Non lasciarmi andare.

di loveljflower
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** 1.01 ***
Capitolo 3: *** 2.02 ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Ottobre 2010

'Allison dovresti dirci qualcosa, qualunque cosa.'

Silenzio.
Era una settimana che non parlavo, non ne avevo motivo. Cosa avrei dovuto dire? 
Nessuno avrebbe capito come stavo anche perchè non potevo spiegarlo: io non sentivo più niente.
Non provavo dolore, non piangevo, non avevo fame, non sentivo assolutamente niente.
Come se il mio petto fosse vuoto, come se mi avessero strappato il cuore.

Gennaio 2011

Erano passate le feste, avevo finto normalità, ma quanta normalità può fingere una ragazza che
aveva ripreso a parlare da un mese, che non usciva se non per andare a scuola o dallo psichiatra 
e che riusciva a dormire e condurre una vita normale solo grazie alle medicine?

'Tesoro ti prego, parla con il dottore, starai meglio'
'Tranquilla mamma - dissi scendendo dall'auto - ci vediamo tra un'ora.'

Ottobre 2011

Era passato un anno ma non il dolore. Quello era sempre presente, forse troppo.
Era passato un anno ed eravamo di nuovo in chiesa per la commemorazione, 
come se io ricordassi la mia perdita una volta l'anno.

Gennaio 2012

'Complimenti Allison, riesci ad accettare la tua perdita e sei in grado di gestire una vita 
normale - disse il dottore prendendo un respiro profondo - direi che puoi tranquillamente smettere con le medicine.

Rimasi lì immobile a fissarlo. Un anno e pochi mesi di terapia erano bastati al mio cervello per
metabolizzare il lutto e che avrei dovuto riprendere una vita adatta ad una diciottenne.

'Allie guardami - disse il dottore avvicinandosi a me e prendendo le mie piccole mani - so che è stato difficile,
so che ti sembra difficile e so che lo sarà ma tu sei forte, io lo so. Lo sappiamo tutti. 
Ce la puoi fare, non hai più bisogno di me ora, non hai bisogno dell'aiuto di nessuno.'

Mi alzai, ringraziai per tutto e scesi.

'Allora tesoro? - chiese ansioso mio padre stringendo forte il volante fino a far diventare le nocche delle sue mani bianche.
'Non devo fare più nessuna seduta - dissi voltandomi verso di lui - e non dovrò più prendere nessuna medicina.'

Mi abbracciò, mi strinse forte e lo sentii tremare, cosa che per un attimo aumentò i battiti del suo cuore.

Un singhiozzo.

Papà si staccò da me con gli occhi lucidi e solo allora pronunciai quelle parole che credevo non avrei mai detto.

'Papà, potresti portarmi in un posto?'

Scesi dalla macchina e prima di oltrepassare il cancello mi fermai, presi un respiro profondo e mi guardai intorno.

Ero lì

'Ciao Jay - sussurrai e riuscii ancora a sentire la sua voce nella testa così chiara e dolce che il cuore si fermò 
a lungo nel mio petto - mi manchi. Mi dispiace per non essere venuta prima ma non è stato proprio un periodo
facile per me. Vorrei averti qui per dirti che mi dispiace per i nostri litigi e per non averti abbracciato abbastanza.
Mi dispiace per essere stata testarda quando avrei dovuto e soprattutto mi dispiace di non essere stata forte abbastanza
per tutti e due. 
Sei il mio migliore amico Jay, lo sarai per sempre. Tu mi hai salvata e mi hai resa quella che sono oggi.
Ti amerò per sempre, ti aspetto e lo farò per tutta la vita. Io so che prima o poi torni.'

Restai lì ancora un po' e dopo tanto tempo piansi.

 

 

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Capitolo 2
*** 1.01 ***


Londra, Ottobre 2013

L'università è una svolta importante, si è immersi nel futuro, si è più indipendenti e sei responsabile di te stesso. 
Nessuno rifarà il letto per te o ti preparerà la colazione, non avrai più nessuno a fare il bucato per te o che cucinerà quando a te non va.
Non avrai più nessuno che ti svegli la mattina.

'Allie sei pronta? Faremo tardi.' sentii protestare da un'altra stanza.,
'Holly vai senza di me, farai tardi e poi la mia lezione inizia tra mezz'ora.' risposi saltellando da un punto all'altro della stanza facendo salire il jeans.
'Allora pranziamo insieme, ti aspetto in caffetteria.' disse per poi chiudere la porta alle sue spalle senza aspettare una mia risposta.

