Johanne's Chronichles

di juliez jewel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 'La cena'01 ***
Capitolo 2: *** Methos02 ***
Capitolo 3: *** Passato03 ***
Capitolo 4: *** Foedus Sacri Sanguinis04 ***
Capitolo 5: *** Frei05 ***
Capitolo 6: *** Ricordi06 ***
Capitolo 7: *** L'origine della razza07 ***
Capitolo 8: *** Inizio08 ***
Capitolo 9: *** Mello09 ***
Capitolo 10: *** Fino in fondo10 ***
Capitolo 11: *** Accordo11 ***
Capitolo 12: *** Noia12 ***



Capitolo 1
*** 'La cena'01 ***


Salve popolo! e' la prima volta che pubblico una storia..spero vi piaccia, ma non giudicatemi troppo duramente..l'avevo scritta per tramutarla in fumetto, ma non sono mai riuscita a completare le tavole del mio manga e visto che il racconto mi era piaciuto molto eccomi qui:))) Spero con tutto il cuore che almeno qualcuno la legga e mi dica ciò che ne pensa, recensite in numerosi:)sarebbe davvero molto gradito!:)) posterò nuovi capitoli,o almeno cercherò, nel minor tempo possibile..be che dire..Buona lettura!;)

Johanne's Chronichles 01
'La cena'


Parigi, com'era bello tornarvi dopo innumerevoli pellegrinaggi. Non si era mai sentita di appartenere a nessun posto in particolare, ma se proprio avesse dovuto scegliere era li che si sentiva di piu a casa, dove ogni mattone, ogni via, ogni vicolo le dicevano qualcosa, pieni zeppi di ricordi. Si era svegliata da poco, affrettandosi ad uscire dalla casa che le metteva sempre piu tristezza da quando era arrivata. Quell immenso palazzo sapeva di muffa e di freddo, ma soprattutto di morte. Scese le scale pressochè volando sulle sue open toe color crema. I tacchi producevano un rumore incalzante sul marmo gelido del pavimento ormai rovinate della tenuta, ma non le importava. I raggi di sole l'avvolsero e per un attimo la pelle eburnea di Joe sembrò risplendere mentre il suo cuore esanime da diversi millenni si riempiva di gioia. Con un andatura felina percorse i lunghi viali fino al pont d' Arcole, incurante dei passanti che ogni tanto la fissavano. Aveva una pelle bianchissima, capelli color nocciola leggermente ondulati che si incuravavano sulle punte, un fisico perfetto e lo sguardo di chi non ha mai perso una guerra coperti dalle lenti scure delle gucci. Le era concessa un'ora di sole o poco più, il che era giái fatto un evento eccezzionale dovuto al suo costante desiderio di rivedere la luce del sole attraverso i secoli. I vampiri erano creature della notte, ed e nel buio che dovevano strisciare, perche quella stella gialla in lontananza li avreebbe annientati, ridotti in cenere e il vento li avrebbe dispersi cancellandone le tracce per l eternità .Ma Johanne aveva osato, a costo di numerose bruciature, aveva abituato il proprio corpo alla visione seppur temporanea della luce. Dopo un infinita di dolore si era conquistata quel ritaglio di vita. Era tra i suoi posti preferito questo, la Senna, Notre dame in lontananza, brezza autunnale e  le voci dei passanti che risuonavano nei suoi timpani riportandole pezzi di discorsi. Le sue gote s' incuravarono leggermente alla visione di due bambini che giocavano a rincorrersi..quanto le sarebbe piaciuto diventare madre un tempo, ma la morte porta solo desideri inesauditi, e che resteranno tali. Prosegui lungo la via del lungofiume, vagava spesso senza meta', o in cerca di cibo. Entro' in uno dei cafe, Louis Philippe, lo faceva spesso, senza una particolare ragione affidandosi all istinto. Ordinò un cappuccino, non di certo  perche avesse intenzione di berlo ma ne poteva sempre assaporare l'odore e la consistenza calda attraverso la porcellana della tazza. La porta si mosse e senti entrare un uomo sulla quarantina, aveva un profumo costoso e un passo pesante. C'era un amico con lui, ma il sesto senso di Joe fiutò le sue intenzioni e dovette solo attendere.  Si appoggio al bancone sfoderandole uno dei suoi sorrisi migliori.
-'Posso offrirle un caffe mademoiselle?'
-'Ne sto gia bevendo uno, messeur, se non l'avesse notato'.Lo canzonò Johanne  spronandolo a fare di meglio.
-'Mi chiamo Xavier, Xavier Bonchard, molto piacere, e lei?' Se fosse ancora viva avrebbe avuto minimo 20 anni piu di lei, ma a quanto pare il denaro e l'esperienza aumentavano a dismisura la sfacciataggine.
-'Chloè, Chloè e basta' Disse Joe in modo incurante.
-'E' venuta in una vacanza oppure è qui del posto?'
-'Ho passato la mia infanzia a Parigi e sono tornata da poco dopo un lungo lungo viaggio, riassunse Jay qualche centinaio di anni.
-'Ah, capisco. Io invece sono qui da sempre, pensavo anche di cambiare aria, le piace viaggiare Chloè?'
-'Parecchio..'Ammise Joe divertita. l 'orologio che attangliava il suo polso mostrava quasi le due. Cenerentola aveva il coprifuoco presto.
-'Senta, che ne dice se continuiamo la nostra discussione a cena stasera ?' domandò la vampira con fare sbrigativo lasciando i soldi per il cappuccino sul tavolo. La mascella di Xavier era rimasta sospesa per qualche secondo per lo stupore, ma poi si affrettò di balbettare un compiacito assenso chiedendole l'ora. Non se lo sarebbe mai immaginato di aver fatto colpo in cosi poco tempo su questa figa pazzesca, neppure con le sue spiccate doti da dongiovanni.
-'A l'Astrance alle nove, l'aspetto, sia puntuale'. Disse Johanne chiudendo dietro di se la porta.
Non poteva andargli meglio, si pettinò con la mano i capelli l'uomo. 
-'Ancora non ci credo che hai un vero appuntamento con una ragazza' disse Juan, il suo socio sceso con lui per il pranzo.
-'Heheheh, avevi forse qualche dubbio? e ci scommeto un centone che me la porto pure a letto.! Disse l 'uomo pregustandosi la serata.
-'Convinto te...'
Xavier ne era convinto, non poteva che essere un escort, figuriamoci se una donna bella e ricca sarebbe uscita con lui. L'aveva capito dal ristorante, era uno dei posti più cari di Parigi.


