Amore non è guardarsi a vicenda: è guardare insieme nella stessa direzione!

di Mavid55
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Eravamo in partenza per la casa in montagna, eravamo ospiti della madre di Jym. Un week-end solo per noi...
-Io vado, am...- non riuscì a finire la frase che lo interruppi
-Hey- con voce triste - credevo che oggi fosse il tuo giorno libero.
-Lo so che dovevamo partire e mi dispiace molto, ma c'è stata un'emergenza, devo correre a lavoro:un incendio al municipio!
-Ok, vai, e stai attento.
Lo baciai e lo accompagnai fuori.
-Aspetta! Questo vuol dire che il viaggio è saltato?
-No, certo che no. So quanto tu sia felice all'idea di partire e farò il prima possibile.
Con questa frase mi salutò e se ne andò.

Lo aspettai per ora di pranzo, ma non arrivò, provai a chiamarlo ma non rispose, così mi preoccupai. C'era un forte temporale e pensai che forse l'auto aveva sbandato e...
-No- mi dissi - Jym é responsabile e sa quello che fa, non c'è motivo di preoccuparsi!
Proprio quando mi stavo per calmare squillò il telefono.
-Come? Jym... incidente... non può essere, corro da voi!

Arrivata al Mercy Hospital, chiesi di mio marito e mi portarono da lui.
-Era alla guida e ha subito dei gravi danni, ma si riprenderà. Lo terremo in osservazione per stanotte.
Mi feci strada verso la sua stanza e gli baciai la mano. Una lacrima iniziò a scendermi lungo il viso.
Dopo poco arrivarono Delia e il professore, mi abbracciarono e cercarono di consolarmi, ma non c'era niente che potesse rincuorarmi apparte riabbracciare il mio Jym.
Tornai nella sua stanza e mi addormentai al suo fianco. A svegliarmi fu la sua voce, era sveglio ma aveva qualcosa di strano... 
-Voglio che tu mi ricorda così come sono, ti amo tantissimo e tornerò da te.
Capii tutto: era morto! Iniziai a piangere guardando il suo spirito allontanarsi. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Passarono giorni, la mamma di Jym venne da me per un po' e mi aiutò a organizzare il funerale. Dall'incidente avevo visto solo una volta Jym: era al mio fianco nel letto, mi osservava e continuava a ripetere che sarebbe tornato. Mi suonò subito strana quella frase, ma non ci pensai, rivolevo solo mio marito!
Nel pomeriggio arrivarono Ned, Delia e il prof. Payne che mi aiutarono a impacchettare la roba di Jym. Raccontai a Rick ciò che lo spirito mi aveva detto e lui mi rispose dopo aver pensato a lungo.
-Esiste un tipo molto avanzato di possessione: un fantasma può impossessarsi del corpo di un uomo appena morto. Però esistono molte complicazioni.
-Ad esempio?
-Un forte stato di amnesia, dispersione dell'anima impossessata... ho dei libri nel mio studio, se vuoi te li presto.
-Si, certo, grazie.
Dopo questa conversazione andai a cercare Jym, dovevo avvertirlo delle conseguenze e fermarlo! Non c'era da nessuna parte, nè in camera da letto nè in cucina. Presi la macchina e andai a prendere una boccata d'aria, non avevo una meta precisa. Mi ritrovai nel luogo del nostro primo incontro, senza nemmeno accorgermene iniziai a piangere: sapevo che mi stava osservando, lo sentivo.

Tornando a casa, accompagnai Delia all'ospedale per le sue terapie. Vidi Jym fuori la stanza di un paziente e capii subito ciò che voleva fare; corsi verso di lui, ma non feci in tempo a fermarlo. Lo vidi entrare nel corpo di quell'uomo appena morto e il suo spirito passare oltre. Entrai nella stanza urlando il suo nome.
-Jym!!
Lo abbracciai, lo baciai quando...
-Mi scusi, ma io la conosco?
-Come, Jym, non mi riconosci? Sono io, Melinda.
-Mi spiace ma non sono l'uomo che cerca, non so chi sia lei e chi sono io.
Era lui, ne ero convinta. Ripensai alle parole del professore *forte stato di amnesia*. Ma certo, non si ricordava nulla di quanto successo. Chiamai Delia. 
-Io lo vedo, è lui!
-Melinda, io ti credo ma se non si ricorda niente della sua vita passata... cosa intendi fare?
-Ho fatto delle ricerche sull'uomo di cui si è impossessato: si chiamava Eli, è "morto" per arresto cardiaco. Gli racconterò che l'avevo assunto come mio psicologo e cercherò di fargli ricordare la nostra vita insieme.
-Avrai il mio appoggio, ma, ti prego, stai attenta!
Mi incontrai con Rick per raccontargli l'accaduto.
-Tu non ci crederai mai!- gli dissi con un sorriso sgargiante dipinto sul volto- Jym..... il suo fantasma.... Eli.... rincarnato...
-Hey, frena frena, non ho capito niente, spiegami tutto con più calma.
-Ti ricordi quando ti raccontai le intenzioni di Jym? Lui è tornato da me, si è impossessato del corpo di uno psicologo,Eli. Ti rendi conto? Lui mi ama e vuole restare con me!
-Ma tu sei proprio sicura che sia lui?Potrebbe essere il tuo modo per elaborare il lutto, ti capisco, anche io ci sono passato. Voglio che tu sappia che ti sono vicino.
Avvicinò il suo viso al mio e mi prese la mano. Io ruppi immediatamente quel contatto: come si era permesso di mettere in dubbio ciò che avevo visto e di approfittare di me in quel modo?!
-Tu non capisci mai niente!
Mi alzai e me ne andai furiosa.

