Cuore di gesso

di Aanya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Colpi subiti ***
Capitolo 2: *** Guastafeste ***
Capitolo 3: *** Sotto la pioggia ***
Capitolo 4: *** Debole ***
Capitolo 5: *** Rossa o verde? ***
Capitolo 6: *** Sentimenti smascherati ***
Capitolo 7: *** Colazione da...Heather ***
Capitolo 8: *** Sottospecie di prìncipi ***
Capitolo 9: *** Stai arrossendo? ***
Capitolo 10: *** CalcolatriceVSGotica ***
Capitolo 11: *** Ridicola ***
Capitolo 12: *** Libertango ***



Capitolo 1
*** Colpi subiti ***


Scese le scale frettolosamente e si catapultò letteralmente sul divano. Sbuffò quando si rese conto che il telecomando era appoggiato al mobiletto del televisore.
Odiava la situazione in cui si trovava. Odiava tutto perché tutto sembrava avercela con lei. Le persone erano soltanto delle maschere che facevano buona faccia a cattivo gioco. Poco importava se anche lei lo era. Forse era proprio per questo che era diventata così. Forse l'origine del suo carattere acido non era solo da imputare alla sua voglia di allontanare le persone da lei. Ma quello era il suo passato. Ora stava convivendo con altri pensieri in testa. Lo odiava. Odiava quello stupido latino. Quello stupido che l'aveva fatta vergognare davanti alla tv nazionale, che aveva ferito il suo orgoglio con tanto di sbeffeggiamento pubblico.
Heather si alzò di controvoglia per prendere il telecomando. Poi lo strinse come se volesse romperlo. Lo odiava sì. Con tutto il suo cuore perché questa volta era stato lui il più furbo dei due. Eppure era convinta che fosse ancora innamorato di lei. Avrebbe quasi messo la mano sul fuoco che non se la sarebbe mai sentita, sebbene lei continuasse a respingerlo, di eliminarla. Così presto poi! Almeno avesse aspettato la finale! No. Forse in quel caso sarebbe stato più umiliante perdere il milione davanti a lui.
I fatti le parlavano chiaro. Alejandro voleva una sola cosa. E non era lei.
Accese la tv mentre risuonavano le ultime note della sigla iniziale.
Spero solo che tu perda mio caro Alejandro.
Anche se non aveva più senso per lei seguire il gioco, era troppo curiosa di sapere chi sarebbe stato eliminato e se l'eliminazione di qualcuno sarebbe stata così scioccante da far dimenticare la batosta che aveva subito lei. E poi ovviamente sperava venisse eliminato il suo eterno rivale. E ovviamente non voleva perdersi lo spettacolo.

Heather strinse i pugni. Guardava Alejandro mentre si vantava di aver ripreso la funzionalità delle gambe.
-Lurido impostore! Le tue gambe sicuramente funzionavano ancor prima che noi due ci re-incontrassimo!-

-...ora le posso usare per il bene della mia squadra-

-Da quando in qua caro mio t'interessa il bene della collettività?- commentò ad alta voce.

-Dopo oggi non ci saranno più squadre- disse Courtney rivolta ad Alejandro. La sua espressione interrogativa la spinse a continuare il suo pensiero -Sono rimasti solo nove concorrenti..le squadre si scioglieranno per forza-.
Courtney alzò la forchetta ,con la quale stava mangiando, verso il ragazzo -E dopo quello che hai fatto a Heather..buona fortuna nel trovare un alleato Al!- concluse marcando l'ultima parola.

Heather rimase a bocca aperta. Poi sorrise.
-Courtney non sai quanto ti adori per aver detto questo- fece rivolta al televisore come se questo potesse risponderle. Sapeva quanto Alejandro odiasse essere chiamato con quel soprannome. Infatti il ragazzo socchiuse gli occhi a fessura lanciando fulmini verso Courtney.
Hey aspetta..ho forse detto che adoro Courtney?
Heather fissava lo schermo mentre Alejandro nel confessionale spiegava del suo odio profondo verso il fratello José.

-Ieri notte ho sognato il mio fratello più grande, più intelligente, più bello José...-

Wao dev'essere un gran figo il tuo caro fratellone Al. Sorrise per il pensiero.
Le facce dei concorrenti si susseguivano sullo schermo. Heather non sembrava molto presa dallo show. Se avesse potuto se ne sarebbe tornata in camera sua. Ma non poteva. Doveva guardarlo. Non si sarebbe mai persa le gaffe di quell'impostore. Soprattutto ora che sapeva che non aleggiava una buona aria tra lui e i concorrenti dopo quello che lui le aveva fatto. E Courtney era stata la conferma. Sapeva di essere odiata, eppure qualcosa si era mosso nel suo animo per provare pena per lei.

Chris stava spiegando ai concorrenti la sfida del giorno accanto ad un grande ring -L'ispirazione per questa sfida è stata presa dal travagliato episodio “Una sfida a tre” della prima stagione...-

Heather rabbrividì. Eccome se si ricordava quella volta. Non solo aveva dovuto fare cose terribili come leccare l'ascella di Owen, mangiare gelatina dall'ombelico di quel pazzo ciccione e tante altre carognate a cui aveva dovuto sottoporsi, soprattutto per colpa di quella mozzarella di Gwen, ma aveva perso qualcosa a cui teneva tantissimo. I suoi capelli. I suoi bellissimi lunghi capelli tagliati per errore. Ed oltre al danno la beffa. Perché proprio in quell'episodio aveva dovuto lasciare l'isola, catapultandosi sul molo della vergogna. Il suo ego ne era rimasto ferito per molto, moltissimo tempo.
Strinse i pugni mentre la rabbia le montava dentro e la sua faccia si faceva incredibilmente rossa.

-..le regole sono semplici: girate la ruota e passate un paio di minuti sul ring con quello che è uscito sulla ruota- continuava orgoglioso il presentatore.

Heather era troppo presa dai suoi pensieri riguardo al passato che le immagini scorrevano sullo schermo velocemente. Non troppo da non accorgersi che Chef aveva premuto un pedale per interrompere il giro della ruota e rivelare che l'avversario contro cui Scott avrebbe dovuto battersi era nientemeno che un suo acerrimo nemico: lo squalo Zanna.
Hey!Ma che diavolo?

L'urlo di Scott si propagò per la stanza. Gli occhi allucinati mentre Courtney cercava di farlo rinvenire.
-Andiamo amico, o ti muovi o sei perso!- lo incitava Chris.

-Non si sono risparmiati nulla rispetto alla prima stagione- commentò Heather. -Voglio proprio vedere cosa hanno architettato per gli altri. Perché diavolo non hanno fatto scegliere le sfide agli altri concorrenti? Avrei tagliato quegli odiosi capelli verdastri a quella gotica dei miei stivali!- terminò puntando l'indice verso lo schermo.

-Ahh..lo avete visto?Courtney mi ha trattato come un essere umano!- urlava Gwen di gioia poco dopo aver ricevuto un grazie dalla ragazza per averla aiutata a trasportare il povero Scott, messo k.o., fuori dal ring.

-Ma muori strega!- gli occhi si ridussero a due fessure.

-Neanche per sogno!Non combatterò mai con i miei adorabili cuccioli!- protestò Sierra quando guardò l'immagine che la freccia della ruota puntava. Una specie di animale a due teste. Troppo simile a quello che teneva in mano.
-Oh...non combatterai con i tuoi cuccioli..combatterai con la madre dei tuoi cuccioli!- controbatté Chris esultante.

-Buona fortuna psicoSierra- Heather scoppiò in una risata. Una delle poche dalla sua eliminazione a quel momento.

-Quante sono le probabilità che Scott e Sierra abbiano pescato avversari che riguardano tanto loro?- esternò Duncan al gruppo.

-Sveglia ragazziii!Cavolo ma come potete non esservene accorti?- Heather li guardava con sufficienza. Lei sarebbe stata così intelligente da accorgersene subito. E al diavolo che avrebbe subito come la volta precedente! Avrebbe preteso giustizia! Strano che il suo astuto collega non se ne fosse reso conto. Proprio ora appariva allo schermo dirigendosi tutto fiero verso la ruota. Noncurante del triste destino toccato anche alla povera Sierra.

-Guadagnerò un punto per noi!-

-Seriamente?Ne sei così sicuro?- chiese Heather sarcastica anche se nessuno poteva sentirla. -E se quel bel faccino si danneggiasse?- sorrise. Poi si rabbuiò. -Aspetta..ho detto bel faccino?-
Non si capacitava di pensare a lui. Non voleva sentire complimenti verso di lui nei suoi pensieri, figuriamoci nella sua voce!

-Credo sia Heather- commentò Courtney sorridendo. Gwen la appoggiò sogghignando.

-Vi piacerebbe!- disse ripuntando l'indice verso lo schermo -Odio Chris per non avermi fatto partecipare!- terminò imbronciata, incrociando la braccia.
Ma allora chi potrà essere?

Alejandro rabbrividì al suo nome. La ruota si fermò.
-No! Non può essere!- Alejandro impallidì portandosi una mano alla testa.
Il fratello si manifestò sul ring. -José!- ringhiò il ragazzo fulminandolo con lo sguardo.

-Chris io ti amo!- esclamò Heather piena di gioia -Non posso crederci!- disse saltellando sul divano. -Ora avrai la lezione che ti meriti!- terminò sistemandosi meglio a sedere. Guardava il volto del latino colorato dalla paura.
-Mi scoccia solo non avere preparato i pop-corn -continuò con gli occhi lucidi di soddisfazione.

-Buonas dias Al- Il tono di José era pacato.

-Però!..- Heather lo stava guardando bene -..Non ha tutti i torti Al a definirlo un bel ragazzo..- aggiunse sorridendo.

-Sembri stanco hai bisogno di un'esfoliazione- continuò ad istigarlo.
-Faccio l'esfoliazione una volta a settimana...- replicò Alejandro scuro in volto.

-Vi prego ragazze..combattete!-

-...e l'unica cosa di cui sono stanco sei tu!-

Heather non staccava lo sguardo dal televisore. Gli occhi zigzagavano da una parte all'altra mentre i due fratelli si prendevano a pugni.

-Come mai stanno utilizzando solo colpi al corpo?È strano..- commentò Duncan perplesso.

-Tesoro..la faccia è il suo splendore intoccabile! Eddai pure io ci arrivo...- fece Heather scocciata. I suoi occhi si spalancarono improvvisamente. -Oddio come mi è uscita questa frase?- le sue guance arrossirono. Poi si colpì la testa con un pugno. -Vuoi smetterla di pensare a certe scemenze?-

-È il codice familiare. Mai alla faccia- spiegava Alejandro.
-Mai alla faccia- concordava José con lo stesso fare vanitoso.
I due continuavano a darsele di santa ragione, ma i pugni non andavano troppo a buon fine.
-La tua tecnica è quasi imbarazzante quanto il modo in cui la tua fidanzata dalla personalità poco attraente ti ha umiliato nella tv nazionale- lo istigò nuovamente José.

-Cosa???- fece Heather allarmata -IO NON SONO LA SUA RAGAZZA! Per l'ennesima volta!- urlò verso lo schermo.

Alejandro ringhiò diventando rosso in viso. Poi assestò un duro colpo a sorpresa al fratello che finì dall'altra parte del ring.
-Questo è per avermi chiamato Al!-
Poi lo raggiunse di corsa e gliene tirò un altro.
-Questo è per aver monopolizzato lo specchio del bagno! E aver rimpiazzato il mio bell'orinatoio!-
Poi lasciò andare il braccio all'indietro caricando quello che doveva essere il pugno più potente di tutti.
-E questo è per aver definito ogni aspetto di Heather poco attraente!-. Alejandro si buttò con tutta la sua forza sul fratello facendolo rimbalzare verso le corde, prima di essere catapultato a terra. K.O. Alejandro sorrideva alla telecamera mentre il corpo di José giaceva a terra, ai suoi piedi.

Heather sbiancò. Cosa era successo? Non riusciva a riordinare le idee. Quel ragazzo che odiava così tanto l'aveva forse difesa? Per di più dal fratello che temeva di più? Nessuno si era mai battuto per lei. Nessuno l'aveva mai difesa in quel modo. Scuoteva la testa negando l'evidenza.

La voce di Chris le arrivava lontana
-Ora conosciamo i veri sentimenti di Alejandro per Heather..-

Non poteva essere vero. No. Non poteva essere vero. Lei lo odiava. Lui la odiava. Perché allora era innamorato di lei? Non stava forse fingendo? Cosa provava davvero per lui? Lo schermo fu riempito dalla sua immagine.

-Heather, so che stai guardando..Chiamami- le disse mostrando un sorriso smagliante.

Qualcosa dentro di lei la turbò. Un leggero peso allo stomaco che si propagava da qualcosa più su. Era forse il cuore? Il suo duro e insensibile cuore di pietra? D'impulso Heather spense il televisore. Si trovava difronte a qualcosa di nuovo per lei. Qualcuno provava dei sentimenti per lei. Quando sino ad ora il suo carattere aveva allontanato tutti. Se sapevano cosa aveva dovuto sopportare prima di diventare così! Cosa doveva fare? Estrasse il suo cellulare dalla tasca dei jeans e lo spense.
Una ragazza entrò nello stesso istante, reggendo a fatica delle borse della spesa. Guardò Heather. I suoi occhi che fissavano il vuoto davanti a sé.
-Heather che hai?- le domandò poggiando le borse a terra.
-Niente che ti riguardi!- sbottò correndo su per le scale negandole il tempo di replicare.
Chiuse la porta della sua camera dietro di sé.
-Mi hai registrato la puntata?- le urlò.
Rimase una domanda senza risposta.





^^Angolo autrice^^

Ciao a tutti! È da molto che non scrivo e uno dei miei propositi per l'anno nuovo è ricominciare pian piano a buttar giù qualcosa. In queste vacanze di Natale (vacanze si fa per dire perchè lo studio e gli impegni si prendono quasi tutto il tempo disponibile) ho controllato il sito per curiosità e mi sono ritrovata a leggere alcune fanfiction su Total Drama. Non ho saputo resistere alla tentazione di scrivere anch'io qualcosa. Soprattutto perchè è una delle poche serie animate che, sebbene l'età, mi piaccia e mi faccia sorridere. Ma soprattutto sono fan della coppia Alether quindi direi che da TD World Tour speravo succeddesse veramente qualcosa. E direi che l'ultimo episodio di All Stars (per cui ho finalmente gioito un pò) mi ha fornito l'appiglio per incentrare una storia su loro due.
Il primo capitolo è piuttosto stringato perchè volevo riportare alcune battute dei personaggi del reality, quindi ho lasciato poco spazio all'inventiva e all'introspettività forse. Il resto sarà nei prossimi capitoli.
Quindi che altro dire? Fatemi sapere che ne pensate...
Ciao ciao:)

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Capitolo 2
*** Guastafeste ***


Erin aprì la porta improvvisamente, facendola sussultare.
-Seriamente?- fece alzando le sopracciglia.
Heather se ne stava sdraiata sul letto. Aveva la testa seminascosta da un libro.
-Da quando in qua si è persa l'abitudine di bussare?- controbatté senza alzare gli occhi.
-Perché non mi hai detto nulla?-
-A proposito di cosa scusa?-
-Di Alejandro-
Heather chiuse il libro di scatto, fulminandola con lo sguardo
-Cosa dovrei averti fatto sapere in merito a lui? Sei tu la fanatica del cavolo!- rispose acida.
Erin era la sua coinquilina. Non che le andasse a genio. Diciamo che la definiva una specie di Sierra che non ossessionava nessun ragazzo con le sue manie di possesso e un tantino più intelligente. Non da sottovalutare, ma neanche il contrario. Lei sapeva tenerle testa. E poi era così testarda! Quando s'impuntava su qualcosa era difficile smuoverla. Difficile, ma non impossibile per Heather.
Voleva andarsene a vivere da sola con i risparmi messi da parte: contava di comperarsi una villa non appena avesse vinto il milione di dollari. Ma questo era un desiderio destinato a protrarsi all'infinito dopo l'ennesima sconfitta. Heather viveva con i genitori, due sorelle e un fratello, Damien.
Con la madre il rapporto era sempre stato un po' difficile. La figlia cercava in tutti i modi di renderla orgogliosa, fosse per i voti a scuola o per l'impegno che metteva nella danza classica, la quale l'aveva portata ad esibirsi sui più importanti palcoscenici del Canada e degli Stati Uniti. Sempre con l'intero corpo di ballo naturalmente, ma ovviamente lei riusciva sempre ad aggiudicarsi il ruolo da protagonista. Eppure sua madre non le dimostrava di essere fiera di lei. O meglio, non come Heather voleva. Non voleva un nuovo vestito o una nuova trousse di trucchi, lei voleva il suo affetto. Purtroppo sua madre era una donna in carriera e tendeva troppo spesso a porre gli interessi lavorativi davanti ai figli. E poi c'erano le sorelle e suo fratello minore. Heather li odiava. Più che altro perché li considerava dai fannulloni. Lei si era sempre data da fare per raggiungere un obbiettivo. Loro di raggiungere obbiettivi non ci pensavano neppure.
Le sorelle vivevano sulle spalle dei loro genitori approfittando della loro condizione economica. Suo fratello era il classico ragazzino viziato a cui si permetteva di fare tutto. Heather sosteneva sempre fosse per il fatto che fosse l'unico figlio maschio. Quindi a scuola non s'impegnava minimamente e fuori da quell'ambito si preoccupava solamente di divertirsi con gli amici. E con le ragazze. Più che altro giocava con loro. Era forse per questo che odiava ancor di più Alejandro. Perché gli ricordava suo fratello e il suo comportamento riprovevole.
Suo padre, importante uomo d'affari italiano, era spesso in giro per lavoro, quindi Heather non aveva molto tempo per restare in sua compagnia. All'inizio godeva dei momenti che riusciva a passare con lui quando fortunatamente ritornava a casa, ma poi cominciò a provare sentimenti di astio anche nei suoi confronti perché questi momenti erano troppo pochi e si era convinta di non conoscere ormai più suo padre.
Il video-messaggio che le avevano lasciato i genitori durante “A tutto reality: l'isola” aveva peggiorato le cose e andarsene fuori di casa e vivere indipendentemente era diventato il suo sogno. Il reality una possibilità per realizzarlo in grande stile. Solo il pensiero di non rivedere più così spesso sua madre la faceva un po' rattristare. Perché sebbene sapesse di non ricevere ciò che da lei aveva sempre voluto e voleva, era pur sempre sua madre. E forse l'unico membro della famiglia che rispettava di più. Ma non la vedeva più così spesso. Sia perché la fama l'aveva allontanata dal suo piccolo paesetto sia perché provava un così forte astio nei confronti dei fratelli che non riusciva a tornare a casa e vederli rovinare il nome della sua famiglia.
E ora viveva là. In quella piccola, ma graziosa casa a schiera. Il“graziosa” era un termine coniato dalla sua coinquilina. Heather lo trovava un posto abitabile. Purtroppo aveva dovuto sottostare alla condivisione della casa. Non aveva così tanti soldi da permettersene una per sé, quindi la possibilità di condividere le spese temporaneamente non le era sembrato un grosso problema. Non prima di conoscere Erin.
Si era presentata come una fan del reality quando si erano conosciute. Finché non conobbe Sierra pensò che nessuno potesse essere così ossessionato da uno stupido gioco televisivo più della sua coinquilina. Insomma, lei ne era ossessionata, ma per i soldi. Non certo per i pettegolezzi sui concorrenti che vi partecipavano. E poi una cosa odiava più di tutte: si era fissata con lei e Alejandro.
Andava blaterando che erano fatti per stare insieme, che avevano una certa affinità e cose del genere. Le faceva venire il voltastomaco. Non solo doveva subire quell'idiota nel gioco, ma anche fuori perché ricorreva costantemente nei discorsi di Erin. Era certa che si fosse presa una cotta per lui. Ma evitava di darle corda. Fosse stato per lei avrebbe parlato di loro due per un'intera giornata. Non voleva nemmeno provare a curiosare sul blog che teneva. Se lo avesse visto presumeva che avrebbe costretto chiunque a farlo chiudere e si sarebbe perfino munita di avvocati contestando le falsità pubblicate.

-E daiii...non mi avevi detto che si era dichiarato in diretta tv- le sorrise beffarda.
-Non si è dichiarato!- le rispose sedendosi sul letto.
-Ah no?- domandò sarcasticamente l'altra -E un “Heather chiamami” come la metti?-
-La metto che io non chiamo proprio nessuno-
Erin si sedette sulla sedia di fianco alla scrivania, davanti al letto.
-Ti ha persino difesa contro suo fratello..- disse con aria sognante sospirando.
-E con ciò?-
-Io lo chiamerei-
Heather ridusse gli occhi a due fessure
-Strano che una fanatica come te non ricordi che sia ancora dentro..secondo te come faccio a chiamarlo?-
-Ohhh..che puntigliosa- fece alzando gli occhi al cielo. Poi li riabbassò velocemente
-Ma quindi significa che quando uscirà lo chiamerai?- le domandò illuminandosi.
-Perché-dovrei-farlo?- scandì ogni parola chiaramente.
-Perché come minimo dovrai dirgli cosa provi tu-
-Io non provo proprio niente- rispose secca Heather spostando lo sguardo verso la finestra.
-Ah sì? E quindi perché ieri quando sono rientrata avevi gli occhi spalancati da “ommioddio ho appena ricevuto una dichiarazione d'amore in diretta” e te ne sei corsa su senza degnarmi di una spiegazione?-
-Perché avevo fretta magari?- spostò nuovamente gli occhi nei suoi.
-Fretta?- Erin rise -Ma fammi un piacere! Fretta di fare che cosa?-
-Possono essere cavoli miei?-
-Bah...-disse la ragazza alzandosi dalla sedia -secondo me hai solo paura dei tuoi veri sentimenti..-
-Io non ho pau..-
-Sì sì Heather..- la interruppe -lo sappiamo tutti che tu non hai paura di niente- le lanciò uno sguardo e sparì dietro la porta, che si chiuse alle sue spalle.

***


-Heather!-
L'urlo della sua coinquilina la raggiungeva dal soggiorno.
Odiava quando voleva qualcosa da lei e si metteva ad urlare perché era costretta a farlo anche lei per risponderle. Stava stirando. Sbuffò nello stesso istante che lo sbuffo di vapore si levò dalla maglietta.
-Che c'è?- urlò.
-C'è la diretta di “A tutto reality”! Vieni!-
-No!- urlò di rimando.
-Dai!-
Heather si stava spazientendo
-No! Ho detto no ed è no!-
Ritornò a prendere il ferro da stiro in mano, piuttosto nervosa.
Dopo alcuni secondi, alcuni passi la mettevano in guardia contro l'avvento di Erin. Infatti si affacciò alla cornice della porta puntando le mani sui fianchi.
-Mi dici che problema hai?-
-Ho il problema che sto lavorando come vedi- le rispose secca indicando con gli occhi il ferro da stiro.
Erin sospirò.
-La scorsa volta non ti sei mossa di casa per guardarti l'episodio e ora te ne stai rintanata qui a stirare? Insomma Heather non penso che una ventina di minuti della tua vita ti cambino il programma esistenziale-
-Ma che cavolo hai contro di me?- rispose Heather scontrosa. -Sono adulta ormai..posso decidere o meno se guardarmi uno stupido programma in tv o no, mammina?-
-È per Alejandro vero?- fece appoggiandosi alla cornice della porta.
-Perché devi mettere lui sempre in mezzo?-
-Non mi hai risposto-
-Non voglio vederlo semplicemente perché non m'interessa ascoltare qualcun'altra delle sue cavolate- Heather riprese a stirare.
-Temi che possa rivolgersi ancora a te?-
-Oddio la smetti!- alzò lo sguardo furiosa -Non dovevi andare a guardarti quello stupido reality?-
-Belle parole per una che vi ha partecipato..più volte oserei dire-
Heather diventò rossa.
-Ti-prego-torna-giù!-
-Certo certo- fece distaccandosi dalla porta -Però non pensare che ti faccia bene non parlare con qualcuno Heather-
Erin sparì dalla vista.
-Ammettilo una buona volta che ho ragione- sentenziò la ragazza dalle scale.


