e se riuscissi a cambiarti?

di Diddii
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New life ***
Capitolo 2: *** questa è pur sempre la mia prima sera! ***
Capitolo 3: *** Sembra che tu non abbia dormito stanotte! ***
Capitolo 4: *** “Non avete mai visto tanti fighi insieme?!” ***
Capitolo 5: *** Cos'ha Payne in più di me?! ***
Capitolo 6: *** E meno male che erano le ragazze ad avere sbalzi d'umore! ***
Capitolo 7: *** Smettila di fare pensieri perversi! ***
Capitolo 8: *** stai cercando l'entrata per Narnia? ***
Capitolo 9: *** Torno ad Union da papà! ***
Capitolo 10: *** il solo rumore che c'è è il 'bip-bip' della macchina ***
Capitolo 11: *** Beh,si,tutte tranne me e te! ***
Capitolo 12: *** Sei un bugiardo patentato! ***
Capitolo 13: *** Ti amo anche io Styles** ***
Capitolo 14: *** non venire a chiamarmi quando ti servirà un testimone ***
Capitolo 15: *** Facciamo che sia il nostro piccolo segreto ***
Capitolo 16: *** Era solo un brutto sogno... ***
Capitolo 17: *** Se fallisci ti ammazzo stronzo! ***
Capitolo 18: *** in quel momento capisco di non vivere in un film. ***



Capitolo 1
*** New life ***


“Non ho intenzione di rimanere qui un minuto di più Jason, vado via” urla mia madre
“Dove cazzo credi di andare Jenna? Non hai neanche una lira” le grida di rimando mio padre.
Ho 16 anni, mi chiamo Nicole Chaz e vivo ad Union, Kentucky.
I miei si odiano per chi non lo avesse ancora capito, ma oramai io non ci faccio più caso, mi sono abituata.
“Nicole, prendi la valigia andiamo via” mi comunica mia madre dopo che papà è uscito di casa sbattendo la porta.
“Ma mamma”
“Niente, ma prepara i vestiti”
Mentre io faccio la valigia, la sento parlare a telefono con qualcuno, ma non riesco a capire le parole; attacca e fa un'altra telefonata poi entra in camera mia
“Sei pronta?”
“Si mamma”
“Bene, vieni”
Ho portato con me tutto, vestiti, trucchi e i miei libri, i più importanti almeno, perché so per certo che questa volta mamma fa sul serio, veramente andremo via e non torneremo più.
Usciamo di casa, e ci dirigiamo verso l’aeroporto, entrate una signora mora con gli occhi verdi si avvicina e porge a mia madre i biglietti.
Precisamente 35 minuti dopo siamo sull’ aereo.
“passami la borsa Nicole”
“mamma, dove andiamo?”
“ a Seattle”
“Cosa?”
“si Nicole, siamo in volo per Seattle”
“ma mamma, le mie amiche, Max, non sanno niente penseranno che sono morta e papà”
Max è il mio ragazzo o dovrei dire era visto che adesso per lui io non esisterò più. Merda ci avevo messo così tanto a farmi notare, a fargli capire che non c’erano solo quelle puttanelle che si scopava nel bagno dei maschi sulla faccia della terra e adesso, tutto buttato nel cesso, tornerà tutto esattamente come prima e io non avrò mai più una vita.
“Non mi interessa Nicole, ho già deciso”
“Da chi andremo a stare?”

“Da Pattie”
“Pattie Bieber?”
“Si, lei, così avrai anche un amico, Justin ha solo 2 anni in più di te”
“Ah, certo, ora penso che dormirò un po’!”
Annuisce ed io mi addormento d’altronde sono mesi che non dormo tranquilla, pensavo sempre che papà potesse picchiare mamma durante la notte così non mi sono mai addormentata del tutto, dormivo a scuola per così dire.
Quando riapro gli occhi sento la voce dell’ hostess che ci comunica l’arrivo all’ aeroporto di Seattle.
Scendiamo dall’ aereo e camminiamo per il lungo corridoio pieno di persone; ho sempre amato e odiato allo stesso tempo gli aeroporti. C’è gente felice, bambini che corrono verso i genitori appena tornati, giovani coppie che si baciano appassionatamente gioiosi di essersi ritrovati; e gente triste disperata a volte, per la partenza di una persona cara; fidanzati che si scambiano l’ultimo bacio o genitori che sussurrano parole di incoraggiamento ai figlioletti col viso segnato dalle lacrime.
Questa volta per noi è un momento felice, mia mamma scorge Pattie e comincia a correre verso di lei, sembrano due adolescenti che non si vedono da un’ estate.
“Pattie, come mi sei mancata” le dice mentre si abbracciano
“Jenna, oddio è una vita che non ci vediamo. Lei è Nicole?”
“Si e lui deve essere Justin”
“Piacere” dico e stringo la mano a Pattie, poi mi avvicino al ragazzo; o dovrei dire il gran fico è davvero stupendo e non lo dico solo perché dovrò viverci insieme, lo è davvero: alto, capelli biondo scuro, occhi color nocciola, naso e bocca perfetti. Ma cosa sto dicendo?!
“Ciao io sono Nicole”
“Justin, a quanto pare noi dovremmo già conoscerci viste le foto, ma io non mi ricordo di te” dice in tono arrogante e si rimette le cuffie per isolarsi dal mondo. Menomale che mia madre diceva fosse carino e dolce; chi si crede di essere solo perché è bello non vuol dire che debba atteggiarsi come un dio.
“Justin prendi le valige e andiamo” gli grida Pattie.
Controvoglia e in malo modo si prende di mano le valigie e si incammina verso la macchina.
 

Ciao a tutte, è la prima storia che pubblico anche se ne ho lette davvero tante. Questo capitolo è un pò corto ma vi prometto che gli altri saranno meglio. Justin non è famoso così come anche glia altri personaggi ma, ora basta vadoo sciaoo bellee <3  

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Capitolo 2
*** questa è pur sempre la mia prima sera! ***


“Stasera esco” annuncia Justin appena Pattie apre la porta della loro grande villetta in periferia.
“Cosa? Con chi?”
“Esco mamma, E-S-C-O. Con i ragazzi.”
“Porta anche Nicole, si divertirà”
“Va bene” risponde ed io mi meraviglio “tanto so che se ti rispondessi di no non mi faresti uscire” borbotta salendo le scale; ecco ora si spiega.
“Già Justin, vedo che sei molto sveglio” lo rimbecca Pattie
“Ahah”
“Dov’è la mia camera?” chiedo intromettendomi.
“Quella affianco alla porta con scritto ‘Keep out’”
“Ah, okay, allora io vado”
Salgo in camera e accendo il telefono.
“28 chiamate senza risposta” Wow un record
-Papà
-Papà
-Max
-Allie
-Max
-Papà
-Allie
-Allie
-Max
E così via, chiudo il telefono.
È la mia vecchia vita oramai, voglio godermi quello che il destino mi riserverà nel domani. Pansare a Max, a Allie o a papà non servirà a farmi tornare ad Union, quindi ‘addio’ insomma forse meglio ‘arrivederci’.
Sistemo i vestiti e cerco un bagno per farmi la doccia, infondo stasera sarà la mia prima serata a Seattle, devo pur sempre farmi conoscere.
Anche se Justin è odioso non è detto che lo debbano essere pure i suoi amici, magari sono simpatici e carini. Se magari, mica vivo in un film, Nicky smettila di pensare a queste cose.
Alle 8,00 sono pronta; indosso una cantotta azzurro mare che risalta i miei grandi occhi marroni e un semplice jeans, infondo è luglio e anche se siamo a Seattle fa abbastanza caldo.
Justin scende le scale come uno di quei divi di Hollywood, jeans stretti, maglia bianca aderente con una collana pendente che scivola sul petto.
“Non fate tardi” grida Pattie
“Mamma, anche voi uscite” le risponde Justin
“Lo so, infatti stanotte non saremo a casa”
“buono a sapersi” sussurra Justin mentre maliziosamente progetta qualcosa. Questo ragazzo mi spaventa a volte lo ammetto.
Mi prende per un braccio e usciamo; fuori la porta c’è una decappottabile rosso fuoco con dentro quattro ragazzi. Justin salta dentro l’ auto senza aprire lo sportello, uno di loro, moro con gli occhi azzurri scende dall’auto e si presenta
“Louis”
“Nicole”
“Nikki?”
“Okay, può andare”
“Sei la nuova fiamma di Justin?” chiede il ricciolino al volante
“Ehm, no. Abito da lui”
“Oh, be allora non ti dispiace se ci provo, vero Justin?”
“Figurati è tutta tua” gli risponde ridendo
Sto per rientrare in casa quando sempre il ricco mi dice
“Io sono Harry” mentre gli stringo la mano per un attimo mi perdo nei suoi occhi verdi perfetti.
Certo che Justin se li sceglie proprio bene gli amici.
“Zayn” esclama quello seduto dietro.
 Alto, moro, pelle scura sembra quasi straniero infatti dice:
“Si, sono pakistano di padre, mica sei razzista?”
“Io? Macchè, stavo solo guardando”
“Anche a me piacerebbe guardare, però quello che c’è sotto la tua canotta azzurra”
Rimango scioccata e tutti loro ridono.
“E a chi non piacerebbe, Zayn” esclamano all’ unisono Harry e Justin.
“Tu chi sei?” chiedo al biondino seduto fra Justin e Zayn dopo essermi ripresa dalle parole di quest’ ultimo
“Niall” risponde
“Okay, okay, basta con le presentazione” ci dice Louis che per adesso è il mio preferito
“Nik, Sali in braccio a me” continua
“Ma, io…”
“Preferisci sederti su Zayn o Justin?”
“No”
“Ecco”
Mi siedo sulle gambe di Louis ed Harry mette in moto;
“Dove andiamo ragazzi?”
“In spiaggia”
“Che?”
“In discoteca, scherzo”
“Ah”
Dopo 15  minuti parcheggiamo la macchina nello spazio fuori la discoteca e scendiamo, cavolo ho paura, non sono mai stata in una discoteca senza Allie, la mia migliore amica, così mentre Louis e gli altri entrano io rimango in macchina a fissare il vuoto.
“Tutto bene?” chiede dolcemente un ragazzo
“Ehm, si è okay”
“Sono Liam”
“Nicole, ma puoi chiamarmi Nichy”
“è tua l’auto?”
“No, è del mio coinquilino e dei suoi amici”
“Vivi qui quindi”
“Da oggi”
“Ti sei traferita allora”
“Si, esatto prima abitavo in Kentucky”
“Chi sarebbe il tuo coinquilino?”
“Justin Bieber”
“Oh, lui” dice e la sua espressione diventa più dura e riluttante
“Che c’è dovrei sapere qualcosa”
“Sei la sua ragazza?”
“Oh, non certo che no”
“Bè comunque è uno molto strano”
“Strano? In che senso?”
“è all’ ultimo anno e insomma è una specie di dio del sesso sceso in terra, così come Harry e Zayn, se le fanno tutte e poi le lasciano così, le appendono”
“io non sono mica la sua ragazza, te l’ho già detto”
“Non sono fidanzati con tutte, se le portano a letto e basta”
“Tu come sai tutte queste cose?”
“Ho 18 anni anche io Nicole, vivo a Seattle e frequento la loro stessa scuola, e poi tu sei nuova, ma tutti qui sanno chi sono e cosa fanno”
“Oddio sembra un film horror”
“Ahahah, già peccato che a volte non lo è. Uh, guarda arriva Louis, io vado, ci si vede in giro”
“Nicole?” chiama Louis “non entri?”
“Si eccomi” rispondo e corro verso di lui
“Che voleva Payne?”
“Sapere l’ora” mento, non mi sembra giusto sputtanarlo qui, in una discoteca è pur sempre il primo ragazzo che mi si è avvicinato senza essere stato obbligato da qualcuno.

Ciao ragazze, siccome non ho niente da fare ho scritto tutto questo a velocità record e in più ho appena scoperto che in classe mia c'è chi ha già fatto ditalini e seghe, okay fate finta che vi interesssi perchè non so a chi dirlo, mi prenderebbero per pazza.
Comunque tornando al capitolo ci sono anche loro gli' Oan daireccion' come direbbe gianni morandi. Nessuno è famoso e visto che è estate Nichy non è ancora riuscita a farsi delle amiche femmine, ma non preoccupatevi succederà presto.
Adesso voglio sapere secondo voi con chi starebbe meglio Nicole. justin, harry, niall, zayn, louis o liam, daii fatemelo sapere.
ora mi dileguo sciaoo bellee <3 





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Capitolo 3
*** Sembra che tu non abbia dormito stanotte! ***


 

 

Mi annoio, si esatto, conoscete qualcuno che si annoia in discoteca, bè io si, me stessa, è tutto così odioso, gente ubriaca che balla, cubiste, ragazzi che ti si avvicinano e provano a portarti nelle camere di sopra senza neanche conoscere il tuo nome, e poi dicono che i maschi non cercano solo sesso, più di questo non so, forse sarebbe meglio fare un disegno.
“Ti annoi?” chiede Zayn mentre io sono immersa nei miei pensieri
“No, ma che dici, sono solo stanca”
“Non sai mentire, si vede che preferiresti essere a guardare Spiderman”
“Okay, hai ragione, diciamo che sono più una tipa da cinema e popcorn, odio le discoteche, troppa gente che non conosci e musica a volume troppo alto”
“Buono a sapersi, la prossima volta allora andiamo a cinema?”
“Si, Zayn poi vediamo”  rispondo in tono poco convincente
“hai un ragazzo?”
“Si…cioè…insomma…”
“Nic, è una domanda facile si o no?”
“No, però non è che ci siamo lasciati io sono andata via.”
“Quindi lo hai lasciato tu?”
“No, sono dovuta partire, trasferirmi qui insomma”
“Ah, capisco e lui lo sa?”
“No, è questo il punto. Porca troia, c’ero anche riuscita”
“Riuscita a fare cosa?”
“A farlo innamorare di me”
“Nicole, parla chiaramente mi sembra di dialogare con un immigrato”
“Allora, io e lui, Max, si chiama Max, ci siamo messi insieme 5 mesi fa, dopo che io ero innamorata di lui da 4 mesi. Siccome è un figo da paura è anche come te, Harry e Justin un pu..”
“Com’è che siamo io e gli altri?”
“Siete dei puttanieri”
“Giusto, vedo che hai i tuoi informatori”
“Si, zitto e non interrompermi. Ehmm, dove ero rimasta? Ah, si, quindi siccome è un puttaniere, si scopa le ragazze nello spogliatoio dei maschi”
“Sei una facile allora, diavolo non sembrava mica”
“No, non sono una poco di buono, Zayn, qui viene il bello, diciamo che gli ho fatto mettere la testa a posto ha cominciato ad essere un bravo ragazzo”
“Con noi non ci riuscirai”
“Vedremo”
“Zayn, amore vieni qui lascia stare quella verginella e vieni da me” lo chiama una ragazza biondo tinto con un vestito nero, ma che vestito quella non può essere chiamata neanche maglietta talmente che è corta.
“Vedi verginella, ti fai rimpiazzare molto presto” esclama Zayn alzando la bottiglia di birra che ha in mano
“Non pensi che forse è proprio quello che voglio”
“Aspetta” mi fa “Gliel’ hai mai data?”
“No”
“Sicura che il tuo ‘ragazzo con la testa apposto’ non continui a spassarsela nello spogliatoio”
Merda, cazzo, porca puttana, non ci avevo mai pensato. Zayn nota la mia espressione contraddetta e dice
“Pensaci, e uhm, se riesci a cambiare Justin ti do 400 dollari”
“Dove cazzo li prendi 400 dollari Zayn?”
“Ho le mie fonti tu intanto prova a vincere la scommessa”
“E se perdo?”
“Vieni a letto con me”
“Ci sto”
“Cazzo Zayn muoviti” lo richiama la troiottola che credo si chiami Cheyenne.
“Vado”
Annuisco e guardo Zayn andare via, prendo il cellulare; merda le 2. Mi alzo dallo sgabello e cerco Justin, voglio tornare a casa.
Non lo trovo da nessuna parte e non c’è più neanche l’auto; mentre rifletto sul se tornare a casa a piedi arriva una macchina e bussa: è Liam.
“Serve un passaggio?”
“Grazie Liam, si”
“Dove la porto, signorina?”
“A casa di Justin Drew Bieber”
“ Sei sicura di voler andare lì?”
“Si, Liam, magari da te vengo un altro giorno” rispondo comprendendo subito il suo intento.
“Okay”
Mi lascia dopo poco sotto casa di Justin, le luci sono tutte spente ma la porta aperta.
“Ci si vede domani bellissima” mi urla Liam mentre riparte
“A domani”
Entro in casa e salgo le scale, chi se ne frega se Justin è da qulache altra parte. Quella che mi preoccupa è mia madre; Pattie è sempre stata un po’ stramba non vorrei trovarmi con un fratellino che potrebbe essere mio figlio, d’altronde mia madre e Pattie sono ancora giovani e chi lo sa conosco tante persone che fanno i figli anche a 40 anni.
Apro la porta di camera mia e sento dei gemiti, sono sveglia e capisco subito da che camera provengono, Justin.
Mi butto sul letto e cerco di dormire, ma i ‘Justin’ urlati da Vivian e i ‘Vivian’ urlati da Justin me lo impediscono così rinuncio al sonno e vado a prepararmi un bagno caldo.
Quando esco sono le 6,30, giusto in tempo per vedere Vivian che ancora mezza nuda esce da casa; non era il ragazzo a dover scappare da casa di lei?
Justin apre la porta e mi vede
“Sei tornata allora” dice sorridendo schiettamente
“Si mi hanno dato un passaggio” rispondo
“Sono tornate?” chiede riferendosi alle mamma
“No” dico fredda
“ Sembra che tu non abbia dormito stanotte” sogghigna
“Infatti, il mio vicino di stanza ha ben pensato di scoparsi una puttanella che sa urlare solo il suo nome, e a quanto pare anche lui si è divertito visto che gemeva”
“Quindi ci hai sentiti?”
“Scherzi vero Justin? Vi hanno sentiti anche i vicini”
“....”  è visibilmente spaesato
“Ah, Justin, la prossima volta dì alla tua amichetta di guardarsi bene in giro prima di uscire seminuda da camera tua, potrebbe esserci tua madre e non credo ne sarebbe molto contenta.”
Lo saluto ed esco.
Camminando per le strade di Seattle riconosco tanti ragazzi che erano ieri alla discoteca, poi improvvisamente qualcuno mi mette le mani su gli occhi
“Chi sono?” chiede
“Justin?”
“No”
“Liam”
“No”
“Zayn, allora”
“Neanche”
“Sei Louis?”
“Oh, finalmente”
“Mi hai fatto spaventare, scemo”
“Io? Macché” dice con la faccia da cucciolo
Mi prendo sotto braccio e comincia a camminare
“Certo che stanotte non hai proprio chiuso occhio” dice fissandomi e probabilmente notando i grandi cerchi scuri sotto gli occhi
“Chiedilo al tuo amico Justin” rispondo acida
“Ah, giusto, dovevo immaginarlo, ieri sera Pattie andava ad un concerto”
“Si, con mia madre. A proposito Louis, sai chi è una certa Vivian?”
“Vivian, Vivian, Vivian. Oh, si certo, è una ragazza della tua età, frequenta il 3 anno e insomma in giro si dice che sia bella e simpatica e tutte cazzate varie, ma in realtà è solo una poco di buono che la dà a tutti. Perché me lo chiedi?”
“Oh, bè, l’ha data anche a Justin”
Louis ride per la mia schiettezza, gli voglio bene, insomma lo vedo come un fratello che non ho mai avuto, non starei mai con lui, però mi fa ridere e riesce a farmi sentire bene.
“Sei proprio un portento.”
“è un complimento vero Tomlinson?”
“Come fai a sapere il mio cognome?”
“è sul telefono di Justin”
“Perché tu hai guardato sul telefono di Justin”
“Era in bagno sta notte e quindi…”
“Sai che non si fa vero?”
“Louis, cos’è questo un terzo grado?!”
“Ahahahahah. Che facciamo?”
“Non lo so, io sono una fuggitiva”
“Ti va di vedere casa mia?”
“Tomlinson, voglio vedere solo la casa, sia chiaro”
“E chi voleva di più”
“No, solo per chiarire, sai com’è!”
Ci incamminiamo verso un palazzo all’angolo della strada; casa di Louis è all’ ultimo piano.
“Tadadada”
“Wow, è stupenda”
 I sette piani da fare a piedi senza ascensore li vale tutti, c’è una vista fantastica sulla città e di sera credo sia ancora più bella.
“Louis chi è?” chiede una voce femminile dalla cucina
“Lottie, lei è Nicole”
"Mia sorella" mima Louis con le labbra e mi presenta alla ragazza che è appena arrivata, bionda con gli stessi occhi azzurri del fratello.
“Ciao” le dico
“Piacere di conoscerti”
Solo in quel momento noto che l’orologio della cucina segna le 14,oo devo tornare a casa.
Venti minuti più tardi busso alla porta della mia nuova residenza.
“Dove cazzo sei stata” mi urla Justin
“Ciao, Nicole, tutto bene?  A me si, adesso gentilmente mi dici dove sei stata fino a questo momento?” dico cercando di fargli capire che il suo modo scontroso non porterà a niente
Rimane in silenzio
“Sono stata da Louis, ho conosciuto Lottie”
“Ah, credevo, tua mamma è in cucina vuole parlarti”
“Okay”
Mi dirigo verso la cucina
“Mamma, è tutto bene?”
“Si,si Nicole, volevo solo dirti che ho avvisato tuo padre del fatto che non torneremo”
“Ah, okay, come sta?”
“Non lo so, dice che per lui va bene e che spedirà al più presto le cose”
Sento un improvvisa fitta allo stomaco, insomma so che mio padre non è sempre stato presente e cose varie, ma non credevo che la prendesse così alla leggera.


Salgo in camera mia infischiandomene del fatto che Justin mi ha chiesto di tacere su quello che ho visto e sentito stanotte. Tanto comunque non avrei parlato.
 





 

Ciao ragazzuole, ecco a voi il capitolo, noioso(?) non lo so, comunque recensite e fatemi sapere se qualcosa non vi quadra, considerando sempre che è la mia prima storia.
Ora scappo e mi dileguo(?) sciaoo bellee <3








 

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Capitolo 4
*** “Non avete mai visto tanti fighi insieme?!” ***


 
 
 
L’estate passa velocemente, quasi tutte le sere esco con Justin; la mattina vado al parco con Liam, che è diventato il mio migliore amico, contrariamente a quello che volevano Justin e i ragazzi.
Il resto del tempo lo passo con mia madre, o quel che resta della mia mamma Jenna O’Donnel. Non è morta per l’amor di Dio, ma Pattie Mallet è riuscita a cambiarla radicalmente, oramai credo che non si ricordi neanche più della nostra vita ad Union, qui ha quello che vuole: trattamenti di bellezza, feste, amici e soprattutto mio padre non è qui. Mio padre già, non lo sento ne lo vedo da 3 mesi, da quando sono andata via, pensavo che almeno un po’ si facesse prendere dal sentimento, che sarebbe venuto a trovarmi e invece ha solo spedito qui la mia roba, senza neanche allegare un biglietto.
Io e Justin parliamo da persone civili, anche se non ha di buon occhio la mia amicizia con Liam, lui evita di portare ragazze a casa senza prima avvisarmi e io non lo sputtano davanti agli altri raccontando come si svolgono i suoi intriganti rapporti con le ragazze.
L’unica cosa su cui siamo pienamente d’accordo è che le nostre giovani mamme se la stanno spassando un po’ troppo e ne io ne lui vorremo ritrovarci a fare da fratelli-genitori.
Come per noi però, sta per finire anche per loro la ‘pacchia estiva’.
È settembre, il 14 precisamente e sto per iniziare il mio 3 anno di liceo, questa volta senza Allie a tenermi la mano; sono sola, insomma è vero che abito qui da 3 mesi ma uscendo solo con i ragazzi frequento solo posti che piacciono a loro, dove ‘le femmine’ per bene, è così che le chiamano, non ci sono.
Perciò oltre a Lottie e Vivian non conosco nessuna ragazza; c’è un problema anche qui naturalmente, Lottie non frequenta la nostra scuola, studia a casa e quindi  non c’è.
Vivian mi odia, perché odia Justin e odia tutte le persone che girano intorno a lui, soprattutto me che ci vivo insieme, mi ritiene l’ unica e sola responsabile del “ Se cercherò il mediocre verrò da te” di Justin, anche se in questa storia io non c’entro proprio.
“Nicole, cazzo, non ho tutto il giorno, non posso arrivare tardi anche lo stramaledetto primo giorno del merdoso ultimo anno” grida Justin dal piano di sotto, ‘finezza portalo via’.
“Arrivo, arrivo” rispondo precipitandomi giù per le scale e cercando di abbottonare la camicetta blu che indosso.
“Mamma, Jenna, noi andiamo” comunica Justin ‘il nervoso’; è da ieri che si agita e grida, cavolo io non sono così entusiasta perché ricomincia un nuovo anno di compiti e sacrifici.
“Ma Justin, manca ancora un’ora” dico io, abituata ad arrivare sempre in ritardo dappertutto.
“Cazzo me ne fotte” replica
Meno male che aveva promesso di parlare in modo civile.
“Ragazzi non litigate e andate. Ci vediamo dopo” dice Pattie dalla cucina.
Io e Justin usciamo e con la sua moto nero metallizzata andiamo verso scuola.
Abituata all’ autobus che prendevo ad Union, il vento tra i capelli della moto mi spaventa, ero solita arrivare a scuola tardi, sudata e poco desiderabile, adesso invece mi pare di essere uscita da un film.
Tutti ci guardano, okay ragazzi, so che Justin è un gran figo, ma cavolo potete evitare di fissarlo e quindi fissare anche me, è il mio primo giorno.
Louis, Zayn, Niall ed Harry ci aspettano vicino un muretto.
“Ehii” dico salutandoli, poi mi volto e noto che ci stanno ancora guardando tutti.
“Che avete da guardare?!” sbraito “Non avete mai visto tanti fighi insieme?!”
Si girano tutti continuando a fare le loro cose o tornano a parlare fra di loro.
Justin e i ragazzi ridono.
“ma come ti è venuto in mente?” chiede ridendo Niall
“ci fissavano tutti e che cazzo”
“ma brava la nostra piccolina” dice Zayn palpandomi il culo, poi si avvicina e mi sussurra all’ orecchio 
“Ricordati la nostra scommessa”
Già la scommessa, stavo ancora cercando un modo per cominciare a parlare da amica a Justin e convincerlo a cambiare radicalmente, ma non mi veniva in mente niente, e non volevo di certo finire sotto le lenzuola con Zayn Malik, non volevo mica essere ‘solo un’altra’ delle sue bambole.
“Louis, Lou” urla una voce alle mie spalle.
L’interessato fa un passo avanti e prende in braccio una ragazza mora con gli occhi verdi, si baciano per un tempo lunghissimo poi la ragazza chiede
“Lou, lei è la ragazza nuova?”
“Piacere, Nicole” rispondo anche se la domanda non è rivolta a me.
“Melanie, il piacere è tutto mio” ribadisce la moretta con un aria allegra.
Ci fissiamo per qualche secondo poi le chiedo
“A che anno sei?”
“Comincio il terzo”
“Oddio, che bello conosco qualcuno allora” esclamo con un’ innata allegria abbracciandola.
Melanie Martini, italiana di padre, fidanzata di Louis divenne da quel momento la mia migliore amica.
Qualche minuto più tardi, prima del suono della campanella arriva Liam
“Nichy” mi chiama
“Liam” esclamo correndo verso di lui.
Gli salto al collo, sono due settimane che non lo vedo perché è partito con i genitori e le sorelle per il Messico.
“Mi devi raccontare tutto” esclamo con veemenza
“Si certo, Nic, ora calmati”
“Come calmati? Non ti vedo da mesi”
“Ma se sono solo due settimane”
“Si, hai ragione” ammetto
Con un espressione soddisfatta sul viso mi dà un bacio sulla guancia.
“Anche tu mi sei mancata” dice abbracciandomi
Quando si stacca noto che Justin e i ragazzi ci fissano straniti
“Embè?” chiedo
“Melanie” dice Louis girandosi verso la ragazza “la prossima volta la voglio anche io un accoglienza così”
Io e Liam ridiamo.
Ho giusto il tempo di dagli un altro bacio che la campanella suona, Melanie mi prende la mano senza neanche lasciarmi salutare i ragazzi.
“A dopo” urla Justin
Mi giro incredula, davvero le ha dette lui queste cose? Dove sono finite le parolacce e i modi bruschi? Non ho il tempo di pensarci perché sono stata trascinata nell’ aula di biologia.
“Salve, sono la nuova studentessa” dico avvicinandomi al professore
“Si,si signorina Chaz, l’aspettavamo.” Risponde il docente.
“Dove mi devo sedere?”
“Vicino la signorina Marini, vedo che avete già fatto amicizia”
“Si, è la mia prima amica”
“Vive col signor Bieber?”
“Si, signore”
“Veda di farlo studiare di più”
“Non credo proprio signore, Justin ha un bel caratterino”
“Ah, lo sappiamo, anzi non vediamo l’ora di mandarlo via”
Rido.
Quando tutti i ragazzi sono entrati, il professore comincia la lezione, genetica.
Non è per niente interessante, l’ho già studiato l’anno scorso nella vecchia scuola, quindi comincio a disegnare, senza pensarci, tantissime ‘L’ su un foglio.
Quando suona la campanella, infilo immediatamente il foglio in un quaderno, non voglio che qualcuno lo veda, troppo tardi, uscita dalla porta Mel mi chiede
“Chi è ‘L’?”
“oh, nessuno” poi collego che anche Louis inizia per L quindi mi affretto ad aggiungere “Non è Louis”
“Ah, okay, quindi è Liam”
Non rispondo, ma Mel è sveglia
“Si è lui” decreta poco dopo.
La giornata passa velocemente, tranne per gli imbarazzanti momenti di presentazione alla classe e all’ insegnante.
Ci ritroviamo in mensa all’ una.
Justin, Harry Zayn e Louis sono seduti ad un tavolo, Niall non c’è e Liam è seduto dall’altra parte della sala.
Melanie si dirige verso il tavolo dei ragazzi e si siede in braccio a Louis
“Nicole? Non vieni?” chiede Harry vedendomi ferma davanti alla porta.
Scuoto la testa e cammino fino al tavolo di Liam
 
*Justin*
Nicole ha preferito andare da Liam che sedersi al tavolo con noi, cazzo se non sono arrabbiato.
“Amico, mi sa che Nic, preferisce altre compagnie” mi dice Louis accorgendosi del mio sguardo accigliato
“Chi se ne fotte” rispondo brusco
“Ah,” continua Melanie prendendo un forchettata di insalata dalla sua vaschetta “A biologia non ha fatto altro che disegnare ‘L’ su un foglio, ma non diteglielo altrimenti mi uccide”
Zayn ride.
“Perché mi stai raccontando questo, chi se ne frega”
“Pensavo ti interessasse Justin, non ti scaldare”
Scatto dal tavolo e esco dalla mensa, prima di girare l’angolo noto che Nicole mi sta guardando.
“Cosa mi è successo?” penso seduto sul muretto affianco la moto. “Non è il mio tipo, io non mi innamoro mai, voglio solo divertirmi.” Ma so bene che non è così, mi torna in mente la storiella che mi raccontava mia nonna quando ero piccolo; quella della volpe e l’uva. C’è una volpe che siccome non riesce a prendere un bellissimo e grandissimo grappolo d’uva dice che era acerba. Io in questo momento sono così. Nicole è l’uva e io sono la volpe, non riesco a farla mia e cerco di autoconvincermi che non fa per me.
 
*Nicole*
Mi siedo al tavolo di Liam.
“Ehi” lo saluto
“Nichy”
Comincio a mangiare, poi sento delle urla e poi una risata provenire dal tavolo dei ragazzi, mi giro e Justin incazzato esce dalla mensa.
“Che ha Bieber?” chiede Liam alzando la forchetta in direzione del ragazzo.
“Bho, è strano, stamattina dopo avermi aggredito a casa, ha fatto tutto il carino”
“Ti va di venire a ciema stasera?”
“Certo! Che vediamo?”
“Lol, pazza del mio migliore amico”
“Wow, quello nuovo con Miley?”
“Si proprio quello”
“Ma è fantastico io la amo, come fai a conoscermi così bene?”
“Ah, segreto professionale” dice alzandosi per buttare il vassoio vuoto, mi dà un bacio sulla guancia giusto prima del suono della campanella che segna la fine del pranzo.



Ciao ragazze! la fine del capitolo è proprio una merda, ma mi serve per dopo... 

Comunque, il nostro Justin sembra essere geloso eheheheh e la nostra Nichy sempre più innamorata del ragazzo sbagliato(?) non so ma a me la coppia Liam-Nic piace un pochino quindi la porterò avanti per un pò di tempo. 

Ah, stasera è anche la grande serata dal MSG dei ragazzi, spero solo che la cosa di 'mister x' sia una grande cazzata, perchè altrimenti penso che molte directioner non si riprenderanno più.


Ora vado perchè domani alla prima ora ho il compito di greco. Auguratemi 'Good Luck ' ne avrò bisogno e  fatemi sapere se c'è qualcosa della storia che non vi quadra o che vorreste che accadesse.  


Sciauuu

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Capitolo 5
*** Cos'ha Payne in più di me?! ***


Alle 16,00 torno a casa insieme a Melanie, mi devo preparare per il grande evento; si insomma, lo ammetto, Liam mi piace, mi fa sentire bene, non è scorbutico e non si arrabbia se non capisco o faccio qualcosa, è questo che cerchiamo noi ragazze.
“Che aveva Justin?” chiedo a Melanie una volta entrate in camera mia; il diretto interessato non c’è, è andato insieme a Louis agli allenamenti di basket
“Oh, niente”
“Mel, le migliori amiche si dicono tutto sai?”
“Si, okay, allora c’è rimasto un po’ male quando sei andata a sederti da Liam invece che venire con me”
“E allora? Sono loro che hanno riserve nei confronti di Liam, io ci sto quanto mi pare con lui”
“Lo so, e hai ragione, ma sai come sono i ragazzi, qualcosa che non gli quadra e *poff* si arrabbiano. Magari ti vede come una sorella minore da proteggere”
“Si, hai ragione” dico anche se non lo penso veramente, insomma perché dovrebbe essere geloso di me, è lui che mi ha trattato male sin dal primo giorno.
 
 
*Justin*
“Non ti capisco proprio” esordisce Louis mentre ci cambiamo negli spogliatoi.
“Che?”
“Nicole, Justin, sei così strano, quasi fossi geloso”
“Io? Macchè! Non sono proprio il tipo”
“è questo quello che mi preoccupa, non sei mai stato così possessivo”
Non rispondo, ha così fottutamente ragione, non posso crederci, io Justin Drew Bieber, sono innamorato di Nicole Chaz, l’unica persona di questo pianeta che non è caduta ai miei piedi dal primo momento che mi ha visto.
“Hai saputo amico?” chiede Ryan McCloser a Matty Spilferd
“Cosa?” chiede quest’ultimo
“Chaz esce con Payne oggi”
“Che?” le parole mi escono naturali.
“Si Bieber, hai capito bene, la tua amichetta esce con quello sfigatello”
“Ah” rispono e la conversazione finisce qui.
 
 
 
*Nicole*
“Nichy, devi muoverti” mi incita Mel.
Sono in bagno ad asciugarmi i capelli ed è tardi.
“Arrivo”
“Quello è perfetto” dice indicando un vestitino lilla che fascia il seno e scende a palloncino sui fianchi.
“Si, sono d’accordo”
Mi vesto e mi trucco, alle 8,10 sono pronta.
“Tu che fai?” chiedo a Mel
“Aspetto che tu sia uscita e lo faccio con Justin”
“E?”
“ma ti pare, Nic, me ne vado, non ho intenzione di passare una serata qui da sola in casa con Justin”
“Giusto, perché io ti ho già detto che mia mamma e Pattie sono partite vero?”
“Si, me lo hai ripetuto una ventina di volte”
“Già”
Sentiamo bussare, mi affaccio e vedo la macchina di Liam.
Afferro la borsetta dalla sedia girevole e corro verso le scale; mentre scendo noto Justin in cucina, non lo avevo sentito tornare a casa.
“Io esco” gli urlo
“Con chi?”
“Liam”
Finalmente si gira, mi squadra da capo a piedi e dice
“Dove credi di andare così vestita?” mi prende per un braccio e mi sbatte contro il muro, mi bacia. Il primo impulso è quello di scansarlo, sono più veloce di lui e mi divincolo facilmente dalla sua presa.
“Lurido verme, non ti premettere mai più di mettermi le mani addosso”
Si lecca le labbra e dice
“Lo farò solo quando sarai tu a chiedermelo”
“ Neanche se fossi l’ultimo uomo sulla faccia della terra”
“Questa era pesante Chaz”
“Tutto bene Nichy?” chiede Mel, facendo timidamente capolino da sopra le scale
“Si, sto bene, vieni andiamo via”
Apro la porta e vedo Liam appoggiato al cofano della sua auto.
Si avvicina e con tutta la dolcezza di questo mondo mi dà un bacio sulla guancia
“Sei splendida” sussurra al mio orecchio.
“*colpoditosse* Nichy io vado allora” Melanie mi si avvicina e sussurra “non divertitevi troppo”
Rido.
Che gli ha preso a Justin, questo è l’unico pensiero che invade il mio cervello da quando ho chiuso la porta di casa. Anche se fosse geloso non ha il diritto di prendermi e farmi sua come se fossi un giocattolo. Posso scegliere con chi stare e dove andare e oggi ho scelto Liam.
 
 
 
*Justin*
Cosa cazzo ho fatto?! Non dovevo cercare di baciarla in quel modo, non è un giocattolo, non è di mia proprietà, per quanto io la vorrei, lei non mi vuole, ha scelto Liam, lo capisco da modo in cui lo guarda appoggiato a quella macchina, dal modo in cui si lascia baciare sulla guancia, dalla trasparenza con cui lui le prende la mano e la conduce in macchina. Ma soprattutto dal sorriso, dal veritiero e stupendo sorriso che entrambi hanno stando insieme.
 
