh, è vero. Sono stata spinta... SONO STATA SPINTA?! Guardai Justin che sembrava confuso tanto quanto me. "Penso... Di essere stata spinta." Dissi.
 







 
 
 
 
Hey bitches!
Ciao belle, come state? Ok, avete tutto il diritto di volermi uccidere, ma prima che lo facciate lasciatemi almeno spiegare il motivo di queste tre settimane d'assenza. No, in realtà non c'è molto da spiegare, solo che la settimana scorsa sono andata al mare e non c'era nessuna connessione ad internet, speravo di riuscire a postare il capitolo prima di partire ma alla fine non ho fatto in tempo. Scusate. cc
 
Non è per fare la permalosa o altro, ma avendo letto alcune recensioni un po' critiche ci tenevo a specificare che il primo capitolo di questa fanfiction l'ho tradotto a Gennaio, potete benissimo vedere la data. Da Gennaio sono cambiate un bel po' di cose, ci tenevo quindi a sottolineare che so benissimo anch'io che i primi capitoli di questa ff sono una cosa orrenda sia come traduzione che come grammatica, è quindi inutile che mi veniate a dire che ho fatto degli errori grammaticali madornali o cose del genere, perchè ripeto, lo so benissimo anch'io, sono la prima a dirlo. Se vi può aiutare a dormire meglio la notte appena ho tempo cercherò di sistemare i capitoli usando propriamente quei 'gli' e 'li' che vi infastidiscono così tanto. 
 
Ripeto, non voglio sembrare permalosa, ma a leggere gli stessi commenti tre, quattro volte uno poi si stufa. :)
 
Apparte questo, ma vogliamo parlare delle DICIOTTO recensioni all'ultimo capitolo? DICIOTTO RECENSIONI? E' il primo capitolo ad avere così tante recensioni, non so se vi rendete conto. Siete fantastiche, sul serio. 
 
Detto questo vi saluto, spero possiate perdonarmi per il ritardo e come sempre vi ringrazio per tutte le recensioni e i messaggi dolcissimi che mi lasciate. Siete bellissime.
 
Vi voglio bene, smileveryday.

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Capitolo 32
*** Suspects. ***


Eden's Point Of View
 

 
 
"Ti ricordi l'aspetto di quella persona?" Mi chiese l'ufficiale Greene appena presi posto nella sala delle udienze con zia Beth e zio Joe. Avevo cambiato il mio gesso in un azzurro chiaro. Eve, Jenna, Logan, Adam, zia e zio l'avevano già firmato. Justin non ne aveva ancora avuto l'occasione.

"Non mi ricordo nemmeno se qualcuno mi ha realmente spinto. Ricordo di aver aperto i miei occhi e di aver visto una figura, questo è tutto." Lo guardai.
 
"Allora immagino dovremo interrogare tutti i ragazzi che hanno partecipato alla festa. Questa è una cosa seria, Eden." Mi guardò dritto negli occhi. "Qualcuno ha cercato di ucciderti. Se hai qualcosa-"
 
"Le ho detto tutto quello che so." Sibilai.
 

 
 
Logan's Point Of View
 

 
 
"Quindi, eri sotto l'influenza dell'alcol alla festa?" Mi domandò l'ufficiale di polizia. Voltai lo sguardo verso sinistra, guardando mia madre. Lei annuì.
 
"Solo un po'." Mi strinsi nelle spalle. Ok, era una bugia. Sono abbastanza sicuro di aver provato a pomiciare con il rubinetto della cucina, ma ad ogni modo. Avevo già smaltito la sbornia appena seppi dell'incidente di Eden. "Non finirò nei guai per questo, vero?" Chiesi.
 
"No, eravate tutti sotto i ventun'anni e non c'era nessun adulto presente. E' solo un avvertimento." Continuò l'ufficiale. "Allora, sei stato tu a spingere tua cugina dalla veranda?" Mi chiese poi.
 
"No! Perchè avrei dovuto farlo? E' la mia migliore amica!" Mi accigliai.
 
"Dove ti trovavi appena hai scoperto che era stata spinta?" Mi chiese ancora.
 
"Uh, ricordo che stavo parlando con Adam e la sua ragazza, quando Eve scese le scale di corsa piangendo." Sospirai, cercando di ricordare. "Ho dovuto chiamare l'ambulanza. Non ho visto nessun altro scendere le scale dopo Eve." Mi strinsi nelle spalle.
 
"Quindi, è stata Eve?" Mi chiese.
 
"Non ho detto questo!" Grugnii.
 
 
 
 
Eve's Point Of View

 
 
 
"Stavo cercando Eden. Vidi Matt scendere le scale-"
 
"Matt?" L'ufficiale inarcò un sopracciglio.
 
"Matt Porkett." Mormorai. Era stato lui! Come potevo essere stata così stupida? "Stava scendendo le scale. Gli chiesi se aveva visto mia sorella e lui mi rispose che l'ultima volta che l'ha vista è stata nella sua stanza. Dio, sono così fottutamente stupida!" Mi maledissi da sola. "Corsi da Logan, Adam e la sua ragazza, Logan corse a chiamare l'ambulanza mentre io mi diressi fuori casa a soccorrere Eden." 
 
 
 
 
Matt's Point Of View
 

 
 
"Sì, ci stavo provando con lei, ma non avrei mai avuto il coraggio di buttarla giù dalla veranda. E' solo una ragazzina." Risi.
 
"Da quanto ci ha detto Eden, l'hai insultata abbastanza pesantemente. L'hai per caso forzata a fare qualcosa?" Mi chiese l'ufficiale dalla faccia piuttosto strana. Alzai gli occhi.
 
"Non ho provato ad ucciderla, ok? Lei è carina. Ho cercato di portarmela a letto, ma lei non ha voluto. Le ho detto della puttana per poi andarmene. Ma non sono stato io a spingerla dalla veranda. Non sono quel tipo di persona." Arricciai il naso in una smorfia.
 
 
 
 
Justin's Point Of View
 

 
 
"Perchè non sei andato alla festa?" Mi chiese l'ufficiale, in piedi davanti a me, guardandomi come se fossi una specie di mostro.
 
"I ragazzi della scuola di Eve mi odiano. Avrebbe solo causato problemi la mia presenza lì." Risposi.
 
"Perchè Eden ha cercato di scavalcare la veranda per arrivare a casa tua?" Continuò.
 
"Le avevo detto di chiamarmi se avesse avuto bisogno di qualcosa." Dissi. "E' la mia ragazza, volevo solo che fosse al sicuro. Non avrei mai pensato che qualcuno volesse spingerla giù dalla veranda portandola quasi alla morte. Ma è comunque tutta colpa mia." Mormorai. Sentii la presa di mio nonno sulla mia spalla farsi più forte, cercava  di confortarmi.
 
"Come?" Mi chiese l'ufficiale Greene.
 
"Ero nella doccia quando stava urlando il mio nome." Dissi. "Avrei dovuto sentirla. In questo modo nessuno sarebbe riuscito a spingerla giù dalla veranda." Mi accigliai. "O forse sarei dovuto essere andato alla festa con lei, sarebbe stata al sicuro se quel giorno fossi stato con lei." Sospirai.
 
"Ami Eden Perry?" Chiese prontamente l'ufficiale.
 
"Perchè dovrebbe interessarle?" Mi accigliai, alzando lo sguardo per guardarlo.
 
"Sto solo cercando di far chiarezza su quello che è successo." Si strinse nelle spalle.
 
 
 
 
Jenna's Point Of View
 
 

 
"Non ho visto niente. Mi stavo scatenando sulla pista da ballo con un ragazzo quando Adam mi chiamò da fuori casa. Non avrei dovuto lasciarla sola." Sospirai.
 
"C'erano dei ragazzi che ci provavano con Eden quando lei era con te?" Mi chiese.
 
"Solo un paio." Annuii.
 
"E' per questo che l'hai spinta dalla veranda? Eri gelosa di lei?" Sorrise l'ufficiale.
 
"N-Non sono stata io a spingerla!" Risposi prontamente.
 
"E' abbastanza." Entrò nella stanza mio padre. "Chiameremo un avvocato." Sbottò.
 
"No!" Gridai. "Non abbiamo bisogno di un avvocato, perchè non sono stata io a spingere Eden! Le voglio bene, è mia cugina! Fa parte della famiglia!" Conclusi infine.
 
 
 
 
Maggie's Point Of View
 

 
 
"Allora, quand'è stata l'ultima volta che tu e Eden vi siete parlate?" M'interrogò l'ufficiale. Incrociai le braccia al petto guardando mio padre. Mi fece un debole sorriso.
 
"A scuola." Dissi. "Lunedì scorso." Aggiunsi.
 
"E com'è finita la vostra conversazione?" Mi chiese.
 
"Mi aveva accusato di aver scattato una foto di lei e Justin insieme, e di averla mandata ai suoi genitori." Abbassai lo sguardo. "Abbiamo litigato e alla fine io me ne sono andata." Mi strinsi nelle spalle. 
 
"Sei stata tu a scattare la foto?" Mi chiese ancora. 
 
"No." Mormorai.
 
"Eri presente a quella festa, Magenta?" Mi chiese sorridendo.
 
"Maggie. E no." Risposi.
 
"Oh, quindi... Queste foto che ti ritraggono alla residenza dei Perry sono false, eh?" Mi chiese, schiaffeggiandomi davanti le foto che mi ritraevano a parlare con qualche ragazza alla festa. E per non finire, le ultime, quelle che mi ritraevano mentre andavo al piano di sopra. Sospirai.
 
"Mi avevi detto che eri in biblioteca!" Scattò papà.
 
"C-Ci sono stata, per un po'." Sospirai. "Ok, ero a quella festa. Ma non sono stata io a spingerla dalla veranda!" Sospirai. "Siamo amiche!" Conclusi.
 
"Amiche? Quindi, le amiche sono quelle che ti spingono giù da una veranda, giusto?" Mi chiese l'ufficiale.
 
"Non sono stata io a spingerla!" Risposi prontamente.
 
"Ma sei stata tu a scattare la foto, vero?" Mi chiese ancora. Sospirai, rinunciando.
 
"Ok, sì! L'ho scattata io la foto! Volevo solo che rompessero così da fare in modo che Eden tornasse ad essere la mia migliore amica!" Dissi, mentre i miei occhi si riempivano di lacrime.
 
