Dna.

di Silvi_MeiTerumi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New life. ***
Capitolo 2: *** Hello! ***
Capitolo 3: *** Invitation ***
Capitolo 4: *** Party. ***
Capitolo 5: *** Luke ***



Capitolo 1
*** New life. ***


DNA.


Il cambiare città non è mai facile. Si allontanano gli amici. La scuola cambia. Ed è ancora più difficile trasferirsi da Londra a Sydney. Dal clima piovoso a quello soffocante. Dai giorni di nebbia a quelli con il cielo limpido. Dalle vie in sassi a quelle in sabbia.
No, non era per niente facile. Soprattutto per Spencer Benson, una sedicenne dal carattere chiuso, il suo metro e sessanta la faceva sembrare più piccola e i capelli castano chiaro e gli occhi azzurri la facevano assomigliare una bambola.
Lei, la mamma e il piccolo Erik si erano spostati per ‘cambiare vita’, cosi le ripeteva la madre per chiudere la varie discussioni avvenute per il problema del trasferimento.
La casa in affitto era sicuramente carina, e il posto era uno dei migliori, silenziosi e meno trafficati di Sydney.
Ora aveva una camera tutta sua e avrebbe potuto suonare la sua amata chitarra senza che il fratellino si lamentasse.
Erano ormai le 7.50 quando Spencer scese le scale per salutare la madre e incamminarsi verso scuola.
E cosi, con passo spedito si ritrovò davanti alla Winston High School, la prestigiosa scuola dove la madre aveva insistito a iscriverla per il nuovo anno.
I suoi occhi verdi si spostavano di continuo per osservare le persone che la circondavano.
Stava per compiere un passo quando una mano le si posò sulla spalla. Si girò di scatto e con occhi sgranati si ritrovò di fronte a una ragazza a dir poco bizzarra.
La prima cosa che la colpì fu il suo abbigliamento. La maglia gialla evidenziatore, i jeans strappati e delle converse rosa pallido. Alquanto strana la tipa si ritrovò a pensare Spencer quando “Ciao, io sono Shay Hale, tu devi essere la ragazza nuova” disse per poi porgergli la mano, e Spencer la strinse volentieri, sembrava simpatica e un “si” le usci dalle labbra prima di sorridere alla ragazza di fronte.
Shay ispirava fiducia, e aveva i tratti tipici australiani. Occhi azzurri e capelli biondi. Leggermente abbronzata e corpo da modella.
“Vuoi che ti faccia fare un giro della scuola?” propose, che poi senza aver sentito la risposta positiva di Spencer la trascinò per una mano all’interno della scuola.
 
Shay le aveva mostrato dove si trovava il suo armadietto e si era dimostrata gentile con lei, avevano ritirato insieme l’orario scolastico in segreteria e per la fortuna della castana avevano molte ore in comune.
“Tra poco abbiamo letteratura, sai che palle” e rise Spencer, e timidamente “ E’ simpatica l’insegnante?” “No, lei è un mostro” sottolineando mostro e alzando gli occhi al cielo.
Presero posto negli ultimi banchi e Spencer era felice d’aver trovato subito un’ amica con cui passare le ore a scuola, e perché no, anche fuori dall’edificio.
La campanella trillò solo dopo pochi minuti e l’aula si riempì, e una donna sulla cinquantina fece il suo ingresso spegnendo i sorrisi dei ragazzi.
Alta quando un nano e con i capelli rinchiusi in una coda la professoressa non prestò attenzione a Spencer.
Meglio, pensò. Non le andava di presentarsi.
La prima mezz’oretta passò veloce tutto sommato e il picchiettare del gesso sulla lavagna la faceva sbadigliare in continuazione.
Shay al suo fianco mordicchiava la matita e di tanto in tanto rivolgeva dei sorrisi a Spencer.
Ma ad un tratto la porta si spalancò ed entrarono due ragazzi.
“Clifford e Hemmings, ma che piacere” ma la voce della professoressa Marin non sembrava rimproverarli, c’era una nota di gioia nella sua voce.
I due sorrisero alla donna e con passo lento si sedettero a distanza di due banchi dalle due ragazze intente a fissarli, non avevano con loro nemmeno un libro.
“Perché non li richiama?” chiese sottovoce Spencer mentre osservava i due individui concentrati a chiacchierare, come se fossero seduti in un bar, ignari del fatto che la professoressa potesse sentirli.
“Perché Clifford e Hemmings non si toccano” rispose semplicemente Shay mentre ritornava a mordicchiare la povera matita.
Le ore scolastiche passarono in fretta e Spencer aveva capito che tipo era la bionda.
Sempre solare, se ne infischiava dei giudizi altrui e amava andare a camminare. Amava i Blink 182 e aveva parecchie magliette con il loro logo sopra, e un giorno, aveva promesso a Spencer che gliele avrebbe prestate.
Risero per la maggior parte del tempo e le due si erano ripromesse di andare a scuola insieme l’indomani mattina, e dopo essersi scambiate il numero di cellulare si salutarono con un abbraccio, come se fossero amiche da sempre.
 
