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Era sempre stata
timida, e a dirla tutta anche parecchio imbranata.
Erano in pochi a
considerarla come valida ninja, a sorriderle sinceramente e darle amicizia
senza pretendere nulla in cambio.
Per anni era stata
sottovalutata, criticata e snobbata dalla maggior
parte della sua patetica famiglia, sempre dietro ad etichette e stupide
tradizioni, sempre ad aspettarsi il meglio da chiunque appartenesse all’illustre
clan Hyuuga, perché quel nome era un vincolo alla perfezione, era un segno
sulla fronte dei cadetti, era un tremendo vivere per lei.
Però poi con gli anni, piano piano
il suo potenziale era venuto a galla, la sua arte si era affinata, le sue
capacità moltiplicate, col tempo aveva imparato a diventare forte Hinata, aveva
imparato a combattere con decisione convinta dei suoi ideali, era riuscita ad
imporre le sue idee e a farsi accettare da tutti, aveva scoperto che la potenza
del suo pugno cresceva al fianco della decisione nel suo spirito.
Ed era diventata una
jonin molto rispettata, era stato il fiore della accademia
che era sbocciato più tardi di tutti, fra il vento delle prediche, l’inverno
dell’indifferenza di suo padre e di sua sorella, la pioggia autunnale dell’odio
di Neji, e la primavera delle parole di Naruto, quegli elementi l’avevano
nutrita, l’avevano rafforzata trasformando il suo fragile bocciolo in quella
che era diventata una lucente corolla radiosa, sbocciata finalmente nell’estate
dei suoi 19 anni.
Da li in poi la strada era sta in discesa, in molti la
ammiravano la consideravano e molte bimbe dell’accademia la imitavano, portando
come lei il copri fronte al collo, allenandosi strenuamente, superando le
piccole difficoltà che ostacolavano anche le loro giovani vite.
A conti fatti adesso
Hinata possedeva tutto ciò che aveva sempre desiderato, tranne una cosa.
Aveva assaporato di
nuovo le risa di sua sorella e la dolcezza del tempo passato con lei, aveva
conosciuto il nuovo sguardo del padre fiero e sincero, che la teneva in
considerazione e le permetteva di sedere al tavolo delle riunioni importanti,
aveva udito nuovamente la voce del cugino rivolgersi a lei in tono caldo e
amichevole, aveva molte cose che desiderava da tanto, ma una sola le sfuggiva
ancora.
Lui.
Naruto era sempre
schivo, non riusciva mai a raggiungerlo, non che lo facesse
apposta, ma ogni volta che gli era così vicino da poterlo stringere arrivava
qualcuno, o succedeva qualcosa in grado di mandare tutto a monte.
Lo amava ancora, e
tanto, ma lui non si era ancora arreso con Sakura la quale insisteva con Sasuke
in un’eterna ruota a tre punte che irrimediabilmente faceva soffrire tutti
quanti, tranne Uchiha s’intende.
Però era cambiata ora, non si arrendeva, non si
scoraggiava, accoglieva la contrarietà degli eventi come piccole sconfitte sul
percorso di una battaglia che era certa avrebbe vinto.
Perciò sorrideva dopo ogni fallimento, perché sapeva
che la volta dopo sarebbe stata pronta ancora di più.
Dava il meglio di sé
nelle missioni, guadagnava molto e innalzava il nome del clan al di sopra delle generazioni passate.
Le piaceva quella
nuova vita, ma non rinnegava ciò che era stata, perché le emozioni, i tormenti
e la solitudine che aveva provato erano la prova di ciò che era ora.
E se vedeva qualcuno che le somigliava subito
gli ci si affezionava e gli dava tutto l’aiuto del quale era in grado.
Però come accade spesso la bolla della felicità,
per quanto elastica e agile finisce per incappare in qualche spigolo e
inevitabilmente scoppia.
Questo accadde d’inverno,
al ritorno da una missione di rango A, portata a termine con non poca fatica,
compiuta si, ma ad un prezzo molto alto, un pericoloso criminale era stato
fatto fuori, ma anche lei rischiava grosso.
Le braccia di Shino
non riuscivano più a reggere il suo corpo, non perché fosse pesante, ma per via
del sangue che lo bagnava, rendendolo viscido e difficile da trattenere.
Più volte gli aveva
chiesto di lasciarla perdere e di mettersi in salvo ma la cocciutaggine dell’Aburame
era paragonabile a quella del suo mito biondo.
Mai l’avrebbero
abbandonata, né lui né Kiba né Kurenai.
Tsunade poi era stata
lapidaria.
Se si fosse salvata niente più missioni, mai
più.
E nemmeno la morte
avrebbe potuto essere più gelida e crudele di quelle
secche parole.
Già, perché era
fortissima lei, e si salvò ma come predetto le furono vietate le missioni, il
suo posto nel team Kurenai venne occupato da un’ambu di
rango elevato esperto in arti mediche, e la sua vita riprese corso persa nella
sua nuova occupazione.
Sensei.
Ma non di team,
sensei all’accademia, dove non avrebbe dovuto accompagnare i suoi allievi in
missione, ma solo in gita, dove le era permesso
attuare tecniche pericolose per i nemici solo a puro scopo illustrativo, dove
le sue potenzialità vennero soppresse dietro una cattedra e un registro.
E questo anche se fu
duro lo accettò prendendolo come una nova sfida, senza sentirsi inferiore agli
altri, senza perdere nemmeno un minimo bagliore del rispetto degli altri, che
al contrario era cresciuto ancor di più nel conoscere
le dinamiche del suo incidente.
E così ogni giorno
si recava al palazzo della scuola, faceva i consigli coi
docenti, impartiva lezioni ai piccoli ninja che l’ascoltavano rapiti e tutto
sommato la sua nuova vita le piaceva, anche i campi di battaglia le mancavano
terribilmente, le mancavano gli allenamenti e le mancavano i suoi amici, che
non mancavano mai di invitarla fuori, di andarla a trovare o salutarla per strada,
Shino addirittura faceva comparsate in classe, per aiutarla a spiegare il
segreto della simbiosi fra ninja ed insetti, Kiba l’aiutava ad addestrare i
cani ninja e anche la nuova arrivata si era dimostrata gentile e in gamba,
anche Narutol’aiutava volentieri,
trovando interessante la via che stava percorrendo…..
TBCß(non
Tubercolosi, ma ToBeContinued XD)
Bah che dire….sarà
una bella e sana Naru/Hina,
non ne ho mai scritte perciò abbiate pietà….waah hah siccome una delle mie
fiction in corso sta per concludersi…e non vi dico
quale XP….ho deciso di portarmi avanti e scassarvi i maroni oltre che gli occhietti con questa nuova storiella….
Non l’ho messa OOC perché
credo che il carattere di ogni personaggio si possa
evolvere e non debba per forza rimanere “statico”, cioè insomma, Hinata non
dovrà mica rimanere balbuziente e timida per sempre no? Crescerà pure lei o
no?!!? O__o ?
Spero di trovarvi d’accordo
col mio punto di vista, ora filo a schlafengen o
domani i lavoratori la colazione se la faranno da sé XD
XDXD
Bye!!!
Ripeto che è la prima NaruxHina perciò pietàààààààààààà!!!!!
Quel giorno il sole
splendeva radioso sopra a Konoha, e le rare nuvolette bianche pascolavano nel
cielo terso come una piccola mandria di soffici pecorelle.
Le risa delle
ragazzine poi erano l’accompagnamento migliore per quell’occasione, dovevano infatti raccogliere dei fiori per le lezioni separate che
con l’aiuto di Ino dava alle future Kunoichi.
La bionda e letale
ninja stava seduta accanto a lei, a contemplare il cielo
appoggiata al tronco del profumato pino rosso che lambiva i bordi della
radura dove si trovavano.
“Magnifica giornata
non trovi Hinata?”
“Davvero! Ottima per
rilassare lo spirito…”
“Sono d’accordo!”
“Ah…grazie
dell’aiuto che mi dai…”
“Ma figurati, in
questi giorni c’è pace al villaggio, io e il mioteam non abbiamo
missioni perciò lo faccio volentieri…anche se mi stupisce che tu me l’abbia
chiesto….nell’Ikebana sei sempre stata brava…”
“…è che non mi
andava di fare tutto da sola…”
Sorrise
alla sua amica di sempre ottenendo un’occhiata curiosa da parte sua.
“E
in giro che si dice?”
“Parli delle
missioni?”
“Nh…”
“Mah, ultimamente
calma piatta…stavamo tenendo d’occhio l’akatsuki ma per ora non si muovono,
sembrano come in attesa, boh…magari aspettano che
Naruto gli si butti fra le braccia…”
Rise al gesto
dell’amica cambiando poi espressione, anche se non lo dava molto a vedere,
anche se fingeva di non sentirla aveva davvero nostalgia dell’azione.
Chiuse gli occhi
cercando nella memoria le emozioni che provava nello sfrecciare fra le fronde
degli alberi reggendo fra le dita i preziosi rotoli delle missioni.
Le mancavano gli
scontri, le serate passate a festeggiare coi suoi
compagni, le risate e persino i silenzi.
Sospirò spostando
poi lo sguardo sul trio di ragazzine che si stavano rincorrendo sbuffandosi i
leggeri petali dei soffioni l’una con l’altra.
“Ti manca quel mondo
eh?”
“…a volte…”
Ne seguì un breve
silenzio in cui i loro occhi si incrociarono.
“Terribilmente!!!”
Risero, guardando
poi i semi del tarassaco levarsi in aria alla leggera brezza primaverile, e volare
via come stormo di moscerini trasportati dalla corrente.
“Comunque
sai…non credo che anche così sia tanto male….”
“Dici?”
“Si…dopotutto stai allenando le future generazioni…guardale…”
Voltò lo sguardo
sulle bambine sparse per il prato.
“Fra
di loro ci sono già delle promesse….ci sono
ragazzine che fra dieci anni mi avranno già superata, e mentre io mi eclisserò
nell’ombra tu sarai con loro a splendere….perché sarai
il raggio di sole che le avrà nutrite nel loro crescere….”
“…..”
“Fidati…quando passerò
io mi guarderanno con aria di sfida e superiorità….ma quando incroceranno te
nei loro occhi potrai leggere rispetto e onore…”
“Grazie Ino!!”
………………….
Hikari era la
bambina nella quale maggiormente si rispecchiava.
Piccola e fragile,
timida e dalla lacrima facile.
Si stupiva ogni
giorno nel vederla entrare in classe, fra tutte le ragazzine che aveva in consegna lei era quella che meno vedeva in abiti
ninja.
Le facevano i
dispetti, la prendevano in giro per la sua insicurezza, spesso le nascondevano
il pranzo o le armi e non passava momento in cui si chiedesse
il perché mai avesse deciso di iscriversi all’accademia.
La sua famiglia infatti era composta da mercanti e cercatori di pietre
appena stabilitisi a Konoha, non avevano nulla a che fare con combattimenti o
arti magiche, le sembrava strano persino il fatto che i suoi genitori le
avessero permesso di frequentare la scuola.
Tuttavia le era
molto affezionata, perché nei suoi occhini da bambolina c’era quella fievole
fiammella che anima ogni piccola candela, luce che se ben nutrita e protetta
sarebbe sfociata in ardente fiamma.
Inoltre sembrava che anche lei le fosse
particolarmente legata, non perdeva occasione di prenderle la mano e affiancarla
ogni qual volta uscivano dalla classe, i suoi occhietti timidi la fissavano
sempre con ammirazione e la sua voce tremante le rivolgeva sempre caldi saluti.
Se come diceva Ino fra di loro c’erano già delle buone promesse una di loro era
certamente lei, che non cedeva mai ne si arrendeva, che imparava a sopportare e
piano piano ad entrare nei cuori dei più prepotenti.
Quella piccola
crisalide era esattamente com’era lei nella sua infanzia.
“Hinata sensei…”
Si voltò verso la
bambina mentre col gruppo stavano rientrando al villaggio dopo la visita
all’armeria del villaggio.
“Dimmi Hikari…”
“Ma lei…il fidanzato
ce l’ha?”
“Come?”
Non ricordava più la
risposta che le aveva dato, magari perché una vera e propria non era riuscita a dirgliela presa dall’esitazione e dalla
sorpresa, o forse disturbata da quella pioggia di dardi che era loro piovuta
addosso all’improvviso.
Non ricordava bene
nemmeno com’era riuscita a cavarsela, aveva richiamato il chackra, attivato la
difesa assoluta, corso per le file difendendo i suoi alunni spaventati e
urlanti, si era moltiplicata sperando di guadagnare tempo in
attesa dei rinforzi.
Che però giunsero troppo tardi.
Kakashi le si materializzò di fronte proprio mentre uno spiedo la
stava per colpire al cuore, e lei, presa com’era nel coprire due ragazzine non
avrebbe potuto far nulla per evitarlo.
Naruto e Sasuke non
ci misero molto a far fuori gli assalitori, che si rivelarono poi essere
shinobi dell’erba, Sakura invece prestava soccorso ai pochi feriti, fermandosi
poi vicino ad un piccolo corpicino inerme, urlando e scuotendo il suo petto,
per scoppiare in lacrime nell’appurare la sua morte.
Riuscì ad
avvicinarsi trascinandosi a fatica sorretta dal jonin
della copia, e il grido che cacciò nell’identificare quel corpo lo poteva
ancora sentire nelle membra quando il rimorso e la rabbia la assalivano.
Hikari non respirava
più, non si muoveva e non sorrideva più.
Hikari reggeva
debolmente nella manina destra la piccola margherita che aveva colto dal
sentiero, i cui petali bianchi erano per metà macchiati dal sangue che le
usciva dal fianco.
Hikari non le
avrebbe mai più fatto domande imbarazzanti, non le
avrebbe più sorriso, non l’avrebbe più fatta commuovere con le sue azioni dolci
e premurose verso gli altri.
La fiamma di quella
piccolina era finita li.