"Oppure volevi che rompessero in modo da avere la tua occasione con Justin?" Mi sorrise l'ufficiale, stiracchiandosi la schiena. "Ma quando non si sono lasciati tu ti sei arrabbiata. Sei andata alla festa, e hai spinto Eden giù dalla veranda. Non sarebbero potuti ritornare insieme se lei fosse morta, giusto?" Concluse l'ufficiale.
 
"LA FINISCA! LA SMETTA, BASTA!" Gridai. Mio padre mi avvolse in un abbraccio.
 
"Abbiamo finito con le domande. Chiamerò un avvocato." Disse mio padre. Ci alzammo per abbandonare la sala delle udienze. Guardai alla mia sinistra per trovare Eden.
 
"Eden, mi dispiace." Feci un passo avanti, ma l'ufficiale mi fermò immediatamente.
 
"Sei stata tu a scattare quella foto. Volevi che ci lasciassimo." Eden sembrava sconvolta. Sospirai.
 
"Mi dispiace, mi dispiace!" Gridai mentre venni allontanata da mio padre.

 
 
 
Adam's Point Of View
 

 
 
"Sei stato tu a spingerla?" L'ufficiale mi chiese semplicemente.
 
"No." Risposi scuotendo la testa.
 
"Dov'eri quando Eve scese le scale?" Mi chiese ancora.
 
"Ero con la mia ragazza, Alexandra, e mio cugino, Logan." Incrociai le braccia al petto. "Abbiamo finito qui?" Scattai, già stufo di stare in quella stanza.
 
 
 
 
Eden's Point Of View
 
 

 
"Abbiamo escluso dalla lista alcune persone. Abbiamo tre sospetti. Dei testimoni hanno affermato che solo un paio di persone erano al piano di sopra al momento dell'incidente." Disse l'ufficiale. Zia Beth e zio Joe ascoltavano attentamente. Il braccio di Justin attorno alla mia vita mi coccolava dolcemente. "Maggie Smith è la nostra sospettata numero uno." Disse. "Ha ammesso di essere stata lei a scattare la foto, quindi non sappiamo che altro avrebbe potuto fare per dividere i due." Sospirò.
 
"Tutto questo sembra uno stupido spettacolo di poliziotti." Mormorai contro il petto di Justin. Mi accarezzò il braccio, dandomi un bacio sulla testa. Oh, questo ragazzo. 
 
"Il secondo sospettato è Matt Porkett, il ragazzo che ha cercato di portare vostra nipote a letto." Disse, guardandomi. Guardai Justin, aveva la mascella contratta. Mi morsi il labbro, e alzandomi sulle punte gli posai un bacio sulla guancia. Lui sorrise ricambiando lo sguardo.
 
"E il terzo sospettato?" Chiese zia Beth.
 
"Il signor Bieber qui presente." Disse il poliziotto indicandolo. Sconvolta, mi sedetti imitando Justin.
 
"Che caz- Siete pazzi?" Si fermò prima di dire qualcosa di inappropriato.
 
"Non è stato lui a spingermi, lo so per certo!" Gridai.
 
"Hai visto la persona che ti ha spinto, Eden?" Mi chiese l'ufficiale.
 
"No, ma-"
 
"Allora sono tutti colpevoli fino a prova contraria." Finse un sorriso. "Cercheremo di rispondere a tutte le vostre domande il prima possibile." Continuò, alzandosi in piedi. Uscii dalla stanza, la mano di Justin nella mia.
 
"Te lo giuro piccola, non sono stato io a sp-"
 
"So che non sei stato tu." Gli sorrisi. "Andrà tutto bene. Tutto si sistemerà." Sospirai.
 
"Eden!" Sentii qualcuno gridare il mio nome. Mi voltai alla mia sinistra per trovare quel ragazzo biondo della festa. Matt?
 
"Chi è?" Mi chiese Justin.
 
"Eden, dì loro che non sono stato io a spingerti!" Mi gridò contro.
 
"Matt, siediti." Gli ordinò suo padre.
 
"Matt?" Ringhiò Justin, lasciando andare la mia mano, incamminandosi verso di lui.
 
"Sì, e allora?" Matt sibilò.
 
"Allora sei il ragazzo che ha provato ad andare a letto con lei, eh?" Justin ringhiò prima di lanciarsi contro Matt, ma per fortuna un paio di poliziotti gli allontanò prima che potessero scatenare una rissa.
 
"Fottuto coglione!" Gridò Matt, mentre Justin fu costretto a tornare vicino a me.
 
"Fuori di qui, prima che causiate una rissa." Ordinò l'ufficiale Greene. Justin sospirò, avvolgendo il suo braccio attorno alla mia vita accompagnandomi fuori. 
 
 
 
 
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"Non ho ancora firmato il tuo gesso, lo sai vero?" Disse Justin, seduto sul mio letto.
 
"Non l'hai ancora fatto." Sorrisi. Mi voltai prendendo un pennarello dalla scrivania. "Ecco a te." Dissi porgendoglielo. "Rendilo memorabile." Sorrisi. Lui ridacchiò svitando il tappo, ma subito aggrottò la fronte. "Cosa?" Ridacchiai.
 
"Qualcosa di memorabile...." Sospirò, pensando.
 
"Qualunque cosa sarà speciale se scritta da te." Sorrisi. Lui ridacchiò, posando le sue labbra sulle mie.
 
"Sei adorabile." Sorrise.
 
"Sei pazzo." Risi. Sospirai guardando la mia gamba. "Mi ricordo come eri dolce in macchina sulla strada per l'ospedale. Grazie." Dissi. "Sei il miglior fidanzato di sempre. E non lo sto solo dicendo perchè sei meglio di Harry, o perchè sei il mio secondo fidanzato. Ma perchè sei senza dubbio un tesoro." Sorrisi. Lui ridacchiò finendo di scrivere sul mio gesso, lanciando il pennarello sulla scrivania.
 
"Hey, ti ricordi quella volta che abbiamo rotto il vecchio furgone di mio nonno?" Mi chiese.
 
"Mhmm." Annuii.
 
"Ti ricordi quello che stavamo facendo prima che rotolasse giù dalla scogliera?" Mi chiese ancora, inarcando il sopracciglio. La mia espressione cambiò.
 
"Sì, me lo ricordo." Mi morsi il labbro annuendo.
 
"Visto che non siamo riusciti a continuare quello che stavamo facendo... Che ne dici di riprendere dal momento in cui siamo stati interrotti?" Mi chiese, facendomi un rapido occhiolino.
 
"Non lo so." Sorrisi.
 
"Oh, andiamo. E se per caso dovessi morire domani?" Continuò.
 
"Non dire così!" Risposi prontamente.
 
"Ma se succedesse... L'ultima cosa che ti ricorderesti di noi sarebbe te stessa che mi respinge." Mi sorrise. "Non vuoi avere un ragazzo morto sulla coscienza vero?" Mi chiese.
 
"No, immagino di no." Sorrisi. Lui ridacchiò, e avvicinandosi a me premette le sue labbra sulle mie. Era così dolce con me. E mi piaceva davvero tanto. Davvero, davvero, davvero tanto. Oh diavolo, lo amo. Ma non posso dirglielo. Non è uno di quelli che si innamorano. Ricordo quando me l'aveva detto un po di tempo fa. Ancora prima che diventassimo qualcosa. Justin Bieber non si innamora.
 
"Sei così bella." Mormorò contro le mie labbra.
 
"Mhmm." Ridacchiai, alzando gli occhi. Tornò sulle mie labbra ancora una volta, mentre io avvolsi le braccia attorno al suo collo. In  poco tempo, la sua lingua era nella mia bocca. Lo so, sembra abbastanza disgustoso. La sua mano cominciò a vagare per la mia gamba, fino a che non sollevò la mia coscia attorno alla sua vita. Fece qualcosa di nuovo ed invece di baciarmi il viso, si mosse verso il basso avvicinandosi al mio collo.
 
"Justin, cosa stai- ohh" Gemetti quando cominciò a succhiare un pezzo di pelle sul mio collo. Lo spinsi via, mentre lui alzando lo sguardo verso di me sorrise.
 
"Mi dispiace." Sorrise.
 
"Tieni le tue labbra lontane dal mio collo, Bieber." Lo guardai male.
 
"Perchè?" Ridacchiò, sfiorandomi l'orecchio con le labbra.
 
"Non voglio gli stessi stupidi segni violacei che Charlotte e Rebecca hanno tutto attorno al loro collo. Non sono stupida." Sorrisi.
 
"A te non lo farei mai." Sorrise. "Sei la mia ragazza per bene, avrei comunque immaginato che non me l'avresti lasciato fare." Rise.
 
"Hey, sono una ragazza, non una suora." Dissi in risposta.
 
"Sì, ma non ti piace correre rischi del genere, ma va bene, lo capisco perfettamente." Sorrise.
 
"No, ho capito quello che stai cercando di fare. Stai cercando di ingannarmi." Dissi. "Beh, non funzionerà, Bieber. Non puoi baciarmi il collo." Sorrisi. Lui si strinse nelle spalle, baciandomi quindi le labbra. Risi al suo desiderio. Si mosse verso il basso, ero in procinto di fermarlo pensando stesse per baciarmi il collo, quando sentii le sue labbra sulle mie spalle, e poi sulle braccia. Risi sentendo le sue labbra sulla mia pancia, sulle cosce, poi invece di scendere ulteriormente, salii nuovamente sulle cosce e "Woah!" Gridai. Justin alzò lo sguardo ridendo. "Non è divertente." Risposi.
 
"Stavo solo scherzando piccola. Non avrei mai pensato che mi lasciassi arrivare così lontano." Mi fece l'occhiolino, prima di tornare al mio fianco, avvolgendo le braccia attorno a me.
 
"Sei un idiota." Sospirai.
 
"Lo so." Sorrise prima di cantare i New Boyz. Risi, baciandolo per farlo stare zitto.
 
"Ti amo." Dissi improvvisamente. I suoi occhi si spalancarono mentre si allontanò.
 
"Tu cosa?" Mi chiese.
 
"M-Mi dispiace. M-Mi è uscito involontariamente. Non volevo dirtelo, i-io, mi dispiace." Sospirai.
 
"Eden.." Cominciò Justin.
 
"So che non sei il tipo di ragazzo che si innamora facilmente, me l'hai detto.."
 
