Breakeven.

di __Orange
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hai qualcosa contro i cavalli? ***
Capitolo 2: *** Cosa sono i lamantini, Carly? ***
Capitolo 3: *** E allora di cos'è fatto l'amore? ***
Capitolo 4: *** "Non ho starnutito, mi chiamo Zayn." ***
Capitolo 5: *** Sunday, Monday..Happy Days?! ***
Capitolo 6: *** Non. Chiamarmi. Ninfadora. ***
Capitolo 7: *** Cinque modi per innamorarsi? ***
Capitolo 8: *** "Dobbiamo giocare a 'Indovina Chi'?" ***
Capitolo 9: *** Mi sa che sei ubriaca, Megan. ***
Capitolo 10: *** .1 I'm yours. ***
Capitolo 11: *** .2 Are you mine? ***
Capitolo 12: *** Penis in the ice. ***
Capitolo 13: *** Un treno per Timbuctù. ***
Capitolo 14: *** Carlos e Miguel..ita ***
Capitolo 15: *** SOS me, someone help me! ***



Capitolo 1
*** Hai qualcosa contro i cavalli? ***


1. HAI QUALCOSA CONTRO I CAVALLI?
 
-..un’altra delle tue, come al solito!..-
Bla bla bla, ora dirà che sono la peggior figlia mai esistita sulla terra..
-..le tue sorelle non mi danno questi problemi!
Oh, beh certo, sono morte viventi praticamente.
-…hai una vaga idea…..ancora una volta..-
Ora ci sta la botta finale del tipo: non ho più fiducia in te!
-..come faccio ad avere ancora fiducia in te?
Eccola là! Cacchio, l’indovina dovevo andare a fare! Sto sprecando troppo tempo in questa scuola altro che! Potrei aggregarmi ad un circo! Sarebbe una figata, realmente. Poi magari incontrerei un trapezista, fuggiremmo insieme, ci sposeremo sospesi in aria e avremmo tanti bambini salterini con il mio dono della veggenza. Magari li iscriveremmo ad Hogwarts…
-Meg, mi stai ascoltando?
Oh cavolo ma aveva finito di parlare?
-Certo, riflettevo sul tuo discorso illuminante. Sei un uomo saggio, padre. – proclamai, battendogli la mano sulla spalla, come lo stessi investendo cavaliere della regina.
Mio padre sospirò, sconsolato.
-Senti, Megan, siccome sono un modello di padre come si deve..ehi non fare quella faccia!..te lo chiederò comunque: cos’è successo secondo la tua versione dei fatti?
- Beh, allora. Cominciamo col dire che ti è ormai già nota la mia ovvia intelligenza, bellezza, gusto nel vestire, perfezione, eleganza, educazione e acume..insomma, ho preso da te e..-
-Non ci provare..!
Tentativo fallito, mannaggia.
-Sì, vabbè. Allora, ero nella classe della signorina Stevenson e stavo disegnando dei cavalli sugli appunti di storia..-
-Dei cavalli?-
-Sì, dei cavalli. Hai qualcosa contro i cavalli? Li discrimini? Guarda che erano loro che trainavano le carrozze dove i tuoi antenati stavano comodamente seduti sai, attento a..-
-Megan!-
-Che?-
-Continua.-
-Ok,ok. Allora, disegnavo dei cavalli, dicevo, quando ho visto Hannah Brown prendere da sotto il banco un pezzo di pizza e mangiarlo.-
-Di pizza.-
-Sì, di pizza, hai qualcosa anche contro la pizza? –.  Che padre snaturato.
-Megan, perdo la pazienza, ti avverto.-
- Sì, ok. Allora, stava mangiando la sua pizza e io dovevo averne un pezzo, perché, sai, sono in fase di crescita, metti caso avessi un calo di zuccheri, cosa succederebbe? Tralasciando che nella pizza non ci sono zuccheri, diciamo solo che avevo voglia di pizza da morire, che dici papy? Però, sta di fatto che non è che potessi chiedergliela. Cioè è maleducazione, no?-
-Allora hai pensato bene di farti sbattere fuori per scappare e andare a prendertene un pezzo al bar?- tagliò corto lui, con un’espressione severa.
-Ma scusa non rovinare subito la fine! Era per spiegarti che c’era una logica dietro tutto questo, non crederai mica che la tua figlia preferita, frutto dei tuoi lombi, possa aver fatto una cosa senza una giusta motivazione?-
-..frutto dei tuoi lombi?- mi guardò mio padre sgranando gli occhi
-Embè? Ho visto “Mi presenti i tuoi?” ieri sera, faceva ridere. Preferisci dica frutto di un concepimento molto passionale in una serata d’estate nel boschetto vicino a casa…-
-No, ti prego- mi interruppe mio padre. –Tu questa la chiami “buona motivazione”?-
Lo guardai con uno sguardo eloquente. -Pensa se avessi rubato la pizza direttamente ad Hannah Brown. Quello sì sarebbe stato grave!-
Lui sbuffò, scuotendo la testa – Megan, non capisco come mai tu sia così intelligente, vada così bene a scuola da essere una delle prime dell’istituto e possa rischiare ogni anno la bocciatura per il comportamento...-
Mi avvicinai a lui, battendogli una mano sulla schiena, per confortarlo.
-Su su, papy. Sai cosa dicevano i professori del miliardario Richard Branson, quello della Virgin Group, ai suoi genitori, quando era alle elementari?-
-No, Meg, non lo so. -
Io ripresi a parlare, sorridendo come un’imbecille, con gli occhi rivolti verso l’orizzonte -Dicevano: signori, vostro figlio da grande, o andrà in prigione o diventerà un miliardario. -
Lui alzo, gli occhi al cielo, le mani in preghiera.
-Prepareremo i turni agli orari di visita, allora.-
Grazie della fiducia.
 
 
La musica a palla si diffondeva per tutta la casa, come al solito quando ero a casa da sola.
-Megan, gentilmente, potresti abbassare la musica? Sto studiando.-
Dicevo, potevo perfino mettermi a cantare nuda, quando ero a casa a sola.
-Maggie, dai, sono indietro con i compiti..-
Saltavo su tutti i letti della casa, quando ero a casa da sola.
-MEGAAAAAN?-
Ok, rettifico. SE fossi stata a casa da sola. Ma considerato il fatto che casa mia era peggio di un albergo per quante persone c’erano, potevo aspettare cent’anni. Perciò mi arrangiavo con la fantasia.
Abbassai la musica, sbuffando.
-HO FATTOOOOO! – urlai, attenta alla finezza, a mio solito.
-Mille grazie, Maggie.-
Mille grazie? Ma che cavolo diceva ancora “mille grazie”?
Solo mia sorella, probabilmente. Ma dire che ero la pecora nera della famiglia era dire poco.
Sebbene io e le mie quattro sorelle ci assomigliassimo molto dal punto di vista estetico ( capelli castani, occhi verdi, altezza media), lo stesso non si poteva dire del carattere.
A dirla tutta, loro quattro erano uguali perfino in quello, io probabilmente avevo ereditato i geni sbagliati di un orango o mi ero presa una malattia alla nascita, una cosa così.
 Le mie sorelle, Elisabeth, la più grande che studiava all’università lettere antiche (che per me assomigliavano alle rune di Harry Potter, più o meno), Caroline, che era all’ultimo anno del mio liceo e che aveva fatto domanda ad Oxford (mi venivano i brividi solo al pensiero di entrare dentro quel posto lugubre), Marta, più piccola di me di un anno, che restava chiusa in camera sua tutto il giorno per uscire solo per mangiare (ma neanche sempre) e Eveline, la piccola di casa, ancora alle elementari, ma che aveva già vinto dei premi scolastici che l’avrebbero mandata ad una scuola d’elite con una borsa di studio, erano sempre state le sorelle pacate, tranquille, educate e che non si erano mai messe nei guai.
Il mio disagio mentale, invece, si era manifestato già a due anni, quando al nido avevo lavato un bambino con un piatto di minestra perché mi aveva guardato male. In realtà avevo scoperto più tardi cosa fosse lo strabismo, ma ero veramente sicura, a suo tempo.
Mio padre era rimasto solo dopo che mamma se n’era andata col maestro di salsa, quando Eveline aveva appena due anni, e ci aveva abbandonate con una cartolina del tipo: “Non posso più vivere questa vita, sono giovane, non posso stare per sempre relegata in questa casa con cinque figlie e un marito assente.”
Peccato che il “marito assente” lavorasse tutti i giorni per pagare tutte le spese, mentre lei se ne scappava col ballerino sudamericano.
“Mamma” era un argomento tabù in casa mia, e la sua partenza aveva sicuramente gettato mio padre nello sconforto più totale, e la famiglia in generale nei problemi economici. Papà si era sempre rifiutato di farci trovare un lavoro che potesse aiutarci, prediligendo lo studio a tutto il resto, volendo assicurarci il massimo dalle nostre vite. Dire che ammiravo mio padre è scontato, dai, chi non ammirerebbe un uomo così?
Beh, tranne mia madre, s’intende.
Suonò il campanello di casa, ma io rimasi buttata sul letto a “riflettere”. Stavo prendendo sonno.
-Ehi, Rockerrolla.- esclamò il mio migliore amico con un’entrata ad effetto dentro camera mia, saltando letteralmente sopra il letto dove ero sdraiata, ergo, saltando sopra di me sdraiata sopra il mio letto.
-Louis, che problemi hai?- esclamai, soffocando quasi.
- Io sono quello coi problemi? Ho sentito che qualcuno è stato chiamato in presidenza anche oggi..- ridacchiò lui, mettendosi a sedere.
-Sì, beh- ripresi fiato io – Cose di poco conto, al solito.-
-E tuo padre stavolta come l’ha presa?-
-Discorsetto già preparato, cose già sentite..-
-Ma gli hai rifilato la scusa del miliardario?-
-Sì che l’ho fatto!-
-E lui non ha detto nulla? Ma dai, quella era una scusa assurda, l’ho perfino segnata per mia madre la prossima volta che mi beccheranno mentre scrivo sui muri della sala professori.- ribatté lui, incredulo che qualcuno non potesse cascare nella fantastica scusa “pensa positivo Pà, al massimo se non avrò una compagnia area potrai venirmi a trovare in prigione!”.
-E dire che i tuoi disegni sono così carini..soprattutto la mucca che si mangiava la biada nella stalla con sotto scritto: “ Professoressa Jordan”. Non capiscono proprio l’arte in questa scuola, te lo dico io.-
-Come sono d’accordo, Meg..- annuì lui, buttandosi di fianco a me sul letto.
Io e Louis eravamo diventati migliori amici alle elementari, trovandoci entrambi in punizione dietro la lavagna, mentre lui indossava il cappello a punta con scritto “asino”, e sorrideva in modo amabile e per niente imbarazzato, guardandomi con gli occhi fissi e sicuri di sé, come se non portasse un cappello che, in teoria, avrebbe dovuto farlo vergognare. Da lì diventammo amici.
Ok, non è stato l’incontro più romantico/dolcioso/strappalacrime di due bambini che si conoscono dall’infanzia e fanno castelli di sabbia insieme. Al massimo io e Louis i castelli li distruggevamo a calci, i castelli di sabbia.
E nemmeno di lui che mi difendeva contro il bullo della scuola. Ero io che menavo tutti, perciò..
-Liam?- gli chiesi io, sbadigliando e cercando il telecomando della vecchia tv scassata che ero riuscita a guadagnarmi in camera, grazie ad amabili parole rivolte a mio padre (“O mi dai quella televisione o giuro che non mangio più fino a quando morirò deperita, pelle e ossa, gli occhi incavati e le braccia rachitiche, e tutti daranno la colpa al padre snaturato che non riesce a dare da mangiare alle sue figlie!”).
-Studia.- rispose lui in tono annoiato.
C’era da aspettarselo. Come Liam fosse amico nostro dovevo ancora spiegarmelo, in effetti.
-Carly?- chiese lui, mentre mi rubava il telecomando per mettere sui cartoni.
-Ah, doveva andare a ad una riunione per quella cosa sugli ecologisti..-
-Ma quale, l’associazione quella per gli animali?-
-Ma quale il WWF?-
-Ma che ne so, lo sai che Carly tra poco avrà fatto parte di tutte le associazioni ambientaliste del pianeta.-
Carly. Ecco, lei qualcosa in comune con noi ce l’aveva. I problemi a livello celebrale, certamente, ma per lo più anche i problemi che aveva causato al preside Collins. Come per esempio liberare tutte le cavie dal laboratorio di scienze, o aver protestato per avere un menu vegetariano in mensa, o aver indetto uno sciopero incatenandosi ad un albero in giardino, perché era convinta che volessero tagliarlo, cosa non vera, ma a sentire lei: “meglio prevenire che curare”. Cose così, insomma.
-Novità?- chiesi io, rubandogli il telecomando per cercare qualcosa di più serio di Tom e Jerry. Una cosa tipo Una Mamma per Amica, ecco.
-Boh, sabato c’è una festa..-
-Sai la novità, sabato ci sono sempre feste-.
-Ma stavolta la organizza quello pakistano, sai..quello che ha un nome che sembra una marca di scarpe..-
-Sì ho capito, è quello figo che io e le ragazze spiamo sempre quando va a cambiarsi a ginnastica…-
Louis si volto verso di me, la faccia incredula.
-Ma non si può! Siete della maniache!-
-Sentimi cicciobello, è figo, che ci vuoi fare? Bisogni primari..-
-Ma le ragazze non dovrebbero fare queste cose!- riprese lui, scandalizzato.
-No Louis, le ragazze parlano solo di barbie principessa fatina e giocano a tombola ogni sabato sera..-
-Vuoi dire che anche le ragazze in gruppo parlano di sesso e cose così? Oddio, pensavo fossi solo tu il caso clinico.-
Sospirai, appuntandomi la stupidità mentale del mio migliore amico. Caso clinico. Io? Tsk.
-No, Louis, oggi hai scoperto una cosa nuova, che le ragazze parlano di cose come il sesso, pensano a fare sesso e, pensa un po’?, fanno pure sesso! Non credi che sia una scoperta da appuntare sul tuo diario personale questa?-
Lui aveva un’espressione mista tra l’incredulo e lo scandalizzato, la bocca aperta dalla sorpresa.
Guardalo qua, il ritratto dell’idiozia.
-MI sento violato, Meg.- sussurrò, con occhi vacui.
Violato, poverino. Si sente violato. Sospirai, sconfitta.
Non ce la poteva fare.
 
-Megan, ho sentito del richiamo del preside, è tutto a posto?- mi chiese Carly con voce squillante di prima mattina, davanti scuola.
-Ma cos’è, tutti sanno tutto di me qua dentro?- sbuffai io, “adagiata” sulla panca all’entrata.
-No, Lou l’ha scritto su facebook veramente..-
Che tu sia maledetto, Louis Tomlison.
-Niente di che, sai..- cominciai io, con noncuranza –ero in classe che disegnavo cavalli..-
-Disegnavi cosa?-
-Cavalli.-
-Disegnavi cavalli?-
Sbuffai –Sì, disegnavo cavalli, va bene? Ma vi sembra così strano? Avete tutti qualcosa contro i cavalli? I cavalli sono esseri viventi, lo sai Carly? Sono esseri viventi e tu difendi gli essere viventi. Ergo, tu difendi i cavalli, no? Quindi, sì. Io disegno cavalli.-
Carly mi guardava con il sopracciglio alzato. – Stai impazzendo?-
-No, è che mia sorella l’altra sera ha tirato fuori un my little pony e sinceramente mi ha fatto paura. Me li sono sognati quella notte..tutti sbrilluccicosi..con quel sorriso indemoniato..-
-..i my little pony.-
-Sì Carly, i my little pony. Sono cavalli, ma sono pony. -
-Ma cosa centrano i my little pony col fatto che hai avuto un richiamo?- mi chiese, giustamente confusa dal discorso “my little pony”.
Sbuffai ancora. Gesù, era mattina. Perché la gente pretendeva che rivolgessi loro la parola la mattina?
Senti che brutta parola poi. Mattina. E’ una cosa brutta, si sente dal suono.
-Te lo spiego dopo eh?- mi arresi, chiudendo gli occhi nella speranza che mi piombasse addosso un cuscino.
Purtroppo mi piombò addosso Louis.
-Oh, ma la tua è una mania!-
-Scusa Megan, ma è la tua ciccia che mia attira come una calamita!- si rialzò lui, giustificandosi.
Lo liquidai con un gesto stizzito.
-Oh, Liam! Chi si rifà vivo!-
-Avevo da studiare ieri, sai! TI ricordo che oggi io e te abbiamo compito di letteratura.-
-Ah sì? E su cosa?-
-Shakespeare.-
-Ah, vabbè, Shakespeare, sai che roba..-
-Come “sai che roba”?? Erano un sacco di pagine, come pensi di fare oggi al test?- chiese Liam, quasi offeso che avessi preso sottogamba la sua preziosa materia.
-Boh, ho letto qualcosa la settimana scorsa e poi ora se mi presti gli appunti do un’occhiata..- chiesi, speranzosa facendo gli occhi dolci.
-Megan- sbuffò –quando finirà questa storia del “chiediamo gli appunti a Liam?”-
-Quando tu ti troverai un’altra amica del cuore come me, bella, simpatica e che ti rimedia appuntamenti con le cheerleaders..- cercai di ammiccare, facendo l’occhiolino. Fallendo.
-Veramente a questi appuntamenti dovrei ancora prenderci parte, sai.-
-Dettagli, Liam, non fare sempre il preciso, su. Che sono bella e simpatica è vero, però, quindi sei in dovere.-
Lui alzò gli occhi al cielo, maledicendomi e porgendomi il malloppo di appunti di letteratura inglese. Liam era sempre stato troppo gentile, responsabile ed educato per essere amico mio, non finendo in punizione mai, se non una volta e pure per colpa mia, che l’avevo costretto a fare da palo mentre io scassinavo la macchinetta delle bibite.
-Voglio proprio vedere come fai, stavolta, Avery.-  mi avvertì, sicuro di sé e con un sorrisetto maligno.
Liam era giusto un po’ competitivo, quel poco che bastava che un giorno, alla partita annuale di calcio della scuola, aveva mandato un tizio in ospedale.
Perché lo aveva morso.
In quel momento avrei voluto abbracciarlo per quanto mi aveva fatto ridere.
 
 
-Non è possibile!- urlò Liam uscendo dalla classe della Becket.
-Cosa non è possibile?- si intromise Carly, che ci stava aspettando fuori appoggiata agli armadietti.
-Megan ha preso A al compito di letteratura! Non è possibile che a te vada così bene senza studiare e io ho preso un’ A- studiando tutto il pomeriggio!- ricominciò a urlare lui agitando le braccia come un pazzo.
-Eeeeh, mamma mia Liam calmati! Ho letto i tuoi appunti eh, non è che non ho fatto nulla!- ribattei io, fingendomi offesa nel profondo.
Lui ricominciò a sbraitare facendo girare metà corridoio, ma né io né Carly lo ascoltavamo più, prese dai nostri discorsi sicuramente più intelligenti dei suoi.
-Ma va? Georgina è tornata in città?-
-Te lo giuro, Serena credeva fosse Chuck!-
Insomma, le repliche di Gossip Girl erano di vitale importanza.
Ci avviammo verso la mensa con Liam dietro di noi che urlava a caso, girando su sé stesso.
Sembrava un cane con la rabbia.
-Hai finito, gattara pazza dei Simpsons?- mi informai
Liam grugnì qualcosa, andando a prendersi un vassoio con gli occhi verso il pavimento.
Uomo mestruato ore dieci.
-Cosa c’è di buono oggi, Jessica, luce dei miei occhi?- chiesi alla signora della mensa, una donna grassa e con un’orrenda verruca sul naso dalla quale tutti cercavano di togliere lo sguardo.
-Non sono la luce dei tuoi occhi, Avery- ribatté lei
Oh, andiamo, che ce l’avesse ancora per quella volta che avevo urlato a mensa che la sua verruca stava per esplodere come una bomba nucleare e mi ero rifugiata sotto il tavolo, mani sopra la testa, aspettando il “kabooom”?
-Certo, pasticcino. Cosa c’è allora?- chiesi, affamata e di cattivo umore per la storia del giorno prima col preside e mio padre.
-Pasticcio di carne, porridge, carne di cavallo, uova..-
-Cosa?- chiesi, sgranando gli occhi come un pazza.
-Cosa cosa?-
-Carne di cosa?-
-Carne di cavallo.- sbuffò di nuovo lei. Dovevo starle simpatica, è sicuro.
Cavallo? Cavallo veramente? Dio, quest’animale mi sta perseguitando.
-Non si uccidono i cavalli! Ma voi che cavolo avete contro i cavalli! Sono così carini, nitriscono, vanno al galoppo, hanno diversi colori! I my little pony dovreste uccidere! Sono orribili, ma li hai visti? Fate le bistecche con quelli la prossima volta!- sbraitai, facendo girare tutta la mensa.
 
 
-Punzione!- sbuffai, accartocciando il biglietto che mi era stato dato per recarmi all’aula, quel pomeriggio. –Neanche avessi detto qualcosa di sconvolgente.-
-Maggie, hai spaventato la signora della mensa!- mi ammonì Louis.
-Ma spaventare cosa? Lei mi spaventa le hai visto quella bolla sul naso? Io sono più carina di quella verruca!- inveii.
-Tu vedi di andare in punizione, ci vediamo dopo! Devi studiare?-
Alzai un sopracciglio –TI sembra la faccia di una che deve studiare?-
-No, in effetti mi sembra la faccia di una menomata.-
Ecco, appunto. L’amicizia, bella cosa.
Mi avviai trascinando i piedi verso l’aula della punizione, preparandomi alle tre ore più odiabili della mia vita.
- Avery! E’ da un po’ che non ci si vede, stavi rigando dritta, ultimamente!- mi sorrise il Signor Hernadez, il professore latinoamericano che ci doveva sorvegliare per quelle ora, con un gran sorriso.
Lui si che aveva capito della vita. Non faceva altro che venire a scuola, mangiare e lasciarci fare quello che ci pareva o al massimo si metteva a conversare con me della sua impossibilità a trovare una fidanzata, chiedendomi consigli.
-Lo so, José, in effetti sono stata calma troppo tempo..- sbadigliai io, consegnando il bigliettino accartocciato.
-Megan, in realtà io mi chiamo Fernando.-
Sì, vabbè, Fernando. José è più carino, in qualsiasi caso.
Mi avviai verso il mio solito banco, sistemandomi in modo da poter dormire indisturbata per un’oretta come minimo, l’ipod nelle orecchie.
Lo accesi, attaccando a palla una canzone dei Clash, chiudendo gli occhi.
-Ti piacciono i Clash?-
Qualche malaugurato aveva tolto la cuffietta destra dal mio orecchio, impedendomi di dormire.
Alzai lo sguardo e mi ritrovai davanti un ragazzo alto e riccio, sorridente che si era seduto di fianco a me.
-No, li ascolto perché mi fanno schifo.- sibilai fissandolo con odio.
Mai svegliarmi. Mai.
-Anche a me piacciono.- sorrise lui, incurante delle ondate di odio che gli stavo lanciando addosso.
-Felice per te- grugnii, ributtandomi a dormire.
-Come ti chiami?- mi chiese sempre, sorridendo come un’ebete.
-Dì un po, hai una paresi?-
Lui continuò a sorridere indisturbato. Era pazzo.
-Megan. Mi chiamo Megan. Ma mi chiamano tutti Meg. NON chiamarmi Maggie, lo odio. Anzi, non chiamarmi proprio, ti ammazzerei.- precisai.
Lui sorrise, ops, pardon, continuò a sorridere e io mi chiesi seriamente come potesse tenere le mascelle così in tensione per così tanto tempo. Ammirevole.
-Io sono Harry. Harry Styles.-
-Ma quando?-
-Da quando sono nato.-
-No, ma quando te l’ho chiesto?- sbuffai.
Mi ricordai all’improvviso di una cosa. –Aspetta, hai detto che ti chiami Styles?-
-Sì, Styles.-
-Ma è il tuo vero cognome?-
-Certo!-
Credevo fosse un nome d’arte.
Chi cavolo fa Styles di cognome? Un amico di mio padre aveva un cane che si chiamava Styles, ma l’hanno investito.
A pensarci, il pelo del cane sembrava essere il colore dei capelli di Mr Simpatia, qui.
Poco male.



BANG!

No, così, è tanto per dire.
Non so in effetti perchè sto scrivendo una FF sui One Direction.
Non sono una directioner, lo metto in chiaro, e non perchè provo odio verso di loro o cose del genere.
 
Anzi, credo che chi li segua nel modo che fanno loro, sia veramente una persona che crede in queste persone e sulle loro capacità, e penso che il supporto dei fan sia la cosa più importante per un gruppo emergente.
Ascolto qualche loro canzone e mi diverto molto a leggere le loro FF perchè trovo che siano davvero dei ragazzi semplici e anche simpatici ;)

Sì, vabbè, intanto ciao.
Dovrei parlare della storia? Ma la sapete una cosa? Io odio lo spazio dell'autrice così lungo.
Allora, che la storia è un pò (molto) da dementi, anche perchè pensate, io mi diverto così, sono una malata.
Oh, allora, SI ho già altri due capitoli pronti.
NO,non ho idea di come finirla.
Ho il cane che vuole entrare in camera mia.
Ho un pupazzo a forma di apparato riproduttore maschile.

Beh.
Per chi vuoleaggiungere a dovecazzovipare /recensire/fare una cippa e chiudere questo scempio, io sono qua!
Un bacio ;)

ANNA

Bellalì!

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Capitolo 2
*** Cosa sono i lamantini, Carly? ***


2.COSA SONO I LAMANTINI, CARLY?
 
-Tu sei pazza!- mi urlò contro Styles.
-Ma calmati!
-Li hai toccati! Nessuno ha il permesso di toccarli! Sono miei! Che ci volevi fare eh? Rubarli e farci una bambola vodoo?- continuò lui, allibito, tenendosi i capelli tra le mani, manco glieli avessi tagliati.
-Ho detto calmati! Volevo solo sentire se i tuoi capelli avevano la stesa consistenza di Styles!- lo incitai, io, con tono neutro e distaccato.
-Di Styles?- mi chiese, non capendo.
-Sì, di Styles. Ma non sei tu Styles.-
-E chi cavolo è Styles?- mi domandò, ancora più confuso di prima.
-Un cane che è stato investito..- risposi, con noncuranza.
Lui mi fissò, con gli occhi sgranati da pazzo.
-Tu sei pazza.-
-L’hai già detto, cambia disco.- sbuffai.
-Vorrei proprio sapere cosa hai fatto per finire qui, stavolta.- mi chiese, ricomponendosi.
-Oh, niente di che, sai… solite cose. Ho… preso a pugni uno.- cambiai discorso io.
-Ah, davvero?- chiese lui alzando un sopracciglio.
-Sì, mi aveva dato della pazza..-
-Ah, capisco.- finì lui con tono grave. –E non c’entra nulla il monologo che hai fatto a mensa sul “salviamo i cavalli” vero?-  concluse poi con un sorrisetto.
Cominciavo a odiarlo. Forse l’avrei picchiato seriamente.
-Ah, ah.- risi io, sarcasticamente. –Sei una sagoma, Styles, veramente. Vorrei sapere come un ragazzo con un tale senso dell’umorismo possa essere finito in questa gabbia di matti, di nuovo.-
L’avevo già visto quel ragazzo, ovviamente, anche se non ci avevo mai parlato. Aveva frequentato molte volte la sala punizioni, accompagnato dai suoi due compagni di scorribande, come me d’altronde, e sapevo che era diventato amico di Lou.
Ma io in quelle tre ore nelle quali dovevo sorbirmi il caos dell’aula o il professore che ingurgitava merendine, preferivo di gran lunga farmi una dormita o leggere, che era una delle cose che mi piaceva veramente fare.
-Ah, non ho fatto nulla di che..- mi rispose lui, alzando le spalle –Mi hanno beccato mentre cercavo di copiare da Niall il compito di biologia.-
-Uh, che ragazzo cattivo.- lo ammonii io, sbadigliando.
-Ha parlato quella che ha spaventato la signora della mensa- mi rispose lui, a tono.
Cambiai discorso –Ma tu scusami, sei qui con me perché non ci sono i tuoi amichetti? Esisto solo io in questa stanza? I tuoi amici stranieri, quello moro e quello biondo manco fossimo in OC, non si sono fatti mettere in punizione per stare con te stavolta?- gli chiesi, sbuffando.
Lui sorrise: -No, Zayn è assente, Niall invece aveva da fare nel pomeriggio ed è stato buono durante le ore di lezione per riuscire ad uscire.-
-E allora perche non potevi startene buono pure tu? O perché non puoi metterti a parlare con, che ne so, quella tizia tatuata e piena di piercing?-
-L’hanno trovata a farsi un buco nell’ombelico in bagno. Ho il terrore degli aghi.- rabbrividì.
-E allora guarda, quella lì che sta sul banco a studiare! Magari vorrà della compagnia!- gli proposi, speranzosa.
-Quella sta leggendo un manuale per autocontrollarsi, ha problemi comportamentali.-
Sbuffai –Guarda quel ragazzo! E’ lì, tutto solo! Andate lì a parlare di calcio, culo, tette, fighe! Andreste d’accordo!-
Lui ridacchiò –Quello se vado lì mi mena, ha picchiato un mio amico l’altro giorno e mi sono messo in mezzo. Non aspetta altro che rinchiudermi in un vicolo buio per uccidermi!-
-Ah  e quindi ti servirei come copertura perché non ti uccida?- gli chiesi –No, tanto per sapere se devo temere per la mia incolumità.-
-In effetti sì, dovresti servire a questo.- ammise lui, con un sorriso.
Ancora sorrisi. Te li spacco, quei denti.
-Sono contenta di aver trovato un compagno di punizione così coraggioso. Non ho nulla da temere!- gemetti, con tono rassegnato.
 Lui ridacchiò.
-Come sta Louis?- mi chiese
-Fisicamente o cerebralmente parlando? No perché, fisicamente sta bene, è del suo cervello che mi preoccupo. Da un po’, ormai.- ammisi, scuotendo la testa.
Lui rise, buttando la testa all’indietro, Ma che modo di ridere è? Aveva problemi di schiena?
-Sai, l’ho invitato alla festa del mio amico Zayn, sabato. Vieni anche tu?-
-Styles, mi sarei autoinvitata comunque, lo sai?-
-Ah giusto, Maggie.-
Lo fulminai, con il sangue negli occhi: -Come mi hai chiamata? Mi sembrava di essere stata abbastanza chiara.-
-Ma Louis ti chiama così. - si difese lui, con un sorriso mezzo accennato, facendo finta di non essere spaventato dal mio quasi raptus nevrotico.
-Louis è idiota, e poi mi chiama così da quando avevo sette anni. Lui può, è giustificato a causa del suo ritardo mentale, che più o meno risale a quell’età.- gli comunicai, scandendogli le parole. –E poi, scusa, io volevo dormire, chi ha detto che voglio fare conversazione? Staresti rubando il mio tempo prezioso.-
-Dormire è tempo prezioso?-
Lo fissai, cercando di dargli fuoco con gli occhi. Nulla. Mi sarei allenata su mia sorella.
-Dormire è SEMPRE tempo prezioso, ragazzino.-
E con questa frase ad effetto ti buttai sul banco, chiudendo finalmente gli occhi e ascoltando i The Fray, sperando che almeno quelli non piacessero al mio vicino di banco.
 
 
Mi risvegliai alla fine della detenzione, quando José Fernando Diaz Rivarola marito di Carmen padre di Patty, si alzò e ci invitò ad uscire, che lui aveva una cena importante.
Cena, figurarsi.
Il mio vicino se n’era andato chissà dove, forse a farsi menare. Speravo, in effetti.
L’occhio mi cadde su un bigliettino posato proprio sul banco a fianco al mio. Lo presi e lo lessi:
 
Ciao Meg o Megan,
volevo farti sapere che la tua raccolta musica è davvero una figata.
Sì, l’ho ascoltata con una cuffietta mentre dormivi, e me ne sono andato perché non mi uccidessi.
Ci vediamo in giro!
Ah, verrai alla festa di sabato?
                                                                    Harry Styles (non il cane. Si spera.)
PS ah, dovresti smetterla di sognare Johnny Depp sulle isole caraibiche. Parli nel sonno.
 
Harry Styles sei ufficialmente sulla mia lista nera.    
E io non avevo mai avuto una lista nera, fino a quel momento.
Per far capire la gravità della situazione.
 
Due giorni dopo la detenzione, me ne stavo al “sole”, se così si può chiamare quella palla pallida e spenta che sta sopra alla mia testa, in giardino, a leggere.
-Che leggi?- mi chiese Carly avvicinandosi saltellando verso di me.
-Il grande Gatsby.. – risposi, assorta nei miei pensieri.
-Ma non hai lezione?-
-In teoria.-
-E in pratica?-
-E in pratica sono qui, Carly, non mi sembra difficile.- risposi, sbuffando.
Oh mio Dio ma cos’aveva l’universo contro l’intelligenza? Era troppo difficile anche fare due più due?
-Quanto fa due più due?- chiesi di scatto a Carly, che aveva cominciato a parlare degli affari suoi.
Lei mi guardò stupita un attimo. –Aaaah..quattro?-
Tirai un sospiro di sollievo. –Uff, grazie a Dio.-
-Hai già bevuto?- si informò Carly, inclinando la testa.
-No, no, sobria fino all’osso. Forse. Credo. In effetti a mensa ho mangiato qualcosa di strano. Credo che quella della mensa ce l’abbia con me per qualcosa..- ipotizzai, pensierosa.
Eppure non le avevo fatto nulla. –Vabbè. Dicevi?-
Si schiarì la voce. –Dicevo, oggi pomeriggio dovrei andare ad un incontro imperdibile per l’associazione per la difesa dei lamantini.-
-Dei lamantini.- ripetei io, poco convinta.
-Sì, Meg. Lamantini. Solo che sono finita in punizione..-
-Cosa sono i lamantini, Carly?- chiesi, sconvolta.
Oddio, ma allora esistono veramente. E io che pensavo fossero creature mitologiche.
Lei sbuffò. –Sono una specie di foche. Ma grosse.-
-Grosse foche..- ripetei, di nuovo, con gli occhi sognanti. Che figata. Grosse foche.
-Sì, Meg. Grosse foche. Io devo andare assolutamente a quell’incontro. As-so-lu-ta-men-te!- urlò, perforandomi il timpano.
-Ho capito, Carly, as-so-lu-ta-men-te, sì. Ma, aspetta un momento, perché sei in punizione?- le chiesi, distogliendo l’attenzione dalle grosse foche e tornando all’argomento principale.
Lei agitò una mano, come se stesse parlando dello smalto che aveva appena comprato. –Ah, nulla. A geografia stavamo parlando dell’acqua e delle dighe nei paesi arabi.-
La fissai, aspettando che continuasse –Eeee..? – la esortai. –Non mi sembra un grande argomento di disputa.-
-Diciamo solo che Tom Johnson ha fatto un commento dei suoi.-
-Del tipo?-
-Del tipo: “e a me cosa frega, tanto hanno il petrolio, possono comprarsi quello che vogliono”. Il petrolio, Megan. Il petrolio!- urlò ancora, sullo stesso timpano.
-Ho capito, Carly. Petrolio, sì.- dissi, scuotendo la testa per riattivare l’orecchio.
-Ma ti rendi conto?- si inalberò lei, le braccia rivolte verso l’alto –Il petrolio! Io gli ho fatto presente che col petrolio poteva anche pulirsi il culo, porca vacca boia! Si può essere più rincoglioniti?-
Adoravo Carly quando si arrabbiava. Una visione unica.
Dalla ragazzina piccola, gracile che era, diventava una specie di mostro a sei braccia, i denti digrignati come un mastino, gli occhi spiritati come la bambina dell’esorcista,  la voce potente che dava sfogo a tutte le parolacce che conoscesse il suo vocabolario.
-Ho capito, Carly. Pulirsi il culo, sì. Ma cosa centro io coi lamancosi?-
-Lamantini.-
-Sì, sì lamantini.-
-Ecco, la settimana prossima c’è un convegno esclusivo con un professore che porterà dei video esclusivi sugli studi che ha fatto del loro linguaggio. Sai, il professore, quello che ha scoperto che gli squali preferiscono le donne bionde alle donne more, da mangiare.-
Che scoperta interessante, dico davvero.
-Tutto più chiaro ora..- risposi, convintissima.
-Beh, i biglietti sono al circolo solo oggi e io devo assolutamente averli! Assolutamente!-
-Carly, porco giuda, sono un non-udente ora!- inveii, proteggendomi il timpano.
-Scusa. Dicevo, tipregotipregotiprego potresti andare a prenderli tu per me? Ti prego!- mi supplicò prostrandosi a terra.
-Vado io, sta tranquilla. Dammi l’indirizzo.- la calmai subito io.
-Graziegraziegraziegraziegrazie- saltò lei, schizzando in piedi e abbracciando l’albero dietro di noi.
Impazzita. Era impazzita.
-Vuoi stare tranquilla?- provai a tenerla a freno.
-Scusami. E’ che è un sogno che si avvera!-
Un sogno che si avvera. Vedere dei lamantini? Bello.
Mi sentii trascinare verso la caffetteria, dove lei aveva carta e penna per scrivermi l’indirizzo del suo club.
O quello che è.
 
