Nemeton

di Rebekah Lightwood
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CHIEDERE AIUTO ***
Capitolo 2: *** SUSSURRO ***
Capitolo 3: *** QUALCUNO E' ENTRATO IN CASA ***
Capitolo 4: *** TUTTI INSIEME ***
Capitolo 5: *** RIUNIONE ***
Capitolo 6: *** QUESTIONI URGENTI ***
Capitolo 7: *** MUTAFORMA ***
Capitolo 8: *** INVISIBILE ***
Capitolo 9: *** COINCIDENZE? ***
Capitolo 10: *** SANGUE ***



Capitolo 1
*** CHIEDERE AIUTO ***


NEMETON
 
 
 
CAPITOLO 1

CHIEDERE AIUTO


 
 Era passata una settimana da quando avevamo sconfitto Jennifer, insomma era stata sconfitta ma non sapevamo che fine avesse fatto.
Derek era andato via da Beacon Hills con Cora, e tutto era tornato alla normalità, così mi preparai per andare a scuola, salutai mia madre e andai a prendere Stiles, aveva una barretta di cioccolata alle mani… come ogni mattina.
«Possibile che mangi cioccolata ogni mattina?» dissi sorridendo mentre Stiles saliva dietro sulla moto.
«Mangiare cioccolata la mattina fa bene Scott, mi sorprendo sempre a vederti qui mentre mi aspetti senza nemmeno qualcosa da mangiare»
«Come potrei mangiare se devo guidare? A proposito quando vai a ritirare la tua Jeep?» lo osservai dallo specchietto retrovisore,
«Quando sarà pronta naturalmente. Adesso pensa a guidare, io devo finire la barretta di cioccolata» .
Arrivammo a scuola, parcheggiai la moto e ci incamminammo verso l’entrata. Mi fermai, il cuore cominciava a battere all’impazzata e sapevo, lo sapevo che in quel preciso istante l’oscurità stava prendendo il sopravvento Non dovevo permetterlo… dovevo pensare a qualunque cosa, le cose belle, pensai a Stiles il mio migliore amico, che era sempre stato al mio fianco, pensai a Derek che per quanto all’inizio lo odiassi adesso era come un fratello maggiore per me e per quanto volessi che tornasse in città, volevo anche che che trovasse la felicità ovunque fosse in questo momento, pensai a Allison che era stata il mio primo amore, con lei avevo condiviso i più bei momenti e pensai a tutto ciò che mi facesse stare bene… L’oscurità andò via ed entrai nella scuola.
All’improvviso arrivò una bufera, m voltai verso la porta di entrata e per poco non volò via.
Mi voltai verso Stiles, era preoccupato.. si voltò anche lui verso di me e disse «Da quanto non ci sono tempeste a Beacon Hills, Scott?» pensava anche lui la stessa cose che pensavo io,
«Da 8 giorni… Pensi che stia arrivando qualcosa vero?»
Alzò la voce «Ma certo che sta per arrivare qualcosa Scott. Anzi è già qui. Ricordi cosa ha detto Deaton a riguardo? Ha detto che se avremmo aperto l’accesso del Nemeton, avrebbe richiamato ogni tipo di mostro o come vuoi chiamarlo, qui come una calamita. E penso che quel qualcosa è già arrivato qui a distruggere questa città e noi come al solito cercheremo di fare gli eroi».
Mi bloccai… Stiles aveva ragione, come potevano un gruppo di ragazzi fermare una minaccia? Lo avevamo già fatto, certo… Ma c’era Derek con noi. Dovevo chiamarlo? Non sapevo cosa fare…. Sapevo solo che avrei dovuto chiedere aiuto agli unici tre che erano in grado di sapere qualcosa e anche come fermarla: Deaton, Peter e Deucalion. 

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Capitolo 2
*** SUSSURRO ***


CAPITOLO 2

SUSSURRO

 
 