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Capitolo 2
*** Methos02 ***


Methos           

     La calda luce degli ultimi raggi brillava in modo iridescente sui tetti gettando ombre bizzarre  sui larghi viali parigini La mente di Johanne era totalmente sgombra, faceva le cose in modo automatico, si metteva il rossetto senza doversi vedere allo specchio, si vestiva senza curarsi di quello che indossava, solo un lontano rimando della delicatezza dello chiffon le arrivava ai limiti della coscienza. Spegneva spesso la sua mente, si incantava, come se non appartenesse piu a questo mondo e più spesso le capitava più era consapevole del fatto che un giorno sarebbe diventata come una di loro. Vampiri talmente  antichi da aver perso completamente ogni pecezione di realta, in cui il ricordo di umanità era svanito da tempi immemori. Indistrubili, insensibili, indifferenti e immobili sui loro troni di pietra  senza bisogno di sangue, senza bisogno di fuggire la luce. Invincibili e persi per sempre in una realta parallela. La sveglia che per precauzione  Joe mise nel non si fosse svegliata rimbombo' tra le ampie mura della stanza quasi sgombra riportandola  subitaneamente al presente. Johanne si guardo allo specchio ritrovandosi persa nell iride verde dei suoi occhi. La ferocia che emanavano, il dolore, la solitudine. Sembrava un animale ferito, per chi ovviamente lo avrebbe saputo cogliere.
  Xavier indossava un paio di jeans leggeri e una giacca gessata nera, capelli neri che andavano diradandosi e uno sguardo preoccupato sul quadrante dell orologio. Il vestito di chiffon smeraldo di Joe sottolineava il suo morbido seno e il pallore etereo della sua pelle, era puntuale, inquanto odiava  aspettare e non faceva apettare nessuno per coerenza. -'Bonsoir messeur' proferi la ragazza facendolo sussultare
-' Aa, bonsoir Chloe! La stava aspettando..posso darle del tu?"
-'Faccia pure Xavier'
-" E ovviamente puoi fare altrettanto..' Le bacio' la mano accompagnando gli occhi di Joe con uno sguardo persuasivo
- Hahahaha, d' accordo'Disse Joe sorrdendo flebilmente Ordinò la prima cosa che lesse sul menu ascoltando pazientemente le futili chiacchiere di Xavier, avrebbe aspettato fino alle dieci e mezza, non oltre. Si era dimostrata molto paziente sino ad ora, ma persa nei meandri della sua mente il tempo scorreva in una dimensione a se stante. Si limitava solo a rispondere sovrappensiero  a qualche domanda di circostanza, in ogni caso rara,  preso com' era a cercare di affascinarla.  

