Le Avventure della Compagnia del Buco

di Axul
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentazioni ***
Capitolo 2: *** London Bridge is Fallin' Down ***
Capitolo 3: *** Sole, piscina e sexy bagnino! ***
Capitolo 4: *** Merry Christmas! ***
Capitolo 5: *** La Festa della Noia ***
Capitolo 6: *** Non è possibile... ***
Capitolo 7: *** Happy Valentine's Day ***
Capitolo 8: *** Panico e Delirio a Las Vegas ***
Capitolo 9: *** Battaglia artica in casa Nyrpex e dintorni ***
Capitolo 10: *** Venezia in ricchezza ***



Capitolo 1
*** Presentazioni ***


Le Avventure della Compagnia del Buco Preferito

 
 

Presentazioni



Anno 2056, Hole Town.
La città era il tributo alla tecnologia, uno dei centri più innovativi dell’intero pianeta, questo perché l’imperatore del mondo, Nyrpex, vi risiedeva lì… o almeno, la sua carta d’identità diceva così.
Nyrpex non era un imperatore cattivo, come ci si può aspettare, e neanche un re magnanimo, era semplicemente un ragazzo che era diventato ricco sfondato e che aveva investito i suoi soldi in tutto ciò che gli era capitato a tiro.
Hole Town aveva questo nome perché lui e i suoi amici costituivano la Compagnia del Buco Preferito, quindi aveva voluto rendere omaggio a coloro che l’avevano sempre supportato nei suoi progetti.
Nyrpex viveva in un’enorme villa a quattro piani bianca simile alla casa bianca, con un maestoso parco ai lati del viale di selciato bianco e una sublime piscina sul retro. Ovviamente, non viveva da solo. Siccome, fin da adolescente, aveva continuato a ripetere che avrebbe dato di tutto ai suoi amici, non appena era diventato ricco, loro avevano approfittato del suo stato per farsi comprare svariate cose e per vivere con lui in quel mausoleo di bellezza.
Nonostante l’aspetto austero, la casa era la patria della tecnologia: ogni singola nuova invenzione costosissima e stupenda era ovviamente lì dentro.
 
Nyrpex si svegliò stiracchiandosi vistosamente sul letto, tirò la piccola cordicella rossa accanto al letto a baldacchino e un cameriere entrò tutto trafelato portando con sé un ricco carrello di cibarie. L’imperatore sorseggiò il tè caldo, mangiò con molta calma una brioche e diede due banconote da cinque euro all’uomo pensando: “Tanto sono ricco”.
Si alzò, aprì la porta del bagno, arrivò allo specchio e vide immediatamente la scritta: The Game.
«Ho perso» fu l’unica cosa che riuscì a dire nonostante il dentifricio stesse lentamente colando sul lavandino di bianchissima porcellana comprato in Francia.
Sentì delle urla, si affacciò e vide Leax e la sua ragazza tuffarsi nell’azzurrissima piscina. Aprì la finestra e gridò: «Leax, hai perso!» e richiuse per concedersi finalmente un bagno caldo.
Leax ghignò divertito e baciò appassionatamente Vaxel, la sua ragazza.
Axul passò in quel momento borbottando: «Non di prima mattina, dai» e andò a lavoro.
Sorix la seguì baldanzosa con una grossa borsa nera contenente praticamente il mondo e cominciò a parlare del suo telefilm preferito: Glee.
Axul si massaggiò le tempie, salì sulla macchina volante e la guidò con qualche difficoltà fino ad un edificio rosso. «Sei arrivata, scendi.»
«Aspetta, ti dicevo, quella canzone…»
La buttò letteralmente giù dalla macchina e se ne andò sbuffando. Di prima mattina era praticamente intrattabile perché non faceva colazione a causa del suo stomaco che digeriva solo dalle 10 fino alle 19.
Parcheggiò vicino ad un palazzo color porpora con la scritta al neon “Teatro del Gatto e la Volpe”. Camminò sul tappeto rosso respirando profondamente, aprì la porta di cristallo e sorrise nel ritrovarsi in uno dei luoghi che amava di più su quella Terra: il suo teatro.
Salì tre piccoli scalini, scostò una delle tende e sorrise nel vedere la platea e il palco in fondo alla sala. Camminò con in volto un radioso sorriso, arrivò davanti a Raxas e le chiese: «Come va con i preparativi?».
Raxas la fissò dapprima spaventata, poi si guardò innervosita intorno e, infine, disse: «Ehm… per pranzo ci siamo».
Axul socchiuse gli occhi: «Che vuol dire “per pranzo”? Lo spettacolo è questa sera!».
Iniziò a sudare freddo, prese un pennello e corse dietro le quinte con la voce di Axul dietro che la rincorreva disperata. Nyrpex entrò con la sua bianca giacca, prese una sigaretta da una scatoletta d’argento, l’accese e, arcuando un sopracciglio, affermò: «Posso fare degli ologrammi se vuoi».
Axul sbarrò gli occhi, buttò nel cestino la sigaretta e urlò: «Non me ne frega nulla dei tuoi soldi!».
«Ah sì?» Nyrpex se ne andò con gran classe.
Axul rimase immobile sul palco. Aveva appena allontanato uno degli sponsor? Aveva appena allontanato l’imperatore del mondo? O cavolo…
Lo rincorse e gli si gettò al braccio con fare amorevole. «Stavo scherzando, suvvia! Questa sera potrai portare tutti quelli che vuoi con te! Avrete, come al solito, il palco d’onore!»
Nyrpex annuì soddisfatto e utilizzò il teletrasporto per spostarsi al piano superiore. Era ricco, poteva usare quelle costosissime tecnologie quando voleva. Arrivò nel bar del teatro, dove vide Xarf coccolare il suo gatto bianco sul bancone. Si sedette allo sgabello rosso e ordinò un caffè.
Xarf prese la lattina e continuò a parlare divertito con il gatto per poi proporre: «Dovresti far inventare una macchina per comunicare con gli animali».
Raxas entrò innervosita, si accomodò ad uno dei tavoli e si lasciò cadere pesantemente sul legno. «Non è colpa mia se non hanno consegnato in tempo i materiali… come facciamo per lo spettacolo?»
«Su che cos’è?» domandò Nyrpex sorseggiando il caffè nel bicchiere per il martini.
«Come fai a non saperlo se lo vai a vedere stasera?» domandò confuso Xarf.
Nyrpex fece spallucce e commentò: «Seguo troppe cose, sono ricco, posso fare quello che voglio».
Alzarono gli occhi al cielo esasperati dalla consueta frase dell’imperatore del mondo.
«Comunque è “Madama Butterfly”, non ti ricordi dei kimono in casa tua?»
«Ah, non erano per me?» domandò lui sorpreso da quella rivelazione.
Gli altri due sbuffarono sonoramente.
«Come sta andando l’attività di Cykrix?»
«Ma non puoi andare a vedere? Sono cinque metri!» domandò Xarf esasperato da quel suo atteggiamento altisonante.
Nyrpex si alzò, schiacciò un bottone sul suo orologio e si ritrovò nella stanza accanto, dove Cykrix aveva una fumetteria. Superò i vari scaffali, guardò le numerose Action Figures e arrivò alla cassa, dove l’amico era comodamente seduto a leggere un manga di Sailor Moon.
«Ma non lo sai a memoria, ormai?»
Cykrix alzò lo sguardo, lo salutò e commentò: «Anche tu sai a memoria i tuoi videogiochi».
Lui era il più giovane della compagnia, più piccolo degli altri di due anni.
Sentirono qualcuno imprecare in una lingua a loro sconosciuta, si affacciarono alla porta del negozio e videro Axul insultare il gatto di Xarf.
«Che succede?» domandarono confusi da quella scena.
Axul li fissò in cagnesco. «Oggi è una giornata da schifo! Stasera c’è la prima di “Madama Butterfly”, non abbiamo finito le scenografia perché quegli imbecilli hanno consegnato in ritardo i materiali, quel gatto arriva e mi butta a terra il cappuccino ed io ora sto morendo di fame! Odio questo posto!»
Nyrpex le comprò un altro cappuccino pensando di rabbonirla, ma lei rimase a fissarlo con gli occhi socchiusi. «Dove sono Leax, Zaxzom e Paxu?»
Paxu entrò in quel momento sorridendo radiosa con in mano una grossa valigetta di trucchi. «Buongiorno ragazzi!»
«Buongiorno un corno!» sbottò Axul alzandosi inviperita e subito seguita da Raxas.
«Ma è successo qualcosa?» domandò Paxu fissando Xarf.
«Ehm… credo che tu sia in ritardo, per questo si è infuriata.»
Paxu rincorse le altre due e Axul la spedì dietro le quinte per sistemare tutti i trucchi necessari per la prima.
 
Leax arrivò nel bar portando con sé numerosi fogli e borbottando: «Nyrpex, mi servono un po’ di firme. Ah, Xarf, domani ci saranno dei giapponesi che vogliono fare un contratto, ci faresti da interprete? Faremmo un figurone se ci fossi tu!»
«Uh! E posso mettermi un kimono? Tanto ne abbiamo tantissimi ora che Axul ha deciso di mettere in scena “Madama Butterfly”!»
Leax arcuò un sopracciglio, rimase poi scandalizzato e rispose: «Va bene. Nyrpex, firma, così torno al laboratorio a fare esplodere un po’ di cose».
Nyrpex firmò con la sua penna placcata in oro, la rimise nel taschino della giacca e finì il cappuccino lasciato da Axul.
«Cavolo, è vero! Devo ritirare alcuni libri per il laboratorio! Passo da Sorix, ci vediamo per pranzo, arriverò un po’ tardi oggi.»
Uscì utilizzando una porta vicino al bancone, percorse il lungo corridoio bianco costeggiando la fumetteria di Cykrix e arrivò ad una massiccia porta in ebano. La aprì arrivando esattamente dietro al bancone dell’immensa libreria di Sorix. La ragazza stava amabilmente leggendo un libro.
«Ciao, Sorix, mi servono i libri che ho ordinato l’altro giorno.»
Sorix indicò due scatoloni e disse: «Sai dov’è Nyrpex? Deve firmare alcuni contratti con le case editrici».
Ma perché tutti i luoghi dove lavoravano loro erano gestiti da Nyrpex? Solo Axul si era opposta e, accumulando sempre più soldi grazie al successo del teatro, era riuscita a comprare la struttura diventandone la proprietaria. Mancava poco perché anche il laboratorio diventasse suo, se il prossimo progetto fosse stato accettato dalla Comunità Scientifica, avrebbero guadagnato milioni di euro e il laboratorio avrebbe finalmente portato il suo nome!
«Al bar di Xarf, non sta facendo nulla.»
«No comment» affermò Sorix sbuffando per poi alzarsi.
Arrivata al bar, diede i vari moduli a Nyrpex e si disse che lei, a differenza di tutti gli altri, preferiva che fosse lui a controllare la biblioteca, così aveva meno problemi e poi… con tutti quei libri che c’erano e le riviste specialistiche che Nyrpex la obbligava a ordinare, lei non ce l’avrebbe mai fatta a gestire tutta quella mole di lavoro. L’unica cosa che Nyrpex le faceva fare come se lei fosse stata il capo era presenziare alle riunioni… ovviamente solo perché lui non ne aveva voglia.
Zaxzom entrò nel bar con il volto sporco di polvere. «Ragazzi, abbiamo fatto una scoperta mozzafiato alla cava!»
Xarf lo allontanò dal bancone. «Non mi sporcare tutto! Allora, che cos’è?»
«Le ossa di un dinosauro! Sono enormi, probabilmente appartenevano a qualche T-Rex. Ma ci pensate? Che occasione grandiosa! Finalmente anche il museo di questa città avrà delle ossa di dinosauro vere e non quelle riproduzioni!»
«Il che vuol dire che io avrò ancora più soldi perché il museo lo finanzio io. Evviva! Ho altri soldi!»
Alzarono gli occhi al cielo. Nyrpex non sarebbe mai cambiato.
 
Axul era seduta su una delle poltrone rosse delle prime file in platea. Era mezzogiorno e la scenografia sembrava essere quasi conclusa. Raxas si sedette esausta accanto a lei sbuffando: «Se sapevo che mi facevi sgobbare così tanto, non facevo Scenografia all’università!».
«Dai che tanto ti piace! Sappiamo tutti quanto ti sei divertita a fare queste ambientazioni e a sistemare i vestiti!»
Raxas aveva studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano. Era bionda, anche se i suoi capelli erano tinti e ciò era evidente durante le prime degli spettacoli, quando doveva lavorare duramente per mesi e non aveva il tempo di andare dal parrucchiere; aveva gli occhi castani; era di media altezza e adorava lo stile gotico e orientale. In quel momento indossava degli stivali bianchi con i lacci neri, dei jeans scuri, una maglietta viola, il suo colore preferito, con disegnati gli occhi dello Stregatto. I capelli erano legati in uno spartano chignon e fissati da una rosa nera. In quel momento la sua espressione era esausta e due profonde occhiaie violacee le delineavano i contorni degli occhi.
Axul si era laureata in Economia e Gestione dei Beni Culturali e dello Spettacolo alla Cattolica di Milano. Era piccola, con i capelli castani e gli occhi scurissimi, lei diceva che erano color nocciola se visti al sole, in realtà sembravano neri. Indossava delle converse di pelle nere, prese a Londra perché uguali a quelle di Will Smith nel film “Io robot” del 2004. Lei adorava il passato, per questo guardava spesso film di altri tempi e metteva in scena soprattutto opere antiche. Aveva dei jeans scuri e una maglietta bianca con cucito sopra un gilet nero.
Le due amiche si guardarono, respirarono profondamente e annunciarono che stavano per iniziare le prove generali.
Paxu corse sul palco urlando: «No!! Aspettate, non possiamo! Devo ancora finire di truccare tutti!».
Axul si costrinse a mantenere la calma. «Non importa, iniziamo.»
Nyrpex entrò in sala insieme alla moglie, si sedette dietro ad Axul e le disse: «Sicura che non avete bisogno di ologrammi?».
Axul e Raxas si girarono con sguardi di fuoco. «Non rompere con i tuoi soldi. Lasciaci fare come piace a noi!»
«Ma sarebbe molto più avvincente con draghi veri!»
«Ma non ci sono draghi in quest’opera!» sbottò Axul sgranando gli occhi all’inverosimile.
«Ah… allora non mi piacerà.»
Lo picchiarono per farlo tacere e lui si fece coccolare dalla moglie Rashix prima di essere cacciato dalla sala per i suoi continui lamenti.
 
Finite le prove generali andarono al ristorante di fronte al teatro, sempre di Nyrpex. L’imperatore e Paxu erano fuori a fumare, loro due entrarono e si sedettero stancamente vicino a Sorix.
«Speriamo che vada tutto bene stasera… Ah, Xarf, grazie per averci raccontato la tradizione giapponese. I costumi, il trucco e le movenze degli attori sembrano perfetti.»
«Avreste potuto rendere tutto più semplice con degli ologrammi.»
«Basta con i tuoi ologrammi!» sbottarono Raxas e Axul prima di ricomporsi facendo finta di nulla.
Iniziarono a mangiare il primo: tagliatelle alla bolognese, il piatto preferito di Axul.
Cykrix entrò nel locale, salutò tutti e solo in quel momento tutti si resero conto che era vestito completamente in verde. Di solito indossava un dettaglio verde, mentre quel giorno persino le scarpe erano verdi!
«Come mai così… verde?» domandò Raxas perplessa.
«Perché è un bel colore!»
Cykrix, come già accennato, aveva due anni in meno di loro, però era il più alto di tutti. Si può dire che era il classico stereotipo del ragazzo biondo: muscoloso e occhi azzurri. L’unico “problema” era che non era molto interessato alle ragazze e che gestiva una fumetteria, quindi non aveva i classici gusti dei ragazzi biondi americani. E, come si sarà intuito, il suo colore preferito era il verde.
Nyrpex arcuò un sopracciglio.
Lui era quello ricco. Era così ricco che dormiva con un cuscino dorato che aveva fatto cucire da una costosissima sarta cinese che viveva in un paesino sperduto che aveva dovuto raggiungere con il suo jet privato… tanto era ricco. Capelli castani, quel giorno nascosti dal borsalino bianco con la striscia nera, occhi scuri, pizzetto; media altezza, corporatura normale, forse un po’ di pancetta derivata dal suo costante ozio e dalla sua praticamente assente attività fisica.
Leax entrò trafelato, con due improponibili occhiaie. «Dannazione, quegli imbecilli del laboratorio non capiscono nulla! Nyrpex, falle fare a me la prossima volta le assunzioni! Dove li hai trovati?»
«Sinceramente non ricordo… forse erano quelli che chiedevano meno.»
«Sempre a pensare ai soldi!»
Leax si sedette e cominciò a mangiare con gusto la pasta.
Capelli ricci, tenuti più o meno a posto dal gel, occhi castani. Alto, di media corporatura. Aveva studiato Scienze biologiche all’Università degli Studi di Milano e il suo sogno era sempre stato quello di fare il chimico. Lavorava nel laboratorio da alcuni anni, era stato uno dei primi investimenti di Nyrpex e lui ne aveva subito approfittato facendosi assumere e, grazie alle sue idee e alla sua bravura, ne era ben presto diventato il capo. Sotto al camice si scorgevano la maglia di uno dei suoi gruppi preferiti, i jeans neri e i suoi inseparabili anfibi.
«Ok, all’appello manca solo Zaxzom» affermò Paxu cominciando a mangiare la sua carne.
Lei era celiaca e diabetica fin da bambina. I capelli erano neri con alcune ciocche rosse, gli occhi castani punteggiati da un verde opaco. Indossava una maglietta rossa molto scollata con una spallina che le cadeva sul braccio, dei pantaloncini e dei sandali neri. Tutti si chiedevano come facesse a non avere neanche un minimo di freddo. Lavorava come make-up artist al teatro di Axul e Raxas, se necessario, e faceva occasionalmente fotografie  per alcune associazioni della città. Non aveva un lavoro a tempo pieno, ma a lei piaceva così, aveva più tempo da dedicare a se stessa.
Dopo qualche minuto arrivò Zaxzom con aria esaltata e trionfante. «Ragazzi, quelle ossa sono qualcosa di…» tutti spensero sistematicamente il cervello.
Zaxzom era di media altezza, tendente al basso, e non in piena forma. La sua testa era circondata da piccoli riccioli castani, occhi scuri e una barba non curata. La voglia di sistemarsi ogni mattina era piuttosto assente. In testa aveva ancora il casco giallo della cava e i suoi vestiti erano pieni di polvere a causa degli scavi.
«Potevi almeno cambiarti, così mi fai sfigurare» affermò Nyrpex guardandolo contrariato.
«Nyrpex, non iniziare con questa storia. Sei l’imperatore del mondo, chi diavolo vuoi che s’interessi di noi?» domandò retorico Xarf riprendendo poi a mangiare.
Dei fotografi entrarono in quell’esatto istante nel ristorante.
Nyrpex arcuò un sopracciglio e si alzò mettendosi davanti alle telecamere cibernetiche.
«Ditemi, signori, come mai qui?»
Un uomo lo fissò perplesso e indicò Axul e Raxas. «Volevamo fotografare le direttrici del teatro.»
Axul si alzò trionfante, schioccò la lingua passando accanto a Nyrpex e si mise in posa con Raxas.
«Non ci credo, quelli non sono interessati a me…» tornò al tavolo e si prese sconvolto il volto fra le mani «Probabilmente le mie azioni sono calate!» controllò immediatamente con il suo tablet di ultima generazione, ma si accorse che erano aumentate «Perché non sono interessati a me?» domandò infine esasperato agli altri.
Sorix propose con voce flebile: «Forse perché stasera c’è la prima al loro teatro?».
Sorix era la più formosa della compagnia. Aveva lunghi e lisci capelli neri e gli occhi castano scuro erano parzialmente nascosti dagli occhiali. Lavorando in biblioteca non si vestiva mai elegante come gli altri, ma prendeva vestiti a caso dall’armadio e andava a lavoro portando con sé l’enorme borsa nera contenente portatile, ombrello, fazzoletti, un libro, un manga, penne colorate, matita, gomma, cacciavite, uno spray al peperoncino, una spazzola, lo spazzolino e il dentifricio e altre innumerevoli cose.
«Concordo con Sorix» Xarf ne approfittò per rubare l’ultima fetta di pane rimasta.
Xarf era di media altezza, di corporatura normale e adorava tutto ciò che riguardasse i paesi orientali. Aveva studiato Lingue orientali all’università Ca’ Foscari di Venezia. Lavorava nel bar sopra al teatro e faceva il traduttore di libri giapponesi e l’interprete durante importanti conferenze internazionali. I suoi capelli erano neri, occhi azzurri e un sorriso sempre stampato sul volto. In quel momento indossava un completo da cameriere d’alta classe: camicia bianca, gilet nero, pantaloni neri e mocassini neri; in più, vi erano i suoi inseparabili occhiali neri.
Axul e Raxas tornarono gioiose al tavolo e sfoggiarono un enorme sorriso a Nyrpex. «Anche noi diventeremo presto ricche!»
«Ricordatevi che se avete un lavoro è grazie a me che ho comprato il teatro.»
«E tu ricordati che posso comparti metà delle azioni che hai del teatro, facendoti perdere così dei soldi.»
Nyrpex non era avaro, ma l’idea di perdere dei soldi era per lui inaccettabile.
 
Axul uscì prima di tutti dal ristorante affermando che aveva parecchie scartoffie da riempire e Sorix la seguì, visto che doveva riaprire la libreria.
«Allora, avete sistemato tutto al teatro?»
«Sì… manca il trucco, spero che Paxu ce la faccia» frase seguita da un eloquente sguardo d’intesa «Da te come va?».
«Tutto bene… però mi sento un po’ sola.»
«È da un po’ che ci penso, dovremmo proporlo a Nyrpex… che ne dici se uniamo la fumetteria, la libreria e il bar?»
«Ma ci serve un locale enorme!»
«No! Basta spostare il bar e demolire qualche muro! Il locale occupato ora dal bar possiamo prenderlo noi del teatro, così avremmo più spazio per tenere le cose e non dovremmo ricorrere allo scantinato. Per te andrebbe bene?»
«Ovvio!»
«Allora parlagliene tu quando passa da te. Io vado, ciao!» e scomparve dietro le quinte.
Ovviamente lasciava a lei la parte di convincimento di Nyrpex.
Si diresse a lavoro, prese il suo portatile, vi attaccò delle cuffie e cominciò ad ascoltare le canzoni di Glee; il volume non era troppo alto, per evitare di non notare i clienti, ma tanto sapeva che nessuno faceva un giro in libreria a quell’ora… o in quell’epoca. Era più normale che la gente scaricasse da Internet, forse per quello le case editrici erano sempre più difficili da convincere nell’invio di libri o nello stampare alcune edizioni. Ovviamente, però, non tutti i libri erano presenti in formato ebook, per questo nella sua libreria vi erano più che altro cimeli di altri tempi, libri di settore e riviste specialistiche.
Improvvisamente alzò lo sguardo e si paralizzò. Che diavolo ci faceva Exkalin in libreria?
Exkalin era un genio della matematica, violinista al teatro di Axul e Raxas e un dio sceso sulla Terra per benedire i suoi occhi. Exkalin era alto, con i capelli castano scuro, ciuffi sbarazzini che gli incorniciavano il volto e occhi di un verde spettacolare. Corporatura perfetta, passo sicuro, mani stupende… un vero e proprio dio.
Exkalin si diresse deciso verso di lei e subito Sorix fece sparire le cuffie.
«Ciao, Axul mi ha detto che qui posso trovare degli spartiti.»
«Sono…» perché in quel momento le sembrava impossibile ricordare dove si trovassero? «Là, sulla destra! Aspetta, ti accompagno».
Perché Axul le aveva fatto quello scherzo? Sapeva perfettamente che quando vedeva Exkalin andava in panico! Per questo non riusciva neanche a parlargli!
«Eccoli.»
Lui prese immediatamente un libro, lo sfogliò e sorrise compiaciuto. «Prendo questo.»
Tornarono al bancone, lo guardò attentamente e, quasi con un filo di voce annunciò: «Il primo libro che acquisti è gratis».
Exkalin rimase sorpreso, sorrise con un aspetto angelico e lo vide andare dalla parte opposta.
«Aspetta! Se vai di qui farai prima» e gli indicò titubante la porta dietro al bancone.
Lui la ringraziò con un altro sorriso e uscì dalla libreria.
Si accasciò completamente rossa in viso sulla poltrona. Non era possibile, aveva parlato con Exkalin facendo anche la figura dell’idiota! Almeno gli aveva fatto un regalo. Tornò verso gli spartiti e scoprì, con enorme sgomento, che quel libro costava circa 50 euro. Ma che diavolo…? Non poteva nascondere una somma così a Nyrpex, doveva per forza rimetterceli lei… che cavolo! Doveva controllare prima!
 
Axul vide Exkalin tornare radioso come sempre. Lei e Raxas si misero a guardarlo dalle poltrone in platea. «Ma quanto è bello?»
«Ci credo che Sorix si è innamorata, guarda che occhi!»
Sentirono un colpo di tosse dietro di loro, si voltarono e Axul impallidì: Exol. Raxas se ne andò scoppiando a ridere, mentre lei rimase imbambolata a fissarlo. «Hai sentito quello che abbiamo detto?»
«Sì, ma non importa» si sedette accanto a lei scavalcando le poltrone «Allora, come va?».
«Tutto a posto… come mai qui? Non eri in viaggio?»
«Non potevo perdermi la prima del tuo teatro, mi sembra ovvio. Hai avuto problemi anche quest’anno?»
Perché Exol sapeva essere così… così… «Sì, ci hanno consegnato i materiali per le scenografie in ritardo e oggi abbiamo dovuto fare le corse… l’unica cosa che manca è il trucco… lo fa Paxu perché si è proposta.»
«Non mi sembri felice» commentò lui guardando i tecnici sul palco.
«Mi ha chiesto il doppio di qualunque altro make-up artist, ma mi ha costretta ad accettare perché era senza soldi e non poteva chiedere un altro prestito a Nyrpex.»
«Che brutto investimento che hai fatto. All’università ti hanno proprio insegnato male!»
«Ehi, andavamo nello stesso ateneo, nella stessa facoltà e negli stessi corsi!» obiettò lei scoppiando a ridere.
Exol prese il portasigarette e glielo mostrò. «Andiamo fuori?»
«Ci sto.»
Uscirono sul retro del teatro e lei non poté fare a meno di gioire nell’essere sola con lui. Exol era bello e ciò che l’aveva fin da subito colpita erano stati gli occhi azzurro ghiaccio. I capelli castani erano perennemente spettinati perché la mattina si alzava in ritardo e non aveva tempo di sistemarsi, ma a lei non importava: era stupendo anche da trasandato. Indossava una maglietta blu che lasciava scoperti i suoi fantastici muscoli e che faceva inequivocabilmente capire che faceva sport regolarmente; aveva poi dei pantaloni beige e delle scarpe blu semplici. Nonostante l’aspetto, era un libero imprenditore piuttosto affermato nel mondo della cultura.
«Come va a te con il lavoro?»
Accesero le sigarette e si appoggiarono al muro.
«Tutto a posto, sto per fare un altro contratto con Nyrpex. Secondo motivo per cui sono in città, mi sa che domani mi vedrai girare in quella casa enorme. Se mi vedi disperso, chiamami.»
«E ti porto nella mia stanza, capito» commentò lei ridendo.
Il rapporto fra lei e Exol era piuttosto incasinato: il primo anno di università si erano baciati da ubriachi, il secondo a malapena si parlavano, il terzo ci mancava poco che andassero a letto e il quarto e il quinto era stato un continuo tira e molla, il giorno dopo la laurea si erano messi insieme, poi lui era partito ed era scomparso per vari mesi, erano andati a letto, poi avevano cominciato ad ignorarsi. Che pessimo resoconto.
«Ci provi?»
«Non credo sia una novità.»
Exol la baciò e, mentre spegneva la sigaretta, affermò: «Stasera ci sarò. Se vorrai comparire sulle riviste con me, basta che mi chiami» e se ne andò.
Una delle cose che adorava di lui era il fatto che sapesse comportarsi da ragazzo tenebroso e figo.
 
Raxas sorvegliò attentamente il lavoro dei tecnici e pregò che non succedessero casini: non voleva sorbirsi una delle sfuriate di Axul. Normalmente lei era tranquilla, ma quando qualcosa andava storto nel teatro sapeva essere una furia e, soprattutto, odiava gli incidenti prima di uno spettacolo.
Axul rientrò con stampato sul volto un radioso sorriso. Tutta l’orchestra scoppiò a ridere e il direttore ci mise qualche minuto per richiamare l’attenzione. Raxas la raggiunse e le chiese di raccontarle tutto.
«Ho trovato un cavaliere per stasera» rispose lei con aria sognante.
«Un cavaliere… parli come le americane…»
Quella frase bastò a risvegliarla immediatamente. «Che ridete voi? Suonate come si deve e voi muovetevi con quelle luci, siete in ritardo, avete altre due ore!»
 
