Morti Viventi

di horjzons
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


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POV MIA
Io e Abby, la mia adorata sorella, eravamo fuori dalla porta di casa quando lo sentimmo. Un rumore forte, improvviso. Un “bam” veloce. E poi silenzio. La prima cosa che mi venne in mente fu che mamma avesse rotto un piatto o una tazza. Ma, ammesso che avessi ragione, per quale motivo avrebbe dovuto essere in cucina?? Erano le due di notte e, di solito, qualsiasi essere umano è a dormire a quell’ora nel suo caldo lettuccio. Forse mamma, preoccupata per me e Abby, era rimasta sveglia ad aspettarci. Poi ci ripensai. Non avrebbe mai potuto farlo: si addormentava sempre alle nove. Quella sera io e mia sorella eravamo andate a una festa di Halloween e la mamma ci aveva aiutato a truccarci da morte viventi. Quando stavamo per uscire di casa ci aveva detto: -Ragazze, non vi aspetto alzata, scusate. Andrò a dormire alle nove come al solito. Comunque siete bellissime!!! Sembrate proprio morte viventi!!!- Ok, riflettendoci, scartai la possibilità di mamma sveglia. Frugai nella borsa alla ricerca delle chiavi di casa, mentre Abby si lamentava per la sua stanchezza. Le trovai. Aprii la porta. Entrammo. Buio. Era tutto spaventosamente buio. Accesi la luce. -Ciao mamma!! Ciao papà!! Io e Abby siamo tornate dalla festa. Cosa era quel rumore di prima??- gridai sempre più nervosa. Nessuna risposta. Solo il silenzio. -Dai Mia, non ti preoccupare! Lo sai che i vecchietti hanno il sonno pesante!- mi disse Abby sbadigliandomi in faccia. “TAM!”. Ecco cosa sentii. Un altro rumore. Diverso dal primo. Meno forte, ma, comunque, altrettanto spaventoso. Io e mia sorella ci scambiammo uno sguardo veloce, fulmineo per poi correre al piano superiore. Scivolai sulle scale e mi sbucciai il ginocchio, ma non mi importava: dovevo capire cosa stava succedendo. Spalancammo la porta della camera dei genitori, ma niente. Era vuota. Perfetta. Coi letti fatti. Ci dirigemmo verso lo studio: il regno di papà. Bussammo piuttosto nervosamente. Poi girai la maniglia ed entrammo. Sentii il cuore battermi a mille, le lacrime rigarmi il viso, le ginocchia cedermi. Vento. Il vento muoveva tutto. Fogli, tende, tutto. Cassaforte. Rotta. Vuota. Finestra. Aperta. Spalancata. Con un vetro rotto. Sangue. Per terra. Genitori. Mamma. Papà. Uccisi. Pistola non presente. Morti. E non morti viventi. Mi sono sempre considerata una ragazza forte nella vita. Avrei accettato ogni cosa, qualunque cosa l’avrei superata, ma non la morte dei miei genitori. Avete presente quando da piccole si gioca ad essere una principessa o una pop-star?? Bene, io e mia sorella gemella, Abby, lo facevamo spesso e, nonostante la nostra ferrea immaginazione, c’erano due elementi che non mancavano mai nelle nostre storie: mamma e papà. Per noi era impossibile un mondo senza di loro. Eppure adesso non c’erano più. Non esistevano più. Non ci curavano più. Non ci sgridavano più, non avrebbero mai più potuto guardarci negli occhi. Basta, era tutto finito. Baci, carezze erano scomparsi e non sarebbero mai più ritornati. E tutto era successo in quella dannata notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre. Fissavamo i loro corpi senza vita. Le lacrime bagnavano i nostri visi pieni di tristezza. Non riuscivamo a parlare. Il nostro trucco da morte viventi era tutto spalmato sui nostri volti. Sentii le gambe farsi sempre più pesanti e così cedetti inginocchiandomi per terra vicino a mamma. La stessa cosa fece Abby. Io e mia sorella ci scambiammo un rapido, ma significativo sguardo e ci capimmo: ci sdraiammo vicino a loro come quando eravamo piccole e avevamo paura del buio e andavamo nel loro caldo letto alla ricerca di conforto. Abby si sistemò vicino a papà e io invece dal lato di mamma. Era tutto così dannatamente triste.

POV ABBY
2 ORE DOPO Erano passati circa 10 minuti da quando io e Mia ci eravamo alzate da terra. Sentimmo delle sirene avvicinarsi alla nostra casa e io pensai subito che il nostro caro vicino di casa, Bobby Horan, avesse chiamato la polizia e, in effetti, non mi sbagliavo. Infatti, proprio in quel momento entrò un ragazzo vestito da Halloween: aveva un lenzuolo bianco addosso con tre buchi, due per gli occhi e uno per il naso. -Buongiorno, anche se, forse, non è proprio buono questo giorno- disse togliendosi il travestimento –scusate per gli abiti, ma vengo da una festa e non ho avuto il tempo di cambiarmi … comunque sono il commissario Louis Tomlinson, piacere … voi siete … le figlie delle vittime vero?- Mia accennò un piccolo sì con la testa, mentre io ero ancora ferma ad osservare quel gran fusto che era appena entrato. Era bellissimo. I suoi capelli erano sparati e disordinati. I suoi occhi erano chiarissimi e azzurri. Non ne avevo mai visti di così belli. Quel ragazzo, quel commissario era perfetto, non trovai in lui nessun difetto. Finalmente riuscii a distrarmi, per un nanosecondo, dai pensieri tristi che riguardavano mamma e papà. -Allora, allora … - disse Louis avvicinandosi ai corpi – i vostri genitori sono stati uccisi da una pistola calibro 6 che, purtroppo non è presente … Mmh … guardate la cassaforte. È scassinata! Non c’è dubbio qui si tratta di un tentato furto che però si è concluso con un omicidio!- -Eh??- ribattei io che non avevo capito una parola di quello che aveva detto. -Sì, insomma … secondo me un ladro è entrato nella vostra residenza, ha aperto la cassaforte, ma è stato colto in fragrante dai vostri genitori. Preso dal panico ha sparato due colpi, ha preso i soldi e se ne è andato. Voi che ne pensate??- ci chiese prima di essere interrotto dal suono del suo cellulare. -Scusate un attimo … - disse rispondendo al telefono – Ok, Liam fai il più in fretta possibile ho bisogno di te e avverti anche la scientifica … ok, ok a dopo … - riattaccò la chiamata. -Ok, stanno arrivando la scientifica e il mio collega. Intanto, dove eravamo rimasti … ah sì! Volevo chiedervi: voi avete visto qualcosa??- Mia fece un gran respiro e poi rispose: -Di preciso no, ma prima di entrare in casa abbiamo sentito un rumore forte simile a qualcosa che si rompeva e poi uno sbattere di una finestra. Siamo salite su e abbiamo visto … - si mise a piangere. -Ok, ok. Lo so che è difficile … vi faccio solo questa domanda ancora e poi vi lascio: che ore erano più o meno quando siete rientrate a casa???- -Le due- dissi tremando. -Grazie 1000!!! Ora, aspettiamo la scientifica … - Finalmente, dopo dieci minuti, la scientifica arrivò, coprì i corpi e iniziò a numerare gli indizi e a fare foto. Il tutto mi faceva un tale ribrezzo che dovetti girarmi. Non potevo credere che loro stessero studiando i corpi dei nostri genitori. Insomma per me e per mia sorella era già abbastanza difficile accettare tutto questo e poi si mettevano pure la polizia e la scientifica a complicare le cose!! Subito dopo entrò un ragazzo. Era anche lui sulla ventina. Era alto, muscoloso, possente e aveva un tatuaggio insolito sul braccio con delle frecce nere. Indossava una giacca tutta sporca e stropicciata. I pantaloni aerano strappati e riportavano delle piccole macchie di sangue. Un dito era fasciato con una benda e un occhio era completamente nero. Puzzava di alcol in una maniera smisurata. Tutti questi elementi mi fecero dedurre che, forse, era appena stato coinvolto in una rissa, non c’erano altre spiegazioni … poi con la sua voce rauca, probabilmente a causa della stanchezza, ci disse: -Voi dovreste essere Mia e Abby Haustin le figlie dei maggiori rappresentanti della HAUSTIN TEAM. Un’ azienda potente, forte, senza concorrenti sul mercato. Chissà quanti bei nemici devono aver avuto papino e mammina per diventare così importanti!!! Io comunque sono il vice commissario. Mi chiamo Liam, Liam Payne-.

SPAZIO AUTRICI
Ecco qui il primo capitolo di MORTI VIVENTI. Abbiamo deciso di fare una trama diversa rispetto alle classiche FanFiction dei One Direction, speriamo vi piaccia. Guardate il trailer, recensite e diteci come vi sembra. Al prossimo capitolo. 1d_we_love_4ever

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



POV.  ABBY
Erano passati tre giorni. Solo tre giorni da quella tremenda notte. Tre giorni senza di loro, ma sembrava un’eternità…
La prima cosa che vidi svegliandomi fu il nero. Il nero del vestito di Mia. Era pallida come un cadavere, come un morto vivente. Quel giorno si sarebbero svolti i funerali di mamma e papà. Non riuscivo a pensarci, i nostri genitori dentro due bare...
Mi alzai e mi vestii come mia sorella. Insieme ci dirigemmo verso la chiesa. Non emettemmo versi. Risparmiammo la nostra voce per il discorso che avremmo dovuto fare d’innanzi a mezzo paese:
-E adesso lasciamo la parola alle due persone che più erano vicine ai coniugi Haustin… prego- ci disse il sacerdote.
-Bene…in questo giorno così importante per noi… per i nostri genitori, vogliamo…-
-Ci teniamo…-
-A dirvi quanto ci mancano i loro sorrisi, i loro abbracci, i loro sguardi arrabbiati quando io e mia sorella litigavamo…- disse Mia mentre delle lacrime le scendevano lentamente sul viso.
-Io e mia sorella stiamo attraversando questo periodo con tanta fatica, ma tiriamo avanti. E forse sono proprio loro da lassù che ci danno la forza di combattere. Perciò, adesso, mamma e papà vi diciamo che non molliamo e che lottiamo.-
-Non ci siamo preparate un discorso perché volevamo che le nostre parole fossero vere, che provenissero dal cuore…e pensiamo che sia proprio così…-
Io e mia sorella ci abbracciammo e tutti applaudirono!!!
Le bare furono trasportate al cimitero per la sepoltura. I nostri genitori sparivano dietro un asse di cemento. Rimaneva solo la loro foto, il loro nome, la loro data di nascita e di morte incisi su un blocco di marmo. Non ci potevo credere…
Dopo circa un’ora, davanti a mamma e papà eravamo rimaste solo io, Mia, il commissario, il suo aiutante e Niall (caro amico di famiglia). E fu soltanto in quel momento che mi accorsi della presenza di Harry Styles, un ragazzo ricciolino sulla ventina. Lo conoscevo perché era figlio di un forte imprenditore concorrente dei nostri genitori. Inoltre io e lui un po’ di tempo fa avevamo avuto una relazione che però fu spezzata da papà. Il mio babbo non voleva che stessi con una persona del genere… non voleva a che fare con la STILE STYLES in nessun modo.
Era l’ultima persona che volevo vedere in quel momento, adesso che papà non c’era più avrebbe potuto farmi di tutto a cominciare da quel giorno che già mi guardava in modo strano.
Mia era andata a parlare con Tomlinson, voleva aggiornarla sul caso, mentre io ero rimasta a fissare i loculi.
Fui, però interrrotta dalla mia meditazione dal ricciolino che si avvicinò a me e mi dissi poggiandomi la mano sulla spalla:
-Mi dispiace. Michelle e Albert erano cari amici di famiglia!!!-
Mi limitai a sorridere maliziosamente, una cavolata più assurda non se la poteva inventare. Ci odiava con tutto il cuore.
-Hey, che ne dici di passare una serata insieme, magari anche stasera.-
-No, grazie dell’invito, ma in questo periodo ho altre cose a cui pensare- dissi seccamente.
-Dai su… sai come ci divertiremo-
Si avvicinò ancora di più a me. Mi mise le mani sui fianchi. Le sue mani bagnate di sudore si stavano asciugando sul mio vestito. Non lo sopportavo. Papà aveva ragione, era maniaco come suo padre.
-Oh, ma come ti permetti!!!- gli urlai in modo tale che Mia e il commissario si girarono incuriositi.
-Volevo solo sdrammatizzare, Abby io ti ho sempre…- fu fermato da uno schiaffo del commissario.
-Zitto!!! Vieni un po’ con noi che ci facciamo due chiacchere in commissariato.- lo azzittì Tomlinson- Liam portalo alla centrale. Io arrivo subito.-
Il vice-commissario obbedì subito al suo capo e trascinò Styles alla macchina, mentre Mia si avvicinava a me e mi stritolava tra le sue braccia. Piangevo come una bambina, non riuscivo a smettere.
-Dai stai tranquilla!!! Mamma e papà, dal cielo, non gli permetteranno di avvicinarsi a te. Nè lui nè nessun altro.- mi tranquillizò Mia.

POV MIA
Odiavo quel tizio. Harry, Harry Styles. Era figlio degli Styles. Il che voleva già significare che ci saremmo odiati per tutta la vita. Sapete è da quando il mio bis-bisnonno ha fondato la nostra fabbrica di famiglia, la HAUSTIN TEAM, dando del filo da torcere alla STILE STYLES sul mercato, che le nostre famiglie si odiavano alla stragrande (il rapporto era ancor di più peggiorato quando hanno scoperto di Harry e Abby). Sia la nostra industria che la loro produceva vestiti con una piccola differenza: la STILE STYLES era in piena crisi economica, mentre la nostra andava a gonfie vele. O almeno questo prima della morte di mamma e papà. Non ci avevo mai pensato prima, ma vedere quelle lapidi, coi loro nomi, con le loro foto, mi fece venire in mente la nostra fabbrica. I miei genitori erano la HAUSTIN TEAM. “Noi siamo il team più forte del mondo!!”lo dicevano sempre convinti che nulla li potesse sconfiggere. E adesso che cosa sarebbe stata la nostra industria senza di loro???? Non solo io e Abby eravamo due diciassettenni che non capivamo niente di conti, cifre e numeri e che quindi non saremmo mai state in grado di gestire un’azienda, ma, inoltre, non eravamo la HAUSTIN TEAM. Perché la HAUSTIN TEAM non sarebbe esistita mai più.                                                                                                                                                                        Harry Styles era, però, diverso dal resto della sua famiglia. Era un porco maniaco come il padre e un lecchino meschino come la madre, ma aveva qualcosa negli occhi di diverso … qualcosa che si accendeva automaticamente alla vista di mia sorella … qualcosa che mi faceva una paura terribile. Era sempre stato ossessionato da Abby. A scuola la rincorreva ovunque. Era sempre la sua ombra. Styles aveva miliardi di ragazze che gli morivano dietro, ma lui sembrava curarsi solo di Abby. Sinceramente fui molto contenta quando venne portato in commissariato anche se non ne capivo il motivo … insomma ci sono tanti ragazzi che mettono le mani su una ragazza ma, finchè non si arriva ad atti legalmente punibili, la polizia non può intervenire. Ci doveva essere qualcosa sotto … Prima Louis mi aveva detto che, riguardo al caso sui miei genitori, confermava l’ipotesi del furto finito male, ma aveva anche considerato la possibilità che qualcuno che ce l’avesse con mamma e papà li avesse appositamente … uccisi. E chi ce la poteva avere con la famiglia Haustin  se non uno Styles??? Capii gli intenti di Louis: voleva interrogarlo.
-Bene ragazze, ora vi saluto. Il dovere mi chiama … - disse il commissario rivolgendo uno sguardo sfuggente alle lapidi. Io e mia sorella lo salutammo e rimanemmo lì in piedi con Niall. Niall era il mio migliore amico. C’era sempre per me ed io c’ero sempre per lui. In realtà all’inizio mi ero avvicinata a lui perché ero stracottissima del bel biondino mio vicino di casa, ma conoscendolo meglio capii di considerarlo solo un amico speciale.
-Mia … Ti posso parlare??- mi disse lui appoggiandomi una mano sulla spalla. Io feci segno di continuare anche se sapevo benissimo che a lui dava fastidio parlare in presenza di Abby. Si insomma erano amici, ma Niall era un tipo timido e faceva molta difficoltà a parlare anche solo quando eravamo soli noi due e farlo in presenza della sorella della migliore amica era per lui quasi impossibile.
-Ehmm … okk Mia … volevo dirti … e volevo dirlo anche a Abby che … che … io ci sarò sempre e che … da ora in poi potete venire a stare da me così … così … vi sentirete in compagnia … e poi pensate che sballo stare tutti i giorni insieme!!!-
-Ah, grazie Niall … ma non possiamo accettare. Sei molto gentile, ma … -
-Anche Louis ha detto che è una buona idea!!- mi interruppe lui.
Guardai Abby. Eravamo indecise. Da un  lato volevamo andare da Niall che, sicuramente ci avrebbe trattate divinamente, ma dall’altro non volevamo lasciare la nostra vecchia casa, la nostra vecchia vita. Ero tentata di dire di no. Poi ci ripensai. Insomma cosa era la mia vita se non l’HAUSTIN TEAM??? Beh, adesso quella squadra non esisteva più e anche la mia vita stava scomparendo con essa. Dovevo smetterla di piangermi addosso. Dovevo smetterla di essere debole. Dovevo aiutare Abby. Dovevo farmi una nuova vita. E quella era la mia occasione.
-Allora grazie Niall, accettiamo. Da domani la tua casa sarà anche la nostra-.
 
SPAZIO AUTRICI
È arrivato anche il secondo capitolo!!! Speriamo vi piaccia.
Ringraziamo:
-Ally Directioner 4ever per aver recensito e aver messo tra le preferite la nostra storia
-tutti coloro che l’hanno semplicemente letta

Continuate a recensire e seguire la nostra storia. non dimenticate di guardare il trailer e passare dalle nostre Fanfiction.

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=ssjkwscYvoI

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***




POV ABBY
Era da già una settimana che avevo cambiato casa. Avevo cambiato vita. Se prima mi svegliavo alle 7.00 con il dolce odore dei croissants di mamma, ora ad accogliermi di prima mattina c’era quel soave profumino dei calzini di Niall.
-Vedrai saremo felici!!!- frase che Mia mi ripeteva ogni giorno, ma per me la felicità non era quello. Per me la felicità era quello che avevo perso e non avrei mai più riavuto.
Quel giorno fui svegliata dal campanello che squillò per tre volte, fino a quando Niall non si buttò giù dal letto per andare ad aprire. Chi diavolo era quel matto che suonava alle 5.00 del mattino??? Ovviamente era Styles.
-Buongiorno ragazzi. Posso entrare???-
A sentire quella voce fastidiosa mi precipitai all’ingresso.
-No, pazzo maniaco, tu non entri… poi ti sembra l’ora di venire a casa degli altri???- urlai isterica.
Prima che potesse rispondermi, una Mia in vestaglia si fece avanti.
-Su Abby non essere scortese con gli ospiti!!! Harry accomodati pure!!!.-
Il ragazzo ricciolino  con un sorrisetto si andò a accomodare sul divano.
-Ma sei impazzita?!? Perché l’hai fatto entrare???-
Mia si limitò a guardarmi storta, per poi girarsi verso Harry:
-Non ho avuto più l’occasione di vederti. Volevo sempre chiederti come era andato l’interrogatorio in commissariato, il giorno del funerale. Ti ricordi???-
-Come faccio a dimenticarmi quel “giorno”???- disse voltandosi verso di me.
-Si va bene, ti ricordi il “giorno” ma cosa mi dici dell’interrogatorio???-
-Mah che ti posso dire… quel commissario e il suo aiutante sono due maleducati!!! Continuavano a chiedermi dov’ero quella notte in cui… capisci no???-
-Sisi certo. Vai avanti- disse Mia.
Ascoltavo infastidita la conversazione tra i due. Non ero, sicuramente, gelosa di quel maniaco, ma di mia sorella si. Mi dava fastidio che, prima Styles ci provasse con me e, poi tutto di un tratto non mi considerava più. Non che mi importasse particolarmente…
-E poi- continuò lui- quel Payne non si fidava di me!!! Ripeteva che se non avessi ammesso le mie colpe mi avrebbe sbattuto dentro, ma io non avevo colpe. Mi credete no??? Almeno voi…-
-Seee… senti hanno delle prove???- chiese Mia.
-Dicono di aver trovato le mie impronte sulla cassaforte, ma io non ci credo. Non ho toccato quella dannata cosa, non l’ho toccata capito?!?-
-Sisi ho capito, ma chi ha messo le tue impronte su quella cassaforte???-
-Insomma deve pur averle trasportate qualcuno. No???.- continuò Niall.
-Sai non ci arrivano da sole…-mi intromisi io- pensa a qualcuno che ti conosce bene e che può aver preso le tue impronte e averle messe sulla cassaforte.-
-Beh certo. Forse…- proprio in quel momento suonò il suo cellulare.-scusate un attimo… “veramente??? Arrivo subito!!!” ragazzi devo proprio andare. Ci vediamo.-
E con questa frase Harry tolse il disturbo lasciandoci tutti sbalorditi.
-Io ti avevo detto di non farlo entrare quel pazzo.- gridai a Mia.
-Invece è stato molto utile.-
-A si, quelle tre cose che vi siete detti le trovi utili???-
-Si si molto utili. Ora sappiamo che non è stato un semplice ladro a uccidere i nostri genitori, ma un assassino che ha inscenato un furto e che vuole incastrare Styles- disse lei.
-Ma tu ti fidi di Harry??? Se ti fidi di lui siamo messe bene… mamma e papà sono morti perché hanno beccato un ladro qualunque e non un assassino-
-Dai ragazze non mettetevi a litigare adesso. Non mi sembra nè il momento nè la situazione adatta. E comunque anche secondo me non è affidabile, Abby ha ragione.-
A quelle parole mia sorella che aveva sempre considerato Niall dalla sua parte si tolse la vestaglia, prese il cappotto e uscì di casa sbattendo la porta.

POV MIA
Mia sorella non capiva. Non capiva mai niente. Harry diceva la verità. Glielo avevo letto in quei suoi dolci occhi (unico elemento che mi  piaceva di quel ragazzo). Non era stato un ladro ad uccidere mamma e papà, ma un assassino. E non era stato Harry Styles, ma qualcun altro che lo voleva incastrare.
Uscii di casa assicurandomi di sbattere la porta. Volevo che Abby e Niall si pentissero di non avermi dato ragione. Presi le chiavi della macchina (anche se in teoria non avevo ancora l’età giusta per guidarla) e misi in moto. Sapevo di star facendo una cosa illegale e anche pericolosa (non avevo mai messo le mani sul volante prima di allora), ma avevo bisogno di chiarirmi le idee e di vederli … vedere, anche se solo in due minuscole foto, i miei genitori.
Guidavo come Crudelia Demon, se non peggio. Prima curva: andata. Seconda curva: andata. Terza curva: andata (con molta difficoltà). Parcheggio: andato. Ero arrivata (stranamente sana e salva) al cimitero. Non ci andavo da una settimana, ma mi sembrava di essere stata lì il giorno prima. Tutto era come sempre: cielo grigio, freddo agghiacciante, nebbia malinconica che si posa su ognuna delle 4000 tombe. Tra queste 4000 c’erano anche loro. Iniziai a camminare. Stavo letteralmente congelando. Ogni parte del mio corpo era come appesantita di miliardi e miliardi di kg. L’unica cosa in grado di vagare leggera e veloce come una piuma era la mente. Pensavo, pensavo, pensavo. Non era stato Harry, non era stato un ladro, era stato un assassino. Un assassino che io avrei trovato. Un assassino a cui l’avrei fatta pagare. Più mi avvicinavo alle tombe di mamma e papà più mi convincevo di dover collaborare con la polizia. Avrei chiamato Louis o Liam e li avrei aiutati a risolvere il caso. Non ero un’esperta come loro, ma, di certo, le vittime le conoscevo meglio io. Sarei stata utile. Me lo sentivo. E se loro non avessero voluto il mio aiuto, sarei andata per la mia strada, ma l’obiettivo l’avrei comunque raggiunto. “Mamma, papà … gliela farò pagare a quello stronzo … lo giuro, LO GIURO” pensavo.
Poi alzai la testa. Ero quasi arrivata quando lo vidi. Lì davanti alle loro lapidi c’era un ragazzo di più o meno vent’anni. Era alto, bruno con la pelle leggermente ambrata. Aveva dei lineamenti perfetti e i capelli alzati in una piccola cresta. Una rosa. Aveva una rosa bianca nella mano. La posò sulla tomba. Si grattò la leggera barba come imbarazzato. Poi fece per andarsene. Quando si girò mi vide. Mi scrutò. E poi si mise a correre dalla parte opposta. Cavolo!!! Facevo proprio così paura?? Sì, insomma, lo sapevo di avere ancora il pigiama sotto il giubbotto, di avere dei capelli arruffati (probabilmente anche peggio di quelli di mia nonna, il che è tutto detto), ma credevo (o meglio speravo) di non essere così orribilmente spaventosa da far scappare un ragazzo!!! E poi cosa ci faceva quel tizio davanti alla tomba di mamma e papà??Io non lo avevo mai visto, altrimenti me ne sarei ricordata di un fustacchione del genere … A parte gli scherzi ero preoccupata … Quel tizio sembrava lì lì per piangere. Per piangere per mamma e papà. E io manco lo conoscevo. Dovevo sapere chi era, che c’entrava con la mia famiglia … ogni piccolo indizio sarebbe stato utile. Così mi misi a fare quella cosa per la quale, molto tempo dopo, mi sarei pentita. Mi misi a correre. A rincorrerlo.