In
un pomeriggio d’estate al tramonto dell’ultimo giorno di scuola settimanale.
E questo lei non se lo sarebbe mai perdonato.
Quando si risvegliò
all’ospedale il giorno seguente era convinta si trattasse
solamente di un brutto sogno, di quelli che l’assalivano nelle notti buie in
cui l’antica insicurezza del suo spirito riemergeva facendo leva sulle sue
paure, mandandola in confusione, corrodendole la mente nel dubbio della sua
inattitudine all’insegnamento.
“È
vero mi dispiace….non siamo riusciti a
salvarla…”
Le parole di Sakura erano riuscite a bloccarle il sangue nelle vene, l’avevano
pietrificata.
“È stata colpa mia….
”
“Non pensarlo
nemmeno!!!”
“…ma
Hikari è morta giusto? Io ero con lei, con loro li dovevo
pro…”
Venne smorzata dallo schiaffo della rosa.
“Alla fine ne abbiamo contati 85…85 capito? Che potevi fare da sola contro tutti quelli shinobi? È già un miracolo che
tu sia riuscita a salvare tutti gli altri…”
“….”
Una tiepida lacrima
cadde dai suoi occhi, andando ad infrangersi sul dorso della mano che stringeva
per la rabbia il grezzo tessuto del lenzuolo.
“Stamattina presto sono passati i suoi genitori…volevano accertarsi delle tue
condizioni…e ringraziarti credo…”
“…per aver lasciato
morire la loro figlia minore?”
“…no…perché da
quando frequentava l’accademia aveva incominciato a sorridere, e a parlare…non
era più indifferente alla via come un tempo…”
“…”
“Ti hanno lasciato
questo….”
“….era suo…mi diceva
sempre che questo orecchino era il suo tesoro…”
“…si tratta di
quello che completa la coppia, l’altro glielo hanno
lasciato, ma siccome ne indossava solamente uno hanno pensato di donarti
questo, in modo che ti non la possa mai scordare…”
Lo afferrò tremando infilandoselo
all’istante, premendo con forza sul lobo per perforarlo, lasciando che l’acuto
bruciore la distogliesse dalla tristezza.
“E
il funerale?”
“Lo hanno già
fatto…”
“Così presto?”
“Nella loro
tradizione usano cremare i morti subito dopo che è stata accertata la loro
morte, in modo che il passaggio all’aldilà avvenga nel minor tempo possibile…mi
spiace che tu non abbia potuto partecipare…”
“…fa nulla…”
“Ora devo andare a
controllare alcuni pazienti…da stasera credo che potrai tornare a casa tua…farò
chiamare Neji, mi ha detto di essere avvertito non appena…”
“Ti ringrazio di
cuore Sakura…”
Le
sorrise prima di uscire e riprendere il suo lavoro all’ospedale.
I giorni che
seguirono furono pesanti per lei, anche se era cresciuta, anche se oramai aveva
vent’anni compiuti le era difficile superare e accettare quella morte.
Non voleva
dimostrarsi debole, non voleva comportarsi nella maniera opposta che insegnava
ai suoi ragazzi, ma quel banco vuoto in ultima fila,vicino alla finestra era un grande e costante
dolore.
Nemmeno i fiori e i
ringraziamenti degli altri bambini salvi erano bastati a farle superare il
momento.
Sembrava caduta in
un pozzo senza fondo, buio e freddo, fatto di rabbia rammarico e nostalgia.
“Hinata!!”
“Nh?”
Si voltò sorridendo
d’istinto al sorriso del ragazzo che la stava raggiungendo.
“Naruto!”
“Mi stavo chiedendo
come stavi…”
“…sto
bene ti ringrazio, le ferite erano superficiali, guariranno a breve…”
“…volevo sapere come
stavi a sentimenti…”
Quella schiettezza
la disarmò, e anche se si era ripromessa di non mostrarle più a nessuno non
riuscì a trattenere le lacrime dal caderle dagli occhi.
Subito si portò le
mani per asciugarle, ma i polsi le vennero bloccati
dal biondo, che serio la guardava con infinita dolcezza.
“È giusto che cadano…lasciale
andare… ”
Chinò lo sguardo imbarazzata incominciando a singhiozzare come
faceva ai tempi della scuola, e si sentiva davvero una nullità, perdere il
controllo di fronte alla persona che da anni ammirava, davanti a colui che più di
ogni altra cosa adorava in quel mondo.
Però doveva
ammettere che pian piano il dolore interno incominciava
a diminuire, si sentiva più leggera, svuotata del nero e gelido globo che le
premeva sullo sterno.
“Nhg…grazie…Naruto-kun…”
“…e
di cosa…tu c’eri sempre al mio fianco ricordi?”
Levò il capo su di
lui, guardandolo stupita.
“È giusto che
contraccambi…”
Le donò una fugace
carezza sulla testa prima di correre in direzione del portone di Konoha,
probabilmente stava per partire per una missione, ora che attivava il byakuga infatti li poteva scorgere Kakashi Sakura e Sasuke fermi al
pilastro ad attenderlo.
Rimase commossa da
quel gesto, trovando fiducia e forza…ma soprattutto il coraggio per fare quello
che stava pensando….
Si asciugò le
lacrime rimaste impigliate fra le ciglia.
Non amava molto
quella parola, ma l’avrebbe rincorsa per un breve
periodo.
Avrebbe vendicato
quella bambina, distruggendo fino all’ultimo ogni stramaledetto ninja dell’erba
che si fosse macchiato del suo sangue innocente….
Con feroce corsa si
diresse al campo addestramento sciogliendo le fasciature che le proteggevano i
polsi e le braccia, togliendosi il giubbotto verde e sciogliendo i primi
bottoni della casacca da jonin.
Finì di sfogare la
sua ira che la luna era già alta in cielo, aveva il fiatone e si sentiva a
pezzi nel corpo, ma lo spirito era più vivo che mai.
Puntò i diafani
occhi nel chiaro satellite, rivedendo il dolce visino di Hikari. Che timida la guardava abbozzando un impacciato sorriso.
“Vedrai che ti
vendicherò piccola stella…fosse l’ultima cosa che
faccio…”
Morirono in quel
sussurro le sue parole, suggellando una tacita promessa portata via dal vento
notturno e offuscata dal frinire delle cicale.
Intanto ad est di Konoha
il team di Kakashi sfrecciava fra i rami degli alberi centenari col jonin della
copia come apri fila, seguito dalla veloce Sakura, da
sasuke e per ultimo un alquanto annoiato Naruto.
La sua attenzione fu
però ben presto catturata dal levarsi in volo di
un’upupa, il raro uccello dal variopinto piumaggio, stroncata poco dopo
dall’arrivo degli artigli di un falco.
Non era tipo
superstizioso lui, ma le venne in mente lei, e non sapeva come mai dentro
sentiva crescergli una strana inquietudine.
Grazie mille a:
Stezietta
Pikachan
Hana Turner
Talpina Pensierosa
Vi ringrazio molto
delle belle parole e dell’incoraggiamenti che mi avete
dato!!!
Un altro….stavolta le era volato davvero vicino…e lei li
odiava quei maledetti pipistrelli.
Però come allenamento era
eccezionale, riuscire a sfuggire ai sensi di quegli animali equivaleva ad
essere in grado di celarsi al mondo intero….era sicura
che persino il potente byakugan di suo cugino entro breve non sarebbe mai
riuscito a localizzarla.
Una goccia di sudore le cadde dal viso,
atterrando poco dopo di lei, era esausta, sfinita…ma soddisfatta.
Li avrebbe presi alle spalle uno per uno
quei dannati vigliacchi, avrebbe loro reciso il respiro mentre ancora
non sapevano di chi stava loro dietro.
Li avrebbe uccisi in un lampo, dandogli però l’ultima crudele
emozione prima del trapasso.
La paura.
Bevve un sorso d’acqua gelida, versandosi
sulla faccia il resto della bottiglia, riprendendo le energie, poi si appoggiò
al tronco per aspettare di recuperare le forze per tornare a casa.
Sapeva bene che stava scherzando con il fuoco, sapeva che
andava incontro a seri problemi, sapeva fin troppo bene Hinata che quegli
sforzi erano la camminata sul filo del rasoio.
Ma non le importava.
E sorrideva, sempre e comunque, si
un sorriso che però man mano andava perdendo la sua purezza, lasciando che la
dolcezza che lo caratterizzava lasciasse il posto ad una maliziosa coscienza di
potere, fiducia e irrefrenabile voglia di agire.
Ma non era una sciocca, sapeva
aspettare, conosceva bene la parola pazienza, conosceva bene il dolceamaro sapore che accompagnava l’attesa e la rincorsa
di un obiettivo, adorava le emozioni che donava, e ancor di più bramava l’assaporare
il momento finale.
Aspettava la sua vendetta con folle pazienza, fregandosene
del resto.
Nel giro di tre mesi Hinata era cambiata, ma lo sapeva
nascondere bene.
……………….
I passi svelti di Shizune annunciarono il suo arrivo nell’ufficio
dell’Hokage.
“Che altro c’è adesso?”
“Ci è giunto un rapporto dagli anbu
che presidiano il confine con l’erba…”
“…ci sono novità?”
Lo sguardo della donna si fece serio.
“Ci comunicano che il numero di shinobi negli ultimi tre
giorni è diminuito…e non solo…”
“…non solo cosa?”
“Secondo le descrizioni, quelli che mancano non è perché richiamati o sostituiti…”
“…sono stati uccisi?...”
“…esatto…inoltre si tratta di coloro che
accompagnavano gli 85 dell’attacco…”
“Che diavolo significa?”
“Non so che dirle…”
“E Hinata?”
Nemmeno Tsunade era una stupida, ed era capacissima di fare
uno più uno.
“Non è al corrente di nulla,
inoltre Neji conferma che si trovava a casa Hyuuga perciò…”
“Naruto e il team Kakashi?”
“Sono in missione da cinque giorni, l’ultimo
falco recava un messaggio della riuscita della missione…stanno
rientrando…saranno qui domani al massimo…”
“Capisco…e il team Kurenai?”
“Nemmeno loro sono coinvolti, erano in azione alla Sabbia,
il Kazekage ha confermato…”
“Chi diavolo può essere stato?”
“Nemmeno gli anbu inseguitori di ausilio
alle unità di pedinamento hanno scoperto di chi si tratta…”
“Allerta Neji, anche Hanabi se necessario…abbiamo bisogno
del loro aiuto…”
“Subito signorina…”
“Bene…puoi andare…”
La fidata aiutante si dileguò lasciando la massima autorità
di Konoha con un pensiero in più nella testa; sbuffò scosciata riprendendo dal
cassetto della scrivania la boccetta di sakè che stava bevendo prima dell’arrivo
della notizia e nascosto in fretta e furia.
“’cidenti, erano documenti
importanti!!”
Non badò molto alla forma che avevano creato le gocce di
liquore, forse perché il cassetto fu richiuso troppo presto, o forse perché vennero immediatamente assorbite dal foglio di giornale che
stava sotto alle carte, la cui pagina macchiata mostrava la sequenza di numeri
inerenti ad una lotteria, che si sarebbero rivelati identici a quelli che la
soma Tsunade possedeva.
E
questo era risaputo, non era affatto un buon segno…
………………………….
“Hinata-sensei!!”
“Dimmi Yura!”
“…oggi ci mostra a tecnica del richiamo?...”
“…ma è ancora troppo presto…e poi
io non possiedo…”
“Chieda a Kakashi-sensei per favore!!!
Ha tutti quei cagnolini che sono belli bellissimi!!!”
“MaYura!!
È appena rientrato…sarà stanco…”
“Per favoreeeeee!!!”
Alla richiesta della piccolina si aggiunsero in coro anche
le sue de compagne del cuore, Shizuka e Niki, inoltre anche alcuni maschietti che avevano in
simpatia il jonin della copia diedero loro man forte,
attaccandosi alle maniche bianche della sua felpa e strattonandola con gentile
insistenza di bimbi.
“E va bene, all’intervallo proverò
a chiederglielo…ma non fatevi illusio…”
“Evviva!!!!”
I quattro monelli incominciarono ad urlare e saltare come
ossessi, di già pregustavano un allegro pomeriggio in compagnia di docili
creature a quattro zampe, ma evidentemente non conoscevano l’indole delle
evocazioni del jonin.
Sorrise dolcemente a quelle pesti in fermento.
Come lezione sarebbe stata perfetta.
Mai giudicare dalle apparenze.
Al cambio d’insegnante lasciò che Iruka prendesse il suo
posto, mettendolo al corrente del programma, non stupendosi
di trovarlo completamente d’accordo.
“Si vai pure…non vedo l’ora di vedere le oro facce hih ih!!”
“Già!!”
Si portò le mani alle labbra nascondendo il sorriso beffardo
che le aveva increspate, riuscendo in un certo senso a
rasserenare il chunin che dal giorno dell’agguato era preoccupato per lei e
seppur senza darlo a vedere le stava vicino e la incoraggiava.
“A dopo Iruka-sen…”
“Stai zitta non finire la frase….basta
chiamarmi così!!!siamo alla pari, anzi no, sei ad un livello…”
“Ora stai zitto tu….”
“Nh?”
“Per quanto mi sforzerò…non riuscirò mai nemmeno ad
eguagliare la tua ombra Iruka…”
Detto questo svanì lasciandolo basito col difficile compito
di decifrare quello strambo complimento.
Ma Iruka ignorava la chiacchierata che Hinata aveva avuto
con Ino, e non sapeva che lui era il raggio di sole che aveva fatto sbocciare i
ninja del suo corso, da Naruto a Sasuke, a Sakura a
Ino, persino Shikamaru e Choji, e Kiba e Shino…loro tutti erano cresciuti irrorati
dalla luce della sensibilità di quel “semplice” chunin e anche se non lo
dicevano apertamente la pensavano esattamente come lei.
