I'll never let you go

di _welcometomylife_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - God, please don't leave her. ***
Capitolo 2: *** Young and beautiful. ***
Capitolo 3: *** Two Pieces. ***



Capitolo 1
*** Prologo - God, please don't leave her. ***


God, please don’t leave her.
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Avevamo solo diciotto anni ma la situazione ci portava ad essere più responsabili per la nostra età.
Lei era troppo debole per vivere una vita normale.
Io volevo farle vedere il mondo.
C’era sempre un ospedale di mezzo, delle medicine e dei medici.
Lei non sorrideva più troppo devastata dalla malattia che me la stava portando via.
Non potevo lasciarla andare così presto, l’amavo più di ogni altra cosa.
“Harry, ho il cancro” Ecco cosa mi disse un giorno tra le lacrime. Solo tre parole, ma un dolore immenso.

Ero steso al suo fianco, il suo viso poggiato sul mio petto e la osservavo dormire. Quel piccolo angelo dai capelli biondi respirava lentamente mentre io vivevo con la paura che non lo avrebbe fatto più, che mi avrebbe lasciato solo. Se lei se ne fosse andata per sempre, non credo avrei mai amato un’altra donna. Amy era l’unica persona che volevo al mio fianco.
I dottori avevano detto che aveva una minima possibilità di salvarsi.
Dopo qualche minuto mugugnò qualcosa per poi aprire i suoi bellissimi occhi mentre io le accarezzavo le guance pallide.
“Ti sto distruggendo la vita” mi disse all’improvviso. La guardai e le sorrisi dolcemente.
“Tu la rendi meravigliosa ogni giorno” Le risposi sussurrando.
“Tra poco perderò i capelli, non ti piacerò più e te ne andrai”
“Sarai sempre perfetta per me”
“Morirò e tu soffrirai, voglio che tu mi ricordi viva non morta.” Trattenne il respiro e poi parlò di nuovo. “Vai via prima che accada” disse trattenendo le lacrime.
“Non ti lascerò mai” le dissi dandole un piccolo bacio sul naso mentre cominciava a singhiozzare.
Ogni volta che piangeva, che rimaneva nel letto a dormire al posto di sorridere e uscire con gli amici mi si spezzava il cuore. Quella piccola luce di speranza che i medici le avevano dato si stava logorando con lei, troppo stanca di soffrire. Avrei dato l’anima al diavolo per vederla di nuovo sorridere.
Dio, per favore non abbandonarla.
La nostra storia comincia due anni fa e per raccontarvela dovrò farvi entrare nei miei ricordi più profondi, quei ricordi che tutt’ora mi fanno venir le lacrime agli occhi.
Avevamo solo diciotto anni ma la situazione ci portava ad essere più responsabili per la nostra età.
Lei era troppo debole per vivere una vita normale.
Io volevo farle vedere il mondo.
C’era sempre un ospedale di mezzo, delle medicine e dei medici.
Lei non sorrideva più troppo devastata dalla malattia che me la stava portando via.
Non potevo lasciarla andare così presto, l’amavo più di ogni altra cosa.
“Harry, ho il cancro” Ecco cosa mi disse un giorno tra le lacrime. Solo tre parole, ma un dolore immenso.

Ero steso al suo fianco, il suo viso poggiato sul mio petto e la osservavo dormire. Quel piccolo angelo dai capelli biondi respirava lentamente mentre io vivevo con la paura che non lo avrebbe fatto più, che mi avrebbe lasciato solo. Se lei se ne fosse andata per sempre, non credo avrei mai amato un’altra donna. Amy era l’unica persona che volevo al mio fianco.
I dottori avevano detto che aveva una minima possibilità di salvarsi.
Dopo qualche minuto mugugnò qualcosa per poi aprire i suoi bellissimi occhi mentre io le accarezzavo le guance pallide.
“Ti sto distruggendo la vita” mi disse all’improvviso. La guardai e le sorrisi dolcemente.
“Tu la rendi meravigliosa ogni giorno” Le risposi sussurrando.
“Tra poco perderò i capelli, non ti piacerò più e te ne andrai”
“Sarai sempre perfetta per me”
“Morirò e tu soffrirai, voglio che tu mi ricordi viva non morta.” Trattenne il respiro e poi parlò di nuovo. “Vai via prima che accada” disse trattenendo le lacrime.
“Non ti lascerò mai” le dissi dandole un piccolo bacio sul naso mentre cominciava a singhiozzare.
Ogni volta che piangeva, che rimaneva nel letto a dormire al posto di sorridere e uscire con gli amici mi si spezzava il cuore. Quella piccola luce di speranza che i medici le avevano dato si stava logorando con lei, troppo stanca di soffrire. Avrei dato l’anima al diavolo per vederla di nuovo sorridere.
Dio, per favore non abbandonarla.



