Meglio degli Oreo.

di Strange__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontrarsi. ***
Capitolo 2: *** Rivedersi. ***
Capitolo 3: *** Chiamarsi. ***
Capitolo 4: *** Conoscersi. ***
Capitolo 5: *** Confessarsi. ***
Capitolo 6: *** Scusarsi. ***
Capitolo 7: *** Mentirsi. ***
Capitolo 8: *** Lasciarsi. ***
Capitolo 9: *** Riprendersi. ***
Capitolo 10: *** Amarsi. ***
Capitolo 11: *** Seguito. ***



Capitolo 1
*** Incontrarsi. ***


                            Capitolo uno.                               
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Incontrarsi.





Sento i capelli che mi sfiorano le spalle lasciate scoperte dalla cannottiera nera e un brivido mi passa per la colonna vertebrale dato dal leggero solletico.
Nonostante siano legati in una coda più che alta -è legata quasi in fronte- arrivano comunque sulla schiena grazie alla loro lunghezza. In effetti, forse, dovrei tagliarli almeno un pochino.
Mentre cammmino, la lunga coda di cavallo, oscilla insieme a me e alla mia camminata un po' barcollante. Dannata me e i miei piedi storti che mi impediscono di camminare in modo aggrazziato. Anche se, comunque, io di aggrazziato non ho proprio niente. Forse giusto il nome.
Mentre cammino vado a sbattere contro un uomo. Anzi, è stato lui a venire a sbattere contro la mia piccola figura. Cos'è cieco? Sono bassa, non invisibile.
Borbotta delle scuse e continua per la sua strada.
La chiamavano galanteria.
Mi gratto la spalla e faccio come ha fatto l'uomo che mi ha quasi sbalanzata per terra: continuo per la mia strada.
Il telefono che tengo in mano comincia a vibrare, noto il nome e vedo che è mia madre.
Lo sapevo che non dovevo lasciarla alla cassa senza dirle dove andavo.
"Dimmi mamma." Rispondo cercando di essere quantomeno gentile. Almeno ci provo.
"Mi merito di sapere almeno dove sei andata?" Sbuffa. E' irritata.
Alzo gli occhi al cielo. Che esagerazione. "Sto andando in quella sottospecie di 'libreria' -mimo delle virgolette con le mani nonostante la consapevolezza di non essere vista- di questo supermercato, sto cercando un libro." Spiego.
Sospira e so di essere già perdonata per averla abbandonata in balia della lunghissima fila alla cassa. "Va bene, però fai veloce che ho bisogno di aiuto."
Le dico che appena fatto andrò da lei e chiudo la chiamata.
Finalmente noto la 'libreria' -che altro non è che due banconi e tre scaffali con qualche libro buttato- e sospiro. Spero di trovare finalmente il libro.
Sbircio sul primo bancone e subito un'espressione infastidita prende possesso del mio viso. C'è solo la versione tascabile di 'Cinquanta sfumature di grigio' poggiata sopra ad altri libri dello stesso genere.
Genere romantico. Romantico. Romanticismo.
Ma cosa ne sanno questi scrittori del romanticismo? Mi chiedo io.
Ormai il romanticismo è morto e sotterrato. Non esiste più. O almeno io non ho mai incontrato qualcuno di veramente romantico. E per veramente romantico intendo qualcuno che non sia romantico le prime tre sere -tre sere per esagerare, eh- con l'unico scopo di portarti al letto.
Per me il romanticismo sono le rose rosse e i 'sei bellissima' al mattino.
Non chiedo striscioni in giro per la città, nè serenate sotto casa -anche se ammetto che avere un ragazzo che sappia cantare non mi dispiacerebbe affatto-.
Solo... romanticismo. Ma quello vero.
Sbuffo irritata. Sono una stupida e devo smetterla di perdermi nei miei pensieri sul romanticismo.
Borbotto qualche imprecazione e mi ri-immergo nella mia ricerca.
Guardo l'altro bancone e noto un libro di 'Harry Potter' il che mi fa illuminare gli occhi.
Noto anche i libri di 'Percy Jackson' e continuo a cercare spostando qualche libro. Non c'è. Sbuffo ancora più irritata e noto anche i libri di 'Divergent'. Ma può essere che ci sono tutte le saghe più famose tranne quella che voglio io? Il colmo sarebbe trovare anche i libri di 'Hunger games'. Non faccio neanche in tempo a finire di formulare tutto il pensiero che mi trovo 'Catching fire' in mano, neanche a farlo apposta.
"Ma si può?" Dico sottovoce ad un passo dal crollo isterico.
Altro buco nell'acqua, non c'è neanche qui.
Sblocco il telefono e mando un messaggio al mio migliore amico Ezra. "SONO IN UN FOTTUTO SUPERMERCATO A CERCARE IL FOTTUTO LIBRO DI SHADOWHUNTERS E HANNO TUTTE LE FOTTUTE SAGHE A PARTIRE DA 'HARRY POTTER' A 'PERCY JACKSON' A FINIRE A 'DIVERGENT' TRANNE SHADOWHUNTERS POI NON MI DEVONO PARTIRE I SANTI. HO ANCHE COMPRATO GLI OREO. GLI OREO." Ho quasi paura di rompere la tastiera già fragile del mio iPhone mentre scrivo le parole furiosa.
Non ci posso credere. Neanche questa specie di libreria di merda ha 'Città di cenere'. E io ora cosa dovrei fare? EH? Ora come faccio a sapere se Jace e Clary sono davvero fratelli? E la coppa? Che fine ha fatto? E Alec e Magnus? Si metteranno insieme? Ovviamente finché non troverò 'città di cenere' rimarranno solo dei punti interrogativi nella mia testa. Sbuffo e pesto un piede, sono irritata. Sono visibilmente irritata. Non mi stupirei se del fumo cominciasse ad uscire dalle mie orecchie e dal mio piccolo naso leggermente a patata.
"Shadowhunters, eh? Il film è ancora meglio del libro, a mio parere." Sento una voce dietro di me e senza neanche girarmi comincio a parlare. Non mi rendo neanche conto che il mio interlocutore mi stava spiando il telefono perché sono così irritata che potrei prendere a pugni chiunque in questo momento. Anche mia madre, se non le volessi un bene dell'anima. E mettermi a discutere con qualcuno su cosa è meglio tra libro e film non è la cosa più indicata. Ma io non faccio mai la cosa più indicata quindi comincio a blaterare. "Sono entrambi stupendi, te lo concedo. Ma il libro è il libro. Ammetto che Jamie Campbell Bower è stato quasi divino -quasi perché solo Jace è divino- ad interpretare il personaggio di Jace che definirei davvero intricato, data la sua personalità non esattamente... semplice. Ma ribadisco: il libro è il libro. Nel libro ci sono tanti approfondimenti sulla storia di Luke, Jocelyn e Valentine, sull'infanzia di Jace, anche sull'idiozia di Clary che è quasi umiliante. Povera Lily Collins che le tocca fare la parte di una stupida rimbambina. Poi ci sono molti più momenti tra Isabelle e Simon. Anche se devo dire che ho apprezzato non poco sentire molte citazioni del libro nel film. Per non parlare della scena del bacio tra Clary e Jace che è davvero fedele al libro, non come per esempio Harry Potter che non ci azzecca mai un cazzo con il libro. E poi devo dire che gli attori sono stati davvero molto bravi. Però quella specie di 'combattimento' con Valentine nel libro è totalmente diverso, per non parlare dei demoni che entrano dentro l'Istituto. Ma dove?! Quello è stato veramente ridicolo." Ho parlato talmente tanto velocemente che quasi neanche io ho ben capito le parole che ho pronunciato. Cosa posso dire? Shadowhunters mi ha coinvolta davvero tanto quindi quando trovo occasione per liberare tutta la mia conoscenza e il mio amore, la colgo al volo. Credo che il ragazzo ci stia mettendo qualche minuto per capire tutto quello che ho detto. E io ne approfitto per leggere la risposta del mio amico. "Fatti coraggio, cacciatrice. Prima o poi lo troverai. E gli Oreo intanto puoi darli a me! :P" Idiota. Lo sa bene che non darei i miei Oreo a qualcuno neanche per tutto l'oro del mondo. Neanche a lui che è il mio migliore amico. Gli Oreo sono miei e basta. Al massimo li condividerò con l'uomo che mi ruberà il cuore. Alias nessuno.
"E secondo te chi è stato l'attore più bravo?" Il ragazzo di prima mi riporta alla realtà.
"Jamie Campbell Bower, ovvia-" Dico come se fosse la cosa più ovvia del mondo, mentre mi giro ma interrompo le mie parole nel momento in cui mi rendo conto di chi ho di fronte.
Jamie Campbell Bower mi guarda con i suoi occhi grigi/verde/azzurri che sono appena stati scoperti dalle lenti degli occhiali da sole che probabilmente indossava per non farsi riconoscere.
Le sue stupende labbra, che sono di un rosa che probabilmente devono ancora inventare, sono stese in un ghigno divertito e noto quanto sia ancora più bello dal vivo.
Sì, sul grande schermo è bellissimo. In foto è un vero figo. Ma dal vivo. Dal vivo è tutta un'altra cosa.
Vedo il cerchietto che è sul suo naso e quanto gli sta bene. I capelli lunghi, biondi. I Jeans stretti.
Sembra quasi surreale. Boccheggio qualche secondo e poi mi rendo conto dell'enorme figura di merda che ho fatto: ho blaterato su quanto Shadowhunters sia bellissimo, sembrando probabilmente una stupida fan anche un po' pazzoide, l'ho adulato definindolo addirittura 'quasi divino' e infine gli ho detto apertamente che secondo me è stato l'attore più bravo.
Mi do mentalmente della stupida e poi finalmente riesco a dire qualcosa. Di una nota più alta del mio normale tono di voce, ma qualcosa.
"Porca troia."




Asdfghjkl.
Bene eccomi qui con l'ennesima fan fiction!
E' la prima fan fiction che pubblico su Jamie Campbell Bower e sono tanto tanto tanto emozionata iedwieowqedoqe ho già pubblicato una os che potete trovare qui: Strane amicizie. (basta cliccare sul titolo)
Questa ff mi è venuta in mente mentre cercavo, per l'appunto, città di cenere e la prima parte è successa davvero ahahahah solo che poi non è arrivato Jamie :(((( ahahah
Va bene, ora posso anche andarmene!
Vi amo,
Angie xx



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Capitolo 2
*** Rivedersi. ***


              Capitolo due.       

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        Rivedersi.




