Ultimi attimi di vita

di Freddy16
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sirius Black ***
Capitolo 2: *** James Potter ***
Capitolo 3: *** Albus Percival Wulfric Brian Silente! ***
Capitolo 4: *** Alastor "Malocchio" Moody ***
Capitolo 5: *** Peter Minus ***
Capitolo 6: *** Severus Piton ***
Capitolo 7: *** Fred Weasley ***
Capitolo 8: *** Regulus Black ***
Capitolo 9: *** Remus John Lupin ***
Capitolo 10: *** Tom Orvoloson Riddle ***
Capitolo 11: *** Lily Evans ***
Capitolo 12: *** Dobby, l'elfo libero ***
Capitolo 13: *** Bellatrix Black ***
Capitolo 14: *** Nimphadora Tonks ***
Capitolo 15: *** Lord Voldemort ***
Capitolo 16: *** Igor Karakoff ***



Capitolo 1
*** Sirius Black ***


 Prima di morire, però, voglio lottare per la vita.
Se sono in grado di camminare da solo,
posso andare dove voglio.
Paulo Coelho
 
La battaglia infuria, i buoni combattono con lampi di luce rossa e gli uomini in maschera ribattono in verde, ma io non mi arrenderò, sono qui per lui.

Te l’avevo promesso, James, l’avrei difeso, sempre.

E come se la guerra non ci fosse riaffiorano i ricordi.

San Mungo, fa caldo e tu sei lì impaziente di vedere il tuo bambino.
Quando te l’hanno messo tra le braccia mi sei sembrato l’uomo più felice del mondo, come se la guerra non esistesse come se nient’altro contasse,è così che sarebbe dovuto essere, era così bello.
“Sirius vuoi essere il padrino del mio bambino”.
Queste furono le prime parole che mi rivolgesti quel giorno, quello in cui ti promisi che con me sarebbe stato al sicuro, avrei fatto di tutto per rendere felice tuo figlio.


Non ho fatto un bel lavoro eh Jamie?
Ho perso tredici anni della sua vita, lasciandolo nelle mani d’insulsi babbani, ma adesso sono qui per rimediare.

Dovresti vederlo somiglia tutto a te.
Harry è al mio fianco e combatte forte e fiero, esattamente come avresti fatto tu, sei tu.

Ed è un attimo, basta un secondo per perdere il controllo Tonks è stata abbattuta, Bellatrix è pronta a combattere ancora.
Sta mirando a lui, ma io, io non posso permetterlo.

È per questo che mi hai nominato suo padrino no? Perché sai che morirei piuttosto che fargli accadere qualcosa. 

Sento Harry urlare, ma non può fare più niente ho deciso ormai, sono in grado di camminare da solo adesso, posso andare dove voglio.

Sono lacrime quelle?
Ho sbagliato ancora Ramoso, non sono riuscito a renderlo felice, ho fallito anche in questo.
Ho sbagliato tutto non meritavo quello che mi hai dato: la fiducia, l’amicizia, forse starei dall’altro lato della battaglia se non ci fossi stato tu.

Il lampo di luce mi colpisce, mi porta oltre.

Tu l’hai già provato dimmi fa male morire?
Mi sei mancato tanto sai, il tuo pensiero è riuscito a non farmi impazzire,incontrarti è ciò che di più bello mi sia capitato nella vita.
 
Oltre questo velo mi sembra di vederti.
 
Harry,Remus, non siate tristi muoio  col sorriso sulle labbra, rincontrerò mio fratello.

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Capitolo 2
*** James Potter ***


Ci sono momenti nella vita
in cui speri di non aver preso decisioni affrettate
 e momenti in cui lo sai e basta.

Nick Hirran

 
Lui era lì e mi guardava con quegli occhi rossi, era pronto a distruggere quello che avevo costruito in tanti anni.
Solo, senza bacchetta, non potrò mai farcela.
È strano, sapere che ti resta cos poco da vivere e non pensarci, sapere che hai solo pochi minuti e dedicargli agli altri.
 
Sirius, fratello mio,  non ti abbattere. Sei forte e te la caverai anche senza di me.
Sorridi pensando a lui, aveva ragione, c’è davvero un traditore tra voi.
Lo sento ridere con quella sua risata fredda che fa gelare il sangue.
 Remus, sei la persona migliore che io conosca. Non perder mai la fiducia in te stesso e negli altri, non permettere che le persone ti facciano sentire inferiore.

 “Crucio!”
 
Sento bruciare ogni muscolo del mio corpo, ma non avrà la soddisfazione di sentirmi urlare, morirò nella stessa maniera in cui ho vissuto: sempre a testa alta.
 
Ti prego fa che la mia Lily si salvi, amore mio, abbiamo avuto così poco tempo per stare insieme.

Lacrime, urla, non sono le mie ma di  Harry, il mio bambino.
 Mi dispiace che la tua vita sia stata così, avrei voluto vederti crescere, camminare, avrei voluto vederti vivere bambino mio,  ma il destino ha scelto un’altra via per noi. Non mi perdonerò mai di averti abbandonato.

Il suo volto è ancora più crudele, questa volta colpirà per uccidere.
Allora è così che ci si sente, quando si sta per morire, soli, tristi e delusi. Sì perché vedendo questo lampo di luce verde l’unica cosa che riesco a pensare è perché, perché Peter?

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Capitolo 3
*** Albus Percival Wulfric Brian Silente! ***


Volevo ringraziare tutti coloro che hanno letto questa storia, l'ho postata solo questo pomeriggio e già è seguita e preferita da molti.
Grazie mille ad AlexBlack che mi ha reso felicissima con le sue recensioni.
Mi piacerebbe tanto sapere anche da voi altri cosa ne pensate dei vari capitoli.
Vi avviso già da subito che il prossimo sarà su Malocchio Moody.
Buona lettura!


 
È l’amore,
non la ragione,
che è più forte della morte.
Thomas Mann
Per una mente ben organizzata la morte non è che una nuova, grande avventura.

Lui aveva detto quelle parole, ma in quel momento erano difficile da applicare.
Sapeva che la morte sarebbe arrivata, l’aveva aspettata con ansia, ma in quel momento, sulla torre di Astronomia, con un bambino che gli puntava la bacchetta al petto non riusciva a non pensare a tutte le cose che non aveva fatto, che non aveva detto.

Non aveva ancora chiarito con suo fratello, avevano litigato, quando aveva solo diciassette anni e solo in quel momento, in punto di morte capì quanto fosse stato stupido. Avrebbero dovuto poter parlare di tutto, consolarsi a vicenda, confidarsi i più intimi segreti, ma lui era stato tanto stupido da trascorrere la sua vita con i libri.


Pensò a Harry che era lì, nascosto in un angolo sotto quel meraviglioso mantello che aveva desiderato per anni, per poter porre fine ai suoi problemi.
Incredibile scoprire che la persona capace di farci più male siamo noi stessi, scoprire che il nostro cervello in punto di morte decida di farci rivivere attimo per attimo la nostra vita come a farci vedere quello che avremmo potuto fare, quello che abbiamo perso e quello che avremmo dovuto essere.
Maledetti ricordi.


Rivide il volto pallido di un ragazzo dai capelli biondi.
“Ci pensi Albus, saremo i soli ed unici padroni della morte saremo, siamo sempre più vicini a trovare il mantello, anche se non capisco bene a cosa potrebbe servirci”. “Gellert, dobbiamo completare la trinità per essere invincibili”.

Quel mantello, sarebbe stato il modo perfetto per nascondere sua sorella, avrebbe potuto farle vivere una vita, invisibile, ma normale.


Ariana spero tu mi abbia perdonato è stata tutta colpa mia, sei stata molto migliore di me sorellina, buona, dolce, semplicemente te stessa.
Io ti ho vendicato sai?
Ho cercato l’uomo che ti ha ucciso, l’ho battuto piccolina e  per non dimenticarmi mai il male che ho fatto ho preso la sua bacchetta, la bacchetta assassina.


Quanto era stato sciocco, aveva preferito chiudere gli occhi dinanzi alle pazzie di Grindelwald, troppo accecato dal potere.
Si ripeteva che aveva solo diciassette anni, che era troppo giovane per capire il mondo, ma del resto anche in quel momento con la saggezza dell’età compieva gli stessi sbagli.


Severus, dove sei?
Devi essere tu a farlo, ho messo la mia vita nelle tue mani, ho messo la vita di molti nelle mani di un serpeverde, ex Mangiamorte.
Io mi fido di te ragazzo, per questo ti ho lasciato anche le mie ultime volontà, fa che la scuola rimanga aperta, perché io non l’abbandonerò mai, e uccidimi.


Quasi come se fosse stato chiamato dai suoi pensieri Severus arrivò, con la faccia crudele che mostrava agli altri.
Pregò che avesse il coraggio di farlo e che Harry un giorno potesse capire.


Il ragazzo sopravvissuto doveva sacrificarsi, in fondo quanto poteva contare la morte di un singolo individuo se portava una vita migliore per gli altri?
Contava, per lui nella stessa maniera di una sola e semplice bambina, tanto.


E in quell’attimo di oblio, dopo il dolore, prima del nulla cominciò a piangere, lacrime calde, dolci, amare, fino a piangere tutte le lacrime che da troppi anni si era tenuto in corpo.

