Attrazione fatale

di Melissa Miley Renga
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Un viaggio impossibile ***
Capitolo 3: *** Ritorno al passato (1) ***
Capitolo 4: *** Ritorno al passato (2) ***
Capitolo 5: *** Ritorno al passato (3) ***
Capitolo 6: *** Nell'epoca Sengoku ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Ciao bella gente!!! Eccomi con la mia prima fanfiction, spero vi piaccia!!! Inizio con l'introduzione... Ciao ciao!! Miley
PS spero recensirete in parecchi x sapere che ne pensate, ne sarei molto felice!!! Grazie e Buona lettura

Introduzione
Ero e sono sempre stata sicura che i demoni o meglio gli “immortali”, se così si possono chiamare, non esistessero, in quanto essi nelle storie, nelle favole, vengono raccontanti spaventosamente affascinanti, ma pronti ad uccidere qualcuno, anche un essere indifeso, per il semplice gusto di uccidere o per sfamarsi del suo sangue…

Anche se sono sempre stata affascinata da queste storie sapevo fin dall’inizio che essi non esistevano… Eppure mio nonno continuava a raccontarmi queste leggende sui comuni immortali… Iniziai a leggere tante di quelle storie che diventai ossessionata, quasi si può dire attratta e nessuno capiva o comprendeva il motivo della mia ossessione. Mia madre era disperata per me, per il mio atteggiamento, non sapeva più come comportarsi, continuava a ripetermi che quelle storie non portavano a niente e che non mi sarebbero servite mai. Ma io la ignoravo…

Tutt’ora sono ammaliata qualsiasi storia di questo genere, perché anche se so che loro non esistono sono convinta che tutte quelle storie non vengano fuori dal nulla, ma abbiano un loro valore, un loro significato: so che esiste quel posto in questo mondo dove loro ci sono, dove sono, dove loro sono pronti ad uccidere qualunque persona capace di arrivare al loro rifugio, al mondo in cui vivono, senza troppe esitazioni, senza pensare alla vita di quella persona che ormai è in trappola in quel posto dove l’aspetta solo la morte….!!!
E la certezza che questo posto esiste arriva solo quando mio nonno mi regalò una sfera rosea che sembrava solo una semplice collana, un semplice gioiello, mentre invece era una cosa preziosa chiamata Sfera dei Quattro Spiriti…

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Capitolo 2
*** Un viaggio impossibile ***


Un viaggio impossibile

 

Quello che più desideravo fare, dopo tanto tempo che stavo nella stessa città , era fare un viaggio, cambiare aria, staccare un po’ la spina da tutto e da tutti…!! Adoravo e adoro tutt’ora viaggiare! Solo che ora più che mai avrei bisogno di un viaggio… Non che da piccola non ne abbia mai fatti, ma dopo che mio nonno si è ammalato di cancro, mia mamma non ha più voluto saperne di andare in vacanza…

Dice che la cosa migliore da fare ora è pensare al futuro, al mio futuro per poter così aiutarla nelle spese e nelle cure mediche per il nonno. Appena avrò finita la scuola mi dovrei trovare subito un lavoro, senza pensare ad altro che alla salute della mia famiglia. Considerando questo punto, non ci sarà spazio per me, per la mia vita personale e per i miei desideri… Questo per me è frustrante! Ma come posso fare se ho una madre ho una madre possessiva  e autoritaria nei miei confronti ?!

L’unica cosa da fare è afforntarla. L’unica soluzione, altrimenti non avrò la possibilità di esaudire i miei sogni. Se non ci riesco, bè… almeno ci ho provato.

Così mi faccio forza  e apro la porta della camera di mia madre. E lei la trovo lì, seduta nel letto a guardare la finestra. Non si girò nemmeno appena entrai. Mi feci coraggio e con lo sguardo verso di lei dissi:

<< Mamma, avrei bisogno di parlarti… >>

Lei ancora non si girò verso di me, sembra che sia in un altro mondo… Forse non mi ha sentito o forse sa già di cosa le devo parlare…

Un respiro profondo uscì dalla sua bocca e finalmente si girò vero di me.

<< Dimmi. Di che hai bisogno ? >> mi disse.

Io esitai un attimo. Era il momento, lei era in ascolto per me… sapevo che sarebbe stato l’ennesimo tentativo fallito, ma dovevo farlo: costi quel che costi avrei ottenuto quello che volevo! L’avrei fatto per la mia migliore amica, Sakura che da così tanto tempo avrebbe voluto venire con me a fare un viaggio.

Abbassai lo sguardo e fissai il pavimento. << Ecco io…. >>iniziai a dire finchè poi alla fine riuscii a dire <<..Mi piacerebbe fare un viaggio.>> .

Chiusi gli occhi appena lo dissi aspettando una sua reazione. Sapevo che sarebbe andata su tutte le furie e quindi mi aspettavo una delle sue reazioni troppo esagerate che non arrivò. Decisi così di riaprire gli occhi, e la vidi guardare la finestra con aria triste o meglio… stanca. Perché stanca ? Che sia stanca per il troppo lavoro o per la mia insistenza ?

Non ebbi il tempo di pensarci in quanto lei parlò << Il nonno è malato , e tu pensi già a voler andare via di casa ? >> spostò lo sguardo poi su di me  << Vuoi forse abbandonarmi, lasciarmi qui da sola ? >>

Lo disse con quel tono triste, facendomi sentire in colpa per non aver riflettuto sulle conseguenze. Se io fossi andata via chi si sarebbe preso cura del nonno quando mamma non ci sarebbe stata ? Nessuno.

Primi che potessi dir qualcosa, vidi gli occhi di mia madre inumidirsi di lacrime. Non volevo che piangesse, non volevo che diventasse triste per me!

Corsi da lei e l’abbracciai. << Mamma! >> esclamai << Hai ragione! Come ho potuto pensarlo! >>

Mia madre ricambiò l’abbraccio. << Promettimi che rimarrai sempre al mio fianco, promettimelo! >>

Da quando mio padre se ne andò di casa, lasciando me e mia madre da sole, lei non fu più la mia “mamma” di un tempo, ma cambiò radicalmente. Non mi faceva neanche fare più le cose  che facevo tanto tempo fa quando mio padre era ancora con noi…! Posso dire che la mia vita sociale non esisteva più, in quanto dovevo sempre aiutare mamma nei lavori di casa o sostituirla per sorvegliare il nonno nella sua stanza ormai steso nel letto da giorni per il forte dolore che gli procurava la malattia…

Restare in casa e uscire solo per andare a scuola era davvero devastante per me! Ma cosa potevo fare di più ?

Ne parlai con la mia migliore amica d’infanzia nonché compagne di scuola, Sakura. E lei mi consolò. Certo, non riusciva a capire perché mia madre si comportasse così. Sapevo che a differenza mia a Sakura era le era stato dato il permesso di qualunque cosa da fare. Era stata poi lei ad insistere a voler far un viaggio insieme, ed io ne sarei stata felice, se solo mi fosse stato dato il permesso.

 Mi staccai dall’abbraccio di mia madre e la guardai. Sapevo che non mi avrebbe dato retta, ma dovevo provarci.

