Attrazione fatale di Melissa Miley Renga (/viewuser.php?uid=164857)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Un viaggio impossibile ***
Capitolo 3: *** Ritorno al passato (1) ***
Capitolo 4: *** Ritorno al passato (2) ***
Capitolo 5: *** Ritorno al passato (3) ***
Capitolo 6: *** Nell'epoca Sengoku ***
Capitolo 1 *** Introduzione ***
Ciao bella gente!!! Eccomi con la mia prima fanfiction, spero vi piaccia!!! Inizio con l'introduzione... Ciao ciao!! Miley
PS spero recensirete in parecchi x sapere che ne pensate, ne sarei molto felice!!! Grazie e Buona lettura
Introduzione
Ero e sono sempre stata sicura che i demoni o meglio gli “immortali”, se così si possono chiamare, non esistessero, in quanto essi nelle storie, nelle favole, vengono raccontanti spaventosamente affascinanti, ma pronti ad uccidere qualcuno, anche un essere indifeso, per il semplice gusto di uccidere o per sfamarsi del suo sangue…
Anche se sono sempre stata affascinata da queste storie sapevo fin dall’inizio che essi non esistevano… Eppure mio nonno continuava a raccontarmi queste leggende sui comuni immortali…
Iniziai a leggere tante di quelle storie che diventai ossessionata, quasi si può dire attratta e nessuno capiva o comprendeva il motivo della mia ossessione. Mia madre era disperata per me, per il mio atteggiamento, non sapeva più come comportarsi, continuava a ripetermi che quelle storie non portavano a niente e che non mi sarebbero servite mai. Ma io la ignoravo…
Tutt’ora sono ammaliata qualsiasi storia di questo genere, perché anche se so che loro non esistono sono convinta che tutte quelle storie non vengano fuori dal nulla, ma abbiano un loro valore, un loro significato: so che esiste quel posto in questo mondo dove loro ci sono, dove sono, dove loro sono pronti ad uccidere qualunque persona capace di arrivare al loro rifugio, al mondo in cui vivono, senza troppe esitazioni, senza pensare alla vita di quella persona che ormai è in trappola in quel posto dove l’aspetta solo la morte….!!!
E la certezza che questo posto esiste arriva solo quando mio nonno mi regalò una sfera rosea che sembrava solo una semplice collana, un semplice gioiello, mentre invece era una cosa preziosa chiamata Sfera dei Quattro Spiriti…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Un viaggio impossibile ***
Un viaggio impossibile
Quello
che più desideravo fare, dopo tanto tempo che stavo nella
stessa città , era fare un viaggio, cambiare aria, staccare
un po’ la spina da tutto e da tutti…!! Adoravo e
adoro tutt’ora viaggiare! Solo che ora più che mai
avrei bisogno di un viaggio… Non che da piccola non ne abbia
mai fatti, ma dopo che mio nonno si è ammalato di cancro,
mia mamma non ha più voluto saperne di andare in
vacanza…
Dice
che la cosa migliore da fare ora è pensare al futuro, al mio
futuro per poter così aiutarla nelle spese e nelle cure
mediche per il nonno. Appena avrò finita la scuola mi dovrei
trovare subito un lavoro, senza pensare ad altro che alla salute della
mia famiglia. Considerando questo punto, non ci sarà spazio
per me, per la mia vita personale e per i miei desideri…
Questo per me è frustrante! Ma come posso fare se ho una
madre ho una madre possessiva e
autoritaria nei miei confronti ?!
L’unica
cosa da fare è afforntarla. L’unica soluzione,
altrimenti non avrò la possibilità di esaudire i
miei sogni. Se non ci riesco, bè… almeno ci ho
provato.
Così
mi faccio forza e apro la porta
della camera di mia madre. E lei la trovo lì, seduta nel
letto a guardare la finestra. Non si girò nemmeno appena
entrai. Mi feci coraggio e con lo sguardo verso di lei dissi:
<<
Mamma, avrei bisogno di parlarti… >>
Lei
ancora non si girò verso di me, sembra che sia in un altro
mondo… Forse non mi ha sentito o forse sa già di
cosa le devo parlare…
Un
respiro profondo uscì dalla sua bocca e finalmente si
girò vero di me.
<<
Dimmi. Di che hai bisogno ? >> mi disse.
Io
esitai un attimo. Era il momento, lei era in ascolto per me…
sapevo che sarebbe stato l’ennesimo tentativo fallito, ma
dovevo farlo: costi quel che costi avrei ottenuto quello che volevo!
L’avrei fatto per la mia migliore amica, Sakura che da così tanto tempo
avrebbe voluto venire con me a fare un viaggio.
Abbassai
lo sguardo e fissai il pavimento. << Ecco io….
>>iniziai a dire finchè poi alla fine riuscii
a dire <<..Mi piacerebbe fare un viaggio.>>
.
Chiusi
gli occhi appena lo dissi aspettando una sua reazione. Sapevo che
sarebbe andata su tutte le furie e quindi mi aspettavo una delle sue
reazioni troppo esagerate che non arrivò. Decisi
così di riaprire gli occhi, e la vidi guardare la finestra
con aria triste o meglio… stanca. Perché stanca ?
Che sia stanca per il troppo lavoro o per la mia insistenza ?
Non
ebbi il tempo di pensarci in quanto lei parlò
<< Il nonno è malato , e tu pensi
già a voler andare via di casa ? >>
spostò lo sguardo poi su di me <<
Vuoi forse abbandonarmi, lasciarmi qui da sola ? >>
Lo
disse con quel tono triste, facendomi sentire in colpa per non aver
riflettuto sulle conseguenze. Se io fossi andata via chi si sarebbe
preso cura del nonno quando mamma non ci sarebbe stata ? Nessuno.
Primi
che potessi dir qualcosa, vidi gli occhi di mia madre inumidirsi di
lacrime. Non volevo che piangesse, non volevo che diventasse triste per
me!
Corsi
da lei e l’abbracciai. << Mamma!
>> esclamai << Hai ragione! Come ho potuto
pensarlo! >>
Mia
madre ricambiò l’abbraccio. <<
Promettimi che rimarrai sempre al mio fianco, promettimelo!
>>
Da
quando mio padre se ne andò di casa, lasciando me e mia
madre da sole, lei non fu più la mia
“mamma” di un tempo, ma cambiò
radicalmente. Non mi faceva neanche fare più le cose
che facevo tanto tempo fa quando mio padre era ancora con
noi…! Posso dire che la mia vita sociale non esisteva
più, in quanto dovevo sempre aiutare mamma nei lavori di
casa o sostituirla per sorvegliare il nonno nella sua stanza ormai
steso nel letto da giorni per il forte dolore che gli procurava la
malattia…
Restare
in casa e uscire solo per andare a scuola era davvero devastante per
me! Ma cosa potevo fare di più ?
Ne
parlai con la mia migliore amica d’infanzia nonché
compagne di scuola, Sakura. E lei mi consolò. Certo, non
riusciva a capire perché mia madre si comportasse
così. Sapevo che a differenza mia a Sakura era le era stato
dato il permesso di qualunque cosa da fare. Era stata poi lei ad
insistere a voler far un viaggio insieme, ed io ne sarei stata felice,
se solo mi fosse stato dato il permesso.
