Army of Hell

di Ikki95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** L'inizio della Guerra ***
Capitolo 3: *** Neos, Cavaliere d'oro dell'Ariete ***
Capitolo 4: *** Padre contro figlia ***
Capitolo 5: *** Volontà d'Argento ***
Capitolo 6: *** Tempesta mortale ***
Capitolo 7: *** Il rombo del Tuono ***
Capitolo 8: *** Ombre ***
Capitolo 9: *** Determinazione ***
Capitolo 10: *** Un mortale duo ***
Capitolo 11: *** Gioco di squadra ***
Capitolo 12: *** Trappola mortale ***
Capitolo 13: *** Le illusioni del Cancro ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


ARMY OF HELL







Prologo

E' destino che, dopo un certo periodo di prosperità e pace, si manifesti sulla Terra un avvicendarsi di ideali maligni, votati alla guerra e allo spargimento di sangue. E' destino che, in un punto casuale del globo, in un momento ben preciso della vita dell'Umanità, una bambina venga benedetta dal dono sacro di erigersi a protettrice dell'umanità per combattere contro tale minaccia con tutte le sue forze. Le leggende, oramai perse nel tempo, narrano che questa bambina, chiamata da tutti "Dea", venga appellata con il nome di Atena, in quanto protettrice di tutto ciò che è sacro. Essa deve nominare dei valorosi guerrieri che la proteggano e la servano, donando loro potenti armature che risplendono della luce delle stelle del Cosmo, ognuna delle quali ben si adatta all'ideale degli uomini scelti. I Cavalieri di Atena prestano giuramento d'innanzi alle loro armature d'oro, d'argento e di bronzo, e affidano la loro vita nelle sue mani, e lei lo fa con la propria. E' destino, che in quello stesso, preciso momento, il Dio degli Inferi, con il suo esercito di Specter e anime maligne, si muova affinchè la Dea venga cancellata dal mondo e l'umanità sia definitivamente estinta. Questa è ciò che viene chiamata "Guerra Sacra". Ma il destino, a volte, ti toglie ciò che hai di più caro, ti separa dai tuoi affetti e dalla tua consuetudine, ti fa svegliare di colpo da un sogno. E' destino che, questa volta, sia toccato a Yrule proteggere il mondo. Il Gran Sacerdote, consigliere della reincarnazione della dea Atena in ogni guerra Sacra, l'aveva prelevata all'eta di soli 6 anni dalla famiglia. Se l'era portata via di notte, in silenzio come un'ombra, e l'aveva portata nel suo santuario, nella parte più alta del cammino successivo alle 12 Case dei Cavalieri che proprio lei avrebbe dovuto nominare. Crescendo, egli aveva cercato di spiegarle le cose, ma lei ovviamente non capiva. Le mancavano suo padre, sua madre, il suo fratellino, e non si era mai voluta occupare delle cose riguardanti la difesa delle Case. Quando però le giunsero notizie di alcune morti sospette e di persone che si risvegliavano dall'eterno oblio, capì che il Gran Sacerdote le diceva il vero, che l'esercito di Ade si stava destando e che se avesse voluto evitare la distruzione di quel pianeta a lei tanto caro e voluto salvare la vita alla sua famiglia, avrebbe dovuto scegliere i suoi Cavalieri.





 
SPAZIO DELL'AUTORE
Ciao a tutti ^^ Sono Ikki, un ragazzo di 18 anni che frequenta il liceo scientifico. Questa è la mia prima fan fiction e sono ben accette le critiche costruttive e le opinioni in generale ^^ Cercherò di aggiornarla il più spesso possibile, sperando che vi piaccia, e vi auguro quindi una buona lettura! P.s.: Il disegno è a cura della mia ragazza Chidori! Un bacione amore :* P.p.s.: Se volete passate dalla nostra pagina facebook a tema Saint Seiya :) https://www.facebook.com/pages/Saint-Seiya-I-Cavalieri-dello-Zodiaco/700213636679899

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Capitolo 2
*** L'inizio della Guerra ***


ARMY OF HELL




 
L'inizio della Guerra

Lui stava lì, fiero, seduto sul suo trono, nero come la pece. L'armatura, divisa in due simmetriche metà, presentava delle enormi ali con agli estremi sembianze di piume, bordate in argento. Il materiale usato sembrava trasudare malvagità da quel colore così cupo e scuro, illuminato solo dai riflessi bianchi dei cosciali e da alcuni disegni sui gomiti, che non intaccavano però l'aura di sacrale malignità che l'armatura ed il suo possessore emanavano. I lunghi capelli corvini cadevano sulla sua schiena per tutta la lunghezza dell'armatura.
"Come stanno andando le cose?"
"Bene, mio Signore. Siamo pronti a partire, l'esercito è stato radunato. Come intende procedere?"
"Ho un piano, e molti assi nella manica. Atena cadrà, e l'umanità con lei."
Ade fece un cenno a Ryos, suo vice, indicandogli che poteva aprire il portone all'inizio della stanza. Dall'enorme varco fecero capolino quattro uomini, vestiti di nero ed incappucciati, intrisi da auree di pura malvagità.
"Voi quattro siete stati scelti tra tutti i componenti del mio esercito poichè ritenuti essere da me, il Signore degli Inferi, i più potenti cavalieri di Ade. Sapete qual è il vostro compito. Non deludetemi... O le vostre anime non troveranno mai pace tra i reami infernali"
"Si, mio Signore", dissero i quattro all'unisono, dopodichè si alzarono, si tirarono su il cappuccio ed uscirono dalla stanza, sentendo chiaramente su di loro gli occhi crudeli di Ade, che li scrutava.

Nel frattempo, al santuario di Atena, la dea se ne stava affacciata sulla sommità dell'altura, riflettendo.
"Chissà come sta mia mamma... mi sembra ancora di sentire il profumo della colazione che mi preparava con le sue mani, aspettando papà e Eonya. Eonya... il mio dolce fratellino... mi manca tanto la mia famiglia... Io non volevo essere qui, non voglio essere la salvatrice di nessuno, non sono una brava guerriera nè tantomeno una a cui potersi affidare... darei tutta me stessa per tornare da loro."
Nonostante fossero passati vent'anni da quando Yrule era stata strappata dalla sua famiglia natia, non faceva altro che pensare a loro.
"Lady Yrule, Lady Yrule!"
Il gran Sacerdote arrivò di gran fretta, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
"Che cosa vuoi?"
"Gli Specter di Ade... quattro di loro... Sono qui."
" Che cosa? Come è potuto succedere?"
"Sembra che questi Specter siano di inaudita potenza, Lady Yrule, hanno sbaragliato le nostre difese"
"Manda subito un messaggio ai Cavalieri presenti al Santuario e rintraccia quei pochi che sono assenti, li voglio tutti radunati qua: siamo in guerra."

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Capitolo 3
*** Neos, Cavaliere d'oro dell'Ariete ***