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Capitolo 4
*** Alastor "Malocchio" Moody ***


La morte di Malocchio per ora è stata una delle più difficili da affronatare, viene sempre descritto come un guerriero, è sempre attento e vigliante, ma per me c'era molto di più. Spero solo di non essermi allontanata troppo dall'idea che voi tutti avete di Moody.
Ne approfitto per ringraziare tutti coloro che mi seguono, leggono o preferiscono siete molto più numerosi di quanto mi aspettassi.
Fatemi sapere cosa pensate del capitolo.
Buona lettura

L’umanità si trova oggi ad un bivio:
una via conduce alla disperazione,
l’altra all’estinzione totale.
Woody Allen

 
Forse stava diventando troppo vecchio per certe cose, forse non ne aveva più l’età, ma doveva rispettare le ultime parole che gli erano state dette da Lui e lo avrebbe fatto, a qualunque costo.
L’ufficio di Silente poche ora prima che ci lasciasse tutti, prima che ci abbandonasse senza una guida. “Harry è la nostra speranza migliore, fidatevi di lui” Lo sapevi già eh brutto ********, sapevi che saresti andato via.
Di Harry da proteggere quella sera, ce n’erano sette, una trovata eccezionale ricevuta da una persona inaspettata. Era proprio questo che lo preoccupava di più.
“Kingsley, Remus, io non mi fido, Mundungus non può aver avuto quest’idea, sì lui è furbo, intelligente, ma il piano è troppo ben elaborato per essere stato ideato da lui.
I suoi dubbi erano evaporati nel nulla, Mundungus faceva parte dell’Ordine e lui delle volte era ancora giudicato come un vecchio pazzo con la fissa dei maghi oscuri.
Ma non si era arreso, ecco perché lo teneva così d’occhio, Alastor Moody non sbaglia mai, quasi mai.
Forse quella sera era più sentimentale del solito, ma, dopo la morte di Silente, non poteva fare altro che chiedersi, quando sarebbe arrivato il suo turno, loro avevano fatto carriera insieme, rinunciando alla soddisfazione più grande che la vita potesse dare.
Nella notte più sbagliata che ci fosse, rimpianti e rimorsi riempirono il suo cervello.
“Albus non ti chiedi mai come sarebbe stato il tuo futuro se ti fossi sposato, avessi avuto dei bambini e avessi provato fino in fondo quell’amore che predichi tanto?”. “Alastor perché me lo chiedi, a cosa pensi?”. “Nicole”
Il suo più grande sbaglio. Certe volte gli erano sfuggiti i nemici, altre per un suo errore qualcuno era rimasto ferito, ma c’era sempre stato un rimedio. Per lei, per loro, non ce n’erano.
Incredibile come una notte di luglio possa essere fredda, come in un attimo solo, la comparsa di uomini incappucciati possa zittire un’intera città. Sono il primo che verranno a cercare. Non è il momento giusto lo so, ma non posso fare a meno di pensare che ho ragione, anche questa volta.
Esattamente come avevo previsto questa specie di uomo che è al mio fianco ha paura, ma non lo lascerò andare via, se proprio dobbiamo andare giù, lui cadrà con noi. Sembra quasi che le immagini scorrano a velocità avanzata, ho la bacchetta del mago oscuro più potente di tutti i tempi puntata al viso.
L’ironia della sorte, il miglior Auror che il ministero abbia mai avuto si trova dinanzi al più grande mago di tutti tempi l’unica sera in cui non è abbastanza lucido, in cui il suo cervello non è attento.
È la fine ma dalla sua bocca piuttosto che lamenti escono suoni inconfondibili, risate.
Perché rido? Perché so di avervi aiutato, so che non abbasserete mai più la guardia e che non dimenticherete mai questa frase: “Vigilanza Costante!” Io l’ho dimenticata una sola volta, è stata l’ultima.

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Capitolo 5
*** Peter Minus ***


Volevo approfittarne per ringraziare voi tutti non mi aspettavo sareste stati in così tanti a seguirmi.
Questo capitolo non è proprio il mio preferito per me questo stupido topo doveva morire solo e finire all'inferno, ma se la Rowling lo ha fatto pentire un motivo deve pur esserci ecco cosa ho immaginato.
Buona lettura!

 



Ho un solo rimpianto nella vita:
di non essere qualcun altro.
 Woody Allen

 
 
 
 
E così il figlio di Lily e James era stato catturato, forse non era forte quanto tutti credevano forse era solo un ragazzino che aveva voluto impicciarsi di cose più grandi di lui.
No, non era soltanto questo. Harry gli aveva salvato la vita, quanti avrebbero risparmiato un sudicio traditore? Chi non avrebbe desiderato la vita di colui che l’aveva tolta ai propri genitori?
Doveva la vita a Harry Potter, un ragazzo che a soli tredici anni aveva dimostrato di conoscere già le differenze tra giusto o sbagliato, tra buoni o cattivi.
Conosceva anche lui quelle differenze, ma le aveva da tempo dimenticate. Da quando era iniziata la guerra per lui esistevano soltanto le differenze tra vita o morte, forti o deboli e vincitori o vinti.
In quale categoria si trovava? Tutte, faceva parte dei vincitori eppure si sentiva un perdente. Era stato forte una volta, quando i Malandrini gli guardavano le spalle, ma senza di loro era debole. Respirava e poteva quindi considerarsi vivo, ma una parte di lui era morta il giorno in cui condannò una delle persone più importanti della sua vita.
Lo avrebbe ricordato per sempre.
*Ho visto la tua casa abbandonata, quel cancello chiuso, il piano devastato. Quante volte avevo suonato alla tua porta e tu accogliente e sorridente apparivi, quante risate, quanti pensieri ci siamo confidati, speranze, amori, sbagli e insuccessi.* Noi avevamo condiviso tutto ed io quel giorno avevo ucciso me stesso. Solo adesso lo capisco.
Era suo compito andare a controllare le segrete di casa Malfoy, da quando il ragazzo vi era rinchiuso si erano sentiti strani rumori.
Non moriva dalla voglia di adempiere a quei doveri, sentirsi lo sguardo del ragazzo addosso l’avrebbe reso vulnerabile, malinconico. I suoi occhi gli avrebbero ricordato l’unica donna che fosse sempre stata gentile con lui, che sapeva dirgli le parole giuste per farlo sentire migliore, non aveva il coraggio di farlo.
Aveva immaginato una situazione del genere, il ragazzo si era liberato, lui non poteva permettere che scappasse, la bacchetta gli era stata sottratta e poteva difendersi solo con quella mano, la stessa che il Signore Oscuro gli aveva regalato. La strinse intorno alla gola del ragazzo.
Non poteva ucciderlo, non ci riusciva. Era solo un codardo. Cosa avrebbe dato per somigliare a loro, affascinanti e coraggiosi. Quello era uno dei motivi per cui aveva tradito, voleva fare qualcosa che gli altri non avrebbero fatto. Ma forse, era meglio somigliargli, loro in quel momento si sarebbero pentiti e sarebbero andati avanti.
“Vuoi uccidermi Codaliscia? Dopo che ti ho salvato la vita”
No, non voleva. Voleva chiedere scusa e affrontare il mondo, voleva essere coraggioso e sentirsi per una volta fiero di appartenere a Grifondoro.
Pagò caro quell’attimo di esitazione, la stessa mano che aveva ammirato si stringeva inesorabilmente intorno al suo collo.
Era la fine lo sapeva. Si era comportato da idiota. Ma almeno adesso conosceva anche la differenza tra AMICO e PADRONE, l’amico chiede, il padrone pretende.

Lui come amico chiedeva solo che i malandrini lo perdonassero. Desiderava tornare ad essere Codaliscia.
 

Il pezzo tra ** è simile ad una citazione solo che non ricordo chi l'abbia detta/scritta o quali siano le parole giuste, volevo soltanto avvisare nel caso qualcuno trovasse una qualche somiglianza.

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Capitolo 6
*** Severus Piton ***


Purtroppo questo capitolo non è venuto come volevo, desideravo incentrarlo tutto su Piton e Lily, ma mi sono resa conto che anche Silente e Voldemort sono stati importanti nella sua vita. Ho finito per modificare totalmente la mia idea. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Buona lettura!


Dicono che l’amore è vita,
io per amore sto morendo.
Jim Morrison



Guarda dove mi ha portato quell’amore che predichi tanto, ti ho offerto la mia vita perché la proteggessi, ho vegliato su suo figlio. Avremmo dovuto salvarli,me l‘avevi promesso, ma lei non c’è più e tu, tu hai mandato suo figlio a morire.


La battaglia è ovunque mangiamorte contro ordine, buoni contro cattivi, amore contro odio. Hogwarts è sotto assedio. Vorrebbe combattere, ma il suo braccio brucia e si sa, è come essere un cane quando il padrone ordina bisogna obbedire.
Era stato così forte , ma sie era sottomesso ad un altro uomo. Aveva rinunciato all’unica cosa che possedeva davvero che sarebbe stata sua finche voleva: La libertà.
Non era stato più libero di vivere, di amare non aveva potuto neanche muovere un dito se Voldemort non approvava.
L’idea di poter cambiare, fare le proprie scelte, ci ricorda che non esistono solo il bianco e nero ma anche le sfumature. Quelle aveva smesso di vederle, quando si era fatto marchiare.
Perché poi l’aveva fatto?Per dimostrare a tutti l’inferiorità dei babbani? Avrebbe dovuto predicare questo, quando al suo fianco aveva desiderato per tutta la vita una nata babbana, la sua dolce mezzosangue.
Il signore oscuro aveva mandato i suoi uomini in battaglia e si nascondeva nella stramberga strillante, sapeva perchè lo aveva chiamato, per la bacchetta che aveva rubato a Silente, la bacchetta di Sambuco.
Speravi di distruggerne il potere eh Silente? Ma mi dispiace, anche tu hai sbagliato, non avevi previsto che saresti stato disarmato da un ragazzino.
Odiava quel posto, gli rievocava ricordi che sperava di aver sepolto nella parte più intima del suo cervello. Voldemort era in una stanza vuota e al suo fianco Nagini era rinchiusa in una sfera magica. Non aveva più tempo.
“Ascoltami bene Severus verrà un momento, in cui Voldemort temerà per la vita del suo serpente. Quando comincerà a tenerlo sempre con se sarà bene che tu lo dica a Harry."
Ma non c’era il tempo di trovare il ragazzo, non c’era il tempo di dirgli che entrambi erano stati usati da Albus Silente il più grande mago di tutti i tempi. Per lui erano solo bestie da macello.
Sei morto eppure mi sento ancora sotto esame. Te lo ripeto io odio Potter! È detestabile quanto suo padre! Perché lo proteggo? Lo sai, lo proteggo perché amavo lei, ha suoi occhi. Perché il ricordo di lei rivivesse, perché altri uomini e altre donne guardando i suoi occhi avrebbero potuto leggerci le stesse cose che ci leggevo io.
“Severus, ti aspettavo, ho riflettuto a lungo, sai perché questa bacchetta si rifiuta di essere ciò che doveva?” Pregò il signore oscuro di lasciarlo scendere in battaglia. Doveva provarci prima di morire, lui era pronto, era stufo della vita, ma aveva un ultimo compito da svolgere. “No Severus, ho capito che la bacchetta non è davvero mia, perché tu hai ucciso Silente non io quindi…Nagini, uccidi!”
E così ho fallito. Neanche in punto di morte riesco a pensare ad altro, sono stato uno stupido, forse la mia vita sarebbe stata diversa se lo avessi capito prima, se le avessi detto che l’ amavo.
Forse era diventato pazzo a furia di pensarla, ma cosa poteva mai farci Potter in quella stanza se non era un’allucinazione? Tentò ugualmente. Agitò la bacchetta e gli donò i suoi ricordi più preziosi.
“Guar…da…mi” desiderava guardare quegli occhi, i suoi occhi, gli occhi di Lily Evans.