ANGOLO DELL' AUTRICE: spero che questo secondo capitolo sia di vostro gradimento. Scusate x evetuali errori... leggete e recensite :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Oggi Jym sarrebbe uscito dalla sala di rianimazionone, dovevo andarlo a prendere e mettere in atto il mio piano.
-Ciao, sono Melinda, ti ricordi di me?
-Si, certo come dimenticarsi di lei.
-Haha si, mi scusi per ieri... ehm... lei, come dire, era il mio psicologo e...
-Non si preoccupi, non deve darmi spiegazioni. Come diceva? Lei era una mia paziente?
-Si. Stava venendo da me quando ha avuto questo piccolo incidente.
-Aaa, si ricordo.
-Veramente? I dottori hanno detto che non avrebbe ricordato niente e io mi sono offerta di aiutarla. Vogliamo andare a casa? Le ho preparato una camera.
-Ok, prendo la mia roba e la raggiungo. A proposito, mi dia del tu.
-Ok,tu.
Scoppiamo in una grossa risata. Ebbe un giramento di testa.
-Tutto ok?
-Si, solo che ho ricordato una cosa...
Ero molto curiosa di conoscere il suo ricordo, di sapere se riguardava noi due insieme, ma decisi di non intromettermi.
-Allora, vogliamo andare?

Arrivati a casa gli mostrai la sua camera. 
Quella sera cucinai il piatto preferito di Jym, sembrava gli piacesse. Iniziava a ricordare, ma a volte aveva ricordi non suoi, almeno non di Jym; mi chiamava July, ma non sapeva spiegarmi chi fosse. Scoprii che July era sua sorella, la sorella di Eli e che aveva anche un fratello, Sam. Non aveva genitori, erano morti nel disastro aereo. A sua insaputa andai a trovare i suo parenti per raccontergli l'accaduto e dirgli che mi sarei presa cura di lui.
-Quindi lei è la sua nuova ragazza? 
-No no, sono solo un' amica e paziente che cerca di dare una mano.
-Oh grazie, appreziamo molto il suo gesto.
Ci salutammo dopo una lunga chiacchierata.