<< So quanto significhi per te che io resto qui. Ma ti chiedo solo un viaggio, mamma! Non voglio andarmene da questa città, voglio soltanto fare un viaggio, per visitare altre città, per conoscere il mondo reale che mi circonda, niente di più! >>

Nonostante la mia spiegazione, lei non riuscì a comprendere. << Ho capito. Vuoi andare da tuo padre.>>

Sbarrai gli occhi.  Come potrei mai pensare una cosa simile quando è stato lui ad abbandonarci ?

<< No, no. Non ho mai pensato a questo! Voglio solo viaggiare per po’ di giorni in un’altra città.>>

Lei ci pensò un attimo poi ripeté << Un’altra città… >> fece un respiro e m’invitò a prendere posto accanto a lei. Così mi sedetti al suo fianco. << Ok, dove vorresti andare ?>> mi chiese.

<< Non lo so…. >>

<< Vorresti andarci da sola ? >>  

<< No, con una mia amica >>

<< Non puoi partire ora e nemmeno dopo che avrai finito la scuola. >>

<< E perché no ?>>

<< Perché devi pensare al tuo futuro, per poter aiutare il nonno, poi. >>

Me lo aspettavo che rispondesse così. Ho ancora un anno di scuola e poi sarò maggiorenne, e dopo non ci saranno problemi. Ma io voglio partire ora, non voglio più aspettare. Non resisterò un altro anno…!

<< Sai mamma, hai ragione. Devo pensare al mio futuro, ma se io partissi quest’estate.. avrò più tempo per pensarci, no ? >>

Era distante pensare di partire d’ estate visto che eravamo in pieno autunno soltanto ma almeno avrei la possibilità di partire, ed in più mi avrebbe aiutato a riflettere per cosa fare in futuro.

Lei ci rifletté per qualche secondo, ma prima che potesse rispondere fummo interrotte da una persona alla soglia della porta: il nonno.

Entrambe ci alzammo dal letto preoccupate. Lui alla soglia della porta che ci guardava storto. Si reggeva in piedi da solo un po’ goffamente, ma sembrava stesse bene. Mia madre si avvicinò a lui, mentre preoccupata disse << Cosa ci fai in piedi ? Dovresti essere a letto! Non vedi come sei ridotto ?? Stai male! Vieni ti accompagno in camera… >>.  Detto questo si avvicinò a lui in modo da poter essere lì a reggerlo. Ma lui alzò una mano in modo da far capire che non ce n’era bisogno  che l’aiutasse. Poi pronunciò un “no” secco a mia madre. Quest’ultima si fermò e rimase immobile.

Il nonno poi spostò lo sguardo su di me e disse << Devo parlarti. >>

Lo disse talmente serio da farmi preoccupare ancora più del previsto. Mia madre lanciò un’occhiata perplessa a me e poi tornò ad osservare il nonno. << Papà che succede ?  Cioè… sei venuto fin qui per parlare con Kagome ?? >> continuò lei << Sarebbe bastato chiamare dalla camera e lei sarebbe venuta! Non ti sarebbe costato fatica così! >>

Il nonno guardò mia madre con sguardo severo << Perché avrei dovuto chiamare mia nipote per farla venire in camera a parlare, quando ancora riesco a camminare ?! >>

Ecco la solita storia: mia madre la solita testarda ed il nonno non è da meno. E’ giusto che si preoccupi per lui, ma non in modo così eccessivo. Se il nonno aveva bisogno, poteva tranquillamente venire a chiamarmi di persona, dopotutto non è ancora messo troppo male, almeno ancora riesce a camminare, a fatica, ma ancora ce la fa.

Mia madre cercò di replicare, ma io l’anticipai << Ok, nonno! Dimmi pure. >>

Lui ci pensò un attimo, guardò di sfuggita mia madre poi tornò a posare l’attenzione su di me << Non qui. Andiamo in un posto più tranquillo… >>

Il suo atteggiamento mi fece intuire che non voleva che la mamma sapesse, ma mia madre capì subito ed intervenne << Cos’è che non dovrei sapere ?? >>

Lui sbuffò. << Non è che non devi sapere, è che non vuoi capire! Ogni volta che ci provo a parlartene, non mi vuoi ascoltare! E siccome vorrei che Kagome ne fosse al corrente senza che tu la influenzi, preferisco parlarne solo con lei! >>

Rimasi perplessa. Non capivo che cosa voleva dire il nonno e perché diceva che la mamma non gli dava retta…

Prima che si potesse scatenare una litigata intervenni << Nonno, arriva al dunque! >>

Lui un po’ titubante rimase un attimo a riflettere sul da farsi << Ti devo raccontare una storia… non una semplice storia, una storia vera, la mia storia. >>

 

Guardai mio nonno confusa non capendo dove volesse arrivare e non capendo che cosa poteva servirmi parlare della sua vita passata e cosa potesse c entrare con me.



ANGOLO AUTRICE:Ciao a tutti!! Eccomi.... ho fatto il primo capitolo.... l'ho modificato e rimodificato... e alla fine è venuto così....!! A me piace molto.... e spero anche a voi!!! Voglio sapere vostre opinioni!! Recesnsite e vado avanti!!!

P.s. ci vediamo alla prossima puntata con "Ritorno al passato"

A presto e grazie a tutti per aver letto! Melissa

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Capitolo 3
*** Ritorno al passato (1) ***


Ritorno al passato (1)

Andai in salotto con mio nonno per poter parlare meglio e riuscimmo a convincere mia mamma a poter parlare con me, solo se lei era presente durante la conversazione. Spero solo che lasci che il nonno parli senza dover intervenire lei. 

Ci sedemmo davanti al grande tavolo di legno del salotto dove di solito pranzavamo, facevamo merenda, dove io a volte facevo i compiti eccetera. Io di fronte a lui e mamma di fianco a lui.

Era molto agitato, non sapeva da dove partire probabilmente, perché lo vidi abbassare lo sguardo e pensare.

Così decisi di iniziare io a parlare. << Nonno, Masaru…. Tutto bene ? Che cosa mi devi raccontare…?? >>

Finalmente lui alzò lo sguardo su di me. E intrappolò i suoi occhi azzurri, ormai spenti da anni, nei miei. << Nipotina mia…. Vorrei parlarti di tanti anni fa…. Ormai si parla di 50 anni fa… Ma è importante che tu sai tutta la storia >>

Mia madre sbuffò. Probabilmente sapeva già la storia, e da quello che avevo capito non credeva a mio nonno non so per quale ragione. Quindi mi concentrai su quello che aveva da dirmi a me, senza pensare a cosa aveva da dire mamma.

<< Avevo 20 anni a quell’epoca. Abitavo in questo posto con la mia famiglia, i tuoi bis nonni, che tu, mia cara Kagome, non hai avuto l’opportunità di avere incontrato. Erano persone per bene. Che mi avevano insegnato tanto, come a custodire questo tempio shintoista, che un giorno spero lo potrai custodire tu. Visto che diventerai una sacerdotessa proprio come lo è stata e lo è tutt’ora la mamma….  >>

Mia madre intervenne subito obiettando. << Ma smettila! Non esistono più le sacerdotesse come un tempo! Noi siamo solo semplici essere umani! Ed io non sono mai stata una sacerdotessa!! >>

Masaru, mio nonno, sorrise dalla sua affermazione. << Posso capire bene tesoro mio che non puoi capire: qui non hai mai sfruttato il tuo potere perché non è possibile in quest epoca. Ma se fossi stato dove sono stato io un tempo, potresti capire che hai poteri spirituali anche tu. >> disse rivolgendosi a Katsumi, sua figlia, ovvero mia madre.