Heather richiuse lo sportello del frigo, tenendo uno yogurt in mano. Erin sbucò da dietro.
-Diamine mi hai fatto prendere un colpo!- sentenziò Heather squadrandola.
-Ti sei sbollita un po'?-
Heather era intenta a frugare nella dispensa. Mugolò qualcosa mentre prendeva una scatola di corn-flakes.
-Posso parlarti?-
Poggiò la scatola sul tavolo e si diresse verso il cassetto delle stoviglie.
-Dimmi- le fece ritornando con un cucchiaino in mano.
-Forse è meglio se ti siedi prima- le propose Erin indicando una delle sedie.
Heather la guardò perplessa, mentre ne spostava una.
-Non dirmi che ha a che fare con chi so io-. Non la stava guardando perché era intenta ad aprire lo yogurt.
-È uscito- le rispose calma Erin.
Heather per poco non sputò ciò che aveva messo in bocca.
-Cosa?- disse sgranando gli occhi.
-Già...- la sua coinquilina alzò le spalle.
-Come cavolo ha fatto a farsi eliminare così presto?- le domandò -Non sarà mica qualcosa che riguarda me vero?-
-Heather sei troppo egocentrica- scosse la testa -Semplicemente Mike lo ha fatto eliminare...-
-Mike?- Heather assunse un'aria interrogativa.
-Sotto la personalità di Mal s'intende- aggiunse Erin come se la cosa fosse ovvia.
-Quindi?- fece curiosa.
-Vedi che se avessi visto la puntata ora non mi tormenteresti con queste domande?-
-Hey...primo non ti ho chiesto io di parlarmi, secondo non penso tu stia facendo troppa fatica nel raccontarmi questo- le rispose secca portandosi alla bocca un po' di yogurt e cereali, che fino ad ora non aveva quasi toccato.
Erin sospirò.
-Alejandro è stato preso in giro per tutta la puntata da Mal che ha cercato in tutti i modi di contrastarlo. Alejandro ha cercato di avere la meglio come sempre, ma non ci è riuscito. Nemmeno quando ha avvertito gli altri concorrenti sul comportamento anomalo di Mike. Mal è invece riuscito a portare dalla sua tutti gli altri con il minimo sforzo..dovevi assolutamente vederla questa puntata!- le sorrise Erin -Alejandro sembrava un pupazzetto nelle mani di un burattinaio..povero!- rise. Non tanto perché questo la faceva ridere, ma solo per tenere calma Heather e non farla infuriare un'altra volta.
Heather sorrise.
-Già..- poi immerse nuovamente il cucchiaino nello yogurt.
E calò il silenzio.
-Hai altro?- le domandò senza alzare lo sguardo.
-Heather cerca di non arrabbiarti..- cominciò Erin posando gli avambracci sul tavolo -però secondo me dovresti parlargli...-
Alzò gli occhi fulminandola.
-Cioè..se non ti piace almeno diglielo perché è convinto del contrario..tutto qui- disse pacata.
-Quindi secondo te dovrei chiamarlo dirgli “Hey ciao sono Heather mi dispiace ma non mi piaci fattene una ragione” e riattacco?-
-Beh..se è proprio questo che pensi..almeno non proprio così stringata- le rispose triste in viso.
-Perché? Che dovrei pensare?-
Erin sapeva che se fosse continuato così il discorso avrebbe preso strade troppo tortuose per lei.
-No..dicevo per dire- alzò le spalle.
Poi la guardò negli occhi
-Ma veramente?Non provi nulla per lui?Solo odio?-
Heather abbassò lo sguardo per rialzarlo un secondo dopo. Aveva un'espressione triste.
Erin si preoccupò del cambio improvviso.
-Ecco il fatto. Non lo so-





Angolo autrice

Eccomi di nuovo qui..non ho aspettato molto per pubblicare il nuovo capitolo..sarà perchè il primo era più un prologo/riflessione che qualcosa di puramente originale e volevo mostrarvi come sto strutturando la storia. Quindi ecco a voi la continuazione.
Cosa ve ne pare? Ho bisogno di consigli perchè ho un sacco di idee in testa mentre sto scrivendo e progettando i prossimi capitoli, quindi un vostro parere, positivo o negativo che sia, mi aiuterebbe a capire se la strada che sto percorrendo possa portare a risultati decenti o meno.
Sperando che la storia vi abbia incuriosito (e la scrittura non sia stata pesante) e vi porti a leggere anche il seguito, io vi saluto. Alla prossima;) un bacio
Aanya








 

 

 

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Capitolo 3
*** Sotto la pioggia ***


Fuori il tempo era pessimo. Dal cielo plumbeo avevano cominciato a cadere insistentemente piccole gocce di pioggia. Il vento non migliorava la situazione con le sue gelide folate.
-Questo sarebbe un tempo primaverile?- commentò Heather tra sé e sé tirandosi su il bavero del giaccone color crema e cercando di tenere ben saldo il suo ombrello rosso.
Era uscita per fare delle commissioni urgenti in centro. In realtà anche per non essere sottoposta agli sguardi interrogatori della sua coinquilina. Da quando le aveva confessato che poteva provare qualcosa per Alejandro, Erin stava facendo di tutto per costringerla a fare qualcosa che per ora non si sentiva di affrontare: parlare con lui. Insomma, c'era tutto il tempo, no? Perchè affrontare tutto subito? In realtà stava solo sfuggendo a qualcosa che non l'avrebbe lasciata stare, prolungando solamente la sua ansia. Tormentando i suoi pensieri. E questo lo sapeva. Ma era lei. Poteva permettersi di negarlo anche a se stessa.
Alzò lo sguardo. L'insegna luminosa a pochi metri da lei la invitava ad entrare. Era uno dei nuovi locali aperti in centro. Si diceva preparasse sandwich, piatti superlativi e ottimi drink. A dire il vero non aveva mangiato niente a pranzo e il suo stomaco sembrava ricordarglielo. Decise di entrare. Stava ripiegando a fatica l'ombrello quando si guardò intorno. Il locale era piuttosto affollato. Heather sgranò gli occhi.
Non dava quest'impressione da fuori.
Non era certo questa la tranquillità che cercava. Aveva solo bisogno di mangiare qualcosa e bersi un thé caldo in santa pace e invece si ritrovava avvolta da un vociare di accenti diversi che le suggeriva di ritornare fuori. Il suo stomaco brontolò di nuovo quando il profumo di hamburger e patatine fritte le arrivò sotto il naso. Poi lanciò uno sguardo al tempo fuori. Aveva cominciato a piovere più forte. Ripose l'ombrello tra i tanti nel portaombrelli dorato e cominciò lentamente a farsi strada tra le persone e i tavoli. Non poté non notare l'arredamento molto suggestivo che le dava proprio l'idea di un posto sicuro e confortevole dove venire a scambiare quattro chiacchiere con gli amici. Sì. Amici. Sempre se ce li avevi.
Il locale era bello ampio, ma non riusciva a scorgere un solo tavolino libero. O almeno un angolino dove sedersi. Avanzava sempre lentamente, intralciata dalle numerose persone in piedi a cui doveva costantemente chiedere “gentilmente” il permesso di passare. Nessuno sembrava far caso chi lei fosse.
Forse non tutti guardano il reality. Pensò Heather delusa della scarsa considerazione.
Poi si bloccò. Il suo cuore iniziò a battere velocemente. Sbatté le palpebre più volte per essere sicura che non fosse il suo cervello a giocarle brutti scherzi. E invece, o purtroppo, era vero.
Gli occhi del ragazzo, seduto a pochi metri da lei, intercettarono i suoi. Heather distolse lo sguardo in una frazione di secondi e fece dietro-front, facendosi largo in fretta verso l'uscita.
-Heather!-
Poteva sentire il suo nome dietro di lei. Un flebile suono che proveniva da quell'accozzaglia di voci.
-Heather aspetta!-
Ma lei si precipitò alla porta, non curandosi di prendere l'ombrello e tornando sotto la pioggia battente. Indifesa.
Il ragazzo dietro di lei uscì dalla porta del locale, riparato da un ampio ombrello.
-Hey!- continuava ad urlare alla ragazza che, noncurante, passeggiava velocemente sotto l'acqua.
Corse per raggiungerla. Allungò una mano verso di lei, appoggiandogliela sulla spalla.
-Hey chica!-
Heather sobbalzò a quel contatto. Si girò fulminandolo.
-Non ti ha detto mai nessuno che se una persona non ti risponde è perchè non vuole parlarti?-
-Buongiorno anche a te mia cara-  fece lui di rimando, sorridendole.
-Ti sembra un buongiorno questo Alejandro?- gli rispose alzando le braccia al cielo, verso la pioggia cadente.
-Oh..scusa- fece lui proteggendola con il suo ombrello.
-Ti ho detto forse che mi serviva riparo sotto l'ombrello scusa?- lo guardò irritata. Anche se in verità non era stata realmente dispiaciuta del suo gesto. Non riusciva più a sopportare l'acqua che le aveva completamente bagnato tutti i capelli e i vestiti.
-Hai dimenticato il tuo dentro-
-Non l'ho dimenticato..semplicemente non avevo voglia di prenderlo-
-Ah..beh..sì..ha un senso- fece annuendole -Quando piove si può decidere se prendere l'ombrello o meno- disse ironicamente.
Heather lo fulminò nuovamente.
-Che ci fai tu qui Alejandro?-
-La stessa cosa che ci fai tu qui- le rispose alzando le spalle.
-Io qui ci abito- fece alzando un sopracciglio.
-Oh..che coincidenza- disse sorridendole.
-Certo certo...come se tu non lo potessi sapere- disse piegando la testa di lato.
-Te lo giuro Heather- aggiunse lui portando una mano davanti con espressione innocente.
-E comunque non permetterti di usare questa scusa dell'ombrello per ridurre la nostra vicinanza- fece acida indicando lo piccolo spazio che li divideva.
Alejandro alzò gli occhi al cielo.
-Perchè sei così acida con me Heather?-
-Prossima domanda?- fece incrociando le braccia.
-Perchè non mi hai chiamato?-
Heather ammutolì. Avrebbe preferito non cambiare domanda.
-Perché avrei dovuto chiamarti?-
-Vuoi dirmi che non hai visto la puntata di “A tutto reality” di due settimane fa?- le domandò sgranando gli occhi.
-Quella dove te le sei prese dal tuo fratellone? Sì..l'ho vista-
Heather abbassò lo sguardo e prese a camminare lentamente. Alejandro la seguiva con l'ombrello sopra di loro.
-Ti sbagli, dove LUI le ha prese da me- disse orgoglioso.
Poteva vedere il suo sorriso fiero dietro le sue spalle.
-Sì vabbé...- commentò lei alzando le spalle.
-E quindi hai visto che ti chiedevo di chiamarmi-. Non era una domanda.
-Non ho il tuo numero- gli rispose fredda continuando a camminare, senza voltarsi.
-Dai Heather che discorsi sono? Sono una persona famosa. Si sa tutto di me. Saprai perfino dove abito. E non sai il mio numero?-
-Scusa se non sono una stalker che si interessa solo a te per una stupida chiamata!- gli urlò in faccia, dopo essersi voltata.
-Perchè sei così acida con me Heather?-
Heather aveva i nervi a fior di pelle. Perchè diavolo continuava a farle le stesse domande? Si fermò costringendolo a fermarsi bruscamente per non andare a sbatterle contro. Poi si voltò.
-Sai una cosa?- fece puntando l'indice al suo petto -Sono particolarmente acida con te perchè hai tradito la mia fiducia! Ti sei preso gioco di me dall'inizio del programma e quando speravo di aver trovato un alleato ecco che piombi te con una statuetta dell'immunità, che peraltro non ti sei guadagnato da solo, no! Hai pensato bene di sottrarla alla sottoscritta senza il minimo sforzo!-
Heather continuava a puntellare col dito sul petto del ragazzo, costringendolo a indietreggiare.
-E poi te ne sei saltato fuori all'ultimo eliminandomi?-
Gli occhi di Heather lanciavano saette.
-Io odio..e ripeto..ODIO..i fannulloni e i traditori!-
Alejandro, che fino a quel momento era rimasto calmo ad ascoltare in silenzio cosa aveva da argomentare la ragazza, spalancò gli occhi.
-Cosa???- il suo tono era infuriato.
-Tu mi accusi di tradimento? Tu dovresti essere l'ultima a dover parlare!- le urlò contro indicandola.
-Tu mi hai umiliato alla tv nazionale! Davanti alla mia famiglia! E fosse solo per quello..no! Ti sei persino presa gioco dei miei sentimenti! Io ti dico che mi sono innamorato di te, e non pensare che sia una cosa che faccia abitualmente davanti a qualsiasi ragazza, e tu cosa hai fatto? Mi tiri una ginocchiata ai genitali e corri subito dal tuo milione di dollari? Che per inciso non vedrai mai?-
Alejandro era rosso in viso e trasse un respiro perchè aveva pronunciato quelle frasi ad una velocità impressionante.
-E poi come se non bastasse mi hai lasciato là? Ti rendi conto che potevo rimetterci la vita con quella maledetta eruzione del vulcano? Che sono stato costretto ad una riabilitazione prima di tornare a vivere una vita normale? Se normale è vivere dentro ad una macchina. Te ne rendi conto almeno?-
Sembrava che dalle sue orecchie dovesse uscire del fumo da un momento all'altro. Heather era rimasta paralizzata. La bocca semiaperta ad ascoltare quelle taglienti parole rivolte verso di lei.
-Quindi ora mi stai dicendo che i miei sentimenti per te non erano reali? Che non ho rischiato la vita per te? Che io sono un traditore se mi sono permesso di pareggiare i conti eliminandoti alla prima possibilità?-
Scese per un attimo il silenzio tra loro, mentre si sentiva solo il forte scroscio della pioggia attorno e del ticchettio insistente sulla tela dell'ombrello. Heather lo guardava negli occhi e si ritrovava nella situazione di non riuscire a far uscire un discorso sensato dalla sua bocca. Situazione che, almeno per quanto ricordasse, non le era mai successa.
-Quindi ora dimmi Heather..chi è il vero traditore tra noi due?-
I suoi grandi occhi verdi le mettevano paura. Del modo in cui l'avevano sempre guardata in tono canzonatorio e divertito non c'era più traccia. Ora la fissavano infuriati, aspettando una risposta. Heather cercò di rispondergli, ma niente le usciva.
-Eppure io ti ho perdonato...- continuò Alejandro abbassando la testa e facendo trapelare una vena di tristezza. Tristezza che stava andando a sostituire la rabbia precedente.
-Ho tralasciato il fatto che tu mi abbia manipolato per vincere il gioco, ho tralasciato il fatto che tu mi abbia lasciato al mio destino e pure il fatto che tu mi abbia spezzato il cuore...- Alejandro alzò lentamente lo sguardo, guardandola dritta negli occhi.
-E tu mi dici che non mi perdoni per averti fatta eliminare?- continuava in modo pacato. Il che sembrava un controsenso rispetto al tono piuttosto acceso che aveva usato poco prima.
-Alejandro io...- la ragazza cercava di difendersi.
-Non avresti vinto comunque il milione- fece incrociando le braccia al petto, tenendo comunque ben saldo l'ombrello, -Non senza un alleato come me-
-Vedi?- lo indicò -Sei insopportabile! Sei egocentrico e pensi che tutto dipenda da te!-
-Io non penso assolutamente che tutto dipenda da me-
-Allora che vuoi dire?-
-Che forse sai di avere bisogno di me-
Heather arrossì lievemente. O almeno sperava che lui non lo avesse notato.
-Io non ho bisogno di te!- gli urlò contro.
-È perchè vuoi concludere la conversazione o perchè lo pensi veramente?-
Perchè non la smette con queste sue domande irritanti?
Heather lo fissò in silenzio.
-Senti Heather..non so ancora se l'hai capito o no..perchè forse sei troppo presa dai torti che ti vengono inflitti dal mondo intero..-
La ragazza socchiuse impercettibilmente gli occhi, domandandosi dove volesse andare a parare.
-..ma io mi sono innamorato di te e lo sono ancora- continuò guardandola ora fissa negli occhi -Quindi non voglio sapere altro che questo: provi qualcosa per me o no?-
Heather rimase per un attimo senza parole. Ora cosa doveva dirgli? In quel momento le ritornavano alla mente le parole di Erin.
Ma veramente?Non provi nulla per lui?Solo odio?”
Alejandro continuava a fissarla, aspettando chiaramente una risposta al più presto.
Quindi? Che doveva fare? Lei lo odiava. Però non era neppure falso che si era innamorata di lui. Di quello stupido, falso, ipocrita, playboy. Cosa doveva scegliere? Una vita con lui o senza di lui? Una possibile vita di litigi o una tranquilla vita lontano da tipi come lui?
-Io ti odio- gli rispose in tono apatico -Come potrei mai innamorarmi di tipi come te?-
Alejandro assorbì il colpo esteriormente. La faccia non tradì nessun segno di debolezza. D'altronde lui non era un debole.
-Ok. Mi bastava sapere questo. Non volevo non rivederti mai più senza avere questa certezza-
Si allontanò impercettibilmente dalla ragazza, mantenendo comunque l'ombrello sopra di lei.
-Sei qui a piedi?-
L'Alejandro canzonatorio era scomparso. Ora nella sue espressione sentimenti indescrivibili, ma non certo gioiosi.
-No..sono in macchina- fece indicandola pochi metri più avanti.
Il ragazzo annuì -Vieni- e la scortò sotto l'ombrello fino all'auto.
-Grazie- gli rispose lei debolmente. Non sapendo che altro aggiungere dopo la sfuriata.
-Addio Heather- le disse mentre stava aprendo la macchina con le chiavi.
Fece qualche passo nella direzione verso il quale erano provenuti, dandole la schiena.
-Ricordati che facendo così allontanerai tutti dalla tua vita- aggiunse senza voltarsi.
Heather si bloccò. Non entrò subito in macchina e le fitte gocce di pioggia ripresero a bagnarla. Lo guardava mentre ritornava al locale. Una strana sensazione la pervadeva. Una brutta sensazione. I suoi occhi rimasero a fissarlo per un po', particolarmente spalancati. Si decise ad entrare in auto. Si sistemò sul sedile e continuò a guardarlo mentre spariva alla sua vista. Cominciò a scenderle una lacrima.
Bah..secondo me hai solo paura dei tuoi veri sentimenti”
Poggiò gli avambracci sul volante e posò la testa. Cercava di contenere le lacrime che le volevano rigare il pallido volto.





Angolo autrice

Eccomi qua! Questo capitolo doveva uscire già la settimana scorsa, ma la montagna di studio non mi ha permesso di mettermi con calma a rivederlo e pubblicarlo. Scusate. Beh, devo dire che mi è piaciuto scrivere questo pezzo, provare ad immaginare il fatidico incontro. Però non so come sia venuto fuori. Quindi se vi va di lasciare qualche commento, critico o meno, oltre a leggere la storia, beh..mi farebbe piacere. Comunque...in questa giornata di pioggia..vi saluto e alla prossima...per chi vorrà essercixD
Aanya

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Capitolo 4
*** Debole ***


Stava punzecchiando con la forchetta le verdure sul piatto. Gli occhi bassi. Erin alzava di tanto in tanto gli occhi verso di lei. C'era il silenzio tra loro.
-Non ti piace?- le domandò indicandole con la forchetta il piatto ancora pieno.
-No, è che non ho fame-
-Pensavo le polpette di carne ti piacessero..fanno così schifo?-
Heather alzò lo sguardo.
-No no non è colpa tua- si affrettò a dire -..è solo che ho lo stomaco chiuso e non riesco a mangiare niente- le lanciò un debole sorriso.
Era troppo calma. Heather non era mai così tranquilla e pacata. E le lamentele e le battute taglienti erano all'ordine del giorno. Ma non quella volta.
-Heather che hai?-
Era ritornata a fissare il piatto come se si aspettasse di vederlo muoversi da un momento all'altro. Alla domanda rialzò lo sguardo.
-Ti ho detto. Non devo stare troppo bene- fece spalancando gli occhi come ad intendere che le aveva già risposto esaurientemente prima.
Non poteva anche sopportare Erin in quel momento. Non ci riusciva proprio. Si alzò dalla sedia e la stava riponendo con cura vicino al tavolo.
-Eddai Heather è da ieri che hai quella faccia- tentò la ragazza, anche se realmente aveva paura della reazione della sua coinquilina.
Heather si voltò verso di lei, mentre se ne stava tornando in camera sua.
-È forse l'ennesima volta che mi chiedi cosa ho? O sono io che sento le voci nella mia testa?- le rispose tagliente.
-Sì..avrai anche mal di stomaco, ma c'è dell'altro vero?- le rispose seria.
-Comunque sia non sono affari tuoi- si girò, dandole nuovamente le spalle.
-Guarda che facendo così allontanerai tutti dalla tua vita-
La sua voce la raggiunse per le scale come una lama.
Ricordati che facendo così allontanerai tutti dalla tua vita”
Ridiscese velocemente i pochi gradini che aveva fatto e si ritrovò nuovamente faccia a faccia con la bionda seduta al tavolo, intenta a finire la cena.
Erin si sentì gli occhi puntati addosso.
-Sei venuta per sparecchiare?- le domandò voltandosi con la bocca ancora piena.
-Cosa hai detto?-
Stava infilzando alcune foglie d'insalata.
-Hey stavo scherzando- fece alzando le mani, senza voltarsi.
Heather si avvicinò al tavolo, sedendosi di fronte a lei.
-Intendevo prima-
-Prima?- fece sgranando gli occhi, portandosi la forchetta alla bocca.
Heather la fissava. Si era ammutolita. In attesa.
Erin sentì un brivido scorrerle per la schiena. Ah, già. Forse era meglio se taceva.
-Dicevo..- si pulì la bocca con il tovagliolo -..che se non ti fai aiutare da chi ti vuole bene chi potrà farlo? Insomma..se allontani anche queste persone chi vorrà poi starti vicino? No?- terminò la frase senza prendere fiato.
Dall'espressione triste di Heather aveva capito di essersela cavata egregiamente.
-Pensi che tutti ce l'abbiano sempre con te, che tutti ti odino. Non pensi mai che qualcuno possa tenere a te. Io non sono nessuno per giudicare però che senso ha? Allontani le persone perchè hai paura che possano ferirti?-
Heather aveva abbassato lo sguardo.
Erin si sentiva soddisfatta. Per una volta in tutta la sua vita da quando la conosceva era riuscita a farsi ascoltare. Avrebbe saltato dalla gioia per il modo in cui l'aveva messa a zittire. Ma qualcosa le diceva che non era per niente il momento.
Un debole singhiozzo la interruppe dai suoi pensieri.
-Hey!- fece avvicinandosele e scostandole i capelli corvini da davanti.
Delle deboli lacrime stavano scendendo dai suoi occhi, rigandole le guance. Erin si paralizzò.
Aveva forse mai visto Heather piangere? No. Non credeva. Almeno che le lacrime davanti ad Alejandro nella sfida finale di “A tutto reality il tour” non contassero come tali. Ma no insomma! Non era un vero pianto. Non lo era mai stato nelle sue apparizioni televisive. Era solamente pura strategia. Un modo per portare dalla sua parte i concorrenti. Ora si trovava spiazzata davanti alla sua coinquilina.
Heather dal canto suo si sentiva altamente ridicola. Era già il suo secondo pianto in due giorni! Cosa le era maledettamente successo? Lei non era una debole.
-Heather...- le disse flebilmente.
Voleva smettere. Voleva dannatamente smettere di piangere, ma non ci riusciva. Non riusciva a trattenere neppure una singola lacrima dai suoi occhi. Rimasti asciutti da troppo tempo.
-È la stessa cosa che mi ha detto Alejandro- riuscì a dirle singhiozzando.
Erin aggrottò la fronte.
-Cosa? Cos'è che ti ha detto Alejandro?-
La ragazza cercò di parlare, ma sembrava stesse facendo troppa fatica ad articolare le parole.
-Aspetta..- Erin si alzò dalla sedia rumorosamente, spostandosi verso il bancone.
Heather alzò gli occhi, gonfi di lacrime.
La sua coinquilina prese in mano una scatola di fazzoletti di carta e ritornò a sedersi. Ne estrasse due dalla confezione.
-Tieni- fece porgendoglieli.
Heather li prese, tentò di asciugarsi le lacrime e si soffiò il naso.
Erin rimaneva in silenzio. Aspettando la sua prossima mossa. Anche se la curiosità la stava divorando.
Alzò nuovamente lo sguardo verso di lei, guardandola ora direttamente negli occhi.
-Mi ha detto che allontanerò tutti se continuo così-
Erin stava per dirle un “te l'avevo detto”. Ma si fermò.
-Aspetta..quand'è che te l'avrebbe detto?-
-Ieri- le rispose riabbassando lo sguardo.
-Ieri???- la ragazza non riuscì a trattenere il suo stupore. -Ma quando..dove vi sie-
-Ci siamo incontrati in centro..nel locale quello nuovo- la interruppe Heather sapendo già quello che le stava chiedendo.
Si era un po' ripresa anche se le scie delle lacrime illuminavano la sua pelle.
Erin non riusciva a non spalancare gli occhi. Voleva chiederle perchè non l'aveva avvertita che il suo beniamino era da quelle parti, ma sapeva che la questione doveva essere più seria di quello che credeva. Evidentemente non era stato un incontro amichevole.
Tornò a guardarla spostandosi i ciuffi neri umidi dalla fronte.
-Ci siamo incontrati casualmente..ma secondo me non era una cosa accidentale..- guardò fuori dalla finestra alla sua sinistra -..e ha detto che è ancora innamorato di me-
Il “te l'avevo detto” voleva a gran forza uscire dalla bocca di Erin. Ma cercava di trattenere i suoi pensieri relegati nella sua testa.
-E tu cosa gli hai risposto?- azzardò per la curiosità.
I suoi occhi neri ritornarono a fissarla.
-Non sapevo cosa rispondergli..- una lacrima si preparava a scenderle.
-E?-
-E gli ho detto che lo odiavo e che non mi sarei mai potuta innamorare di un tipo come lui-
L'espressione sulla faccia di Erin le dimostrava che stava provando una grande pena per lei.
Si asciugò nuovamente il viso.
-So che sono patetica-
Erin si riprese dalla notizia.
-Cosa? No..no!- fece poggiandole una mano sul braccio -Non si è mai patetici per queste cose- la rassicurò.
-Sai quante volte ho pianto io per i ragazzi?- le fece azzardando un sorriso.
-Fin troppo bene...- commentò senza guardarla. Arrabbiata con se stessa.
Quante volte aveva dovuto sopportare quella lagna quando qualche ragazzo le spezzava il cuore! Quante lacrime! E quanta pazienza aveva dovuto portare lei. Ogni volta la riteneva una piagnucolona che si lasciava trasportare fin troppo dai sentimenti. E ora era nella sua stessa situazione. Solo che nessuno l'aveva lasciata. Era lei ad avere lasciato qualcuno. Qualcuno a cui però teneva. Come aveva potuto lasciarsi andare ai sentimenti così?
-Perchè l'hai fatto?- le domandò. Ma sapeva di conoscere la risposta.
-Perchè avevo paura- iniziò rialzando lo sguardo -Avevo paura che se gli avessi detto cosa provavo per lui e fosse successo qualcosa di più tra noi non sarebbe durato a lungo. Insomma. Noi siamo nemici. Ci tradiamo a vicenda, ci prendiamo costantemente in giro, complottiamo anche se siamo alleati, ci vendichiamo. Come potrebbe funzionare?-
-Cavolo ma se parti così come pensi di trovarti qualcuno? A te non andrà mai bene nessuno, come agli altri non andrai bene te perchè continuerai ad allontanarli- obiettò la ragazza.
Sapeva che Erin aveva ragione. Purtroppo non poteva controbattere. E questo la faceva sentire terribilmente indifesa. Di nuovo.
-E lui come l'ha presa?- le domandò, interrompendo il silenzio che si era creato tra loro due.
-Bene..cioè..è quello che mi ha fatto credere...è diventato improvvisamente freddo e mi ha detto addio-
Erin giurava che stava per piangere al posto suo.
-Sai di avere sbagliato vero?-
I suoi grandi occhioni lucidi la guardavano immobili.
-Vero?-
Abbassò la testa.
-Sì...-
-Quindi ora gli telefonerai-
-Cosa??- le domandò fulminandola, sperando di aver capito bene.
-Hai capito benissimo..gli telefonerai..e non accetto scuse- disse alzandosi.
-Dove diavolo stai andando?-
Si allontanò verso l'ingresso.
-Mi fa pena vederti in questo stato..quindi ora cerco di aiutarti- le sorrise beffardamente.
Un rumore di spostamento di sedie l'avvertiva che stava per alzarsi e venire da lei per fermarla, ovunque lei stesse andando.
-Non provarci nemmeno!- fece voltandosi.
Heather stava uscendo dalla cucina, ma si fermò.
-Ricordati che non sono l'unica che ti ha detto che facendo così allontanerai tutti-
Incrociò le braccia al petto.
-Che intenzioni hai?-
-Migliori delle tue- le rispose senza voltarsi. Prese una giacca dall'appendiabiti.
-Vado a farmi un giro- fece aprendo la porta d'ingresso -Non mettere a soqquadro la casa per istinti vendicativi- le lanciò un sorriso chiudendo la porta dietro di sé.
Heather rimase impalata sulla soglia della cucina.
Come ci si scusava? L'aveva forse mai imparato?