Quando la sig.ra Clancy se ne era andata dopo il funerale, mi aveva invitato a casa sua per qualche settimana. Approffittai del suo invito per fare un viaggio con Eli.
-Dovrei andare da mia suocera per qualche giorno e stavo pensando... non vorrei lasciarti da solo in queste condizioni e quindi, ti va di venire con me?
- Non ricordavo che tu fossi sposata?- mi disse con una voce malinconica
-Si, lo ero, lo sono! Mio marito é morto qualche settimana fa.
-Mi dispiace tanto, scusa non lo sapevo.
Mi abbracció e i miei occhi iniziarono a farsi lucidi: odiavo parlare della sua morte, per me era ancora vivo.
-Non ti preoccupare, tu non hai colpa- gli dissi con un sorriso forzato- allora, che ne pensi della mia proposta?
-Emh, non vorrei dare fastidio, io posso cavarmela anche da solo.
-Quali problemi? Tu non mi dai alcun fastidio, anzi, gradivo la tua presenza. Non voglio partire da sola. E poi non mi fido a lasciarti qui da solo.
-Grazie, allora se la metti cosí vengo volentiri.
Preparammo le valige e partimmo il giorno seguente. Andammo in auto.
-Bella macchina!
-Grazie- gli sorrisi con aria triste -era il pik up di Jym, mio marito.
-O mio dio, mi dispiace, l'ho fatto di nuovo.
-Ti ho detto di non dispiacerti...
Rimanemmo in silenzio per quasi tutto il viaggio, la casa della mamma di Jym era in cittá. Capii che non parlava perché aveva paura di dire cose che mi potessero offendere.
-Tutto bene?
-Si,ho solo un po' di nausea.
Era tipico di Jym mascherare il suo stato d'animo, ma io ormai lo conoscevo fin troppo bene solo che lui non lo sapeva. Era triste per qualche motivo. Lo lasciai solo con i suoi pensieri e continuai a guidare senza dire una parola.
Neanche io ero felice: mi rattristava fare questo viaggio, dovevamo farlo prima della morte di Jym e tutto lí me lo ricordava. Almeno lui era con me, non sapeva di essere lui, ma c'era! Era questo l'importante.
Accesi la radio per rompere un po' il ghiaccio. Stavano trasmettendo proprio la canzone su cui io e Jym avevamo ballato il nosto primo lento al matrimonio. Fui sommersa dai ricordi: noi due, Andrea, la nuova casa, il disastro aereo... Mi mancavano così tanto entrambi. A distogliermi dai miei pensieri fu il rumore del clacson e Eli che cantava la nostra canzone.
-La conosci?- gli chiesi stupita
Non era una canzone molto diffusa.
-Sì, strano.
-Cosa?
-Non ricordo nulla, nemmeno chi sono, ma so a memoria il testo si questa melodia!
-Forse ha significato qualcosa di davvero importante per te, più della tua stessa vita.
-Non credo, devo averla sentita all'ospedale mentre ero sotto shock. A proposito, grazie.
-Per cosa?
-Per tutto ciò che hai fatto e stai facendo per me.


ANGOLO DELL' AUTRICE: Ecco il 3 capitolo, ringrazio tutte coloro che mi stanno seguendo e a cui piace la mia ff. Spero che anche questo nuovo capitolo sia di vostro gradimento! Grazie, leggete e recensite.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Mentre parlavamo il tempo passava e arrivammo velocemente a casa.
Eli volle rimanere in macchina; scesi e andai a bussare.
-Hey,Melinda. Che ci fai qua?
-Oh scusa, mi sono dimenticata di avvisarti, sono venuta a trovarti ma se hai da fare torno subito a casa, sarà per la prossima volta.
Feci per andarmene quando...
-No,no, che dici? Tu sei sempre la ben venuta qui. Entra, fa freddo fuori.
Aveva ragione, eravamo in pieno inverno.
-Veramente, non sono sola.
 Feci scendere Eli dalla macchina.
-Lui è Eli, un mio amico, ha avuto un incidente e ha perso la memoria. Mi sono offerta di aiutarlo e l'ho portato qui con me per fargli vedere la città.
Mentre gli raccontavo tutta la storia, evitando i dettagli, le feci l'occhiolino. Sistemai Jym in una camera degli ospiti e presi in disparte Margaret. Le raccontai ciò che era successo veramente. Lei, con sforzo, mi credette. Almeno lei l'aveva fatto: in fondo si trattava di suo figlio, l'unica famiglia che aveva.
Eli sembrava ricordare la casa in cui era cresciuto, andava in giro toccando tutto e guardandosi intorno. Ero molto stanca e andai a riposarmi un po', lasciando Eli e Margaret da soli. Prima di andare raccomandai alla mamma di Jym di essere moldo cauta e rimanere discreta sul mio dono. Mi accorsi di aver lasciato il cellulare in macchina. Corsi a prenderlo. Avevo ricevuto circa 5 chiamate da Rick, mi preoccupai e lo richiamai.
-Pronto?
-Sono Melinda, mi hai cercato, cosa succede?
-Niente di urgente, volevo invitarti a una mostra di antropologia, la presenta una mia amica, le faceva piacere conoscerti: é a conoscenza dei tuo poteri!
-Come? Come fa a sapere ció che faccio?
-Deve essermi sfuggito mentre...
-Sai benissimo che non amo dire di avere un dono se non per casi urgenti e tu che fai? Lo racconti al primo che incontri??!
-No,no. Non é come sembra, mi é scappato mentre le raccontavo di te, ho detto che sei diversa dagli altri, che sei speciale perché...
-Perché vedo i fantasmi? Questo intendi? Non mi chiamare piú, non mi parlare, vattene!
Con ciò riattaccai e rientrai dentro. Mi accorsi che fuori alla porta ad ascoltarmi c'era Eli.
-Non é come sembra!- esclamai
-Tu... tu vedi gli spiriti?!- mi disse con voce tremolante
-Meriti una spiegazione ma prima vieni, siediti.
Ci sedemmo in cucina, intorno al tavolo.
-Da quanto tempo stavi ascoltando?- gli chiesi intimorita
-Abbastanza- fu la sua secca risposta
-Avevo intenzione di dirtelo, solo che non trovavo il modo adatto. Io, fin da bambina, ho un dono: riesco a vedere e comunicare con i morti, li aiuto a trovare la pace e a passare oltre, nella luce.
Rimase in silenzio, pensieroso.
-Dí qualcosa, ti prego, ho bisogno di sentirmi dire che mi credi, che non pensi che sono pazza, perché non lo sono, é tutto vero.
Continuava a guardarmi come se avessi detto chissà cosa, con una smorfia dipinta in volto.
-Allora?
-Io... ti credo!
-Veramente? Cioé, grandioso! 
Dopo un po' di silenzio ripresi.
-Perché, mai nessuno mi crede.
-Io non sono nessuno e poi mi fido di te, so che non mi diresti mai bugie, sei troppo buona!
Non riuscivo piú a trattenermi. Mi allungai verso di lui.
-Non posso più resistere. Io ti amo, Jym, ti amo più della mia stessa vita, più di qualsiasi altra cosa!
Non resistetti allo stimolo di baciarlo, le mie labbra si posarono sulle sue, lui non respinse il mio contatto. Passarono pochi secondi che a me sembrarono un'eternità, vidi scorrere sotto ai miei occhi tutta la mia vita assieme a Jym. Quando tutto fu finito mi alzai e corsi in camera piangendo. Non so perchė le lacrime continuavano a scorrere lungo le mie guance, ma non riuscivo a fermarmi. Sarà stata l'emozione, la sensazione di tratire Jym, di peccato... Ma il peccato di cosa? Jym era lì, lui era Jym, non c'era motivo di sentirsi così, eppure ero a pezzi.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