Mi
staccai dall’abbraccio di mia madre e la guardai. Sapevo che
non mi avrebbe dato retta, ma dovevo provarci.
<< So
quanto significhi per te che io resto qui. Ma ti chiedo solo un
viaggio, mamma! Non voglio andarmene da questa città, voglio
soltanto fare un viaggio, per visitare altre città, per
conoscere il mondo reale che mi circonda, niente di più! >>
Nonostante
la mia spiegazione, lei non riuscì a comprendere.
<< Ho capito. Vuoi andare da tuo padre.>>
Sbarrai
gli occhi. Come potrei mai pensare
una cosa simile quando è stato lui ad abbandonarci ?
<< No,
no. Non ho mai pensato a questo! Voglio solo viaggiare per
po’ di giorni in un’altra città.>>
Lei
ci pensò un attimo poi ripeté <<
Un’altra città… >> fece
un respiro e m’invitò a prendere posto accanto a
lei. Così mi sedetti al suo fianco. << Ok, dove
vorresti andare ?>> mi chiese.
<< Non
lo so…. >>
<< Vorresti
andarci da sola ? >>
<< No,
con una mia amica >>
<<
Non puoi partire ora e nemmeno dopo che avrai finito la scuola.
>>
<<
E perché no ?>>
<<
Perché devi pensare al tuo futuro, per poter aiutare il
nonno, poi. >>
Me
lo aspettavo che rispondesse così. Ho ancora un anno di
scuola e poi sarò maggiorenne, e dopo non ci saranno problemi.
Ma io voglio partire ora, non voglio più aspettare. Non
resisterò un altro anno…!
<<
Sai mamma, hai ragione. Devo pensare al mio futuro, ma se io partissi
quest’estate.. avrò più tempo per
pensarci, no ? >>
Era
distante pensare di partire d’ estate visto che eravamo in
pieno autunno soltanto ma almeno avrei la possibilità di
partire, ed in più mi avrebbe aiutato a riflettere per cosa
fare in futuro.
Lei
ci rifletté per qualche secondo, ma prima che potesse
rispondere fummo interrotte da una persona alla soglia della porta: il
nonno.
Entrambe
ci alzammo dal letto preoccupate. Lui alla soglia della porta che ci
guardava storto. Si reggeva in piedi da solo un po’
goffamente, ma sembrava stesse bene. Mia madre si avvicinò a
lui, mentre preoccupata disse << Cosa ci fai in piedi ?
Dovresti essere a letto! Non vedi come sei ridotto ?? Stai male! Vieni
ti accompagno in camera… >>.
Detto questo si avvicinò a lui in modo da poter
essere lì a reggerlo. Ma lui alzò una mano in
modo da far capire che non ce n’era bisogno
che l’aiutasse. Poi pronunciò un
“no” secco a mia madre. Quest’ultima si
fermò e rimase immobile.
Il
nonno poi spostò lo sguardo su di me e disse
<< Devo parlarti. >>
Lo
disse talmente serio da farmi preoccupare ancora più del
previsto. Mia madre lanciò un’occhiata perplessa a
me e poi tornò ad osservare il nonno. <<
Papà che succede ? Cioè…
sei venuto fin qui per parlare con Kagome ?? >>
continuò lei << Sarebbe bastato chiamare dalla
camera e lei sarebbe venuta! Non ti sarebbe costato fatica
così! >>
Il
nonno guardò mia madre con sguardo severo <<
Perché avrei dovuto chiamare mia nipote per farla venire in
camera a parlare, quando ancora riesco a camminare ?! >>
Ecco
la solita storia: mia madre la solita testarda ed il nonno non
è da meno. E’ giusto che si preoccupi per lui, ma
non in modo così eccessivo. Se il nonno aveva bisogno,
poteva tranquillamente venire a chiamarmi di persona, dopotutto non
è ancora messo troppo male, almeno ancora riesce a
camminare, a fatica, ma ancora ce la fa.
Mia
madre cercò di replicare, ma io l’anticipai
<< Ok, nonno! Dimmi pure. >>
Lui
ci pensò un attimo, guardò di sfuggita mia madre
poi tornò a posare l’attenzione su di me
<< Non qui. Andiamo in un posto più
tranquillo… >>
Il
suo atteggiamento mi fece intuire che non voleva che la mamma sapesse,
ma mia madre capì subito ed intervenne <<
Cos’è che non dovrei sapere ?? >>
Lui
sbuffò. << Non è che non devi
sapere, è che non vuoi capire! Ogni volta che ci provo a
parlartene, non mi vuoi ascoltare! E siccome vorrei che Kagome ne fosse
al corrente senza che tu la influenzi, preferisco parlarne solo con
lei! >>
Rimasi
perplessa. Non capivo che cosa voleva dire il nonno e perché
diceva che la mamma non gli dava retta…
Prima
che si potesse scatenare una litigata intervenni <<
Nonno, arriva al dunque! >>
Lui
un po’ titubante rimase un attimo a riflettere sul da farsi
<< Ti devo raccontare una storia… non una
semplice storia, una storia vera, la mia storia. >>
Guardai
mio nonno confusa non capendo dove volesse arrivare e non capendo che
cosa poteva servirmi parlare della sua vita passata e cosa potesse c
entrare con me.
ANGOLO AUTRICE:Ciao a
tutti!! Eccomi.... ho fatto il primo capitolo.... l'ho modificato e
rimodificato... e alla fine è venuto così....!! A
me piace molto.... e spero anche a voi!!! Voglio sapere vostre
opinioni!! Recesnsite e vado avanti!!!
P.s. ci
vediamo alla prossima puntata con "Ritorno al passato"
A presto e
grazie a tutti per aver letto! Melissa
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Ritorno al passato (1) ***
Ritorno al
passato (1)
Andai
in salotto con mio
nonno per poter parlare meglio e riuscimmo a convincere mia mamma a
poter
parlare con me, solo se lei era presente durante la conversazione.
Spero solo
che lasci che il nonno parli senza dover intervenire lei.
Ci
sedemmo davanti al
grande tavolo di legno del salotto dove di solito pranzavamo, facevamo
merenda,
dove io a volte facevo i compiti eccetera. Io di fronte a lui e mamma
di fianco
a lui.
Era
molto agitato, non
sapeva da dove partire probabilmente, perché lo vidi
abbassare lo sguardo e
pensare.
Così
decisi di iniziare io
a parlare. << Nonno, Masaru…. Tutto bene ? Che
cosa mi devi raccontare…??
>>
Finalmente
lui alzò lo
sguardo su di me. E intrappolò i suoi occhi azzurri, ormai
spenti da anni, nei
miei. << Nipotina mia…. Vorrei parlarti di
tanti anni fa…. Ormai si parla
di 50 anni fa… Ma è importante che tu sai tutta
la storia >>
Mia
madre sbuffò.
Probabilmente sapeva già la storia, e da quello che avevo
capito non credeva a
mio nonno non so per quale ragione. Quindi mi concentrai su quello che
aveva da
dirmi a me, senza pensare a cosa aveva da dire mamma.
