Qualcosa di Inaspettato

di olwen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 – L’incontro galeotto ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 – Puro Caos Mentale ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 – Il risveglio di Madame ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 – Attrazione o amore? ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 – L’incontro galeotto ***


Ecco la mia nuova FanFiction!
Premetto che qui le cose sono diverse dall’altra che ho scritto. Perché la prima ve l’ho postata che era praticamente già scritta, e quindi i tempi di attesa per i vari capitoli erano relativamente brevi (un giorno, giusto per rileggere), mentre qui la sto scrivendo man mano. In più, l’altra era completamente inventata, e sono stata molto descrittiva, questa invece mi attacco in un punto (che non è MAI stato scelto da nessuno….!!! notare l'ironia) della quinta serie, e trovo corretto, dato che tutti l’abbiamo vista, riprenderla con i dialoghi e situazioni che ci sono stati. Immaginatevi le scene, io con word aperto e sotto l’episodio de La Prof in pausa….ahahah

Dopo questa premessa, ecco che vi presento la mia chiusura della quinta serie. Praticamente mi attacco alla sera dell’incontro tra Camilla e Gaetano in casa di Madame Mille Lire, perché è proprio qui, secondo me, che Camilla è più vulnerabile, non ci sono altri momenti dove la sua emotività sia cosi fragile come quella sera.

Spero possa piacervi!!!! E mi spiace che, essendo presa da un punto specifico, possa sembrare un po’ una copia di altre FanFiction, ma ho un’idea in testa e spero, di nuovo, che possa piacervi!

 
Capitolo 1 – L’incontro galeotto
 
“Ecco, lo sapevo che non dovevo fidarmi” pensò Camilla mentre era nello studio di Renzo con in mano una fattura del Le Grand Hotel de Paris, “Camera matrimoniale….Ostriche e Champagne! Sto maledetto! Lo sapevo, lo sapevo che non dovevo dargli l’idea di chiamarla. Ma perché l’ho fatto? Sono sempre la solita stupida. Patto di solidarietà amorosa, si … patto un corno!!” continuò a pensare Camilla.

Intanto la rabbia e il panico presero possesso di lei che andò a sedersi in divano in lacrime, con il caro Potty che le faceva compagnia seduto in braccio.

– Chi l’avrebbe detto, eh? Potty? Si è rimesso con Carmen…e io come una stupida a fidarmi di lui. Dopo tutti quei discorsi. E poi lui fa il geloso con Gaetano! Noi mica ce ne andiamo a Parigi, camera matrimoniale ostriche e champagne! Noi il massimo che facciamo è andarci a prendere un vermouth…e di momenti in cui potevo tradire Renzo ce ne sono stati, eccome! E io no, che mi fidavo di lui e invece lui se la spassava con Carmen – Camilla si stava sfogando con l’unico che poteva ascoltarla in quel momento. Fuori stava diluviando, il tempo era proprio in sintonia con il suo umore.

Ad un certo punto, mentre era li, immersa nei suoi pensieri sentì un rumore provenire dal piano di sopra. “Ma questo rumore proviene dalla casa di Madame Mille Lire” pensò subito Camilla, e senza nemmeno pensarci due volte prese e salì a vedere cosa fosse successo.

Entrò di soppiatto nell’appartamento di Madame, non voleva restare incastrata in qualche casino, quindi meno rumore avesse fatto e meno l’avrebbero sentita, chiunque ci fosse stato.

Quando vide Gaetano fermo davanti alla finestra le scappò un sospiro di sollievo e lo chiamò.

– Gaetano –

– Camilla! Ma che ci fai qui?? – le rispose Gaetano con aria sorpresa.

– Ero sveglia, ho sentito un rumore provenire da quassù e sono venuta a vedere cosa fosse successo – gli rispose Camilla.

Gaetano la vide strana, con un’aria sbattuta e le chiese – Ma che succede? Tutto bene?? –

– Si, è solo un po’ di raffreddore – gli rispose Camilla e aggiunse – e tu? –

– Ah! Beh, io avevo bisogno di staccare la spina con Eva. È a casa e vuole portarsi via Tommy, considerato che abbiamo litigato ho preso e sono venuto qui –

– E non c’era un posto migliore di questo dove andare? – gli chiese Camilla.

– Sinceramente non ci ho pensato su due volte. E poi sono qui anche per lavoro – le confessò, sapendo di aver fatto una cosa sbagliata, considerando che lo sguardo di Camilla cambiò subito e si fece interessato.

– Perché per lavoro? – gli chiese subito

– Abbiamo scoperto che Madame riceveva tutte le notti delle telefonate –

– Minacce? –

– Non lo sappiamo Camilla, comunque sia, anche adesso che è ricoverata continua a riceverle, anzi, dovrebbero chiamare tra poco –

– Allora visto che sono qui potrei rispondere io, facendo finta di essere lei – gli propose subito Camilla

– Certo, perché no! – rispose Gaetano accettando volentieri la proposta.

Ci fu un attimo di silenzio e Gaetano vide Camilla rabbrividire. Effettivamente faceva freddo li, e lei era in un pigiama di seta, sicuramente stava congelando. La guardò e le disse – Aspetta – e subito dopo si tolse il maglione per poi poggiarlo sulle sue spalle.

– Oh, grazie, ma non dovevi – gli disse Camilla

– Come no? Stai congelando! – le rispose Gaetano.

Camilla restò sorpresa dal gesto di Gaetano. Era sempre stato un cavaliere, gentile e disponibile. Adesso che era li con lui e lo guardava meglio, cominciava a pensare che forse stava sbagliando tutto. Sarà anche il suo stato d’animo a parlare, ma stava accadendo qualcosa dentro di lei. Aveva voglia di abbracciarlo e stare rintanata nel suo abbraccio per poter dimenticare tutto quello che era successo poco fa.  Il maglione emanava il suo profumo, se lo sentiva addosso e questo le piaceva.
Si accomodarono in divano per aspettare la telefonata, mentre erano li Gaetano iniziò a parlare.

– Dai, dimmi veramente cosa è successo! –

Camilla rimase un attimo interdetta, non capiva a cosa si riferisse, poi pensò alla sua faccia che non doveva essere proprio una bellezza con tutto quello che aveva pianto fino a poco fa. Non voleva dirgli nulla, non voleva farsi vedere debole e fragile.

– Te l’ho detto, mi son presa un bel raffreddore! –

Gaetano la guardò e continuò a non crederci alla scusa del raffreddore. Ma quando stava per cominciare a parlare di nuovo squillò il telefono.

– Ecco la telefonata! Sono le meno 10 a mezzanotte! – annunciò Gaetano, e tutti e due si alzarono verso il telefono, uno di fianco all’altro pronti per sentire tutto.

– Ok, allora io rispondo! – gli disse Camilla e alzò la cornetta – Halò! – disse con un accento francese.

Dall’altro lato della cornetta partì una musica. Restarono ad ascoltarla finché non misero giù. La vicinanza molto ravvicinata al viso di Gaetano aveva un po’ agitato Camilla.

– Cos’era? – chiese Gaetano mentre si risedevano in divano.

– Era il finale della Tosca credo, quando fucilano Cavaradossi!..... Comunque è una cosa molto bella – gli rispose Camilla

– Dunque una fucilazione …. potrebbe essere una minaccia, un avvertimento – disse Gaetano

– Un maniaco con tendenze melomani? –

– Uno stalker di anziane appassionato di opera –

– Un persecutore di Madame? – chiese infine Camilla

Mentre diceva questo Gaetano le cinse le spalle. Lei non si aspettava questo abbraccio, ma adesso ne aveva bisogno e non si ritrasse. Voleva, anzi, quasi appoggiarsi a lui per sentirlo ancora più vicino. Gaetano rimase sorpreso dal fatto che Camilla non si fosse spostata, e tenendo il braccio sulle sue spalle le chiese di nuovo – Sicura che vada tutto bene? –

Camilla allora non ci pensò due volte e decise di sfogarsi con lui.

– È per Renzo! –

“Mmmm Renzo, non ti sopporto più!” pensò subito Gaetano quando sentì quel nome, ma non disse nulla, voleva che Camilla proseguisse.

– Si, sai che è stato a Parigi con Carmen per lavoro, no? –

– Si, me l’avevi detto –

– Ecco …. Mmmm ….. ho trovato una fattura dell’hotel. Le Grand Hotel de Paris, per la precisione. Per una camera matrimoniale e la cena a base di ostriche e champagne – ecco, gli aveva detto tutto, sputato tutto con estrema facilità, peccato però che quello non fosse l’unica cosa ad uscire, perché le lacrime iniziarono a solcare il suo viso. Gaetano non riusciva a resistere nel vederla così fragile e triste. Se avesse potuto avere Renzo sotto mano e picchiarlo l’avrebbe fatto.

– Dai, magari non è successo nulla, è solo una fattura – disse Gaetano, con poca convinzione nella voce, e Camilla questo lo sentì.

– Non ne sei convinto neppure tu! È difficile pensare che non sia successo nulla con quella carta in mano! –

Gaetano la guardava dritto negli occhi, la strinse più forte a sé e lei non diede cenno di volersi allontanare, anzi, Camilla si sentiva coccolata, era di questo che aveva bisogno in quel momento, essere coccolata e consolata.
Gaetano si avvicinò piano piano al suo viso, voleva baciarla. Sapeva che il momento non era dei migliori, che lei era troppo vulnerabile, ma anche lui aveva bisogno di essere coccolato, dopo l’ennesima lite con Eva, e cosa c’era di meglio che essere tra le braccia dalla sua Prof? Con delicatezza asciugò le lacrime dal volto di Camilla, appoggiò la mano sulla sua guancia, l’accarezzò con il pollice che scese verso le labbra per accarezzare anche quelle. Si guardarono negli occhi e si baciarono. Un bacio che partì con dolcezza ma che si trasformò in passione pura dopo pochissimo. Le loro labbra si cercavano ardentemente  e non sembravano aver intenzione di smettere. Quando però le mani di Gaetano iniziarono a farsi più curiose Camilla lo bloccò. Si guardarono negli occhi e lei disse – non posso – Gaetano avrebbe voluto morire “No, non adesso!” pensò e la guardò con occhi imploranti.