-Hey, tesoro, è pronto in tavola, dai, scendi giù
Come le altre volte non risposi, non volevo più vedere Eli dopo la figuraccia che avevo fatto e dopo avergli confessato il mio dono. 
-È ancora chiusa in camera?
-Sì, non mi ha voluto aprire la porta, credo tocchi a te parlarle.
-Non capisco perchè si comporti così, ieri sera è scappata via all'improvviso, senza lasciarmi spiegare, non riesco a comprendere.
-È triste per mio figlio, sente di averlo tradito, le manca molto e la capisco, è tuo compito aiutarla a superare tutto ciò che sta passando.
-Come?
-Se la ami davvero e tieni a lei, vai a parlarle col cuore, vedrai che riuscirai a farla ragionare! Vai, coraggio!
Sentii bussare alla mia porta
-Chi è?-chiesi tra i singhiozzi
-Sono io, Eli, posso entrare?
-Non è il caso... senti, dimentica ciò che ti ho detto, vai avanti con la tua vita, le nostre strade si separano qui.
-Non posso, io sono perso senza di te, la mia strada è assieme alla tua, siamo fatti l'uno per l'altro!
Entrò all'improvviso
-Non riuscirò mai a riempire il vuoto che ha lasciato tuo marito, a essere come lui, così perfetto e premuroso, ma almeno posso provarci, sento di essere pronto, tu, lo sei? Non devi rispondermi subito, io posso aspettare, ma pensaci, promettimi che ci penserai.
Non sapevo che fare, se non mi fossi sbrigata l'avrei perso.
-Non so quanto questo possa bastare, ma...
-Shhh...
Mi baciò. 
-Se volevi farmi tacere, ci sei riuscito!
Ridemmo come due bambini, mi sembrò di tornare intietro nel tempo.
-Anche io sono pronta ad impegnarmi, ma la nostra storia non può nascere da una bugia.
-Cosa intandi dire?
-Sai che io vedo gli spiriti, la mia vita è sottosopra, mi muovo tra il mondo dei vivi e quello dei morti...
-Lo so, è posso accettarlo, riusciremo a convivere con i tuoi poteri- mi interruppe
-Non è qui che volevo arrivare, lasciami finire. Quel giorno, all'ospedale, quando ci siamo incontrati, ho visto lo spirito di Jym entrare nel tuo corpo. Eli era già morto, non saresti vivo se non fosse per mio marito.
-Ciò spiega il tuo comportamento, ma non... io non sono Jym!!
Arrivò Margaret.
-Scusate se vi interrompo, ma Delia ha appena chiamato: ha problemi con l'allarme del negozio.
-Vi lascio sole.
Rimasi nella stanza sola con mia suocera.
-Ci penso io, tu riposati, è tardi.

