Natale a casa Malfoy

di slyfox18
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordi e alberi di natale... ***
Capitolo 2: *** "Natale con i tuoi..." ***



Capitolo 1
*** Ricordi e alberi di natale... ***


Ciao a tutti! :)
Prima di lasciarvi alla lettura, vi avviso che questa one-shot è ambientata dopo la long "H.A.A.H. - Le fleur de Lis". Non è strettamente necessario aver letto la fanfiction per capirne i fatti, perchè non si tratta di un sequel vero e proprio, vi avviso però che in questa storia Draco Malfoy è sposato con Hanalis Holmes, un personaggio di mia invenzione, protagonista della fanfiction sopracitata! 
Vi lascio alla lettura! :)


NATALE A CASA MALFOY

Capitolo uno
Ricordi e alberi di natale…
 (inizio dicembre)
 
“Trees and Bushes” era arrivato in città!
Nella piccola piazza di paese, erano apparsi almeno un centinaio di abeti. Grandi e piccoli, veri e finti, di un classico verde bosco o dipinti di bianco, già addobbati o spogli, gli abeti stavano tutti in piedi a far bella mostra di sé.
John Jacob Jonson, proprietario di “Trees and Bushes”, era un omone alto e corpulento, con una bella pancia pienotta e una lunga barba bianca e arruffata. Indossava sempre pantaloni scuri di velluto, stivaloni da giardiniere, maglioni pesanti, dalle più assurde fantasie e un cappello con paraorecchie, come quello dei cacciatori.
Chiunque avrebbe potuto definirlo un signore un po’ eccentrico, un tipo molto particolare, un nonnetto bizzarro, ma nessuno avrebbe mai immaginato che si trattasse di un mago.
Da decenni, J.J., vendeva i suoi abeti sia ai maghi che ai babbani di tutto il Wiltshire, ed erano centinaia le famiglie che si rivolgevano a lui per cambiare il loro vecchio albero di natale.
 
Tutta Winterslow era in fermento quella mattina di inizio dicembre e il signor Jonson aveva il suo bel da fare per accontentare tutti i clienti.
C’erano mamme che cercavano di convincere i figli, che un abete di due metri, non sarebbe mai potuto passare per la porta del salotto. C’erano papà carichi di sacchetti pieni di addobbi colorati, scelti dai figli e mariti che sbuffavano nella speranza che la moglie scegliesse in fretta.
 
«Ricordami perché siamo qui…»
«Ancora?!»
«Io non ci volevo venire in mezzo a tutti questi babbani…»
«Da “Trees and Bushes” hanno gli abeti migliori di tutta la contea, penso che tu possa sopportare qualche babbano!»
«Qualche?! Saranno centinaia!»
«Sei il solito esagerato…»
«Non potevamo mandare qualcun altro?»
«E chi? Sentiamo!»
«Abbiamo due elfi per queste cose…»
«Certo! È un’idea geniale, mandiamo due elfi domestici in mezzo ai babbani, in una città di babbani…come ho fatto a non pensarci io?!»
«Ma perché proprio qui? Con tutti i negozi che ci sono a Diagon Alley!»
«Ti ripeto che qui ci sono i migliori alberi di natale di tutta la contea, forse di tutto il Regno Unito! E poi ci venivo sempre con i miei genitori….è una tradizione e le tradizioni si rispettano sempre!»
 
Protagonista di questa simpatica conversazione, a tratti incomprensibile per un non mago, era una giovane coppia.
Alto e biondo lui, avvolto in un elegante cappotto di lana nera con il bavero alzato e una sciarpa grigia ben stretta attorno al collo. Piccola e con lunghi capelli neri lei, avvolta in un cappottino verde, con un cappellino di lana color panna in testa e visibilmente incinta.
I due camminavano vicini. Tra l’annoiato e l’infastidito lui, euforica e quasi saltellando lei.
Perlustrarono l’intera piazza, alla ricerca di quello che la ragazza definiva “l’albero con la A maiuscola”, ma niente sembrava soddisfarla.
 
«Non è una scelta facile, vero?»
Quel ragazzo dai capelli biondi aveva un’aria famigliare per il vecchio J.J., ma ogni anno vedeva così tante persone….
Il ragazzo si voltò, con espressione un po’ scocciata.
«Mi creda, signore, fosse per me un abete varrebbe l’altro…ma mia moglie sembra convinta del contrario…» borbottò il giovane in risposta.
«Moglie?» chiese stupito J.J..
Il giovane annuì e un attimo dopo, una ragazza con un bel pancione si avvicinò sbuffando.
«Uffa, speravo di trovare un abete come quello di quando era bambina, ma niente…»
«Ma guarda un po’ chi abbiamo qui?! La piccola Holmes!» esclamò il signor Jonson con un gran sorriso.
 
Nonostante mancasse poco più di un mese alla data prevista per il parto, e il pancione fosse diventato piuttosto ingombrante, Hanalis Holmes non aveva voluto sentire ragioni.
Era tradizione, nella sua famiglia, comprare l’albero di natale da “Trees and Bushes”, per questo quella mattina aveva trascinato il marito, Draco Malfoy, fino a Winterslow.
Il ragazzo si era opposto in tutte le maniere, ma non era servito a nulla. Gli anni precedenti, tra il matrimonio e il trasloco, Lis non aveva potuto avere l’albero di natale che desiderava, ma era più che mai intenzionata ad averlo quell’anno, e non sarebbe stato un pancione a fermarla.
 