 
 
*Nicole*
 
Il film comincia, è semplicemente fantastico, proprio fatto a pennello su ogni adolescente di questo pianeta.
Liam mi prende la mano e in quel momento capisco che lo amo, lo amo con tutta me stessa, per il modo in cui mi guarda, per il modo in cui mi parla, per come si comporta quando sono nei paraggi, ma soprattutto per il sorriso che ha quando siamo insieme.
A film finito, ci alziamo dalle poltroncine e andiamo fuori, Liam mi prende in braccio e, senza che io dica una parola, mi bacia, il più bel bacio della mia vita, pieno di desiderio, di passione, di amicizia, di amicizia vera che si sta trasformano in amore.
Saliamo in macchina e lui mi riaccompagna  sotto casa, non mi stacco da lui, penso abbia capito che non voglio che lui vada via, voglio che salga ina camera mia e che mi faccia sua, in tutti i sensi del mondo.
Non mi delude infatti, scende dall’auto e da vero gentiluomo mi apre la portiera, ci baciamo con trasporto, oramai so che anche lui mi vuole.
Arriviamo prima alla porta di casa, poi alla porta della mia stanza e a quel punto tutti i modi da gentilman che ha adottato vanno a farsi fottere.
Gli salto addosso, con un movimento sicuro mi sbottona il vestito ed io lo lascio cadere per terra, inizia ad accarezzarmi le cosce oramai nude, un brivido di piacere mi pervade quando poggia un leggero bacio sul sottile tessuto della mia mutandina. Gli prendo il mento tra l’indice e il pollice e lo coinvolgo in un altro bacio. Le mie mani ora sono sotto la sua t-shirt e accarezzano i suoi muscoli contratti. Gli porto le mani alla vita e sfilo via la maglietta senza troppi problemi. I suoi baci mi distraggono. Giù lungo il collo e poi nell’incavo trai i miei seni. Butto la testa indietro e lascio che un gemito, che avevo trattenuto fino ad adesso, esca in tutto il suo piacere. Le sue mani si appoggiano delicatamente sulla mia schiena e mi attraggono ancora più vicina a lui. Sento la sua erezione sulla mia coscia. Sono sorpresa. Insomma, so che è normale, ma non pensavo ci sarei riuscita così in fretta e con così poco sforzo. È pur sempre la mia prima volta. Comincio a strusciarmi sulla sua erezione e Liam lancia un gemito di piacere.
In qualche attimo, gli sfilo i jeans e lui mi sbottona il reggiseno; ci stendiamo sul letto e con un movimento veloce e deciso mi sfila anche quell’ultimo pezzo di stoffa rimastomi addosso, così come faccio io con lui.
I nostri sessi combaciano perfettamente, poi noto che la sua mano si allunga verso i jenas poggiati a piedi del letto, ne estrae un piccolo quadratino di plastica, un preservativo, lo scarta e con una mossa decisa se lo infila.
A quel punto con un colpo deciso del bacino mi penetra ed è allora che i gemiti, prima sussurrati, diventano urla, urla di piacere.
 
*Justin*
Sento Nicole tornare a casa, mi alzo per chiudere la porta della mia camera, quando sento dei rumori, capisco che non è sola, la piccola Nicole che vidi in aeroporto non c’è più, e posso benissimo immaginare in compagnia di chi sia.
Passano la mia camera senza alcun tipo di problema, sento sospiri, gemiti, sto quasi per cantare vittoria, nessuno dei due ha ancora urlato, quando
“Liam” grida Nicole.
Il fuco, acceso di odio e di rabbia si fa strada dentro di me, dovrebbe urlare il mio nome, non quello di Payn, non quello di un cazzone, il mio quello di un figo. Ma adesso sto quasi dubitando di me stesso, cos’ho che non va, cos’ha Payne in più di me?!
 
 
*Nicole*
“Tu mi vuoi far morire, non è vero?!”
Ride, posandomi un bacio i capelli, all’altezza della tempia “è stato stupendo”
Mi dà un ultimo bacio sulla bocca e poi ci addormentiamo.

 
 


Ciauu ragazze, sono felicissima per le recensioni, davvero.

POI, Justin è geloso, e anche tanto.

Nicole ama Liam e io insieme ce li vedo perfettamente

Questo capitolo è un pò schifoso,perchè lo ammetto,ed è anche corto, ma non sono per niente brava a scrivere cose più spinte, l'imbarazzo si è fatto strada anche mentre scrivevo.
Comunque fatemi sapere sempre se c'è qualcosa che non vi piace o se vorreste che la storia si svolgesse in qualche modo diverso.


Ora mi dileguo domani devo svegliarmi alle 6,00 per finire una cosa per il progetto sul cyberbullismo che sto facendo a scuola


Ciauu<3

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Capitolo 6
*** E meno male che erano le ragazze ad avere sbalzi d'umore! ***


 
 
 
La mattina dopo, Liam va via presto di casa, deve andare ad accompagnare sua sorella in Michigan per fare non so che cosa, ed io rimango da sola in casa con Justin.
Scendo giù per andare a fare colazione, lui dorme ancora, o per lo meno in cucina non c’è.
Mi sento sollevata, sono ancora un po’ scossa da quello che è successo ieri sera prima che uscissi; decido di andare a parlare con i ragazzi, magari sanno cose che ignoro.
Mezz’ora dopo sono nel giardino sotto casa di Harry.
Ho chiamato Louis e gli ho chiesto di venire e lui mi ha detto che avrebbe chiamato anche i ragazzi, probabilmente ha colto il tremore della mia voce ed ha capito che è qualcosa di grave.
“Nicole?” è Harry.
“Ehi, tutto bene?”
“Si, io sto bene, ma tu? Louis era preoccupato quando mi ha chiamato, ha detto che secondo lui è qualcosa di grave. Sei incinta?”
“Ma che dici, Harry?! Non sono incinta, è Justin che mi preoccupa”
“Ragazzi” ci chiamano all’ unisono Zayn e Niall appena arrivati.
È a quel punto che mi ricordo della scommessa fatta con Zayn, mi avvicino al moretto e facendo finta di posargli un leggero bacio sulla guancia sussurro
 “Hai detto qualcosa a Justin riguardo la nostra scommessa?”
“No”
È l’inequivocabile risposta che ricevo e so che è la verità; sono sempre stata una che aveva molti amici maschi e col tempo ho imparato a capire chi mentiva e chi no. I maschi sanno dire le bugie, ma devono essere preparati, possono mentirti su se sono innamorati di una ragazza, se hanno dato il primo bacio o se l’hanno già fatto, possono mentirti su un infinità di cose che riguardano i sentimenti, ma su domande buttate lì senza preavviso cominciano gli “Ehm...uhm…cioè…forse…credo” e il “no” di Zayn mi dice che non ha mentito, la risposta è uscita al naturale insomma, così non è neanche arrivata la domanda al cervello “ha fatto tutto il midollo spinale” come direbbe la mia vecchia professoressa di biologia.
Mi avvicino, giusto per fare scena, anche a Niall ed insieme aspettiamo Louis che come al solito fa tardi
“Nicole?”
“Lou” corro verso di lui e gli salto al collo
“Polsi” esordisce
Gli mostro i polsi, e la risposta è no, non mi sono tagliata.
“Di profilo”
Prima obbedisco, quando poi capisco il motivo urlo
“No, Louis, non sono incinta!”
“E allora, che c’è eri preoccupata al telefono”
“Justin”
“Che ha?” chiede Niall
“è strano”
“Già” rispondono tutti all’unisono.
“Ieri sono uscita con Liam e…”
Non finisco neanche la frase che sono assalita da un’infinità di domande
“Dove siete andati?”
“Che avete fatto?”
“Dove ti ha portata?”
“Avete mangiato insieme?”  questo è Niall
“Vi siete baciati?”
“Ti ha violentata?”
“Lo avete fatto?”
“Cosa è successo?”
“Non farmi preoccupare”
“Cosa cazzo, ci appizza Justin”
“RAGAZZI” urlo “basta”
Tacciono.
“Allora, ieri sono uscita con Liam, siamo andati a cinema, abbiamo visto un film, abbiamo mangiato i pop-corn e bevuto la coca, ci siamo baciati, non mi ha violentata, ma lo abbiamo fatto di comune accordo, non è successo niente di particolare fra me e lui, anzi mi sono divertita e Justin è strano perché prima che uscissi, mi ha spinta contro il muro e mi ha baciata”
Dico tutto ad un fiato, le loro facce sono da foto ricordo, uno spettacolo, immaginate quattro bei ragazzi sconvolti, con le bocche mezze aperte e gli occhi spalancati.
“Okay, adesso voi avreste dovuto dire qualcosa” sdrammatizzo
“Lo hai fatto con Liam?” è l’unica cosa che mi chiede Harry
“Si” rispondo, sarebbe inutile mentire a loro.
“Wow”
“E Justin?” si intromette Louis
“Non lo vedo da quando ha cercato di baciarmi”
“Okay, ammetto che anche io l’ho trovato strano, insomma non è mai stato così possessivo, ha sempre preso tutto molto alla leggera, invece questa volta sembra preso”
“Da chi?” chiedo
“Da te” rispondono tutti.
“Che?”
“Dai, Nic, non dirmi che non te ne eri accorta, ti sbava dietro da quando hai messo piede a Seattle”
“Cosa?”
“Oddio, ma ti devo fare un disegno?” ride Louis
“Sarebbe meglio, signor sonoilpiùdivertentedelmondo” rispondo stizzita
“Oh, insomma, gli piaci”
“Io?”
“Si, quante Nicole Chaz conosci?”
“Una” sussurro quasi.
“Ecco”
“Io vado” dico cambiando strada per tornare a casa, mamma e Pattie saranno qui, fra due ore ed io ho promesso che avrei cucinato qualcosa.
“Ciao” mi rispondono
“Nicole, stai attenta” grida Harry prima che io svolti l’angolo.
Okay, lo ammetto, sono sconvolta e non so che dire, Justin ed io. Io e Justin, no non suona proprio, siamo gli opposti, com’è che si dice, la luna e il  sole, l’inverno e l’estate, il nero e il bianco, il classico e lo scientifico, non mi vengono più esempi, ma io e Justin siamo così diversi.
Oltre tutti questi impedimenti caratteriali io non sono una puttanella, non vado a letto con i ragazzi solo perché loro me lo chiedono, non solo per il sesso; io devo essere innamorata, forse sarò anche all’antica o una ragazza innamorata dell’idea dell’amore, ma è questo il mio sogno, trovare una persona che stia con me per sempre, che non mi lasci da sola mai. E Justin non ispira mica tanto quest’idea.
Arrivo a casa, apro la porta e la richiudo immediatamente
“Che cazzo, Justin, non si va in giro nudi per casa”
“Lo faccio sempre quando mia mamma non c’è”
“Ho capito, ma ci sono io! Posso entrare?”
“Si vieni”
“Dio, giuro che non ho visto niente”
Mi tolgo la felpa e faccio per salire, ma Justin mi ferma per un braccio, rabbrividisco.
“Non ti faccio del male”
Mi verrebbe di dire “Ah, davvero? Ed è la cosa che pensavi anche ieri quando mi hai baciata premendo con forza bruta le tue labbra sulle mie?!” ma mi limito a non rispondere
“Mi dispiace per ieri” continua “Non so che mi è preso, insomma, ho sbagliato proprio tattica, se voglio stare con te devo prenderla in tutt’altro modo”
“Già, comunque non ti preoccupare la mia mente ha rimosso tutto”
Anche se non è proprio vero, soprattutto per quanto riguarda la storia del ‘è preso da te Nicole’ ancora non ci posso credere, anzi forse sarebbe  meglio dire che non ci voglio credere. Così lascio correre e faccio finta che i ragazzi non mi abbiano detto nulla.
Sorride e mi lascia il braccio
“Che fai stasera?”
“Pensavo di rimanere a casa, tornano le mamme, a proposito, mi dai una mano a cucinare?”
“Certo”
Mi cambio vestiti ed andiamo in cucina, prepariamo tra risate e cantate la pasta alla carbonara.
Proprio mentre comincio ad apparecchiare la tavola suona il telefono.
“Vado io” urla Justin
Poi lo sento parlare a telefono per pochi minuti
“Le mamme non tornano”
“Perché?”
“A quanto pare, il Brasile è più divertente”
“Non è che ci fossero tanti dubbi”
“Che facciamo con la pasta, i dolci e tutto il resto?” chiede
“Chiamiamo i ragazzi”
“Ottima idea”
“Io ho sempre ottime idee Bieber”
“Convinta lei” lo sento borbottare mentre sale le scale per prendere il cellulare e avvertire i ragazzi.
“Ti ho sentito”
Ridendo vado a prendere il mio telefono per chiamare Liam, che Justin approvi o no, è pur sempre il mio ragazzo.
“Liam?”
“Nic, tutto bene?”
“Si, volevo sapere se ti va di venire a cena da me oggi”
“Certo, ci sono anche gli altri?”
“Si, ma Liam, ho parlato con Justin, è tutto okay, ti prego vieni?”
“Pregami un’altra volta”
Ridiamo “Ti prego Payne, ti prego, ti prego, ti prego”
“Okay, solo perché mi hai pregato”
“A dopo”
“A dopo, ti amo”
Aww(?)la dolcezza di questo ragazzo cresce ogni giorno di più.
“Anche io ti amo”
Attacco.
“Chi era?”
Chiede Justin, anche se sono convinta che è lì da 5 minuti e ha sentito tutto
“Liam, ho invitato anche lui”
“Ottima idea, stavo venendo a proportelo”
Sorrido sorpresa, no, okay, oggi che sta succedendo?! Prima le scuse, poi l’aiuto in cucina ed ora mi stava venendo a dire di chiamare Liam che è il motivo per cui è così scontroso con me. Bah, e poi dicono che sono le ragazze ad avere sbalzi d’umore.
Verso le otto, sono arrivati tutti.
“Ragazzi, venite” dico vedendoli fuori la porta
“Guarda, volevamo rimanere  fuori”
“Ahah, Louis, sempre simpatico tu eh?”
Ride, poi si avvicina e mi sussurra all’orecchio
“Con Jus?”
Gli faccio l’occhiolino.
“Detto qualcosa?” capisco che si riferisce alla chiacchierata di oggi al parco
“No, rimosso tutto”
“Bene” sorride.
Saluto Harry, Niall e Zayn e mentre loro entrano rimango fuori la porta ad aspettare Liam.
 
Il mio fidanzato non tarda, poco dopo è fuori casa.
Scende dall’auto e mi bacia con passione, come se non ci vedessimo da mesi, ma è bello, sento ancora un vuoto dentro di me, quello che ha lasciato mio padre.
Entriamo per mano e con mia grandissima sorpresa Justin è il primo ad alzarsi e a stringergli la mano.
Cavolo, anche Liam è stupito.
Seguendo l’esempio del biondo anche i ragazzi salutano Liam, anche se Louis continua a lanciarmi occhiate interrogative.
“Mel?” chiedo “credevo venisse”
“Domani deve partire per New York, quindi è rimasta a casa a dormire”
“Che puttana” esclamo
“Perché?”
“Non mi ha neanche detto che andava a New York”
Ridono e Liam dice
“Ci andremo insieme, te lo prometto”
Lo bacio.
Dopo aver cominciato a mangiare la carbonara, cominciamo a vedere “Hunger Games” film scelto da me.
È semplicemente stupendo, adoro tutti i protagonisti, il coraggio di Katniss, la dolcezza infinita di Peeta, la simpatia di Finnick, il fuoco di Gale e l’arroganza gentile di Haymitch. Mi ci rispecchiavo tantissimo quando avevo 13 anni, pensavo che Katniss fosse un modello da imitare e in un certo senso se sono quella che sono è anche merito suo e di Jennifer Lawrence, attrice che l’interpretava.
Mi siedo sulle gambe di Liam e mi accorgo dello sguardo dei ragazzi puntato su di noi, ma non ci bado, che guardino quanto vogliono insomma sono solo gelosi di noi perché lì all’infuori di Louis e Niall , nessuno è capace di mantenere una relazione seria che duri più di un giorno di solo sesso, tra l’altro.
A film finito Justin, sorprendendomi sempre di più chiede
“Vi va di rimanere a dormire qui?”
“Io non posso” risponde Zayn
Menomale.
“Neanche io domani ho lezioni di boxe” dice Niall
Grazie a Dio.
“A me farebbe piacere, invece” afferma Louis
Merda
“Anche a me, tanto non ho niente da fare”
Cazzo.
“Beh, io non ti lascio sola con tre maschi” dice Liam
Porca troia.
Faccio un sorriso smorzato.
Andati via Zayn e Niall saliamo al piano di sopra, io con la scusa di mettermi il pigiama vado in bagno e chiamo Melanie.
“Stronza”
“Nicole”
“Melanie”
“Che c’è?”
“Sei una puttana”
“Perché?”
“Primo non mi hai detto che vai a New York, secondo per questo motivo mi hai lasciata da sola con i ragazzi e Liam”
“No”
“Si invece”
“E non è tutto, Louis, Harry e Liam restano a dormire qui”
“oddio, maledetta New York, volevo esserci anche io a godermi la scena con i pop-corn in mano”
“Vedi che ti odio”
“No, no, okay, ora sono seria, e quindi che pensi di fare?”
“Scappare dalla finestra del bagno e andare a dormire dai vicini”
“Ottima idea, ma non credo che scappare dai problemi servirebbe”
“Lo so, ma Mel, che devo fare?”
“Divertiti con Liam, chiudete la porta a chiave e fregatevene del fatto che nell’altre stanza ci sono persone”
“Giusto, ritiro tutto, ti voglio bene”
“Te ne voglio anche io”
“Divertitia New York”
 
 
*Justin*
“Liam” lo chiamo
“Si”
Che faccia di cazzo, non so proprio perché Nicole ha scelto lui, tra tanti ragazzi avrei preferito mille volte Zayn, Harry o Niall, ma lui no, proprio no.
“Volevo dirti che per adesso mi allontanerò da Nicole”
“Come scusa?”
“Ho detto che fino a quando voi starete insieme, io eviterò di portarmela a letto”
“Oh, e adesso dovrei ringraziarti Justin?”
“In teoria si”
“In pratica no”
“Vedila come vuoi, Liam”
Si gira ed entra in camera di Nicole, che è in bagno da 20 minuti.
“Però, che caratterino il ragazzo” sorride Harry
“Io ti sarei già saltato addosso Styles, permettiti solo di dirmi una cosa del genere e scordati di poterti procreare”
“Che paura Bieber”
“Io non farei così lo spiritoso”
Ridiamo, era da tanto che non mi divertivo così, ero stato troppo impegnato a rodermi dentro al pensiero di Liam e Nicole insieme, adesso però ho capito che è inutile, tanto prima o poi si lasceranno ed io sarò pronto a consolare la povera e dolce Nichy distrutta da questa rottura.
 
 
*Nicole*
Ho appena finito di parlare con Melanie, sto per uscire dal bagno quando mi chiama Allie.
“Allie”
“Nic”
“è una vita che non ci sentiamo, come va?”
“Bene, anche se ho buone e cattive notizie”
“Spara le buone”
“Ho fatto sesso con Peter” che per chi non lo sapesse è il suo ragazzo dai tempi delle medie
“Wow”
“Poi ho preso una  A in trigonometria”
“Miracolo”
“Ahah che simpatica che sei”
“Spara le cattive”
“Max”
BOOM! Il mio povero cuore perde un colpo
“Che ha Max?”
“Oh, non è malato, non sta per morire, anzi si sta divertendo molto; hai un computer a portata di mano?”
“Si aspetta lo prendo”
Esco dal bagno e sorpasso i ragazzi che mi lanciano occhiate interrogative, scendo al piano di sotto facendo loro cenno di non seguirmi e apro il mio pc.
“okay, che devo cercare?”
“Il profilo di Max”
“Si”
“Foto”
“Si”
Sto tremando, non stiamo più insieme, ma in teoria non ci siamo mai lasciati, lui mi ha chiamato solo il primo giorno, poi sono scomparsa dalla sua mente o almeno credo.
“Vai avanti”
“Okay”
Oddio, c’è lui, con un’altra, che si baciano, in modo molto spinto, lei gli è saltata addosso e lui le tocca il culo; andate a farsi fottere tutte le buone promesse che mi aveva fatto: ‘giuro di amarti per davvero’ ‘sono cambiato per te’ ‘mi hai rivoluzionato l’esistenza’.
“Nichy?” mi chiama Allie quando vede che non rispondo
“Sto, bene, anche io ho un altro”
“Davvero?”
“Sisi è al piano di sopra ora”
“Justin?”
“No, ma che dici si chiama Liam”
“Va da lui e non farmi diventare zia”
“Mi manchi scema”
“anche tu, ci sentiamo”
“Ciao”
Attacco, non sono per niente arrabbiata, anzi a dirla tutta mi dispiace per lui, è tornato ad essere un grande pezzo di stronzo.
 Torno in camera mia e trovo Liam steso sul letto senza maglia, e che cavolo, questa è proprio un istigazione, la parte razionale di me aveva deciso di lasciar perdere per stasera, se lui mi si presenta così…
Non resistiamo e così ci ritroviamo per la seconda volta sotto le lenzuola ad urlare l’uno il nome dell’ altro con Justin, Harry e Louis nell’ altra stanza.
Alle 3 di notte mentre Liam dorme vado a farmi una doccia.
Apro la porta del bagno
“Louis”
“Nicole”
“Lou, copriti”
“Ah, non fa niente penso che tu sia abituata a tutto questo”
“Eh?”
“Non fare la finta scema, vi abbiamo sentiti.”
“Ah, per questo, si sono abituata, ma magari tu forse no e siccome devo fare la doccia FUORI”
“Sisisi esco”
Prende un’altra asciugamano e esce dal bagno, comincio a spogliarmi quando Louis apre di nuovo la porta, ho gli slip e il reggiseno mezzo sbottonato.
“Che cazzo, Louis, quale parte della parola fuori, non ti è chiara?”
“Mi serve il pettine”
“Oddio, non so chi mi sembri, prendi sta qua”
“Grazie e comunque sei carina anche così”
“Era un complimento vero Tomlinson?”
“Dipende dai punti di vista” ride mentre si allontana.
 
*Justin*
“Tutto bene Lou?”
“Ah, Nicole è proprio una gran gnocca”
Harry per poco non si affoga con l’aranciata che sta bevendo ed io spacco la matita che ho in mano e con la quale stavo provando a fare un disegno.
“Geloso?”
“No”
“Non ci credo neanche se lo continui a ripetere da qui all’ eternità”
“No,no, no,no,no,no,no,no,no”
“Nessuno ti crede Bieber, lo vediamo tutti che stai rodendo perché lei non finisce nel tuo letto prima e ai tuoi piedi dopo”
“Cazzo, se non avete ragione”
“Ecco lo ha quasi ammesso” dice Harry
“Prendi il registratore Styles, questa è epica”
“Bastardi”
“Comunque è in bagno, sai com’è, nuda, sola, Payne dorme”
“Tommo, vedi di evitare di parlarmi così sai c’è solo una piccola parte razionale in me che mi dice di lasciar perdere per ora, ma se tu ma metti in questi termini”
“Stai cercando di resistere?”
“Si, esatto”
“Wow” rispondono all’ unisono.




Hola chicas!

la parte spagnola di me sta uscendo fuori(?)

Okay allora, comincio con il ringraziarvi infinitamente per le recensioni e per i messaggi personali, mi emoziono sempre leggendoli.

Poi Justin che cerca di fare il carino è troppo dulcioso(?) non so come la pensate voi, ma a me fa impazzire


Nicole sta con Liam e sono felici e contenti per adesso, ma adesso non so se passare direttamente a quando si lascieranno o continuare ancora così per un pò, fatemi sapere le vostre idee.

Dopodicchè fatemi sapere sempre se c'è qualcosa che non vi piace o che vorreste che accadesse, magari anche per messaggio privato in modo da non spolierare troppo(?)

Adesso spero che il capitolo vi piaccia e che sia abbastanza lungo altrimenti fatemi sapere se li volete più corti o più lunghi...

Ora mi dileguo e vado a finire di studiare greco (si ragazze faccio il classico, anche se non vi interessa ve lo dico lo stesso xD)

Sciaoo belle! <3<3

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Capitolo 7
*** Smettila di fare pensieri perversi! ***


 
*Nicole*

Sto per uscire dal bagno dopo aver finito la doccia, quando Justin, molto dolcemente, bussa
“Nic, posso entrare?”
“Justin?”
“Si, sono io”
“Entra” rispondo stupita come non mai, che cavolo sta succedendo?!
“Posso chiederti un consiglio?”
“Perche noi siamo amici vero?” rispondo cautamente
“Si, ovviamente” mi dice sicuro
“Okay, spara”
“Simone”
“Aspetta, Simone, quella Simone?”
“Si quella del quarto anno, mora con gli occhi azzurri, alta e magra, diligente a scuola, non posso entrare nei dettagli specifici perché non ho i raggi x e non è ancora caduta nel mio bel comodo lettino”
“Justin” urlo scettica shiaffeggiandogli la spalla
“Che c’è?! È la verità”
“Va avanti”
“Allora, lei, secondo te, che sei una femmina; per chiederle di uscire devo direttamente andare al punto o andarci piano e cominciare con un caffè e poi finire con il cinema?”
“Comincia con il caffè, alle ragazze per bene piace essere corteggiate, chiedile dei gusti di musica, attore preferito, gusto di gelato che le piace e tutte le piccole cosette che devi sapere di lei per fare poi un appuntamento con i fiocchi. Dopo di che devi chiederle se vuole venire a prendere un caffè, sempre mentre parlate dei vostri gusti e andando avanti così un mese e sarà sotto le lenzuola con le gambe aperte”
“Nicole! Alla faccia della finezza”
“Mi sto Bieberizzando”
Ridiamo poi mi dà un bacio sulla guancia
“Grazie, se hai bisogno con Liam”
“Te lo farò sapere”
Esce dalla porta
“Justin” lo richiamo
“Si?”
“Non mentire, dille sempre la verità, deve amarti così come sei, non raccontarle palle su come capisci che lei vorrebbe che fosse il suo ragazzo perfetto”
“Ci proverò”
“Ah, comunque ottima scelta Simone mi piace, è okay”
Sorride e va via.
 
*Justin*
Ho appena trovato il modo per farla innamorare di me.
Fingendomi innamorato di Simone Nidal, mi farò raccontare tutto di lei, tutto quello che le piace e che vorrebbe che Liam facesse. Sono un fottutissimo genio.
Quando esco dal bagno so che è una all’antica, che crede all’amore quello vero, che non si scorda mai, che ti accompagna per sempre, è così dolce e ingenua, quando con quegli occhi sognati descrive il suo appuntamento perfetto, e la voglio ancora di più.
Per adesso rimarrò in disparte, le farò da amico, si fiderà completamente di me, poi la sorprenderò, le farò capire che sto cambiano, cambiano per lei e per nessun altra, che la voglio solo per me, che deve fregarsene di Payne e di quello che lui le ha promesso.
“Sono davvero intelligente”
“Ehmm”
“Che hai Styles, non ci credi”
“Insomma”
“Aspetta e vedrai, Nicole Chaz entro due anni finirà sotto le mie lenzuola”
“E tu resterai in astinenza per due anni?” chiede Louis basito
“Mica sono fesso”
“Quindi che pensi di fare?”
“Mi fingerò innamorato di Simone”
“Quella del quarto?”
“Si”
“E se ti va male?”
“Se va male, l’anno prossimo cambierò stato, tanto vado al college”
“Bel modo di evitare i problemi amico”
“Si lo so, sono un genio”
Louis si avvicina ad Harry e sussurra
“Non era un complimento”
Lo sento, ma faccio finta di niente, non sono in vena di litigare, oggi è il giorno del nuovo, grande e maestoso inizio di Justin Drew Bieber.
 
 
*Nicole*
Sono talmente sorpresa dal comportamento di Justin che mi dimentico di essere da sola in casa con quattro ragazzi.
Vado in giro con gli slip e il reggiseno canticchiando ‘Some Nights’ dei Fun. Quando improvvisamente Harry apre la porta del bagno con un’ asciugamano il vita e i ricci tutti bagnati e spettinati; faccio un salto all’indietro
“Ahh” urlo spaventata
“Che c’è Nic? Tutto questo ti spaventa?” dice il riccio indicandosi
“No, no” rispondo ingoiando la saliva.
Mi giro e entro in camera mia
“Bel culo, comunque” grida Harry prima di entrare in camera di Justin.
Liam dorme ancora, così con tutta la dolcezza che madre natura mi ha dato lo sveglio
“Ehi, amore”
Non funziona
“Dormiglione, sveglia sono già le 9”
Non da segni di vita
“Liam” urlo “svegliati o prendo l’ acqua”
Comincia a rigirarsi nel letto facendo arrivare il lenzuolo fino all’altezza del bacino.
“Va bene, Liam, ma sappi che non mi hai lasciato scelta”
Sempre non molto vestita vado in bagno a prendere un bicchiere d’acqua e tornando in camera lo svuoto pari pari su Liam
“Ahh” urla il poveretto
“Nicole, che cavolo ti prende” continua
“Amore, tu non ti svegliavi”
“Che succede qua” chiede Louis appena entrato in camera
“Oh, niente l’ho solo svegliato”
“Visto che ci sei va anche da Justin, sta notte è rimasto sveglio a preparare qualcosa”
“Corro, e ah, voi cominciate a prepararvi oggi si va a fare shopping”
“Noo” borbottano quando esco
“Non era una domanda” urlo
Prendo un altro bicchiere d’acqua e vado da Justin
“Just, svegliati” comincio dolcemente
Niente.
“Ehi, su alzati mi serve un consiglio, oggi si fa shopping”
Non si muove.
“Justin, l’hai voluto tu”
Gli verso l’acqua addosso
“Ahh, mamma che cazzo, è sabato oggi, niente scuola”
Apre gli occhi e mi vede
“Che cazz… perché vai in giro così?”
“Così come?”
Mi indica, e solo allora mi ricordo di essere ancora mezza nuda.
Scatto, prendo dalla sedia una maglietta che credo sia di Louis e la infilo
“Era meglio prima” borbotta
“Ahah come sei simpatico Bieber, muoviti che andiamo al centro commerciale”
“Che bello” dice tutto pimpante alzandosi
“Justin” urlo. È nudo
“Oddio” urla anche lui prendendo un lenzuolo e coprendosi
Pur avendo chiuso gli occhi ho visto abbastanza e ‘wow’ okay, Nicole smettila di fare pensieri perversi sul tuo coinquilino, hai un ragazzo nello stesso stato nella stanza di fianco
“Ehm, io esco, ci vediamo giù” dico leggermente imbarazzata
“Si ehm…okay” anche lui non è proprio a suo agio.
Esco e chiamo Melanie
“Nic? Tutto bene?” chiede allarmata senza darmi il tempo di salutare
“Si, cioè, insomma, forse”
“Tu e Liam?”
“Nottata perfetta”
“Tu e Louis?”
“Mi ha quasi vista nuda in bagno stanotte”
“Dio”
“Ma cosucce”
“Tu e Harry”
“Anche lui mi ha quasi vista nuda stamattina”
“Nicole che cazzo è successo con Justin allora?”
“Stanotte mi ha chiesto come conquistare Simone”
“Simone, quella Simone?”
“Si, quella del quarto”
“Poi?”
“Stamattina l’ho visto nudo”
“Che?”
“Sono andata a svegliarlo e era nudo, ma non se lo ricordava quindi si è alzato e..”
“E hai visto tutto”
“Si esatto”
“Commenti?”
“Wow”
“Pervertita, hai un ragazzo e ci hai fatto l’amore stanotte”
“Lo so, ma è wow, tu non hai idea proprio”
“Chaz, non voglio sapere i particolari, non mi interessa la conformazione del ‘Jerry’ di Justin”
“Okay, fatti tuoi”
“Con chi parli” chiede Louis appena entrato in cucina
“Con la tua ragazza”
“Passamela, ma ehi, quella è la mia maglia”
“Prendi e non rompere” dico passandogli il cellulare.
“Amore” esordisce Louis poi comincia a camminare ed io non sento più nulla, risalgo in camera e mi vesto oggi farò uno shopping fantastico.
 
 
 
*Justin*
“Amico, tu non hai idea di quello che le mie povere orecchie hanno dovuto ascoltare mentre parlavo con Mel” mi dice Louis entrando
“E”
“Nicole”
“Si”
“Stamattina”
“Si”
“Con te”
“Cazzo Louis parla,  metti ansia così che ti ha raccontato quella schizzata della tua ragazza su di me e Nicole?”
“Stamattina ti ha visto nudo e per la mente le sono passati tutt’altro che pensieri casti”
Rido.
“Ma davvero?”
“Si, non immagini come l’ha raccontato a Mel”
“Che gran colpo di fortuna”
“Convinto tu” conclude Louis uscendo dalla stanza.
 20 minuti più tardi siamo al centro commerciale in un negozio da femmine.
Io, Louis e Liam siamo fuori al camerino scocciati come non mai, Harry, che a casa sembrava il meno entusiasta si è dimostrato un perfetto aiutante, lui e Nicole si stanno divertendo un mondo, pantaloni, magliette, vestitini, scarpe, è una vera e totale noia.
Ad un certo punto mentre sono immerso nei miei pensieri Nicole esce dal camerino con indosso un vestitino bianco, delle ballerine e, cosa più bella, un sorriso smagliante stampato in volto.
“Come mi sta?”
Sto per risponderle che è decisamente fantastica, una dea oserei, ma Payne mi precede
“Sei la ragazza più bella che io abbia mai avuto”
Ma che ha in testa quel ragazzo, non si dice mai così ad una donna ricordo e cito- regola numero uno, mai parlare delle ex o delle donne che si ha avuto davanti a quella corrente-
“Perché ne hai avute tante?” chiede Nicole accigliandosi
“No, ma, dopo la mia mamma sei sempre la più bella”
Altra mossa sbagliata ricordo e cito- regola numero due, davanti alla tua donna, la mamma non esiste, è lei l’unica e sola donna della tua vita, se poi la cosa si fa seria cambia tutto-
“Ah, grazie” risponde la moretta sovrappensiero.
Poi si gira verso me e Louis
Annuiamo in segno di assenso.
“Harry, mi serve un jeans ora”
“Agli ordini capo”
 
 
*Nicole*
Che cavolo gli ha preso a Liam, certo lo sapevo che non poteva essere perfetto e che la mamma è la mamma, ma che cavolo, non si dice che sei al secondo posto dopo la mamma; quella è una classifica a parte.
Bah.
La mattinata va avanti così, io e Harry entriamo e usciamo da negozie e negozietti sotto lo sguardo annoioato degli altri tre.
Tornati a casa siamo tutti distrutti.
“Ho fame” decreta Louis entrando in casa.
“Ordina qualcosa” gli rispondo
“Ma voglio che cucini tu”
“Lou, questa casa non è un albergo, non potete vivere qui per sempre e io non cucino per nessuno, sia chiaro.”
“Io vado via, mia mamma mi aspettava per pranzo” informa Liam
“Ciao” gli dico e mi avvicino
Ci baciamo e lui va via.
“Freddo il ragazzo eh?” chiede Harry
“Abbastanza, chissà” rispondo pensierosa
“Quella della mamma era out” ride Justin
“è nel manuale di base” dice Louis.
“Già era proprio pessima, è come per una ragazza dire ‘ si, sei bello e sei il mio tipo, ma un uomo di trent’anni in più che chiamo papà ti supera di gran lunga’”
Ridono.
Suona il cellulare, è mamma.
“mamma?”
“Nicole, cara, volevamo avvisare te e Justin che noi saremo a casa per le 18,00”
“Di oggi?” chiedo preoccupata.
La casa è un vero schifo, ieri era pulita e limpida oggi è un porcile ci hanno dormito per una notte quattro ragazzi e una ragazza; è il minimo
“Ovvio, ora vado, siamo in aeroporto”
“Ciao mamma”
“A tra poco”
Attacco.
“Jus, siamo nei guai”
“Che succede?”
“Mamma e Pattie saranno qui fra 4 ore”
“Cosa?”
“Sono in aeroporto”
“Merda, come lo sistemiamo questo casino adesso?”
“Non ti lamentare e comincia a prendere l’aspirapolvere” dico
“Tu, va di sopra e disfai i letti” dico a Louis
“Tu pulisci i bagni” dico ad Harry
“E tu che farai?” mi chiedono
“Io lavo i piatti e sistemo questo casino, poi laverò a terra ed infine rifarò i letti”
“Okay al mio tre”
“Louis, non è una situazione teatrale”
“Mamma mia, che ansia, stiamo andando”
Lui e Harry salgono di sopra
“Che faccio?” chiede Justin con l’aspirapolvere in mano
“Passala dappertutto, in cucina, in salotto e poi sali di sopra”
“Okay”
Alle 17,45 è tutto pulito, lustra e brilla come non mai, e io e i ragazzi siamo distrutti, come non mai.
Poco dopo Harry e Louis vanno via e arrivano mia mamma e Pattie abbronzate e con mille pacchetti e pacchettini, giuro che non ho idea a chi dovrebbero assomigliare.
“Ragazzi, ci siete mancati” esordisce Pattie.
“Anche tu, mamma” dice Justin abbracciandola
“Nicole, amore, sei bellissima” è mia mamma a parlare
Smorzo un sorriso
“Vi siete divertite?”
“Oh, ma certo, era tutto splendido”
“Mi fa piacere”
“Ora noi andiamo, non è vero Nicole?!” chiede Justin
“Si, abbiamo un appuntamento con i ragazzi”
“Bene, bene divertitevi” ci congeda Pattie.
Usciamo scandalizzati
“Ma le hai viste?” chiedo a Justin
“Sembrano due sedicenni in calore”
“Mio Dio, Jus, io non voglio diventare sorella a quest’ età”
“Neanche io e… com’è che mi hai chiamato?”
“Jus?”
“Ripetilo di nuovo è troppo bello”
“Jus”
“Aww, è stupendo”
“Tu sei malato”
Ridiamo.
Tornati a casa, mangiamo e andiamo direttamente a dormire.
“Ti va di venire da me?” chiede Justin, neanche abitassimo lontani eh?! È nella camera affianco la mia.
“Si, okay, sarà divertente. Prendo il pigiama”
 
*Justin*
L’ho appena invitata a dormire da me; anche se mi sembra una cosa abbastanza forzata visto che viviamo nella stessa casa, ma comunque ha accettato e mi è parsa anche contenta.
“Justin? Posso entrare, sei vestito?”
“Si, vieni” rispondo
“Allora, che mi dice, hai pensato come parlare con Simone?” chiede infilandosi sotto il lenzuolo
“Si certo” mento
“E”
“Mi avvicinerò e le chiederò di venire a prendere un caffè con me, poi al bar le farò domande sui suoi gusti. Dopodiché qualche giorno dopo le chiederò di uscire”
“Perfetto, impari in fretta”
“Con Liam?” le chiedo
“A parte stamattina?”
“Si a parte stamattina”
“Bene, siamo felici, insomma io sono felice, è bravo a letto”  si ferma subito dopo aver pronunciato queste parole.
Rido.
“Dai, non fa niente, oramai siamo confidenti stretti.”
“Già, comunque io sto bene con lui, spero solo che non succedano più situazioni imbarazzanti come quella di oggi”
“Speriamo”
“Ho sonno” dice sbadigliando, si appoggia alla mia spalle e subito dopo dorme già.
È così bella, i suoi lineamenti solitamente accigliati-colpa del brutto carattere- si distendono nel sonno.
Con la sua immagine tranquilla e sorridente mi addormento felice.





Ciao ragazzuole! domani è lunedì noooo :(

Grazie mille per le recensioni mi commuovo ogni volta

Comunque passando alla storia la lunghezza del capitolo va bene? (fatemi sapere)

Poi i ragazzi che fanno shopping sono hcjkefffe li amo *-*

Niall e Zayn non ci sono proprio, ma non sapevo come rinserirli e mi sembravano troppi a stare in casa tutti insieme e ad andare al centro commericiele, ma non mi sono dimenticata di loro.

Liam ha fatto un passo falso e Justin si sta conquistando la fiducia di Nicole.

Le mamme sono tornate e fra qualche capitolo ci sarà una notizia BOOM!

Credo che passerò direttamente alla prossima estate, senza tralasiciare le domande per i college (parte triste)

Ehmm, come sempre se c'è qualcosa che non vi quadre fatemelo sapere.

ora vado perchè altrimenti vi spolierizzo troppo(?)

