Yeah,I'm in love and love hurts

di Muchlove9
(/viewuser.php?uid=297080)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1~INTRODUZIONE~ ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1 : This is a start of something of beautiful ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: the expected turning point ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Goodbye Italy! ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Hi, my name is Chelsie ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Hi, my name is Eleanor ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 :bullying shit ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Bullying shit part 2 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8:Why me? ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: Bring me a piece of blue ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: Just give me a reason ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11: What I’ve done? ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12: Let’s get high ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13: I need to talk with someone. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14: I'm sorry. ***



Capitolo 1
*** 1~INTRODUZIONE~ ***


Chelsie era un’adolescente italiana di 17 anni, molto semplice. Viveva in un paesino non molto lontano  da Venezia.
Non poteva considerarsi una poveretta senza amiche , no, di amiche ne aveva e anche molte, il problema per lei era avere amici maschi, con loro non riusciva a relazionarsi, non sapeva il motivo ma per lei era difficile anche solo salutare uno di loro.
C’erano molte cose che non le andavano esattamente  a genio di se stessa. Il problema principale era il suo corpo. Era una ragazza con problemi di autostima, c’erano giorni in cui non riusciva nemmeno a guardarsi allo specchio senza che una lacrima silenziosa le rigasse le guance.  Certo, era anche vero che non aveva esattamente un fisico da modella, erano dei chili di troppo che la facevano sentire inutile. Lo scopo della sua giornata era cercare di essere più invisibile possibile, era sempre silenziosa con le cuffie nelle orecchie, anche a scuola appena ne aveva la possibilità si rintanava nei suoi pensieri, non curandosi di ciò che le stava attorno. Il secondo problema più grande era la sua immensa timidezza e il fatto che bastasse anche un solo abbraccio per farla innamorare di un ragazzo, bastavano semplicemente un paio di attenzioni in più di quanto le donassero le altre persone.
Due persone conoscevano ciò che provava e ciò che pensava: Le sue 2 migliori amiche.
Eleanor era la sua migliore amica dalla prima media, riusciva a capirla perché anche lei aveva più o meno i suoi stessi problemi. Era una ragazza spiritosa sempre in grado di far ridere Chelsie. Aveva dei bellissimi capelli color castano chiaro tendente  al dorato. Dei delicati occhi marroni e uno splendido sorriso. La sfotteva sempre, ma era il suo modo di dirle che ci teneva.
Rafaela era la sua migliore amica dalla prima superiore. Chelsie sentì che sarebbero state amiche appena la vide entrare in classe , il secondo giorno di scuola, in ritardo. Era una ragazza albanese, molto carina con i capelli di uno strano colore quasi arancione provocata da un trattamento all’acqua ossigenata fatto in casa un mese prima dell’inizio della scuola. Aveva dei grandi o occhi neri, molto espressivi, che odiava. A Rafaela piacevano molto quelli di Chelsie, azzurri come l’oceano, e francamente anche alla diretta interessata piacevano, era l’unica cosa che le piaceva.
Chelsie era molto attaccata alla musica, era l’unica cosa che la faceva stare bene. La faceva piangere quando ne aveva bisogno o al contrario, la faceva sentire felice. Ascoltava molti generi diversi: Dal pop a rock, dalla musica acustica al rap. Dal teen pop all’ altrenative metal.

Ma c’erano un ragazzo e una band che la facevano stare bene: Ed  Sheeran, quel cantautore inglese dai capelli color carota e quegli occhi così limpidi e profondi che la faceva emozionare sempre e comunque. Poi c’erano i Linkin Park, quella band così importante che riesce sempre a tirare fuori da grinta di affrontare la vita da ogni parte del suo corpo. In particolare ammirava Chester Bennington, che dopo tutto quello che ha passato era in grado di vivere felice e se lo meritava.

Eccoci.
Allora, intanto, chiedo subito scusa se non vi è piaciuta*simettelemanidavantiagliocchi* è la prima cosa o per meglio dire obbrobrio che scrivo in questo sito, anzi che scrivo in assoluto LOL Spero almeno che a qualcuno sia piaciuto c.c Continuerò presto, forse sta sera o domani boh
Mi piacerebbe che chi legge questa “cosa’’ scriva una recensioncina *falafaccinadacucciolo*
Un bacio  Muchlove9 xx

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** CAPITOLO 1 : This is a start of something of beautiful ***


HOLAA GENTE!!!!! Come va? Okay, so che il prologo non c’entra con i One Direction ma in questo capitolo, forse, riuscirete già a capire  cosa succede a Chelsie per farle conoscere quei 5 ragazzi. Anyway, mi scuso se non l’ho detto prima ma questa storia (se così si può chiamare) non descrive i One Direction come una boy band famosa in tutto il mondo ma bensì come 5 migliori amici, ovviamente con le loro caratteristiche originali. So che non sarà il massimo, ma spero vi piaccia! Muchlove9 xx

 

 

 

CAPITOLO 1 : This is a start of something of beautiful

 “I lost my way

Oh baby this stray heart

Went to another

Can you recover baby?’’

 

Quella mattina Chelsie sì svegliò con ‘’stray heart’’ dei Green Day.

Era particolarmente felice e il suo intuito diceva che qualcosa di bello stava per succedere, ma il suo intuito non era dei migliori così lasciò perdere. Si siresse in bagno e si fece una docca veloce. Tornò nella sua semplice cameretta, aprì l’armadio, prese un paio di normali e monotoni jeans e una maglia a caso. Era una maglia bordeaux decisamente larga per lei ma le piaceva proprio per quello. Era una giornata particolarmente fredda per essere nei primi giorni d’aprile, così decise di indossare anche una felpa nera anch’essa spropositamene larga .

‘Yo, Yo, Yo  ecco  Chelsie Killa qui solo per voi popopooo!’ Pensò guardandosi allo specchio ridendo.

Sì piastrò leggermente i capelli e mise un filo di ombretto marroncino e una linea di matita sfumata leggermente nella parte finale dell’occhio, applicò un po’ di mascara sulle ciglia, un po’ di fondotinta chiaro, come la sua pelle ed era pronta. Afferrò la borsa e si diresse in cucina.

-Ciao mamma!- esclamò

-Ciao- Rispose semplicemente la madre donandole un piccolo sorriso.

-noto che sei particolarmente felice, oggi!- continuò.

- Sì? Beh, in effetti lo sono.- Rispose, chiudendo la conversazione. Per poi portare alla bocca la tazza di thè fumante che teneva in mano. Si alzò dalla sedia in cui era seduta e uscendo dalla porta salutò la madre. Ci volevano una ventina di minuti circa per lei arrivare alla fermata del pullman, e un’altra ventina di minuti ad arrivare a scuola, sempre se la strada non era trafficata.

Arrivò a scuola in perfetto orario. Quelle sei ore passarono velocemente tra una risata, una chiacchera e anche qualche nota per i suoi compagni.

Il pomeriggio, appena uscite da quella specie di prigione, Chelsie e Rafaela decisero di non tornare a casa ma di vagare un po’ per i negozi di quel paesino in cui si recavano tutte le mattine per andare a scuola. Dopo aver avvisato i propri genitori, si recarono in uno dei tanti bar del centro, consumarono un panino al volo e iniziarono a vagare per quelle strade affollate.

-Sono a casaa!- Urlò per farsi sentire.

-Ehi, ciao tesoro- la salutò la madre seduta sulla poltrona.

Non ricevendo alcuna risposta Continuò: -ti sei divertita?-

-Sì mamma.-

-Bene, siediti qui. Devo disti una cosa… Visto che sei sempre disponibile ad aiutare e non esci mai…-

Chelsie cercò di controbattere ma venne fermata dalla madre.

-No. Lasciami parlare adesso.-

-Okay..- Rispose la ragazza.

-Io e tuo padre abbiamo deciso di farti un regalo.- disse consegnandole una busta ingiallita.

Chelsie pensò alla solita cavolata, che erano soliti fare i suoi genitori per dimostrarle che le volevano bene, ma che per lei non avevano molto valore. Era una caratteristica appartenente maggiormente a suo padre chea sua madre, infatti era lui quello che le comprava le scarpe e i vestiti che costavano di più, per cercare di colmare il vuoto nel loro rapporto creato dalla sua assenza per il lavoro.

Chelsie si apprestò ad aprire quella busta.

Gli occhi iniziarono a pizzicarle e sussurrò: T- ti voglio bene mamma.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2: the expected turning point ***


HEY, HEY,HEY! Come state gente?

Allora, I primi capitoli, e anche una parte di questo erano più per farvi capire che tipo è Chelsie, da qui inizierà più o meno la vera e propria storia. Perdonate eventuali errori grammaticali in questo, nei precedenti e nei prossimi capitoli. Ho cercato di farlo leggermente più lungo degli altri, ma il fatto è che in word un capitolo sembra la divina commedia e poi, quando lo carico su EFP viene fuori una cosa simile a 10 righe LOL Okay, smetto di annoiarvi con le mie cazzate…  Spero vi piaccia

Muchlove9

 

 

Capitolo 2: the expected turning point

Chelsie si apprestò ad aprire quella busta.

Gli occhi iniziarono a pizzicarle e sussurrò: T- ti voglio bene mamma…

 

Chelsie afferrò con delicatezza il contenuto della lettera.

Un biglietto di  andata e ritorno per Londra.

-Dio mamma, non… non so che dire… io…- Balbettò.

- Guarda meglio nella busta… è rimasto qualcosa… Devi leggerla in camera tua però… io non ceno, non mi sento bene…- Disse sua madre alzandosi dalla poltrona a fiori in cui era seduta.

“Come se fosse una novità” Pensò Chelsie facendo una smorfia. Sua madre, infatti, aveva dei problemi alle reni, fin da adolescente, che la costringevano a prendere almeno una manciata di pastiglie, senza contare le dosi giornaliere di cortisone. Tutto questo le indeboliva le difese immunitarie, le bastava davvero poco per  ammalarsi e, almeno 2 o 3 volte al mese, stava male con rigurgiti e febbre alta.

Chelsie se n’è sempre presa cura come se i ruoli fossero invertiti. Non ricordava un periodo della sua vita in cui, magari anche solo per un giorno non faceva l’adulta prendendosi cura della madre che a volte arrivava a piangere dal dolore che provava, sia fisico che emotivo. Chelsie si limitava ad abbracciarla e a rassicurarla con dei “guarirai presto”, “tranquilla, andrà tutto bene”. Oltre a questo, mentre la madre stava male, doveva occuparsi della sorella più piccola, con la metà dei suoi anni. Ricordava che la abbracciava e le cantava delle canzoncine stupide coprendole le orecchie con le mani per nascondere i versi della madre mentre dava di stomaco.

Quando la ragazza pensava a queste cose, aveva come dei flash e rivedeva se stessa nelle azioni da lei compiute. Quando succedeva Chelsie  ringraziava il cielo che tutto ciò durasse al massimo 3 giorni.

Si ‘’sveglio’’ dalla trance dei suoi pensieri accorgendosi di non aver ancora letto la lettera. Corse nella sua camera. Prese la cuffie e l’ipod impostando la riproduzione casuale. Il caso optò per “This” di Ed. Esattamente la canzone di cui aveva bisogno.

“This is start of something beautiful

This is start of something new

You are the one that make me loose it all

You are the start of something new”

Un leggero sorriso prese forma nelle sue labbra rosee, poi le sue dita si apprestarono ad aprire quel piccolo foglio, anch’esso ingiallito come la busta, piegato a metà.

Venezia,4 marzo 2013

Ciao piccola.

Sei curiosa, vero?

Sappi che abbiamo fatto tutto per vari motivi, ma quello più importante e questo:

Tu non fai come abbiamo fatto sia io che tuo padre alla nostra età.

Tu non hai mai detto ‘’ vado a casa di questa mia amica a guardare un film’’ o altre cavolate, per poi magari andare ed una festa o in discoteca. Non ci hai mai mentito in cose del genere. Tu sei quel genere di ragazza che racconta tutto ai propri genitori, o quasi. Dico quasi perché se ci dicessi tutto avremmo, come minimo, un’ idea del perché non fai queste cose, come le ragazze normali. (okay, questo me lo ha fatto scrivere tuo padre, sai come la pensa. Lui, con il suo lavoro vede tutti i giorni ragazzi della tua età che escono la sera e si divertono e vorrebbe che anche tu fossi così, eppure, fatica a lasciarti uscere se gli viene chiesto, e questo mi irrita, a volte.) Comunque, abbiamo pensato a questa specie di scambio culturale, per dare una “scossa’’ alla tua vita. Domani mattina ti darò il foglio in cui ci sono scritte tutte le informazioni del posto dove andrai, l’esatto giorno del volo del ritorno ecc. non preoccuparti, in caso lo perdessi l’agenzia in cui abbiamo prenotato il tutto ha informato la famiglia che ti ospiterà le stesse informazioni del foglio.