ARMY OF HELL






Neos, Cavaliere d'oro dell'Ariete

"... Certo che se questa è tutta la resistenza che i grandi Cavalieri di Atena ci opporranno, non avremo di certo difficoltà a compiere la nostra missione... keheheheheh."
"Stai zitto, Kein, le difficoltà nono possono far altro che aumentare." disse Osar.
"Fareste meglio a stare in silenzio, se non volete attirare l'attenzione di tutti i Cavalieri presenti. Siamo venuti qui di notte per un motivo, no?"
"Salazar ha ragione. Concentriamoci solo sul nostro obbiettivo."
I quattro oltrepassarono lo spiazzo antecedente alla casa dell'Ariete, lasciando dietro di sè nient'altro che armature d'argento, pezzi di carne e ossa rotte.
"Lady Yrule, che cosa hai intenzione di fare?"
"Devo motivare le mie truppe. Stiamo subendo ingenti perdite, ed ho intenzione di usare il potere del Cosmo per infondere vigore a coloro a cui ho affidato la mia vita"
La dea Atena aveva imparato, nel corso della sua permanenza forzata con il gran Sacerdote, a manipolare le stelle per poter comunicare con le persone, anche a distanza, sebbene non le fosse concesso di rivelare la sua vera identità alla sua famiglia. Lady Yrule aveva dovuto imparare a confidare nel prossimo e nella gentilezza dell'animo umano, anche se, saltuariamente, dei dubbi e dei rimorsi la assillavano. Ella era però certa che i Cavalieri che aveva scelto non l'avrebbero mai e poi mai messa in pericolo, considerando anche ciò a cui, come lei, avevano rinunciato per poterla servire.
"Neos... Neos... riesci a sentirmi?"
Neos sentì una voce calda penetrargli l'anima.
"Si, mia dea, riesco a sentirti."
"Fai attenzione Neos, sono stata informata che quattro Specter si stanno dirigendo verso la tua casa... Fermali, proteggi l'umanità."
Neos si alzò. La sua armatura dorata risplendeva dei raggi lunari. Essa aveva due grandi corna ricurve alla base del collo, e sul petto presentava l'ideogramma dell'Ariete, inciso al centro. L'armatura esaltava la fierezza della figura di Neos, alta e massiccia, resa ancora più compatta dagli enormi accessori quali bracciali e ginocchiere.
I quattro Specter, arrivati alla porta della prima delle Dodici Case, vi entrarono con circospezione.
"Fermi dove siete, o vi ridurrò in statue che andranno ad abbellire la mia casa."
I quattro si voltarono verso l'imponente figura.
"Non abbiamo nessuna intenzione di farlo. Abbiamo una missione da svolgere e passeremo di qua, che tu lo voglia o no." disse Kein.
" E siccome siamo in quattro contro uno, ti consigliamo di cederci il passo."
"Se volete passare da qua, potete farlo. Ma prima dovrete uccidermi."
"Keheheh... Come vuoi tu."
Kein si avventò sul nemico, caricando il pugno. Neos lo parò e sfruttò la spinta per sollevarlo in aria e schiantarlo al suolo. Nel frattempo, dietro di lui Salazar cercava di immobilizzarlo sferrandogli un calcio alle gambe. Neos lo saltò e risposte con un tremendo pugno in pieno volto, che lo tramortì. Osar spiccò un salto, tentando di colpirlo alla testa, ma finì preda di un tremendo calcio all'addome, che lo respinse. Il quarto Specter rimase immobile.
"Non sfidatemi di nuovo, o sarò costretto a distruggervi."
I tre Specter colpiti si rimisero in sesto, pulendosi dal sangue.
"Ugh... Sei forte, ma non riuscirai a batterci!"
"Carica!"
I 3 si scagliarono nuovamente sul nemico, questa volta assieme. Neos fece un passò indietro, ritrasse il pugno e lo scagliò in avanti: "PER IL SACRO ARIETE!"
Un lampo di luce esplose in quella stanza. Dopodichè, il nulla. I tre specter erano ridotti a statue dinnanzi a lui.
Neos si rivolse al quarto specter:
"Bene, i tuoi amici non erano poi così forti. Sembri imperturbabile, ma io so che hai paura."
Lo Specter si abbassò il cappuccio, non dicendo nemmeno una parola.
"Ma... non è possibile... tu sei... Lysa???"
"Esatto, sono proprio io... padre."

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Capitolo 4
*** Padre contro figlia ***


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Padre contro figlia
 
Neos era sconvolto. Sua figlia era di fronte a lui. Non era la piccolina che si ricordava, non più. Aveva dei lunghissimi capelli mossi, simili a serpenti, e portava incisi sulle spalliere dell'armatura due grandi vipere. L'armatura era viola scuro, cupo, come se anche il colore riflettesse lo stato d'animo del Cavaliere dell'Ariete in quel momento.
"Non è possibile... Tu... Come è successo?"
"Vedi padre... Quando hai abbandonato me e la mamma per la tua stupida scelta di diventare un Cavaliere d'oro, ci hai rovinato la vita. Abbiamo fatto la fame per anni mentre tu eri via ad inseguire questo sciocco ideale, abbiamo dovuto mendicare per del cibo ed implorare per dell'acqua fresca. E poi la mamma non ce l'ha fatta. Lei è morta di stenti."
"Non è possibile..."
"E invece è andata proprio così. Ho pianto, e pianto, e pianto ancora. Mi sono lasciata andare e sono diventata magrissima. Avevo perso la speranza e stavo per morire anche io. Ma ad un tratto... Lui è venuto a salvarmi. Lui mi ha dato una possibilità. Mi ha dato la possibilità di potermi vendicare di tutti i torti subiti e di distruggere ciò per il quale tu sei voluto diventare Cavaliere, mi ha offerto la possibilità di uccidere la nuova Dea... Ade mi ha salvato dall'Oblio, ed in cambio ha voluto la mia fedeltà, e io gliel'ho giurata!"
"Lysa... Io non volevo causare tutte queste sofferenze a te e tua madre, io... oh santo cielo..."
Il Cavaliere si piegò su un ginocchio, ed un rivolo di lacrime gli scese dagli occhi.
"Questo è tutto quello che sai fare dopo aver rivisto tua figlia, piangere? Patetico. Adesso tu morirai, adesso perirai per mano mia!"
La Specter si avventò sul cavaliere, assestandogli prima un destro e poi un sinistro, seguiti da un calcio in pieno volto. Neos volò a terra e tentò subito di rialzarsi, ma non fece in tempo, poichè la Specter gli era già addosso, colpendolo con svariati pugni all'addome. La sua velocità e la sua furia erano incredibili. Il Cavaliere di Atena sputò sangue dalla bocca e la allontanò con una spinta. Lysa fece per colpirlo nuovamente ma stavolta Neos schivò rotolando di lato e assestandole un calcio alla nuca che la stordì, concedendogli il tempo per un controattacco. Il Cavaliere dell'Ariete caricò il pugno con tutta la sua forza e colpì Lysa in pieno volto, scaraventandola sul muro, quasi distruggendolo, dopodichè si schiantò a tutta velocità sul corpo inerme della ragazza. Stremato, la sollevò di nuovo mettendola in piedi, e caricò il pugno per il colpo finale.
"E' finita."
Neos si stava apprestando a sferrare il suo attacco, ma si fermò a pochi centimetri dalla pancia della ragazza.
"Cosa c'è paparino, hai qualche remora nell'uccidere la tua cara figlia?"
Il Cavaliere di Atena quasi ruggì, poi vibrò il colpo, ma oramai aveva perso l'attimo, e Lysa riuscì a saltare il suo pugno e a portarsi a distanza facendo leva sulla schiena del padre.
I due si trovavano ora uno di fronte all'altro.
"Chiudiamola qui, padre. tu mi insegnasti come combattere, io ho carpito i tuoi segreti e non puoi battermi usando tecniche normali. Le tue abilità di pietrificazione non hanno effetto su di me, a meno che il tuo cosmo non sia maggiore del mio. è il momento di chiudere la battaglia."
Lysa caricò il pugno.
"Se c'è una cosa che non posso permettere è che gli Specter di Ade si avvicinino alla Dea. E' lei l'incaricata a difenderci dal male che ci minaccia, ed io ho giurato di proteggerla. Figlia mia, è il momento di vedere chi ha l'ideale più forte"
Anche Neos caricò il pugno, allo stesso modo di Lysa.
"COLPO DELLA GORGONE!"
"PER IL SACRO ARIETE!"
Due lampi di luce si sprigionarono dai loro pugni, uno di color viola e l'altro di color oro, e si abbatterono uno sull'altro con una furia inaudita. Nessuno dei due voleva arrendersi e si prendevano un leggero vantaggio sull'avversario a turno, ora uno, ora l'altro. Lo scontro sembrava interminabile, ma ad un tratto il Cosmo di Lysa sembrò sprigionare un potere tale da abbattere il rivale.
"Io ti sconfiggerò, padre, lo devo a mia madre, lo devo a me stessa!"
Lysa mise ancora più potenza nel suo cosmo, che travolse quello di Neos.
"Aaaaaaargh... Lysa... anche se dovessi uccidermi... ricordati che... nonostante i tuoi ideali... rimani sempre mia figlia... Aaaaaaargh!"
Il Cavaliere di Atena si pietrificò, immobilizzandosi in una espressione di dolore, dopodichè si sgretolò in mille pezzi.
Gli altri 3 specter, alla morte di Neos, vennero liberati dal loro involucro di roccia, e si guardarono attorno stupiti, fino a che Salazar si apprestò a parlare: "Ehi ma... cosa è successo, Lysa? Dov'è il Cavaliere di Atena?"
"Vi spiegherò tutto dopo, adesso procediamo."
La Specter si voltò, si tirò nuovamente su il cappuccio, si asciugò una lacrima che le rigava la guancia e precedette gli altri, verso la casa del Cavaliere del Toro.
 

