Dopo la primavera, arriva l'estate

di beat
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo quinto ***
Capitolo 6: *** Capitolo sesto ***
Capitolo 7: *** Capitolo settimo ***
Capitolo 8: *** Capitolo ottavo ***
Capitolo 9: *** Capitolo nono ***
Capitolo 10: *** Capitolo decimo ***
Capitolo 11: *** Capitolo undicesimo ***
Capitolo 12: *** Capitolo dodicesimo (ultimo) ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo ***



Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopi di lucro.

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DOPO LA PRIMAVERA ARRIVA L'ESTATE



Capitolo Primo





6 giugno.
Central City.
Quartier Generale.
Ufficio del Generale Roy Mustang.


“Signore, la prego! Non è possibile che non abbia ancora firmato quei documenti!”

Roy Mustang saltò sulla sua poltrona.
Con il bel calduccio che c'era, si era appisolato, e l'inflessibile voce del Tenente Colonnello Hawkeye l'aveva risvegliato si soprassalto.
Si guardò attorno, un attimo spaesato.

“Ah...Tenente...mi hai beccato!” disse lui, con il suo solito sorriso sornione.

Il Tenente sospirò rassegnata.
Erano anni che era al servizio di Roy Mustang come assistente, ed ormai era certa che, fossero campati un altro intero secolo, lui non sarebbe mai cambiato di una virgola.

“Signore, se continua a fare così non farà strada!”

“Ma che dici, Tenente! D'altra parte, sono o non sono il più giovane Generale di tutta la storia dell'Esercito di Amestris?!”

“Solo perché ultimamente ne sono morti parecchi in circostanze misteriose” disse lei fissandolo con i suoi freddi occhi imperscrutabili.

Per qualche secondo calò un silenzio intenso.

“Stai per caso insinuando qualcosa, Tenente?!” chiese lui diffidente.

“No, Generale”

“Meglio così!” concluse lui, ritornando a stravaccarsi sulla sua poltrona.

“Non si metta comodo, Signore!” lo riprese immediatamente lei “Oltre a quelli sulla sua scrivania, deve anche firmare questi altri documenti!” e implacabile appoggiò un'altra pila di carte sulla scrivania del superiore.

Almeno una ventina.
E ne aveva un'altra ventina nell'altro mucchio.

Dannazione! Ci sarebbe rimasto su fino a notte fonda!

Mustang provò ad impietosire il suo Tenente, facendole gli occhi da cucciolo bastonato. Solo che il Generale si dimenticava tutte le volte che con Hawkeye questi trucchetti non funzionavano.

“Non osi dire mezza sillaba” lo precedette, appunto, lei “Deve leggere e firmare tutto quanto!”

“Ma Tenente!!”

“Niente ma, Generale. E non faccia il bambino! Non può più permetterselo alla sua età!”

Il Generale si gelò all'istante.

Maledetta Hawkeye, sapeva sempre colpirlo dove faceva più male!
Anche se aveva solo trentadue anni (no, Roy, quest'anno sono trentatré!) gli dava un immenso fastidio quando gli altri gli ricordavano che il tempo passava anche per lui.
Arrendendosi all'evidenza, il Generale prese in mano la sua penna e cominciò a firmare i documenti che gli passavano sotto mano.

“Generale, la prego, li legga!”

“Tanto so che li hai già letti tu per me!”

“Spiacente, ma gli ultimi che le ho consegnato non ho avuto modo. E non è prudente che lei metta la sua firma su documenti non
letti. Un giorno potrebbero fregarla!”

“Finché ci sarai tu al mio fianco, nessuno potrà fregarmi!”

Il Tenente lo fissò un attimo, sbattendo le palpebre.


Ah-ha! Grande Roy! Ce l'hai fatta!



“E chi le dice che io la protegga sempre?!” ribatté subito Riza.

Accidenti! Quella donna era troppo furba. Davvero non si lasciava mai abbindolare.

Sospirando di nuovo, ma questa volta più allegro, Mustang firmò velocemente i documenti che era sicuro Riza avesse già letto.
Poi passò a quelli che sfortunatamente doveva ancora leggere.
Da cima a fondo.
Maledetti superiori pomposi e prolissi.

Ah, quanto gli mancavano i rapporti di Acciaio.
Due paragrafi al massimo ed era fatta.

Perso tra le sue rimembranze, Mustang sfogliò svogliato una pratica.


Nuove norme sugli sprechi.

Che palle.
Firmata.


Nuova legge sull'introduzione illegale di armi nel paese di Amestris.

Ah, alla fine era passata anche questa?!
Firmata.


Circolare su Dichiarazione di Guerra.

Presa visione a tutti gli ufficiale. Mai però che ci chiedano se siamo d'accoro.
Firmata (ma controvoglia, sia chiaro!)


Ordine di trasferimento.

Roy, che stava sorseggiando un caffè che Hawkeye gli aveva gentilmente porto, quasi non si strozzò con la bevanda.
Il Generale annaspò per qualche secondo, cercando di tornare a respirare normalmente, nonostante i violenti colpi di tosse.



Ordine di trasferimento.

Si notifica il trasferimento dell'ufficiale Maggiore Edward Elric, meglio noto come Alchimista d'Acciaio.
Comando di provenienza: Comando Distretto 14; giurisdizione del Quartier Generale di East City.
Prenderà servizio: Comando Distretto 1, Quartier Generale di Central City; giurisdizione del Quartier Generale di Central City.
Ufficiale di riferimento: Generale Roy Mustang
Data di preso servizio: 21 giugno, ore 8.00 ante-meridiane.



Con le mani leggermente tremanti, Mustang abbassò il documento.

“Tenente?”

“Signore?!”

“Quello che diceva prima...che qualcuno potrebbe essere interessato a fregarmi. Che lei sappia tali intenzioni sono già state messe in atto?!”

“No, Signore. Perché me lo chiede?!”

“Niente, Tenente, non si preoccupi. Mi assento un attimo!”

Riza lo fissò male.
Roy alzò la mani, in segno di scusa.

“Non mi fissare così, per favore. Devo fare una telefonata urgente!”

Riza lo stava ancora fissando male.

“E' vero questa volta! Devo telefonare a Maes!”

Riza lo fissò ancora per qualche secondo.
Mustang sentì un rivolo di sudore freddo percorrergli la schiena.

“Mi raccomando, che sia davvero una telefonata al Colonnello Hughes!”

“Te lo posso garantire!”



*****

“Hai ricevuto le foto della mia piccola Elicia?! Non trovi che ogni giorno diventi sempre più bella! Ah, come assomiglia alla sua mamma!”

“E non ti impensierisci il fatto che invece a te non assomigli per niente?!”

“...”

“...”

“Questo è scorretto da parte tua, Roy!”

“Bando alle ciance, Meas!”

“Ah, giusto. Perché mi hai chiamato?! Di solito non ti fai mai sentire!”

“Stattene un attimo zitto, che magari te lo spiego!”

“Scusa!”

Sospiro “Allora, è vero quell'ordine di trasferimento?!”

“Di quale ordine parli?!”

“Maes, ti avverto: ho scoperto che è veramente possibile carbonizzare qualcuno a distanza!”

“Ah..ahah! Ti riferisci a quello per il Maggiore Elric, forse?!”

“Quello!”

“Sì, è vero. Mi è passato tra le mani ieri mattina, e ho provveduto a fartelo avere il prima possibile!”

“...”

“Ci sei ancora, Roy!”

“Sì”

“Sei preoccupato, forse?!”

“Ma no! Che te lo fa pensare?!”

“Oh, meno male!”

“...”

“...”

“Guarda che era ironico, idiota!”

“Ma via! Di che ti preoccupi?!”

“Devo per caso rammentarti dell'ultima volta che ci siamo trovati faccia a faccia?!”

“No, grazie, me lo ricordo perfettamente!”

“Sono quasi tre anni che non ci vediamo...e io gli avevo detto che una volta maggiorenne avremmo parlato di...di...di quello che ci potrebbe essere tra di noi!”

“E allora?!”

“E allora non sono pronto, cazzo!”

“Il linguaggio Roy! Se continui così non troverai mai una donna disposta a sposarti!”

“Ma di cosa stiamo parlando io e te, eh?!”

“Scusa!”

Per qualche minuto il silenzio viaggiò per la linea telefonica.

“Sono tre anni che non lo vedo e non lo sento...”

“Lo so, Roy. Cerca solo di non perdere la testa, quando lo vedrai! Poi il resto verrà da sé!”

“La fai facile tu!”

“E tu cerca di non complicarla più di quanto non debba! Dai, hai ancora due settimane per prepararti!”

“Lo so... Grazie Maes!”

“Fammi sapere, mi raccomando!”

“Contaci!”

“Ah, Roy!”

“Sì?!”

“In bocca al lupo!”






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Angolo dell'Autrice:

La vostra affezionatissima Beat è tornata! ^__^

Ecco a voi il sequel di Sboccia la Primavera!
Ho cercato in questo capitolo di non lasciare buchi di spiegazione, in modo che anche chi non avesse letto Primavera potesse capire.
Comunque sia, invito chi non l'abbia letto ad andare a darci una sbirciatina! ^^

E sappiate che è nelle mie intenzioni fare meglio di Vivaldi!
Muahahahahahahahahah!!!

Tornando seri, passo a rispondere alle recensioni dell'ultimo capitolo di Primavera.

- Red Robin: Carissimo! Sei davvero gentile! Spero che la continuazione ti aggradi! (abbassa la voce per non farsi sentire dalle altre) Se non ti piacciono le yaoi, continua a leggere questa! (muahahah!)

- FeEaChAn: Non è finita! La storia continua! E come vedi gli intrighi vanno avanti anche loro! ^^

- elyxyz: Eccoti servita la continuazione! Grazie mille del tuo commento! Sei un'ispirazione per me! Ti ammiro davvero molto e mi rende davvero felice ricevere i tuoi complimenti!

- Liris: Mustang ringrazia per non essere stato impallinato e io ringrazio per la recensione!^o^

- bianfre: continua a leggere, mi raccomando! ^^

- nemesi06: Grazie della recensione! (e in bocca al lupo per gli esami, se non li hai già fatti!)

- Betta90: In effetti la targhetta era molto artistica! eheh! Grazie della recensione! ^^


Bene, per ora è tutto.
Ci vediamo il prossimo capitolo! ^o^


Come sempre, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat





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Capitolo 2
*** Capitolo secondo ***



Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopi di lucro.

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CAPITOLO SECONDO




Qualche giorno dopo.


L'ufficio del Generale Mustang era diventato improvvisamente molto più allegro di quanto – in realtà già lo era – non lo fosse di solito.
La notizia del ritorno di Acciaio aveva rallegrato tutti quanti.

“Chissà se è cambiato!” chiese Fury, in un momento di pausa.

“Ma figurati! Sarà il solito Fagiolino rumoroso e impertinente di sempre!” gli rispose Havoc, accendendosi una sigaretta.

“Tenente, se non spegni subito quella sigaretta ti degrado immediatamente!”

“Ah...mi scusi Generale!” disse lui mortificato. Nonostante gli anni di servizio con Mustang, ancora si dimenticava che non voleva assolutamente che si fumasse in una stanza chiusa, se c'era lui presente. E il divieto era categorico se si trattava del suo ufficio.

“Fa male alla salute, Havoc!”

“Lo so, Generale, ma non ci posso fare niente!”

“Lasciamo perdere. Piuttosto, sono arrivati i documenti che Acciaio doveva spedire?!”

Havoc lo guardò spaesato, spostando lo sguardo poi su Fallman e Breda.
Il primo fece segno di diniego con il capo e il secondo si strinse nelle spalle.

“Negativo signore!” rispose il Tenente, con un sorriso storto.

“Maledetto Fagiolino! Quando arriva ci penso io a rimetterlo in riga!”

“Ahahah! Non è ancora qui, e già lei ha pronta la ramanzina!”

“Bisogno essere sempre avanti di un passo, rispetto il nemico, Tenente. È la base di ogni buona strategia!”

“Me lo ricorderò!” disse lui, andando istintivamente a prendere il pacchetto di sigarette appoggiato alla sua postazione.

Mustang lo vide con la coda dell'occhio e prima che Havoc potesse accendere la sigaretta, con un schiocco delle dita guantate ridusse il cilindretto di carta e tabacco ad un ammasso di cenere.

“Perché non vedi di ricordarti del divieto di fumare, eh, Havoc?!”



********


Intanto un ragazzo stava percorrendo gli intricati corridoi del Quartier Generale di Central City. Aveva in mano una specie di piantina di quel luogo, ma evidentemente o la mappa aveva qualche cosa che non andava, oppure lui si era perso.
Destra, seconda a sinistra, in fondo al corridoio.
E perché lui era finito davanti ad un ripostiglio per le scope?!
No, decisamente si era perso.
Il ragazzo sospirò rassegnato.
Doveva chiedere a qualcuno la strada o non ne sarebbe uscito vivo.
Per cui fermò il primo militare con la faccia abbastanza gentile che incrociò.

“Mi scusi. Mi devo essere perso. Mi potrebbe indicare la strada per raggiungere l'ufficio del Generale Mustang?!”

L'uomo che aveva interpellato lo squadrò da capo a piedi.
Dopo essersi sincerato che, almeno all'apparenza, non aveva a che fare con un pericoloso criminale, gli diede le indicazioni.

“Vai dritto fino alle scale. Sali di un piano e poi subito a sinistra. Non ti puoi sbagliare”

“Grazie mille!”



*****
***


“Tenenteeeeee! Perché mi devi sempre riempire di scartoffie inutili?!”

“Generale, per favore si dia un contegno!”

“Ah, non ho voglia di lavorare, adesso!”

“Generale!” lo chiamò esasperata lei.

Ma fortunatamente, l'ennesima discussione infantile tra Generale e Tenente Hawkeye fu interrotta da qualcuno che stava bussando alla porta.
Mustang ne approfittò subito per sfuggire al Tenente.

“Avanti!”


Il Generale ebbe un colpo.


Roy Mustang poteva giurare di aver sentito il cuore schizzargli in gola e poi cadere in fondo allo stomaco.

Edward Elric era lì, sulla porta del suo ufficio.


Mustang era incredulo!
Che ci faceva lì?!
Avrebbe preso servizio solo tra nove giorni!
Non poteva essere arrivato prima!
E senza nemmeno avvisarlo!!

Mustang si stropicciò gli occhi.
E quando fissò di nuovo il ragazzo che era entrato rimase parecchio stupito.

Lo aveva scambiato per Acciaio.
Ma non era Acciaio.
Certo, la somiglianza era notevole.

Ma non era l'Edward che ricordava.

Anzi, ora che lo aveva squadrato attentamente, poteva dire quasi con certezza che quello non era Edward Elric.

“Buongiorno a tutti! Che bello rivedervi!”

Quella voce...ma certo!

“Al....Alphonse?!”

Il ragazzo sorrise.

“Sì, sono io, Generale!”

“Alphonse! Hai di nuovo il tuo corpo!”

Sciolto il momento in cui tutti in quell'ufficio erano rimasti perplessi di fronte al nuovo arrivato, ora tutti quanti stavano stringendo la mano ad Al, felici di rivederlo.
O meglio, di vederlo veramente per la prima volta!
Mentre tutti stavano terminando i convenevoli, Mustang si fermò un attimo a fissare Alphonse.
Era davvero somigliante al fratello, anche se ora poteva vedere le piccole differenze.

La pelle era di una tonalità leggermente più olivastra. Gli occhi non erano dorati, ma verdi. E soprattutto, invece dei lunghi capelli del colore del grano maturo, quelli di Al erano di un biondo più scuro e tagliati corti.

Quando tutti quanti ebbero finito di salutare il minore degli Elric, si fece avanti il Generale.

“A che cosa dobbiamo il piacere della tua visita, Alphonse?”

Al frugò velocemente nella borsa che portava a tracolla.

“Il fratellone mi ha chiesto di portarle questi documenti!”

“E tu sei venuto fin qui solo per i documenti?!” chiese preoccupato il Generale.

Al però rise.

“Ma no, non si preoccupi Generale. Ed mi ha chiesto di fargli questo favore, visto che dovevo comunque passare a Central City!”

“Ti fermi?!”

“Giusto il tempo di aiutare con il trasloco! Il fratellone ha da sbrigare un'ultima missione per il Comando dell'Est, e mi ha chiesto se potevo cominciare a portare qualcosa nella nuova casa!”

“Senti, Al, che ne dici se continuiamo il discorso davanti ad un caffè?! Vorrei anche sapere della novità!” disse indicando il corpo del ragazzino.

“Generale!” lo bloccò Hawkeye, prima che il Generale potesse dileguarsi “Ha del lavoro da fare!”

“Orsù, Tenente! Solo per questa volta!”

“Solo per questa volta, sia chiaro!”

“Grazie!”


********


I due erano seduti in un bar poco distante dal Quartier Generale.
E il fato voleva che fosse perfettamente a tiro dalla finestra del suo ufficio.
Condizione del Tenente, per poterlo tenere d'occhio.
Mustang cercò di ignorare il vago senso si essere costantemente osservato e si concentrò sul suo inaspettato ospite.

“Allora Al, come stai?!”

“Molto bene, Generale, grazie!”

“Posso chiederti qualcosa su...sul tuo corpo?!”

Al arrossì un pochino, grattandosi la testa.
La gestualità era la stessa anche quando era una armatura. Non era cambiato poi tanto.

“Allora siete riusciti ad avere indietro i vostri corpi! Sono davvero curioso di saperne di più!”

“Beh...per quello mi sa che deve chiedere a mio fratello. Ha fatto tutto lui!”

“Lo immaginavo! Comunque è un evento straordinario. Anche se potevate anche avvisarmi. Che so, una cartolina, un colpo di telefono!”

“Io avrei voluto, ma sa com'è Ed. Testardo come un mulo! Ha detto che non c'era bisogno di dirle niente!”

“Simpatico come sempre!”

“Sì. Beh, lo capisco. In fondo lui non è riuscito a tornare come una volta...!”

“Cosa?! Non ha recuperato il braccio e la gamba?!”

“No, non ha voluto!”

“Come mai?! Che idiota!”

“Beh...penso che fosse per lo scambio equivalente...”

Mustang fissò negli occhi Al, nonostante lui avesse distolto lo sguardo.

“Che intendi dire? C'è stato un altro contraccolpo?!”

Al annuì, tristemente.
Mustang fu all'improvviso preso dal panico.

“Non dirmi che ha fatto una delle sue sciocchezze!”

Al alzò lo sguardo e si affrettò a tranquillizzare il Generale.

“No, no! Questa volta non ha fatto stupidaggini!”

Mustang tirò un sospiro di sollievo.
Al continuò.

“Solo che il Portale, per ridarmi il corpo, ha voluto in cambio un pezzo della mia mente...!”

“Un pezzo....della tua mente?!”

“Sì...”

“Cioè...posso chiedere?!”