Xarf tradusse alcune cose per un sito Internet e mise il computer sotto al bancone. Quando riemerse vide che davanti a lui c’era Xandap.
«Che ci fai qui?! Non mi avevi detto che venivi!»
«Axul e Raxas mi hanno detto che oggi c’è la prima e che, se venivo, ci davano i biglietti gratis. Stasera andiamo a teatro, capito?»
«Ma… dovevi dirmelo prima! Insomma, non sono pronto e…»
«Andremo a casa, ti cambierai e torneremo indietro.»
«Sì, ma il bar…»
Xandap arcuò il sopracciglio. «Sicuramente Nyrpex troverà qualcuno con cui sostituirti, andiamo allora?»
Xarf sentì il battito del cuore accelerare, sorrise festoso e gli andò accanto. «E andiamo!»
Xandap faceva uno dei lavori che lui avrebbe sognato fare: l’allevatore di cuccioli di panda. Si conoscevano da parecchi anni ed erano insieme da altrettanti anni. Era poco più alto di lui, capelli scuri pettinati in modo sbarazzino, occhi grandi e verdi e un abbigliamento piuttosto spartano: maglietta rossa, pantaloni grandi e comodi, scarpe da ginnastica nere.
 
Zaxzom fissò attentamente tutti i lavoratori della cava. Lui era il supervisore perché era l’unico che avesse una laurea e poi… fin da bambino sognava di fare il paleontologo. Gli amici trovavano strana la sua passione per i dinosauri, ma lui non poteva farci niente: erano semplicemente il suo mondo.
Guardò il sole e si rese conto solo in quel momento che era il tramonto.
«Va bene, basta così per oggi. Andiamo a casa!» scappò via dalla cava e salì sulla macchina volante. Provò ad accenderla, ma il motore non ne voleva sapere. Dannazione, era in ritardo, Axul l’avrebbe ucciso sicuramente. Riprovò e la sua carretta, finalmente, partì.
Arrivò a casa, corse in uno dei tantissimi bagni di Nyrpex, si fece una doccia e utilizzò uno dei dispositivi attaccati alla parete per avere uno smoking della sua misura. Lo infilò in fretta e andò nell’atrio. Trovò Leax e Vaxel, la sua ragazza, già pronti sulla scalinata bianca e, come al solito, intenti a baciarsi.
Nyrpex arrivò con una lunga limousine bianca.
«Nyrpex, ma non troverai mai parcheggio.»
«Infatti l’autista poi torna indietro, lo richiameremo dopo.»
«Ma così pagherai il doppio» commentò Leax perplesso.
«Che t’importa? Tanto sono ricco!»
Salirono sconvolti dal suo amore per i soldi e vi trovarono la moglie Rashix. Rashix era una donna bellissima, con capelli castani, occhi del medesimo colore e lineamenti decisi, ma dolci. La salutarono e Vaxel si svaccò letteralmente sul divano della macchina.
«Ho sempre sognato farlo» spiegò quando notò gli sguardi sconvolti di tutti.
Quando arrivarono al teatro, Leax la tirò su e furono i primi a scendere dalla macchina, seguiti da Zaxzom e, dopo alcuni minuti, da Nyrpex e Rashix, che erano rimasti indietro perché l’imperatore voleva essere fotografato dal maggior numero possibile di persone. Andarono nel palchetto d’onore, esattamente davanti al palco, e si sedettero comodamente. Raxas li raggiunse e tutti rimasero sconvolti nel vederla così elegante: lungo abito nero che le lasciava scoperta la schiena e con uno spacco laterale.
«Io non volevo metterlo! È stata Axul ad obbligarmi!»
«E ha fatto benissimo!» commentarono Zaxzom e Nyrpex seguiti poi dal sonoro fischio di Leax.
«Axul dov’è?» chiese Vaxel notando l’assenza dell’altra direttrice del teatro.
Raxas indicò il palchetto a fianco e loro videro l’amica accanto ad Exol.
«Oddio, sono ancora insieme?»
«Più o meno… la solita storia. Beh, almeno restano fedeli, non si fanno altre persone nel frattempo» commentò Raxas per poi scoppiare a ridere.
Tutti la imitarono e guardarono la platea. Fra le prime file videro Xandap e Xarf, provarono a richiamare la loro attenzione, ma fu, ovviamente impossibile.
«Potrei inviare loro un nostro ologramma…»
«Basta con ‘sti ologrammi!» sbottò Raxas sedendosi.
Sorix e Cykrix arrivarono in quel momento, si sedettero accanto a Raxas e affermarono: «Grazie, Nyrpex, per averci invitati!».
«Ringraziate Axul, si è fatta perdonare offrendo posti gratis per chi volessi.»
 
Lo spettacolo fu un successo enorme, Raxas e Axul finirono sulle copertine di riviste e giornali di ogni tipo. Quell’anno sembrava che tutto fosse andato per il meglio, per una volta.

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Capitolo 2
*** London Bridge is Fallin' Down ***


London Bridge is Fallin’ Down
 



Non appena furono scesi dall’aereo, urlarono di gioia: Londra!
Nyrpex doveva partecipare di persona ad alcune riunioni e aveva deciso di portare tutta la compagnia con sé. Tanto era ricco!
Le ragazze si persero a Camden Town per tutta una giornata. Ne tornarono con buste piene di vestiti, scarpe e altri accessori.
I ragazzi, invece, camminarono tutto il tempo osservando le meraviglie della città.
Si ritrovarono la sera e decisero di andare all’Hollywood. Nyrpex prenotò il tavolo più bello e Axul e Leax decisero di ubriacarsi, tanto non dovevano guidare! Per riprendersi, fecero un giro e ammirarono Londra di notte, ancora più fantastica rispetto al giorno. Tornarono nel lussuoso hotel e, con enorme stupore, Axul riconobbe Exol alla reception. Immediatamente tornò sobria.
«Exol! Come mai a Londra?»
Il ragazzo si voltò altrettanto sorpreso. «Affari. Tu?»
«Vacanza.»
Iniziò a guardare il soffitto e lui subito capì che aveva bevuto. L’aveva vista troppe volte in quello stato per non accorgersene da ogni suo gesto. «Nyrpex, te la riporto domani mattina.»
«Non dovremmo fermarlo?» domandò ingenuamente Cykrix.
«Non credo che Axul ne sarebbe felice» rispose Leax ridendo e andando in camera.
 
Il giorno dopo trovarono Axul nell’atrio ad aspettarli con Exol accanto.
«Cosa facciamo oggi?»
Sorix prese una mappa, mise il dito su un punto casuale e lesse: «Piccadilly Circus!».
Girarono tutti i negozi con gli uomini ad aspettarle fuori. Improvvisamente, Axul trascinò dentro un tourist shop Leax e gli disse: «Dovresti prendere questo coso a Vaxel!».
Era una calamita a forma di Big Ben. Vaxel adorava le calamite e lui sorrise per la proposta di Axul e la comprò immediatamente. Uscirono e si accorsero che Exol era sparito. «Ma… dov’è?»
«Chi?» domandò Zaxzom riemergendo dal suo quasi monologo con Cykrix.
«Come chi? Exol!»
«E chi è?»
Axul sgranò gli occhi. «Che cavolo vuol dire “e chi è”?! Quello con cui vado a letto da anni!»
«Detto così è una frase bruttissima» commentò Raxas.
«Ne abbiamo sentite di peggiori, tanto» rispose l’altra scoppiando a ridere.
Zaxzom si guardò smarrito intorno. «Non lo so.»
Axul piegò la testa di lato, rimase immobile per alcuni secondi prima di prendere il cellulare e chiamare Exol. «Non risponde… sarà sparito come al solito.»
Continuarono a camminare per Londra, presero la metro, scesero a Monument e rimasero ad ammirare il London Bridge. Nyrpex si voltò dall’altra parte e affermò: «Osservate, quello l’ho comprato ieri» e indicò il 30 St Mary Axe, un monumentale grattacielo a forma di cetriolo.
«Che te ne fai?» gli chiese Leax perplesso.
«Non lo so, deciderò. Tanto sono ricco!»
Ovviamente doveva dire la sua frase. Axul tornò a fissare il London Bridge e… «Gente, ma non si sta inclinando?»
Panico.
Il London Bridge stava cadendo… che novità!
«London Bridge is fallin’ down, fallin’ down, fallin’ down. London Bridge is fallin’ down, my fair lady!»
«Ma ti sembra il momento di cantare quella canzone????» domandarono tutti in coro a Sorix.
«Ma è il momento perfetto!» sussurrò lei tentando di nascondersi dietro ad una panchina
«Perfetto sta cippa!» sbottò Axul sgranando gli occhi all’inverosimile.
Tornarono a guardare il ponte.
«Ragazzi, serve un piano! Qualcuno avverta le autorità, mettiamoci davanti al ponte per evitare che qualcuno ci salga» subito Zaxzom scattò.
Tutti rimasero sconvolti. Da quando Zaxzom dava ordini?
Iniziarono a bloccare il traffico, a lanciarsi letteralmente sulle macchine perché non prendessero il ponte e, dopo una decina di minuti, la strada era completamente deserta… e milioni di londinesi erano infuriati con loro.
«Ma qualcuno ha chiamato le autorità?» domandò Axul quando si rese conto che era impossibile che nessuno fosse ancora arrivato.
Silenzio di tomba.
Fissarono Nyrpex, che non stava facendo assolutamente nulla.
«Puoi usare il tuo cellulare per chiamare qualcuno?»
Nyrpex prese il telefono, digitò e lo portò all’orecchio con aria di sufficienza. «Amore, torno domani.»
«Sei un imbecille!» urlò Leax lanciandosi su di lui e buttandogli il telefono in acqua.
Nyrpex aprì la sua valigetta dorata, prese un altro cellulare affermando: «Ho sempre quello di riserva».
Leax lanciò nel Tamigi anche quello. «Brutto imbecille!»
«Qualcuno può chiamare?» domandò Raxas scappando da un cane che le si voleva lanciare addosso alla ricerca di coccole.
Leax andò ad una cabina telefonica e rimase immobile a guardare i tasti.
«Leax, ci sei?» domandò Xarf perplesso dal suo comportamento.
«Ma qual è il numero?»
Axul lo spinse via dalla cabina, chiamò la polizia e si sedette sulla panchina con il broncio. «Siete una manica di imbecilli, Exol è sparito e il ponte sta crollando. Che orribile giornata!»
Sorix si sedette accanto a lei con un gatto in mano.
«E quello cos’è?»
«Un gatto!»
«Grazie al cavolo, perché hai un gatto in braccio?»
«Perché è tenero!»
Videro un bambino correre verso di loro con le lacrime agli occhi e indicare disperato il micio.
«Ma hai rubato un gatto!» urlò scandalizzata Axul per poi ridare l’animale al suo proprietario.
«No, era lì vicino ad una macchina ed io l’ho preso!»
Axul respirò profondamente costringendosi a mantenere la calma. Provò a rifare il numero di Exol, ma lui non rispose. Perché doveva sparire senza neanche salutarla?
Le autorità arrivarono, guardarono il ponte e rimasero assolutamente immobili.
«Che stanno facendo?» chiese Cykrix perplesso.
Nyrpex andò dagli uomini, parlò con loro e si rivolse poi agli amici: «Non sanno che fare».
Leax e Axul sbarrarono gli occhi. «Che cazzo vuol dire? Ma sono scemi?!»
Nyrpex prese un altro cellulare dalla tasca, compose un numero, riattaccò e dopo una decina di secondi comparvero degli elicotteri nel cielo che subito iniziarono a tirare delle funi sul ponte per fissarlo. Dopo venti minuti se ne andarono. Tutto era tornato a posto.
«Nyrpex… ma non potevi chiamarli prima?» domandarono gli altri sull’orlo di una crisi di nervi.
«Non ne avevo voglia.»
«Brutto imbecille!» urlò Leax prima di tirargli un pugno alla spalla.
 
Andarono a Regent Street per prendere qualcosa da bere da Starbucks e vietarono all’imperatore di fissarli o di dire qualunque cosa.
Mangiarono in un ristorante casuale e tornarono in hotel per riposarsi.
Non appena fu in camera, Axul si rese conto che Exol era sdraiato sul suo letto e stava bellamente dormendo. Uno: come aveva fatto ad entrare? Due: ma la sua stanza? Tre: che cavolo ci faceva lì? Quattro: perché diavolo era lì?
Aprì la borsa e si rese conto che mancava la seconda chiave. Ok, una domanda era stata risolta.
Si tolse la giacca e le scarpe e si sdraiò accanto a lui. Perché doveva essere così maledettamente bello? Si rialzò, prese la sua giacca, guardò nelle varie tasche e capì che aveva perso la sua chiave, come al solito. E anche gli altri quesiti avevano trovato una soluzione.
 
Xarf si sdraiò sul grande letto bianco assaporando la freschezza delle lenzuola. Quella giornata era stata stressante e lui aveva assolutamente bisogno di riposarsi.
Cykrix entrò nella sua camera baldanzoso mostrando alcuni dvd di Sailor Moon. «Li guardiamo?»
E il suo piano era andato in fumo.
Guardarono quattro film. Quattro ore di Sailor Moon. Uscì dalla camera urlando: «Potere del cristallo di Luna, vieni a me!».
Axul e Exol rimasero interdetti a fissarlo.
«Ma che ci fate dietro la mia porta?»
«Volevamo chiamarti per la cena…» sussurrò ancora inebetita Axul.
Xarf si ricompose, cambiò il tono della voce e con aria grave annunciò: «Allora andiamo, no?».
Raxas e Sorix erano al buffet e guardavano incerte qualunque cosa ci fosse. Paxu guardò perplessa Exol e chiese: «Ma tu non eri sparito?».
«Mi ha chiamato il mio cliente e sono dovuto andare» affermò lui osservando attentamente le cibarie, poi fissò Axul. «Lo sai che quello che stai prendendo è pollo, vero?»
«Ma non c’è altro…»
«Ma sei allergica.»
Lo fissò socchiudendo gli occhi. «Io non mangio verdure» lo vide indicare del brodo «E neanche quella brodaglia».
«Va bene, ti porto fuori» annunciò lui esasperato. Le fece poggiare il piatto e uscirono dall’hotel.
Gli altri rimasero imbambolati a fissarli.
«Non ho mai capito perché dovessero avere un rapporto così incasinato» affermò infine Xarf.
Raxas assaggiò una zucchina. «Ma non è incasinato, semplicemente non stanno ufficialmente insieme.»
Sorix allontanò il piatto da sé. «Io non ho ancora capito perché.»
«Non hanno voglia di impegnarsi seriamente» rispose l’artista decidendosi a mangiare solo il pane.
Cykrix si alzò da tavola e uscì dal locale affermando che aveva dimenticato il telefono in camera.
Continuarono a “mangiare” finché non sentirono un urlo agghiacciante.
«Non ditemi che era Axul…» sussurrò Raxas evitando di incontrare gli sguardi degli altri.
Leax si alzò dal tavolo e corse fuori dall’hotel, svoltò un angolo e trovò Axul raggomitolata al petto di Exol.
«Che succede?»
«C’era una cosa con una gonna azzurra e i codini e… un fiocco rosso e…»
«Una bambina che faceva danza?» le chiese perplesso da quella descrizione.
Exol la prese in braccio e spiegò: «Era una specie di lupo mannaro travestito».
«Ragazzi, avete bevuto?»
«Non ancora» affermarono i due all’unisono.
Tornarono all’hotel e spiegarono agli altri che cosa era successo. Nel frattempo era tornato anche Cykrix. Andarono nella hall, si sedettero su delle comode poltrone bianche e scrissero su un foglio tutti i dettagli che i due si ricordavano.
Alla fine, quasi per scherzo, Xarf affermò: «Una Sailor mannara!».
Tutti sbarrarono gli occhi.
«Ommioddio!» urlò Raxas per poi scappare in camera.
«Qualcuno la recuperi, dobbiamo restare tutti uniti e risolvere questo mistero della Sailor mannara!» annunciò Leax dandosi una certa aria da figo mentre lo diceva.
«Sembriamo tanto la banda di Scooby-Doo…» commentò Axul appoggiando la testa sulla spalla di Exol. Se non altro quell’avventura dell’horror le dava la possibilità di stare di più con lui.
Xarf si affacciò alla finestra. «Ragazzi, oggi c’è la luna piena… quel mostro ci attaccherà ancora.»
Axul si strinse ad Exol. Quella situazione le piaceva sempre di più.
Zaxzom andò a recuperare Raxas, mentre Cykrix si diresse al bagno.
Un altro urlo.
Corsero per tutte le scale e trovarono Raxas davanti alla porta della sua stanza mentre la chiudeva disperata. «L’ho chiuso qui! Trovate qualcosa per ucciderlo! Fa davvero schifo!»
Leax prese una bombola antincendio attaccata al muro e la caricò dietro la testa. Raxas lasciò di scatto la porta e loro si gettarono nella stanza. Della Sailor mannara nessuna traccia.
«Perché questa vacanza a Londra deve essere così incasinata?»
Cykrix entrò nella stanza e chiese: «Perché siete tutti qui?».
«La Sailor mannara ha attaccato Raxas!»
Si rinchiusero in camera studiando un piano di attacco. Dovevano risolvere quel mistero quella sera stessa.
Dopo mezzora di difficili pensieri si addormentarono.
Paxu lanciò un urlo svegliando tutti.
Si guardarono intorno e immediatamente notarono che Cykrix era scomparso.
«Ha rapito Cykrix!»
«Beh… sarà felice, è una Sailor mannara!» commentò Axul sbadigliando.
«Ma non dire cavolate! Insomma, pensiamo ad un piano!»
 
Axul ed Exol uscirono dall’hotel per sedersi su una panchina. Dopo una decina di minuti la Sailor mannara arrivò davanti a loro lanciando un urlo al cielo.
Iniziarono a correre lungo la strada, svoltarono a destra e s’infilarono in un vicolo di qualche metro. La creatura arrivò davanti a loro, fece per allungare le pelose zampe ricoperte da guanti rossi, ma una fune calò sul suo corpo.
Axul sbarrò gli occhi. «Imbecille, non l’hai legato!»
«Ma nei cartoni funziona sempre!»
I due si fissarono. Scapparono dal vicolo urlando con tutte le loro forze e si rintanarono in hotel. Xarf, rimasto sul muretto del vicolo, sorrise alla Sailor mannara e imitò i due ragazzi eseguendo un atletico salto che non sapeva di essere in grado di eseguire.
Si incontrarono nella hall.
«Pensiamo ad un piano più intelligente…» affermò acida Axul riprendendo fiato.
Xarf arrivò dopo qualche istante tutto trafelato. «Comunque non credo che voglia farci del male… insomma… gli siamo corsi accanto e non ha mosso un dito!»
«Sì, ma ha rapito Cykrix!» obiettò Nyrpex scombussolato dal fallimento del piano.
 
Sorix si affacciò al balcone della sua stanza. La Sailor mannara arrivò immediatamente. Lei scappò dalla camera, percorse i vari corridoi pregando di non essere mangiata e s’infilò nella camera di Nyrpex. La creatura entrò e una gabbia le calò in testa.
«Evviva i miei ologrammi!» esultò l’imperatore.
«Ologrammi…?» balbettò Leax incredulo.
La Sailor mosse una zampa e si rese conto che era tutto una finzione. Urlò verso di loro.
«Amico, lavati i denti!» commentò Leax prima di scappare trascinando con sé Nyrpex e Sorix.
Andarono nella camera di Zaxzom e Axul lanciò un sasso in testa alla Sailor seguita a ruota da Exol. Quella svenne.
«Sempre detto io che i metodi più semplici sono i migliori!»
«I miei sassi!!» piagnucolò Zaxzom sconvolto.
«Sì, sì, tranquillo, poi te li ricompro» Nyrpex si avvicinò alla Sailor e la legò con delle corde in acciaio.
Raxas si piazzò davanti alla creatura, fece per tirare la faccia, ma non andò via nessuna maschera. «No! Non funziona come in Scooby-Doo!»
Paxu guardò attentamente la Sailor mannara. Ciuffo biondo, abbigliamento da Sailor Moon… «Ragazzi, ma non assomiglia un po’ a Cykrix?»
Tutti sbarrarono gli occhi. Paxu prese un secchio d’acqua e lo buttò addosso alla Sailor. Immediatamente quella aprì gli occhi e tornò Cykrix.
«E tu da quando sei una Sailor mannara?!» domandò scandalizzato Xarf.
«Da sempre! Non avete mai notato che non esco con la Luna piena?!»
Axul gli tirò una pallina in testa. «Perché ci volevi mangiare?»
«Vi stavo chiedendo aiuto, idioti!»
«Ah! E non potevi dircelo!»
«Poi c’ho preso gusto… ora mi liberate?»
«No!»
 
Riuscirono a tornare a casa sani e salvi e non vollero sentir parlare di Londra per molto, mooolto tempo.

Angolo autrice:
Vi scriverei tutta "London Bridge", ma è troppo lunga... però è bellissima *.*
Beh, dunque, vorrei davvero che qualcuno commentasse questo sfaso mentale e vi anticipo che... non avete ancora visto nulla! La vera demenza arriva fra poco!

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Capitolo 3
*** Sole, piscina e sexy bagnino! ***


Sole, piscina e sexy bagnino!



Axul entrò nella piscina correndo come una bambina. Urlò di gioia e tutti furono contagiati dalla sua euforia. Sorix posizionò l’asciugamano al sole, lontano dagli alberi, perché voleva abbronzarsi entro il tramonto, mentre Cykrix si nascose alla frescura dei piccoli alberelli nel prato accanto alle vasche.
Axul si tolse immediatamente i vestiti e trascinò Xarf fino al bordo continuando a saltellare impaziente di tuffarsi. Eseguì un perfetto tuffo di testa, l’unica cosa che sapesse fare dopo nove anni di nuoto, e si perse nell’acqua.
Xarf la seguì, mentre tutti gli altri rimasero a crogiolarsi al sole.
«Volete venire, sì o no?» urlò Axul quando riemerse.
Raxas sorrise con enorme falsità. «Io arrivo dopo.»
Axul uscì dalla piscina e la fissò. «Perché sei ancora con i vestiti addosso?»
«Eh, con calma… c’è tempo!»
Leax e Zaxzom la bloccarono e Axul si avvicinò minacciosa con l’accendino. «Togliti quel burqa o te lo brucio.»
Raxas eseguì l’ordine a malincuore.
«Perché non volevi farlo?» le chiese Sorix sconvolta.
«Perché sono grassa!»
Axul le diede una potente testata. Raxas era magra, assolutamente magra, una stecca da biliardo era più grassa.
Buttarono Raxas in acqua di peso e fu in quel frangente di secondo prima di sprofondare che lo vide: un angelo.
No, non stava per morire e non vide nulla con le ali.
Vide il bagnino più figo della Terra: castano, occhi di un fantastico color terra di Siena, con un fisico scolpito nel marmo di Carrara, abbronzato perfettamente… finalmente un figo!
Quando riemerse passò circa venti secondi a guardarlo e Axul le andò accanto, fece una vocina acutissima e cominciò a dire: «Oddio, c’è il bagnino! Oddio, guarda che figo!».
Raxas la buttò sott’acqua e scappò completamente rossa in viso.
Axul riemerse, guardò Sorix con un malefico sorriso e andò verso il bagnino. «Ciao, come ti chiami?»
Lui la guardò sorpreso, si avvicinò al bordo della piscina e affermò: «Exelott, perché?».
«Curiosità» e se ne andò sogghignando.
Raxas riemerse dalla piscina e si rimise il suo inutile burqa. Si guardò furtiva intorno e, in meno di due secondi, scavò una buca nella sabbia dove s’infilò armata di binocolo per ammirare il bagnino.
Exelott venne rapidamente circondato da orde di ragazzine impazzite e, in mezzo a tutte, riconobbero anche Paxu. Ma che cavolo…?
Raxas iniziò ad andare in escandescenza e non solo a causa del sole cocente che le stava uccidendo la testa. Paxu era fidanzata e più volte aveva preannunciato che avrebbe sposato Oxyll… perché stava corteggiando un bagnino?
Paxu iniziò a fare gli occhi dolci ad Exelott e gli offrì persino un gelato. Quello era troppo.
Oxyll entrò nel parco acquatico e subito Nyrpex lo portò dall’amata notando lo sguardo furente di Raxas.
Oxyll era alto, con corti capelli neri a spazzola, occhi chiari e fisico molto asciutto. Oxyll abbracciò immediatamente Paxu non notando le sue avances verso il bagnino e la portò vicino all’ombrellone di Nyrpex, seduto comodamente su uno scranno d’oro mentre sorseggiava latte di cocco da bicchieri di cristallo areato da ragazze formose con gonnellini di paglia e collane di fiori con in mano enormi foglie di palme. Perché doveva sempre mostrare a tutti quanto fosse ricco?
Paxu si vide costretta a demordere dai suoi intenti, anche se continuò a fissare tutto il tempo Exelott.
Vaxell arrivò in piscina facendo sventolare un enorme telo rosso… a che serviva visto che Nyrpex aveva fatto portare direttamente dei tavoli di legno e aveva dato ad ognuno di loro due asciugamani? Leax le andò incontro, l’abbracciò e, come di consueto, cominciarono a baciarsi allegramente.
Nel frattempo, Sorix si era spostata sotto gli alberi a causa dell’afa insopportabile e aveva cominciato a leggere un libro preso apposta per l’occasione dalla biblioteca. Spostò gli occhi dal libro per voltare pagina e si accorse che davanti a lei c’era qualcuno. Alzò lentamente lo sguardo: era un uomo, con un costume rosso, con un fisico fantastico, identico a… Exkalin?!
Sbarrò gli occhi e il ragazzo si sedette accanto a lei. «Volevo ringraziarti per il regalo dell’altro giorno!»
«Regalo?»
«Sì, il libro! Axul mi ha detto che non ci sono promozioni simili nella libreria, quindi volevo ringraziarti infinitamente e, siccome non so fare altro, ti suonerò qualcosa con il mio violino» prese lo strumento, lo impugnò con sicurezza, chiuse gli occhi e cominciò a suonare.
Sorix si perse completamente ad ascoltarlo. Le mani giunte sul petto, gli occhi sognanti, la testa che dondolava lentamente seguendo il ritmo di quella melodia.
Quando Exkalin smise di suonare, si accorse dell’espressione di Sorix e sorrise compiaciuto. Cominciarono a parlare del più e del meno e Sorix scoprì che lei e quel ragazzo avevano gli stessi gusti e che il suo telefilm preferito era Glee. Quello fu il momento in cui si rese conto che quello era il ragazzo dei suoi sogni.
 