In fin dei conti per quanto le generazioni che venivano
potessero sorpassare in tecnica e abilità quella venute, era comunque
da loro che carpivano i segreti e i sentimenti, e questo era un dato di fatto
che era impossibile negare.
“Tok…TOK…”
Attese alcuni istanti prima di trovarsi di fronte ad un
alquanto assonnato e stupito jonin
platinato.
“Hi…nata?”
“Mi scusi tanto per il disturbo…so bene che è stanco ma…”
“Che corso è stavolta…?”
“…ecco…”
“L’ultima volta erano quelli del terzo anno che volevano
vedere le tecniche d’acqua di Zabusa….stavolta…?”
“…sono quelli del quinto…vogliono
imparare le evocazioni...ma se non le va posso sem…”
“Entra…dammi il tempo di farmi una
doccia…”
“Grazie mille Kakashi-sen…”
“…Zitta!! Ed entra…”
Le prese una mano e la tirò dentro casa, dalla quale
uscirono assieme alcune decine di minuti dopo diretti all’accademia.
“Quindi è a questo che mirano quei
fetenti?”
“…pfffwah si…quelli del terzo anno
gli devono aver detto che quel pomeriggio si sono divertiti a ridurre la tua
tecnica a nulla più che una battaglia stile gavettoni…quindi deduco che credano
di poter giocare a lanciare bastoni e palline per tutta la sera…”
“…lo vedremo…”
“Nh…”
“Che c’è?”
Si fermò scendendo di colpo verso di lei che avendo
sbagliato un appiglio nello slancio del salto stava cadendo a terra.
“Hinata?”
“Tutto…bene…”
“Sicura?”
“Ma si…il sole mi ha abbagliata
tutto qui…”
La guadò dubbioso ma non aggiunse altro, aspettò che si
rimettesse in piedi e proseguirono.
Non era molto convinto, soprattutto perché il sole ce l’avevano alle spalle…..ma preferì finire li il discorso,
era troppo presto per le domande, inoltre c’erano delle illusioni da sfumare,
quei marmocchi non l’avrebbero fatta franca.
^___-
TH
GRAZIE MILLE A:
Stezietta
Faccio del mio meglio per aggiornare più regolare che posso,
il problema è che non sempre i miei neuroni collaborano
e mancano le idee…XD
spero ti piaccia questo chappy!!!
Un bacio!!! CHU!!!
Pikachan
Grazie mille dei complimenti!! ^___^ adesso mi gaso!!!!
Credo anche io che il baka biondo sia stato dolce con la Hyuuga,
vediamo come proseguirà…*__*
Grazie mille bella!!!
^__-
Talpina
pensierosa
Dispiace anche a me credimi…ma i neuroni mi dettavano questo,
e io anche se malgrado dovevo scrivere ç__ç
Grazie davvero della recensione!!
Un abbraccio XD
Hana Turner
Hey Hana…bene o male la pensiamo alla stessa maniera, vediamo anche se
Hinata è della stessa idea….intanto incominciano a venire a galla alcuni indizi,
Minuscole goccioline si schiantano a terra sfracellandosi
nel fango, sul cemento, contro le foglie che si piegano al loro tocco
lasciandole scivolare.
E l’acqua si infrange gelida anche contro di lei che
immobile attende l’avvicinarsi della sua prossima vittima.
Sorride soddisfatta, dopo di lui
ce ne saranno ancora pochi.
Però subito il sorriso lascia il posto alle lacrime, che
calde ed in netto contrasto con le gocce gelideche le sfregiano il viso le rigano il volto ormai affannato.
Anche la sua luce si sta pian
piano spegnendo, lo sente, lo avverte.
Il suo byakugan non è più forte come un tempo, il respiro la
lascia a piedi troppo presto, i suoi passi non sono più armoniosi e perfetti
come all’inizio.
Ogni vittima che ha ucciso s’è
portata all’inferno un pezzo del suo spirito.
Ed è debole adesso Hinata, col fiatone e le guance
arrossate; il petto le scoppia, gli occhi non vedono quasi più nulla oltre le
sferzate d’acqua che la investono, e la corteccia dell’albero è scivolosa, e
sua nemica.
“C…cough…”
Si tappa d’istinto la bocca accorgendosi d’aver attirato
l’attenzione, ma per fortuna è mimetizzata, è ben nascosta fra le fronde del
vegetale, trattiene il fiato fino a scoppiare sentendo i conati della tosse
esplodergli nei polmoni mentre lo shinobi si avvicina sospettoso ma ignaro di
lei.
Poi letale scende e lo sgozza per sparire nuovamente e
rintanarsi fra le sicure mura della sua bianca casa.
Corre mentre piange, corre
mentre la tosse la sconvolge.
Corre mentre lentamente
incomincia a morire.
E dolcemente le immagini di quel pomeriggio di sole le
invadono la mente.
Le urla di gioia ed eccitazione dei piccoli ninja quando lo
vedono apparire sulla porta, il loro fondarsi addosso al leggendario jonin della
copia sorridendo e abbracciandolo, facendolo sbilanciare, facendolo….
SBUFF!!!
Si ritrovano a terra confusi. Contenti e felici, uno sopra
l’altro a cercarlo.
“Dov’è finito?”
“Come ha fatto a scappare?”
“Kakashi-sensei!!”
E ride lei, sinceramente divertita dalla purezza di quegli
occhi lucidi d’emozione.
“credo vi stia già aspettando in cortile…non ve ne siete
accorti sciocchini? Quella era un clone ombra…”
Poi il suo sguardo li segue mentre abbozza un amaro sorriso
guardando quel banco vuoto da 4 mesi oramai.
“Devi fartene una ragione Hinata…”
“Mi domando se il suo viso sarebbe stato luminoso come il
loro oggi…”
Sistemò dietro l’orecchio la ciocca corvina di capelli,
sfiorando l’anello che portava al lobo che s’illuminò di un riflesso di sole.
“Ma lei sta sorridendo Hinata…attraverso i tuoi occhi,
credimi…”
“Non credo d’esserne più capace…”
“Guardami…Hinata…”
Volta lo sguardo schiudendo i chiari occhi dai lineamenti
allungati, cresciuti come la sua proprietaria in quegli anni di combattimenti,
potenziati ma carenti sempre di più di quella luce che un tempo li animava.
Naruto la guardava perplesso, non sapeva catalogare quel
velo di tristezza che copriva il suo sguardo, la vedeva spegnersi sempre di
più, giorno dopo giorno da quando era morta quella ragazzina.
E dentro di lui un po’ si arrabbiò, perché Hinata ne aveva
passate di peggio, aveva oltrepassato l’ostacolo rappresentato dalle
aspettative della sua casata dimostrando di valere come guida del clan, aveva
riconquistato l’affetto perduto del cugino, aveva vinto la sua battaglia con la
morte sfuggendo a quel colpo maledetto, e ora si abbatteva per la morte di una
bambina.
“Stai cambiando Hinata…”
“Tutti prima o poi la facciamo…”
“Ma tu ti stai arrendendo…”
Quelle parole sbloccarono il lei una sorta di reazione
d’orgoglio, lo guardò seria scostando poi lo sguardo dalle perle blu del
biondo.
Era davvero così…si stava arrendendo?
Scosse la testa quasi seccata da quell’affermazione che con
schietta sincerità le aveva scrutato nell’anima muovendo alcuni passi verso la
finestra per osservare quello che stava succedendo in giardino.
“Io…non mi arrenderò mai Naruto-kun…”
Poi piantò lo sguardo nel suo.
“…questa è la mia strada ninja…”
“…peccato invece che non lo sia più…”
Strinse i pugni seguendola oltre la balaustra raggiungendo
tutti nel piazzale, unendosi alla mischia di ragazzini che divertiti al massimo
rincorrevano Pakkun, che zigzagava fra le piccole ma veloci gambe dei marmocchi
per mettersi al sicuro.
“Bene, dopo l’antipasto arriva il primo…”
Detto questo Kakashi evocò il suo secondo fedele animale, un
cane dal buffo ciuffo nero che appena comparso incominciò a guardare con occhi
persi la mandria di bambini.
“Uhaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!!”
E com’era successo prima col carlino anche questo fu
costretto a darsela a gambe mentre imprecava contro l’ex ambu per l’inutile
convocazione.
Rise davvero di gusto quel pomeriggio, godendosi la gioia di
quei bimbi e le loro urla di disappunto quando all’ennesima evocazione
apparvero in coppia il più grosso cane del jonin e quello dorato che pareva
perennemente incazzato.
Si piegò sulle ginocchia con le lacrime agli occhi nel
vederli disperdersi e provare impacciate tecniche per dissolversi o sostituirsi
ad oggetti.
Rise come non faceva da tanto tempo, assieme a Naruto, al
perfido Kakashi che sfruttò quell’episodio vendicandosi anche per l’affronto
subito la volta precedente, su quei piccoli pestiferi, e alla fine risero anche
gli apprendisti ninja, che esausti erano caduti a terra vittime delle leggere e
ben calibrate zampate dei loro inseguitori.
Probabilmente nessuno di loro immaginava che dopo quel sole
cocente sarebbe scesa su Konoha la devastante tempesta estiva.
…………………………………….
Il suo corpo oramai gelido stava per metà affondato nella
nera melma, i sussulti del petto e il fioco respiro erano davvero brutti
segnali, inoltre li stesa a terra, priva di forze e di sensi era un bersaglio
davvero troppo facile per i glaciali shinobi dell’erba.
“…è lei…”
La circondarono in massa sfoderando lucenti kunai aspettando
che il loro leader la smascherasse.
“?? Una Hyuuga….non può es…..gurp!!!”
Stramazzò a terra privo della vita, seguito poco dopo dai
suoi compagni mentre tre sagome di adulti e alcune di animali le si
avvicinavano.
“Come sospettavamo…”
“Hinata…”
“Ma che diavolo…”
“Ora riportiamola al villaggio…Iruka…avverti Neji ed Hanabi
di rientrare…Kakashi, occupati di quelli rimasti…”
Il chunin si dileguò verso gli Hyuuga richiamandoli
dall’incarico di cercarla, mentre Kakashi con le sue fedeli evocazioni stendeva
nel giro di poco tempo tutti quelli che si trovavano vicino a loro.
Tsunade invece si dirigeva verso l’ospedale di Konoha
reggendo fra le braccia il corpo della Hyuuga, sempre più debole e
freddo…dannatamente freddo.
Un rombo di tuono accompagnò la sua entrata nella clinica,
richiamò Sakura a Shizune ordinando alla prima di preparare la stanza per la
terapia intensiva, alla seconda di andare a chiamare Naruto, aveva bisogno del
suo chackra per infondere nuova vita ad Hinata.
……………………………………………
“Ma a che diavolo pensavo eh? Sai benissimo a cosa andavi in
contro razza di…”
“Tu!...”
La guardò smettendo di farle la predica.
“…ti sei mai tirato indietro quando l’Alba aveva rapito Gaara? Eppure sapevi di essere un obiettivo anche tu….eri
conscio di…”
“IO non ero da SOLO!!!”
“…?!!”
“Io chiedevo aiuto se non ce la facevo…io non mi rinchiudevo
nell’…”
Dovette bloccarsi nuovamente alla vista del suo fremere, del
suo tossire mentre i singhiozzi le scuotevano l’addome e le lacrime si
infrangevano sulle lenzuola.
“Io…non li posso perdonare…assolutamente….”
“Ti capisco Hinata…ma…”
“Hikari aveva tutto il diritto di vivere…anche se il nostro
è un tempo di guerre continue aveva il diritto di giocare e continuare a
sorridere…ngh…io non avrò pace finchè…”
“Lascia che ti dia una mano Hinata…da sola rischi la vita e
noi non vogliamo perderti…”
Levò lo sguardo verso la parete aspettando che anche lei
facesse lo stesso.
“…loro non vogliono perderti…”
Si portò le mani sulle labbra cominciando a piangere mentre
con gli occhi colmi di lacrime leggeva i messaggi dei suoi allievi, vedeva i
palloncini e i fiori colorati.
“Quelli dell’erba ti hanno dato un motivo per morire….”
“…nhg…”
“Questi bambini te ne danno cento per vivere…”
Si sbilanciò appoggiando la testa sulla spalla del biondo
rendendosi conto di quanto effettivamente anche lui fosse cambiato, di com’era
diventato saggio lasciando che la sua impetuosità emergesse solamente quando
serviva mentre lei si era lasciata accecare dal desiderio di vendetta.
Accarezzò il dorso della sua mano, livido per lo sforzo a
cui era stato sottoposto, le era stato detto infatti che se ancora respirava
era per merito di Naruto.
Arrossì nel constatare come le riusciva facile distinguere
il chackra del biondo fluire nel suo corpo, caldo forte ed avvolgente.
“Naruto….nhg…”
Tirò su col naso prima di ringraziarlo e chiudere gli occhi
sotto le sue lente carezze.
“È l’unico modo vi ripeto…!”
“Se lo fate non vi perdonerà mai!!”
Naruto s’intromise nell’accesa discussione che L’hokage
stava avendo con Hiashi Hyuuga, il quale appena messo al corrente del rischio
che la figlia aveva corso per tutto quel tempo aveva deciso di…
“Se le sigillaste il chackra, ne morirebbe, sarebbe come
tagliare le ali ad un falcone…”
“Uzumaki…”
Il capostipite lo guardò serio, non del tutto deciso e
seriamente preoccupato.
“Uzumaki Naruto…”
“Hinata ha lottato anni per ottenere il potere che ha e la
vostra ammirazione…non potete falciarla così su due piedi, senza conoscere le
sue intenzioni…”
“Ma che altro possiamo fare?”
“Per il momento tenetela sotto stretta sorveglianza, e fate
in modo che non utilizzi quella tecnica per sparire…al resto ci penseremo noi…”
Alle spalle di Naruto apparvero in cerchio gli ex compagni
del team otto, Sakura e Sasuke capitanati da Kakashi e Shikamaru che con la sua
arguzia sicuramente sarebbe stato d’aiuto al gruppo.