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Capitolo 5
*** Volontà d'Argento ***


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Volontà d'Argento
 
I quattro Specter percorsero il cammino che portava alla seconda delle dodici case, quella sorvegliata dal Cavaliere del Toro. I tre uomini erano ancora increduli per ciò che era successo poco prima, e facevano domande alla loro compagna.
"Lysa, come è stato possibile che tu abbia sconfitto quel Cavaliere da sola?"
"Era incredibilmente forte, non siamo riusciti a schivare il suo attacco."
"Tutto stava nel capire come fare, e nel non mostrare pietà. Tenetelo bene a mente la prossima volta."
Zittiti i tre specter, la donna continuò il cammino, precedendoli. Arrivati all'entrata della casa del Toro, d'innanzi a loro si parò un uomo. Vestiva un armatura argentea, solenne, con ampie ali ad adornarla. L'elmo era fatto a somiglianza di un becco di uccello rapace: era il Cavaliere d'Argento dell'Aquila.
"Fermi, maledetti Specter. Non potete oltrepassare questa porta, io vi fermerò!"
"E tu chi saresti? Un pagliaccio? Keheheheh."
"Io sono Seul dell'Aquila, e vi distruggerò."
"Sei ambizioso... fatti sotto."
Osar si mise in posizione di combattimento, aspettando l'avversario. Il Cavaliere si gettò all'attacco, sferrando due pugni, che furono parati dal rivale. Lo Specter passò al controattacco cercando di far perdere l'equilibrio al Cavaliere, ma Seul schivò il colpo e affossò il rivale con un calcio alla schiena. Gli altri due Specter subito gli bloccarono da dietro le braccia con l'intenzione di lasciare campo libero alla loro compagna, ma il Cavaliere d'Argento sfuggì alla loro presa assestando due possenti pugni agli Specter. Lysa però, nel frattempo, pietrificò le gambe del rivale, immobilizzandolo. "Per te è finita."
La Specter iniziò a colpire furentemente l'addome e il volto del Cavaliere, producendo schizzi di sangue in gran quantità, e lasciando l'uomo esanime. Dopodichè, gli liberò le gambe, così da farlo cadere a terra priva di sensi, assestandogli un calcio al volto. I suoi 3 compagni si rialzarono e si pulirono le poche ferite riportate, rimettendosi in cammino.
"Fermi..."
"Cosa...?"
"Fermi... voi non passerete..."
Il Cavaliere d'Argento era ridotto ad uno straccio, con ferite profonde all'addome, al mento e agli zigomi, ma si rimise strenuamente in piedi, raccogliendo il suo Cosmo.
"La dea... mi ha salvato. Mi ha dato nuovamente uno scopo quando tutto nella mia vita sembrava perduto, quando oramai l'esercito di Ade aveva spazzato via la mia casa, la mia famiglia e... la mia amata. Mi ha parlato, mi ha detto che avrei dovuto combattere per la loro memoria, ed io ho accettato di servirla, e non mi fermerò di certo adesso. Sono disposto anche a lasciare questo regno, se lei lo desidera, e adesso io vi fermerò qui, una volta per tut..."
"Muori."
Salazar si portò vicino al Cavaliere in un istante, conficcandogli il proprio pugno in pancia, perforandolo da parte a parte. Il Cavaliere d'Argento sputò sangue e il suo corpo cadde, esanime, a terra.
"Patetici, questi Cavalieri di Atena. Andiamocene."
Dopo che lo Specter ebbe detto questo, i quattro si apprestarono a varcare la porta della casa del Toro, lasciandosi alle spalle un'altra vittima della crudeltà degli Inferi.
 

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Capitolo 6
*** Tempesta mortale ***


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Tempesta mortale
 
Era una radiosa giornata di sole. I fiori sbocciavano sui prati, riempendoli di mille colori diversi, gli alberi erano pieni di verdi e rigoliose foglie che risplendevano illuminate dai raggi del sole; persino gli animali sembravano salutare la primavera, chi emettendo il proprio verso, chi cantando alla sua maniera, come gli uccellini che stavano sui rami. Un uomo correva su una di queste distese d'erba, rincorso da un bambino.
"Fermati papà, fermati!"
"Tanto non mi prendi!"
"Invece si, ti prenderò! Sono più veloce di te!"
L'uomo si fermò di botto e si voltò verso il piccolino, aprendo le braccia. Il bambino lo raggiunse e gli saltò in collo.
"Ahah! Visto? Ti avevo detto che ti avrei preso! Sono il migliore!"
"Bravo piccolo! Tuo papà è fiero di te!"
L'uomo mise una mano sulla testa del piccolo e gli arruffò i capelli, facendo sbuffare il bambino, il quale evidentemente non amava essere spettinato.
I due stavano giocando a rincorrersi da diversi minuti, e le loro risa rallegravano anche la natura che stava loro attorno. Dopo un po' padre e figlio, stremati, si distesero all'ombra di un grande albero, con l'uomo che cingeva i fianchi del figlio con le braccia.
"Sono davvero felice quando sono con te, papà."
"Anche io, figlio mio."
"Vorrei solo che la mamma fosse qui..."
"Non sai quanto lo vorrei anche io... Però dobbiamo ricordarci che lei è sempre qui con noi."
Il padre toccò il petto del bambino, all'altezza del cuore. "E' proprio qui... non scordarlo mai."
Il bambino sorrise amaramente e si strinse al padre.
"Hai ragione, papà..."

D'un tratto, il cielo divenne scuro. Enormi nuvole nere si ammassarono sopra ai loro occhi e dei lampi squarciarono ciò che prima era di un colore azzurro, terso ed amichevole. Iniziò a piovere a dirotto. I fiori furono sferzati dal vento e molti persero le corolle; le chiome degli alberi si piegarono su se stesse, come se si stessero contorcendo dal dolore. Gli animali tutt'attorno tacquero, quasi come se fossero in lutto per la bellezza del clima, oramai svanita. L'uomo lasciò il bambino per un attimo e si fermò ad osservare la tempesta imminente.
"Presto Miry, vieni, torniamo a casa o rischiamo di essere travolti dal temporale. Miry?"
L'uomo, non vedendo più il figlio, si voltò in ogni direzione. All'improvviso, lo scorse.
"Lasciami andare subito!"
"MIRY!"
Il bambino era stato sollevato con un braccio da un uomo, ammantato nella sua veste nera.
"Ah ah ah... è questo ciò a cui gli umani tengono tanto? Patetici. Io, Ryos, consigliere del Signore degli Inferi in persona, ti dimostrerò cosa voglia dire la sofferenza."
L'uomo scagliò il bambino in aria, ed esso ricadde a peso morto poco dopo. Lo Specter attendeva pazientemente la frazione di seconda giusta per colpire.
"No! Miry, no!"
Il padre del bambino tentò di gettarsi verso l'uomo per bloccarlo, ma una strana forza lo trattenne.
"Ma... cosa? Cosa diavolo succede?"
"Ah ah ah... Presto capirai."
Successe tutto in un attim.
Il corpo del piccolo ricadde verso il terreno e Ryos lo colpì con una forza così inaudita da dividerne il corpicino in due. Il sangue del bambino cadde copioso sull'armatura dello Specter. Un'altra vita era stata spezzata dall'esercito di Ade. Il volto del padre si contorse in una espressione di dolore indescrivibile.
"NOOOOOOOOOOOOO... Miry..."
L'uomo cadde in ginocchio, piangendo.
"Ah ah ah... Molto divertente... Adesso tocca a te." Lo Specter si avvicinò al padre del bambino apprestandosi ad ucciderlo, quando si sentì chiamato.
"Ryos? Ryos? Muoviti, sai bene che al nostro Signore non piace aspettare, smettila di giocherellare."
Lo Specter osservò l'uomo, indifeso, e dirgrignò i denti, dopodichè rinunciò al suo proposito.
"... Stavolta ti è andata bene. Ma ci rincontreremo, finirò il lavoro, te lo prometto. E' troppo divertente giocare con voi."
Pronunciate queste parole, lo Specter si voltò e raggiunse il resto dei suoi compagni, i quali erano diretti al cospetto del loro Signore. Il padre rimase immobile, in ginocchio, ad osservare il corpo distrutto del figlio. Restò fermo per minuti che gli sembrarono anni. Pianse. Poi, all'improvviso, la tristezza cessò, lasciando spazio soltanto all'ira.
"Io... come è potuto succede... Io... ti vendicherò... schiaccerò la vita di quell'uomo e di tutti gli Specter di Ade proprio come loro hanno fatto con la tua, Miry. Io onererò la tua memoria, piccolo mio!"
L'uomo gridò così forte da emulare un tuono, e la pioggia che cadeva copiosa sembrava indicare che anche il cielo stava piangendo per la sua perdita.


