The Mortal Instruments: City of heavenly love.

di AiresBane92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alleati ***
Capitolo 2: *** Frammenti del passato. ***
Capitolo 3: *** Sgattaiolare. ***
Capitolo 4: *** A caccia di informazioni. ***
Capitolo 5: *** Piano di fuga. ***
Capitolo 6: *** Spiacevoli imprevisti. ***
Capitolo 7: *** Piccole rivelazioni. ***
Capitolo 8: *** Affrontare nuove realtà. ***



Capitolo 1
*** Alleati ***


Capitolo 1 - Alleati.

 

 

 

« Non abbiamo scelta, Luke ». Jocelyn camminava avanti e indietro per il corridoio dell'Istituto di New York. Due profonde occhiaie testimoniavano le precedenti notti insonni.
« Dovrò metterle in pericolo, capisci? Dopo tutti gli sforzi di questi anni...».
Jocelyn entrò nella grande biblioteca e quasi sbatté la porta sulla faccia di Luke.

« Jocy...cerca di calmarti ». Il licantropo socchiuse piano la porta e raggiunse l'affascinante shadowhunter in tenuta da combattimento.
« Volevo tenere Clary al sicuro, ed ho fallito » « Non hai fallito. E' diventata molto più forte » « Ma a quale prezzo? Sebastian ci darà la caccia...». Non riusciva proprio a chiamarlo col suo vero nome. Jonathan.
La cacciatrice afferrò un mucchio di scartoffie e le gettò nel camino.

« Abbiamo chiesto aiuto a molti e nessuno ha risposto in modo positivo » « Ti toccherà chiamarle, e lo sai bene. Quanti anni sono passati? ». Jocelyn si accomodò in una vecchia poltrona di pelle.
« Troppi. Mi odieranno...». Luke prese le sue esili mani tra le sue e ne carezzò il dorso. « Non puoi vedere sempre nero. Magari non aspettano altro... Forse vorranno vederti, abbracciarti...».
La porta della biblioteca si spalancò di colpo ed entrò Maryse Lightwood.

« Oh siete qui! ». Il capo dell'Istituto si precipitò accanto al camino. « Allora? Hai deciso cosa fare? ». Jocelyn diede una veloce occhiata a Luke e abbassò gli occhi verdi sul pavimento.
« Non esattamente...» « Jocelyn non abbiamo molto tempo, lo sai...sono trascorse quasi quattro settimane...» « Certo che lo so! Ma qui si tratta della mia famiglia, Maryse! Se dovessi esporre i tuoi figli o tuo marito ad un tale pericolo, lo faresti? »
« Siamo cacciatori, Jocelyn. Il pericolo è parte del mestiere » « Tieni per te questi stupidi discorsi da shadowhunters! Loro non sono come noi! ».
Luke si alzò in piedi e appoggiò una mano sulla spalla della sua compagna.

« Ti lasciamo riflettere ancora un po', va bene? Io vado dai ragazzi...». Jocelyn gli afferrò un polso. « Hai intenzione di dirglielo, vero? » « Clarissa ha il diritto di sapere. Non stiamo parlando solo della tua famiglia...ma anche della sua ».
Con queste parole il licantropo trascinò Maryse oltre la porta e scomparve in assoluto silenzio.

****************

Dalla sala d'addestramento provenivano rumori assordanti. Qualcuno stava discutendo animatamente. Luke riconobbe la voce cristallina di Jace e quella più pacata di Alec.
« Non se ne parla! Non chiederemo aiuto a quelle fate! Ricordati dell'astuzia di quella maledetta Regina di...» « Jace! Dobbiamo essere razionali. Si prepara una guerra all'orizzonte! » « Come sei tragico! ».
Un'altra voce intervenne.
« Jace...penso che Alec abbia ragione. Non possiamo farci guidare dai dissapori passati...». Era Clary.
« Assurdo! Adesso anche tu fai la pacifista? » « Jace! E' qualcosa più grande di noi! » « E' sempre così. E noi siamo infinitamente piccoli a confronto...».
Luke spalancò la porta ed entrò a braccia incrociate sul petto.

« Luke! Dov'eri? La mamma sta bene? » « Suo figlio minaccia la vita di tutti noi...come credi che stia? ». Clary si morse un labbro. Era raro che il suo patrigno le rispondesse in quel modo.
Accortosi della sua risposta fredda, Luke le fece una lieve carezza sul capo.
« Mi dispiace. Siamo molto stressati » « Non importa. Ma...» « Che c'è? ».
Clary guardò gli altri shadowhunters e dondolò sulle punte dei propri piedi.
« Sei venuto qui per dirmi qualcosa, non è vero? ». Luke parve sorpreso ma si ricompose all'istante.
« Si ». Jace si avvicinò a Clary e le carezzò il braccio scoperto. « Di cosa si tratta, Luke? Notizie degli alleati? ». Il licantropo scosse la testa. « Purtroppo non ne abbiamo ancora...».
Simon spuntò alle sue spalle e si sforzò di sorridere.
« Un po' di ottimismo, ragazzi! ». Clary lo guardò con la coda dell'occhio. Non si era ancora abituata a vederlo spuntare dal nulla. I vampiri avevano una velocità sovrumana.
« Simon, Clary, Jace...e anche voialtri. Avvicinatevi ». Il gruppo composto da Isabelle, Maia, Jordan e Alec, si mosse per avvicinarsi a Luke.
« Jocelyn sta prendendo una decisione molto importante in questo momento...». Clary strabuzzò gli occhi. « Del tipo? Si tratta di Sebastian? ». Il licantropo le poggiò le mani sulle spalle e strinse i denti.
« No. Si tratta della tua famiglia, Clary ». La ragazza lo guardò confusa. « Che...cosa vuoi dire? » « Abbiamo bisogno di alleati. E chi meglio dei Fairchild? ».
Clary arretrò di qualche passo.
« I miei nonni sono morti anni fa...è stato mio pad...Valentine...». Luke costrinse sé stesso ad essere forte. « Non sto parlando dei tuoi nonni...ma delle tue zie ».
Simon afferrò una spalla del licantropo.
« Stai dicendo che Clary ha degli altri parenti? Vivi? ». Luke annuì. « Diciamo di si...».
« Non è possibile...». La voce della giovane shadowhunter era ridotta ad un sussurro. Lo shock era stato più forte di quanto Luke si aspettasse.
« Hai due zie » « Sono delle cacciatrici come Jocelyn? » chiese d'impeto Alec. « Questa è una storia un po' lunga...ma la risposta è no » concluse Luke.
Clary scosse il capo e ritornò alla realtà. Aveva una famiglia, e nonostante lo shock era ansiosa di scoprirne di più. Cos'altro non sapeva? Quali altri segreti celava sua madre? Istintivamente strinse la mano di Jace e il ragazzo scattò allarmato. Una piccola bruciatura si disegnò nel palmo della mano di Clary.

« Ops, scusa. Me ne dimentico spesso...» « Non voglio farti del male. Non so ancora gestire questo fuoco che mi scorre dentro, lo sai...». Clary arrossì, vergognandosi della disattenzione. Eppure era stata lei a causargli quel problema. Portava con sé un tale senso di colpa da non riuscire mai ad affrontare l'argomento.
« Luke...». Il licantropo posò lo sguardo paterno su di lei. « Cosa vuoi sapere? » « Tutto. Ogni cosa » « Ne sei sicura? ». La giovane annuì decisa.

« Allora sarò io a raccontarvelo, tesoro ». Jocelyn apparve sulla soglia della porta e rivolse un sorriso incerto agli shadowhunters.
« Siamo pronti! ». Isabelle diede una gomitata a Simon e gli intimò di stare in silenzio. Il vampiro ridacchiò e incrociò le braccia in attesa.

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Capitolo 2
*** Frammenti del passato. ***


Capitolo 2 – Frammenti del passato.

 

 

 

Jocelyn si accomodò sul davanzale della finestra e sospirò. Clary non l'aveva mai vista così pensierosa.
Luke si appoggiò ad una delle pareti della sala e incrociò le braccia. I muscoli tesi e lo sguardo fisso nel vuoto.
Tutti gli altri shadowhunters si accomodarono in semi cerchio in uno strano silenzio.
L'aria era satura di tensione.

Clary non riuscì più a trattenersi. « Mamma...è vero? ». La cacciatrice volse lo sguardo alla figlia e annuì.
Clary serrò i pugni lungo i fianchi e respirò a fatica.
« Quando pensavi di dirmelo? ». Sputò la domanda senza preavviso. Come se le parole avessero deciso di uscire dalla sua bocca di propria volontà.
Non voleva essere crudele ma i segreti non le erano mai piaciuti.
« Ne sono successe tante, tesoro... Valentine, poi Sebastian, e ora dobbiamo occuparci di Jace...» « Non provare ad imboccarmi con le scuse, mamma. Stiamo parlando della nostra famiglia! Mi avevi detto che...». Clary trattenne la rabbia incrociando gli occhi d'ambra di Jace. Simon alle spalle del cacciatore la stava sostenendo col suo sguardo premuroso. Si sforzò di mantenere la calma.
« I miei nonni sono morti, giusto? » « Purtroppo si...» « E ho...ho davvero due zie? » « Si, è vero » « E come mai non sono con te? Con noi? Non capisco...».

Inaspettatamente Izzy si avvicinò a Clary e le rivolse un sorriso incerto. Alec alzò i palmi delle mani per incoraggiarla.
Erano tutti lì per lei. Ne avevano passate troppe insieme per non esserci gli uni per gli altri.
In fondo Clary aveva già una meravigliosa famiglia.
Jocelyn saltò giù dal davanzale e tirò fuori dalla giacca una vecchia catenina.
All'estremità della filagrana sottile vi era appeso un ciondolo portafoto.
Jocelyn lo porse alla figlia. « L'ho tenuta per tanti anni. Per tenerle con me. Aprila...».
Clary sentì le mani formicolarle per la curiosità.
Afferrò il ciondolo e premendo su una piccola sporgenza fece scattare il meccanismo di apertura.
Due volti minuscoli e sconosciuti comparvero davanti ai suoi occhi.

« Quella sulla sinistra è Desdemona ». La voce di Jocelyn era fievole. « Quella sulla destra invece è Liv ».
Avevano entrambe gli occhi chiari e un viso molto interessante.
Clary restò a bocca aperta nello scoprire quanto si somigliassero tra di loro.
Poteva addirittura scorgere piccoli particolari di sé stessa in ognuna delle donne.
« E dove sono? » « Beh...di preciso non lo so. Ci siamo separate prima che tu nascessi...». Luke avvertì l'angoscia di Jocelyn e le si portò accanto per prendere la parola.
« Quando tua madre decise di mettersi contro Valentine, lui giurò di farla pagare ad ogni membro della sua famiglia...e Jocy fu costretta a dirgli addio. La notte in cui riuscì a scappare è stata l'ultima volta in cui si sono viste...» « E Valentine non le ha mai trovate? » « Diciamo che il fato ha voluto che le cose prendessero una piega diversa... Clary, tuo padre cercava delle cacciatrici...» « E tu prima mi hai detto che loro non lo sono, giusto? Per questo non è riuscito a trovarle? » « Sì. Per fortuna, aggiungerei...Valentine ha sempre creduto che le altre sorelle fossero delle shadowhunters, ed erano state addestrate per esserlo, questo è vero...».
« Sono molto confusa, Luke...i Fairchild sono cacciatori da secoli! Com'è possibile che loro non lo fossero? ». Jocelyn interruppe Luke e guardò Clary.
« Siamo state addestrate per essere cacciatrici, tutte e tre. Io e Desdemona volevamo esserlo ad ogni costo e il nostro primo marchio ci fu fatto nello stesso giorno. Liv non era tanto propensa invece, e decise di ritardare la cerimonia scappando ad ogni possibile occasione. Poi arrivò Valentine, e il nostro mondo fu stravolto. Quando scoprì di aspettare te, Desdemona mi consigliò di fuggire e con l'aiuto di Luke organizzammo la rivolta. Quella notte...mia sorella Liv ci salvò la vita, Clary. Aveva saputo cosa stava per accadere ed era tornata per noi...».
Jocelyn si appoggiò al braccio possente di Luke. « Allora non avevo compreso come avesse fatto a saperlo ma in seguito l'ho capito... Quella notte ci separammo per proteggerci. Finché Valentine fosse stato vivo non ci saremmo riviste, questa era la nostra promessa. L'accordo...».
Clary prese le mani di sua madre e le strinse forte. « Valentine è morto. Ora puoi rivederle...». Jocelyn deglutì appena.
« Siamo curiosi però! ». Jordan alzò la mano e l'agitò. Simon portò le mani sui fianchi e sbuffò. « Si infatti! ».
« Cos'altro volete sapere?! » chiese Luke con sguardo ammonitore.
Simon parlò per primo. « Ha detto che sua sorella Liv era tornata sapendo della rivolta...come ha fatto? ». Jocelyn sorrise. «  Già... Prima della nostra separazione, avevamo deciso di non avere contatti di alcun tipo tra di noi e ho mantenuto fede alla promessa fino alla scomparsa di Valentine ». Jocelyn strinse i pugni. « Dopodiché mi sono impegnata per cercare loro tracce ma mi avevano detto che erano morte...E poi Luke ha ricevuto una strana telefonata in cui gli dicevano che le mie sorelle erano vive. Allora ho pensato subito ad ogni Istituto possibile, dopotutto anche Liv doveva essere finalmente diventata una Cacciatrice...». Il silenzio calò nella sala.
« E invece mi sbagliavo. Quando avevo ormai perso le speranze di ritrovarle la signora Tessa Gray è accorsa in mio aiuto...» « E chi diamine è questa Tessa? » domandò Jace d'impeto. « Questo lo scoprirai a tempo debito, ragazzo mio » intervenne Luke.
« Grazie a lei sono venuta a conoscenza della verità. Desdemona non è più una shadowhunter...». Jocelyn guardò Simon e lo indicò. « E' come te, Simon. Lei è una vampira adesso...». Clary si coprì la bocca sbalordita.
« Lo è da molti anni ormai...non conosco le dinamiche della sua trasformazione... ma so dove poterla trovare. Tessa mi ha dato un indirizzo che teneva per le emergenze...».
Simon inarcò un sopracciglio. « Sarebbe figo conoscere qualcuno come me che non voglia usarmi, uccidermi, o cose del genere... Senza offesa, ragazzi. Siete di ottima compagnia! ». Izzy al suo fianco non riuscì a trattenere le risate.
« E di Liv non hai avuto notizie? ». Maia si era avvicinata a Clary con un'espressione seria sul volto.
Jocelyn annuì. « Lei è viva...». Clary la incoraggiò a continuare. « Ed è una Strega ».
Simon strabuzzò gli occhi e un brusio di voci si espanse nella sala.
« Una...strega? Come...». Alec restò di stucco, e il pensiero volò al Sommo Stregone. Magnus.
« Quella notte aveva avuto una visione...per questo era venuta ad aiutarci » concluse Jocelyn.
« Ma è impossibile, mamma! Stregoni si nasce, no?” « Infatti. Liv era nata strega ed è stata cresciuta come cacciatrice...” « Questo che vuol dire? L'hanno adottata per caso? ».
Jocelyn scosse il capo illuminandosi in un sorriso. « Penso che vi lascerò con questo interrogativo. E' divertente vedere le vostre facce confuse! » « Non vale! » strillò Clary.
« Vogliamo saperlo! » urlò Jordan. « Comincerò ad analizzare delle ipotesi...» sussurrò Jace con la mano appoggiata sul mento. « Dai, mamma! » protestò ancora Clary.
« Non se ne parla! » la rimbeccò Jocelyn.