– Non è giusto – gli disse Camilla

Gaetano non resistette – Camilla, lasciati andare! ….. è quello che vogliamo tutti e due, non lo vedi? –

Gaetano aveva ragione e questo faceva paura a Camilla, che pensava non fosse giusto per Renzo.

“Ma cosa diavolo faccio?? Mi metto a pensare a Renzo adesso? Dopo tutto quello che mi ha fatto fino ad ora? Gaetano mi piace da una vita, adesso è qui e siamo da soli. A quel paese Renzo!” pensò Camilla, e subito dopo prese con entrambe le mani il volto di Gaetano e lo baciò appassionatamente.

Gaetano dal canto suo lo prese come un si e dopo qualche bacio ricominciò a farsi curioso e ad esplorare il corpo di Camilla, e stavolta non aveva intenzione di fermarsi.  Anche Camilla comunque non voleva più bloccarsi, la passione si era accesa ed era impossibile fermarla.

Erano ancora li, seduti sul divano, ma Gaetano in un attimo fece distendere Camilla spingendola lentamente mentre la baciava, in modo da stare lui sopra di lei.

Iniziò a scendere piano piano, a soffermarsi sul suo meraviglioso collo, e mentre era li con le mani iniziava a spogliare Camilla e lei ricambiava spogliando lui.

Si ritrovò ad essere in intimo con Gaetano che esplorava il suo seno. Si sentiva come un’adolescente alla sua prima volta. Stava vivendo delle sensazioni ed emozioni nuove mai provate con Renzo, o forse si, all’inizio della loro storia.

– Gaetano – disse in un sospiro Camilla che stava impazzendo sotto i suoi tocchi, sembrava quasi una supplica.

Sentirsi chiamato così fece impazzire Gaetano, era un sogno che si stava avverando. La sua amata prof che lo stava desiderando come lui ha sempre desiderato lei. In un attimo scomparve la biancheria, e per tutti e due sentirsi addosso il corpo nudo dell’altro fu come un afrodisiaco. La passione bruciava e i baci erano fuoco puro sulla pelle di entrambi. Camilla intrecciò le sue gambe intorno al bacino di Gaetano e in un attimo divennero un solo corpo che ardeva di passione.

Restarono li, accoccolati sul divano, ignari del tempo che passava e del freddo che sentivano. Si scaldavano con il contatto dei loro corpi.

Gaetano era in contemplazione di Camilla. La guardava rilassarsi, le accarezzava i capelli, il viso, ogni tanto si guardavano negli occhi, uno sguardo complice e felice, non parlavano, non serviva dire nulla, ma ad un certo punto Gaetano disse – Camilla – accarezzandole le labbra con il pollice e poi guardandola intensamente negli occhi – sei la donna della mia vita……. Ti amo – e la baciò.

Camilla si sentiva come non si era sentita mai, al settimo cielo, amata e adorata. Al ti amo di Gaetano il suo cuore si bloccò, anche lei lo amava, e si rendeva conto che lo amava da tanto tempo, e nonostante questo lei ancora stava con Renzo. Sapeva di aver sbagliato quella notte, ma l’accavallarsi di tutti gli eventi l’aveva portata a fare quella scelta, e, nonostante sapesse d’aver sbagliato non c’era nessun rimpianto, o forse c’era per il fatto di non averlo fatto prima. “Ma perché il destino non ci ha fatti incontrare quando ero separata con Renzo? Perché?” pensava.

Vedeva Gaetano che la fissava negli occhi e con un sussurro gli disse – ti amo anch’io – lo tirò a sé e lo baciò. Alla fine del bacio, Gaetano provò a chiedere – Camilla….ma perché allora stai ancora con Renzo? –

Camilla non sapeva cosa rispondere, quella domanda fu come una doccia fredda – non lo so nemmeno io sinceramente. Voglio bene a Renzo, ma mi accorgo da un po’ di tempo a questa parte che molto probabilmente non lo amo più, e poi credo sia anche per Livietta, per farla stare in una famiglia che ancora sta insieme, piuttosto che sgretolata –

– Ma Livietta è sveglia, non è che magari si è accorta di questa “finzione” tra te e Renzo? Non è che questo possa essere anche il motivo della sua acidità nei vostri confronti? – le disse Gaetano

Effettivamente Gaetano potrebbe avere ragione – non lo so – è l’unica cosa che riuscì a dire Camilla.

Restarono ancora li accoccolati, ma era sempre più tardi. Camilla non avrebbe voluto tornare a casa, ma Renzo prima o poi si sarebbe accorto della sua assenza. Con moltissima fatica disse a Gaetano – dobbiamo andare, è tardi –

– Hai ragione –

E con calma si alzarono e si rivestirono. Quando Camilla prese in mano la maglia di Gaetano gliela porse ma lui gliela lasciò – mettila pure tu, fa freddo – le disse

– Si, ma tu devi uscire, io no –

– Non importa, non ho freddo –

Allora Camilla se la mise e Gaetano restò a guardarla, lei non si accorse, ma lui la vide quando se la mise che si tirò il collo della maglia verso il naso per inspirare il suo odore, e questo lo rese felice. Prima di aprire la porta si diedero un bacio e poi uscirono, arrivati quasi al pianerottolo di Camilla restarono sorpresi nel vedere Renzo fuori dalla porta.

– Ma c-c-che ci fai qui? Non eri in bagno? – chiese Renzo con espressione stupita

– E tu non eri a letto? – gli chiese Camilla

Gaetano, imbarazzatissimo disse – Beh, io vado…. Buonanotte! – e tolse il disturbo.

– Ciao – lo salutò Camilla.

Appena se ne andò, Camilla chiese a Renzo – che cosa ci fai sul pianerottolo in piena notte? –

– Ma io ero andato…..no, che cosa ci fai tu sul pianerottolo in piena notte con LUI e con il suo pullover?? –

– Noi due dobbiamo parlare, eh! – disse Camilla in modo molto gelido – tira fuori le chiavi ed entriamo! –

Ma nessuno dei due aveva le chiavi, si erano chiusi fuori. Dovettero suonare e aprì Livietta che chiese con aria assonnata – ma che ci fate sul pianerottolo in pigiama?? Che vi siete fumati? –

– Niente niente! – rispose Camilla ed entrarono.

Andarono immediatamente in camera, tutti e due con aria furente. Camilla si tolse il maglione di Gaetano e lo scaraventò sul letto.

– Scusa, ma che ci facevi di là in casa di Madame con il poliziotto? – chiese Renzo

– E tu che ci facevi in piena notte da Carmen? –

– Io sono andato a riportarle il cellulare che aveva dimenticato in studio –

– Ah, ma và! – disse con aria ironica Camilla

– Che è, non mi credi? –

– Non lo so! ……. Non è che per caso mi devi dire qualcosa? A proposito di Parigi? Una camera d’albergo matrimoniale?? Eh???? –

– Non penserai mica.. –

– Io non penso niente, IO SO! So che ho trovato una fattura di un pernottamento di una stanza matrimoniale e anche di una bella cenetta a base di ostriche e champagne! Pensa un po’! –

– Sei andata a rovistare nelle mie carte?? –

– No! –

– E invece si, sei andata a rovistare nelle mie carte! –

– Non sono andata a rovistare! C’è stato un colpo di vento che ha aperto la finestra, sono corsa a chiuderla ma ormai aveva sparpagliato le carte per terra, le ho solo raccolte e tra quelle c’era la fattura –

– No, sei andata a rovistare! E questa è una cosa che non sopporto…sopporto tutto, sopporto tua madre, le indagini, l’amicizia con la polizia e il tempo che passi insieme al piccoletto della polizia, sopporto tutto, ma questo no, questa è la prova inconfutabile della mancanza di fiducia nei miei confronti –

– E nei miei? Guarda che non ho rovistato ti dico! – insiste Camilla e quando vide Renzo prendere i cuscini chiese – Che fai? –

– Prendo i cuscini –

– Perché? –

– Per andare in studio, a dormire, spero! – le rispose Renzo incamminandosi verso la porta, poi però tornò indietro – e comunque tu ancora non mi hai detto che cosa ci facevi in una casa dove c’è stato un tentato omicidio con quello là … e di qualsiasi cosa si tratti, qualunque sia la risposta che sicuramente avrai …. NON … MI … PIACE! –

– Buonanotte!!! – gli disse Camilla, incrociando le braccia e girandosi dall’altra parte, in modo da chiudere la cosa. E infatti Renzo la guardò e se ne andò, appena la porta si chiuse Camilla disse tra se – bugiardo! –

Era delusa. Non capiva come faceva a mentire così spudoratamente. Dopo che l’aveva colto in fragrante con la fattura, ancora negava l’apparenza? E poi era anche andato da lei questa notte. “Beh, oddio! Anch’io sono andata da Gaetano stanotte…è che ho sentito un rumore. Se non lo avesse fatto io me ne sarei stata qui a casa. Meglio essere andata da Gaetano comunque” pensò Camilla. Effettivamente quella notte era servita parecchio a mandare in caos Camilla, oltre a quello che era successo con Gaetano, si era finalmente accorta che con Renzo forse la cosa poteva essere bella che chiusa. Decise comunque di pensarci bene durante la notte, aveva bisogno di riordinare le idee e capire bene cosa volesse, quindi prese e se ne andò a letto.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 – Puro Caos Mentale ***


Capitolo 2 – Puro Caos Mentale
 
Camilla si svegliò con un’emicrania assurda. La notte le aveva portato solo quell’enorme mal di testa, altro che la notte porta consiglio! Le idee erano ancora meno chiare della sera prima, pensava di non amare più Renzo, ma allora perché quando lo vide sul pianerottolo ci rimase così male?
 