SPAZIO AUTRICI
È arrivato anche il terzo capitolo. Speriamo vi piaccia.
Ringraziamo:
-tutti quelli che hanno recensito i primi due capitoli
-tutti quelli che hanno messo tra le preferite la nostra storia
-tutti quelli che l’hanno semplicemente letta
ATTENZIONE: RECENSIRE, COMMENTARE E GUARDARE IL TRAILER. È importante vi farà sentire meglio, ma soprattutto farà sentire meglio noi ;-) 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***




POV MIA
Non so se sapete quanto è difficile correre con il pigiama pesante, le scarpe non allacciate, il giubbotto ingombrante il tutto a 5° gradi sopra lo zero. Ve lo dico io: è impossibile (quasi impossibile). E poi, come se non bastasse, il tizio che stavo rincorrendo era un tipo piuttosto atletico: scavalcava muretti come se fosse la cosa più semplice del mondo, mentre io per poco non mi ammazzavo a oltrepassare uno di quei dannati “cosi”!!!                                   Passo dopo passo. Piede dopo piede. Cercavo di raggiungerlo, ma ogni volta che mi sembrava vicino, lui accelerava e ricominciavamo da capo. Passo dopo passo. Piede dopo piede. Non so per quanto andammo avanti così. Potevano essere secondi, minuti, ore, non mi importava. Non mi importava se fossi quasi morta nel rincorrerlo, non mi importava se fossi rimasta delusa da quel tizio, non importava niente. Forse quel ragazzo non era nessun altro che un forestiero. Forse quando lo avrei raggiunto ( se mai ci fossi riuscita) non avrei scoperto niente di interessante. Forse era solo un conoscente dei miei genitori che li aveva portato un fiore da buon cristiano. Ma allora perché correre??? Perché scappare??? Se veramente avesse avuto la coscienza pulita, allora perché stava fuggendo??? Chi fugge o è disperato o è colpevole. A vedere quel ragazzo gli avrei attribuito entrambi gli aggettivi …
TAM. Dolore. Caduta. Buio.
Vidi mamma e papà che mi sorridevano. Abby piccola. Io piccola vicino a lei. Poi apparve Niall che mi porgeva la mano dicendomi “Piacere”. Vidi il mio primo bacio. La mia prima volta. Arrivò la festa di Halloween. La discoteca. Io che non trovavo le chiavi. Abby che si lamentava. Vidi loro. Mamma e papà morti. Vidi la disperazione negli occhi di mia sorella. Mi sentii cedere le gambe una seconda volta. Mi sentii morire una seconda volta come mi ero sentita a quella vista. Udii il suono delle sirene. Osservai Louis che entrava e dopo di lui Liam. Poi il funerale. Harry Styles e il trasferimento a casa di Niall. Mi vidi insieme a Abby, Harry e Niall quella stessa mattina a discutere di chi fosse quel dannato assassino. Poi il cimitero. Quel ragazzo. E mi vidi correre alla disperata ricerca di quel tizio. Dopo vidi una pistola. Un proiettile che mi arrivava dritto dritto alla caviglia. TAM. Dolore. Caduta. Buio.
Mi aveva sparato. Ero per terra e gridavo. Mi era passata tutta la mia vita davanti agli occhi in un nanosecondo. Avevo riprovato tutte le sensazione della mia vita in quel momento. Il sangue si spargeva ed io ero immobile. Non riuscivo a muovermi. Ogni minimo muscolo era come paralizzato. Vidi il ragazzo sfregarsi le mani tra i capelli neri. Ed era disperato.
-Cazzo, cazzo, cazzo!!! Le ho sparato cazzo!!!- Poi mi si avvicinò. Faceva uno, due passi verso di me e la mia vista si annebbiava sempre più.
-Va tutto bene … OK??? Ora ti aiuto io … -
-AAAAAAAAA- gridai. Non volevo che mi toccasse. Avevo paura.
-Calma calma … guardami negli occhi … VA TUTTO BENE … sono … - si fermò come a riflettere se darmi il suo vero nome o meno –Sono Zayn Malik e sono tuo amico- poi si strappò un pezzo di maglietta e me lo arrotolò intorno alla caviglia per bloccare il sangue.
-AAAAAAAAAAAAAAAA, FERMO!!! Ti prego … -
-Ok lo so che fa male, ma adesso andrà meglio- mi rispose- Fidati di me-
-Come come … posso fidarmi di un perfetto … sconosciuto che … che mi ha sparato???- balbettai io con le mie ultime forze.
-Sai tutti sbagliano- mi disse lui quasi piangendo – tutti compiono degli errori e … io sono un genio a compiere dei GROSSI errori- sorrise. Forse avrei dovuto odiarlo, ma quel sorriso era troppo bello per essere odiato. Poi mi sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e mi sussurrò a pochi centimetri dal mio naso e dalla mia bocca …
-E spero che tu, Mia Haustin, mi possa un giorno perdonare- posò le sue dolci labbra sulle mie. Sentii il cervello sciogliermi. La lingua impazzirmi. Quello fu, di certo, il miglior bacio con uno sconosciuto (che tra l’altro aveva anche cercato di uccidermi) che avessi mai dato. Quando si staccò il dolore alla caviglia era scomparso ed era rimasto solo il sapore di quel dolce bacio.                                                                                                                         Poi Zayn prese il mio telefono e chiamò il pronto soccorso. Rimase con me fino a quando non sentì le sirene suonare. Così si incamminò lontano. Io fui trasportata sulla barella.
-Forza, dritti all’ospedale-
-Sì, medico-
-E tu sta tranquilla- mi disse il dottore- abbiamo già avvertito i tuoi famigliari. Ti stanno aspettando all’ospedale-
Mi caricarono sull’ambulanza. L’ultima immagine che vidi prima che le porte del veicolo si chiudessero fu un ragazzo misterioso che mi scrutava da un angolo. Di lui sapevo poco o  niente. Sapevo che mi stava per uccidere e che mi aveva salvato la vita. Sapevo che mi aveva dato il bacio più bello della mia vita. Sapevo un nome, che forse non era neanche quello vero: Zayn Malik.

POV ABBY
-Forse non è il momento giusto, ma… volevo aggiornarla sul caso!!!- disse Tomlinson.
Beh, in effetti, non era proprio il momento giusto. Infatti ero in ospedale ad aspettare mia sorella. Mi avevano chiamato dicendomi che Mia era stata colpita da un proiettile al cimitero e che la stavano portando in ospedale. Ma volevo sapere come era andato “veramente’’ l’interrogatorio di Styles così risposi:
-In realtà in questo momento non sono in vena di parlare. Ma se è per i miei genitori farò questo sforzo… ah dammi pure del “tu”, ormai ci conosciamo no???-
-OK!!! Allora qualche giorno fa, come ti ricorderai bene, abbiamo interrogato Harry Styles. Infatti la scientifica ha trovato delle sue impronte sulla cassaforte del luogo del delitto. Lui ovviamente ha negato tutto, ma noi non escludiamo affatto che potrebbe essere stato lui.-
-Ho capito. Ma… voi sapete già chi ha sparato a Mia oggi???-
-No, però appena si riprende un po’ le faremo alcune domande. Magari l’ha visto…- intervenne Payne anche lui li ad aspettare mia sorella.
Louis era fermo immobile, seduto sulla panchina. Mi guardava. Mi fissava. E io facevo lo stesso. Non so perché non smettevamo di osservarci. Mi perdevo in quei suoi occhi azzurri come il cielo. Ma quello che mi chiedevo era il motivo per cui lui mi esaminava. Niall che era da poco arrivato, era appoggiato al muro. Si mangiava le unghie. Era agitao, preoccupato. Ma fu proprio in quel momento di silenzio e meditazione che, dalla porta di ingresso entrò una barella spinta da due infermieri. Su quella barella c’era Mia. Ci passò davanti.
-Mia come stai???-le gridai mentre mi scendeva una lacrima sul viso.
Lei allungò solo la mano come per afferrarmi. Ma non ci riuscì. Mi misi a correre, ma una mano, che mi cinse la vita, mi fermò. Era Louis. Scomparì di nuovo dietro un’altra porta.
-Abby stai calma.-
Urlavo come una pazza, ma la sua voce così soave, così dolce, mi tranquillizzò.
DUE ORE DOPO
Non parlavamo. Fissavamo solo quella dannata porta, con la speranza che qualcuno uscisse.
Finalmente arrivò quel momento. Dal passaggio scorrevole uscì un signore brizzolato con il camice.
-I famigliari di Mia Haustin???-
-Siamo noi.- affermò Niall staccandosi dal muro.
-Allora… tutto bene. Operazione perfetta, abbiamo estratto il proiettile. Mia ha già ripreso conoscenze.-
-Possiamo vederla???- lo supplicai io.
-Certo. Ma solo alcuni minuti. Deve riposare.-
-Va bene.- rispose Louis.
-Vi accompagno.-
Appena entrammo nella stanza, mi misi a correre. A correre verso Mia a braccia aperte. La stritolai.
-Hey come va sorellina???- le dissi.
-Fa un po’ male, ma ci siete proprio tutti. Anche il commissario e Liam.-
-Si, siamo venuti per vedere come stavi e… per farti alcune domande!!!- affermò Louis.
-Certo… sono a vostra disposizione!!!-
Mia non mi sembrava molto contenta che Louis le facesse delle domande. Non so perché ma avevo questo presentimento.
-Hai per caso visto chi ti ha sparato??? Riusciresti a fare l’identikit???- intervenne Liam.
-In realtà… ho un’immagine sfocata di lui. Quando sono arrivata al cimitero era davanti alle tombe di mamma e papà con una rosa bianca in mano che posò poi sulle lapidi. Solo dopo si accorse di me e allora iniziò a correre. Io lo inseguii e poi mi sparò. E… basta… persi conoscenze.-
Mia era tranquillissima. Di solito dopo una certa esperienza si rimane un po’ scossi no??? Lei sembrava fin più calma di quando era uscita da casa sbattendo la porta arrabbiata. Mi sembrava troppo strano, Mia si traumatizza per un piccolo taglietto vuoi che non metta in scena una tragedia per uno sparo. No, no e no, nascondeva qualcosa. Qualcosa che non voleva dire. Ma io dovevo scoprirlo.
-OK. Per ora bas…- gli squillò il telefono “Merda, merda, merda!!! Arriviamo!!!”- Liam andiamo subito.-
Uscirono dalla porta correndo. Guardai Niall e Mia sconvolta. Uscii anch’io. Mi misi a correre dietro di loro.
-Louis aspetta vengo anch’io!!!-
-OK. Muoviti però!!!-
Mia non me la contava giusta. Sapeva di più di quel ragazzo. Lo aveva visto. Sapeva benissimo chi era. Ma perchè non avrebbe dovuto dirlo??? E perché Louis si è messo a correre??? Cos’è successo???
 
SPAZIO  AUTRICI
Ciao a tutti!!!
Questo è un capitolo molto avvincente… speriamo che lo sparo di Zayn e il bacio possa avervi colpito. Cosa ne dite della questione lasciata in sospeso di Louis??? Cosa sarà successo??? Fatecelo sapere con un commento.
Nello scorso capitolo abbiamo avuto un calo, speriamo che questo capitolo andrà un po’ meglio.
Ringraziamo tutti coloro che hanno messo tra le preferite/seguite/ricordate la nostra storia, chi ha recensito e chi l’ha semplicemente letta.
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=ssjkwscYvoI


 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***




POV ABBY
Quando entrai in macchina ero sfinita. Avevo fatto stanza di Mia-miacchina in 10 secondi. Non avevo mai corso prima d’ora così veloce. Ero perfino arrivata prima di Louis e Liam. Come avevo fatto??? Me lo chiedevo anch’io.
-Louis cos’è sucesso???-
-Cazzo, Liam accellera!!! Muoviti dobbiamo salvare una persona.- disse infuriato il commissario.
-Ti prego Lou dimmi cos’è successo???-
Si girò verso di me e mi sorrise. L’avevo chiamato Lou. Ops!!! Ormai mi sembrava un amico non più un commissario.
-Hanno trovato un…- la macchina si fermò di colpo e Louis battè la testa sul cruscotto- ahiii!!!-
Liam scese dalla macchina. Louis si stava controllando la ferita. Io mi catapultai giu.
Sangue. Corpo svenuto. Ragazzo massacrato di botte. Faccia sfigurata. Vestiti inzuppati di sangue e fango. Lividi su ogni parte del corpo.
Fu questo che vidi. Un ragazzo dalla pelle ambrata, i capelli neri all’in su e una bocca perfetta. Non si capiva se era vivo o morto. Ma quel corpo, con intorno il sangue, mi fece ritornare in mente, la notte di Halloween. Mi fece tornare in mente mamma e papà per terra. Morti. E fu proprio per questo che le lacrime iniziarono a scendermi sul viso. Una ad una cadevano e si posavano sull’asfalto.
Louis scese dalla macchina. Lo vide. Si avvicinò a lui. Gli mise l’indice e il medio vicino a collo.
-È vivo!!! Liam aiutami a metterlo in macchina. L’ambulanza ci mette troppo.- urlò infuriato.
-No Louis non ce la faccio. Ieri mi sono slogato il polso.-
-Cazzo Liam non servi a nulla. Abby aiutami tu.-
Mi asciugai le lacrime e mi avvicinai a lui. Presi per i piedi il povero ragazzo, mentre Lou lo sollevava da sotto le braccia. Liam ci aprì la porta e lo mettemmo in macchina. Lo distendemmo sui sedili dietro. A fare quelle operazioni mi sentivo una assassina, quando uccide qualcuno e lo mette in macchina per andarlo a seppellire. Non sapevo chi era quel ragazzo. Ma volevo scoprirlo.
Piangevo ancora. Non sapevo il motivo, ma lo facevo e non riuscivo a smettere.
Liam mise in moto. Il commissario entrò in macchina e si sedette sul sedile del passeggero.
-Dai Abby vieni, siediti in braccio a me!!! Non c’è posto dietro.-
-Ehm… va bene…- balbettai io. Sapete mi sentivo un po’ imbarazzata: sedermi sulle gambe di un ragazzo così carino, così dolce non era da tutti i giorni.
-Hey, perché piangi???- mi chiese Lou mentre mi usciugava una lacrima con il suo dito.
-Quel ragazzo mi ha fatto venire in mente mamma e papà il giorno della loro morte.- scoppiai a piangere di nuovo. Peggio di prima. Versavo lacrime a tutto andare.
-Dai… stai tranquilla - mi disse lui prendendomi per la testa e trascinandomi sulla sua spalla.
Eh si. Era proprio così. Louis Tomlinson, il più bravo commissario della città, mi stava abbracciando.
La macchina si bloccò. Eravamo già arrivati davanti all’ospedale. Payne non si era fermato neanche a un semaforo…
-Ragazzi c’è un ferito. Abbiamo bisogno di una barella.- gridò agli infermieri il vice.
-Arriviamo subito-
La barella si precipitò vicino alla macchina, scaraventarono il giovane ferito sopra il lettino e lo trasportarono all’interno. Insieme c’era anche Liam.
Io e Louis eravamo ancora abbracciati. Non ci staccavamo. Avevo bagnato tutta la sua giacca. Sollevai la testa e lo guardai.
 -Vuoi che ti accompagno da Mia. Siamo qui…-
-No no grazie… non voglio mi che mi veda così triste- dissi giocherelando con il bottone della sua giacca.
-Mi dispiace… non credevo ti potesse fare così male vedere quel ragazzo!!!- mi strinse la mano che, ancora giocava con il suo bottone.
-Ma… no stai… tranquillo!!! Senti ma che ne dici se stasere tu e Liam vi fermate a cena da noi… così ci fate un po’ di compagnia… sai non ho tutta questa voglia di stare da sola con Niall-
-Io direi che è una buona idea- intervene Liam aprendo la porta.
-AH eccoti dov’ero finito??? Come sta quel ragazzo???- domandò Louis lasciando la mia mano ancora ben stretta alla sua.
-Lo stanno operando!!! Si chiama Zayn Malik, non credo sia proprio una brava persona!!! Comunque io sto ancora qui un po’ per vedere come vanno le cose, tu va pure a casa di Niall. Io vi raggiungo dopo!!!- rispose Liam.
Louis annuì e prese la postazione del guidatore, mentre io scesi dalle sue gambe per poi sedermi sul sedile del passeggero.  

POV MIA
Mi sentivo inutile. Lì bloccata, su un lettino d’ospedale, mi sentivo inutile. Avevo sete e così cercai di alzarmi. Non ci riuscii. La caviglia mi faceva troppo male. Quando avevo provato a sollevarla mi sembrava di dover sostenere il peso di chili e chili, poi una fitta enorme aveva riempito la mia testa e gli occhi avevano iniziato a girare.
-Niall, mi vai a prendere un bicchiere d’acqua per favore??-
-Sì, arrivo subito- disse lui dolcemente. Sì, così dolce da farmi sciogliere il cuore. Chiariamo subito:NON ERO INNAMORATA DI NIALL. Era il mio miglior amico e come tale ero molto,ma molto gelosa di lui!!! In ogni caso avevo già superato da tempo la cotta per il bel biondino, perciò, ora, lo consideravo solo un fratello.
-Portatelo nella Sala d’urgenza!!! Presto, lo operiamo subito!!!Scoprite il nome e chiamate i famigliari!!! - sentii un medico gridare da fuori la stanza. Doveva essere un caso grave se urlava così tanto e, soprattutto, così preoccupato.
-Sì, signore. Li chiamiamo subito … il paziente si chiama Zayn Malik-.
Sentii il cuore battermi a mille. La testa scoppiarmi per i troppi pensieri: “Cosa si era fatto Zayn??” “Era in fin di vita??” “Lo avrei potuto vedere ancora una volta??” “Avrei potuto baciarlo ancora una volta??”. Poi la porta si aprì di scatto risvegliandomi dai miei pensieri.
-Ecco l’acqua- disse Niall sorridente.
DUE ORE DOPO
Mi sentivo inutile. Forse ancora più di prima. Perché, mentre io ero lì, a fissare la parete bianca e malinconica (tipica degli ospedali) della mia stanza, probabilmente, Zayn, stava lottando tra la vita e la morte. Abby, Louis e Niall se ne erano tornati a casa. Poverini, li capivo, erano esausti e poi io stavo meglio, la mattina seguente mi avrebbero dimessa e tutto sarebbe tornato normale. Ma quanto poteva essere normale la vita di una diciassettenne a cui erano morti i genitori assassinati, a cui avevano appena sparato alla caviglia, a cui un ragazzo sconosciuto e, probabilmente, anche molto misterioso, aveva dato il bacio più bello della sua vita??
Forse sarei dovuta restare su quel lettino. Inutile. Ma non potevo. Sentivo che Zayn aveva bisogno di me. O forse io avevo bisogno di sapere come stava lui. Mi alzai. Trattenni l’urlo più forte della mia vita. Volevo risedermi. La caviglia mi bruciava tutte le mie energie e non avevo forza sufficiente per fare il primo passo. Poi pensai a Zayn. I suoi capelli svolazzanti al vento, la sua barba fine che mi pungeva il viso, le sue dolci labbra, le sue calde mani. Mi diede coraggio. Mi diede grinta. E feci il primo passo. Dolore. Secondo passo. Dolore. E così per tutti i passi che feci. Il tragitto che dovevo fare sarà stato poco più di una ventina di metri, ma, giuro, mi sembravano chilometri. Le infermiere mi guardavano storto come per dire “Ma questa che cammina, o meglio, che zoppica faticosamente, non dovrebbe stare sul lettino a riposo??”. Tralasciando tutti gli sguardi dei presenti, fui costretta a fermarmi da uno di questi impiccioni che mi scrutavano.
-Mia-
-Liam-
-Dove stai andando di bello??-
-Ahhh … sai quando la natura chiama???-
-Capisco … - disse lui – Posso avere l’onore di accompagnarti fino al bagno??- feci cenno di sì, anche se in realtà era l’ultima cosa che volevo. Insomma non odiavo quel ragazzo, ma mi era sempre sembrato strano. Aveva un modo di fare misterioso come se cercasse di indagare sul caso nonostante avesse già le sue idee a riguardo. Mi spiego meglio: mentre Louis esprimeva cosa pensava sul caso di mamma e papà, Liam stava zitto, in silenzio, ma osservava tutto attentamente nei minimi dettagli e traeva le proprie conclusioni su questi piccoli elementi che nessuno avrebbe mai notato. Un atteggiamento nascosto, una piccola smorfia, a lui non sfuggivano e riusciva a combinare questi dettagli nella soluzione. Non dico che allora Liam avesse già le idee chiare su chi avesse ucciso mamma e papà, ma, il mio sesto senso infallibile, mi diceva che lo avrebbe scoperto presto …
-Allora, lo sai che a me non sfugge mai niente … e allora perché nascondi l’identità di quel ragazzo che ti ha sparato??-
-Liam, te l’ho già detto ho dei ricordi confusi non riesco a ricordare il suo volto … -
-Mia, non ci prendiamo in giro, ok?? Io so benissimo che tu ti ricordi di lui e so anche che è successo qualcosa prima che tu abbia perso i sensi … -
-Sì, mi ha sparato-
-Mia!!!- era sul punto di scoppiare- Mia basta!!! Dimmi cosa è successo prima che tu svenissi e dopo che ti ha sparato!!!- deglutii. Come diavolo faceva a sapere che era successo qualcosa??? Era troppo intelligente, troppo.
-Ho capito, ho capito, non me lo vuoi dire. Adesso però ti chiarisco una cosa: io sono il buono, quello che ti ha sparato è il cattivo!! Perciò da ora in poi ti consiglio vivamente di collaborare con me perché io ti voglio aiutare … - poi prese una penna dalla tasca e mi prese la mano. Sentii un brivido scuotermi. Quel ragazzo assomigliava molto a Zayn: erano entrambi misteriosi, entrambi intelligenti, entrambi belli. E forse anche i sentimenti che provavo per l’uno e per l’altro erano molto simili anche se … Zayn era Zayn.                                                                                                                                                                                                                                                            Liam mi scrisse un numero di telefono sulla mano.
-Chiamami qualche volta. Quando avrai bisogno di una mano, di un supporto, di una spalla su cui piangere, io ci sono-
-Grazie- risposi io timidamente. Lui sorrise imbarazzato e poi se ne andò. Lo ammetto: ero scossa per quel discorso. Per la prima volta avevo visto Liam con occhi diversi. Non lo avevo visto come un ubriacone misterioso, ma come un ragazzo dolce e sensibile, oltre che intelligente e perspicace. Poi scartai quei pensieri. Perché pensavo a Liam quando dovevo accertarmi che Zayn stesse bene?? Ricominciai a camminare. Ormai il dolore non era così forte. O forse la mia testa era troppo occupata a pensare ad altre cose più importanti di una semplice caviglia …                                                                                                                                                                              
-Scusi, Zayn Malik dove è ricoverato??- chiesi ad un’infermiera.
-Nella sala 24 ma lei non può entrare … ah no mi scusi lei è la sorella del paziente, la signorina Doniya Malik??-
-Ehmm … sì sì sono io-
-Allora prego, la porto da suo fratello … stia tranquilla non è nulla di grave, i nostri dottori lo hanno rimesso come nuovo … -
-Bene-. Qualche volta una bugia a fin di bene è molto utile …
-Ecco … Zayn, c’è tua sorella Doniya … vi lascio parlare- disse l’infermiera una volta arrivate davanti alla stanza. Io chiusi la porta e rimasi da sola con Zayn.
-Cosa ci fai qui??!?!- disse lui alzandosi di scatto. Appena fu in piedi scosse la testa e si risedette.
-Ehi … stai seduto se no ti stanchi-
-Guarda che sei tu quella che dovrebbe stare con la caviglia a riposo, vero Doniya??- scoppiammo a ridere entrambi. In quel momento eravamo entrambi felici. Come si può essere felici nella nostra situazione?? Non me lo chiedete. Non lo so nemmeno oggi. Anche se intuisco che mi bastasse vederlo sorridere, vederlo stare bene che ogni problema, ogni dolore scompariva improvvisamente.
-Zayn, ti prego dimmi la verità … chi ti ha ridotto così??-
-Ehi … guarda che sto bene … due punti alla testa e un braccio rotto per me non sono niente … -
-Ok … ma dimmi chi è stato … ti posso aiutare … conosco un poliziotto che … -
-Niente polizia ti prego- mi aggredì lui –senti, io sono nei casini, ma ne uscirò presto, lo so … ora ti devo chiedere un grande favore … posso contare su di te??-
-Sempre-
-Bene … mi devi aiutare a scappare di qui-
-Ehi , aspetta- lo interruppi io – perché devi scappare Zayn??-
-Senti, non importa perché … quello che importa è che io sono buono ok?? Devi sempre tenerlo presente questo … la polizia investigherà su di me e dirà brutte cose, ma tu non ci devi credere, ok??- feci cenno di sì.
-Bene- disse lui alzandosi. Poi aprì la finestra e si mise seduto sul davanzale pronto per scavalcarlo e saltare sul tetto.
-Ehi … ma sei impazzito??? Ti prego non saltare … -
-Mia, lo devo fare … ti giuro, mi farò vivo, tu adesso esci e firma la mia liberatoria col nome di Doniya Malik, poi vattene a casa e non farti più vedere. Non ti preoccupare se chiedono dove sono chiameranno mia sorella, quella vera, e lei risponderà secondo i piani … -
-Quali piani??- chiesi io sempre più preoccupata.
-Dei piani di cui fai parte, ma non ti posso dire niente … per adesso ti basti sapere queste istruzioni: firma la liberatoria e corri a casa senza specificare quando e con chi esco dall’ospedale. Poi quando avrò bisogno di te, te lo farò sapere … Ricordati che andrà tutto bene e che se i piani funzioneranno sarò libero … ricordati che sono buono e che nulla avviene per caso: se ti ho incontrato al cimitero ci deve essere un motivo, se oggi sei qui non è per caso, ma è perché da adesso in poi noi collaboriamo: niente parenti, non devi dirlo nemmeno a tua sorella né tantomeno alla polizia … solo io e te … sarò libero, saremo liberi-. Mi diede un dolce bacio sulle labbra e si buttò sul tetto.
ERO SCONVOLTA. Ero successo tutto troppo in fretta. Ero andata da Zayn per ricevere delle risposte e invece avevo aumentato le domande da porgli. Il bacio era stato sensazionale, ma questo non giustificava il suo comportamento. Mi aveva chiesto, anzi imposto, di aiutarlo. Del resto dovevo solo falsificare una firma e tornarmene a casa come se nulla fosse. Non avrei dovuto dire niente né a Niall né ad Abby. Né tantomeno a Liam. Poi Zayn si sarebbe rifatto vivo per ulteriori comandi. “Saremo liberi” aveva detto. Ma io ero già libera. Zayn mi piaceva, ma perché dovevo rovinarmi la vita per lui??? Perché dovevo essere una delinquente??? Il gioco valeva la candela???Per Zayn valeva la pena rischiare??? Decisi di sì. Decisi che l’avrei aiutato questa volta e poi basta. Non sarei stata ai suoi ulteriori comandi. Era solo una firma del resto. Solo un tratto di biro su un foglio di carta.
-Scusi, infermiera … vorrei firmare la liberatoria per far uscire mio fratello Zayn Malik in modo che possa andarsene quando vuole dall’ospedale in questi giorni  … -
-Sì … ecco qui … signorina Doniya firmi qui- firmai –Perfetto, grazie arrivederci signorina Malik-
-Arrivederci-
Era fatta. Come mi sentivo?? Uno schifo. Non stavo aiutando il ragazzo che amavo. Stavo aiutando un delinquente.