«J.J.! Credevo fossero i suoi figli a gestire l’attività, non mi aspettavo di trovarla qui…» esclamò Hanalis.
«Bah, quegli sfaticati! Sono solo capaci di ricordarmi quanto sono vecchio, ma devono solo provarci a separarmi dai miei abeti!» sbottò l’uomo, facendo sorridere Lis.
«Ma quale vecchio, J.J., lei è sempre in gran forma!» disse la giovane, divertita.
«Grazie, mia cara, ma vedo che anche tu hai delle belle novità…» rispose l’uomo ammiccando verso il pancione e verso Draco.
Hanalis rise.
«Le presento mio marito, Draco Malfoy…»
«Malfoy? Sei il figlio di Lucius e Narcissa?» chiese J.J., interrompendo Hanalis, mentre stringeva la mano a Draco.
«Conosce i miei genitori?» chiese Draco, perplesso. Non ricordava che i suoi genitori gli avessero mai parlato di quell’uomo e dei suoi abeti. Non ricordava nemmeno di essere mai andato a comprarlo un abete.
«Ma certo ragazzo! Chiunque possegga un albero di natale, nel Wiltshire, l’ha preso sicuramente qui! Tua madre quella volta è andata a colpo sicuro, me lo ricordo bene, era un bel abete, uno dei più grandi quell’anno» spiegò l’uomo, con enfasi.
«J.J. ricorda tutti gli alberi che ha venduto» bisbigliò Hanalis all’orecchio del marito.
Draco strabuzzò gli occhi: si trovava davanti ad un Olivander degli alberi di natale!
«Non fare quella faccia, ragazzo! Ricordo ogni abete magico che ho venduto. Quegli alberelli che prendono i babbani, non mi interessano, ma un abete magico è tutta un’altra storia…»
Draco alzò gli occhi al cielo, quel vecchietto panciuto era anche peggio di Olivander.
Hanalis soffocò una risata, nel vedere la faccia del marito.
«Ricordo benissimo anche il vostro albero, signorina Holmes! C’eri anche tu quella volta, quante risate!» continuò l’uomo, divertito.
Hanalis sorrise, era piccola, ma ricordava bene quel giorno…
 
Ogni tanto, ripenso a quel giorno e non posso fare a meno di ridere.
Avevo cinque anni e, strega o no, ero più che convinta che Babbo Natale esistesse. Ero certa che sarebbe sceso dal camino, che di solito mio padre usava per recarsi al Ministero, e che avrebbe riempito il salotto con tantii regali.
La mamma mi leggeva un sacco di storie sul natale. Erano libri pieni di figure e disegni colorati. E c’era una cosa che non mancava mai in quei racconti: un albero decorato sotto il quale radunare i pacchetti.
A casa, però, non avevamo mai avuto un vero albero di natale, di quelli alti fino al soffitto, pieno di lucine colorate e palline brillantinate. Ogni stanza aveva delle decorazioni natalizie. C’erano persino le lucine sulla staccionata del portico e lungo il corrimano delle scale esterne, ma non c’era un albero. Certo, ce n’era uno molto piccolo e carino sopra il mio comodino, ma non era la stessa cosa.
Ricordo che stressai i miei genitori per giorni.
Alla fine, forse rendendosi conto che non avevo poi tutti i torti, una mattina di dicembre, proprio come questa, mia mamma entrò in camera mia e annunciò che saremmo andati a fare una gita a Winterslow.
Non capivo tutto quell’entusiasmo, ma mi abbottonai il cappottino rosso senza discutere e mi avvolsi per bene la sciarpa al collo.
Quando arrivammo a Winterslow, nella stessa piazza di oggi, tutto mi fu chiaro.
«Compriamo un albero di natale! Compriamo un albero di natale!»
Saltellai attorno ai miei genitori, canticchiando quella canzoncina improvvisata, attirando l’attenzione dei passanti.
«Adesso calmati, tesoro» mi disse mia madre sorridendo, mentre mio padre mi prendeva in braccio.
Attraversammo tutta la piazza, in lungo e in largo, ma a mia madre sembrava non piacere nessuno di quegli alberi.
A me, invece, piacevano tutti!
Ad ogni passo ne indicavo uno diverso a mio padre, che sorrideva e mi dava il suo parere.
«Non credo che un abete di due metri possa passare per la porta del salotto, piccola»
«Quello più che un albero sembra un cespuglio ingrassato»
«Quello è così piccolo che quasi non l’avevo visto»
«No, assolutamente no! Un albero bianco non entrerà mai in casa mia»
I commenti di mio padre erano sempre molto divertenti, ma bisognava ammettere che aveva ragione. Ragionandoci adesso, dopo quasi vent’anni, nessuno di quegli abeti avrebbe fatto bella figura a Casa Holmes.
Dopo mezz’ora passata a zigzagare tra la gente, mio padre mi mise a terra e io presi a trotterellare accanto a lui, tenendogli la mano. Mia madre camminava qualche passo avanti e osservava scrupolosamente ogni abete.
Ad un certo punto, ricordo che vidi passare accanto a me, camminando di gran carriera, un omone alto e corpulento, con una pancia che a me sembrò enorme. Indossava un paio di pantaloni di velluto marrone, degli stivaloni neri e un maglione verde scuro con una fantasia a pinetti bianchi. Quello che più mi colpì, però, fu la sua barba: era lunga, folta e bianca come la neve che era caduta fino alla sera prima.
Lasciai la mano di mio padre e mi fermai in mezzo al vialetto, seguendolo con lo sguardo, completamente incantata.
Quando lo persi di vista, tornai di corsa da mio padre.
«Papà! Papà! Ho visto Babbo Natale!» esclamai, tirando la manica della sua giacca.
«Non credo che Babbo Natale esca dalla sua casa prima della notte della vigilia, piccola» mi rispose lui, sorridendo.
«Ma io l’ho visto! Era alto e aveva la pancia e la barba lunga e bianca! Era Babbo Natale, papà, ne sono sicura!» esclamai di nuovo, più che convinta di quello che avevo visto.
«Dov’era?» mi chiese semplicemente mio padre.
«Era proprio qui! Mi è passato vicino e poi è corso di là!» dissi.
Mostrai a mio padre la direzione in cui avevo visto correre l’uomo, sicura che l’avrebbe visto anche lui e che mi avrebbe dato ragione, ma dell’uomo non c’era traccia.
«Non c’è nessuno, piccola, vedrai che ti sarai confusa…» mi disse dolcemente, prendendomi la mano.
Raggiungemmo mia madre e girammo la piazza per la seconda volta.
Eravamo fermi davanti ad un abete alto poco più di me, finto e con un filo di lucine blu ad illuminarlo.
Non mi piaceva per niente e sperai che i miei non decidessero di prendere quello.
«Posso esservi utile, signori?»
Quel vocione allegro mi fece voltare e rimasi a bocca aperta.
Era lui! Era l’uomo che avevo visto poco prima! Era Babbo Natale!
Mentre mia madre parlava con quel signore, io tirai nuovamente la manica della giacca di mio padre e cercai di fargli capire, a gesti, che quello era l’uomo che avevo visto prima. Mio padre, ovviamente, non capì nulla e mi disse semplicemente che gli avrei spiegato dopo.
Sbuffai. Possibile che i miei genitori non si accorgessero della somiglianza?!
Mi feci coraggio. Mi avvicinai e  gli tirai il maglione un paio di volte.
«Dimmi piccolina» mi disse con un sorriso.
«Ma tu sei Babbo Natale?»
L’uomo scoppiò a ridere e mi scompigliò i capelli.
«Mi dispiace, piccolina, ma io mi chiamo J.J., non Babbo Natale» rispose sorridendo, divertito.
«Allora sei suo fratello!» esclamai convinta.
Insomma, si somigliavano così tanto che era impossibile che non fossero parenti!
«No, mia cara, mi dispiace, ma non conosco Babbo Natale…»
«Ma sei proprio sicuro?» chiesi, sospettosa.
«Hanalis, tesoro, smettila di disturbare il signore» mi rimproverò mia madre, anche se si vedeva che cercava a fatica di restare seria.
«Lasci stare signora, un sacco di bambini mi scambiano per Babbo Natale, non mi da nessun fastidio» disse J.J.  a mia madre.
«Mi scusi…» borbottai imbronciandomi, ricordando solo in quel momento le buone maniere e cominciando a dargli del lei.
«Non essere triste, mia cara, una bambina bella come te dovrebbe sorridere sempre – mi disse, appoggiandomi una mano sulla testa – Ce l’ho io una cosa che potrebbe farti tornare il sorriso» concluse, facendomi l’occhiolino.
«Siete maghi, vero?» chiese all’improvviso a mia madre, che annuì.
«Ne ero certo! Ho quello che fa per voi! Seguitemi!» esclamò con entusiasmo, incamminandosi verso il lato opposto della piazza.
Di lì a poco mi trovai davanti all’abete più bello che avessi mai visto.
Il primo aggettivo che mi venne in mente, fu cicciotto.
Era un albero vero, piantato in un bel vaso di terracotta decorato con un fiocco rosso. Era alto come mia madre ed era  folto, molto folto.
«È lui!» esclamarono contemporaneamente i miei genitori e anche io annuii convinta.
«Si tratta di un abete magico…. Questo è uno degli esemplari migliori di questo inverno. – spiegò J.J. – Qui sotto Babbo Natale potrà mettere un bel po’ di regali!» mi disse, facendomi l’occhiolino.
 