Intorno a me se ne stavano almeno settanta persone, tutte vestite in modo strano.
C’era una signora con un cappello che sembrava un cesto di frutta e un vestito fatto con foglie di bambù intrecciate. Ed io ero convinta fosse la Regina Elisabetta. In incognito.
Un ragazzo alto coi rasta portava una maglia con scritto “Peace, fratello” e la faccia di uno che aveva appena finito di girare nella ruota del criceto. O appena uscito da una lavatrice, fate voi.
Questi personaggi strani mi guardavano quasi sconvolti, con il mio chewingum a masticare a bocca aperta (ah, la finezza!), presa male di mio, coi miei leggins blu a pois e la mia felpona rossa con disegnato uno smile enorme.
Beh, che c’è? Sono daltonica. Forse. Probabilmente.
No, non era vero. E’ che non me ne importava granchè di come mi vestivo.
Cercai nella borsa il mio libro, sperando di finire di leggerlo prima che le porte si aprissero per prendere i biglietti del lamantino-day, ma non lo trovai.
Ricordai di averlo lasciato in giardino mentre Carly mi trascinava per raccontarmi di quanto fosse bello salvare il mondo, o cose del genere.
Maledetti lamantini.
Mi sedetti sbuffando, procurandomi l’occhiataccia di “Peace fratello”.
-Beh che c’è, non si può sbuffare, fratello?- gi dissi, facendogli il verso. Non si girò.
Dopo un’altra mezzora di ammassamento e attesa, avevo preso sonno sulla seggiola della sala d’attesa, tra quadri , piante e profumo d’incenso.
Fin quando una voce roca mi arrivò all’orecchio: -Ancora Johnny Depp, Megan? Pensavo di essere stato chiaro..-
Sussultai, cacciando un urlo del tipo :Cazzominchiainculoatutti!-
Una risata mi fece tornare in me.
-Tu!- urlai, puntando il dito verso il faccione tondo di Styles, piegato in due dalle risate. –Che cavolo hai nel cervello? Marijuana? -. Respirai affannosamente.
- Ma allora è vero che dormi sempre!- riprese lui a ridere, asciugandosi gli occhi dalle lacrime.
E perché rideva in quel modo da malato celebrale!
-Sì, genio. Dormivo. E sognavo Johnny Depp, anche stavolta. Tu piuttosto che cavolo ci fai qui? Mi segui? Sei un maniaco? Mi vuoi uccidere? Mi vuoi scuoiare e fare una borsetta da regalare alla tua prossima vittima?-
Lui mi fissava, non sapendo cosa dire.
-A volte mi fai paura, Megan.- affermò in tono serio.
-Lo so, me lo dicono tutti. Anche quel tizio lì in fondo lo pensa!- esclamai indicando il nigga del “Peace fratello.”.
-Che poi, “peace fratello” cosa? Peace cosa? Io la pace la faccio tutti i giorni non uccidendo persone come questo di fianco a me! Sono magnanima, fidatevi!-
Ormai ero partita in quarta, era finita.
-Sapete, questo  mi segue e io sono venuta a prendere dei biglietti per i lamantini. Lamantini capite! Io l’ho scoperto stamattina cosa sono! Eppure sono qui che compro i biglietti per i lamantini. Io sono “peace fratello”! Mica lui!-
Styles mi tappò la bocca con la mano, soffocando le risate e portandomi fuori, dove mi guardò ridendo come un decerebrato: -Stai impazzendo per caso?- si informò
-MI hai fatto prendere uno spavento atroce! Ma che cazzo ti passa in quel cervello da due soldi? Potevi farmi morire!- gli urlai contro.
-Scusami!- passò lui sulla difensiva, vedendo il mio sguardo assassino.
Dovevo fare paura, in effetti.
-Ok.- acconsentii io. –Ma mi devi spiegare cosa ci fai qui. Non ti vedo molto uno pro lamantini..-
-In realtà ti cercavo..- arrossì, sfilando lo zaino dalle spalle.
-E per  cosa? Uccidermi? Scuoiarmi?- ricominciai io, attenta ad un attacco ninja.
Me perché ninja, poi.
-No, niente di tutto questo. Anche se potrei pensarci, in effetti..- fece l’aria del finto pensieroso. –No, veramente sono venuto a riportarti questo..- mi disse, porgendomi il libro che avevo dimenticato a scuola.
-Oddio!- urlai io dalla gioia –Grazie! Volevo già ammazzare Carly per avermelo fatto perdere!-
- Beh, stavo giocando a calcio con gli altri l’ho visto per terra vicino all’albero che usiamo come porta..E quando ti stavo cercando ho trovato Carly e mi ha detto che eri qui..-
-E come hai capito che era mio, scusami?- in effetti sul libro non c’era scritto il mio nome, né nulla che potesse far intendere che era mio.
-Perché ti metti sempre tu a leggere lì, no?- mi chiese lui con un sorriso genuino.
In effetti quello era il posto adatto per leggere indisturbata: quando volevo saltare le lezioni o non essere disturbata il giardino principale era in bella vista, ma dietro all’albero del giardino sul retro quasi nessuno faceva caso a me che leggevo, appoggiata al tronco dell’albero, assorta nei miei pensieri.
Lui invece se n’era accorto. Harry Styles l’intelligentone di turno, quello che andava a sbattere dappertutto, si era reso conto che c’era qualcuno sotto quell’albero. Che c’ero io sotto quell’albero.
Mi riscossi dai miei pensieri.
-Grazie, Styles.- gli dissi, piegando gli angoli della bocca in una sottospecie di sorriso sbilenco.
-Era un tentativo di sorriso quello?-
-Una specie. Accetta lo sforzo e muto.- lo zittii.
Lui ridacchiò e mi tese la mano.
-E questo per cosa?- chiesi io, fissando la mano, confusa.
-Per essere sicuro che non vuoi uccidermi ancora.-
-Per cosa?-
-Ho ascoltato il tuo mp3 e ti ho fissata mentre dormivi. Ti ho anche registrata.-
-No! Tu maledetto..!- cominciai alzando un pugno.
-Scherzavo!- rise lui –Allora. Pace? Non vuoi più ammazzarmi?- chiese, lui, speranzoso, tendendo ancora di più verso di me, la mano.
-Peace fratello!- urlai, battendogli una specie di cinque e un pugno sulla spalla.
Lui indietreggio con gli occhi stralunati, poi rise con me, rivelando ancora una volta i denti bianchi e perfetti che sembravano finti.
-Scusa Styles, dovrei tornare dentro. Ci sarebbe un biglietto che dovrei comprare o Carly mi ucciderà.-
-Harry.- disse lui, con la sua voce roca.
-Harry chi? No, no! E’ per i lamantini!- chiarii io, pensando non avesse capito.
-No!- rise lui –Harry, Chiamami Harry, non Styles.-
-Ma Styles è un cognome così stano!-
-Styles era il nome di un cane investito. Non voglio avere un nome di un cane investito!-
-Pensi di andare all’anagrafe per caso?- chiesi, scettica.
-No, perché nessuno conosceva un cane di nome Styles, tranne te. Quindi non voglio ricordarti un cane investito.- chiarì lui.
-Ok, ok Harry.- lo bloccai io –Io devo andare a prendere questo biglietto maledetto. Ci vediamo eh?- lo liquidai.
-Ti spiace se rimango con te?- mi chiese, abbassando lo sguardo –Sai, l’autobus passa tra un bel po’, sono solo. E poi me lo devi! Ti ho riportato il libro!-
-Ok ok- tagliai corto –ma vedi di muoverti.-
- Grazie- mi disse Harry, sorridendo come a suo solito. –Ma..ehm..Megan?-
-Mh?- gli chiesi mentre aprivo la porta del circolo.
-Scusa la domanda ma..cosa sono i lamantini?-





BANG!

Ehi, ciao di nuovo :)
Ho inserito il secondo capitolo della storia per..boh, non so perché, ho visto un bel po’ di visite e mi sono detta: ok!
Più che altro ditemi cosa ne pensate perché se no non vale più la pena scrivere questa cacchiata quindi se non vi ruba troppo tempo fatemi una mini mini mini mini recensioncina ina ina?
Anche per dirmi: ué, bella, ammazzati!
Oppure: ehi, uo, sei il mio idolo, sposami.
Cose di tutti i giorni, insomma.
A parte gli scherzi, ditemi se vi piace, se sbaglio qualcosa, cosa dovrei cambiare, come pensate debba finire, se dovrei continuare, se è troppo idiota, se vi sto sulle balle, eccetera eccetera.
O, boh, ditemi di voi, così si fa conversazione.
Sapete, dovrei studiare e invece sono qui. ;)
Bella la vita.
 
Un beso y un pasito bailante, Maria!
 
Sciao, buon weekeeend!
Anna ;)

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Capitolo 3
*** E allora di cos'è fatto l'amore? ***


3.  E ALLORA DI COS’E’ FATTO L’AMORE?
 
Accesi il cellulare che era nei meandri della borsa, per chiamare mio padre.
-Papy?-
-Chi sei?- rispose l’uomo dall’altra parte del telefono.
-Papà, chi vuoi che sia? Ma non ti appare il nome sullo schermo?-
-Non lo so! Non capisco!- lo sentii urlare.
Qualcuno doveva avercela con i miei timpani oggi.
-Padre. Sono Megan, tua figlia. Quella strana.- precisai, alzando gli occhi al cielo.
-Oh sì. Ciao. Senti, a che ora torni? Ho preparato la cena. -
-Per “preparato la cena” intendi che sei passato al Mc Donald?- mi informai, sicura della risposta.
-Intendo quello, sì. -
Da manuale.
-Senti, ti spiace se viene anche Liam a mangiare a casa nostra? Ha detto che devo spiegargli una cosa del progetto di scienze che sta facendo per entrambi..-
-E chi è questo Liam?- si informò lui, subito attento avendo sentito il nome di un ragazzo.
-Papà, è il mio amico..-
-Tu hai un solo amico. Ed è Louis. E poi di Louis non mi preoccupo, è ritardato.-
Beh, almeno non ero la sola ad averlo capito.
-Papà è quello alto..quello secchione!- tentai di spiegargli. Con la scusa che era sempre a lavoro non era molto informato della mia vita sociale. Ammesso e concesso che ne avessi una.
-Sì sì, vabbè - taglio corto lui –Digli che va bene ma che se prova ad allungare le mani gliele taglio.-
-Allungare le mani sul cibo? Ma papà l’ho invitato io a cena!-
-Intendevo allungare le mani su di te, intelligentona.-
Risi di gusto. –Papà, Liam ha imparato quest’anno come funziona l’apparato sessuale femminile. A scuola, poi, sul libro di anatomia. Pensava che i bambini si facessero dandosi la mano e scambiandosi le cellule della pelle!-
-Ehi!- mi interruppe Liam di fianco  a me –E’ solo che mia madre non me l’ha mai voluto spiegare!-
-Liam- sospirai. –esistono i giornalini porno lo sai? Vai in edicola, costano due sterline e mezzo, non è una spesa così importante!-
-E tu come lo sai quanto costano i giornali porno?-  mi chiese mio padre, orripilato, dall’altra parte del telefono.
-Oh, beh, a volte li compro per Marta..- buttai lì, affrettandomi a chiudere la chiamata.
-Come sarebbe a dire che li compri a tua sorella?!- urlò lui infuriato.
-Ciao papà, ti voglio bene anch’io, a dopo!- urlai, sovrastando la sua voce, chiudendo la telefonata.
-Ma veramente li compri per tua sorella?- si informò Liam, mezzo scandalizzato.
Ok, non ci arriva, ho capito.
-No Liam, ovvio che no! Li ho trovati sotto il letto di papà l’altro giorno..- ridacchiai io, mentre guardavo la sua faccia rilassarsi. Ma neanche tanto.
-Comunque- mi chiese lui, cambiando discorso –Cosa ci facevi in giro oggi?-
Mi aveva trovata che stavo scendendo dall’autobus vicino a casa sua ed aveva pensato bene di autoinvitarsi a casa mia per studiare. Cosa che io non avevo assolutamente voglia di fare.
-Carly mi ha mandato a comprare dei biglietti per una conferenza sui lamantini..- buttai lì, come se fosse una cosa di tutti i giorni.
-Oh.- disse lui semplicemente.
Nessuna reazione per la parola “lamantini”. Io avevo tipo fatto i salti di gioia. Cavolo, era proprio un secchione, non c’è che dire.
-E sei andata da sola?- mi chiese ancora, sbadigliando.
-Sì, all’inizio sì. Poi è arrivato Styles a portarmi un libro che avevo lasciato a scuola..-
-Styles?- chiese lui, rianimandosi come fosse un defibrillatore – Harry Styles? Quell’Harry Styles?-
-Non credo ci siano tante persone con un cognome del genere.- risposi io, noncurante e guardando le notifiche di facebook sul cellulare. D’altronde era un nome da cane.
-Da quando in un qua tu frequenti Harry Styles?-
-Ehi ehi- lo frenai subito, guardandolo con sguardo accusatore –Io non frequento Harry Styles. Mi ha riportato un libro. Non è che ci siamo dati da fare dentro la vasca dei lamantini eh..-
Lui sembrò sollevato. –Meno male..- disse.
Mi fermai per fissarlo. Ma che problemi aveva? Forse..oh mio Dio!
Non è che per caso piacevo a Liam? Insomma, non l’avevo mai visto fare una faccia del genere. Ma certo! Tutto si spiega! Ma tutto cosa poi? Sì, ok, ma doveva essere per forza quello! Insomma, alla fine era lui che sperava che non ci fossi uscita insieme, dovevo interessargli per forza.
-Senti Liam- gli dissi, mentre lui mi guardava con un’aria interrogativa del tipo “che cavolo di problemi ha questa?”.
-Dimmi!- mi invitò lui, sorridendo sereno.
-Mi dispiace!- urlai io, congiungendo le mani in preghiera –Te lo giuro, sei un ragazzo fantastico, sei bello e simpatico, intelligente mica tanto, ma sei gentile. Ti vesti male, a volte sei un po’ una lagna e fai il secchione e il cagasotto metà del tempo.. però a parte questo, sei un ragazzo fantas..sei carin..sei accettabile, ecco, ma..non sei il mio tipo!- cercai di dirgli, pregando che non si mettesse a piangere.
Liam, invece, mi scoppiò a ridere in faccia. Però, l’aveva presa bene.
-Megan- cercò di dire lui tra una risata e l’altra, le lacrime agli occhi –Guarda che tu non mi interessi proprio un quel senso!-
-Come no?- gli chiesi io, incredula.
-No! Fossi matto!- cercò di convincermi lui.
Ah grazie. –Senti chi parla, eh. Tu invece sì che sei normale- alzai un sopracciglio. –E poi sei tu che hai fatto quella faccia quando ho detto che conoscevo Harry Styles.-
-L’ho detto perché mi sta antipatico..- disse lui, la voce rabbuiata.
-Posso chiedere perché o è un segreto di Stato?-
-Mi sta antipatico e basta. Copia dai miei compiti in classe.-
Ah, i compiti in classe. Dramma, sul serio. Fossi in lui lo denuncerei alle autorità, attenzione. E dire che anche io copiavo i suoi compiti, ma lui non mi diceva nulla.
-Ah ah- risposi, fingendo interesse.
-E poi solo perché sta con la capo cheerleader crede di essere il più figo.-
Ah. E quindi stava con la capo cheerleader. Buono a sapersi.
Figurarsi se un ragazzo come quello non stava con Monique Laurent: bionda, occhi azzurri, viso d’angelo. Apparentemente una ragazza d’oro, innocente e simpatica.
In realtà, un troia.
-Ah, con la capo cheerleader, eh?- dissi io, fingendo di non essere interessata.
-Sì, la Laurent. Dicono che l’abbia data all’intera squadra di calcio, sai?-
-Liam, ma tu sei nella squadra di calcio.-
-Appunto. Infatti non credere alle voci, purtroppo io non l’ho ancora vista..-
-Liam!- lo interrupi scioccata. –Non si parla così di una ragazza!-
In realtà metà della gente parlava così di una ragazza. Soprattutto io. Ma Liam era ancora il mio cicciobello pipì e popò, quello che al massimo ti diceva “porca pupazza!”
-Ma io intendevo dire che non l’ho ancora vista agli allenamenti questa settimana! Se avesse voluto provarci con me ci sarebbe stata, manco solo io praticamente! Sai un cosa? Secondo me è vergine!- si difese lui, non capendo.
Povero, ingenuo, sprovveduto, Liam. Non ce la poteva fare. Vedeva solo il buono nelle persone, ed era convinto di questo. Era cresciuto in mezzo a libri di fatine e principesse, circondato da donne. Al massimo poteva avere una sindrome premestruale precoce.
-Certo, Liam. Come no.- annuii, scuotendo la testa.
 
-Scusami se non ho spiegato a mio padre il tuo problema!- cercai di giustificarmi, mentre lo fissavo, con gli occhi vacui, che tremava, in posizione fetale dell’angolo di camera mia.
Lui non rispondeva, guardando davanti a sé. Eh, ma che cavolo. Solo lui poteva avere una fobia del genere. A parte quella dei cucchiai.
-Liam… non lo sapeva! Non è colpa mia se abbiamo tutti nomi lunghi in questa famiglia!-
-Non è un buon motivo per abbreviarli! Lo sai che ho la fobia. – ribatté, la voce rotta dal terrore.
Ecco. Liam era l’unico essere vivente sulla faccia del pianeta ad avere paura dei diminutivi. E dei soprannomi. E, si vabbè, dei cucchiai.
Allora, i cucchiai potrei anche capirli, sono brutti, potrebbero essere sporchi, hanno una forma inquietante, riflettono le cose in maniera strana.
Ma i soprannomi no. Voglio dire. Vi sembra una cosa normale? Non credo proprio.
In sua presenza non si poteva chiamare Louis “Lou”, io dovevo essere chiamata per il mio nome intero. Ma mio padre questo non lo sapeva.
Ricordai la scena di pochi minuti prima, quando, appena entrati in casa aveva pronunciato la fatidica frase: “Ehi Meg, ah tu sei Liam. Piacere sono Albert, ma chiamami Al, Bert, Bertie o Albie.”
Puuum!, prima batosta secca per Liam, che non poteva pronunciare nessuno di quei nomi e nemmeno sentirli, senza rabbrividire.
Meg, vai a chiamare Liz, Caro, Marta e Evy, per favore. E’ pronta la cena del Mc!”
Panico. Colpo fatale. Accoltellato a morte. Liam aveva finto un improvviso malore ed era corso in camera mia, rannicchiandosi a letto.
- Liam, avanti,datti una calmata. – sbuffai. Era un caso perso quel ragazzo.
Lui respirò profondamente, alzandosi a sedere e guardandomi con odio.
-Mangiamo in camera, ti va?- proposi, cercando di rassicurarlo.
Lui annui, facendo ancora l’offeso.
 
 
-Oh ma allora ci vieni alla festa?- mi chiese Lou, il giorno dopo, a scuola.
-Credo di sì, non so. - risposi annoiata, mentre fissavo il cielo coperto di nuvoloni, la pioggia che scrosciava incessante, bagnando il cortile.
Capitavano giornate così, a Londra, ma quel giorno era diverso. Era tutto troppo grigio, troppo scuro e triste, da non poter nemmeno uscire a leggere. Capitavano giornate così, una volta l’anno no? Non intendo di pioggia, quelle ci sono un giorno sì e l’altro giorno..pure.
Dico, le giornate dove vorresti solo stare a letto, dormire fino a morire, attaccare la tv su un film stupido e mangiare biscotti. Così, tanto per ingrassare e diventare una specie protetta dal WWF.
-Vedo che non sei molto reattiva.- osservò Lou. Cavolo, che spirito di osservazione.
-Già.- mi limitai a dire, scrollando la testa per rimettere in ordine i miei pensieri.
-Problemi di cuore?- mi disse con voce da idiota, dandomi una gomitata sulle costole e facendomi l’occhiolino.
-Sì, ho un’aritmia.- dissi, riprendendo fiato. Cavolo, Lou, sei manesco.
-Intendevo sentimentalmente parlando.-
-Ah.-
Non avevo capito, sinceramente. Cioè, perché si dice problemi di cuore? Se mi innamorassi penso avrei problemi di cervello, non di cuore. Il cuore, poi, che cacchio fa? Alla fine fa una pippa, fa circolare il sangue. Non è che misuri l’amore in litri di sangue. Credo.
-Lou, ma qual è l’unità di misura dell’amore?- chiesi io, sovrappensiero.
Lui sembrò pensarci un attimo –Non so. Forse gli etti.-
-Louis, non è mica prosciutto.-
-E allora di cosa è fatto l’amore, Maggie?-
Sinceramente non lo so. Non me lo sono mai posta questo problema, forse perché non mi sono mai innamorata.
“Troverai il ragazzo giusto per te, Meg” diceva sempre mia sorella.
Eppure, come era fatto il ragazzo giusto? Cioè l’avrei trovato con un’insegna luminosa lampeggiante sopra la testa? Con una calamita attira-giusti?
-Non lo so di cos’è fatto Lou. Secondo me di zucchero filato.-
-Zucchero filato? E perché?-
-Non lo so. Forse perché è rosa.-
-Maggie, hai sempre odiato il rosa. Da quando avevi dieci anni.-
-Mah. Forse odio anche l’amore.- conclusi, pensierosa. –E per te di cosa è fatto l’amore, Lou?-
-Di pizza.-
-Di pizza. Sei serio?-
-Non so. Tu hai detto zucchero filato. Io ho detto pizza. Ho fame, Meg.- sospirò.
Annuii mesta, tornando a guardare le nuvole.
Che poi, chissene frega dell’amore, dico io. A me basta pure lo zucchero filato. E se non è rosa lo prendo alla menta. Toh.
Mandai un bigliettino a Liam, nella fila davanti alla mia, che atterrò sul suo banco, sopra il quaderno aperto.
Lui lo lesse, rifletté un attimo, la penna sotto il mento, per poi mettersi a scrivere, rimandandomi il bigliettino.
Lo aprii.
 
“Che cos’è l’amore Liam?”

L’amore è alla fine dell’arcobaleno, dove milioni di unicorni corrono felici e ci sono fontane di cioccolato dappertutto.”
 
Rabbrividii.
 
“Liam, sono spaventata dalla tua sessualità, mi confondi. Dopo andiamo in un cinema a luci rosse, aspettami all’uscita.”
 
-Sì, ci vengo alla festa Lou. Passa tu domani sera però.-
-Solito piano?-
-Solito piano.-
 
 
-Meg, è per te alla porta, è Louis!- urlò mio padre dal salotto.
Ridacchiai, facendo finta di essermi appena svegliata e scendendo le scale.
-Oh, Louis, ciao.- sbadigliai. Che attrice, ragazzi! Che attrice! Da oscar!
-Megan!- urlò Louis, per farsi sentire da mio padre in cucina. –Ho bisogno del tuo aiuto! Sono disperato! Aaah!-
Le doti recitative di Louis erano ferme alla quarta elementare, quando la maestra gli aveva fatto interpretare la renna Rudolf alla recita di Natale.
Aveva una battuta da dire. Ed era “Buon Natale a tutti!”, la conclusiva.
Prima di chiudere il sipario aveva fatto scena muta, dimenticandosela, e aveva inventato un dialogo immaginario tra lui e le altre renne.
Buon Natale, Louis! Dovevi dire buon Natale!
-Che succede?- parlai io, forte, stringendomi nella vestaglia.
-Mia sorella ha bisogno di una baby sitter! Mamma non c’è e io devo portare Charlotte al saggio di danza! Oh! Come farò!- recitò, leggendo spudoratamente da un bigliettino che si era preparato.
Certo che leggeva ancora come alle elementari.
-Beh, Louis, io non ho nulla da fare stasera, se vuoi posso tenere io tua sorella..sai è sabato sera, io non ho nulla da fare. Insomma è SABATO SERA!- urlai a mio padre, tanto per ricordare che figlia buona e cara che ero.
-Oh beh, ti ringrazio, sei davvero un’antica! Cioè volevo dire un’amica!- si corresse subito.
Aveva sbagliato a leggere. Dio, che ritardato.
-Mi vesto e scendo, aspettami pure in macchina.-
Lui ridacchiò e corse in macchina.
-Papà, hai sentito Lou, no? Ha bisogno di aiuto!- dissi a mio padre, con sguardo supplichevole.
-Dì un po’, mi credi scemo?- mi chiese lui alzando un sopracciglio.
Io  finsi offesa –Cosa cerchi di insinuare? Che la tua figlia preferita, cioè io, abbia messo in piedi questa messinscena solo per poter uscire questa sera? Mi deludi, padre!- mi opposi, in tono schifato, indicandolo con un dito accusatore.
Lui sospirò  -Sabato scorso dovevi aiutare Louis a studiare biologia.-
-Lo studio non aspetta nessuno papino!-
-Il sabato prima il cane si era rotto un zampa e doveva portarlo dal veterinario.-
-Beh, sai, anche i cani si rompono le ossa, non decidono mica loro il giorno!-
-Il cane di Louis è morto due anni fa, Megan.-
Oh oh. Piccolo dettaglio.
-Ah.- beh, che potevo fare ormai? Niente. Nada. Nisba
-Beh..è che..-
-“E’ che..” cosa?-
-..che Louis non riesce ancora ad accettare il fatto che il suo cane sia morto. Cioè, pensa sia ancora vivo, della serie che ci parla, ci gioca, gli dà da mangiare, lo porta a spasso.. Ti è mai capitato di vederlo vagare in giro con il guinzaglio di Pook? No? Ecco. Non è un bello spettacolo, te lo assicuro.- inventai, di sana pianta. –Come puoi negare aiuto ad un ragazzo in queste condizioni?-
Mio padre alzò gli occhi al cielo, rassegnato.
-Vai.- mi disse –Consideralo un premio per la fantasia che ci metti, almeno.-
Neanche il tempo di dire A che mi ero tolta la vestaglia, dove portavo già dei leggins e una maglia.
Presi le chiavi di casa e schizzai fuori con un mezzo –Ciao!-, verso la macchina di Louis.
-Com’è andata?-
-Da adesso in poi ogni tanto dovrai andare in giro con il vecchio guinzaglio di Pook per strada.-
-Ok.- E con una scrollata di spalla mise in moto.
Ecco, questo mi piaceva di Louis. Non chiedeva mai il perché di una richiesta o di qualsiasi cosa.
Bastava chiedergli qualsiasi cosa, anche la più idiota e lui: “Ok.”
Del tipo: “Ehi ti potresti buttare in una piscina piena di puntine da disegno del diametro di 5 millimetri?” e lui avrebbe risposto, con una scrollata di spalle un “Ok!”.
Tre quarti della gente normale avrebbe chiesto un minimo di “perché dovrei farlo?” “per quale assurdo motivo ti è venuta in mente una cavolata del genere?” o almeno un “ma perché le puntine da 5 millimetri?”.
Louis no.
-Sai Lou, alla fine di tutto credo di volerti bene.-
-Anch’io credo, Maggie.- rispose, sorridendo. –Ma ti devo dire una cosa.-
-Cosa?-
-Non so dove stiamo andando.-
Fantastico.
 
 


 
Hello :)
Boh, non so che dire in effetti, vedo che la storia viene letta ma non viene recensita, quindi a me va bene lo stesso ;)
Il prossimo capitolo sarà di passaggio, un po’ una schifezza, vi avviso.
 
Eniuei, spero la storia vi piaccia!
Il vostro personaggio preferito? Io mi diverto a scriverla, quindi ecco, spero non mi crediate una demente e che non faccia troppo schifo (cosa che temo faccia, e vabé..)
 
Sciaaaao!

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Capitolo 4
*** "Non ho starnutito, mi chiamo Zayn." ***


4. “NON HO STARNUTITO, MI CHIAMO ZAYN.”
 
-Ora devi rimangiarti quello che hai detto!-
-Louis, solo perché dopo quaranta minuti sei riuscito ad arrivare nel posto giusto, non significa che devo rimangiarmi tutto!-
-Ma sei stata cattiva!- mise il broncio con un’espressione da bambino.
-Louis, ho solo espresso il mio parere!-
-Mi hai insultato per tutto il viaggio!-
-Ma se guidi come un cieco ubriaco! Hai quasi investito una signora col cane!-
Louis fece una smorfia –Investire! Che parola grossa! E’ più..come dire..travolgere! E poi non capisco perché insisti tanto con questa cosa! Non è successo niente no? E allora!-
Io scossi la  testa, nulla si poteva contro la guida di Louis. Non conosceva i freni, nemmeno i segnali stradali, i semafori, le strisce pedonali, le frecce direzionali.
Non sapeva guidare, diciamola così.
L’esaminatore della patente era suo zio, se ve lo stavate chiedendo.
Scendemmo dalla macchina scassata di Louis e ci avviammo verso la casa in fondo alla via da dove proveniva la musica e dove la gente si era riversata in giardino.
-Come hai detto che si chiama il tizio?-
-Zeyr.- rispose Lou, convinto.
-Sembra arabo.-
-Viene dall’Afghanistan.- mi informò lui, orgoglioso di sapere tutti questi gossip.
-Non è che vuole il burqua?-
-Non credo Maggie, considerando i vestitini che mi stanno passando di fianco, queste facevano prima a venire nude!- constatò avvicinandosi alla casa.
Gesù, manco fossimo ad Agosto.
Entrammo in questa casa, che dire “piena di persone” era usare un eufemismo.
Per arrivare al tavolo degli alcolici ci appiattimmo sul muro, schivando coppiette che pomiciavano su divani/tappetti/pareti, con la musica a palla e urla di gente ubriaca.
Quando arrivai al tavolo tirai un sospiro di sollievo.
-Sei ancora vivo Louis?-
-Non so, penso mi abbiano vomitato addosso.-
-Oh beh, non sarebbe la prima volta.-
-Louis!- sentii chiamare una voce.
Si stava avvicinando un ragazzo coi capelli biondi e un sorriso da Stregatto drogato.
Probabilmente ubriaco.
Il biondino inciampò rovinosamente, finendo al suolo e scoppiando a ridere, rotolandosi.
Decisamenteubriaco.
-Hei Niall!- lo salutò Louis con un sorrisone, mentre si scolava il bicchiere pieno di liquido rosato e lo aiutava a rialzarsi.
Il ragazzo fece un’altra delle sue risate a bocca aperta, quasi soffocandosi. Dov’ero finita.
-Hey ma tu sei l’amica di Louis? Sei Mary no?-
-Sono Megan.- sibilai, guardandolo torva.
Lui rise –Scusa Melanie, sono una frana coi nomi! Sai cosa? Ho visto un coniglio da passeggio prima! Lo volevo portare a passeggio ma è scappato via! E’ scappato capite! Un coniglio è scappato!- e rise.
-Scusa ma sei sicuro di stare bene? Deliri.-
Lui rise ancora, barcollando e tenendosi su sulla spalla di Louis, che lo fissava con la mia stessa espressione del: “ma che cazzo stai dicendo?”.
In quel momento, mentre Niall si lanciava di nuovo a pesce sul tavolo degli alcolici, sentii qualcuno toccarmi una spalla inaspettatamente.
Feci un salto di tre metri, alzando il braccio in aria, pronta per tirare un pugno a chiunque avesse osato toccarmi alle spalle.
MAItoccarmi.
Il mio pugno venne fermata al volo da una mano grande e affusolata che chiudeva la mia.
-Tu!- urlai ancora, arrabbiata. –Sei assurdo, non sei capace di arrivare come le persone normali?-
Styles rise alla mia faccia sconvolta –E’ divertente però.-
-Come no, divertente. Divertente finché non ti metterò realmente le mani addosso.-
-Sai, a tutti i ragazzi piace quando le ragazze li minacciano di mettergli le mani addosso..- ammiccò facendomi l’occhiolino.
Lo guardai quasi uccidendolo -Ne riparliamo quando te le stringerò intorno al collo per soffocarti, che dici?-
Sentii tossicchiare alle mie spalle –E voi, da quand’è che vi rivolgete la parola?- chiese Louis con la faccia di chi la sa lunga.
-Una settimana fa mi ha svegliato in sala punizioni.- dissi io.
Louis fece una faccia sorpresa , rivolgendosi a Styles –E sei ancora vivo? Ritieniti fortunato, Hazza.-
Hazza.Ma che soprannome idiota, Louis.
Styles sorrise –E poi le ho riportato un libro.-
-Un libro?-
-Sì, mi ha riportato un libro che avevo dimenticato. Cos’è vuoi una medaglia?- sbuffai.
-Simpatica come sempre, Meg.-
-Una cippa, Styles. Mi stai pure sul cazzo, pensa un po’!-
Louis interruppe il mio omicidio verbale con una risatina, mettendosi tra di noi –Cavolo, siete proprio diventati amici allora! Harry, tranquillo, quando fa così vuol dire che è di buon umore!-
-Vuoi un pugno Lou?-
-Ecco  Harry, vedi? Dimostrazioni di affetto!-sorrise come se non avesse capito la minaccia.
All’improvviso, una specie di figura bionda si buttò correndo sopra Styles, che rimase quasi sconvolto.
Da quand’è che l’irlandese si era messo un vestitino?
La guardai meglio. Rettifico. Non credo proprio fosse Niall quella tizia che stava baciando Styles con una convinzione tale da farlo andare a sbattere contro il retro del divano.
Era tipo una sanguisuga, una ventosa attaccata con l’attack, per intenderci.
-M..ni…! Mo..que!- tentò di formulare lui, sotto il controllo della furia della biondina. La prese per la vita e se la staccò definitivamente di dosso, mentre lei muoveva ancora la bocca.
Sembrava un pesce gatto, di quelli che tiri fuori dall’acqua e continuano a dimenare la coda e a boccheggiare. Aveva un che di stupido.
-Monique! Dai, non qui!- sospirò Styles, imbarazzato e passandosi una mano tra i capelli da barboncino.
Lei ridacchiò passando in rassegna tutti i presenti dall’alto in basso.
Portava un vestitino azzurro, sbrilluccicoso e un sorrisetto malvagio che avrebbe fatto paura perfino a Morticia Adams.
Il suo sguardo si fermò su di me, ferma in piedi accanto a Louis, con un’espressione scettica e le sopracciglia alzate.
-Ciao, io sono Monique.- mi si avvicinò dandomi la mano.
-Quando?- le chiesi io, guardando la mano, schifata.
-Quando cosa?- mi chiese lei, confusa.
Harry ridacchiò –Quando te l’ha chiesto?- concluse lui, per me, cercando di trattenersi dal ridere.
Lui si girò e, con un’occhiataccia lo fece smettere di ridacchiare in un nanosecondo.
Io abbozzai un sorriso, a ricordo del nostro primo incontro.
Abbozzo di sorriso che finì tre secondi dopo, comunque.
La fissai negli occhi, ignorando ostentatamente la sua mano –Sono Megan.- la informai io, notando la sua espressione scioccata.
Si ricompose –Oh, Avery? Megan Avery, giusto?- mio Dio che voce orribile.
Come un gesso sulla lavagna, come un trapano incessante o come la pallina antistress che papà faceva rimbalzare in soggiorno.
-Evidentemente.- risposi seccata.
- Eri quella che ha urlato a mensa l’altro giorno?-
Annuii.
-E sei quella che l’anno scorso ha reso inagibili gli spogliatoi delle cheerleaders vero?-
Alzai gli occhi al cielo –Scusa ma cosa vuoi da me? Un autografo? A breve pubblicherò la mia autobiografia, te ne regalo un copia, eh?- tentai di chiudere il discorso.
Lei mi fissò con odio nelle pupille.
-Andiamo.- si girò di scatto verso Styles che ci fissava inorridito. Lui riuscì a salutarci, ancora un attimo scosso dalla situazione e con gli occhi vacui –Ciao Lou, ciao Meg. Niall, riprenditi!- disse, e poi se ne andò, trascinato da quella pazza furia.
Oh, cavolo! Niall! Ma dove cavolo era?
Lo vidi per terra, rannicchiato a ridere da solo. Ma da quanto era lì?
Io e Louis lo prendemmo uno da una parte e io dall’altra, alzandolo e tenendolo per le braccia, fino a portarlo fuori in giardino, in tempo per vedere Mr Riccio e Bambola Gonfiabile chiudersi dentro una camera da letto al piano di sopra.
Oh beh, buon per loro.
 
