In another life...

di dalaric
(/viewuser.php?uid=405188)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Hayley Adams era un’adolescente come tutte le altre: piena di voglia di vivere, ma anche di complessi e paranoie.
Voleva essere più carina, meno timida. Odiava il suo carattere e la sua timidezza, perché le facevano perdere un sacco di occasioni.
Non riusciva ad aprirsi totalmente neanche con la sua migliore amica, Camille Holt, detta Cami. In ogni caso le raccontava sempre tutto.
Cami era completamente diversa da Hayley. La prima era meno timida, più socievole. Adorava andare in giro, fare shopping. Amava i vestiti firmati, le scarpe scomode e cose di questo genere e odiava qualsiasi forma di sport.
Hayley, invece era più una tipa da converse e felpa. Non è che non fosse femminile, anzi il contrario, ma le piaceva “stare comoda”.
Erano molto diverse, ma si completavano.
Andavano a scuola insieme dalle elementari e ora frequentavano l’ultimo anno di liceo. Erano delle semi-secchione. Sì, beh delle secchione, ma non a tutti gli effetti. Studiavano sodo, ma finito il pericolo del compito in classe smettevano.
Cami era innamorata di Conor dal primo liceo. Nel frattempo aveva conosciuto degli altri ragazzi, ma nel suo cuore c’era rimasto sempre lui, insieme a quella vana speranza che un giorno, qualcosa fra loro sarebbe successa.
Per quanto riguarda Hayley, beh, non le era mai piaciuto nessuno sul serio. Non era mai stata davvero innamorata. Finché un giorno…
 
Hayley
Un pomeriggio come tanti andai a studiare a casa di Cami. Parcheggiai il motorino e andai a bussare alla porta di casa sua. Mi aprì Zach, suo fratello maggiore.
“Ciao!” lo salutai, sorpresa di vederlo. Lui studiava in un’altra città e tornava solo per le vacanze, ma era ancora aprile. Non so perché si trovasse lì.
“Ciao Hayley” rispose “Da quanto tempo non ci si vede!” esclamò.
Conoscevo anche  Zach da una vita. Praticamente ero sempre a casa loro da piccola.
“Cami è nella sua stanza” disse chiudendo la porta “vado a chiamarla”.
Non lo vedevo da un secolo. Era così diverso dal solito.
Cami arrivò sorridente e ci salutammo.
“Studiamo qui, c’è più luce” disse riferendosi alla cucina.
“Ma io sto guardando la tv!” obbiettò suo fratello.
“Suvvia, guardala in soggiorno” insistette Cami.
Dopo che Zach se ne fu andato, ci sedemmo e tirammo fuori i libri di inglese.
“Come mai tuo fratello è rientrato prima?” chiesi curiosa.
“Ha detto di aver bisogno di una pausa” spiegò, con una smorfia di disapprovazione.
“Capisco” conclusi.
Faceva caldo. Ci stavamo scervellando su un esercizio semplicissimo, che però ci appariva difficile, a causa dello stress e del caldo.
Sentii arrivare qualcuno dietro me. Era Zach. Allungò la mano sul mio libro, sfiorandomi i capelli con il braccio. Rimasi di ghiaccio e il cuore iniziò a battermi più forte del dovuto. Perché mi stava facendo quell’effetto?
If I were you, I wouldn’t eat that. Siete davvero così asine nel riordinare le frasi ?” disse divertito.
Prese da bere e tornò in soggiorno. Io e Cami ci guardammo e scoppiammo a ridere per la nostra ignoranza.
 
Quando tornai a casa feci una doccia e andai a dormire. Non avevo fame, quindi non cenai.
Prima di addormentarmi pensai a Zach. Non lo pensai di proposito. Mi venne in mente ciò che era successo e rabbrividii. Era successa una cosa banale, ma mi sorpresi della mia reazione.
Lo trovavo diverso, cambiato. Era sempre stato carino e simpatico, ma non avevo mai pensato a lui come a qualcosa di più che un amico. Non avevo mai “fatto caso” a lui.
“Andiamo, Hayley, non ti piacerà Zach?” mi dissi poco convinta.
 