L'accompagnai in camera da letto e richiamai Delia. Dopo averle spiegato come azionare l'allarme, andai a dormire: era stata una giornata pesante ed ero stanca.
A svegliarmi, il mattino seguente, fu lo sbattere della porta. Mi affacciai per vedere cosa stesse succedendo. Eli se ne stava andando, aveva con sè le valige e si guardava intorno come se non volesse farsi notare. Mi infilai le pantofole e la vestaglia e corsi giù. Aveva già imboccato il vicoletto per l'autostrada, non riuscii a fermarlo. 
Dove stava andando e perchè? Forse scappava da me o dalla verità che non voleva accettare... Non riuscivo a concentrarmi, la testa mi scoppiava e continuavo a riflettere sul motivo della sua fuga.
Non volevo svegliare Margaret, era già stressata abbastanza, salii lentamente le scale del piano superiore, cercando di fare meno rumore possibile. Sul mio comodino trovai una lettera: era di Eli.
"Non sono mai stato bravo a parlare delle mie emozioni... Io ti amo moltissimo, Melinda. Tu hai perso qualcuno di molto importante per te, non riuscirò mai a capire cosa stai provando, ma comprendo che non sei ancora pronta e che non riesci ad accettare la morte di tuo marito. Evidentemente non ti amo abbastanza o non ho piena fiducia in te ma io non ti credo, non posso credere a una tua immaginazione. Proprio per questo me ne sono andato, è meglio così per entrambi. So di aver affermato il contrario, ma ho ripensato a ciò che mi hai detto tutta la notte e finalmente ho aperto gli occhi: tu hai cercato di riempire il vuoto della tua perdita con quasta storia assurda, ma non mi hai convinto!
Addio, Melinda, non ti dimenticherò mai. 
                                                                       Eli"
Mentre leggevo iniziarono a scendermi le lascrime: perchè se ne era andato così, senza spiegare nè dire dove fosse diretto, perchè?!
Presi la prima cosa che mi capitò dall'armadio e corsi in macchina: dovevo travarlo! Analizzai tutti i posti dove potesse stare. Tornai a Grendview, lo cercai all' ospedale, alla caserma, alla Rockland... Niente, non c'era da nessuna parte. Chiamai ad aiutarmi Delia e il prof. Ci dividemmo, io andai a sud con Rick mentre Delia a nord. Se non l'avessimo trovato entro un paio d'ore, avrei fatto denuncia alla polizia.
-Fammi capire: stiamo cercando un tizio che nemmeno conosci e che sei convinta sia Jym?
-Non sono convinta, lui è Jym! Io lo ho visto e ha anche ricordato parte della nostra vecchia vita... perchè non vuoi capirlo??
-Io ti crederei se potessi, ma non ha senso, non si è mai vista una cosa del genere.
-Ma lo hai detto anche tu: si può fare. E poi se anche fosse, che ti importa, l'importante e che io sia felice, non trovi?
-Proprio perchè tengo a te ti sto mettendo in guardia. Stai attenta, altrimenti soffrirai molto. Che ne dici, invece, di andare insieme in montagna, solo noi due, facciamo un arrampicata o un campeggio nel bosco?
-Vuoi sapere veramente che ne penso?- fece segno di sì con la testa -Penso che tu sia impazzito. Anche io ti voglio bene, ma noi due, io e te, non può funzionare. Mi dispiace ma io non tradirei mai il mio Jym.
-Ma, Melinda, tuo marito è morto. Lo stai già tradendo con quel tizio che nemmeno conosci, non sai niente di lui!
-Non ho parole...
Me ne andai stanca di quella conversazione. Mi squillò il cellulare, era Delia.
-Corri al campo da tennis, non indovinerai mai chi ho trovato.
-Ma come ci è finito lì?- dissi quasi pensando ad alta voce -Ti raggiungo tra un istante, tu non farlo scappare.
Riattacai velocemente e corsi in macchina.
-Eli, Eli!
-Oh, ciao Delia.
-Ciao, che ci fai qui? Sai giocare a tennis?
-Veramente cercavo il campo da baseball...
-Qui non ne abbiamo, ce ne uno solo in città, quello che frequentava Jym. Sai, lui e Melinda andavano spesso a giocare o vedere le partite... scusa, mi sono lasciata prendere dall' entusiasmo, sicuramente non ti interessa.
-No, ti capisco, eri una sua grande amica e ti manca. Non mi dai fastidio. Almeno tu non cerchi di convincermi a ricordare una vita non mia.
-È successo qualcosa?
-Melinda non te lo ha detto? È convinta che io sia lo spirito di suo marito in un altro      corpo... mica tu le credi?
-A volte è necessario un atto di fede...
Sembrò riflettere sulla conversazione.
-Ok.
-Vuoi che ti accompagno al campo da baseball, è qui vicino.
-No, non so nemmeno giocare...
-Ne sei sicuro??
-Ahh giusto, io non sono Eli ma Jym- disse con un tono ironico
Scesi dalla macchina da dove avevo ascoltato tutta la conversazione.
-So che è troppo per te ma, ti prego, rifletti, tutti i tuo ricordi, il baseball, la canzone, ti piacciono le cose che piacevano a Jym e poi io e te, il nostro amore, non possono essere tutte coincidenze!
-Infatti non lo sono, lavoravo per te, devo aver appreso queste cose durante le terapie.
-Questa è un'altra bugia. Guardami, non ho bisogno di uno psicologo, ho fatto tutto questo per riuscire ad avvicinarmi a te!
-Ti sbagli, tu hai bisogno eccome di farti curare! Non farti più vedere!
