I'm waiting for you

di Elisewin Ci
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'm waiting for you ***
Capitolo 2: *** The pleasure of pain ***



Capitolo 1
*** I'm waiting for you ***


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Caro diario,
ho appena fatto la doccia.

Anzi no.

Caro Damon,
ho appena fatto la doccia e senza di te diventa faticoso anche asciugarsi.
Tu me lo avevi promesso, "non ti lascerò più Elena", e invece sei sparito nel nulla, te ne sei andato lontano per complicarti la vita e ferirmi.

E sono arrabbiata. Infinitamente arrabbiata. Terribilmente arrabbiata.
Perché non posso rincorrerti, cercarti, obbligarti, riempirti di me ancora una volta.
Non so dove andare né dove cercare.

A volte penso che ti sei perso nel corpo di altre donne, nel sangue di gente straniera, nella tua ossessione di fare sempre la scelta sbagliata.

Altre volte invece penso che giri da solo, per il mondo, alla ricerca di un posto isolato dove piangere.

E Care continua a dirmi che tutto questo è un bene, che finalmente potrò essere libera di sentirmi una ragazza normale, che non ho più un assassino dentro il mio letto.

Ma il mio letto è freddo adesso, e vuoto, e io non chiudo occhio.
E sono un'assassina, lo sono come e peggio di te, io adesso uccido per il gusto di farmi del male.

E forse te ne faccio una colpa, perché tu mi hai resa felice, mi hai portata in paradiso, mi hai amata per un'estate che non scorderò mai, ma poi non mi hai lasciato la possibilità di scegliere. Hai solo urlato.
E stretto i pugni.
E digrignato i denti.
"Smetti di difendermi"
ma tu non capisci Damon.
Io le proteggo le cose che amo, io le custodisco, le accarezzo e le tengo al sicuro. Come tu hai fatto con me.
Ogni volta che mi hai assecondata.
Ogni volta che hai accettato i miei schiaffi pieni di rabbia.
Ogni volta che mi hai messa alla prova.
Ogni volta che hai scelto al posto mio.

E adesso piove.
Piove così forte che questa casa al buio mi mette paura.

Stefan non c'è. Forse è in giro per i boschi. Jeremy è fuori con Bonnie.
E io voglio solo te.

Non so quante volte ho sorriso oggi, non so quante volte ho detto di sentirmi bene, ma in realtà mi sento morire.

Sono sull'orlo del baratro.
Nessuno mi dà ascolto.
Nessuno vuole credermi.

Io non ci vivo senza di te.
Mi sei entrato dentro, carezza dopo carezza, sguardo dopo sguardo, amore dopo amore.

E forse hai ragione, a volte basta un "clic" e noi vampiri siamo fortunati.
Io me ne vado Damon.
Io abbandono me stessa.
Io smetto di sentire.

È quasi Natale e Care ha addobbato la tua casa. Il salotto è bellissimo tutto illuminato, ma io non ho nessuno da baciare sotto il vischio.

Senti come piove, Damon.
Chissà se piove anche dove sei tu.

Ho ancora l'accappatoio addosso.
E non esco dalla tua stanza, né dalla tua vasca. Vivo così, a fasi alterne.

Nella vasca lavo via il sangue delle persone che uccido.
Voglio dolore Damon, lo voglio più forte, voglio che il mio cuore si spezzi dal senso di colpa.

E nel tuo letto accarezzo il mio corpo, come se le mie mani fossero le tue.

Ho preso il tuo bourbon.
Spero non ti dispiaccia.
Ho bisogno di qualcosa di forte prima di perdermi.
Sto per andarmene Damon.
Io pigio l'interruttore.

Io spengo i sentimenti.

Ti aspetto.
Vieni a salvarmi.
Solo tu puoi farlo.

Sei un mostro, lo so.
E io sto diventando peggio di te.
Ma non è colpa tua, sono io che scelgo, e scelgo te, tutto quello che sei, ora e sempre, anche se fa male: voglio vivere, vivere forte, e se per farlo devo essere un mostro, ben venga.

Ci sono quasi Damon.
Com'è forte il bourbon lungo la gola.
Ne vorrei un po' in tutto il corpo.
Chissà se brucia.

È quasi Natale, Damon.
E fuori piove.
E io sono nuda sul tuo letto.
E sto per andarmene, inebriata di sangue, di bourbon e d'amore.