"Eden.." Provò di nuovo.
 
"Da quando è successo quello che è successo con quella Sarah non ti fidi più facilmente, anche se-"
 
"Eden!" Gridò, facendo così in modo che smettessi di parlare. "Piccola, guarda il tuo gesso." Mi sorrise. Abbassai lo sguardo verso il gesso, leggendo la scritta fatta poco prima da Justin.
 
'Ti amo, piccolina.'
 
 
 
 
 
 
 
Hey bitches!
Ciao belle, come state?
Oddio, questo capitolo è lunghissimo. Maaa, finalmente si dichiarano!
Ci tengo assolutamente a farvi sapere che le cose non sono come sembrano, non voglio spoilerare nulla, vi dico solo di non dare niente per scontato.
Ho davvero pochissimo tempo, volevo solo ringraziare tutte le ragazze che continuano a recensire e mettere la storia nei preferiti, davvero, grazie mille.
Ah, ultima cosa, mi farebbe davvero piacere che nelle recensioni mi diceste chi secondi voi ha spinto Eden, sono davvero curiosa di sapere chi secondo voi è il colpevole.
Per qualunque cosa: @theavonsbusker on twitter.
Vi voglio bene, smileveryday.

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Capitolo 33
*** Suspicious. ***


Eden's Point Of View
 

 
 
"Penso di aver cominciato ad amarti da più a lungo di quanto pensi." Sorrise verso di me.
 
"Come hai fat- Quand- Cosa?" Chiesi, abbassando lo sguardo verso il mio gesso. Lui rise premendo le sue labbra sulle mie. "Ti amo." Gli sorrisi. "Non sei per caso imparentato a Nicholas Sparks, vero?" Gli chiesi.
 
"Chi? No, non penso." Si accigliò.
 
"Stavo solo chiedendo." Ridacchiai. Nicholas Sparks. Il tizio che ha scritto The Notebook, The Last Song e tutti quei fantastici libri. Justin deve per forza essere imparentato a lui in qualche modo, perchè a nessuno sarebbe potuto venire in mente qualcosa di così dolce.
 
"Sei pazza." Rise sfiorandomi le labbra per poi baciarle. Non era uno dei nostri soliti baci, questa volta si era aggiunta la passione. Era un vero bacio.
 
"Avete finito con le smancerie ragazzi?" Udimmo Logan gridare mentre entrava nella sua stanza, coprendosi gli occhi con le mani. Justin gemette allontanandosi da me. "Era per caso un gemito questo? Ew ragazzi, state scopando nella mia stanza?!" Gridò Logan prima di correre fuori dalla stanza. Scoppiai a ridere seguita da Justin.
 
"Hai davvero bisogno di una stanza tutta tua." Sorrise Justin.
 
"Fino ad allora, dovremmo accontentarci di questo." Ridacchiai. Jenna corse dentro la stanza guardandoci.
 
"Logan, idiota, si stanno solo coccolando, non stanno facendo sesso!" Gridò rivolta a suo fratello. "Come state tesorini?" Sorrise Jenna, sedendosi sul letto. "Mi dispiace che quel coglione di Logan vi abbia fermati dal fare quello che avevate intenzione di fare." Sorrise maliziosamente.
 
"Oh, ha-ha. Davvero divertente." Alzai gli occhi al cielo.
 
"Era così delusa del fatto che mi fossi allontanato da lei." Sorrise strafottente Justin, baciandomi il collo per poi avvolgere il suo braccio attorno a me. Lo guardai male dandogli una gomitata, ma sembrò non fargli effetto. Ridacchiò smettendo di baciarmi.
 
"Aw, siete così carini." Sorrise Jenna. "Non riesco ancora a credere che ti abbiano accusato, Justin." Sospirò.
 
"Sì, mi ha davvero sconvolto." Annuii.
 
"Pensi che Maggie o Matt abbiano avuto il coraggio di farlo?" Mi chiese Jenna.
 
"Non avrei mai pensato che Maggie potesse essere una sospettata, ma dopo aver scoperto che è stata lei a scattare la foto, non so più a cosa credere." Mormorai. "Ma non penso che sia stato quel Matt a spingermi. Voglio dire, almeno che non abbia preso davvero male il fatto che l'abbia respinto, non avrebbe avuto altri motivi per farlo." Risposi.
 
"Beh, spero che chiunque ti abbia fatto questo, marcisca all'inferno." Si accigliò Jenna. 
 
"Che cattiveria." Ridacchiò Justin. "Ma quel Matt puo' marcire all'inferno comunque. Che l'abbia spinta o meno, ha spaventato la mia ragazza." Sorrise, mettendosi a sedere, prendendomi quindi dai fianchi per farmi sedere in braccio  a lui.
 
"Non sono la tua bambola, non mi puoi spostare a tuo piacimento." Risi. Jenna strillò nel momento in cui udimmo un rumore di vetri infranti risuonare dal piano di sotto.
 
"Cazzo!" Gridò Logan da giù.
 
"Mamma ti uccide se scopre che hai rotto uno dei suoi piatti da collezione!" Gridò Jenna rivolgendosi a Logan. Udimmo i passi di Logan salire le scale, mentre si fece strada entrando nella nostra stanza, tenendo Rupert tra le braccia. 
 
"Ragazzi.." Cominciò, tirando su col naso. "Qualcuno lo ha ucciso." Concluse.
 
 
 
 
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"Glielo posso assicurare, Signor Esposito, nessuno cercherà di fare in alcun modo del male alla sua famiglia." Sospirò l'ufficiale di polizia.
 
"Come diavolo me lo puo' assicurare?! Hanno cercato di spingere mia nipote da una veranda alta Dio solo sa quanto, e adesso hanno anche ucciso il gatto di mio figlio. Chiunque sia questa persona voglio che venga arrestata!" Gridò zio Joe all'ufficiale. Sospirai, tornando al piano di sopra, dove si trovava Logan che appariva totalmente devastato. 
 
"Era un buon gatto." Eve cercò di confortare Logan con delle pacche sulla schiena.
 
"Lo era." Annuì Logan.
 
"Era anche abbastanza vecchio. Forse era giunto il momento che andasse nel paradiso dei gatti." Annuì Justin stringendosi nelle spalle. Sorrisi sedendomi sulle sue gambe, dal momento che Eve e Logan erano sul suo letto, e Jenna, Chaz e Ryan erano sul mio. Justin era seduto sul divano che si trovava nella stanza.
 
"Hanno trovato qualche indizio su chi possa essere stato?" Chiese Chaz. Scossi la testa. "Dove avete trovato il gatto?" Chiese ancora.
 
"Sulla porta di casa. Qualcuno ha bussato alla porta, per poi correre via. Rupert era disteso là. Stavo quasi per pestarlo." Sospirò. "Cazzo, sembro un bambino di quattro anni. Ho bisogno di alcool." Piagnucolò.
 
"Strano, per avere quattro anni." Mormorò Ryan.
 
"Non posso restare qui." Sospirai.
 
"Cosa?" Jenna e Logan esclamarono nello stesso momento.
 
"Di che cosa stai parlando?" Mi chiese Justin.
 
"Hanno ucciso il gatto di Logan, e chiunque sia stato è chiaramente un omicida. Non voglio che nessuno si faccia del male." Sospirai.
 
"Qui sei più al sicuro di qualsiasi altro posto." Annuì Eve. "Ti avrei lasciata venire a vivere da me, ma quando ho chiesto il permesso per potermi trasferire, la risposta è ovviamente stata negativa. Ancora un altro anno ai miei diciotto e finalmente mi potrò trasferire." Mi fece l'occhiolino.
 
"Sentite, è Sabato, e dubito che qualcuno abbia voglia di andare in un qualche locale a fare festa dopo quello che è successo.. Quindi, che ne dite di un pigiama party?" Sorrise Jenna.
 
"Finchè mi lasciarete dormire nel mio letto, io ci sto." Disse Logan.
 
"Dormirò con te, orsetto Logie." Sorrise Eve, scompigliandoli i capelli.
 
"Ti va?" Chiesi, guardando Justin.
 
"Se a te va bene, certo." Mi sorrise, dandomi un bacio sulla fronte.
 
"Beh, chi dorme con me?" Chiese Ryan, voltando lo sguardo in direzione di Jenna, sorridendole. Lei alzò gli occhi al cielo, andandosi a sedere sul letto di Logan insieme ad Eve.
 
"Io, Eve e Logan condivideremo questo letto." Sorrise guardando Ryan.
 
"Sì Logan, datti da fare con queste stronzette." Sorrise Chaz. Logan rabbrividì sentendo chiamare Eve e Jenna 'stronzette'. "Posso invitare Taylor?" Chiese Chaz.
 
"Certo." Annuii. "Hey, dovremmo chiedere anche ad Adam di raggiungerci. Puo' portare degli altri materassi, dal momento che questi non sono abbastanza." Sorrisi.
 
"Buona idea." Annuì Eve. "Molto probabilmente è con Alexandra. Assicuratevi che non decidano di scopare qui da noi perchè vi assicuro che in tal caso manderò l'anoressico corpicino di Alexa fuori di qui a calci." Dichiarò. Diciamo che non le piace molto Alexandra. 
 
"Chi è Alexandra?" Chiese Justin.
 
"La fastidiosa fidanzata di Adam." Mormorò Logan. "Parla davvero troppo." Sospirò. Chiamai Adam, che infatti era con Alexandra, assicurandomi che portassero due materassi extra che avremo potuto buttare sul pavimento.
 
"VAS HAPPENIN?!" Gridò Adam appena aperta la porta.
 
"Oh, è Zayn Malik." Sorrise Jenna. Adam era un grande fan dei One Direction, proprio come me.
 
"Mi stai prendendo in giro." Mormorò Justin.
 
"Cosa?" Gli chiesi, voltandomi verso di lui. Lui si nascose dietro di me. Vedendo arrivare Taylor, Chaz gridò correndo verso la porta.
 
"Quella è la ragazza di Adam? Alexa Higgings?" Mi chiese, sussurrando appena, cercando ancora di nascondersi.
 
