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di mrs_1direction
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



Ero andata da lui con tutte le buone intenzioni di fare pace ma lui come al solito non aveva fatto altro che scaricare la colpa su di me e aggredirmi.
Lui non sapeva usare le parole, solo le mani.
Da un anno e mezzo che stavamo insieme eravamo sempre andati d'accordo ma nell'ultimo periodo le cose si stavano mettendo male. Non facevamo altri che litigare, ogni giorno era la stessa storia fatta di urla e discussioni, ma soprattutto di mani alzate. Mi ero scocciata di perdonarlo per ogni volta che si rivolgeva a me in modo così scontroso e che mi aggrediva.
Dall'inizio della crisi già mi aveva procurato un livido sul polso e due sulla gamba sinistra. Ero esausta di essere picchiata da lui, ma non potevo neanche lasciarlo perchè avevo paura.
Lui frequentava una palestra e stava più li che a casa ed era anche il ragazzo più forzuto che io abbia mai visto, un ragazzo con cui è meglio non scendere a compromessi.
Chiamai subito Jade. Lei sapeva sempre come consolarmi e per me non era solo la mia migliore amica ma era una sorella, una persona a cui puoi confidare i tuoi segreti senza alcun problema e che riesce sempre a strapparti un sorriso con quella sua ironia. Aveva molta più esperienza di me in certe cose e così se mi serviva un consiglio lei era sempre disponibile ad ascoltarmi.
'Jade, come va?' le chiesi appena lei rispose.
'Bene, ma mi sembra che io non possa dire la stessa cosa di te'
Ci conoscevamo da quando eravamo nate e lei in 17 anni aveva imparato a capirmi solo sentendo la mia voce.
'Abbiamo litigato'
'Di nuovo? Oddio...Allison io credo che tu lo debba lasciare'
Lo sapevo bene ma avevo paura di lui, altrimenti l'avrei già fatto da tempo.
'Perfavore Jade non complicare le cose' le dissi, stanca di sentire persone che me lo dicevano di continuo, senza badare alla difficoltà che mi creava. 
'Che ne dici se andassimo in discoteca sta sera?' le chiesi.
'Certo! A che ora ci vediamo?’
'Facciamo tra mezz'ora fuori da me'
'Ok, a dopo.'
Chiusi il telefono e mi incamminai in fretta e furia per la strada di casa che di sera poteva diventare un posto davvero inquinate.
Arrivai sotto il palazzo, salii i due piani più lentamente e affannando dopo la camminata veloce che avevo fatto per arrivare.
Entrai in casa. Mamma non c'era, probabilmente era andata subito a dormire perchè la mattina dopo doveva andare a lavorare molto presto. Andai subito a farmi una doccia e a vestirmi per la sera. Indossai una minigonna e una maglietta piuttosto scollata. Non ero solita a vestirmi in quel modo ma quel giorno volevo veramente scatenarmi.
Mi truccai e intanto era arrivata Jade che mi aspettava giù al palazzo con il motorino.
Scesi di corsa e salii immediatamente.
Arrivammo al locale dove andavano di solito. Il locale era carino. Non era molto affollato a causa del giorno, ma a noi non interessava. Volevamo solamente rilassarci un pò e parlare. A differenza di molte discoteche, questa era più calma, quindi anche il sabato non c'era molta gente. Era meglio così. Ci sedemmo a prendere un drink.
'Hai visto là?' Mi disse Jade
'Cosa?' Le domandai confusa
'Quel ragazzo...' Mi fece notare 'È da quando siamo arrivate che non fa altro che guardarti.'
Io feci una risatina. Avevo sempre attirato l'attenzione dei ragazzi e, anche se io non me ne accorgevo quasi mai, loro mi fissavano e dopo pochi minuti me li trovavo dietro e non si staccavano più. Tutti si chiedevano sempre perchè io non fossi mai stata con nessuno ma era semplicemente perchè volevo conoscere bene una persona prima di giudicarmene innamorata. 
Ma adesso stavo vivendo un periodo difficile e avevo voglia di conoscere gente nuova, uscire e farmi nuovi amici.
'Perchè non gli vai a parlare? È un ragazzo così carino'
Io ci pensai su...
'No! Io ce l'ho il ragazzo!!' esclamai irritata.
'E tu quello lo definisci il tuo ragazzo?! Quello è solo uno stronzo che sta approfittando di te e dell'amore che provi per lui. Guarda come ti ha ridotta!!' disse quasi urlando mostrandomi il mio livido sul polso. Alcuni ragazzi seduti vicino a me si voltarono e mi fissarono.
Io abbassai gli occhi per terra vergognandomi.
'Devi solamente parlargli' disse.
'Non lo so. E se ci vede qualcuno?' dissi impaurita guardandomi intorno.
Nonostante stessi osservando uno a uno i volti delle persone che mi stavano attorno, con la paura che si prendeva gioco di me, per vedere se c'era qualcuno che ci conosceva e che poteva sentirci, non mi accorsi che quel ragazzo carino che mi guardava da lontano si era avvicinato a me.
Io ero indifferente.
Jade lo vide, così con una scusa si alzò e si allontanò verso Kim che era a pochi passi da noi. Kim, insieme a Jade, era la mia migliore amica. Tutte e tre ci conoscevamo dall'asilo ed eravamo inseparabili. Ricordavo che dal primo momento cominciammo a giocare insieme e a scambiarci i giochi. La nostra amicizia è andata prolungandosi nel tempo. Vedendola, mi alzai e mi diressi verso di lei.
Non mi accorsi però che c'era un fazzoletto bagnato sul pavimento e improvvisamente ci scivolai sopra.
Pensavo che sarei caduta a terra facendo girare tutti e che si sarebbero messi a ridere di me, invece no. Sentii una stretta sotto le mie braccia che mi prendeva prima che io potessi raggiungere il pavimento.
'Fatta male?' mi chiese il misterioso ragazzo. Solo quando mi alzai del tutto mi accorsi che era quel ragazzo che mi fissava.
'No. Grazie. Se non ci fossi stato tu non so dove sarei'
Lui sorrise abbassando lo sguardo e poi
'Piacere sono Louis' disse.
'Piacere Allison' dissi imbarazzata con il rossore sul viso.
Da lontano non avevo notato quanto quel ragazzo fosse carino e neanche quanto il suo sorriso smagliante che metteva a risalto i denti bianchi e tutti ben allineati potesse avere avuto un tale effetto su di me.
'Posso offrirti da bere?' mi chiese.
'Molto volentieri'
'Cosa prendi?' mi chiese
'Una birra. Tu?
'Quello che prendi tu'
Parlammo per un bel po'.
Mi accorsi che quel ragazzo che era davanti a me dal sorriso splendente era una persona molto sensibile e generosa. 
Cominciammo a bere un pò troppo e ci ritrovammo a ridere come due ebeti. 'Parlami un pó di te' disse
Io cominciai a ridere ancora di più, sotto gli effetti dell'alcool.
'Mi chiamo Allison Walker, vivo con mia mamma e mio padre non l'ho mai conosciuto. È morto durante un incidente stradale quando io avevo 3 mesi e così mia madre mi ha cresciuta da sola' dissi con voce triste.
'Ti ho parlato di me adesso parla tu' gli dissi.
'Ne sei proprio sicura?' mi chiese
'Certo'
Sbuffó e, con aria molto scocciata, cominció....
'I miei si sono separati quando io avevo sette anni e mia madre si è risposata dopo poco tempo con un altro uomo e da lui ha avuto 2 bambine. E' da un anno che vivo con mio padre.'
Ci sentivo una nota amara in quello che stava dicendo. Gli si leggeva negli occhi che aveva sofferto molto la separazione dei genitori e che aveva superato tutto con grande difficoltà. O forse non l'aveva superato affatto.
Per un attimo mi sentii in colpa di averglielo chiesto, perchè lui da che rideva e scherzava, in quel momento abbozzava un sorriso che sembrava quasi forzato.
'Hai sofferto molto la separazione dai tuoi genitori?' Gli chiesi. Era una domanda inutile da fare perchè si vedeva benissimo, ma volevo solo sembrare cortese dopo quello che avevo combinato.
'Beh, sono in ogni caso i miei genitori' Ci furono alcuni secondi di silenzio.
'Senti Louis, non avrei dovuto chiedere della tua famiglia, scusa.'
'Ma che dici no. Tu non hai fatto niente non devi assolutamente preoccuparti.' Mi prese la mano tra le sue e mi accarezzò.
Poi mi chiese se volevamo ballare e io capii che era per cambiare discorso. In ogni caso accettai.
***
01:00 a.m
'Louis, senti io devo andare' lo informai.
'No, e perchè?! Ci stiamo divertendo così tanto insieme'
Dal tono della sua voce si capiva benissimo che era ubriaco fradicio, molto più di prima.
'Louis, no, non posso'
Lui sembrò non importarsi di quello che io stavo dicendo e cominciò a tirare il mio bacino verso di sè.
Io appena avvertì il suo movimento cominciai a sentire i brividi scendere dalla spina dorsale fino al sedere che lui continuava a palpare senza badare della reazione ha io stavo avendo al suo tocco forte e sensuale.
'Louis, ti prego basta' gli dissi affannando.
Lui era noncurante.
Cominciò con la lingua a tracciare delle scie sulla pelle del mio collo nudo ornato solo di una piccola collanina, che sembrava essere un vero e proprio ostacolo dall'ottenere quello che voleva, e questo lo faceva piuttosto infuriare, dal momento che lo sentii ringhiare lievemente tra i denti. Continuò a dare piccoli morsi sul mio collo che non facevano affatto male ma che provocavano una sensazione strana in tutto il mio corpo.
Lui continuava senza fermarsi un attimo mentre continuava a fare versi strani e contemporaneamente accarezzava la mia chioma bionda. Combattevo contro la sua stretta, ma invano. Era troppo forte. La mia sudorazione corporea cominciò ad aumentare notevolmente. Cominciai ad affannare, un pò per il caldo, un pò per la paura. Ero terrorizzata. I miei occhi si riempirono di lacrime. La mia bocca emetteva piccoli gridolii soffocati.
'Allora ti piace' mi disse.
Io non riuscivo a rispondere.
Il ragazzo che mi stava facendo un succhiotto in quel punto sensibile della mia pelle mi era sembrato molto dolce a prima vista ma era pur sempre uno sconosciuto di cui sapevo ben poco.
Lui continuava ansimante e io gli tiravo leggermente i capelli per farlo smettere.
Senza preavviso, lui si staccò dal mio collo e mi tirò per mano.
Non riuscivo a capire dove mi stesse portando tirandomi tra la folla e rischiando di perdere la mia mano.
Arrivammo ad una stanza. Questa era buia e piuttosto inquietante. C'erano oggetti di ogni genere, ovunque. Dava l'idea di una sorta di ripostiglio.
Lui cominciò a baciarmi su tutto il viso, sul collo e il suo obbiettivo era quello di scendere fino ad arrivare al seno.
'Louis, ti prego fermati' dissi quasi urlando.
Lui capì la mia preoccupazione e si staccó quasi immediatamente.
'Che c'è? Che problema c'è?' Io mi diressi verso la porta. Provó a bloccarmi ma io mi dimenai e così lasció perdere. E così scomparve tra la folla. 
Andai di fretta scansando tutta la gente che ballava noncurante della mia presenza e del fatto che mi potessi prendere un pugno in faccia.
Chiamai subito Jade fuori da locale.
'Che succede Alli?!' Mi chiese preoccupata.
'Andiamo! Ti spiego strada facendo'
...
SPERO VI SIA PIACIUTO. Lasciate molte recensioni per favore.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


11:00 a.m
Mi ero appena svegliata e ancora non ero riuscita ad alzarmi dal letto dalla stanchezza.
Sapevo cosa era successo il giorno prima ma non lo ricordavo a fondo perchè ero troppo ubriaca.
Ad un certo punto sento squillare il telefono di casa. Molto scocciata scesi giù di corsa e mi precipitai a rispondere al telefono.

'Pronto'
'Tesoro, come va?' riconobbi mia madre
'Mamma!'
'Ti volevo dire che sono scesa presto per andare a lavoro. Tornerò questo pomeriggio.

Lei è un importante stilista e sta spesso fuori casa anche se adesso le ore di lavoro sono diminuite un pò.
Attaccai il telefono e intanto stavo mangiando un biscotto dato che era un po' che non mangiavo e avevo una certa fame che mi invadeva lo stomaco.
Sobbalzai quando sentii suonare la porta. Ancora un po' scossa dallo spavento che mi ero presa, andai ad aprire e lì davanti a me trovai Jade con una busta in mano che emanava un odorino non indifferente al mio naso e che mi fece brontolare lo stomaco.

'Ciao Alli. Non mi rispondevi a telefono e così ho pensato di venire e ho approfittato per prenderti la colazione' mi disse entrando attraverso la porta.
'Grazie, sei un angelo' le dissi facendole gli occhi dolci.

Ci sedemmo al tavolo. Io le offrii metà del cornetto insistendo ma lei non lo volle e disse che aveva già mangiato.
Era sempre stata molta attenta alla linea anche se era molto magra e non aveva per niente bisogno di una dieta ma lei questo non riusciva a capirlo.
Mangia di fretta il cornetto a cioccolato bianco con lo zucchero a velo sopra che era sempre stato la mia passione e lei lo sapeva bene.

'Allora come và? Hai pensato a quello che è successo ieri in discoteca?' mi chiese dopo qualche minuto di silenzio.

In quel momento cercai di ripulire la mia testa e pensare a quello che era successo la sera precedente. In linea di massima ricordavo l'accaduto ma non i particolari.

'Più o meno. Non ricordo bene' risposi.

Ripensando a quei momenti in realtà ero soltanto molto spaventata perchè pensavo che il lato cattivo di quel ragazzo, che mi era sembrato molto dolce, stava improvvisamente uscendo fuori.
Sono sempre stata una ragazza che non rivela la propria intimità con chiunque gli capito a tiro, che non è di facili costumi, che non si fa comprare con poche parole e non avrei mai fatto niente con un ragazzo che avevo conosciuto da sole 2 ore nonostante il suo sorriso e i suoi occhi mi avessero colpito molto.
***
Jade era appena andata via e io ero andata in bagno per cambiarmi.
Mi feci una doccia abbondante, mi vestii e mi truccai leggermente perchè non mi piaceva truccarmi troppo.
Ormai si era fatta l'ora di pranzo e nella mancanza di mia mamma che preparava da mangiare, dovetti cucinare qualcosa da me. Ultimamente stava diventando sempre più frequente il fatto di prepararmi da mangiare da sola perchè le ore di lavoro di mia mamma era notevolmente aumentate e non era sempre in casa.
Preparai un hamburger e mi feci un panino veloce con insalata e hamburger. Laki mi guardava con occhi dolci da sotto il tavolo come per pregarmi di dargli qualcosa da mangiare e non seppi resistere ai suoi occhi dolci. Lei era la cagnolina più dolce che io avessi mai visto ed era molto affezionata sia a me che a mia mamma, ma in particolare a me, e amava dormire ai piedi del mio letto e alcune volte, quando era tutta bella pulita, me la mettevo accanto e poi era lei a svegliarmi la mattina seguente con alcune delle sue 'leccatine' in faccia.

Finii di mangiare e dopo aver ripulito la tavola uscì fuori nel giardino con il mio libro preferito tra le mani.
Non pensavo che un libro potesse aver avuto un tale effetto su di me e invece è successo.
Ero talmente presa da quelle pagine coinvolgenti che non mi accorsi dell'ora che di era fatta e quando sentii il citofono squillare mi misi una gran paura. Per fortuna era solo mamma.

'Ciao tesoro'
'Ciao mamma,come è andato al lavoro'
'Tutto bene, amore. Ho fatto un po' di spesa per stasera' mi disse notevolmente contenta.
'Perchè? C'era del cibo in frigo. Abbiamo per caso ospiti?' le domandai scrutando attentamente tutto quello che aveva comprato.
'Tesoro ti devo dire una cosa' mi disse sorridendo come non la vedevo sorridere ormai da tempo.
'Hai presente Troy, quello con cui ultimamente sto uscendo?' mi disse.
Troy era il suo fidanzato da poco più di un mese. Si erano conosciuti a lavoro poco tempo fa e si erano innamorati.
'Certo!' le risposi.
'Bè ho pensato che fosse arrivato il momento giusto per fartelo conoscere e così ho organizzato una cena qui a casa nostra per stasera e verranno lui e suo figlio.' mi disse soddisfatta.
'Ma che bello mamma, finalmente conosco questo Troy che ti sta rendendo così felice in questo ultimo periodo' le dissi sorridendo.
'Grazie tesoro, lo sai che la tua approvazione è molto importante per me' mi disse.

Così si mise subito al lavoro per questa cena tanto aspettata.
Io intanto andai di sopra a scegliere cosa avrei indossato.

Ero davvero molto felice perchè mia mamma da quando mio padre è morto non è mai stata con nessun'altro uomo perchè pensava che così avrebbe fatto del male al unico e solo amore della sua vita.
Mi aveva raccontato che si conoscevano da quando erano piccoli e lui aveva sempre avuto un debole per lei e le faceva continuamente la corte.
Lei non aveva mai ceduto ma quando vide mio padre con un altra ragazza, si ingelosì e capì di essere innamorata di lui.
Mia mamma aveva solo 19 anni quando si sposó mio padre e solo 6 mesi dopo lui morì in un incidente e mia madre dovette portare avanti la gravidanza senza nessun aiuto.
Aveva sofferto molto e io in 17 anni non l'ho mai vista sorridere come in questo periodo. Quel uomo le stava cambiando la vita e io dovevo solo ringraziarlo per quello che sta facendo.
Volevo apparire seria ai suoi occhi e a quelli di suo figlio, così scelsi un vestitino verde chiaro lungo fino al ginocchio.
Mi lisciai la lunga chioma bionda che mi portavo dietro e indossai qualche gioiello.