<<
Avevo 20 anni a
quell’epoca. Abitavo in questo posto con la mia famiglia, i
tuoi bis nonni, che
tu, mia cara Kagome, non hai avuto l’opportunità
di avere incontrato. Erano
persone per bene. Che mi avevano insegnato tanto, come a custodire
questo
tempio shintoista, che un giorno spero lo potrai custodire tu. Visto
che
diventerai una sacerdotessa proprio come lo è stata e lo
è tutt’ora la mamma…. >>
Mia
madre intervenne
subito obiettando. << Ma smettila! Non esistono
più le sacerdotesse come
un tempo! Noi siamo solo semplici essere umani! Ed io non sono mai
stata una
sacerdotessa!! >>
Masaru,
mio nonno, sorrise
dalla sua affermazione. << Posso capire bene tesoro mio
che non puoi
capire: qui non hai mai sfruttato il tuo potere perché non
è possibile in quest
epoca. Ma se fossi stato dove sono stato io un tempo, potresti capire
che hai
poteri spirituali anche tu. >> disse rivolgendosi a
Katsumi, sua figlia,
ovvero mia madre.
Lei
incrociò le braccia al
petto e lo guardò sconvolta ma non cedette <<
No, non è vero! Non sai
cosa stai dicendo!! Finiamola di parlare di queste cose! Sono tutte
sciocchezze…!! >>
Io
che ero rimasta in
silenzio per tutto il tempo guardai il nonno ed intervenni
<< Cosa vuoi
dire nonno ? >>
Lui
tornò a guardarmi e
continuò. << Sai devi sapere che i miei
genitori volevano che gli
aiutassi sempre a casa a pulire, ad occuparmi della casa, del
tempio… e
soprattutto del santuario del tempio… che ogni giorno diceva
che lo dovevo
lavare per bene; annesso al santuario c’è
un’antico pozzo, come tu ben sai. E
loro mi parlavano sempre di questo pozzo. Mi raccontavano tantissime
storie al
riguardo, storie che sembravano più leggende che tramadavano
in generazione in
generazione. Mi
raccontarono che quel
pozzo veniva chiamato “pozzo mangia ossa” nel quale
un tempo se si passava
attraverso si veniva trasportati un u’altra epoca.
Precisamente nell’epoca
Sengoku. Il Sengoku, fu un epoca in cui il Giappone era diviso in tanti
piccoli
feudi costantemente in guerra tra di loro.
Tra questi schieramenti c’erano anche demoni ed
esseri mostruosi che ora
non esistono più. >>
Katsumi
era ancora
contraria a quello che diceva il Masaru, mentre io al contrario ero
attratta da
ciò che diceva volevo sapere di più. Volevo
capire dove volesse arrivare ed è
per questo che lo incitai a continuare, nonostante mia madre fosse
contraria.
Lui in risposta soddisfò il mio interesse e
continuò: << Sai anch’io a
quell’età, quando mia madre o mio padre mi
raccontavano queste storie ero poco
convinto che fossero verità. Ero solo curioso e quindi mi
interessavano, ma non
pensavo che fossero
storie vere e quindi
pensavo fossero solo storie fantastiche per farmi credere a qualcosa
che non ci
sarebbe mai stato… ma mi dovetti ricredere. Mio padre mi
illustrava spesso oggetti
sacri tramandati dall’epoca Sengoku alla nostra. Diceva che
tali oggetti dovevano
restare qui perchè così non poteva, in questo
mondo, creare nessun danno,
mentre nell’altra epoca portavano solo danno.
Un
giorno m’illustrò un
“gioello”, se così possiamo definirlo.
Sembrava un gioello normale. Una
semplice pallina rosea. Mi spiegò, invece, che non era una
semplice pallina, un
semplice gioiello. Era sì preziosa, ma un tempo era davvero
potente. La guerra
era scoppiata per colpa di quel
“gioiello”. Veniva chiamato ‘Sfera dei
Quattro Spiriti ‘ e si diceva che chi la
possedeva aumentava il suo potere. Soprattutto le persone di animo
cattivo.
Doveva essere per questo custodita da una sacerdotessa potente.
Perché solo lei
avrebbe potuto purificarla e non avrebbe causato danno
all’umanità. Ora qui in
quest epoca non aveva alcun valore e quindi poteva benissimo passare
per un
semplice “gioiello”. >>
Guardai
mio nonno sempre
più interessata alla storia e a sapere che fine avesse fatto
quel’oggetto e che
cosa potessi c’entrare io, così gli chiesi
<< Che fine ha fatto ora
quella sfera ? >>
<<
Mia cara Kagome….
Ora la sfera è qui, al sicuro. Anche se dovrebbe tornare da
dov è venuta. Non
appartiene alla nostra epoca e dev’essere riportata nel suo
mondo! Dev essere
purificata e distrutta. >>
Non
riuscii a capire. Se
lui prima aveva detto che il pozzo è sigillato come
pretendeva di doverla riportare
nell’altra epoca se non si poteva passare attraverso ? e
soprattutto come aveva
fatto a finire qui ?
Avevo
tante domande che mi
balenavano nella testa…. Ed il nonno capì che non
potevo capire finché non mi
avrebbe spiegato tutto fin dal principio.
Così
iniziò a raccontare…
ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti!! Eccomi qua con
un altro capitolo....anticipo subito che non sarebbe dovuto finire
così, l'avrei dovuto finire più avanti fino alla
fine del racconto del nonno... ma se avrei continuato sarebbe venuta
fuori un monologo, così l' ho dovuto dividere... Ancora sono
incerta se dividerlo in due o tre parti.... ma di una cosa sono sicura
la seconda parte del capitolo c'è sicuramente!! Nel prossimo
capitolo vedremo il passato del nonno Masaru. La scriverò
dalla visione del nonno per quel capitolo, non più dalla
parte di Kagome, come fare un tuffo nel passato e vedere un flashback
della sua vita!! Spero mi venga bene.... Perchè la prima
parte del racconto, i primi capitoli non mi entusiasmano molto,
perchè non succede granchè e per me è
difficile farli perchè poi sono molto noiosi e poco
movimentati... inizia a piacermi la storia dopo la fine di tali
capitoli che spero arriva presto... ad ogni modo spero che la storia vi
stia incuriosendo e che se vi annoia un pò inizialmente vi
chiedo gentilmente di portare pazienza ancora per un pò...
perchè alla fine questi capitoli servono per capire bene il
collegamento con l'altra epoca e il sussegursi di varie vicende
future...!!
Bè detto questo
spero continuate a leggere e magari se riuscite a recensirla per sapere
che ne pensate e magari darmi qualche suggerimento, sarebbe molto
gradito.... :) Ora vi lascio, ma non prima di aver ringraziato:
-chi ha recensito la storia:
* Violet_96
*vicky_luna_hacyko_93
*Vanilla_91
-chi ha aggiunto la storia
tra le preferite:
* daniela780
* gattinabianca
* inulena
* RedSonja
-chi ha aggiunto la storia
tra le seguite:
* bettyc
* daniela780
* Sofina
Ed infine ringrazio chi solo
ha letto la storia!! Spero con tutto il cuore che continuate a seguirla
e che magari se ne aggiungono altri... Un grosso bacio!