Ti voglio bene.

Mamma

Ps. Mi ero  scordata di dirti che durante questi 5 mesi non sarai completamente sola, verrà pure Eleanor, considerando che anche lei ha le tue stesse caratteristiche, i suoi genitori hanno preso la nostra stessa decisone. Ah, inoltre partirai domani, sul tardo pomeriggio, il tempo di fare le valigie (il che significa che domani non andrai a scuola)

I suoi occhi erano felici, pur contenendo una punta di rabbia.

I suoi genitori erano conviti di sapere tutto di lei, ma non era esattamente così.

Lei fumava, non sempre , ma lo faceva.

Lei a volte beveva, non sempre, ma lo faceva.

Lei, ha litigato con la sua, al momento, ex migliore amica, perché ormai era diventata toppo piena di sé.

Lei ha provato a tagliarsi, ma grazie al buon senso che le era rimasto o alla paura non è successo.

Loro erano conviti di conoscerla ma di  lei non sapevano nulla.

“Al diavolo!” Pensò Chelsie. “è pur sempre Londra! Fanculo a quello che pensano!” 

Si tolse le cuffie dalle orecchie e si accasciò sul suo adorato letto abbracciando il cuscino.

La mattina dopo…

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3: Goodbye Italy! ***


Capitolo 3:  Goodbye Italy!

“Al diavolo!” Pensò Chelsie. “è pur sempre Londra! Fanculo a quello che pensano!” 

Si tolse le cuffie dalle orecchie e si accasciò sul suo adorato letto abbracciando il cuscino.

La mattina dopo la ragazza si svegliò verso le sei di mattina com’era di consuetudine per lei, fece una veloce colazione e iniziò a preparare le valigie.

Qualche ora dopo Chelsie era ancora alle prese con i vestiti.

“Buongiorno amore mioo <3 Come mai non sei a scuola?” Rafaela le aveva inviato una messaggio.

“ Hola amore <3 Indovina?” Fu la risposta di Chelsie.

“Che è successo?” Le chiese l’amica.

“Vai in bagno che ti chiamo e ti racconto!”

 “Via libera, puoi chiamarmi.”

Chelsie si affrettò a comporre il numero di Rafaela e le raccontò ogni singola cosa.

-Mio Dio amoree! Sono così felice per te! Io invece dovrò sorbirmi ore e ore in questo schifo. Mi raccomando portami un souvenir!-

- Certo amore, me lo ricorderò, mi mancherai tantissimo tesoro!-

- Sì anche tu, amore. Mi chiamerai ogni tanto, vero?-

-Mi sembra giusto!-

-Beh, ora torno in classe, ci sentiamo piccola, ti voglio bene!-

-Pure  io amore. Ah, salutami tutti!-

-Certo. Love you!-

-Love you  too-

Chelsie chiuse la chiamata e Rafaela iniziava a mancarle già.

Si apprestò a finire le valigie e le arrivò nuovamente un messaggio, questa volta proveniente da Eleanor .

“Mon amour, fra un’ oretta arrivo da te,  e poi, tua mamma ci porta in aeroporto. Ah, ci accompagna anche mia madre (: “

“a dopo bellessa :3”

 

Eleanor non tardò ad arrivare con dietro 2 valigie che portò a fare compagnia alle 2 di Chelsie, nel bagagliaio della macchina di Marie, la madre di Chelsie.

Le due ragazze partirono con le proprie madri verso l’aeroporto.

In circa due ore erano nell’atrio dell’ aeroporto a fare i check-in, salutando per l’ennesima volta le loro madri, quasi commosse.

Un’ora dopo le chiacchere delle due, in sala d’attesa vennero interrotte dal messaggio registrato che avvertiva che i passeggeri diretti a Londra dovevano

avvicinarsi all’imbarco.

-Mio Dio El, stiamo per andare a Londra!-

-Già.-

-Che c’è?-Chiese Chelsie notando la poca allegria di Eleanor.

-Credo che certe persone non conoscano le parole ‘acqua e sapone’ LOL- Disse guardando il signore sulla cinquantina, sedutole affianco per poi scoppiare in una fragorosa risata.

-Preghiamo i signori passeggeri di allacciare le cinture, l’aereo è in partenza.- La voce del pilota uscì dagli auto parlanti posti sopra i sedili, seguita dal rombo causato dai motori in accensione.

L’aereo decollò, per la gioia di Eleanor e Chelsie.

Le due ragazze passarono le ore seguenti a fare foto al paesaggio fuori dal finestrino, ascoltando musica. Entrambe stanchissime avevano anche tentato di riposare, senza successo. Troppa adrenalina.

Chelsie stava per addormentarsi quando la voce del pilota che avvisava che erano giunti a destinazione con successo  interruppe il sogno che stava per cominciare nella sua mente.

-Finalmente!- esclamò Eleanor esultando poiché non avrebbe più sentito russare il suo vicino di posto.

Chelsie rise nel vederla così realmente sollevata. Le due si affrettarono ad uscire da quell’aereo che le aveva scortate nella loro città preferita e sconosciuta.

Passate dal check-out e nel ritiro bagagli le due si inoltrarono per le vie di Londra in cerca delle due case che le avrebbero ospitate per i seguenti 5 mesi.

 

Salve-salvino bellezze!

Come state? Io bene (: Comunque, che ne pensate di questa… cosa? Ahaha spero vi sia piaciuta. A me non convince, ma non trovavo altri modi per fare andare ste due poverette a Londra LOL questo è il  meglio che mi è venuto in mente.

 Ah, mi scuso anche per aver aggiornato così in ritardo è che con l’inizio della scuola, e domani mi danno la pagella c.c insomma, dovevo recuperare un sacco di 4 LOL  I

Per quanto riguarda il prossimo capitolo, cercherò di aggiornare il prima possibile.

Una domandina… Secondo voi, dove manderò ad abitare Chelsie ed Eleanor? (staranno ognuna in una casa diversa, ma comunque vicine, quindi ad ognuna un ragazzo diverso LOL). Se volete, potete scriverlo nella recensione, ovviamente solo se la volete fare :3 Okey, adesso la smetto di rompere le scatoline, shiiiaooooo bellesssseeee

 




Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 4: Hi, my name is Chelsie ***


CIAO, CIAO, CIAO, CIAO, CIAO, CIAO, CIAO PRINCIPESSA! (?)

Okay, come state bellezze? Eccomi a rompervi le scatole con il mio capitolo, questa volta ho davvero cercato di farlo più lungo, e dico già che riguarda maggiormente Chelsie, il prossimo riguarderà soprattutto Eleanor.

Mi scuso per ogni eventuale errore e  ovviamente ringrazio tutte quelle che recensiscono, mettono la storia tra le seguite, tra le ricordate, tra le preferite e anche chi la legge e basta :3

 So che dovrei nascondermi ma vabbè. So anche che ho continuato in ritardo e mi dispiace, ma boh.. ho avuto tanti impegni con la scuola ed il resto, e speravo che mi venisse qualche idea decente, ma il fatto è che le idee mi vengono solo se inizio a scrivere LOL                                                                                

Mi scuso anche per le parolacce, se vi danno fastidio non esitate a dirmelo e vi prometto che nei prossimi capitoli non ci saranno più.

Okay, ora vi lascio con la mia cacchina :3

Muchlove9

 

Capitolo  4: Hi, my name is Chelsie

 

 

Passate dal check-out e nel ritiro bagagli le due si inoltrarono per le vie di Londra in cerca delle due case che le avrebbero ospitate per i seguenti 5 mesi.

 

-Ecco, dovrebbe essere questa la casa della famiglia che mi ospiterà.- Affermò Eleanor titubante.

-Cazzo.-Sussurrò Chelsie, mandando al diavolo la sua finezza.- Ma è una fottuta villona!- Esclamò poi, sgranando spropositamene i suoi occhi blu.

L’amica annuì, senza proferire parola.

-E, poiché la fortuna mi ha baciato senza lavarsi i denti, sono sicura che io mi ritroverò in una catapecchia, con un ubriacone e un cane con le pulci!- Scommise la mora.

-Io non credo, prova a girarti un attimo invece di dire cazzate.- Tagliò corto Eleanor che fissava incredula la villa alle spalle di Chelsie. -Se sono capace di leggere un cazzo di foglio, e io so leggere, abiti qui..- Continuò sussurrando.

Chelsie si voltò con cautela, non una parola usciva dalla sua bocca. Il suo cervello non era in grado di concepire una frase davanti a quella confortevole ed imponente struttura color panna.

-C-credo che starò b-bene qui..- Balbettò ancora stupita.

-Okay…credo sia ora di entrare,  siamo ferme qui da un po’, e prima una vecchina di passaggio ci ha guardate male..- Disse leggermente imbarazzata la bionda.

-Giusto.. Ma.. c-c’è un piccolo problema.- Comunicò Chelsie.

-Ossia?-

-Ho troppa scaga.. non riesco nemmeno a muovermi…-

-Oh signore! Dai muovi il culo, idiota!- Disse decisa Eleanor spingendo l’amica fino alla porta di casa in cui avrebbe dovuto abitare. –Eccoci. Ora devi solo suonare il campanello, io vado nella mia futura casa. Adioss!- Continuò facendo per andarsene, ma la mano tremolante di Chelsie la bloccò.

-No, ti prego…-Balbettò.

-Dai, su. Ti chiamo dopo.. okay?-

-O-okay- Disse, lasciandole il braccio.

Eleanor si allontanò lasciandola sola con la sua stupida paura.

Chelsie raccolse tutto il coraggio che aveva in corpo e diresse il suo dito verso il bottoncino sporgente del campanello. Il suo tintinnio dolce risuonò fino a fuori di casa. In quel momento un solo pensiero rimbombava nella mente della ragazza: “ Signore… Ti prego, fa che non ci siano ragazzi, ti prego!”

La porta si aprì lentamente, una testa leggermente rasata ne uscì, e un sorriso dolce e rassicurante scaldò il cuore della moretta.

“Grazie, signore per non aver esaudito il mio desiderio. Adesso per dispetto non andrò più a messa. Ah no, quello lo faccio già. Beh troverò un modo per vendicarmi!” Pensò guardando il cielo.

-Ciao, io sono Liam- Disse il ragazzo, catturando nuovamente la sua attenzione e sprezzando allegria da tutti i pori.

-C-ciao Liam, i-io s-sono C-Chelsie.- Balbetto insicura.

-T-ti senti bene?-Chiese il ragazzo, preoccupato.

-S-sì, credo..-

-Ooookay-sorrise- forza entra..-Continuo afferrando i bagagli e scortando la ragazza fino in soggiorno.

-Vuoi qualcosa? Una tazza di thè…- Chiese cortesemente, fissandola.

-Emh, sì.. una tazza di thè sarebbe l’ideale, grazie.- Rispose cordialmente.

-Bene, seguimi- Sussurrò prendendola per mano e scortandola fino alla cucina.

A quel contatto Chelsie arrossì, sentiva il calore delle sue mani scaldarle le dita, il braccio, la spalla, fino ad arrivare al cuore. Se quel dolce ragazzo avesse continuato con tutte quelle attenzioni, se ne sarebbe innamorata, ne era certa.

Si sedette si una sedia di legno, anch’essa color crema come le pareti e il tavolo rotondo davanti a lei.                                                                    

Osservò Liam prendere un pentolino, riempirlo d’acqua e poggiarlo sul fuoco per poi afferrare due tazze dalla credenza e appoggiarle sul tavolo prendere anche due bustine di thè al limone ad infusione, proprio come piaceva a lei, e lo zucchero. Infine si sedette accanto a lei e iniziò a parlarle, aspettando che l’acqua arrivasse ad ebollizione.                                                                   

Le parlava quasi come se la conoscesse da sempre e non come se avesse scoperto il suo nome nemmeno 20 minuti prima.                                     

Chelsie lo ascoltava con interesse, perdendosi ogni tanto negli occhi di lui, così diversi dai suoi, non solo per il colore, ma anche per il calore che emanavano.

Anche Liam era incantato da quegli occhi celesti, tinteggiati di un leggero grigio, con qualche, quasi impercettibili, pagliuzze d’orate. Lo sguardo della ragazza era raggiante, ma sotto sotto si notava l’infelicità che cercava di nascondere, invano.

L’acqua finalmente bolliva, il ragazzo sì alzò dalla sedia su cui era comodamente seduto, agguantò una presina e don delicatezza prese il pentolino per il manico e versò dell’acqua in entrambe le tazze in cui l’infuso di thè e lo zucchero attendevano di essere annaffiati.                                                                                 

Chelsie era incantata ad osservare ogni movimento del ragazzo, sembrava quasi aveva paura di ferire la tazza, o il pentolino, o qualsiasi cosa che gli stesse intorno. Faceva tutto con una delicatezza tale, da sembrare quasi irreale.