Hanalis sorrise, ripensando a quel giorno.
«Ero davvero convinta che tu fossi Babbo Natale, J.J.!» disse la ragazza, facendo ridere l’uomo.
Anche Draco sorrise, ricordava quel fatto. Soprattutto perché Hanalis l’aveva assillato per mesi con quella storia di Babbo Natale.
«Immagino che siate qui a cercare il vostro primo albero di natale» disse il signor Jonson, lisciandosi la barba pensieroso.
Draco annuì, con la speranza che quella fosse la volta buona.
«Credo proprio di avere quello che fa per voi, miei cari ragazzi! – esclamò l’uomo – È stata un’annata particolare per gli abeti magici.  Mi è rimasto un esemplare che credo sarebbe perfetto per voi! Venite, venite, è da questa parte!»
 
Un sorriso raggiante si aprì sul volto di Hanalis, mente batteva felice le mani, proprio come una bambina.
Draco la guardò saltellare sul posto, con quei suoi stivaletti imbottiti e il pancione che la sbilanciava avanti e indietro, e non potè fare a meno di sorridere. Se c’era una cosa di Hanalis che nel corso degli anni non era cambiata, era quella sua capacità di entusiasmarsi anche per le cose più piccole, come ad esempio un albero di natale.
«Questo, Draco, sarà il nostro Albero, con la A maiuscola!» esclamò raggiante.




NOTE:
Come promesso ecco la prima one-shot a tema natalizio con protagonisti Hanalis e Draco!
In questo caso la storia è ambientata solo pochi mesi dopo l'epilogo di "H.A.A.H" e mancano ancora diversi giorni a natale!
Ho solo una piccola nota da fare (a puro carattere informativo), Winterslow è una cittadina del Wiltshire realmente esistente (non molto distante da Old Sarum). Non so bene che caratteristiche abbia, l'ho scelta solo perchè il nome mi sembrava perfetto per collocarci una rivendita di alberi di natale :P
Il 25 o il 26, (dipende da quanto mi assorbirà la giornata con i parenti :P) dovrei pubblicare la seconda!
Fatemi sapere cosa ne pensate e, se vi va, passate a trovarmi nella mia pagina facebook
"Nel piccolo mondo di SLy by Slyfox18"!!!


https://www.facebook.com/pages/Nel-Piccolo-Mondo-di-Sly-by-Slyfox18/544129052325635

Se non dovessi riuscire a pubblicare domani.... 
TANTI AUGURI PER UN FELICE E BUON NATALE A TUTTI!!!! 
Alla prossima,
Sly! 



