London's Shadows

di Eleanor_Herondale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Start ***
Capitolo 2: *** Shock ***



Capitolo 1
*** Start ***


 London's Shadows

  
 
 

Prologue 

  
Che succede se mettiamo tutti i personaggi famosi del momento nel mondo di Cassandra Clare, autrice del bestseller ‘Shadowhunters’?    

Un istituto presso l’abbazia di Westminster, un Mondo Invisibile abitato da cacciatori, lupi, vampiri, maghi e fate anche nella città di Londra.  

Un passato che non può essere dimenticato. 

Tra amori, amicizie, battaglie e tradimenti si svolge la mia nuova FanFiction. 

Buona lettura,
 
xo xo 

 
Eleanor_Herondale

 
 

...START...

In un piccolo paesino, un luogo immerso nella natura, situato in un punto impreciso tra la Francia e la Germania, sconosciuto alla maggior parte degli esseri umani, anzi dei ‘mondani’, inizia questa storia. Alicante, così si chiama questo paese, è la patria dei cacciatori di demoni, gli Shadowhunters, esseri mezzi umani e mezzi angeli, il cui corpo può sostenere il potere di rune mistiche che gli conferiscono poteri per combattere. Tutti i ragazzini vengono addestrati fin da piccoli a diventare cacciatori e questo è il destino riservato anche alla nostra Perrie.  

Perrie Edwards, discendente di una grande e potente famiglia di Shadowhunters, fin da piccola fu abituata a combattere insieme a suo fratello maggiore Jonnie. Suo padre, però, oltre ad insegnare l’arte del combattimento ai suoi figli e a cacciare demoni, si occupava di esperimenti, del creare più precisamente una ‘cura’.  
Fantasmi del passato gli offuscavano la mente e non gli permettevano di capire quanto fosse pericoloso il tentativo di creare una cura contro i Nascosti.  
Studiando aveva capito che il sangue di demone che scorreva nelle vene di lupi o vampiri, esseri umani che hanno subito una specie di infezione demoniaca, poteva essere annullato grazie al sangue degli Shadowhunters, misto ad altre sostanze presenti nella regione di Idris; così iniziò le sue ricerche. Con il passare del tempo capì che anche esseri come le fate o i maghi, nati con sangue demoniaco nelle vene, con maggiori dosi di sangue umano e angelico potevano essere ridotti a semplici terrestri.   

Perchè mai, un uomo che, in fondo, nella sua vita aveva tutto, si cacciò in ricerche tanto complesse?
Il ricordo di una donna che lui aveva amato tanto nella sua vita, la sua piccola sorellina deceduta ormai da un bel po’ di anni, lo spinse verso quest'obiettivo. Era una piccola cacciatrice di quindici quando venne morsa da un vampiro durante una caccia ai demoni.  
Il signor Edwards, ragazzo a quel tempo, non aveva potuto fare nulla per proteggere sua sorella. Lei non accettò mai di essere diventata un vampiro, di non poter più crescere. Voleva essere curata, ma purtroppo nessuno aveva mai pensato a creare una cura. Passò un anno e la giovane decise di farsi uccidere da un lupo, poiché non riusciva a sopportare più se stessa. Da quel giorno il 'piccolo' signor Edwards decise che avrebbe trovato una cura ai Nascosti, affinché nessuno patisse le pene di sua sorella. 

Le ricerche, a quel tempo solo teoriche, diventarono per lui un’ossessione, tanto da spaventare sua moglie, la quale decise di andare via, iniziando una nuova vita nella città di Londra. Ella, preoccupata, voleva portare con se i figli, ma Jonnie, che vedeva suo padre come un idolo non volle seguirla, mentre per quanto riguarda la piccola Perrie (aveva solo dodici anni quando sua madre la lasciò) fu suo padre a costringerla a rimanere ad Alicante: doveva continuare il suo addestramento e, fino ai diciotto anni, sarebbe stata sotto la sua tutela.   

Gli anni passarono e Perrie cresceva tra allenamenti e combattimenti, aspettando con ansia l’arrivo della matura età. Voleva andare via, raggiungere sua madre, vivere una vita tranquilla, come quella dei ragazzi che aveva visto nelle tv mondane quando era piccola. Quello non era il suo posto, lei non voleva uccidere demoni o fare del male ai Nascosti (anche se nell’ultimo periodo i rapporti ‘Nephilim-resto del Mondo Invisibile’ si erano placati, alcuni di essi non erano proprio buoni e andavano contro le regole).  
Odiava il fatto di aver avuto un destino segnato.  
Spesso era stata tra i mondani e vedeva nei loro volti persone che andavano avanti vivendo la propria vita senza il bisogno di rune o di essere più forti. La loro forza era qualcosa che veniva da dentro, molto più potente di qualsiasi runa. Provava molta stima nei confronti dei mondani ed era affascinata dal loro ‘mondo visibile’.  
L’unico suo punto di riferimento, di conforto, in quel mondo che odiava dal più profondo del suo cuore era il suo adorato fratello Jonnie. Nessuno le voleva bene come lui: era sempre pronto ad aiutarla, a starle vicino, a difenderla quando gli allenamenti  diventavano troppo duri. Si può dire che fu lui la figura di riferimento per Perrie e non suo padre, ormai chiuso nel suo laboratorio.  