“Beh visto lo spiegamento di forze non vedo perché
rifiutarvi questa missione…ma sappiate che se fallirete non…”
“…see see ci vediamo…”
Non rimase ad ascoltare la pappardella che rifilava loro
ogni qualvolta le situazioni erano critiche.
Ce l’avrebbero fatta ne era sicuro, le ali di Hinata
avrebbero potuto volare nuovamente.
GRAZIE MILLE A :
Stezietta
Eccoci
qua….^__^ spero di non deluderti!!!
Un bacione e grazie mille bella!!!
Ti aspetto
al next chapter XD
Sayonara!!
Hinata_S_I_TT 4 EVER
Grazie
Hina-chan ^()^ mi fa piacere che ti piaccia,
sul serio
*___* allora conto di trovare altri tuoi
Osservava il furioso sfrecciare degli alberi fuori da finestrino, poi
girò la testa guardando atona il pilota sbuffando secca
STAVOLTA I RINGRAZIAMENTI IN
PRIMIS ^()^
GRAZIE MILLE A:
RedCrossBook:
^___^ lo so perfettamente
che è OOC XP
e mi scuso per averle
modificato quel dolcissimo carattere che si ritrova XP
ma la storia questo prevede XD
e ti ringrazio per i bei complimenti che mi hai fatto
^/////^
sei davvero gentile Red ^()^
mi auguro di sentirti ancora
!!!!!!! *___*
ciauz!!!!!!!!
Stezietta:
Scusa il ritardo kara!!! A mi ritrovo sola al bar e
il lavoro,
strano a dirsi,
chiama XD
grazie del fischio ^__-
see you soon
^___^
HINATA_S_I_TT_4EVER:
Grazie cara!!!!
Eccoti un nuovo chappy, spero
ti piaccia e non risulti
noioso…..
Un abbraccio!!
^()^
Pikachan:
*____* abiti a Venezia? Waah
che bella città!!!
*___* ci sono stata un paio di anni fa,
e li ci ho trovato un
chioschetto piccino picciò gestito da una giapponesina
che vendeva di tutto
e di più (o quasi) su manga gadget e affini…
peccato che non ho trovato la
collana di Squall di FF7…ç___ç
spero che il sole sia tornato
anche da te
visto che qui col cambio di tempo
si comincia a sgambettare….
Grazie del commento e a
presto!!!
=^()^=
Talpina Pensierosa:
^/////////^
Ma grazie mille stellina!!!!!
Sei troppo gentile, non
smetterò mai di dirlo ^___^
Allora ti aspetto al next chapter ^__-
Ciao!!!!
Aprì gli occhi disturbata dai raggi
dell’alba che lucenti filtravano dalle persiane semiaperte, e una macchia
porpora, unico colore che si discostava dal biancore della stanza d’ospedale attirò
la sua attenzione mentre poco a poco un dolce mieloso profumo le arrivava ai
sensi.
“…nii-san…”
“Come stai Hinata?”
“Meglio….”
Si alzò a sedere posando timidamente lo sguardo sugli occhi
diafani di suo cugino trovandoli, al contrario di quello che credeva, placidi e
sereni.
“Sono contento, ero in pensiero…”
“Scusami…”
Calò un breve silenzio fra i due, un attimo in cui nessuno
sapeva cos’altro dire, dal canto suo Neji avrebbe voluto chiederle spiegazioni
ma gli mancava il coraggio perché sapeva che se un animo puro come quello di
Hinata era cambiato a tale maniera un motivo più che logico, o comunque una forte convinzione, dovevano esserci e a quel
punto le domande o le spiegazioni diventavano superflue.
“…ehm…grazie, per i bei fiori…”
“Lilium e gigli…so che li adori…”
“È così…”
Gli sorrise dolcemente scostando le
lenzuola e mettendosi in piedi per andare a vedere più da vicino quei
bellissimi boccioli, fra i cui petali stavano ancora come ricamate delle
goccioline di rugiada.
“La vecchia nutrice si arrabbierà…”
“Li ho presi prima di uscire…”
Li sistemò in modo che la loro disposizione fosse omogenea
scorgendo fra gli steli anche il candido bianco di una bellissima e fragile
calla.
“…bellezza semplice e raffinata…”
“Nh?”
“Me l’ha detto Ino… sono passato da lei per prendere altri
fiori, mi ha detto che questa era sufficiente…”
Che tenero che era quando si imbarazzava,
si sforzava di essere discreto e indifferente ma alla fine in un modo o
nell’altro la sua natura gentile e premurosa emergeva sempre.
“Nii-san…”
“Nh?”
“…ho voglia di passeggiare…ti va di
accompagnarmi?”
“…volentieri…”
Aprì la finestra per aerare la stanza, poi indossò la
giacchetta sopra la tunica del pigiama e lo affiancò posando le bianche mani
sull’avambraccio che le aveva teso.
A circa mezza giornata di corsa, e non semplice corsa, ma
corsa ninja stava il gruppo che Naruto aveva assemblato
per scoprire la maniera di curare la Hyuuga.
In testa gli ronzavano ancora le parole che Sakura gli aveva detto, e non sapeva se leggerle in chiave di illusione
o speranza…
…………….
Era la sera del ritrovamento della Hyuuga,
stava camminando per i corridoi dell’ospedale diretto per l’ennesima volta
verso la sala d’attesa, aveva la testa leggermente annebbiata, il respiro corto
e il viso perlato di sudore.
Tsunade gli aveva risucchiato ogni minimo residuo di chackra ed ora era
spompato, inoltre non era ancora sicuro che Hinata se la sarebbe cavata, per
questo errava come un cretino per l’ospedale, doveva far passare un po’ di
tempo o la preoccupazione l’avrebbe corroso.
“Naruto!”
Si voltò lentamente barcollando verso la parete sbuffando per la
rabbia.
“Sa…kura…”
Prontamente l’abile ninja medico lo raggiunse sorreggendolo e
riportandolo in equilibrio.
“Sei il solito scemo…guarda in che condizioni sei!”
“Se non uscivo Kiba e Shino mi scuoiavano…”
Tossì una risata tirata riprendendo a camminare verso la fine del
corridoio.
“L’elisir di Tsunade-sama l’hai preso?”
“…”
Lo vide portarsi una mano alla testa e scuoterla febbrilmente, chiaro
segno che la vista era appannata, e che l’infuso non lo aveva bevuto.
“…cretino! Ci credo che sei in questo stato…avrai pure il chackra di un
demone dentro, ma quello principale è umano e se
traballa lui traballi pure tu…baka!!!”
Gli si avvicinò porgendogli una boccetta dal liquido grigio perla dal
sentore parecchio amarognolo.
“Bevi…”
“...No…”
Ridendo di rabbia gli piazzò il tacco degli stivali
sull’alluce facendogli spalancare la bocca dal dolore, ed in un attimo la fiala
era vuota.
“Cough cough….che schifo
che amaro che….”
“Nh?”
Lo fissava con un sorriso beffardo in volto, le mani conserte al petto,
aveva recuperato moltissimo chackra in un istante, e l’effetto avrebbe continuato fino a guarirlo del tutto.
“…che figata!...”
“Ora seguimi che ti devo parlare….”
Poco dopo raggiunsero lo studio che Sakura si era guadagnata in quegli
anni di servizio all’ospedale, non era molto grande, ma abbastanza capiente per farci stare tutto ciò di cui necessitava, una vasta
libreria perennemente aggiornata, un sofisticato terminale e la valigetta dei
suoi strumenti.
Il biondo si guardò in giro curioso e un po’ stupito, non era la prima
volta che entrava in quell’ufficio, ma di solito era sempre stato in ordine,
quella notte invece era il caos totale.
“Sakura…?”
“…prima di tutto siediti…per favore…”
La guardò non capendo lo strano tono della rosa, che era un misto fra
il serio mescolato ad una vena di eccitazione.
“Forse…”
“…forse?”
“…un modo c’è…”
“…ah…”
Continuava
a guardarlo con quei suoi occhi di giada sicuri e fieri.
“…per…?”
“…aiutarla…”
Sospirò schiudendo gli occhi tornando a
fissare il rotolo sul quale stavano alcuni suoi appunti scritti frettolosamente
relativi a degli schizzi di parti del corpo e nomi
medici che lui non concepiva.
“…Sakura…ti riferisci…”
”…si, se Hinata se la caverà, e questo te lo dico con
la massima certezza, potrebbe esserci un modo per eliminare la maledizione che
le è stata inferta…”
“…non ti seguo…non era
una tecnica degli shinobu dell’erba?”
“…no, ho fatto delle ricerche in tutti
questi mesi, cercando casi analoghi negli archivi, ho frugato persino nella
biblioteca dell’Hokage ma non ho trovato nulla di analogo…voglio
dire, non esistono tecniche in grado di colpire lo spirito a parte il pugno
gentile che appartiene solo agli Hyuuga, è quindifisicamente impossibile che si tratti di una
tecnica, anche solo simile…perciò sono arrivata alla conclusione che si debba
per forza trattare di una maledizione…”
“Come fai a dirlo? Se
è fisicamente impossibile che una tecnica distrugga lo spirito di un ninja come
possono esistere delle maledizioni in grado di farlo? È un principio assurdo,
non illuder…”
“Sta zitto e ascolta!!!”
“…?”
“Durante la nostra ultima missione ci siamo fermati a Suna ricordi?”
Il biondo annuì poco convinto, e questo cosa centrava?
“Parlando con Temari dello stato di Hinata,
indipendentemente dal fatto che non sapessimo cosa diavolo combinava alla notte e che intenzioni avesse quella folle Hyuuga,
abbiamo scoperto una cosa interessante…”
“Cioè?”
“Durante la reggenza del padre di Temari si verificò un caso similare a quello di Hinata…
un jonin, il più valido di Suna a quel tempo venne
sconfitto in battaglia da una semplice vecchia che non era una ninja né aveva
capacità particolari…
questa portò il poveretto alla rovina
distruggendogli l’anima e le capacità nel giro di tre mesi…”
“Come fece?”
“Agì con l’aiuto della stregoneria…”
La rosa si portò le mani davanti al mento
fissando per l’ultima volta il suo schema, cercando le parole per spiegare
facilmente il concetti a Naruto.
“Con una semplice ciocca di capelli del jonin riuscì a risucchiargli tutte le energie…”
“Ma come…?”
“Non ci misero molto a catturarla e dopo
averla interrogata vennero a conoscenza della sua
arte, in pratica era un po’ come la maledizione che usò Hidan per sconfiggere
Asuma-sama, solo che anziché usare il sangue si serviva dei capelli…”
“…”
“Come ben sai ogni
parte del nostro corpo, sia essa interna od esterna, viva o insensibile, come i
capelli, le unghie o i denti sono correlate a dei canali di chackra, i capelli
dipendono direttamente dal flusso di questo e di conseguenza…”
“…e come intendi comportarti?...”
“Purtroppo non lo so …le mie sono ancora
congetture, si tratta di supposizioni e davvero non vorrei illudere Hinata,
perciò ho voluto prima parlarne con te…mi dispiace, messi così non possiamo andare da nessuna parte ma…”
“Che dici?”
Lo guardò sorpresa levando gli occhi su
quelli azzurri del jonin.
“Adesso abbiamo un punto di partenza no?”
“…all’incirca…”
“Allora potremo andare da quella vecchia e
interrogarla, magari…”
“…impossibile…è morta due
anni fa…inoltre stando a quello che ha confessato era l’unica in grado di usare
quella maledizione…”
“…cazzo…”
“Tuttavia niente è ancora perduto ^^,
secondo quanto ha detto la vecchia esiste una procedura da svolgere prima
dell’attacco vero e proprio e consiste nel fare una specie di patto…”
“Prego?”
“In una specie di breve rituale si donano i capelli
allo spirito della maledizione sigillandoli in un sutra di pelle di
lucertola…noi non dobbiamo fare altro che trovarlo e distruggerlo…”
“…ma sarà impossibile…”
“No, anche se è passato del tempo esiste un
luogo dove devono essere conservati i rotoli per almeno sette anni, e quel
luogo è appena a ovest del villaggi dell’erba, niente meno che nella roccia
delle iguane…”
“Che posto sarebbe?”
“Niente di speciale, un luogo sacro agli stregoni, che utilizzano per procurarsi
le pelli e archiviare i sutra se così si può dire…”
“Bene, andremo avanti e ci faremo un’idea generale…chiama Sasuke il
sensei Kakashi e anche Shikamaru…partiamo
immediatamente…”
“D’accordo…”
La rosa fece per scattare ma venne afferrata
praticamente al volo dall’inaspettato gesto dell’Uzumaki.
“Grazie di cuore Sakura-chan!”
“…per così poco…e poi è presto non credi?”
“…grazie…”
Gli sorrise sincera prima di allontanarsi e svolgere la sua
piccola missione, si sentiva davvero felice, anche se in minima parte stava
restituendo a Naruto uno fra i mille favori che lui aveva donato a lei.
…………………….
Sorrise sicuro, anche
se alla fine sifosse trattato un’illusione ci avrebbe pensato lui a renderla reale….
Raccontava di una nera bestia strisciante, che non era forte e non
possedeva caratteristiche particolari se non una.
Era furba e infida.
Ma raccontava anche di un’altra creatura, che invece possedeva forza e
talento però al contrario della prima non aveva una particolare malizia.
Entrambe le specie sopravvivevano a stento vivendo la prima di intrighi e sotterfugi, la seconda di violenza ed istinto.
Un giorno però le due razze vennero a confronto, vennero
a trovarsi nemiche e la battaglia fu inevitabile.
La prima delle contendenti, ovvero la bestia scura venne
subito accerchiata dalle numerose forze nemiche, e trovandosi con le spalle al
muro propose alla seconda una specie di patto.
Un alleanza
In cambio della salvezza avrebbe messo a disposizione la sua sapienza.