Quando scesi mia madre aveva quasi finito di cucinare.

'Ma sei bellissima' mi disse 'sicuramente faremo un figurone con Troy stasera e poi sicuramente con questo vestitino suo figlio non farà altro che guardarti'
Io la osservai un pó storto. Non mi piaceva avere tante attenzioni addosso e non mi ero vestita così per conquistare il figlio del fidanzato di mia madre che magari un giorno sarebbe diventato il mio fratellastro.

Mia madre guardó l'orologio. Era piuttosto tardi e lei ancora doveva prepararsi così corse di sopra a cercare qualcosa di elegante e volle il mio aiuto.
***
Erano le 8:00 p.m. e tra un'ora gli ospiti sarebbero arrivati.
Mia madre corse in cucina a terminare qualcosa che aveva lasciato in sospeso e io rimasi di sopra a finire di truccarmi.

Ad un certo punto la porta squillo e io scesi di corsa.

'Apro io mamma' le urlai avviandomi verso la porta.

Aprii e vidi questo signore ben vestito con una bottiglia di vino in mano che subito mi disse baciandomi la mano: 'Tu devi essere Allison. Tua madre mi ha parlato tanto di te. Finalmente ti conosco di persona'

Dopo qualche secondo vidi un ragazzo di circa 20 anni che era appena sceso da una nera che aveva appena parcheggiato nel lato opposto della strada.
Il ragazzo arrivó camminando a passo svelto.
'Allison ti voglio presentare mio figlio. Ho il presentimento che voi andrete d'accordo' mi disse Troy.

Quando guardai verso quel ragazzo mi bloccai aprendo la bocca in una grossa O.
In quel momento non capii più niente. Troy era entrato ma io non me ne resi neanche conto. L'unica cosa che vedevo era quel ragazzo che mi fissava sorridendo maliziosamente mentre io rimanevo immobile davanti a lui.
Troy trascinó mia madre fino alla porta e le disse:
'Cara, lui è Louis, mio figlio'

Chiusi la porta e entrammo per cominciare a mangiare.
Io non toccai cibo e penso che mia madre se ne sia anche accorta perchè per tutta la sera non ha fatto altro che fissarmi.

Finimmo di mangiare.
Troy e mia mamma si sedettero sul grande divano che avevamo in salotto parlando abbracciandosi e ridendo.
Io senza farmi notare salii di sopra, ma Louis mi raggiunse subito bloccandomi il braccio.

'Pensavo non ti avessi più rivista' mi disse.
Io lo guardai poi continuai la strada fino alla mia camera e lui mi segui infilandosi nella stanza senza badare a me e scrutando la stanza con attenzione.
Ci fu un attimo di silenzio e io mi sedetti sul letto tenendo la testa bassa e portandomi le mani tra i capelli.

'Non sei contenta di vedermi, baby' disse camminando per la camera e osservando le foto che avevo sulla scrivania.

'Per niente' dissi infuriata 'pensavo che non ti avrei più rivisto e invece adesso vengo a scoprire che sei il figlio del compagno di mia madre'

Ero arrabbiata e spaventata insieme. 
Lui si sedette accanto a me accarezzandomi la guancia e baciandomi il collo.
Appena avvertii quel gesto mi alzai di scatto piuttosto spaventata.
Lui si alza e viene dietro di me.

'Che ne dici se riprendiamo il discorso iniziato ieri sera' disse con voce calda.
Io provai a staccarmi ma lui mi teneva stretta al suo cormo impedendomi perfino di muovermi.
Scrutó il piccolo segno del succhiotto che mi aveva fatto la sera prima cominciando a leccare con la lingua sopra.
'Ti ho fatto molto male?' mi chiese.
Io non risposi poichè troppo spaventata e poi lui mi teneva talmente stretta che quasi mi sentivo soffocare.
'Mi dispiace' disse come se avesse capito già la risposta.
Riuscii a staccarmi dalla sua presa, così lui di arrese e mi lasció andare senza opporre resistenza.
Io mi girai verso di lui e lo vidi guardare alcune foto e mi chiese chi erano quelle persone e io gli risposi, ancora con tono freddo che erano persone di famiglia.

Ad un certo punto sentii mia madre chiamarmi: 'Allison, Allison! Scendi'
Per un attimo pensai che mia madre mi avesse salvato da quei minuti di incubo che stavo vivendo.

Scesi di corsa seguita da Louis che non mi toglieva gli occhi di dosso.

'Dimmi mamma' dissi.
'È ora di salutare i nostri ospiti'

Ci salutammo e poi dissi a mia mamma che ero stanca e andai in camera per prendere il mio pigiama e farmi una doccia, peró prima presi il cellulare e inviai un messaggio a Jade.

'Devo parlanti. Ci vediamo domani mattina alle 11:00 a.m. fuori al bar sotto casa tua.
A domani. Buonanotte.’
Spero vi sia piaciuto questo capitolo. Lasciate qualche recensione se vi è piaciuto.
Baciiiiii 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Quando guardai l'orologio ero sconvolta. Avevo fatto proprio tardi.
Corsi per quasi tutto il tragitto e arrivai sotto casa di Jade e lei era lì ad aspettarmi.
Entrammo nel bar e ci sedemmo in un tavolino un pó appartato, così da parlare senza farci sentire, anche perchè quello era un posto frequentato da tutti i nostri compagni di scuola e non solo e perció era facile incontrarne qualcuno.
Ordinammo un succo di frutta, io a pesca lei all'ananas e in più ci portarono un piccolo vassoietto con dei salatini.
'Allora? Cosa è successo?' Mi chiese preoccupata, o almeno questa era l'impressione che mi dava.
'L'ho rivisto'
***
Non potemmo parlare poi tanto perchè arrivo Jessica con la sua comitiva di amici e ci unimmo a loro.
Quando tornai a casa ero stanchissima.
'Ehi mamma sono a casa' la avvertii
'Ciao Alli.'
'Hai impegni per domani?' Mi chiese con il sorriso sulle labbra.
'No. Perché?'' chiesi sospettosa, dato che la sera passata non mi aveva riservato di certo una bella sorpresa.
'Troy ci ha invitato a stare domani nella villa con piscina della sorella che sarà fuori per qualche giorno e così la casa rimane a lui' disse tutto d'un fiato.
A quelle parole rimasi come pietrificata. Non avevo intenzione di passare una giornata intera in costume con Louis che mi gironzolava intorno. Non potevo!
Come potevo sapere cosa avrebbe fatto se fossimo rimasti da soli. L'ultima volta ero rimasta terrorizzata.
Rimasi così in silenzio tra i miei pensieri mentre mia madre mi fissava.
'Allison? Tutto bene?'
In quel momento mi sembrava di essermi appena svegliata dalla confusione totale.
'Si mamma, tutto bene'
'Allora che ne pensi?' Mi chiese 
'Mi sembra un'ottima idea' risposi con aria indifferente almeno quello era l'impressione che avevo dato a mia madre.
'Sono contenta che ti piaccia' disse sorridente.
Salii di sopra per cercare qualcosa da mettermi, ma aprendo l'armadio e la moltitudine di cassetti notai che non avevo niente da indossare.
Decisi così di andare a fare un pó di shopping e comprai alcuni vestiti da poter indossare non solo in quell'occasione. C'era solo l'imbarazzi della scelta su quale indossare
***
Mi ero da poco svegliata e mi andai subito a fare la doccia. Mi vestii e preparai la borsa.
Scesi giù e mia madre era appena tornata dopo un ora di passeggio e di shopping. Dopo un'ora dovevamo stare nella villa della sorella di Troy.
La puntualità diciamo che non era nel nostro DNA e infatti io avevo preso da lei.
Io salii su per finire di prepararmi e scesi dopo poco, trovando mia mamma giá fuori la porta.
Caricammo le 2 borse stracolme di cose indispensabili per noi e mia madre mise in moto a tutta velocità, per fare presto.
Durante il tragitto non parlammo e io mi misi gli occhiali da sole e abbassai il finestrino per mettere i miei capelli all'aria con quella freschezza che mi accarezzava il viso. Intanto pensavo.
Immaginavo quel lungo giorno sperando che non sarebbe durato poi così tanto.
Arrivammo alla villa in 50 minuti. Avevamo ritardato solo di 10 minuti.
Era un record di velocitá per noi due.
Troy e Louis ci vennero incontro.
Louis aveva il solito sorriso smagliante che sfoggiava davanti a me. Aveva degli occhi che non riuscivo a non guardare. Il loro colore era un miscuglio di azzurro, grigio e verde ed avevano una forma perfetta. Erano gli occhi più belli che io avessi mai visto.
Era incredibile: non volevo stare con lui nonostante lui mi volesse e io ero attratta da lui in un modo che non riuscivo a controllare.
Inizialmente mi era sembrato carino, ma adesso stava cominciando a piacermi.
Ci presentarono la casa: dire che rimasi stupefatta è riduttivo.
Era una villa bellissima con un giardino immenso e una piscina altrettanto bella.
La casa aveva due piano più la mansarda, e ogni piano era il triplo di un piano della mia casa.
A piano terra c'era la cucina e il salotto che aveva al posto delle pareti dei vetri. Tutta la casa era piena di fiori profumati e odorava moltissimo.
Al piano di sopra c'erano tre camere da letto con i rispettivi bagni, di cui uno presentava un divano. 
'Wow, questa sarà piena di soldi' pensai.
Infatti era così. Era un'attrice nel teatro piú famoso d'Inghilterra ed era partita per una tournée. Di certo il fratello non era da meno.
Troy stava finendo di cucinare mentre mia madre di rilassava al sole vicino la piscina.
'Ti piace questo posto?' Mi chiese Louis mentre stavo osservando il paesaggio e così sobbalzai dallo spavento.
'Si, molto' dissi in maniera riduttiva perchè in realtà mi aveva incantato.
Avevo un pó paura a stare da sola con lui perchè l'ultima volta che era successo...non voglio ricordare!
Il pranzo era pronto così mangiammo tutti e quattro vicino la piscina, poi mia madre e Troy andarono sù dei lettini a prendere il sole e parlare mentre io andai dal lato opposto per non disturbarli, a leggere un libro.
Ero alle prime pagine quando sentii un movimento dietro di me. Mi girai piano e vidi Louis che s'incamminava verso di me.
'Ciao. Come và?'
'Bene' risposi senza guardarlo.
'Perché non fai il bagno?' Mi chiese.
'Ho un pó freddo. Credo di non sentirmi bene' mentii, ma non ero molto credibile come storiella.
'Hai il ciclo?' domandó. 
Sbarrai gli occhi. Non avevo intenzione di raccontargli le cose mie personali.
'Vuoi che ti porti una borsa d'acqua calda?' Domandó con voce dolce come se stesse parlando a una persona gravemente ferita, e io non lo ero.
'Non ho voglia di parlare di queste cose con te' esclamai irritata.
'Dai non fare così, tanto ormai ci conosciamo, no?
Io tremavo.
Lui si allontanó e tornò con una borsa dell'acqua calda.
'Tieni prendi questa' disse porgendo mi la borsa.
Io esitai peró poi dovetti cedere e presi la borsa e la misi sulla parte bassa della pancia.
'Ti sentì meglio adesso?' Mi domandó
'Si grazie' risposi.
Ero rimasta a bocca aperta dopo aver visto l'atteggiamento di Louis.
Dopo quello che era successo lo consideravo pericoloso, invece si stava dimostrando dolce e comprensivo.
Grazie a la borsa che mi aveva dato il sollievo invase la mia pancia e di botto mi addormentai.
***
2 ore e mezza dopo...
Aprii lentamente gli occhi, un pó dal sonno un pó dalla luce che rifletteva sui miei occhi.
Intravidi un'immagine di un uomo muscoloso seduto vicino a me che mi accarezzava e poi...
'Louis, ma che cazzo fai?' urlai.
Si alzó da sopra a me staccando le sue labbra carnose dalle mie, senza dire una parola.
Non riuscivo a crederci.
Mi alzai irritata ma una grande mano mi prese per il polsi destro tirandomi verso di lui.
'No! Non te ne andare!' Disse con la voce calda.
'Lasciami stare!' Urlai (per fortuna che nessuno mi sentii)
'Senti, Allison, tu mi piaci' disse tutto d'un fiato.
Rimasi paralizzata a quelle parole.
Stava per baciarmi di nuovo ma io mi staccai subito, appena capii cosa voleva fare.
Mi alzai. Lui provó a fermarmi ma io non ne volevo sapere così usai tutta la mia forza (poca in realtà) per liberarsi della sua stretta presa. Lui capì che non avevo affatto gradito il suo gesto cosí mi lasciò andare via. Intanto lo sentivo sbuffare.
***
Durante il tragitto per tornare a casa non feci altro che pensare a quelli che era successo.
Poi mi venne in mente la cosa più importante: IO ERO FIDANZATA, CAZZO!!!
 
 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Tyler, il mio ragazzo, mi aveva inviato un messaggio molto presto dicendomi che voleva vedermi.
Per 5 giorni era andato in montagna a casa di un amico.
Ero terrorizzata solo al pensiero del male che avrebbe potuto procurarmi anche oggi. Ero esausta.
Non raccontavo a nessuno quello che lui mi faceva, apparte alla mia migliore amica. Mia mamma era convinta che lui fosse il ragazzo perfetto perchè ho sempre cercato di nascondere le mie ferite e poi ero molto sbadata quindi era facile che mi facessi male, e poi perchè la sua famiglia è fatta da gente benestante e brave persone. Non ho idea di come sia uscito quel figlio.
Avevo sentito varie storie su di lui è sulla sua famiglia. Aveva sempre pensato a picchiarmi e mai a raccontare di lui o a chiedere di me, infatti lui non sapeva molto di me e se qualcuno gli chiedeva come si chiama mia madre lui rimaneva con la bocca aperta pensieroso.
In giro si diceva che la sua ricca madre si era separata dal marito e lei si era risposata con un delinquente e aveva avuto Tyler. Bhaà, storie strane di cui io neanche sapevo l'esistenza.
Arrivai dove lui mi aveva detto e da lontano lo vidi seduto su una panchina sotto l'ombra di un pino.
Aveva i muscoli tesi e guardava per terra infuriato. Era tutto sudato.
Mi bloccai improvvisamente per pensare alle pare giuste da usare anche questa volta e a fingere un sorriso. Presi un respiro profondo, feci un sorriso forzato e a passi lunghi e sveltì mi avvicinai a quel mostro che era il mio ragazzo.

'Ciao amore' dissi con lo stesso di ti sorriso di poco fa.
'Amore un corno' disse lui alzandosi e dirigendosi verso di me con rabbia e disprezzo. Il suo corpo e i suoi muscoli facevano ombra su la mia immagine piccola.
'Te la sei spassata con quello mentre io non c'ero, eh' disse infuriato.
Avevo avuto qualche idea su chi si stesse riferendo.
'Di cosa stai parlando?' Dissi con le lacrime agli occhi perché ormai sapevo che mi avrebbe gonfiata di botte di nuovo.
'Non fare la finta tonta! Sai meglio di me di cosa sto parlando' disse.
'No ti giuro io non so nie....' Non mi fece neanche finire di parlare che scaglió il primo pugno in piena faccia facendomi cadere per terra procurandomi un occhi nero e un livido sotto al sedere a causa della botta che presi cadendo per terra.
Si avvicinò a me guardandomi con aria infuriata. Probabilmente uno dei suoi amici (e lui ne aveva tanti delinquenti come lui) mi aveva visto parlare con Louis e glielo aveva riferito.
'No ti prego basta' appena finito di parlare che mi arriva un altro pugno in un punto un pó più basso al precedente, in piena guancia. Sentii ancora più dolore.
'Allora non ti basta, ne vuoi un altro' stava per colpirmi nuovamente ma una voce a una decina di metri da noi lo fermó: era Louis.
'Come ti permetti! Picchi la tua ragazza, una donna! Ma che cazzo di uomo sei' disse urlando.
'E tu? Chi saresti? Da dove sei uscito?' Disse spavaldo.
'Io sono quello che se non te ne vai e lasci in pace Allison ti da un pugno in faccia' disse.
Tyler cominciò a ridere irritando ancora di più Louis.
'E tu picchieresti me?' Aveva smesso di ridere e si era avvicinanti ancora di più a Louis.
Il cuore cominciò a battermi a mille perchè avevo qualche idea di quello che avrebbe fatto a Louis se non se ne fosse andato.
Con aria più infuriata che mai, alzò il braccio destro e con un pugno stava per lasciare un segno sul viso delicato di Louis, ma successe l'inaspettato: Louis alzò un braccio e bloccó quello di Tyler con un colpo solo. 
Non potevo credere a ciò che avevo appena visto: Tyler frequentava palestra ormai da anni e tutti i giorni e ogni volta che veniva coinvolto per un combattimento (con i guai che combinava succedeva almeno una volta al mese) vinceva sempre.
Era impossibile che Louis l'avesse bloccato.
Tyler lo guardó infuriato dopo che il ragazzo che gli stava davanti aveva bloccato la sua mossa. 
Diede un urlo di rabbia e stava per dare un pugno ma fu bloccato da Louis che cominciò a sferrargli colpi in faccia senza sosta.
Si piego sul suo corpo e torreggiante andava a dosso all'uomo che aveva sotto di lui con tutta la rabbia possibile.
Le sue nocche erano ricoperte di sangue, ma lui non si fermava, continuava ad aggredirlo senza pensare al male che poteva fargli e al fatto che io stessi guardando la scena. Dovevano per forza fargli male le mani dalle botte ma lui continuava. Era come se la rabbia superasse di gran lunga il dolore.