«Scott sei impazzito? Posso capire che chiederai aiuto a Deaton, ma Deucalion e Peter? Seriamente? Dopo tutto quello che hanno fatto?»
«Stiles cosa posso fare? Loro sono gli unici che possono sapere qualcosa a riguardo» dissi mentre uscivamo dalla classe e ci dirigevamo verso la mensa.
Incontrammo Allison ed Isaac insieme… sapevo che tra i due c’era qualcosa, a me stava bene, insomma adesso non ero più il suo ragazzo e lei aveva il diritto di essere felice, e se era felice con Isaac per me andava bene.
«Ciao ragazzi» dissero Allison ed Isaac contemporaneamente per poi guardarsi e sorridersi.
«Ciao ragazzi» disse Stiles in modo simpatico… come sempre. «Isaac, hai notato qualcosa di insolito oggi per caso?»
Isaac sembrava sconcertato dalla domanda di Stiles… sentivo il suo cuore accelerare.
«Avete sentito qualcosa ragazzi? Lo devo sapere» dissi e Allison mi guardò profondamente e rispose «Penso che sia arrivato qualcosa in città. Mentre scendevamo le scale ho sentito qualcosa, quasi un sussurro, ma l’ho sentito, Isaac non ha sentito niente. E la cosa mi è sembrata strana, insomma è lui quello con il super udito da lupo mannaro, Se ho potuto sentirlo solo io, vuole dire che era… il… insomma… il Nemeton… Da quanto abbiamo aperto l’accesso non è successo niente fino ad ora… Qualcosa è arrivato qui e non so come ma io l’ho sentito, ne sono sicura. Voi avete avvertito qualcosa?»
Fu Stiles a rispondere «A parte quella tempesta che è arrivata all’improvviso non abbiamo avvertito niente».
Isaac e Allison ci guardarono fissi «Perché ci guardate così?» domandai.
 «Ma di quale tempesta state parlando?» disse Isaac… «Come di quale tempesta? Per poco non faceva volare la porta di entrata della scuola»
«Scott, non c’è stata nessuna tempesta oggi… è tutto normale» disse Isaac… Meraviglioso! A questo punto stava davvero accadendo qualcosa, osservai Stiles era strano che non dicesse niente in proposito, e vidi che stava mandando un sms a qualcuno «A chi mandi un sms?» Stiles mi guardò, come se fosse ovvio mi disse «A Lydia  ovviamente».
«Oggi non è venuta a scuola, è strano da parte sua» disse Allison con tono preoccupato.
«Scott andiamo a casa di Lydia… vado a prendere l’auto ed io e Allison vi raggiungiamo il prima possibile» disse Issac…
«Certo. Fate presto».
Issac e Allison si allontanarono correndo, così dissi a Stiles «Ha risposto all’sms? Prova a chiamarla» provò a chiamarla, ma sentì la segreteria.
«Coraggio andiamo» e ci dirigemmo correndo verso l’uscita.

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Capitolo 3
*** QUALCUNO E' ENTRATO IN CASA ***


CAPITOLO 3

QUALCUNO E’ ENTRATO IN CASA
 
 
Eravamo appena arrivati a casa di Lydia, salimmo le scale per arrivare al portico quando notammo che la porta di casa era socchiusa. Io e Stiles ci guardammo preoccupati…
Entrammo in casa, era buia. La signora Martin di solito apriva tutte le finestre in modo che entrasse la luce del sole ad illuminare la casa, ma adesso la casa era buia, e non si vedeva nulla, fortunatamente con la mia vista da lupo mannaro riuscivo a vedere… C’era qualcosa che non andava.
«Stiles? Prova a richiamare Lydia»
«Immediatamente» dissi Stiles con un tono di voce molto alto, «Abbassa la voce idiota, credo che non siamo soli».
All’improvviso dal piano di sopra si sentì lo squillo del cellulare di Lydia.
Appena sentimmo lo squillo Stiles salì correndo le scale, ed io lo seguì.
Arrivammo nella stanza di Lydia e trovammo il cellulare per terra e lei svenuta d’avanti al letto.
«Lydia» gridò Stiles, e ci catapultammo da lei. Le senti il battito del cuore, fortunatamente era viva.
«E’ viva. Ma cosa diavolo è successo qui?» dissi preoccupato per Lydia mentre la prendevo da terra e la appoggiavo sul letto…
«Scott guarda qui, vieni» disse Stiles facendo segno per terra.
Andai da lui… «Cosa c’è?» … Osservai per terra e c’era incavato nel pavimento un segno, come se fosse stato graffiato apposta… Era una spirale a sei punte e mi accorsi che c’era anche una parola scritta… Impallidì. BANSHEE.
«Chi oltre a noi sa cosa è Lydia?» disse Stiles impaurito.
«Non ne ho idea… E se Jennifer non fosse morta?»
«Lo avremmo saputo, non credi Scott?»
«JENNIFER NON E’ MORTA» sentimmo dire, ma la voce non era né la mia, né quella di Stiles, ci voltammo verso Lydia… Si era svegliata.
«Non è morta ragazzi, ma non è stata lei a fare tutto questo»
Stiles corse da lei dicendo «Se non è stata Jennifer, allora chi è stato?»
Lydia lo guardò profondamente… C’era qualcosa tra i due.. lo vedevo.
«Qualcosa di molto più terribile» si voltò verso di me.. «Scott, chiama Derek e digli che abbiamo un grosso problema». Si alzò dal letto e prese le chiavi dell’auto.
«Lydia, non puoi assolutamente andare via di qui… non stai bene lo capisci? Sei appena svenuta…» disse Stiles, ma Lydia li mise un dito sulle labbra «Ero svenuta, adesso sono sveglia.. Devo avvisare mia madre di non tornare a casa, la convincerò a restare a lavoro» .
«Tua madre non era in casa quando è successo tutto questo?» chiese Stiles
«No, c’ero solo io e non ho potuto vedere nulla dato che dopo che ho gridato qualcosa mi ha afferrata da dietro senza che riuscissi a vedere cos’era. Adesso chiamate Derek per favore! Sto parlando col muro?»
Presi il cellulare e cominciai a chiamare Derek sperando che mi rispondesse.