Il dottor Edwards, così chiamato dagli Shadowhunters per la sua fama di scienziato, aveva, infatti, iniziato con gli esperimenti pratici, finché un giorno tutte le ricerche non gli si ritorsero contro.  
L’uomo stava attentamente preparando la definitiva ‘cura’ quando il liquido nel contenitore, appoggiato sul fuoco, non iniziò ad evaporare lasciando un fumo nero densissimo. Non era una nube normale, sembrava quasi ‘viva’ e iniziò ad avanzare verso lo scienziato scappato verso la porta d’uscita, dalla quale stava entrando Jonnie, ignaro di tutto.  
Fu questione di attimi: una parte della nube si fiondò sul corpo del ragazzo, facendolo cadere sul pavimento. Il padre spaventato si avvicinò per soccorrerlo, ma non fece in tempo che il figlio si rialzò di scatto.  
I suoi occhi erano diventati completamenti scuri, neri come la nube.  
 
Quello che l’uomo aveva creato non era stata una ‘cura’, ma un virus, capace di trasformare in demoni tutti coloro dei quali prendeva possesso.  
  
Il ragazzo strinse una mano intorno al collo del padre, spaventato e inorridito davanti a ciò che aveva creato. Sfilò una spada angelica che, da buon cacciatore, portava sempre con se e iniziò un duello nel laboratorio che dopo pochi minuti venne completamente distrutto. Jonnie non era mai stato così forte e suo padre non riusciva a fermarlo. Non sapeva ancora con esattezza cosa avesse creato e quanto potesse essere contagiosa, aveva paura. Era preoccupato per quello che avrebbe potuto combinare e, in quel momento, in preda al terrore, aveva maturato un’unica possibilità: uccidere il ragazzo.  
Non poteva permettere che il suo esperimento danneggiasse la regione di Idris, gli Shodowhunters e sopratutto l'unica donna rimasta accanto a lui, Perrie. Se fosse successo qualcosa anche a lei, sua moglie non gliel'avrebbe mai perdonato. 

La ragazza, nel frattempo, era appena tornata dal suo durissimo allenamento, e non vedeva l’ora di togliere la divisa da cacciatrice e di farsi un bagno caldo, quando sentì dei forti rumori provenire dallo studio di suo padre.  
Corse a vedere e notò i due componenti della sua famiglia combattere tra di loro. Si accorse subito che in Jonnie c’era qualcosa di diverso e la sua tesi fu confermata dal fatto che il fratello cerco di colpirla non appena la vide.  
Fortunatamente il signor Edwards era un cacciatore dai riflessi molto pronti e riuscì a parare il colpo diretto a Perrie, sacrificando la sua spada angelica che si distrusse per il forte schianto. La giovane non riusciva a capire cosa stesse succedendo, perché il suo Jonnie si stava comportando in quel modo Papà, che sta succedendo? balbettò spaventata, iniziando a sudare freddo quando si accorse degli occhi del fratello neri come la pece.  
Il padre le rivolse uno sguardo per poi ritornare a guardare il demone di fronte loro Perrie, Jonnie non è più lui, mi devi aiutare a ...  sospirò l’uomo prima di continuare la frase con freddezza   …  ad ucciderlo! Altrimenti sarà lui a fare fuori noi!.
Quelle parole risuonarono nelle orecchie di Perrie più volte, non riusciva a credere che davvero suo padre le avesse pronunciate. Non sapeva cosa fosse successo, ma per nessun motivo avrebbe fatto del male al suo Jonnie, a costo di rimetterci la vita.
Papà, cosa stai dicendo? Cosa è successo?chiese nuovamente cercando di imitare la voce fredda di suo padre e mantenendo lo sguardo sul ragazzo che doveva essere stato suo fratello. L’uomo la squadrò per qualche attimo ed abbassò lo sguardo quasi vergognandosi, era stata tutta colpa sua.
Le mie ricerche erano errate, non pensavo saremmo arrivati a questo; scusami!furono le uniche parole che uscirono dalla sua bocca prima di cadere con le ginocchia sul pavimento.  
Delle lacrime rigarono il suo viso, evidentemente aveva appena realizzato cosa fosse realmente successo. Tua madre aveva ragione, ragione su tutto. Dovevo ascoltarla. riprese e chinò il capo, come chi riconosce la propria sconfitta e permette al nemico di decidere cosa ne sarò della propria vita.  
Il demone, rendendosi conto della situazione a suo favore e dei due cacciatori distratti, si lanciò sul padre in ginocchio.
Jonnie, NO!urlò Perrie con le lacrime agli occhi. Il ragazzo si fermò di colpo, quasi come se avesse sentito il grido della sorella e si voltò verso di lei. Alla ragazza sembrò di scorgere, per qualche attimo, l’azzurro dei suoi occhi, prima di sparire come un fulmine nero attraverso la finestra che si frantumò in mille pezzi. 