***

Seduta sul divano continuava a fare zapping, saltando da una telenovela a un documentario, da un telegiornale ad un talk-show. Era così annoiata che si era messa a guardare la televisione tanto per far passare il tempo.
Facessero qualcosa di decente!
Continuava a premere sul telecomando. Poi si fermò. Ripremette il tasto del canale che aveva appena passato.
Forse mi sono sbagliata.
Il grande schermo al plasma proiettò il volto di Alejandro. In primo piano. Poi lo zoom si ritrasse e comparve anche una donna al suo fianco. Alta, bionda, curve sinuose e un bianco grande sorriso. Indossava un vestitino troppo corto per nascondere quelle gambe chilometriche. Si tenevano a braccetto. Quella che stava guardando era “About them”, una famosa rubrica di gossip.

Alejandro è stato uno degli ultimi concorrenti di “A tutto reality” a lasciare il gioco. Tutti noi conosciamo la sua fama da playboy. Chi non si ricorda come ha fatto cadere ai suoi piedi Bridgette nella terza stagione?”

Nello schermo ora passava il video della bionda, attaccata ad un palo con la lingua.

Non gli ha fatto proprio fare bella figura non trovate? Per non dire che la ragazza era già impegnata con un altro concorrente: Geoff!”

La voce della conduttrice continuava a uscire dal televisore, mentre il viso di una Leshwana con la testa persa tra le nuvole sostituiva quello della biondina.

E Leshwana? Vogliamo parlare di lei? Credeva di farla franca e di non lasciarsi ammaliare dal fascino del latino, ma senza risultato.
E se n'era tornata a casa senza poter ripagare Alejandro con la stessa moneta. Cosa avrà pensato Harold? Non lo sappiamo, di certo quello che non ha sofferto per niente è proprio Alejandro che ha goduto non poco a sentirsi così desiderato e invincibile. Ma queste non sono state le sue sole conquiste. Non c'è due senza tre, giusto?”


La faccia arrabbiata dell'afroamericana lasciò spazio all'espressione fiera di Courtney.

La prossima a lasciarci il cuore è stata proprio Courtney. Diciamo che la scusa di far ingelosire il suo ex punk preferito fa acqua un po' da tutte le parti. Non trovate anche voi che abbia goduto fin troppo delle attenzioni del bell'Alejandro? Vendetta o no la ragazza ha passato quasi più tempo tra le braccia del ragazzo che ad insultare i concorrenti”

In primo piano comparivano lei e Alejandro mentre si tenevano stretti. E non era il freddo della neve che li portava a tanto. L'odiosa voce della presentatrice arrivava alle sue orecchie facendola irritare ancora di più.

Ma Alejandro ha sempre giocato? A quanto pare no. Tutte s'innamoravano di lui e lui? Si è mai innamorato? A quanto pare sì. Ritorniamo indietro alla finale della terza stagione.”

Ora passavano un video degli ultimi minuti della puntata. Heather fissava lo schermo senza parole. Vedeva lei piangere davanti a lui. A cercare di fermarlo per poter vincere i soldi in palio. Vedeva se stessa arrossire e Alejandro insinuare che lei provasse dei sentimenti per lui. E poi la sua dichiarazione, seguita da un bacio e dalla sua spropositata reazione.

Heather? Seriamente?”

La conduttrice sfoggiò un sorriso di scherno.

Già..tra tutte le ragazze carine che poteva scegliere si era proprio innamorato dell'acida italo-asiatica. Che peraltro non gli aveva neppure riservato un bel trattamento quando lui le aveva rivelato i suoi sentimenti.”

Heather non sapeva se prendersela con il televisore o andare direttamente agli studi televisivi dove stavano trasmettendo il programma e prendere a sberle la ragazza che stava parlando.

E aveva lasciato perdere? Nossignore...il nostro Alejandro non si è dato per vinto. Come lo sappiamo? Beh la conferma ci viene da una delle ultime puntate andate in onda”

Il viso di José riempì lo schermo, seguito da un pugno del fratello. Poi un susseguirsi di colpi e uno scambio acceso di battute. Finché Alejandro non pronunciò quelle parole che ormai non le sarebbero più uscite dalla testa.

Ragazze, sinceramente, siate oneste..quante di voi avrebbero voluto che lui vi difendesse in diretta davanti al suo odioso fratellone?”

L'immagine di Alejandro le stava ripetendo per la seconda volta di chiamarlo.

Eppure Heather non deve averla presa per niente bene perchè ora il bel latino è stato avvistato, solamente due settimane dopo la sua eliminazione, in compagnia di Lizzy Reynolds, la famosa cantante pop. Che sia scoccata la scintilla? Non lo sappiamo ancora con certezza. Quello che sappiamo è che i due piccioncini sono stati avvistati insieme in un locale a Toronto, in Canada, mentre la cantante sta presentando il suo tour mondiale. Voci non confermate sostengono che i due abbiano passato intere giornate insieme. Ma una domanda sorge spontanea? Cosa ci fa Alejandro in Canada? È stato forse un tentativo di riavvicinamento con la “Calcolatrice”? Mah..ancora non si sa nulla, certo è che se ora è in compagnia di un'altra ragazza Heather non può trovare posto. Gli "Alether" saranno dispiaciuti, ma questa è la realtà dei fatti”

La conduttrice lanciò un sorriso consolatorio verso il pubblico.

Attenderemo nuovi aggiornamenti. Ma passiamo ora alla rottura tra Ben..”

Heather spense il televisore.
Solo qualche giorno fa mi ha detto di essere innamorato di me e già si fa beccare in compagnia di quella sgualdrina? Che poi chi cavolo è questa Lizzie Reynolds? Io non l'ho mai sentita.

-Fai quel cavolo che ti pare Alejandro- commentò ad alta voce alzandosi dal divano.






Angolo autrice

Ciao a tutti! Eccomi nuovamente qui:)
Innanzitutto vi ringrazio per i commenti e i complimenti ricevuti...e a quelli che continuano a seguire la storia. Volevo precisare per chi me lo aveva fatto presente che la pubblicazione dei capitoli avverrà una volta a settimana, nel weekend, salvo contrattempi.
Nel testo ho fatto riferimento a noi fan come "Alether"...Anche se ci sono più nominativi..questo mi piace di più:)
Allora? Questo capitolo come vi è sembrato? Heather vi è sembrata troppo strana? D'altronde anche lei è umana..finalmente la prova che anche lei ha dei sentimenti in quel suo cuore di pietra...sentimenti che odia perchè la rendono debole...
Cosa succederà ora? Per chi è curioso.....alla prossima;)
ciao ciao
Aanya


 

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Capitolo 5
*** Rossa o verde? ***


-Mi passi il formaggio?- le domandò Erin indicando il piccolo contenitore con il formaggio grattugiato.
Heather glielo passò senza dire una parola. Era intenta a seguire il telegiornale dell'una sul piccolo televisore.
-Grazie-

“Bene. Ora lasciamo i fatti di cronaca per parlare dei flirt che quest'estate porteranno i vip a far parlare molto di sé..”

Heather stava arrotolando gli spaghetti alla forchetta. Sbuffò.
-Ma si può in un telegiornale parlare degli eventi di cronaca rosa?-
Erin la guardò, mentre portava alla bocca una porzione di pasta, alzando le spalle.
-Non me ne può importare un accidente con chi passerà le vacan..-

“Alejandro Burromuerto torna a far parlare di sé. Il bel latino, concorrente di due delle stagioni di “A tutto reality”, è stato eliminato appena tre settimane fa e già sembra non farsi problemi a mettere in pratica le sue doti da playboy, che aveva già sfruttato nel gioco. La scorsa settimana era stato paparazzato in compagnia della cantante Lizzy Reynolds. Ora è stato visto assieme alla bella attrice statunitense Julie Evans, ora al cinema col suo già pluripremiato e record al botteghino “We are one”. Dalle foto postate sul web i due sembrano scherzare teneramente e pare ci sia stato anche un bacio. Alejandro ha forse dimenticato l'ex co-concorrente Heather? Non lo sappiamo, ma persone vicine al  latino sembrano aver confermato il fatto che lui abbia sfruttato, per l'ennesima volta, l'innamoramento verso la ragazza per far crescere gli ascolti e sembra pure che abbia deciso di troncare ogni rapporto con lei. I fan della coppia, o meglio conosciuti come i pro- Alether, perchè è così che vogliono farsi chiamare, dovranno mettersi l'anima in pace e rifarsi sulla nuova coppia dell'anno: Alejandro/Julie. Questa favolosa coppia avrà i presupposti per un legame solido o Julie farà la stessa fine della già scaricata Lizzy? Per ora sappiamo solo che quest'estate i due non potranno che aggiudicarsi un posto in copertina. Altra coppia che fa parlare d...”

Erin spense il televisore. Dagli occhi spalancati sembrava sconvolta.
Heather stava stringendo la forchetta così forte che avrebbe potuto piegarsi in due. Delle pieghe le si formarono sulla fronte.
-Questo è troppo- tuonò.
-Mi dispiace..- fece lei poggiandole una mano sul braccio.
-No, ma ti sembra normale?- le domandò, spalancando gli occhi verso di lei e indicando il televisore, ormai senza nessun immagine, con la forchetta.
-Già è un cretino...almen..-
-Almeno l'avessi sotterrato quando ne avevo l'occasione! Ma ti rendi conto che io mi sono pure innamorata di quello lì?-
Heather si era alzata in piedi. Erin la guardava senza risponderle.
-Diceva tanto che era innamorato di me e poi guarda! No guarda! Se ne va in giro con la prima ragazza carina e piena di soldi solo per poterla usare come ha fatto con tutte le altre!-
-Che ne sai che non provi veramente qualcosa per Julie?-
-Certo, come no?!- alzò gli occhi al cielo, sbuffando -Anche di quella Lizzy si era innamorato, ora ha perso la testa per una delle attrici più pagate degli ultimi mesi...tra una settimana voglio proprio vedere insieme a chi si farà beccare. Come minimo lo vedrai al palazzo reale d'Inghilterra a corteggiare la sorella della principessa-
Erin voleva scoppiare a ridere, ma sapeva che non era la situazione adatta. O si sarebbe come minimo trovata impiantata al petto una forchetta.
-E poi quella cosa che alcuni suoi amici abbiano detto che è stato lui a troncare con me? Ma dove diavolo l'hanno pescata fuori una notizia del genere? Semmai sono io quella che l'ha respinto!-
-Eh..appunto-
-Appunto cosa?- le fece infuriata.
-Appunto sei stata tu a rifiutarlo e lui si sarà sentito così male che è andato con la prima ragazza che ha trovato-
-Erin ma che cavolo dici? Primo, se io vengo lasciata da qualcuno e voglio provarci con qualcun'altro non becco certo PER CASO l'attore o il cantante più figo. Quello se le è cercate! Chissà che bugie sta raccontando loro per tenersele strette!..Secondo, uno che dice di essere così innamorato non si fa beccare dai paparazzi con non una! No! Due ragazze! Alla faccia del mio bell'innamorato!-
-Sai che potrebbe farlo per una ragione vero?- azzardò Erin temendo una brusca reazione da parte della coinquilina.
-Certo che lo fa per una ragione! Per darsi visibilità e per spennarle!-
-E?-
-E cosa?-
-E per farti ingelosire-
-Cosa? Ti sembro forse gelosa per caso?-
-Nooo..solo un pochino- le rispose ironica.
-Vedi come sono infuriata? Ho la faccia rossa non verde!-
-Proprio perchè sei così infuriata sei gelosa- le rispose staccando un pezzo di pane e portandoselo alla bocca.
Heather rimase a bocca aperta, mentre i suoi occhi incenerivano la compagna.
-Poi sai una cosa?- fece staccandosi un altro pezzo di pane -L'ultima volta che ho visto quel tuo broncio sulla faccia è stato quando eri gelosa di come Alejandro corteggiava Courtney nella terza stagione-
Heather era sul punto di esplodere.
-E non ti eri minimamente resa conto che lo stava facendo apposta per farti ingelosire perchè in verità lui provava qualcosa per te- terminò indicandola.
Qualcosa dentro di lei doveva ammettere che Erin aveva ragione. Lei era gelosa. Certo lo aveva scaricato, ma era cotta di lui, così presa che preferì rompere la relazione in partenza che vederla tramontare subito. Era la paura che l'aveva fermata. E ora la gelosia era una conseguenza che non aveva messo in conto. Heather le girò le spalle e uscì dalla cucina.
-Ricordati che devi anche scusarti con lui!- le urlò dietro Erin.
-Smettila! Io non mi scuserò mai con quell'essere!- le fece eco Heather mentre saliva in camera.
 
 
***

-Heather dove vai?- le domandò Erin da sopra le scale.
-Non sono cavoli tuoi- le rispose prendendosi il giaccone.
-Ho capito.. vai a farti un giro-
-Eh..appunto..vedi di non chiamarmi per scocciarmi con una delle tue commissioni-
-Se vai a farti una passeggiata mi aspetti che mi cambio e vengo con te?-
-No- le rispose secca chiudendo la porta di scatto.
Heather si trovò all'esterno. Era una splendida giornata di sole. Inspirò l'aria a pieni polmoni e guardò il cielo. Era di un azzurro intenso. Quasi limpido, con solo qualche nuvola bianca. Aveva passato una settimana terribile. Dopo Alejandro. Dopo le telefonate ricevute dalla sua famiglia. Dopo Erin. Voleva solamente staccare dalla quotidianità e dai pensieri che la tormentavano. E la giornata era perfetta per farlo. Decise di non usare l'auto e di incamminarsi per il centro. Aveva qualche timore nel caso si fosse ritrovata davanti Alejandro per la seconda volta. Ma decise di non curarsene.
Certo ora sarà troppo impegnato in chissà quale continente con la sua nuova attricetta.
Cercò di scacciare questi pensieri dalla sua mente. Estrasse dalla borsetta una custodia. La aprì e ne estrasse un paio di occhiali da sole. Li indossò e cominciò a camminare sul marciapiede. Sorrise.
Centro sto arrivando!
Aveva in mente di andare a rilassarsi al parco, ma non prima di aver passato in rassegna minimo un paio di boutique. Lo shopping era quello che ci voleva per tirarsi su. Poi magari avrebbe preso qualcosa al bar, mentre si leggeva una rivista. Proprio mentre lo pensava passava a fianco ad un'edicola.
Ah..il giornale lo compero dopo.
No. Heather non amava leggere i giornali di gossip. Li trovava solo un modo per fare soldi sfruttando qualche gaffe di qualche stupida celebrità o la rottura di qualche coppia il quale amore sembrava destinato a durare per sempre. Diceva che erano stupidità per gente come Lindsay. Ma era proprio per tirarsi su che, una volta ogni morte del papa, ne acquistava uno per commentare le disgrazie altrui. Sorrise quando la passò. L'edicolante pensò che stesse sorridendo a lui e contraccambiò. Poi Heather si fermò.
Aspetta!
Tornò sui suoi passi e si fermò davanti alla piccola struttura.
Non può essere!
Aveva gli occhi su una rivista messa bene in primo piano, davanti a tutte le altre, come se si meritasse di essere guardata. Una foto di Alejandro compariva in bella mostra sulla copertina. Al suo fianco una ragazza, mentre lui le prendeva il viso con una mano. Ma non era la bella castana della scorsa volta. Non l'attrice il cui film aveva fatto sbancare il botteghino. Lei era una bella ragazza dalla pelle mulatta e perfetta. Con ricci neri alquanto perfetti e invidiabili. Portava una semplice maglietta scollata a V che lasciava intravedere il seno. Sembrava una ragazza semplice, ma allo stesso tempo uno schianto. Alejandro aveva la solita espressione da macho, mentre le sorrideva, alzando un sopracciglio. Heather non sembrava riconoscere la ragazza in copertina. In realtà non poteva. Il titolo a caratteri cubitali recitava
 
“CHI SI NASCONDE DIETRO LA NUOVA FIAMMA DI ALEJANDRO?”

Più sotto compariva un altra scritta
 
“Dopo Lizzy e Julie il playboy del Reality colpisce ancora”

Heather cercò di ricomporsi subito, per non fare brutta figura davanti all'edicolante. Prese in mano la rivista e la sfogliò rapidamente.
-Signorina se vuole sfogliare la rivista deve prima acquistarla- le fece notare sgarbatamente l'uomo che stava dietro all'espositore dei giornali.
Heather lo guardò. Poi sbuffò. Era forse il caso di ridursi a tanto? La curiosità era troppa. Frugò nella sua borsa e ne estrasse un lungo portafoglio nero.
-Ecco! Tenga!- gli rispose lei seccata, porgendogli una banconota.
-La ringrazio- disse sorridendole.
Heather evitò di commentare.
Certo certo, prima mi vuoi uccidere perchè non compero la tua dannata rivista e poi mi sorridi? Uomo del cavolo! Staresti bene insieme a quell'altro.
Già. Quell'altro. Si accorse di avere in mano il giornale con le facce di quei ragazzi in copertina. E scoprì di avere una gran voglia di leggere l'articolo dedicato a loro.
Al diavolo lo shopping e la passeggiata rigenerante!
Entrò nel primo bar che le sembrava carino e si sedette ad un tavolo. Il locale era abbastanza vuoto.
Bene. Così posso starmene in santa pace senza scocciatori tra i piedi e brusio di sottofondo.
Posò la rivista sul tavolino rotondo.
-Cosa posso portarle signorina?-
Heather alzò la testa, interrotta nei suoi pensieri. Una giovane cameriera stava aspettando che lei le rispondesse.
-Sì..vorrei un thè freddo e una di quelle pastine che avete al banco- fece indicando col dito le leccornie che stavano dietro ad una protezione di vetro.
La cameriera si voltò.
-Certo con cosa le vuole? Glassa, crema, marmellata, zucchero a velo, cioccolata...?-
-Cioccolata-
Facciamoci del male.
-Ok- fece annuendo la ragazza -Un attimo e sono qua-
Heather la vide allontanarsi verso il bancone. Poi ritornò a chinare la testa sul tavolino. Alejandro stava sorridendo. Ma non a lei. Rifacciamoci del male.
Sfogliò avidamente le pagine finchè non arrivò al punto che le interessava. E cominciò a leggere. Era così immersa nell'articolo che non si era accorta che la cameriera le aveva portato la sua ordinazione. La sua espressione divenne d'un tratto triste. Guardò la pastina sul piattino e se la portò alla bocca. Ne diede un morso, pur non staccando gli occhi dalle pagine. I suoi occhi scorrevano avidamente le righe. Poi ad un tratto si fermò. Guardò un'altra volta le immagini che occupavano due quarti delle pagine e richiuse la rivista. Prese in mano il bicchiere che aveva davanti e bevve un sorso di thè. I suoi occhi ricaddero nuovamente sulla copertina. Il sorriso di Alejandro la faceva innervosire ancora di più. Capovolse il giornale sul tavolo.
È irritante anche quando non è presente quell'idiota! Cosa avrai così tanto da sorridere poi?
Incrociò le braccia al petto, guardando fuori dalla finestra. Nell'articolo non c'era scritto molto. Non rivelazioni scottanti. In sintesi riportava le sue conquiste precedenti nelle sole tre settimane in cui era uscito dal reality. Insomma, una ragazza a settimana per essere chiari. L'articolo iniziava focalizzandosi sulla storia di Alejandro e sulla sua scalata verso la notorietà. Poi proseguiva parlando della nuova bellissima ragazza con la quale stava uscendo. “I due piccioncini non sembrano curarsi dei fotografi” era riportato sotto una loro foto. Una foto che li ritraeva sorridenti mentre passeggiavano stretti affianco alle vetrine dei negozi.
Certo che non sembrano curarsene. Quelli fanno apposta a farsi immortalare con quei sorrisi del cavolo!
Heather stava ancora guardando fuori dall'enorme vetrata che dava sulla strada. La bella giornata di sole che prometteva di renderla attiva e pronta a dimenticare si era tramutata dentro di lei in una buia giornata nuvolosa.
Si odiava. Dentro di sé la rabbia sembrava corroderla. Era gelosa e lo sapeva. Sapeva di essere gelosa di quell'idiota latino, ma era troppo orgogliosa per ammetterlo. Aveva già pianto per lui. Ora cosa doveva aspettarsi ancora? Si era già dimostrata troppo debole. Le sue emozioni avevano finito con lo sopraffarla e lei si era sentita così fragile! E lo era ancora. Odiava non avere il controllo della situazione. Ma soprattutto dei suoi sentimenti. Aveva pensato di fare la cosa giusta quando lo aveva allontanato da lei, seppure omettendogli la verità, ma ora tutto le si ritorceva contro. Non era sicura che Alejandro stesse facendo tutto questo solo per farla ingelosire, come aveva affermato Erin, ma era sicura che ne era capace. Sarebbe stato capace di fare questo ed altro per implorarla a prostrarsi a lui e chiedergli scusa. E odiava anche questo. La parola odio era entrata a far parte del suo vocabolario e dei suoi pensieri e non se ne sarebbe andata così facilmente. Ma ciò che odiava di più era il fatto che sapeva di avere torto.
Prese il bicchiere e finì di bere ciò che era rimasto tra i grandi cubetti di ghiaccio. Estrasse nuovamente il portafogli e pose una banconota sul tavolo. Poi si alzò e si avviò verso l'uscita.
-Hey scusa!- Heather si voltò seccata.
I soldi te li ho lasciati sul tavolo sei cieca?
-Hai dimenticato il giornale- la guardò sorridendo debolmente e indicandole il tavolino al quale era seduta.
Heather sospirò.
-Ah quello puoi tenertelo- fece segno con la mano.
Non l'aveva letto tutto, anzi, non l'aveva letto per niente. Si era concentrata solo sull'articolo che occupava al massimo tre pagine. Ma non si sarebbe mai portata a casa una rivista che ritraeva in bella mostra sulla copertina quei due ragazzi. Se poi solo Erin l'avesse vista sarebbe successo il finimondo.
No no, non voglio certo avere immagini di quello lì a casa mia.
Mentre Heather era ancora ferma a pochi passi dalla porta, la cameriera si era portata al suo tavolo. Raccolse il tovagliolo e il bicchiere. Poi lanciò uno sguardo al giornale.
-Hey aspetta ma tu sei Heather quella del reality-
Cavolo ma dove vivi ragazza? Finalmente te ne sei accorta.
Heather la guardava con aria di sufficienza. La bionda arrivò verso di lei.
-Sai..non m'interessano molto queste cose..in realtà non le guardo neppure- le disse mostrandole un debole sorriso, come se si stesse scusando per non essere una fan del programma.
-Però mia sorella ne va pazza..non potresti capire- disse alzando gli occhi al cielo.
Ohhh capisco benissimo invece.
Heather si lasciò sfuggire un falso sorriso.
-Ma tu non eri insieme a lui?- le domandò indicando il ragazzo in copertina.
Heather ridusse gli occhi a due fessure.
-Ma tu non eri quella che di queste cose non se sapeva nulla?-
La biondina, alla sua reazione, cercò subito di scusarsi.
-Oh..scusa..non intendevo essere così curiosa- alzò leggermente le spalle -È che sai..quando si ha una sorella che parla quasi ventiquattr'ore su ventiquattro di attori e concorrenti dei reality qualcosa la sai per forza-
-Comunque no- rispose secca.
-Mi faresti un autografo?- le chiese gentilmente -Sai..per mia sorella- le sorrise.
-Non ho una penna-
La biondina le passò quella che aveva nella tasca del grembiulino.
Heather voleva alzare gli occhi al cielo.
Facciamo la nostra buona azione quotidiana.
Scrisse il suo nome occupando maggior spazio possibile sopra la faccia dello ragazzo.
Ecco! Ben ti sta!
-Grazie mille- le disse sorridendole.
-Di niente- disse congedandosi.
-A presto!- fece in tempo a sentire mentre chiudeva la porta.
Ma anche no.

***

Ripose il giaccone sull'appendiabiti.
-Heather!-
Non aveva quasi fatto in tempo ad entrare che la voce della sua coinquilina risuonò da sopra le scale.
Quella deve avere gli ultrasuoni. Pensò sbuffando.
Si spostò verso il salotto senza nemmeno risponderle. Erin si era precipitata giù di corsa.
Cosa vuole ora la scocciatrice?
-Heather!- le disse trafelata, poggiandosi alla cornice della porta, come se avesse corso i cento metri.
-Che c'è?- le rispose voltandosi, con aria scocciata.
-Ho una cosa per te-
Si sedette sul divano di fianco a lei. Poi estrasse dai suoi jeans un foglietto di carta ripiegato. Heather la guardava sorpresa.
-Tieni- le fece porgendoglielo.
Heather lo spiegò e vi lesse un numero scritto a penna. Un numero di cellulare a quanto pareva.
-E questo che diavolo sarebbe?- le domandò alzando un sopracciglio.
-È il suo numero- le rispose sorridendo emozionata.
-Il suo numero?- fece perplessa e stupita.
-Sì..insomma..il numero di Alejandro-
-Come hai fatto ad averlo?-
-Non importa- le disse alzando le spalle -Ora puoi scusarti- le fece indicandole il biglietto.
-Non ci penso nemmeno- commentò scuotendo la testa.
-Certo che lo farai invece-
-Ho detto di no!-
-E io ho detto di sì!- fece Erin alzandosi -Almeno fallo per me che mi sono data così tanto da fare-
-Io non ti ho detto di fare proprio nulla- le rispose seccata.
-Non consciamente-
Già. Non consciamente.
Heather spostò lo sguardo dal suo viso.
-Sai che devi farlo..altrimenti non te lo perdoneresti mai..Basta che lo chiami. Non dovete necessariamente vedervi- terminò facendo un gesto eloquente con le mani.
-Ok ok- alzò le braccia in aria -Lo chiamerò-
Erin le sorrise, ancora ferma davanti a lei. Heather le lanciò un'occhiataccia.
-Allora?..Vuoi rimanere qui ad origliare?-
La ragazza assunse un'espressione di scuse.
-No..certo che no- fece alzando le mani -Me ne torno su-.
Poi sorrise prima di lasciare il soggiorno. Era troppo curiosa, ma sapeva che la questione in ballo era molto più importante della sua curiosità. Se la sua coinquilina e Alejandro avessero fatto pace magari se lo sarebbe trovato qualche volta nella loro casetta.