Il mattino seguente, uscendo da scuola, lo vidi appoggiato alla sua auto, con un’aria da figo.
Il vento scompigliava i suoi meravigliosi ricci castani e un paio di occhiali da sole celavano i suoi occhi verdi. Aveva una maglietta blu, che faceva sembrare la sua pelle più chiara di quanto non fosse, e un paio di jeans strappati.
“Terra chiama Hayley” sentii. Ritornai alla realtà. Era Cami a parlarmi.
“Sì, che c’è?” chiesi.
”Ti ho chiesto se volessi un passaggio fino a casa. C’è Zach che è venuto a prendermi con la sua auto nuova” disse con un ghigno.
Che cosa avrei dovuto rispondere? Volevo andarci. Ero a piedi perché il motorino mi aveva abbandonata quella stessa mattina. Ma avevo paura di capire che provavo davvero qualcosa per lui.
Alla fine decisi di accettare: ”Sì, grazie!” dissi seguendo Cami verso la macchina.
“Hey, Hayley” sorrise Zach.
“Ciao” sorrisi anch’io “vi rubo un passaggio” scherzai.
Salimmo in macchina e partimmo. Non parlammo per tutto il viaggio verso casa.  Io ero seduta sul sedile posteriore, dietro Cami e osservavo Zach, senza che se ne accorgesse. Com'era bello. L’avrei guardato per ore, senza stancarmi. Era tremendamente sexy, con quell'espressione seria e attenta sul viso.
“Eccoci arrivati” disse, voltandosi verso di me, con un sorriso stupendo.
Non potei fare a meno di sorridere anch'io.
 “Grazie per il passaggio!” esclamai, scendendo dalla macchina.
“Figurati” dissero i fratelli all’unisono. Li salutai con la mano e  seguii con lo sguardo la loro auto che si allontanava.
 
Mi sentivo strana. Ero inspiegabilmente contenta e avevo un sorriso idiota stampato sulla faccia.
“Perché sorridi?” mi chiese mia madre, che stava apparecchiando e mi vide entrare.
“Non lo so” dissi, continuando a sorridere. Gettai lo zaino a terra e andai a rinfrescarmi.
“Cielo, è così bello!” pensai “E’ diventato troppo un figo”.
Mi ero proprio presa una bella cotta. Per il fratello della mia migliore amica. Suona strano non è vero?
 






momento autrice (?)
salveee lettoriii! Questa è la seconda storia che scrivo. Spero vi abbia incuriosito il primo capitolo. Com'è? Vi è piaciuto? Recensite e fatemi sapere se vi è piaciuto e anche se non vi è piaciuto! vi voglio bene regà