Avrebbe colorato il bianco animo carente di
intelligenza della creatura che però la superava in forza e numero.
La seconda razza accettò e l’accordo fu stipulato in una
piana semi desolata dove le guglie delle rocce porose spezzavano la
monotonia del terriccio e del fango.
Fu firmato col sangue.
Mantenuto coi fatti.
Non avete ancora capito chi sono le due parti non è vero?
Si fermarono che il tramonto era già calato.
Scrutarono quella distesa con malcelata curiosità e una nota
di disgusto per quell’acquitrino umido e maleodorante.
Le zanzare volavano a sciami sopra gli steli delle piante
acquatiche, il frinire delle cicale era talvolta sovrastato dal ronzio delle
ali di numerose libellule qualcuna della quali finiva
fra le spire delle lingue dei rospi e delle rane che abitavano la palude.
Ma oltre quello che si poteva
vedere c’era anche qualcos’altro.
C’erano delle sinuose e scure sagome che slittavano fra le
acque silenziose e guardinghe.
C’era il silenzio di una razza anfibia che conosceva e
viveva due mondi contemporaneamente.
In mezzo alla tranquillità dell’immenso stagno.
C’erano loro.
“Sarebbe qui?”
“Precisamente…”
Naruto cercava di trovare il posto in cui fossero
conservati i sutra, ma in mezzo a quell’umidità era impossibile che le
pergamene si potessero mantenere, integre per lo meno.
“Coraggio dividiamoci…”
Shikamaru gettando in acqua la sua sigaretta prese la
direzione di destra mentre Sasuke procedeva diritto e Sakura volgeva a
sinistra.
Kakashi rimase indietro pronto ad intervenire nel caso ci fosse stato bisogno, anche se lo dubitava data la segretezza
con la quale erano riusciti a giungere.
Dal canto suo Naruto cercava a casaccio possibili passaggi o
sporgenze di roccia abbastanza grandi da poter contenere dei
vani porta sutra, ma la luce flebile di quella sera inoltrata non li
aiutava di certo perciò decisero di ritirarsi in un posto meno umido e più
salubre dove decidere la strategia del giorno dopo.
“Secondo me stare tutti qui non ci aiuterà…”
L’arancio colore delle fiamme del fuoco riluceva sul viso del Nara che stava proponendo la sua idea.
“Dici che dovremo separarci? In che senso?”
“Te lo spiego Sakura, l’acquitrino sembra incustodito,
questo può significare due cose, o non sospettano che qualcuno possa sapere dei contratti con le iguane o…”
“…sanno che siamo qui e ci stanno tendendo una trappola…”
L’Uchiha finì il discorso lasciato in sospeso da Shikamaru
guardando distratto lo strepitio del fuoco
“Esatto Sasuke, ma questa opzione
la escluderei, siamo stati cauti, è impossibile che si siano accorti di noi
perciò propongo di…”
Spiegava Shikamaru, e la sua voce seria e quasi atona si
alzava alla notte svanendo come il fumo della piccola
pira, mentre attorno a loro regnava il silenzio e la quiete della natura quasi
selvaggia di quella zona di mondo.
Nessuno di loro conosceva però l’antica favola del villaggio
dell’erba.
Non sapevano che le due razze entrate in simbiosi si incarnavano una negli occhi grigio-giallastri delle
salamandre che popolavano come ombre la palude, l’altra negli antichi fondatori
del villaggio dell’erba, divenuto famoso per le oscure tecniche tenute segrete
anche alle più crudeli torture.
Non sapevano dell’esistenza di quell’empatia unica che le
univa benché lontane, e non si aspettavano di certo l’inferno che sarebbe stata
l’alba del giorno dopo.
C’erano una volta
La salamandra e l’uomo.
A Konoha le sere erano ancora tiepide e l’aria secca della
notte smuoveva le tende dalle finestre delle abitazioni.
Le vie della cittadine erano ancora
frequentate e le lanterne colorate rallegravano l’atmosfera attorniate da
piccoli sciami di insetti notturni, scostate ogni tanto dal veloce passare dei
pipistrelli in caccia o dalle improvvise folate provenienti dall’altopiano.
In quel letto d’ospedale la noia per lei era insopportabile,
la giornata passava anche veloce, ma le nottate silenziose e apatiche non
riusciva proprio a trascorrerle dormendo tranquilla, forse per via del troppo
riposo accumulato, o magari per colpa di quella strana inquietudine che al
calar delle tenebre la avvolgeva da ormai parecchi giorni.
Dalla data della loro partenza per la precisione, alcuni
giorni prima.
E la cosa strana è che non erano ancora
arrivati rapporti o comunicati.
Nessuno pareva farci caso, ma per lei le cose erano
sospette, e parecchio anche.
Dopo un attimo di indecisione
scosse le coperte mettendosi a sedere sul materasso, cercando di riordinare le
idee mentre seria constatava l’entità delle ferite e il controllo che aveva del
suo corpo.
“Tutto normale…sembrerebbe.”
Stando attenta a non svegliare la ragazzina che dormiva in
stanza con lei lasciò scivolare l’anta della finestra
quel tanto da poterci passare, e dopo averla richiusa iniziò a dirigersi con
rapidi balzi verso il palazzo arancione dell’Hokage.
Doveva sapere.
Avrebbe saputo.
“Nhm….”
La luce accecante e l’aroma dell’acqua stagnante si fecero
man mano sere più intensi, segno che stava svegliandosi,
il silenzio accompagnava ancora i loro respiri tranquilli.
Tutto troppo tranquillo, neanche una presenza, nemmeno degli
animali al mattino presto intenti ad abbeverarsi,
eppure nelle vicinanze dovevano essercene per forza.
Sbarrò gli occhi di colpo cosciente della situazione.
Se le bestie si tenevano alla larga da quel posto un motivo doveva esserci.
Fu fortunato e nel gesto di mettersi a sedere riuscì a
frenare in tempo la schiena a mezz’aria prima che la lama di un affilato kunai
gli ferisse la gola.
Che idioti erano stati…
...che idiota era stato.
Il buio che li avvolse se dopo rimase tale per molto tempo.
…e gli occhi gialli delle salamandre sembravano ridere nel
vederli esser portati via da prigionieri, brillavano sotto alle
umide e lucide palpebre trasparenti, gioivano di un’ennesima vittoria.
TH
O___O ammazza
la vecchia col flit!!!!!!
Sono ben due
mesi e 19 giorni che non aggiorno questa fiction!!!!
Che io sia
maledetta!!!!! O___o?
Ehm no volevo dire…..cioè….
^___^
PASSIAMO AI
RINGRAZIEMENTI!!!!!
RedCrossBook
Uhm…dici che non
l’ho spiegata bene?
Mah rileggendola
credo tu abbia ragione….
Me misera me tapina.
rimedierò presto ^__-
Grazie del
commento,
sono contenta poi che l’idea della
maledizione ti piaccia ^()^
The fenix of innocence
Grazie mille
Fenix!!!!
Vedrai come
lo dimostrerà più avanti!!!
…quando se
ne renderà conto U.U…
XD
Ciao!!!
Hinata93
Waah tu
dici?
Ma si
facciamo che è così!!!
Insubliminiamoß(vocabolo coniato per l’occasione)
Le NaruHina (nelle quali non credo più di tanto mah <__<’’’)
Cq ti dicevo…
Grazie del
commento, mi auguro che anche se è passato tanto tempo
Tu ci sia
ancora a seguirmi ^__-
Ciri!!!
Ember4NaruHina93
Waah bello
il dialogo con Sasuke….
Hey ciccio preparati che fra un po’ ti appiopperò la rosa!!!
*__*
O___O Nou!!!NdSasu
*___* SIII!!!NdTH
Run runNd
Sasuke chefugge
A presto!!!
Chu!!!
TalpinaPensierosa
Ciao bella!!!!
Spero tu ci
sia ancora li da qualche parte…
Grazie ancora
della gentilezza e dei tuoi commenti!!!
A presto
spero!!!
^___^
Pikachan
Ciao Pikachan!!!!!
Come vedi dopo ben due mesi ho aggiornato!!!
Evviva l’incostanza!!!
Yeah!!!
Pwwaaaaaaah!!!
I parli di orecchini?
Mah se erano a
forma di testa di leone
eran quelli del mitico Cloud
di FF7
°__°
che fra () HO!!!
Chh
Ma torniamo a noi, eh cara…vedrai
come si evolverà la faccenda….
Vedrai!!!!!
Spero di vedere
un tuo commento nei prossimi giorni!!!
Ciriciau!!!
TH
E OVVIAMENTE GRAZIE A VOI!!!
Akatsukigirl
Angelica_89
Barbini jn
BlueHinata
Dyanb
Eilinn
Hana Turner
Hinata93
HINATA_LOVE
Hinata_S_I_TT 4EVER
Inuziku_rukiaXP
Jennie
88
Mart
Mat
Hyuga
Mewpower
Nariko
Pikachan
Playgeneration
RedCrossBook
Sorelline xsv
Stezietta
Talpina Pensierosa
Targul
Violae
Maoista for life
_Darkyneesan_
_Zexion_
PER AVERLA MESSA NEI PREFERITI!!!
..ho notato che alcuni di voi hanno fra i preferiti più di una
mia storia…
Di notte le strade di Konoha parevano una cosa meravigliosa,
se alla luce del sole le vie del villaggio brulicavano di persone e colori e
nell’aria di sentiva il vociare infinito di persone e l’inconfondibile
aroma delle pietanze tipiche, alla sera tutte queste cose svanivano come in un
soffio, e man mano che la luna cresceva il paesaggio diventava una cosa quasi
magica.
Sulle abitazioni calava il manto nero della signora notte
che schiariva in un blu corposo e denso dove la luna metteva il suo candore
inoltre i riflessi delle fonti e del torrente ad est col loro soave scrosciare
accompagnati dal frinire dei grilli e delle cicale visti
dai suoi occhi di neve parevano quasi illusione.
Non sembrava vero che in un villaggio ninja, il più potente
oltretutto, la calma e la tranquillità potessero essere tanto palesi e
rassicuranti.
Di norma nessun abitante avrebbe dormito
sonni tranquilli e nessun ninja avrebbe sonnecchiato, seppur vigile alla
situazione circostante, con tanta naturalezza.
Era ovvio perciò che quel villaggio incarnasse alla
perfezione ogni diceria sul proprio conto se la paura ed i timori non lo
scalfivano nemmeno nelle tenebre e questo Hinata lo sapeva, tuttavia i suoi
occhi, seppur attratti da quel magico paesaggio non riuscivano a rimanere
staccati dal portone d’entrata principale, dove da esattamente sette giorni non
giungeva più alcuna notizia.
“Hinata-sama…”
“Nhm…”
Scosse appena il capo riconoscendo la voce di Neji che con
tono basso e gentile la richiamava.
“Non dovreste essere qui…”
“…so che non è ancora giunta alcuna notizia…”
“….”
“È così? ”
“….si…”
“Ci stanno mettendo troppo….”
“Non vi preoccupate…sono i team migliori della foglia”
“Ma il nemico questa volta è
l’ignoto, non avevano un piano, non sapevano a cosa andavano in contro inol…”
“Per questo li hanno accompagnati Kakashi e Shikamaru”
“E se questo non fosse sufficiente?
Per colpa mia stanno rischiando le loro vite…per un
mio capriccio…”
Strinse i pugni alle sbarre della fredda ringhiera in ferro della terrazza dell’ospedale.
Lo sventolare delle lenzuola stese ad asciugare copriva con
discrezione il loro basso parlare e le stelle nel cielo brillavano flebili
timorose forse di dal loro fastidio con la loro chiara
luce.
“Non è un capriccio…”
“Nemmeno una missione…”
Si voltò a mezzobusto incrociando lo sguardo bianco del
cugino.
“Io non ho mai richiesto una cosa del
genere, l’Hokage avrebbe dovuto fermarli io non…”
“Ti rivogliamo con noi Hinata!”
“Nh?”
“Ti riesce così difficile da immaginare?”
Rimase senza parole, per la schiettezza di quella frase, per
ciò che significava, per quello che solamente ora capiva.
“Eravamo un gruppo anche se divisi
in team…combattevamo insieme, è vero che avevamo i nostri screzi, ognuno andava
più d’accordo con uno piuttosto che con l’altro ma eravamo comunque noi
12…sempre e comunque ed è strano…”
“…cosa?”
“Come da tre anni a questa parte l’equilibrio si sia
spezzato…”
“…”
“…lui l’ha capito…e farà di tutto per farti
tornare…”
Era strano vedere Neji parlare tanto a raffica, di solito si
limitava a secchi cenni del capo, qualche risposta monisillaba o in rari casi a
vaghe spiegazioni…ma mai, e proprio mai parlava tanto e con una prospettiva più
ampia che il consueto “io”, in quel momento parlava al
plurale come se si sentisse davvero parte di quel gruppo di 12 genin che erano
stati.
“Cosa vuoi farmi capire Neji-nii san?”
“….solo
che devi aver pazienza…e fiducia in Naruto…”
“Ho fiducia in lui…ed ho fiducia in
voi tutti…solo che l’ho persa in me stessa…”
Chinò il capo lasciando che le dita scivolassero via dalla
ringhiera del terrazzo muovendo poi qualche passo verso il cugino.
“…ho perso la fiducia in me…e la voglia di aspettare questo
l’avrai gia capito, è stato tutto questo a farmi
finire qui, in questo stato pietoso…a rischiare le loro vite per me…”
“Hinata, adesso sei tu che vuoi farmi capire
qualcosa…sbaglio?”
Alzò il viso latteo verso gli occhi del cadetto sorridendo
dolcemente al ricordo che le affiorava alla mente in quell’istante.
“Ricordi la famosa terza prova
delle selezioni chunin?”