 
-Tu sei pazza!- rise, sganasciandosi, Louis due minuti dopo, mentre guardavamo Niall rotolare nell’erba e credere di essere Spiderman.
-Oh, Lou, non la sopporto, lo sai.- dissi, spazientita.
-Sì ma almeno potevi darle la mano!-
Lo guardai inorridita –La mano a quella? Ma chissà cosa ci aveva fatto con quelle mani, figurati! Lo sanno tutti che si è fatta tutta la squadra di calcio della scuola! Perfino te!-
Lui rise –Per carità, non ricordarmelo. E’ stata una delle peggiori volte della mia vita. Dentro le docce degli spogliatoi masch..-
-No Lou! Ti prego, risparmiami!- lo supplicai.
Lui mi sorrise dolcemente, tirandomi verso di lui con un braccio.
-Dai piccola Maggie, oggi ti spiegherò le cose da grandi.-
-Ti prego, Louis, no.-
-Allora. Hai presente la storia delle api? Ecco, è una cavolata.-
-Louis…ti avverto.- lo minacciai.
-Ma fai finta che ci sia una banana..-
-LOUIS!- urlai, ridendo e dandogli una gomitata nelle costole –Sei un maniaco! Odio parlare di questi argomenti, dai-
Lui scoppiò a ridere, alzandosi. –Tu e i rapporti con le persone Maggie? Due mondi diversi!-
-Ah ah- risi sarcasticamente, mentre lui si appoggiava a un albero, con la schiena.
Ne seguì qualche minuto di silenzio, nel quale ognuno pensava ai fatti suoi.
-Ci pensi mai? A tua madre, dico.- mi chiese Louis.
Scossi la testa. –Quasi mai. Se n’è andata, che mi importa?  A lei non frega di me, a me non frega di lei. Semplice.-
Louis sospirò.
-Certo che è stupido, Niall, ma che sta facendo?-
-Sta parlando con qualcuno, credo.- osservai
In effetti Niall stava urlando da un’ora –Venite a prendermi! Sono qui! Mamma, papà!-
-Crede di essere un alieno.- giunse una voce alle mie spalle.
Mi ritrovai davanti a quel figone che spiavamo sempre alle ore di ginnastica. Pelle ambrata, occhi color caramello, tatuaggi da bad boy che fanno sempre molto fico, sigaretta in bocca.
Una visone, insomma.
-Un alieno?- chiese Louis
-E’ da un po’ che è dell’idea di essere un alieno.- espirò il fumo –Ogni tanto alla fine delle feste lo ritroviamo al mattino convinto che lo abbiano rapito. In realtà è solo ubriaco e non ricorda nulla.-
Risi, sputando la bibita che avevo in mano.
Lui mi sorrise, rivelando un sorriso da farmi sciogliere come un gelato sul tavolo della cucina ad agosto.
-Tu devi essere Zeyr- dissi con un filo di voce, come ipnotizzata.
-Zayn!-
-Salute!-
-Non ho starnutito. Mi chiamo Zayn, non Zeyr.-
Fulminai Louis che stava fischiettando colpevole.
-Ah, sì e io che ho detto?-
-Hai detto Zeyr.-
-Zeyr? Pf! Che assurdità! No no! TI sei sbagliato!- mi difesi io con tono non molto convinto. –Vieni dall’Afghanistan vero?- chiesi, per salvarmi.
-Veramente sono Pakistano.-
Mi girai verso Louis che stava soffocando una risata con un –Vado a recuperare Niall- molto convincente.
Certo che l’avrei ammazzato.                                
Zayn lanciò a terra la sigaretta e si sedette vicino a me sull’erba.
-Tu sei?-
-Megan.- risposi con una finta voce tranquilla.
-Megan Avery?-
Rimasi interdetta. –Ma cos’è che tutti sapete il mio cognome? Sono famosa?-
Lui sorrise –No, in realtà ho sentito parlare di te.-
-E da chi?- chiesi, brusca.
Lui mi guardò rivelando un sorriso enigmatico della serie “stuprami stuprami stuprami”
-Sei sempre così gentile?-
Sbuffai –Che cazzo, odio la gente che me lo dice.-
-E sei sempre così educata?-
Lo fissai con odio, fin quando lui non rise.
-Mi sono sempre piaciute le ragazze dirette.-
Mi animai –Non c’è nessuno più diretto di me! Guarda!-
Mi alzai in piedi, cercando Louis con lo sguardo. Lo individuai.
-Louis!- gli urlai contro, mentre stava aiutando NIall a rialzarsi per la millesima volta.
-Cosa?- mi rispose lui
-Hai un cervello da decerebrato! Non sai guidare e secondo me ti serve un corso avanzato di moda! Andiamo, Lou, hai solo magliette a righe, va bene che ti piacciono, ma sono indice di demenza prematura!-
Lou rimase in silenzio per un attimo. –Megan?-
-Sì?-
-Vai a cagare!-
Zayn scoppiò a ridere, socchiudendo gli occhi, intorno ai quali si formavano delle piccole pieghe adorabili.
-Ho capito, sei una ragazza diretta, Megan, sì.-
-Perfetto. Allora direi che dovresti farlo.-
Lui mi guardò un attimo confuso –Fare cosa?-
-Chiedermi di uscire. E la mia risposta è sì.-
-Ma, veramente io non ti sto chiedendo di uscire.-
-Ah no? Sembrava.- buttai lì, senza farci caso.
Lui rimase sconvolto per circa dieci secondi, cercando di capire cosa stava succedendo.
Sì, mi ero autoinvitata ad un appuntamento con lui.
Sì, lo stavo costringendo ad invitarmi.
-Megan?- chiese.
-Sììììììì?- chiesi, sbattendo le ciglia come una perfetta dodicenne.
-Non è che non mi piaci..è che..-
-“Che” cosa scusami?- gli chiesi
-Che non sono un ragazzo serio, voglio dire..io non voglio assolutamente impegnarmi con nessuna. Non sono il tipo giusto per te.-
-E chi ti dice che io voglia una storia seria? Ti ho solo chiesto di invitarmi ad uscire, mica che voglio sposarti!-
-Io conosco quelle come te..-
-Come me? Ma tu mi conosci Merik?-
-Malik.-
-Sì, è uguale. Mi conosci? Forse in Afghanistan le donne sono tutte così, vanno in giro col burqua, pregano Allah e nascondono bombe sotto i vestiti, ma qui una ragazza può anche uscire con qualcuno senza dover preparare le partecipazioni al suo matrimonio!-
Lui rimase accigliato un momento.
-Io vengo dal Pakistan.-
-Non so nemmeno dov’è il Pakistan, Zayn.- sbuffai, alzandomi in piedi per allontanarmi da lui. –E perciò se tu credi di sapere tutto di tutti, allora saprai di certo che non spreco tempo con le persone che credono di conoscermi al primo secondo che mi vedono.-
Mi voltai, avviandomi verso l’entrata della casa per oltrepassare la folla e andare a prendere da bere, quando mi sentii afferrare il braccio.
-Megan.- disse Zayn, parandosi davanti a me. –Ti andrebbe di uscire con me?- mi chiese, abbozzando un sorriso.
Lo guardai con sufficienza –Ah, non lo so. Forse. Può essere. Chi lo sa. Così, su due piedi..domani alle sette e mezza. E ora vado da Louis.- risi io, ridendo e allontanandomi, sentendo Zayn ridacchiare e tornare all’interno di casa sua.
Louis stava sorreggendo Niall che intanto aveva cominciato a vomitare dietro un albero.
-Bello trovarti in queste situazioni, Tomlison.-
Lui si girò verso di me con un’espressione schifata. –Davvero.-
-Sai Lou, ho un appuntamento.-
-Ma va? Chi è lo sfortunato?-
Lo fulminai –Zayn.-
-Ma va? Veramente?- chiese sbalordito.
-Ha detto che gli piacciono le ragazze dirette.-
-Va bene dirette, ma tu sei un caso patologico, Maggie. Hai il tatto di un elefante.-
-Ma non è vero!-
-Sì che è vero! Hai fatto piangere una bambina tre giorni fa, perché le hai detto che Babbo Natale non esiste!-
-Non poteva vivere in questa menzogna!-
-Come no. Non mi spiego come tu possa uscire con Malik.-
-L’ho praticamente invitato io.-
-Davvero?-
-Davvero.-
-Scusate- si intromise Niall a carponi sull’erba –Per quanto sia contenta che Molly abbia un appuntamento potreste darmi un fazzoletto?-
Certo che era davvero bello parlare della tua vita sentimentale con uno che ti vomita sulle scarpe.



Capitolo number 4!
Grazie per i messaggi super carini che mi mandate, mi scaldate il cuoricino :3
E grazie anche a chi segue la mia storia siete cucciole <3

Coooooomunque, ho pronto anche il 5, che dite lo metto subito o aspetto?
Mah, ditemi, je ne sais pas.
Ah, sto palesemente evitando di studiare per gli esami, ma la verità è che la mia tesina è lì che mi guarda e io la saluto di rimando. 
Ciao tesina, TVB.
Vabbè, va. Buenas noches e divertitevi, che è l'ultima settimana per voi -.-"

Sciaaao!

Anna ;)

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Capitolo 5
*** Sunday, Monday..Happy Days?! ***


5. SUNDAY, MONDAY…..HAPPY DAYS?
 
-Meg, suonano alla porta, è per te!- urlò   dal piano di sotto Marta.
Scesi di corsa le scale e trovai Zayn sulla porta con un’espressione confusa.
-Ma..non ti sei ancora vestita?-
Stava per caso alludendo al fatto che ero ancora con il mio pigiama con le paperelle?
-Intanto ciao anche a te. - sorrisi di sbilenco – e poi, no, non mi sono ancora vestita.-
-E.. potrei sapere perché?- chiese lui, ancora confuso.
-Eh, ma se non so dove andiamo!-
Insomma, mi sembra ovvio, dai.
-A mangiare un gelato, credo.-
-Cinque minuti e scendo.-
-Megan, io conosco i famosi cinque minuti delle ragazze- sospirò. –Starai su una mezzora.-
Sorrisi –Ma tu non conosci me. -
 
Cinque minuti dopo ero già alla fine delle scale, mentre di Zayn nemmeno l’ombra.
Provai a cercarlo in giardino e pensai che se la fosse data a gambe.
Che poi, a chi non è mai capitato di arrivare a casa di una ragazza che si è autoinvitata a uscire con te e si presenta in pigiama?
Ah, senza dimenticare il fatto che ho sbagliato il suo nome giusto un paio di volte.
Lo trovai, invece, seduto in cucina, con un’espressione terrorizzata: le mie sorelle lo stavo accerchiando con uno sguardo sorpreso e indagatore.
-Come hai detto che ti chiami?-
-Zayn.-
-Zayn cosa?-
-Zayn Malik-
-E da dove vieni? Sembra Afghano.-
-No, sembra più un egiziano con quella mascella sporgente.-
-No, concordo con l’Afghano.-
-Ma lo sai fare il kebab?-
-Ma è vera questa cosa di La Mecca?-
-Come fa la montagna ad andare da Maometto?-
Tossicchiai per attirare l’attenzione e Zayn si voltò di scatto verso di me con un’espressione di sollievo.
Ma neanche tanto, visto dov’era finito.
-Ragazze, ma cosa state facendo?-
Si girò Caroline a rispondermi –L’abbiamo trovato all’ingresso, stava aspettando te. -
-Lo so, Caroline, che stava aspettando me, grazie.- sbuffai. –Ma non credete che accerchiarlo e fissarlo come un fenomeno da circo lo potrebbe come minimo spaventare?-
-Non so.- rispose Elisabeth -E’ che ho provato a parlargli in arabo e non mi capisce.-
Ah, dimenticavo che mia sorella aveva studiato anche le lingue orientali, arabo e russo., ovviamente.
La sua mente era come una spugna, leggeva e ricordava tutto e ripeteva con semplicità anche concetti molto difficili. Della serie che parlava in arabo in giro per casa come un profeta di Allah o qualcosa del genere.
-Non so nemmeno una parola in arabo veramente..- provò a dire Zayn, ma venne bloccato da un’altra occhiata delle mie sorelle.
Io risi nel vedere la sua faccia sconvolta –Dai, è il caso di andare ora.- guardai Zayn. –Forza, dai! Alzati!-
Lui scattò in piedi e con un “ciao” sussurrato a testa bassa se ne andò quasi correndo.
-Quando torno facciamo i conti.- le avvisai, e me ne uscii di casa.
Trovai Zayn appoggiato ad una colonna del portico che sospirava.
-Casa tua è da manicomio.-
-Oh beh, non sei il primo che me lo dice.-
-MI volevano violentare, Megan! Violentare!-
Alzai gli occhi al cielo –Violentare, adesso. Se sono tutte santarelline che resteranno vergini fino al matrimonio! Sono carine, te lo giuro, a volte sono simpatiche, ma quello che spaventa i ragazzi è la loro intelligenza..sai un giorno il fidanzato di Caroline l’ha lasciata perché perdeva sempre contro di lei a scacchi: lui era uno che giocava da quando aveva tre anni, lei aveva imparato da un mese..-
-A scacchi?-
-Eh, a scacchi! Sai? Pedine, torre, re, regina..?-
Lui mi fissò grattandosi la testa –Non so cosa sono gli scacchi.. è per la play o l’xbox?-
Bontà divina, dove sono capitata.
-Lascia perdere, Zayn.- sospirai, prendendolo sottobraccio e avviandomi decisa fuori dal giardino, direttamente in strada.
Zayn decise di andare verso un quartiere un po’ frequentato per fare una passeggiata e vedere le vetrine, in una normale domenica pomeriggio a Londra.
 
-Raccontami di te, allora.- mi chiese lui, mentre eravamo seduti su una panchina a mangiare un gelato.
-Cosa devo raccontarti, scusa?- domandai alzando un sopracciglio
-Non so, della tua vita. -
-Non mi piace parlare di me. Odio parlare di me.- borbottai con sguardo truce.
Lui ridacchiò –Allora provo io a dire qualcosa di te e mi dici se è giusto.-
Alzai gli occhi al cielo – Zayn, sembriamo all’asilo, dai.-
-Allora- cominciò, facendo finta di non sentirmi –Sei una ragazza.-
-Cazzo, sei perspicace per uno che non sa cosa sono gli scacchi..-
-E sei sarcastica. E dici anche un po’ troppe parolacce.-
Roteai gli occhi –Faccio quest’effetto, sì..-
-So anche che non ti piace parlare di te, ma perché? Forse perché non ti piace esporti?-
-Forse perché non so cosa dire?- suggerii
-Poi, sei una ragazza molto diretta, non hai mezzi termini nel dire le cose. Tratti male le persone, ma non lo fai con cattiveria, sei scorbutica. Parli come una macchinetta, finisci spesso in punizione, rispondi male agli insegnanti, fai scenate a mensa, parli da sola molto spesso, dormi sul banco durante l’ora di algebra, a ginnas..-
-Cavolo, Zayn, smettila di elencare i miei difetti, mi lusinghi.- gli dissi sarcasticamente.
-Guarda che sono tutte cose che mi piacciono di te, devo ancora arrivare a quelle che non mi piacciono.-
Alzai gli occhi al cielo -Ah, perfetto.-
Lui rise, si alzò e mi prese la mano per alzarmi dalla panchina e continuare a camminare.
-Stai tranquillo, Malik, lo so che sei innamorato di me.-
Lui ridacchiò –Tu credi?-
-Ovvio. Anche io mi amo. Anche quello lì mi ama!- indicai una signore a spasso col cane di fianco a me, che mi guardò confuso –E anche lui!-
-Megan, quello è un barbone.-
-Mi ama anche il barbone Malik.- risposi, seria.
Lui rise di gusto, continuando a camminare, piano però, perché riuscissi a raggiungerlo.
-E’ una delle uscite più strane che abbia mai fatto.- mi confessò.
-Perché? Che c’è di strano?-
-Allora, prima di tutto mi hai obbligato a chiederti di uscire..-
-Obbligato!? Addiritura! Nemmeno avessi una pistola puntata alla tempia!-
-Mi incutevi timore, Megan!- mi disse sconvolto.
-Mi fa piacere! Era il mio intento!- sorrisi io, mangiando il gelato a morsi.
--Comunque, a parte il fatto che mi incuti timore e mi hai obbligato a chiederti di uscire con la forza, sono arrivato a casa tua ed eri in pigiama, perché non sapevi dove andavamo.-
-Eh beh? E’ un valido motivo!-
-E poi sei salita e ci hai messo cinque minuti a vestirti, quando una ragazza di solito ce ne mette quaranta. Faccio in tempo ad andare a casa, fare una partita a PES , tornare da lei e si sta truccando!-
Ammiccai –Perché non hai mai conosciuto me. Sai, non è che la mia priorità sia vestirmi decentemente. Cioè, metto quello che mi capita, normalmente.-
Mi fissò incuriosito -Sei strana. Perfino io ci metto mezzora a vestirmi.-
-Perché tu sei una femminuccia, Malik. Una femminuccia.- gli dissi con tono grave.
 
-E’ il caso che ti riporti a casa, ora.- disse Zayn mentre guardava l’orologio
-Perché? Hai un appuntamento?-
Zayn sgranò gli occhi –Sempre discreta tu, eh.-
Alzai le spalle.
-Sì,  in effetti. Devo essere sincero, ho  un appuntamento con un’amica.-
Ridacchiai –Dai Malik, puoi dirlo pure che è una scopamica!-
Lui rise –Cavolo, tu non capisci proprio i mezzi termini eh? Comunque se vuoi metterla in questo modo, allora diciamo di sì..-
-E’ come su Amici di letto?-
-…eh?-
-E tu sei Justin Timberlake? Io salterei addosso a Justin Timberlake.-
-Cosa?-
-Justin Timberlake, dico-
-Chi?-
Oh Santissimo Re dei Cieli, salvami.
-Non importa, vai pure, comunque, torno da sola a casa!-
-Beh, grazie mille!- esclamò, raggiante –Sai, non ho mai incontrato una ragazza a cui non desse fastidio.-
-Cosa? Il fatto che tu vada a rotolarti nel letto di un’altra o che non mi riaccompagni a casa? O che non conosci Justin Timberlake, che, fra parentesi, è un sacrilegio?-
Lui sorrise –Tutto questo, credo. Sei strana, Megan.-
-E dai con questi complimenti- sbuffai –Sei gentilissimo!-
Lui rise, dopodiché si avvicino a me con il viso, tanto che  potei sentire il suo intenso profumo di vaniglia. Appoggio il suo naso al mio per un secondo, lasciandomi guardare da vicino i suoi occhi marroni, ridenti, le quali ciglia solleticavano le mie.
Mi diede un leggero bacio sulle labbra, mentre l’altra mano era appoggiata sulla mia guancia a tenermi il viso, accarezzandomi lo zigomo.
-Ci vediamo, stramba- mi sussurrò poi, allontanandosi un poco.
Rimasi imbambolata per un attimo, poi mi rianimai.
Ma granpezzodimerdatiammazzocosacavolofai?
-Malik!- urlai, mentre lui si stava allontanando.
-Sì?- chiese lui, girandosi con un ghigno in volto.
-Non dirmi che fai così con tutte al primo appuntamento!-
-No, al primo appuntamento in effetti me le sono già portate a letto, a dirla tutta.-
Ah, mi sembra giusto.
 
Il giorno dopo a scuola ero spaparanzata in una delle panchine del cortile.
Pensandoci bene, il lunedì dovrebbe essere bandito. E non solo perché la parola lunedì è brutta (perché, dai, è brutta).
Il lunedì è il giorno in cui comincia tutto “da lunedì comincio la dieta” “da lunedì mi metto a studiare”.
Il lunedì è come l’iceberg del Titanic: stai facendo un bellissimo weekend con la barca, navighi in mezzo all’oceano, balli, fai le cene di gala col capitano, quando all’improvviso.. zack! Eccolo lì. L’iceberg-lunedì. Che ti fa affondare e colare a picco e forse ti salvi aggrappandoti al pezzo di legno che è la tua zattera di salvataggio urlando “Jack! Non morire Jack!”.
Cavolo però, sono proprio brava con le metafore.
-Ciao Meg!- mi salutò allegramente Carly sedendosi di fianco a me.
--Sei l’unico essere vivente sulla faccia della terra a essere così pimpante il lunedì. Mi urti il sistema nervoso.-
-Cavolo,  Megan. Allegra come sempre tu. -  ribattè lei, senza però perdere il sorriso.
Le risposi con un sonoro sbadiglio. Che finezza.
-Beh, che hai fatto nel weekend? Scusa se non mi sono fatta sentire, sono andata in un campeggio in una riserva protetta con..-
-Sì sì Carly, molto bello, hai salvato un orso bruno e un’aquila reale facendogli la manovra di Heimlich…?-
Lei fece una smorfia –Dai, Simpatia, cosa hai fatto?-
Alzai le spalle –Niente di che, sabato sono andata ad una festa con Lou a casa di Malik.-
-A casa di Malik? Quel Malik? Quel Zayn Malik?-
Sbuffai –No, quell’altro, Carly. Chi vuoi che si chiami Zayn Malik nell’arco di questa regione scusami?-
E di questo universo, suppongo.
-E io sono andata via e mi sono persa la festa di Malik? Avrei mandato a cagare anche il campeggio se l’avessi saputo! Mi sarei rifatta gli occhi con lui!- grugnì. –Mi hai fatto passare il buonumore.-
Perfetto, il mio piano era compiuto.
Decisi di tacere sull’appuntamento del giorno precedente, se di appuntamento si poteva parlare, anche.
Era stata una semplice uscita, no? Perché era così, vero?!
In qualsiasi caso, odiavo si sapessero i fatti miei ed ero molto riservata rispetto alle mie vicende personali, ai miei problemi e ai miei sentimenti in genere. Solo con Louis parlavo apertamente, ma perché Lou era Lou e tanto non capiva un tubo di quello che dicevo.
-Allora, Maggie, quest’appuntamento con Malik com’è andato ieri eh?- sentii una voce avvicinarsi a me da dietro.
Chiusi gli occhi reprimendo il mio istinto omicida.
Tu, maledett…
-TU CHE COSA?- tuonò Carly quasi strangolandomi quando mi chiuse le mani intorno al collo.
-Ca..ly, se mi fai pa..lare.- Lei mi lasciò il collo e io ripresi respiro.
-Sì, beh, sono uscita con Malik, è stato bello, abbiamo parlato ed è finita lì, niente di..-
-Niente di che?!- urlò di nuovo –Niente di che cosa?-
-Beh, ehm, io andrei..- provò a svincolare Louis.
-Oh no, caro mio, ora voglio sapere tutto!- lo blocco Carly sbarrandogli la strada.
Ah, ben ti sta!
-Megan è uscita con uno dei ragazzi più fighi della scuola che spio da quando avevo dieci anni e nessuno dei due mi ha detto nulla? Ma siete pazzi?-
Quella ragazza era sclerotica, mio Dio.
-Beh? E ve ne state pure zitti? Raccontatemi tutto. Ora.-
Aveva anche gli occhi iniettati di sangue. Le mancava un’ascia e poteva interpretare Shining meglio del protagonista.
Io e Lou le raccontammo tutto molto alla larga, anche perché realmente non c’era nulla da raccontare di più di quello che era successo.
-Beh, e non è successo nient’altro?- si informò Carly, essendosi calmata e tornata nel suo istinto “peace and love forever”.
-No, nulla.- affermai convinta.
Carly mi si avvicinò per squadrarmi. –Sicura?-
Deglutii, sentendomi osservata dei suoi occhioni azzurri serrati a due fessure –Sicura.-
Lei balzò in piedi, indicandomi con dito accusatore. –Tu menti! Dimmi cos’è successo!-
Louis spostò lo sguardo dalla mia faccia desolata e dalla sua faccia incredula.
-Ma chi minchia sei, Horatio Caine?-
Carly lo ignorò – Cos’è successo, Meg?-
Sospirai. Che palle. –Prima di andarsene mi ha baciato. Ma fine del discorso, eh. Un bacetto così, tre secondi e tanti saluti. Era per salutarmi!- mi difesi dalla faccia maliziosa di Carly –Doveva andare dalla sua scopamica oltretutto!-
Carly mi guardò con un sorrisetto –Certo..per “salutarti”, come no..- ridacchiò.
Quella era peggio di una donna in menopausa riguardo ai cambiamenti di umore.
-Andiamo, Lou, abbiamo chimica ora.- trillò lei –Ti “saluto” Meg!- rise, trascinandosi dietro il malcapitato con uno sguardo assente, andando così veloce da travolgere perfino Ricciolone Styles e la baldracca della sua fidanzata.
Cavolo però, come faceva a infilarsi una gonna così stretta? Che taglia sarà stata? Taglia 14 anni?
Il travolgimento però non li scompose più di tanto, impegnati com’erano ad attaccarsi come polipi a ventosa su tutto il corpo, in mezzo al cortile.
Vabbè.
-Ehm ehm.-
Oh, qualcuno si stava schiarendo la voce..giusto?
-Scusami..Megan?-
Mi decisi a girarmi e mi ritrovai davanti il faccione tondo di un irlandese con due occhioni blu.
-Ah!- mi ricomposi – Ah, scusa. Niall, giusto?-
Ignorò la mia domanda -Perché stavi guardando il sedere di Monique?-
-Non..non stavo guardando il suo sedere!- mi difesi guardandolo torva.
-Come no.- alzò le sopracciglia con l’aria di chi la sa lunga. –Sono venuto a dirti una cosa. - mi disse con voce seria.
-E cosa? Che le Spice Girls sono tornate insieme? No perché se è vero faccio una festa, e tu sei invitato.- chiesi speranzosa.
Lui mi guardò come se fossi pazza –Niente di così eclatante, mi dispiace. Il preside ha indetto una riunione e vuole vederci.-
-Ma chi,  a me e a te?- chiesi – Cos’hai combinato?- aggiunsi subito, sospettosa.
-Io nulla. Credo che ci sia altra gente comunque, ho sentito anche Harry che ne parlava. Sì, beh, prima di appiccicarsi addosso a quella sanguisuga.- disse, guardando anche lui verso la direzione della coppietta.
Mi girai anch’io e ci ritrovammo entrambi a fissarli in una maniera indecente, chiedendoci in effetti come cavolo facessero a battere il record di apnea dei sommozzatori olimpionici. In effetti ci mancavano solo i pop corn e saremmo sembrati due al cinema a guardare la prima di un film porno.
-Beh- cominciò Niall, battendo le mani, facendomi sussultare, tanto ero concentrata. –Andiamo?-
-Oh, certo.- dissi, raccattando la borsa da sotto la panchina.
Ci incamminammo verso l’aula, mentre lui mi raccontava delle sue esperienze extraterrestri  e io ridevo come un’idiota. Dovevo ammettere che era simpatico, sì beh, di sicuro più di quando era ubriaco e vomitava in mezzo ai cespugli.
Ci sedemmo nell’ultima fila, chiedendoci in effetti perché ci avessero convocati e perché gli unici ragazzi che entravano dalla porta avevano una faccia stranita, anche loro con l’incognita di questa convocazione
-Sì, beh.. non ti sembra strano?- mi chiese Niall avvicinandosi a me
-Cosa?-
-Non l’hai notato? Non ti sembra di averli già visti tutti insieme questi ragazzi? In un posto comune?-
Riuscii a notare anche Louis e Carly che entravano, che però non mi videro e si sedettero quasi in prima fila.
Eravamo ormai in una ventina di persone, tutte con facce annoiate, alcuni con dei piercing, vestiti in modo strano, con l’ipod nelle orecchie..Aspetta una attimo ma..
-Aula detenzione. – sussurrai, ma Niall mi sentì.
In quel momento entrò dalla porta principale il preside, il signor Jackson, un uomo sulla quarantina, basso, con un gran pancione e dei baffi enormi e brizzolati.
Insomma, l’omino dei Loacker.
-Buongiorno ragazzi. Di sicuro vi starete chiedendo cosa ci fate qui.-
Ehi, in effetti. Vuoi rinchiuderci tutti per far scoppiare una bomba, eh?
-Ciao Niall- sentii la voce di Zayn sedersi vicino al biondino.
Oh, merda, ecco chi aveva la bomba. Il pakistano!
-Oh, ciao Meg! Non ti avevo visto, scusa!- mi sorrise, con quel sorriso che sembrava urlare “stuprami! Ehi!”
-Ciao, Zayn.- gli sorrisi di rimando, guardandolo negli occhi color caramello.
Anche nel caso avesse avuto una bomba probabilmente ero così rimbecillita dal suo sorriso che non sarei scappata, anzi mi sarei attaccata a lui tipo koala urlando “Sgancia la bomba! La bomba!”.
Niall, al centro di quel bel quadretto tossicchiò –Oooook, mi sento molto in mezzo in questo momento, Zayn, perché non ti siedi nel posto vuoto di fianco a Megan, eh?-
Malik si alzò per spostarsi quando la voce dell’uomo Loacker lo bloccò –Malik. Cosa crede di fare?-
-Di cambiare posto..signore.- disse l’ultima parola sibilando, con un sorrisetto di scherno.
-Non ci pensi minimamente. Sto facendo un discorso serio.- si inalberò lui –E se qualcun altro osa interrompermi io..-
La porta si aprii di scatto e una nuvola di capelli ricci si affacciò all’aula sbadigliando.
-Styles! Le sembra l’ora di arrivare?-  Oh cavolo, sembrava ancora più rosso del solito: sembrava lo zio Vernon di Harry Potter in procinto di avere un attacco di cuore.
-Scusi prof, ero in bagno..- cacciò fuori con un altro sbadiglio.
Il preside fece un profondo respiro per frenare il suo istinto omicida. Che belle queste scene, di lunedì. Rallegrano la settimana, credo.
-Vada a sedersi, c’è ancora un posto là in fondo, vicino alla signorina Avery, se si degna di  sedersi in modo composto e non sdraiarsi su due sedie.-
Sbuffai. E che palle.
Styles si avviò con passo da funerale e la faccia rabbuiata, lasciandosi cadere con un tonfo sulla sedia di fianco alla mia.
Non ero l’unica a cui non piaceva il lunedì, almeno.
-Styles.- gli dissi a mò di saluto.
-Avery.- mi rispose lui con voce roca.
Mi accigliai –Da quando mi chiami Avery? Litigavamo per il nome Maggie, ma non ti credevo così formale..- In fondo avevamo fatto “pace”. Cioè, io non volevo più ucciderlo ovunque andasse, più che altro.
Sbuffò senza rispondere, tirando fuori il cellulare e rispondendo a un messaggio. Mah.
Dopo due minuti, il preside si era lanciato all’inseguimento di McEvans nei corridoi, un tipo un po’ strano al quale piaceva fare di testa propria, che se n’era andato sbattendo la porta e urlando con il suo accento scozzese che gli inglesi erano solo gente che non valeva la pena frequentare.
Non aveva usato proprio queste parole, ma volevo essere educata.
Styles mi teneva ostentatamente il muso e aveva a malapena salutato i suoi amichetti Zayn e Niall.
-Beh, che hai fatto nel weekend?- sbottò ad un certo punto lui rivolto alle mattonelle del pavimento.
Mi guardai intorno –Ma chi io?-
Mugolio in risposta. Evviva l’allegria.
-Beh, sono venuta alla festa sabato, sai, c’eri anche tu. - risposi, ovvia.
-Sai, me lo ricordo, non ho ancora l’Alzheimer.-
-E allora che me lo chiedi a fare?- alzai gli occhi al cielo.
Lui grugnì. –Ti ho vista ieri con Zayn, in centro, ieri.-
In effetti non avevo calcolato la possibilità che qualcuno potesse vederci, però la cosa mi dava alquanto fastidio. Odiavo essere messa al centro dell’attenzione e non volevo dare motivi per cui la gente parlasse di me. Facevo solamente quello che mi andava, senza pensarci due volte, ma non avevo mai pensato  che una persona mi venisse a chiedere spiegazioni. A parte mio padre, si intende.
-Ah, beh, sì. Siamo andati a mangiarci un gelato. Cos’è? Un crimine?- mi misi sulla difensiva.
-Megan, come se non sapessi che Zayn va con tutte!- sbottò sottovoce.
-Certo che lo so! E allora? Non voglio mica sposarmelo! Solo perché ci sono uscita una volta stai facendo un affare di stato? E comunque, - mi domandai –che cavolo te ne importa? Io non devo rendere conto a nessuno di quello che faccio, tantomeno a te, che ti conosco da due settimane.-
Lui abbassò gli occhi, capendo che, in effetti, avevo ragione.
-Che poi, se proprio devo fare come te, dovrei esser qui a spararti con un bazooka perché stai con una che probabilmente avrà milioni di malattie veneree per quanti se ne è fatti! Da che pulpito!-
Lui sospirò, sconfitto.
Io, arrabbiata mi girai verso il preside che era appena tornato dalla corsa, con il fiatone. Pover’uomo.
Che poi, come si permetteva di tenermi il muso?
-Scusami.- sussurrò una voce al mio lato sinistro.
Styles alzava gli occhi su di me con sguardo mortificato. –E’ che io lo so come Zayn tratta le ragazze, e tu mi stai davvero simpatica e non vorrei che cadessi nella sua trappola come le altre..insomma, tu sei diversa e fai di testa tua e .. non farti abbindolare da lui, Meg. Veramente.- mi disse in tono serio, con un sorrisetto che rivelava le sue fossette.
-Grazie, Styl..Harry. Sei gentile, sul serio. Apprezzo il consiglio, ma credo di saper badare a me stessa meglio di quanto credi, non preoccuparti. E comunque- aggiunsi prima che il preside cominciasse a parlare -..scuse accettate.-
Styles mi rivelò un gran sorriso solare  e i suoi occhi tornarono a scintillare come prima.
-Avete finito voi due?- mi chiese Niall con tono divertito –Quello sta cominciando a parlare.-
--Finito cacciatore di alieni, sì- gli sorrisi di rimando.
Styles mi picchiettò sulla spalla e mi passò un foglio di un quaderno.
 
Amici?
 
Io sorrisi
 
Finchè non ti cambi cognome non ci pensare neanche, Styles. ;)
 
Quando glielo passai ridacchiò e stropiccio il foglio, lanciandolo all'indietro verso il fondo dell’aula.
E aveva capito.
Che, ovviamente, equivaleva un sì.



BOOM BOOM POOOW

E in questo favoloso primo giorno di vacanza (per voi, maledetti -.- ) ho deciso di pubblicare sta cosa :)
Spero todo bien, vi annuncio che le mie doti linguistiche stanno un poquito andando a quel paese avendo in testa le tre lingue dell'esame più quella belessa che altro non è che latino.
Yuhu.
Non sentite la mia feicità? Non la percepite?

Ok, ho capito che sto scrivendo cavolate a nastro, perciò levo le tende!
Spero vi sia piaciuto questo capitolo e se vi è piaciuto lasciate un commentino o un messaggino privatino ino ino (mi sento molto Ned Flanders)
Grazie per i messaggi che mi avete mandato sulla storia siete davvero carinissime!
Se potessi vi darei un abbraccio tipo così
|__________________________________________________________|
<3 <3 <3 <3


Quindi se non rispondo subito scusate, al massimo lascaite una recensione che dite? :)
Fate le brave e andate al mare ad abbronzarvi così poi farete invidia al mio colorito cadaverico da albina :(

Un bascio, aspetto novità e pareri! ;)

Anna ;)

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Capitolo 6
*** Non. Chiamarmi. Ninfadora. ***


6. NON. CHIAMARMI. NINFADORA.

-Allora, - cominciò il Signor Jackson –sono qui per dirvi una cosa importante..-
-Ora mia aspetto che cominci con “Veniamo giù dai monti, dai boschi e prati in fiore..- sussurrò Styles.
Repressi una risata cacciando un rantolo dalla gola.
-..vi ho chiamati qui oggi perché ho un grande annuncio da fare..-
-..portiamo con amore la nostra qualità..-
-..la nostra scuola è stata selezionata..-
-Che grande novità..-
Emisi uno sbuffo dal petto, proprio non ne potevo più.
-..un prestigio..-
- Loacker che bontà!-
Io scoppiai in una risata silenziosa, fino alle lacrime, e con degli spasmi che facevano somigliare la mia ilarità ad una specie di attacco epilettico.
Non riuscivo proprio a fermarmi, mentre il preside si perdeva in preamboli idioti su qualsiasi cosa, il Ministero, la Regina, Dio, la Nasa, chiunque insomma, e mi accovacciai a terra, tenendo a gran forza i miei addominali per non morire soffocata, tra gli sguardi di Niall e Zayn che mi credevano una specie  di megalomane e le risate di Harry che stava scivolando sempre più giù  dalla sedia.
-Andiamo..mhf..un attimo fuori, Meg- cercò di dire. Per una volta un’idea intelligente, mi trovai a pensare.
Se il preside ci avesse beccati a ridere saremmo morti con un missile terra aria puntato sulle nostre teste da deficienti.
Annuii, o almeno tentai di farlo, alzando la testa ormai scossa da tremiti incontrollabili.
Col passo del giaguaro, degno del miglior cadetto delle scuole militari (avevo visto troppi film, ma dai, i militari sono proprio dei fighi da paura), ci avviammo verso la porta, passando di fianco alle sedie dei nostri compagni che fingevano palesemente di ascoltare il soliloquio del preside, mentre in realtà nell’orecchio avevano ben piantata una cuffietta che sparava musica a tutto volume.
Rihanna, Lil Wayne, Jay Z, Pitbull, cornamuse..ah no aspetta, quello era Mc Evans.
Ma quanto cavolo strano era?
Sgattaiolammo fuori dalla porta semiaperta e Harry si alzò subito in piedi, mentre io era buttata a pesce sul pavimento, a cercare di controllare le mie risate.
Harry mi prese una mano e mi alzò –Certo che tu ridi proprio per nulla, eh .- disse, sorridendo.
Poi, con uno scatto veloce, ci catapultammo fuori, lui che mi guidava tirandomi, ancora la sua mano stretta alla mia che mi trascinava e io che lo seguivo alla cieca, con gli occhi offuscati dalle lacrime.
Quando mi accorsi dov’eravamo, il posto mi era più che familiare. Il mio albero coperto dai cespugli era proprio davanti a me e Harry mi ci stava conducendo, con lo scopo di nasconderci da occhi inopportuni.
-Ti sei calmata?- mi chiese con un sorriso, appena ci fummo seduti a terra.
Annuii. –MI spiace, quando comincio a ridere così non riesco più a smettere, cioè, lo so che adesso penserai che sono una malata decerebrata, però non rido proprio tantissimo, l’avrai notato..-
Harry sbuffò –Beh, hai sempre il muso, a dirla verità.-
-Ecco, appunto, non è che sono proprio una buontempona, quello è Lou..-
-Io ti trovo simpatica, Meg.- mi disse lui, candidamente.
Lo guardai fisso negli occhi verdi.
-Ma non dire puttanate.-
Lui ridacchiò –Sei tonata in te a quanto pare.-
Fu allora che me ne accorsi. Anche se mi ero già ripresa dalle lacrime, non avevo di certo notato una cosa palesemente in vista. La mano di Harry era ancora stretta alla mia, e io la tenevo stretta stretta, quindi non era esattamente stato lui a trattenermi.
Ah, fantastico, che figura di merda.
-Ah!- urlai, lasciando di scatto la sua mano, sussultando.
Lui rise, quasi sdraiandosi sull’erba –Mi stavo proprio chiedendo quando te ne saresti accorta, sinceramente.-
-Ah ah- risposi sarcasticamente.
Non arrossire non arrossire non arrossire
-Stai arrossendo?-
Stupide reazioni emozionali, vi ammazzo.
-No.-
-Dai, sei arrossita Meg.-
-No, ho detto no.- Regola numero uno: negare sempre. –E poi, per essere chiari sei tu che hai preso la MIA mano, mica io, il mio è stato un riflesso incondizionato!-
Harry alzò un sopracciglio –Lo so, stai tranquilla, so che muori dietro a Zayn.-
Finché ha quel respiro da stupro, non posso farci granché..
-Finche ha quel respiro da stupro non posso farci granché..-
Harry sgranò gli occhi. –Cosa?-
-Cosa cosa?-
-Un sorriso da cosa?-
Ma non l’avevo pensato? –Ma quando dove e cosa? EH? Mi hanno chiamato, no? Non hai sentito il mio nome? Sì sì ecco, mi hanno chiamato, devo andare, è stato un piacere, ciao, au revoir, auguri e figli maschi, buon Natale Pasqua e Capodanno..-
Scappa scappa scappa scappa..
Harry mi tirò per il braccio e mi fece ricadere a terra facendomi sbattere l’osso sacro sul suolo erboso.
-Ahia! Ma hai problemi?- Delicatezza.
-Se torni dentro adesso ci sgamano di sicuro, sei pazza?- mi rimproverò Styles.
-Se torni dentro ci sgamano bu bu bu- gli feci il verso. –E cosa dovremmo fare, geniaccio, sentiamo. Giocare a tombola?-
Styles sbuffò –Ma perché devi essere sempre così maldisposta nei miei confronti?-
Non è che fossi maldisposta, sia chiaro. E’ che ero così. Facevo fatica a legare con le persone, devo ammetterlo, e facevo fatica a parlare senza attaccarle, le persone. Non era facile convivere con un carattere come il mio, mi nascondevo dietro dei gesti per allontanare, per non scottarmi, per non rischiare di sbagliare. E non parlo di sbagliare nei compiti in classe, nelle parole crociate o nello sport, ma di sbagliare nella vita, di lasciarci la pelle e fidarmi di qualcuno per poi essere lasciata sola con le mie paure.
Quindi sì, Styles, sono “maldisposta”.
-Quando vi metterete in testa che questo è il mio carattere?!- sbottai, spazientita –Non è che io mi diverta a parlare così alla gente, sai. Non vuol dire sempre che ci sia un motivo. E’ così e basta. Perché il mondo gira? Perché la tua ragazza è una baldracca? Perché l’uomo è andato sulla luna? Perché Ridge e Brooke non sono capaci di essere fedeli neanche con una cintura di castità? Ma che minchia ne so! Sono i misteri del mondo!-
-Beh, veramente dei motivi per tutte queste cose ci sarebbero, Meg..- sorrise Harry –Sai, la terra gira perché..-
Sbuffai –Ah, ah, interessante., veramente..-
Lui ridacchiò- E’ quello che dici sempre nelle lezioni della Stevenson..-
-Ritieniti fortunato allora, dovresti sapere cosa dico alle lezioni della Grey?-
Lui mi sorrise, un sorriso dolce, candido, senza l’ombra di malizia, senza nessun secondo fine, che lasciava scoperte quelle fossette da bambino ai lati della bocca.
-Ho capito, Megan, non serve che tu ti spieghi.- mi disse, e appoggiò la sua mano sopra la mia, come a infondermi un po’ del suo calore.
Forse, in effetti, un po’ di sicurezza quel ragazzo me la stava dando. Insomma, per parlare con me mentre stavo dormendo ce ne voleva già tanto, di coraggio e sicurezza, era risaputo. A volte mi stupivo di non averlo ammazzato prima, in effetti, perché con le sue risate che facevano saltare i nervi, i suoi colpi di scena e le sue scenate, in condizioni normali non avrei sopportato nemmeno una delle mie sorelle.
Eppure c’era qualcosa in lui, qualcosa che mi dava fiducia.
Ma ovviamente non volli ascoltarla.
-Grazie.- gli dissi, grata che realmente avesse capito cosa volevano dire i miei silenzi o i miei sguardi truci.
Lui tolse la mano, ancora sorridendo.
Alzai gli occhi al cielo –Minchia, Styles, tu hai veramente una paralisi!-
 
-Ma dove siete stati?- chiese Niall usciti dall’aula con una faccia sconvolta
-A fare del sesso selvaggio tra i cespugli- sbuffò Harry alzando gli occhi al cielo
-Ah ah. Non sapete cosa vi siete persi.-
-Immagino.- sospirai. Era proprio il caso di perdere un’ora per ascoltare le cavolate dell’omino Loacker.
-No, seriamente Meg.- si intromise Zayn –Non sai che è successo.-
Li guardai sgranando gli occhi –Volete dirmelo o aspettate che cominci seriamente a preoccuparmi?-
-La settimana prossima arriverà un esaminatore del Ministero per valutare il livello della nostra scuola per vedere se potrà entrare in graduatoria delle scuole più prestigiose in Inghilterra.-
Harry sbuffò –Oh wow. Cioè, questo sì che è spaventoso. Non trovi anche tu Megan?-
-Sì, Harold, lo trovo anche io spaventoso.-
Lui si girò di scatto. –Come mi hai chiamato?- chiese con gli occhi fuori dalle orbite, il sorriso completamente sparito per lasciare spazio ad un’espressione seria.
Allora non era una paralisi la sua! Mi complimento per la resistenza dei muscoli delle sue mascelle, perlomeno.
-Harold?!-
Niall e Zayn si attaccarono al muro con gli occhi spalancati.
-Cavolo, l’ha detto veramente.- sussurrò Niall rivolto a Zayn
-Scappiamo, Niall, ti prego.-
-Ma insomma voi due che tipo di droga avete preso per..-
Mi bloccai perché vidi la faccia di Harry a dieci centimetri dalla mia. E faceva paura.
-Non. Chiamarmi. Harold.-
Scoppiai a ridergli in faccia. Forse non si era aspettato quella reazione da me, in effetti
–Che cavolo hai da ridere?- mi chiese con espressione dura.
Niall sussurrò –Vuole darsi al suicidio per caso?-
-E’ stato un piacere conoscerti, Megan.- mi disse con voce grave
-E’ che..- risi ancora –Hai detto così sembravi..-ancora risata –Non. Chiamarmi. Ninfadora. Ahahahahahhaah..-
Scoppiai ancora e cominciarono a uscirmi le lacrime. Proprio nel momento in cui pensavo che Harry mi avrebbe ucciso, e probabilmente lo pensavano anche i due amichetti cagasotto davanti a me, Harry scoppiò a ridere.
-Non sapevo fossi fan di Harry Potter!- gli dissi, tra le lacrime
-Harry fan?- ridacchiò Niall evidentemente sollevato dal mancato omicidio dell’amico nei miei confronti –Definirlo fan è diminutivo. Lui ha visto e letto tutto di Harry Potter!-
-E’ vero!- mi disse Harry sorridendo come prima (grazie a Dio, oserei dire.) –Pensa che quando è uscito il settimo libro di Harry Potter sono stato in fila tutta la notte per averlo con il timbro!-
-Non ci credo, anche io ero in fila quando è uscito in Inghilterra!- urali, sconvolta.
Zayn alzò gli occhi al cielo –Oh Allah, un'altra patita di Harry Potter! Non li reggerò mai insieme!-
-A chi lo dici! San Patrizio, aiutami tu!- mise le mani in preghiera Niall.
Mettendo da parte le improponibili invocazioni di quei due mentecatti guardai Harry con disprezzo.
-Tu non puoi sapere più di me su Harry Potter.- decretai.
-Non credo proprio, Babbana.-
-Li ho letti duecento milioni di volte quei libri, non puoi.-
-Megan, quei libri sono gli unici che ho letto. A me non piace leggere ok? Ho letto quei libri di continuo da quando avevo sei anni. Non ci provare.-
A mali estremi, estremi rimedi, Styles.
 