Dolcezza, Tenacia e Amore Infinito ecco cosa ci leggeva ancora una volta, per l’ultima volta.

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Capitolo 7
*** Fred Weasley ***


Premetto che sono innamorata di Fred da quando ho letto per la prima volta Harry Potter quindi per me non è stato facile scrivere di lui. Avevo immaginato tantissime situazioni tristi, speciali, ma quando ho dovuto scriverle non ce l’ho fatta.
Mi dispiace se questo capitolo non è come ve l’aspettavate, spero vogliate lasciarmi lo stesso il vostro parere.
Buona Lettura!



Vi consiglio di leggere sentendo My Heart Will Go On in sottofondo -->
http://www.youtube.com/watch?v=2dhtsH23wmE&feature=fvst

 
 

Devi promettere che sopravviverai,
che non ti arrenderai,
 qualunque cosa accada,
per quanto disperata sia la situazione.
Promettimelo adesso Rose ,
e non dimenticare mai questa promessa.
Dal film Titanic.

 
 
Non credeva che ce l’avrebbero fatta glielo si leggeva negli occhi, George si stava arrendendo e lui non poteva permetterlo. “Guardami fratellino, immagina che sia un gioco, come quelli che facevamo da piccoli. Ce la faremo te lo prometto. Fidati di me!”.
Era soltanto un gioco, erano due coraggiosi cavalieri che dovevano uccidere il drago cattivo. Già ma quel drago da bambini non aveva mai colpito per uccidere, quel drago non aveva mai tagliato un orecchio a Gorge, quel drago li avrebbe fatti vincere, sempre, anche se fossero stati due incapaci.

****

Come può, nonostante i danni, Hogwarts essere bellissima? Come si può nel bel mezzo della battaglia ricordare tutti i guai combinati a scuola, tanti scherzi lunghissimi da ricordare in poche parole.
Quante Caccabombe lanciate, merendine canarine, marinare, i fuochi d’artificio… La palude magica la fuga dell’ultimo anno. E la Mappa, che più li aveva aiutati, che aveva donato loro una conoscenza dei passaggi segreti, seconda solo a quella dei malandrini.
Grazie a quella conoscenza erano stati incaricati di proteggere i passaggi, per evitare che i nemici entrassero a scuola. Lui, George, Lee e Percy.
E così come nella vita anche in battaglia erano inseparabili, il trio di combinagli e il Prefetto-perfetto. Quante volte erano stati insieme, loro a scontare punizioni e il fratello maggiore a controllarli, mai una volta che avesse riso con loro o che li avesse aiutati in una qualche maniera.
Percy era sempre stato troppo ligio ai suoi doveri e questo aveva distrutto il loro rapporto ma se lui era lì, forse si poteva rimediare.
Il cappuccio dell’uomo contro cui combattevano si abbassò, era il ministro della magia O’Touse. “Ah ministro le ho detto che do le dimissioni?”, “Hai fatto una battuta Perce, l’ultima che ti avevo sentito fare era…” Stava cercando di ricordare, ma un’esplosione li allontanò tutti.
La mamma dice che quando sono nato sorridevo, ho passato 19 anni ridendo, ma adesso, che so che sto per lasciare questo mondo, piango, ho paura. No, non ho paura di andare via, ho paura di ritrovarmi in un posto in cui tu non ci sarai, ho paura di non potercela fare da solo.
Erano stati scaraventati lontano, ma riusciva a sentire le parole di Gorge dentro di se, che lo ferivano più di una coltellata al petto.
“Me l’avevi promesso Fred,avevi detto che ce l’avremmo fatta! Saremmo stati per sempre insieme, mi avevi detto di fidarmi! Io, io non posso farcela senza di te.”Anche di questo aveva paura lui era sempre stato un po’ più forte, più sicuro. Aveva il terrore che il fratello si arrendesse, che si sentisse tradito. Ma non era così.
Forse qualcuno l’avrebbe giudicato stupido, nessuno poteva sentirlo, ma lui sapeva che l’altra parte di se stesso, ovunque fosse, avrebbe udito quelle parole.

Tu promettimi che ce la farai, che ti salverai e andrai avanti ed io ti prometto che ti aspetterò, ti aspetterò quì, nel nulla, e affronteremo anche quest'altra avventura insieme..."

“ Abbiamo ancora milioni di draghi da sconfiggere fratellino…”

 

Mi scuso per eventuali errori di ortografia e/o battitura!

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Capitolo 8
*** Regulus Black ***


AVVISO
Lui non doveva far parte di questa raccolta, come noterete, infatti, sono più di 500 parole, mi era stato richiesto e, poiché non ho mai scritto di lui ho deciso di provare.
Spero che vogliate lo stesso farmi sapere cosa ne pensate.
Buona Lettura!

Da piccolo immaginavo la morte come un essere spaventoso
che bisognava evitare ad ogni costo.
Pensavo che al suo apparire mi sarei rifugiato sui monti,
dove non mi avrebbe mai trovato.
Allora consideravo la morte come la mia più grande nemica.
Cosa penso adesso?
La morte è il preludio alla vera vita….
Beato chi chiude gli occhi con questa convinzione.
Saverio Ferrara



Aspettava Kreacher seduto al lungo tavolo di Grimmauld Place, si chiese se fosse oppure no il caso di scrivere un addio. Ma cosa avrebbe mai potuto dire? Immaginava già ciò che le sue parole avrebbero provocato.
“Cari genitori, ho deciso di dare la vita per una causa migliore, ma non è quella che voi immaginate. R.A.B.”
Sua madre probabilmente sarebbe morta di dolore al pensiero di aver perso il suo adorato figlio e il padre sarebbe stato disgustato da lui, l’avrebbe considerato, ancora una volta, un debole.
“Signore è pronto a materializzarsi?” “Andiamo”.
Kreacher lo portò in una caverna sul mare, era un luogo davvero strano. Oscuro e sinistro come non ne aveva mai visti, ciò che più lo inquietava era il lago verde e melmoso che sembrava impossibile da attraversare.
E così è questo il posto in cui ha deciso di riposare? Ottima scelta nessuno lo avrebbe mai scoperto, nessuno tranne me.
“Non si preoccupi padron Regulus, Kreacher sa come attraversare il lago, non si preoccupi padron Regules…”, “Non sono preoccupato, sono con te”. Forse aveva pronunciato quella frase nel momento sbagliato, l’elfo era tanto preso dalle lacrime da aver dimenticato la situazione in cui si trovavano.
Si chiese cosa avrebbero pensato i suoi compagni sentendolo parlare così ad un elfo, di una sola cosa era certo, non avrebbero mai pensato che quell’essere fosse suo amico, che tenesse più a quel servitore che a se stesso.
Era sull’isolotto al centro del lago, il motivo che l’aveva portato fin lì era sul fondo di una bacinella, coperto da una pozione, non c’era modo di prenderlo se non bevendola.
E così, non c’era altra scelta, era stato così sciocco da sperarlo fino all’ultimo… Maledetto basta***! Ma perché non togliersi una piccola soddisfazione…
Scrisse le sue ultime parole su un foglio che inserì all’interno di un medaglione. “Ascoltami Kreacher io berrò la pozione, quando sarà finita scambia i medaglioni, torna a casa e distruggilo. Non intervenire e non aiutarmi in alcun modo. È un ordine! No… devo berla io, devo dimostrare una cosa…”
Dimostrare all’unica persona che davvero contasse, l’unica che davvero lo aveva amato che anche lui credeva in qualcosa, che anche lui poteva essere forte.
Cominciò a bere, i primi sorsi bruciavano meno dei ricordi che riviveva.
Erano a casa, giocava con Sirius prima che cambiasse tutto tra loro. Aveva urtato il prezioso diadema di Walburga Black riducendolo in mille pezzi. Ricordava la rabbia della madre decisa a scoprire il colpevole, il suo stupido silenzio e Sirius che si assumeva la colpa di tutto. Ricordava un bambino dai capelli scuri che piangeva sentendo le urla del fratello maggiore che veniva punito al suo posto.
Non credeva neanche più di possedere quei ricordi.
Bevve ancora…
Un ragazzino era seduto sotto il cappello parlante, gli diceva che Serpeverde non era la scelta giusta, che Serpeverde avrebbe potuto metterlo sulla cattiva strada, lui era pieno di qualità. Gli diceva che non doveva vivere per accontentare gli altri e che doveva pensare anche a se stesso.
Pregò di poter tornare indietro, forse la sua vita sarebbe stata diversa.
Un altro sorso...
Aveva quindici anni, era seduto fuori la camera dei suoi genitori e origliava i loro discorsi, Sirius era scappato di casa. “Io speravo che sarebbe rinsavito, lui sarebbe stato un ottimo Blck con quel carattere forte e sprezzante, io credevo che avrebbe capito da che parte stare.”, “Orion caro, io ti avevo avvertito, sapevi che quel disgraziato ci avrebbe deluso. Ma abbiamo ancora Regulus”. “Già, ma lui è solo un burattino di cui tu ti sei divertita a muovere i fili, per me è inutile”.
Le lacrime gli rigavano il volto, quel giorno giurò a se stesso che avrebbe fatto di tutto per rendere i suoi genitori sempre fieri di lui. Era quasi arrivato al fondo.
Riempì il calice una volta ancora…
Era a Malfoy Manor, vedeva la sua bellissima cugina parlare con un uomo dagli occhi rossi e il volto pallido, parlavano di lui. Il signore oscuro gli si era avvicinato, gli aveva puntato la bacchetta contro e l’aveva marchiato a vita.
Bruciava di più il suo braccio o la sua gola?
Si costrinse a prenderne ancora…
Era in un bar. “Reg, tu non sei come loro, ascoltami ti prego, puoi ancora tornare indietro. Ti ricordi la prima volta che siamo andati da Silente? Lui ci disse che presto avremmo dovuto scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile, tu non puoi essere stato così codardo da aver scelto questa via…” “Sir mi dispiace ma non si consegnano le dimissioni al signore oscuro, siamo nemici adesso, non cercarmi, io non ho più un fratello.”
Non è vero, non è vero, tu sei importante per me lo sei sempre stato.
Credeva d’impazzire, ma finalmente era l’ultimo sorso, l’ultimo sorso che avrebbe fatto per sempre.
Ho tradito la mia famiglia, ho rivissuto i ricordi più brutti e sto morendo per un mondo migliore, questa volta non ho fatto una scelta facile, spero sarai fiero di me, sono stato capace di scegliere ciò che è giusto.