Il rientro a casa fu altrettanto felice, un Erik agitato le saltò in braccio e le cominciò a raccontare dei suoi nuovi amici conosciuti a scuola e le mostrò tutti i disegni fatti con i pastelli.
Il pomeriggio Spencer lo passò tra i libri e dopo aver raccontato la giornata alla madre a tavola mentre cenavano ripensò all’episodio avvenuto in classe, quei due tipi l’avevano incuriosita, e parecchio.
E dopo essersi lavata i denti ed essersi messa il pigiama prese il cellulare e inviò un messaggio a Shay.
 
Ore 22:05
A: Shay
‘Ehi, sono Spencer :)
  Ma chi erano i due ragazzi di oggi, quelli che sono entrati in classe dopo un bel po’ di tempo?’
 
Ore 22:10
Da: Shay
‘Ciao :)
  Quelli erano Michael Clifford e Luke Hemmings, fidati è meglio non conoscerli, sono tipi stani.’
 
Ore 22:12
A: Shay
‘Perché? Cosa hanno di strano?’
 
 Si azzardò a chiedere, erano dei normali adolescenti.
 
Ore 22:14
Da: Shay
‘Non cacciarti in guai in cui poi non riuscirai ad uscirne’
 
Cosa intendeva con questo?
Sbuffò Spencer, doveva andare a letto o la mamma l’avrebbe rimproverata.
Avrebbe chiesto a Shay spiegazioni la mattina seguente.
 
 
 
 
Eccomi qua con ‘Dna’ , un nome insolito, ma ha un significato.
Questo capitolo è corto, lo so, ma è solo l’inizio. La storia inizierà nel prossimo capitolo.
Ci tengo molto a questa storia, e gradirei che mi faceste sapere se continuarla o no.
E che dire, grazie a chi seguirà la storia.
Alla prossima :)
 
 

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Capitolo 2
*** Hello! ***


DNA
 

 

Hello!

L’indomani mattina Spencer non aveva sentito la sveglia, quando mezz’ora prima, aveva sentito il fastidioso trillare, con la mano aveva spento l’aggeggio e come se niente fosse si era rigirata nel letto e aveva ripreso sonno. O almeno, pensava di non andare a scuola quel girono, ma Erik, con una cuscinata la svegliò e “Mamma ha detto di alzarti, entri la seconda ora”.
Annoiata si alzò e dopo aver indossati dei leggins e una maglietta colorata passò per la cucina per salutare.
E ora, eccola qui, per le strade che la conducono alla Winston, con delle cuffiette nelle orecchie e il cellulare tra le mani.
Sorpassò il cancello, ma mentre attraversava il cortile si ritrovò di fronte a una scena che non avrebbe voluto vedere.
Michael Clifford e la sua ‘banda’ intenti a parlare con un ragazzo alquanto spaventato, che agitava le mani in segno di scuse e ogni tanto si guardava in giro, sembrava cercare qualcuno che lo aiutasse.
Le mani di Spencer cominciarono a tremare, non poteva di certo passare senza far finta di niente, ma nemmeno intervenire, se quelli avevano intenzione di picchiare il malcapitato, non avrebbero esitato a metterla al muro pure lei.
Ma capì di essere stata vista quando due occhi color caramello incontrarono i suoi. Le mancò il fiato e pensò bene di continuare per la sua strada, e ignorare quel gruppetto.
Guardò per un istante il ragazzo inginocchiato, con le lacrime agli occhi che la guardava supplichevole. Prese coraggio Spencer, serrò i pugni e si girò verso il gruppo. Cercò di sembrare più coraggiosa di quanto non fosse.
“Che cosa state facendo?” chiese cercando di nascondere il tremore nella sua voce.
Tese la mano verso il malcapitato, che l’afferrò come se lei fosse la sua unica salvezza.
“Le ragazzine non dovrebbero essere in classe?” la sfidò uno dei ragazzi con sorriso malizioso, pareva di origini asiatiche, e i suoi occhi profondi la fecero indietreggiare.
Non rispose e preso per il braccio il ragazzo al suo fianco entrò nell’atrio della scuola, girando le spalle alla risata agghiacciante di Clifford.
 