La loro conversazione fu intransingentemente interrotta dal cameriere, ma ciò nonostante non fu abbastanza per interrompere anche i fili dei loro pensieri che brulicavano alla velocità della luce. Quando l'uomo si senti chiedere se avesse voglia di mangiare un dolce, non gli verrò certo in mente la crème brulè, ma ciò era talmente scontato che Joe non se ne meraviglio affatto. Tutto di quel uomo dal suo abbigliamento al suo falso interesse e l infinita sfacciataggine la infastidiva. Non che finora le avesse detto o fatto qualcosa, ma i suoi pensieri sono stati fin troppo chiari. Non era questo il motivo delle sue preoccupazioni tuttavia,ormai ci aveva fatto abitudine, anzi non ne aveva proprio di problemi, la scocciava solo che l'uomo mentisse cosi indiscretamente senza battere ciglio. Non era affatto interessante, e non c'era niente dunque che la divertisse, o che la facesse provare qualche emozione. Aveva fame.
-"Chloe, desideri qualcosa altro da mangiare? non  hai sfiorato cibo.' butto' l'occhio Xavier sulla cena intatta. Come può una persona normale domandarle questo con tanta afflizione mentre in realtá non gli interessava affatto?  -"No, grazie, temo di non sentirmi particolarmente bene, niente di grave, ho solo perso l' appetito." Lo assicuro Johanne per evitare ulteriori domande. Si era stancata di questo gioco.
 -"Ti dispiace se usciamo?, mi sento poco bene qui dentro."
-"Ma certo, lasciami solo pagare il conto." Xavier chiamò con il suo gran vocione basso il cameriere e gli chiese quant'era, dunque mentre stava affondando la mano in cerca del portafoglio un gemello gli si apri. Sulla bianca pelle violacea si vedevano visibilmente due distinti punti paralleli:morsi. Joe entrò in panico e mille idee esplosero nelle sue immaginazione.  Chi era costui? Non era forse causale il loro incontro??! Stavano per uscire e il vento raggelò la frenesia dei suoi pensieri.......era sicura che non fosse un vampiro. La sua mente avrebbe posto delle barriere per contrastare la sua curiosità e dunque ciò era impossibile. Quello che più la spaventava è che fosse un neovampiro non ancora entrato in possesso delle proprie capacità psicofisiche e dunque se lo avesse distrutto... il suo padrone non sarebbe stato molto felice,ma d'altronde Joe negò anche quest'ipotesi. Non era abbastanza bello per divenire uno di loro e la cosa piu probabile è che fosse un amante o un servo umano.
-"Xavier scusami, ti dispiacerebbe se andassimo a casa mia?, mi sento cosi affaticata...."
-"Beh, non c'è nessun problema, anzi."Il suo stupido sorriso beffeggiatore continuò a contraddistinguere il suo volto fino alla meta, che egli  mai raggiunse. In un millesimo di secondo Joe afferrò la sua mano e strinse il corpo dell'uomo contro il suo, evadendo nell'oscurità, le antiche,nobili pietre della città erano cosi raggelanti in confronto al morbido e burroso corpo che era in suo dominio. L'uomo non ebbe neanche il tempo di sussultare e soltanto un pensiero balenò nella mente di Johanne. "Spero solo che chiunque fosse il suo supremo riuscirà a trovarmi" e immergendo la mente nella scarlatta linfa dell'uomo con essa bevve tutti i suoi pensieri, memorie e conoscenze, rivedendo quello che le sembrava impossibile a tal punto da lasciare la presa. Era in preda ad una delirante follia, talmente potente da riemergere dall'oblio, costretta dalla sua memoria. Aveva visto solo un uomo nei ricordi di quella creatura, ma non poteva trattarsi della verità,.....non poteva trattarsi della verità.......  era tutta una sporca menzogna, un brutto scherzo ideato dalla sua mente. Stava forse diventando pazza, irragionevole ? Stop. Si arrese al flusso di ricordi che la colpiva. Era tardo autunno e le torri di Londra rallegravano il loro mezzogiorno. Era a fianco di Iole, immersa nella sua immortalità. E nonostante erano fianco a fianco ormai da più di quattro secoli, stavolta, forse stavolta era solo una finta. Ma lei lo amava, lo amava a tal punto da riuscire a sembrare umana. Quando le sue labbra la ricoprivano, era cio che più si avvicinava alla felicità nella sua delirante vita. E chissà per quale dannata ragione neanche il sangue non la appagava più tanto, perchè ormai Iolenheimer Von De Tia Al Lancarre era diventato qualcosa  di irrinunciabile nella sua vita, qualcosa di vitale, o in questo caso mortale. Non era forte come lei, non aveva accumulato abbastanza potere e dunque il loro amore si ricongiungeva allo scattare del crepuscolo, mentre all'alba ricominciava il countdown per rivederlo. Cosa se ne faceva Joe di dieci ore di solitudine? Una parola con cui lei si accomunava le era diventata estranea. Ma le bastavano per riuscire a controllarsi, le lunghe nottate di follia la affaticavano  a tal  punto che rifugiandosi all'amplesso della luce anch'ella si nascondeva, nelle sue condizioni di forza anche un raggio della maledetta stella l'avrebbe portata a morire definitivamente. Ma non era questo il motivo per cui tanto odiava la luce naturale, inquanto lo teneva lontano da Iole, e dunque godeva del suo massimo disprezzo."Adoravo quando uscivamo  a cacciare insieme,il suo inesauribile desiderio di sangue  non si appagava mai e allora le sue guance arrossivano facendolo desiderare ancora di piu. Adorava in particolare il sangue dei bambini, era cosi dolce e inebriante. ma mai quanto il mio. Poteva bere il mio sangue fino all'ultima goccia, lasciandomi morire mentre bevevo il suo......,ma Iole è morto. L'avevo ucciso io stessa, e una cosa del genere non era possibile. Non mi ero mai affezionata tanto a nessuno ed ero cosi cieca da non vedere che mi stava usando per accumulare potere. Piu lo scambio delle nostre linfe avveniva, piu lui diveniva forte, piu persone uccideva, piu diventava potente. Ma non era ancora divenuto della mia stessa potenza, Io,Johanne De La Chantelle ero un vampiro di oltre otto millenni , non poteva competere con me. Avevo addirittura acquisito l'immunità temporanea al Sole, esponendomi nei secoli ai suoi raggi mortali, ed è cosi che dev'essere morta quella malvagia creatura delle notte con cui mi ero unita. Per la prima volte ci incontrammo all'alba dei nostri giorni, ed era il potere che ci accomunava, ma poi fui costretta a fuggire, rincontrandolo a Parigi nel 1300,non era cambiato di una virgola e aveva le stesse smanie ed aspirazioni che con me nel tempo si sono placati depositandosi in fondo al mio cuore e facendolo diventare ancora più pesante. Nonostante settembre erasempre le piu calde della stagione, quella notte un vento gelido percuoteva la città, non era affatto un buon segno e il cuore di Johanne batteva violentemente, o anzi ,avrebbe battuto, ora invece era fermo, senza vita e senza utilità,come tante altre cose che la componevano.. All'improvviso sentì un odore, quello della pioggia, che tra un paio di minuti si era messa a rimbombare sui vetri della macchine mescolandosi al profondo profumo dalla scia di sangue che andava fino alla sua recente dimora. Qualcuno era venuto a disturbare la sua quiete. Con uno scricchiolio le porte del palazzo ottocentesco si aprirono fondando la luce  sulla ripida scalinata portante ai piani piu alti. La creatura si trovava nella camera da letto di Johanne, era in preda alla sfrenata allegria, ma non potè percepire nient'altro, non voleva infatti intrufolarsi nei pensieri di quella creatura, sarebbe stata notata e poi era cosi evidente l'identità di quella creatura e poi era cosi evidente l'identità di quella persona;Era sicuramente un vampiro. Sali le scale lentamente, con passo ansimante e la mente indifferente, non era turbata da quella presenza, in ogni modo non avrebbe potuto nuocerle, la sua, invece era la sorpresa. Appoggiò le lunghe dita affusolate sul legno della porta della camera da letto e si sorprese ancora di piu quando la creatura fece lo stesso a specchio. Ormai aveva capito chi fosse la creatura oltre quella soglia; Era Methos.