Goodnight (ora tocca alla parte inglese)

Sciauuu bellee! un bacione <3

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Capitolo 8
*** stai cercando l'entrata per Narnia? ***


 
*Nicole*
Quando mi sveglio sono nel letto di Justin, appoggiata al suo petto nudo; sobbalzo.
“O mio Dio”
“Nicole, cazzo c’è, dormi”
“Perché sono nel tuo letto?”
“Ieri sera ti ho chiesto di dormire qui”
“Ah, giusto mi ricordo, ora vado a fare una doccia”
“Sbrigati”
Quando esco da camera di Justin, mi trovo di fronte Pattie
“Ehi” la saluto
“Che ci facevi in camera di mio figlio?” chiede arrabbiata
“Ho dormito lì”
“Ah, e lo dici anche con un aria da innocentina”
“Pattie, ci ho solo dormito”
“Chi me lo garantisce”
A questo punto Justin, ormai sveglio interviene
“Mamma, davvero credi che avremmo fatto sesso con voi in casa?”
“Si, avreste potuto”
“Si, certo, ma non siamo scemi, sai le urla, i gemiti, sarebbe un po’ complicato soffocarli”
Sono completamente rossa dall’imbarazzo, riesce a parlare così facilmente di certe cose con la madre, è da stimare io non ci riuscirei neanche sotto tortura.
“Che succede qui?” chiede mia madre
“I ragazzi hanno dormito insieme”
“Avete fatto sesso?”
“No! Mamma, che ti passa per il cervello, no!”
“Sicuri?”
“Si, sicuri” rispondiamo all’unisono
“Non stiamo neanche insieme, lei ha un ragazzo” sibila fra i denti Justin
“Cosa?” chiede mia madre
“Niente”
“Eh, no, Nicole, io ci sento chi è?”
“Si chiama Liam”
“Com’è?” chiede a Justin
“Un fesso”
“Justin” lo richiamo “Non è vero, mamma, è dolcissimo, simpaticissimo”
“Si tutto issimo” mi ridicolizza Justin
“Ti odio” gli dico mentre lasciandoli da soli entro in bagno.
Io Justin proprio non lo capisco, prima fa tutto il carino, il dolcioso e poi poco dopo, diventa la persona più insopportabile del mondo: Assurdo.
Finita la doccia mi vesto e vado a casa di Zayn; da sola.
“Chi è?”
“Sono Nicole, c’è Zayn”
“Si, certo entra” mi dice una signora bella quanto il figlio, sulla cinquantina, molto curata e con un sorriso capace di farti scaldare il cuore, ma allora da dove ha preso Zayn quel suo brutto carattere?!
“Zayn, è per te” urla la donna
“Piacere Trisha” dice rivolgendosi a me
“Nicole, il piacere è mio”
“Sei una nuova amica di Zayn?”
“Si mi sono da poco trasferita a casa di Justin, i miei si sono separati”
“Oh, cara mi dispiace”
“Si figuri, tanto meglio che siano lontani era un inferno”
“Chi è?” chiede Zayn affacciandosi dalle scale a petto scoperto
“Una tua amica” gli risponde la mamma
“Nichy, sei tu, vieni fatti abbracciare”
Sorrido, ma in realtà sto pensando, okay, Zayn, okay, non sei mai stato così entusiasta di vedermi, che cazzo ti succede?
“Io vado ragazzi” ci comunica la mamma
“Tanto noi usciamo” le risponde Zayn
Si infila una maglia e mi segue fuori la porta.
“Chaz, qual buon vento?”
“Malik, che vento, sono arrivata qui a piedi”
“Ahah, comunque riguardo la scommessa hai deciso di arrenderti perché sai com’è mia mamma sta per andare a fare la spesa, mio padre e le mie sorella non ci sono e quindi…”
“Non intendo arrendermi, non ora per lo meno, Malik scordatelo”
“Perché che mi sono perso?”
“Io e Justin siamo diventati confidenti, sai, buoni amici, sta notte ho dormito da lui”
“Nicole, vivete nella stessa casa, è logico che dormi da lui”
“Quanto sei cretino. Intendevo dire che ho dormito nella sua stanza, nel suo letto”
“Eravate vestiti, spero”
“Si, avevo il pigiama”
“E lui?”
“Anche, Zayn, che cazzo, se ti dico che non ci ho fatto niente è così e per di più io sono fidanzata, non so come spiegarti il concetto perché capisco che non fa parte del tuo vocabolario, ma in parole semplici significa che io e Liam abbiamo una relazione stabile, in cui si fa l’amore, non il sesso”
“Ma come sei simpatica, se ti sentisse Louis, potrebbe entrare in crisi”
“Mamma mia, Malik, più squallida di questa no è?”
Ridiamo.
“Allora, che c’è?” mi chiede
“Ti va di accompagnarmi in centro?”
Tutti i miei propositi di andare lì e dirgli che stavo per riuscire a vincere la scommessa e che quindi lui mi doveva 400 dollari vanno a farsi fottere.
“Bah, voi donne chi vi capisce” borbotta Zayn
“Che credevi ti dovessi chiedere?”
“No, niente, anzi credevo qualcosa di più interessante”
“Esiste sempre il ‘no non voglio venire’”
“Tanto sai che non te lo direi mai”
“Buon per te”
“Allora” dice prendendomi sotto braccio “dove si va?”
“A scuola”
“Che cosa?” sobbalza
“Andiamo a prendere le domande d’ammissione”
“Ma a te non servono”
“Lo so genio, le prendo per voi”
“Sai che potevamo prenderle da soli no?!”
“Lo so”
“E poi è solamente ottobre”
“Già già”
Ci incamminiamo verso scuola ed arrivati lì mi faccio dare 5 copie di tutte le domande a tutti i college, in più anche le offerte e tutta quella roba lì. Devo ammettere che mette tristezza, pensare che l’anno prossimo non saranno più qui fa nascere in me un dolore lancinante, ma devo accettarlo, in fondo è un bene, se andranno poi torneranno laureati e in cerca di un lavoro e questo è semplicemente fantastico.
I mesi autunnali passano velocemente ed in poco tempo ci ritroviamo a gennaio, il triste gennaio. Ho sempre odiato questo mese, mette una tristezza assurda, la neve, il freddo. Per me che amo il caldo e l’estate e terribile; in più quest’anno è terribile cinque volte di più. Perché cinque? Beh, perché ho dato una mano a scegliere e a compilare i moduli per il college a Justin, a Liam, a Louis, a Harry, a Niall e a Zayn. E sinceramente ho faticato davvero tanto, avrei potuto piangere in ogni secondo.
“Nic, secondo te meglio Harvard o Yale?” chiede Niall , che a quanto pare è il più intenzionato a studiare per davvero.
“I programmi Niall?”
“Ottimi tutti e due”
“Bah, mio cugino è andato a Yale, e si trova bene, ma anche Harvard non scherza, è uno dei migliori college”
“Io vado a fare economia, dai Nichy dammi una mano”
“Dio Niall, sei tu che ci devi andare”
Dico arrabbiandomi e andando via, salendo le scale incontro Justin
“Nic, che dici Williams?”
“Si è ottimo” dico ricacciando dentro le lacrime
“Okay grazie”
“Jus, pensi di andare in Massachusetts?”
“Perché no, è un ottimo college”
“Sisi, lo so”
“Ah, Nic” continua scendendo le scale “ Tra poco arrivano gli altri, Louis mi ha detto di dirti che c’è anche Liam”
“Arrivo subito”
Entro in bagno e appoggio le mani sul lavandino, le lacrime iniziano a scivolare, il perché non lo so, o forse si. Justin, Liam, tutti loro, sono entrati nella mia vita in un momento di bisogno, un momento in cui nessuno avrebbe potuto fare nulla per me, e invece loro ci sono riusciti, mi hanno risollevato, mi hanno insegnato a credere nel destino, a pensare che forse quello che è accaduto ha una spiegazione logica, che anche se i miei si sono lasciati venendo qui a Seattle ho guadagnato qualcosa. Ho guadagnato loro. E adesso mi lasceranno da sola, di nuovo. Certo ho Melanie, ma chi mi ridarà Liam, chi mi ridarà le litigate e le dormite con Justin? Chi prenderà il posto di Louis in fatto di battute? Chi sostituirà Niall e la sua taciturnità? Nessuno. Questa è la risposta.
Bussano alla porta
“Amore sei lì?”
“Si Liam, arrivo”
Mi asciugo le lacrime e esco, lo bacio sulla bocca con foga, quasi a non volerlo più farlo andare via da me.
“Ehi, piccola. Stasera vieni da me?”
“Si” rispondo ridendo. Ecco, vedete, è questo quello che riescono a fare tutti loro messi assieme. Piangevo, è arrivato lui e dieci secondo dopo sto ridendo, e non è una risata forzata.
Torno giù e Louis mi abbraccia.
“Io e Justin andiamo a Williams” mi comunica sorridente
“Che bello”
“Tu Liam, dove vai?” chiede Zayn
“Alla New York university”
“Wow, a studiare cosa?”
“regia”
“Zayn?”
“Penso di andare a Bucknell, Pennsylvania”
“A fare?”
“Giornalismo”
“Chi lo avrebbe mai detto”
Ridiamo.
“Ragazzi vado un attimo di nuovo sopra” annuncio loro
“Tutto bene Nic?” chiede Louis preoccupato
“Sisi, sono solo stanca”
Annuisce.
 
 
 
*Justin*
Nicole ha appena salito le scale.
“Quella ragazza mi preoccupa” dico ai ragazzi
“è…è strana” conferma Niall
“Si, esatto come se stesse per accadere qualcosa di assurdo, o di strano” aggiunge Louis
“Bah, chi le capisce le donne” decreta Zayn
“ Tu che ne dici Liam”
“Non ne ho idea, forse è solo un po’ triste per il fatto che andremo via”
“Ma mancano ancora più di sei mesi”
“Ed è per questo che io rimango dell’idea che le donne sono strane” ribatte Zayn
“Comunque, stasera dovremmo fare qualcosa, è una vita che non usciamo”
“Già, qualche locale o cose del genere sarebbe perfetto”
“ Che ne dite del ‘Miami’?”
“Penso sia okay, si può fare, vediamo prima che dicono Mel e Nic”
“Che cosa dovrei dire?” chiede Nicole
“Se ti piace il ‘Miami’”
“Il locale fuori citta?”
“Si quello”
“è okay, ma chiamate Mel. Mi scoccio di venire da sola”
“Non ce lo perdonerebbe mai se non la chiamassimo”
“Non perdonerebbe te Louis” lo rimbecco
“Si, ma sdrammatizziamo” ci ride su lui.
 
 
*Nicole*
Ho accettato di andare in uno squallidissimo locale di periferia dicendo ‘è okay’. Assurdo, che mi è preso. Io odio i locali e non ho niente da mettermi. Senza contare il fatto che Melanie mi ha abbandonato, di nuovo, dicendo ‘sono impegnata stasera, progetto di scienze’ come se non sapessi che era solo una squallida palla vecchia quanto il mondo.
Sto ferma davanti all’armadio in reggiseno e mutande quando senza bussare entra Justin.
“Che fai?”
“Che ti sembra sia facendo?”
“Cercando l’entrata per Narnia?” ironizza lui
“Non sono dell’ umore giusto Justin, cambia approccio”
“Okay, okay. Ma solo una curiosità hai il ciclo?”
“Si, ho il ciclo e che cazzo”
“Ah, adesso si spiega tutto. Comunque ti ho portato qualcosa da mettere”
“Davvero?” chiedo sorpresa cambiano leggermente espressione
“Certo”
Tira fuori da dietro la schiena un prendi sole bianco di seta. È stupendo, non ho mai visto niente di simile.
“Wow”
“Ti piace?”
“Si,è, è meraviglioso. Ma fa freddo Justin”
“Lo so, ma andiamo in un locale quindi non sentirai freddo”
“Se lo dici tu. Ma sappi che se prendo la febbre è solo e soltanto colpa tua”
“Mamma mia come sei simpatica. Prendi e mettitelo invece di aspettare che esca Caspian dall’ armadio”
“Io lo aspetto quanto voglio quel figo assurdo del principe”
“Se ti sentisse Liam. Ah, che direbbe”
“Jus, ti senti bene?! Penso che la signora Parker ti abbia stregato leggermente”
“Quella vecchia pazza di recitazione?”
“Si, ti senti quando parli?! Sembra che tu sia appena uscito da una commedia dell’ ’800”
“Chi era lo squallido?!”
Dimenticando di essere in mutande esco dalla stanza rincorrendolo giù per le scale.
Arrivata giù ci sono Zayn, Niall ed Harry, che non mi hanno mai vista nuda, con le bocche spalancate.
Louis che ridacchia sotto i baffi.
E Liam che mi ammira con un’ espressione divinizzata
“Chiudete le bocche che entrano le mosche”
Tornano improvvisamente sul pianeta terra e con un movimento veloce si passano un braccio davanti alla bocca.
Liam, Louis e Justin oramai si stanno sbellicando dalle risate.
“E voi” dico fulminandoli con lo sguardo “ringraziate che sono una persona per bene”
Ridono ancora di più. Facendo la finta offesa salgo di nuovo sopra e indosso il vestitino con un paio di ballerine e un leggero filo di trucco.
Alle otto siamo tutti pronti.
Mia mamma e Pattie sono in un centro estetico per due giorni, a fare non so che tipo di trattamento purificante o dimagrante, quindi io e Justin abbiamo campo libero. In tutti i sensi.
All’ entrata del locale, mi ricredo, in fondo non è squallido come pensavo. C’è un sacco di gente sia fuori che dentro.
“Allora ragazzi, entriamo?”
“Certo” dico balzando fuori dall’ auto
“Qui qualcuno è un po’ troppo eccitato” mi prende in giro Niall
“E c’è qualcuno che non è eccitato per niente” lo rimbecco io
Ridono.
Mi avvicino al bancone insieme a Liam
“Che vi porto ragazzi?” ci chiede il barista
“Per me una birra, e per lei una coca” risponde Liam
“Che? Nono, due birre” correggo io accigliandomi
“Scherzavo eh” si mette sulla difensiva lui
“Lo so” dico baciandolo
“Vado un attimo in bagno” annuncio dopo aver finito tutta la birra
Incontro Louis
“Vacci piano con l’alcol piccola”
“Ho bevuto solo una birra”
“E sono solo le 11”
“Va bene, papi, adesso non bevo più nulla” lo prendo in giro
“Scema” dice lui prendendomi la testa fra le mani
“Fermo mi scompigli i capelli”
“*risatamalefica* era quello il mio intento”
“Ti odio”
“Ti amo anche io Chaz”
Sto per entrare in bagno quando mi accorgo di una figura che mi segue.
Mi giro all’improvviso cercando di cambiare strada, ma è troppo tardi, lo sconosciuto mi afferra e mi copre la bocca con le mani
“Lasciami andare” cerco di urlare
“Sei rimani zitta non ti succederà niente, voglio solo divertirmi un po’” sussurra al mio orecchio
“Chi sei?”
“Nessuno, chiamami nessuno”
 
*Justin*
Vedo Nic allontanarsi da Liam e parlare con Louis, sto per andare da lei per mettere in atto la seconda parte del mio piano di conquistamento, che comprende il chiederle qualcosa su una ragazza presente in sala quando vengo fermato da Niall
“Ehi Jus, scusa, ma hai visto per caso Nic, le devo chiedere una cosa”
“Biondino, mettiti in fila, la sto cercando anche io per la stessa cosa”
“Ah, davvero? Che coincidenza”
Mi giro nuovamente per cercare Nicole con lo sguardo e non la trovo, vedo solo un uomo che esce furtivamente dalla sala con qualcosa o qualcuno sotto la grande giacca nera che indossa.
“Se la trovo le dico che la cerchi” liquido Niall
Mi faccio strada fra la folla e trovo Louis
“Penso che Nicole sia nei guai”
“Perché? Andava solo in bagno”
“Ho visto qualcosa di strano vicino il bagno delle ragazze, un uomo con una giacca nera”
“Justin, muoviti cazzo, se è vero, dobbiamo trovarla”
Corriamo verso il bagno delle ragazze e la chiamiamo
“Nicole?”
“Nic? Siamo noi, esci se ci sei”
Non risponde nessuno, comincio ad agitarmi, dov’è Nicole?
Louis è più lucido di me e mi trascina fuori dal locale.
La cerchiamo per un po’, fra le macchine del parcheggio e intorno la discoteca
“Non c’è” decreto alla fine
“Ragazzi, che succede, dov’è Nicole?” chiede un Liam alquanto spaventato
“Penso che qualcuno l’abbia rapita”
“Che cosa?” il ragazzo spalanca gli occhi
“Sei sicuro?”
“Ho visto un uomo uscire dalla porta sul retro, quella vicino ai bagni e Nicole era lì”
“Merda, chiamo gli altri”
Poco dopo sono tutti fuori, ho lo stomaco sotto sopra, il cuore in gola e sto seriamente pensando che se non ritroveremo Nicole o se la ritroveremo morta io morirò con lei.
“Ragazzi” dice Louis che è rimasto lucido, o almeno lo sembra perché continua a dare ordini ben precisi
“Dobbiamo dividerci. Zayn, Niall andate verso il centro. Liam, Harry voi andate verso casa di Justin, può darsi che ci siamo sbagliati e che lei è tornata a casa sana e salva. Io e Justin andremo al parco.”
“Okay” rispondono veloci tutti e si dileguano nelle direzioni assegnate
“Justin, calmati la troveremo” mi dice deciso Louis
“Lou, se le è successo qualcosa di brutto?”
“Non credo che pensare negativo ti aiuterà molto”
Annuisco e comincio a pensare alla Nicole di quella sera, della Nicole che non mi ha minimamente colpito quando è arrivata, alla Nicole che ho baciato e a quella che ha fatto finta di niente. Non potrei vivere senza di lei, e mia madre e Jenna non me lo perdonerebbero mai se l’avessi persa.
*Nicole*
L’uomo mi porta verso il parco, e so bene cosa mi vuole fare. L’unica cosa a cui riesco a pensare è il sorriso dei ragazzi, quel sorriso che ho tanto amato e che mi ha tirato su in tante situazione. Poi improvvisamente nella mia testa si fa strada un altro pensiero ‘ riuscirò a scappare’ mi dico; sono veloce, scaltra e cosa fondamentale non ho i tacchi, devo solo trovare il modo e il tempo giusto.
Squilla un cellulare, ma non è il mio, è quello dell’uomo.
“Si, Masnic sono pronto, ora me la spasserò un po’”
“No, non posso parlare”
“Ah, è importante”
Ferma il furgoncino e scende. Eccola la mia occasione.
Guardo fuori siamo nelle vicinanze del parco, posto perfetto, mi rifugerò sopra qualche albero.
Spingo cautamente la portiera, aprendola e noto che l’uomo è impegnato in un’accesa discussione e si allontana sempre di più dall’auto.
Spalanco la portiera, balzo fuori all’auto e comincio a correre.
“Ragazzina dove scappi?” comincia a urlare quello
Ma è troppo grassoccio e malandato per riuscire a starmi dietro. Gli anni passati ad allenarsi nella piscina scolastica in Kentucky sono serviti a qualcosa.
Mi butto sotto una siepe seminando definitivamente l’uomo.
Lo sento sbuffare dopo poco e cercare di riprendere fiato. Borbotta qualcosa di incomprensibile e va via.
Esco dal mio nascondiglio cercando di non fare rumore.
Sono salva e i ragazzi saranno sicuramente preoccupati per me.
Cammino per qualche metro, poi comincio a piangere, non so perché, ma ne ho bisogno, ho bisogno di sfogarmi. Stavano per violentarmi, stavano per impossessarsi di me ed il mio unico pensiero andava a loro, andava ai miei migliori amici.
Mi accascio ai piedi di un albero, singhiozzando rumorosamente.
 
 
*Justin*
“è più di 20 minuti che la cerchiamo” dico a Louis
“Deve pur essere da  qualche parte Justin” mi risponde lui
Quasi l’avesse preveduto sentiamo dei singhiozzi.
Guardo Louis e capisco da un suo sguardo che anche lui pensa quello che penso io: Nicole è qui.
Nic?” la chiamo
“Jus” sento quasi sussurrato, ma è più probabile che l’abbia sognato
“Nicole, sei qui?”
“Lou” no, questa volta non l’ho sognato decisamente
Comincio a guardarmi intorno poi ci zittiamo e comincio a sentire nitidamente i singhiozzi.
Vedo Nicole, la mia Nic ai piedi di un albero piangente
“Piccola”
“Jus, Lou” dice fra i singhiozzi
“Shh, fai silenzio, ti portiamo a casa”
La prendo in braccio e la portiamo a casa.
Arrivati fuori la porta troviamo tutti i ragazzi lì
“L’avete trovata” esclamano rilassandosi
“Shh, dorme” li zittisce Louis
“La chiave è nel secondo vaso vicino la finestra” dico loro
“Dov’è Liam?” chiede Louis accorgendosi della sua mancanza
“Ha detto che non poteva stare fermo ed è andato a cercarla da qualche altra parte”
“Avvisatelo” uro quasi “Starà impazzendo” la parte buona di me è uscita, vedete, ho un cuore.
Porto Nicole in camera mia e mi stendo vicino a lei. Mi addormento dopo poco.
 
 


 

ciauu ragazze!

è una vita che non aggiorno il capitolo, ma è colpa di mia madre che mi ha sequestrato il computer perchè ho litigato con mio fratello. per la cronaca le ho anche prese.

comunque arrivando al capitolo è abbastanza lungo credo, poi c'è stato un colpo di scena ovvero il rapimento di Nicole, finito bene, per fortuna, dopodicchè ho pensato di scrivere qui tutto quello che doveva succedere quel giorno.

Che ne pensate? per me è una vera merda, perchè io mi sento cosi! :(

Nel prossimo pensavo di passare direttamente ai mesi di luglio e al loro diploma e all' estate, ma se avete altre idee o pensate sia troppo presto ditemelo.

Ora mi dileguo e vado a finire di studiare. maledetto il giorno in cui ho pensato di iscrivermi al classico, ho il compito di latino domani. blehh.

Okay, ci vediamo e recensite mi raccomando.

Sciauuu belle <3 <3



 
 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Torno ad Union da papà! ***


*Nicole*
Il resto dell’inverno vola, nessuno fa più riferimento a quello che successe quella sera.
Mia mamma non sa niente, e non voglio che sappia niente.
I ragazzi conoscono tutta la storia, e sanno anche che quell’uomo non mi ha toccata.
Hanno spedito le domande a vari college e stanno aspettando le risposte, sono alquanto nervosi tutti i giorni del mese.
“Tanto vi hanno accettato”
È la frase che ripeto un milione di volte al giorno ad ognuno di loro.
Ma tanto sono agitati lo stesso.
Da quella sera Justin mi controlla quasi a vista qualunque cosa io faccia e dovunque vada.
Liam, mi sta sempre azzeccato, se potesse verrebbe a seguire i miei stessi corsi.
Louis e i ragazzi si alternano con la supervisione quando esco, quando vado a fare shopping, quando vado da Melanie a studiare.
Mi sento circondata, osservata, sono diventata taciturna e tutto il mio buon umore piano piano sta scomparendo.
“Tornerò in Kentucky” annuncio quella stessa mattina
“Che cosa?” mi rispondono mamma, Pattie e Justin spuntando quello che hanno in bocca
“Si, torno da papà”
“Signorina, tu non vai da nessuna parte senza di me” dice mamma
“Tu invece puoi divertirti quanto vuoi senza di me eh?!”
È sconvolta glielo leggo in faccia, ma non posso continuare a vivere così, mi sembra quasi che mi prendano per una malata terminale o cose varie, è assurdo ed io ci sto male.
Salgo le scale decisa a fare una ‘sorpresa’ al mio caro papino.
 
*Justin*
“Che succede Justin?” mi chiede Jenna non appena Nicole sale le scale
“Non so nulla”
Mento per metà, insomma davvero non so che le prende è passato un mese da ‘quella sera’ e nessuno a più fatto riferimento in nessun modo a quanto accaduto per non destare sospetti e per non farle ricordare nulla. Sembrava che andasse tutto bene, la controlliamo a vista dovunque vada, abbiamo stabilito dei turni con i ragazzi e nessuno sa nulla oltre a noi 7, ma comunque non basta.
“Non ci credo Justin, non è possibile che tu non sappia nulla, forse noi siamo state un po’ assenti ma..”
Non la lascio finire di parlare
“Davvero credete di essere state assenti solo un po’?! è quasi un anno che siete qui e se ci siete state per tre mesi consecutivi la ritengo una fortuna. Mamma, Jenna, lei soffre, non ve ne siete rese conto? Ha sofferto da cani quando ve ne siete andate da Union, c’era tutta la sua vita lì, i suoi amici il suo ragazzo, la scuola, tutti i suoi affetti. È arrivata qui da sola, sperando forse di trovare in me un appoggio e invece io l’ho scacciata dapprima, poi mi sono ricreduto, siamo diventati amici, mi sono innamorato di lei”
 Mi blocco che cosa ho detto?!
“Tu cosa?” minaccia Jenna
“Io mi sono innamorato di lei, della sua semplicità, della sua genuinità è la prima e sola ragazza che non mi è morta ai piedi da quando ho 11 anni, mamma. Ma l’ho capito troppo tardi, c’è già Liam. La cosa importante però è che lei è stata felice da quell’incontro. Poi si sono baciati, sono diventati una coppia e sono felici e se Nicole gioisce io gioisco con lei. Voi che ne potete sapere, non ci siete mai. Sapete che vi dico, io vado con lei. Andiamo in Kentucky, insieme” ho detto tutto quello che pensavo, credo sia la conversazione più lunga che io abbia mai fatto in vita mia.
Salgo le scale e busso alla porta di Nicole
“Nic, per piacere, posso entrare”
“Si, Jus, vieni”
Timidamente apro la porta
“Tutto bene con Liam?”
“Si, non è per lui che vado via”
“Posso sapere il perché allora?”
“Mi sento controllata a vista Justin, sono stufa di tutto questo. Stavano per stuprarmi, lo so, ma non sono malata.”
Mi spiazza. Non ci avevo pensato, sono stato io ad organizzare i turni per controllarla e tutto il resto, ma non avevo pensato a come avrebbe potuto prenderla lei.
“Mi dispiace” sussurro
“Oh, Justin, non dispiacerti. So che lo fate perché mi volete bene. Ho solo bisogno di staccare un po’.”
“Posso venire con te? Non è per controllarti Nic, è che mia mamma si sta lasciando un po’ troppo prendere la mano e io non riesco a trattenerla”
Si avvicina e mi abbraccia
“Sarà bello farti conoscere a mio padre”
Sono fortunato, sono fortunato perché ho conosciuto una ragazza come lei. Una ragazza che mi ha fatto capire che niente è da dare per scontato, bisogna faticare, sudare per ottenere le cose; che non sempre si è come sembra e che più di tutto mi ha fatto capire che non si trattano male le donne, non si usano e si buttano via.
Una ragazza per cui da 3 mesi non porto a letto nessuno.
Ci sciogliamo dall’abbraccio.
“Và a preparare le valigie e prendi i soldi che hai da parte. Ti do mezz’ora e poi me ne vado”
“Agli ordini capo e, uhm, Nic, ai ragazzi che diciamo?”
“Niente, per adesso niente”
“Torneremo?”
“Non siamo neanche partiti”
“Hai ragione, scusa”
“Se non la smetti di scusarti, giuro che ti lascio a casa”
“Uh, questo non te lo permetterò. Vado”
“Fa veloce, voglio andare via”
Esco dalla porta vincitore come non mai.
 
*Nicole*
“Ti prego, bambina mia, non andare via, resta con me”
“Mamma, per favore tu, non sto per partire per la guerra. Torno solo a casa”
“Ma questa è la tua casa”
“No, questa è la casa che tu hai voluto diventasse mia”
Piangono ininterrottamente lei e Pattie.
“Justin, amore della mamma, non andare via. Mi dispiace per non esserci stata tanto negli ultimi mesi, giuro che cambierò”
“Si,si lo so cambierai e tutte quelle cazzate lì. Fatevi un esame di coscienza mentre siamo via”
Ci prendiamo per mano e andiamo in aeroporto.
“Due per Union, Kentucky”
“Sei maggiorenne?”
“No, ma lo è lui” invento ed indico Justin
“Sicura?”
“Senta crede che non sappia quanti anni ha il mio migliore amico”
“Mi scusi”
“Non si scusi, ma faccia presto abbiamo fretta”
La signorina è visibilmente stupita dalla mia grande maleducazione, ma non sono così per davvero, è solo un momento. Devo andare via da qui prima che qualcuno dei ragazzi o Liam ci veda.
“Jus, muoviti”
“Smettila di essere nervosa, non perderemo l’aereo, fidati”
Mezz’ora dopo siamo partiti.
“Nic, io sono stanco, quando arriviamo svegliami”
“Okay”
Si gira dall’ altro lato e si addormenta
“Preghiamo i gentili passeggeri di spegnere i cellulari” annuncia una voce
È una delle cose che più odio degli aerei, cioè spiegatemi se fai un viaggio di dodici ore non puoi usare il cellulare. È assurdo. Che fai per tutto il tempo?
Comunque ubbidisco e spengo il telefono.
Durante la prima ora di volo leggo, poi comincio a diventare insofferente e mi agito.
Mi giro verso Justin e appoggio la testa sul suo petto.
È sorprendente come in così poco tempo sia diventato la mi famiglia, mi segue dappertutto è come il fratello maggiore che non ho mai avuto.
“Jus, siamo arrivati”
“Ah, uhm, come? Dove?”
“Idiota, siamo ad Union”
“Uhm, già mi ero scordato”
“Certo che ti conviene cambiare spacciatore, così rischi di mandare in ospedale qualcuno”
Ridiamo. Più che altro credo che rida perché lo sto facendo io e non perché ha capito la mia battuta che tra l’altro era veramente squallida.
Sono sempre più convinta che gli amici sono le persone con cui vorresti passare il tuo tempo, la tua famiglia sono quelle persone con cui devi passare il tuo tempo.
Anche se la domanda che mi assale in quel preciso istante è ‘la ho ancora una famiglia?’
 
Usciti dall’ aeroporto decidiamo di andare a piedi, nonostante i bagagli, abbiamo pochi soldi e non ho idea delle sorprese che potremo avere.
Arrivati fuori alla porta, busso.
“Papà, sono io Nicole, mi apri?”
Nessuno risponde.
“Dai papà, siamo stanchi. Aprici”
Ancora nulla.
Mi avvicino allora alla finestra e noto che il salone è vuoto.
Perdo dieci anni di vita, ho paura che sia accaduto qualcosa di brutto a papà.
“Nicole, sei tu?”
“Allie?”
“Dio, Nichy, è un sacco che non ci vediamo”
“Mio padre?” chiedo impaziente
“Non lo sai?”
‘cazzo Allie’ vorrei rispondere ‘ ti pare che se lo sapevo te lo chiedevo?’
Ma mi limito a scuotere la testa.
“è andato via cinque o sei mesi fa. Ci vivono gli Adams adesso qui”
Rimango basita, il cuore mi batte all’impazzata , mi gira la testa, sento le gambe deboli e molli e so che non reggeranno ancora per molto.
I ricordi di mia madre e mio padre felici insieme quando avevo cinque o sei anni. Mia mamma e Pattie al ritorno dal Brasile e mio padre con una possibile nuova compagna si affollano nel mio cervello.
Tutto quello che sono riuscita a trattenere quando siamo andate via la prima volta esce fuori.
 
 
*Justin*
Ho appena conosciuto, o quasi Allie e scoperto che il padre di Nic non vive più qui, quando improvvisamente la vedo svenire. La prendo al volo, se non ci fossi stato io sarebbe caduta di sicuro sull’asfalto.
“Nicole, Nicole, svegliati” grida Allie in preda ad un visibile attacco di panico.
“Nichy” le schiaffeggio il volto e lei comincia ad aprire gli occhi.
“Jus, dove siamo?” chiede lei, mentre delicatamente l’appoggio sul marciapiede.
“Ad Union, davanti la tua ex casa”
“Quindi è vero?”
“Cosa?”
“Che mio padre non vive più qui”
“Si” sospiro triste per lei
“Nichy, mi sei mancata” esclama un’eccentrica Allie.
Cavolo, non sopporto questa ragazza, neanche la conosco, non ci siamo nemmeno presentati, ma già mi dà fastidio questo suo modo di fare. Sposta la conversazione da un argomento all’altro nel giro di 2 secondi. Senza darti il tempo di capire nulla. Come faceva a sopportarla Nicole?!
“Anche tu” risponde la diretta interessata con un mezzo sorriso.
Si alza cautamente dal marciapiede e si rifà la coda che le legava i lunghi capelli castani.
Ci rimettiamo a camminare mentre Allie saltella cinguettando tutte le cazzate possibili e immaginabili
“Sai che e bla, bla, bla”
Che interessa tanto staremo qui giusto per un giorno o due; non abbiamo né soldi né un posto dove dormire.
“Allie?” la interrompe Nicole
“Si?” canticchia l’amica
“Ti prego…TACI”
“Scusa” sussurra Allie rabbuiandosi
“Non scusarti, sono solo stanca e ho mal di testa” l’abbraccia Nicole.
“Non mi hai ancora presentato il tuo amico”
“Giusto, emh, Justin lei è Allie. Allie lui è Justin”
“Il tuo ragazzo?”
“No” urla Nic
Sogghigno, le dà proprio fastidio, e quando si arrabbia è ancora più carina.
Continuiamo a camminare per un po’ scherzando e parlottando poi all’improvviso, le due ragazze davanti a me si fermano.
Nicole cerca la mia mano e la stringe.
 
*Nicole*
Merda.
Cazzo.
Porca troia.
Non ci avevo pensato.
Max è qui, davanti a me.
Stringo la mano di Justin.
“Lolly” mi chiama il mio ex ragazzo.
Si, esatto, mi chiamava ‘Lolly’ ed io amavo così tanto quando lo diceva.
“Ciao, Max” Mi si avvicina e mi dà un bacio, un po’ troppo vicino alla bocca.
Sento Justin irrigidirsi al mio fianco, per fargli capire che va tutto bene stringo ancora più forte la sua mano e il biondino inizia a rilassarsi.
Quando si accorge della mia mano unita a quella di Justin, sul volto di Max si dipinge un’ espressione di schifo. Come se volesse dire ‘e adesso questo grande coglione chi è?’. Ma, per sua grande sfortuna, Justin, non è affatto un coglione e improvvisamente trovo il modo di rigirare la situazione a mio favore.
“Max, ti presento Justin, lui è, emh, il mio fidanzato”
“Ma..” Allie comincia a parlare ed io le pesto un piede fulminandola con lo sguardo, deve tacere o può scordarsi di parlare con me in futuro.
“Justin, lui è Max”
I due si stringono la mano, lanciandosi sguardi di sfida.
“Allora, che ci fate qui?” chiede Max
“Credevo di trovarci mio padre”
“Non vi ha avvisate?”
“Avvisate cosa?”
“Che partiva”
“Se sono qui, Max, evidentemente no”
“Mi dispiace”
Ah, non credo proprio, anzi a dirla tutta penso che tu stia altamente godendo di questa situazione grande stronzo.
Sorrido timidamente.
“Comunque, se vuoi ospitalità per una notte”
“Grazie sempre Max, ma partiremo col primo volo per Seattle, di nuovo”
“Ah, allora. Io vado magari ci rincontreremo e, salutami tua madre”
“Ciao”
“A presto, Lolly”
Max gira l’angolo e Justin mi cinge con un braccio
“Come sta la mia bella fidanzatina?”
“Smettila coglione, che ti azzecco uno schiaffo di cui ti ricorderai finchè campi”
“Come?” e fa il finto offeso “A lui no e a me si?”
“Esatto, perché io ti voglio troppo bene” concludo abbracciandolo
“Eh, che cosa non faresti senza di me”
“Probabilmente sarei di nuovo a casa.”
“Emh, scusate ragazzi, se vi interrompo, ma la signora Adams, lavora qui alla scuola elementare. Ci volevi parlare”
“Si, grazie Allie. Come al solito sei una grande amica. Per qualsiasi altra cosa ti chiamo”
“A qualunque ora. Per te ci sono sempre”
“Ti voglio bene”
“Te ne voglio anche io”
Ci abbracciamo e sempre con la mano stretta a quella di Justin entro nell’ufficio della preside Adams.
“Buongiorno” esordisco
“Si, come posso aiutarla?”
“Emh, vorrei parlarle”
Si gira e mi guarda negli occhi
“Ma tu sei Chaz, Nicole Chaz”
“Si, sono io”
“Come posso esserti utile, cara?”
“Vorrei sapere se lei ha un recapito di mio padre, se per caso le ha lasciato un bigliettino o qualche informazione”
“Posso sapere il perché?”
“Ma certo. Sono venuta qui per stare un po’ con lui, però ho scoperto che oramai la casa non appartiene più alla mia famiglia”
“Si, infatti è così. Quando tu e tua madre siete andate via Jason ha avuto un periodo difficile, gli mancavi molto, poi non so cosa sia successo ed ha messo in vendita la casa. Io e mio marito stiamo per avere un bambino e quindi ci pareva giusto trovare un posto dovere crescerlo e casa tua è davvero perfetta”
“Congratulazioni, sono davvero felice per voi. E mi fa piacere che almeno qualcosa di buono è successo da quando sono andata via”
“No, cara, non dire così. Tuo padre era convinto che saresti venuta prima o poi, quindi mi ha lasciato una lettera da farti recapitare”
Apre un cassetto della scrivania e ne tira fuori una busta sigillata color pesca.
“Grazie, per tutto, signora Adams”
“Chiamami Sofie, piccola”
“Arrivederci”
“A presto”
Usciamo dalla scuola.
“E ora che si fa?” chiede Justin
“Boh, intanto io ho fame”
“Balena”
“Alle ragazze non piace essere chiamate così. Maleducato”
Andiamo verso la panetteria del paese per comprare qualcosa quando mi squilla il cellulare.
“Nicole?”
“Harry”
“Dove siete?”
“è una lunga storia, comunque stiamo per tornare”
“Ah”
“Harry, che succede?”
Sento che sta trattenendo le lacrime, o per lo meno sta evitando di tirare su col naso.
“Che ha?” chiede Justin, muovendo solo la bocca
Alzo le spalle per fargli capire che non mi ha ancora detto niente.
“Harry, dimmi che succede, mi stai facendo preoccupare”
“Li..ia..am” singhiozza
“Che ha Liam?”
Non parla per un po’, poi quando ricomincia non piange più in modo così evidente.
Mi sta venendo qualcosa, tra un po’ morirò qui per terra.
Già immagino il titolo di prima pagina ‘ragazza muore d’infarto, a causa di uno scherzo di cattivo gusto da parte di amici’
“Vedi, Nic, lui e Louis” si ferma di nuovo per riprendere fiato
Justin si sbraccia cercando di capirci qualcosa
“Che cazzo hanno Liam e Louis?” chiedo spazientita
“Loro, hanno, hanno fatto un incidente” il cellulare quasi mi cade di mano
“Che?”
“Siamo all’ospedale, li stanno operando”
“Tutti e due?” chiedo.
Nel mio corpo circola ancora quel po’ di adrenalina che mi permette di rimanere lucida, ma non durerà per molto
“Si, hanno forti traumi, non sanno se si risveglieranno”
A questo punto il telefono mi cade per davvero.
Il mio migliore amico, il mio Lou e il mio ragazzo sono sotto i ferri. Fantastico.
POTREI PERDERLI ENTRAMBI OGGI. Bene.
Justin raccoglie il mio cellulare da terra
“Harry? Come? Cosa? Quando? Tu, Zayn e Niall state bene? Dio arriviamo subito”
Attacca.
Io sono in trance, non mi muovo, non parlo, non riesco a far arrivare niente al mio cervello. Mi dice che tutto questo è assurdo e che in realtà non è successo davvero. Cazzo siamo 7 milioni di miliardi o chissà quante persone noi abitanti della terra. E questo doveva proprio succedere ai due ragazzi più importanti della mia vita. Penso che morirò con loro. Bene, torneremo a Seattle e se uno dei due non dovesse più riprendersi io mi ucciderò, preferisco passare tutta la vita con loro da morta, che un solo giorno senza di loro da viva.
Ci abbracciamo. Il dolore è comune, ti prende all’improvviso, quando meno sei preparato e pronto.
Prima mio padre, poi i ragazzi, sono lontana da tutti e due e ho una paura matta di non rivedere più nessuno dei tre.
E com’era quel detto? Ah, si giusto. ‘Le sfighe non arrivano mai da sole”
Si esatto per chi non ci credesse ancora è arrivato il momento di convertirsi a questa nuova fede. Altro che Dio, Buddha o Allah. Questa è la religione del ‘ se non ci credi ti colpisco’ ed io fino a tre minuti fa, non ci credevo.
“Dobbiamo tornare a Seattle. Ora.” Mi dice Justin, dopo essersi ripreso un po’
Questa volta chiamiamo un taxi e ci facciamo portare all’aeroporto
“Due per Seattle, per favore e, emh, faccia più presto possibile”
“Mi spiace, signorina, il prossimo volo è stato cancellato”
“Cosa?” sbraito
“Potrete partire fra 2 ore con il volo per Washington e poi lì trovare qualcosa”
“Merda.”
“Allora?”
“Mi faccia quei biglietti, il mio ragazzo e il mio migliore amico potrebbero morire in questo istante e lei mi sta dicendo che se tutto va bene, forse arriverò a casa fra dodici o tredici ore” urlo facendo girare verso di me mezzo aeroporto.
“La scusi, è ancora molto scossa” interviene Justin
“Faccio i biglietti?”
“Si, grazie mille, molto gentile”
Armeggia per un po’ davanti al pc e poi ci porge due biglietti per Washington.
“Grazie” le dice Justin
“Ehm, signorina” questa volta parla con me
“Si?”
“MI dispiace per il suo amico, e anche per il suo ragazzo”
Smorzo un sorriso
“Mi perdoni se sono stata scortese” la saluto mentre Justin mi cinge con un braccio.
Ci sediamo su quelle maledette seggioline rosse e blu della sala d’aspetto, mi sembra di essere in un film horror, uno di quei film in cui i familiari dei passeggeri aspettano, anche per giorni, che qualcuno entri e dica loro “I vostri familiari stanno bene, l’aereo è stato in avaria e non siamo riusciti a captare il segnale. Ma ora è tutto apposto, torneranno”
Però a me no succede.
Saliamo su quel maledetto aereo che ci porterà a Washington.
“Nic, dormi un po’, ti farà bene”
“Non ci riesco Justin, mi dispiace, ma proprio non ci riesco”
Mi bacia sulla fronte
“Andrà tutto bene”
“Lo spero”
Tiro fuori dalla borsa la lettera che la signora Adams, mi ha consegnato, forse leggere qualcosa che mi ha scritto papà avrà un effetto positivo.
 