Axul e Xarf erano seduti sotto gli alberi, lontani da tutti gli altri e fissavano Raxas, ancora nascosta sotto la sabbia.
«Ma secondo te ne uscirà prima o poi?»
«Non credo» rispose sicuro Xarf «Hai notato la sua reazione quando ha visto Paxu?».
«E ha fatto bene! A parte che Paxu manco dovrebbe guardarli i ragazzi e poi come cavolo fa a provarci con quello che una tua amica ha inequivocabilmente puntato? Insomma, un po’ di decenza!»
«Sì, hai ragione.»
«Facciamo scherzi a qualcuno?» domandò maligna Axul.
«A chi?»
«A tutti!» rispose lei alzandosi e fissando le scarpe di Cykrix.
Prese della tempera gialla, si avvicinò furtiva e colorò completamente le scarpe. Si spostò verso Vaxel e Leax che stavano limonando in grande stile. Vide un insetto nell’erba, tornò da Xarf e affermò risoluta: «Prendi quell’insetto e buttalo su di loro!».
«No, ma che schifo! Fallo tu!»
«Lo sai che mi fanno schifo gli insetti. Forza, sii uomo e vai!»
Xandap comparve nella loro visuale. «Ciao! Che fate?»
Xarf cadde a terra sconvolto e si nascose dietro un albero. «Non mi guardare, sono in costume.»
«Oddio, un altro scemo con Raxas…» sbuffò Axul prima di andare da Nyrpex e supplicarlo di buttare l’insetto addosso ai due innamorati.
«Se vuoi ti faccio un ologramma.»
Gli schioccò un bacio sulla guancia. «Sei un genio!»
Nyrpex fece comparire uno scarafaggio sul petto di Leax e Vaxel cominciò ad urlare e a picchiare il ragazzo per far scappare l’insetto che, stranamente, rimaneva lì.
Dopo l’ennesimo colpo, Leax la bloccò e fissò in cagnesco Nyrpex e Axul. «Insomma, un po’ di privacy!»
«Non puoi dirlo dopo che state limonando sul prato di una piscina davanti a tutti!»
Sentirono delle grida isteriche, si voltarono e videro Exelott scappare dalle ragazzine che lo supplicavano di rimanere con loro e di sposarle tutte.
Paxu sospirò profondamente, mentre Raxas mise a fuoco il binocolo.
Axul le si avvicinò, provò a toccarla, ma prese una scossa elettrica. Si allontanò con un salto e si accorse che tutto intorno alla ragazza vi era un filo spinato ricoperto dall’elettricità. Raxas si voltò, la riconobbe e si scusò. Disattivò il meccanismo e Axul si avvicinò provando a non toccare nulla.
«Dimmi.»
«Ma non puoi andare a parlargli invece di spiarlo da qui?»
«No» e tornò alla sua occupazione.
Axul sbuffò sonoramente e tornò da Xarf. Non appena lo vide, le si illuminarono gli occhi. Prese lo stereo, lo mise su uno dei tavoli di legno, afferrò con sicurezza un megafono e urlò: «Iniziano le scommesse! Chi riuscirà a ballare tutto il Twist di Gesù Crist senza morire prima dal ridere? Lo scoprirete restando con noi!».
«Ma che diavolo stai facendo?»
Perché sentiva di conoscere quella voce?
Si voltò e vide Exol.
Gli si lanciò al collo e lo baciò nonostante lui fosse ancora sconvolto da quello che aveva visto.
«Stavo solo facendo degli scherzi!» notò Zaxzom, Leax e Nyrpex avvicinarsi a lei. Accese lo stereo e i tre cominciarono a ballare in modo assolutamente idiota. Nyrpex fu il primo a cedere, accasciandosi a terra piegato in due dalle risate; Zaxzom resistette qualche secondo in più, ma gli fu impossibile quando vide le mosse allucinanti di Leax. Il chimico la guardò, s’inchinò con fare teatrale e allungò la mano. «Che ho vinto?»
A quello non aveva pensato…
«Una busta di caramelle! Fattela dare da Nyrpex.»
Exol l’abbracciò e la trascinò via dal suo baracchino delle scommesse.
 
Improvvisamente non sentirono più le ragazzine. Si voltarono incuriositi e videro Exelott guardare sconvolto una figura dai lunghi e fluenti capelli rosso fuoco. Assomigliava terribilmente a Poison Ivy, però, invece della tuta verde, aveva un costume da bagno verde, che a malapena la copriva, e una maschera verde sugli occhi.
«Quella zoccola, che diavolo sta facendo?!» sbottò Raxas alzandosi inviperita.
Exelott rimase a bocca aperta davanti alla donna.
Lei si avvicinò, gli mise un indice sul petto e accostò il viso al suo.
Raxas prese un fucile ad alta precisione e sparò un colpo in fronte a “Poison Ivy” facendola crollare a terra. Il bagnino provò a soccorrerla, ma Raxas cominciò a lanciare granate a caso riuscendo ad appiccare la parrucca. Axul, prendendo quel momento come un gioco, annunciò: «Ora le lancio le mie maledizioni puzzolenti!» si concentrò e urlò «Puzzi terribilmente!».
Poison, ormai senza parrucca e con il costume quasi completamente lacero, si lanciò in acqua, nuotò con foga fino ad arrivare ad Oxyll. Si sistemò come meglio poteva e uscì dalla piscina esclamando: «Amore! Eccoti finalmente!».
«Io staccherò la testa a Paxu prima o poi» borbottò Raxas per poi tornare nel suo nascondiglio.
Exol andò accanto ad Axul. «Ma che maledizione era?»
«La maledizione puzzolente! Guarda che funzionano, scommettiamo?»
«Scommettiamo.»
Axul si voltò verso Paxu e bisbigliò: «Puzzi tantissimo».
Oxyll arricciò il naso disgustato e la ragazza si buttò in acqua.
«Non ci credo…» mormorò sconvolto Exol.
«Bene, ora devi buttarti dal trampolino più alto!» annunciò lei sedendosi comodamente su una sdraio.
Exol dovette accettare, si avvicinò al trampolino e si tuffò con grande maestria. Axul gli fece circa 800 foto nel frattempo… giusto per ricordo!
Cykrix scorse solo in quel momento il campo da pallavolo sul prato e costrinse tutti a giocare. Cominciò a lanciare la palla, dall’altra parte Leax la recuperò rilanciandola nell’altro campo. Xarf l’alzò e Cykrix sorrise malvagio. Saltò e urlò: «Schiacciata del cristallo lunare!».
La palla s’illuminò e atterrò con fragore nel campo avversario rimbalzando poi lontano. Tutti si guardarono sconvolti iniziando a sudare freddo.
«Ehm… Exol, non dovevi farmi vedere una cosa…?»
«Vaxel, che ne dici se andiamo dietro a quegli alberi?»
Zaxzom vide la sua squadra sparire. «Beh, io… Oh! Guarda che bella quella pietra!»
Il campo si svuotò.
Cykrix tornò abbattuto in acqua, mentre Nyrpex prese il cellulare e chiamò una persona.
Dopo una decina di minuti un elicottero modernissimo arrivò sopra di loro. Rullo di tamburi, fischio di trombe. Una donna dai capelli castani raccolti in una coda, dagli occhi quasi dorati si lanciò sul prato esultando. Dietro di lei passarono due persone travestite da Kronk e Izma.
Tutta la Compagnia de Buco la fissò e urlarono all’unisono: «Tilex!».
Tilex era l’ultimo membro della compagnia, purtroppo non abitava vicino a loro, però, siccome Nyrpex era ricco, andava a trovarli spesso.
Leax le si lanciò addosso urlando: «L’altra leva!».
Xarf mostrò un piatto. «Vuoi broccoli?»
La salutarono riempiendola di attenzioni, poi Axul la portò vicino al nascondiglio di Raxas. «Vedi quel bagnino? È stato puntato da Raxas, ora studieremo un piano per farla affogare, così lui la salverà!»
Xarf e Xandap sparirono sotto l’ombra di un cipresso per… beh, restare da soli.
Oxyll vide Paxu malinconica, la prese in braccio e la portò sotto degli alberi. Iniziò a parlare di Shakespeare, pensando di renderla felice al pensiero di avere un ragazzo intelligente, ma lei continuava a fissare ostinatamente il bagnino e annuiva solamente ai suoi discorsi, cui, tra l’altro, non riusciva neanche a stare dietro.
Sorix ed Exkalin andarono accanto a Tilex, Axul ed Exol e Sorix affermò sconvolta: «Ma Raxas è ancora lì?!».
«Sì, dobbiamo fare qualcosa per il suo burqa e poi la facciamo affogare.»
Exkalin mostrò un accendino e Axul rise malefica, ma mandò Exol a fare il lavoro sporco. Lui si avvicinò furtivo al nascondiglio di Raxas, evitò tutte le trappole e le incendiò il vestito. Raxas si accorse di ciò che era successo, si alzò immediatamente, lanciò via il burqa e si gettò in acqua urlando.
Subito Exelott la vide e la salvò, notando che non era molto brava a nuotare. La poggiò con grazia sul bordo della vasca e, dolcemente, le chiese: «Stai bene?».
Raxas arrossì di colpo e svenne allegramente.
«Fa che rimanga svenuta anche mentre la rianima» sussurrò Sorix incrociando le dita.
Exelott la sdraiò, si avvicinò al suo volto per fare la respirazione bocca a bocca, ma Raxas rinvenne in quell’esatto istante e si mise in piedi con uno scatto felino.
«Guastafeste» sospirarono tutti in coro.
«Tutto a posto, ehm…»
«Come ti chiami?»
Oddio un risvolto impensato!
«Raxas… tu?» completamente rossa in volto, probabilmente lui stava anche ridendo dentro di sé! Voleva scomparire…
«Exelott, piacere.»
Oddio! Stava stringendo la sua mano, non ci credeva! Sentì le gambe molli e si disse che presto sarebbe svenuta.
«Dove abiti?» gli chiese poi tentando di intrecciare un discorso.
«Vicino al teatro del Gatto e la Volpe.»
«Oddio! Ma è il mio teatro!» sbottò lei completamente sconvolta.
«Allora verrò a trovarti qualche volta!» annunciò lui con aria felice.
«Sì… sì… va bene, certo! Avvisami!»
Lui andò alla sua postazione, prese il cellulare e le disse: «Dammi il tuo numero».
Glielo diede completamente paralizzata dall’emozione.
«Allora a presto, ora torno al mio lavoro! Forse verrò già domani!»
«Va bene, certo, ti aspetto!»
Tornò dagli altri con passi molto piccoli e pesanti.
Axul e Sorix le saltarono al collo abbracciandola e lei, incredula, sussurrò: «Ma è successo davvero?».
«Sì, e ringraziaci!»
«Soprattutto me che ti ho bruciato il burqa» affermò Exol ironico.
Raxas svenne.
Accorsero tutti, la fecero risvegliare e si accorsero immediatamente dell’assenza di Zaxzom.
Si voltarono e lo videro accanto ad una ragazza mentre ci provava spudoratamente. Lei si allontanò, ne puntò un’altra. In dieci minuti passò circa venti secondi con venti ragazze diverse.
«Beh, qualcuno lo chiami che dobbiamo andare a casa!»
«NO! Proprio ora che avevo trovato che fare!!!» sbottò Leax dalla piscina dei bambini.
Leax guardò i bambini, partì la musica e iniziò a fare dei movimenti.
«Che sta facendo?» domandarono tutti sconvolti.
Leax iniziò ad imitare il gesto di tirare una leva. «Ora urlate con me: L’ALTRA LEVAAAA! E cadete in acqua!»
E tutti i bambini eseguirono ridendo a crepapelle.
«Non ci credo…» mormorarono in coro.
Exol sentì qualcuno richiamare la sua attenzione, si voltò e vide una donna prosperosa dai fluenti capelli biondi e gli occhi azzurri.
Subito Axul le si mise davanti. «Tu, sloggia, lui è mio!»
L’altra se ne andò sbuffando, mentre Axul fissò Exol negli occhi. «Che fai, ci provi con le altre?»
«Ma che c’entro io?!»
«Zitto, niente sesso per una settimana.»
«Ma io non ho fatto nulla!» provò ad affermare lui rincorrendola.
«Bambini, tutti insieme! Gonfiate il petto, mettete le mani unite a destra, guardate l’alto e dite: Le Fu!»

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Capitolo 4
*** Merry Christmas! ***


Merry Christmas!



La casa di Nyrpex era completamente ricoperta da luci e addobbi natalizi. Nel giardino vi erano due enormi pini pieni di palline enormi e festoni colorati: uno era rosso e dorato, l’altro blu e argentato. La piscina era stata ghiacciata e fungeva da pista da pattinaggio. Dentro la magione era stato accesso il grande camino di pietra nel soggiorno e tutti si godevano la loro cioccolata calda vicino al fuoco.
«Ragazzi, adoro il fatto che Nyrpex sia ricco» sussurrò Axul scomparendo poi dietro la tazza.
Paxu si sistemò meglio nella coperta, baciò Oxyll e affermò: «Dobbiamo pensare ai regali, ragazzi!».
Attimo di panico. Mancavano due settimane a Natale e loro non avevano ancora pensato ai regali.
«Ragazzi, perché non facciamo una cosa innovativa! Allora, in Glee, nella puntata 2x10, fanno il gioco del “Babbo Natale segreto”, vi spiego! Mettiamo in un cappello tutti i nostri nomi e dobbiamo fare il regalo alla persona di cui estraiamo il nome!» spiegò Sorix tutta eccitata all’idea.
«Per me va bene» annunciò Xarf per poi stiracchiarsi sulla poltrona rossa.
Nyrpex arcuò un sopracciglio, si alzò, aprì un armadio e ne tirò fuori un oggetto: un cappello da Babbo Natale completamente dorato.
«E quella trashata dove l’hai presa?» chiese Leax perplesso.
«Su Internet» fu l’ovvia risposta.
Paxu scrisse i bigliettini, ognuno di loro pescò e andò in città a far compere.
 
Il giorno seguente tutti si ritrovarono davanti alla porta di Paxu.
«Perché tutti qui?» domandò Rashix con un piccolo pacchettino rosso in mano.
Sorix mise una mano sotto al mento. «Credo che Paxu abbia fatto come Sue.»
«Cioè?» domandò Leax, non conoscendo Glee.
«Ha scritto solo il suo nome nei bigliettini.»
Paxu aprì raggiante la porta. «Oddio! Tutti per me? Ma che carini!» e iniziò a prendere i vari regali e a portarli dentro.
Rimasero immobili, sconvolti dal suo gesto.
Axul buttò il pacco a terra e se ne andò sbuffando. Mentre andava, incrociò Exol con una busta blu.
«Per chi è quel regalo?»
«Paxu. A te chi è uscito?» domandò ingenuamente lui.
Axul socchiuse gli occhi. «Niente sesso per una settimana.»
Exol sbarrò gli occhi. Si voltò e la vide andarsene. «Ma perché te la prendi con me? Che ho fatto?!»
«Credo si sia ingelosita» spiegò Raxas sbucando dietro di lui facendogli anche prendere un infarto.
«Ma non è colpa mia se è uscita Paxu! E poi non mi ha neanche chiesto se le avessi fatto un regalo!» sbottò lui per poi buttare la busta a terra e andarsene innervosito.
 
La stanza di Paxu, a fine giornata, era stracolma di regali e lei si addormentò con un enorme sorriso stampato in volto.
Non appena si fu svegliata, si accorse che la camera era inesorabilmente vuota. La sua reazione fu un urlo che risvegliò tutta la casa.
Nyrpex arrivò correndo, la fissò sconvolto e chiese: «Che succede? Ci sono dei ladri?».
«Hanno rubato i miei regali!»
L’imperatore si voltò verso il resto della Compagnia del Buco Preferito. «Ragazzi, è entrato un ladro… dobbiamo vedere le telecamere di sorveglianza, forse ha preso qualcos’altro.»
Andarono in sala controllo, guardarono i video della sera precedente, ma, né dal giardino, né dalla piscina, né dal cielo era arrivato qualcuno.
«Il ladro è uno di noi» proclamò in tono lugubre Xarf.
Uscirono dalla sala controllo e si sedettero nel soggiorno, ognuno su una poltrona diversa e tutti in circolo a scrutarsi con enorme perizia.
Cykrix indicò Axul. «Sei stata la prima ad andartene, secondo me sei stata tu.»
«Ma se stavo dormendo con lui!» e indicò Exol che annuì prontamente «Mi sono alzata solo dieci minuti per andare in bagno!».
«Ah, ecco dov’eri! Mi sono svegliato alle 4 e tu non c’eri!»
Nyrpex estrasse un computer dalla poltrona. Digitò velocemente e spiegò: «Controlliamo cos’ha fatto Axul alle 4».
Nel monitor comparve la ragazza mentre usciva dalla stanza e si dirigeva al bagno per poi fermarsi davanti alla porta.
«Perché ti sei fermata?» domandò Vaxel perplessa.
«Perché ho trovato il tuo ragazzo in bagno!»
Leax confermò sorridendo.
«Allora mandiamo avanti, ok, ora esce Leax. Axul è entrata e dopo dieci minuti è tornata in camera. Credo che lei sia innocente, vediamo che ha fatto Leax. È tornato in camera anche lui. va bene, qualcuno accusi qualcun altro.»
«Non possono essere stati i tuoi miliardi di camerieri e maggiordomi?» chiese Zaxzom mangiando un biscotto.
Nyrpex tirò una cordicella e un uomo dall’aria distinta entrò con le mani dietro la schiena. «Sì, signore?»
«Qualcuno dei dipendenti è andato vicino alla camera di Paxu questa notte?»
«C’ero solo io come guardiano questa notte, signore. Ho visto solo il signor Leax e Lady Axul muoversi dalle loro camere. Ora che ci penso, in cucina ho scorto una luce, credo fosse il signor Zaxzom, visto che la porta della sua camera era aperta.»
«Grazie mille, ora puoi andare.»
Aspettarono che il maggiordomo uscisse per poi fissare Axul perplessi. «Perché ti chiama “Lady Axul”?»
«Gliel’ho chiesto io! Non è fantastico come nome?!»
Raxas scosse la testa. «Allora anche Zaxzom è uscito dalla camera per andare in cucina. La camera di Paxu è lì vicino, potrebbe essere stato  lui!»
Guardarono i video delle telecamere di sorveglianza, ma, a quanto pare, Zaxzom era solo andato in cucina per poi tornare in camera.
«Ma non possiamo vedere i video nella camera di Paxu?» domandò Cykrix improvvisamente.
Lo fecero. Alle 2 tutti i regali c’erano ancora, alle 3 anche, alle 4.05 erano tutti scomparsi improvvisamente.
«Ma come…? Torniamo indietro.»
Videro una figura in nero aprire uno dei regali, schiacciare un pulsante e immediatamente tutti i pacchi, compresa lei, scomparvero.
«Ma da dove è entrato quello?» domandò sconvolta Paxu.
Mandarono indietro il video e tutti notarono l’anta dell’armadio aprirsi rivelando un passaggio segreto.
«Dobbiamo vedere dove porta quel passaggio» affermarono tutti in coro.
Analizzarono l’armadio, vi mandarono dentro Axul perché più piccola e lei tornò dicendo: «Porta al giardino».
«Io non ho mai fatto costruire un passaggio che andasse in giardino…» sussurrò Nyrpex perplesso.
«Ehm… sono stata io, era più… ehm… comodo» spiegò Paxu provando a mascherare la tensione sorridendo.
Sorix e Xarf si vestirono da Sherlock Holmes. «Il ladro ha aperto un regalo, quindi deve essere stato lui a farlo, dobbiamo scoprire di chi fosse.»
Notarono che il pacco in questione era la busta blu di Exol.
«Non guardate me! Io non ho rubato nulla! Anzi, guardate là, c’è la mia busta!» e indicò un punto sullo schermo. Effettivamente c’era una busta.
Sorix annuì con fare altezzoso. «Ciò vuol dire che qualcuno ha messo quel regalo prima di ieri sera, mentre Paxu non c’era.»
Guardarono i video, ma, a quanto pare, quel regalo c’era sempre stato.
«Allora sarà stato Oxyll!» affermò Xarf spazientito da quell’intricato mistero.
«Perché avrebbe dovuto farlo?» lo difese subito Paxu mettendosi davanti a lui.
«Axul, ma sei sicura che quel passaggio vada solo al giardino?» domandò Sorix guardando dentro.
Lei annuì con convinzione, poi guardò l’orologio e sbiancò. «Raxas, corri, siamo in ritardissimo!»
Le due ragazze scapparono al teatro.
Avevano deciso che il giorno dell’antivigilia avrebbe messo in scena “Lo Schiaccianoci”. Arrivarono e subito videro i ballerini provare armoniosi sul palco e davanti a loro la fantastica coreografa che avevano trovato: una russa alta dai modi austeri.
La donna si voltò, s’inchinò con grazia e tornò a fissare i ballerini. Axul salì sul palco e le domandò: «Come stiamo andando?».
«Muoto bene. Stiamo prouvando la zeconda scena.»
Raxas sparì dietro le quinte per controllare le varie scenografie e perdersi fra i costumi.
Axul andò dal direttore d’orchestra e lo trovò più felice che mai. «Sono felicissimo che abbiate scelto “Lo Schiaccianoci”, Lady Axul, è uno dei miei balletti preferiti!»
«Va bene, signor Coxter, ma come va con la musica?»
«Perfettamente direi! Stiamo provando dalle 7 insieme ai ballerini e direi che stiamo per raggiungere la perfezione!»
«Avete due giorni per superare la perfezione, ma ora riposatevi pure, dobbiamo fare le prove per l’installazione delle luci ed io devo tentare di far quadrare i conti» affermò Axul per poi andare nel suo studio dietro le quinte.
Forse, per una volta, tutto sarebbe andato bene.
Iniziò a guardare quella miriade di fogli, cominciò a tentare di redigere un bilancio, ma qualcuno bussò alla porta. Fece le prime scritture, alzò lo sguardo e notò Exkalin e, accanto a lui, Exelott. Li fissò sorpresa e il violinista affermò: «Vorrebbe vedere Raxas».
«Sì, portalo dietro le quinte, dovrebbe essere lì» tornò ai suoi calcoli, ma Exkalin richiamò nuovamente la sua attenzione.
«Saprebbe dirmi dove si trova Sorix?»
Perché quel Natale sarebbe stato pieno di amore nell’aria? «Purtroppo per te si trova a casa, la libreria è chiusa di lunedì, non ricordi?»
«Che stupido, è vero! Grazie mille, Lady Axul.»
Adorava il fatto che tutti la chiamassero in quel modo.
Quando uscì dalla stanza, dopo ore passate a redigere quell’orribile bilancio, notò che tutti i corridoi erano silenziosi. Andò in platea e vide che tutti erano seduti e fissavano sorpresi il palco. Si voltò e notò i milioni di giochi di luce che si riflettevano sulle coreografie. Scorse Raxas in mezzo al palco, le corse incontro e l’abbracciò con forza.
«Per una volta non avremo problemi con le scenografie! Non ci credo!»
Un fiocco di neve cadde accanto a loro.
«Ah ecco, mi sembrava» commentò Axul sbuffando.
Scesero dal palco. L’orchestra riprese a provare e i ballerini seguirono la musica con radiosi sorrisi sul volto.
Andarono dietro le quinte e Axul si rivolse alle sarte dicendo: «Per domani voglio che siano tutti completati».
Le donne annuirono sorridenti e ripresero subito a lavorare.
Come mai erano tutti felici quel giorno?
Tornò in platea. Tutto era silenzioso e buio.
Dal nulla una lenta melodia diventare sempre più forte.
Luci dorate si catalizzarono su di lei accecandola per qualche istante. Sentì una mano dietro di sé che la spingeva con insistenza. Vide una delle ballerine che lavoravano in quel teatro da quando lei l’aveva comprato, avevano anche fatto amicizia. La fece salire sul palco e un tripudio di luci lo illuminò interamente rivelando tutti i ballerini, le sarte, i tecnici e tutti i dipendenti schierati a semicerchio ad applaudire calorosamente. Il direttore d’orchestra si avvicinò a lei, s’inchinò, le indicò i suoi ragazzi e poi puntò il dito verso l’alto, dove calò un enorme striscione con scritto: “Grazie, Lady Axul!”.
«Ma… perché?» domandò lei confusa.
Raxas le fu subito accanto. «Tutti noi volevamo ringraziarti per quello che hai fatto per noi.»
Il signor Coxter s’inginocchiò e affermò: «Abbiamo deciso di farlo proprio oggi perché un anno fa lei decise di comprare il teatro sottraendolo alle stramberie del signor Nyrpex e noi siamo cresciuti sempre più!».
Raxas annuì sorridendo. «E ora ti vogliamo donare qualcosa noi.»
Due ballerine danzarono verso di lei con un bouquet di fiori. Li prese e subito si rese conto che erano di vetro.
«Visto che tu ci hai regalato delle emozioni immortali, noi ti doniamo dei fiori che mai appassiranno» spiegò una delle ballerine per poi tornare al suo posto.
«Ora ti diamo un altro motivo per ricordarti per sempre questo giorno» affermò Raxas sorridendo furbescamente.
Le luci si spensero di colpo lasciando solo lei in un piccolo alone luminoso. Esattamente di fronte a lei apparve Exol. Il ragazzo si avvicinò e s’inginocchiò davanti a lei con una piccola scatola rossa in mano.
«Noi due abbiamo sempre avuto un rapporto strano, soprattutto perché io sparivo. Durante l’ultimo viaggio ho preso una decisione» aprì la scatola rivelando due anelli «Ufficializziamo il nostro rapporto?».
Sentì le lacrime pronte a scappare. Lo guardò negli occhi, sorrise e si lanciò su di lui facendolo cadere.
«Ti amo» sussurrò lui spostandole i capelli dal viso per poi baciarla.
«Ti amo.»
Quello era decisamente il giorno migliore della sua vita.
 
Tornarono a casa per l’ora di cena e Raxas invitò Exelott da loro. Mangiarono animatamente, poi Exol si alzò e annunciò: «Io e Axul siamo ufficialmente insieme».
Tutti li fissarono sconvolti.
«Vi siete decisi?!» sbottò Leax guardandolo fisso negli occhi.
Exol si voltò verso Axul. «Mi sono deciso.»
Per superare quell’imbarazzante silenzio, Raxas chiese: «Avete scoperto qualcosa sul ladro?».
«Assolutamente nulla. Vedremo se si scoprirà qualcosa, ho chiesto al maggiordomo di controllare i filmati.»
Axul si alzò da tavola affermando che tornava subito.
Tutti si guardarono.
«Secondo me, è stata lei» affermò infine Sorix.
Guardarono Exol. «Ti ha detto nulla?»
«No… comunque anche secondo me è stata lei» rispose lui alzando le spalle.
«Ma dovresti difenderla!» urlò Vaxel incredula.
Le tapparono la bocca e si diressero al bagno. Exol bussò. «Amore, ci sei?»
«Che strano sentirli chiamarsi così…» sussurrò Xarf per poi mandare un messaggio a Xandap.
Axul non rispose. Nyrpex aprì la porta con un raggio laser, entrarono e videro che nella parete a sinistra vi era un tunnel. Lo seguirono, al primo bivio svoltarono a destra giungendo nell’armadio di Paxu.
«Ok, è evidente che sia stata lei, ma adesso dov’è?» domandò Cykrix guardandosi intorno.
Tornarono indietro, al bivio scelsero la strada a sinistra e capirono di star scendendo sempre più quando Raxas scivolò a terra buttando giù anche tutti agli altri. Con sua enorme gioia, si trovò sopra ad Exelott.
Quanto avrebbe voluto che quel momento non finisse mai!
Sentirono una risata agghiacciante e qualcuno sibilare: «Il mio tesssssssssoro».
Sporsero le teste da dietro alcune rocce e videro Axul sulla pila di regali mentre stringeva una busta blu.
Exol si alzò sconvolto. «Hai fatto tutto questo per gelosia?»
Lei rise nuovamente e mostrò la busta. «Questo è mio!»
Exol la prese in braccio e la riportò nella sua stanza.
Leax si guardò meravigliato intorno. «Ma come diavolo ha fatto a fare tutto questo?»
Paxu e Oxyll se ne andarono.
«Le ho chiesto io di farlo» affermò Nyrpex sogghignando «Dovevamo punire Paxu, no? E lei aveva un motivo per farlo volentieri».
Iniziarono a picchiare Nyrpex per poi tornare a tavola e continuare a mangiare come se nulla fosse.
 
Il giorno seguente Exelott andò al teatro fin dal mattino e rimase accanto a Raxas tutto il tempo aiutandola nella progettazione di tutto, a quanto pare aveva fatto anche lui l’Accademia di Brera.
Axul passò il tempo al bar di Xarf, perché non voleva essere richiamata dagli innumerevoli tecnici ed essere costretta ad ascoltarli e a rispondere alle loro stupidissime e identiche domande. Xarf le offrì una cioccolata calda e le chiese: «Quanto costa il biglietto?».
«Abbiamo già esaurito tutto. Se vuoi posso farti un prezzo speciale per uno dei palchetti» rispose lei continuando a sorseggiare malinconica.
«Va bene, ma… tutto a posto?»
«No! Exol è partito stamattina.»
Xarf rimase perplesso a fissarla. «Ma non siete insieme ora?»
«Sì, ma non può mica smettere di lavorare! Torna per lo spettacolo e poi boh» si accasciò esaurita sul tavolo «Quanti biglietti ti servono?»
«Ovviamente due.»
«Va bene, purtroppo non posso regalarteli, perché più di metà dei proventi andranno in beneficienza.»
 
Cykrix arrivò tutto trafelato urlando: «Uno vuole comprare la fumetteria! Mi pagherebbe molto più di Nyrpex, che faccio?!?!».
«Digli di parlare con Nyrpex, è lui che possiede la fumetteria» affermò Axul alzandosi per tornare in teatro.
Cykrix sospirò di sollievo e tornò dall’uomo per informarlo. Raxas arrivò non appena si fu chiusa la porta portando con sé Exelott. «Due cappuccini.»
«Se volete c’è un’offerta: se prendete due cappuccini e una brioche, una ve la regalo io.»
«Va bene. Scegli tu» sorrise felice ed Exelott fu abbagliato da lei.
«Una al cioccolato e… tu come la vuoi?»
«Crema» affermò lei con un’espressione di orrore dipinta sul volto.
Xarf trattenne le risate a quella reazione. Presto Exelott avrebbe scoperto una delle cose più sconvolgenti di Raxas. Si sedettero ad un piccolo tavolino tondo bianco, iniziarono a parlare amabilmente del più e del meno, ma, solo vedendo Exelott mangiare la brioche, Raxas impallidì di colpo. Provò a nascondersi dietro la tazza di cappuccino, ma non riusciva a trattenere l’orrore. Exelott le offrì un pezzo della sua brioche e, con disgusto, lei affermò: «Non mangio cioccolato!».
Xarf rise per circa una decina di minuti, mentre Exelott provò maldestramente a scusarsi. Raxas voleva sparire. Fissò truce Xarf, che tentò di trattenere le risate, e affermò che tornava a teatro scappando via.
Exelott andò via demoralizzato.
 