 

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Capitolo 2
*** "Natale con i tuoi..." ***


Ciao a tutti! :)
Prima di lasciarvi alla lettura, vi avviso che questa one-shot è ambientata dopo la long "H.A.A.H. - Le fleur de Lis". Non è strettamente necessario aver letto la fanfiction per capirne i fatti, perchè non si tratta di un sequel vero e proprio, vi avviso però che in questa storia Draco Malfoy è sposato con Hanalis Holmes, un personaggio di mia invenzione, protagonista della fanfiction sopracitata! 
Vi lascio alla lettura! :)

 

NATALE A CASA MALFOY

Capitolo Due
“Natale con i tuoi…”

(25 dicembre)
 
Rudolf era un cerbiatto con un naso buffo assai.
Stava lì grande e grosso, e non si spegneva mai.
Lui con le altre renne, non poteva mai giocar
era burlato sempre, per quello strano luccicar.
Ma quella notte Babbo Natal Rudy poi chiamò.
Con quel naso tale e qual, una stella lui creò!
E da quel dì le renne, Rudy pregan di giocar,
ma lui ha il suo da fare…. Il cielo deve illuminar!
(Rudolf dal naso rosso)
 

Era la mattina di Natale e, per la precisione, erano da poco passate le otto.
I balconi della camera da letto, al primo piano del piccolo cottage, erano ancora chiusi e, sotto un grosso piumino verde chiaro, una giovane coppia dormiva ancora.
All’improvviso un’allegra canzoncina su una renna dal grosso naso rosso, risuonò ad alto volume per tutta la casa.
Un ciuffo di capelli biondissimi sbucò da sotto il piumino e uno sbuffo infastidito uscì dalle labbra di Draco Malfoy, convinto di riuscire a poltrire fino a tardi almeno la mattina di Natale. Cercando di ignorare quell’odiosissima canzoncina, si girò dall’altra parte e si tirò il piumino fin sopra la testa.
Accanto a lui, con i lunghi capelli neri più arruffati di un cespuglio di rovi, Hanalis Holmes si mise a sedere, stropicciandosi gli occhi.
«Ma cos’è tutto questo baccano?!» mugugnò la giovane, raccogliendo i capelli in una coda improvvisata.
«Sono i tuoi figli…» rispose Malfoy, senza nemmeno degnarsi di voltarsi.
«Sai Malfoy, devo ancora capire perché quando fanno qualche danno sono i “miei” figli, mentre negli altri casi sono i “tuoi” figli…ti ricordo che non li ho partoriti per opera di Merlino» rispose piccata Hanalis. Scese dal letto,  rabbrividendo al contatto dei piedi col parquet, sistemò il pigiama e si infilò la vestaglietta di pile blu.
«Sveglieranno Nin…» bofonchiò Draco, con la voce impastata.
«Vado a controllare, anche se dubito che si sia svegliata…Elly ha preso il sonno pesante da te» disse, ma il marito non rispose.
Si era riaddormentato.
Eltanin Nives Malfoy, meglio conosciuta come Nin o Elly, sei mesi o poco più,dormiva tranquilla nel suo lettino, stringendo in un pugnetto la copertina gialla, dalla quale non si separava mai.
Hanalis sorrise e le accarezzò dolcemente i morbidi capelli neri.
«Sarai anche la mia fotocopia, frugoletto, ma senza dubbio hai preso il sonno pesante dal papà – bisbigliò, guardandola con dolcezza – Adesso, mentre lui ronfa, è meglio che vada a controllare i tuoi fratelli, prima che sfascino la casa…»
Dopo un’ultima carezza sulla testolina della figlia, Hanalis uscì dalla stanza e si diresse al piano di sotto. Quella canzoncina era alla quarta ripetizione e cominciava ad averne abbastanza di nasi rossi e notti di nebbia.
«Mammaaaaa!»
I gemelli, una bambina e un bambino, le corsero incontro e l’abbracciarono. Se non fosse stato per la lunghezza dei capelli, persino Hanalis avrebbe fatto fatica a distinguere i suoi due figli più grandi.
Hebi Phoenix Malfoy e Scorpius Hyperion Malfoy, a breve avrebbero compiuto sei anni ed erano in tutto e per tutto la fotocopia del padre: capelli biondi e fini, occhi azzurro-grigi e pelle chiarissima.
«Cosa fate già in piedi a quest’ora, bambini?» chiese Hanalis, scompigliando i capelli ad entrambi.
«Volevamo vedere Babbo Natale, mamma!» esclamarono i due in coro.
«Babbo Natale passa di notte, bambini» rispose Hanalis sorridendo, divertita.
«Ma con tutte le case che deve visitare…magari era in ritardo» disse Hebi, mentre il fratello annuiva convinto al suo fianco.
«Babbo Natale ha i suoi trucchi…è capace di consegnare i regali a tutti i bambini del mondo in una sola notte, e non arriva mai in ritardo!» spiegò Hanalis.
«Mai, mai?» chiese Scorpius, con i grandi occhi grigi illuminati dalla curiosità.
«Mai, mai!»
«Ma allora è un mago come noi!» esclamò la bambina.
«Ci racconti ancora la storia, mamma?» chiese il fratello.
I due bambini si sedettero sul tappeto a gambe incrociate e Hanalis sorrise.
«Babbo Natale ha una grande slitta, trainata da otto renne…li ricordate i nomi?»
«Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donner e Blitzen!» esclamarono in coro i due bambini, facendo ridere la madre.
«Bravissimi! Allora, dicevamo…. Con la sua slitta, carica di luccicanti pacchetti regalo, Babbo Natale sorvola tutto il mondo e consegna i regali ai bambini che per tutto l’anno hanno fatto i bravi. Con il suo grande sacco rosso, scende dal camino…»
«L’avevo detto io che era un mago!» esclamò Hebi, interrompendo la madre e battendo un pugnetto sulla spalla del fratello.
«Nessuno sa se è un mago, perché nessuno l’ha mai visto! Se i bambini non sono addormentati nei loro letti, Babbo Natale non entra in casa e non lascia i suoi regali…» concluse Hanalis.
«Ma noi eravamo nei nostri letti! Allora Babbo Natale è passato e ha lasciato dei regali per noi!» esclamò Scorpius balzando in piedi, seguito poco dopo dalla sorella.
«Certo che li ha lasciati, bambini! Ma prima…credo proprio che sia il caso di svegliare papà» concluse Hanalis, con un sorrisino furbo stampato in viso e facendo l’occhiolino ai bambini.
 