 
                                                                                                                                   Union, 13 gennaio
Cara Nicole, amore di papà
So per certo che quando leggerai questa lettera probabilmente un dolore lancinante ti avrà invaso il cuore.
Avrai appena scoperto che non vivo più qui. Che questa non è più casa tua e, non starò qui a dirti che ti capisco.
Ma, forse, prova tu a capire me.
Sono un uomo di quasi quarantacinque anni, ho passato tutta la vita con te e con tua madre, e sappi, che sono stati i 16 anni migliori del mondo.
Tu, la piccola te, in braccio a me e a tua mamma, ai nonni.
Tu, il primo giorno di elementari
Tu, il primo giorno di medie
E, sempre tu, il primo giorno di liceo.
Eri bellissima, in quel jeans bluette e quella canotta azzurra che tanto ti piaceva.
Vedi, nella mia mente, nei miei ricordi ci sei solo tu.
Mi hai insegnato che non solo una donna può amare incondizionatamente; anche noi uomini ne siamo capaci, bisogna solo trovare la persona giusta, ed io ho trovato te. La mia piccola Nicole.
Questi cose forse per te saranno banali, ma sappi che sono i motivi per cui sono andato via. La casa non è più la stessa senza di voi.
Anche se io e la mamma litigavamo spesso, troppo forse, io vi amavo, con tutto me stesso, e il dolore che mi ha preso la seconda sera, quando tornato dal lavoro, tu non c’eri più è stato così forte che ho cominciato a cercare casa altrove.
L’ho trovata sai.
Lontano da qui. Sono andato a costruirmi una nuova vita e spero che ti piacerà, un giorno, venire a trovarmi qui, in Inghilterra a Doncaster.
Mi manchi ogni giorno, piccola, e ricordati sempre che io ci sarò quando davanti ad un altare risponderai ‘si’ che l’invito mi arrivi o meno.
Ho anche cambiato numero di cellulare 3354656676567; chiamami per qualsiasi cosa.
 
Ti voglio bene sempre e comunque,
                                                                 Papà
                                                  
 
Meno male che dovevo non piangere.
Un fiottolo di lacrime mi solca il viso da oramai circa 20 minuti.
Silenziose come zanzare le lacrime ti prendono quando meno te lo aspetti; quando sei più vulnerabile, quando ha le braccia scoperte, le gambe nude e ti succhiano il sangue vitale. Ti fanno girare la testa e a me sta succedendo tutto questo.
Quando arriviamo a Washington Justin si offre di andare lui a fare i biglietti.
Digito il numero di Harry appena Justin è fuori dalla mia visuale
“Nicole?”
“Ehi, Zayn, come va?”
“Nessuna notizia”
“Merda”
“Voi dove siete?”
“A Washington”
“Cosa?”
“Si, è una lunga storia, passami Harry”
“Non credo sia in grado di parlare”
“Tu passamelo e basta”
“Ti passo Niall”
“Nic”
“Ehi biondo”
“Quand’è che venite?”
“Dacci ancora un po’ e saremo lì”
“okay”
“Che dicono i medici?”
“Niente, nessuno ci dice niente”
“Ma è uscito qualcuno dalla sala operatoria?”
“Solo infermiere che dicono ‘ Stiamo lavorando’. È struggente”
“Vorrei essere lì”
“Già, anche io vorrei abbracciarti”
“Harry?”
“Da quando ha parlato con te non smette di piangere
“Avete chiamato i genitori di Lou?”
“Vivono in Inghilterra e noi non sappiamo neanche il numero”
“Cavolo. E quelli di Liam”
“Arriveranno, erano in Michigan a trovare la sorella che sta al college”
“Okay, io ora vado, sto per prendere l’aero”
“Ciao a dopo”
“Salutami Harry e digli che andrà tutto bene”
“Lo farò, voi sbrigatevi”
“Nicole, novità?” chiede Justin che probabilmente mi ha visto parlare a telefono
“Nessuna”
“Cazzo”
“Eh, già”
“Comunque il nostro volo parte fra quindici minuti”
“Cosa? Cazzo, Justin, dobbiamo muoverci”
Comincio a correre fino al corridoio numero 21
“Aspettate, aspettate”
“Non si preoccupi signorina, faccia con calma”
“Grazie”
Atterriamo a Seattle alle 23,50 dello stesso giorno in cui siamo partiti.
È un record insomma Seattle-Union Union-Washington Washignton-Seattle in meno di un giorno. È wow.
“Muoviti” sbraito a Justin
“I bagagli?”
“Ma chissene fotte”
“Io” borbotta “ci sono i miei vestiti lì”
“Muoviti Jus. Ci stanno aspettando di sicuro”
“Arrivo arrivo”
 Ore 00.15
Quanto cazzo è grande l’ospedale di Seattle?
Assurdo, cioè, sapevo che fosse grande, ma ero rimasta ad una grandezza tipo ‘Seattle Grece” quello di Grey’s Anatomy che era grande, ma non così tanto.
“Emh, scusi?”
“Mi dica?”
“I due ragazzi in sala operatoria?”
“Lei è?”
“Sono la fidanzata”
“Bene, al 3° piano corridoio 5”
“Grazie”
“Si figuri”
“Justin, corri, porca troia”
“Arrivo, eh, tanto ora siamo  qui”
L’ascensore è piena ed io non voglio aspettare così prendo le scale e ansimante finalmente arrivo al ‘fatidico’ corridoio 5. Il cuore mi batte all’impazzata.
Ci sono Niall e Zayn che camminano avanti e indietro per il corridoio e Harry seduto a terra con la testa sulle ginocchia”
“Ragazzi”
“Nicole, Justin. Siete qui” grida Harry alzandosi per abbracciarmi
“Ehi, riccio andrà tutto bene”
“Non credo”
“Che c’è che io non so?” chiedo rivolta a Niall
“Liam”
“Liam cosa?”
“Liam”
“Se non parli ti uccido”
“Beh, ecco lui…”







hola chicos!

come va?
io sto così e così, allora anche se non ve ne frega nulla ascoltate
mi piace un ragazzo e anche tanto, insomma per capirci è il primo di cui mi innamoro da quando seguo Justin e i ragazzi
comunque, nessuno lo considerava fino a quando io non ho detto 'Bè in fondo è carino'
da allora tutte quante le putty (?) della scuola dicono che è troppo tosto, che lo vorrebbero stuprare e via discorreno
adesso io so chi insomma, faccio tendenza (?) ma  che cazzo, l'ho visto prima io. voi non lo cagavate proprio prima e adesso è diventato un sexy simbol alla 'bad boy' come Zayn. 
e no, così non va.

okay, adesso, passando alla storia, 
tatatata spero che almeno a voi piaccia un pò, perchè a me fa vomitare, tanto brutto, e anche al mio compagno di bancp che pazientemente legge tutte le bozze, ma dovevo metterlo perchè non aggiorno da una vita.
allora, alla fine ho deciso di non passare più subito la diploma ma di creare un pò di suspace(?) 
ahahaha, so di essere crudele, ho fatto un finale schifoso,ma vi prometto anzi giuro che non appena qualcuno recensice (anche una sola) metto il prossimo capitolo che è gia pronto


ora mi dileguo e vado a suonare, domani devo andare a lezione anche se mi scoccio.


penso di riuscire ad aggiornare prima di Natale, ma, se non ci riuscissi

BUON NATALE, 
MERRY CHRISTMAS
FELIZ NAVIDAD


okay, non conosco altre lingue qunidi ciauuuu e fatemi sapere che ne pensate




Byee

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Capitolo 10
*** il solo rumore che c'è è il 'bip-bip' della macchina ***


“Beh, ecco lui…”
“Che cazzo ha?”
Comincio a singhiozzare
“parla Niall, ti prego. Sono persa senza di lui. Ti prego”
“Ha, insomma, lui ha, ha perso la sensibilità agli arti inferiori”
“Cosa?”
Niall scuote la testa e so di non aver capito una cosa per un’ altra.
Liam non camminerà mai più ed è colpa mia, lo so, stavano venendo a cercare me, sono io che me ne sono andata senza avvisarli, se lo avessi fatto probabilmente adesso saremmo tutti a casa di Louis a guardare un film. Sani e salvi.
“No, no, no, no, non può essere, non è giusto, è colpa mia, ti prego Gesù, fa che su quella maledetta sedia a rotelle ci debba stare io non se lo merita, ti prego” mi accascio a terra battendo pugni contro la parete blu, accecata dalla luce fortissima che c’è.
“Nic, calmati, su, vieni qui, si aggiusterà tutto, è tutto okay.”  Justin cerca di aiutarmi, ma non funziona.
“Io vorrei solo tornare a ieri mattina, vorrei non essere partita. Justin è tutta colpa mia”
“Non è colpa tua, Nic, fidati, sarebbe successo comunque. Stavano venendo da noi, ma non sapevano ancora che eravamo partiti. Non sapevano nulla, non è colpa tua, smettila di pianger piccola”
Singhiozzo abbracciata a Justin quando un medico alto, dalla pelle olivastra ed uno sguardo severo ci chiama
“Ragazzi, siete voi i parenti di Louis, Louis Tomlinson?”
“Si, siamo noi”  rispondo asciugandomi le lacrime e avvicinandomi al medico
“Ho due notizie, una buona, l’altra cattiva”
“Si?”
“la prima è che il vostro amico non ha traumi pesanti, a nessun organo del tronco”
“Ma?” chiedo, perché i medici ti dicono sempre un ma, hanno sempre un fottutissimo ‘ma’, che rovina le tue giornate.
“Probabilmente non si sveglierà. Il riflesso della pupilla è parzialmente assente. Anzi a dire la verità ce n’è proprio poco.

No, no, no, no è l’ unica parola che riesco a pensare, no, no, non può essere, è una grande presa per il culo. Adesso arriverà il cameramen a dirmi che è solo un grande fottutissimo scherzo.

“Non pianga, signorina, vada dal suo amico, forse sentendo la sua voce, ci saranno risvolti positivi”
Annuisco. Mi asciugo per la milionesima volta le lacrime ed entro da Louis
“Ehi, Lou, idiota, ti prego svegliati. Sai che io non posso vivere senza di te. Ci ha già pensato Liam a farmi quasi morire, ora dorme, e non camminerà più secondo i medici. So che non dovevo andarmene, e che è colpa mia se siete quasi morti, ma ti prego, Lou, svegliati. Io ho bisogno di te, dei tuoi consigli. Sai perché sono partita, oltre al fatto che mi tenevate come una malata di qualche malattia incurabile? Perché non so cosa mi stia succedendo, ma credo di non amare più Liam. Si è assurdo vero?  Ma vedi, va tutto storto, è cominciato  quella mattina nel centro commerciale quando disse quella cosa della mamma poi è andato tutto a peggiorare. Quando mi hanno quasi stuprato, c’eravate tu e Justin, solo voi due. Lui non c’era, era lontano. Dov’era? Louis-adesso sto urlando -lui non c’era. Poi dopo Jus ha accettato di venire con ma ad Union, il perché non l’ho capito neanche io, ma l’ha fatto e io gliene sarò grata per sempre, immagina Lou, se fossi stata da sola quando Harry mi ha chiamato. Sarei morta. Ma tu Lou, ti prego vivi, vivi per me, per Melanie, per i ragazzi, TI PREGO.”
 Quando finisco sto urlando come una psicopatica da rinchiudere in psichiatria(?)
L’infermiera di turno entra nella stanza
“Signorina, tutto bene?”
“Sisi”
“Ora deve uscire”
“No, la prego, mi faccia rimanere” dico senza staccarmi dalla mano di Louis
“La farò rientrare più tardi. Te lo prometto”
“No, no,no”
Lei mi prende l’altra mano e comincia ad accarezzarmi i capelli
“Perché a loro? Sarebbe dovuto succedere a me, non a loro”
“No, cara, non è vero. La vita è ingiusta, lo so, ma non bisogna pensare che le sfortune dovevano accadere a noi. Oramai è successo e anche se fa male, dobbiamo accettarlo. Non è mai troppo tardi per sperare che le cose possano cambiare.”
“posso andare dall’altro?”
“L’altro amico?”
“Si, è il mio ragazzo”
“Vai, più tardi ti richiamo e ti faccio entrare di nuovo qui”
“Ciao Lou, e ti prego” gli do un bacio sulla guancia e mi sembra che lui si sia mosso
“Guardi” esclamo all’infermiera “Si è mosso”
“No, cara, è solo la tua immaginazione”
“No, si è mosso per davvero”
Mi spinge fuori la stanza, forse sta davvero pensando di portarmi in psichiatria. Poi lei rimane dentro e chiude la porta ed io mi ritrovo a tirare pugni alla porta.
“Si è mosso, si è mosso, mi ha salutato, è reattivo” la mia voce si affievolisce sempre di più e adesso sono accasciata a terra con la testa appoggiata alla porta della stanza di Louis.
Improvvisamente ho un’ idea. Se i genitori di Louis abitano in Inghilterra può darsi che anche mio padre abita da quelle parti e li può avvisare lui. Si renderà utile.
Ma che dico, la Gran Bretagna è grande, appunto gran. È impossibile
“Harry” lo chiamo
“Che c’è?” si è calmato un po’, ma è ancora scosso
“Dove abitano i genitori di Louis?”
“In Inghilterra”
“Si, lo so, ma in che città?”
“Doncaster”

Non ci credo! Almeno una botta di culo, l’ho avuta. Ma forse adesso non voglio che i genitori di Louis si preoccupino, sono lontani, ci metterebbero due giorni ad arrivare e forse è meglio che per ora non sappiano nulla.

“Liam?”
“Stanza 324”
“Melanie?”
“L’abbiamo chiamata, ma non è mai venuta”
“Justin?”
“è andato via”
“Cosa?”
“Ha detto che non c’è la faceva più”
“Okay”
Sono confusa, perché è andato via senza neanche dirmelo?
Cammino fino alla stanza 324, ci entro credendo di trovare chissà che tipo di mostro pieno di fasce o gesso. Invece Liam è semplicemente steso sul lettino, fermo immobile.
Avvicino una sedia al lettino, cercando di fare il meno rumore possibile, ma non basta.
“Nicole”
“Sono io” dico cercando invano di trattenere le lacrime.
Negli ultimi giorni avevo sperato che mi lasciassero stare, tutti loro, che non mi controllassero più, e , a quanto pare, qualcuno mi ha preso troppo sul serio.
“Non ce la faccio” esclamo alzandomi di botto dalla sedia e andando verso la porta
“ No, ti prego, non andare via, non lasciarmi solo. Ti prego rimani qui” sussurra mentre le lacrime cominciano a scorrergli lungo le guance.
Com’era quel detto? La goccia che ha fatto traboccare il vaso. Scoppio a piangere, stringendogli la mano e facendomi spazio sul lettino attenta a non toccargli le gambe.
“Mi dispiace, non dovevo andarmene così”
“Ma non sei andata via”
“Si invece, ieri mattina volevo andare da mio padre in Kentucky e l’ho fatto, poi Harry mi ha chiamata ed io sono tornata qui di corsa”
Affondo il viso nel suo petto cercando di controllare i singhiozzi “Mi dispiace, è tutta colpa mia se non tornerai a camminare, è solo colpa mia”
“Non è colpa tua Nic, solo…solo promettimi che non andrai via. Perché io ho paura, ho una paura matta di non poter far salire i miei figli sulle spalle e portarli a spasso camminando, ho paura di non poter accompagnare mia figlia all’altare perché dovrà essere lei a spingere la carrozzella. Io ho solo una grande, fottutissima paura.”
Come faccio a smettere di piangere, se lui mi ha certi discorsi?
“Funzionerà Liam, deve per forza funzionare”
Alzo leggermente la testa e lo bacio. Non è vero che non lo amo più. Anzi a dirla tutta, lo amo ancora più di prima e non  perché provo pena per lui.
“Come sta Louis?” chiede. Non gli hanno ancora detto niente allora.

E no, così non va, se lui continua a farmi domande così è logico che piango, Louis potrebbe non svegliarsi più. Grazie al cazzo che piango.

“Emh, non bene”
“Che vuol dire ‘non bene’?”
“Che non si sveglia e che probabilmente rimarrà attaccato ad una macchina per il resto della vita”
“Oh, mio Dio”
“Liam, cosa è successo?” chiedo dopo avergli dato il tempo per elaborare la situazione.
“Quando?”
“Ieri mattina”
“Allora, mi sono svegliato e ho chiamato Louis, avevo in mente di venire da voi e portarti a New York, in parte anche per vedere l’università. È passato a prendermi mezz’ora dopo e siamo venuti verso casa vostra. Al semaforo, quello prima dell’ incrocio dove si svolta a destra un camion ci è venuto addosso. Ho solamente visto questa enorme massa rossa venirci contro e ricordo che Louis ha urlato qualcosa del tipo ‘Proteggiti la testa’ poi è tutto buio”
Mio Dio, così rischio di morire per davvero.
“Quindi non sapevate che io Justin eravamo partiti?”
“No, non sapevamo niente”
“Ti amo, Payne. Qualunque cosa succeda”
“Anche io Chaz, prometti che rimarrai con me”
“Prometto”
“Giurin, giurello?”
“Giurin, giurello” confermo porgendogli il mignolo della mano sinistra.
Me lo stinge e sorride.
Sia ringraziato Gesù Cristo. Siano ringraziati tutti i Santi e gli apostoli e anche tutti quelli che non ho detto.
-Grazie, per davvero-penso alzando gli occhi al cielo –meglio un po’ scassato che fermo in un letto con gli occhi chiusi-
“Nicole?”
“Che c’è Niall?” chiedo alzando la testa dal petto di Liam, dove mi ero rifugiata per far scorrere silenziosamente le mie lacrime, tutte le mie lacrime, per la precisone.
“Posso restare un po’ solo con Liam?”
-no- vorrei sbraitare  –lui è solo mio, solo per me, e per nessun altro-
“Si certo”
Sorride.
“Grazie”
Mi alzo cautamente dal lettino, sempre attenta a non causare altro dolore a Liam.
“Ti amo” gli dico prima di uscire dalla porta e lasciarli soli.
 
*Justin*
Non ce la faccio, non ce la posso fare. Sono debole, ho paura.
Cazzo, sono pur sempre i miei migliori amici e avrei dovuto essere lì con loro, in quella fottuta macchina. Probabilmente sarei anche morto perché sono il più debole fra i tre.
Non può essere questa la vita, è crudele, malvagia. Non può riservarci questo. Come può decidere che deve soffrire, chi deve morire e chi continuare a vivere.
Non so cosa bisogna fare in questi momenti, ma il solo pensiero che uno di loro non dovesse farcela basta a farmi andare in tilt il cervello. Non riesco più a pensare, non riesco più a muovermi, e ho paura, ho paura del peggio.
“Justin? Tutto bene?” chiede Zayn vedendomi seduto a terra davanti il bancone d’accettazione
“Emh, più o meno”
Si siede vicino a me
“Ti va di dirmi perché sei andato con Nicole?”
“Si”
“Dai ti ascolto”                                         
“Vedi Zayn, lei è speciale. Insomma, mi ha cambiato per davvero. Non so come spiegarlo, come fartelo capire, ma è così. Nessuno mi ha detto che sarebbe stato facile, ma io non credevo fosse così difficile conquistarla. Insomma lei mi vede come un fratello, il ‘fratello maggiore che non ha mai avuto’ ed io vorrei essere tutt’ altro che un fratello. Poi, bè poi c’è il fatto del presunto stupro. Chi ci garantisce che non ci abbia mentito? E ancora questo; l’incidente. Si stavano allontanando Zayn, non fanno l’amore da non so quante settimane. Adesso cambierà tutto, torneranno ancora più uniti di prima. Quello che non ti uccide ti fortifica, e loro di sicuro non moriranno.”
“C’è altro?”
“Si, c’è che ho una fottuta paura che Liam non torni a camminare e che Louis non si svegli più”
 
*Nicole*
Mi siedo davanti alla porta di camera di Louis, aspettando che l’infermiera esca e mi dica che posso entrare.
Decido di chiamare Melanie, non l’ho ancora vista e a quanto pare  Harry l’ha avvertita.
“Mel?”
“Oh, Nichy, sei tu”
“Si, ma dove sei?”
“A casa”
“Perché non ci hai raggiunto qui?”
“Storia lunga”
“Mel, vieni qui a raccontarmela e vieni da Louis, non sta per niente bene”
“Perché che ha?”
Quindi questo Harry non glielo ha detto. Bene. Che fottuta responsabilità.
“Emh, non si sveglia”
“Non si sveglia perché è sotto sedativo?” chiede con la voce leggermente alterata dalle lacrime
“No, non si sveglia perché non reagisce”
“Cristo, arrivo subito”
Maledetto Harry, potevate avvertirla e che cavolo.
“Cara” mi chiama l’infermiera di prima
“Si?”
“Puoi entrare se vuoi”
“Aspetterò un altro po’. Sta per arrivare la sua ragazza”
“Bene. Io vado a finire il mio giro. Qualsiasi cosa chiamami senza esitazione.”
“Come?”
“Il pulsante rosso vicino al comodino”
“Grazie”
“Figurati, è il mio lavoro”
Da quando l’infermiera va via passano quindici minuti prima che arrivi Melanie. Quindici minuti durante i quali cammino nervosa per lo stretto corridoio degli ospedali.
-Ospedali del cazzo. Che posti di merda che sono. Lasciando a se i malati che vengono qui per essere curati dovrebbero vietare di entrarci, mettono così tanta tristezza- penso
Decido di andare nella piccola cappella allestita per i cristiani che si trova in fondo al corridoio.
Entro e faccio il segno della croce; mi inginocchio.
-Ciao, ehm, ecco sono di nuovo io, penso che tu ti ricorda di me. Forse nell’ultimo periodo no, ma quando ero piccola venivo sempre in chiesa con mia nonna. Ricordi adesso?
Bè adesso non è importante se ti ricordi o meno. La cosa che conta è che tu faccia svegliare Louis. Sai bene che per me è come un fratello. Ma che dico, è più di un fratello. Gli voglio un bene dell’anima e non potrei stare senza il suo sorriso le sue battute sarcastiche. A chi racconterei quello che va storto, quello che mi fa arrabbiare. E poi, lui e Justin, l’anno prossimo devono andare a Willams insieme. Ti prego, fallo svegliare. Falli stare bene entrambi. È così triste questa situazione e ci sono dentro da meno di quarantotto ore. Sai bene che non sono abbastanza forte per poter vivere senza di lui. E ah, un’altra cosa, fa camminare si nuovo Liam. È tutto ciò che voglio-
“Nic?”
“Melanie, sei arrivata”
Mi alzo e vado ad abbracciarla.
“Louis?”
“Nessuna novità. Te piuttosto perché non sei venuta prima”
“Beh, ecco, io, ehm, io”
“Ti prego Mel, dillo e basta, mi danno fastidio le persone che parlano e scatti”
“Io, io, io sono incinta”
“Che?”
“Si, aspetto un bambino”
“è di Louis?”
“Si, si ma il problema non è questo”
“E allora dov’è?”
“Io non voglio un figlio”
Mi spiazza, cavolo. È incinta e non vuole questo bambino anche se è di Louis che è ufficialmente il suo fidanzato.
“Oh, beh, allora” mi fermo “ Esiste sempre l’aborto”
“Lo so, ho già prenotato, devo andarci dopo domani”
“Ma il bambino è anche di Louis, dovete parlarne”
“Ah, davvero e con chi ne parlo? Sicuramente non con lui che è in un letto d’ospedale”
“Come puoi pensarla così? È una decisione che dovete prendere insieme. Non puoi uccidere così una vita”
“Si che posso. Questa ‘vita’ ucciderà me”
La lascio così sola nel corridoio e entro nella stanza di Louis sbattendo la porta.
“Hai sentito Lou? Come può farti questo. Avete creato una vita, perché beh è ovvio che l’avete fatto in due. Ma tanto a Mel non interessa, può prendere decisioni importanti da sola. Che sta succedendo Lou? Perché Justin non è qui affianco a te? Perché Mel a deciso di uccidere vostro figlio senza neanche dirti che è incinta? Perché è successo tutto questo?” sto piangendo e urlando allo stesso tempo. Spero vivamente che non torni l’infermiera perché altrimenti questa volta richiederà un consulto psichiatrico per davvero.
“Lou, ti prego svegliati. Sei entrato nella mia vita dicendo “Sono qui per te” e me lo hai dimostrato, quindi ti prego, non posso vivere così.”
Niente, non mi risponde non si muove. Rimane immobile, come un bambino piccolo che dorme profondamente ed io ho così paura di perderlo.
So che probabilmente qualcuno potrebbe pensare che io sia innamorata di Louis, ma non è così. È solo il mio migliore amico, non sono attratta da lui, no in ‘quel modo’ per lo meno. Lo sono invece da Justin ed è per questo che la mia vita sarebbe un inferno se Louis dovesse non farcela.
Rimango seduta al suo capezzale tutta la notte, su una sedia di plastica, dura, fredda, come il ghiaccio che gela il mio cuore. Il solo rumore che c’è nell’ aria è il ‘bip-bip’ della macchina che tiene in vita Louis, che lo aiuta a respirare, che fa in modo che non muoia, che il suo cuore non si fermi.
Forse però potrebbe fermarsi il mio.
“Nicole, sei qui?”
“Justin, sei arrivato”
“Si, sono qui”
“Ehi, Lou, hai visto, finalmente è venuto anche lui.”
“Perché non vai un po’ a casa a riposarti?”
“Io rimango qui” rispondo fermamente
“Domani c’è scuola, dobbiamo andarci”
“No, andate voi, io resto”
“Che dici Nic? Non puoi dipendere da lui, la tua vita deve continuare”
“Non è morto” urlo “Il suo cuore batte ancora”
“Sono solo le macchine”
“No, Justin, lui è qui, non morirà. Perché dovete tutti essere così negativi. È il vostro migliore amico, come potere augurargli di morire?”
“Non gli auguro di morire Nicole. Sto solo dicendo che tu domani andrai a scuola, così come faremo io, Niall, Zayn, Harry e Melanie”
“No, non mi convincerai ad andarmene”
E invece, come suo solito ci riesce.









Ciauu ragazzuole <3
so che sono una vera stronza, lo scorso capitolo vi ho lasciato con la storia di Liam, e adesso non vi ho detto se Louis si risveglierà o no, ma vi prego non arrabbiatevi con me *facciadacuccioloallaHarry*

comunque, tatatata Liam è paralizzato dal bacino in giù.
Lou, non si sveglia
Justin è spaventato, anzi che dire t-e-r-r-o-r-i-z-z-a-t-o
Nicole è da rinchiudere in psichiatria(?) 
ahahhaha se lo dice anche da sola, quindi convinta lei.

so, crazie mille per le recensioni, e che dire fatemi sapere sempre, e dico sempre, quello che pensate perchè essendo la mia prima storia ho ancora le idee confuse.

ah, un' altra cosa. mi è venuta in mente un'idea per un'alta fan-fiction però preferisco prima finire questa altimenti vado in tilt.
voi che ne pensate?


ehm, allora BUON NATALE

spero di riuscire ad aggiornare ancora prima del 24 ma non lo so perchè a casa mia dobbiamo ancora fare l'albero. (si lo so facciamo proprio schifo)

per chi volesse il mio nome twittah è @Diddii29 


sappiate che via amo tutte!

ora mi dileguo perchè sto cominciando a scrivere cazzate, tante, troppe direi.


adios, bacii <3

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Capitolo 11
*** Beh,si,tutte tranne me e te! ***