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Capitolo 3
*** Passato03 ***


Passato03

Con  calma e con  lentezza Johanne aprì la porta andando in modo indifferente verso il letto, il quadro che le si presentò non era dei migliori. Il morbido velluto sul quale dormiva era completamente macchiato di  sangue e accanto al legno massiccio del letto giaceva un ragazzo dentro una pozzanghera di rosso scarlatto, alla vista del qual Joe arricciò il naso, si era accorta che aveva ancora fame, un solo uomo, infatti non le sarebbe bastato, ma la vista di Iole la preoccupò a tal punto da rifugiarsi dentro queste mura. Era adirata con Methos, ma nonostante tutto lo salutò con la sua solita voce, esprimendo gentilezza e un improbabile affetto.
_"Methos......è un vero piacere godere della tua presenza stasera, ma quale sarebbe la ragione della tua visita? Methos era seduto dall'altra parte della stanza, e con voce gutturale rispose al suo appello.
-"Mi trovavo qui di passaggio,e dunque ho deciso che ti sarebbe stato gradito vedermi."
-"Lo ammetto, e un vero piacere rincontrarti, ma non è stato gentile da parte tua invadere la mia proprietà."
-"Scusa Joe,ma....vedi avevo tanta fretta di avvertirti di una cosa e non potevo indugiare, quindi feci in tempo a mordere quel tipo, come si chiama.........Xavier, cosi saresti venuta subito qui dopo averlo ucciso. Sapevo l'effetto che Iole produceva su di te ed è proprio di egli  che ho intenzione di parlare. Le sue parole la scossero , ma con voce rassicurante gli disse di continuare.
-"quattrocento anni fa quanto eri sicuro di averlo ucciso egli risorse, probabilmente e diventato troppo forte e dunque tornò alle sue precedenti abitudini, in piu di duecento anni ricostruì la Lega,che voi creaste a Roma nel Duecento e arruolo soltanto i vampiri degni di essere chiamati tali.... Il suo scopo e quello di  decimare la nostra razza coma fece gia in precedenza. Quella volta rimanemmo in centoventi persone, soltanto coloro che si erano uniti alla Lega, cioè i piu forti e valorosi, ma tutto cio fu possibile soltanto con la vostra unione. Ora egli è solo, ed è alla disperata ricerca del potere. Per un ignota ragione qualcosa scattò dentro Joe, con tutta la sua forza ella colpì il vecchio legno laccato del letto distruggendolo, distruggendolo in mille frantumi. La sua reazione scosse Methos, che in un attimo le si affiancò abbracciandola. Soltanto poche parole ella pronunciò in risposta.
-"Non c'è nessuna ragione per cui mi debba curare di un problema che non puo riguardarmi."
_"Iole vuole di nuovo te....."le sussurrò Met all' orecchio .
-"E se non gli impedirai di fare ciò che desidera, distruggerà tutti gli altri."
-"Usando la forza della propria mente gli fará implodere dall' interno cancellandone le tracce......... e creerà una nuova stirpe di vampiri che sottometteranno l'umanità...distruggendo gli affetti, l'amore,gli odi, lasciando spazio solo alla disperazione e alla folle voglia di uccidere. Le pupille di Joe si restrinsero e un immagine balenò nella sua mente: non odiava Iole, le aveva regalato tanti momenti di felicità ch'ella mai riuscirà a scordarsi, ma era assolutamente contraria alle sue aspirazioni, stava oltrepassando il limite tra l'indecenza e la follia. Johanne si  calmò sensibilmente accasciandosi sul velluto macchiato.
-'Quindi Iole desidera annientare i vampiri piu deboli.. ma come farà con i più potenti che non si alleeranno con la Foedus Sacri Sanguinis? '
-"Probabilmente gli distruggerá...." Met si era messo noncurante a giocherellare con i  suoi capelli. -"Potrà ucciderli solo se è piu forte di loro, ma i piu antichi?Non ha paura che essi si alleeranno con lui? _
-"Ha, ha! Guarda che Aglesia e Sajitan si sono gia uniti a lui da un bel pezzo. le pupille di Joe si restrinsero un altra volta..'
-"Perche? Se Sanno che insieme possiamo distruggere Iole? '
-'Gli ha costretti. Gli aveva obbligati dicendogli che avrebbe distrutto cio che avevano di piu caro senza che fossero in grado di ostacolarlo... possono proteggere loro stessi,ma non i vampiri che gli stavano accanto. -"E  Farelleh, che ha intenzione di fare con lui? é a tutti gli effetti immortale, o quasi..."