Al intinse il dito nel caffè e disegnò sul tovagliolo di carta che aveva davanti un elementare cerchio alchemico.
Alchimia base, quella che bene o male tutti sarebbero in grado di usare.
Solo che non successe niente.
Mustang era perplesso.

“Al...cosa..?!”

“Il Portale mi ha portato via l'Alchimia!”

“Quindi, tu...!”

“Non posso più trasmutare nemmeno questo tovagliolo!” disse lui, con una nota di amarezza nella voce.

“Mi dispiace!”

“Oh, non deve, Generale. Lo sapevamo benissimo che c'era da pagare qualcosa. E forse va meglio così. Senza alchimia non potrò più fare gli errori del passato!”

“E...quindi tuo fratello non ha voluto riavere i vecchi arti...”

“Per paura che portassero via anche a lui la sua Alchimia. Ho provato a convincerlo a provare con un altro sistema, ma lui dice che piuttosto di non poter più aiutare me o chiunque altro abbia bisogno di lui, preferisce tenersi tutti gli automail che ha!”

Mustang scoppiò a ridere.

“Ahahah! Non avrei mai detto che Acciaio potesse essere così generoso!”

“Generale!”

“Sto scherzando Al. Mi fa molto piacere sentire queste cose. Vuol dire che è maturato!”

“Sì, lo penso anche io!”

“Non vedo l'ora di rivederlo!”

“Anche lui...anche se non lo ammetterà mai, gli mancavate tutti quanti!”

Mustang sorrise.
Anche Al sorrise di rimando.
Poi voltò la testa verso l'orologio che era appeso al muro del bar.

“Oh, santo cielo! Come si è fatto tardi!”

“In effetti...” concordò Mustang, guardandosi attorno sospettoso. Era rimasto fuori più del previsto e temeva che il Tenente Hawkeye sbucasse fuori all'improvviso.

Alphonse si alzò, scusandosi con il Generale per la fretta.

“Non ti preoccupare Al. E mi raccomando, passa pure quando vuoi!”

“Grazie Generale. Anche se mi sa che nei prossimi giorni avrò molto da fare!”

“Ehi, non farti schiavizzare da tuo fratello!”

“No, no. Se è per quello, non glielo permetto. No, è che dobbiamo ancora sistemare molte cose, tra l'appartamento e il negozio...!”

Mustang alzò un sopracciglio, perplesso.

“Che negozio, scusa?!”

“Ah...mi sa che non gliene ho parlato. Winry ha deciso di aprire un'officina di automail qui a Central City. E visto che ero disponibile, la sto aiutando io. Sa, c'è molto da fare per aprire un'attività. Per cui mentre lei si occupa del negozio, io penso a sistemare il loro nuovo appartamento...!”

Mustang inghiottì a vuoto.

“Il....loro....loro appartamento?!”

“Sì. Di Winry e del fratellone! Sono così contento che vadano a vivere insieme!”




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Angolo dell'Autrice:

Salve a tutti! ^_^
Eccomi di nuovo tra voi con il secondo capitolo dell'Estate.
Sono molto felice che abbiate apprezzato la continuazione...anche se non so se dopo questo capitolo sarete tutti contenti. ^^"
Forse Red Robin, visti gli ultimi sviluppi!
Muahahah! Come sono malvagia! ^__^
Povero Al, sempre a non capire niente!
Ma in fondo è tenero e ci piace così!


Ringrazio tutti quelli che hanno commentato lo scorso capitolo! (inchino)

- Red Robin
- eleo chan
- shikadance
- FeEChAn
- Liris
- jess elric


Come sempre, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



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Capitolo 3
*** Capitolo terzo ***



Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopi di lucro.

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CAPITOLO TERZO




Roy Mustang sapeva quando era una brutta giornata.
Perché, se il buon giorno si vede dal mattino, anche quello pessimo colpiva l'attenzione del Generale con degli inequivocabile indizi.

Primo indizio: la sua caffettiera, non si sapeva mai bene come, si inceppava, e invece di regalare ad un assonnato Mustang il suo ottimo caffè nero, si limitava a sputacchiare una sorta di brodo nerastro che solo vagamente ricordava il caffè.
Dopo aver buttato malamente l'ingrata caffettiera nel lavello, il Generale ritornava in camera sua per vestirsi.

Secondo indizio: perché nella cassettiera aveva un calzino spaiato, quando il giorno che aveva fatto il bucato era sicuro che ci fossero tutti e due?
Perdendo qualche minuto (più o meno un quarto d'ora) alla ricerca del maledetto calzino smarrito – che poi si scoprì essere finito sotto il tavolo della cucina – il Generale dovette poi compiere tutte le altre quotidiane faccende più in fretta del previsto, per non dover arrivare tardi in ufficio.
Chi la sentiva se no Hawkeye?!
Finalmente pronto, uscì di casa.

Terzo indizio: la signora Dora, la portinaia, stava lavando proprio in quel momento le scale e il pianerottolo del secondo piano – quello di Roy.
Cercando di essere cordiale, Mustang salutò la vecchia signora.
E nel frattempo pregò di non scivolare mentre doveva scendere le scale!
Superato indenne il pericolo delle scale bagnate, Roy Mustang seppe che quella doveva essere per lui una giornata davvero orribile.

Quarto indizio: fuori pioveva.




Il Generale Roy Mustang era piuttosto tollerante, ma se c'era una cosa che odiava con tutto se stesso era la pioggia.
Certo, essendo l'Alchimista di Fuoco, l'acqua non era certo il suo elemento più idoneo, ma ritenendosi lui un abile Alchimista, aveva nel corso del tempo imparato qualche trucchetto alchemico da utilizzare anche in presenza dell'acqua.
E, non per essere modesti, anche questi trucchetti gli riuscivamo molto bene!

Ma l'acqua era un conto.

La pioggia uno completamente diverso!

Dannate goccioline che si insinuavano dappertutto!
Anche se adoperava un ombrello, bastava un alito di vento e via, pioggia in diagonale che gli inzuppava tutti i vestiti!

Maledetta pioggia!
E che diavolo pioveva a fare a giugno inoltrato?!

Dannazione, dannazione!

Era di sicuro un segno del destino.
Era un chiarissimo messaggio.

Sta in guardia, Roy Mustang: per te sono in arrivo guai molto, molto grossi.


*********


Dopo una bella scarpinata sotto la pioggia scrosciante, Mustang entrò già senza forze al Quartier Generale.

“Buongiorno Generale!” lo salutò bonariamente Havoc.

Mustang lo freddò con un sguardo.

“Non è per niente un buon giorno, Havoc!”

“Perché, Generale?!”

“Perché piove, idiota!”

Havoc si voltò per guardare fuori dalla finestra.

“Oh, guardi. Ha smesso proprio adesso!”

Mustang borbottò qualcosa sotto voce sulla sua solita fortuna.
Poi si tolse la giacca della divisa e la appese alla poltrona, per farla asciugare.

“Generale! Non può togliersi la divisa!”

“Tenente, mi perdonerai se non sono troppo ufficiale oggi. Non ho alcuna intenzione di ammalarmi per uno stupido temporale estivo!” disse lui rabbuiato.

Il Tenente Hawkeye avrebbe di certo ribattuto qualcosa in un'altra occasione, ma si rese conto che quella doveva essere una giornata no, per il Generale.
Per cui tornò al suo lavoro e, almeno per qualche ora, non avrebbe dato fastidio più del dovuto al suo superiore.




Contrariamente alle sue fosche previsioni, il resto della giornata passò abbastanza bene per il Generale Mustang.
Niente dichiarazioni di guerra o montagne di scartoffie da firmare.
Solo ordinaria amministrazione.
Per cui, quando l'orologio batté le cinque, Mustang quasi tirò un sospiro di sollievo.
Mancava solo un'altra ora alla fine della giornata, e non gli era mai capitato di dover affrontare un disastro di proporzioni globali dopo quell'ora.
Il telefono squillò, ma Mustang non ci fece troppo caso.
Fury rispose, prendendo qualche appunto.
Chiusa la comunicazione, si rivolse al suo superiore.

“Generale!”

“Fury, niente brutte notizie o ti faccio trasferire a Briggs!”

Il povero Sergente Maggiore rabbrividì alla minaccia, ma riferì lo stesso il contenuto della telefonata.

“Era il Comando di Polizia del quarto distretto. Ha detto che ci sono stati alcuni disordini in quel quartiere, questo pomeriggio. Alcuni testimoni sostengono che siano stati coinvolti degli alchimisti che hanno dato parecchi fastidi ai passanti. Il Comando ha chiesto se poteva essere inviato un Alchimista di Stato per un sopralluogo.”

Mustang sospirò di nuovo.
Era una seccatura, ma il dovere era dovere.
E soprattutto un sopralluogo non era niente di pericoloso.
O almeno, lo sperava seriamente.

“D'accordo. Ci vado io. Riferiscilo al Comando del quarto Distretto.”

“Sissignore!”

“Stia attento Generale!”

“Ma certo Tenente!”

“Vuole che l'accompagni?!”

Il Generale guardò fuori dalla finestra.
Non aveva più piovuto da quella mattina.

“No, Tenente. Tu finisci pure qui. Ci vediamo domani mattina!”

Hawkeye fece il saluto militare.


Il Quarto distretto era poco distante da dove Mustang abitava.
Che fortuna.

Il Generale pregò che quell'ispezione non gli portasse via troppo tempo.

Forse poteva tornare a casa abbastanza presto!
Non vedeva l'ora di farsi un bel bagno caldo!


*********


In effetti il sopralluogo fu abbastanza rapido.
La zona attaccata era stata recintata e i testimoni erano ancora lì che gironzolavano attorno.
Il Generale interrogò brevemente i presenti.
Si fece un'idea generale di quello che era successo, annotandosi tutto sulla sua agendina.
Solo che era davvero stanco quel giorno, per chiuse l'ispezione abbastanza in fretta.
Pregò i testimoni di passare il giorno dopo al Comando di Polizia e di rilasciare le dovute dichiarazioni, che poi il personale avrebbe provveduto a passare al suo ufficio.

Praticamente aveva delegato tutto il lavoro noioso agli altri!
Poi lui, con le sue grandi doti investigative, avrebbe pensato al resto.

Prese congedo dall'ufficiale che lo aveva affiancato e si diresse stancamente verso casa.
Aveva fatto si e no qualche centinaio di metri quando sentì una voce femminile che lo chiamava.

“Signor Mustang!”

Era una voce familiare.
Ci mancava solo una vecchia fiamma oggi, pensò Roy.
Sfoderando un sorriso di convenienza, si voltò verso la giovane donna che lo aveva rincorso per la strada.

“Winry?!”

“Salve, signor Mustang! Che sorpresa vederla!”

“Anche...anche per me, credimi..!”

“Che ci fa da queste parti?!”

“Lavoro!”

“Oh, giusto! È da un sacco che non ci vediamo, la trovo bene!”

“Grazie...anche tu stai bene!”

Winry arrossì al complimento – anche se Roy l'aveva detto più per educazione che per altro.

“Oh, forse l'ho disturbata?!”

“No, no. Ho appena finito un'ispezione e stavo tornando a casa!”

“Oh, meno male! Anche io, ho appena finito di sistemare le ultime cose per il negozio!”

“Sì, Alphonse mi ha detto del negozio di automail..”

“Già. Ho scoperto che qui a Central City non ce ne sono molti! Avevo intenzione di aprirne uno tutto mio, ed è stata una vera fortuna che Ed sia stato trasferito proprio qui a Central City! Non pensa anche lei?!”

“Già...una vera fortuna!”

“Bene, non la trattengo oltre, Generale! Scommetto che non vede l'ora di tornarsene a casa!”

“Indovinato!” disse lui con un sorriso più storto che genuino.

“Allora a presto!”

“A presto..!”

Mustang girò i tacchi e cercò di allontanarsi il più velocemente possibile.

“Oh, Generale” lo richiamò però la ragazza “Lo sa vero che domani arriva Ed, vero?!”

Mustang si voltò.

“Domani?! Ma deve prendere servizio solo tra tre giorni. Pensavo arrivasse dopodomani...!”

“Sì, però ha finito la missione prima del previsto e arriva un giorno prima. Che ne dice se viene anche lei a prenderlo in stazione?!” chiese lei con un largo sorriso.

Roy per un attimo fu molto indeciso.
Ma alla fine cedette.

“D'accordo...ci sarò!”

“Sono sicura che Ed ne sarà molto felice! Le faccio sapere poi a che ora dovrebbe arrivare!”

“Bene....”





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Angolo dell'Autrice:

Salve a tutti!
So che questa capitolo è un pò corto, ma ho davvero un sacco da fare in questi giorni.
Ma non volevo lasciare troppo tempo senza aggiornamenti i miei affezionatissimi lettori!
Per cui godetevi quello che offre la casa, in attesa di tempi migliori! ^_^"

Ah, vorrei porre una minaccia:
Winry ve la beccherete per tutto il resto della fiction, e la farò anche sposare con Ed, se qualcuno non mi commenta l'altra fiction
L'Alchimista di Fuoco: l'abominio che non avrebbe dovuto esistere
Scusate i metodi bruschi, ma non è possibile che con tutti quelli che l'hanno letto, solo una persona si sia degnata di recensire.


Comunque, ringrazio invece tutti quelli che hanno commentato lo scorso capitolo! (inchino)

- Betta90
- FeEChAn
- Liris
- ALE2
- jess elric
- bianfre
- Red Robin (sei davvero incontentabile! lasciatelo dire! ^_^)
- shikadance


Come sempre, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



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Capitolo 4
*** Capitolo quarto ***



Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopi di lucro.

********************************************************************************



CAPITOLO QUARTO


Roy Mustang era seduto all'interno della sua automobile.
La macchina era spenta e lui era in attesa.
Alla fine aveva ceduto, e si era concordato con la signorina Rockbell per passarla a prendere e accompagnarla, visto che la stazione era dalla parte opposta della città.

Nonostante tutto, Roy Mustang era pur sempre un gentiluomo.

Era arrivato un po' in anticipo, e ora stava aspettando.
L'uomo si stiracchiò, per quanto i movimenti gli fossero consentiti all'interno del piccolo abitacolo della vettura, e si stropicciò gli occhi stanchi.

Non aveva passato una bella nottata.
Per la precisione non aveva chiuso occhio.
Si era dato mentalmente dello stupido almeno un milione di volte, ma non era riuscito lo stesso ad addormentarsi.
Ogni volta che chiudeva gli occhi, gli si palesava davanti l'immagine di un biondo ragazzino di sua conoscenza.

Era ossessionato?

Cavolo, sì!

Ed era anche parecchio nervoso.

Dannazione!
Sembrava una maledetta scolaretta alla sua prima cotta!


Dannato Acciaio!

Appena ti presenti in ufficio ti farò sgobbare così tanto da farti perdere a te il sonno!


Roy Mustang raramente perdeva il controllo.
Cercava sempre di essere calmo e razionale.
Ma aveva anche quella dannata anima infuocata che il più delle volte gli faceva fare cose che non erano proprio le più adatte ad una certa situazione!

E al pensiero che in meno di due ore avrebbe rivisto Edward Elric, il ragazzo che – per un motivo o per l'altro – più lo aveva fatto disperare in tutta la sua vita, Roy non riusciva a stare calmo.

E non essendo riuscito a dormire, aveva optato allora per prepararsi il suo discorso per quando si sarebbero rivisti.
Ma anche quell'intenzione più che onorevole non era riuscita a portare nulla di buono.
Si era ritrovato alle quattro del mattino a parlarsi allo specchio, senza riuscire a dire niente che gli sembrasse decente, decoroso e che non lo facesse apparire come un disperato sull'orlo di una crisi!


Ah, che brutta nottata!
Anche questa andava sul conto di Acciaio!

Parola di Roy Mustang!



***********************


“Buongiorno, Generale!”

Roy era talmente impegnato a gestire il fiotto di pensieri che gli affollava la testa che non si era accorto che la ragazza aveva affiancato la sua auto.

“Buongiorno, Winry” rispose lui, sollevato di avere finalmente qualcosa a distrarlo.

“E' da molto che aspetta?!”

“No, solo qualche minuto!”

“Ma avrebbe dovuto citofonare! L'avrei fatta salire!”

E vedere il vostro bel nido d'amore?! Ma io ti carbonizzo, brutta gatta morta!

“Ma no! Non preoccuparti!”

“Non le posso offrire nemmeno un caffè?!”

“No, grazie! Sono a posto... Forse è meglio se cominciamo ad avviarci!”

“Giusto, giusto!” disse lei con una risatina “Non vorrei mai arrivare tardi!”

“Ma certo...prego, sali pure!”

“Grazie!”

Winry scivolò aggraziatamente al posto di fianco quello di guida.
Mustang la squadrò per un attimo, mentre lei era distratta.

La ragazzina si era messa in tiro.

I lunghissimi capelli biondi erano perfettamente lisci, senza un solo capello fuori posto. Li aveva acconciati con due trecce laterali che si univano dietro la testa, un cerchietto naturale per tenere composti il resto dei capelli sciolti, che ricadevano aggraziatamente sulle spalle nude.
Indossava un leggero vestitino rosa, decorato a fiori.
Scelta azzeccata, visto il caldo che aveva attanagliato la città dopo il temporale del giorno prima.

Solo che Roy non poté frenare il brivido di stizza che sentì lungo la colonna vertebrale, nel constatare quanto quel vestito, senza spalline per giunta, fosse dannatamente corto. E dannatamente provocante.

Non fosse stata lei, lui stesso ci avrebbe provato volentieri.

Solo che l'antipatia che provava per la persona Winry Rockbell era così forte che anche l'attrazione fisica ne era pienamente soffocata.


Rimuginando su nefasti pensieri, Roy guidò in assoluto silenzio.
Winry forse aveva intuito che c'era qualche cosa di strano nell'aria, per cui decise – saggiamente – di non tentare di intavolare una conversazione.


Dopo una buona mezz'ora di traffico intenso, riuscirono a districarsi in una vietta laterale, che portava direttamente alla Stazione Centrale.
Con un sospiro di sollievo, Winry scese dall'auto.

“Uuuuf! È un vero incubo il traffico! Da noi a Reesembool, il massimo è un gregge di pecore che ti attraversa la strada!”

“Deve essere un bel trauma passare dalla campagna alla capitale!”

“Non ne ha idea! Ma sono felice di essermi trasferita qui! Sono sicura che è stata la scelta migliore!” disse lei, con un bellissimo sorriso.

Roy sospirò di nuovo.
Ma chi glielo aveva fatto fare?!



*************************


I due si erano seduti su di una della panchine d'aspetto.
Il treno di Ed era, manco a dirlo, in ritardo di mezz'ora.

“Ma non è possibile! Perché i treni sono sempre in ritardo?!”

“Mistero..!”

“Mi scusi, signor Mustang, ma voi grand'uomini dell'esercito non potreste fare qualcosa?!”

Mustang sospirò.