-Non per interrompervi- si intromise effettivamente Carly, arrivata con Louis alle mie spalle –Ma cosa ne pensate della decisione di Jackson?-
-Che decisione?- domandammo io e Harry smettendola per cinque secondi di guardarci in cagnesco.
Carly sbuffò –Ma tu ascolti mai quello che dice la gente Meg?-
Louis rise –Ehi ragazzi!-
-Cos’è Lou, hai i neuroni a scoppio ritardato?- dissi alzando un sopracciglio
-No, è che quando tu  e Hazza litigate mi fate ridere.-
Guardai male Harry che ricambiava lo sguardo con sufficienza
-Finchè Qualcuno crede di sapere più di me su Harry Potter..- cominciò
-Sai, Nessuno non sa più di me su Harry Potter.-
-Io ho un santino della Rowling nel portafogli!-
-Io ho un poster in camera!-
-Nessuno e Qualcuno, finitela!- sbuffò Carly spazientita –Il preside ha detto che dovremo convivere assieme una settimana, vi conviene smetterla con questi battibecchi da elementari.-
-Da elementari?- cominciò Styles
-Convivere una settimana?- chiesi sbigottita io, il che era una domanda molto più intelligente di quella del simpaticone di fianco a me.
Carly alzò gli occhi al cielo –La settimana prossima arriverà un esaminatore del Ministero…-
-Sì sì fin qui ci sono arrivata, me l’ha spiegato Zayn prima..-
Carly in quel momento parve rendersi conto della presenza di altre due persone oltre a me e Harry e Lou.
Niall e Zayn erano ancora appoggiati al muro a guardare la scena ridacchiando.
Carly arrossì –Ah, ehm.. sì, ok..allora, dicevo?-
-Dicevi che dobbiamo convivere una settimana!- urlai spazientita.
Era da venti minuti che cercavamo di concludere questo discorso infinito, Gesù Cristo!
La mia amica parve riscuotersi dal suo mondo di fatine sbrilluccicose –Sì, ecco. Ha deciso di mandare tutti i ragazzi “speciali” come noi in una gita organizzata in un campeggio e..-
-E non è fantastico?- sorrise Lou, tutto su di giri.
-Non lo è, Lou- lo tranquillizzò Carly come una mamma –Perché cerca di disfarsi di noi per ottenere quella nomina e crede  che allontanandoci, la scuola sarà molto più tranquilla..così ci spedisce tutti in campeggio e per quanto io ami la natura e tutto quello che essa comporta mi sento discriminata!-
-Ma andremo via tutti insieme!- fece un urletto Lou, con gli occhi che brillavano come un bambino –Ci pensate?-
Io e Harry ci guardammo per tre secondi, in contemporanea.
Sarebbe sicuramente stata una lunga settimana.
 
A volte credo che il mondo giri nel verso sbagliato. E’ come quelle notti in cui ti svegli e ti rendi conto di non capire da che parte sia la destra e la sinistra e continui a girarti nel buio chiedendoti dove sia il muro per accendere la luce.
No, credo succeda solo a me.
Comunque, il mondo gira nel senso sbagliato molte volte. Come quando alla mattina prendi lo stipite della porta in fronte, o come quando l’autobus ti passa davanti il giorno della verifica di matematica o come quando la sveglia non suona quando devi prendere il pullman per andare in campeggio per una settimana.
Quella fatidica mattina stavo effettivamente sognando Leonardo di Caprio sopra un cavallo bianco con una tuta da pompiere (ho delle fantasie erotiche strane, ammettiamolo) quando sentii qualcuno scrollarmi per le spalle.
-Ma che diavolo, Leo, fai più piano..-
-Megan, non sono Di Caprio, sono tua sorella.-
Risposi con un mugolio, rannicchiandomi sotto le lenzuola. –Grazie dell’informazione, buonanotte.-
Elisabeth sbuffò per poi scoprirmi e lasciarmi con il mio pigiama striminzito. –E’ tardissimo, Meg! Dovevi essere al parcheggio della scuola alle sette e mezza!-
-E che ore sono?- chiesi svogliatamente
-Le sette e mezza.-
Ah, beh, almeno erano le sette e mezza ed ero da qualche parte.
Con uno scatto da Bolt riuscii ad alzarmi e lavarmi e vestirmi in un tempo nel quale nemmeno Louis avrebbe comprato una maglietta a righe.
Ero fuori di casa alle otto meno un quarto con in mano una brioche e la valigia fatta a casaccio la sera precedente che mi seguiva e barcollava pericolosamente a destra e a sinistra a causa della mia corsa perdifiato.
Una macchina si fermò di fianco a me in mezzo alla strada e il conducente abbassò il finestrino.
-Buongiorno Meg, in ritardo?-
-Liam!- urlai come posseduta –Sono in ritardassimo! Potresti darmi un passaggio? Ti prego ti prego ti prego..-
-Tranquillizzati, pazzoide, ti porto io! Scendo e ti aiuto con la valigia..-
-Non importa.- decretai aprendo la portiera posteriore e lanciando la valigia come fosse un sacco di piombo in mezzo alla macchina senza tanti complimenti.
-Ehi, ma mi rovini la macchina, stai attenta!- si indignò Liam offeso
-Liam. Parti!- gli intimai suonando il clacson con una violenza indecente.
 
Dopo cinque minuti di “Liam corri cacchio vai più piano di un anziano con le stampelle!” “Liam, ma cosa vuoi che sia il semaforo rosso quando non ci sono macchine davanti a noi!” “ Liam, veloce, Liam, dai, Liam, corri, Liam stai facendo solo i cento all’ora, non credi di poter velocizzare?”, arrivammo al parcheggio, Liam stremato e con un conato di vomito all’altezza dello stomaco, io che ero già scesa in corsa e avevo quasi distrutto la macchina con un colpo ben assestato alla carrozzeria.
-Liam, ciao, sei l’uomo della mia vita!-
Lo sentii sospirare –Spero tanto non sia vero, non ce la farei..-
Non ebbi neanche il tempo di difendermi in tronco dalle sue accuse infondatissime (ero una brava ragazza dopotutto, dai!), che mi catapultai verso il pullman dove il mio professore di educazione fisica mi aspettava con le braccai conserte e le game allargate, in posa da Blues Brother.
-Avery, solo un po’ di ritardo, no?-
-La sveglia..il cane...mio padre…un alieno..- provai a replicare con il fiatone.
Per quanto fosse credibile la mia storia dell’alieno che avevo aiutato ad attraversare il nuovo portone tridimensionale nella mia vasca da bagno, lui sbuffò e mi invitò “gentilmente” a salire sul pullman.
Trovai Lou seduto su uno degli ultimi posti che mi aspettava con una faccia vincitrice.
-Ah! Te l’avevo detto che si sarebbe svegliata tardi!- esultò guardando Carly, seduta vicino a Niall
-E io che credevo nelle sue potenzialità..- rispose lei alzando gli occhi al cielo
-Mi devi cinque sterline, Carly!-
-La finite di speculare sulle mie sfortune?- sbuffai lasciandomi cadere sul sedile di fianco a quello di Lou.
-No, Maggie, mettiti vicino al finestrino, dai..- mi pregò lui con una faccia da cucciolo abbandonato di fianco all’autostrada.
-Louis, se mi fai alzare un’altra volta giuro che ti ammazzo. Lo giuro.- lo minacciai seccata.
-Già di buon umore di prima mattina, Megan?- sibilò una voce dietro di me.
Mi girai con una lentezza degna di un film western, le mani posate sul cinturone con la pistola, purtoppo inesistente.
Dietro di me sedeva tutto stravaccato un ragazzo con dei capelli ricci ancora più arruffati del solito.
-Che hai fato ai capelli, Styles, ti sei attaccato alla presa della corrente?- gli chiesi
Lui mi guardò con un ghigno –Sono le otto di mattina Megan, dovresti vedere i tuoi. A confronto io sembro appena stato dal parrucchiere.-
E ti servirebbe pure un parrucchiere.. mi ritrovai a pensare.
Mi accorsi dopo qualche secondo della presenza di Zayn di fianco a Mr Simpatia Anche Di Prima Mattina.
-Ciao, Megan.- mi salutò con voce rauca di chi si è svegliato cinque minuti fa. E terribilmente sexy, per giunta.
Deglutii –Ehi, Zayn.- gli dissi semplicemente cercando di non arrossire.
Dopodiché mi ricordai del mio stato fisico (occhiaie, capelli arruffati, cioccolata sull’angolo sinistro della bocca, vestiti in un abbinamento per lo meno indecente) e mi affrettai a sedermi e affondare la testa nel sedile, mentre Louis si sedeva di fianco a me e tirava fuori il suo ipod.
-Lou, non ce la farò mai a stare con quello una settimana.- sospirai indicando Harry.
-Hai paura di saltargli addosso eh?- mi chiese lui, malizioso.
-Ma che cavolo stai dicendo?-  urlai, dandogli una pacca “amichevole “ sulla spalla.
Lu alzò le spalle –Chi disprezza compra, Maggie, dammi retta.-
-Il massimo che posso comprare è un’ascia per piantargliela in mezzo alla schinena, Louis.- sbuffai, per poi infilarmi una cuffietta e buttarmi sulla spalla di Lou con l’intenzione di dormire come un sasso per il resto del viaggio.



Ok ho fatto una prima prova da panico oggi.
Panico per me, intendo. Delle tracce migliori di quelle avrebbe potuto scriverle il mio cane, per dire!
-.-
Ormai è andata e siccome ho deciso che oggi non studierò una pippa di spagnolo per domani ( grande decisione, in effetti) ho detto: vabbé oh, lo metto sto capitolo?
Lo metto.

Voi che siete al mare a prendere il sole spero vi scottiate, maledetti! -.-


Adios!

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Capitolo 7
*** Cinque modi per innamorarsi? ***


7. CINQUE MODI PER INNAMORARSI?   
    Ovvero: “Ma non dire minchiate!”

 
-All I want is the taste that your lips allow..-
-My my my my give me love..-
Un sussurro -Non sapevo ti piacesse Ed Sheeran..-
-Io..amo Ed Sheeran, Lou, lo sai benissimo..- sbadigliai.
Louis? Aspetta. Questa non è la voce di Louis.
E quella su cui sto sbavando non è la spalla di Louis.
E il profumo che sento non è quello di Louis.
Quindi quello su cui sto dormendo non è Louis.
E quindi io non mi sono svegliata di fianco a Louis.
-Tu non sei Louis.- dissi, spalancando gli occhi.
Certo che ci mettevo poco a ragionare appena sveglia, vero?
-Non sono Louis, no. - rise il ragazzo che mi stava facendo momentaneamente da cuscino.
Mi alzai di scatto. –Ah, Harry, sei tu. - sbadigliai stiracchiandomi.
Lui sorrise con gli occhi assonnati –A quanto pare..-
-Ma dove siamo? E perché tu sei qui? E..- mi guardai intorno -..dove sono tutti?-
-Siamo fermi in una stazione di servizio..credo. E sono tutti scesi..mi ha catapultato qui Zayn perché stavo dormendo di brutto da quando siamo partiti e Lou aveva la psp, quindi..-
-Chiaro..- alzai gli occhi al cielo –Uomini e videogiochi, uomini e calcio, uomini e un paio di tette..cause perse in partenza.-
Lui ridacchiò –Non ti avevo mai visto così calma da appena sveglia, Meg. Normalmente mi avesti aizzato contro cinquanta mastini..-
-Oh, beh..considerando che la prima volta mi hai svegliata di soprassalto e la seconda pure..oggi mi sono svegliata con Ed nelle orecchie. Adoro sentire la voce del mio futuro marito appena sveglia.-
-Chiaro.- alzò gli occhi al cielo Styles
-E comunque, è il tuo mp3?- Harry annuì
–Mi piace il fatto che ascolti Ed Sheeran. Significa che non sei così idiota come pensavo. E anche il fatto che ti piaccia Harry Potter ti fa sembrare più intelligente del 20 %-
-Grazie dei milioni di complimenti.- sbuffò lui.
-E’ sempre un piacere, Styles.- ghignai.
Mi appoggiai con la fronte al finestrino per vedere fuori. Eravamo effettivamente fuori da una stazione di servizio e il massimo spettacolo che mi si propinava davanti erano tre o quattro camionisti intenti a fare pipì dietro al camion di un altro camionista.
E dire che da piccola sarei voluta diventare una camionista solo per avere la targhetta con scritto il mio nome in caratteri cubitali e anche perché pensavo che un camion fosse l’equivalente di un carro armato su strada. Tipo ruote chiodate, in modo da schiacciare tutte le macchine per la strada se ero in ritardo.
Da piccola avevo già manie omicide, già.
-Posso chiederti una cosa?- chiese timidamente Harry alla mia destra.
-Spara.- acconsentii ancora con la testa rintronata.
-Io, ecco..- si guardò le mani –Mi sono sempre chiesto come mai vivi solo con tuo padre. Insomma, tutti a scuola sanno che i tuoi sono separati ed è ok, ma io non ho mai visto tua madre ad una riunione a scuola o nemmeno all’uscita..e quindi..vive in un’altra città?-
Lo fissai senza espressione –Sì, vive lontano. La sento per telefono e una o due volte l’anno torna in città. Grazie per l’interessamento.- mentii, gelida.
Girai subito la testa verso il finestrino perché non vedesse i miei occhi inumidirsi. Le uniche persone che sapevano della scomparsa di mia madre era Louis e anche Liam. Carly preferiva non fare domande sulla mia situazione familiare perché io ero sempre stata così brusca nelle risposte che si era riproposta di non toccare più questo argomento.
-Megan..-cominciò Harry
-Vuoi farmi la seduta psicanalitica, Styles?- gli chiesi, acida, senza girare la testa dal finestrino.
-No, volevo solo dirti che se vuoi parlarne, ci sono..anche a me manca un genitore e certe cose le posso capire certo meglio di al.-
-Styles. Niente chiacchierate fraterne da pigiama party per piacere. Sono affari miei. Punto. Non mi interessa nulla e a te deve interessare meno di me, sicuramente.- gli risposi, brusca.
-Tutti hanno bisogno di parlare..- cominciò Styles.
-Io no. E di sicuro non con te. -
-Oh, perdonami donna vissuta!- rispose lui sprezzante –Ti offro il mio aiuto, scusa tanto se cerco di fare l’amico per farti sfogare. Non ti disturbo più, Avery.- . E detto questo si alzò per tornare nel sedile posteriore dove si lasciò cadere seguito da uno sbuffo incavolato.
Ok, forse avevo esagerato. Forse. Forse non dovevo rispondergli così.
Ok, togliamo il forse da tutte le precedenti considerazioni. Non avrei dovuto farlo e basta.
Ero stata troppo brusca, sprezzante, cattiva, irriconoscente, antipatica.
Insomma, una stronza. Ma perché con il mio carattere doveva sembrare sempre una disagiata senza amici e con tanti problemi in testa, acida come una donna mestruata? Non era giusto un cazzo. E basta.
Due secondi dopo sentii gli altri rientrare in autobus e richiusi gli occhi facendo finta di dormire.
La stessa idea la ebbe Styles penso, perché non accennò a parlare dietro di me.
-Ehi, Niall, guarda, si sono separati.- disse Louis ridacchiando
-Peccato, erano così carini...-
-Già, hai visto quando Meg gli si è lanciata sopra a dormire? Non si è spostato di un millimetro e avrebbe potuto spostarla visto che era sveglio..-
Niall ridacchiò –Già, le ha anche spostato la testa quando stava per cadere a faccia a terra con quella brutta frenata..Se non lo conoscessi direi..-
-Ragazzi, basta fare le pettegole!- intervenne Carly.
Percepii qualcuno sedersi vicino a me e riconobbi subito l’odore di sigaretta che mi entrava nelle narici. Zayn.
Ma la cosa non mi turbava nemmeno un po’. Nel senso, nelle ultime settimane quando percepivo la sua vicinanza gli ormoni andavano a mille. Possibile che improvvisamente avessero avuto un flop?
Ma chi volevo prendere in giro, lo sapevo benissimo perché.
Mi sentivo terribilmente in colpa, anzi, terribilmente è dire poco. Harry si era comportato da perfetto amico cercando di sostenermi e di conoscermi meglio. Io invece mi ero comportata da paziente di una clinica psichiatrica.
Deglutii silenziosamente il groppo in gola che mi si era formato, ricacciandolo nello stomaco.
Zayn si sistemò meglio sul sedile. Io ero completamente girata verso il finestrino, con gli occhi serrati.
Sono una cretina.
-Megan, sono Zayn..vuoi una cuffietta?- sussurrò perché gli altri non potessero vederlo.
Anuii silenziosamente e lui mi ficcò una cuffietta nell’orecchio
-Per quello che vale,- sussurrò di nuovo –non so cosa sia successo ma se vuoi continuare a dormire ti copro io. Mi spiace.-
Mi ritrovai a lodare Zayn  per il resto del viaggio. Mi passava silenziosamente cibo e mi cambiava le canzoni quando muovevo la testa.
 
-Allora, ragazzi. Siamo arrivati.- annunciò pomposo il mio prof di ginnastica.
Ma va? Non l’avrei mai detto visto il paesaggio che mi trovavo davanti: uno spiazzo di erba verde circondato da qualche alberello qua e là, a parte un fitto bosco poco lontano. Oh, e un vento che neanche sui fiordi norvegesi poteva capitare.
-Qui ci sono le tende, sono da..boh, da due o da tre credo.- fissò tutti noi con le nostre facce da funerale –E non crediate di fare coppie miste!- ci avvertì.
-Oh certo, evitiamo di procrastinare.- sbuffò Zayn sottovoce mentre prendeva una tenda a caso.
Ridacchai –Grazie per prima..- gli dissi, incamminandomi verso lo spiazzo con lui a fianco
-Di niente!- mi sorrise –Si può sapere perché tu e il mio amico Barboncino avete litigato? Non litiga spesso con le persone lui, ha l’animo mite..-
“L’animo mite”? Ma con chi stavo parlando?!
Mi affrettai a rispondere –Oh, beh, sai.. divergenze musicali.- buttai lì
Lui alzò gli occhi al cielo –Come no, anche io discuto sempre con lui per queste cose con lui, sai..Ascolta dei gruppi assurdi, tipo The Fray, Ed Sheeran..-
Ma ci ha creduto veramente?
-Già, già, vero..- cercai di chiudere il discorso mentre lo salutavo e andavo a raggiungere Carly che era seduta a gambe incrociate sul nostro spiazzo.
-Non ho idea di come si monta una tenda, lo sai vero?- la avvertii lasciando cadere il tutto a due centimetri da lei, con un tonfo.
-Sei fortunata a stare con una che ama il campeggio allora- sorrise lei dandosi delle arie.
Benedetta sia tu, Carly.
-Ehi Maggie!- mi salutò calorosamente Louis che si era posizionato con la tenda di fianco alla mia.
-Lou, ciao! Ti metti qui?- sorrisi speranzosa.
-Sì, beh, non che io abbia molte..- non ascoltai il resto della frase quando capii chi era il compagno di tenda di Louis.
Harry si avvicinò a lui con un gran sorriso portando la tenda e si girò verso di noi. Non appena mi vide la sua espressione cambiò per diventare dura e sprezzante. Abbassò gli occhi.
-Oh, ciao. Louis senti vuoi cambiare posto?- chiese speranzoso.
-Dai Hazza è il migliore questo posto! Siamo in mezzo a tutte le ragazze guarda! Ragazze a destra, davanti, dietro..oh beh a parte a sinistra che ci sono Maggie e Carly.-
-Ah ah- saltò in piedi Carly – Piantiamo queste tende o aspettiamo che il vento le porti direttamente via?- prese l’occorrente e cominciò a distribuire e picchettare.
Louis pure si alzò e cominciò a montare la sua tenda: tutti gli anni andava in campeggio con suo padre per l’estate, quindi lui, come Carly erano delle cime a montare quelle trappole mortali.
Io e Harry rimanemmo in piedi con le braccia incrociate, ognuno a fissare rispettivamente il proprio compagno di “stanza”.
-Louis, scommettiamo che ci metti metà di quello che ci metteranno loro a montare la loro tenda?- sbottò Harry con un ghigno di sfida verso di me.
-Carly, non ti preoccupare, sei tu la migliore.- sibilai, guardando Harry torva.
-Tu dici, Avery?-
-Io dico, Styles.- ci guardammo in cagnesco. Non avevo assolutamente intenzione di perdere contro quel barboncino parlante, questo è sicuro.
I successivi venti minuti furono all’insegna della sfida: Louis e Carly erano indaffarati sotto le urla di incitamento mie e di Styles “vai Carly fagliela vedere!” “ Louis dai, forza” “Carly, sei la migliore, non darla vinta a testa di cespuglio!” “ Lou, sei il più forte, vinci contro quella stronzetta acida della tua migliore amica!”
-Ragazzi, basta!- urlò Carly con la faccia paonazza –Mi state facendo diventare deficiente! Se avete problemi tra voi andate a risolverli da qualche parte, non rompete le palle a noi, vi prego!-
Louis nel frattempo era a guardarci con la faccia da cretino, siccome non aveva ancora capito cosa stava succedendo.
-Problemi?- rispose con tono sprezzante Harry –Io non ho problemi, è lei che ha problemi a relazionarsi col resto del mondo!-
-Ha parlato quello con la paralisi facciale a forma di sorriso. TI prego, Styles, risparmiami la predica!-
-Io non ti faccio la predica!-
-Vai a dirlo a qualcun altro per piacere!-
-Tu sei..-
Non seppi mai cos’ero, visto che venni trascinata via da un paio di braccia forti che altri non erano che quelle di Zayn Malik.
-Lasciami, pakistano! Non rapirai mai una donna con uno spirito libero! Voglio litigare con quell’idiota!- urlai, scalciando
-Megan, tranquillizzati, stavate dando spettacolo davanti a tutti.-
-Davvero?- non mi ero accorta di urlare, in effetti
-C’era già gente che tirava su i soldi delle scommesse su chi l’avrebbe vinta, come nei combattimenti tra galli!-
-Spero tu abbia puntato su di me, allora, vado ad ammazzarlo!- urlai, rialzandomi in piedi e cominciando a camminare a grandi passi verso il punto dove si trovava la mia tenda.
Zayn mi riacchiappò per un braccio, attirandomi verso di lui.
-Su su, Meg, vedi di tranquillizzarti..- mi sussurrò mentre mi dondolava a destra e sinistra, con le braccia avvolte attorno al mio corpo in un abbraccio che mi faceva appoggiare la testa sul suo petto.
-Che stai facendo, Malik?- chiesi con una punta di allarme nella voce.
-Cerco di tranquillizzarti..- ripeté con voce suadente.
Rimasi un attimo interdetta –Sì, vabbè insomma, ci stai provando.-
Zayn scoppiò a ridere –Ma come fai? Mai una volta che tu possa far finta di non aver capito eh?-
-Ma dai, hai le tecniche di approccio di un novantenne della mutua!- mi difesi io.
 -Tu dici?- mi richiese lui avvicinandosi a me.
-D..dico.- sussurrai, osservando le sue labbra avvicinarsi alle mie.
Che poi, alla fine dei conti, che me ne fregava delle tecniche di approccio?
 
-Sei tornata finalmente!- sbottò Carly appena alzai la cerniera della tenda
-Hai montato la tenda, vedo..-
-Acuto spirito di osservazione..- alzò un sopracciglio –ma mi vorresti dire che hai fatto fino ad ora?-
-Raccolto margherite, Carly. Sono belle e carine, vorrei farti una ghirlanda..- buttai lì con voce da bambina delle elementari.
-E le hai raccolte da sola, tesoro?- chiese lei accentuando l’inarcatura del sopracciglio
-Certe cose vanno fatte in solitudine..- risposi saggiamente.
-Ah no, perché pensavo avessi raccolto margherite con un certo ragazzo dai capelli bruni, pelle ambrata, occhi che sciolgono..-
-Nah..- conclusi il discorso aprendo la mia valigia. Certo che un trolley in campeggio non era stata una buona idea.
-Non credi che un trolley in campeggio non sia stata una buona idea?- chiesi a Carly. Non ottenni risposta. Mi girai verso di lei, giusto per vedere se ancora stava respirando e la vidi seduta a gambe e braccia incrociata davanti all’uscita della tenda e un’espressione accusatrice.
 -Che fai, sbarri la strada?- Mi ricordava Gandalf “Tu non puoi passareeeeeeee”
-Dimmi dove sei stata, dai! Ti supplico!- mi chiese con una faccia da cucciolo.
-Nel bosco. Con Zayn. Ci siamo baciati. E’ un figo da paura. Fine.- sbottai sottovoce.
Lei cominciò a sbraitare –Nel boscOoOoO..ZaaAAyn…aAAaati!-
-Carly, hai bevuto qualcosa in mia assenza? Spero tu ne abbia avanzato un po’- chiesi, guardandomi intorno in cerca della bottiglia di whisky che evidentemente si era trangugiata.
-Ma è fantastico, Meg! Siete carinissimi! Vedo già i vostri bambini! Posso fare la madrina? Una la chiameremo..-
Frenai subito i progetti matrimoniali di Carly  – Car,non ci sposiamo. Non stiamo nemmeno insieme!-
-Sono solo dettagli!- buttò lì lei, appuntandosi già mentalmente il colore dei centrotavola al ricevimento.
-Carly, io non voglio mettermi con lui..non ora almeno. Non so, non mi prende, ha qualcosa che..cioè oddio è un bellissimo ragazzo, simpatico anche, non intelligentissimo..ma non ha quel non so che..sai quella scintilla che c’è? Quando capisci con un bacio che.. zak! E’ lui? Non c’è stata con Zayn..-
Lei mi guardò sbalordita –E’ di Zayn Malik che stiamo parlando. Sicura di non avere la febbre?-
-Sicura, Car, sicura..- risposi stancamente, francamente dispiaciuta di aver distrutto i sogni di organizzatrice di matrimoni della mia migliore amica.
Lei mi sorrise –Fai come credi, Meg. Ho capito cosa intendi, comunque. Sai, nemmeno a me succedeva..-
Oh no ti prego, non Jason, non Jason
-..con Jason..-
Carly era stata “insieme” ad un ragazzo di nome Jason per un annetto circa, ma lui l’aveva scaricata per andarsene con un’altra. Il loro era un rapporto libero, senza definizioni del tipo “sei la mia ragazza e il mio cucciolotto tutta la vita”, quindi, in effetti, Carly non se l’era presa nemmeno più di tanto.
Cosa fantastica, perché io odiavo le lagne.
Sta di fatto che Carly non faceva altro che parlarmi di Jason da circa tre mesi, chissà perché poi, visto che quando avevano quella specie di storia a malapena sapevo che era nella stessa stanza della mia migliore amica, visto che tra poco non lo salutava nemmeno.
Ultimamente invece era diventata una cosa del tipo “Sai, Jason ha comprato una nuova cocorita, si chiama Baloo”, “Jason andando in bagno mi ha detto che legge Topolino” “Jason ha vinto a ping pong ieri.”. No, così.
Per farvi capire la mia situazione, un pomeriggio ero arrivata a fingere una fitta alla spalla inaspettata (mentre ero sdraiata sul letto, pericolosissimo mobile che mi aveva sicuramente causato una slogatura) per farla smettere di blaterare cose a caso. Che problemi aveva?
-Sai, Jason mi diceva che si sente subito quando un ragazzo, nel suo caso una ragazza Megan, dai! , ti piace.-
-Come?- chiesi svogliatamente.
-Prima senti una specie di morsa allo stomaco, come se quarantamila bisonti lo stessero calpestando..-
-I bisonti mi spaventano, mi ricordano quando è morto il papà di Simba!- ribattei annoiata.
-..poi ti accorgi di guardarlo con una faccia idiota e sorridendo inaspettatamente. Poi senti le mani formicolare e sudare, come avessi un caldo inaspettato.-                                                            
-Ah ah..-
-Le gambe cominciano a tremare e sono molli, come gelatine..-
-..gelatine, sì..-
-E alla fine il cuore comincia a battere nel tuo petto come un martello pneumatico.-
-Bellissimo, Carly, detto da uno che faceva fatica ad allacciarsi le scarpe, ora muoviamoci che è pronta la cena!-
 
 
-Megan.-
-Che c’è Lou? Starei riflettendo.-
-Intendi dormendo.-
-Non confondiamo le cose, per piacere, se una ha gli occhi chiusi ed è stesa da sola su un prato non vuol dire che stia dormendo.-
-Stavi russando.-
-Ah.-
Piccoli inconvenienti del mestiere, mi dicevano.
-Dimmi, Louis, cosa vuoi?-
Louis si sedette vicino a me.
-Ho un problema.-
Sbuffai –Lo so, Louis, sono contenta che te ne sia accorta anche tu.. Mio padre conosce uno specialista per questo genere di cose..-
-No, Maggie, intendo un problema vero. Di cuore..-
-Di cuore dici? Da quando hai problemi di cuore tu?-
-Da un po’, ma avevo paura a parlarne con te..- mi disse abbassando gli occhi –Ne ho parlato solo con Harry per ora..-
-Con chi scusa?- mi scaldai –Vuoi dire che QUELLO lo sapevo prima di me?-
-Meg, dai non incazzarti è che lui è un uomo e certe cose le capisce meglio di te..e..è difficile parlarti..-
-Ah è difficile certo! Come no! Dirlo a lui non è diffilce!-
-..Maggie..-
- Un cazzo! Tu sei il mio migliore amico Louis! Non me ne frega una sega che lui è un maschio? Cos’è, perché un ha una cosa in mezzo alle gambe improvvisamente diventa più intelligente?..-
Insomma, cavolo, il mio soliloquio stava andando perfettamente.
Io odiavo Harry Styles. Insomm, arriva lui e mi ruba il migliore amico? E che cos’è?
E dire che mi ero allontanata da tutti per mettermi a pensare proprio perché mi sentivo in colpa nei suoi confronti. Insomma, porca miseria, in effetti lo avevo trattato male, ma lui? Lui mi stava rubando il migliore amico! E poco importava se, in effetti, Louis aveva ragione, la millesima parte del mio cervello me lo stava urlando a gran voce ma la mia Megan-cattiva l’aveva zittita con una mossa di kung fu sui denti.
-..cavolo Louis, e poi ha i capelli a barboncino! Voglio dire, anche l’amico di mio padre aveva un cane così..- stavo continuando a insultare Styles da dieci minuti mentre Lou provava a zittirmi.
-…investito Louis! E’ la fine che farò fare a quel mentecatto! Ah ma se..-
-MIpiaceCarlyMaggie- disse tutto d’un fiato Louis arrossendo tutto d’un tratto
-..se lo prendo lo mand…- mi fermai confusa – Cos’hai detto scusa?-
Louis respirò a fondo –Mi piace Carly, Maggie.-
Oh Gesù, Giuseppe e Maria.
E mettiamoci anche il bue e l’asinello.
-Ma che cazzo..?- mi ritrovai a dire.
Poi scoppiai a ridere –Oh, Louis, per un attimo ho pensato che mi dicessi che ti piace Carly, non è assurdo?- dissi con un sorriso ebete sulla faccia.
Lui sospirò, guardandomi gravemente.
Ok, forse non l’ho immaginato.
Lavorate, sinapsi, lavorate..
Forse l’ha detto sul serio..
Ci sei quasi, dai, ci sei quasi..
-A te piace Carly sul serio!- urlai, incredula.
Finalmente avevo connesso, bravi neuroni di Megan!
-Io..- arrossì lui (Louis che arrossisce! Oh mio Dio che cavolo succede?) –Ecco, io..mi piace da un po’ non so bene com’è successo.. Per quello non te l’ho detto prima Maggie, perdonami, è stato Harry a dirmi che dovevi saperlo anche tu, mi ha chiesto di dirtelo per essere sincero..-
Porca miseria, Harry Styles mi aveva fatto anche un favore. Harry Styles si era comportato da perfetto amico un’altra volta.
Ma vaffanculo, Harry Styles.
-Louis..- dissi, prendendogli la mano –io sono contenta di questo, te lo giuro. Sai, preferirei vedere lei insieme a te piuttosto che insieme a qualche stronzo rimbecillito..e preferirei vedere te con lei che con qualche baldracca da pub..- sospirai –Però, lo sai che io ti dico sempre la verità.-
Lui abbassò la testa –Lo so, Maggie.-
-E allora devo dirti che ho paura. Di perdere te e di perdere lei. Tu sei il mio fratellone, lei una mia cara amica..E se non dovesse funzionare? E se non mi guardaste più? E se rimanessi da sola? E se litigate e io mi trovo in mezzo? Mi sento molto come in Lizzie McGuire-
-Maggie..- sorrise dolcemente, avvicinandomi a lui con un braccio intorno alle spalle –Sarai sempre la mia rocker rolla e..-
-Odio quel soprannome Louis.-
Lui ridacchiò –Lo so, ma chissenefrega. Non succederà come è successo con la tua famiglia. Non ti abbandonerò mai, come lei non lo farà. E poi,- aggiunse rattristendosi –lei non mi considera in quel modo. Siamo solo amici e..-
-Frena, ragazzo.- lo bloccai dandogli una pacca sulla fronte con la mano aperta.
-Ahia.- disse lui incredulo –Che problema hai?-
-Non dire cavolate. Da adesso parte il piano.-
-Che piano?-
-Non un piano. Il Piano. Con la P maiuscola.-
-Oh, no, il Piano no..- abbassò la testa lui con le mani tra i capelli
-Sì, il Piano!- urlai trionfante
-Maggie, l’hai detto anche quella volta che volevi far scappare il fidanzato di tua sorella da casa, e poi è finita che ci siamo beccati un’influenza intestinale entrambi.-
-Ma stavolta..-
-A casa tua.-
-Ho detto..-
-Con un solo bagno.- concluse lui.
Sbuffai –Dai, Tomlison, non fare la checca. Ho detto Piano, e che Piano sia.-
-Forse prima dovrai pensare ad un’altra cosa..- sorrise lui guardando sopra la mia spalla
-L’unica cosa a cui devo pensare è concludere i miei malefici intenti!-
-Allora mi sa che dovrai rimandare..- ridacchiò lui.
-Ma che cavolo dici brutto..-
-Mi sa che ha ragione, Megan.- sentii una voce dietro di me.
Mi girai di scatto, ancora con l’espressione malvagia di chi sta architettando piani per conquistare il mondo.
Rimasi senza parole.
-Styles.- riuscii a dire con un filo di voce. 