Quella fu l’ultima volta che Perrie vide il suo adorato Jonnie ed anche l’ultimo giorno che trascorse ad Alicante.  
Nonostante non avesse ancora raggiunto la maggiore età, decise di andare via, di raggiungere la madre a Londra e questa volta il padre non si oppose alla sua scelta.  
La perdita del fratello, la paura delle conseguenze degli esperimenti di suo padre e soprattutto suo padre, la spaventavano. Era solo una ragazzina di sedici anni e non riuscì a reggere tutto ciò che le stava accadendo intorno.  
Voleva dimenticare tutto, voleva una vita normale. 

Arrivata a Londra rivide finalmente sua madre che, nel frattempo, aveva aperto un ristorante di successo nei pressi dei magazzini Harrods. Iniziò la sua vita da mondana, ma purtroppo la ‘vista’ che le permetteva di vedere il Mondo Invisibile e le rune permanenti tracciate sul suo corpo non le permettevano di essere una normale ragazza. Così con sua madre si recò dalla più potente strega di Londra, Mrs. Michele, una bellissima ragazza, di media altezza, magra, dal viso squadrato, incorniciato da una frangia e da dei lunghi capelli castani. Un naso un po’ pronunciato, ma perfetto sul suo viso.  
Accolse la giovane cacciatrice e sua madre nel suo studio con un sorriso, che mascherava una profonda malinconia. Perrie, da sempre, era brava a capire i sentimenti delle persone e quella maga nascondeva nel suo cuore una grande tristezza. Notò sulla scrivania numerose foto della maga e in quasi tutte compariva la foto di un ragazzo. I suoi pensieri sul passato della strega furono spezzati quando sua madre iniziò a spiegare la loro situazione.  
Quindi sua figlia non vuole più i poteri da cacciatrice? chiese la strega per vedere se aveva effettivamente capito bene la loro storia, le due di fronte a lei annuirono.
E’ una richiesta strana ed io non posso trasformarla in un essere umano, ma, pensandoci, posso darle una cosa! disse e poi si mise a cercare qualcosa tra i cassetti del suo studio.
Mostrò a Perrie un braccialetto laccato in oro Prendi questo, blocca i poteri di qualsiasi essere del Mondo Invisibile, compresi i Nephilim, ti impedirà di ‘vedere’ e nasconderà le rune sul tuo corpo! Purtroppo non ho altro. sorrise sconsolata, sperando che le acquirenti si accontentassero del piccolo oggetto.
Perrie accettò il bracciletto e dopo averlo pagato fior di quattrini uscì con sua madre dallo studio di Mrs. Michele.  
Vedeva, finalmente, Londra come una semplice mondana e questo non le dispiaceva affatto.  
 
Nonostante l’annullamento dei suoi poteri, fu difficile per Perrie ambientarsi nella nuova scuola. Nel mondo dei mondani non vi erano allenamenti e cacce ai demoni, e la ragazza si ritrovò spaesata in un mondo che dopotutto non conosceva. Lei era quella nuova o ‘quella strana’, come le dicevano i suoi compagni di classe.  
Lei però sapeva di poter superare la scuola, dopotutto ne aveva passate di peggiori.  