Holly era sempre stata così, almeno da quando riesco a ricordare, impulsiva, non accettava un 'no' da parte di nessuno, intelligente e molto sveglia.

Molto diversa da me.

Era la mia migliore amica da tutta la vita e non aveva esitato a seguirmi a Londra lasciando tutta la sua vita e una borsa di studio per una delle più prestigiose
università americane. 
Era stata l'unica a non aver mai dubitato di me, a non avermi mai lasciata sola, rispettando i miei pensieri e i miei silenzi.


Il campus dell'università era sempre pieno e anche se avevamo iniziato da un mese potevo dire di aver già visto il volto di tutti quelli che 
lo riempivano ogni giorno e che gli davano vita.
Io e Holly avevamo scelto due indirizzi diversi, lei psicologia e io giornalismo. Passavo la maggior parte delle lezioni da sola e quando finivo tornavo a casa a studiare.

Holly era quella delle feste, io quella delle serate passate a casa.
Holly era quella dei ragazzi, io ero quella dei libri.
Lei era tutto ciò che io non ero e viceversa e questo, solo questo mi permetteva di vivere in questo mondo ma soprattutto, sopravvivere.

Da sempre amavo leggere e scrivere, raccontare le mie emozioni, vivere attraverso quelle di altri; ma non amavo che qualcuno leggesse per me,
o meglio non amavo che tutti leggessero per  ma solo pochi eletti.


Lezioni infinite di scrittura con un docente psicopatico erano finalmente finite e per fortuna erano le uniche lezioni della giornata il che mi dava la
possibitià di iniziare già a stendere la relazione che mi era stata affidata. Da sempre, fin da quando ero piccola, non mi piaceva restare indietro,
non amavo trovarmi svantaggiata in niente e spesso tendevo a pianificare alcune cose, o meglio parecchie.
Poi ho smesso e ho imparato ad apprezzare ogni momento così come veniva, ad assaporare i profumi del mondo, la luce del sole e l'incessante rumore della pioggia.


Era tardi, Holly mi aveva già chiamata tre volte per ricordarmi il mio ritardo, come se non bastasse il brontolio che aveva preso piede nel mio stomaco a farlo.
- Holly sto arrivando, inizia ad..-

Colore.
Occhi verdi.
Petto umido.
Capelli ricci.
Camicia macchiata.


'Non potevi stare più attento?'
'E tu non potevi scrivere dopo un messaggio?' 
'Mi sembra che tra i due sono io quella con la camicia piena di caffè' dissi esasperata.
'Scusami' disse il ragazzo iniziando a ridere 
'Lo trovi divertente?' dissi guardandolo per poi indicare verso il mio busto 'Oltre che sbadato sei anche stronzo!' gli sputai in faccia per poi girarmi e andarmene.
'Sei permalosa o sei nervosa solo oggi?' sentii dire alle mie spalle da una voce abbastanza divertita.

Stronzo.



 
Allora vorrei iniziare con il ringraziare le tre persone che hanno lasciato una recensione
e quelli che l'hanno aggiunta ai preferiti, alle seguite e alle ricordate.
Questo è il primo vero capitolo con il quale parte la vita di Allie dopo gli eventi 
che le hanno scombussolato il passato.
Lasciate qualche recensione, positiva o negativa che sia, io apprezzo sia critiche che elogi.
Un bacio, A.

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Capitolo 3
*** 2.02 ***


Quando il mondo ti sta stretto, come fai per allargarlo?
Semplice, ti stringi te.
Ti stringi fino a diventare invisibile e vulnerabile ed è in quel momento che costruisci una corazza intorno
e tieni a bada il cuore perchè tanto, sai già come finirà.

'Se soffri perchè continui a tenere in piedi questo muro? Perchè allontani le persone?'
Holly me lo chiedeva sempre ma non capiva mai.
Lei non poteva capire che senza questa corazza sarei debole, sarei già scomparsa 
e io non me lo posso permettere, non più.