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Capitolo 9
*** Remus John Lupin ***


Premessa!
Nessuno ci dice com’è morto Remus o chi sia morto prima tra lui e Tonks, è vero a Lei viene detto che prima lo avevano visto combattere e poi non più, ma non è detto che fosse morto proprio in quel momento! Questo capitolo è un po’ contorto, ma spero vi piaccia e che mi facciate sapere cosa ne pensate.
Secondo quel che ricordo manca soltanto Voldemort, ma se a voi fosse venuto in mente qualche personaggio che ho mancato gradirei saperlo. Ne approfitto per ringraziare chi commenta e chi mi legge.
Buona Lettura!

 

 
Perché quando ami una cosa,
ogni volta che ne perdi una piccola parte,
perdi un pezzo di te stesso.
Erica Bain

 
 
Avrebbe combattuto fino alla fine, finché ne avesse avuto la forza, doveva combattere per se stesso per la sua famiglia e per i suoi amici.
 

*******

 
Era nel parco, quello che aveva odiato e poi amato, quello che avrebbe ricordato per sempre. Si era creato il vuoto intorno a loro, mangiamorte contro lupo mannaro. Era stanco, troppo, la battaglia diventava sempre più dura. Pensieri…
Proprio lì aveva conosciuto  gli unici ragazzi che non lo avevano disprezzato per il suo aspetto logoro, che non lo avevano abbandonato, quando scoprirono il suo segreto.
“Crucio” Il dolore era fortissimo, s’impose i pensare a un ricordo felice, uno che lo facesse sentire meglio.
Era appena tornato da uno dei turni da prefetto e aveva trovato nella sala comune tre animali impensabili, un cane, un cervo e un topo. Avevano un aspetto così familiare, ma non riusciva a capirne il motivo e poi lo vide, un messaggio scritto ai loro piedi: “Ci saremo anche noi quando avrai il tuo piccolo problemino peloso”
“Il signore oscuro vincerà arrenditi è finita, farai la stessa fine dei tuoi amichetti!” grazie a quelle parole ritrovò la forza in se stesso.
La foresta è dietro di me e so che ci siete, mi state guardano le spalle come facevate sempre, come non ero mai stato capace di fare da solo.
Quella sera sapeva di essere invincibile, i malandrini erano insieme ancora una volta. “Remus attento!” E in un attimo, un attimo solo tutto cambiò, Nimphadora, sua moglie, era tra le sue braccia, morta. Si era sacrificata per difenderlo.
Perché, perché l’unica donna che io abbia davvero amato, perché devo essere punito in questa maniera?
Scaraventò per aria l’uomo che lo aveva colpito e depose il corpo della moglie trai fiori. Non riusciva a trattenere le lacrime, erano girasoli.
 Troppi ricordi.
La rivide, aveva i capelli rosa accesso, che stonavano col chiaro abito bianco che aveva indosso e il bouquet di girasoli che stringeva nella mano, ma era bellissima, come allora, come ieri, come adesso.
A cosa serviva combattere ancora? Si rispose da solo: serviva a dare un mondo migliore a suo figlio, al piccolo Teddy, avrebbe combattuto perchè potesse essere fiero dei suoi genitori. Il suo bambino…
Aveva aspettato per ore, col terrore che potesse succedere qualcosa a sua moglie e finalmente era riuscito ad entrare nella camera, lì, distesa sul letto, stremata, ma bella più che mai c’era lei. “Amore ti presento tuo figlio”. Gli aveva messo tra le braccia quel fagotto minuscolo che aveva folti riccioli biondi. Non fece in tempo a guardarlo per bene che il colore dei capelli cambiò, erano diventati blu elettrico. “Visto? Gli piaci!”
Doveva concentrarsi sulla battaglia, ma la rabbia e il dolore gl’impedivano qualunque ragionamento. Un incantesimo più potente lo scaraventò tra gli alberi nella foresta. Era la fine…
Harry lascio tutto nelle tue mani, prenditi cura di mio figlio e raccontagli di me, raccontagli dei malandrini, dei suoi genitori e di quanto lo abbiamo amato. Digli che lo abbiamo fatto anche per lui.
Sull’albero contro cui era stato scaraventato, era stata segnata una data.

23.06.77
F. R. L. C.

 

Esattamente trenta anni prima avevano inciso quelle parole, e si erano promessi una cosa. Ora Eerano pronti a saldare quella promessa, erano venuti a prenderlo…

“Allora non avevate mentito, staremo davvero insieme per sempre.”

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Capitolo 10
*** Tom Orvoloson Riddle ***


So che questo è un capitolo molto diverso, ma io sono dell’idea che Tom e Voldemort siano due esseri distinti e che il primo sia morto la prima volta che la sua anima si è spezzata!
Ho scritto anche di Lily e Bellatrix (oggi a scuola non avevo niente da fare XD), però non so ancora se inserirle in questa raccolta o crearne un’altra simile con i personaggi mancanti, voi cosa suggerite?
Mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate del capitolo, spero che non sia troppo brutto se per una volta non ci sono lacrime o scene commoventi!
Buona lettura!

 

Ciecamente,
sogniamo di superare la morte attraverso l’immortalità,
anche se da sempre,
l’immortalità ha rappresentato la peggiore delle condanne,
il destino più terrificante.
Jean Budrillard

 
 
 
Aveva camminato per miglia ed era finalmente giunto nel luogo che cercava. Era una catapecchia che sembrava abbandonata da tempo, l’unico simbolo familiare in quel posto era un serpente inchiodato all’ingresso della porta.
Non può essere! Non può essere questo il luogo in cui è nata mia madre, io sono l’erede di Salazar Serpeverde, meritiamo di meglio.
L’interno era anche più spoglio e maltenuto dell’esterno, una persona che sembrava quasi morta era seduta su una poltrona. “Sei Orvoloson?”, “ È morto”. Finalmente un segno veritiero, quell’uomo parlava serpentese…

*******


 E così mia madre era una schifosissima maganò. Quella strega fallita avrebbe potuto avere il meglio, ma si è arresa alla più grande debolezza umana, l’Amore. Per chi poi? Un babbano, Tom O. Riddle erede del più grande fondatore di Hogwarts era uno sporco mezzosangue.
Schiantò lo zio e rubò una cosa che lui gli aveva mostrato poco prima, la cosa più cara che avesse, l’anello di Orvolosn. Stava per tornare sui suoi passi, quando si rese conto di avere ancora un compito da svolgere.
Si tratta bene quella feccia di mio padre! Guarda ci sono anche i nonni, che bella rimpatriata, proprio il momento perfetto per eliminare il marcio dal mio albero genealogico.
La famiglia era in soggiorno ridevano tutti come se non avessero una preoccupazione al mondo, senza neanche lontanamente riuscire ad immaginare quello che di lì a poco sarebbe successo.
Questa non te l’aspettavi eh paparino? Guarda che faccia che avete se non fossi così tanto disgustato da voi sarei capace di ridervi in faccia!
I Riddle erano terrorizzati da quell’apparizione, da quel ragazzo così tanto simile a loro. Il giovane posò un anello antico sul tavolo e cacciò dalla tasca uno strano bastoncino di legno. “ Chi, Chi sei?”
Chi sono io? Il vostro incubo peggiore…
I primi due lampi di luce colpirono gli uomini anziani che morirono sul colpo, per il suo adorato padre aveva un’idea diversa. Cominciò a pronunciare delle parole senza senso che sembravano non avere mai fine.
Non può essere andato storto, l’incantesimo era giusto, è questo il metodo ne sono sicuro…
Tom Riddle Jr si contorceva a terra come se trafitto da mille pugnali, il suo omonimo era lì terrorizzato, incapace di distogliere gli occhi da quella visione.
Il dolore era forte come non l’aveva mai provato nella sua vita. Gli tornarono in mente immagini che non ricordava neanche di possedere.
Il ragazzo sanguinava dal naso, dalla bocca, sembrava in procinto di morire, ma l’uomo era paralizzato dalla paura, incapace di muoversi.
Una donna era stremata sul letto, non era quel tipo di donna che tutti guardano o che tutti considerano, ma lui la trovava semplicemente bellissima.
……
Era all’orfanotrofio aveva solo tre anni una delle infermiere gli diceva che lui era diverso, che lui era speciale, e che lei gli voleva davvero bene.
 