 
Sono passati alcuni giorni, quando siamo entrati a scuola ci hanno sommerso di domande, domande inutili, perché alla fine sanno tutti quello che è successo, è solo cattiveria, pura cattiveria per farmi ricordare che il mio migliore amico non è con me oggi e non lo sarà neanche domani e se continua così neanche dopodomani.
Ho provato e sono riuscita a convincere Melanie ad aspettare, aspettare almeno un mese, anche se ieri pomeriggio seduta al capezzale di Louis gli ho parlato di come potrebbe sentirsi
“Si, insomma Lou, deve parlartene lo so, ma comunque capisco che ha paura, ha solo diciassette anni, è incinta e il suo fidanzato è beh, penso che tu sappia come e dove sei, quindi voleva far finta che non fosse successo niente che fosse tutto un brutto sogno, un incubo direi. E vuole abortire per evitare di affezionarsi troppo a questa ‘creatura’ che sta crescendo dentro di lei. Nonostante tutto, Lou, dovrebbe, anzi deve parlartene. I bambini si fanno in due e tu sei il due.”
Ma, naturalmente non ricevo risposta, passo le ore a tenergli la mano. Mi alzo solo per la mezz’ora in cui l’infermiera deve controllare le ferite meno gravi che ha.
In quello spazio di tempo vado da Liam, gli tengo compagnia anche se durante il giorno ci pensa la sua famiglia che è arrivata da poco.  La prossima settimana comincerà la fisioterapia. So che ha parlato con Justin, a dire la verità sono stati per un’ ora loro due da soli. In giorni normali mi sarei spaventata, preoccupata, avrei provato a sdrammatizzare, adesso invece me ne infischio vivamente potrebbe passarmi addosso un camion e probabilmente non me ne accorgerei, sono tutti preoccupati per me. Sono quella che l’ha presa peggio, quella la cui vita è messa in pericolo da tutto questo. Ho sentito Harry dire “Abbiamo perso non solo Louis, ma anche Nicole”
Ma che stanno dicendo, Louis non è morto, lui vive, è vivo ed io lo sento, lo so che si risveglierà anche se nessuno mi crede.
“Nicole, vieni dobbiamo andare” mi dice Zayn verso le otto di sera.
“No, ti prego, fammi dormire qui”
“Dai Nic, ti prego, cerca di fare in modo che la tua esistenza non sia più legata alla sua”
“Non posso Zayn, non capisci che non posso. Lui è la mia vita”
“Nicole, Liam è la tua vita. Non Louis”
“Che ne sai tu? Vivi per caso nella mia testa?”
“Ecco, io, beh, volevo dirti che non devi lasciarti condizionare da tutto questo”
“Allora, ehm, grazie per l’offerta, ma rifiuto e vado avanti così”
“Fa come vuoi”
“Grazi per avermi dato libera scelta” commento sarcastica
“Ah, e penso di doverti 400 dollari”
“Perché?”
“Hai vinto la scommessa”
“No, non è vero”
“Si, invece Justin mi ha detto che lo hai cambiato e quindi hai vinto”
“Non li voglio questi soldi, Zayn, anzi a dirla tutta cambiamo la vincita. Fa in modo che nessuno mi dia più fastidio.”
“Non posso promettertelo”
“Sparisci, non ho bisogno di te”
“Ma, Nicole”
“Ho detto sparisci, cazzo, vuoi capirlo”
Gira i tacchi e va via.
“Non fare così Lou, non è  colpa mia se tutti pensano che la stia prendendo troppo sul serio. Non è così, perché devono negarmi la possibilità di pensare che tu guarirai, che ti sveglierai e che continuerai a farmi sorridere con le tue battute squallide e sarcastiche? Ah, e già, uhm, dimenticavo di dirti che ho convinto Melanie a rimandare l’appuntamento per l’aborto. O forse te l’ho già detto. Beh, non mi ricordo. E sinceramente penso che neanche tu te ne ricorderai”
Gli stingo la mano, e lascio che , di nuovo, le lacrime corrano lungo il mio viso, oramai fanno a gara, per chi scende con più facilità, per chi arriva prima giù.
“Nicole”
“Mamma?”
“Piccola, vieni qui”
Mia mamma è entrata nella stanza dove oramai alloggio stabilmente.
“Mamma” dico singhiozzante
“Shh, zitta, c’è la mamma qui con te ora, va tutto bene, non preoccuparti”
“Mamma, ma guardalo. Non si muove, non parla non risponde, sta qui fermo e mi ascolta, mi ascolta mentre piango, mentre mi lamento di quello che non va nella mia vita.”
“Di cosa hai bisogno?” chiede una volta che mi ha liberato dall’ abbraccio
 “Ho, ho solo bisogno che mio papà mi abbracci e mi dica che andrà tutto bene”
Mamma mi guarda leggermente scioccata, poi esce silenziosa.
“L’ho ferita, Lou?” chiedo al mio amico ‘muto’
Ma, è muto, quindi non ricevo risposta.
Trovo però il coraggio di telefonare a mio padre, infondo che cambia? Male che vada mi dirà che non vuole venire.
Stesso da dentro la stanza prendo il cellulare e digito il numero.
“Pronto, sono Jason Chaz, con chi parlo?”
“Papà”
“Bambina mia, che piacere sentirti come va?”
“Male, papà, va tutto male, sono un completo disastro, rovino le vite, faccio scappare le persone, non c’è più nessuno qui al mio fianco” gli vomito addosso tutto quello che ero riuscita a trattenere fino a quel preciso istante.
“Spiegati meglio, piccola, dimmi per bene quello che è successo”
“Quattro o cinque giorni fa sono stata ad Union. Poi mi ha chiamato un ragazzo, un mio amico e mi ha detto che Liam, il mio fidanzato”
“Il tuo che?”
“Papà, ti prego, non è il caso di fare la parte del geloso, davvero, non lo è”
“Scusa, continua”
“Comunque Liam e Louis, il mio migliore amico hanno fatto un incidente, gravissimo con l’auto”
“E adesso come stanno?”
“Male, come credi che stiano? Liam probabilmente non camminerà mai più e Louis, sono con lui adesso, ma insomma” mi fermo
“Dai continua, fammi capire per bene” mi incita papà.
“Lui è, è in coma”
Coma.
Coma.
Coma.
La parola riecheggia nella mia mente.
L’ho ammesso finalmente,  non ho detto che non si sveglia o che lo tengono in vita le macchina. Ho detto che è in coma.
“Bambina mia, dammi massimo due giorni e sarò lì da te” fa per riattaccare
“Papà”
“Si, dimmi”
“I genitori di Louis abitano a Doncaster”
“Li avverto io”
“Devi dirgli di venire”
“Il cognome?”
“Tomlinson”
“Sono i proprietari del negozio di abbigliamento?”
“Non lo so, Louis non ci ha mai parlato della sua famiglia. So solo che ha una sorella, che però avviso io”
“Nicole”
“Si papà?”
“Andrà tutto bene”
“Lo spero anche io”
“Ti voglio bene. Ci vediamo presto”
“Ti aspetto”
-Grazie- penso- grazie per avermi fatto trovare il coraggio di farlo-
Infondo è andata bene, non mi ha attaccato il telefono in faccia, non mi ha detto di andare avanti e far finta che non sia successo niente. Ha detto che verrà.
“Ha detto che verrà e gli ho chiesto di avvisare i tuoi. Spero che tu possa perdonarmi Lou, ma credo proprio che debbano saperlo. Io lo vorrei se mio figlio fosse in coma. Chiamo anche Lottie, magari è qui vicino.”
Apro il cellulare e cerco in rubrica il suo numero.
“Lo farò domani, Lou, perché non ho il suo numero. Andrò a casa tua”
Guardo l’orologio.
Sono le 22.30
“Strano, l’infermiera dovrebbe essere già qui”
Poco dopo entra Harry.
“Nic, dai vieni, dobbiamo andare”
“Si dammi solo due minuti”
“Ti aspetto fuori”
Annuisco.
“Louis, che faccio gli dico di Melanie? Non riesco più a sopportare il peso del segreto. Sai bene che ho la bocca larga”
Gli do un bacio sulla fronte ed esco.
“Tutto bene?”
“Harry” dico, voglio andare subito al punto
“Che c’è?”
“Sai mantenere un segreto?”
“Dipende dal segreto”
“Non fare il coglione, un segreto, segreto. Di quelli importanti”
“Spara”
“Mel è incinta”
Per poco non cade a terra
“Cosa?”
“Aspetta un bambino”
“Ma è di Louis?
“Si”
“E allora qual è il problema?”
“Lei non lo vuole questo bambino”
Rimane in silenzio per qualche secondo
“Justin che dice?”
“Se ti ho detto che è un segreto”
“Non glielo hai detto?”
“No, non deve saperlo”
“Okay, okay, non sarò certo io a dirglielo. Non preoccuparti”
“Quindi, secondo te?”
“Cosa?”
“Che pensi di tutto questo?”
“Oh, beh, dovrebbero deciderlo insieme. D’altronde i figli si fanno in due”
“è la stessa cosa che ho detto io, ma Melanie non vuole sentire ragioni mi ha concesso un mese”
“Un mese per fare cosa?”
“Per pregare Dio, sperando che Louis si svegli”
Mi cinge con un braccio.
“Dai andiamo via di qui”
Appoggio la testa sulla sua spalla e mi lascio trascinare fino all’auto.
Rientrata a casa entro direttamente in camera di Justin.
Dorme.
“Jus” lo scuoto
“Che c’è?”
“Ho chiamato i genitori di Lou”
“Come? Nessuno sa il numero”
“Mio padre”
“Che centra?”
“Grande colpo di fortuna, lui vive lì”
“Lì dove?”
“In Inghilterra a Doncaster”
“Lo stesso paese dei genitori di Louis?”
“Si esatto”
“Li avvisa lui?”
“Ha detto che gestiscono un negozio di abbigliamento e quindi li conosce”
“Bene, meglio che lo sappiano”
“Jus, tutto bene?”
“Si si” annuisce e si rinfila a letto
Okay, ho capito, non ha voglia di parlare.
“Notte”
“Ciao”
Entro in camera mia e mi siedo in ginocchio ai piedi del letto.
Louis è troppo buono per il mondo in cui viviamo noi. Io ci appartengo senza problemi, ma Louis no, lui è audace, generoso, appassionato. Se Dio non lo avesse inviato a ballare con lui, allora chi ci sarebbe mai andato? Io sarei stata in piedi in un angolo del paradiso, se mai fossi riuscita ad arrivarci, ma Louis avrebbe danzato la polka  quei balli di gruppo come il Buny hop o il Bus insieme a Dio
- Per piacere, non prendertelo, non ancora-imploro
Faccio questa richiesta egoista perché so che è colpa mia. Sono stata io ad andarmene, a convincere Justin a venire con me, e forse anche per questo motivo non mi parla più.
-Gli voglio bene Dio, gli voglio troppo bene per riuscire a sopravvivere senza di lui-
Con questa meschina richiesta mi addormento infelice.
Sogno, quella notte, un sogno che la mattina seguente appare nitido nella mia mente.
Louis e  Justin che partono per il Williams. Louis che bacia una ragazza bionda con gli occhi verdi, che non conosco e io abbracciata a Justin.
Mi affaccio alla finestra e sorrido alzando gli occhi al cielo
- Grazie- mormoro.
Per la prima volta nella mia vita, so per certo che questo è il loro futuro. Louis si sveglierà e andrà al Williams con Justin. Lascerà Melanie, perché non le perdonerà questa cosa del bambino e troverà una nuova ragazza. Renderà fieri i suoi genitori e si sposerà. Sarà felice, non importa quanto a lungo dormirà adesso, recupererà tutti i giorni perduti. Rimarrà al mio fianco.
Rincuorata da quella speranza, mi faccio coraggio e vado a casa di Louis. La chiave è sempre lì sotto il quinto vaso a partire dalla finestra.
Apro la porta e vengo pervasa dall’odore di Louis, quello che da una settimana non sento perché mischiato a quello sterilizzato dell’ospedale.
Inspiro a pieni polmoni, come se fosse aria pulita. Come si dice di fare ai bambini quando si va in montagna.
Mi avvicino al tavolo della cucina, dove è poggiato il telefono.
Ci sono 9 messaggi in segreteria.
Che c’è di male se li ascolto?
“Lou, sono io, Lottie. Volevo solo sapere come va. Quindi richiamami quando torni a casa. Ciao”
“Emh, Lou, sono sempre io, Lottie, perché non mi hai ancora richiamato? Va bene, non fa nulla, volevo solo dirti che ho parlato con la mamma. Daisy ha un brutto raffreddore, ma il dottore dice che non è niente di grave. Richiama”
“Louis, sono la mamma, tutto bene? Richiamami”
“Lou, sono io, Georgia. Tutto bene? È tanto che non mi chiami sono preoccupata, avevi promesso che avresti chiamato due giorni fa. Fatti sentire”
“Emh, Lou amore, sono io Mel, devo dirti una cosa importante, una cosa che probabilmente cambierà le nostre vite. Vieni da me appena puoi”
“Lou, sono sempre io Lottie. Perché non ti fai sentire? Sei da Justin? Il tuo cellulare è morto quindi mi chiami? Ciao”
“Ciao fratello, sono Daisy” dice una bimba con la voce nasale “Lottie mi ha detto che non riesce a parlare con te. Sei arrabbiato? Per favore chiamami. Ciao”
“Louis sono ancora io mamma, perché non rispondi più alle chiamate. È successo qualcosa? Fammi sapere, sono preoccupata. Ciao”
“Louis Tomlinson se non mi richiami entro due ore giuro che avverto i carabinieri che cavolo ti è successo?”
L’ultimo messaggio è di un’ora fa, quindi tecnicamente Lottie non ha ancora avvisato i carabinieri. Prendo il telefono e cerco in rubrica il suo numero. Premo il verde.
Uno, due, tre squilli.
“Louis Tomlinson, che cazzo credevi di fare non rispondendo alle chiamate, mi hai fatto preoccupare stronzo”
“Ehm, ciao Lottie”
“Chi sei?”
“Nicole, ci siamo conosciute la scorsa estate”
“Ah, si, sei quella che vive con Bieber”
“Si”
“Mio fratello?”
“Ecco, lui non è arrabbiato. Non è questo il motivo per cui non risponde ai tuoi messaggi”
“Che gli è successo?”
“Ha avuto un incidente, è in coma da quattro giorni”
“No, non è possibile”
“Lottie, i medici non sanno dirci ancora niente. Ho già avvisato i tuoi genitori”
“In che ospedale siete?”
“Ehm, Mercy West, quello della contea più a nord”
“Dammi tre ore e arrivo”
“Lottie?” la richiamo
“Si?”
“Non preoccuparti, andrà bene”
“Grazie per avermi avvertita”
“Figurati”
“Ci vediamo dopo”
“Ciao”
Attacco. Povera Lottie, è sola e non so neanche in quale stato. Sarà stato un duro colpo al cuore, probabilmente continuerà a sperare che è solo uno scherzo di Louis fino a quando non lo vedrà con i suoi occhi.
Vado velocemente via da quella casa, mi ricordo quando risposi a Louis che volevo vedere la casa e nient’altro e lui con quell’aria da innocentino mi disse c’era solo quello nelle sue intenzioni anche se probabilmente stava pensando a qualcosa di diverso.
Torno a casa e trovo mia madre e Pattie a preparare le valigie.
“Andate via?”
“Si” mi dice fredda mia mamma
“Perché?”
“Viaggio in Europa” risponde Pattie
“Ma come adesso?”
“Era un viaggio programmato, tesoro” continua Pattie
“Ma non capite?”
“Cosa?”
“Che abbiamo bisogno di voi” urlo “In questo momento”
“Ma tesoro”
“Niente tesoro” borbotto salendo le scale “Per fortuna che sta per arrivare papà”
Sono fuori casa, di nuovo, circa dieci minuti dopo, non ho intensione di fare la parte della ‘brava figlia’ quando mia madre non si sforza minimamente di fare la parte della ‘brava mamma’.
Vado in ospedale, oggi Liam comincia il primo giorno di fisioterapia. Da un lato sono contenta per lui, vuol dire che i medici pensano stia abbastanza bene per affrontare tutto questo: dall’altro ho paura che tutto questo non funzioni, sia inutile e che Liam debba restare tutta la vita su una sedia a rotelle. Probabilmente, non troverei neanche il coraggio di lasciarlo, nel caso un giorno volessi farlo, perché proverei pena per lui. Tutto questo non va bene però, non possiamo stare insieme solo perché io mi sento in parte responsabile di quello che gli è successo.
“Liam?” busso alla porta. Non sono stata per così dire una fidanzata ‘modello’, i genitori sono arrivati ed io non mi sono neanche preoccupata di salutarli, troppo impegnata a  restare le ore chiusa nella stanza di Louis.
“Nic, entra”
“Ehi, come stai?”
“Benissimo, non vedo l’ora di cominciare.”
Mi siedo affianco a lui su lettino.
“Sono contenta”
“Louis?”
“Niente di nuovo”
“Liam” lo chiama la madre
“Mamma sono qui”
-ma va, dove volevi che fosse?-
“Allora Liam, il medico ha detto….emh, sei con lei. Torno dopo?”
“No, mamma, aspetta, lei è Nicole”
“Piacere” dico
“Nicole lei è mia madre, Karen”
Mi sorride falsamente senza neanche stringere la mano, come se tutto questo fosse colpa mia, bene, mi serviva proprio qualcuno che me lo ricordasse.
“Bene, allora mamma che dicono i medici” esordisce Liam per cercare di smorzare la tensione formatasi
“Ci sono buone speranze che tu torna a camminare”
“Ma è fantastico” quasi non urla Liam “Non è bellissimo amore?” continua per poi finire col prendermi la testa fra le mani e scoccarmi un lungo e bellissimo bacio, senza minimamente preoccuparsi della presenza della madre.
Karen tossisce ed io imbarazzata stacco, controvoglia, le mie labbra da quelle di Liam.
Quando, poco dopo, entra il medico io vado via.
“Nicole?”
“Ehi, ciao Lottie” dico ad una preoccupatissima sorella di Louis.
“Louis?”
“Quella” dico indicando la porta della stanza
Lottie, timidamente si avvicina, per poi bloccarsi a pochi centimetri dalla maniglia
“Vieni con me?”
“Ma certo” le rispondo alzandomi dalla sedia e stingendole la mano.
Apre la porta e, non appena visto Louis scoppia in lacrime, mi lascia la mano e corre ad abbracciarlo.
“Fratellino mio, che cosa ti è successo?” singhiozza, cercando di stare attenta a non toccare tutti i tubi che rivestono il corpo di Louis.
Sento le lacrime salirmi agli occhi ed esco dalla stanza, è il suo dolore e devo lasciarla da sola. D’altronde sono la persona meno indicata a consolarla.
Poco dopo mi squilla li cellulare.
“Pronto?”
“Nicole”
“Ciao papà”
“Arriviamo domani”
“Hai avvisato i genitori di Louis?”-
“Si sono qui con me ora”
“Mi passi la signora Tomlinson?”
“Ma certo tesoro”
“Pronto?”
“Salve signora, sono Nicole”
“Ciao cara, Louis mi ha parlato spesso di te”
Non posso far altro che sorridere istintivamente, è questo il mio Lou.
“Non ci sono novità importanti, i medici dicono solo che dobbiamo continuare a pregare perché ci sono alcune possibilità che si svegli”
“Umh, grazie per averci avvertito”
“Si figuri, avrei voluto farlo prima, ma Louis non parla spesso della sua famiglia e non è stato facile trovarvi”
“Non preoccuparti, l’importante è che lo hai fatto”
Ecco da chi ha peso Louis, la bontà della madre è andata tutta nei suoi geni. Non so se le sue risposte sono condizionate da quello che sta provando, ma avrei tanto voluto una madre così e a volte capisco perché mio padre ad un certo punto ha deciso che lui e mia mamma non avevano più niente in comune. Cosa puoi avere in comune con una donna fredda e insensibile come Jenna Maloney, una donna che forse mi considera come lo sbaglio più grande della sua vita.
Rimase incinta a sedici anni, dopo aver conosciuto mio padre tre mesi prima.
Si sposarono poco dopo, perché mio nonno non voleva crescessi in una famiglia che materialmente non esisteva; il matrimonio è durato finché è potuto, ma io so bene che se si fossero amati per davvero, a quest’ ora non sarei figlia unica.
“Sua figlia Lottie è qui” comunico alla signora
“L’hai avvisata tu?”
“Si, ci siamo conosciute quest’estate e ho pensato fosse giusto farle sapere come stavano le cose”
“Grazie mille tesoro, davvero non farò mai abbastanza per ringraziarti”
“Non deve ringraziarmi” vorrei rispondere “anzi, le va di essere anche la mia mamma?”
Ma mi limito a dirle
“Ci vediamo domani, faccia buon viaggio” e riattacco.
Justin spunta da dietro la colonna
“Con chi parlavi?”
Eccolo, è tornato, l’amico che avevo perso cinque giorni fa sta facendo capolino di nuovo
“Con la mamma di Louis”
“Sei riuscita a contattarla?”
“Si, grazie a mio padre”
“Ah, vengono?”
“Si, arrivano domani”
“Bene, io stasera non torno a casa”
“Come?”
“Hai problemi, Nicole?”
“No, no, nessuno”
Ma in realtà non è così, vorrei fargli mille domande – con chi vai? Dove vai? Quando torni? Perché vai?-
“Bene, quindi non aspettarmi sveglia”
“Ma figurati” dico cercando di imitare il suo stesso tono spocchioso, riesce male, purtroppo.
Quando Justin va via Lottie esce dalla stanza di Louis con gli occhia ancora lucidi.
“Posso dormire da te stasera?”
“Che domande sono! Ci dormirai anche domani e dopodomani e, beh, quando vuoi”
Sorride e mi abbraccia.
“Ragazza, sei ancora qui?” mi chiede l’infermiera, che , a quanto pare, è l’unica ad interessarsi ancora della mia salute mentale. Mi chiama ragazza perché non le ho ancora detto il mio nome.
“Si”
“Oh, lei chi è?”
“Lottie, la sorella di Louis”
“Ciao tesoro” le sorride per poi rivolgersi nuovamente a me
“Sai che ore sono, ragazza?”
“Credo siano le dieci, infermiera” calco molto sull’ultima parola, per ricordarle che neanche io conosco il suo nome.
“Le visite finiscono alle nove, e mi chiamo Rosalie”
“Ah, beh, Rosalie, noi ci conosciamo...quindi”
 “ Ti pare normale, ragazza, conosco te da cinque giorni e non so neanche come ti chiami e lei da cinque secondi e conosco nome e anche grado di parentela con Louis”
“Mi chiamo Nicole, e sono la migliore amica di Louis”
“Solo amica?”
“Si, amica”
“E come mai passi più tempo qui che con quell’altro”
“Quell’altro sarebbe Liam?”
“Si, mi hai detto che è il tuo ragazzo”
“Beh, perché con Liam c’è la sua famiglia”
“Ah, ma che fidanzata modello”
Lottie se la sta ridendo da per lo meno uno, due minuti e così mi lascio trasportare dalla sua risata.
La prendo per un braccio
“Vieni Lottie, andiamo via” dico facendo la finta arrabbiata “Qui non capiscono nulla”
“Tanto sei già qui domani alle dieci”
“No, Rose, domani verrò dopo le due. Ho scuola”
“Oh, beh, allora ci vediamo per pranzo”
“Ciao”
“Ciao tesori, dormite stanotte”
Camminiamo per il corridoio e prima di lasciare completamente l’ospedale chiedo a Lottie
“Ti va di vedere Liam?”
“Si, ci troviamo qui”
“Okay, ma mi raccomando, cerca di non piangere quando lo vedi e non parlare di Louis, si sente in colpa, anzi si vede come un sopravvissuto e questo lo fa stare male.
Lottie annuisce.
“Starò attenta”
“Aspetta qui “ le dico prima di aprire la porta
“Liam, amore”
“Nic, novità?”
“No, a te, invece? Come è andata?”
“Non  tanto bene, non riesco ancora a camminare, neanche attaccato al girello, ma le dita dei piedi si muovono guarda”
“Ma è fantastico” esclamo dopo che mi ha mostrato i suoi progressi
“Sono felice”
“Ah, indovia ci vuole vederti?”
“Harry?”
“No”
“Justin?”
“No”
“Dai, Nic, dimmelo”
“Lottie”
“La sorellina di Louis?”
“Si, io” dice la diretta interessata entrando dalla porta
“Ehi, ciao, come stai?”
“Emh, così  e così”
“Che domande”
“Dai, Liam, non fa nulla”
“Signorine, ancora qui?” ci riprende il caposala
“Mi scusi, andiamo via subitissimo”
“Mmh”
Mi avvicino a Liam e lo bacio.
“A domani”
“Va a scuola”
“Certo”
Torniamo a casa
“Se vuoi puoi dormire con me, oppure nella stanza di mia mamma e Pattie. In quella di Justin, non te lo consiglio, è uscito e, beh, potrebbe tornare accompagnato”
“Da chi?”
Non finiamo neanche di parlare che sentiamo qualcuno aprire la porta, faccio segno a Lottie di entrare in camera mia e tenere la porta mezza socchiusa.
“Da una delle sue amichette” le sussurro.
Spiamo mentre Justin e, o mio Dio, c’è Cheyenne con lui. Quella bionda tinta che disse a Zayn di lasciarmi stare.
Sento una fitta al cuore, altro che scommessa e scommessa, Zayn, questo non cambierà mai.
Entrano nella stanza di Justin e neanche cinque minuti più tardi cominciano i gemiti e le urla.
“Penso che dormirò a scuola” decreto rivolgendomi a Lottie
Lei ride
“è così tutte le sere?”
“No, a dire la verità da un po’ non avevamo compagnie, non ho idea di quello che sia successo.”
“Una delusione?”
“Nah, non credo proprio, gliela danno tutte”
Ride di nuovo.
“Tutte tranne me e te”
“Beh, si. Tutte tranne me e te”



 


hola chicas!
come va?
passato bene il Natale?
mi scuso per il ritardo infinito, ma voi non sapete che mia nonna mi ha tenuto in ostaggio per una settimana.
sono l'unica femmina fra nove nipoti e mi ha rapito per farmi cucinare, apparecchiare la tavola, finire di addobbare la casa e andare con lei a comprare i regali,la parte buona è che ho conosciuto un ragazzo, nipote di una sua amica, molto carino e simpatico awwww
comunque ora sono libera yeahh! e vi ho postato questo capitolo lel cacchio
a mio cugino non piace,ma la sua opinione è truccata perchè quattro mesi fa gli ho fatto prendere una figura di merda con la ragazza che gli piaceva e da allora mi odia.
comunque, passando al capitolo
Justin sta cambiando,e questo non ci piace no, e.e così non si fa,
Liam è felice e ama ancora di più Nic (awww lo voglio anche io un fidanzato come lui, anzi perchè non fate una colletta e mi portate l'originale? ahahhahha)
Louis non si è ancora svegliato, ma don't worry, so già che fare.
sono ritornati Lottie e il papà di Nicole, che si sta mostrando premuroso, comprensivo, dolce (voglio anche un padre così)
Melanie non c'è, è in come dire 'pausa di riflessione' sta pensando se tenere o meno questo bambino (veramente sono io che sto pensando ma dettagli)
La mamma di Nic e Pattie partono per l'europa! e voi non avete idea delle sorprese che ci saranno nei prossimi capitoli....

So, ora mi dileguo e la smetto di sparare cazzate, ma prima volevo ringraziare tutte voi che leggete la storia e ringraziare il doppio voi che la rensite, quindi mi raccomando fatemi sepre sapere quello che pensate e se avete ideee.

Per chi volesse su twittah sono @Diddii29

Ciauuuuu belle <3 

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Capitolo 12
*** Sei un bugiardo patentato! ***


Decido di andare a farmi una doccia, tanto è inutile provare a dormire.
“Lottie, vado in bagno”
Non mi risponde
“Lottie?”
Mi avvicino e mi accorgo che si è addormentata.
Esco dalla stanza e mi scontro con Cheyenne.
“E tu che ci fai qui?” mi provoca, ma per sua sfortuna, o fortuna, non sono in vena di litigare
“Io qui ci vivo, tesoro”
“Davvero?”
“Altrimenti perché sarei qui a quest’ora?”
“Per spassartela con Justin”
“A quello ci pensi già tu, ora scusami, ho fretta”
La guardo mentre si allontana, non si vergona per come va in giro?
Porta un reggiseno di perlomeno due taglie più piccolo, un perizoma rosso ed una canotta trasparente nera.


*Justin*
“Amore, non mi avevi detto che vivi con quella là”
“Chi è quella là?”
“Emh, com’è che si chiama? Nicola”
“Nicole?”
“Si,si lei”
“Beh, si vive qui da quasi un anno”
“Davvero? Io non lo sapevo”
“Forse non ti interessava”
“Già, allora, dov’eravamo rimasti?” dice cercando di adottare un tono seducente.
“Vado in bagno” le comunico balzando dal letto, non ho voglia di scoparmela di nuovo.
Il sorriso che aveva fino a qualche secondo prima si spegne mentre mi guarda uscire dalla porta.
Sento qualcuno cantare, quel qualcuno è Nicole.
“Give me a second I 
I need to get my story straight 
My friends are in the bathroom 
getting higher than the empire state 
my lover she is waiting for me 
just across the bar 
My seat's been taken by some sunglasses 
asking 'bout a scar 
and I know I gave it to you months ago 
I know you're trying to forget 
but between the drinks and subtle things 
the holes in my apologies 
you know I'm trying hard to take it back 
so if by the time the bar closes 
and you feel like falling down 
I'll carry you home 

Tonight 
We are young 
So let's set the world on fire 
We can burn brighter 
than the sun 

Tonight 
we are young 
so let's set the world on fire 
we can burn brighter 
than the sun”

La prima strofa di We are young finisce e Nicole apre le ante della doccia per prendere l’asciugamano,
sussulta non appena mi vede, è nuda
“Che ci fai qui?” dice prendendo di scatto l’asciugamano e coprendosi
“Ehm,io niente” non le riesco a staccare gli occhi di dosso
“Esci immediatamente, torna dalla tua puttana”
“Ma, io”
“Ma tu niente Justin, io mi fidavo di te, credevo davvero di essere riuscita a cambiarti, essere riuscita a farti essere una persona migliore”
Sono senza parole, rimango lì impalato a guardarla prendere i vestiti ed uscire frettolosamente dal bagno.
Che cosa intendeva con il ‘Pensavo di essere riuscita a cambiarti?”
 
*Nicole*
Sono arrabbiata? Dispiaciuta? O soltanto avvilita?
Non lo so, non ne ho idea.
So solo che ci avevo sperato per davvero, e parliamoci chiaro, soldi a parte, credevo che Justin, non dico mi amasse, ma per lo meno credesse che io fossi una ragazza attraente, interessante. E invece, la prima volta in cui per davvero dovevamo sostenerci si è allontanato, è tornato esattamente come tutto come prima.
Sento dei passi per il corridoio dopodiché la faccia di culo di Cheyenne spunta in camera mia mentre mi vesto
“C’è Justin?”
“Ti pare?”
“Mamma mia, che caratterino” conclude uscendo
-bene, tornate a dove avevate interrotto piccioncini-
Guardo l’orologio, sono le sei.
Mi squilla il cellulare è Niall.
“Ehi, biondino”
“Amore mio grandissimo, enormemente stupendo”
“Niall, tutto bene?”
“Sisi dobbiamo vederci subito”
“Dove?”
“Nel giardino davanti casa di Harry?”
“Okay”
“Fa venire anche Justin”
“Penso che lui sia impegnato”
“Machissene fotte, tu trascinalo”
“Ah, no, Niall caro io non entro in una stanza rischiando di trovare Justin e Cheyenne nudi”
“Va bene, ho capito, sto arrivando”
“Bravo biondo”
Attacco e poso il cellulare sulla mensola.
“Chi era?”
“Niall”
“Novità?”
“Non penso riguardino Louis, ma era particolarmente contento”
“Che ore sono?”
“Le sei”
“A che ora arriva l’aereo?”
“A mezzo giorno”
“E tu a che ora esci da scuola?”
“Alle undici”
“Ma ieri a Rose non hai detto alle due?”
“Si, ma firmerò un permesso speciale”
“Sei minorenne”
“Ma so falsificare la firma di mia madre”
“Cattiva bimba”
“Eh, lo so"
Ridiamo.
Pochi minuti dopo bussano alla porta.
“Arrivo”
Apro e mi ritrovo davanti Niall, Harry e Zayn che sventolano una busta bianca.
“Ciao ragazzi”
Mi saltano addosso abbracciandomi
“Ti amo troppissimissimo” dice Harry
“Anche io riccio, ma fatemi capire che succede”
Continuano a sventolare le buste dicendo parole senza senso.
Dopo alcuni secondi ci arrivo e comincio ad urlare saltellando.
“Vi hanno presi”
“Si esatto”
“Aaaaaaaaaahhhhahaah è super fastastiglioso”
Dico abbracciandoli.
“Che succede qui?” chiede Cheyenne
“Lei che ci fa qui?” mi chiede Harry
“Perché non lo chiedi al tuo amichetto, Harry”
Zayn mi tocca la spalla, lo prendo per una mano e andiamo in cucina.
“Che sta succedendo?”
“Che minchia ne so, Zayn. Mi avevi detto che avevate parlato e che ti aveva detto di essere cambiato”
“Si, è così, ma adesso Cheyenne che ci fa qui?”
“Non ne ho idea, Zayn”
“Bè allora verrai a letto con me”
“Aspetta e spera Malik”
“Ragazzi, che succede?” chiede Lottie appena scesa.
“Li hanno ammessi” dico tornando in salotto e prendendo sotto braccio Harry
“Al college?”
“Si, esatto”
“Ma è meraviglioso” dice Lottie e abbraccia Niall
“Dov’è Justin?” mi chiede Harry
“Cheyenne, dov’è Justin?” chiedo io a mia volta
“Di sopra tesoro”
- Tesoro? Ma chi minchia si  crede di essere?”
“Jusssstinnn scendii” gli urlo da sotto le scale
“Arrivo, arrivo” mi risponde scendendo le scale ancora a petto nudo.
Non appena vede le buste capisce e si precipita fuori la porta vicino la cassetta della posta.
“Allora?” chiede Zayn
“Niente”
“Non ti preoccupare Jus, magari la Williams non ha ancora spedito i risultati”
Nonostante lui non voglia parlare con me, io rimango sempre una buona amica  ed essendolo devo consolarlo.
“A Louis è arrivata? “chiede Lottie
“Non lo so, magari andiamo a vedere domani”
“Fino a domani devo aspettare?”
“Dio, Jus, domani, fino a domani ce la fai”
Sbuffa.
“Sempre la solita guasta feste”
“Sempre meglio di essere uno stronzo”
“Stronzo a chi?”
“A te, sei un puttaniere, non ti sopporto”
“Ma guarda chi parla”
“Che vorresti dire?”
“Che sei insopportabile, odiosa e saccente”
“Io? Saccente? Sai per lo meno che significa?”
“Ti odio”
“Sono io che ti odio di più, sparisci”
“Questa è casa mia”
“Bene, allora me ne vado io” esco dalla porta sbattendola.
“Nicole, Nicole, aspetta”
“Minchia vuoi Harry? Sparisci”
“Anche io?”
“Si”
“Sicura”
“No”
Si avvicina e mi abbraccia, io scoppio a piangere
“Mi manca Louis”
“Shh, piccola, non piangere”
Mi accarezza i capelli ed io struscio il naso contro la sua maglia.
 
*Justin*
“Mi dici che cavolo ti passa per la mente Bieber?” Zayn mi urla contro
“Che cazzo vuoi, Zayn, è lei che ha cominciato”
“L’hai insultata, Justin, lei ti vuole bene. Davvero non riesci a vederlo?”
“Vedere cosa?”
“Che ci tiene a te, che ti vuole un mondo di bene, che le fa male vederti con una ragazza che non ami” questa volta è Niall a parlare.
Harry rimane lì fermo poi esce dalla porta, sbattendola così come ha fatto Nicole.
“Che vi prende? Perché mi guardate così?”
“Sei davvero cretino. Proprio in questo momento, ha bisogno di te. Sono qui da neanche dodici ore,ma di una cosa sono certa:  è quella che l’ha presa peggio. In quell’ospedale, ci sono il suo ragazzo e il suo migliore amico. Non dico che voi non stiate soffrendo, ma la differenza sostanziale è che lei è una ragazza, è più sensibile di voi idioti. Poi metteteci il fatto che la madre non la capisce, il padre non lo vede da quasi un anno e il gioco è fatto. Sta male.” Dice Lottie
“Ma io…”
“Ma tu cosa Justin?”
“Anche se non lo hai fatto apposta, l’hai ferita, l’hai offesa, mortificata. Ha paura, è terribilmente spaventata. Riflettici”
Sale le scale lasciandomi pieno di rimorsi.
Mi giro verso Niall e Zayn per cercare un appoggio, uno sguardo familiare e invece non trovo altro che un muro, un impenetrabile muro.
Restituiscono lo sguardo mostrando il loro disappunto
“Non sei l’unico a soffrire Justin” dice Zayn e poi va via
“Perché non te ne vai anche tu” sbotto rivolto a Niall
“Tutti hanno bisogno di una mano. Non so se conosci quel proverbio ‘anche la regina ebbe bisogno della sua vicina’. Quindi cerca di abbassare un attimo la cresta e renderti meno ridicolo”
Va via anche lui.
Fantastico.
Sono un totale e completo disastro universale. Un fottuto errore.
In mezz’ora ho litigato con le persone  che amo di più.
Ho litigato con Nicole, la mia Nicole.
Non ho idea di quello che mi abbia preso, è stato un riflesso, uno sfogo. Ma ho sbagliato, sono il solito stronzo. Ha ragione.
E per di più adesso devo anche andare a scuola.
 
*Nicole*
Non so cosa sia successo dopo l’abbraccio di Harry, ma mi ritrovo nel cortile della scuola a parlare con i ragazzi e Melanie.
Harry mi lancia strane occhiate, e so che anche lui sta pensando al bambino, al figlio di Louis.
Quando suona la campanella ci dividiamo ed io entro in classe.
Abbiamo una sorpresa: il preside aspetta tutte le terze e tutte le quinte in palestra per comunicarci una grandiosa ‘novità’. Spero solo non sia qualche progetto per i crediti extra che la mia parte razionale mi obblligherà a fare
“Bene, bene, bene, ragazzi, ci siete tutti?”
“Si” dice una voce proveniente dai ragazzi del quinto
“Allora, vi ho chiamati qui per comunicarvi del viaggio di istruzione che abbiamo organizzato in Europa.”
Si leva un grido di ammirazione.
È fantastico, andremo in Europa, vedrò Roma, Parigi, Madrid. Il mio sogno.
“Ma- continua il preside- ci verrà solo chi riuscirà a superare il test sulla cultura europea di domani”
Questa non è proprio una buona notizia, io so tutto sulla storia europea, ho letto un’ infinità di libri ed enciclopedie, ma i ragazzi, tutti tranne Niall, non sanno un bel niente di storia, figuriamoci storia europea.
Mi giro verso di loro e trovo un espressione afflitta nei volti di Zayn e Justin.
Harry è un po’ meno preoccupato e già dialoga con Niall, molto probabilmente si starà facendo spiegare qualcosa.
“Ora tutti in classe” conclude il preside
“Aspettate” urlo
“Signorina Chaz” mi cede la parola il preside
“Fra quanto tempo è prevista la partenza?”
“Dopo la fine della scuola”
“Signor Preside, gli alunni Tomlinson e Payne non potranno sostenere l’esame domani”
“Venga nel mio ufficio fra dieci minuti, troveremo una soluzione”
Ci stiamo incamminando verso le classi quando vengo raggiunta dai ragazzi
“Ti prego aiutaci” mi implora Harry
“Ehi, guardate che è Louis quello bravo in storia” mi muore la voce in gola
“Si e io sono Bred Pitt” conclude Harry
“Che stai insinuando riccio?”
“Che tu sei un genio in storia, prendi tutte A”
“Non è vero l’altra volta ho preso A-”
“Sai che differenza” dice Niall
“Sentite io devo andare dal preside, ne parliamo più tardi”
“Chaz, il test è domani” mi ricorda Zayn
“Vorrà dire che stanotte non dormirai, Malik”
Mi sorride maliziosamente.
Che cavolo ha capito, ho intenzione di far loro un corso accelerato  di storia europea, non voglio di certo andare a letto con lui ripetendogli fra un gemito e l’altro tutto quello che so sull’ argomento.
Justin è rimasto zitto appoggiato alla parete, ma non mi interessa, mi ha ferito.
So di essere egocentrica e masochista, però nessuno me lo aveva mai detto in faccia.
Sapevo anche che ad Union molti mi sparlavano dietro, ma non mi interessava. Il giudizio delle persone non mi ha mai condizionato. Justin però non è solo una persona, io tengo tanto a lui e quello che  ha detto mi ha ferito.
Busso alla porta della presidenza.
“Signorina Chaz, è lei?”
“Si signore”
“Prego entri e discutiamo sul da farsi”
“Grazie signore”
“Di che, sono a conoscenza del problema e in qualità di adulto responsabile troverò una soluzione”
“Le devo comunicare che non ci sono buone notizie, quindi non so cosa lei abbia in mente”
“Facciamo una cosa, visto che la gita è prevista per fine anno, e i voti di entrambi i suoi amici in storia sono molto alti, conserverò due posti per loro, in modo tale che se vogliono potranno dare l’esame e venire con noi in Europa”
“Grazie, grazie mille signore. Ne saranno molto contenti”
Mi trattengo dal saltargli addosso, baciarlo e abbracciarlo
“Vada, vada adesso signorina Chaz”
“Grazie ancora signore”
Torno in classe tutta contenta e porgo al professore di trigonometria il permesso di uscita anticipata.
“Professor Stevens, io oggi dovrei uscire alle undici”
“Dai qua il permesso”
“Eccolo”
Il cuore mi batte forte, ho paura che si accorga della falsità della firma
“Lei durante le mie ore non va da nessuna parte”
“Ma signore”
“Niente ma, Chaz. Torna al tuo posto”
“Signore, mio padre e i genitori di Tomlinson arrivano oggi a mezzo giorno, mia madre è partita ieri e loro non sono mai stati a Seattle”
“Va in bagno, chiama qualcuno, sono certo che troverà una soluzione. Perspicace com’è”
“Grazie” sibilo, ma in realtà vorrei volentieri sputargli in faccia e uscire lo stesso dalla scuola
Vado in bagno e incontro Niall
“Ehi, tutto bene?” mi chiede il biondo
“No, che non va tutto bene, quello stronzo di Stevens non mi fa uscire prima”
“Dovevi uscire prima?”
“Si, più o meno, devo andare a prendere mio padre all’ aeroporto”
“Ah, già, mi ricordo. Uhm, devo dirti una cosa”
“Niall, ti prego, non tenermi sulle spine, sono già nervosa”
“Justin è dispiaciuto”
“Che si ficcasse un palo in culo, Niall, non è più un bambino e tu non sei il suo messaggero di fiducia. Queste cose io non le facevo neanche in seconda elementare”
“Ma è davvero dispiaciuto”
“Vediamo, sapete quand’è il mio compleanno?”
“Ehm, io no”
“Bene, stai anche certo che non lo sanno neanche loro”
“Sapete perché i miei si sono lasciati?”
“Ehm, perché non si sopportavano più”
“Solo culo questa, Horan”
“Intanto ho indovinato”
“Sono arrabbiata lo stesso, se tanto Justin tiene a me, che mi stupisse, facesse qualcosa di memorabile, unico, qualcosa che io ricorderò per sempre”
“Cavolo, è un compito arduo”
“Si, sono esigente e ora scusami, devo fare una telefonata”
Entro nel bagno delle ragazze dove Niall non mi può seguire; forse sono stata un po’ acida con lui, infondo non ha colpe, Justin mi ha offeso, non lui
Non ho tempo per pensarci, devo dire a Lottie di andare a prendere lei gli adulti perché io sono bloccata a scuola
“Pronto?”
“Lottie, sono io Nic”
“Ehi, ma dove sei? Ti sto aspettando a casa”
“Devi andare tu all’ aeroporto, il professore non mi ha fatto uscire”
“No, che bastardo”
“Mi odia, perché io odio la trigonometria”
Ride
“Non c’è niente da ridere, Lottie, è una cattiveria bella e buona”
“Ma fa ridere lo stesso. Allora io vado a prendere i genitori, ci vediamo alle due”
“Ciao”
Attacco e mentre sto tornando in classe sento la sirena di un’ ambulanza, arrivo nella mia classe e trovo Melanie stesa a terra con tutti i compagni intorno
“Spostatevi, lasciatele aria” urlo loro in preda al panico
“E tu chi sei per dircelo?” mi rimbecca Vivian, che bè mi  odia per ovvi motivi
“Senti Vivian, non mi sembra il caso di far uscire proprio ora i tuoi problemi, forse sei solo non tanto brava a letto”
Nonostante la preoccupazione per Melanie, la classe ride lo stesso e Vivian stizzita esce dalla porta
“Carl, per piacere, mi vai a chiamare Harry Styles, quinta D” chiedo al mio compagno di banco.
“Vado”
“Mark, Luke, datemi una mano a sollevarla, la portiamo fuori al corridoio, l’ambulanza sta arrivando”
Portiamo Melanie fuori dall’aula e poco dopo arrivano contemporaneamente Harry e i paramedici
“Che è successo?”
“Melanie, non ne ho idea, Harry, ho paura”
“Andrà tutto bene”
“C’è qualcuno che deve venire con noi?” chiede uno dei due paramedici, Harry mi trascina verso di loro
“Noi” esclama “Siamo i suoi migliori amici”
“Va bene, avviseremo il preside più tardi”
Saliamo sull’ambulanza e la dottoressa ci fa alcune domande: data di nascita, cognome, dove sono i genitori e cose varie. Quando ci chiede se è incinta, io guardo Harry titubante
“Ragazzi, dovete dirmelo, potrebbe essere importante, il fatto che è svenuta potrebbe riguardare il bambino”
“Si, è incinta, credo più o meno di 7 settimane”
Lei annuisce e io mi stringo ad Harry
“Il padre del bambino sei tu?” chiede al riccio
“No”
“Dovete dirmi il nome del padre”
Le lacrime mi salgono agli occhi
“Lei lo conosce già”
“Davvero?” chiede stranita la dottoressa
“è Louis Tomlinson, stanza 356”
“Il ragazzo in coma da una settimana?”
“Si, è lui”
Oramai le lacrime mi scorrono sulle guance
“Mi dispiace tesoro, non volevo farti una domanda così”
“Si figuri, è il suo lavoro, sono io che dovrei cominciare a gestire le emozioni”
Arrivati all’ospedale non ci fanno capire nulla, portano Melanie a fare delle analisi e poi, senza neanche dirci nulla la portano in sala operatoria.
Sono terrorizzata.
Ne escono dopo circa due ore, sono le tre del pomeriggio
“Allora?” chiedo alzandomi di botto dal pavimento
“La sua amica è salva, non in pericolo di vita”
Tiro un sospiro di sollievo.
“E il bambino?” chiede Harry
“Adesso vi spiego bene la situazione ragazzi, venite sediamoci”
- e adesso che c’è? Qual è la notizia cattiva?-
“La vostra amica, era incinta e questo lo sapevate, adesso, non tutte le gravidanze vanno a buon fine, le persone perdono i propri bambini sia prima che dopo la nascita; ma credo che sappiate anche questo. Melanie stava portando avanti una gravidanza extrauterina”
“E cioè?”
“In pratica l’embrione non si è annidato nell’ utero, ma fuori da esso e quindi la gravidanza non può andare avanti, c’è una percentuale bassissima di casi, ma quando succede le possibilità che la madre e il bambino sopravvivano sono davvero poche. Quindi fortunatamente siamo riusciti a salvare Melanie”
“Potrà avere altri figli in futuro?”
“Ma certo, abbiamo asportato una sola tuba e ci sono possibilità che un futuro nasciturno si annidi nell’altra tuba”
“Grazie mille dottore”
“è solo il mio dovere”
Poi se ne va, prima di sparire completamente dalla nostra visuale mi richiama
“Signorina, lei è anche l’amica del ragazzo della 356?”
“Si, sono io”
“Bè allora tanto vale che glielo dica, il suo amico”
“La prego, non mi dica che non si risveglierà”
“No, al contrario, sta mattina nel giro di controllo che ho fatto ho notato che la pupilla ha riflessi migliori, non completi, ma migliori”
Sorrido
“Grazie mille, ancora”
Mi saluta con un cenno della mano ed io abbraccio Harry
“Ve lo avevo detto”
“Cosa?”
“Che si sarebbe risvegliato”
“Io non ho mai detto il contrario”
“Sei un bugiardo patentato”
Sorride schiettamente.