"Sì, che cos'ha? Oh Dio. Non sarai andato a lett-"
 
"Per quale motivo pensavi che tuo fratello mi odiasse così tanto?" Sorrise Justin. Alzai gli occhi al cielo, lanciando il cuscino che stava usando come scudo lontano da lui. Lui rimase a bocca aperta, arrampicandosi sotto le coperte. "Finiscila, lei è tipo rimasta ossessionata con me per un sacco di tempo dopo che ci sono andato a letto." Piagnucolò.
 
"Ti vedo, Justin." Disse Alexandra, mentre Justin strillava come una bambina, alzando pian piano la coperta.
 
"Oh, Alexa, heeeey." Finse un sorriso in risposta.
 
"Psh." Gli sorrisi. Lui mi sorrise dandomi una gomitata.
 
"Mi ami comunque." Sorrise.
 
"Forse." Risposi. Lui ridacchiò, posando le sue labbra sulle mie. Alzai lo sguardo per trovare gli occhi di Alexandra fissi su di me. Sembrava incazzata. Mi accigliai, mentre lei distolse immediatamente lo sguardo. E' stato... strano.
 
"Stiamo per fare un grandissimo pigiama party con un sacco di cose strane e con un linguaggio a contenuto sessuale, volete aggiungervi?" Chiese Logan.
 
"Sessuale? Amico, qui tutti noi siamo parenti. No." Rise Adam.
 
"Bene, allora userò questo linguaggio solo con la tua signora e Taylor." Disse facendo l'occhiolino a Taylor e Alexa.
 
"Ti ringrazio per l'offerta ma è meglio di no, tesoro." Taylor gli rispose scherzosamente, facendogli l'occhiolino, mentre Alexa gli dedicò un'occhiata disgustata. Che cattiveria. Alzai gli occhi al cielo accompagnando Justin sul mio letto.
 
"Okay, quindi, Justin ed Eden sul letto di Eden. Io, Jenna e Logan su questo letto. Chaz e Taylor sul materasso, Adam e Alexandra sull'altro materasso. E' tutto perfetto!" Sorrise Eve, battendo le mani.
 
"Uh, ed io?" Chiese Ryan.
 
"C'è un divano lì. Vai e rilassati." Le rispose Jenna, sorridendo strafottente.
 
"Solo se ti unisci a me, bambola." Ribattè, facendole l'occhiolino.
 
"Fuori di testa." Mormorò Jenna.
 
"Quindi, che cosa facciamo ora?" Chiese Ryan.
 
"Giochiamo a 'Verità o Penitenza'." Rispose velocemente Alexandra. "E' un bel gioco." Si strinse nelle spalle.
 
"Io vi guardo." Sorrise Adam, mettendole un braccio intorno alle spalle. Lei continuava a guardare me e Justin. Mi stava davvero mandando fuori di testa.
 
"Ok, voglio cominciare io." Alzò la mano Ryan. "Jenna, verità o penitenza?" Chiese, facendole l'occhiolino.
 
"Verità, visto che ho la sensazione che cercheresti di baciarmi se scegliessi penitenza." Rispose guardandolo male.
 
"Chi è il ragazzo più sexy in questa stanza, secondo te?" Fece l'occhiolino. Lei sospirò, guardandosi intorno. I suoi occhi si posarono su alcuni poster sopra la mia testa. Sorrise.
 
"Liamo Payne." Disse indicando un poster dei One Direction. Il volto di Ryan si rabbuiò. "Non hai mai detto che doveva essere presente fisicamente in questa stanza." Sorrise. "Uh... Justin!" Sorrise.
 
"Verità." Rispose Justin ridacchiando.
 
"Cagasotto." Gridò Chaz contro di lui.
 
"Ami Eden?" Gli chiese, rivolgendogli un piccolo sorriso.
 
"Sì." Sorrise in risposta, circondando le sue braccia intorno al mio corpo, avvicinandomi a lui il più possibile.
 
"Signore, per favore mandami un ragazzo che abbia almeno la metà della dolcezza di Justin. Amen." Sussurrò Eden, chiudendo gli occhi, unendo i palmi delle sue mani in segno di preghiera. Tutti risero, tranne Alexandra, che continuava a fissarmi. Sono io o sembra arrabbiata? Dovrei insospettirmi di qualcosa?
 
 
 





 
 
 
 
Hey bitches!
Ciao belle, come state? 
Sono un po' in ritardo con il capitolo visto che sono quasi passate due settimane dall'ultimo aggiornamento, ma ho appena iniziato a fare i compiti per le vacanze, e considerando che siamo ad agosto se non muovo il culo non li finisco neanche per dicembre.
Tornando a noi, ho letto tutte le vostre recensioni e ho visto che secondo voi i maggiori sospettati sono Maggie e Chaz. Io devo tenere la bocca chiusa e non posso sbilanciarmi, ma vi ripeto, non date niente per scontato.
Siccome ci sto alquanto prendendo gusto nel leggere i vostri pareri, mi piacerebbe sapere chi secondo voi ha ucciso Rupert. E' la stessa persona che ha cercato di spingere Eden giù dalla veranda? Perchè avrebbe dovuto uccidere il gatto di Logan?
 
Per qualsiasi cosa: @theavonsbusker su twitter.
Vi voglio bene, smileveryday.

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Capitolo 34
*** Case Closed. ***


Justin's Point Of View
 

 
 
"Devo ammetterlo, questa è stata la più strana lap dance che qualcuno mi abbia mai dedicato." Rise Taylor mentre Logan si mise seduto dopo averle regalato una lap dance. E' davvero uno strano ragazzino. Ma di sicuro il ragazzo più coraggioso e divertente che conosca.

"Quante te ne hanno dedicate?" Ridacchiò Jenna.
 
"Per tua sorpresa, davvero tante." Taylor alzò il sopracciglio maliziosamente. Chaz aggrottò la fronte avvolgendo le braccia attorno alla sua ragazza, diventando improvvisamente possessivo.
 
"Va bene, tocca a me!" Ridacchiò Logan. "Eden, cuginetta," Sorrise.
 
"Sono più grande di te." Alzò gli occhi al cielo lei.
 
"Verità o penitenza?" Le chiese velocemente, strizzando gli occhi. Eden si morse il labbro, chiedendosi se dovesse osare scegliendo 'penitenza' o meno. Era spaventata, e faceva bene ad esserlo. Conoscendo Logan, le avrebbe fatto fare qualcosa di fottutamente strano.
 
"Penitenza." Sorrise. "Non posso fare molto con una gamba rotta." Rispose sicura di sè.
 
"Puoi comunque usare le mani." Sorrise malizioso Logan. "Regala a Justin un lavoretto con le mani, nel bagno." Ordinò.
 
"Un cosa?" Aggrottò le sopracciglia lei.
 
"No!" Gridai, lanciandogli un cuscino in faccia.
 
"Frocio! Che tipo di ragazzo non vuole che la sua ragazza gli faccia una sega?" Rise Chaz.
 
"Cosa?" Spalancò gli occhi Eden. "E' disgustoso. Scelgo verità." Si accigliò, incrociando le braccia al petto.
 
"Sei un pazzo!" Aggrottò la fronte Eve, schiaffeggiando la nuca di Logan. 
 
"Va bene. Eden, hai mai sognato Justin.. in modo sessuale?" Le chiese, muovendo le sopracciglia cercando di essere sensuale. Sospirai, voltandomi verso di lei.
 
"Non devi rispondere per forza." Le dissi.
 
"Sì." Rispose a Logan. I miei occhi si spalancarono uscendo dalle orbite, mentre mi voltai verso di lei ancora una volta, cose che fecero tutti gli altri. "Voglio dire, una volta ho sognato che eravamo tutti quanti al mare, ed io continuavo a fissare il suo petto nudo. Non era un vero e proprio sogno a sfondo sessuale!" Si difese velocemente.
 
"Ce l'hai in pugno, fratello." Mi schiaffeggiò la schiena Ryan con un sorrisetto malizioso. Lo spinsi via, facendolo così cadere dal letto, mentre tutti ridevano. 
 
"Ok, ne abbiamo avuto abbastanza di questo 'verità o penitenza'. Finora ho confessato tanto di quelle cose da poter far piangere una suora." Sospirò Eve, alzandosi in piedi. "Guardiamo un film!" Propose sorridendo.
 
"Sì!" Rispose contenta Eden, alzandosi velocemente dal letto, barcollando dimenticandosi del gesso sulla gamba. "Woah." Si lamentò, appoggiandosi al muro per rimanere stabile. Dopo essersi ripresa, fece un salto verso il televisore, dirigendosi verso i Dvd. Mi guardai attorno. Taylor e Chaz stavano spudoratamente filtrando sul letto di Logan. Eve e Logan erano al cellulare, e Adam e Alexa erano sdraiati sul materasso che si trovava sopra il pavimento, ma Alexa continuava a fissare Eden. Ryan stava cercando di filtrare con Jenna che lo ascoltava, fingendosi non troppo interessata. 
 
"Hai qualche film con Will Farrell?" Le chiese Chaz.
 
"No, ho dimenticato Step Brothers nella mia vecchia casa." Si accigliò Eden, accovacciandosi a terra per guardare tutti i film che aveva. "Ryan!" Sorrise, sventolando High School Musical 2 in aria. Ryan arrossì tremendamente, vedendo Jenna sorridergli.
 
"Cosa? Non mi piace quel film! Zac Efron è gay, e per nulla figo." Si strinse nelle spalle fingendosi disinteressato.
 
"Mi piace quel film!" Jenna sorrise rivolta ad Eden.
 
"E' il mio preferito!" Ryan sorrise a Jenna, che alzò gli occhi al cielo, non riuscendo però a trattenere un sorriso.
 
"No, quell'High School Musical di merda è noioso, e l'ho visto un milione di volte per colpa di Ryan." Chaz rivolse un'occhiataccia a Ryan, a cui lui non diede conto dal momento che Jenna gli stava sorridendo.
 
"Oh, che ne dite di Shrek?" Eden sorrise dolcemente. 
 
"Eden, ti voglio davvero tanto bene, sei la mia miglore amica e blah blah blah, ma non hai qualcosa che includa qualche scena di nudo, droghe o parolacce?" Logan la guardò annoiato. Eden sospirò, riguardando tutti i dvd che aveva tra le mani.
 
"Penso che questo vi possa piacere. Una notte da leoni?" Lo sollevò in aria.
 