I quattro Specter varcarono la soglia della seconda casa e si trovarono di fronte il Cavaliere del Toro, suo legittimo abitante.
 

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Capitolo 7
*** Il rombo del Tuono ***


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Il rombo del Tuono

 
Lady Yrule se ne stava pensierosa sulla cima del Santuario, avvertendo con estrema e rassegnata partecipazione il Cosmo dei suoi Cavalieri spegnersi, uno dopo l'altro.
"Questa guerra è terribile..."
"Lady Yrule!"
La Dea si voltò di scatto
"Ah, siete voi! Finalmente siete qui. Vedo che il Gran Sacerdote vi ha mandati a chiamare"
Tre Cavalieri, ammantati nelle loro armature dorate, troneggiavano davanti all'esile corpo della ragazza.
"Siamo accorsi appena abbiamo potuto, Dea Atena" - Risposte uno degli uomini, inginocchiandosi.
"Siamo in guerra, non è certo questo il modo di rivolgersi a me dopo tutti questi anni, Seon. Chiamami tranquillamente per nome. Adesso alzati"
"Va bene, Dea... Yrule. Scusami"
Il Cavaliere si alzò, e un altro aggiunse: "Qual è la situazione, al momento?"
"Stiamo subendo gravi perdite. Quattro Specter stanno mettendo da soli a ferro e fuoco il Santuario e... Neos è rimasto ucciso. E adesso quei quattro sono giunti alla casa del Toro"
"Andremo noi ad aiutarlo, Lady Yrule!" - Aggiunse il Cavaliere che aveva ascoltato fino ad ora in silenzio il dialogo.
"No! Vi prego. Voi dovete rimanere qua con me, voi siete... l'ultimo baluardo della nostra resistenza. Vi prego..."
I tre uomini tacquero, annuirono, e diedero ascolto alla Dea.
"Vedrete che Georn non fallirà."


Un gigantesco uomo si stagliava d'innanzi ai quattro Specter. L'armatura dorata era massiccia, decorata con effigi raffiguranti il toro e intarsiata da rubini, sia sui gomiti che nella parte superiore dell'elmo. Il copricapo denotava l'appertenenza del Cavaliere a quella specifica casa, presentando due enormi corna che salivano in verticale, brillando dei riflessi lunari. I lunghi capelli color mogano erano mossi, ribelli, quasi incolti, incontrollabili, proprio come la folta barba, che sottolineava l'incuria per il proprio aspetto esteriore.
"E così tu saresti il Cavaliere del Toro? Non mi sembri tanto agile... Bhè, come si suol dire, più grandi sono, più rumore fanno quando cadono... Keheheheh!"
"Vi schiaccerò come insetti, maledetti Specter di Ade. Fatevi sotto."
"Come vuoi tu, Cavaliere!"
Non si dovette attendere molto per dare inizio allo scontro.
Kein si lanciò contro l'imponente uomo con un affondo. Il Cavaliere aprì la mano, e non appena il colpo gli toccò il palmo, rilasciò una gigantesca scossa elettrica che fulminò lo Specter.
"Aaaaargh. Che diavolo succede? Cosa mi stai facendo?"
"Mai sottovalutare un Cavaliere di Atena."
L'uomo con l'armatura d'oro assestò un montante all'addome di Kein, scaraventandolo in aria, dopodichè diede un colpo con il palmo della mano al terreno, producendo una scossa elettrica in direzione degli altri tre contendenti.
"Ma che cosa... Saltate, subito!" Gridò la donna del gruppetto.
I tre Specter saltarono in direzioni diverse, e il Cavaliere di Atena spiccò un balzo proprio verso di lei.
"Come..."
"Muori."
La afferrò con un braccio e la schiantò al suolo, producendo un impatto fragoroso ed elettrificandole gli arti, immobilizzandola.
Nel frattempo, il corpo di Kein cadde inerme al suolo, facendogli perdere i sensi.
"Non riuscirai mai a sconfiggerci!"
Osar si avventò sull'uomo sopraggiungendogli da dietro, afferrandolo per il collo. Il Cavaliere di Atena congiunse le mani tra loro producendo una scarica elettrica di elevata intensità e le appoggiò sulle gambe del rivale.
"Inutile."
Lo Specter levò un grido di dolore e sofferenza e abbandonò la presa, cadendo rovinosamente al suolo ed iniziando a contorcersi dal dolore. Salazar intanto se ne stava fermo, osservando la scena da una distanza di sicurezza. Il Cavaliere di Atena si voltò verso di lui, lanciandogli uno sguardo che lo fece trasalire.
"Adesso tocca a te. Vedi... Anni fa, persone subdole come te e i tuoi amici mi hanno privato di ciò che mi era più caro. Ho giurato fedeltà ad Atena per poter fare lo stesso con voi Specter, mi prenderò le vostre vite."
L'uomo diresse i palmi delle mani contro il rivale
"TUONO DEL TORO!"
Un enorme lampo di fulmini fuoriuscì dalle mani del Cavaliere, impattando sullo Specter con un suono fragoroso. Quell'attacco avrebbe disintegrato ogni molecola del rivale.
"Ce l'ho fatta..."
 La luce prodotta dall'esplosione si diradò, mostrando la figura di Salazar, rimasto illeso.
"Cosa? Come puoi essere rimasto in piedi? Chi sei?"

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Capitolo 8
*** Ombre ***


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Ombre

 
L'armatura dello Specter era circondata da un'aura spettrale, nera come la paura.
"Il mio nome è Salazar" - disse l'uomo - "Sono conosciuto come Il Cavaliere delle Ombre. Servo Ade, Signore degli Inferi e mio unico Re, poichè lui ci guiderà in un mondo dove gli stupidi ideali dell'umanità saranno spazzati via dal suo potere. Devo ammettere che tu, tra tutti gli uomini che ho massacrato nella mia vita, sei stato davvero ammirevole a resistere fino a questo punto. Ma lo scontro si conclude qui."
"Questo lo dici tu, maledetto leccapiedi di Ade! Non vincerai mai il Cavaliere del Toro!"
Il Cavaliere di Atena fece per caricare l'avversario, ma scoprì con suo enorme rammarico di non poter avanzare nemmeno di un metro. Il suo sguardo si abbassò in direzione dei suoi piedi, laddove vide delle ombre malefiche bloccargli i movimenti.
"Cosa? Che diavolo succede?"
"Eh eh eh... Vedi, amico mio, te lo avevo detto: mi chiamano il Cavaliere delle Ombre per un motivo. Esse mi servono, ed io servo loro. Chiamale... Spiriti, se vuoi. Spiriti malvagi. Oppure ricordi. Ricordi corrotti dalla crudeltà. Io amo definirle semplicemente... Ombre. Posso plasmarle a mio piacimento. Poco fa, resistere al tuo colpo di pura luce circondandomi di uno scudo d'Ombra è stato facile."
Il massiccio Cavaliere provava disperatamente a divincolarsi da quella crudele tenaglia, ma ogni tentativo era vano.
"E' tutto inutile. Muori."
Lo Specter, con un gesto della mano, fece risalire le ombre dalle gambe del Cavaliere fino al collo, ricoprendone gran parte del corpo ed impedendogli qualsiasi tipo di movimento.
"Bastardo..."
"Oh, grazie, così mi lusinghi." Disse sprezzante lo Specter.
Il servo di Ade si avventò con violenza sul Cavaliere d'Oro, colpendolo con una furia inaudita con i suoi pugni, appesantendo il carico con delle violente gomitate e alcuni calci ben assestati, tanto da ridurre il Cavaliere del Toro ad una maschera di sangue. Sotto di lui, intanto, fece aprire una voragine oscura, segno inequivocabile che lo Specter aveva intenzione di mandare Georn nel regno dei morti grazie ai suoi spiriti. Il Cavaliere, oramai muto e privo di sensi, gli rivolse un ulitmo sguardo, vuoto e spento, prima di sprofondare nell'abisso. Le ombre lo avevano avvolto quasi completamente, lasciandogli intatta soltanto la testa.
"Addio, Cavaliere."
Lo Specter alzò il suo stivale e lo colpì sulla nuca, spingendolo nel baratro da lui stesso creato. Dopodichè, fece riprendere i sensi ai suoi tre compagni feriti in precedenza ed i quattro si misero nuovamente in marcia verso la prossima casa.