“Eh si, perché? Se non lo amassi più non dovrebbe farmi ne caldo ne freddo, e invece la cosa mi ha sconvolto. Come è possibile? Allora in fondo lo amo ancora! Allora veramente Gaetano è solo una tentazione? O provo qualcosa anche per lui? Come posso essere innamorata di due uomini?” pensava Camilla, e aveva ancora tante altre domande a cui non riusciva darsi una risposta.
 
Andò a farsi la doccia e poi a fare colazione. Era a casa solo con Potty, e mentre beveva il suo caffè gli disse – Lo so Potty, lo so! Non è la prima volta che Renzo sta con un’altra donna! Poi questa…sai che novità! Carmen. È che noi avevamo un patto e io lo sto rispettando….si vabbè, a parte ieri sera…..ma comunque lo stavo rispettando, e credimi, non è che non facessi fatica eh! E poi lui non ha nemmeno avuto il coraggio di confessare … e io cosa faccio adesso? –
 
Quella mattina iniziava alla terza ora, e decise di distrarsi andando a sentire quelli del ristorante dove lavorava lo chef Fernando che mandava ogni anno i tartufi a Madame per il suo compleanno. Poi sarebbe andata a scuola, non ne aveva voglia, ma forse era meglio uscire per prendere un po’ di aria. Sennò le idee si sarebbero oscurate più che schiarite.
 
Arrivò al ristorante e trovò subito il cameriere che il giorno prima l’aveva servita.
 
– Buongiorno, non so se si ricorda di me, ieri le avevo chiesto notizie dello Chef Martinetti – gli chiese Camilla
 
– Certo che mi ricordo di lei – le rispose il cameriere
 
–  Per caso lei conosce anche la signorina Lovera? –
 
– Si, lavorava qua in cucina, con lo chef Fernando c’era un’intesa molto particolare, pensi che quando lei se ne andò, lui ad ogni compleanno le mandava i migliori tartufi – le rispose il cameriere
 
– Beh, allora c’era una storia d’amore –
 
– Mah, sinceramente la storia d’amore lui ce l’aveva con me –
 
– Ah! E…..mi sa dire dove si trova adesso? –
 
– Purtroppo è mancato l’anno scorso –
 
– Oh, mi dispiace! …. Ma allora i tartufi, alla signorina Lovera, li ha mandati lei? –
 
– No, ma Fernando non se ne dimenticava mai –
 
– Ah, grazie mille, e scusi del disturbo! – gli disse Camilla.
 
Salutò il cameriere e uscì. Non era molto contenta, ancora non si capiva da dove arrivano quei tartufi. “Mannaggia” pensò, poi prese e si diresse verso la scuola.
 
Al termine delle lezioni andò a casa a pranzare da sola. Arrivata a casa prese la posta senza curarsi molto di cosa stesse prendendo in mano, quando l’occhio le cadde sulla cassetta di Madame e vide che c’era una busta. La prese e andò su. In ascensore aprì la busta, non riusciva a resistere alla curiosità di capire di chi fosse. Vide un biglietto, e lesse tra sé quello che c’era scritto “La morte che doveva essere falsa fu vera, la morte vera fu falsa, sono tornato. Oddio! Ma chi è?” pensò poi, insieme a questo c’era anche un biglietto per la prima de “La Tosca” che sarebbe stata quella sera stessa al Teatro Regio. “Devo dirlo a Gaetano!” pensò subito, ma poi si bloccò. Sarebbe stata la prima volta che avrebbe parlato con lui dopo quello che era successo la notte prima. Come doveva comportarsi? Come nulla fosse successo? Alla fin fine non è che non fosse successo nulla, anzi! Era successo un bel casino, e lei non sapeva ancora che fare e dire. Ma non poteva tenergli nascosto quello che aveva scoperto. Intanto, mentre pensava a questo, era entrata in casa, e fu sorpresa di trovare sua madre con il pranzo pronto. Era convinta di essere da sola, meglio così, almeno aveva qualcuno per distrarsi.
 
Le aveva preparato la pasta con i carciofi, che a Camilla piaceva molto, anche se sinceramente appena aveva sentito il profumo le era venuta un po’ di nausea. “Bah, sarà un po’ di stanchezza” pensò subito.
Mangiarono e poi Camilla salutò la madre per uscire.
 
Alla fine aveva deciso di chiamare Gaetano, ma prima voleva passare per il portinaio a chiedere se per caso aveva visto chi aveva lasciato la busta.
Trovò Gustavo alla sua postazione e gli chiese – Gustavo, scusi, per caso ha visto oggi chi ha lasciato una busta per la signorina Lovera? –
 
– Si, un signore antipatico, vestito come un beccamorto. Quando l’ho visto mettere la lettera gli ho detto che la signorina Lovera era ricoverata all’ospedale e lui si è tutto infuriato e mi ha detto delle cose in varie lingue –
 
– Ah! Grazie mille Gustavo! – gli rispose Camilla e poi pensò “oddio! Se è il maniaco adesso Madame potrebbe essere in pericolo!”.
 
Prese il telefono e senza pensarci due volte compose il numero di Gaetano.
 
– Camilla! Che succede? –
 
“Ma perché deve succedere sempre qualcosa?” pensò e poi disse – Ho scoperto delle cose importanti sul caso Lovera. Sto andando all’ospedale, ti aspetto li, è urgente! –
 
– Va bene, arrivo subito! –
 
Arrivarono praticamente insieme all’ospedale. Si salutarono, tutti e due con un mix di emozione e imbarazzo, entrambi non sapevano come comportarsi. Camilla prese quindi coraggio e ruppe il ghiaccio.
 
– Prima quando sono arrivata a casa ho notato che c’era una busta nella cassetta delle lettere di Madame, ho chiesto a Gustavo se sapeva chi fosse stato e mi ha riferito di aver visto uno vestito da beccamorto lasciarla, e quando lui gli ha detto che Madame era ricoverata in ospedale si è infuriato, ha detto varie cose in varie lingue ed è andato via. Nella busta c’era un biglietto con scritto “La morte che doveva essere falsa fu vera, la morte vera fu falsa, sono tornato” – disse tutto d’un fiato Camilla
 
– Ma che vuol dire? –
 
– Non lo so, sarà una minaccia? Se poi ci aggiungi le telefonate e il pezzo con la fucilazione… – lasciò in sospeso Camilla
 
– Forse allora Madame è in pericolo –
 
– Forse si, andiamo – e s’incamminarono verso il reparto di terapia intensiva. Non fecero nemmeno in tempo ad arrivare alla porta di Madame che l’infermiera li vide e li attaccò subito dicendo – Ah, capita proprio a proposito! Non aveva detto che la Lovera non aveva amici ne parenti? –
 
–  Eh, infatti! – disse Camilla con l’aria sconcertata
 
– E allora chi era quel tipo loffio che stava qui poco fa senza permesso in terapia intensiva? –
 
– Ma perché è entrato qualcuno? – chiese Gaetano
 
– Uno vestito da beccamorto, ha lasciato queste rose sul suo letto, che primo porta male, secondo in camera sterile è pericolosissimo – disse l’infermiera con aria serissima
 
– Che tipo era? – chiese subito Camilla
 
– Boh, l’ho visto solo di spalle. È andato via di corsa parlando delle strane lingue –
 
Camilla e Gaetano si scambiarono uno sguardo d’intesa e Camilla disse – Potrebbe essere il tipo del biglietto! Il maniaco melomane –
 
– Potrebbe essere la stessa persona che l’ha aggredita – esordì Gaetano
 
– Ma perché allora portarle le rose? – gli chiese Camilla
 
–  Ah, sarà uno di quegli uomini che prima ti mena, e poi cerca di farsi perdonare regalandoti il mazzetto di fiori…..io avevo un fidanzato così….ed era pure brutto! Mica come questo bel giovanotto, ha scelto proprio bene, signora. Complimenti!! Anzi, si porti via queste rose che mi ricordano quel disgraziato. – disse l’infermiera porgendo le rose a Camilla e andando via.
 
– Vedi?? – disse subito Gaetano
 
– Cos’è che avrei scelto bene io?? – chiese invece Camilla non capendo bene quello che era successo mentre tornavano verso l’uscita, anche perché non potevano stare li.
 
– Me! Ma perché?? Non sei d’accordo? –
 
– No, perché ancora non ti ho scelto! –
 
– Eh, però ti sono capitato …. e proprio di fronte a casa! Sai che io non ci credo alle coincidenze, io credo al destino … Camilla …..io ho bisogno di te!.... e non solo io, anche Tommy –
 
Camilla non sapeva che fare, era arrivata di nuovo la mossa di Gaetano, come sempre imprevista e letale.
 
– Tommy ha già sua madre, e semmai lui ha bisogno di te, non di me! – le rispose Camilla, tentando di deviare il discorso su Tommy.
 
– si, lo so!..... Però io vorrei tanto che tu ….. – le disse, avvicinandosi a lei in modo pericoloso.
 
Camilla non sapeva che fare, e ancora di più non capiva come poteva essere così magnetico l’avvicinamento di Gaetano e sentirlo così pericoloso, fu felicissima di sentire il telefono di lui squillare. Se fosse stato li presente avrebbe baciato in fronte Torre per la tempestività della telefonata. Quando Gaetano mise giù il telefono guardò Camilla, ma lei le rivolse uno sguardo veloce e si incamminò verso l’uscita.
 