SPAZIO AUTRICI
Holaaaa ragazze!!! Siamo arrivate al 5 capitolo!!!!
Che ne pensate di Zayn e Mia??? E di Louis e Abby??? Non sono stra-teneri…
Speriamo che vi piaccia!!!
Ringraziamo:
-chi ha messo la nostra storia tra le suguite/ricordate/preferite
-chi ha commentato
-chi l’ha solamente letta
Continuate a recensire!!! Fateci sentire cosa ne pensate…
 
Trailer:  https://www.youtube.com/watch?v=ssjkwscYvoI
1d_we_love_4ever
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


POV MIA
Pioveva mentre tornavo a casa. E non era una pioggia fine che ti bagna delicatamente il viso, ma una forte che quasi te lo graffiava. Chiamatemi pure fuori di testa, ma io quella pioggia violenta la paragonai a Zayn, mentre l’altra, quella dolce, per me era Liam. Chiunque avrebbe scelto la seconda possibilità, ma io non riuscivo a togliermi dalle labbra il sapore della pioggia violenta, non riuscivo a togliermi il sapore del bacio di Zayn.  Nonostante questo mi pentii di aver firmato quella dannata liberatoria. Era un reato. Mi ero spacciata per un’altra. E adesso stavo scappando come una fuggiasca. Come Zayn.                                                             
 Non so quanto ci misi ad arrivare, ma sicuramente era verso l’ora di cena. Mentre correvo inciampandomi nel tutone dell’ospedale, la mia mente si fermava ad analizzare il profumo che ogni casa emanava. Probabilmente era pura fantasia, ma io riuscivo a sentire l’odore dell’arrosto ripieno appena fatto, della pizza appena sfornata, della torta al cioccolato appena cotta … erano i piatti preferiti di mamma e papà … e forse quello che sentivo non era odore di cibo, ma il loro. Non avevo voglia di arrosto, di pizza né tantomeno di torta. Io volevo loro.
DIN DON. Ero arrivata. Le gambe non le sentivo più. Il cuore mi batteva a mille e la caviglia era completamente in fiamme. Usciva del sangue. Cavolo, dovevo restare in ospedale fino alla mattina seguente, quando mi avrebbero dimessa!!! Ma Zayn aveva detto di andarmene a casa e io avevo obbedito, come sempre. Come sempre ero la solita stupida!!                                                                                                                                                                                                                                DIN DON. Diavolo!! Possibile che nessuno il quella casa sentisse mai il citofono??!?! Poi finalmente la porta si aprì con un debole cigolio e lì, davanti, mi apparve l’ultima persona che pensavo di trovare.
-Liam??-
-OOOOhhh, menomale- disse lui abbracciandomi d’istinto. Lo ammetto: se il bacio di Zayn era stato il più bello della mia vita, quella era stato decisamente l’abbraccio migliore che avessi mai ricevuto. Le sue braccia erano calde e il suo petto era … era … semplicemente … PERFETTO. Avrei voluto poggiarvi la mia testa per anni e anni, ma poi lui, imbarazzato, sciolse la presa.
-Abby, Niall, Louis … è tornata Mia!!!!- Gli altri tre urlarono varie frasette (composte per la maggior parte da parolacce) e poi si precipitarono ad accogliermi. Erano stati in pensiero per me. Probabilmente l’ospedale li aveva chiamati per avvertirli della mia fuga e, molto probabilmente, Abby stava per avere un infarto.
-DIAVOLO Mia!!!!! Ma sei impazzita???? Perché diavolo te ne sei andata dall’ospedale?!?!? Diavolo, ti dimettevano domani-
-Diavolo, mi dispiace Abby, diavolo- dissi io ironicamente. Tutti si misero a ridere per quella stupida battuta. Quando entrai nel caldo salotto con Abby, Niall, Louis e Liam, per la prima volta dalla morte di mamma e papà, mi sentii a casa.
UN’ORA DOPO
Mi stavo ancora asciugando in bagno. Avevo fatto una doccia per riscaldarmi un po’ da tutta quella pioggia violenta che avevo preso. Feci una doccia per dimenticare Zayn. Poi la porta si aprì di scatto. Non mi allarmai, pensavo fosse Abby. Insomma era già capitato altre volte che condividevamo il bagno, non solo eravamo femmine, non solo eravamo sorelle, eravamo gemelle. Ma non era lei. Era Liam. Quando lo vidi, sì che mi allarmai. Avevo solo un asciugamano che mi copriva a mala pena le parti intime. Sapevo che Liam non era un pervertito, ma comunque ero una ragazza mezza nuda che si ritrovava da sola nel bagno con uno dei più fighi che avessi mai visto.
-Wow- ammise lui schietto.
-Ehm … potresti tornare dopo???- chiesi io imbarazzatissima. Lui esitò. Lo capivo, anch’io probabilmente mi sarei fermata un po’ a guardarlo se fosse stato a torso nudo, ma magari non gli avrei detto in faccia “Wow”. Non che un complimento non facciesse piacere, ma noi due ci conoscevamo appena …
-Ok ok … scusa … ti … ti aspetto di … di sotto- balbettò lui ancora mezzo incantato.
TRENTA MINUTI DOPO
Avevo finito di asciugarmi e mi ero anche vestita. Vestita era un parolona, considerando che nell’armadio avevo solo più canottiere e shorts. Dovetti accontentarmi di questo look estivo, in pieno autunno.                                                                                                                                                                                                 Mi sedetti sul divano con gli altri. Ero vicino a Niall e di fronte a Liam, il quale, “casualmente”, mi scrutava. Poi ruppe il silenzio dicendomi:
-Mia, lo sai vero che non sei l’unica ad essere scappata dall’ospedale??- mi salii un groppo in gola. La polizia sapeva già di Zayn e, con uno come Liam al servizio, avrebbe fatto presto a ricollegarmi a lui.
-No … non so niente … chi è scappato??- feci quel che si vuol dire “la finta tonta”. Non mi piaceva essere bugiarda. Purtroppo, però, ultimamente non facevo altro che mentire. Non avevo detto agli altri che era stato Zayn a spararmi alla caviglia, mi ero spacciata per un’altra persona (Doniya Malik) e adesso continuavo ad omettere la verità. E tutto questo per Zayn. Se prima mi ero detta che valeva la pena battermi per lui, ora vedendo Liam, non ne ero più così sicura.
-Avanti Mia … perché continui a mentire?!?! Chi ti obbliga?!!?? Diccelo … -
-Dai Liam, non la aggredire- lo rimproverò Louis –avrà i suoi motivi che non riguardano né me … né te- disse guardandolo negli occhi come per fargli mantenere la calma. Poi spostò lo sguardo su di me:
-Però, Mia … ora ci dici la verità, tutta … - Il cuore mi si bloccò. Fissai i suoi occhi. Poi Niall. Poi Abby. Poi Liam. Ecco per cosa valeva la pena lottare: per loro, per la mia famiglia. E Zayn non ne faceva parte.
-Allora … -iniziai io tremando –al cimitero ho visto questo … ragazzo. Era in piedi davanti alla tomba di … mamma e papà, poi posò una rosa bianca sulla lapide, fece per andarsene, ma poi … poi … mi vide. Iniziò a scappare, probabilmente sapeva chi ero, sapeva che ero la figlia dei defunti. Io lo rincorsi-.
-Mia, ma come puoi essere così stupida da rincorrere un perfetto sconosciuto??-
-Non lo so Abby … volevo capire cosa ci faceva vicino alla tomba, chi era, cosa  c’entrava con mamma e papà … comunque lo rincorsi per una buona mezz’ora e poi caddi. Mi aveva sparato alla gamba … ma si pentii subito di averlo fatto, mi aiutò ad e chiamò l’ambulanza e … basta-.
-E basta??- chiese Niall sospettoso che non avessi detto tutta la verità. Guardai Liam, dai suoi occhi capii che lui sapeva tutto. Aveva collegato Zayn con me …
-No, non è basta – disse Liam –Il ragazzo che ti ha sparato si chiama Zayn Malik, vero?? – lo stomaco mi si bloccò. NEGA, NEGA TUTTO. Mi diceva la mia testa. Zayn mi aveva assicurato di non dirlo a nessuno, ma come potevo continuare a mentire alla mia famiglia??? Trassi un respiro profondo:
-Sì, si chiama Zayn Malik e io l’ho aiutato a scappare dall’ospedale … ho firmato la sua liberatoria con il nome di Doniya Malik, sua sorella, e poi sono scappata e sono venuta qui-
-C’è qualcosa che non mi quadra … - intervenne Louis –Quando Zayn Malik è uscito senza che nessuno lo vedesse, la liberatoria era firmata, perciò in realtà dal punto di vista legale era tutto a posto, ma a me e a Liam sembrò molto strano che un paziente nelle sue condizioni così gravi avesse chiamato la sorella apposta per uscire. Insomma qualsiasi ragazzo normale nella sua condizione sarebbe rimasto in ospedale per qualche giorno in più. Allora io e Liam ci siamo insospettiti e abbiamo chiamato la sorella, ma lei ci ha confermato di aver firmato quella liberatoria, ha giurato di essere stata lei … - “Risponderà secondo i piani”. Zayn lo aveva detto. Sua sorella avrebbe risposto adeguatamente secondo i suoi ordini. Non lo aveva tradito. A differenza mia. Io ero la “pecora nera” dei suoi piani: io avevo rovinato tutto raccontando alla polizia l’intera vicenda.
-Sì,- risposi io –Zayn mi aveva detto che sua sorella avrebbe risposto secondo i piani, in un qualche modo, non so come, Zayn aveva già previsto di finire all’ospedale e aveva già preparato tutti i suoi piani, ma non chiedetemi perché, non lo so … L’unica cosa che so è che è seriamente nei casini, tenta di salvarsi, ma non so seriamente quanto i suoi piani possano durare … - avevo le lacrime agli occhi. Avevo finalmente realizzato che Zayn era spacciato.
-Mia … come hai potuto farlo?? Come hai potuto mentirci per tutto questo tempo e poi su una cosa così grande ???- Già, come avevo potuto farlo … Guardavo Abby negli occhi : aveva ragione. Anche Liam, Louis e Niall avevano ragione, ma lei l’aveva più degli altri. Perché per gli altri avevo solo mentito su una cosa importante, per Abby avevo mentito su una cosa importante che riguardava la morte di mamma e papà. Fu con questi pensieri che scoppiai a piangere. Non resistetti a quegli sguardi di Abby. Stava in silenzio, ma i suoi occhi mi dicevano tutto : non era triste, non era arrabbiata, era delusa.
-Mi dispiace … Abby … mi dispiace- singhiozzai io.
-Ah sì??!? Adesso ti dispiace, adesso che è un casino recuperare la situazione, adesso ti penti?!?!-
-Ehi, Abby calma non c’è bisogno di aggredirla così- mi protesse Liam.
-No, Liam … ha ragione, ho fatto un casino , ma mi dispiace!!-
-Cazzo non basta, lo capisci?!?! Non basta dispiacersi adesso … io ero qui a casa che piangevo per la morte di mamma e papà e tu eri all’ospedale che aiutavi il loro possibile assassino!!!-. Crollai.  Aveva ragione, ma così mi faceva sentire da schifo. Niall si alzò e mi abbracciò. Era un dolce abbraccio, che mi fece sentire, per quel poco possibile, meglio. Liam strinse i pugni. SILENZIO. Abby in piedi che mi guardava. Stava piangendo anche lei. Per la prima volta da tanto tempo, forse da quando eravamo innocenti bambine, ci stavamo dicendo la verità. Ci stavamo dicendo cosa pensavamo l’una dell’altra ed era da fin troppo tempo che non lo facevamo.
-Sai che ti dico Abby??? Che ho sbagliato, lo ammetto, ma anche tu hai sbagliato, se tu mi avessi ascoltato quando dicevo che Harry aveva ragione a dire che non era stato un ladro a uccidere i nostri genitori, oggi non ci troveremmo in questa situazione, ma tu non mi volevi ascoltare … tu non hai mai voluto fare niente … non ti è mai importato veramente chi avesse ucciso mamma e papà, per te un ladro o un assassino sono la stessa cosa!!!!!- la aggredii io liberando tutta la rabbia che mi portavo dentro.
- Sai Mia è vero : per me un ladro o un assassino sono la stessa cosa perché non mi importa chi li ha uccisi o perché, non voglio fare la poliziotta. Per me l’unica cosa importante è che sono morti e tu non hai fatto niente per riscattare la loro morte!! Tu sei stata zitta, tu sei stata complice del possibile assassino – mi aveva spezzato il cuore. Zayn non era un assassino, ma soprattutto io non ero sua complice. Non sapevo più cosa dirle. Avrei voluto tirarle uno schiaffo. Volevo farle capire cosa provavo per Zayn. Volevo farle capire che per me non era facile scegliere tra lui e lei. Ma avrei anche voluto dirle che io avrei scelto sempre e solamente lei. Ma non me ne diede il tempo. Uscì di casa sbattendo la porta e dietro di lei, Louis.

POV ABBY
Le lacrime mi rigavano la faccia. Il freddo mi pungeva sulla pella accaldata. Tremavo. Ma non sapevo se era per il freddo o per la paura.
Mi sedetti sul prato portandomi le gambe al petto e racchiudendomele con le braccia. Come aveva potuto mentirmi??? Sempre ci eravamo dette tutto di tutto. Mi succedeva qualcosa e la prima persona a cui lo dicevo era sempre stata lei, mia sorella. E lei faceva lo stesso con me. Eravamo sempre state due sorelle molto unite, fin da piccole.
Uno spostamento d’aria e un’ombra che si avvicinò a me mi fecero tornare alla realtà distraendomi da tutti quei pensieri che mi tormentavano. Era Louis che si sedette a gambe incrociate sull’erba bagnata esattamente vicino a me.
-Non sono mai stato bravo con le parole… sono il tipo di ragazzo che ha sempre la battuta pronta e quando mi si presentano davanti queste situazioni non so mai cosa fare, cosa dire!!! quindi non ti aspettare un discorso alla Liam…- si rivolse a me esaminando, però il giardino circondante.
La casa di Niall era molto grande. Era una villa a due piani con un giardino che si affaciava sulla strada deserta. Già abitava in una zona un po’ tranquilla.
Mi scappò una risata alle sue parole, poi appoggiai la testa alla sua spalla.
-Sai non mi sono mai piaciute quelle persone che fanno i discorsi “alla Liam” mi sanno di troppo perfettini. Senza offesa per i vice-commissario, ma preferisco le persone come te con una battuta sempre pronta e che riescono a tirare su il morale anche in queste situazioni…-  a sentire quelle parole Lou si girò verso di me facendomi incontrare i suoi occhi azzuri come l’oceano e il suo sorriso a 32 denti.
-Bene allora mi sa che noi due andremo molto d’accordo…- disse lui interrompendo il momento di silenzio che si era venuto a creare dopo che io mi ero, praticamente, ipnotizzata dai suoi occhi che sinceramente non avevo mai notato fossero così belli.
-Gia…- furono le uniche parole che riuscii a dire.
-Stai tremando…vieni- mi strinse a se poggiando la sua mano sulla mia spalla mentre io ispiravo il suo profumo dato che appoggiavo la mia testa sul suo petto.
Stavo bene tra le sue braccia. Mi scaldava e mi faceva sentire protetta. Non avevo più quella paura e quella rabbia di prima. Louis aveva quel potere di riuscirti a calmare solo con la sua dolce voce e qualche battuttina. Quel ragazzo era davvero speciale…
-Ma sencondo te perché Mia ha fatto scappare quello li???- me ne uscii io tutto d’un tratto dopo aver ripensato alle sue parole.
-Guarda… questa cosa io non la posso sapere. Posso solo dirti che prima, quando hai gridato contro a Mia hai sbagliato. Per carità io avrei fatto la stessa cosa nella tua situazione, però quando avrai voglia e forza parla con tua sorella. Dovete tutte e due delle spiegazioni all’altra…- mi colpirono perticolarmente le ultime parole. Cosa dovevo spiegare a Mia, io le avevo detto sempre tutto, a  differenza sua…
-E io cosa dovrei spiegare a Mia, scusa???- gli chiesi alzando lo sguardo per incontrare il suo.
-Questo…- si rivolse a me per poi appoggiare delicatamente le sue labbra sopra le mie per darmi un bacio delicato. Le sue labbra erano morbide sapevano di menta e facevano su di me un effetto devastante. Come se quel semplice bacio a stampo avvesse stravolto la mia vita.
-Scusa…n-non dovevo…mi dispiace…- fece per alzarsi, ma lo afferrai per il polso e lo trascinai di nuovo giu.
Feci ricombaciare le nostre bocche che, questa volta, però fecero trasformare un altro bacio a stampo in un bacio che di casto aveva ben poco. Dischiusi le labbra per far uscire la lingua e chiedere accesso alla sua bocca che non tardò ad accettare. Quel bacio mi fece dimenticare tutto, per me in quel momento c’eravamo solo io e lui. Nessun altro. Sentii la sua bocca allargarsi in un sorriso per poi staccarsi dalle mie labbra e guardarmi dritta negli occhi. Ancora una volta mi ipnotizzai: io suoi occhi trasmettevano tutto, in quel momento erano più chiari rispetto a prima. Erano felici.
-Non avrei mai pensato che accettassi!!! Credovo di aver fatto una cavolata e aver rovinato il rapporto che si stava formando tra di noi…-
-Allora intanto il rapporto che si E’ formato tra di noi- dissi sottolineando la è accentata- e poi non hai fatto niente che non dovevi anzi…sei riuscito a tirarmi su il morale e non riesco più a essere arrabbiata. non riesco a togliermi neanche questo sorriso da ebete dalla faccia…- dissi convinta.
Era vero. Louis, con quel bacio, era riuscito a farmi passare tutti i sentimenti negativi che provavo in quel momento. Mi rendeva felice ogni volta che guardavo quegli occhi sinceri che facevano vedere tutte le sue emozioni.
-Mi piace quel tuo sorriso da ebete…- ironizò lui dandomi un bacio sulla guancia per poi farmi ritornare nella stessa posizione di pochi minuti prima, prima che tutto cambiasse.
-E’ stano pensare che neanche un mese fa non ci conoscevamo, che fino a due giorni fa ci siamo visti come la figlia della vittima e il commisario. E adesso invece è tutto cambiato… ci siamo appena baciati e siamo abbracciati su un prato !!! Non so mi fa effeto pensare queste cose…- ripensai al percorso del nostro rapporto.
-Gia… è strano da pensare, ma allo stesso tempo bello!!! Bello perché nei miei 3 anni di carriera non ho mai avuto un rapporto così stretto con una persona che rigurada il caso che sto seguendo…- rispose mentre accarezzava il mio braccio.
-Perché hai deciso di fare il poliziotto???- gli chiesi interrogativa. Non ero mai riuscita  a spiegarmi perché un ragazzo così giovane con tutta la vita davanti aveva deciso di fare il commissario.
-Beh…questa domanda me la fanno in tanti… a tutti rispondo dicendo che mi piace è interessante, ma ho deciso che a te riserverò una risposta diversa. Quando ero piccolo sognavo di diventare come il mio pro-zio un commissario, ma poi sono cresciuto ho iniziato a frequentare brutta gente e quando ero a un passo da diventare il cattivo ragazzo del borgo ho riflettutto. Ho iniziato a ripensare alla mia infanzia, a quanto ero felice e spensierato, ai miei sogni. Ed così che  è partito tutto ho iniziato a fare corsi e ben presto sono diventato un commissario a tutti gli effetti… e se proprio devo dirla tutta sono felice del mio lavoro, della mia vita e dei miei amici.- osservavo le sue labbra muoversi e suoi occhi lucidi ripensando a quei momenti.
Non avrei mai pensato che Louis, il commissario di polizia più bravo del paese, avesse un passato così.
-Adesso che sai parte del mio passato, magari torniamo dentro che fa un po’ troppo freddo qui…- mi chiese lui sarcastico.
-Va bene freddolone…- risposi di rimando.
Louis mi fece una smorfia per poi alzarsi e porgermi la mano in modo tale che mi potessi sollevare da terra. Mi guardò e, subito dopo, mi baciò come aveva fatto poco prima.
-Ero per incoraggiarti…- disse lui dopo essersi staccato.
-Si si, come no…-
Ci avvicinammo alla porta mano nella mano ed entrammo dentro.
Su un divano si abbracciavano Liam e Mia, mentre su quello opposto, con i gomiti che poggiavano sulle gambe e le mani nei capelli, c’era Niall. Appena sentirono la porta chiudersi si girarono tutti verso di noi e, io come d’istinto, lasciai la mano del moro ancora intrecciata alla mia.
-Mi dispiace…Abby…- disse con un filo di voce Mia.
Ero ancora ferma sulla porta. Dietro di me c’era Louis. Mi girai verso di lui. mi sorrise e mi fece segno con la testa di andare a parlare con mia sorella. io gli sorrisi a sua volta e mi avvicinai al divano di Mia.
-Abbiamo sbagliato tutte e due… io non dovevo urlarti contro prima, so che ho sbagliato, ma prova a capirmi mi sentivo delusa da te.- le scese una lacrima dagli occhi gonfi per il pianto di prima.-Ma adesso non lo sono più e se devi ringraziare una persona perché mi ha fatto ragionare vai da Louis…- continuai io per poi girarmi verso di lui e fargli l’occhiolino.
Mia mi abbracciò sussurandomi, ancora una volta, “mi dispiace”.
-Ragazzi io ordino le pizze, sto morendo di fame…- disse Lou facendoci scoppiare tutti in una risata.-Scelgo io per voi…- digitò il numero sul telefono e avviò la chiamata.
***
Appena finito di mangiare le pizze ci sistemammo tutti in salotto per vedere un film. Louis “casualmente” si sedette vicino a me e quando la televisione era l’unica fonte di luce nella stanza e tutti erano occupati a seguire il film intrecciò la mia mano alla sua per poi avvicinarsi al mio orecchio.
-Prima sei stata brava con Mia…- sussurò.
-E’ tutto grazie a te…- gli risposi, sempre a bassa voce, di rimando.
Per tutta la durata del film non lasciò,neanche per un momento, la mia mano. Finalmente, dopo tanto tempo, mi sentivo felice, mi sentivo a casa. Tutte le persone intorno a me erano quelle più importanti della mia vita, quelle che, dalla morte di mamma e papà, mi sono state sempre accanto. Quelle persone erano la mia nuova famiglia e non ne potevo essere più fiera…

SPAZIO AUTRICI
Eccoci qua con il 6^ capitolo… che ne pensate di Lou e Abby??? Di Mia, Liam e Zayn??? Cosa pensate possa ancora succedere alle due sorelle??? Fatecelo sapere con recensioni.
Speriamo vi piaccia.
Ringraziamo tutte le persone che leggono la nostra storia, che la seguone e che commenteno. Grazie di tutto…
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=ssjkwscYvoI
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Nel prossimo capitolo:                                                                                                                                            - Eh senti ma l’arma del delitto c’è l’hai ancora???-
-Ehm… no…no… l’ho bruciata-
-Ah non c’è l’hai più… bene Liam procedi…-