Lei incrociò le braccia al petto e lo guardò sconvolta ma non cedette << No, non è vero! Non sai cosa stai dicendo!! Finiamola di parlare di queste cose! Sono tutte sciocchezze…!! >>

Io che ero rimasta in silenzio per tutto il tempo guardai il nonno ed intervenni << Cosa vuoi dire nonno ? >>

Lui tornò a guardarmi e continuò. << Sai devi sapere che i miei genitori volevano che gli aiutassi sempre a casa a pulire, ad occuparmi della casa, del tempio… e soprattutto del santuario del tempio… che ogni giorno diceva che lo dovevo lavare per bene; annesso al santuario c’è un’antico pozzo, come tu ben sai. E loro mi parlavano sempre di questo pozzo. Mi raccontavano tantissime storie al riguardo, storie che sembravano più leggende che tramadavano in generazione in generazione.  Mi raccontarono che quel pozzo veniva chiamato “pozzo mangia ossa” nel quale un tempo se si passava attraverso si veniva trasportati un u’altra epoca. Precisamente nell’epoca Sengoku. Il Sengoku, fu un epoca in cui il Giappone era diviso in tanti piccoli feudi costantemente in guerra tra di loro.  Tra questi schieramenti c’erano anche demoni ed esseri mostruosi che ora non esistono più. >>

Katsumi era ancora contraria a quello che diceva il Masaru, mentre io al contrario ero attratta da ciò che diceva volevo sapere di più. Volevo capire dove volesse arrivare ed è per questo che lo incitai a continuare, nonostante mia madre fosse contraria. Lui in risposta soddisfò il mio interesse e continuò: << Sai anch’io a quell’età, quando mia madre o mio padre mi raccontavano queste storie ero poco convinto che fossero verità. Ero solo curioso e quindi mi interessavano, ma non pensavo  che fossero storie vere e quindi pensavo fossero solo storie fantastiche per farmi credere a qualcosa che non ci sarebbe mai stato… ma mi dovetti ricredere. Mio padre mi illustrava spesso oggetti sacri tramandati dall’epoca Sengoku alla nostra. Diceva che tali oggetti dovevano restare qui perchè così non poteva, in questo mondo, creare nessun danno, mentre nell’altra epoca portavano solo danno.

Un giorno m’illustrò un “gioello”, se così possiamo definirlo. Sembrava un gioello normale. Una semplice pallina rosea. Mi spiegò, invece, che non era una semplice pallina, un semplice gioiello. Era sì preziosa, ma un tempo era davvero potente.  La guerra era scoppiata per colpa di quel “gioiello”. Veniva chiamato ‘Sfera dei Quattro Spiriti ‘ e si diceva che chi la possedeva aumentava il suo potere. Soprattutto le persone di animo cattivo. Doveva essere per questo custodita da una sacerdotessa potente. Perché solo lei avrebbe potuto purificarla e non avrebbe causato danno all’umanità. Ora qui in quest epoca non aveva alcun valore e quindi poteva benissimo passare per un semplice “gioiello”. >>

Guardai mio nonno sempre più interessata alla storia e a sapere che fine avesse fatto quel’oggetto e che cosa potessi c’entrare io, così gli chiesi << Che fine ha fatto ora quella sfera ? >>

<< Mia cara Kagome…. Ora la sfera è qui, al sicuro. Anche se dovrebbe tornare da dov è venuta. Non appartiene alla nostra epoca e dev’essere riportata nel suo mondo! Dev essere purificata e distrutta. >>

Non riuscii a capire. Se lui prima aveva detto che il pozzo è sigillato come pretendeva di doverla riportare nell’altra epoca se non si poteva passare attraverso ? e soprattutto come aveva fatto a finire qui ?

Avevo tante domande che mi balenavano nella testa…. Ed il nonno capì che non potevo capire finché non mi avrebbe spiegato tutto fin dal principio.

Così iniziò a raccontare…

ANGOLO AUTRICE:  

Ciao a tutti!! Eccomi qua con un altro capitolo....anticipo subito che non sarebbe dovuto finire così, l'avrei dovuto finire più avanti fino alla fine del racconto del nonno... ma se avrei continuato sarebbe venuta fuori un monologo, così l' ho dovuto dividere... Ancora sono incerta se dividerlo in due o tre parti.... ma di una cosa sono sicura la seconda parte del capitolo c'è sicuramente!! Nel prossimo capitolo vedremo il passato del nonno Masaru. La scriverò dalla visione del nonno per quel capitolo, non più dalla parte di Kagome, come fare un tuffo nel passato e vedere un flashback della sua vita!! Spero mi venga bene.... Perchè la prima parte del racconto, i primi capitoli non mi entusiasmano molto, perchè non succede granchè e per me è difficile farli perchè poi sono molto noiosi e poco movimentati... inizia a piacermi la storia dopo la fine di tali capitoli che spero arriva presto... ad ogni modo spero che la storia vi stia incuriosendo e che se vi annoia un pò inizialmente vi chiedo gentilmente di portare pazienza ancora per un pò... perchè alla fine questi capitoli servono per capire bene il collegamento con l'altra epoca e il sussegursi di varie vicende future...!!

Bè detto questo spero continuate a leggere e magari se riuscite a recensirla per sapere che ne pensate e magari darmi qualche suggerimento, sarebbe molto gradito.... :) Ora vi lascio, ma non prima di aver ringraziato:

-chi ha recensito la storia:

* Violet_96

*vicky_luna_hacyko_93

*Vanilla_91

-chi ha aggiunto la storia tra le  preferite:

* daniela780

* gattinabianca

*  inulena

* RedSonja

-chi ha aggiunto la storia tra le seguite:

* bettyc

* daniela780

* Sofina

Ed infine ringrazio chi solo ha letto la storia!! Spero con tutto il cuore che continuate a seguirla e che magari se ne aggiungono altri... Un grosso bacio! 

Miley

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Capitolo 4
*** Ritorno al passato (2) ***


Ritorno al passato (2)

 

La sveglia suonò come suo solito troppo presto. Sarei voluto restare tranquillamente a letto, anche perché non dovevo andare a scuola come gli altri ragazzi della mia età.

Avevo finito le scuole dopo la terza media, in quanto i miei genitori volevano che mi occupassi del tempio shintoista all’interno della nostra casa. Volevano che diventassi sacerdote di quel tempio, anche se io non volevo diventarlo. Di certo comunque era meglio che andare a scuola!

Per diventare sacerdote shintoista bisognava frequentare un seminario, che frequentavo tutti giorni, situato vicino a casa mia.

Purtroppo non potevo replicare sul da farsi della mia vita futura, in quanto la carica era ereditaria e veniva passata esclusivamente tra famigliari.

Ebbene sì mio padre, Anzai, era un sacerdote, il sacerdote del tempio; i sacerdoti shintoisti si possono sposare ed avere figli, secondo i loro desideri; possono essere sacerdoti sia donne che uomini. Mia madre, Reiko, non era una sacerdotessa, era una semplice umana, in quanto il ruolo da sacerdotessa è ben diverso da quello di sacerdote: viene chiamata miko, che indicano le giovani donne che lavorano presso i tempi shintoisti; erano chiamate anche le cosidette “vergini”: ragazze adolescenti (solitamente le figlie del sacerdote) vestite con il classico abito bianco e rosso che assistono il sacerdote nei preparativi delle feste.