Una mattina all’ingresso notò dei bulli che, senza un briciolo di ritegno, se la prendevano con un biondino dagli occhi azzurri. Senza pensarci due volte, presa dal suo istinto di difesa verso i deboli, la ragazza si diresse verso quel gruppetto.
Fece un grosso sospiro Vi sembra corretto prendervela in tre contro uno? chiese aggrottando le sopracciglia. I tre la guardarono con aria interrogatoria e poi scoppiarono in una grossa risata Bellezza, vai in classe è meglio, noi non picchieremo mai una donna, quindi non metterti in mezzo! disse uno di loro.
Perrie ascoltò la loro risposta e poi sorridendo disse Mi dispiace per voi, io invece non ho problemi a fare male ai ragazzi!, detto questo, la bionda si avvicinò a quello con cui aveva parlato e gli diede un pizzicotto in un punto preciso tra il collo e la spalla. Il ragazzo urlò dal dolore e se ne andò via, seguito a ruota dagli altri due.
Il biondino la guardava sbalordito accasciato al pavimento e Perrie gli offrì una mano per tirarsi su. Il ragazzo osservò intimorito la mano delicata, ma altrettanto pericolosa della bionda dagli occhi azzurri di fronte a lui.  
Non ti faccio nulla tranquillo, era solo una semplice mossa di autodifesa! disse lei cercando di giustificare come una ragazzina potesse conoscere quella mossa. Finalmente una delle lezioni di combattimento, imparate durante gli allenamenti per diventare cacciatrice, le era stata utile. 
Il ragazzo sorrise, accettò l’aiuto e una volta in piedi, stringendo ancora la mano della ragazza disse Grazie, nessuno mi aveva mai difeso. Qui tutti pensano a loro stessi. Piacere Niall! concluse sorridendo nuovamente. 
La ragazza si imbarazzò, era il primo vero rapporto che aveva con un suo coetaneo, solitamente passava le giornate con Jonnie o il suo maestro di allenamento.
 Io sono Perrie! disse cercando di sorridere, ma non troppo per non sembrare una stupida.  
Dopotutto fare amicizia non era stato così difficile, Perrie era felice e non vedeva l’ora di vivere questa sua ‘nuova’ vita, ma non sapeva che i tempi difficili sarebbero ancora dovuti arrivare.
 
Il passato non può essere cancellato e, prima o poi, arriverà il giorno in cui dovrà essere affrontato.  
 
 
SPAZIO AUTRICE  

Salveeeeee a tuttetutti :) 
Eccomi con una nuova storia, questa è la prima volta che parlo di eventi sovrannaturali e di avventure, non avevo mai scritto di questo genere e spero di esserne all'altezza. 
Sono una fan dei libri della Clare e per questo ho deciso di unire loro ai personaggu famosi che preferisco per creare questa storia. 
Come vi è sembrata? Che ne pensate della nostra protagonista? Perrie riuscirà a vivere la vita che ha sempre desiderato oppure dovrà vestire nuovamente i panni della cacciatrice? 
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi piacerebbe molto conoscere le vostre considerazioni sulla storia, anche se siamo solo all'inizio. Vorrei sapere sinceramente cosa ne pensate :) 
Sono disponibile per domande di qualsiasi tipo riguardo la storia, se avete da chiedere o se ci sono dei punti che non avete capito, io sono qui :) 
Nel prossimo capitolo avremo un grosso salto temporale ed entremo finalmente nel vivo della storia. 
Un bacio e aspetto le vostre considerazioni ;) 
 

Eleanor_Herondale


 

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Capitolo 2
*** Shock ***


 London's Shadows

  
 
 
 

...SHOCK...

 
Circa un annetto dopo l’arrivo di Perrie a Londra arrivò a bussare alla loro porta una ragazza. Era notte fonda quando le due donne sentirono il campanello suonare, fu sua madre, Deborah, ad andare ad aprire. La biondina si affacciò per vedere chi fosse e notò una giovane vestita in nero parlare con la madre sull’uscio della porta. I suoi abiti li avrebbe riconosciuti tra mille, quella donna era una cacciatrice. Come avevano fatto a trovarle? Sua madre aveva esplicitamente chiesto al Conclave di voler uscire fuori dal mondo dei cacciatori. Una cosa era certa, la cacciatrice non era in incognito, Perrie poteva vederla nonostante il blocco del suo braccialetto, in più il suo viso non sembrava arrabbiato. Un’aria malinconica le circondava il volto. Congedò sua madre e andò via chiudendo la porta. Mamma, va tutto bene? azzardò a chiedere Perrie quando notò gli occhi della madre arrossarsi sempre più fino a diventare lucidi e pieni di lacrime.  
La donna si gettò sulla figlia abbracciandola con tutta la forza possibile. Papà, non c’è più. È stato trovato ucciso nel suo studio la scorsa notte. disse la donna a tratti singhiozzando. Lei aveva litigato con suo marito, non approvava le sue ricerche, ma in fondo non aveva mai smesso di amarlo. Sperava che una volta andata via, il suo compagno capisse quanto avesse perso e smettesse di ricercare quella maledetta cura, ma purtroppo non fu così.  Perrie ascoltò in silenzio le parole della madre e ricambiò il suo abbraccio, mentre anche dai suoi occhi iniziarono a scendere a tratti piccole lacrime.  
Non si conosceva con esattezza l’aggressore di Alexander Edwards, ma il Conclave iniziò a fare numerose ipotesi. Nell’ultimo periodo erano stati trovati morti altri Shadowhunters ed anche alcuni Nascosti. La madre di Perrie fu convocata ad Alicante per l’ultimo saluto al marito e per la lettura delle sue ultime volontà. Alla ragazza invece fu chiesto di  rimanere a casa: Idris, la regione dei cacciatori, era diventato un luogo troppo pericoloso, soprattutto per una cacciatrice inesperta che non aveva nemmeno terminato l’addestramento.  
Al suo ritorno la madre portò con se degli effetti personali, appartenuti al marito e tra questi vi era un diario. Un quadernino dalla copertina nera lucida scritto completamente e rovinato ai bordi. Nelle sue ultime volontà aveva espressamente chiesto che quell’oggetto venisse ereditato da sua figlia e così sua madre glielo donò. Era quasi come se l’uomo sapesse di dover morire perché nel diario vi erano tutta una serie di scuse rivolte alla figlia e terminava con la frase ‘Figlia mia, tu sei una Cacciatrice, arriveranno periodi bui, ma la tua luce ti illuminerà’. Una frase che Perrie non riuscì a capire fino in fondo. 