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Capitolo 4
*** TUTTI INSIEME ***


CAPITOLO 4

TUTTI INSIEME

 
 
 
«Scott? Non ti sento da settimane» disse Derek dall’altro capo del telefono… Cosa avrei dovuto dirgli? Perché portavo sempre brutte notizie? Ma Lydia insisteva che dovevo chiamarlo… Forse c’era qualcosa che lui poteva fare.
«Lo so, avrei dovuto chiamarti per sapere se andava tutto bene… Ti ho chiamato per dirti che qui sta succedendo qualcosa.. Lydia ha insistito affinché tu sapessi che qualcosa non va.. Jennifer non è morta ma c’è qualcosa di molto più grosso in città»
Sentì Derek sospirare «Dovevo immaginare qualcosa del genere. Non avrei dovuto lasciare la città e lasciarvi soli. Avviso Cora e arriviamo».
Arrivano? Non ho nemmeno dovuto dirgli cosa è successo…
«Derek ne sai qualcosa per caso?»
«Appena arrivo vi spiegherò tutto, per adesso chiudetevi a casa tua, tutti quanti. Chiama tutti e digli di stare da te…»
«Ma di cosa stai parlando?» dissi confuso
«Non c’è tempo per spiegare ora.. Mi raccomando Scott, tu, Stiles e Allison dovete stare insieme, e non perdete di vista Lydia... Cerco di arrivare il prima possibile» e chiuse la chiamata…
Mi voltai a guardare Lydia e Stiles e notai che mi fissavano, fu Stiles a parlare per primo «Beh? Che ha detto?»
«Sta arrivando» dissi semplicemente.
Lydia sospirò «Che splendida notizia, ha detto qualcosa su quello che dobbiamo fare?» chiese impaziente
«Ha detto che dobbiamo rinchiuderci a casa mia fin quando non arriva, ed io Stiles e Allison dobbiamo stare insieme e non ti perderti d’occhio… Credo che abbia a che fare con quello che abbiamo fatto per aprire il passaggio del Nemeton… e Lydia avverte il pericolo». Dopo un secondo Stiles prese il cellulare in mano e iniziò a scrivere «Ho avvisato Alison e Isaac di andare a casa tua. Coraggio andiamo».
Uscimmo da casa di Lydia e mi diressi verso la mia moto, mi voltai verso Stiles e dissi «Tu vai con Lydia, ci vediamo a casa mia». 