Finalmente il ragazzo si riprese, si sentiva scoperto, nudo, come se fosse stata mostrata a tutti la più imbarazzante ed intima delle sue fantasie. “Dimmi chi sei?”
Tu babbano osi rivolgermi la parola? Osi chiedere della mia identità? Te lo concedo, ma sarà l’ultima cosa che farai.
“Tu…Tu mi somigli, sei un Riddle?”

 
“TOM ORVOLOSON RIDDLE  
è morto,
IO SON LORD VOLDEMORT”

 
Forse per qualcuno sarebbe stata la fine, ma per lui era soltanto l’inizio.

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Capitolo 11
*** Lily Evans ***


La morte di James è stata la prima che ho scritto, quando questa doveva essere una raccolta di drabble e potevo usare soltanto 100 parole, perciò non credevo di avergli dato abbastanza importanza e ho cercato di rimediare con Lily. Lei e James speravano di farcela, avevano dei sogni e delle speranze sia per loro che per Harry e ho cercato di rappresentarle al meglio.
Le ultime parole in corsivo appartengono ad una canzone d Claudio Baglioni (Avrai), per me significa moltissimo. L’ascoltavo mentre scrivevo,mi ha dato tantissime idee e perciò meritava di essere inserita.
Spero vogliate farmi sapere cosa pensate anche di questo capitolo…
Ringrazio tutti, è bellissimo vedere che siete in così tanti a seguirmi.
Buona lettura!
 

 
 

La visione si era dissolta,
ma era riuscita a tenere con sé,
un pezzo dell'anima di sua madre,
che avrebbe per sempre fatto parte di lei.
Una seconda spina dorsale,
 per mantenerla forte negli anni a venire,
Un secondo cuore,
 che avrebbe battuto nel suo petto.
Robin Maxwell

 
 
Solo qualche mese fa aveva avuto il terrore di poter perdere il suo adorato bambino,ma finalmente era tutto perfetto, o almeno così si sforzava di credere mentre faceva il bagnetto a suo figlio.
Non dovrei essere tanto preoccupata, è passato del tempo e stiamo bene eppure non riesco a non pensare a lui, la nostra minaccia, ciò che rappresenta.
Tolse Harry dalla vasca e come era solita fare lo spettinò tutto e gli baciò i capelli ma quella volta senza averne un reale motivo cominciò a piangere.
Perché amore? Perché tra tante persone dovevi essere proprio tu… Sei solo un bambino, come potrei continuare a vivere se ti accadesse qualcosa?
Guardò suo figlio era così simile a James, quegli stessi capelli arruffati e quello stesso sorrisino furbo che la faceva sentire al sicuro, lo stesso di mille ricordi, lo stesso che fece quando cambiò le loro vite.
Erano da soli in riva al lago nero, avevano deciso da poco la data del matrimonio. “Lily io vorrei accettare…” “Cosa?” .Che domanda stupida aveva fatto, sapeva benissimo a cosa si riferiva, James era un Grifondoro in tutto e per tutto. Lui voleva salvare il mondo, difendere i più deboli. “La richiesta di Silente di entrare a far parte dell’Ordine, Lil i nati babbani non sono più al sicuro, tu non sei più al sicuro! Io, io vorrei avere dei figli e non posso permettere che nascano in un mondo del genere…”.   
“È pericoloso…”. ”Amore fidati di me, andrà tutto bene”
Poi le aveva sorriso quel sorriso carico di speranze, sogni e desideri a cui lei non sapeva dire di no.

Solo ripensare a quel giorno l’aveva fatta sentire meglio, lui gliel’aveva promesso, lui era certo che nessuno li avrebbe mai traditi e lei non riusciva a fare altro se non credergli.
Harry, tesoro ti stai facendo sempre più pesante, sembra quasi che tu sia nato ieri  eppure ti hanno già regalato la tua prima scopa e presto senza che io neanche possa rendermene conto andrai a Hogwarts e poi porterai una ragazza a casa. Io sarò gelosa sai? Non credo la reputerò adatta a te, ma magari mi basterà vederti felice e sarò pronta a cambiare idea. In fondo non desidero altro che la tua felicità.
Senti all’ improvviso il rumore del vento in casa. “Lily è lui prendi Harry e scappa!” Cercò la bacchetta, ma si accorse di averla lasciata in bagno, l’unica cosa che poteva usare per proteggere suo figlio era se stessa.
Te lo prometto piccolino ti salverai, avrai una vita felice e saprai che la tua mamma e il tuo papà ti hanno amato sopra ogni cosa.
Lui era entrato in quella camera, rideva e aveva quegli occhi rossi che per mesi l’avevano terrorizzata, ma questa vota era più forte, aveva un motivo in più per lottare. “Spostati stupida, spostati!”, “Prendi me ti prego…”
Non ti lascerò mai arrivare a lui, dovrai passare anche sul mio cadavere…
“Spostati stupida…” Lord Voldemort ormai stufo di quella donna, di quella feccia che le sbarrava la strada le puntò la bacchetta contro.
Va tutto bene. Tesoro ti ricordi la canzone che la mamma ti fa ascoltare sempre? La mamma ci crede davvero in quelle parole. Si realizzerà tutto.

…avrai avrai avrai
il tuo tempo per andar lontano
camminerai dimenticando
ti fermerai sognando
avrai avrai avrai
la stessa mia triste speranza
e sentirai di non avere amato mai abbastanza
se amore amore avrai…

 

Sorrise, al bambino per rassicurarlo ma era un sorriso triste, quel sorriso che si usa per far credere agli altri di star bene quando in realtà dentro si muore. “Avada Kedabra”
L’ultima cosa che sentì fu il pianto di un bambino, un pianto di paura e si sentì morire un’altra volta.

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Capitolo 12
*** Dobby, l'elfo libero ***


Questo capitolo è il peggiore tra tutti, lo ammetto non riesco proprio a mettermi nella testa dell’elfo, poi non so perché ma mi sono ritrovata a parlare in terza persona!
Avrei voluto evitare proprio d’inserirlo, ma non era giusto discriminarlo in fondo anche lui è stato molto importante.
Spero vogliate farmi sapere cosa ne pensate del capitolo.
Secondo voi su chi dovrebbe essere il prossimo?(Rimangono Bellatrix, Tonks e Colin )

Buona lettura!
 

 

La sua vita ha cambiato la storia,
il suo coraggio ha cambiato molte vite
.
dal film "Milk

 
 
 
 
 
Era in una sala piuttosto squallida a cucinare per tutti quei poveri ragazzi rinchiusi nella stanza delle necessità, sarebbe potuto rimanere a servire la splendida scuola, ma aveva preferito dare aiuto a chi ne aveva bisogno.
Hogwarts non è più un posto sicuro e Dobby preferisce aiutare gli amici di Harry Potter, Dobby può fare quello che vuole adesso.
 Nonostante si ripetesse quelle parole, non poteva fare a meno di non pentirsi pensando di avere abbandonato l’unica casa in cui fosse mai stato felice.
Ma può essere la felicità un sentimento da elfi? Padron Malfoy diceva che Dobby non era altro che un servo senza sentimenti, ma Padron Silente non era d’accordo. Lui sì che era un grand uomo, l’aveva trattato come suo pari. Ma Dobby non avrebbe tutto quello che se non fosse per Harry, lui gli deve molto, farebbe qualunque cosa per il signorino.
“Dobby vieni un attimo!” Aberforth, il proprietario della testa di porco l’aveva chiamato. Aveva scoperto che Harry e i suoi amici erano in grave pericolo nelle segrete di villa Malfoy e aveva bisogno di aiuto per liberarli.
Lui vuole che sia davvero Dobby ad andare a salvarli? Questo è un grande onore, ma…Perché tra tanti posti proprio villa Malfoy, il posto che più gl’incuteva timore. Come avrebbe potuto scontrarsi con i suoi vecchi padroni?

 ****

Le segrete di quella casa erano ancora più terribili di quanto ricordasse, quante volte aveva dovuto auto punirsi in quelle sale di tortura? Quante volte era stato costretto a rinchiudersi per giorni senza acqua ne cibo? Quante punizioni aveva subito?
Lucius Malfoy era in quella stanza buia, aveva i capelli biondo platino raccolti in un elastico ed una veste rosso cremisi indosso. “1…2…3… Dobby voglio sentirti urlare quando ti punisco, voglio che le tue urla coprano lo schiocco assordante della mia frusta! 4…5…”
Una lacrima solitaria gli cadde dai grandi occhi verdi, non gl’ importava quante cose orribili fossero accadute in quel posto ma quali persone vi fossero rinchiuse. POP
Rivedere Harry Potter è bellissimo, Dobby non è mai stato più felice di così Dobby temeva così tanto per il suo amico. Ha ragione il signorino Dobby metterà in salvo prima le persone in condizioni più gravi e poi lui e il suo amico rosso devono salvare la loro amica, quella che è sempre stata così tanto gentile con Dobby, non può permetter che gli accada qualcosa.
Trasportò quelle persone a Villa Conchiglia dove gli era stato detto e tornò nei sotterranei della casa, lì c’era soltanto un uomo morto disteso in terra,  ma dal piano superiore provenivano grida agghiaccianti.
Se è successo qualcosa ai suoi amici Dobby si punirà per un mese intero e si butterà dalla torre più alta di Hogwarts, Dobby non potrebbe continuare a vivere pensando di non essere riuscito a salvare la vita Harry Potter ormai sono anni che Dobby veglia su di lui.
Si smaterializzò sul grande lampadario di cristallo all’ingresso sotto di lui Bellatrix Lestrange e i Malfoy avevano le bacchette puntate contro i ragazzi.
Dobby può divertirsi un po’, ha sempre desiderato rompere questo lampadario che gli facevano lucidare anche più volte al giorno.
Dobby ha il momento perfetto per farlo.
Frammenti di cristallo volarono nell’intera sala, nel trambusto che ne seguì i ragazzi riuscirono a mettersi in salvo e i mangiamorte persero le loro bacchette. L’elfo era pronto a smaterializzarsi. “Tu, tu osi sfidare i tuoi padroni?”, “Dobby non ha padroni! Dobby è un elfo libero!”
La signorina Bellatrix non è mia padrona, nessuno di loro è mio padrone, Dobby può scegliere che servire e lui ha fatto la scelta giusta.
Era tra le braccia di un uomo, sentiva l’oddore del mare, misto quello del sangue, era davvero stanco, l’unica cosa che ancora lo teneva sveglio era il rumore delle lacrime e dei singhiozzi del suo portatore.
Harry Potter è triste per me? Lui piange per Dobby? Oh ma Harry non deve essere triste, Dobby è felice di avere aiutato il suo amico, Dobby può anche morire adesso, è un onore morire tra le sue braccia, è un onore morire come elfo libero.