L'oscurità. Nessun suono, nessun rumore, niente di niente. Soltanto il corpo del Cavaliere del Toro che sprofondava in un'immensa voragine nera. Non gli rimaneva altro che l'eco dei suoi pensieri ad accompagnarlo nei suoi ultimi istanti:
"Sento... freddo... Ma il dolore... sembra essersi sopito. Non avverto più il mio Cosmo. Sto forse per...? Io... non ho tenuto fede alla mia promessa. Avrei dovuto ucciderli tutti, ed invece non ce l'ho fatta. Però... Miry... Miry! Tra poco papà ti raggiungerà! Tra poco potrò riabbracciarti di nuovo! Tra poco saremo insieme, per sempre, per sempre! Aspettami,
figlio mio, sto per realizzare il mio più grande desiderio: Riabbracciarti!"

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Capitolo 9
*** Determinazione ***


ARMY OF HELL



 
Determinazione
 
"Non è possibile..."
La Dea si portò una mano alla fronte e cadde con le ginocchia al suolo, immediatamente soccorsa dai tre Cavalieri che erano con lei.
"Lady Yrule! Che cosa succede?"
"Il Cosmo di Georn... è scomparso di colpo"
"Che cosa?" Aggiunsero i presenti, all'unisono.
"Si è così... Lui è... Non è possibile..."
La Dea si abbandonò ad un pianto disperato. Seon le si avvicinò subito e la strinse a sè
"Yrule! Non piangere... Sai bene che chi sceglie di servirti lo fa anche a costo di rimetterci la vita."
Subito un suo compagno intervenne:
"Finiscila, Seon! Lasciala sfogare. Sai benissimo che Yrule, in quanto reincarnazione della Dea protettrice dell'Umanità, è a contatto con i Cosmi di ogni Cavaliere al suo servizio. Quando uno di loro muore, muore anche una parte di lei, ed essa diventa sempre più debole. E' in questo modo che Ade pensa di riuscire a sconfiggerla: qualora tutti i suoi Cavalieri morissero, allora anche lei..."
"Smettila, Krono!" Lo interruppe il terzo Cavaliere. "Nessuno ha voglia di sentire i tuoi discorsi da disfattista, in questo momento. Vedrai che non succederà niente di tutto questo, poichè noi proteggeremo la Dea. Lo abbiamo giurato, ricordi? Abbiamo giurato di non morire."
"... Si, lo ricordo distintamente." Rispose Krono, digrignando i denti.
"Non temere, vinceremo questa guerra!"
"Miei Cavalieri..." Aggiunse la Dea con tono sommesso.
"Voi siete la vera luce che l'umanità possiede... Io credo in voi..."
"Yrule... Stai bene?"
Seon la guardava con occhi sognanti, come se si trovasse di fronte alla più bella donna che avesse mai visto. Aveva quello sguardo da anni ormai, sin dalla prima volta in cui aveva incrociato gli occhi di Yrule.
"Si, sto bene. Grazie, miei Cavalieri."
"... E comunque" - Intervenne Isael - a me non sta bene di starmene qua con le mani in mano mentre là sotto degli uomini muoiono senza che noi si alzi un dito in loro difesa. Chiedo umilmente alla Dea di poter scendere anche io in battaglia."
Il Cavaliere si inginocchiò e la guardò con una serietà impressionante. Il tono scherzoso ed ottimista di poco prima aveva lasciato il passo ad una determinazione che Lady Yrule non aveva mai visto.
"Cosa? Sei pazzo? Non puoi farlo! Lady Yrule ci ha ordinato di rimanere qua a proteggerla in caso di un attacco totale del nemico!"
"Krono... credo che lui desideri difendere Atena combattendo più di ogni altra cosa... Non penso che sarai tu a fargli cambiare idea"
"Ma questo è inammissiblie! Non posso permetterglielo!"
"Basta così, Krono."
"Ma... Dea Atena..."
"Isael. Sei convinto di ciò che mi stai chiedendo?"
"Si, mia Signora." Affermò il Cavaliere chinando il capo e annuendo.
"Bene, così sia. Hai il permesso di prendere parte alla battaglia, se lo desideri."
Il Cavaliere la guardò, le sorrise e si alzò in piedi, incamminandosi verso le case situtate più in basso nel Santuario.
"Isael..."
L'uomo si voltò subito.
"Cosa c'è, Krono?"
"...Quando tutto questo sarà finito, io e te dobbiamo farci una bevuta, tienilo a mente. Tranquillo, offro io! L'importante è che tu torni sano e salvo... Amico mio."
Isael sorrise e gli mostrò il pollice rivolto verso l'alto: "Contaci, ho promesso a tutti voi di tornare!"
Detto questo, si voltò definitivamente e se ne andò per la sua strada.

Nel frattempo, i quattro Specter avevano varcato la soglia della casa dei Gemelli senza incontrare alcuna resistenza.
"E' tutto troppo tranquillo..."
"Già... Hai ragione, Lysa. Non mi piace questo posto."
Davanti ai loro occhi si estendeva un enorme stanzone. Al centro di esso stava un trono, stranamente non illuminato dai raggi lunari. A prima vista sarebbe potuto sembrare un normale trono ma, prestando particolare attenzione, si sarebbe potuto capire che in realtà l'oggetto presentava due posti a sedere, essendo quindi qualcosa di simile a due troni uniti tra loro.
"Benvenuti." - Una voce risuonò all'interno della casa, senza però che gli Specter potessero rilevarne la presenza.
"Siamo lieti di accogliervi nella nostra casa, servi di Ade. Osservate bene questo posto, perchè è qui che abbandonerete la vita terrena!"
All'improvviso, la luna illuminò il trono al centro della sala, rilevando, con grande stupore degli Specter, due figure perfettamente identiche, sia per quanto riguarda le armature, sia per la postura che per l'aspetto esteriore. I due uomini si alzarono in piedi e fissarono gli Specter.
"Morirete per mano nostra."
"Noi siamo... I Cavalieri dei Gemelli."


 
SPAZIO DELL'AUTORE
Ciao a tutti! E' molto che non mi faccio sentire ma non è mia abitudine rivolgermi direttamente ai miei lettori. Che sia la timidezza? Mi sa proprio di si...!
Comunque, ho notato che le visualizzazioni degli ultimi capitoli diminuiscono di molto rispetto al prologo, quindi colgo l'occasione di ringraziare chiunque arrivi fin qua nella lettura ^^ (TEMERARI!!) Lasciatemi un parere, se volete, e buona lettura!