'Louis, basta ti prego' dissi singhiozzando.
'Io lo amo, non voglio che tu gli faccia questo!' Non ero tanto convinta delle parole che erano appena uscite dalla mia bocca.
'Allison, questo non è amore. Se lui ti ama non puó fare questo, non è amore, ti sta solo uscendo ma tu questo non lo capisci' disse tutto d'un fiato.
Tyler ne approfittó per sferrare un colpo secco al viso di Louis che quasi svenì dal dolore e quasi anche io per la preoccupazione.
Diedi un urlo ma nessuno dei due mi diede ascolto.
Tyler non aveva tante forze per continuare il combattimento così Louis con le poche forze che aveva si rialzó e ricominció a picchiarlo. Era come se più stava arrabbiato più si ricaricava di forza. Era una scena deprimente guardare loro due che si alternavano a picchiarsi.
Louis emetteva piccoli gemiti di dolore ma ma non smise di picchiate Tyler.
Io continuai a pregarlo di smettere e dopo un pó si arrese e lo lasciò stare.
Tyler si alzò a fatica e rivolto a me:
'Me la pagherai puttana!' E continuó allontanandosi 'hai capito che me la pagherai?! Hai capito?!?!!?'
Poi sparii.

'Oddio, Louis stai bene?' Non si reggeva in piedi e cadde per terra trascinandomi con lui.
'Non mi importa come sto io. L'importante è che tu stia bene. È l'unica cosa che m'interessa' disse dolorante.
Il mio istinto mi disse di abbracciarlo e io lo feci.
'Che cosa strana' disse lui.
'Cosa?'
'Mi hai abbracciato. Mi giudichi pericoloso e poi mi abbracci. Forse è perchè provi pena per lo stato in cui sono ridotto' disse.
Non era affatto vero!
'Assolutamente no! Non è vero' e lo abbraccia nuovamente.
Ero troppo riconoscente per quel gesto.
***
Arrivammo a casa. Lo dovetti reggere per tutto il tragitto.
Per fortuna mamma era al lavoro e la casa era libera così avrei portato Louis e gli avrei dato del ghiaccio e un disinfettante per le ferite.
Entrammo in casa e lo feci stendere sul divano anche se risultò difficile perchè il dolore invadeva tutto il suo corpo. 
Corsi a prendere del ghiaccio, del disinfettante e dell'ovatta per tamponare la ferita. Intanto tremavo, e non di certo dal freddo.
Scesi e andai vicino al divano per accudire Louis. Mi sedetti vicino a lui e gli curai le ferite.
Lo vidi sorridere.

'Cosa c'è?' Chiesi sospettosa.
'Sei bellissima.' Io arrossì.
Se penso che quello lì...' Disse arrabbiato e stringendo il pugno e i denti.
'Shh' dissi io per calmarlo e abbassandogli la testa sul cuscino per non fargli fare sforzi eccessivi, più di quanto non ne avesse giá fatti poco prima.
'Allison, lo devi lasciare. Ti sta facendo soffrire.'
'Louis ti prego, non ti ci mettere anche tu con questa storia.' Ero esausta.
'Perchè non vuoi lasciarlo? È tanto difficile? È tanto importante per te quel uomo?' Chiese con l'aria di chi è preoccupato.
'Io ho paura, Louis'
Restammo in silenzio per un pó

'Ma tua madre lo sa?' Chiese ormai tranquillo.
Io scossi la testa. Lo vidi girarsi come se non avesse compreso i miei gesti.
Altro silenzio.
'Si puó sapere almeno da quando va avanti questa storia?' Mi chiese
'Stiamo insieme da quasi 1 anno'
'E tu è da 1 anni che ti fai trattare come uno straccio da cucina da quella merda di uomo?' Chiese incredulo,
'Prima era diverso. Non era così con me. A cominciato ad esserlo da circa 2 mesi.' Continuava a guardarmi e a scuotere la testa come per dire che quella era una cosa impossibile, inaccettabile.
Io lo sapevo, ma non potevo farci niente.
C'era silenzio adesso e così riuscii ad organizzare il mio cervello e a pensare.
'Ma tu cosa ne sapevi di Tyler?' Chiesi
'Ho visto la vostra conversazione. Passavo di lì per caso e appena ti ho visto ho pensato di salutanti ma quando ti ho visto chiamare 'amore' quello mi è venuta una fitta al cuore e così me ne stavo per andare peró poi ho visto che ti picchiava e non ci ho visto più' disse a fatica con gli occhi chiusi, probabilmente per la stanchezza del combattimento. A quelle parole mi ero bloccata.
'Non posso tollerare che un verme del genere ti faccia del male, mi ucciderei pur di salvarti.' Ero ancora immobile.
***
Louis se ne era andato da ormai un'ora e io ero rimasta sola. Mi stesi sul divano e cominciai a piangere. Louis e Jade avevano ragione: dovevo lasciare quell'animale che da ormai tempo mi stava facendo soffrire più del solito. 
ero stanca di essere la sua schiava ma non potevi farci molto anche perchè solo loro sapevano cosa mi accadeva, soprattutto Louis che aveva vissuto una scena di tutto questo incubo che continua ad assalirmi. 
Improvvisamente, intanto che io ero nei miei pensieri e stavo annegando nelle mie stesse lacrime sentii il citofono squillare: era Jade.
Aveva l'aria di chi aveva fatto una corsa lunga e che era spaventata a morte.

'Allison! Ho visto Tyler. Ma cosa è successo? Ha detto che voleva uccidere una persona ma non ci ho capito niente' disse.
Gli occhi mi si sbarrarono.
Louis era in pericolo.
'Vieni con me' dissi a Jade che aveva ancora il fiatone.
Arrivammo fuori casa di Jade e vidi Tyler infuriato che dava a pugni tutto quello che vedeva.
'Tyler!' Urlai.
Si giró.
'A sei qui puttana! sto andando dal tuo fidanzatino, sta volta gli faccio vedere chi sono. Ti lascerà per sempre in pace.' Urló.
'Tyler non farlo! Ti giuro che io non sono stata con lui siamo solo amici' continuavo a ripetere.
Improvvisamente si girò con una forza che quasi mi butto per terra. Per fortuna che c'era Jade che mi impedì di cadere.
'Zitta!' Urló
'Che gli voi fare?'
'Voglio ucciderlo.' Mi bloccai quando notai il coltello sbucare dai pantaloni.
Non ci capii più niente, le gambe cominciarono a mancare e io non mi sentivo più la forza in tutto il corpo. I giramenti di testa cominciarono ad investirmi e l'unica cosa che sentivo era la presenza di 3 o 4 persone che mi parlavano, ma io non riuscivo a parlare. Ero totalmente paralizzata e non capivo niente, l'unica cosa era che Tyler avrebbe fatto del male a Louis per colpa mia e io non mi sarei mai perdonata questo. Volevo andate da lui ma non avevo forze e caddi per terra senza alcun controllo.
Riuscivo ancora a sentire la voce di Jade che mi diceva: 'Allison svegliati, oddio Allison' e dei rumori intorno a me.
Nel giro di pochi secondo sentii la sirena dell'ambulanza.
È qui che i miei ricordi svaniscono.
E intanto Louis era in pericolo.
***

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5
Tutto intorno a me era buio e io ero tutta sola e spaventata. Attorno a me c'erano solo il rumore del vento che si scagliava contro gli alberi e le foglie che cadevano e si schiantavano contro il terreno.
Ero spaventata e avevo paura di muovermi, ma improvvisamente sentii il bisogno di correre e mettermi al riparo da quello che c'era attorno a me.
Cominciai a correre ma era buio e non vedevo dove mettevo i piedi. Peró poi sentii una voce che mi chiamava: 'Allison! Allison!'.
Cercavo di seguire la voce ma più mi avvicinavo più si allontanava.
Vidi un ombra in lontananza e pensai che era da lì che veniva la voce ma io più mi avvicinavo più la sagoma si allontanava. Attorno a me i rumori aumentavano tanto da non farmi udire più la voce. Ero confusa.
La voce, l'ombra, il vento, le foglie, gli alberi mi confondevano le idee e il vento quasi mi trascinava per terra.
Inciampai. Non so dove, non so come, ma sembrava tutto reale.
Mi ritrovai a terra e sentivo il terreno che mi risucchiava sempre più giù. Lottavo contro la mia stessa vita che cercava di risucchiarmi giù e farmi morire. Era come lottare contro la volontà del Signore: prima o poi avrei perso.
La lotta duró tanto tempo peró poi vidi una mano. Ero diffidente, ma era la mia unica salvezza in quel momento e così strinsi quella mano.
Fui tirata su con il corpo dolorante.
In quel momento, per la prima volta vidi la luce: un ragazzo bellissimo era lì davanti a me che mi fissava con quegli occhioni azzurri. Era vestito con una camicia bianca e una giacca azzurra con un pantalone intonato alla giacca. Non indossava scarpe.
Mi sorrideva scoprendo quei denti bianco splendenti. La sua pelle era liscia, morbida e di colore chiaro.
Louis. Era anche più bello del solito, con i capelli castani ben ordinati in testa. 
Mi strinse forte la mano e mi tirò con lui mentre io lo guardavo come se fosse stato un angelo appena caduto dal cielo. Infatti era un angelo, o almeno lo era per me
***
Aprii gli occhi e la mia prima immagine furono le pareti bianche di quella camera d'ospedale. Sentivo intorno a me numerose voci e poi vidi tutti corrermi vicino.
Non capii immediatamente cosa stava accadendo. Sentivo mia madre parlare e piangere e le voci di Jade, Jessica e di tutti gli altri che mi stavano addosso e mi guardavano dall'alto.
Aprii gli occhi ancora di più e le urla attorno a me aumentarono. 
Tra tutte le persone attorno a me c'era anche un medico e una donna probabilmente un infermiera da quello che ho capito e avevo intuito che parlavano di me.
Realizzai di essere in ospedale. Provai ad alzarmi ma tutti m dicevano di stare giù. 
Chi piangeva dalla gioia, chi sospirava, chi si abbracciava, chi veniva da me ad assillarmi, praticamente tutti.
Mia mamma venne vicino a me baciandomi e piangendo.
Dopo vidi che c'era tantissima gente fuori la porta ma dentro c'era solo mamma e Troy, che le teneva forte la mano per evitare che sbattesse per terra un pó dallo spavento preso e un pó dalla felicità di adesso.
Fuori intravidi Jade, Jessica, i nonni, gli zii e tutti i nostri amici. Ero ancora un pó stonata ma la cosa di cui mi accorsi subito e che Louis non c'era. Come poteva essere possibile? Mi aveva abbandonato nel momento di bisogno? No, era impossibile, lui non l'avrebbe mai fatto. Mi aveva salvato e adesso? Se ne era pentito? No, non poteva assolutamente essere possibile.
La mia testa ancora confusa cominció a formulare un milione di domande a cui non riuscivo a trovare risposte. Non volevo pensare che mi avesse abbandonato. No, non l'aveva fatto. Era successo qualcosa, me lo sentivo. Non mi avrebbe mai abbandonato, MAI.
Ero confusa. La mia testa continuava a parlare e attorno a me c'era tantissima confusione.

'Tesoro, stai bene! Oddio, grazie al cielo! Grazie, grazie!' Continuava a piangere mia madre.
Sentivo anche il dottore con due infermiere che continuavano a parlare di un certo controllo. Sapeva riguardava me. Con tutta quella confusione la mia testa era entrata ancora più in crisi. 
PERCHÈ LOUIS NON C'ERA?!?!
Ad un certo punto mi si illuminarono gli occhi.

'Fatemi entrare! Voglio entrare! Ho bisogno di vederla! Lasciatemi stare!' L'avevo riconosciuto: era Louis.
'Louis' gridai.
'Allison' gridó quasi correndo verso di me, ma faticava. Aveva qualcosa alla gamba. Quasi si lanciò verso di me, visto che non poteva correre granchè.
Ci abbracciammo forte.
Mia madre si girò a guardarci.
'Non sapevo che c'era tutta questa confidenza tra voi' disse lei.
Noi ci guardammo negli occhi.
'Abbiamo avuto modo di conoscerci. Adesso siamo diventatati amici. Andiamo molto d'accordo' disse Louis.
Mia madre ci guardó e poi si girò. Sembrava l'avessimo convinta.
Tra me e Louis non c'era amicizia, c'era qualcosa di più, che andava aldilá di qualsiasi altra cosa.
'Stai bene?' Mi chiese accarezzandomi 
'Certo! Ma tu cosa hai fatto?
'Niente, una piccola storta'
'Bè, tanto piccola no, visto che sei finito per zoppicare e con una fascia al piede. Ma dove sei stato tutto il tempo!
'Qui fuori!' Ero preoccupato.
Io mio cuore batte fortissimo.
Lui guardó per terra e poi ricominció quasi con fatica a parlare...
'Allison' disse 'scusa se è successo tutto questo è solo colpa mia,ma quando ho visto quell'essere che ti faceva del male io non...'
'Shh' lo zittì con un dito delicato vicino alla bocca 'tu non devi colpevolizzarti di niente! Tu mi hai salvato la vita'
'Non esageriamo! Comunque è stata colpa mia'
'Perché?'
Lui ci pensó un pó...
'Non lo so.' Ridemmo entrambi.
In quel momento dimenticai tutto quello che era attorno a me e al fatto che tutti i miei amici erano lì a fissarci.

'Và bè signori andiamo e lasciamo riposare Allison!' Disse il dottore. Ma non ha ancora capito che avevo dormito 10 ore?!
'Ci vediamo dopo,okay?' Disse Louis.
Io annuì e osservai tutti andare via che mi salutavano ma soprattutto guardai Louis. La sua camminata, il suo fisico-il suo di dietro- i suoi capelli erano perfetti anche da dietro. Se ne andarono tutti ma io non avevo nessuna voglia di riposare e così ripensai a quei momenti passati con quel ragazzo dagli occhi azzurri-verdi che mi faceva letteralmente girare la testa. 
Nonostante avessi dormito tanto, riuscì a schiacciare un pisolino di un paio d'ore. Quando mi svegliai vidi l'inferno era che mi sorrideva e cambiava quello che doveva cambiare. Sentivo le voci fuori di mia madre, Troy e di Louis.
Mi spaventai quando il medico entrò con foga nella stanza e così ebbi la possibilitá di sbirciare dalla porta e vidi mia madre che voleva entrare ma che un infermiera le impediva di farlo.
Il medico parló con l'infermiera e disse che me ne sarei potuta andare dopo piccoli controlli. Era stato solamente uno svenimento dovuto alla forte paura. Se avessi perso Louis sarei morta.
***
Finalmente a casa.
Era tutto a posto.
Louis era con me e in tutto il tempo che ero stata in ospedale era stata tutto il tempo lì accanto.
Mentre ero assorta dai miei pensieri pensai a Tyler: non era venuto a trovarne in ospedale nè a casa e non mi aveva chiamato e dubitavo che non avesse saputo niente perché nel nostro quartiere ci conosciamo tutti e le voci girano velocemente e infatti tutti sapevano di quello che era successo. In pochi minuti circa 15 persone erano venute a casa a sapere se era tutto a posto. Quando sono svenuta si temeva qualcosa di peggio invece si è visto presto che era solo uno stupido svenimento. Avevo leggermente sbattuto la testa vicino al marciapiede e si temeva un trauma cranico, ma alla fine e finito tutto bene.
Ripensai al mio incubo-sogno.
Era stato strano.

Mentre ero nel mio letto Louis era seduto affianco a me e non si muoveva di un centimetro. Mi addormentai un paio d'ore e quando mi svegliai lui era lì accanto nella stessa posizione di prima. Ero rimasta sbalordita dal senso di protezione che mi dava. Nonostante lo conoscessi da poco avevo capito che di lui ci si poteva fidare e che con lui io mi sentivo al sicuro. Sapevo e me lo aveva dimostrato che era innamorato di me e io lo ero di lui ma quando ero vicino a lui sentivo come un vuoto, qualcosa che mi impediva di stargli vicino come eravamo noi e di amarlo. Forse era per mia madre e Troy che stavano insieme, ma infondo erano pochi mesi di questa storia e non si poteva sapere come finiva. A questo pensiero mi rilassai un pochino.
Adesso ero più rilassata e con Louis vicino non poteva capitarmi niente.
Era steso sulla sedia girevole accanto alla scrivania con il gomito sinistro appoggiato al manico e aveva gli occhi chiusi, ma non dormiva e a ogni mio movimento apriva gli occhi per controllare se io stessi ancora nel letto o me ne fossi scappata da lui. Nonostante tutto quello che era successo ancora pensava che mi facesse paura e così era sugli attenti, con un occhio aperto e uno chiuso. Così non potevo non sentirmi al sicuro. 
Decisi di schiacciare un pisolino. Tanto ero ben controllata da quel ragazzo bellissimo. Nessuno mi aveva mai guardata come mi guardava lui, con occhi dolci, protettivi, a differenza degli altri ragazzi che mi guardavano in modo malizioso e che non erano interessati a me ma a qualcos'altro. Lui era diverso; lui mi proteggeva; lui mi aveva fatto innamorare come nessuno aveva mai fatto prima.
Adesso potevo anche chiudere gli occhi e riposare, con LUI vicino a me non mi sarebbe mai accaduto niente.
Mi ero innamorata del mio angelo custode.
***
Mi svegliai dopo un'ora di sonno e Louis era accanto a me. Pensavo che intanto si fosse addormentato ma appena mi alzai per scendere dal letto, alzò la testa e mi giardó.