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ora che Zach era tornato dall’università, lo avevo sempre fra i piedi. E adoravo questa cosa. Quando andavo a trovare Cami, lui era sempre lì. Non parlavamo spesso, solo qualche volta di calcio o di musica.
Beh, in quei momenti mi scioglievo. Quando sorrideva poi, era la fine. Però ero brava a mascherare tutto: né Cami, né lui sembravano aver capito quello che provavo. Forse non ci avevano fatto caso, perché ci comportavamo in maniera del tutto naturale, ci comportavamo da amici.
Ci conoscevamo da troppo tempo e lui, insomma, era il fratello della mia migliore amica.
Decisi di fare finta di niente e cercare di pensare a lui il meno possibile. Volevo convincermi che era una cosa passeggera, che non mi piaceva sul serio.
Passò qualche mese e anche se non volevo ammetterlo, capii che mi stavo innamorando di Zach.
Dovevo parlarne con qualcuno. Con chi se non con la mia migliore amica? Beh, era imbarazzante parlare con lei di suo fratello, ma non potevo non farlo.
Non lo feci subito, volevo esserne sicura prima di parlargliene. E inoltre avevo paura. Paura di come avrebbe potuto reagire. Paura che qualcosa sarebbe cambiata. Ma non potevo tenermi dentro una cosa così, mi sarei sentita in colpa. In fondo lei era la mia migliore amica e io avevo bisogno di parlarne con lei.
Un giorno mi trovavo a casa sua ed eravamo sole. Zach era uscito con degli amici e i suoi genitori erano a lavoro. Finiti i compiti andammo in giardino. Era una bella giornata e non faceva tanto caldo. Eravamo sedute su un grande divano a dondolo e parlavamo del più e del meno. Pensai che quello fosse il momento adatto per confidarle il mio piccolo segreto.
Mi feci coraggio e in un momento di pausa iniziai a parlare:
“Cami, devo dirti una cosa” dissi guardandola con l’espressione più seria che avevo. Il cuore mi batteva forte, per quello che stavo per dire.
“Che succede?” mi chiese quasi preoccupata.
“Io, beh, credo, ecco di..” balbettai con lo sguardo basso.
“Vuoi dirmi che succede?” si irritò.
“Hai presente Zach?” chiesi. Ma come mi è venuto in mente? Avrei potuto dirlo diversamente.
“Mio.. fratello?” chiese lei.
“Sì, io credo di” tossi “essermi innamorata di lui” diventai tutta rossa. Stavo per esplodere.
Cami rise. Io la guardai seria. Lei smise di ridere confusa.
“Ma.. non era una battuta?” mi chiese quasi sconvolta.
“Ehm no. Ti sembrerà assurdo, ma sono seria.” Risposi.
“Già è assurdo” disse girando gli occhi “come può piacerti mio fratello?!” sembrava schifata.
Continuai a guardarla, aspettando che le fosse passato lo shock.
Respirò profondamente e si voltò verso di me “ Ok, scusa tesoro, ma è che è un po’ strano.” sorrise “Da quanto tempo va così?” chiese.
“Da qualche mese” risposi.
“Oh, e perché non me l’hai detto subito?” domandò.
“Perché non ero sicura di quello che provavo. Pensavo che fosse una cosa passeggera” risposi “E poi avevo paura che avrebbe influenzato la nostra amicizia, che sarebbe cambiato qualcosa.” Aggiunsi.
“Non pensarlo neanche per scherzo!” esclamò “non succederà mai” disse e mi abbracciò.
“Sono abituata al fatto che sei strana, ma per questa di stranezza mi ci vorrà un po’ di più per abituarmi” rise.
La picchiai scherzosamente sulla spalla e risi anch'io.
“Lo sai bene di avere un fratello figo, non dire che è stano che qualcuno si innamori di lui.” Dissi.
“Sì, beh, devo ammettere che mi somiglia molto” disse.
Ridemmo entrambe.
Nel frattempo arrivò Zach.
“Che avete da ridere?” disse con un gran sorriso, sedendosi sulla sdraio accanto al divano, vicino a me. Accese una sigaretta e la portò alla bocca. Le sue rosee e carnose labbra la sfioravano dolcemente. Quanto era sexy.
“Non sono affari tuoi” fece Cami.
“Sicuramente parlavate di me” espirò il fumo della sigaretta dalla bocca “Sono un argomento interessante” disse spingendosi all’indietro e mettendosi comodo sulla sdraio.
Cami girò gli occhi. Lui rise.
Nel frattempo aveva finito la sua sigaretta. Si alzò e, voltandosi verso di me, mi fece l’occhiolino. Se ne andò prima che avessi il tempo di realizzare.
Il cuore mi batteva fortissimo. Lo seguii con lo sguardo finché non attraversò la porta di casa.
“Che presuntuoso!” esclamò sua sorella.
Si attaccavano sempre, ma ero sicura che si volessero un gran bene. E che ci sarebbero sempre stati, l’uno per l’altra.
Mi voltai verso di lei con un sorriso ebete stampato sul viso.
“Tu sei cotta di lui!” esclamò sottovoce “Devi dirglielo!” propose.
“Ma sei pazza?!” spalancai gli occhi “non posso dirglielo. Mi vergogno troppo” dissi.
Cami mi guardò malissimo. “Cosa vorresti fare? Stare a guardare tutti i ragazzi che ti piacciono, da lontano? Senza mai farti avanti?”.
In effetti aveva ragione.
“No, ma.. uno come lui non starebbe mai con una come me. Sono sicura di non piacergli.” Le spiegai.
“Una come te, come? Sei perfetta! Sei una ragazza fantastica. Non sottovalutarti.” Mi disse dolcemente la mia amica.
“Sì, ma.. sono sicura di non piacergli..” ripetei.
“Non puoi saperlo, se non glielo chiedi.” Mi disse.
“E cosa dovrei dirgli? Non posso mica andare lì e chiedergli se gli piaccio.. così, su due piedi” obbiettai “ti immagini che succederebbe se sapesse che sono innamorata di lui? Non mi guarderebbe più nello stesso modo.”
“Sei paranoica. Te l’ho mai detto, Hayley?” disse Cami.
“Me lo dici sempre” dissi.
“Perché è la verità. Non hai nulla di cui preoccuparti. Te l’ho già detto: sei una ragazza fantastica. E Zach probabilmente lo sa.” Mi disse.
“E se invece lui non la pensasse così? Dopo averglielo detto, se non ricambiasse il mio sentimento, non riuscirei più a guardarlo, senza morire di vergogna” le spiegai “E poi, se pensa che io sia una ragazza fantastica, come dici tu, perché non si è mai fatto avanti?” aggiunsi.
“Perché sei la migliore amica di sua sorella. E per gli stessi motivi per cui eri titubante nel dirmelo anche tu” disse convinta.
La guardai scettica per alcuni secondi senza dire niente.
“Bene! Se non gli parli tu, lo faccio io" esclamò".
“Che cosa?! No! Cami non azzardarti a dirgli niente” sobbalzai.
“Calmati.. intendo dire che ci parlo per capire se anche lui potrebbe provare qualcosa per te.” Spiegò.
“Con discrezione” aggiunse, osservando la mia espressione poco convinta.
“Che sia con discrezione” ci tenni a sottolineare “Non parlare più del dovuto” mi raccomandai.
Cami girò gli occhi seccata dalla mia insicurezza.
Mi sentivo sollevata, da una parte, perché finalmente avevo parlato a Cami e mi ero levata un peso. Però allo stesso tempo stavo in ansia. Avevo paura che Cami potesse parlare troppo e dire qualcosa che non avrebbe dovuto dire.
Volevo sapere e lo volevo al più presto. Volevo una risposta e la volevo subito. Ma ero preoccupata per quello che avrebbe potuto dire Zach.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Cami.
Quando Hayley mi disse di essersi innamorata di mio fratello non ci potevo credere. Infatti all’inizio pensai che stesse scherzando. Invece era più che seria. Certo che era proprio brava a mascherare i suoi sentimenti. Come avevo fatto a non accorgermene in tutto questo tempo?
Era una cosa alquanto strana. Si può dire che siamo cresciuti insieme, tutti e tre.
Comunque volevo aiutarla a mettersi con lui.
Conoscevo bene Zach. Era stato con tante ragazze, ma nessuna significava qualcosa per lui. Era uno a cui piacevano tutte le ragazze, quindi mai nessuna in particolare.
Lui era abituato a collezionare l’amore che gli davano, senza però darne in cambio.
Hayley era una ragazza sensibile e non volevo che soffrisse a causa sua , però era una ragazza fantastica e sicuramente mio fratello avrebbe potuto ricambiare il suo sentimento, per questo la spinsi a provarci con lui.
Ero decisa a diventare il loro Cupido.
Per prima cosa avrei parlato con Zach e avrei capito cosa provasse per Hayley.
Una domenica mattina ci trovammo in cucina, da soli, a fare colazione. Pensai che non sarebbe capitato un altra volta di poter parlare con calma, senza essere disturbati e senza orecchie indiscrete, pronte ad ascoltare. Allora “con discrezione”, come mi aveva raccomandato Hayely, iniziai a fargli qualche domanda.
“Senti, posso farti una domanda?” chiesi vagamente.
“Sì, dimmi” disse, versandosi dell’aranciata in un bicchiere.
“Hai presente Hayley, no?” chiesi.
“Sì, beh?” chiese lui.
“Come.. ti sembra?”.
“In che senso?” chiese confuso.
“Cosa ne pensi di lei?” chiesi ancora.
“E’… una brava ragazza. Non lo so. Perché mi fai queste domande?!” disse innervositosi.
“E’ carina secondo te?” chiesi, fissandolo negli occhi.
“Perché dovrei parlare di questo con te?” chiese, ignorando la mia domanda.
“Volevo solo sentire un parere maschile. Potrebbe… piacere ad un ragazzo?” chiesi.
L’aranciata che stava sorseggiando gli andò di traverso e iniziò a tossire.
“Perché? Le piace qualcuno?” chiese con un’espressione quasi preoccupata.
Mi scappò un sorrisetto malizioso, perché capii come stavano le cose.
“Forse” dissi, continuando a sorridere. Mi alzai e iniziai a sparecchiare. Zach non disse più una parola.