Gaetano doveva andare immediatamente al carcere Le Vallette, quando furono fuori dall’ospedale Camilla lo salutò in modo sbrigativo, con un semplice ciao, e vide lo sguardo di Gaetano che era sul deluso, avrebbe desiderato qualcosa di più che il semplice ciao. Camilla se ne accorse ma non fece nulla, il far finta di niente le sembrava la cosa migliore da fare, soprattutto dopo quello che le aveva detto cinque minuti prima. Sapeva che l’aveva ferito, ma doveva anche capire lei stessa cosa voleva, ed era meglio stare il più neutri possibile.
 
Andò verso casa ancora una volta immersa nei suoi pensieri e a quello che era successo la sera precedente, si sentiva stranamente stanca, in fondo non aveva fatto nulla di particolarmente stancante in quella giornata. Ripensandoci diede la colpa al poco sonno, all’emicrania della mattina e ai vari pensieri che la perseguitavano da quasi un giorno.
 
Il ricordo di quello che era successo con Gaetano era ancora troppo vivido nella sua mente e non riusciva a pensare lucidamente a nessuno dei due, dato che anche per Renzo il dolore era ancora troppo forte. Proprio quest’ultima cosa la faceva restare confusa.
 
In cuor suo sapeva che con Renzo le cose stavano andando male, sentiva che si stavano di nuovo allontanando, era sicura di non provare più nulla per lui, e invece, da come stava reagendo a quello che aveva scoperto sembrava proprio il contrario, e cioè che lei fosse ancora innamorata di lui.  Se davvero fosse stato così le cose si complicavano. Perché ancora una volta si chiedeva come fosse possibile essere innamorati e attratti da due uomini diversi.
 
“Cosa ho combinato ieri?” continuava a chiedersi.
Una volta arrivata a casa si mise tranquilla sul divano con una tisana rilassante. Vide la posta appoggiata sul tavolino e la sfogliò vagamente. Era tutta pubblicità. Non se ne rese conto subito, ma non trovò il biglietto per il teatro. In quello suonarono il campanello. Era Savino che voleva dire quello che era successo alla polizia. Camilla scese e insieme andarono a casa di Gaetano, suonarono e lui aprì subito la porta. Si sedettero al tavolo e iniziarono a parlare. Gaetano che faceva il solito sospettoso nei confronti di Savino.
 
– Che ci faceva in giardino con un coltello insanguinato? – gli chiese subito Gaetano
 
– Allora … quel giorno appena sono entrato mi sono accorto subito che qualcosa non andava. C’era un sacco di roba tutta buttata per aria, poi ho sentito delle voci che provenivano dalla sala da pranzo, ho sentito un corpo cadere. Sono entrato e Madame era a terra, l’aggressore indossava una calza sul viso, perdeva sangue da una gamba e impugnava un coltello insanguinato. Sono riuscito a disarmarlo ma poi è entrato uno con una pistola e sono scappati via. Madame non dava segni di vita, la chiamavo ma non mi rispondeva. Ho pensato che fosse morta, mi sono ritrovato con il coltello in mano, ho avuto paura e sono scappato. Sono sceso in cortile e ho trovato Camilla e Gustavo e poi come uno stupido ho buttato il coltello – raccontò Savino
 
– È stato lei a rompere i sigilli ed entrare? –
 
– Si, Madame mi aveva detto che voleva regalare i tartufi a Camilla –
 
– E lui me li ha lasciati davanti alla porta di casa – concluse la frase Camilla
 
– Vabbè, facciamo che ti credo. Domani devi passare in commissariato per firmare il verbale. È tutto! – e dicendo così Gaetano salutò gli ospiti.
 
Camilla non uscì con loro, rimase ancora un po’ seduta. Quando Gaetano tornò al tavolo disse – ma allora chi ha aggredito Madame e perché? –
 
– Boh, forse il pazzo melomane, o qualcuno che ha incontrato all’opera.. – disse Gaetano
 
– L’opera!!! Stasera c’è la prima de La Tosca, c’era il biglietto del teatro insieme alla frase –
 
– Eh?? –
 
– Ma come, non te l’ho detto? Nella busta insieme al quel biglietto con la frase sono morto non sono morto, c’era anche un biglietto per stasera, per la prima de La Tosca….era insieme alla posta. E adesso che ci penso prima l’ho guardata e non c’era più! E mia madre non è a casa! –
 
– E allora? –
 
– E allora l’ha preso mia madre! E magari adesso è insieme a quel pazzo –
 
Corsero giù, con Gaetano che chiamava Torre per farlo andare al Teatro Regio. Quando arrivarono al cancello videro Andreina entrare.
 
– Mamma! –
 
– Lo so, lo so, non dovevo accettare l’invito, ma come facevo a rinunciare alla prima de La Tosca? Anche se Edmondo non c’era … beh, normale, l’invito me l’avrà sicuramente mandato prima del grande passo –
 
– Quindi nel palchetto non c’era nessuno? – chiese Gaetano
 
– C’era un tipo strano, elegantissimo. Mi ha guardato storto e mi ha chiesto cosa ci facessi li. E io gli ho chiesto cosa ci facesse lui li, e poi arrabbiatissimo mi ha detto qualcosa in francese e allora io ho capito che era meglio andare via –
 
– Brava mamma, hai fatto benissimo! –
 
– Ma voi dove stavate andando? – chiese Andreina
 
– Noi? – dissero insieme Camilla e Gaetano
 
– Beh, io vado su – disse Andreina e si incamminò verso il portone.
 
Camilla e Gaetano rimasero un attimo a guardarsi da soli, poi Camilla ruppe il silenzio e gli disse – Beh, vado anch’io a casa allora –
 
– No, aspetta Camilla – le chiese Gaetano con aria di supplica – non puoi fare così! Non puoi far finta che non sia successo nulla! –
 
Camilla voleva evitare quel momento, ma non fu abbastanza veloce, e Gaetano sapeva sempre qual’era il momento migliore per le sue mosse. Sapeva benissimo che non poteva far finta che non fosse successo nulla. Ma d’altra parte non sapeva come comportarsi.
 
– Scusa Gaetano. Lo so bene che non è successo nulla, anzi. Proprio per questo mi sto comportando così. Perché, effettivamente, non so come comportarmi – ammise Camilla – sono entrata in uno stato di caos assurdo, e ho bisogno di un po’ di tempo per capirmi bene e, soprattutto, non voglio farti star male –
 
– Ma ieri dicevi di amarmi –
 
– E infatti è vero. Ma il problema è anche Renzo. Credevo di non provare più nulla, ma allora perché sto così male dopo aver saputo della fattura. Non dovrebbe interessarmi se non provassi più nulla per lui – gli confessò
 
– Ok, allora tolgo il disturbo. Sai dove trovarmi! – le disse Gaetano con aria afflitta, e appena lo disse si girò dall’altra parte e andò verso casa.
 
– No. Gaetano. Aspetta. Scusami! – tentò di fermarlo Camilla, ma lui non si fermò, non si girò. Andò dritto verso casa.
 
“Ecco, ne ho combinata un’altra! L’ho veramente ferito adesso. Oddio amore, scusami!” pensò tra sé, e con le lacrime che di nuovo rigavano il suo viso corse a casa.
 
C’era Renzo seduto al tavolo, quando la vide entrare le disse – Bentornata a casa, eh! – con l’aria di chi la stava rimproverando dato l’orario.
 
– Ciao! – gli rispose in velocità, doveva andare assolutamente in bagno, non voleva che Renzo la vedesse così. Infatti riuscì a evitare il suo sguardo ed entrare immediatamente in bagno a rinfrescarsi. Renzo rimase un attimo perplesso. Quando finalmente uscì le chiese – va tutto bene? –
 
– Si – gli rispose Camilla, ma lo sguardo di Renzo non era soddisfatto – si, tutto bene, ho solo un po’ di raffreddore – “sto raffreddore a furia di nominarlo mi verrà veramente fuori” pensò subito Camilla.
 
– Ah, ok….beh ciao! – le rispose e si diresse verso lo studio.
 
Rimase un po’ in salotto a guardare la tv e poi andò in camera. Lesse un libro ma prese sonno subito, era stanchissima.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 – Il risveglio di Madame ***


Capitolo 3 – Il risveglio di Madame
 
La mattina si svegliò, fortunatamente senza mal di testa, ma non appena si mise in piedi ebbe un leggerissimo senso di nausea, che se ne andò subito, e la stanchezza, invece di lasciarla le era ancora addosso. “Vuoi vedere che mi sto prendendo qualcosa? C’avevo ragione a pensare che a furia di dire di avere il raffreddore mi sarebbe venuto fuori” pensò Camilla. Si vestì ed andò in cucina dove trovò Livietta seduta a fare colazione.
 
– Amore, devi fare presto se vuoi il passaggio per andare a scuola – le disse Camilla
 
– No, c’è Greg che mi aspetta qui sotto – le rispose Livietta e aggiunse – Ma….perchè papà dorme nello studio? –
 
– Ehm…perché con questo lavoro di Parigi è molto nervoso… e quindi la notte si agita…russa … è meglio che dorma da solo – proprio in quel momento apparve Renzo, che chiese anche lui a Livietta se aveva bisogno di un passaggio e lei rispose come con sua madre, che c’era Greg. Non appena Renzo salutò e uscì di casa Livietta disse – non ho mai visto papà così nervoso! – salutò la mamma e uscì per andare a scuola.
 