'Dove vai?'
'In cucina a prendere un bicchier d'acqua'
'Aspetta ti accompagno.' Forse un pó troppo protettivo. 
Scesi giù e vidi mia mamma seduta al tavolo che puliva le verdure per la cena.
'Hey tesoro, ti sei svegliata!' Disse mamma.
'Si. Non ce la facevo più a stare nel letto.' Mi stiracchiai e andai vicino al lavandino per prendere un bicchier d'acqua.
'Stasera Troy e Louis cenano da noi. Immagino tu sia felice' disse mamma.
'Certo che sono felice!' Guardai Louis. Dalla faccia stanca che aveva dato che non dormiva da 2 giorni, si illuminarono gli occhi e il sorriso sulle labbra tornò a spiccare come sempre e mi guardava con quei suoi occhi lucenti. Io ricambiai e poi abbassai lo sguardo un pó imbarazzata davanti a mia madre che ci guardava sorridendo.
***
Mancava 1 ora alla cena e io mi dovevo cambiare.
'Mamma se non c'è nient'altro da fare io andrei a cambiarmi'. 
'Ok tesoro'
Salii di corsa di sopra e sentivo il passo leggero di Louis che mi stava dietro senza lasciarmi un attimo.
Arrivammo fuori la mia camera e io entrai e aprii subito l'armadio curiosando su cosa mettermi.
Vidi nella confusione del mio guardaroba un vestitino corto rosa chiaro che mi aveva regalato mia madre per il mio 16o compleanno e mi sembrava appropriato alla serata.
Stavo per sfilarmi la maglietta quando mi accorsi che Louis mi aveva seguito in camera e mi guardava impaziente aspettando che mi sfilassi la la maglia. 
'Hai intenzione di rimanere qui?' Domandai 
'Perchè no'
Gli lanciai un'occhiata strana.
'Dai su non mi scandalizzo'
'Non mi interessa, devi uscire!'
'Non è la prima volta che vedo una ragazza mezza nuda quindi tranquillizzati e sbrigati.' Disse un pó scocciato.
'Neanche per idea!' Urlai.
'Allora vorrà dire che lo faró io!' Si avvicinò a me e tentò di sfilarmi la maglietta mentre io combattevo per impedirglielo.

'Louis, cosa cazzo ti passa per la testa?' Gli sferrai uno schiaffo.
Hey, perchè ti agiti tanto? Cosa ho fatto infondo?'
'Hai tentato di spogliarmi'
'È allora? Che c'è che non và?'
'Come sarebbe a dire 'cosa c'è che non và'?'
Mi continuava a fissare come se gli avessi fatto chissà quale specie di torto.
'Senti, Allison, tu mi piaci, mi piaci veramente tanto e io volevo solo...'
'No, Louis tutto questo e sbagliato. Io ce l'ho un ragazzo e poi in ogni caso sarebbe sbagliato', dissi.
'Ma perchè?'
'Perchè i nostri genitori stanno insieme, noi potremmo essere fratelli', dissi con aria calma e mi sorpresi di questo.
'Ma non lo siamo'
'Non c'entra. Oh, Louis perchè non ti sforzi almeno un'pó di capire quello che intendo, eh? Tra noi non può funzionare. Punto!' Avevo cominciato ad urlare adesso.
'Quindi tra noi non c'è niente?'
'No! E non deve esserci niente. Adesso per favore esci dalla mia camera.'
Mi guardó con quei suoi occhi dolci e poi prese la giacca di jeans e di alzó.
'Ok, per questa volta hai vinto tu, ma ricordati che se pensi che questo basta a farmi dimenticare di te allora illuditi perchè non ti daró tregua.
Non dimenticarlo, mai.'
E se ne andó arrabbiato.
Ero confusa. Cosa significava? Mi avrebbe perseguitato per il resto della vita? L'idea un'pó mi piaceva.
Stavo male. Il ragazzo di cui ero totalmente innamorata mi aveva 'lasciato'. L'avevo ferito.
La realtà è che avevo paura. Paura di Tyler, di quelli che avrebbe potuto fargli. Volevo proteggere Louis. Se gli fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonata.
Mi accasciai sul letto e cominciai a piangere.
Gli avevo fatto del male. L'avevo ferito. Ora mi doveva perdonare. Doveva farlo.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6
Sono passati quattro giorni dall'ultima volta che ho visto e sentito Louis.
Non posso più vivere in questa condizione.
Non mi risponde a telefono e sono molto preoccupata.
Ho lasciato un'infinità messaggi in segreteria, finchè non ho chiamato a casa e mi ha risposto Troy, ma lui non era in casa.
Mamma è uscita da poco e dovrebbe tornare tra un'ora circa. Dovrei riuscire ad andare a casa sua e tornare prima che lei arrivi.
Preso il cellulare faccio un salto fuori, accendo la macchina e parto.
Sto superando il massimo di velocità e spero che non incontri i vigili.
In poco tempo sono arrivata a casa di Louis e la luce della cucina e accesa e si sente il volume della televisione alto. Lui ha il vizio della televisione ad alto volume. Forse è lui dentro in casa.
Tanto vale bussare e aspettare che qualcuno mi apra.
Sono rimasta molto delusa dopo l'arrivo di Troy alla porta.
 
'Ciao Troy'
'Coao Allison! Cerchi Louis?'
'Si. È in casa?'
'No, mi dispiace. È uscito qualche ora fá'. No molto come informazione.
'E sai dove è andato?'
'No, non me l'ha detto'. Difficile pensare che sia vero, dal momento che Troy e Louis hanno un buon rapporto padre e figlio. Sicuramente lui avrà detto al padre di non dire niente nel caso fossi passata io o qualche altro suo amico.
'Ok. Fra quanto tempo dovrebbe tornare?'
'Non so. Ha detto che aveva da fare e che non sarebbe tornato a pranzo. Tutto qui.' Pensava di fregarmi? Lui a me? Puáá...
'Va bene..non fa niente. Grazie comunque Troy. Ciao.'
'Ciao.'
 
Perchè tutto questo?
Perchè mi fa questo?
È ancora arrabbiato per quello che è successo due sere fà?
Cosa dovrei pensare adesso?
Non vuole più vedermi?
 
La testa mi fa male per tutte le domande che sta formulando e sento di poter scoppiare da un momento all'altro.
Sto per versare un mare di lacrime ma forse è meglio di no. Se mi annebbio la vista rischio di fare un incidente, e poi non posso farmi vedere così da mamma.
Sono appena arrivata a casa e cominciò subito a cucinare e indosso qualcosa di più comodo per stare in casa.
Due minuti e la macchina di mamma parcheggia in garage.
 
'Hey tesoro'
'Ciao mamma'
'Cucini?'
'Si. Ti piace questo'
'Mhhh....promette bene.' E sale di sopra.
 
Triiiii, triiiii.....il cellulare continua a suonare. È Jade.
 
'Ciao Allison. È una vita che non ti sento, come và?'
'Male.'
'Wow, che entusiasmo. Cosa è successo? Ancora Tyler? O Louis?' 
Mi ero quasi dimenticata di Tyler. Non lo vedo da giorni e lui é l'ultimo dei miei pensieri attualmente.
'Louis. Sono giorni che non mi risponde e sono anche andata a casa sua ma lui non c'è mai.'
'Allora distraiamoci un pó. Sta sera c'è una festa nel locale vicino casa mia. Vuoi venire?'
'A che ora?'
'Le 10:30 Pm. Co saranno tutti i nostri amici, dai vieni'. Mi sembrava una bella idea. 'Va bene', risposi 'Vieni da sola o io e Jasy ti passiamo a prendere?'
'Credo di venire da sola. Conosco bene la strada.'
'Ok, allora a dopo. Ciao!!' Sembrava entusiasta.
***
Salgo in macchina anche se con il vestito che ho messo mi risulta difficile. Un abitino azzurro corto e luccicante. Arriva sotto il sedere.
Forse è anche esagerato ma stasera ho voglia di scatenarmi e lasciare tutto alle spalle.
Arrivo in discoteca e da lontano vedo Jade e Jessy, sedute al balcone.
Voglio andare da loro peró vorrei prima andare sul cubo a ballare. Salgo e appena attacca una musica effervescente la mia serata comincia.
Eccola.
Mi scateno. Tutti mi guardano con occhi spalancati ma non ci faccio tanto caso. La testa comincia a girarmi. I numerosi coctel di questa sera cominciano a farsi sentire.
Corto in bagno a vomitare. Adesso mi sento svuotata e le gambe deboli. 
Esco dal magno dopo aver lavato la faccia e masticato qualche mentina per coprire l'onore rivoltante di alcool e vomito mischiati insieme, ma il mio fisico reagisce sempre peggio.
Gli occhi cominciano a bruciarmi e vedo tutto doppio e sfocato. La testa mi rimbomba un pó per tutte quelle schifezze che ho ingerito e un pó per la musica ad altissimo volume. La prima peró è più convincente.
La testa gira.
Sento due persone attorno a me.
'Hey, tutto bene?' Non riuscivo ha vedere la sua faccia per bene, ma da quello che riuscivo a capire era alto e con i capelli castano chiaro, mentre l'altro aveva i capelli neri ed era un pó più basso, più o meno qualche centimetro in meno a me, al contrario dell'altro che mi sovrastava.
'Hai bisogno d'aiuto?' Domandó l'altro, cioè il basso.
'Forse è meglio se ti portiamo in macchina e ti riaccompagnamo a casa. Vivi qui vicino?'
'Non molto, ma è facile arrivarci', ammisi con la voce dolorante.
Sentivo i loro occhi lussuriosi ed eccitati addosso. Volevo dividerei da loro ma ero confusa.
Arrivammo dietro la discoteca. Sentivo le loro mani stringersi sulle mie gambe esili e abbronzate e scivolare veloci sul mio seno.
'Peró, sei terribilmente eccitante' disse uno dei due.
'Si, ma credo che tu sia molto meglio senza niente addosso' disse l'altro.
'No! Lasciatemi! Lasciatemi stare! Aiutooooo! Aiuto, perfavore! Aiuta...! Stavo finendo di parlare quando sentii qualcosa di appiccicoso sulla bocca. Era un pezzo di scock. Non potevo più parlare. Mi sentii due mani forti bloccarmi le braccia. Era talmente forte da provocarmi lividi a forma di dita sul braccio. Mentre uno mi teneva le braccia ferme l'altro mi strappó il vestito di dosso e mi sfiló la biancheria intima da dosso. 
Io cercavo di urlare ma tutto quello che usciva dalla mia bocca erano dei piccoli gemiti.
Rimaneva solo la sottoveste da eliminare. In un gesto veloce riconobbi il ragazzo alto che mi strappava la sottoveste. Adesso ero del tutto nuda e il mio desiderio era quello di svenire e svegliarmi due giorni dopo così da non sentire più il dolore fisico e mentale e la vergogna di quello che stava succedendo.
Mentre i due ragazzi stavano procedendo nel loro intendo avvicinandosi al frutto del loro desiderio, un ombra si mosse veloce dietro di noi. I due ragazzi alzarono di scatto lo sguardo.
'Che cazzo state facendo!?', urló lo sconosciuto dietro di noi, prendendo per il collo della maglietta scollata il ragazzo bruno e alto che mi aveva spogliato.
'Hey amico, sta calmo. Ci stavamo sono divertendo con questa puttanella di quartiere. Ti vuoi unire a noi?'
Gli occhi del ragazzo che aveva preso per la maglietta il ragazzo alto erano neri.
'Cosa cazzo hai detto?', domandó mentre il ragazzo basso che mi teneva ferma lì guardava terrorizzato.
'Oh amico allora sei proprio ottuso! Ci stavamo solo divertendo con....' Ma non finì neanche di parlare che quei muscoli contratti sferrarono un pugno su uno zigomo del ragazzo alto che cadde a terra con il naso sanguinante e un occhi fatto male.
Fu solo il primo di una lunga serie. Si sedette su di lui e cominciò a tirarci numerosi pugni in faccia. Al quarto pugno il ragazzo sotto di lui respirava a fatica e aveva il sangue che gli usciva da tutte le parti, dal naso, dalla bocca e da uno zigomo.
Si alzò dal corpo dolorante di lui e lo prese di nuovo per il collo della maglietta ormai insanguinata.
'E allora? Hai ancora il coraggio di ripetere quello che hai detto?'
Mentre la rissa continuava il ragazzo basso che ancora mi teneva ancorata per terra mi lasció scappando via terrorizzato.
Avevo avuto il tempo di vedere quello che stava accadendo e di riconoscere i volti dei due protagonisti della lotta che stava avvenendo davanti ai miei occhi.
Vidi le pupille nere per la rabbia del ragazzo con le nocche piene di sangue. Era Louis.
Poi la voce del ragazzo alto sotto di lui parló: 'E tu stai facendo tutto questo per difendere quella puttana? Quella ha solo bisogno di essere sfruttata. Io me la sarei fatta e poi te l'avrei riportata. E tu che speri tanto in lei. È solo una puttana. Tu non l'hai vista filtrare con tutti i ragazzi qui dentro ma io si. Lascia la perdere. Puó essere solo sfruttata'
Mentre parlava continuava a tossire.
Louis fu accecato ancora di più dalla rabbia e continuó a picchiarlo fin quando il ragazzo non perse i sensi.
'Louis' dissi con la voce bassa e dolorante e piangendo. Lui si sedette vicino a me.
'Alli' disse abbracciandomi.
'Ti devo portare via di qui'.
Ero nuda, senza neanche la biancheria intima e rischiavo di morire di freddo.
Louis si tolse la giacca e me la mise sulle spalle, poi prese quello che rimaneva del mio vestito e me lo avvolse attorno alla parte bassa del mio corpo a mó di gonna.
Mi portó fino alla macchina e mi mise a sedere nel lato passeggero.
'Louis, dove andiamo?'
'A casa mia'
'Ma io voglio andare a casa mia.'
'Non se ne parla. Tua mamma non può vederti in queste condizioni. A casa mia non c'è nessuno, mio padre è uscito'
Non esitai e dopo qualche minuto...
'Non ti sei fatto vivo per giorni. Dov'eri?'
Non rispose subito e guardó avanti.
'A pensare. Avevo bisogno di forze per affrontare il tuo rifiuto e volevo stare un pó da solo senza nè vedere nè sentire nessuno. Neanche mio padre sapeva esattamente dov'ero. Gli avevo solamente detto che me ne sarei andato da qualche parte da solo e se avesse chiamato qualcuno io non c'ero. Dovevo pensare.'
'E dove sei stato?', chiesi.
'A casa di un'amico. Lui non c'è mai in casa perchè lavora dalla mattina alla sera e mi ha prestato la casa. Lui infondo veniva solo la notte quindi mi aveva prestato la camera che era di suo fratello quando ancora vivevano insieme.'
'Sei stato bene lì?', chiesi.
'Bè quel posto mi ha aiutato a pensare, peró poi ho capito che senza di te non avrei potuto vivere e allora sono tornato. Mio padre mi ha detto che mi avevi chiamato numerose volte...'
'Sono anche venuta a casa'
'Si, lo so. E sono andato subito a casa tua e tua mamma mi ha detto che eri in questo locale.'
Ero distrutta e me mentre parlava mi stesi meglio, ma i miei occhi si chiusero.
***
Aprii gli occhi e vidi l'orologio che segnava le 4:30 Pm. Avevo dormito per qualche ora.
Alzai la testa e mi vidi distesa sul letto matrimoniale di casa Tomlinson. Le luci erano spente e io ero ricoperta da un lenzuolo che avvolgeva il mio corpo totalmente nudo. Sul comodino alla mia destra c'era il contenuto della valigetta di primo soccorso con bende, cerotti, e cose così rovesciato interamente. 
Alzai ancora di più la testa ma faceva male e così mi stesi di nuovo.
Vidi Louis entrare.
'Ciao, piccola. Ti sentì meglio?' Chiese sedendosi vicino a me.
Ero ancora stordita e quando cercai di alzarmi lui mi abbassò e mi fece stendere nuovamente.
'Allison, è meglio se non ti muovi troppo o rischi di toglienti i cerotti che ti ho applicato addosso.'
'Sono ridotta così male?', chiesi.
Sospiró e... ' Tu per me sei sempre bellissima'
'Cosa mi sono fatta di preciso?'
'Hai lividi sulle braccia a forma di dita e delle ferite sulle gambe e poi...'
Perchè si era bloccato? Non capivo?
'E poi? Cos'ho?'
S'incupì in viso e poi ammise..
'Hai numerosi lividi in mezzo alle gambe, nell' inguine e...'
'Ah. Bè effettivamente mi fa male'
Mi guardava con quei suoi occhi protettivi che mi davano una senza zone speciale e mi facevano dimenticare tutto quello che era successo.
'Forse è meglio che tu dorma adesso'
'No. Non ho sonno.'
'Allora cosa vuoi fare?'
'Parlare con te. In particolare voglio chiedenti una cosa.'
Cosà?' Chiese sbuffando.
'Cosa intendevi quando ha detto che non mi avrai dato tregua'
Lui fece un risolino e poi rispose.
'Allison, io non ho mai amato nessuna come amo te e non vorrei mai perderti, anche perchè so che anche tu provi lo stesso per me, anche se non vuoi ammetterlo, ma io lo so. Ho provato a dimenticarti ma è stato tutto inutile. Più cercavo di allontanarti da me e più ti avvicinavo. Perció,cara Allison, devi sapere che d'ora in poi io non ti lasceró un minuto fin quando tu non ti rassegnerai al fatto che noi due siano fatti l'uno per l'altro e che ci apparteniamo.'
Ero rimasta a bocca aperta.
'Ah, capito'
'Cos'altro vuoi sapere?'
'Niente, peró resta con me qui. Stenditi.'
Si stese di fianco a me.
'Ho freddo. Abbracciami.
Mi abbracciò e finalmente sentii il calore sulla mia pelle.
Ero pronta a non staccarmi più da lui.
Aveva ragione. Noi eravamo fatti per stare insieme. I nostri corpi non potevano stare lontani e io sentivo di amarlo.
Stavo per addormentarmi poi mi venne in mente una cosa.
'Louis'
'Mhh'
'Come fai a sapere che ho dei lividi in mezzo alle gambe?'
La sua risata si estese per tutta la camera.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


CAPITOLO 7
Mi svegliai.
Ero nel letto. Le coperte erano avvolte al mio corpo esile.
Mi alzai. Notai che avevo addosso un pigiama che sapevo non apparteneva a me.
Mi affacciai alla porta. Scesi le scale.
Sentii parlare Louis.
-No, gliela porto io la colazione-
-Come vuole- disse una voce femminile. La cameriera.
Continuai a scendere le scale e arrivó Louis con un enorme vassoio in mano colmo di mangiare.