La mattinata non andò meglio, per essere entrata la seconda ora, il suo secondo giorno, la professoressa Marin prese un “leggero provvedimento”, come lo aveva definito lei.
La simpatica donna l’aveva obbligata a restare a scuola per un’ora di recupero.
“E’ proprio una stronza” dichiarò Shay, prendendo un morso della sua mela.
“Già. .” rispose solo, era sovrappensiero, doveva raccontare all’amica l’incontro ravvicinato con quei tipi?
“Shay, io devo raccontarti cosa è accaduto questa mattina, è importante” e un “Dimmi” veloce l’incitò a sputare il rospo.
Inutile dire che a fine pranzo Shay aveva gli occhi sbarrati, non riusciva a trovare parole per esprimere il suo parere.
“Tu, oddio, è pericoloso, ora saranno arrabbiati e” “Non è successo niente, dai, ho fatto la cosa giusta” cercò di calmarla Spencer sedendosi al banco e cercando la matita nell’astuccio.
“Ora tu sei nei guai, e non dovevi intrometterti” le sbraitò contro Shay.
Il mormorio degli studenti cessò quando qualcuno fece il suo ingresso, uno dei ragazzi della mattina, e il sangue di Spencer si gelò, come se tutto d’un tratto fosse stata immersa sotto l’acqua ghiacciata.
“Cosa guarda?” domandò Shay cercando di scorgere la direzione del ragazzo.
“Noi” deglutì Spencer incontrando gli stessi occhi di stamattina “E’ uno dei suoi amici”.
“Ashton non può farti niente, se sei qui in classe” concluse la bionda lanciando un ultimo sguardo al ragazzo intento a fissarle.
 
“Sei sicura che non vuoi compagnia?” domandò Shay, e un flebile “me la caverò, tranquilla” le fece salutare.
Con un sospiro abbassò la maniglia che l’avrebbe condotta a una noiosissima lezione con quell’odiosa professoressa.
“Oh, puoi sederti in quel banco” le sorrise, ma un sorriso tirato, a causa sua era rinchiusa qua, in una stanza grigia, con le sbarre alle finestre e dei ragazzi alquanto strani fissarla.
Non era l’unica a recuperare letteratura, allora.
Poggiò il libro sul banco e cercò di pensare ad altro, l’ora non sarebbe durata in eterno.
“Michael, ben arrivato” ma quelle parole non le fecero alzare lo sguardo, non si era accorta di niente, se non lo strusciare della sedia vicino alla sua.
“Ciao” bastò quel saluto per farle mancare il respiro, alzò gli occhi e quando si ritrovò davanti quel ragazzo dagli occhi chiari e i capelli neri, pregò con tutta se stessa che fosse un sogno.
“Bene ragazzi, io devo uscire un attimo, causa personale, fate amicizia su” se questa non era sfortuna, Spencer non sapeva cosa fare, voleva solo uscire da quell’aula.
“Abbiamo iniziato con il piede sbagliato, e niente, sono Michael Gordon Clifford, ma puoi chiamarmi Michael” ignorarlo o cercare di farselo amico?
“Spencer Benson” riuscì a dire senza guardarlo.
Il silenzio avvolse quella stanza, in cui nessuno osava fiatare, per paura di cosa?
Guardò nei banchi dietro e si sentì a disagio, gli sguardi cattivi dei ragazzi la facevano sentire piccola e non migliorò di certo il suo stato d’animo quando si trovò gli occhi chiari di Michael fissarla. Gli sorrise appena, e si voltò di nuovo.
“Non farci caso, guardano tutti male, quelli” sentì dire e riportò la sua attenzione sul libro.
Finalmente la Marin tornò e cominciò a spiegare, e ogni secondo puntava lo sguardo su Michael, sorrideva appena e poggiava sempre la mano sulla sua spalla quando avanzava per farsi sentire meglio dagli alunni dietro.
Comportamento strano, o insolito, da quando i professori prendono così confidenza con gli alunni?
Cerano troppe domande al quale Spencer non trovava risposta.
Michael le sembrava un tipo apposto, tranquillo, non le aveva fatto niente, e all’uscita l’aveva semplicemente salutata.
 