 
 
Due anni dopo ...


Perrie sono le sei di pomeriggio! Insomma vuoi alzarti? disse Demetria tirando cuscinate sulla bionda che stava beatamente dormendo sul divano.  
Demi, ho passato una notte intera a studiare per l’esame di lunedì, ho bisogno di recuperare il sonno perso! mugugnò Perrie con il volto immerso nel morbido cuscino. Le cose erano cambiate per la cacciatrice, ora aveva quasi 19 anni e si era iscritta all’università di Westminster, per laurearsi e continuare la sua vita in modo sereno. Non viveva più con sua madre, che comunque andava a trovare spesso; aveva fittato una stanza piuttosto grande al convitto dell’università insieme a due ragazze con cui aveva fatto amicizia. Una di queste era Demetria, Demi per gli amici, una tipa tranquilla, se non si considera il suo triste passato. Era un’autolesionista e le sue braccia portavano ancora i segni dei suoi gesti avventati. Sapeva di aver sbagliato ed ora voleva rinascere, voleva laurearsi e dimostrare alla sua famiglia che era riuscita superare quell’oscuro periodo.  
Salve compagne di stanza! Oggi è il giorno più bello della mia vita! esclamò Danielle a gran voce entrando nella stanza e chiudendo la porta con il piede. Lei era la terza coinquilina. Una ragazza dal fisico perfetto, non per niente, ma era una ballerina ed anche molto brava. La sua vita era un alternarsi continuo di prove e di esami, poiché la sua famiglia voleva che prendesse un titolo di studio.  
Che succede Dani? chiese Demetria curiosa di conoscere il motivo di tanta euforia. In tutto questo Perrie aveva iniziato a stiracchiarsi ed era pronta ad alzarsi dal divano. Danielle si affacciò alla finestra e fece segno alle due ragazze di raggiungerla. Le due si avvicinarono e guardarono fuori.
Vedete quel tipo lì? Quello che sta attraversando ora la strada, carino con il taglio corto e con quel fisico da paura! indicò Danielle per far capire alle amiche il soggetto in questione. Carino! Assomiglia a David Beckham! osservò Perrie; la vista di quel tipo le aveva fatto passare il sonno: non si vedevano sempre ragazzi così carini da quelle parti. 
Oggi davanti all’abbazia stavo per inciampare e lui mi ha tirato il braccio impedendomi di cadere. È stato dolcissimo, il suo sorriso era dolcissimo! spiegò la riccia con una sguardo sognante, mentre ripensava al tipo conosciuto. Quando vi vedrete? chiese allora Demi maliziosa, curiosa di sapere le vicende amorose dell’amica. Danielle la guardò perplessa Come quando ci vedremo? Io non so nemmeno come si chiama, so solo che mi sono innamorata! esclamò e si stese sul divano sospirando. Ti sei innamorata di un tipo del quale non sai nemmeno il nome? Solo tu sei capace di questo  Dani! disse infine Perrie ridendo. Aveva sempre amato questo lato spensierato della sua amica, di chi non si fa mai problemi e vive la vita alla giornata così come viene. 