I due ripresero a chiacchierare sorseggiando il loro thè.

–Allora, mia madre non è in casa, e non tornerà prima di una settimana. Sai, lei è un avvocato e ha spesso questi viaggi di lavoro…- Le riferì sorridente.- Mia sorella Sophie, invece, si è trasferita da un paio di mesi dal suo fidanzato.                                                                                                    

Oh beh, non c’è problema- Risposa Chelsie, ricambiando il sorriso.

Silenzio.

-Tuo padre, invece?- Chiese poi, ingenuamente.

-Beh, lui.. Ha lasciato mia madre quando avevo circa 4 anni e, non so più nulla, se non che si è rifatto una famiglia, per abbandonare anche quella, per poi trasferirsi in Germania e sposarsi con una diciannovenne tedesca.- Disse, facendo sparire il suo sorriso per qualche secondo.

“Cazzo! Stupida, stupida, stupida!” Si maledisse la ragazza dandosi un lieve colpo sulla frante con il palmo della mano.

-Scusa Liam, i-io..- tentò di scusarsi.                                                                                                   

–tranquilla, non fa nulla, non è colpa tua!- La rassicurò il ragazzo.                                                                                                      

–Comunque ti ho detto di mia madre perché ovviamente dovremmo farci da mangiare da soli, e beh, io sì, sono capace ma non sono un cuoco eccellente.. ecco…- Balbettò Liam                                                                                                     

– Beh, se è solo questo il problema… Io so cucinare e anche abbastanza bene, spero.                                                                                                         

-Ne sono sicuro, se vuoi posso farti da giudice! Ma ti avverto, sarò un giudice severo ed impassibile.- Disse scoppiando a ridere e trascinando con se anche Chelsie.

Lei lo sentiva.

Sì sarebbe stata davvero bene insieme a Liam.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 5: Hi, my name is Eleanor ***


Come vi avevo accennato nel quarto capitolo questo sarà raccontato dal punto di vista di Eleanor. Spero vi piaccia, ci vediamo più tardi,sotto :D

 

 

 

Capitolo 5: Hi, my name is Eleanor

-Oh signore! Dai muovi il culo, idiota!- Disse decisa Eleanor spingendo l’amica fino alla porta di casa in cui avrebbe dovuto abitare. –Eccoci. Ora devi solo suonare il campanello, io vado nella mia futura casa. Adioss!- Continuò facendo per andarsene, ma la mano tremolante di Chelsie la bloccò.

-No, ti prego…-Balbettò.

-Dai, su. Ti chiamo dopo.. okay?- Disse, cercando di rassicurarla il più possibile.

-O-okay- Disse, lasciandole il braccio.

Eleanor si allontanò lasciando l’amica sola con la sua stupida paura.

“Dio, quella ragazza ha paura di tutto! Ma le voglio un bene…” Pensò allontanandosi.

-Okay, ora devo solo suonare il campanello.” Sussurrò a se stessa per farsi coraggio. Anche lei aveva una leggera angoscia, ma era una cosa minima se messa in confronto a Chelsie.

Suonò il campanello.

-Vado io!- Si sentì urlare dall’interno. In un batter d’occhio l’a porta si aprì in modo secco.

-Ciao! Tu sei la ragazza italiana, giusto?- Le si presentò davanti un ragazzo sul metro e settanta, con un ciuffo di capelli leggermente puntati verso l’alto di un castano chiaro, tenuti, probabilmente, con l’aiuto di un po’ di gel per capelli. I suoi occhi erano simili a quelli di Chelsie, solo leggermente più blu. Il suo sorriso era forse uno dei più bianchi e accesi che la ragazza avesse mai visto. Era uno di quei sorrisi che non puoi non contraccambiare con gioia, uno di quei sorrisi che scaldano il cuore.

-S-sì sono io. Piacere, Eleanor- Disse presentandosi e sporgendo la mano verso il ragazzo per farsela stringere.

Il ragazzo spostò lo sguardo dai suoi occhi marroni alla sua mano, in attesa di essere stretta. Eleanor era in imbarazzo, e decise semplicemente di ritrarre la mano. Lui riposò lo sguardo su quello di lei, sorrise e aprì le braccia avvicinandosi. La abbracciò.

Eleanor si  irrigidì, non era abituata a ricevere quel tipo di attenzioni, ma immediatamente sciolse i muscoli e ricambiò l’abbraccio.

-Io sono Louis, ma puoi chiamarmi Lou.- Le sussurrò all’orecchio mentre ancora la abbracciava.

Il contatto del suo respiro sul collo della ragazza le provocò i brividi e Louis accorgendosene sorrise malizioso, senza sciogliere l’abbraccio.

-Louis! Hai intenzione di portarla dentro o vuoi farla ammalare?- Si sentì urlare da dentro casa.

-No, mamma! Ora la accompagno dentro!- Urlò il ragazzo sciogliendo finalmente l’abbraccio.

Le guance di Eleanor erano leggermente colorate di un rosa tendente al rosso. “ Troppe emozioni in una sola volta. Qui va a finire che schiatto!” Pensò, mentre seguiva il ragazzo dagli occhi color oceano dentro casa.

-Oh ciao!- Esclamò una signora sulla cinquantina presentandosi dolcemente. – Io sono la sig.ra Tomlinson.-

-Piacere. Rispose la ragazza con un grande sorriso stampato sul volto.

E così si presentarono le quattro sorelle di Louis, tutte più piccole.

Mancava il padre, a detta della sig.ra Tomlinson era fuori per lavoro.

-Vieni, ti faccio vedere la tua stanza, e se vuoi ti aiuto a disfare le valigie- Si offrì Louis. Eleanor accettò volentieri, per poi seguirlo su per le scale.

I due passarono il pomeriggio a sistemare vestiti e a chiaccherare per conoscersi meglio.

Eleanor aveva senso dell’umorismo e questo a Lou piaceva molto, era anche dolce. Il ragazzo era sicuro che sarebbero diventati amici, o almeno lo sperava.

ECCOMIII 

Sono di nuovo qui a rompere le balle ahaha

Allora? Vi è piaciuto? Forse non sarà uno dei migliori ma vabbè. IL fatto è che non avevo un’ idea ben precisa di cosa scrivere, in più l’ho scritto ascoltando ‘a lalala long’ di Bob Marley.. ed ero molto scialla ahaha Take it easyyyy! Okay, prima che dica altre cazzate vi saluto.

Come al solito ringrazio chi recensisce, chi mette tra preferite/seguite/da ricordare. Vorrei ringraziarvi una ad una ma sono di fretta c.c

Un bacione

Muchlove9

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 6 :bullying shit ***


Capitolo 6 :bullying shit

Chelsie e Liam erano comodamente stesi nel divano in soggiorno a guardare uno stupido talent show.

-Liam…- sussurrò la mora

-Mhhh?-

-Domani, devo venire per forza con te a scuola?-

-Eh, sei venuta a Londra apposta!-

-Lo so, ma ho un po’ di paura…-

-Perché, scusa?-

-Beh, se non dovessi piacere a nessuno?-

-è impossibile, non credi? E poi ci sono io!- Sorrise il ragazzo, abbracciandola.

-Grazie- Sorrise.- Io ho comunque paura però.

Liam scoppiò in una sonora risata, trascinando con sé anche Chelsie.

* Il giorno dopo*

-Chelsieeee!- Liam cercava di svegliare Chelsie, invano. – Dai, siamo in ritardo, piccola.-

-Okay, okay, mi sta alzando.-

I due ragazzi si prepararono in fretta e si diressero verso scuola, dove nel cortile, trovarono anche Eleanor e Louis cha li attendevano.

I due ragazzi accompagnarono le due italiane dalla preside per farsi comunicare gli orari e i corsi.

Eleanor e Chelsie erano in due classi diverse in tutti i corsi, tranne uno, inglese.

La prima ora di chelsie  era chimica.

“ Fantastico! Non la capisco se me la si spiega in italiano, figuriamoci se me la si spiega in inglese!” Penso esasperata.

-Allora?- Le chiese Liam,  appena fuori dall’ ufficio della preside.

Chelsie gli consegnò il foglio con stampati gli orari. Liam non fece in tempo a leggere che la vicepreside lo rimproverò.

-Payne! In classe, ora!- Disse con tono autoritario.

-Ma devo acc…- Cercò di ribattere.

-Niente ma! Fila in classe, non voglio vederti nel mio ufficio dopo.-

-Sì signora.- Liam salutò Chelsie e corse in classe, già con 5 minuti di ritardo.

-Amato! Lo stesso vale per te! Anche se sei straniera, non significa che puoi permetterti ritardi!- Concluse rifugiandosi in una classe, probabilmente insegnava oltre ad essere la preside.

La ragazza fece fatica a trovare la classe esatta, e si trovò davanti alla professoressa che le faceva la ramanzina con 30 minuti di ritardo.

-I’m s-sorry.- Si scusò.

-Okay, ora presentati ai tuoi compagni e siediti vicino alla signorina Watson.- Tagliò corto la professoressa.

-Sono Chelsie Amato, vengo da Venezia, in Italia e starò a Londra per ancora 5 mesi.- Si presento velocemente per sedersi immediatamente negli ultimi banchi.

-Ciao.- La salutò freddamente una ragazza bionda platino, chiaramente tinta, con gli occhi color ghiaccio simili ai suoi.  -Ciao- Rispose Chelsie, cercando di essere o almeno sembrare amichevole.

-Allora chiariamo una cosa.  MI stai già antipatica. Io sono il capo, in questa scuola. Se non sei bella come me, non conti nulla, e non sperare di essermi amica. IO sono la migliore qui. Anche i professori mi vengono dietro come cagnolini quindi… Stai attenta a non attirare troppo l’attenzione perché vai a finire male.- La smontò subito, con tono di superiorità.

-O-okay- Balbetto intimorita.

-Ti ho detto che potevi rispondere?- Chiese la bionda fulminandola con lo sguardo.

-..- Chelsie non rispose.

-Ecco brava. Ma hai mai pensato ad una dieta?- Le chiese, ridendo sotto i baffi.

-… Posso sapere che ti  ho fatto?- Ribatté finalmente Chelsie alzando un po’ troppo la voce.

-Come ti p..- Cominciò la bionda, interrotta dalla professoressa.

-Amato, Watson iniziate già?-

-Ma professoressa… Mi disturba!- La accusò la bionda

-è così Amato?-Le chiese la professoressa strizzando gli occhi.

-Ma no!-

-Oh, non so a chi credere, quindi credo che rimarrete  entrambe due ore in più a scuola, finite le lezioni.-

-Ma professoressa!-

-No! Così ho deciso.-

-Ma non chiede alla preside?- Chiese la bionda, sapendo che sarebbe riuscita a comprarla con qualche adulazione.

-No, non mi sembra il caso, poi da quest’anno sono vicepreside quindi non ci sono problemi.-

-D’accordo professoressa. Con te faccio i conti più tardi, cicciona.- La avvertì.

A quella minaccia Chelsie inghiottì la saliva rumorosamente subito prima del suono della campanella.

Si diresse nell’aula di inglese, dove passò le seguenti due ore, con Eleanor, a cui ovviamente raccontò l’accaduto.

Ora di pranzo.

Liam e Louis le aspettavano  fuori dalla loro aula per accompagnarle nella mensa.

Come nei film i tavoli erano divisi a classi sociali. Liam e Louis si diressero ad un tavolo occupato da  altri due ragazzi.

-Eleanor, Chelsie, loro sono Niall e Josh.- Li presentò Louis.

-Ciao!- Le salutarono i due all’unisono.

-Ciao!- Risposero le due ragazze sorridendo.

Josh era un ragazzo moro, con un ciuffo di capelli alzati con il gel, gli occhi scuri  e un fisico scolpito.

Niall era leggermente meno muscoloso, biondo con degli occhi perfino migliori dei suoi, quasi come uno specchio.

Si sedettero tutti insieme e parlarono di un po’ tutto, per conoscersi. Chelsie raccontò loro della punizione, nessuno poteva accompagnarla, perché dovevano rimanere un’ora in più in classe a fare lezione. Si sarebbe dovuta arrangiare e questo la inquietava maggiormente. Poi c’era la bionda, Abigail – a detta dei ragazzi-, quella ragazza le ricordava molto i sogni che faceva fino a poco tempo prima, in cui era perseguitata dai bulli,  che finivano per ucciderla di botte, nei bagni della scuola. Le vennero i brividi solo al pensiero che finisse così realmente.

La campanella suonò e i ragazzi rintanarono ognuno nella propria classe. Un’altra ora di una lezione barbosa di economia passò velocemente.

Eccole. Le due ore fatidiche, da passare con la bionda e probabilmente altri bulli.