'Ehi ti sei alzata stavo per portarti la colazione a letto' disse.
'Grazie, ma preferisco mangiare a tavola'

Era veramente piena di roba. C'era un caffè, un succo di frutta alla pesca, il mio preferito, un cornetto alla cioccolata bianca, la mia preferita, un maffin semplice e una mela. Dopo notai che c'erano anche delle vaschette di marmellata alla fragola e all'albicocca.

'Ecco. Puoi mangiare tutto quello che vuoi.'
'Grazie, ma è decisamente troppo per me. Non riuscirei mai a finire tutto.'
'Non devi finire tutto. Devi mangiare quello che ti va di mangiare.'

Cominciai. Tutto quello che c'era là sopra era buonissimo.
Presi il caffè e mangiai il cornetto e la mela. Non ce la facevo più. Certo, peró aveva azzeccato i miei gusti.

'Mi sento gonfia.'
'Non preoccuparti. Se non hai più fame non devi mangiare altro.' disse.
'Si peró mi dispiace di aver lasciato così tanta roba.'
'ehi, ehi, ehi. Basta così. Non devi preoccuparti di niente.' Aveva la solita voce dolce e protettiva. Abbassai la testa un pó intimorita.
'Preferisci doccia o il bagno?'
'Io?'chiesi. Voleva farmi stare lì. E come mi sarei vestita se i miei vestiti erano tutti strappati? 
'Si. Devi rilassarti. Ti ho procurato dei vestiti puliti della tua taglia. Credo ti vadano. Non so se ti piacciono ma è sempre meglio di niente, no?'
Beh, effettivamente avevo proprio bisogno di lavarmi e vestirmi come si deve, peró non volevo neanche disturbare a casa di Louis. Già era tanto che ero rimasta lì a dormire.
'Louis, forse è meglio che me ne vada. Non voglio creare altro disturbo' dissi alzandomi dalla sedia.
'Ma no dove vai? Tu non crei nessun disturbo qui. E poi dove vai in pigiama?'
Beh, era vero.
'Allison, tu puoi rimanere qui quando vuoi, sei una nostra ospite. E neanche un'ospite qualunque' disse e io mi feci rossa come un peperone.
'Adesso puoi rispondere alla mia domanda? Doccia o bagno?'
'Io non ho un preferito. Peró magari faró una doccia così farò più veloce e toglieró al più presto il disturbo' dissi io. Non me ne volevo andare peró mi sembrava sempre di stare fuori posto.
'Ancora con questa storia. Tu qua sei una mia ospite e puoi rimanere tutto il tempo che desideri.' mi disse avvicinandosi e mettendomi la mano destra dietro sulla spalla per farmi sedere e con la mano sinistra spostava la sedia.
'Mara, prepari un bagno caldo per la signorina e...'disse una cosa a bassa voce alla cameriera tanto che io non riuscii a sentire. La cameriera, Mara si chiamava, annuì e saliì al piano di sopra.

A giudicare da come parlava e dai suoi movimento, ma soprattutto dalla sua disponibilità e gentilezza, sembrava simpatica. Inoltre sembrava anche molto affezionata a Louis. 
Era carina. Bassa e un pó grassottella, capelli platino raccolti e una voce dolce. Sembrava la nonna di Louis e non la cameriera di casa. Si vedeva che lavorava lì da tanti anni, forse prima che lui nascesse.
Louis rimase in piedi accanto a me è mi guardava. Oddio nn ho mai conosciuto occhi più belli, di un colore che non so definire con precisione, un azzurro-verde-grigio, che quando guardo mi sembra di perdermi nel mare. Quanto erano belli. Ma tutto era bello di lui. Quei capelli soffici, sempre pettinati al punto giusto, anche se a me piacevano di più quando erano arruffati perchè aveva un'aria più naturale. E quelle mani. Anche queste erano soffici e morbide.
E quelle braccia muscolose.
E quel fisico scolpito, che mi fa impazzire più di ogni altra al mondo. 
E quelle labbra, che ogni volta che le vedo mi viene l'acquolina in bocca , e vorrei baciarlo, toccare quelle labbra morbide e dolci come lo zucchero filato.
MA CHE STO DICENDO! Devo dimenticarmi di Louis come un fidanzato. Devo dimenticarlo. Ma come faccio se sto sempre con lui?
Continuava a guardarmi e io quasi piangevo, ma cercavi di trattenermi.

'Il bagno è pronto' disse la cameriera in un orecchio a Louis.
'Si, grazie Mara.'disse poi rivolgendosi a me 'Principessa, il bagno è pronto'
PRINCIPESSA?!? Mi aveva chiamato principessa?

Mi alzai e lui chiamó la cameriera per farmi accompagnare al piano di sopra. Lei fu molto gentile e io la ringraziai.
Entrai nel bagno.
L'atmosfera era calda, grazie alle numerose candele sparse un pó ovunque, infatti stavano sulla vasca, sopra al lavandino, per terra e sul mobile.
La vasca era riempita interamente di acqua calda. Le candele profumavano di cocco. Sul mobile c'erano due asciugamani bianchissimi appena lavati, anch'essi con profumo di cocco. La luce era spenta e tutto piacevole. 
Mi spogliai e mi immersi nella vasca. Presi la saponetta alla cannella e cominciai a spalmarla su tutto il mio corpo più di una volta, forse tre o quattro, fino a far alzare la schiuma. Alla fine posai la saponetta e mi misi più comoda con la testa poggiata sul bordo della vasca. Mi fermai a riflettere. Pensai alle mie ultime settimane trascorse a pensare a Louis. Da quando 4 settimane prima entrai in quel locale, vidi da lontano uno sguardo attento che mi squadrava, e solo per divertimento e per dimenticarmi quello che stavo passando, mi avvicinai. E lì cominciò tutto. Solo 4 settimane sono bastate per vivere quello che normalmente avrei vissuto in 6 mesi, anzi, non li avrei proprio fissuti. Se non fosse stato per lui non ci sarebbe stato l'amore, l'essere 'servita e riverita' in tutti i sensi, essere chiamata 'principessa', perchè mi avrebbero chiamata 'puttana'.
Se non fosse stato per Louis adesso io sarei in una clinica, che mi visitava le parti basse per vedere se c'era stata violenza sessuale. Adesso starei su tutti i giornali come 'la ragazza di 17 anni violentata brutalmente fuori una discoteca'. Testimoni? Zero assoluto.
Se non fosse stato per Louis, adesso starei ancora con Troy, che mi picchiava tutti i giorni. 
Cosa sarebbe diventata la mia vita? Uno straccio sporco buttato per terra?
Le lacrime cominciarono a scendere e a bagnarmi il viso, mentre quasi singhiozzavo.
E mia madre? Dopo tutta la sofferenza che ha subito, avrebbe dovuto averne un'altra? Perchè?
La gente si droga, dipende dalla droga, si fa le canne. Anche io ho una droga. Si chiama Louis. E anche questa fa male. Non fisicamente, ma sentimentalmente, perchè solo il pensiero di non poter stare con lui mi fa venire una crisi di pianto e temo di poter esplodere da un momento all'altro.
Le lacrime scendevano. Pensavo ancora alla sera prima e a quello che ho subito, o meglio che stavo per subire. Perchè poi è arrivato Louis, il MIO Louis, il MIO angelo custode, la mia unica salvezza. O dio quanto lo amo.
Persi la condizione del tempo e solo dopo mi accorsi che era trascorsa un'ora e mezza. 
Mi alzai e mi asciugai. Mi lavai la faccia per non far vedere le lacrime che erano scese. Notai che sul mobile c'erano dei vestiti. Jeans scuri e maglietta a mezze maniche rosa. Davvero carino.
Mi vestii e poi ero pronta per uscire dal bagno.
Aprii la porta e lentamente mi affacciai dalle scale. Potevo vedere solo le scarpe di Louis da quella prospettiva. 
'Allora così?' 'E dopo che devo fare?' 'Questo dove lo devo mettere?'
Stava cucinando. Louis cucina? Con la cameriera che ha, cucina?
Scesi le scale e lui mi sentì subito e girandosi:
'Ehi principessa! Già finito? Ti sei rilassata?'
Io ero sinceramente un pó imbarazzata.
'Si, tutto bene. Grazie Louis per essere stato così disponibile nei miei confronti, non eri tenuto a farlo e...io...te ne sono veramente grata'
'Non devi ringraziarmi di niente principessa. Io per te ci saró sempre e ogni volta che avrai bisogno di me basterà farmi uno squillo che io verró, verró ad aiutarti, anche dall'altro capo del mondo, io ci saró.'
Le mie guance erano diventate rosso peperone. Abbassai la testa un pó intimidita e i capelli mi caddero davanti al viso.
Intanto la cameriera se n'era andata lasciandoci soli. Aveva capito la situazione.
Lui continuó a cucinare e io continuai a guardarlo. Rimanemmo in silenzio per minuti che a me sembravano ore, finchè non parlo: 
'Ti va di rimanere qui a pranzo. Sto provando a cucinare. Non lo faccio quasi mai è mi piacerebbe che tu mi giudicassi. Senza impegno peró'
'Non lo so Louis' dissi.
'Ti prego'
Io ci pensai un pó su...
'Va bene fammi avvertire mia madre' neanche il tempo di finire la frase...
'Già fatto. L'ho avvertita io.'
Che velocità.
'Anche perchè devi assaggiare le specialità dello chef'
Mi sedetti e aspettai. Intanto parlammo.
***
'Allora pronta per assaggiare?'
'Certo'
'Allora....' Mi fece assaggiare tutto, dall'antipasto al dolce alla frutta.
'Allora? Che te ne pare? Come cucino?'
'Benissimo, davvero.' ERA VERO!
'Sono contento che ti piaccia. Ti confesso una cosa. Non ho mai provato a cucinare. È la prima volta.'
'Allora vai bene' dissi. Ci guardammo. 
Lui mi fissava con i suoi occhi azzurri. Io come al solito guardavo per terra.
'Sei bellissima' mi disse con fare dolce facendomi arrossire. Si avvicino ancora di più a me.
'Non ho mai visto una ragazza più bella di te, amore. Lo sai?' mi alzo il volto per fare in modo che lo guardassi.
'Louis, dai. Non dire così' dissi balbettando.
'Tu. Tu mi mandi in extasi.'
Prese il mio volto tra le mani e mi diede un bacio con foga. Inizialmente non feci niente. Ero confusa. Poi mi resi conto di quello che stava accadendo. Mi staccai da lui.
'Ma sei pazzo? Cosa cazzo ti è saltato in testa? Non sono una puttana che si bacia il primo che le capita a tiro. Se pensi di potermi scopare così, scordatelo!'
Lui mi guardó con una faccia sconvolta di chi sta pensando ' Cosa cazzo è successo? Mi sono perso un passaggio?' poi si mise le mani davanti al volto. 
'Cosa ti è successo Allison? Pensavo di piacerti, e invece? Perchè questa reazione?' chiese.
'No! Non mi piaci! Non voglio questo!' urlai.
'Ma cosa? Cosa ho fatto?' chiese confuso.
'Noi non possiamo stare insieme. È sbagliato, Louis.'
'Ma perchè? Io ti amo. Non ti basta?'
'No. Non mi basta. La nostra è una storia impossibile.' Le lacrime cominciarono a scendere sul viso. Mi misi le mani nei capelli disperata e piansi, piansi ancora più forte.
'Non fare così. Ci sono qui io. Tieni.' disse porgendomi un fazzoletto. Io mi asciugai le lacrime.
'Louis non ti rendi conto. Non esisterà mai un 'noi'. Forse è meglio se non ci vediamo più, così soffriremo di meno entrambi.' presi le mie cose e uscii. Lui mi venne incontro cercando di farmi ragionare ma io non volevo. Gli diedi un bacio a stampo bagnandogli le guance di lacrime e me ne andai. Lui mi tratteneva. Mi staccai.
Salii in macchina. Piangevo. Piangevo forte. Non riuscivo neanche a vedere quello che c'era davanti a me perchè gli occhi mi si erano gonfiati di lacrime. Io tenevo a Louis, cazzo! No, forse sbaglio. Così non fa bene. Io amo Louis, cazzo! Va meglio. Come non ho mai amato nessuno.
Arrivai a casa ancora piangendo. Mi accasciai sul divano che bagnai di lacrime e ci rimasi per 3 ore. 
Poi, quando mi ero ormai calmata, mi addormentai.
Foto: CAPITOLO 7
Mi svegliai.
Ero nel letto. Le coperte erano avvolte al mio corpo esile.
Mi alzai. Notai che avevo addosso un pigiama che sapevo non apparteneva a me.
Mi affacciai alla porta. Scesi le scale.
Sentii parlare Louis.
-No, gliela porto io la colazione-
-Come vuole- disse una voce femminile. La cameriera.
Continuai a scendere le scale e arrivó Louis con un enorme vassoio in mano colmo di mangiare.

'Ehi ti sei alzata stavo per portarti la colazione a letto' disse.
'Grazie, ma preferisco mangiare a tavola'

Era veramente piena di roba. C'era un caffè, un succo di frutta alla pesca, il mio preferito, un cornetto alla cioccolata bianca, la mia preferita, un maffin semplice e una mela. Dopo notai che c'erano anche delle vaschette di marmellata alla fragola e all'albicocca.

'Ecco. Puoi mangiare tutto quello che vuoi.'
'Grazie, ma è decisamente troppo per me. Non riuscirei mai a finire tutto.'
'Non devi finire tutto. Devi mangiare quello che ti va di mangiare.'

Cominciai. Tutto quello che c'era là sopra era buonissimo.
Presi il caffè e mangiai il cornetto e la mela. Non ce la facevo più. Certo, peró aveva azzeccato i miei gusti.

'Mi sento gonfia.'
'Non preoccuparti. Se non hai più fame non devi mangiare altro.' disse.
'Si peró mi dispiace di aver lasciato così tanta roba.'
'ehi, ehi, ehi. Basta così. Non devi preoccuparti di niente.' Aveva la solita voce dolce e protettiva. Abbassai la testa un pó intimorita.
'Preferisci doccia o il bagno?'
'Io?'chiesi. Voleva farmi stare lì. E come mi sarei vestita se i miei vestiti erano tutti strappati? 
'Si. Devi rilassarti. Ti ho procurato dei vestiti puliti della tua taglia. Credo ti vadano. Non so se ti piacciono ma è sempre meglio di niente, no?'
Beh, effettivamente avevo proprio bisogno di lavarmi e vestirmi come si deve, peró non volevo neanche disturbare a casa di Louis. Già era tanto che ero rimasta lì a dormire.
'Louis, forse è meglio che me ne vada. Non voglio creare altro disturbo' dissi alzandomi dalla sedia.
'Ma no dove vai? Tu non crei nessun disturbo qui. E poi dove vai in pigiama?'
Beh, era vero.
'Allison, tu puoi rimanere qui quando vuoi, sei una nostra ospite. E neanche un'ospite qualunque' disse e io mi feci rossa come un peperone.
'Adesso puoi rispondere alla mia domanda? Doccia o bagno?'
'Io non ho un preferito. Peró magari faró una doccia così farò più veloce e toglieró al più presto il disturbo' dissi io. Non me ne volevo andare peró mi sembrava sempre di stare fuori posto.
'Ancora con questa storia. Tu qua sei una mia ospite e puoi rimanere tutto il tempo che desideri.' mi disse avvicinandosi e mettendomi la mano destra dietro sulla spalla per farmi sedere e con la mano sinistra spostava la sedia.
'Mara, prepari un bagno caldo per la signorina e...'disse una cosa a bassa voce alla cameriera tanto che io non riuscii a sentire. La cameriera, Mara si chiamava, annuì e saliì al piano di sopra.

A giudicare da come parlava e dai suoi movimento, ma soprattutto dalla sua disponibilità e gentilezza, sembrava simpatica. Inoltre sembrava anche molto affezionata a Louis. 
Era carina. Bassa e un pó grassottella, capelli platino raccolti e una voce dolce. Sembrava la nonna di Louis e non la cameriera di casa. Si vedeva che lavorava lì da tanti anni, forse prima che lui nascesse.
Louis rimase in piedi accanto a me è mi guardava. Oddio nn ho mai conosciuto occhi più belli, di un colore che non so definire con precisione, un azzurro-verde-grigio, che quando guardo mi sembra di perdermi nel mare. Quanto erano belli. Ma tutto era bello di lui. Quei capelli soffici, sempre pettinati al punto giusto, anche se a me piacevano di più quando erano arruffati perchè aveva un'aria più naturale. E quelle mani. Anche queste erano soffici e morbide.
E quelle braccia muscolose.
E quel fisico scolpito, che mi fa impazzire più di ogni altra al mondo. 
E quelle labbra, che ogni volta che le vedo mi viene l'acquolina in bocca , e vorrei baciarlo, toccare quelle labbra morbide e dolci come lo zucchero filato.
MA CHE STO DICENDO! Devo dimenticarmi di Louis come un fidanzato. Devo dimenticarlo. Ma come faccio se sto sempre con lui?
Continuava a guardarmi e io quasi piangevo, ma cercavi di trattenermi.