La loro conversazione fu interrotta dallo squillo del cellulare di Perrie. La bionda si fiondò sull’oggetto e notò sul display luminoso una serie di messaggi non letti di sua madre e del suo migliore amico, che ora la stava anche provando a chiamare.
Pronto Niall, è successo qualcosa? chiese la ragazza leggermente preoccupata per via dei numerosi messaggi. Perrie tua madre ti sta provando a contattare da ore, così ha chiamato me. Mi ha chiesto di ricordarti del ricevimento di stasera. disse Niall dall’altro capo del telefono. La bionda solo in quel momento si ricordò della promessa fatta alla donna: doveva organizzare un importante festa nel suo ristorante e aveva chiesto l’aiuto della figlia per i preparativi e tutto il resto. Anche se non vivevano più insieme, la ragazza era legatissima alla madre e cercava di aiutarla in ogni modo, cercava di non farla preoccupare, perché infondo sapeva che era lei quella che aveva più sofferto. Grazie Niall, vado subito da lei! sospirò la giovane, che nel frattempo si stava fiondando nel bagno per fare una doccia e prepararsi.  
Poi sentendo strani rumori provenire dal cellulare dell’amico chiese Niall, a te tutto bene? Dove sei? Sento un gran chiasso, non dovevi studiare e preparati per i tuoi esami?, non aveva mai ben capito l’amico in che università si fosse iscritto sapeva solo che era fuori città e che, soprattutto nell’ultimo periodo, passava molto tempo fuori Londra. Ehm, si Perrie tutto bene! Ora che ti ho avvisato devo attaccare, ci sentiamo domani, ti voglio bene! disse il ragazzo velocemente e riattaccando senza dare nemmeno la possibilità alla ragazza di rispondergli. Sembrava quasi che non volesse avere più la sua migliore amica tra i piedi e durante la telefonata sembrava che non vedesse l’ora di riattaccare. Niall era sempre più strano, ma infondo, da sempre era stato un tipetto sopra le righe, fin dal primo momento che Perrie lo conobbe al liceo, quando gli ‘salvò la vita’.   

La ragazza cercò di darsi una sistemata il più velocemente possibile, per poi uscire di corsa, salutando le compagne che invece sarebbero rimaste nel loro alloggio. Per arrivare al più presto, era già in un ritardo pazzesco, chiamò un taxi e giunse al ristorante della madre. La donna la aspettava con ansia, aveva bisogno del buon gusto della figlia per decorare le sale e per posizionare gli addobbi. Perrie si mise subito all’opera e cercò di dare ordini ai vari dipendenti della madre.  
La festa fu un successo e quando terminò era circa mezzanotte. 

Mamma io vado, non preoccuparti per l’orario prenderò un taxi! disse Perrie sorridendo, mentre salutava la madre e si preparava ad uscire dal ristorante. Aggiustò il cappotto e infilando un cappellino di lana in testa, si guardò intorno, ma di taxi nemmeno l’ombra. Casa sua non era poi così lontana e, visto che le strade di Londra erano ancora tutte illuminate, decise di andare a piedi.  
Nonostante le luci, le vie erano deserte.  
La ragazza cercava di camminare a passo svelto senza però dare nell’occhio. Di fronte a lei sbucarono dei grossi uomini che le tagliarono la strada, Perrie impaurita indietreggiò, intenzionata a darsela a gambe e a correre chissà dove. Non fu abbastanza veloce che uno di questi le afferrò il braccio e le sfilò la borsa che porse al suo compagno. Presero il portafogli e il denaro al suo interno, ma non essendo soddisfatti del bottino, iniziarono a squadrare la ragazza, per capire cosa dovevano farne di lei.  
Lasciatemi stare, non ho nient’altro con me! implorò Perrie, maledicendosi per non aver aspettato un taxi. L’uomo la tirò verso di se, così vicino che la bionda riuscì a sentire la puzza di alcool provenire dalla sua bocca. Perrie gli sferrò un pugno, con la mano libera e divincolandosi riuscì a liberarsi dalla stretta del malvivente. Purtroppo tirando il suo braccio, il prezioso braccialetto comprato dalla maga si spezzò rimanendo tra le mani dell’uomo. Merda! imprecò ‘delicatamente’ Perrie quando si accorse del danno a quell’oggetto così importante per lei. Il blocco ai suoi poteri stava svanendo pian piano e alla ragazza venne un capogiro per il ritorno della ‘vista’ che la portò dritta tra le grinfie degli aggressori. Fortunatamente per lei, di lì era passato un ragazzino, un tipetto singolare, alto, biondo ossigenato, con una pettinatura da punk e dei piccoli anelli neri alle orecchie che corse in suo aiuto. Aveva osservato la scena e afferrò la ragazza quando stava per cadere, allontanandola da quei tipi che gli rivolsero uno sguardo di sfida. Tutto bene? chiese il tipo alla ragazza che stava cercando di prendere il controllo delle sue forze, Perrie annuì. Il biondo si posizionò davanti a lei  Non mi sembra carino quello che le state facendo! disse facendo un passo in avanti verso quegli uomini.  
Non dovevi immischiarti! rispose uno di loro con rabbia tirando fuori dalla giacca un coltellino affilato. Perrie alla vista di quell’oggetto appuntito sudò freddo, il suo soccorritore non sapeva in che guaio si fosse cacciato, eppure lui sembrava stranamente calmo. Posa quel coso. Non farebbe male ad una mosca. disse il tipo dai capelli biondi, poi fece un sospiro Andate via, sarà meglio per tutti! continuò sorridendo. Quella sua calma iniziò ad irritare Perrie, quel ragazzo stava giocando con la sua vita, non si rendeva conto che quei tipi erano armati e pericolosi. Doveva fare qualcosa, ma cosa? Con il mal di testa che si ritrovava era difficile compiere anche un solo passo. I malviventi non si decidevano a mollare e le parole del ragazzino li irritarono ancora di più tanto da spingere il tipo armato a fiondarsi su di lui.  
In quel momento l’aria intorno a loro divenne gelida, come l’asfalto sotto i piedi degli aggressori che iniziò pian piano a congelarsi fino a diventare una scivolosa lastra di ghiaccio. Quegli uomini però sembravano non riuscire a vedere cosa fosse successo alla strada e iniziarono a scivolare tutti a terra inspiegabilmente.  
Perrie osservò la scena strizzando gli occhi, notò i capelli del ragazzo, che gli dava le spalle, cambiare improvvisamente colore e diventare celesti come la lastra apparsa sotto i malviventi. Il ragazzino rise nel vedere la scena, poi con indifferenza raccolse il braccialetto spezzato e si voltò verso la bionda Questo è tuo, credo sia meglio scappare, questi stupidi non si tengono nemmeno in piedi. Non si corre in inverno, la strada potrebbe essere ghiacciata! esclamò cercando di giustificare l’accaduto in modo normale. Perrie però sapeva che in quella storia di normale non vi era nulla, aveva ‘visto’ con esattezza quello che era successo.   