"Quasi divino, eh?" Jamie è un passo da me e si sta visibilmente trattenendo dallo scoppiarmi a ridere in faccia. Credo di aver fatto la figura di merda più colossale degli ultimi... centomila anni.
Sono quasi tentata a fingere di svenire per uscire da questa situazione più che imbarazzante ma opto per un'ancor più ridicola risatina isterica. Probabilmente sembro una pazza e Jamie sembra divertirsi e non poco.
"Posso sapere con chi ho l'onore di parlare?" Sono così concentrata a guardare il modo in cui le sue labbra si toccano mentre parla che non ascolto neanche quello che dice.
Scuoto la testa e torno nel mondo dei viventi. "Eh?" Esalo con un'eleganza davvero degna di nota, devo ammettere. Dannata me.
"Chiedevo, con chi ho l'onore di parlare?" Ripete nuovamente. Vuole sapere il mio nome. Mi ha chiesto il nome. Non è così difficile da dire. Infondo sono solo cinque lettere, non è così complicato. Forza, puoi farcela, mi ripeto mentalmente. Però dalla mia bocca non esce neanche una misera vocale.
"Tutto bene?" Sono ancora troppo sotto shock per l'enorme figura di merda di prima per rendermi conto che ne sto facendo un'altra proprio in questo momento.
Inspiro ed espiro. "Angie. Mi chiamo Angie."
Jamie sorride. "E quindi sei una fan sfegatata di Shadowhunters, Angie."
No, stavo sclerando perché non trovavo il libro e ho fatto un breve monologo su cosa è meglio tra libro e film perché mi piace Harry Potter. "Sì."
"E qual è il tuo personaggio preferito?" Mi chiede mentre poggia il suo peso su uno dei due banconi su cui sono poggiati i libri. Incrocia le gambe e mi guarda. Non mi ero mai resa conto di quanto fosse bello. Bhe, oddio. Questa è una bugia. Ho sclerato per tutto il film ripetendo quanto fosse bello. Però... Dio, dal vivo è tutta un'altra cosa.
"Jace. Perché è la mia versione al maschile." Dico cercando di mantenere un tono calmo e tranquillo, senza sembrare più stupida, o svitata, o pazzoide di quanto sia già sembrata.
"Ah, capisco. -asserisce Jamie senza mai distogliere lo sguardo da me- E il tuo attore preferito?" Chiede ridendo tra sé e sé.
Bastardo che non sei altro, non ti basta la figuraccia che ho già fatto. "Robert Sheehan, ovviamente." Dico guardandomi le unghie. Mh, dovrei rimettere lo smalto.
Jamie alza le sopracciglia e la sua faccia prende una nota stupita. "Robert Sheehan. Fai serio?" Chiede oltraggiato.
Incrocio le braccia sotto il seno e lo guardo. "Cos'hai contro Robert?"
Jamie si ricompone e sorride. "Assolutamente niente. Ma non è lui che hai definito 'quasi divino'."
Stronzo. Jamie Campbell Bower è uno stronzo.
"Oh certo, ho definito te quasi divino. Infatti Robert è stato divino. Tu quasi." Vuole giocare? Giochiamo.
Appena finito di parlare lo guardo e mi rendo conto che sto conversando con lui esattamente come farei con uno dei miei amici e la cosa un po' mi fa sorridere. Neanche dieci minuti fa ero sotto shock per aver incontrato -niente popò di meno che- Jamie Campbell Bower dentro un ipermercato sconosciuto di Londra e adesso siamo qui che ci punzecchiamo a vicenda. Non so se essere sconvolta o altro.
"Pazzesco." Pazzesco è l'unico commento che fa.
"Robert? Oh sì, assolutamente. E' stato assolutamente pazzesco. Meraviglioso." Sorrido vittoriosa.
Jamie rimane in silenzio che però non viene interrotto dalla sua voce, né dalla mia, ma dalla suoneria del mio telefono.
Accetto la chiamata senza neanche fare caso a chi fosse l'intermittente "Angie! Dove diavolo sei?!" Mia madre sbraita dall'altra parte della cornetta.
Mi sbatto una mano in fronte: mi ero completamente dimenticata di lei. "Scusami! Ho avuto un contrattempo, sto arrivando." Mamma mi dice di sbrigarmi e chiudo la chiamata.
"Mi consideri un contrattempo, quindi?" Jamie sorride.
"Anche peggio di un contrattempo." Dico mentre metto il telefono in tasca. "Comunque ora vado, mia madre mi aspetta. Ti chiederei l'autografo ma ti monteresti la testa quindi credo che eviterò. E' stato un piacere conoscerti, Jamie."
Jamie si mette dritto. "E  se ci rivedessimo? Mi piacerebbe parlare con te su quanto Robert sia stato divino e pazzesco."
Rido divertita. "Certo, Jamie Campbell Bower che esce con me. Divertente." Mi asciugo teatralmente una lacrima finta.
"Solo perché sono famoso?"
"Solo? Ti pare poco?"
"In realtà lo trovo un dettaglio inutile. Prima di essere famoso, sono un ragazzo di venticinque anni che ha voglia di uscire con persone normali." Jamie incrocia le braccia.
Ridacchio. "A maggior ragione. Se hai voglia di uscire con persone normali, io non sono proprio adatta."
Jamie sorride e scuote la testa. Comincia a cercare qualcosa nella tasca interna del giacca di pelle che indossa e ne estrae un pennarello nero.
Si avvicina a me e mi prende un braccio. Il suo tocco è così delicato che rimango di sasso per un momento. Nessuno mi ha mai toccata con tutta quella delicatezza. Come se fossi il fiore più bello del giardino dietro casa. Guardo le sue mani e mi rendo conto di non averne mai viste di così belle. Sono affusolate e molto grandi. Si vedono le vene. E hanno quel tocco delicato che mi ha rapita totalmente.
A risvegliarmi dai miei pensieri è un leggero solletico che avverto con il contatto del pennarello sul mio braccio: Jamie sta scrivendo il suo numero di telefono.
Appena finisce sorride soddisfatto e chiude il pennarello con il tappo.
"Questo è il mio numero, se ti va di prendere un caffé insieme." Dice.
"Va bene. Adesso ho i miei Oreo che mi aspettano, ciao Jamie." Sorrido contenta e mi giro per andare via. Sento Jamie salutarmi con un 'Ciao Angie' e  poi dei passi che si allontanano.
Mi rigiro e lo vedo che sta camminando verso l'uscita. E' bello anche di spalle, con quei capelli, e le lunghissime gambe magre. Non credo di aver mai visto gambe così lunghe. Di certo le mie non lo sono.
Dal mio metro e cinquanta risicato ho sempre sofferto per le mie gambe corte, sognando delle lunghissime gambe che avrebbero fatto invidia a qualunque ragazza.
Sospiro e continuo a camminare verso la cassa dove mia madre mi aspetta.
In un certo senso, io e Jamie ci completiamo. Lui con le sue gambe lunghissime e il suo metro e ottantatré, io con le mie gambe corte e il mio metro e cinquantacinque. Sorrido al pensiero. Mi sto già illudendo.
Meglio smetterla di pensare a lui, ho i miei Oreo che mi aspettano. E niente è meglio degli Oreo.

 





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Capitolo 3
*** Chiamarsi. ***


Capitolo 3.
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Chiamarsi.




"Quindi l'hai trovato Città di cenere?" Sbarro gli occhi quando Ezra mi porge questa domanda.
"Eh." E' la mia unica risposta. Ezra, come ovvio che sia, non capisce e aggrotta le sopracciglia.
"Eh?" Ripete.
"Sì, eh." Rispondo alzando le spalle.
"Mi spieghi oppure vogliamo continuare a parlare a monosillabi?" Ezra sbuffa irritato. Poverino, mi dispiace non dirglielo ma non ho intenzione di raccontargli il mio infausto incontro con Jamie. Anzi, non ho intenzione di raccontarlo a nessuno. Non ho intenzione di raccontarlo proprio. "No, non l'ho trovato." Rispondo. Un po' mi sento in colpa a nascondergli la verità.  "E ci voleva tanto a dirlo?" Chiede. No, non ci voleva tanto. Semplicemente ho omesso il piccolo dettaglio che cercandolo ho incontrato Jamie Campbell Bower con cui ho fatto una figura di merda epocale e che mi ha lasciato il suo numero. Un dettaglio, proprio. "No, scusa. E' che oggi sono da un'altra parte." Dico mentre mi passo una mano sulla fronte che poi poggio sul tavolino a cui siamo seduti, la mano intendo, non la fronte. Ezra mi regala un dolce sorriso e poi poggia la sua mano sulla mia e mentre parla la accarezza. "C'è qualcosa che non va?" Mi chiede. Però poi vedo quella nota di dolcezza dal suo viso trasformarsi piano piano in un espressione confusa e noto che il suo sguardo si è fermato sul mio avambraccio ed è così che comincio ad imprecare mentalmente in tutte le lingue del mondo. Stupida me che non mi sono lavata bene il braccio. "Che diavolo è?" Ezra mi afferra per il polso e avvicina l'avambraccio al suo viso. Se potessi mi tirerei uno schiaffo da sola. "Niente, ieri ho incontrato Camille che mi ha segnato il numero di una sua... Compagna di università." Mi invento al momento. Spero solo ci caschi. "Ieri tu e Camille non vi siete viste." Porca troia. Perché deve essere così intelligente e preciso? Non potevo avere un migliore amico scemo?! "Avrò dimenticato di dirtelo." Improvviso. Credici, credici, ti prego credici. "Camille ieri è stata tutto il giorno alla facoltà e tu sei stata sempre con tua madre." Dice secco. Ma vaffanculo. "Ti ricordi quando ti ho mandato quel messaggio in cui davo di matto? Ero andata nell'ipermercato vicino la facoltà di Cam e l'ho incrociata mentre entrava a prendere una bottiglietta d'acqua." Credici, credici, ti prego credici. Il suo sguardo si fa meno duro e ritorna dolce. "Strano, Camille non mi ha detto niente." Tiro un sospiro di sollievo e sorrido leggermente. "Lo sai com'è fatta, semplicmente non ci pensa." Dio mio, grazie Signore. Prendo il telefono e mando un messaggio a Camille. "Se Ezra ti chiede qualcosa io e te ieri ci siamo viste."
Alzo lo sguardo e vedo che Ezra mi sta guardando curioso, perciò sorrido. "Chi è?" Chiede con un piccolo sorriso. "Mio fratello, devo proprio andare." Mi alzo e gli do un bacio sulla guancia. "Ci vediamo domani?" Chiede mentre prendo la borsa.
Alzo le spalle. "Non lo so proprio, ci sentiamo per messaggio." Gli mando un altro bacio volante ed esco dal bar. Quando sono fuori tiro un sospiro di sollievo fatto bene: l'ho scampata.
Ma ovviamente i guai non vengono mai da soli quindi il mio telefono vibra e il nome 'Camille' alleggia sullo schermo. Mi allontano dal bar con la paura che Ezra possa uscire da un momento all'altro e rispondo alla chiamata. "Ciao Bubi." Saluto allegra. Non cacciare il discorso, non cacciare il discorso, non cacciare il discorso. "Perché dovrei dire ad Ezra che ieri ci siamo viste mentre noi non ci siamo viste?" Chiede. Sono sicura che in questo momento sia in piedi con le mani sui fianchi. Se la conosco almeno un pochino, e la conosco fidatevi, so anche la precisa espressione che ha in viso. "Perché è una storia lunga e dato che devi studiare perché ti stai laureando non ho intenzione di rubarti del tempo prezioso." Strizzo gli occhi pregando in aramaico antico che lasci correre. Lascia correre, Lascia correre, ti prego lascia correre. "Lo dico io se mi stai o non mi stai rubando tempo." Ripetere le cose e pregare non funziona, è ufficiale. "Non mi va di dirtelo per telefono. Anzi, non mi va di dirtelo proprio."
"E invece, guarda un po', me lo dici. Ti do dieci minuti per arrivare a casa mia." Non mi da neanche il tempo di protestare che ha già chiuso la chiamata. Sbuffo mentre pesto un piede a terra. Che me ne mandasse una buona! Comincio a camminare indispettita verso la fermata del tram senza neanche guardare le persone che mi stanno intorno. Ma che cavolo. Non solo faccio una figura di merda con Jamie Campbell Bower, ma mi trovo 'costretta' a mentire al mio migliore amico e a sottopormi ad un interrogatorio con la mia migliore amica. Che culo! Ora mi toccherà mentire a mia madre e vendere mio fratello! Poi mia madre si renderà conto ho raccontato una menzogna e ce l'avrà a vita con quella degenera di sua figlia. Poi appena saprà che ho venduto Gionny mi picchierà a sangue fino a tramortirmi e a farmi entrare in coma e la porteranno in un ospedale psichiatrico. Camille disperata perché potrei morire comincerà a tagliarsi e Ezra diventerà un alcolizzato. Eve cerchera di far uscire la sorella dalla depressione, cercando lei stessa di riprendersi dalla mia possibile morte, ma finirà nel giro della prostituzione insieme a Michelle. La vedo già Michelle ai lati della strada con un vestitino inguinale rosso! Poi la signora Bane -la mamma di Eve e Camille- arrabbiata con me tenterà di soffocarmi con un cuscino ma un infermiere la fermerà in tempo e porteranno anche lei nello stesso ospedale psichiatrico di mia mamma dove passeranno gli ultimi giorni della loro vita cercando un modo per uccidermi. Intanto Camille e Eve appena appresa la notizia della madre si trasferiranno in Argentina cominciando a lavorare in una di quelle Soap Opera demenziali per bambine disagiate tipo 'Il mondo di Patty' e lasceranno Michelle da sola che, non solo continuerà a fare la prostituta, ma entrerà anche nel giro dell'alcol dove rivedrà Ezra e si metteranno insieme per disperazione, poi finiranno nel giro della droga dove non vedranno più la luce. E tutto questo per colpa di Jamie Campbell Bower e del suo stupido numero scritto sul mio braccio!
Credo di essere leggermente melodrammatica. Ma leggermente.
Persa nei miei drammatici pensieri mi rendo conto di essere arrivata a casa di Camille, così suono al campanello. Non chiede neanche chi è che ha già aperto il concerto.
Salgo le scale ed entro in casa. Dentro casa di Camille fa sempre caldissimo. Però prima di togliermi la giacca faccio un passo indietro e chiamo la mia amica. "Camille?" Sento dei passi avvicinarsi e Camille mi spunta davanti. "Dimmi."
"Per caso c'è tua mamma?"
"No, perché?"
Niente, ho paura che mi soffochi con un cuscino. "Niente, lascia stare."
Camille alza le spalle e si avvia verso il salotto, io intanto poggio la giacca su una sedia e le vado dietro.
Ci sediamo sul divano e Camille mi guarda. "Che c'è?" Sbotto.
"Cos'hai combinato?" Chiede mentre assottiglia gli occhi.
Deglutisco. "Niente."
"Lo so che hai combinato qualcosa."
"Ti giuro che non ho combinato niente."
"Giuralo."
"Non posso."
"Allora dimmi che cosa hai combinato."
"Non pressarmi."
"Non ti presserei se tu non mi avessi chiesto di mentire ad Ezra." Camille mi guarda scettica.
Sbuffo. "Tanto non ci crederai."
"Tu intanto racconta!"
"Ieri ho incontrato Jamie Campbell Bower all'ipermercato dove stavo cercando Città di cenere e mi ha dato il suo numero di telefono -dico mentre mi scopro l'avambraccio-, oggi Ezra l'ha visto e mi ha chiesto cosa fosse, io gli ho detto che me l'avevi scritto tu e che era il numero di una tua compagna di corso. Solo che ieri tu sei stata tutto il giorno in facoltà e io con mia madre quindi gli ho detto che in realtà l'ipermercato in cui sono andata era quello vicino la tua università e che ci siamo incontrate per caso." Non so se mi stia guardando in questo modo perché sta per mettersi a ridere o perché sta per picchiarmi.
"Tu avresti conosciuto Jamie Campbell Bower?"
Annuisco.
Camille incrocia le braccia sotto il seno. "Hai ragione, non ci credo."
Sbuffo e mi alzo. "Non mi interessa se ci credi o no, io me ne vado."
La mia amica mi tira per un braccio e mi fa risedere.
"Aspetta un momento. Tu hai il numero di Jamie Campbell Bower?"
Annuisco confusa. "E allora cosa aspetti a chiamarlo?!" Mi chiede con voce più alta di un'ottava.
"Dici che dovrei chiamarlo?" Chiedo insicura. Insomma, cosa c'entro io con Jamie Campbell Bower?
"Dico, dico." Mi incoraggia.
Così prendo il telefono, digito il numero e lo chiamo. Dopo circa cinque squilli -non che abbia contato, sia chiaro- Jamie mi risponde.
"Pronto?" Risponde.
Sbarro gli occhi incapace di parlare finchè Camille non mi tira una gomitata. "Parlo con Jamie Campbell Bower?" Domando augurandomi di non essere stata semplicemente presa in giro.
"In persona." Risponde.