 

Hola chicas!

come va?

cominciato bene quest'anno nuovo?

io devo finire di studiare scienze, storia e cittadinanza, sono leggermente fottuta

mi scuso per il ritardo, ma sono andata a sciare e non potevo portarmi il pc in montagna
spero che il capitolo vi piaccia, anche se secondo me è noioso, quindi se siete arrivate fino a qui GRAZIE
allora, per chi fosse fan di Grey's Anatomy (come lo sono io) la grazidanza extrauterina è la stessa cosa che successe a christina nella prima o seconda stagione.
Louis si sta per svegliare, ma non  cantate ancora vittoria e.e
Justin e Nic hanno litigato e lei ha detto che dovrà fare qualcosa di m-e-m-o-r-a-b-i-l-e. siccome non ho idee, (magari se recensite e mi dite la vostra su questa cosa che Jus deve fare)
comunque, spero di riuscire ad aggiornare al più presto, compiti permettendo

grazie mille e tutte quelle che hanno recensito nei capitoli passati (CONTINUATE  A FARLO RAGAZZE)

Ciauuu <3
 

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Capitolo 13
*** Ti amo anche io Styles** ***


“Andiamo, dai Harry. Tanto qui Melanie non ce la fanno vedere. Voglio andare a salutare mio padre”
“Okay”
Ci incamminiamo per il lungo corridoio che oramai conosco alla perfezione.
Arrivati davanti la stanza di Louis c’è mio padre seduto su una delle sedie fuori la porta. Probabilmente Lottie e i genitori saranno dentro
“Papà”
“Nicole, bambina, vieni qui”
Ci abbracciamo
“Mi sei mancato, papà”
“Prometto che non ci perderemo mai più per così tanto tempo”
“Lo spero”
“Dov’è la mamma?”
“In Europa”
“Che?”
“Ti sei perso un po’ di cose papà, è completamente cambiata, ringiovanita, non hai idea”
“Ci sono qui io, ora, andrà tutto bene”
“Papà lui è Harry” dico presentando i due
“Harry lui è mio padre, Jason”
“Salve signor Chaz, è un piacere conoscerla”
“Il piacere e mio e chiamami Jason”
Si stringono la mano ed io euforica come non mai busso alla porta della stanza, la apro timidamente cercando di ricompormi.
“Signori Tomlinson, Lottie, posso entrare?”
“Certo cara, vieni pure” mi incita una voce maschile, il padre di Lou, forse.
“Salve”
La mamma di Louis si alza dalla sedia  e si asciuga le lacrime, mi preparo a stringerle la mano e invece contro le mie aspettative mi abbraccia.
“Oh, tesoro”
“Signora non pianga, ho ottime notizie”
“Davvero? Che è successo?”
“Il medico che ha visitato Louis questa mattina mi ha detto che il riflesso della pupilla c’è, è reattivo”
“Oh, ma che bella notizia. E smettila di chiamarmi signora, sono solo Johannah o Joe”
“Va bene Joe”
Sorride.
“Emh, so che è una richiesta assurda, ma potrei restare un attimo con Louis?”
“Ma certo, io stacco un po’, lui è Mark, mio marito”
“Piacere signore”
“Andiamo Joe, vieni via” dice e la trascina fuori dalla stanza.
“Lottie, aspetta resta un attimo, devo dirti una cosa”
“Tutto bene Nic?”
“Si, si, ma vedi, Melanie, la fidanzata di Louis oggi si è sentita male, ha subito l’asportazione di una tuba”
“è incinta?”
“Lo era”
“E Louis lo sapeva?”
“No”
“Non dirglielo”
“Lo farà Melanie se lo ritiene necessario, lo so”
“Vieni, fatti abbracciare”
“Grazie per essere qui” le dico timidamente
“Io sono la sorella, è mio dovere. Grazie a te”
Quando anche Lottie è uscita mi siedo ai piedi del letto di Louis
“Ehi, amico, hai sentito no? Per tua fortuna, o sfortuna, non diventerai padre, aborto spontaneo, niente decisioni, è andato tutto per il meglio. E attenzione ho una, anzi due notizie bomba. Allora la prima è che hanno ammesso Zayn, Harry e Niall al college. Liam non ne ho idea. La seconda è che, tatattata la scuola ha organizzato un viaggio in Europa e ho convinto il preside a farvi fare l’esame se ve la sentite di venire”
Ho come l’impressione che Louis si muova leggermente e mi stringa quasi impercettibilmente la mano.
Premo il bottone di emergenza e chiamo l’infermiera Rose.
“Nicole, spero tu abbia una buona ragione per avermi fatto correre”
La zittisco con una mano e lei si avvicina, guarda sul letto e nota la mia mano intrecciata a quella di Louis.
Solitamente sono io che la stringo e le dita di Lou rimangono ferme, immobili. Questa volta, e anche Rose lo nota sono strette alle mie, un tocco leggero, ma sono strette.
“Rose, ti prego, dimmi che non lo sto immaginando”
“Se fosse così siamo due pazze”
Mi mette una mano sulla spalla e annuisce
“Vado a chiamare un medico”
Quando lei esce dalla stanza nel lasso di tempo in cui la porta si chiude vedo Niall e Justin fuori.
“Lou, io esco un attimo, devo andare a parlare ai ragazzi di Melanie”
Apro la porta e immediatamente Niall mi chiama
“Nicole, che cosa è successo a Melanie?”
“Niente” risponde Harry al mio posto
“Perché Harry continua a ripetere niente?”
“Ragazzi, aspettate un attimo, vi dirò tutto, ma voi promettete di tenere la bocca chiusa”
“Lo promettiamo”
Guardo Harry che mi mima con le labbra un ‘Sicura?’ e comincio
“Melanie era incinta, aspettava un bambino”
“Ma è una cosa meravigliosa, Louis ne sarebbe stato entusiasta” per poco non urla Zayn
“Aspetta Zayn, ha detto era” gli fa notare Justin
Entrambi mi guardano cercando risposte.
“Ha ragione Justin, lo era, ha subito un aborto spontaneo, per questo si è sentita male, e adesso è al piano di sotto, ha avuto un intervento, le hanno asportato una tuba”
“Quindi non aspetta più un bambino?”
“No”
Rimangono tutti in silenzio, forse scioccati dalla risposta, magari stanno ancora cercando di rielaborare.
“Vado da Liam” ci comunica Justin.
Quando sparisce dietro le colonne chiedo
“Da quando lui e Liam sono così amici?”
“Da poco, però stanno spesso insieme” mi risponde Niall
 
 
*Justin*
“Liam, posso entrare?”
“Jus, vieni, certo”
“Come va?”
“Mhm, abbastanza bene. A te?”
“Ho litigato con Nicole”
“Che è successo?”
“Stamattina, sono arrivate le risposte dai college di Niall, Zayn ed Harry”
“Anche a te?”
“No, ero nervoso, e così l’ho aggredita, dicendo che non potevo aspettare fino a domani”
“Fino a domani per cosa?”
“Ha detto che domani sarebbe andata a casa di Louis per controllare se era arrivata a lui”
“E tu ti sei arrabbiato”
“Esatto”
“Le hai chiesto scusa”
“Ho mandato Niall, gli ha detto che non siamo più piccoli e che lui non è il mio messaggero”
“Mi pare ovvio”
“Ha anche aggiunto che avrei dovuto farle qualcosa di speciale, di unico”
“Idee?”
“No, nessuna, non so neanche quand’ è il suo compleanno”
“A giugno, il nove giugno”
“Ecco perché non lo abbiamo mai festeggiato”
“Si, lei è arrivata qui il 18 giugno dell’anno scorso ed era già passato”
“Non so proprio che fare, mi dispiace da morire, vorrei non averla aggredita, sai quanto tengo a lei vero?”
“Si, lo so, da amica spero”
“Ovvio che intendevo da amica, da sorella minore a dir la verità”
Bugia, bugia, il naso di pinocchio si è allungato da qui fino in  Cina, altro che amica, Nicole mi piace, da morire anche, ed il fatto che non mi sia caduta ai piedi aumenta il desidero. E come quel proverbio ‘l’erba del vicino è sempre la più verde’ sta con Liam, ed io la voglio solo per me.
“Che so, potresti portarla al cinema, è così che ci siamo messi insieme”
“Banale, è troppo banale”
“Allora non ne ho idea, magari se mi viene ti avviso”
“Liam, allora sei pronto?” chiede un medico, probabilmente il fisioterapista
“Ma certo”
“Ehm, allora io vado, ci vediamo dopo”
“Va bene, dì a Nicole di venire”
“Okay”
 
*Nicole*
“Mel, sei sveglia?” dico entrando nella sua stanza
“Si, Nicole, entra”
“Come va?”
“Mi sento solo un po’ stordita, che è successo?”
“Ti sei sentita male oggi a scuola e ti hanno portato in ospedale”
“Il bambino?”
“C’è stato un aborto spontaneo, l’embrione si era sviluppato al di fuori della cavità uterina”
“Quindi non diventerò più madre”
“ Mi dispiace”
Cala il silenzio per qualche secondo
“E Louis, Louis come sta?”
“I medici dicono che il riflesso della pupilla è migliorato e oggi credo mi abbia quasi stretto la mano”
“Quindi si sta riprendendo?”
“Si, a quanto pare si”
“Almeno una buona notizia”
Le sorrido timidamente
“Scusami per non esserti stata vicina, per non aver capito subito che avevi solo una fottuta paura”
“Non fa niente, l’importante è che ora sei qui”
“Ah, e un’ altra cosa, i ragazzi sanno tutto”
“Oh, bè non fa niente”
“Mel, posso chiederti una cosa?”
“Certo”
“Avresti tenuto il bambino?”
“Non lo so, ci avrei dovuto pensare, forse ne avrei parlato con Louis”
Annuisco
“Perché? Cosa credevi?”
“Vuoi la verità?”
“Ma certo”
“Pensavo che non lo avresti tenuto, che avresti fatto in modo che tutto questo fosse stato solo un brutto sogno”
“Probabilmente”
“Ma comunque non lo sapremo mai”
“Già, e forse questa è una sfortuna”
“Signorina” mi richiama un medico “La sua amica deve riposare, la lasci sola”
E che cazzo, ma devono tutti riposare qui dentro, riposano tutto il giorno, bah! “Si, si mi scusi, vado via immediatamente”
Mi dirigo verso la porta, ma Mel mi ferma
“Nicole, aspetta”
“Si?”
“Non dire niente ai miei genitori”
“Io non lo avrei mai fatto, ma forse la scuola li ha già avvisati”
“No, non credo, vedi mia mamma e mio padre sono in Italia da mio nonno perché non sta bene, e io sono qui solo con mio fratello”
“Lui sa che aspettavi un bambino”
“Si”
“Chiamo lui?”
“Va bene”
“Il numero?”
“è nel cellulare dentro la tasca del pantalone”
“Andrò a chiedere alle infermiere dove sono i tuoi oggetti personali”
“Grazie”
“Ciao”
 
Esco dalla stanza riempita da strane sensazioni, fra i tanti diversi finali che avevo immaginato per questa storia, di certo questo non era nei miei piani.
Avevo creduto che Melanie avrebbe tenuto il bambino, ma che Louis l’avrebbe lasciata ritenendosi inadeguato al ruolo di padre.
Avevo creduto che Melanie avrebbe abortito senza dire niente a Louis e che io mi sarei svegliata una mattina credendo di aver sognato tutto.
Avevo creduto che Melanie avrebbe abortito e che Louis, svegliatosi dopo poco, l’avesse lasciata perché non aveva tenuto in considerazione la sua volontà.
Ma di certo non immaginavo che nessuno dei due avrebbe potuto far niente di fronte al volere del destino, per chi non crede, e di Dio per chi, come me, crede.
 
Mi sarebbe piaciuto vedere un piccolo Louis o una piccola Melanie.
Già li vedevo, la bimba dagli occhi azzurri di Louis e dai capelli biondi di Melanie che correva felice nel parco davanti casa di Harry.
O il bimbo dagli occhi verdi di Melanie e dai capelli scuri di Louis che scendeva le scale di una casa che avrebbero comprato per poi saltare sul divano e spaparanzarsi davanti a Ben 10 o Spongebob.
Mi sarebbe piaciuto per davvero, ma forse è meglio così, abbiamo solo sedici anni,  non possiamo già segnare il nostro futuro in un modo così decisivo, così definitivo. Non è un giocattolo, non è una delle bambole alle quali da piccole, tutte le bambine, tagliano i capelli, cambiano i vestiti, è un bambino, un bambino vero; che ha bisogno di essere curato,  che piange, a cui devi comprare vestiti, cibo e capisco la paura di Melanie e immagino solo cosa avrebbe potuto dire Louis. Chissà se sarebbe stato felice o se si sarebbe abbattuto pensando che in un certo senso ‘doveva stare più attento’.
Immersa nei miei pensieri sono arrivata alla reception.
“Posso aiutarla?” mi chiede la donna in segreteria
“Ehm, cercavo qualcuno a cui chiedere gli effetti personali di Melanie Martini, stanza 134”
“Li ho io, eccoteli” dice dopo essersi chinata avermi dato in mano una busta.
“Grazie mille”
Mi sorride ed io prendo il cellulare, cerco in rubrica il numero del fratello di Mel, che stranamente non ho mai visto.
È memorizzato  con il nome di “Bro” e sorrido ricordando il tono in cui lo diceva Mel.
Premo il tasto ‘verde’ e comincia a squillare.
“Pronto sistah”
“Ehm, sono Nicole, un’amica di Melanie”
Odio dover dare brutte notizie, e che cavolo, anche a Lottie ho dovuto dirlo io!
“Mia sorella?”
“Siamo in ospedale”
“è qualcosa che riguarda il bambino”
“Si”
“Arrivo subito”
“Mercy West, contea nord” dico senza che lui me lo chieda, ci so fare con queste telefonate oramai.
“Grazie, a tra poco”
Aspetto Marco, credo si chiami così, in sala d’attesa; dopo dieci minuti vedo un ragazzo che assomiglia paurosamente a Melanie dirigersi di tutta fretta verso l’ospedale, lo chiamo
“Marco, marco”
Si gira e mi raggiunge
“Nicole?”
“Si, sono io”
“Melanie, come sta?”
“Lei bene”
“Ma?”
“Ma ha avuto un aborto spontaneo”
“Non ha dovuto decidere niente?”
“No, si è sentita male oggi a scuola, l’ hanno portata in ospedale e l’hanno operata”
“Si sa che è successo?”
“A quanto pare una gravidanza extrauterina”
“Da un lato meglio così non credi?”
“Già. Forse”
“Posso vederla?”
“Certo, ti ci accompagno”
Saliamo le scale fino alla camera di Melanie che sta parlando con Justin.
“Non lo so J, davvero non ho idea di quello che potrebbe piacerle” gli dice Mel
“Ma come, sei la sua migliore amica”
“Ti direi una bugia, ma prometto che indagherò”
Stanno parlando di me, stanno parlando della ‘memorabile sorpresa che voglio’
-forte- è la prima cosa che mi viene in mente –vuol dire che ci tiene davvero a me-
Ma forse mi sbaglio, potrebbe anche riferirsi a qualcun'altra, magari a Simone, quella con cui voleva uscire, quella per cui mi chiese dei consigli.
Decido che quando uscirà dalla stanza di Mel gli dirò quello che mi piacerebbe che un ragazzo facesse per me: se lo sta organizzando per Simon, bene, se lo organizza per me, ancora meglio.
“Tu sei?” chiede Justin a Marco una volta uscito.
“è il fratello di Mel” gli risponde
“Devi entrare?”
“Si”
Si sposta dalla porta e lo lascia entrare.
“Ehm, Justin” lo chiamo mentre sta andando via
“Si?” si gira con uno sguardo che non riesco a decifrare
“Per quella cosa, sarebbe carina una cenetta romantica, sai a Simone piacerebbe”
Vedo un guizza di indecisione nei suoi occhi
“Ah, si, okay, bella idea”
Gli sorrido.
Quando è andato via decido che per oggi ho finito di stare in ospedale, sono stanca morta, devo finire i compiti e in più domani mattina alle sei mi devo svegliare per andare a casa di Louis a vedere se è arrivata la lettera da Williams.
“Papà?”
“Tesoro, sei qui”
“Senti, io sono stanca, vado a casa, dì a Joe e Mark che se vogliono possono venire a casa di Justin a dormire stanotte, anche perché abbiamo due stanza libere”
“Che cosa avete libere?” chiede Joe facendo capolino da dietro la porta della stanza del figlio
“Dicevo che potete dormire da noi, l’ospedale non ha gli alloggi per i parenti e se volete potete venire a casa di Justin”
“Davvero?”
“Ma certo! Anche perché Lottie ha già dormito da me ieri”
“Grazie, grazie mille, davvero Nicole, grazie”
“Non ringraziarmi Joe, abbiamo due stanze vuote e voi ne avete bisogno”
“A che ora finiscono le visite?”
“Fra mezz’ora dovrebbe passare il capo sala che con la sua ‘grazia da elefante’ vi caccerà”
“Allora saremo a casa per le nove”
“Vi aspetto” dico e vado via.
 
*Justin*
“Una cenetta romantica sarebbe carina” lo ha detto per davvero.
Quindi adesso non so se pensare che lei sa tutto e che lo fa per vedere realizzato il suo sogno o ha frainteso e crede che stia facendo tutto questo per Simone.
Mi squilla il cellulare, è lei.
Assurdo come oramai sia sempre nei miei pensieri, lei, lei, lei, non c’è un momento in cui non penso a come potrebbe essere la mia vita se stessimo insieme, se non ci fosse Liam.
“Pronto?”
“Justin”
“Si, Nicole, dimmi”
“Ehm, la cosa è alquanto imbarazzante, ma dovrei chiederti di non  portare nessuno oggi a casa, vengono a dormire mio padre e i genitori di Louis”
“Oh, beh, allora grazie per avermi avvisato”
“Ciao”
“Ciao”
Non so, sento come se nelle sue parole ci fosse un tono di risentimento, come se la rabbia per la litigata non si fosse ancora esaurita del tutto e mi fa male, sono stato egoista, ma il mio orgoglio non mi permette di andarle a chiedere scusa. È più forte di me, non potrei davvero andare e dirle ‘mi dispiace’ sarebbe come per un omicida dire ‘si, ho ucciso io quell’uomo’ e naturalmente non lo farò mai.
Tra l’altro ho anche paura perché non so se sono stato ammesso al college, se non sono stato ammesso dovrò restare un altro anno qui a Seattle e non sopporto più quest’aria. Mia madre che a quasi 37 anni si crede una ventenne spensierata insieme a Jenna, mio padre che Dio si è scordato dov’è, quant’è che non lo sento, due, tre mesi? E poi c’è il problema più grande, quello di Nicole e Liam, quello che non sopporto più di vederli insieme, nonostante tutto quello che abbia passato, da un lato sono invidioso, vorrei essere al suo posto, vorrei provare la sensazione stupenda che secondo me si prova nell’essere amati, amati da qualcuno che non ti sfrutta solo per il sesso, che non ti corteggia solo per stare con te per una notte e poi vantarsi dicendo ‘Si, sono stata anche con lui, e anche con lui, e con lui, e con lui, e poi lui, e lui, e ancora lui’. Qualcuno che come Nicole, che non morirebbe per te, ma che vivrebbe ogni giorno possibile per godere a pieno della tua compagnia, della felicità che ti brilla negli occhi quando siete insieme.
 
 
*Nicole*
“Va bene, Joe, allora, tu e Mark potete dormire in camera di Pattie e tu papà puoi dormire in camera di mamma, Lottie dorme con me e Justin, beh, lui se torna dorme da lui, si insomma in camera sua”
“C’è qualcosa in frigo?” chiede Joe
“Si, ho fatto la spesa ieri, ora sono stanca, vado a letto”
“Notte tesoro” dice mio padre scoccandomi un bacio sulla fronte
“A domani” mi salutano Mark e Joe
Ed io entro in camera mia.
Per la prima volta dall’incidente mi addormento tranquilla e velocemente, passo una nottata senza sogni e quando la mattina mi sveglio, alle sei, sono riposata e allegra.
Vado in bagno e mi vesto velocemente quando scendo giù la tavola è imbandita, tutto quello che una persona possa desiderare: muffin, cioccolata, marmellate, panini, cereali, latte e caffè.
Assomiglia quasi alla tavola di un ristornate.
“Buongiorno tesoro” mi saluta Joe
“Uhm, ciao” le dico mentre ho già in bocca un muffin delizioso
“Ti piace non è vero?”
“è buonissimo, devi insegnarmi”
“Ma certo, la prossima volta che verrai in Inghilterra”
“Ora vado”
“Dov’è che vai signorina, sono le sei e venti della mattina”
“Dai Joe, è importante devo andare a casa di Louis per la lettera d’ammissione”
“Beh, visto il motivo ti lascio andare”
“Grazie”
Dopo averla salutata prendo il primo autobus che da casa porta in centro e da lì arrivo a casa di Lou.
“Pronto?” mi squilla il cellulare
“Nicole Chaz, avevi promesso che mi avresti aiutato in storia” mi urla nell’orecchio un Harry molto, ma molto arrabbiato
“Scusa, scusa, scusa, sono un’ amica terribile, odiosa, scontrosa e non mantengo le promesse, ma ora sono a casa di Louis per la lettera e quindi vedremo come fare, te lo prometto”
“Ti odio”
“Ti amo anche io Styles”
Con un sorriso divertito sulle labbra apro la cassetta della posta e il mio cuore perde un colpo, è lì, la lettera è lì c’è scritto:
“Al gent.issimo signor Tomlinson William Louis, con ossequi la segreteria della Harvard university”
Non sapevo che Louis avesse fatto domanda per Harvard, andare lì è il sogno di ogni persona con un minimo di intelligenza, ma entrarci è dannatamente difficile.
La apro cercando di mantenere almeno un po’ di decenza cercando di non tremare o mettermi ad urlare alle sette meno dieci, sotto un palazzo  in pieno centro.






Hola chicas!

Cavolo, sono in un ritardo mostruoso, 
mi vergogno quasi a postare e.e
ma vabbè....
è stato un rientro a scuola tragico... non ero abituata a svegliarmi alle sei a prendere la metro alle 7, ah, beate vacanze**
ma don't worry, il 24-25 febbraio ci sono le elezioni e la mia bella scuola è sede per votare quindi io non vado *balla la conga*

ee ho preso 9 in latino e 8 in greco *feel like a boss*
e anche un misero 6 in matematica, ma come  dico io non posso essere brava in tutto e.e.

allora, passando al capitolo devo ringraziare tutte le persone che sono arrivate a leggere fin qui perchè questo capitolo fa davvero schifo, ma vi prometto che la prossima volta sarà meglio e ci sarà qualche svolta, altimenti poi vi annoiate ed io non voglio**

c'è il mistero della lettera ad Harard di Louis,
un Justin ancora strano, che non sa che fare,
poi c'è Joe, ah, quanto amo Joe, scherzi a parte, io adoro la vera Joe.
cavolo quante volte ho ripetuto Joe.

e ammettetelo che vi ho fatto prendere un colpo con il titolo del capitolo. e.e *risata malefica* va bene, okay, allora recensite e prometto di mettervi il capitolo al più presto possibile, ora mi dileguo e vado a letto domani a scuola ho un'ora di greco, una di latino due di matematica  una di inglese, e devo svegliarmi alle sei.
ho capito, dormirò a scuola 


ciauuuu <3






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Capitolo 14
*** non venire a chiamarmi quando ti servirà un testimone ***


“Egregio signor. Tomlinson,
è con immenso piacere che le comunichiamo, dopo un’ attenta ed accurata visione del suo curriculum,  che da settembre 2013 potrà cominciare a frequentare i corsi di economia aziendale impartiti dai nostri docenti.
                                                Con ossequi saluti, il dirigente”
                                                             
 
Il mio povero cuore perde dieci anni in un secondo, nella mente cominciano ad affollarsi  tante parole, ma quella che domina tutte è “Justin sa che ha fatto domanda ad Harvard?”
Non ci penso neanche e comincio a correre verso l’ospedale, niente autobus o altri mezzi, sono più veloce a piedi, scarto le macchine che cominciano a bussare per dirmi di stare attenta, non è da tutti i giorni vedere una ragazza correre per la città alle sette della mattina, quando tutti i lavoratori di tutti gli uffici di Seattle sono in macchina per raggiungere il loro posto di lavoro.
Arrivata in ospedale non mi fermo neanche in accettazione per dire chi sono, urlo
“Permesso” a destra e a manca, a medici, infermieri che a loro volta mi dicono che in ospedale non si corre e non si urla, ma che mi frega, ho in mano la lettera di ammissione ad Harvard, non so se mi spiego ad Harvard, la migliore università a livello mondiale, tutti vorrebbero andare lì, me compresa, e Louis c’è riuscito, è entrato.
“Nicole, cara, che ci fai qui a quest’ora?” mi chiede Rose vedendomi arrancare sulle scale
Di risposta le sventolo davanti il viso la busta, non capisce e allora cerco di spiegare
“Louis- mi fermo per riprendere fiato- Harvard- deglutisco di nuovo- da settembre”
Mi guarda con aria interrogativa e poi collega
“Ahhh, adesso ho capito, Louis da settembre andrà ad Harvard”
Le applaudo.
“Corri, allora, va a dirglielo”
Mi rimetto a correre e arrivo pochi secondi dopo fuori la stanza di Louis
“Louis- urlo, quasi come se non riuscissi più a trattenermi- guarda, guarda è arrivata la lettera. Lou ce l’hai fatta sei dentro, sei ad Harvard, ti rendi conto, il tuo sogno, ad Harvard Lou, ad Harvard, è la migliore università del mondo, ma perché non mi hai detto che ci saresti andato. Vedrai che Justin ci rimarrà male”
Dopo avergli dato la notizia mi siedo sul letto e mi accorgo che le gambe si muovono, la mano destra si muove, la afferro immediatamente e lo guardo speranzosa. Non mi delude, poco dopo gli occhi cominciano a schiudersi, rivedo dopo una settimana quegli occhi azzurri che tanto mi erano mancati  e comincio a piangere.
“Oh, Lou, sei sveglio”
“Nic, sei qui” mi sussurra.
Sto piangendo, ma che dico, sono una fontana, faccio invidia alla fontana di Trevi per quanta acqua sta uscendo dai miei occhi
“Non piangere piccola” mormora
“Oh, Lou”
E mi avvicino per abbracciarlo; al contrario, le mie labbra incontrano le sue e sento il suo sapore, quell’odore che si era mischiato a quello sterilizzato dell’ospedale.
Rimaniamo così per qualche secondo, le mie labbra premute sulle sue, non ci spingiamo più in la, ma è lo stesso bellissimo.
“Prometti che non lo farai mai più Tommlinson, promettimi che se devi morire mi saluterai prima”
“Te lo prometto”
Questa volta lo abbraccio, poi poco dopo mi frulla per il cervello l’idea che stia sognando e così decido di chiamare un medico, qualcuno che mi dica che non sto immaginando tutto.
Premo il pulsante rosso vicino il comodino e a distanza di dieci secondi in camera arrivano infermiere e medici di ogni genere.
“Che succede?”
Si accorgono dalla novità e cominciano a chiedermi di uscire dalla stanza.
Ubbidisco e guardando l’orologio mi accorgo che sono le otto meno venti, devo andare a scuola per il test.
Decido di passare da Liam, è tanto che non lo vedo.
“Liam, posso entrare?”
“Nicole? Sei tu?”
Entro e gli sorrido
“Che succede perché sei così allegra?”
“Si è svegliato, Liam, si è svegliato”
“Louis si è svegliato?”
“Si, si da poco”
“Oh mio Dio, amore vieni qui, abbracciami”
Mi avvicino e lui mi prende per le spalle baciandomi e abbracciandomi nello stesso tempo, ma c’è qualcosa di strano, baciando Liam, mi viene in mente il bacio con Louis. Si, insomma non è stato proprio un bacio, bacio, ma c’era qualcosa di sincero, di puro che non so neanche spiegarlo.
“Tutto bene Nichi?” mi chiede Liam accorgendosi della mia freddezza
“Sisi” dico congedando il tutto con un gesto della mano “Sono solo preoccupata per il test”
“Va, allora, va e rendimi fiero” mi sorride e io sorrido a lui sforzandomi di sembrare normale.
Esco dalla stanza e corro giù per le scale cercando di prendere il cellulare dalla borsa e nello stesso tempo di non cadere facendo una delle mie solite figure.
 
*Justin*
“Joe? Sei tu?”
“Oh, caro, vieni, vieni ho preparato la colazione”
“Nicole?”
“è andata a casa di Louis in centro”
“Bene”
Mi siedo a tavola e comincio a mangiare  quando squilla il telefono.
“Pronto?” dico con fare annoiato
“Justin, sono io, Nicole”
“Ehm, allora?”
“Passami subito Joe, o Lottie”
“Perché?”
“Passamele e basta” urla
“Okay, okay, calma”
“Sono calma e felice”
“Joe, ti vuole Nicole” dico alla madre del mio migliore amico e le porgo il telefono mettendo il vivavoce. E che cavolo, voglio sentire anche io quello che dice.
“Tesoro, allora?”
“Vuoi sentire prima la bomba o la notizia superfantameravigliosa?”
“La bomba”
“Louis è stato ammesso ad Harvard”
“Cosa?” urlo
“Che vuoi Justin?” dice Joe ed io scuoto la testa
“Ma è fantastico, o il mio bambino, ad Harvard, non ci posso credere una delle università migliori al mondo”
“è ora l’altra notizia”
“Spara”
“Corri in ospedale Joe, Louis si è svegliato”
“è uno scherzo?”
“No, Joe, credimi, dovete correre in ospedale e ora passami Justin”
Joe mi porge il telefono.
“Justin, so che hai sentito, ma non puoi permetterti di andare all’ospedale. Devi venire a scuola, ne va di mezzo il nostro viaggio. Devi venire.”
“Ma io”
“Niente ma, non voglio che a giugno tu non venga in Italia”
“Va bene”
“Jus, muoviti”
“Okay, arrivo”
Attacco.
“Lottie, muoviti Louis si è svegliato” urla Joe da sotto le scale alla figlia, che si precipita giù. Senza neanche degnarmi  di uno sguardo escono dalla porta sbattendola.
 
 
 
*Nicole*
“Cazzo, Nicole, e adesso come faccio?” mi chiede Harry, che per la prima volta nella sua vita ha un libro di storia in mano
“Cristo Harry te l’ho detto, è a risposta multipla, capisci. A- B-C quindi tu girati verso di me e se mi tocco l’occhio è A; se mi tocco i capelli è B e se mi tocco la spalla è C”
“Mmh, capito”
“Madonna mia, n0n c’è niente da capire Harry, devi solo guardare me e ricordarti che a seconda di dove mi tocco devi scrivere la risposta, non credo sia difficile.”
“Va bene, okay”
Mi alzo dal banco e consegno il foglio alla cattedra
“Può andare signorina Chaz”
Sorrido al preside e esco dalla classe; dopo cinque minuti escono anche i ragazzi.
“Allora?”
“Bene”
“Okay”
“Si, è andata”
“Beh, mi pare ovvio, le risposte ve le ho date io”
“Così se tu hai sbagliato, nessuno di noi va in Europa”
“Nessuno si sentirà solo”
“Ti ammazzo se non andiamo eh!”
“Sisi”
“Dov’è Justin?”
“Sono qui, andiamo?”
“Dove?”
“Da Louis”
“Ah, giusto, non vi ho detto che si è svegliato”
“Cosa?”
“Si, sta bene”
“E tu non me lo hai detto?” grida con voce stridula Niall
“Ah, e non vi ho detto che è stato ammesso ad Harvard”
“Dove?”
“Ad Harvard, H.A.R.V.A.R.D”
“Ma non aveva fatto domanda per il Willams”
“A quanto pare no, genio”
Dopo una buona mezz’oretta siamo in ospedale; i ragazzi eccitatissimi corrono su per le scale e spalancano con forza la porta della camera di Lou.
“Coglione”
“Ah, stronzo”
“Fesso”
“Grazie ragazzi, anche io vi voglio molto bene” ironizza Louis sentendo i saluti degli amici
“Sei un bastardo, ci hai fatto preoccupare”
“E voi siete partiti senza avvisare”
“Quindi lo sapevi?” chiedo io entrando, con un espressione angosciata sul viso
“Si, lo avevo capito” risponde e mi fissa.
Cavolo Lou, ti prego smettila, mi stai praticamente spogliando con gli occhi  e non credo proprio sia il caso.
“Ehm” tossisce Zayn
“Si?” si gira come se niente fosse Lou
“Noi andiamo da Liam”
“Ah, a proposito, come sta?”
Mi si inumidiscono gli occhi, dimenticavo il fatto che Louis non sa niente, Harry con fare protettivo si avvicina e mi cinge con un braccio
“Ragazzi, così mi fate preoccupare”
“Ehm, vedi, Liam è, cioè sta bene, è vivo, ma non può più…camminare”
Il sorriso e l’espressione divertita, soliti di Louis spariscono dal suo volto lasciano il posto ad un’angoscia che non gli avrei mai attribuito
“ma, non preoccuparti, fa fisioterapia ci sono buon possibilità che torni a camminare” lo rincuora Niall, ma Louis non reagisce e rimane lì fermo a fissare il vuoto.
“Bene ragazzi, ci lasciate da soli, devo parlare con Louis” chiede Justin, e sul suo viso, per la prima volta intravedo una strana tristezza, mi sembra che la domanda che ci ha appena fatto sia più un supplica.
Louis mancava anche a lui.
“Ma certo. Ragazzi venite andiamo a prenderci qualcosa da mangiare”
“Va bene”
E così usciamo tutti dalla stanza.
*Justin*
“Allora, amico, com’è stato dormire?”
“Avrei preferito essere sveglio, ma ora è tutto risolto”
“Mi hai fatto preoccupare, e davvero non immagini Nicole come si sia sentita, veniva qui tutti i giorni e ti prendeva la mano. Ha passato le ore intere ferma su quella sedia.”
“Lo so, Justin”
“Come? Come fai a saperlo?”
“La sentivo, sentivo la sua voce che mi rimbombava nella testa e qualcosa di caldo che mi prendeva la mano”
“Quindi tu sentivi, ma non eri sveglio”
“Non riuscivo ad aprire gli occhi”
“wow”
“Comunque, mi dici che è successo?”
“Come fai a sapere che voglio dirti qualcosa?”
“Te lo leggo in faccia amico, sei teso”
“Allora, in pratica ho litigato con Nicole perché volevo che andasse subito a casa tua a vedere se era arrivata la lettera della Williams. Era mattina presto e lei non c’è voluta andare, io le ho urlato contro e lei è andata via sbattendo la porta. A scuola ho mandato Niall a chiederle scusa da parte mia, ma lei non ha voluto sentire ragioni, ha detto che se voglio il suo perdono devo stupirla”
“Sei proprio un coglione, sai benissimo che Nicole è sensibile e stava male per la mia situazione. Tu che fai? La pressi e le urli contro, immagini come si sarà sentita?”
“Lo so, Louis, so che ho sbagliato, ma adesso devo rimediare e non so che cosa fare”
“Il suo compleanno è il 18 giugno, questo lo sapevi?”
“No, non me lo ha mai detto”
“Tu non glielo hai mai chiesto”
“Giusto”
“Comunque è chiaro che in parte ti ha perdonato e che probabilmente si è anche dimenticata, ma per farle capire che ci tieni devi fare questa dannata sorpresa”
“So che le piacciono i Fun.”
“Fantastico, fanno un concerto a New York il 24 giugno”
“Tu come fai a saperlo”
“Me lo ha detto lei due settimane fa, urlando come una cogliona davanti al computer”
“E io dov’ero?”
“Probabilmente con Vivian o con Cheyenne o con qualcun’altra”
“Louis Tomlinson, sei il mio migliore amico, ma questa pesa e non te la perdono”
“Senti, migliore amico, è la verità, ed è mio dovere dirtelo”
“A proposito di verità signorino, come mai non mi hai detto di Harvard?”
“Mammina cara” ironizza “credevo che ci saresti rimasto male” questa volta e serio e quasi sento gli occhi pizzicare
“Sai che in quanto persona che conosci da più tempo non posso che essere fierissimo di te?”
“Non vorrei ammetterlo, ma ti voglio bene”
“Anche io”
“Avete finito con queste smancerie da idioti gay?” chiede Nicole entrando dalla porta
“E anche se fossimo gay? Che problemi hai?” le grido di rimando
“Contro i gay nessuno, contro voi qualcuno, adesso sparisci e lasciami parlare con il defy uno”
“Il defy chi?”
“Tu sei il defy due, Louis è il defy uno”
“E defy sta per?”
“deficiente”
“troia”
“Attento a come parli, Bieber, potresti ritrovarti addosso una folla di spasimanti inferociti”
“Simpatica la ragazza eh?” faccio il sarcastico con Louis
“Mai più di te” mi risponde
“Dovevi reggere il gioco, stronzo” sibilo
“Grazie al cielo sento, Justin” mi dice Louis prima che chiuda la porta alle mie spalle
 
*Nicole*
“è disperato”
“Cosa?”
“Justin non sa che fare”
“Non è disperato, è solo un idiota bipolare, dico, ti rendi conto del fatto che cinque secondi prima è la persona più allegra e spensierata della terra, e cinque secondi dopo potrebbe sparare con una mira più precisa di un serial killer?”
“Lo conosco da più tempo di te, so com’è fatto, e so anche che è un idiota, ma ci tiene davvero a te”
“Tu invece, Lou, sei il migliore amico a cui confidare un segreto” gli dico ironica
Si gratta il collo, quasi mi sembra in imbarazzo
“è per il vostro bene”
“Tu stai male se litighi con lui. Lui sta male se litiga con te, è ovvio che vi metterete insieme”
“Io? Lui? Con chi ti credi di parlare?” gli rispondo assumendo una vocina stridula
“Va beh, capito, poi vedremo, e non venirmi a chiamare quando ti servirà un testimone”
“Un testimone per che?”
“Per sposarti ciccia”
“Ciccia lo dici a tua sorella, e comunque io e te abbiamo ben altre cose di cui parlare” dico facendo riferimento al semi-bacio di stamattina
“Ah, giusto”
“Voglio dire, io ho un ragazzo, tu hai Mel, e poi ti eri appena svegliato, è stato impulsivo… Insomma”
“ hai provato qualcosa?” mi chiede diretto, senza giri di parole
Mento.
Mento spudoratamente.
“Niente, e tu?”
Leggo nei suoi occhi un guizzo, un’ esitazione.
“No” conclude “è stato un semplice errore”
Sento lo stomaco contrarsi
“Allora se è tutto io vado”
“Si, ciao”
“Ah, dimenticavo, per il test sulla storia europea, puoi recuperarlo quando ti sentirai meglio”
“Okay”
“Quindi, uhm, ciao”
“A dopo”
Cazzo.
No.
Era proprio quello che volevo evitare.
Fra di noi non doveva crearsi quest’ imbarazzo, dovevamo rimanere sciolti, qualcunque cosa accadesse. Me lo ha promesso, mi ha detto “Potrai fidarti di me sempre, qualunque cosa accada” e invece ora sento che fra di noi non sarà più come prima, perché io ho provato qualcosa, lo stomaco mi si è infiammato e le gambe rammollite.
Non era neanche un vero bacio, ma c’era qualcosa, quella felicità che….oh, merda, non devo essermi innamorata. Non posso essermi innamorata, non di lui almeno.







Hola chicas<3

davvero
non
so
come
voi
possiate
ancora 
leggere
questa
storia.
mi dispiace, perdono,perdono,perdono. sono in un ritardo tremendamente ritardoso
è tutta colpa di mio padre.
in pratica mi ha vista baciarmi con il mio 'quasi ragazzo' mentre studiavamo insieme ad altri e non immaginate la reazione spropositata che ha avuto.
-mi ha vietato di vederlo, anche se andiamo a scuola insieme quindi non vedo come fare a non incontrarlo
-mi ha tolto computer, telefono 
- ha letto tutte le conversazioni di facebook 
-sono in punizione fino a nuovo ordine, e sto usando il pc solo perchè ho corrotto mio fratello, che da grande stronzo non mi ha neanche difeso mentre discutevo con i miei.
lui, il grande ragazzo indipendente che studia medicina, l'unica cosa che ha detto è stata 'devo conoscere questo figlio di puttana' 
ma, la cosa divertente, è che la  mia situazione è esattamente come quella di Nicole.
questo ragazzo S. è il mio migliore amico, e io non dovevo baciarlo, solo che fra greco e latino, insomma e.e non l'ho fatto proprio apposta apposta.

mi dispiace avervi scocciato con le mie lamentele, e passo alla storia
FA SCHIFO, lo so, quindi se avete idee scrivete, scrivete, scrivete. ascolto tutto e tutti.
fatemi sapere.

ora scappo, prima che qualcuno mi veda e vada a dirlo a mio padre.
per chi volesse su twitter sono @Diddii29

RECENSITE E DATEMI CONSIGLI.