Mi alzai di malavoglia dal letto e mi stiracchiai; aprii le tende della finestra per dare luce alla stanza e notai il cielo blu senza nuvole. Un’ altra giornata di sole in arrivo, così ne avrei approfittato per passare un po’ di tempo fuori.

Mi lavai, mi vestii e scesi le scale per arrivare in salotto dove mi attendeva già la mia famiglia. Fortunatamente oggi era domenica e almeno avevo un giorno di riposo dal seminario… Ed era uno dei giorni che preferivo perché lo passavo con la mia famiglia e mi sarei arricchito di altre notizie interessanti riguardo a leggende o storie fantastiche.

Mio padre, un uomo alto muscoloso, dagli occhi color del caffè, come i suoi corti capelli a caschetto, mi guardò sorridendo appena mi vide sulla soglia della porta del salotto. << Buongiorno Figliolo! >> mi disse << Ti sei svegliato finalmente… >>

Era seduto sulla sedia davanti alla tavola apparecchiata, in attesa che fosse servita la colazione.

<< Buongiorno Papà! >> lo salutai io << Sì sono abbastanza sveglio…sì, anche se avrei bisogno di un buon caffè per svegliarmi…. >>

Sorrise alla mia affermazione e disse << Allora vieni qua, che ti servono energie per oggi…!! Ho una cosa da mostrarti,oggi! >>

Mi incuriosì parecchio quello che doveva mostrarmi così andai a sedermi di fianco a lui e feci colazione con lui, dopo che mia madre ci servì.

 

 

Dopo aver fatto colazione mio padre mi portò nel solito ripostiglio accanto a casa nostra dove tenevamo racchiusi tutti gli oggetti sacri.

E lo vidi alla ricerca di qualcosa di preciso. Aspettai finchè non lo vidi con l’oggetto che gli interessava: una scatolina marrone con sopra disegnato un simbolo strano.

Venne verso di me con quello in mano. E mi guardò sorridendo.

<< Oggi voglio mostrarti quest oggetto prezioso. Oggi dopo 50 anni, che è stato chiuso, si può riaprire… Ed oggi è il giorno che tanto aspettavo, che tanto mio padre aspettava… >> mi disse << Mio padre non aspettava altro. Ma purtroppo non ha potuto essere qui ad aspettare quel giorno… >>

<< Di che cosa si tratta papà ? >> gli chiesi curioso.

Lui guardò la scatoletta e me la porse dicendo << aprila e vedrai… >>

Non esitai molto e l’aprii subito. All’interno trovai una sfera rosa. Non capii quanto poteva essere preziosa o sacra, finchè mio padre non aprì bocca e diede spiegazioni alla mia domanda mentale fatta << Viene chiamata ‘Sfera dei quattro Spiriti’. Si dice che un tempo quest oggetto era la causa di famose guerre di potere nel Giappone. Perché devi sapere che nell’epoca Sengoku esso poteva far aumentare la forza solo a chi lo possedeva, quindi se lo contendevano a vicenda. In particole persone con animo malvagio, addirittura demoni. >>

Rimasi affascinato da tale oggetto. << Wow, che forza! Una semplice Sfera magica potrebbe far questo ? >>

<< Purtroppo una magia così rara potrebbe portare solo danno all’umanità. Ed è quello che accadde a quell’epoca. >>

**** 

 

 

 

 

 

 

L’oggetto tanto misterioso che Masaru ebbe tenuto in mano un tempo, ora  era nelle mani della sua nipotina. Era un oggetto troppo prezioso per farlo tenere a persone sbagliate. E sapeva per certo che lei sarebbe stata la persona giusta per poterlo tenere: doveva tenerlo una persona d’animo puro, possibilmente sacerdotessa. Lei sarebbe diventata sacerdotessa prima o poi. Era la persona adatta per questo compito.

La sfera doveva essere purificata, mandata dall’altra parte del pozzo e poi successivamente distrutta per non creare danni.

Un tempo la venerabile Kikyo avrebbe saputo come poter proteggere la sfera da demoni malvagi. Ma ora lei non era più qui e non sarebbe stata in grado di poterlo fare.

Masaru ricordò bene quanto il padre non credeva molto alla leggenda di quell’oggetto. Diceva che secondo lui suo padre, ossia nonno di Masaru, inventava queste sciocchezze solo per poter compiacere al figlio. Anzai, nonostante non amasse queste leggende e non credesse fossero vere, le aveva comunque raccontate al figlio, perché riteneva che fosse una tradizione di famiglia. Il figlio in un primo momento non sapeva se credere o no a ciò che il padre raccontava, ma ne rimase ugualmente affascinato. Fu così che Anzai decise di regalare la sfera al figlio vedendolo così affascinato e forse quasi, si può dire, attratto da essa. Ed infatti Masaru era entusiasta del suo regalo: lo teneva segretamente chiuso nella scatolina marrone e quando voleva lo apriva, prendeva nelle mani la pallina rosea, e la studiava attentamente cogliendo i minimi particolari.

Un giorno volle chiedere l’aiuto dei Kami per sapere più informazioni. Così si diresse al tempio con annesso un pozzo e si mise in ginocchio con la sfera tra le mani e pregò.  Non scordò mai cosa accadde quel giorno, perché fu quello il giorno dove credette alle parole tramandate di generazione in generazione da padre a figlio. Ed è lì che conobbe lei, la sua dea…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Ritorno al passato (3) ***


Ritorno al passato (3)

Masaru capì che portare la Sfera dei Quattro Spiriti era stata una pessima idea. Ma del resto non poteva sapere cosa sarebbe successo in seguito a quel gesto... Suo padre non gliene aveva mai parlato e forse non ne era nemmeno al corrente. Tenendo la Sfera tra le mani aveva iniziato a pregare, ma ad un tratto un forte vento si era alzato nel piccolo tempio. Non riuscendo a capire cosa stesse succedendo, Masaru aprì gli occhi e si meravigliò alla vista del pozzo aperto: il padre gli aveva raccontato che esso era stato sigillato da molto tempo poiché era un collegamento con un'altra epoca...e ci si poteva accedere solo con la Sfera dei Quattro Spiriti e un grande potere spirituale. Si ritrovò a guardare una Sfera dei Quattro Spiriti che brillava e a capire tutto. Il vento divenne furioso e lui non riuscì quasi a rimanere in piedi, ma raggiunse lo stesso il pozzo e, affacciandosi, vide soltanto buio...e nemmeno il fondo! Sentì una gran voglia di saltare dentro e confermare le parole del padre, ma sapeva che non era giusto: avrebbe dovuto scappare a gambe levate e andare a chiedere consiglio. Ma suo padre gli avrebbe creduto? No, si disse, l'avrebbe ritenuto pazzo. Non attese oltre e si gettò nel pozzo.

 

 

 

 

****

 

 

 

 

Strinsi tra le mani la sfera che mio nonno mi aveva dato, senza capire però che significato potesse avere quell’oggetto, nonostante lui mi avesse spiegato che avesse il potere di trasportarti in un’altra epoca, di aumentare la forza ed esaudire qualsiasi tuo desiderio. Ma vederla lì fra le mani che non faceva niente di magico, era impossibile poter capire cosa intendesse mio nonno. Sapevo che per poter comprendere l’utilizzo della sfera, sarei dovuta andare nel tempietto, il posto che odiavo di più della casa e che mi metteva inquietudine, e fare lo stesso procedimento che aveva fatto lui un tempo. Ma se questo era l’unico modo per capire bene se questa storia fosse vera , allora ci sarei andata. Ci sarei andata per lui.