“Spiacente, ma le Ferrovie sono uno dei pochi ambiti di questo paese che non riguardano l'Esercito!”

“Davvero?!”

“Già!”

“Oh, non lo sapevo. Oh, ma a proposito di lavoro! Per lei non è stato un problema non andare in ufficio oggi?!”

“Prego?!”

“Lei è un Generale, scommetto che ha un sacco di lavoro da fare! E poi Ed mi dice sempre che il Tenente Hawkeye non le permette mai di fare il lavativo!”

“Vedo che Acciaio non ha smesso di impicciarsi degli affari degli altri!” ribatté Roy, questa volta un pochino meno teso e un po' più divertito.

“Ahahah! No, in quello non è proprio cambiato!”

“Comunque, mi sono preso un regolare permesso. Anche se solo per questa mattina.”

“Oh, davvero?! E io che speravo che potesse farci compagnia per il pranzo!”

Roy quasi soffocò con la sua stessa saliva.
A pranzo...con quei due?!
Ma in quale film dell'orrore?!


Ringraziò mentalmente il suo fedelissimo Tenente Colonnello Hawkeye, che non gli aveva dato il permesso per più di mezza giornata!


“Sono molto spiacente...Winry...sarà magari per un'altra volta!”

“Ci conto, Generale!” disse lei con un sorrisone.

Ma va a contare i cazzi tuoi!

“E comunque...non credo che Acciaio avrebbe approvato, visto che con me non ha mai voluto prendere nemmeno una tazza di tè!”

Il sorriso di Winry ora era meno ampio, ma molto più...dolce?

Perché gli stava sorridendo così?!
Roy arretrò impercettibilmente.

“Ed fa tanto il duro, e dice un sacco di cattiverie su di lei...ma lo sanno tutti che la stima davvero tanto, Generale! Lui di quello che è successo in passato non parla molto, ma Al mi ha raccontato di tutto quello che lei ha fatto per loro, di tutto l'aiuto che gli ha dato!”

Roy la fissò senza parole.

“E per questo...io...io volevo ringraziarla!” Winry si era alzata in piedi, e si era inchinata di fronte a lui.

Mustang era spiazzato. Provò a balbettare qualcosa.

“No...Winry...non c'è bisogno di...!”

“Invece si! La devo ringraziare per tutto quello che ha fatto per Ed e Al. Ed non lo farebbe mai, orgoglioso com'è, ma io ci tengo che le sappia che le siamo grati tutti quanti!”

Cosa poteva rispondere?!

Aveva incontrato quella ragazzina si e no tre volte in tutta la sua vita.
E ora lei lo stava ringraziando in quel modo, quando lui non aveva proprio fatto niente per lei.

Era confuso Mustang.
Compiaciuto e anche lusingato, ma anche in imbarazzo.


Dannazione a quelle situazioni complicate in cui si trovava sempre impigliato!


“Winry...non so che dire..!”

“Non c'è bisogno che dica niente, Generale. Ero solo io che la volevo ringraziare!”

“Allora...non c'è di che!” e finalmente riuscì a rivolgerle un sorriso.



“Oh, questo è il treno di Ed!”

“Sì. Andiamo!”

Winry praticamente si mise a correre verso il binario.
Roy le andò dietro, un po' meno di corsa.

Anche se il suo cuore martellava contro il suo costato.


Finalmente era arrivato.
Finalmente era arrivato il momento in cui avrebbe rivisto Edward!


Il treno arrivò sferragliando il quel momento. Lentamente si fermò con uno stridore di freni che costrinse i più a tapparsi le orecchie.
Poi cominciarono a scendere i passeggeri.

Winry era qualche metro avanti il Generale.
Stava sulle punte dei piedi per vedere meglio, saltellando ogni volta che vedeva una testa bionda.

“ED!”

Alla fine lo aveva individuato.
Stava scendendo dal secondo vagone, tirandosi dietro la valigia.
Non appena sentì la voce di Winry, si voltò di scatto.

La ragazza si era fatta largo tra la folla ed era corsa da lui, gettandoglisi letteralmente addosso.
Lui la prese al volo, abbracciandola di rimando, per poi baciarla appassionatamente.



Dov'è finito il cuore martellante di pochi minuti fa, Roy?

Perché te ne stai lì, impalato in mezzo alla folla che ti passa attorno, a fissare quei due ragazzi felici?



Alla fine le loro labbra si staccarono.
Non poteva sentire quello che si stavano dicendo, ma Mustang vide che Winry si era voltata per far notare a Ed la sua presenza.


Per un infinitesimale attimo il loro occhi si incontrarono.


Ma qualcuno si pose tra la vista di Roy e quella di Acciaio.
Che faccia aveva fatto?!
Quale era stata la sua espressione?!

Dannazione, Dannazione!

Ma non poteva girare al largo quel tipo?!

Non aveva potuto leggere la sorpresa negli occhi di Acciaio.

Né paura.

Né piacere.

Né felicità.

Non aveva potuto scoprire che effetto gli faceva dopo tre anni che non si vedevano..!
Maledetta sfiga!

Mustang fece un respiro profondo, per impedirsi di incenerire quel maledetto guastafeste di un turista!


E intanto Winry e Acciaio gli si erano avvicinati.

“Eccolo qua!” disse raggiante Winry, le guance leggermente imporporate.

Ora poteva guardarlo negli occhi.
E vi lesse il solito sguardo strafottente di sempre!

Mustang sorrise impercettibilmente.

“Bentornato, Acciaio!”

“Grazie, Colonnello!”

“Sono Generale, adesso!”

“Oh, mi scusi!”

“Non sembri dispiaciuto!”

“Infatti non lo sono!”

“Antipatico!”

“Mai quanto lei!”

“Eddai, Ed!” intervenne Winry “Sii gentile con il Generale! Sono anni che non vi vedete e già litigate?!”

“Ok, ok! Grazie di essere venuto ad accogliermi, Colonnello!”

“Generale, Acciaio! Cos'è, la memoria comincia a fare cilecca anche a te?!”

“Ah-ah-ah!” disse lui, facendo finta di ridere “No, è che per me lei rimarrà sempre ! Mi spiace, non ci può fare niente!”

“Lo vedremo! Questa volta esigo rispetto!”

“Solo se se lo merita, Colonnello!”

“E basta!”

“Ok, ok. La smetto!”

“Come sei permissivo! Cos'è, ti si è finalmente ammorbidito il carattere?!”

“No. È che il viaggio è stato davvero devastante. Se permette, vorrei andare a riposarmi!”

“Oh, non ti preoccupare, tesoro! Io e Al siamo riusciti a sistemare la camera da letto in tempo. C'è un bellissimo e morbido letto che ti aspetta!”

“Che meraviglia!” disse lui con aria sognante.

“Bene. Allora noi la salutiamo, Generale!”

Roy fece un cenno con la testa.

“A presto, Winry. E tu, Acciaio, vedi di essere puntuale lunedì!”

“Io sono sempre puntuale, Colonnello!”

“Ti ho detto......”

“Sì, sì, lo so. A lunedì, Colonnello!”

“Sì, vai vai!”


Ed e Winry si avviarono.
La ragazza si fermò un attimo per salutare con un gesto della mano il Generale, poi si affiancò a Ed.
Il ragazzo le passò affettuosamente un braccio intorno alle spalle.






Era solo un'impressione di Roy, o Ed si era voltato a guardarlo, mentre baciava di nuovo Winry?





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Angolo dell'Autrice:

Salve a tutti! ^_^

Eccolo, finalemente!
Dopo tre capitoli di agonia anche Ed ha fatto la sua comparsa! Applausi!
Ahahah!

Povero, povero Colonnello!

Roy: Generale! >o<

Scusa...non l'ho fatto apposta! ^.^"
Comunque, il nostro amatissimo Mustang ha seriamente dei problemi.
E un sacco di paranoie.
Che credo aumenteranno ora che Ed è tornato.
Ah, come sono malvagia! ^o^

Chissà a che cosa sta pensando il piccolo Ed?!
Davvero sta facedo sul serio con la tenera Winry?!
Come si comporterà il Colonnello con Ed di nuovo tra i piedi?
Perché Winry sono riuscita a farla così carina con Roy?!
Ma soprattutto, in tutto questo....


....dove diavolo è finito Al?!


Tutto questo e molto altro ancora nei prossimi capitoli!
Mi raccomando, rimanete sintonizzati! ^__^

(se pensate che nel frattempo io abbia perso qualche rotella, siete nel giusto. Non mi sento molto bene, sono due giorni che mi gira la testa, e scrivere questo capitolo in queste condizioni forse non è stato un'idea molto buona...!)


Ringrazio tutti quelli che hanno commentato lo scorso capitolo! (inchino)


Come sempre, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



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Capitolo 5
*** Capitolo quinto ***



Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopi di lucro.

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CAPITOLO QUINTO


Il Generale Mustang era seduto alla sua scrivania.
Stava fissando senza tregua l'orologio appeso proprio sopra la porta del suo ufficio.

7.57

Palesemente era in attesa.

7.58

Palesemente di Acciaio.

7.59

Ma perché aveva quel ghigno storto dipinto sul volto.

8.00

Il Generale Mustang rimase praticamente con il fiato sospeso per tutti i sessanta secondi successivi.

8.01

Mustang scoppiò a ridere sguaiatamente, facendo sobbalzare i suoi sottoposti.

“Generale?” si azzardò a chiedere Hawkeye, leggermente preoccupata per il comportamento del suo superiore “Tutto a posto?!”

Mustang stava ancora ridendo.

“Certo, certo, Tenente! Non si preoccupi! Eheh!”

Il Tenente lo guardò scettica, ma non fece altre osservazioni e tornò al suo lavoro.
Qualcuno bussò alla porta.

8.03

Perfetto, pensò il Generale.

“Avanti” disse con il suo solito tono di voce.

E finalmente fece la sua comparsa, dopo tre anni che non lo si vedeva più in quell'ufficio, Edward Elric.

“Sei in ritardo, Acciaio!” fu il saluto di Mustang, che se la stava ridendo sotto i baffi.

Ed lo fissò, un sopracciglio sollevato.

“Prego?!”

Mustang indicò l'orologio appeso alle spalle di Edward.

“Sono le otto e zero-tre. Tu dovevi prendere servizio alle otto e zero-zero!”

Una vena ballerina pulsò sulla tempia di Edward.

“Colonnello pignolo!”

“E giusto per essere ulteriormente pignoli, sono GENERALE!”

“Qualunque sia il suo grado, lei è uno scassapalle!”

“Sarà anche vero, ma adesso prendi ordini da me! E non ammetto tali vergognosi ritardi da parte dei miei subordinati, in ufficio!” declamò il Generale con un tono molto teatrale.

Ed continuò a fissarlo trucemente; poi lentamente sollevò la mano, indicandolo con il dito.

“Lei...è un idiota!”

“Bentornato Edward!” si intromise il Tenente Colonnello Hawkeye, per evitare che l'ufficio divenisse un campo di battaglia come al solito.

Tutti gli ufficiali si erano alzati per andare a salutare Ed.
E mentre tutta l'attenzione era concentrata su di lui, Roy si concesse il lusso di guardare Edward in santa pace.

L'altro giorno alla stazione, con tutta la confusione che c'era, non lo aveva notato, ma Edward era cresciuto.
E anche parecchio.
Fortunatamente non lo raggiungeva, ma ormai era alto almeno quanto Riza.

Ed era diventato anche più bello di quanto non ricordasse.
L'ultima volta che l'aveva visto, aveva sedici anni: praticamente un ragazzino.
Quello che invece adesso aveva di fronte era un giovane uomo, molto molto affascinante.
I lineamenti erano più marcati, meno infantili. Più adulti.
E anche la divisa che indossava – invece di quella ridicola palandrana rossa sopra i vestiti da pseudo-metallaro – gli dava un'aria più matura.

Diavolo sembrava una persona seria!

Dopo qualche minuto in cui il Generale si era beato della beltà del nuovo arrivato, comandò un po' d'ordine in quell'ufficio.
Tutti tornarono alle loro postazioni.
Solo Acciaio se ne stava in piedi al centro della stanza.

“Dove mi metto, io?!”

“Puoi metterti là” disse indicando una scrivania libera di fianco a quella del Tenente Hawkeye.

“Molto bene!”

Ed si avviò.

“Ah, Edward?”

Ed si bloccò istantaneamente. E praticamente di scattò si voltò verso Mustang.

Allora gli faceva ancora effetto quando lo chiamava con il suo nome proprio.
Mustang gli rivolse un gentile sorriso.

“Bentornato Edward!”



********************


Mustang si stiracchiò sulla sua poltrona.
Era tutto il giorno che firmava documenti e non aveva avuto modo di alzarsi praticamente mai.

Erano le quattro e mezza del pomeriggio.

Mancava ancora un'ora e mezza, e il Generale, oltre ad avere ancora numerose pratiche da controllare, era anche stanco morto.
Il fatto che Acciaio fosse tornato, implicava sopportare un ulteriore sforzo psichico che il Generale si era dimenticato fosse necessario per fronteggiare l'esuberanza del giovane Alchimista.

Risultato: non ne poteva più!

Voleva solo tornare a casa e farsi una dormita con fiocchi e controfiocchi.

“E' inutile, Generale!” lo anticipò la prontissima Hawkeye “Quei documenti devono essere necessariamente firmati e consegnati ai preposti uffici entro le 11.00 di questa sera”

Mustang si voltò a fissarla con un'espressione di puro terrore.

“Stai scherzando, spero?!”

“Nossignore! Inoltre il Comandante Supremo ha appena inviato questi documenti che vanno firmati invece entro le 6.00 di oggi!”

Mustang voleva mettersi a piangere!

“Ma non ce la farò mai! Tenente, ti prego, dammi una mano!”

“Ma via, Generale” esordì Edward, calcando ben bene la parola Generale “Non vorrà mica far lavorare una signorina al posto suo?!”

“Zitto, Acciaio!”

“Devo ammettere però” disse il Tenente “Che Edward ha ragione, signore!”

“Tenente!”

Ed se la rise sotto i baffi, a vedere la faccia disperata del Generale.
Poi però si preoccupò, quando lo stesso vi voltò verso di lui, con una strana luce negli occhi.

“Acciaio” cominciò “Mi hai dato una splendida idea! Non posso certo costringere Hawkeye a lavorare al posto mio...ma te sì!”

Ed lo guardò come se stesse scherzando.

“Non dirà sul serio, vero?!”

“Certo che sono serio!”

Acciaio saltò sulla sedia.

“Maledetto Colonnello sfruttatore! Non può obbligarmi!”

“Ahahah! Certo che posso, Acciaio! Sei un mio subordinato e devi fare quello che dico io. Inoltre, considerala pure come la giusta punizione per essere arrivato in ritardo questa mattina!”

“Per un ritardo di tre minuti vuol farmi stare qui a sgobbare?!”

“Un ritardo è sempre un ritardo!”

“Dannato Colonnello!!”

“Sì, sì, come vuoi tu. Ora però, da bravo, comincia a firmare i documenti meno urgenti, mentre io sistemo quelli che vanno consegnati alle 18.00!”

“Un giorno subirà una punizione per tutte le sue pecche, lo sa vero?!”

“Certo, certo. Ora però vedi di lavorare, lavativo!”

“Ha parlato!”


*******************


“Generale, sono le sei meno un quarto!” disse, leggermente ansiosa Hawkeye.

“Grazie Tenente!”

“Ha che punto è con i documenti?!”

“Me ne mancano solo una!”

Riza tirò un sospiro di sollievo.

“Vuole che attenda che abbia terminato, così li porto al Comandante Supremo prima di andare a casa?!”

“No, non ti preoccupare Tenente. Glieli porto io, tu va pure a casa!”

“Grazie Generale!”

Il Tenente raccolse la usa borsa e si congedò.

“Generale, perché a noi non ci manda mai a casa prima?” chiese Havoc.

“Perché voi non ve lo meritate!”

“Lei è ingiusto, Generale!”

“Come volete. Ora vedete di finire il vostro lavoro! Mancano ancora dieci minuti alla fine del vostro turno!”

Tutti nella stanza sospirarono.

“Voilà! Ho finito!” disse quasi esultando Mustang.

“Miracolo..!”

“Ti ho sentito, Havoc!”

“Chiedo scusa!”

“Bene, vado a portarli al Comandante Supremo. Voi siete tutti liberi di andare...tranne te, Acciaio! Non fare il furbo!”

“Ma insomma, Colonnello! Ci saranno ancora una ventina di pratiche! Non può schiavizzarmi così!!”

“Hai voluto diventare un militare? E ora non piangere sul latte versato!” disse lui con un ghigno divertito.

Ed rabbrividì a quell'orrida parola.

“Maledetto Colonnello!”

“Sei ripetitivo, Acciaio. Ah, se non ti ritrovo qui, quando torno, ti giuro che ti metto a fare straordinari da qui fino a quando Havoc non sarà diventato Generale!”

“...”

“...”

“...Generale, devo prenderlo come un insulto?” chiese avvilito il povero Tenente.

“Ma no, Havoc!”

“Bah...a me sembrava tanto...!”

“A domani ragazzi!”

“A domani, Colonnello!”

“Generale!!!”

“Ops, ci scusi!”


*******************


Grazie al cielo che il Comandante Supremo era già andato a casa!
Altrimenti Roy temeva che lo avrebbe trattenuto nel suo ufficio a chiacchierare per almeno una buona mezz'ora.
Il Comandante sapeva essere loquace e gioviale proprio nei momenti in cui non era il caso.
E Roy Mustang lui non aveva tempo da perdere.
Voleva andare a casa il prima possibile.

Dopo aver augurato una buona serata alla segretaria del Comandante, fece dietro front e se ne tornò in ufficio.


A metà strada però un pensiero lo fulminò.


Gli altri se ne erano andati.
Erano da soli.
Da soli lui e Acciaio.


Ossantocielo!
Come si doveva comportare?!
Dannazione! Non si era reso conto della brutta situazione in cui si era cacciato!

Ah, ma di che ti preoccupi, Roy?
Qualunque cosa succeda, tu saprai gestirla al meglio!

Ecco, bravo. Pensiero positivo, che qui non la vedo molto rosea.


*******************


Il Generale ritornò nel suo ufficio.

“Sì, sì!”

Acciaio. Ma che stava facendo, parlava da solo?!

“Ma no, ti dico! Sono ancora in ufficio!”

Ah, stava parlando al telefono.
Non è da maleducati origliare le conversazioni, altrui?
Ma no, che vado a pensare!

Roy si acquattò vicino alla porta socchiusa.
D'altra parte, non voleva di certo disturbare Acciaio mentre era al telefono!

“Sì, il maledetto Colonnello......”

“...”

“Va bene, va bene! Il Maledetto Generale mi ha costretto a fare gli straordinari!”

“...”

“No che non ho fatto niente!” rispose li stizzito e Mustang quasi scoppiò a ridere a sentirlo “È lui che mi vuole male!”