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Capitolo 5
*** RIUNIONE ***


CAPITOLO 5

RIUNIONE
 
 
Arrivai a casa e notai che Isaac e Allison erano sul portico…  Era strano per me vederli sempre insieme ma mi sarei dovuto abituare. Prima o poi. Parcheggia la moto e andai verso di loro, mi voltai per vedere arrivare Stiles e Lydia che svoltavano l’angolo di casa e scesero dall’auto raggiungendoci… Eravamo tutti sul portico quando Allison parlò «Perché siamo tutti qui?» A dire il vero non sapevo nemmeno io perché eravamo qui «Credo che…» iniziai a dire ma Lydia mi bloccò e iniziò a raccontare cosa le era accaduto, tutto dall’inizio alla fine, accennando anche il fatto che Jennifer era viva e che qualcosa di più pericoloso era in città…
Quando finì di raccontare tutti la guardavano in silenzio, compreso io..
«Allora quando cavolo hai intenzione di farci entrare in casa Scott?» disse ovviamente Stiles con quel suo tono ironico e drammatico allo stesso tempo. Aprì la porta di casa ed entrammo… Andammo in cucina dove li feci accomodare… Mi fissavano in attesa che dicessi qualcosa «Derek mi ha detto di farvi venire tutti qui… Non ne so bene il motivo, ma ha detto che Io, Stiles e Allison dovevamo stare insieme… E tenere d’occhio Lydia. Penso che questa storia abbia a che fare con quello che abbiamo fatto per aprire il passaggio del Nemeton». Allison sgranò gli occhi…
«Mi stai dicendo che quel qualcosa che ha attaccato Lydia e siamo stati noi ad attirarlo qui?» disse con tono amaro.
«Beh, l’alternativa sarebbe stato lasciar morire i nostri genitori… E non credo avresti lasciato morire tuo padre insieme a mia madre e al padre di Stiles» dissi di rimando ad Allison fissandola dritto negli occhi.
«Certo che no Scott.. Ma se siamo stati noi ad attirare qualunque cosa fosse qui, non credi che stia cercando proprio noi? E poi…Cosa diavolo c’entra Derek, Lydia?» si voltò verso Lydia e la trafisse con lo sguardo.
«Per prima cosa non guardarmi in quel modo. Secondo, Derek c’entra eccome». Stiles si voltò a guardarla «E perché? Ormai lui è andato via dalla città con sua sorella… Come può avere a che fare con tutta questa storia se lui non è qui?» Naturalmente Stiles aveva ragione, ma c’era qualcosa che Lydia non diceva, qualcosa che voleva dire ma esitava… «Lydia… Ti prego» dissi incoraggiandola.
«E va bene. Ricordate di quando Cora stava morendo? C’era solo un modo per poterla salvare.. Derek ha rinunciato al suo potere di Alfa per salvare Cora, e così è tornato ad essere Beta. Questo tipo di potere che ha perso ha lasciato una grande cicatrice, e quando lo ha perso è stato poco prima diciamo del “Gran Finale”. Tutto quel potere perso quella notte, la notte in cui i vostri genitori dovevo essere sacrificati al Nemeton, era collegata a Derek e me… Jennifer ha usato Derek e me».
«Ma di cosa stai parlando? Come ti avrebbe usata a te?» disse Isaac parlando per la prima volta da quando era arrivato.
«Quando Derek stava lasciando la città con Cora, io ero nel suo appartamento e quando Jennifer mi ha chiesto di urlare, io ho urlato tra parentesi perché avevo paura, ma il mio grido ha influito su quello che stava accadendo. Ha dato molto più potere a Jennifer e Derek ha sentito il mio urlo, infatti è tornato indietro… Lui era debole, ma lo ha sentito… è stato attirato in una trappola… Jennifer aveva bisogno di lui… Perché nessuno che perde il potere di Alfa per guarire qualcuno…. sopravvive… Ma lui è sopravvissuto.. E nessuno sa il perché. Nemmeno Peter, il suo intento era sicuramente vedere Derek morire».
Stiles si alzò con aria pensierosa e osservo Lydia dall’altro «Quindi Derek non è un Beta.. Ma non è nemmeno un Alfa, i suoi occhi sono celesti, non sarebbe dovuto sopravvivere, ma stranamente lo è… Peter… Qualcuno sa che diavolo di fine ha fatto Peter?»
Fui io a rispondere «Perché? Qualsiasi fine abbia fatto a noi cosa importa?»
Stiles sospirò «Scott cerca di essere intelligente per almeno cinque minuti.. Chi ci ha detto che Jennifer era morta? Peter. Chi è sparito dalla circolazione la notte in cui Jennifer fu sconfitta? Peter. Non è ovvio? Peter ha cercato di uccidere Jennifer ma ha fallito non rendendosi conto che era ancora viva… Ma il punto è… Peter non avrebbe mai lasciato Jennifer viva… Quindi è stata resuscitata… e cosa è stata l’ultima cosa che l’ha riportata in vita l’ultima volta? Il Nemeton… Jennifer è andata al Nemeton per avere una seconda possibilità, Peter l’ha trovata e l’ha uccisa sul Nemeton, e naturalmente è andato via credendo fosse morta ed è stato in quel momento che il Nemeton l’ha riportata in vita». Rimasi sconvolto. Stiles aveva ragione, corrispondeva tutto. Lydia si alzò e cominciò ad agitare le mani «Quindi non solo abbiamo a che fare con qualcosa di cui non sappiano nulla, ma anche con Jennifer e Peter?»
Isaac si voltò a guardarla e disse «Esatto».
Mi arrivò un messaggio proprio in quel momento, presi il cellulare dalla tasca e lessi il messaggio… «E’ Derek… E’ quasi arrivato a Beacon Hills»  
«Che splendida notizia» disse Lydia sedendosi.
E iniziammo a parlare di cosa avremmo dovuto fare  in attesa dell’arrivo di Derek e Cora.

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Capitolo 6
*** QUESTIONI URGENTI ***


