Immortal

di BlueChar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** London Boulevard ***
Capitolo 3: *** Radioactive ***
Capitolo 4: *** Young blood ***
Capitolo 5: *** Oblivion ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


L'aria pungente di Forks si faceva sentire non appena aprii la finestra della mia camera. Come sempre pioveva, il cielo era cupo e la famiglia Cullen era andata a cacciare. Effettivamente anche io avevo un certo languirino alla bocca dello stomaco. 
Sono Kimberly Cullen, ma potete chiamarmi Kim. Provengo da una stirpe di vampiri assetati di sangue animale. Abito nel piccolo paese di Forks, nelle vicinanze di Seattle. Fin da quando fui trasformata, quindi si parla del 1850, abitavo lì con i Cullen. 
Da subito John mi accudì come se fossi realmente sua figlia, mentre Carlisle come se fossi una nipote.
Io, John e Meredith abitavamo a pochi passi dall'abitazione dei miei cugini. Anche noi ci chiamavano come loro, ma la loro famiglia era molto più allargata della nostra formata solo da tre persone. 
- Ciao Kim. - disse Bella, la moglie di Edward.
- Ciao Bella. - risposi
- Hai visto Renesmee? - chiese
- Sarà sicuramente a pomiciare con Jacob. - risposi acida. Quella stronza. Quella stronza mia aveva fregato Jacob. Beh meglio così, non potevo avere una relazione con un licantropo.
- Dai Kim, non fare così. - disse.
Intanto gli altri ritornarono dalla caccia.
- Kimberly, chiama John e Meredith devo riunire tutta la famiglia. - disse Carlisle. Obbedì subito e in poco ci fu una specie di riunione familiare. 
- Allora... non possiamo più restare qui. Le persone si stanno accorgendo di noi che non invecchiamo mai. - disse 
- E quindi dove andiamo? - chiese Emmet.
- Un posto in cui non c'è mai il sole. - disse 
- Tipo L'Alaska? - chiese Rosalie
- No, è troppo isolata. - 
- Londra. - disse Edward.
- E Londra sia. - 
- Ma.. ma non potete dai! - rispose Renesmee.
- Oh si invece che possiamo. - dissi con un sorriso bastardo - Mi dispiace, dovrai lasciare Jacob. - continuai
- Lo fai apposta, sei solo una stronza. - disse per poi andarsene in qualche camera da sola.
- Le passerà. - rispose Edward. 



Cciao ragazze!
Eccomi qui con la mia terza storia:3
Questa idea mi è venuta ieri sera dato che sono andata a vedere Breaking Dawn!
Spero che vi piaccia, penso di si dato che ho fatto un'unione di due cose che vi piacciono sicuramente!
Posterò fra un mese il primo capitolo perchè devo finire le altre due storie e poi mi dedicherò a questa.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Lei è Kim 


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Capitolo 2
*** London Boulevard ***