« Sapete... è buffo! ». Simon interruppe l'accesa discussione.
Le persone in sala si voltarono a guardare il giovane vampiro. « La Strega, la Cacciatrice, e la Vampira. Sarebbe un buon titolo per un film, non credete? ».
« Simon! ». Urlarono tutti all'unisono.
Il ragazzo fece spallucce. « Cosa ho detto di male?! ».

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Capitolo 3
*** Sgattaiolare. ***


Capitolo 3 – Sgattaiolare.

 

 

 

Clary appoggiò le labbra sulla fronte di Jace e ne controllò la temperatura.
« Scotto ancora, eh? ». Clary annuì afflitta. « Si. Sembra che tu abbia trentotto di febbre. E' assurdo! ».
La cacciatrice cominciò a girare nella stanza del ragazzo evidentemente turbata.
Jace osservò il naso arricciato e i lunghi capelli rossi che ondeggiavano come fiamme nel buio.

« Clary...» « No, non provare a dire che non è colpa mia! ». Il cacciatore le afferrò un braccio e l'attirò sul letto.
Clary ricadde sul materasso e rotolò lontano da lui.

« Se tu non mi avessi trafitto con la spada, il legame con Sebastian non si sarebbe sciolto...» « Eppure siamo sempre noi a pagarne il prezzo, Jace. Quando finirà questa catena di eventi terribili? » « Da quant'è che fai questi discorsi? ».
Il ragazzo infilò i guanti cuciti appositamente dai Fratelli Silenti e prese piano la mano di Clary. Doveva usarli con cautela, altrimenti la stoffa drappeggiata di rune avrebbe finito per bruciare e frantumarsi.
La ragazza si voltò per guardarlo.
« Non è giusto. Non posso toccarti, non posso baciarti, senza correre il rischio di ustionarmi...». Gli occhi ambrati di Jace si spensero sotto un velo di tristezza. « Lo so...non è giusto nei tuoi confronti ». Clary lo guardò confusa. « Che vuoi dire? ». Jace le diede le spalle e sospirò.
« Tu non sei costretta a restare al mio fianco. Puoi...». La voce di Jace s'incrinò.
Non poteva neanche immaginare come avrebbe affrontato tutto ciò che lo attendeva senza la presenza costante di quella piccola testarda.
Eppure voleva sforzarsi di non essere egoista. Non poteva costringerla a sopportare ancora, più di quanto non avesse già fatto.
Clary gli sfiorò la schiena scoperta ed esaminò ogni marchio, ogni runa, in silenzio.

« Jace, io ti amo. Ho lottato fino ad ora per te. Perchè mai dovrei arrendermi? ».
Il ragazzo si voltò di scatto e le afferrò il viso con le mani inguantate.
« Ripetilo » « Ti amo, e tu lo sai. Ti amo come non pensavo di poter amare e...». Jace interruppe le sue parole con un bacio lento e dolce.
Le loro labbra si cercarono e sfiorarono, più di quello non gli era concesso fare.
Clary avrebbe voluto intrecciare le dita nei suoi capelli d'oro, baciargli la pelle, e sentire le sue braccia muscolose far presa su di lei.

« Stai per caso facendo pensieri molto sconci su di me? ». Clary arrossì di botto e lo allontanò con una spinta. Jace soffocò la risata nel cuscino.
« Ho indovinato! » « No, cioè...si. Ma come? No, volevo dire, no...» « Avevi un'espressione così estasiata! ». Clary lo minacciò con l'indice. « Magari stavo pensando a qualcun altro! ». Jace mise il broncio. « E dove lo trovi uno più focoso di me? In tutti i sensi...». Clary scoppiò a ridere. Persino in una situazione del genere Jace riusciva a strapparle un sorriso sincero.
La ragazza incrociò lo sguardo di lui.
« Prima non te l'ho chiesto...nella sala d'addestramento...» « Cosa? » « Che ne pensi? Di quello che ci ha rivelato mia madre...».
Il cacciatore si stese a pancia in su e Clary osservò il petto nudo alzarsi ed abbassarsi ritmicamente.
Dopo aver rischiato di perderlo così tante volte, il solo vederlo respirare era un balsamo per tutti i brutti ricordi che portava con sé.

« Penso che tu sia fortunata, Clary ». La ragazza si alzò dal letto e si avvicinò alla finestra. « Hai ragione. Lo sono. Ho una famiglia, ho te, mamma, Luke, Simon, ...e anche Isabelle, Alec, ...e ora ho scoperto di avere delle zie...» « Ehi! Non rubarti i membri della mia, però! Izzy e Alec sono miei! ». Clary si lasciò scappare un sorrisetto e alzò le mani. « Per carità! Non oserei mai! ». Jace la raggiunse accanto alla finestra e scostò le tende.

Un fascio di luce lunare filtrò all'interno della stanza.

« Cosa ti preoccupa? ». Jace riusciva sempre a capire cosa stesse pensando. « Che mamma dica di no a Maryse... che scelga di non cercarle per paura di restare ferita o di affrontare un'assenza di sedici anni...». Clary colse un guizzo divertito negli occhi di Jace.
Lo shadowhunter corse improvvisamente fuori dalla camera e lei restò sconvolta nel buio. Se n'era andato senza dirle nulla.
« Ma Jace! Che...». L'eco rimbombò tra le pareti vuote.

****************

Due colpi alla porta fecero sobbalzare Alec. Il cacciatore si stava asciugando i capelli scuri con un asciugamano bianco.
Se Magnus l'avesse visto senza phone e spazzola probabilmente si sarebbe infuriato.
Era passato ormai quasi un mese da quando si erano detti addio, e Alec aveva cominciato a riprendersi solo da pochi giorni.
Isabelle insisteva nel volergli far conoscere altra gente ma a lui non interessava nessuno, perchè nessuno era paragonabile a Magnus.
A volte pensava di aver scelto la persona sbagliata come suo primo vero amore.
Un uomo che aveva vissuto chissà quante epoche e avuto chissà quanti amori, non poteva essere la persona giusta per lui.
Più lo ripeteva allo specchio e più gli sembrava un'idiozia.

Andò ad aprire la porta e vi ritrovò inaspettatamente Simon.
« Tu? » « Si, lo so. Non ti aspettavi che fossi io...» « Successo qualcosa? » « Jace ». Alec strabuzzò gli occhi. « Sta bene? E' ferito?! ». Il vampiro scosse il capo. « Mi ha detto di dirti testuali parole: Ho un'idea folle e ho bisogno di te in biblioteca. Raggiungimi insieme a Simon ed Izzy ». Il ragazzo fece una breve pausa. « Pare che mi abbia preso per il messaggero dell'Istituto! ».
Alec sbatté la porta sul naso di Simon e lo sentì lamentarsi dall'altra parte. Si vestì in fretta e furia e uscì nel corridoio.
« Scusami! Non volevo...». Simon ridacchiò. « Se mi facessi male per una cosa del genere che razza di vampiro sarei? ». Alec sorrise. « Ah. Allora sei ancora capace di sorridere? Incredibile! ». Era la voce cristallina di Isabelle.
Simon la lasciò passare e osservò la scena. Alec era diventato rosso in volto e stava ignorando la presenza di sua sorella.

« Non sono affari tuoi, Izzy. E comunque si, so ancora sorridere! » « Buon per te! Farai conquiste! » « Isabelle! » « Che c'è?! ». Alec s'irrigidì e proseguì nel corridoio a passo svelto.
« Aspet...». Simon tenne ferma la spalla della giovane Lightwood. « Lasciami! » « No. Devi lasciarlo stare, Isabelle... Lo so che vuoi che tuo fratello stia di nuovo bene ma non è questo il modo di agire. Ha bisogno dei suoi tempi...».
Izzy rilassò le spalle e sospirò.
« Piantala di essere così saggio, Simon. Potrei abituarmici...». Il vampiro trattenne un sorriso imbarazzato e le sfiorò la treccia laterale. « Meglio se andiamo...altrimenti potremmo beccarci una brutta ramanzina da zio Jace! ».
« Simon? ». Il vampiro s'irrigidì di colpo. La voce di Jace proveniva dalle sue spalle. Si girò e incrociò gli occhi ambra dello shadowhunter.
« Mi hai appena chiamato zio? ». Simon si grattò il capo e fece spallucce. « Non dovevi essere in biblioteca? » « Non provare a cambiare discorso, Lewis! » « Ma stavo scherzando! Non essere suscettibile! ». Jace sbuffò e lo ignorò con un'alzata di mano.
« Seguitemi e fate silenzio ». Izzy e Simon incrociarono gli sguardi e annuirono obbedienti.

****************

Clary vide Alec arrivare di corsa nella biblioteca.
« Tu che ci fai qui? » domandò perplesso il ragazzo. « Vorrei saperlo. Simon è venuto a chiamarmi e mi ha detto di venire qui...» « Anche a me. Ha detto che Jace...».
La porta della biblioteca si aprì nuovamente.
« Ciao Alec! » « Jace! Si può sapere che cosa sta succedendo? ». Simon ed Isabelle chiusero la porta alle sue spalle.
« Credo di aver avuto un'idea brillante! ». Clary alzò gli occhi al soffitto e incrociò le braccia. « Quando dici una cosa del genere ci sono sempre azioni pericolose da mettere in atto. Non mi piace » « Clary ha ragione. Cos'hai in mente? Non voglio finire di nuovo nei guai...» « Simon, non fare la pecorella! » lo rimbeccò Jace. « Io non sono una pecora! » « Bee bee bee ». Il vampiro scattò in avanti e afferrò il colletto della camicia di Jace.
Isabelle intervenne.
« Lascialo su! Smettetela! Sembrate due bambini! » « E perlopiù state facendo un baccano infernale! » sbottò Alec.
Simon mollò la presa e Izzy lo tirò via per un braccio.

« Allora...se mi fate finire di parlare, una buona volta! ». Clary incrociò gli occhi di Jace e lo invitò a continuare.
« Dobbiamo sgattaiolare fuori dall'Istituto...». Alec alzò un sopracciglio scuro. « Quando e perchè? » « Domani notte. Andremo a cercare le zie di Clary...».
La ragazza sobbalzò a quelle parole.
« C..co...cosa? » « Hai capito bene. Jocelyn non ha ancora scelto e ho sentito Maryse darle tempo fino alla prossima settimana...» « E tu vuoi trovarle prima che lei decida? Potrebbe anche scegliere di cercarle! ».
Jace si sedette sul bordo della scrivania e dondolò le gambe.
« Questo è vero...però potrebbe anche scegliere di non chiamarle, proprio come temi che faccia. Ma io ho pensato... quale incentivo migliore della loro nipote per farle tornare? » « Potrebbe non fregargli nulla, lo sai! » « Clary...stiamo parlando della tua famiglia. Se hai preso anche solo un pizzico del loro essere allora sono sicuro che ti ascolteranno...e potrebbero aiutarci. Jonathan potrebbe attaccare da un momento all'altro. E cosa faremo noi? Resteremo inermi e ci faremo distruggere? ».
Nella biblioteca calò il silenzio.

Alec tamburellò le dita sul bracciolo di una poltrona. « E' una follia...».
Jace guardò il suo parabatai e aggrottò la fronte. « Se vuoi starne fuori fa pure» « Ha detto che è una follia...» intervenne Izzy. « Non che ne siamo fuori ».
Jace girò la testa verso Clary e attese trepidante.
La ragazza minuta scosse la cascata rossa di capelli e mormorò qualcosa. 
« Cos'hai detto? » domandò perplesso Jace.
« Ho detto...Qual'è il piano?! ». Clary accavallò le gambe e fece una smorfia.
Simon guardò ognuno dei presenti e fece una smorfia di disapprovazione.
« Maledetti voi shadowhunters amanti del pericolo...» sussurrò.
Clary scoppiò a ridere.
« Nessuno ha detto che sei costretto a venire con noi, Simon! ».
Il vampiro si sfregò le mani e sorrise.
« In questo caso, io vi lascio ai vostri oscuri piani...». Simon si mosse in direzione della porta. Una mano lo afferrò per la nuca.
« Non ci pensare proprio, pecorella. Ho bisogno anche di te ».
Jace lo costrinse a voltarsi.
« Ci stai, vero? ». Simon deglutì appena.

Si poteva dire di no a Jace Herondale?