'Il bagno è pronto' disse la cameriera in un orecchio a Louis.
'Si, grazie Mara.'disse poi rivolgendosi a me 'Principessa, il bagno è pronto'
PRINCIPESSA?!? Mi aveva chiamato principessa?

Mi alzai e lui chiamó la cameriera per farmi accompagnare al piano di sopra. Lei fu molto gentile e io la ringraziai.
Entrai nel bagno.
L'atmosfera era calda, grazie alle numerose candele sparse un pó ovunque, infatti stavano sulla vasca, sopra al lavandino, per terra e sul mobile.
La vasca era riempita interamente di acqua calda. Le candele profumavano di cocco. Sul mobile c'erano due asciugamani bianchissimi appena lavati, anch'essi con profumo di cocco. La luce era spenta e tutto piacevole. 
Mi spogliai e mi immersi nella vasca. Presi la saponetta alla cannella e cominciai a spalmarla su tutto il mio corpo più di una volta, forse tre o quattro, fino a far alzare la schiuma. Alla fine posai la saponetta e mi misi più comoda con la testa poggiata sul bordo della vasca. Mi fermai a riflettere. Pensai alle mie ultime settimane trascorse a pensare a Louis. Da quando 4 settimane prima entrai in quel locale, vidi da lontano uno sguardo attento che mi squadrava, e solo per divertimento e per dimenticarmi quello che stavo passando, mi avvicinai. E lì cominciò tutto. Solo 4 settimane sono bastate per vivere quello che normalmente avrei vissuto in 6 mesi, anzi, non li avrei proprio fissuti. Se non fosse stato per lui non ci sarebbe stato l'amore, l'essere 'servita e riverita' in tutti i sensi, essere chiamata 'principessa', perchè mi avrebbero chiamata 'puttana'.
Se non fosse stato per Louis adesso io sarei in una clinica, che mi visitava le parti basse per vedere se c'era stata violenza sessuale. Adesso starei su tutti i giornali come 'la ragazza di 17 anni violentata brutalmente fuori una discoteca'. Testimoni? Zero assoluto.
Se non fosse stato per Louis, adesso starei ancora con Troy, che mi picchiava tutti i giorni. 
Cosa sarebbe diventata la mia vita? Uno straccio sporco buttato per terra?
Le lacrime cominciarono a scendere e a bagnarmi il viso, mentre quasi singhiozzavo.
E mia madre? Dopo tutta la sofferenza che ha subito, avrebbe dovuto averne un'altra? Perchè?
La gente si droga, dipende dalla droga, si fa le canne. Anche io ho una droga. Si chiama Louis. E anche questa fa male. Non fisicamente, ma sentimentalmente, perchè solo il pensiero di non poter stare con lui mi fa venire una crisi di pianto e temo di poter esplodere da un momento all'altro.
Le lacrime scendevano. Pensavo ancora alla sera prima e a quello che ho subito, o meglio che stavo per subire. Perchè poi è arrivato Louis, il MIO Louis, il MIO angelo custode, la mia unica salvezza. O dio quanto lo amo.
Persi la condizione del tempo e solo dopo mi accorsi che era trascorsa un'ora e mezza. 
Mi alzai e mi asciugai. Mi lavai la faccia per non far vedere le lacrime che erano scese. Notai che sul mobile c'erano dei vestiti. Jeans scuri e maglietta a mezze maniche rosa. Davvero carino.
Mi vestii e poi ero pronta per uscire dal bagno.
Aprii la porta e lentamente mi affacciai dalle scale. Potevo vedere solo le scarpe di Louis da quella prospettiva. 
'Allora così?' 'E dopo che devo fare?' 'Questo dove lo devo mettere?'
Stava cucinando. Louis cucina? Con la cameriera che ha, cucina?
Scesi le scale e lui mi sentì subito e girandosi:
'Ehi principessa! Già finito? Ti sei rilassata?'
Io ero sinceramente un pó imbarazzata.
'Si, tutto bene. Grazie Louis per essere stato così disponibile nei miei confronti, non eri tenuto a farlo e...io...te ne sono veramente grata'
'Non devi ringraziarmi di niente principessa. Io per te ci saró sempre e ogni volta che avrai bisogno di me basterà farmi uno squillo che io verró, verró ad aiutarti, anche dall'altro capo del mondo, io ci saró.'
Le mie guance erano diventate rosso peperone. Abbassai la testa un pó intimidita e i capelli mi caddero davanti al viso.
Intanto la cameriera se n'era andata lasciandoci soli. Aveva capito la situazione.
Lui continuó a cucinare e io continuai a guardarlo. Rimanemmo in silenzio per minuti che a me sembravano ore, finchè non parlo: 
'Ti va di rimanere qui a pranzo. Sto provando a cucinare. Non lo faccio quasi mai è mi piacerebbe che tu mi giudicassi. Senza impegno peró'
'Non lo so Louis' dissi.
'Ti prego'
Io ci pensai un pó su...
'Va bene fammi avvertire mia madre' neanche il tempo di finire la frase...
'Già fatto. L'ho avvertita io.'
Che velocità.
'Anche perchè devi assaggiare le specialità dello chef'
Mi sedetti e aspettai. Intanto parlammo.
***
'Allora pronta per assaggiare?'
'Certo'
'Allora....' Mi fece assaggiare tutto, dall'antipasto al dolce alla frutta.
'Allora? Che te ne pare? Come cucino?'
'Benissimo, davvero.' ERA VERO!
'Sono contento che ti piaccia. Ti confesso una cosa. Non ho mai provato a cucinare. È la prima volta.'
'Allora vai bene' dissi. Ci guardammo. 
Lui mi fissava con i suoi occhi azzurri. Io come al solito guardavo per terra.
'Sei bellissima' mi disse con fare dolce facendomi arrossire. Si avvicino ancora di più a me.
'Non ho mai visto una ragazza più bella di te, amore. Lo sai?' mi alzo il volto per fare in modo che lo guardassi.
'Louis, dai. Non dire così' dissi balbettando.
'Tu. Tu mi mandi in extasi.'
Prese il mio volto tra le mani e mi diede un bacio con foga. Inizialmente non feci niente. Ero confusa. Poi mi resi conto di quello che stava accadendo. Mi staccai da lui.
'Ma sei pazzo? Cosa cazzo ti è saltato in testa? Non sono una puttana che si bacia il primo che le capita a tiro. Se pensi di potermi scopare così, scordatelo!'
Lui mi guardó con una faccia sconvolta di chi sta pensando ' Cosa cazzo è successo? Mi sono perso un passaggio?' poi si mise le mani davanti al volto. 
'Cosa ti è successo Allison? Pensavo di piacerti, e invece? Perchè questa reazione?' chiese.
'No! Non mi piaci! Non voglio questo!' urlai.
'Ma cosa? Cosa ho fatto?' chiese confuso.
'Noi non possiamo stare insieme. È sbagliato, Louis.'
'Ma perchè? Io ti amo. Non ti basta?'
'No. Non mi basta. La nostra è una storia impossibile.' Le lacrime cominciarono a scendere sul viso. Mi misi le mani nei capelli disperata e piansi, piansi ancora più forte.
'Non fare così. Ci sono qui io. Tieni.' disse porgendomi un fazzoletto. Io mi asciugai le lacrime.
'Louis non ti rendi conto. Non esisterà mai un 'noi'. Forse è meglio se non ci vediamo più, così soffriremo di meno entrambi.' presi le mie cose e uscii. Lui mi venne incontro cercando di farmi ragionare ma io non volevo. Gli diedi un bacio a stampo bagnandogli le guance di lacrime e me ne andai. Lui mi tratteneva. Mi staccai.
Salii in macchina. Piangevo. Piangevo forte. Non riuscivo neanche a vedere quello che c'era davanti a me perchè gli occhi mi si erano gonfiati di lacrime. Io tenevo a Louis, cazzo! No, forse sbaglio. Così non fa bene. Io amo Louis, cazzo! Va meglio. Come non ho mai amato nessuno.
Arrivai a casa ancora piangendo. Mi accasciai sul divano che bagnai di lacrime e ci rimasi per 3 ore. 
Poi, quando mi ero ormai calmata, mi addormentai.
 
HEYY
Buongiorno a tutti. come va? so che ci ho messo molto, anzi moltissimo tempo per pubblicare me tra la scuola, i troppissimi compiti e la palestra non ho neanche il tempo di andare in bagno ahahahhahahaah.
Va bè in quanto al capitolo spero non faccia tanto schifo. Nel caso non esitate a dirmelo  con una recensione e io aggiusterò. 
Adesso vi lascio
XD

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Quella mattina il mio risveglio non era stato dei migliori.
Ero per terra. Ero caduta quella notte e neanche me n'ero accorta. Fu la sveglia come al solito alle 8 e mezza a svegliarmi. Il dolore alla gamba era atroce quella mattina e ci misi un pó per scendere le scale di casa mia. Mentre scendevo quasi piangevo dal dolore e contavo le scale. Per un attimo ho desiderato tornare bambina e fare lo scivolo per arrivare subito giù. Ah, bei tempi! *io in casa, che per me era decisamente troppo grande, che giocavo a girare per le stanze e nascondermi per non farmi trovare da mia madre che mi urlava di vestirmi perchè doveva portarmi a scuola. Ma io non volevo e mi opponevo alla sua autorità.*
Con fatica scesi le scale di casa mia- avevo dimenticato quante fossero- e mi precipitai sulla sedia vicino al tavolo. Mia madre, che stava preparando il caffè, mi vide e cominciò a 'dare i numeri'.

'Cosa ti é successo, Allison?' urló alla mia vista poggiando violentemente la tazzina sul tavolo.
'Mi sono svegliata per terra e ho un dolore fortissimo qui' dissi indicandomi tutta la gamba, ginocchio compreso.
'Oh, io chissà che mi credevo! Tranquilla è la botta. Passerà!'
Ma guarda, non lo sapevo!! Bho!
Il caffè era pronto e mia madre ne verso un pó nella mia tazzina, porgendomela. Io aspettai che si raffreddasse e intanto cominciai a mangiare i biscotti accuratamente deposti sulla tavola. Mentre la mia colazione volgeva al termine, sentii la porta suonare. Saltai dalla sedia dallo spavento. Stavo ancora pensando a quello che era successo il pomeriggio precedente e il suono mi aveva presa alla sprovvista. 
Mi alzai dalla sedia ansimando. Aprii la porta. Il nulla. Mi affacciai a destra della casa aspettandomi di vedere qualcuno che scappava. Ma ancora il nulla. A sinistra? Il nulla. 'Chi è questo poco di buono che mi fa sti scherzi? Meglio che non si fa più vedere altrimenti lo pesto con quel piede solo che mi rimane buono!' pensai tra me e me, alterandomi e facendo peggiorare il dolore alla gamba. Mi sporsi fuori l'abitazione saltellando. 
Fortuna che c'era la cassetta della posta. Un qualcosa, non so cosa, mi aveva ostacolato facendomi inciampare. Mi bloccai tenendomi sulla cassetta.
Per terra, un mazzo di fiori. Con un bigliettino 'un bacio per ogni tuo gesto, un bacio per ogni momento passato insieme, e un altro bacio per dirti che ti amo, come non ho mai amato'. Questo era il testo del bigliettino.
Wow
Chissà chi era. Presi i fiori e entrai in casa. Presi un vaso e misi accuratamente i fiori con un pó d'acqua.
Chi poteva essere?
Dopo 5 minuti suonarono di nuovo alla porta. Ancora la persona dei fiori? Ero arrabbiata e andai ad aprire la porta.
'Ma che cazz....' 
'Hey! Sono tre giorni che non ci vediamo né ci sentiamo e mi tratti così?' disse la ragazza, entrando e posizionando la borsa sull'attaccapanni. Jade.
'Jade! Quanto tempo che non ci sentiamo. Tutto bene?'
'A me si a te? Ma chi pensavi che fosse alla porta?' mi chiese con sospetto.
'No, niente e che...' stavo finendo la frase quando mia madre ci interruppe.
'Ciao Jade, che piacere vederti! Tesoro,-disse rivolgendosi a me- io vado che il lavoro mi aspetta. A dopo.
Salutai mia mamma e mi affrettai in cucina per preparare un caffè per Jade.


'Allora? Cosa mi racconti di bello? Stai meglio dopo l'ospedale? Ma perche zoppichi?'
'Si, certo. No, niente, sono caduta dal letto e mi sono fatta male.'          ‘A chi stavi pensando?’                    ‘A nessuno! Dormivo.’
'E Louis?'
'Louis cosa?
'Louis'
'Che intendi?'
'Vi siete messi insieme?'
'Ma no!'

***

Ero a casa da sola. Jade se n'era andata da poco e ci saremo dovute incontrare dopo per una cena.
Mi lavai, mi vestii e mi truccai velocemente. La mia gamba stava meglio e adesso riuscivo a muoverla e anche a camminare, anche se faceva male, Mi era rimasto un gran livido sul ginocchio, però. Finalmente il mio motorino era a posto, ma non potevo usarlo a causa della botta, e così mi fermai a guardarlo tentata di prenderlo, ma era meglio non andarci. Dopo circa 2 minuti, arrivò Jade. Impiegammo 15 minuti per arrivare fuori al ristorante. Ci sedemmo e ordinammo.
'Prima a casa tua non siamo riuscite a parlare bene. Quindi? Cosa mi sono persa in questi giorni?'
Non avevo problemi a parlare con la mia migliore amica. Noi ci dicevamo tutto. Ci scambiavamo consigli. 
'Tante cose. Troppe cose' disse triste. Lei lo notò subito.
'Cosa è successo?'
Le raccontai tutto e ci impiegai un pó di tempo.

'Cavolo, Allison mi dispiace.'
'Non fa niente. Ormai ci convivo'
'Peró non ho capito una cosa.' disse Jade. 'Perchè non vi mettete insieme? Infondo lui ama te, tu ami lui.'
'Ma io non lo amo!' Mi stupii io stessa per la grande bugia che avevo detto. Jade mi guardo storto.
'Allison, smettila di convincerti che non lo ami perchè ti farai solo male.'
'Ma i nostri genitori stanno insieme. Siamo fratellastri.'
'Non é vero! I vostri genitori non sono sposati, di conseguenza non siete fratellastri.'
'No, Jade'                                       Dopo qualche minuto di silenzio...   'E che mi dici dei fiori? Secondo te non è stato lui?'                          'Non penso sia stato lui, Jade'         'Ma chi credi che sia stato? Uno gnomo? L'uomo invisibile? Chi? Ascoltami. E' stato lui.' 

 ***           

Intanto avevamo finito primo e secondo, anche se io non avevo mangiato molto.


'Non hai toccato cibo.' mi fece notare lei.
'Non ho fame.'
'Sei solo preoccupata'
'Certo'


***


'È stata una bella serata con te'
'Si, lo penso anche io.'

Feci per andarmene quando Jade mi chiamó...

'Allison?'
'Si?'
'Pensa a quello che ti ho detto. Su Louis, intendo. Lui è un bravo ragazzo. Non fartelo scappare'
La vidi sfrecciare verso casa sua.





heylà (?) gente, che dite? Vi piace? A me fa veramente schifo, ma diciamo che questo è solo un capitolo di passaggio che ho messo per andare avanti con la storia e non far venire la parte più bella subito.  Il capitolo fa  schifo perchè Louis non compare proprio, ma nel prossimo ci sarà, ovvio. Poi c'è un motivo per qui lui non c'è.                                 Ringrazio chi mi segue, in particolare ithinkiloveyou che recensisce tutti i miei capitoli!!  
Bacioniiiiii                              

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


La notte non riuscii a dormire bene. Pensai tutta la notte a quello che mi aveva detto Jade e non chiusi occhio.
Mi alzai circa 6 volte nella notte per andare a bere. Non riuscivo a capire se era perchè non avevo sonno o per pensare. La seconda era più plausibile.
'E se fosse vero quello che mi dice Jade? Forse é vero che mi devo lasciare andare.' pensavo 'infondo a me Louis piac....' scacciai quel pensiero e mi diressi verso il bagno.
Mi sciacquai la faccia e tornai a letto. Ma ancora il sonno non si decideva ad arrivare.
Pensavo a Louis. Cercai di ricostruire gli ultimi giorni passati insieme.
Lui che mi salvava, l'aveva fatto ben 3 volte, lui che mi baciava sul bordo della piscina mentre dormivo, lui che mi faceva il succhiotto sul collo, e lui mi amava. E poi c'erano i fiori. La convinzione che veramente era lui l'autore di quel gesto mi attraversava di continuo.
Ripensai anche a quando, entrando in casa mia, lo vidi, per la seconda volta, seduto al tavolo del salotto. Avevo sperato di non rivederlo piú. L'avevo odiato per quello che aveva voluto fare, e il pensiero che quello era il figlio del compagno di mia madre mi faceva tremare. Forse l'avevo preso per un maniaco depravato. 
Poi lo conobbi meglio. E da lui non riuscii più a staccarmi. Anche se c'erano cose che mi impedivano di stare insieme.
Tra queste mia madre. Aveva subito tante delusioni, troppe dalla morte di mio padre. Si, io le avevo dato soddisfazioni. Ad esempio il giorno del diploma. Lo feci a 17 anni appena compiuti. Avevo fatto la primina. Piangeva tutti i giorni pensando che la sua piccolina si era diplomata con il massimo dei voti.
Era sempre stata contenta di me, perché avrei dovuto darle delusioni?
Mi alzai dal letto e presi in mano il mio I-Phone. Mi sedetti sul letto. Volevo stendermi e addormentarmi ma non avevo sonno e se mi stendevo mi sarebbe capitata di nuovo la stessa cosa: quando il cellulare cade sul naso. Mi era rimasto il trauma quando qualche anno fa mi successe e mi uscii il sangue dal naso.
Mi collegai a Facebook. Mi erano arrivate numerose notifiche e anche la mia home era piena.
C'era anche un messaggio di Jade. In quel momento era l'unica connessa e così chattammo un pó. 
Poi mi addormentai. Erano le 5 del mattino.