 
 - London Boulevard -




I fiocchi di neve cadevano fitti e soffici nella lunga strada bagnata. Guardavo malinconica la finestra della mia camera, mentre mi stringevo nel mio maglione. 
Eravamo arrivati da poco a Londra, forse da qualche settimana. John voleva iscrivermi ad una scuola, ma io non volevo. Era da anni che ripetevo l'ultimo anno di liceo in scuole diverse e soprattutto in città diverse e sinceramente mi ero stufata. Dover fare ogni anno quei fottuti esami, dover continuamente scappare e mentire ai propri amici. Già, amici. Quella parola a me sconosciuta da molto tempo. Prima di diventare un vampiro, avevo molti amici. Ero popolare, simpatica, solare, tutti mi volevano bene. Dopo essere diventata un mostro mi chiusi in casa, non volli più uscire, avevo paura. Mi chiusi in me stessa, il mio cuore aveva smesso di battere in tutti i sensi. Non provavo nessun sentimento, ero diventata apatica.
- Kim. - mi richiamò Edward comparendo alle mie spalle. 
- Che vuoi? - sbottai.
- Smettila di fare così. - disse
- Scusa è che il trasferimento mi ha un po’ scombussolata. - risposi sorridendo appena.
- Tranquilla. - disse lasciandomi un piccolo bacio sulla fronte. Forse, lui era l'unico di cui mi fidavo veramente. 
Scesi in salotto - era ancora pieno di pacchi da spacchettare - e trovai Emmet che guardava una partita di football, quella troia di Reneesme che si rifaceva le unghie e Bella che faceva le parole crociate. Ok, ma la mia famiglia? Ovvio era uscita insieme a Carlisle e Esme. 
- Hmm, Kim mi passi il cotone per favore? - chiese la rossa. 
- Hai dei problemi alle gambe Reneesme? - risposi, lei sbuffò come sempre. Apparentemente sembrava che avesse diciotto anni, in realtà ne aveva sette. Sotto quella giovane donna, in realtà si celava una bambina. Una fastidiosa, piagnucolona, viziata bambina di sette anni. Ah, da sottolineare troia. 
- Perché ce l'hai con me Kim? - cioè, aveva anche il coraggio di chiederlo?
- Spero che tu stia scherzando. – dissi. Poi salii al piano di sopra e mi rilassai dentro la vasca da bagno per circa un’ora. Il mio relax fu presto interrotto da colei che mi stava rovinando la vita sentimentale.
- No Jake attacca tu. – squittì al telefono. – Ahah, ti amo e mi manchi. – continuò. Avevo una voglia matta di staccarle la testa a morsi. Per non sentire la chiacchierata sdolcinata che stava facendo, immersi la mia testa sott’acqua.
Mi asciugai i lunghi capelli biondo cenere e mi guardai allo specchio. Ciò che vedevo non mi piaceva da tempo. Ero magra, nel mio passato fui anche anoressica, e alta. Non mi piacevo, non mi accettavo. L’unica cosa che mi piaceva era la mia faccia. Un viso dolce e arrotondato, labbra non troppo sottili e a cuoricino, bianca come il latte, due occhi grandi e cristallini. Mi vestii velocemente, poi scesi nuovamente al piano inferiore. Quel casino si era ordinato finalmente.
- Rosalie, quando quella era una poppante. – dissi riferendomi a Reneesmee – e quando esclamavi “ti mangio, ti mangio!” spero che intendevi in quell’altro senso. – continuai. Edward, onnipresente, mi lanciò un’occhiata omicida.
- Kim, vieni parliamo. – disse lui. Che palle, sempre da psicologo doveva farmi.  Lo seguii in cucina per andare a ‘parlare’.
- Dimmi Ed. – dissi seccata.
- Vuoi due la dovete finire. – roteai gli occhi.
- Perché non se ne va? Fa un favore a tutti. –
- Smettila di fare la bambina! –
- La bambina qui in questione è lei. –
- Non possiamo farci nulla se Jacob ha avuto l’impriting con lei. –
- Io lo amavo, Edward. Era il mio arcobaleno dopo la tempesta. Mi faceva ridere, lo amavo più di me stessa. Pensavo lo avesse avuto con me e invece? L’ha avuto con quella zocc… - dissi ma non mi fece finire di parlare.
- Non dire queste cattiverie su mia figlia – disse severo.
- Donna dai facili costumi. – dissi sorridendo. Ma il mio sorriso svanì presto, e ritornai in camera mia ad ascoltare musica. Dopo qualche ora i miei genitori si fecero vivi.
- Tesoro mio! – esclamò mia madre.
- Ciao! – dissi.
- Scendi giù dai. – sbuffai poi scesi giù.
- Oh Kim! – disse Carlisle.
- Ciao Carl. – risposi.
- Stasera siamo tutti invitati ad una festa in nostro onore. I vampiri della città ci accoglieranno in questo modo, così abbiamo l’opportunità di conoscerci tra di noi. – disse a tutti. Oh, grandioso che il party dei vampiri abbia inizio.
 
In vita mia non ero mai stata in un posto del genere. Era la mia prima festa di benvenuto. Entrai estasiata nella villa con la bocca spalancata per lo stupore. C’erano vampiri di tutte le età: giovani, adulti, vecchi. Vampiri sexy da leccarsi le labbra e vampiri dolci che facevano sciogliere. Coppiette appiccicati a muro che si scambiavano baci violenti e coppiette dolci che si regalavano un abbraccio. Al centro della sala un palco, in cui pochi minuti dopo salii il vampiro capo della città.
- Diamo un caloroso benvenuto alla famiglia Cullen che si è da poco trasferita qui in città! – poi tutti applaudirono e la musica ripartì. Tutti si stavano divertendo, mentre io me ne stavo in disparte in un divanetto di pelle nero.
- Perché non vai a ballare? – chiese qualcuno accanto a me.
- Non sono affari tuoi. – risposi.
- Ehi bellezza calma. – disse, era ubriaco si sentiva dalla sua voce. Mi girai di scatto verso di lui ma a causa del buio e delle luci colorate ad intermittenza non potevo osservarlo bene. L’unica cosa evidente erano i suoi occhioni verde smeraldo.
- Kim, vieni a ballare dai! – disse Emmet. Mi girai nuovamente verso il ragazzo ma sparì, non c’era più. Allora decisi di buttarmi nella mischia e scatenarmi insieme ai miei simili. Ballai tutto il tempo con Emmet.
“Hmm, se tu non fossi fidanzato ti salterei addosso subito” pensai leccandomi le labbra.
- Kimberly! – mi richiamò Edward che evidentemente aveva sentito ciò che avevo pensato. Continuai a ballare per dieci minuti, dopodiché il ragazzo di prima passò velocemente davanti a me. Ebbi il tempo di incrociare lo sguardo con il suo. I miei occhi cristallo si scontrarono con i suoi verde
smeraldo. Un verde che non avevo mai visto in tutti i miei anni di vita. 