Il vampiro sbuffò contrariato. « E va bene! Ci sto! ».

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Capitolo 4
*** A caccia di informazioni. ***


Capitolo 4 – A caccia di informazioni.

 


 

Robert Lightwood passeggiò nel corridoio diretto alla sala da pranzo. Alle sue spalle avvertì alcuni passi e si voltò.
Isabelle lo stava fissando. « Tesoro che ci fai qui? 
».
La ragazza pensò alla sera precedente e ai piani di Jace. 
Avevano deciso di comune accordo di partire senza farlo sapere a nessuno.
Dovevano ottenere più informazioni possibili sulle zie di Clary e portare il resoconto la sera della partenza.
Di certo non potevano viaggiare alla cieca. Un indizio, un'informazione in più, potevano essere essenziali.
« Izzy? Ci sei? 
». Robert agitò una mano per richiamare la sua attenzione. « Ti senti bene? ». Isabelle annuì e lo abbracciò forte. « Ehi! Tu che mi abbracci! Questo me lo dovrò segnare...» « Non fare lo sbruffone...». Robert carezzò i capelli sciolti di sua figlia e sorrise. « C'è qualcosa che vuoi chiedermi? Perchè mi seguivi? » « Non ti stavo seguendo...». Si distaccò e lo guardò. « Sono un po' preoccupata per Clary...». Da qualche parte doveva pur cominciare.

Non voleva ingannare suo padre ma che scelta aveva?

« Maryse mi ha raccontato...» « Pensi che Jocelyn deciderà di trovarle? » « Beh...sono passati quasi diciassette anni, tesoro. Sono davvero tanti...» « Ma per la famiglia non conta, giusto? Se tu dovessi separarti da noi per un tempo assurdo senza poterti opporre...il giorno in cui potresti tornare, torneresti giusto? ». Ad Isabelle tremò la voce. « Izzy...se hai paura che io me ne vada di nuovo...» « No, è solo che... Lascia stare. Insomma...questa situazione per Clary è dura. Venire a scoprire delle sue zie, non sapere cosa sceglierà di fare sua madre...». Robert annuì comprensivo.
« Sì, povera ragazza...gliene succedono una dopo l'altra. Eppure penso sia molto coraggiosa. Vuole sempre fare qualcosa per cambiare le cose...
».
Isabelle alzò gli occhi spazientita. Non era di Clary che voleva parlare.

« Mi chiedo...la notizia che Valentine è morto avrà fatto il giro del mondo da un pezzo...come mai non sono venute a cercare Jocelyn? 
». Robert si grattò il capo. « Molti Nascosti si tengono fuori dalle faccende dei Cacciatori, tesoro... e poi a quanto ho sentito di Liv non si hanno molte notizie, mentre Desdemona è una vampira che vive in solitaria insieme al suo piccolo clan, magari su un monte o qualcosa del genere...potrebbe non interessarsi a nulla di quanto accade nel nostro mondo...» « Nemmeno di quanto accade a sua sorella? » « Non lo so. Non ho risposte per queste domande...» « Tu le conoscevi? » « Le sorelle di Jocelyn? » « Chi altri sennò? » « Beh...non avevamo un gran rapporto ma sì, si può dire che le conoscessi...» « Com'erano? » « Delle promettenti Cacciatrici, questo è sicuro » « Peccato che le cose siano andate in modo diverso...” « Già ».
Robert sfiorò la guancia di sua figlia e sospirò.
« Sta vicina a Clary, okay? Siete buone amiche, no? 
» « Lei ha già Jace, Simon, Luke...» « E te. Un'amica è pur sempre un'amica. Tra donne dovreste comprendervi di più...» « Hai ragione. Grazie. Adesso andrò da lei...» « Brava bambina! ». Robert le schioccò un bacio sulla fronte e proseguì nel corridoio.
Isabelle sorrise debolmente e si avviò al piano di sopra.

La stanza di Clary aveva la porta spalancata e Isabelle sapeva che la ragazza aveva deciso di non pranzare.
Bussò entrando a piccoli passi e guardò il letto. Clary era seduta sul bordo con qualcosa tra le mani.

« Clary? Sicura di non voler mangiare? 
». La cascata di capelli rossi si mosse.
« Stai bene? 
». Isabelle si avvicinò e riconobbe il blocco da disegno tra le mani piccole della ragazza.
« Stavi disegnando? 
» domandò curiosa. « Credo di averlo fatto mentre dormivo...». Clary alzò lo sguardo su Isabelle e le porse il blocco. « Guarda...».
Izzy diede un'occhiata e sobbalzò.
« Somiglia a tua madre! 
» « Ma non è mia madre...». Isabelle osservò il ritratto e ne seguì i lineamenti.
La donna raffigurata aveva capelli di media lunghezza e di uno strano castano ramato.
Gli occhi avevano un'aria famelica e allo stesso tempo rassicurante. Due smeraldi sfumati d'oro.

« Credo sia mia zia...
» « Quale delle due? » « Forse Desdemona...non lo so. Le foto che mi ha mostrato mia madre sono piccole e in bianco e nero. Non saprei...» « Ma tu non le hai mai viste! E' incredibile...» « Sogni premonitori, ricordi? Non è certo la prima volta che mi succede...» « Ma disegnarlo è diverso! » « E' una novità anche per me ».
Isabelle sedette al fianco di Clary e le prese una mano.
« Sappi che sono qui per te 
». Clary parve sorpresa. « Lo so, Izzy. So che posso contare sull'aiuto di voi shadowhunters...» « No, sto dicendo che puoi contare su di me come...amica...» « Oh ».
Clary le rivolse uno sguardo carico di gratitudine.
« Grazie...sono felice tu sia qui 
».
Sorrisero in silenzio.

***************

Jace preparò le sue armi preferite sul fondo dell'armadio e lo richiuse in perfetto silenzio. Alec a braccia consorte lo stava osservando sulla soglia della porta.
« Alec smettila di fissarmi col broncio! E' un tantino irritante...
» « Il piano fa acqua da tutte le parti, lo sai vero? » « Beh...quale dei nostri piani è mai andato a buon fine? Magari avendone uno che fa pena ne verrà fuori qualcosa di buono! » « Non puoi davvero pensarla così...è da pazzi! » « E io sono pazzo. Non è una novità...» « So che vuoi riscattarti per quello che è successo con Sebastian...ma non puoi prendere decisioni avventate e buttarti nella mischia come sempre! Dovresti andare nella Città di Ossa e scoprire qualcosa di questo fuoco...» « L'ho già fatto. I Fratelli Silenti non hanno risposte! » « Ma le stanno cercando...» « E potrebbero volerci mesi, anni, magari secoli! Loro sono immortali, io non ho tutto questo tempo...».
Alec abbassò il capo incapace di replicare. Jace osservò il suo parabatai e gli appoggiò la fronte sulla sua.

« Prometto che saremo cauti, fratello 
». Alec si lasciò scappare un sorriso. « Non lo siamo mai. E' una promessa stupida, Jace ».
Il ragazzo biondo si distaccò.
« Devi sempre rovinarmi le frasi ad effetto, eh? 
» « Sempre! Altrimenti chi metterà un freno al tuo egocentrismo? ». Si diedero pacche confortanti.
« Adesso ci serve Luke. Lui vuole di sicuro che Jocelyn ritrovi le sorelle...altrimenti avrebbe tenuto questa storia per sé...
». Alec era d'accordo. « E' in sala da pranzo. Andiamo! ».
Jace chiuse la porta della sua stanza e raggiunse Alec giù per le scale.

Incontrarono Maryse sul pianerottolo. « Ciao mamma! » « Ciao Maryse! » « Avete una gran fame, eh?! ». I ragazzi sorrisero e si dileguarono nella grande sala.
Un tavolo di legno largo e lungo capeggiava nel centro. La tovaglia verde acido lasciava risaltare i piatti caldi e fumanti.
Jace diede una gomitata ad Alec e indicò Luke in fondo.
« Vado a parlarci io, tu mangia. Sembri un fantasma! 
». Alec arrossì imbarazzato. « Dovresti avere più cura di te stesso ». Sapeva che Jace aveva ragione. « Va bene. Ci proverò ». Si scambiarono uno sguardo d'intesa, e Alec andò a sedersi accanto a Jordan e Simon.
Jace s'infilò nella sedia accanto al licantropo e finse di essere interessato al cibo.
Trangugiò pagnotte di pane come fossero caramelle e assaggiò una minestra di verdure bollente. Si scottò la lingua e imprecò.

« Vacci piano, ragazzo! Bevi un po' d'acqua...
». Aveva ottenuto l'attenzione di Luke. Bene.
Bevve un gran sorso e posò il bicchiere sul tavolo.
« Grazie Luke! 
» « Di nulla...».
Jace lo guardò per un istante. I suoi occhi sembravano stanchi e spenti. Oltretutto non era seduto accanto a Jocelyn, che invece sedeva dall'altra parte del tavolo insieme a Maia.
Il ragazzo aggrottò la fronte.
« Luke? 
». Il licantropo si voltò. « Si? » « Avete litigato? ».
Luke capì al volo e abbassò lo sguardo.
« Siamo solo in disaccordo. Niente di che...
» « Riguardo le sue sorelle, vero? ». Luke annuì. « Non vuole incontrarle? » « Si. Solo che ha molta paura. E un po' posso capirla...è successo anche a me con mia sorella Amatis » « Ma loro si sono separate essendo consapevoli delle conseguenze...» « Ti sbagli, Jace. Si sarebbero dovute incontrare di nuovo come shadowhunters...».
Il giovane fu assalito dai dubbi.

« Aspetta... Non vorrai dirmi che non vuole cercarle solo perchè non sono più...
» « No, no! ». Luke accostò la sedia e abbassò il tono di voce. « Ha il terrore di non ritrovare più le sue sorelle. Che i cambiamenti siano stati troppo eccessivi...» « Simon è rimasto lo stesso idiota di sempre, solo che ora ha i super poteri » lo indicò. « Quindi perchè dovrebbe essere diverso per loro? ». Luke si grattò leggermente la barba. « Liv ha scoperto di essere loro sorella per metà, è una Strega. La verità della sua esistenza potrebbe averla cambiata. Forse Dess non è cambiata...però non tutti i vampiri ricordano esattamente la loro vita umana, sai? » « Dess? » « Sì, è il nomignolo di Desdemona. La chiamavamo così...».
Jace sussurrò appena.
« So che molti vampiri si trasformano in bestie assetate di sangue...e i loro ricordi vengono stravolti...
» « Questo non è successo a Dess » « Come fai ad esserne così sicuro? ». Luke assunse l'espressione tipica di qualcuno colto con le mani nel sacco. Jace decise di metterlo alle strette. « Tu sai qualcosa che non hai detto, vero Luke? Parla! ». Il licantropo s'irrigidì. « Altrimenti? » « Altrimenti mi metterò a saltare sul tavolo e urlerò che sai qualcosa che non vuoi dire e...».
Luke gli tappò la bocca e lo trascinò fuori dalla sala cercando di non dare nell'occhio.
Jace riprese fiato e guardò Luke.
« Quello che ti dirò deve restare tra di noi, hai capito?! 
». Il giovane shadowhunter sorrise beffardo. « Certo Luke. Dì pure ».
Il licantropo camminò avanti e indietro.
« Jocelyn non ha voluto sapere nessun dettaglio da Tessa per quanto riguarda Desdemona...ha solo preso l'indirizzo e se n'è andata. Io invece ho pensato di chiedere qualche altra informazione...
» « Cos'hai scoperto? ». Luke tentennò per diversi secondi. « Tessa mi ha detto che ha incontrato Dess un paio di volte. Vive molto lontano da qui... E' a capo di un clan di vampiri che vuole vivere pacificamente » « Vampiri pacifici. Questa si che è buona! » « Desdemona è sempre stata una persona molto responsabile...penso sia rimasta la stessa » « Era una cacciatrice una volta. Noi cacciatori non siamo propriamente pacifisti, Luke » « Ha sempre combattuto nel giusto. Non ha mai voluto far parte del Circolo...» « Dev'essere stata una donna forte per aver resistito all'influenza di Valentine » « Una donna intelligente ».
Jace si appoggiò alla parete del corridoio.
« Dov'è che si trova di preciso? 
» « Perchè vuoi saperlo? » « Curiosità. Sai che ne sono affetto dalla nascita! ». Luke sorrise. « Non se ne parla. E' meglio che questo rimanga segreto. Se Jocelyn sceglierà di...» « Ma se scegliesse di non cercarle? Se ti sei informato è perchè conti di convincerla. O mi sbaglio? ». Il licantropo incrociò le braccia. « Non ti sbagli. E' mia intenzione convincerla, è vero. Lo faccio per il suo bene, Jace. La paura non ha mai aiutato nessuno...e Jocy si sta facendo controllare da essa. Dopo aver rischiato tutto, non riesce più a...». Jace capiva. Comprendeva quanto costasse dover mettere di nuovo tutto in gioco. Sé stessi, le persone amate...

Il suo pensiero volò a Clary.

« Tranquillo Luke. Sono certo che riuscirai a farle cambiare idea...non preoccuparti. Nel frattempo vedi di fare un buon lavoro con il Conclave! Abbiamo bisogno di ordine, collaborazione, e di un uomo che sappia guidarci tutti...un uomo come te ».
Le guance di Luke si colorarono. Guardò il ragazzo e gli scompigliò i capelli.
« Ehi!” « Stai crescendo...
» « Vuoi dire che più cresco più divento bello e affascinante? ».
Jace sfoderò un enorme sorriso e Luke non poté fare a meno di sorridere.
« Sei il solito 
» disse infine.