“Eh già…tutti nervosi qua” pensò Camilla e si preparò la colazione. Peccato però che aveva lo stomaco chiuso, non riuscì a mandare giù nulla “mi sto proprio ammalando” pensò. Menomale che oggi non doveva andare a scuola. Si diresse verso l’armadietto dove aveva nascosto la scatola dei ricordi di Madame per prenderla e portargliela in ospedale. Sapeva che si era svegliata dal coma, ma sembrava non avesse più voglia di vivere, allora aveva pensato di portarle la scatola e magari leggerle qualche lettera. Se la mise in borsa e, proprio quando stava per partire suonò il campanello. Appoggiò la borsa sul tavolo e andò ad aprire.
 
Era Eva con Tommy, lui voleva darle un disegno che aveva fatto.
 
– Questo l’ho fatto per te – le disse Tommy
 
– Oooh, ma che bello! È bellissimo! –
 
– Scusi il disturbo, ma Tommy ha insistito tanto. Ha detto che se non le dava il disegno non sarebbe andato a scuola – le disse Eva
 
– Potevi darmelo dopo, no? – chiese Camilla a Tommy, ma lui rispose di no con la testa.
 
– Dai, andiamo! Scusi ancora – e con questo Eva salutò Camilla e se ne andarono.
 
– Ciaooo! Vai, su, che ci vediamo dopo –
 
Prese la borsa ed uscì. Appena fuori della porta si accorse che c’era il draghetto di Tommy “gli sarà caduto” pensò e se lo mise in borsa per darglielo più tardi.
Si incamminò verso l’ospedale, ma all’altezza della stazione dovette fare una sosta, non di sua volontà. Aveva incrociato degli agenti antidroga con il cane e quest’ultimo aveva avvertito qualche odore, fu quindi scortata in centrale per un controllo.
 
Aprirono la scatola di Madame e notarono che aveva un doppio fondo, dove, peraltro, c’era della cocaina purissima. La dovettero trattenere.
 
– Vi dico che non è mia, chiamate il vice questore Berardi che segue il caso – disse loro Camilla
 
E così fecero. Nemmeno una ventina di minuti e arrivò Gaetano.
 
– Dottore. La signora è stata fermata e trovata in possesso di una scatola con doppio fondo, contenente cocaina purissima, quindi l’abbiamo tratta in arresto – disse il poliziotto a Gaetano
 
– Allora, signora Baudino, come la spiega la presenza di questa roba dentro la sua scatola? – chiese Gaetano
 
– Questa scatola non è mia, è della signorina Lovera, sennò non ci sarebbero state dentro le sue lettere e le sue foto, no? Ce l’avevo io perché gliela stavo portando in ospedale, dal momento che si è risvegliata dal coma – disse Camilla e aggiunse verso Gaetano – oh, lo sai che si è risvegliata dal coma!!!? –
 
– Il collega le sta chiedendo dove ha trovato questa scatola e chi gliel’ha data – le disse Gaetano in atteggiamento molto professionale
 
– Me l’ha data Savino –
 
Gaetano aveva visto lo sguardo del poliziotto che non sapeva che pesci pigliare e gli disse – Beh, il caso è mio e me ne occupo io. Garantisco io per la signora Baudino. Manderò al più presto un agente a ritirare il tutto, ok? – e detto questo uscirono dalla centrale. Appena fuori Gaetano le disse – anche il corriere ti ha fatto fare, per fortuna dici che è innocente –. Camilla non capiva, secondo lei nemmeno Savino sapeva della presenza della cocaina nella scatola.
 
Salirono in auto, erano da soli. Un gelo improvviso scese non appena chiusero le porte. Partirono e nessuno dei due parlava, poi lei non si sentiva benissimo, e di sottofondo alla radio stavano mandando “La Notte” di Arisa. “Bene, ottimo tempismo per una canzoncina d’amore!” pensò subito Camilla, ma non sapeva che anche Gaetano stava pensando più o meno la stessa cosa. Viaggiavano in assoluto silenzio, involontariamente assorti ad ascoltare la canzone.
 
«Non basta un raggio di sole in un cielo blu come il mare, perché mi porto un dolore che sale, che sale... , Si ferma sulle ginocchia che tremano, e so perché... , E non arresta la corsa, lui non si vuole fermare, perché è un dolore che sale, che sale e fa male... Ora è allo stomaco, fegato, vomito, fingo ma c'è» diceva la canzone e nel mentre Camilla pensava che aveva proprio ragione. Era proprio quello che provava lei da qualche giorno.
 
«E quando arriva la notte, e resto sola con me, La testa parte e va in giro, in cerca dei suoi perché, Né vincitori né vinti, si esce sconfitti a metà, La vita può allontanarci, l'amore continuerà...» “esatto, anche qui questa canzone ci prende tantissimo, ma che tempismo! Non potevano mandare una qualsiasi canzone stupida? No, proprio questa, che mi ritrae in pieno. Porcamiseria!” pensava Camilla, ma anche Gaetano era più o meno delle stesse idee “proprio quello che capita a me ogni sera, ogni notte, la mia testa va in giro, anche se non fa molta strada, attraversa semplicemente il cortile, per andare dalla mia Camilla” pensava.

«Lo stomaco ha resistito anche se non vuol mangiare, Ma c'è il dolore che sale, che sale e fa male..., Arriva al cuore lo vuole picchiare più forte di me, Prosegue nella sua corsa, si prende quello che resta, Ed in un attimo esplode e mi scoppia la testa, Vorrebbe una risposta ma in fondo risposta non c'è. E sale e scende dagli occhi, il sole adesso dov'è? Mentre il dolore sul foglio è seduto qui accanto a me, Che le parole nell'aria, sono parole a metà, Ma queste sono già scritte, e il tempo non passerà » “beh, non ho un foglio adesso seduto accanto a me, ma la persona che mi provoca tutto questo. Gaetano, amore mio. Spero tu abbia ascoltato questa canzone, perché è proprio quello che provo” pensò Camilla e lo guardò, nello stesso momento anche lui la guardò, fu un attimo perché sfuggirono subito tutti e due a quello sguardo, quasi come se fossero imbarazzati.


Ad un tratto Gaetano non ce la fece più di quel silenzio assordante e chiese, facendo finta che la canzone non l’avesse minimamente scalfito – cos’è tutto questo silenzio? –
 
– Eh, hai ragione – gli rispose Camilla
 
– Lo so di aver ragione. Capisco che non sai cosa fare, ma sentirti completamente zitta non è da te. Stai male per caso? –
 
– Forse. Non lo so è da ieri che sono stanchissima, e oggi per di più ho lo stomaco chiuso, non sono riuscita nemmeno a fare colazione…..credo che mi stia arrivando una bella influenza –
 
– E allora dovresti stare a casa, al calduccio, ma non lo fai. Vuoi che ti dia le domiciliari? A casa mia? –
 
Eccolo, di nuovo all’attacco “ma cosa devo fare con quest’uomo io??” pensò Camilla e rispose – no, non servono le domiciliari, e va bene anche casa mia –
 
– Sicura che vada bene casa tua?? – le chiese Gaetano con una nota di malizia
 
– Si, finché non ci capisco qualcosa, si – rispose Camilla
 
Proprio in quel momento arrivarono in commissariato, ma Gaetano non parcheggiò dentro come al solito, scelse un parcheggio fuori, un po’ nascosto. Questo fece insospettire Camilla, doveva forse aspettarsi qualche altra mossa?
Gaetano spense l’auto, si tolsero le cinture, poi lui si girò verso Camilla. Lei stava già quasi per scendere, ma la trattenne per un braccio, facendo in modo che si fermasse e che si girasse verso di lui.
Rimasero per qualche attimo a guardarsi negli occhi ma poi, all’improvviso, Gaetano azzerò la loro distanza e la baciò. All’inizio Camilla fece un po’ di resistenza, ma poi si sciolse, era impossibile resistergli, e poi quel bacio lo voleva anche lei.
“È evidente, sono innamorata di quest’uomo. È inutile che continui a dire a me stessa che non è vero, e poi ha un odore che risveglia la parte rettiliana del mio cervello” pensò Camilla, dato che le emozioni che aveva provato erano intense e vere.
Quando si staccarono Gaetano la guardò, lei gli sorrise e gli accarezzò la guancia e lui prese subito la sua mano.
 
– Tutto bene? – le chiese Gaetano
 
– Si, perché? – gli chiese invece Camilla
 
– Hai uno sguardo strano –
 
– Si, beh… Gaetano … hai ascoltato la canzone? –
 
– …. Si …. – le rispose quasi imbarazzato, considerato quanto fosse vera
 
– Ecco …. Vedi …. è la descrizione perfetta di come mi sento in questi giorni. Scusami se sono strana, abbi pazienza – gli disse Camilla
 
Gaetano le accarezzò il viso e disse – tranquilla, ho aspettato per dieci anni….è solo che ho paura dell’esito –
 
Camilla gli sorrise, prese la mano di lui che era ancora sulla sua guancia se la portò alla bocca e la baciò. Non seppe resistere allo sguardo di Gaetano, si avvicinò al suo volto e gli diede un dolcissimo bacio. Gaetano restò quasi senza fiato, le emozioni che provava quando baciava la sua prof erano uniche e troppo intense. Rimasero qualche minuto a guardarsi, fronte contro fronte, gli occhi fissi immersi negli occhi dell’altro, le mani che accarezzavano la guancia e il collo dell’altro.
Poi uscirono da quel torpore, dovevano scendere e andare in commissariato, Camilla quindi disse – dai, dobbiamo andare –
 
– Si….andiamo! – rispose Gaetano
 
Entrarono in commissariato e trovarono Savino, andarono subito in ufficio per avere delle delucidazioni.
Lui che insisteva a dire di non sapere nulla del doppio fondo della scatola, mentre Gaetano insisteva nel dire che lo sapeva, e che non appena Madame se ne era accorta lui l’aveva colpita. Alla fine Savino esplose e disse – Non sapevo della droga. In verità non li ho acquistati, ma rubati –
 
– Ah ecco! Infatti erano tartufi bianchi, costano tantissimo…e dov’è che li hai rubati? – esordì Torre
 
– All’Antico Convivio, è un ristorante, mi sono appostato nel cortile, ho aspettato che arrivasse il tizio dei rifornimenti giornalieri, poi appena il fornitore è entrato in ristorante ho rubato la scatola con i tartufi. Poi sono salito nella macchina che mi aveva prestato Madame e sono scappato –
 
– Che ora era? – chiese Gaetano
 
– Più o meno è a quest’ora che fanno le consegne per la cena –
 
– Bene, andiamo a fare una visita a questi, e vediamo se hai detto la verità – disse Gaetano, e Torre si mise subito in moto.
 