Eccomi di nuovo qui con il secondo capitolo :)
Che dire, sono felicissima che qualcuno abbia recensito e che la storia venga seguita.
Cercherò di essere più puntuale, ma non prometto niente, la scuola è iniziata e ho mille altri impegni D:
Comunque che ne pensate? Michael non sembra un tipo cattivo, ma più avanti si scoprirà il perché tanto terrore quando c’è lui.
E la professoressa Marin? Mi sta antipatica u.u
Che dire, grazie a Mashton, Anto Malik, Best Fans Ever e sarah_sarah che hanno recensito <3
Grazie a chi segue la storia, Best Fans Ever e sarah_sarah <3
E grazie a chi ha messo la storia tra i preferiti, Grauen , lol3 , Mashton <3
Grazie a tutti <3

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Capitolo 3
*** Invitation ***


DNA

 
Era passata una settimana dalla punizione che Spencer aveva dovuto scontare a causa della professoressa Marin, inutile dire che la signora Benson si fosse infuriata.
Aveva deciso che sua figlia dovesse essere più responsabile, era solo il suo secondo giorno di scuola. Le aveva proibito di uscire per almeno due settimane.
Per fortuna la simpaticissima Shay aveva addolcito la donna presentandosi sotto casa Benson con una torta di benvenuto ed era riuscita ad andare ogni pomeriggio da Spencer.
-Che cosa c’è per domani? – domandò la bionda sdraiata sul letto guardando il soffitto.
-Dobbiamo svolgere una ricerca su. . Romeo e Giulietta – sbuffò la castana chiudendo il diario di scatto. Si avvicinò alla scrivania e prese l’occorrente per poi richiamare l’amica – Andiamo in biblioteca, qui non mi hanno ancora messo la connessione Internet – e ridacchiò vedendo Shay domandarle del come facesse a vivere senza internet.
 
Le due, dopo aver convinto la donna di casa, si avviarono verso il centro, all’angolo tra una pizzeria e una gelateria si trovava la biblioteca. Cercarono un posto appartato e – Io comincio da destra, tu sinistra, ci incontriamo qui fra dieci minuti, se non troviamo quello che cerchiamo troveremo una scusa per il professor Johnson – dichiarò Shay sparendo fra gli immensi scaffali.
Scosse la testa Spencer e con passo lento si addentrò anche lei in cerca di informazioni.
Pensò di aver trovato lo scaffale giusto quando sentì lo sfogliare di pagine troppo vicino a lei, si girò di scatto e ritrovarselo lì, con un libro in mano, tutto concentrato a saziarsi delle parole di quel libro la fece rimanere sconcertata.
Michael Clifford alzò lo sguardo e incontrò gli occhi spalancati della ragazza – Ciao – la salutò sorridendole.
-Ehm, ciao – mormorò intimidita. Spostò lo sguardo sul libro che teneva in mano il biondo e rilassò le spalle, Romeo e Giulietta era il libro che teneva a bada Clifford.
-Stai cercando questo? – chiese lui tendendogli il libro. Lei annuì e guardo prima il libro e poi il ragazzo dallo sguardo di ghiaccio.
-Prendilo, tanto l’avrò letto un milione di volte – dichiarò aspettando una qualsiasi reazione da parte della ragazza.
-Spencer! – l’attenzione dei due venne attirata dalla voce di Shay che correva verso di lei.
-C’è Luke e quindi anche Michael! – continuò poi avvicinandosi, ma appena lo notò si tappò la bocca.
Spencer avrebbe voluto sprofondare dall’imbarazzo, possibile che l’amica fosse cosi sbadata?
-Tranquilla Hale, non ti ho sentito – ridacchiò Michael voltandosi e lasciandole li da sole.
-Ma sei impazzita?! – urlò la castana in preda a un istinto omicida.
Shay non badò al rimprovero e -Ti ha fatto male? – domandò guardando preoccupata Spencer che – no, perché dovrebbe. Rilassati! – sbuffò prima di ritornare al tavolo della biblioteca per concludere quella benedetta ricerca.
 
La sera passò in fretta, tra libri e un po’ di tv, la mattina dopo Spencer si ritrovò due grandi occhiaie. La notte non aveva fatto altro che pensare all’accaduto del pomeriggio.
Quel ragazzo era stato gentile con lei, chissà perché ne erano tutti terrorizzati.
Si mise una gonna fino al ginocchio e una maglietta nera con le scritte rosse, non doveva arrivare in ritardo anche questa mattina.
Aspettò Shay e appena varcato il cancello di scuola si affrettò a cercare Michael, voleva ringraziarlo per averle prestato il libro, se non fosse per lui a quest’ora sarebbe senza ricerca che equivaleva a una bella F.
-Shay, io vado un attimo da lui – e indicò con un cenno di capo il gruppetto formato dai quattro individui più ‘pericolosi’, così definiti da tutti.
-Sei impazzita? – mormorò la bionda fermandola per un braccio – non ti lascio da sola, vengo anche io. . Dietro di te però eh –
A passo lento attraversarono il cortile e oramai quasi vicine sentirono lo sguardo del gruppetto addosso.
-Buongiorno Spencer e. . Shay – il nome della bionda sulle labbra di Luke fecero venire i brividi a Spencer. Lo aveva pronunciato in un modo alquanto malizioso, ma allo stesso tempo triste.
-Volevo ringraziarti per ieri – si affrettò a spiegare il motivo del suo arrivo improvviso davanti a loro. Michael sorrise e rispose con un flebile ‘niente’.
Ma prima che le due ragazze si allontanarono – Stasera c’è una festa a casa di Ruth, venite anche voi – propose Michael toccandosi i capelli.
Un invito strano da parte di Clifford, ma a Spencer quell’invito fece sorridere.