_"Credo che...non lo so, ma con tutti i vampiri che ha a disposizione riuscirà a imprigionarlo. Beh non credo  che lui fosse d'accorda con la Lega, ma non è nemmeno contrario. La sua vita non è messo in pericolo...Quindi!!Ormai la sua esistenza è cosi lontana da cio che puo essere definito tale, che non gli interessa affatto ciò che avviene nei dintorni. Cascasse il mondo!!!
_"E Clarisse?"
_"é morta...."
_"Cosa?" _"Com'è potuto accadere?"
_"Beh, forse non è il termine esatto, però credo che... non esiste piu, e non si risveglierà."
_"E tu, Methos? Che hai intenzione di fare..?-
_"Passerò dalla parte di Iole.... Joe gli sorrise amareggiata...
_"Capisco"
_"Volevo solo avvertiti in segno di un antica amicizia" _
"Non ti biasimo Met, ho sentito che hai legato la tua anima a un altro vampiro,, qual è il sui nome? _
"Frei.... l' ho creato io stesso. Mi trovavo in Austria nel 37' e lui era soltanto un suonatore di pianoforte che si esibiva tutte le sere in uno squallido teatro di periferia. Non erano gli anni migliori del secolo e io andavo a sentirlo suonare ogni sera, senza che egli mi notasse, il pubblico era poco, ma lui non gli degnava nemmeno di uno sguardo, erano loro a guardarlo con estrema attenzione,... sembrava che la stessa melodia legasse con i suoi pensieri raccontando storie di amori impossibili, di allucinanti avventure  e di ciò che stava avvenendo nel mio cuore che lo seguiva nota dopo nota nella sua passione,i la sua musica riusciva a rendermi felice, a farmi triste e a farmi fuggire via ripensando a cio che ho sepolto centinaia di anni fa... ma si stavano avvicinano gli anni di guerra... la seconda guerra mondiale.
Ed egli fu costretto a fuggire in Ungheria, ma fu intercettato al confine e spedito al campo di concentramento di Flossemburg, era venuto in Austria illegalmente, dunque cercando di lasciarla non aveva tutte le carte a posto e fu ritenuto pericoloso."
-'E tu, che hai fatto?L'ai seguito fin la?"Il suo solito sorriso maliardo si mischio all'amarezza sul volto di Joe.
-"Si,non avevo voglia di ucciderlo,...era cosi pieno di vita, nonostante tutto era veramente felice di esistere,seppure nella povertà."
_"Hahahahaha! Rise Johanne distogliendo lo sguardo. Non ti sarai fatto rinchiudere anche tu,spero."
-"Si,ho vissuto accanto a lui per due mesi conoscendolo meglio, ma i miei capelli ricrescevano troppo in fretta, e lui stava soffrendo....,..l'unica cosa di cui non potevo lamentarmi era il cibo: fiumi di sangue fluivano anche senza il mio intervento.. -"Johanne fece un lungo sospiro guardandolo rassegnata....
"E poi lo hai morso imprigionandolo nella totale oscurità,"
-"Si,sono stato costretto a farlo, ma a lui ormai poco importava, sarebbe morto lo stesso senza la mia intromissione....ed è da allora che si chiama Frei il suo vero nome infatti era Friedrich Petek.   _"Methos, tispiacerebbe spiegarmi un altra cosa?"
-"Uhm, spara!!" Era tornato all'atteggiamento infantile di prima.
-"Perchè desidera sottomettere l' umanità? Che cosa se ne fa di questa razza inferiore che può cacciare liberamente?" Met le rispose con una rumorosa risatina.....
_"Vuole vendicarsi di te!" Sa quanto ti piacciono quegli esseri infriori e li sterminerà tutti, o anzi li sottometterà se non ti unirai a lui.......ma cosi non ci sarebbe piu gusto a giocare con il cibo!!!" E quel deficiente crede che mi unirò liberamente a lui???! MAI. Comunque dimmi quant' è diventato forte?"
-"Uhm, direi che ha quasi  i tuoi stessi poteri, e quando avrà anche te.......con il tuo sangue sara incontrollabilmente in vincibile!"
-'Beh..'Disse la ragazza in tono ironico.
-"La cosa mi diverte molto!"
-"Ma tu,dimmi, dopo l' Ottocento non hai mai pensato di stabilirti con qualcuno?"
-"No, sai che non è la migliore delle prospettive, e poi secondo quello che tu, mi hai detto sarebbe la fine per i vampiri."
-'Tuttavia se tu lo facessi, salveresti gli umani!"
-"é veramente difficile che mi affezioni a qualcuno, Met. Lo sai anche tu. Met le si avvicino sussurrandole all'orecchio
'-" Ma lo sai che gli altri non morti verranno a cercarti? Se non ci vai da sola ti imprigioneranno, prendendo la tua linfa con la forza......" ad ogni modo Joe non voleva pensare a tutto cio nel corso della notte e in risposta con voce gutturale gli disse.
-"Ho ancora fame, Methos, ho ancora fame ." Affondando i denti nella morbida pelle del ragazzo, che la tenne stretta abbracciandola.    