“È stato molto tempo fa Hinata…non…”
“Mi attaccasti come fossi il più
nero dei nemici, a quel tempo provavi del rancore nei miei confronti…”
“Hinata…”
“Dopo che venni sconfitta la mia
salute venne a cedere lasciandomi debilitata e priva di fiducia in me stessa…”
Scostò lo sguardo dal viso ferito del
cugino, non era sua intenzione rinfacciargli quell’episodio, no, questo
non l’avrebbe mai fatto, ma l’esempio era necessario per fargli capire quello
che voleva fare…ciò che stava già facendo…
“Nello scontro con Naruto per la prima volta dichiarasti
apertamente i tuoi pensieri, la tua rabbia e la disillusione che ti aveva dato
la mia casata….a quel tempo sostenevi che il destino
non si poteva cambiare, che un fallito rimaneva sempre un fallito, che uno
schiavo rimaneva comunque tale, che né tu, né lui ne tanto meno io saremmo
riusciti a cambiare qualcosa…”
“Hinata…”
“Ma dimmi Neji, non fosti forse tu a venire
sconfitto proprio da Naruto?”
“….”
“Non eri forse tu, che pur sostenendo il
contrario, continuavi a combattere per poter essere finalmente libero?”
“??”
“Non lo sapevi, o ti pesava ammetterlo, ma ciò che volevi
dimostrare non era vendetta verso la mia persona o verso la casata principale, ma verso quel destino che ti aveva ridotto
all’essere che eri…”
La fissava con sorpresa e ansia, come poteva lei, che aveva
rischiato la morte per mano sua, credere in primis alle parole che pronunciava?
Quella volta lui era davvero intenzionato ad ucciderla, e l’avrebbe fatto, ci sarebbe riuscito se non l’avessero fermato.
“Fu questa rivelazione a permettermi di perdonarti, a darmi
mano a mano nuova fiducia nuova strada da percorrere…lo stato in cui eri, il
dolore e la rabbia che provavi non ti avevano impedito
di allenarti e migliorare e diventare ciò che eri…ciò che sei ora mio caro
cugino…”
In un attimo il dolce tocco di Hinata lo scaldò di un
abbraccio tiepido e delicato; non riusciva a capire tutto quello che gli aveva
detto, ma il nocciolo principale lo aveva afferrato.
“Cos’hai intenzione di fare
Hinata-sama?”
“….quello che tu hai fatto per me, quello
che loro stanno facendo per me…”
Si staccò e fece per tornare dentro l’ospedale.
“…sono in pericolo Neji, e questo lo sai anche tu…”
Il suo silenzio fu solo un’ulteriore
conferma.
“…ed io li aiuterò…”
E le parole che pronunciò Hinata
sfumarono al cielo scuro di quella notte proprio come gli sbuffi di fumo che si
levarono dalla sua persona.
Una copia…
…chissà da quanto tempo era partita all’insaputa di tutti,
chissà dove si trovava, se era al sicuro e stava bene.
Neji sorrise quasi compiaciuto del coraggio dimostrato da
Hinata mentre con un lieve slancio si allontanava dal luogo del loro incontro.
Aveva avuto ragione su tutto in quella loro
conversazione….ma una cosa non aveva capito, le era sfuggito comunque
un piccolissimo particolare, per questo sorrise prima di svanire a sua volta
per allontanarsi da li.
………………….
Due occhi scuri scrutavano quell’impenetrabile buio in cerca
di qualche cosa di utile.
Sentivano attorno a sé il respirare affannoso degli altri
suoi compagni.
Ma la ricerca di quegli occhi fu
vana per l’ennesima volta, nessuno spiraglio di luce entrava dalle fessure per
il ricambio dell’aria, che era sicuro ci fossero, anche se poche e piccolissime
poiché avvertiva delle piccole correnti ai lati delle braccia rinfrescargli i
tagli ancora intrisi di sangue.
Non si sentivano nemmeno altri rumori oltre il loro respirare,
perciò non poteva capire dove diamine si trovassero, solo una cosa gli era chiara, si trovavano a testa in giù, l’aveva
capito dalla pressione che sentiva alla testa, e dallo scorrere delle
pizzicanti gocce di sudore e sangue che scendevano lungo la schiena e le
braccia verso il collo causandogli un formicolio lungo la schiena..
“Dannazione…almeno avessi qualche
altro elemento…”
“Nhg….Shikamaru…”
“Sta bene Kakashi sensei?”
“…qualcosa del genere dai…”
“Che puoi dirmi?”
“….assolutamente nulla…”
“…ora come ora ci sarebbe comodo qualcuno come Neji…”
“Dovremo cavarcela da noi credo…”
“Ah, Sasuke…tutto ok?”
“Si ma mi sento debole…”
“Colpa della posizione…ci hanno
fregati per bene quei dan..”
“Non è per il sangue alla testa, quello lo so controllare….il fatto è che non
mi è rimasto quasi più chackra…”
“Beh ragazzi….questo è da attribuirsi agli amici lassù….”
“Nh?”
I due ragazzi svegli cercarono di piegare il viso verso
l’alto per quanto gli fosse possibile…ma la debolezza
e la pressione alla testa gli causavano solo capogiri e conati di vomito.
“Non vedo nulla…”
“Sopra di noi, sulle travi alle quali è appesa la corda ci sono dei ratti…e stanno banchettando coi nostri
chackra…”
“Riesce a vederli sensei?”
“…naturale…ero un anbu un tempo…i miei sensi sono più acuti dei vostri e anche se i miei occhi non
possono competere con l’arte degli Hyuuga vi assicuro che li percepisco, seppur
non nitidamente…”
“Ma che bestie sono?”
“…non ne so molto….ma probabilmente
sono animali allevati all’arte vampira, ce ne sono di vari tipi, dagli insetti
ai piccoli roditori, alle sanguisughe eccetera…”
“Perfetto…saremo morti prima che…”
“Hey Sakura!!”
“……”
“Sakura!!!”
“Nhm…che succede?”
“Sa calma e dimmi come contrastare le specie vampire…”
“…Tsunade mi ha detto che non reggono la luce…ma che….dove siamo…?”
“In gattabuia furba…”
“…ah, e ci siamo tutti?”
“Si….anche Naruto, ma non ha ancora ripreso i sensi….”
E mentre nella loro oscura galera il quartetto cercava una
via d’uscita c’era qualcuno che teneva d’occhio la situazione
all’esterno.
Una sagoma mimetizzata su di un albero silenziosa e pensosa,
una figura immobile visibile solamente al piccolo sciame di insetti
che zampettava sulla ruvida corteccia di quel vegetale.
Due dischi neri coprivano i suoi occhi, ed uno spesso
giaccone dal collo altro gli arrivava fin sopra al mento.
Subito dopo accanto a lui altre due ombre si materializzarono silenziose, si trattava di una bestia
bianca dall’aspetto enorme ed un ragazzo dalle pupille ferine.
“Ci hanno lasciato indietro e adesso ci toccherà pure
aiutarli…eh Shino?”
“…”
Lo shinobi fissò ironico il suo silenzioso amico per poi
tornare a guardare la prigione che teneva immobilizzati i loro amici.
Erano dei tronchi d’albero dalle dimensioni spropositate,
alti e vischiosi, pieni di umido muschio e grigi
licheni.
Era riuscito a far entrare alcuni suoi insetti, ed ora,
mimetizzato ed in silenzio aspettava il loro ritorno mentre
pensava che anche se si erano offesi per non essere stati convocati nel gruppo
di Naruto in un certo senso era stato meglio, seguendoli a distanza e in
segretezza erano riusciti a scampare alla trappola di quelli dell’erba, ed ora
in qualche modo sarebbero stati in grado di contrastarla.
“Piuttosto, le hai trovate tutte?”
“Certo Shino….erano veramente in molte anche qui intorno,
menomale che i tuoi insetti non sono stati bollati come nemici, così su loro
indicazione e con l’aiuto di Akamaru ho potuto farle
fuori tranquillamente…”
“Ottimo lavoro…”
Scendeva la nona sera su quella cupa prigione e al loro
interno la persone ormai prive di forze si
addormentarono stremante da quella situazione.
Sul viso di uno di loro comunque c’era
un sorriso beffardo.
Aveva sentito lo sbatter d’ali del coleottero sul suo
gomito, e ne aveva riconosciuto il chackra.
Non per niente i suoi sensi erano ultra
sviluppati…dopotutto era un ex anbu lui.
TH
Dunque, è da quasi 4 mesi che non aggiorno ‘sta
storia….
VERGOGNA TH….VERGOGNA!!!
Vi chiedo scusa, spero
di non avervi fatto aspettare troppo, perciò innanzitutto vi faccio gli Augurosi
per il nuovo anno….e seconda cosa passo ai ringraziamenti….^___^
Ciauz!!!
Grazie
mille a:
RedCrossBook:
UèRed,
scommetto avrai depennato sta storia oramai dalla tua memoria
dato l’incostanza con la quale la tratto,
mi
dispiace!!! Ç___ç
Comunque si, Hinata è partita con la seria intenzione di salvare i
suoi soci,
ma
chissà come finirà invece la faccenda…..
Mah….
Ciao e a presto mi auguro
^___^
Pikachan:
Ciao bella!!!
Come vedi anche questa volta me la sono
presa super comoda
XD
Ma un po’ era per il poco tempo, un po’ è perché mi sono
Infortunata sul lavoro u.u perciò
la scusa regge XD
Spero di non aver fatto confusione, in caso contrario
Criticami alla follia, chiedi e ti
sarà risposto ^___^
Ciauz!!!
Talpina pensierosa:
Ci sarai ancora?
Mi auguro di si ^___^
Grazie del commento e del complimento kara!!!
Un abbraccio e a presto!!!
Andrearomanista:
Grazie Andrea!!!
Troppo gentile!!!!
Mi fa piacere che la frase ti sia
piaciuta ^__^
È presa da un'altra citazione, non è farina del mio
sacco, ma qualcosa è comunque
Uscito fuori XD
Grazie dei complimenti e a presto, mi auguro che ci sarai
ancora nei commenti
XD
Grazie mille anche a VOIl’avete messa nei preferiti
Poteva finalmente correre e sfrecciare oltre le fronde degli alberi alla luce del sole senza timore d’esser vista o riconosciuta.
Piangevano di gioia i suoi occhi di specchio mentre agile e sicura scattava da un ramo all’altro per darsi lo slancio e grazie a ciò si elevava oltre le verdi fronde degli alberi affiancata a tratti da stormi di rossi uccelli dal petto bianco o i veloci falchi che a malapena le stavano dietro.
Aveva passato gran parte della notte in marcia scivolando dapprima lungo i muri di cinta della cittadella interna a Konoha stando bene attenta a non farsi beccare dalle guardie, una volta raggiunte le enormi porte del fuoco con un agile balzo le aveva oltrepassate e si era subito diretta nella selva confondendosi alle mille ombre dei tronchi e all’attenzione dei gruppi di ninja sentinella in allerta, poi, una volta arrivata abbastanza lontana aveva richiamato il chackra necessario e si era arrampicata in cima alle piante cominciando ad avanzare a balzi e spinte, usando i rami o le forti cortecce come appiglio per la spinta.
Finalmente era libera di vivere ciò che in fondo non aveva mai smesso d’essere, la ragazza che più di una volta pur di riprovare il brivido delle missioni, aveva mandato un suo clone a far lezione a scuola mentre la vera lei sfrecciava nascosta al mondo fra i tronchi dell’area d’allenamento tre lanciando kunai e shuriken nei centri esatti dei bersagli.
Kakashi era stato l’unico a beccarla in flagrante ma non l’aveva mai “denunciata” a Tsunade anzi, alcune volte si era intromesso nelle sue sessioni d’allenamento e l’aveva aiutata a superare le sue incertezze insegnandole quei piccoli trucchi che il suo fisico poteva sopportare stando bene attento a non spingerla oltre.
Sorrise chiudendo gli occhi a quei ricordi mentre con un ultimo scatto abbandonava la fitta selva di confine lasciandosi cadere dall’alta rupe verso il basso affiancando la caduta della gelida e limpida cascata bagnandosi d’arcobaleno fino a cadere in acqua e proseguire senza essere vista sotto la sua superficie.
La gioia e l’improvvisa libertà non l’avevano accecata, Hinata sapeva benissimo che dalla parte est del canyon, quella che faceva parte della striscia di terra indipendente al Fuoco e all’Erba erano ancora presenti numerose divisioni ninja, sia di Konoha che nemiche ma anche provenienti da altri paesi, durante una delle sue precedenti missioni di vendetta infatti, aveva visto bene lo stemma del paese della roccia alla fronte di un gruppo di ninja accampati nelle gane* calcaree a poche ore di cammino dal canyon, ed era certa di aver scorto anche un copri fronte della sabbia mentre veloce, stanca e spaventata faceva di corsa ritorno alla foglia dopo essersi quasi fatta ammazzare per aver osato troppo. Dieci shinobi dell’erba contro una Hyuuga malata ed ammaccata erano decisamente troppi, fortuna che aveva avuto abbastanza chackra per attivare la sua nuova tecnica e si era resa estranea al mondo altrimenti ci avrebbe rimesso la vita per davvero.
Scosse la testa rilasciando un po’ d’aria oramai priva d’ossigeno, era stata in grado di rallentare ogni attività fisica riducendo così la velocità del suo flusso sanguigno alla sola parte celebrale in modo da non dover necessitare di troppe risalite in superficie per rifornirsi d’aria, inoltre aveva appena individuato una corrente un poco più fredda che scorreva veloce a pochi metri dal fondo; probabilmente si trattava di una falda sotterranea che affluiva al fiume da qualche foro nel calcare del canyon e grazie alla pressione scorreva più veloce rispetto al corso principale.
Inarcò la schiena dandosi lo slancio necessario a insinuarsi li dentro limitandosi poi ad evitare i massi o i tronchi del fondo.