“...”

“Questo lo pensi tu! Sì, vabbè...ormai non ci posso fare niente. Arrivo appena posso!”

“...”

“Ok, ok. A dopo.”

“...”

“Certo. Ah, Winry, aspetta!”

“...”

Un sussurro appena.
Molto dolce.
E assolutamente vero.

“Ti amo, Win!”




Roy Mustang sentì di nuovo quella sensazione di vuoto nello stomaco.



Si era dimenticato di un piccolo particolare.
A quanto sembrava, Acciaio era davvero innamorato di Winry Rockbell.
E forse era per questo che Ed non era sembrato minimamente in imbarazzo in sua presenza.

Forse aveva avuto ragione lui, tre anni fa.

Forse era davvero solo una cottarella.

Forse davvero non era più innamorato di lui...



E lui non aveva certo il diritto di mettersi in mezzo!




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Angolo dell'Autrice:

Salve a tutti!
Ecco finito il capitolo 5!
Che sofferenza!
Povero Colonnello!

Roy: Generale, Generale, sono Generaleee!!! >o<

Poverinooooo! ç__ç
Come posso essere così crudele con lui?!
Aaaah!
Accidenti! E a quanto pare il Fagiolino...

Ed: Non sono più un fagiolino! >o<

...fa lo stesso, Ed...
A quanto pare fa sul serio con Winry!

Ma sarà vero?
O è solo un trucco per far ingelosire il Colon...Generale?
E Winry lo sta aiutando?
Oppure Ed si sta prendendo gioco di tutta Amestris?!

Lo scoprirete nelle prossime puntate! ^_^

Tutti: Sei cattiva!

Lo so! ^o^


Ringrazio tutti quelli che hanno commentato lo scorso capitolo! (inchino)

- shikadance
- Liris
- bianfre
- jess_elric
- Red Robin (^_^ prego!)

Ragazzi, a voi non dico niente... ma gli altri dove sono finiti?!
Commentate, non fate gli gnorri!



Come sempre, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



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Capitolo 6
*** Capitolo sesto ***



Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopi di lucro.

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CAPITOLO SESTO


Mustang attese ancora qualche minuto dopo che Acciaio aveva agganciato per rientrare nel suo ufficio.
Non voleva che Edward sospettasse che aveva involontariamente ascoltato la telefonata con la signorina Rockbell.

“Il Comandante le ha fatto una ramanzina?!” chiese con il suo solito tono strafottente che Ed tanto amava usare con il suo superiore.

“Perché, scusa?!” chiese perplesse Mustang.

“Perché ci ha messo una vita a consegnare quei documenti!”

“E a te che ti frega, scusa?!”

“Sei lei può permettersi di stare in giro a bighellonare, allora vuol dire che non ha bisogno di me per firmare queste carte!”

Mustang si sedette alla sua scrivania.
Poggiò i gomiti sul tavolo e si mise a fissare Acciaio dal di sopra delle sue dita intrecciate davanti il volto ghignante.

“Acciaio, tu sei qui per le tua mancanza in quanto ufficiale della mia unità. Staresti qui finché lo dico io anche se dovessi controllare soltanto il volantino della festa di Natale!”

Ed lo guardò sbattendo le palpebre, stupito.
Poi ritornò alle sua carte, borbottando qualcosa di probabilmente malvagio all'indirizzo del suo superiore.

“Acciaio!”

“Che vuole ancora?! Ho da fare!”

Il Generale sbuffò.

“Che fatica avere a che fare con te, Acciaio!”

“Non faccia il melodrammatico!”

Mustang lo ignorò.

“Acciaio” riprese come se nulla fosse “Per favore, aggiornami sulle pratiche che hai già esaminato!”

“Perché?” chiese d'impulso il più piccolo.

Mustang sbuffò per l'ennesima volta.

“Vuoi davvero stare a discutere tutto quello che dico?! Se è così, vorrei davvero saperlo, che mi faccio mettere in ufficio una brandina e mi ci trasferisco, visto che la cosa potrebbe protrarsi per...sì, diciamo per sempre!”

“Non è spiritoso, Colonnello!”

“E tu sei noioso, Fagiolino!”

Una, anzi un paio di vene pulsarono sulla tempia di Ed.

“Prego?!?!”

“Continua a chiamarmi Colonnello e io ti chiamerò Fagiolino!”

“Sono cresciuto, se non se ne fosse accorto!”

“Anche io sono avanzato di grado, ma anche tu non sembri rendertene conto! Sto solo pareggiando le cose!”

Ed sbuffò come una teiera. Si alzò dalla sua scrivania e si mise di fronte a quella del Generale, porgendogli malamente le pratiche che aveva finito di esaminare.

“Quelle due sono riguardo il trattato di pace con Xing. In tutta la loro prolissa noiosità, dicono che i negoziati vanno bene e che se non ci sono intoppi per la fine del mese gli accordi saranno stipulati!”

“Che bella notizia!”

“Sì. Poi questa” e la schiaffò con più violenza del necessario sul banco “Riguarda invece la dichiarazione di guerra contro il Nord!”

“Dannaz..!”

“Già. Dice che potrebbero essere spediti dei reparti speciali anche dal Comando di Central City”

“No, no, no! Che sfiga!”

“?”

“Con la fortuna che ho spediranno anche me lassù!”

“Non le piacciono le montagne di Briggs?!” chiese prendendolo in giro.

“Acciaio, posso ricordarti che se vengo mandato io, anche tu ci dovrai venire?!”

Ed fece mente locale e rabbrividì al solo pensiero di dover andare a combattere il quel maledetto posto innevato.

“Che sfiga!” concordò allora Ed.

“Per l'appunto. E quella?!” chiese riferito all'ultima pratica.

“Una circolare sugli sprechi dei materiali di cancelleria! Firmetta qui, prego!”

“Ma la vogliono smettere di spedire questa maledette circolari inutili?! È almeno la settima in tre settimane!”

“Si vede che è lei che spreca tutto quel prezioso materiale!”

“Acciaio, non dire cazzate!”

“Giusto, giusto, lei non lavora, quindi non può sprecare niente! Eheh!”

“Fai di nuovo lo spiritoso e la prossima punizione ti tengo davvero qui fino al Giorno del Giudizio!”

“Ma lei dovrebbe rimanere qui lo stesso a controllarmi, dico bene, signor Generale?!”

Il povero Generale Mustang si passò le dita sulle tempie, come per cercare di scacciare un brutto mal di testa.

“Vai pure, Acciaio!” disse alla fine, rialzando gli occhi sul ragazzo.

Ed rimase fermo per trenta secondi buoni, a fissare il Generale.

“Eh?!?!”

“Sei sordo, forse?!”

“E non urli, ci sento benissimo! È che credo di non aver capito..!”

“Ho detto che puoi andare!”

“Per l'appunto...dove?!

“Affan....A casa, santo cielo! Non ti sarai istupidito, vero?!”

“Certo che no! Ma...sta dicendo sul serio?!”

“Ancora una domanda e ci ripenso!”

“D'accordo, vado! Meglio approfittarne!”

“Appunto!”

Ed tornò alla sua scrivania a raccogliere le sue cose.
Si stava avviando all'uscita, quando si voltò verso Mustang.

“Come mai...posso chiedere..?”

“Non vorrei che la signorina Rockbell pensasse che ti schiavizzo o cose del genere! Già ci sei tu che, ci scommetto, le racconti solo cattiverie infondate su di me!”

Ed era rimasto sulla porta, con gli occhi spalancati dallo stupore.


Era sempre stato così gentile il Colonnello?!


“Va a casa, Ed!”

“Sissignore!” disse infine, abbozzando un mezzo sorriso, prima di sparire dietro la porta.



“Bah” pensò Roy quando fu da solo “Sono troppo buono con lui!”



*********************


“Winry! Sono a casa!”

Nel momento esatto in cui Ed aveva aperto la porta, un dolore lancinante lo aveva colpito.

“Ahia, ahia, ahia! Ma sei impazzita?!” chiese con le lacrime agli occhi il povero Ed.

“Ed?! Oddio, scusami! Non mi ero accorta che fossi tu?!”

“E chi cavolo avrei dovuto essere secondo te?!”

Ed era accasciato a terra, e si stava tenendo la povera testa dolorante.
La brava Winry, infatti, lo aveva scambiato per un ladro, e aveva pensato bene di accogliere il malintenzionato a colpi di chiave inglese (gigante) in testa.

“Scusa, amore! Pensavo fosse un ladro!”

“Un ladro?! Ma come ti è saltato in mente?!”

“Beh, me lo hanno detto tutti che la città è un posto pericoloso, pieno di gente con le rotelle fuori posto!”

“I ladri arrivano di notte! Non alle sette di sera!”

“E chi te lo dice, scusa?!”

“A parte questo, ma non ti ha nemmeno sfiorato l'idea che potesse essere IO?!”

“No” disse lei con assoluta semplicità.

“Come sarebbe a dire “no”?!?!”

“Beh, al telefono hai detto che dovevi lavorare! Ho solo pensato che allora saresti tornato molto più tardi!” disse lei, candidamente.

Ed si stava ancora massaggiando la testa.

“E poi, scusa, se non mi avvisi che torni a casa, io non vado certo a pensare che potresti essere tu!”

Ed sentiva che qualcosa stonava, nel ragionamento della sua ragazza, ma pensò che forse doveva essere per colpa della chiave inglese, per cui lasciò perdere.

“Beh, volevo farti una sorpresa!” disse alla fine, rialzandosi da terra.

“E mi sa che ti è riuscita!” rispose lei, ridendo.


Ed le prese il viso tra le mani e la baciò dolcemente.


“Dimmi che c'è ancora qualcosa da mangiare!” chiese in tono supplichevole quando si furono staccati.

“Ma certo! Stavo giusto per mettermi a tavola!”

“Evviva!”

Ed mollò le sue cose su di una sedia, e si tolse la giacca della divisa, per poi raggiungere Winry in cucina.
C'era un ottimo profumino nell'aria.

“Mmmh! Che cos'hai cucinato di buono?!”

“Stufato, tesoro!”

“Che bello! Mi hai letto nel pensiero! Avevo proprio voglia di stufato!”

I due si sedettero a tavola e presero a mangiare.
Una volta terminato il pasto, Winry impedì a Ed di aiutarla a sistemare.
Visto che era stato il suo primo giorno di lavoro, almeno per una volta poteva concedergli di rilassarsi.

“Grazie mille!” disse lui, sedendosi scompostamente sul divano “Sono proprio stanco!”

“Hai lavorato tanto, oggi?!”

“Beh, c'è di sicuro più lavoro che al Comando del Distretto 14...quel posto sembrava dimenticato da tutti, santo cielo! Ma è tutta colpa del Colonnello, come al solito!”

“Generale!” lo corresse lei, affacciandosi dalla cucina.

“No, ti prego, non ti ci mettere pure tu! Ci ha già pensato quel maledetto Fiammifero per tutto il giorno!”

“Devi imparare ad avere più rispetto per lui, Ed!”

“Mai!” disse lui, risoluto!

“Dai, non dire queste cose!”

“Perché no, scusa?!”

“Con tutto quello che ha fatto per te, un minimo di gratitudine gliela dovresti dimostrare. O almeno, abbi rispetto visto che è il tuo superiore!” Winry aveva finito di rassettare e aveva raggiunto Ed in salotto. Si sedette di fianco a lui sul divano.

Ed le passò un braccio attorno le spalle.

“Non vedo perché dovrei avere gratitudine o rispetto per quello lì!”

“Eddai, Ed!”

“Va bene, va bene! Sto scherzando! Ma scusa...perché ti interessa tanto come mi comporto con il Colonnello? E perché mi tocca parlare di lui anche a casa mia?!”

Winry ridacchiò, accoccolandosi più vicina a Ed.

“Perché è un brav'uomo e tu non lo apprezzi abbastanza!”


Ed l'afferrò per le spalle, staccandosela di dosso.


“Non è che ti sei presa una cotta per lui?!” chiese di botto.


Winry arrossì, ma più per l'assurdità di quella domanda che per altro.

“Ma sei impazzito?!”

“Tu rispondi!” intimò lui, assottigliando gli occhi.

“Ma che vai a pensare, schiocchino!” rispose lei, dandogli un buffetto sul naso “Come ti salta in mente una cosa più assurda?!”

“Perché il maledetto ha l'assurda capacità di far innamorare chiunque di lui. So per certo che ha anche soffiato ben tre fidanzate ad Havoc!” sostenne lui, guardando ancora sospettoso la sua ragazza.

“No, Ed. non mi sono presa nessuna cotta per il Generale Mustang!” disse lei, serissima.

A Ed bastava. Le sorrise e si sdraiò, appoggiando la testa sulle gambe di Winry.

“Ci sarebbe mancata solo questa!” disse piano, una nota di tristezza nella voce.

“Cosa?!” chiese Winry, che non aveva capito.

“No, niente, niente! Parlavo tra me e me!”

“Sei strano, lo sai vero?!”

Ed borbottò qualcosa, vagamente offeso.

Winry invece sorrideva.


Tolse l'elastico che teneva fermi i capelli di Ed e gli disfò la treccia.
Passò le lunghe dita tra quei dorati fili. Winry aveva sempre invidiato Ed per i suoi capelli. I suoi – seppur biondi – in confronto a quella morbida cascata di oro splendente, sembravano mortalmente scialbi.

Probabilmente Winry si era accorta innamorata proprio in una giornata estiva, mentre rimirava uno degli immensi campi di grano maturo, perfettamente dorato, che sorgevano ovunque, attorno alla sua casetta a Reesembool. In quei momenti, riusciva a pensare solo a lui. Solo a Ed.

E adesso era felice perché, in qualche maniera, quelle spighe dorate le appartenevano.

Ed si rilassò, come tutte le volte, nel sentire le dolci carezze dalle mani di Winry.

“Promettimi che non ti innamorerai di lui!”

“Ma certo, Ed. Io amo solo te!”




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Angolo dell'Autrice:

Salve a tutti! ^o^
I'm back!
E le cose non si prospettano molto rosee per il povero Mustang.
Muahahah! Come sono malvagia!

Mustang: Ti odio..!

Lo so, lo so.
Se pensi poi a quello che succederà poi...

Mustang: In che senso?! O_o

Niente, niente, non stare lì a preoccuparti! ^^
Quel che deve accadere accadrà! ^o^

Bene, nel prossimo capitolo, se riesco a scriverlo come penso, ci dovrebbe essere un bel pò d'azione!
Speriamo in bene! ^_^"


Passiamo alle recensioni.
Come credo abbiate capito tutti, palesemente Winry non sta facendo finta per aiutare Ed a far ingelosire il Colonnello.
Mi spiace, so che molti di voi ci speravano, ma lei è cotta cotta.
Praticamente andata.
Speriamo che non torni.
Muahahahah!

Ehm...comunque sia, ringrazio tutti quelli che hanno commentato lo scorso capitolo! (inchino)

- Liris
- Red Robin
- jess_elric
- bianfre
- shikadance
- Betta90
-
Ceci Princessofbooks (benvenuta carissima! ^^)
- FightClub (benvenuto/a anche a te!)


Come sempre, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



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Capitolo 7
*** Capitolo settimo ***




Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopi di lucro.

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CAPITOLO SETTIMO


Il Generale Roy Mustang sbadigliò sonoramente.
Ed era già la quarta volta in meno di cinque minuti.

“Fatto le ore piccole, eh Generale?!” chiese ammiccando il Tenente Havoc.

Mustang lo fulminò con un'occhiataccia.

“Macché! Sono stato qui fino a tardi! Magari fossi stato in compagnia di una bella biondina tutte curve!” disse fintamente malinconico, immaginandosi al contempo la bella biondina con cui avrebbe voluto passare la serata.

Che poi forse, bionda era pure bionda.


Ma non era una donna!


“Colonnello maniaco!” si intromise ad un certo punto Edward.

“Generale! Sono Generale! G-e-n-e-r-a-l-e!” sbottò lui, esasperato.

“Anche sillabandolo, per me è un concetto che non si può certo applicare alla sua persona!” rispose strafottente il giovane Elric.

Il Generale Mustang lo fissò con uno strano sguardo.
Ed lo temeva quando vedeva quella strana luce in fondo ai suoi occhi.

“Bene, Acciaio” disse lui senza scomporsi, in tono mellifluo “Vorrà dire che per fartelo ricordare te lo dovrò marchiare a fuoco da qualche parte!”



La reazione di Ed stupì tutti i presenti.


Edward arrossì.
E non di stizza.


Era chiaramente in imbarazzo.

Roy ridacchiò nella sua testa, al vedere il prode Acciaio distogliere lo sguardo dal suo, e cercare di farsi notare il meno possibile da chiunque.
Il Generale stava gongolando.

Aveva zittito Edward Elric.
Sapeva che avrebbe fatto effetto quella frase!

Dicano pure quello che vogliono, ma quando Roy Mustang colpisce al cuore qualcuno, difficilmente lo si può dimenticare!

Nonostante la stanchezza, la giornata aveva preso proprio una bella piega per lui.


Il Sottotenente Fallman entrò in quel momento nell'ufficio, portando tra le braccia la consueta enorme pila di documenti.

“Da parte del Comandante Supremo!” disse lui, in risposta alla silenziosa domanda che gli occhi astiosi del Generale gli stavano ponendo.

“Che palle!”

“Signore, è il suo dovere!”

“E' una palla comunque!” ribatté lui, pignolo al massimo.

“Ha voluto essere un militare, Generale, ora non pianga sul latte versato!”

“Acciaio, non mi copiare le battute!”

Il Generale afferrò la prima pratica che sbucava dalla pila.

“Ancora?!” chiese alzando il tono della voce “Ma non possono smetterla di mandarmi queste infernali circolari inutili?! Ne ho fin sopra la testa!”

“Signore, abbassi la voce!” disse senza scomporsi Hawkeye.

“Tenente! È di nuovo quella stupida circolare sugli sprechi della cancelleria! Maledetta! Questa è l'ultima vota che ti firmo, parola di Roy Mustang!” disse infervorato, tracciando la sua firma con eccessivo zelo.

Tanto che poco ci era mancato che il foglio si fosse strappato.

“Generale” Hawkeye chiamò l'attenzione del suo superiore.

“Sì, Tenente?!”

“E' arrivato il rapporto dal Comando di Polizia del Quarto Distretto!”

“E che cosa vogliono quei gentili signori?!” chiese sarcastico il Generale.

Non aveva una grande stima degli agenti della polizia...
Diplomaticamente, Hawkeye ignorò il commento.

“La informano che sono riusciti, tramite un identikit, a risalire all'identità dei due Alchimisti che sono stati coinvolti nei disordini di qualche giorno fa nel loro Distretto!”

Il Generale si portò il dito indice sotto il mento, in posa riflessiva.

“Alchimisti che sono stati coinvolti in disordini, dici?!”

Il paziente Tenente sospirò impercettibilmente.