Heather guardava il numero scritto sul foglietto.
Come faccio a chiamarlo se non so cosa dirgli? Non mi sono mai scusata in vita mia.
Sospirò. Prese il suo cellulare dalla tasca dei jeans e lo guardò.
No non ci riesco.
Lo buttò sul divano. Poi tornò a guardare fuori dalla finestra.
Però forse potrei scrivergli un messaggio.
S'illuminò.
Già. In questo modo mi scuserei e non dovrei sostenere un dialogo con lui.
Solo il tono della sua voce le avrebbe suscitato timore. E questo lo sapeva. Perchè magari era ancora arrabbiato, o magari si sarebbe messo a fare il cretino come sempre e avrebbe deviato un discorso serio.
Riprese in mano il telefonino e cominciò a comporre alcune parole. Per poi tornare a cancellarle. Scrivi e cancella. Scrivi e cancella.
Al diavolo la semplicità degli sms!
Si fermò un attimo. Poi digitò qualcosa sullo schermo touch screen.
Scusa...
Heather
Semplice, ma efficace. Heather premette il tasto invio. Era fiera della sua soluzione. Buttò il cellulare sul divano e si accomodò, poggiando la testa sul tessuto morbido. Alcuni secondi di tranquillità. Poi il telefono vibrò.
Sussultò.
Non può essere lui!
Spalancò gli occhi e prese in mano il cellulare. Era il suo numero. Aprì con timore l'sms.
Ah ok
Heather divenne improvvisamente rossa di rabbia.
Come fa a venirsene fuori con “Ah ok”? Brutto idiota del cavolo! “Ah ok” tua nonna! “Ah ok” lo dici a tuo fratello! Non rispondermi se non devi dirmi più nulla! Non sprecare soldi per scrivermi due parole!
Heather cercò di trattenere il nervoso dentro di sé per non mettere Erin in allerta.
Evidentemente, forse, si aspettava qualcosa di più.




Angolo autrice
Nuovamente qui anche questa settimana...Heather si ritrova a (ri)affrontare qualcosa chiamato gelosia..come vi è sembrato questo capitolo?
Nell'ultima parte ho voluto aggiungere qualcosa che fa tanto imbestialire la sottoscritta..ovvero quando amici (intesi come del sesso maschile) ti rispondono a monosillabi nei messaggi..ma soprattutto con l'odiato "Ah ok"..giuro..è una cosa che mi fa altamente infuriare >.< quindi ho voluto rapportare questo piccolo elemento con la storiaxD
Heather e il playboy Alejandro non si sono ancora incontarti..Succederà nel prossimo capitolo? O non faranno la pace così facilmente? Eppure manca poco all'episodio finale...chi è curioso del mio seguito...continui a seguire la storiaxD
ciao ciao;)
Aanya

 

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Capitolo 6
*** Sentimenti smascherati ***


Il suono fastidioso del campanello esterno la interruppe mentre era comodamente distesa sul divano. Immersa a navigare su internet. Il che la portò ad odiare chiunque stesse aspettando fuori dalla porta.
Si può sapere chi viene a disturbare a quest'ora?
Erano le due e mezza del pomeriggio.
Sicuramente una delle fastidiose amiche dell'impicciona.
Heather sbuffò mentre si apprestava ad aprire la porta.
-Scusa- le disse facendole gli occhi dolci -Mi sono dimenticata le chiavi dell'auto- fece piegando la testa di lato.
Heather alzò gli occhi al cielo. Solo la sua coinquilina poteva dimenticare anche la testa a casa. La lasciò passare. Erin prese fulminea le chiavi dalla ciotola del mobiletto all'ingresso.
-Ciao- le disse sorridendo e sgattaiolando fuori dalla porta, dalla quale era entrata solo alcuni secondi prima.
Richiuse e ritornò in soggiorno. Si accomodò sul sofà e prese in mano il portatile che aveva appoggiato sul tavolino.
-Ahh..finalmente un po' di tranquill-
Il campanello la interruppe di nuovo. Heather aveva i nervi a fior di pelle.
Ma chi diavolo sarà ora?
Si rialzò nuovamente e andò trascinandosi lentamente verso l'entrata. Aprì la porta e la faccia che conosceva fin troppo bene si ripresentò.
-Ma che diavolo hai dimenticato ora?- le domandò nervosa.
-Il portafogli- rispose Erin in tono di scuse.
Heather si allontanò dalla porta per lasciarla entrare. La ragazza si precipitò su per le scale.
-Sai che dovremmo tenere una chiave esterna?- le domandò seccamente Heather mentre lei era già scomparsa alla sua vista.
Ritornò subito giù trafelata.
-Non serve..non mi dimenticherò più niente- le sorrise chiudendo il portoncino dietro di sé.
Heather alzò gli occhi al cielo.
Lei e la sua mania della sicurezza.
Sbuffò.
Come se una chiave potesse fare la differenza.
Tornò in salotto e si sedette comodamente sul divano. Computer sulle ginocchia.
-Bene..cosa stavo facendo?-
Le sembrava che la sua coinquilina le avesse fatto perdere un sacco di tempo. Cominciò a digitare delle parole sulla tastiera. Poi il campanello la interruppe nuovamente.
Heather spalancò gli occhi.
No! Non è possibile.
Chiuse il portatile e lo lasciò nuovamente sul tavolino. Per la terza volta si alzò per andare ad aprire.
Giuro che questa volta la ammazzo.
La sua calma e rilassata espressione di alcuni secondi prima aveva lasciato spazio ad una fronte corrucciata e, fosse potuto accadere veramente, a fumo nero che usciva dalle narici.
Aprì la porta, pronta ad inveire sulla sua coinquilina.
Restò di sasso. Non era Erin la persona sorridente che le stava davanti, a pochi centimetri da lei. Indecisa, richiuse la porta impulsivamente.
-Hey!-
Poteva sentire la sua voce oltre il legno che li divideva.
-Non sono io quello che voleva scusarsi-
Appoggiata alla porta, sapeva che non avrebbe avuto scelta. La riaprì lentamente. E si trovò nuovamente davanti a lui.
-Oh...finalmente-
-Come hai fatto a sapere che abitavo qui?- gli domandò arrabbiata squadrandolo, appoggiata con una mano alla porta.
-Beh..- le sorrise -..nello stesso modo in cui tu hai avuto il mio numero. O sbaglio nell'aver sentito che non ce l'avevi?-
Heather sbuffò.
-Non m'inviti ad entrare?- le domandò piegando la testa.
La ragazza rimase in silenzio, estendendo un braccio verso l'interno. Alejandro oltrepassò la soglia. Una folata del suo profumo la investì. Il suo intenso e inebriante profumo. Heather strabuzzò gli occhi per togliersi quei pensieri dalla testa.
-Wao..bel posticino qui- commentò il ragazzo dando un'occhiata intorno, rimanendo comunque vicino all'ingresso.
Heather annuì. Sembrava intento a cogliere ogni minimo particolare di quella casa. Ma soprattutto non sembrava lo stesso Alejandro che aveva lasciato. Sembrava felice e rompiscatole come sempre. La stava prendendo in giro?
Si voltò verso di lei.
-Ci vivi da sola?-
I suoi occhi verdi sembravano più grandi del solito.
-No..la divido con una ragazza-
Alejandro assunse un'espressione che le suonava del tipo “Come fai a vivere con un altro essere umano?” e quindi lei si affrettò subito ad aggiungere -È per dividere le spese- disse alzando le spalle.
Il ragazzo stava ancora guardandosi in giro.
-Già...-
Sapevano entrambi che nessuno dei due possedeva l'ambita somma di denaro che pretendevano da anni. Poi ritornò a guardarla. In silenzio. Heather sembrava avere la testa da un'altra parte.
-Sì..ecco...puoi accomodarti sul divano in soggiorno- iniziò, indicando la stanza alla sua destra.
-Non mi offri nulla?- le chiese stuzzicandola.
Lo fulminò.
-Siediti mentre IO vado in cucina-
Mi tratta male e io devo anche fargli da cameriera?
Il ragazzo alzò le mani esibendo un piccolo sorriso.
-Cosa vuoi?-
La domanda gli era arrivata un po' strana alle sue orecchie. Ma Alejandro sapeva che non era il caso di mettersi troppo a scherzare vedendola un tantino irritata.
-Ce l'hai del thè?-
-Sì-
-Allora vada per quello-
Le lanciò un altro sorriso.
Heather si voltò istantaneamente per non essere costretta a guardarlo negli occhi. Si diresse verso la cucina. La rabbia aveva fatto posto alla preoccupazione.
Ma come diavolo gli è passato per la mente di venire fino a qui? Ora si aspetterà delle vere scuse quel vile traditore. E ora che gli dico?

Alejandro aveva in mano un portafoto. Stava sorridendo mentre guardava la fotografia.
-Hey..chi ti ha detto di curiosare tra le mie cose?- fece irritata mentre entrava con due bicchieri in mano.
-Non sapevo fossi brava a ballare- le sorrise, mentre indicava la foto che aveva in mano.
La foto che la ritraeva durante un saggio di danza. In scarpette, tutù e capelli raccolti in un lungo nastro.
-Si si certo..come no- gli rispose poggiando i bicchieri sul tavolino.
-Eri carina- fece riappoggiando il portafoto, insieme alle altre cornici, sul mobiletto nero. Solamente che le altre cornici contenevano foto di Erin. Heather non amava avere foto di sé per casa, ma quella era un'eccezione perché ci era molto affezionata.
La ragazza lo guardò storto. Alejandro capì che l'aveva intesa come un'offesa.
-Cioè..eri..inteso nella foto- disse cercando di rimediare -Quanti anni avevi?- le domandò curioso.
-Non sei qui per sentir parlare della mia infanzia immagino..- fece portandosi le mani ai fianchi.
Alejandro finse di pensare.
-No..direi che non è una mia priorità- disse, andandosi a sedere sul divano.
Sperava che la ragazza si sedesse di fianco a lui, ma si spostò invece dall'altra parte della stanza.
-Non ti siedi?- le domandò indicando il divano con gli occhi.
-No..- fece portando una mano avanti -..preferisco stare in piedi-
Alejandro alzò le spalle.
Poi calò il silenzio.
Alejandro la guardò fissa negli occhi. Quei suoi grandi occhi verdi stavano cercando di scavarla interiormente. Heather sentì un brivido percorrerle la schiena. Neanche a scuola durante le interrogazioni aveva avuto così paura di quello che doveva dire. Ma si sa, lei aveva saputo cavarsela in ogni situazione. Purtroppo quella era un'eccezione.
-Ok- fece abbassando lo sguardo per sfuggire a quello penetrante del ragazzo -Mi dispiace. Scusami. Scusami per tutto. Per averti lasciato lì durante l'eruzione, per averti sempre incolpato di tutto, per quelle cose che ti ho detto..- poi rialzò lievemente lo sguardo, senza però guardarlo negli occhi -Non le pensavo veramente-
Alejandro non sapeva come queste scuse stessero richiedendo in lei una grande forza di volontà. Ma soprattutto che queste fossero parole che non uscivano dalla sua bocca da troppi anni. Scuse vere s'intende. O forse lui capiva. D'altronde erano simili.
-Mi sono fatta prendere dalla rabbia per quello che mi avevi fatto e non ci ho visto più-
Alejandro era rimasto in silenzio.
-Quindi non mi odi?-
Heather lo guardò.
-Diciamo solo un pochino- rispose, mostrandogli una possibile misurazione del suo “pochino” avvicinando a malapena pollice e indice.
-E quindi pensi che potresti pure provare qualcosa verso i TIPI come me?-
Ma cavolo, si ricorda tutto quello che gli ho detto?
-Forse- fece staccando gli occhi dai suoi e fissando un punto indistinto fuori dalla finestra.
-Comunque ora che mi sono scusata puoi ritornare da una delle tue ragazze- fece secca, fulminandolo con gli occhi.
-È un'attrice o una cantante l'ultima? No aspetta..forse sono presa indietro con gli aggiornamenti-
-Hey..sei gelosa!- fece sorridendole.
-No non sono gelosa e sto parlando seriamente. Non ho bisogno qui di uno che tratta le ragazze in quel modo- rispose incrociando le braccia al petto.
-Sì che lo sei-
-No-
-Io dico di sì-
-E io ti dico di no, chiaro?!- tuonò, fulminandolo nuovamente con lo sguardo.
-Hey Heather..non erano le mie ragazze..- disse con fare da dongiovanni, sorridendole.
Heather non sapeva se la stava deridendo o stesse dicendo la verità.
-Sono solo delle mie amiche- fece allargando un po' le braccia. Come ad indicare che non ne aveva colpa se loro erano attratte da lui.
-Certo..delle tue amiche che si fanno immortalare avvinghiate a te e che vengono CASUALMENTE a letto con te- disse, tornando a guardare oltre il vetro della finestra.
-Non ci sono andato a letto-
Silenzio.
Alejandro abbassò lo sguardo. Prese un bicchiere dal tavolino e bevve un sorso.
-E che mi dici dei tuoi sentimenti? Mentivi anche su quelli?-
La domanda le arrivò come una stilettata.
Ricongiunse subito lo sguardo al suo, irritata. Però Alejandro era serio. Dalla sua faccia non vi era segno di un possibile sorriso istigatore. I suoi occhi erano ancora lì ad analizzarla, ma non riusciva a decifrare se fossero spenti o cosa. Sapeva che era venuto il momento della verità. Alla quale non poteva più sfuggire.
Erin dev'essere fiera di me.
Chiuse gli occhi.
-Io mi sono innamorata di te- disse tutto d'un fiato, come se questo le permettesse di non far trapelare le sue parole.
Alejandro spalancò gli occhi.
-Mi stai prendendo in giro?-
-Ti sembra che io ti stia prendendo in giro?!- gli rispose secca, delusa della reazione.
Il ragazzo scosse impercettibilmente la testa.
-Perché?- fece guardandola.
Heather spalancò gli occhi, non sapeva se fosse una domanda provocatoria o se rispondere.
-Perché non me l'hai detto quando ti ho chiesto cosa provavi per me?- le domandò puntandole contro nuovamente i suoi occhioni.
-Perché dai Alejandro! Noi non siamo fatti per stare insieme. Noi siamo nemici. Tradiamo, complottiamo, ci alleiamo, mentiamo. E la maggior parte delle volte lo facciamo l' uno verso l'altro. Insomma, come speri che una coppia come noi abbia qualche chance di durare? I sentimenti possono anche essere sacrificati-
Alejandro socchiuse a malapena gli occhi.
-Quindi avevi solo paura?- le domandò alzandosi, avanzando verso di lei.
Heather indietreggiò verso il muro.
-Non ho paura, sto solo considerando la realtà dei fatti-
Alejandro le fu più vicino. Heather indietreggiò ancora e si ritrovò con la schiena al muro. Lui le sorrise. Poggiò una mano sulla sua guancia. Tremò al suo contatto.
-Hey- le sorrise teneramente.
-Sai che io non sono innamorato di un attrice o di una cantante..pensavo ti fosse entrato in quella testa dura-
Heather alzò lo sguardo verso di lui.
-Stai per piangere?-
-Io non sto per piangere! Figurati se piango per uno come te!- rispose accigliata, cercando di nascondere i suoi sentimenti, ormai già rivelati. Probabilmente se avesse saputo che aveva pianto per lui avrebbe gioito ancora di più.
-So che non potremmo essere una coppia tutta rose e fiori- alzò le spalle -Chi lo è d'altronde?..Ma non m'importa. Non m'importa se dovrò litigare con te o se magari in un futuro scopriremo che siamo totalmente incompatibili. Io voglio provarci e dovresti volerlo anche tu. Sai..- disse abbassando lo sguardo per poi rialzarlo nuovamente -..non ho mai fatto una dichiarazione d'amore ad una ragazza..forse perché erano sempre loro a venirmi dietro..quindi non sono bravo con queste cose- fece alzando le spalle -Ma è proprio perché sei diversa dalle altre che mi hai attratto e ora non voglio perdere un'occasione..per cosa? Perché tu hai paura di come andrà a finire? Se ragioni così non t'impegnerai mai con nessuno cara la mia Heather...-
Heather era persa nelle sue parole. Sapeva che aveva un fascino e una potenzialità retorica non da nulla, ma sperava non venissero fuori in quella situazione. Ma era una speranza destinata a svanire.
-Heather tu mi piaci..come devo dirtelo ancora? Proviamoci..affronteremo insieme i problemi..e se sono troppi..beh..- spostò la traiettoria del suo sguardo per poi riportarla nei suoi occhi -..potrai dare la colpa a me- terminò sorridendole.
Heather non rispose. Si alzò lievemente verso di lui. Poi improvvisamente posò le labbra sulle sue.
Alejandro spalancò gli occhi, preso alla sprovvista. Poi ricambiò il bacio.
-Ok...- sussurrò la ragazza, distaccandosi appena dalle sue labbra.
Il sorriso di Alejandro si fuse in quel bacio appassionato, in quell'incrocio di lingue che si cercavano a vicenda. Quel bacio che entrambi segretamente desideravano da tempo.
Posò le mani sul suo collo perlaceo, avvicinandola a sé. Lei si strinse al suo petto, circondandolo con le braccia. Heather ritornò con le spalle al muro. Alejandro le prese le gambe, che lei avvinghiò attorno alla sua vita. Le loro labbra continuavano a cercarsi e a mordersi. Poi si staccarono dal muro e si scaraventarono entrambi sul divano. Alejandro si tolse velocemente la camicia bianca, che gettò a terra. Un attimo dopo anche la maglietta della ragazza era sul pavimento e ora si ritrovava a sfoggiare un reggiseno di pizzo nero.
Heather staccò appena le labbra da quelle del latino.
-Hey..non possiamo restare qui-
Alejandro cominciò a baciarle avidamente il collo.
-Perché?- riuscì a dire.
-Ti sei dimenticato che vivo con qualcuno?-
Alejandro non sembrava ascoltarla.
-Al!- fece, cercando di toglierselo di dosso.
S'immobilizzò.
-Ok ma non provare mai più a chiamarmi con quel soprannome- fece socchiudendo appena le palpebre.
-Ma funziona però- disse lanciandogli un sorriso provocatorio.
Alejandro raccolse i loro indumenti da terra, mentre Heather si alzava lentamente dal divano.
-Ok- fece caricandosela sulle spalle.
-Hey!-
-Dov'è la tua stanza?-
-Non provare a portarmi su per le scale in questo modo Burromuerto!-
-Ok- continuò sorridendo e incamminandosi verso la rampa.
-Non ci provare!-
-Fidati-
Poteva vedere il suo sorriso beffardo sotto di lei. Alzò gli occhi al cielo.
Idiota!




Angolo autrice

Hello! Anche questa settimana ci sono!;) bene bene...So? Finalmente questi due si sono incontrati...come vi è sembrato? Ditemi che almeno in parte non siete rimaste deluse...Ho rivisto più volte questo capitolo perché trovavo sempre cose da aggiungere..probabilmente quando l'avrò pubblicato spunteranno come funghi nuove idee-.-  più che altro spero di non avere fatto errori di contesto con tutte queste aggiunte...ma anche di battitura...l'ultima volta sebbene avessi riletto più volte il testo mi sono resa conto che c'erano 2/3 errori di battitura>.<...avvertitemi in tal caso che provvedo.
Per il resto, come mi è piaciuto scrivere "Sotto la pioggia", ho adorato immaginare anche il loro secondo incontro...quindi spero di essere arrivata anche a voi...
Ringrazio chi sta seguendo la storia e chi tra 1000 impegni trova il tempo di lasciare un commento personale:)
Bene...Heather si sarà finalmente abbandonata ai suoi sentimenti per Alejandro o troverà ancora da ridire?...La storia continua..sono in fase di scrittura altri capitoli..dunque...come sempre...chi è curioso mi segua verso la prossima puntata..cioè..volevo dire..capitolo;)
ciao ciao
Aanya

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Colazione da...Heather ***


Fuori era notte. Aprì lentamente la porta del bagno, per poi richiuderla dietro di sé. Si avvicinò al letto e la guardò. Prese le lenzuola e la coperta e la coprì.
-Ti amo- sussurrò posandole un bacio sulla fronte.
La ragazza si dimenò leggermente, corrugando la fronte.
Sorrise.
Anche quando dorme sembra mi debba rimproverare.


Sbatté le palpebre cercando di focalizzare ciò che le stava intorno, ancora abbastanza assonnata. Mise a fuoco e lo vide. Il ragazzo che aveva odiato per così tanto tempo si trovava ora nel suo letto. Respirava lentamente, con la testa poggiata sul cuscino, il volto rivolto verso di lei. Era avvolto per metà da una coperta leggera, che lasciava intravedere i muscolosi pettorali e gli addominali scolpiti. Heather lo stava fissando, mentre dormiva beatamente e arrossì. Già. Quella era la realtà dei fatti. Lui si era fermato per la notte ed era successo quello che era successo. Ma la cosa strana era che non provava per niente rimorso. In quel momento i suoi occhi non vedevano in lui un nemico. Dentro di sé si sentiva leggera. Una sensazione che non aveva mai provato. Era forse perché si era scusata? Perché aveva finalmente detto la verità? Perché provava qualcosa per una persona?
Sapeva che probabilmente erano tutte e tre.
Distolse lo sguardo dal ragazzo, imbarazzata per averlo guardato così a lungo. Poi spalancò gli occhi. Un'espressione impaurita in volto. Velocemente aprì il cassetto del comodino accanto al letto e ne estrasse qualcosa. Uno specchio. Se lo portò davanti alla faccia e inorridì.
Oddio che cosa penosa!
Si pizzicò le guance per prendere un po' di colorito dato che appariva più pallida del solito. Dal cassetto estrasse un tubetto di burrocacao perlato e se lo passò sulle labbra. Poi prese anche una spazzola e prese a pettinarsi i capelli. Si riguardò nuovamente allo specchio.
Già più presentabile.
Purtroppo non aveva niente sottomano per le occhiaie.
-Eri bella anche prima..- le disse con la voce ancora impastata dal sonno.
Heather sussultò. Si voltò verso di lui sorpresa.
-Da quant'è che sei sveglio tu?- tuonò.
Alejandro sorrise, richiudendo gli occhi.
-Abbastanza da vedere il tuo rituale mattutino-
Heather lo fulminò.
-E io che pensavo dormissi- sbuffò -..e comunque non è il mio rituale mattutino- disse incrociando le braccia al petto.
Alejandro riaprì gli occhi.
-Giusto ho sbagliato a formulare la frase- disse portandosi a sedere -Il tuo rituale mattutino se hai un uomo a letto con te- sorrise.
-Hey!- disse lanciandogli addosso uno dei cuscini che erano caduti da sopra il letto -Per chi mi hai preso?-
Alejandro prese al volo il cuscino e si avvicinò a lei.
-Per la MIA Heather- disse stampandogli un bacio sulle labbra.
Heather rimase un po' spaesata. Evidentemente non era abituata a questo.
-Sbaglio o è fragola?- le domandò corrugando la fronte.
Heather lo fissò malamente, piegando appena la testa di lato.
-Ok..ti sei appena svegliata- disse alzando le mani -Ok-
Le diede le spalle mentre si infilava i pantaloni, dopo averli raccolti dal pavimento.
-Dove stai andando?-
Si voltò sorridente.
-Colazione?-
Heather spalancò gli occhi. Si alzò di scatto, sfoderando il suo completo intimo nero.
-No!-
Alejandro la guardò spaesato, sbattendo le palpebre.
Gli rispose con un sorriso.
-Sei tu l'ospite..vado io a prendere giù qualcosa e te la porto qui-
Il ragazzo rimase a bocca aperta. Socchiuse a malapena le palpebre. Sembrava scrutare il suo sorriso che le si era stampato in faccia. La ragazza intanto si infilava una camicia.
Alejandro alzò le spalle.
-Ok-
-Tu NON muoverti- fece indicandolo.
-Perché? Cosa mi fai se lo faccio?-
Heather lo guardò malamente, aspettandosi una risposta del genere.
-Altrimenti..ti sbatto fuori per sempre da questa casa- era la miglior condizione, senza senso, che era riuscita a trovare.
Il ragazzo si arrese.
-Ma ci vai con quella giù?- fece indicando la lunga camicia bianca che indossava. La SUA camicia.
Heather spalancò gli occhi.
Se Erin mi avesse visto così sarebbe cominciato l'interrogatorio e la fine del mondo.
Senza parlare se la sfilò di dosso e s'infilò la maglietta della sera prima. Alejandro sorrise. Prima di aprire la porta lo fissò negli occhi, come se gli lanciasse un avvertimento.

Scese le scale velocemente, sperando con tutta se stessa che Alejandro mantenesse la parola. Non se la sentiva di subire la curiosità della sua coinquilina. Non quel giorno. Sapeva che se lei avesse scoperto che Alejandro era nella loro casa sarebbe impazzita completamente. Prima l'avrebbe subissata di domande, poi lo avrebbe preso in ostaggio per chissà quanto tempo. Sperava solo di non trovarsela in cucina. Almeno non avrebbe dovuto subire il suo sguardo indagatore.
Heather arrivò in cucina. Sbuffò. La sua coinquilina era lì, seduta al tavolo,intenta a fare colazione.
-Hey buongiorno!- esclamò sorridente.
-'giorno- le rispose tirando fuori un bicchiere dal ripiano.
-Brutta giornata?-
Heather imprecò dentro di sé.
Cavoli mi sono dimenticata di chiedergli cosa voleva!
Alzò le spalle.
Vabbé
-Heather?-
La ragazza aprì il frigorifero ed estrasse un recipiente con del succo d'arancia.
-Heather a cosa cavolo stai pensando?-
Heather spalancò gli occhi.
Cavolo non la stavo ascoltando!
-Sì?- le sorrise.
Bel modo di passare inosservata Heather..complimenti!
Erin si portò una fetta biscottata alla bocca.
-Non me la racconti giusta- disse masticando.
-No no..è che non ho dormito bene stanotte e sono ancora parecchio addormentata- le disse, portandosi una mano alla testa.
Intanto aveva preso il vassoio da letto e lo aveva appoggiato sopra il tavolo.
-Perché ti prendi quello?- fece indicando il vassoio con un cucchiaino.
Cavoli!
-Ti ho detto..oggi non mi sento molto bene..quindi faccio colazione a letto e poi me ne resto un po' a dormire per recuperare il sonno perso- fece riempiendosi una tazza di caffè, che poggiò poi sul vassoio, insieme al bicchiere di succo d'arancia.
Erin non sembrava molto convinta della sua spiegazione, ma tralasciò.
-Ho fatto i pancakes se vuoi-
Heather s'illuminò.
-Oh..grazie- fece precipitandosi a metterne qualcuno su un piattino.
Erin per poco non sputava il caffè che stava bevendo. Heather l'aveva forse ringraziata? Di prima mattina?
Heather si accorse che la stava squadrando.
-Che c'è?-
-Pensavo fossi arrabbiata stamattina e invece ti vedo particolarmente raggiante-
Questa non la smette di interrogarmi
-Dovrebbe esserci una ragione?- alzò le spalle. Non sapeva cosa dirle.
Erin socchiuse le palpebre. Sospirò e bevve un altro po' di caffè.
Heather era intenta a cercare qualcosa dentro alla dispensa. Continuava a tirare fuori scatole e barattoli. Sbuffò.
-Che cavolo stai cercando?- le domandò la bionda, intenta a guardare cosa stesse facendo la coinquilina.
-Lo sciroppo d'acero..dovrebbe essere qui-
-Heather-
-Mmh..- era troppo intenta nella sua ricerca.
-Heather-
Si girò irritata.
Erin teneva in mano una boccetta. Una boccetta di sciroppo d'acero. Corrugò la fronte.
-Si può sapere dove hai la testa stamattina?-
Heather gliela tolse di mano.
-Sarà la carenza di zuccheri- le rispose andando verso il frigorifero, senza guardarla.
-Sì certo- disse la ragazza con tono poco convinto mentre addentava un altro pezzo di pancake.
Heather mise alcune fragole su una ciotola, prese un barattolo di marmellata e delle fette biscottate che depose assieme alle altre cose sul vassoio.
-Certo che sei proprio in carenza totale di zuccheri, eh?- fece squadrandola, poco convinta.
Le sorrise per cercare di farla star zitta, mentre versava un po' di zucchero nel caffè. Poi prese in mano il vassoio. Stava per uscire dalla stanza quando Erin la interruppe.
-Ah..Heather..-
Cosa diavolo vuole ancora questa!
-Stamattina vado a fare la spesa..ti serve qualcosa per caso?-
-No grazie- disse sparendo alla sua vista.
Peggio di un poliziotto quella ragazza!