***

Erano le 11 del mattino e io mi svegliai senza coperte, con il cellulare sul petto e con una sfilza di messaggi da Jade, che l'unica cosa che dicevano era:
'Hey ci sei???'
'Hey tutto bene???'
'Dai rispondimi...'
'Ti sei addormentata???'
'Sei caduta dal letto???'
'Ti hanno rapita???'
'...'
'...'
Tutti mandati nel giro di mezz'ora.

Posai il cellulare sul comodino e mi alzai. Scesi giù e vidi sul tavolo un bigliettino di mia madre. Questo diceva: 'Tesoro sono scesa presto. Non volevo svegliarti. Nel fornetto c'è un cornetto con cioccolata bianca. A dopo. Torno verso le 3 pM. Baci'
Andai verso il fornetto e ci trovai un cornetto gigante caldo. Lo mangiai mentre preparavo il caffè. 
Finita la colazione salii in camera e mi cambiai.

Ripensai alla sera precedente. 
Avevo pensato di andare da Louis, vedere come andava. In fondo dovevo ammetterlo: Louis mi piaceva, mi piaceva davvero tanto, ma ero troppo debole e orgogliosa per ammetterlo a me stessa. 
Ma c'era qualcuno che aveva capito.
Ero ancora indecisa peró. 

Stavo per rinunciare ad andarci, quando il telefono cominciò a vibrare sul tavolo producendo uno strano rumore. 
Risposi. Era Jade.

'Hey dormigliona!' disse lei.
'Magari. Sta notte non ho dormito.'
'E a chi pensavi? Al tuo principe azzurro?'
'Ma quale principe azzurro?' dissi io ridendo.
'Oh Allison, non far finta di niente. Intendo Louis.'
'Bè stavo pensando di andarci a parlare, peró poi ci ho ripensato.'
Appena mi sentì, cominció a urlare dal cellulare costringendomi ad allontanarlo.
'Cosa? No tu ci devi assolutamente andare. Non capisci che questa è la tua occasione. Quando ti ricapita un così bravo ragazzo che ti ama come lui ama te. È sprecato. Ci devi andare. Fregatene degli altri per una santissima volta!' 

L'orecchio cominciava a farmi male.

'Cazzo ti urli? Ho capito!' dissi io.
'Allora ti vuoi muovere? Vai da lui!'
'Jade, è tutto sbagliato. Non possiamo pensare di mandare avanti una relazione.'
'Si che potete. E adesso vai che altrimenti Louis scappa.' disse lei cercando di farmi ragionare.
'Dovrei andare secondo te?'
'Si vai corri.'
'Ok. Grazie. A dopo.'

Avevo appena capito che dovevo andare da Louis e dovevo fargli capire cosa era lui per me. 
Avevo paura. Una paura indescrivibile. Ma dovevo provarci.

Corsi al motorino e lo misi in moto. 
Mentre guidavo tremavo.

Arrivai a casa sua e di corsa mi precipitai al campanello.
Quasi immediatamente arrivó Troy ad aprirmi la porta.

'Ciao Allison! Sei qui per Louis?' disse lui con il sorriso sulle labbra come al solito.
'Si. Ci sta?' chiesi.
'Certo. È di sopra.'
'Ok grazie'
'Oh Allison puoi dire a Louis che io sto uscendo e quando vedi tua madre dille di non dimenticarsi della cena di stasera.' disse prendendo la giacca e sistemandosi davanti allo specchio dell'entrata.
'Certo. Riferirò'

Salii le scale e mi diressi verso la camera di Louis. 
Sentivo delle voci provenienti dall'interno e, essendoci la porta socchiusa, mi affacciai. Casualmente aprii la porta. Me ne pentii subito. Dentro c'era lui, ma non era solo. Si stava baciando con una ragazza. In quel momento mi cadde il mondo addosso. Non riuscivo a credere che il ragazzo che voleva stare con me a tutti i costi e che mi piaceva stesse facendo quello che io avevo davanti agli occhi.
Lui appena mi vide si stacco da lei. Potevo anche vederla meglio. Era una ragazza poco più bassa di lui, mora con gli occhi castani. Si vedeva che era tutta rifatta. Aveva due palle da bowling al posto del seno, due palloni al posto del sedere e due canotti al posto delle braccia. Si vedeva che aveva un'abbronzatura non naturale e decisamente eccessiva. Sembrava la brutta copia di Nicky Minaj.
Lui mi guardó. Io avevo il viso del pianto.

'Allison. Aspetta, posso spiegare. Io...'
'Cosa vuoi spiegare? Che ti stai baciando questa troia? Questo vuoi spiegare?' 

Intanto la ragazza si era alterata (troppo) per quello che avevo detto ed era pronta a ribattere.

'No, Allison non è come sembra è...' 
Io intanto stavo raggiungendo la porta.
'Sta zitto! Non parlare! Risparmia il fiato. Fà una cosa invece di continuare a prendermi per il culo. Vai da quella. Sta con lei. Forse ti merita di più. 
Mi dicevi che amavi solo me, che avresti fatto di tutto per stare con me. Erano tutte stronzate quindi?' dissi camminando verso la porta. La mia voce si alzava sempre di più.
Io stavo piangendo. Lui ci andava vicino.
Aprii la porta e di corsa mi affrettai a raggiungere il mio motorino parcheggiato poco lontano.

'Allison!! Allison fermati!! Aspetta!'
'Cosa cazzo devo aspettare?'
'Aspetta posso spiegarti...'
'Non voglio spiegazioni, tanto meno scuse. Vattene e lasciami sola.' dissi mentre continuavo a piangere.
'È stata lei a baciarmi. Mi sta dietro da anni e non capisce che io non la voglio, e continua a venire a casa mia. Ti prego, Allison, sai che sei tu l'unica che amo. Ti prego, credimi.'
'Come faccio a crederti se sono bastati due giorni per cadere già nelle braccia di un'altra.'
'No, Allison. Io sono innamorato di te. Solo di te. Io con te ho riscoperto cosa significa amare. Non ho mai amato qualcuno come amo te e devi capire che da quando tu sei entrata nella mia vita, tutto è cambiato. Io ti amo, Allison.'

Anche lui cominciava a piangere. Io mi fermai improvvisamente.

'A pensare che stavo venendo da te proprio per dirti che ci avevo ripensato, che forse potevamo provarci. Ma adesso? Cosa mi rimane?'
'Ti prego non andartene. Io e te possiamo stare insieme. Lo vogliamo entrambi, lo sai.'
'No. Non lo so più. Prima lo volevo. Adesso non piú. Mi hai persa per sempre, Louis.'
Salii sul motorino e misi in moto.
'Allison! Dove vai? Fermati!' Mi rincorse per un breve tratto urlandomi dietro, poi si fermó.
Mi aveva persa.
Mi aveva persa per sempre.
 
#buongiorno
eccomiii
sono finalmente tornata. Questo è il nono capitolo e spero che vi piaccia tanto tanto (ihihihi)
fatemi sapere se vi piace

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***



Ci ero rimasta di merda. 
L'avevo visto baciarsi con quella.
Lui diceva che era solo un'amica, che era innamorato di me.
Io non gli avevo creduto.
Ma perchè proprio a me? Finalmente quando avevo deciso di parlargli. Mi ero tenuta dentro di me tutto quello che provavo per lui.
Avevo nascosto l'amore che provavo nei suoi confronti. Ma allo stesso tempo lo odiavo. Si, lo odiavo. Lo odiavo perché, pur sapendo le difficoltá che avevamo in famiglia, non si era mai arreso. Non l'avrebbe fatto.
Avevo imparato a conoscerlo meglio e avevo capito che lui era fatto così. Doveva vincere a tutti i costi. Le difficoltà non erano una priorità per lui.
Ma per me si.
Il mio primo pensiero era proprio sui nostri genitori. Non potevo sperare in una separazione dei due, perchè finalmente vedevo mia madre felice. Volevo rimanesse tale.

Ero sul divano a giocherellare con il telecomando del televisore.
Erano troppo carini quei gommini dei tasti. 
Improvvisamente il mio cellulare squilló. Mi era arrivato un messaggio.

'Vieni al solito parco alle 5pm. Ti aspetto.'

Era da parte di Jade.

Stavo per andare al piano superiore per prepararmi, poi mi accorsi che erano le 2 pM e ritornai sul divano delusa.

'Tesoro, io vado. Ah sta sera esco.' disse mia madre uscendo dalla sua stanza.
'Con Troy?' 
'Si. Vado. A dopo'
'Ciao mamma. Ti voglio bene'

Mi annoiavo davvero tanto e così mi preparai e scesi. 
Essendo in anticipo feci una passeggiata per perdere tempo.
Incontrai Jasy. Ci mettemmo a parlare.
Non la vedevo da tanto e le raccontai di Louis.
Lei era, dopo di Jade ovviamente, una delle mie migliori amiche. Io, lei e Jade eravamo sempre state insieme fin da bambine. 
Continuava ad essere così
Ma il rapporto che legava me e Jade andava oltre. Molto oltre.

'Davvero? Il ragazzo della discoteca? Quello che ti ha preso al volo? Quello tosto? Allora vi siete messi insieme?' continuava a chiedermi incuriosita.
'No. È complicato. Ci sono di mezzo i nostri genitori.'

Parlammo per un pó, prima che mi accorgessi che mancavano 5 minuti all'appuntamento. 
Salutai Jasy e mi diressi quasi di corsa verso il parco.

Quando arrivai, ero convinta di trovare Jade, seduta sulla panchina di sempre ad aspettarmi.
E invece? Chi c'era? Louis.
Si alzó e venne verso di me.

'Ciao'
'Cosa vuoi?'
'Parlare'
'Io no'


Feci per andarmene ma lui mi bloccó il braccio.

'Allison! Ma sei ancora così arrabbiata. Ti ho detto che è stata lei a baciarmi. Credimi.'
'E chi me lo dice? Io ti ho visto di baciarti con quella! Non me lo sono sognato!'
'Ma è stata lei!'

Il continuavo a camminare a passo svelto e lui mi si paró davanti fermandomi.

'Mi lasci spiegare!'
'Sentiamo'

Lui tiró un sospiro...

'Ero a casa in santissima pace, quando quella è arrivata a casa mia. Ha cominciato a dire cazzate e io la stavo cacciando quando lei mi ha baciato.' disse tutto d'un fiato.
Io ci pensai un pó su...
'Devo crederci?'
'Si. Devi.'
'Ti credo. Peró non litighiamo più ti prego.'

Ci abbracciammo. Fu l'abbraccio più intenso della mia vita.
Ci fu silenzio. Lui lo ruppe.

'Allora mi hai perdonato. Non sei più arrabbiata con me.'
Io sorrisi e poi.... E quello che successe dopo fu indiscrivibile.

Le nostre labbra si unirono in un bacio appassionato.
Inizialmente il mio intento era quello di staccare le sue braccia avvinghiate alle mie, ma quel qualcosa me lo impedì.
L'avevo tanto desiderato quel momento magico.
Fu un bacio intenso. Lui con quelle labbra morbide. Mi veniva voglia di morderle.
Ma quello non fu l'ultimo bacio. Rimanemmo circa un'ora nel parco e li passammo solo a baciarci.

Quello era il giorno più bello della mia vita.

La giornata era stata bellissima, ma pultroppo era arrivato il momento di ritornare a casa.
Lui mi riaccompagnó. Volevo farlo entrare ma a momenti sarebbe tornata mia madre e così se ne andò.

Quando entrai in casa cominciai a sclerare, a saltellare, a urlare per il salotto da sola. Lanciai il giubbottoe la borsa sul divano e intanto facevo una specie di balletto da cretina.
L'eccitazione era a mille. Non potevo ancora credere che era successo veramente.

Ma la contentezza svanì. 
All'inizio non ci feci caso perchè stavo pensando ad altro.
Tutte le luci della casa erano accese.
Un giubbotto nero era appoggiato sulla sedia. Non apparteneva a me o a mia madre, poichè era da uomo.
Sul tavolo c'era una tazzina di caffè sporca e un bicchier d'acqua mezzo pieno.
Erano entrati i ladri? C'era qualcuno in casa? Ero sventatissima.
Mi avvicinai al giubbotto e sentì un profumo che mi invase e che si blocco in gola. 
Era bellissimo e dall'odore. 
Ma io conoscevo quel profumo.
'Cazzo non ci posso credere' pensai.

Salii le scale lentamente facendo attenzione a non fare rumore.

'Harry?'
A quel nome, uscì dalla mia camera un ragazzo riccio dagli occhi verdi.

'Harry!'
'Allison!'

Gli corsi incontro e mi lanciai fra le sue braccia.
Le lacrime cominciarono a scendere sul mio viso per la gioia. 

'Sei tornato! Come mai? Hai qualche impegno qui?'
'Ma no! Volevo vederti. Ne sentivo il bisogno. Sai che sto male se non ti vedo. Mi sento vuoto.' disse lui con il viso da cucciolo.
'Anche io non vedevo l'ora di vederti. Sai che ti penso sempre. Senza te non sono io.'
'Oh che amore che sei, Allison.'
'Vieni. Parliamo un pó. Cosa hai fatto in questo periodo che non ci siamo visti?' chiesi io, e scendemmo in salotto.

***

'E quindi l'hai lasciata? Harry ma perchè fai così? Non puoi pensare di trattare le ragazze che conosci in questa maniera. Ti ho sempre detto che non è giusto ma tu continui a farlo.'
'Ma non faccio niente di male. Mi diverto solo un pó.'
'Harry tu non puoi capire perchè sei uomo. Non sai l'effetto che fai alle ragazze.'
'Che effetto?'
'Esaltate. Sembrano drogate. Hanno semplicemente voglia di stuprarti come scimmie in calore'
Lui cominció a ridere. 
La sua voce roca. 
Quanto mi mancava.
'Ma perchè io sono sexy ed eccitante.'
'E smettila di dire stupidaggini. Dico sul serio, non ti compirti bene. Le fai sembrare amate e non è mai vero.'
'Mmmh..... La ragazza del mese scorso, la quartultima della lista, era carina.'
Io presi un cuscino e glielo lanciai contro. Ridemmo entrambi.

Mi mancava. Non lo vedevo da 4 mesi.
Praticamente la nostra infanzia l'abbiamo passata insieme. Che poi si era prolungata.
Da piccoli eravamo stati anche insieme. Avevamo 8 anni e ci riempivamo di baci a vicenda.
Il mio primo vero bacio era stato lui.
Da piccoli era tutto un gioco. Poi peró, quando io avevo 13 anni, lui 15, ci baciammo. Quella volta era serio. 
Fu il primo bacio.
Il primo amore, quello che non si scorda mai.
Poi improvvisamente ritornammo ad essere amici.
Infondo meglio così. Un ragazzo come lui non è fatto per le storie serie, a differenza mia. 
Io da un rapporto cercavo altro. Amore, sentimenti forti. La prima volta non doveva essere con il primo che passava, ma con una persona amata, amata veramente.
Io non l'avevo ancora fatto.
Harry era il classico tipo da 'una botta e via' che te lo porti a letto un giorno e il giorno dopo già l'ha dimenticato.
L'ho visto piangere solo una volta. Quando ci siamo lasciti. 
All'improvviso scoppió in un pianto disperato quando io gli dissi che non potevamo andare avanti.
Ma dopo quella storia eravamo diventati amici più di prima.
Forse se lui era diventato così, era solo colpa mia. 
Me ne davo sempre la colpa, ma non potevo farci niente. 
Lui non sarebbe cambiato.
A me andava bene così.
Lui era il mio migliore amico.

***

Preparai la cena.
Mamma era tornata ed era anche uscita per andare a cena con Troy.
Lei stravedeva per Harry. Era un figlio per lei.

Rimanemmo fino a tardi a parlare. 

'Anche io ti devo raccontare tante cose.'
'E cioè?'
'Mmmh lo saprai domani. Adesso sono stanca.'
Lui insistette, fin quando non ci addormentammo.

Era stata una giornata bellissima.
Finalmente io e Louis ci eravamo baciati.
Harry era tornato.
Peró di Louis non sapeva niente. Questo mi traeva preoccupazione.
 
 
#buongiorno
sono tornata! allora come vi sembra questo capitolo!? Fa schifo come molti dei miei? Fatemi sapere..
Volevo ringraziare tutti quelli che recensiscono i miei capitoli o che li leggono soltanto. Vi bacerei tutti se fosse possibile! Grazie per me questo è importante.
Avete visto c'è anche Harry...
Ho scritto la mia prima OS 'LIE'. Passate se siete interessati.
baci....
 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Il mio sonno fu turbato da Harry che mi sveglió con il suo russare.
Mi alzai dal letto e, sempre più simile ad uno zombie, mi avvicinai verso la porta. Uscì dalla mia camera e scesi nel salotto.
Due minuti dopo scese anche Harry strofinandosi gli occhi.