Miley
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Ritorno al passato (2) ***
Ritorno al passato (2)
La
sveglia suonò
come suo solito troppo presto. Sarei voluto restare tranquillamente a
letto,
anche perché non dovevo andare a scuola come gli altri
ragazzi della mia età.
Avevo
finito le
scuole dopo la terza media, in quanto i miei genitori volevano che mi
occupassi
del tempio shintoista all’interno della nostra casa. Volevano
che diventassi
sacerdote di quel tempio, anche se io non volevo diventarlo. Di certo
comunque
era meglio che andare a scuola!
Per
diventare
sacerdote shintoista bisognava frequentare un seminario, che
frequentavo tutti
giorni, situato vicino a casa mia.
Purtroppo
non
potevo replicare sul da farsi della mia vita futura, in quanto la
carica era
ereditaria e veniva passata esclusivamente tra famigliari.
Ebbene
sì mio
padre, Anzai, era un sacerdote, il sacerdote del tempio; i sacerdoti
shintoisti
si possono sposare ed avere figli, secondo i loro desideri; possono
essere
sacerdoti sia donne che uomini. Mia madre, Reiko, non era una
sacerdotessa, era
una semplice umana, in quanto il ruolo da sacerdotessa è ben
diverso da quello
di sacerdote: viene chiamata miko, che indicano le giovani donne che
lavorano
presso i tempi shintoisti; erano chiamate anche le cosidette
“vergini”: ragazze
adolescenti (solitamente le figlie del sacerdote) vestite con il
classico abito
bianco e rosso che assistono il sacerdote nei preparativi delle feste.
Mi
alzai di
malavoglia dal letto e mi stiracchiai; aprii le tende della finestra
per dare
luce alla stanza e notai il cielo blu senza nuvole. Un’ altra
giornata di sole
in arrivo, così ne avrei approfittato per passare un
po’ di tempo fuori.
Mi
lavai, mi
vestii e scesi le scale per arrivare in salotto dove mi attendeva
già la mia famiglia.
Fortunatamente oggi era domenica e almeno avevo un giorno di riposo dal
seminario… Ed era uno dei giorni che preferivo
perché lo passavo con la mia
famiglia e mi sarei arricchito di altre notizie interessanti riguardo a
leggende o storie fantastiche.
Mio
padre, un uomo
alto muscoloso, dagli occhi color del caffè, come i suoi
corti capelli a
caschetto, mi guardò sorridendo appena mi vide sulla soglia
della porta del
salotto. << Buongiorno Figliolo! >> mi
disse << Ti sei
svegliato finalmente… >>
Era
seduto sulla
sedia davanti alla tavola apparecchiata, in attesa che fosse servita la
colazione.
<<
Buongiorno Papà! >> lo salutai io
<< Sì sono abbastanza
sveglio…sì,
anche se avrei bisogno di un buon caffè per
svegliarmi…. >>
Sorrise
alla mia
affermazione e disse << Allora vieni qua, che ti servono
energie per
oggi…!! Ho una cosa da mostrarti,oggi! >>
Mi
incuriosì
parecchio quello che doveva mostrarmi così andai a sedermi
di fianco a lui e
feci colazione con lui, dopo che mia madre ci servì.
Dopo
aver fatto
colazione mio padre mi portò nel solito ripostiglio accanto
a casa nostra dove
tenevamo racchiusi tutti gli oggetti sacri.
E
lo vidi alla
ricerca di qualcosa di preciso. Aspettai finchè non lo vidi
con l’oggetto che
gli interessava: una scatolina marrone con sopra disegnato un simbolo
strano.
Venne
verso di me
con quello in mano. E mi guardò sorridendo.
<<
Oggi
voglio mostrarti quest oggetto prezioso. Oggi dopo 50 anni, che
è stato chiuso,
si può riaprire… Ed oggi è il giorno
che tanto aspettavo, che tanto mio padre
aspettava… >> mi disse << Mio
padre non aspettava altro. Ma
purtroppo non ha potuto essere qui ad aspettare quel giorno…
>>
<<
Di che
cosa si tratta papà ? >> gli chiesi curioso.
Lui
guardò la
scatoletta e me la porse dicendo << aprila e
vedrai… >>
Non
esitai molto e
l’aprii subito. All’interno trovai una sfera rosa.
Non capii quanto poteva
essere preziosa o sacra, finchè mio padre non
aprì bocca e diede spiegazioni
alla mia domanda mentale fatta << Viene chiamata
‘Sfera dei quattro
Spiriti’. Si dice che un tempo quest oggetto era la causa di
famose guerre di
potere nel Giappone. Perché devi sapere che
nell’epoca Sengoku esso poteva far
aumentare la forza solo a chi lo possedeva, quindi se lo contendevano a
vicenda. In particole persone con animo malvagio, addirittura demoni.
>>
Rimasi
affascinato
da tale oggetto. << Wow, che forza! Una semplice Sfera
magica potrebbe
far questo ? >>
<<
Purtroppo
una magia così rara potrebbe portare solo danno
all’umanità. Ed è quello che
accadde a quell’epoca. >>
****
L’oggetto
tanto misterioso
che Masaru ebbe tenuto in mano un tempo, ora
era nelle mani della sua nipotina. Era un oggetto troppo
prezioso per
farlo tenere a persone sbagliate. E sapeva per certo che lei sarebbe
stata la
persona giusta per poterlo tenere: doveva tenerlo una persona
d’animo puro,
possibilmente sacerdotessa. Lei sarebbe diventata sacerdotessa prima o
poi. Era
la persona adatta per questo compito.
La
sfera doveva essere
purificata, mandata dall’altra parte del pozzo e poi
successivamente distrutta
per non creare danni.
Un
tempo la venerabile
Kikyo avrebbe saputo come poter proteggere la sfera da demoni malvagi.
Ma ora
lei non era più qui e non sarebbe stata in grado di poterlo
fare.
Masaru
ricordò bene quanto
il padre non credeva molto alla leggenda di quell’oggetto.
Diceva che secondo
lui suo padre, ossia nonno di Masaru, inventava queste sciocchezze solo
per
poter compiacere al figlio. Anzai, nonostante non amasse queste
leggende e non
credesse fossero vere, le aveva comunque raccontate al figlio,
perché riteneva
che fosse una tradizione di famiglia. Il figlio in un primo momento non
sapeva
se credere o no a ciò che il padre raccontava, ma ne rimase
ugualmente
affascinato. Fu così che Anzai decise di regalare la sfera
al figlio vedendolo
così affascinato e forse quasi, si può dire,
attratto da essa. Ed infatti
Masaru era entusiasta del suo regalo: lo teneva segretamente chiuso
nella
scatolina marrone e quando voleva lo apriva, prendeva nelle mani la
pallina
rosea, e la studiava attentamente cogliendo i minimi particolari.
Un
giorno volle chiedere
l’aiuto dei Kami per sapere più informazioni.
Così si diresse al tempio con
annesso un pozzo e si mise in ginocchio con la sfera tra le mani e
pregò. Non
scordò mai cosa accadde quel giorno,
perché fu quello il giorno dove credette alle parole
tramandate di generazione
in generazione da padre a figlio. Ed è lì che
conobbe lei, la sua dea…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Ritorno al passato (3) ***
Ritorno al
passato (3)
Masaru
capì che portare la Sfera dei Quattro Spiriti era stata una
pessima idea. Ma
del resto non poteva sapere cosa sarebbe successo in seguito a quel
gesto...