Draco, ignaro di tutto, stava dormendo della grossa quando…
«Papàààààààààààààààà!»
Dopo aver urlato come due indiani in battaglia, Hebi e Scorpius erano saltati sul letto, piombando addosso al padre e cominciando a fargli il solletico.
Appoggiata allo stipite della porta, con le braccia incrociate e un sorrisino soddisfatto stampato in faccia, Hanalis si godeva la scena.
«Perché ho la sensazione che l’idea sia stata tua?» borbottò Draco, alzandosi dal letto.
Il giovane aveva afferrato entrambi i figli e li teneva, una sulla spalla e l’altro sotto braccio, come due sacchi di patate.
Hanalis avrebbe voluto rispondere al marito con una battutina delle sue, ma l’arrivo di Pippy glielo impedì.
«Pippyyyyy!» urlarono i bambini, scalciando perché il padre li rimettesse a terra.
«Buongiorno padroni e padroncini! Pippy non volere disturbare, ma Bimky avere appena finito di preparare colazione!» disse il piccolo elfo, che, per l’occasione, sfoggiava un buffo cappellino rosso con pon-pon.
«Buongiorno a te Pippy, e buon Natale» disse Hanalis sorridendo.
«Buon Natale padrona» rispose l’elfo con un sorriso, prima di essere letteralmente travolto da due tornadi biondi.
Draco, stanco di cercare di tenerli a bada, aveva rimesso a terra i bambini che si erano catapultati sul piccolo elfo domestico, abbracciandolo.
 
Hebi e Scorpius adoravano Pippy e anche l’elfo stravedeva per i due bambini. Era stato lui a prendersi cura di quelle due pesti quando Hanalis e Draco erano a lavoro, mentre Bimky si occupava della casa.
Dopo aver scoperto di essere nuovamente incinta, Hanalis aveva deciso di lasciare la “Magic Book” nelle mani sapienti di Lucy e si era presa, al momento, un anno da dedicare alla famiglia. Nonostante la giovane ora passasse molto più tempo a casa, Pippy non aveva smesso di trascorrere i pomeriggi giocando con i bambini e i loro amichetti, che poi altri non erano che i piccoli Potter, Weasley e Zabini. L’allegra brigata di bambini che, spesso e volentieri, occupava il salotto o il giardino di Malfoy Cottage, considerava Pippy praticamente come uno del gruppo.
Da qualche anno, Pippy e Bimky non erano più elfi domestici, ma elfi liberi. Andando contro gli insegnamenti del padre e cedendo alle insistenze della moglie, Draco aveva acconsentito a liberare i due elfi che, in cambio dei loro servigi, ricevevano vitto, alloggio e un piccolo stipendio.
 
«Lasciatelo respirare, bambini!» disse Hanalis, rimproverandoli col sorriso.
«Ma mamma, Pippy è un elfo!» esclamò Scorpius.
Draco guardò Hanalis perplesso. Lui non aveva capito il senso dell’esclamazione del figlio, ma per qualche strano motivo, la moglie stava sghignazzando, come se avesse afferrato tutto alla perfezione.
«Pippy essere sempre stato un elfo, padroncino» rispose Pippy, sorridendo divertito ai due bambini.
«Scusate…posso capire anch’io?» chiese Malfoy.
«Ma papà, come fai a non capire! – esclamò Hebi – Pippy è un elfo e sicuramente conosce gli elfi di Babbo Natale, no?!» concluse con l’aria da maestrina che, sicuramente, aveva preso dalla madre.
Hanalis cercò di reprimere una risata, mentre il marito la guardava con espressione stralunata.
«Devi raccontarci tutto, Pippy!» esclamò poi la bambina, prendendo l’elfo per mano e portandolo fuori dalla stanza, seguita dal fratello.
«Pippy essere elfo molto giovane, padroncini, e non avere mai conosciuto quelli che voi chiama elfi di Babbo Natale…Ma Pippy essere sicuro che Bimky sapere molte più cose di lui…i padroncini potere chiedere a lei se conoscere questi elfi…» spiegò l’elfo, uscendo dalla stanza.
«Ma allora Bimky è vecchia!» esclamò Hebi, mentre voltavano l’angolo diretti alle scale.
«Avere più anni di Pippy, me per il bene della padroncina, Pippy sconsigliare di chiamarla vecchia!»
Hanalis rise sentendo quella frase, poi la conversazione si fece più ovattata e distante, segno che i bambini e l’elfo avrebbero presto raggiunto il piano terra e poi la cucina.
Un attimo dopo, Draco le afferrò il polso e la trascinò verso di sé, stringendola in un abbraccio.
«Quando pensi di augurare buon Natale a tuo marito, signora Malfoy?» le bisbigliò all’orecchio, facendola ridere per il solletico.
«Buon Natale, signor Malfoy!» disse la giovane, per poi baciarlo dolcemente sulle labbra.
Rimasero così ancora per qualche attimo, poi fu Draco a sciogliere l’abbraccio.
«Sarà meglio scendere, adesso…quando quei quattro sono insieme, non so se devo preoccuparmi più per i nostri figli o per gli elfi…»
«Io mi preoccuperei più che altro per le condizioni della cucina, amore…quelle due pesti hanno preso tutto da te!» rispose Hanalis con un sorrisetto furbo, uscendo dalla stanza.
«Da me?! Devo ricordarti chi era dei due a cacciarsi sempre nei guai, tesoro?» chiese Malfoy, seguendola, ricevendo in risposta una linguaccia.
 