'Allison! Già sei sveglia? Bè sei proprio cambiata allora.' disse ridendo e avvicinandosi a me. Mi diede un lungo bacio sulla guancia e si sedette vicino a me.
Indossava un pigiama azzurro largo con una piccola ranocchietta all'altezza del petto.
Sorrisi. Glielo avevo regalato io.

'Ti sei messo il pigiama che ti ho regalato io. Ma scommetto che con quelle ragazze non ti mettevi questo, giusto?'
Lui mi guardó e abbozzo una risata.
'No, non lo metto. Anche se in realtà con loro il pigiama non lo metto proprio.'
Era fatto così. Amava fare queste battute squallide. 
Feci una smorfia e continuai a guardare il mio cellulare.
Sbuffai. Perchè non mi rispondeva??
Intanto arrivo messaggio.

'Amore va benissimo! Ma chi mi devi far conoscere?
Louis x'

Io sorrisi e appena Harry mi sentì, mi guardó e lanció l'occhio sul mio cellulare.

'Con chi messaggi?' mi chiese. 
Io risposi con un'altra domanda...
'Devo farti conoscere una persona. Sei libero oggi a mezzogiorno? Per le due torniamo, promesso.' Feci la faccia da cucciolo.

Lui mi guardó storto. Io avevo capito il motivo.

'Non so se fidarsi di te. L'ultima volta che mi hai detto così mi sono ritrovato mezzo nudo con un trans che voleva scoparmi.'

A quel ricordo risi.
Era stato pochi anni prima, d'estate. Eravamo lì con dei nostri amici. Loro volevano andare con delle ragazze , peró beccarono un trans. Harry non ne sapeva niente. Decidemmo di fargli uno scherzo. Lo portammo in una stanza con il ragazzo trans. Lui era contento perchè pensava fosse una donna poi, quando cominciarono, si rese conto e cominciò ad urlare e a scappare per la casa. Lo trovammo poco dopo chiuso in armadio.
Harry non ci aveva mai perdonato per quello.

'Ti prometto che questa volta non è così' 
'Lo spero. Anche perchè...' non aveva completato la frase e io lo guardai sospettosa 'devo dirti una cosa' disse 'ma dopo!'

Aveva sempre fatto così. Ogni volta che mi doveva dire qualcosa mi lasciava senza sapere per un tempo indeterminato che a me sembrava non passare mai.

***

Eravamo fuori al bar vicino casa. 
Era carino lì. C'era un'atmosfera tranquilla e piacevole. Le pareti erano rosa chiaro e azzurro, il mio colore preferito. Veniva voglia di entrare, anche se volevo aspettare Louis fuori.
Mi aveva mandato un messaggio dicendo che avrebbe fatto tardi a causa del traffico. 
Pultroppo, il traffico c'era eccome. La sera si sarebbe svolta la partita di calcio tanto amata. 

'Allora quando arriva la persona misteriosa?'
'Ha fatto tardi a causa del traffico. Aspettiamo.'

'Allison, dobbiamo parlare.' 
'E di cosa?' domandai con sguardo torvo bersò di lui.
'Di noi.'

Cosa voleva intendere con quel 'di noi'? Cosa c'era da dire.
Non mi era sembrato strano. Era il solito Harry.

'Di noi? Cosa significa?'
'Non far finta di niente.' Si voltó verso di me. Mise le sue mani grandi, morbide, calde attorno ai miei fianchi. Mi guardó con sguardo dolce che mi ricordava quando mi aveva confessato cosa provava per me anni prima. Brividi mi percorsero la schiena, e non riuscivo a capire se era per quei ricordi, o per il suo tocco. Staccó la sua mano sinistra dal mio fianco e accarezzó la mia folta chioma bionda e liscia.
Io spalancai gli occhi. Misi entrambi le mie mani sulle sue spalle e lo guardai dal basso.

'Allison' il suo respiro caldo mi invase.
'Harry'

Improvvisamente prese la mia testa tra le sue mani e lasció un bacio appassionato sulle mie labbra.
Io gemetti e cercai di staccarmi, ma fu inutile. Lui era troppo forte.
Harry piegava la mia testa contro la sua incurante della mia reazione.

'Allison'

Quella voce. La sua voce. La conoscevo troppo bene.
Louis.

Spinsi Harry lontano da me.
Louis mi guardava con il viso di uno che ha appena ricevuto un calcio nella pancia. Vederlo in quel modo mi aveva dato un colpo al cuore. Mi sentii un vuoto immenso al cuore. E un buco allo stomaco.
Improvvisamente mi sentii anche io come se mi avessero dato un calcio alla pancia.
L'avevo... tradito? Se si poteva dire così.
Louis mi guardó schifato. Io lo guardavo come per supplicargli di perdonarmi.
Poi mi avvicinai. Ma più mi avvicinavo, più lui si allontanava.

'No Louis. Posso spiegarti.' dicevo guardando lui e poi Harry alternando.
'Cosa devi spiegarmi? Avevi organizzato tutto.' disse squadrandomi 'Devo farti conoscere una persona' mi imitó 'allora questo mi volevi dire. Che mi avresti lasciato.'
Una lacrima scese in modo incontrollato rigandomi il viso. Contemporaneamente anche a lui. Non voleva farsi vedere, così abbassó lo sguardo e inclinó leggermente il viso di lato tirando il naso.
Io mi avvicinai appena, ma lui mi vide e alzo la testa. Aveva il viso bagnato e rosso.
In quel momento una nuova lacrima scese.
Io tesi le mani verso di lui.

'No Louis. Vieni qui ti prego. Non andartene.'

Tesi la mia mano verso la sua ma lui mi cacció. 
Gli toccai il braccio stringendolo. Lo scosse per evitare il mio tocco.

'No amore no. Ti prego rimani con me.'
'Lasciami! Non mi toccare!'
'No! Devi rimanere qui con me. Ti prego. Abbracciami.'
Si allontanó bruscamente da me.
'Allison, stai lontana da me. Mi hai deluso. Non me lo aspettavo. Stiamo insieme da ieri e già sei andata a sbaciucchianti con gli altri. Brava. Complimenti.' disse battendo le mani.
'Non è vero.' dissi singhiozzando.
Ma come facevo a negarlo? Era così evidente. Mi aveva visto baciarmi con Harry davanti ai suoi occhi e io non facevo neanche resistenza.
In quel momento avrei voluto che si aprisse una voragine sotto i miei piedi e mi risucchiasse, così da tornare indietro e non rifare più lo stesso sbaglio.
Ma non ero stata io, no? Era stato Harry a baciarmi, no? Si, era così.
Ma io? Cosa avevo fatto io? Non ero neanche stata capace di resistere. Ero sempre stata sensibile al fascino di Harry. Lui lo sapeva e usava questo per farmi cadere ai sui piedi. 

Louis fece per andarsene. Io gli corsi dietro facendo girare tutti.
Convincerlo a rimanere sembrava impossibile.
C'era troppa gente e lo persi di vista.
Dietro di me correva Harry chiamandomi.
Scansai la gente che mi diceva parole e mi lanciava bestemmie poichè feci cadere delle casse di frutta e delle borse della spesa dalle mani di alcune signore.
Ma non mi interessava. La cosa più importante della mia vita stava scappando da me e io non riuscivo a prenderla. Era come se ci fosse un burrone che porta al fuoco e io cadevo senza potermi aggrappare a niente. Mi sentivo persa. 
Arrivai all'incrocio, dove c'era meno gente, ma Louis non c'era più. Era sparito. Scappato. Scappato da me.
Harry mi raggiunse.
Io mi accasciai sul marciapiede e cominciai a piangere. La gente mi guardava. Rischiavo di farmi investire, ma in quel momento era l'ultimo dei miei pensieri. Harry si mise vicino a me. Mi toccó la spalla.
Si sedette vicino a me accarezzandomi i fianchi.
Io continuavo a piangere.
Mi alzai e cominciai a camminare con passo svelto.

'Allison, dove vai? Aspettami.'

Mi girai e gli diedi uno schiaffo.

'Che fai?'
'È per colpa tua se io adesso ho litigato con Louis. Doveva essere un incontro per fartelo conoscere e tu l'hai trasformato in un incubo. Adesso vattene. Io vado da Louis.'

Ricominciai a camminare ancora più velocemente e per poco non cadevo e mi slogavo la caviglia destra. In ogni caso procedevo per la mia strada, con Harry che stava dietro di me.
Quasi correvo per allontanarmi, ma per lui non era niente raggiungermi. Lo faceva senza neanche affaticarsi.
Mi prese per i fianchi e mi sollevó leggermente da terra.

'Lasciami!'
'Mai'
'Ho detto lasciami!'
'Mai'

Cominciai a tirare dei calci a vuoto e lo convinsi a lasciarmi.

Corsi verso la macchina e saltai sopra. 
Sfrecciai per la strada che aveva intrapreso Louis. Con un pó di fortuna l'avrei incontrato. 

Lo vidi. Scesi dalla macchina.
Lui era entrato in un bar. Lo inseguii. Sicuramente mi aveva visto arrivare, poichè scomparve di nuovo.
Vagai per un tempo lungo. Decisi di andarmene.
Mi era venuta un'idea. Mi serviva un pó di tempo peró.

Louis' pov.....

Non potevo credere ai miei occhi. Vederla tra le braccia di un altro.
La mia Allison.
La mia piccola Allison.
Perchè l'aveva fatto? Cosa le mancava?

Lei cercó di fermarmi, con il viso del pianto, con il viso di chi sta pensando: ' oddio che cazzo ho fatto'....

L'aveva fatta grossa. Eri scappato per non farmi vedere in quelle condizioni. Non volevo farmi vedere piangere.
Allison aveva chiuso con me, avevo deciso. Lo avevo promesso a me stesso. Anche se sapevo che sarebbe stato troppo difficile.

Harry's pov...

Era stata colpa mia. 
Io ero stato l'egoista di merda che rovina sempre tutto.
Io ero stato l'egoista che non aveva pensato a lei.
Come potevo pensare che lei sarebbe stata mia per sempre? Sono stato un idiota.
Era meglio se me ne sarei andato. Me ne sarei tornato da dove ero venuto.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Sfrecciai superando il limite di velocità.
Raggiunsi casa di Louis in poco tempo. 
Arrivata al cancello mi bloccai. Sapevo che stavo sbagliando. Lui non mi avrebbe più voluto vedere dopo quello che avevo fatto. Aveva ragione. Ma io non riuscivo a stare senza di lui, dovevo parlargli.
Feci un gran sospiro e proseguii. Dovevo affrontare il dolore di vederlo star male a causa mia.
Mi avvicinai al cancello, ma era chiuso,
a chiave. Lo forzai, ma invano. 
Pensai di scavalcarlo, anche se era alto almeno 4 metri.
Mi feci coraggio e appoggiai il piede destro su un'inferriata del cancello. 
Piede sinistro, piede destro, piede sinistro, piede destro, piede sinistro.....
Con numerosi passi arrivai in cima. 
Da piccola soffrivo un pó di vertigini e, anche se ormai quella sensazione di vuoto sotto di me via via era sparita, avevo ancora un pó paura. Cercai di non guardare in basso e feci la stessa cosa di prima, ma al contrario.
Arrivai per terra.
Andai verso la casa. Le luci erano tutte spente, ma si vedeva un movimento all'interno della casa. Non sapevo se fosse Louis, Troy o una delle cameriere. Sperai fosse una di loro, così mi avrebbe aperto, senza impedirmelo, a differenza di quello che sarebbe successo se avesse aperto Louis. 
Bussai. Una volta, due volte, tre volte, perfino quattro, ma niente. 
Cinque volte, sei volte, sette volte, ma niente ancora. Feci per battere la mano contro la porta, ma niente. Mi affacciai dalla finestra, ma quel movimento era terminato.
Girai attorno alla casa. Inizialmente non notai niente, poi vidi la finestra della camera di Louis e sentii un rumore. Ero sicura fosse lui. 
Giá mi ero arrampicata per il cancello di quattro metri, non mi faceva di certo paura salire per altri quattro metri. Possiamo dire che quella era la frase che ripetevo nella mia mente, ma non ne era convinta. 
Il cancello era stata un'impresa facile, ma la casa di Louis non aveva appigli dove potersi mantenere. 
Dietro di me, peró c'era un albero che superava in altezza la casa, così decisi di salirci sopra. Non ero sicura di riuscire a superare la prova, ma non potevo mollare senza neanche tentare. Dovevo sfidare la sorte.
Mi arrampicai sul albero. Arrivai all'altezza della camera di Louis. Mi sporsi il più possibile per cercare di facilitarmi il lavoro.
Ero distante poco più di un metro dal davanzale della finestra. Sapevo che non sarei mai arrivata all'interno senza neanche un graffio, ma almeno dovevo provarci. Presi lo slancio e saltai. Arrivai sul davanzale. Ormai il grosso era fatto, dovevo solo cercare di aprire la finestra. Dopo qualche tentativo, riuscii ad aprire. Stavo per entrare, ma persi l'equilibrio. 
Stavo per precipitare giù! Mi aggrappai ad un filo, che sembrava uno di quei tubi che si mettono a Natale per fare le luci, (probabilmente era quello) per evitare l'impatto troppo pesante con la terra. 
Approfittai di quel poco tempo che mi ero guadagnata, per arrampicarmi e raggiungere nuovamente la finestra. Ma il tubo non resse troppo. Si staccó dopo pochi secondi. 
Lanciai un urló.
Precipitai di pancia. Mi feci male entrambe le braccia e una gamba. Non riuscivo più a muovermi. 
Sentii dei passi svelti provenienti dalla casa. 

'Allison! Allison!'. Era Louis. 'Ma cosa hai fatto?' disse venendomi incontro e lanciandosi vicino a me.
Io gemevo dal dolore.
'Sono salita sull'albero per raggiungere la tua camera, ma sono caduta.' dissi indicando la finestra.
'Ma quella non è la mia camera. La mia camera è quella affianco!' 
Cosa? Avevo fatto tutto quello per niente?
'Vieni, entriamo in casa.'

Mi aggrappai a lui ed entrammo in casa. Mi fece sedere sul divano e andò a prendermi del giaccio.

'Dove ti fa male?'
'Qui' 
Mise il ghiaccio sulle ferite, ma io emisi un urlo di dolore. 
'Allison, forse è meglio se andiamo all'ospedale.'

Mi prese in braccio e mi fece salire in macchina per diregerci verso l'ospedale più vicino.

***

In ospedale c'era molta gente, così abbiamo dovuto aspettare ore intere. Infine il medico ci aveva chiamato e aveva detto che era una leggera contusione al braccio e alla gamba e che ero stata molto fortunata. Era vero. Potevo morire! Dovevo restare alcuni giorni a riposo.
Dopo le parole del medico peró mi ero tranquillizzata.
Ci dirigemmo verso casa di Louis. 
Mi prese in braccio e mi fece entrare.

'Amore, fa ancora molto male?'
'Si...'
'Ma mi spieghi che hai fatto?' Mi accarezzava la guancia e spostava i capelli biondi dietro l'orecchio.

Te l'ho detto! Sono salita sull'albero in giardino per raggiungere la tua camera e sono caduta.' ripetei io.

'Si ho capito ma come ti è venuto in mente di salire là sopra?'

'Volevo vederti. Non mi aprivi la porta e non sapevo come entrare. Volevo chiederti scusa e spiegarti che è stato lui a baciarmi, io non volevo. Non l'avrei mai fatto. Io ti amo, Louis.' dissi tutto d'un fiato mantenendomi il braccio.
Lui mi guardó senza dire niente, come se non trovasse le parole da dire.
Io continuai 'e non voglio che tu creda che io ti abbia tradito. Tu sei la cosa più bella che mi sia capitata. Non ti tradirei mai e poi...' Non finì quello che stavo dicendo, Louis mi prese la testa tra le mani grandi e calde e ci immergemmo in un bacio immenso. Fui sorpresa da quel gesto. Dopo quello che avevo combinato, non pensavo mi avesse perdonato senza neanche il bisogno di spendere due parole. Poi ci pensai, e mi resi conto che infondo lui mi aveva cercato tanto e non avrebbe mollato per un bacetto, anche se la mia paura era costante. Io aprii improvvisamente gli occhi contemporaneamente a lui. Incrociai quegli occhi di un colore che non ero capace a descrivere con precisione: grigi con sfumature azzurre. Mi ci perdevo dentro. 
Lui intensificó il bacio. Le sue labbra morbide. Veniva voglia di morderle. Come la prima volta. 
In quel momento mi ero accorta di essere stata una vera stupida a farlo aspettare. Io lo amavo, lo avevo sempre amato, ma non ne ero consapevole in principio, o forse lo ero anche, ma non volevo ammetterlo a me stessa. Quel pensiero mi faceva sentire in colpa. 
Louis mi strinse ancora più forte. Poi si staccó.

'Non mi interessa sapere cosa sia successo o perchè. Siamo io e te e questo mi basta.'

Stava per riprendere a baciarmi ma io lo bloccai.

'Davvero non sei arrabbiato con me?'

'Davvero. Io ti amo. Non mi interessa. Mi hai detto che non era tua iniziativa? Perfetto! Non voglio sapere nient'altro.'

E con infinita delicatezza, mi bació nuovamente.
 
 
#spaziome
ragazze/i come state? Ci ho messo un pò ad aggiornare ma alla fine eccomi qui tornata. Chi è della Campania o del Molise?? Sentita la scossa? Che paura che mi sono messa! Stavo facendo in santa pace i compiti quando mi trema la scrivania! Che paura! Comunque come vi sembra il capitolo? Se fa schifo ditemelo! 
vi saluto e ringrazio tutti quelli che mi seguono!
ciaoooo xx

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