Asdfghjkl.
Holaaa. Eccomi qui precisa come un orologio svizzero!
Sono tanto contenta di sapere che questa è la storia su Jamie Campbell Bower con più recensioni! Grazie! (Tanto amooore per la sezione che è appena stata creata)
Ho finito di scrivere Meglio di Oreo :(( e saranno dieci capitoli precisi. Anche se l'ultimo è più una sorta di... epilogo. Sì, epilogo.
Va bien, ora vado! Spero di ricevere un vostro pensiero!
Ah, Miscel amore della mia vita non picchiarmi ti amo tanto tanto <3 amo te e il tuo vestitino rosso!
Alla prossima,
Angie xx



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Capitolo 4
*** Conoscersi. ***


Conoscersi.
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(4)





"Ciao Jamie, sono Angie. La ragazza del supermercato." Dico con le guance leggermente rosse per l'imbarazzo. Devo ricordare ancore una volta quanto fosse epica la mia figura di merda?
"Oh, certo! Angie! Mi ricordo di te. Come sta Robert?" Rido leggermente ricordando il discorso quasi completamente no sense dentro il supermercato.
"Sta bene, sempre più divino." Dico ridacchiando insieme a Jamie.
Camille di fronte a me aggrotta le sopracciglia, probabilmente pensa che io sia diventata completamente scema.
"E Città di cenere? Alla fine l'hai trovato?" Domanda.
Sospiro sconsolata. "No, è andato in ristampa."
"Dai, prima o poi lo troverai." Mi incoraggia. No, è diverso. Io devo trovarlo.
"Lo spero." Sorrido.
"Allora, ti va di rivederci?" Domanda dopo qualche secondo di silenzio.
Annuisco per poi darmi della scema da sola dato che lui non può vedermi. "Se ti va."
Jamie ridacchia. "A me va, altrimenti non te lo avrei chiesto. La domanda è se va a te."
"E' ovvio che a me vada." Dico come se fosse la cose più ovvia al mondo.
"Facciamo oggi pomeriggio alle 17 davanti alla London Eye? Sempre se per te non è un problema raggiungerla." Propone.
"Non è un problema, è perfetto." Dico sorridendo come un'ebete. In fondo è pur sempre Jamie Campbell Bower. Jamie sono bellissimo Campbell Bower.
"Allora ci vediamo oggi pomeriggio." Sono sicura che sta sorridendo.
"Ci vediamo oggi pomeriggio."
Ho chiuso la chiamata da circa quindici minuti e sto ancora gongolando come una ritardata con gli spasmi. Camille ha provato a riportarmi nel mondo dei vivi ma alla fine ha gettato la spugna e con uno sbuffo si è alzata. Ogni tanto la vedo passare ma sono troppo impegnata a gongolare per prestare attenzione a cosa sta facendo. Eccola, passa, mi lancia uno sguardo, sbuffa e se ne va.
Io, intanto, gongolo. Ovviamente.
"Angie, è mezzogiorno e mezzo, hai chiuso la chiamata quasi mezz'ora fa, hai intenzione di gongolare per il resto della tua vita?" Sbuffa, ancora.
Non rispondo perché sto gongolando. Io amo gongolare.
Alza gli occhi al cielo e se ne va.
Ci pensate? Io e Jamie Campbell Bower usciremo insieme. Gongolo, eccome se gongolo.
"Angie, ti prego, è l'una. Hai intenzione di riprenderti o no?" Alza gli occhi al cielo. Probabilmente pensa che io sia completamente senza speranze.
Certo che non ho intenz... E' l'una? "Precisamente cosa intendi con 'è l'una'?" Chiedo.
"Intendo che sono le tredici e zero zero, cosa potrei intendere altrimenti?"
"Dio mio, è tardissimo!" Scatto in piedi e comincio a raccogliere tutte le mie cose. "Camille ti vuoi muovere?!"
Camille spalanca gli occhi. "Mancano quattro ore!"
Sbuffo. "Lo so, è tardissimo!" Piagnucolo.
"E cosa devi fare in quattro ore?!"
"Lavarmi i capelli, passare la piastra, scegliere cosa mettermi, vestirmi, truccarmi, cambiare tutto perché non mi piacerò sicuramente e poi rifare tutto da capo." Tiro Camille per un braccio per farla alzare in piedi, dato che in precedenza si era seduta accanto a me. "Non so neanche se riuscirò a fare in tempo a pranzare!"
"E io cosa c'entro in tutto questo?!" Sbraita Camille mentre cerca di fermarmi.
"Sei la mia migliore amica e anche l'unica che sa di questa storia. Devi aiutarmi!"
"Mi dai cinque minuti per cambiarmi, almeno?" Mi chiede mentre indica i suoi vestiti che dovrebbero essere di uso casalingo ma io l'ho già trascinata fuori casa.