Sorix arrivò nel teatro, rimase a guardare stracolma di piacere le scenografie e salì sul palco per cercare le due amiche. Il signor Coxter le disse che Axul era nel suo ufficio, mentre Raxas dietro le quinte. Cercò prima la bionda: la trovò rannicchiata in un angolo a fare cerchi nel vuoto.
«Che succede?»
«Ho fatto una cavolata con Exelott!» sbottò lei tentando di nascondersi dietro delle tende.
«Cioè?» domandò accucciandosi accanto a lei.
Raxas sbuffò e cominciò a mangiarsi le unghie per il nervoso. «Praticamente lui ha preso una brioche al cioccolato, mi ha chiesto se la volevo e ho urlato che non mangio cioccolato… e Xarf si è messo a ridere! Mi sono sentita uno schifo!»
«E lui dov’è adesso?»
«Se ne sarà andato dicendosi che sono pazza!»
«Non essere così pessimista!» affermò Axul dietro di loro «Ora vai, lo cerchi e gli parli».
Raxas scosse la testa e si nascose dietro ai costumi. Sapeva che Axul non avrebbe mai osato prenderla per paura di rovinare tutto.
«Esci da lì o ti lancio contro una maledizione puzzolente!»
Raxas rimase per tutto il resto della giornata là dietro.
Sorix rinunciò a tirarla fuori. Decise di fare un giro dietro le quinte, stava fissando alcune ballerine provare quando sbatté contro qualcuno: indovina chi? Ovviamente Exkalin.
«Exkalin! Ciao… ehm, scusa se…»
«Sorix! Scusami tu, che sbadato! Devo correre da Axul, tu aspettami qui immobile che torno subito, è successo un casino con il mio violino! Anzi no, vieni anche tu, almeno mi proteggi dalla sua furia» e corse verso Axul trascinandola dietro di sé.
«Axul, è successo un problema» esordì Exkalin sospirando.
La direttrice si voltò con molta lentezza. «Osa ripeterlo.»
«Abbiamo un problema.»
Perché doveva sempre succederne una? «Dimmi.»
Exkalin mise davanti a sé Sorix. «Ho rotto il violino.»
Attimo di silenzio. La quiete prima della tempesta.
«Brutto deficiente, ti sembra il momento di rompere un violino! Il tuo era uno Stradivari, tra l’altro, come diavolo facciamo?! Non lo aggiusteranno mai in tempo! Siamo costretti a comprarne un altro!»
Exkalin si nascose meglio che poteva dietro a Sorix. Sapeva che se non l’avesse fissata negli occhi, non avrebbe detto nessuna cavolata.
«Va bene, vai al negozio, dai il tuo da riparare e compratene un altro. Fai accreditare tutto sul conto del teatro… Spero che ci siano molte donazioni al teatro il prossimo anno…»
Exkalin scappò portandosi dietro Sorix.
Andarono nel negozio di strumenti accanto al teatro. Exkalin cominciò a provare alcuni violini e, quando finalmente trovò quello perfetto, suonò una melodia de “Lo Schiaccianoci” a Sorix.
«Era un piccolo assaggio dello spettacolo del 23, ci sarai, vero?»
Come poteva non esserci? Axul le aveva detto che lui sarebbe stato il primo violinista, non poteva certo perdersi quel momento. «Sì»
«Allora perfetto! Vorrei parlare con te ancora, ma il direttore mi vuole già uccidere per l’incidente con lo Stradivari. Ci vediamo il 23, allora! Non scappare e aspettami in teatro, ciao!»
Perché Exkalin era così spontaneo, mentre lei si paralizzava ogni volta?
 
Alla fine avevano deciso di fare ad ognuno un regalo, così avrebbero evitato altri furti di regali e simili. L’albero nel soggiorno di casa Nyrpex era immenso e la sua base era stracolma di regali, divisi per gruppi, a seconda di chi fossero. Ovviamente quelli di Nyrpex erano stati messi in un’altra stanza. Tutte le sue aziende, tutti i suoi clienti, tutti i suoi fornitori, insomma tutto il mondo, gli voleva donare qualcosa per farsi ricordare da lui.
Zaxzom arrivò in teatro quando non c’era ancora nessuno. Lasciò le proprie cose all’entrata e si accomodò sospirando. Dopo qualche minuto arrivò una famiglia che si sedette davanti a lui. Erano un padre, una madre e una ragazza sui venticinque anni che sbuffava sonoramente.
«Non m’interessa questo spettacolo!» sbottò lei incrociando le braccia.
«Insomma, Lirax, puoi anche smetterla di pensare solo ai dinosauri!»
Il volto di Zaxzom s’illuminò immediatamente. Analizzò la ragazza: capelli rossicci legati in una pratica coda alta, non poteva vedere altro, però, dentro di sé, sentì che gli sarebbe piaciuta.
Lirax si alzò affermando: «Ho sbagliato fila, comunque» e si accomodò accanto a lui.
Strinse istintivamente i braccioli. Doveva trovare un modo per togliersi gli occhiali senza essere notato, era molto meglio senza. Provò ad alzare un braccio, ma la ragazza si voltò per scrutarlo.
«Ehm… ciao» affermò Zaxzom tentando di sorridere.
«Che ci fa uno vestito come te in un teatro?»
Che aveva di sbagliato la sua felpa nera con cappuccio? «La direttrice è una mia amica» guardò il palco «Vedi quella piccolina che cammina avanti e indietro? È lei.»
Lirax fissò Axul. Si stava avvicinando.
Axul si fermò accanto ai loro posti. «Ehi, sai se Exol è tornato?»
«Perché dovrei saperlo io? È il tuo ragazzo!»
«Speravo l’avessi visto! Quell’idiota… se lo vedi, digli che sono dietro le quinte e che il mio palchetto è quello alla sinistra di quello di Nyrpex.»
«Ricevuto.»
Axul se ne andò e Lirax affermò: «Allora la conosci davvero!».
«Ovvio!»
«Conosci anche l’imperatore Nyrpex?» domandò lei spalancando gli occhi.
«Sì, sono uno dei suoi migliori amici.»
«Uno di quelli che vive nella sua casa?»
«Sì, sono Zaxzom.»
Lei lanciò un grido di gioia, poi prese il suo portatile e gli mostrò milioni di foto e articoli di giornale presi da Internet con lui e tutti i suoi scavi. «Ma è vero che avete trovato delle ossa di dinosauro?»
«Sì, le daremo al museo proprio domani.»
Lirax urlò ancora e iniziò a parlare dei suoi lavori e di quanto avesse sempre stimato la sua figura. In quel momento, Zaxzom si sentì importante.
Furono interrotti dopo una decina di minuti da una voce dietro di lui. «Dimmi che Axul non si è arrabbiata.»
Si voltarono sbarrando gli occhi. Il paleontologo sospirò sollevato nel riconoscere Exol. «Un po’, ha detto che il suo palchetto è quello a sinistra di quello di Nyrpex.»
«Ora dov’è?»
«Dietro le quinte, credo.»
«Ok, grazie.»
Zaxzom lo vide camminare tranquillamente verso il palco e si accorse in quel momento dei fiori che aveva con sé, probabilmente erano un modo per farsi perdonare il ritardo.
Il teatro cominciò a riempirsi sempre più velocemente, finché Axul decise che potevano iniziare.
 
Sorix era seduta su una delle poltrone della platea e guardava sorridendo i vari giornalisti che fotografavano il teatro e i vari dipendenti.
Axul era con Exol in quasi tutte le foto. Prima si facevano fotografare insieme per farsi entrambi pubblicità, in quel momento lo facevano solo come coppia… conoscendo la mentalità economica di Axul, forse quello era, ancora, solo il secondo motivo.
Raxas andò verso di lei sorridendo e facendole l’occhiolino. «Exkalin arriva fra poco, tranquilla.»
«Alla fine hai chiarito con Exelott?»
«Non si è più fatto vedere…»
Dietro di lei comparve il bagnino con indosso un costosissimo smoking nero e con dei fiori in mano.
«Exelott! Hai visto lo spettacolo?!»
«Ovviamente, non mi perdo nessuno dei vostri spettacoli da quando ti conosco. Volevo scusarmi per l’altro giorno, non sapevo che non ti piacesse il cioccolato…»
Raxas arrossì immediatamente. «No! È colpa mia, assolutamente colpa mia, tranquillo!»
«Allora esci con me stasera?»
La bionda sbarrò gli occhi. Si guardò e ringraziò mentalmente Axul per averla costretta a vestirsi elegante anche quel giorno. «Va bene!»
Sorix li guardò andarsene.
«Ma c’è aria di amore qui al teatro?»
La ragazza si voltò e riconobbe, finalmente, Exkalin.
«Scusami per il ritardo, ma sono stato bloccato dai giornalisti. Che ne dici se facciamo un giro?»
Quanto adorava la sua spontaneità!
 
Il giorno seguente trovarono un enorme pacco nell’atrio della casa. Si avvicinarono confusi e subito il coperchio si aprì rivelando Tilex.
«Finalmente, eccovi qui! Iniziava a fare caldo lì dentro!»
Le saltarono al collo e la portarono in casa, dove lei mise i regali per gli amici sotto l’albero e si concesse una festosa giornata con loro.
Cena della vigilia: tripudio di cibo. La prima a smettere di mangiare fu, come di consueto Raxas; tutti gli altri arrivarono a stento al secondo. Mentre aspettavano di digerire qualcosa, costrinsero Cykrix a vestirsi da Grinch e gli fecero milioni di foto. Mangiarono alcuni dolci e uscirono per godersi quella fredda serata invernale.
Quella mattina aveva nevicato e Hole Town era avvolta da un’aria magica.
Raxas ed Exelott andarono al parco vicino al grande albero di Natale che Nyrpex aveva contribuito ad addobbare donando dei soldi alla città. Tanto era ricco. Passarono il tempo seduti su una panchina guardando gli spettacolari giochi di luce e i fuochi d’artificio che scoppiarono a tradimento nel cielo. Exelott provò a baciarla, ma la ragazza, stordita com’era, non capiva.
Exkalin portò Sorix su un laghetto dove dei cigni cantavano alla notte. Lui non provò a baciarla, semplicemente non aveva ancora ben capito che cosa provasse lei, così si era limitato a studiarla attentamente.
Axul ed Exol festeggiarono in un locale dove suonavano musica jazz e tornarono brilli a casa, dove presero spunto da Paxu e Oxyll per rendere speciale quel Natale, il primo che passassero insieme.
Xandap e Xarf rimasero in casa, perché, secondo loro, faceva troppo freddo per uscire e giocarono con Cykrix, Leax e Vaxel a Trivial Pursuit.
Zaxzom andò a casa di Lirax passando una piacevole serata a scoprire sempre nuove cose sulla sua passione per i dinosauri.
Nyrpex portò la moglie Rashix in Norvegia. Tanto era ricco!
 
A Natale aprirono i regali e Nyrpex uscì dalla sua stanza con uno scettro, una corona e un lungo mantello rosso.
«Finalmente qualcuno ha capito che cosa volessi per Natale!»

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Capitolo 5
*** La Festa della Noia ***


La Festa della Noia



Era il giorno del compleanno di Paxu. Nessuno voleva alzarsi dal letto e tutti finsero di stare male, ma la tattica del “fa che mi dica di stare a casa” non funzionò con nessuno.
La festa era stata finanziata da Nyrpex e si sarebbe svolta in due fasi: la prima era un ballo in maschera, mentre la seconda sarebbe stata come in discoteca. In ambo i casi loro erano costretti a vestirsi bene. La noia mortale!
Aspettarono che arrivasse anche Tilex e presero la macchina per raggiungere Paxu. Erano le sei del pomeriggio. La festa si sarebbe svolta in una delle ville in montagna di Nyrpex e loro dovevano andarci così presto perché Paxu voleva che loro fossero perfetti. Altra immane seccatura.
Ognuno fu mandato in una stanza diversa, perché, secondo Paxu, sarebbe stato più divertente non sapere come si fossero travestiti gli altri.
Axul entrò in quella camera da letto e vide petali di rosa, un secchiello cui sarebbero poi stati aggiunti ghiaccio e champagne, una coppa per le fragole… ma quanti erano gli invitati? Quella era una delle camere periferiche della villa, perché anche quella era stata sistemata?... perché si stava facendo quelle domande? Prese il sacchetto che aveva portato con sé. Indossò la canottiera marrone, la gonna a palloncino bianca (le ricordava tantissimo una nuvola), gli stivali bianchi, il cappello alla texana e guardò le maschere che aveva portato: bianca o nera? Si guardò ad uno specchio. Bianca.
Paxu bussò alla porta e lei trattenne a stento le risate. Aveva un pomposo vestito rosso che le copriva solo il seno lasciandole scoperta tutta la parte centrale del corpo fino all’ombelico e la schiena. Per evitare incidenti, davanti vi erano delle catenine che tenevano insieme i pezzi del vestito. Sulle braccia dei guanti rossi e neri e sul volto una maschera nera con una voluminosa piuma rossa.
Paxu la squadrò letteralmente. «Ma che cosa sarebbe?»
«Un vestito texano.»
«Ah, ok» affermò poco convinta «Io come ti sembro?» e cominciò a volteggiare su se stessa.
Stava per morire dal ridere. «Perfetta, perfetta!»
Paxu andò nella stanza accanto, dove si trovava Raxas che, in quel momento, si stava guardando imbarazzata allo specchio. Su costrizione di Axul aveva un vestito gotico viola e nero che le arrivava neanche a metà coscia, senza spalline, degli stivali neri in pelle lunghi fino al ginocchio, improponibilmente alti, con la striscia centrale viola e una fine maschera violacea ricoperta da pizzo nero.
«Ommioddio, ma sei bellissima!» esultò Paxu.
Raxas avvertì immediatamente l’invidia nella sua voce. Si legò i capelli fissandoli con un codino con una rosa nera e si guardò allo specchio. Avrebbe dovuto ringraziare Axul solo perché aveva fatto ingelosire Paxu.
Tilex era l’unica che si era vestita elegante. Indossava un lungo abito verde le cui spalline erano calate sulle braccia imitando delle onde. Al centro del petto vi era una pietra viola circondata da fiori bianchi. Sui fianchi il vestito mostrava vari strati: da verde chiaro diventava verde scuro, poi nero, poi viola, poi bianco e, infine, di nuovo verde scuro e tutti erano intervallati dal motivo floreale. Al volto aveva una maschera bianca che le copriva anche la fronte.
Paxu la guardò sorridendo e pensando che il suo vestito era molto meglio. Se ne andò facendo frusciare l’abito. Aprì la camera successiva e trovò Zaxzom vestito da Indiana Johnes con una maschera grigia.
«Ma… avevo detto eleganti!»
«Sicuramente non mi mettevo lo smoking! E poi è una festa in maschera!» affermò lui abbassando il cappello all’altezza degli occhi.
Paxu uscì esasperata. Perché la gente non l’ascoltava mai?
Camera successiva: lo sgabuzzino. Leax la salutò caloroso. Camice da chimico, maglia nera costituita da vari rattoppi, jeans neri, scarpe nere e occhiali spessi come fondi di bottiglia.
«Come sto?» domandò lui sorridente.
Paxu voleva svenire. Le stavano rovinando la festa, lo sapeva che doveva dire a ciascuno di loro come vestirsi!
«Benissimo! Vado da Nyrpex.»
L’imperatore era vestito da re Luigi XIV. Voluminosa e boccolosa parrucca bianca, neo sotto l’occhio destro, mantello bianco ricoperto ai lati da un voluminoso pelo dello stesso colore, giacca bianca lunga fino alle ginocchia da cui spuntava la candida camicia, il fazzoletto azzurrino e i pantaloni pochi più lunghi, calze bianche e scarpe col tacco appuntite argentate. Sopra la parrucca svettava imperioso il cappello argenteo.
«Non sono perfetto?»
Un pagliaccio, ecco cosa sembrava! «Perfetto!» uscì inviperita e guardò la porta successiva: Sorix.
La libraia ne uscì ancora prima che lei potesse aprire. Aveva una semplice camicia bianca a maniche corte, una gonna a tubo rossa, calze bianche e scarpe bianche con un laccio nero intorno alla caviglia. I lunghi capelli neri erano liscissimi e sul volto indossava una maschera rossa con i bordi bianchi.
Ma che cosa aveva detto a fare eleganti?!?!
Passò oltre salutandola appena. Sicuramente Xarf si era vestito elegante, ne era certa.
Il barista/traduttore/interprete era seduto su una sedia e fissava annoiato il soffitto. Era completamente in bianco. Paxu sperò che fosse elegante, ma, con orrore, si accorse che sulla giacca in stile cinese vi era ricamato un drago nero con intorno motivi lilla.
Non era possibile. Scappò letteralmente via andando nell’ultima camera: Cykrix. Spalancò la porta e, con sgomento, si rese conto che il ragazzo era vestito da folletto irlandese: cappello cilindrico verde chiaro con una fascia verde scuro, maschera verde, giacca verde chiaro, gilet verde scuro, camicia bianca, pantaloni lunghi fino a poco sopra le caviglie verde chiaro, calze arancioni e scarpe marroni con una buffa voluta.
Se ne andò urlando e non volle vedere come si erano vestiti gli altri.
 
Quando si fu ripresa da quello shock, Oxyll la raggiunse. Lui si era vestito adattandosi alla sua scelta del vestito: giacca rossa lunga fino a metà gamba con un fazzoletto bianco nel taschino, camicia bianca, pantaloni rossi e scarpe bianche. Finalmente qualcuno vestito decentemente!
Gli altri invitati giunsero già in maschera dopo qualche minuto e cominciarono a mettere i regali al centro di una stanza creando una monumentale piramide.
Le giacche vennero messe in una delle camere da letto e subito Paxu si affrettò a dire, mentre Oxyll era distratto, che una di quelle era riservata esclusivamente a lei e si perse fra la folla di invitati. Leax provò a contarli: erano sicuramente più di cento e la maggior parte uomini. Che potevano aspettarsi da Paxu, d'altronde?
Il Buco si diresse al buffet offerto da Paxu (in realtà da Nyrpex) e cominciarono a mangiare pasticcini e patatine. Dopo neanche mezzora tutto era stato spazzolato dagli ospiti. Forse Paxu non aveva calcolato quel dettaglio.
Raxas sbarrò gli occhi ed esclamò: «Ma io sto morendo di fame!».
Sorix fissò tutti quei volti sconosciuti. «Che palle!»
Zaxzom sospirò appoggiandosi al muro e calando il cappello grigio sul volto. «Ma dobbiamo ascoltare questa musica? Non c’è già l’altra festa per l’house?»
«Ma anche a voi vi ha guardato malissimo quando vi ha visti?» domandò Axul mangiando le ultime briciole di patatine rimaste.
«Da me è direttamente scappata» affermò Xarf per poi scoppiare a ridere.
«Beh, non l’hai vista da me!» commentò Cykrix guardando le altre tavolate nella speranza di scorgere del cibo.
«A me non ha detto nulla!» sussurrò Tilex quasi sentendosi in colpa.
«Grazie, sei vestita benissimo!» replicò Leax bevendo l’ultimo goccio d’acqua.
Poi si voltarono verso Raxas. «E a te che ha detto?»
Raxas arcuò un sopracciglio. «Era invidiosa.»
Axul rise malefica.
Nyrpex sbuffò. «Che noia, non c’è nulla da fare! E non trovo neanche mia moglie!»
Iniziarono a camminare fra le varie sale. Improvvisamente notarono una figura con portamento regale con un’enorme parrucca bianca con i boccoli e un voluminoso vestito a balze bianco formato da numerosi strati tutti diversi fra loro e da un corpetto con davanti milioni di fiocchi argentati. Al volto una fine maschera bianca con brillantini luminosi.
Nyrpex si avvicinò a lei, s’inchinò, le baciò la mano e sussurrò: «Finalmente ti ho trovata, amore mio».
«Aaaaahw!» esclamarono tutti in coro.
Axul cominciò a guardarsi intorno annoiata. Vide un ragazzo ballare. Ampia maglia bianca con le maniche lunghe con dei lacci bianchi davanti, jeans, scarpe nere e maschera nera. Le si illuminarono gli occhi.
«Gente, io torno fra un po’.»
Si avvicinò a quello e cominciò a ballare con lui. Fu solo dopo una ventina di minuti, quando si stavano per baciare, che si accorse che era Exol guardandolo negli occhi. Lo allontanò di scatto.
«Ma ci provi con una sconosciuta?! Sei pessimo!» e se ne andò inviperita.
Exol ci mise qualche secondo a capire che era lei. La rincorse per tutta la sala. «Guarda che l’hai fatto anche tu!»
Axul si bloccò istantaneamente. Aveva ragione. Si voltò. «Ti perdono solo se mi giuri che non mi hai mai tradita.»
L’abbracciò. «Non l’ho mai fatto.»
«Perdonato» gli schioccò una bacio sulla guancia e tornò dagli altri.
«Ho trovato Exol» esordì sorridendo.
I membri della Compagnia del Buco erano mortalmente annoiati. Leax alzò lo sguardo. «E dov’è?»
Axul si girò. Dannazione, era scomparso come suo solito.
Raxas sospirò e si decise ad addentrarsi nella ressa. Subito vari ragazzi le chiesero di stare con loro, li allontanò tutti, si avvicinò ad una colonna e fissò il soffitto. Quando riabbassò lo sguardo vide un fotografo.
«Scusi, lei è Raxas?»
«Sì…»
Le fece delle foto e subito altri lo imitarono. Gli altri la raggiunsero e Axul si posizionò accanto a lei sorridendo. Altri fotografi scattarono milioni di foto a Nyrpex e a Rashix. Riuscirono a notare Paxu dal fondo della sala che li fissava contrariati. Un giornalista chiese a Zaxzom degli scavi e lui cominciò immediatamente a parlare, altri proposero di fare foto di gruppo. Fu con quella frase che Exol ricomparve accanto ad Axul. Lei gli pestò un piede, ma non lo cacciò, lo tenne per mano per essere sicura che non fuggisse come sempre.
Sorix si allontanò dagli scatti e si nascose dietro alcune colonne. Non le piaceva essere al centro dell’attenzione, la mandava in panico.
«Ehi, ma quelli perché fanno foto?»
Accanto a sé vide un ragazzo con una maschera rossa, giacca rossa, una camicia bianca con il colletto nero, dei guanti senza dita neri, dei pantaloni rossi stretti e delle scarpe da ginnastica bianche.
«Laggiù ci sono Nyrpex e la sua compagnia.»
«Uh! Allora dopo mi avvicinerò. Allora, ti va di ballare?»
In realtà lei odiava ballare, ma accettò comunque, quel tipo le stava simpatico. Vicino a loro passarono Paxu ed Oxyll e il ragazzo misterioso, non appena furono lontani, si tolse la giacca e la buttò lontano.
«Perché l’hai fatto?»
«Perché sembro vestito uguale a quello!» tirò su le maniche e si scatenò in pista. Sorix lo fissava sconvolta. Perché lei era così impedita in quei momenti?
Lui si fermò notando il suo disagio. «Ehi, tutto bene?»
«Sì, vado a bere…»
«Vengo anch’io! Mi è venuta una sete!» e la seguì sorridendo.
Arrivarono ad uno dei tavoli. Tutto vuoto.
«Cavolo, che organizzazione! Siamo qui da neanche due ore ed è già tutto finito!» commentò lui sbuffando.
Axul si avvicinò a loro. «Ehi, eccoti, ti avevamo persa!»
Sorix notò il ragazzo accanto a lei sobbalzare, ma non gli domandò il perché. Axul, invece, lo fissò attentamente, poi se ne andò sorridendo malefica e salutandoli.
«Scusa, ma… la conosci?» chiese lui cominciando a sudare freddo.
«Sì, perché?»
«Ah, no così… ehm, ehi guarda, un mio amico! Torno subito, ciao!» e scappò via.
Ma che diavolo…?
 
Raxas aveva perso di vista tutti. Iniziò a vagare spaesata fra la folla. Notò Zaxzom in lontananza provarci con tutte, ma nessuna aveva intenzione di parlare con Indiana Johnes e preferivano quindi ballare con qualche ragazzo a petto nudo, ce n’erano una marea, tanto!
Vide Oxyll dirigersi verso il bagno e cercò sistematicamente Paxu con lo sguardo. La vide parlare con un ragazzo e poi dirigersi verso una delle camera da letto e, mentre andava, fece anche l’occhiolino al dj. Paxu non si sarebbe mai smentita…
Frustrata dal fatto che tutti fossero spariti, decise di sedersi ad uno dei divani. Accanto al suo vi era Leax che limonava con un’Ariel dal vestito rosa: Vaxel. Perché dovevano perseguitarla anche in quel luogo?
Notò Paxu uscire dalla camera, sistemarsi i capelli e il vestito e andare a grandi passi verso la sua nuova preda: un ragazzo con jeans neri, camicia nera, cravatta viola e maschera nera. Paxu lo tirò per la cravatta e lo baciò senza neanche rivolgergli la parola. Lui rimase sbigottito e l’allontanò con poca grazia. Paxu rimase sconvolta da quel gesto e cominciò ad insultarlo. Raxas si avvicinò pronta a carpire nuovi gossip sulla vita “sentimentale” della ragazza, ma la vide solo tirare uno schiaffo al ragazzo e scappare via. Lui era rimasto sbigottito.
Gli si avvicinò e gli chiese: «Tutto bene?».
«Sì, credo che quella sia pazza…»
«Sei da solo?»
«Quasi, ho solo perso di vista quelli che erano con me.»
Raxas scoppiò a ridere. «A me è successo lo stesso!»
«Riprendo a cercarli, ci vediamo dopo, ciao» e se ne andò.
Che persona austera.
 
Xarf vagò sbuffando fra la folla. Quella festa diventava sempre più noiosa e lui non riusciva a trovare Xandap. Andò in un’altra stanza, improvvisamente lo vide e non poté che sorridere per la sua stupidità: smoking nero, camicia bianca, fascia nera, farfallino nero, abbigliamento normale, il problema era la maschera da panda.
Gli saltò addosso e, finalmente, quella festa iniziò a diventare migliore. In lontananza scorse Cykrix, lo richiamò e cominciarono a inventare balletti idioti per passare il tempo. Dopo una decina di minuti si aggiunse anche Zaxzom, che non era riuscito a trovare una ragazza disposta a parlare con lui. Alla fine, disgustati dall’odore sempre più presente di fumo, si rintanarono in una delle camere da letto, la chiusero a chiave e cominciarono a parlare tranquillamente sorseggiando champagne e mangiando fragole al cioccolato.
 