La nostra storia comincia due anni fa e per raccontarvela dovrò farvi entrare nei miei ricordi più profondi, quei ricordi che tutt’ora mi fanno venir le lacrime agli occhi.


Do you know that there’s still a chance for you ‘cause there’s a spark in you..
Ciao a tutti,
eccomi qui con una nuova fan fiction. Ok, spero che vi piaccia. So che è molto triste ma è come se in questa storia vedessi uno spiraglio di luce.
La smetto. Mi dileguo. Spero di cuore che vi piaccia. Io ho pianto quando l’ho scritta. Questo è solo il prologo, so che è un po’ corto ma era solo per dare un po’ l’idea dell’argomento che verrà trattato.
Spero mi lascerete qualche commentino.
Pace e amore.  Much of love.
-Welcome to my life

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Capitolo 2
*** Young and beautiful. ***


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Young and Beautiful




Two years ago.

Come si può definire l’adolescenza? Io credo che si possa definire come uno dei momenti più strani della nostra esistenza, ma anche uno dei più belli.
Quando sei un’adolescente, tutto ti sembra la fine del mondo e a volte può esserlo davvero solo che ce ne rendiamo conto solo in futuro.
Ero seduto lì, su quella panchina aspettando quella ragazza degli occhi azzurri alla quale finalmente ero riuscito a chiedere un appuntamento. Londra di sera con le sue luci sembrava volesse darmi coraggio, finchè non la guardai arrivare, sorrisi istantaneamente. Mai vista tanta perfezione in tanta semplicità.
Indossava una felpa bianca con dei semplici jeans stretti e delle converse bianche, ma la cosa più bella che potessi vedere fu il suo sorriso.
Ci si può innamorare in un attimo? Due comuni mortali non lo fanno, ma se parliamo di un uomo e di un angelo, credo ci sia qualche possibilità.

-Ciao Amy-  Dissi sorridendole leggermente e abbassando lo sguardo.
-Ciao Harry- Mi rispose allegra.

Cominciammo a camminare e a parlare, la guardavo curioso mentre lei trovava qualcosa di bello in tutto facendolo sembrare straordinario. Vederla sorridere mi faceva stare bene, sembrava una bambina che ha appena scoperto che esiste un mondo pieno di giocattoli. Giovane e bella.

Non ero uno di quei ragazzi che si faceva subito degli amici, la mia timidezza me lo impediva. Riuscivo a legare solo con le persone che riuscivano a capirmi.
Lei la conobbi un giorno in biblioteca, era lì cercando di afferrare un libro da una mensola più alta ma data la su statura ogni sforzo era vano. Io afferrai il libro e glielo porsi, da allora, ogni venerdì ci incontravamo in biblioteca e cominciavamo a parlare di Shakespeare o di Wilde.
Un giorno dopo due mesi che ci vedevamo in biblioteca riuscii a chiederle di uscire e non avrei mai pensato di aver fatto la miglior scelta di sempre.

Arrivammo sul Tower Bridge e lei si arrampicò su uno dei muretti aprì le braccia come se volesse abbracciare il vento che le sfiorava i capelli, sorrisi a quella scena e feci la stessa cosa che aveva appena fatto lei, mi voltai un’ultima volta verso di lei e l’ammirai mentre chiudeva gli occhi e inspirava profondamente. In quel momento capii che non ci poteva essere nulla di più bello al mondo, nulla di più puro. Nulla che potesse essere comparato a lei.

-Harry ti ricordi cosa ti dissi la prima volta che ci incontrammo?- Mi chiese lei ancora con gli occhi chiusi.
-Mmm… Oscar Wilde scrisse: “Nessuno può essere libero se costretto ad essere simile agli altri.” – Dissi sorridendo più a me stesso che a lei.