*****

"Che dici? Sto bene?" Chiedo per l'ennesima volta a Camille mentre mi guardo allo specchio.
"Te l'ho detto almeno dieci volte: stai benissimo." Mi dice poggiandomi una mano sulla spalla.
Non sono vestita in chi sa quale modo, indosso dei pantaloni neri con sopra una canotta bianca un po' lunga, una maglia nera larga con la bandiera dell'inghilterra sopra e il giubbino di pelle. Ai piedi i miei anfibi. I miei lunghi capelli scuri sono legati da due ferrettini di lato e il resto sono sciolti e lisci sulla schiena. Ho messo la solita linea di matita sopra e sotto, il mascara e così poco rossetto da sembrare quasi un colore naturale. Per i miei standard sono vestita anche troppo bene, dato che mi vesto quasi da uomo.
"Angie sono le quattro e mezza, non è il caso di andare?" Camille mi riscuote dai miei pensieri.
Annuisco e le sorrido leggermente. Dire che sono nervosa è dire poco.
La mia amica mi accompagna alla porta e mentre mi abbraccia mi assicura che tutto andrà per il meglio.
Scendo le scale e appena arrivo in strada cammino verso la fermata del pullman.
Ma cosa sto facendo? Cosa c'entro io con Jamie? Insomma, lui è uno dei ragazzi più belli mai visti, sa recitare, cantare ed è anche un ex-modello. Io so a malapena respirare e camminare contemporaneamente. Anzi no, la maggior parte delle volte cado. Ecco! Io non so neanche camminare e respirare nello stesso momento! E lui è un attore, cantante, ex-modello! Io ho i capelli rovinati per la troppa tinta, le unghia corte e i piedi storti! E se mi portasse in uno di quei locali super lussuosi dove io non potrei pagare neanche la carta igenica nel bagno? Dio mio, ma in che guaio mi sto cacciando?
Sono quasi tentata a tornare indietro ma vedo che ormai il pullam è arrivato alla mia fermata.
Se non è questo destino.
Scendo e mi appoggio alla ringhiera del Tamigi. Ci sono così tanti turisti vicino alla London Eye che non credo sia possibile che Jamie mi veda. Che poi, posto insolito, per un incontro dove non ci si dovrebbe far notare, un luogo pieno di persone.
Jamie Campbell Bower non smetterà mai di stupirmi.
Prendo in mano il mio telefono e comincio a sfogliare le foto come se non fossero foto che ho fatto/salvato io.
Probabilmente Jamie mi ha dato buca.
Continuo a sfogliare le foto finché non sento una voce che mi fa spaventare "Sei uscita bene, qui." Poggio una mano sul cuore e sono quasi tentata a picchiarlo dato lo spavento che mi ha fatto prendere. "Sei matto!?" Esalo mentre gli mollo uno schiaffo sul braccio. Jamie ride. Ed è come se ridesse anche con l'anima. "Scusami ma eri così concentrata che non mi avevi neanche visto. E ce ne vuole per non vedermi." Lo guardo e indossa dei pantaloni aderentissimi, così aderenti che ho paura che da un momento all'altro possa cadere a terra perché non gli affluisce il sangue, una t-shirt grigia con lo scollo leggermente a V e una giacca di pelle. Indossa gli occhiali da sole e una pashmina nera, distolgo lo sguardo prima di arrossire davanti a così tanta bellezza come una ragazzina delle medie. "Questo non ti da il diritto di spaventarmi." Dico mentre infilo il telefono in borsa.
Jamie appoggia la mano sul cuore e serra gli occhi. "Mea culpa, scusami. Non lo farò più." Mi sta prendendo in giro, è palese che lo sta facendo quindi rimango in silenzio con le braccia incrociate sotto al seno. "Sono perdonato oppure mi terrai il broncio tutta la sera?" Mi chiede aprendo un occhio solo. Mi trattengo dal sorridere e mi giro. "Vedremo."
"E io che volevo portarti a mangiare la pizza..." La faccia di Jamie prende una nota delusa.
"Prima di trovare della buona pizza a Londra ne deve passare di tempo!"
"Allora vieni con me, così ti ricrederai, donna di poca fede." Jamie mi porge il braccio, così io allaccio il mio al suo e cominciamo a camminare.
"Mentre ti aspettavo mi stavo chiedendo... Se tu fai di tutto per non farti riconoscere, perché hai scelto un posto così affollato come la London Eye per incontrarci?" Chiedo.
"Perché è meno sospetto. Insomma, tu ti aspetteresti di trovare un attore che se ne va indisturbato per le vie principali londinesi senza strani travestimenti o persone al suo fianco? E poi se qualche paparazzo riesce a riconoscermi è più facile che mi perda di vista." Annuisco capendo il suo ragionamento. "Non pensavo fossi così intelligente." Ammetto sincera.
"Non pensavi neanche fossi dietro di te in libreria, eppure..." Dice prendendosi ancora una volta gioco di me.
"Mi sbagliavo: sei un completo idiota." Jamie ride.
"Me lo sono meritato, lo ammetto."
Dieci minuti dopo siamo arrivati nella pizzeria e come speravo è una di quelle pizzerie con la pizza al taglio. Non ci sono neanche i tavolini dentro!
Prendiamo due margherite -Jamie ha avuto la galanteria di pagare per entrambi- e usciamo fuori. Ci sediamo entrambi a gambe incrociate sul muretto che da sul Tamigi.
"Spero ti piaccia la mia idea di mangiare qualcosa in totale tranquillità e non in un ristorante costoso. Non mi sembravi il tipo da luoghi del genere, ho pensato preferissi un posto più alla mano."
Annuisco. "Lo preferisco, davvero. Non sono una persona da ristorante lussuoso."
"E poi, è o non è la pizza più buona di Londra?" Mi chiede mentre si pavoneggia.
"Te lo concedo, è davvero buona." Dico mentre ridacchio e Jamie con me.
"Forza Angie, raccontami qualcosa di te." Mi incita Jamie con un sorriso.
Mi sistemo meglio sul muretto e do un morso alla mia pizza. "Sono una ragazza relativamente normale. Ho vent'anni compiuti da poco, con il mio lavoro faccio la fame ma mi trovo abbastanza bene. Vivo da sola con la mia coinquilina in una casa che, devo dire, per essere una topaia è davvero confortevole. Ho un fratello maggiore, tre migliori amiche completamente svalvolate e un migliore amico fantastico. Mia madre è parte integrante di me, sono una fangirl a livelli patologici e bhe, questa è la mia vita."
"E c'è un ragazzo nel tuo cuore?" Mi chiede.
Ma mi ha sentito? Ho detto che sono una fangirl a livelli patologici. Fangirl e fidanzato non stanno mai nella stessa frase. "Oh, no." Dico cercando di sorridere. Non voglio che pensi che sono single per scelta degli altri. Anche se, bhe, è così. Ma non deve necessariamente saperlo, giusto? "E cerchi qualcuno?" Sta cercando di mettermi in imbarazzo? No, perché ci sta riuscendo. "Non lo so, io non cerco mai. Aspetto che siano gli altri a trovare me." Dico. E se mi buttassi nel Tamigi? Potrei sopravvivere e poi far sparire le mie tracce facendomi credere morta ed emigrare in Messico. "Mi piace. Cioè anche se sembra che sei semplicemente pigra, è una cosa profonda."
Spalanco la bocca oltraggiata. "Io non sono pigra!" Dico.
Jamie ride. "Stavo scherzando!" Dice alzando le braccia all'altezza del petto. "E poi penso davvero che sia una cosa profonda."
Borbotto qualche parola che neanche io capisco mentre le mie guance si colorano leggermente di rosso.
"Ho un regalo per te!" Esclama all'improvviso.
Aggrotto le sopracciglia. "Un regalo?" Chiedo.
Jamie annuisce e dalla tasca interna del suo giubbotto estrae un pacchettino. Credo di aver già capito cos'è appena me lo consegna. Lo scarto e esattamente come mi aspettavo mi ritrovo una copia di 'Città di cenere' tra le mani. "Jamie, non dovevi. Davvero." Dico mentre guardo la copertina del libro che ho tanto cercato.
"Lo so che non dovevo, ma se non fosse stato per lui non ti avrei mai conosciuta, probabilmente." Dice sorridendo. "E poi devi leggere la dedica alla prima pagina." Lo guardo confusa e poi apro il libro.
'Ce l'hai fatta cacciatrice, finalmente Città di cenere è nelle tue mani! Dal tuo quasi divino Jace/Jamie Campbell Bower x' Poi a fine pagina trovo un'altra scritta 'E dal divino Robert Sheehan, ovviamente!' Appena leggo l'ultima scritta con la firma di Robert scoppio a ridere. "Tu sei matto!" Esclamo mentre lo abbraccio.
Dopo la nostra unica conversazione davvero seria della serata e il suo bellissimo regalo abbiamo fatto una passeggiata per il centro e Jamie mi ha comprato il gelato, che poi l'ha mangiato più lui che io, è solo un dettaglio.
E' il ragazzo migliore con cui io abbia mai avuto il piacere di passare una serata, perché è una persona semplice. Mi fa venire voglia di sorridere tutto il tempo e di passarci tutte le serate della mia vita.
Adesso mi sta accompagnando a casa con la sua macchina e mentre guida canticchia le canzoni alla radio e sorride come un bambino.
"Devi girare qui." Dico. Jamie sorride e annuisce mentre gira verso casa mia. Cioè, verso la topaia in cui vivo.
"Eccoci." Prendo la borsa e Jamie ferma la macchina. Apro lo sportello e lui scende con me.
"Grazie per la bella serata, sono stata davvero bene." Dico una volta che mi ha raggiunto.
"Grazie a te, non uscivo con qualcuno e stavo così bene da un'infinità di tempo." Dice facendomi arrossire.
"Ma smettila, che mi fai arrossire." Dico mettendomi una mano davanti alla faccia ormai rossa. Jamie ride, ovviamente. "Sei così poco abituata alle attenzioni?" Mi chiede. E nonostante stiamo scherzando scorgo una nota di serietà nella sua voce. "Non credo nelle persone, quindi non credo neanche nell'amore. Non più." Dico. Non so perché mi sono fatta uscire questa confidenza molto privata per me. Sono cose che non dico a nessuno, se non ad Ezra. "Perché non ci credi?" Mi chiede mentre mette le mani in tasca. "Viviamo in un mondo in cui sono più le persone che si lasciano che quelle che stanno insieme, in cui sono più quelle che fanno finta di amarsi che quelle che si amano davvero. Come faccio a credere che non cadrò anche io sotto quelle macerie?" Finisco il mio monologo e Jamie si è avvicinato così tanto da respirare l'anidride carbonica che rilascio. "In questo momento per un tuo bacio sarei disposto a cadere nelle macerie in cui un giorno potresti lasciarmi." Confessa. E un momento dopo le sue labbra sono già sulle mie. Mi piacerebbe dire qualcosa di poetico e con alto tasso diabetico tipo che 'le sue labbra mi portavano in un mondo parallelo da quanto erano morbide, e io mi beavo del loro tocco celestiale' ma l'unica cosa che ho in mente è 'oh cazzo, sto baciando Jamie Campbell Bower!'.



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Capitolo 5
*** Confessarsi. ***


Confessarsi.
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(5)





"Sveglia, sveglia, svegliaaaa." Una voce stridula arriva alle mie orecchie.
"Ma che cazzo vuoi? Fatti una vita." Biascico rimettendo la testa sotto il cuscino. Devo ammettere di essere miss finezza e gentilezza di prima mattina. Dovrebbero darmi un premio.
"Non così gentile che mi fai arrossire." La mia disturbatrice si getta di peso su di me. "Dio mio, Carol, levati dai coglioni!" Mi giro di lato e la faccio cadere dal letto. Così impara a svegliarmi con queste maniere di prima mattina.
"Angie! Mi hai fatto male!" Io lo sapevo che non dovevo scegliere una ragazza bionda come coinquilina "Ma davvero? Come mi dispiace." Dico sarcastica mentre mi risisitemo in mezzo alle mie amate coperte cercando di riaddormentarmi, sperando che Carol non tormi all'attacco.
"Sei proprio una stronza." Asserisce. Non è davvero offesa, lo sa che le voglio bene. In fondo. Molto in fondo. Bhe oddio, non lo so se lo sa. "Ero solo venuta a dirti che c'è stata un'ondata di chiamate questa mattina da parte dei tuoi amici ed erano tutti piuttosto incazzati." Mi dice come se mi stesse dicendo che ha comprato il pandoro per natale. Con un solo movimento mi tolgo tutte le coperte di dosso e mi metto in piedi. "Che significa che erano tutti piuttosto incazzati?" Chiedo mentre cerco dei vestiti da mettermi. "Significa che hanno visto le tue foto su internet." Dice mentre si guarda le unghie con noncuranza. Mi blocco e faccio un passo indietro. "Che cazzo significa che hanno visto le mie foto su internet?" Dico mentre cerco di mantenere la calma. Inspira, espira. Inspira, espira. Mantieni la calma. Angie, mantieni la calma. "Devo farti lo spelling?" Mi chiede ma io sono già entrata in bagno e mi sto preparando per uscire e psicologicamente per affrontare i miei amici.
Esco dal bagno e controllo il mio telefono: 21 chiamate perse Ezra, 12 chiamate perse Michelle, 7 chiamate perse Camille, 4 chiamate perse Eve. E oh! 36 messaggi, di cui 19 di Ezra, 9 di Michelle, 4 di Camille, 2 di Eve e... uno di Jamie.
Do un'occhiata a quelli di Ezra che sono tutti uguali e variano dal 'Sei la peggior amica del mondo' a 'se non rispondi ti uccido' al 'non ti vergogni? io fossi in te lo farei'.
Quelli di Michelle ed Eve sono moolto simili a quelli di Ezra e quelli di Camille invece mi urlano solo contro che sono una cogliona ad essermi fatta sgamare solo dalla prima uscita.
Infine leggo quello di Jamie e noto che a differenza degli altri è di questa notte, circa una quarantina di minuti dopo essersene andato: 'Buonanotte Angie, volevo ringraziarti per la splendida serata che mi hai fatto passare e spero ce ne siano delle altre. Ti confesso che non sono solito baciare una ragazza alla prima uscita ma tu hai qualcosa di diverso, qualcosa che rende diverso anche me. Tu non mi vedi come Jamie il ragazzo famoso ma solo come Jamie il ragazzo normale. Alla prossima volta, Jamie x'
Potrei quasi mettermi a piangere. Dico davvero.
Sento Carol che parla con qualcuno al piano di sotto e con il fare civettuolo con cui parla capisco che è un uomo. Giuro che se ci sta provando con Jamie l'ammazzo di botte.
Scendo di sotto e vedo che ci sono Ezra, Eve, Camille e Michelle. Dio mio, la mia fine è vicina. Mi notano e concentrano lo sguardo su di me. Ezra si avvicina e mi sbatte in faccia un giornale. "Che cos'è?" Chiedo facendo finta di niente. Ho deciso che usero la tecnica della negazione. Negherò fino alla fine. "Dovresti saperlo." Mi dice. Sta cercando di farmi sentire in colpa. Dannato Ezra! "Non so di cosa stai parlando."
"Vai a pagina cinque, allora. Sbaglio o sei tu quella in foto?"
Apro il giornale a pagina cinque e vedo che, effettivamente, sì sono io quella accanto a Jamie. "Non sono io." Lo so che è palese che sono io, però spero che Ezra diventi improvvisamente stupido e cieco.
"Non prendermi per il culo."
"Ma non sono io."
"Guarda che negare non funziona, lo sappiamo che sei tu."
Sbuffo. "E va bene, sono io."
"Lo sapevamo già." Asserisce Eve.
"Allora, precisamente, cosa volete da me?" Chiedo.
"Vogliamo sapere perché non ci hai detto niente. Insomma, ti stai frequentando con un ragazzo famoso!" Dice Michelle.
"Perché è stata la prima volta che siamo usciti e io non me la sentivo di dire ancora niente."
"Mi hai mentito. Il numero sul braccio non era della compagna di corso di Camille." Mi dice Ezra mentre mi guarda negli occhi.
Ecco, la mia previsione si sta avverando. Adesso entrerà la signora Bane con il cuscino in mano.
"Mi dispiace, ok?" Sbotto. "Ma è la mia vita sentimentale e se io non me la sono sentita di dirvelo non potete farmene una colpa. Lo sapete come sono fatta, ci metto un po'."
Eve sospira. "Almeno è andata bene?" Chiede.
Annuisco e sopprimo un sorriso. "Sì, è meraviglioso."
"E' famoso." Dice Ezra con una punta di cinismo nella voce.
"E quindi?"
"E quindi ti prenderà, ti userà e poi si dimenticherà anche il tuo nome. Ammesso che lo sappia."
Ma che cazzo gli prende? "Si può sapere cosa vuoi? Jamie è una persona come un'altra. Volevi tanto che mi frequentassi con qualcuno, che mi rendessi conto che ci sono tante persone intorno a me e poi una volta che mi piace qualcuno, non vedi l'ora che finisca."
"Fai come ti pare, io te l'ho detto come la penso." Appena Ezra finisce di parlare il campanello che suona mi impedisce di controbbattere.
Carol va ad aprire e dopo circa due minuti torna da noi. "Angie, puoi venire un attimo?" Mi chiede.
Annuisco e vado verso di lei. "Dimmi."
"C'è una persona per te alla porta." Mi dice e poi va verso Ezra e le altre.
Aggrotto le sopracciglia e vado verso la porta d'ingresso e Jamie si presenta davanti a me con tutta la sua bellezza. "Jamie!" Esclamo prima di abbracciarlo di slancio. Non sono esattamente il tipo che da queste dimostrazioni d'affetto ma lui ha quel qualcosa che non ha nessun altro. Insomma, rimango la stessa ragazza di una settimana fa a cui salgono i conati di vomito alla parola romanticismo. La stessa che, nel romanticismo, non ci crede. Ma lui riesce, in un modo a me totalmente sconosciuto, a farmi vedere il mondo con occhi diversi. Come se non fosse tutta merda come ho sempre pensato.
"Ero venuto a darti il buongiorno ma da quanto sento ci hanno già pensato." Mi dice con un sorriso e noto che in mano ha una bustina di carta di Starbucks. "Non dovevi! Oddio, Jamie..." Dico mentre lo abbraccio nuovamente. "E' solo un frappuccino con un cornetto, non ti ho portato la tiara della Regina." Mi dice ridacchiando appena. "Mi presenti i tuoi amici oppure sono una sottospecie di segreto?"
Scuoto la testa "No, vieni. Ti presento tutti." Lo prendo per mano e lo trascino in salotto.
"Ragazzi, vi presento Jamie." Dico e l'imbarazzo è così palpabile che potrei tagliarlo con le forbici.
"Jamie loro sono le mie migliori amiche Camille, Michelle e Eve." Dico mentre le indico una per volta. Le mie amiche sorridono e Jamie stringe la mano ad ognuna. "Lui è Ezra, il mio migliore amico." Jamie gli porge la mano e Ezra controvoglia gliela stringe. "Angie mi ha parlato di te." Dice Jamie con un sorriso. "Davvero? A me non ha parlato di te, che strano." Risponde Ezra stringendo così forte la mano di Jamie da far diventare le nocche bianche. Appena scioglie la presa vedo che Jamie si massaggia la mano. Non risponde e probabilmente ha già capito che è meglio evitare di alzare un polverone inutile. "Lei, invece, è Carol. La mia coinquilina." Carol gli sorride cordiale e si presenta.
"Carol, venerdì sei dei nostri per il Jukebox?" Chiede Camille probabilmente per smorzare l'atmosfera pesante che si è venuta a creare. Carol annuisce. "Salvo imprevisti, sì."
"Tu, Angie? Vieni?" Mi chiede Michelle con un sorriso.
"Certo. Pensavo che, volendo, potrebbe venire anche Jamie..." Dico.
Ezra si alza in piedi. "Vuoi portartelo anche in bagno, il tuo Jamie? Scusate ma prima che mi metta a vomitare sul tavolo, me ne vado." Prende la sua giacca e senza neanche salutare se ne va sbattendo la porta. Jamie mi prende la mano.
"Lascialo stare, entro domani gli sarà passato." Camille cerca di rassicurarmi con un sorriso.
"Noi andiamo da lui, così evitiamo che faccia qualche cazzata." Dice Eve.
Annuisco e cinque minuti dopo la casa è di nuovo tutta vuota ad eccezione mia e di Jamie.
Appena anche Carol esce di casa ci sediamo sul divano.
"Vuoi parlarne?"
"Parlare di cosa? Di come i miei amici hanno dimostrato di non fregarsi niente dei miei sentimenti? No, grazie."
"Guarda che... Guarda che se per farti stare meglio devo sparire me ne posso andare. Insomma, so di essere io il problema tra te ed Ezra e posso farmi da parte. Io non lo conosco e non so cosa prova per te -anche se so per certo che è qualcosa di molto forte- ma se per risolvere i vostri problemi devo andare via, posso farlo." Mi avvicino a Jamie e lo abbraccio.
"Non dirlo neanche per scherzo." Dico per poi incastrare il mio viso nell'incavo del suo collo.
Jamie mi stringe leggermente e mi accarezza la schiena.
"Venerdì vuoi venire al Jukebox con noi? Il venerdì facciamo il karaoke."
"Angie, io non credo di essere ben accetto." Mi dice mentre scuote la testa.
"Vieni con me, allora."
"E' che non voglio farti litigare con Ezra, capito?"
"Oh. Aspetta, non è che stai dicendo tutto questo solo per trocare? Insomma, se non vuoi più vedermi puoi dirmelo."
Jamie alza gli occhi al cielo. "Sono stato io a portarti la colazione e a venire da te, non credo sia un buon modo per cercare di troncare."
"No perché al momento io non voglio che tu vada via."
"Non lo farò."