CAPITOLO 6

QUESTIONI URGENTI
 
 
Mentre cercavamo di capire cosa stava succedendo, notai che Lydia era assente, il suo sguardo era nel vuoto... Mi avvicinai a lei e le misi una mano sulla spalla. All’improvviso dovetti tapparmi le orecchie. Lydia urlava, un urlo inumano, l’avevo già sentita gridare, ma non in quel modo. La porta di casa si spalancò all’improvviso ed entrò Derek… corse verso Lydia e le tappò la bocca… almeno credevo le tappasse la bocca… Lydia svenne e il suo urlo cessò.
Ci guardammo tutti per una marea di tempo in silenzio.
Lydia era tra le braccia di Derek, Stiles osservava Lydia svenuta e Isaac osservava una Allison sconcertata.
«Ma cosa diamine sta succedendo?» disse Derek guardandomi. Dovevo immaginare che avrebbe detto una cosa del genere.
«Non ne ho idea… stavamo parlando e all’improvviso ha urlato».
Derek stava osservando Lydia, la posò per terra dolcemente e la esaminò… Prese la sua borsa e ne estrasse qualcosa di molto strano.
«Che cos’è?» chiese Stiles andando incontro a Derek.
Feci lo stesso e anche Isaac e Allison. Ci avvicinammo a Derek e osservammo la cosa che teneva in mano.
Non so spiegare cosa fosse, era come se fosse il pezzo di una maschera, solo di un lato, e sul retro aveva dei simboli strani, mai visti prima d’ora.
«Derek? Che cos’è?» chiese Stiles… Derek era sconvolto… guardava quell’oggetto come se un incubo  fosse diventato realtà.
«Mi dovete dire immediatamente cosa diavolo sta succedendo» .
Stiles in un battibaleno raccontò tutto quello che doveva sapere, Derek lo ascoltava con attenzione. Quando ebbe finito di raccontare disse ad Isaac di andare da Deaton e portagli quel piccolo oggetto.
Isaac andò via e rimanemmo solo noi con Lydia ancora svenuta. Avevo bisogno di risposte, a domande che ancora non avevo.
«Perché hai fatto perdere conoscenza a Lydia? E dov’è tua sorella?»
Derek sembrò sbiancare in un secondo.
«Non potevo permettere che Cora corresse dei rischi venendo qui, l’ho già persa una volta, non voglio perderla di nuovo, è meglio se ce la vediamo da soli».
Stiles sembrò esitare prima di aprire bocca, ma alla fine parlò
«Dov’è tuo zio?» Derek sembrò preso alla sprovvista,
«Perché dovrei saperlo?»
«Senti non facciamo finta di non sapere di cosa è capace Peter»
«Non ti seguo Stiles, per favore senza fare troppi giri di parole arriva al punto»
«Te lo dico in modo chiaro. Tuo ZIO ha ucciso Jennifer, ma Jennifer non è morta. Sicuramente il Nemeton l’ha riportata in vita, adesso tu sei di nuovo un Beta e quindi Peter non dovrà più affrontare due Alfa per diventarlo lui, ma uno… Quindi tu sei salvo… per ora… Ma avrà un piano e noi dobbiamo conoscerlo. Ma in città c’è qualcos’altro. Quindi oltre ad essere tremendamente fortunati ad avere già un sacco di problemi tra Peter e il Darach adesso ne abbiamo un altro di cui non siamo a conoscenza e non sappiamo cosa diamine vuole da noi. So solo che sto impazzendo. Mi ritrovo in posti sconosciuti senza che ricordo come ci sono arrivato e l’altro giorno mi sono risvegliato vicino il Nemeton! Lo capisci Derek? Capisci che credo di perdere la testa?»
Rimasi sconvolto. Stiles non mi aveva mai parlato di quello che li stava succedendo. Come io non avevo detto a lui qualche particolare che mi riguardava… Allison lo fissò e finalmente parlò.
«Anche io credo di star per perdere la testa» disse con voce soffocata.
«Quando mi addormento faccio dei sogni… Sogni davvero orrendi e il più delle volte nel sogno ho in mano un coltello e quando mi sveglio…. ne ho uno in mano. Non riesco più a distinguere la realtà». Stava piangendo, sentivo il suo cuore a mille. Le andai in contro e la abbracciai. E dissi ad alta voce «Credo sia a causa di quello che abbiamo fatto… Anche a me accadono cose strane, cose che non riesco a spiegarmi… So solo che dobbiamo cercare di mantenere il controllo e stare uniti. Ora più che mai».
In quel momento Lydia prese conoscenza e ci avvicinammo a lei aiutandola a mettersi in piedi.
«Cosa diamine è successo?»
Stiles la teneva per un braccio e le disse «Hai urlato, ma non era il solito urlo che fai quando sta per accadere qualcosa, era più strano, non lo avevo mai sentito così.. Poi è entrato Derek e ti ha fatto perdere conoscenza. A proposito…» si voltò verso Derek «Perché l’hai fatta svenire?»
«Il suo urlo attira tutto ciò che c’è di soprannaturale. Se c’è qualcuno di soprannaturale in città. Anzi c’è sicuramente qualcuno in città di soprannaturale e non potevo permettere di attirare gli occhi su di noi. Lei è come una calamita quando urla. Doveva stare zitta». Lydia lo trafisse con lo sguardo.
«Potevi anche chiedermi di tacere gentilmente. Che modi!»
Ricordai che Lydia aveva cominciato ad urlare nel preciso istante in cui avevo appoggiato la mano sulla sua spalla…
«Lydia….» cominciai.. «Si? Scott?»
«Appena ho appoggiato la mia mano sulla tua spalla hai urlato. Non so se sia stata a causa mia, ma purtroppo qui siamo a Beacon Hills. Non esistono coincidenze».
Lydia mi guardò interrogativa e spaventata. Si sentì uno squillo. Il cellulare di Derek. Rispose e sentì la telefonata, Isaac diceva che Deaton ci voleva tutti da lui… Era una questione urgente. Derek ci avvisò che saremmo dovuti tutti andare da Deaton.
«Quanto vorrei la mia Jeep» si lamentò Stiles sapendo che saremmo dovuti tutti andare in auto con Derek.
«Stai zitto e muoviti». Uscimmo di casa e ci mettemmo in auto con Derek. Questione urgente! Se Deaton aveva detto così, era molto più che urgente.