****************

Jordan diede una gomitata a Simon e il vampiro sobbalzò. « Che fai? Mi picchi? ». Il licantropo sbuffò divertito. « Sei una femminuccia! » « Ma tu mi colpisci all'improvviso! » « Era un'innocente gomitata! » « Si, vabè. Niente nel tuo pelo trasuda innocenza. Ti sei fatto il bagno stamattina? » « Può garantirlo Maia per me...». Jordan gli fece l'occhiolino e la ragazza divenne paonazza.
Simon fece una smorfia di finto disgusto. « Per favore, risparmiami i dettagli...
» « Come se tu non avessi dettagli di qualcun'altra nella tua testa, eh! ».
Simon cercò Izzy con lo sguardo ma non la trovò.

« Diciamo che tra di noi le cose non sono proprio chiare...
». Jordan gli diede uno schiaffo leggero sulla fronte. « Ancora?! Svegliati! » « La vuoi smettere di picchiarmi?! » « Tanto non ti fai male! » « Non è un buon motivo per mettermi le mani addosso! ».
Alec al loro fianco rise.
« Ha ragione, Jordan. Non è una scusa valida. Gli ho già sbattuto la porta sul naso e sapessi i lamenti che ho udito! 
». Il licantropo e il cacciatore cominciarono a ridere fragorosamente.
Simon incrociò le braccia e sbuffò.
« Antipatici! Vi siete alleati contro di me! 
» « Beh adesso possiamo picchiarti perchè non hai più il marchio di Caino! » urlò Jordan.
Il vampiro si spinse all'indietro e balzò giù dalla sedia.
« Non pensateci nemmeno per sogno! Non avrò il marchio ma so scappare molto, molto, molto velocemente! 
».
Jordan e Alec si scambiarono un'occhiata complice.
« Vieni qui, piccolo vampirello tenero e succoso! 
». Il licantropo scattò in avanti e ridacchiò.
Simon arretrò e sbatté contro uno scaffale. Alec si piegò in due dalle risate.

« E menomale che eri veloce! Veloce a sbattere contro i mobili? 
». Simon si raddrizzò e fece l'indifferente.
« Che cosa ridicola! Io non sbatto da nessuna parte! 
». Tutti i presenti cominciarono a ridere.
« Ma certo! Prendiamo in giro il vampiro nerd e imbranato! 
».
La porta della sala si spalancò.
« Chi è che ti sta prendendo in giro?! 
». Isabelle era comparsa sulla soglia insieme a Clary.
« Mah...diciamo un po' tutti! 
» rispose Simon divertito.
Izzy rise.
« Qualcuno vuole assaggiare qualche colpo della mia frusta?! 
». Jordan diede una gomitata a Simon. « Le cose tra di voi mi sembrano piuttosto cristalline! ». Il vampiro sorrise. « Forse »
 

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Capitolo 5
*** Piano di fuga. ***


Capitolo 5 – Piano di fuga.

 

 

 

« Posso parlarti? ». Jocelyn avvertì la mano calda e rassicurante di Luke sulla spalla. Alzò gli occhi su di lui e annuì debolmente.
Gli ultimi giorni l'avevano ridotta quasi ad un fantasma. Mangiava poco e la sua mente era sempre altrove.
Poteva quasi sentire la risata beffarda di Sebastian che la tormentava.

Luke le cinse i fianchi con il braccio e la condusse fuori dalla sala da pranzo.
La sera precedente avevano discusso pesantemente e da allora non si erano più rivolti la parola.
Il licantropo si grattò la folta barba in preda al nervosismo e portò Jocelyn nella biblioteca.
La donna si fece trascinare senza alcun problema e una volta giunti a destinazione si lasciò sprofondare in una sedia.

« Di cosa vuoi parlare? » gli chiese d'impeto. Non era in vena di giri di parole.
« Lo sai di cosa voglio parlare, Jocy ». La shadowhunter poggiò i gomiti sulle ginocchia e si curvò pensierosa.
« Hai intenzione di litigare ancora? » « No...». Alzò lo sguardo su Luke. « E allora cosa vuoi? ».
Luke afferrò una sedia e la mise difronte a quella di Jocelyn. Si sedette in silenzio e le prese le mani.

« Jocelyn, c'è qualcos'altro che devo sapere? Mi nascondi...qualcosa riguardo le tue sorelle? ». La cacciatrice avvertì un brivido lungo la schiena.
« Cosa te lo fa pensare? ». Luke fece un grosso respiro, come se le parole faticassero ad uscire.
« Non so...è una sensazione. Sei sempre stata sincera con me...ma sento che c'è qualcosa di poco chiaro...». Jocelyn lo guardò dritto negli occhi.
« E' complicato. Non ti sto nascondendo nulla, Luke. Ma ho pensato che la mia scelta avrà delle conseguenze...» « Tesoro, tutte le scelte ne hanno...» « Lo so. Sono passati quasi diciassette anni, Luke. Non si tratta di una manciata di giorni, capisci? Magari loro hanno costruito una vita e non hanno...». Jocelyn s'interruppe trattenendo le lacrime.
Luke le carezzò una guancia.
« Pensi che non abbiano bisogno di te, vero? Eppure avete fatto una promessa...sull'Angelo. Non è cosa da poco, e lo sai... Dovresti incontrarle anche solo per tenere fede alla promessa, per dimostrare che sei una donna che mantiene la parola. Non credi? ».
La limpidezza che traspariva nella voce di Luke era qualcosa alla quale Jocelyn non poteva essere indifferente.
Era sempre lì pronto a sostenerla.
« Invece di preoccuparci di tutto questo dovremmo ubriacarci e pensare a quale centrotavola stia meglio sulle tovaglie di pizzo! ».
Luke restò interdetto per alcuni secondi prima di scoppiare a ridere.

« Risolveremmo qualcosa? » « Non credo. Eppure vorrei poterlo fare, capisci? Vorrei poter trascinare Clary nei negozi, farle scegliere uno splendido abito da damigella...vorrei preoccuparmi di chi far sedere vicino a chi, di quale location scegliere...di tutte queste idiozie! ».
Il licantropo s'inginocchiò dinanzi a lei e le carezzò il dorso della mano destra.
« Vorrei poterti dare tutte queste cose, Jocy. Vorrei regalarti la serenità che desideri...vorrei che fosse durata più di questi diciassette anni. Ma siamo ciò che siamo, non apparteniamo al mondo dei mondani...
So che sei stanca di combattere, sei scappata da Valentine per tutto questo tempo, e ora c'è quell'altro infimo essere...ma non puoi perdere la speranza ora. Non sei stufa di vederti portar via la pace? 
».
Jocelyn poggiò la sua fronte su quella di Luke e sospirò.

« L'unico modo per riaverla è combattere? E' andare in guerra? ». Luke le sfiorò i capelli rossi e sorrise. « Siamo già in guerra, tesoro. Dobbiamo soltanto scegliere come agire...e tu hai in mano la pedina che compirà la prossima mossa ».

Jocelyn abbassò il capo e si perse nei proprio ricordi.

****************

Isabelle sciolse i capelli e li spazzolò vigorosamente guardandosi allo specchio.
Aveva preparato le sue migliori armi in una borsa scura da mettere a tracolla, e nel frattempo stava pensando a come conciarsi per la 'grande missione', così l'aveva definita Jace.
Izzy sapeva che si sarebbero cacciati tutti nei guai una volta scappati dall'Istituto, ma se poteva rendersi utile in qualche modo allora avrebbe rischiato anche una severa punizione.
Conosceva il valore della famiglia. Ricordava tutte le volte in cui Alec si era ritrovato faccia a faccia con la morte e lei aveva temuto di perderlo per sempre, proprio com'era successo con Max...
Sentì gli occhi divenire lucidi e costrinse sé stessa a reprimere le lacrime. Il suo fratellino non avrebbe sopportato di vederla piangere come una bambina. Lui era coraggioso, e lei sarebbe stata una roccia. Doveva esserlo.
Avrebbe aiutato Clary a ritrovare parte della sua famiglia, lo aveva promesso a sé stessa.
Dopo aver trascorso il pomeriggio a far domande in giro, aveva passato il resto della giornata chiusa in camera a preparare il necessario.
Isabelle era un po' triste all'idea di dover ripartire ancora e lasciare la sicurezza che le infondevano le pareti dell'Istituto.
Ma con Sebastian pronto a tramare nell'ombra nessun luogo sarebbe più stato sicuro.

Un colpo secco la fece sobbalzare dalla sedia. La Cacciatrice volse lo sguardo alla finestra chiusa e riconobbe il volto di Simon.
Scosse la testa fingendo stupore.
Ormai erano settimane che Simon le faceva visita in quel modo. Era un abitudine che cominciava a piacerle molto.
Andò ad aprire la finestra e sbuffò.
« Ancora?! ». Il vampiro appollaiato sul davanzale le sorrise. « Finché non ti deciderai a dirlo ai tuoi! ». Isabelle gli afferrò il colletto della felpa e lo fece ruzzolare sul pavimento della stanza.
« Quando la finirete di maltrattarmi! Prima Jordan, poi tuo fratello...anche tu ora? ». Il suo tono era ironico, Simon scherzava sempre. E questo le faceva bene.
Trattenne la risata per non dargli soddisfazione, dopotutto Izzy voleva conservare la sua bella facciata d'orgoglio.
Simon si rimise in piedi senza troppi problemi e notò la borsa nera sul pavimento.

« Pronta per partire? » « Hanno mandato te per venirmi a riferire i dettagli? » « Certo che no! Io sono qui perchè...beh...». Impacciato come al solito, pensò Isabelle. « Perchè? » lo incalzò. « Volevo sapere come stavi...». La ragazza sbatté gli occhi sorpresa.
« Sapere come sto? » « Si...sei stata in camera tutto il giorno, Clary pure... E io detesto non sapere niente! E detesto i silenzi! ». Simon si appoggiò alla scrivania e incrociò le braccia. Le labbra curve in una smorfia.
Isabelle afferrò la borsa e l'appoggiò sul letto.
« Se pensi che io e Clary abbiamo discusso levatelo dalla testa. Tra di noi è tutto apposto, abbiamo persino parlato di te! ». Simon sembrò arrossire nella penombra. « Di me? E di cosa in particolare? ».
Isabelle chiuse la zip del borsone e infilò alcune piccole lame negli stivali alti. 
« Nulla di che...» le piaceva stuzzicarlo. « E dai! » « Niente da fare. Non te lo dico! ».
Simon scattò in avanti oscurandole la visuale con la propria figura alta e slanciata. 
« Ma che fa...». La sollevò prendendola per i fianchi e la sbatté alla parete.
« Vediamo se così parli...» « Non sei il primo che fa una cosa del genere, voi uomini tutti uguali! ». In tutta risposta Simon infilò le dita gelide sotto la maglia e le solleticò i fianchi sodi.
Isabelle scoppiò in una risata e lo spinse via con una ginocchiata nel petto.

« Questa mi è nuova! » « Visto? Non smetto mai di sorprenderti! ». Era vero. Simon poteva essere la cosa migliore che le fosse mai capitata.
Ovviamente avrebbe tenuto quel pensiero per sé stessa fino alla fine dei suoi giorni.
Ammettere una cosa del genere? Mai!
Isabelle Lightwood non poteva mostrarsi come una sdolcinata romantica.

****************

« Continuo a pensare che sia una follia...»
« Alec! »
« Che c'è?! Dico solo quello che penso...»
« Quello che pensi è stupido! »
« Grazie fratello! Davvero molto gentile! »
« Se pensi che io abbia pietà di te solo perchè sei il mio Parabatai ti sbagli di grosso! »
« Cosa vorresti dire, Jace? »
« Non fare la femminuccia! »
« Io? Solo perchè non voglio che finiamo tutti dritto nella bocca dell'Inferno?! »
« Abbassa la voce! ».

Clary sbatté il blocco da disegni sul lungo tavolo della Biblioteca.
La discussione s'interruppe all'istante.
« Mi state facendo pentire di tutta questa assurda decisione...» sussurrò tra sé e sé.
« Clary non...» « Chiudi il becco Jace! E chiedi scusa ad Alec! ». Lo shadowhunter abbassò il capo e diede una gomitata al suo parabatai. « Mi dispiace per averti dato della femminuccia...» « E' buffo che tu me lo abbia detto perchè non sono io quello che passa venti minuti al bagno solo per aggiustarsi la chioma bionda...». Jace s'illuminò in un sorriso divertito. « Non posso darti torto! ».
Clary ritornò alla sua solita calma e osservò tutti i presenti.
« Allora...avete visto bene il ritratto che ho creato...Non ricordo di averlo disegnato o di aver sognato mia zia ma...quella è senza dubbio Desdemona » « Cercheremo lei per prima, giusto? » domandò Izzy.
« Sì. E' l'unica di cui abbiamo maggiori notizie...Liv sembra essersi dissolta...» « Forse dovremmo parlare di Liv con quella tipa...Tessa Gray? Si chiama così? » intervenne Jace. « Luke ti ha detto tutto ciò che sapeva, ne sono certa. Non penso che ci sarebbe d'aiuto...e se ci presentassimo lì da lei potrebbe subito avvertire mia madre o Maryse...» « In effetti è meglio tenere le nostre madri il più lontano possibile...» concluse Alec.
Clary diede un'altra occhiata al disegno sul blocco e tamburellò con le dita su di esso.

« Come credete di muovervi? Dalle informazioni che abbiamo Desdemona si trova in un posto isolato...insieme al suo Clan di vampiri...» « Motivo per cui abbiamo bisogno di te, Simon! ». Il vampiro incrociò gli occhi di Jace e sospirò.  « Cos'hai in mente? ».

Jace si sedette e srotolò una pergamena che sapeva di muffa.
« Dove l'hai presa questa? » domandarono all'unisono Alec ed Isabelle. « Un piccolo dono dei Fratelli Silenti! » « Dono? O un prestito a loro insaputa? ». Clary lo ammonì con lo sguardo. « Certo che no! Mentre vi preparavate sono tornato nella Città di Ossa con la scusa di farmi esaminare ancora...e dopo essermi sottoposto ad una tecnica al quanto superficiale ho chiesto se potevo dare un'occhiatina nei loro archivi...» « E vuoi farci credere che te lo abbiano semplicemente lasciato fare? » domandò scettico Alec. « Diciamo che speravo di sì...» « E così l'hai rubata?! » « Cara Izzy...sempre a pensar male di me, eh? » « Allora arriva al punto e sbrigati! » « Stavo per arrendermi. Sono uscito dalla Città di Ossa e stavo attraversando il Cimitero...».