– Camilla, tu non puoi venire – gli disse Gaetano vedendola restare seduta
 
– Ah, no, no, anzi, sai che ti dico? Quasi quasi vado a prendere Tommy all’asilo, così gli restituisco anche il drago di peluche, lo ha perso davanti a casa mia –
 
– Ehm, scusami, ma non sono riuscito ad avvisarti prima, oggi va Eva a prendere Tommy, dato che poi parte –
 
– Ma come, parte oggi? Non doveva partire più avanti? –
 
– Si, ma ha anticipato…pensa che ha deciso di lasciarmi Tommy fino a quando non rientra dal reportage –
 
– Ah, ok…che strano, lei che cambia idea all’improvviso?! Beh, allora ciao! –
 
Camilla si avviò verso casa, non c’era altro da fare che aspettare notizie da parte di Gaetano. Una volta arrivata rivide il disegno che Tommy le aveva fatto, c’era la sua faccia in grande al centro del foglio e un aereo. Le cadde l’occhio sull’aereo e notò che c’erano due persone a bordo. Il suo cervello si mise subito in moto e capì che stava succedendo qualcosa. “Si, era tanto strano Tommy. Anche quando gli ho detto che poteva portarmelo dopo essere stato a scuola mi ha risposto di no. Il draghetto dimenticato. Eva che cambia idea all’ultimo minuto. No, il draghetto non gli è caduto, l’ha lasciato apposta…è tutto chiarissimo!” pensò, prese di corsa la borsa e uscì, destinazione aeroporto.
 
Nel frattempo Gaetano e Torre stavano perquisendo il furgone dei rifornimenti del ristorante “Antico Convivio”, trovarono le scatole di tartufi, le aprirono e scoprirono che tutte avevano il doppio fondo con la cocaina. Trassero in arresto i due, il proprietario e quello dei rifornimenti. Proprio in quel momento Camilla chiamò Gaetano che rispose subito – Camilla, adesso non posso parlare –
 
– No no, ascolta, sto andando all’aeroporto. Credo che Eva non stia partendo da sola –
 
– Eva? In aeroporto? .. ma è con Tommy? – chiese sconcertato Gaetano
 
– Credo proprio di si! – gli rispose Camilla e mise giù
 
Gaetano, in panico, lasciò a Torre la scorta dei due arrestati in commissariato, l’avvertì che sarebbe tornato al più presto e partì per l’aeroporto.
Camilla invece era appena arrivata “chissà come farò a trovarli” si chiese, e fortunatamente vide Eva e Tommy proprio davanti a una delle porte d’ingresso.
 
– Ciao Camilla! – la salutò subito Tommy felicissimo
 
– Ciaooo! – gli disse, gli diede un bacio e continuò – guarda che cosa ti ho portato! Mmmm, l’ho trovato davanti a casa mia! – e gli diede il draghetto
 
– Ecco dove l’hai perso – disse Eva, e poi continuò verso Camilla, con uno sguardo carico di rabbia – senta, ma si può sapere perché mi ha seguita? Cosa vuole fare? Insegnarmi a fare la madre? –
 
– No! – rispose Camilla
 
– Mi sta forse giudicando? –
 
– Giudicarla perché vuole stare con suo figlio? Ma non ci penso nemmeno! Se lei vuole seguire il suo lavoro, e fa benissimo, penso solo che potrebbe provare a lasciare Tommy con Gaetano, che ha molta voglia di occuparsene –
 
– Ah si? E sentiamo, come? –
 
– Bene, se ne occupa bene. Lo so che per un sacco di tempo non c’è stato, però adesso c’è, e soprattutto ha intenzione di esserci –
 
–  Magari con lei, eh? – le chiese Eva con un tono malizioso
 
– Con me?? No guardi, ho già la mia famiglia! – le rispose Camilla, e la salutò, si avvicinò a Tommy, le diede un bacio e salutò anche lui – buon viaggio – disse e si diresse verso il taxi che la stava aspettando per tornare a casa.
 
Una volta ripartiti il tassista accese la radio e mise nella stazione dove stavano trasmettendo la differita della prima de La Tosca ed ebbe l’illuminazione sulla frase del sono morto non sono morto “eh già, la morte che doveva essere falsa fu vera, e si riferisce a Cavaradossi, e la morte vera fu falsa sono tornato….ecco chi potrebbe essere!” pensò. Chiese all’autista di cambiare destinazione e di portarla in commissariato per parlare con Gaetano.
 
Arrivata in commissariato dovette aspettare Gaetano, dato che era andato in aeroporto, e scoprì che c’era anche Savino, mentre Torre le comunicò che avevano preso il gestore del ristorante e quello dei rifornimenti perché usavano le scatole dei tartufi per far viaggiare la droga.
Dopo un quarto d’ora circa vide entrare Gaetano insieme a Tommy. Tommy le corse subito incontro e l’abbracciò. Lei sorrise e lo tenne stretto, mentre Gaetano si godeva quella bellissima scena da film, e subito aveva immaginato di poterla vedere sempre a casa, tutti insieme come una famiglia, sarebbe stato bello.
 
– Mamma ha detto che torna presto, poi io vado con lei. Adesso posso restare con papà, Potty e con te! – le disse Tommy non appena si staccò dall’abbraccio
 
– Li ha detti in ordine di importanza, eh! – disse invece lei a Gaetano con aria divertita
 
Lasciarono Tommy con la Lucianona e andarono a far testimoniare i due spacciatori, i quali non ci misero molto a confessare e a descrivere quello che era successo in casa di Madame, e la testimonianza coincideva con la versione di Savino. Furono arrestati e Savino non fu più tra i sospettati.
 
– Bene, adesso speriamo che la signora Lovera si riprenda – disse Gaetano
 
– Forse possiamo aiutarla con una bella sorpresa! So chi è il “fantasma dell’opera”! –
 
– E chi è? – chiese Savino
 
– Beh, prima di portare la scatola a Madame confesso d’averci sbirciato dentro. Ho visto molte sue foto, ce n’è una dove lei è a Parigi con un uomo, e dietro c’era una dedica “a mon petit fleur” firmato Henry Gustave. So che a lei farà molto piacere – disse sorridendo ai due, e partirono per l’ospedale.
 
Una volta arrivati furono subito accolti dall’infermiera che il aveva attaccati il giorno prima e aveva consegnato a loro le rose.
 
– Buongiorno! Vi accompagno dalla signora Lovera. Clinicamente era uscita dal coma, ma a vederla sembrava morta. Poi, il miracolo! – disse l’infermiera
 
– Come il miracolo? – chiese Gaetano
 
– Come il principe con la Bella Addormentata….con tutti i soldi che spende la sanità per le medicine….alle volte, basta un bacio –
 
– Un bacio? – chiese Savino
 
– Si!! Del beccamorto che le aveva portato le rose. È tornato, le ha dato un bacio e lei ha aperto gli occhi –
 
– È tutto merito dell’amore! – disse Camilla dopo che i due uomini ancora non capivano, e in quel momento Gaetano la squadrò e si guardarono negli occhi – un amore che lei pensava morto e invece era vivo! – aggiunse come se fosse ovvio, ed evitando stavolta lo sguardo di Gaetano.
 
Bussarono ed entrarono nella stanza. Trovarono Madame in compagnia di un uomo che si presentò subito come Henry Gustave, spiegò loro chi era, che solo ora era finalmente libero dalla moglie, non era stato facile divorziare da lei e dalla carriera diplomatica, e che era venuto a Torino per vedere la sua mon petit fleur e per chiederle perdono.
 
– Beh, meglio tardi che mai – disse Savino
 
Gaetano guardò Camilla, pensando alle parole che aveva detto Savino. “Meglio tardi che mai, ma questo tardi quando arriverà? Io Camilla ho bisogno di te, ti prego, fai presto a capire perché io non ce la faccio più. Vorrei poterti abbracciare in questo momento, dove c’è una storia così bella e intensa, dove l’amore vince sempre su tutto. Il nostro amore vincerà?” pensò Gaetano, continuando a guardarla, ma lei non si accorse, o almeno così sembrava, invece aveva evitato di guardarlo, perché il momento era talmente intenso che non sapeva cosa poteva succedere.
 
– Ma allora era lei che faceva tutte quelle telefonate notturne? – chiese Gaetano
 
– Si, ma non avevo coraggio di proferir parola, e allora le mandavo il pezzo de La Tosca. Opera galeotta, dato che una sera ascoltandola ci siamo guardati e, prima che la protagonista si buttasse da Castel Sant’Angelo, eravamo già divenuti amanti – raccontò il signor Henry
 
– Amore mio – disse Madame con uno sguardo adorante verso il signor Henry
 
Gaetano e Camilla si guardarono sorridenti e inteneriti dalla scena.
“Credo di capire cosa stanno provando. Vorrei poter vivere anch’io un amore così intenso. Spero di viverlo con te, Gaetano, perché solo grazie a loro due mi accorgo che ti amo, che ti voglio accanto a me, ma mi serve ancora un po’ di tempo” pensò Camilla.
Salutarono Madame e si diressero tutti verso casa. Camilla salutò Gaetano e salì a casa.
Trovò Renzo intento a fare le valigie.
 