Dovevo parlare con Hayley, per dirle che avevo parlato con Zach, ma non volevo telefonarle. Decisi che le avrei raccontato tutto il giorno seguente a scuola.
Appena la vidi, le corsi incontro.
“Te lo avevo detto!” esclamai, tutta entusiasta.
“Che… cosa?” mi chiese, confusa.
“Che a Zach piaci” sorrisi, dandole un piccolo pugno sulla spalla.
“Cosa?” rise. “Davvero”.
“Ah sì? Te lo ha detto lui?” chiese con un tono fra lo scettico e il sarcastico.
“No, ma è evidente!” risposi.
“Oh, e com’è che non me ne sono mai accorta?” chiese con lo stesso tono.
“Gli ho parlato di te e quando ho iniziato a fare qualche domanda in più, si è innervosito” spiegai.
“Ma questo non significa niente. Sei sua sorella, è normale che non voglia parlare di queste cose con te” obbiettò.
“Oh, andiamo! Non erano domande così personali” dissi.
“Che cosa gli hai detto?” chiese.
“Gli ho detto che volevo sentire un parere maschile su di te. E si è preoccupato di chiedermi se ti piacesse qualcuno” spiegai.
Hayley non era ancora tanto sicura di quel che le stavo dicendo. Era fatta così. Non si sentiva mai abbastanza e pensava che anche gli altri credessero che non lo fosse.
“Beh, se è come dici tu, sarà lui a farsi avanti” tagliò corto.
Non appena finì la frase, suonò la campanella e iniziò a dirigersi verso l’ingresso, facendomi cenno di seguirla.
Non ebbi il tempo di obbiettare quello che aveva appena detto.
Certe volte mi facevano davvero innervosire, quella ragazza e la sua stupida e insensata insicurezza.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Hayley