   

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***




POV ABBY
-Pronto???-
-Ciao Abby sono Harry avevi ragione su di me. Sono stato uno stupido a non dirti subito la verità… ma adesso è arrivato il momento: vado a confessare al commissariato. C’entro con la morte dei tuoi genitori… e anche tanto!!! Mi dispiace.-
-Aspetta, ma…- non mi diede neanche il tempo di chiedergli spigazioni che attaccò.
Ero sicura di quello che avevo sentito??? Era proprio Harry che parlava??? Non ci potevo credere. Avevo iniziato a pensare che lui non c’entrasse più di tanto e invece… avevamo ritrovato la sera prima un po’ di serenità e adesso era sparito di nuovo tutto. Era tornata l’angoscia…
-Abby chi era???- mi chiese Mia vedendomi sconvolta.
Non mi muovevo più ero rimasta immobile. Ripensavo alle sue parole. Le parole che aveva detto Harry al telefono. Insomma io e il ricciolino avevamo avuto una relazione e sotto sotto lo consideravo ancora un amico. Lo sapevo che era un po’ un maniaco, ma alla fine era dolce. Quando eravamo stati insieme mi trattava divinamente, fino a quando papà non l’aveva scoperto e ci aveva allontanati. Sinceramente finchè non ha iniziato a perseguitarmi ero ancora innamorata di lui ma adesso proprio no. Come aveva potuto??? E perché l’aveva fatto???
-Mia vestiti subito!!! Andiamo al commissariato. Veloce!!!-
-Ma cosa è successo???-
-Vestiti, ti spiego dopo!!!- urlai isterica.
Volevo andare a vedere. Volevo veramente capire se Harry mi aveva detto la verità.
Niall ci accompagnò in macchina. Andava velocissimo.
-Abby cosa cazzo è successo me lo vuoi spiagare??? Insomma mi hai fatto vestire di corsa senza nenche una spiegazione!!!-
-Era Harry al telefono… mi ha detto… mi ha detto che andava a confessare al commissariato.-inspirai- Ha detto che c’entra con morte di mamma e papà…-
Scoppiai a piangere. Mia si mise le mani davanti alla bocca. Era sconvolta. Niall frenò di colpo. Eravamo arrivati.
Non avevamo il coraggio di scendere. Ma lo dovevamo fare. Dovevamo ascoltare l’assassino dei nostri genitori. Io e Mia ci abbracciamo sulla soglia della porta d’ingresso.
-Dai ragazze… su andiamo…è meglio- ci incoraggiò Niall.
***
-Sono stato io a uccidere i coniugi Haustin. Sono stato io a prendere in mano quella pistola calibro 5 e a schiacciare il grilletto… sono sempre stato innamorato di Abby Haustin ed è proprio per questo che l’ho fatto. Albert mi aveva proibito di avvicinarmi a sua figlia, ma io l’amavo, e la amo ancora tutt’oggi, troppo e nessuno mi poteva fermare. Volevo fargli un dispetto. Volevo rubargli dei soldi dalla cassetta. Ma tutto è andato storto. Michelle mi ha scoperto. Dopo è arrivato anche Albert, avevano intenzione di chiamare la polizia e così, il mio istinto mi fece tirare fuori la pistola,quella dannata pistola, e schiacciare il grilletto due volte. Colpii Michelle alla testa e Albert al cuore. Me lo ricordo bene… Poi spaccai definitavemente la cassaforte. Presi tutto quello che c’era dentro e scappai- disse Harry mentre una lacrima gli scendeva sul viso.
-Quindi il movente sarebbe il tuo “amore” per Abby…- disse il commissario girandosi verso di me- eh senti ma l’arma del delitto c’è l’hai ancora???-
-Ehm… no…no… l’ho bruciata-
-Ah non c’è l’hai più… bene Liam procedi…-
Il vice commissario prese per un braccio Styles e lo portò fuori. Lo portò in carcere. Ero, completamente, sconvolta. Come aveva potuto. I miei genitori erano stati uccisi per colpa mia. Perché uno stupido ragazzo  era ancora innamorato di me.
Niall era uscito distrutto, doveva tornare a casa per finire un lavoro. Sapeta Niall era un architetto che lavorava sodo.
Eravamo rimaste io e Mia a guardarci negli occhi. A piangere come due bambine. Fino a quando Louis non uscì dalla sala e ci venne incontro…
-Beh… insomma… mi pare che non ci sia niente da aggiungere… avete sentito tutto! Mi dispiace!-
Rimanemmo in silenzio per un bel po’ di tempo. Nessuno parlava.
-Ragazzi non mi sento tanto bene. Esco  a prenere un po’ d’aria- singhizzò Mia mentre si avviò verso l’uscita.
Louis alzò la testa. Mi fissò. Lo feci anch’io.
-Hey piccola!!! Vieni qui dai…-
Mi avvicinai a lui. Mi prese per un braccio e mi strinse tra le sue calde braccia mentre continuò:
-Stai tranquilla…-
-Si ma te ne rendi conto: mamma e papà sono morti per colpa mia…- urlai io staccandomi dal suo corpo.
-Non dirlo neanche per scherzo. I tuoi genitori sono stati uccisi da un pazzo che aveva come scusa il tuo amore, ma non è di certo colpa tua- mi tranquillizzò lui mentre mi spostava un ciuffo dalla faccia.
-Sarà pure un pazzo, ma intanto ha ammesso che l’ha fatto perché voleva stare con me e papà non voleva…- dissi mentre una lacrima mi scendeva sul viso.
-Aspetta guardami- disse prendendomi la testa tra le mani e tirandomela su in modo che lo potessi guardare bene – basta. B-A-S-T-A. Non ci pensare. Adesso è in carcere. Non ti può più fare niente. Tu adesso pensa a te stessa, a tua sorella e se vuoi anche a me…-
Mi aveva tranquillizzato con le sue dolci parole che solo lui riusciva a dire. Lo baciai con tutta me stessa. Feci quello che potevo fare in quel momento. Le sensazioni erano sempre le stesse: un bacio leggero e sincero, un bacio magnifico, un bacio perfetto, un bacio che solo lui sapeva dare.
Poi appoggiai la mia fronte contro la sua e gli dissi:
-A noi. Devo pensare a noi due. A quello che possiamo fare insieme…-
Mi fece un sorriso a 32 denti bianchi splendenti e dopo mi baciò intensamente. Meglio di ogni altra volta…
In questo momento mi sentivo confusa. Non riuscivo a pensare cosa mi sarebbe accaduto. Non riuscivo a pensare al mio futuro. Insomma: i mie genitori erano morti, avevano trovato il loro presunto assassino che tralalto gli aveva uccisi per colpa mia. Perché Harry Styles era innamorato di me. Io adesso stavo con un commissario, e non sapevo quanto potesse andare avanti. Mia sorella non mi diceva la verità. Si è vero neanche io le avevo detto di me e Lou, però era un’altra storia. Insomma il mio argomento era l’amore… mentre il suo c’entrava con mamma e papà. Perché, diamine, non me lo voleva dire. sapevo che oltre allo sparo di Zayn era successo qualcosa… qualcosa che non sapevo, ma dovevo scoprire a tutti i costi…
POV MIA
Ci sarebbero tanti aggettivi per descrivere come mi sentivo in quel momento, ma posso riassumerli tutti in uno: sconvolta. Ero sconvolta perché non capivo più niente. Era stato Harry, ma perché, perché??? Se veramente amava Abby perché lo aveva fatto?? Non aveva senso che voleva rubarci del denaro per fare un torto a nostro padre, soprattutto perché Harry non aveva poi tutti questi problemi di soldi. E poi Lou mi aveva detto che il furto era solo stato un diversivo e che l’assassino aveva da subito l’obiettivo di uccidere mamma e papà, non di derubarli. E inoltre c’era il mio più grande enigma: Zayn. Che c’entrava in tutto questo??? Perché era di fronte alla tomba di mamma e papà?? Chi e perché lo aveva picchiato così forte da ridurlo in fin di vita??? Perché era scappato dall’ospedale??? Ecco le domande che mi frullavano nella testa mentre camminavo agitata da un lato all’altro della strada del commissariato. La mia testa era troppo confusa per permettersi di abbandonarsi di nuovo al pianto, ora aveva di che pensare. Il caso non era chiuso e di questo ne ero certa. Così come ero perfettamente convinta che non fosse stato Harry.                                                 Poi scorsi una figura vicino alla fermata dell’autobus. Una figura che mi fece dimenticare di tutto. Con la sua leggera barba, la sua pelle ambrata, i capelli svolazzanti al vento si ergeva in 1.75 metri di perfezione  Zayn Malik. Mentre mi avvicinavo a lui cercavo di ripetermi di non andare nell’ansia e soprattutto di ricordarmi che mi trovavo di fronte a una persona alquanto misteriosa e, probabilmente, anche pericolosa. Quando mi ripresi dallo stordimento iniziale dovuto a quella vista, altre domande iniziavano a farfugliarmi nella testa. Ma una, in particolare, mi martellava: che ci faceva un ricercato a 10 metri dal commissariato di polizia???
-Ehi hai saputo??-
-Sì,-rispose lui –Ho saputo di Harry-
-E come hai fatto??? Ah già, dimenticavo!!! Non me lo puoi dire perché i tuoi piani non te lo permettono!!!!- ero decisamente arrabbiata!! Pretendeva che lo aiutassi, ma non faceva mai niente per aiutare me!! La cosa più bella che aveva fatto per me era stato colpirmi con una pistola e poi salvarmi … Tuttavia quel giorno era decisamente diverso. Era scosso. E quando gli dissi quella frase lui non fece nessun sorriso smagliante né tantomeno mi baciò per tenermi buona costringendomi a stare ai suoi giochi. No, niente di tutto questo. Si limitò a guardare in basso quasi come se avesse paura di guardarmi negli occhi, quasi come se avesse paura di non essere degno di farlo. Poi una lacrima rigò il suo volto. Stavo per consolarlo mettendogli una mano sulla spalla, ma poi decisi di stare immobile. Nonostante mi si rompesse il cuore a vederlo in quello stato, sapevo di avere di fronte un ragazzo troppo complicato per i miei gusti. Soprattutto perché prima ero abituata a quelle che, nella mia scuola, vengono chiamate “Relazioni usa e getta” o “Relazioni Lampo”. Insomma non ero pronta ad avere un ragazzo come Zayn …                                                                 Poi finalmente lui alzò gli occhi e mi guardò. È vero, forse non era adatto per me, ma quello sguardo … cavolo ... mi faceva gelare il sangue nelle vene. Aveva gli occhi lucidi e mi guardava ansimando. Poi strinse i pugni, serrò la mascella e iniziò a parlare:
-Non provare a interrompermi, ti prego!! Tu devi sapere la verità … quella notte ho ucciso io i tuoi genitori-
-COSA?!?! NO, non è vero è stato Harry!!-
-Ho detto che non mi devi interrompere … io non ho niente contro i tuoi genitori, non sapevo nemmeno che esistessero prima di farlo, ma sono un serial killer: vengo pagato per uccidere. I soldi non me li tengo, servono alla mia famiglia, ma, lo so, questo non giustifica le mie azioni … sai cosa è il brutto?? È che ormai premere il grilletto mi viene naturale, come se la mia testa mi dicesse “Cazzo dai premilo tanto sai fare solo quello nella vita!!” e lo giuro non mi dispiaceva … poi ho incontrato te e le cose sono cambiate … il mio cuore ha ricominciato a battere ed era da tanto tempo che non lo faceva … e allora sono andato nel panico. Volevo confessare tutto subito, ma lui non me lo ha permesso, mi ha picchiato e adesso mi ha obbligato a ricattare Harry affinchè confessasse un crimine di cui non era colpevole … ma adesso basta. Non riuscivo più a guardarti negli occhi, Mia. Sono un verme lo so mi faccio schifo da solo, ma … sappi … che se c’è una cosa su cui non ho mentito sono i sentimenti che provo per te e … anche se è assurdo essere fottutamente innamorati della ragazza a cui hai ucciso i genitori, io lo sono … ma ti do un consiglio: ODIAMI, DIMENTICAMI perché lo giuro non valgo un minuscolo pezzo del tuo cuore, sei troppo perfetta per perdonarmi, ma ci tenevo a dirti tutto perché non voglio che pensi che io sia un codardo. Io devo andare se no mi ammazzerà, ti prego dillo tu alla polizia. Sono stufo di provocare danni, cazzo. DIMENTICAMI, PER SEMPRE- posò le sue labbra sulle mie e poi se ne andò. Se ne andò per sempre.                                                                                                                                                               Caddi per terra. La pioggia batteva sulle mie guance. E il tempo passava. 6 autobus erano già arrivati alla stazione e altrettanti ne erano partiti. Persone mi passavano davanti scrutandomi, qualcuna aveva anche posato qualche moneta per terra scambiandomi per una barbona. Volti mi comparivano davanti e volti se ne andavano. Tra questi ce ne era uno … era il volto del ragazzo che amavo … era il volto del ragazzo che odiavo … era il volto di Zayn. Mi aveva rovinato la vita, mi aveva distrutta e poi chiedeva pure di essere dimenticato. E per sempre. Non sarebbe stato poi così male addormentarsi e svegliarsi facendo finta che fosse stato tutto un brutto sogno. E invece no. Non sarebbe servito a niente rinchiudermi in me stessa. Per quanto pesante potesse essere la verità, dovevo accettarla. Sì, Zayn era un assassino. Non un disperato. Ci sono famiglie e famiglie povere, ma questo non giustifica le sue azioni. Del resto lo aveva detto anche lui. Eppure c’era ancora qualcosa che mi diceva che avrei dovuto odiare una persona ancora più di quanto odiassi Zayn. Ma sì certo … Zayn era stato pagato … pagato da qualcuno che aveva programmato tutto dall’’inizio … pagato da qualcuno che era “la mente” … Zayn era solo “il braccio”. Ecco chi odiavo ancora di più …                                                                                                                                 Mentre l’ottavo autobus stava per partire una figura uscì dal commissariato. Quando mi vide mi corse incontro sorridendo. Io ci misi un po’ ad identificarlo. Era Liam.
-Ehi, ma sei impazzita? Che ci fai per terra completamente bagnata??- se non fossi stata intontita dal suo sorriso probabilmente gli avrei raccontato tutta la faccenda di Zayn. Perché di lui mi fidavo più di ogni altra persona al mondo, dopo Abby e dopo Niall. Liam era una persona importante per me. Avevamo avuto un inizio contrastato, ma ora era tutto risolto. Senza poi contare che Liam mi piaceva. Era un ragazzo carino, dolce e affidabile. Dovevo solo dimenticarmi di Zayn e poi avrei potuto vivere la mia vita in pace e tranquillità con Liam. Sempre che dimenticarsi dell’assassino dei tuoi genitori fosse possibile …                                                                                 Guardai Liam ancora un po’ intontita cercando di riprendermi dalla seconda perfezione che vedevo nello stesso giorno. Avrei voluto dirgli molte cose. Troppe. Così decisi per la più spontanea:
-Ti devo parlare- lo abbracciai bagnandolo completamente. Lui ricambiò l’abbraccio accarezzandomi i capelli e poi mi sussurrò nell’orecchio:
-Vieni con me … andiamo a casa tua dove ci sono anche Niall, Abby e Louis, parliamo lì- feci cenno di sì e salii nella sua macchina. Ecco adesso era il momento. A casa c’erano tutti. E io avrei dovuto dire a tutti quella verità che facevo difficoltà a mandare giù. Dovevo dire di che razza di ragazzo mi ero innamorata.
SPAZIO AUTRICI
Ecco il 7^ capitolo. Che ne pensate??? Fatecelo sapere con recensioni …
Ringraziamo chi ci ha recensito, in particolare la lettrice Ally Directioner  4ever che commenta sempre … perciò GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!!!! Sei la fan migliore del mondo!!!
Trailer:   http://www.youtube.com/watch?v=ssjkwscYvoI
 
Nel prossimo capitolo:                                      -Ti va stasera di passarla come ai vecchi tempi??-   
                                                                      -Vuoi dire film horror e popcorn??-
                                                                      -Yess-
                                                                       -Ci sto!!-
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***




POV MIA

In macchina con Liam il tempo passava troppo lentamente. Ero impaziente di dire tutta la verità. Non perché morissi dalla voglia di rivelare cosa avevo scoperto, ma desideravo con tutto il cuore di liberarmi da questo peso. Sapere chi fosse l’assassino di mamma e papà, sapere che fosse Zayn, sapere che c’era qualcun altro che aveva progettato tutto, beh, era troppo persino per me. Liam sorrideva parlandomi di una boyband che gli piaceva e io annuivo debolmente. Non immaginava nemmeno un po’ cosa gli dovessi dire. Ma lo avrebbe scoperto presto. Arrivammo a casa e lui, da vero gentiluomo, mi aprì lo sportello della macchina. Era davvero dolce e romantico, ma con tutte le preoccupazioni che avevo non riuscivo a occupare qualche pensiero per Liam. Dovevo togliermi quel peso dalla mente così sarei riuscita a godermi in pieno Liam Payne.
-Ragazzi, venite tutti in soggiorno, vi devo parlare- dissi io appena entrai in casa. Abby e Louis si precipitarono preoccupati dalle scale per andarsi a sedere sul divano, mentre Niall era già lì. Io e Liam entrammo e lui si sedette vicino al biondino. Io preferii restare in piedi. Era il momento. Stavo per rimangiarmi la parola … non ero sicura che dirglielo fosse la cosa giusta, ma poi mi dissi BASTA. Dovevano sapere. Ne avevano il diritto. E poi anche Zayn voleva che la polizia lo sapesse quindi …
-Non è stato Harry a uccidere mamma e papà-
-Ma cosa dici???!?! Quello stronzo meschino traditore ha confessato!!!- disse Abby sfogando tutta la sua rabbia.
-Sentite lo so che può sembrare assurdo … -
-E’ assurdo- ribattè Abby  come se non accettasse minimamente che continuassimo a investigare sul caso. Ci soffriva e, probabilmente, se fosse stato per lei, non avrebbe neanche iniziato le ricerche. Per mia sorella non era importante chi fosse stato né tantomeno perché … a lei importava solo che loro non c’erano più e non sarebbero mai più tornati …
-Zayn, è stato Zayn- SILENZIO TOTALE. Tutti mi guardavano sbalorditi. Louis e Niall mi osservavano quasi come se fossi pazza, mentre Abby preferiva non incrociare i miei occhi, fissava il pavimento come se fosse la cosa più interessante del mondo. L’unico che mi guardava normalmente, come se fosse tutto scontato era Liam. Nei suoi occhi intuivo una certa nota di entusiasmo. Come se gli avessi solo confermato quello che sospettava da tempo, come se gli avessi appena detto quello che voleva sentirsi dire da sempre. Per un attimo mi precipitò in mente l’idea che Liam poteva sapere tutto fin dall’inizio. E, o era il poliziotto più intuitivo sulla faccia della Terra, o c’entrava qualcosa in tutta questa storia … sperai, sperai e sperai che non fosse lui quello che aveva pagato Zayn. Sperai che fosse solo un intelligentone, perché innamorarmi di due delinquenti era davvero troppo …
-Comunque Zayn mi ha detto che lui è solo un cecchino e che qualcun altro l’ha pagato per uccidere mamma e papà e per … per … ricattare Harry … -
-Interessante … - rispose Liam. Cioè tra tutte le cose che poteva dire per confortarmi in questo momento difficile, lui aveva detto “Interessante” –Allora ricapitoliamo c’è uno che vuole uccidere gli Haustin e così paga Zayn. Lui fa il suo lavoro e rompe la cassaforte solo per mandarci fuoripista. Poi Zayn da “bravo assassino pentito” va al cimitero. Lì incontra Mia succede quel che succede e si pente. E perciò indeciso se dire la verità o meno,  viene minacciato dal suo “capo”, viene picchiato a sangue e portato all’ospedale. Ecco che rientra in gioco Mia … Zayn è impaurito, vuole scappare subito e chiede aiuto a Mia. Lei innamorata del bel pakistano firma i documenti con il nome di Doniya Malik. Zayn è lì lì per confessare, ma viene ricattato da questo presunto “capo”. Bene, allora cosa fa o cosa gli viene ordinato per tirarsi fuori dai guai??? Ricatta Harry. Harry confessa perché ricattato e per Zayn Malik e per il suo capo finisce tutto rose e fiori, se non fosse che l’affascinante assassino si è innamorato. E allora ecco che dice tutto a Mia … -
-Sì … sì è andato tutto così … - risposi io confusa. Cavolo in qualche secondo aveva riassunto tutto quello che era successo in un mesetto. Avevo sempre più paura che Liam fosse coinvolto nella vicenda … Poi Abby si alzò interrompendo i miei pensieri:
-Ok, va bene è andata così, ma ora voglio scoprire chi è quel BASTARDO, CODARDO, VIGLIACCO che ha programmato tutto e non mi fermerò finchè non lo avrò scoperto!!- lo ammetto ero stupita dal suo comportamento. Per la prima volta la avevo vista determinata e forte. Non si piangeva più addosso … era pronta a combattere …
-Louis accompagnami da Harry in carcere, se c’è qualcuno che può confermarci questa storia, quel qualcuno è proprio lui!!!- io sorrisi soddisfatta. Per la prima volta sentivo che la faccenda stava per finire, sentivo di trovarmi a un minuscolo passo di distanza dal vero assassino, colui che aveva programmato tutto … e, se io c’ero così vicina, probabilmente Liam c’era già arrivato. Gli mancavano le prove, però uno come lui non ci avrebbe messo troppo tempo per trovarle. Sempre che lui fosse uno dei nostri, sempre che non c’entrasse con Zayn e co. . Quando Abby e Louis uscirono anche Liam se ne andò, senza quasi salutarmi (era probabilmente preso dai troppi filmini mentali che si stava facendo sul caso). Rimanemmo a casa io e Niall. Lui mi guardò sorridendo e poi disse:
-Ti va stasera di passarla come ai vecchi tempi??-
-Vuoi dire film horror e popcorn??-
-Yess-
-Ci sto!!-