Aveva perso di nuovo Exol. Odiava il fatto che sapesse scomparire così bene.
Notò Paxu baciare uno degli ospiti e accanto a lei comparve Raxas. «Credo che sia il quinto.»
«Così pochi? Secondo me è il quindicesimo.»
Paxu le notò, si allontanò subito dall’uomo e andò verso di loro. «Ragazze, ciao! Allora, come va? Vi state divertendo?»
«Sì, sì! È proprio una bella festa!» affermò Axul sorridendo.
«Meno male, io ho perso di vista Oxyll, sapete dove sia?»
Scossero con vigore il capo e lei se ne andò sospirando, probabilmente di sollievo, visto che, non appena si girarono, la videro limonare con un altro per poi portarlo nella sua personale camera da letto.
«Non ci credo, ma mica vuole sposare Oxyll?» domandò sconvolta Axul.
«Ma tutti questi che ci stanno?!» commentò Raxas sbarrando gli occhi.
«Si chiamano morti di… vabbè, non farmi essere volgare.»
«Prima ho visto uno che la rifiutava!»
«Dimmi dov’è che gli stringo la mano!»
Raxas si guardò intorno alla ricerca del ragazzo, alla fine lo indicò. Era appoggiato ad una colonna, intento a scrutare anche lui le persone.
Axul sbarrò gli occhi. «Raxas, non ti incazzare.»
«Perché?»
«Guardalo attentamente.»
Eseguì. Il suo sguardo si calamitò sulla cravatta viola. Aveva detto ad Exelott che si sarebbe vestita in viola.
«Quella brutta puttana si è fatta Exelott!» urlò infine.
Exelott si voltò a fissarla sconvolto. Si avvicinò. «Raxas?»
Lei annuì, lo allontanò scura in volto e si diresse verso la stanza dove si era chiusa Paxu.
Exelott fissò smarrito Axul. «Ho fatto qualcosa di sbagliato?»
«No, tranquillo! Sta per uccidere Paxu, credo» rispose Axul sorridendo con infinita calma. Guardò Raxas e la vide con una granata in mano. Raxas lanciò la bomba nella stanza. Tutti si bloccarono e, prima che si voltassero, si dileguò fra la folla tornando da Axul ed Exelott, rimasto sconvolto.
Paxu uscì dalla camera con il vestito intatto, ma il viso sporco, probabilmente se l’era tolto e quello si era salvato dall’esplosione. «Continuate, tranquilli! Era solo una prova per i fuochi d’artificio!»
Tutti ripresero a ballare rasserenati.
Axul tornò alla ricerca di Exol lasciando soli i due ragazzi. Salì al piano superiore, ma non lo trovò. Scese nuovamente e vide Paxu togliergli la maglietta. Si costrinse a mantenere la calma, si fidava di Exol, dopotutto.
Il ragazzo scoppiò a ridere, si rimise la maglia e affermò: «Paxu, guarda che sono Exol».
«Lo so, dai, facciamolo, tanto Axul non c’è.»
Scrocchiò il collo. Paxu si lanciò su Exol e lui se ne andò ridendo a crepapelle. Si avvicinò alla porta per uscire e scorse Axul. Le andò incontro. «Convinta che non ti tradisco?»
«Volevo giusto vedere che facevi» commentò lei acida «Vado a chiedere a Raxas se mi presta qualche arma, tu vieni con me».
Vide Raxas, stava per chiamarla quando si accorse che era troppo vicina ad Exelott perché stessero solo parlando. Lei e Exol si fissarono sconvolti.
«Si stanno baciando?»
«Non riesco a vedere bene, però… sembra di sì.»
 
[Flash back]
«Scusa, Raxas, ma perché te la sei presa tanto?» le domandò Exelott quando Axul se ne fu andata.
Panico. Che doveva dire? «Perché Paxu dice sempre che vuole sposare Oxyll e guarda quanti se ne sta facendo!»
«Tutto qui?»
Oddio! L’aveva capito, com’era possibile, come aveva fatto? «Forse.»
Exelott la baciò sorridendo.
[Fine Flash back]
 
«Oddio!» andò dietro l’amica, le sfilò una delle pistole dalla borsa e tornò al piano di sopra. Sparò esattamente in fronte a Paxu, che svenne, e se ne andò soddisfatta.
Tornò giù e, con enorme fastidio, si rese conto che Exol era nuovamente scomparso. Perché voleva farla dannare quel giorno?
Passò per un corridoio e si sentì trascinata dentro una delle porte. Vide un orribile uomo peloso fissarla voglioso.
«Ehm, guardi che non mi interessa.»
«Ti piacerà, fidati!» e le si lanciò addosso.
Si piegò e si allontanò facendolo sbattere contro alla porta. Prese la chiave per sicurezza e la lanciò fuori dalla finestra, così lui non avrebbe mai potuto chiuderla dentro. Ora doveva solo uscire. L’uomo tornò alla carica. Lei saltò, gli crollò addosso, si alzò e scappò via. Uscì sul corridoio ansimando.
Exol la fissò perplesso. «Perché eri in una camera?»
«Quello voleva violentarmi!» urlò lei disgustata.
Exol entrò nella stanza, ne uscì dopo qualche minuto con le nocche rovinate. «Ho deciso che il resto della festa lo passerò con te.»
«Finalmente!» esultò lei abbracciandolo.
 
Sorix vagò sconsolata per le stanze. Tutti sembravano essere scomparsi. Decise di uscire in giardino, almeno quella musica e quelle luci non l’avrebbero stordita ulteriormente. Si sedette sulle scale e rimase in silenzio a fissare la Luna e le stelle.
Accanto a lei riapparve il ragazzo con i pantaloni rossi. «Bella serata, vero?»
Lo fissò perplessa.
«Scusa per la mia fuga, è che Axul mi aveva riconosciuto.»
Aggrottò le sopracciglia. Lei e Axul conoscevano praticamente le stesse persone. Lo analizzò, lo guardò a lungo negli occhi, ma non le venne in mente nessuno.
«Dai! Non l’hai ancora capito?» lui mimò i movimenti per suonare un violino.
«Exkalin?!»
«Finalmente! Allora, come ti sembra questa festa?»
«Una noia! E fra poco arriva la parte che mi piacerà meno!» sbottò lei per poi poggiare la testa sulle mani.
«La discoteca?»
Annuì sconsolata.
«Dai, ci sarò io a farti compagnia! Gli altri dove sono?»
«Boh!»
Lui scoppiò a ridere e le mise il braccio intorno alle spalle. «Torniamo dentro? Inizio ad avere freddo. Magari ci chiudiamo in una delle camere a parlare un po’, non sono abituato ad ascoltare quella sottospecie di musica, se la si può definire così.»
Lei accettò con un sorriso. Ovviamente non aveva capito la proposta di Exkalin e non capì neanche le sue allusioni successive.
 
Sentirono una voce annunciare che dovevano ritrovarsi nell’atrio. Andarono e i membri della Compagnia del Buco si salutarono abbracciandosi. Mai avevano sentito così tanto la mancanza degli altri.
«Bene, ora annuncerò la reginetta e il re del ballo!»
In mano non aveva nessuna busta.
«I vincitori sono… Oxyll e me!»
Nyrpex sbarrò gli occhi. «Ha davvero fatto questa minchiata?!»
Paxu si fece mettere la corona con stampato sul volto un enorme sorriso, quasi stava per piangere e abbracciò Oxyll. Il dj mise un lento e loro due andarono al centro della sala a ballare. Tutti trovarono un partner e li seguirono svogliatamente. Quando la canzone fu finita, Paxu tornò sul piccolo palchetto improvvisato. «Adesso comincia la seconda parte della festa, prego ognuno di voi di cambiarsi e di tornare qui.»
Si ritrovarono da soli nell’atrio. Axul saltò al collo di Raxas. «Devi raccontarmi tutto!»
Paxu arrivò con il volto sporco e con un segno rosso sulla fronte. «Va bene, ora ci cambiamo per la discoteca… ragazzi, vi prego, vestitevi bene!»
Annuirono sbuffando sonoramente. Questa volta si cambiarono in stanze vicine, così, fin da subito, si ritrovarono.
Axul ed Exol si lanciarono sui cocktail e cominciarono a bere. Gli altri, tranne gli astemi, li seguirono a ruota e si fiondarono nella pista sotto l’effetto dell’alcool divertendosi un mondo a fare gli idioti.
Axul slacciò la camicia bianca di Exol e lui la spinse verso una delle colonne per baciarla. Quando erano ubriachi perdevano il senso della misura.
Exelott ballò con Raxas per qualche minuto, poi le chiese di sedersi e lei non poté che esserne felice.
Exkalin costrinse Sorix a ballare e, di punto in bianco, le disse: «Ora ti bacio».
«Eh?»
La baciò e riprese a ballare come se non fosse successo nulla.
Sorix lo fissò sconvolta. «Ma…»
«Ti piaccio?»
Non poteva essere così diretto! «Sì, ma… ma…»
«Perfetto, anche tu» e la baciò nuovamente.
Le varie coppie si divisero. Leax andò accanto ad Axul e commentò: «Insomma, non esagerate voi due! Che bello, finalmente posso dirlo anch’io!».
«Eh?»
«Puppa!» urlò Leax scoppiando a ridere.
«Non dire… miiinchiàte!»
«Minchia, Axul, sei pessima! Già ubriaca!»
Exol la prese in braccio. «Beh, io la preferisco così, si fa fare di tutto in questo stato.»
«Nooon è vero!» affermò lei per poi baciargli il collo.
«Ok, noi spariamo fino alla fine, a dopo!»
Leax abbracciò Vaxel. «Dovremmo imitare il loro esempio.»
«Sono d’accordo, amore.»
 
Xarf ballò con Xandap finché non riuscì più a sopportare la gente che gli veniva addosso, così costrinse il ragazzo ad andare in giardino a godersi romanticamente la serata.
Zaxzom riuscì a trovare una ragazza che ci stesse, ma, con suo enorme sgomento, si ritrovò a pensare a Lirax e non riuscì a concludere nulla, così cercò Cykrix e i due andarono da Nyrpex per chiedergli se c’erano delle console nella villa. Ovviamente l’imperatore scoppiò a ridere, annuì e li mandò al piano superiore, mentre lui si chiuse in una delle camere più belle, che aveva a tal proposito proibito a Paxu di usare, con la moglie Rashix.
 
Exol e Axul tornarono dopo un’ora. Lui andò a cercare qualcosa da bere, mentre lei lo aspettò appoggiata ad una colonna. Subito dei tamarri le si avvicinarono e le chiesero di ballare con loro. Stava per rispondere in malo modo, quando ne vide uno cadere a terra. Voltò il capo a destra e notò Exol con la pistola di Raxas in mano. Le porse un bicchiere e, rivolto a quelli, ordinò: «Sloggiate, lei è mia».
«Adoro quando diventi geloso!» sussurrò euforica lei abbracciandolo.
 
Raxas si allontanò da Exelott per prendere qualcosa da mangiare, sempre nella speranza di trovarlo, e il ragazzo venne subito attorniato da delle truzze.
«Ciao, ascolta, lascia stare quella e vieni con noi! Sappiamo come farti divertire!»
«Veramente non mi interessa.»
Una si mise a cavalcioni su di lui. «Stuprami!»
La buttò a terra sconvolto e lei subito allargò le gambe. Exelott si costrinse a fissare il soffitto. Riabbassò lo sguardo quando sentì la voce di Raxas. «Mocciose, sloggiate!».
Tutte le ragazzine se ne andarono e lei si sedette accanto ad Exelott. «E che cavolo!»
Lui si chinò su di lei, la baciò e la fece sedere sulle sue gambe. «La prossima volta, verrò con te. Quando ti allontani mi succedono sempre fatti spiacevoli.»
“Perché sei un figo” pensò lei sorridendo.
 
Axul e Raxas passarono il resto della festa insultando chi osasse avvicinarsi ai rispettivi ragazzi, mentre Exol ed Exelott le difesero da vari attacchi a sorpresa di truzzi e simili. Alla fine erano stressati come non mai, ma, se non altro, avevano rafforzato il legame con loro.
Sorix ed Exkalin erano scappati in giardino, avevano finto di non vedere Xarf e Xandap che passeggiavano e avevano passato il tempo parlando… più che altro Exkalin parlava, Sorix annuiva ancora imbarazzata per quello che era successo e per i baci a sorpresa di lui.
 
Tilex apparve dal nulla davanti a Leax e Vaxel.
«Ma che fine avevi fatto?» le chiese Leax sconvolto.
«Paxu mi aveva chiusa in uno scantinato!»
«Perché?» domandò Vaxel perplessa.
«Perché uno degli invitati ci stava provando con me!»
Sbarrarono gli occhi e nascosero Tilex quando videro Paxu passare con la sua minigonna vertiginosa e il suo corpetto che le faceva una sesta di seno.
Tilex sospirò e scappò in giardino insieme ai due ragazzi. Videro Xarf e Xandap e passarono con loro il resto della notte.
Era quasi l’alba quando Paxu si decise a dichiarare conclusa la festa.
Salì nuovamente sul suo palchetto. Tutti, tranne Oxyll, notarono i capelli sfatti, i lacci del corpetto messi male e la gonna a malapena messa bene e le calze scomparse. Oxyll le prese il microfono e affermò: «Vorrei che tutti vedessero mentre ti dico una cosa».
Paxu era piacevolmente sorpresa.
Tutto il Buco sapeva che aveva sicuramente architettato tutto lei.
Oxyll s’inginocchiò e le mostrò due biglietti. «Vuoi venire con me a Parigi?»
Paxu gli saltò al collo. Tutti applaudirono malvolentieri e ringraziarono quando la festeggiata li mandò a casa.
 
Il Buco tornò a casa di Nyrpex completamente stravolto. Si guardarono.
«Quanti se n’è fatti?» domandò l’imperatore arcuando un sopracciglio.
«Secondo me circa 100» affermò Axul scoppiando a ridere.
«Macchè! Di più!» replicò Raxas per poi andare in camera per buttarsi sul letto.
«Sta di fatto che l’anno prossimo non voglio andarci! Mi romperò una gamba!» puntualizzò Axul sbuffando.
«Mi sa che ce la romperemo tutti…» sussurrò Leax guardandosi furtivo intorno.


Angolo autrice:
Ringrazio tutti quelli che stanno leggendo *-* vi amo!
Ora devo informarvi di una cosa essenziale di questa storia. Da questo capitolo, compreso, le mie idee malsane saranno mischiate a quelle altrettanto sbagliate di una mia amica che si è talmente appassionata a questo delirio che mi invia continuamente i suoi storyboard (se possiamo definirli così), quindi grazie Raxas per il tuo appoggio <3
Poi, uhm... recensite ** ho bisogno di sapere se vi piace o meno!
E sì, Paxu in quel periodo non ci stava molto simpatica XD

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Capitolo 6
*** Non è possibile... ***


Non è possibile…



La Compagnia del Buco Preferito era seduta intorno ad un grande tavolo rosso. Davanti a ciascuno vi era una tazza vuota e nel mezzo biscotti, una teiera con l’acqua calda e un cofanetto dorato contenente alcune bustine di tè.
Nyrpex prese un biscotto e avvicinò lo scrigno. «Allora, questo me l’ha dato un mio cliente indiano. Vediamo un po’ che gusto prendere…» lesse velocemente le varie bustine «Frutto del successo! Perfetto, avrò altri soldi!».
Leax gli prese l’oggetto di mano e rimase perplesso ad analizzare i sacchettini colorati. «Immagino sia una cavolata, però vabbè! Magari mi porta fortuna. Frutto della verità!»
«Passami quello del successo» affermò Axul allungando il braccio.
Zaxzom vide un sacchetto blu che attirò immediatamente la sua attenzione. Frutto della scoperta. Forse ci sarebbero state novità agli scavi, ma sì, che aveva da perdere?
Paxu rubò il cofanetto a Xarf e afferrò con decisione la busta rossa: Frutto della passione. Sicuramente avrebbe avuto altri amanti… ehm, amici, se l’avesse bevuto!
Xarf riafferrò la scatola infastidito, analizzò con perizia ogni singolo sacchetto e, infine, prese il frutto della felicità.
Tilex urlò di gioia quando lesse il nome di uno. «Ragazzi, questo è il frutto dell’amicizia! Magari resterò sempre con voi!»
Sorix rimase a lungo indecisa. Che cosa poteva scegliere? Il successo non le interessava, con Exkalin andava tutto a meraviglia, quindi non le serviva nessuna passione, l’amicizia, beh neanche… Il frutto della rivelazione. Immediatamente collegò quel nome a Glee. Perfetto!
Cykrix prese il frutto della fortuna solo perché era un sacchetto verde, ovviamente non avrebbe potuto sceglierne un altro.
Mancava Raxas. Tutti la fissarono contrariati quando la videro toccare il frutto della bellezza.
«Ma sei stupida?»
«Mi serve, fidatevi!»
Nyrpex arcuò il sopracciglio. «Vabbè, poi ditemi come sono.»
Bevvero e subito si sentirono meglio.
 
Quando ebbero finito, Axul e Raxas si fiondarono al teatro, come di consueto erano in ritardo. Axul vide Exol seduto in prima fila. Gli andò accanto e gli chiese: «Tutto a posto?».
«Sì. Ah, domani devo partire.»
«Dove vai?»
«Monaco. Ti porterò qualcosa.»
Raxas trovò Exelott dietro le quinte mentre mangiava con enorme piacere una barretta di cioccolato. Dovette trattenere il disgusto mentre lo baciava.
Il bagnino si sedette sulla panca da dove era solito guardarla lavorare e lei cominciò a schizzare degli abiti per il prossimo spettacolo: “Moulin Rouge!”.
Nyrpex arrivò nel teatro dopo una decina di minuti, chiese ad Axul come andavano gli affari e si sedette su una delle poltrone per controllare le sue azioni.
Sbiancò.
Panico.
Com’era possibile? Tutte le sue azioni erano scese. Quello significava che stava perdendo soldi. Controllò il suo conto corrente e, con enorme terrore, scoprì di aver perso tutto.
Un uomo austero, con uno smoking nero e un bastone da passeggio dal pomello dorato, tossì per richiamare l’attenzione di Axul. Lei lo fissò perplessa e l’uomo mostrò un contratto.
«Perché vorrebbe comprare il mio teatro?»
«Perché le azioni del signor Nyrpex sono scese a zero ed io sarei la sua unica salvezza.»
Axul impallidì e fissò Nyrpex attendendo spiegazioni. L’imperatore scappò dalla sala disperato, alla ricerca dei suoi avvocati per farsi spiegare la situazione.
L’uomo austero diede una penna ad Axul. Lei fece alcuni calcoli al computer e, con sgomento, scoprì che l’unica soluzione per non finire a vivere sotto un ponte era vendere il teatro. Andò a cercare Raxas dietro le quinte, le spiegò velocemente la situazione e, anche lei, affermò che era la scelta migliore.
Firmò il contratto.
L’uomo sorrise con gioia e affermò: «Allora, prima di tutto, dobbiamo ridurre i costi. Ho notato che questa scenografa viene pagata troppo. Lei è licenziata».
«Ma che diavolo sta dicendo?! Raxas è il “gatto” nel nome del teatro! Non può licenziarla!»
«E lei ora non ha più nessun potere su questo posto. Mi è inutile, posso benissimo trovare un altro direttore. Prego, può andarsene.»
Raxas e Axul si fissarono. Non avevano minimamente pensato a quell’eventualità e, purtroppo, non potevano fare nulla.
Uscirono dal teatro e andarono al bar di Xarf.
«Cappuccino e brioche» ordinò Axul come un automa.
«Se volete c’è una promozione.»
«Non abbiamo abbastanza soldi per le promozioni» ribatté lei meccanicamente.
«Eh?»
Raxas intervenne. «Hanno comprato il teatro e il tipo ci ha licenziate.»
«Beh, ora avete più tempo libero, no?» provò lui a sdrammatizzare.
Axul prese una granata di Raxas e la lanciò dietro al bancone facendo esplodere tutto. «Anche tu adesso, no?»
 
Paxu andò da Oxyll. Lo trovò sdraiato sul letto mentre leggeva un libro. Si mise su di lui baciandogli il petto.
«Paxu, sto leggendo.»
Si bloccò istantaneamente. Da quando qualcuno la rifiutava? «Come, scusa?»
«Ho detto che sto leggendo, perché non torni fra qualche ora?»
Uscì dalla stanza. Aveva bisogno di qualcuno. Andò in centro città, dove viveva uno dei suoi amici. Entrò nel suo appartamento e lo vide a letto con un’altra ragazza.
Da quando lui andava a letto con qualcuno che non fosse lei?
Andò nel supermercato alla ricerca di qualcosa da mangiare, le era venuta la fame nervosa. Con orrore, vide gli scaffali pieni solo di dolci, che lei non poteva mangiare. Andò da una cassiera. «Scusi, ma le verdure?»
«Verdure? Che cosa sono?»
Si allontanò sbarrando gli occhi. Che stava succedendo?
 
Zaxzom arrivò nel luogo dove da mesi stavano scavando. Nessuno era al suo posto. Si avvicinò a due uomini intenti a leggere il giornale. «Che succede qui?»
«Non ha letto la novità?» gli passò una pagina del quotidiano «I dinosauri non sono mai esistiti».
Zaxzom lesse tutto d’un fiato quella scoperta. Com’era possibile? Insomma… loro avevano trovato delle ossa… e anche altri milioni di archeologi… a quanto pare erano tutti dei falsi.
Urlò con tutte le sue forze e tornò a casa di Nyrpex. Con sgomento vide Axul, Raxas e Nyrpex, imbacuccati dentro delle coperte, chiedere l’elemosina.
«Che state facendo?»
«Siamo poveri!» affermarono loro per poi scoppiare a piangere
Gli spiegarono la situazione e lui non poté che riflettere sulla sua carriera: lui aveva investito tutto nei dinosauri, ora era spacciato.
 
Leax rimase a guardare una provetta. Perché quell’esperimento non doveva assumere quel colore? Che aveva sbagliato? Rifece tutto, ma neanche quella volta era riuscito. Erano anni che non gli veniva un esperimento… perché tutto d’un tratto era diventato impedito?
Chiamò uno dei suoi collaboratori, gli chiese di eseguire l’esperimento al posto suo. Fece le sue stesse mosse, mise le stessi identiche dosi, eppure a lui riuscì.
Tornò a casa affermando che aveva un’importante commissione da fare.
 
Tilex tornò a casa per occuparsi del suo lavoro di traduttrice. Quella sera stessa la sarebbe venuta nuovamente a prendere il jet privato di Nyrpex e avrebbe rivisto i suoi amici. Siccome l’aereo non poteva atterrare a casa sua, la lasciò fuori città e lei fece una rinfrescante camminata. Mentre passava davanti ad una vetrina piena di schermi vide un’esplosione. Guardò i monitor che trasmettevano un incidente avvenuto alla stazione dei treni, un attacco terroristico all’aeroporto e il crollo delle azioni di Nyrpex.
Disperata, realizzò che non sarebbe potuta tornare dagli altri.
 
Cykrix andò in fumetteria, si sedette dietro al bancone e aprì il cassetto dove teneva i manga di Sailor Moon. Spariti. Si alzò immediatamente e li cercò in tutti gli scaffali. Si accorse che anche quelli del negozio erano spariti. Andò su Internet, scrisse “Sailor Moon”, ma non ottenne risultati. Provò altri venti motori di ricerca, ma nulla.
Che cos’era successo?
 
Sorix vide entrare nella sua libreria un uomo dal bastone nero con il pomello argentato. Gli andò incontro per servirlo e lui le piazzò davanti alla faccia un contratto di lavoro.
«Scusi, ma questa libreria appartiene a Nyrpex.»
«No, l’ho appena comprata.»
Firmò perplessa quel contratto e l’uomo le diede subito degli ordini. A fine giornata, Sorix capì che i costi erano triplicati e che non ce l’avrebbe mai fatta a vendere così tanti libri da tornare in pareggio. Lesse il contratto e, con orrore, vide che c’era una minuscola clausola in cui si accennava al fatto che se non si fossero prodotti dei ricavi, la libreria avrebbe chiuso.
Tornò a casa e vide tutti piazzati davanti all’ingresso avvolti nelle coperte a chiedere l’elemosina.
«Ragazzi, che succede?»
«Axul mi ha fatto esplodere il locale!» urlò Xarf per poi scoppiare a piangere.
«Un tipo c’ha licenziate!» piagnucolarono Axul e Raxas all’unisono.
«Ho perso tutti i miei soldi…» mormorò incredulo Nyrpex stringendo convulsamente il suo cuscino dorato.
«Non so più fare il chimico!»
«I dinosauri non esistono!»
«“Sailor Moon” non esiste!»
Rientrarono in casa e analizzarono la situazione. Non era possibile che la sfiga si fosse abbattuta tutto d’un tratto su di loro.
Cykrix andò in camera per cambiarsi, aveva bisogno di mettere la sua felpa portafortuna. Il suo armadio dei vestiti verdi era vuoto.
Uscì dalla stanza urlando: «Mi hanno rubato i vestiti verdi!».
«Magari fossero così i miei problemi!» commentò Axul.
Nyrpex affermò: «Ma non puoi chiedere ad Exol di trovarti un nuovo lavoro?».
Il suo volto s’illuminò. Afferrò con decisione il cellulare e chiamò il ragazzo.
«Amore, ascolta, è…»
«Rimarrò per sempre in Baviera, mi sono innamorato di una tedesca, ciao» e riattaccò.
Axul posò con estrema lentezza il cellulare. Si voltò verso gli amici, prese fiato e urlò con tutte le sue forze: «Che cazzo vuol dire che si è innamorato di una tedesca?! Quell’imbecille, appena lo vedo, lo ammazzo! Anzi, me ne vado in Germania adesso! Così lo uccido, sì perfetto! A presto!» e uscì dalla stanza inviperita.
               
Erano seduti in silenzio intorno al tavolo. Forse quella sarebbe stata una delle loro ultime cene insieme. Leax aprì uno dei coperchi argentati e vide un’aragosta, fece per prenderla, ma quella gli pinzò la mano. Urlò lanciandola contro al muro. L’animale cominciò a seguirlo e lui scappò saltando sopra ad una poltrona. L’essere infernale si arrampicò e lui saltellò di tavolo in tavolo nella speranza che non lo toccasse; alla fine si ritrovò aggrappato alla tenda. Vide l’aragosta sorridere con cattiveria e tagliare con fare sadico la tenda mentre si arrampicava. Leax si rese conto che lo stava bloccando. Saltò giù e quella lo imitò.
Alla fine Nyrpex prese una scopa e picchiò la bestia.
Leax era steso a terra impaurito. «Ho paura dei crostacei, hanno uno sguardo cattivo, mi voleva uccidere quello!»
Vaxel entrò nella stanza e lo fissò perplessa. «Leax, tutto bene?»
Le si lanciò addosso e si nascose dietro di lei.
Sorix avvicinò un vassoio. Prese un pezzo di carne, lo mangiò e immediatamente sentì un sapore sbagliato. Analizzò il piatto e, con orrore, riconobbe i pomodori. Lanciò un urlo e corse al teatro alla ricerca di Exkalin.
Il violinista era alla porta d’ingresso intento a fissare la strada.
Sorix lo abbracciò d’istinto e lui, quasi senza accorgersi del suo gesto, se ne andò.
Sbarrò gli occhi. Ma che diavolo stava succedendo?
Lo rincorse e lo costrinse a voltarsi. «Ma che ti è preso?»
«Ah, Sorix! Eccoti. Ascolta, devo dirti che ho vinto una borsa studio per il violino in America.»
«Quando torni?»
«Fra due mesi. Però volevo dirti anche un’altra cosa.»
«Cioè?»
«Tu per me sei solo un’amica» e si voltò riprendendo la sua strada.
Ma che cavolo succedeva al mondo quel giorno? Prima Exol che mollava Axul, poi Exkalin che faceva lo stesso… un pensiero la colpì. Corse verso casa di Nyrpex e costrinse Raxas a non uscire.
 
Nyrpex era sdraiato sul suo letto e controllava ogni venti secondi le sue azioni, ma la situazione continuava a peggiorare. Rashix entrò nella stanza, alzò lo sguardo e la vide con indosso un cappotto e con accanto una valigia.
«Dove stai andando, scusa?»
«Via. Non possiamo più stare insieme, ormai tu sei povero, torno da mia madre.»
«Ma quando mi hai sposato…»
«La situazione è cambiata. Addio.»
La seguì provando a farle cambiare idea. La vide salire su una macchina e al volante riconobbe l’uomo che aveva comprato il teatro di Axul.
«Quel… devo pensare ad un piano! Quell’uomo morirà!»
 
Zaxzom andò in cucina e, con orrore, vide Paxu seduta su una sedia. Ciò che lo sconvolse fu il fatto che lei era ingrassata di circa 800 kili.
«Ma che ti è successo?»
«Nei negozi ci sono solo dolci!» affermò lei sconsolata.
Nyrpex andò in cucina, prese tutti gli oggetti affilati che trovò affermando: «Vado a costringere quell’uomo a spiegarmi che diavolo ha fatto con le mie azioni».
Sentirono il telefono squillare. Raxas andò a rispondere. Quando riattaccò era mortalmente pallida.
«Tilex non può tornare.»
Suonò il suo cellulare. «Pronto?»
«Raxas, ti devo parlare della nostra relazione.»
Perché era così serio? «Dimmi.»
«Dobbiamo lasciarci. A me piacciono le ragazze che mangiano cioccolata.»
Riattaccò.
«Ma che cazzo di scusa è: “mi piacciono le ragazze che mangiano cioccolata”?! Ora vado e lo ammazzo» caricò tutte le sue armi, ma venne bloccata da Xarf.
«Prima che tu vada, volevo annunciarvi che andrò in Cina.»
«Perché?»
«Mi serve un lavoro.»
«E vai fin lì?» domandarono tutti perplessi.
Lui annuì e tornò in camera per fare la valigia.
Raxas perse ogni suo intento omicida. Lo sguardo si calamitò su Paxu e dovette correre in camera non riuscendo a trattenere una risata. Quando fu dentro realizzò ciò che era successo e si mise in un angolo a fare cerchi nel vuoto. Sorix la trovò in quello stato e la costrinse ad andare insieme a lei nel palazzo di Exelott, dove, tra l’altro, abitava anche Exkalin, il giorno seguente.
 