Un bacio,  ciauuuu <3

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Capitolo 15
*** Facciamo che sia il nostro piccolo segreto ***


“Nicole, tutto bene?” chiede Harry vedendomi appoggiata alla finestra
“Si, diciamo”
“Dai, vieni qui, so che c’è qualcosa che non va, te lo leggo negli occhi”
Per un secondo vorrei scaricargli addosso tutte le mie preoccupazioni, Louis, Justin, mia madre, mio padre, Melanie. Ma cambio velocemente idea.
“Non so che fare con Melanie e Louis”
“Lou sa del bambino?”
“No, non credo, io non gli ho detto niente e lui non ha mostrato di sapere nulla”
“Devi parlare con Melanie prima di fare qualsiasi cosa, Nic, cerca di non metterti nei casini senza un motivo, sono fatti loro e per quanto bene tu voglia a Louis devi starne fuori.”
“Va bene”
“Giuramelo, giura che parlerai con lei prima di dire qualcosa”
“Te lo giuro Harry”
Mi prende per i fianchi e mi abbraccia
“Dovresti essere meno precisa, sai tutta quest’ ansia non ti fa bene”
“Credo che tu mi conosca abbastanza da sapere che non posso fare nulla per stare tranquilla”
“Si, lo so, ma sappi che in qualità di amico ho il dovere di dirti che così ti verranno i capelli bianchi prima del tempo”
“Ah, non è vero”
“E invece si, ti si accorcia la vita”
“Tanto morirai lo stesso prima tu”
“E perché?”
“Perché sei di due anni più vecchio”
“Stronza” sibila a denti stretti
“è un dato di fatto” mi giustifico
“Staremo a vedere, ma ritieniti già sconfitta in partenza, io non sono mai in ansia”
“Te la farò venire l’ansia Styles. È una promessa”
“Uhuh, che paura Chaz, davvero sono talmente spaventato”
Sentendomi presa in giro, e sapendo di essere, come dice Harry, sconfitta in partenza, giro i tacchi e torno a casa.
“Joe, papà. Sono a casa”
Nessuna risposta.
“Papà?”
Niente
“Joe?”
Ancora silenzio.
Comincio a preoccuparmi, poi sento delle voci al piano di sopra.
Harry ha ragione devo smetterla di pensare sempre che le cosa vadano male.
“Oh, tesoro, sei tu” mi dice Joe quando entro nella camera dove stanno dormendo lei e Mark”
Sta facendo le valigie.
“Joe, che fai?”
“Tuo padre non te ne ha parlato?”
Scuoto la testa.
“Tua madre e la mamma di Justin tornano domani e Jason non ha intenzione di rivedere Jenna”
I miei occhi diventano lucidi.
“Ma, ma tu puoi restare” le dico al limite del pianto
“So che a te farebbe piacere, ma io ho altre tre figlie e un lavoro, non posso abbandonare tutto e venire qui”
“Ma Louis”
“Louis è grande, è venuto qui dal padre biologico quando aveva quindici anni, ora ne ha diciannove. Sa cavarsela da solo e poi ci sei tu”
“Ma, io non sono abbastanza forte”
“Questo è quello che credi tu. Ho visto tante ragazze nella mia vita. Ho quasi cinquant’anni, so capire bene le persone. Ti racconterò adesso una cosa di me che nessuno sa”
Annuisco curiosa e lei continua
“Avevo la tua età quando conobbi un ragazzo, si chiamava Eric ed era più grande di me. Mi affezionai a lui, tantissimo, divenne il mio ragazzo dopo due mesi. Lo presentai ai miei, andammo a mangiare dalla sua famiglia; sentivo che questa nostra storia potesse durare.Poi per il nostro mesiversario mi portò a Londra. Non ci ero mai stata.
La mia vita era sempre ruotata intorno alla piccola Doncaster e rimasi affascinata da Londra tanto da volerci restare. Lui era d’accordo, ma disse di essere sicuro che se fossi tornata indietro sarei rimasta nuovamente nella mia città e così mi convinse a mandarlo da solo a prendere le nostre cose. Quella notte rimasi sveglia con il televisore acceso e nel bel mezzo di un film ci fu un’interruzione da parte di un giornale locale. C’ era stato un incidente sulla quarantacinquesima per il sud. Eric morì tre giorni dopo in ospedale.”
“Joe, mi dispiace tantissimo”
“Sai cosa feci io?”
Scuoto la testa.                                                         
“Chiamai mio padre e mi feci venire a prendere, arrivata a casa presi una busta e cominciai a buttare tutti i miei ricordi. Foto, giocattoli, libri e quaderni vecchi. Dopo aver finito mi sentivo meglio, ma quella sensazione non durò a lungo. Cominciai a sentirmi vuota, insicura. Le mie giornate erano inutili, mi svegliavo e meccanicamente andavo a scuola, facevo i compiti, mangiavo e tornavo a dormire. Erano tutti molto preoccupati, credo che per un momento mio padre abbia davvero pensato che non ne sarei più uscita, poi conobbi  il padre di Louis, fu un incontro strano, casuale, però mi ha cambiato la vita. Ho avuto la cosa più bella del mondo, mio figlio e non ringrazierò mai abbastanza Troy, che per quanto mi abbia delusa, mi ha dato la ragione per tornare a sorridere”
Sto piangendo e Joe mi abbraccia.
“L’ho sentito parlare di te, sai, ti vuole talmente bene”
Vorrei dire qualcosa, ma o le parole non riescono ad uscire o proprio non riesco a pensare.
Dopo essermi ricomposta mi sciolgo dall’abbraccio
“Litigavano sempre, ma speravo che avrebbero fatto pace prima o poi. Mi manca mio padre e con mamma non ho un buon rapporto, litighiamo sempre”
“Anche io litigo sempre con le mie figlie, ma non per questo non le amo più di me stessa”
“Non dico che non mi voglia bene, solo che a volte potrebbe evitare di considerarmi solo come ‘l’errore della sua giovinezza’”
“Anche io ho avuto Louis da ragazza, ma non è un errore. È una benedizione di Dio. Mi ha salvata”
Quando Joe finisce di parlare entra mio padre.
“Joe, allora andiamo…..Oh, Nicole, non ti avevo vista”
“Ciao papà, torna presto” gli dico alzandomi dal letto
“Ti aspetto a Londra, tesoro”
“Abiti a Doncaster, papà, c’è differenza”
“Ehi, non offendere la mia città” rimbecca Joe
Alzo le mani in segno di resa.
“è comunque un dato di fatto”
Papà mi prende per i cap0elli spettinandoli con una mano
“Ti voglio bene piccola”
Mi dà un bacio, prende la valigia di Joe e scende.
“Sarai sempre la benvenuta a casa mia”
“E tu torna quando vuoi”
Mi abbraccia anche lei.
“Non ti ringrazierò mai abbastanza per esserti presa cura di Lou quando io non c’ero”
Esce dalla porta e va via.
Mi prende un’ improvvisa nostalgia e decido di chiamare Justin per vedere dov’è.
“Pronto?”
“Justin, sono Nic”
“Ehi, Nic”
“Ehm, dove sei?”
“In ospedale”
“Dovresti tornare a casa, le mamme stanno tornando”
“Cosa? Di già?”
“Si”
“Arrivo subito”
Tra l’altro non capisco perché sia agitato. Fa niente, stanno arrivando, bene.
Justin è a casa dopo poco.
“Ti saluta il tuo nuovo ragazzo”
“Cosa?”
“Ti saluta Louis”
“Non è il mio ragazzo”
“Senti, Nicole, puoi mentire a chi vuoi. Ma non mi fregate tu e quell’altro”
“Tu sei matto, ti inventi le cose” dico assumendo un tono stridulo
“Non mentire, è il mio migliore amico, glielo leggo in faccia che non pensa più a Melanie”
“Non pensa a me, stanne certo”
“Bah, a me non pare, comunque vedremo”
Mi siedo sul divano e accendo la tv.
Justin è sulla poltrona che mi guarda.
“Che c’è?” gli chiedo
“Sei carina quando ti arrabbi”
Sento le guance infiammarsi
“Ma sei ancora più carina quando arrossisci”
Giro la testa dall’altro lato e lo sento ridere di gusto
“Mi piace la tua risata”
“Davvero?”
 “Si, è diversa da quella delle altre persone”
“Aspetta non ti seguo”
“Ogni persona ha una risata diversa, il modo in cui muove le labbra e arriccia il naso”
“Non è possibile, tutti ridiamo allo stesso modo”
“No, per esempio, le donne ridono come delle galline, mentre i maschi come degli ippopotami, adesso ci sono tanti tipi diversi di galline e ognuna di queste è la risata di una determinata persona”
“Oh, e io allora come rido?”
“Tu ridi come un ippopotamo che ha appena visto un leone cadere in acqua”
Ride di nuovo e io lo seguo.
Poco dopo sentiamo la porta aprirsi.
“Ehi ragazzi, siamo di nuovo a casa” ci urla Pattie
Guardo Justin sbuffare in modo evidente
“Siamo in salotto” dico loro
Arrivano tutte abbronzate e con mille pacchetti
“Fatti abbracciare, amore della mamma”
Mi alzo contro voglia dal divano e lei mi porge un pacchetto
“Per te”
Aspetto che anche Pattie dia il regalo a Justin
“Aprilo prima tu”
Annuisco e comincio a togliere la carta.
Non appena vedo un perizoma nero con relativo reggiseno di pizzo, inorridisco. Il mio viso fa una smorfia di disapprovazione e sento di nuovo Justin ridere.
Non so se per la mia espressione o per il fantastico regalo che ho appena ricevuto
“Ti piace?” mi chiede Pattie
Esibisco il mio miglior falso sorriso e rispondo “Ma certo”
Poi mi volto verso Justin che ha in mano uno scatolo di preservativi, arriccio il naso e guardo cambiare la sua espressione. Divertito. Curioso. Scioccato. Inorridito. Supplichevole. Finto felice.
“Spero ci voglia ancora un bel po’ prima che tu li debba usare”
Comincio a ridere a perdifiato evitando lo sguardo tagliente di Justin.
“Potevate portarmi un bel pacco di assorbenti made in Brazil” ironizzo
“Te lo avevo detto, Jenna, era quello il regalo perfetto”
Mimo a Justin un “Era una battuta” e lui mi risponde “Lo avevo capito”.
Poi  mia mamma si siede sul divano e assume quell’espressione che ha quando deve dire qualcosa di brutto
“Che succede?” chiedo precedendola
“Dobbiamo dirvi una cosa”
“Forza, veloce, abbiamo da fare” mi viene in aiuto Justin
“Noi non siamo andate solo in Brasile”
“Okay, e quindi”
“Siamo andate in una struttura per farci fare l’inseminazione artificiale”
“Voi cosa?”
“Aspettiamo due bambini”
“No, aspetta” dice Justin “ e chi sarebbe il coglione che vi ha dato lo sperma?”
“Modera i termini  Justin, e comunque abbiamo pagato la banca dello sperma per farci dare gameti appartenenti allo stesso uomo. I nostri figli saranno fratelli”
“State male” sbotto alzandomi dal divano
“Attenta ai termini signorina”
“Mamma, ma ti rendi conto, avete trentasette anni, due figli di quasi diciotto anni e avete deciso di crescere altri due bambini”
“Che c’è di male?”
“C’è di male che questo bambino potrebbe essere mio figlio”
“Ma non lo è”
“Mamma, hai avuto me a vent’anni, e ora quasi diciassette anni dopo decidi di fare un altro figlio, con un uomo che non conosci”
Ammutolisce, mentre Pattie si rivolge a Justin
“Tu che ne pensi?”
“Che avete perso la testa, Nicole ha ragione”
Comincio a salire le scale per andare verso la mia stanza.
Non resterò qui un minuto di più, non voglio veder crescere questo bambino nella pancia di mia mamma , non voglio esserci al parto, e non voglio che qualcuno sappia che è mio fratello.
Sono arrabbiata.
Mi sembra di essere in uno di quegli episodi di ’16 anni e incinta’ dove la mamma e la figlia hanno un bambino insieme. È assurdo, e io non voglio far parte di tutto questo.
Voglio lasciare un vuoto, un taglio, uno squarcio nella vita di mia madre, forse sono cattiva, ho reazioni spropositate, ma dopo quello che è successo a Melanie, non voglio sentir parlare di bambini per molto e ancora molto tempo.
Voglio.
Voglio.
Voglio.
Non so neanche io cosa voglio, solo non tutto questo.
Prendo una valigia e ci metto dentro tutta la mia roba.
Esco di casa sbattendo la porta prima che qualcuno mi veda.
Prendo un autobus per  il centro e scendo alla fermata sotto casa di Louis.
Starò qui per un po’.
Salgo le scale, prendo la chiave da dentro il vaso e apro la porta.
Dopo essermi sistemata torno in ospedale. Devo chiarire un paio di cose.
La prima stanza dove entro è quella di Melanie.
“Devi dirglielo”
“Cosa? Chi?”
“Devi dire a Louis che eri incinta”
“No, non lo farò”
“Se non lo fai tu lo faccio io”
“Non oseresti”
“Oh, invece si, sai che potrei benissimo farlo anche ora”
Il suo tono diventa supplichevole
“Ti prego, non dirglielo, le cose devono tornare come prima”
“Le cose non sono come prima Melanie. È cambiato tutto. Quest’ incidente ci ha cambiati ed è ora di chiarire un po’ le cose”
Esco dalla sua stanza e vado da Liam
“Ehi”
“Nicole, finalmente è da tanto che ti aspetto”
Sorrido, non avevo ancora trovato il coraggio di andarci
“Guarda che progressi che ho fatto”
Si alza dal letto e comincia a camminare appoggiato al girello
“è meraviglioso”
“Il medico dice che tornerò a camminare”
Il sorriso che mi fa dopo è sincero, bellissimo.
Poi senza preavviso mi tira a se risedendosi sul letto.
Si batte le mani sulle gambe e io mi siedo su di lui.
“Tornerà tutto come prima” sussurra prima di baciarmi, ma io so bene che non è così.
Passo il resto della serata con lui, gli racconto di mia madre, di mio padre e che sto seriamente pensando di trasferirmi in Europa, ma basta un suo “ E come farò io” a scoraggiarmi quanto basta.
Quando arriva l’infermiera per farlo mangiare mi caccia via e io salgo da Louis.
“Posso?”
“Uhm, si”
“Ehm” comincio leggermente imbarazzata “mi sono temporaneamente trasferita da te”
“A casa mia?”
“Si”
“Perché?”
“Mia madre è incinta”
“Complimenti, è una cosa fantastica”
“Anche Pattie è incinta”
“Aspetta, com’è possibile”
“Qui in  America le leggi sono a favore dell’ inseminazione artificiale e della banca dello sperma”
“Mi stai dicendo che mi pagano per avere un orgasmo e dare a loro il mio sperma?”
Visibilmente imbarazzata mi porto una mano dietro il collo e annuisco.
“Oh, mio Dio” commenta lui prima di accorgersi del mio imbarazzo
“Vieni qui” mi dice facendo cenno di avvicinarmi al letto.
Quando riesce a prendermi la mano la stringe forte, quasi come se volesse non lasciarmi andare via.
“Lou” sussurro
“Shhh” mi dice portando l’indice della sua mano libera sulla mia bocca.
Ci guardiamo per alcuni secondi ed io decido che potrei rimanere così per sempre.
Poi si sistema sui cuscini e le nostre labbra si incontrano.
Questa volta non abbiamo giustificazioni non è l’euforia del vederlo svegli dopo un sacco di tempo, ma è questa voglia assurda che abbiamo di stare vicini.
“Nic” sussurra lui “dici che dovremo dirlo a Mel e Liam?”
“Non ancora Lou, facciamo che sia il nostro piccolo segreto”
E dicendo questo mi stendo al suo fianco con la testa appoggiata al suo petto.









Hola chicass <33

Bitchesss I'm back.
sono sopravvissuta a mio padre, il che è fantastico *Proud*

non ho chiarito con quel mio amico, quindi non so che fare  .-.

Passando alla storia
avrete capito che io shippo troppo Nouis *-* ahhhhh, li adoro
ma siccome sono una brava pimpa (?) vi chiedo di farmi sapere che coppia voleve portare avanti


*rullo di tamburi*

Nicole e Louis

Nicole e Liam

Nicole e Justin


avete tutte e tre le scene alla 'IT'S LOVE" quindi fatemi sapere o con le recensioni o con i messaggi privati quale coppia shippate di più.

ora abbiamo anche la sorpresa di due fratellini per Nic e Jus, COSA NE PENSATE?

so che sono stata breve, ma in teoria sarei ancora in punizione, quindi mi dileguo.

La prossima settimana parto con la scuola quindi non posterò!

per chi volesse su twitter sono
@Diddii29

Ciauuu<3

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Capitolo 16
*** Era solo un brutto sogno... ***


La mattina dopo, quando apro gli occhi, la stanza è piena di persone.
Avrei dovuto ricordarmi che il sabato mattina non c’è scuola.
“Oh, buongiorno, piccola” mi sussurra all’orecchio Louis facendomi diventare rossa dall’imbarazzo
“Nicole, credo che tu debba dirmi qualcosa” è Harry a parlare
“Già, c’è qualcosa che ci sfugge” continua Niall
“Non vorremmo mica offendere il nostro amichetto” Zayn incalza
“Che state dicendo?” chiedo ancora assonnata
“Vogliamo delle spiegazioni, Nicole, e le volgiamo anche subito”
Sento la rabbia crescere in me.
“Non vi devo proprio niente” dico alzandomi dal letto e uscendo.
“Che tipetto la ragazza” sento urlare Harry, seguito dalle risate degli altri
Mi avvio tutta arrabbiata verso l’uscita, quando sento chiamare il mio nome.
“Nicole, Nicole fermati”
È la voce di Mel.
Mi giro in attesa delle sue parole che, me lo sento, saranno taglienti.
“Sono stata da Louis stanotte”
La mia mente torna a ieri sera: è stato solo un bacio, niente di più, solo un bacio.
“E?” le chiedo impaziente
“Ti ho vista, anzi ti ho sentita”
Merda.
Cazzoculo.
“Cosa hai sentito precisamente?”
“Ho sentito abbastanza”
“Abbastanza quanto?”
“Il nostro piccolo segreto Lou”
Cristo santo, Gesù sceso in terra.
“Ehm, io, credimi Mel, è stato improvviso, non sapevo che ci fossi e poi insomma, sono preoccupata, credo che tu gli debba dire del bambino”
“Non sono fatti tuoi quello che devo e non devo fare, Nicole, è la mia vita, il mio ragazzo e i mie problemi”
“Mel, aspetta” le dico mentre a passo svelto si allontana.
“Nicole, sono molto deluso”
“Liam?”
“Credo che la nostra storia sia finita”
“Ma Liam”
“Niente ma, spero solo che tu e Louis siate felici”
“Liam, aspetta”
Oh, mio Dio.
Comincio a correre verso il parcheggio, non vedo un auto e
SBAM!
 
 

“Nicole, tranquilla piccola, ci sono io qui con te”
“Ahh, aiuto, no, ti prego, Liam, Mel, ragazzi, no, aiutoooooo”
“Nic, calmati, ti prego, è solo un brutto sogno, fidati”
Spalanco gli occhi terrorizzata.
E guardo la mia paura riflessa negli occhi di Louis.
Mi metto seduta controllando prima che non ci sia nessuno in camera.
Louis mi guarda preoccupato
“Tutto okay?”
“Si…si” gli dico poco convinta
“Era solo un brutto sogno, non preoccuparti”
“Si potrebbe avverare Lou, ed io ho paura”
“Ti va di raccontarmelo?”
“No, no, meglio di no, sto ancora tremando”
Mi stringe ancora di più con un braccio mentre io continuo a rimuginare sul sogno appena concluso.
 
*Justin*
Ma com’è saltato in mente a mia mamma di fare una cosa simile.
È sempre stata un po’ pazza e fuori dagli schemi, ma non avrei mai pensato che potesse fare una cosa così.
È assurdo.
Nicole, poi, l’ha presa male, forse per quanto mi riguarda ha avuto una reazione leggermente spropositata ma, non la capisco normalmente quindi figuriamoci adesso.
È andata via sbattendo la porta, forse a casa di Louis, ma io non me la sento di abbandonare mia mamma.
Da quando papà ci ha lasciati è stata tutto per me.
Un’amica
Una mamma
Un papà
Un amico
Un cugino
Una sorella
Una zia
e anche un nonno.
Non posso abbandonarla, non adesso per lo meno, non adesso che la sento così vulnerabile e insicura, non adesso che deve prendersi cura di un bambino.
E io non voglio che mio fratello cresca come me, io desidero tanto che lui possa fare il ‘volavola’, che è stata la cosa che ho più invidiato agli altri bambini quand’ero piccolo.
Per fare il ‘volavola’ c’è bisogno di due mani e se visto che la mamma è una mano sola e questo bimbo un padre non lo ha; sarò io la seconda mano.
Sarò per lui tutto quello che ho desiderato per me.
“Justin, posso?”
“Si, mamma entra”
“Tutto bene tesoro?”
“Si, si”
“allora, che hai da dirmi?”
“Sai bene che non condivido la tua scelta, mamma”
Annuisce
“Ma sai anche bene che non andrò via, ti supporterò come tu hai fatto con me”
“Io, io davvero non so che dire, Justin. Se potessi tornare indietro lo rifarei perché checché tu ne dica ho solo trentasette anni, tutta una vita ancora davanti, e tu sei grande, l’anno prossimo parti per il college, e questa casa è così grande.”
Justin non piangere,  Justin non piangere, tecniche di autoconvincimento che devono servire.
“Mamma, sai bene che io non ti lascerò mai”
“Ti voglio bene piccolo”
“Anche io mamma”
“Dimmi tesoro, sai dov’è andata Nicole?”
“No, è uscita di casa, ma non so dov’è andata”
“Jenna è preoccupata”
“Nicole ha paura mamma, paura di tante cose”
Annuisce e si alza dal mio letto.
“Se la trovi, chiamami”
“Va bene, io vado da Louis”
“A stasera”
 
 
 
*Nicole*
“Liam, amore, posso?”
Nessuno mi risponde.
“Ehi, Liam?”
Apro la porta.
La stanza è vuota.
Cerco un dottore.
“Mi scusi, perché quella stanza è vuota?”
“Il suo amico è andato via stamattina presto”
“Andato via?”
“Si, ci hanno fatto pulire la stanza”
“E’…è morto?”
“No, è stato dimesso”
“Mio Dio, così mi fa prendere un colpo, grazie signore”
“Si figuri”
Mentre giro l’angolo lo sento borbottare qualcosa tipo
“Quella ragazza è stranamente bellissima”
E non so se esserne felice o spaventata.
Vago per i corridoi e arrivo alla camere di Louis, sono passate già due settimane da quando si è risvegliato e non vedo l’ora che lo dimettano.
“Posso?”
Entro e trovo Liam, che si mantiene in piedi da solo, Louis seduto su una sedia e il medico che parla con entrambi.
“Tutto bene qui?”
“Oh, signorina Nicole, stavo giusto informando i suoi amci che oggi saranno dimessi, entrambi”
Sorrido guardandoli.
“è, è meraviglioso”
“Si, sono stati molto fortunati visto il grave incidente che hanno avuto”
“L’importante è che ora stanno bene, non è così dottore?”
“Ma certo”
“Looouuiissss”
“Sono qui Jus”
Justin entra come una furia nella stanza sventolando la sua lettera del college e fregandosene della presenza del dottore comincia a fare una danza tutta strana.
“Sono stato, ammesso al Wiiilliamsss, oh yesss. A settembre andrò al Willliamsss, oh yess, yess”
“Justin, ti prego, smettila, ti stai rendendo ridicolo” gli sussurro senza staccare gli occhi dal medico che divertito guarda la scena
“Oh, salve dottore, io sono Justin e l’anno prossimo andrò al Williams”
“L’avevo capito signore, io sono il dottor. Mc Cartney”
“E perché siete tutti qui?”
“Verremo dimessi oggi” gli dice Liam
“Allora potete venire con noi in Europa?”
“Louis si, Liam invece dovrà rimanere sotto osservazione e presentarsi alle sedute di riabilitazione una volta a settimana”
“No, ma dottore è importante”
“Ho anche parlato con la signora”
“Che signora?”
“Sua madre e lei si è mostrata contraria al viaggio e favorevole alla riabilitazione”
Ho sempre odiato la madre di Liam, in una maniera assurda. Ma sta volta ha davvero superato il limite.
“Non c’è niente che io possa fare?” chiedo allora
Non è il dottore a rispondermi, ma Liam stesso.
“Non metterti contro mia madre, ne usciresti sconfitta”
“Se cambia idea” alzo le mani in segno di resa
“Non credo proprio”
Che ragazzo arrendevole, mamma mia.
“Bene ragazzi allora io vi saluto e vi auguro tutta la felicità del mondo”
“Grazie mille dottore”
“Ah, un ultima domanda”
“Dica”
“Chi è il ragazzo di questa splendida fanciulla?”
Mi faccio rossa in viso e guardo le tre persone che mi piacciono di più al mondo.
Louis abbassa lo sguardo e vedo un leggero sorrisetto che prende colore sulle sue labbra.
Justin sogghigna divertito alzando gli occhi al cielo e Liam, divertito come non mai ammette
“Ho passato io questo guaio”
Il dottore gli fa l’occhiolino e aggiunge
“Tienitela stretta, il nemico è sempre in agguato”
Spalanco gli occhi e guardo di sottecchi Louis.
“è fedele” risponde Liam al dottore e io fingo un attacco di tosse per smorzare la tensione.
“Arrivederci ragazzi”
“Forza, preparatevi andiamo via” dico loro e chiamo Niall per avvertirlo di venire a casa di Louis stasera.
“Hey Niall”
“Nic”
“Senti, Liam e Louis sono stati dimessi, chiama Zayn ed Harry e dì loro di venire a casa di Lou più tardi che festeggiamo”
“Va bene, ci vediamo verso le otto allora”
“Ciao Niall”
Poso il telefono in tasca e Justin mi prende la mano
“Jus, che fai?”
“Volevo parlarti di tua mamma e del fatto che sei andata via di casa”
“Non sono andata via, Jus, ho solo staccato la spina, sai bene che con mia mamma non ho mai avuto n bel rapporto”
“Si e lo so, ma io non posso seguirti, non posso venire con te”
Rimango senza parole a fissarlo un po’ spaesata
“P-perché?”
“Perché lei è la mia casa, Nic, e io non voglio che mio fratello cresca senza un padre”
“Non sei tu suo padre, Justin”
“Lo so, ma voglio essere presente”
“Va bene, fa come vuoi, non devi di certo tener conto a me di quello che fai”
“Non ti offendere, Nic, io ti voglio un bene dell’anima, ma voglio più bene a mia mamma”
Sorrido pensando al fatto che anche a me piacerebbe avere un rapporto speciale come quello che c’è fra Pattie e Justin  con mia madre.
“Anche io ti voglio bene Jus, ma cerca di capire anche me, i miei si sono appena separati da un anno e io non ho visto mio padre per otto mesi”
“So che ti è mancato”
“Ti voglio bene Justin, non dimenticarlo mai, sei una delle quattro persone più importanti della mia vita”
“e in che posizione sono?”
“Terza”
“No, così mi offendi, Nic. Voglio sapere chi sono gli altri?”
“Allora mio padre, Louis, te e Liam”
“Liam per ultimo?”
“Sai bene che io metto l’amicizia prima di tutto e tutti”
“Quindi se mai dovessi essere il tuo fidanzato scalerei di posizione?”
“In questo futuro improbabile, no, non credo, rimarresti sempre al terzo posto, sarebbe Liam a sparire dalla top 4”
“Che fidanzata ingrata”
“Ehi, ma che vuoi? Basta smettila o mi offendo davvero”
“No, no scusa, scusa”
“Dì ti chiedo scusa padrona”
“Ti chiedo scusa padrona”
“Così va meglio, ora abbracciami”
Mi stringe in un abbraccio e con una mano mi accarezza i capelli.
“Ehi, voi due, siamo pronti. La smettete di amoreggiare?”
“So che sei geloso, ma non ce n’è bisogno, non di Justin almeno”
 “Va bene, allora noi andiamo alla reception a firmare i moduli d’uscita”
“Io vado a prendere l’auto”
“Ci vediamo fra dieci minuti fuori” comunica Louis
“Vieni con me?”  chiede Justin
Mimo con la bocca un
“Vado a vedere se hanno dimesso Melanie” ed lui annuisce
 
Mentre cammino per raggiungere la stanza di Melanie, intravedo Marco, suo fratello.
“Marco? Sei tu?”
“Oh, Nicole, che piacere rivederti”
“Tutto bene?”
“Si sono venuto a prendere Mel”
“La dimettono?”
“Si, e siccome non è maggiorenne devo firmare io i moduli”
“Ma i vostri genitori?”
“Tornano domani, Melanie non vuole che si sappia nulla”
“A scuola come ha intenzione di fare?”
“Si inventerà che ha avuto una brutta polmonite o qualche problema respiratorio”
“Con Louis?”
“Vuole che lui non sappia nulla, che sorvoli il periodo. Vuole tornare a prima dell’incidente, a prima del tuo arrivo”
“Cosa?”
“Teme che Louis si sia innamorato di un’ altra, e che quest’ altra sia tu”
“Io? E perché mai?”
“Lo ha chiamato ‘sesto senso’ dice di avere questa sensazione”
“Ah, okay, allora dille che stasera facciamo una festicciola a casa di Louis, se vuole venire”
“Grazie per l’invito, riferirò tutto”
“Ciao Marco” gli dico dandogli un bacio sulla guancia
Mi allontano perché, anche se non ho l’orologio temo di essere in ritardo.
Poi improvvisamente mi ricordo dell’ infermiera, Rose e corro per cercarla.
“Avete visto Rose?” chiedo a un gruppo di persone sedute ad aspettare
Scuotono la testa prima che una voce familiare dica
“Chi mi cerca?”
“Rose”
“Piccola, che ci fai qui?”
“Volevo salutarti, hanno dimesso tutti i miei amici”
“Sono contenta per te, tesoro. Allora ciao, se ti serve una mano in qualsiasi cosa, vienimi a cercare, sono sempre qui”
“Grazie di tutto Rose”
Abbraccio anche lei e salutandola con la mano mi allontano scendendo di corsa le scale.
“Che fine hai fatto?” chiede Liam
“Sono dieci minuti che aspettiamo”
“E va beh, dai, che sarà mai, sono andata a salutare un’infermiera con cui ho fatto amicizia”
“Salta su, fa presto”
Mi siedo sul sedile posteriore e Liam, che è affianco a me mi prende la mano.
“Ehm, Lou” lo chiamo dopo qualche minuto di silenzio
“Si?”
“Ti ricordi che adesso io vivo da te?”
“E?”
“Niente, ti va bene?”
“Posso dire di no?”
“No”
“Quindi che me lo chiedi a fare”
“Era per informarti”
“Comunicazione di servizio, insomma”
“Esatto e non scaldarti”
“Sembrate sposati”
“Che?” urliamo contemporaneamente
“Litigate come marito e moglie”
“Si, ammetto che ci viene abbastanza bene” dice Louis scherzandoci su
E tutti ridiamo.
“Louis?” questa volta è Liam a chiamarlo
“Che c’è Liam?”
“Non toccare la mia ragazza, neanche con il pensiero”
Mi si blocca la saliva in gola mentre stringo con una mano il sedile di pelle dell’auto.
“Tienitela tutta per te” conclude l’altro disinteressato
Ecco, adesso davvero la saliva non scenderà mai più.
La verità?
Non so se rimanerci male o essere contenta.
Insomma, diciamocelo, io non voglio casini, ne ho avuti già abbastanza con la mia famiglia e non voglio averne con  Liam.
Davvero non ci tengo.
“Bene”
Arrivati a casa, apparecchio la tavola e aspettiamo che arrivino anche gli altri.
Alle otto e mezza sono tutti lì, anzi siamo tutti seduti sullo stesso divano e io mi sento felice.
Sentire le risate di quei ragazzi mi rallegra e mi fa sentire a casa.
“Allora Lou, com’è stato dormire per sette giorni di fila?”
“Faticoso ragazzi, non mi sono mai stancato tanto in vita mia, perché in realtà non dormivo. Cioè sapevo di avere gli occhi chiusi, ma mi sforzavo di provare ad aprirli e non riuscendoci mi snervavo sempre di più”
“Wow, impressionante”
“Ti sei svegliato quando ti ho detto di Harvard”
“Diciamo che non ci credevo, allora ho provato con  tutto me stesso ad aprire gli occhi per vedere se era vero”
“Ti ricordi qualcosa di quello che hai sentito?” chiede Justin
Louis esita un secondo “No” conclude non tanto deciso
“Ehi, ragazzi ma d0v’è Melanie” ci chiede Harry
“L’ho invitata ma magari ancora non  riesce a respirare bene
Mi guardano straniti tutti
“Che ha avuto?”
“A scuola una crisi respiratoria è svenuta e l’ hanno portata in ospedale”
“Ah, capisco”
Io odio mentire, e per di più al mio migliore amico. Muoio dalla voglia di andare lì e dirgli ‘Melanie era incinta, tanto non voleva questo bambino che è riuscita a far sembrare tutto un incidente’ perché è quello che penso davvero e vorrei condividerlo con Louis.
“Bussano alla porta” dice Niall tornato dalla cucina
“Vado io” annuncio alzandomi
Apro la porta e mi trovo davanti Melanie.
“Ciao” mi dice
“Mel”
“Ehm, posso entrare?”
“Certo, ovvio, vieni, ti stavamo aspettando”
“Mel?” la richiamo
“Si?”
“Ho detto a Louis che hai avuto una crisi respiratoria, per questo non sei andata a trovarlo”
Annuisce “Grazie per aver mantenuto il segreto”
“Figurati” dico fingendo un falso sorriso.
“Mel, amore, sei arrivata” le dice Louis quasi saltandole addosso
“Amore mio,  mi sei mancato”
“Anche tu”
Sento una stretta allo stomaco e degli occhi puntati addosso.
Alzo lo sguardo e Justin è lì che mi fissa.
“Che c’è?” gli mimo
Scuote la testa.
Passiamo una serata bellissima, cantiamo con il karaoke di Louis e balliamo.
Alle undici circa vanno via tutti e rimaniamo da soli io e Lou.
“Allora, dove dormiamo”
“Vieni in camera da me?”
“Solo per dormire Louis”
“Solo per dormire Nicole”
Ridiamo.
Mi metto il pigiama e vado a letto, Louis è già sotto le coperte.
“Lou”
“Si?”
“Sai a me puoi dirl0”
“Dire cosa?”
“Ti ricordi tutto di quello che abbiamo detto vero?”
“Si” ammette
“Anche…”
“Anche di Melanie”
“E non hai detto niente ?”
“Se vuole me lo dirà lei”
“Ma, ma tu”
“Lo tengo in considerazione Nic, sai bene che la sincerità è al primo posto per me”
“Lo so”
“Per questo ti voglio bene e ti apprezzo”
“Perché sono sincera?”
“Sei sempre e comunque sincera”
“Notte Lou”
“Buonanotte Nic”
E spegniamo le luci.




Girlssss, i'm back for youuuuuuuuu!

Allora, so che ho un ritardo stratosferico e vi ho  lasciato col fiato sospeso e chiedo scusa a tutte voi e ancor di più a quelle che mi hanno scritto messaggi privati per incitarmi a continare, maaaa

oltra al mio bel liceo classico, 

ai miei ( sono in libertà vigilata, per quel bacio, ancora :c)

al ragazzo/mio ex migliore amico  che mi ha baciata due volte e che ora non mi parla più

si è aggiunto il mio bel fratellone che a venticinque anni ha ben deciso di diventare padre, di sposarsi e non ho ancora ben capito se vuole lasciare o no l'università.

quindi, i'm so sad.
mi dispiace tanto per il ritardo e che questo capitolo è una merda.

perdonatemi, pleaseee!

comunque, Justin non ha seguito Nicole, ma questo non ha influito sul loro rapporto 
eeeee, tatatatatata Louis sa tutto, tutto, tutto.

e intendo proprio tuttotuttotutto.

quindi adesso io vado a studiare geostoria (perdita di tempo prezioso)
e lascio a voi il commento di questo capitolo merdoso.

rifaccio la domanda: 
QUALE COPPIA PORTARE AVANTI?