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Capitolo 6
*** Scusarsi. ***


 Scusarsi.

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(6)


"Ma sei sicura che sia una buona idea?" Mi chiede Michelle dall'altra parte del telefono. "Dio, Michelle ti prego. Non mettertici anche tu. Credevo che almeno tu fossi dalla mia parte." Sbuffo e mi siedo sul letto.
"Io non sto dalla parte di nessuno, tantomeno da quella di Ezra. Si è comportato come un bambino e, per quanto Eve cerchi di difenderlo, ha sbagliato. Solo penso che, non so, potresti evitare di portare Jamie almeno per 'sta sera. Giusto il tempo di calmare le acque." Spiega tranquilla. "Senti. Io ho invitato Jamie e non avrò la faccia tosta di ritirare l'invito solo perché Ezra ha il ciclo. Ok? Non ho voglia di incazzarmi, tantomeno oggi che è venerdì ed è la giornata del karaoke." Sbotto. Sono stanca di questa situazione che si sta venendo a creare. Posso capire che Ezra ci sia rimasto male perché gli ho detto una piccola bugia, (sottolineo piccola) ma non sono andata a letto con suo padre, per quanto il signor Miller sia un uomo simpatico non è il mio tipo, non ho tentato di violentare sua mamma, povera signora Miller, anche lei è simpatica, non gli ho nascosto di essere incinta, né di essere in pericolo di vita, gli ho solo nascosto di aver incontrato un ragazzo che mi piace! Dio mio che pessima amica che sono! Fucilate Angie, non è andata subito a spifferare tutto al suo migliore amico, che ingrata!
Dato che sto dilagando, il succo è: non mi merito il suo trattamento. Tantomeno Jamie che non c'entra niente, poverino. E guarda, fossi in lui mi vergognerei per la scenata di ieri dato che si è dimostrato solo un bambino immaturo e davvero superficiale.
"Va bene, fai come ti senti. Ti passo a prendere?" Mi chiede Michelle. "No, Mish. Passa Jamie, non sa dove si trova il Jukebox." Michelle mi da l'ok e ci salutiamo.
"Cosa mi consigli di mettere questa sera?" Carol fa la sua entrata nella mia camera senza neanche bussare. "Dei vestiti. E dato che ci sarà anche Jamie, ben coprenti." Dico mentre mi stendo sul letto.
"Quindi alla fine viene."
"Evidentemente sì, se l'ho detto." Borbotto. Carol si sistema il ciuffo biondo dietro l'orecchio.
"Vuoi ripetermi anche tu quanto io stia sbagliando?" Chiedo dato il suo silenzio.
"Se Jamie ti piace davvero non capisco perché non dovresti provare a costruirci qualcosa insieme." Dice. Ma allora non è così stupida come credevo!
Mi risiedo sul letto e la guardo. "Puoi metterti i tuoi skinny jeans chiari e la maglietta rosa che ti piace tanto. Anche se a me fa schifo e mi fa salire il vomito, su di te non sta tanto male. Non tanto, almeno." Dico.
Carol che si era girata verso la porta si rigira verso di me. "Grazie." Sorride.
"Ora vattene, che devo prepararmi anche io." La spintono via e chiudo la porta della camera.
Un'ora dopo e quattro tacche di voce in meno sono pronta per uscire.
Ho messo le calze nere e una gonna nera con il simbolo della pace nero su nero e un maglione bianco e nero. Ai piedi ovviamente gli anfibi.
Carol è entrata quattro o cinque volte chiedendomi quali orecchini le stavano meglio, o quali bracciali ed è, bhe, bella. Indossa dei vertiginosi tacchi a spillo altissimi. Io sono già bassina di mio, ci si mette anche lei con i suoi tacchi altissimi e le gambe lunghissime, ed è come se diventassi invisibile. Però, insomma, sono stata io ad essere stata baciata da Jamie l'altro ieri, non Carol e le sue lunghissime gambe. Qualcosa dovrà pur significare, no? Forse non sono tutta da buttare. Non tutta, almeno.
"Angie, è arrivato Jamie." Annuncia Carol. Porto i lunghi capelli lisci dietro la schiena e annuisco. Prendo la borsa e scendo le scale. "Ci vediamo al Jukebox, Carol." Saluto ed esco fuori casa.
Jamie è poggiato con tutto il suo splendore alla sua macchina nera. Ed è in questo momento che mi rendo conto che invece sono completamente da buttare. Da prendere e gettare nel secchio. Jamie sfigura talmente tanto accanto a me che è quasi imbarazzante e sono tentata, ancora una volta, a tornare indietro e piangere tutte le lacrime che ho in corpo.
"Ciao." Mi accoglie con un sorriso da far invidia a chiunque. Ed è così bello che fa sorridere anche me. "Ciao a te, straniero." Mi avvicino e Jamie mi abbraccia. Rimango qualche secondo a bearmi di quel contatto così caldo e già così familiare.
Saliamo in macchina e Jamie, come sempre, accende la radio.
"Stasera canterai?" Mi chiede sorridendomi.
"Credo di sì, non lo so." Rispondo. "E tu?"
"Per quanto ti possa sembrare strano, credo di no. Voglio cercare di fare una buona impressione ai tuoi amici ma non così." Mi risponde senza smettere di sorridere neanche per un secondo.
Ammiro questa sua caratteristica: sorride sempre. "Piacerai a tutti." Sorrido e gli accarezzo una spalla.
Dieci minuti dopo ci troviamo davanti al Jukebox e mano nella mano entriamo. Non so se sono stata io o se è stato Jamie ad intrecciare le mani ma è un contatto che mi piace. Mi fa sentire... speciale? E' possibile?
"Angie!" Sentendomi chiamare mi giro e Camille mi viene incontro. "Ciao Bubi." La saluto mentre mi abbraccia. "Ciao Jamie." Saluta cordiale. Jamie alza la mano in segno di saluto ed è palese che non abbia la minima idea di come comportarsi.
"Venite, gli altri sono tutti di là." Ci dice la nostra amica con un sorriso. La seguiamo e arriviamo nella stanza dove ci raduniamo ogni venerdì per fare il karaoke.
Eve, Michelle, Carol, Ezra, George, Fred e Kevin sono seduti ad un tavolo non troppo lontano dal palco e stanno applaudendo alla ragazza che sta scendendo dal palco.
"Ciao Angie!" George porta tutta l'attenzione su di me e sento lo sguardo di Ezra trapassarmi da parte a parte.
"Ciao ragazzi." Saluto. "Lui è Jamie, Jamie loro sono Fred, George e Kevin, dei nostri amici. Ezra, Eve, Michelle e Carol li conosci già." Dico leggermente imbarazzata.
Jamie lascia la mia mano e si avvicina ai miei amici presentandosi cordialmente e ne approfitta per salutare anche chi conosce già. Carol, Michelle e Eve salutano cordialmente. Ezra un po' meno, ma la cosa non mi stupisce più di tanto.
Noto che ci sono due sedie vicine tra Eve e George così io e Jamie andiamo a sederci.
"Stasera chi canta?" Chiede Fred per poi prendere un sorso dalla sua birra.
"Io passo." Disse Eve seguita da Camille, Michelle e Kevin.
"Io credo anche." Disse Carol mentre lanciava uno sguardo a Kevin.
...E se fosse stato per lui che si è fatta così bella?
Sorrido sotto i baffi soddisfatta per aver sgamato la mia coinquilina.
"Io se non ho un compagno non canto, lo sapete." Dico cercando quantomeno di sorridere decentemente nonostante sia nervosa come lo sono stata poche volte nella mia vita.
"Vengo io con te." Tutti quanti ci giriamo verso Ezra. "Hanno messo Blurred Lines come nuova canzone. E' d'obbligo cantarla insieme." Abbassa lo sguardo e sorrido.
"Allora perfetto, vada per Blurred Lines." Ezra annuisce e comincia a parlottare con Michelle. Io mi giro verso Jamie che mi sorride e lo vedo leggermente rincuorato. "Ti trovi bene?" Gli sussurro all'orecchio. Jamie annuisce e mi da un bacio sulla guancia.
"Vogliamo andare?" Mi chiede Ezra.
Annuisco e lo seguo fino alla console.
Ezra parla con il dj e mi fa segno di seguirlo sul palco.
Appena siamo sopra porto lo sguardo a Jamie che dal nostro tavolo sta applaudendo con un sorriso che va da orecchio a orecchio.
Ezra mi si avvicina e mi sussurra. "Mi dispiace per tutto." So quanto per lui sia difficile dirmi queste cose.
"E' tutto ok." Sorrido e Ezra sorride con me. Poi mi abbraccia e parte la base della canzone che abbiamo scelto. E come al solito ci mettiamo spalla a spalla.
Per tutta la durata della canzone io e Ezra siamo rimasti nella stessa posizione a appena finisce ci abbracciamo e mano nella mano scendiamo dalle scalette e ci fiondiamo dai nostri amici.
Jamie si alza ma, quando nota la mia mano in quella di Ezra, si risiede.
"Lo sappiamo che siamo bravissimi, ma ora basta!" Esclama Ezra mentre ride e si sposta teatralmente un ciuffo di capelli neri da davanti al viso.
Al tavolo ridono tutti.
"Ora però voglio dire una cosa seria. E sì, Eve, so dire anche cose serie.
Devo scusarmi con Angie e Jamie per il mio comportamento inappropriato. Soprattutto con Jamie che ho giudicato senza dargli la possibilità di farsi conoscere. Spero mi darai occasione per rifarmi." Dice mentre cerca di sorridere. Jamie si alza in piedi e ci raggiunge e si scambia una stretta di mano con il mio migliore amico. Ezra mi guarda e poi guarda Jamie. "Hai la mia approvazione. Ma devi trattarla bene perché un'altra così non la trovi più." Dice prima di sciogliere le nostre mani e spingermi verso Jamie che mi circonda le spalle con un braccio. "Non lo farò." Dice prima di guardarmi e sorridermi. Io gli sorrido di rimando sentendomi al posto giusto al momento giusto. Come se quelle braccia fossero state fatte per circondarmi, quel petto per confortarmi e quel sorriso per rassicurarmi. E forse per la prima volta ho ragione. Io e Jamie Campbell Bower ci completiamo a vicenda. Perché se lui non fosse così alto non avrebbe le braccia lunghe per circondare le mie piccole spalle. E se io non fossi così bassa non arriverei con il viso precisamente al suo petto dove proprio in questo momento mi accoccolo felice.