 

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Capitolo 4
*** Foedus Sacri Sanguinis04 ***


Quarto capitolo.
 Foedus sacri sanguinis      
  Joe e Methos sfrecciavano fulmineamente attraverso la pioggia che continuava da un bel pezzo a risuonare nella notte. Erano in cerca del cibo, che non riuscivano a trovare, sembrava, infatti, che tutti a loro insaputa si fossero nascosti,..maci doveva pure essere qualcuno che passeggiava noncurante dell'acquazzone!.
-" Dov'è Frei adesso?"Siete venuti a Parigi insieme, no?
-"Si, ma vedi, lui ha preferito non incontrarti,'
-'E perché?" Chiese Johanne in tono canzonatorio.
.-' Ogni minuto che mi trovo accanto a te... insomma se Iole venisse a saperlo, lui sarebbe spacciato. Se io mi avvicino a te non è poi cosi pericoloso. Ma se Iole viene a sapere che Frei ti è stato accanto potrebbe annientarlo, crede che puoi fare diventare un vampiro immune al suo potere, e dunque noi di conseguenza passeremo dalla tua parte abbandonando la Foedus Sacri Sanguinis, cioè la lega del sacro sangue.'
-"Beh, non ho la piu pallida idea se ne sia in grado, ma non vedo come Iole Al Lancarre potrebbe venire a conoscenza della sua visita.'
-'Le sue spie sono dappertutto e presto si metteranno sulle nostre tracce."
-' Tuttavia ci terrei ad incontrarlo."
-' Sei un incosciente egoista! Non t' importa della vita degli altri? e poi solo per soddisfare la tua morbosa curiosità."
 Methos non si arrabbiò sul serio, ma la stava evidentemente stuzzicando.
-"Adesso fingi anche di essere in collera con me?Sarei soltanto curiosa di vedere di che razza di mostro potresti infatuarti. Sei ridicolo, ed hai paura che io stessa lo uccida, cosi non avresti piu ragioni di stare con la Foedus. . . _"...ma non lo farai in segno di un'antica amicizia.". La interruppe Met continuando il suo discorso.
-'Non lo farei in ogni caso.... non sono cosi stupida da annientare chiunque pur di non farti rimanere nella Lega.. Fate quello che volete, non mi riguarda .".
-"Comunque, se ci tieni davvero potrei farti conoscere Frei, ma non ci tratterremo a lungo, domattina ripartiremo e ti prego cortesemente di non cercarci."
-"D'accordo"Rispose Joe in modo indifferente". Sarebbe veramente un onore.".  
  -'Eppure io non ti capisco... come mai ci tieni cosi tanto a restare sola. dev'essere una bella scocciatura." _"Piantala di dire cazzate Methos, sto benissimo e non ho bisogno dei tuoi stupidi insegnamenti, e tantomeno delle tue prediche.".
-'E'  evidente che hai bisogno dell'affetto di qualcuno, forse il tuo cuore è ricoperto di pietra, ma sono certo che in fondo anch'esso palpita.". Johanne non lo prese sul serio, e l'unica cosa che notò furono due donne sui vent'anni che camminavano lungo un'angusta via del centro storico. Le notò anche Methos, che lì si avvicinò furtivamente; erano di fronte ad un bivio, Joe non aveva voglia di cacciare sperando di finirla qui, tantomeno Methos, non aveva tempo e urgeva la necessita di ritornare da Frei..
-'lasciamole decidere'. Gli consigliò Joe mentalmente, senz'alcuna voglia di perdere. Le due ragazze furono incrociate dai due vampiri. Una era di un'altezza considerevole, fasciata in un succinto abito bianco con un gran fiore arancione sulla spalla sinistra. Aveva gli occhi spaventati che con un chiarissimo verde brillavano nell'oscurità. La sua compagna, Justine era leggermente piu bassa, con uno sguardo fisso sui due sconosciuti che improvvisamente le domandarono all unisono.
-'Stasera siamo clementi, sta a voi scegliere chi sara' la prima a morire'.
Tuttavia prima che le due aprissero bocca per parlare, Met non rispettò il patto e affondò i denti nella serica pelle di Justine che si afflosciò nel suo abbraccio. Senza indugiare si cibò dell'altra; sedendosi al lato della strada aspettando che Met finisca. Era perfettamente consapevole che l avrebbe fatto,e dunque non aveva intenzione di sgridarlo. Quando Methos prosciugò l'ultima goccia di sangue dal corpo della ragazza, stesa in modo innaturale sul marciapiede, le sue guance erano rosse e il calore del suo corpo sembrava quasi umano. Quest'immagine rievocò in Johanne tanti antichi ricordi, tantochè non resistette ad abbracciarlo, in cambio Met le donò uno dei suoi malinconici sorrisi che l'hanno sempre contraddistinto.  Non era mai perfettamente allegro, mai definitivamente triste, sapeva infondere coraggio, ma aveva bisogno che qualcuno lo infondesse a lui, mentre Johanne non sapeva neanche badare a se stessa, ma si volevano bene, legati da un'antica, profonda amicizia.
-'Dai, andiamo da Frei ora...... Con ogni probabilità mi sa che ora si trova in casa mia, vero?!!!!
-'Si, ma come l'hai capito??? Chiese Met interessato.
-'Bah, ormai quello di comparire in casa degli altri sta diventando un vizio. Lo stuzzicò Joe.
-'Comunque, dimmi un'altra cosa, come hai fatto a rintracciarmi?'
-'In effetti è successo per caso.. io e Frei stavamo girando per la Francia e quando ho morso quel tipo…Xavier, ti ho vista nei suoi ricordi, erano all' incirca le tre, ho pensato che mi avrebbe portato da te, e in effetti cosi e stato,  anche se, devo ammettere  ci ho messo un po' per trovare la tua casa… ma mezza città ha il tuo profumo.
-"Mi hai fatto venire veramente la pelle d oca.. se fossi cosi reperibile.... sarebbe veramente una scocciatura." Met si fece esageratamente mellifluo, forse si sentiva in colpa per essere entrato in casa suasenza permesso, anche se incontrarlo fuori non era la migliore delle prospettive..
-"Non dovresti sentirti in colpa,capisco che non avevi scelta."Gli sorrise Met rallegrandolo. La pioggia cessó quasi del tutto.
-"Sai.. Joe, quella con Frei e una philia" Le pupille di Johanne si dilatarono e si copri involontariamente la bocca con la mano… Si fermò fissandolo attonita, e l unica cosa che riuscì a mormorare fu un flebile:
-"Mi dispiace..."La malinconia di Methos divenne il suo peggior nemico con cui stava visibilmente lottando, e anche se accenno un sorriso, era perfettamente chiaro che stesse perdendo.
-"Non devi dispiacertene, e una delle cose piu belle che potessero succedermi…"
-'Adesso capisco, Met. Non puoi starli lontano… se lo uccidessero moriresti anche tu. La verità delle sue stesse parole, gli scivolo addosso, rendendole momentaneamente inevitabili. In origine la philia era l'amicizia eroica, ma con tempo prese sfumature diverse. Nell' antica Grecia gli uomini spesso passavano il tempo in compagnia degli amici, particolarmente ad Atene l istruzione era accessibile soltanto ai maschi, dunque trascorrendo innumerevoli ore assieme capitava che la congruenza delle loro opinioni su uno stesso argomento combaciava magicamente, e avevano letteralmente necessita di passare tempo l uno accanto all'altro, cio ovviamente aveva numerosi pregi, era la massima intesa spirituale, l amicizia per eccellenza, che qualche volte aveva anche conseguenze fisiche, ma non necessariamente. Col tempo cominciò ad assumere altre sfumature il cui vertice fu nel 67', quando uno dei legionari romani morì in battaglia, lasciando il suo amico. Non si seppe esattamente per quali cause, ma anch' egli mori nell'arco di due giorni. Nonostante non vi furono molte persone che avevano una philia, da allora cominciarono a morire se restavano lontani dall'altra persona per piu di quarantotto ore. Inizialmente, nessuno prese sul serio la questione, ma col tempo le morti si fecero cosi lineari e programmate, che questo tipo di rapporto fu vietato. Da allora le relazioni  tra uomini diventarono principalmente fisici, anche se non mancarono casi di philia, ma non accadevano per caso, né perche i due lo avessero voluto. La differenza fondamentale era che divennero segreti e sostanzialmente disprezzati, mentre prima erano molto ben visti ed andavano quasi di moda. Tra i secoli, i casi divennero sempre piu rari, e anche se la Chiesa non ne venne mai a conoscenza, nella nostra società non vi si crearono condizioni adatte per la creazione di questo tipo d'amicizia, se non in casi particolari. Era rara addirittura tra i vampiri, dove mantenne il suo significato originale, era desiderata, ma inconsciamente, le sue conseguenze erano mortali, ma se si possedeva un'amicizia del genere ci si sentiva le creature piu appagate, era come ritornare di nuovo a vivere, tutto riacquistava nuovamente un senso, si era certi che non si sara mai piu soli. L aveva percepito nel suo comportamento, era distinguibile nel suo sangue, si rispecchiava nei suoi occhi. Ma era difficile da accettare, l idea che Methos potesse realmente morire era tanto impossibile quanto eclatante. Ma se succedesse veramente?