*abbiamo già eliminato Nic e Liam*

Louis e Nicole

Justin e Nicole.




per chi volesse su twitter sono
@Diddii29


baci a tutteee <3

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Capitolo 17
*** Se fallisci ti ammazzo stronzo! ***


*Justin*

“Fammi capire bene signorino, mia figlia dorme a casa di un suo amico, che però non è il suo ragazzo”
“Si, Jenna, si”
“Ma è matta?”
“Mai quanto voi insomma” e mi accompagno con un gesto della mano alludendo al bambino e a tutta quella storia lì.
“Sta attento a come parli Justin Drew Bieber” urla mia mamma dalla cucina.
A volte mi stupisco del suo udito da pipistrello.
“Ma mamma, scusa che c’è di male? Deve solo staccarsi un po’ da voi, e soprattutto da te Jenna. Non sarà per sempre la tua bambina, insomma ha quasi diciassette anni”
“E tu quasi diciannove, ma non sei andato via così”
“Che c’entra? Io ho un carattere diverso dal suo e un miglior rapporto con mia madre, con tutto rispetto Jenna, ma è così”
“Comunque non doveva permettersi di farlo, è ancora troppo piccola”
“Sentie” mi alzo dal divano “Io e Nicole, siamo grandi, forse non quanto voi, ma possiamo badare a noi stessi. E se voi fate cose che a noi non piacciono, abbiamo il diritto di prendere e andare via. Per quanto ne so io, Nicole potrebbe andare da Jason quando vuole; ed io potrei andare da papà quando voglio.”
“Non lo dire neanche per scherzo, Justin”
“Non sto scherzando mamma” le dico quando fa capolino dalla cucina “E sapete bene che ho pienamente ragione. Per questo avete quest’espressione terrorizzata sul volto”
“Sfortunatamente, per la prima volta nella tua vita hai detto una cosa esatta Justin”
Mi alzo dal divano “Non abituarti ho già lasciato che la metà intelligente andasse a farsi un giro”.
“Cominciava a sembrarmi strano, ammetto”
 
*Nicole*
“Lou, fa presto, alzati. Devi fare quel test”
“Cosa?”
“Tomlinson, te l’ho ripetuto un’ infinità di volte; oggi devi fare il test sulla storia europea per vedere se verrai con noi in Europa”
“Logico che ci verrò, storia è la mia materia”
“Che?”
“L’unica materia che mi piace”
“Tu sei matto”
“Parla la ragazza che da bambina tagliava le bambole”
“Come lo sai?”
“Ci sono delle foto a casa di Justin, secondo cassetto a destra del mobile in salotto”
Grugnisco “Ho la medicina nel sangue”
“Dimmi la verità Nic, ti piaceva davvero aprirle con un coltello da cucina e poi far finta che fossero morte?”
“Si, Lou, lo adoravo. È da allora che mia mamma pensa che sono strana. Si è sempre chiesta come mai tutte le figlie delle sue amiche facessero la collezione della barbie, mentre lei doveva comprarne a me una a settimana perché altrimenti avrebbe fatto brutta figura”
“Anche io penso che tu sia strana, ma mi piace”
“Forza, fa poco il romantico e andiamo”
Prendiamo il pullman che ci porta fuori scuola.
“Preside, siamo arrivati”
“Oh, signorina Chaz, signor Tomlinson è davvero un piacere”
“Sono pronto” dice in tono solenne Louis
“Ecco il suo test, ha un’ora. Signorina Chaz la pregerei di aspettare fuori”
“Ma certo preside, Louis ti aspetto fuori”  gli dico e poi lo guardo perché se non ci fosse il preside gli direi 
-Se fallisci ti ammazzo brutto stronzo!-
Credo di non aver mai sperato tanto in vita mia che il tempo passasse più velocemente, così quando Louis esce dalla stanza credo siano passati giorni e non solo una misera ora.
“Allora? Chiedo euforica
“Credo bene”
“Che vuol dire ‘credo bene’”?
“Che ho fatto ora il compito e non so se è andato bene”
“E quando saprai se è andato bene?” gli faccio il verso
“Domani”
“Bene, sono davvero contenta”
“I ragazzi?”
“Non ho idea di dove siano”
“Intendo dire secondo te sono riusciti a passare l’esame?”
“Credo di si. Penso proprio che ci faremo tutti un bel viaggetto in Europa”
“Parigi, la città dell’amore”
“Eh già, poi Roma, Londra. Il mio sogno in pratica”
“Io ci sono già stato”
“Davvero?”
“Si, io-Doncaster-Inghilterra-Gran Bretagna-Europa-Mondo”
Avevo completamente dimenticato che fino a quindici anni Louis aveva vissuto in Europa.
“Ahhh, giusto”
“Che facciamo ora?”
Ci penso su un attimo.
“Ti va di fare una cosa pazzissima?”
“Spara”
“Stasera a New York c’èun concerto di Bon Jovi, ci andiamo?”
“Senza biglietti?”
“Ma si, ci imbuchiamo, è una cosa pazza”
“è da malati e io sono stanco di fare il malato”
“Uffa, ti prego”
“Prometto che farò di tutto per farti andare al prossimo concerto di un gruppo  che ti piace”
“Tipo i Fun?”
“Tipo i Fun, I Nirvana o non so cos’altro”
“Ti adoro Lou” gli dico scoccandogli un bacio sulla guancia.
Lui sorride e dice.
“La cosa più pazza che possiamo fare in questo momento è andare in spiaggia”
“Dall’altra parte della città?”
“Si, ti porto a vedere l’oceano. Vieni dal Kentucky, a stento avrai visto una piscina”
“Ehi,io da piccola facevo il bagno negli stagni di campagna”
“Bleh, che schifo”
“Era bellissimo, e poi mi piaceva tanto”
“Non smetterai mai di sorprendermi Chaz”
“Lo so, ma è triste frequentare gente così prevedibile”
Fa una faccia un po’ incazzata, poi mi prende per un braccio e uscendo da scuola mi fa salire sulla sua auto.
 
*Justin*
Fun.
Concerto Fun NY city.
Concerto Fun biglietti.
Compra biglietti.
Metti nel carrello.
Inserisci codice Carta di credito.
Premere invio e attendere.
Transazione eseguita, i biglietti le arriveranno entro una settimana.
La ringraziamo per averci scelto, cordiali saluti.
È stato talmente facile che non ci credo ancora.
Me lo immaginavo difficile, credevo di non trovare i biglietti e di dover spacciare per qualcuno che in cambio mi avrebbe dato i biglietti e invece è stato facilissimo, fin troppo facile.
Spero solo che a Nicole piaccia e che dopo il viaggio in Europa sia ancora appassionata a questo gruppo.
Ah, a proposito devo aggiornarmi un po’ sulle loro canzoni, sai che figura di merda se vado là e non so uno straccio di testo. Nicole penserà che era una cosa che ho fatto solo per lei e, anche se è vero, non voglio darle questa soddisfazione così grande ammettendo che si, forse mi piace. Ma solo forse intendo.
 
*Nicole*
“Nic, amore, sono io, Liam, volevo sapere solo se ti andava di venire da me stasera, i miei escono e così avevo pensato che forse potevamo stare un po’ insieme da soli, tu e io. Come ai vecchi tempi.”
Ascolto due volte il messaggio di Liam, indecisa sul da farsi, ma poi decido che forse è un buon momento per lasciarlo. Posso andare là e parlargli; dirgli che sono confusa e che ho bisogno di una pausa. Capirà ne sono certa, Liam è stato sempre molto comprensivo. E improvvisamente mi accorgo di aver bisogno di credere che lui la prenderà bene, altrimenti so per ceto che non troverò mai il coraggio di farlo.
A questo punto gli mando un messaggio.
-Alle otto a casa tua?-
Passano solo pochi secondi.
-perfetto. Ti aspetto. Ti amo! <3-
Non sono un essere senza cuore, perciò quasi non scoppio in lacrime.
Due ore dopo sono sotto casa di Liam, indosso un vestitino viola scuro con dei dettagli in pizzo nero, e visto che è aprile non ho dovuto neanche mettere le calze, anche se forse avrei dovuto farlo.
Busso e Liam mi apre senza neanche chiedere “chi è?”; ho come l’impressione che mi stesse aspettando affacciato alla finestra.
Salgo le scale e me lo ritrovo davanti la porta. Indossa dei jeans scuri con sopra una maglia bianca decorata con una stampa, scarpe marroni e una collana a targhetta gli penzolava sul collo.
Justin, pensai immediatamente.
È sicuramente un regalo/consiglio di Justin, solo lui metterebbe una collana del genere.
“Sei bellissima” mi sussurra prima di baciarmi delicatamente sulle labbra.
“Stai bene anche tu” gli rispondo con un sorriso un po’ forzato.
“Vieni è già tutto pronto”
Annuisco e lui mi prende per mano chiudendo con quella libera la porta.
Entriamo in soggiorno dove è tutto perfetto: le candele, la luce soffusa.  Nessuno aveva mai fatto questo per me, rimango paralizzata e improvvisamente tutte le cose che avrei voluto dirgli si volatilizzano.
“Grazie,è…è tutto perfetto”
Mi sorride mettendomi una mano sul fianco; poi comincia a baciarmi con trasporto.
“Penso di non avere più tanta fame” sussurra mentre mi bacia il collo
“Ma è un peccato” rispondo io un po’ riluttante.
“Va bene, allora mangeremo dopo”
Non so di preciso cosa scatta in me in quel preciso istante, ma mi accorgo di voler restare con lui così per sempre e decido che nonostante tutto è Liam il ragazzo perfetto; quello con cui voglio passare le mie giornate.
Quello che successe dopo nella sua stanza da letto lascia ben poco all’immaginazione.
Dopo mangiammo, ma io non  potevo smettere di guardarlo, di pensare a quanto fossi stata fortunata ad incontrarlo e alla fortuna che mi era venuta incontro facendolo innamorare di me.
“A che pensi?”
“Alla prima volta che ci siamo visti”
“La sera in discoteca?”
“Si, te lo ricordi?”
“Perché dovrei averlo dimenticato?”
“Non so, forse perché i maschi ricordano solo le cose importanti?”
“Tu sei una cosa importante”
“Avevi paura che io diventassi la fidanzata di Justin o dei ragazzi”
“Si, lo temevo, perché loro fanno soffrire tutte e io ti ho visto così piccola e indifesa quella sera”
“è solo che io non sono  il tipo che si fa portare a letto solo perché il ragazzo è figo. Cioè devo essere innamorata”
“Lo so, Nicole, l’ho provato a mie spese” e ride
“Già, ma alla fine era solo un modo per tranquillizzarti”
“Si, certo” ridacchia
“Ora si è fatto tardi Liam, devo tornare a casa”
“Quale casa?”
“Quella di Louis ovviamente”
Leggo nei suoi occhi uno strano guizzo.
“Da quant’ è che vivi lì?”
“Che giorno è oggi?”
“18 aprile”
“Esattamente due settimane”
“Credo che dovresti tornare a casa”
“No, Liam, non rovinarmi il ricordo di questa serata facendo il genitore apprensivo”
Ci rimane male, ma sta zitto e mi accompagna in centro sotto casa di Louis.
“Scusa per prima” gli dico “Non volevo offenderti”
“Si, lo so”
“Ti amo Liam, non dimenticarlo”
“Ti amo anche io Nicole”
Detto ciò apro il portone del palazzo e comincio a salire i lunghi sette piani, prima di arrivare a casa di Louis.
Il ragazzo mi aspetta sulla porta, probabilmente mi ha visto arrivare dalla finestra.
“Sai che ore sono signorina?”
“Scusa papà, la prossima volta torno prima”
“No Nicole, sono serio. Abiti sotto il mio tetto. Sono più grande di te e qui comando io”
“Si padrone”
“Comunque, adesso ho smesso di fare il padre e torno a fare l’amico al limite della friend zone. Che avete fatto?”
“In che senso?”
“Sei stata tutta la sera a casa del tuo fidanzato. Avete fatto sesso?”
“Si”
“Oh, che sollievo”
Lo guardo interdetta.
“Mi fa piacere che tu e lui siate uniti” dice.
Continuo a non capire.
“Con Melanie?” esordisco con lo scopo di cambiare discorso.
“Sempre lo stesso”
“Ti ha detto niente?”
“No, come se non fosse mai successo”
Gli sorrido infelicemente e mi preparo per andare a dormire.
 
--UNA SETTIMANA DOPO—
“Doveva arrivarmi due giorni fa, Melanie”  le urlo preoccupata per telefono.
“Nicole, calmati, un leggero ritardo è normale”
“No, Mel, e se fossi incinta?”
“Non ci pensare neanche. Tu e Liam siete stati attenti, vero?”
“Si, credo di si”
“Nicole, che vuol dire che credi di si. È una cosa seria”
“Oh Dio, Mel, mi stai facendo venire i crampi allo stomaco”
“Facciamo una cosa, se entro quattro giorni non succede niente, vengo lì da Louis e ti porto un test”
“Lo compri tu, vero?”
“Si, si. Non preoccuparti”
“Mi spieghi come cazzo faccio a non preoccuparmi?”
“Senti, facciamo una cosa domani c’è quel ballo a tema che hanno organizzato i ragazzi di prima. Andiamoci”
“Cosa?”
“Oggi pomeriggio andiamo a fare shopping con Louis e domani andiamo al ballo”
“No, non mi va”
“Guarda che non era mica una domanda”
“Ah, dovrei dirlo a Liam vero?”
“Si”
“Senti, facciamo una cosa, se io lo dico a Liam, tu lo dici a Louis”
“Dico a Louis cosa?”
“Non fare la finta tonta, sai benissimo di che parlo”
“E, va bene. Facciamo questo patto assurdo”
“Ci vediamo più tardi”
“Ciao”
“Questo è davvero carino” mi dice Louis, quando alle quattro del pomeriggio siamo nel negozio meno chic di tutta Seattle.
Uno di quei negozietti vintage dove trovi tutto quello che non vorresti mai metterti nella vita reale.
Ovviamente siamo solo io e lui, Melanie ha accampato una scusa che neanche a un bambino verrebbe in mente
“Mamma ha detto no”.
E io e quel santo del suo ragazzo abbiamo fatto finta che non facesse niente.
“Louis è orrendo, guarda. È poi non è neanche anni ‘20”
“Scusa, Nicole, ma come sono i vestiti anni ’20?”
Prendo il foglio stampato da internet che ho messo nella borsa e inizio a leggere
 “sono gli anni delle pin-up e dell’esaltazione della femminilità. Camicia da abbinare con una gonna a vita alta, meglio se a pois, oppure un vestitino svasato dai colori accesi. E’ fondamentale mettere in risalto il punto vita con pantaloni e gonne e cinture a vita alta che strizzano il punto vita. Tra le stampe moda di quel periodo è sicuramente quella pois a farla da padrone; mi riferisco ai maxi pois bianchi su sfondo blu, rosso e nero. Le gonne non devono mai essere troppo corte, rigorosamente devono cadere sul ginocchio. Si preferivano le gonne ma tanto male non se la cavavano nemmeno i pantaloni: must del periodo sono i jeans strettissimi e super avvitati a vita alta.”
“Decisamente fuori strada” decreta guardando un vestitino di chiffon completamente informe.
“Questo” urlo prendendo un abitino a pois rossi su uno sfondo blu. La gonna è larga, stretta sui fianchi e mi torna in mente la canzoncina che mi cantava mia nonna quando ero bambina e volevo mettermi i suoi vestiti:
siam le ragazze che andavan di moda negli anni ’50. Siamo brunette di vita un po’ stette e forti di gamba”
“Provalo subito”
Lo indosso e quando esco leggo negli occhi del mio accompagnatore un guizzo e non so bene perché, ma mi sento bella. Forse aveva davvero ragione mia nonna quando mi diceva che per come ero costituzionalmente sarei potuta essere una ragazza di quegli anni.
Perché si, infondo sono mora, “bellezza mediterranea” come direbbe Zayn.
Ho i fianchi marcati, mi manca solo la vita stretta, ma in quel fantastico vestitino mi sembra davvero di essere tornata indietro nel tempo.
“Le sta d’incanto signorina” mi dice la commessa “aggiunga questo” dice porgendomi un foulard bianco che ‘stacca’.
Infondo credo di potermi fidare di lei perché dall’età credo proprio che gli anni Cinquanta li abbia vissuti tutti.
“Sei bellissima” sussurra Louis e io mi sento avvampare.
“E lei, signorino, non ha bisogno di un completo per accompagnare a questo ballo la sua donzella?”
“Oh, non è la mia ragazza, signora”
“Peccato, siete entrambi molto carini”
“Grazie” le dico
Quando arriva il momento di pagare le faccio un ultima domanda su come devo sistemare i capelli e lei mi dice di andare a vedere delle foto di Audrey Hepburn e di copiarlo.
“è il più facile e fa effetto”
“Grazie tante signora, mi è stata davvero d’aiuto. È molto probabile che passerà un ragazzo entro domani. Lo aiuti a scegliere un vestito carino”
“Ma certo cara”
“Arrivederci”
“Ciao ragazzi”
Quando torno a casa Melanie mi informa che ha già provveduto ad avvisare Liam dicendogli di passare a prendere un vestito da ‘the last age’.
“Pensi proprio a tutto eh?”
“Mi piace organizzare le vite degli altri”
“La tua no, però” penso, ma sono un’amica troppo leale per dirglielo.
Devo ammettere che l’idea di questo ballo mi piace tantissimo, il fatto che dovrò dire a Liam che sono quasi incinta, un po’ di meno, ma stranamente sono tranquilla, mi fido di lui e so che mi appoggerà. Sempre.

Hello Friendss :)

quanto tempo è passato?
tutta l'estate sicuro, maaa adesso sono tornata e vi prometto che finirò questa storia senza interruzioni.
                                                                  *giurin giurello*
coomunque, ricordate il ragazzo che mi ha baciata e per il quale ho scontato un mese di punizione?
benee, stiamo inseme da un mese esatto *-*
e io lo amo tantoo tantoo.
so che non vi interessa una mazza, ma io ve lo racconto lo stesso.

comunqueee, mio fratello si sposa a dicembre, dopo la laurea, ma solo perchè mio padre l'ha obligato dicendo che non sarebbe andato al matrimonio.


soo, passando alla storia.

le cose sono un pò statiche per adesso, ma vi prometto che ho in serbo un capitolo bomba.

Nicole potrebbe essere incinta, ma potrebbe e solo potrebbe.

ovviamente la storia dei fratellini è ancora in via di svolgimento.
Quanti favorevoli? 
quanti contrari?

la coppia che volete alla fine è sempre Jus-Nic o Lou-Nic.


aggiornerò prestissimissimo, giuro!



per chi volesse su twitter sono @Diddii29.


     vi amo tutti,  xoxo Gossip Girl  ******spolierrrrrrrrrrr****(che tralaltro è Dan)

 

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Capitolo 18
*** in quel momento capisco di non vivere in un film. ***


Cosa dicevo? Fidarmi di Liam? Si, in un’ altra vita.
Le persone ti deludono quando meno te lo aspetti, quando credi che vada tutto alla grande, quando pensi che insieme potreste scalare una montagna o attraversare l’Atlantico a nuoto.
La sera del ballo sono eccitatissima, lo stile di quegli anni mi dona e non vedo l’ora di dire tutto a Liam, di condividerlo con qualcuno; sto cominciando ad accettarlo e l’idea, anche se mi spaventa, è bella.
Quando mi viene a prendere sotto casa di Louis saluto quest’ultimo con un cenno della mano e mi precipito correndo giù per le scale. 
Mi ricompongo. Sfoggio il mio sorriso migliore ed esco.
“Ciao, amore” lo saluto
“Sei... sei bellissima”
“Anche tu”
“la commessa del negozio mi ha aiutato a scegliere, dicendo che si intonava con il tuo vestito”
“è stata carina”
“Si, molto”
Arriviamo al ballo e immediatamente gli chiedo di ballare, ho deciso di dirglielo. Adesso.
“Senti, devo dirti una cosa importante”
“Ti ascolto”
“Ho un ritardo”
Mi guarda spalancando gli occhi
“Potrei essere incinta” continuo
Si stacca da me e comincia a farsi spazio tra la folla.
Rimango  immobile, a guardare Liam, che dandomi le spalle, si allontana da me.
In quel momento, capisco che la mia vita non sarebbe mai stata perfetta.
Capisco di non vivere affatto in un film.
Mi aveva lasciata così senza neanche dire una parola.
Come un’ingenua avevo creduto di poter contare su di lui.
Ma è un egoista, i bambini non si fanno da soli. E se questo esiste lo abbiamo fatto io e lui.
La tristezza si trasforma  in rabbia e decisa come non mai, avanzo a passo veloce fra la gente spingendo e dando gomitate a destra e a sinistra, poi lo vedo se ne sta andando, sta uscendo e magari se può emigra, si trasferisce in un altro paese, pur di non vedermi.
Gli corro dietro e all’adrenalina si aggiunge il coraggio.
Siamo fuori la palestra della scuola, piove.
È aprile, normalissimo qui che piova.
Lo raggiungo e gli piazzo una mano sulla spalla facendolo girare.
“Ascoltami bene, Liam. Io non ho intenzione di stare qui ferma a guardarti mentre mi abbandoni, mentre te ne vai lasciandomi così. Non lo sai neanche se sono incinta. E anche se lo fossi non ti impedirei mai di andare al college o fare quello che cazzo vuoi.”
La ragazza che sta parlando non sono io, non sono la timida Nicole di quando stavo con Max.
Non sono neanche la Nicole spensierata di quando è con Louis.
Non sono la Nicole felice o quella incazzata di quando sto con Justin.
Quella che sta parlando è la parte irrazionale di me, è la parte che premeva per uscire da mesi. Dal giorno in cui me ne sono andata da Union; dal giorno in cui la mia vita è stata sconvolta.
“Nicole io ti amo, ma non sono pronto, non posso diventare padre, non adesso. Ho solo diciotto anni”
“è, è finita Liam?” chiedo con voce rotta dal pianto.
Le lacrime stanno oramai scorrendo senza sosta sulle mie guance.
“Credo di si, Nicole” risponde e se ne va.
Lo guardo allontanarsi per la seconda volta nel giro di un’ora .
Il mio cuore si sbriciola, in mille pezzi.
E poi urlo
“Avevi promesso che non mi avresti abbandonata, che tu non eri come gli altri ragazzi che usano una persona solo per  divertimento”
Mi sente, ma non si gira.
“Ti prego…Liam, non andartene, non lasciarmi qui da sola”
Le ginocchia mi cedono e rimango:
Sola.
Accasciata a terra.
Sotto la pioggia.
Poi chiudo gli occhi e lascio che le lacrime si mischino all’ acqua che cade dal cielo.
Sento dei passi che lentamente si avvicinano e spero, spero con tutta me stessa che Liam, ma a quanto pare non lo conosco abbastanza.
“Nicole? Nicole sei tu? Che è successo?”
È Justin, non sapevo che sarebbe venuto alla festa.
“Che ci fai qui? Che è successo?” continua a chiedermi mentre si siede vicino a me e mi mette una mano sulla coscia.
Vorrei rispondergli ma non riesco a parlare e allora lui fa il gesto più ovvio e naturale, ma che io non mi sarei comunque mai aspettata.
“Va bene, ho capito, vieni qui piccola”
Mi prende in braccio e mi porta in macchina.
Poi chiudo gli occhi, è tutto buio.
 
*Justin*
Io odio le feste a tema. Sono la negazione del divertimento.
Sei costretto a metterti dei vestiti orrendi, a ballare musica che non può essere ballata e a comportarti come se tutto ciò ti piacesse da impazzire.
Ma Rose ci teneva tanto e così l’ho accontentata.
Rosalie Pirce è mia cugina; la figlia della sorella di mio padre, ma è come se fossimo fratelli: siamo cresciuti insieme, ci siamo divertiti insieme e l’anno prossimo andremo al college insieme.
Quindi quando le ho detto che ci sarebbe stata una festa a tema a scuola ha praticamente urlato che avrebbe preso un aereo dal Nord Carolina e sarebbe venuta qui.
“A scuola mia non organizzano mai queste cose” aggiunge mentre varchiamo la porta della palestra che qualche cretino ha trasformato in una pista da ballo anni ’20
“Meglio” rispondo in un ghigno.
“Dai cugino, non fare il sarcastico ci divertiremo. E poi io voglio conoscere questa famosa Nicole che ti ha fatto perdere la testa”
“Non ho perso la testa per lei Rose” mi affretto a correggerla
“Certo, certo. Comunque dov’è quel tuo amico? Com’è che si chiama? Layn?”
“Zayn intendi?”
“Sisi lui, quello che sembra marocchino”
“è pakistano Rose, e si offende a morte se glielo dici”
“Non voglio offenderlo. Voglio solo farmelo è diverso”
“Smettila, sei troppo piccola”
“Sono due mesi più piccola di te, Justin e non mi pare che tu sia un santo”
“ma tu sei femmina, è diverso”
“Non siamo più all’ inizio del secolo sai?”
Grugnisco.
“Oh, eccolo” le dico indicando un punto lontano e alzando il braccio a Zayn.
“Amico” gli dico appena arriva “Lei è Rose, mia cugina. Tutta tua per stasera”
“è un regalo?”
“Si, liberami di lei”
“Ti voglio bene cugino” dice Rose che mi ha sentito
“Vado a prendere un po’ d’aria” comunico ai miei amici ed esco.
Piove così rimango sotto la tettoia fino a quando non scorgo una figura seduta a terra, mi sembra di vedere un vestito e mosso da un inspiegabile senso di bontà mi avvicino.
‘Io la conosco’ sussurra la mia vocina interiore e allora mi accorgo che è Nicole, ma che diavolo è successo. Perché è sotto la pioggia seduta per la strada.
Mi avvicino ancora di più cominciando a chiamarla e a chiedere che è successo, ma lei non mi risponde. Comincio però a sentire dei singhiozzi e mi spavento sul serio.
Mi siedo vicino a lei, ma non riesce a parlare così la prendo in braccio e la porto in macchina, affidando Rose a quel poco o inesistente buon senso che rimane a lei e a Zayn.
Non appena siamo in macchina, Nicole si addormenta con la testa poggiata al finestrino e quello che resta di un trucco, colato fino al mento.
È bellissima lo stesso.
Decido di chiamare Louis
“Justin, a che devo questa tua telefonata?”
“è per Nicole”
“Che le è successo?”
“Vorrei saperlo anche io Louis”
“Spiegati meglio”
“L’ho trovata sotto la pioggia in lacrime”
“Dove siete ora?”
“In macchina, la sto portando a casa”
“Quale casa?”
“Per questo ti ho chiamato, posso portarla da te?”
“sono due settimane che vive qui, è anche casa sua ormai”
“Allora ci vediamo fra cinque minuti”
“Vi aspetto giù al portone, ti do una mano a portarla su”
Giusto, i sette piani. Non ci avevo pensato.
Sono sotto casa di Louis esattamente sei minuti dopo e come promesso lui ci aspetta.
Si avvicina all’auto e si carica Nicole avviandosi verso il palazzo.
Quando siamo su a casa la stende sul divano mettendole una coperta addosso e poi sempre seduto lì vicino a lei con una mano sulla sua spalla e gli occhi puntati addosso come se avesse paura che potesse scomparire mi chiede:
“Si può sapere che diamine è successo?”
“Non lo so Louis ti ho detto tutto quello che sapevo”
“Va bene, va bene, chiamo Melanie; sicuramente lei saprà qualcosa”
Prende il telefono e compone il numero della sua ragazza
“Ehi, Mel”
Lei gli risponde.
“Senti, potresti venire qui, ho Nicole in uno stato pietoso, l’ha trovata Justin. Eh, senti la storia è lunga faresti meglio a sbrigarti”
E attacca.
-Sarà qui fra 10 minuti-
La sua ragazza, o quello che diavolo è arriva e ci racconta fra lacrime, che personalmente non capisco se siano vere o false tutta la storia, per filo e per segno.
Rimango scioccato e Louis lo è ancora più di me
-Ma, è sicuro?- sono le uniche parole che riesco a pronunciare
-No, no, non è sicuro un bel niente. Ancor di più adesso-
-Perché?-
-Come perché, ci pensate a come l’avete trovata, in che stato era?-
-Distrutta-
-Beh, e non vi viene in mente nessuna conseguenza di un forte shock emotivo su una ragazza incinta-
Vorrei urlarle: “NO,no, non mi viene in mente un cazzo, perché l’amore della mia vita è in uno stato pietoso, incinta,forse, di un ragazzo che non la merita e non la vuole. E non ho tempo di risolvere questi tuoi inutili giochetti del cazzo!”
Ma mi limito a scuotere la testa e poi guardo Louis e riconosco l’espressione che ha quando sta per dire la cosa giusta. La cosa più giusta e inequivocabile e solitamente non è piacevole.
-Aborto spontaneo-  sussurra
-Già che genio- commenta sarcastica Melanie
La odio ogni giorno di più, tutto quello che fa è odioso, terribilmente e fastidiosamente odioso e non riesco a  capire perché Louis stia ancora con lei, dopo tutto quello che gli ha fatto.
Passiamo tutta la notte svegli, io e Louis guardiamo Nicole dormire e agitarsi nel sonno. Ogni volta che comincia a lamentarsi Louis le accarezza il viso e lei si calma.
E allora capisco, capisco cosa sta nascendo tra quei due. Capisco che nonostante Nic stia ancora con Liam, e Louis con Melanie, si amano, nel loro piccolo si sono sempre amati. E mi tornano alla mente tutti quegli sguardi ai quali avevo dato poca importanza, perché l’ultima persona che credevo potesse innamorarsi di Nicole è proprio Louis. Il mio migliore amico.
Quando Nicole si sveglia, è spaesata, ma ci mette ben poco a ricordare tutto ciò che è accaduto, perché è qui sul divano, perché io sono alle sei della mattina a casa di Louis e cosa è successo ieri sera. Le lacrime le salgono agli occhi e cerca istintivamente la mano di qualcuno. La prima che trova è quella di Louis  che è in una specie di dormi-veglia.
-Jus- mi chiama –che cosa è successo?-
Dietro quelle parole c’è la speranza di aver sognato, di aver avuto un grosso e terribile incubo, ma non è così e lo capisce quando Louis si sveglia, la guarda e prima che io apra bocca l’abbraccia.
-è veramente successo, allora- sussurra e scoppia a piangere
 
*Nicole*
Piango per minuti interminabili sotto lo sguardo comprensivo delle persone a cui voglio più bene al mondo, poi mi decido e penso che sia inutile tutto ciò. Quello che è successo, è successo e non posso fare niente per cambiarlo.
Se sono incinta vedrò come cavarmela, come ho sempre fatto d’altronde, se non lo sono continuerò la mia normale vita senza Liam.
Quindi mi asciugo le lacrime e dico di chiamare Melanie e farle portare un test di gravidanza.
La mia amica arriva dopo una buona mezz’ora tutta affannata per la corsa fatta.
-Facciamolo- dico dopo che lei ha tirato fuori dalla borsa il test.
Entro in bagno e chiudo la porta, lasciandoli fuori nei loro pensieri.
Quando la riapro ho una mano che copre il risultato, ho paura di scoprire la verità; in entrambi i casi.
Sarei sollevata sapendo di non essere incinta, ma d’altra parte in questo modo dovrei preoccuparmi di cancellare tutta la mia storia con Liam, di fare in modo che non torni continuamente nella mia  mente.
Se fossi incinta almeno avremo qualcosa da condividere, di nostro, e non potremo mai separarci del tutto: io sarei la mamma lui il papà, che lo voglia o meno.
-Allora?- chiede Louis bianco in volto e appoggiato al muro con la schiena
-Non lo so, non voglio vedere-
-Dai qua- dice Justin con un tono strano e autoritario che non riesco a decifrare
Lo prende in mano, guarda attentamente e sussurra
-N…se….cinta-
-Cosa?- chiede Melanie in preda a un attacco di nervi
Justin ingoia la saliva, ma non riesce comunque ad emettere parole comprensibili
-sono incita- penso. Altrimenti Jus sarebbe saltato urlando ‘yeyeye’
Louis glielo strappa di mano e non appena visto il risultato si accascia su una sedia con le lacrime agli occhi.
-chissà se  maschio o femmina- penso, dato che sono quasi sicura di essere incinta viste le facce dei miei amici.
-siete due incapaci- urla Melanie in preda ad un attacco di adrenalina.
Lo guarda e lentamente strusciando contro il muro si siede a terra.
-Allora, come lo chiamiamo se è femmina?- chiedo
Nessuno mi risponde.
-no, perché io avrei pensato a Meredith o a Derek se è maschio. Voi che dite?-
Louis mi guarda e con una faccia priva di espressione dice a Melanie di darmi il test; lei me lo porge e lentamente cerco di trovare il coraggio di guardare di dare una svolta fondamentale alla mia vita.
-uno, due e…..Nicole giralo, ti ordino di girarlo…..uno, due e tre-
Negativo.
Negativo.
Negativo
Guardo i miei amici e mestamente sorrido –ci voleva tanto a dirmi che non ero incinta?-
-oh, piccola. Vieni qui- Louis si avvicina e mi abbraccia.
-Adesso che farò?-
-vedremo Nico, vedremo. Per adesso restiamo così-
-devo dirlo a Liam-
-Che cosa?- scatta Justin –Io lo ammazzo quel bastardo, non ci eravamo mai fidati di lui, neanche prima che arrivassi tu, e avevo ragione, avevamo ragione-
-Gli mando un messaggio, allora-
Detto ciò prendo il telefono e scrivo:
volevo solo dirti che non sono incinta. Torna tutto normale per te. O forse non è mai cambiato nulla?”


--DUE SETTIMANE DOPO--
 “Louis ti prego, fa presto, devo andare a casa mia per prendere la valigia e devo farlo prima che arrivi mia madre.”
“Scusa Nicole ma come hai fatto a farle firmare i moduli se sei stata da me tutto il tempo?”
“Devo ammettere che Justin è un mostro, l’ha convinta a firmare tutto senza chiedere spiegazioni a me”
“Bah, l’importante è che ci andiamo tutti”
Scendiamo le scale, saliamo in macchina e partiamo verso casa di Pattie. Ho 15 minuti per prendere le mie cose e andarmene.
Arriviamo lì dopo cinque minuti di una matta corsa a tutta velocità.
Io salgo prendo la valigia e ci butto dentro tutto quello che mi viene in mente. Devo stare due settimane in Europa e non ho la più pallida idea di che tempo faccia, quindi tutto potrebbe potenzialmente essermi utile.
Nelle due settimane che sono appena passate, sono successe un sacco di cose che mi hanno cambiato per sempre la vita.
Innanzitutto, Liam è tornato da me, dicendomi che era stato in un momento di debolezza e che non aveva intenzione di lasciarmi da sola, ma a me non è interessato e l’ho lasciato dicendo – non hai nemmeno aspettato che io ti dicessi se ero incinta davvero, ti rendi conto? Come posso stare con una persona capace di abbandonarmi al primo colpo, senza prendersi le sue responsabilità-
E lui è dovuto andare via; a testa bassa e credo che per un bel po’ non si farà vedere in giro viste le minacce dei miei ragazzi che l’hanno tormentato per qualche giorno con messaggi tutt’altro che carini.
Poi, Louis ha lasciato Melanie confessandole che sapeva tutto e che aveva aspettato fino ad allora sperando che prima o poi glielo dicesse, cosa che non è accaduta e lei mortificata ha cambiato paese. Una decisione importante direi, ma è andata così: si è trasferita dal fratello in California, a San Diego , mi pare.
Mia mamma e Pattie hanno deciso che questa cosa del bambino, anzi dei bambini era un po’ troppo avventata e che non avevano riflettuto e perciò avrebbero abortito optando per un cane, o due.
Io e Justin siamo rimasti ancora più sconvolti perché davvero non ce lo aspettavamo, ma ci sta bene, due fratelli/figli non avrebbero di certo giovato a nessuno.
Mio padre si sta risposando, e l’ho presa bene, lei si chiama Madeline, Maddie. Non l’ho ancora conosciuta, ma a telefono papà era davvero entusiasta e quindi io sono felice, se lo merita. Merita una donna ‘normale’, calma, tranquilla e fedele. Ho solo paura di non essere più la ‘piccolina di papà’ ma è una cosa che si vedrà in futuro.
Manca poco al viaggio e poco a che i ragazzi si diplomino e mi lascino da sola, cosa che è molto triste. Hanno promesso che mi verranno a trovare, ma io so già che non appena entrati nel campus e in qualche confraternita si dimenticheranno completamente di me e delle giornate passate insieme.
Mentre, immersa nei miei pensieri, butto la roba in valigia mi squilla il telefono: è Louis.
-sei sotto casa, non bastava bussare?-
-ALLARME ROSSO. Ripeto. ALLARME ROSSO. Madri all’attacco. Passo e chiudo.-
Bene, vedrò mia madre. Fantastico.
Scendo le scale e me le trovo davanti.
-ciao- saluto freddamente
-quella valigia?- mi chiede Pattie
-il viaggio in Europa-
-Vai da tuo padre?- chiede mamma
-No, con la scuola-
-Ah, giusto, dimenticavo dei moduli-
-beh, sei molto attenta alla vita di tua figlia-
-non fare la sarcastica, Nicole-
-non sono sarcastica, mamma-
-Basta voi due- grida Pattie –state compromettendo il vostro rapporto, quindi smettetela-
-va bene, io vado  allora-
-si, vai e divertiti-
-grazie- grugnisco.
Esco sbattendo per bene la porta e salgo in macchina
-Allora?-
-Allora cosa?-
-Vi siete prese a capelli?-
-Ahahah. No. Non fa ridere-
-Non volevo far ridere, era una domanda-
-Bene-
-è andata bene?-
-Mi hanno augurato buon viaggio-
Louis ride, forse per la mia espressione, forse per quello che ho detto.
 
*Justin*
Sono giorni che aspetto e controllo la posta ogni secondo.
I biglietti sarebbero dovuti arrivare dopo una settimana, e ne sono passate due.
Sono a casa di Harry a preparare la sua valigia; o meglio lui sistema io sono seduto davanti al computer a mettere musica e cantare
-Smettila, Bieber. Mi avevi promesso che mi avresti aiutato-
-e infatti sono qui, ti sto supportando  moralmente, pensa che noia senza musica-
-me la mettevo da solo-
-non saresti stato capace di scegliere musica così bella-
-Ahaha. Mi dispiace che Niall non verrà-
-davvero? Perché?-
-non lo sapevi?-
-no-
-non è stato ammesso-
-ma come è possibile? Nicole ha passato lo stesso compito a tutti-
-non lo so, forse ha sbagliato a copiare, o visti i sui disastrosi voti in storia hanno capito che aveva copiato-
-Strano-
-è un peccato, ci andiamo tutti-
-ci mancherà-
-Oh, a proposito che regali a Nicole?-
-Un concerto-
-I Fun sotto casa di Louis?-
-No, grande simpaticone. La porto ad un concerto a New York-
-Lei lo sa?-
-se è un regalo-
-ah, giusto. Hai già i biglietti?-
-Li ho presi, ma non mi sono arrivati-
-sarebbe un peccato se ti avessero truffato-
-arriveranno Harry, arriveranno. E so che sei solo geloso perché io le ho fatto un regalo migliore del tuo.
-nessuno fa regali migliori dei miei, caro-
-ovviamente. Tralasciando però il pappagallo in terza elementare, la tartaruga di 59 kg in quinta, il biglietto per adottare un cammello a distanza, il cibo per cani in confezione paghi 1 prendi 100.-
-che c’è? Sono sempre stato uno che teneva agli animali-
-oh, e allora che fine ha fatto il tuo pesce rosso 1, quello 2, 3,4,5,6 e 7-
-li ho liberati, tirando giù lo sciacquone-
-Animalista convinto-
-va bene, va bene, hai vinto adesso sparisci da questa casa e vai a preparati la valigia che domani si parte-
-mi stai cacciando di casa?-
-si, non ti sopporto più-
-andrò da Louis-
-A vedere come se la spassano lui e Nic?-
-Cosa?-
- dai Justin, non dirmi che non l’hai ancora capito-
-Capito cosa?-
-Che Louis stravede per Nicole e lei stravede per lui-
-Ma che cazzata. Non è vero-
-Uhm, io direi che è cominciato tutto in ospedale-
-lalalalalala tanto non ti credo Styles-
-Va bene, fai come vuoi e chi vivrà vedrà-
-si,si esatto- dico con tono poco convinto e diffamatorio.
Uscendo saluto sua madre e lei mi dice di tenere d’occhio il figlio durante il viaggio; credo che abbia paura che non torni più. Si innamora di una bella italiana e a Seattle non mette più piede.
Harry ne sarebbe capace, poco ma sicuro.






sono mortificata, tremendamente e totalmente mortificata.
vi faccio aspettare mesi per avere uno schifo di capitolo e mi dispiace tantissimo.

ma, vi prego, capitemi.

dopo tre anni di liceo classico io muoio. ho cambiato tutti i professori e i miei voti non superano il cinque e mezzo.

ho lasciato il mio ragazzo perchè mi tradiva con la mia migliore amica, da quando io gli ho detto che non avevo intenzione di dargliela molto presto.

in più fra quindici giorni mio fratello si sposa.
e sto attivamente partecipando ai preparativi.
sono andata con la fidanzata a scegliere: vestito e bomboniere.
ho accompagnato mio fratello a cercare musicisti ecc. e siccome io stessa suono il violino sto preparando dei brani.

quindi, scusatemi ancora tantissimissimo!


la storia nel frattempo ha compiuto un anno *spara i fuochi d'artificio*

e vi ringrazio doppiamente perchè ancora siete qui a leggere capitoli di cacca scritti da me che sono una cacca. 

*okay, sto bene*

comunquee, AUGURI DI BUON NATALE (passato)  E FELICE ANNO NUOVO.
 
inoltre voglio dirvi che fra poco finirò la storia, perchè sta diventando logorroica e pallosa. quindi ancora pochi capitoli e siete libere/i

ora vado prima che vi racconti altre inutili cose e, ah, già fate finta che tutto ciò che ho scritto che riguarda la  mia vita vi interessi mooooltooo *si,si certo, certo*



mi sto dileguando e ancora scusa per il ritardo infinitoooooooooooooo! **


 VI AMO TUTTEEE! <3



 

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