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Capitolo 7
*** MUTAFORMA ***


CAPITOLO 7

MUTAFORMA

 
 
Durante il piccolo viaggio eravamo tutti molto silenziosi… Non sapevamo cosa aspettarci, non sapevamo cosa avremmo saputo…. Ma io sapevo che non sarebbe stato nulla di positivo.
Ricordo come fosse ieri quando non ero nessuno ma ero qualcuno, e adesso che sono qualcuno non sono niente! Ironico come l’essere qualcuno ti distrugge…
Ebbene si.. Sono distrutto.. Credevo, speravo che essere un lupo mannaro non avrebbe cambiato nulla a parte i miei sensi sviluppati, la mia super forza e altri vantaggi.. Non credevo che avremmo dovuto affrontare : Zii psicopatici, Kanima, Darach… e chissà ora cos’altro!
Ero stanco. Stanco davvero di tutta questa situazione. Non abbiamo avuto un attimo di pace!
Se potessi tornare indietro farei scelte diverse… Ma non si può tornare indietro. Bisogna convivere con le scelte che abbiamo fatto e andare avanti…  Anche se il più delle volte quando si guarda al passato fa male… Ma è proprio il dolore, non fisico ma emotivo che ci permette di essere più forti…
Derek parcheggiò… Non mi ero nemmeno reso conto che eravamo arrivati....
Mi scambiai una lunga occhiata con Stiles… Quello sguardo, era il modo per dirci che notizie positive non c’erano.
Arrivati alla porta d’entrata Isaac ci aprì e noi entrammo.
Deaton era piuttosto serio, lo avevo visto così solo quando avevamo scoperto qualche mese prima che avevamo a che fare con un Darach.
Ci sistemammo tutti intorno al tavolo da laboratorio… Tutti in piedi senza dire una parola.
Fu Derek a rompere il silenzio  «Allora? Con cosa abbiamo a che fare?»
Deaton ci guardò a tutti noi presenti negli occhi… E si soffermò su Lydia.
«Con qualcosa di molto forte ragazzi! Pensavo non ne esistessero più di cose simili, anzi pensavo fossero solo leggende… ma…» Si diresse verso un tiretto e ne estrasse il pezzo di maschera «Tanto tempo fa in una città molto distante da qui, la gente cominciava a parlare di oscure presenze, dicevano che c’era un essere capace di fare tutto».
«Capace di fare tutto? Tipo Jennifer?» disse Stiles
«No Stiles, Jennifer poteva fare quello che era in grado di fare… Ma questo essere è diverso…  Noi lo chiamiamo “Mutaforma”  ma non dovete assolutamente pensare che sia …»
Lydia lo interruppe e con voce stronzata disse «Come Jackson?»
«No. Ragazzi questa cosa… non è niente che avete mai visto e nemmeno io… L’ho solo letta nei libri, è…una leggenda…. Questo Mutaforma viene chiamato così perché nessuno di noi sa come chiamarlo… Secondo la leggenda si dice che prenda l’aspetto di chiunque…. Ma attenzione.. Non prende solo l’aspetto, prende le abilità. Lui non prende aspetto di umani, ma esseri soprannaturali. E’ il più forte di tutti. E quando riprende il suo aspetto, le abilità non scompaiono affatto… Rimangono a lui e le rende più forti».
Ero sconvolto «Quindi potremo avere a che fare con sia un lupo mannaro, Darach, Kanima, e chissà cos’altro?»
Deaton mi fissò «E’ esattamente quello che vi sto dicendo!»

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Capitolo 8
*** INVISIBILE ***


CAPITOLO 8

INVISIBILE

 
 
Dopo quello che avevamo scoperto da Deaton riguardo il Mutaforma avevamo deciso di tornare ognuno a casa propria.
Osservavo il soffitto dal mio letto, ero davvero stanco e avevo bisogno di riposo, ma proprio non riuscivo a dormire…
«Scott?»
Mi alzai di scatto al suono di quella voce… Una voce sconosciuta per me.
«C’è nessuno?» gridai ad alta voce, stavo sudando freddo.
«Scott non mi vedi?» mi chiese una voce forte, rauca e da brivido.
«Mostrati bastardo!» Urlai… Decisi che se avrei dovuto affrontare qualunque cosa fosse, era meglio essere preparati, lasciai uscire artigli, e zanne. E così mi trasformai…
«Ma sono proprio dietro di te… » urlò, dovetti tapparmi le orecchie, il suo urlo non era per niente umano.
Mi sentì catapultare fuori dalla finestra della mia stanza, caddi sopra un auto. Mi alzai in piedi e mi accorsi che ero ferito e non guarivo. Merda! Alzai lo sguardo verso la casa e vidi un ombra… Una sagoma nera. Mi lanciò qualcosa, abbassai gli occhi per vedere cosa fosse. Lo raccolsi e notai che in mano avevo un altro pezzo di maschera. Il pezzo mancante di quella trovata a casa di Lydia. Lo raccolsi ed iniziai a correre… Le chiavi della moto erano in casa e non volevo tornare in quella casa, presi il cellulare dalla tasca e chiamai mia madre.
Al terzo squillo rispose «Scott? Stavo pensando che dici se invitiamo i tuoi amici per cena?»
«Mamma! Dio stai bene! Mamma sarebbe stata un’ottima idea davvero ma… ti prego non tornare per nulla al mondo a casa… » ansimavo, la ferita al torace mi faceva malissimo.
«Scott? Cosa sta succedendo? Scott? Perché stai correndo? Sei parecchio affannato!» stava andando nel panico…
«Mamma tranquilla io sto bene, ma sta succedendo qualcosa, appena finisci il turno in ospedale vai a casa di Stiles, io ti aspetterò li, va bene?»
«Va bene Scott… ma» chiusi la chiamata. Non potevo darle spiegazioni al telefono.
Arrivai da Stiles in cinque minuti. Entrai senza bussare…
Il padre di Stiles era in ufficio, quindi in casa doveva esserci solo lui, salì al piano di sopra e trovai Stiles… Stava scrivendo al computer, sicuramente altre sue ricerche sui Mutaforma… Mi avvicinai piano a lui e notai che sul computer era scritta sempre la stessa frase, ma scritta più volte...

BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE.
 
«Stiles?» mi avvicinai molto lentamente, era completamente preso a scrivere questa parola infinite volte come in trance…
«Stiles!» urlai, un urlo forte, da far tremare tutti gli oggetti nella camera. In quel momento Stiles uscì dalla trance.
Mi guardò confuso «Scott? Da quanto tempo sei qui? Io stavo cercando notizie sul Mutaforma, guarda cosa ho trovato…» si voltò verso il computer e rimase bloccato, andò avanti con le pagine e notò che c’era scritta sempre la stessa parola.
«Ma cosa? Ma…» si voltò verso di me «Sono stato io?» lo guardai negli occhi e annuì, si prese la testa fra le mani. 
«Non so cosa mi sta succedendo!».
Aveva gli occhi lucidi… alzò la testa e spalancò gli occhi «Sei ferito? Scott sei ferito! Perché non guarisci?» mi disse sconvolto.
«Non ne ho idea. A casa mia c’era qualcuno, ho sentito una voce che mi chiamava, ma non vedevo nessuno, non c’era nessuno, quando ho chiesto di farsi vedere lui, questa cosa mi ha spinto giù dalla finestra e non so come mi sono ferito, anzi mi ha ferito e dalla finestra della camera mia mi ha lanciato questa…» uscì dalla tasca l’altro pezzo di maschera mancante. Stiles di alzò dalla sedia e la esaminò.
«Dobbiamo fare qualcosa! Chiamo Derek, Deaton, Lydia…» e osservò il computer «Tutti quelli che ci possono dare una mano.»
«Ho detto a mia madre di venire qui più tardi quando finisce il turno. Non voglio farla entrare in casa»
«Hai fatto benissimo. Potete restare qui quanto volete, avviso anche mio padre… non voglio più mentirgli».
Mi appoggiai sul suo letto, il dolore non passava ma riuscivo a sopportarlo. Stiles iniziò a parlare al telefono ed io mi addormentai. E per la prima volta avevo il terrore di dormire.

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Capitolo 9
*** COINCIDENZE? ***


CAPITOLO 9

COINCIDENZE?

 
 
Mi svegliai di soprassalto, delle voci dal piano di sotto mi avevano svegliato. 
Così iniziai a scendere silenziosamente la scale e nella cucina c’erano mia madre, Stiles e lo sceriffo Stilinski.
«Mamma…» le andai in contro e l’abbracciai. Ero davvero sollevato di vederla…
«Scott stai bene? Sei ferito?» mi sollevò la maglietta e fortunatamente la ferita si era rimarginata.
«Sto bene mamma», osservai l’orologio e notai che il tempo era passato velocemente, erano le 22.22. Diamine, ma per quando avevo dormito?
Mentre Stiles raccontava tutto quello che stava succedendo, sin da quando avevamo aperto l’accesso al Nemeton, luci della casa iniziarono a tremolare… Dal piano di sopra riuscivo a udire lampadine che scoppiavano. Qualcosa stava accadendo.
Non riuscivo più a seguire il filo logico di questa situazione. Prima la tempesta che avevamo visto solo io e Stiles, Lydia svenuta, la maschera, il Mutaforma… Avevo davvero bisogno di una pausa… Peccato che il mio non era un lavoro dove potevo chiedere le ferie. Si trattava della mia vita. Della vita delle persone che amo, e dovevo fare di tutto per proteggerle.
Anche loro iniziarono a sentire dei rumori. Stiles spalancò gli occhi e lo sceriffo prese in mano la pistola. Le luci si spensero e ci trovammo al buio.
La cosa migliore dell’essere un lupo mannaro era la vista notturna.
Dovevamo andarcene da quella casa. E subito.
«Dobbiamo andarcene… Io riesco a vedere, prendetevi per mano, non dobbiamo fare rumore, d’accordo?»
«Va bene. Ti seguiamo ragazzo!» disse a bassa voce lo sceriffo. Presi mia madre per mano e lei fece lo stesso con gli altri. Iniziai a camminare piano in modo tale da star attento a non far trapelare alcun tipo di rumore… Eravamo quasi alla porta d’ingresso quando provai ad aprirla. Era bloccata! Maledizione!!!
Stiles iniziò ad ansimare, era come se non riuscisse più a respirare. Mi voltai e lo vidi tremare.
Mi avvicinai a lui e lo presi per le spalle «Stiles? Stiles stai calmo. Andrà tutto bene, te lo prometto.»
Stiles alzò gli occhi, sapevo che non riusciva a vedermi, il buio era molto fitto, «Stiles?» chiamò lo scheriffo.
«Non… N… Non riesco a respirare…» stava soffocando, portò le mani alla gola e cadde in ginocchio…
Porca miseria! L’unico modo per uscire da casa era sfondare la porta. Presi la rincorsa e la buttai per terra.. Entrò luce in casa, la luce della luna e loro riuscirono ad uscire, ci voltammo tutti verso la casa e sopra le scale c’erano ombre nere, oscure. Tremendamente spaventose…  Mi voltai verso Stiles e finalmente stava riprendendo il controllo… Mi guardò e mi sussurrò «Ho le chiavi dell’auto di mio padre. Andiamocene di qui!»
Annuimmo tutti e cominciammo a correre verso l’auto, una volta entrati lo sceriffo disse «Mi vuoi spiegare perché avevi le mie chiavi?»
Sties si voltò verso il padre e aveva un sguardo tipico da Stiles… Da tempo non  vedevo quello sguardo «Dai papà che sarà mai. Volevo essere sicuro che se accadesse qualcosa eravamo pronti per scappare»
«Con la mia auto?» disse lo sceriffo,
«Si con la tua auto. La mia Jeep è dal meccanico ricordi? A proposito adesso dove andiamo?»
Ci pensai sopra… Casa mia non era un posto sicuro e nemmeno quella di Stiles… Oh. Mio. Dio.
«Da Allison. Dobbiamo andare da Allison. Prima a casa mia, adesso a casa tua… Non è una coincidenza!»
Stiles spalancò gli occhi… aveva capito «No tre. Quello che abbiamo fatto al Nemeton.. Prima te, ora me… Ora Allison. Coraggio papà, cosa aspetti diamine! Metti in moto».
Lo sceriffo partì a tutta velocità. Dovevamo arrivare in tempo.
Presi il cellulare dalla tasca e mandai un sms a Derek.
Provai a chiamare Allison e scattò la segreteria… Avevo davvero una brutta sensazione!