Salve! Ecco finalmente - dopo due mesi - il secondo capitolo!
Allurra, fatemi sapere che ne pensate, se vi piace o no!  
Spero di si :)
Qui entra in scena uno dei ragazzi
nel prossimo verranno tutti:)
Baci, Carli xx

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Capitolo 3
*** Radioactive ***




- Radioactive - 

 

Avrei smesso,lo giuro. Un giorno avrei smesso di guardarmi  allo specchio e vedere un corpo bianco, pallido, magrissimo,le ossa delle costole ben evidenti. Avrei smesso di fare del male alla gente, di bere sangue. Un giorno avrei trafitto quel paletto nel cuore e avrei smesso di respirare.
- Kim? – chiese Meredith.
- Si? – risposi
- Preparati, oggi è il tuo primo giorno di scuola. –
Un primo giorno di scuola a marzo,bello.
Mi vestii velocemente, feci colazione poi io e la rossa andammo nella nuova scuola. Niente di emozionante, le solite squallidissime High School inglesi. Fortunatamente non mettevano la divisa, niente gonne scozzesi e camicette bianche. Dopo aver cercato a lungo la segreteria la trovammo e attendemmo .
Renesmee non smetteva di battere il piede per terra per il nervosismo. Era seduta accanto a me e questo mi dava altamente fastidio. Dopo cinque minuti arrivò la segretaria, ci diede i nostri orari e poi andammo nelle rispettive classi.
- ciao stronzetta a dopo. – disse la rossa. Non risposi nemmeno. Controllai bene l’orario e vidi che alla prima ora avevo biologia. Entrai timidamente nell’aula  e fui subito squadrata dalle Barbie della classe.
- Oh, tu sei la signorina Cullen? – chiese il professore seduto alla cattedra. Niente male per un quarantenne.
- Si. – risposi.
- Accomodati. – in realtà avevo optato per rimanere in piedi, ma fa niente. Presi il primo posto che mi capitò davanti. Accanto a me c’era una ragazza dai capelli corti e rosso fuoco, con un piercing al naso completamente disinteressata alla lezione e a me che mi ero appena seduta accanto a lei. Non ero un tipo timido, è solo che me ne stavo per conto mio. Si, chiamatemi vampiro solitario.
La lezione passò in fretta, non parlai completamente con nessuno fin quando all’ultima ora prima della pausa pranzo capitai insieme ad un biondino dagli occhi azzurri.
- E tu sei..? – chiese sorridente.
- Kim, piacere. – gli porsi la mano.
- Niall. – rispose. – Sei nuova? – chiese.
- Si. –
- Da dove vieni? –
- Da Forks. –
- Mai sentito parlare. – sorrise.
- Un paesino degli Stati Uniti dimenticato da Dio. – sorrise d nuovo.  Quando la lezione finì, lui ne approfittò per venirmi incontro e chiedermi se volevo mangiare con lui, ma ripeto ero una tipa solitaria e preferivo stare da sola piuttosto che con un ragazzo sconosciuto.
- Ehi Kim! – Renesmee sventolava la mano per farsi notare. Ora che ci penso avrei preferito andare con il biondino piuttosto che con quella. La rossa si avvicinò a me tutta felice delle sue nuove conoscenze.
- Oh Kim amo questa scuola! – esclamò.
- Mi fa piacere per te. – dissi ironica.
- Perché non mi presenti il tuo amico? – chiese riferendosi a Niall. Roteai gli occhi.
- Niall lei è Renesmee. Renesmee, lui è Niall. – dissi velocemente.
- Tu saresti? – chiese il biondo
- Sua nipote! – disse. Ma era idiota o cosa? Le diedi una gomitata, poi risposi al posto suo. – Le piace scherzare. – finsi un sorriso poi mi dileguai insieme a lei.
- Certe volte non capisco che cosa hai in quella testolina. – dissi
- Scusami Kim a volte dimentico. – scusa un cazzo.

Mangiammo insieme a Emmet,anche lui nella stessa scuola. Mentre Renesmee parlava delle sue unghie, notai uno sguardo in tutta quella folla. Uno sguardo che avevo già visto. Dei occhi color smeraldo che si erano già scontrati con i miei color ghiaccio. Era un ragazzo ricciolino, abbastanza alto, magro e con degli occhi che facevano invidia a due smeraldi. Il problema era che non ricordavo minimamente dove l’avessi incontrato, nemmeno lontanamente.