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Capitolo 5
*** Frei05 ***


Frei era effettivamente a casa sua, e stava esaminando l' infinita collezione di manoscritti che Joe confezionò in molti secoli, le sue cronache. Non le andava tanto a genio che rovistasse tra le sue cose cosi gli lanciò mentalmente un  segnale che Frei colse al volo domandandole perdono.
Ah,!allora non era tanto sfacciato quanto Methos! .
Era un bell'uomo, sui ventiquattro anni, abbastanza alto, quasi come Joe, con i capelli castani lucente tagliati in una via di mezzo tra l arrivargli alle spalle ed essere corti. Era abbastanza atletico  e attraente, ma ciò che maggiormente la colpi furono i suoi occhi verdi che brillavano come smeraldi puntati su di lei. Non era poi cosi facile sostenere il suo sguardo,era fisso e sembrava che ti penetrasse dentro arrivando fino al cuore. Basto questo per raggelare il sangue nelle vene della ragazza. Tuttavia, il modo cortese di parlare e le sue espressioni, la misero subito a suo agio. In fondo era lei il leone.
-" è veramente una bella abitazione. dell'ottocento, vero?"Chiese Frei curioso.
-"Si, ma e solo una delle mie case sparse per la citta, non ci vivo continuamente, di solito ci tengo i manoscritti e i libri."
-"Gia!Disse Met guardandosi in giro. C'e proprio un casino di roba!"
Si vede che le colonne di libri, che a tratti arrivavano al soffitto lo avevano impressionato. Intanto Joe si accomodò sulla poltrona cremisi sotto la finastra della camera degli ospiti. Nonostante la pioggia, che ricominciò a cadere copiosamente, il cielo era limpido e il chiarore di luna riusciva a fluire attraverso i vetri. Joe, infatti, non chiudeva mai le persiane, non era sua abitudine, e se aveva bisogno di un po' d oscurità, si rifugiava nella sua camera da letto, dove le finestre proprio non c erano.
-"Uhm, " Continuò la ragazza, che all'improvviso si accorse che Methos era andato via. -"Dimmi, Frei, suoni il pianoforte, vero?"
-" Si esatto, o almeno lo suonavo, sono circa sessant anni che non vi appoggio le mani: "
-"Oh, ma che peccato!Methos mi aveva detto che in vita ti piaceva davvero molto, ti spiacerebbe deliziarmi con qualche melodia?"
-"Non c e nessun problema, Johanne, Fece Frei avvicinandosi al pianoforte a coda di legno laccato, messo nell'angolo della stanza. Il colore del palissandro risaltava ancor piu l iride di Frei. Wagner era veramente uno dei compositori preferiti della ragazza, ma nonostante tutto il suo unico scopo era quello di farlo sentire piu tranquillo, che si era notevolmente teso all'arrivo di Johanne.
-"Methos era veramente restio a farci incontrare", continuo Frei sorprendendola.
-"E come mai?A me aveva detto che tu stesso ti eri rifiutato di vedermi."
-"Oh, io non mi negherei certo l opportunità! Ero davvero molto curioso, negli ultimi decenni Met mi ha parlato veramente tanto di te!"
_"Ah, non ascoltarlo! Sono tutte bugie!"Sorrise Joe in modo pacato.
-"Gia, quello che mi sorprende e che non ha mai detto nulla di malvagio sul tuo conto,"
-"Uh,Rise Johanne sotto i baffi .
-'E perche la cosa dovrebbe sorprenderti?'
-"Quello che mi sorprende, Johanne, e che non avendo mai detto nulla di male su di te, stanotte mi disse che mi avresti ucciso se ti avrei incontrata. E dunque questa l unica vera ragione della mia sorpresa.'
Joe rise rumorosamente. Methos non gli aveva detto niente a proposito di Iole. E i motivi.. talmente evidenti che solo un cieco non se ne accorgerebbe. Se Frei sapesse che e lui l unica ragione per cui sono dalla parte di Iole, non resterebbe certo con le mani in mano, non e il tipo. Probabilmente avrebbe chiesto aiuto a qualcuno, e se Iole lo avrebbe scoperto.. Puff! 'A dire il vero, non mi interessa minimamente che Frei fosse all oscuro di tutta questa faccenda' 'Lui non puo fare niente, ed e solo un ostacolo per Methos! Se a me interessasse il destino degli altri vampiri lo eliminerei, anche se cosi morirebbe anche Methos, ma in realtà la cosa non mi turba affatto. Che faccia quello che vuole Iolenheimer Von De Tia Al Lancarre!, non mi alleerò con lui, ma me ne starò in disparte finche la faccende mi riguarderà direttamente., anche se non credo che oserebbe.'  Mentre Johanne pensava a tutto cio, Methos rincasò, aveva portato con se un paio di leccornie.. era possibile che avesse ancora fame?! Erroneamente le due bambine che Methos porto con se erano destinate a Frei, che si abbandono al suo strenuo bisogno di sangue. Stava quasi svenendo dalla fame, senza che la benché minima emozione trapelasse dal suo volto, marmoreo ed impassibile. Forse solo una cosa, Johanne notò con la coda dell'occhio, la compassione, e la cosa la disgusto a tal punto da voltarsi.