«Buon Natale padroni e padroncini!» esclamò Bimky, vedendoli entrare in cucina.
La colazione preparata dall’elfa non aveva nulla da invidiare al pranzo di Natale a cui avrebbero partecipato di lì a poco.
«Cinque persone, cinque colazioni diverse…» pensò divertita Hanalis, accomodandosi al piccolo tavolo della cucina, davanti alla sua tazza gialla.
La ragazza era solita fare colazione con una tazza di the fumante e qualche biscotto, meglio se al cioccolato e Draco non connetteva il cervello senza una brioches e un caffè. I bambini riempivano la tazzona di latte e cacao con una vagonata di cereali, al punto che poi riuscivano a berne poco o niente. La piccola Nin, che al momento era ancora nel mondo dei sogni, avrebbe presto fatto colazione con la sua dose di latte, già pronto nel piccolo biberon.
«Quanfo poffiamo apfire i regafi, papà?» chiese Scorpius, masticando il suo cucchiaio di cornflakes.
«Non si parla con la bocca piena, Scorpius…» lo rimproverò il padre, con lo stesso tono di chi ha ripetuto quella frase almeno un centinaio di volte.
Il bambino deglutì rumorosamente e si pulì la bocca col tovagliolo.
«Ho detto…Quando possiamo aprire i regali, papà?»
«Dopo pranzo, tesoro, così anche i nonni possono vedere che bei regali vi ha portato Babbo Natale» rispose Hanalis, al posto del marito.
«Ma daaaaai! Maammaaa!» si lamentarono i gemelli in coro.
«Su, su, bambini…vedrete che quando arriveranno i nonni vi divertirete così tanto che non vi ricorderete più dei regali…e poi Nin sta ancora dormendo…non volete aprire i regali tutti insieme?»
«Va bene mamma» risposero nuovamente in coro i due che, però, non sembravano molto convinti.
«Quando arrivano i nonni?» chiese Hebi, già impaziente.
«I nonni arriveranno per pranzo, bambini, mancano ancora un paio d’ore…» rispose Draco con un sorriso, dopo aver guardato l’ora sul vecchio orologio da parete.
«Vado a controllare Nin – disse Hanalis, alzandosi – quando avete finito, tutti a vestirsi, altrimenti niente regali!» concluse, facendo l’occhiolino al marito.
La reazione dei figli non tardò ad arrivare e un coro di lamentele le giunse alle orecchie mentre saliva le scale.
 
Nin doveva essersi appena svegliata. I capelli neri erano arruffati e gli occhioni, così simili a quelli della madre, erano ancora lucidi e pieni di sonno.
«Ciao, frugoletto» sussurrò Lis, prendendola in braccio e sistemandole i capelli con una carezza.
La bambina rispose con qualche versetto ed un sorriso, posando la manina paffuta sulla guancia di Hanalis.
«Buon Natale anche a te, piccolina» disse la giovane, dandole un bacio sulla fronte.
«Adesso chiamiamo papà che ti da il biberon e poi ci mettiamo il vestitino nuovo»
La bambina, come se avesse capito quello che stava per succedere, batté la manine e sorrise.
 
 
***** ***** ***** ***** *****
 
 
«Alla buon’ora, figliolo! Io e tua madre ci stavamo congelando qui fuori!»
Con i migliori abiti delle feste, Lucius e Narcissa Malfoy, fecero il loro ingresso a Malfoy Cottage.
«Buongiorno zio Lucius, buongiorno zia Narsy»
Hanalis, avvolta in un corto vestito di lana verde, arrivò in soccorso del marito, prendendo i cappotti dei suoceri e sistemandoli sull’appendiabiti all’ingresso.
«Buongiorno, mia cara!» disse Narcissa, abbracciandola dolcemente, facendo la stessa cosa col figlio poco dopo, mentre il marito borbottava qualcosa di incomprensibile.
«Nonniiiii»
Le due piccole pesti arrivarono di corsa dal salotto. Scorpius abbracciò la nonna, mentre Hebi si lanciò, letteralmente, tra le braccia del nonno che traballò un pochino, prima di sollevarla e prenderla in braccio.
«Ecco qui la principessa del nonno!»
Hanalis sghignazzò, dando le spalle al suocero e si accorse che anche Draco si tratteneva a stento dal ridere.
 
Col passare degli anni, il “buon vecchio Lucius” come lo chiamava Lis in sua assenza, si era parecchio ammorbidito, soprattutto da quando erano nati i nipoti.
Non era mai stato l’uomo terribile che tutti dipingevano, Hanalis lo sapeva bene. Quella era una maschera, esattamente come quella che indossava Draco ad Hogwarts. Lucius aveva fatto un sacco di scelte sbagliate, le sue buone azioni si potevano contare sulle dita di una mano, aveva tramato e cospirato, cercato di far fuori Harry almeno un paio di volte, si era schierato dalla parte sbagliata, ma non era un mostro.
Hanalis ricordava come la accoglieva in casa tutti i giorni quando era bambina, come le era stato vicino quando i suoi genitori erano morti. E poi, le bastava guardarlo con Hebi e Scorpius.
 