CIAAAAAO TUTTI <3
Oggi sono molto molto LOOOVE perchè è una settimana che ho finito la maturità e mi sono presa una bella pausa :)

Intanto, sono contenta  e ringrazio tutti quelli che hanno inserito la storia tra le preferite e le seguite, siete cucciolissimi :)
Scusate il megaritardo ma ero nel mio letto-divano in stato vegetativo post-esami!

Vi lascio, torno a cazzeggiare allegramente, fatemi sapere cosa ne pensate!
Ciao ;)

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Capitolo 8
*** "Dobbiamo giocare a 'Indovina Chi'?" ***


8. “DOBBIAMO GIOCARE AD INDOVINA CHI”?
 
Harry Styles mi si era parato davanti senza alcun preavviso, con un sorriso che faceva illuminare anche la notte più buia di quel campeggio dimenticato da Dio.
Ok, Megan Jane Avery, che cavolo stai dicendo?
Sentii una specie di rumore proveniente dal mio stomaco che mi fece rimanere impalata per cinque secondi a guardare il riccio che si guardava i piedi imbarazzato.
-Che c’è Maggie, sei andata in shock?- ridacchiò Louis alle mie spalle
Mi voltai fulminandolo –Ho qualcosa allo stomaco, credo sia stata la cena che  non ho digerito. E comunque,- continuai, girandomi verso Styles –che ci fai qui?-
Lui mi guardò incredulo –Come che ci faccio qui? Louis mi ha detto che volevi vedermi!-
-Che ti ha detto Louis?- mi rigirai, pronta a sferrargli un calcio negli stinchi. O anche un po’ più in su.
 Ma lui si era già dileguato. Maledetto.
-Senti, Harry, non so cosa ti abbia detto quel menomato mentale, ma io non gli ho detto nulla sul fatto che volevo vederti..- gli dissi
Lui alzò lo sguardo verso di me – Oh. Oh, allora ok, me ne vado. Scusa il disturbo.-
Harry si girò e fece due passi verso le tende quando in un dato momento il mio cervello decise di dare i numeri –Aspetta.-
Ok, che stai facendo, pazzoide?
-Ecco..- abbassai la testa imbarazzata –Forse..forse Lou aveva ragione, ecco..Forse volevo vederti.-
Harry alzò di scatto la testa e si voltò verso di me con una faccia incredula.
-Veramente?-
-Eh, veramente.-
Mi sedetti sul’erba fresca, nel tardi della sera, e lui fece lo stesso sedendosi accanto a me.
- Harry..- cominciai –Io..volevo scusarmi, credo.-
-Ah, mi piace quel credo.- ridacchiò lui.
-Ecco, come sai non sono molto socievole, diciamola pure così. Sono maleducata la maggior parte delle volte, e non mi piace che le persone si avvicinino a me. -
Harry annuii silenziosamente. –Capisco.-
-No che non capisci.- sbottai –Volevi sapere che fine ha fatto mia madre? Perché non c’è mai? Perché si è persa tutte le riunioni a scuola, i miei compleanni, le feste di Natale, i balli scolastici, la festa della mamma? Perché non c’è, Harry, se n’è andata quando avevo undici anni. Scappata con un sudamericano. -
Era la prima volta che ne parlavo con qualcuno. Nemmeno con Louis avevo mai dovuto dare una spiegazione a quello che era successo molti anni prima.
Il giorno che mia madre era fuggita mio padre aveva spiegato tutto alla madre di Lou e lei gliel’aveva riferito, perché io non riuscivo a proferire parola sull’accaduto. Lui non mi aveva mai chiesto di raccontargli nulla, d’altronde avevamo undici anni, ma avevo solamente pianto tanto, tra le sue braccia, per tutta la notte.
Non avevo più versato una lacrima da quel giorno, per lei.
Avevo parlato così tanto in fretta che stentavo a credere che Harry avesse capito.
-Scusa- cominciai –Non ne ho mai parlato con nessuno prima, quindi probabilmente ti sembrerà la storia della piccola fiammiferaia orfanella, mi spiace. Odio fare la vittima e odio le lagne, vorrei s..-
-Mio padre è andato a letto con un’altra.- buttò lì lui, tutto d’un fiato –Io e mia madre siamo tornati a casa e li abbiamo trovati sul divano. Hanno fatto una litigata furibonda mentre io me ne stavo in piedi impalato senza sapere che fare. Hanno divorziato, naturalmente. Non sento mio padre se non a Natale e Pasqua e, forse, quando si ricorda, i miei compleanni.-
Lo fissai, incredula.
-Sai, Megan, forse non sei l’unica in queste situazioni. Per quello ho voluto offriti il mio aiuto in autobus, stamattina. Abbiamo più cose in comune di quante credi.-
-Tu dici?- gli chiesi con un fil di voce
-Io dico.- sorrise lui, guardandomi negli occhi.
Cavolo, non mi ero mai accorta di quanto fossero belli e profondi i suoi occhi verdi.
Non erano i grandi e azzurri occhi da cucciolo di Louis, né gli occhi piccoli e maliziosi di Zayn.
Erano..diversi. Erano sereni, come un mare nel quale navigare e lasciarsi trasportare dalla corrente.
Distolsi subito gli occhi dai suoi. Ma che cavolo ti sta succedendo, Megan?
-Harry..volevo dirti che mi dispiace per stamattina.- dissi, guardando con insistenza le mie scarpe, che sembravano più interessanti di qualsiasi altra cosa, in quel momento.
-Lo so. - sorrise lui, nell’oscurità.
- Ok .- dissi io, sempre osservando il filo d’erba che si era posato sulla mia scarpa destra.
-Ok. - rispose lui, sempre tenendo lo sguardo puntato su di me.
Di nuovo quella strana sensazione allo stomaco. Ma che cavolo avevo mangiato?
La sua mano afferrò inaspettatamente la mia, che era poggiata sul ginocchio.
-Che cavolo fai?- sbottai, girandomi di scatto.
-Faccio pace con te!- ridacchiò lui, alzandosi in piedi e tirandomi su, tenendo stretta la mia mano.
Ci aveva messo  troppa forza, in effetti. Ero pressappoco un peso piuma, considerato che a casa non avevamo così tanti soldi da permetterci di essere come la famiglia media inglese, in fatto di cibo.
Ci aveva messo troppa forza e mi ritrovai a perdere l’equilibrio e a finire esattamente contro il suo petto.
Trattenni il respiro.
-Mi..mi dispiace.- sentii sussurrare Harry, sentendo il petto vibrare sotto la sua voce roca.
-Non..non fa niente.- sussurrai io. Ma non mi spostai.
Nessuno dei due arretrò di un passo.
Ok, era una scena ridicola, ammettiamolo. Io che restavo appiccicata a lui senza muovere un muscolo  e lui neppure. Eppure non riuscivo, c’era qualcosa a tenermi attaccata lì, i miei muscoli non rispondevano ai comandi del mio cervellino.
Il fatto era che il suo profumo mi era arrivato fino alle ossa, era penetrato dentro di me e mi stava facendo girare la testa.
Harry mi colse di sorpresa quando, interminabili secondi dopo, serrò le sue braccia intorno a me, in un abbraccio caldo e semplice.
-Che..- sussurrai con voce roca. Mi schiarii la gola –Che cavolo fai, Styles?-
Lui ridacchiò, sussurrandomi all’orecchio –Faccio pace con te, te l’ho detto.-
Rabbrividii –Sì, beh,- ripresi il controllo di me stessa –pace fatta ok?- dissi, divincolandomi dall’abbraccio con la faccia rossa. Ma perché poi?
In tutti i casi, ringraziavo l’oscurità della notte senza luci per non avermi fatto beccare con il viso in fiamme.
-Buonanotte. - dissi con un fil di voce, guardando il suolo erboso per poi dirigermi a grandi passi verso la mia tenda.
-Buonanotte, Meg.. - sentii dire da lui, con voce seria e sentii il suo sguardo seguirmi fino a che non entrai nella mia tenda e non trovai Carly intenta a guardare il soffitto.
-Che hai, Meg?- mi chiese preoccupata –Sei entrata con una fretta insolita.-
-Ho sonno.- dissi risoluta infilandomi nel sacco  a pelo vestita e girandomi dall’altra parte per evitare che la mia migliore amica vedesse la mia faccia andare a fuoco.
-Che hai fatto fino ad adesso?- mi chiese, curiosa.
-Parlato con un imbecille, Carly. Adesso dormiamo, però. A proposito, hai qualcosa per lo stomaco? Credo di avere la nausea.-
 
La mattina dopo mi risvegliai da vari sogni strani dei quali non ricordavo nulla, con un fischio lungo e prolungato che mi trapanava le orecchie.
-Ma che minchia..- borbottai sfregandomi gli occhi e mettendomi a sedere
-Ehi, buongiorno dormigliona. Hanno suonato la sveglia vuol dire che inizieremo le attività del campeggio!-urlò Carly dalla gioia.
-Attività? Che?- chiesi, confusa
-Attività, certo! Cosa credevi di essere venuta qui in vacanza?-
-Bah, ma veramente..-
-Dai, vestiti, io avverto che stai arrivando!- mi urlò addosso lei, di nuovo.
Ma perché cavolo la gente mi deve svegliare così? Perché il mondo ce l’ha con me?
Mi vestii con un paio di pantaloni buttati a casaccio (che dovevano essere di Carly oltretutto) e una maglia fluorescente, tanto per mettere le prime cose che avevo trovato.
Uscii dalla tenda inciampando e imprecando con gli occhi ancora appannati dal sonno.
-Buongiorno anche a te raggio di sole.- mi salutò, Louis aiutando ad alzarmi.
-Sì, sì, ‘giorno- borbottai
-Tra te e quell’altro non so chi sia il più addormentato questa mattina..- ridacchiò Louis indicandomi Styles che era fermo, in piedi davanti alla tenda con lo sguardo rivolto verso il basso, che ondeggiava pericolosamente avanti e indietro.
-Hazza!- urlò Louis nelle orecchie del malcapitato.
-Al riparo!- urlò lui buttandosi a terra. Poi si guardò intorno e sembrò rendersi conto di dove si trovava.
-Ah. Ah,Louis. Simpatico, come al solito.-
Lui rise a crepapelle –Dio mio, tra voi due non so chi siain lizza per il più rincoglionito del campeggio. Cos’è, avete dormito male stanotte?-
Harry alzò gli occhi verso di me e si rese conto solo in quel momento della mia presenza.
-Ho sognato che un mio amico sarebbe morto.- dissi semplicemente, ignorando l’addormentato davanti a me.
-Come?- chiese Lou, curioso.
-Una frana. Un masso. Un coltello piantato tra le spalle, una cosa del genere.-
-Simpaticissima, Maggie. Veramente.- disse scettico –Avanti, c’è la colazione e poi si va. -
-Buongiorno, Megan, comunque.- mi disse Harry con un gran sorriso, per poi sbadigliarmi in faccia senza ritegno.
-Sempre un piacere, Harry.- borbottai, andando con loro al capannone allestito come mensa.
Lì ci trovammo qualche tavolata di studenti che facevano colazione.
-Ciao ragazzi!- sorrise Louis guardando tutti, indugiando su Carly che stava osservando Niall disgustata.
In effetti tutti avrebbero osservato Niall disgustati se l’avessero avuto davanti.
Era letteralmente buttato sopra due piatti di uova, pancetta, toast, latte e the, biscotti vari e marmellata, e si stava ingozzando come se non ci fosse un domani.
-Niall, mio Dio, sembra che tu non mangi da settimane!- gli dissi, appena lo vidi
Lui tentò di farfugliare qualcosa, ma con la bocca piena tutto quello a cui servì il suo discorso fu disperdere pezzetti di cibo dalla sua bocca su tutto il tavolo.
-Grazie, ho capito, va bene così. - rispose Carly per tutti, disgustata.
Notai subito il ciuffo perfetto di Zayn, seduto di fianco a Niall che mi salutò con un gran sorriso, invitandomi con un cenno a sedermi vicino a lui.
Mi avvicinai e mi sedetti all’estremità del tavolo, con davanti a me Louis e Harry.
-Ciao, pazzoide.- mi sorrise lui, dandomi un bacio sulla guancia –TI sei tranquillizzata da ieri, sì? Non è che vuoi fare ancora fuori qualcuno?-
Le scene della sera precedente mi ritornarono in mente e per poco non mi strozzai con il succo di frutta.
-No, ehm, no tutto a posto, grazie.- borbottai, evitando accuratamente di guardare verso la direzione di Harry che sentivo lanciarmi occhiate di fuoco.
-Ti va se finita la colazione andiamo a farci una passeggiata?- mi chiese Zayn tranquillamente.
-Oh, per me è ok..- risposi con noncuranza.
-Subito dopo colazione ci sono le attività.- si intromise Harry, che incrociò il mio sguardo, con un’espressione seria.
-Tranquillo, Hazza, ve la riporto sana e salva per l’inizio delle attività!- sorrise lui, circondandomi le spalle con un braccio.
Io abbassai la testa, cercando di non cadere nell’imbarazzo più totale mentre sbirciavo con la coda dell’occhio Louis che sembrava l’unico che stava osservando la scena, con una faccia a metà tra l’incredulo  e a metà tra..beh, tra la sua faccia da imbecille.
 
 
Finita quella benedetta colazione, Zayn venne a prendermi alla tenda e ce ne andammo a passeggiare nei dintorni del bosco.
-Che mi racconti, Meg?- mi chiese con la sua voce suadente.
-Mah, non mi piace la vita in natura. Odio dormire sul terreno duro della tenda.-
-Non me ne parlare!- sbottò lui, toccandosi i capelli –Pensa al mio ciuffo! Con l’umidità di questi posti mi si affloscia ogni tre minuti, ho portato via un tubetto di gel in più del solito..-
Oh, giusto. Questi sì che sono i problemi della vita, in effetti.
-Capisco- dissi.
Ma caspico cosa? Era già tanto se li pettinavo, io, i capelli.
-Vorrei farti una domanda, Megan..- cominciò lui con tono grave
-Dovevo immaginare non fosse una visita di cortesia..-
-In effetti non lo è, in tutti i sensi. Ecco, devo mettere in chiaro alcune cose. –
-Spara.- lo invitai.
-Ecco, a me piace una ragazza..-
Oh Dio Santo, ma tutti a me quelli con problemi di cuore?
In effetti non mi era passato minimamente per il cervello che potessi essere io..perché era ovvio, dai.
Però in quel momento mi balenò l’ipotesi in mente.
E se fossi stata io la ragazza di cui mi stava per parlare? Cosa avrei dovuto fare?
Certo, Zayn era carino, anzi diciamo anche un figo da paura, và, era simpatico, mi trattava bene, non aveva troppe paranoie a parte il suo ciuffo e il guardarsi allo specchio ogni due minuti.
Ma poi? Cioè, non mi veniva in mente nulla di così spettacolare da poter dire che mi piacesse realmente Zayn come qualcosa in più di un amico.
-E..- deglutii –E chi è?-
-La conosci.-
-Qualche altra informazione?-
-Ha gli occhi verdi.-
Sbuffai –Senti, Zayn dobbiamo giocare a Indovina Chi? Ha i baffi? Ha il cappello? E’ pelato? Dimmi chi è e facciamola finita!.-
-E’ tua sorella Marta.-
Rimasi senza fiato e scoppiai a ridere.
Feci una faccia noncurante quasi piegandomi in due dalle risate –Oh, Zayn, pensa te, per un attimo ho creduto che mi dicessi che ti piace mia sorella.-
Ok, la storia si ripete.
-A te..a te piace mia sorella.- ripetei, incredula. -Ma poi, ma tu come la conosci mia sorella?-
-L’ho vista a casa tua quel giorno che siamo usciti insieme..-
-..e tentava di “stuprarti” a detta tua..- gli ricordai.
-Ma poi l’ho rivista qualche giorno dopo in una  libreria e..non so cosa mi abbia colpito di lei, forse i suoi occhi, il suo modo di parlare, la sua intelligenza..-
-Ma cosa ci facevi in una libreria, tu?- gli chiesi, incredula
Lui gonfiò il petto con aria di importanza –Sai, cercavo un libro da leggere per la sera, davanti al camino, gli quegli occhiali che mi danno un’aria così misteriosa..-
-Zayn..- lo avvertii alzando un sopracciglio
-Vabbè. Cercavo un libro di disegni per mia sorella, ma cosa centra..Fatto sta che l’ho vista e le ho lasciato il mio numero ma lei non mi ha ancora chiamato..- mi disse abbassando gli occhi.
Ma cosa sono, un’agenzia matrimoniale?
-Aspetta, ma allora perché ieri ci siamo baciati?- gli chiesi, riflettendoci su.
Lui alzò le spalle –Mi andava.-
Gli andava! Ma senti questo..
-Va bene, felice per te e per mia sorella ma..-
-Megan, devi aiutarmi!- mi pregò lui in ginocchio.
-Ma che problemi hai, Zayn? Ti sei fatto metà scuola e improvvisamente hai perso la testa per mia sorella? Stiamo parlando di Marta eh! La ragazza che conosce quarantacinque lingue diverse e passa le sue giornate chiusa in camera  a leggere libri. Quella Marta! Quando deve parlare con un ragazzo diventa viola in faccia e comincia a farfugliare!- sbottai.
-Lo so, ma da quando l’ho vista non riesco a togliermela dalla testa..-
Oh Santissimi Numi, prendetevelo!
-Va bene, Zayn. Ti aiuto, ok. Possiamo tornare ora?- gli chiesi speranzosa.
-Ehi, Meg ma..ti dispiace per noi due? Voglio dire, eravamo un po’..più di amici.-
-Tranquillo Malik, sopravviverò .- gli sorrisi, incamminandomi verso il ritrovo con gli altri.
Mi sarebbe mancato stare con Zayn ma tanto avevo già capito di non sentire niente di che per lui, quindi preferivo lasciarlo al grande amore della sua vita..che era mia sorella.
A sentirlo ripetere nel mio cervello  la cosa era ancora più inverosimile di prima.
Mah.
                                           
 
Arrivammo al punto di ritrovo con tutti gli altri.
-Che avete fatto?- mi chiese subito curiosa, Carly.
-Ti dico dopo..- sussurrai, guardandomi introno, sperando che nessuno mi sentisse. C’erano Harry e Lou che discutevano fitto fitto in un angolo, probabilmente di calcio, conoscendoli, Niall era circondato da un gruppo di ragazzine piene di tatuaggi che cercavano di rubarselo a vicenda, e si guardava intorno in cerca di aiuto, che arrivò, per l’appunto, con l’arrivo di Zayn che seppe intrattenere le ragazze meglio di Niall, che se la filò a grandi passi.
-Bell’amico..- sentii digrignare sotto i denti Zayn.
-Allora!- cominciò una poderosa voce proveniente da un punto vicino a noi. –Benvenuti al Campeggio Benjamin! Ci divertiremo un sacco insieme!-
L’ometto che stava parlando poteva benissimo essere scambiato per un nano da giardino, a parte per il cappellino a visiera che portava.
-Ma da dove gli viene quella voce?- sentii chiedere a Lou dietro di me.
Aveva una voce potente e gutturale, da speaker radiofonico ma per nulla suadente, era più dura e da generale di Stato.
-Allora, scommetto che diventeremo subito amici!- sorrise lui.
Ma come cavolo faceva un ometto così piccolo e con la faccia così dolce da venditore di gelati a possedere dentro di sé una voce del genere?
-Non so se mi faccia più paura quel sorriso sadico che ha o la sua voce aggiunta alle facce da donnetta che sta facendo..- rabbrividì Harry, che aveva raggiunto Louis dietro di noi.
Mi irrigidii sentendolo a due centimetri dietro di me e..
-Tutto ok Meg?- mi sussurrò Carly, vedendomi con gli occhi spalancati.
-Già, Meg..- ridacchiò Louis dietro di me –Tutto ok?-
-Sono a posto, grazie- sussurrai piena di vergogna maledicendo Louis e Carly perché Harry aveva sicuramente sentito tutta la conversazione.
-Starà ancora pensando a Zayn..- ridacchiò Louis, ancora, facendo il finto tonto.
Dio, quanto lo odio, dio quanto lo odio, Dio quanto lo odio..
-Laggiù, ragazzi, mi state ascoltando?- giunse la voce del signor Nano –tutto chiaro?-
-Chiaro!- scattò subito Carly
-Trasparente!-
-Cristallino!- ci affrettammo a rispondere io ed Harry.
-Cosa?- chiese Louis con la sua solita voce di chi, come al solito, non ha capito niente.
Mamma mia, come si fa ad essere così idioti.
 
 
Louis si era guadagnato, per sua gioia e felicità, il diritto di fare da dimostrazione al percorso ad ostacoli che dovevamo compiere per tutta la giornata.
Inutile negare la sua gaiezza: si trascinava in giro come un morto vivente, con una faccia di chi preferirebbe morire piuttosto che correre sopra ceppi di legno o scivolare sotto sterpaglie.
-Ehi. – mi arrivò la voce di Harry che si era messo di fianco a me a guardare quel rimbecillito di Louis mentre si arrampicava su un ramo.
-Ehi.- gli risposi senza sorridere.
-Tutto ok?-
-Oh, sto meglio di lui..- indicai Louis che era appena caduto dal ramo e si stava massaggiando il sedere sotto le imprecazioni del Signor Nano.
-Con Zayn?- mi chiese, inaspettatamente
Mi girai verso di lui. -Con Zayn cosa?-
-Come procede tra voi due..cioè, non che voglia litigare con te come l’altra volta, era solo per cultura personale.- mi sorrise lui mettendo le mani avanti.
-Non procede, credo.. Non mi piace poi così tanto e lui è.. interessato ad un’altra..- dissi, senza scendere nei particolari.
-Oh.- rispose lui, guardandomi di traverso –MI dispiace.- sembrava seriamente dispiaciuto.
-Cose che capitano..- alzai le spalle.
-Senti, per ieri sera..- iniziò lui, grattandosi la nuca imbarazzato.
Cavolo cavolo cavolo come avevo pensato di poterla scampare?
-Oh, risposi io. Tutto ok, certo, amici.- mi affrettai a farfugliare, guardando l’erba sotto i miei piedi come fosse lo spettacolo più interessante del pianeta.
-Sì, ok, allora amici, Meg..- rispose lui, un po’ più sollevato.
-Chiaro.-
 
 
Louis aveva finito di cercare di suicidarsi mentalmente quando ci venne vicino mentre stavamo chiacchierando del più e del meno.
-Vi parlate, allora..- sorrise con furbizia.
-Ci parliamo Louis, grazie. Sentimi un attimo, hai intenzione di cominciare il mio Piano oppure vuoi rimanere una vecchia zia zitella con tanti gatti?-
-Non sono una zia zitella!- mise il broncio lui –E poi senti da che pulpito viene la predica!- indicò con dito accusatore Styles che se ne stava in disparte a vederci bisticciare.
-Ma che cavolo dici?- chiese Harry non capendo un cavolo.
E ci credo, guarda con chi stava parlando!
-Qualcun altro dovrebbe darsi una mossa..- commentò lui indicandolo.
-Non ti capisco..- rispose Harry che sembrava veramente non capire, grattandosi la testa.
-Styles! Harry Styles!- sentimmo urlare dal Generale Nano. –E’ presente?-
Harry scatto subito come se fosse stato chiamato alla Corte Marziale e si avviò a passo di marcia verso il Capo.
-Ma lo lasci in pace?- dissi a Louis –Non capisce neanche cosa stai dicendo!-
-Uo uo uo- mise le mani avanti Lou –Prendi anche le sue difese? La situazione è peggiore di quella che credevo!- ridacchiò.
Alzai gli occhi al cielo –Va bene Louis, continua a parlare da solo come a tu solito, ma dobbiamo pensare a questo Piano!-
Louis annuì mestamente.
-Sai, Harry mi ha fatto una testa tanta per la storia di Zayn stamattina..- buttò lì, come se centrasse qualcosa con il mio discorso.
- Cos’è successo con Zayn?- chiesi.
-E’ venuto via con te, stamattina..- mi ricordò.
-Beh, è un mio amico e anche suo, me l’ha chiesto prima com’è andata..- risposi io, tranquillamente.
Perché avrebbe dovuto fregargliene se no?
-Certo, e le scenate di stamattina nelle quali minacciava di ucciderlo con una spranga di ferro erano scene di un amico..- borbottò ridacchiando.
-Cosa?- chiesi, spalancando gli occhi
-Di che parlate?- ci raggiunsero Harry e Niall tutti sorridenti a causa del mancato pericolo.
-Nulla!- si affrettò a dire Louis, mentre io guardavo Styles che ci sorrideva con la sua solita paralisi facciale.



BANG!

Ri-ciao e bentornati a tutti. Non so esattamente quando ho messo l'ultimo capitolo (ehm..boh?) però so che sarà stata la settimana scorsa, più o meno. Giusto? Forse quella prima?

Comunque, odio fare commenti sui miei capitoli, ma posso darvi un'anticipescion (mah):
Prossimi capitoli da OVER THE TOP, la svolta epocale dell'epoca stessa.
Na roba che cambierà il mondo. Na roba che supererà la venuta del Messia.
Na roba così.


No, vi sto leggermente prendendo per il culo.
Fa caldo e mi sento sola, io  e la mia Nutelal che devo mettere in frigorifero.
Sono ancora in pigiama, tanto per farvi rendere conto del disagio che mi accompagna.
Dovrei studiare per i test universitari. Non ho voglia.

Vabbè, gli altri capitoli che vi dicevo sono già pronti, se mi date un segno di vita li metto!
Ho visto che i primi capitoli sono a un numero di visualizazioni esorbitante e sono tipo così *O.O** wow.

Ci sentiamo bela gente, buone vacanze di cuore sole e amore a everybody <3

AGNAGNA
;)

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Capitolo 9
*** Mi sa che sei ubriaca, Megan. ***


9. MI SA CHE SEI UBRIACA, MEGAN.
 
-Non posso credere che sia già passata una settimana!- sbuffò Carly lasciandosi cadere a terra alla sera dell’ultimo giorno di campeggio.
-Grazie a Dio, invece!-
Lei mi guardò malissimo –Come puoi dire una cosa del genere? Ci siamo divertiti un sacco!-
-Oh sì, certo! Come matti!- dissi sarcasticamente –Forse a vedere Louis che cadeva ad ogni passo? O, no, aspetta! Vedere Niall che si rompeva un polso giocando a pallavolo è stata la parte migliore! A parte quel giorno che Harry è stato morso da uno scoiattolo..-
Carly ridacchiò –Vedi? E’ proprio questa la parte divertente!-
Che migliore amica sadica mi era capitata.
-Ehi, ragazze!- ci salutò arrivando verso di noi Louis, ricoperto di bende e graffi con Harry che si guardava intorno furtivo.
-Che hai Styles, paura degli scoiattoli?- lo provocai.
-Che sei simpatica te l’hanno mai detto?-
-Un sacco di volte, Testa di Cespuglio!-
-Perché ogni volta che si vedono devono litigare?- sbuffò Carly sottovoce, a Louis.
-Dicono che chi disprezza compra, Carly..- gli rispose lui.
-E comunque!- interruppe il momento Styles che (tanto per cambiare) non si accorgeva di qualcosa nemmeno se uno glielo sventolava davanti con una bandiera fluorescente con fuochi artificiali annessi. –Mi guardavo intorno così perché Kayne sta organizzando una festa.-
-Una festa?- chiese Carly, sbalordita –Ma  non si può..o sbaglio?-
Louis ghignò –E’ proibito, ma credo sia chiaro il motivo per cui il preside ci ha allontanati da scuola..Era palese che gente come noi avrebbe fatto qualcosa di proibito in queste “vacanze”, anche se siamo stati tutti molto attenti..-
- Già - annuì Styles –Quei ragazzi sono stati troppo buoni per questi sei giorni, tutto per questa festa. Hai notato che Zayn non si è ancora fatto beccare con le sigarette? E Savannah e Mary-Anne non si sono fatte nuovi piercing? E che Frankie ha nascosto il suo coltellino svizzero negli anfibi al posto di portarlo sulla cintura?-
-Questa festa è la festa a cui stanno lavorando dal primo giorno in cui siamo partiti!-
Io e Carly ci guardammo in contemporanea.
Poveri noi.
 
Alle due del mattino tutti eravamo sgattaiolati fuori dalle nostre tende per raggiungere il luogo della famigerata festa.
Passando per una fitta radura di alberi si poteva scorgere, alla fine, una luce di un falò dove molte persone erano radunate a ridere e a bere. Soprattutto bere.
-Sembra roba da setta satanica..- sussurrò Carly mentre ci avviavamo insieme a Zayn e Niall verso il grande falò.
Tutti i nostri compagni avevano una bottiglia in mano, o un bicchiere, o un bicchiere e una bottiglia in mani differenti.
-Tutto all’insegna dell’alcol, vedo!- osservò NIall con gli occhi che luccicavano –Mi piace!-
E se ne andò verso il famigerato posto dove lo stavano distribuendo.
Irlandesi.
-Non voglio esserci quando tornerà..- sbuffò Zayn –Venite, mi sembra di avere visto Louis là seduto!-
In effetti Lou era già parecchio andato ed era steso di fianco ad un tronco d’albero che credeva essere Harry.
-Sai Harry..- stava dicendo –Il mondo è ingiusto. Voglio dire, hai visto che quando cerchi un bicchiere non lo trovi mai? E’ un’ora che lo sto chiamando e non lo trovo..-
-Lou, la vuoi finire di parlare con un pezzo di legno?- gli chiesi sedendomi di fianco a lui.
-Oh! Ehi Maggie! Non è un pezzo di legno! E’ Harry! Mi sa che sei ubriaca!-
-Certo, certo..- alzai gli occhi al cielo.
Zayn si alzò ed andò ad aiutare Niall che arrancava con il peso di quattro bicchieri da tenere in equilibrio con una mano fasciata.
-Ho portato da bere!- urlò l’irlandese, avvicinandosi a noi e offrendoci dei bicchieri pieni di liquido strano.
-Che cavolo hai fatto, Niall?- storse la bocca Carly.
-Ho preso tutto quello che c’era sul tavolo e l’ho versato a casaccio nel bicchiere!-
Che discorso intelligente.
-Scommetto che sarà buonissimo..- osservai, osservando il liquido grigiastro con diffidenza.
-Facciamo un brindisi!- si alzò in piedi Niall con l’unico braccio sano rimasto.
-E a cosa?- sbuffò Carly
- All’amoreeee!- urlò Louis prendendola in spalla e portandosela in giro, rovesciando il contenuto del bicchiere sulla sua maglia a righe.
-Vabbè, Meg, Zayn. Brindiamo noi per loro!-
 
Un’oretta e quattro brindisi dopo (Niall aveva deciso di tentare la sorte facendo una sfida a chi beveva di più) eravamo tutti e due stramazzati al suolo, che rotolavamo e ridevamo come dei dannati.
-Sai..- mi disse lui tra una risata e l’altra –Da piccolo mia madre ha aperto la porta della macchina in corsa e sono caduto al centro di una rotonda..-
Scoppiai a ridere, in lacrime –Mio padre da piccola mi ha fatto andare a sbattere con la bici contro il carrello di una signora anziana. Le sono caduta sopra, immagina il male! Ho ucciso una vecchia!-
Scoppiammo a ridere.
Il livello di intellettualità dei nostri discorsi saliva vertiginosamente.
-Ehi, Maggie! Mi sa che sei ubriaca!- arrivò Louis trascinandosi dietro una Carly stralunata.
-Mi sa di sì, Meg!- arrivò una voce familiare davanti a me. Mi  alzai a sedere di scatto, cos che mi causò un giramento di testa atroce.
-Harry Styles!- sorrisi io con le lacrime ancora da prima –Sai che conoscevo un cane che si chiamava così?-
Styles sbuffò ridacchiando –Lo so, Megan, è stato investito.-
-Come investito?- chiesi, preoccupata –Come? Quando hanno investito Styles? Perché?-
-E’ successo molto tempo fa, Megan..- sbuffò paziente lui, sedendosi per sostenermi.
- Ah. Allora va bene. - mi tranquillizzai.
-Guarda Carly! Ho visto il Bianconiglio!- urlò Lou tutto esaltato –Andiamo!-
Niall si catapultò a sedere.
-Che c’è, vai a vedere il Bianconiglio?- chiese Harry.
-No, vomitare.- riuscì a dire lui prima di fuggire a gambe levate
Harry ridacchiò –Oddio, non può fare sempre così..-
-Perché non hai bevuto Cespuglio?- gli chiesi con una voce da matta.
-Avevo promesso di restare sobrio, perché servono un po’ di persone che diano un taglio alla festa ed aiutino a portare i ragazzi nelle rispettive tende..se no i prof, chi li sente domani?-
-Bello bello..- dissi, ondeggiando la testa di qua e di là.
Poi mi sdraiai supina e lanciai giù con me anche Styles.
-Guarda, Harry!- gli dissi, indicando il cielo
-Cosa?-
-Il cielo!-
-Lo vedo il cielo, Meg, è grande ed è sopra di me..-
-Lo so. Ma ho sempre pensato che il cielo fosse un libro.-
-..un libro.-
-Sì, un libro. Che nel libro poi, ci siamo tutti noi, e che si siano le stelle, le musiche..sai. Mi piace leggere. Credo che mi piacerebbe leggere questo libro.-
Sentii Harry ridacchiare e mi girai verso di lui, che mi stava osservando divertito.
-Ne sono sicuro, Meg. - mi sorrise.
Lo fissai ancora una volta, e ancora per la seconda volta in una settimana sentii qualcosa allo stomaco.
Sarà l’alcol che vuole risalire.
- Harry.- sussurrai, guardando il suo volto, ormai serio, che mi guardava.
-S..Sì?- chiese lui
-Quando hai detto che siamo simili, più simili di quello che credo io, lo pensavi sul serio?-
-Non dico mai cose che non credo.-
-Ok. Allora ti volevo chiedere se è giusto. Se è giusto che tutto questo accada a me, Harry. Perché mia madre se n’è andata? Perché non mi ha voluto bene? Io, Harry, te lo giuro, io le volevo bene, un gran bene. Sai, lei mi faceva sempre mangiare di nascosto l’impasto della torta la domenica, a patto che non lo dicessi a Caroline perché lei era la più grande.. Mi manca così tanto, Harry. Se dici che siamo così simili, perché mia madre se n’è andata?- dissi tutto d’un fiato.
Non so se fosse l’alcol, il momento, Harry, tutto. Ma lo dissi a voce alta per la prima volta nella mia vita.
- Meg..- cominciò Styles, spaventato dalla mia reazione
- Meg un cazzo!- sbottai, voltandomi con il busto completamente dalla sua parte –Io lo so perché sono così scorbutica ok? Non ci riesco. Credo che, in effetti, sia più facile allontanare tutti che dire chiaramente quanto li vorrei vicino. Mi risparmio solo sofferenze così. Capisci?-
Harry stette in silenzio per un attimo, poi mi sorrise. –E’ stata una stupida, Meg. E’ stata una stupida perché io non ti abbandonerei mai.-
Mi sa che sei ubriaca, Meg.
Oh, mi sa anche a me a sentire quello che sta dicendo lui
-Non voglio compassione, Styles.-
-Non è compassione. E’ solo..- si bloccò un attimo –Megan. Io ci sarei sempre per te. Ci sarei stato quando hai letto della morte di Silente, ci sarei stato quando avessi avuto bisogno di comprare gli assorbenti, quando avresti avuto bisogno della carta igienica in bagno.-
-Bella visione..- ridacchiai
-E’ così, te lo posso giurare.- mi ripeté, serio come mai l’avevo visto prima d’ora.
- Harry..- sussurrai, mentre lo vedevo farsi sempre più vicino a me.
-Sì, Megan?- mi chiese lui, ormai ad un centimetro dalla mia faccia.
Deglutii –Forse questo libro mi piacerebbe ancora di più se restassi qui con me, alla parola “fine”.-
-Tu dici?- sussurrò lui, adesso ad un soffio dalle mie labbra
-Credo..credo di s…-
-Mi sono bruciato il sedere!- il peso piuma di Niall piombò direttamente sullo stomaco ad Harry, che si ritirò con un urlo di dolore.
-Ma che cazzo..?-
-Harry! Il sedere! A fuoco!-
Avevo visto tante cose, nella mia vita da diciottenne disagiata, ma mai un sedere andare a fuoco.
E stavolta non era perché ero ubriaca.
Niall si era evidentemente dimenticato che c’era un fuoco a due centimetri da lui e ci si era seduto sopra.
-Perché Niall deve sempre fare queste cose quando è ubriaco?- sbuffò Harry dopo che lo avevamo portato nel lago vicino per tuffarcisi dentro e ora lo stavamo riportando nella sua tenda.
Io non riuscivo a smettere di ridere, mentre la testa mi girava in un vortice senza fine e facevo fatica a stare in piedi.
-Sicura che vada tutto bene?- mi chiese, visto che stavo sostenendo Niall che parlava a caso sul riscaldamento globale
-Tutta colpa del buco dell’ozono se ho perso i miei pantaloni preferiti!-
-Tranquillo, tutto ok..-
-Io lo ammazzo, Niall..- lo sentii borbottare mentre ci avviavamo verso la sua tenda
-Ehi, ragazzi!- ci sorrise Lou arrivando con una mano intrecciata a quella di Carly, che era paonazza e aveva un sorriso deficiente sulla faccia.
-Hai un sorriso deficiente sulla faccia.-
Ma non l’avevo pensato?
-Che è successo a Niall?- chiese lei, cambiando argomento.
-Si è seduto sul fuoco..storia lunga..- cominciò Harry sbuffando, siccome Niall gli era caduto per l’ennesima volta addosso.
-Megan, ehm..verresti a dormire? Non voglio stare sola nel bosco, di notte…alberi…animali…-
Sì, yeti e ufo. Carly che aveva paura della natura? Aveva passato notti intere alla ricerca di gufi o chissà che cosa per ore intere in mezzo al nulla. Bella scusa, veramente, ci credevano tutti.
-Ah..ehm..- dissi, guardando Harry che mi guardava di sottecchi mentre infilava Niall nella sua tenda –Credo..credo di sì, ok..no?-
-A chi stai chiedendo il permesso Megan?- mi chiese Lou, che nel frattempo si era ripreso dalla sbornia.
-Ness..nessuno. Ciao.- dissi frettolosamente e me ne andai via trascinandomi Carly.
 