"Sììì!" Eve, Chaz, Taylor e Jenna esultarono facendomi ridere mentre mi sdraiavo sul letto di Eden. Ero davvero contento di poter dormire di nuovo con lei stanotte. Chiamatemi femminuccia, ma mi piaceva coccolarla tra le mie braccia. Se me l'aveste detto due mesi fa, che sarei stato a casa della mia ragazza, a dirle che l'amavo, a prendermi cura di lei e coccolarla, sarei corso a casa a piangere. Ok, non mi sarei messo a piangere, ma sarei diventato pazzo pensando che forse tutto quello sarebbe potuto succedere davvero. Eden fece scivolare il dvd dentro l'apposito lettore, spense le luci e si arrampicò nel letto sdraiandosi vicino a me. Chaz e Taylor si sdraiarono sui loro materassi stringendosi in un abrraccio, lo stesso fecero Adam e Alexa. Logan ed Eve tirarono sù le coperte fino a coprirsi il mento. Sorrisi appena vidi Ryan sistemarsi sul divano, che aveva precedentemente aperto facendolo diventare un letto, e Jenna sistemarsi accanto a lui. Diedi una gomitata ad Eden facendoglielo notare, mentre la vidi sorridere.
 
"Sarebbero così carini." Mi sussurrò all'orecchio.
 
"Noi lo siamo di più." Sorrisi, alzando appena la testa per catturarle le labbra. 
 
"Andiamo, fottuti piccioncini!" Rise Logan.
 
"Almeno non quando ci siamo qui anche noi!" Lo seguii Taylor.
 
"Justin, se tocchi mia sorella co-"
 
"Calmatevi!" Gridai. "Non posso abbracciare anch'io la mia ragazza come tutti voi state facendo? Accidenti, calmatevi cazzo." Risposi arrabbiato, tornando a sdraiarmi. Eden sospirò, prendendomi il viso tra le mani, prima di baciarmi, intimandomi di smetterla. Mi calmai, per poi scusarmi con tutti quanti, facendo così partire il film. Tirai fuori il mio cellulare collegandomi su Facebook per aggiornare il mio stato.
 
'Con la ragazza più bella del mondo.'
 
Eden ridacchiò, guardandomi mentre lo scrivevo. Diede un bacio al mio mento, dal momento che era sdraiata sul mio petto. Misi via il cellulare avvolgendo le braccia attorno alla sua vita, cominciando a guardare il film insieme a lei. Dopo che tutta questa faccenda si sarà risolta in tribunale e non sarò più un sospettato, le cose saranno perfette tra di noi.
 
 
 
 
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Aprendo gli occhi venni accolto dal buio completo, qualcuno russava e qualcuno parlava nel sonno. Mi strofinai gli occhi, riconoscendo la voce di Logan.
 
"Non scoppiare la mia mongolfiera, per favore, Lady Gaga." Gemette, girandosi. Non riuscii a trattenermi, trovandomi così a soffocare una risata. Scivolai fuori dal letto, sorridendo, vedendo Ryan e Jenna abbracciati sul divano. Camminai lungo il corridoio fino a trovare il bagno. Alzai lo sguardo verso l'orologio che si trovava in bagno, realizzando che fossero le tre del mattino. Che cosa ci fa un orologio in bagno? Sospirai, usando il bagno, per poi voltarmi vedendo una ragazza bionda avvicinarsi a me. Alexa.
 
"Cazzo." Sospirai, appoggiando una mano sul cuore. "Alexandra, mi hai spaventato a morte." Dissi ritrovandomi a inspirare ed espirare. Lei sorrise, avvicinandosi, afferrandomi la maglietta, facendo così in modo che mi trovassi a baciarla. La spinsi immediatamente via da me. "Ma che cazzo?" Risposi scioccato.
 
"Siamo finalmente soli, Justin. Andiamo adesso." Sorrise, afferrandomi il viso. "Mio padre possiede quella casa in California di cui ti parlavo, possiamo scappare là." Sorrise. Arricciai il naso, togliendo la mia mano dalla sua. "Justin, che c'è che non va? Mi ami, non è vero?" Mise il broncio, avvicinandosi il più possibile a me.
 
"Io amo Eden, Alexandra." Le risposi.
 
"No, non è vero. Tu ami me. Me l'hai detto prima di fare l'amore con me!" Mi gridò contro, arrabbiandosi. Merda, stanno dormendo tutti.
 
"Alex, non avrei dovuto mentirti, mi dispiace, ma io amo Eden, io non amo te." Mi accigliai. I suoi occhi diventarono di colpo più freddi, e facendo scivolare la sua mano da dietro la schiena, rivelò ai miei occhi il coltello che stava tenendo tra le mani. I miei occhi si spalancarono, mentre di riflesso feci un passo indietro. 
 
"L'ho spinta giù dalla veranda per noi, Justin. Una volta tolta dai piedi, noi saremmo potuti stare insieme. Ma lei non è morta! Ha rovinato tutto, e adesso tu non mi ami più!" Gridò.
 
"Hai spinto Eden?" Aggrottai la fronte, rimanendo indietro.
 
"Avremmo dovuto stare insieme! L'unica ragione per cui stavo con Adam era perchè almeno ti potevo stare vicino!" Sibilò. "Avresti dovuto amare me, non quella piccola... quella piccola suora!" Ringhiò.
 
"Che sta succedendo qui?" Udii la voce assonnata di Eden, mentre si avvicinava a noi. La sua sonnolenza scomparì alla vista del coltello tra le mani di Alexandra.
 
"Ragazzi, avete davvero bisogno di un tranquillante, almeno cercate di non urlare." Mormorò Adam, raggiungendoci, assumendo lo stesso sguardo di Eden alla vista del coltello. 
 
"Tu!" Sibilò Alexandra. "Tu hai fatto in modo che non mi amasse!" Ringhiò contro Eden.
 
"Alex, non fare cose di cui ti potresti pentire." Dissi, cercando di raggiungere il coltello che teneva tra le mani, ma lei fu più veloce, lanciandosi in avanti per attaccare Eden. Eden gridò, cercando di coprirsi. Alexandra ringhiò pronta ad accoltellarla. Adam afferrò Eden dalla vita, tirandola via, appena in tempo. Vidimo così Alexandra mancare il colpo, colpendo così il muro del corridoio.
 
Adam afferrò velocemente il coltello dal muro, prima che lo facesse Alexa. Corsi verso Eden che era caduta per terra a causa del gesso. Ancora una volta Alexa strillò per la frustrazione spingendo Adam a terra. Lui sbattè la testa sull'angolo del corridoio, colpendo il suolo. Alexa corse verso me ed Eden. Mi msi subito davanti ad Eden, cercando ci coprirla con il mio corpo, ma non sentii nulla colpirmi. Alzai lo sguardo verso Alexa che ci stava fissando. Abbassò lo sguardo verso di noi, spalancando gli occhi prima di cadere a terra. Eden gridò, vedendo il coltello conficcato nella sua schiena. Adam si lamentò, massaggiandosi la testa.
 
"Che cazzo sta succedendo qui?" Gridò Ryan, correndo verso di noi. Naturalmente arrivano tutti quando ormai non ce n'è più di bisogno. Pensavo che tutto questo succedesse solo nei film. "Oh, merda." Abbassò lo sguardo verso Alexa, guardandola come se stesse per vomitare.
 
"Oh mio Dio." Taylor si mise le mani davanti alla bocca.
 
"Capisco che voi ragazzi stiate facendo un pigiama party, ma penso stiate urlando un po' trop-" Lo zio di Eden si fermò appena vide il corpo di Alexa sul pavimento.
 
"E' stata lei a spingere Eden." Dissi. "Ha cercato di ucciderla." Continuai, stringendo Eden, che ormai piangeva da qualche minuto, al mio petto. Adam si trovava contro il muro, con gli occhi rossi pieni di lacrime. Eden strisciò fuori dalle mie braccia, raggiungendo il fratello. Lo strinse in un abbraccio sussurrandogli parole di conforto.
 
"Immagino che il caso sia ormai chiuso." Mormorò Logan, guardando la ragazza morta sul pavimento.
 
 







 
 
 
 
 
Hey bitches!
Ciao belle, come state?
Devo fare velocissima in quanto mi si sta per spegnere il computer, volevo solo ringraziare tutte le persone che continuano a recensire e a mettere la storia nei preferiti.
Per il resto, lascio a voi i commenti lol.
Vi voglio bene, smileveryday.

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Capitolo 35
*** Release. ***


Justin's Point Of View




Le settimane successive passarono in fretta. Il caso giudiziario fu respinto, e le accuse verso Adam per l'assassinio di Alexandra furono ritirate, visto l'evidente motivo per cui si era ritrovato costretto ad ucciderla. Tra tutto questo casino, mi ero quasi dimenticato del ballo di fine anno che si sarebbe svolto tra un paio di settimane, il giorno prima del diploma. Avevo già in programma il fatto di invitare Eden al ballo, e avevo già la sensazione che lei avrebbe accettato. Psh, la sensazione? Ero sicuro che avrebbe accettato. Perchè lei ama me, ed io amo lei. 

"Indovina chi è?" Ridacchiai, coprendo gli occhi di Eden con le mie mani. Lei ridacchiò, riconoscendo la mia voce.

"Mh, Chris Brown? Oh, per piacere fa che sia Chris Brown!" Congiunse le mani in segno di preghiera. Tolsi le mani dal suo viso mentre lei si voltò verso di me, facendo scomparire il suo sorriso. "Oh, sei solo tu." Fece finta di accigliarsi.

"Ancora meglio." Sorrisi facendole l'occhiolino, prima di darle un bacio.

"Sapete, sono davvero stanca di essere la terza incomoda tra voi due." Disse Jenna indicandoci. 

"Allora vai a coccolare un po' Ryan." Sorrise Eden. Quando chiedevamo a Jenna cosa stava succedendo tra loro due, lei rispondeva semplicemente che uscivano assieme qualche volta. Eden e io non ci crediamo nemmeno un po'. Scopano ogni volta ch si vedono, ne siamo certi. Jenna arrossì violentemente. "Ti sei forse dimenticata che la camera mia e di Logan è proprio di fronte alla tua? Oh, dannazione. Che cosa ho sentito ieri sera? Oh, giusto. 'Mm, Ryan, più veloceee'." Fece finta di ansimare come Jenna, cosa che la fece solo diventare ancora più rossa in viso. Punto l'indice contro me ed Eden.