Suo padre non gliene aveva mai parlato e forse non ne era nemmeno al
corrente.
Tenendo la Sfera tra le mani aveva iniziato a pregare, ma ad un tratto
un forte
vento si era alzato nel piccolo tempio. Non riuscendo a capire cosa
stesse
succedendo, Masaru aprì gli occhi e si meravigliò
alla vista del pozzo aperto:
il padre gli aveva raccontato che esso era stato sigillato da molto
tempo
poiché era un collegamento con un'altra epoca...e ci si
poteva accedere solo
con la Sfera dei Quattro Spiriti e un grande potere spirituale. Si
ritrovò a
guardare una Sfera dei Quattro Spiriti che brillava e a capire tutto.
Il vento
divenne furioso e lui non riuscì quasi a rimanere in piedi,
ma raggiunse lo
stesso il pozzo e, affacciandosi, vide soltanto buio...e nemmeno il
fondo!
Sentì una gran voglia di saltare dentro e confermare le
parole del padre, ma
sapeva che non era giusto: avrebbe dovuto scappare a gambe levate e
andare a
chiedere consiglio. Ma suo padre gli avrebbe creduto? No, si disse,
l'avrebbe
ritenuto pazzo. Non attese oltre e si gettò nel pozzo.
****
Strinsi
tra le mani la
sfera che mio nonno mi aveva dato, senza capire però che
significato potesse
avere quell’oggetto, nonostante lui mi avesse spiegato che
avesse il potere di
trasportarti in un’altra epoca, di aumentare la forza ed
esaudire qualsiasi tuo
desiderio. Ma vederla lì fra le mani che non faceva niente
di magico, era
impossibile poter capire cosa intendesse mio nonno. Sapevo che per
poter
comprendere l’utilizzo della sfera, sarei dovuta andare nel
tempietto, il posto
che odiavo di più della casa e che mi metteva inquietudine,
e fare lo stesso
procedimento che aveva fatto lui un tempo. Ma se questo era
l’unico modo per
capire bene se questa storia fosse vera , allora ci sarei andata. Ci
sarei
andata per lui.
Così
uscii dallo
sgabuzzino in cui ero dove c’erano racchiuse tutti gli
oggetti antichi e sacri
e corsi al tempio. Non feci in tempo ad aprire la porta scorrevole del
tempio
che una voce mi fermò.
<<
Non avere così
fretta, nipotina mia… >> sentii mio nonno. Mi
girai e lo guardai di
fianco all’albero secolare chiamato Goshimboku.
<< Devo raccontarti tante
altre cose prima che tu possa andare..!! >>
<<
Io stavo solo…
volevo solo verificare se… avrei potuto passarci attraverso!
>> mi
giustificai io.
Mio
nonno fece un sorriso
storto. Ed io abbassai lo sguardo, vergognandomi per il fatto di
avergli fatto
credere di non credere a lui.
<<
Anche tua madre è
come te. >> disse << Non crede a quello che
le racconto e che
racconterò a te ora…. Ma come darvi
torto… Dopotutto sono passati anni e non
avendo vissuto queste esperienze in prima persona per voi è
difficile poter
credere a ciò che dico. Tra voi due c’è
solo una piccola differenza: mentre tu
cerchi di trovare se quello che ti racconto sia vero o no, lei non ha
mai
cercato di trovare una verità a quello che le dico; lei
sostiene che sia frutto
della mia immaginazione, ed ha sempre cercato di evitare
l’argomento. >>
Guardai
mio nonno con
compassione comprendendo quanto si sia sentito inutile a tale proposito
con
lei. Ora riesco a comprendere perché lei cerca di evitare
sempre l’argomento
che abbiamo affrontato ora e riesco a capire perché non
voleva che io
sapessi. Mi
ricordai dell’inizio di tale
conversazione di quando in tutti i modi cercò di evitare che
lui parlasse di
tali leggende con me. Sulle mie scelte di vita lei mi ha sempre
influenzato
fino ad ora ed ha sempre evitato che io ascoltassi questi argomenti
perché
voleva che io non credessi al nonno. Ma questo perché ?! Non
riesco a capirlo.
E’ la mia vita potrò pensare con la mia testa una
volta tanto ?!
<<
Tu invece cerchi
conferma di quello che dico >> continuò lui
<< e anche se non mi
credi del tutto ne sei affascinata e provi a cercare la
verità >>
Gli
sorrisi. E mi avvicino
a lui a piedi dell’albero. A sua volta lui si gira verso
l’albero e l’osserva.
<< Sai questo albero è un albero secolare, un
albero antico. Voglio
proprio partire da qui la mia storia. Da questo albero. Dove ero
arrivato …? Ah
sì! Ho attraversato il pozzo. Non so per quanto tempo rimasi
sospeso in aria
prima di atterrare in fondo, ma so che prima di toccare i piedi per
terra una
luce rosea mi trasportò fino ad arrivare in fondo.
Dopodichè guardai sopra di
me e capì di essere veramente stato trasportato nel tempo.
Uscii fuori dal
pozzo e mi guardai in giro. Mi ritrovai in una foresta; poco
più avanti
riconobbi l’albero, ossia l’albero secolare proprio
questo che ora abbiamo qui
davanti. E’ tramite questo che possiamo viaggiare attraverso!
Ed è l’unico
punto in comune, oltre al pozzo, tra quest’epoca e
l’altra. >>
****
Mi
fermai sotto i
piedi del Goshimboku capendo che mio padre aveva ragione: esisteva
un’altra
epoca. Mi guardai intorno e vidi attorno a me il bosco. Il sole era
caldo in
cielo sembrava una splendida giornata d’estate, ed invece era
solo primavera.
Decisi che avrei esplorato l’ambiente per poter capire meglio
dove mi trovavo e
se magari trovavo qualcuno con cui poter parlare e chiedere
informazioni. Così
misi la strana sfera che avevo ancora tra le mani in tasca ed andai
oltre al
Goshimboku.
Camminai
per
svariati minuti finchè vidi una dolce fanciulla indaffarata
a raccogliere delle
erbe, da non accorgersi di me.
<<
Ciao…
>> iniziai io, non sapendo di preciso cosa dire. La vidi
girarsi nella
mia direzione un po’ sorpresa. E mi persi nei suoi occhi
color della notte.
<< Volevo sapere dove siamo possibilmente….
>> tornai a dirle.
Lei
in tutta
risposta mi squadrò per bene ma non mi rispose. E poi con
tranquillità, come se
non ci fossimo mai incontrati, tornò a posare
l’attenzione su quello che stava
facendo.
<<
Ehy,
scusi! Mi ha sentito, stavo parlando con
lei…>> dico in modo gentile.
Senza
degnarmi di
uno sguardo continuando a fare quello che faceva disse <<
Ci conosciamo
per caso ?! A me non sembra. Ad ogni modo mi hanno detto di non parlare
con gli
sconosciuti. >>
<<
Mi chiamo
Masaru, se può facilitare a poter parlare con questa
bellissima fanciulla
>> dico. La vedo sorridere un attimo imbarazzata
<< Ora sapendo il
mio nome, può considerarmi un conoscente….! E con
i conoscenti può parlare,
signorina ? >> chiedo sorridendo.