 
 
Rieccomi qui, so che è passato tantissimo tempo dall’ultimo aggiornamento, ma è stato un periodo alquanto difficile, se poi ci va di mezzo la scuola, immagino mi possiate capire :’)
Cmq ho deciso di portare avanti questa storia. Ho tante idee, e voglio scrivere.
All’inizio mi ero un po’ scoraggiata vedendo che il secondo capitolo aveva ricevuto una sola recensione ( ringrazio chi ha recensito!).
Ma si va avanti e. . Il terzo capitolo è pronto :)
Fatemi sapere cosa ne pensate :)
E ringrazio tutti quelli che hanno seguito e seguiranno la storia!
Alla prossima! <3
 

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Capitolo 4
*** Party. ***


DNA
(se riuscite a non morire prima di arrivare in fondo lol, potete legger l'angolo autrice? Grazie a chi lo farà)

-Come pensi di convincere tua mamma a lasciarti andare? È ancora arrabbiata, ti voglio ricordare – disse Shay dall’altra parte del telefono.
-Lei non saprà – dichiarò Spencer estraendo dall’armadio un vestitino color pesca – dove ci incontriamo? – domandò andando verso il bagno.
-Se lo sa! Sarai nei guai! – tentò di convincerla l’amica, da un lato era preoccupata per la reazione della giovane donna, da un lato non voleva che l’amica passasse guai seri con Clifford. Quel ragazzo era imprevedibile.
-Smettila e preparati! Alle nove passo a casa tua e quindi fra venti minuti! Baci – concluse la chiamata prima di sorbirsi altre proteste.
Si piastrò i capelli e mise un filo di trucco, un po’ di lucidalabbra e lei si sentiva pronta.
Messe le ballerine si affrettò a scendere lentamente le scale, vide la madre intenta a guardare la televisione. Si sentì in colpa a mentirle, ma era da fare, doveva integrarsi.
Percorse poi velocemente le due vie che separavano casa sua da quella degli Hale.
Arrivata suonò il campanello e pochi secondi dopo Shay face la sua comparsa vestita in bianco.
-Wow, sei bellissima – le sorrise Spencer – non sarà mica per Luke? – ridacchiò poi facendola arrossire.
-Ma dico, sei matta? Per quella specie di maniaco con il piercing? –sbraitò facendo ridere la castana al suo fianco.
E tra le risate le due raggiunsero la casa di Ruth Higgins, una ragazza bionda e alta circa un palo della luce. Questa le accolse e le fece accomodare in salotto, il centro della festa.
-Spero ti ambienterai Spencer – si congedò con queste parole la padrona di casa che sparì tra la folla.
-Quella ragazza non mi ispira fiducia, per niente – sospirò Shay seduta sul divano in pelle.
-A te in questa cittadina non piace nessuno ma. . Guarda, Luke si sta avvicinando – la punzecchiò Spencer, che ottenne la reazione voluta, l’amica infatti si girò di scattò per vedere se lui si stesse avvicinando realmente. E fu proprio così. Luke Hemmings, sorridente come sempre, con una maglia dei Nirvana e i jeans strappati sulle ginocchia si stava dirigendo verso le due sotto gli occhi delle ragazze in pista.
Le salutò con un cenno di capo e – Allora anche tu, Shay Hale, la tipa più strana di questo pianeta, si è presentata a una festa – ridacchiò ricevendo un’occhiataccia dall’interessata.
-Allora anche tu, Luke Hemmings, il tipo più imbecille del pianeta ricorda il mio nome – usò lo stesso tono per punzecchiarlo, cosa che lo fece ridacchiare.
‘Questi due sono proprio strani’ si ritrovò a pensare Spencer mentre con lo sguardo cercava Michael. Questo gesto non passò inosservato al ragazzo ancora in piedi e – Deve ancora arrivare- spiegò per poi mettersi le mani in tasca.
Si sentiva solo la musica e solo dopo tre respiri profondi il biondo prese parola – Hale. . Vieni a ballare? –
La ragazza in questione deglutì rumorosamente e sbarrati gli occhi si affrettò a guardare l’amica al suo fianco in cerca di aiuto.
-Certo che vuole! – la spinse Spencer. Questa era un occasione d’oro per Shay, c’era qualcosa che l’attirava il Luke, e lei da buona amica non avrebbe lasciato che questa opportunità sfumasse.
 