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Capitolo 13
*** Bellatrix Black ***


 Posso dire soltanto una cosa su questo capitolo, scusatemi! Non so cosa diavolo ho scritto è che tanti di voi volevate leggere di Bellatrix e questa è la prima idea che mi è venuta, poi è venuta stanotte figuratevi.
Non credo che molti di voi approveranno.
Comincio a giustificarmi (XD): perché pensiamo che Bellatrix sia nata cattiva? Non possono essere delle scelte sbagliate o degli eventi sbagliati ad averla messa sulla strada sbagliata? (Non riuscivo a trovare un sinonimo di sbagliato). Io la penso in questa maniera, certo forse anche da piccola non era una santa, come poteva esserlo con la famiglia che si ritrova, però mi rifiuto di pensare che sia nata mangiamorte!
Mi scuso ancora, ho la febbre e purtroppo tendo a impazzire,quando non mi sento bene.
Vorrei ringraziare Clary87 per quello che ha scritto su questa raccolta nella sua fic “Hurts”,che consiglio vivamente a tutti. E ringrazio anche tutti voi che recenite e che mi leggete.
Come vedete non ho trovato nessuna citazione adatta a Bella e per questo ho deciso di utilizzare quello spazio in un’altra maniera.
Spero vogliate farmi sapere cosa pensate del capitolo.
Buona lettura!

 
 
 
 

Dedicato a voi.
che con una recensione,
riuscite a farmi tornare l'ispirazione
e a farmi venire la a voglia di scrivere.
Grazie davvero,
Virgy.

 
 
 
 
La scuola e i suoi protettori danno battaglia, ma loro non si arrendono, loro si credono invincibili e come il suo padrone sfida tre maghi alla volta lei stessa combatte contro tre ragazzine.

Ahah che sciocche se credono davvero di potermi battere io sono la serva più forte, la più fedele, tre mocciosette di uno stupido esercito non possono niente contro di me. Niente contro Bellatrix Black!

Come poteva una ragazza Black essere arrivata a quel punto? Unirsi ai mangiamorte era una cosa che ci si aspettava dagli uomini, loro avrebbero dovuto onorare in quella maniera la nobile e antichissima casata.
Ma a volte il destino decide al nostro posto, a volte una serie fortunata (o sfortunata?) di eventi ci porta a compiere scelte inaspettate. Quattro eventi l’avevano portato fin lì.

Aveva solo 5 anni, quell’età in cui i bambini sono ancora innocenti, in cui cercano sempre l’approvazione dei propri genitori, ma in cui sono certi del loro affetto indiscusso. Sua madre aveva appena partorito Narcissa, ma piuttosto che festeggiare discuteva col padre. “ Come puoi aver messo al mondo UN’ALTRA INSULSA FEMMINA? Druella mi sono stancato di aspettare, spiegami a cosa possono essermi utili tre bambine?” “Cygnus almeno possiamo farle sposare con qualche giovane purosangue...”, “Già, che soddisfazione”. Si era sentita così inutile quel giorno, tutte le sue certezze sull’affetto erano cambiate. I tuoi genitori ti apprezzano solo se fai qualcosa per loro, soltanto se li rendi orgogliosi. Lei lo avrebbe fatto.

La ragazzina contro cui combatteva, la più forte tra le tre aveva i capelli ricci e scompigliati, la riconobbe, era la stessa che gli era sfuggita a villa Malfoy, l’amica di Potter, l’insulsa Nata Babbana.
I babbani erano il secondo motivo.

Sua madre l’aveva finalmente portata con sé a Diagon Alley, avrebbe comprato l’abito per il suo compleanno, era così felice, aveva finalmente sette anni! Un bambino le era andato a sbattere contro, aveva undici anni era eccitatissimo probabilmente presto sarebbe andato ad Hogwarts. Sua madre si era infuriata da morire, le aveva puntato contro la bacchetta per farne uscire un liquido gelatinoso rosso e freddo. “ Bella Cara, disinfettati”, “Perché madre?” “Perché hai appena toccato un figlio di babbani e noi non vogliamo che il suo sangue sporco t’infetti. Te lo dirò una sola volta, ricordatelo per sempre. I babbani sono essere inferiori, noi dobbiamo fare di tutto per ignorarli e se possibile eliminarli!”

Un mangiamorte fu schiantato a pochi passi da lei, stava urlando pietà, lei sapeva chi era quell’uomo, quella voce, la sua, l’avrebbe riconosciuta tra mille. Quello era il terzo evento.

Suo padre le aveva donato un abito bellissimo di solito quel genere di regali li riservava alla minore delle sorelle, di gran lunga la più bella tra loro. Quel vestito l’aveva fatta sentire così apprezzata, dopo undici anni di vita finalmente suo padre le riservava le giuste attenzioni, se solo avesse saputo il motivo del dono non avrebbe riempito il suo cuore di inutili speranze. Ad attenderla nel salotto di casa Black c’era tutta la sua famiglia più dei membri aggiunti che riconobbe come i Lestrange. “Su, su tesoro vieni, vogliamo presentarti il tuo futuro marito”, Le si era gelato il cuore Rodolphus Lestrange era quanto di più spregevole avesse mai immaginato, le tornò alla mente la conversazione trai genitori, forse se avesse trovato un altro modo per essere utile le avrebbero risparmiato di sposare quell'essere.

Aveva un taglio sporgente sulla fronte, l’ultima impresa compiuta dalla sua cara e adorata nipote, la figlia di quella traditrice del proprio sangue, Andromeda Tonks. La donna aveva anche lei contribuito a tracciare il suo destino.

Sua sorella Cissy le era andata incontro disperata “Bella! Andormeda è scappata! È scappata con un nato babbano…oh che disonore, cosa penseranno adesso della nostra famiglia? E se Lucius non mi volesse più?” “Non preoccuparti Cissy ci penso io”. Ormai non poteva fare altrimenti i suoi cugini, gli uomini Black, non sarebbero stati capaci di portare onore alla casata, spettava a lei. “Sposerò Lestrange, ho sentito che ha intenzione di unirsi al Signore Oscuro ed io lo seguirò.”

Allora non lo sapeva ancora, ma il Signore Oscuro sarebbe stato il suo unico desiderio, la sua ossessione, l’unico uomo davanti a cui avrebbe chinato il capo, l’unico per il quale il suo cuore avrebbe battuto.

E così Molly Prewett, non può resistere al dolore di perdere un altro figlio e per questo mi si mette contro che stupida, farà la stessa fine del suo adorato Freddie.

Presa dalla rabbia e dall’odio glielo disse, lei avrebbe raggiunto presto suo figlio, forse quello fu un gesto sbagliato, come il suo padrone aveva sottovalutato l’amore, quello che spinge al sacrificio, quello per cui rinunceresti a tutto, anche alla vita.
Questo dannatissimo sentimento deve sempre mettercisi contro. 
Nello stesso momento in cui la donna contro cui combatteva scagliò il colpo finale, vide comparire Harry Potter.
Non riusciva a crederci…

Anche tu Narcissa? Perchè hai mentito al Signore Oscuro? Dimmi che non sei stata vinta anche tu da quella stupida debolezza.

L’urlo di Lord Voldemort che aveva perso la sua serva più fedele raggelò l’atmosfera.

Chissà cosa mi attende dopo la morte. Bhà adesso non voglio pensarci, voglio chiudere gli occhi pensando al bellissimo suono della battaglia, pensando a un mondo in cui il mio Signore regnerà indiscusso, dove i purosangue stermineranno i babbani, pensando al fatto che lui adesso sia arrabbiato per la mia morte, non triste, la tristezza non gli si addice. 

Anche se non riusciva ad ammetterlo con se stessa, anche altri pensieri gli ronzavano per la testa, pensieri che non avrebbe mai rivelato, ma che quel pezzettino di cuore che aveva ancora puro, non poteva evitare di formulare.
 

E perché no?
Pensando ad un mondo dove è impossibile fare scelte sbagliate,
in cui è possibile cambiare il proprio destino,
dove potrei conoscere anche io quel sentimento tanto potente che si chiama Amore.

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Capitolo 14
*** Nimphadora Tonks ***


Ho già detto che sono praticamente chiusa in casa e che non ho altro da fare se non scrivere?
Poiché nella morte di Remus ho detto che Tonks si sacrificava per salvarlo parlando di Tonks ho descritto i pensieri prima di sacrificarsi.
Questo è il penultimo o terz’ultimo capitolo non so ancora se fare Colin o meno. Devo dire che mi dispiacerà davvero tanto lasciare voi tutti, ormai mi ero abituata a leggere i vostri commenti, (Nitro, Alex Black, Nausicaa Black, ericuz, hermy g92 e tutti gli altri che avete commentato anche solo una volta, che avete speso anche solo un minuto del vostro tempo per farmi sapere la vostra opinione, mi mancherete davvero :’(… Lo so, sono troppo sentimentale XD )
Che altro dire? Ah giusto, spero vogliate farmi sapere la vostra opinione anche su questo capitolo.
Buona Lettura ;)

 

Caro John,
Ovunque tu sarai
 e qualsiasi cosa stia accadendo nella tua vita,
 tutte le volte che ci sarà la luna piena
 tu cercala nel cielo.
 E mentre la guardi,
pensa a me,
perchè dovunque sarò
e qualunque cosa stia accadendo nella mia vita
io farò lo stesso.
Ricordati di guardare la luna- Nicholas Sparks.