I due corsero finché non si furono allontanati abbastanza. Avevano entrambi il fiatone per lo sforzo appena fatto. Perrie fissava il ragazzo dalla tinta blu con stupore, di certo non era un normale essere umano.  
Grazie! sussurrò la bionda a bassa voce. Che ci faceva una ragazza bassina e minuta come te fuori a quest’ora? chiese il ragazzo respirando ancora con affanno. Perrie non rispose, si limitò a fissarlo, riflettendo se confessargli o no di aver visto cosa realmente fosse accaduto. Non mangio puoi rispondermi! Siamo stati fortunati con quei tipi! osservò ridendo, poi con un sorriso di chi stava spudoratamente mentendo continuò Idioti, non si reggevano nemmeno in piedi tanto che erano ubriachi! rise, ma notò che la ragazza continuava a fissarlo impassibile. I tuoi capelli …  iniziò a dire Perrie, sospirò … sono ancora blu. Non è stata la sbornia a farli cadere, sei stato tu! continuava a fissarlo mentre sfilava il cellulare dalla tasca dei jeans per controllare l’orario. Hai ‘visto’ tutto? Sei anche tu una Nascosta? Potevi dirlo subito! Mi evitavi la messa in scena. si rasserenò il ragazzo alle parole di Perrie.  
Poi però notò sul collo della ragazza un segno nero che stava pian piano comparendo, sembrava un tatuaggio. Non era però un disegno come tanti quella era una runa, la runa angelica, il segno che contraddistingue i cacciatori di demoni. È la prima runa che viene tracciata ad ogni Shadowhunters e Perrie l’aveva sul collo.  
Il ragazzo sgranò gli occhi fissi su quel segno, la bionda cercò di tirare su la zip della giacca per non rendere visibile il segno allo sconosciuto, ma era troppo tardi.  
Cazzo! Tu sei una cacciatrice! Ti prego non dire niente al Conclave di stanotte, io lo so che non posso usare incantesimi sui mondani, ma non ho fatto nulla di grave! Sono solo un giovane mago che voleva salvare una ‘donzella indifesa’. supplicò velocemente, cercando di assumere uno sguardo tenero per impietosire la ragazza che scoppiò in una grossa risata.  
Non sono quel tipo di cacciatrice, diciamo che ‘mi sono licenziata’. disse Perrie abbozzando un sorriso, quando il ragazzo iniziò a cambiare espressione aggrottando le sopraciglia confuso. Vedi questo …  la ragazza indicò il braccialetto spezzato … mi teneva lontano da tutto il Mondo Invisibile, ti prego non fare domande! concluse sperando di averlo tranquillizzato e allo stesso persuaso a non chiedere del perché una cacciatrice, persone più rispettate nel loro mondo, non accettasse il suo stato sociale elevato. Capisco, ma il tuo braccialetto non sembra in buone condizioni … osservò il ragazzo, i cui capelli stavano ritornando pian piano biondi. Perrie annuì Sei un mago, non è che potresti aggiustarlo? chiese la bionda, questa volta fu lei ad assumere un viso tenere sperando di convincere il tipo di fronte a lei. Ehm … E’ un oggetto magico e solo una grande strega o stregone, ci riuscirebbe, io sono un novellino. balbettò il ragazzo portandosi una mano dietro nuca e scompigliandosi i capelli.  
Il viso della ragazza si rattristò, come avrebbe spiegato la comparsa sul suo corpo di tatuaggi alle sue compagne di stanza? Come minimo avrebbero pensato che fosse diventata matta e ora, per di più, la sua ‘aura’ di cacciatrice era visibile a tutti i Nascosti e questo poteva portare solo guai alla sua normalissima vita da mondana. Mrs. Michele è la strega che me lo ha dato. Tu puoi portarmi da lei? provò a chiedere Perrie, pensando a come venire fuori da quella storia. Sul viso del ragazzo comparve un sorriso Certo che posso, la strega Lea Michele è la mia insegnate di magia … disse, poi il suo viso si rattristò … solo che ora non è a Londra, stanno succedendo cose strane nel Mondo Invisibile. il maghetto terminò la frase abbozzando nuovamente un sorriso.  
La bionda si accasciò sul bordo del marciapiede sbuffando e tuffando la testa tra le ginocchia. Il mio fratellone però è un mago più esperto di me, forse lui può aggiustare il bracciale! Non nega mai l’aiuto ai cacciatori! Tra noi figli di Lilith e voi Nephilim ci sono rapporti discreti! esclamò il ragazzo appoggiando una mano sulla spalla della ragazza. Puoi portarmi ora da lui? chiese Perrie, mentre in lei rinasceva un barlume di speranza. Solitamente non si fidava degli sconosciuti, ma in questo caso loro erano dei maghi e non avrebbero mai fatto del male ad una Shadowhunter, sarebbero andati contro gli AccordiIo sono Perrie comunque! disse lei porgendo la mano. Che sbadato, non mi sono presentato! Io sono Michael, Michael Clifford, ma tu mi sei simpatica quinti ti autorizzo a chiamarmi Mikey! sorrise il ragazzo. Poi appoggiò una mano sulla spalla della bionda e i due si smaterializzarono, lasciando il freddo delle strade londinesi. 