Poco dopo, le lasagne sfrigolavano in forno, mentre Narcissa sistemava un mazzo di fiori al centro della tavola e Hanalis affettava la carne.
«Io e Nin sentiamo profumo di cose buone» disse Draco, entrando in cucina, tenendo la figlioletta in braccio e avvicinandosi alla madre.
Nin, con il suo vestitino rosso bordato di bianco e un simpatico fiocchetto tra i capelli, allungò le manine paffute verso la nonna. Il padre la passò a Narcissa e la bambina regalò ad entrambi un sorriso enorme.
«Dove sono mio padre e i ragazzi?» chiese poi Draco, guardandosi intorno.
«In salotto, amore, non li hai visti? Stavano giocando sul tappeto…» rispose Lis, smettendo per un attimo di occuparsi del pranzo.
«Non c’erano…»
Hanalis lasciò perdere l’insalata che stava lavando e, asciugatasi le mani sul grembiule, uscì dalla cucina.
Il salotto era perfettamente in ordine. Tra il camino acceso e la grande finestra che dava sul cortile, c’era un bellissimo abete, decorato con lucine colorate, nastri argentati e palline multicolore. C’erano anche delle campanelle magiche che intonavano una canzoncina natalizia, ogni volta che qualcuno passava. Tanti pacchi colorati, di diverse grandezze, poi, coprivano completamente il vaso di terracotta in cui l’albero era stato piantato.
L’unico rumore che si poteva sentire era il tintinnio delle campane e lo sfrigolio della legna nel camino.
«Questo salotto è troppo silenzioso per i miei gusti» borbottò Hanalis insospettita, dato che quando i figli giocavano col vecchio Lucius, la stanza sembrava un campo di battaglia.
«Bambiniiii!» chiamò Draco sbuffando.
Dopo qualche attimo di silenzio, Scorpius, con i capelli arruffati e i vestiti sgualciti, sbucò fuori dal puf contenitore al centro del salotto. Hebi, invece, che proprio non voleva rovinare quel bel vestitino identico a quello della sua mamma, fece capolino da dietro la porta che separava la sala dall’entrata.
«Scorpius, Hebi! Ma cosa state facendo?!» esclamò Hanalis, avvicinandosi. Avrebbe dovuto rimproverarli, ma erano così buffi così conciati, che non potè fare a meno di sorridere mentre sistemava i capelli al figlio e appianava le pieghe del vestito alla figlia.
«Lucius?!»
«Papà?!»
Hanalis si voltò verso il marito e la suocera, notando subito le loro facce scandalizzate.
Da dietro il divano, la coda sfatta e il tipico aplomb dei Malfoy dissolto nel nulla, aveva fatto la sua comparsa Lucius Malfoy.
La ragazza, vedendolo conciato peggio dei suoi figli, non resistette e scoppiò a ridere.
«Nonnoooo!» esclamarono i bambini, correndogli in contro.
«Ti abbiamo trovatoooo! Abbiamo vinto noiii!» urlarono in coro, saltellando attorno al vecchio Malfoy.
«Ma se sono uscito allo scoperto per ultimo!» esclamò, fintamente indignato, il nonno.
«Non è vero! È colpa della mamma e del papà! Se non entravano in salotto, tu, non ci avresti mai trovato, nonno!» esclamò Hebi. Scorpius, intanto, le dava manforte annuendo freneticamente ad ogni frase.
«Lucius Abraxas Malfoy! – esclamò Narcissa, facendo calare il silenzio – Spiegami immediatamente cosa stavate combinando!»
«Stavamo giocando nonna… – intervenne Hebi in difesa del nonno – Il nonno ci ha detto che i babbani fanno un gioco che si chiama nascondino e ci ha spiegato che dovevamo nasconderci e che vinceva chi veniva trovato per ultimo»
«E quindi ho vinto io» borbottò Lucius, zittito prontamente da un’occhiataccia della moglie.
Hanalis e Draco, si guardarono e scoppiarono a ridere fragorosamente.
Anche la piccola Nin, ancora in braccio alla nonna, rise divertita.
«Ma guarda chi c’è qui! Vieni da nonno Lucius che ha una sorpresa per te!» esclamò l’uomo, accorgendosi di Nin solo in quel momento e prendendola tra le braccia.
La bambina gli tirò dolcemente una lunga ciocca di capelli e gli sfiorò la guancia con una manina.
Con una dolcezza, che difficilmente mostrava, Lucius sedette la piccolina sul divano. Frugando in una tasca interna del suo abito da mago, tirò fuori un pupazzo colorato a forma di gufo, con un paio di occhiali rotondi sul becco, che gli facevano gli occhi enormi e gli conferivano un aria buffa.
Gli occhioni dorati di Eltanin si spalancarono, mentre allungava le braccia verso il pupazzo, con un grande sorriso stampato sul visino.
«Guarda il gufo, Nin! Guarda il gufo!» diceva Lucius, facendo volteggiare il pupazzo attorno alla nipotina, che rideva felice.
Dopo aver scosso la testa, arrendendosi all’evidenza che Malfoy senior perdeva completamente la testa in presenza della nipotina, Draco e Narcissa erano tornati in cucina.
Hanalis, invece era rimasta a gustarsi la scena.
Sentendosi tirare entrambi i lati del vestito, la ragazza si accucciò, raggiungendo l’altezza dei figli.
«Ditemi, bambini»
«Tra quanto si mangia mamma? Noi vogliamo aprire i regali!» chiese Hebi impaziente.
«Avete ragione, sarà meglio andare in cucina, non mi fido a lasciare vostro padre e le lasagne soli nella stessa stanza»
 