-Bravo, Harry. Sai, io vorrei essere libera, ma viviamo in questa società precostruita fatta da regole e leggi che non mi permetteranno mai di essere me stessa e di essere libera sul serio.-

-Beh, per una volta infrangi le leggi. Sii libera di fare quello che vuoi.-
Le dissi mentre guardavo l’acqua del Tamigi scorrere impercettibile. Londra sembrava così affascinate, la dolce brezza autunnale ci sfiorava dolcemente, mai vista tanta arte e tanta bellezza racchiusa in un semplice instante. Lei, il soggetto del quadro, il paesaggio  era il suo sfondo e l’aria nostra testimone. D’un tratto sentii la sua mano prendere la mia, mi voltai verso di lei e sorridemmo, le diedi un bacio sulla fronte mentre lei si stringeva a me.
- Sì, hai ragione. Un giorno infrangeremo le regole Harry. Io e te, insieme contro il mondo.-  Disse mentre la luna si rifletteva sull’acqua, non sapevamo che quella promessa era qualcosa di grande, più grande di quanto potessimo immaginare.
Quella sera la riaccompagnai a casa e le diedi un bacio sulla guancia, qualcuno non avrebbe esitato a baciarla e a vantarsi con gli amici di aver fatto una nuova conquista, ma io mi sarei vantato di aver passato la migliore serata della mia vita con la persona più speciale che sia mai esistita. Il mio angelo.


People like us, we don't need that much just someone that starts, starts the spark in our bonfire hearts.
Holaaaa… Beh non so se vi piacerà questo capitolo, ma ho pensato di fare dei capitolo con la storia della loro relazione fino a tornare a quello che è successo nel primo capitolo. :3
Oddio… Non so se mi perdonerete mai per tutto questo ritardo, ma accadono sempre molti imprevisti. Ieri ho visto il film Il ritratto di Dorian Gray tratto da un romanzo di Oscar Wilde e diciamo che mi ha dato la giusta ispirazione.
Spero di cuore che questo capitolo vi piaccia e che mi lasciate qualche recensione. La vostra opinione è la cosa più importante che esista. Vi ringrazio di cuore perché voi mi date ogni giorno la forza di continuare a scrivere vi amo. ♥
Alla prossima ♥
-Welcome to my life.

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Capitolo 3
*** Two Pieces. ***


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Two Pieces

 

“There’s a boy, lost his way, looking for someone to play.
There’s a girl in the window tears rolling down her face.”
Two Pieces – Demi Lovato.
 
Two years ago.
 
Ho sempre cercato di dare il mio meglio perché qualcuno mi dicesse che ero bravo, sono sempre stato sincero con tutti sin da quando ero bambino. Nessuno mi aveva mai accettato, guardavo dalla finestra i bambini giocare nel parco mentre io continuavo a stringere il mio orsacchiotto. Era inutile piangere, le urla dei miei genitori si facevano ogni giorno sempre più forti, mio padre non riusciva a farci arrivare a fine mese.
Da quando ero nato non facevano altro che litigare e io guardavo dallo spiraglio della porta il loro matrimonio sgretolarsi lentamente, rimanevo dietro alla porta con i pugni serrati finchè lui non cercò di picchiare mia madre.
Quella mattina non riuscivo a smettere di sorridere e a non pensare alla sera precedente che avevo passato con la ragazza che amavo.
Andai a scuola , ma quando rincasai il sorriso mi si spense sulle labbra, mio padre non smetteva di gridare sventolando un foglio davanti agli occhi di mia madre.
- Anne! Guardami in faccia! – le gridò contro lui mentre le prendeva bruscamente il polso di mia madre.
Mia madre continuava a piangere, questa volta era la fine.
- Papà, cosa stai facendo? Sei impazzito. – Gli gridai prendendo per il colletto della camicia per tenerlo fermo fino al momento in cui non mi tirò un pugno. – Sei una rovina. Tu non sai quanto io desideri che tu non sia mai nato - Sputò rosso in faccia per poi uscire di casa sbattendo la porta.
Quelle parole mi colpirono dritto al petto, desiderava che io non fossi mai nato, avevo rovinato la mia famiglia. Era colpa mia.
Mi avvicinai a mia madre mentre sentivo la guancia pulsare, la guardai e l’abbracciai.
Mi sforzai di non piangere, dovevo essere forti per entrambi. Mi madre era una delle persone più importanti della mia vita da quando Gemma, mia sorella, si era sposata ed era andata via era l’unica con cui potessi parlare.
- Harry, tu non sei una rovina. Sei la cosa più bella che mi potesse capitare – Mi disse singhiozzando mentre  con una mano mi accarezzava una guancia e con l’altra mi aggiustava un riccio che mi copriva la fronte.
Le sorrisi leggermente mentre lei si alzava per prendere qualcosa da mettere sulla guancia dove ben presto si sarebbe formato un livido violaceo. Subito dopo presi il mio diario e uscii di casa.  Mi rifugiai nel parco sotto un albero aprii il diario e cominciai a scrivere.

Caro amico,
ormai sono un anno che te ne sai andato, mi sento così solo.
In questo momento, credo sarei corso a casa tua e non mi sarei vergognato di piangere sulla tua spalla.