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Capitolo 10
*** Un mortale duo ***


ARMY OF HELL

 
Un mortale duo
I quattro Specter rimasero allibiti per un momento. Nessuno si sarebbe mai aspettato che una stessa casa potesse essere abitata da due Cavalieri d'Oro. Essi vestivano armature dorate molto meno massicce dei loro predeccesori. Esse quali spiccavano soprattutto per l'identico colore, materiale, fattura, simboli ed incisioni che avevano in comune. Addirittura le pietre incastonate sull'elmo erano dello stesso tipo per entrambi. Erano di una perfezione assoluta. Tutto tacque per un lungo attimo, fino a quando uno dei due uomini non prese la parola:
"Io sono Ruin, e questo è mio fratello, Niur"
L'altro Cavaliere non aggiunse nulla e si limitò ad ascoltare.
"Sappiamo ciò che avete fatto finora. Siete senz'altro abili guerrieri, ma non potremo mai lasciare in vita dei vili servi di Ade. Il vostro viaggio termina qui."
"Abbiamo già sconfitto altri due idioti come voi... Non ci fermerete di certo... Keheheheh!"
Kein si lanciò da solo contro i due Cavalieri, incurante del pericolo.
"No Kein, aspetta! Non sappiamo quali poteri abbiano, è meglio studiare prima la situazione!"
"Che importa! Li massacrerò comunque! Uno o due, che differenza fa? Sono pur sempre stupidi Cavalieri di Atena!"
"Sei pronto, Riun?"
"Come sempre, fratello."
Lo Specter si avventò contro uno dei due Cavalieri cercando di colpirlo con un pugno, ma il fratello di quest'ultimo lo bloccò prima che potesse vibrare l'attacco, lasciando al compagno lo spazio di colpire il Cavaliere di Ade con un calcio. Kein volò a terra, a diversi metri dai due, ma non si diede per vinto: tornò alla carica e assestò un montante a Riun, che fu però soccorso dal fratello, il quale colpì alle gambe lo Specter favorendo il successivo pugno del compagno. Kein era tremendamente in difficoltà, e i suoi tre compagni osservavano la scena con trepidante indecisione.
"Kein, no! Osar, andiamo ad aiutarlo, presto."
"No."
"Cosa? Su, muoviti, pusillanime. Andiamo."
"Salazar... Credo che Osar voglia osservare la situazione da qui e preparare il suo colpo."
"Osar... vuoi utilizzare la tua tecnica suprema? Ma richiede ben 5 minuti di preparazione... Quei minuti potrebbero essere fatali a Kein. Lysa, non sarai mica d'accordo anche tu?"
La Specter rimase in silenzio ed abbassò la testa.
"Non vale niente per voi? Abbiamo combattuto così tante battaglie assieme che nemmeno ne ho memoria, e voi lo lascerste morire così?"
"Siamo Specter. Il nostro destino è quello di sopire ogni sentimento. Abbiamo scelto questa via coscenziosamente. Se non riesci a mettere da parte la tua amicizia nei suoi confronti, sei libero di andare là in mezzo a farti ammazzare."
Salazar si zittì ed osservò Osar, impallidendo. Aveva capito che non c'era altra scelta.
Kein stava combattendo allo stremo delle forze contro i Cavalieri dei Gemelli. Stava subendo un colpo dopo l'altro ed il suo Cosmo si stava pian piano estinguendo.
"Adesso basta... vi mostrerò di cosa è capace il Cavaliere Nero del Lupo... RUGGITO DEL LUPO!"
Un agghiacciante ululato penetrò nelle orecchie dei Cavalieri di Atena, stordendoli, così che solo all'ultimo videro il pugno di Kein avvicinarsi a loro, come le fauci del lupo si avventano sulla propria preda.
"Salta!"
Ruin e Nuir saltarono all'unisono e mandarono a vuoto lo Specter che, stremato, non riuscì a riposizionarsi immediatamente in una posizione di guardia. I due, poi, si diedero uno sguardo d'intesa.
"Ora tocca a noi mostrarti il nostro asso nella manica: INFERNO DI GHIACCIO!"
Dalla mano di uno dei due fuoriuscì un raggio gelido che andò a congelare completamente lo Specter, procurandogli un dolore inaudito, quasi come se mille coltelli gli si fossero conficcati nel corpo. Un dolore che non potè gridare al mondo, visto che era completamente imprigionato in una sorta di bara di ghiaccio che gli impediva addirittura l'afflusso di Cosmo. Il fratello invece, subito dopo, fece partire una scarica di lava incandescente dalla mano, la quale si scontrò fragorosamente sul Cavaliere del Lupo appena gelato dal compagno e, dapprima, lo solidificò, per poi liquefarlo completamente, lasciando sul terreno soltanto una grande pozza di sangue. Kein non c'era più. I Cavalieri di Atena avevano appena raccolto il loro primo, grande trionfo sui servi di Ade. I tre Specter rabbrividirono al solo pensiero di dover combattere contro due entità di così grande potere. Peraltro, i Cavalieri ammantati di nero percepirono con chiarezza che, nonostante i gemelli loro rivali fossero due entità distinte, il loro Cosmo era un tutt'uno.
"E uno è andato."
"Adesso tocca a voi."
Sia a Lysa che a Salazar gelò il sangue, ma nonostante ciò i due si preparaono per l'imminente battaglia.
"Ad Osar mancano ancora tre minuti per scatenare la sola cosa che può riuscire a batterli..."
"... Dobbiamo assolutamente evitare di farli avvicinare."


 
SPAZIO DELL'AUTORE
Ciao a tutti ^^ Scusate se è molto tempo che non carico un capitolo ma le visualizzazioni nell'ultimo periodo sono state davvero scarse, per non dire inestistenti u.u
Ma io non demordo e ci riprovo! ^^ Quindi ricomincerò a uppare i miei capitoli più spesso, lasciate un parere se vi va ^^ Alla prossima!

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Capitolo 11
*** Gioco di squadra ***


Gioco di squadra
 
Tre minuti.
"Dividetevi ragazzi, non lasciateli respirare." disse Osar.
I due Cavalieri d'oro stavano schiena contro schiena, pronti alla battaglia
"Stai attento, fratello"
"Tranquillo"
La Specter si avventò sul Cavaliere che usava la lava e provò a colpirlo con svariati pugni, tutti schivati. Il rivale passò allora al controattacco, mettendo a segno un calcio che la fece cadere a terra. Mentre la Specter era a terra, cercò di colpirla con due pugni all'altezza del viso, ma la ragazza rotolò prima a destra e poi a sinistra, schivandoli. La Specter si rimise velocemente in piedi e caricò il pugno, colpendo al petto uno dei Cavalieri di Gemelli.
"Ce l'ho fatta" pensò.
La donna non fece in tempo a gioire del suo attacco andato a bersaglio che subito si accorse del dolore che le saliva per tutto il braccio: La sua mano era diventata un tizzone rovente. Dalla sua bocca si levò un grido di dolore.
"Come? Cosa mi hai fatto?"
"Sciocca. Scagliarsi così avventatamente contro un uomo che può rendere rovente a piacimento il suo corpo... Stupida."
La Specter si sentiva umiliata: non solo non era neppure riuscita a scalfirlo, ma non aveva nemmeno saputo prevedere le sue mosse.
Due minuti.
Nel frattempo, il Cavaliere delle Ombre stava affrontando il gemello di Ruin.
"Non mi scapperai, Specter."
Il Cavaliere d'oro tese la mano e la piantò a terra, facendo uscire dal terrone grandi stalagmiti di ghiaccio, acuminate come il coltello di un assassino. Lo Specter le saltò tutte, schivandole, ma quando si trovava in aria fu raggiunto dal suo nemico.
"Non è possibile..."
"Ci sei cascato. Sei mio. Pugno gelido!"
Il Cavaliere di Atena colpì lo Specter con una ondata gelida, facendolo schiantare a terra con la schiena, rendendolo inerme per qualche secondo. Mentre era ancora in aria, lanciò delle piccole ma letali punte di ghiaccio contro il rivale, con l'intento di ucciderlo. Lo Specter, in un attimo di lucidità, si rialzò velocemente e cercò di fuggire, ma una di quelle punte gli trafisse la gamba, producendo anche da parte sua un grido di dolore. Il Cavaliere d'oro, sceso a terra, si avvicinò con passo lento allo Specter. Dall'altra parte della stanza, intanto, la donna aveva indiettreggiato così tanto da trovarsi schiena contro schiena con il compagno. I due avevano i Cavalieri dei Gemelli uno di fronte all'altro. La loro fine si avvicinava.
Un minuto.
"Non valete nulla. Getteremo negli abissi dell'Inferno le vostre povere anime: lancia di fuoco."
"Mio fratello ha ragione. La vostra ora è giunta: Lancia di ghiaccio."
Due lunghe ed esili lance apparvero in mano ai due Cavalieri: uno brandiva un'arma completamente infuocata, mentre l'altro una gelida come i ghiacciai del nord. I due gemelli le alzarono al cielo, pronti a scagliarle contro i due Specter, oramai inermi. Vibrarono il colpo.
"Scudo d'Ombra!"
Un'enorme sfera nera ricoprì i due servi di Ade, e le lance dei Cavalieri si spezzarono contro tale barriera.
"Cosa? Impossibile."
"Argh... Lysa... aiutami... non riuscirò a resistere ancora per molto... Il mio Cosmo si è quasi completamente esaurito..."
"Si..." La Specter era ancora incredula di essersi salvata.  "Rivestirò il tuo scudo con la mia pietra: Osar deve essere quasi pronto"
I due Cavalieri, intanto, stavano colpendo la sfera con tutte le loro forze. Quando il grande scudo d'ombra svanì, si accorsero con loro rammarico di doverne distruggerne un altro.
"Forza fratello, distruggiamo quello scudo e facciamola finita una volta per tutte."
Lo scudo di pietra si stava incrinando sempre di più sotto i colpi dei due Cavalieri d'oro: stava per cedere. I due Specter stavano all'interno della sfera, rannicchiati.
"Osar... sbrigati..."
In quel momento, il terzo Specter si alzò in piedi, senza dire una parola.
"Cos'è questo imponente Cosmo?"
I due Cavalieri d'oro si voltarono e videro il loro nuovo nemico: Era circondata da un'aura nera come la peste, e gli occhi dello Specter erano rossi come il sangue. I gemelli avvertirono un brivido sulla schiena. Che fosse forse paura?
"Morirete per mano mia."
All'improvviso, l'uomo con l'armatura nera si avventò sul Cavaliere dal corpo rovente. "PUGNO DELLA BESTIA"
Il gemello con poteri di ghiaccio si frappose tra il pugno di Osar e suo fratello, aprendo le braccia e facendogli da scudo.
"Attento, Ruin!"
"No fratello, noooo"
L'aura che avvolgeva lo specter era terribile, aveva assunto la forma di uno spaventoso demone: il pugno andò a bersaglio, staccando di netto la testa a Niur. Il colpo era così potente che finì per investire anche il suo gemello, provocando lo stesso identico risultato. I corpi dei due Cavalieri crollarono a terra, esanimi. Proprio in quel momento lo scudo di pietra di Lysa crollò in mille pezzi, e i due Specter si accorsero che ce l'avevano fatta ancora una volta. Osar non disse una parola, si limitò soltanto ad invitarli a riprendersi in fretta e a proseguire.