Tornando a casa, una forte pioggia si scatenò nella metropoli di Londra e così mi bagnai tutta. Aprii velocemente la porta e maledico il momento in cui lo feci. Lui era lì. Bello come sempre,accidenti. Gli occhi piccoli e un po’ a mandorla, la pelle scura, le labbra carnose. Quelle labbra che avevo assaporato così tante volte. E quegli occhi che,Dio, mi ci perdevo sempre.
- Renesmee! – Jacob pronunciò il suo nome con felicità.
- Jabob!- immediatamente la rossa si fiondò sotto le sue possenti braccia.
-Che ci fai qui? – chiesi fredda e distaccata.
- Sono venuto a trovarvi. – disse staccandosi dall’abbraccio. Fu in quel momento che Renesmee ne approfittò per baciarlo intensamente sotto i miei occhi. Un proiettile al centro del cuore, ecco cos’era stato. Avevo un magone alla bocca dello stomaco e la gelosia prese il sopravvento in me.  Ma quand’è che mi decidevo a reprimere i miei sentimenti per sempre?
Me ne salii in camera, sbattendo i piedi con violenza.
- Kim? – si staccò Jabob dal bacio oppressivo e mi venne incontro. Peccato che io ero troppo veloce e in pochi istanti ero già in camera mia.
- Kim?- mi richiamò una seconda volta
- che vuoi? – sbottai.
- Volevo… solo sapere come stavi. –
-Bene. –
- Kim, con me non puoi mentire. –
- Ma chi sei tu per dirmi come devo stare? Piuttosto vai da Renesmee, ha bisogno di te. – dissi alzandomi dal letto.
- Kim! – mi fermò dal braccio, i nostri volti erano abbastanza vicini e questo mi faceva un certo effetto. – Non è colpa mia se ho avuto l’imprinting con Renesmee. Una  parte di me ama ancora te lo sai. – continuò guardandomi dritta negli occhi.
- Oh Jacob, finiamola entrambi. Ammetto di amarti ancora. Ti amo più di me stessa e forse questa lontananza mi farà bene. Sei uno dei pochi che ho amato veramente e credimi, quando amo lo faccio sul serio.  Dovrei darti l’addio definitivo. – dissi. E se proprio devo dirlo, si in quel momento avrei tanto voluto baciarlo. Scappai, come facevo sempre. Scappai perché non volevo affrontare la realtà. Scappai perché mi conveniva.
Sigarette,avevo bisogno di quello. Accompagnato con dell’alcool e una buona dose di sangue.
Camminavo senza sapere dove stessi andando, con il volto disperso. Il cielo si oscurò e io ero ancora in giro per le vie solitarie di Londra con una sigaretta che pendeva dalle mie labbra. Dovevo trovare una vittima che mi avrebbe sfamato. Non ero guarita, anzi non avevo nemmeno provato ad allontanarmi dal sangue  umano. Semplicemente avevo imparato a controllarmi senza uccidere le mie prede. Finalmente un uomo sui trent’anni svoltò l’angolo e bingo mi fiondai verso di lui.
- Salve. – dissi
- Ciao. – rispose
- Come mai da queste parti? –
- Sono venuto a buttare la spazzatura. E una minorenne che ci fa qui oltre il coprifuoco? –
- Avevo bisogno di una boccata d’aria. –
- Hmm… -
- Ora che ci penso, ho anche fame. – mi avvicinai a lui, lo guardai dritto negli occhi e lo soggiogai.
- Tu adesso mi darai un po’ del tuo sangue, e non ricorderai nulla di quello che sta per succedere. – in poco mi mostrò il suo collo e affondai i miei canini nella sua morbida pelle.
- Kim. – disse Edward spuntando di punto in bianco.
- Cosa cazzo vuoi? – dissi pulendo la bocca sporca di sangue.
- Lascia questo uomo. – lo lasciai privo di sensi, Edward lo portò a casa dopo aver curato le ferite e ritornò da me. Mi aveva scoperto ed io avevo paura della sua reazione.
- Kimberly, mi hai profondamente deluso. – cosa voleva? Ero un vampiro,cosa si aspettava? Non potevo nutrirmi con sangue di animale, era praticamente impossibile.
- So controllarmi, non sono come voi. 
- Andiamo a casa, farai i contri con Carlisle. – e scappai di nuovo, non volevo affrontarlo mi avrebbe sicuramente rinchiuso in cantina per punizione. Cosa che era già successa.
Edward mi raggiunge, mi bloccò e io mi iniziai a dimenare.
- Edward ti prego fammi scappare, non voglio tornare lì. Non voglio vedere nessuno di tutti voi. – lui mi abbracciò e io piansi. Sapevo che potevo piangere solo fra le sue braccia.
- Non sopporto più questa situazione,uccidimi. – continuai.
- Shh, non ti ucciderò. – sussurrò. Quando mi calmai tornammo a casa. Carlisle era furioso, incazzato nero. Cercò anche di picchiarmi ma John glielo impedì. Lui sapeva che riuscivo a controllarmi,lui credeva in me. Alla fine mi chiusero in cantina, mi legarono alla sedia. E io rimasi lì, con un amaro sapore in bocca, milioni di lacrime che dovevano rigare le mie guancie e un cuore spezzato a metà. 


 


salve a tutti! Scusate per la lunghissima attesa ma,ehi, adesso sono qui! Non sapevo mai quando aggiornare e scusate ancora. Spero che non mi avrete abbandonato e calcolerete ancora la storia:( Comuuuunque, qui Kim conosce Niall e purtroppo arriva Jacob. Kim è distrutta, che succederà nel prossimo capitolo? Siate sempre aggiornati lol io cercherò di non mancare <3
Un bacio,Carli. 