– Embeh? Dove stai andando? – esordì Camilla
 
– Eh, dove sto andando. Non lo so. Da qualche parte. In albergo –
 
– Perché? –
 
– Perché non ho una soluzione, ecco perché. Stiamo insieme da una vita, abbiamo condiviso quasi tutto, dovremmo conoscerci abbastanza per…per… non mi credi, non ti fidi di me, e io questo non lo sopporto. Preferisco non essere qui –
 
– Ah beh! Un bel sistema! Beh, non mi fa affatto piacere, e non ne farà nemmeno a tua figlia che sta uscendo da un momento molto difficile – gli urlò quasi Camilla
 
– Lei??? –
 
– Si! –
 
– Eh già. Ma… tu cosa facevi mentre lei era in un momento difficile? Eh? Dov’eri? Da chi ti facevi consolare? –
 
– Ancora con Gaetano??? Io con Gaetano non ci sono stata, mentre tu con Carmen non lo so – “Meglio continuare a negare, già sta prendendo una brutta piega questa conversazione, non voglio aggiungere legna sul fuoco!!” pensò Camilla
 
– Possibile che credi di più a una fattura che a quello che ti dico io? –
 
– Eh chissà come mai a quella fattura io ci credo ..eheh –
 
– Sulle fatture ci sono scritti i numeri, non ci sono scritti i fatti, non c’è scritto che è stata fatta una prenotazione sbagliata e che in quell’albergo era rimasta disponibile soltanto una, una, camera matrimoniale –
 
– Beh, potevi andare in un altro albergo –
 
– Ci ho provato, l’ho cercato –
 
– E l’hai cercato male! –
 
– Benissimo l’ho cercato, ma siccome c’era l’expo non c’era un buco disponibile in tutta Parigi. Ecco qua! –
 
– E allora, poverini, affranti, vi siete consolati con ostriche e champagne –
 
– Oddio! Ma come…!! Le ostriche e lo champagne erano sul conto della camera dell’hotel, ma erano del ristorante dell’hotel, avendo offerto una cena a tutto lo staff dei francesi. Le ostriche non le ho neanche viste, manco …le ho solo pagate –
 
– Ma và! –
 
– Che poi non ho capito, sto io qui, a dovermi giustificare con te, che in piena notte te ne vai mezza nuda nell’appartamento del nostro vicino, che passi più tempo li che qui, che dai più cura e attenzione a un bambino che purtroppo non è il tuo –
 
– Questa è una cosa di pessimo gusto che ti potevi anche risparmiare – le disse furiosa Camilla
 
– Si, certo, però se la gelosia non è certo un pregio, io ti assicuro che non essere creduti forse è ancora peggio –
 
– Domandati perché non sei creduto –
 
– Certo, io me lo posso anche domandare…vabbè, qui è una causa persa, finché non mi credi è inutile insistere – disse Renzo, prendendo in mano la valigia e incamminandosi per uscire
 
– E comunque ricordati che fra adulti i problemi non si risolvono scappando, mai! – gli urlò dietro Camilla vedendolo partire per l’uscita
 
– E va bene, e allora resto, resto. Ma solo per stanotte – le rispose e se ne andò dritto in studio
 
Camilla era esausta. Esausta per la giornata, esausta per quell’alone di malattia che aveva addosso, che si sentiva stanca e senza appetito, esausta per la situazione con Gaetano ed esausta con Renzo. Si avvicinò alla finestra, l’aprì e si affacciò a guardare la luna. “Renzo, Renzo, caro il mio vecchio Renzo, ormai non c’è più nulla da fare. Tra noi è finita e si vede benissimo da quello che è appena successo. Molto probabilmente non è mai ricominciata da quando siamo tornati a stare insieme. Il mio momento di crisi quando ho visto la fattura è stato solo una reazione involontaria. Ti voglio bene e per questo ci sono rimasta male, magari pensavo che le cose potevano solo migliorare da quando siamo venuti qui, e trovarmi la fattura in mano è stata una pugnalata allo stomaco. Ma quello che è successo oggi mi ha aperto gli occhi, quando sarà il momento opportuno ne parleremo” pensava Camilla, e intanto, involontariamente, aveva distolto lo sguardo dalla luna per andarsi ad appoggiare alla finestra che aveva di fronte, dove c’era Gaetano e Tommy che giocavano allegri. Restò per un po’ li a guardarli con il sorriso stampato in volto.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 – Attrazione o amore? ***


Capitolo 4 – Attrazione o amore?
 
Passarono tre giorni, carichi di tensione con Renzo che continuava a dormire in studio e Camilla invece continuava a non stare bene. Si chiedeva quanto ci metteva a venir fuori quell’influenza, ed essendo ormai cinque giorni che stava così aveva deciso di andare dal medico.
Questa mattina si era svegliata e oltre alla stanchezza c’era un senso di nausea molto pronunciato. Non come la prima volta, che appena in piedi era scomparso, adesso ce l’aveva e nonostante lei stesse camminando in giro per la casa per vedere se passava, quello non voleva andarsene. Decise di chiamare la scuola e restare a casa per andare dal medico.
 
– Pronto? Buongiorno preside, la chiamo per dirle che oggi non verrò a scuola, non mi sento per niente bene – disse Camilla a telefono
 
– Va bene professoressa Baudino, non si preoccupi. Anzi, si rimetta presto! – aveva risposto il preside Nanni
 
Mise giù il telefono e andò a far colazione. Aveva assoluto bisogno di caffè. In cucina trovò Renzo che si stava facendo la colazione.
 
– La prepari anche per me? – gli chiese Camilla
 
– Beh, le regole non lo prevedono! –
 
– Ma da quanto stiamo litigando? Non possiamo parlarci civilmente, come due persone normali? Come due persone che stanno insieme? Che lo sono state per tanto tempo e si conoscono benissimo? – chiese
 
– Uhm – rispose Renzo e le fece un accenno di sorriso
 
Camilla gli sorrise a sua volta e gli chiese – allora, adesso me la fai? –
 
– Va bene – rispose Renzo non molto convinto, ma per una serena convivenza aveva accettato.
 
Voleva chiedergli di finirla di litigare, ma doveva parlargli, doveva dirgli quello che provava per lui e per Gaetano, e non le sembrava il caso di tentare di rimettere apposto le cose per poi distruggerle di nuovo.
 
– Stai bene? – le chiese Renzo che aveva notato la sua faccia, sembrava che non avesse dormito molto e che non stesse bene.
 
– Insomma, credo che mi stia arrivando un’influenza, ma è da cinque giorni che sento i sintomi e nient’altro – gli rispose Camilla
 
– Devi andare assolutamente dal medico. Non si sa mai cosa possa essere –
 
– Si, adesso finita la colazione ci vado, ho già chiamato a scuola che sarò assente –
 
– Brava – le rispose Renzo
 
Renzo non sopportava di vedere Camilla stare male, sia fisicamente che psicologicamente. Sapeva di aver sbagliato con Carmen, effettivamente la camera e la cena erano per loro, ma non voleva dare a Camilla ancora più dispiacere di quello che le aveva dato fino ad ora. “Devo far pace con lei, non sopporto di vederla così, in più mi sento veramente un verme a mentirle spudoratamente così. Magari dopo aver fatto pace tutto si cancellerà e lei non penserà più alla fattura, e tutto sarà come se niente fosse successo” pensava Renzo.
 
Fecero colazione, poi si salutarono per andare per le proprie strade. Renzo a lavoro e Camilla dal medico.
Fu particolarmente fortunata perché dal medico non c’era nessuno in coda e fu subito ricevuta.
 
– Buongiorno, allora, mi dica, come stiamo? – le chiese il medico
 
– Insomma. Sono ormai cinque giorni che non sto per niente bene. Sono estremamente stanca, e da oggi ho anche un senso di nausea che mi resta per un po’ la mattina. Era successo anche un altro giorno, ma la cosa era svanita subito, da oggi invece è stata più intensa. Credo che mi stia arrivando un’influenza intestinale, ma ormai sono appunto vari giorni che sto così – gli riferì Camilla
 
“Nausea e stanchezza…io una risposta ce l’avrei” pensò il medico che poi disse – allora, facciamo così, intanto le prescrivo delle vitamine che l’aiuteranno per la stanchezza, poi per il resto facciamo degli esami del sangue e poi ci rivediamo, va bene? –
 
– Va bene, ma… esami del sangue? Crede che possa essere qualcosa di grave? – chiese timorosa Camilla
 
– Non deve essere necessariamente qualcosa di grave. Vediamo un po’ se tutti i valori sono apposto e poi valutiamo una cura, ok? –
 
– Perfetto – gli rispose Camilla molto più tranquilla.
 
Salutò il medico e con calma si diresse verso la prima farmacia a prendere le vitamine che le aveva prescritto.
“Domani inizio alla terza ora, quindi posso andare a farmi gli esami prima di andare a lavoro” pensò mentre prendeva il sacchetto della farmacia. Si incamminò verso casa, e mentre faceva la strada aveva un unico pensiero, Gaetano. Era da po’ che non lo sentiva e le mancava. Aveva voglia di vedere quei suoi occhi azzurri, di affogare dentro a un suo abbraccio, di morire con un suo bacio. Si, morire. Ogni volta che le loro labbra si toccavano, il suo cuore si bloccava, e le emozioni erano intense, anche troppo. Voleva chiamarlo, ma per cosa? Non aveva nulla da dirgli, anche se poteva benissimo dirgli che lo voleva vedere perché le mancava. Proprio mentre pensava a questo le squillò il telefono, lo prese e vide che era Gaetano.
 