 
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«Dove vi eravate persi, Potter?»
L’intera famiglia Potter, carica di pacchi, era radunata sul portico di Malfoy Cottage. Quelli che Draco aveva soprannominato “il trio Potter”, ovvero i tre figli di Harry e Ginny, indossavano dei buffi cappellini da Babbo Natale, illuminati da piccole lucine colorate.
Harry, già pronto a rispondere per le rime a Malfoy, venne prontamente bloccato dalla moglie.
«Su, su, voi due! Non vorrete mettervi a discutere sulla porta? Fammi passare Malfoy, prima che i bambini si congelino! Fa un freddo polare, qui fuori!» con un cipiglio da far invidia a Molly Weasley, Ginny entrò in casa.
«Albus! Vieni! Vieni a vedere cosa mi ha regalato il nonno!» esclamò Scorpius non appena la zazzera nera del piccolo Potter fece capolino in salotto.
Poco dopo i due, seguiti da James Potter, Zachary Zabini e dal piccolo Hugo Weasley, scomparvero al piano di sopra.
Seduta sul divano, con la piccola Nin in braccio, Hanalis seguì con lo sguardo la piccola brigata, mentre le bambine si divertivano a far sfilare le bambole di pezza con i loro vestiti pieni di pizzi e merletti.
«Finalmente siete arrivati, Gin! Scorpius non la smetteva più di chiedermi quando avrebbe potuto mostrare i suoi regali ad Albus»
«Ti prego non cominciare anche tu, basta già quello scorbutico di tuo marito a ricordarci che siamo sempre gli ultimi ad arrivare…» borbottò Ginny, sedendosi accanto ad Hanalis.
«Noi siamo arrivati dieci minuti prima di voi e ha fatto la stessa storia…» disse Hermione, mentre Pansy al suo fianco, annuiva concorde.
 
Da quando Hanalis e Draco erano andati ad abitare nel piccolo cottage verde, divenuto molto presto per tutti, Malfoy Cottage, era tradizione riunirsi la sera di Natale per cenare tutti insieme. Dopo la guerra con Voldemort e la sconfitta di Shiryu, grazie anche all’amicizia che legava tutti ad Hanalis, quello strano miscuglio di Grifondoro e Serpeverde, era diventato un affiatato gruppo di amici. Probabilmente i battibecchi tra Harry e Draco non avrebbero mai avuto fine, ma tutto sommato, a modo loro, i due avevano finito col diventare amici. Grazie alla vicinanza tra Old Sarum, dove vivevano i Malfoy e i Zabini, e Godric’s Hollow, dove vivevano i Potter e i Weasley, i bambini erano diventati amici fin da subito e giocavano spesso insieme. Scorpius e il piccolo Albus Potter erano diventati inseparabili, così come Hebi e Rose Weasley, la prima figlia di Ron ed Hermione.
 
«Allora! Visto che finalmente Harry è arrivato, cosa dite se diamo inizio alla cena?» esclamò Ron, alzandosi in piedi e leccandosi i baffi pregustando la cenetta, sicuramente deliziosa, che Hanalis aveva preparato.
Le bambine, sedute sul divano, risero cercando di nascondersi con le bambole.
«Ma papà! Possibile che pensi sempre a mangiare?!» lo rimproverò Rose, con un tono esasperato che ricordava tanto quello di Hermione ai tempi di Hogwarts.
Tutti scoppiarono a ridere, mentre le orecchie di Ron diventavano di acceso color fragola.
«Però Ron ha ragione – disse Hanalis, cercando di tornare seria, dando uno sguardo all’orologio – è proprio ora di mangiare! Venite, Pippy e Bimky hanno già preparato tutto!»
«Vado a chiamare le pesti» disse Draco, dando un bacio sulla tempia alla moglie e sfiorando con una carezza la testolina di Nin.
 
 
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I festeggiamenti, dopo cena, erano andati per le lunghe e i bambini, eccitati per i nuovi regali ricevuti e felici di poter stare tutti insieme, non avevano smesso di giocare nemmeno per un secondo. Persino la piccola Eltanin, attratta da tutte quelle persone attorno a lei, non aveva dato cenni di stanchezza fino all’ultimo. Il risultato era stato che i tre piccoli Malfoy, si erano addormentati profondamente, non appena avevano sfiorato il cuscino con la testa.
«Sono crollati tutti e tre» sussurrò Lis, entrando in salotto.
Draco era seduto sul tappeto, davanti al camino e sul tavolino basso, accanto a lui, c’erano due tazze di thè caldo. Hanalis gli si sedette accanto e gli sfiorò la guancia con un bacio. Entrambi avevano abbandonato i vestiti eleganti per il pigiama e si erano avvolti sulle spalle una calda coperta di lana, regalo della signora Weasley.
«Questo si che è il mio Natale ideale…» disse Draco, stringendo a sé la giovane moglie.
«Ma smettila, che ti diverti anche tu, Malfoy» lo prese in giro Lis, accoccolandosi tra le sue braccia.
«Si…forse un pochino…ma non dirlo a Potter, quello sarebbe capace di prendermi in giro per decenni…»
Hanalis rise piano, suo marito e Potter a volte si comportavano peggio dei rispettivi figli.
«Non cambierete mai voi due…» rise Lis, scuotendo la testa.
«Ma dobbiamo proprio parlare di Potter anche ora che siamo finalmente soli?» chiese Draco, sfiorandole le labbra con un bacio.
Hanalis sorrise dolcemente e si strinse di più a lui.
Il Natale in famiglia e con gli amici era fantastico, ma non c’era niente di meglio che stare a scaldarsi davanti al fuoco stretta tra le braccia di Draco.
 
«Buon Natale, amore»
«Buon Natale anche a te, nanerottola»
 




NOTE: 
Un po' in ritardo ma anche la seconda one-shot è pubblicata! :)
Per il momento questa mini raccolta è conclusa, ma mi riservo di poter inserie altre storie più avanti.
Non era niente di speciale, ma spero comunque che vi sia piaciuta!
Vi rinnovo i miei
AUGURI DI BUON NATALE e, dato che non penso di tornare prima di gennaio, vi faccio anche TANTI AUGURI PER UN FELICE ANNO NUOVO!!!!
Se vi va passate a trovarmi sulla mia pagina facebook "Nel piccolo mondo di Sly by Slyfox18"


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Alla prossima!
Sly \(^_^)/

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