Shay.
 
Sentivo l’odore di fumo e alcol invadermi, quella festa non mi piaceva per niente. La gente mi stava letteralmente schiacciando contro il petto di Luke. Lui invece sembrava a proprio agio, sorrideva e annuiva, la maggior parte degli invitati si avvicinava e lo salutava con una pacca sulla spalla, mentre le ragazze si limitavano a dargli un bacio sulla guancia.
Sbuffai irritata e presi parola – E cosi ti salutano tutte con un bel bacio eh? –
-Se vuoi, puoi farlo anche tu – mi strizzò l’occhio e ridacchio per poi guardarmi, era davvero alto.
-Nei tuoi sogni Hemmings – risposi stizzita. Cercai di guardare altrove, il suo sguardo mi metteva in soggezione.
-Vieni, andiamo a prendere da bere, ho una sete – mormorò prendendomi per mano. Quel contatto mi provocò una serie di brividi lungo la schiena e con le gambe tremanti mi feci trascinare fino al bancone degli alcolici.
-Prendi qualcosa? – domandò versandosi della vodka nel bicchierino trasparente.
-Non bevo – dichiarai mentre lo osservavo portarsi il bicchiere alla bocca.
Era cosi dannatamente bello.
Ma cosa sto dicendo? Stare al chiuso mi fa perdere il senno della ragione.
-E allora cosa ti va di fare? – riprese poi il discorso. E li mi venne un’ idea.
-Andiamo in giardino, qui fa troppo caldo e poi. . Devo chiederti un po’ di cose! – e così lo presi per mano, trascinandolo al di fuori della casa.
 
Spencer.
 
Shay e Luke erano andati in pista da più di mezz’ora, così decisi di fare un giro dell’enorme villa.
Evitai almeno tre volte che il contenuto del bicchiere di qualche ragazzo mi finisse sul vestito, ormai si erano dati tutti alla pazza gioia.
Avanzai verso un angolo a me sconosciuto e con mia sorpresa mi imbattei in Michael.
-Oh, ciao! Ti stavo cercando – mi disse sfoggiando un bellissimo sorriso.
-Ciao. . – ma che mi prendeva? Devo essere più sicura.
-Sei sola? – continuò poi guardando alle mia spalle.
-Shay è con Luke – spiegai – Per cui si, tu? – domandai nervosa cercando di sostenere il suo sguardo.
-Ora so dove è Luke – ridacchiò – Comunque Ashton e Calum sono chissà dove e mi hanno lasciato in sala come un tonto – ammise grattandosi la nuca imbarazzato.
-Ti piace la festa? – chiesi di getto, non volevo che il silenzio prendesse il sopravvento.
-Mh si, Ruth ci sa fare con le feste – rispose e stava per dire altro ma una voce già sentita prima mi traforò il timpano.
La padrona di casa si era avventata su Michael, non prima d’aver strillato il suo nome.
-Clifford – incominciò con voce fin troppo smielata – Vedo che sei arrivato finalmente, che ne dici se andiamo di sopra? – e qui avrei voluto sprofondare, ero il terzo incomodo e imbarazzata più che mai cercai Shay con lo sguardo.
-Ehm, magari un’altra volta Ruth. Ora sono in compagnia di Spencer – e quell’affermazione mi fece quasi soffocare, da quando mi sentivo così felice?
Un verso di disapprovazione si fece largo fra le labbra rosse di Ruth, che senza nemmeno salutare girò i tacchi e tornò in pista.
-Non dovevi. . Insomma. . – tentai di smuovere l’imbarazzo.
-Tranquilla, e poi non mi andava, Ruth è troppo appiccicosa, non mi lascia respirare – ammise prima di incamminarsi verso il soggiorno, facendomi un cenno con il capo, incitandomi a seguirlo.
Tentennante mi avvicinai a lui e raggiunta la pista le note di Unconditionally di Katy Perry si fecero sempre più chiare.
Sentì cingermi i fianchi da due mani grandi e calde e sorrisi timidamente a quel contatto.
Mi lasciai trasportare da quel dolce ritmo per ore, perdendomi negli occhi di un angelo dannato.
 