Volevo credere a ciò che mi aveva detto Cami, e un po’ ci credevo. Però non volevo illudermi per poi restarci male.
A uno come Zach, che aveva tutte le ragazze ai suoi piedi, io non avrei fatto né caldo, né freddo. Probabilmente per lui ero insignificante, sotto quel punto di vista. Ero un granello di sabbia nel deserto, una goccia in mezzo all’oceano, in pratica non facevo alcuna differenza per lui.
Eppure Cami sembrava così sicura di quel che aveva detto.
Ma non potevo farmi avanti con Zach. Se Cami non avesse avuto ragione, che figura ci avrei fatto?
Pensavo a quali sarebbero potute essere le sue reazioni: avrebbe riso di me, perché ho pensato di potergli piacere. E mi sentivo tremendamente a disagio e in imbarazzo, al solo pensiero.
Non avrei fatto niente, avrei aspettato che succedesse qualcosa da sé.

“Stasera andiamo a mangiare la pizza in quella nuova pizzeria, vicino al porto” mi disse Cami, mentre attraversavamo il cancello dell’edificio scolastico.
“Io, tu e?” chiesi.
“I soliti: James, Conor, Tyler, Hanna. Oh, e Tyler ha invitato anche Zach” sorrise, dandomi una gomitata “Sai che sono tanto amici”.
“Oh quindi non c’è bisogno che ti passi a prendere io” dissi facendo finta di niente.
“No, passiamo noi a prendere te” disse con lo stesso sorriso malizioso.
Non seppi rispondere e mi limitai a sorridere, mentre le farfalle invasero il mio stomaco.

All’uscita accompagnai Cami a casa sua, col motorino che finalmente era stato riparato.
Nel crotile c’era Zach che mi salutò spassionatamente con un “hey”. “A più tardi” disse Cami, mentre se ne andava.

Dovevo scegliere cosa indossare, come pettinarmi, ero in piena crisi.
Avrei indossato molto volentieri una felpa e dei jeans, ma volevo essere carina. E, decisamente, in quel modo non lo ero.
Cercai qualcosa di più adatto, di diverso dal solito, nel mio armadio. Ce n’era di roba, usata pochissimo però.
Alla fine optai per dei jeans comunque, solo un po’ più eleganti. Sopra una canottiera nera, ricoperta di paillettes e degli stivaletti abbinati.
Feci la doccia e mi vestii. Stirai i miei ricci neri e una volta lisci, li raccolsi in una coda con un fiocco nero. Infine misi un filo di matita nera, per far risaltare il verde dei miei occhi.
Ero pronta. Non mi restava che aspettare di sentir suonare il campanello e scendere.
Non aspettai più di dieci minuti per sentirlo suonare. Mi infilai il giubbotto, presi le chiavi di casa e la borsa e mi incamminai giù per le scale.
“Ciao” dissi timidamente uscendo dal cancelletto di casa mia.
Cami era in piedi davanti alla macchina. Da dietro lei spuntò Zach che mi scrutò da capo a piedi: “Ciao” sorrise, tornando a guardarmi in faccia.
“Andiamo” disse Cami salendo in macchina e invitandomi a fare lo stesso.

La pizzeria era vicino al mare e quando arrivammo tirava un forte vento.
Andammo verso l’entrata. Zach andò avanti e aprì la porta: ”Prima le signore” disse. Ci fece passare e ci seguì.
Raggiungemmo i nostri amici al tavolo. Hanna e Conor erano seduti vicini e quando Cami li vide iniziò a fare smorfie di disgusto. Io e Cami ci sedemmo vicine, di fronte a loro due e fra Zach e Tyler, che avevano occupato i due posti a capotavola.
Quando Zach mi passò vicino, per sedersi sentii il suo profumo. Seguii con lo sguardo tutti i suoi movimenti. Gli sarei saltata addosso da un momento all’altro.
Era meraviglioso, qualsiasi cosa facesse.
Era stupendo quando rideva, quando si passava la mano fra i ricci castani, quando parlava, quando stava zitto.
Non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso.
Quando il cameriere ci portò le patatine cercai di metterne un po’ nel mio piatto, ma goffa e impacciata com’ero, feci quasi cadere la coca cola nel vassoio.
Per fortuna, grazie ai suoi pronti riflessi, Zach l’afferrò in tempo e non la fece cadere. Che figura di merda!
“Ti aiuto” disse ridendo, mentre mi levava dalle mani l’affare per prendere le patatine.
Che vergogna! Avrei voluto scomparire all'istante.
Per l’imbarazzo mi cadde anche la forchetta. Ero un completo disastro.
“Accidenti!” esclamai, chinandomi a raccoglierla. Il cameriere che passava di lì se ne accorse e venne in mio ‘soccorso’.
“Non preoccuparti dolcezza” sorrise, prendendo la forchetta che tenevo in mano “te ne porto una nuova”.
Zach si voltò verso di lui, guardandolo con disprezzo, mentre si allontanava. Poi mi porse il mio piatto con le patatine.
“Grazie” sorrisi timidamente, imbarazzata.
Arrivò il cameriere con la mia forchetta: “Ecco a te, bellissima” disse.
Zach girò gli occhi. Sembrava quasi essersi innervosito.
“Grazie” sorrisi falsamente al cameriere.
Era stata la serata più imbarazzante della mia vita.