Restarono tutti col fiato sospeso.

« E qualcosa mi ha colpito alla schiena! Mi sono girato di scatto e la pergamena era lì! » « Si, certo! E io sono il miglior Cacciatore della storia! Ma per piacere! » « No, Alec. Non potrai mai fregarmi il posto! ». Jace ridacchiò e tirò un biglietto fuori dalla tasca dei pantaloni. « Insieme al rotolo c'era questo...». Simon afferrò il pezzo di carta e lo lesse con voce solenne.

Spero che questo sia ciò che stavi cercando, dovrebbe portarti dove vuoi”. Il vampiro fece una pausa.
Buona fortuna. Firmato Fratello Zacharia!”.

« Uno dei Fratelli Silenti? » «Forse ti ha scavato nella mente e ha visto cosa volevi...ma perchè aiutarti? » chiese Clary.
« Magari ha una cotta per me? »
 « Questa cosa è sospetta, Jace...» « Cosa? Che io possa risvegliare emozioni in un Fratello Silente o che lui mi abbia aiutato? ».
Alec lo fulminò con lo sguardo. Jace fece spallucce e Clary rise. « 
Lo so, lo so. Non sono così stupido. Sono tornato indietro...ho chiesto di questo Zacharia...» « E? ». Clary si sporse alle sue spalle in attesa di risposta.
« Quel nome apparteneva a qualcuno che non è più un Fratello Silente...» « Dici sul serio?! » « Si, la firma era autentica, me l'hanno confermato...ma non perdiamo tempo con i casini della Città di Ossa...guardate qua...».
La pergamena mostrava una vasta area di paesaggi, alcuni immersi fra le montagne e le colline, altri in città.
Jace indicò una determinata zona.

« Galles? » « Sì, proprio il Galles. Credo sia il posto dove possa essersi rifugiata Desdemona...» « Come fai ad esserne certo? » « Non lo sono...ma questa mappa indica i vari luoghi in cui ci sono Clan importanti...» « Di vampiri? » domandò curioso Simon. « Esatto...c'è anche segnato quello del Dumort, vedete? ». Jace indicò un punto poco lontano dal centro di New York.
« E perchè proprio il Galles? » « Perchè tra tutti i posti in cui si trovano i Clan, il Galles offre più riparo, silenzio, pace...tra le montagne. Se Desdemona voleva starsene per conto suo...» « Avrà pensato di andare a fare la boscaiola? » chiese Simon divertito.
Jace ignorò volutamente la battuta.
« Ci sono due Clan nel Galles. Uno più al centro e uno più al Nord... Dovremmo controllare entrambi ».
« E Simon? Cosa dovrebbe fare? » domandò Clary alle sue spalle. « Simon è un vampiro » « Wow Jace! Hai appena fatto la scoperta del secolo! » « Tieni a bada i canini. Dovrai fingere di volerti unire ad uno di quei Clan...e dall'interno chiederai informazioni su Desdemona...» « Cosa?! Dovrei fare da esca? Vi ricordo che non ho più il Marchio di Caino! Potrebbero farmi a pezzi e...».
« Avevi ragione Alec, dovevo chiamare lui femminuccia! ». Alec rise insieme al suo parabatai. « Smettetela voi due! ». Clary affiancò il suo migliore amico e gli appoggiò una mano sulla schiena. « Non ti costringerò a farlo...» « Ho alternative? Se non lo faccio sarò un codardo...» « Simon! Io non lo penserei mai! ».
« Lo farò ». Nella Biblioteca calò il silenzio.
Il vampiro carezzò i capelli di Clary e le rivolse il suo sorriso migliore.
« Per te, per tua madre, per Luke...siete come una famiglia per me. Se posso essere d'aiuto allora farò il possibile...».
Jace provò un accenno di ammirazione per quel ragazzo piombato nel caos e diventato così forte nel giro di pochi mesi.

« Possiamo contare su di te? ». Simon strinse un pugno e lo indirizzò sul volto angelico del Cacciatore.
Jace piombò al suolo soffocando le risate.
« Bel colpo, denti aguzzi! » « Questo è per avermi chiamato femminuccia! » « Lo immaginavo! ». Izzy incrociò le braccia spazientita. « Uomini! Sempre i soliti...».

Poco dopo l'orologio dell'Istituto rintoccò la mezzanotte.
Clary sfiorò i fianchi di Jace e lo attirò a sé. « E' ora...» « Lo so. Sei pronta? ». La ragazza minuta guardò i suoi compagni d'avventura e prima di parlare fece un grosso respiro.

« Sono pronta. Andiamocene da qui prima che ci ripensi ».

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Capitolo 6
*** Spiacevoli imprevisti. ***


Capitolo 6 – Spiacevoli imprevisti.

 

 

 

Simon balzò dalla finestra del primo piano con estrema agilità, atterrando con grazia dinanzi alle scale dell'Istituto.
« Esibizionista...» mugugnò Izzy. Clary si aggrappò ai cornicioni più piccoli e saltò con foga atterrando fra le braccia di Jace.
I due si scambiarono un'occhiata complice e sorrisero.

« Smettetela di fare i piccioncini...dobbiamo sbrigarci ». La voce di Alec non era carica di gelosia come lo sarebbe stata tempo fa, pensò Clary. Era solo irritata.
« Clary sei sicura di riuscire ad aprire un Portale senza far troppo baccano? »
« Vorresti dire che sono una chiassosa? »
« No, non volevo dire...»
« Ti farò vedere! »
« Clary aspet... »
« Lasciala fare Jace, la piccolina è più in gamba di quanto tu creda ». Jace incrociò gli occhi di Izzy e annuì.
« Lo so... »
« E poi è molto determinata »
« So anche questo. Smettila di dirmi cose che so già! ». Isabelle arricciò il naso e controllò le finestre chiuse dei piani superiori.
« Per ora dormono tutti...dobbiamo sbrigarci, nostra madre ha il sonno leggero...e poi so che Jocelyn non dorme da un po' , per non parlare di Luke che potrebbe sentirci benissim...». Jace poggiò una mano sulla bocca del suo parabatai e gli impedì di parlare ulteriormente.
« Se continui a parlare ci sentiranno... ». Alec fece spallucce e allontanò la mano inguantata di Jace. « Si, signore ».
Clary raggiunse il cancello dell'Istituto e cominciò a tracciare le rune per un Portale.
Simon al suo fianco la osservava in silenzio.

« Se hai qualcosa da dire dilla, Simon ». Raramente il vampiro riusciva a starsene zitto per più di qualche minuto.
Poco dopo sembrò aver trattenuto le parole per un'eternità.
« Se dovesse accadermi qualcosa... ». Clary tracciò un'altra runa con lo stilo e alzò gli occhi sull'amico.
« Ma di che cosa stai parlando?! »
« La mia mente sta passando in rassegna tutte le possibili conseguenze di questo piano... »
« Pensi che ti lasceremo da solo? Che non ti aiuteremo se i vampiri del Clan dovessero... »
« Potreste non arrivare in tempo e... ».
Simon s'inginocchiò accanto a lei e le carezzò i capelli.
« Se, e dico se...baderai ad Isabelle per me? ». Clary fu tentata di controbattere ancora ma quando notò l'espressione dell'amico si ammutolì. Stava dicendo sul serio.
La ragazza deglutì appena e gli poggiò una mano sulla spalla.
« Te lo prometto ».
Simon si rilassò leggermente.
« Grazie... ».
Clary completò il cerchio di rune e si rimise in piedi scrollandosi il terriccio di dosso.

« Okay, ci sono...allontanati da qui, Simon ». Il vampiro scattò qualche metro più in là raggiungendo il gruppo di Cacciatori.
Clary rilassò le spalle e concentrò il potere delle rune per aprire il Portale.
Un cerchio luminoso cominciò a prendere forma sul cancello dell'Istituto, mentre un grido giunse tuonante alle spalle degli Shadowhunters.

****************

« E' Luke!” gridò allarmato Jace. « Cosa facciamo? »
« Come ha fatto a... ».
« Alec avrà parlato troppo! ».
« Non dire assurdità! ».
« Chiudete il becco! Entrambi! ». Isabelle srotolò la sua frusta e la fece schioccare sul terreno. Piccole zolle si sollevarono crepitando.
« Izzy! »
« Non gli farò del male, Clary...ma non può mandare a monte il nostro piano ».
« Aspettate! ». La voce di Luke somigliava ad una lieve supplica.
Clary intimò ad Isabelle di abbassare la frusta e guardò in direzione del licantropo.

« Luke, cerca di capire...dobbiamo fare questa cosa ».
L'uomo si passò una mano tra i capelli e sollevò le braccia in alto.

« Non voglio fermarvi! ». Jace inarcò un sopracciglio dubbioso.
« E cosa vuoi allora? » gli domandò Simon d'impeto.
Luke si avvicinò di qualche altro passo e sventolò un biglietto nell'aria.

« Questo potrebbe esservi utile per la vostra ricerca...». Il licantropo allungò la mano verso di loro.
Clary bloccò Jace con un braccio e lo sorpassò correndo in contro a Luke.

« Cos'è? ».
« State andando a cercare tua zia, o mi sbaglio? ».
Clary abbassò il capo.
« Si...potrebbe sembrare una follia ma Sebastian potrebbe...e noi abbiamo bisogno di aiuto...e...la mamma....stiamo parlando anche della mia famiglia, Luke! Non metterti contro di me...per favore ».
Il licantropo le poggiò le mani sulle spalle e le diede un leggero bacio sulla fronte.

« Non ti fermerò... questo è l'indirizzo che Tessa ci ha fornito su Dess...» le porse il biglietto.
« Prendilo e trovala ».
Clary restò a bocca aperta.
« Non ci fermerai? Perchè? ».
Luke si lasciò scappare un sorriso.
« Perchè hai ragione. E' la tua famiglia, le tue radici...è giusto che tu faccia il possibile per trovarle. Mi prenderò cura di tua madre...».
« Luke io non so che dire...immagino di doverti ringraziare ».
« Torna a casa sana e salva, Clary. Tornate tutti...mi hai sentito? ».
« Non so cosa accadrà ma farò del mio meglio ».
« Come sempre...ora dovete andare, Maryse e Jocelyn stanno arrivando...». Clary infilò il biglietto nella tasca dei pantaloni e raggiunse i suoi amici.
« Dobbiamo andare, ora! ».
« Ma Luke... ».
« Non ora Simon! Dobbiamo filarcela da qui! ».
Il gruppo cominciò a correre in direzione del Portale mentre una leggera pioggerella iniziava a bagnare il terreno.


« Clary! ».
« Izzy, Alec, Jace! ».

I giovani Cacciatori si voltarono all'unisono riconoscendo le voci delle proprie madri.
Alec si girò di scatto mordendosi un labbro e chiedendo perdono in silenzio. Jace salutò Maryse con un gesto della mano e un sorriso beffardo stampato sul volto.
« Disgraziato! Sempre nei guai....».
« Fermatevi subito! Dove state andando?! ». La voce di Jocelyn surclassò quella di Maryse.
Clary incrociò gli occhi stanchi e infossati di sua madre.
« Mi dispiace! » le urlò sconfortata. « Mi dispiace tanto mamma! ».
Jace afferrò la piccola mano di Clary e le sorrise per incoraggiarla.
« Facciamo questa pazzia, dolcezza ».
La ragazza gli diede un piccolo pugno sulla spalla.
« Non chiamarmi dolcezza, non sono un biscotto! ».
« Ragazzi giù! ». L'avvertimento di Isabelle arrivò giusto in tempo.
Una freccia sfiorò i capelli rossi di Clary e si scagliò a pochi centimetri da lei. Alec riconobbe la manifattura delle frecce e si voltò a guardare sua madre.

Maryse aveva appena lanciato una freccia contro Clary?

« Non costringetemi a tirarne un'altra! » urlò severa la donna. « Tornate immediatamente indietro! ».
Izzy guardò suo fratello con evidente sorpresa. « Non pensavo sarebbe arrivata a tanto... ».
Jace individuò Jocelyn con la coda dell'occhio. La donna aveva tirato fuori il suo stilo e la lama angelica, acquattata di lato e pronta ad agire.

« Clary tua m...».
« L'ho vista...saltate nel Portale, ora ».
« Non senza di te, dobbiamo saltarci insieme...altrimenti qualcuno potrebbe perdersi e sarebbe... ».
« Jace, non hanno alcuna intenzione di lasciarci andare via. Non dopo tutto quello che abbiamo passato... ».
« Maryse ti ha appena sfiorata con una freccia! ».
« Credi non me ne sia accorta?! Ma vuole soltanto proteggervi... ».
Clary avvertì un battibecco alle sue spalle e notò che Alec ed Izzy avevano smesso di correre.

« Cosa fate? Dobbiamo andare via! ».
Alec girò la testa di lato e sorrise a Clary.
« Mia madre mi ucciderà per questo affronto ». Il ragazzo recuperò il suo arco appeso alle spalle e mirò verso Maryse.
« Alec cosa fai... ».
« Non preoccuparti Izzy ». Lo giovane Shadowhunter tese la corda dell'arco e lanciò una freccia.
Maryse fu costretta a rotolare di lato e a sporcarsi col terreno bagnato.
La freccia si conficcò sulla parete dell'Istituto.

« Alec! Come hai osato?! ».
Il ragazzo legò in fretta il proprio arco sulle spalle e afferrò la sorella.

« Ora! ».
Isabelle vide un guizzo alla propria sinistra e poco dopo Jace le si parò difronte.
Il ragazzo aveva appena parato un colpo di Jocelyn!

« Raggiungete Clary! ».
Izzy spinse Alec a correre e schioccò la sua frusta attorcigliandola alla caviglia di Jocelyn.