Ehilà! Sono ancora qua, e già.
Inizio con il dire che mi DISPIACE non aggiornare presto, lo avevo promesso, ma la scuola mi porta via un sacco di tempo e come se non bastasse mi si era rotto il computer. Evviva la fortuna!
Detto questo, voglio ringraziare tutte le meravigliose persone che hanno letto questa storia e anche chi l’ha recensita <3
Che ne dite? La coppia Shay/Luke mi ispira tanta tenerezza ** , ovviamente Spencere e Michael non sono da meno!
Nei prossimi capitoli presenterò anche Ashton e Calum, avranno anche loro una parte in questa storia :)
E. . Chi ha visto Don’t Stop? E’ MAGNIFICA! E il video mi fa morire dal ridere, menomale che esistono :)
Un’ultima cosa, avevo pensato a una possibile fic scritta a più mani, e se qualcuno volesse farne parte, bhe, mi contatti :)
Alla prossima ( speriamo presto ) <3
Nene xxx

 

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Capitolo 5
*** Luke ***


                                                                                                       DNA.

Shay.
 
-Che cosa devi chiedermi, Hale? – domandò un Luke sorridente.
-Potresti non chiamarmi per cognome? Mi irrita – chiarii non riuscendo a guardarlo.
L’idea di poco prima mi si stava rivoltando contro, non avevo il coraggio di osare tanto.
-Allora? Mi stai preoccupando – sussurrò al mio orecchio. Non mi ero nemmeno accorta del suo avvicinamento. Presi un respiro profondo e presi parola.
-Cosa vuole Clifford da Spencer? – domandai a bruciapelo. Ero preoccupata per lei, lui e la sua compagnia erano sempre evitati da tutti, i motivi non erano chiari del perché ognuno li temesse, ma come si sa, il pregiudizio è inevitabile.
Un leggero ridacchiare al mio fianco mi fece diventare rossa dalla rabbia. Strinsi i pugni e mi voltai verso il biondo.
-Non sto scherzando! Guarda che vi tengo d’occhio e se per caso le torcete un capello non la passerete liscia! – urlai attirando l’attenzione di qualche coppietta intenta a sbaciucchiarsi nel giardino.
-Sei davvero strana – borbottò Luke sostenendo il mio sguardo – Ti preoccupi della tua amica, quando tu potresti essere in pericolo, essendo in compagnia di un cattivo – calcò l’ultima parola avvicinandosi ancora di più. Deglutì a vuoto e il tremore si sparse per il mio corpo.
-Comunque non vuole fargli niente, stai tranquilla, la tua amica è al sicuro – concluse prima di sedersi a terra ed accendersi una sigaretta.
Ero perplessa, quel suo comportamento mi confondeva.
 
Spencer.
 
Io e Michael avevamo ballato per ben due ore a ritmo di musica, eravamo entrambi dei disastri in pista. Avevo riso per tutto il tempo, con lui stavo bene, nonostante gli sguardi accusatori ricevuti da parecchie persone.
-Che ne dici se usciamo un attimo? – mi domandò prendendomi la mano. Annuì e cercando di tenere il suo passo dopo pochi minuti fummo fuori.
Il giardino era davvero bello, con una piscina nel mezzo e il prato ben curato. Mi guardai in giro e domandai timidamente se ci potessimo sedere su una panchina poco distante da noi.
E ora, a pochi centimetri da Michael Clifford mi trovavo senza parole. Non sapevo di cosa parlare e di certo lui non mi aiutava. I suoi occhi color ghiaccio mi fissavano insistentemente.
-Ehm. . Per che ora devi essere a casa? – per fortuna prese parola lui, non avrei sopportato quel silenzio.
-In realtà sono ‘scappata’ – mimai fra virgolette – E tutto dipende da Shay – spiegai.
-Wow, sei una ribelle – rise facendomi sorridere e abbassare lo sguardo.
-No, solo per questa sera – dissi mordendomi il labbro.
-Cosa hai fatto per cacciarti nei guai? – continuò sistemandosi meglio sulla panchina e roteando verso di me, così lo avevo di fronte.
-Niente di chè, solo perché ho saltato la prima ora e quindi la Marin mi ha fatto rimanere nel pomeriggio – sbuffai a nominare quel nome, quell’odiosa professoressa mi dava già sui nervi.
-Ah ecco perché eri lì quel giorno – riflettè portandosi una mano nei capelli – A volte è davvero una stronza la Marin –
-Riguardo a quel giorno – riprese a parlare – Quello che hai visto fuori dalla scuola – non lo feci concludere che mi affrettai a rispondere che non lo avrei detto a nessuno.
-Tranquilla, non lo abbiamo picchiato – spiegò, e non potei essere più felice. Allora non erano maneschi.
Un colpo di tosse ci fece girare lo sguardo verso due figure in piedi, Luke e Shay.
-Eccoti, ti stavo cercando – mi disse la mia amica guardando Michael sottecchi.
-A che ora dovevi rientrare? – le domandai alzandomi e affiancandola.
-Tra poco – disse soltanto, cercando di voltarsi e andarsene.
La bloccai per un braccio e le feci capire con uno sguardo di salutare.
-Ehm, grazie dell’invito – feci passare sia Luke che Michael , i quali sorrisero e fecero un cenno con il capo.
-Si, grazie. . – borbottò la bionda che guardò Luke con imbarazzo.
-Ci vediamo a scuola – mi affrettai a dire prima di prendere a braccetto Shay e dirigermi fuori.
 