 

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Capitolo 7
*** Mentirsi. ***


Mentirsi.
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(7)
 
 
 
 
"Ci vediamo questa sera?" Chiedo a Jamie che è dall'altra parte della cornetta. "Non lo so, ti faccio sapere." Mi risponde evasivo.
"Mi fai sapere? Non credevo di essere la tua segretaria, credevo di essere la tua ragazza." Dico leggermente seccata.
"Mi dispiace ma sono un po' impegnato oggi. Ti dispiace se ci sentiamo dopo?" Mi chiede. Dico di sì e aggancio la chiamata.
E' passato poco più di due mesi e mezzo dalla serata del karaoke e le cose tra me e Jamie vanno alla grande. O almeno credevo che andassero alla grande, lo credevo fino a qualche giorno fa.  
"Tutto bene?" Mi chiede Carol forse notando la mia espressione.
"Jamie è strano." Dico soltanto mentre vado in cucina.  
"Strano in che senso?" Mi domanda.
"Nel senso che è sempre più evasivo nelle risposte, ultimamente ci vediamo sempre di meno ed è strano."  
Carol annuisce. "Hai provato a parlarci?"
"Se ci riuscissi lo farei molto volentieri." Dico in un sospiro.
"Forse è solo stanco." Annuisco cercando di convincermi che forse è davvero solo stanco o stressato e non che si è già stancato di me e non lo biasimerei neanche! Anche io dopo due mesi e mezzo mi sarei stancata di me stessa. Infatti dopo vent'anni comincio ad odiarmi. Insomma, non sono tutta questa gran bellezza: ho i piedi storti, le gambe corte, i fianchi larghi, il naso leggermente a patata e gli occhi piccoli. Sono antipatica, tratto sempre tutti male, anche quando non voglio, sono ossessiva, pazzoide e anche un po' cagacazzi. La cosa non mi sorprenderebbe affatto. Anzi mi stupirei del contrario!
La signora Bane avrebbe fatto bene a farmi fuori con un cuscino dell'ospedale.
"Angie, ti è arrivato un messaggio." Mi dice Carol mentre mi punta il telefono in faccia.  
E' Jamie. 'Scusami per prima, ti va se stasera ceniamo a casa da soli? Oggi pomeriggio proprio non ce la faccio con il lavoro. Ti amo x' Ed ecco che ricomincio a gongolare. Ci mette così poco questo ragazzo a farsi perdonare dalla sottoscritta. Anche troppo poco.
"Che ti ha scritto?" Mi chiede la mia coinquilina con un sorriso mentre mi vede gongolare come una ritardata. A forza di stare con Jamie probabilmente lo sono diventata davvero.
Prende il telefono dalle mie mani e legge. "Aww che carino che è!" Mi dice tutta entusiasta.
"Sai che vuol dire, vero?" Chiedo.
"Che devo sloggiare."
"Che devi sloggiare, esatto."



Ho passato tutta la giornata a cucinare per la cena di questa sera con l'aiuto di Carol. Voglio far dimenticare a Jamie, almeno per una sera, tutte le cose brutte che lo circondano. Dalla stanchezza alla preoccupazione. Ammetto di essere stata un po' egoista ed egocentrica a pensare che il problema fossi io. Insomma, non sono l'unica persona che fa parte della vita di Jamie e tantomeno sono il centro del suo universo. Quindi ho cucinato tutto il pomeriggio tutte le cose buone che mia mamma mi ha insegnato negli ultimi vent'anni e tutti i piatti preferiti del mio stupendo ragazzo.
Mi aveva detto che sarebbe stato a casa per le 19:30 ma sono già le 20:00, così ne approfitto per andare a darmi una sistematina. Carol se ne è andata verso le 19:00 e non prima di avermi prestato uno dei suoi vestiti più belli. Sa quanto io sia innamorata di Jamie e quanto mi piace vederlo contento anche solo per una sera, per questo è stata tutta la giornata con me. Sono cose che apprezzo tanto.



Sono le 20:30 ma di Jamie non c'è traccia. Ammetto di essere un po' preoccupata. Non mi ha mandato neanche un messaggio e non mi ha chiamata neanche una volta. E se gli fosse successo qualcosa? Provo a chiamarlo per la quarta volta ma 'tututu' è l'unico suono che proviene dal mio telefono.
Chiamo anche Ezra per sapere se l'ha sentito, ma mi da una risposta negativa e la preoccupazione torna a farsi spazio dentro di me.  
Alla decima chiamata senza risposta sono tentata ad uscire fuori di casa a cercarlo.
Chiamo anche il suo manager ma mi dice che lui e Jamie oggi non si sono visti mai, allora vado a rileggere il messaggio che mi ha mandato. 'Oggi pomeriggio proprio non ce la faccio con il lavoro.'  
Ma lui a lavorare non ci è andato.



Sono le 21:45 e non ho neanche una sola notizia di quell'imbecille del mio ragazzo. Sempre che io non debba cominciare a chiamarlo ex.   
Carol mi ha mandato un messaggio dieci minuti fa chiedendomi come stesse andando la serata ma non ho avuto il coraggio di dirle che Jamie non si è fatto vivo. Non ho avuto neanche il coraggio di dirle che oggi poneriggio mi ha mentito dicendomi che era impegnato con il lavoro mentre non doveva lavorare.
Chiamo Camille ormai in preda alle lacrime. "Bubi."
Camille capisce subito che sono sull'orlo di un pianto. "Angie che succede?"  
"Jamie mi ha mentito e questa sera non si è fatto vivo." Dico mentre mi asciugo le prime lacrime.
Camille mi rassicura dicendomi che non è successo niente e dieci minuti dopo, leggermente più tranquilla, attacco la telefonata.
Ma mi arriva un messaggio e giuro che se potessi piangerei tutte le lacrime che ho in corpo.  



Sono le 22:30 e sento la porta d'entrata aprirsi. E finalmente, dopo tre ore, la figura di Jamie mi si prensenta davanti. Sono al buio e probabilmente non mi ha vista e dai movimenti cauti che fa, probabilmente, pensa che io sia andata a dormire e sta cercando di non svegliarmi. La cosa che non sa è che sono più sveglia che mai.
"Dove sei stato?" Domando.  
Jamie sussulta e si gira verso di me. "Angie... Pensavo stessi dormendo." Mi dice poi gira lo sguardo verso il tavolo imbandito da tutte le pietanze che avevo preparato con tutto il mio amore per lui.
"Era per me?" Mi chiede.
"Sì, ma ora sparecchio." Dico mentre comincio a portare tutto in cucina.  
Jamie mi segue. "Mi dispiace aver fatto tardi." Dice.
Ed è quella la goccia che fa traboccare il vaso. Butto a terra tutti i piatti che ho in mano e sono tentata di mettermi a gridare come una matta. "Smettila di mentirmi." Sputo.
"Ma cosa stai dicendo?" Mi chiede con gli occhi leggermente sgranati.
Mi giro verso di lui. "Smettila di prendermi per il culo. Potrei non rispondere delle mie azioni."  
"Non capisco di cosa stai parlando, davvero." Lo sorpasso ed entro in sala.  
"Non capisci di cosa sto parlando? Ecco di che cosa sto parlando." Dico mentre gli passo, non molto gentilmente, il mio telefono.  
Jamie legge il contenuto e poi abbassa lo sguardo. "Mi dispiace."  
Con un scatto d'ira butto il candelabro che avevo messo sul tavolo, a terra. "Ti dispiace." Ripeto lentamente senza alzare la voce. "Non venirmi a dire che ti dispiace. Ci sei tu in quelle foto, non io. Non ci sono io in quelle foto con Lily Collins. Non sono stata io ad averti mentito, sei stato tu. Ho chiamato il tuo manager. Dovevi lavorare oggi pomeriggio, non è vero? Bel lavoro stare a spasso con Lily Collins, che per altro è la tua ex, non la mia. Sei stato tu a mentirmi. Tu e nessun altro. Quindi ti prego di non venirmi a raccontare altre cazzate perché mi hai presa per il culo abbastanza."  
"Fammi spiegare."
"Non c'è niente da spiegare, è finita." Ed è con questa frase che esco di casa e sbatto la porta d'ingresso alle mie spalle. E' con questa frase che comincio a piangere mentre corro verso casa di Camille. E non mi importa quanto sia lontana, né che sto congelando, né che mi manca l'aria. Non mi importa di niente. Neanche di Jamie, neanche di Jamie che mi ha tradita. In questo momento non mi importa neanche di me stessa, né di quanto sto soffrendo. Voglio solo arrivare a casa di Camille e dimenticare che sulla faccia della Terra esiste un ragazzo che si chiama Jamie Campbell Bower e che mi ha appena spezzato il cuore.  

 

 

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Capitolo 8
*** Lasciarsi. ***


Lasciarsi.
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(8)
 
 
 
 
Voglio morire.
Lo so che non è un bel modo per cominciare la giornata ma nella mia testa c'è un giganteso striscione con scritto 'Voglio morire'. E un altro con su scritto 'Jamie Campbell Bower deve morire'.  
Dopo la mia geniale corsa al freddo e al gelo con solo un vestitino blu addosso sono arrivata a casa di Camille in uno stato di shock. Credo di aver urlato un po' tra le lacrime, poi Camille è riuscita a calmarmi quanto bastava per farmi tornare alla realtà e ho ripreso a piangere. Senza urlare, però. Ho provato ad uscire di casa per andare ad ucciderlo ma la mia amica mi ha detto che non si merita tanta importanza da stare anni e anni in galera per averlo ucciso. Così ho pianto un altro po' e poi credo di essere svenuta sul divano.  
Adesso sono in camera di Camille nel suo letto matrimoniale e sto soffocando sotto gli strati di coperte che Camille mi ha buttato addosso dato che credo di aver preso un po' di febbre. Un bel po' di febbre.  
Ho dormito circa due ore risicate in cui sono stata inseguita continuamente da incubi orrendi.
La miglior serata/nottata della mia vita, insomma!
Camille oggi non è andata in facoltà e Michelle è venuta da me. Se non ho io le migliori amiche del mondo chi le ha?
Cama e Mish al momento sono in cucina.
"Angie vuoi un po' di the?" Mi chiede Camille che è appena entrata nella stanza.
"Voglio morire." Biascico da sotto le coperte.  
Sento Camille sbuffare. "Non puoi ridurti così solo per un ragazzo. Carol è preoccupata per te. Io sono preoccupata per te. Si è spaventata quando ieri sera ha trovato tutti i piatti a terra e Jamie da solo sul divano con una faccia da funerale."  
Mi alzo velocemente dal letto e mi metto in piedi. Troppo velocemente, dato che per un momento ho visto tutta la stanza girare. "E' rimasto in casa mia, quel figlio di puttana?" Sputo. Sono così arrabbiata, così accecata dall'odio che davvero potrei non rispondere delle mie azioni.
"Sperava tornassi a casa." Mi dice Camille abbassando lo sguardo.
Alzo le sopracciglia sbigottita. "Pensava che sarei tornata indietro? E anche se l'avessi fatto che avrei voluto parlare con lui? Non credo sia così difficile da capire la frase 'è finita'."
"Da capire no, ma forse da accettare sì."  
"Da accettare? Cosa c'è da accettare? E' stato lui a tradire me, non io." Mi fa talmente male la testa che sento la mia voce ovattata.
"Non è detto che ti abbia tradito. Insomma, in quelle foto erano solo in giro, non si stavano baciando e tu non gli hai dato tempo per spiegarti."  
"Non è detto che mi abbia tradito? Ha tradito la mia fiducia! Mi ha detto di essere al lavoro, di non poter stare con me che sono la sua, anzi mi correggo, che ero la sua ragazza, per andare a spasso per Londra con la sua ex! La sua ex! Mi ha mentito! Cosa deve spiegarmi?! Cosa?! Che sono una tale deficiente da non aver dubitato neanche per un secondo della sua fedeltà nei miei confronti? Non c'è bisogno! Lo so da me!" Ho ricominciato a piangere e in questo momento vorrei dormire fino a non risvegliarmi mai più.
Camille si avvicina e mi abbraccia mentre ci sediamo sul letto e continuo a piangere imperterrita.  
Mi sento così stupida e ingenua, in questo momento. Io credevo che i suoi sentimenti per me fossero veri, che mi amasse davvero. Non credevo di essere solo la sua bambolina con cui giocare. Pensavo di essere qualcosa di più. Ma evidentemente mi sbagliavo. Come ho solo potuto pensare che Jamie Campbell Bower fosse innamorato di me? Di me che sono solo una stupida ragazzina con tanti sogni, che passa la maggior parte del suo tempo a leggere e a scrivere. Di me che sono solo una scema. Perché è questo che sono: una scema. Una scema che si è fatta prendere per il culo per due mesi e mezzo. Due lunghi mesi e mezzo.  
"Va tutto bene." E' l'unica cosa che sento prima di addormentarmi tra le braccia di Camille che mi accarezza i capelli.  
 