« Mi scusi! ». Tirò la frusta con foga e la donna ricadde a terra.
« Izzy! Ti avevo detto di andare! ».
« Non prendo ordini da nessuno...dovresti saperlo ». Isabelle alzò il capo fiera e ritirò la sua frusta riprendendo la corsa verso il Portale.
Jace la guardò con un misto d'ammirazione e di nausea.
« Certo certo. Sempre la prima donna deve fare! ».
Il ragazzo infilò la lama angelica nella cinta e si mosse.
Una presa ferrea lo agguantò ad una gamba. Jace abbassò gli occhi. 
« Lasciami andare Jocelyn...».
« Quante volte dovrai mettere in pericolo mia figlia? ». Quella domanda trapassò Jace come la spada di Raziel. L'ultima cosa che desiderava era di ferire Clary. La sua Clary.
« Non portarla via ancora una volta! ». Le suppliche di Jocelyn spezzarono in due il cuore di Jace.
« Mi dispiace...io...». Non sapeva cosa dire.
« Ti fermerò... ». La donna afferrò la lama angelica e la sollevò.
« Se tu resti, lei non andrà... ». Jocelyn strinse l'elsa della lama e si preparò a colpire la gamba del giovane.

****************

Clary balzò in avanti e diede un forte calcio sulla lama angelica di Jocelyn. La donna alzò gli occhi su sua figlia assolutamente colta di sorpresa.
« Clarissa...perché lo stai facendo? ».
« Clary forse tu dovresti... ».
« No, Jace. Raggiungi gli altri! ».
Il giovane shadowhunter non perse tempo e accontentò la ragazza.

« Come puoi farmi questo di nuovo? Perché vuoi andare di nuovo in contro al pericolo? ». Jocelyn aveva intenzione di provare qualsiasi cosa pur di far ragionare Clary.
« Sebastian è impazzito e vuole ucciderci tutti, e tu...voi, volete allontanarvi e rischiare di non tornare più? Per cosa? ».
La donna provò a rimettersi in piedi mantenendosi il polso dolorante. La lama era stata scagliata a pochi metri di distanza, immersa a metà nel fango.

« Perché sono stanca di starmene seduta su una poltrona mentre tutti mascherano falsi sorrisi per tenerci a bada! Sono stanca di non fare nulla, e sono delusa da te! ».
Jocelyn trasalì.
« Clary...non dirmi queste cose...non osare! ».
« Oso invece! Non mi hai solo nascosto per anni la mia vera identità, o quella di mio padre...hai nascosto anche l'esistenza di una famiglia! E ora quella famiglia è da qualche parte lì fuori che ti aspetta! ».
Jocelyn tornò a drizzarsi in piedi e respirò a fatica. Sentiva un notevole senso di colpa impadronirsi di lei a poco a poco.
Clarissa aveva ragione, aveva commesso troppi errori per poterle impedire di reagire.

« Non puoi dirmi cosa fare o non fare, mamma. Non più...non dopo tutte queste bugie... Potrai avercela con me adesso ma sappi che lo sto facendo anche per te! Ti riporterò Dess e magari anche Liv! ».
Clary poggiò una leggera carezza sulla guancia di Jocelyn e le sorrise. 
« Mi dispiace davvero ma non mi lasci alternative. Prenditi cura di Luke ».
La ragazza alzò gli occhi sul licantropo e lo salutò con un gesto veloce della mano. 
Si voltò con risolutezza e a passi svelti raggiunse il gruppo di Cacciatori in attesa.

« Clary sei sicura? »La ragazza annuì a Simon e provò a sorridere.
« Mamma se ne farà una ragione...».
« Non sono dello stesso parere per quanto riguarda la mia! ». Alec intervenne indicando un punto alle loro spalle.
« Sta per lanciare un'altra freccia! ». Izzy restò a bocca aperta.
« Tutti nel Portale, ora! » gridò con poco fiato Clary.
« E dove andiamo? » domandò perplesso Simon.
« Galles, precisamente al Nord del Galles. Desdemona fa parte del Clan dei Dormienti....c'è scritto nel biglietto di Luke! ».
I ragazzi si voltarono all'unisono e afferrarono gli uni le mani degli altri.

« Qualunque cosa succeda non lasciate la mano dell'altro, chiaro? ».
« Mia piccola Clary, sembriamo una comunità di gay! ».
Alec arrossì.
« Jace! Non facciamo girotondi tenendoci per mano! Non siamo mica bambini dell'asilo?! ».
Clary sbuffò spazientita.
« Smettetela! Saltiamo al mio tre...Uno... ».
Isabelle si voltò per un'ultima volta e individuò una freccia appena scoccata puntare dritta verso di loro.

« TRE! » urlò all'improvviso.
Istintivamente la ragazza balzò in avanti trascinando i suoi compagni nel vortice impetuoso del Portale.

****************

Il mattino seguente.
Luke stava esaminando diverse scartoffie insieme al signor Lightwood. « Manca ancora qualcuno come membro rappresentativo dei Mondani... ».
« Luke, tu pensi davvero che il Conclave accetterà la tua proposta di scegliere un Mondano per rappresentare gli esseri umani? E' una follia! Gli umani non dovrebbero mai scoprire il nostro mondo...li metterebbe solo in pericolo ».
Luke esordì in una fragorosa risata.

« Cosa c'è di così divertente? ».
« Il fatto che tu la pensi ancora in questo modo, Robert. Ma non lo vedi cosa sta accadendo lì fuori? Jonathan potrebbe annientare sia i Cacciatori, sia i Nascosti, e sia i Mondani...la differenza in tutto ciò è che noi ne siamo a conoscenza e possiamo pensare a difenderci, a combattere...ma loro? Tutto il resto del mondo? ».
Robert posò i documenti sulla scrivania e si sedette sulla poltrona.

« Capisco il tuo punto di vista, Luke. Ma...sta a noi proteggerli. Se fossimo costretti a rivelargli la nostra esistenza sarebbe come dover ammettere di aver fallito...e penso che dopo stanotte abbiamo già fallito abbastanza... Questo lo capisci? Il Conclave non approverà mai... ».
Luke diede un'occhiata al panorama oltre i vetri della finestra della Biblioteca.

« Vedremo, Robert. I ragazzi sono in gamba...se la caveranno ».
« Non hai alcuna intenzione di dirci dov'erano diretti, vero? ».
« Non lo so ».
« Sei un bugiardo, lupo ».
« A volte si mente per buoni motivi, dovresti saperlo ».
Un automobile si fermò all'entrata dell'Istituto. La carrozzeria era di un rosso fiammeggiante. Molto appariscente.
Luke sorrise.

« Spero tu voglia scusarmi Robert...è appena arrivato un ospite ».
Il signor Lightwood lo guardò dubbioso.

« Chi c'è ai cancelli? ».
« Magnus Bane ».
 

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Capitolo 7
*** Piccole rivelazioni. ***


Capitolo 7 – Piccole rivelazioni.

 


 

L'aria fresca sferzò il volto di Jace come uno schiaffo. Si guardò intorno leggermente confuso e alzò gli occhi al cielo in cerca di stelle.
La notte era cupa e silenziosa, tranne per il fischio incessante del vento.
Lo shadowhunter tastò con le mani la terra su cui era seduto e poi diede uno sguardo al suo fianco.
Una massa di capelli rossi era adagiata sulla sua spalla, mentre in semicerchio tutti i suoi amici stavano riprendendo conoscenza.
« Clary? » la chiamò in un sussurro. « Piccola, siamo arrivati » fece una pausa « Credo ».
Difronte a sé il suo parabatai si stava rimettendo agilmente in piedi e stava osservando il paesaggio desolato.
I due ragazzi si scambiarono un'occhiata rassicurante.
« Clary? ». Un mugugno soffuso mise a tacere l'ansia di Jace.
« Uhmm...Jace? Sei tu? ». Il ragazzo le scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e le sorrise.
« Sono io. Abbiamo fatto un viaggio un po' movimentato...».
« Sono svenuta? ».
« Siamo svenuti tutti ». Una voce familiare fece scattare Clary in piedi.
« Simon? Tutto bene? ». Il vampiro scrollò le spalle.
« Sono intero, per vostra fortuna ». Jace roteò gli occhi e sbuffò, mentre Clary allargò le labbra in un sorriso.
« Menomale...e Alec? Izzy? ». I due Lightwood li raggiunsero poco dopo.
« State tutti bene? » domandò Isabelle.
« Domanda più importante: siamo davvero in Galles? » intervenne Jace.
I ragazzi osservarono il paesaggio deserto che si estendeva per svariati chilometri. Una catena montuosa torreggiava a pochi metri di distanza dal gruppo di Cacciatori.
« Esiste un posto più isolato di questo? Non credo » sentenziò Simon.
Clary volse lo sguardo in alto, sulle vette delle montagne. « Siamo nel posto giusto » disse piano. Jace la guardò incerto. « Ne sei sicura? Non ci sei mai stata ».
La ragazza si tastò la giacchetta di pelle nera ed estrasse da una tasca un foglio piegato in quattro.
Lo aprì tremolante e fissò il disegno.
« Perché credo di averlo sognato...e poi...» mostrò il foglio agli altri « L'ho anche disegnato ».
Alec afferrò il foglio e lo rigirò tra le mani.
Dietro il ritratto di una bella donna somigliante a Jocelyn, si intravedevano diverse linee curve.
« Potrebbe essere...». Lo shadowhunter frappose il foglio al paesaggio che si ergeva difronte a loro e spalancò la bocca.
« Clary ha ragione. Il posto è senz'altro questo...». Simon si grattò la testa confuso. « Mi spiegate cosa succede? ».
Alec gli porse il foglio. « Clary ha disegnato il profilo delle montagne alle spalle di questo ritratto...è lei Desdemona Fairchild? ».
La ragazza annuì debolmente. « Adesso ne sono ancora più convinta. Devo assolutamente trovarla ».
Isabelle notò uno strano luccichio sul pendio sinistro della prima montagna.
« Ragazzi...credo che il rifugio dei vampiri sia lì sopra! ». Indicò il punto in cui aveva visto una tenue luce.
« Bene! Come ci arriviamo lì?! ». Simon incrociò le braccia spazientito.
« Tu non dovresti avere problemi, Simon...sei agile, forte, e puoi saltare coprendo distanze lunghissime senza problemi! ».
Il vampiro si sentì lusingato. « Grazie Jace! Non mi avevi mai fatto così tanti complimenti in una volta sola! ».
Jace stava per controbattere quando Alec intervenne. « Devi portarci lassù, Simon. Per te sarà una passeggiata! Ci fai salire ad uno ad uno, proprio alle spalle di quella vetta...».
« Sono appena diventato un facchino e voi tante valigie? » domandò ironico il vampiro.
Clary gli diede una pacca sulla spalla e sorrise.
« Dai. Se ci ripariamo lì dietro...col vento contrario...non dovrebbero fiutare la nostra presenza...». Simon annuì. « In effetti puzzate un bel po'! ». Alec trattenne la risata e gli diede una gomitata.
« Muoviamoci. A quest'ora i vampiri saranno più che svegli, no? ».
« Non potremmo rimandare a domani? Quando loro non possono uscire al sole e io si? Eh? ». Alec scosse il capo e gli indicò la vetta. « Adesso ».
« A voi shadowhunters piace dare ordini, vero? ». Isabelle ridacchiò. « Moltissimo ».

****************

« Signor Verlac, vorremmo sapere per quanto tempo ha intenzione di trattenersi...».
Il giovane incurvò un sopracciglio biondo e si morse le labbra. « Non saprei Mr. Crow...forse una settimana, forse meno ».
L'uomo tarchiato e dall'aspetto vagamente rozzo sorrise al nuovo ospite della locanda e gli mostrò la sua camera al secondo piano dell'abitazione.
« E' la più grande che possediamo, signor Verlac. Spero si troverà a suo agio ». Il ragazzo storse il naso. 'Ne dubito' pensò.
Il locandiere armeggiò con le chiavi arrugginite della camera e finalmente riuscì a far scattare la serratura. « Ecco a lei ». Gli porse le chiavi e abbassò il capo in segno di saluto.
« Se le serve altro non esiti a chiamarmi ». Il giovane afferrò le chiavi con foga e mormorò un veloce 'Mi lasci in pace'; l'uomo evidentemente turbato dal ragazzo liberò il pianerottolo del secondo piano in pochi secondi.
Sebastian posò la sua valigia sul letto scricchiolante e scostò le tende ingiallite dal trascorrere del tempo.
Il puzzo delle fattorie vicine gli dava un leggero voltastomaco, ma almeno la locanda in cui si trovava era ben lontana dall'essere notata.
E lui non voleva affatto esser notato.

Due colpi alla porta susseguirono ai pensieri del ragazzo. « Chi può essere ora? Di nuovo il locandiere? ».
Lo shadowhunter si appoggiò ad una logora scrivania e alzò la maglia per controllarsi le ferite.
Là, nel punto in cui il legame con Jace era stato reciso, vi era un lungo e preciso taglio che riprendeva a sanguinare di tanto in tanto.
Una linea scura tracciava il petto di Sebastian mettendo in risalto la sua sottile muscolatura.
Il ragazzo abbassò la maglia e si avvicinò alla porta.
Doveva stare attento.
Dopo aver messo in allarme quella banda di stupidi Nephilim, compresa sua madre e sua sorella Clary, aveva impegnato il proprio tempo a riprendersi completamente dall'ultimo scontro.
Per quanto non volesse ammetterlo, Sebastian aveva fallito nel suo primo piano, e ora non gli restava che giocarsi la carta del terrore; quello che riusciva ad infondere sin da quando era solo un bambino.