 
Può una persona che non ha mai creduto in niente, pregare? Non so se la mia sia proprio una preghiera a dire il vero. Sto implorando, con tutta me stessa, con tutto il mio cuore che Remus stia bene.
Le avevano appena detto di aver visto suo marito cadere in battaglia e non rialzarsi, lo aveva cercato in tutto il parco combattendo e difendendosi come meglio poteva, ma di lui non c’era traccia. Un uomo fu sollevato in cielo e scaraventato nel lago, pianse quasi, quando vide che quell’uomo non era colui che cercava, ma un’altra cosa le impedì ogni sollievo.
 Riflessa nell’acqua, splendida e crudele più che mai vedeva la luna a tre quarti.
Quando la luna è a tre quarti tu come stai? Dimmi che è il periodo in cui ti senti più in forze e non quello in cui stai peggio, dimmi che è uno dei periodi migliori per te.
Qualcuno le avrebbe detto che quell’ansia, quelle paure le meritava, quello stesso qualcuno che l’avrebbe disprezzata per aver sposato un lupo mannaro e che avrebbe chiamato il suo bambino ibrido, ma lei ne era certa, quel qualcuno non avrebbe mai capito niente della vita. Ma del resto come poteva dargli torto se persino suo marito non si era mai apprezzato?
“Tonks io e te non possiamo stare insieme io, io sono un mostro e sono troppo vecchio per te, cosa potrei mai darti? Non ho un lavoro, non ho soldi e tutti quanti ti disprezzeranno se mi sposerai.”. Lui non aveva capito che lei dei soldi non sapeva che farsene, che gli bastava il suo sorriso per essere felice, che vedere quegli occhi dorati seguire ogni suo movimento la facevano sentire lusingata, unica, amata. Le persone che li avrebbero disprezzati erano quelli che non contavano niente, coloro che contavano sarebbero stati al loro fianco per sempre. Nessuno avrebbe mai potuto chiamare il loro bambino ibrido, era quanto di più bello esistesse al mondo. E anche se lui, non si riteneva adatto a fare il padre e si considerava un mostro lei sapeva che non era così, lui, come diceva James, aveva soltanto un piccolo problemino peloso.
Finalmente lo vide, combatteva contro Dolohov, non l’aveva mai visto più bello e più potente, sembrava risplendere di luce propria, sembrava invincibile. E poi vide anche lei, sua zia, se poteva definire quella donna in quel modo. Bacchetta in mano puntava a lui.
Era una notte di luglio, Ron trasformato in Harry era al suo fianco, cercavano di mettersi in salvo da Bellatrix Lestrange che li seguiva come un’indemoniata. N’era certa, non era il ragazzo al suo fianco che voleva ferire ma lei stessa. “Te lo giuro stupida sange-sporco eliminerò te e ogni tuo familiare dalla faccia della terra!”
Non poteva fargli del male, lui era il padre di suo figlio, quella guerra sarebbe finita bene, loro sarebbero tornati a casa a prendersi cura del bambino, se l’erano promesso.
Eri entrato nella mia stanza so come mi vedevi, stanca senza forze, ma il dolore del parto è il dolore più bello che una donna possa provare. Avevamo deciso di chiamare quella mini peste come mio padre Ted e il suo padrino lo scegliesti tu. “Cara, io vorrei che il padrino fosse Harry”. Quel gesto significava tantissimo, significava che loro avevano piena fiducia nella fine della guerra, significava che Harry ce l’avrebbe fatta, tutti noi ce l’avremmo fatta…io non posso permettere che tu mi lasci in questa maniera, tu non puoi andartene!
Quando un uomo vede una persona cara in pericolo combatte, fino alla fine, fino anche alla morte per metterla al sicuro, le donne no, le donne sono diverse più deboli o più forti a seconda del caso.  Le donne che amano sono per natura inclini al sacrificio di se stesse.
L’incantesimo la colpì in pieno petto, riusciva a sentire la ristata di Bellatrix felice di essersi liberata di lei e l’urlo di dolore dell’uomo che amava.
Sarà che sono sempre stata una persona ottimista, ma non riesco a pensare a un modo più bello di andarmene.
Morire per salvare colui che ami e chiudere gli occhi tra le sue braccia.
No, non c’è niente di più bello.

 


P.S.
Vorrei scrivere una storia su Regulus utilizzando la Big Damn Table, ho letto che lo si può fare anche a coppie e poiché 100 capitoli non sono pochi, mi chiedevo se qualcuno di voi fosse interessato.
Alla prossima!

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Capitolo 15
*** Lord Voldemort ***


Spero vogliate lasciarmi un commento anche su quest'ultimo capitolo.

A voi che
silenziosamente, avete letto.
Silenziosamente, mi avete sostenuta.
Silenziosamente, avete sognato con me.
Silenziosamente, avete amato questi personaggi.
Silenziosamente, avrete un pizzico di malinconia
mentre leggerete questo ultimo capitolo.
Grazie!

 
 

Ora,dannate Tenebre,
 che tanto m'avete perseguitato,
 accogliete questo spirito.
La morte in fondo,
 non è poi così male,
 per chi non ha mai conosciuto
 la gioia di vivere.
Roberto Giusti.
 
Temere la morte,
è temere la vita
e chi teme la vita
è già morto per tre quarti.
Bertrand Russel

 
 
 
“Non potrai uccidere nessuno di loro mai più…non capisci? Ero pronto a morire per impedirti di fare male a queste persone”. 
 
S’imponeva con tutto se stesso di non credere a quelle parole, che quella sarebbe stata la fine, di aver sottovalutato, ancora una volta, un potere che riteneva inutile.

Certo, come se davvero lui potrebbe essere più forte di me, di Lord Voldemort, l’unico erede di Salazar Serpeverde. L’unica arma che  il ragazzo che è sopravvissuto per caso, può vantare contro di me è una folta schiera di persone che si sacrificano al suo posto.
 
“Ma prima che tu provi ad uccidermi ti consiglio di pensare a quello che hai fatto. Pensaci e cerca in te un po’ di rimorso, Riddle”.
 
Quel ragazzo aveva osato chiamarlo col suo nome di battesimo, lo stesso che aveva ripudiato anni fa, quello che lo legava ai suoi parenti babbani.
Ma non era quello che lo irritava, certo, non che aiutasse, ma l’accenno al rimorso, davvero credeva che si sarebbe pentito?

Rimorso! E di cosa dovrei pentirmi di grazia?
Di aver provato a creare un mondo dove i maghi fossero superiori?
 Di aver punito quegli stupidi ragazzini che non mi mostravano il dovuto rispetto all’orfanotrofio? Questo significherebbe pentirmi di quello che sono, pentirmi di me stesso e non lo farò.
 
 
“È la tua ultima possibilità, ho visto quello che sarai altrimenti”.
 
Cosa sarebbe stato dopo la morte?
Come sarebbe stato il posto in cui sarebbe andato, ma soprattutto sarebbe andato da qualche parte?

Ho visto quello che sarai altrimenti, cosa sarò?
Cosa potrebbe aspettarmi dopo?
Ma che stupide e infantili fantasie non c’è niente dopo la morte, niente.
È  inutile anche solo pensarci, la Morte non mi colpirà, non oserà mai sfidarmi.
Ma, se sono tanto convinto di ciò, perché ho fatto di tutto per rendermi immortale?
 
“Piton era di Silente, dal momento in cui hai cominciato a dare la caccia a mia madre e non te ne sei mai accorto, per via della cosa che non puoi capire. Non hai mai visto Piton evocare un Patronus vero, Riddle”.

Il Patronus di Severus Piton era una cerva, una bellissima cerva, bella tanto quanto la donna che rappresentava, quanto la donna che Voldemort stesso aveva ucciso.

Un Mangiamorte che amava una stupida e schifosissima Mezzosangue!
Ho fatto bene a liberarmene eppure, eppure Piton mi è sempre sembrato uno dei più fedeli, uno dei più potenti. Era l’unico che avevo ritenuto in grado di uccidere Silente, l’avevo visto così soddisfatto di quel compito, per niente impaurito.
Solo  adesso capisco perché, poteva compiere la sua missione.
Non era mai stato davvero al mio fianco.
 
“Il vero padrone della Bacchetta di Sambuco era Draco Malfoy. Hai perso l’occasione, ho battuto Draco settimane fa”.
 
La bacchetta che aveva tra le mani, quella che sperava lo avrebbe reso invincibile forse era inutile. Si sarebbe mai ribellata contro il suo vero padrone?
Avrebbe mai ucciso colui che l’aveva realmente conquistata?

Non importa, non importa davvero. Riuscirò a piegare il potere di questa bacchetta, questo stupido pezzettino di legno dovrebbe essere fiero di appartenermi.
 
 
Per quanto provasse a credere il contrario, lo sapeva, lo sentiva nelle ossa: era la fine.
E così Silente, quell’imbecille babbanofilo aveva ragione.
Non c’è magia più potente dell’amore. Per il prossimo, per sé stessi, l’amore vince sempre sull’odio.
Anche il più piccolo gesto dettato da Lui poteva portare, e aveva portato, a qualcosa di grande.