Girava sola per i corridoi, e con dieci minuti di ritardo riuscì a trovare la classe. Non c’era il professore alla cattedra dove al momento due ragazzi si baciavano focosamente. Quattro ragazzi facevano dei graffiti colorati sui muri ed eccola lì che la fulminava con lo sguardo, Abigail.

-Hey,  cicciociccia!- La salutò la bionda con quello che probabilmente doveva essere il suo nuovo soprannome. Lei, guardando a terra si sedette sulla prima sedia che trovò ed infilò gli auricolari.

“When you feel you’re alone

Cut off from this cruel world

Your instincts telling you to run

Listen to your heart

Those angel voices

They’ll sing to you

They’ll be your guide

back home”

(Vi consiglio di ascoltarla http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&v=KDOkMSf-F14&NR=1 ^^)

La voce di Chester Bennington iniziò a cullare i suoi pensieri, la ragazza si accasciò al banco che aveva difronte con le braccia conserte. Un colpo secco, proveniente da vicino a lei, la fece sobbalzare.

-Che fai? Dormi cicciociccia?- Abigail, con le sue due caprette ammaestrate era tornata all’attacco.

-N-no-

-Ecco, anche perché tu mi hai fatto finire qui, e ora la paghi.-

Chelsie non rispose, abbassò leggermente la testa, per non incontrare lo sguardo disgustato della bionda.

-Rispondimi, lurida obesa.-

Ecco, gli occhi che pizzicano, il cuore che batte velocemente e la voglia di lanciarsi sotto un treno.

-Allora? Piangi ora? Awwwwwh-

-Awwwwwh- il coretto delle caprette addomesticate.

-Abigail.- Una voce calda e leggermente roca, fermò la bionda dal dire tutte le cattiverie che stava per dire.

-Abigail, lasciala in pace.- Continuò il ragazzo.

-Da quando ti interessa ciò che faccio alle sfigate?-

-Abigail, non rompere i coglioni.-

-Non parlarmi così, tesoro.- Disse lei rivolta al ragazzo per poi rivolgersi a Chelsie.- Con te non ho finito lurida sfigata.- Disse girando i tacchi seguita dalle sue seguaci, verso l’altro capo della stanza.

-G-grazie- Balbettò la mora.

-Non c’è di che.- Le rispose il ragazzo per poi allontanarsi.

 

Bonjourrrr!

Allors, mi scuso tantissimo per aver continuato così tardo, ma.. Hey è abbastanza lungo e spero che sia anche decente c.c  ( Zayn ad Harry arriveranno a breve LOL) Fatemi sapere che ne pensate. Come al solito ringrazio chi recensisce, chi mette tra preferite/seguite/ricordate e chi legge e basta :3  Ehh non ho altro da dire, spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto ^^   Sappiate che vi adoro

Muchlove9

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 7: Bullying shit part 2 ***


Capitolo 7: Bullying shit part 2

 

 

-Non parlarmi così, tesoro.- Disse lei rivolta al ragazzo per poi rivolgersi a Chelsie.- Con te non ho finito lurida sfigata.- Disse girando i tacchi seguita dalle sue seguaci, verso l’altro capo della stanza.

-G-grazie- Balbettò la mora.

-Non c’è di che.- Le rispose il ragazzo per poi allontanarsi.

 

~POV OF ELEANOR~

Il giorno dopo Eleanor si svegliò, reduce da una nottata insonne. Il mal di testa le faceva pulsare le tempie. Si sedette sul letto, passandosi una mano tra i capelli e fissò lo sguardo sul pavimento. Sussultò, udendo qualcuno bussare alla porta.

-Buongiorno, Eleanor. Tutto bene?-

-Buongiorno, Louis. Sì, tutto bene e tu?- mentì lei.

-Al solito. Ti aspetto giù, così poi andiamo a scuola insieme.-

Il ragazzo uscì, chiudendosi la porta alle spalle. Eleanor sbuffò, mise velocemente i libri nello zaino e poi si vestì più in fretta che potè. Non si curò nemmeno di pettinare i capelli e in dieci minuti raggiunse il ragazzo, intento a scrivere un sms, seduto sul divano. Louis alzò gli occhi e si accorse dello sguardo vuoto di Eleanor. La invitò poi a uscire di casa, per dirigersi a scuola e lei lo seguì, ancora frastornata.

-Beh.. che mi racconti di te?- domandò lui, leggermente esitante.

La ragazza lo fissò, diffidente. Deglutì. Come avrebbe potuto raccontargli come era davvero?

-Ehm.. niente di che.- tagliò corto.

Louis la scrutò e decise di non insistere con le domande.

-Che materia hai alla prima ora?-

-Geografia, tu?-

-Matematica. Beh, ci vediamo al cambio dell’ora, El. – disse Louis, rivolgendole un sorriso che ricambiò a fatica.

La ragazza camminò velocemente nel corridoio della scuola e raggiunse l’aula. Respirò profondamente prima di entrare e poi si diresse verso un banco in ultima fila. Improvvisamente, udì una risata stridula, che l’infastidì. Girò lo sguardo, e si trovò davanti una ragazza bionda di cui sapeva a malapena il nome; Abigail, le sembrava di ricordare. La ragazza la guardò dalla testa ai piedi, terminando la sua ‘esaminazione’ con un ghigno. Si allontanò da lei non appena la professoressa entrò in classe. Eleanor si prese la testa fra le mani e cominciò a pensare. Era stanca di tutto, dei giudizi, delle parole inutili; forse aveva solo bisogno di qualcuno che credesse in lei. Ma come poteva pretendere tutto questo, se era lei, la prima a non credere in se stessa?

~POV OF CHELSIE~

Così i giorni passavano, per Eleanor e soprattutto per Chelsie era sempre più difficile stare tranquille durante le lezioni. Abigail non smetteva di offenderle ma quello che faceva preoccupare Chelsie maggiormente era che passasse al livello successivo: le botte.

Cosa avrebbe fatto se avesse iniziato a picchiarla? Beh, cercava di non pensarci fino a quando le sue paure divennero realtà.

-Ciao cicciociccia!- Abigail la aspettava davanti la porta della classe.-Ti sei sfondata di cibo durante il weekend? Sembrerebbe di sì, sai?-

-A-Abigail, la-lasciamo stare per- per favore.- Balbettò la mora.

-Non rivolgerti a me lurida obesa.- Così la bionda spense anche l’ultima piccola scintilla di coraggio rimasta a Chelsie.

Eccole. Di nuovo loro, le sue compagne di vita, le lacrime. Chelsie si diresse in bagno cercando di non farle uscile in mezzo ai corridoi.

Si chiuse in bagno e sì sfogò. Stava per uscire quando sentì una risata stridula a lei familiare. Abigail.

-Piangi?- Chelsie non rispose e così la bionda ossigenata continuò la sua tortura. – Esci da quel bagno così che le mie amiche possano darti un motivo valido per cui piangere.-

Chelsie prese un respiro profondo ed uscì, con la testa alta.

-Ma che brava, credevo che una cicciona codarda come te avrebbe preferito rimanere chiusa in bagno fino alla fine della sua miserabile vita.- Chelsie non aprì bocca.

-Ragazze, fate quello che dovete fare, io vado a lezione- Detto questo Abigail uscì dal bagno.

-Allora, così ti sei Chelsie, giusto?- Disse una ragazza con i capelli rossi, alta e muscolosa somigliante ad un orangotango.

-E ora verrai punita.- Disse l’altra più o meno della stessa corporatura della rossa. Entrambe si avvicinarono a lei in modo minaccioso. Chelsie era spalle al muro. Le due erano ad un palmo di naso da lei.

Chelsie chiuse gli occhi, consapevole di ciò che stava per accaderle. I forti colpi non tardarono ad arrivare. Un calcio al ginocchio destro la fece cadere a terra e la paura non le permetteva di urlare. Una sfilza di calci e pugni colpirono la schiena, lo stomaco, le gambe e le braccia. La picchiavano ormai da una ventina di minuti e Chelsie riusciva solo a sperare che la smettessero o che la uccidessero, le bastava smettere di sentire il dolore percorrerle tutto il corpo. Piangeva, piangeva come non aveva mai fatto. Poi un colpo sulla nuca le fece sbattere la testa contro la porta di un gabinetto o forse era il tubo di un lavandino. La paura aumentò a tal punto da non farle quasi provare più dolore, non voleva morire, almeno non così. Voleva innamorarsi, ma magari essere ricambiata, voleva fare dei figli, voleva pronunciare il “Sì, lo voglio” in un altare decorato di fiori. Grazie a questi pensieri la forza si vece spazio nel suo corpo, pieno di lividi. Cominciò ad urlare, non curante dei calci ancora più potenti che si scagliavano su di lei, nella speranza che qualcuno si accorgesse di ciò che stava succedendo in quel dannato bagno.

~POV OF HARRY~

-Professoressa, posso andare a farmi un giro?- Chiese il riccio, con un sorrisetto malizioso stampato in faccia.

-Oh, c-certo Harry- La professoressa di scienze gli cadeva ai piedi, come tutti.

Harry non esitò a chiudersi la porta alle spalle e a tirare un gran sospiro. Non riusciva più a stara lì dentro. Ogni ragazza non faceva altro che fissarlo, gli bastava uno schiocco di dita per portarsele subito a letto. Anche i ragazzi lo fissavano, alcuni perché erano gay, gli altri per capire come avesse tutto questo potere sulle donne. Il fatto era che non lo sapeva nemmeno lui, era semplicemente nato così, fine della storia.

Stava per uscire a prendere una boccata d’aria, quando, passando davanti al bagno delle ragazze, sentì delle urla seguite da alcuni ammonimenti. Per qualche secondo venne preso dal panico. Poi sentì un urlo più forte degli altri – Auiutoo!- Poi il silenzio avvolse il corridoio. Aprì la porta di scatto, le servette di Abigail ridevano davanti ad una ragazza, stesa a terra che sembrava aver perso i sensi.

Stava per picchiare le due ragazze, ma si limitò a spaventarle urlando loro qualche minaccia,  per farle uscire.

Appena le due uscirono dal bagno si affrettò a soccorrere la ragazza stesa a terra. I capelli scuri le coprivano il volto, li spostò delicatamente e senti come se una lama affilata gli avesse appena trafitto il cuore. Era la ragazza che aveva “conosciuto” il giorno prima durante l’ora di punizione. La strattonò leggermente per vedere se rispondeva, non batté ciglio, così decise di portarla in infermeria.

Spalancò la porta dell’ infermeria con un colpo secco.

-Oh Gesù!- L’infermiera sembrava scioccata nel vedere tutti i lividi sulle pelle bianca della ragazza. –C- cosa le è successo?- Chiese con voce tremante iniziando a medicare le ferite.

-I-io l’ho t-trovata un b-bagno. D-due r-ragazze-la s-stavano p-picchiando..- Balbettò il riccio.

-Ragazzo, per fortuna sei arrivato tu, chissà come sarebbe potuta andare a finire..-

Harry non rispose, era concentrato a osservare il viso ovale della ragazza, la pelle bianca come il latte in cui spiccava un paio di labbra rosso ciliegia con un piccolo graffio al labbro inferiore.

-Si dovrebbe svegliare tra poco, non è una cosa grave… starà bene.-

-G- grazie.- La ringraziò sinceramente Harry.

 

Ciao bella gente! I’m here!

Avete visto che brava? Ho continuato senza tanto ritardo ed è anche abbastanza lungo! ^^ Dovete ringraziare (forse) la mia migliore amica, che mi ha costretto a scriverlo. Mi scuso per gli eventuali errori di scrittura e ovviamente ringrazio chi recensisce, chi mette tra preferite/seguite/ricordate e chi legge e basta :3 Se state leggendo queste poche righe vi chiedo gentilmente di dirmi cosa pensate della piega che sta prendendo questa storia., magari in una recensioncina.

Un abbraccio

Muchlove9

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 8:Why me? ***


Capitolo 8:Why me?

 

-Si dovrebbe svegliare tra poco, non è una cosa grave… starà bene.-

-G- grazie.- La ringraziò sinceramente Harry.

***30 minutes later***

“Ma da quando ‘tra poco’ significa mezz’ora?’’ Si chiese Harry mentre aspettava che la ragazza sconosciuta si svegliasse. Iniziava a preoccuparsi, il che era strano. Lui NON si preoccupava. Lui se ne frega di TUTTO.  E poi non la conosce nemmeno, potrebbe essere una disadattata, potrebbe essere autistica o cose del genere eppure sembrava non importargli, era come incantato de quel viso pallido e da quei morbidi capelli scuri.

La fissava da più di mezz’ ora ormai, e finalmente, si mosse.

Il respiro iniziava a divenire irregolare, segno che si stava svegliando.  Aprì lentamente le palpebre che rivelarono delle iridi del colore di un limpido cielo primaverile .

-Hey, c-come ti senti?- Chiese imbarazzato. Imbarazzato? Harold Styles non era MAI imbarazzato.