POV ABBY

Ero confusa, ma dovevo reagire. Non potevo più continuare a piangermi addosso. Non potevo continuare a pensare che mamma e papà non c’erano più e non dovevo vendicare la loro morte, dovevo scoprire chi era quel bastardo che aveva comandato tutto. Dovevo scoprirlo a qualunque costo.
-Abby sei sicura di quello che stai facendo???- mi chiese Lou mentre mi portava da Harry.
-Tommo, ho capito che sono stata una scema. Devo reagire. Cosa serve piangere??? Io devo scoprire tutto, fino all’ultimo. Harry mi spiegherà. Fidati. Sarò capace a costringerlo.- risposi io piena di grinta.
-Ti vedo molto sprint Haustin. Molto carica. Fai vedere chi sei.- ribattè facendomi un sorrisone.
-Odio quando mi chiami Haustin!!!-
-Bene lo farò sempre.-
Sentivo una strana sensazione addosso. Come se qualcuno avvesse riattaccato la mia spina alla corrente. Mi sentivo carica. Piena di energia, nessuno mi poteva fermare.
Quando Lou  fermò la macchina, mi catapultai giù. Dovevo entrare in quel carcere e parlare con Harry. Dovevo scoprire se veramente Zayn aveva detto la verità a Mia. Ma fui fermata da una mano che mi prese per un braccio. Era Tommo.
-Abby aspetta vengo con te!!!-
-Senti Lou è meglio che mi aspetti fuori. Questa cosa la devo fare da sola…-
-Se sei convinta tu io ti lascerò andare, ma ricordati che io sono dietro quella porta e appena Styles fa mosse azzartate non esitare a chiamarmi. Io per te ci sarò sempre, Haustin.-
E con queste parole appoggiò delicatamente le sue labbra sopra le mie facandomi provare ancora una volta le stesse emozioni.
-Grazie commisario. Uscirò da lì fiera di me.-
-E io lo sarò ancora di più-
Mi diede un ultimo bacio e entrai in quella porta.
***
Entrai in una camera bianca. Piena di luce. Con solo un tavolo al centro e due sedie. Una opposta all’altra. Proprio su una di essa era seduto, come se fosse al bar a prendere un caffè, Styles.
-Guarda un po’ chi si vede, il movente.-
-Harry non sono venuta qui per scherzare. Non interrompermi. Devo parlarti e seriamente.-
-OK OK, cosa c’è vuoi dirmi che ti sei fidanzata così hai chiuso definitavamente con me??? Sono pronto a tutto.-
-Intanto io e te abbiamo chiuso definitivamente da un bel po’ di anni. E se proprio vuoi saperlo. Si, non sono proprio fidanzata, ma possiamo dire che lui mi piace e io piaccio a lui. Ah tral’altro è una persona che conosci molto bene. Fin troppo.-
-Scommetto che è il commissario.-
-Si è lui. Ora che lo sai,sei contento??? -
-Fanculo Abby. Lo sapevo che tra voi due c’era qualcosa… cazzo non posso lasciarti andare via così…- disse mentre allungò la mano per accarezzarmi. Ma fu fermato. Dalla mia forza.
-No Harry. No. Basta. Io e te non ci siamo più. Io ho la mia vita e tu hai la tua. Sono venuta qui, solo perché devo parlare con te dei miei genitori e non per vederti. Anzi per me tu non esisti più. È come se non ci fossi più.-
Si limitò a tirare indietro la mano e a guardare in basso.
-Allora… lo so che non sei stato tu a uccidere mamma e papà. Lo so benissimo e non tentare di mentirmi perché ti conosco troppo bene. Zayn Malik , lo conoscerai molto bene, ha raccontato tutto a Mia. Dai dimmi come è andata.-
-Chi è Zayn coso??? Non lo conosco. Mai sentito.-
-Avanti Harry. Lo conosci benissimo. Ti ha costretto a mentire alla polizia…-
-E va bene  Abby. È vero. Quando ero a casa tua, ti ricordi quel giorno???-
-Sisi certo. Vai avanti…-
-Ecco mi ha chiamato un mio amico, che avevo ingaggiato per tenere d’occhio la tomba dei tuoi genitori, insomma volevo fare anche io il poliziotto, sai se avessi scoperto chi fosse stato tu mi avresti riconsiderato e magari io e te potevamo ridiventare qualcosa... Comunque mi aveva detto che aveva visto arrivare un ragazzo dalla carnagione ambrata e i capelli neri. Allora io sono subito andato a vedere, ma sfortunatamente mi ha visto così sono scappato. Dopo qualche tempo, si è presentato a casa mia. Mi disse che se non fossi andato a dire alla polizia che ero stato io a uccidere i tuoi genitori avrebbe ucciso me, la mia famiglia e te. A quel punto l’unica cosa da fare era accettare il ricatto. Così mi diede le istruzioni, compresa quella di chiamarti e dirti che sarei andato al commissariato, e mi precipitai dal tuo “amichetto”!!!-
Sinceramente non me l’aspettavo. Non avrei mai detto che Harry Styles, sarebbe andato in carcere pur di salvarmi. Non ci potevo credere.
-Beh… Harry… l’unica cosa che riesco a dirti è… grazie. Grazie di quello che hai fatto per me. Non me l’aspettavo sinceramente, ho sempre pensato che tu avessi un “cotta permanente” per me e quindi sentirsi dire che pur di salvermi sei venuto qui. In carcere, l’edificio più brutto che esista sulla terra allora mi fa pensare che… lasciamo perdere- sospirai- adesso tocca a me reagire. Vedrai ti farò uscire da questo manicomio.-
E con queste frasi, mi alzai dalla sedia. Mi avvicinai a lui e gli diendi un bacio sulla guancia. Poi mi avviai verso la porta dicendogli:
-Ciao Styles, ci vediamo fuori da qui.-
Era rimasto senza parole. Alzò semplicemente la mano e sorrise. In realtà neanche io riuscivo a credere a quello che avevo appena fatto e detto. Chiariamo una cosa: Harry non mi piaceva più da tempo, però a sentire quello che aveva fatto per me mi sciolse il cuore. Per me lui,prima, era una persona odiata con tutto il cuore, ma adesso era un amico.
Uscii da quel posto correndo. Corsi verso Louis che appena mi vide, si staccò dalla macchina a cui era appoggiato. La sua faccia, se prima, era preoccupate, ora era piena di allegria.
Mi abbracciò come nessuno aveva mai fatto. Lo so può sembrare strano, un abbraccio cosa mai avrà di speciale?!? Ma lui lo fece in modo che lo sentii mio. Si, proprio mio. Se prima era solamente una cotta, adesso che ero uscita da li e avevo sentito le parole di Harry, mi sembrava il mio fidanzato.
-Hey cosa ti ha detto???-
-Quello che sospettavamo, Zayn l’ha costretto a mentire. Poi ti spiego meglio… ma adesso voglio stare con te… nessuna sorella, nessun poliziotto, nessuna pistola, solo io e te, da soli.-
Mi sorrise. Mi mise le mani intorno al collo e mi baciò. Sentivo le nostre labbra cercarsi, la sua lingua picchiettare sui miei denti come per chiedere accesso alla mia bocca che non tardai a dischiudere. Le nostre lingue giocavano tra loro, si rincorrevano, come per cercarsi. Era una sensazione unica baciare quel ragazzo: riuscivi a staccarti da lui solo quando non avevi più fiato.
In quel momento ero al settimo cielo. A differenza di mia sorella, io non mi ero mai fidanzata ufficialmente. Avevo sempre solo avuto delle cotte a scuola, ma mai qualcosa di serio, tralasciando il mio fidanzamento con Harry... Finalmente era arrivato il momento… quel commissario con gli occhi azzuri, i capelli castani all’insù e i denti bianchi e perfetti era il ragazzo della mia vita. Il ragazzo con cui avrei voluto trascorrere tutta la mia vita e da cui non mi sarei mai staccata. Lo amavo, come non avevo mai amato nessuno.

SPAZIO AUTRICI
Capitolo di confessioni: Mia che si libera finalmente del peso che ha dovuto trasportarsi per troppo tempo, Harry che confessa cosa è successo veramente e Abby e Louis sempre più uniti!!!
Che ne pensate??? E cosa mi dite di questo ‘capo’, chi potrà mai essere??? Se volete scoprirlo continuate a segurci e diteci cosa ne pensate con tante recensioni.
Ora passiamo ai ringraziamenti: grazie a tutti quelli che recensiscono, grazie a quelli che hanno messo la nostra storia tra le seguite/preferite/ricordate e un enorme grazi a tutti i lettori silenziosi…
Alla prossima.
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=ssjkwscYvoI
1D_we_love_4ever
Nel prossimo capitolo:                                 […]ma quando ho incontrato per la prima volta i tuoi occhi pieni di tristezza e come se… se… non riesco a spiegarlo… l’uomo in me, nascosto fino ad allora, si facesse avanti. Ho cercato di non dare peso a quelle sensazioni, ma non ci riuscii, ogni volta che ti vedevo una luce si accendeva nei miei occhi.[…]

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


POV ABBY

Dopo aver parlato con Harry , mi ero liberata. Mi sentivo più sicura di me. Eravamo un passo dalla soluzione del caso di mamma e papà e ciò mi dava orgoglio. Orgoglio di vendicare la loro morte. Bastava trovare Zayn e tutto finiva… Questo di certo non li faceva tornare in vita, ma perlomeno io mi sentivo fiera di me stessa.
Io e Lou eravamo seduti sul divano di casa sua. La sua mano era attorno alla mia spalla e la mia testa appoggiava sul suo petto. Stavamo guardando la televisione dopo aver mangiato una pizza d’asporto. Quella sera mi sentivo sua. Mi sentivo più grande di quanto fossi e, sicuramente, stare tra le sue braccia mi faceva provare una sensazione che non avevo mai percepito prima. Tutto d’un tratto suonò il mio telefono facendomi sobbalzare dal divano per cataputarmi a prenderlo.
-Pronto???- dissi intimidita sapendo a che risposta andavo incontro.
-Si può sapere dove caspita sei finita???-  urlò la voce dall’altra parte del telefono.
Con tutte le cose che mi passavano per testa e, soprattutto, stando con Louis mi ero completamente dimenticata di mia sorella. Da li a pochi secondi mi avrebbe sgridato a morte.
Mi morsi il labbro inferiore dirigendomi, di nuovo, verso il divano dove, seduto, c’era Louis che mi guardava divertito dopo aver sentito l’urlo di mia sorella che era arrivato fino a lui.
-Ehm…si scusa Mia e solo che sono andata da Harry e poi Louis mi ha portata da Laura. Avevo voglia di divertirmi un po’ e così ho pensato che  passare un po’ di tempo con la mia migliore amica sarebbe stato il modo giusto!!!- improvvisai pizzicandomi nuovamente il labbro inferiore e aggrottando le sopracciglia.
Lou scoppiò a ridere. Gli feci una smorfia e mi sedetti sopra le sue gambe.
-Si ok va bene, ma almeno avvertirmi??? E poi  non ci credo più di tanto. Insomma tra te e Laura non scorreva buon sangue già da tempo perché adesso tutta questa voglia di divertirti con lei…-
Sentii i capelli venir spostati tutti su una spalla e delle mani toccare il mio collo, per poi lasciare spazio a delle labbra che si posarono dolcemente sulla mia pelle e iniziarono a darmi leggeri baci.
-Ehm… sai a… a volte…soprattutto in questi momenti così tristi… rivedere cari amici è… ti fa sentire meglio - balbettai aggrappandomi sugli specchi.
Intanto la bocca di Louis continuava a lasciarmi una scia umida di baci. Il contatto della mia pelle con le sue labbra mi faceva sentire desiderata.
-Si Abby, non ci credo neanche se mi pagano!!! Dai con chi sei??? Poi cosa sono questi rumori???-
Louis era arrivato alla bocca e mi stava baciando come se niente fosse. E, devo ammettere, anche con abbastanza foga. Insomma non voleva lasciare la presa e così fui costretta a mettere le mani sul suo petto e a spingerlo indietro facendolo sbattere sullo schienale del divano. Incrociò le braccia al petto come per fare l’offeso.
-Abby ci sei???-
-Sisi sono qui… comunque dai è la verità sono con Laura e altre mie amiche!!!- sbuffai stufa di quella telefonata.
Lou si avvicinò, nuovamente, al mio orecchio : “Dille che ti fermerai qui” dopodichè si riappoggiò sul divano a braccia conserte.
-Abby la smetti…-
-Dai Mia non rompere!!! Starò qui tanto. Credo di dormire qui… ci vediamo domani!!! Ti voglio bene sorellina!!! Ciao ciao!!- e senza neanche aspettare una sua risposta attaccai sbattendo il telefono sul divano.
Mi dispiaceva trattare così mia sorella, ma, in quel momento, con Louis che praticamente mi costringeva non potei fare altro…
-Commissario lo sa che è tremendo???- dissi sorridendo maliziosamente.
-Certo che lo so, Haustin, e ne vado anche fiero.-
-Non tratto mai così mia sorella eppure, tu hai avuto questo potere-
-Beh sai quanti poteri ho io?!? Cominciando dal potere di arrestare chiuque a far bisticciare due sorelle. Devi sapere una cosa però: io sono così tremendamente malefico con qualcuno se a quella persona tengo veramente- sospirò e sbattè le mani sulle gambe- beh… tu sei una di quelle…-
Il fiato, a quelle sue parole, mi si bloccò in gola. Sentii un brivido partire dal collo e attraversare tutta la schiena. Per la prima volta nella mia vita un ragazzo mi aveva lasciato senza parole ( il che era davvero un evento, fidatevi che le cose io non le mandavo a dire!!!).Stetti immobile sulle sue gambe mentre incontravo quello sguardo agghiacciante che aveva quel potere di ipnotizzarti.
Quelle parole possono sembrare banali, ma per me valevano più di ogni altra cosa e, sinceramente, nessuno me le aveva mai pronunciate. Continuavo a fissarlo mentre un sorriso mi si apriva sulle labbra e solo in quel momento mi misi a cavalcioni su di lui per poi avvicinarmi alle sue labbra per iniziare a baciarle. Sentii le nostre lingue incontrarsi e iniziarsi a divertire, giocare tra di loro. Il suo respiro soffiava irregolare sulle mie guance. Fu il bacio più lungo della mia vita, pian piano diventava sempre più con foga, fino a quando lui si spostò sulla mascella e arrivò all’orecchio.
-Prima mi hai respinto Haustin, ora ti tocca pagare- mi sussurò.
Sentii le sue mani premere sulla mia schiena per avvicinare il mio corpo al suo e per sentire più il suo calore, a quel punto mi resi conto di quanto lo amavo. Di quanto fosse importante per me. Che se qualunque altra persona avesse fatto quella mossa azzardata mi sarei rabbrividita e tesa mentre con lui mi sentivo sicura come non mai.
Spostai le mani avvolgendole intorno al suo collo e toccando i suoi capelli sottili e morbidi. Sentii, di nuovo, le sue labbra sfiorare le mie e sprofondare in un altro bacio. I suoi denti morsero, delicatamente, il mio labbro il che mi fece capire di cosa stava per succedere. Ne abbi ancora più la conferma quando le sue mani scesero lungo il ventre e andarono a prendere i lembi della maglia per poi sollevarla in modo tale che essa si alzò leggermente. Le nostre bocche , pultroppo, si dovettero staccare appena l’indumento raggiunse il mio viso e oltrepasso la testa per poi finire per terra sul pavimento.
Riprendemmo a baciarci mentre le sue mani presero possesso del mio sedere da cui mi sollevò e mi prese in braccio. Non riuscivo a staccarmi dalla sua bocca nonostante fossi in braccio a lui e lui fosse costretto a sostenere il mio peso. Esausto del carico che aveva dovuto portarsi in braccio dal divano alla camera da letto mi poggiò delicatamente sul letto matrimoniale, ancora disfatto dalla mattina precedente. In poco tempo me lo trovai sopra di me mentre mi sorrideva.
-Non hai scampo Abby Haustin!!!- sussurò a bassa voce mentre riprese a baciarmi, questa volta più con foga.
Attorcigliai, di nuovo, le mie braccia intorno al suo collo per avvicinarlo più a me. Piano piano le feci scendere fino ad arrivare alle sue spalle sulle quali erano appoggiare le bretelle che, nel suo look quotidiano non potevano mancare. Le feci scendere lungo le sue braccia in modo tale che esse si sfilarono. Le mie mani tornarono suol suo petto per percorrere la lunga fila di bottoni che uno ad uno sbottonai. Accarezzai il suo petto nudo, perfetto. Lui, intanto continuava a baciarmi accarezzandomi, ogni tanto, la mia pelle nuda.
Feci scivolare le mie mani per sfilare definivamente quell’indumento che, poco prima, avevo sbottonato. I nostri bacini si toccavano, la mia pelle sfiorava la sua, era una sensazione strana sentire quegli addominali quasi scolpiti andare su e giu sul mio bacino. La sua bocca in poco tempo si spostò sul mio collo per lasciarmi morbidi baci, si fermò a metà collo per iniziare a succhiare la mia pelle, provocandomi sensazioni uniche. Sentivo la sua lingua levigare la mia pelle, ormai, bagnata dalla sua saliva, sapevo benissimo che il giorno dopo mi sarei ritrovata un livido non poco evidente sul collo, ma piuttosto avrei indossato una sciarpa pur di non staccarlo dalla mia pelle.
Le sue mani, intanto, si erano fermate, dopo aver sagomato il mio corpo, sui fianchi. Si avvicinarono alla chiusura dei pantaloni per poi sbottonarli e farli acendere lungo le mie coscie fino ad arrivare per terra sul pavimento. Io feci lo stesso con i suoi pantaloni rosso fuoco ,che indossava, facendoli cadere sopra i miei.
Eravamo rimasti con solo più l’abbigliamento intimo entrambi, io con il reggiseno e gli slip e lui con i boxer. Ci stavamo baciando come non avevamo mai fatto: io avevo le sue mani dietro le orecchie e i pollici poggiavano sulle sue guancie mentre lui aveva infilato la mano dietro la mia schiena, distesa sul materasso, alla ricerca del gancetto del reggiseno da sganciare che avrebbe fatto si che anche qull’indumento finisse per terra insieme agli altri. Quando ciò avvenne il mio cuore iniziò a battere all’impazzata, le sue mani accarezzavano i miei seni facendomi partire brividi in tutto il corpo.
I nostri respiri si affannavano sempre di più. Il calore dei nostri corpi riempiva tutta la stanza. Le nostre labbra continuavano a incrociarsi. I nostri bacini si toccavano ripetutamente. Non mi ero mai sentita così bene con un ragazzo, non provavo alcun imbarazzo a essere nuda sotto di lui e continuarlo a baciarlo fino allo sfinimento. Sentire la sua pelle scaldare la mia mi faceva sentire protetta e felice come non mai.
Ad un certo punto Louis staccò le sue labbra morbide dalle mie per appoggiare le sua fronte sopra la mia, guardarmi e sorridere mostrando quei suoi denti perfetti. Stettimo in quella posizione per non so quanto tempo, ma sufficiente per capire che era arrivato il momento di lasciarmi andare, di diventare veramente sua…
Dopo essersi alzato, si tolse i boxer recuperando nel frattempo il portafoglio alla ricerca della bustina. Si infilò il preservativo e in poco tempo me lo ritrovai, nuovamente, sopra di me con un sorriso stampato sulla faccia. Mi spostò un ciocca, caduta davanti, dietro l’orecchio per poi accarezzarmi delicatamente la guancia e iniziarmi a baciare.
La sua mano si spostò velocemente sui miei fianchi per afferrare l’elastico dei miei slip per poi sfilarli delicatamente. A quella sua mossa un brivido attraversò la spina dorsale, ma ero sicura… sicura di non fare un errore!
Le nostre intimità si scontrarono, Louis mi guardò.
-Abby sei sicura???- la sua voce racchiudeva tutte le emozioni che provava in quel momento: desiderio, insicurezza e amore…
Alzai la mano per accarezzargli la guancia.
-Sei riuscito a non chiamarmi Haustin…- ironizzai. Sentii il suo petto vibrare a causa della sua risata.- Cosa stai aspettando Tomlinson???-
Mi rivolse un sorriso per poi posizionarsi meglio sopra di me. Appoggiò i gomiti per non farmi peso e spinse le sua intimità dentro la mia. Una fitta di dolore attreversò il mio corpo, ma si placò subito per lasciare spazio a una sensazione mai provata prima. Avrei voluto fermare il tempo per provare quelle sensazione per sempre: felicità, sentimento, piacere e… amore. Verso una persona che se non fosse stato per i miei genitori non avrei mai conosciuto e non sarei riuscita a vivere quei momenti unici. Certo potevano farmelo conoscere in qualche altro modo…
Le sue spinte diventavano sempre più veloci e i nostri gemiti di piacere si facevano sempre più frequenti. Da tutti i racconti che avevo ascoltato mi era sembrato di capire che la prima volta era sempre dolorosissima, ma per me non lo era affatto. Si avevo sentito un po’ di dolore all’inizio, ma poi si era subito placato lasciando spazio a un piacere immenso, forse perché io e lui eravamo fatti l’uno per l’altra…
***
Louis era appena tornato dal bagno e io lo aspettavo seduta sul letto. Si sdraiò con un sorriso stampato sulla faccia e io appoggiai la testa soprai il suo petto accarezzandoglielo.
-Amore…-mi chiamò Louis, io alzai la testa e lo guardai dritto negli occhi- sai… sono sempre stato quel ragazzo che non ha mai avuto una relazione fissa, che si porta una ragazza a letto solo per divertimento e che poi scarica il giorno dopo. Non mi sono mai innamorato di qualcuno e, tantomeno, fidanzato. Quando mi hai visto per la prima volta a casa tua travestito da fantasma ero ancora quell’adolescente, ma quando ho incontrato per la prima volta i tuoi occhi pieni di tristezza e come se… se… non riesco a spiegarlo… l’uomo in me, nascosto fino ad allora, si facesse avanti. Ho cercato di non dare peso a quelle sensazioni, ma non ci riuscii, ogni volta che ti vedevo una luce si accendeva nei miei occhi. Ogni volta che Styles o qualunque altro ragazzo si avvicinava a te un senso di gelosia prendeva possesso del mio corpo. Non capivo cosa mi stesse succedendo e quando eravamo in ospedale ad aspettare Mia e io ho iniziato a parlarti del caso, i nostri sguardi si sono incontrati, mi sono incantato, poi tu mi hai chiamato Lou in macchina. Iniziavo a capire che ogni volta che tu facevi un passo avanti mi rendevi felice. Ogni volta che mi guardavi mi imbarazzavo e mi sentivo osservato. Ogni volta che mi sfioravi sorridevo. Ogni volta che sorridevi ero contento. E quando queste emozioni si facevano sempre più frequenti ammisi a me stesso che, per la prima volta nella mia vita, mi ero… innamorato- fece una pausa- poi quel bacio in giardino. Gia…- fece scappare una piccola risatina- il bacio più bello della mia vita. Non sai quanto mi hai reso felice, Haustin.-
Ci guardavamo. Io mi perdevo nei suoi occhi lucidi e lui si perdeva nei miei. Poi mi avvicinai per dargli un bacio leggero sulle labbra, ma pieno di passione.
-E questo ti ha reso felice come il nostro primo bacio???- gli chesi ritornando a  guardare i suoi occhi.
-Tu mi rendi sempre felice Haustin. Mi ha reso felice al nostro primo bacio. Tutti gli altri. I tuoi sorrisi. Le tue battute. E, soprattutto, questa sera… perché per la prima volta nella mia vita non ho fatto sesso, ma amore…- le sue parole rimbobarono nella mia mente. I nostri sguardi non si lasciavano neanche un secondo. Era strano sentire quelle parole e sapere che erano riferite a te.
-Ti amo.- furono le uniche due parole che riuscii a dire in quel momento, ma racchiudevano tutto.
-Ti amo anch’io.- disse di rimando lui per poi farmi sprofondare in un bacio sentimentale, pieno d’amore.
Quando ci staccammo Louis prese le coperte e le tirò per coprirci. Io rimisi la testa sul suo petto e dopo un “buonanotte, amore mio” mi addormentai tra le braccia del ragazzo che amavo più di me stessa.

POV MIA

LA MATTINA
Quella notte feci molta difficoltà ad addormentarmi ed era tutta colpa di Abby. Naturalmente non me l’ero bevuta la storiella che andava a dormire dall’amica e intuivo perfettamente cosa stesse facendo con Louis. Inutile dire che fossi preoccupata … insomma per Abby doveva essere la prima volta che lo faceva e beh, la prima volta è sempre un po’ problematica. Ad esempio la mia fu un vero schifo. Per non parlare della seconda e della terza. E, forse, era proprio per queste “volte problematiche” che adesso temevo un po’ il sesso. Forse questa mia fobia era dovuta dal fatto che non avevo mai fatto l’amore, ma solo sesso. Sperai con tutto il cuore che Abby non stesse seguendo il mio esempio.                                                                        In più incombeva l’incubo Zayn su di me. Aveva ucciso mamma e papà, ma intuivo che ci fosse qualcun altro dietro. E quella notte la mia testa si era fatta numerose domande su chi potesse essere il realizzatore di tutto, ma non mi era venuto in mente nessuno.                               Con tutte queste preoccupazioni in mente mi alzai molto presto per i miei standard (alle otto) con un forte mal di testa. Scesi di sotto in cucina e mi preparai la colazione. Una volta seduta con una tazza di latte di fronte, però, mi accorsi che il mio stomaco era troppo chiuso per accogliere del cibo. Mentre fissavo il nulla nella stanza, i miei pensieri si soffermarono su Zayn. Non si era più fatto sentire dopo avermi confessato di essere lui l’assassino. Non mi aveva chiesto scusa, né tantomeno perdono, era sparito nel nulla. Odiavo Zayn per avermi privato di tutto in una sola notte, lo odiavo per avermi fatto innamorare di lui senza mai dirmi che era il colpevole, ma lo amavo. E questo mi faceva schifo. Provavo ribrezzo nell’amare un essere così spregevole, ma il mio cuore non riusciva a smettere di battere emozionato nel vederlo. E così, anche se la mia ragione non ne voleva più sapere di lui, una piccola parte di me era preoccupata. E se gli fosse successo qualcosa?? E se non mi avesse più chiamato perché non poteva farlo??   L'ansia riempì il mio corpo e sentii un bisogno enorme di tranquillizzarmi. E non c’era nessuno più bravo di Liam nel calmarmi.
-Pronto??- disse lui rispondendomi al telefono.
-Ciao Liam, sono Mia …  senti, ti va se andiamo a fare colazione assieme in un bar??-
-Ok va bene … ti passo a prendere tra 20 minuti-
-Ok grazie perfetto-
-A dopo-
-A dopo-
 Una volta conclusa la chiamata, il mio cuore iniziò a tranquillizzarsi. Era incredibile come Liam potesse farmi questo effetto. Mi bastava guardarlo per calmare i miei pensieri, le mie ansie, le mie paure. Lui era forse l’unica persona, oltre a Abby e a Niall, a cui avrei lasciato la mia vita.
20 MINUTI DOPO
Liam, perfetto come un orologio svizzero, mi venne a prendere e, assieme, ci dirigemmo verso il bar. Mentre camminavamo, mi sentii felice per la prima volta da un bel po’ di tempo. Parlare con lui non era solo un antistress, ma anche una specie di droga a cui non potevo fare a meno. Non riuscivo a smettere di ridere e chiacchierare con lui e, la mia voce, si interruppe solo per qualche secondo. Giusto il tempo di contemplare tutta la bellezza che avevo di fronte. Piccola cresta svolazzante al vento, sorriso smagliante e fisico perfetto mi fecero restare a bocca aperta. Indossava una semplice maglietta bianca con le maniche blu e dei normalissimi pantaloni scuri. Ma anche così era bellissimo. Fu in quel momento che il mio cuore battè così forte come quando stavo con Zayn. Ma Liam aveva qualcosa ancora di più: era buono.
-Quindi se ho capito bene …  il mio capo, Louis, si è fatto tua sorella, giusto??- mi chiese lui con un sorriso beffardo sul volto.
-Non ho le prove, ma penso proprio di sì … -
-AHAHAH … posso dirti la verità?? –
Feci cenno di sì con la testa.
-Secondo me Abby ne esce seriamente sconvolta da questa “magnifica” esperienza!!-
Scoppiammo a ridere entrambi senza una ragione precisa. Di colpo ci faceva ridere il rapporto tra Abby e Louis o, forse, ridevamo, solo per nascondere le lacrime che avevamo dentro. In ogni caso, in quel momento, non pensai a Zayn, ai miei genitori o a tutti gli altri problemi della mia vita. Il mio unico pensiero era Liam. E il suo sorriso. E i suoi muscoli. E i suoi capelli. E la sua perfezione. Ci fermammo in mezzo alla strada per riprendere fiato da tutte quelle risate e, il fato volle, che ci stoppammo l’uno di fronte all’altro. Lo guardai negli occhi perdendomi nelle sfumature dell’iride, mentre lui sembrava essere concentrato su altra zona del mio volto: le labbra. Piano piano i nostri visi si avvicinarono e i nostri nasi si sfiorarono. Il mio cuore mi pulsava nel petto come se avessi appena corso per 456 km. Il mio cervello era in palla e non riusciva a distaccare la propria attenzione da quello che stava per succedere. Liam si bagnò le labbra e poi le posò delicatamente sulle mie. All’inizio fu un bacio dolce, ma poi si tramutò in una pura esplosione di passione. Gli misi le braccia intorno al collo e lui mi cinse i fianchi. Il bacio durò qualche minuto perché nessuno dei due voleva interrompere quella perfezione, ma poi ci mancò il fiato e ci distaccammo dolcemente. Sorridemmo entrambi imbarazzati e io piegai la testa verso il basso. Liam mi tirò su il volto con un tocco dolce al mento e mi diede un altro piccolo, perfetto, stupendo, bacio.                                   Poi senza dire una parola mi prese per mano e continuammo a dirigerci verso il bar. Mentre camminavamo tutte e due avevamo un sorrisino stampato sulla faccia. Io stavo valutando come quel bacio lo avessi sentito vero. A differenza di ogni minimo bacio con Zayn che mi era sembrato quasi finto, falso.                                             Fu con questi pensieri che girammo l’angolo. E fu sempre con questi pensieri che mi si parò davanti l’immagine più brutta della mia vita. Un’immagine che mi ricordò la notte in cui io e Abby trovammo mamma e papà morti. E la stessa paura riempì il mio cuore. Mentre le mani mi sudavano e mentre sentivo la stretta di Liam sempre più forte. Mentre ansimavo, respirando a fatica. Mentre la mia testa ritornò ai pensieri che avevo prima di uscire con Liam. I pensieri che riguardavano Zayn. Perché lì, steso a terra, insanguinato, morto c’era un ragazzo. Un ragazzo con barba e capelli neri. Un ragazzo alto 1,75 metri . Un ragazzo che conoscevo bene. Un ragazzo che amavo-odiavo. Un ragazzo di nome Zayn Malik.       
      