Regulus Black amava sé stesso, la sua vita e suo fratello e si è battuto nel loro nome.
James Potter amava la sua famiglia e i suoi amici ed era ricambiato a tal punto che altri sono morti per vendicarlo.
Lily Evans amava suo figlio più di qualunque altra cosa al mondo e si è sacrificata per salvargli la vita. 
Sirius Black avrebbe potuto salvasi restando al sicuro, ma l’amore che provava per il suo figlioccio l’ha portato in battaglia.
Silente amava il bene, amava credere nel prossimo ed è riuscito a trasformare un ragazzino di undici anni e un Mangiamorte di trenta in eroi impareggiabili.
Malocchio Moody adorava combattere, adorava credere in un mondo in cui non esistessero le arti oscure e si è battuto fino alla fine per crearlo.
Peter Minus amava essere al sicuro, sentirsi protetto, ma alla fine si è reso conto che amava molto più i suoi amici ed ha lasciato questa vita nella speranza che lo perdonassero.
Dobby era solo un elfo domestico, solo un servitore, ma è stato capace di provare affetto, è stato capace di mettersi in pericolo, di morire, per salvare i suoi amici.  Ed è stato felice di farlo.
Severus Piton ha avuto un unico amore nella vita e ha vissuto solo, sempre e soltanto per lei.
Fred combatteva per un sorriso, combatteva perché amava veder ridere la gente, amava veder ridere la sua famiglia e non poteva permettere che la guerra portasse via l’allegria.
Remus Lupin combatteva per suo figlio, per i suoi amici, per sua moglie, Remus combatteva nel nome delle poche persone che lo avevano amato e che amava a sua volta.
Nimphadora Tonks ha amato tre uomini nella sua vita. Il primo, suo padre, la guerra lo aveva portato via, il secondo suo marito, la guerra l’avrebbe portato via e il terzo, suo figlio, rischiava la vita ogni giorno di più. Lei è morta per loro.
Narcissa Malfoy ama così tanto suo figlio da non interessarsi più di niente, del sangue della purezza. Il terrore che potesse essergli successo qualcosa la portava a desiderare di tutto, anche la morte. Sì perché se Voldemort si fosse accorto della sua menzogna solo quella avrebbe ottenuto.
E Harry, Harry amava quei genitori che non conosceva, quegli amici del padre che lo trattavano come un figlio, il preside dell’unico posto in cui fosse mai stato felice, i suoi amici, la sua ragazza, l’Ordine. Harry semplicemente amava e quella notte lo aveva dimostrato più di chiunque altro.
 
Ognuna di quelle persone, ogni donna, ogni uomo, ogni creatura aveva contribuito a portarli a quel momento.
Lì, al centro della sala, Gifondoro contro Sepeverde, ragazzo contro uomo, Harry Potter contro Lord Voldemort.
 
“Avada Kedabra!
“Experlliamus!

E solo un attimo primo, di chiudere gli occhi per sempre, si rese conto che in realtà era lui ad avere ragione, era sempre stato lui. L’Amore non vinceva sempre su tutto.
E il suo pensiero andò a una donna a cui per anni si era imposto di non pensare.
 
 
L’amore di Merope Guant non aveva vinto o forse lei non aveva saputo amare abbastanza, per restare in vita e salvare suo figlio. 
 

Salvarlo da una vita solitaria, 
da una vita all’orfanotrofio,
 ma soprattutto,
 salvarlo dalla peggior cosa che potesse accadere:
 una vita, senza amore.



Il capitolo ha partecipato al My best story - Only Edit Contest indetto da Luna ginny jackson classificandosi terzo a pari merito. Evviva il mio Lord *-*

Freddy16 con “Ultimi attimi di vita (Lord Voldemort)” 
Grammatica e Lessico 10/10 
Originalità 9,5 /10 
Stile 9,5/10 
Caratterizzazione dei personaggi 9,5/10 
Gradimento personale 9,5/10 
Totale 48/50 
Grammatica e Lessico: Devo dire che sono entrambi perfetti. La grammatica è curata, e anche il lessico. Cavolo O.o mi sono incantata più di una volta nel leggere alcune frasi che mi hanno colpita profondamente. Sinceramente, non credevo che Lord Voldemort & Fiction su di lui potessero emozionarmi. Invece… beh, dopo aver letto questo capitolo di raccolta ho cambiato completamente idea. Grazie :D 
Originalità: Beh, ci sono molte What If…? nel fandom che cambiano il finale del settimo libro. Io non le apprezzo particolarmente, perché almeno con il finale sono d’accordo con la Rowling. Happy Ending e vissero tutti felici e contenti. Questa mi è piaciuta perché non cambia il finale, ma sono i pensieri di Voldemort, una cosa davvero carina. Infatti ho apprezzato l’originalità della cosa, come le riflessioni sull’amore per gli altri personaggi. E poi quella frase, quella frase finale “L’amore di Merope Gaunt non aveva vinto o forse lei non aveva saputo amare abbastanza, per restare in vita e salvare suo figlio.“. sinceramente non provo neanche a commentarla, perché è troppo… troppo, per me. 
Stile: Scorrevole, articolato, semplice da capire e complesso nell’insieme. In una parola che non sia meraviglioso, perfetto o ok? Mi piace il tuo stile. Si, non è una parola, ma rende l’idea. Diciamo che lo stile di scrittura che usi ha condizionato moltissimo il punteggio. Se non piace lo stile, non passa la fanfic. Per me è così. Sai, sei anche riuscita a farmi piacere chi non amo, quindi risultato prettamente positivo anche in questo campo. 
Caratterizzazione dei personaggi: Voldemortmente parlando, è lui. IC, simpaticone e amoroso come sempre. Ovviamente sto scherzando. Voldemort è caratterizzato alla perfezione, a parer mio, e anche le sue considerazioni finali, come “l’amore non vince sempre su tutto” ecc… sono incredibilmente azzeccate. Si, il caro Voldy è un osso duro. Io non amo Voldemort come personaggio (ehm… ma che strano…) e pensavo anche che farmi leggere su di lui sarebbe stato compromettente. Invece sei anche tra i primi nella classifica. Per quanto riguardano gli altri personaggi che hai solo accennato.. si, sono loro. Gli ho sempre immaginati così, quindi hai anche fatto bene a consigliarmi di leggere questa fanfic, perché sono una maniaca dell’IC (anche se un po’ di sano OOC ogni tanto non guasta, eheh). 
Gradimento personale: Oh, yes, mi è piaciuta. E anche molto. Ripeto, per essere centrata su Voldemort in particolare, è andata piuttosto bene.
Passando alla parte originale della valutazione, ho adorato il capitolo alla follia. Sul serio, sono rimasta scioccata ---> O.o non mi aspettavo una cosa del genere… sinceramente il titolo mi incuriosiva, ma non avrei mai immaginato che… bene, sono piacevolmente sconvolta! Se hai domande, dubbi o vuoi chiedere una cosa a proposito del giudizio, sono qua. 
Totale 48/50 

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Capitolo 16
*** Igor Karakoff ***


 
 
 
 
 
Igor aprì la porta della fattoria e, cercando di non pensare a quanto fosse disgustoso quel luogo, cominciò ad evocare vari incantesimi protettivi.

Era passato ormai un anno da quando aveva cominciato a vivere in quella maniera, un anno da che aveva risentito il Marchio Nero bruciare sulla pelle, quel bruciore che lui aveva preso come un avviso, un campanello d'allarme, se voleva vivere doveva fuggire.

Prese un tozzo di pane dalla borsa e, maledicendo tutte quelle stupide leggi che impedivano la trasfigurazione del cibo, cominciò a mangiare.

Un cosciotto di pollo, patate al forno, un bel bicchiere di vino, la comodità del castello di Durmstrang, la sua barbetta curata..

Perse questo e molto altro quando delle voci lo costrinsero a riaprire gli occhi e a mettere fine ai suoi sogni.

Spalancò una delle finestre protetto dal sapere che quei visitatori non potevano vederlo e la scena che aveva davanti gli gelò il sangue nelle vene, lo avevano trovato!

Karkaroff cominciò a ridere era una risata isterica, pazza.

Di cosa mi stupisco poi?
Credevo davvero che non mi avrebbero trovato?
Non si consegnano le dimissioni al Signore Oscuro

Il marchio nero sul suo braccio cominciò a prudere in maniera insistente, era così che faceva quando era vicino ad altri che lo portavano, era grazie a lui che si era liberato e poi condannato a morte.

Continuava, come gli era stato ordinato, la sua vita da giovane mago.
Ogni giorno si recava al ministero dove lavorava come custode e ogni notte svolgeva le sue missioni segrete. Durante le giornate di lavoro aveva scoperto che ogni volta che alcuni persone gli si avvicinavano il marchio cominciava a prudere e così aveva scoperto i nomi di alcuni Mangiamorte che aveva poi utilizzato per il suo riscatto.*

Gli uomini fuori dalla sua porta cercavano il modo migliore per distruggere gl'incantesimi, non era la prima volta che gli si avvicinavano così tanto, ma la prima che aveva commesso un errore, lui non poteva smaterializzarsi, si era messo nei guai con le sue stesse mani.

Infondo è il mio destino no?
Io mi sono rovinato accettando il Marchio, io ho creduto che il Signore Oscuro fosse morto e l'ho tradito, io ho fatto l'incantesimo perché nessuno potesse materializzarsi o smaterializzarsi ed io scioccamente ho creduto che non sarebbe finita, che me la sarei cavata.

Igor tirò fuori la sua bacchetta dalla tasca e, mentre stava per pronunciare un contro incantesimo decise per una maniera diversa.

Sono sempre stato io a farò tutto, perché adesso dovrei dare la soddisfazione a qualcun altro di fare ciò che è compito mio?*

Prese una fiala che da un po' portava con sé per un momento simile e sperando che l'incantesimo fosse ancora valido pronunciò una parola che non diceva da anni, ma che finalmente avrebbe segnato la fine.

La fine della fuga, dell'ansia, della paura, la fine della sua vita, la vita di un codardo capace soltanto di fuggire e che non aveva mai lottato per salvare ciò che era suo.
 
“Morsmorde”

 
 

 
NdA
Ho pubblicato questo capitolo in questa raccolta ma non sono sicura che il suo posto resterà questo, sarà che lui mi è così antipatio che non lo vorrei in questa raccolta di cui sono così fiera. Però se è qui, un motivo c’è. Oltre che Karakoff avevo dimenticato altri personaggi a cui sono decisamente molto più attaccata, Colin e Diggory per citarne alcuni, ma anche la Signora Crouch, personaggio che adoro, e la Signora Lovegood.
Tutto questo sproloquio per dire che intendo riaprire la raccolta e se non riaprire questa scriverne una del tutto simile con i personaggi dimenticati nella quale posterò anche questo capitolo.
Spero come in passato che sarete in tanti a farmi sapere ciò che pensate.  

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