Dopo aver mangiato, andammo a fare una passeggiata sul molo. La strada era illuminata dalla luce arancione dei lampioni e si sentiva l’odore del mare.
Dopo un po’ di cammino ci fermammo per sederci su delle panchine.
Io e James iniziammo a scherzare e prenderci in giro, come sempre.
Zach si allontanò un po’ per fumare la sua sigaretta senza dare fastidio.
Presi il cellulare di James e corsi via, e lui mi rincorse.
Mentre correvo sul molo, però, inciampai. Che tonta!
Sarei caduta in acqua. Già, ma non successe. Cercai di tenermi in equilibrio: sembravo una cretina che cerca, invano, di spiccare il volo.
Che paura. Il cuore mi batteva forte. Avevo quasi perso la speranza di riuscire a non cadere.
Ma improvvisamente sentii una mano grande e calda afferrarmi un polso. Era di Zach.
Mi trascinò a sé impedendo che cadessi e mi guardò dritto negli occhi.
Il cuore stava per uscirmi dal petto. Avevo gli elefanti che ballavano il tango nello stomaco.
Eravamo così vicini che potevo sentire il suo respiro sul mio viso.
Mi fermai a osservare le sue labbra. Avrei voluto tanto baciarle. Iniziarono a muoversi:
“Tutto ok?” chiese mollando la presa.
“S-sì” balbettai.
“Certo che hai un talento speciale nel cacciarti nei guai” rise, continuando a guardarmi.
Rimasi immobile, senza riuscire a dire niente, solo ricambiando il suo sguardo.
Inspirò del fumo dalla sua sigaretta e si allontanò.
Nessuno si era accorto di quel che era appena successo.
Mi raggiunse James e gli porsi il suo cellulare, continuando a guardare Zach che si allontanava e continuando a pensare a ciò che era accaduto .
James si prese il cellulare con un’espressione confusa, non capendo perché avessi smesso di giocare.
“Che.. sta succedendo? Ti senti bene?” mi chiese, vedendo la mia espressione sconvolta.
“Sì” dissi acida, andandomene.
James era ancora più confuso di prima.
Tornai a sedermi nella panchina di prima, accanto a Cami:
“Dov’eri finita?” mi chiese.
“Sapessi” risposi vagamente.

Dopo un po’ tornammo a casa e continuai a pensare per tutta la sera a Zach.






Angolo autrice.
Salve lettori! Dalle visite che sta ricevendo la mia storia, vedo che siete in molti e mi fa tanto piacere.
Che ne dite di farmi sapere cosa ne pensate della storia?
Cosa vi piace, cosa non vi piace, cosa dovrei aggiungere.
Recensite e fatemi sapere.
Vi voglio bbbene!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Non feci altro che pensare a Zach per tutto il tempo. Magari gli piacevo sul serio. O magari mi trovava solo attraente e per lui ero solo una delle tante, che avrebbe voluto solo portarsi a letto.
E, anche se non mi sarebbe dispiaciuto andarci a letto, non volevo farlo come una delle tante.
Però sentivo che c’era qualcosa. Se fossi stata una delle tante per lui, non si sarebbe innervosito quando quel cameriere mi aveva parlato in quel modo.
Forse era solo una mia impressione. Forse era solo un altro dei miei mille film. Forse non ero neanche fra la moltitudine di ragazze che gli piacevano.