Sento che questa volta sia la fine del matrimonio dei miei, e ne sono io la causa.
Sai, ti scrivo perché so che tu mi capirai.
Mi domando perché hai deciso di lasciarmi da solo. Tu eri l’unico che mi capiva e che avrebbe saputo ascoltarmi.
Ti ricordi quando, proprio qui sotto quest’albero mi trovasti che piangevo con il mio orsetto tra le braccia? Ti ricordi cosa mi dicesti?

“ Sai, i bambini grandi non piangono mai. Asciugati le lacrime e sorridi, la mia mamma dice che i bambini sono nati per dare un sorriso al mondo. Se non sorridiamo nemmeno noi, il mondo piange. Vieni a giocare con me?”.
Ho sorriso fin ora, ma ora non ce la faccio proprio. Se tu ora fossi con me sapresti come fare a farmi sorridere, perché alla fine tu sorridevi sempre e mascheravi sempre tutto. Hai lasciato che il dolore ti logorasse solo perché io dovessi sempre sorridere.
Louis, se potessi ritornare. Vorrei che tu mi spiegassi come si fa a soffrire e a sorridere. Louis, ho paura di questa vita.
Dimmi perché mi hai abbandonato con questo dolore dentro.
Io ho bisogno di te. Tu sei la mia forza.
E’ tutta colpa mia. E’ sempre colpa mia.
Vorrei solo che il mondo smettesse di girare. Credo di ricominciare a stare male e se così fosse dovrei tornare dal dottore e non voglio.
Boo, fammi sentire che ci sei. Boo, fammi sentire che anche da lassù continui ad essere il mio migliore amico, perché mi manchi tanto. Credo di non riuscire a sopportare tutto questo. Ti voglio tanto bene.

Tuo,
Harry.

 
Le lacrime ormai bagnavano il mio viso, chiusi il diario e guardai un punto fisso davanti a me.
Louis si era tolto la vita un anno fa, mi aveva lasciato da solo. Non mi aveva mai messo a conoscenza di tutto il dolore che aveva dentro, continuava a sorridere e dirmi di godermi la vita e le piccole cose.
Ora non ci credevo più altrimenti lui non se ne sarebbe andato via.
- Harry -  Una voce dolce mi fece voltare.
Alzai il viso e guardai la ragazza bionda, ripulii il mio viso dalle lacrime e le sorrisi poco.
- Amy – Dissi con voce rotta mentre lei si sedeva sull’erba al mio fianco.
- Cosa hai fatto alla guancia? – Disse toccandola delicatamente.
Chiusi gli occhi non appena lei appoggiò la mano e l’accarezzò. Le lacrime continuavano ad uscire copiosamente, mi sentivo ridicolo mentre lei mi abbracciava ed io singhiozzavo silenziosamente.
Non risposi alla sua domanda rimanemmo in silenzio per un po’ mentre la notte calava e le stelle cominciavano a spuntare.
-Il mio migliore amico – mi fermai mentre mi si creava un groppo alla gola – si è tolto la vita un anno fa. Era l’unico amico che avessi mai avuto, era una persona straordinaria, sapeva sempre come risollevarmi il morale. Ora, sto più male di quanto non lo sia mai stato. Tutto sta andando a puttane e io non ce la faccio da solo, Amy. –
Lei mi strinse la mano e mi voltai a guardarla. – Tu non sei solo, Harry. Io sono qui -.
Le sorrisi mentre i miei occhi continuavano a riempirsi di lacrime.
Passammo le seguenti ore in silenzio finchè entrambi non tornammo a casa. Le avevo mostrato il diario che stavo scrivendo da quando Louis se ne era andato e le feci leggere l’ultima cosa che avevo scritto. E lei vi aggiunse sotto una frase che mi lasciò perplesso. Perché parlava di me e di lei.

“C’è un ragazzo, ha perso la sua strada, cercando qualcuno con cui giocare.
C’è una ragazza nella finestra le lacrime scendono sul suo viso”.



Caro amico,
credo di non essere più solo.



 
 
 
 
Can you be my Nightingale? Sing to me I know you’re there. You could be my sanity, bring me peace, sing me to sleep. Say you’ll be my Nightingaleeeeeeeeeeeeeeeeeeee.
Ok, scusate io sto piangendo. Mentre scrivevo quella lettera, dentro stavo morendo.
Oddio, spero che vi piaccia il capitolo.
Lasciatemi un commentino per capire se vi è piaciuto o meno. Vi amo. ♥
 

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