-D-dove  sono? C-come ci sono finita qui? C-chi sei tu?- Iniziò con delle domande a raffica, cercando di scendere dal letto.

~POV OF CHELSIE~

Chelsie era spaventata, si era risvegliata in un posto a lei sconosciuta senza sapere come esserci arrivata. Era sola, con uno sconosciuto che la fissava. E se avesse visto tutto? NO. Non doveva aver visto nulla, non poteva aver visto.  Lo avrebbe detto a tutti e lei cercava di tenerlo segreto. Liam e gli altri erano conviti che Abigail avesse finito di tormentarla, o almeno così aveva cercato di far credere loro.

-Io sono Harry, sei in infermeria e ti ci ho portata io.- Lo sconosciuto rispose alle sue domande.

-H-hai visto tutto?-

-Più o meno.-

-Ti prego, non dirlo ad anima viva.- Lo pregò con le lacrime agli occhi.

-Ma i-io non posso non dirlo a nessuno… Insomma, è una cosa grave.-

-Lo so, ma non voglio che nessuno lo sappia.-

-Okay- Acconsentì lui, senza sentire il bisogno di capire il motivo per il quale la mora volesse tenere tutto per  se, senza farsi aiutare.

-Promesso?- Chiese lei nuovamente.

-Promesso.- Giurò lo sconosciuto, o meglio Harry, tracciando una croce immaginaria sul cuore.

-Grazie.-

-Comunque, io ti ho detto il mio nome, tu invece sei..?-Le chiese lasciando la domanda in sospeso.

-I-io sono Chelsie.-

-Okay Chelsie, vuoi raccontarmi del perché ti tormentano?- Chiese finalmente, trovando il coraggio di affrontare ogni possibile risposta.

-I-io vorrei saperlo.- Rispose guardando a terra.

~POV OF HARRY~

-Ragazza, come stai?- Chiese l’infermiera, entrando nella stanza.

-Bene e vorrei uscire se non le dispiace.- Tagliò corto Chelsie, cercando di essere il più gentile possibile.

-Oh, certo… vai.-

Chelsie uscì velocemente mormorando un ‘arrivederci’.

-Posso fare qualcosa per te, caro?- Chiese l’anziana signora, riferendosi ad Harry che non aveva ancora battuto ciglio.

-Perché non ha chiamato la preside per farle vedere che è successo in quel bagno? L’ ha almeno avvertita?-

-Ragazzo, vedi… è difficile da  spiegare. Il fatto è che un sacco di ragazzi come lei sono perseguitati dai bulli e non si può fare nulla, soprattutto se i “ perseguitati”- Disse mimando le virgolette con le dita.- si rifiutano di essere aiutati.-

-E perché dovrebbero rifiutarsi?-

-I motivo sono molti, possono attribuire la responsabilità di ciò che accade a se stessi,  possono essere sensibili, con poca autostima, possono aver paura di peggiorare le cose. Vedi, per essere una vittima basta essere grassi, o magri, o alti, o bassi, magari si ha un colore di capelli o di pelle considerato diverso, perché si è silenziosi, per via degli occhiali, delle orecchie grandi o piccole o a sventola, per i denti sporgenti, per essere di un’altra cultura, per indossare i vestiti ‘sbagliati’, per non voler usare violenza per difendersi, o per qualsiasi altra scusa.-

~POV OF CHELSIE~

Uscita dall’ infermeria la campanella suonò.

Controllò l’ora nel telefono e si diresse verso la palestra dove incontrò Eleanor,  che stava per chiamarla al cellulare.

-Hey, non ti ho vista oggi a letteratura inglese, dove ti eri ficcata?-

-Ehm, ero in infermeria.- Per un secondo le passo per la mente di raccontarle tutto. Dalle botte agli occhi verdi di Harry.- Non stavo molto bene, avevo mal di pancia, credo che stiano per arrivarmi le mestruazioni.- Mentì.

“ Balle, balle, balle, balle, balle, sono tutte balle.” Pensò mentre si dirigeva in spogliatoio con l’amica.

Entrata in spogliatoio scoprì che anche Abigail e le sue caprette ammaestrate avevano educazione fisica quelle stesse due –strazianti- ore.

-Fantastico.- Sussurrò  senza farsi sentire.

Le seguenti due ore furono affiggenti, Chelsie fece di tutto pur di non far notare i lividi violacei nelle braccia, nelle gambe e nei fianchi.

-Bene, potete andare a cambiarvi.- Annunciò la professoressa, per la gioia di Eleanor.

-Hey, vado in bagno.- La avvertì Eleanor dirigendosi verso i bagni dello spogniatoio.

Chelsie avvertì un bagliore, come di un flash, mentre sfilava la felpa, ma non ci diede molto peso.

Eleanor tornò dal bagno e insieme si diressero in mensa.

Ad aspettarle trovarono Liam e gli altri.

Chiacchierarono normalmente e Chelsie non toccò cibo.

La campanella suonò e tutti si alzarono per dirigersi nelle rispettive classi. Eleanor e la sua compagnia furono i primi ad uscire.

Il cuore di Chelsie perse un battito.

Si avventò alle pareti. Erano tappezzate di foto sue in reggiseno, probabilmente mente si cambiava nell’ora precedente. Ecco cos’era quel flash che le era parso di aver visto. Le lacrime scorrevano sulle sue guance mentre le risate dei cuoi compagni risuonavano in quelle dannate pareti.

-Non sapevo chele balene ci fossero anche in Italia!- Trillò Abigail.

Chelsie tremava, disperata.

Lì, ora, in quel momento avrebbe voluto morire, magari fondersi con il cemento. Non le importava come, voleva solo dar fine alla sua vita.

Uscì correndo, Eleanor cercò di seguirla, ma venne fermata da Liam che capì che doveva rimanere sola.

Uscì nel cortile, vuoto. Si diresse sotto una tettoia, dove normalmente acuni ragazzi si rifugiavano per fumarsi qualche canna.

Si sedette a terra, dove lasciò dar libero sfogo alle lacrime.

-Hey, perché piangi?-

-T-ti prego, vattene.-Chelsie alzò il viso e si scontrò con lo sguardo di un ragazzo moro, con la carnagione scura.

-Sembri devastata, vuoi una sigaretta?- Chiese.

Chelsie annuì leggermente, non riusciva nemmeno a parlare, il suo corpo era preso da delle piccole contrazioni ripetute del diaframma, comunemente chiamato singhiozzo.

Lo sconosciuto le porse una sigaretta e l’accendino.

-Non hai visto le foto appese ai muri di tutta la scuola vero?- Chiese poi aspirando dalla sigaretta.

-No, non ho visto nulla.-

-Allora ti conviene andare, così ti fai quattro risate.-

-Credo rimarrò qui.-

-No,  ti prego. Vai via- Disse lei, scandendo le parole.

-Ma..-

-Vattene!- Urlò.- Ti prego.- Continuò, abbassando il tono di voce.

Il moro se ne andò. -Io sono Zayn comunque.-

Chelsie rimase immobile a piangere per circa un ora, fino a quando Liam la trovò.

 

 

HEYYY

Eccomi con l’ottavo capitolo!

Lo so è devastante ma boh. Il mio modo di scrivere è molto malinconico c.c

Spero vi sia piaciuto e che mi diciate che ne pensate ^^

Mi scuso per gli eventuali errori di scrittura e ovviamente ringrazio chi recensisce, chi mette tra preferite/seguite/ricordate e chi legge e basta :3

Boh, non ho altro da dire LOL Ci sentiamo nel nono capitolo

Un bacio

Muchlove9

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 9: Bring me a piece of blue ***


Hola, eccomi con il nono capitolo, spero vi piaccia. (l’ho scritto ascoltando “Alice e il blu” di Annalisa, ho preso spunto da lì LOL) Bene, ci vediamo sotto!

Capitolo 9: Bring me a piece of blue

 

Chelsie rimase immobile a piangere per circa un ora, fino a quando Liam la trovò.

Non uscì di casa per tutta la settimana seguente. Era costantemente chiusa in camera senza muovere nemmeno un muscolo, senza parlare con nessuno, senza mangiare, una tazza di thè ogni tanto. Eleanor, Liam e gli altri erano sempre più preoccupati.

~POV OF LIAM~

-Oh ragazzo mio, esci. Almeno oggi, so che sei in pensiero per lei, ma non puoi rimanere chiuso in casa.- Lo ammonì dolcemente la madre.

-Okay, vado a salutarla.- Il  ragazzo si diresse verso la camera di Chelsie. Non sì stupì di trovarla stesa sul letto, a pancia in giù, gli occhi arrossati fermi in un punto fisso.

-Hey.- La salutò sedendosi accanto a lei, accarezzandole dolcemente i capelli.

-L-Liam.- Balbettò.

-Dimmi.- “finalmente, mi mancava la sua voce.” Pensò.

-Puoi uscire? Sei chiuso in casa da una settimana per colpa mia e… n-non mi va.-

-è la stessa cosa che mi ha detto mia madre, ero venuto a salutarti. Ci penserà lei a te.-

-Okay- Rispose Chelsie donandogli un leggero sorriso mentre Liam la salutava per poi uscire di casa.

~POV OF HARRY~

Aveva saputo ciò che era successo a scuola, molta gente non sapeva chi fosse la ragazza delle foto, e chi l’aveva vista magari non era in grado di riconoscerla per il viso coperto per metà. Lui no. Lui l’aveva riconosciuta subito, e appena il suo cervello metabolizzò ciò che stava accadendo iniziò a strappare le foto dal muro. I ricordi erano ben impressi nella sua mente il che era strano. Tutto ciò non riguardava lui eppure si sentiva coinvolto, quando pensava a Chelsie, a come doveva essersi sentita, delle fitte gli stringevano lo stomaco. Venne a sapere che abitava da Liam attraverso le voci che giravano per la scuola-, decise così di andare a casa sua, dopo tanto tempo. Lui e Liam erano gradi amici, una volta.

***

Suonò il campanello e venne subito accolto dalla signora Payne, che salutò cortesemente.

-Harry, hai fatto pace con Liam? Perché lui non..-Iniziò la donna.

-No signora, non ho fatto pace con Liam, sono qui er Chelsie.-

-Oh, certo, come la conosci?- Chiese la donna innocentemente.

-è una lunga storia signora, mi creda.- Tagliò corto il riccio e poi, con il permesso della signora, si avviò verso la stanza di Chelsie.

Aprì lentamente la porta ed eccola. Dormiva beata, la pelle bianca, le occhiaie scure le segnavano gli occhi, quegli occhi blu che tanto mancavano ad Harry.

Quella ragazza lo stava distruggendo, stava distruggendo il suo lato menefreghista e libertino.

Che lo stesse rendendo migliore?

Si sedette accanto a lei e le accarezzò i capelli scuri. Lei apri lentamente gli occhi ed Harry, alla vista di quel blu così freddo che però scaldava comunque il cuore, sentì un brivido percorrergli la schiena.

-Che ci fai qui?-Chiese stiracchiandosi, con la bocca ancora impastata dal sonno.

-Non ti ho vista a scuola e… sono venuto a trovarti..-

-E come fai a sapere dove abito?-

-Le notizie girano.-

-Louis Tomlinson?-

-Bingo!- Esclamò facendo buffi gesti con le mani. Chelsie sorrise, non rideva da troppo tempo ormai.-

Si alzarono entrambi dal letto e si sedettero sulla panca posta davanti alla finestra a chiacchierare. Harry cercava di farla ridere in tutti i modi possibili, ma era un’impresa persa già in partenza.

-Comunque Abigail e uno dei suoi scopa-amici sono stati sospesi tre settimane per ciò che ti hanno fatto.- Disse Harry, sperando che Chelsie gli donasse un sorriso, ma ottenne l’effetto contrario.  I suoi occhi blu iniziarono a lacrimare e il cuore di Harry perse dei battiti.

~POV OF CHELSIE~

-Comunque Abigail e uno dei suoi scopa-amici sono stati sospesi per ciò che ti hanno fatto.- Disse il riccio.

Eccola, la fitta al cuore. Perché le persone sono così cattive?

Chiuse gli occhi e si lasciò andare ad un pianto liberatorio. Improvvisamente il suo corpo senza forze venne avvolto dolcemente da due braccia forti, le sue narici vennero inondate da un dolce profumo maschile, un profumo che cercò di respirare al massimo, per riuscire ad imprimerlo meglio nei suoi ricordi. Harry iniziò a accarezzarle dolcemente la schiena mentre lei gli bagnava la maglia di lacrime.

-Perché le persone sono così cattive?- Chiese la mora, staccandosi dal petto di Harry.

-Io… non.. non lo so..- Disse dopo averci pensato un attimo.

Rimasero per alcuni minuti a perdersi l’uno negli occhi dell’altro.