Mentre uscivo da scuola e mi dirigevo al mio motorino, vidi Zach appoggiato alla sua auto. Che strano: Cami non era venuta a scuola, che cosa ci faceva lui lì? Forse.. non lo sapeva?
“Zach” mi avvicinai “ehm Cami non è..”
“Lo so, non sono qui per lei” disse senza lasciarmi finire di parlare.
“Oh..” ebbi appena il tempo di dire che vidi arrivare Jessica Marshall e… baciarlo. Passandomi accanto come se non mi avesse vista. Sembrava che stessero insieme da un bel po’, dal suo comportamento.
Che mi ero persa? Due giorni prima faceva il ragazzo dolce e premuroso con me e ora quella scena.
Sul serio? Quella sciacquetta? Non facevo Zach così superficiale.
O, meglio, in realtà sapevo che lo fosse, ma non volevo crederlo. Mi ero creata un’immagine diversa di lui, lo vedevo sotto un altro aspetto che in realtà non aveva. E dunque mi ero illusa.
Il mio cuore saltò un battito. Lo sentii rompersi in mille pezzi. Sentii cadermi il cielo addosso. Non avevo mai provato una sensazione simile. Mi sentivo triste, arrabbiata, delusa, presa in giro. Presa in giro da uno Zach che avevo creato io nella mia testa. Delusa da una situazione che avevo praticamente immaginato, avevo fatto tutto da sola.
Zach la fissò finché non sparì dietro l’auto, per salirvici sopra, poi mi rivolse uno sguardo, mentre apriva lo sportello.
“Capisco” dissi, cercando di apparire meno sconvolta possibile. Cercando di fingere di essere “felice per lui”, cercando di mascherare ciò che provavo in quel momento, accennando una sottospecie di sorriso. Mi voltai, tirai un sospiro e mi diressi al motorino, dando le spalle a loro, che intanto erano partiti e stavano passando.

Tornai a casa e corsi in camera mia, mi gettai sul letto e iniziai a sfogare le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento, sul mio cuscino.
Non pranzai, come avrei potuto avere fame, dopo quello che avevo appena visto?
Mi sentivo stupida, per essermi illusa di potergli piacere. Ero arrabbiata con lui e anche con me stessa. Perché lui aveva scelto lei e non me? Che cosa aveva quella che io non avevo?
Rimasi sotto le coperte, al buio tutta la giornata. Alle orecchie le mie cuffie, da cui uscivano parole che nessuno mi avrebbe detto mai detto, che raccontavano storie che non avrei mai avuto, che mi rattristavano di più, ma che non riuscivo a non ascoltare. Abbracciavo il cuscino che assorbiva le mie lacrime, diventando sempre più bagnato e nero per via del mascara.
Accidenti! Avevo sporcato tutto il cuscino di mascara. Se mamma lo avesse visto, avrebbe iniziato a fare domande e non volevo che capisse che avevo pianto, perché poi avrei dovuto spiegarle il motivo. E non avrei potuto spiegarlo.
Che si fotta anche il cuscino, ci avrei pensato dopo! Mi sfogai e piansi fino a non avere più lacrime.
Io. Stavo piangendo per un ragazzo. Hayley Mikaelson stava piangendo per un ragazzo. Hayley Mikaelson non aveva mai pianto per un ragazzo e ora piangeva per uno stronzo, un donnaiolo incapace di amare.
Mi asciugai le lacrime, come meglio potevo e andai a sciacquarmi il viso. Mi sistemai, cercando di far sembrare che andasse tutto apposto e andai in cucina ad aiutare mia madre, che era arrivata da poco, con la cena.

“Che facevi in camera tua? Hai studiato molto?” mi chiese mamma, vedendomi arrivare.
“Beh sì, ho una verifica decisiva domani, volevo essere preparatissima” mentii.
“Bene, allora prenderai un voto alto?” disse con un tono di pretesa, mentre mi porgeva una terrina.
“Già, lo spero” risposi mettendo la pasta nei piatti.

Cercai di non pensare a Zach e a ciò che era successo quella mattina, almeno durante la cena. Non avevo una gran fame, ma avrei dovuto mangiare qualcosa, visto che avevo saltato il pranzo.

Dopo cena telefonai a Cami per sapere come stava.
“Ho solo un po’ di febbre, dopodomani credo di tornare a scuola.” Mi spiegò.
“Oh, bene. Meno male.”
“Tu come stai? Ti sento strana… che hai?” mi chiese.
“Tanto bene non sto. Ma non preoccuparti, ne parleremo domani. Riprenditi, buonanotte Cami” risposi.

Il giorno dopo sarei andata a trovarla. Molto probabilmente Cami non sapeva di Jessica e Zach.
Sicuramente se l’era solo portata a letto, quella puttanella.
Non sapevo cosa avrei dovuto fare, come mi sarei dovuta comportare con Zach. Solo al pensiero di incontrarlo, mi agitavo e entravo in panico. Non sarei riuscita a far finta di niente. Non sarei riuscita a parlargli o a guardarlo negli occhi.