"Ditelo a qualcuno e siete morti." Strizzò gli occhi prima di correre via. 

"Non ci posso credere. Non si sono ancora messi insieme, e già lo fanno?" Arrossì Eden.

"Il mio ragazzo sta crescendo." Ridacchiai, ricordandomi che Ryan fino a due mesi fa era ancora vergine. Ora se la fa con la cugina della mia ragazza. La campanella di inizio lezione risuonò per il corridoio. Sospirai, dando un veloce bacio ad Eden. "Ci vediamo a pranzo." Sorrisi.

"Ci vediamo dopo, Biebs." Ridacchiò, prima di allontanarsi. Sorrisi, perdendola poco dopo dalla mia visuale. 

"Non avete ancora scopato?" Udii l'inconfondiblie voce di Chaz chiedere. Saltai spaventato, guardandomi attorno.

"Amico, che cazzo di bisogno c'era di spaventarmi a morte?" Alzai gli occhi al cielo. "E no, non abbiamo ancora 'scopato'. Ha quindici anni, e non vuole fare sesso da qui a poco." 

"Mm, questo è il problema nel fidanzarsi con ragazze più piccole. Voglio dire, non vorrà scopare con te fino ai... sedici, diciassette forse? Amico, avrai diciannove-vent'anni quando lei raggiungerà i diciassette. Non ti sembra un po'... brutto?" Si accigliò.

"Non per me." Risposi. "Inoltre, posso resistere uno o due anni senza fare sesso. Non è che agli umani sia essenziale per vivere." Mi strinsi nelle spalle.
"Oh, ma per te lo è." Sorrise Chaz, battendomi la schiena, prima di incamminarci verso l'aula. Non ha tutti i torti. Voglio dire, mi piace fare sesso, ma posso vivere anche senza... Penso. Ad ogni modo, quando Eden sarà pronta, lo sarò anch'io. Sarò molto più che pronto, probabilmente.

"Allora, hai già invitato Taylor al ballo?" Gli chiesi.

"Sì. Mi sono messo in ginocchio davanti a lei. L'ho spaventata a morte, pensava le stessi chiedendo di sposarla." Sorrisi. Non riuscii a trattenere una risata. Taylor è fatta così. 

"Quindi, cos'hai intenzione di fare con il college?" Mi chiese. "Siamo ancora d'accordo sul Patterson, giusto?" Continuò. Annuii, infilando le mani in tasca. Patterson College. Situato a Montreal. Più di sette ore di distanza da Stratford. Mi sarei trasferito lì tra alcuni mesi, ed ero davvero spaventato. Spaventato al pensiero di lasciare mia madre sola per tre anni. Spaventato al pensiero di lasciare i miei nonni, la mia famiglia. E poi c'era Eden. Cosa sarebbe accaduto a noi due? Avevo giurato a me stesso che non avrei più amato nessuno, perchè alla fine sarei finito con il cuore spezzato. E' questo quello a cui sto andando incontro? Mio nonno ha trascorso anni ha lavorare per le mie tasse universitarie. Avevo praticamente cominciato a salvare i soldi da quando io avevo tre anni.

"Sì, siamo ancora d'accordo." Annuii, entrando in classe.




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Eccoci qui. Eden ed io, nel suo letto, come la maggior parte dei pomeriggi. A fare cosa? A baciarci, coccolarci. Mi sarebbero mancate tantissimo tutte queste attenzioni quando l'avrei lasciata per il college. Era sotto di me, le sue mani aggrovgliate tra i miei capelli. Aveva finalmente rinunciato, lasciandomi così baciarle il collo. Non me lo lasciava fare sempre, dipendeva dal suo umore, cosa che trovavo assolutamente carina. Mi piace quando fa la prepotente. Tirai la maglietta sopra alla mia testa, sorprendendola.

"Ti stai godendo la visuale?" Scherzai.

"Stai zitto." Ridacchiò, continuando comunque a fissarmi. Sorrisi, abbassandomi nuovamente, baciandola. Non so ancora quale miracolo sia capitato visto che mi ha lasciato togliermi la maglietta senza protestare. Sono passati esattamente tre mesi dalla prima volta che ci siamo incontrati. Tre mesi. Wow. Il tempo è volato tra tutti i casini che ci sono stati, tra sbirri e processi. Conosco questa ragazza da tre mesi e sono completamente innamorato di lei. La cosa peggiore è che in Gennaio la dovrò lasciare per il college, a sette ore di distanza da dove si trova lei. 

"Sei bellissima." Mormorai contro il suo collo.

"Random ma dolce." Ridacchiò, lasciandosi fuggire un gemito nel momento in cui cominciai a succhiare un pezzo di pelle sotto il suo orecchio. Lasciai le miei mani vagare sul suo corpo, per poi fermarle accarezzandole la gamba. Lei me lo lasciò fare. Non mi lasciai sfuggire l'occasione e portai la mia mano sul suo ventre, alzandole la maglietta. Lei si staccò immediatamente. "Justin, non dovremmo spingerci così tanto in là." 

"Perchè no?" Le chiesi, alzandomi leggermente. "Io ti amo, tu mi ami. Facciamo l'amore." Risposi stringendomi nelle spalle.

"Non sono pronta." Disse mordendosi il labbro inferiore.

"Quando sarai pronta, Eden? Sto per esplodere qua sotto." Mormorai, mettendomi seduto. Sono sessualmente frustrato. 

"Avevi detto che ti andava bene aspettare..." Si accigliò, guardandomi confusa. 

"Non pensavo che avessi bisogno di così tanto tempo, Eden." Mi accigliai. 

"Beh, non mi sentirò pronta a breve, quindi dovrai trovare un altro modo percavartela con la tua frustrazione, Justin. Sono sicura che te e la tua mano formerete una fantastica coppia." Sbottò. Cazzo, l'ho fatta arrabbiare.

"Non volevo farti arrabbiare piccola, è solo-"

"Vai via." Mormorò, scendendo dal letto per incamminarsi verso il bagno, sbattendo la porta dietro di lei. Grugnii, uscendo dalla sua stanza. Fanculo.



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((Okay, da questo momento in poi il capitolo contiene scene di sesso. Non leggete se non vi sentite a vostro agio.))


E' passata una settimana, ed Eden non si è ancora decisa a parlarmi. Ho considerato l'idea 'della mano' di Eden... Ma non funziona con me. Ho bisogno di una ragazza. Ho bisogno di fare sesso, ne ho davvero bisogno. Tutto questo mi sta mangiando vivo! E' tutta colpa sua, continuava a farmi eccitare con tutti quei suoi baci. E poi cosa faceva? La smetteva. A volte, mi faceva eccitare, e poi se la rideva guardandomi. Sono sessualmente frustrato donna! Ho bisogno di liberarmi! Sapevo che da qualche parte, nel profondo della mia mente, che sarebbe stata una cattiva idea chiamarla. Sapevo che poi me ne sarei pentito, ma in questo momento, non me ne fregava nulla. 

"Ah, non avrei mai pensato che ti saresti presentato." Mi sorrise Rebecca. Non le risposi, la spinsi dentro, afferrandola per i fianchi premendo le mie labbra sulle sue. Rispose al bacio, facendo scivolare le sue braccia intorno al mio collo. La presi per il fondoschiena, facendola saltare in braccio a me. La portai in braccio fino alla sua stanza, che ormai conoscevo a memoria. La sdraiai sul letto. Non perdemmo tempo nello spogliarci. Misi velocemente un preservativo, pronto per entrare dentro di lei. 

"Justin, ti prego, veloce." Gemette.

"Non parlare." Grugnii, avvicinando le mie labbra alle sue, entrando velocemente in lei. Ansimò di piacere, gemendo nella mia bocca. Chiusi gli occhi, immaginando una ragazza diversa sotto di me. Era disgustoso e se avessi potuto fare il replay di questo momento nella mia vita, lo avrei fatto.

"Eden" Ansimai, entrando e spingendo sempre più velocemente dentro la ragazza che stava sotto di me. Come le avevo chiesto, lei non parlò, si limitava ad ansimare ogni volta che spingevo dentro di lei. Raggiungemmo l'orgasmo insieme, e subito mi spostai da sopra di lei, il senso di colpa esplose da subito dentro il mio stomaco. 

"Sai, mi hai chiamato 'Eden' qualcosa come un centinaio di volte." Ridacchiò. "Perfino quando sei venuto. Ero tipo, dannazione, amico." Sorrise, ovviamente fregandosene di come l'avevo chiamata. Scesi velocemente dal letto, mettendomi seduta con la testa tra le mani.

Ho finalmente ottenuto quello che volevo, ma ne è valsa la pena?











Hey bitches!
Ciao belle, come state? 
Vi chiedo scusa per l'enorme ritardo, ma ultimamente son successi un sacco di casini. 
Non lo dico per giustificarmi o cose del genere, ma è davvero un brutto periodo.
Cooomunque, spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo. Sì ok, non è lunghissimo ma è WOW. Voglio dire, sta succedendo di tutto e di più. Vorrei troppo vedere le vostre reazioni in questo momento, lol.
Volevo anche informarmi che con i prossimi due capitoli la storia si concluderà. L'autrice della storia ha fatto anche un sequel, ma a dire la verità non so se me la sento di cominciare a tradurre anche quello. Più avanti vi informerò, ma non vi assicuro niente.
Ps: Mi scuso per eventuali errori ma non ho avuto il tempo di rileggere.
Ora scappo, per qualunque cosa sapete dove cercarmi.
Vi voglio bene, smileveryday.

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Capitolo 36
*** Lying. ***


Justin's Point Of View




Attraversai l'atrio della East Stratford con le mani in tasca e la testa bassa. Ho fatto giurare a Rebecca di non dire una parola riguardo quello che era successo tra di noi. A lei non importava che avessi tradito Eden, l'unico motivo per cui era felice era perchè ero tornato a scopare con lei dopo un sacco di tempo. Intravidi l'irriconoscibile folta chioma rossa di Eden apparire da dietro il suo armadietto, stava parlando con qualcuno che all'inizio avevo riconosciuto come Jenna, ma dovetti subito ricredermi  sapendo che Jenna non era così alta, e non era solita indossare i tacchi. 

"Charlotte?" Mi rivolsi a lei con qualcosa che dovevo sembrare un sorriso, mentre con il mio braccio destro avvolsi la vita di Eden. Eden alzò lo sguardo sorridendomi, Charlotte rimase invece ferma. 