 

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Capitolo 4
*** Young blood ***


 

- Young blood –




 
-Kim?  - non alzai nemmeno gli occhi dal libro.
- Dimmi Niall. – diedi un morso alla mia mela.
- Mi chiedevo, se domani vorresti pranzare con me e i miei amici. – disse indicando i suoi amici nel tavolo di fronte.
- Certamente, Niall. – sorrisi
- Grazie Kim. – il biondino mi fece l’occhiolino.
Dopo circa cinque minuti, dal tavolo dei ragazzi si alzò uno di loro. Basso, occhi celesti, capelli castani e leggermente all’insù. Si avvicinò a me e mi parlò.
- E così tu e Niall siete compagni,eh? –
- Esatto. – aveva uno sguardo furbo.
- Immagino quanto lui parli! –
- Immagini bene! Non fa altro, però è simpatico. – il ragazzo rise.
- Ti dispiace se mi siedo qui? – chiese
- Fai pur… - non ebbi il tempo di finire la frase che Emmet mi raggiunse.
- Ehi amore! – mi diede un bacio nella guancia mettendo un braccio nelle mie spalle. Il ragazzo si sentì in imbarazzo.
- Ehm, è meglio che vada. – disse
- Aspetta. – risposi – Non so il tuo nome. – sorrisi.
- Louis. Louis Tomlison. – poi raggiunse la sua combriccola.
Appena se ne andò del tutto, io ed Emmet ne  approfittammo per scoppiare in una fragorosa risata.
-Pensi che ci abbia creduto? – chiesi, ma le mie parole erano soffocate dalla mia risata.
- Si,hai visto com’è sbiancato? – Annuii. Nel frattempo Reneesme fece la sua entrata in scena con le sue nuove amiche.
 
Entrai in classe, era la penultima ora e avevo letteratura. Non conoscevo nessuno in quell’aula. Mi sedetti accanto una ragazza felice di fare nuove conoscenze.
- Ehi! – mi salutò raggiante.
- Ciao!- sorrisi. Mi stavo aprendo di più con gli umani.
- Sei la nuova ragazza? – chiese
- Si e tu sei?
- Allison Hood. –
- Piacere Kim Cullen. –
-Ho sentito parlare di te. – disse
- Davvero? – eppure non avevo fatto grandi cose per essere notata.
- Si. –
- è una cosa positiva immagino. –
- Oh si, specie se diventerai amica stretta di Niall Horan e tu sei nella buona strada. –
- Vorresti dire che Niall è il ‘popolare’ della scuola? – Quanto odiavo questo genere di categorie.
- Esatto, lui e il suo gruppo. Hanno tantissime ragazze ai loro piedi. Oggi ho visto che Louis ti ha parlato. –
- Oh si… - dissi – Ma come mai sai tutto di tutti? – continuai.
- Faccio parte del club di giornalismo, devo ‘informarmi’ sui popolari. E poi la voce gira qui. – la lezione iniziò e Allison smise di parlare. Credo che saremo diventate amiche, ma parlava troppo.
 
Il giorno dopo, appena suonò la campanella per avvertirci della pausa pranzo Niall mi accompagnò a posare i libri.
- Non sapevo fossi fidanzata. – disse
- Infatti non è così. – risposi
- Ma ieri a Louis è sembrato il contrario. –
- Stavamo scherzando, quello è mio cugino adottivo. – risi.
- E dire che ci avevamo creduto tutti. – rise anche lui. – Sai ora che ci penso non so molto di te. –
- Cosa vuoi sapere? – odiavo quando dovevo  parlare di me.
- Hai fratelli o sorelle?
-No, sono figlia unica. Tu?-
- Ho un fratello. – ci incamminammo per andare alla mensa. Era la prima volta che mangiavo con un gruppo. Appena arrivammo al tavolo fui accolta da sorrisini.
- Kim, loro sono Liam. – mi presentò un ragazzo di media statura, impostato, spalle larghe,una piccola cresta castana e dei piccoli occhi marroni. Labbra carnose e naso a patata. – Harry. – mi presentò il ragazzo che avevo già visto. Occhi profondi e verdi. Ricci marroni, alto e magro, onestamente aveva delle gambe da donna ma questo non toglieva il fatto che non era attraente.
- E infine Zayn. – quest’ultimo si girò di scatto e mi rivolse un magnifico sorriso. La pelle mulatta, la barbetta incolta che circondava le sue labbra rosee, gli occhi castani contornati da ciglia molto lunghe lo rendevano veramente un bel ragazzo.
-Noi ci conosciamo già! – esclamò Louis comparendo dalle spalle. Mi lasciò un lieve bacio sulla guancia. Ci sedemmo e mangiammo. Poi Liam iniziò a parlare.
-Stasera c’è una festa a casa di Sean, ci andiamo no? –
- E’ d’obbligo,amico! – rispose Louis.
- Vedremo. – disse Niall
- Ehi Kim, ti unisci a noi? – chiese Harry
- Se mia cugina viene con me volentieri. – risposi. So che non andavo d’accordo con Reneesme ma era l’unica amica che avevo a Londra.
La pausa pranzo finì e tutti tornarono nelle rispettive classi.