-Dimmi che posso fare.- Le disse il ragazzo guardandola dritta negli occhi.

-Guarda nel blu, arriva lassù e portami un pezzo di blu.- Rispose la mora, guardando il celo ormai pieno di stelle, sopra di se.

-Questo non posso farlo ma forse posso rendermi utile in qualche altro modo.- Harry sorrise dolcemente avvicinandosi lentamente a Chelsie. Le accarezzò il viso con la mano destra mentre con la sinistra le stringeva la mano.

Il cuore di Chelsie iniziò a battere come non aveva mai fatto, sentiva il caldo respiro di Harry sul suo viso, ed era una cosa incredibilmente piacevole. Entrambi chiusero gli occhi quando i loro nasi erano a pochi millimetri di distanza. Una distanza che non tardò a scomparire, quando Harry si posò sulle labbra naturalmente rosee della ragazza. Un bacio dolce ed estremamente puro legò le loro anime senza farle separare. Chelise era felice, ma comunque leggermente perplessa.

~POV OF HARRY~

Harry si staccò sorridendo, felice di sentire degli elefanti che ballavano nel suo stomaco, non sentiva delle emozioni così forti da troppo tempo. Anche Chelsie sorrideva, ma sembrava dubbiosa.

-Perché?- >Gli chiese.

-Io, non lo so. Volevo farlo. Sentivo il bisogno di farlo.- Rispose sinceramente.

-Non… Non l’hai fatto solo perché ti facevo pena?-

-No. Assolutamente. Se potessi lo rifarei altre mille volte, se non di più.-

-Allora ti do il permesso di farlo.- Disse Chelsie avvicinandosi ad Harry per far sì che le loro anime si unissero nuovamente.

 

Salve a tutte!

Che ne pensate? Fa schifo? Beh , visto? È abbastanza HAPPY questo capitolo, no? Ho fatto del mio meglio perché non fosse deprimente…

Mamma mia, 17 recensioni. Non avete la più pallida idea di quanto mi senta realizzata **

Mi scuso per gli eventuali errori di scrittura e ovviamente ringrazio TANTISSIMO chi recensisce, chi mette tra preferite/seguite/ricordate e chi legge e basta :3

Ringrazio in particolar modo Jenny6969 che è sempre la prima a leggere e a recensire, e mi fa sempre scappare un sorriso <3

AGGIORNERò A 3 RECENSIONI. Bene, non ho altro da dire, ci “vediamo” nel 10 capitolo – Mamma mia già il decimo capitolo ^^-

Un abbraccio

Muchlove9

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 10: Just give me a reason ***


Poi leggete l’angolo autrice sotto, è importante.

Capitolo 10: Just give me a reason

Lunedì. Chelsie tornò a scuola dopo una settimana.

Constatò che senza Abigail non era poi così male, era anche divertente.

L’unica pecca era Harry. Dopo quel pomeriggio a casa di Liam non si era più fatto vedere ne sentire, che si vergognasse di lei?  Chelsie cercò di non darci peso, voleva vivere al meglio, per lo meno ora che non c’era Abigail.

Le tre settimane di libertà passarono velocemente, Liam, Chelsie, Louis, Eleanor, Josh e Niall erano sempre più uniti.

***

-Lou, staresti bene insieme ad El!- Osservò Josh.

-Si, okay ora basta.- Rispose il ragazzo ridendo, visibilmente imbarazzato mentre Chelsie dava delle gomitate complici a Josh.

-Potrei dire lo stesso di voi due, cari miei.- Rispose Eleanor ottenendo delle occhiatacce dai due.

La campanella suonò così i ragazzi si recarono nelle rispettive classi.

-Hey, abbiamo lezione insieme, ora.- Disse Josh rivolgendosi a Chelsie.

-Da quando?- Chiese lei ridendo. Non ricordava di avere lezioni in comune a Josh.

-Da questa mattina, ho cambiato dei corsi, non mi andavano quelli che facevo.-

-Almeno una buona notizia!- Esclamò la ragazza.

-Perché? Che succede?-

-Beh, oggi dovrebbe tornare Abigail.-Disse Chelsie, guardando il pavimento.

-Hey, non ti preoccupare. Ti rimarrò attaccato comela puzza nei facoceri!-

Chelsie scoppiò a ridere ricordando che la sera prima Josh era andato a casa sua e avevano guardato il Re leone.

-No, dai, sono serio. Non ti lascerò da sola, okay?-

-Grazie Jo, davvero.-

-Sai, non capisco come fai a crederle.-

-Che intendi dire?-

-Dico che non capisco come fai a credere alle cazzate che ti dicono, insomma tu sei stupenda, sei luminosa, sei…- Esitò un attimo, cercando di trovare la parola giusta.-  Sei semplicemente tu.-

Chelsie sorrise e insieme si avviarono in classe.

Le due ore di chimica passarono velocemente, come il resto delle ore.

I ragazzi si ritrovarono tutti in mensa.

-Scusate ma Louis?- Chiese Eleanor stupita di non vederlo.

-Si è fatto spedire dal preside.- Rispose Liam scoppiando in una sonora risata.

-Hey, sono qui.- Salutò Louis poco dopo sedendosi tra Niall ed Eleanor.

-Hai salutato il preside da parte mia?- Scherzò Josh.

-No, secondo me ci finisci entro domani, scusa amico.- Ribatté Louis ridendo.

Chelsie non ascoltava, fissava l’enorme portone d’ingresso alla mensa, consapevole che prima o poi ci sarebbe passata anche Abigail.

Infatti. Eccola con i suoi tacchi, i suoi capelli biondi, e la sua cattiveria.

Nel suo “covo” però c’era qualcuno il più. Harry.

Harry le stringeva la mano sorridendo.  Guardò Chelsie e poi rivolse il suo sguardo ad Abigail, e la baciò, la baciò appassionatamente davanti a tutti.

-Scusate, to- torno subito.- Chelsie con la voce tremolane si scusò, e corse via. Corse dove nessuno poteva trovarla.

Chiuse gli occhi e si lasciò trascinare dagli altri quattro sensi e dalle sue gambe. Si rito vò in un luogo familiare. Era sotto a quella sotto specie di tettoia in cui aveva “conosciuto” Zayn.

-Ma tu piangi sempre?- Chiese un ragazzo ridendo.

-Ciao Zayn.- Sorrise voltandosi.

-Ciao…- La salutò lasciando la frase in sospeso.

-Chelsie.-

-Wow. Bel nome principessa.-

Chelsie arrossì.

-Allora, vuoi spiegarmi perché piangi sempre?- Le chiese, sedendosi su un gradino e porgendole una sigaretta.

-Io credo che la mia vita faccia schifo.- Rispose dopo essersi seduta accanto a lui.

-Mhh. Centra un ragazzo?-

-Magari fosse solo quello…-

-Bulli?-

-Azzeccato.-

-Quindi, il tuo problema riguarda i bulli ed un ragazzo?-

-Io direi che il mio problema riguarda i bulli ed il ragazzo che nemmeno una settimana fa mi ha baciato, insieme.-

-Okay. No, non ti seguo, spiegati meglio.-

Chelsie sorrise. – Allora, Conosci Abigail Watson?-

-Oh sì. Dire che mi sbavava dietro è poco.-

-Sì, okay.-

-Conosci Harry Styles?-

-Sì, eravamo amici una volta, prima che facesse una grande cazzata.-

-Beh per farla brave Harry mi ha baciato nemmeno una settimana fa, e oggi era attaccato come una cozza ad Abigail, che non fa altro che rendermi la vita impossibile facendomi picchiare dalle sue schiavette.-

-Non darci peso. Harry è un coglione ed Abigail è una troia tutto fumo e niente arrosto.-

-Io direi tutta extension e niente cervello.-  Lo corresse. Scoppiarono entrambi a ridere.

-Sei simpatica, sai?-

-Anche tu. Ma come mai non ti vedo mai nei corridoi?-

-Odio gli spazi pieni di gente. Ti fissano tutti e non capisci cosa pensano.-

-Ma non è che per caso siamo gemelli separati alla nascita?- Chiese stupita di come andasse d’accordo con quel ragazzo appena conosciuto, cosa molto rara.

-Beh io non credo, latticino.- La prese in giro per il colore pallido della sua pelle.

Chelsie non fece in tempo a controbattere che la campanella suonò.

-Beh ci vediamo, latticino.-

-Ciao anche a te, nigga.- Lo salutò per poi dirigersi in classe.

***

 I corridoi erano vuoti.

Chelsie camminava tranquilla. La sua classe era esattamente dopo i bagni.

Qualcuno le prese il braccio e la trascinò nel bagno dei ragazzi.

Terrore.

“Cos’è il terrore?

Il terrore è la forma più estrema della paura, di intensità ancora maggiore al panico, dove l'impulso a scappare è talmente elevato da ricercare una soluzione immediata: in questo caso l'individuo sceglie di ritirarsi dentro se stesso. Il terrore è una vera propria fuga verso l'interno, la muscolatura si paralizza nel tentativo di ridurre la sensibilità dell'organismo nell'agonia finale.

Sì è proprio il terrore. Non riesco a muovermi.  La psicologia è utile.” Pensò

Cercò di urlare. Ma qualcuno le tappò la bocca.

-Shh. Sono Harry.

Chelsie si calmò ma il terrore lasciò il suo posto ad un enorme rabbia.

-Che diavolo vuoi?- Chiese, una volta che Harry lasciò la presa

-Voglio solo…-

-Vuoi cosa? Spiegarmi perché mi hai baciata per poi metterti con Abigail?-

-Sono stato costretto a farlo.-

-Sì, okay. Siate felici.- Disse uscendo e dirigersi in classe.

-Amato, sempre in ritardo eh?- Chiese la professoressa.

-Mi scusi, non mi sono sentita bene.- Si scusò, sedendosi sul prima banco vuoto.

“Fanculo. La mia vita è una merda.” Pensò.

 

 

Ciauuu bellesssssse <3

Allora, mi suso per il ritardo ma sul capitolo precedente, nell’angolo autrice ho detto esplicitamente che non avrei aggiornato a meno di tre recensioni. Ne ho avute solo due anche se il capitolo l’hanno letto 45 persone.

Ovviamente so che la maggior parte di voi non legge l’angolo autrice ed è per questo che ho aggiornato comunque. Anche perché mi sembra giusto nei confronti di chi ha recensito.

Come al solito mi scuso per gli eventuali errori di scrittura e ovviamente ringrazio TANTISSIMO chi recensisce, chi mette tra preferite/seguite/ricordate e chi legge e basta (anche se come ho detto prima mi piacerebbe che qualcuno in più recensisse) :3

AGGIORNO A 3 RECENSIONI.

C’è anche qualcuno che mi ha chiesto di mettere le foto dei personaggi per immedesimarsi meglio nella storie. Beh ci provo ahaha (sono molto impedita, non vi prometto che riuscirete a vederle.)

Chelsie.

Image and video hosting by TinyPic

Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPicImage and video hosting by TinyPic

Eleanor.

Image and video hosting by TinyPic

Abigail.

Image and video hosting by TinyPic

Harry (non morite ahaha)

Image and video hosting by TinyPic

Liam.

Image and video hosting by TinyPic

Niall.

Image and video hosting by TinyPic

Louis.

Image and video hosting by TinyPic

Zayn.

Image and video hosting by TinyPic

Josh.

Image and video hosting by TinyPic

Okay. Spero di essere riuscita a metterle. (Dovrei esserci riuscita aghaghagha ^^ )

Ci vediamo nel prossimo capitolo

Love everybody (?)

Muchlove9

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 11: What I’ve done? ***


Come al solito vi prego di leggere l’angolo autrice sotto. Looove :3

Capitolo 11: What I’ve done?

~POV  OF HARRY~

Si alzò pigramente dal letto.

Guardò l’ora nella sveglia.

“Dannazione, mancano quindici minuti al suono della campanella!” Pensò.

Si vestì e corse  a scuola che, fortunatamente, distava cinque minuti da casa sua.

“Dev’essere già suonata, nei corridoi non si vede nessuno. “

Harry si diresse nell’aula di economia, esattamente dopo i bagni.

Li sorpassò, ma sentì una voce stridula chiamarlo.

-Ciao Abigail.- Disse, senza nemmeno voltarsi. “La sua voce non è del tutto normale. Secondo me si è rifatta anche quella.” Pensò cercando dal trattenere le risate. “Bisogna ammettere però che le curve non le mancano, e che siano vere o finte, per un uomo, è sempre un piacere.” Considerò, voltandosi verso la ragazza.

-Harry, conosci una certa Chelsie?-

-Mhh, forse. Perché?- Chiese disinteressato.

-Sei a conoscenza anche delle sue “sventure”?-

-Può darsi Abigail, perché?-

-Oh niente.- Ecco una delle cose che lo fanno imbestialire.

Si avvicinò a lei impetuoso, lei indietreggiò. Era con le spalle al muro.