“Sì, Generale. Era stato mandato a fare un'ispezione. Il giorno del temporale, se lo ricorda?!”

“Ah!” esclamò lui, battendosi un pugno sull'altra mano aperta “Sì! Ora ricordo!”

“Bene, signore. La informano che dopo l'incidente non si sono più fatti vedere, ma date le indagini, hanno il forte sospetto che si tratti di appartenenti ad una sorta di Setta Alchemica. È stata messa al bando dal Governo, in quanto in passato hanno messo in pericolo molte persone con le loro azioni, a seguito delle loro credenze. Nonostante siano attualmente ricercati per terrorismo, ultimamente si sono visti spesso in giro, a Central City e anche nelle altre grandi città.”

“Brutta faccenda, Tenente..”

“Sissignore. Per questo hanno scelto lei per andarli a catturare!”

“Hanno scelto me....cosa?!” chiese perplesso il Generale.

“Sissignore. La Polizia ha chiesto l'intervento di un Alchimista di Stato, visto che la faccenda va oltre le loro competenze.”

“Sì, sì, Tenente...ma perché io?!”

“Perché ha accettato, signore!” disse lei, con assoluta semplicità.

Mustang la stava fissando come se non la riconoscesse.

“Potrebbe ripetere, Tenente?!” chiese con calma.

“Sissignore. Lei ha accettato l'incarico!” ripeté lei, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“E, di preciso” Mustang stava cercando di mantenere la calma “Di preciso quand'è che avrei accettato?!”

“Approssimativamente cinque minuti fa, Generale!”

“E perché io non me ne sono accorto?!”

“Perché lei, signore, non sta sufficientemente attento!”

“Potresti piegarti meglio?” stava cercando si stare calmo, ma quello scherzo – e sperava che fosse uno scherzo – lo stava innervosendo.

Con assoluta tranquillità, il Tenente prese in mano la circolare sugli sprechi che il Generale aveva appena firmato.

“Le ho detto mille volte di non firmare qualcosa che non ha letto, signore!”

Mustang le strappò il foglio dalle mani e cominciò a leggere velocemente.
Sotto il titolo Avviso sugli sprechi dei materiali di cancelleria il tono del documento cambiava radicalmente.

Era un modulo per l'assegnazione di missioni particolari.
E recava la sua firma in calce.

Aveva accettato davvero quella missione!
Nella sua mente si fece strada una sola parola.



Nooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!



“Te..Tenente” disse dopo due minuti buoni in cui non aveva spiccicato una parola, restandosene a fissare quel modulo “Sei stata tu a organizzare questo scherzo, vero?!”

“Sissignore. Ma non uno scherzo!”

“Lo sospettavo!” rispose lui mestamente.

“Mi spiace, Signore. Ma aveva bisogno di una lezione!”

“E non c'era un altro modo?!”

“Non altrettanto efficace!”

“Sospettavo anche questo!” sospirò.

Nel frattempo il Tenente aveva estratto da chissà dove la cartelletta completa riguardo il caso che il Generale si stava accingendosi ad affrontare.
Mustang era al limite della depressione.

“Suvvia Colonnello!” esclamò allegro Edward, quando il Tenente ebbe finito di esporre tutto quello che si sapeva sul caso “Almeno non dovrà firmare scartoffie! Non le sorride l'idea di farsi un giro nelle campagne di Central City?!”


Il Generale schioccò le dita.


Non aveva i guanti, per fortuna.
Ma per un attimo Ed sudò freddo!

“Ma è impazzito?!” scoppiò subito dopo “Non lo faccia mai più! Potrebbe dar fuoco a qualcosa!”

“O a qualcuno!” disse lugubre “Non mi provocare, Piccoletto!”

“Non sono un piccoletto!!!”

“Fagiolino!”

“Donnaiolo!”

“Pulce!”

“Pervertito!”

“Goccia di latte!”

“Pedofilo!!!”


“...”

“...”

“...”

“...”

“...”

“No...era così per dire” disse imbarazzatissimo Ed, rivolto ai colleghi.

Si erano tutti fermati all'improvviso per fissarlo, lui e il Generale, nel sentirlo dire certe cose.

Gli altri non ci badarono troppo e si rimisero al lavoro.
Tranne il Tenente, che ancora non aveva finito di spiegare tutto.

“Edward!” disse in tono severo.

Ed deglutì, colpevole come un bimbo pescato con le mani nella marmellata.

“Ti pregherei di non fare certe accuse a voce alta. Qualcuno potrebbe mettere il Generale in una posizione parecchio spiacevole!”

“Chiedo scusa!” per una volta era davvero pentito. Non era più un bambino e sapeva ormai bene come funzionavano le cose nel mondo degli adulti, e specialmente nell'Esercito. E come facilmente uno poteva trovarsi nei guai.

Per fortuna Hawkeye non ce l'aveva con lui.
Tornò a parlagli con assoluta tranquillità.

“E comunque” riprese come se nulla fosse successo “Non trovo che faccia bene a nessuno che voi continuiate a litigare così. Sì, credo che sia stata la scelta giusta proporre Edward come ufficiale di supporto per il Generale!”

I due la fissarono, con le bocche spalancate.

“Eeeeh?!?!”

“Sì, penso che sia la cosa migliore per voi due, affrontare una missione assieme. Sono sicura che vi farà superare le vostre divergenze!”

“Tenente! Da dove viene tutta questa iniziativa personale?!” chiese sbalordito Mustang.

“E perché devo andarci proprio io?!” chiese, a sua volta irritato Edward.

“In quanto sua assistente” rispose rivolta al suo diretto superiore “Devo prevedere tutti i possibili ostacoli ed eliminarli al meglio. I vostri litigi sono un ostacolo al lavoro e questa mi è sembrata la maniera migliore per sistemare tutto quanto! Inoltre, Edward, con la sua firma, il Generale ha accettato anche per te, visto che c'era anche il tuo nome sul modulo!”

Ed prese il foglio che ancora Mustang aveva in mano.
Effettivamente, il Tenente aveva detto il vero.

Maledizione!

Li aveva incastrati per benino!
Li aveva incastrati entrambi alla grande!


“La missione comincerà domani. Ho prenotato due posti sul treno per East City delle 9.00. Secondo le informazioni in nostro possesso, l'ultimo covo noto della Setta è in un paesino poco a est di Central City: la raggiungerete tranquillamente in meno di un'ora di treno. Inoltre, è previsto che agiate in borghese. Bene, è tutto, buona fortuna!” e con ciò il Tenente concluse, lasciando i due poveri Alchimisti in balia degli eventi.




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Angolo dell'Autrice:

Salve a tutti! ^_^

Accidenti! Mi vergogno di me stessa.
Avevo promesso che in questo capitolo ci sarebbe stata azione, e invece non sono riuscita a farcela stare! ç_ç
Sbaglio sempre con le previsioni, uffa!
Non le farò più, finisce solo che inganno voi poveri lettori! Sigh!

Capitoletto abbastanza inutile, ma era necessario per il prosieguo della storia. ^.^"


Ringrazio tutti quelli che hanno commentato lo scorso capitolo! (inchino)
- Ceci Proncessokbooks
- Betta90
- shikadance
- Liris
- Red Robin
- jess_elric (tecnicamente, in realtà nel nemmeno a me Winry sta antipatica...solo che se c'è di mezzo la RoyxEd lei deve a priori scomparire! ^^")


Inoltre oggi porgo i miei ringraziamenti anche a quelli che hanno messo questa fiction tra i loro preferiti! ^_^

1 - antote
2 - Betta90
3 - eLiSeTtA
4 - jess_elric
5 - kei87
6 - Liris
7 - Millennia Angel
8 - punk92
9 - shikadance


Come sempre, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



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Capitolo 8
*** Capitolo ottavo ***



Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopi di lucro.

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CAPITOLO OTTAVO


Roy Mustang stava aspettando davanti alla stazione.
E stava aspettando da almeno venti minuti.
Acciaio era in ritardo.

Perché Acciaio doveva essere sempre in ritardo?!
Dannazione a quel maledetto ragazzino!

Il Generale si era alzato – come si suol dire – con il piede sbagliato, quella mattina.
Tutta colpa della missione che non aveva minimamente voglia di affrontare, e del fatto che lui avrebbe dovuto passare i prossimi giorni (senza nemmeno sapere quanti) in compagnia dal solo Edward Elric.
Il che, ne era certo, avrebbe nociuto gravemente alla sua salute, mentale e fisica!

Mustang alzò per l'ennesima volta gli occhi verso il grande orologio della stazione: le nove meno un quarto.
E il loro treno partiva esattamente in un quarto d'ora.

Il Generale rimase fermo dov'era, ad aspettare.
D'altra parte, non poteva fare nient'altro.

A parte innervosirsi ogni minuto che passava.
Se per colpa di Acciaio perdevano il treno, lui....

“Colonnello!”

Finalmente era arrivato!

“Sei in ritardo, Acciaio!”

“Davvero?!” chiese stupito, per guardare a sua volta l'orologio della stazione.

Niente orologi d'argento, in questa missione.
Troppo riconoscibili!

“Ma che dice? Il treno parte tra cinque minuti!”

“Appunto! Ma la gente normale, di solito arriva un po' prima in stazione!”

“Oh, com'è pignolo! L'importante è salirci sopra!”

“Sei un caso perso, Acciaio!”

“E lei è un rompiscatole!”


Proprio un bell'inizio di missione!



***************************************


I due ufficiali salirono sul treno sferragliante e andarono ai loro posti.
Fortunatamente a quell'ora non c'era molta gente su quel treno, per cui trovarono il loro scompartimento libero così avrebbero potuto parlare della missione senza orecchie indiscrete che ascoltassero.
Comunque, Roy poggiò il suo zaino sulla rete posta sopra i sedili, per poi sedersi comodamente.

“Ehi, ti serve una mano? Ci arrivi?!” chiese divertito – e anche un po' maligno – nel vedere che Ed stava per far cadere il suo bagaglio, nel tentativo di metterlo via.

E nel voltarsi incazzato per rispondergli per le rime, Ed non fece altro che peggiorare la sua precaria posizione, con il risultato di far cadere tutto quanto, lui compreso.
Il Generale non riuscì a trattenersi, e scoppiò a ridere.

“Io la ammazzo!” gridò Ed, da sotto la sua valigia, tentando di spostarla rialzarsi.

Sempre ridacchiando, Roy si alzò, per aiutare il suo scombinato sottoposto.

“Eheheh! Scusa, ma sei troppo buffo!”

“E io la ammazzo lo stesso!”

Ma comunque non rifiutò la mano che il Generale gli aveva porto per aiutarlo.
Rimessosi in piedi, notò che il Generale gli stava ancora tenendo la mano.

Involontariamente arrossì, e cercò di scrollarselo di dosso.

“Ma mi vuole lasciare?!” chiese irritato.

“Che è?!” chiese invece lui, indifferente alle sue proteste, indicando la mano che teneva tra le sue.

Ed inizialmente non capì, ma poi fece mente locale.
Il Generale gli stava tenendo la mano destra.

Quella con l'auto-mail.

“Dov'è il tuo auto-mail?!?” chiese esterrefatto.

La mano di Ed sembrava una mano vera.
Ma questo non era possibile.
Roy era sicuro che il giorno prima Ed avesse ancora il braccio meccanico!

E adesso dove era finito?!

“Ah, giusto, lei non l'aveva ancora visto!” disse lui, riuscendo finalmente a riprendersi la mano.

Si tolse la giacca e fece capire al Generale in mistero.
Indossava quello che sembrava un guanto, lungo fino alla spalla, del colore esatto della pelle del piccolo Alchimista.
Copriva talmente bene il braccio meccanico che dava l'illusione che quell'arto fosse vero.

“Un piccolo esperimento! L'anno scorso mi dovevano mandare in missione sotto copertura, solo che alla fine non se ne è fatto più niente, perché ormai tutti sanno che l'Alchimista d'Acciaio ha le protesi a braccio e gamba. E in piena estate non potevo certo andare in giro con maniche lunghe e guanti! Così ho pensato di fabbricarmi una sorta di seconda pella, per coprire gli auto-mail!” concluse lui, orgoglioso.

“Davvero geniale!” non poté che commentare il Generale.

“Sì...grazie! Peccato che Winry lo odi!”

“?”

“Continua a ripetere che gli auto-mail sono troppo fighi per essere coperti così!”

Roy scoppiò a ridere.

“Ahahah! Proprio un bel tipino la tua fidanzata”

Ed arrossì di botto. Oltre per quello che il Generale aveva detto, anche per come lo aveva guardato.
La malizia fatta sguardo, dannazione!

“La...la smetta di fissarmi così!”

“Così, come?!” chiese lei, senza smettere di ridacchiare.

“La smetta e basta!!!”

Roy sbuffò divertito. Gli diedi una pacca amichevole sulla testa e poi si mise a leggere, facendosi gli affari suoi.
Anche se si divertiva un modo ad imbarazzare Ed e poi stare ad ascoltare i suoi borbottii di protesta.


***************************


Il viaggio era breve, e in poco più di un'ora, i due arrivarono alla stazione di New Ville.
Il realtà era poco più di uno scalcinato paesino di provincia.
I due scesero dal treno, con i loro bagagli.
Ed si mise in testa un cappello a coppola, per nascondere la lunga treccia bionda.
Non fosse stato che probabilmente tutti lo ricordavano come un picc....uno persona poco alta, era davvero molto riconoscibile anche se era cresciuto di parecchi centimetri.

“Accidenti, Acciaio!” fu il commento del Generale “Sembri quasi un ragazzo normale!”

“Vuole arrivare alla fine di questa missione?!” minacciò lui di rimando.

Di nuovo Roy si mise a ridere, per poi incamminarsi lungo la va principale.

E Ed non poté non notare quanto anche il Colonnello (Generale!) sembrasse un'altra persona.
L'aveva visto senza divisa praticamente solo un paio di volte da che si conoscevano. E comunque, era sempre elegante, anche in borghese.
Quel giorno invece indossava abiti molto comuni, un paio di pantaloni e una camicia a quadrettoni, che potevano benissimo essere stati acquistati in un magazzino all'ingrosso.

Ma anche così era dannatamente affascinante.

Ed si riscosse dai suoi pensieri con un sussulto, e per punizione si diede in testa un pugno – e con la mano destra, che era meglio!
Allungò il passo e raggiunse il Generale.

“Allora, adesso che si fa?!”

“Adesso andiamo in quel bar e facciamo colazione”

Ed lo fissò di traverso.

“Siamo in missione e lei pensa a fare colazione?!”

“Acciaio, come sempre sei un idiota!” disse stancamente lui.

“Come sarebb....” ma il Generale non lo lasciò finire.

“In questo sputo di paese, stai certo che tutti sanno tutto di tutti. E il miglior luogo per cavare pettegolezzi alla gente senza insospettire nessuno sono i luoghi pubblici, specie i bar. Per cui adesso, fai il bravo e non mi intralciare nel lavoro!”

“Maledetto Colonnello saccente e prepotente!”

“Come preferisci, Acciaio” disse lui, senza raccogliere la sfida.

Il bar che aveva adocchiato Roy era proprio sulla strada principale ed era abbastanza pieno, anche a quell'ora di mattino. Era quasi tutti vecchietti, ma anche quello era un buon punto di partenza.
Prima di entrare, Roy sussurrò a Ed delle istruzioni.

“Parlo io. Rispondi solo se sei interpellato!”

“Non sono mica un deficiente, che se ne deve stare fermo e zitto!”

“No, ma mi serve che ascolti. Tieni le orecchie tese, poi mi dovrai riferire tutti i discorsi interessanti che sentirai!”

I due entrarono e si andarono a sedere al bancone.
A servire c'era una giovane ragazza, e subito il Generale sfoderò uno dei suoi ammalianti sorrisi (e Ed dietro che sbuffava).

“Buongiorno, signori!”

“Buongiorno a lei, bellissima signorina!”

Lei arrossì subito di piacere e li fece accomodare.

“Che cosa vi porto?!” chiese, affabile.

“Per me un caffè nero e una fetta di quella torta!”

“E per il ragazzo?!”

“Un bicchiere di latte!” rispose Mustang, ridendo.

Sapeva che si sarebbe beccato un pugno in testa, ma ne valeva la pena.

“Ti ammazzo!” sbraitò subito Ed, infatti.

“Ahia!”

“Così impari!”

La ragazza fissò i due, un po' preoccupata.
Roy tornò a concentrarsi su di lei, sorridendo.

“Scusaci! È che mio nipote Edmund è allergico al latte, e io mi diverto a prenderlo in giro!”

La ragazza scoppiò a ridere, e Ed dovette trattenersi per non andare in escandescenza.

“Ahahah! Ma povero ragazzo! Lei è cattivo, signor.....”

“Coleman, mia bella signorina. Posso sapere il suo nome, invece?!”

“Mary!”

“Che nome incantevole!” lei arrossì come un pomodoro.

Ma cercò di darsi un contegno e si rivolse di nuovo a Ed.

“Che cosa ti porto?”

“Un tè e anche io la torta”

“Arrivano subito!” rispose lei, ancora con le gote rosse.

Ed si avvicinò al Generale.

“Ma le sembra il caso?!?!”

“Bisogna essere sempre gentili. E poi ho fatto colpo, le potremo chiedere un bel po' di cose e stai certo che mi risponderà!”

Ed sbuffò. Non apprezzava i metodi dei Mustang, ma sapeva che aveva ragione.

“Ma che cavolo di nomi ha scelto?!” chiese poi.

“Edmund abbreviato è comunque Ed!”

“Grazie! Ma Coleman fa davvero schifo!”

“Ci scommetto che prima o poi ti dimenticherai che siamo sotto copertura e mi chiamerai . E Coleman ci si avvicina!”

Ed lo fissò, sbattendo le palpebre.

“Se le pensa di notte, queste?!”

“Basta improvvisare, Ed. Sei ancora inesperto. Per questo: io parlo, tu ascolti!”

“Ecco qua!” disse Mary, di ritorno con le ordinazioni.

“Grazie!”

I due mangiarono con assoluta tranquillità, nonché con estrema lentezza.
Ed faceva finta di avercela ancora con suo “zio”, per cui se ne stava mezzo voltato da un'altra parte. In questo modo riusciva ad ascoltare quello che dicevano gli altri avventori.

Roy invece continuava a conversare amabilmente con Mary.
Praticamente era già riuscito a farsi raccontare tutta la sua vita.

“Come mai da queste parti? Non vi ho mai visti!”

Ed si girò impercettibilmente. Voleva proprio vedere che cosa si sarebbe inventato il Colonnello.

“Beh, forse ci vedrai più spesso d'ora in avanti. Vedi, Ed e la sua fidanzata vogliono sposarsi e pensavano di andare a vivere in campagna, pur rimanendo vicino a Central City, dove lui lavora. Lo sto accompagnando per vedere quale sarà il posto più adatto per il loro nuovo nido d'amore, e devo proprio dirti che New Ville ci ha fatto davvero un'ottima impressione!”