 
 
 
 
"Allora, come ti senti?" Mi chiede Michelle mentre mi passa l'ennesima tazza di the.
"La febbre è scesa e la gola non mi fa più tanto male." Dico cercando di essere il più disinvolta possibile.
"E nell'altro senso come ti senti?" Mi chiede cercando di sorridermi.  
Come mi sento? Come se qualcuno avesse preso le mie budella e ci avesse giocato a ping pong. "Meglio."
"C'è Ezra di là, ti va di vederlo?" Michelle è sempre così premurosa con me che mi fa quasi commuovere.
Annuisco e lei si alza. Neanche cinque minuti dopo la testa scura di Ezra si affaccia dalla porta della camera di Camille. "Ciao splendore." Mi saluta.
Sorrido leggermente, gli faccio spazio sul letto ed Ezra si viene a stendere accanto a me. "Oggi non sono esattamente uno splendore." Dico mentre poggio la testa sulla sua spalla.
"Per me sei sempre splendida, lo sai." Mi dice mentre mi accarezza il viso. "E non è di certo per uno come Jamie che ti deve abbattere."   
"Pensavo mi amasse." Dico prima di ricominciare a piangere sul suo petto. Nell'ultimo giorno ho pianto più di quanto io abbia mai pianto in tutta la mia vita. Sono diventata una frignona, è ufficiale.
"Non piangere, ei. Dai Angie, non piangere. Sei bella, simpatica e intelligente, non perdere tempo stando male per qualcuno che evidentemente non ti merita." Mi dice Ezra mentre mi abbraccia e mi accarezza la testa.
Sento qualcuno bussare alla porta, così mi ricompongo cercando di asciugarmi tutte le lacrime. "Avanti."  
Carol fa capolino nella stanza e appena mi vede mi si lancia letteralmente addosso. "Mi hai fatta morire di paura!" Esclama.  
"A me stai facendo morire e basta. Levati dalle palle, Carol." Dico alludendo al fatto che per chi sa quale motivo ho quasi vomitato un rene.  
"Mi sono preoccupata come non mai ieri sera quando sono tornata a casa e ho trovato Jamie seduto al buio sul divano e tutti i piatti e il candelabro per terra!"  
"Gliel'avrei dovuto dare in testa quel candelabro, non avrei dovuto buttarlo a terra." Borbotto. 
Carol abbassa lo sguardo e comincia a giocare con le pellicine delle dita segno che è nervosa. "Era distrutto." Dice infine.
"Io sono distrutta, io sono stata tradita, io sono stata presa in giro e la colpa è solo sua, quindi non ha il diritto di essere distrutto."  
"Lui ti ama davvero."  
"NON OSARE DIRE UNA COSA DEL GENERE DAVANTI A ME. NON DEVI PROVARCI. NON MI HA MAI AMATA E TANTOMENO MI AMA ADESSO. NON MI AVREBBE TRADITA SE FOSSE STATO COSì."  
"MA LUI NON L'HA FATTO! Non ti ha mai tradita."  
"Senti, sei sei venuta qui per conto suo te ne puoi andare."  
"Perché non puoi provare ad asc..."
"Vattene."  
Carol abbassa lo sguardo e si gira verso l'uscita. "Non fare la bambina." Dice prima di uscire.  
Sento delle voci proprio fuori dalla porta e riconosco la sua. Che diavolo ci fa lui in casa di Camille e come diavolo è venuto in mente alle mie amiche di farlo entrare?!
Spalanco la porta ed esco dalla camera.
Appena sono fuori vedo Jamie poggiato con la testa al muro e Carol con una mano sulla sua spalla.  
"Te la fai anche con la mia coinquilina? Sei disgustoso. E da te mi aspettavo di più. Ma a quanto pare è divertente prendermi per il culo, quindi non ti biasimo." Sputo tra i denti.
Jamie si gira verso di me ed è palese che tutto si sarebbe aspettato tranne che io sapessi che era lì.
"Angie fammi parlare, ti pre..."
"Cosa non hai capito della parola 'fine'? Dimmelo che così te lo ripeto. E' finita. Devi sparire dalla mia vita."  
"Perché non puoi semplicemente ascoltarmi?! Cazzo Angie, io ti amo! Non potrei mai tradirti e mi fa male sapere che da delle stupide foto tu abbia tirato giù tutte queste conclusioni!"
"Non voglio ascoltarti! Non c'è niente da ascoltare! Mi hai mentito, fine della storia! Mi hai mentito e sei uscito con la tua bellissima ex ragazza che non ha niente da invidiare ad una dea!"  
Jamie abbandona le braccia sui fianchi. "Il problema è questo, quindi. Ti senti inferiore a lei."
Distolgo lo sguardo perché sono tentata ad andare lì, dimenticare tutto e baciarlo come se non ci fosse un domani. "Va' da lei e lasciami in pace." Queste sono le mie ultime parole che dico prima di entrare in camera e sbattermi la porta alle spalle.
Chiudo a chiave e scivolo sulla porta fino a sedermi a terra.
Jamie comincia a battere con le mani sulla porta. "Non ho finito di parlare!"
"Io sì." Urlo.
"Perché non capisci che è te che amo? Ho sbagliato a mentirti, e mi dispiace, ma lasciami spiegare."
Rimango in silenzio e sento la voce di Camille che gli chiede di lasciar perdere almeno per 'sta sera.
Neanche cinque minuti dopo sento la porta di casa chiudersi.
Mi alzo in piedi e mi sdraio nel letto, sotto le mie amate coperte, e ricomincio a piangere.
Mi sono sbagliata per l'ennesima volta.  
Non c'è niente meglio degli Oreo.





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Capitolo 9
*** Riprendersi. ***


 Riprendersi.
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 (9)
 

 
 
 
 
"Ti va di fare shopping?" Mi chiede Camille.  
"No." Rispondo atona.  
"Non mi rispondere con tutta questa vitalità che mi contagi." La mia amica sbuffa contrariata.
Sono due giorni che vivo a scrocco a casa sua dato che non posso tornare a casa mia. In teoria potrei ma so che Carol è dalla parte di Jamie -e al momento non mi stupirebbe se tornassi a casa e li trovassi avvinghiati e sudati sul divano. Rabbrividisco al solo pensiero.  
"Farò finta di non cogliere il tuo sarcasmo pungente."
Camille sbuffa di nuovo. "E' un po' di giorni che fai finta di fare tante cose."  
"Non lanciarmi frecciatine."
"...Fai finta che tutto vada bene, fai finta che non ti importi niente di Jamie e di quello che è successo e poi appena puoi vai a piangere in qualche stanza. I muri non sono poi così spessi sai?"
Alzo gli occhi al cielo cercando di ricacciare indietro le lacrime. "Perché mi fai questo? Io vorrei solo non pensarci."  
Camille prende le mie mani tra le sue. "Angie, io ti voglio bene come ho voluto bene a poche persone nella mia vita. E così Jamie. All'inizio nessuno di noi l'ha accettato a braccia aperte ma lui... Ti ama. Quindi, perché non puoi semplicemente provare ad ascoltarlo? A sentire almeno cos'ha da dirti! Non è detto che tu poi debba perdonarlo, ma quantomeno sapere se, non avere un futuro con lui, sia la cosa più giusta."
"Ezra non è dello stesso avviso. Dice che dovrei lasciarlo perdere e basta."
"Ezra non è dello stesso avviso perché ti vorrebbe tutta per sé. Io ti ho detto come la penso, poi sta a te sapere con chi vuoi stare veramente." Camille alza le spalle.  
"Io lo so, lo so che è con lui che voglio stare, il mio futuro è lui. E' con lui che ogni sera voglio mettermi a letto, voglio abbracciarlo e farci le coccole, immagino lui fuori dall'università, io che gli corro incontro e mi butto su di lui, e ci stringiamo forte, lasciando fuori tutto il mondo, immagino lui che vicino a me mentre fuma mi scansa i capelli mentre sono seduta davanti alla finestra a leggere un libro con addosso la sua felpa.  
Io è con lui che voglio fare l'amore, è con lui che voglio una casa, dei figli, è con lui che voglio andare in giro per la città, è con lui che voglio andare in vacanza, è con lui che voglio star chiusa in casa, solo con lui, voglio comprare il gelato e mentre lo mangiamo prenderne un po' con il dito metterglielo sul naso e vederlo che ride e fa ridere anche me, mi immagino lui che impasticcia in cucina con qualsiasi cosa trovi per preparare da mangiare, mi immagino lui che mi fa una scenata di gelosia davanti a tutti e io imbarazzata sorrido con una voglia di baciarlo assurda. Io mi immagino lui nella mia vita, io voglio viverla con lui. Solo con lui." Non so precisamente quando ho cominciato, anzi, ricominciato a piangere  ma adesso sono un fiume in piena. Non ho mai amato nessuno come amo Jamie. Anzi, ogni sentimento a confronto con quello che provo per lui è una sciocchezza. Perché anche se sono solo due giorni che non lo vedo mi sembrano vent'anni e pensare che probabilmente lui stia con Lily mi corrode tutti gli organi interni.  
"Ti va di fare una passeggiata? Andiamo dal parrucchiere." Camille mi accarezza i capelli con un sorriso bonario stampato in viso.  
 