Rimessosi in sesto, i tre si incamminarono verso la casa successiva, lasciandosi alle spalle altre due vittime della loro furia.

 

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Capitolo 12
*** Trappola mortale ***


ARMY OF HELL



Trappola mortale
 
La prossima meta dei tre Specter era la casa del Cavaliere del Cancro. Si narrava che là dentro vi abitasse un uomo che non faceva della potenza fisica la sua arma principale, bensì avesse una misteriosa capacità che aveva messo in fuga alcuni dei migliori guerrieri di Ade. La strana compagnia era visibilmente provata dall'ultimo scontro che avevano dovuto sostenere, e la discussione non tardò ad arrivare durante la marcia.
"Ci è mancato poco..."
"Già... Certo che se Osar si fosse preparato più in fretta non avremmo corso così tanti rischi" disse Salazar, lanciando un'occhiataccia al compagno. "E forse Kein si sarebbe potuto..."
"Falla finita." Lo interruppe il massiccio compagno. "Lui era il più stolto tra di noi. E' stato uno sciocco a gettarsi subito in battaglia. Ha deciso lui di morire, e forse è stato un bene. Ci sarebbe stato solo d'intralcio."
"Che cosa? Non ti permettere. Io ti..."
"Salazar, basta ora." intervenne Lysa, bloccando fisicamente il compagno. "Non è il caso di mettersi a discutere."
"Ma lui ha..."
"Fatela finita, tutti e due."
Osar, come di suo solito, non ebbe nessun tipo di reazione emotiva e continuò per la sua strada, precedendo gli altri due.
"Non lo sopporto."
"Nemmeno a me va a genio, ma dobbiamo collaborare come se fossimo una squadra. Tieni duro."
Lo Specter digrignò i denti, strinse il pugno e annuì faticosamente con la testa. Di lì a poco, i tre arrivarono alla quarta casa. Tutt'attorno, una strana aura di malessere e risentimento.
"Non promette per niente bene..." Disse Lysa, osservando i dintorni.
"Entriamo, non perdete tempo." Sentenziò Osar.
Appena furono dentro, si trovarono di fronte non più un grande spazio aperto come in tutte le altre case, bensì corridoi stretti e angusti. Tra l'altro, non c'era un'unica strada davanti a loro ma una biforcazione.
"Meraviglioso. E adesso cosa facciamo? Non possiamo certo dividerci."
"Io dico di andare a sinistra."
"E perchè mai?"
"Bhè, perchè il mio istinto mi dice di proseguire da questa parte."
"Oh, e perchè mai io dovrei seguire il tuo istinto?"
"Semplice, perchè io ho i sensi più sviluppati dei tuoi, Lysa"
Osar si diresse dalla parte opposta, senza consultarli. "Patetici. Prima dite a me di smettere di litigare e poi iniziate voi. Continuate pure, io andrò anche da solo, se servirà."
Il Cavaliere nero si incamminò verso il buio corridoio sulla destra, seguito a malincuore dai due. Gli Specter camminarono per molti minuti, e la strada davanti a loro si faceva sempre più buia, il clima sempre più tetro, le loro sicurezze sempre più fallaci.
"Senti Osar, noi ti abbiamo seguiti fino a qui, ma che cosa ne diresti di tornare indietro e provare dall'altra parte? A quanto pare questo corridoio non porta a niente."
"No. Sento un Cosmo che si avvicina, anche se flebile."
All'improvviso, sentirono un rumore strano, quasi come se avessero calpestato qualche pulsante e questo avesse attivato qualche strano marchingegno.
"Avete sentito anche voi?"
"Si."
"Tenetevi pronti."
Dai muri ai loro lati iniziarono a fuoriuscire spuntoni acuminati. I tre saltarono per evitarli, e si accorsero che tali minacce provenivano anche dal soffitto stesso, che stava piano piano scendendo.
"Muovetevi, correte stando sopra agli spuntoni sul pavimento!" Ordinò Osar.
I due sui compagni stavolta eseguirono di buon grado l'ordine e così i tre Specter iniziarono a correre sugli ostacoli, sempre più velocemente, fino a quando non giunsero ad una serie di bivi che superarono cambiando direzione più volte. Il soffitto era oramai sceso fin quasi a toccare le loro teste, e i tre sembravano oramai spacciati. Osar, che li stava guidando, vide all'orizzonte una specie di porta.
"Correte più veloci, vedo l'uscita!"
I tre Specter fecero un velocissimo scatto, sforzando incredibilmente i muscoli delle gambe, e riuscirono in extremis a tuffarsi oltre la piccola porticina, appena prima che il soffitto alle loro spalle ebbe raggiunto il pavimento.
"Anf... anf... ce l'abbiamo fatta..."
"... Si. Sono distrutta."
"Non c'è tempo, guardatevi davanti e capirete. Andiamo."
"Cosa...? Oh, cavolo."
Davanti a loro una nuova stanza, ricoperta da lame girevoli, visibilmente sporche di sangue, e una porticina oltre questi marchingegni. Sembrava non esserci fine al peggio.
"Lysa, pensaci tu."
"Si... COLPO DELLA GORGONE"
La donna scagliò la sua ondata di energia pietrificatrice contro le lame rotanti e le bloccò all'istante. I tre saltarono sopra i basamenti che le reggevano e raggiunsero la porta successiva, oltrepassandola.
Nemmeno il tempo di rifiatare e subità una nuova minaccia si abbattè su di loro: Bocche che sputavano fuoco ostacolavano il raggiungimento della successiva stanza.
"Ci penso io."
Salazar si offrì di proteggere il gruppo con il suo scudo d'Ombra, e così fece. I tre avanzarono cautamente, un passo alla volta, sentendo il calore di quel fuoco che divampava a soli pochi centimetri da loro.