-Perché?- Ripeto, scandendo bene ogni lettera.

-Oh beh. Perché potresti dare fine alle sue calamità.- ‘Calamità’? Conosce davvero così tante parole del vocabolario?

-Che intendi dire?- Chiese il ragazzo sbarrando gli occhi.

-Intendo dire che potrei dire alle mie “amichette”- Disse facendo il simbolo delle virgolette con le dita.- di smettere di darle fastidio.-

-E cosa vorresti in cambio?- Chiese il riccio, sapendo che complottava qualcosa.

-Voglio essere la tua ragazza Styles.-

-No. Non se ne parla.-

-Oh andiamo, so che ci tieni a lei, così le salveresti il culo, e in più la tua popolarità aumenterebbe, come la mia d’altronde.-

Ad Harry non serviva la popolarità, ma a Chelsie serviva un aiuto, su questo non c’erano dubbi.

-Okay, che devo fare?-

-Devi essere il mio ragazzo.-

-Okay.-

Stava firmando una condanna per una ragazza che nemmeno conosceva. “ Devo essere impazzito!” Pensò.

Dopo questa ‘discussione’ la bionda lasciò andare Harry, facendogli promettere di andare in mensa insieme, più tardi.

Le ora passarono veloci. Questa, forse, era l’unica volta in cui Harry avrebbe voluto rimanere nell’aula di biologia per sempre. Sfortunatamente però, il tempo passò, ed Harry si ritrovò a braccetto con Abigail all’entrata della mensa.

Ed eccola. Bellissima.

No, ovviamente non Abigail, Chelsie.

Harry la guardò andarsene dopo aver ricevuto un’occhiataccia.

-Su Harry, sorridi! Se siamo fortunati finiremo in prima pagina nel giornale della scuola, e poi magari, posso pensare a farti un regalino.-  Disse mordendosi il labbro.

“tesoro, forse sei tu a volere un regalino da me.” Penso Harry, lasciandosi scappare un sorriso divertito che, probabilmente Abigail scambiò per un sorriso provocante.

***

-Okay, Har. Stasera c’è una festa a casa di Patrick. Dobbiamo andare.- Affermò Abigail strusciandosi su di lui.

-Dobbiamo andare?- “non sapevo fossimo davvero insieme ufficialmente.”

-Sì. Come una coppia ovvio.-

-Ah giusto.-

-Okay. Vengo io da te.- Disse svelta.

-Ma normalmente non è il contrario?-

-Sì, ma io so dove abiti.- Suonava quasi come una minaccia.

-Ookay.- Disse Harry andandosene.

-Mi devi il bacio del saluto Har!-

-Si, te lo do dopo. Abi. –

Ebbene sì, è solo l’inizio ed Harry non ne poteva già più.

Anche se Harry sperava non arrivasse mai, l’ora dell’ “appuntamento” non tardò ad arrivare e con sé portò Abigail, con addosso un vestito fuxia, senza spalline, lungo fino a metà coscia. Lasciava ben poco all’immaginazione.

-Andiamooo!- Disse entrando in casa e trascinando Harry per il giubbotto, senza nemmeno presentarsi alla madre, o dargli il tempo di respirare.

In poco tempo si ritrovarono alla festa.

Alcool, droga e sesso. Una sanata.

 

 

 

---

Bene, eccoci.

Allora mi scuso per non avere aggiornato prima, ma ho una scusa valida:

Avevo promesso di aggiornare a TRE RECENSIONI, ma ho dovuto aspettare perché erano ferme a DUE.

IL CAPITOLO 10 NON è ARRIVATO A 3 RECENSIONI, QUINDI MI ARRENDO.

Non vi chiederò le recensioni, tanto non mi cagate ahah

(Ovviamente vorrei avere il parere di qualcuna cwc )

Ringrazio di cuore chi ha inserito la storia tra le preferite:

1 - 17Blackk

2 - ELAPAYNE

3 - jamesheart

4 - jastengateau

5 - _spacobotilia_

Ringrazio di cuore le 3 ragazze che hanno inserito la storia tra le ricordate:

1 - mila96

2 - Monica_

3 - picc

Ringrazio di cuore chi ha inserito la storia tra le seguite:

1 - chiaretta directioner

2 - Chocolate11

3 - fede_liam

4 - hazza_lover

5 - I am_a_carrot1D

6 - jamesheart

7 - Jenny6969

8 - looppidoo

9 - piciu99

10 - Sameera_Reed

11 - saraTHPMS

12 - stylesflower

13 - _BlackEyes_

14 - _Cactus_E_Canepazzo_

15 - _spacobotilia_

Per ultime, ma ovviamente non per importanza, ringrazio le 2 ragazze che hanno recensito il capitolo precedente:  

1-_Cactus_E_Canepazzo_

2-Chocolate11

Ringrazio di cuore anche tutte le lettrici silenziose, grazie a TUTTE.

Grazie mille, vi adoro <3

Aggiornerò al più presto.

Muchlove9

Ps. Vi lascio con questa gif caruccia di  Chelsie  (Amy  Lee)

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 12: Let’s get high ***


Come al solito vi prego di leggere l’angolo autrice sotto. QUESTA VOLTA è IMPORTANTE. Looove :3

Capitolo 12: Let’s get high

~POV  OF CHELSIE~

Liam e Louis avevano trascinato Eleanor e Chelsie ad una festa organizzata da un certo Patrick.

-Sento che non è una buona idea.- Eleanor avvertì Chelsie, che la squadrò in malo modo.

-Almeno tu non sei stata costretta ad indossare dei trampoli.- La ammonì scherzosamente l’amica.

Erano vestite entrambe abbastanza semplicemente, forse troppo semplicemente.

-Oh, smettetela di brontolare e pensate a divertirvi.-  Le sgridò Louis ridendo.

***

-Ma qui sono tutti in tiro!- Esclamò Eleanor dopo essere stata circondata da ragazze con vestiti eccessivamente corti, odore di alcool e fumo mentre la musica a tutto volume le faceva scoppiare la testa.

Chelsie si limitò ad annuire guardandosi intorno. Adocchiò immediatamente il tavolo dei drink.

-Non so tu, ma io voglio seguire il consiglio di Louis.-

-Cioè?- Eleanor strabuzzò gli occhi osservando Chelsi che si dirigeva al tavolo degli acolici.

-Voglio divertirmi!-  Eleanor sospirò, arrendendosi e seguendo l’amica.

Uno, due, tre, quattro drink superalcolici.

-Ho bisogno d’aria.- Chelsie afferrò una bottiglia di birra, l’alcolico forse più leggero in quella casa, ed uscì.

-Oh, Harry!- Una voce stridula giunse alle sue orecchie.

 “No. Anche qui.” La mora sospirò esasperata, pensò pure di scappare –ancora- e tornare dentro ma il coraggio, o la piccola sbronza la aiutarono a raggiungere la sua meta.

-Ciao Harry, ciao Abigail.- Li salutò passando accanto ai due ragazzi intenti a pomiciare senza una briciola di pudore davanti alla porta d’ingresso. Non ricevette una risposta, solo uno sguardo dispiaciuto e una vera e propria fulminata.

“Non piangerò questa volta, stronzi.” Pensò mentre portava la bottiglia di birra alla bocca.

-Zayn?- Una volta in giardino notò una chioma mora a lei familiare.

-Hey!-

-Ma non eri quello che odiava gli spazia affollati?- Chiese la ragazza ridendo, sedendosi affianco a lui.

-Hey, ho una certa reputazione da mantenere, io!-

-Giusto, giusto signor sonotroppofigoperandareallefesteeparteciparcidavvero!-

-Mi prendi in giro, eh?-

-Chi io? No, ti stai sbagliando!- A questo punto il moro prese a farle il solletico.

-Bene, ho trovato il tuo puto debole!. Esclamò Zayn ridendo.

-N-no ti prego!-

-Paaaarty haaaardddddd!- Un ragazzo in mutande correva verso di loro.

-Bellaaaaaa- Lanciò a Chelsie  una cosa. Poi continuò a correre facendo il giro della casa.

I due ragazzi si guardarono ridendo.

-Che ti ha lanciato?-

-Emh, è..- Chelsie raccolse l’oggetto da terra.- è una canna!?- Gurdò Zayn e scoppiò a ridere.

-Non ci credo.- I due ormai avevano le lacrime agli occhi.

-Beh, che ci facciamo?- Chiese Zayn improvvisamente smettendo di ridere.

-Boh, fumiamocela.- Propose innocentemente Chelsie.

-Fumiamola? Sai cos’è almeno?-

-Sì, è Ganja, Cannabis, Marijuana, Erba, Maria. Come ti pare…-

-Sei sicura?-

-Cos’è hai paura Malik?-

-Io? No, scherzi? Non sarebbe la prima volta che…-

-Beh, nemmeno per me.-

-Davvero? Ma sei piccola!-

-Piccola cosa, avrò due anni in meno di te! Now, prestami l’accendino.- Chelsie taglio corto, convincendo il ragazzo a prestarle l’accendino.

La accese con facilità, un tiro, due e poi l’oggetto di “svago” della ragazza passò a Zayn che incerto aspirò dal piccolo filtro.

In nemmeno mezzora la canna era consumata e i due ragazzi erano sballati.

-Sto morendo di sete.- Zayn aveva la gola asciutta, esattamente come Chelsie.

-Andiamo a prendere da bere.- Zayn cercò di alzarsi ma venne fermato dalla mora che portava ancora con se la bottiglia di birra.

-No, scherzavo, è finita- Disse piano, scoppiando in una sonora risata.

I due pian piano si alzarono dalla loro comoda postazione e si avviarono all’interno della casa, senza smettere di ridere.

A giudicare dall’odore che regnava nella casa, altri come Zayn e Chelsie si erano divertiti.

~POV  OF ELEANOR~

Anche Eleanor si trovava nella “zona alcolici”  e, quando Chelsie e Zayn si avvicinarono a lei, notò che c’ara qualcosa di strano in loro.

-Hey, Chelsie, stai bene?- Per tutta risposta la mora rise di gusto.

-Mai stata meglio.-

Eleanor la guardò meglio, e anche con la poca luce presente, notò i suoi occhi leggermene rossi.

-Che hai fatto?- Ancora risate, sta volta anche da parte del ragazzo moro.

-Aspetta qui. Vado a chiamare Liam e Louis.-

La ragazza iniziò a cercare i suoi amici in mezzo a quella casa estremamente affollata.

-Lou!-

-Mh?-

-Louis ho bisogno del tuo aiuto.-

-Okay! Aspetta…- Louis le mise una mano sulla spalla e portò l’altra alla propria bocca.

-Che c’è?-

-Portami in bagno, subito!-

-Cosa?-

Louis iniziò a correre verso il bagno, Eleanor lo seguiva.

-Lou! Che succ..- Non riuscì a finire la frase, che il ragazzo, seduto a terra iniziò a rimettere.

-Dio, quanto hai bevuto?- Chiese preoccupata, cercando di aiutarlo in qualche modo.

-Mi dispiace.- Si scusò, cercando di alzarsi.

-Tranquillo, Lou.-La ragazza gli accarezzò dolcemente i capelli.

-Portami a casa, ti prego.- La implorò il ragazzo, pulendosi la bocca con della carta igienica.

-Okay, dobbiamo trovare Liam.- “spero solo che non sia ubriaco anche lui.”

Eleanor non ci impiegò molto a trovare LIam.

-Liam!-

-Hey!-

-Dobbiamo andare a casa.-

-Okay, che è successo?-

-Liam. Portami a casa, ora.-  Louis stava decisamente male.

-O-okay. Andiamo a cercare Chelsie e ce ne andiamo.-

-Mh, Chelsie è strafatta.-

-Cosa?-

Eleanor indicò la mora, ancora vicino al tavolo degli alcolici, che rideva insieme a Zayn.

Liam si avviò verso di loro a grandi falcate, mentre Eleanor lo seguiva trascinando Louis dietro di sé.

-L’hai fatta sballare, brutto idiota!- Sbraitò contro Zayn spingendolo contro il muro.

-No! Non centro.- Zayn cercò di difendersi, scoppiando poi a ridere ancora sotto l’effetto di quello che aveva fumato poco prima.

-È colpa mia, Liam.- Lo difese Chelsie. Altre risate.

-Okay. A casa. Ora.- Disse scandendo bene ogni parola.

Li trascinò tutti in macchina, compreso Zayn.

-Amico, posso andare a casa da solo.- Sostenne Zayn, cercando di rimanere serio, senza molto successo.

-Non in queste condizioni, poi se i tuoi ti trovano preso così ti cacciano di casa.-

Liam accompagnò a casa prima Eleanor e Louis e dopo avere aiutato la ragazza a rimettere in sesto Louis si diresse verso casa insieme a Zayn e a Chelsie.