"Justin, è da un bel po' che non ci si sente." Charlotte si rivolse a me assottigliando gli occhi. Cazzo. Lei sa tutto. Come faccio a sapere che sa quello che ho fatto? Semplice, Charlotte e Rebecca si dicono tutto. Altrimenti per quale altro fottuto motivo da un giorno all'altro si dovrebbe presentare davanti a me? 

"Già." Annuì, avvolgendo anche l'altro braccio intorno alla vita di Eden. La campanella suonò indicando l'inizio delle lezioni. Eden sbuffò.

"Ho i corsi avanzati di chimica. E' stato un piacere parlare con te, Charlotte." Sorrise Eden. Da quando sono diventate amiche? L'ultima volta che avevo sentito Charlotte parlare di Eden, non diceva niente di buono.

"Lo stesso per me, dovremmo vederci ancora qualche volta!" La salutò, mentre Eden mi diede un bacio sulla guancia, prima di dirigersi a lezione. "Tu, pezzo di merda." Sbottò, assicurandosi che Eden fosse abbastanza lontana da non sentirci. "Onestamente, cosa c'è di sbagliato in te?" Sbottò ancora.

"Non so di che cosa stai parlando." Alzai gli occhi al cielo, prendendo lo zaino da terra, dirigendomi a lezione.

"Justin, sai di che cosa sto parlando, non fare lo stupido! Rebecca mi ha detto di quello che avete fatto insieme." Sbottò. Mi voltai immediatamente, non più preoccupandomi di arrivare tardi a lezione. 

"E a te cosa interessa? Oh, sei arrabbiata perchè non sono venuto da te? Lei era più vicina." Feci spallucce.

"Perchè ti comporti come se non fossi in colpa? Hai tradito quella povera ragazza!" Sbottò. "Hai rovinato tutto, e questo perchè? Per la tua fottuta 'dipendenza dal sesso'!" Continuò.

"Il senso di colpa mi sta mangiando vivo, Charlotte, tu non sai niente. E perchè tutto d'un tratto ti preoccupi per Eden? Da quando in qua è diventata una 'povera ragazza'?" Sbottai.

"Justin, sono tua amica, e m'importa di te, che tu ci creda o no. Non m'importava di lei all'inizio, perchè come tutti pensavamo, era solo una ragazzina. Ma tu ti sei innamorato di lei, e per questo ha cominciato a piacermi. E' stata l'unica ragazza che è riuscita a renderti più fragile, e da quando hai cominciato a frequentarla hai anche smesso di andare a letto con le altre. Pensavo fosse riuscita a toglierti questa cattiva abitudine, ma immagino che non sia stato così." Si mise le mani sui fianchi. "Eri riuscito a convincere tutti noi che fossi cambiato e che l'amassi sul serio." Mi guardò male.

"Infatti la amo." Risposi immediatamente. 

"Allora perchè sei andato a letto con Rebecca?" Mi chiese.

"Tu non sei meglio di me, Charlotte. Sei andata a letto con chiunque abbia un pisello." Contrattaccai, cercando di difendermi. 

"Beh, ma io non sono innamorata di nessuno, o no? Io non sto tradendo nessuno." Rispose facendo un passo verso di me.

"Non lo dirai ad Eden, vero?" Mormorai.

"Non hai intenzione di dirglielo?" Sbottò.

"Non posso permettermi di perderla, Charlotte. Se scopre quello che ho fatto, romperà con me. Non si fiderà mai più di me, e non posso permettere che questo accada." Sospirai.

"Quindi hai intenzione di proseguire normalmente la tua vita, sapendo che sei andato a letto con un'altra ragazza, quando in teoria dovresti essere innamorato di Eden?" Mi chiese.

"La amo troppo, Charlotte." Sospirai.

"Se davvero l'amassi, glielo diresti. Fidati, farà molto più male ad Eden sentire quello che le hai fatto da qualcun altro." Incrociò le braccia al petto.

"Ma lei non starà male, perchè non lo  verrà a scoprire." Assottigliai gli occhi.

"Oh, non preoccuparti, non glielo dirò. Perchè è compito tuo farlo." Rispose, guardandomi dall'alto al basso. "Hai davvero fottuto tutto quanto questa volta, Justin." Scosse la testa allontanandosi. Aveva ragione. Aveva fottutamente ragione. Ma non posso dirlo ad Eden. Non riuscirei a guardarla in faccia dicendole quello che ho fatto. Farei a pugni fino a star male, piuttosto di vederla soffrire per me. Mi lasciai scappare un grido prima di prendere a pugni l'armadietto, dirigendomi poi a lezione.




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Eden's Point Of View




"Allora, come vanno le cose?" Mi sorrise Jenna, mentre prendemmo posto al tavolo della mensa.

"Va tutto... bene, stranamente. Sto lentamente tornando alla normalità. Va molto meglio del solito, sono diventata amica di questa ragazza, Charlotte? E' davvero carina. Non le stavo molto simpatica, ma poi è venuta a scusarsi con me per tutte le cattiverie che mi diceva alle spalle, e adesso siamo buone amiche." Sorrisi. "Adam sta lentamente cercando di affrontate tutto quello che è successo. Sta facendo del suo meglio per dimenticare Alexa. Ma sta abbastanza bene." Annuii. "Eve sta cercando un lavoro a tempo pieno in modo da riuscire a trasferirsi e prendersi una casa tutta sua. Tra Justin e me va splendidamente." Sorrisi sussurrando il suo nome. "Ho solo bisogno di... riappacificarmi con Maggie." Sospirai. 

"Vuoi davvero tornare ad essere sua amica?" Jenna aggrottò la fronte.

"Amica di chi?" Chiese Justin, intromettendosi nella conversazione, baciandomi appena terminata la sua domanda. 

"Vuole 'riappacificarsi' con Maggie." Jenna alzò gli occhi al cielo. "E' solo una stronza. Ha addirittura cercato di farti rompere con Justin, questo non è quello che fa un buon  amico." 

"Voleva solo che passassi più tempo con lei." Mi strinsi nelle spalle. "Non avrebbe dovuto comportarsi in quel modo, ma non so, non voglio avere nessun nemico in questo momento. E adesso che sono diventata amica di Charlotte, potrei diventare amica di Rebecca? Potrebbe risultarsi simpatica." Sorrisi.

"NO." Si accigliò Justin, scuotendo la testa nervosamente. "No, non con Rebecca, lei è davvero.. no, non è per niente simpatica." Rispose.

"Perchè no?" Ridacchiai.

"Non voglio." Fece spallucce. Notai Maggie fissarmi dal suo tavolo.

"Penso che andrò a sedermi con Maggie per un momento. Voglio parlarle." Dissi, alzandomi dal tavolo.

"Non metterci tanto, mi mancheresti." Mi fece l'occhiolino Justin.

"Aww!" Sorrise Jenna.

"Stai zitta." Arrossì Justin. Risi incamminandomi verso il tavolo di Maggie. 

"Hey, posso sedermi?" Sorrisi. Lei annuì. "Volevo solo parlare un po' con t-"

"Justin ti sta tradendo." Sussurrò. Aggrottai la fronte. Ho sentito bene?

"Fai sul serio? Ero venuta qui per cercare di buttarci alle spalle tutto quello che era successo, volevo perdonarti, Maggie." Sospirai.

"Non ti sto mentendo, te lo giuro. So che ti sta tradendo, per un motivo." Disse. "L'ho sentito parlar-" Mi alzai in piedi, interrompendola. "Giuro su Dio che non sto mentendo, Eden." Sospirò.

"Questo è quello che hai detto quando mi hai giurato di non essere stata tu a scattare la foto, huh?" Assottigliai gli occhi, incrociando le braccia al petto.

"I-io.." Balbettò lei, non sapendo cosa dire.

"Non è per niente carino, Maggie. Pensavo che ormai ti fossi abituata all'idea di me e Justin, ma ovviamente non è così, quindi è meglio che me ne vada." Alzai gli occhi al cielo, ritornando al tavolo, dove nel frattempo si era aggiunto Logan.

"Sei stata veloce." Ridacchiò Jenna.

"Si è inventata una nuova bugia." Mormorai.

"Quale?" Mi sorrise Justin.

"Che tu mi stai tradendo." Alzai gli occhi al cielo. Il sorriso di Justin scomparve immediatamente. Non rise, e non disse niente per cercare di difendersi. "Stava mentendo, non è vero?" Gli chiesi, sentendo il mio stomaco chiudersi.

Stava mentendo, non è così?













Hey bitches!
Ciao belle, come state?
Devo fare velocissima visto che sto aggiornando dal fisso.
Volevo solo ringraziarvi per le diciotto recensioni allo scorso capitolo, mi hanno fatto un sacco piacere, soprattutto per le parole che mi avete scritto. Ho anche notato che erano sorprendentemente lunghe, lol, quindi mi avete resa felice il doppio.
Per quanto riguarda il sequel della storia ci sto ancora pensando su, per ora è un cinquanta e cinquanta.
Siccome non riesco a rispondere alle recensioni, e visto che ho notato che alcune ragazze mi chiedevano il link della storia originale, vi chiedo di scrivermi in messaggio privato in modo da potervelo inviare. 
Penso di aver detto tutto, ora scappo.
Vi voglio bene, smileveryday.

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Capitolo 37
*** The end. ***


No Pov/ Punto di vista di nessuno




Il sorriso sul viso di Eden scomparì lentamente vedendo Justin non rispondere. Jenna spalancò gli occhi mentre Logan divenne rosso in viso dalla rabbia.
 
"Perchè siete tutti quanti zitti?" Si mise a ridere Chaz, avvicinandosi al tavolo insieme a Taylor, Ryan e Charlotte.

"L'hai tradita, fottuto bastardo!" Gridò Logan arrabbiato, catturando l'attenzione di qualche ragazzo che passava per la mensa. 

"Logan." Sibilò Jenna, mettendogli una mano sulla spalla costringendolo a sedersi.

"E'-E' successo solo una volta, lo giuro." Balbettò Justin. "Non ha significato niente, Eden, te lo giuro." Si alzò avvicinandosi a lei. Eden rimase in silenzio. Le aveva confermato di averla tradita, e adesso lei non sapeva cosa fare. Tutti gli sguardi dei ragazzi in mensa erano puntati su di loro. 