Nel frattempo, in una grande sala della quarta casa, un Cavaliere d'oro stava seduto in maniera scomposta su un grande panca di pietra. Una sicurezza palpabile contraddisintugeva l'espressione del suo volto, incassato in un dettagliato diadema dorato.
"Quelli Specter non riusciranno mai a superare tutte le prove che ho preparato loro, moriranno di certo prima. E se dovessero arrivare fino a me... Ad attenderli ci sarà una bella sorpresa."


 
SPAZIO DELL'AUTORE
Ciao a tutti! Scusate l'assenza ma la scuola è un circolo di verifiche ed interrogazioni che non mi ha praticamente mai permesso di pensare alla mia storia -.- Lasciate un parere, se vi va ^^ Ikki.

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Capitolo 13
*** Le illusioni del Cancro ***


ARMY OF HELL



Le illusioni del Cancro
Erano ormai svariati minuti che i tre Specter vagavano nella casa del Cancro, sfuggendo di volta in volta a pericoli sempre peggiori: colonne di fuoco, pavimento cedevole e trappole di ogni sorta. I tre erano stremati.
"... Non ce la faccio più, sono distrutta. Riposiamoci qua per un po', sembra sicuro..."
"Lysa ha ragione, anche io sono sfinito. Cosa ne pensi, Osar?"
"Penso che voi siate degli stupidi. Muovetevi."
"Ah si? Bhè, sai cosa ti dico? Io non mi muoverò di un millimetro solo perchè me lo dici tu."
Il gigantesco Specter prese per il collo il compagno e lo sbattè al muro, guardandolo con i suoi occhi inniettati di sangue.
"Se non ti muoverai con le tua gambe allora te le spezzerò io e ti trascinerò dove voglio."
"Ehi... Ehi, stiamo calmi, stiamo calmi..." Lysa si frappose tra i due, allargando le braccia e separandoli. "Se la metti su questo piano ti seguiremo..."

"Lysaaaa, Lysaaaa" Una suadente voce la chiamava "Lysaaa... vieni da papà..."
"Ragazzi, state in silenzio per un attimo... La sentite anche voi questa voce?"
I due si voltarono verso di lei e la videro osservare con espressione stupefatta il soffitto, come se fosse in una sorta di trance.
"Non sento nessuna voce. Sei forse uscita di senno?"
"Salazaaaar... amico mio... Raggiungimi..." Un'altra voce fu udita dallo Specter delle Ombre
"Aspetta un momento... Anche io la sento... mi chiama a sè..."
Osar, in quel momento, ebbe una folgarazione: percepì il Cosmo di un Cavaliere di Atena poco distante da loro e realizzò che era lui ad aver preparato tutte quelle trappole per poter fiaccare la loro resistenza e lasciare che i ricordi di ognuno avessero il sopravvento, condannandogli a vagare in eterno nel labrinto della casa del Cancro e a morire di stenti.
"No! Non date ascolto a quelle voci, vi stanno solo ingannando!"
"Ma che cosa dici... sono così belle e... calde... e amichevoli... e poi io sono distrutto..."
"Anche io... voglio lasciarmi andare... Credo che mi farò un sonnellino..."
"Incapaci e stupidi che non siete altro!" Ruggì il demone.
Lo Specter si voltò dalla parte opposta e sentì chiaramente il Cosmo di un Cavaliere d'oro provenire dall'altra parte del muro e non verso la successiva porta che avrebbero dovuto oltrepassare.
"Ti ho trovato." sogghignò l'uomo. "E voi verrete con me, volenti o nolenti."
Osar si caricò i due Specter in spalla e si avventò contro il muro di mattoni davanti a lui, lanciando un grido animalesco. L'impatto fu tale che il muro si sgretolò in mille pezzi, aprendo un varco che portava proprio alla sala dove si trovava il Cavaliere.
"Ben arrivati. Peccato non siate caduti nel mio trucchetto."
Osar rimise in piedi i suoi due compagni, che a stento si reggevano sulle proprie gambe, e si voltò verso il nuovo nemico.
L'uomo era molto diverso dai precedenti Cavalieri: non era molto alto nè molto massiccio in quanto a muscolatura, ma era snello, e solo dal modo di camminare i suoi movimenti sembravano agili e fluidi. I capelli, corti e neri, si univano perfettamente al suo diadema a forma di Cancro che portava sul viso, coprendogli quasi tutto il contorno del volto. L'armatura, per altro, era meno sfarzosa delle precedenti ma più lavorata: numerose erano infatti le scalanature e gli intarsi che andavano a formare per tutta la grandezza della vesta disegni ed ornamenti particolari, come la stilizzazione del cancro o l'emulazione della gemotria delle sue chele.
"Bastardo. Ho scoperto i tuoi piani. Ora non hai più potere su di noi. Le tue trappole non hanno funzionato e adesso è giunta la tua ora."
"Tu credi?"
Il Cavaliere del Cancro fece uno scatto alla velocità della luce. Osar riuscì soltanto ad avvertire che un grande Cosmo gli passava a fianco, ma non potè fare niente per impedire che gli altri due Specter fossero colpiti da un pugno e spediti a terra, lontano da lui, subito raggiunti dal Cavaliere di Atena, il quale si mise nel mezzo a loro, in piedi.
"Sei veloce, lo ammetto. Ma non sembri molto forte. Cosa hai intenzione di fare?"
"Io? Io niente. Saranno loro stessi a rimanere imprigionati nelle loro sofferenze."
"Cosa intendi dire?"
"Lo vedrai presto."
Il Cavaliere del Cancro alzò un dito e lo mise sulla fronte della donna che era a terra.
"Mmh... E quindi tu sei pentita per aver ucciso tuo padre... Bene, se le cose stanno così, direi che è il momento di farti rivevere quei momenti."
Dopodichè mise un dito anche sulla fronte dell'uomo a fianco a lei.
"E tu, a quanto pare, sei pentito per aver lasciato che un tuo amico fosse massacrato senza alzare un dito in sua difesa. Bene, così sia."

Lysa e Salazar si trovavano in un posto indefinito, completamente avvolto dall'oscurità. Erano schiena contro schiena.
"Do... dove siamo? Mi fa male la testa..."
"Anche a me... per il resto stai bene?"
"Si... almeno credo."
All'improvviso, davanti alla donna apparve l'immagine di suo padre.
"Papà, sei proprio tu...?"
"Ciao, figlia mia. Certo che sono io! E sai, dall'ultima volta che ci siamo incontrati sono arrivato ad una conclusione: io ti volevo bene, eri la cosa a me più cara e avrei dato la mia stessa vita per proteggerti. Ma tu mi hai ucciso."
"Cosa...? Papà... Io non volevo..."
"Tu volevi. Mia figlia non si sarebbe mai comportata così. Sei cambiata. Io sono cambiato, sono diventato... Così!"
La figura di suo padre smise le sembianze precedenti e si trasformò in uno spettro, privo di qualsiasi appartenenza al genere umano.
"Papà, noooooo!"

Davanti a Salazar, invece, apparve l'immagine di Kein.
"Amico mio..."
"Kein...? Ma allora sei vivo!"
"Io mi fidavo di te. E invece tu mi hai lasciato morire senza muoverti in mia difesa. Io per te lo avrei fatto una, dieci, cento volte. Ma tu invece... guarda come mi hai ridotto!"
"Kein sai benissimo che io non volevo, è stato Osar a..."
Anche l'immagine di Kein si trasformò in uno spettro, e le due figure iniziarono a tormentare i due Specter con parole crudeli, mirate a distruggere il loro io più interiore.

Nel frattempo, nella casa del Cancro, Osar assisteva allo spettacolo raccapricciante che vedeva i corpi dei suoi compagni contorcersi in maniera innaturale, quasi come se fossero stati colpiti nel profondo.
"Che cosa li hai fatto?"
"Li ho semplicemente messi davanti ai loro più grandi rimorsi. Saranno costretti a vagare in un mondo fatto dai loro peggiori incubi per l'eternità..."
"Cos-..."
Il Cavaliere del Cancro si portò a velocità fulminea vicino ad Osar, appoggiandogli l'indice contro la fronte.
"...E adesso è il tuo turno di soffrire."

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