 
-Megan! Non puoi capire! Cioè è una cosa..troppo wow..è successa una cosa assurda e non so se essere felice o confusa o felice e confusa insieme e..-
-Carly Carly Carly frena per piacere. Mi pulsa la testa, sono un po’ ubriaca. I fatti per piacere. Cominciamo: chi?-
-Io e Louis.-
-Cosa?-
-Ci siamo baciati?-
-Quando?-
-Stasera.-
-Dove?-
-Ai lati del bosco.-
-Arriviamo alla domanda fondamentale: perché?-
-Perché..perchè mi piace credo. Cioè ho sentito come una cosa dentro, tutte le cose che diceva Jason sull’amore, tutte insieme. E..ed è successo.-
-E come stai?-
Lei si stese con un sospiro nel suo sacco a pelo.
-Come se un treno mi fosse passato sopra tre volte, come se fossero arrivati a trapanarmi il cervello.-
La guardai incredula –Bella roba essere innamorati.-
Lei si alzò sorridendo come lo Stregatto colpito da un ictus –E tu? Con Harry?-
-Con Harry cosa?-
-Ma come cosa! Eravate insieme prima!-
-Il fatto che fossimo insieme non significa che ci siamo dati alla pazza gioia di fianco al bosco come voi. E poi, anche se oggi stava succedendo qualcosa, un segno ha detto che non si poteva.-
-Da quando in qua credi ai segni tu?- mi chiese inarcando il suo sopracciglio maledetto.
-Da oggi. E poi, ero ubriaca, ci siamo fatti prendere la mano. Non mi piace Styles, fine del discorso. E adesso scusa, ma comincio a vedere dei puntini gialli mica molto promettenti. Buonanotte, Car.-
-Notte rompiscatole!- sbuffò, girandosi dall’altra parte.
Dopo cinque minuti non ero ancora riuscita a prendere sonno, perché la mia mente vagava ancora a quello che era successo meno di un’ora prima, come un tornado che mi aveva investito senza alcun preavviso.
-Meg? Dormi?-
-A dire la verità dormivo prima che mi svegliassi. Che c’è?-
-Hai mai sentito le farfalle nello stomaco?- mi chiese in un sospiro.
-Nel mio stomaco non c’è più nessuno spazio per le farfalle, solo alcol.- dissi, sbadigliando.
Perché era alcol quello che sentivo muoversi nel preciso centro del mio corpo. Era solo alcol.
..vero?
-Meg?-
Sbuffai –Dimmi Carly.-
-E’ inutile che fai finta di dormire tanto lo so che stanotte rimarrai sveglia per un certo motivo.-
Rimasi in silenzio.
-Non me la dai a bere, quando dormi russi. Puoi fregare tutti ma non me. -
Al diavolo, Harry Styles.





Hehehe.
Ciao. Hola. Hello. Salut.

Oggi sono in vena di masochismo estremo, credo. Sto riascoltando le canzoni più tristi del mondo che il mio ex milgiore amico mi aveva dedicato.
QUALCUNO MI FERMI ORA.

Suppogo io debba scrivere qualcosa di intelligente in questo spazio.
Ehm..
...
...
...
....
no.
 Volevo dirvi che la vita è bella, e la ruota girerà, sopra il giorno di dolore che uno ha (?).
Ho qualche problema di dipendenza con Ligabue, scusatemi.

Vaé, ragassuoli, vado a continuare a pinagere e rotolarmi in lacrime amare sul mio letto con il sottofondo di canzoni deprimenti.

Ciao belle, e vi ringrazio per aver messo la storia in preferite e seguite, siete belle come frittelle <3

Anna :)

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Capitolo 10
*** .1 I'm yours. ***


10. I’M YOURS

Parte 1.

 
Sorrideva. E io lo guardavo. Lui non se ne accorgeva, ma io lo guardavo, mentre era distratto, mentre non lo faceva nessuno, mentre si perdeva nelle sue cento cose da fare.
Sistemare la tenda, piegare i teloni, giocare a calcio con Louis facendolo cadere sempre, fare le smorfie a Niall nel doposbornia col culo dolorante.
Lo guardavo, e mi chiedevo come un ragazzo del genere fosse sempre stato invisibile per me per tutto questo tempo.
Eppure..
-Perché sorridi?-
Sobbalzai. –Porca minchia, ma quando sei arrivata, maniaca?-
Carly fece un sorrisetto –Due minuti fa, mentre tu eri troppo intenta a mettere in pratica il punto numero due della lista: la tua faccia sembrava aver raggiunto il Nirvana mentre guardavi Harry sfilarsi la maglietta, un minuto fa..-
-Io..non..- farfugliai, dandole una spinta –Che cavolo dici? Non è vero!-
-No, figurati. Certo che no. Impensabile. Inimmaginabile. In..-
-“In” tutto. Non è vero, mi ero incantata. E poi,- aggiunsi –non sono io quella che si è messa una maglia così scollata per fare colpo su Louis oggi.-
Lei arrossì –Io non..non voglio fare colpo su nessuno oggi, io. –
-Certo..- alzai gli occhi al cielo.
-Meg, quando ammetterai che ti piace?-
-Ma chi? Louis?- feci la finta tonta, guadando altrove.
-Col cavolo, ti ucciderei, stronza. Un certo ragazzo coi capelli ricci al quale Louis sta facendo una lavata di capo proprio ora.-
Mi girai, vedendo Louis steso sopra Harry che lo braccava a faccia a terra mentre gli tirava ogni tanto, un pugno sulle costole.
-Bell’approccio che ha..- osservai. –E comunque, non mi piace. Mi sta simpatico, niente che non abbia provato con altri, sicuramente.- mentii.
-Certo, e io ti conosco da anni ma ti comporti da perfetta gnorri solo ora, ovviamente. Se prima anche solo uno che ti degnava di uno sguardo e un sorriso diventava la tua vittima sacrificale! Tipo Zayn..-
-Ma che vittima sacrificale.. Solo, se un ragazzo mi piace non ho problemi a farmi avanti.-
-Appunto, genio. Ti fai avanti TU. Mai loro! E stavolta? Stavolta non ti fai avanti anche se si vede da un chilometro che ti piace, e perché?-
-Non mi piace!- sbottai alzando gli occhi al cielo, ma lei non mi ascoltò e continuò con la sua seduta psiconalitica da sola.
-..perchè hai paura, e si vede. Non fare la cretina come al tuo solito. Non tutte le persone a cui ti affezioni ti abbandonano, smettila di pensarci. Io, Louis, Liam, i tuoi migliori amici, non ti abbiamo mai abbandonato, e non lo farà mai una persona che si affeziona a te come ha fatto Harry.-
-Io..non..non ho paura, smettila.- affermai, dura.
-Megan, non puoi far finta di essere forte anche quando è palese che tu non lo sia. Ce ne accorgiamo sai? Tutti quanti, se te lo stai chiedendo. Non sei un animale solitario, anche i lupi devono stare in branco per vivere insieme..-
Lupi, era ovvio che Carly facesse un esempio del genere..Lupi.
-..lo faccio per te! Non lasciarti scappare un’occasione del genere. Lui ti vuole bene, tu gli vuoi bene, e allora perché non provare?-
-Perché non sarebbe provare Car, sarebbe rischiare, lo vuoi capire? Non mi piace rischiare su queste cose. Che ne sai se a lui non interesso minimamente? E bada bene che non ho ancora detto che lui mi piace, non fare quel sorrisetto..-
-Parlami di lui!-
-Che? Cosa centra?-
-Parlami di  lui. Cosa pensi di lui. Cosa odi di lui così tanto.-
Ci pensai su. - Cosa odio..Odio i suoi capelli ricci da barboncino, ricordano un cespuglio tagliato male. Odio il fatto che ascolti la mia stessa musica e che ami Harry Potter quanto me. Nessuno può amarlo quanto me, fidati. E’ più responsabile di mio padre, e la cosa mi dà sui nervi. Cerca di psicanalizzarmi peggio di mia sorella, come se lui volesse sapere tutto di me, dice sempre che siamo simili. Io non vedo tutte queste somiglianze, sai? Lui è socievole, simpatico, a volte, bada bene, sopporta Louis, ama gli sport, ride sempre. Ti sembrano somiglianze? Ah, ma per lui lo sono sai? Come gocce d’acqua, veramente! E poi litighiamo sempre, che senso avrebbe? Mi fa salire i nervi quando si avvicina a me con quella sua paralisi facciale e la sua allegria. E.. e perché hai quella faccia da Maria Teresa di Calcutta?-
Carly mi guardava con gli occhi lucidi e le mani congiunte in preghiera, mancava poco che si inginocchiasse e cominciasse a pregare Allah.
-Non lo sopporti proprio, no? Cioè, vorresti tirargli in faccia una sedia ogni volta che lo vedi?-
-Sì, esatto!- urlai, felice che avesse finalmente capito.
Sospirò –Ti piace!-
-Carly, hai una strana visione del mondo sai? Se ti ho detto che mi innervosisce!-
-E’ questo il punto, Meg. Ti innervosisce per tutto quello che è che fa. Ne sei spaventata, non si può odiare ogni singola cosa di una persona, è inconcepibile. Te lo stai auto imponendo, fidati.-
Fidati, eh, certo, come no.
-Ok, Car, come dici tu..- sospirai, sconfitta.
-Lo vedrai, Meg, lo vedrai..- ridacchiò lei, alzandosi in piedi e invitandomi ad andare con lei dal suo nuovo fidanzatino.
 
Harry
-Ma che cazzo fai?- urlai contro Louis che mi aveva fatto lo sgambetto mentre stavo correndo, facendomi catapultare faccia a terra.
Lui si buttò sopra di me con tutto il peso del suo corpo, bloccandomi il respiro.
-Se..Louis! Se volevi provarci con me potevi farlo con più tatto, non amo la violenza..-
-Non sono io che devo preoccuparti! Lo sai benissimo perché ti sto braccando a terra!-
-Ehm..no Louis, non lo so sinceramente..c’è una bomba?-
Louis sbuffò, come se fosse la cosa più normale del mondo il motivo per cui lui mi si era steso sopra e mi aveva appena dato un pugno sulla spalla.
-Ahia! Che problemi hai!-
-Parliamo del vero motivo per cui ti sto soffocando?-
-Eh! Magari! Se mi potessi illuminare!-
A volte mi chiedevo veramente che problemi avesse Louis.
-Il motivo si chiama Megan!-
Deglutii –E..e che c’entra Megan? Che ha fatto? Se ti ha detto che sono stato io a fare qualsiasi cosa, sta mentendo!-
Era proprio da Megan darmi la colpa per uno scherzo che aveva fatto a Louis per uscirne illesa.
-Qui nessuno ha detto niente a nessuno. E’ questo il problema!-
-…eh?-
Serviva un dizionario multimediale per capire Louis.
Lui sbuffò –Ma perché non capisci?-
Un altro pugno sulle costole.
-Ahia! Ma ti vuoi spiegare una buona volta!-
-Perché non dici a Megan che ti piace?-
-Io..a me non piace Megan! Che cavolo dici!-
Immaginai stesse alzando gli occhi al cielo. – Hazza, si capisce da lontano dieci miglia! Per favore!-
- Louis, è un’amica! E’ difficile anche che le parli senza che si infuri con me, ti sembra normale? Come credi che possa piacermi?-
-Forse perché vedo come vi guardate?-
-Ma cosa vuol dire “come ci guardiamo”! Siamo esseri umani dotati di vista, è ovvio che la gente si guarda! E io non guardo lei in nessun modo..-
Un altro pugno.
-Senti Lou, ma perché non scendi, ti spiace?-
-No, è il mio metodo di accettazione questo.-
Metodo di accettazione. Gli aveva anche messo un nome. Oh santo Dio.
-Tu puoi giurarmi che non provi nulla per lei?-
-Io..-
-Tu puoi giurarmi che non ti piace nulla di lei?-
-Non..non è vero che non mi piace nulla di lei, solo..-
-Dimmi cosa, Hazza. Chiudi gli occhi e pensaci.-
Lo feci, anche se mi sembrava un’assurdità. La ricordai il primo giorno che ci avevo parlato, in aula punizione mentre stava dormendo.
-Ecco..mi piace la sua schiettezza. Quando pensa una cosa, normalmente la dice. Ti guarda con una faccia da manico psicopatico che vorrebbe ucciderti, nove volte su dieci, ma fa davvero ridere quando fa le minacce di morte.-
Mi misi a ridere.
 
 -Io sono Harry. Harry Styles.-
-Ma quando?-
-Da quando sono nato. -
-No, ma quando te l’ho chiesto?-
 
-Poi, quando deve ringraziarti o chiedere scusa abbassa gli occhi e storce la bocca, cosa che la fa sembrare meno sincera di quello che è. Se le sue espressioni dicono una cosa i suoi occhi non mentono mai..-
 
- Harry.. Io..volevo scusarmi, credo..-
-Ah, mi piace quel credo.-
-Ecco, come sai non sono molto socievole, diciamola pure così. Sono maleducata la maggior parte delle volte e non mi piace che le persone si avvicinino a me. -
–Capisco.-
-No che non capisci!-
 
-E quando ride strizza gli occhi in una maniera adorabile e si tiene la pancia come se stesse morendo. Passa il buonumore a tutti, credo. Almeno, fa ridere anche me.-
 
-Ti sei calmata?-.
–MI spiace, quando comincio a ridere così non riesco più a smettere, cioè, lo so che adesso penserai che sono una malata decerebrata, però non rido proprio tantissimo, l’avrai notato..-
–Beh, hai sempre il muso, a dirla verità.-
-Ecco, appunto, non è che sono proprio una buontempona, quello è Lou..-
-Io ti trovo simpatica, Meg.-
-Ma non dire puttanate.-
 
In quel momento aprii gli occhi e la vidi seduta, a pochi metri da me, che parlava con Carly gesticolando e facendo la sua solita faccia da esasperata.
E lì capii.
-Oh cazzo..- sussurrai.
Louis sopra di me sospirò. –Grazie a Dio ci sei arrivato. E dire che ci ho messo meno tempo io di te. Vuol dire che c’era davvero qualcosa sotto..-
-Louis. Mi piace Megan, credo.- ammisi, continuando ad avere una faccia stralunata da chi aveva ricevuto un’illuminazione dal Signore.
-Alleluia!- alzò le mani al cielo il peso morto sopra di me, che si alzò per farmi respirare.
-Ormai la mia tecnica non serve più. E non puoi dire che non funziona. Sono un genio!-
Un genio, adesso. Non esageriamo.
-E adesso che cavolo faccio?- continuai a dire, guardandomi le mani. –Ma..Louis non è possibile! E’ odiosa, maleducata, mi tratta male, mi prende in giro, mi odia! Come può essere successo?-
-Amico mio, le cose accadono così. L’amore non ti sceglie. L’amore arriva, non bussa alla porta chiedendo “permesso?”, si fionda dentro e ti travolge, come un uragano.-
Mi voltai verso di lui –Ma da dove cavolo ti è uscita questa perla?- alzai un sopracciglio.
Lui scrollò le spalle –O.C., credo. E ora scusa, sta arrivando la mia Bella..-
Carly si stava avvicinando con un sorriso a trentadue denti, e Louis pure saltellava come un dodicenne verso di lei, della serie “incontriamoci a metà strada come nei film romantici!”.
Sorrisi nel vederli così felici, ma poi spostai lo sguardo dietro Carly, che avanzava verso Louis come se stesse andando all’altare.
Megan era ancora seduta e stava probabilmente per avere un attacco di vomito imminente: cercava di impiccarsi con il laccio di una scarpa, guardando Louis che la stava ignorando ostentatamente.
Poi il suo sguardo si posò su di me, e  incontrai i suoi occhi verde scuro.
Il mio cuore perse un battito. Come cavolo era possibile che mi fosse successo questo dopo nemmeno un mese che la conoscevo? Perché a vedere le lentiggini sopra le sue guance sentivo questo impulso improvviso di andare da lei ed abbracciarla così forte, di annusare ancora l’odore di fiori dei suoi capelli?
 
Lei si stacco da quello sguardo, scrollò la testa e tornò a guardarmi torva come prima.
Mi indirizzò un bel dito medio e si alzò in piedi, non senza degnare un altro sguardo di disgusto verso i due piccioncini che si stavano baciando in mezzo al prato.
Mi misi  a ridere. Sì, forse era proprio per questo che mi piaceva.
 
Megan.
Maledetto Styles, che cavolo mi sta succedendo?
Non può essere colpa sua, dai. L’hai detto, ti sta antipatico, non ci penseresti due volte a scaraventarlo giù da un burrone.
Sì, è vero. Ma allora perché quando mi ha guardata prima mi hanno cominciato a sudare le mani? E  quando mi ero alzata ho sentito le gambe molli mentre sentivo la sua risata divertita?
Ma non è niente, è solo il dopo sbornia, questo è sicuro.
Già, sì..forse è proprio così..ma se..
-Maggieeeeee..- mi sentii chiamare.
Oh Santo Cielo, lui no..
Mi feci piccola piccola, rannicchiandomi perché non mi vedesse.
Tipregotipregotipregotipregoti..
-Guarda che ti vedo, hai una maglietta fosforescente.-
Ma vaffanculo.
Sospirai –Ciao Louis..-
-Che fai qui?- mi chiese sedendosi di fianco a me.
-Dialogavo con me stessa..-
-Chiaro, per Harry.-
Sbuffai –Possiamo TI PREGO non parlarne? Ho avuto una discussione esasperante con Carly due minuti fa.. E tu, tra parentesi, dovresti solo ringraziarmi, non ti darò più una mano, se no..-
Alzò gli occhi al cielo –Se per una volta il tuo “Piano”- mimò il tutto con le dita –ha funzionato, non significa che sei la nuova Dea dell’Amore..-
-Per carità, dell’Amore no!- rabbrividii –Dei complotti, piuttosto! Dimmi che la mia idea di farti fare il finto ubriaco per portarti via Carly e dichiarare il tuo “eterno amore”- mimai anche io per fare la simpatica – non ha funzionata. Sprizzate zucchero da ogni poro, non vedo l’ora di tornare e stare con Liam per parlare di quanto la sua vita amorosa faccia schifo, perché io mi sento realmente diabetica!-
Louis alzò gli occhi al cielo –Va bene, Maggie, grazie. Ma adesso dobbiamo parlare di..-
Mi alzai di scatto –Ma guarda che ore sono! Il pullman partirà senza di noi!- urlai, cominciando a camminare verso il punto dove il pullman era parcheggiato.
-Megan, non scappare!-
-E chi scappa!- urali, affrettando il passo –sai, pullman.. posti.. bagagli.. ecco, dai!-
 
 
-Oh, Carly, perfetto! Mi siedo vicino a te!- ripresi fiato, lasciandomi cadere sul sedile di fianco a lei.
-Ehm..Megan..- sussurrò, arrossendo –Veramente starei tenendo il sedile per Lou..-
Ehw. Che scifo questa cosa, e dire che ero io l’artefice di tutto.
-Ok, chiaro..- alzai i tacchi e mi misi in un sedile dalla parte opposta, del tutto libero, e attaccai le cuffiette, per smettere di pensare.
 
Sentii picchettare sulla mia spalle e mi costrinsi ad aprire gli occhi. Vidi fermo davanti a me un Harry Styles del tutto imbarazzato.
-Scusa, ehm..tutti i posti sono occupati e..-
Eh ma Dio, tu vuoi farmi davvero del male!
-Ah..ehm. Sì, certo. Ok, siediti pure.-
Niente battutine? Ma che cavolo mi succede?
-Potresti darmi una cuffietta, ti spiace? Ho l’mp3 scarico..-
Anche una cuffietta voleva? E io gliela stavo anche porgendo? Ma chi si è impossessato del mio corpo?
-Grazie.- mi sorrise lui, rivelando le sue fossette ador..stavo per pensare adorabili?
Adorabili?Da quando in qua utilizzavo queste parole io?
Tossicchiai –Niente..-
Il pullman si mise in moto, ma dopo pochi minuti si fermò per far scendere qualcuno a vomitare.
Reduci della sera precedente.
Già..la sera prima..
Mi persi nei miei pensieri, ricordando tutto quello che era successo, tutto quello che ci eravamo detti..
 
Forse questo libro mi piacerebbe ancora di più se restassi qui con me, all’ultima parola dell’ultima lettera dell’ultima pagina. Appena prima della parola “fine”.
 
Dio, ma che cretina. Avevo bevuto veramente troppo.
-Tutto ok?- mi chiese Harry vedendomi sbiancare in volto.
-Tutto ok. -
-Sono i postumi di ieri sera o stai bene.-
Ieri sera..
-Bene.-
Lui ridacchiò –Sai solo ripetere le ultime parole che dico?-
-Dico..- borbottai sovrappensiero. – Scusa.- scrollai la testa –Sono solo stanca..-
Lui mi sorrise –Già, anche io, non ho dormito molto stanotte..E tu?- mi disse, alludendo a quello che era successo ieri.
O forse era solo una mia impressione, quell’allusione?
Deglutii –Ah..neanche io ho dormito molto..c’era Carly che russava..-
-Già, russava...- inclinò la testa lui, facendo uno sbuffetto che somigliava ad una risata.
Decisi di non andare oltre e mi rimisi a fissare davanti a me.
-Sai..- sentii la cuffietta togliersi dall’orecchio e la voce di Harry che mi parlava –Non mi hai chiesto perché non ho dormito.-
-Perché forse non mi interessa?- mentii io.
No, certo che mi interessa mannaggia la miseria, ma poi mi metteresti in imbarazzo.
-Io dico che ti interessa.-
-Perché dovrebbe?-
-C’entri tu, ecco perché.-
Mi costrinsi a guardarlo negli occhi –Ah. Devi essere davvero preso male allora, fai già fatica a sopportarmi da sveglio, se ti perseguito anche di notte..- feci una smorfia interpretabile come un sorriso.
Lui ridacchiò e, inaspettatamente, mi rimise la cuffietta nell’orecchio e mi strinse la mano.
 

Well open up your mind 
and see like me 
Open up your plans 
and damn, you're free 

*Apri bene la tua mente e osserva come me,
libera i tuoi programmi e dannazione, tu sarai libera.*
 
Mi strinse la mano più forte, sorridendo e facendomi una linguaccia.
 
Look into your heart 
and you'll find love love love love 

Listen to the music of the moment 
people dance and sing 
We're just one big family 
And it's our God-forsaken right 
to be loved loved loved loved loved 


*Guarda nel tuo cuore e troverai amore,
ascolta la musica del momento,
le persone ballano e cantano.
Siamo una grande famiglia 
è il tuo diritto ,dimenticato da Dio 
essere amata.*

 
Mi tolse la cuffietta per tenerla stretta nella sua mano grande e, sussurrando al mio orecchio, vicino al collo, mi sussurrò il ritornello.

So I won't hesitate 
no more, no more 
It cannot wait I'm sure 
There's no need to complicate 
Our time is short 
This is our fate,


*Quindi non esiterò più, non più 
non posso aspettare, sono sicuro 
non c
’è bisogno di complicare le cose 
abbiamo poco tempo 
è il nostro destino.*

 
Dire che mi ero sciolta era dire poco. Probabilmente ero completamente diventata acqua gelata che scivolava ad ogni curva che l’autobus prendeva.
 
-I’m yours, Megan.-
 
 

Sono tuo.

 



Heheheheh lo so dai, sono una stronza a dividerlo in due!
Però è per il vostro bene, lo giuro, era una cosa impossibile, una cosa d duecentomila pagine e quidni ho pensato di dividerlo :)

Ma dai che mi volete mucho bene lo stesso, no? *.*

A parte che AMO questa canzone <3 volevo dirvi che tra poco cambierò nickname su EFP, le motivazioni le trovate sulla mia OS che ho scritto (a proposito, se volete recensire quella cosina lì sarei molto molto molto felice e vi vorrei tanto bene! :)


Questo capitolo lo dedico a una ragazza che mi segue su EFP e che mi ha riempito di happiness con la sua recensione e perchè mi sta seguendo come autrice!
Grazie a 

_Vas_Happenin_98 <3  <3 veramente! ;)

Un bacione a tutti quanti e grazie a chi segue questa storia e la recensisce!
Ciao belleee <3



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Capitolo 11
*** .2 Are you mine? ***


11.  ARE YOU MINE?

 

Parte 2

Mi ritrovai a sorridere come una cogliona. Mi girai verso di lui con un’espressione da dodicenne, con il cuore che batteva a duemila.
 
Numero uno: Prima senti una specie di morsa allo stomaco, come se quarantamila bisonti lo stessero calpestando..
 
-Che hai fatto fino ad adesso?-
-Parlato con un imbecille, Carly. Adesso dormiamo, però. A proposito, hai qualcosa per lo stomaco? Credo di avere la nausea.-
 
Numero due: ..poi ti accorgi di guardarlo con una faccia idiota e sorridendo inaspettatamente.
 
-Porca minchia, ma quando sei arrivata, maniaca?-
–Due minuti fa, mentre tu eri troppo intenta a mettere in pratica il punto numero due della lista: la tua faccia sembrava aver raggiunto il Nirvana mentre guardavi Harry sfilarsi la maglietta, un minuto fa..-
 
Numero tre: Poi senti le mani formicolare e sudare, come avessi un caldo inaspettato..
 
Non può essere colpa sua, dai. L’hai detto, ti sta antipatico, non ci penseresti due volte a scaraventarlo giù da un burrone.
Sì, è vero. Ma allora perché quando mi ha guardata prima mi hanno cominciato a sudare le mani?
 
Numero quattro: Le gambe cominciano a tremare e sono molli, come gelatine..
 
.. E  quando mi ero alzata ho sentito le gambe molli mentre sentivo la sua risata divertita?
 
Numero cinque: E alla fine il cuore comincia a battere nel tuo petto come un martello pneumatico.
 
Forse Carly aveva ragione. Forse non era tutta una cosa da ormoni adolescenziali, come pensavo, o semplicemente frutto della stupidità di Jason.
Forse anche io, in fondo, potevo provare dei sentimenti.
E forse era proprio quello il momento di rischiare. Di rischiare tutto. Che poi, perché bisogna avere così paura di rischiare?
La paura frena solamente.
MI ricordai delle parole di mio padre il giorno che avevo sognato che Lord Voldemort viveva sotto il mio letto.
-Tesoro, lo sai quante cose bellissime si possono perdere per colpa della paura? E’ la più brutta bestia che esista su questa terra. Non puoi avere gli incubi per sempre. Se vedi un mostro immagina di avere un kalashinikov e spara! Sparagli al cuore! E’ brutto rischiare, Meg, ma se non lo fai, gli incubi ti perseguiteranno sempre.-
 
Sai cosa papà? Avevi ragione. Non si è mai grandi abbastanza.
 
-Harry?- gli sussurrai piano.
-Sì?- mi disse lui, sorridendo, con quel sorriso che per la prima volta mi appariva realmente com’era: bellissimo.
-Non sono una ragazza sdolcinata. Non ci contare. Non ho le tette grosse. Dimentico i compleanni. Se mi squilla il cellulare e io sono sdraiata lo lascio squillare a vuoto per ore. -
Lui ridacchiò –Meg..-
-No no, fammi finire. Se ho finito un libro, lo lascio sul comodino per mesi perché non ho voglia di riportarlo sulla libreria e così si accumulano pile fino quasi al soffitto. La gente che viene in casa mia rimane spaventata dal disordine sovrano. Mia sorella Eveline disegna sui muri della sua camera. Alle lezioni di algebra dormo e a volte russo. Ho rubato la merenda a dei ragazzini l’altro giorno. Io..-
Styles sbuffò –Quando?-
-Come quando? Una settimana fa, credo..-
-No..- mi sussurrò  un centimetro dalla bocca –Quando te l’ho chiesto, cogliona?-
 
Mi baciò. No ok. Mi baciò.
C’è un altro modo più bello di dirlo?
Baciare. Io bacio, tu baci, egli bacia. Mi baciò. Lo baciai. Io. Tu. Egli. Noi. Voi. Essi.
E che cos’è tutto questo? Cos’è?
E’ come se ci fosse una forza superiore, dentro di te, che ti spinge. E’ come se le tue labbra spingano tutto il tuo corpo verso ciò che desideri.
E si dà il caso che quel “ciò” fosse esattamente un ragazzo riccio, con degli occhioni verdi e un’intelligenza di un bradipo.
Dopo minuti (ore? Anni? Secoli? Anni luce? Ere geologiche?) riaprii gli occhi (ma quando li avevo chiusi?) e mi ritrovai avvinghiata a Harry (ma quando l’avevo fatto?) con quattro paia d’occhi puntati verso di noi.
-Ma che cazzo?- feci un salto indietro andando quasi a rompere il finestrino.
Louis, Carly, Niall e Zayn ci stavano fissando con espressione indecifrabile.
Anche Harry si era accorto della faccenda –E che cos’è? Che cosa avete da fare quelle facce?-
Louis sorrise come un cretino –Sono così felice per voi!- Anche Carly cominciò a saltellare sul posto, Zayn mi fece l’occhiolino e Niall tentò di applaudire senza muoversi tanto perché il sedere era ancora un punto dolente.
Il tempismo è tutto..
-Sì, ok, grazie mille..- cerai di mandarli via ai loro posti lasciandomi in pace.
-Ok, ho detto, GRAZIE!- rimarcai sull’ultima parola visto che nessuno la piantava di parlare a voce alta l’uno con l’latro.
-Eh ma io lo sapevo!-
-Oddio! Che strano, io non me n’ero accorto!-
-Volete che vi spieghi il mio metodo di accettazione?-
-RAGAZZI!- urali dando uno scappellotto a Louis –VE NE ANDATE?-
Harry ridacchiava mentre Carly spingeva tutti quanti al loro posto, come una mamma chioccia.
-Sei tremenda, poverini!-
-Eh ma che palle, devono farlo sapere a tutto l’autobus?-
Harry ghignò –Che cosa dovrebbero far sapere, di grazia?-
Ah. Ah beh, in effetti non ci avevo pensato. Cosa dovevano far sapere?
Cos’era successo?
-Eh..che..quello che è successo..- cercai di salvare il mio reale deretano.
-E che cos’è successo, Megan?- mi richiese lui con un sorrisetto sarcastico.
Eh ma la miseria..
-Oh! Oh guarda! Ci sono delle paperelle lì! Le hai viste?- cercai di sviare il discorso indicando l’autostrada.
Paperelle in autostrada, come no..
Harry rise e mi afferrò la mano, rimettendomi una cuffietta.
-Cerca di dormire, manca ancora tempo all’arrivo, stai dando i numeri.-
Sì, beh, per una volta non aveva tutti i torti.
 
Harry mi svegliò con una scrollata molto dolce (“Megaaaaaaaaan svegliaaaaaaaaaaa” diritto nelle orecchie, così, come una bomba a orologeria), due minuti prima di arrivare a scuola.
-Lasagne..- borbottai, ritornando con la mente al sogno che stavo facendo.
-Lasagne, certo..manca poco al parcheggio, tenta di rimetterti in sesto, sembri uno zombie..-
Ah i complimenti..
-Harry..- chiesi, mentre lui raccattava da terra tutti gli involucri di merendine che aveva scartato durante il viaggio.
-Mh?- mi chiese, sovrappensiero.
-E..e quando arriveremo?-
-Cosa?-
Mamma mia, peggio di Louis a volte.
-Cosa succederà, tra noi intendo. Quando arriveremo.-
Lui mi sorrise –Tranquilla, andrà tutto bene.-
Rassicurante, in effetti. Davvero rassicurante.
-Ah ok..-
Certo, mi aspettavo una risposta diversa ma non sapevo esattamente cosa provavamo uno per l’altro.
Non capivo cosa provavo io, figurarti se capivo la sua mente contorta.
E poi, cos’era quella cosa che avevo sentito dritto in pancia, come un cazzotto ben assestato?
Oh, ma vaffanculo.
 
Scendemmo dal pullman, recuperando i nostri bagagli e, nella calca generale, persi di vista Harry. Scorsi Liam in fondo al parcheggio con mio padre e la madre di Louis, che erano venuti a prenderci.
Mi sbracciai per salutarli, insieme a Lou, e feci loro cenno di aspettare un secondo.
Volsi lo sguardo alla mandria di studenti (alcuni ancora barcollanti) che andavano e venivano in cerca delle valige, mentre io, a differenza loro, ero in cerca di Harry.
Ma dove cavolo si era cacciato? Va bene che forse non considerava quello che era successo qualcosa di importante, ma cavolo, poteva almeno salutare!
Mi feci spazio trascinandomi dietro Louis che aveva appena salutato Carly con un bacio degno di un film di Julia Roberts e svincolai tra la folla.
E lo vidi.
Harry Styles, aggrappato alla biondona Monique Laurent, che si mangiavano la faccia a vicenda.
Non seppi se quello che successe dentro di me si vide anche fuori.
Non vidi nient’altro che quei cinque secondi, credo, perché il tempo si bloccò sul fotogramma di quei due che si lanciavano l’uno sopra l’altro.
Una cosa era certa, qualcosa si ruppe. Dentro di me. Oh, e anche fuori, a giudicare dal manico del mio trolley.
Sentii delle braccia che mi sostenevano e mi portavano via da lì, che riconobbi come quelle di Louis.
-Quel cretino figlio di puttana, ah ma gliela faccio vedere io, gliela faccio vedere. A quello stronzo approfittatore..- Non seppi più altro di che cos’era Harry, perché vidi solo le immagini scorrermi davanti, mentre mi accompagnava verso mio padre.
-Robert, scusami, Maggie è un po’ stanca, ti spiace se vengo a casa con voi? Mamma, ti spiego dopo, devo raccontarle una cosa..no no, niente di grave, figurati, è proprio distrutta, l’ho alzata dal sedile con un cucchiaino praticamente..macchè bevuto mamma, e dove, in autobus con i professori? Andiamo, su..grazie Robert, gentilissimo..-
Mi catapultarono in macchina dove mi addormentai, risvegliandomi sul mio letto con Louis steso di fianco  a me a guardare Grey’s Anatomy.
-Bensvegliata, Maggie, è la puntata dove mettono un pene sotto ghiaccio!-
Buongiorno, Megan.





CIAAAAAAAO MAMMA SONO TORNATAAAAAAAA! ;)
Scusate l'assenza, sono stata una settimana in Svizzera in campeggio e prendermi tanta di quella pioggia che solo il mio Dio Ligabue sa
(amen, sia lode a te)

Niente..e quindi?
Taratatatataaaan! Parte seconda di questo capitolo, io adoro vedere la gente litigare. Adorrrro litigare!
Sì, ok, Harry uò sembrare stronzo ma vi giuro che nel prossimo capitolo ci sarà un suo POV che vi spiegherà tutto!

Ditemi se volete che aggiorni presto o tardi, non lo so, ditemi voi, ho pronto solo il prossimo capitolo e basta, quindi..boh.


Ecco, vorrei solo dirvi che qui fa caldo e che mi sono ammazzata di carboidrati (morte all'anima mia), e che quindi urge una dieta tempestiva pre-Jesolo (lo conoscete? tutti i ragazzi qui in Veneto si fanno la vacanzina!)

Se avete voglia di morire o rinfrescarvi con un pò di lacrimucce (sniiiif) ditemi cosa ne pensate della mia OS LARRY (sul mio profilo "I'm running to you").

Graze ancora a chi mi segue e a everybody e anche a chi non crede di meritare i capitoli così belli (se stai leggendo sai che sto parlando con te ;) )
Oddio, ma è tardi, porca minchia, vabbè, ci sentiamo con le vostre recensioni cliccaaaaaate!

Un beso, Anna!


