Deus ex machina

di Stellareika
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** πρόλογος | prologo ***
Capitolo 2: *** πάροδος | parodo ***
Capitolo 3: *** ὕβϱις | hýbris ***
Capitolo 4: *** ἔξοδος | esodo ***
Capitolo 5: *** κἁθαρσις | catarsi ***



Capitolo 1
*** πρόλογος | prologo ***


Il Cavaliere del Leone è avaro di spiegazioni. Né Kassios riesce a chiederne, la lingua pietrificata dallo stupore e dall'apprensione mentre lo sguardo indugia sul corpo di Shaina deposto a pochi passi da lui. 
Chi ti ha ridotto così, mia Regina? 
Probabilmente c'entra quel bastardo, ma non vuole pensarci adesso. Sa soltanto che dovrà occuparsi di lei e guarire le sue ferite.
Per una volta avrai bisogno di me, mia Regina.
E' preoccupato per lei, certo. Ma non può fare a meno di provare una punta di soddisfazione pensando che per qualche giorno lei sarà sua. Solo sua.


Nota: coerentemente con quanto spiegato nell'abstract, sia il titolo della raccolta che quelli dei singoli capitoli richiamano un elemento tipico della tragedia greca classica. Il prologo è il monologo di apertura del dramma (in questo caso interiore) in cui si svela l'antefatto.

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Capitolo 2
*** πάροδος | parodo ***


Al villaggio non si parla d'altro. Le voci su quel manipolo di esaltati giunti ad Atene per sfidare il Sommo Sacerdote si rincorrono nei vicoli. Kassios però ne sente solo una. Quella del dubbio.
Solo chi fugge dà le spalle al nemico.
No, lei non scapperebbe mai.
Perché è stata colpita alla schiena?
Perché il maledetto è uscito illeso dallo scontro con Aiolia, mentre lei è ferita?
Lei... Perché non si è difesa?
E se...
 
Nemmeno il chiasso del mercato riesce a soffocare il coro insinuante che gli urla in testa una inaccettabile ipotesi.


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Nota: il parodo, nella tragedia classica, è il primo canto del coro, che interviene nel dramma come una sorta di commentatore esterno. Qui, è il coro di voci nella testa di Kassios che interviene per suggerire una tremenda verità.

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Capitolo 3
*** ὕβϱις | hýbris ***


“Perdonami, mia Regina”, sussurra adagiando delicatamente Shaina priva di sensi sul letto, il cuore e il cervello in subbuglio. Non voleva colpirla, ma non c'era altro modo per fermarla. Sa bene quanta determinazione ci sia in quel corpo, forte ed esile, di cui si è preso cura per giorni.
Nel suo petto ribollono stupore, disperazione, rabbia, frustrazione. Ma l'ha già perdonata. Sa esattamente cosa fare.
La mano gli trema mentre le toglie la maschera. Il cuore sobbalza mentre le sfiora il viso di alabastro.
Si è condannato, ma almeno non ha più dubbi: vale davvero la pena morire per lei.



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Nota: la hybris, traducibile più o meno con "tracotanza", è il peccato inaccettabile dei mortali che infrangono le regole divine e, per questo, devono essere castigati. Qui, Kassios infrange la regola della maschera, condannandosi a morte.

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Capitolo 4
*** ἔξοδος | esodo ***


A lei piacciono le mele rosse. E il caffè. Amaro. Conosco tante cose di lei. Tu invece, maledetto? Niente! Eppure lei vuole TE.
Pensa a questo Kassios prima di sacrificarsi per salvare chi gli ha tolto tutto.
E' per lei che ha deciso di morire. Non certo per lui.
Tu devi vivere per lei, bastardo.
Il colpo del Leone gli squassa il petto, ma è piuttosto un pensiero a ucciderlo. Quello che andrà all'inferno senza averla mai guardata negli occhi. Di cui ignora il colore.
Che invece lui conosce.



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Nota: l'esodo è il momento della tragedia in cui compare il Deus ex Machina, personaggio divino che risolve la situazione nel momento in cui i personaggi non hanno più una via d'uscita. Come Seiya, in questo caso, che viene salvato dall'intervento suicida di Kassios

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Capitolo 5
*** κἁθαρσις | catarsi ***


Aiolia è ritornato padrone di sé.
Troppo tardi per fermare la sua furia cieca. Appena in tempo per vedere Kassios crollare ai suoi piedi e la sua vita spegnersi insieme al fuoco della quinta casa.
Seiya è a terra. Tace, appoggiato precariamente a una colonna divelta. Tace anche il Cavaliere del Leone, il pugno ancora sospeso a mezz'aria.
La sua mente offuscata si è liberata dalla manipolazione del Sommo Sacerdote. Ma il suo cuore è caduto prigioniero del senso di colpa.



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Nota: la catarsi (=purificazione) non è un elemento intrinseco della tragedia classica, ma una sua conseguenza diretta sul pubblico. I greci ipotizzavano che gli spettatori, immedesimandosi nei personaggi, comprendessero le nefaste conseguenze dell'infrazione delle regole divine e, alla morte dei protagonisti, venissero "purificati" dalla tentazione di commettere gli stessi errori. Qui, la catarsi interviene su Aiolia "purificandolo" dall'influsso malefico di Saga. Ma anziché renderlo libero lo mette davanti alla sua enorme colpa.

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