 
 
"Vuoi andare da qualche altra parte o andiamo a casa?" La mia amica mi ha scorrazzata in giro per Londra per tutto il pomeriggio per farmi svagare. Siamo andate entrambe dal parrucchiere e abbiamo tagliato i capelli. Camille solo le punte, io ho cambiato taglio.  
Ho accorciato il ciuffo fino a farlo diventare quasi una frangetta, ho tagliato le punte, rendendo i capelli pari e ho fatto la rasatura sotto. Cambiare fa bene, no?
"Andiamo a casa." Dico sorridendo appena.  
"Io pensavo che invece di andare a casa mia saremmo potute andare a casa di Jamie. Hai bisogno di parlargli, Angie." Lancio un'occhiata a Camille e annuisco: ha ragione.  
"Vado da sola però. Ci vediamo dopo."
Camille mi lascia con un sorriso e sospiro.
Fatti forza, Angie. Mi incito mentre salgo sul tram.  
Un quarto d'ora dopo sono davanti casa di Jamie indecisa sul da farsi. Sono davvero davvero tentata di scappare e far perdere le mie tracce ma alla fine decido di suonare.  
"Lily, vattene via." Mi urla un voce all'interno.
Lily. Oh ma è certo. E' stata qui, ovviamente. Anche lei ha suonato questo campanello, anche lei è entrata dentro casa.
Mi viene da piangere. Ecco, un'altra volta. Lo sapevo che non sarei dovuta venire.
Rimango con la mano a mezz'aria anche mentre indietreggio, poi sento la porta di casa aprirsi.
"Angie?" Più che un'affermazione, la sua, suona come una domanda. Come se mi stesse chiedendo se sono davvero io, se sono davvero qui.  
"Deluso?" Chiedo con gli occhi che pizzicano. Ho voglia di piangere e piangere e consumarmi a furia di piangere.
"Deluso?" Ripete "Tutt'altro che deluso."
"Ho sbagliato a venire qui, me ne vado." Dico. Ricomincio a camminare per il vialetto ma la presa ferma di Jamie sul mio polso mi ferma.  
"Non andartene, ti prego." Lo guardo negli occhi e li vedo tormentati. Non li ho mai visti così. Gli occhi di Jamie sono belli ma belli veramente,così belli che rimarrei a guardarli per giorni e giorni. Sono loro chu mi convincono a rimanere, perché hanno parlato più loro che le parole stesse.  
Annuisco ed entriamo dentro casa. Non sono stata molte volte in casa di Jamie, di solito stavamo a casa mia, perché a detta sua era più 'intima'. Diciamo che era un modo carino per dire che essendo una topaia eravamo quasi costretti a stare insieme.
"Aspettavi qualcuno?"  
"Mi stai chiedendo se stavo aspettando Lily? No, non la stavo aspettando. Anzi sì, aspettavo che sparisse dalla faccia della Terra."  
Alzo gli occhi al cielo. "Non fingere di odiarla, lo so che non è così."  
"Pensi di sapere troppe cose. Pensi di sapere quello che provo per te, quello che provo per Lily, quello che ho fato con Lily, perché ti ho mentito. Il punto è che invece non sai niente. Pensi di saperlo ma non è così. E' una storia che hai inventato nella tua testa solo per avere a conferma di essere un totale fallimento. Ma non lo sei e io ti amo, ma non vuoi capirlo!" Ha il fiatone. E' la prima volta che lo vedo perdere il controllo e mi rendo conto di averlo ferito tanto, troppo. Dovrei smetterla di agire senza pensare agli altri, senza pensare che forse le cose non sono davvero come mi sembrano nella mia testa. Mi avvicino e gli prendo una mano, poi lo abbraccio.
Mi stringe con un impeto di disperazione. Nel suo abbraccio non c'è amore, non solo, quantomeno. C'è disperazione, la disperazione di chi ha quasi perso chi amava. Gli accarezzo i capelli e mi stringe un po' più forte.  
"Non mi lasciare mai più." Mi sussurra sul mio collo.  
"Non mi mentire mai più."  
Ci stacchiamo e ci sediamo sul divano che è al centro del salotto.  
"Credo di doverti qualche spiegazione." Mi dice senza lasciare la mia mano.  
Annuisco e lo lascio parlare. "L'altro giorno, quando sono uscite quelle foto con Lily, eravamo usciti, è vero. Sarebbe stupido dire il contrario. Come lo sarebbe dirti che non ti ho mentito. Il fatto è che non volevo farti preoccupare inutilmente."
Lo interrompo. "Farmi preoccupare?"
"Lily è venuta qui dicendomi che era incinta. E che il bambino era mio."  
Booom. Credo sia questo il suono che ha fatto il mio cuore in questo momento. E' caduto e si è smaciullato a terra, vicino al tavolino di vetro di Jamie. Lily è incinta. E il bambino è di Jamie. E io sono la sua ragazza. Jamie ha venticinque anni e diventerà padre perché Lily è incinta e Jamie è il padre. Jamie diventerà padre di un bambino che non è mio. Che non è nostro.
Stacco le mani dalle sue e me le porto sulla testa. Forse se ripeterò in continuazione che questo è solo un incubo mi ritroverò in camera mia e Carol, lanciandomisi addosso, mi sveglierà.
"Se mi vuoi, io ti rimarrò accanto." Dico. Sarebbe così egoistico lasciarlo andare solo perché Lily è incinta.
"E' nobile da parte tua, davvero. Ma non è vero."
"Come non è vero? Sarei davvero disposta a rimanerti vicino io ti am-"
Vengo interrotta dalla risata di Jamie. "No, Angie. Non è vero che Lily è incinta." In una frazione di secondo mi ritrovo attaccata al suo collo. "Dio grazie! Lo sapevo che da qualche parte esistevi!"  
Jamie ridacchia e così io mi ricompongo tornando a sedermi sul divano.
"Era tutta una balla per farmi tornare con lei. Evidentemente anche lei, come il resto del mondo, ha visto le nostre foto da qualche parte e si è ingelosita. Abbastanza meschino, in effetti."   
Aggrotto le sopracciglia. "E poi? Cos'è successo?"
"Si è resa conto che io non sarei tornato con lei, bambino o non bambino. Perché ormai sono innamorato di te."  
"La cosa che non capisco è perché mi hai mentito, invece di dirmi semplicemente cosa stava succedendo nella tua vita."  
Jamie sospira. "Me lo sentivo che non era vero. Non poteva andare davvero così, io i miei figli li immaginavo con te come madre, non con le-" Non gli lascio neanche finire la frase che mi fiondo sulle sue labbra che mi sono mancate tanto, troppo.
Jamie sorride sulle mie labbra e ricambia il bacio.
Non ho bisogno di nient'altro.



Asdfghjkl.
Ecco il penultimo capitolo! Scusate se non scrivo sempre a fine capitolo ma non avendo internet a casa ed essendo costretta ad aggiornare da casa di amici ho poco poco tempo.
Comunque eccoci qua (:
La storia ha avuto un calo assurdo... L'ultimo capitolo ha avuto una sola recensione. Ma non vi piace più la storia? Perché se è così ditemelo, farò qualcosa... Non lo so... E' che bho, io non capisco. I seguiti crescono a vista d'occhio, le visualizazzioni sono sempre alte ma le recensioni... Se non vi piace più la storia, ditemelo! Ve ne prego! Almeno cercherò di capire dove ho sbagliato!
Cambiando discorso, Angie e Jamie fanno pace!
Contenti? (:
Manca solo l'epilogo e poi anche Meglio degli Oreo sarà finita :(
Ma non abbiate paura! Sto scrivendo un continuo che pubblicherò non molto dopo la fine di questa storia (: Spero di ritrovarvi anche lì!
Ora vi lascio, vi ho già rubato troppo tempo.
Vi amo,
Angie xx


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Capitolo 10
*** Amarsi. ***


 Amarsi.
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(10)





Jamie mi ha chiesto di accompagnarlo non so bene dove perché doveva cantare la sua nuova canzone.
Si chiama 'Waiting' e già dal titolo la amo con tutto il mio cuore.
Io sono dentro questo specie di studio mentre Jamie è dall'altra parte del vetro seduto sul divanetto nero che è posto al centro della stanza, sulle pareti ci sono appese tante di quelle chitarre che non ho neanche voglia di contarle. Tra le braccia ha un'enorme chitarra e vicino alla sua bocca c'è un microfono. E' così bello mentre ha le sopracciglia inarcate perché è concentrato ad accordare la chitarra. Jamie è sempre bello ma quando fa quello che ama lo è ancora di più.
Si sistema i capelli biondi che ha lasciato sciolti e comincia a suonare.
E' così bravo che mi lascio trasportare totalmente dalla musica e subito dopo dalla sua voce.
Vi ricordate cosa ho detto? Che mi sarebbe piaciuto avere un ragazzo che sapeva cantare?
L'ho detto nel giorno in cui l'ho conosciuto e non avrei mai e poi mai potuto immaginare che quattro mesi dopo mi sarei ritrovata dentro un studio con Jamie Campbell Bower dall'altra parte  del vetro che canta la canzone più bella che io abbia mai sentito.
Sapete cosa vi dico? Jamie è anche meglio del principe azzurro che ho sempre sognato. E' meglio di tutti i ragazzi che ho mai conosciuto. Jamie è meglio di tutti, anche di me.
Sono così fomentata dalla canzone che comincio a canticchiarla ad alta voce, con i tizi che sono nella mia stessa stanza che mi guardano male.
Tutta la storia di Lily, della finta gravidanza e dello stare separati ci ha fatto avvicinare ancora di più. Se prima ci amavamo adesso siamo indivisibili. Angie e Jamie contro il mondo, praticamente.
Lo amo, c'è poco da dire. Diciamo che più che altro non è che c'è poco da dire, non c'è nient altro da dire.
Continuo ad ascoltare la voce e ad essere trasportata in un altro mondo, un mondo migliore. In cui ci siamo solo io e lui. E quando sento 'E io credo in noi, perché tu credi in me' una lacrima di commozione mi riga la guancia.
Perché la questione non sono più io che amo lui, ma siamo noi che ci amiamo. Perché anche se all'inizio ero un po' restia nel crederci, Jamie mi ama davvero.
Ma forse è questo amare. Forse è questo quello che intendono tutti gli scrittori di libri che io ho tanto odiato, amarsi senza confini, senza riserve. Amarsi e migliorarsi in ogni ambito.
'Le mie ossa possono essere a pezzi ma tu mi aiuterai a rimettermi insieme'.
Comincio ad appaludire anche se so che Jamie non può sentirmi, che le persone che sono nella stanza con me mi prenderanno per una psicopatica e probabilmente mi faranno causa ma... Sti cazzi! Jamie è quello che tutti chiamano 'l'unico vero amore'. Perché se non è questo il vero amore, non posso immaginare quale sia.
Jamie mi guarda e mi mima con la bocca un 'ti amo' seguito da un bellissimo sorriso. Il più bello che io abbia mai visto.
E l'unica cosa che riesco a pensare è: ti amo anche io.
In quale momento mi sono resa conto di amare Jamie Campbell Bower? Nel momento in cui l'ho visto la prima volta, probabilmente.
O forse quando mi ha chiesto di uscire.
O quando mi ha baciata la prima volta.
Oppure nel momento in cui mi ha confessato di vedermi madre dei suoi figli.
O forse ancora quando, rinnegando tutti i miei principi, gli ho offerto un Oreo.
Ma mi sono chiesta, davvero niente è meglio degli Oreo?




Asdfghjkl.
Bhe, ok. E’ finita anche questa. Uddiu quanto mi dispiace. Neanche immaginate! Lo so che questo non è un vero e proprio capitolo, funge da, più che altro, epilogo/conclusione perché non mi piaceva finirla in quel modo.
Ne approfitto per ringraziarvi tutti per avermi seguita in questa breve fan fiction.
Ringrazio Michela che, come sempre, è il mio cuore.
Ringrazio Clarissa che quando Meglio degli Oreo era solo un’idea l’ha definita ‘geniale’.
Ringrazio Rory che mi ha scritto in chat appena dopo il primo capitolo e che adesso mi segue capitolo per capitolo.
Ringrazio chi ha recensito e chi recensirà.
Ringrazio chi ha letto rimanendo in silenzio.
Ringrazio anche chi ha aperto e poi chiuso la pagina pensando ‘ma che cagata è?’
Ringrazio Jamie per essere così straordinariamente Jamie e per avermi ispirata.
Ringrazio tutti, vi amo da morire.
 
 
 
Ma non temete! La storia di Jamie ed Angie non finisce qui! Li ritrovate nel continuo che pubblicherò a breve (:
Vi lascio un breve pezzo del primo capitolo:
 
Io e Jamie stiamo insieme da un anno e quattro mesi. u n  a n n o  e  q u a t t r o  m e s i. Forse se continuerò a fare lo spelling la cosa sembrerà più reale. Forse.
In questo anno abbiamo avuto non poche difficoltà tra le sue continue partenze per il lavoro e i miei studi e il mio di lavoro ma, a quanto pare, ci amiamo ancora.
Lily non si è fatta viva quasi mai -ringraziando il cielo- e siamo stati abbastanza tranquilli, devo dire.
Per essere la ragazza di Jamie Campbell Bower la mia vita è fin troppo monotona. […]
Così quando viene da me e mi prende le mani mi faccio trascinare ancora una volta dal suo tocco e mi faccio portare in 'pista' così cominciamo a ballare con tutti gli altri.
E quando a mezzanotte mi bacia e mi dice che mi ama penso solo a quello.
Jamie mi ama.
 
(se volete mandatemi un messaggio e vi avvertirò quando lo pubblicherò.)
Vi amo,
Angie xx


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Capitolo 11
*** Seguito. ***


Asdfghjkl.
Ragazze questo non è un capitolo, ma volevo solo avvertirvi che ho pubblicato il seguito di 'Meglio degli Oreo' che trovate qui (cliccate sul titolo) 'Un bacio a te'.
Spero di trovarvi anche lì (:
Buon anno a tutte,
Angie xx.

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