SPAZIO AUTRICI

Capitolo un po’ più lungo rispetto agli altri. Momento “rosso” tra Louis e Abby!!! Che ne pensate??? E Liam e Mia che trovano Zayn… sarà morto???
Fateci saper cosa ne pensate con una recensioni!!! Contiamo su di voi fan…
Ringraziamo tutte quelle che hanno recensito, messo tra le preferite/ricordate/seguite la nostra storia e tutte le lettrici silenziose (dai fatevi avanti… J)
Trailer:     https://www.youtube.com/watch?v=ssjkwscYvoI           
1D_we_love_4ever
 
Nel prossimo capitolo:
        Foglie, foglie che si rompevano calpestate. 
                                                                  Passi, passi che si avvicinavano.
                                                                             Voce, voce di Abby che si spense di colpo.
                                                                                         Vento.
                                                                                        Gelido.
                                                                                       Passi di corsa.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


POV ABBY

Io e Louis stavamo ancora dormendo abbracciati, io con la testa e una mano appoggiata sul suo petto nudo e lui che circondava la mia vita, quando un suono sdridulo mi svegliò. Era il telefono di Lou.
-Pronto???Liam cosa vuoi???- disse Lou ancora con la voce impastata dal sonno- Va bene arriviamo subito…-
-Lou cos’è successo???- chiesi visto la sua faccia pensierosa.
-Liam e Mia hanno trovato un ragazzo per terra massacrato di botte davanti a Starbucks… credono sia Zayn Malik.- mi rispose alzandosi dal letto e cercando i suoi boxer da qualche parte sul pavimento.
Ero in preda al panico. Li vicino a Mia ci dovevo essere io, non Liam. Sarei dovuta stare con lei, noi eravamo sorelle e avrei dovuto consolarla ma, invece, ero con Louis, non che la cosa  mi dispiacesse data la notte passata, ma al solo pensiero di Mia davanti a quel ragazzo con le lacrime agl’occhi mi faceva rattristare.
-Hey amore non ti preoccupare…- vedendomi sconvolta mi prese per un braccio e mi stritolò tra le sue braccia nude- vedrai che si risolverà tutto… ci saremo io e Liam a proteggervi e a capire chi è quel bastardo che è riuscito a stravolgere la vostra vita…- mi tranquillizò dandomi un bacio tra i capelli.
Mi sorprendevo di quanto Louis riuscisse a capirmi solo guardandomi. Capire i sentimenti che provavo, se ero triste o felice. Ed era pronto a consolarmi o a farmi divertire. Ed era per questo che lo amavo… e anche se le cose tra di noi erano andate molto velocemente, non ne potevo essere più felice.
Lasciai la sua presa per buttarmi sulle sue labbra, ancora secche dalla notte, e iniziarle a baciare con passione. Di nuovo le stesse sensazioni tornarono a invedermi. Caspita, come faceva a baciare così bene… ogni volta che sentivo il contatto tra le nostre bocche era come se fosse stato il primo bacio, come se fosse tutto nuovo per me…
-Non riuscirò mai a ringraziarti per quello che stai facendo e, hai fatto, per noi…-
-L’hai già fatto, amore…- mi rispose accarezzandomi la guancia.
-E con cosa???- Lo guardai interrogativa, non capendo il senso della sua frase.
-Con la notte passata e con i baci che solo tu riesci a dare...- disse lui come per ovvio per poi darmi un bacio a stampo veloce- Dai adesso vestiamoci, dobbiamo andare…-
Rimasi ancora un attimo nella stessa posizione ripensando alle sue parole con un sorriso da ebete sulle labbra, poi presi i vestiti da terra e mi ricomposi mentre Louis andò in bagno.
20 MINUTI DOPO
Eravamo quasi arrivati, ma già vedevo Mia appoggiata al muro con le lacrime che le rigavano la faccia,Liam al telefono in preda a una crisi isterica e un ragazzo disteso a terra.
-Dai amore, andiamo, forza e coraggio…- mi incoraggiò Louis stringendomi la mano.
Scendemmo dalla macchina e iniziai a correre verso Mia, mentre Louis si avvicinò a Liam per chiedergli spiegazioni, dato che neanche lui aveva capito molto…
-Sorellina…- mi abbracciò.
-Hey, come stai??? Siamo venuti appena abbiamo potuto…-
-Mhm…come vuoi che stia… - si girò verso il ragazzo  e una lacrima le rigò il viso.- meglio lasciare stare…tu piuttosto mi sa che hai un po’ di cose da raccontarmi…- continuò asciugandosi la lacrima scesa e sforzandosi a sorridere.
-Senti Mia non sai quanto mi faccia male vederti così, però…- sorrisi involontariamente girandomi verso Louis che era chinato vicino al ragazzo.
-Abby lo so quanto mi vuoi bene e vederti sorridere così dopo tanto tempo mi rende felice anche se non lo sono…- mi rispose lei facendomi un piccolo sorriso.
Mi girai di nuovo verso Lou che però questa volta si accorse del mio sguardo puntato su di lui e alzò la testa, facendomi incontrare quegl’occhi che avevo già visto innumerevoli volte la notte passata. Mi fece l’occhiolino e mi mandò un bacio volante, io senza neanche accorgemene risposi copiandolo e gli sorrisi.
-Mia so quanto ti faccia male vederlo lì per terra- indicai il ragazzo- però devi essere forte perché tu sei una persona che riesce a distruggere ogni muro . Lo so meglio di te che l’amore fa male, tanto male, ma a volte è…è una cosa bellissima.- sospirai- ecco questa “cosa bellissima” mi è capitata e non ne posso essere più fiera. Però io e te siamo una cosa sola, io e te siamo gemelle e vederti così mi fa fassare ogni mia felicità.- conclusi.
Mia cercò ripetute volte ad aprire la bocca intenta a dire qualcosa, ma l’unica cosa che riusciva a fare era far scendere lacrime. Così lasciò perdere e mi abbracciò.
-T-ti voglio bene…s-sorellina- singhiozzò-
-I-io di più..- risposi mentre le lacrime vinsero su di me.
Può sembrare strano ma queste parole, io e mia sorella, ce le dicevamo raramente, sopprattutto negli ultimi tempi. Poco prima della morte di mamma e papà litigavamo spesso, anche per stupidaggini e ciò faceva stare tanto male. Si, perché io rispetto a mia sorella sono sempre stata quella più debole, quella più sfigata, quella più scema. E quindi ogni volta mi sentivo sempre inferiore perché non sapevo rispondere alle sue provocazioni o perché non riuscivo a buttare fuori quello che avevo dentro.
-Am… Abby portano il ragazzo in ospedale, per il riconoscimento… venite  con noi???- interruppe Louis.
-M-ma quindi è…è m-morto???- balbettò Mia con un filo di voce.
-Si, è morto. Hanno chiamato la sorella di Zayn Malik che ci aspetta in ospedale, per il riconoscimento…- ci spiegò il moro.
-Okk… è morto…- ripetè mia come per autoconvincersi di ciò che ci aveva appena spiegato Louis- Senti Louis non c’è problema se chiami mia sorella “amore”, so tutto… grazie l’hai resa felice…- cercò di nascondere la sua tristezza.
Louis cercò di non far vedere, come me, il suo imbarazzo piegando la testa. Mia sorella riusciva a mettere a disagio anche un commissario, che potere. Alzai lo sguardo per incontrare quello di Louis. Aveva ancora le guance rosse, ma un sorriso a 32 denti sul volto. Mi avvicinai a lui, gli misi le mani intorno al collo e avvicinai la mia bocca alla sua per lasciargli, prima alcuni baci a stampo e dopo far incontrare le nostre lingue, proprio come avevano fatto innumerevoli volte la notte passata.
-Ah proprio così… eh bravo il mio capo…- intervenne Payne dando una pacca sulla spalla al moro- andiamo???- continuò.
Mi staccai da Louis e gli presi la mano. Mia rimase immobile a fissare gli addetti che ricoprivano il corpo del povero ragazzo mentre una dopo l’altra le lacrime ricominciarono a scendere.
-Hey Mia andiamo…-  le mise una mano intorno alla spalla Payne.
Mia sorella fece solo un cenno di si con la testa prima di scoopiare a piangere tra le braccia di Liam.
In quel momento non riuscivo a classificare i miei sentimenti. Ero felice per il rapporto di me e Louis che si intensificava sempre di più, ma allo stesso tempo ero triste per Mia. Si vedeva che era confusa, triste dal suo silenzio. Non mi piaceva vederla così… dovevo fare qualcosa per consolarla, ma quel potere ce l’aveva solo mamma, con le sue dolci parole…

POV MIA

Portammo Zayn all’ospedale e tutti sembravano felici. Ma io no. Fingevo di esserlo perché non volevo dimostrare a tutti la mia debolezza. Avevo cercato di parlare di altro perché ogni volta che nominavano il nome di Zayn io sorridevo, ma quello era un finto sorriso per nascondere delle lacrime che avrebbero voluto sgorgare a fiumi. Nessuno, però, sembrava avere capito come mi sentissi. Pure Abby, che aveva una specie di telepatia nei miei confronti, non intuiva come stavo. Ero distrutta, a pezzi, mi sentivo uno straccio, ma loro pensavano che stessi bene, che mi fossi liberata del più grande peso della mia vita: Zayn Malik. Era vero, era un peso, ma era anche una gioia. Era vero lo odiavo, ma lo amavo. Ora non c’era più, ora mi aveva abbandonato come mamma e papà. Lo  vedevo su quel lettino, cosparso di sangue dalla testa ai piedi. Non si poteva neanche riconoscere. Il suo volto era sfregiato e quelle sue dolci labbra che adoravo tanto, non erano altro che sangue cosparso su pelle. “Bravo Zayn, tu e i tuoi piani del cavolo … ora come faccio senza di te?!!??”.
L’avevano sistemato su un letto bianco. Io, Liam, Abby e Louis, aspettavamo tutti fuori dalla stanza perché lì dentro, oltre al corpo di Zayn c’era una donna. Il suo nome era Doniya Malik e aveva appena riconosciuto ufficialmente la morte del fratello. Dentro di me, nell’osservare quel corpo senza vita, si era accesa una piccola speranza: che quello non fosse Zayn. Del resto i tratti del volto erano completamente distrutti, sarebbe potuto essere lui come sarebbe potuto essere il macellaio di fronte a casa. Ma quando la sorella lo riconobbe questa assurda idea si spezzò bruscamente facendomi singhiozzare. Qualche lacrima rigò il mio volto e, anche se cercavo in tutti i modi di trattenerle, iniziarono a sgorgare liberamente. Non volevo che gli altri mi vedessero in quello stato, in particolare Liam, ma non ne potei fare a meno. Crollai per terra in ginocchio. Le mie mani scompigliarono i miei capelli, mentre la mia testa era lì lì per scoppiare.
-Mia … non piangere … non ne vale la pena!!- disse Abby cercando di risollevarmi il morale.
-Ma non capisci che sto male cazzo?!?! Non capisci che era importante per me?!!??!?-
Detta questa frase tutti stettero in silenzio. Louis non osava parlare imbarazzato dalla situazione, Liam era scosso per quello che aveva appena sentito e Abby … beh … Abby doveva ancora collegare che il ragazzo che amavo tanto fosse contemporaneamente il terribile assassino di mamma e papà.
-Fareste meglio ad andare a casa- disse severo Liam guardando un punto fisso nel muro e facendo di tutto per non incrociare il mio sguardo. Vederlo così, vederlo lontano da me, distaccato, mi faceva male. Dio … che confusione!!! Amavo Zayn o Liam?? Non riuscivo a capirlo … era possibile amare due persone, l’una l’opposta dell’altra, contemporaneamente??? Non lo sapevo, il mio cuore non lo sapeva.
-Va bene … vieni Mia, andiamo a casa-
Abby salutò Louis con un bacio e poi ce ne andammo verso casa.
Faceva freddo, o forse ero io ad essere fredda come la neve e dura come il ghiaccio. Non parlavo, non ascoltavo Abby che faceva uno dei suoi soliti discorsi filosofici sulla vita e la morte e non pensavo a niente. Guardavo fisso, inconsapevole delle mie gambe che si muovevano camminando, inconsapevole dei rumori alle mie spalle. Me ne accorsi quando ormai erano decisamente vicini. All’inizio pensavo fosse il vento, ma poi tesi meglio le orecchie.
Foglie, foglie che si rompevano calpestate.
Passi, passi che si avvicinavano.
Voce, voce di Abby che si spense di colpo.
Vento.
Gelido.
Passi di corsa.
Sacchi.
Macchina.
Buio.
Il buio durò qualche oretta. Il tempo che io e mia sorella trascorremmo in una macchina schiacciate tra due omaccioni che ci intrappolavano nel mezzo. Respiravo a fatica, essendo racchiusa in un sacco. Non vedevo niente, ma potevo ancora sentire i loro passi che si avvicinavano di corsa, la voce di Abby che si interrompeva di colpo, mentre il vento mi faceva gelare il sangue nelle vene. Ecco cosa era successo in quella manciata di minuti mentre stavamo tornando a casa. Due, forse tre minuti, un tempo relativamente breve per fare qualsiasi cosa, ma non per essere rapite, intrappolate in dei sacchi ed essere trasportate su una macchina diretta in un luogo sconosciuto.

SPAZIO AUTRICI

Siamo arrivate al decimo capitolo. Che ne pensate??? Dove sarà diretta questa macchina che ha rapito Mia e Abby??? E Zayn che è morto…
Rispondete e diteci che ne pensate con una recensione…
E ora passiamo ai soliti ringraziamenti: grazie a tutti gli utenti per le recensioni, grazie ha chi ha messo tra le preferite/ricordate/seguite la nostra storia e grazia a tutti i lettori silenziosi che dovrebbero farsi avanti e dirci che ne pensano…
Stiamo arrivando alla soluzione di questo caso molto misterioso… nei prossimi capitoli ci saranno nuovi punti di vista… quindi continuate a seguirci…
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=ssjkwscYvoI
Un bacio.
1D_we_love_4ever
 
Nel prossimo capitolo:     [ Potevo solo sentire. Sentire gli ansimi affanati di Mia. Sentire le voci degli omaccioni vicino a me. Sentire le mie lacrime rigarmi il viso. Sentire il cuore battere forte. Accelerato. Ma non era quel ‘battere’ che succedeva quando vedevo Louis, quando ci baciavamo. Era quel ‘battere’ di paura.]

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***




POV ABBY

Foglie, foglie che si rompevano calpestate.
Passi, passi che si avvicinavano.
Voce, la mia voce che si interrompeva di colpo.
Vento.
Gelido.
Passi di corsa.
Sacchi.
Macchina.
Buio.
Queste immagini si ripetevano nella mia mente. Si confondevano con quelle della notte di Halloween. Perché erano troppo simili. Momenti che non avrei mai voluto vivere nella mia vita. La mia testa era confusa, annebbiata. Non riuscivo a ragionare. Le lacrime bagnavano il mio viso. La mia mano stringeva quella di Mia al mio fianco. Non vedevo niente. Per me era tutto buio. Quei dannati sacchi mi impedivano di respirare. Di vedere. Di capire cosa stesse succedendo intorno a me. Potevo solo sentire. Sentire gli ansimi affanati di Mia. Sentire le voci degli omaccioni vicino a me. Sentire le lacrime rigarmi il viso. Sentire il cuore battere forte. Accelerato. Ma non era quel ‘battere’ che succedeva quando vedevo Louis, quando ci baciavamo. Era quel ‘battere’ di paura. Paura di non poter più incontrare lo sguardo agghiacciante del mio ragazzo, di non poterlo più baciare, di non poter più fare l’amore con lui, di non ridere alle sue battute stupide o ai suoi modi da bambino. Per la prima volta nella mia vita avevo veramente paura, perché non erano quelle paure che si hanno da piccoli, come quella del buio o quella dei tuoni. Era quella paura che riusciva a farti piangere fino allo sfinimento e di farti pensare il peggio.
Ma c’era una forza che si opponeva alla mia paura. C’era il desiderio. Si, perché sapevo che quella dannata macchina, quei dannati omaccioni ci stavano portando da colui che aveva organizzato tutto. Volevo vederlo in faccia. Volevo vedere chi era quella persona  che era riuscita a stravolgere la nostra vita. Una vita, forse, troppo perfetta…
1 ORA DOPO
Un’ora. Un tempo troppo lungo. Il viaggio più lungo della mia vita. Sembrava non finire mai. I minuti passavano piano. Tutto intorno a me era come a rallentatore. Un’ ora in cui non avevo fatto altro che piangere, stringere la mano di Mia e pensare. Pensare a chi c’era ad attenderci. Pensare a Louis, a quanto lo amavo, a quanto avrei voluto essere con lui, tra le sue braccia, a farci le coccole.
Sentivo le ruote della macchina rompere foglie a terra. L’auto si fermò di colpo. Ci spinsero malamente giù facendoci cadere sul terreno. Eravamo accovacciate per terra quando ci tolsero i sacchi dalla testa. La luce mi sembrò troppo forte per i miei occhi, ero stata troppe ore al buio e ora potevo acciecarmi da quanto mi pareva potente. Stringevo gli occhi, ma non riuscivo a impedirgli di far scendere lacrime. Li aprii leggermente, ma li richiusi subito, era ancora troppo forte. Credevo che queste cose, i rapimenti, i maltrattamenti fossero solo nei film, ma ora ho capito quanto è crudele il mondo. Perché non sono cose che si inventano i registi, sono cose che succedono veramente nella relatà, ma che non dovrebbero esistere.
INIZIO FLASHBACK
-Commissario lo sa che è tremendo???- dissi sorridendo maliziosamente.
-Certo che lo so, Haustin, e ne vado anche fiero.-
-Non tratto mai così mia sorella eppure, tu hai avuto questo potere-
-Beh sai quanti poteri ho io?!? Cominciando dal potere di arrestare chiuque a far bisticciare due sorelle. Devi sapere una cosa però: io sono così tremendamente malefico con qualcuno se a quella persona tengo veramente- sospirò e sbattè le mani sulle gambe- beh… tu sei una di quelle…-
FINE FLASHBACK
Fu questo che mi diede la forza. La forza di aprire gli occhi, perché vedere quel sorriso, ripensare alle sue parole mi diede il coraggio di vedere cosa avevo intorno. Di vedere Mia rannicchiata per terra con le mani nei capelli. Due omaccioni che ci puntavano la pistola. Un casale abbandonato, in piena campagna disabitata. C’erano foglie, tante foglie per terra, formavano quasi un tappeto. Una casa arrocata su due piani, il portone spalancato e qualche pipistrello attacato al soffitto all’interno.
-Forza, non fate le bambine cattive…-  gridò uno dei due omaccioni per poi prendermi malamente dal braccio e tirarmi su tappandomi la bocca con la mano- Stai zitta, muta. Se non sai che bella fine che fai…-
-Lascila stare…- sentii il grido di Mia alle spalle ma poi solo gemiti di dolore. L’omaccione l’aveva fermata tappandole la bocca come aveva fatto a me l’altro.
Ci trasportarono all’interno del casale abbandonato conducendoci in una stanza tutta nera, con due aperture bloccate da delle sbarre. Sembrava un carcere, c’erano due sedie. Ci buttarono su esse e ci legarono malamente con due corde per poi tapparci la bocca con un fazzoletto legato alla nuca.
Emettavamo io e Mia gemiti di dolore. Volevamo parlare, ma non ci riucivamo. La mia paura si era trasformata in terrore. Le lacrime non smettevano di scendere. troppe domande riempivano la mia testa: Chi sarebbe entrato da quella porta? Chi stavamo aspettando? E Louis, Louis stava facendo qualcosa? Si era accorto che io e Mia non eravamo raggiungibili da più di  due ore? Che i nostri cellulari erano spenti?
Due di queste domande ebbero, da li a pochi minuti, un risposta. Una risposta che non poteva essere vera. Che non avrei mai voluto sapere, ma che purtroppo dovetti. Perché li, da quella porta, entrò un persona. Una persona a me troppo nota. Degli occhi troppo famigliari. Una bocca che avrei riconosciuto tra mille. Un viso che non avrei mai voluto vedere. Ma che mi si placò davanti e mi lasciò esterefatta. Lui era quello che aveva comandato tutto. Quello che aveva ordinato a Zayn tutto. Quella persona che Malik aveva descritto troppo poco a Mia. La persona che aveva avuto il potere di distruggermi la vita. Avevo sempre pensato che a capo di tutto ci fosse una persona meschina, sconusciuta a noi, ma invece era un ragazzo che conoscevo troppo, troppo bene. Perché lui era…

POV LIAM

Mia e Abby se ne erano andate da una buona mezz’ora. Doniya Malik, dopo aver riconosciuto il corpo distrutto del fratello, aveva lasciato l’ospedale di corsa. C’eravamo solo più io e Louis di fronte a quello che rimaneva di Zayn. Lo fissavo. Lo guardavo e lo riguardavo cercando di capire cosa avesse più di me, cercando di capire perché Mia amava lui e non me. Era un assassino, era un codardo, era … era tutto ciò che Mia doveva odiare, ma che non riusciva a farlo.
-E ora che si fa??- mi chiese Louis appoggiandomi una mano sulla spalla.
-Non lo so … sei te il capo … -
-Ok, riassumiamo la situazione … Malik ha ucciso i genitori delle Haustin, ma qualcuno lo ha pagato per farlo. Noi dovremmo cercare quella persona che ha architettato tutto … -
-Sì, peccato che l’unica persona che poteva dirci chi era, è appena morta … -
Sentii Louis sospirare frustato dalla situazione.
-Non tutto è perduto-  mi disse –ragioniamo, c’è qualcosa che ci sfugge … -
-Forse sì … allora … nella notte di Halloween i coniugi Haustin vengono uccisi e a ritrovarli sono le figlie. All’inizio crediamo che sia stato un ladro, ma poi riflettiamo meglio e capiamo che la dinamica dell’aggressione è stata diversa, qualcuno è entrato in quella casa con lo scopo di uccidere, non di scassinare la cassaforte … -
-Il primo ad essere sospettato è Styles- continuò Louis –perché da sempre la sua famiglia è rivale di quella delle vittime. Inoltre Harry aveva un altro espediente per uccidere: amava Abby, ma la loro relazione era severamente vietata dal padre della ragazza. All’inizio nega tutto, ma poi confessa.-
-Sì, ma prima della sua confessione – lo interruppi io –entra in gioco Zayn Malik. Mia lo rincorre, lui le spara, ma poi si pente e chiama l’ambulanza. Mia viene portata all’ospedale, ma, subito dopo, lo stesso Zayn viene ricoverato. Qualcuno l’ha picchiato … -
-Ma perché??-
Ecco cosa mi era sfuggito. Perché Zayn era stato picchiato?? Capisco che fosse stato ucciso, insomma era morto perché aveva confessato a Mia di essere il colpevole. Quella persona che aveva programmato tutto, lo aveva ucciso perché sapeva che adesso la polizia lo avrebbe scoperto. Questo era ovvio. Ma perché picchiarlo?? Se questa persona voleva il male di Mia, perché si era arrabbiata con Zayn quando, effettivamente, le aveva fatto del male, sparandole?? 
-Louis, cosa spinge una persona a picchiare qualcun altro per difendere una pesona, anche quando non le conviene farlo??-
-Ehm- balbettò lui – non so … amore?? Amicizia?? Fratellanza??-
“Fratellanza”. Fratellanza. FRATELLANZA. Come ero stato così stupido da non capirlo?!?! Erano identici … stessi occhi, stessa pelle, stesso sguardo, stessa voglia sulla spalla.
Mi alzai di scatto e, senza chiedere permesso a nessuno, mi diressi verso gli archivi dell’ospedale.
-Ehi Liam?? Dove vai?!?!- mi urlò dietro Louis seguendomi.
-Vieni e lo scoprirai-
Entrammo negli archivi. Era un posto proibito al pubblico, ma, pensando che in quanto poliziotti avessimo il permesso di andarci, nessun medico né tantomeno infermiere, ci disse qualcosa. Come posso descrivere gli archivi?? Beh, immaginatevi una sala enorme, piena di librerie composte da almeno cinque ripiani l’una. Dentro di esse erano sistemati migliaia e migliaia di cartelle cliniche di migliaia e migliaia di pazienti. Diciamo che l’insieme dava un’impressione di antico e polveroso.
-Che dobbiamo cercare??-
-La cartella clinica della madre di Mia e Abby – risposi io.
-E come pensi di trovare una minuscola cartella in mezzo a questo cumolo di roba?!?!-
-Cercando-
2 ORE DOPO
Io e Louis avevamo perso ben due ore del nostro prezioso tempo, senza aver trovato niente di niente. Iniziavamo a scoraggiarci, data l’immensità della stanza, ma poi, il mio capo, trovò qualcosa di molto interessante.
-Liam!! LIAM!! L’ho trovata!!!!!!-
Mollai a terra le cartelle che stavo osservando, per correre verso Louis.
-Eccola qui … cartella clinica di Michelle Fry, diventata poi Michelle Haustin con il matrimonio … ora, mi dici cosa speri di trovare qua dentro?!?!-
-Non lo so … Ho avuto come un lampo di genio … quando hai detto la parola “fratellanza” mi si è accesa una piccola lampadina … -
-In che senso??-
Come faceva a non averlo notato?!?! Insomma aveva fatto l’amore con Abby e non aveva mai notato quella piccola voglia che aveva sulla spalla??? La stessa identica voglia che avevano Mia e …
-La persona che ha progettato tutto, voleva uccidere i coniugi Haustin, ma, quando Zayn ha fatto del male a Mia, l’ha picchiato o, comunque, ha mandato degli scagnozzi a farlo … chi è l’unica persona al mondo che affronterebbe la prigione per Mia, oltre a me e a Zayn??-
-Abby??-
-Sei senza speranze … possibile che hai solo lei per la testa… -
Aprii la cartella con molta cautela. Come se lì dentro ci potesse essere il segreto più pericoloso della storia. Come se potesse quasi ferirmi. Sfogliai una, due, tre pagine e poi arrivai alla pagina che mi interessava. Figli partoriti. Due gemelle, Mia e Abby Haustin, e un maschio …
Chiusi la cartella di colpo con un sorriso beffardo sulla faccia. Avevo finalmente capito di chi si trattava. Ma non avevo ancora collegato che Mia e Abby rischiavano grosso.