Nyrpex rubò alcune armi che Raxas aveva lasciato per terra, prese la macchina e, grazie alla ricetrasmittente attaccata alla collana di Rashix, riuscì a scoprire dove abitava quell’uomo. Entrò scavalcando il cancello, scappò dai cani lanciando loro una bistecca e si appostò ad una finestra. Vide Rashix mangiare insieme a quell’orribile persona. Entrò nella stanza spaccando il vetro e puntando il fucile contro l’uomo.
«Spiegami perché io ho perso tutti i miei soldi, mentre tu li stai guadagnando. Scommetto che ci sei tu dietro tutto questo!»
L’uomo applaudì compiaciuto. «E ora che l’hai scoperto è per te troppo tardi, sei entrato nella tana del lupo» schioccò le dita e due guardie lo stordirono.
 
Una sirena illuminò tutta casa Nyrpex. Tutti si avvicinarono ai monitor e videro che il segnale partiva da una villa fuori città.
«Nyrpex s’è cacciato nei guai, andiamo a recuperarlo, così sfoghiamo la nostra frustrazione.»
«Con la fortuna che abbiamo, ci catturano non appena arriviamo» commentò Axul sbuffando.
«Vabbè, dobbiamo provare.»
Si armarono con tutto quello che trovarono in casa, salirono sulle macchine volanti e andarono. Si piazzarono davanti al cancello. Tutti iniziarono a pensare ad un piano, mentre Axul suonò il campanello.
«Salve, volevo sapere se c’era Nyrpex.»
«Non c’è» fu la laconica risposta.
«Ah, grazie!»
«Perché hai citofonato? Ora sanno che c’è qualcuno!» sbottò Cykrix confuso.
«Ma così sarà più divertente!»
Sorix prese uno smalto, lo mise sulla serratura e, dopo alcuni crepitii, il cancello si aprì.
«Che diavoleria è quella?»
«Sinceramente non lo so… l’ho trovato a casa di Nyrpex.»
Entrarono e videro dei cani correre verso di loro. Fissarono Zaxzom e Paxu, li presero e li lanciarono verso gli animali per poi scappare.
«Il vostro sacrificio verrà ricordato!» urlò Leax scavalcando una siepe. Girarono intorno alla villa alla ricerca di un’entrata, infine, trovarono la porta dello scantinato. Il primo ad andarci fu Cykrix, perché l’unico che avesse abbastanza coraggio; Leax, infatti, aveva perso tutta la sua autostima.
Camminarono una decina di minuti, poi giunsero davanti ad un pannello di controllo.
«Se lo facciamo saltare, creeremo un po’ di casino nella villa e riusciremo ad entrare.»
Leax prese subito le sue provette per creare un’esplosione, ma nulla… quel giorno non gli riusciva assolutamente nulla!
«Leax, che ne dici di fare un impacco curativo?» propose di punto in bianco Axul.
Leax eseguì e la provetta esplose nella sua mano facendo saltare il contatore e riempiendoli di polvere.
«Non ci credo, ha funzionato davvero…» boccheggiò Axul sconvolta.
Tornarono sopra, ma, con sgomento, si accorsero che Zaxzom e Paxu erano stati presi da due guardie. Le seguirono con fare furtivo, finché Axul non si bloccò.
«Io non entro lì dentro.»
«Perché?»
«Quelle guardie sono vestite da verdure!» affermò lei con voce stridula. Le tapparono la bocca e rimasero nascosti ad osservare la situazione.
«Come facciamo?» domandò Xarf sospirando.
Raxas prese una granata e la lanciò in mezzo alla stanza. Stordirono la maggior parte delle guardie, Zaxzom e Paxu, mentre i sopravvissuti corsero verso di loro.
«Potere dei dolci, vieni a me!» urlò Axul tirando un calcio alla prima guardia che, con facilità, le prese la gamba e la sollevò. «Vuoi il gioco sporco, eh?» gli tirò un pugno nelle parti basse riuscendo a liberarsi «Affari tuoi!» gli diede poi un calcio in faccia.
Fissò la guardia accanto. «Odio il cavolfiore» e gli sparò un colpo in testa.
Vide un peperone avvicinarsi con una spada in mano. Si spostò facendolo cadere a terra e lo riempì di calci nonostante fosse già svenuto. «Odio le verdure, mi fanno schifo, vi odio tutte!»
Gli altri erano rimasti paralizzati dalla sua furia.
Leax la prese in braccio, visto che continuava a picchiare le verdure umane, ed entrarono nella casa. Arrivarono in una stanza buia.
Le luci si accesero magicamente.
L’uomo austero si lisciò i baffi.
«Vedo che siete arrivati fin qui. Ora vi metto davanti ad una scelta» s’illuminò tutta l’area accanto a lui rivelando Nyrpex attaccato ad una corda e, dall’altra parte, un foglio e sotto di loro una vasca piena d’acqua «Chi salverete? Il contratto di proprietà del teatro o Nyrpex?».
«Guarda che io non ti ho dato la copia originale» affermò Axul arcuando un sopracciglio.
Cykrix prese una palla, la lanciò in aria e urlò: «Schiacciata del cristallo lunare!» la palla prese in pieno stomaco l’uomo ad una velocità impressionante facendolo accasciare a terra dal dolore.
Xarf tirò Nyrpex a terra e l’imperatore, dopo essersi sistemato i capelli, prese il cellulare dell’uomo e lo lanciò nella piscina. Controllò le sue azioni e vide che era tornato tutto a posto. «L’errore classico dei cattivi è dire i loro piani.»
 
Tilex socchiuse gli occhi. Si guardò intorno e vide che tutta la Compagnia del Buco era addormentata sul tavolo. Allora quello era stato un sogno.
Axul si svegliò urlando: «Odio le verdure!».
Tutti gli altri alzarono il capo dal tavolo. Si fissarono e scoppiarono a ridere all’unisono. Exkalin entrò nella stanza. «Ehi, vi siete svegliati, finalmente! Sorix, ti va di fare un giro?»
«Devi lasciarmi?»
Il ragazzo sbarrò gli occhi. «No!»
«Allora arrivo.»
Exol andò accanto ad Axul. Lei lo fissò socchiudendo gli occhi. «Tu non andrai mai più in Germania e niente sesso per due settimane!»
«Che ho fatto stavolta?!» la rincorse come al solito.
Raxas sospirò di sollievo. Era stato tutto un sogno.
Sentirono un urlo.
Corsero nell’atrio e videro Axul tirare calci ad un cavolfiore.
Raxas alzò gli occhi al cielo e, orrore degli orrori, c’era del cioccolato spiaccicato sulla parete. Urlò anche lei e si allontanò nascondendosi sotto ad un tavolo. Zaxzom andò nella sua stanza sospirando, prese una rivista e, per sbaglio, fece cadere tutte le altre. In fondo a tutte vi era un modellino di dinosauro che, solo per il semplice spostamento d’aria, crollò.
Leax andò in cucina, aprì il frigo e lanciò un urlo vedendo un’aragosta nel frigo fissarlo con prepotenza. Richiuse immediatamente il frigo e lo sigillò con quintali di scotch e nastro isolante.
Nyrpex si sdraiò sul letto. Cercò il suo cuscino dorato, ma non lo trovò. Esasperato, si alzò, ordinò a tutti di andare nel soggiorno dove avevano bevuto il tè e, con un raggio laser, distrusse lo scrigno contenente le bustine di tè.
«Io non voglio più saperne di gusti strani nella mia vita! Il prossimo tè che voglio sarà quello classico!»
E se ne andò portando con sé il suo enorme fucile.

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Capitolo 7
*** Happy Valentine's Day ***


Happy Valentine’s Day!



Orrore degli orrori. Era arrivato il giorno più smielato dell’anno: San Valentino.
Raxas si era chiusa in camera per il terrore di vedere tutto quel cioccolato… ovviamente aveva categoricamente proibito ad Exelott di regalarle qualunque cosa sdolcinata o qualunque pupazzo/scatola/fiocco/pacchettino/anello contenente il suo veleno, alias cioccolato.
Sorix era in biblioteca. Non aveva mai venduto così tanti libri come in quel giorno. Era uscito un nuovo sdolcinatissimo libro intitolato “San Valentino: 100 modi per uscire con il tuo lui” e tutte le ragazzine lo compravano disperate. Exkalin provò ad andarla a trovare, ma capì che non era un buon momento.
Leax e Vaxel erano usciti. Loro erano la classica coppia d’innamorati nel parco.
Axul ed Exol erano usciti. Loro erano la classica coppia di scazzati in città.
I primi amoreggiavano dolcemente sotto le fronde degli alberi; i secondi fissavano disgustati le vetrine perché entrambi odiavano mortalmente il rosa.
Xarf correva da un tavolo all’altro nell’intento di servire tutte le dolci coppiette e più volte si trovò costretto a chiedere qualche tavolo al teatro per mancanza di posti. Non aveva mai dovuto cucinare così tante cioccolate in tutta la sua vita. Sicuramente profumava di cioccolato e Raxas non l’avrebbe mai più avvicinato, ne era certo.
Zaxzom si sedette sconsolato su uno dei massi della cava. Era il giorno di San Valentino e lui era costretto a guardare delle ossa… aveva dannatamente voglia di uscire con qualcuno.
Cykrix finì in meno di due ore tutti gli Shoujo nella fumetteria. Perché erano andate tutte da lui a comprare? Avevano lasciato il negozio in uno stato disastrato! E ora gli toccava anche pulire…
Paxu ed Oxyll erano in Francia, dove lei si aspettava la tanto sospirata proposta di matrimonio.
Nyrpex decise di capovolgere le aspettative della giornata. Andò a prendere tutti con il suo jet privato e, tanto era ricco, li portò in un parco divertimenti.
Axul si fiondò immediatamente sulle montagne russe perdendo di vista tutti gli altri.
Raxas iniziò a vagare tremante fra i vari stand, allontanandosi prontamente ogni qualvolta sentisse l’odore dell’odiato veleno. Exelott la seguì sconcertato. Aveva capito quanto lei odiasse solo la vista del cioccolato, ma stava esagerando… addirittura l’odore! E lui che lo adorava! Raxas, finalmente, trovò l’unica giostra in cui non avrebbe visto coppiette felici: la casa degli specchi. Vi entrarono e risero tutto il tempo, sia per varie botte tirate in giro sia per le forme allucinate che assumevano.
Uscirono dal luogo dopo una decina di minuti e Raxas, dimentica di quel giorno, camminò senza guardare attentamente la strada. Capitolò su una ragazza con una crêpes al cioccolato che le sporcò tutta la maglietta. Exelott la trascinò via dalla folla prima che iniziasse ad urlare istericamente. Fortunatamente trovarono Sorix ed Exkalin nella loro fuga. La reazione della libraia non poté che essere una risata di sottecchi.
«Ma come hai fatto a sporcarti così?»
«Sono finita addosso ad una!» imprecò Raxas provando a pulirsi con dei tovaglioli.
«No comment» fu l’usuale risposta dell’altra.
Il terreno iniziò a vibrare. Sobbalzarono in aria spaventati.
Sentirono un suono metallico e poi una risata malefica da strega.
Exol comparve accanto a loro. «Ditemi che non è lei.»
Un robot gigante entrò nella loro visuale, schiacciò alcuni alberi e, mentre si piegava, tutti videro Axul con occhi malefici.
«Perché deve sempre distruggere tutto?!» sbuffò lui tentando di avvicinarsi al robot, ma, non avendolo visto, Axul se ne andò con un salto.
Nyrpex arrivò sghignazzando. «Adoro il fatto che faccia sempre quello che le propongo!»
«Perché le hai dato un robot?!» chiesero Raxas e Sorix in coro sgranando gli occhi.
«Si annoiava ed io pure, così abbiamo trovato un modo per divertirci» rispose lui con un enorme sorriso stampato sul volto.
«Ma poi dovrai pagare tutti i danni…» sussurrò incredulo Exkalin.
Nyrpex sorrise, si voltò teatrale, gonfiò il petto, mise le mani sui fianchi e, dopo una lunga risata, affermò: «Tanto sono ricco!» e seguì la strada presa da Axul.
Nel parco era calato il caos. Axul distruggeva tutte le bancarelle che avessero un dettaglio rosa e sparava raggi di colla alle coppiette urlando: «Così avrete un motivo in più per stare attaccati! Non ringraziatemi!».
Passò accanto alla giostra con le barche a forma di cigno. Si fermò e un malefico ghigno le si dipinse sul volto. Scese dal robot portando con sé una pistola a colla ed entrò nella giostra gongolando. C’era solo una barca in funzione e riconobbe immediatamente chi vi fosse sopra: Leax e Vaxel. Percorse lo stretto corridoio rosso, s’inginocchiò a terra, prese la mira e sparò: un’enorme pallottola rossa si spiaccicò sopra di loro.
«Non ringraziatemi, ho fatto il mio dovere di Cupido!» e scappò saltellando.
Leax prese un remo e tentò di colpirla urlando: «Fuuuuuuuu!!!».
Non appena fu fuori, vide Nyrpex e gli saltò al collo scalpitando dalla gioia.
«Ok, basta, dammi le chiavi.»
«Perché?» domandò lei quasi piangendo.
«Perché ora tocca a me. Te lo restituisco dopo.»
«E uffa!» gli diede le chiavi, andò a sedersi sconsolata ad una panchina e, a malincuore, osservò il robot andar via.
Raxas, Sorix e i loro tre ragazzi la raggiunsero piegandosi poi per la stanchezza.
«Ma che ti è saltato in testa?» imprecò Exol distrutto.
«Mi stavo divertendo!» obiettò lei per poi alzarsi e andarsene arrabbiata.
«Beh, almeno ora è tutto a posto» affermò Raxas sospirando.
Exkalin si guardò intorno. «Ma il robot?»
Videro Zaxzom correre verso di loro con i vestiti in fiamme e tuffarsi nella fontana vicino ad alcuni alberi.
«Che ti è successo?»
«Quell’imbecille di Nyrpex ha bruciato uno stand!» urlò lui uscendo dall’acqua.
Raxas e Sorix si lanciarono una significativa occhiata.
«Non possiamo lasciarlo girare. Dobbiamo distruggere quel robot» affermò Sorix iniziando a cercare qualcosa di utile nella sua borsa.
Raxas si mise una fascia alla Rambo. «Sono pronta.»
Iniziarono a correre lasciando basiti i ragazzi.
«Ma che vogliono fare contro un robot di Nyrpex?» domandò ingenuamente Exelott.
Zaxzom lo fissò per poi scoppiare a ridere. «Che t’importa? Almeno ci divertiamo!»
 
Cykrix era seduto ad un bar e stava gustando una calda cioccolata insieme a Xarf. Improvvisamente videro la gente scappare e il cielo oscurarsi. Alzarono lo sguardo e un immenso robot si stagliò davanti a loro lanciando una fiammata distruttiva.
Loro rimasero seduti. Xarf bevve la tazza, l’allontanò affermando: «Credo che sia un po’ troppo caldo».
Cykrix si pulì il volto sporco di cenere con un tovagliolo. «Io andrò in bagno.»
«Ti seguo.»
Iniziarono ad incamminarsi, ma furono bloccati dalla vista di Raxas e Sorix su due scooter volanti e dietro di loro Zaxzom, Exkalin ed Exelott su una macchina volante mentre si gustavano dei pop corn.
«Ma che sta succedendo?» domandò Xarf perplesso.
«Andiamo con loro?» propose Cykrix tossendo.
 
Exol trovò Axul intenta a fissare il laghetto con i cigni del parco. Le andò accanto sperando che avesse perso il suo istinto di distruzione. Povero stolto.
Axul lo fissò, sorrise malefica e lanciò una granata nell’acqua. Gli animali se ne andarono starnazzando e l’esplosione li inondò completamente. Axul alzò le braccia e cominciò ad urlare eccitata.
Stava per prenderla in braccio, ma venne preceduto da Leax. «Ma che cavolo ti sei fumata?»
Axul scoppiò a ridere ed Exol le mise in bocca una caramella. Immediatamente lei si rilassò.
«Era in astinenza da dolci» affermò lui sospirando profondamente.
«Uno in astinenza da dolci non va in giro a distruggere tutto!»
«Lei sì, fidati che non ha ancora fatto nulla di che» ripensò a quando gli aveva bruciato l’appartamento e stava anche per incenerire lui «Il problema è che non ho altro e lei e Nyrpex hanno distrutto tutto».
«Nyrpex?»
«Sta pilotando un robot gigante. Prima ce l’aveva Axul» spiegò esasperato.
«Da me è arrivata con un fucile a vernice.»
Troppo tardi si accorsero che lei era scomparsa.
Vaxel notò la scia rosso sangue a terra. «Ma è vernice?»
«L’effetto della caramella è sparito… seguiamola» annunciò Exol sbuffando.
 
Raxas e Sorix provarono a lanciare varie granate addosso al robot, ma l’unico effetto fu quello di provocare ancora più distruzione. Esasperate da quell’insuccesso, decisero di fare una pausa per pensare… il problema era dove fermarsi. L’unica cosa intatta era la giostra dei cavallini. Vi salirono esultando felicemente. Si sedettero in una delle tazze e cominciarono a pensare ad un piano.
Sentirono qualcuno urlare e videro Axul salire su uno dei cavalli e sparando in giro vernice da un fucile. Si abbassarono e usarono un ombrello per proteggersi.
«Ma che le è preso?»
Sentirono che gli spari erano terminati. Alzarono lo sguardo e la videro imprecare contro Exol che le aveva tolto la pistola.
«Basta, stai distruggendo troppo.»
Lei lo fissò, abbassò lo sguardo e mugugnò: «Scusami».
Lui si avvicinò per abbracciarla. Axul gli rubò la pistola e gli sparò in pieno petto facendolo svenire e scappò esultando e urlando come una pazza.
Andarono verso Exol. Furono raggiunti da tutti gli altri e decisero di organizzare insieme un piano. Dovevano assolutamente fermare quei due prima che distruggessero tutto.
«Dove staranno andando?»
«Nyrpex sta distruggendo tutto a caso; Axul solo le cose sdolcinate e rosa» analizzò Sorix.
Xarf prese una cartina e l’aprì. Leax indicò un punto annunciando: «Axul sta andando qui».
 
Axul si sedette ad uno dei vagoncini e aspettò paziente che la giostra partisse. Il “music express” partì con una sdolcinata musica d’amore. Si costrinse a tapparsi le orecchie per il disgusto. Il treno cominciò ad andare sempre più veloce. Preparò le pistole.
«E ora il giro dell’amore!» proclamò il dj.
Dei teloni calarono sui vagoni nascondendo tutti. Axul cominciò a ridere malefica. Spaccò la serratura del proprio vagone e saltò in quello successivo. Vide davanti a sé una coppia d’innamorati limonare. Sparò stordendoli. Saltò su di loro e fece lo stesso con quelli nel vagoncino successivo. Saltò nel vagone seguente, apparentemente vuoto, ma venne agguantata da Sorix che la bloccò a terra mettendole le manette e Raxas le prese prontamente la pistola.
Quando la giostra si fu fermata la trascinarono dagli altri e Leax la caricò sulla spalla. Axul cominciò a dimenarsi e a tirare morsi, così dovette buttarla a terra e la legarono ad un palo di ferro. Videro Exol tornare con una busta di dolci.
Era a un metro da loro.
Venne bloccato da un raggio laser.
Nyrpex arrivò con il suo robot, liberò Axul e la portò con sé distruggendo anche la giostra.
Si guardarono sconsolati. «Ci serve un altro piano.»
«Dove può essere diretto Nyrpex?» domandò Cykrix sedendosi a terra
Xarf sbuffò annoiato. «Vuole solo distruggere tutto.»
«Quindi, se è intelligente» cominciò Exkalin «cercherà un punto in alto per far prima».
Fissarono la mappa e indicarono tutti insieme un punto.
 
Era quasi il tramonto. Nyrpex abbandonò il robot vicino a degli alberi e salì sulla ruota panoramica portando con sé alcune pistole al plasma. Axul cominciò a rosicchiare dal nervoso il suo nuovo lanciafiamme e guardò fuori dal finestrino aspettando che fossero nel punto più alto. Mancava pochissimo.
Sentirono uno scossone.
Nyrpex cominciò a sparare sul tetto della cabina spaccando tutto e Zaxzom piombò dentro seguito da Leax. Tolsero ai due tutte le armi buttandole giù e li legarono come due salami. Non appena furono a terra, Sorix tolse l’orologio a Nyrpex, sapendo quanti marchingegni nascondesse in realtà, ed Exol riempì Axul di dolciumi.
Raxas si accasciò esausta a terra. «Abbiamo finito sul serio?»
Era cominciato il tramonto.
Tutte le coppiette si guardarono.
«Dai, però una cosa romantica si potrebbe fare» sussurrò Exelott a Raxas.
La ragazza annuì sbuffando per nascondere l’imbarazzo.
Exkalin porse galante la mano a Sorix e si avviarono verso la ruota panoramica.
Leax e Vaxel li seguirono.
Cykrix, Xarf e Zaxzom andarono in una cabina.
Exol si trovò da solo con Nyrpex ed Axul. «E io che faccio?»
«Se mi sleghi andiamo anche noi!» affermò Axul facendo gli occhi dolci.
Il ragazzo sospirò, si avvicinò al suo volto e sussurrò: «Amore, niente sesso per una settimana. Oh, che bella sensazione» e se ne andò fischiettando.
Nyrpex tirò una testata ad Axul e cominciò a dire: «Vienimi a prendere al parco. Sì, recupera anche il robot. In fretta».
«Ma sei scemo?» domandò lei perplessa.
«Ho chiamato il mio agente, ovviamente ho marchingegni ovunque nel mio corpo, però mi sono stufato di distruggere tutto. Ce ne andiamo?»
«Sì, prima che la ruota crolli.»
«Abbiamo fatto bene a svitare quei bulloni.»
Sorrise. «Oh sì.»
Si liberarono delle corde e se ne andarono con le mani in tasca facendo finta di nulla. Si allontanarono quel tanto che bastava per godersi lo spettacolo, si sedettero ad una panchina e la ruota cadde a terra in quell’esatto istante.
Un elicottero arrivò sopra Nyrpex, caricò su l’imperatore e Axul e alcuni uomini andarono a recuperare i ragazzi nelle loro cabine.
Quando furono sul mezzo. Leax guardò Nyrpex con odio e urlò: «Sei un deficiente! E hai perso!».
Attimo di silenzio.
Coro: «Ho perso».
 
Tornarono a casa, si sedettero sulle loro poltrone, si guardarono e scoppiarono a ridere.
«Dobbiamo rifarlo l’anno prossimo!» esultò Axul sgranando gli occhi all’inverosimile.
Raxas le puntò contro un fucile. «Non ci pensare neanche.»
«E uffa però!» sbuffò lei incrociando le braccia.

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Capitolo 8
*** Panico e Delirio a Las Vegas ***