Nel mio stato di morte, non mi sono mai sentita più viva di così.

Trovami.
Ancora una volta.

Sto per sbattere le ciglia, appena lo farò, sarò immersa nel buio del niente.
Magari come te adesso.
Te lo dedico Damon... il mio ultimo sbattere di ciglia è per te.
Per essere uguali, ora e sempre, insieme.

Arrivo.
Ovunque tu sia.




- note dell'autrice - Una serie di pensieri sulla rottura tra Damon e Elena. Immaginando che lui la protegga a tal punto da sparire nel nulla, facendole perdere la ragione, rendendola ancora una volta una donna diversa e più appassionata. Un abbraccio a tutte, Elisewin

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Capitolo 2
*** The pleasure of pain ***


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Io non ti merito Elena, e per questo non dovrei pensarti, né parlarti, né scriverti né suonarti nelle melodie eterne di un pianoforte.

Sono su una spiaggia deserta, ed è buio, e per assurdo sento l'odore dei fiori. E sto per uccidere la ragazza dai capelli rossi che mi gira intorno continuando a lusingarmi con complimenti senza senso, ma questo non so se dovrei dirtelo, potresti esserne gelosa.

Odio i convenevoli. Dovresti ricordarlo, ma tu mi sei necessaria come il migliore di questi.

Tu... tu mi sei. Mi sei addosso.
E anche se fuggo lontano penso a quali parole forti usare per riuscire a calmarti.

Non piangere Elena. Non disperarti.
Ma esagera, esagera tanto, che quando esageri sei l'essenza stessa dell'amore.

E lo sai Elena come sono belle le rose? Lo sai che quando pungono e il sangue scende, quell'unica goccia rossa ti sembra il paradiso?

Quella goccia è come te Elena: unica, forte, compassionevole.

Quella goccia, quando la succhio, ha compassione di me, un cane bastardo che vive di dolori e incomprensioni.

Non te l'ho mai detto, Elena, non avrei potuto. Ma tutto questo male, per noi masochisti, è meglio del paradiso.

Quando la testa scoppia, e gli istinti esplodono prepotenti, quando ferisci qualcuno per il gusto sadico di vederlo morire a causa tua, quella è l'ebbrezza del predatore.

Io non posso farne a meno, ma tu si.

Per questo amo guardare in faccia il mare e confrontarmi con le onde, per questo me ne vado e mi perdo nell'oblio: quello è un dolore che conosco, senza dubbio meno doloroso della tua disapprovazione.

Io non ti racconterò mai di com'è bello il mondo, io non ti dirò mai di quante possibilità ci sono per noi immortali. Io non sono Klaus e non ho mai amato le sognatrici come Caroline.

Io disprezzo tutto questo.

Posso dirti com'è bella e profonda l'ubriacatura del sangue quando ti porta nell'abisso, quando ti lascia il corpo ballare in balia degli errori e della nausea, della potenza febbrile del potere.

Non potevo raccontartelo Elena, perché tu mi avresti chiesto di più, per finire ad essere la donna carnale e sanguigna che porti dentro e che ancora non lasci sbocciare.

Siamo uguali, Elena, lo sento ogni volta che scivolo nel tuo corpo e tu  graffi le mie spalle per marchiare sulla mia pelle il piacere che ti regalo. Quel sangue sovrano che porti via con la tua lingua perché l'orgasmo non ti basta.

Sei insaziabile come me Elena.

Per questo me ne sono andato.
Per questo ti ho abbandonato.
Per non farti sentire quanto sconvolgente è l'abisso dello sconforto verso se stessi.

E non voglio che tu sia davvero come me. Non voglio diventare la tua Katherine, non voglio che tu mi aspetti e mi cerchi come io l'ho bramata per centocinquant'anni.

Per te, con me, sarebbe tempo sprecato.

Ma so che lo farai, so che ti abbandonerai alla lussuria, al godimento del sangue per raggiungermi nel profondo.

E io, schiavo, sarò lì per te, a bere dalle tue vene mentre spoglio il tuo corpo per perdermi tra le tue gambe.

È un massacro, un'agrodolce vittoria, la forza degli scossoni del mondo.

Perché noi siamo questi, strisciando a terra, per volare più alti degli altri.



 

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