Così uscii dallo sgabuzzino in cui ero dove c’erano racchiuse tutti gli oggetti antichi e sacri e corsi al tempio. Non feci in tempo ad aprire la porta scorrevole del tempio che una voce mi fermò.

<< Non avere così fretta, nipotina mia… >> sentii mio nonno. Mi girai e lo guardai di fianco all’albero secolare chiamato Goshimboku. << Devo raccontarti tante altre cose prima che tu possa andare..!! >>

<< Io stavo solo… volevo solo verificare se… avrei potuto passarci attraverso! >> mi giustificai io.

Mio nonno fece un sorriso storto. Ed io abbassai lo sguardo, vergognandomi per il fatto di avergli fatto credere di non credere a lui.

<< Anche tua madre è come te. >> disse << Non crede a quello che le racconto e che racconterò a te ora…. Ma come darvi torto… Dopotutto sono passati anni e non avendo vissuto queste esperienze in prima persona per voi è difficile poter credere a ciò che dico. Tra voi due c’è solo una piccola differenza: mentre tu cerchi di trovare se quello che ti racconto sia vero o no, lei non ha mai cercato di trovare una verità a quello che le dico; lei sostiene che sia frutto della mia immaginazione, ed ha sempre cercato di evitare l’argomento. >>

Guardai mio nonno con compassione comprendendo quanto si sia sentito inutile a tale proposito con lei. Ora riesco a comprendere perché lei cerca di evitare sempre l’argomento che abbiamo affrontato ora e riesco a capire perché non voleva che io sapessi.  Mi ricordai dell’inizio di tale conversazione di quando in tutti i modi cercò di evitare che lui parlasse di tali leggende con me. Sulle mie scelte di vita lei mi ha sempre influenzato fino ad ora ed ha sempre evitato che io ascoltassi questi argomenti perché voleva che io non credessi al nonno. Ma questo perché ?! Non riesco a capirlo. E’ la mia vita potrò pensare con la mia testa una volta tanto ?!

<< Tu invece cerchi conferma di quello che dico >> continuò lui << e anche se non mi credi del tutto ne sei affascinata e provi a cercare la verità >>

Gli sorrisi. E mi avvicino a lui a piedi dell’albero. A sua volta lui si gira verso l’albero e l’osserva. << Sai questo albero è un albero secolare, un albero antico. Voglio proprio partire da qui la mia storia. Da questo albero. Dove ero arrivato …? Ah sì! Ho attraversato il pozzo. Non so per quanto tempo rimasi sospeso in aria prima di atterrare in fondo, ma so che prima di toccare i piedi per terra una luce rosea mi trasportò fino ad arrivare in fondo. Dopodichè guardai sopra di me e capì di essere veramente stato trasportato nel tempo. Uscii fuori dal pozzo e mi guardai in giro. Mi ritrovai in una foresta; poco più avanti riconobbi l’albero, ossia l’albero secolare proprio questo che ora abbiamo qui davanti. E’ tramite questo che possiamo viaggiare attraverso! Ed è l’unico punto in comune, oltre al pozzo, tra quest’epoca e l’altra. >>

 

 

 

 

****

 

 

 

 

Mi fermai sotto i piedi del Goshimboku capendo che mio padre aveva ragione: esisteva un’altra epoca. Mi guardai intorno e vidi attorno a me il bosco. Il sole era caldo in cielo sembrava una splendida giornata d’estate, ed invece era solo primavera. Decisi che avrei esplorato l’ambiente per poter capire meglio dove mi trovavo e se magari trovavo qualcuno con cui poter parlare e chiedere informazioni. Così misi la strana sfera che avevo ancora tra le mani in tasca ed andai oltre al Goshimboku.

Camminai per svariati minuti finchè vidi una dolce fanciulla indaffarata a raccogliere delle erbe, da non accorgersi di me.

<< Ciao… >> iniziai io, non sapendo di preciso cosa dire. La vidi girarsi nella mia direzione un po’ sorpresa. E mi persi nei suoi occhi color della notte. << Volevo sapere dove siamo possibilmente…. >> tornai a dirle.

Lei in tutta risposta mi squadrò per bene ma non mi rispose. E poi con tranquillità, come se non ci fossimo mai incontrati, tornò a posare l’attenzione su quello che stava facendo.

<< Ehy, scusi! Mi ha sentito, stavo parlando con lei…>> dico in modo gentile.

Senza degnarmi di uno sguardo continuando a fare quello che faceva disse << Ci conosciamo per caso ?! A me non sembra. Ad ogni modo mi hanno detto di non parlare con gli sconosciuti. >>

<< Mi chiamo Masaru, se può facilitare a poter parlare con questa bellissima fanciulla >> dico. La vedo sorridere un attimo imbarazzata << Ora sapendo il mio nome, può considerarmi un conoscente….! E con i conoscenti può parlare, signorina ? >> chiedo sorridendo.

Lei mise una mano nella bocca e rise con grazia divertita da quello che le dicevo. Poi la vidi pensarci un attimo << Mmm… non saprei… >> disse << …Forse… >>.

Sarei andato avanti per ore a poter parlare con lei ma una terza voce s’intromise.

<< Kaede! Insomma quante volte ti ho detto che non devi parlare con il primo che capita! >> urlò.

Mi voltai e vidi colei che aveva parlato: una giovane ragazza altrettanto bella come l’altra ma con lineamenti da donna più che da giovane. Indossava un kimono da sacerdotessa e percepii infatti subito la sua forza spirituale (in quanto mio padre mi aveva insegnato a distinguere).

<< Scusa, Somma Kikyio. >> disse l’altra timidamente ed inchinandosi << non accadrà più! >>

<< D’accordo. Ora torna a casa. Io ti raggiungo subito. >>

La giovane che doveva chiamarsi Kaede annuì. Ma prima di prendere la strada opposta guardò me di sfuggita. Poi se ne andò.

Io seguii con lo sguardo la direzione in cui era andata finchè poi spostai lo sguardo sulla sacerdotessa intenta ad osservarmi.

<< Che cosa vuoi ? >> disse.

La guardai stranito non capendo. << Niente… volevo solo fare conoscenza e capire in che strambo posto sono capitato. >>

<< Bè sicuramente questo non è un posto per te. E soprattutto non è il posto adatto per portare l’oggetto che hai tra le mani. >>

Guardai la ragazza perplesso. Come faceva a sapere che oggetto avevo in tasca ?! << Quell’oggetto è pericoloso per noi attira solo guai, ed è meglio che sparisca! >> continuò lei << Ero stata io stessa a portare la pace in questo mondo facendo scomparire quell’amuleto. L’avevo buttato in quel dannato pozzo chiamato pozzo mangia ossa e grazie all’aiuto di un saggio monaco ero riuscita a sigillarlo. Ma a quanto pare dopo 50 anni dalla scomparsa il pozzo si è riaperto! Quindi ora che so vattene da dove sei venuto e torna nel tuo mondo e non tornare più qui, sono stata chiara ? >> Non aspettò nemmeno la mia risposta che prese  e sene andò ed io rimasi solo in quel posto.