Lei
mise una mano
nella bocca e rise con grazia divertita da quello che le dicevo. Poi la
vidi
pensarci un attimo << Mmm… non
saprei… >> disse <<
…Forse…
>>.
Sarei
andato
avanti per ore a poter parlare con lei ma una terza voce
s’intromise.
<<
Kaede!
Insomma quante volte ti ho detto che non devi parlare con il primo
che
capita! >> urlò.
Mi
voltai e vidi
colei che aveva parlato: una giovane ragazza altrettanto bella come
l’altra ma
con lineamenti da donna più che da giovane. Indossava un
kimono da sacerdotessa
e percepii infatti subito la sua forza spirituale (in quanto mio padre
mi aveva
insegnato a distinguere).
<<
Scusa,
Somma Kikyio. >> disse l’altra timidamente ed
inchinandosi << non
accadrà più! >>
<<
D’accordo. Ora torna a casa. Io ti raggiungo subito.
>>
La
giovane che
doveva chiamarsi Kaede annuì. Ma prima di prendere la strada
opposta guardò me
di sfuggita. Poi se ne andò.
Io
seguii con lo
sguardo la direzione in cui era andata finchè poi spostai lo
sguardo sulla
sacerdotessa intenta ad osservarmi.
<<
Che cosa
vuoi ? >> disse.
La
guardai
stranito non capendo. << Niente… volevo solo
fare conoscenza e capire in
che strambo posto sono capitato. >>
<<
Bè
sicuramente questo non è un posto per te. E soprattutto non
è il posto adatto
per portare l’oggetto che hai tra le mani. >>
Guardai
la ragazza
perplesso. Come faceva a sapere che oggetto avevo in tasca ?!
<<
Quell’oggetto è pericoloso per noi attira solo
guai, ed è meglio che sparisca!
>> continuò lei << Ero stata io
stessa a portare la pace in questo
mondo facendo scomparire quell’amuleto. L’avevo
buttato in quel dannato pozzo
chiamato pozzo mangia ossa e grazie all’aiuto di un saggio
monaco ero riuscita
a sigillarlo. Ma a quanto pare dopo 50 anni dalla scomparsa il pozzo si
è
riaperto! Quindi ora che so vattene da dove sei venuto e torna nel tuo
mondo e
non tornare più qui, sono stata chiara ? >>
Non aspettò nemmeno la mia
risposta che prese e
sene andò ed io
rimasi solo in quel posto.
****
<<
E tu hai dato
retta a quella sacerdotessa, nonno ? >> chiese la mia
nipotina facendomi
ritornare alla realtà.
<<
Certo che no!
>> esclamo come se fosse un fatto ovvio. Poi specifico
continuando
<< Non sono certo il tipo da dar retta ad una
sacerdotessa qualunque!
>> sorrisi << Continuai a fare avanti ed
indietro in quell’epoca
alla nostra. Nella nostra epoca continuai ad addestrarmi da mio padre per diventare un
potente sacerdote, e
quando andavo dall’altra parte ero sempre nascosto a guardare
quella giovane
fanciulla che mi aveva attratto dal nostro primo incontro. Lei se ne
accorse
e ne fu felice. Ci
scambiavamo diversi
sguardi d’intesa…. Ma non aveva mai svelato a
quella sacerdotessa il mio
continuo spiarla. Poi sempre di nascosto iniziammo a frequentarci.
Stavamo
molto bene insieme e la nostra relazione andava a gonfie vele. Mio
padre era
all’oscuro di tale cosa, ma aveva intuito qualcosa. Un giorno
però la nostra relazione
fu in grave pericolo quando scoprii che lei era incinta. Incinta di mio
figlio.
Doveva essere una bella notizia invece non lo era in quanto lei era una
sacerdotessa e non poteva avere relazioni amorose. Così la
nostra relazione
sarebbe stata svelata al mondo intero. Le proposi di fuggire di andare
lontano
con me, di venire nella mia epoca, ma era tutto inutile. Lei non voleva
fuggire,
lei voleva stare con me senza più nascondersi dagli altri e
secondo lei
rimanere incinta era stato come un segno: che dovevamo svelare la
nostra
relazione. Ma quando la sacerdotessa, ovvero sua sorella Kikyo, lo
venne a
sapere andò su tutte le furie. Lei voleva che abortisse
perché sarebbe stato
uno scandalo per loro. Kaede, la ragazza di cui mi ero invaghito, non
voleva
spezzare la vita a quella povera creatura nel suo grembo e la
minacciò, perchè
sapeva che anche lei nascondeva una relazione con un mezzo demone e
sapeva che
diceva quelle cose solo perché era invidiosa del fatto che
lei non poteva avere
figli. Avrebbe voluto averli, ma oltre al fatto che le sacerdotesse
sono
destinate a non avere relazioni amorose, lei aveva avuto anche la
spregevole
scongiura di non poterli avere. Capivo quanto doveva soffrire. Alla
fine si
arrese alle preghiere della mia amata e accettò la mia
permanenza accanto a
Kaede. Ed è lì che cominciarono i guai. La
presenza della sfera portò scompiglio
in quel luogo di pace, milioni di demoni cercarono di impossessarsi di
essa. Ed
era tentato anche il mezzo demone al fianco di Kikyo. Ma quello da
temere di
più era un demone potentissimo di nome Naraku. Il demone
originariamente si
chiamava Onigumo ed era un brigante pieno di inganni e di odio per gli
altri;
un tempo si era miracolosamente salvato da un incendio, che
però lo aveva
sfigurato orrendamente e non poteva muoversi a causa delle fratture di
entrambe
le gambe. La stessa Kikyo lo curava ogni giorno e lui si
invaghì subito di lei.
Cominciò a bramare in maniera carnale la sacerdotessa che
non ricambiava i suoi
sentimenti. Voleva anche impossessarsi della sfera che sapeva che un
tempo era
custodita dalla stessa sacerdotessa di cui lui era innamorato. Appena
venne a
sapere del ritorno della sfera, invocò milioni di demoni
minori, che avevano
come capo un potente demone ragno, e ciò riuscì a
farlo grazie alla sua anima
corrotta; permise loro
di divorare il
suo corpo in cambio di uno nuovo, formando così un unico
corpo che prese il
nome di Naraku.
La
vita della mia amata
era in pericolo come quella del nostro piccolo. Non bastava
più la forza della sacerdotessa
insieme a quella del mezzo demone. Gli aiutai più che potevo
ma non riuscimmo
mai a sconfiggere quel demone, riuscimmo solo a farlo fuggire via ogni
volta
che si avvicinava.
Poi
passarono diversi
momenti di serenità finchè Kaede
partorì. Partorì una dolce femmina che chiamammo
Katsumi. >>
****
Rimasi
a bocca aperta da
quello che scoprii mi coprii la bocca ed esclamai << Mia
madre! >>.
Lui
sorrise felice di aver
mascherato tutto << Esattamente. >>
<<
Come sarebbe ?? >>
intervenne una terza voce. Ci girammo entrambi dalla sua parte e
vedemmo
proprio mia madre sconvolta davanti a noi. Chissà da quanto
è qui… Noi non ce
ne siamo minimamente accorti mentre eravamo assorti nel racconto.