Girai la chiave più volte prima di aprire la porta e trovare Jacob poltrire nel divano. Era passata una settimana e ancora non si decideva a ritornare a Forks.
-Ehi Kim.  – mi salutò lui
-Ehilà. –
- come va? –
- bene tu? –
-bene. -  Reneesme entrò in casa e salutò il licantropo.
- Ehi ascolta. – dissi alla rossa
- Dimmi Kim. –
-Stasera c’è una festa,andiamo? –
- Certamente. –
Il tempo passò velocemente e arrivò l’ora di prepararsi. Edward era felice che uscissi e anche io lo ero.
Misi dei pantaloncini neri a vita alta, con sotto le calze nere. Maglietta dei Guns n roses e le mie amatissime dr martens nere. Accentuai i miei occhi con un po’ di mascara e una forte matita nera.
-Sembri uscita da tumblr. – ci scherzò sopra Edward.
- devo pur adeguarmi allo stile del ventunesimo secolo. – gli feci l’occhiolino.
Ci avrebbe accompagnato lui alla festa e non appena Reneesme fu pronta, partimmo. Quella sera volevo fare nuove esperienze, volevo assaporare il gusto della vita, volevo divertirmi. Edward ci lasciò davanti la casa in cui si svolgeva la festa e quando entrammo molte persone già si scatenavano. Mi lasciai andare e inizia a ballare, mi sentivo così libera e senza pensieri.  Molti ragazzi si avvinghiavano a me e io li lasciai fare. Tra tutta quella folla intravidi Niall e i suoi amici.
-Kim! – mi salutò lui.
- Niall! – ricambiai. Salutai tutti e ballai anche con loro.  Io,Niall e Zayn andammo a prendere da bere. Niall era già ubriaco,Zayn non del tutto,mentre io completamente no. Iniziammo a bere e un drink tira l’altro ci ritrovammo tutt’e tre ubriachi.
- Niall, lo vedi quel ragazzo che sta baciando mia cugina? – chiesi
- Si lo vedo. – rispose.
-Ecco lui, era il mio fidanzato un tempo. – dissi lacrimando. Ero ubriaca, potevo aspettarmelo.
- Mi dispiace Kim, sappi che ci sono sempre io se hai bisogno. - 
- Kim, non ti meritava. – disse Zayn. Sorrisi, era da poco che ci conoscevamo e già volevo bene a loro.
- Grazie Zayn. –
Sentii uno strano formicolio alla bocca e lo stomaco brontolava, brutto segno. Dovevo trovare un po’ di sangue altrimenti sarei scoppiata. Mentre mi raggiravo nei meandri di quella enorme casa, trovai una stanza apparentemente libera. Feci per aprire ma mi bloccai vedendo Harry avvinghiato al collo di una ragazza. Il sangue colava dalla sua bocca e una voglia irrefrenabile di sangue mi prese. I miei occhi diventarono da subito neri e delle vene si formarono attorno gli occhi. Stavo per entrare nella camera per nutrimi della ragazza ma qualcuno mi tirò dai fianchi. Ubriaca,caddi addosso a colui che mi avevo appena preso.
- Scusa. – risi non notando che fosse Jacob.
-Oh sei tu. – continuai
-Si e tu sei ubriaca, forza andiamo a casa. –
-Jacob. – dissi puntando il pavimento con lo sguardo.
-Kim,tutto ok? – rivolsi lo sguardo a lui e notò che niente andava bene. Avevo bisogno di sangue se no avrei fatto a pezzi qualcuno.
-Tieni Kim. – mi diede il polso, lo morsi e bevvi il suo sangue caldo.
- non dirlo a Reneesme. – disse –Sai lo scambio di sangue è una cosa abbastanza intima. – continuò.
Quando mi staccai tutto ritornò alla normalità, certo io ero sempre ubriaca. Uscimmo da quella casa poi andammo per il centro della città ancora pieno di gente alle 2 di notte. Ritornammo a casa che erano le quattro di notte,prima che Jacob andasse a dormire lo richiamai.
- Ehi,grazie. –
- di nulla Kim, buonanotte. –
Bevvi due caffè prima di vomitare tutto e mi sentì decisamente meglio, poi andai a dormire anche io.
I ricordi di quella serata furono vaghi ma una cosa che mi rimase impressa fu vedere Harry succhiare sangue. Di una cosa ero certa,era un vampiro anche lui. 




Salve ragazze, scusate per il ritardo ma non ho avuto proprio tempo:)
Beh che dire,ringrazio tutte quelle che hanno recensito nei capitoli precendenti
mi fa piacere che vi piaccia la mia storia:)
bene qui vediamo che Kim socializza con i ragazzi ma il problema del sangue persiste ancora!
Spero che il prossimo capitolo arriverà a breve, intanto questo è il trailer:
 http://www.youtube.com/watch?v=-V4tcZoQMhA&feature=youtu.be
 