“Oh!” Mary era totalmente in visibilio e si voltò verso Ed “Davvero ti stai per sposare?! Sei ancora così giovane...eppure così responsabile! Ah, se solo il mio fidanzato fosse così!”

Ed stava tossendo, per essersi quasi strozzato con la torta.
Già gli era venuto un colpo quando aveva sentito il Colonnello parlare così, ma Mary gli aveva dato il colpo di grazia!

“Oh! Tutto bene caro?!” chiese lei, preoccupata, porgendogli un bicchiere d'acqua.

Ed ci mise qualche secondo per riprendersi, poi cominciò a fissare male Mustang.

“Senti un po', zio, perché stai raccontando i fatti miei?!”

“Via, via, Ed! Stavamo facendo conversazione! E poi, visto che probabilmente ti trasferirai qui, mi sembrava cortese dirlo ai tuoi nuovi vicini!”

Il Colonnello si stava divertendo un modo a prendere in giro Ed.
E Ed avrebbe tanto voluto vederlo morto!

“Dimmi, Mary” disse, dopo essersi fissati male per un po' “Sai dunque per caso se ci sono delle case in vendita qui a New Ville?!”

Lei si mise un attimo a pensare.

“Mm, vediamo....sì, mi sembra che ci sia una vecchia casa abbandonata, lungo la strada ovest. Sono anni che nessuno ci abita!”

“Potremmo andare a darle un'occhiata?!”

“Credo di sì...però...”

“Però, cosa?!”

“Dicono che sia infestata dai fantasmi!”

Roy scoppiò a ridere.

“Suvvia, Mary! Non crederai ancora nelle storie di fantasmi?!”

“No, no!” si schermì lei “Solo che un paio di anni fa c'era gente che giurava che da quella casa provenissero delle grida spaventose, proprio come se fossero fantasmi!”

“Oh, ma che strana storia!”

“Sì, ma è solo una storia! Scommetto che due uomini come voi non si lasciano spaventare da niente!”

“Troppo gentile! Ma, a chi dobbiamo rivolgerci, per la casa?!”

“Mm, penso al sindaco. Comunque oggi non c'è. Se volete però vi posso dire come arrivarci, così intanto potete dare un'occhiata!”

“Ti ringrazio davvero molto!”




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Angolo dell'Autrice:

Salve a tutti! ^_^
E' da un pò che non mi faccio viva...
Maledetta scuola!
Non vedo l'ora di dare gli ultimi due esami e poi andarmene in vacanza!

Passando al capitolo.
Niente azione nemmeno qui.
Visto che non ero riuscita a metterla l'altra volta, ho deciso di allungare un pò le cose.
Questo capitolo non l'aveva minimamente previsto, ma sono abbastanza soddisfatta di come è uscito.
Certo, ci sarebbe stato
da lavorarci di più, ma se non lo scrivevo adesso, passava troppo tempo tra un aggiornamento e l'altro! ^_^"
Per cui, spero che vi piaccia!


Ringrazio tutti quelli che hanno commentato lo scorso capitolo! (inchino)

- Red Robin
- Liris
- jess_elric
- Betta90
- shikadance

Grazie davvero, ragazzi, per commentare sempre! ^__^


Come sempre, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



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Capitolo 9
*** Capitolo nono ***



Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopi di lucro.

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CAPITOLO NONO


“Certo che lei ha davvero una bella fantasia!” esordì alla fine Ed, dopo che lui e Mustang erano usciti dal bar, diretti verso la casa che Mary aveva indicato loro.

“Prego?!”

“Per come ha intortato quella povera ragazza! Le ha raccontato una marea di frottole! Non si vergogna nemmeno un po'?!”

“Certo che no, Acciaio!” rispose assolutamente tranquillo il Generale.

“Allora è davvero così per natura: un falso bugiardo!”

Roy si voltò a guardarlo, indispettito.

“Davvero pensi che io sia così?!”

“Di certo non è una brava persona!” rispose di rimando Ed, guardandolo storto “Lei si prende gioco di tutti!”

“Questo non è vero!”

“Ah no?! E che mi dice di tutte quelle voci secondo cui lei avrebbe promesso di convolare a giuste nozze con praticamente metà delle donne di Amestris?! E lo sa che la segretaria del Generale Grumman crede ancora che lei un giorno tornerà a prenderla, per poter vivere insieme per sempre nella – cito testualmente – sua villa padronale, in cima ad una meravigliosa collina verde, che si specchia su di un lago, il cui colore le ricorda quello degli occhi di lei, magnificamente blu?!”

Roy fissò sbalordito il suo compagno.

“Ma come fai a non riprendere fiato nemmeno una volta?!”

Ed arrossì, stizzito.

“E non cambi argomento! Vede quant'è antipatico?!”

“Scusa, è che trovo sempre meraviglioso poterti osservare. Sei davvero la persona più strana che abbia mai incontrato!”

Ed si bloccò in mezzo alla strada.
Mustang non se ne era accorto, ma all'improvviso sentì una sorta di gelo prenderlo alle spalle.
Lentamente si voltò e immediatamente incrociò lo sguardo malevolo di Acciaio.

“Non mi prenda per il culo!”

“Il linguaggio, Acciaio!” ribatté lui, cercando di ignorare l'aura malefica che il ragazzo stava emanando.

“Ma non rompa! Maledetto Colonnello di merda!”

Roy sbuffò, riprendendo a camminare.
Se quello era il primo giorno, non osava nemmeno immaginare che fatica sarebbe stato il resto della missione.

“Su, cammina Acciaio. Non abbiamo tutto il giorno!”

“E comunque” disse quello, rimettendosi affianco il compagno “Non ha risposto alla mia domanda!”

“Perché, tutta quella valanga di parole che hai vomitato prima era una domanda?!”

“Lo vede che è antipatico?!” saltò su lui, ancora infastidito.

Roy gli diede una pacca sulla spalla.

“Solo con te, Acciaio!”

“Ma vada a....”

“E comunque, io non ho mai ingannato - quasi - nessuno!”

Ed lo guardò come se avesse davanti una lumaca gigante.

“Sta scherzando, spero!”

“Io dico alle persone quello che vogliono sentirsi dire. Tutte le donne con cui sono stato – è inutile che mi guardi così, tanto lo sanno tutti e io non ho mai negato di vedermi con molte donne – lo sapevano benissimo tutte che non cerco una storia seria. È la prima cosa che metto in chiaro. Certo, poi ci sono quelle che non vogliono sentire ragioni, che credono sul serio che sarà tutto rose e fiori e coccole per sempre...ma lì è un problema loro!”

“Però da loro false speranze...!” intervenne Ed, ma non più con il tono dispregiativo che aveva usato prima. Si era interessato a quello che Mustang stava dicendo.

“Sono loro che si illudono. Io sono gentile per natura, quindi è normale che poi mi comporti in maniera premurosa...è solo questo che fa illudere!”

“E allora lei la smetta di cercare solo storielle!”

“Sei troppo giovane per capire queste cose, Acciaio!”

“Non sono un ragazzino!” ribatté lui indispettito.

Il Generale si voltò a fissarlo, con un sorriso tirato, e molto, molto triste.
Ed sussultò impercettibilmente a vederlo così.

“Il mondo degli adulti è pieno di pecche, Edward. Questa è una delle mie! E purtroppo non è nemmeno la sola..!”

“Colonnello...”

“Ritieniti fortunato” lo interruppe “Ad avere una ragazza come Winry che ti ama così profondamente. Non lasciartela scappare!”

Mustang tornò a fissare davanti a sé.
In silenzio, Ed lo seguiva, leggermente turbato.

Passarono i minuti e intanto gli edifici del paese cominciavano a diradarsi.
Si stavano inoltrando sempre più nella periferia, tanto che in pochi metri arrivarono a scorgere i primi campi di grano e mais che si stendevano a perdita d'occhio.

“Eccola. Deve essere quella!” esclamò ad un certo punto il Generale, indicando una piccola cascina a poco più di mezzo chilometro di distanza.

Mustang si voltò verso Ed e lo vide pensieroso.

“Che hai?!” chiese, incuriosito.

Ed sobbalzò.

“Ecco...io...”

“...”

“Io...”

“Tu..?” cercò di incoraggiarlo lui.

“Mi stavo chiedendo...a proposito di quello che stava dicendo prima...sul dire alla gente quello che vuole sentirsi dire....”

“Sì?”

Ed, titubante, spostò la direzione dello sguardo lontano da quella del Generale.

“No” disse alla fine “Niente. Faccia finta che non le abbia chiesto nulla!”

Mustang lo fissò perplesso ancora qualche secondo, poi vi rinunziò.
Quel ragazzo era davvero strano alle volte!

“Ok, come preferisci. Adesso però concentrati. Siamo quasi arrivati!”

“E perché dovrei concentrarmi?!”

“Perché quella casa semi diroccata emana puzza di guai!”

Ed lo fissò come a dire “se lo dice lei!” e i due si avviarono.
Percorsero l'ultimo tratto in silenzio, guardandosi attorno, i sensi all'erta, per qualsiasi evenienza.

E ne ebbero ben donde.
Il sesto senso del Generale ci aveva visto giusto!

Arrivati negli immediati pressi dell'abitazione Ed poté scorgere chiaramente qualcuno che passava davanti ad una finestra.
Con un gesto silenzioso lo fece intendere anche al Generale, che subito si acquattò dietro un cespuglio.
Ed gli si avvicinò, per potergli parlare senza alzare troppo la voce.

“C'è qualcuno!”

“Visto!” rispose lui con un bisbiglio.

“Chi può essere?!”

“O qualche ragazzino che sta facendo una di quelle stupide prove di coraggio, oppure gli uomini che stiamo cercando! Anche se sono quasi certo che sia la seconda!”

“Come fa a esserne sicuro?!”

“Le prove di coraggio si fanno di notte!”

Ed ci pensò un attimo, poi diede ragione al superiore.

“Che facciamo?!”

“Dobbiamo avvicinarci. Da qui è impossibile valutare la situazione!”

“Sono d'accordo!”

“Miracolo!”

“Le pare il momento?!” ribatté lui, cercando di non mettersi a urlare.

“Va bene, va bene. Al mio tre, ci avviciniamo!”

Scrutando attentamente le finestre, Mustang decise che quello era il momento migliore per scattare.
Fece un segno a Ed e i due presero a correre a testa bassa, avvicinandosi il più velocemente e silenziosamente possibile.
Fortunatamente non li vide nessuno.
Appiattendosi contro il muro, i due presero a strisciare attorno alle pareti, per vedere se c'era qualche parte della casa da cui avrebbero potuto spiare.
Per loro fortuna, la cantina aveva una piccola finestrella, il cui vetro era rotto.
E le voci delle persone all'interno della cascina si sentivano perfettamente.



*******************************************************************



Alla fine erano riusciti a sentire che in quel posto c'erano tre persone, ma che ne stavano aspettando altre. E parecchie a quanto avevano capito le due spie.
Dopo qualche ora passata ad ascoltare attentamente ogni singola parola che veniva captata, i due si ritirarono, nascondendosi dentro un vecchio capannone non lontano dalla cascina.

“Brutta storia!” esordì, sempre a bassa voce il Generale.

“Ma sono fuori di testa?!” chiese retorico Ed “Vogliono uccidere tutte quelle persone per...!”

“Già...l'aveva detto Hawkeye che erano dei fanatici terroristi...ma non credevo che arrivassero fino a questo punto!”

Ed strinse i pugni dal nervosismo.

“Come...come possono definirsi degli alchimisti?!”

“Lascia perdere Acciaio!”

“Ma li ha sentiti?!”

“Certo che li ho sentiti. Al mondo c'è anche gente come loro e quello che noi possiamo fare è fermarli, a qualunque costo!”

“Oh, questa volta ne sono più che lieto!”

“Bene, mi fa piacere sentirtelo dire!” disse Mustang, sorridendo.

“Allora, come agiamo?!”

Roy si mise una mano sotto il mento, a riflettere con calma.

“Mm...la situazione non è delle migliori...e ci toccherà anche agire in fretta!”

“Quanto in fretta?!”

“Direi stanotte!”

“Così in fretta?!”

“Se quello che ho sentito è vero, i loro compagni arriveranno tra due giorni. Ciò significa che entro domani vorrei avere tra le mai almeno quei tre, in modo da interrogarli ben bene e poter fermare anche gli altri. Inoltre, in questo modo potremmo anche riuscire a far arrivare rinforzi da Central!”

“Tsk! Non c'è bisogno di rinforzi!”

Mustang gli diede un pugno in testa.

“Non fare l'imprudente! Non sappiamo quanti ne arriveranno e noi due da soli potremmo non farcela!”

“Ahia!”

“Quando saranno loro a farti la bua, poi non venire a piangere da me!”


“Piangerete entrambi!”

Mustang e Acciaio si voltarono in contemporanea, ma solo per vedere il guizzo di qualcosa che schizzava davanti a loro.
In meno di tre secondi, erano immobilizzati a terra, legati come dei salami con delle corde trasmutate.

Non se ne erano accorti.

Non avevano sentito che uno degli uomini a cui teoricamente stavano dando la caccia li aveva scoperti, prendendoli in contropiede.
Ora erano loro due le prede.

“Guarda guarda che abbiamo qui! Due ficcanaso!”

L'uomo che stava loro di fronte li guardava con vivo interesse e con un sorrisetto storto di puro scherno.

“Ma no...” tentò Mustang, boccheggiando leggermente a causa della pressione della corda sul costato “Che...che dice, signore?! Stavamo solo guardando la cascina...ci avevano detto che era in vendita e noi...”

“Ma racconta le tue stronzate a qualcun altro, Generale Mustang!”

Roy abbandonò immediatamente il tono sottomesso che aveva usato nella speranza di farsi liberare, e riacquistò il suo ghigno alla Roy Mustang.

“Copertura saltata?”

“Già. Mi dispiace per te, ma sei un po' troppo famoso da queste parti per passare inosservato!”

“Oh, ma che onore che un teppistello di provincia come te mi conosca!”

L'uomo abbandonò il sorrisetto e senza pensarci due volte gli rifilò un calcio nello stomaco.
Roy tossì, sputando sangue.

“Sarai anche un pezzo grosso nella tua città, ma qui non vali un cazzo. Specie legato e senza i tuoi preziosi guanti...e senza i tuoi uomini pronti a pararti il culo!”

“Ci sono io, idiota!”

L'uomo aveva completamente ignorato Ed, che nel frattempo era riuscito a liberarsi dalla corda, segandola con l'auto-mail.
Correndogli incontro, gli saltò addosso per atterrarlo con il suo peso, visto che era molto più piazzato di lui.
Fortunatamente la sua mossa a sorpresa ebbe effetto.

“Si muova, Colonnello inutile!” gridò poi al compagno, mentre cercava di tenere fermo il nemico.

“Le...le corde...!”

Ed sbuffò.
Batté le mani e trasmutò le corde che avvolgevano il Colonnello per usarle a sua volta per immobilizzare l'uomo che faticosamente stava cercando di trattenere.

Intanto, il rumore della colluttazione aveva attirato anche i compagni del terrorista, che Ed sentì accorrere.
Sfilandosi velocemente il guanto, trasmutò il suo braccio meccanico il una lama, pronto a combattere.

“E non mi dica che si è scordato a casa i guanti!” chiese in un momento di dubbio al Generale.

“Ma per chi mi prendi?!” rispose piccato questo, estraendo dalla tasca dei pantaloni i suoi fedeli guanti bianchi.

“Sono solo in due! Abbatteteli! Abbatteteli!” intanto l'uomo legato a terra gridava, evidentemente rivolto ai compari.

“Ma stattene zitto!” e Ed trasmutò anche un bavaglio per non farlo parlare.

Dal di fuori, provenì un lampo azzurrino.
Di sicuro una trasmutazione alchemica.

“Voi, la dentro!” li chiamò una voce oltre la porta “Abbiamo bloccate tutte le uscite! Arrendetevi!”

“Tsk! Sperano davvero di bloccarci così?!”

“Niente colpi di testa, Acciaio!” lo ammonì Mustang.

Poi alzò la voce per farsi sentire anche da fuori.

“Abbiamo il vostro compagno. Consegnatevi a noi e non vi faremo nulla!”

Si sentirono delle risate, che pian piano si spensero.

“Ok. Ora apriremo un varco. Possiamo trattare!”

Nella testa del Generale si fece immediatamente strada una parola.
Mentono!
Conosceva bene quel tono di voce: non avevano nessuna intenzione di negoziare. Gente come loro non tratta con nessuno.

La mente del Generale avvezza a questo tipo di cose, ad avere a che fare con questo tipo di persone, aveva già fatto una stima più che veritiera della situazione. Solo che non fu veloce allo stesso modo ad agire.
Non riuscì a fare in tempo ad avvertire Acciaio.

Non aveva il tempo di dirgli che il loro ostaggio sarebbe stato ucciso dai loro stessi compagni.
Non aveva il tempo di dirgli che era una trappola: che mentre veniva aperto un varco per “negoziare”, alle loro spalle se ne creava un altro, per poterli colpire a tradimento.
Non aveva il tempo.



Riuscì solo a mettersi lungo la traiettoria del proiettile, prima che questo colpisse il cuore di Ed.




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Angolo dell'Autrice:

Salve! Eccomi di nuovo tra voi!
Finalmente le cose si stanno un pò movimentando!...

Roy: UN PO'?! Ma se mi hai fatto sparare!!!

Dettagli, carissimo Colonnello.
Comunque sia, nemmeno questo capitolo mi soddisfa troppo.
Mannaggia, mannaggia, mannaggia!
Ho troppe cose da fare! Non riesco a concentrarmi come si deve quando mi metto a scrivere!
Se anche voi ritenete che questo capitolo faccia schifo, ditelo pure, che non mi offendo!
Va beh...spero che dalla settimana prossima le cose vadano meglio...e che anche questa fiction torni ai livelli dei primi capitoli!


Passiamo alle recensioni.
Ringrazio tutti quelli che hanno commentato lo scorso capitolo! (inchino)

- RedRobin: Ti farò diventare yaoi fan, stanne certo...MUAHAHAH! No, scherzi a parte. Sono felice che anche quel capitolo improvvisato ti sia piaciuto! Nonostante gli errori...dannazione! Sono un danno! Sono leggermente dislessica, per cui leggo e rileggo tutto quello che scrivo almeno tre volte. Solo che come avevo già detto, lo scorso capitolo l'ho scritto e postato subito. Perdonate gli errori, dunque!