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Capitolo 10
*** SANGUE ***


CAPITOLO 10

SANGUE

 
 
«Ma sei impazzito? Neanche per sogno. Non entrerete da soli ad affrontare chissà cosa!» urlò mia madre.
Non era molto entusiasta all’idea di Stiles di entrare soli noi due a casa degli Argent, mentre lei e lo sceriffo andavano da Deaton.
Non sapevamo quello che stava succedendo, quindi dovevamo fare le cose in fretta. E non potevamo di certo fare due cose contemporaneamente. Guardai lo sceriffo, non aveva detto una parola… ma non eravamo solo noi in pericolo, lo erano tutti…
«Melissa…» lo sceriffo prese per un braccio mia madre, «I ragazzi hanno ragione, dobbiamo dividerci, qui sta succedendo Dio sa cosa e dobbiamo capire con cosa abbiamo a che fare». A quelle parole mia  madre si calmò e acconsentì…
Prima di rimettersi in auto mi abbraccio e mi disse «Se succede qualcosa non esitare a scappare!»
«Tranquilla, non mi accadrà niente».
Entrarono in auto e aspettammo finché non furono andati via. Stiles mi guardò e con voce ferma iniziò a dire «Ho chiamato i rinforzi»
Sorrisi. Era la stessa cosa che avevo fatto anch’io «Io ho chiamato Derek».
Una macchina arrivò nel vialetto di casa di Allison e parcheggiò.
«Parli del diavolo» disse Stiles in modo ironico…
Derek ci raggiunse…. «Mi dite cosa diamine sta succedendo qui? Sono tornato in città da meno di ventiquattro ore ed è già arrivata l’apocalisse».
Aveva ragione…. «Ricordi quando io, Stiles e Allison abbiamo aperto l’accesso al Nemeton per salvare i nostri genitori?»
Derek annuì, «Beh, dopo una settimana da quell’evento, abbiamo cominciato a vedere cose strane, sentire rumori, voci… E proprio oggi pomeriggio a casa mia è successa una cosa stranissima…»
Derek mi bloccò… «So tutto Scott, Stiles mi ha già raccontato tutto», osservai Stiles con un punto interrogativo.
«Sono piuttosto veloce a scrivere messaggi…» alzò le braccia a mo di resa.
Derek continuò «Quello che non riesco a capire è chi sono questi uomini in nero, queste ombre o qualunque cosa sono. E cos’hanno a che vedere con queste maschere che hanno lasciato, una da Lydia e una da te. Poi tu mi hai detto che non appena avevi messo una mano sulla spalla di Lydia lei ha iniziato ad urlare… Insomma cosa vuol…»
«Se lo sapevamo di certo non eravamo qui, non credi? » disse Stiles stizzito, «Dobbiamo muoverci… Potrebbe accadere qualcosa ad Allison. A proposito sapere dov’è Isaac?»
Non avevamo avuto nemmeno il tempo di rispondere alla domanda che le luci iniziarono a tremolare, tutti e tre ci guardammo negli occhi. Eravamo spaventati e iniziammo a correre su per le scale, dovevamo fare presto, Allison poteva essere in pericolo.
Arrivati al suo piano trovammo la porta aperta. Io e Derek riuscivamo a vedere benissimo anche buio, e c’era qualcosa per terra in casa, entrammo silenziosamente e toccai quello strano liquidio… Lo annusai. Sangue.

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