Un altro colpo alla porta lo riportò al presente.
« Chi è? » chiese d'impeto.
« Signor Verlac...». Sebastian riconobbe la voce del locandiere. Alzò gli occhi al soffitto e sbuffò spazientito. « Cosa vuole ancora? Le ho detto di lasciarmi in pace ».
« S-s-signore... ». Lo shadowhunter riconobbe un tremore ambiguo nella voce dell'uomo. Un'insicurezza che poco prima era mancata del tutto.
Questo piccolo dettaglio bastò a metterlo in guardia.
Infilò la mano destra nello stivale scuro e recuperò la sua lama angelica. « Gabriel » sussurrò piano.
La lama si illuminò nella sua stretta decisa.
« S-signor Verlac le ho portato il giornale ». Giornale? A notte fonda?
No, qualcosa non quadrava per niente.
Il ragazzo scivolò lungo la parete e appoggiò le spalle alla porta di legno sottile.
Udì alcuni passi oltre l'uscio e inspirò a fatica. La ferita gli doleva più di quanto volesse far credere.
Purtroppo gli Iratze disegnati sulla pelle dalle sue stesse mani non erano bastati. Avrebbe dovuto ricorrere a cure più serie...cure alle quali Jace aveva di sicuro fatto ricorso.
Strinse la mano in un pugno e digrignò i denti.
Possibile che Jace avesse sempre tutto ciò che lui non aveva mai avuto? Che a Jace fossero riservati mazzi di fiori e a lui solo sassi nelle scarpe?
La rabbia gli gelò il sangue nelle vene e distolse la sua attenzione dal possibile nemico oltre la porta.
Sebastian afferrò il pomello e aprì di scatto la porta agendo come sempre d'istinto.
Il pianerottolo si rivelò completamente deserto. Il ragazzo guardò a destra e a sinistra e si affacciò sulle scale.
Niente. Silenzio.
Recuperò un po' di controllo e rientrò nella sua camera sbattendo la porta.
Forse aveva immaginato tutto. Forse stava diventando pazzo.

« Buona sera signor Verlac, o forse dovrei dire...Morgenstern ».

Accanto alla finestra, Sebastian intravide una figura snella e con una lunga chioma di capelli ondulati, dall'aria vagamente ribelle.
I marchi illuminati dalla luce della luna brillarono per un istante sulle sue braccia scoperte.
Una Cacciatrice.
Sebastian tenne stretta la lama angelica nella mano destra e la nascose istintivamente dietro la schiena.
« Chi siete voi? » domandò colto alla sprovvista. Poteva essere una Cacciatrice mandata dal Conclave, o un'amica di Jace, o Clary...
« Risponderò solo se avrai la decenza di posare l'arma che pensi di aver nascosto tanto furbamente dietro la schiena... ».
Sebastian ebbe un fremito. 'Ragazza intelligente' osservò ammirato.
« Non ho intenzione di lasciare l'unica arma con la quale potrei difendermi da un attacco nemico » la rimbeccò lui.
« Chi dice che io sia un nemico, Jonathan? » rispose lei con il velo di un sorriso sulle labbra.
« Forse perché tutti mi cercano? E comunque quel nome mi appartiene meno di qualsiasi altra cosa. Io sono Sebastian » controbatté lui.
La giovane sfiorò una ciocca dei propri capelli con la punta delle dita e sbuffò. « Sbaglio o ti dai tante arie? » domandò lei.
Il ragazzo fece spallucce. « Me lo posso permettere, ragazza ».
« Non chiamarmi 'ragazza' come se stessi sputando veleno ».
Sebastian fu sorpreso.
« Non te l'hanno detto in giro? Sono più demone che Cacciatore...il veleno è in tutto ciò che faccio. E poi... come dovrei chiamarti se non sembri avere intenzione di dirmi il tuo nome? ».
La ragazza avvertì uno strano mugolio nello stomaco ma non seppe attribuirlo a nessun motivo in particolare. Forse pena? Compassione?
Alla fine non le importava, doveva tener duro. Doveva mostrarsi sicura di sé.
« Non amo ripetermi ma dato che sembri aver perso l'udito farò un'eccezione. Ho detto che risponderò solo se poserai quella dannata arma! ».
Il giovane sorrise nella penombra con una strana eccitazione nello sguardo.
Pochi istanti dopo mostrò il pugnale luccicante e lo poggiò sul bordo del letto, a qualche metro di distanza dalla misteriosa shadowhunter.
La sfrontatezza nelle ragazze gli era sempre piaciuta.
« Allora scopriamo chi sei? Cacciatrice... ».

****************

« Sono andati dove?! ». Magnus balzò dalla poltrona in preda allo stupore. « Shhht. Non urlare! ».
« Ma tu stai dicendo cose senza senso! ».
Luke poggiò le sue grandi mani sulle spalle dello Stregone e lo fece riaccomodare sulla poltrona.
« Per favore...quello che ti sto per dire ti farà dare di matto ancora di più...quindi ti prego, mantieni la calma ».
Magnus strabuzzò gli occhi.
Cosa poteva esserci di così assurdo da fargli perdere la testa?
Costrinse sé stesso a riprendere il controllo dei suoi nervi e scrollò via alcuni brillantini dalla sua giacca.

Un colpo di tosse.

Jocelyn apparve sulla soglia della porta.
« Mi hanno detto che eravate qui...» sussurrò incerta. Il Sommo Stregone si alzò per porgerle i propri saluti e notò il tremolio nelle mani della donna.
« Ti senti bene? Stai dormendo poco? ».
La Cacciatrice lo guardò con apprensione. « Come vuoi che possa fare sonni tranquilli con tutto quello che sta accadendo? Comunque non sei qui per questo... ».
Magnus sollevò un sopracciglio.
« Lucian mi ha detto che i ragazzi sono scappati via... ».
« Non ti ha ancora detto il motivo? ». Jocelyn incrociò lo sguardo cupo di Luke.
Lo Stregone avvertì una certa tensione fra i due e si scostò da Jocelyn. Tornò a sedersi accavallando le gambe.
« Non ho voglia di perdere altro tempo con voi Nephilim, vi avevo detto di non disturbarmi più e voi l'avete fatto comunque. Sono pieno di impegni e non lavoro più gratis... Sapete come la penso sulla guerra, lei arriva e io vado dall'altra parte del mondo...quindi se mi state chiedendo di aiutarvi, dimenticatevelo! ».
Magnus era esausto di servire i Cacciatori come se fosse un suo semplice dovere. Dopo la rottura con Alec, lo Stregone non si era più fatto vivo in quell'Istituto.
Tranciare i rapporti in ogni senso era la cosa migliore per lui. Un taglio netto e il dolore sarebbe andato via in fretta.
« Magnus noi capiamo la tua situazione e... ». Il Sommo Stregone alzò un dito per zittire la Cacciatrice.
« No, tu non capisci Jocelyn. Ultimamente per colpa vostra sono stato immischiato in faccende di cui non m'interessava un fico secco...per cui se volete smetterla di farmi perdere tempo ve ne sarei infinitamente grato ». Si alzò con non chalance, e percorse a grandi passi il breve divario fra la poltrona e la porta.
« Si tratta di Dess e di Liv ». Jocelyn lo disse di getto. Ormai era fatta.
Magnus s'immobilizzò all'istante e il cuore gli andò in fibrillazione.
Uno di quei due nomi lo aveva colpito come una freccia dritta nel petto, un pugno nello stomaco.
Si voltò sparpagliando brillantini ovunque e si passò una mano ambrata fra i capelli scuri.
« Cos'è? Uno scherzo? Di chi stai parlando Jocelyn? ». Magnus strinse i pugni dietro la schiena e trattenne la sorpresa sul volto.
La donna fermò Luke dall'intervenire e si avvicinò allo Stregone di qualche passo. « Devi ascoltarmi molto attentamente...ho scoperto questa cosa solo da poco... ».
« Non capisco davvero, io dovrei andare... ». Si voltò di nuovo e spalancò la porta con uno schiocco delle dita.
« So che conoscevi mia sorella, so che sei andato a visitare la sua...tomba ». Jocelyn si costrinse ad essere forte.
Magnus abbassò lo sguardo sul pavimento liscio e lucido, e a malapena riuscì a trovare le forze per girarsi.
« Cosa vuoi da me? Che lo ammetta? A cosa serve parlarne ora...io davvero non lo capisco... ».
Luke diede un calcio ad una sedia vicina e sbuffò. « Non sappiamo come dirtelo in termini facili da accettare, Magnus...ma ciò che credevi non era la realtà ».
Lo Stregone alzò gli occhi sul licantropo e arricciò il labbro. Si sentiva piuttosto confuso.
« Volete parlare una buona volta o no?! ». Scariche elettriche percorsero la stanza causando piccole crepe nei muri.
« Ne ho abbastanza dei vostri discorsi senza senso! Questa è una mossa astuta per chiedere il mio aiuto? La mia pietà? Non se ne parla! ».
« E' viva! ». Quell'unica frase mise a tacere il potere della rabbia di Magnus.
Lo Stregone raggiunse Jocelyn e la fulminò con lo sguardo.
« Forse tu hai problemi ad accettare la morte, Cacciatrice, ma io ho accettato quella di tua sorella molto ma molto tempo fa! ».
« E mi dispiace...Magnus. Mi spiace che tu abbia dovuto soffrire in quel modo... ». Lo Stregone deglutì appena.
Jocelyn poggiò le sue mani sulle spalle di Magnus e gli occhi le si riempirono di lacrime. « E' viva, Magnus. Lo sono entrambe... ».
« Come... ». Le parole gli mancarono.
« Anche io pensavo fossero morte...ho pianto così tanto. Le prime informazioni parlavano della loro sepoltura in un vecchio Cimitero antico... Ma poi Luke ha ricevuto una telefonata e qualcuno gli ha riferito che invece erano vive e abbiamo scoperto altre cose...». « Chi ti ha riferito tutto questo?». Magnus si rivolse a Luke. « Non lo so. La voce era di un uomo ma non sono riuscito a distinguerla». Jocelyn intervenne. « Mentre le cercavo...ho saputo che le vostre strade si erano già incrociate, prima ancora che portassi Clary da te quel giorno... Non sapevo che tu e lei...insomma, io mi sento profondamente in colpa. I ragazzi sono scappati pensando di poter... ».
« Dov'è? ».
« Non ne siamo certi, anzi quasi per niente... ».
« Non importa. Devo andare ».
Lo Stregone fu improvvisamente avvolto in una spumosa nuvola violacea.
« Magnus aspetta! Ci sono ancora cose di cui informarti! Dove credi di andare?! ».
« A quanto pare ho delle ricerche da fare ». Le fece l'occhiolino e sparì lasciando una pioggia sottile di brillantini azzurri sul pavimento.

 

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Capitolo 8
*** Affrontare nuove realtà. ***


Capitolo 8 – Affrontare nuove realtà.

 

 

 

Clary individuò Simon dall'altra parte del loro nascondiglio e sospirò in ansia.
« Forse dovremmo rivedere il piano...».
Jace al suo fianco si trattenne dall'abbracciarla. Detestava non poterla neanche stringere forte a sé per placare le sue paure.

« Andrà bene. Il nerd è in gamba ».
La ragazza annuì fiduciosa.
« Lo so. Dopotutto è il mio migliore amico ».
Izzy intanto non riusciva a distogliere gli occhi dal vampiro. Aveva i nervi a fior di pelle, e ogni muscolo le intimava di saltare oltre le rocce e recuperare immediatamente Simon.

« Non capisco perché non potevamo entrare anche noi! Bastava dire che Clary è la nipote di Dess e il gioco era fatto!».
Alec tappò la bocca della sorella e scosse il capo.

« E' vero che sono pacifici a detta di Luke...ma non possiamo rischiare che si insospettiscano vedendo arrivare quattro Cacciatori in un posto isolato come questo...».
Isabelle abbassò gli occhi e scostò la mano di Alec.
« Va bene. Ho capito ».
« Ora statevene zitti. Il piano è iniziato » concluse placido Alec.
Oltre i grandi massi rocciosi calò un silenzio tombale.

 

****************

 

Simon si aggiustò nervosamente il cappuccio della felpa. « Okay, ce la posso fare ».
Le mani gli tremavano come percosse da una scarica d'elettricità, le nascose velocemente nelle tasche della felpa e sospirò.
Si era avvicinato ad una grossa porta di legno incastrata fra due massi enormi.
Quello era l'unico ingresso per la dimora dei vampiri.
Gli shadowhunters avevano setacciato ogni centimetro di roccia prima di esserne assolutamente certi.
Peccato non fossero certi della riuscita del piano, pensò Simon.
Scrollò le spalle e bussò forte alla grande porta di legno. Due colpi netti e sicuri.
Doveva sembrare tranquillo e completamente a suo agio. In fondo era un vampiro come tutti gli altri, o quasi.
Al di là della porta giunse una voce inaspettata.
« Chi è? ». Simon strinse i pugni e rispose. « Sono uno di voi ».
Era la prima cosa che gli era saltata in mente. Non era forse la verità?

« Dimostralo. Mostra le zanne ». La voce era rauca e maestosa, senz'altro maschile.
« Okay...» sussurrò il vampiro.
Simon deglutì appena e mostrò i canini affilati. Diede uno sguardo intorno a sé ma non vide nessuna fessura, nessun buco da cui poter esser visto.
Si sentì un po' stupido e richiuse la bocca.

La porta di legno sfregò tra le rocce e venne lentamente spalancata.
Simon scattò qualche passo indietro e curvò la testa di lato aspettando di veder uscire qualcuno.
Individuò subito la luce di una lanterna e poco dopo il volto di un uomo.
« Cosa sei venuto a fare qui, straniero?».
Simon corrugò la fronte e si avvicinò al vampiro.
« Ho sentito parlare di questo posto...» rispose incerto.
« Ah si? E cosa ti hanno detto?».
« Che offre largo spazio alla solitudine!».
L'uomo sollevò un sopracciglio e osservò accuratamente il ragazzo che gli stava difronte.
Simon sperava di averlo convinto.

« Ti nutri di umani?». La domanda lo spiazzò.
« Ehm...no...».
L'uomo sbarrò gli occhi scuri come petrolio e scosse il capo.