Scoppiai a piangere, Delia mi abbracciò cercando di tranquilizzarmi mentre Eli se ne andava a grandi passi.
-Jym non è mai stato così, mai...- dissi tra i singhiozzi
-Calmati, calmati, tutto si sistemerà presto, vedrai.
-Tu sei così buona con me, ma è stato chiaro, non vuole più vedermi, mi ritiene una pazza, le cose non si aggiusteranno mai!
-No, non dire così.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Tornammo ognuno alle proprie case. Trovai 1 messaggio in segreteria. Era di Margaret, aveva chiamato molte volte da quella mattina.
"Hey, Melinda, è successo qualcosa? Mi sono svegliata e non ho più visto nè te nè Eli, vi siete chiariti? C'è qualche novità? Per favore, richiamami appena senti il messaggio, sono davvero molto preoccupata."
Era vero, me ne ero andata senza dare spiegazioni e non mi ero più fatta sentire, era  buio ormai.
La richiamai il mattino seguente. 
-Pronto? Margaret, ti disturbo...
-Oh tesoro, mi ero davvero preoccupata, che fine hai fatto? Cosa è successo, qualcosa che riguarda Jym?
-No no, non ti agitare, scusa se sono corsa via così ma avevo un problema al negozio e Eli una visita medica di cui mi ero dimentica- dissi cercando di essere credibile il più possibile
-Non mi imbrogli, ragazzina, raccontami tutto con i dettagli!
-Non è come pensi, anzi... Eli è scappato, non so dove sia finito, l'ho cercato ovunque... non so più cosa fare...
-Vedrai che tornarà presto.
-Lo spero.
-Richiamami appena hai notizie.
-Te lo prometto.
Margaret aveva ragione, dovevo continuare la mia vita, se era veramente Jym prima o poi sarebbe tornato a casa da me.
Feci colazione, mi vestii e andai di gran lena a lavoro: era il mio turno di aprire il negozio, Delia mi aveva già sostituito tutta la settimana. Era ora di dargli il giorno libero.
-Hey, Ned? Tua mamma è a casa?
-No è appena scesa, sta arrivando.
-Senti, stavo pensando di preparargli una sorpresa, tu che ne dici? Naturalmente mi dovrai aiutare.
-Si hahaha, l'idea mi eccita, continua, cosa avevi in mente?
Gli spiegai brevemente il mio piano, poi riattaccai. Lui si sarebbe occupato di avvisare gli invitati e io il fotografo. Chiamai Justin, un mio vecchio amico che avevo aiutato in passato.
-Si, mi ricordo di Delia. Sono libero anche ora, quando preferisci venire?
-Ora sono in negozio, lei sta per arrivare, vogliamo fare oggi pomeriggio alle 18?
-Perfetto, dimmi dove.
-Vengo io da te al Campus. A dopo.
-Ti aspetto.
Arrivò Delia.
-Ciao, chi era? Eli?
-No,no, era... Ned, più tardi passo da lui al Campus per fargli vedere il mio computer: si è bloccato di nuovo.
-Strano, ieri funzionava...- disse immersa nei suoi pensieri
-Sai come vanno questi apparecchi, un giorno funzionano e un altro no- le sorrisi cercando di essere credibile
-Ma, se vuoi, posso far venire Ned qui...
-No, non ti preoccupare, deve studiare e, voglio dire, è già tanto che mi aiuta.
-Ok, se per te va bene così...
Le ore passarono veloci, alle 17 e 30 mi misi il cappotto, chiusi il negozio e salutai Delia.
-Oggi chiudiamo prima!
-Se vuoi rimango io in negozio, tu vai tranquilla.
-No, vai a casa, riposati, si sta avvicinando il Natale, vai a fare un po' di shopping!
La salutai e andai al Campus. Prima però passai a prendere Ned, insieme andammo da Justin.
-Domani Delia ha il turno pomeridiano, potremmo organizzare tutto di mattina- proposi
-E se poi passasse per il negozio o arrivasse prima?
-Qualcuno di noi dovrà tenerla occupata!
-Mi offro io, domani l'università è chiusa per neve.
-Ok, questo l'abbiamo risolto, ora, dobbiamo pensare ai preparativi.- aggiunse Justin
-Io posso preparare qualcosa da mangiare...
-Io mi occupo dello striscione e degli invitati...
-... e io delle foto che metterò in un album!
-Perfetto, è tutto pronto!!- escamò Ned
-No, ci manca il luogo.
-Potremmo farla in negozio, solo che non credo sia abbastanza grande...
-No, in negozio va benissimo, allora rimaniamo così: ci vediamo domani alle 10 in punto fuori il negozio. Tu, Ned, distrarrai tua madre, mentre io e Justin sistemiamo i festoni. Poi a una mia chiamata arriverete e daremo inizio alla festa. Tutto chiaro?
-Si- dissero in coro
-Ok!
Tornammo ognuno a casa propria, si era fatto tardi e dovevo ancora preparare la cena. Eppure non avevo fame, dalla morte di Jym mangiavo pochissimo e raramente, di solito era lui che mi stupiva con i suoi piatti. Preparai una ricetta che mi aveva dato Delia. Prima di andare a letto misi in forno l' impasto dei muffin per la festa, nel frattempo feci una frittata di pasta e una macedonia: era tutto pronto.
Il mattino seguente andai un po' prima in negozio per sistemare alcune cose e finire 
l' inventario. Nel periodo natalizio erano arrivate molte cose ed ero indietro col lavoro. Telefonai Ned per confermare l' appuntamento.
-Ti porto gli striscioni tra 30 minuti così puoi sistemarli prima del nostro arrivo.
-Ok, perfetto!
Lo aspettai e insieme preparammo il negozio all' evento. Poi lui andò a prendere Delia e io accolsi Justin e gli ospiti. Spensi le luci e ci nascondemmo tutti in cantina aspettando il loro arrivo.