<< Al
di là di quel pozzo c’è mia madre ??
>>
continuò indicando il tempietto incredula.
<< Come hai potuto non
dirmelo, papà! >>
<<
Io ci ho provato!
Ma tu non ne hai mai voluto sapere di queste cose, tesoro! Come avrei
potuto
dirtelo quando eri tu stessa a non volerlo sapere ?? >>
<<
Avresti dovuto
insistere, invece! >> disse amareggiata.
Lui
abbassò lo sguardo.
<< Mi dispiace. >> pronunciò
sottovoce.
Rimasimo
qualche minuto in
silenzio sconcertati dalle notizie che ci stava fornendo il nonno
finchè non
fui io stessa a rompere il silenzio << Quello che mi
chiedo è come mai ora
Katsumi e tu nonno, vi trovate qui ? Dovresti essere con la tua dolce
metà. Che
cosa è successo ? >>
Masaru
alzò lo sguardo,
ancora abbassato da prima e lo rivolse a me poi a Katsumi che lo
guardava in
attesa di una sua risposta alla mia domanda e poi tornò ad
osservarmi. <<
Le cose stavano andando parecchio bene con Kaede , quindi in teoria
sarei
dovuto rimane con lei… Ma le cose si sono complicate
dopo… >> si fermò e
fece un respiro profondo prima di continuare il racconto
<< Kikyo vedendo
che la sfera attirava troppi demoni decise che era giunto il momento di
distruggerla
del tutto. Ma per distruggerla non poteva farcela da sola, aveva
bisogno di un
monaco ed un’altra sacerdotessa per unire le forze ed andare
nel monte chiamato
monte Hakurei il posto dove era nata la sfera un tempo da una
sacerdotessa di
nome Midoriko. Avrebbero dovuto unire le forze per andare là
e distruggerla.
Trovò al suo fianco un monaco buddhista di nome Miroku molto
sensibile al
fascino femminile, un ragazzo serio e intelligente dotato di grande
saggezza e
pace interiore. Kaede sarebbe dovuta partire con loro, per completare
così l’operazione.
Ma ella non volle lasciare la piccola bimba, chissà per
quanto. Nonostante le
proteste di Kikyo della sua scelta decise di partire ugualmente
sperando che
durante il viaggio incontreranno un’altra sacerdotessa.
Così Miroku, Kikyo ed
Inuyasha ovvero il suo compagno partirono con la sfera alla volta del
monte, ma
non riuscirono ad andare molto lontano in quanto Naraku li raggiunse.
Pianificò
tutto: su Miroku lanciò una maledizione alla sua famiglia,
sul palmo della mano
destra del bonzo si formò un vortice c
ANGOLO AUTRICE:
Eccomi alla riscossa.... bè che dire. Innanzitutto mi scuso
per il ritardo tremendo ma èè stato difficile per
me completare questo capitolo. Ero quasi decisa a lasciare stare la
storia. Ma poi piano piano... l'ispirazione è arrivata. Sono
sincera non sono mmolto soddisfatta del capitolo.... ho bisogno delle
vostre opinioni quindi.... per capire se prende la storia se piace e
così poterla continuare...! Spero che il capitolo sia di
vostro gradimento... scusate in antiicipo per eventuali errori.
Ringrazio chi ha messo la storia
tra le preferite/seguite/da ricordare; ringrazio i letttori silenziosi
e chiunque lascerà una piccola recensione anche negativa!
Alla
prossima, Miley.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Nell'epoca Sengoku ***
Nell’epoca
Sengoku
<<
E
quindi è questo il posto di cui mi hai parlato ??
E’ qui che tuo nonno andava
da un’ epoca all’altra? >> mi
destò dai miei pensieri Sakura
mentre eravamo all’interno del tempietto.
Annuii con
la testa dandole la conferma. Le avevo raccontato per filo e per segno
come
stavano le cose e lei sembrava davvero eccitata dal solo racconto.
Guardammo
entrambe il pozzo ai nostri piedi sigillato ormai da tempo e ci
sembrava
veramente strano che si potesse aprire solo con una semplice sfera
rosa. Ma per
scoprirlo avremmo dovuto verificare. Ci guardammo negli occhi e poi
dissi
<< Sei pronta ? >>
Lei sorrise
e rispose convinta << Io sono sempre pronta!
>> le sorrisi di
rimando. Così non perdemmo altro tempo ed andammo a
recuperare le nostre cose.
Avevamo deciso che questo sarebbe stato i nostro viaggio: attraversare
il pozzo
e giungere all’epoca Sengoku. Salutai la mia famiglia e lei
fece altrettanto. E
con in spalla un enorme zaino giallo ed in mano cosidetta sfera dei
quattro
spiriti uscimmo fuori di casa. Non fecimo in tempo a fare un passo che
un gran
vento soffiò su di noi. Non capimmo il perchè, ma
nell’istante che il vento
continuava ad alzarsi ed a scompigliarci i capelli le porte del
tempietto
magicamente si spalancarono come se fosse un segno. Come se sapevano
che la
loro destinazione era quella. Guardai la biglia tra le mie mani che
come dalla
conferma di mio nonno aveva già preso a brillare. La strinsi
ancora di più. Non
riuscimmo nemmeno a camminare da quanto il vento continuava ad alzarsi
è come
se fosse lui a condurci. Infatti ci trasportò fino ai piedi
del tempietto.
Appena fummo dentro le porte si chiusero di scatto. Io e Federica ci
presimo
per mano e senza attendere oltre attraversammo il pozzo ritrovandoci
poi a
toccare il fondo e vedere in altro il cielo, capendo così
che eravamo arrivate
a destinazione. Scavalcammo il pozzo e
ci trovammo nel
verde della
foresta. << Wuao! >> esclami entuiasta
guardandomi attorno <<
Allora aveva ragione il nonno! Esiste veramente un passaggio dalla mia
epoca a
questa. >>
<<
Già
>> annuìi lei
poi si fermò a
guardare in lontananza una figura << ha detto anche che
avremmo tovato
visite ? >>
Guardai la
mia amica perplessa e poi spostai l’attenzione su
ciò che in lontananza aveva
visto: poco più distante da noi una ragazza con i capelli
neri legati in un
champignon alto, un Kimono a righe trasversali bianche e viola con una
fantasia
geometrico-floreale ed un ventaglio in mano. Prima che potessi dire
qualcosa fu
lei a parlare.
<<
Kanna… è lei la ragazzina, vero ?
>> chiese parlando con qualcuno che non
riuscimmo a capire subito finchè non apparve a qualche
centimetro di distanza
da lei un’altra ragazza di bassa statura con lunghi capelli
bianchii, occhi
neri neri, ed un Kimono bianco con qualche riflesso azzurro argento.
<<
Sì,
sì. È lei. Ha la sfera dei quattro spiriti
>> rispose quest’ultima.
Strinsi
ancor di più la sfera tra le mie mani appena
pronunciò quelle parole e poi
intervenni << Cosa volete ?? >>
Indietreggiammo
sia io che la mia amica vedendo che le due donne si erano avvicinate.