« Sii sincero straniero, o le porte dei Dormienti non ti accoglieranno...».
Simon intuì abbastanza facilmente che l'uomo riusciva a riconoscere la verità dalla bugia. Una sorta di potere.
Raphael gli aveva parlato di qualcosa del genere... 
Di vampiri con capacità superiori, in grado di fare cose che altri della loro stessa razza non erano in grado di fare.
Ma anche Simon era un vampiro speciale. Un Daylighter.
Quel pensiero gli regalò una certa dose di coraggio.
« Mi sono nutrito di umani in passato, signore. Questa è la verità ».
Il vampiro si grattò il mento privo di barba e sospirò.
« Andiamo meglio. Molto meglio. Ma non chiamarmi signore, chiamami Enric ».
Simon annuì. Non aveva nessuna intenzione di sabotare il piano e deludere i suoi amici, specialmente Clary. Aveva bisogno del suo aiuto.

« Quindi...com'è che funziona Enric? Mi iscrivo al club e facciamo festa tutti insieme? ». L'uomo lo guardò titubante per alcuni istanti, poi scoppiò in una fragorosa risata.
L'eco delle sue risa rimbombò tra le grandi rocce massicce.

« Sai? Ci mancava qualcuno così! Uno spiritoso! ». A quanto pare aveva avuto parecchia fortuna.
Simon rise.
« E' più forte di me. Non riesco a controllarmi! ».
« Una bella risata non fa male a nessuno, ragazzo. A proposito, com'è che ti chiami? ».
Il vampiro tentennò.
« Simon...». Era costretto a dire la verità in fin dei conti.
« Simon! E di dove sei? Non sei Gallese...».
« No, infatti. Arrivo da New York...un posto chiassoso, pieno di tentazioni...non proprio adatto ad uno come me ».
L'uomo si lisciò la chioma castana e annuì.
« Io abitavo a Los Angeles, tempo fa. Ormai riesco a stento a ricordarla...».
« Quanti anni hai?».
« Uhm...appena quattrocento ».
Il ragazzo spalancò la bocca. 'Appena quattrocento?!' pensò sbalordito.
Incredibile.

« Ohh tu devi essere un novellino, eh? Quanti ne hai diciassette da umano e cinque da vampiro?».
Simon scosse la testa.
« Di meno. Mi sono spuntati i canini da pochissimo tempo...».
« Beh caro ragazzo, imparerai che per noi vampiri il tempo non ha più valore. Siamo immortali e ciò che potrebbe spaventare un comunissimo essere umano per noi non ha più senso. Abbiamo sconfitto il tempo...».
Il ragazzo si avvicinò all'uomo e sospirò.
« Devo ancora imparare tante cose, Enric ». Il vampiro gli diede una confortante pacca sulla spalla e sorrise.
« Non temere. Desdemona è un'ottima leader. Saprà come aiutarti ». Un campanellino d'allarme risuonò nella testa di Simon.
« Desdemona? ».
« Sì, il nostro capo Clan! Forse la conosci come Dess, tutti la chiamiamo così...».
« Oh certo! Dess! E' proprio per lei che sono giunto fino a qui! Me ne hanno parlato molto bene...».
« E' raro che se ne parli in giro...siamo gente tranquilla. Se non sono indiscreto...chi ti ha fatto il suo nome?».
Simon s'irrigidì e sorpassò l'uomo.

« In effetti...siete molto indiscreto Enric! E poi... quale padrone di casa vi fa il terzo grado prima ancora di invitarlo ad entrare? Pensavo di trovare gente molto più rispettosa!».
L'uomo restò interdetto per qualche minuto.

« Hai ragione, ragazzo!». Simon nascose un sorriso sotto il cappuccio della felpa. « Vieni con me. I nuovi arrivati ricevono sempre il benvenuto del Capo ».
Il ragazzo scattò rapidamente accanto alla grande porta di legno e si voltò un solo istante per rassicurare i suoi compagni.
Intravide alcune ciocche rosse nell'oscurità distante e fece un occhiolino in quella direzione.

Un attimo dopo la grande porta fu chiusa e Simon si ritrovò circondato da mille canini affilati.

 

****************

 

Sebastian stava seduto su una vecchia sedia di legno scricchiolante e giocherellava con una matita consumata.
La stanza presa in affitto la notte precedente non era stata una grande idea. Persino in un posto sperduto come quello qualcuno era stato in grado di trovarlo.
Assurdo.
Lo shadowhunter guardò la lama angelica poggiata sul letto e inarcò un sopracciglio. La ragazza che gli aveva fatto visita quella notte restava un mistero. Di sé stessa aveva rivelato solo il suo nome: Serenity.
Un nome che faceva a pugni con il diavolo che viveva nell'animo di SebastianIl ragazzo rise a quel pensiero e si rimise in piedi.
La ferita si era quasi del tutto risanata ma le fitte di dolore insistevano a non voler sparire.
Sebastian recuperò la lama e la rimise nel suo stivale scuro. Si sdraiò sul materasso ammuffito e incrociò le braccia sotto la testa.
« Quella ragazzina pensava davvero di poter collaborare con me? Che stupida ». Scosse il capo e si girò su un fianco per provare a riposare.
« Beh...stupida ci sarà qualcun'altra, se permetti io non lo sono ». Sebastian sgranò gli occhi e balzò giù dal letto esibendosi in una mezza capriola.
« Ma che diamine...». Incrociò gli occhi di ghiaccio della ragazza e digrignò i denti.
« Che ci fai tu qui?! Come sei entrata? Ho sbarrato le finestre e anche la porta!». La ragazza sorrise e si sedette sul bordo della scrivania. « Ho i miei trucchetti ».
Il Cacciatore passò una mano fra i capelli e sbuffò.
« Hai deciso di perseguitarmi? Pessima scelta ».
Sebastian recuperò la lama dallo stivale e balzò addosso alla ragazza.
Lei si scansò con estrema abilità e rotolò sul pavimento impolverato. La treccia le si sciolse liberando una cascata di capelli ondulati. Alzò gli occhi su di lui e sorrise.

« Un po' lento, eh? ». Sebastian s'infiammò in volto.
« Come osi? ».
Le piombò di nuovo addosso alzando la lama e sferrando un colpo netto verso il petto.
La giovane Cacciatrice piegò le ginocchia e colpì forte sul fianco del ragazzo, poco distante dalla sua cicatrice.

Sebastian sentì mancargli il respiro ma trattenne un lamento e affondò la lama nella spalla della ragazza.
Serenity strinse i denti fino a farsi sanguinare le labbra. Avvertiva un dolore lancinante alla spalla sinistra.
« Ti avevo detto di sparire, perché non mi hai dato retta?! ». La shadowhunter incrociò gli occhi di Sebastian e con foga gli diede una testata improvvisa.
La vista del ragazzo si annebbiò per alcuni minuti, la stanza cominciò a volteggiare e ciò gli diede la nausea.
Scosse il capo e concentrò la vista sulla ragazza che gli stava sotto.

« Perché sei qui? Cosa vuoi da me?».
Serenity sentì un nodo stringerle la gola e le ci volle qualche secondo prima di capire che erano le mani di Sebastian ad impedirle di respirare.

« Lasci....lasciami...». Il ragazzo strinse ancor di più la presa sulla pelle liscia e marchiata dalle rune.
« Io non ho bisogno di nessuno. Io sono così forte da poter fronteggiare i Demoni. Hai capito?!». Lentamente alleggerì la stretta al collo.
« E...e come farai col Demone che è in te? Chi ti salverà da lui?». La ragazza era riuscita a parlare sforzando ogni singolo muscolo della gola. Ormai non aveva più energie. Combattivo o no, uno shadowhunter non era di certo invincibile.
Sebastian allentò la presa e restò immobile col respiro mozzato. Si mise ad osservare la giovane svenuta e si morse un labbro.

Quella ragazza aveva qualcosa di estremamente familiare. Una combattività che non lasciava spazio ai rifiuti. Per un certo verso anche del coraggio.
Il Cacciatore si alzò di scatto e si riabbassò per prendere tra le sue braccia quella sconosciuta intraprendente.
La poggiò sul letto con una delicatezza di cui si meravigliò, ed estrasse il suo stilo dalla tasca dei pantaloni. Le tracciò un Iratze sulla spalla sanguinante e la coprì poco dopo con un lenzuolo trovato nell'armadio.
Abbandonò la camera per farla riposare e quando chiuse la porta si accasciò sull'uscio.
« Che mi sta succedendo?» chiese spaventato a sé stesso.
 

****************


« Pronto?».
« Ragnor, sono Magnus ».
« Ti sembra l'ora di chiamare?».
« Ho bisogno del tuo aiuto. Non riesco a trovare una persona...».
« Al momento sono impegnato ».
« A far cosa? Dormire?!».
« E se anche fosse? Non sono mica il tuo servo? ».
Magnus quasi stritolò il cellulare.
« No, infatti non lo sei. Ma pensavo fossi almeno mio amico!».
« Sei in vena di sentimentalismo? Ti manca il tuo Lightwood?». Lo Stregone avvertì una fitta allo stomaco ed esitò.
« Magnus? Ci sei?».
« Si ».
« E' una cosa grave?».
« Una persona del mio passato che credevo morta non lo è ».
« Questa sì che è una novità! Solitamente superi la morte della maggior parte delle persone che conosci!».
« Non è il momento di scherzare, Ragnor ».
« Non ti ho mai sentito così serio...».
« Forse perché è davvero una cosa seria?!».
« E va bene, dimmi qual'è il problema!».
Magnus tamburellò le dita sullo schienale del divano e sospirò.
« Non riesco a trovare questa persona. Ho provato ogni incantesimo possibile... Sono sfinito per quanta magia ho dovuto utilizzare!».
« Se una semplice localizzazione non funziona vuol dire che qualcuno la sta proteggendo o è essa stessa ad avere una sorta di protezione ».
« Se qualcuno la stesse proteggendo lo saprei, capterei qualche traccia di magia in contrasto...».
« Questa persona è una di noi?».
Magnus restò in silenzio per un istante.
« No, penso sia una Nephilim ».
« Dio santo, Magnus! Ti è presa la fissa per i Cacciatori?!».
Lo Stregone sbuffò e riattaccò la chiamata.
« Stupido Ragnor Fell!».
Sfogliò per l'ennesima volta il suo libro di incantesimi e lo scaraventò dall'altra parte della stanza.
Era stanco, privo di forze. Ma non aveva alcuna voglia di riposare.

Doveva trovarla.
Perché non ci riusciva? Cosa aveva architettato lei per nascondersi dal mondo intero?
Si passò una mano tra i capelli e si rannicchiò come non faceva da anni sul suo bel divano leopardato.
Odiava sentirsi così impotente.
Un fascio di luce illuminò l'intero appartamento di Magnus per alcuni secondi.
Un Portale? In casa sua?!
Si alzò di scatto e fece scintillare piccole fiammelle blu sulle sue dita.
« Chi va là?!».
Dal cerchio luminoso arrivò inaspettatamente Tessa Gray.

 

« Tess?».
Non la chiamavano così da anni. « Magnus, è un piacere rivederti ».
Lo Stregone strabuzzò gli occhi.
« Non potevi bussare come le persone normali?».
La donna rise.
« Ti sembro una normale io?». Magnus le diede ragione.
« Vedo che il tuo stile non è cambiato affatto. Sempre molto eccentrico ».
« Non è di tuo gradimento? Preferisci qualcosa di più soft?». Con uno schiocco di dita lo Stregone cambiò l'arredo del suo appartamento.
Il divano divenne di pelle scura, le pareti di un beige chiaro, e i mobili in uno stile più sobrio e classico.

« Mi sento più a mio agio, grazie ». Tessa gli piombò con le braccia al collo e lo strinse a sé.
« Sono così felice di vederti, amico mio!». Magnus si sentì rincuorato da quel gesto di sincero affetto.
« Sono felice anche io. Ma tu... tu cosa ci fai qui?».
La donna si accomodò sul divano di pelle e accavallò le belle gambe, coperte soltanto a metà da un'ampia gonna gialla.

« Jocelyn e Luke mi hanno fatto una telefonata ».
« Ah ecco. La tua visita è interessata ».
« Non dire così. Erano preoccupati per te... non hai risposto alle loro chiamate...».
« Ero impegnato ».
« A cercare un fantasma?». Magnus sentì i peli delle braccia drizzarsi per un secondo.
« E' viva...».
« Non sapevo conoscessi una delle sorelle di Jocy...».
« E invece sì. Problemi?!». Tessa alzò le mani in segno di resa.
« Scusami. Non volevo reagire così... sono molto stanco e frastornato ».
« Non sei riuscito a trovarla? Nessun incantesimo ha funzionato?».
« No...nessuno che io conosca, e ne conosco davvero tanti!».
« Potrei esserti utile se mi dicessi quale delle due cerchi ».
Magnus alzò lo sguardo sulla donna con un moto di speranza.
« Sai dove si trovano?!».
« Una di loro per certo, l'altra è un forse...».
« Immagino che la mia scelta ricadrà sul 'forse'. Se fosse stato facile trovarla ci sarei riuscito, quindi se non ci sei riuscita neanche tu...».
Tessa poggiò i gomiti sulle ginocchia e sospirò.
« Quindi cerchi Liv ».
Magnus tremò e le si sedette accanto.
« Dimmi tutto quello che sai su di lei ».
La donna gli afferrò la mano ambrata e sorrise.
« Ci sono molte novità sul suo conto, Jocelyn voleva parlartene ma te ne sei andato in un lampo...».
« In una nuvola per esattezza!».
Tessa ridacchiò.
« Il solito pignolo!».
Lo Stregone le fece cenno di zittirsi e aggiunse
« Allora? Cosa sai? Dove potrebbe trovarsi?».
« E' un grosso forse, Magnus...potrei anche star seguendo tracce sbagliate ».
« Non importa. Preferisco l'incertezza al nulla ». Tessa lo guardò con la solita ammirazione.
« E così sia ».
 

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