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Capitolo 12
*** Penis in the ice. ***


12. PENIS IN THE ICE.
 
-E’ la puntata dove Meredith ha un pene sotto ghiaccio!- Louis fece un urletto eccitato.
-L’abbiamo vista nove volte questa puntata..- cercai di dire lanciando la testa sul cuscino.
-Maggie?- mi chiese lui, stendendosi di fianco a me.
-Mh?-
-Come va?-
-Tutto a posto, a parte il fatto che ho un piede addormentato..-
-No..intendevo..-
-Per Harry?- chiesi, frettolosamente. –Ah tutto ok. Da un certo punto di vista non ci eravamo mai giurati eterno amore o tutto il resto. Ci siamo solo baciati, niente di che..-
Louis mi guardò incredulo. –Niente di che? Ma sei impazzita? Megan non devi aver paura a dire che è stato un stronzo figlio di puttana!-
-Macché, Lou, dai..ci siamo solo baciati, non significava nulla. Meglio sia successo ora che quando sarebbe stato troppo tardi per tornare indietro..-
-Ma, Maggie..-
La porta si spalancò ed entrò Liam con un sacchetto di pop corn e un kway –Non avete idea della pioggia che c’è fuori, Louis che mi manda a casa a prendere i pop corn con una pioggia del genere..-
Si tolse il giubbotto bagnato in un nanosecondo e si lanciò sul letto anche lui.
-Allora? Cosa mi sono perso? Hanno già riattaccato il pene?-
Alzai gli occhi al cielo. Due ragazzi che stavano mangiando pop corn e parlando di peni.
Sembrava di essere ad un pigiama party.
-Megan, allora, come va?- mi chiese Liam guardandomi con una faccia da cucciolo bastonato.
-Ho un piede addormentato.- ripetei.
-Non intendevo quello..-
Ma ho una faccia così da funerale? –Sto bene ho detto! Santo Dio, cosa siete, investigatori privati? Non è successo nulla, stavo solo..-
-Stavi solo svenendo?- chiese Louis sarcasticamente.
-Svendendo. Esagerato. Mi è salita una botta di stanchezza, perché dev’essere successo qualcosa..-
-Ah, forse perché hai visto Harry baciare un’altra dopo che ci avete messo un secolo a dichiararvi?-
Non era Lou che aveva parlato. Era Liam.
-E tu che ne sai?- chiesi, sbalordita.
Lui aggrottò la fronte –Conosci da abbastanza tempo Louis per sapere che mantenere un segreto è un optional per lui?-
Eh, in effetti.
-In ogni caso. Sto bene. Veramente! Non fate quelle facce da funerale!-
Loro si guardarono poco convinti e la porta si aprì di scatto interrompendoci.
-Heilà, tutto bene ragazzi?-
-Zayn?- chiesi, incredula vendendolo sulla soglia –Che cavolo fai qua? E..- lo scrutai da capo a piedi -..che cavolo ci fai vestito in smoking?-
Non che non gli stesse bene, s’intende. Era un gran pezzo di.. sto zitta, cadrei nel volgare.
Lui sorrise –Sono venuto a prendere tua sorella. Oggi quando siamo tornati mi ha chiamato e usciamo insieme stasera!- mi disse tutto euforico.
-Ehi, ma questa è la puntata dove Meredith ha un pene congelato!-
Cos’ho fatto di male per meritare tutto questo?
Zayn si catapultò a sua volta sopra il mio povero letto, facendomi rannicchiare ancora di più verso la testiera e cominciando a discutere con Lou su chi, delle tre attrici, fosse la più figa.
-Megan, sono a casa..—Inutile descrivere la reazione di mio padre trovandomi nel letto con tre ragazzi intenti a guardare un pene in un barattolo e a discuterne.
-Megan. Che cavolo..che cavolo succede? E perché ci sono tre ragazzi sul tuo letto?-
-Ah papà, guarda..- cominciai io, sarcasticamente –Facciamo del sesso selvaggio..-
-Cosa..Megan!-
-..del tutto vestiti, con dei pop corn, mentre guardiamo Grey’s Anatomy alla tv.- aggiunsi.
Mio padre spalancò gli occhi. Mi aspettai ridacchiando una sua reazione per buttare tutti e tre fuori da camera mia, invece quello che fece mi stupì ancora di più.
-Grey’s Anatomy?- disse, con gli occhi lucidi –Che serie è?-
-La prima.-
-Quella dove c’è un pene congelato?-
-Proprio quella.-
Mio padre, quel quasi cinquantenne con i capelli brizzolati, si sedette di fianco a Liam e si mise a ridere sguaiatamente a una battuta di quel figo di Derek.
Quanto odio..
Sbuffai e annunciai che andavo a preparare la cena.
In condizioni normali mio padre sarebbe saltato su in preda al panico ricordandomi di quando avevo bruciato la tovaglia e innumerevoli pentole, ma ora era troppo preso dai suoi nuovi amichetti per rendersi conto della bestemmia che avevo appena detto.
Vaffanculo, faccio dei panini.
Attraversai la casa come uno zombie e mi avviai in cucina, trovandoci qualcuno già seduto, in preda al panico.
-Marta, che cavolo hai fatto?-
Mia sorella era vestita con un abito lungo e blu che faceva risaltare la sua carnagione pallida e le sue lentiggini.
Non l’avevo mai vista così.
-Sto male..?- mi chiese, arrossendo.
-Male? Sant’Iddio, fossi un ragazzo ti salterei addosso!-
-..Megan..!-
-Va bene va bene..stai benissimo, non fare la cretina. Tutto questo per Zayn? E’ vestito in smoking pure lui, manco dovesse andare all’opera, l’unica opera che può conoscere credo sia Cappuccetto Rosso..e non sa neanche come finisce.-
-Veramente mi porta a teatro..- le si illuminarono gli occhi. –C’è Shakespeare stasera, ha detto che è un grande appassionato.-
Shakespeare. Zayn. Una volta mi aveva chiesto se fosse una marca di gelato, pensa te.
-Immagino..- commentai, sarcastica.
Silenzio imbarazzante di un minuto, nel quale decidevo, aprendo il frigo la mia cena, optando per un pacchetto di crackers, che non so cosa ci facessero in frigo.
-Megan..- mi chiamò Marta con un filo di voce.
-Mh?- mi sporsi dall’anta del frigo con i miei crackers in mano.
-Volevo chiederti se ti dispiaceva che io uscissi con Zayn..voglio dire, prima ci uscivi tu, ma lui mi ha detto che tu avevi conosciuto un altro, e allora..-
“Un altro.” Ma nessuno che si fa gli affari suoi, no?
-Tranquilla, a posto. – la rassicurai – Zayn è solo un amico. Via libera!- le sorrisi un attimo.
-E, se mi permetti di chiedertelo, chi sarebbe quest’”altro” che avresti consociuto?-
-Nessuno.- risposi, frettolosamente.
-Dai, Meg, non parliamo mai di queste cose io e te!-
Non parliamo mai di niente, io e te avrei voluto correggerla.
-Non è nulla, era una cosa così, per lui, quindi per me è tutto passato dal momento che l’ho saputo.- mi sforzai di dire sorridendo e facendo la noncurante.
-Meg, ti ha fatta soffrire molto?- mi chiese con voce cadenzosa.
-No.- ripetei. –non ce la faccio più ok? Non mi ha fatto nulla! Sto bene. La vita è bella. Non è ancora morto nessuno mi sembra. Mi sembrava sincero e non lo era, a quanto pare, quindi stop. Finita qui. E adesso..- aggiunsi, riprendendo fiato –Vai a prendere il tuo bello, è in camera mia che mangia pop corn con papà, Louis e Liam.-
Lei mi scrutò ancora per un attimo e mi rispose con un sorriso –Passerà Meg, vedrai. Vado ad allontanare Zayn da papà prima che lo uccida.-
E se ne salì su per le scale.
Addentai il mio cracker con foga.
Passerà, Meg, vedrai.
Certo. Ma io non sento nulla. Non sto male. Non sento dolore, non sono confusa, non mi sento ferita. Non sento un peso all’altezza dello stomaco, né un nodo in gola, né gli occhi stanchi, né la testa pesare.
Non sentivo niente..vero?
 
 
La mattina dopo evitai accuratamente di andare a scuola, a causa del mio persistente mal di testa.
Mi alzai alle 11 di mattina, insomma, all’alba, ricevendo una quantità di messaggi esorbitanti.
Liam: perché non sei a scuola! Abbiamo la verifica di fisica oggi, ti ricorderei, non puoi assentarti!
Eh ma porca miseria, che palle
Louis: Maggie coccolosa, immagino tu non venga a scuola oggi, no? Credo che manchi anche Harry, se lo vedo lo faccio nero.
Carly: Megan, tesoro, sai che Lou vuole farmi una sorpresa usciti da scuola? Non sto nella pelle! Rimettiti, XOXO.
Louis: Maggie, ho visto Harry proprio ora che entrava a scuola, ma la baldracca non era con lui. Indagherò.
Louis: Prima che potesse vedermi è suonata la campanella. Ah, ma abbiamo matematica insieme dopo..
Louis: Oh cavolo, abbiamo verifica di matematica dopo!
Louis: Senti, mi spiegheresti le equazioni in tre secondi?
Louis: Oh ma la sai quella del francese, tedesco e dell’italiano con due soli paracaduti?
Louis: No, aspetta, stavamo parlando del mio problema in matematica. Come faccio?
Carly: Louis mi ha spiegato tutto, quando vedo Harry lo ucciderò, pezzo di merda stronzo rotto in quel posto..
 
Spensi il telefono e mi ributtai a dormire.
 
Harry.
Mi sembrava di aver visto Louis prima della mia lezione di inglese, ma la prof mi aveva spinto dentro la classe per cominciare.
Dovevo parlargli.
Avevo cercato Megan per tutta la scuola, quella mattina, senza trovarla. L’avevo aspettata sotto l’albero in cui andava sempre a leggere. Niente.
Che fine aveva fatto?
Speravo di incontrare Louis per chiederglielo, visto che il giorno prima, usciti dal pullman non l’avevo più vista.
Certo, c’era stato uno spiacevole incontro con la mia “fidanzata”.
Aspetta, qualcosa in questa storia non quadra.
A mensa trovai Louis seduto ad amoreggiare con Carly sotto gli sguardi straniti degli altri.
-Ehm, Louis, mi dispiace disturbarti in un momento così cruciale..-
I due si staccarono a ventosa con un sonoro schiocco e mi fissarono in modo truce.
Carly si alzò in piedi –TU!- urlò puntandomi il dito contro –Non avrei parole per descriverti sei un..-
Non seppi mai cosa ero (perché tutti interrompono quelli che me lo dicono?) perché Louis le tappò la  bocca con una mano.
-Carly, amore mio- (crisi diabetica nel mio organismo) –Resta qui, ci penso io.-
Louis mi prese per un braccio e mi portò fuori in cortile, semideserto perché tutti stavano mangiando. LORO.
-Ehi, Lou, ma cosa succede alla tua ragazza?— ridacchiai, prima di vedere Louis che, se possibile, mi guardava in modo ancora più dispregiativo.
-E me lo chiedi anche?- mi urlò quasi addosso –Tu mi conosci, Harry. Sai che non mi arrabbio mai, ma questa volta, tu, hai superato il limite.-
-Veramente non..-
-Sì! Sì Harry! Il limite! Hai superato il limite!- continuava a urlare come una cornacchia impazzita
-Lou, ma io..-
-Non cercare di giustificarti, maledetto babbano! Lo sai benissimo cosa hai fatto!-
-Ma guarda, veramente non l’ho ancora capito..- tentai di difendermi
-..approfittatore! Maledetto! Millantatore!...-
Ma che cavolo stava dicendo?
-Ornitorinco! Parallelepipedo! Acido desossiribonucleico!-
-Louis!- Lo interruppi battendogli le mani davanti al viso. –Che cazzo stai dicendo?-
Lui prese un respiro, come se avesse corso la maratona di Londra su un piede solo –Stavo dicendo parole a caso per offenderti.-
Non l’avevo capito, guarda un po’.
Si sedette su una panchina con le mani sulle ginocchia e io feci lo stesso, contento che si fosse calmato.
-Sei tornato in te?-
-Abbastanza.- mi rassicurò lui. –ma ancora non capisco perché l’hai fatto.-
-Fatto cosa?- ripetei per la centesima volta.
Lui alzò lo sguardo su di me –Come “fatto cosa”? Veramente non l’hai ancora capito?- mi chiese incredulo
-Guarda, Louis, se vogliamo continuare a parlare di cose a caso per un altro quarto d’ora sarei ben felice di farlo, ma se ti spiegassi, magari..-
- Megan, ieri, ha visto te e la troietta di turno quasi avvinghiati a polipo di fianco all’autobus.- mi rivelò tutto d’un fiato.
Il mondo mi cadde addosso. Non era possibile. Non mi era passato nemmeno per l’anticamera del cervello una cosa del genere.
-Che…che cosa?-
Lui mi fece il verso –Che..che cosa? Ma dico, sei cretino? Perché l’hai presa in giro così? Lo sai quanta fatica ha fatto ad aprirsi con te così come ha fatto? Lei è..-
- Dov’è ora?- lo interruppi tutto d’un fiato.
-A casa. Ma non è questo l’importante..-
-Dove abita?- Non volevo sentire nulla. Volevo correre da lei, così forte come non avevo mai corso. Volevo solo suonarle il campanello e dirle che non era vero, che era solo un malinteso, che non aveva capito niente e che era solo lei quella di cui mi importava.
Perché il giorno prima era stata Monique a saltarmi addosso, non io, e io la stavo cercando con lo sguardo per salutarla, ma lei non c’era più.
-Non è questo l’importante, razza di cretino. Spiegami cosa ti è saltato in mente!- mi riprese Louis, ancora esasperato.
Mi lasciai andare con la schiena sulla panchina, con le mani sul volto –Porca troia.- mi lasciai sfuggire sospirando.
-Hai intenzione di dirmi quello che è successo o devo capirlo da solo? Non sono ancora diventato telepatico, scusa tanto..-
Con gli occhi chiusi cominciai a spiegargli tutto –Io, davvero Lou, devi credermi, non volevo fare del male a Megan, non l’avrei mai fatto! Sono sceso dal pullman ho preso la valigia e ho sentito due mani coprirmi gli occhi e chiedere “chi è?”. Io l’avevo capito che non era Megan, perché a fare giochi del genere avrebbe detto che “solo un imbecille potrebbe anche solo pensarci a fare una minchiata del genere!”.- sorrisi –Infatti mi sono girato e mi sono trovato davanti Monique..e lo sai che impeto ha, mi ha travolto e ha cominciato a baciarmi e io ho i riflessi di un bradipo e l’ho subito allontanata appena ci sono riuscito!-
Louis rimaneva in silenzio a guardarmi senza espressione.
-Louis devi credermi! Cosa vuoi che me ne freghi di quella quando potrei avere Megan? Sono una cosa completamente diversa! Quando ci ha visti che ci baciavamo in realtà era lei che mi stava baciando! Probabilmente sarà stata con tutta la scuola mentre non c’ero, figurati..lo sai che non me n’è mai importato nulla di Monique!-
Louis persisteva col suo mutismo.
-Louis, non far così, non stare in silenzio! E’ stato tutto un malinteso, lo giuro! Io..-
Louis mi interruppe con uno scappellotto ben assestato sulla nuca.
Lo fissai incredulo –Ahia!-
-Styles, sei un coglione.- concluse lui, abbassando la testa –Ma come si fa? Dico, come si può essere sfigati come te, ti prego, insegnamelo!-
Io sospirai –Non lo so. Non lo so.-
-Megan ha avuto quasi un mancamento quando vi ha visti. Sì, vabbè, quasi. Ha avuto un mancamento, l’ho portata a casa e stamattina non se la sentiva di venire a scuola. Continua a ripetere che non ha nulla e che è stato il sonno e che non vi eravate ripromessi niente, che ovviamente tu potevi fare quello che volevi. Ma, la conosco e fa sempre finta di nulla quando sta male. Ovviamente mi ha chiesto di non dirtelo..-
Ovviamente. Louis che mantiene i segreti, ma Megan lo conosce da anni, ancora ci crede che terrà qualcosa per sé?
-E ora?-
Sì, appunto. E ora?
Ma vaffanculo.
 
Megan.
-Meg, alzati, per favore, è tardi anche questa mattina!- mi supplicò mia sorella.
Mugugnai qualcosa di indefinito, da perfetta ragazza di classe.
-Io mi chiedo, ha dormito tutta ieri, com’è possibile che abbai ancora sonno?-
Tsk. Novellina. Il dormire non ha mai una fine.
Mi alzai riluttante constatando con infinta felicità che ero in ritardo. Poco male.
 
Uscii di casa dopo le varie raccomandazioni di mio padre – Megan, per favore, non combinare casini, che mi arrivano le note dal preside e non ce la faccio più..-
Ok ok papà.
Uscii allo stupendo e soleggiato tempo londinese (nei miei sogni, probabilmente) tanto che rabbrividii per l’umidità.
-Echeccazzo..- mi lasciai sfuggire tra i denti. Mi sistemai meglio il cappello peruviano.
Sì, peruviano. E allora?
Louis mi stava aspettando davanti al cancello, mentre giocava con un cane randagio che aveva appena incontrato.
-Ehi, bella!- mi salutò con una mano alzata.
-Ehi, simpatia!- lo salutai io con uno scatto proprio molto accennato della testa.
-E’ tardi.- mi informò con un sorriso.
-Lo so.-
Mi avviai a passo lento e strascicato, calciando qualche sasso qua e là.
-Cavolo, oggi hai proprio una gran voglia di vivere.- ridacchiò Louis fissandomi
Sbuffai –Si nota eh?-
Lui mi battè due pacche sulle spalle –Dai, che la prima ora abbiamo lezione insieme, pensa al lato positivo.-
Lato positivo? Sentire Carly che mi parlava dell’appuntamento del pomeriggio con Louis tutta ieri non era già stata una tortura sufficiente? Dove lo vedeva il lato positivo?
-Mmh..- riuscii a dire.
Arrivati davanti a scuola scorsi, davanti al cancello una massa di ragazzi intenti a fumare/ridacchiare/parlare tra loro.
A volte avrei voluto essere come loro, più di una volta mi era capitato di desiderarlo. Senza pensieri, senza manie di persecuzione e senza un caratteraccio.
Distolsi lo sguardo. Arrivati davanti al cancello sentii un braccio afferrarmi improvvisamente e trascinarmi via senza che io potessi nemmeno dire A.
Mi ritrovai nel cortile secondario –Ma che cazzo fai?-
Quando misi a fuoco chi mi aveva portato fino a lì sentii un tuffo al cuore. Deglutii cominciando a pregare di non diventare viola.
-Styles.- dissi, con freddezza. –A cosa devo l’onore?-
Lui si rabbuiò –Hai ricominciato a chiamarmi per cognome, ora?-
Alzai le spalle –Perché non dovrei? Mi sembra di capire che non ti importi poi più di tanto.-
Cazzo, Megan dovevi fare la distaccata e arrivi dritta al punto? Sei proprio intelligente, non c’è che dire.
-Non dire così, Megan..-
-Cos’è “ti posso spiegare?” e poi? “Non è come sembra”? Ti prego, risparmiamela, non siamo mica su Dawson Creek..-
Allora sei cretina. Non devi mostrare le tue debolezze e gliele spiattelli così senza che abbia neanche cominciato a farti domande? Brava, ma veramente, un oscar dovrebbero darti.
Lui sbuffò, abbassando gli occhi –Meg..Lasciami spiegare. E’ stata lei a saltarmi addosso, lei mi ha aggredito alle spalle e..-
-Cos’è un lottatore di wrestling? Ti ha fatto la mossa del Cobra?- incrociai le braccia e alzai un sopracciglio.
-Non ho detto questo..ma..lei mi è arrivata dietro e mi ha baciato e io l’ho allontanata subito, Meg, io te lo giuro, di lei non mi importa nulla..Non ti avrei baciata, non ti avrei detto quello che ti ho detto se non mi importasse di te. -
Non lo ascoltai. Non ne potevo più. Non riuscivo più a soffrire. Mi ero lasciata andare con lui e dovevo ammetterlo, stavo male da morire. Non ce la facevo più a fidarmi, a lasciami andare e poi a farmi prendere in giro.
Non ci stavo più, mi spiace.
-Styles.- lo bloccai nel suo sproloquio –Non importa. Va bene così. Vivi la tua vita, io vivo la mia. Lei è sicuramente bella, ha due tette come degli airbag. Io..-
-Megan..- mi chiese Harry allarmato vedendo i miei occhi arrossarsi –Tutto..tutto ok?-
Alzai lo sguardo per incontrare i suoi occhi ancora una volta, verdi come il mare profondo, sentendomi quasi morire. Ma lo fissai.
-Che vuoi che ti dica? Che va tutto bene? Sì, va tutto bene, Harry. Va tutto bene, perché lo so, sono io quella strana, sono quella che guardi e a prima vista ti trasmette indifferenza e freddezza, che appare indefinita. Sono quella che al primo “ciao” sembra la stronza per eccellenza. Lo so che sceglieresti lei in ogni caso. Lei è normale, ha un corpo della madonna, è bella, ha dei capelli meravigliosi. Quindi è inutile continuare a parlare con te. “Ti ha aggredito alle spalle” sarà la scusa che utilizzeresti per non ferire una cretina come me ogni volta, perché non ho nulla da poter paragonare  a quella. Quindi sì. Va tutto bene.-
Mi girai, alla fine del mio monologo e gli diedi le spalle, quando sentii sul mento una lacrima che mi era sfuggita mentre parlavo e Harry stava immobile con l’espressione più sofferente che avessi mai visto.
-Megan, cazzo, fermati stai dicendo solo stronzate!-
-Non dico stronzate, è la verità!-
-Forse, al posto che pensare a te stessa in questo momento dovresti pensare ad entrambi! Per cosa credi che ti abbia baciato l’altro giorno?-
-Non lo so, Harold. Noia?- sibilai, incazzata come un riccio assassino.
Lui rimase interdetto, avendo io usato il suo nome di battesimo. Poi si ricompose –Beh, scusa tanto Maggie se credi sempre di avere ragione, anche se stavolta hai torto marcio.-
-Ah è così che la pensi, Harold?-
-Proprio così, Maggie.-
-Bene!- urlammo insieme, guardandoci, col fiatone, a pochi centimetri l’uno dalla’altra.
Mi ritrassi io per prima. –Perfetto. Allora va bene così.- conclusi, dandogli le spalle.
-E per la cronaca, non sto piangendo. Ho solo una libellula in un occhio.-
E me ne andai.
 
Incontrai Louis trepidante davanti all’aula della lezione che dovevamo seguire insieme.
-Allora?- mi chiese, con un sorriso da un orecchio all’altro.
Lo guardai con gli occhi più neri della pece –Vaffanculo.- dissi solamente.
Louis alzò gli occhi al cielo –Ecco, lo sapevo..- riuscì a dire prima che la professoressa ci chiamasse per entrare.
 

Ok. Ok.
Lo so cosa state per dirmi. Un omicidio imminente orse, non aggiorno dalla Notte dei Tempi, ma non disperate...
No ok, n realtà non ve ne fregava niente, era per fare scena :3


Intanto CIAAAAO!
Sono tornata dalle vacanze due ore fa e sono morta stecchita su tavolo dopo una settimana in cui non ho dormito nulla (vedi cucinare la pasta alle 7 della mattina di rientro dalla discoteca. Aiuto.)
E stasera niente pausa perchè un mio amico suona in un locale e, a detta sua devo assolutamente andare. Aiuto, di nuovo.
Domani mattina penso mi ucciderò.


Che poi a voi, che vi frega? :)
Ho fatto richiesta più o meno due volte per cambiare nickname ma mi pare che qui nessuno mi ascolta :(


Vi dico solo che il nickname è diepeso dalla mia decisione di scrivere una FF sul mio cantante preferito in assoluto: Ed Sheeran (dopo Liga, s'intende).
Questa è una mega anticipazione, ma ci sto mettendo una vita eterna a tirare fuori le idee :)


Ecco, ho aggiornato, è stato bello e voelvo ringraziare le persone che in questa mia assenza hanno inserito questa sotria tra le preferite e ricordate e seguite!
Oddio, siete pazzi, voelte farmi venire un infarto, per caso?
Non sono abiutata a scrivere per così tante persone (si parla di me, eh, mica di una che scrive saggi internazionale) quidni VI AMO ALLA F
OLLIA.
Detto questo, baci baci!


Ah, e vi condiglio di andare a farvi un giro sulla sezione di Ed, ci sono delle storie veramente pazzesche.
Vi amo belli! PEACE!



Anna :3

  PS POST RILETTURA: Ho proprio sonno, guardate gli errori che ci sono, ci vedo doppio.

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Capitolo 13
*** Un treno per Timbuctù. ***


13. UN TRENO PER TIMBUCTU


-Guarda, ma guardali!-continuava a saltellare Carly indicando per l’ennesima volta Styles e la Piovra avvinghiati addosso ad un muro.
-Grazie Carly, li vedo benissimo da sola, senza che tu metta le frecce lampeggianti verso di loro..- ribattei acida.
-Era solo per dire..- si difende lei, mettendo gli occhi a cuoricino mentre Louis si avvicinava a noi con un sorrisone.
-Ehilà, pezzo di merda!- lo saluto con un batti cinque
Le mie manifestazioni di affetto sono sempre le migliori, non c’è che dire..
Lui mi sorrise, ricambiando il saluto con un “ehilà, prostituta da bar!”, per poi dedicarsi ad esplorare la trachea e le vie respiratorie della sua ragazza.
Ma porco cazzo, cosa devo fare io ora? Fissarli con fare disgustato? Battere le mani a foca per farli riscuotere dal Nirvana?
Optai per rannicchiarmi a terra e fare il passo del giaguaro per svicolare da quei due che mi stavano dando il voltastomaco.
Ok, Megan, fai piano, non farti vedere, altri due metri e poi ti alzerai in piedi e correrai a perdifiato verso il primo bagno vicino per rimettere la tua colazione.
Ancora un metro...ancora po..uh, guarda, qualcuno ha buttato per terra una biglia colorata!
Incurante del fatto di cosa la gente avrebbe potuto pensare di me, vedendo una ragazza quasi umana strisciare nel cortile della scuola tra le gambe dei suoi due migliori amici, mi sporsi tutto d’un tratto per prendere quella cosa luccicante, quando sentii qualcuno venirmi addosso e cadere proprio faccia a terra.
Ahia.
-Ma che cazz..!- sentii urlare dal malcapitato.
Mi rialzai in piedi come se nulla fosse, girando la testa imbarazzata, facendo la noncurante.
Cominciai a fischiettare e cercare una via di fuga più vicina.
Magari arrampicandomi sopra un albero..
-Megan!- sentii urlare, ancora dal tizio a cui avevo accidentalmente rotto il setto nasale.
-Niall!- sorrisi io, riconoscendolo subito –Ma che bell’idea sdraiarsi per terra, è così una bella giornata per rilassarsi un po’! Ecco, guarda che faccio, mi stendo anche io vicino a te, eh? Che dici?- riuscii a dire gesticolando e sedendomi vicino a lui sull’asfalto del pavimento della scuola.
-Comodo no?- sorrisi io, col sorriso più falso del mondo. Più falso perfino della faccia di Victoria Beckham.
Niall si girò verso di me –Perché camminavi per terra?- mi chiese.
Eh ma dai..
-Sfuggivo a due che si stanno masticando la faccia..-
Lui si girò verso le scale antincendio –Oh! Intendi Harry e Monique!-
-Cosa? Ma chi? Io non vedo nessuno!- feci la finta tonta, evitando accuratamente di guardare in quella direzione.
-Ma come no? Guarda! Sono lì, proprio lì!- mi faceva segno lui con tutte le dita delle mani.
Eh ma che cazzo, siete tutti così gentili e premurosi in questa scuola?
-Sì, ok, grazie Niall, gentilissimo.- sbuffai, tirandogli giù le mani puntate verso la direzione dei due –Io veramente intendevo dire Carly e Louis, che, seriamente, mi mettono i brividi..-
-Ah, quindi tu e Harry avete chiarito, insomma!- sorrise lui.
Eh certo Niall, chiarito veramente, io qui a strisciare per terra e lui a limonare attaccato ad un muro con una biondona. Più chiaro di così si muore, non credi?
-Non vedi quanto abbiamo chiarito?- indicai mio malgrado i due.
Lui mi batté una mano sulla spalla –Dai, Harry si comporta da idiota, ti vuole bene..-
-..come Antonella vuole bene a Patty nella prima serie del Mondo di Patty?-
 Lui ridacchiò –E’ arrabbiato, vuole solo farti ingelosire..-
-Beh, non ci sta riuscendo per nulla, se vuoi saperlo. Io non sono una persona gelosa!-
Eh no, certo! C’erano un sacco di situazioni in cui non ero stata gelosa! C’era..dai sì..quella lì di quella volta..
Il fatto che non me ne venisse in mente nemmeno una era solo una piccola controindicazione, comunque.
-Comunque!- bloccai il sorrisetto di Niall che si era messo a braccai incrociate con un sopracciglio alzato. –Dimmi di te, della tua vita, dei tuoi amici Lepricani, la Guinness, la vita irlandese, San Patrizio, che ne so..!-
Eddai, Niall, tira fuori una minchia di argomento!
-In effetti una cosa ci sarebbe, avrei bisogno del tuo aiuto..-
Oh, finalmente! Avanti, spara, supereroina in azione!
-..Ecco..c’è una ragazza e io sono riuscito ad avere un appuntamento con lei..-
-Beh, la parte peggiore l’hai passata, credo. Avrebbe potuto dirti di no!-
-Ma lei mi ha detto di no!- sorrise Niall semplicemente.
Ok, qualcosa non quadra.
-..eh?-
-Lei mi ha detto che non vuole uscire con me! Ma io l’ho costretta!- batté le mani con un sorriso sadico.
Ok, Megan. Allontanati. Con calma. Questo qui è un pazzo..
-L’ho pregata in ginocchio davanti alla mensa, rotolandomi per il dolore, dicendole che mi sarei tagliato le vene se lei non avesse accettato.-
Aaaaaaah! ORA si spiega tutto.
Mi rilassai. –Chiaro, la figura del vero macho!-
Lui sorrise, come un ebete. Contento lui.
-Sta di fatto che io sono davvero imbranato con le ragazze..- No? L’avreste mai detto? Uno che minaccia il suicidio è da considerarsi perfettamente normale. –Quindi devi assolutamente darmi una mano!-
-Sì ma sai..- mi improvvisai l’esperta di relazioni (sì, trattenete pure la risata, lo so.) –le ragazze sono tutte un po’ così, fanno le difficili e..-
-Ehilà ragazzi!- Liam si era avvicinato a noi. –Che ci fate lì seduti per terra?-
Oh. Eravamo ancora seduti per terra? Da quando?
-Liam.- lo guardai con un sorrisetto satanico –Sei arruolato.-
-Arruolato dove? Megan dai, non farmi spaventare.-
 
 
-Ma come? No! Un appuntamento a quattro no!- implorava Liam mente trascinava i piedi verso l’auto.
-Liam, zitto ed esegui. Sono o non sono un’amica preziosa, speciale e tutte quelle belle cose?-
-Beh, Megan, se proprio vuoi saperlo..-
-La risposta era sì, Liam, non era difficile, su. Allora, ripeti il mio Piano.-
-Louis mi ha sempre detto che i tuoi piani non sono mai riusciti, però..-
-Louis si fotte. Ora, su, ripeti con me.-
Lui sbuffò –Punto primo: lascia fare tutto a Megan.-
-Il punto primo è il mio preferito. Su, và avanti.-
-Punto secondo: non parlare se non ti è richiesto da Megan e non dire cavolate quando lo fai.-
Sorrisi, soddisfatta, scorgendo in lontananza il ristorante dove stavamo andando ad incontrare Niall e Jenny, la sua “ragazza del cuore”.
-Punto terzo: paga il conto. Ecco, su questo avrei qualcosa da ridire, Megan, se permetti..-
-Shh, Liam, avanti.  Segui il Piano. Siamo quasi arrivati, cerchiamo di sembrare una bella coppietta felice. Non fare quella faccia schifata, prendimi la mano!-
-Come prenderti la mano? Non c’era nel patto!-
Alzai gli occhi al cielo-E tu, seriamente, ti reputi più intelligente di me? Come credi che aiuteremo Niall se sembriamo due amici? Dobbiamo diventare la coppia perfetta!-
-Ecco, un’altra cosa non mi è chiara. Per quale motivo vuoi aiutare Niall? Non aiuti nemmeno me con i compiti quando te lo chiedo e nelle ricerche in coppia devo far sempre tutto io!-
Agitai la mano con noncuranza –Non mettere in dubbio la mia bontà d’animo, Liam..-
-No, Megan, qui c’è qualcosa sotto. Non è che..ho capito!- si battè una mano sul capo.
Era stato illuminato da Gesù Cristo?
-Tu ti annoi!- disse lui, con fierezza –Louis e Carly ormai fanno i piccioncini tutto il tempo e devi trovarti un passatempo! Ecco perché!-
Colta in flagrante –Ma certo che no!-
-Sì!-
-NO!-
-Ho detto di sì!-
-Ho detto di no!-
-Sì, Megan. Sì sì sì sì sì s..-
-Ok ok, va bene!- urali, disperata –Forse mi annoio un po’, e sono anche abbastanza triste perché tutti hanno trovato la donna della propria vita e io, il massimo che raccatto, è un peluche. Louis e Carly esplorano le loro cavità nascoste, Zayn e mia sorella escono tutte le sere, Niall ha trovato Jenny, per quanto lei abbia una volgi indicibile di scappare dalle sue grinfie, Styles sta a limonare con la Laurent ad ogni intervallo..-
-Beh, veramente lo fa solo quando vede che ti stai avvicinando..-
Deglutii –E tu come lo sai?-
Lui mi sorrise, circondandomi le spalle con un braccio –Ho sentito che lo diceva Monique nel bagno delle ragazze ieri..diceva: “non capisco, Harry non mi calcola mai ma all’intervallo guarda sempre verso l’albero sul retro e comincia a..sì, insomma, sbattermi al muro, praticamente..non capisco perché..”-
Rabbrividii –Ti prego, Liam, non farlo mai più, sembri un serial killer con quella voce.-
Lui ridacchiò –Quando avrai intenzione di perdonarlo? Insomma, non ha fatto niente di male..ti ha chiesto scusa e poi la colpa non è sua..-
Gli feci il verso –“la colpa non è sua!” Liam. Sto bene, porca miseria, non mi manca per niente. Sono una donna integra, indipendente e tra me e lui non c’è stato altro che un bacio. Non ho giurato amore eterno ancora davanti a nessun prete.-
Lui sospirò –Cosa dobbiamo fare con te..-
Gli diedi un pugno fra le costole.
-Ahi!- strillò lui come una checca.
-Così la prossima volta impari! Dai, girato l’angolo ci siamo, ricomponiti e innamorati di me!- gli sorrisi candidamente.
Lui si aggiustò la camicia abbottonata fino all’ultimo bottone e con un “porca miseriaccia, mi ha fatto male..” svoltammo l’angolo con un sorriso a trentadue denti, da psicopatici.
-Ehi, ragazzi!- ci salutò Niall, imbarazzato, mentre di fianco a lui c’era Jenny, che accennò un gesto svogliato con la mano.
Jenny era al mio stesso corso di francese, sempre in primo banco e con la mano sempre alzata. Allo stesso tempo non è che fosse una secchiona, ma passava molto più tempo sui libri che con i ragazzi.
-Ciao Niall! Ciao Jenny!- sorrisi verso di lei, non ottenendo risposta.
Guardai Liam che se ne stava pietrificato con lo sguardo rivolto verso di me.
Oh, Dio, cosa mi tocca fare.
-Forza Liam, saluta, non essere timido!-
Va bene seguire la regola due del mio Piano, però, che cazzo, mi sembrava di parlare con il bassotto di mia zia Trudy.
-Ehi ragazzi!- salutò lui.
Va bene. Primo silenzio imbarazzante.
 
Entrammo nel ristorante, un posto più che normale, con tavoli bianchi e sedie di legno.
Ci sedemmo a coppie sui lati opposti del tavolo, io e Liam da una parte, e l’irlandese con la sua bella, dall’altro.
-Allora..-iniziai io visto il silenzio generale, mentre Jenny non accennava a voler togliere una mano dalla borsa, come se stringesse qualcosa all’interno, con una faccia evidentemente terrorizzata.
Alzai il collo per sbirciare.
Spray al peperoncino.
Ridacchai.
-Sapete come ho conosciuto Liam?- improvvisai, notando la presa di Jenny farsi più potente sul tubetto nella sua borsa e il viso di Niall diventare più rosso del consentito.
Niall mi sorrise, grato. –No! Raccontaci!-
-Beh..allora.- cominciai a inventarmi di sana pianta –Eravamo su un treno diretto a..-
-Timbuctù!- intervenne Liam senza che nessuno gliel’avesse chiesto.
-Ci sono treni per Timbuctù?- mi chiese Jenny, confusa.
Fulminai il mio amico: era nel panico più totale, Liam era terrorizzato dalle situazioni imbarazzanti come quella. Sì, ma questo non gli consentiva di andare contro le mie regole!
 –Allora, dicevo. Eravamo su questo treno e l’ho visto seduto tutto solo su un sedile..così gli ho chiesto..-
-“Qualcosa dal carrello!?”- intervenne Niall.
Jenny rimase interdetta –E tu come lo sai cosa gli ha chiesto?-
Alzai gli occhi al cielo. Sono insieme a due idioti.
-Niall ha un grande intuito per queste cose!- improvvisai.
-E tu perché avevi un carrello?-
Ignorai la domanda di Jenny -..quindi, mi sedetti vicino a lui e cominciammo a parlare! Vedendomi affamata, prese una mela dallo zaino e me la porse dicendomi: “Una mela al giorno..”
-..muori di fame”.- concluse Liam, sorridendo da ebete.
Jenny rimase interdetta –Ma non era “una mela al giorno toglie il medico di torno?”-
-Eeeee..sì. Ma dalle parti di Liam si dice così.-
-Di dove sei, Liam?-
-Oh, Londra!- sorrise lui, pacifico.
-Allora!- continuai per salvare la situazione –Ho deciso di chiedergli io di uscire, come si dice, “Chi fa da sé..-
-“Fa più fatica.”- concluse Niall, facendo il saputello.
Sospirai. Ma cosa ho fatto di male?
Da qui tutto generò in un dialogo botta e risposta di stupidità tra Niall e Liam.
-Tra il dire il fare?-
-C’è di mezzo “”il”!-
-Gallina vecchia tra un po’ muore!-
-Moglie e buoi, sempre corna sono!-
-Ride bene chi ha i denti!-
-Mal comune..-
-..cambia sindaco!-
Io e Jenny ci fissammo allibite, lei che aveva perfino fatto cadere la sua borsa per rimanere a bocca aperta davanti a tutta quella stupidità concentrata in due esseri.
-Jenny..che dici di andare in bagno?- proposi, sottovoce.
Lei mi seguì a ruota, per poi chiudersi con me al sicuro dentro i servizi e cominciare a ridere come un’ossessa.
-Oddio..oddio..non respiro!- cominciò a dire, trattenendo la pancia.
Io la fissavo con le braccia lungo il corpo e un’espressione sconvolta. Che fine aveva fatto la Jenny che avevo sempre visto fino ad ora?
-Oddio, Megan, sono simpaticissimi, ma perché nessuno me li ha mai presentati?-
….eh?
-Scusa, puoi ripetere?- chiesi, incredula.
Lei mi sorrise, asciugando la lacrime che le erano scese sul viso e si guardò alla specchio, pronta per rimettersi a posto il make up.
-Sai, sono sempre stata abituata a frequentare gente come me, ricchi ereditieri che, a differenza mia, frequentavano scuole private..eppure..eppure Niall..- sorrise, con occhi sognanti –Insomma..Niall è così carino, così simpatico e divertente! Credo mi piaccia!- mi sorrise lei dallo specchio, fissando la mia faccia sconvolta.
-Beh..buon per te, allora. Io e Liam ce ne andiamo e vi lasciamo soli..credo. No?-
Lei sorrise, annuendo.
Pazza. E’ completamente pazza. E questo era l’appuntamento più idiota al quale ero mai stata.
Mentre mi stavo chiudendo la porta alle spalle lei mi bloccò.
-Se vuoi un consiglio, Megan Avery, dovresti correre dal vero ragazzo che ti fa battere il cuore piuttosto che uscire col tuo migliore amico.-
E detto questo mi fece l’occhiolino per scomparire in una delle toilette.
Rimasi impalata davanti in quel bagno sporco e puzzolente, a guardare me stessa allo specchio, con la maniglia impugnata.
Il vero ragazzo che mi fa battere il cuore…
 
 
-Megan, io te lo ripeto da venti minuti!- mi ripeté con tono rassegnato per la novantesima volta, Liam. –Se vuoi andare, vai! Diglielo!-
-Ma con che faccia, me lo dici? Gli ho detto di tutto, mi sono arrabbiata e l’ho offeso!-
-E’ più o meno quello che fai con me ogni giorno!- ribatté offeso
Minimizzai –Ma con te è un altro discorso. E poi, tu non lo odiavi?-
-Certo che lo odiavo! Lo odio ancora se è per questo, perché ti sta facendo soffrire!-
Questo sarebbe il momento del “oooooooh ma che carinooooo”. No.
-..ma ho anche capito che ti vuole bene davvero, sai. E stando con te ho capito che il mondo non si divide mai in bianco o nero. Insomma, guardati, sei la persona più in grigio che conosca! Fai tanto la dura ma alla fine sei più sensibile degli altri, sei intelligente e non lo dai a vedere. Insomma..-
-TI prego, Liam, parlare di me mi infastidisce..-
-E allora vai e parlagli se non vuoi che continui! E’ da un’ora che siamo davanti a questo vialetto, la gente pensa che siamo dei rapinatori! E poi mi scappa la pipì, ti prego!- mi chiese con occhi da cucciolo.
Sospirai.
Raccolsi il più grande coraggio che avevo mai avuto e mi avvicinai alla porta di casa degli Styles, una villetta con un piccolo giardino.
E cosa cavolo gli avrei detto? “Ehi, bello, ciao. Ti perdono sono stata una scema, che ne dici di avere tanti bambini con me?”
No. Oddio. Oddio oddio. Tre volte oddio. Ah. E i o u. ipsilon.
Stai dando i numeri, Meg. Calmati, minchia!
Ok. Respira uno, respira due, respira tre.
Adesso suoni e ti aprirà la porta e gli dirai tutto addosso. Lo farai ok? Brava, Respira.
Appena dopo aver suonato, un fremito mi passò lungo la schiena.
Ce l’avrei fatta, sarei riuscita a chiedere di perdonarmi? E, oddio, stavo veramente mettendo da parte l’orgoglio? Volevo veramente esprimere i miei sentimenti a qualcuno?
 