– Gaetano! – rispose Camilla
 
– Ciao Camilla! Ti disturbo? – chiese
 
– No, non disturbi affatto. Cosa è successo? – chiese preoccupata Camilla
 
– Non è successo nulla….avevo solamente voglia di sentirti –
 
Camilla rimase sorpresa da quella dichiarazione e perse un respiro – Anch’io ne avevo voglia, stavo giusto pensando a te quando è squillato il telefono – ammise un po’ vergognandosene.
 
– Ah si, professoressa? Ma allora ti manco anch’io! – disse sorridendo Gaetano
 
– Si, e non ridere! Non ti vedo ma ti sento! Che ne dici se ci vediamo per pranzo? Così, giusto per fare due chiacchiere? –
 
– Ottimo professoressa. Allora per le tredici al solito posto? –
 
– Perfetto! – rispose Camilla
 
– Bene, a dopo! Ciao! – e riattaccò
 
“Camilla, cosa stai facendo?? Sembri una ragazzina di quindici anni alle prese con la sua prima cotta! Gli hai anche dichiarato che ti mancava! Che scema” pensò Camilla dopo la telefonata. In ogni caso, scema o meno, lei intanto se ne stava andando a casa con un umore molto più felice.
Arrivata a casa si dedicò a sistemarla un po’ e con calma iniziò poi a prepararsi per uscire. Mentre stava scendendo le scale incrociò Renzo, che la guardò con aria perplessa, si accorse che era vestita per un appuntamento, era più bella del solito.
 
– Esci? – chiese con una nota di gelosia
 
– Si, per pranzo, torno nel pomeriggio – rispose Camilla senza dar importanza al tono di Renzo
 
– Ah – rispose quasi sorpreso – allora ci vediamo più tardi –
 
“Uscirà sicuramente con quel poliziotto-super-più. Non ne posso più di lui!!!” pensò Renzo.
“Anche il geloso si permette di fare? Dopo tutto quello che mi ha combinato, e che sicuramente continua a combinare??” pensò invece Camilla, che si incamminò verso il ristorante.
 
Gaetano intanto stava per partire dal commissariato per andare al ristorante “finalmente dopo un po’ la rivedo, ma quanto mi manca!!?!? Non sono capace di vivere senza di lei. Ma come è possibile? Anzi, come ho fatto a vivere senza di lei! Eva è stata un ripiego, e vedi come è andata a finire!” pensava, e mentre passava davanti a un fiorista si fermò per prenderle una rosa rossa.
Arrivarono praticamente insieme. Gaetano appena la vide nascose la rosa dietro alla schiena per non rovinare la sorpresa. Quando si incontrarono si sorrisero, si diedero due baci e Gaetano le porse la rosa con un dolce sorriso. Lei restò di stucco, era da tanto che non le regalava dei fiori. Ricorda ancora il loro primo pranzo nel suo ufficio, in commissariato a Roma, e anche quella volta le diede una rosa rossa. La prese e con aria imbarazzata gli disse un grazie sincero.
Entrarono e si sedettero. Sapevano entrambi che non potevano fare nulla di che, a parte parlare, dato che c’era il pericolo che qualcuno li vedesse.
 
– Allora, come stai? – le chiese Gaetano, subito dopo essersi accomodati, vedendo che Camilla aveva un’aria strana. Era bella, quasi più bella del solito, ma i suoi occhi erano strani, stanchi.
 
– Mamma mia! Ma si vede così tanto che non sto benissimo? No, perché mi preoccupo! Se si vede tanto potrebbe essere veramente una cosa seria! – rispose Camilla, che poi proseguì – comunque si, credo che mi stia arrivano un’influenza, ormai sono giorni che sento i sintomi, ma ancora non è esplosa –
 
– Ah, cavoli, ma sei andata dal medico? –
 
– Si, mi ha dato delle vitamine e mi ha detto di fare gli esami del sangue … tranquillo, è giusto per vedere se tutti i valori sono apposto e per valutare una cura – rispose Camilla vedendo il viso quasi terrorizzato di Gaetano alle parole esami del sangue.
 
– Bene, allora domami mattina vai subito a farli! Se non ci vai ti ci porto con una volante! – le disse.
 
Risero tutti e due e Camilla gli disse – stai tranquillo, ci vado si domani, sono la prima a voler stare meglio! –
 
Pranzarono parlando un po’ del più e del meno, stranamente senza interruzioni telefoniche da parte di Renzo, Livietta o del commissariato. Gaetano pagò il conto e insieme uscirono in direzione della sua auto. L’avrebbe riaccompagnata a casa e poi sarebbe tornato a lavoro.
L’auto era parcheggiata in una piccola via, in un posto abbastanza nascosto alla vista. Camilla non ci fece gran caso, anche perché a quell’ora era complicato riuscire a trovare parcheggio a Torino. Si sedettero, ma Gaetano non mise subito in moto. Rimasero un attimo a guardarsi, poi lui in un attimo azzerò la loro distanza per abbracciare la sua prof. Lei ne fu felice, aveva assoluto bisogno di affogare nei suoi abbracci, di inspirare quel suo odore che la faceva stare bene. Rimasero stretti per un po’, poi Gaetano si staccò e la guardò negli occhi.
 
– Mi sei mancata Camilla! Stare giorni senza vederti per me è diventato insopportabile. Mi sorprendo spesso a guardare fuori dalla finestra sperando di vederti. Ti amo Camilla – le disse
 
Camilla rimase un attimo a guardarlo, gli sorrise e gli disse – Gaetano, ti amo tanto anch’io. Ho pensato tanto in questi giorni a quello che è successo, a cosa ci siamo detti, e non ho nessun rimpianto, anzi. Avrei dovuto farlo prima. Mi sono accorta che quello che provo per te è vero e sincero. Sono innamorata di te da tantissimo tempo, ma chissà, per colpa del matrimonio, per il senso di dovere nel tenere insieme la famiglia, per Livietta, non ho mai indagato a fondo. Ho sempre pensato che fosse un’attrazione fisica reciproca, e niente di più. Per un periodo pensavo che tu fossi solo una tentazione, infatti dopo poco sono partita per Barcellona. Peccato che con i se e i ma non si possa tornare indietro, perché adesso mi maledico per non averlo scoperto prima, ma… ti amo –
Lo guardò e gli diede un lungo bacio.
Gaetano era in estasi. Era come se avesse ricevuto un colpo all’altezza del cuore. Non riusciva a non pensare che quello che stava accadendo fosse tutto un sogno. Ma il bacio rese tutto reale.
 
– E adesso come farai? – le chiese Gaetano
 
– Non lo so, ma in qualche modo farò. Devo chiudere con Renzo. Non posso continuare a trascinare per chissà quanto questa storia. Voglio, e ho bisogno di essere felice anch’io! – gli rispose Camilla, e lo riabbracciò.
 
Gaetano mise in moto la macchina e l’accompagnò a casa. Il resto del pomeriggio passò in modo molto tranquillo. Renzo tornò prima da lavoro e si mise a preparare la cena. Camilla rimase sorpresa di vederlo tutto così indaffarato, e pensare che proprio la mattina stessa non voleva nemmeno prepararle la colazione perché le regole non lo permettevano. Decise comunque di non intromettersi e di lasciarlo lavorare, e andò a riposare a letto e a leggere un libro. Mentre era li rilassata chiamò Livietta al cellulare per avvisarla che restava a mangiare fuori con Greg e che sarebbe tornata tardi.
Quando arrivò l’ora di cena si alzò e si avviò verso la cucina dove c’era ad attenderla Renzo con la tavola apparecchiata per due, a lume di candela e con un piccolo mazzetto di fiori al centro. Riconobbe subito poi il famoso pollo alle prugne che Renzo ha sempre usato per fare pace. Non sapeva cosa fare.
 
– Buonasera tesoro! – le disse Renzo
 
– Buonasera – rispose lei
 
– Le offro questa cena in segno di pace! – le disse Renzo con un sorriso e con movenze da maggiordomo, poi aggiunse – Davvero Camilla, scusami. Non ci sono parole per dire quanto stupido sono stato, ma io ti amo, e non voglio vederti stare ancora male per colpa mia. Ti chiedo scusa per tutto! –
 
 “Adesso cosa faccio? Non posso accettare di fare pace, e non voglio parlargli adesso di quello che voglio fare. Non mi sento al massimo delle mie forze e voglio esserlo quando gli parlerò della questione! Accetto le scuse e basta? Non ho nemmeno voglia di mangiare, a dirla tutta mi viene la nausea solo a guardare quel cibo! Qualsiasi cosa faccia o dica non andrà bene, me lo sento! E pensare che un piccolo languorino ce l’avevo anche…” pensò Camilla.
 
– Scuse accettate, anche se l’arrabbiatura c’è ancora – gli rispose Camilla – però Renzo, scusami tantissimo, non ho per niente fame. Sai che non sto bene, e stamattina ho fatto fatica anche a far colazione. Mi spiace ma non ho voglia di mangiare. Mi farò un tè e basta –
 
– Hai ragione Camilla, non ci avevo pensato. Ero così contento per stamattina che mi sono scordato di tutto e volevo solo fare pace con te. E come vedi ho preparato il pollo alle prugne apposta per l’occasione, che so che ti piace tanto. Scusami. Ti metto su l’acqua per il tè – le disse, e si mise a prepararle il tè.
 
Una volta pronto si sedettero comunque a tavola, Renzo che mangiava qualcosa, dato che comunque l’appetito gli era praticamente passato, e Camilla che si beveva il tè.
I pensieri di lei erano tutti per la finestra di fronte. Ripensava al bel pranzo e a Gaetano. Era riuscita a dirgli cosa provava per lui, e adesso doveva dirlo anche a Renzo, ma quando? E come?

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