un bacio,Carli:*

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Capitolo 5
*** Oblivion ***



 
- Oblivion - 

Con il tempo si comprende tutto. Tutte le tue domande,con il tempo, troveranno delle risposte. Tutte le tue incomprensioni,con il tempo, le capirai. E con il tempo io avevo capito che tutti i mostri sono negli umani. Noi uccidiamo, è vero, ma loro con le parole lo fanno ancora di più.
Marzo passò in fretta e la primavera sbocciò, tranne qui a Londra. Cielo sempre grigio e giornate piovose. A volte nevicava pure. Era un sabato mattina quello ed io mi alzai lentamente dal mio letto. Finalmente Jacob se ne andò lasciando Reneesme con un amaro in bocca e francamente anche me. La sera prima che se ne andasse successe un fatto insolito.
- promettilo. – sussurrò con le mani delicatamente poggiate sui miei fianchi.
- prometti cosa? – risposi
- prometti di non dire a nessuno quello che sto per fare. – disse. Sentivo il suo respiro affannato contro le mie labbra.
- Jacob… per favore. – cercai di respingerlo ma non ci riuscii. Aveva i suoi occhi piccoli e scuri puntati sui miei. Iniziò un gioco di sguardi che parve durare all’infinito. La realtà dei fatti era che se non ci fosse stato l’imprinting, lui sarebbe stato ancora innamorato di me.
- mi dispiace per tutto, lo so che hai bisogno di me. – disse stavolta poggiando la sua mano nella mia guancia destra, puntando a sua volta i suoi occhi verso le mie labbra. Il contatto con le sue labbra fu leggero e svelto: entrambi sapevamo che stavamo sbagliando. Nessun bacio passionale, nessuna parola.
- Buonanotte Jacob. – dissi prima di salire in camera.
Certo che fu strano,ma ormai dovevo arrendermi. Io con Jacob non dovevo più averci a che fare.

Come stavo dicendo, quella mattina mi alzai ancora stanca per la notte precedente – io e un altro gruppo di vampiri andammo in giro per i locali e non vi nascondo quanto sangue abbia succhiato - 
- Dove sei stata ieri? – domandò pimpante Emmet piombando sul mio letto.
- In giro. – dissi
- Con chi? – chiese.
- Oh andiamo,smettila con queste domande. Lo so che sei stato mandato qui da Carlisle. –
- Evidentemente qualcuno non si fida di te… Coraggio su cosa hai fatto ieri? –
- Ho bevuto,tanto. Ho anche fumato erba se lo vuoi sapere. – sbarrò gli occhi. – Sto scherzando idiota. – continuai
- Ah ecco. – tirò un sospiro di sollievo. – Scendi principessina che la colazione è pronta. – disse.
Misi addosso una vestaglia e scesi giù a bere qualcosa.
-Ehi. – sussurrò appena Reenesme. Cosa voleva da me?
- Buongiorno. – dissi a mia volta.
- Ti servirebbe un correttore per coprire quelle occhiaie. – ridacchiò. Stavo per dire la mia ma non ebbi il tempo poiché Edward ci interruppe.
- Posso parlarti un attimo? – chiese. Avevo paura. Avevo paura che qualcuno scoprisse ciò che avevo fatto la notte scorsa. E per qualche strano motivo credevo che lui sapesse già tutto. E la paura aumentava, così come il mio respiro irregolare. L’ansia cresceva.
- Dimmi. – risposi.
- Da soli. – e un altro tuffo al cuore partì. Andammo in cucina, sembrava che quel posto fosse fatto apposta per le ramanzine.
- Allora…? – chiesi ansiosa.
- Che hai fatto ieri? –
- Sono uscita. – in quel momento smisi di pensare,altrimenti avrebbe letto i miei pensieri.
- Lo so che sei uscita. Volevo sapere cosa hai fatto. – deglutì rumorosamente.
- Cose che fanno gli adolescenti di oggi, Edward. – mai come in quel momento avevo così tanta paura di lui.
- Quante persone hai ucciso? –
- Neanche una. – ed era la verità. Io non uccidevo chiunque, io bevevo sangue dal loro collo e poi li salvavo dandogli il mio sangue. Io avevo autocontrollo e loro non lo volevano capire.
-  Quanto sangue umano hai bevuto? –
- Parecchio. -  gli sputai in faccia la verità,io non ero in grado di dire bugie. – Ma Edward per favore. – dissi – Non dirlo agli altri. – continuai.
- Va bene Kim ma devi smetterla. –
- No Edward  io non la smetterò mai. Io ho autocontrollo, non uccido qualcuno da almeno 20 anni.- 
- Ok, mi fido di te. La conversazione finisce qui. – e menomale. Andai di nuovo in camera e mi buttai a peso morto nel letto. Presi il telefono e iniziai a scorrere la rubrica. Digitai il numero di Allison.