La porta si aprì cigolando, come nei perfetti film di Halloween nei quali alla ragazza che fa dolcetto e scherzetto piomba addosso un’ascia. Solo che questo non era un film dell’orrore, purtroppo.
Mi preparai mentalmente a trovarmi davanti un ragazzo riccio e con gli occhi assonnati. Lo sapevo. Presi un respiro profondo e alzai lo sguardo.
La cosa che più mi stupì è che vidi sì due paia di occhi verdi ma erano molto più dolci e, cosa importante, appartenevano ad una bellissima ragazza con i capelli castani e un sorriso cordiale.
-Ciao. Cercavi Harry?-
Deglutii. Dai, non è possibile che capitino veramente tutte a me.
Non riuscii a proferire parola e annuii con la testa, schiarendomi la voce.
-Non è in casa, ora. E’ uscito.-
-Ma dove cazzo è andato quel demente!- ok. Non posso averlo detto veramente. Non davanti a sua..Madre? Sorella? Cugina? Donna delle pulizie?
Lei mi guardò sgranando gli occhi, poi sorrise e ridacchiò –Sei Megan?-
Eh?
Annuii.
Lei batté le mani con una tale foga da farmi sussultare –Ah! La famosa Megan!-
Famosa? Sì, per gli autografi il giovedì. Oddio, sto dando i numeri!
-Mio fratello è circa una settimana che dà testate al muro del soggiorno urlando il tuo nome con qualche maledizione strana!-
Fantastico. Magnifico.
Poi sorrise –Credo di sapere dove sia andato, comunque..-
 
Harry.
-Ma come posso farlo, Louis? Dai! Mi prenderà per un pazzo!-
-Harry Styles, che tu sia maledetto!- urlava Louis alzando le braccia al cielo. –E’ ore che ne parliamo! Ora vai lì, suoni il campanello e le parli. Fine. Che ci vuole?-

E che ci vuole, Harry? Eh. Avanti. Vai.
Mi feci strana trascinando i piedi, maledicendomi in tutte le lingue del mondo. Dovevo farlo, non ne potevo più di questa situazione. Di guardarla da lontano, di non avere il coraggio di chiarire, di cercare di farla ingelosire.
Nulla. Quella ragazza i sentimenti li sapeva nascondere bene, nulla da dire.
Mi avvicinai, risoluto, davanti alla porta di casa sua, per poi suonare il campanello. Ok. Ci sei Harry, ci sei, cazzo. Adesso quando ti aprirà le salterai addosso, anzi, ti prostrerai ai suoi piedi. Ma mi prenderebbe per rammollito.. ok. Allora la pregherai in ginocchio? O forse..
La pota si aprì, rivelando il viso stanco di un uomo alto e con una tazza di te in mano.
Questo alzò un sopracciglio, rivelando gli occhi verdi, gli stessi occhi verdi di Megan. –E tu che vuoi?-
Stesso tono della figlia, non c’è dubbio.
-Mi scusi, Signor Avery, sono Harry Styles. Cercavo Megan, è in casa?-
Lui mi fissò ancora, squadrandomi in un modo che metteva i brividi.
Dopo dieci secondi di silenzio imbarazzante mi rifissò negli occhi –Non c’è. -
Deglutii –E..e potrebbe dirmi dov’è andata?-
-Sì che potrei.- mi rispose. Altri due minuti di silenzio, nei quali mi fissò oer la centesima volta da capo a piedi, indugiando particolarmente sui miei capelli.
-Potrei.- concluse, per poi gettarmi un’occhiata truce e sbattermi la porta in faccia.
Rimasi interdetto. Ma che cavolo..
-Harry!- mi sentii chiamare da Louis, dalla strada.
-Che c’è?- chiesi, catapultandomi lì –Il padre di Megan mi ha detto che non era in casa e mi ha sbattuto la porta in faccia.-
Lou rise –Tipico. Mi ha scritto Liam dieci minuti fa un messaggio su dove stavano andando, ma l’ho letto ora.-
-Stavano andando chi? Lui e Megan?- chiesi, impaziente.
Louis annuì –E non ci crederai mai.-
 
 
 
 

 SCIAAAAAAAAAAAAO
 
E’ passato un po’ di tempo, l oso, ma in mia difesa, dirò che ho passato il test di infermieristica e devo entrare in mentalità universitaria ;)
 
In difesa (ancora) dirò che amo la vida loca e quindi sto cazzeggiando allegramente.
 
In una notte buia e tempestosa avevo scritto il capitolo dopo di questo, ma il giorno dopo l’ho riletto e faceva REALMENTE vomitare.
Non sono brava con le dichiarazioni d’amore, ve lo giuro, dovrete pazientare.

 
Tra qualche giorno butterò su la FF di Ed. HELP.
STAY TUNED!

 

E vabbè, rock’n’roll, andate a scuola e divertitevi finchè potete :(
 
Un bacioooo!
Anna ;)

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Capitolo 14
*** Carlos e Miguel..ita ***


14.CARLOS E MIGUEL..ITA
 

-Sai una cosa Liam?-
-Io so tante cose, Megan.-
Alzai gli occhi al cielo. E che palle!
-Però ci sono tante cose che non so! Tipo il perché siamo nascosti dietro una panchina!-
-Liam, non ti è chiaro?-
-Veramente no.-
-Stiamo catalogando le formiche, Liam!-
-…cosa?-
-…-
-…-
-Liam ma ci arrivi cavolo? Ci stiamo nascondendo da Harry, ecco cosa!-
-Ma Megan porca minchia!- Liam si mise una mano sulla bocca, esterrefatto.
Deglutii –Liam.-
-Cosa?-
-Hai detto..-
-Cosa?-
-Cosa cosa? Hai detto quella cosa!-
-Quella cosa cosa, io non dico cosa, non ho detto nessuna cosa!-
-Che cosa?-
-La cosa..sai.-
-La merda rosa che in bocca tua riposa?-
-Ma ora di che cosa stiamo parlando?-
-Di una cosa rosa? O della cosa..cosa?-
-..Megan?-
-Cosa?-
Scoppiai a ridere. Liam che dice porca minchia e io che rido come un’idiota.
Dove andremo a finire?
-Dai, finiscila. E’ che mi fai dire perfino cose brutte, per fortuna mia madre non mi ha sentito.-
Altro sbuffo.
-E’ che mi mette ansia stare qua. Insomma, dai, siamo dietro una panchina! Qui ci pisciano i cani!-
-Qui non ci pisciano i cani..-
-Megan, qui ci pisciano i cani.-
-..-
-…-
-….e va bene, qui ci pisciano i cani. Ma non centra, non posso farmi vedere, tra casa mia e casa sua dobbiamo passare per la stessa strada e non voglio rischiare di incrociarlo!-
-Ma cosa cambia! Dovevi comunque incontrarlo fino a mezzora fa, e, tra parentesi, è mezzora che siamo nascosti qui, e lui doveva incontrare te, perché non vi incontrate insieme, questa votla, magari, e parlate?-
-Non capsici, è ovvio. Lui voleva venire da me a uccidermi con un martello pneumatico dritto nel cervello!-
-Non voleva fare..-
-IO lo so, Liam! IO lo so.-
Liam guardò a terra, sconfitto.
-Ma poi mi chiedo ancora..-
E ricomincia.
-..perchè sono ancora qui con  te. Avrei da studiare a casa!-
-Perché sono la tua amichetta del cuore?-
-E chi l’ha deciso?-
-Perché mi vuoi un bene infinito?-
-E questo quando l’avrei detto?-
A mali estremi..
-Perché se no dirò a tutti quello che ahi fatto nello spogliatoio dei giocatori di baseball lo scorso semestre.-
Liam alzò gli occhi, preoccupato –Tu non oserai..-
-Lo sai che sono capace di peggio.-
-Ma..ma..- cominciò a farfugliare –E’ stato un incidente e tu lo sai! I miei vestiti..e poi..-
-Io non so nulla, Liam. Ora, cos’ hai da dire?-
Lui sbuffò –Sei la mia amichetta del cuore e ti voglio un bene infinito.-
-Meglio così.-
 
-Megan.-
-Sì, Liam?-
-E’ passata mezzora.-
-Sì, esatto.-
-E..e noi siamo..ancora qui?-
-Evidentemente sì, Liammuccio.-
-..e..e mi chiedevo..-
-Oddio Liam. Ho capito, ho capito, vai! Lo so che sono una rompi cazzo! Lo so!-
-Non ho detto che sei una rompi cazzo..è solo che..-
-Che cosa?-
-..che mi scappa la pipì! Megan, dai, lo sai che ho la vescica timida e devo fare pipì ogni ora.-
Ma perché a me? No, mi chiedo, potevate mica darmi un dinosauro? Sarebbe stato meno ingombrante di questo qui.
Sospirai –Falla lì dietro, avanti.-
-..cosa?-
-Come cosa?-
-Avanti o dietro? Non capisco.-
PERCHE? Ripeto: PERCHE’?
-Vai lì dietro, e falla lì, dai!-
 
-Liam. Oh, Liam?-
-Mh?-
-Svegliati, si è fatto buio. Andiamo a casa.-
-Ancora cinque minuti, mamma.-
-Liam, brutto coglione non sono tua madre, sono Megan. Alza le chiappe.-
Liam si alzò, sbadigliando –che ore sono?-
-L’ora di ieri a quest’ora più mezzora meno trenta minuti. Chissene frega, Liam. Andiamo a casa.-
-Va bene mamy.-
Ci incamminammo verso la fine del parcheggio, Liam barcollante. Oddio, sembrava uno di quei bambini dell’asilo che per riposare bene devono dormire novecento ore a notte. Una cosa così.
Ci separammo all’uscita, andando nelle direzioni opposte.
Certo che è un attimo da psicopatici restare due ore dietro un cespuglio. Con Liam che dorme.
Certo che è un minchione. Dormire sopra la pipì dei cani, non è molto intelligente.
Nel mio flusso di pensieri mi ritrovai quasi davanti casa mia, quando, svoltato l’angolo, vidi sul primo gradino di casa mia, Harry, che se ne stava seduto a giocare con il cellulare.
OH. MERDA.
Merda merda. Ero in mezzo alla strada, con una faccia più allucinata di Britney Spears quando si è guardata senza capelli. Inchiodata, pietrificata al centro del marciapiede.
Ok. Ok che faccio?
Mi butto per terra?
Mi avvicino a casa mia e faccio finta di non vederlo, scavalcandolo come lo zerbino con scritto “Welcome”? Magari mi ci pulisco anche i piedi.
Optai per tuffarmi dietro una scalinata, a pochi metri da casa, un secondo prima che Harry si girasse a guardare la strada, sospirando.
Certamente era venuto per uccidermi. Per versarmi addosso le mie parole da stronza.
In fondo, che aveva detto la sorella? Che mi aveva maledetta in cinquecento modi diversi nell’ultima settimana. Oddio, la mia fine era compiuta. Ero in trappola ormai. Forse sarei potuta sgattaiolare..
-Ehi, tu! Che ci fai qui sotto casa mia?-
Oh no. Era il mio vicino, un vecchio pazzo che andava in giro con un bastone di ferro e si credeva uno sciamano.
-Signor Prims, le giuro che è una questione..-
-cosa? Tu non dici  a me che sono un coglione!-
-Ma chi le ha detto che è un coglione! E, la prego, abbassi la voce..-
-Signorina, non si permetta di dirmi queste cose! Sono un signore anziano e merito rispetto!-
-Ma infatti io le sto chiedendo un favore enorme..-
-Deforme a chi, maleducata? Lo dirò a suo padre, signorina..-
No, non lo dire, no, non lo urlare..
-Signorina… oddio come si chiama lei? Non è quella che sta sulla sessantesima?-
Anche smemorato.
-Sì, sì esatto. Ora, se non le dispiace, le spiego tutto..allora..in quella casa c’è un ragazzo..-
-Dov’è che c’è un cazzo?-
-E che cazzo Signor Prims! Mi ascolti! Non c’è un cazzo, c’è un ra-gazzo!-
-Dove?-
-Lì. Signor Prims, davanti a quella casa!-
Lui si sporse per vedere. –Non è vero, non c’è nessun ragazzo con un cazzo lì davanti.-
Oh, Gesù.
-Questo perché lei è cieco come una talpa, Signor Prims!-
-Non dica adesso che c’è una calca, perché non è vero!-
-Allora, signor Prims, lì c’è un ragazzo. Io non lo voglio vedere assolutamente!-
Ero disperata, sinceramente. E stavo urlando un po’ troppo forte
-E perché?-
-Perché mi chiede! Perché sono una cretina! Dico, ma ha visto che faccia da maniaco? E’ lì davanti e vuole uccidermi! Chiami la polizia Signor Prism!-
Ero andata, partita. Il cervello era partito per le Hawaii. Addio cervello, divertiti!
-Magari è venuto per scusarsi..-
-Macchè scusarsi! Quella che deve scusarsi qui sono io! L’ho trattato come un rifiuto nucleare tossico, pensi che volevo addirittura usarlo come zerbino! Sono una cretina, oddio, il cuore mi batte come un martello pneumatico!-
-Io le sono simpatico?-
-Mi hai chiesto davvero scusa, Megan Avery?-
Alzai il viso dalle mani in cui l’avevo nascosto, con una faccia sconvolta.
Oddio, ti prego, non può essere vero.
Davanti a me (ovviamente Dio le mi preghiere le ascolta molto. Grazie. Veramente.) c’era Harry che ridacchiava, le braccia incrociate e il sopracciglio alzato, mentre il Signor Prism era ancora sopra la rampa di scale, che agitava il bastone per aria.
-Non mi prendere per il culo, signorinella! Ho una certa età, minchiona!-
Ehi, minchiona a chi?
-Io non ho chiesto scusa a nessuno!- dissi, rivolta a Harry Facciadacazzo che faceva dei passi avanti erso di me. Ma da quanto minchia di tempo era lì?
-No, non l’hai fatto.-
-Non provare a...che cosa..eh?-
La droga fa male, non te l’hanno insegnato negli spot pubblicitari dove tutti si danno la mano e fanno i girotondi?
Lui rise, facendosi più vicino –Non l’hai fatto. Perché devo farlo io.-
-Cosa?-
-Come cosa?-
-La cosa! Quella cosa che devi fare!-
-..la cosa?-
-Quella cosa rosa che in bocca tua riposa!-
Cervello torna dalla villeggiatura, sento la tua mancanza!
AAA cercasi cervello quasi integro, avvistato l’ultima volta partire con delle valige diretto all’aeroporto..
-Megan..-
-..che..cosa? La cosa ros..- si stava facendo sempre più vicino. Oddio non uccidermi ora, non ora, ho ancora molto da vivere, devo ancora sposarmi con Johnny Depp, tradirlo con Bradley Cooper e..
-Stai zitta, cretina.-
 
Ok. Io non mi chiamo Megan.
E quello che mi sta baciando non si chiama Harry.
Siamo Carlos e..e Miguel. No ma Miguel è un nome da uomo. Facciamo Miguelita. Olé.
Insomma, non posso essere così cogliona, veramente, da star baciando Harry Styles sulle punte dei piedi, arrossendo come una cretina e mettendo una mano sui suoi capelli.
Nel senso, Megan non lo farebbe mai.
Lo farebbe Miguelita. Miguelita è una cogliona, mica Megan!
Nel senso, ora esce uno con le nacchere e comincia a ballare il flamenco e io..
-Megan.-
Carlos interruppe il mio flusso di pensieri -Olé!-
Harry scoppiò a ridere. –Olé cosa?-
-Niente. Pensavo alla..alla Spagna.-
-Cioè, tu pensi alla Spagna mentre ti sto baciando?-
-Styles, non fare la lagna. In Spagna non se lagna.-
Che cazzo sto dicendo?
-Comunque- fermai Harry sul nascere di una nuova risata e un “sei impazzita” –io pensavo di parlare con il Signor Prism. Voglio dire, è scorretto prendere la parte di un vecchietto mezzo sordo e anche rompi cazzo!-
-Rompicazzo a chi, cogliona?-
Oddio, ma era ancora lì? Cos’era anche, un guardone?
-Ah, ma questo l’hai capito, vecchio rimbambito eh?-
Harry scoppiò a ridere e mi trascinò via prima che il mio simpatico vicino potesse lanciarmi dietro il girello.
-Ma tu hai capito quel maniaco? Cos’è, voleva..-
Harry mi bloccò con un bacio, che mi fece spalancare gli occhi.
Si staccò –Sei fantastica, Meg.-
-Che?- ero proprio rincoglionita. Facoltà psicofisiche a spasso, mi raccomando.
Harry mi sorrise. –Ero venuto a dirti una cosa, oggi.-
-Anche io. Ma tu non c’eri, cretino!- gli diedi un pugno sul braccio.
-Ahia! Ma neanche tu c’eri!-
-Perché ero da te!-
-Ma anche io ero da te!-
-..beh io ero da te..prima di te.-
Ok, il mio ragionamento non stava in piedi.
Harry sembrava perso –Ok, a parte i tuoi deliri. Oggi ero venuto ad te per dirti una cosa.-
-L’hai già detto, hai l’Alzheimer?-
-Megan, tappati la bocca, Cristo!- urlò, con tono risoluto.
Oh, ma chi ti credi di essere? Pazzo maniaco!
Lui sorrise alla mia bocca aperta. –Almeno ti ho zittito. Dicevo. Megan.-
-Presente, capitano.- Per caso pretendeva mi mettessi sull’attenti?
-Son venuto qui, stasera per dirti che..- prese un sospiro. Oddio adesso urla -..che mi manchi. Mi manca non parlare con te, litigare, prenderci in giro, discutere su Harry  Potter, vederti ubriaca, ridere, ricevere i tuoi insulti, sfiorarti la mano e vedere che tu sei presa dalle tue troppe cose da fare, guardarti leggere un libro mentre tu non mi vedi, farmi mettere in punizione per darti fastidio..Meg. Mi manchi tu e..e lo so che non è proprio il posto esatto per dirtelo, sì, siamo di fianco alla stazione degli autobus e dei tipi ci stanno guardando per venderci della droga, ma..ma mi dispiace tanto. E te lo giuro, te lo giuro su Harry Potter e la Camera dei Segreti, quel giorno, scesi dall’autobus ti stavo cercando per salutarti, per chiederti di uscire con me il giorno dopo e po..-
Mi buttai di slancio su di lui, circondandolo con un abbraccio e stritolandolo quasi, cogliendolo alla sprovvista.
-Che cazzo fai?-
-Mi dispiace così tanto, Harry, te lo giuro, io sono una pazza sclerotica del cazzo, avevo paura che non te ne fregasse un cazzo e pensavo che, vaffancazzo, mi avessi mollato là come una cazzo di pazza e, cazzo..-
-La finisci di dire cazzo?-
-No cazzo!- urlai, risultando ancora più pazza.
Harry rise, circondandomi le spalle con le sue braccia forti e attirandomi al suo petto, dove sentivo al sua risata farsi ancora più rimbombante.
-Allora ti ho convinto..-
-Oh, andiamo, hai detto “te lo giuro su Harry Potter e la Camera dei Segreti”! Se l’avessi giurato su Dio non ci avrei creduto!-
Insomma, si, sa, Carlos e Miguelita non sono tipi molto normali.
Ma Megan e Harry lo sono anche meno di loro.

 
 
 

 
Ciao! Ehm. Ok, sì, lo so, il ritardo.
scusate scusate scusateeeee :(
Sono una merda a scrivere dichiarazioni quindi..eccola qua.
Non uccidetemi. Non ora, aspettate che finisca la storia, almeno :)

Sono in un ritardo stratosferico, vorrei scrivere scuse ma la mia vita è un casino totale quindi..quindi eccomi. Beh, spero vi sia piaciuto e, vi prego datemi una recensione piccola piccola perché vedo i lettori aumentare sempre di più (vi amo follemente) a dismisura ma niente recensioni :(
 
Ecco, se vi va e se vi piace Ed Sheeran passate alla mia nuova FF
Loving him was..Orange.
Non è così minchiona come questa, ma è un po’ così.
Bell’aggettivo, sono brava con queste cose. Comunque ormai vorrete uccidermi per quante cito Ed Sheeran negli spazi autrice..eh.. vi voglio bene :)
 
Un beso <3 Anna

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Capitolo 15
*** SOS me, someone help me! ***


15. SOS ME, SOMEONE HELP ME!
 
-Pronto?-
-Carly!-
-..Megan?-
-Carly!-
-Megan!-
-…-
-…-
-Carly!-
-Megan si è incantato il disco? Che problemi ci sono?-
-Carly! Un’emergenza! Un dramma completo!-
-Oddio! Cosa, Meg, cosa?-
-Vieni da me! Immediatamente!-
-Volo, Meg, volo! Stai tranquilla, ci sono io con  te, non farti prendere dal panico!-
 
 
-Vestiti. Questo era il problema. Vestiti.-
Possibile che non capisca?
-Certo! Che altro problema pensavi ci fosse?-
Tsk, neanche l’avessi allarmata, insomma.
Lei mi fulminò –Oh, nessuno, mi hai lasciato una gamba senza ceretta, pensavo fosse successo qualcosa di..grave.-
E questo non le sembra grave? Non so, cosa sarebbe stato peggio? Un asteroide sul mio tetto? Leonardo di Caprio gay?
-Non importa, ormai siamo qui. Allora, vuoi aiutarmi in questo dramma o no?-
Dovevo sembrare davvero disperata. Ero sommersa da magliette, jeans, calzini, mutande, cappelli.
-Vedo che sei un po’ nel caos..il tuo letto non si vede nemmeno più..-
Oh, ma quello non si vedeva più neanche prima che cominciassi a tirare fuori vestiti..beh, meglio mantenere un minimo di dignità.
-Già.-
-Già…-
-…-
-…-
-Megan!- urlò lei esasperata.
-Cosa!-
-Come cosa! Vuoi dirmi qualcosa di quest’emergenza vestiti per favore? Siamo qui da dieci minuti e tu..tu hai un paio di mutande in testa?- mi guardò meglio strizzando gli occhi.
-Ah..- tirai via dalla testa quel paio di mutande. -Dicevo, Carly. Ho un’emergenza vestiti.-
-Ok, fino a qui ci siamo arrivati tutti. Io, il tuo letto, il tuo vicino di casa..ma qual è l’emergenza scusa? Non trovi il tuo cappello peruviano? Non hai fatto il bucato e non hai nulla di pulito? E’ arrivato un tornado e ha..-
-Non so cosa mettermi.- la interruppi con gli occhi che sprizzavano sangue.
Silenzio.
Mi guarda. La guardo. Mi guarda. La guardo.
-Tu..tu hai appena detto..-
-Che non so cosa mettermi! Che c’è di strano, mi domando!-
-..che c’è di strano?- mi guardò stranita –Come che c’è di strano? Megan, tu sei quella che è venuta a scuola IN PIGIAMA!-
-Ma che centra, quella volta..-
-Sei quella che al funerale del professore di arte è venuta  vestita di arancione fosforescente e appena te l’ho fatto notare hai detto “ah..beh, qual è il problema?”!-
-A mia discolpa non sapevo che ad un funerale…-
-Sei quella – mi interruppe per la millesima volta –Che è venuta a scuola con gli stivali da montagna a giugno, Megan!-
Blah blah blah.
-Sì, sì, ok, il mio gusto nel vestire fa veramente cagare, grazie.-
-Ma chi ha parlato del tuo gusto sul vestire! Anche se..definirlo gusto, insomma, mi pare eccessivo..-
Sì ma grazie al cazzo no, eh?
-Senti, torniamo al mio problema, non vorrei essere sommersa dai tuoi complimenti..-  la fulminai.
-Giusto. Allora, a cosa devo questa “emergenza vestiti”? Insomma, mi sembra di essere in un film per dodicenni è così eccitante!-
-Carly, frenati, ti prego! E’ solo che non so cosa mettermi, cioè non mi sta bene niente! Ho tutte cose così sformate e..guarda! Questo maglione è di mio padre! Che cavolo ci faccio con un maglione di mio padre!- urlai disperata.
-Calmiamoci tutti. Sediamoci sul lett..ah no, sul pavimento forse è meglio.- mi trascinò giù con sé. –Ok. Respira e parliamone. Per quale occasione ti servono questi vestiti?-
Deglutii –Eh..ehm..per..devo andare..-
-Sìììììì?-
-..fuori…-
-..sìììì?-
-..con..-
-con?-
-Ti prego Carly, giurami che non urlerai. Giuramelo.-
-Giurato, te lo giuro Megan.-
-No, perché guarda che ti conosco eh, sei più eccitabile di..-
-Lo giuro. Me lo vuoi dire, di grazia?-
-..devo uscire con Harry.-
 
 
-COOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOSA? TUUUUUUU CON HAAAAARRY..-
Ecco. Lo sapevo. Cioè, io lo sapevo è inutile farle giurare qualcosa. E’ come dire a Miley Cyrus “ehi bella, però basta video dove vuoi scoparti ogni oggetto animato/inanimato che ti trovi davanti. Lo giuri?” “Lo giuro!” e poi mi viene fuori in video come Adore You.
Mi prendi per il culo Miley Cyrus?
-Mi prendi per il culo Carly? Avevi giurato!-
-AAAAAAAH..- fermò la sua sirena dell’ambulanza, con gioia e felicità dei miei timpani –Ah. Giusto. Ma questo non significa che sono felice per teeeeeeeeEEE! Ahia!- Uno scappellotto ben assestato l’aveva fatta smettere sul nascere.
-Raccontami tutto!- mi disse con un urletto eccitato.
No. Non l’avrei mai fatta smettere.
Sospirai –Mi ha aspettato sotto casa ieri sera e mi ha beccata mentre urlavo contro il sordo, il mio vicino di casa. Poi l’ho mandato a fanculo tipo una quindicina di volte, lui viceversa, ci siamo baciati, abbiamo fatto pace e mi ha chiesto di uscire stasera.- dissi tutto d’un fiato.
Carly mi guardò un  attimo accigliata –Perché urlavi contro il Signor Prim?-
-Non vuoi saperlo. Fidati.-
-Chiaro! Ma adesso dobbiamo pensare a cosa metterti, non è vero?-
..cosa glielo faceva pensare? EH?
-Però, ora che ci penso..lo sai che io non sono proprio il massimo con gli abbinamenti..compro solo cose ecologiche o di seconda mano..-
-Le mie cose vengono da qualche strano negozio che trovo per i centri commerciali, lo sai. Niente Gucci, Chanel o cose così, cioè non sono cose difficili da abbinare o da trovare, dai, ti prego!-
-Sai cosa?-
Alzai gli occhi al cielo.-..no, Carly, non so cosa.-
Sarei mai uscita da quella stanza?
-Ho io la persona giusta che potrebbe aiutarti!-
Una strana idea mi balenò in mente.
-No. Carly. Non ci provare, te lo proibisco.-
Qualcosa mi disse che i miei sospetti erano fondati.
 
 
-Tommo lo stylist più fico d’Inghilterra è qui per vooooi!-
Oh, bontà divina. Perché a me? PERCHE’- A – ME?
Cos’ho fatto di male?
-Louis, ti prego, posso cavarmela da sola, dai.-
-No no piccioncina- disse, muovendo il dito alle mie parole –Qui hai bisogno di un outfit adatto alla serata!-
Ok, forse si era immedesimato troppo nella parte?
Giusto un po’ troppo?
-Louis, veramente..io non so dove andremo stasera, cioè, Harry non me l’ha detto..-
Lui mi guardò sbarrando gli occhi –Tesoro, ma è pazzo? Cioè, è ovvio che bisogna sempre specificare il luogo dell’appuntamento, per vestirsi adeguatamente! Non so, è come andare in un ristorante chic senza la pochette che si intoni con le tovaglie della serata! Come andare con un vestito lungo ad una passeggiata al parco dove chissà cosa ci sarà per terra!-
Ok. Ero abbastanza nel panico, grazie Louis.
-Non perdiamoci d’animo!- battè le mani lui –Abbiamo un outfit perfetto da trovare nel giro di due ore!-
Oh Cristo.
 
 
Ero le 18.40 ed ero incredibilmente vestita.
Pensavo peggio, devo dire.
Avevo dovuto litigare rispettivamente: mezz’ora con Louis che pretendeva di trovare una gonna nel mio armadio o qualcosa di vagamente simile a un vestito, cosa che fu impossibile ovviamente, un’altra mezzora con Carly perché pretendeva di trovare dei trucchi nel mio bagno, cosa che si rivelò fattibile solo perché c’era un unico bagno in comune con le mie sorelle e i trucchi erano di qualcuna di loro, ma io mi ero rifiutata comunque di mettermene un minimo sulla mia faccia, e altri venti minuti con Louis perché mi dava della suora di clausura perché non avevo maglie scollate o con la pancia fuori “Mica devo andare  a fare la prostituta Tomlison!”
Erano le 18.50 e, porca troia, come minchia ero vestita?
Ecco, troppe parolacce. Insomma, non si dicono le parolacce prima di un appuntamento, porca troia.
Louis, non si sa come, aveva tirato fuori dal nulla un paio di pantaloncini a vita alta e ci aveva messo sotto un paio di calze (ci sono 0 gradi fuori, mica siamo ai tropici) che non ricordavo di avere e una maglia larga che risaliva ai tempi dei dinosauri, regalata da lui, con scritto “Peace!”
Alla fine non era male. Cioè, avevo scampato pure di mettere le ballerine per un paio di converse.
Ok, Louis mi avrebbe ammazzato quando gli avevo detto di non avere tacchi “E’ inconcepibile! Inconcepibile!”
Minchia, Lou, calmino eh.
 
18.55 e, oddio, io sto per uscire con Harry.
Cioè, vaffanculo, ero già uscita con altri ragazzi, però perché ero così agitata stavolta?
Il fatto che io sia agitata fa aumentare esponenzialmente il numero di parolacce all’interno di ogni frase, cazzo minchia.
Non essere agitata Megan! Dei solo uscire con Harry! Mica con Johnny Depp!
Giusto. Vero.
….
Oddio, perché la cosa non mi rassicura neanche un po’?
E’ come stessi andando al patibolo, alla forca, alla ghigliottina, sulla sedia elett…
Era un campanello quello che ha suonato? No vero?
 
Il campanello suonò e io mi  sentii attirata verso la morte.
Cioè, in realtà rimasi bloccata per dieci secondi, gli occhi sbarrati e  il cuore a mille.
Gran bel modo di tranquillizzarti, non c’è che dire.
 
 
HARRY
Appena suonai il campanello una scarica di adrenalina  mi attraversò la schiena.
Il fatto che fossi così agitato era normale?
Il fatto che fossi stato dieci minuti in macchina davanti casa sua era normale?
Il fatto che avrei sicuramente fatto la figura del cretino era normale?
Mh, no.
Perso nei miei pensieri, dopo più di dieci secondi nessuno mi aveva ancora aperto la porta.
Risuonai. Sono così cretino che non ho nemmeno suonato? Calma i nervi, Harry, respira!
Dopo qualche secondo la porta si aprì, rivelando un uomo che avevo già visto.
Oh. Cazzo.
Sono fottuto. Fottuto forte. Fottuto tanto.
Il padre di Megan mi guardava torvo (tanto per cambiare) con in mano il giornale dello sport.
-TU saresti?-
Buonasera anche a lei.
-Ehm, io sono..Harry Styles, signore, sono venuto a prendere vostra figlia..signore.-
Non l’avevo già detto?
Lui mi squadrò (ancora) a raggi x, indugiando non poco sui miei capelli ricci.
Sentivo i brividi percorrermi da parte a parte.
-Ci siamo già incontrati vero?-
-Sssì, cioè, veramente sono venuto qui anche ieri, solo che Megan non c’era e allora..-
-Sì, ok, a proposito di Megan..- Occazzo ma si era animato di colpo? -Devo farti qualche piccola raccomandazione.-
Ma dove cavolo era Megan? Perché non arrivava?
-Punto primo: non mi piacciono i ragazzi che girano intorno alle mie figlie. Avvisato. Anche Marta ha cominciato ad uscire con quel tuo amico, Zayncoso, non credere che per lui la situazione sia diversa.-
Grazie a Zayncoso per avvisarmi sempre delle belle cose che mi potrebbero succedere.
-Punto secondo: Megan non è come le sue sorelle. Lei non si fa per nulla problemi e potrebbe ucciderti con qualsiasi mossa se le fai qualcosa di male, ma nel caso non lo facesse lei..beh, ci sono io.-
Deglutii. Rassicurante, davvero..no, ma prego continui pure, tra cinque minuti dovrò usare il bagno per andare a rimettere tutto il contenuto del mio stomaco.
-Punto terzo: niente baci, niente contatto fisico, non datevi la mano, a casa alle 11, non guidare troppo forte voglio che tu mantenga i 30 all’ora per tutto il tragitto. Mi sono spiegato?-
-Chiaro. Tutto chiaro come il sole.-
-Papà!- sentii urlare dalle scale.                                           
Grazie Signore, meglio tardi che mai!
Meg scese le scale con i capelli stretti in una coda alta e la borsa a tracolla che le batteva sul fianco ad ogni gradino.
Portava con sé uno sguardo torvo rivolto a suo padre, le labbra arricciate e le mani strette a pugno.
Era bellissima. Non c’è un altro modo per dirlo e non me la sarei mai scordata, mai, per tutto il resto della mia vita. La maglia bianca era contenuta dentro un paio di pantaloncini di jeans, che facevano molto lei, così hippie e semplice e libera che non potei che sorridere nel vedere che si era vestita così soltanto per me.
-Papà. Che stavi facendo?-
-Niente, Meg, conversavo!-
-..papà. Per piacere, ne abbiamo già parlato!-
-Non mi interessa!-
-Padre snaturato! Io che ti dico che non voglio che mi metti in imbarazzo e tu qual è la prima cosa che fai? Pensi a mettere terrore negli occhi della gente, ma chi sei, Lord Voldemort?-
-Megan, non ricominciare, aspetta solo un att..-
-Ho aspettato anche troppo a lungo..-
-No, Meg, per favore..-
-Dodici anni..-
Suo padre alzò gli occhi al cielo, sbuffando esasperato.
-..Ad Azkaban!-
Cercai di non ridere solo per il semplice fatto che suo padre mi avrebbe steso con una mossa di kung fu ma la situazione era molto più comica di quanto possiate immaginare.
-Io non so più cosa fare con te, la devi smettere di urlare frasi di Harry Potter per casa, lo sai che non lo tollero!-
Dal sorrisetto che aveva in faccia la figlia però, Megan lo sapeva anche troppo bene.
Era come se stesse facendo..beh, qualsiasi cosa stesse facendo, solo per infastidire suo padre.
-Silencio, papà. Senti, se in questa casa siete tutti una bambocciosa balbettante banda di babbuini, non è certo colpa mia. Senti, Accio chiavi!,- urlò, prendendo con uno scatto le chiavi di casa dal mobile all’ingresso – e torno per mezzanotte, te lo dico.-
-Undici!-
-Mezzanotte, padre. Ciao ciao, buona serata babbanucolo!-
Lo salutò con un bacio sulla guancia sfuggente e agitando la mano, chiudendo dietro di sé la porta, direttamente in faccia a un padre stupito ed esasperato come pochi.
Appena uscì sul pianerottolo mi guardò e scoppiò a ridere, come a suo solito, con le lacrime agli occhi mentre si teneva la pancia con la mano.
-Guarda la tua faccia! Mi..mi dispiace così tanto per mio padre ma come vedi nessuno in questa casa sembra molto normale e..-
Mi sporsi a baciarla di slancio, prendendole la nuca con la mano destra.
Ok, bene. Avevo già disubbidito a suo padre in meno di 10 secondi, la cosa era davvero molto incoraggiante.
Lei smise di ridere di colpo e il mio bacio la colse impreparata al massimo, perché rimase con le labbra dischiuse e gli occhi sbarrati, senza capire bene cosa fosse successo.
Poi, però, si lasciò andare a un’ultima risatina e mi baciò anche lei, avvicinandosi a me.
 
-Perché?- mi chiese, appena mi staccai da lei (insomma, avevo un minimo di buonsenso, dai!).
-Eri bellissima, cioè, sei bellissima.- oh, fantastico, fai anche la figura dell’idiota patentato, adesso?
Lei arrossì e..che? cosa? Era arrossita? Megan era arrossita? Stava per caso per cadere un ufo?
-..grazie..- mi sussurrò, sicuramente sperando che non mi fossi accorto del suo imbarazzo.
-E’ la verità, babbana! E comunque tuo padre mi ha messo addosso un’ansia infinita, altri dieci secondi e sarei scappato in auto mettendo tutte le sicure!-
Lei rise, buttando indietro la testa.
Non posso baciarla di nuovo, vero? Non posso..vero?
Trattieniti, per carità, ma che fine ha fatto la tua parte razionale, Harry?
-Beh, è un po’ iperprotettivo con tutte noi sorelle, sai..tutte donne e un solo uomo, la cosa lo copre di ansia!-
Io le sorrisi, incantandomi per la millesima volta sul suo sorriso, che era stranamente non sfrontato come al solito ma infinitamente dolce.
-..Harry?-
-Che?- mi riscossi dal mio mondo di fatine.
-Andiamo o hai intenzione di stare qui tutta la sera? Ti dico solo che mio padre ci sta guardando dalla finestra della cucina da circa cinque minuti e non sembra intenzionato a smettere..-
Mi girai e trovai il Signor Avery attaccato alla finestra che mi mimava intimamente minacce di morte, rispettivamente con un cappio al collo, con un’ascia e con un coltello sulla gola.
Ma bene.
-E’ il caso di scappare, Meg, oppure ho paura che metterà in pratica qualcuna delle sue proposte!- dissi  con voce tirata.
Megan rise e, in risposta a suo padre mosse una finta bacchetta nella sua direzione mimando un “Petrificus Totalus!”
Cominciamo bene.

 

Non chiedetemi quando ho trovato il tempo di scrivere, perchè non lo so, sono così indietro nello studio che solo Dio sa, ma non ce la facevo più a lasciare questa storia in sospeso, mi piange il cuore! :(((((

Dunque, eccomi qua, è un capitolo lento, di passaggio, tanto per scrivere un po' di minchiate e non lasciarvi proprio a bocca asciutta, ecco :)

Grazie a chi continua a seguirmi, siete davvero molto molto carine e gentili :)

Un bacio, buon Natale, buon anno, buoni ultimi giorni di vacanza ( non voglio nemmeno pensarci ahaha)

Ciao a tutti <3


Anna ;)

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