Il rientro a scuola fu devastante, la notte non avevo dormito, non avevo fatto altro che pensare a me e a lui mentre ballavamo. Il suo sorriso era qualcosa di indescrivibile. E i suoi occhi mi ricordavano il mare.
Erano questi i pensieri che mi affollavano la mente.
E come se non bastasse Shay quella mattina non si era presentata a scuola, credo perché fosse ancora scombussolata dalla scorsa notte.
Percorsi il corridoio della scuola lentamente prima di arrivare al mio armadietto, estrassi i libri necessari e con un tonfo lo richiusi.
-Ciao – sobbalzai a quel suono.
-C-ciao- risposi cercando di regolarizzare il respiro. Michael Clifford era proprio davanti a me, e mi aveva appena salutato. Ok, sto delirando.
-Cosa hai alla prima ora? – domandò con quel fare tranquillo che solo lui possedeva.
-Matematica – e sorrisi al suo ‘anche io’.
Insieme ci dirigemmo in classe e con mia sorpresa si sedette nel banco di fianco al mio.
Per fortuna il professore entrò in classe e cominciò a scrivere sulla lavagna, cosa che fece sbuffare il ragazzo alla mia destra.
Passarono venti minuti buoni quando – Ma tu capisci qualcosa di matematica? – trattenni un risolino quando feci ‘si’ con la testa.
Un’ idea malsana mi passò per la testa. – Se vuoi ti aiuto – sussurrai in imbarazzo.
-Sarebbe grandioso – rispose guardandomi e facendomi sorridere.
 
Le prossime due ore le trascorsi da sola, e all’ora di pranzo decisi di provare a trovare un posto nell’immensa mensa. Girovagai tra i tavoli già occupati con il mio vassoio tra le mani.
Sospirai sconsolata, già pronta all’idea di andare nel cortile.
-Spencer, qui c’è un posto se vuoi – Luke in tutta la sua bellezza mi toccò una spalla e con l’indice indicò il loro tavolo già occupato da Calum e Ashton.
Presi coraggio e lo seguì. Una volta seduta salutai tutti e presi a mangiare quella specie di panino.
-Salve a tutti! – la voce di Michael si fece sentire e una volta seduto estrasse il cellulare dalla tasca.
-Shay non c’è? – mi chiese Luke puntando gli occhi sul tavolo.
-Credo sia rimasta a casa perché non si è ancora ripresa da ieri sera – spiegai in breve.
-Povero Lucas – ridacchiò Calum – Ora è perso – continuò Ashton.
Ma allora c’era qualcosa fra i due, lo sapevo.
-Dovresti chiederle di uscire – suggerì, facendo zittire tutti.
Il diretto interessato arrossì e scosse la testa più volte – Non accetterebbe mai – concluse.
-Fai come dice Spencer, tentar non nuoce – mi diede man forte Michael.
Il rossore preso il possesso del biondo che cominciò a farneticare sotto voce, era cosi strano vederlo arrossire.

 
 
SCUSATE per il ritardo. Ma il computer mi si era rotto e come se non bastasse quest’estate sono sempre via e mai a casa.
Comunque che ve ne pare? Si capisce che Luke prova qualcosa per la nostra Shay, ma sarà vero?
E Michael? Non è teneroso? Ahaha :’)
E Spencer è davvero molto timida con lui, e mi piace :)
Bhe, spero di aggiornare al più presto e che voi mi lasciaste una recensione, anche negativa , perché no :) Almeno mi posso migliorare.
Scusate poi se ci sono errori, l’’ho riletto di fretta perché devo andare a ripetizioni :’)
Ah, e spero di vedervi tutte al loro concerto :) Finalmente ancora in Italia!
Alla prossima! :)
 

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