SPAZIO AUTRICI

Allora inizieremmo col scusarci per l’enorme ritardo, ma tra la gita di due settimane fa e le verifiche e interrogazioni non abbiamo avuto tempo per aggiornare.
Comunque sia siamo di nuovo qua con questo fantastico capitolo, almeno come sembra a noi… è un passaggio molto importante nella storia in quanto Liam ha scoperto chi è il vero assassino e Mia e Abby lo scopriranno tra poco!!! Chi potrà essere? Fatecelo sapere con delle recensioni…
Concludiamo con i soliti ringraziamenti a tutti coloro che hanno messo tra le preferite/ricordate/seguite la nostra storia e coloro che l’hanno recensita.
Volevo solo annunciarvi che la storia si sta concludendo, ma stiamo già lavorando su una nuova FF, molto, ma molto speciale…
Un bacio.
1D_we_love_4ever

Nel prossimo capitolo:                                                                                                                                                               

[Un piccolo cigolio.
E la maniglia si mosse.
E lui entrò.
Lui, quello che mi aveva rovinato la vita. Lui, quello che aveva programmato tutto. Lui, l’assassino. Lui, quello che ci avrebbe ucciso da un momento all’altro.]
  

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


POV MIA

Due sedie.
Una lampada.
Una porta.
E poi niente, il vuoto.
Solo io, Abby, due sedie, una lampada, una porta in una stanza murata, senza aperture se non quella porta chiusa a chiave, in un casale abbandonato immerso nel verde della campagna. Non riuscivo a pensare a nient’altro se non a me stessa. Chiamatemi egoista, ma in quel momento, con la sensazione di essere a un passo dalla morte, non esisteva Abby, Liam o Zayn, esistevo solo io. Io e la mia paura. Di cosa avevo paura poi?? Della morte?? No, non mi importava di questo. Di scoprire il vero assassino di mamma e papà?? No, non avevo paura di sapere chi fosse, anzi, morivo dalla voglia di trovarmi davanti quel codardo vigliacco. E allora cosa mi faceva smuovere lo stomaco dai brividi?? Cosa mi faceva sospirare affannosamente?? Le botte che avevo ricevuto?? I sacchi che prima mi toglievano l’aria?? No, niente di tutto questo. Era una ferita molto più profonda di un semplice pugno, di un semplice rapimento. Era come il presentimento che da quella porta sarebbe entrata la persona sbagliata.
Ero immersa nei pensieri che non mi accorsi che Abby stesse piangendo. Fu lì che decisi di lasciare da parte il mio egoismo e di pensare anche a lei. Del resto mia sorella mi assomigliava in tutto e per tutto, era un po’ come una “seconda me”. Non eravamo troppo simili di aspetto fisico, e neanche di carattere. Ma c’era qualcosa di più forte di qualsiasi differenza che ci faceva apparire molto simili. E non era una semplice voglia sulla spalla, ereditata da nostra madre, ma la voglia di vivere insieme. La voglia di ridere, piangere, scherzare, arrabbiarsi, di combattere INSIEME. Fu allora che lo capii: io non sarei uscita viva da quella stanza senza mia sorella.
-Non piangere … sshh … non piangere … vedrai, finirà tutto bene e … e … tra cinquant’anni, quando saremo due vecchie zitelle che si divertiranno a fare quei noiosissimi cruciverba, ci ricorderemo  di questo … di tutto questo e … e ci rideremo su, come se fosse solo un ricordo lontano, così lontano da non essere vero … -
Abby nel sentire queste parole sussultò appena, ma non rispose. Forse non aveva abbastanza fiato o, forse, fu distratta da un rumore.
Un piccolo cigolio.
E la maniglia si mosse.
E lui entrò.
Lui, quello che mi aveva rovinato la vita. Lui, quello che aveva programmato tutto. Lui, l’assassino. Lui, quello che ci avrebbe ucciso da un momento all’altro. Lui, il mio migliore amico. Lui, Niall Horan.
-Dio … -
-Sta zitta Abby!!! Tu non sai un cazzo!!! Tu non mi puoi giudicare!!!!!-
-è vero,- sussurrò mia sorella con le ultime forze che le rimanevano in corpo –io non so un cazzo, ma una cosa la so: la pagherai cara!!!!-
Il biondino si morse il labbro come per trattenersi dal rispondere e poi iniziò a fissarmi. Quegli occhi azzurri che penetravano nei miei, mi confondevano. Era un po’ come per Zayn. Lo odiavo, mi aveva rovinato la vita, ma ogni volta che mi guardava, che incrociavo il suo sguardo, non potevo essere arrabbiata con lui. La mia testa, la mia ragione lo odiavano, avrebbero voluto vederlo morto, ma il mio cuore continuava a battere impazzito nella vana speranza che fosse tutto un malinteso, o un sogno, un incubo. Ma quegli occhi azzurri mi riportavano alla realtà. Niall aveva ucciso mamma e papà, o meglio l’aveva fatto fare a Zayn, e adesso ci aveva rapite … ma perché??? Perché?? Cosa gli avevo fatto?!?!?
-Perché Niall?? Perché?!?!-
Lui mi guardò sospirando, con le lacrime agli occhi, come se la risposta lo uccidesse.
-Perché … perché … -
 Si passò una mano tra i capelli disperato e poi si tolse la maglietta. Fu allora che la vidi. Una piccola macchia che non avevo mai notato. Precisamente una voglia, nello stesso identico punto in cui ce l’avevamo io e Abby. Nello stesso identico punto di mamma …
-Ti ricordi quando sei venuta a stare con me al mare una settimana??-
Feci cenno di sì debolmente come se piano piano, i miei neutroni stessero collegando tutto.
-Quando ti sei messa il costume, ho notato che avevi la mia stessa identica voglia, ma allora pensai che fosse solo una coincidenza … poi … poi … -
-Poi??- lo incalzò Abby.
-Poi, l’ultimo giorno al mare, quando ci hanno raggiunto tuo padre, tua madre e Abby … ho notato che anche Abby e anche tua madre, avevano la voglia … pensavo che fosse tutto normale, insomma … non pensavo che si ereditasse una voglia, ma poi mia madre mi ha portato dal dermatologo, il medico che cura la pelle, per una visita e lì lui mi ha detto che … quel tipo di voglia … si eredita geneticamente … -
Ok, ok, ok. Iniziavo a capire. Niall era …
-Quindi tu sei nostro fratello??-
-Sì,  Abby- sospirò lui –io sono il fottutissimo vostro fratello maggiore-
Immaginatevi il mondo. Quanto può pesare il mondo?? Non ne avevo idea, non fino a quando Niall pronunciò queste ultime parole, facendomi crollare tutte quelle tonnellate di mondo addosso.
-Vostra madre, prima che nasceste, non andava troppo d’accordo con vostro padre … -
-Che cazzo dici?!?! LORO SONE SEMPRE STATI UNITI!!!-
-ABBY FALLO PARLARE CAZZO!!!- la interruppi bruscamente io.
-Non ti arrabbiare Abby, non mi sto inventando le cose … me l’ha detto vostra madre … qualche giorno prima della notte di Halloween le sono andato a parlare … le dissi che sapevo tutto, che avevo controllato anche all’ospedale, negli archivi, e che sapevo di essere suo figlio … - fece una pausa e deglutì faticosamente come se dovesse buttare giù un groppo pesante – all’iniziò negò, ma poi mi disse che ebbe una relazione con mio padre quando non andava d’accordo col signore Haustin … mi ha detto che era distante, che si occupava solo della fabbrica e che una notte, mentre suo marito si spaccava la schiena lavorando, lei … QUELLA PUTTANA … SI FECE MIO PADRE!!-
-Nostra madre non era una PUTTANA!!- urlò Abby decisamente offesa. Io preferii non parlare. Tutto mi faceva troppo male. Mamma che tradiva papà, Niall che la insultava, il mio migliore amico che era un assassino.
-Naturalmente, rimase incinta, ma non lo disse a vostro padre perché ebbe un culo enorme!! Quell’anno, infatti, vostro padre dovette starsene in Cina per lavoro. Dodici mesi lontano da casa, dai suoi affetti, da sua moglie che credeva lo amasse, mentre lei partoriva me!!!-
Dio … stavo per svenire. Pensavo a mamma, ai suoi sorrisi, a quanto mi mancava. Era la mia eroina, era quell’essere perfetto che avrei voluto diventare da grande, ma, adesso, mi accorgevo di vivere solo nella finzione della realtà, perché mia madre era tutt’altro che perfetta. In quel momento avrei voluto gridare per la frustrazione, avrei voluto spaccare i timpani a tutti, ma mi uscii solo questo:
-E quindi li hai uccisi per questo?? Tu ti sei macchiato del reato più grave, tu hai stoppato due vite solo perché avevi scoperto di essere figlio di un’altra donna?!?!-
-No, Mia, non capisci … lei mi partorì e mi lasciò a mio padre che non aveva un soldo, non aveva neanche una compagna all’epoca che potesse prendere il suo ruolo di madre!! E sai perché lo fece?!?!?! Sai cosa mi disse quando le chiese il perché mi avesse abbandonato?!?!? Mi ha detto che non poteva permettersi di perdere tuo padre … non poteva permettersi di perdere i suoi soldi!!!-
Abby scoppiò a piangere, mentre Niall serrò i pugni quasi come se si stesse trattenendo dallo spaccare qualcosa, quasi come se parlare di mamma lo facesse incazzare.
-E poi … poi io le ho detto che … che … la perdonavo perché in fondo era giovane, e che la perdonavo anche se non mi aveva mai detto niente in tutti questi anni, ma lei mi guardò aspramente e poi mi disse: “forse non l’hai capito, ma io non ti considero mio figlio solo perché sei nato da un mio ovulo!!”-
“Non è vero” pensai “sta mentendo”.
-Io non ci ho visto più e me ne sono andato in un locale. Mi sono sbronzato e lì ho conosciuto Zayn …  io non ci stavo con la testa e gli ho raccontato tutto … lui ha detto che quella stronza doveva pagare e si è offerto di occuparsene lui, ma solo se lo avessi pagato … -
Una lacrima mi rigò il volto mentre Niall continuava il suo racconto.
-Gli ho dato 1000 £ di anticipo e 1000£ dopo. Il piano era uccidere vostra madre, scassinare la cassaforte per depistare le indagini, ma qualcosa andò storto e morì anche vostro padre … -
Quanto poteva valere una vita??? Milioni e milioni di dollari. E una morte invece?? Una morte valeva solo 2000£??
-Al funerale, vedendovi distrutte, vi ho chiesto di venire ad abitare da me, come se questo atto di gentilezza potesse farmi sentire meno in colpa … -
-Certo, prima ci distruggi la vita, e poi cerchi di rincollarne i pezzi!!!-
Abby aveva ragione. Ci rovina la vita, e poi cerca di migliorarla. Non mi importava cosa avesse fatto mamma a Niall perché quella non era la mamma che avevo conosciuto. Non rimpiangevo la morte di quella persona crudele, ma di una mamma, una mamma che c’era sempre stata.
-Quando sei stata portata all’ospedale- continuò Niall rivolgendosi a me –capii subito che era stato Zayn, perché mi aveva detto che quel giorno sarebbe andato al cimitero e, inoltre, la pistola che ti aveva sparato, era la sua … allora non ci vidi più dalla rabbia e lo picchiai a sangue-
Facevo fatica a immaginare Niall come un assassino, ma facevo ancora più fatica a immaginare Niall come un assassino e un giustiziere allo stesso tempo.
-Dopo essere scappato dall’ospedale, capì che la polizia avrebbe investigato su di lui e, allora, cercammo un modo per non essere scoperti … -
-Avete ricattato quel povero ragazzo, Harry??-
Fece cenno di sì.
-Non avevamo altra scelta!!-
-C’è sempre un’altra scelta … - lo corressi io. Mi ero sentita ripetere quasi ogni giorno questa frase dal mio migliore amico. Ogni volta che qualcosa mi andava male io correvo a piangere da lui e Niall mi consolava sempre con questa frase. Peccato che come ogni sua caratteristica, questa frase fosse falsa.
-Harry, spaventato, fece il nostro gioco, ma poi Zayn iniziò a pentirsi di quello che aveva fatto … si stava innamorando di te, Mia … il nostro segreto era a rischio … -
-E allora l’hai ucciso!!!! Vero?!?! –
-No, Mia, non ho fatto niente, non sapevo nemmeno che fosse morto!!!-
-NON MENTIRE CAZZO!! IO NON TI CREDO!!!!- scattai io liberando tutta quella rabbia che mi portavo dentro.
-Mia, te lo giuro sulla nostra amicizia, non gli ho fatto niente … -
-Noi non siamo amici-
Niall scoppiò a piangere nel sentirmi pronunciare questa frase. Anche se non volevo farlo vedere, anche a me quell’affermazione fece male, più di un pugno in pieno petto. Niall era sempre stato l’unico essere al mondo capace di capirmi, l’unico che sapeva farmi ridere con delle battute stupidissime, l’unico con cui non mi vergognavo di essere vestita male o di avere una ciocca di capelli in disordine, perché lui era Niall, il mio Niall. Era l’unica persona che non mi giudicava, era l’unico con cui mi sentivo libera di parlare veramente. A volte una chiacchierata con Niall era più efficace di un pomeriggio trascorso con Abby. 
Prima avevo detto che non vedevo l’ora di trovarmi davanti quel codardo vigliacco che aveva programmato tutto, ma ora non avrei voluto vederlo, avrei preferito vivere nella finzione per tutta la vita.
-E ora che fai?? Uccidi anche noi??- chiese Abby.
-No, ora faccio questo-
Prese una pistola, la caricò, e se la puntò contro.
-NOOOOO!!!- gridai d’istinto.
Abby mi guardò male come se fossi impazzita. Stavo cercando di salvare la persona peggiore del mondo. Sì, lo stavo facendo.
-Non lo fare Niall, non lo meriti … -
-Cosa dici Mia?!?! Lo merita!!! Ha ucciso i nostri genitori!!!!-
-E allora??? Ha ucciso e quindi merita di morire?? Non si risponde alla violenza con altra violenza. Non è dente per dente, occhio per occhio. Ha sbagliato, ma nessun errore non può essere perdonato … -
-Come puoi perdonarlo Mia?!?!- continuò Abby –Come puoi provare pietà per lui?!?!-
-Non provo pietà, ma lo perdono. Perché ogni uomo merita una seconda possibilità. È vero, oggi Niall Horan ha sbagliato, ma in tutti gli altri giorni della sua vita, in tutti quelli in cui mi è stato vicino, in tutti quelli passati assieme, ha sempre fatto la cosa giusta. È questo il bello di essere uomini imperfetti, sbagliare ed essere perdonati …-
-Tu … tu … mi perdoni???- sussurrò lui.
-Sì, se non fai altre cazzate … avanti chiama la polizia a finiamola qui … -
-Mia, mi perdoni??-
-Sì, sì, ma ora liberaci … dimostrami che sei sempre lo stesso Niall, dimostrami che mi vuoi bene … non ti giudico per cosa hai fatto perché non so cosa avrei fatto al tuo posto … non rimpiango la morte di quella donna crudele che hai ucciso, ma solo di una mamma e so che tu non volevi uccidere la mia mamma, ma solo quella donna che ti ha fatto del male. Non rimpiango il mio ex migliore amico, perché oggi ne ho uno nuovo, un ragazzo rinato, un ragazzo che ha sbagliato, un ragazzo che è caduto, ma che ora si rialza con lo sguardo fiero e la consapevolezza di non essere solo un bambino abbandonato al padre, ma un ragazzo bello, maturo, forte, un ragazzo che è il mio nuovo migliore amico!!!-
Niall mollò per terra la pistola e con le lacrime agli occhi liberò me e Abby che eravamo legate. Ci guardammo negli occhi. I suoi occhi azzurri. Quelli che avevo visto per la prima volta ben quattro anni fa, quando ci eravamo presentati per la prima volta. “Ciao, sono Niall Horan” mi aveva detto fissandomi con quei sue due occhioni. Quegli occhi che mi avevano guardato e supportato ogni giorno di questa vita. Quegli occhi del mio ex migliore amico, quegli occhi del mio nuovo migliore amico, quegli occhi di mio fratello.
-Ti voglio bene- mi disse lui abbracciandomi. Scoppiammo entrambi in lacrime. Tra le sue braccia mi dimenticai di cosa avesse fatto e, piano piano, anche Abby lasciò da parte i rancori. Ci abbracciammo tutti insieme e poi Niall chiamò la polizia. Di lì a poco Louis e Liam avrebbero portato via il biondino, ma io sapevo bene che, nessuno, avrebbe mai potuto togliermi dal cuore il mio nuovo fratello.