- Pronto? – rispose la bionda dall’altra parte della cornetta
- Ehi Alli, avevo voglia di fare un giro sei disponibile? – chiesi
- Ma certo. – Allison era sempre contenta di uscire con me, forse perché grazie a me aveva l’occasione di avvicinarsi sempre di più a Niall, dato che aveva una cotta per lui da mesi.
- Mi vesto e arrivo. – chiusi la chiamata per prima. Mi vestii velocemente, poi avvertii gli altri dicendo che sarei uscita e chiamai un taxi. In dieci minuti fui davanti la residenza Hood. Bussai e la madre di Allison mi accolse calorosamente con una teglia di muffin in mano. Salii al piano di sopra dove era rintanata Allison e la trovai in bagno con la porta aperta intenta a mettersi un filo di trucco.
- Perché ti stai truccando? Tranquilla Niall non lo incontriamo oggi. – ridacchiai pensando alla volta in cui entrambe uscimmo struccate,in tuta e uggs per affittare un film e vi trovammo Niall.
- Dopo quella volta mi truccherò sempre. – rispose.
- Sei la solita idiota. – dissi – ma ti accetto lo stesso. – continuai. Allison era la mia unica amica lì. Era la ragazza più petulante e pignola del mondo però le volevo bene. Eravamo così diverse ma così uguali. Ovviamente lei non sapeva del mio segreto e non avrebbe mai dovuto saperlo. Conoscendola lo avrebbe detto in giro come se fosse una cosa da niente e la gente l’avrebbe presa per pazza. Uscimmo con una voglia matta di frappé, allora ci dirigemmo al primo Starbucks della zona.
- Che hai fatto ieri? Sai io sono stata ad una cena con i miei genitori. Non puoi capire la noia! Erano tutti snob, ricchi e presuntuosi! Mi stupisco come mio padre  possa frequentare certa gente. – disse sorseggiando la sua bibita.
-  C’erano tipi carini? – chiesi per deviare la domanda che mi era appena stata fatta.
- Hmm si! Il figlio del collega di mio padre… Un certo Aaron. – rispose.
- Bene,avrai fatto sicuramente colpo. – risposi disinteressata
- E tu invece che hai fatto? – richiese.
- Ma niente sono uscita con un gruppo di amici. –
- Chi? –
- Non li conosci,sono più grandi. –
- Chi sono? –
- Ti ho detto che non li conosci! – sbottai. – Ok scusa. – rispose lei. Per un attimo mi sentì in colpa per averla trattata in quel modo.
Per il resto della mattinata andammo in giro per i negozi e poi con un  taxi andammo al vicolo affiancato dal bar dove tutti quelli del nostro liceo andavano. Lì trovammo Niall, Zayn ed Harry.
- Ciao a tutti. – diedi un saluto generale mentre Allison diede un bacio a tutt’e tre.
- Alli, ti dispiace se vado a fumare? – dissi
- no affatto vai. –

Andai per fumare ma Zayn mi fermò chiedendomi se avevo da accendere e con la scusa mi fece compagnia.
- L’altra sera ero ubriaco vero? – chiese aspirando il fumo e facendolo uscire dal naso e dalla bocca.
- Si e lo ero anche io. – risposi distaccata intenta ad  aspirare.
- L’unico lato positivo è che ho rimorchiato. – disse.
- Buon per te, io ero troppo occupata a piangere per il mio ex. – confessai.
- Ah si questo un po’ me lo ricordo. – abbassai lo sguardo con la scusa di fare cadere la cenere.
- Ti ha lasciato per tua cugina. Non ti merita proprio. – disse.
- Chissà quante volte hai fatto tu questo gioco con le ragazze. – risposi.
- Beh ma solo con le ragazze a cui non tengo. –
- Ma lo fai lo stesso. – dissi. In quell’esatto momento vidi uscire dal bar Harry con un’aria da fuggiasco, come se avesse appena compiuto un crimine. Il sangue nel lato della bocca mi fece capire tutto.
- Scusa Zayn ma dovrei fare una cosa. ci vediamo… in giro si. – e mi dileguai in pochi secondi. Avevo deciso di seguirlo.

Non lo persi di vista neanche un secondo. Una volta che eravamo abbastanza isolati, in un vicolo dove neanche un gatto sarebbe passato decisi di aprire bocca.
- Harry. – si girò di scatto.
- Non dovresti essere qui. – disse con un leggero panico. Era questo il mio dono: riuscivo a capire tutti i sentimenti che la gente provava.
- E perché? – recitai la parte dell’umana ingenua. Sapevo che era diretto al covo dei vampiri.
- Beh perché… - boccheggiò qualche secondo – perché c’è gente strana qui. Faresti meglio ad andare. – disse.
- Ma io non voglio andare. – forse riusciva ad intuire qualcosa.
- Perché mi hai seguito? – chiese
- Io so cosa sei. – dissi.
- Come lo sai? – chiese sbarrando gli occhi.
- Perché lo sono anche io. -  Harry deglutì rumorosamente, poi sorrise.
- Finalmente qualcuno come me. – ed entrambi entrammo in quel covo.
 

Salve gente!
Scusate per il ritardo colossale, mi dispiace tantissimo! Il fatto è che non  avevo ispirazione! Spero almeno che non mi abbandoniate e che nonostante il ritardo continuiate a seguire la storia. Volevo approfittare per dirvi che di Twilight ci sono i personaggi, mentre per la descrizione dei vampiri mi sono ispirata a quelli di The Vampire Diaries. 
Non so quando scriverò il prossimo capitolo ma spero presto. 
Se non ci vediamo, Buon Anno!
Un bacio, Carli:*
 

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