ANGOLO DELL' AUTRICE
Scusate per il ritardo ma sono stata molto occupata con la scuola, prometto di rimediare. Spero che il capitolo vi piaccia nonostante gli eventuali errori. Lggete e recensite: contiuo a 3 recensioni!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Lo aspettai e insieme preparammo il negozio all' evento. Poi lui andò a prendere Delia e io accolsi Justin e gli ospiti. Spensi le luci e ci nascondemmo tutti in cantina aspettando il loro arrivo.
Rimanemmo nascosti per molto tempo, le ore passavano e non arrivavano notizie nè da Ned né da Delia. Provai a chiamarli insistentemente ma non ottenni risposta. Mi scusai con gli ospiti e andai a cercarli a casa e al Campus. Niete. Non c'era traccia di loro da nessuna parte. Mi telefonò Billy, un amico medico di mio marito. Mi avvisò che all'ospedale era andata a "trovarli" Delia: aveva avuto un incidente con un giradischi. Mi sembrò uno strano scherzo ma mi precipitai comunque al pronto soccorso.
-Melinda?
-Ciao, Billy.
-La tua amica è nella camera 69, non ha niente di grave, solo una piccola ustione di primo grado. Ti sta aspettando, vai!
-Ok, grazie.
Cercai tra i corridoi la camera 69. Ero un po' disorientata: mancavo dall'incidente, erano passati già cinque mesi. Credevo fosse stato semplice, che avremmo continuato a vivere la nostra vita...ma mi sbagliavo, ora tutto era così diverso! Immersa nei miei pensieri raggiunsi la sala dove Delia era ricoverata.
-Delia!?
-Melinda...scusami per la festa, ma mamma ha avuto un' incidente...è stata tutta colpa mia...- disse Ned mortificato e triste
-No no, non dirlo nemmeno per scherzo, tu non hai colpa -lo abbracciai- adesso calmati e spiegami meglio come sono andate le cose.
-Meglio uscire fuori, mamma potrebbe svegliarsi.
Uscimmo fuori, prendemmo un caffè, io il solito macchiato e lui uno semplice, e ci sedemmo nella sala d'attesa.
-Eravamo a casa, stavo sentendo un po' di musica prima di scendere...
La sua voce era rotta dal pianto, il respiro era affannoso.
-Shh- gli intimai- con calma, fai un bel respiro e riordina le idee.
-È succeso tutto così in fretta: mamma si è arrabbiata, è corsa nella mia stanza come una furia, ha tentato di fermare il disco e si è bruciata col cavo...ho visto una scintilla e il suo corpo disteso a terra...
Ricominciò a piangere disperato. Mi riaffiorarono i ricordi della mia infanzia ed adolescenza. Sembrava un periodo così lontano, quasi appartenente ad un' altra vita.
-L' importante è che ora sta bene e che presto si riprenderà. Non torturarti, perchè non ti riposi un po', vai a casa!
-Sicura?
-Sì, non ti preoccupare, penserò io a tua madre.
Rimasi sola. Andai a cercare un medico per consultare la cartella clinica di Delia. Quell'ospedale era pieno di odori, suoni...