In pochi secondi apparvero in un salottino, un luogo colorato, ma piuttosto normale per appartenere a dei giovani maghi. Perrie non era abituata ad incantesimi di teletrasporto e si appoggiò al divano per evitare di finire stesa sul pavimento. Fratellone sono tornato, abbiamo visite! urlò il mago a gran voce, poi rivolgendosi a Perrie Vado a prenderti un bicchiere d’acqua. Fa stare meglio quando non si è abituati a viaggiare attraverso la smaterializzazione! sorrise e si recò nella stanza accanto, dove si trovava la cucina.
Micheal quante volte ti ho detto di non portare sconosciuti in casa?  disse una voce calda e stranamente familiare per Perrie, proveniente dalla stanza in cui si era diretto il ragazzo. E’ una cacciatrice, non si nega l’aiuto agli Shadowhunters! rispose Michael per discolparsi, mentre Perrie origliava la loro discussione. Entrambi i ragazzi entrarono nel salone in cui si trovava anche la bionda che sgranò gli occhi non appena li vide. Il suo sguardo si fissò sul ragazzo accanto a Michael, quello che la guardava con altrettanto stupore e a bocca aperta.  
Niall che ci fai tu qui? chiese Perrie sconvolta.  
Potrei farti la stessa domanda, Perrie! balbettò l’amico confuso nel vedere lì, seduta su quel divano, la sua migliore amica.  
Voi vi conoscete? chiese poi Michael con stupore nel vedere che, a quanto sembrava, il suo ‘fratellone’ conosceva già la giovane cacciatrice. 
 
 
SPAZIO AUTRICE  
Hola :D  
Prima di tutto vorrei ringraziare tutti coloro che hanno deciso di seguire la storia e che l'hanno recensita, davvero GRAZIE! :)
Eccomi con il secondo capitolo. 
Spero vi sia piaciuto e se come ho già detto se avete dubbi o dovete farmi delle domande non esitate ;) 
Possiamo vedere la comparsa di altri personaggi e anche qualche interessante scoperta. Dal prossimo capitolo si scopriranno altre cose e niente, 
fatemi sapere che ne pensate di questo secondo capitolo :) 
Un bacio, 
 
Eleanor_Herondale 

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