Salì le scale lentamente con la paura di rovesciare qualcosa. Riuscì ad aprire la porta, sebbene le sue mani fossero occupate. Entrò nella sua camera e tirò un sospiro di sollievo.
-Sembri affannata- disse il ragazzo, sorridendole e mettendosi seduto sul letto.
Heather appoggiò il vassoio sul letto e non rispose. Poi si voltò e tornò alla porta.
-Hey!-
Fece girare due volte la chiave nella serratura. Quando si girò vide il volto di Alejandro colto da un'espressione stupita. Poi sulla sua faccia si formò un largo sorriso.
-Ho capito...vuoi tenermi in ostaggio- le disse con tono malizioso.
Heather sospirò guardandolo male.
-Tu non conosci la mia coinquilina- fece sedendosi accanto a lui.
Alejandro sembrava non ascoltarla, stava fissando il vassoio.
-Non sapevo cosa volessi e quindi ho scelto io- disse alzando le spalle.
Alejandro alzò lo sguardo verso di lei. Le sorrise.
-Grazie..adoro i pancakes-
-Lo so- fece lei sorridendogli beffardamente.
Alejandro la stava scrutando cercando di cogliere a cosa fosse dovuta quella sua ironia.
-Che c'è?-
-Nah...stavo solo ricordando quella volta che per poco non ci facevi ingestione con quelli- disse indicando i pancakes nel piatto.
Alejandro la guardò storto.
-Intanto IO vi ho fatto vincere la sfida-
-Hey stavo solo scherzando- fece sorridendogli mentre prendeva una fragola dalla ciotola.
Il ragazzo alzò un sopracciglio, mentre la vedeva addentare il frutto.
-Mi spieghi perché ci hai rinchiusi in camera?- fece indicandole la porta con gli occhi.
Heather alzò gli occhi al cielo.
-Perché la mia coinquilina è una curiosa del cavolo-
Alejandro corrugò la fronte.
-E poi è una super fanatica del reality e di te- continuò, prendendo una fetta biscottata e cospargendola di marmellata.
-Ohhh...- sul volto del ragazzo si stampò un altro sorriso.
Heather, che stava addentando la fetta biscottata, si preoccupò.
-Che c'è?-
-Temi che qualcuno possa rubarmi-
La ragazza ridusse gli occhi a due fessure.
-Dillo che sei gelosa-
-Sei il solito stupido- commentò secca.
Alejandro cominciò a tagliare un pezzo di quei pancakes invitanti.
-Erin è impossibile..se poi sa che sei qui non la smetterebbe di farti domande. Non sai com'è fatta..è peggio di un interrogatorio quello a cui ti sottopone..perderesti solo una giornata per presentarti-
-E io che ho detto?- fece il ragazzo portandosi il cibo alla bocca.
-Riguardo a cosa?-
-Che poi mi sequestrerebbe e non potremmo stare da soli- concluse sorridendole.
Heather gli lanciò un cuscino che per poco non rovesciava ciò che era appoggiato sul vassoio.
-Hey!- protestò, schivando abilmente il cuscino, che finì dall'altra parte del letto.
Heather aveva un'espressione compiaciuta in viso.
-Succo o caffè?-
-Caffè- gli rispose rimettendosi nella posizione in cui era prima.
Heather prese il bicchiere e bevve un po' di quel liquido rosso.
-Quindi ora resteremo qui per tutta la giornata?- le domandò, riprendendo a mangiare.
-No- rispose appoggiando il bicchiere sul vassoio.
Alejandro la guardava curioso, aspettando che aggiungesse qualcosa. Heather incrociò la sua espressione interrogativa.
-La mia coinquilina ha detto che andrà a fare la spesa tra poco-
Si portò le gambe al petto.
-Nel frattempo?-
-Nel frattempo mangi- lo guardò come se la cosa fosse ovvia.
Alejandro prese una fragola e gliela portò davanti alla bocca. La ragazza lo guardò. La addentò. Lui le si avvicinò lentamente con il viso. Poi posò le labbra sulle sue.
-Io avrei in mente qualcos'altro..- le sussurrò.

 

 

 

 

Angolo autrice
 
Ciao a tutti! Mi scuso per non aver pubblicato la scorsa settimana, ma sono stata male e comincio a stare meglio solo ora -.-..ke sfiga...
Comunque eccovi il seguito del fatidico incontro..non ho aggiunto molto in realtà però non mi è dispiaciuto...fatemi sapere le vostre opinioni...
Attualemente sto cercando di rendere Heather un pò meno.....Heather..ma mi viene un pò difficile pensarla agire diversamente da come si è sempre comportata...ma se avete notato, nell'entrata in scena che fa assieme ad Alejandro nell'ultima puntata di All Stars, si comporta in modo così sdolcinato stile "Bridgette e Geoff" che assomiglia più alla Heather dell'episodio "Fobia lunare" che alla Heather acida ed egoista che tutti conoscono..tranne ovviamente quando Chris rivela che l'ambito premio può essere vinto da chiunque s'intendexD.....quindi deve subire una specie di "trasformazione" dovuta alla relazione con Alejandro, prima di partecipare alla puntata.....vedremo...
Per chi ci sarà ancora..Alla prossima;)
Aanya


 

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Capitolo 8
*** Sottospecie di prìncipi ***


-Dammi..porto io- le disse prendendole di mano il vassoio.
Heather lo squadrò, alzando un sopracciglio,come se si meravigliasse del gesto gentile. Il ragazzo le sorrise prima di scendere agilmente le scale. Rimase stupita della sua velocità.
-E comunque rimettiti la camicia- lo ammonì.
Alejandro le sorrise nuovamente, scomparendo in cucina. Appoggiò il vassoio sul tavolo. Heather attraversò la soglia della stanza subito dopo.
-Quindi che facciamo?- le domandò, appoggiato con una mano ad un mobile.
Heather era intenta a mettere in frigo ciò che non avevano mangiato.
-È una domanda in generale o riferita a questo momento?- gli domandò senza guardarlo.
Rimase in silenzio. Poi si voltò verso di lui azzardando un sorriso.
-Direi proprio che ora è il caso che tu te ne vada-
-Perchè?-
Alejandro storse la bocca.
Heather gli si avvicinò lentamente, poi gli poggiò l'indice all'altezza dello sterno. Alejandro sembrò rabbrividire al contatto.
-Perchè tra poco la mia coinquilina sarà qui e non voglio avere uomini mezzi nudi in giro per casa- gli sorrise beffardamente -Ok?-
Il ragazzo assunse un'espressione accigliata.
-Vuoi dirmi che ci sono dei ragazzi mezzi nudi qui in questo momento?- le domandò girando la testa a destra e a sinistra per mimare un controllo del luogo.
Heather scosse la testa.
-Stupido-
Si lasciò scappare un sorriso. Alejandro le prese entrambe le mani.
-Dai fammi restare un altro pò- finse di lamentarsi, facendole gli occhioni.
Gli sorrise. Poi si avvicinò al suo orecchio. Sembrava volergli sussurrare qualcosa.
-No!- disse in tono deciso.
-Hey!Così perdo l'udito-
Heather si mise le mani sui fianchi, mentre lo guardava nello spettacolino che stava inscenando. Sembrava stesse aspettando qualcosa.
-Il resto dei tuoi vestiti è su..non penso tu debba aver bisogno dell'accompagnatrice-
-Sbaglio o stamattina sei più..più- Alejandro fingeva di pensare assumendo un'espressione assorta -..più Heather?-
La ragazza lo guardò male.
-Ok- le sorrise di rimando -Sono già su- fece, salendo i gradini a due a due.

Lo vide scendere mentre si abbottonava lentamente la camicia.
-Sai..avevo pensato ad una cosa-
Heather lo fissò, pronta a sentire cosa fosse passato per la sua mente contorta. Scese l'ultimo gradino e si avvicinò a lei.
-Potresti venire da me-
-Da te?-
Heather assunse un'espressione interrogativa.
-Già..devo pur abitare anch'io da qualche parte-
-Mi stai dicendo che vuoi presentarmi ai tuoi o cose del genere?- gli domandò, visibilmente preoccupata.
Alejandro scoppiò in una risata. Heather non sapeva se interpretare questo come una presa per i fondelli.
-No..intendevo il mio appartamento qui- le rispose ricomponendosi.
-Da quando in qua hai un appartamento qui tu?-
Alejandro alzò le spalle.
-Sono maggiorenne e vaccinato non pensi che abbia anch'io il diritto di vivere indipendentemente?-
Heather socchiuse a malapena le palpebre.
-Già...ma io intendevo perché qui-
-Diciamo che volevo aumentare le possibilità di trovare una certa persona- disse sorridendole.
-Quindi mi stai dicendo che ti sei preso un appartamento qui solo per potermi vedere? Tu non sei normale-
-Beh..- sfoderò uno dei suoi sorrisi ammalianti -Mi sembra che abbia funzionato però- le disse, avvicinandosi ulteriormente.
Heather lo respinse.
-Quindi..fammi capire..da quand'è che abiteresti qui?-
-Diciamo che sono in affitto da circa un mese- le rispose tranquillamente.
Heather spalancò gli occhi. Non si sarebbe mai immaginata che in quei giorni lui fosse più vicino di quanto pensasse. Quella volta nel locale non era stata quindi una semplice coincidenza. Doveva aspettarselo da un tipo come lui. Dentro di sé si domandava se sarebbe rimasto lì anche se lei non lo avesse perdonato. O forse lui sapeva fin dall'inizio che lei alla fine si sarebbe arresa? Non sapeva veramente che cosa pensare.
-Allora?- disse interrompendola nei suoi pensieri -Non vieni?- le domandò suadente.
-Anche se volessi non potrei- rispose scostando il viso dal suo e voltandosi verso la cucina.
-Perché?- disse seguendola.
-Perché la mia coinquilina è uscita di casa e non si è portata via le chiavi-
-Cioè..fammi capire..non avete un mazzo di chiavi ognuna?-
Heather alzò le spalle come se non fosse colpa sua.
-Vabbé..non importa..le lascerai sotto lo zerbino e le mandi un messaggio-
-Ma io le avev..-
Alejandro la prese per mano e l'attirò verso di sé.
-Stai trovando un po' troppe scuse chica-
Un sorriso seducente gli si stampò in viso.
-Hai paura a restare sola con me? No perchè prima non mi sembrava stessi tremando- le disse ironicamente, sempre sorridendo.
-Stupido- fece alzando gli occhi al cielo.
-Sai ormai ci ho fatto l'abitudine-
-A cosa?-
-Alle tue paroline dolci-
-Beh..in effetti Alejandro Stupido Burromuerto non suona male..se vuoi posso chiamarti sempre così- commentò, contraccambiando alla frecciatina.
-Chiamami come vuoi chica, però ora vieni con me- disse prendendola per i fianchi e spingendola verso il portoncino.
-Ok ok- alzò le mani in segno di resa.

Heather richiuse la porta dietro di sé e nascose le chiavi sotto lo zerbino.
-Figurati che avevo detto ad Erin che sarei rimasta a letto tutto il giorno perché volevo riposarmi- commentò.
-Puoi sempre riposarti da me comunque-
Lo guardò storto. Mentre prendeva il cellulare dalla borsa gettò un'occhiata in strada, come se stesse cercando qualcosa.
Alejandro le aprì il basso cancelletto.
-Che cavolo stai cercando?-
-La tua macchina-
-Ma io non sono venuto in macchina-
-Ah no?- lo guardò preoccupata.
-No..non ce l'ho qui- si fermò un attimo -A dire il vero non ce l'ho neanche a casa mia..devo dividerla con i miei fratelli- sbuffò irritato.
Heather scoppiò a ridergli in faccia.
-Hey! Non ho detto che non me ne comprerò una-
-Certo certo- lo tranquillizzò ironica, sforzandosi di non continuare a ridere.
-Piuttosto..dimmi..- fece puntandogli il dito al petto -..quanto ci vuole per arrivare al tuo castello?-
-Una ventina di minuti-
Dall'espressione dubbiosa sembrava avesse sparato un numero a caso.
-E sei venuto qui a piedi?-
-No..con il mio cavallo bianco..non vedi?- fece distendendo un braccio nel vuoto davanti a lui.
Heather alzò gli occhi al cielo, arrendendosi alle sue battute.
-Alejandro tu sei tutto fuorché un principe azzurro- fece incamminandosi verso il garage.
-Beh se ti va posso essere un principe viola..- rispose seguendola -..ti piace il viola?-
Il portone del garage si stava alzando verso di loro.
-Dai..salta su principe viola-
-È forse sarcasmo questo?- disse, aprendo la porta dell'auto.
-Nooo sembra a te- rispose lei scomparendo all'interno dell'abitacolo.
-Spero solo che tu ricorda la strada- fece lei allacciandosi la cintura -Non vorrei che fosse stato solo il cavallo bianco a condurti fin qui-
continuò, sforzandosi di assumere un'espressione seria.
Alejandro alzò un sopracciglio.
-E allacciati la cintura..non vorrei dover prendere una multa per colpa tua-
-Perché non vuoi prendere una multa o perché se succede qualcosa ho più possibilità di salvarmi?-
Il rombo del motore rispose per lei e l'auto uscì lentamente in strada.

-Quindi hai trovato volutamente un appartamento qui- cominciò lei.
-No..in effetti all'inizio non sapevo abitassi così vicino- rispose, guardando fuori dal finestrino.
Non sapeva se credergli o meno.
-Alla rotonda gira a sinistra-
Heather annuì. Rimase qualche secondo in silenzio prima di fargli quella domanda.
-Volevo sapere anche un'altra cosa..-
-Dimmi- fece voltandosi verso di lei.
-Sei stato con quelle ragazze solo per farmi ingelosire?- gli domandò, tenendo sempre gli occhi fissi sulla strada davanti a sé.
Non voleva chiederglielo, ma la curiosità era troppa.
-Beh...-
Un sorriso spuntò sulle sue labbra.
Heather non lo stava guardando, ma poteva giurare che stesse sorridendo.
-A sinistra all'incrocio-
-Allora?- lo incalzò dopo aver svoltato.
-Un altra cosa in cui sono riuscito..non credi?-
Gli lanciò una stilettata.
In realtà era sollevata nel sapere che non era successo niente tra lui e quelle ragazze.
-Oh già..ma tu non sei gelosa, vero Heather?- il tono aveva un leggero tono sarcastico.
-No-
Anche se entrambi sapevano che quel “no” equivaleva ad un “sì”.
Calò per alcuni secondi il silenzio nell'abitacolo.
-Comunque avevano tutte lo stesso difetto se t'interessa- aggiunse, guardando fuori dal finestrino.
Heather gli lanciò una rapida occhiata. Si chiedeva se doveva rispondere o starsene zitta.
-Semplicemente non erano te-
Si voltò verso di lui. Vide un sorriso sulle sue labbra, anche se continuava a guardare fuori.
Era forse una delle cose più belle che gli avesse detto finora. Non poteva essere una delle sue solite sviolinate, sembrava sincero. E questo la rendeva felice. Sentiva quel leggero peso allo stomaco come un fastidio piacevole, una sensazione calda e rassicurante. Una sensazione che non aveva mai provato così intensamente. E il ragazzo che le aveva appena detto quelle parole era proprio Alejandro.
-Qui alla fine della strada svolta a sinistra..più avanti c'è una stradina secondaria e lì giri-
Heather seguì le indicazioni senza proferire parola. Il silenzio li avrebbe accompagnati per quegli ultimi pochi metri.
Lei ormai lo sapeva. Di piacergli s'intende. Lui non aveva fatto altro che ricordarglielo da un po' di tempo a quella parte. Ma era successo tutto così in fretta. La scenata in tv, le lacrime, la gelosia, i baci e il resto. Heather non era mai stata pronta a questo. Lei che considerava quelle emozioni solo per sentimentalisti e creduloni e che aveva costruito per sé una maschera terrificante che avrebbe respinto chiunque avesse provato a sfidarla. Insomma, lei era Heather. Non poteva assolutamente dimostrarsi debole. Eppure lui era riuscito a smascherare una parte nascosta di lei e ora non sapeva come avrebbe dovuto comportarsi.
-Ecco..parcheggia qui- le disse, riportandola alla realtà.
Posteggiò davanti ad un alto palazzo.
-Wao..non sono morto- commentò lui scendendo dalla macchina.
-Perché? Avevi forse qualche dubbio?- gli rispose a tono, facendo lampeggiare le luci dell'auto.
-No..certo che no mi amor- disse avvicinandosi a lei, sempre ostentando quel sorriso suadente.
-Quindi è qui che abiti-
Heather alzò lo sguardo verso l'alto edificio che sembrava estendersi oltremodo.
-Già..-
Alejandro le aprì il portoncino d'ingresso. Heather si stava dirigendo verso le scale.
-A meno che tu non voglia arrivare al ventesimo piano a piedi dovresti considerare l'ascensore-
La ragazza si girò. Continuava costantemente a sorriderle in quel modo. Quel modo che odiava, ma che allo stesso tempo la faceva impazzire. Il suono dell'ascensore li avvisava che di lì a momenti si sarebbero aperte le porte. Entrarono e Alejandro si appoggiò contro una parete, premendo il bottone sulla pulsantiera.
Perché le sembrava una situazione così strana? Non era certo la prima volta che prendeva l'ascensore. Spostò lo sguardo verso il suo viso e arrossì lievemente quando capì che lui non aveva smesso di guardarla con quei suoi grandi occhi verdi. Rimasero così, a fissarsi, senza parlare. Occhi negli occhi.
Improvvisamente lui si staccò dalla parete e le prese il viso tra le mani, concedendole un caldo bacio passionale. Come fosse da tempo che lo desiderasse. Heather rispose al bacio, lasciandosi trasportare in quel turbinio di emozioni, da quella sua bocca che cercava la sua avidamente. Sentiva il corpo in fermento e la faccia accaldata. Probabilmente era il calore delle sue mani. Si malediceva per volerlo così tanto, per provare quello che stava provando, ma era come se lei si ritrovasse tra le sue braccia inerme, priva di vitalità e si sentisse viva solo in quel piacevole contatto.
Il bip dell'ascensore li interruppe.
Alejandro lasciò il suo viso anche se Heather a quel punto si sarebbe fatta altri venti piani tranquillamente.
Perché mi sto dannatamente comportando come una sciocca ragazzina innamorata?
La prese per mano.
-Vieni-




Angolo autrice

Et voilà..anche questa settimana sono qui. Innanzitutto volevo ringraziare per i complimenti ricevuti..troppo buoni...comunque...spero di aver reso l'idea in questo capitolo che la cara fredda Heather si sta pian piano lasciando trasportare dalle emozioni, ma soprattutto che se ne stia rendendo conto dalle sue azioni un pò troppo avventate, secondo il suo pensiero...
Se doveste trovare errori grammaticali, di battitura o di contesto non esitate a riferire...
Le prossime settimane sarò parecchio impegnata, quindi non posso promettere di aggiornare in tempo come al solito..ma non si può mai dire...
Beh...chi vuole lasciare un commento è sempre ben accetto...e per chi ci sarà ancora.....alla prossima;)
Aanya
 

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Capitolo 9
*** Stai arrossendo? ***