Panico e Delirio a Las Vegas



Era un banale giorno d’inverno, la neve fioccava lentamente sul vasto giardino della grande casa bianca che quasi si confondeva nella surreale atmosfera.
Raxas era alla finestra intenta a fissare il rilassante panorama innevato dei tetti delle case di Hole Town.
Era sola, o almeno così pensava.
Sospirò sonoramente e si sentì sollevata di peso. Iniziò a scalciare con tutte le sue forze e Leax imprecò: «Stai ferma! Nyrpex deve farci un annuncio».
«Ma non posso andarci da sola?!»
«No.»
Leax la lasciò a terra solo quando furono giunti nel grande atrio della casa per andare verso Vaxel ad abbracciarla.
Nyrpex comparve davanti a loro, arcuò un sopracciglio analizzandoli uno ad uno e affermò: «Scusate, ma vi sembrano i vestiti adatti per andare in un casinò?».
Attimo di silenzio.
Leax lo fissò sbarrando gli occhi. «Casinò?»
Nyrpex si sistemò il colletto della giacca nera guardandosi intorno. «Casinò.»
Raxas fissò Axul e la vide spalancare gli occhi e sussurrare: «Scommesse».
Sorix rimase imbambolata e l’unica cosa che riuscì a dire fu: «No comment».
Xarf entrò in quel momento in casa. Fissò stranito tutti e aspettò che qualcuno gli spiegasse la situazione rimanendo fermo davanti alla porta. Nyrpex gli andò davanti, mostrò un opuscolo colorato e il barista boccheggiò: «Andiamo a Las Vegas? E quando?».
«Ora. Tanto sono ricco!»
Raxas, Sorix e Axul scapparono in camera per cambiarsi e fare le valigie, mentre Xarf restò inebetito a fissare l’imperatore del mondo.
«Che c’è?»
«Ma io volevo uscire con Xandap…»
«E porta anche lui, no?»
Senza neanche dargli il tempo di rispondere, Nyrpex schiacciò un pulsante dell’orologio per scomparire.
Leax si avvicinò alla porta tenendo Vaxel per mano.
«Perché non andiamo a fare le valigie anche noi?» domandò lei perplessa.
«Perché quel pirla di Nyrpex s’è dimenticato di dirlo agli altri. Tu vai, io ti raggiungo.»
Rimase appoggiato allo stipite della porta per svariati minuti, finché non vide arrivare Paxu. Strano, ma vero, non era con Oxyll, ma con un altro ragazzo… sì, strano!
«Paxu, noi andiamo a Las Vegas, ci sei?»
«Mi dispiace, ma non posso! Non mi sento molto bene, ho… forse la dissenteria!» e scappò senza aggiungere altro.
Ma lo prendeva per deficiente? Portava un tipo in casa e doveva credere alla storia della dissenteria? Ma poi… una malattia più normale?! La dissenteria! Cioè, uno con la dissenteria non va in giro in minigonna in pieno inverno!
Vide in lontananza Zaxzom e, senza neanche salutarlo, urlò: «Hai perso!».
«Ti odio!» fu la prevedibile risposta.
Gli spiegò velocemente la situazione e il paleontologo corse in camera a prepararsi.
Sorix arrivò davanti a lui poggiando una grossa borsa rossa a terra.
«Se arriva Cykrix, digli di Las Vegas. Io vado.»
Sorix prese il suo amato cellulare per passare il tempo e, ovviamente, andò su Internet per cercare spoiler di Glee. Odiava gli spoiler, però era Glee! Lei adorava gli spoiler di Glee!
Cykrix le si fermò davanti, senza che lei lo avesse notato, fissò stranito la borsa rossa e chiese: «Dove vai?».
Sorix alzò lo sguardo con molta lentezza. Aveva appena trovato un’immagine stupenda di Kurt e Blaine. In un flash, ricordò il compito affidatole da Leax e spiegò: «Andiamo tutti a Las Vegas!».
«Davvero?»
«Sì! Paga Nyrpex!»
«Beh, quello era ovvio. Vado a prepararmi, a dopo.»
«A dopo!» salutò con un enorme sorriso stampato sul volto per poi tornare alla sua attività.
Nyrpex le comparve accanto e rimase piuttosto sconvolto nel vedere quelle immagini. «Sorix!»
La ragazza sobbalzò e si voltò nascondendo il telefono. «Sì?»
La fissò aggrottando la fronte. Decise di lasciar perdere. «Gli altri?»
Sentì Axul urlare per poi lanciarsi sulla sua schiena. «Scommesse, scommesse, scommesse!!!»
Perché doveva essere sempre così rumorosa? Un po’ di contegno! Stavano andando in un casinò! … anche se nessuno di loro sapeva che non era il classico casinò e che si stavano vestendo eleganti per nulla… ah, non sapevano neanche che non era a Las Vegas, chissà perché avevano subito pensato di andare lì…
Dopo una ventina di minuti erano tutti raccolti nell’atrio. Nyrpex sorrise, schiacciò un pulsante rosso su un piccolo telecomando nero e una botola nascosta si aprì davanti all’ingresso della villa.
«C’è qualche aereo lì sotto?»
«Vedrete» affermò gongolando dentro di sé.
Accese le luci con un tasto azzurro e cominciò a scendere le scale seguito a ruota dagli altri, eccitati per quel viaggio. Arrivò alla fine della ripida scalinata e schiacciò un interruttore alla sua destra. Le lampade rivelarono un immenso locale pieno di console, videogiochi e tavoli verdi con croupier in piedi davanti ad essi.
«Ma… Las Vegas?» domandò Sorix confusa.
«Non ho mai parlato di Las Vegas io» fu la felice risposta.
Leax gli tirò un coppino e si avviò verso uno dei tavoli verdi. «A sto punto, giochiamo» annunciò sedendosi su uno sgabello rosso.
Axul si lanciò verso un tavolo con roulette, si mise una visiera, prese un blocchettino bianco e cominciò ad urlare: «Venite, signori! Scommesse con ampie possibilità di vincita! La prima del giorno: quando si lasceranno Oxyll e Paxu?».
Raxas le fu accanto in un secondo: imbacuccata in uno scialle nero davanti a lei vi era una sfera trasparente che scrutava attentamente facendovi scorrere sopra le mani. «Prego signori, la Sibilla vi dirà se le vostre scommesse saranno giuste.»
Axul la guardò. «Ehi, ma io voglio vincere! Se fai così mi fai fallire! Esigo un accordo!»
«Ti do la metà dei profitti.»
«Ti adoro.»
Xarf e Xandap furono i primi ad andare verso di loro. Xandap guardò la Sibilla e, sprezzante, affermò: «Non mi serve una maga, so già su cosa puntare».
Nyrpex comparve dietro ad Axul. «Se mi dai la metà dei profitti, ti faccio continuare, sennò chiudi baracca.»
Lo fissò socchiudendo gli occhi. «Va bene…»
«Anche metà di quelli che ti darà Raxas.»
Lo stava odiando profondamente, ma… soldi! «Ok, però aiutami a vincere.»
Axul tornò a rivolgersi a tutti gli altri. «Allora signori, fate la vostra scommessa e vedremo chi la spunterà nella roulette!»
Leax puntò sul rosso senza esitare, mentre Xandap si affidò al 24. Axul girò immediatamente cominciando a pregustare il sapore del successo e avvertì Nyrpex premere un tasto sotto al tavolo. La pallina d’avorio si fermò sul 33 nero.
«Signori, prego, sganciare.»
Cykrix si avvicinò a Raxas. «Su che cosa devo puntare, secondo te?»
«Sul 18 rosso» affermò lei con voce quasi in trance.
Cykrix seguì ciecamente il suo consiglio e vinse.
«Signore e signori, prego ascoltiamo che cos’ha spinto la Sibilla a scegliere quel giorno.»
Raxas nascose il volto sotto il velo nero. «Il 18 marzo sarà un giorno di grande e insuperabile crisi per loro.»
Vaxel sbuffò. «Sì, ma non si può fare questo tipo di scommesse!»
«E quali allora?» domandò perplesso Zaxzom.
«Ma tipo: chi sarà la sua prossima fiamma?»
Axul fece alcuni conti e puntò tutto quello che aveva sul 29 rosso. Nyrpex sbarrò gli occhi. Tutti lo notarono e puntarono sul nero. Axul lanciò la pallina e quella finì sulla sezione accanto al suo numero: nero. Orribilmente nero.
Zaxzom scoppiò a ridere. «Problemi a manovrare il gioco, Nyrpex?»
«No, è che… cioè… beh…»
Axul lo fissò in cagnesco. «Che cavolo è successo?»
«Hai scelto l’unica sezione che non posso controllare… è rotto il magnete lì…»
«Ok, va bene. Allora gente, chi mi dice chi è la sua prossima fiamma?»
«Quello che ha portato oggi in casa» affermò risoluto Leax.
Attimo di silenzio.
«Scusa, chi ha portato in casa mia?» chiese perplesso l’imperatore.
Immediatamente la sala si riempì di schermi immensi che mostravano da diverse angolazioni la camera di Paxu e lei… beh, era piuttosto impegnata.
«Alla faccia del “ho la dissenteria”!» imprecò Leax per poi girarsi costretto da Vaxel.
Nyrpex spense gli schermi. «Potrebbe almeno chiedermi se può portare qualcuno in casa… chi è quello?»
«Dovrebbe essere uno di quelli con cui suona» spiegò Zaxzom mangiando delle patatine.
«Lei suona il basso e lui la tromba?» domandò ironico Nyrpex.
La reazione fu una lunghissima risata e Leax si rotolò a terra dal ridere urlando: «Sto maleee!».
Quando si ripresero, decisero di cambiare gioco, visto che era evidente che nessuno di loro, a meno che non avesse dato soldi a Raxas, avrebbe vinto.
Scarabeo.
Dopo una decina di secondi Raxas incendiò il tavolo in preda alla disperazione. Zaxzom capì che era meglio tenerla lontana dai suoi lanciafiamme e la fece tornare nel suo angolo della Sibilla.
«Allora, dimmi se piaccio a Lirax.»
«E chi è?» domandò Raxas facendosi subito attenta.
«Ma che Sibilla sei?! Me ne vado.»
Lo agguantò e lo costrinse a sedersi. «Prevedo che andrà tutto bene! Scoprirete di avere interessi in comune e presto uscirete insieme» troppo generale?
«Ok, grazie!» e andò via con un sorriso.
Ma… l’aveva presa sul serio?
Xarf si appostò vicino ad un grande schermo, prese un bastoncino bianco e cominciò a dire: «Benvenuti all’angolo del meteo, signori. Oggi si prevedono ampie nevicate su casa Nyrpex e» una telecamera riprese un barbone a cavallo di un pony con un pinguino al guinzaglio «Elementi inquietanti nel giardino…».
«Come inquietanti? È lì da sempre!» affermò Nyrpex perplesso.
Tutti gli furono intorno. «Scusa? C’è un barbone su un pony con un pinguino al guinzaglio nel tuo giardino?»
«Sì.»
Zaxzom sbarrò gli occhi. «E perché cavolo ce ne siamo accorti solo ora?!»
«E che ne so io?!»
Rimasero in silenzio a fissarsi, poi Leax puntò la sua attenzione su Xarf: «Ma perché cavolo stai dicendo le previsioni?».
Xarf impallidì, cercò una via di fuga e si dileguò portando Xandap con sé.
«A volte mi chiedo chi sia quello più imbecille fra noi…» sussurrò Leax per poi voltarsi verso gli altri. Solo in quel momento notò la monumentale macchina al centro della sala: uno schermo letteralmente abnorme troneggiava imperioso e sotto di esso, appoggiati placidamente su un tavolo nero, vi erano due microfoni.
Leax si avvicinò, ne prese uno in mano e lo schermo si accese e una voce rimbombò nella sala: «Buongiorno, signor Leax. Padron Nyrpex mi ha chiesto di farle cantare e ballare questa canzone» sullo schermo apparve “The Game” dei Motorhead.
«FUUUUUUUUUUUUUUUUU.»
Nyrpex rise malvagio e si sedette su una comoda poltrona rossa per meglio gustarsi la scena.
“The Game” non era una canzone ballabile e gli strani movimenti cui Leax era costretto ne erano la prova. “The Game” non era una canzone facilmente cantabile e la gola di Leax ne risentì per parecchio tempo. “The Game”, insomma, era una canzone che Nyrpex stesso aveva caricato con una coreografia assurda che aveva trovato su Youtube. “The Game” era… beh, era “The Game”.
Non appena ebbe finito, Leax si lanciò su Nyrpex e lo picchiò con una bottiglia di plastica finché il senso di frustrazione per non aver potuto urlare per tutti quei minuti “Ho perso” svanì.
Cykrix prese il microfono e la voce femminile annunciò: «Siccome padron Nyrpex sa quanto voi siate bravo, ha deciso di farvi ballare qualcosa che vi piaccia».
L’inconfondibile sigla di Sailor Moon riempì la stanza.
Cykrix imitò tutte le mosse esaltato come non mai.
Sorix, che si accordò con Nyrpex per non partecipare, registrò ogni singolo gesto con una modernissima videocamera che l’imperatore stesso le aveva fornito.
Cykrix provò a selezionare nuovamente la canzone, ma Axul lanciò Raxas sul palco.
«Buongiorno, signorina Raxas. Padron Nyrpex desidera che voi vi sciogliate i capelli e vi cimentiate con questo pezzo.»
“Whip my hair” di Willow Smith.
«Nyrpex, ti odio!» urlò Raxas cominciando a scuotere freneticamente la testa per star dietro a quella coreografia da strampalati.
«Uh! Ma è una capellografia!» boccheggiò Sorix affascinata ricordando la puntata 01x11 di Glee.
Alla fine della canzone, Raxas cadde letteralmente a terra con un male al collo indicibile e la testa che le girava terribilmente.
Xarf ricomparve magicamente e impugnò il microfono con fierezza.
«Padron Nyrpex…»
«Ma basta con ‘sto “padron Nyrpex”!» sbottò Leax stralunando gli occhi.
«… desidera che voi vi cimentiate in questo.»
“Kung Fu Fighting” di Carl Douglas.
Gli occhi di Xarf si illuminarono come raramente era successo.
Xandap si avvicinò alla poltrona di Nyrpex. «Sai che per colpa tua dovrò ascoltare quella canzone per chissà quanto tempo?»
«Così impari a rubare le mie frasi» affermò risoluto l’imperatore.
Spiegazione: qualche giorno prima, Xandap aveva osato dire “Tanto sono ricco” per prendere in giro Nyrpex. Ovviamente il diretto interessato si era legato al dito quell’affronto.
Sorix si avvicinò a Xarf per poter meglio riprendere quella scena, ma un potentissimo pugno fece volare la videocamera. Tutti, tranne il prode ballerino/combattente, ne seguirono la traiettoria e la videro precipitare in una vasca con tanto di squali.
«Ma che cavolo…?» sussurrarono tutti perplessi.
Una sirena risuonò nell’aria. Tutte le porte si chiusero e una voce annunciò: «Allarme rosso, allarme rosso. Intruso nel caveau del casinò».
Cercarono allarmati Nyrpex. Di lui nessuna traccia.
Si fissarono e pensarono che era andato a chiamare la sicurezza; loro dovevano tentare di bloccare il ladro.
Zaxzom si avvicinò al computer, digitò con forza e domandò: «Computer, dove si trova il caveau?».
Una grande freccia rivolta a destra comparve su un monitor e loro corsero per seguirla. Erano appena entrati in un lungo corridoio ricoperto di acciaio, quando Axul urlò: «Aspettate! Dov’è Raxas?!».
Si bloccarono immediatamente. Panico. Dov’era finita la scenografa? Si guardarono e Leax imprecò dicendo: «Mancano anche Xarf e Xandap!».
Un piccolo monitor alla loro destra si accese e una risata malefica riecheggiò nell’aria. Loro potevano vedere solo due grandi poltrone rosse. Queste si girarono improvvisamente rivelando Xarf intento ad accarezzare il suo gatto bianco e Xandap che si sistemava gli occhiali con un ghigno. «Signori, abbiamo una sorpresa per voi» la telecamera inquadrò Raxas legata ad una corda appesa sopra una vasca con degli squali «I nostri uomini stanno svaligiando il caveau, mentre noi stiamo per uccidere la vostra cara amica Raxas!» lampi luminosi attorniarono loro figure «Chi sceglierete?». Il monitor si spense.
«Io vado da Raxas! Non me ne frega nulla dei soldi di questo casinò!» sbottò Axul facendo marcia indietro seguita da Cykrix e Sorix.
Leax, Vaxel e Zaxzom si fissarono negli occhi.
«Mi sento il terzo intruso» sussurrò poi Zaxzom.
«Imbecille! Andiamo al caveau! Gli altri ce la faranno… spero…» Leax riprese a correre e gli altri due subito gli furono dietro.
Axul arrivò davanti alla vasca con gli squali e inorridì nel costatare che Raxas fosse effettivamente lì. «Ra! Ti salveremo, tranquilla!»
Xarf comparve davanti a loro sorridendo malefico e portando in braccio il suo gatto. «Ne siete sicuri? E, sentiamo, come farete?»
«Xarf, ma che ti è preso?» domandò Cykrix provando ad avvicinarsi all’amico.
Il gatto cominciò a soffiare minaccioso costringendo Cykrix a bloccarsi.
«Perché hai preso Raxas?» domandò Sorix sconvolta.
«Perché così lui sarà costretto ad affrontarmi!»
«Lui chi?»
I vetri si infransero a causa di una persona che si era gettata nella sala, con una capriola atletica si rimise in piedi senza aver accusato nessun danno e Axul sbottò: «Nyrpex, ma sei scemo?!».
«Eccoti, finalmente, agente Bond!»
Nyrpex sistemò il colletto della giacca e prese una pistola per poi dire: «Bond, James Bond».
Axul fissò smarrita Sorix e Cykrix, ma anche loro due erano sconvolti.
«Malvagio, libera subito quella ragazza!»
«Mai! Prima dovrai dirmi i segreti del governo americano!»
Bond/Nyrpex sparò verso il cattivo infastidito e quello, scoppiando a ridere, aprì la giacca rivelando un giubbotto antiproiettili. «Non puoi nulla contro di me!»
Nyrpex alzò il braccio sinistro e schiacciò uno dei pulsanti sul suo orologio rivelando un arpione che si fissò al bavero di Xarf trascinandolo verso di lui. Quando furono a qualche centimetro di distanza, Nyrpex affermò: «Libera Raxas».
Come risposta, Xarf schiacciò uno dei bottoni della sua giacca e la corda che teneva legata Raxas iniziò a calare inesorabilmente. Nyrpex sganciò l’arpione da Xarf e lo rilanciò verso una delle travi e saltò in aria, arrivò da Raxas, la prese in braccio e la riportò a terra.
La bionda era svenuta, mentre l’agente segreto era rimasto imperturbabile.
«Nooooo! Come hai osato?! Però non potrai fare altro! Il caveau è stato svuotato completamente!» e scomparve.
«Questo lo dici tu» affermò Nyrpex per poi correre verso il caveau.
Axul fissò Raxas a terra. «Qualcuno mi spiega che cavolo sta succedendo qui?»
Sorix e Cykrix si guardarono intorno. Tutto era tornato tranquillo.
 
Bond trovò la porta blindata del caveau completamente spalancata, impugnò la pistola argentata ed entrò nella sala nascondendosi immediatamente dietro alcune casse vicine all’ingresso. Notò che le guardie erano a terra e che ai loro colli vi erano delle freccette rosse: proiettili soporiferi.
Sentì una risata e vide solo in quel momenti i suoi amici intrappolati al muro da una sostanza violacea e davanti a loro Xarf e Xandap ridere malvagi.
«Perfetto, ora svuotate tutto!» affermò Xandap rivolgendosi agli energumeni dietro di loro.
Quattro uomini.
Nulla di più semplice.
Uscì dal suo nascondiglio con una capriola di lato, sparò agli uomini mentre rotolava e si alzò con estrema calma aggiustandosi anche la giacca. I quattro caddero sui mucchi di soldi.
«Ancora tu, Bond! Ci rivediamo!» urlò Xarf schiacciandosi al muro «Ma questa sarà la fine per te!» schiacciò un pulsante e sopra l’agente segreto cadde una gabbia di metallo.
«Che trucco per dilettanti» commentò lui senza battere ciglio. Avvicinò l’orologio ad una delle sbarre e un sottile raggio laser partì dal suo orologio. Tirò un calcio e uscì dalla trappola.
«Nyrpex, non fare il figo e aiutaci!» urlò Leax provando a staccare la sostanza vischiosa.
«Prima i cattivi.»
Corse verso Xarf, gli tirò un pugno e il nemico finì sopra la sostanza viola finendovi incollato. «Maledetto Bond! Me la pagherai!»
Xandap cominciò a correre fra i soldi tentando di trovare una via di fuga, ma Bond usò l’arpione per finirgli davanti e lo immobilizzò al terreno con un calcio. Gli mise le manette e tornò verso gli altri; li liberò con il raggio laser e Leax lo fissò sconvolto. «Dimmi che non hai fatto tutto questo solo per metterti in mostra.»
«Perché ci dovrebbero essere altri motivi?»
«Cioè, tu hai costruito questo posto, hai pagato quegli attori e hai convinto loro a fare la parte dei cattivi solo per metterti in mostra?!»
«Sì! Tanto sono ricco!»
Leax lo spinse al muro incollandolo.
«Ehi! Liberatemi!»
«No!» urlarono tutti all’unisono per poi andarsene.
 
Zaxzom arrivò nella sala del casinò, spiegò agli altri cos’era successo e fissò Raxas, ancora svenuta. «Ma sta dormendo?»
«Nyrpex deve averla stordita con un gas soporifero» commentò Cykrix sedendosi su una poltrona per poi fissare Xarf e Xandap «Ma voi due perché l’avete aiutato?».
«Io non volevo farlo!» si scusò immediatamente Xarf fissando il terreno.
«Ho accettato io! Ci ha dato dei soldi!» affermò Xandap mostrando un fascio di banconote.
«Perché non ha chiesto a me…?» domandò Axul fingendo di piangere.
Leax sbuffò. «Sta diventando monotono il fatto che tu assecondi tutto quello che ti dice.»
«Ma mi dà giocattoli divertenti! Tipo quel robot!»
Tutti ricordarono immediatamente il giorno di San Valentino che Axul e Nyrpex avevano rovinato a tutti distruggendo un luna park.
Axul si rannicchiò in un angolo, mentre l’imperatore tornò con una giacca nuova. Tutti lo fissarono astiosi.
«Ve la siete presa?»
Raxas si svegliò in quel momento e sbottò: «Ma ti sei rincretinito?! Che cavolo mi tiri padelle in testa?!».
«Spende soldi nelle cavolate, ma il gas non lo compra mica» commentò Leax per poi trascinare Raxas verso la cosa che più adorava delle sale giochi: le macchine.
Raxas si perse a fare una gara, mentre gli altri si dispersero fra i vari giochi.
Solo al tramonto si ricordarono di Axul nell’angolino. Si voltarono e la trovarono ancora lì. Si avvicinarono, la scossero e lei cadde a terra con un tonfo rumore.
«Axul?!» gridò allarmata Sorix.
Leax la voltò e tutti videro il suo corpo cinereo. Raxas urlò, mentre tutti gli altri rimasero con gli occhi sbarrati.
Zaxzom si avvicinò per esaminarla e notò due segni rossi sul suo collo. «Ma questi sono di un…»
Le luci della sala si focalizzarono in un solo punto. Una figura in nero aprì il grande mantello rivelando Nyrpex. «Io sono il conte Dracula e…»
Una scarpa volò in faccia all’imperatore.
Leax saltò verso di lui, si rimise la scarpa e imprecò: «Piantala di fare l’imbecille! Che hai fatto ad Axul?».
«Che palle! Mi rovini sempre tutto!» sbottò Nyrpex per poi prendere un telecomando e schiacciare un pulsante. Su uno schermo apparve Axul nel soggiorno intenta a mangiare dolci.
Andarono nella sala e Axul si voltò verso di loro offrendo pezzi di torta e biscotti.
«Ma… quella cosa che sembravi tu… cos’era?»
La ragazza bevve avidamente un bicchiere d’acqua. «Un manichino. Bello, vero?»
«Perché?» fu l’unica cosa che Leax riuscì a chiedere sconvolto.
«Nyrpex si stava annoiando e voleva farvi vivere un’altra avventura» guardò l’orologio «Immagino però che vi siate arrabbiati, visto che siete già qui».
«Ti ha dato dei soldi per questo scherzo?» domandò retorico Zaxzom.
La risposta lo sconvolse. «No! Era il suo modo per farsi perdonare! Mi ha regalato quel manichino!»
«Ah… sicura che lo vuoi?» chiese Leax cominciando a indietreggiare verso la porta seguito dagli altri.
«Perché?»
Nyrpex entrò in quel momento mostrando il manichino completamente distrutto e bruciato.
Axul sbarrò gli occhi e prese un lanciafiamme. «Col cavolo che la passate liscia ora!» fece per premere il grilletto, ma Exol, comparso dal nulla, le mise in bocca un biscotto.
«Sono andato a recuperarlo immaginando questa reazione…» spiegò Nyrpex per poi scappare.
 
Leax si sdraiò sul letto esausto. Quella giornata l’aveva distrutto. Vaxel gli fu accanto dopo qualche secondo e affermò: «Dai, non è stato poi tanto male oggi!».
La fissò sbarrando gli occhi. «Ma anche no.»
Nyrpex comparve nella stanza con uno stereo in mano, lo poggiò a terra schiacciando un pulsante e scomparve.
“The Game” dei Motorhead.
«FUUUUUUUUUUUUUUUU!!!!»

Angolo autrice:
Se non conoscete
The Game, cliccate sopra ed entrate anche voi nel gioco di fama mondiale!
S
pero che questa storia di pazzi vi piaccia, io li trovo adorabili in tutti i suoi aspetti <3 XD ringrazio chi sta recensendo e tutti quelli che leggono, vi chiedo di lasciarmi qualche parere, così, giusto per ridere insieme della pazzia collettiva di tutti loro!
Grazie e a presto <3

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Capitolo 9
*** Battaglia artica in casa Nyrpex e dintorni ***


Battaglia artica in casa Nyrpex e dintorni



La neve non accennava minimamente a fermarsi. Era da circa una settimana che nevicava costantemente.
Oltre a rimanere in casa a causa del freddo, però, i nostri prodi “eroi” non sapevano che cosa fare.
Fu in una mattina bianca come tutte le altre che Tilex entrò nel soggiorno mostrando tute colorate e annunciando: «Oggi si gioca!».
Qualcuno grugnì qualcosa, probabilmente il messaggio non era passato…
Tilex buttò su ognuno di loro una tuta. «Forza gente, basta stare tutti qui fermi! Battaglia a palle di neve, forza!»
Furono quelle parole a destare l’interesse di Axul che subito s’infilò la tuta arancione. «Ehi! Sembro un semaforo!»
«Ti mancano gli altri colori» obiettò Zaxzom fissando perplesso la giacca grigia.
Cykrix e Sorix, rispettivamente vestiti in verde e in rosso, si misero ai lati di Axul. «Ora siamo un semaforo!» esultarono i tre per poi correre fuori dalla casa.
Leax si guardò allo specchio. Nero. Che colore triste per la neve! Poi si voltò notando una macchia rosa nel riflesso: Vaxel. Perché Tilex gli aveva fatto quello? Lui odiava il rosa!
Raxas prese la tuta viola e subito vi mise sopra il suo burqa nero.
«Ma a che ti serve il burqa?» le chiese un Nyrpex in giallo, il colore dell’oro.
«Lasciami vestire come voglio io!»
Exelott alzò gli occhi al cielo. Lui era completamente in bianco. «Sei già abbastanza coperta, non ti serve anche quello.»
«Fa niente!» sbuffò lei per poi uscire.
Rashix, color pesca, si affiancò al marito. «Ma fuori fa freddo…»
Nyrpex arcuò un sopracciglio. «Secondo te io vado fuori a congelare?» le mise un piccolo dispositivo al polso «Alza la temperatura quando hai freddo».
Xarf e Xandap entrarono nella stanza, vestiti in azzurro uno e in blu l’altro, affermando: «Allora, vi muovete? Chi manca ancora?»
«Paxu e Oxyll, Exol ed Exkalin.»
«E Lirax» puntualizzò Zaxzom lasciando tutti sconvolti.
«Chi è Lirax?!» chiesero Raxas e Axul aprendo una finestra da fuori.
«Chiudete che entra freddo!!» urlò Nyrpex allontanandosi dalla parete.
«Una…»
Exkalin, in magenta, domandò: «Quella che sta congelando qui fuori perché nessuno di voi sente il citofono?».
Zaxzom si lanciò fuori portando con sé una tuta verde petrolio.
«Ok, Paxu, ti cambi?» chiese Xarf già immaginando la prevedibile risposta.
«No, non posso, devo andare dal parrucchiere» si scusò lei per poi scappare dalla stanza.
Tutti si lanciarono significativi sguardi.
«Manca Exol» affermò Nyrpex uscendo fuori dalla porta.
Sentirono varie risate e, quando andarono in giardino, videro Axul rotolarsi sulla neve dal ridere e Exol pieno di neve, vestito in marrone.
«Finalmente ci siamo tutti» affermò Tilex trascinando poi tutti vicini. Lei era color rosa salmone. «Allora, da una parte i colori caldi e dall’altra i freddi!!»
«E i colori neutri?» domandò Exelott inclinando di lato il capo.
«Mettetevi da parte e vediamo dove servite!» l’euforia di Tilex finì col contagiare tutti.
Squadra colori caldi: Sorix (rosso), Exkalin (magenta), Axul (arancione), Vaxel (rosa), Tilex (salmone), Rashix (pesca), Nyrpex (giallo) ed Exol (marrone).
Squadra colori freddi: Exelott (bianco), Zaxzom (grigio), Cykrix (verde), Lirax (petrolio), Xarf (azzurro), Xandap (blu), Raxas (viola) e Leax (nero).
«Perfetto!!!»
«Ma sono contro il mio amore!» obiettò Vaxel sconvolta.
«Dai, tesoro, sarà per poco!» affermò Leax per poi baciarla.
«E io sono contro Raxas!!! No!!! Mi mancherai, Ra!» Axul si lanciò su Raxas in uno slancio impensato di affetto.
«Non è che è felice perché siamo in squadra insieme, no, è triste perché non è con Raxas! A volte mi chiedo a chi dei due tu voglia più bene» bofonchiò Exol togliendosi la neve di dosso.
«Lo sai che se fossi lesbica, mi farei Raxas!»
«Questo non mi rassicura…»
«Ok, basta battibecchi, ormai le squadre sono fatte! Ora iniziamo a giocare!» annunciò Tilex iniziando a correre.
Tutta la squadra dei colori caldi, che fu costretta da Nyrpex a chiamarsi squadra Dio, corse dietro di lei. Corsero per metà del perimetro della villa arrivando davanti ad un enorme castello di ghiaccio.
Nyrpex entrò e si sedette su un enorme trono di ghiaccio. «Io difendo la base.»
«Io sto con lui!» si affrettò ad aggiungere Rashix per poi guardare fuori da una delle finestre del forte.
«Che cerchi?» chiese Vaxel guardando anche lei.
Una palla di neve le arrivò esattamente in faccia.
«Ma!!! Chi è stato?! Ora lo distruggo!!!»
«Wow, è più incazzosa di me!» commentò Axul sorpresa «Comunque Leax».
«Ma non è vero, è stato…» Axul tappò la bocca a Sorix.
Si allontanarono dagli altri mentre Vaxel correva fuori dal castello al massacro di Leax. «Ci serve di più se è arrabbiata con Leax!»
«Sì, ma…»
«E fammi divertire, dai!» sbottò Axul mettendo il broncio. Sorix cedette. E quella fu la fine.
Axul corse da Nyrpex e lo fissò con un sinistro scintillio negli occhi. «Che mi presti per distruggere tutti? Eh? Eh? Eh?»
Nyrpex le passò con noncuranza un bazooka caricabile con la neve e la ragazza se ne andò saltellando felicemente.
Exol la fissò sbuffando. «Nyrpex, smettila di darle quelle armi… poi le usa contro di me quando ha fame!»
Tilex arrivò con un sorriso, prese varie pistole e spinse fuori dal castello Exol. Sorix prese un più “modesto” cannone e si fece aiutare da Exkalin a trascinarlo fuori.
 
«Ragazzi non possiamo vincere contro di loro! Hanno Nyrpex!» sbottò Leax dopo l’ennesima cannonata di neve contro il loro minuscolo igloo.
«Ma noi abbiamo un’arma segreta!» obiettò Xarf per poi fissare Raxas.
La scenografa svuotò la borsa rivelando milioni di armi. «Possiamo farcela.»
«Ok, ci serve un piano… che ne dite di scavare sottoterra?» propose Zaxzom prendendo una pala.
«Io non scavo» affermarono all’unisono Lirax e Raxas.
«Facciamo noi, tranquille» si affrettò a dire Zaxzom per poi sorridere rivolto a Lirax.
 
Rashix era ancora alla finestra quando sentì il terreno vibrare sotto di lei. Si alzò e notò una piccola scia di fumo uscire dal terreno.
«Amore…»
«Tranquilla, sono gli altri che sono caduti in una trappola» spiegò lui sorseggiando con calma un bicchiere di vino.
 