Preferivo sentirmi un'aliena nella mia vita, nel mondo che mi circondava e che tanto mi aveva tolto.
Preferivo dover dire addio a tutto ciò che mi faceva male piuttosto che dover dire addio anche ai libri,
alla musica, ai sorrisi veri, al sole che ti scalda e alle lettere, quelle lunghe.
Loro non potevano capire e avevano fatto curare me che invece avevo capito perfettamente
come andavano le cose: quando ami troppo soffri.

Io non volevo più soffrire.

Loro continuavano a non capire e io non volevo spiegare, ormai mi stavo abituando al mio guscio.


Era passata una settimana e io avevo fatto la mia relazione e anche quella di Holly soprattutto per
farla stare tranquilla e per farle godere le serate con Josh, un ragazzo che avevamo conosciuto
appena arrivate e con il quale usciva da due, tre settimane.
Era giovedì, ancora un giorno e poi sarei potuta diventare un tutt'uno con il divano, magari avendo 
come amici un bel film , un libro e del gelato.

Vaniglia.
Gelato alla vaniglia sarebbe l'ideale.

'Allie ti darebbe fastidio se venerdì sera invitassi Josh a cena da noi?'

Addio gelato.

'Tranquilla, io esco, vado al cinema così restate soli' risposi rivolgendole anche un' evidente strizzata d'occhio.
'No Allie, non hai capito, viene qui perchè devi esserci anche tu' disse sedendosi sul divano e spegnendo la tv.
'Io la candela non la faccio, lo sai' risposi convinta, poi mi bloccai di colpo 'o mio Dio, non sarai incinta?'
'Allie no, non sono incinta, per carità' disse sospirando profondamente 'Sono solo preoccupata per te, 
non dico che devi trovarti un ragazzo, ma almeno un amico con cui uscire ogni tanto. Non mi va che stai sempre
sola a casa' sospirò prendendo le mie mani tra le sue e riprendendo a parlare 'puoi farlo per me?'

Potevo farlo per lei?
Dovevo farlo per lei.


Venerdì sera

'Holly il bagno serve anche a me' gridai passando nel corridoio e colpendo più volte la porta del bagno.
Questo appartamento finalmente stava prendendo la nostra forma, avevamo tinteggiato le pareti e Holly
aveva messo molte nostre fotografie di quando eravamo piccole, della scuola e dei primi viaggi fatti insieme.
Pensandoci bene tutte le mie prime volte erano state con lei e per lei: il primo treno preso, le prime sgridate 
dei professori, la prima uscita di nascosto per una festa..

Le ero grata per molte cose ma non sopportavo quando si preoccupava per me, io stavo bene.
Sarei stata bene.

'Tutto tuo splendore' disse fancendo una giravolta per poi correre in camera sua.

Doccia, ecco cosa mi ci vuole. 
Sono un fascio di nervi e non so perchè. Conosco Josh e con lui mi trovo bene solo, voglio rendere
felice Holly, ma è come se non fossi pienamente convinta di questa serata.
Dopo un'ora esco dal bagno completamente rilassata e fresca come una rosa. Torno in camera e accendendo
la musica indosso i vestiti che avevo già preparato prima, un jeans e una felpa, semplice e comodo.

Mezz'ora dopo sono in cucina a preparare la cena e Holly e in salotto che freme per l'arrivo di Josh quando
si rende conto di non essersi lavata i denti. Con un scatto felino raggiunge il bagno e chiudendo la porta alle sue
spalle mi lascia sola in cucina.

Suonano al campanello.

'Allie vai tu, mi sto cambiando la maglia' Holly e le sue stupide fissazioni, la maglia va cambiata perchè non 
si può stare con una goccia d'acqua.

Sorridendo a questo pensiero apro la porta e mi ritrovo un Josh sorridente con due mazzi di fiori tra le mani.
'Uno per te splendida Allie' dice stampandomi un bacio sulla guancia e entrando in casa 'e uno per la mia bellissima Holly'
Stavo per chiudere la porta quando un piede la bloccò provocando un mio sussulto.
'Ed ecco il gelato alla vaniglia' disse la voce fuori dalla porta accompagnandosi con un grandissimo sorriso, lo stesso sorriso.
'Lo stronzo del caffè' riuscii solo a mormorare io.


 
Ecco il terzo capitolo, finalmente.
Ho veramente pochissimo tempo a causa della scuola ma spero,
di poter aggiornare più spesso.
Questo capitolo dovrebbe essere più lungo del precendente e spero vi piaccia.
Un bacio, A.

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