Si trovarono davanti ad una porta di legno, uguale a tutte quelle presenti a quel piano. Alejandro armeggiò con le chiavi prima di aprirla.
-Prego- le disse, facendole segno con il braccio di entrare.
La ragazza superò la soglia e si ritrovò in un appartamento che, doveva ammetterlo, era ben arredato. Rimase senza parole.
-Non sei stato tu ad arredarlo immagino-
-Mi aspettavo più un “Bel posto!”...comunque a parte i mobili essenziali che ho trovato quando sono entrato..il resto è opera mia- concluse, come se si stesse dando delle arie. O probabilmente lo stava facendo veramente.
Davanti a lei un'ampia vetrata che costeggiava tutta la parete e che illuminava tutta la stanza. Un lungo mobile nero era appoggiato alla parete di sinistra. Sui ripiani troneggiavano parecchi libri. Heather si chiedeva se li avesse portati tutti con sé. Alejandro era intelligente, ma non riusciva a vederselo come uno che si trasferiva caricando uno scatolone pieno di volumi. Sul ripiano inferiore poggiava un largo televisore al plasma che la fece odiare quei piccoli schermi che aveva a casa. Davanti, su un bellissimo tappeto persiano, che stranamente non stonava per niente con l'ambiente, un divano rosso scuro con alcuni cuscini bianco panna appoggiati sopra. Un bancone, alla sua destra, divideva l'angolo cottura dal soggiorno. Un bel piano cottura in marmo e un lungo tavolo da sei posti, sempre nero.
-Cosa ci fai con un tavolo da sei posti?- gli domandò, voltandosi verso di lui.
Alejandro alzò le spalle.
-Mi piaceva talmente tanto che l'ho lasciato..poi sai..non si sa mai chi può venirmi a trovare-
Le sorrise maliziosamente.
Heather storse la bocca. Probabilmente non sarebbe mai cambiato.
-Eh dai chica..stavo scherzando- fece abbracciandola da dietro. Poi si staccò.
Heather si diresse verso le altre stanze. Diede un'occhiata al bagno. Straordinariamente in ordine e pulito. Non voleva controllare, ma immaginava che l'anta semiaperta del mobiletto accanto allo specchio nascondesse più prodotti di bellezza che quelle creme che aveva a casa lei. Anche se avesse contato insieme quelle di Erin. Alzò gli occhi al cielo.
La stanza davanti al bagno nascondeva un grande letto matrimoniale, rivestito da un copriletto blu oltremare. Alcuni mobili sobri, ma particolari, costeggiavano la camera. Alle finestre, delle tende color panna ricadevano con lunghe pieghe verso il basso.
-Ti tratti bene eh, Burromuerto?- commentò senza voltarsi, anche se sentiva la sua presenza dietro le spalle.
-Non è necessario dire che se ti piace così tanto puoi anche restare qui-
-Hey hey..dì al tuo cavallo bianco di fermarsi..sta correndo troppo- rispose squadrandolo, per ritornare poi verso il salone d'ingresso.
Si fermò davanti all'enorme parete, letteralmente, di vetro.
-Bello vero?-
Heather ammirava la vista che si vedeva da quell'altezza.
-Certo non sarebbe male vedere un po' più di verde..ma meglio di niente, no?-
Lei annuì, rimanendo in silenzio. Alejandro si portò dietro di lei e la cinse la vita con le braccia. Poi le si avvicinò lentamente all'orecchio.
-Poi di notte fa tutto un altro effetto- le sussurrò.
Heather rabbrividì. Il tono suadente con cui l'aveva detto l'aveva distratta dalla visuale esterna.
Le scostò alcuni capelli, lentamente, lasciando scoperta parte del collo. Il suo tocco la fece tremare di nuovo. Era un tocco leggero che appariva quasi vellutato sulla sua pelle. Si lasciò abbandonare ai teneri baci che le stava lasciando sul collo. Tutto per l'ennesima volta sembrava scomparire attorno a loro. Tutti i suoi pensieri, le sue paure, i suoi discorsi.
Riprese coscienza e si dette della stupida per il modo in cui si stava comportando. Era forse da lei?
Si staccò lentamente da lui e andò a sedersi sul divano.
-Che vuoi fare?- le domandò andandosi subito a sedersi accanto.
Heather alzò le spalle.
-Sei tu il padrone-
Alejandro la guardò stranamente. La ragazza spalancò gli occhi, rendendosi conto che il termine che aveva usato poteva dimostrarsi alquanto equivoco. Gli aveva appena offerto l'ennesimo appiglio per stuzzicarla.
-Non sapevo fossi il tuo padrone- fece, sorridendole maliziosamente.
Appunto.
-Scemo..intendevo che io sono l'ospite e tu il padrone di casa, che vai a pensare?- fece, tirandogli uno dei cuscini vicino a lei. Poi lo guardò seriamente.
-Ma cosa hai detto ai tuoi quando volevi trasferirti qui?-
Alzò le spalle.
-Semplicemente che volevo andarmene a vivere un po' da solo-
Heather non sapeva neanche perché gliel'avesse chiesto. Alla fine anche lei non viveva più con i suoi, non era una cosa strana.
-Perché? Pensavi che avessi detto loro che venivo qui perché volevo incontrare la ragazza che mi ha rubato il cuore?-
Heather, senza volerlo, arrossì.
-Ma fammi un piacere!- replicò.
Alejandro le sorrise.
-Poi a loro do sicuramente meno fastidio se resto qua..e quando troverò un lavoro potrò ripagare quanto mi hanno prestato-
-Tu? Che lavori?- esclamò lei sorpresa. Un'espressione canzonatoria in viso.
-Dovrò pur mantenermi, o no? Non possiamo sperare di vincere un milione per sempre...-
-Già...- ammise con aria triste, guardando fuori dalla vetrata.
-E all'università ci avevi pensato?-
Alejandro annuì.
-Già l'anno scorso, ma non ho provato nessun test d'ammissione..ora come ora non penso mi serva a nulla continuare a studiare-
Heather rimase un po' sconvolta nel sentire le sue parole. Alejandro era sprecato per non andarci. Insomma. Dopotutto era un ragazzo molto intelligente, proseguendo gli studi probabilmente le sue doti non avrebbero fatto altro che migliorare. Probabilmente poi Alejandro era uno di quei ragazzi a cui bastava leggere una volta e ricordavano tutto per filo e per segno.
-Perché? Tu invece volevi andarci?-
-Beh...- iniziò un po' spaesata -Mi piacerebbe entrare a giurisprudenza...- terminò con tono calante, come se non volesse far capire quello che stava dicendo.
-Avvocato immagino...- si fermò come se stesse pensando a qualcosa, poi sorrise -Wao..ti ci vedo proprio..Io almeno mi farei difendere
da te- continuò, sorridendole maliziosamente -Sai..quasi quasi lo divento anch'io-
-Non ci provare neppure!- disse indicandolo -Non voglio un altro rivale ruba-clienti tra i piedi-
Alejandro rise.
-C'è poco da ridere-
-Hai fame?- le domandò ancora con il sorriso sulle labbra.
-Alle 11? Hai già fame?-
-Chiedevo..magari ti andava qualcosa...sono piuttosto bravo a cucinare-
-Fammi indovinare..un tuo secondo cugino è chef in un ristorante a tre stelle Michelin-
-No...mio padre-
Heather lo guardò socchiudendo appena le palpebre.
-Non posso crederci..- disse lasciandosi cadere pesantemente sul morbido divano.
-Sai..quando t'innervosisci sei ancora più bella- fece, sorridendole con scioltezza, come se le avesse appena detto che il tempo fuori era bello.
Heather lo squadrò. Quando parlava in quel modo così serio non riusciva a capire se la stesse prendendo in giro o se stesse dicendo la verità.
-Non mi credi vero?-
Lei si domandava se sapesse anche leggere nel pensiero. Ormai non si sarebbe stupita più di nulla. Rimase in silenzio a guardarlo.
-Non mi sono mai sforzato per avere ragazze intorno a me..è stato tutto sin troppo facile..- fece, poggiando la testa sul cuscino del divano, ma non staccando lo sguardo dal suo.
Heather si chiedeva se con questa sua sceneggiata volesse dirle che doveva sentirsi fortunata a stare con un ragazzo affascinante come lui.
-Eppure non mi sono mai innamorato-
Non voglio immaginare quante ragazze abbia sedotto fingendo di esserlo!
Alejandro gli poggiò delicatamente una mano sulla guancia.
-Poi arrivi tu e mi sconvolgi l'esistenza-
Heather, senza volerlo, arrossì.
-Sembri una ragazza come tante...eppure non ti fai mettere i piedi in testa da nessuno, combatti per sostenere le tue opinioni e non cedi facilmente...- si fermò un attimo -Forse è proprio questo tuo cuore impenetrabile e questo tuo carattere freddo che mi hanno spinto a cercare un possibile tuo punto debole per conquistarti, per dimostrare che eri debole e che anche tu saresti caduta tra le mie braccia come tutte le altre..diciamo che eri una sfida-
Heather cercò di controbattere, le tempie che le pulsavano, ma il ragazzo le pose un dito davanti alla bocca.
-Invece non me ne hai dato l'occasione..anzi..sei tu che mi hai fatto maledettamente innamorare di te-
Il viso della ragazza, prima teso, si rilassò.
-Mi hai fatto soffrire come nessuna aveva mai fatto..-
Ora si sentiva quasi in colpa. Quasi.
-Ma con te mi sono sentito vivo..ho provato emozioni che non avevo mai provato..e ora sei qui con me..-
Le sorrise.
-Non sei un po' troppo romantico?- disse lei flebilmente.
-Non ho mai detto che non lo ero..avevo detto semplicemente che non l'avevo mai detto a nessuna-
Le si avvicinò, posandole le calde labbra sulle sue.
-Devi imparare a rilassarti Heather- le sussurrò prima di baciarla di nuovo.
La ragazza si lasciò trasportare dal caldo e dolce contatto. Non gliel'aveva detto, ma anche per lei era la prima volta che provava tali sensazioni, così amplificate. Era forse così che ci si sentiva quando si era innamorati di qualcuno? Non lo avrebbe mai pensato, non almeno con un ragazzo come Alejandro. Eppure ora erano lì, ad assaporare ogni singolo bacio.
Il cellulare, poggiato sul basso tavolino di vetro davanti a loro, cominciò a vibrare, seguito da alcune note energiche di chissà quale canzone.
Alejandro si staccò da lei di malavoglia, incenerendo il suo telefono con lo sguardo.
-Non rispondi?-
Il ragazzo sbuffò e lo raccolse. Guardò lo schermo. Non aveva salvato quel numero in rubrica.
-Pronto?..sì sono io-
Assunse un'espressione interrogativa mentre guardava Heather. Poi si spostò verso il bancone della cucina, rimanendo in silenzio.
-Mmh...quindi sono obbligato a venire?-
Il silenzio che regnava nell'appartamento faceva incuriosire Heather ancora di più.
-Tutto pagato?-
Cercava di sforzarsi di intercettare qualche suono che provenisse dalla conversazione che stava intrattenendo con lo sconosciuto al telefono, ma era troppo distante anche solo per intuire qualcosa.
-Mmh...-
Non riusciva a capire se fosse dubbioso o stesse considerando qualcosa.
-Ok...che giorno sarebbe la partenza?- rimase qualche secondo in silenzio -Così presto?!- sembrò urlare, dato il tono quasi percepibile usato prima.
-Ok..ok..ho capito...- fece, ritornando verso la ragazza -Non si preoccupi..ci sarò..arrivederci-
Poi posò il cellulare nuovamente sul tavolino di fronte a lui. Heather lo guardava con un'accentuata espressione interrogativa. Era troppo curiosa.
-Era uno dei produttori del reality-
-E?- fece avvicinando il viso.
-Mi hanno detto che sono uno tra gli ex-concorrenti scelti per partecipare alla speciale sfida finale-
Heather corrugò la fronte.
-Ma l'ultima puntata andrà in onda in diretta mercoledì-
Era lunedì.
-Appunto..mi hanno detto che devo partire domani con l'areo che metteranno a disposizione-
-Domani?..aspetta...un aereo? Da quando Chris ha racimolato i soldi per comperarsene uno nuovo?-
Alejandro alzò le spalle, dimostrando che anche lui si stava facendo la stessa domanda.
-Mi hanno detto solo che dovrò esserci perché nelle clausole del contratto è prevista una ricomparsa nel gioco da non concorrenti-
Già. Heather lo sapeva.
-Quindi ci sono anche altri concorrenti?-
-A quanto pare sì-
La ragazza cercò di non fare trapelare nulla, ma era invidiosa del fatto che lo avessero scelto e lei fosse rimasta esclusa.
-Però io non voglio andarci se non puoi venire anche tu- fece, accarezzandola.
Da una parte Heather si sentì sollevata, sperava che lui rifiutasse, ma d'altronde sapeva che sarebbe stata una richiesta egoistica in quel momento.
La vibrazione del cellulare, nella tasca dei pantaloni, la fece sobbalzare. Lo prese in mano, mentre sul display compariva un numero che poteva essere quello di chiunque. Alejandro la guardò, sorridendole eccitato.
-Pronto?- fece, portandosi il telefono all'orecchio.
-Sì certo, ma lei chi è?-
Il ragazzo la fissava immobile.
-Ah..ah...-
Heather si era ammutolita.
-E devo partire domani immagino-
La ragazza guardò il latino mostrando un'espressione di sufficienza verso l'interlocutore.
-Eh..non posso che aspettarmi questo da tutti voi- replicò sarcastica con una punta di acidità.
-Sì sì..va bene..ho capito...mi chiedo come mai mi chiamate solo adesso..quanti altri concorrenti avete contattato prima di me?-
Alejandro alzò gli occhi al cielo.
-Certo..certo..ho capito- continuò, guardando il ragazzo e scuotendo la testa rassegnata -Non sono nata ieri..può dire ai suoi amichetti che ci sarò...arrivederci- terminò, schiacciando subito il pulsante di fine chiamata.
-Irritanti- commentò guardando Alejandro.
-Hai visto? Lo dicevo che non potevano fare qualcosa senza di te-
-Quando lo avresti detto?-
-Era sottinteso no?- le disse sorridendo.
-Certo..certo...comunque non ho molta voglia di presentarmi-
-Perché?-
Heather alzò le spalle.
-Non ha molto senso presentarsi ad un gioco se non puoi giocare-
-Intendi giocare nel senso stretto del termine o vincere?-
Heather lo guardò, facendogli intendere che il suo pensiero era notevolmente evidente.
-Sai una cosa? Freghiamocene per una volta dei soldi-
La ragazza lo squadrò, chiedendosi se aveva davanti il vero Alejandro o meno. Lui le mise le mani sulle braccia.
-Ascolta...perché non ci divertiamo questa volta? Abbiamo già provato ad inseguire quel denaro invano. Ora non possiamo farci più niente, non possiamo tornare indietro. Abbiamo fallito e dobbiamo farcene una ragione. Ok. Quindi tanto vale farci un viaggio che per non si sa quale ragione è pagato, partecipare a qualche stupida sfida in cui non dovremo scannarci per raggiungere un obiettivo e, cosa più importante, mostrarci a testa alta, far vedere che noi possiamo ancora metterci in gioco..non ti pare?-
Heather alzò un sopracciglio, pensierosa. Probabilmente stava analizzando la coerenza o meno di quello che le era stato appena proposto.
-Heather metti da parte l'ascia di guerra e vieni con me. Insomma..il reality non ha fatto vincere il denaro né a te, né a me...ma vedi...ora noi siamo qui e ora come ora non m'importa se non ho vinto perché comunque il reality mi ha dato te- terminò sorridendole, anche troppo teneramente.
-Perché devi essere così persuasivo?-
Sembrava combattuta.
-Perché ho ragione mi amor- le disse, avvicinandosele. Poi le mise l'indice appena sopra il naso.
-E poi se continui a prendertela per tutto ti verrà una ruga profonda proprio qui- disse sorridendole.
-Idiota-
-Come immaginavo- disse, fingendo un'aria preoccupata.
Heather alzò gli occhi al cielo.
-Ok per stavolta mi arrendo- fece poggiando le spalle contro il divano.
Alejandro le si avvicinò nuovamente, cercando la sua bocca. Poi si scostò a malapena.
-Vedi?..sei già più bella- fece, sorridendole.
-Scusa non avevi forse detto che ero più bella quando m'innervosivo?- domandò lei alzando un sopracciglio.
Alejandro finse di pensare.
-Mmh...allora cambio la mia deposizione...sei più bella ora-
Heather voleva trattenersi, ma le scappò un sorriso, prima di ricongiungere le labbra con le sue.





Angolo autrice

Ciao a tutti! Finalmente sono di nuovo qui...mi scuso per essere così in ritardo rispetto ai miei termini, ma in queste settimane sono sommersa dagli impegni e poi, come se non bastasse, ci si è messa di mezzo anche l'influenza-.- ...comunque non preoccupatevi finirò questa storia..quando comincio qualcosa non posso non portarla a termine...spero di aver rimediato un pò con questo capitolo..a proposito..che ve ne pare? Lasciate un commento se vi va. Spero come sempre di non aver fatto errori di contesto o grammaticali..nel qual caso..sono qui...segnalate.
Ho teorizzato (per mio volere) che i personaggi abbiano sui 20 anni, ecco perché il riferimento all'università (o meglio college) e la possibilità verosimile di vivere da soli. Se non sbaglio in un episodio della terza stagione (quello delle cascate e delle coppie sposate per intenderci) Chris dice che i concorrenti non possono essere ammessi al casinò perché ancora minorenni. Ora..so che ogni serie non si ripete a distanza di un anno dalla precedente, ma presupponendo questo e che i conocorrenti avessero sui 17 anni circa, ora si potrebbe concludere che in questo capitolo essi abbiano sui 19/20 anni ("Total Drama" è una serie televisiva animata canadese e nella maggior parte del Canada la maggiore età si raggiunge a 19 anni, ma tenendo conto che molti più paesi adottano i 18 ho generalizzato). Ok, so che questa spiegazione senza senso non serviva, ma ci tenevo comunque a precisare:)
Comunque...se avete qualcosa da riferire scrivete;)...ora direi..alla prossima;)
Un bacio
Aanya

 

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Capitolo 10
*** CalcolatriceVSGotica ***


Premessa: i fatti raccontati in questo capitolo accadono subito dopo l'ultima puntata di All Stars.


Era seduta su un sedile, uno dei quattro presenti su quella specie di aereo, che per le dimensioni somigliava più ad un elicottero. Per questo motivo non era stato possibile far salire tutti gli ex-concorrenti, che erano stati recuperati dopo quel “piccolo” inconveniente con i palloncini nei quali erano stati rinchiusi. Inutile dire che non tutti di chi era stato richiamato a partecipare alla finale aveva acconsentito a farsi trasportare di nuovo su quella specie di trabiccolo, dato che aveva dato segni di malfunzionamento già all'andata. Probabilmente non era adibito al trasporto di così tante persone e Chris non aveva certo fatto in modo che prima venisse collaudato, se non dai ragazzi stessi. D'altro canto era l'unico mezzo che potesse riportarli a casa senza dover ulteriormente sborsare di tasca propria così, di malavoglia, alcuni si videro costretti a salirci di nuovo. A meno che non fossero come Courtney o Heather che speravano in un rimborso nel malaugurato caso fosse successo loro qualcosa. Desiderio che, dopo tutto quello che Chris e i produttori avevano fatto loro passare, sapevano sarebbe restato solo nelle loro menti.
Così ora si trovava nella sola fila di sedili, davanti. Dietro erano presenti solamente due specie di lunghe panche come quelle che si erano ritrovati nell'aereo della terza stagione. Guardò alla sua destra. Il ragazzo sembrava dormire alla grossa, senza preoccupazioni. I tratti del viso erano rilassati e doveva ammettere che lo stava invidiando. Lei non riusciva per niente a prendere sonno, aveva troppi pensieri per la mente. Solo l'idea di essersi fatta sfuggire nuovamente l'ambito premio la faceva infuriare. E poi la reazione di Alejandro. Insomma, cosa doveva aspettarsi? Sapeva che avrebbe tentato il tutto e per tutto anche lui. Allora tutti i discorsi sull'accantonare il desiderio di concorrenza? Le bella parole che le avevano fatto intendere che avrebbe preferito l'amore ai soldi? Heather girò la testa, verso gli altri due sedili. Vuoti. Già, chi si sarebbe seduto vicino a loro?
Eppure anche lei sapeva di aver sbagliato. Di aver messo davanti per l'ennesima volta il suo desiderio di ricchezza. Allora cosa era passato per la sua testa anche fino a pochi minuti prima? Credeva di essere cambiata. Che lui l'avesse cambiata. Ma lei lo sapeva fin dall'inizio che la loro storia non sarebbe durata. Già, cosa erano ora? Fidanzati? Amici? Alleati? Rivali? Eppure l'immagine di lui che la teneva tra le possenti braccia dopo averla tirata fuori da quel piccolo fiumiciattolo le balenava in mente. E quelle sue parole.
Ma noi abbiamo il più grande premio di consolazione...la nostra storia”
Lei era Heather. L'acida, fredda e calcolatrice Heather. Allora perché in quel momento non si sentiva a posto con se stessa? Perché sentiva come un nodo allo stomaco che le faceva sembrare la sua convinzione di non essere cambiata così traballante? Si voltò a guardare nuovamente il ragazzo che sedeva di fianco a lei. Era una sua impressione o sembrava si fosse addormentando ostentando un mezzo sorriso?


-Ma voi veramente ve lo aspettavate?- domandò Zoey al gruppo.
-Ovvio e superovvio!- rispose prontamente Sierra -Se teneste anche voi un blog come me lo avreste intuito subito-
-Se..come no- commentò scettica Courtney.
Sierra si voltò verso di lei.
-Courtney è forse gelosia questa?-
La ragazza alzò le sopracciglia.
-Di chi? Di quel donnaiolo, falso, ipocrita, traditore?-
-Già lei è innamorata ancora di quel punk che finge di ignorare..- aggiunse Gwen guardando da un'altra parte, la testa china -Puoi anche riprendertelo se vuoi-
-Cosa?- la fulminò subito l'ispanica.
-Ma cosa dici Gwen..- s'intromise Sierra -Lei ora ha un debole per Scott-
-Sierra fatti gli affaracci tuoi- disse indicando la ragazza -E tu Gwen..pensavo fossi mia amica..perché ora te ne salti fuori tirando in ballo Duncan?-
-Dai non assalirla..- si aggiunse dolcemente Zoey -Non voleva essere provocatoria è solo delusa dal comportamento di quello stupido che probabilmente prova ancora qualcosa per te-
Gwen alzò lo sguardo verso la ragazza, ostentando un mezzo sorriso. Courtney si rilassò, comunque alquanto scettica.
-Tanto io non ho intenzione di ritornare con quel punkettone da strapazzo- fece, poggiandosi alla parete.
-Ma come mai Duncan non è salito con noi?- domandò curioso Cameron.
Courtney alzò le spalle.
-Ah..probabilmente non aveva fegato di salire qui con due delle sue ex-
Gwen le lanciò un'occhiata comprensiva, senza parlare.
-I ragazzi...tutti uguali- commentò Jo.
Le altre ragazze, soprattutto Gwen e Courtney, si guardarono perplesse di questa sua uscita.
-Ma ditemi un po'..- fece Jo appoggiandosi alla parete dell'aereo -Quei due non si odiavano?- domandò, indicando i due sedili a pochi passi da loro.
-Non sapevo che anche a te Jo piacessero i pettegolezzi- le sorrise Sierra.
La ragazza storse la bocca.
-Ma che vai a pensare?! Non me ne frega proprio un accidente, ma cavoli! Avrò pur anch'io il diritto di dire qualcosa no?!-
-Jo non serve che urli ci sentiamo benissimo- protestò Courtney facendo il gesto di tapparsi le orecchie.
Jo grugnì e si ritrasse nuovamente, sperando che quel viaggio con quei rammolliti finisse in fretta.
-Comunque io non capisco una cosa...-
Tutti alzarono lo sguardo verso Sierra.
-Perché se stanno insieme non hanno semplicemente tentato di vincere il premio entrambi e dividersi i soldi? Io con il mio Codichino l'avrei fatto- disse, stringendo a sé Cameron, seduto sfortunatamente in fianco a lei.
-Sierra! Per l'ennesima volta! Io NON sono CODY- cercò di farsi sentire, stritolato nell'abbraccio.


Heather era sveglia e dietro le sue spalle poteva ascoltare ogni singola parola.
Come potrei riuscire a dormire con questi deficienti che fanno un baccano terribile?


-Sono Heather e Alejandro..che puoi aspettarti da loro?- domandò retoricamente Courtney alzando le spalle.
-Certo che però Sierra ha ragione- iniziò Gwen -Insomma..quelli quasi si ammazzano per del denaro che all'inizio..correggetemi se sbaglio..avevano detto di non volere..che a loro bastava il loro amore reciproco..-
Jo si portò un dito alla bocca, tirando fuori la lingua e fingendo di vomitare.
-E anche se uno dei due ce l'avesse fatta e fossero rimasti insieme..avrebbero messo in scena “Il principe e il povero”?-
-Ridicoli- commentò Jo, che si era promessa di non intervenire più.
-No a quel punto si sarebbero lasciati immagino- esternò Courtney.
-Ma avete visto come sembrava rincoglionita Heather?- sorrise malignamente Gwen, ancora felice di poter dire di averla messa k.o. -Sembrava un'adolescente al primo amore-. Rise scatenando una serie di sorrisini da parte degli altri ex-concorrenti.
-Secondo me non ha neanche mai avuto nessuno-
-Acida com'è- la spalleggiò Courtney, contenta che Gwen si trovasse finalmente sulla sua lunghezza d'onda.


Heather strinse i pugni. Non ce la faceva più a sopportare quelle continue cattiverie su di lei. Non sapeva neanche lei come avesse potuto tollerare così tanto. Si alzò, nera in volto. Tutti diressero lo sguardo verso di lei.
-Idioti!- inveì puntando il dito verso il gruppetto -Voi non sapete nulla di me come vi permettete?!-
-Ma non stava dormendo?- cercò di sussurrare Sierra a Courtney.
-Stai calma Heather- ripose Gwen con aria di sufficienza -Stiamo solo dicendo la verità-
-TU!- la fulminò -Non permetterti di rivolgermi la parola darkettona da quattro soldi!-
Gwen strabuzzò gli occhi. Non voleva arrabbiarsi. Non voleva. Ma solo il volto di Heather l'aveva fatta mettere in guardia.
-E tu non permetterti di chiamarmi in questo modo..ipocrita del cavolo! Perché non te ne torni a sedere vicino al tuo fidanzato?- le disse, facendole con un gesto eloquente della mano di sparire dalla sua vista.
-Ti rode forse perché il TUO di ragazzo ti ha mollato?- le sorrise beffardamente.
Tutti stavano assistendo al botta e risposta senza fiatare.
-Non è lui che mi ha lasciato se ti sei persa qualcosa cara mia-
-Beh..comunque anch'io in effetti avrei preferito Courtney ad una come te- controbatté acida, sorridendole.
Courtney non sapeva se ritenersi fortunata a ricevere quei “complimenti” da Heather. Gwen sentiva la rabbia montare sempre di più dentro di sé.
-Non ti conviene istigarmi se non vuoi una bastonata come quella che poco fa la SOTTOSCRITTA ti ha inferto-
Alcuni si guardarono in faccia perplessi, domandandosi cosa si fossero persi. Heather sembrò essere al culmine della sopportazione.
-Stesso modo di fare della tua amichetta Leshwana..solo che lei il ragazzo ce l'ha...e pure l'acida Heather a quanto sembra- disse, fulminandola.
Gwen si alzò di scatto, mossa dall'ira, pronta per avventarsi contro di lei. Ma un braccio le si pose davanti.
-Ferme! Ferme ragazze!-
Alejandro era fermo, in piedi, tra le due, tenendole a distanza di sicurezza con le mani.
-Oh..bene...ti serviva anche il difensore adesso?- le fece Gwen adirata -Già..povera..lei non sa difendersi-
-Brutta car..-
Alejandro immobilizzò la compagna, prendendola per le braccia, gettandole uno sguardo eloquente e intimandola di trattenersi.
-Vi conviene smetterla- disse lui con tono freddo e pacato.
-Scusa..smetterla di fare cosa?- domandò Courtney squadrandolo.
-Avete capito benissimo..- Alejandro spostò lo sguardo verso di lei -Non credo tu sia ancora diventata sorda Courtney-
La ragazza aprì la bocca, sorpresa della risposta ricevuta.
-..almeno finché questa specie di mezzo con le ali non atterrerà..-
-Senti..non fare tanto lo spavaldo Alejandro..noi non stiamo altro che dicendo la verità- s'intromise Gwen puntandogli il dito contro.
-Verità o meno io stavo dormendo e non mi sembra il caso di mettervi a starnazzare come oche-
Heather, in silenzio, si stava domandando se avesse appena dato della oca anche a lei. Prima che qualcuno gli urlasse contro Gwen riprese la parola, prima di tornare lentamente a sedersi.
-Io non capisco ancora perché continui a difenderla..-
Tutti avevano lo sguardo puntato su di lei. Alejandro si stava chiedendo dove volesse andare a parare.
-Insomma..non sei tu quello a cui lei a spezzato il cuore? Sbaglio o ti aveva tranquillamente lasciato al tuo destino quella volta sul vulcano? Svegliati! Ti avrebbe lasciato morire se fosse stato per lei!- terminò quasi urlando.
Heather sentì come se un proiettile le avesse oltrepassato il petto. Ora che era immobilizzata dalle sue braccia si sentiva come una delinquente che fosse stata acciuffata dalla polizia. Gwen aveva ragione. Perfettamente ragione. Lei non aveva fatto altro che allontanarlo da sé e procurargli dolore. Non si era ancora resa conto che lui aveva rischiato la vita e che lei non aveva battuto ciglio. Si sentiva uno schifo. Lei. Sì proprio lei. L'insensibile Heather.
Alzò lo sguardo verso di lui per cercare di percepire la sua reazione alle parole della ragazza. Ma Alejandro non mosse un muscolo, rimase freddo e impassibile, continuando a guardare dritto, verso la ragazza.
-Tutto questo non ti riguarda- poi si voltò anche verso gli altri -E voi fareste meglio a non disturbarmi ancora..e lasciate stare Heather- terminò, lasciandole le braccia e ritornandosi a sedere davanti.
Heather squadrò il gruppetto senza fiatare e lo seguì.
Quando gli si accomodò affianco lui aveva già gli occhi chiusi. Non sapeva se doveva dirgli grazie o restare zitta. Guardò davanti a sé cercando di riordinare le idee. Non aveva ancora capito se alla fine lui era arrabbiato o meno.
-Alejandro?-
Il ragazzo mugolò.
-Ascolta...tu sei..arrabbiato?-
Il ragazzo rimase alcuni secondi in silenzio.
-Perché?- domandò, ancora con gli occhi chiusi.
Heather non sapeva se fare riferimento alle parole che Gwen gli aveva appena detto o a quello che era successo poche ore prima durante la sfida.
-Per il fatto che ho cercato di rubarti il milione...- disse a bassa voce, con lo sguardo fisso avanti.
Il ragazzo aspettò ancora qualche secondo, interrotto dal rombo del motore e dal vociare, seppur basso, del gruppo dietro di loro.
-Beh..sono io il primo ad aver tentato di impossessarmene no?-
-Giusto..-
Heather fu stranamente sollevata che non fosse arrabbiato con lei. E che avesse ragione.
-Quindi...- poi s'interruppe.
-Quindi?- domandò Alejandro.
-Quindi noi cosa siamo?-
Alejandro aprì gli occhi e alzò appena il capo.
-Stiamo insieme- rispose come se fosse la cosa più normale del mondo.
Heather aveva la testa così piena di pensieri che non aveva fatto caso a cosa le avesse appena detto il latino, sebbene fosse stata lei a fargli una domanda. Lo guardò dritto negli occhi e si sentì stranamente in soggezione. Sembrava troppo stupido chiedergli cosa avesse appena farfugliato, così le si stampò in faccia un'espressione alquanto idiota e spaesata.
Alejandro la squadrò.
-Heather..mi sembri alquanto stanca..dovresti cercare di riposare un po'...sai?-
La ragazza poggiò la testa al sedile.
-Già...-
Alejandro richiuse gli occhi ed entrò nuovamente nel suo mondo. Heather lo guardò di nuovo. Sembrava avesse un'espressione malinconica in viso. Era veramente così?