«Ma dai!!! Perché quell’idiota ha piazzato delle bombe?!» sbottò Leax buttando la pala ormai inutilizzabile.
«Forse non è così idiota…» sussurrò Lirax ricevendo occhiatacce da tutti.
«Ok, ora si fa a modo mio» affermò Raxas per poi iniziare a lanciare granate a tutto spiano.
Il pavimento del castello della squadra Dio si aprì in un’enorme voragine. Ad aspettarli vi era Nyrpex con un mitra.
«E ora?» domandò Cykrix paralizzato.
«Scappaaaaaa!!!» urlò Leax iniziando a correre.
Nyrpex cominciò a sparare ridendo a crepapelle. Nel frattempo Rashix chiamò Vaxel e le disse: «Leax si trova qui, muoviti!».
La macchia rosa della tuta di Vaxel comparve davanti alla squadra dei colori caldi. «Leax, ora sei morto!»
«Che? Perché?» domandò lui perplesso.
«Per la palla di neve che mi hai lanciato prima!» Vaxel si avvicinò pericolosa con in mano una freddissima palla di neve.
«Amore, ma è stata Raxas…»
Attimo di silenzio. «Ah… Oh, scusami, amore!»
Cominciarono a limonare.
«Lancio in 3, 2, 1. BOOOOOM!»
La squadra dei colori freddi più Vaxel fu interamente ricoperta dalla neve.
Tutto rimase immobile.
«Axul, mi sa che hai esagerato» commentò Exol alzando gli occhi al cielo.
«Naaa! C’è Ra fra loro! Fidati che ora si incazza e distrugge tutto.»
Esattamente come aveva previsto Axul, la neve esplose e Raxas fissò Axul socchiudendo gli occhi. «Mi hai bagnato i capelli.»
«Hai un piano di riserva, per caso?» domandò Exol cominciando a indietreggiare.
«Ehm… Non farle prendere il bazooka!!!» urlò Axul lanciandogli l’arma per poi scappare.
Raxas rincorse Axul urlando: «Exelott, prendi quel coso!».
I due ragazzi si fissarono in silenzio.
Exelott fece per muoversi, ma fu atterrato da una raffica di palle di neve lanciate da Nyrpex. «Vi eravate forse dimenticati di me? Di Dio?!»
«Megalomane» sbuffò Exol. Un proiettile di neve lo raggiunse in pieno petto facendolo crollare a terra. «Guarda che siamo nella stessa squadra!»
«Sì, lo so. Comunque» fissò la squadra avversaria «Manca solo Raxas».
Tilex arrivò portando Raxas legata come un salame. «Abbiamo vinto!» esultò radiosa.
«Ok, richiamiamo tutti e concediamoci una pausa che sono distrutto» affermò Nyrpex per poi sedersi sul suo trono.
«Ma se non hai fatto nulla!» obiettò Sorix perplessa.
Exkalin fissò la squadra dei colori freddi, in particolare le coppiette che stavano limonando. «Scusate, ma vi sembra il momento?»
Cykrix sbuffò. «Pensa che io li ho sopportati finora!»
 
Quando riuscirono a separare le coppiette, si diressero verso una montagna dietro casa Nyrpex, su cui si trovava una piccola baita in legno.
«Perché non l’ho mai notata?» domandò Leax perplesso.
«Perché l’ho fatta costruire ieri! Tanto sono ricco!» inutile specificare chi avesse parlato.
Entrarono nello chalet e furono avvolti dal tepore del fuoco acceso nella sala principale. Si sedettero con un lungo sospiro sulle poltrone rosse vicine al camino.
«Ok, adesso che si fa?» domandò Vaxel sorseggiando amabilmente una cioccolata calda.
«Ma che cavolo…?» boccheggiò Axul fissando con insistenza un punto dietro la poltrona di Vaxel.
Si voltarono.
La scena che si presentava loro non era una novità in fondo: Paxu che si faceva il parrucchiere. Ehi! Per una volta non aveva mentito!
Tornarono a parlare come se non avessero visto nulla.
«Io avevo pensato ad una gara con gli slittini!» propose Tilex sorridente come sempre.
«Slittiniiiiii!!!» esultò Xarf alzando le braccia felicemente.
Uscirono dalla baita e trovarono le slitte pronte con tanto di animali. Sì, animali.
«Io prendo i pinguini!!!» urlò Axul abbracciando un pinguino imperatore.
Raxas si avvicinò a ben più modesti orsi polari. «Io voglio questi!»
Exelott li fissò. Un orso gli ringhiò contro. «Ne sei sicura?»
Inutile dire che Raxas fosse già sulla slitta con tanto di cappello di pelo bianco e frusta in mano.
Ovviamente, Xarf e Xandap presero quella con i panda… chissà perché c’erano dei panda quando Nyrpex non li aveva affittati…
Cykrix si posizionò sorridente accanto alle foche. Quelle subito cominciarono a saltellare e a giocare con birilli apparsi dal nulla. Ma che cavolo…?
Tilex prese la classica slitta con gli husky e, ovviamente, la chiamò “Squadra Balto”.
«Non è un cane, non è un lupo, sa soltanto quello che non è» fu il prevedibile commento di metà compagnia.
«Io non ci vengo!» sbottò Sorix sedendosi su una panchina in legno con una videocamera in mano.
«Hai capito male» replicò Exkalin trascinandola poi sulla slitta delle orche assassine.
«Perché questa?»
«Fidati, vinceremo sicuramente!»
Leax e Vaxel salirono sulla slitta dei trichechi… probabilmente perché erano i più buffi.
L’imperatore, modesto e mai voglioso di mostrare la sua ricchezza, fece costruire dal nulla una slitta enorme, velocissima, verniciata di blu con fiamme rosse che partivano da banconote verdi e trainata da animali velocissimi. C’era anche un ghepardo fra loro che, poverino, soffriva troppo il freddo e non vedeva l’ora di scattare.
Mancava solo Zaxzom, che si trovò una slitta senza animali. «Scusate, ma con che cosa va?»
«Boh, attaccaci dei sassi e vedi se funziona, no?» propose Leax per poi scoppiare a ridere.
Un omino vestito da perfetto eschimese dell’Alaska con tanto di cane lupo accanto sparò un colpo in aria e le imbarazzanti slitte partirono. Quasi tutte. Quella di Zaxzom si inabissò per metà nella neve.
«Avete perso!» urlò per la frustrazione. Almeno aveva ottenuto una sua rivincita… e poteva passare del tempo normale insieme a Lirax.
Axul cominciò a incitare i pinguini di scivolare più velocemente, ma fu bloccata da uno scossone. Si voltò incavolata nera riconoscendo Cykrix. «Che cavolo fai?!»
«Non lo so! Le foche stanno puntando i tuoi pinguini!»
Altro scossone.
Sorix ed Exkalin con le orche assassine.
«Te l’avevo detto che avremmo vinto! Le foche inseguono i pinguini che scappano da un’altra parte» in effetti la slitta di Axul cambiò strada seguita a ruota da quella di Cykrix «Siccome le orche non possono girare, ma solo scivolare, per la frustrazione andranno ancora più veloci!».
Un’immensa onda di neve sommerse la slitta che si era autoproclamata vincitrice.
«Vi eravate dimenticati di me?» domandò retorico Nyrpex accendendosi anche una sigaretta.
Leax gli sputò addosso… almeno, provò a farlo, ma lo sputo finì in faccia a Vaxel. La ragazza iniziò a picchiarlo e ad insultarlo. I trichechi, non si sa ancora bene per quale motivo, si fermarono per ridere della scena e furono superati dai grassocci panda che rotolavano nella neve.
«Finalmente ci prenderemo la rivincita su Nyrpex!» esultò Xandap con sguardo brillante.
«Rivincita di cosa, scusa?» chiese Xarf aggrappandosi con tutte le sue forze alla slitta per non cadere.
«Per l’altra volta che mi ha fatto fare un ruolo secondario! Sono io Dio!»
La slitta dell’imperatore si bloccò immediatamente e, con una sbarra di bambù, costrinse anche i panda a fare lo stesso. «Scusa?! Che cos’hai osato dire?!»
Iniziarono a discutere vivacemente.
Nessuno di loro notò Tilex passare radiosa come mai prima.
Intanto le orche si erano liberate dalla neve.
«Sono il guerriero dragone, non metterti contro di me!» affermò Xandap scendendo poi dalla slitta per sfidare Nyrpex.
«E io sono Dio!»
Iniziarono ad azzuffarsi.
Axul, che aveva allegramente abbandonato i pinguini, andò da loro per filmare la scena.
«KAWABONGAAAAAAAA!» urlò Exkalin per poi piombare con la sua slitta davanti a loro.
Sorix scattò una foto.
Le orche ripresero a scivolare.
I cani di Tilex, gli animali che erano stati trattati meglio in quella stupida e in utilissima gara, incontrarono la slitta di Raxas con gli orsi.
«Tilex!!! Eccoti, finalmente!»
«Raxas! Wow, come sono veloci i tuoi orsi!»
Gli orsi inciamparono cadendo in una buca.
«FUUUUUUUU!»
Tilex recuperò Raxas mentre passava. Se ve lo state chiedendo, Exelott si era rifiutato di salire sulla slitta ed era rimasto al caldo nella baita insieme ad Exol.
Fu quel pensiero a risvegliare l’attenzione di Axul.
«FERMI TUTTI!»
Tutti, persino la squadra “Balto” e le orche, si fermarono.
«Exol è nella stesso posto dove si trova Paxu!!!»
Videro un fulmine passare accanto a loro sollevando quintali di neve che gli si riversò addosso.
Axul uscì dalla montagnetta. «Era Raxas?»
«Sì» urlò Sorix molti metri più avanti.
Axul partì all’inseguimento di Raxas.
«Ehm… ricominciamo?» domandò l’imperatore risalendo sulla sua slitta.
Come risposta, il ghepardo iniziò a ringhiare contro tutti gli altri animali, lacerò le sue corde e se ne andò via correndo.
«Beh, possiamo continua…» anche gli altri animali scapparono «…re».
Xandap colse al volo l’occasione: guardò i panda che si stavano divertendo nella neve, mise sopra la testa di ciascuno un bambù e quelli cominciarono a correre come disperati.
Anche la squadra dei trichechi riprese il controllo della situazione e, mentre passava accanto a Nyrpex, Leax urlò: «Hai perso!».
In testa vi erano la squadra “Balto” e la squadra “Glorche!” (un compromesso fra Glee ed orche). Lotta agguerrita, le orche continuavano a scivolare furibonde, mentre gli husky scappavano disperatissimi per paura di essere mangiati.
Senza neanche accorgersene superarono il traguardo.
Chi lo superò?
Suspence scenica.
Respiro trattenuto.
Rullo di tamburi.
Musica da qualche parte in alta montagna.
Una capra che bela.
Un ape che ronza prima di essere uccisa dall’insetticida di Axul.
Un’esplosione nella baita.
E

Cykrix vince!!
Aspetta un momento…
Ma da dove arrivava Cykrix?
[Rewind]
Cykrix riuscì a distogliere le foche dal loro inseguimento dei pinguini, prese una scorciatoia e riuscì a sbucare davanti al traguardo da una strada laterale.
[Play]
Le orche non riuscirono a fermarsi come i diligenti husky di Tilex, così si schiantarono contro le foche; nel frattempo i trichechi di Leax arrivarono emettendo i loro buffi versi e atterrando sul morbido delle orche spingendo così il gruppo di slitte verso la squadra “Balto”; inaspettatamente arrivarono anche i panda, che furono felicissimi di riuscire a mangiare il loro bambù, nonostante fossero finiti anche loro nel mucchio; gli orsi, che erano riusciti a liberarsi dalla buca, erano arrivati con una scenica scivolata da Guinness dei primati; e, ultimi ma non meno importanti, i pinguini erano saliti su tutti loro con acrobatici salti.
Non dimentichiamo qualcuno?
Una Paxu in fiamme atterrò in cima alla piramide di animali.
La buttarono a terra e i pinguini accolsero più volentieri il sasso che Zaxzom aveva provato a mettere per trainare la sua slitta.
WTF??????

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Capitolo 10
*** Venezia in ricchezza ***


Venezia in Ricchezza
 

 
Carnevale! Che cosa c’è di più divertente ed entusiasmante? Per Sorix tutto! Lei odiava il Carnevale, le faceva così schifo che quel giorno non voleva neanche uscire di casa per paura di essere ricoperta da schiuma da barba.
Ovviamente, doveva esserci qualcuno a sbloccare quell’isolamento. Axul entrò nella sua stanza urlando a squarciagola che era festa, che voleva uscire e che il mondo era bello perché litigarello… anche se questo non aveva molto senso… Fatto sta che afferrò la bibliotecaria per un braccio e cominciò a strattonarla con forza.
La forza da criceto di Axul, ovviamente, non ebbe la meglio. Raxas provò a convincere l’amica ad uscire dal suo isolamento, ma solo una cosa riuscì a smuoverla.
Nyrpex spalancò la porta annunciando: «Tutti a Viareggio! Ho comprato le vie della città per oggi, andiamo a fare una sfilata con i carri!».
Sorix sbarrò gli occhi e si nascose sotto al letto. «Io non esco! Sapete che odio il Carnevale!»
L’imperatore schioccò le dita e due facchini comparvero dietro di lui; si diressero verso la comare, cominciarono a strattonarla, ma lei era saldamente incollata alle gambe del letto. Arcuando un sopracciglio, batté le mani e quattro camerieri vennero inutilmente in aiuto; pestò i piedi con enorme fastidio e sei militari si aggiunsero al gruppo, anche loro fallirono; si vide costretto a tossire e un’intera squadra della milizia personale dell’imperatore sradicò Sorix dal suo rifugio trascinandola su un aereo privato e legandola al sedile.
«Scusa, non credi di aver esagerato?» domandò Cykrix che aveva assistito sconvolto alla scena.
Con altezzosità, Nyrpex invitò tutti a salire sul jet.
Volo supersonico di qualche secondo.
Arrivarono a Viareggio con espressioni sconvolte dipinte sul volto.
«Ma che cavolo…?» boccheggiò Leax fissando basito la strada fuori dal finestrino.
«Notevole» affermò Xarf sistemandosi i capelli che si erano scompigliati. Provò ad alzarsi, ma crollò direttamente a terra ancora scosso da quel viaggio.
Nyrpex si alzò con trepidazione e scese dal jet prima di tutti, divise un esercito enorme di facchini e servitori e, voltandosi verso gli altri, spiegò: «Ognuno di noi realizzerà un carro! Chi vince avrà un premio speciale, quello dal carro più brutto avrà una sorpresina ad attenderlo».
«E chi sono i giudici?» domandò Zaxzom liberando Sorix.
Nyrpex indicò i palazzi della città e milioni di persone acclamarono a gran voce l’imperatore.
«Oddio, ci sono dei fanatici di Nyrpex quaggiù» sbottò Axul andando verso una delle divisioni degli aiutanti.
Raxas scese dall’aereo timidamente. «Ma io non so che fare…»
Leax sbarrò gli occhi. «Ma se sei una scenografa!»
«Eh lo so, ma così dal nulla!» poi il suo sguardo s’illuminò con malvagità e prese immediatamente carta e matita per schizzare.
«Scusate, ma Paxu?» domandò Xarf già immaginandosi la risposta.
«Non poteva venire» risposero tutti gli altri in coro.
«Ovviamente.»
Tutti si misero al lavoro, solo a mezzogiorno una tromba risuonò nell’aria annunciando che era scaduto il tempo per i preparativi.
 
Ovviamente, il primo carro a passare fu quello di Nyrpex. Su una piattaforma dorata svettava imponente un astro nero solcato da linee verdi che girava rivelando su un lato un’apertura contenente un trono dorato dove l’imperatore era comodamente seduto a sorseggiare della birra in un bicchiere per il martini. La base dorata era frastagliata, formata da crateri dentro cui si muovevano delle ballerine brasiliane vestite d’argento dalle mille paillettes luminose come degli alieni. E la musica era quella dei Negrita.
«Dio, che trash» fu l’unico commento che Axul riuscì a dire.
Dietro al suo carro, camminava con molta calma emanando profumo di ciliegio e musiche orientali la spettacolare opera di Xarf. Il barista era seduto su un’altalena attaccata ad un enorme albero dai fiori rosa da cui pendevano delle delicate gocce di pioggia. Intorno a lui dei monaci orientali che s’inchinavano salutando la folla.
«Che cosa rilassante!» affermò Leax in una sorta di estasi mistica.
Sorix arrivò seduta su un’enorme palla rappresentante il mondo. Invece delle consuete rappresentazioni delle città famose, come la Torre Eiffel per Parigi, vi erano degli oggetti particolari: a Londra una bustina di tè, a New York dei trucchi, per Parigi dei profumi, per Tokyo delle bacchette di legno e così via. Inutile dire che c’era la musica di Glee sul suo carro e che dalla palla in corrispondenza delle città si aprivano degli sportelli da cui dei ballerini vestiti dei colori nazionali salutavano le persone.
«Ma perché?» domandò sconvolto Zaxzom quando vide una cinese salutarlo.
Cykrix, ovviamente, decise di rappresentare dei pianeti. Sul suo enorme carro rettangolare blu vi era una luna verde che si alzava e si abbassava con calma e intorno delle ballerine vestite da pianeti con le gonnelline delle Sailor che mimavano le mosse delle paladine. La musica? Ovviamente la sigla di Sailor Moon.
«Chissà perché me l’aspettavo» mormorò Nyrpex bevendo la birra.
Esplosioni altisonanti attirarono immediatamente tutta l’attenzione del pubblico. Un carro circondato da fiamme vive cominciò a seguire gli altri. Leax era sulla piattaforma e, ogni volta che schioccava le dita, delle fiamme partivano dal nulla. Intorno a lui degli scienziati pazzi dagli scompigliati capelli grigi che lanciavano schiuma da barba sul pubblico. E di sottofondo metal puro.
«Se lo fa a me, lo uccido» commentò Sorix tentando di trovare un nascondiglio nella sua palla gigante.
Axul prese un megafono e urlò: «Arrivano le muccheeeeeeeeeee!» e delle mucche con le ali piombarono dal cielo, infastidirono gli altri carri e andarono verso il suo carro rappresentante un boschetto pieno di funghi. Lei era seduta su un fungo rosso e pilotava le mucche con un sadico sorriso sul volto. A ripetizione andava “Rock Zone” degli Scorpions.
«Non mi rovinare l’albero!» imprecò Xarf quando vide l’ennesima mucca volargli accanto.
Un ruggito di T-Rex risuonò nell’aria facendo perdere il controllo ad Axul delle sue mucche per qualche secondo. Un enorme T-Rex di ossa si muoveva con qualche difficoltà su un rettangolo nero. Zaxzom imprecava contro i tasti di un computer che non voleva andare e degli attori del Paleolitico minacciavano con clave il pubblico.
«Inquietante» commentò Cykrix tornando poi a guardare i suoi pianeti.
Un enorme ombrello distrutto e lacerato dall’uso seguì il T-Rex di Zaxzom. Sotto all’ombrello c’era Raxas ricoperta da chiazze rosse e intorno a lei degli zombie che ballavano note gotiche. E intorno pezzi di pizza squartati.
«Ma che cosa carina!» tutti si voltarono nel riconoscere la voce di Tilex.
Un’enorme scivolo rosa rappresentante una lingua gigantesca apparve inaspettato in mezzo alla strada. Tilex si lanciò dallo scivolo finendo direttamente sul pubblico. Tutti cominciarono ad acclamarla; dei ballerini vestiti dagli altri membri del Buco andarono a recuperarla, la riportarono sul suo carro prima che scomparisse fra la folla e partirono a ballare canzoni popolari fiorentine.
«Tileeeeeeeeeeeeex!» urlò Raxas aprendo un ombrello che aveva in mano da cui partirono getti di sangue.
 
Quando ebbero finito il giro panoramico della città, si ritrovarono su una sfinge di cartapesta. Axul continuava a giocare con le sue mucche invece di prestare attenzione alla votazione, così Nyrpex le sequestrò il controller.
«Sei un incivile!»
«E tu una piromane! Hai distrutto mezza città!»
«Ehi, il fuoco è colpa di Leax!» ribatté lei incrociando le braccia.
Nyrpex spalancò gli occhi e le indicò un palazzo in fiamme da cui sbucava l’ala di una delle mucche.
«Che c’è? Tanto doveva essere demolito domani!» replicò lei sbuffando.
Cykrix li zittì con un’occhiataccia e aprì la busta con il vincitore. Tutti si fecero attenti.
Suspence alle stelle.
Ognuno cominciò a dire il nome del suo preferito.
«Xarf!»
Il barista cominciò a sventolare un immaginario ventaglio, si avvicinò al microfono e ringraziò i suoi votanti dicendo: «Grazie mille, sono davvero commosso, non pensavo di vincere davvero io. Beh, voglio la pace nel mondo» poi si voltò verso Nyrpex «Allora? Che ho vinto?».
Nyrpex gli mostrò dei biglietti per Venezia.
«Cioè, io ho vinto un viaggio nella città dove ho studiato?»
L’imperatore abbozzò un sorriso e, con un colpo di tosse, richiamò i jet privati.
«No, ragazzi, io a Venezia non vengo!» provò a borbottare Sorix, ma fu di nuovo legata al sedile dalla milizia dell’imperatore.
«Per me hai esagerato» commentò nuovamente Cykrix
«Ma è un dejà-vu questo?» domandò Nyrpex sedendosi comodamente «E comunque meritavo io di vincere».
«Con quella trashata? Ci mancava solo che mettessi Lady Gaga!» sbottò Axul mangiando un pezzo di cioccolata.
L’imperatore schiacciò il pulsante della velocità supersonica facendole spiaccicare tutta la tavoletta di cioccolato sul volto.
«Quanto ti odio» boccheggiò lei pulendosi con un tovagliolo.
«Che bello, non vedevo l’ora di venire a Venezia!» affermò trepidante Tilex saltando giù dal jet.
 
Si ritrovarono davanti alla basilica di San Marco con qualche difficoltà, bloccati da maschere fantastiche che meritavano di essere fotografate. Raxas arrivò con 800 rullini già pieni.
«Scusa, ma in che epoca sei rimasta?» domandò Leax perplesso.
«Sono sceniche queste macchine fotografiche!» replicò la scenografa (capita la battuta?).
Xarf scosse la testa e alzò lo sguardo. Sopra di lui Paxu vestita di bianco che si sporgeva dal parapetto della basilica.
«Oddio, si suicida?» domandò Sorix confusa.
«Evvai!» tutti si voltarono verso Axul sconvolti «Eddai che scherzavo!».
Paxu cominciò a “ballare” seguendo il vento.
«Scusate, ma quell’aborto che dovrebbe essere?» chiese Nyrpex perplesso.
«Uno dei suoi bambini persi al gioco?» ovviamente, era stata Raxas a rispondergli.
Xarf sbuffò. «Siete degli ignoranti! Quello sarebbe il volo dell’angelo!»
«Ma non lanciavano le colombe a Venezia?» replicò Axul mangiando cioccolata e offrendola poi a Raxas che la guardava disgustata.
Xarf scosse le spalle.
«Sì, ma che cavolo ci fa Paxu a fare l’angelo?» domandò Zaxzom fissandola attentamente nella sua buffa danza.
«Credo che sia l’angelo più stupido che Venezia abbia mai avuto» commentò Sorix quando la vide inciampare sui suoi stessi piedi.
«Ok, andiamo a fare un giro» affermò Zaxzom dirigendosi verso il centro della piazza.
Milioni di piccioni gli volarono sopra la testa in circolo e planarono intorno a lui fissandolo in modo truce. L’archeologo sbarrò gli occhi incredulo: perché dei piccioni lo stavano minacciando? Per pura casualità, notò un bagliore rosso nell’occhio di uno dei volatili e subito comprese. «Nyrpex, riprendi i tuoi robot!»
«Ma non sono stato io» rispose l’imperatore comprando un hot dog per meglio gustarsi la scena.
I piccioni cominciarono ad avanzare minacciosi. In qualche secondo comprese di non avere vie di fuga.
«Axul?»
La ragazza lo fissò da dietro una maschera dall’imponente vestito rosso. «No, oggi non ho voglia di distruggere nulla.»
I piccioni erano a meno di un metro da lui.
«Un aiuto?»
Leax passò in mezzo al cerchio di piccioni saltellando e ripetendo: «Trololololol».
Anche i robot fissarono basiti la scena, poi tornarono ad avanzare verso Zaxzom. Improvvisamente gli volarono sopra, lo afferrarono e lo trasportarono via.
Raxas inclinò di lato la testa. «Credo che abbiano rapito Zaxzom.»
«You don’t say?» chiese retorico Leax sbucando dietro di lei.
«Sì, ma mi sto rompendo di tutti questi rapimenti!» commentò Sorix sbuffando.
Axul prese un fucile dalla borsa e con un ghigno sadico chiese: «Andiamo a recuperarlo?».
Tilex si allontanò impaurita e l’altra assunse un’espressione innocente. «No, ma tranquilla! Con questo non ci faccio nulla!» e sparò un getto di schiuma da barba su Nyrpex.
«Scusate, ma come facciamo a trovarlo?» domandò Cykrix mentre mangiava un gelato.
Xarf e Sorix si misero il cappello e l’impermeabile di Sherlock Holmes. «Analizziamo la scena del crimine, deve esserci sfuggito qualche dettaglio.»
«Sì, il vostro cervello!» replicò Leax.
Tilex cominciò a correre in mezzo a piazza San Marco, fu fermata da una maschera e prese a ballare con quella.
«Perché?» domandarono in coro Leax e Axul.
«Sì, ma dobbiamo salvare Zaxzom!» provò a dire qualcuno, ma nessuno gli prestò ascolto e si dispersero nella piazza.
Improvvisamente, Axul prese in disparte Raxas e le disse: «Tesoro mio, andiamo a fare un giro sulla gondola!».
«Ma costa tantissimo!»
Axul arcuò un sopracciglio e mostrò il portafogli dell’imperatore.
 «Perché vuoi farlo? Lo fanno le coppiette!» ribatté Raxas sbarrando gli occhi.
«Per la finta coppia lesbo! Dai, muoviti!»
Salirono su una gondola e finsero di essere due ragazze innamorate perse.
Nyrpex salì su un’altra barca, puntò il dito verso di loro e ordinò: «Segua quella gondola!». Leax si aggregò a lui.
Si fissarono quando erano già nel mezzo del canale.
«Scusa, ma così sembriamo due gay.»
«Non dirlo che il solo pensiero di baciarti mi fa vomitare!» affermò Leax spingendolo lontano.
Inseguirono le due ragazze in quel lento, lungo, monotono giro per Venezia. Nyrpex riprese il portafogli e fu costretto a pagare anche lo spumante che le due finte lesbiche avevano aperto… più ovviamente gli stuzzichini che si erano divorate.
«Grazie, Nyrpeeeeeex!» urlarono in coro prima di scappare via. Continuarono a correre per qualche minuto. Si voltarono per guardare se li avevano seminati e andarono a sbattere direttamente contro Tilex che ancora ballava con le maschere.
«Tileeeeex!» urlò Raxas aggrappandosi a lei come se fosse stato un koala.
Sorix e Xarf passarono da quella strada con una lente di ingrandimento in mano. Dietro di loro Cykrix che li seguiva con un gelato.
Axul si accodò alla comitiva riuscendo a scappare dalla furia dell’imperatore.
Nyrpex e Leax arrivarono che i due investigatori più gli aiutanti se n’erano già andati. Trovarono solo Raxas attaccata a Tilex.
«Ma perché siete tutti così imbecilli?» domandò Leax prendendosi il volto fra le mani.
«Da che pulpito!» replicò Raxas fingendosi poi offesa.
«Ma non dovevamo fare qualcosa prima che scappaste con le gondole?» chiese Nyrpex ponendo una mano sotto al mento.
Tutti guardarono verso l’alto, ma nessuno si ricordò nulla.
Sorix e Xarf ritornarono nella piazza con ancora la lente in mano.
Tilex cominciò a seguirli. «Che state cercando?»
I due investigatori si guardarono, sorrisero e risposero: «Boh! Ce lo siamo dimenticati!».
Continuarono a girovagare per Venezia fino al tramonto. Si ritrovarono su un piccolo ponticello di pietra che dava sulla laguna.
«Oh, che bello il sole!» commentò Tilex sorridente e in una sorta di estasi mistica.
Improvvisamente sentirono un tonfo accanto a loro: un pacco arrivato dal nulla. Lessero il biglietto: “Non finirà così! Non potete ignorarmi così!”.
Aprirono il pacco e vi trovarono dentro Zaxzom.
«Ecco che dovevamo fare!» esultò Nyrpex euforico.
Axul notò che l’archeologo era pieno di piume. «Ma dov’è stato?»
«In una piccionaia» azzardò Sorix analizzando attentamente le piume con la lente di ingrandimento.
Zaxzom aprì gli occhi e il suo primo commento fu: «Ma quanto ci avete messo?».
«Ehm…»
 
Arrivarono a casa, aprirono la porta e su di loro si riversò un mare di coriandoli e schiuma da barba. I maggiordomi, la milizia e i servitori scoppiarono a ridere fragorosamente.
«Io odio il Carnevale!» sbottò Sorix scappando nella sua stanza.

Angolo autrice:
Ma salve a tutti! Io ho fatto passare del tempo per vedere se qualcuno recensiva, ma niente, leggete in tantissimi e nessuno che commenta, siete perfidi.
Beh, nella storia siamo a Carnevale, ora siamo alla fine dell'anno... ci siamo quasi no? XD
AUGURI A TUTTI VOI! Buon Natale, Buon Anno e buon compleanno a me e un buon non compleanno a tutti voi! <3
Recensite ò.o

<3


ps: ah, novità dell'anno nuovo saranno le immagini dei capitoli, ho aggiornato anche i capitoli vecchi, spero vi piacciono, quelle notti mi annoiavo e le ho passate così XD

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