 

 

 

 

****

 

 

 

 

<< E tu hai dato retta a quella sacerdotessa, nonno ? >> chiese la mia nipotina facendomi ritornare alla realtà.

<< Certo che no! >> esclamo come se fosse un fatto ovvio. Poi specifico continuando << Non sono certo il tipo da dar retta ad una sacerdotessa qualunque! >> sorrisi << Continuai a fare avanti ed indietro in quell’epoca alla nostra. Nella nostra epoca continuai ad addestrarmi da mio  padre per diventare un potente sacerdote, e quando andavo dall’altra parte ero sempre nascosto a guardare quella giovane fanciulla che mi aveva attratto dal nostro primo incontro. Lei se ne accorse e  ne fu felice. Ci scambiavamo diversi sguardi d’intesa…. Ma non aveva mai svelato a quella sacerdotessa il mio continuo spiarla. Poi sempre di nascosto iniziammo a frequentarci. Stavamo molto bene insieme e la nostra relazione andava a gonfie vele. Mio padre era all’oscuro di tale cosa, ma aveva intuito qualcosa. Un giorno però la nostra relazione fu in grave pericolo quando scoprii che lei era incinta. Incinta di mio figlio. Doveva essere una bella notizia invece non lo era in quanto lei era una sacerdotessa e non poteva avere relazioni amorose. Così la nostra relazione sarebbe stata svelata al mondo intero. Le proposi di fuggire di andare lontano con me, di venire nella mia epoca, ma era tutto inutile. Lei non voleva fuggire, lei voleva stare con me senza più nascondersi dagli altri e secondo lei rimanere incinta era stato come un segno: che dovevamo svelare la nostra relazione. Ma quando la sacerdotessa, ovvero sua sorella Kikyo, lo venne a sapere andò su tutte le furie. Lei voleva che abortisse perché sarebbe stato uno scandalo per loro. Kaede, la ragazza di cui mi ero invaghito, non voleva spezzare la vita a quella povera creatura nel suo grembo e la minacciò, perchè sapeva che anche lei nascondeva una relazione con un mezzo demone e sapeva che diceva quelle cose solo perché era invidiosa del fatto che lei non poteva avere figli. Avrebbe voluto averli, ma oltre al fatto che le sacerdotesse sono destinate a non avere relazioni amorose, lei aveva avuto anche la spregevole scongiura di non poterli avere. Capivo quanto doveva soffrire. Alla fine si arrese alle preghiere della mia amata e accettò la mia permanenza accanto a Kaede. Ed è lì che cominciarono i guai. La presenza della sfera portò scompiglio in quel luogo di pace, milioni di demoni cercarono di impossessarsi di essa. Ed era tentato anche il mezzo demone al fianco di Kikyo. Ma quello da temere di più era un demone potentissimo di nome Naraku. Il demone originariamente si chiamava Onigumo ed era un brigante pieno di inganni e di odio per gli altri; un tempo si era miracolosamente salvato da un incendio, che però lo aveva sfigurato orrendamente e non poteva muoversi a causa delle fratture di entrambe le gambe. La stessa Kikyo lo curava ogni giorno e lui si invaghì subito di lei. Cominciò a bramare in maniera carnale la sacerdotessa che non ricambiava i suoi sentimenti. Voleva anche impossessarsi della sfera che sapeva che un tempo era custodita dalla stessa sacerdotessa di cui lui era innamorato. Appena venne a sapere del ritorno della sfera, invocò milioni di demoni minori, che avevano come capo un potente demone ragno, e ciò riuscì a farlo grazie alla sua anima corrotta; permise  loro di divorare il suo corpo in cambio di uno nuovo, formando così un unico corpo che prese il nome di Naraku.

La vita della mia amata era in pericolo come quella del nostro piccolo. Non bastava più la forza della sacerdotessa insieme a quella del mezzo demone. Gli aiutai più che potevo ma non riuscimmo mai a sconfiggere quel demone, riuscimmo solo a farlo fuggire via ogni volta che si avvicinava.

Poi passarono diversi momenti di serenità finchè Kaede partorì. Partorì una dolce femmina che chiamammo Katsumi. >>

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

 

Rimasi a bocca aperta da quello che scoprii mi coprii la bocca ed esclamai << Mia madre!  >>.

Lui sorrise felice di aver mascherato tutto << Esattamente. >>

<< Come sarebbe ?? >> intervenne una terza voce. Ci girammo entrambi dalla sua parte e vedemmo proprio mia madre sconvolta davanti a noi. Chissà da quanto è qui… Noi non ce ne siamo minimamente accorti mentre eravamo assorti nel racconto. << Al di là di quel pozzo c’è mia madre ?? >>  continuò indicando il tempietto incredula. << Come hai potuto non dirmelo, papà! >>

<< Io ci ho provato! Ma tu non ne hai mai voluto sapere di queste cose, tesoro! Come avrei potuto dirtelo quando eri tu stessa a non volerlo sapere ?? >>

<< Avresti dovuto insistere, invece! >> disse amareggiata.

Lui abbassò lo sguardo. << Mi dispiace. >> pronunciò sottovoce.

Rimasimo qualche minuto in silenzio sconcertati dalle notizie che ci stava fornendo il nonno finchè non fui io stessa a rompere il silenzio << Quello che mi chiedo è come mai ora Katsumi e tu nonno, vi trovate qui ? Dovresti essere con la tua dolce metà. Che cosa è successo ? >>

Masaru alzò lo sguardo, ancora abbassato da prima e lo rivolse a me poi a Katsumi che lo guardava in attesa di una sua risposta alla mia domanda e poi tornò ad osservarmi. << Le cose stavano andando parecchio bene con Kaede , quindi in teoria sarei dovuto rimane con lei… Ma le cose si sono complicate dopo… >> si fermò e fece un respiro profondo prima di continuare il racconto << Kikyo vedendo che la sfera attirava troppi demoni decise che era giunto il momento di distruggerla del tutto. Ma per distruggerla non poteva farcela da sola, aveva bisogno di un monaco ed un’altra sacerdotessa per unire le forze ed andare nel monte chiamato monte Hakurei il posto dove era nata la sfera un tempo da una sacerdotessa di nome Midoriko. Avrebbero dovuto unire le forze per andare là e distruggerla. Trovò al suo fianco un monaco buddhista di nome Miroku molto sensibile al fascino femminile, un ragazzo serio e intelligente dotato di grande saggezza e pace interiore. Kaede sarebbe dovuta partire con loro, per completare così l’operazione. Ma ella non volle lasciare la piccola bimba, chissà per quanto. Nonostante le proteste di Kikyo della sua scelta decise di partire ugualmente sperando che durante il viaggio incontreranno un’altra sacerdotessa. Così Miroku, Kikyo ed Inuyasha ovvero il suo compagno partirono con la sfera alla volta del monte, ma non riuscirono ad andare molto lontano in quanto Naraku li raggiunse. Pianificò tutto: su Miroku lanciò una maledizione alla sua famiglia, sul palmo della mano destra del bonzo si formò un vortice che risucchia tutto ciò che incontra e che presto lo porterà alla morte, inglobando egli stesso, poiché l’apertura si ingrandisce col passare del tempo; mentre poi fece litigare Inuyasha e Kikyo facendo credere alla sacerdotessa che il mezzo demone era interessato a diventare un demone completo e non a vivere per sempre con lei. Inuyasha cercò in tutti i modi di spiegare alla sacerdotessa che un tempo era così, ma che dopo aver incontrato lei aveva smesso di impossessarsi della sfera. Naraku non riuscì mai, nonostante il suo piano, ad impossessarsi della sfera. Riuscì solo a ferire gravemente Kikyo ala spalla ed a non farli  partire.