Salve, salvino
Salve lettori! Scusate il ritardo, ma ho avuto molto da fare e ho dovuto cambiare anche alcune cose nel seguito della storia. Beh, qui sopra c’è il capitolo: spero vi piaccia! Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate. Sia se vi è piaciuto, sia se non vi è piaciuto, sia se pensate che dovrei modificare qualcosa. Baci baci, Frà.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Dovevo andare a casa Di Cami, conosciuta anche come casa di Zach. Anche se era giungo pioveva e, approfittando del fatto che mia madre non era andata a lavoro, presi la sua auto anziché il motorino.

Mi misi il cappuccio di una felpa, non molto pesante che avevo indossato e scesi dalla macchina, non pioveva poi così tanto. Mi diressi alla porta, sperando con tutta me stessa che Zach non fosse in casa o che perlomeno non venisse lui ad aprire la porta.
Suonai il campanello. Inspirai profondamente. Espirai.
La porta si aprì. Non avevo sperato abbastanza forte: ad aprire la porta fu proprio Zach. Cercai di comportarmi il più naturalmente possibile, ma mi riusciva molto difficile fingere in certe situazioni.
Stavo morendo dentro, non riuscivo a guardarlo.
“Hey” mi disse, vedendomi.
“Ciao, sono venuta per vedere come sta Cami” dissi.
“Entra pure, è in camera sua” disse col suo solito sorriso, che mi faceva solo stare peggio.
Accennai un sorriso per sembrare gentile ed entrai. Andai dritta in camera di Cami, senza guardarmi intorno.
“Hayley!” esclamò.
“Heilà come stai?” dissi sedendomi sulla poltrona accanto al letto.
“Meglio” disse mettendosi a sedere “Tu come stai?” mi chiese.
“Bene” sorrisi.
“Ho la febbre, ma sono sempre la tua migliore amica e ti conosco meglio di chiunque altro. So quando menti. A chi vuoi darla a bere?” disse seccata “E poi ti si legge in faccia che non stai bene. Vuoi dirmi che succede?”
Non mi sembrava il caso di raccontarle ciò che era accaduto, in quel momento. Lei stava male, suo fratello era in casa, avrei potuto aspettare.
“Niente di importante, davvero. Riposati e riprenditi, ne parleremo domani.” dissi alzandomi. La salutai e mi diressi verso il portone d’ingresso.
Ovviamente incontrai Zach di nuovo.
“Già vai via?” mi chiese, scrutandomi dalla testa ai piedi.
Era già tutto così complicato, perché mi parlava anche?
“Ehm sì, ho ancora mille cose da fare” balbettai.
“Piove molto” disse guardando fuori dalla finestra. Era vero, il temporale si era fatto più intenso “Sei in motorino? Vuoi che ti accompagni a casa?” mi chiese.
Non lo capivo proprio quel ragazzo. Che cosa stava facendo? Perché era gentile con me? Cosa gliene importava?
“Oh no, sono in macchina. Ma.. grazie per il pensiero” risposi, un po’ confusa.
Mi voltai e misi il cappuccio. Sentivo i suoi occhi addosso. Uscii di casa e salii in macchina, mentre affogavo nel mare di sentimenti confusi che c’era dentro di me.

La verità era che Zach mi vedeva solo come un’amica, o forse neanche quello. Mi vedeva come la piccola amica di sua sorella, con cui giocava da bambino, che sa solo combinare pasticci e che ha bisogno di qualcuno che la tiri fuori dai guai.
Si comportava gentilmente con me, perché era una cosa normale, ma era evidente che non provasse niente per me. Ero stata io a illudermi del contrario.
Era strano, ma il fatto che si comportasse in quel modo mi faceva stare solo più male. Desideravo che il suo comportamento fosse dovuto a un sentimento e non smettevo di sperarci. Ma subito mi rendevo conto che era ridicolo solo pensarci e per questo stavo male.
Cercai di evitare qualsiasi conversazione o incontro che includesse lui. Cercai anche di andare a casa di Cami meno spesso e far venire lei da me.
Non le dissi tutto dettagliatamente: solo che suo fratello stava con una ragazza e che avrei preferito non incontrarlo per un po’.
“Quel coglione. Come fa a non accorgersi di quanto sei fantastica? E’ un cretino Hay, tu meriti di più” mi aveva detto.
Ma non era vero. Non era vero che fossi fantastica, né che meritassi di più. Perché lui era il massimo e non avrei potuto desiderare di più.





Angolo autrice. Salve gente! Lo so che ci ho messo tanto, mi dispiace. E sì, so anche che vi sto dando notizie sulla storia col contagocce, ma così facendo faccio crescere la suspense! Spero di incuriosirvi e che la storia vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione. Vi voglio beneee!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2383211