Non era sicura di come avrebbe fatto a rintracciare il gruppo di Naruto, da quel poco che era riuscita a capire nemmeno il team di ricognizione era stato in grado di ottenere informazioni riguardo la loro posizione, ma sapeva anche che i suoi inseparabili compagni di team Kiba e Shino erano partiti di loro spontanea iniziativa per seguire la squadra guidata da Kakashi.
Era certa che non fossero stati catturati perciò, nonostante la cosa avesse potuto rivelarsi difficile per prima cosa decide che avrebbe cercato loro.
Risalì in superficie riempiendosi i polmoni di nuovo ossigeno rituffandosi poi come chiara sirena, sciogliendo le sue fattezze alla trasparenza dell’acqua fissando negli occhi un gruppo di pescatori che sopra a delle rudimentali zattere cercavano di capire il motivo dell’improvvisa fuga dei pesci.
Rideva nello spirito, non la potevano vedere nonostante fosse a pochi metri da loro.
Uscì con uno scatto che era quasi giunta a valle rituffandosi nella florida selva che costeggiava le rive del fiume dopodiché attivò il byakugan cominciando ad ispezionare la zona.
A pare alcune squadre di pattuglia non vide nulla per molti chilometri finché un improvviso contatto attirò la sua attenzione; con un sorriso sciolse la sua arte innata scattando a sinistra sparendo nuovamente alla vista del bosco.
…………..
“Adesso? ”
“È presto Kiba…”
“Nhm…”
L’Inuzuka sbuffò tornando ad appoggiarsi alla corteccia dell’albero di fianco all’Aburame, mentre con la coda dell’occhio teneva sotto controllo ogni minimo spostamento sia nei paraggi che nell’espressione altrettanto annoiata ma vigile, del suo amato cane Akamaru.
Notò Shino sbuffare un sorriso dal nulla.
“Ora”
E in quel medesimo istante, come sbuffi di fumo e fuliggine gli insetti neri del ninja dagli occhiali, uscirono dal suo corpo espandendosi intorno a loro in una densa nube scura e sciamante.
Finalmente era giunto il momento di entrare in azione, Kiba non aveva aspettato altro in quei giorni di appostamenti e attesa, sentiva i nervi tesi e pronti all’azione, sentiva i denti prudergli dall’eccitazione, sentiva il proprio chackra defluirgli nei canali come fuoco puro e ribollente.
Si lasciò cadere nel vuoto e a mezz’aria incontrò la solida ed enorme schiena del suo bianco cane prenderlo in groppa per poi avanzare a grande falcate, dietro di lui Shino dirigeva i suoi insetti disegnando una scia leggermente curva in aria che serviva da traiettoria.
Quella via infatti era l’unico punto cieco nella sopraffine rete di occhi e campanelli che i ninja dell’erba avevano posto attorno alle prigioni, solo seguendo quel sentiero aereo avrebbero potuto avvicinarsi il più possibile senza essere visti, una volta che fossero giunti ai piedi dei grandi tronchi cavi anche se li avessero visti sarebbe stato troppo tardi, la tattica era vincente, la carta della sorpresa non avrebbe lasciato scampo ai loro nemici.
Fu infatti così, quando i micidiali colpi di Kiba colpirono il gruppo di ninja intenti a giocare a carte questi non ebbero nemmeno il tempo di urlare o chiamare aiuto, i colpi dell’Inuzuka, i morsi e le zampate di Akamaru e i velenosi morsi dei coleotteri di Shino furono più che sufficienti a togliere di mezzo l’inghippo delle guardie, mentre per quanto concerneva le salamandre, quelle che si erano salvate dall’attacco furtivo di Kiba nei giorni precedenti non ebbero il tempo di accorgersi di nulla.
…………….
“Tenetevi pronti ragazzi…fra poco saremo fuori…”
“Sensei?”
“Kiba…e Shino…sono qui…”
“…. ”
“Ci siete ragazzi? Sakura, Sasuke?!?”
Due gemiti densi e stanchi risposero al suo appello.
Sasuke roteò gli occhi alla ricerca del biondo cercando di sedare l’improvviso capogiro datogli da quel movimento, stare per giorni e giorni a testa in giù con delle bestiacce vampire che gli prosciugavano il chackra era stato un qualcosa di devastante.
“Na…ruto?”
Sakura stava incominciando a preoccuparsi, Naruto di solito era quello che si rialzava anche dopo essere stato ammazzato, non esisteva che…
Trattenne un grido di terrore…li non si era trattato di botte o percosse, li c’era in ballo il loro chackra e Naruto ne possedeva un’immensa quantità e di due diversi tipi, quei dannati topi dovevano aver banchettato a dovere con lui e chissà come si sentiva scarico il povero Naruto.
“Sta calma Sakura, è solo spossato, non è abituato a questo genere di trattamento, starà bene fidati…”
La rosa annuì nel buio ricacciando indietro il sale nei suoi occhi, sarebbero stati presto liberi.
“Vi chiedo un ultimo sforzo…concentratevi e al mio segnale…rilasciate ogni residuo di chackra che vi è rimasto, sparateglielo in bocca a quei dannati roditori, una volta fatto ciò…”
“Cadremmo a terra come pere marce privi persino della forza di respirare…”
“A dopo le precisazioni Shikamaru, fa come ti dico…”
“Dovrò mettere in conto altre botte mi sa…che seccatura…”
Kakashi si fece silenzioso e così anche gli altri, sapevano bene che stava cercando di capire quando agire e aspettando un segnale, di che tipo non ne avevano la minima idea, ma se davvero i due del team sette erano li per aiutarli sicuramente sarebbe andato tutto bene, un tempo, quando con loro c’era anche Hinata il loro era il miglior team di ricerca in assoluto.
…………..
“Dannazione!”
“Che c’è ora?”
“I miei insetti non ce la fanno…”
“Eh?”
L’aburame scivolò con la punta delle dita lungo la scivolosa e rigida corteccia ricoperta di muschio dell’enorme tronco-prigione…
“Finché si tratta di un minuscolo foro è un conto, ma qui si parla di far saltare l’intera base, i miei insetti ci impiegherebbero troppo accidenti…”
“Che si fa allora?”
“…”
Kiba osservò la reazione di Shino mentre questi con lenti movimenti del viso seguiva i moti rotatori di un insetto appena giunto da oltre le loro spalle.
“Aspettiamo.”
“Ma sei fuori? Se quelli ci beccano finiamo a far loro compagnia!”
“Si tratta di due, tre minuti al massimo tu intanto predisponi le bacche curative, saranno malconci…”
Seppur non del tutto fiducioso Kiba annuì dirigendosi verso Akamaru, estraendo dalle sacche che questi portava in spalle unguenti e medicine oltre che bende e cerotti vari.
“Ho dimenticato la macchina fotografica…questo momento andava immortalato…”
“Nh..”
“I salvatori che han dovuto essere salvati…hih hi-...”
Si zittì di colpo l’Inuzuka nell’avvertire un cambiamento d’aria e una nuova elettricità tutt’attorno, fu come se al silenzio che aleggiava intorno a loro se ne fosse sostituito uno nuovo, più grave e pesante, sconosciuto e…pericoloso?
Scattò in piedi in posizione di difesa guardando a destra, sinistra e in alto non sentendo nulla di strano ne nessun odore particolare, voltandosi verso il suo compagno rimase basito nel vederlo rimanere impassibile.
“Shino!?”
“…due o tre minuti, l’avevo detto no?”
“…?”
Kiba sgranò gli occhi dorati, pieno di sorpresa.
“Credevo che sarei riuscita a prendervi di sorpresa…sbagliavo…”
Sorrise osservando coi bianchi suoi occhi l’insetto che fin li l’aveva guidata far ritorno sulla spalla di Shino, arrampicarsi oltre il colletto della sua maglia nera e sparire sotto ad essa.
“Ti stavamo aspettando…”
“Hina-ta!?”
Ottenne un nuovo sorriso e ne donò uno di rimando.
“Fantastico!”
L’urlo dell’Inuzuka accompagnò il colpo più micidiale del repertorio della Hyuuga riecheggiando all’interno dell’umida, nera e soffocante prigione di legno assieme all’ordine che Kakashi diede ai prigionieri e non appena la parete venne scheggiata e in seguito distrutta, mentre loro, la luce e un po’ d’aria fresca e buona entravano decine di corpi piccoli e pelosi schizzavano fuori come proiettili da quel luogo fetido e malsano.
Prendere al volo i corpi cadenti dei loro amici fu un gioco da ragazzi e una volta che tutti si furono ripresi sparirono da quel luogo per andarsi a riparare in una gola fresca e sicura preparata da Kiba e Shino per l’evenienza.
La parte più importante della missione era stata portata a termine, ora veniva quella più critica.
Dovevano ancora recuperare i sutra delle maledizioni, riconoscere quello di Hinata e sciogliere l’influsso maligno di quell’atto.
C’era nell’aria tutto attorno a loro un tanfo così pesante umido e irrespirabile che i loro polmoni già provati dallo sforzo e dal poco ossigeno che avevano dovuto dividersi negli ultimi giorni sembravano lavorare a vuoto e più respiravano meno ossigeno immettevano nel loro corpo.
Per la prima volta Sakura si sentì come uno di quei pesci che durante l’addestramento con Tsunade s’era allenata a riportare alla vita; con le ginocchia e le braccia per metà affogate nella palude cercava di riprendere fiato mentre decine di gocce di sudore e scivolavano dalla fronte sugli occhi le guance e giù per il collo; faceva un caldo assurdo e nonostante avesse una sete boia era certa che se avesse bevuto quell’acqua la sua vita avrebbe avuto la durata del ciclo d’una farfalla, escherite-acoli dissenteria e salmonella erano solo alcuni delle centinaia di batteri che di certo si nascondevano nell’illusione di quella fresca liberazione.
Non appena formulò quel pensiero una borraccia le apparve dinnanzi agli occhi, alzando lo sguardo incrociò quello sghembo di Kiba.
Lo ringraziò con un cenno del capo e aprendo il barattolo ne bevve avidamente il contenuto, i suoi compagni ne avevano una per ciascuno quindi per fortuna non doveva dividerla con nessuno.
I primi sorsi sciacquarono via la polvere e il sapore malsano che aveva in bocca, girandosi sputò fuori quello schifo ingerendo solo i successivi.
Già stava meglio.
Si guardò intorno sconcertata. Erano esattamente nel medesimo punto dov’erano stati fatti prigionieri, che strano.
“Un jutsu di contenimento…”
“Nh?”
Kakashi era stato il primo a rimettersi in piedi e mentre con un panno bianco imbevuto d’acqua si rinfrescava testa collo e spalle provvedeva a dare una spiegazione generale dato che come Sakura anche gli altri erano piuttosto perplessi.
Naruto stentava a riprendere conoscenza.
“A quanto pare ci temevano troppo e anziché portarci al villaggio hanno evocato un qualche jutsu di contenimento in attesa che ci indebolissimo per poterci interrogare…non ne avevo mai visti e tanto meno provati di così efficaci e limitativi…se non foste arrivati voi ragazzi ce la saremmo veramente vista brutta…”
Annuì in direzione di Shino che stava infondendo attraverso i suoi insetti un poco del suo chackra al biondo.
“Sono sicuro che presto o tardi un modo di uscire lo avreste trovato.” Con la sua solita voce neutra l’Aburame rispose al sensei.
“Nah, fidati amico…ero così debole che non sarei riuscito nemmeno a…” Shikamaru scosse la testa al pensiero di tanta impotenza “…che seccatura!”
“Beh, non ha senso continuare a parlarci su ragazzi, l’importante è che siamo di nuovo tutti insieme!”
Kiba interruppe il discorso corrente, non serviva a niente preoccuparsi di ciò che non era stato, la cosa più importante adesso era rimettere in forma quello sgangherato gruppo.
Sasuke si era alzato in piedi ma dal modo in cui barcollava si capiva che era molto debole, Naruto incominciava adesso a muovere le dita e la testa, segno che stava per riprendersi mentre Sakura cercava di applicare alcune bende alla spalla lacerata di Shikamaru che per via del sudore e dell’umidità stentavano ad appiccicarsi.
Kakashi sembrava quello messo meglio di tutti, non se ne stupiva ma era curioso di sapere com’era possibile che si fosse già ripreso.
“ Abbiamo predisposto una base a pochi chilometri da qui, potrete curarvi e riposare, poi proseguiremo alla ricerca di quel dannato luogo dei patti…che ne dici Hinata?”
C’era anche Hinata?
Kakashi la cercò immediatamente trovandola accanto a Shino intenta a tamponare con una stoffa bagnata il viso di Naruto mentre con decisione annuiva al suo compagni di squadra.
Rimase a guardarla per interminabili secondi cercando di capire.
Com’era possibile che il suo infallibile sesto senso avesse fatto cilecca? Percepiva benissimo ognuno dei presenti tranne Hinata e non c’era pericolo che ella fosse un clone o un’illusione, era quella vera non c’erano dubbi quindi, o per la prima volta aveva fallito, cosa che si rifiutava di credere, o, e questo ragazzi miei aveva dell’incredibile, la ragazzina in questione era riuscita a sviluppare una tattica per evadere dalla percezione altrui.
Si mise a sedere quando sulla spalla la mano di Sakura lo invitò a farlo, la sua allieva voleva sincerarsi delle sue condizioni prima di mettersi in cammino.
La lasciò fare continuando a seguire ogni movimento della Hyuuga sorridendo come faceva lei ora che Naruto finalmente riapriva gli occhi.
Ripartirono non appena il biondo fu in grado di rimanere in piedi, appoggiato alle spalle di Shino e Kiba faceva del suo meglio per non gravare troppo sui due nuovi arrivati.
Procedevano a ritmo abbastanza spedito per paura che l’esplosione ed equivalente distruzione del jutsu di sconfinamento avessero innescato un qualche allarme segreto, il team di salvataggio dopo averle cercate col byakugan della Hyuuga e gli insetti di Shino era riuscito ad incantare a pennello quelle dannate salamandre assicurandosi di non lasciarne esente nemmeno una, ma non si poteva mai sapere….