Kikyo tornò furiosa da me e Kaede ed ordinò prima di cadere stremata al suolo di riprendermi la sfera e di tornarmene da dove ero venuto. Lessi la disperazione negli occhi della mia amata dopo aver capito che Kikyo era in rischio di vita e vidi Inuyasha affranto più che mai. Così capii che era l’unica soluzione ascoltare quello che aveva detto Kikyo. Presi la sfera tra le mani e la piccola nelle mie braccia. Senza lasciare il tempo a Kaede di replicare, troppo sconvolta per l’accaduto, la baciai e poi corsi fino al pozzo. Ordinai al monaco Miroku di sigillarlo una volta che l’ebbi attraversato come io avrei fatto dall'altra parte del pozzo e non tornai più. >>

Concluse con le lacrime agli occhi. Mia mamma si inginocchiò davanti a lui con gli occhi lucidi anche ella << Che cosa terribile…! Lasciare la propria donna per non creare pericolo a quel mondo! >>

<< Lottai con tutto me stesso per sigillare quel pozzo nonostante avrei dato la vita per poter rivederla un’ultima volta, ma mi feci forza ed andai avanti per la mia strada fino ad ora. >>

<< Nonno quanto mi dispiace! Chissà quanto avrai sofferto. >> gli dissi appoggiando una mano nella sua spalla per dargli conforto.

<< Già. Ma ora è giunto il momento, Kagome. Ora tocca a te partire all’attacco dopo 50 anni e dovrai farlo per il tuo nonno. >> annuii non capendo. << Devi sconfiggere la sfera e devi aiutare a sconfiggere Naraku per poter dare pace a quel mondo e proteggere così anche  la mia amata, ossia tua nonna. >>

<< Ma se ora fosse tutto risolto nonno ? Cosa devo fare ? >> chiesi.

<< Non credo sia tutto risolto mia cara. Se Naraku è ancora in vita Miroku avrà ancora la maledizione e bisogna ucciderlo per far sì che svanisca. Ad ogni modo anche se è tutto risolto bisogna far sparire quell’oggetto tanto desiderato dai demoni. >>

Strinsi tra le mie mani l'oggetto e decisa dissi << Questo e altro per te nonnino. >> e sorrisi. Mio nonno mi guardò entusiasto di sapere che aveva il mio appoggio. << Stai attenta Kagome, mi raccomando. >>

<< Tornerò appena me ne sarà possibile. >> detto questo lo abbraccia. Solo dopo essermi sciolta dal suo caloroso abbraccio sentii la voce della donna che mi aveva messa al mondo che era stata lì fino ad adesso ad osservare la scena << Kagome… >> ed è lì che iniziai a preoccuparmi. Dopo la verità venuta a galla non poteva impedirmi di andare là, non ora che c’era la necessità di aiuto e che potevano aver bisogno di me! Ma le sue parole mi stupirono. << Salutami mia madre da parte mia….e falle sapere che sto bene. >> sorrise poi con gli occhi lucidi.

La guardai sorpresa e con le lacrime agli occhi l’abbraccia e dissi << Grazie mamma! >> lei stupita rispose all’abbraccio e scoppiò anch’ ella in lacrime. Mentre Masaru guardò la scena felice più che mai ed anche lui poco dopo si aggiunse all’abbraccio.

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE: Eccomi alla riscossa.... bè che dire. Innanzitutto mi scuso per il ritardo tremendo ma èè stato difficile per me completare questo capitolo. Ero quasi decisa a lasciare stare la storia. Ma poi piano piano... l'ispirazione è arrivata. Sono sincera non sono mmolto soddisfatta del capitolo.... ho bisogno delle vostre opinioni quindi.... per capire se prende la storia se piace e così poterla continuare...! Spero che il capitolo sia di vostro gradimento... scusate in antiicipo per eventuali errori. Ringrazio chi ha messo la storia 
tra le preferite/seguite/da ricordare; ringrazio i letttori silenziosi e chiunque lascerà una piccola recensione anche negativa!

Alla prossima, Miley.

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Capitolo 6
*** Nell'epoca Sengoku ***


Nell’epoca Sengoku

<< E quindi è questo il posto di cui mi hai parlato ?? E’ qui che tuo nonno andava da un’ epoca all’altra? >> mi destò dai miei pensieri Sakura  mentre eravamo all’interno del tempietto.

Annuii con la testa dandole la conferma. Le avevo raccontato per filo e per segno come stavano le cose e lei sembrava davvero eccitata dal solo racconto. Guardammo entrambe il pozzo ai nostri piedi sigillato ormai da tempo e ci sembrava veramente strano che si potesse aprire solo con una semplice sfera rosa. Ma per scoprirlo avremmo dovuto verificare. Ci guardammo negli occhi e poi dissi << Sei pronta ? >>

Lei sorrise e rispose convinta << Io sono sempre pronta! >> le sorrisi di rimando. Così non perdemmo altro tempo ed andammo a recuperare le nostre cose. Avevamo deciso che questo sarebbe stato i nostro viaggio: attraversare il pozzo e giungere all’epoca Sengoku. Salutai la mia famiglia e lei fece altrettanto. E con in spalla un enorme zaino giallo ed in mano cosidetta sfera dei quattro spiriti uscimmo fuori di casa. Non fecimo in tempo a fare un passo che un gran vento soffiò su di noi. Non capimmo il perchè, ma nell’istante che il vento continuava ad alzarsi ed a scompigliarci i capelli le porte del tempietto magicamente si spalancarono come se fosse un segno. Come se sapevano che la loro destinazione era quella. Guardai la biglia tra le mie mani che come dalla conferma di mio nonno aveva già preso a brillare. La strinsi ancora di più. Non riuscimmo nemmeno a camminare da quanto il vento continuava ad alzarsi è come se fosse lui a condurci. Infatti ci trasportò fino ai piedi del tempietto. Appena fummo dentro le porte si chiusero di scatto. Io e Federica ci presimo per mano e senza attendere oltre attraversammo il pozzo ritrovandoci poi a toccare il fondo e vedere in altro il cielo, capendo così che eravamo arrivate a destinazione. Scavalcammo il pozzo e  ci trovammo  nel verde della foresta. << Wuao! >> esclami entuiasta guardandomi attorno << Allora aveva ragione il nonno! Esiste veramente un passaggio dalla mia epoca a questa. >>

<< Già >> annuìi lei  poi si fermò a guardare in lontananza una figura << ha detto anche che avremmo tovato visite ? >>

Guardai la mia amica perplessa e poi spostai l’attenzione su ciò che in lontananza aveva visto: poco più distante da noi una ragazza con i capelli neri legati in un champignon alto, un Kimono a righe trasversali bianche e viola con una fantasia geometrico-floreale ed un ventaglio in mano. Prima che potessi dire qualcosa fu lei a parlare.