<<
E’
ora che di farti conoscere il nostro padrone, ora che sei finalmente
qui,
ragazzina. >> rispose la prima.
Rimasi
immobile, impietrita dal loro sguardo, mentre loro ci conducevano
chissà in
quale posto misterioso.
****
Sentii
l’odore insopportabile di quella donna e da lì
capii che era ricomparsa con lei
pure la sfera. Sapevo che ben presto sarebbe stata nelle mie mani.
Così appena
ebbi la certezza di dove fosse mandai i miei seguaci a prenderla: bon
avrebbero
mai disobbedito ai miei ordini e tra qualche minuto avrebbero portato
la dolce
fanciulla con la sua amichetta qui al castello. Da lì
sarebbe partito il mio
piano: lei sarebbe stata nelle mie mani con i suo poteri da Miko e on
essa
anche la sfera. Sentivo già la vittoria in pugno. Non capivo
solo perché Kagura
e Kanna ci
mettessero così tanto. Che
sia andato storto qualcosa ?! Non può essere.
Le mie
preoccupazioni cessarono appena le mie narici sentirono troppo vicino
quell’odore tanto sgradevole che dalla morte di Kikyo non si
sentiva più
ormai….
****
Non capisco
che ci trovi di così tanto entusiasmante a dover catturare
una femmina il mio
padrone. Certo ha la sfera tutto qua. Bastava quindi anche solo
fregargliela in
un momento in cui lei era distratta ed era fatta! Invece a Naraku non
bastava…. Voleva pure lei tra
noi. Sarebbe diventata una di noi… Forse quello che non
notai subito, ma che mi
fece notare mia sorella Kanna, era la certa somiglianza con la
sacerdotessa
Kikyo. Allora dà questo la cosa era logica: la ragazza
sicuramente aveva poteri
da Miko e poteva essere utile in tutto. Anche se a me sembrava una
femmina
qualunque umana. Forse lei sarebbe stata in grado di distruggere
finalmente
Naraku e la sfera stessa., ma potevo pensare ad una cosa simile mentre
il mio
padrone aveva nelle sue mani il mio cuore ? Non avrei trovato via di
scampo, se
fosse morto il mio signore, sarei morta anche io e Kanna insieme a lui,
visto
che ci ha creato. E solo con la nostra morte avrei ritrovato la mia
libertà…..
****
Mi
girai e rigirai
più volte nel letto, ma
non riuscii a chiudere occhio… Era da giorni che non
riuscivo a dormire. Kikyo
sapevo che era preoccupata per me. Mi chiedeva ogni sera avevo bisogno
di
qualcosa, una camomilla, una qualsiasi cosa ed addirittura si era
proposta di
farmi compagnia la notte stando nel letto abbracciata con lei e stare
svegli.
Ma ogni sera io le rispondevo di “no”. Non volevo
che perdesse anche lei sonno,
quando lei era ancora più debole del solito con quel corpo
tra la vita e la
morte che non trasmetteva più calore dopo la sua morte. Ero
consapevole che
appunto per questo il nostro amore si stava consumando. Me lo diceva
pure
Miroku bonzo, pervertito com’era, capiva che qualcosa tra noi
era cambiato, che
non c’era più passione. E fu sempre lui a
chiedermi chiedermi da quanto tempo
io e Kikyo non facevamo più l’amore.
Già da quanto…? Da quando per colpa e per
merito di quella strega che
credeva che
Kikyo se sarebbe tornata in vita, sarebbe tornata con lei anche la
sfera, così
era riuscita a riportarla in vita, ma della sfera nessuna traccia. Io
ero
felice che lei fosse ancora con me, tanto che quella notte festeggiai
accogliendola sotto le lenzuola… Ma non fu come le altre
volte, sembrava quasi
come se facessi l’amore con un morto e questo mi faceva
vomitare… Così non lo
confessai alla mia amata, ma feci intendere a lei che mi bastava averla
accanto
così, perché io so ancora so di amarla…
Finchè
non
sentii quell’odore che ho tanto amato da tempo e che era
cessato a causa della
morte della mia amata. Non capivo, se lei era qui con me chi poteva
emanare un
odore così simile al suo ? Convocai gli altri, ma nessuno
capì la mia
preoccupazione ed il mio desiderio di capire chi fosse… Ma
riuscirono a
percepire l’aura velenosa di quel maledetto Naraku, che da
tempo non si faceva
più vivo, si stava alzando. Colui che uccise Kikyo. Dovevo
ancora vendicarmi,
perciò che l’aveva fatto. Senza pensarci su troppo
ci dirigemmo al castello di
naraku per cercare di capire che stesse tramando lasciando da sola a
casa la
mia amata Kikyo.
****
La Sfera dei
Quattro Spiriti è tornata. Se Naraku ha
aumentato la sua aura velenosa, questo vuol dire solo una cosa: ha un
piano.
Hanno voluto
lasciarmi a casa, soprattutto ha insistito il
mio amato Inuyasha che è ancora preoccupato da quella volta
che Naraku né ha approfittato
in un momento di debolezza e mi aveva attaccato uccidendomi. Da allora
Inuyasha
si preoccupa per me. E’ diventato troppo protettivo nei miei
confronti e non si
preoccupa nemmeno di sé stesso da quanto è preso
a farmi sentire a mio agio. Il
punto è che non mi sento più a casa mia, sembra
come se fossi diversa, infatti
non sono più la stessa, visto che mi trovo tra la vita e la
morte.
Anche se
Inuyasha non lo dà a vedere so che la nostra storia
è sul punto di crollare… Lui non lo ammetterebbe
mai, ma sembra come se gli
facessi ribrezzo. Come l’ultima volta che fecimo
l’amore, era come se fosse
disgustato dopo averlo fatto, tanto che da quel giorno non mi
toccò più.
E fu questo che
consumò la nostra storia, quello che non
avrei mai voluto che accadesse….
Quello che mi
fece arrabbiare più di tutto è che lui
è andato
alla ricerca della sfera senza di me, e che inoltre è
riuscito a percepire con
il suo fiuto un altro odore che io non percepisco, ma che lui
percepisce
benissimo e lo riconosce alla perfezione: il mio odore. Quello che un
tempo
avevo io quando ero ancora viva. Chi poteva emanare il mio stesso odore
? E poi
mi balenò la risposta nella mente: solo colei che
è la mia reincarnazione.
Questo non avrebbe portato niente di buono alla nostra relazione.
L’unica
cosa che posso fare ora è attendere il mio amato qui
e pregare che sto che sta per succedere non avvenga…
Salve eccomi qui.... ad
aggiornare....!! Che dire stiamo entrando nella storia come vedete
spero che sia interessante i pensieri di ognuno che non vi ho
creato confusione e che capite chi è il narratore dei
pensieri di questo capitolo... Pensavo di continuare così
speramdo sdi non scombussolare troppo da persona a pesona, ma serve per
spiegare meglio la storia...!!
Il prossimo capitolo
è in lavorazione e spero che presto arriverà il
seguito, spero che nel frattempo recensite facendomi sapere una vostra
opinione! Grazie infinite pe chi continua a seguire o anche solo per
chi legge silenziosamente...!
Bacio, Miley.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=2367710
|