Angolo autrice

Eccomi qua! Passato una buona Pasqua? Mangiato tanta cioccolata?;) io sì..anche se i giorni scorsi li ho passati a letto con la febbre...la seconda volta in un mese-.-...ma sono riuscita a pubblicare lo stesso il nuovo capitolo "grazie"-.- a questa schifosa giornata di pioggia..che mi rende particolarmente simile a Heather-.-
Comunque..tornando alla storia...ho scritto questo capitolo parecchi giorni fa e oggi mi sono ritrovata ad aggiungere qualcosa e rivederlo..spero di non essermi fatta sfuggire enormi strafalcioni. Ammetto che all'inizio pensavo di scrivere un dialogo più corposo, ma mi è venuto fuori solo questo e non ho voluto stravolgerlo ulteriormente perché non mi è dispiaciuto lasciare la parola a Gwen, dato che è accerrima nemica di Heather. In origine mi ero immaginata il tutto con la presenza della mitica Leshawna perché tra lei e Gwen lo scambio di battute con Heather sarebbe stato decisamente meglio, ma purtroppo ho dovuto fare diversamente dato che lei non era presente nell'ultima stagione.
Come vi è sembrato? Lasciate qualche commento?
Vabbé...dopo aver detto questo vi lascio;)
Al prossimo capitolo (che teoricamente sarà il penultimo) sperando di aggiornare non troppo tardi;)
ciao ciao
Aanya

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Capitolo 11
*** Ridicola ***


Guardava fuori dal finestrino, mentre il taxi percorreva strade sempre più familiari. Nell'abitacolo regnava il silenzio tanto da poter quasi udire i loro respiri.
-Heather..che hai?-
La ragazza scostò lentamente lo sguardo, voltandosi verso di lui.
A cosa stava pensando? Probabilmente non riusciva a capirlo nemmeno lei. Si stava concentrando sulla rabbia e il rimorso per aver perso nuovamente un milione di dollari o era nervosa perché si stava trovando in una strana situazione con il latino e questo le dava sui nervi?
-Nah..niente-
-Certo..come no..è dall'inizio del tragitto che non spiaccichi parola- controbatté, deciso ad avere una risposta.
-Insomma- fece lei corrugando la fronte -Non posso essere semplicemente stanca?-
Alejandro alzò un sopracciglio. Evidentemente era troppo perspicace per crederle.
-Stanca?-
-Sì! Stanca Alejandro! Non sono rimasta come te a ronfare beatamente per quasi tutto il viaggio- disse, alzando leggermente la voce rispetto a prima.
Alejandro gettò un'occhiata allo specchietto retrovisore, cercando di intravedere se l'autista avesse avuto qualche reazione a quel cambio di tono.
-Hey! Non è colpa mia se non riuscivi a dormire perché stavi ad origliare cosa stessero dicendo su di te-
-Non è vero!-
-Ah no?- le domandò retoricamente, gettandole un'occhiataccia prima di riportare la schiena contro il sedile.
Heather ritornò a guardare fuori dal finestrino.
-Comunque...grazie-
Il ragazzo sgranò gli occhi, senza voltarsi.
-E di che?-
-Beh..per avermi difesa prima- continuò lei girandosi alla sua destra, verso di lui.
-Non ho capito se sei arrabbiata o cosa-
Heather lo squadrò.
-Allora...ti ho pure ringraziato..che vuoi di più?-
-E questo sarebbe il tuo modo di ringraziarmi?- le domandò, a pochi centimetri dal suo viso.
La ragazza alzò le spalle e tornò a guardare alla sua sinistra.


Un bacio sulla guancia la fece sussultare.
-Hey..siamo arrivati-
Heather aprì gli occhi e si ritrovò davanti il latino. Sul suo volto un sorriso smagliante. Stava per ribattergli, furiosa di come si fosse permesso di avvicinarsele così, nel sonno, ma lui riprese nuovamente la parola.
-E non dire che ora sei stanca..non puoi riusare questa scusa-
-Ma da quant'è che sto dormendo?- gli domandò, sbattendo le palpebre per abituarsi alla luce del giorno.
Alejandro aveva già aperto la portiera ed era sceso dal taxi. Un secondo dopo fu dall'altro lato per aprirla anche a lei. Heather sbuffò. Non voleva che lui ostentasse così la sua galanteria, la faceva apparire una persona insensibile che doveva costantemente ringraziarlo. Il ragazzo le sorrise, mentre lei gli gettò un'occhiataccia, prima di dirigersi verso casa sua.
-Ricordati di pagare l'autista, Burromuerto- disse senza voltarsi.
-Già fatto- rispose mentre prendeva uno zaino dal portabagagli.
Heather fece appena in tempo a suonare il campanello che la porta si aprì così di scatto che la fece sussultare. Erin si presentò sulla soglia mostrando un sorriso a trentadue denti.
-Heather!- esclamò, gli occhi che le brillavano.
-E dai..non sono rimasta via per settimane Erin..fammi entrare in casa mia piuttosto- disse, guardandola con sufficienza.
Erin si scostò per lasciarla entrare, scuotendo leggermente la testa. Ormai si era arresa al comportamento della sua coinquilina. Chi poteva conoscerla meglio di lei? Eppure era rimasta sconvolta dall'atteggiamento che aveva avuto nell'ultimo episodio del reality. Ma soprattutto, da quand'è che Heather era insieme ad Alejandro? Ritornò alla realtà quando vide avanzare verso di lei il ragazzo che virtualmente le aveva rapito il cuore. Sgranò gli occhi.
-Alejandro!- esclamò gioiosa, come se lo avesse sempre conosciuto.
Il ragazzo si trovò davanti a lei e le regalò uno di quei sorrisi che la fece subito sciogliere prima di cominciare a fargli domande.
-Tu devi essere Erin- disse, porgendole la mano.
La ragazza rimase estasiata, non trovando le parole, quindi rispose annuendo, ricambiando la stretta di mano e ostentando uno dei suoi migliori sorrisi. Alejandro rimase fisso a guardarla.
-Oh..certo certo..scusa- disse scostandosi -Prego..entra- lo invitò con una mano -Cavoli..sei ancora più bello dal vivo-
Alejandro le sorrise di nuovo, rimanendo in silenzio.
-Comunque voi due dovete raccontarmi tutto ora- fece chiudendo la porta.
Alejandro si voltò verso di lei, con l'aria interrogativa.
-Sì..figurati- fece eco Heather dalla cucina.
Erin sorrise.
-Spiegate anche a me cosa dovrei spiegare?- domandò il ragazzo ad Erin.
-Da quand'è che vi frequentate voi due?- domandò lei, alzando un sopracciglio.
-Ecco che comincia..- sbuffò Heather.
-Beh..- cominciò Alejandro.
-E tu che avevi detto di non volere il suo numero- sentenziò verso Heather, intenta a cercare qualcosa in cucina -Pensa ora se non te lo avessi dato-
-Ah...quindi è stata lei a darti il mio numero..-
Heather si materializzò sulla porta della cucina.
-E io che pensavo ti fossi data così tanta pena per cercarlo mi amor- le sorrise beffardo.
La ragazza lanciò una stilettata verso i due, senza trovare le parole per controbattere.
-Io le dicevo sempre che voi due eravate fatti l'uno per l'altro- gli disse Erin, come se lei e Alejandro fossero ormai diventati amiconi -Ma lei negava sempre-
Alejandro rise, voltando lo sguardo verso Heather.
-Ho visto COME ha negato-
L'asiatica divenne tutta rossa in viso. Forse era per la rabbia, forse per la vergogna nel vedere messi in mostra quei sentimenti per i quali lei stessa provava emozioni contrastanti.
-Non capisco cosa ci sia da ridere-
Alejandro fece finta di non averla sentita.
-Quindi se ci siamo messi insieme è soprattutto merito tuo?- concluse il latino sorridendo, rivolto verso Erin.
-Modestamente..- rispose la ragazza, sentendosi un po' troppo al centro dell'attenzione.
-Scusa..da quand'è che avresti deciso che noi due siamo ufficialmente una coppia?-
-Eddai Heather..basta scuse..così ti rendi ridicola- protestò Erin -Non mi sembra che in tv ultimamente tu abbia dato prova del tuo odio immenso verso Alejandro-
Heather si sentì colpita e affondata. Di nuovo. Già, in realtà lei stessa aveva affermato di stare assieme al latino e comunque avesse ribadito che non lo sopportava non poteva negare l'evidenza dei fatti che erano successi. Ma si sentiva offesa nel profondo. Da quando gli altri la consideravano ridicola? Fredda e senza cuore ok, antipatica ci stava, egoista non poteva negarlo, ma ridicola? Per di più detto da persone che riteneva alquanto inferiori alla sua intelligenza.
-Cos'è che sarei io?- fece avvicinandosi ai due, decisa a far valere i propri diritti -Ridicola?-
-Su su Heather non arrabbiarti con me ora...innamorarsi cambia le persone-
La mora restò a bocca aperta. Nervosa più che mai.
-E giuro che non capisco perché ti ostini a comportarti così-
-Scusa?- la fulminò -Così come?-
Alejandro assisteva allo scambio di battute tra le due, non sapendo chi guardare. Erin sospirò, rendendo Heather ancora più nervosa.
-Erin devi scusarla- s'intromise il ragazzo poggiando le mani sulle spalle dell'asiatica -Ha avuto un battibecco solo prima..è stata una lunga giornata-
Heather alzò lo sguardo verso di lui. Non riusciva a capire perché ma sembrava di rivedere nel suo volto la stessa espressione di prima, quando l'aveva intimata a fermarsi prima di poter torcere un singolo capello a Gwen. Eppure con una sola occhiata era riuscita a calmarla. Probabilmente era vero. Troppi fatti in una sola giornata, troppe emozioni contrastanti e subire un interrogatorio dalla sua coinquilina era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
Erin rimase sorpresa di come Heather non avesse controbattuto a ciò che aveva appena detto il ragazzo, ma decise di non istigarla. Dopotutto, ognuno arrivava alle conclusioni con i giusti tempi. Se Heather non aveva capito fino in fondo i suoi sentimenti non poteva sforzarla così. La faceva penare e arrabbiare con i suoi modi di fare, ma doveva ammettere che le voleva bene.
-Che ne dici di andartene a letto..e questa volta dormire come si deve?- propose a Heather, con atteggiamento protettivo.
La bionda stava già elaborando quello che aveva appena detto. Si chiedeva se quella frase sottointendesse che loro a letto avessero già fatto qualcos'altro.
Heather respirò a fondo.
-Ok- fece socchiudendo leggermente le palpebre, come se gli stesse gettando una sfida. Eppure doveva ammettere che probabilmente quella di andare a letto ed estraniare dalla sua mente almeno per un po' tutti quei pensieri che affollavano il suo cervello non era una poi così brutta idea. Non aggiunse altro e si diresse verso le scale che la portavano al piano superiore. Poteva scommettere che Alejandro l'avrebbe subito seguita, conoscendolo. Invece rimase vicino alla sua coinquilina, a guardarla. Non riusciva a capire perché ma sentiva dentro di sé un pizzico di gelosia. Che preferisse stare con Erin invece che stuzzicarla ed istigarla? Scosse leggermente la testa per scacciare quei riflessioni inutili.
-Non preoccuparti..ci vediamo domani chica- la rassicurò il ragazzo, come se avesse letto nei suoi pensieri.
Heather alzò gli occhi al cielo.
-Ciao Alejandro- lo salutò con una nota di sarcasmo e sufficienza nella sua voce, prima di scomparire al piano superiore.


-Certe volte non la capisco-
La voce di Erin la raggiunse. Non era ancora entrata in camera sua e la voglia di origliare cosa stessero dicendo era troppa. Quindi decise di nascondersi dietro il muro, adiacente alla rampa di scale.
-Heather è fatta così- rise Alejandro.
Che cosa ci trovi da ridere quel cretino non riesco proprio a capirlo.
-Sì lo so...insomma...è da qualche anno che vivo insieme a lei e posso dire di conoscerla meglio di chiunque altro...però ancora non capisco come realmente funzioni la sua mente-
Almeno non è bacata come la tua.
-A volte penso le piaccia farsi del male-
Ma che cavolo gli stai raccontando?
-Nel senso...anche se sa di essere voluta bene da quelle poche persone lei ostinatamente cerca di allontanarle e di ferirle-
-È solo paura-
Paura?
-Paura?-
Erin aveva appena dato voce alla sua domanda.
-Già...secondo me ha solo paura di poter soffrire ancora di più se crea dei legami attorno a sé..-
-Ma è una cretinata-
Ma sarai tu cretina!
Heather scosse la testa per cercare di restare calma e non intromettersi nuovamente. Questa volta sapeva che l'avrebbe presa a sberle.
-Beh...non per lei..forse ha avuto qualche brutta esperienza in passato-
Heather si lasciò cadere contro il muro, le ginocchia al petto, chiuse gli occhi.
Stupido psico-psicologo di un Burromuerto!
Purtroppo per lei, non era del tutto falso quello che era appena uscito dalla bocca del ragazzo.
-Ah...ma dimmi Alejandro...capisco che voi due avete i caratteri molto simili...ma come fai a sopportare il modo in cui ti tratta?-
Heather sgranò gli occhi.
No. Non può averglielo chiesto.
-Per lo stesso motivo per il quale la sopporti tu da anni...perché le voglio bene-
-Immaginavo...volevo solo sentirmelo dire-
Heather chiuse di nuovo gli occhi.
Perchè? Perché devi sempre cavartela così perfettamente stupido di un Alejandro.....





Angolo autrice

Lo so..lo so..magari per chi sta seguendo la storia ci ho messo troppo tempo ad aggiornare...però oltre al fattore tempo c'era anche una mia indecisione su questo capitolo. Ammetto che non è il migliore che io abbia scritto, anche perché inizialmente l'avevo immaginato con tutt'altro scambio di battute. Quando poi però mi sono seduta davanti al computer per buttarlo giù l'ho strutturato diversamente, sebbene non si discosti poi così molto dall'originale. Spero sia comunque leggibile...e spero di fare qualcosa di migliore con il prossimo..o meglio..l'ultimo capitolo. In teoria la prossima settimana avrò più tempo..quindi probabilmente non lo pubblicherò con molto ritardo. Ho già in mente che scene affrontare..è tradurle in scrittura che richiede tempo perché devo ancora decidere come collegarle.
Detto questo..grazie per aver letto e grazie se recensirete...
Alla prossima e ultima "puntata" ;)
Aanya

 

 

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Capitolo 12
*** Libertango ***


Il suo sorriso smagliante le apparve davanti agli occhi.
-Ciao Alejandro!- esclamò lei entusiasta.
-Buonasera chica- rispose lui tra il sensuale e lo scherzoso -Per caso la tua coinquilina è pronta o sono troppo avanti per lei?-
Erin non ebbe il tempo di rispondere.
-Ti pare che io possa essere in ritardo..- fece eco Heather mentre scendeva le scale con agilità, mentre era intenta ad agganciarsi un braccialetto al polso -..Alejandro?-
Erin e Alejandro la fissarono, mentre prendeva alcune cose dal mobiletto all'entrata e le infilava nella borsa che aveva appena afferrato, cercando di sviare allo sguardo degli altri due. Eppure non poteva nascondere quell'abito blu oltremare che le fasciava il corpo magnificamente, mettendo in risalto le sue curve. Le gambe restavano scoperte per la maggior parte e sembravano più lunghe del solito grazie alle scarpe tacco dodici che indossava. Per di più, il velo esterno del vestito non poteva essere meno appariscente. Sembrava avvolgerla in una soffice nebbia brillantata. Heather finalmente si girò, notando le facce perplesse e stupite dei due.
-Che c'è?- domandò scettica alzando un sopracciglio.
Erin sapeva di non averla mai vista vestire in quel modo. Certo, Heather era appariscente e voleva sembrare sempre al meglio, ma non l'aveva mai vista tutta così tirata. Forse perché non era mai uscita con un ragazzo, per quello che ricordasse, da quando vivevano insieme?
-Heather..sei bellissima- commentò la bionda, ammirandola.
-Sì certo..come no- ribatté, portandosi verso la porta. Quando fu davanti al ragazzo, questi si spostò, lasciando andare la mano che teneva appoggiata alla cornice del portoncino.
-Ciao-
La ragazza fece qualche passo, poi, non vedendo che lui la seguiva, si voltò.
-Allora?-
Alejandro le sorrise. Poi si girò verso Erin.
-Beh Erin..noi andiamo..sai che non posso farla aspettare- commentò, scuotendo leggermente la testa.
Erin ricambiò il sorriso.
-Buona serata- disse ad alta voce, per far si che anche Heather la sentisse.
Alejandro le fece un cenno col capo e si allontanò lungo il vialetto, accostandosi all'asiatica.
-Divertitevi...e mi raccomando..usate le protezioni!-
Heather spalancò gli occhi come se non potesse credere a ciò che aveva sentito. Si girò di colpo, nell'istante in cui la sua coinquilina aveva chiuso la porta di casa.
-Io giuro che l'am..-
Alejandro le posò una mano sulla spalla.
-Dai..su su, non farci caso- disse ridendo.
Heather lo guardò storto.
-Non capisco cosa ci sia di così tanto divertente!-
Il ragazzo alzò le spalle, sorridendo.
-Comunque ha ragione..-
Heather stava pensando di mollargli un ceffone in faccia.
-..sei bellissima stasera-
La ragazza aprì il cancelletto che li portava in strada.
-Vorresti dire che normalmente non lo sono?-
-È una domanda trabocchetto?- fece lui, richiudendo il cancelletto dietro di lui.
-Hai paura a rispondere Alejandro?- disse, con aria di sfida.
-Certo che no..chica..- fece, aprendole la portiera del taxi -Solamente credo che qualunque cosa direi troveresti il modo di farmi sentire un idiota- le sorrise, chiudendo la portiera come risposta.
Heather incrociò le braccia al petto. Odiava ammettere che aveva ragione.
Quando il ragazzo fu seduto al suo fianco, lo guardò.
-Dov'è che andremmo stasera?-
-Lo scoprirai..chica- le rispose il latino, sorridendole beffardamente.
-Cos'è? Un segreto?- domandò lei con aria di sufficienza.
-Può darsi- disse alzando le spalle e guardando di fronte a sé.
-Odio quando fai così- commentò lei, voltandosi verso il finestrino.
-E io che pensavo mi odiassi sempre- aggiunse Alejandro.
Heather chiuse gli occhi, maledicendosi per come gliela stava dando vinta.
-È una bella serata oggi- continuò il ragazzo, sapendo che probabilmente non sarebbe stata lei a portare avanti il discorso.
Infatti Heather non disse una parola, si limitò ad emettere un debole mugolio che dimostrasse di trovarsi d'accordo su quello che aveva appena detto.
Alejandro la guardò.
-Sei nervosa?- le domandò alzando un sopracciglio.
Non sembrava la Heather che conosceva. Certo, come vocabolario tagliente c'eravamo, ma parlava troppo poco rispetto al normale.
-No..perché dovrei esserlo?- rispose lei di getto. Risposta che la tradiva in pieno. Già, lei, la acida e presuntuosa Heather, era nervosa, o perlomeno non si sentiva a suo agio di fianco a lui. Anche se in quei giorni il loro rapporto aveva subito una trasformazione esemplare, Heather non era stata mai così lucida come in quel momento. Il suo eterno rivale l'avrebbe presa in giro per sempre se avesse saputo che non aveva mai avuto un appuntamento ufficiale con un ragazzo. Lei era la tipica ragazza che amava far cadere i ragazzi ai suoi piedi, ma che oltre ad usarli per il proprio interesse, non valutava neppure. Non aveva mai avuto una storia seria e questo non sapeva se fosse da ostentare come motivo di vanto o di vergogna. Probabilmente neanche Alejandro aveva mai avuto qualcosa di serio con una ragazza, ma per quanto ne sapeva a lui andava bene qualunque ragazza. E lei ultimamente si stava comportando come una di quelle “sgualdrine”. Quanti altri appuntamenti così aveva organizzato per altre ragazze? Si stava comportando “seriamente” con lei o era solo l'ennesima cavia?
-Puoi almeno dirmi a cosa stai pensando?-
La calda voce di Alejandro la portò fuori dai suoi pensieri.
-Non sto pensando a niente- rispose calma lei, alzando le spalle.
Il ragazzo la scrutò ancora di più, accentuando un mezzo sorriso. Di risposta lei incrociò di nuovo le braccia.
-Cosa vorrebbe dire quel sorrisino?-
-Non vuol dire niente- continuò lui sorridendo.
-Se..come no- disse lei con tono di sfida.
-Dovrei sentirmi altamente fortunato stasera ad uscire con te, vero Heather?-
Heather lo squadrò. Come doveva rispondere ad una tale domanda? Se gli diceva che non accettava gli inviti da nessuno lui si sarebbe gasato per tutta la serata e oltre.
-Guardando alla mia agenda fitta di impegni direi di sì- rispose, voltandosi nuovamente verso il finestrino. Come se fosse una donna in carriera o una ragazza piena di amici.
-Beh...sono contento che questo sia il nostro primo appuntamento-
-Appunto..è il nostro primo appuntamento..- disse voltandosi verso di lui e puntandogli un dito al petto -..quindi non credere che io mi lasci andare tanto facilmente-
Il ragazzo sorrise maliziosamente.
-Mi sembra che quello lo avessi già fatto-
Heather lo guardò in cagnesco. Ancora una volta aveva la ragione dalla sua parte.
-Ecco..si fermi qui- disse Alejandro al conducente del taxi, poggiandogli una mano sulla spalla.
-Qui?- domandò Heather alquanto perplessa.
Si guardò attorno. Davanti, il lago Ontario sembrava estendersi a vista d'occhio, ma il quartiere in cui si trovavano ora era uno di quelli tranquilli, non sembravano esserci ristoranti nel punto in cui si erano fermati. Si voltò perplessa verso Alejandro, che aveva appena pagato l'autista.
-Qui non siamo davanti ad un ristorante-
-Già- le sorrise -Ora scendi- le fece, aprendo la portiera e scendendo dal taxi.
Heather si domandava se la stesse prendendo in giro. Si decise a scendere, senza degnare di un saluto il tassista.
-Che ci facciamo qui?- domandò di nuovo al ragazzo quando fu davanti a lui, mentre il taxi riprese lentamente il suo percorso.
-Pensavo che potevamo fare due passi prima di cenare-
-Due passi?- lo guardò lei allibita -Spero siano solo due passi perché altrimenti queste te le tiro dietro- fece, indicando le scarpe che indossava.
-Sei solo capace di lamentarti?- le domandò, comunque sorridendo.
Heather gli fece una smorfia.
-No-
Alejandro spostò lo sguardo verso il lago.
-Non ti sembra una vista che non si può perdere questa?- commentò, indicando con lo sguardo il lago, mentre le luci degli alti edifici che lo costeggiavano si riproponevano con i loro riflessi sull'acqua.
Heather voleva rispondergli ancora di no, ma purtroppo anche lei adorava quella vista. E il verbo adorare non era certo nel suo abituale vocabolario. Viveva a Toronto da abbastanza tempo per poter dire di conoscerne ogni angolo, ma non era così. Neppure il suo famoso lago era qualcosa che si era mai soffermata a vedere. Troppo una cosa da romanticoni. Ma ora erano lì, che passeggiavano lentamente uno di fianco all'altro, senza parlare. L'asiatica si stava chiedendo se lo avesse pianificato oppure no. Probabilmente sapeva che era la prima opzione, ma non ci fece molto caso. Sorprendentemente si sentiva a proprio agio in quel momento, mentre passeggiavano sul marciapiede così vicini. Credeva che lui le avrebbe preso la mano, ma non lo fece. Fortunatamente. Non avrebbe saputo come comportarsi.
Alejandro scostò lo sguardo dal paesaggio verso di lei. Poi le sorrise, per l'ennesima volta.
-Che c'è?-
-Niente...ti ho già detto che sei bellissima?-
-Certo Cascamuerto- fece lei alzando gli occhi al cielo -Non sperare che io dica la stessa cosa di te- fece squadrandolo, constatando comunque che la giacca nera sopra la maglietta bianca e i jeans gli stavano a pennello.
-Non serve...tanto lo so già- sorrise maliziosamente.
-Sei un idiota-
-So anche questo..- aggiunse, avvicinandosele.
Heather non disse altro. Le sue intenzioni erano più che chiare, eppure sentiva di volerlo maledettamente anche lei. Era a pochi centimetri da lei quando gli occhi della ragazza si spalancarono, poi lo respinse.
-Hey!- commentò il ragazzo, deluso del suo comportamento.
Ma la ragazza non disse nulla. Puntava con un dito un edificio. Alejandro guardò verso l'alto. Da uno degli appartamenti usciva del fumo. Subito dopo alcuni secondi si sentì un urlo acuto, sembrava quello di un bambino.
Alejandro guardò Heather.
Un secondo urlo che conteneva la parola “mamma” presupponeva che ci fosse proprio un bambino da solo in quell'appartamento.
-Vado a vedere- disse il ragazzo.
-Cosa??- fece lei preoccupata.
-Non vorrai mica che me ne stia qui quando c'è un bambino in pericolo?-
-Ma..ma..c'è del fumo..- non sapeva che dire -..del fuoco..-. E lei sapeva come Alejandro non potesse più sopportare la vista del fuoco.
-Chiama il 911...io vado- le disse, dandole la giacca e correndo già dall'altra parte della strada, verso l'edificio.E prima che potesse dire altro lui era già sparito.