<< Kanna… è lei la ragazzina, vero ? >> chiese parlando con qualcuno che non riuscimmo a capire subito finchè non apparve a qualche centimetro di distanza da lei un’altra ragazza di bassa statura con lunghi capelli bianchii, occhi neri neri, ed un Kimono bianco con qualche riflesso azzurro argento.

<< Sì, sì. È lei. Ha la sfera dei quattro spiriti >> rispose quest’ultima.

Strinsi ancor di più la sfera tra le mie mani appena pronunciò quelle parole e poi intervenni << Cosa volete ?? >>

Indietreggiammo sia io che la mia amica vedendo che le due donne si erano avvicinate.

<< E’ ora che di farti conoscere il nostro padrone, ora che sei finalmente qui, ragazzina. >> rispose la prima.

Rimasi immobile, impietrita dal loro sguardo, mentre loro ci conducevano chissà in quale posto misterioso.

 

 

 

****

 

 

 

Sentii l’odore insopportabile di quella donna e da lì capii che era ricomparsa con lei pure la sfera. Sapevo che ben presto sarebbe stata nelle mie mani. Così appena ebbi la certezza di dove fosse mandai i miei seguaci a prenderla: bon avrebbero mai disobbedito ai miei ordini e tra qualche minuto avrebbero portato la dolce fanciulla con la sua amichetta qui al castello. Da lì sarebbe partito il mio piano: lei sarebbe stata nelle mie mani con i suo poteri da Miko e on essa anche la sfera. Sentivo già la vittoria in pugno. Non capivo solo perché Kagura e Kanna  ci mettessero così tanto. Che sia andato storto qualcosa ?! Non può essere.

Le mie preoccupazioni cessarono appena le mie narici sentirono troppo vicino quell’odore tanto sgradevole che dalla morte di Kikyo non si sentiva più ormai….

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

Non capisco che ci trovi di così tanto entusiasmante a dover catturare una femmina il mio padrone. Certo ha la sfera tutto qua. Bastava quindi anche solo fregargliela in un momento in cui lei era distratta ed era fatta! Invece  a Naraku non bastava…. Voleva pure lei tra noi. Sarebbe diventata una di noi… Forse quello che non notai subito, ma che mi fece notare mia sorella Kanna, era la certa somiglianza con la sacerdotessa Kikyo. Allora dà questo la cosa era logica: la ragazza sicuramente aveva poteri da Miko e poteva essere utile in tutto. Anche se a me sembrava una femmina qualunque umana. Forse lei sarebbe stata in grado di distruggere finalmente Naraku e la sfera stessa., ma potevo pensare ad una cosa simile mentre il mio padrone aveva nelle sue mani il mio cuore ? Non avrei trovato via di scampo, se fosse morto il mio signore, sarei morta anche io e Kanna insieme a lui, visto che ci ha creato. E solo con la nostra morte avrei ritrovato la mia libertà…..

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

 

Mi girai  e rigirai più volte nel letto, ma non riuscii a chiudere occhio… Era da giorni che non riuscivo a dormire. Kikyo sapevo che era preoccupata per me. Mi chiedeva ogni sera avevo bisogno di qualcosa, una camomilla, una qualsiasi cosa ed addirittura si era proposta di farmi compagnia la notte stando nel letto abbracciata con lei e stare svegli. Ma ogni sera io le rispondevo di “no”. Non volevo che perdesse anche lei sonno, quando lei era ancora più debole del solito con quel corpo tra la vita e la morte che non trasmetteva più calore dopo la sua morte. Ero consapevole che appunto per questo il nostro amore si stava consumando. Me lo diceva pure Miroku bonzo, pervertito com’era, capiva che qualcosa tra noi era cambiato, che non c’era più passione. E fu sempre lui a chiedermi chiedermi da quanto tempo io e Kikyo non facevamo più l’amore. Già da quanto…? Da quando per colpa e per merito di quella strega  che credeva che Kikyo se sarebbe tornata in vita, sarebbe tornata con lei anche la sfera, così era riuscita a riportarla in vita, ma della sfera nessuna traccia. Io ero felice che lei fosse ancora con me, tanto che quella notte festeggiai accogliendola sotto le lenzuola… Ma non fu come le altre volte, sembrava quasi come se facessi l’amore con un morto e questo mi faceva vomitare… Così non lo confessai alla mia amata, ma feci intendere a lei che mi bastava averla accanto così, perché io so ancora so di amarla…

Finchè non sentii quell’odore che ho tanto amato da tempo e che era cessato a causa della morte della mia amata. Non capivo, se lei era qui con me chi poteva emanare un odore così simile al suo ? Convocai gli altri, ma nessuno capì la mia preoccupazione ed il mio desiderio di capire chi fosse… Ma riuscirono a percepire l’aura velenosa di quel maledetto Naraku, che da tempo non si faceva più vivo, si stava alzando. Colui che uccise Kikyo. Dovevo ancora vendicarmi, perciò che l’aveva fatto. Senza pensarci su troppo ci dirigemmo al castello di naraku per cercare di capire che stesse tramando lasciando da sola a casa la mia amata Kikyo.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

La Sfera dei Quattro Spiriti è tornata. Se Naraku ha aumentato la sua aura velenosa, questo vuol dire solo una cosa: ha un piano.

Hanno voluto lasciarmi a casa, soprattutto ha insistito il mio amato Inuyasha che è ancora preoccupato da quella volta che Naraku né ha approfittato in un momento di debolezza e mi aveva attaccato uccidendomi. Da allora Inuyasha si preoccupa per me. E’ diventato troppo protettivo nei miei confronti e non si preoccupa nemmeno di sé stesso da quanto è preso a farmi sentire a mio agio. Il punto è che non mi sento più a casa mia, sembra come se fossi diversa, infatti non sono più la stessa, visto che mi trovo tra la vita e la morte.

Anche se Inuyasha non lo dà a vedere so che la nostra storia è sul punto di crollare… Lui non lo ammetterebbe mai, ma sembra come se gli facessi ribrezzo. Come l’ultima volta che fecimo l’amore, era come se fosse disgustato dopo averlo fatto, tanto che da quel giorno non mi toccò più.

E fu questo che consumò la nostra storia, quello che non avrei mai voluto che accadesse….

Quello che mi fece arrabbiare più di tutto è che lui è andato alla ricerca della sfera senza di me, e che inoltre è riuscito a percepire con il suo fiuto un altro odore che io non percepisco, ma che lui percepisce benissimo e lo riconosce alla perfezione: il mio odore. Quello che un tempo avevo io quando ero ancora viva. Chi poteva emanare il mio stesso odore ? E poi mi balenò la risposta nella mente: solo colei che è la mia reincarnazione. Questo non avrebbe portato niente di buono alla nostra relazione.

L’unica cosa che posso fare ora è attendere il mio amato qui e pregare che sto che sta per succedere non avvenga…

 

 

 

 

 

Salve eccomi qui.... ad aggiornare....!! Che dire stiamo entrando nella storia come vedete spero che sia interessante i pensieri di ognuno  che non vi ho creato confusione e che capite chi è il narratore dei pensieri di questo capitolo... Pensavo di continuare così speramdo sdi non scombussolare troppo da persona a pesona, ma serve per spiegare meglio la storia...!!

Il prossimo capitolo è in lavorazione e spero che presto arriverà il seguito, spero che nel frattempo recensite facendomi sapere una vostra opinione! Grazie infinite pe chi continua a seguire o anche solo per chi legge silenziosamente...!

Bacio, Miley.

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