- shikadance: Ahahah! Povera illusa che credi che Ed stia ancora tentando di far ingelosire il Colonnello! No, scherzi a parte, se non sbaglio come al solito le previsioni, nel prossimo capitolo FORSE qualcosa della loro situazione sentimentale viene chiarita...sempre che Mustang non crepi prima!
Roy: EHI! Ma io sono il protagonista in questa storia! >o<
Beat: Dettagli. Solo dettagli! V__V

- jess_elric: Grazie mille! ^//^ Aaaah! me arrossisce quando sente tutti questi complimenti! Alla prossima! ^__^

- Liris: Non sai quanto io voglia andare in vacanza! ç__ç sono sempre incollata al computer per questi maledetti progetti e non ne posso più! sigh sigh! Comunque la scena del latte era davvero scontata...ma Mustang non ce la fa proprio a non prendere in giro Ed! ^_^ eheh! che carini!

- Betta90: Grazie dei complimenti! In effetti Ed è tremendo..! Alla prossima! ^_^

- Ceci Princessokbook: Edmund in effetti è davvero triste come nome! Grazie della tua recensione! ^__^
Ah, e grazie anche per la recensione all'altra mia fiction "Accetteresti il peso della sua perdita?". Ho visto che l'hai commentata e che mi hai fatto una marea di complimenti! °///° mi hai lasciata assolutamente sconvolta!
^___^ Grazie mille!


Come sempre, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



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Capitolo 10
*** Capitolo decimo ***



Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopi di lucro.

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CAPITOLO DECIMO


Mustang avvertì un dolore lancinante trafiggerlo come un pugnale incandescente.
Istintivamente si portò subito una mano all'altezza della ferita, per tamponare il sangue che già stava uscendo.
Il dolore era davvero molto forte, ma il Generale si costrinse ad ignorarlo: non poteva certo permettersi di perdere conoscenza.

“Colonnello!”

Aveva mai sentito nella voce di Acciaio tanta preoccupazione per lui?
Purtroppo no.
Se fosse stato in un'altra situazione avrebbe di certo molto apprezzato.
Ma ora non aveva il tempo nemmeno per pensare a qualcosa che non riguardasse la sua stretta sopravvivenza o il suo avversario.

Snap.

Una scintilla partì dal suo guanto alchemico, e andò a colpire la paglia che ricopriva il pavimento del capanno, sotto i piedi del suo attentatore.
Questa prese subito fuoco e in meno di una manciata di secondi le fiamme erano già alte.

Una fitta fece piegare in ginocchio il Generale, la vista annebbiata.

Non vide che il suo nemico aveva evitato in qualche modo le fiamme, e che ora si stava dirigendo dritto verso di lui, arma in pugno, pronto a finirlo.
Se non fosse stato per Edward, probabilmente non si sarebbe salvato.
Il giovane Alchimista infatti aveva captato con la coda dell'occhio quello che stava per accadere al suo superiore.
Sbarazzandosi momentaneamente del suo avversario, era corso a proteggere Mustang.

Doveva proteggerlo.
Come aveva fatto il Generale per lui.

Muovendosi come suo solito in maniera molto sciolta, era riuscito con solo un paio di movimenti a neutralizzare la pistola che l'uomo teneva in pugno e ad assestargli un bel colpo in faccia. E si premunì di colpirlo con l'auto-mail!
Sbarazzatosi di lui, Ed corse da Mustang.

“Colonnello!” lo chiamò a gran voce “Colonnello!”

“Acciaio...!”

“Dobbiamo uscire di qui!” riprese lui, allarmato dalle fiamme che si stavano ampliando sempre più

“Si alzi, forza!” cercò di incoraggiarlo, impaziente e preoccupato.

Ritrasmutò l'arto meccanico nelle sue solite sembianze, e lo passò sotto le braccia de
l Generale per aiutarlo ad alzarsi in piedi.
Con grande sforzo, Mustang si alzò, appoggiandosi stancamente a Edward.

Celermente, per quanto la situazione lo permettesse, i due uscirono dal capanno infuocato.
Erano quasi giunti in salvo, quando uno dei due uomini che Ed aveva messo al tappeto non si rialzò, pronto a gettarsi nuovamente su di loro.

Ed, impacciato a causa del peso del Generale che stavo sostenendo, ebbe un attimo di terrore, non sapendo che fare.
Fortunatamente, Roy invece non si fece prendere dal panico.
Di nuovo schioccò le dita e un muro di fuoco di levò tra loro e il nemico.

Pochi passi ancora e furono al sicuro.
Ed fece adagiare al suolo Mustang, per poi di nuovo mettersi in posizione di guardia, pronto ad affrontare di nuovo i nemici.

“Non...non ti preoccupare, Acciaio! Non usciranno di lì!”

“Sono Alchimisti, Colonnello! Il fuoco lo spengono come niente!” lo rimproverò lui.

Roy tentò di ridacchiare, ma questo non fece altro che causargli una nuova fitta alla pancia.
Ed si era subito precipitato da lui, per vedere in che condizioni versava.

“Sto...bene...sto bene!”

“Non mi sembra proprio, Colonnello!” rispose lui, allarmato.

Il sangue stava imbrattando gli abiti sempre più.
Ed voltò la testa dalla ferita del Colonnello al capanno, dal capanno al Colonnello, non sapendo che pesci pigliare.
Mustang avvertì la sua preoccupazione e tentò di rassicurarlo.

“Fidati! Non usciranno di lì!”

“Come fa ad esserne sicuro?!” chiese lui, un nota di isterismo nella voce.

“Quelle fiamme le controllo io! Possono anche essere Alchimisti, ma non credo proprio che riusciranno a battermi!”

Ed guardò la mano sinistra del Colonnello.
Quel guanto era ancora immacolato, e il cerchio alchemico ricamato sopra mandava una tenue luce azzurrina, segno che la trasmutazione era ancora in corso.

“Quanto può tenere acceso il fuoco?!” chiese, riprendendo la dovuta calma Ed.

“Finché ce la faccio..!” rispose con un sorriso storto lui.

Si stava sforzando.
Si stava sforzando davvero molto, per mantenere attiva la trasmutazione, per restare sveglio, per non morire.

“Acciaio! Va in città, chiama aiuto!”

“Sta scherzando, spero! Io non la lascio!”

“Vai! È un ordine!”

“Disobbedisco!”

“Vai!”

“NO!”

Mustang fu colpito da una nuova fitta e si trovò su un fianco, tenendosi la pancia.
Le fiamme ebbero un momento di incertezza, si abbassarono timidamente.
Faticosamente Roy riprese il controllo, e anche il fuoco riprese a brillare vivido nel cielo azzurro, appena macchiato da qualche nuvola bianca.

Ed si buttò letteralmente su di lui.
Delicatamente, lo fece voltare schiena a terra, facendogli appoggiare la testa sulle sue gambe.
E intanto la sua mano umana era andata ad aggiungersi a quella del Colonnello, premendo sulla ferita sanguinante.
Roy era ansimante, gli occhi socchiusi e una smorfia di dolore dipinta sul volto.

“Vai...” mormorò “Vai...a chiamare...aiuto!”

“No! Non la lascio! Ormai il fumo si vede anche dal paese! Non c'è bisogno che io vada! Non posso lasciarla sola!”

Mustang sbuffò.
Maledetto testardo di un Acciaio!
Solo che aveva ragione, per cui non replicò più.

“Allora...ti prego...cerca di tenermi sveglio!”

“Certo!” rispose lui, con un sorrisetto “La devo prendere a schiaffi, per non farla dormire?!” chiese, mascherando con l'ironia la profonda preoccupazione che lo stava attanagliando in quel momento.
Roy si concesse un sorriso.

“Basta...che parliamo...!”

“D'accordo...di cosa vuole che parliamo?!”

Ed si sforzava di sorridere, ma era sempre più preoccupato.
Mustang era sempre più pallido e sempre più madido di sudore.

“Cosa volevi chiedermi prima?!” domandò lui, chiaramente riferendosi a quanto era successo quella stessa mattina.

Ed arrossì per un attimo.

“No...niente, davvero! Era una sciocchezza!”

“Volevi sapere...se...se ti ho mentito...tre anni fa?!”

Ed distolse lo sguardo.
Sì, dannazione!
Era quello che voleva chiedere, ma di cui aveva paura per la risposta.

“Un...un argomento vale l'altro, Colonnello! Parliamo di....”

“...di questo, Edward! Parliamo di questo!”

Ed sentì il viso incandescente, e non per il fuoco che scoppiettava a pochi metri da loro.

Il Colonnello lo aveva chiamato Edward.

Dio!
Perché doveva avere sempre quella reazione quando si sentiva chiamare così da lui?!
Perché distoglieva lo sguardo?
Perché arrossiva come una scolaretta?
Perché il cuore cominciava a battergli forte?

Quando era più giovane, aveva sempre sperato che il Colonnello di cui si era innamorato lo chiamasse per nome, invece di quel freddo e ironico appellativo che era “Acciaio”!

Ma ora?
Perché gli faceva ancora quell'effetto?!

“Va...va bene, Colonnello!” si trovò ad acconsentire, alla fine.

Aveva una paura tremenda di quello che avrebbe potuto sentirsi dire, ma come al solito non riusciva a negare niente al Colonnello...specie se lo chiamava per nome.

“Mi...mi ha mentito?!” chiese, il tono di voce assolutamente piatto.

“No. Non ti ho mai mentito!”

Un gemito strozzato si fermò nella gola di Ed. Chiuse gli occhi, sentendo le lacrime che premevano contro le palpebre.

“Era vero che ti volevo bene. Era vero che ho sempre voluto proteggerti. Era vero tutto...!”

“E...e adesso...?!” chiese quasi in un sussurro.

“Adesso non ti voglio bene...”

Ed sentì che il cuore mancava un battito.
A anche quello dopo.

“...adesso mi sono innamorato di te!”

Ed spalancò gli occhi. Subito con lo sguardo cercò quello del Colonnello.
Lo stava guardando, un sorriso sereno e sincero sulle labbra.
Ed non riusciva ad articolare nemmeno una parola.

“Pensavo che in questi tre anni le cose sarebbero cambiate...ma non avrei mai immaginato in questo modo. Quando ti ho rivisto...alla stazione...ho capito che non era più affetto quello che potevo provare per te...”

Ed non ci provò nemmeno a trattenere le lacrime.
Stille salate gli scivolarono lungo le guance copiose come non lo erano da tempo.

Faticosamente, Mustang alzò un braccio verso il viso di Ed, per asciugargli le lacrime.

“Non...non piangere...Edward...!”

Ed singhiozzò, sempre più forte.
Il braccio di Roy ricadde pesantemente a terra.

Ed lo guardò un attimo con puro sgomento.
Acciaio gridò, disperato. Chiamò a gran voce, verso il cielo, sperando che qualcuno sentisse le sue grida d'aiuto.
E di nuovo si gettò praticamente addosso a Roy.

“No, la prego! Resti con me! Non muoia!”

Ed strinse la sua mano attorno alle dita del Colonnello, perché continuasse ad avere un appiglio.





********************************************************************************

Angolo dell'Autrice:

Salve a tutti!
Scusate il capitoletto un pò corto, ma come potete vedere è stato abbastanza intenso!

Roy: Intenso?! STO MORENDO!

Già...e chissà se sopravviverai!

Roy: COSA?! O__O

Bando alle ciance.
Siamo quasi alla fine.
^__^
Ci si vede al prossimo capitolo!


Ringrazio tutti quelli che hanno commentato lo scorso capitolo! (inchino)

- shikadance: I sensi di colpa di Ed! O_O santo cielo mi sono dimenticata di mettere i suoi infiniti sensi di colpa!
Noooooo! Che sbadata! V_V accidenti, la fiction mi ha preso la mano e non ho trovato dove inserirli!
Vabbè, mi sa tanto che li metterò nel prossimo! ^_^"
Muahahahah! Che capitolo bastardo, questo! Roy morente che si dichiara al suo amato Fagiolino! Ihih! Chissà la risposta di Ed! Beh...sempre che non crepi!
Roy: E smettila di menar sfiga! >o<
Comunque sia, sono felice che anche lo scorso capitolo ti sia piaciuto! Continua a seguirmi!

- Liris: Il Legume questa volta è stato messo in seria difficoltà! Muahahah! Le dichiarazioni di persone morenti sono sempre le più bastarde! Eheh! ^_^ e come vedi, Roy è messo sempre peggio! ^o^ Viva la suspance!

- RedRobin: Carissimo! Grazie dei complimenti! Se continui a lusingarmi, può anche darsi che rinunci alla tua conversione! Muahahahah!

- Betta90: Bah, chi mi conosce sa che di solito tronco i capitoli in maniera drammatica! ^^ Eheh! come puoi vedere anche in questo! Ah, che bello fare la bastarda! E poi, ormai è un assioma: Roy si deve SEMPRE ferire per proteggere Ed.
Chiunque scriva di questa coppia ad un certo momento deve farlo finire male...o comunque non bene!
Povero Roy, non è poi così conveniente stare con il Fagiolino! ^_^"

-jess_elric: In questo invece hanno parlato proprio! *_* belli, vero?! Grazie della recensione, alla prossima! ^o^


Come sempre, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



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Capitolo 11
*** Capitolo undicesimo ***



Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopi di lucro.

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CAPITOLO UNDICESIMO


Roy Mustang si svegliò.
La testa girava un pochino e sentiva le palpebre pesanti.
Ma si costrinse lo stesso ad aprire gli occhi.

La prima cosa che vide fu un soffitto assolutamente anonimo.
Bianco, con qualche crepa qua e là.

Provò a mettersi seduto, ma non aveva molta forza e nemmeno facendo leva sulle braccia riuscì a spostarsi dalla posizione in cui era.
Si abbandonò stancamente sui cuscini, richiudendo gli occhi.
Fu svegliato di nuovo dal rumore di una porta che si apriva.
Stancamente voltò la testa in direzione del suono e vide un donna di mezza età che gli si avvicinava.

“Buongiorno Generale! Finalmente si è svegliato!” lo salutò, pacatamente.

“Dove sono?!” chiese, ancora intontito e senza la minima idea di dove fosse.

“Siamo all'ambulatorio di New Ville. Le hanno sparato, si ricorda?!”

Improvvisamente Roy avvertì un leggero bruciore alla pancia e si ricordò subito quello che era successo.

“Non si preoccupi” lo rassicurò la dottoressa “Ha perso molto sangue, ma la pallottola non ha leso organi vitali!”

Roy sospirò.
Non era la prima volta che gli sparavano ma, fortunatamente per lui, gli era sempre andata bene.
Sperò che quella misteriosa fortuna non lo abbandonasse mai!

Roy avrebbe voluto chiedere ancora molte cose, ma era ancora debole, e gli occhi non ne volevano sapere di stare aperti.
La dottoressa lo vide e si premurò di uscire dalla stanza.

“Si riposi ora. Stasera dovrebbero arrivare dei suoi colleghi!”

Con un filo di voce, Mustang la ringraziò e di nuovo si lasciò andare al torpore del sonno.


*****


“Ehilà, vecchio mio! Come butta, fratello?!”

Roy si svegliò di soprassalto, schioccando istintivamente le dite – che per fortuna di Hughes, non portavano i guanti alchemici.
Perché era proprio il Colonnello Maes Hughes che lo aveva svegliato di botto, praticamente urlandogli nelle orecchie.

“Maes!” lo trucidò con lo sguardo “Ti sembra il caso?!”

“Sei tu che sei un pelandrone! Sono tre giorni che dormi, e non volevi nemmeno svegliarti per salutare il tuo migliore amico?!”

“Se tu davvero fossi mio amico non mi avresti svegliato in quella maniera!” la frase l'aveva pronunciata in crescendo, e l'ultima parte l'aveva praticamente urlata.

Solo che quello gli aveva causato una leggera fitta alla pancia, e ora il povero Mustang si trovava a rotolarsi sul letto dal dolore.

“Non urlare in quella maniera, che fa male alla salute!”

“I...miei...guanti! Datemi i miei guanti che lo incenerisco!!!”

“Come sei scortese!”

Poi Hughes sorrise e si sedette di fianco al letto del paziente.
Gli diede un'affettuosa pacca sulla spalla, passando ad un tono di voce più serio.

“Felice di vedere che sei ancora vivo!”

“Grazie!”

“Come stai?!”

“Abbastanza bene...tutto sommato!”

“Anche sta volta te la sei cavata! Qualcuno lassù ti vuole bene!”

“Eh, sai com'è! Anche le angiolette faccio innamorare!”

“A proposito di biondi angioletti...!” Hughes approfittò dello spunto, con un enorme sorrisone malizioso.

“Eh?!” chiese, capendo e non capendo Roy.

“Che hai combinato al povero Fagiolino?!”

“Per...perché me lo chiedi?!”

“Perché aveva una faccia!”

“Beh, gli stavo morendo tra le braccia...anche tu ti saresti spaventato!”

“No, mio caro, non me la dai a bere! Ho parlato con Ed e appena ho fatto il tuo nome è diventato rosso peggio di un'aragosta bollita! Altro che spavento, qui c'è sotto dell'altro!”

“Sei un ficcanaso, Maes!”

“Al tuo servizio, Roy!”



********************************



Edward Elric stava camminando a testa bassa per i corridoi del Quartier Generale di Central City.
Aveva in mano il suo rapporto da consegnare al Generale Hakuro, riguardo la missione che aveva appena portato a termine.
Alla fine, aveva chiamato rinforzi ed era riuscito a catturare praticamente tutti gli affiliati della Setta Alchemica, che poteva dirsi definitivamente debellata.
Svogliatamente, bussò alla porta dell'ufficio del Generale, che lo accolse con la sua solita faccia arcigna.

“Ecco il mio rapporto, Generale!”

“Molto bene, Maggiore Elric!”

“C'è altro che posso fare per lei?!” chiese, anche se nella sua testa stava già pensando a dove sarebbe dovuto andare subito dopo.

“No, grazie!”

Ed fece un mezzo inchinò e si avviò verso l'uscita.

“Ah, solo una cosa, Maggiore. Ha notizie del Generale Mustang?”

Ed trasalì un attimo, ma cercò di mascherarlo alla meno peggio.

“Il Colonnello Hughes ha telefonato per dire che si è svegliato. Ormai è fuori pericolo!”

Ed non ne era sicuro ma credette seriamente di aver visto un'ombra di delusione sul volto del Generale.
Beh, che ad Hakuro non stesse simpatico Mustang, era di dominio pubblico, ma addirittura fare quella faccia nel sapere che sarebbe sopravvissuto...!

“Posso andare ora?!” chiese, leggermente stizzito Ed.

“Certo. Buona giornata Maggiore!”

“A lei!”

Ed uscì, premurandosi di chiudere la porta con la violenza che gli era concessa senza apparire maleducato.

Tornò velocemente nel suo ufficio.
Certo che in quei giorni, senza il Colonnello tra i piedi, era davvero un posto triste.
Senza contare che c'era una puzza di fumo incredibile.
Havoc ne approfittava fintanto che non c'era Mustang a sgridarlo!

Ed sospirò, per la millesima volta quell'oggi.
Si sedette alla scrivania, finendo di firmare alcune carte.

“Edward!” lo chiamò il Tenente Colonnello Hawkeye.

“Sì, Tenente?”