-È da molto che non vengo qui, vero?-

-Mh. Dormi in camera mia okay?-

-Okay. Grazie.- Zayn lo ringraziò mentre lo aiutava a mettere a letto Chelsie, che si era addormentata in macchina.

-Beh, buonanotte.-

-Grazie Liam.- LO ringraziò nuovamente, mentre l'altro si dirigeva in salotto.

 

 

_________

Ciao bellissime :3

Che ne pensate?

Lo so, è un capitolo strano, giuro che non farò drogare più nessuno ( forse ahah). Se vi ha dato fastidio o altro magari parlatemene in una recensione, o anche per messaggio privato :3

C’è un po di Chayn (?), visto? No, okay, se trovate un nome migliore per Zayn e Chelsie vi sarei grata ahah

C’è anche un po di begtbtrn6u, non ho nemmeno idea di come chiamare Eleanor e Louis. HELP

Beh, grazie di aver letto questo capitolo splendori, vi adoro <3

Ringrazio le tre stupende ragazze che hanno recensito il capitolo precedente:

-_Cactus_E_Canepazzo_

-ELAPAYNE

-_spacobotilia_

Scusate tanto del ritardo e per i possibili errori di ortografia :3

Uh, avrei una domandina: Avete sentito la canzone di Harry Dont let me go? Io mi ci sono fissata ♬ ☆♬

Bien, vi lascio con questa gif di Zayn che ride, potreste far finte che sia strafatto ahaha

Ahaha la smetto.

Eccola:

Image and video hosting by TinyPic

Vi adoro

Muchlove9

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 13: I need to talk with someone. ***


Capitolo 13: I need to talk with someone.

~POV  OF NIALL~

-Pronto?- Niall rispose alla chiamata, subito dopo due squilli esatti.

-Hey bro!- Harry lo salutò.

-Emh, mamma, ora non posso parlare.-

-Cosa? Che diavolo stai dicendo?-

-Eh, sì mamma. Sono da Liam.-

-Ah. Andiamo Niall! Dobbiamo andare avanti con questa storia ancora tanto?-

-Sì, mamma.- Niall rispose stringendo i denti.

-Andiamo, perché non gli dici che sei ancora mio amico?-

-Non posso.-

-Perché? Perché hai paura che ti facciano scegliere? Andiamo Niall, prima o poi dovrai scegliere.-

-Cosa, mamma?-

-Dovrai scegliere me o loro.- Harry doveva aver sempre l’ultima parola, perciò riattaccò.

Niall sbuffò, stanco della situazione.

Come poteva scegliere ?

Ricordava i bei momenti in cui erano ancora tutti amici.

Erano un po’ come i 3 moschettieri, solo che erano 5 e non erano francesi.

-Niall, che succede? Problemi a casa?- La voce di Liam lo destò dai suoi pensieri.

-Eh, sì devo… devo andare ad aiutarla a pulire la casa…- Che diamine di scusa era quella? La prima che gli era venuta in mente, e forse quella meno plausibile.

-Oh, okay bro. Ci sentiamo.- Liam sembrava convinto. Allora non era poi così male come scusa.

Niall lo salutò e si diresse velocemente verso la porta d’ingresso sospirando. Camminò senza sapere dove andare ma doveva parlare con qualcuno.

Non voleva andare a casa, ma dove poteva andare?

Da Harry non poteva andare, avrebbe sicuramente frainteso.

Da Liam non poteva tornare ovviamente.

Josh era fuori con i suoi genitori per il weekend.

Zayn aveva traslocato, e poi comunque non lo sentiva da quasi un anno ormai.

Louis. Poteva fargli una visita. Louis era sempre disponibile per qualche chiacchiera.

Così si ritrovò a  bussare alla porta dell’amico, con un nodo alla gola ed il bisogno di sfogarsi.

Bussò un paio di volte, nessuno aprì, così, mentre era procinto ad andarsene la porta si aprì con uno scatto, segno che era chiusa a chiave.

-Sì?- Niall si voltò verso la fonte di quella dolce voce. Eleanor.

-Hey, senti…-

-Emh, Louis non c’è Niall…-

-Owh, sapresti dirmi dov’è?-

-Doveva sbrigare delle faccende con la madre, non so bene di che tipo… Mi dispiace.- Si scusò cordialmente la ragazza.

-Puoi farmi un favore?-

-Di che si tratta?-

-Ho bisogno di palare con qualcuno, Eleanor.-

-Okay, solo che devo badare alle bambine e…-

-Okay nessun problema.- Niall era già pronto ad imboccare  la strada verso casa ma Eleanor lo fermò.

-No, dai, va bene… Voglio dire, non moriranno mica per un’ oretta no?- Il ragazzo annuì pensieroso. –Okay, avverto Charlotte e poi usciamo.- Ancora una volta Niall annuì senza proferire parola.

-Okay, dove andiamo?- Domandò Eleanor sorridendo radiosa.

-Non saprei, ti va di camminare e basta?- Chiese Niall sorridendo a sua volta, senza riuscire a nascondere una leggere frustrazione.

-Yep.-

I due camminarono, ma nessuno dei due parlava.

-Allora…- Niall cercò di impostare una conversazione vaga. Eleanor alzò lo sguardo dalle sue scarpe, portandolo al viso del ragazzo.- Ti piace Londra?-

-Oh, sì, molto. Ho sempre voluto andarci.-

-Come mai?-

-Beh, sai.. I negozi, le strade, il posto del guidatore della macchina a destra, i bus rossi, le persone strane…- Eleanor aveva ovviamente una lunga lista di cose presenti a Londra che apprezzava ma venne bloccata dal ragazzo.

-Okay, okay. Ho capito.- Disse scoppiando in un’armoniosa risata.

-Sicuro? Potrei continuare per quasi un’ora.- Lo avvertì la bionda.

I due ragazzi si fermarono in una gelateria artigianale, comprarono due gelati e si sedettero in una panchina poco distante dal negozio.

-Allora..- Hai detto che avevi bisogno di  parlare…- Eleanor cominciò a parlare insicura, l’ultima cosa che voleva era mettere pressione al biondino, già evidentemente frustrato.

-Sì. Sai qualcosa di Harry?-

-No, non molto. Solo che ha baciato Chelsie e poco dopo ha iniziato a frequentare Abigail.-

-E della nostra amicizia?-

-Non non so nulla… Ma puoi raccontarmi tutto tu, se vuoi.-

-Vedi, eravamo tutti grandi amici, fino ad alcuni anni fa.-

-Intendi tu, Liam, Louis ed Harry?-

-E Zayn.-

-Chi? Quello che alla festa di ieri ha fumato con Chelsie?-

-Cosa? Davvero?-

-Non lo sapevi? A quanto pare un tipo in mutande gli ha lanciato una canna e loro ovviamente l’hanno fumata.-

-Non ci credo.- Il ragazzo cominciò a ridere fino ad arrivare quasi alle lacrime. Poi si riprese. –Comunque, eravamo tutti amici, grandi amici.-

-E poi?- La ragazza si avvicinò interessata.

-Poi, una sera, siamo andati ad una festa. Eravamo tutti molto ubriachi ma Zayn più di tutti.-

Eleanor annuì come per convincerlo a continuare. Si aspettava qualcosa come un tradimento e altre cose simili.

-Beh in parole povere Zayn è quasi andato in coma etilico ed Harry ha preferito starsene con una ragazzina che aiutare me , Liam e Louis.-

-E perciò avete litigato ed ora non vi parlate più.-

-Esatto.-

-Ma allora perché Zayn non è più nel vostro “gruppo”?- Chiese la bionda gesticolando.

-Perché voleva continuare ad essere amico sia di Harry che nostro.-

-Ed ha scelto Harry?-

Il ragazzo fece un cenno negativo.

-No, non ha voluto scegliere. Ha preferito tagliare i rapporti con tutti.-

-Oh.- La ragazza era dispiaciuta. Niall teneva molto sia a Zayn che ad Harry, indubbiamente.

 

 

-Il peggio è che ho paura di fare la stessa fine.-

-Perché?-

-Perché frequento ancora Harry di nascosto, ma non posso più reggere questo peso.-

-E cercavi Louis per dirgli tutto? Volevi tagliare i rapporti, come ha fatto Zayn?-

-No, Louis sa che sono ancora amico di Harry. Il problema maggiore sono Harry e Liam. Vedi, Liam non sa nulla di questa storia, ma Harry sì.-

-Quindi?-

-Quindi prima, mentre ero da Liam, Harry mi ha chiamato e mi ha detto che devo scegliere. Ma come diavolo posso scegliere tra i miei due migliori amici?-

-Facciamo una cosa: provo a parlarne con Chelsie e vediamo cosa possiamo fare per farvi ricongiungere.-

-Sei sicura?-

-Sì, possiamo tentare. Magari con Harry sarà più difficile, per la storia di Abigail, ma possiamo provare con Zayn.-

-Grazie mille.-

-Non ci sono problemi Niall.- Rispose sorridendo. Il ragazzo la abbracciò senza pensarci un attimo.

-Ti riaccompagno a casa.-

 *****

Eccomi :3

Scusate per il ritardo ma sono stata occupata con la scuola e non avevo uno straccio di idea c.c

Beh nel capitolo ho spiegato il litigio dei ragazzi J

Se avete dubbi chiedete pure J

Spero di essere stata esauriente.

Un grazie alle  5 ragazze che hanno recensito il capitolo precedente

Jenny6969

_Cactus_E_Canepazzo_

My five angels_

francipanda

ELAPAYNE

Se vi va passate qui: Love has no color.

È una Os originale, la prima ahaha Mi piacerebbe che la leggeste :3

A proposito, ringrazio le 3 ragazze che l’hanno recensita:

_shewrite_

_Cactus_E_Canepazzo_

francipanda

Grazie ovviamente anche a chi legge e basta e chi ha inserito la storia tra le preferite/ricordate.

MI scusa ancora per il ritardo :3

Per farmi perdonare vi regalo questa foto :3 (non morite ahah)

Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 14: I'm sorry. ***


Capitolo 14: I'm sorry.
~POV  OF CHELSIE~
Eleanor e Chelsie discutevano animatamente durante tragitto verso la scuola.
-Aspetta. Mi stai dicendo che dovrei parlare con Zayn e cercare di convincerlo a tornare amico di Liam, Louis e Niall?- Chelsie non riusciva a credere a ciò che l'amica le stava dicendo.
-Sì, non mi sembra così difficile.- Eleanor le rispose con tono ovvio.
-Ma se non è più loro amico ci sarà un motivo valido, no? Loro lo hanno costretto a scegliere, non sei un buon amico se costringi il tuo migliore amico a sceglere tra te e un altra persona. Zayn ha fatto bene a tagliare i rapporti con tutti, e per me dovremmo lasciare le cose come stanno.- Affermò Chelsie incrociando le braccia.
-No, e sai perchè? Perchè Niall ci soffre, dobbiamo assolutamente fare qualcosa.-
-No invece, non dobbiamo. Siavo venute qui per imparare l'inglese e staccare dalla solita routine, non per farci malmenare dalla stronza di turno, o baciare un ragazzo che nemmeno conosciamo, e tanomeno ficcare il naso in questa faccenda. Sono quasi maggiorenni e vaccinati, sapranno cavarsela.- Chelsie era convinta di aver ragione e non avrebbe lasciato perdere come al solito, sta volta.-
-Ti ricordo che sei tu quella che si è messa nei casini fin da subito, è solo colpa tua.-
-Cosa? Quindi secondo te Abigail e il suo gruppo hanno fatto bene a piccchiarmi per più di un mese?-
-No. Non sto dicendo questo. Dico solo che con la storia di Harry sei andata a complicare le cose.- Spiegò Eleanor gesticolando nervosamente.
-Sì, è colpa mia. Come sempre.- Chelsie chiuse l'armadietto e velocemente si allontanò dall'amica per rifugiarsi nella classe di letteratura.

-------
Eccomi.
Chiedo scusa per il ritaro e so che vi aspettavate un capitolo.
Il problema è che la storia non mi piace per niente e solo ora mi rendo conto che avrei dovuto scriverla, finirla e pubblicarla solo allora.
Molto probabilmente mi odierete. Ho anche pensato di cancellarla ma mi dispiace, perchè tutto sommato è la mia prima storie e anche se è orribile, voglio tenerla.
Inoltre il mio amore per i One Direction non è assolutamente quello di quando ho iniziato a scrivere. Non li seguo più, mi dispiace. Ma sappiate che le storie che recensivo continuerò a leggerle.
Ho deciso quindi di sospendere tutto.
Sono spiacente per il disguido.
Se però magari, in un momento di fangirlaggine volessi continuare il capitolo lo posterò, ma penso sia impossibile.
In più  ho dei problemi con word e mi tocca scrivere con uno schifo di programma.
Chiedo ancora scusa.
Muchlove9


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1506754