-Ricoveratelo d'urgenza! Ossigeno, fategli un massaggio cardiaco...libera!...libera!
-L'abbiamo perso, ore del decesso?
-16.53.

Scossi la testa per cancellare quel ricordo. Andai al Village Java per prendere l'ennesimo caffè: avevo dormito poco la scorsa notte ed ero molto stressata e angosciata. Vidi Eli seduto a un tavolino che aspettava qualcuno. Mi avvicinai. Mi sorrise. Stavo per salutarlo quando mi resi conto che non ero io la ragazza che aspettava e che lo rendeva talmente felice. Mi fermai ad osservarli.
-Hey.
-Alison, come va?
-Bene, scusa se ti ho fatto aspettare ma ci ho messo molto a trovarti.
-Non ti preoccupare sono qui da poco.
Gli stava togliendo il capotto. Gli passai davandi con disinvoltura, sembravo forte, ma dentro stavo crollando a pezzi. Avrei tanto voluto essere io quella donna, sentire le sue mani morbide sfiorarmi la pelle ed accarezzarmi, ma questo poteva essere solo un sogno. Non sarebbe mai potuto accadere, almeno non in questa vita, lui si era già dimenticato di me. Mentre mi torturavo con queste fantasie irrealizzabili lui stava corteggiando un'altra ragazza. Dovevo agire ora se volevo riprendermelo! Presi il mio cappuccino e mi diressi verso il loro tavolo. Presi una sedia e mi accomodai.
-Melinda?
La ragazza mi guardò come se fossi pazza.
-Ciao Eli, ti ho visto e ho pensato "perché non passare a salutarlo?" ed eccomi qua!
Fece un finto sorriso, poi aggiunsi.
-Vedo che sei in compagnia, piacere di conoscerti, io sono Melinda.
-Alison piacere mio.
-Sei un'amica di Eli?
-Emh...si, in un certo senso...eravamo compagni al college.
-Si, vedi, ho pensato che la mia vicinanza ad Ali mi potesse aiutare a ricordare qualcosa del mio passato, sai...quanto porto di scarpe, dove sono nato, qual' è il nome del mio   cane... 
-Hai un cane??- lo interrompemmo in coro
-Non credo, era per dire!
Scoppiammo tutti in una fragorosa risata.
-Emh, io devo proprio scappare, mi ha fatto molto piacere rivederti e conoscere te, Alison. Spero di incontrarti presto, rimarrai molto qui suppongo.
-Non ho dei piani precisi ma pensavo di rimanere minimo due settimane, ma se ce ne sarà bisogno anche di più.
Guardò con sguardo complice Eli.
-Ok, allora a presto, corro in ospedale.
-Aspetta un' attimo- mi afferrò il breccio per fermarmi- come in ospedale? È successo qualcosa di grave?
-Non sono affari tuoi, sei uscito da un pezzo dalla mia vita! 
Adoravo farmi desiderare. Andai via. A metà strada mi voltai per vedere la sua espressione: aveva preso il giubbino, salutato Alison e mi stava seguendo con furia. Non ci potevo credere, aveva lasciato il suo appuntamento per me!



SPAZIO DELL'AUTRICE: scusate se ho aggiornato solo ora ma ho voluto aspettare di raggiungere le 4 recensioni per il capitolo precedente. Questo obbiettivo non è stato conseguito e ciò mi fa pensare che non vi piace più la storia. Ciò nonostante continuerò a scrivere per tutti quelli che hanno voglia di recensire e seguirmi. Fatemi sapere cosa pensate a riguardo e del capitolo, a presto!! ;)

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