“Vai a casa, Edward!”

“Devo ancora finire di firmare queste!”

“Non ti preoccupare, finisco io qui!”

“No, davvero, non è un problema!”

“Edward sono un tuo superiore. Potrei ordinartelo, ma non intendo approfittare della mia posizione.” rispose con assoluta semplicità lei.

Ed sospirò, di nuovo.

“D'accordo!”

Riza si concesse un piccolo sorriso.

“Hai lavorato un sacco in questi giorni. Te lo meriti un po' di riposo!”

Ed annuì, non troppo convinto.
Prese le sue cose e si diresse verso la porta.

“Edward, un'ultima cosa!” e gli porse un foglio.

Ed lo afferrò. Lo lesse e poi guardò stupito la donna che aveva di fronte.

“Che significa?!”

“Permesso di congedo di due giorni!”

“Non l'ho richiesto!”

“Te lo concedo io!”

“Ma...?”

“Vai a trovare il Generale, Edward!”

Ed abbassò gli occhi.
Non se la sentiva proprio di affrontarlo.
Riza sembrò capire perfettamente e di nuovo gli rivolse un sorriso.

“Prima o poi lo incontrerai. Tanto vale affrontare subito il problema, non ti pare?!”

Ed sospirò per l'ennesima volta.
Prese il permesso e lo mise in una tasca della divisa.

“Ci vediamo tra tre giorni, Edward!”

“Grazie” mormorò il ragazzo, prima di uscire.



********************


“Winry! Sono a casa!” si annunciò ad alta voce, una volta varcata la soglia.

“Oh, bentornato Ed! Hai finito presto oggi!”

“Sì!”

“Come è andata?!” gli domandò, comparendogli davanti.

Doveva essere arrivata dalla cucina, perché indossava il grembiule.

“Bene, bene!”

“E...hai notizie del Generale?” chiese lei, ansiosa.

Ed distolse lo sguardo da lei, inconsapevolmente.

“Hughes ha detto che si è svegliato. È fuori pericolo!”

Winry sospirò di sollievo, andandosi a sedere sul divano, accanto ad Edward.

“Oh...come sono sollevata!”

“Già...”

“Perché fai quella faccia, Ed?!” chiese lei, preoccupata.

Ed era strano.
Da quando era tornato dalla missione, era strano.
All'inizio aveva pensato che fosse perché non si sapeva ancora se il Generale Mustang ce l'avrebbe fatta. Ma ora che sapevano che era fuori pericolo, Ed sembrava ancor più strano di prima.

“Che hai Ed?!” chiese di nuovo, alla risposta nulla del ragazzo.

“Niente, Winry. Non ti preoccupare!”

La ragazza gli passò le braccia attorno al collo.
Lo abbracciò, per dargli conforto.

“Io sono qui, Ed. se hai bisogno di sfogarti per qualsiasi cosa...hai sempre me. Lo sai vero?!”

Winry si scostò, per poterlo guardare negli occhi.
Poggiò la sua fronte su quella di lui.

“Che ti succede, Ed?!”

Winry poté leggere il terrore negli occhi del ragazzo.
Non sapeva perché, ma era a sua volta spaventata.

“Ed...?!” chiese, titubante.

Edward l'afferrò saldamente per le spalle, stringendola a sé.

“Winry...!” la chiamò debolmente, scosso dai singhiozzi.

Poche persone potevano vederlo piangere, e di sicuro Winry era una di queste.
Per questo Ed non si fece problemi a lasciare che le lacrime scendessero libere.
Winry lo abbracciò, cercando di trasmettergli tutto l'affetto che poteva.

“Sono qui, Ed. Sono qui!” non capiva perché Ed si comportava così, ma lo consolava lo stesso.

Ed la scostò da sé quanto bastava per poterla baciare.
Un bacio disperato e irruento, bagnato dalle calde lacrime di Edward.





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Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti! ^_^
Eccomi di nuovo a voi con un altro capitolo di questa storia!
Con la partecipazione straordinaria di Maes Hughes! (applausi!)
Io adoro quell'uomo! Maledetta Harakawa! ç__ç Come ha potuto farlo morire?!?!

Bando alle ciance, mi duole avvisarvi che il prossimo sarà l'ultimo capitolo di questa fiction!
Tristi?!
Sì, anche io! ç__ç
Ma non disperate!
Finita questa, ne comincerà un'altra.
Che precisamente sarà: "Si sta come d'Autunno sugli alberi le foglie"

Passiamo ora alle recensioni.
Ringrazio tutti quelli che hanno commentato lo scorso capitolo! (inchino)

1- jess_elric: Visto che non è morto?! ^_^ La sua fortuna sfacciata l'ha aiutato anche sta volta! (sospiro di sollievo!).
Grazie della tua recensione! Alla prossima!

2- Red Robin: Spiacente, ma non puoi negare
quella santa istituzione che è la RoyEd! Muahahahah!

3- Ceci Princessofbooks: Non mordere il monitor! Tu ti fai male e lui si rovina...e poi non potrai più leggere come va a finire la storia! Eheh! Alla prossima, e grazie della tua recensione! ^_^

4- shikadance: Ahahahah! La tua ipotesi di come Ed potrebbe lasciare Winry è stata spassosissima! Eheheh! Grazie della recensione. Nel porssimo vedremo le reazioni del nostro Fagiolino preferito! ^o^

5- Betta90: E chi lo dice che deve per forza dire di sì?! Muahahahahahah! ^__^ Alla prossima!

6- Liris: Ah...come vorrei starci io sulle gambe...però di Mustang! ^//^ Vabbè, come vedi è sopravvissuto! Grazie! ^_^


Come sempre, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



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Capitolo 12
*** Capitolo dodicesimo (ultimo) ***



Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopi di lucro.

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CAPITOLO DODICESIMO (ultimo)


Era da poco sorto il sole.
Ed lo vedeva attraverso le tende tirate non troppo bene.
Tra poco Winry si sarebbe svegliata.
La ragazza si svegliava presto la mattina.
Era sempre stava mattiniera e all'inizio della loro convivenza – di fatto oltre due anni addietro – questa era stata una delle cose che Ed aveva più apprezzato.

Lui, dormiglione assoluto, faceva sempre una fatica del diavolo a svegliarsi.
E visto che in ufficio cominciavano sempre troppo presto per i suoi gusti, era più che felice che Winry si occupasse del suo risveglio affinché non arrivasse tardi.

Solo che quella mattina, Ed era già sveglio.
O meglio, non si era proprio addormentato.
Winry invece era caduta addormentata subito dopo che aveva fatto l'amore.

Se così si poteva chiamare quello che avevano fatto la sera prima!

Perché la rabbia repressa, insieme a dolore e frustrazione, colpa e desiderio, che Ed aveva lasciato sfogare con i più bassi istinti animali, certo non si poteva chiamare “fare l'amore”.


Silenziosamente, Ed sgusciò fuori dal letto.
Andò in bagno a darsi una veloce sistemata, per poi vestirsi e preparare uno zaino.

Lentamente Winry si svegliò, stiracchiandosi come un gatto.

“Oh, Ed! Buongiorno! Come mai già sveglio?!” chiese con un sorriso divertito.

“Devo partire presto!”

“Partire?!” chiese perplessa Winry, che credeva di non aver capito.

“Sì, scusa se non te l'ho detto ieri. Mi hanno dato un permesso. Vado a trovare Mustang!”

“E parti adesso?!” chiese lei, un po' imbronciata.

“Scusami” ripeté lui.

La ragazza si sporse verso di lui.

“Almeno dammi un bacio, prima di partire!” disse candidamente lei.

Ed la fissò, quasi con le lacrime agli occhi.


Perché?! Perché?! Perché?! Perché?! Perché?!



Perché era tutto così stramaledettamente difficile?!

Ed amava Winry.
La amava con tutto se stesso.

Maledizione!

“Che c'è, Ed?!”

“Winry!” la chiamò lui, senza però guardala in faccia “Mi chiami per favore per nome...il nome per esteso...!”




**********************************



Roy Mustang si era svegliato decisamente più in forma del giorno precedente.
Stava recuperando le forze e questo non poteva che metterlo di buon umore.

Sentì qualcuno che bussava alla sua porta e rispose con un “Avanti” decisamente energico.

“Oh, mi sembra che stia proprio meglio, Generale!” affermò con un sorriso la dottoressa.

“Sì! Oggi mi sento proprio in forma!”

“Ne sono molto felice! Se continua di questo passo, tra pochi giorni direi che può benissimo essere trasferito a Central City!”

“E non rivederla più?! Che destino crudele il mio!”

La dottoressa sorrise.
Era sì lusingata, ma sapeva benissimo che stava solo scherzando.

“Birbante!” lo rimproverò lei.

“No, dica pure che è un deficiente!”

Dalla porta sbucò una testa bionda.

“Acciaio?!” chiese Mustang, con gli occhi dilatati.

Non se lo aspettava!

“E' arrivato poco fa” puntualizzò la dottoressa “Vi lascio soli! Ma mi raccomando, non lo stanchi!”

Ed annuì, e la donna si chiuse la porta alle spalle.

“Che piacere vederti, Acciaio!”

Ed annuì, poco convinto.
Aveva fatto il viaggio fin lì praticamente in uno stato di trance.
Si era mosso per inerzia, e solo ora, mentre guardava occhi negli occhi il Colonnello, si rese conto che aveva fatto una serie infinita di cazzate.

A cominciare dal nascere!

“Qual buon vento, Acciaio! Ormai non ci speravo più che venissi a trovare questo povero derelitto!”

“La smetta!” rispose secco Ed, stringendo i pugni e abbassando la testa.

Tremava.
Di rabbia, di vergogna e di una miriade di altre emozioni che faticava a tenere represse.

“Perché deve sempre fare così?!” chiese in tono accusatorio.

“Così come?!”

“Come se nulla fosse successo!”

“Non so a che cosa tu ti riferisca!”

“La smetta di prendermi in giro!”

Ed aveva alzato la testa di scatto e per un attimo Mustang poté vedere che le lacrime di nuovo rigavano le sue guance.
Ma fu solo per un attimo.

Perché l'attimo dopo se lo trovò addosso.
Lo stava abbracciando, disperatamente.
Le sottili braccia intorno al collo, le calde lacrime che gli bagnavano la vestaglia da ospedale.

Mustang era spiazzato.
Non sapeva bene come comportarsi, per cui decise di affidarsi all'istinto.

Accarezzò la testa di Ed, abbracciandolo a sua volta.
Sentì che tra le sue braccia Ed si irrigidiva un attimo, per poi rilassarsi subito dopo.
Era scosso dai singulti e Roy attese che si fosse calmato, prima di provare a dire qualsiasi cosa.

“Colonnello...” lo chiamò piano lui, tenendo la testa nascosta nell'incavo della spalla del più grande “...è vero?! È vero che mi ama?!”

Roy lo strinse più forte a sé.
I loro toraci uniti. Sentiva il cuore di Ed battere velocissimo.

“Ti amo, Edward!”

Ed arpionò la stoffa della vestaglia, stringendola come se fosse stata il suo unico appiglio di salvezza.

“Lo ripeta...per favore...!”

“Ti amo!”

“No...il mio nome...ripeta il mio nome...!”

Roy sorrise teneramente, avvicinandosi all'orecchio di Ed, per sussurrargli di nuovo, “Edward!”

Il cuore di Ed batteva forte, sempre più forte!
Batteva di gioia, di emozione, di desiderio!

“Non...non è cambiato niente...! Batte ancora così, come allora! Io...io sono...sono ancora innamorato di lei, Colonnello!”

Ed arrossì vistosamente.
L'aveva ammesso.
Finalmente lo aveva ammesso.

Erano due anni che continuava con quella bugia.
Che gli era passata la “cottarella” per Roy Mustang.

Era anche riuscito a convincersene.
Forse era stata la lontananza dall'oggetto del suo desiderio; forse era stata la vicinanza di una persona splendida come Winry, che lo aveva riempito di affetto e attenzioni.

Era riuscito a relegare quel sentimento in fondo, nell'angolo più buio del suo cuore.

Ma non poteva più resistere oramai.
Per quanto potesse essere affezionato a Winry, per quanto le potesse volere bene, per quanto l'amasse...niente era come sentire il Colonnello pronunciare il suo nome!
E se solo quello gli provocava quelle sensazioni...non poteva resistere.

“Sono ancora innamorato di lei!” ripeté, con assoluta convinzione il ragazzo.



Roy sentì che anche il suo cuore aveva preso a battere contro il costato con sempre maggior energia.
Sciolse delicatamente l'abbraccio con Edward, per poterlo guardare negli occhi.

“Sei sicuro?!”

“Sicuro!”

“E...Winry...?!” chiese titubante.

Amava da impazzire quel ragazzo, ma non voleva che ci fossero dubbi di alcuna sorta.

“L'ho lasciata questa mattina!”

“Prego?!” chiese lui, scostandolo, parecchio sorpreso.

“L'ho lasciata...” ripeté lui timidamente.

“Questa mattina...?! Sei...sei...assolutamente irrecuperabile!” lo rimproverò il Colonnello.

Ed distolse lo sguardo, leggermente imbronciato.
Roy gli diede un buffetto sul naso.

“Ma sei anche assolutamente adorabile!”

Ed lo guardò di nuovo, le guance imporporate dalla gioia.
Roy gli prese il volto tra le mani e lo baciò con infinita dolcezza.

Un bacio lento e profondo, che potesse trasmettere tutto l'amore che provavano uno per l'altro!
Quando si staccarono, Ed di nuovo si nascose nell'incavo del collo.

“E...la sua ascesa militare? Come farà a diventare Comandante Supremo se si viene a sapere di noi..?!”

Poi un dubbio lo colse e guardò terrorizzato Mustang.

“Perché...c'è un "noi"...vero?!”

Roy lo baciò di nuovo, con passione.

“Al momento non me ne frega niente dell'Esercito! Ti amo Ed, conta solo questo!”

Un nuovo bacio, promessa di un futuro insieme.






“Allora, Roy! Come va oggi, vecchio rottame?!”

Perché Maes Hughes aveva l'abitudine di entrare senza mai bussare prima?!

“Ops...scusatemi tanto!” disse lui, nemmeno troppo dispiaciuto, alla vista dei due ragazzi, avvinghiati in un passionale bacio.

“Questa volta ti incenerisco davvero! DATEMI I MIEI GUANTI!”

Ed scoppiò a ridere, seguito a ruota da Hughes e, seppur ancora un po' riluttante, anche da Roy.


Perché quello era l'inizio di una nuova vita.


Insieme.





********************************************************************************

Angolo dell'Autrice:

Ahahahahahah! ^___^
Paura, eh?!
Alla fine si dichiara!!! Sììììì!
*__* Sono troppo teneri!
Non potevo non farli mettere insieme! -^_^-
Che gioia! Sono felice di come è uscita questa fiction! Sì, sì!
Anche che mi viene l'angoscia a pensare che devo scrivere ancora due parti perché questa storia si dichiari conclusa! x__x
Mannaggia a me e alle mie malsane idee!


Comunque sia, visto che questa parte si è conclusa, passerei alle risposte alle recensioni, e poi ai ringraziamenti.
Allora, innanzitutto, ringrazio tutti quelli che hanno commentato lo scorso capitolo! (inchino)

- lolitosa: Ecco qua l'aggiornamento! ^_^ visto che tutto è andato per il meglio?! ^^
^o^ Alla prossima! Continua a seguirmi!

- shikadance: Niente WinEd, visto?! ^__^ Per quanto Winry in questa fiction mi sia stata molto simpatica, non potevo proprio permetterle di rovinare la storia d'ammmore che c'è tra il nostro amato Fagiolino e il mitico Colonnello! Anche se mi dispiace molto per lei! ç__ç povera, lei era davvero cotta di Ed...e anche lui, se non ci fosse stato Roy, sarebbe stato felice insieme a lei! ç__ç
^o^ Alla prossima! Continua a seguirmi!

- Ceci Princessofbooks: Io adoro Maes. E adoro quando lui rompe le scatole a Roy! ^__^ Non potevo certo lasciare morire così il nostro amato Colonnello! Certo che no! ^o^ Alla prossima! Continua a seguirmi!

- Jess_elric: Precisione sbagliata: hanno chiarito! Eccome se hanno chiarito! ^^
^o^ Alla prossima! Continua a seguirmi!

- Betta90: Però la storia continua! Non ti preoccupare, li potrai vedere di nuovo insieme...anche se non subito.
Comunque, per la storia dei gradi. Se hai notato, ho fatto salire tutti di grado. Essendo passati tre anni, non credo che gente in gamba come loro se ne stesse ancora ferma sul vecchio grado. Quindi Roy è Generale, Hughes Colonnello, Havoc Tenente. Riza, invece, essendo di gran lunga meglio degli altri, l'ho messa addirittura come Tenente Colonnello. Mustang continua a chiamarla Tenente un pò per abitudine un pò perché è più breve come nome...però l'avevo detto nel primo capitolo che era Tenente Colonnello. Quindi, essendo Ed solo Maggiore, Riza è un suo superiore.
Beh...il tutto sempre che io non abbia sbagliato con l'ordine dei gradi! ^_^""
^o^ Alla prossima! Continua a seguirmi!

- Red Robin: Maes è un mito e su questo non ci piove ( come nemmeno piove sul fatto che la RoyEd è una sacra istituzione, muahahah!). Grazie della tua recensione.
^o^ Alla prossima! Continua a seguirmi!

- Liris: Non mi mangiare, non mi mangiare! x__x visto che tutto si è concluso per il meglio?! (salva per un soffio! -^_^-)
^o^ Alla prossima! Continua a seguirmi!

Come sempre, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!
Se recensirete anche questo ultimo capitolo, poi vi risponderò nel primo della prossima storia
"Si sta come d'Autunno sugli alberi le foglie".


Passiamo ora ai ringraziamenti.
Innanzitutto vorrei ringraziare tutte le persone che hanno commentato almeno una volta questa ficiton (e i ringraziamenti aumentano esponenzialmente per ogni recensione che avete lasciato!)
Grazie ragazzi, con le vostre recensioni mi aveva fatto davvero felice! ^__^

- jess_elric
- Liris
- Red Robin
- shikadance
- Betta90
- Ceci Princessofbooks

- FeEChAn
- Eleo_chan
- bianfre
- _ALE2_
- FightClub
- lolitosa

Inoltre, ringrazio anche quelli che hanno messo questa fiction tra i loro preferiti.

1 - antote
2 - Betta90
3 - Ceci Princessofbooks
4 - eLiSeTtA
5 - jess_elric
6 - kei87
7 - last exile
8 - Liris
9 - lolitosa
10 - Millennia Angel
11 - okami the best
12 - punk92
13 - rioki
14 - shikadance
15 - sisi89


E con questo ho concluso! Scusate se sono stata noiosa, ma ci tenevo a ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto.
Alla prossima, sperando che i miei lavori continuini a piacervi! ^o^

Beat



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