"Con chi è stato?" Eden abbassò lo sguardo, chiedendosi perchè non gli avesse ancora lanciato qualcosa addosso. Era così arrabbiata in quel momento che avrebbe anche potuto uccidere la ragazza con cui era andato a letto. Era completamente sconvolta e l'unica cosa che voleva fare era andare a casa e piangere fino allo sfinimento, ma in quel momento, si sentiva completamente insensibile. Non avrebbe mai pensato che potesse farle una cosa del genere. Anche lui pensava lo stesso fino a poco tempo fa. 

"Rebecca Pane." Mormorò Justin. "Ti amo, Eden. E' stato un enorme errore, non accadrà mai più. Ti amo, ti amo così tanto." Justin riprese finalmente a parlare, fregandosene di tutti gli sguardi puntati verso di lui.

"Ti amo anch'io." Eden rispose instintivamente. Era così abitutata a dirlo. "Ma è meglio farla finita." Sussurrò, con gli occhi pieni di lacrime. Si allontanò dal tavolo, fermandosi appena sentì Justin chiamarla improvvisamente. Si voltò, realizzando solo ora quante persone gli stavano guardando.

"Non farlo, Eden. Mi dispiace." Lo sguardo che Justin le stava rivolegendo le spezzava il cuore. Era distrutto. Perso. Come un cucciolo di cane che non riesce a ritrovare la strada di casa. Eden aveva così tanto voglia di correre verso di lui, abbracciarlo e dirgli che sarebbe andato tutto bene.

"Anche a me." Mormorò Eden prima di uscire dalla mensa, sbattendo la porta, facendo così un gran rumore.

"Va bene, tornata a fare le cazzate che stavate facendo prima, lo spettacolo è finito!" Gridò Chaz, voltandosi verso l'ammasso di gente che aveva già cominciato a spettegolare sulla ex-coppia. Dopo pochi minuti tornarono tutti a farsi gli affari loro, dimenticandosi, per il momento, di quello che era successo pochi minuti prima.

"Che cos'è successo?" Chiese Taylor, sedendosi vicino a Jenna.

"Quel coglione ha tradito Eden con una puttana di nome Rebecca." Mormorò Logan alzandosi in piedi. Justin era ancora in piedi, lo sguardo fisso verso la porta dove la sua ragazza era appena uscita. Non rispose alla provocazione di Logan, perchè quello che aveva detto era vero. Lui era un fottuto coglione, e Rebecca una puttana.

"Dovrei andare a parlarle." Sospirò Jenna, alzandosi in piedi.

"No, non avrà voglia di parlare con nessuno per il momento." Le rispose Logan. Conosceva la sua migliore amica come il palmo della sua mano.

"Non stanno più insieme quindi?" Chaz sussurrò a Ryan, che si limitò a fare spallucce.

"Siamo qui per te, fratello." Mormorò Ryan, avvicinandosi a Justin. "Tornerà da te." Lo rassicurò poi. Ma persino Ryan non riusciva a credere alle sue stesse parole. Ecco perchè Justin era così preoccupato.




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Justin's Point Of View



"Allora, a che ora passi a prendere Eden?" Mi sorrise mamma, in piedi dietro di me, mentre cercavo di sistemarmi la cravatta davanti allo specchio. Trasalii sentendo il suo nome. "Justin?" SI accigliò mamma.

"Non verrà al ballo con me, ma. Abbiamo rotto." Le risposi, ancora alle prese con la mia cravatta.

"Perchè? Cos'è successo?" Aggrottò la fronte, voltandosi per annodarmela al posto mio. Guardai fuori dalla finestra, vedendo la sua vecchia stanza. Dove tutto ebbe inizio.

"Sono stato uno stupido, mamma." Mormorai, voltandomi verso mia madre con gli occhi pieni di lacrime. Sì, io, Justin Bieber, a piangere per una ragazza. Mia madre si accigliò, stringendomi in un abbraccio. "Ho dato tutto per scontato, e così facendo l'ho persa." Le dissi. Questo è qualcosa che non avrei mai immaginato. Trovarmi a piangere insieme a mia madre per una ragazza. Ma non m'importa. In questo momento, lei è l'unica persona che ho in mente.




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Mi sedetti sulla veranda, con il cellulare tra le mani, scorrendo tra i vari post di facebook. Tutti stavano postando foto o aggiornando stati riguardo il ballo. Cose del tipo: 'Oh quanto è stato divertente.' Grugnii, già iniziando a infastidirmi. Aprii una nuova finestra per scrivere uno stato. 

"Immagino che il ballo sia divertente solo quando sei con la persona che ami."

Spero che lo veda. Voglio che sappia che la amo. Voglio che torni da me. Può sembrare stupido, ma non riesco a stare solo. Non voglio più nemmeno guardare le altre ragazze. Non posso. Perchè tutto quello che vedo è il suo viso. Cazzo, l'amavo davvero.

"Justin?" Udii la sua voce. Alzai lo sguardo, per assicurarmi che non mi stessi immaginando tutto quanto. Eccola lì. Eden Mary Perry, la ragazza di cui mi sono innamorato perdutamente. "Che ci fai qui fuori?" Sembrava nervosa.

"Io, um, sono appena tornato dal ballo." Le risposi. "Che cosa, um, ci fai nella tua vecchia casa?" Le chiesi.

"Mi sto per trasferire con Eve." Rispose. "Ha trovato un lavoro a tempo pieno, e può trasferirsi senza il permesso dei nostri genitori, quindi avevo bisogno di recuperare alcune cose che avevo lasciato qui." Rispose. Sono passate due settimane dall'ultima volta che ci siamo parlati, e mi mancava così tanto la sua voce. "Come va?" Mi chiese, mordendosi il labbro.

"Male, non sono niente senza di te." Le risposi sinceramente.

"Non dire questo, Justin." Sospirò, scuotendo la testa.

"Dirti cosa? La verità?" 

"Esatto. Perchè  non continui a mentirmi? Sai, sei bravo in questo. Beh, in quello e nel farmi soffrire." Strinse gli occhi.

"Non volevo ferirti, Eden, sai che non avrei mai fatto una cosa del genere intenzionalmente." 

"Pensavo fossi cambiato davvero, Justin. Mi hai anche detto che mi amavi. Sembravi così preoccupato quando ero all'ospedale. Mi hai trattato come una principessa." Mi fissò. "Ma poi hai rovinato tutto. E per cosa? Per una buona scopata?" Mi chiese. Non l'avevo mai sentita parlare così prima d'ora. "Ho parlato con Maggie, comunque. Ha sentito l'intera conversazione fra te e Charlotte. Non avevi nemmeno intenzione di dirmelo?" Mi chiese.

"Stavo solo, ero... Non potevo. Non volevo perderti, Eden." Sospirai.

"E adesso? Adesso mi hai invece?" Mi chiese. "Hai rovinato la nostra intera relazione per una stupida scopata di un paio d'ore." Alzò gli occhi al cielo. "E' bello sapere che sono stata davvero così importante per te, Justin. Davvero." Mi fissò.

"Mi dispiace, Eden! Cos'altro vuoi che faccia?" Gridai.

"Ti dico subito quello che voglio che tu faccia. Voglio che tu la smetta di mentire. Non dire mai più ad una ragazza che la ami, almeno che tu non lo pensi davvero." Rispose.

"Pensi che non lo pensassi davvero quando dicevo che ti amavo? Non mi sono mai sentito in questo modo per una ragazza prima d'ora, Eden. Ti amavo, e ti amo ancora. Mi ami anche tu, e non provare a dire che non è vero, Eden." Dissi.

"Devo andare avanti con la mia vita." Alzò gli occhi al cielo.

"Perchè lo stai facendo? Tu ami me, io amo te. Ho fatto uno stupido errore, ma non capiterà mai più, Eden! Te lo giuro!" Gridai. I suoi occhi si riempirono di lacrime.

"Hai ragione, non capiterà mai più, perchè non riponerò mai più la mia fiducia in te come ho fatto una volta, Justin." Sibilò. "Non penso di essermi mai fidata di nessuno tanto quanto mi sono fidata di te. Ma tu cosa ne hai fatto della mia fiducia, Justin? L'hai buttata fuori da una fottuta finestra quando hai deciso di scoparti Rebecca. Quindi, spero tu sia felice." Fece un passo indietro mettendo le mani sulle maniglie delle porte della veranda. "Non mi fido più di te, non ti amerò più, e spero tu possa passare un bel periodo quando sarai al college, a scopare con un sacco di ragazze di cui nemmeno sai il nome." Disse.

"Quindi, questa cos'è?" Chiesi.

"Questa è la fine, Justin." Rispose, facendo un passo indietro per poi chiudersi le porte alle spalle. Spense la luce prima di uscire dalla sua stanza. Aveva ragione. E' finita. Questa è la fine.


















Hey bitches!
Ciao belle, come state?
"Questa è la fine."
Io in realtà non so davvero cosa dire, non so cosa bisogna fare in questi casi, lol.
Voglio ringraziare tutte quante, dalla prima all'ultima. Voglio ringraziare chi ha recensito questa storia, chi l'ha messa nei preferiti, nelle seguite, nelle ricordate, o chi si è semplicemente 'limitato' a leggerla.
Il primo capitolo di 'Boys like you' l'ho pubblicato nei primi giorni di Gennaio, è passato un sacco di tempo se ci pensate. 
Ho deciso di pubblicare anche il sequel della storia, semplicemente perchè mi sembra la cosa giusta da fare.
Quindi spero mi vogliate seguire anche là, perchè ci sono ancora tante cose da scoprire.
Quando avrò pubblicato il primo capitolo del sequel vi avviserò qui, quindi dateci un occhio ogni tanto.
Ora scappo, vi voglio tanto tanto bene.
Smileveryday.

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Capitolo 38
*** Miracle In A Costume. ***


Ciao belle!
Volevo solo informarvi che è ora online il sequel di Boys Like You.
Mi scuso tantissimo per l'attesa, ma è stato davvero un periodaccio.
Spero con tutto il cuore che siate ancora in tante a seguire la storia, perchè vi assicuro che tante cose devono ancora succedere.
Ad ogni modo vi lascio qui:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2359862&i=1  il link che vi porterà direttamente alla storia.
Smileveryday.

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