POV LOUIS

 
Io e Liam avevamo esaurito ogni possibilità di trovare Mia e Abby. Avevamo cercato di rintracciare i telefoni, ma risultavano entrambi inesistenti. A casa non c'era nessuno, nè loro nè Niall. Avevamo chiesto se qualcuno le aveva viste, ma senza risultati.
Avevo provato a trattenere le lacrime troppe volte e ci ero riuscito, ma adesso eravamo arrivati proprio al fondo, non c'era più niente da fare. Solo aspettare, aspettare, aspettare...
Ma aspettare cosa, avremmo dovuto essere più attenti prima, accompagnarle a casa e invece le avevamo lasciate andare da sole. Le avevamo lascite nelle mani di quel bastardo.
Magari ora io e Abby potevamo essere abbracciati sul divano a guardare un film romantico e scambiarci alcuni baci, e invece no. Lei era tra le mani di quello li. E io, io non stavo facendo niente per trovarla. E fu poprio pensando al suo sorriso che poche volte avevo visto, alla sua voce sempre spezzata dai singhiozzi che mi fece scendere lacrime.
-Cazzo... perchè...- urlai mentre strinsi il pugno fino a far diventare le nocche bianche per poi sbatterlo sulla scrivania.
Spinsi il tavolo con tutta la rabbia che avevo facendolo cadere per terra. Poi mi portai la mano alla bocca mentre le lacrime salate continuavano a bagnarimi il viso.
-Louis ma che cazzo fai?- fece la sua entrata Payne.-Così non andremo da nessuna parte...calmati-
-Mi dici come cazzo faccio a calmarmi… Abby è scomparsa, non so niente di lei. Se sia ancora viva o morta??? E tu mi dici di calmarmi…ma non capisci cazzo che io la amo… - sfogai la mia rabbia mentre le lacrime, una ad’una,continuavano a scendermi dagli occhi.
-Senti Louis non ho voglia di litigare… capisco come tu ti possa sentire adesso, ma pensi che io stia bene?Pensi che non sapere dove sia la ragazza di cui mi sono innamorato per la prima volta mi faccia sentire bene…-mi rispose lui con voce tremante.
SILENZIO. Fu questo che regnò per alcuni minuti nella stanza. SILENZIO. Mi fissava. Io fissavo lui. Avevamo tutti e due gli occhi pieni di lacrime. Una cosa però ci differenziava: io le facevo cadere, uno dopo l’altra, come un bambino,lui invece no, se le teneva dentro. Accumulava. Non voleva farsi vedere così, triste. Triste per amore. Ma ciò non gli faceva bene. Avrebbe duvuto sfogare tutta la sua rabbia, far vedere la sua parte sensibile e premurosa,ma non ce la faceva doveva fare il duro a tutti i costi. Era una sua caratteristica.
Poi si avvicinò alla scrivania che poco prima avevo spinto per terra e iniziò a raccogliere le cose cadute sistemandole per bene come erano pochi minuti prima. Lo guardavo, ma le lacrime non cessavano si scendere...
-Louis dobbiamo trovarle...-
-Come, Liam???-
-Mi hai mai visto arrendere?!?- sollevò le sopracciglia- Bene questa non sarà la volta giusta... allora facciamo mente locale... Zayn Malik è morto massacrato di botte, sicuramente sarà stata la stessa persona che ha comandato l'omicidio dei coniugi Haustin. E' questa persona è Niall Horan che dopo aver scoperto di essere figlio di Michelle Haustin si è vendicato sulla vera madre poichè non ha voluto riconoscerlo, abbandonandolo da solo con il padre. Ma perchè rapire Abby e Mia... per ucciderle, forse???-
Feci un gran respiro, mi asciugai le lacrime e risposi a Liam:
-No Liam non avrebbe senso, perchè se no per quale motivo quando Malik ha sparato a Mia, Niall lo ha riempito di botte??? Non farebbe loro mai del male fisico, forse vuole solo raccontargli come sono andate le cose...-
Restammo in silenzio pensando a trovare una soluzione, fino a quando il suono del mio  cellulare si fece sentire.
Mi avvicinai lentamente al telefono leggendo "Chiamata in arrivo Niall Horan". Premetti immadiatamente il verde e risposi:
INIZIO CHIAMATA
-Bastardo... dove cazzo le hai portate...-
-V-venite al casale a-abbandonato S. Stone, s-sono qui Mia e A-Abby.- balbettò dall'altra parte del telefono.
FINE CHIAMATA
Lanciai il telefono per terra e tempo di prendere al volo il giubotto mi catapultai in macchina con Liam di seguito.
30 MINUTI DOPO
Tachimetro: 200 km/h
Cambio: 6^ marcia
Piede, piede che premeva al massimo l’accelleratore.
Mani, mani strette al volante.
Occhi, occhi fissi sulla strada.
Era circa mezz’ora che guidavo. Non ce la facevo più. Troppo tempo era passato. E se Niall le aveva fatto del male??? Se mi aveva mandato fuori pista??? Se non erano lì???
Premetti ancora di più l’acceleratore.
-Louis non stai andando un po’ troppo forte?- mi chiese Payne.
Non ebbe tempo di ricevere mia risposta che frenai di colpo per non andare a sbattere contro il suv nero parcheggiato nel bel mezzo della campagana disabitata. Liam sbattè la testa sul cruscotto facendosi un bernocolo non poco evidente.
-Vaffanculo Tomlinson!!! La prossima volta stai un po’ più attento!!!-
Scesi dalla macchina lasciando la porta aperta e iniziai a correre. Entrai nel casale e la prima cosa che vidi fu lei. Abby. Mi corse incontro e mi saltò in braccio. Mi era mancato il suo profumo...così dolce. Sarei riuscito a distinguerlo tra mille...era unico. Ma sopratutto mi era mancato il sapore delle sue labbra sulle mie, che da li a poco invase nuovamente la mia bocca. Questa volta però, oltre alle solite sensazioni, si erano agiunte le lacrime. Si, perchè sia io che lei iniziammo a piangere come dei bambini. Non so, non ero mai stato quel tipo di ragazzo sensibile che versava
lacrime in ogni momento e in ogni situazione. Eppure anche in questa cosa Abby era riuscita a cambiarmi...
Niall da li a pochi minuti fu portato alla centrale dai colleghi. Mi dispiaceva per quel ragazzo, si vedeva che era stato colto da un "raptus" di rabbia che lo aveva spinto a uccidere. Certo non era giustificabile, comunque aveva ucciso due persone pressochè innocenti, però di certo se fosse stato se stesso non lo avrebbe mai fatto. Gli avrei messo sicuramente una buona parola sul verbale.
-Ah ecco ho pensato che…sempre se voi volete potreste venire a stare a casa mia... visto che Niall è stato arrestato e voi vivevate con lui…si, la casa non è sui vostri standard però credo sia accogliente...- proprosi io leggermente imbarazzato data la proposta un po' azzardata.
-Stai dicendo davvero, amore???- mi chiese Abby.
-Certo che scherzo???.-
Abby e Mia si scambiarono una veloce occhiata e poi Abby mi saltò nuovamente addosso riempiendomi di baci a stampo e sussurandomi tanti "Ti amo".
-Ohu piccioncini vorrei ricordarvi che in casa ci sarò anch'io...quindi non è che...- fece segno mia sorella lasciando i puntini, ma si poteva benissimo intuire la fine della frase.
Tutti scoppiarono a ridere...
-Mia...- la rimproverò Abby
-Ok OK...scusa...- rispose lei.
Mi sentivo felice. Non avrei mai pensato che il mio lavoro mi avrebbe portato all'amore. Ora Mia e Abby si sarebbero trasferite da me e non  potevo essere più contento...convivere con due ragazze non sarebbe stato facile, però sapendo che una di loro era la mia ragazza- si, ormai la potevo definire così- allora era una cosa stupenda.
10 GIORNI DOPO
Ormai Mia e Abby si erano stabilite a casa mia da un po' di giorni...io dormivo con Abby, mentre Mia occupava il divano letto.
Era già da un po' di tempo che un idea mi frullava nella testa, non avevo mai pensato a quella parola. Mi sembrava davvero troppo grande e lontana, però Abby stava diventando la mia vita, la mia famiglia. Ci pensai a lungo, molto a lungo, mi feci i miei percorsi mentali, chiesi addirittura a Liam il suo parere. E arrivai a una ferrea conclusione:
DOVEVO FARLO, DOVEVO PROVARCI, DOVEVO FARE QUESTO GRANDE PASSO.
Così decisi di invitare Liam a cena per passare un serata tra amici e concluderla con il gran finale.
-Ah...e da un po' che volevo chiedertelo Louis...ma Harry che fine ha fatto???- mi chiese Abby a tavola.
-Mah io ho ordinato di scarcerarlo il giorno stesso in cui Niall si è costituito però non so dove sia finito...tu non l’hai sentito???- risposi mentre tagliavo un pezzo di pizza.
-No è da tempo che non lo sento più...boh-
-Scusate ragazzi ma cosa ve ne frega a voi...voglio dire se vuole farsi sentire che si faccia sentire lui no???- si intromise Mia.
-Concordo con Mia- aggiunse Liam tra una masticata e l'alta.
-Mmh chissà perchè sei d'accordo con lei...- mi scappò.
Liam mi fulminò con lo sguardo, mentre Mia abbassò la testa sul piatto. OK, lo ammetto forse non avrei dovuto fare quella battuta, anche perchè Liam e Mia avevano ritrovato il loro rapporto da poco. Payne mi aveva confessato che non se la sentiva di trasformare l'amicizia a qualcosa di più perchè credeva ancora che Mia fosse innamorata di Malik.
-Ok...porto i piatti di la...Louis mi aiuti...- disse Abby alzandosi in piedi e prendendo il mio e il suo piatto.
Portai i piatti in cucina...
-Certo che amore potevi proprio evitarla quella battuta ...sai come sono suscettibili su quell'argomento Mia e Liam...-mi rimproverò Abby.
-Ma non lo fatto volontariamente...sai come sono...dico ogni cosa che mi passa per la testa...- mi giustificai io.
-Si ma ogni tanto questa boccuccia tenerla chiusa?!?- mi rispose lei lasciandomi un bacio a stampo.
La presi per i fianchi e le dissi:
-Si, ma immaginati me che non parlo...-
-E' tecnicamente impossibile...-
-E poi come farei a fare questo...- mi avvicinai a lei e iniziai a baciarla.
-Ah ecco perchè ci mettavate tanto...cos’è momento "love"...- piombò in cucina Mia.
Automaticamente ci staccammo l'uno dall'altra.
-Sempre simpatica sorellina...eh-rispose Abby- dai andiamo di là che abbiamo lasciato Liam da solo.- mi trascinò.
Tra una risata e l'altra si fecero presto le undici. Era arrivato il momento, tolsi la musica di sottofondo e iniziai a parlare.
-Allora...Abby...emh...ti devo dire una cosa...- l'agitazione iniziava a farsi sentire.
-Oddio amore mi fai preoccupare.- disse spaventata Abby.
-No no stai tranquilla...allora- feci un gran respiro- quando ci siamo conosciuti era un periodo triste per te e per tua sorella, però, lo so forse non è carino da dire, ma sono stati i giorni più belli della mia vita. E lo sai perchè, perché ho conosciuto te. Ho capito cosa significa amare. Ho capito cosa significa avere le farfalle allo stomaco. Ho capito cos’è la gelosia. E fidati che quando non ti trovavo più, quando Niall se si può dire così vi aveva rapite, mi è crollato il mondo addosso. Non riuscivo a pensare alla mia vita senza di te. Senza il mio amore più grande...ecco...io ci ho pensato molto, ho consultato anche Mr. perfettino qua...-
-Si Louis vai al sodo che se no ci addormentiamo tutti...- mi interruppe Liam.
-Si, vado al sodo...ho avuto molti dubbi perchè forse siamo ancora troppo giovani, ma tu ormai sei la mia vita...quindi...- mi misi in ginocchio, tirai fuori il cofanetto con l'anello e pronunciai la fatitica frase- Abby Haustin mi vuoi sposare???-
Vidi gli occhi di Abby riempirsi di lacrime, ma non erano quelle lacrime che avevo visto innumerevoli volte. Non erano lacrime di tristezza, erano lacrime di gioia. Si portò una mano alla bocca...
-Allora...- la incitò Mia dato il suo silenzio.
-Certo c-che v-voglio sposarti, a-amore- rispose lei mentre le lacrime iniziarono a riempirle il viso.
Le misi l'anello mentre Mia e Liam iniziarono ad applaudire. Ci baciammo e fu la cosa più bella della mia vita, perché fu un bacio che ricorderò a vita, fu il bacio che sigillò il nostro fidanzamento.
Piangevamo tutti e due, eravamo felici. Non potevo crederci, da li a pochi mesi mi sarei sposato.E chi l'avrebbe mai detto io, Louis Tomlinson, il ragazzo menefreghista e puttaniere del borgo che si sposava a 22 anni con una ragazzina di 17. Però sapete cosa vi dico: eravamo le persone più felici sulla terra in quel momento. Perchè io e lei eravamo una cosa sola ormai, una cosa destinata a vivere all'infinito, eravamo l'amore. Si perchè io l’amavo da impazzire, l’amavo come nessuno aveva mai amato nessuno.

SPAZIO AUTRICI

Ed eccoci qua, dopo un po’ di tempo, siamo tornate con, mi dispiace dirlo, il penultimo capitolo di Morti Viventi.
Allora che dire sul capitolo…colpi di scena a non finire. Niall che si confessa, e chi l’avrebbe mai detto. Niall Horan un assassino. Louis disperato di non poter più vedere Abby, ma poi fortunatamente tutto si risolve. E c’è anche il gran finale: Louis che propone il matrimonio a Abby. E l’ultimo capitolo?!? Un lieto fine rosa e fiori o ancora un colpo di scena???
Per saperlo dovrete aspettare il prossimo capitolo, però fateci sapere cosa ne pensate di questi due POV con delle recensioni.
Ora vi salutiamo perché questo è il nostro ultimo spazio autrici. Speriamo che abbiate trovato la storia originale e interessante e vi invitiamo a leggere la nostra prossima FF che posteremo dopo l’ultimo capitolo di Morti Viventi. Ringraziamo ancora una volta tutti averci incoraggiato e sostenuto.
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=ssjkwscYvoI
Baci.
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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


POV ABBY


3 MESI DOPO
Avete presente quando si è convinti di fare un pazzia, ma la si fa lo stesso?!? Ecco, era esattamente quello che stavo facendo anche se quella non poteva essere definita pazzia. Eh già erano passati ben 3 mesi da quando Louis mi aveva fatto la proposta e il giorno fatitico era arrivato. Tra due ore sarei dovuta entrare in chiesa, sotto lo sguardo di tutti, accompagnata da Liam e chiudere definitivamente una pagina della mia vita, ma aprirne una ancora migliore di quella precedente.
"Non è difficile Abby devi solo dire un si" continuavo a ripetermi. Ma potete benissimo intuire che con mia sorella che continuava a urlarmi di iniziarmi a preparare e con l'agitazione che iniziò a farsi sentire, quella frase non mi convinceva affatto.
Quando ero piccola mi piaceva immaginare il mio matrimonio come perfetto. Un uomo che ti aspettava all'altare stupendo, un abito che poteva far invidia a chiunque, una cerimonia tra le più lussuose. E di queste cose non potevo lamentarmi. Avevo Louis, il marito che tutte desiderebbero, il vestito di quelli classici, ma parecchio costosi e una cerimonia organizzata al meglio. Ma se c'era una cosa che più mi mancava in quei giorni erano loro. Mamma e papà. Sinceramente quendo immaginavo il mio matrimonio non tralasciavo mai le persone più importanti della mia vita. E fu proprio pensando a loro che una lacrima, seguita subito da altre, iniziò a scendremi. Le immagine della notte di Halloween si affollarono nella mia mente e tutto si confuse.
Proprio in quel momento fece capolinea Mia nella stanza urlando, ma si fermò subito dopo avermi visto seduta sul letto a piangere.
-Hey sorellina che ti prende- si sedette vicino a me accarezzandomi la schiena.
-Mia mi mancano, oggi più di ogni altro giorno. Mi manca papà e le sue battute, mamma e i suoi complimenti. Avevo sempre immaginato che durante i preparativi per il giorno più bello della mia vita ci foste tu e mamma e invece...- scoppiai a piangere.
-Abby guardami...- mi tirò su la testa e mi asciugò le lacrime- anche a me mancano tanto, ma so che mamma e papà se fossero ancora qui salterebbero di gioia e sarebbero più agitati di te. Fidati loro da lassù ci proteggono, loro da lassù ci guardano e sono sicura che sono orgogliosi di te. Non vogliono che tu pianga per loro, loro vogliono solo che questo sia il giorno perfetto, il giorno in cui diventi più matura ,più grande.-
Mia aveva ragione, aveva usato le stesse parole di mamma quando era mancata la nonna e io piangevo disperata.
INIZIO FLASCHBACK
Piangevo tra le coperte. Mi mancava il suo profumo, mi mancavano i suoi baci, le sue coccole, mi mancava lei. La mia nonnina.
-Amore non devi piangere...guarda- mi portò alla finestra, c'erano migliaia e migliaia di stelle- vedi quante stelle ci sono, ecco una di quelle è la nonna e tu non devi pensare che non ci sia più...perchè la vedi è lì, che ti guarda e osserva ogni tuo movimento. Lei ci sarà sempre e fidati non avrebbe mai voluto che tu piangessi per lei, avrebbe voluto solo che tu fossi felice. E tu lo devi essere perchè non è vero che non c'è più. E lassù che ti guarda e qui dentro.-tocco il lato sinistro del mio petto. Il cuore.
FINE FLASCHBACK
Ero piccola quando  la nonna era morta però capivo benissimo, non l'avrei mai più rivista. Ero molto attaccata a lei ,mi voleva un mondo di bene. Diceva sempre che ero la miglior nipote di tutti i tempi. E io ci credevo, ma quando era morta mi era crollato il mondo addosso.
-Ti ricordi quando è morta la nonna???- chiesi a Mia fissando un punto fisso.
-Certo, fu un trauma per te...mamma ti aveva portato additittura dallo psicologo...-
-Ecco...mamma la stessa sera della morte di nonna mi aveva detto di essere forte in qualsiasi momento, in qualsiasi occasione. E io le lo avevo promesso...questa promessa la devo mantenere...perchè sono qui a piangere...cazzo mi devo sposare.- mi alzai dal letto, mi asciugai le lacrime e tirai fuori il vestito da sposa.
Mia mi guardava...
-Allora...mi aiuti...o resti li...guarda che ho bisogno di te.- la incitai io.
-Sorellina a volte mi stupisci...sei un po' lunatica...-
-Non sono lunatica...e solo che mi basta riflettere...ora però dai vieni che mi trucchi...-
Mia si mise subito all'opera...
***
Ero fuori dalla chiesa con Liam. L'agitazione era salita a mille, non capivo più niente. Ero in confusione totale.
-Abby sei pronta???- mi chese Liam.
-No- risposi secca.
-Dai Abby...e da 10 minuti che siamo qui...Louis starà morendo, dovevi vederlo prima...su entriamo.- mi tirò per un baccio  trascinandomi all'entrata della chiesa.
-Liam ma che ca...- mi interuppi quando mi accorasi che la musica partì. Mi sistemai l'ultima volta il vestito, Liam mi prese sotto baccio e iniziai la camminnata sotto lo sgurado di tutti. C'erano tantissime persone, alcune che non conoscevo neanche. Vecchi amici di papà e mamma, parenti di Louis, amici. Mi colpì la presenza di una persona: Harry. L'avevo invitato, ma sinceramente non avevo mai pensato venisse. Poi notai Mia, in prima fila, insieme ai genitori di Louis e le sorelle. E alla fine vidi lui, il mio futuro sposo. Louis. Aveva i pantaloni rosso mattone che gli stavano da favola, una camicia bianca con il colletto nero, ovviamente, le bretelle e la giacca dello stesso colore dei pantaloni. Era vestito benissimo. I capelli erano alzati in una cresta, la pettinatura che gli stava meglio. Glielo avevo detto non so quante volte e alla fine mi aveva ascoltato. Mi incantai a guardarlo come la prima volta, quando entrò in casa vestito da fantasma. Era dannatemente figo e non potevo crederci che stava diventando mio marito.
-Abby lo so che sono bello e vorresti me al suo posto però dovresti lasciarmi e andare all'altare...- disse ironico Liam scatenando una risata.
-Oh si scusa...-risposi senza smettere di guardare Louis.
Mi prese la mano e mi alzò il velo. E lì vidi i suo occhi ghiaccio, mi penetrarono facendomi ricoradare tutte le volte che mi ero incantata a guardarli. Durante il primo bacio, tutti gli altri, quando facevamo l'amore, quando mi diceva " Ti amo". Era una delle sue più belle caratteristiche.
Iniziò la cerimonia...
-Louis Tomlinson vuoi accogliere Abby Haustin come tua sposa nel Signore, promettendo di esserle fedele sempre,nella gioia e nel dolore,nella salute e nella malattia,e di amarla e onorarla tutti i giorni della tua vita?- chiese il sacerdote.
Louis si girò verso di me, mi sorrise e poi rispose:
-Si, lo voglio- rispose con un sorriso stamapto sulla faccia.
-E tu Abby haustin vuoi accogliere Louis Tomlinson come tuo sposo nel Signore, promettendo di essergli fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarlo e onorarlo tutti i giorni della tua vita?- ripetè la stessa formula il sacerdote rivolgendosi, però, questa volta, a me.
Andai nel panico. Non capivo niente. Cosa dovevo rispondere? Girai la testa indietro incontrando lo sguardo di Harry. Mi fissò e poi mi sorrise come per incoraggiarmi. Poi mi spostai su Mia. Sorrideva e quando notò il mio sguardo su di lei mi fece l'occhiolino. Non seppe mai quanto le fui grata di quel piccolo gesto.
Ritornai al secerdote che mi guarda spazientito. Louis era in totale agitazione. Presi un gran respiro e risposi:
-Si, lo voglio.- sentii un sospiro di sollievo da parte di Louis.
-Mi hai fatto venire un colpo...comunque ti amo più di prima.- mi sussurò Louis.
Gli feci un sorriso a 32 denti e poi mi rivolsi di nuovo al secerdote.
Dopo lo scambio degli anelli, il sacerdote pronunciò quella bellissima frase.
-Vi dischiaro rispettivamente marito e moglie- tutti applaudirono e io scoppiai a piangere- può baciare la sposa- continuò .
Detto questo Louis si avvicinò a me e mi baciò. Sentii nuovamente le stesse emozione, ma questa volta non eravamo i due fidanzatini. Questa volta eravamo marito e moglie. Una cosa che non mi sembrava vera. Una cosa davvero troppo grande. Ma allo stesso tempo troppo bella.
 
 

POV MIA


Dopo la magnifica cerimonia in chiesa, ci eravamo tutti spostati nella sala di ricevimento per aspettare che i due neo-sposini facessero la loro entrata scenica dalla porta. Era stato un pomeriggio perfetto. Uno di quelli in cui hai il sorriso stampato sulla faccia, uno di quelli che non si verificava da tanto tempo nella mia vita. La mia sorellina, quella sempre impacciata coi ragazzi, quella timida e, molto, ma molto, scontrosa, si era sistemata prima di me!!! Chissà … magari da lì a poco sarei diventata anche zia!! Sì, certo, una zia zitella … Già, vogliamo parlare di questo dettaglio?? Liam non mi parlava dalla cattura di Niall e, ogni mio stupido tentativo di stargli vicino, si era verificato essere un vero disastro. A volte mi domandavo se fosse meglio dimenticarmi di lui, insomma se non mi amava, non mi amava, ma, ogni volta che lo vedevo, con quella sua cresta appena accentata, e quel sorriso dolce e tenero, non potevo fare a meno di amarlo. E, anche al matrimonio, era un vero schianto.
-E ora, accogliete … il signore e la signora Tomlinson!!!-
La porta si spalancò ed entrarono Louis e Abby. La coppia più felice del mondo, arrivò nella sala accolta con grande entusiasmo. Mia sorella era la più bella di tutte (ahimè anche di me … ) . Si era cambiata abito dalla cerimonia in chiesa e ora indossava un abito lungo, rosa, leggermente scollato davanti e DECISAMENTE scollato sulla schiena. Non era un tipico vestito della “timida Abby”, anzi, tutto il contrario. Probabilmente tutta questa esperienza, l’aveva cambiata nel profondo più di quanto volesse ammettere e far vedere. In un certo senso in lei non vedevo più quella fragile sorella da prendere in giro, ma piuttosto una donna, bella, matura, forte per affrontare una nuova vita.
I due sposini si sedettero nel loro tavolo sotto gli applausi di tutti i presenti.
-E ora … Abby, Louis, sinora, signor Tomlinson, siete pronti per i discorsi dei vostri parenti e amici???- chiese l’animatore delle nozze, un uomo basso e barbuto sulla sessantina.
-Certo, non vediamo l’ora … -
-Perfetto- disse il tizio –chi vuole essere il primo???-
Cercai disperatamente di nascondermi dietro alle spalle di qualcuno per non essere scelta. Già, di colpo avevo paura di parlare in pubblico, di colpo “la timida Abby” si era trasformata nella “timida Mia”!!! Naturalmente, con la fortuna che mi ritrovavo fui subito chiamata dall’animatore:
-Dai … Mia … vieni tu … -
“Perfetto” pensai “e adesso che cazzo dico?!?!”. Di solito si ci prepara un discorso, ma io naturalmente non mi ero scervellata a scrivere delle frasette carine da dire in pubblico. “Brava Mia. Tu e la tua pigrizia”
-Ehm … sì … allora … beh … un applauso a Louis e Abby!!!- balbettai io faticosamente. Ok, mi dovevo calmare. Altrimenti avrei fatto una pessima figura, cosa che probabilmente mi ero già fatta. Chiusi gli occhi e pensai all’unica persona sulla faccia della Terra che era capace di calmarmi … Liam.
-Abby, quest’anno ne abbiamo passate tante, troppe per i miei gusti … ma siamo sempre state unite e, anche nei momenti più difficili ci siamo aiutate … anche quando pensavamo di morire, anche quando eravamo spacciate, anche quando i ragazzi ci facevano impazzire … siamo sempre state unite. Oggi mamma e papà sarebbero fieri di noi … anche se so già che a papà non sarebbe andato bene questo matrimonio “prematuro”!!!- vidi Abby sorridere felicemente mentre una lacrima di gioia le rigava il viso. “Grazie Liam” mi dissi “grazie perché mi hai fatto calmare”.
-Bene … ora posso andare a posto, vero animatore???-
Prima che quella scimmia (alias l’animatore) potesse rispondere, qualcun altro parlò al suo posto.
-No, Mia Haustin … non puoi andare a posto perché è da una settimana che aspetto questo momento!!!-
Liam salì sul palco e, sotto gli occhi increduli di tutti, iniziò a parlare, o meglio, disse solo due parole chiare e concise:
-Ti amo-
Sorrisi stupidamente a sentire quella frase, ma ci misi un po’ di tempo a collegare tutto. Corsi verso di lui e lo baciai. Sentii le sue calde labbra sopra le mie, mentre in bocca mi divampava il suo sapore di fragola. Tutti applaudivano contenti come se fosse una favola. Sì, la mia favola, il mio giorno perfetto. Nulla me lo poteva rovinare, perché io ero con il ragazzo che amavo e Abby era felice e tutti lo erano. Ma mi sbagliavo …
-Ti amo anch’io- dissi io sciogliendo il bacio.
-No, Mia … tu ami me-
Tutti si girarono per vedere chi avesse detto quella frase, ma io non ne avevo bisogno. Quella voce la conoscevo troppo bene. Mi voltai lentamente e mi apparve davanti ZAYN. I suoi occhi neri come la pece mi fissavano. Quegli occhi che pensavo di non rivedere mai più. Era morto. Cosa ci faceva lì? No, non poteva tornare e rovinarmi tutto. Io amavo Liam, ma cosa provavo per lui era qualcosa di diverso. Era qualcosa di più forte. Era amore o forse odio, ma sicuramente un sentimento intenso.
Ci fissammo un istante. Mi persi vedendolo. Anzi lo persi. Mosse un braccio verso di me, come se volesse toccarmi per l’ultima volta, poi la sua figura si scompose in tanti piccoli pezzi e al suo posto apparirono Louis e Abby. Si tenevano per mano e mi guardavano con un sorriso stampato in faccia. Che cazzo stava succedendo?
Mi voltai verso di Liam per cercare una risposta, ma non c’era. C’era Niall con una pistola in mano. Il tempo si fermò.
Rividi tutto.
I miei genitori che morivano, l’arrivo di Louis, l’incontro con Liam, il funerale, il bacio con Zayn, l’ospedale, la confessione di Harry, la morte di Zayn, il rapimento di Niall, la paura di morire uccise da nostro fratello, il matrimonio di Abby, la riconciliazione con Liam e l’entrata di Zayn. Mi vidi piccola. Mi vidi appena nata. E le immagini della mia vita mi percorrevano davanti agli occhi come dei flash.
Caddi per terra.
La testa tra le ginocchia, le mani sulle orecchie.
Sentivo tutti gli odori e i suoni della mia vita.
In quei cinque secondi, rivissi per un’altra volta la storia della mia vita.
Poi fu buio.
 
Poi fu luce.
Sentii tra le mie mani sudate il calore della mia coperta. La mia coperta. Quella azzurra che mamma mi metteva sempre sul letto.
Aprii gli occhi e mi sentii cadere nel vuoto. Mi raddrizzai a sedere, mentre il mio cuore batteva a mille e le lacrime rigavano la mia faccia.
Mi guardai intorno. Ero sola. Abby non c’era, Louis non c’era. Serrai gli occhi per vedere meglio. Quella non era la casa del commissario. E neanche quella di Niall. Quella era casa mia.
Mi alzai in piedi. Non era cambiato niente. La camera era esattamente come l’avevamo lasciata prima di trasferirci da Niall. Poi una cosa attirò la mia attenzione. Dalla finestra semiaperta entrava un piccolo fascio di luce che illuminava lo specchio davanti a me. Mi avvicinai lentamente. Vidi il mio riflesso. La mia faccia era ancora truccata come la notte di Halloween, da morta vivente.
Poi sentii la porta cigolare. Non mi girai, avevo troppa paura. Continuai a fissare lo specchio. E lì … illuminati dal fascio di luce … comparvero tre figure.
Abby.
E i miei genitori.
-Hey Mia! Forza, muoviti che dobbiamo andare a pranzo dalla nonna! Chissà quanti brutti sogni avrai fatto in questa notte di Halloween-.
 


 

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