Raggiunsero la base in pochi minuti rimanendo piacevolmente sorpresi di trovarla rifornita d’acqua cibo e una marea di frutta fresca, subito dopo essere stati salvati per via della fretta avevano ingerito un paio di pillole rigeneranti ciascuno e il loro sapore amaro fino all’assurdo ancora permaneva sul retro della lingua, quei buoni frutti ne avrebbero sicuramente cancellato l’effetto. .
Kiba dopo aver mollato a Shino il peso morto Naruto corse a prendere degli zaini impilati sotto a dei mucchi di rami lasciandoli a terra a casaccio, ne tenne solo uno che aprì, srotolò e rese un confortabile giaciglio per Naruto.
Sasuke notò che ce n’era uno per ciascuno e imitando Sakura e Shikamaru srotolò il suo.
Il team di Kiba Shino e Hinata, doveva proprio ammetterlo, era davvero preparato per missioni di ricerca e salvataggio, gli scomparti impermeabili delle falde dello zaino erano strapieni di barrette energetiche, razioni e ramen? Guardò d’istinto Hinata, da quello che sapeva lui, il ramen non era nella lista degli alimenti di prima utilità nelle missioni a lungo termine, doveva avercelo messo lei apposta per quel dobe, scosse la testa sbottando un sorriso mentale senza però fare a meno di pensare che fosse un pensiero davvero carino. Per il bene della Hyuuga sperò che almeno l’idiota avrebbe inteso e apprezzato il gesto.
Tornando al suo solito umore strappò coi denti la linguetta di una barretta sgranocchiandone la crosta alle noci e il buon ripieno di fagioli fermentati. Doveva ricordarsi di chiedere loro dove diavolo si rifornissero di tutte quelle bontà, all’emporio dei ninja si trovavano solo cibi neutri per lo più disidratati o di scarsa qualità.
Mentre accendeva un piccolo fuoco al centro del cerchio che avevano formato Kiba fece il punto della situazione.
“Ci riorganizzeremo qui, è un punto cieco e non ci troveranno mai abbiamo tutto il tempo che vogliamo in attesa che vi rimettiate completamente, nel frattempo Shino che ha piazzato degli insetti spia ci terrà informati su qualsiasi loro azione, possiamo stare certi che non li noteranno sono sconosciuti alle salamandre e perfettamente mimetizzati, se qualcuno poi andrà sul luogo alcuni di loro gli si poseranno addosso così potremmo capire dove si nasconde il villaggio e quindi agire…se siamo fortunati penseranno ad una vostra ritirata e nonostante un po’ di massima allerta nei prossimi tre o quattro giorni poi la situazione tornerà alla normalità e potremo ritentare …”
La voce di Shikamaru tagliò corto l’Inuzuka.
“Infiltrarsi fra di loro è impossibile, da quel poco che sono riuscito a capire i ninja che vivono al villaggio sono veramente pochi quindi è da dedurre che si conoscano perfettamente fra di loro, non sappiamo come vestono i civili e sarebbe da pazzi cercare di scoprirlo perciò è da scartare anche l’opzione di mescolarci fra i paesani, l’unica tattica è quella dell’attacco a sorpresa, quando Naruto sarà in forma lui e il maestro Kakashi potranno ricorrere alla tecnica della moltiplicazione e poi abbiamo la tecnica del fioco di Sasuke…”
“Li faremo cagare sotto…” Sasuke si permise di commentare l’idea del Nara, gli bruciava proprio essersi fatto catturare.
“E nessuna idea di come sia fatto il loro villaggio…”
Le parole di Hinata tuttavia freddarono il nascente entusiasmo.
“Dovremmo attaccare fra non meno di cinque giorni, per arrivare fin qui da Konoha ci vuole una settimana a pieno ritmo non cadranno mai nella trappola dell’arrivo dei rinforzi, se sono stati in grado di nascondere così bene loro villaggio per anni saranno sicuramente più furbi di quel che speriamo, dovremmo pensare a qualcos’altro…lei che suggerisce Kakashi sensei?”
Chiudendo la bocca che aveva aperto pochi attimi prima per pronunciare le medesime parole che Hinata lo aveva battuto sul tempo a dire Kakashi si prese alcuni istanti per rendersi conto che quella ragazzina lo stava davvero rendendo fiero.
Non era più l’insicura pecora nera della famiglia sempre spaventata davanti alle sfide, ora guardava negli occhi una persona adulta e ben caratterizzata che sapeva finalmente che direzione far prendere alla propria vita, non era più devastata dalle conseguenze della missione fallita anni prima che l’aveva costretta a dire addio al servizio attivo era una continua sorpresa, una meraviglia e aveva negli occhi una luce che bruciava di un fuoco bianchissimo, uno sguardo che non era più bello o particolare perché dotato del raro tratto del byakugan, ma affascinante e mistico per via di ciò che ora riusciva ad esprimere ovvero sicurezza, maturità, esperienza e saggezza.
Poteva dire con certezza che fra tutti i membri della sua generazione Hinata era la più vicina alla perfezione personale e ciò non significava che fosse migliore degli altri ma solo che era più vicina al completamento del suo percorso professionale, Sasuke per esempio doveva imparare ancora l’umiltà e capire che al mondo non tutto era solo bianco o nero, che erano le mille sfumature della vita di ogni giorno i mille significati di una frase e le mille interpretazioni che la gente poteva dare ad esse a rendere magica e stimolante la vita, che dietro ad un gesto c’era riflessione, c’era rinuncia e al tempo stesso guadagno e solo quando avrebbe incominciato a vedere il mondo ogni giorno con occhi diversi sarebbe riuscito a raggiungere e forse superare addirittura colui che nonostante tutto era ancora il suo mito e la sua dannazione.
Dopotutto Itachi non era stato che un uomo, come lo erano la metà degli esseri umani viventi; un uomo con tanta passione e voglia di pace, un uomo incompreso ai mille ma che per uno solo aveva sacrificato nome e futuro.
“Ho qualcosa in faccia?”
Sasuke si sfregò la guancia col palmo della mano controllando cosa ci fosse sul suo viso di così interessante da far andare in catalessi Kakashi.
Non vedeva niente, mah…
“Uh…no…stavo pensando che Hinata ha ragione e che sarebbe meglio pensare a qualcosa che loro non si aspettano…”
“Per esempio?”
“Per esempio abbiamo un sacco di tempo e le scorte di cibo non ci mancano…non faremo altro che rimanere qui, ben nascosti, in attesa che i nemici abbassino l’allerta… nel frattempo scoveremo i loro punti critici di controllo, sono sicuri che per quanto in gamba possano essere non potranno nulla contro il byakugan di Hinata, sfrutteremo questo nostro vantaggio per neutralizzare i loro e fra pochi giorni, quando tutti saremo lucidi e calmi…”
Lanciò un’occhiata a Naruto, Sasuke e poi lentamente a tutti gli altri guadagnandosi alcuni sbotti e un paio di innocenti scrollate di spalle
“…sapremmo esattamente chicosa e soprattutto dove attaccare… ”
“…”
“…Tutti d’accordo?”
I presenti annuirono all’unanimità seguendo poi l’esempio del loro leader che tutto tranquillo si trovò un posto libero e dopo aver srotolato il suo zaino e mangiato un paio di barrette cadde in un sonno profondo.
Kiba tossì una mezza risata, per quanto portentoso e formidabile anche il mitico ninja della copia aveva i suoi limiti, aveva resistito fino a quando aveva avuto la certezza assoluta che fossero tutti al sicuro prima di soccombere con immensa e ben celata dignità alla stanchezza più assoluta.
Si sentì onorato del privilegio che gli dei gli avevano concesso nel farlo venire al mondo al Villaggio della Foglia dove vivevano persone che erano state leggende o ne erano di viventi, l’Hatake era una di quelle, un misto di indifferenza e fuoco allo stato puro legato alla devozione più totale verso un Paese pieno di persone oneste e meravigliose dalle personalità più disparate ma unite da un unico fuoco che bruciava incessantemente nel cuore e nell’anima di ognuno di loro.
Sospirando si sdraiò incrociando le mani sotto alla testa, lo sguardo inquadrava il soffitto cavernoso ma i pensieri erano rivolti alla sua ragione di vita.
Konoha, i suoi abitanti, i suoi amici…Hinata.
Si girò a guardarla sorridendo nel vederla chinata ancora accanto a Naruto, vicino a dove stavano un piccolo fuoco da campo elettrico scaldava dell’acqua che sicuramente serviva per il ramen liofilizzato, bene, il biondino si stava riprendendo alla grande allora; si concentrò sui movimenti della sua ex compagna di squadra e come sempre succedeva in passato si lasciò affascinare dalla dolcezza con cui muoveva le mani e l’armonia che i suoi lunghi capelli creavano cadendole in avanti tutte le volte che si sporgeva, e l’espressione che aveva in viso, tipica delle donne soddisfatte della propria esistenza era rara da vedere sul viso di una ragazza, strana da vedere su quello di lei.
In quel momento, forse sentendosi osservata, anche lei lo guardò sorridendo in risposta all’occhiolino che le aveva fatto lui, allargando leggermente quei suoi bellissimi diafani occhi mentre nervosa si mordicchiava il labbro inferiore dopo averci passato sopra la lingua come faceva sempre quand’era un po’ imbarazzata.
Decise di darle pace tornando a concentrarsi sulla porosa superficie del loro riparo.
Gli altri si erano pian piano tutti addormentati e il leggerissimo ronzio degli insetti di Shino che il suo finissimo udito captava era un piacevole disturbo.
In quel misero bivacco nella terra degli acquitrini, a giorni e giorni di marcia da Konoha lontano dalla sua casa e dalle sue sicurezze ma circondato dai compagni di mille avventure riusciva benissimo a sentirsi a casa.
Se non era fortuna questa…
….
Non si sentiva molto bene.
Vedeva tutto sbiadito e gli occhi dei suoi amici erano disuguali, Sakura stranamente aveva la fronte normale mentre quella di Sasuke saliva e saliva come un cilindro rosa e tondo sulla cui cima spuntava una zazzera starnazzante.
Cercò di schiudere gli occhi e ciò che vide lo sconvolse…sull’altissima testa di Sasuke c’era il nero posteriore di un’anatra….ma che diavolo…?
Si girò verso Sakura cercando risposte e gli occhi gli uscirono dalle orbite nel constatare che quella che un minuto prima era la sua compagna di team ora era un fenicottero tutto rosa shocking…
Cercò di calmare il cuore che gli impazziva nel petto, chiamò Shikamaru e Kakashi e di nuovo quell’abominio di Sasuke e persino Sakura che però volò via e d’improvviso quel torbido paesaggio lacustre divenne scuro e melmoso così come il suo corpo che perse di consistenza e non sentiva più e lo squittio di decine di ratti copriva il suono della sua voce e una sensazione di svuotamento lo avvolgeva mentre contemporaneamente centinaia di fiaccole rosse si accendevano nella notte e quel fischiare si accentuava e lui stringeva i denti perché quel rumore era fastidiosissimo e si sentiva sempre più male ora che capiva che quelle luci erano in realtà gli occhi dei ratti che gli stavano succhiando il chackra e che in realtà era tutto un incubo dato dalla sua debolezza, che sarebbe bastato un disperdi per svegliarsi da quell’allucinazione auto provocata ma essendo a secco di chackra non ci sarebbe mai riuscito da solo e quindi era condannato a vivere in quell’incubo assurdo finchè qualcuno dei suoi amici non si sarebbe liberato, ma se erano messi nella sua stessa situazione ce ne sarebbe voluto di tempo e quindi erano tutti fottu-
Poi un tocco freschissimo diede di nuovo contorno al suo corpo.
Riconobbe il punto sfiorato come la sua guancia e avvertì nuovamente le spalle, il collo che un poco gli doleva, il contatto della schiena contro il suolo e il bacino, persino le gambe e i piedi…sentiva tutto, braccia, mani luci e rumori.
Si rese conto d’aver aperto gli occhi solo quando un movimento davanti ad essi cambiò la massa di una sagoma nella fioca controluce di un fuocherello.
C’era silenzio ma udiva l’eco di calmi respiri e il fresco sospiro della notte gli carezzava il viso.
Chiuse gli occhi e li riaprì ma quello che gli mostravano non poteva essere reale.
Hinata non poteva trovarsi lì di fronte a lui, non aveva motivo per sorridergli in quella dolcissima maniera visto che si erano fatti catturare come novellini durante la missione che avrebbe significato la sua salvezza come ninja, non poteva essere così felice di vederlo, non avevano motivo quei suoi bellissimi occhi di riempirsi delle mille sfumature dell’argento visto il loro tragico e irreparabile fallimento.
Era morto.
Non c’erano dubbi.
Morto come un coglione senza poter fare nulla per salvare i suoi compagni di missione né lei.
Cercò di mettersi a sedere e subito la mano di lei gli andò dietro alla nuca dandogli fresca spinta.
Non appena si trovò seduto riuscì solo a fare due cose.
Guardarsi intorno e calmarsi nel vedere attorno al fuoco le sagome raggomitolate dei suoi compagni e ruttare.
Ruttò, e sorrise al gusto di ramen che gli permeava sul palato sentendosi subito meglio, probabilmente aveva mangiato troppo in fretta quel suo delizioso piatto che gli era rimasto sullo stomaco provocandogli incubi da indigestione; contento si rimise a dormire.
Un’ultima carezza e l’augurio di un buon riposo sussurrato con dolcezza infinita fu tutto ciò che ricordò prima di riaddormentarsi.
Non vide quindi l’enorme sollievo sul viso di Hinata né poté specchiarsi nei suoi lucidi occhi chiari e non gli arrivò nemmeno alle orecchie la sarcastica voce di Sasuke che sbottando una risata gli dava del coglione.
Ma andava bene così.
Erano tutti salvi, erano tutti insieme.
Erano pronti al secondo round.