Quando lo vide uscire, tenendo in braccio un bambino che a occhio dimostrava sugli otto anni, poté finalmente tirare un sospiro di sollievo.
-Mio Dio..credevo non saresti più uscito- fece indicandolo con la mano che ancora stringeva il cellulare.
-Paura eh?- disse lui sorridendo, ma aggiungendo una smorfia di dolore quando poggiò il bambino a terra.
I due erano solamente un po' scuri per il fumo, ma non sembravano riportare particolari ustioni.
-Hai chiamato?-
La ragazza annuì.
-Saranno qui a momenti-
Poi guardò il piccolo. Sembrava un po' scosso, ma non sapeva cosa dirgli per rassicurarlo.
-Tutto bene piccolo?- fece, cercando di dimostrare comprensione.
Il bambino annuì, poi alzò lo sguardo verso il suo soccorritore e sorrise debolmente.
-Ho provato ad avvisare quelli che abitano vicino all'appartamento, ma sembra non ci sia nessuno stas..-
In quell'istante il rumore delle sirene cominciò a farsi sentire, sempre più assordante. In pochi secondi comparvero un'autoambulanza e un camion dei pompieri, dal quale si precipitarono fuori un gruppo considerevole di uomini, con idranti ed estintori. L'autoambulanza si fermò a pochi passi da loro. Ne scesero quattro persone, due donne e due uomini.
-Che cosa facevi a casa da solo?- gli domandò Alejandro allora, che finalmente poteva tirare un sospiro di sollievo per l'arrivo dei soccorsi.
-Hanno chiamato mia mamma per andare a lavorare. Sapete..mia mamma è brava e la chiamano spesso alla tavola calda- spiegò il bambino orgoglioso, facendo vedere loro che la paura era passata.
A Heather scappò un sorriso.
-Ragazzi! State bene?- domandò loro una delle donne dell'autoambulanza, avvicinandosi.
Alejandro annuì, mentre l'altra donna, sicuramente un'infermiera, stava controllando che il bambino non riportasse ustioni.
-È tuo fratello?- domandò l'altra al ragazzo, dandogli del tu, già immaginandosi una negligenza da parte sua.
-No, no...passavamo di qua e abbiamo sentito le urla. Ho visto che dall'appartamento usciva del fumo e sono subito salito a vedere..-
La donna sorrise.
-Ben fatto ragazzo!- esclamò uno dei due uomini battendogli una mano sulla spalla.
Heather intanto guardava l'infermiera che stava parlando al bambino, mentre lo disinfettava. Era riuscita a comprendere che si chiamasse Henry e che vivesse da solo con la madre perché suo papà lo aveva lasciato “per andare a fare un qualche viaggio”. In quel momento provava pena per lui. A sua madre sarebbe venuto un colpo quando le avrebbero riferito che era scoppiato un incendio che aveva attentato alla vita di suo figlio solo perché lui aveva tentato di cucinarsi delle uova alla coque.
-Hey..ma anche tu hai bisogno di essere disinfettato, dovremmo porti delle bende..-
Heather a quelle parole si voltò.
-Nah...non è niente..solo qualche piccola escoriazione- commentò lui sorridendo, sicuramente mandando in trance anche l'infermiera.
-Dai vieni- si girò la donna, sicura che il ragazzo l'avrebbe seguita.
Prima di andarle dietro Alejandro gettò un sorriso ad Heather, scuotendo leggermente la testa. Lei rimase ferma per qualche secondo.
-Come sta lei, signorina?- le domandò, avvicinandosele, uno degli uomini dell'autoambulanza.
Heather si riscosse.
-Ah...bene, bene..io non sono entrata nell'edificio..ho solamente chiamato- disse flebilmente, come se si vergognasse di non aver fatto abbastanza come Alejandro.
-Beh..se non avesse chiamato noi non saremmo arrivati ora..non crede?- fece lui sorridendo.
Heather rispose al sorriso.
-Ora che fate col bambino?- domandò curiosa.
-Resteremo con lui fino all'arrivo della madre e poi arriverà chi di competenza per raccogliere le informazioni sull'incendio e sbrigare alcune pratiche. Intanto sono state fatte evacuare le famiglie che vivono nell'edificio- disse, indicando delle persone, ammassate in strada, dietro di lui -Fortunatamente nel week-end molti sono fuori casa- sorrise mostrando di essere sollevato.
La ragazza annuì, poi girò lo sguardo verso Alejandro. Le sue espressioni disgustate le facevano intendere che stava soffrendo mentre lo medicavano. Si diresse verso di lui nel momento in cui l'infermiera ebbe finito.
-Non credevo che un ragazzo forte e duro come te soffrisse così tanto per una semplice disinfezione- lo istigò sorridendo. In realtà era sollevata del fatto che tutto fosse andato per il meglio e che nessuno si fosse fatto male. Poi guardò le sue braccia. Parecchie parti di pelle risultavano ustionate. Non se ne era accorta.
-Oh..scusa..non pensavo che..-
-Nah..fa niente...-
-Ma...-
-Figurati questo non è nulla...-
Heather lo guardò negli occhi. Possibile che stesse per terminare la frase con un “Non è nulla in confronto a quella volta del vulcano?”. Dei brividi le percossero la schiena. Dei brividi che sembravano portare il nome di rimorsi.
-Ma non dovresti farti mettere delle bende o qualcosa del genere?- lo guardò preoccupata.
-Heather..ti stai forse preoccupando per me?-
La ragazza spalancò gli occhi.
-Cioè..io intendevo dire..- fece, abbassando lo sguardo, guardando con la coda dell'occhio le sue braccia nude.
Alejandro la guardò sorridendo.
-Non mi sono fatto nulla...possiamo continuare la nostra serata se ti va-
-Ma sicuro che non preferisci andare a riposarti?- disse indicando le scottature sulle braccia.
-Direi che non c'è niente di meglio che rilassarsi stando con te..-
Heather arrossì lievemente, ma sperò che le luci soffuse dei lampioni non lo dessero a vedere.
-E poi io avrei anche una certa fame-
-Hey scusateci..- s'intromise una delle infermiere – Ci sarebbe qualcuno che vorrebbe ringraziarvi..- fece, posando le mani sulle spalle del bambino, che stava davanti a lei.
Henry si avvicinò ad Alejandro e lo tirò per una mano, costringendolo ad accucciarsi. Poi gli stampò un bacio sulla guancia. Il ragazzo rimase sorpreso. Poi il bambino guardò timidamente Heather e altrettanto timidamente si portò verso di lei. Chiese conferma con lo sguardo alla donna e fece la stessa cosa con la ragazza. Poi esclamò un “grazie”. L'asiatica restò senza parole. Era come se non sentisse di meritarsi quell'affetto.
-Di niente- fece Alejandro sorridente rivolto al piccolo. -Scusi..- proseguì rivolto alla troupe dell'autoambulanza, riunita di fronte a loro -Noi avremmo un impegno...potremmo andare o dobbiamo restare per testimonianze o roba del genere?-
Rispose uno degli uomini.
-No..potete andare...a meno che non vogliate restare per ottenerne i meriti- disse sorridendo.
Il ragazzo alzò le spalle.
-E di che? Alla fine lo avremmo fatto tutti, no?- disse rivolgendo uno sguardo a tutti.
-Credimi ragazzo che non tutti la pensano così- fece una delle infermiere.
Heather si sentì coinvolta in quelle parole. Dopo alcuni secondi di silenzio Alejandro continuò.
-Beh...noi andremmo- sorrise -Mi raccomando ometto- disse abbassandosi verso il bambino -Stai attento la prossima volta-
Sapeva che probabilmente non sarebbe stato più lasciato da solo. Il gruppo sorrise loro, dopodiché s'incamminarono nuovamente.
-Penso che ormai abbiamo perso la prenotazione..ma io tenterei lo stesso- fece, rivolto alla ragazza.
Heather rispose annuendo, ostentando un mezzo sorriso.


Alejandro si stava dirigendo verso il locale, senza accorgersi che la ragazza si era fermata ad ammirare il posto.
-Non vieni?- le domandò, voltandosi.
Heather aveva gli occhi spalancati, ma cercò di trattenere lo stupore quando sentì gli occhi del ragazzo su di lei.
-Tu vorresti portarmi qui?- disse, indicando sopra, davanti a sé.
Il ristorante si trovava su una struttura che sembrava una grande barca. File di luci illuminavano il posto, riflettendo sull'acqua del lago ed enormi tende bianche ricadevano verso il ponte della barca, anche se dal basso non si poteva vedere molto. Una musica leggera avvolgeva il posto in un'atmosfera quasi magica.
Heather fece una smorfia.
Ci mancano solo le lucciole che ci volteggiano attorno a formare un cuore.
Era scettica. Alejandro sapeva benissimo che lei non era la classica ragazza che andava matta per le cose romantiche e per le prove d'amore e, per quanto lo conosceva lei, neanche Alejandro era un tipo del genere. Allora perché aveva scelto un posto del genere? Per non parlare che un locale come quello non era certo dei più economici. Non che non le piacesse questo trattamento, ovviamente, anche lei era una ragazza, col cuore di pietra dicevano, ma pur sempre una ragazza. Sperava solo che il motivo per il quale l'avesse portata lì non fosse per farle pagare il conto.
-Perché? Non ti piace?- le domandò lui, perplesso.
-Sì..è che...-
-Che?-
Heather scosse la testa.
-Niente...sono già le dieci passate..se hai fame ti conviene muoverti- concluse, indicando con lo sguardo le scale davanti a lui.
Alejandro le sorrise.
-Prima le signore- fece, tendendole una mano.
Heather non rispose, lo guardò solamente torvo, accettando la sua mano e salendo lentamente la breve rampa di scale che la conducevano sul ponte della barca.
L'atmosfera che si respirava una volta saliti l'aveva mandata ancor più in confusione. Tavolini rotondi dalle candide tovaglie bianche si accompagnavano con eleganti sedie nere e lanterne retrò volteggiavano sopra le loro teste, appese a dei fili. Ovviamente la clientela era costituita da coppiette. In altri casi quell'ambiente le avrebbe dato il voltastomaco, ma appena Alejandro fu di fianco a lei, con le braccia che riportavano i segni del suo piccolo atto eroico di poco prima, capì che nonostante tutto si trovava bene vicino a lui.
Una ragazza molto carina e ben truccata si avvicinò quasi subito ai due.
-Buonasera-
-Buonasera- le rispose prontamente Alejandro sfoggiando uno dei suoi meravigliosi sorrisi, che sembrò avere un certo effetto sulla cameriera, tanto da lasciarla per qualche millisecondo senza parole.
-Un tavolo per due?- domandò, lanciando un'occhiata anche ad Heather, un'occhiata che sembrava squadrarla domandandosi come un tipo come Alejandro poteva stare con una ragazza come lei.
Heather le lanciò un'occhiataccia che costrinse la ragazza a spostare subito lo sguardo verso il ragazzo.
-Sì...avevamo prenotato, ma abbiamo avuto un imprevisto, quindi non credo che il tavolo sia ancora libero..-
-Oh il tavolo? No certo che no..è ancora libero...quando abbiamo ospiti come voi sappiamo aspettare- concluse sorridendogli, ovviamente guardando sempre e solo Alejandro.
Ovvio. Ci conosce. E ovviamente mi odia in quanto fan di Alejandro.
-Venite- fece voltandosi e accompagnandoli pochi tavoli più in là.
Il tavolo a cui stavano per sedersi era uno dei migliori perché era situato in un angolo, vicino alla balaustra, proiettando la vista direttamente sul lago illuminato.
-Vi lascio i menù-
La ragazza lasciò i listini sul tavolo prima di congedarsi. Ovviamente non prima di aver sorriso ad Alejandro e aver ricevuto risposta.
Gatta morta.
Heather la guardò andare via, mentre un'espressione di disgusto si dipingeva sul suo viso. Alejandro seguì la traiettoria del suo sguardo.
-Non sarai mica gelosa della cameriera?- le domandò ridendo.
Lei si voltò immediatamente.
-Ma sei idiota?-
Alejandro continuò a ridere, mentre prendeva in mano il menù.
-Figurati se io sono gelosa di quella gatta morta lì- rispose, portandosi il menù davanti alla faccia.
Alejandro alzò a malapena lo sguardo per poterla intravedere. Gli sfuggì un altro sorriso. Heather non poteva immaginare come questo lo rendesse felice.
-Che prendi?- le domandò con tono calmo.
-Mmmh...- la ragazza era intenta ad analizzare la carta che aveva tra le mani -Credo che prenderò un halibut alla griglia servito con patate al cartoccio, quark alle erbe e contorno d'insalata- disse, alzando leggermente lo sguardo.
-Direttamente un secondo?-
-Mi hai portato qui per farmi ingrassare?-
-Certo che no- sorrise, riportando gli occhi sul suo menù -Io penso che opterò per la carne invece, una bistecca e un'insalata Caesar-
Appena ebbe finito di parlare la giovane e carina ragazza che li aveva accompagnati al tavolo poco prima li interruppe.
-Per caso volete già ordinare?- domandò gentilmente mostrando un sorriso bianchissimo.
Heather la guardò storto.
Ma che ha? Gli ultrasuoni?
Ripeté anche a lei ciò che aveva deciso prima che perdesse troppo tempo a cercare lo sguardo del ragazzo.
-Per me invece una bistecca e un'insalata Caesar- disse, spostando lo sguardo verso la cameriera.
-Al sangue, media cottura o ben cotta?-
-Media...e..per il bere direi...- dette un'occhiata al listino -..vino?- domandò all'asiatica chiedendo conferma.
Heather alzò le spalle.
-Senti..- fece rivolto alla cameriera -..io non sono un esperto di vini..fatti consigliare un rosso che si abbini anche col pesce e portaci il migliore che avete-
Il migliore che hanno?
Heather lo guardò perplessa.
-Ah..per me anche una “pie à la mode”- s'intromise prima che la ragazza si congedasse.
Alejandro la guardò.
-Chica...i dolci dopo- fece sorridendo ironicamente.
Il modo in cui lo aveva fatto, gettando un'occhiata anche alla cameriera l'aveva fatta innervosire. Sembrava volessero prendersi gioco di lei.
-Puoi andare- disse il latino alla ragazza, regalandole un altro dei suoi sorrisi che di certo l'avevano fatta congedare non poco felice.
-Senti..se vuoi un appuntamento con la cameriera non hai altro che dirmelo- disse squadrandolo.
Alejandro le sorrise. Un sorriso che le faceva capire che la sua gelosia era evidente e che lui ne godeva.
-Non dirmi che tu pensi che io sia gelosa di te?- lo guardò con sufficienza.
Il latino sorrise ancora prima di parlare.
-Sei diventata così prevedibile Heather- fece, spostando poi lo sguardo verso gli altri tavolini.
-Ti sbagli ovviamente..come sempre- replicò lei tranquillamente.
Alejandro si voltò di nuovo verso di lei. Possibile che il suo sorriso la facesse così imbestialire?


Si portò alla bocca un pezzo di pesce che aveva appena tagliato. Il suo sguardo ricadde sulle braccia ustionate del ragazzo. Lo stomaco sembrò chiudersele. Perché si sentiva così? Dopotutto lei non ne poteva nulla per quello che era successo alla fine de “Il tour”. Eppure dei crampi allo stomaco le indicavano che lei in quello che era successo ci centrava eccome.
-Ti si è bloccato l'appetito?- le domandò lui quando vide il suo sguardo perso nel vuoto.
Gli occhi di lei saettarono nei suoi. Posò la forchetta e rimase qualche secondo in silenzio.
-Senti...- cominciò, cambiando posizione sulla sedia. Sembrava dover trovare quelle parole che non le venivano o che comunque non voleva trovare -Lo so che è stata colpa mia..-
Alejandro la guardò perplesso. Anche lui aveva smesso di mangiare. Heather notò il suo sguardo tra l'interrogatorio e l'ironico.
-È che vederti così...- fece indicando le sue braccia con lo sguardo.
-Così come?-
-Forza Alejandro..non dirmi che non ti fanno per niente male- disse spostando leggermente la testa di lato.
Il ragazzo alzò le spalle.
-Una cosa sopportabile-
Heather lo squadrò.
-Non sto mica morendo-
-Appunto...- aggiunse lei, ritornando a guardare oltre a lui, rivolta ai tavoli dietro.
L'espressione di Alejandro le fece capire che non stava capendo dove volesse arrivare.
-Quella volta avresti potuto...- cominciò allora lei, cercando di non guardarlo ancora negli occhi -...e tutto quello che ti è successo non è stata che colpa mia..- ricongiunse lo sguardo con il suo -Non ho mai voluto credere che lo fosse, anzi, ho dato tutta la colpa sempre a te e credo che fosse per non poter vivere con il rimorso. Se io non ti avessi fatto quello che invece ho fatto tu avresti potuto agire diversamente. Non so cosa hai dovuto subire o passare per essere così come sei ora, ma il mio sbaglio è stato anche quello di non aver avuto nessun interesse per questo. Ho lasciato che il passato fosse tale e solo ora mi rendo conto che non è così. Mi sono comportata così solo per non vedere i miei sbagli e per non avere rimorsi..ma ora che sei ritornato nella mia vita e che sei costantemente vicino a me non posso sopportare oltre. Io lo so come sono Alejandro..sono meschina, sono calcolatrice, sono cattiva..ne ho sentite così tante su di me che credo sia stata definita in ogni mia sfumatura. All'inizio credevo che tu fossi tornato solo per vendicarti..e così è stato..ma sono stata così stupida da credere che un'eliminazione fosse equiparata a ciò che io ti ho fatto passare...-
Alejandro le passò una mano sulla guancia, accarezzandola lentamente. Heather prese la sua mano e la tenne ferma al suo viso. Ciò che aveva appena detto le era costato uno sforzo enorme, ma quel contatto l'aveva ricompensata.
-Alejandro...-
Il ragazzo la guardò sorridendo appena e poggiandole l'indice sulle labbra.
-Vieni- disse prendendole la mano e alzandosi dalla sedia.
Heather spalancò gli occhi.
-Che? Dobbiamo finire di mangiare..-
-Vorrai pure concedermi un ballo dopotutto?-
Fissando i suoi occhi non poteva che acconsentire. Si alzò comunque lentamente, sperando che la sua espressione lo facesse desistere.
-Non puoi dirmi che non sai ballare perché ormai so che non è vero-
Heather alzò gli occhi al cielo nel momento in cui lui le diede le spalle per portarsi verso il centro del ponte della barca, in uno spazio ampio che era adibito a pista da ballo. Heather si sentiva in imbarazzo. Erano poche le coppie che stavano ballando dato che quasi tutti erano seduti ancora ai tavoli a cenare.
-Non possiamo rimandare a dopo?-
-Perché?- disse voltandosi verso di lei dopo esseri piazzato al centro del ponte -Io non ho fame adesso- disse sorridendole.
-E poi questa musica non mi sembra ad..-
-Dici?- fece, cingendole fulmineo la schiena con la mano destra e tenendole la mano con l'altra -Non dirmi che una ballerina come te non ha mai ballato un tango...o forse..non sai ballare come dici?- disse sorridendole.
Heather lo guardò inarcando un sopracciglio. Riconobbe le note di Libertango, uno di quei pezzi che, nonostante non fosse il suo genere preferito, adorava. Il ragazzo prese a muoversi e l'asiatica cominciò subito a tenere il passo. Con moderati movimenti iniziarono a divorare la pista, prima tenendosi in un abbraccio aperto, poi diminuendo sempre più la distanza. Sentiva il suo respiro davanti a lei, mentre i suoi occhi di un verde penetrante non si staccavano dai suoi. Ovviamente Alejandro sapeva ballare il tango meravigliosamente, d'altronde aveva sangue latino, e quello doveva essere un ballo in cui si sentiva padrone di sé. Lei sapeva cavarsela, era stata una ballerina certo, ma il suo genere era un altro. Il tango lo aveva ballato poche volte, ma dopotutto aveva sempre saputo che l'improvvisazione era ciò che più contava e sapeva che lei era una maestra nell'improvvisare.
In quell'istante il ragazzo effettuò una parada, interrompendo con il piede il passo di lei. Lei si avvicinò al torace di lui, sollevò la gamba e fece un mezzo giro per riportarsi davanti a lui. Heather lo guardò intensamente sollevando un sopracciglio, dimostrandogli che anche lei ci sapeva fare. Proseguì con un ocho in avanti, disegnando un otto con i piedi. Heather e Alejandro si tenevano stretti, girando camminando agevolmente attorno all'asse della coppia. Un'altra parada e nuovi passi. L'asiatica si sentiva addosso gli sguardi dei clienti del ristorante. Si sarebbe sentita in imbarazzo davanti a tutta quella gente, tra le braccia di Alejandro peraltro, ma guardando nei suoi occhi ritrovava quella sicurezza che la faceva sentire la Heather di sempre, quella che non aveva paura di nulla, quella che voleva far vedere a tutti che era la migliore. Un passo indietro, due in avanti, Alejandro unì i piedi e la guidò in un incrocio, poi ancora avanti, di lato, insieme. Era una semplice sequenza di passi, ma lo spettacolo che stavano inscenando era qualcosa di più. Era passione, rivalità, voglia di mettersi in mostra, gioco di sguardi. Heather ritornava a sentire ciò che aveva provato intensamente pochi giorni prima, quel sentimento che la avvolgeva interamente portando all'ennesima potenza tutti i suoi sensi, la avvolgeva come quella musica che stavano ballando, come le braccia di lui che la tenevano con delicatezza, ma allo stesso tempo con energia, come se non potessero staccarsi l'uno dall'altro. Non aveva mai provato quelle emozioni mentre ballava, forse perché per la maggior parte l'aveva fatto da sola o perché non aveva mai ritenuto degni di lei i partners con i quali doveva condividere le coreografie. E invece lui era diverso, le sarebbe seccato doverlo ammettere, ma era perfetto. Chiuse un attimo gli occhi, lasciandosi trasportare da lui, mentre sfiorava le sue gambe. Ora sfiorava il suo viso, in un abbraccio molto chiuso, molto vicini con le spalle e lontani con i piedi. Poteva sentire il suo delizioso profumo e ispirò a fondo prima di allontanarsi nuovamente e riprendere a volteggiare. Dall'esterno sembrava che le gambe dei due giovani si muovessero da sole, trasportandoli da un lato all'altro della pista. Si sfioravano e si allontanavano, si riavvicinavano e giravano su se stessi. Alejandro guidava i passi di lei e lei seguiva alla lettera. Non una stonatura, non uno sbaglio. Altri passi e un altro abbraccio aperto, tenendo lontane le spalle e vicini i piedi. Sentiva la sua mano sulla schiena che scendeva sempre più giù. D'istinto si girò e, dandogli le spalle, scivolò verso il basso, tenendo una gamba a lato. Poi si rialzò lentamente, molto lentamente, strofinandosi contro di lui. Inarcò la testa all'indietro a lato della sua. Sentì il respiro di lui sul collo, mentre la teneva per le braccia. Si voltò di nuovo, ritrovando il contatto visivo. Altri passi veloci in circolo, non staccando mai lo sguardo. Erano così vicini da poter sfiorare le loro labbra. Heather avrebbe scommesso che l'avrebbe baciata, ma stranamente lui sembrava più lucido di quanto credesse. O forse stava facendo uno grande sforzo per far sì che quello fosse solo un ballo. Sentiva l'aria altamente carica di passione tra di loro, qualcosa che non poteva spiegare, qualcosa che le faceva sentire dei brividi lungo la schiena e le braccia. Un altro passo, poi, sempre tenendole la mano, Alejandro l'allontanò da sé, allungò la gamba verso l'esterno tendendola verso di lei e la riavvicinò a sé. Heather fece un piccolo salto e si portò a sedere sulla sua gamba. La musica si era interrotta proprio in quell'istante.
Uno scroscio di applausi li investì. I due si guardarono intensamente, col fiato corto, il viso vicinissimo. Poi Heather staccò lo sguardo e si riportò coi piedi per terra incrociando le gambe. Alejandro tenne lo sguardo fisso su di lei prima di ricomporsi e accogliere i sorrisi e gli applausi del pubblico che si era fermato a guardarli. Le offrì la mano per ritornare al loro tavolo.
-Non ho molta fame..ti dispiace se rimaniamo un po'qui?- gli domandò indicando con lo sguardo la balaustra alla quale erano vicini. In quel punto arrivava una piacevole brezza che le scompigliava alcune ciocche di capelli, sfuggite allo chignon.
-Stanca?- le domandò ironico, sorridendo.
Probabilmente stanco lo era anche lui, ma non lo dava a vedere. Heather lo guardò male.
Il ragazzo posò gli avambracci sulla ringhiera, portandosi a lato di lei.
-Sai..ci sai fare..- le disse, guardando il lago.
Heather, che non si aspettava un complimento, rimase zitta.
-Sei una ballerina magnifica-
-Grazie- rispose, anche lei non staccando lo sguardo dalle luci riflesse sull'acqua.
Rimasero qualche secondo in silenzio.
-Comunque ti perdono..-
Heather girò lo sguardo verso di lui.
-Mi sembrava di averlo già fatto..ma d'altronde tu sei una persona testarda- continuò, fissando gli alti edifici al di là del lago.
Lei rimase ancora in silenzio. Cosa poteva dirgli? Si sentiva come un essere insignificante che aveva commesso qualche crimine e Dio gli dava una seconda possibilità. Più o meno era ciò che pensava in quel momento. Anche se Alejandro non poteva certo essere paragonato a un dio.
Il latino si voltò finalmente verso di lei. Poi l'abbracciò d'istinto. Lei non se l'aspettava e rimase contro di lui, stupita.
-In realtà tu non hai un cuore di pietra Heather..direi più...- si fermò un attimo per trovare il termine adatto -..un cuore di gesso...-
Lei rimase in silenzio, aspettando l'ennesima stronzata che avrebbe detto.
-..è pur sempre un minerale..ma si può scalfire...-
Heather rimase ancora in silenzio.
-Ti amo Heather- disse, senza staccarsi da lei.
Sentì quelle parole e spalancò gli occhi, anche se lui non poteva vederla. Nessuno gliel'aveva mai detto e non avrebbe mai immaginato che il primo sarebbe stato proprio Alejandro. Il cuore cominciò a batterle ancora di più e sperava che lui non lo sentisse. Non sapeva come rispondergli, sapeva quali erano i suoi sentimenti ormai, ma non era da lei esternarli in quel modo.
-Io..io..- cominciò, stropicciando con una mano la maglietta di lui -..io ti odio..Alejandro-
Alejandro sorrise.
-Non sai più mentire quando sei con me Heather- commentò a voce bassa, stringendola ancora più a sé.
-Che hai detto?-
-Nada-
L'asiatica poté sentire il sorriso di lui dietro le sue spalle.
-Idiota- esclamò irritata stringendosi a lui.
Il latino continuò a sorridere. Ovviamente sapeva che a parlare era l'imbarazzo. Guardò la città illuminata davanti a lui. Forse per quella sera lei era stata già fin troppo sincera.





Angolo autrice

Buongiorno! Eccomi qui..di nuovo..per l'ultima volta..dopo secoli, ma meglio tardi che mai aggiungerei. Questi mesi sono stati molto impegnativi quindi la scrittura, che in sé non richiederebbe troppo tempo, è passata in secondo piano nel mio sempre minore tempo libero. Ecco che anche la mia seconda long su efp è terminata..se avete notato il capitolo è il doppio delle altre volte..volevo dividerlo, ma non avrebbe reso per niente come atto finale dato che l'avevo pensato tutto insieme.
Per prima cosa comunque volevo ringraziare chi ha recensito costantemente la storia, grazie 1000 per i vostri complimenti, sempre troppo buoni..chi l'ha seguita e chi l'ha aggiunta ai preferiti..chi l'ha solamente letta e magari apprezzata...penso di aver compreso un pò tutti...
Passando alla storia..come vi è sembrato questo ultimo capitolo? Può essere degno per scusarmi dell'attesa?? Lasciate un commento.
So che magari vi aspettavate un bacio..forse all'inizio avevo anche contemplato il fatto di inserirlo..ma non avrebbe sortito lo stesso effetto...Nella scena del tango quando ballavano così vicini doveva sentirsi l'elettricità tra di loro, percepire il gioco di sguardi...un bacio avrebbe rovinato tutto...mentre alla fine idem..Heather aveva già dato fin troppo come "romanticismo"..l'abbraccio senza guardarsi negli occhi, ma sentendo solo ciò che uno diceva all'altro, mi sembrava preferibile e un bacio superfluo.
Bene..ultima cosa..se volete date un'occhiata al video sull'Alether che ho montato in questi giorni..tanto per restare in tema...un video che avevo cominciato tempo fa, ma che per problemi con il programma di video making ho dovuto posticipare...se siete curiosi il link è questo:
https://www.youtube.com/watch?v=FFZhdB7Br94&feature=youtu.be#
(o comunque il canale è AleAnyaxoxo)
E se volete avere un'idea della scena del tango vi consiglierei di leggerla ascoltando la musica "Libertango"..è famosa penso la conosciate...
Credo di aver detto tutto, o almeno quello che mi viene in mente adesso..mi sto dilungando troppo...quindi..se vi va lasciate una recensione (per l'ultima voltaxD)...bye bye...alla prossima? Forse...
See y'all! ;)
Anya
 

 

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