-"Methos, posso parlarti un minuto, per favore?" Domandò Johanne con tono altezzoso. Per finta, ovviamente, era molto divertita.
-"Si, certo, Joe, di che si tratta?"
-"Non hai detto a Frei quello che sta succedendo, vero?"
-"Supponiamo, e allora?Vorresti dirglielo tu?"
-"Oh, no la cosa non mi riguarda, ma secondo quello che mi hai detto, tra poco ci sara una guerra. Frei, dunque, non ha presente chi siano i due sfidanti, chi c e dall' altra parte della bariccata?!" Joe lo stava decisamente prendendo in giro.
-"Johanne, non é solo un suo problema!" Le note di sfottimento nella voce della ragazza lo irritarono visibilmente. -"Neanche tu lo sai! C e Iole, e basta! Non c e nessuno a combatterlo, e senza due partecipanti, non ci puo essere nessuna guerra, dunque la questione non si pone, ci sarà soltanto la conclusione; la sua totale egemonia e il possesso d'ogni cosa egli desideri. Quelli che gli si oppongono, non sono abbastanza forti e sono disorganizzati, li ucciderà tutti. tutti per i suoi ideali di purificazione della razza.."
-"Cos e che vuole giocare a fare Hitler, o che? Concluse Johanne.
-"Non esattamente, vuole un esercito, Joe, un forte esercito. Nel caso la leggenda di quel potere fosse tutta una balla spaziale.".
-"E che cosa gli frutta uccidere gli altri vampiri piu deboli??"
-' E che ne so io? Non leggo certo i suoi pensieri!Non me lo permetterebbe mai. Penso sia un altro dei suoi principi smaniosi! E poi, scusa, dovresti saperlo meglio di me, ci sei andata a letto per più di mezzo millennio! Joe gli rispose con una smorfia.
-"Pensi di essere tanto santarellino?!Guardo che tu sei nella merda ancora piu di me! Io almeno non rischio la vita, tu invece ti fai il tuo amico, e se non te lo facessi, ti dovremmo sul serio procurare una bara! Non di quegli che si vedono nei film. Ma che diamine! Pensano veramente che dormiamo nelle bare! Sono infinitamente scomode, ovvio che c e gente che lo fa suo serio, ma i pazzi tradizionalisti e i fanatici ci sono in ogni società.
-"Ma ci hai mai pensato, Johanne se la tua vita ha almeno un briciolo di significato? D accordo, vivrai in eterno, diventerai sempre piu forte e arriverà un certo punto in cui non avrai piu nemmeno bisogno del sangue altrui per mantenerti in vita, ma la tua esistenza e vuota, tanto quanto lo sono i tuoi occhi. Il tuo problema è che dal principio non eri in grado di amare, non é un cosa che si puo perdere o acquisire, o c e, oppure No. E basta. Dicono che  noi siamo fatti di ghiaccio, ma al tuo confronto, tutti gli altri vampiri sono di burro, o anzi di caramello al lampone.". --'Dici che sono tanto spietata, ma per tua informazione il mio cuore gli apparteneva davvero." Methos rise di gusto. -" A chi, a Iole?Beh, bel modo di fare, il tuo, se non ricordo male alla fine hai tentato di ucciderlo, e ci sei quasi riuscita! Peccato che era talmente ghiotto del tuo sangue che neanche il Sole e riuscito a dissiparlo. Gia, proprio un bel modo il tuo, e avevi detto anche di amarlo! Forse confondi le due cose, l amore, non é dipendenza. Io ad esempio non tenterei mai di uccidere Frei, anche se scoprissi che mi sta usando per i suoi fini personali.". -"Beh, darling, il tuo sì che e un esempio azzeccato. Disse Joe in tono ironico.
-" Se lo facessi moriresti anche tu!'
-'Sì forse hai ragione, ma io almeno vivo per qualcosa. E tu invece? Prima o poi la solitudine ti soffocherà, e forse allora capirai che non ha veramente senso vivere per sempre e contare di fare qualcosa di importante domani, perche quel giorno potrà non arrivare mai. In fondo sei stata tu a fondare la Foedus, rammenti? Nulla conta il fatto che poi ti sei tirata indietro. Ormai la cosa era fatto, e anche se poi ti convinsi a fuggire, in ogni caso vi furono conclusioni devastanti non unicamente tra noi, rimanemmo in centoventotto, soltanto coloro che si erano uniti alla lega, ma appiccaste anche, l incendio di Roma. Anche se si continui a pensare che fosse stato Nerone. In ogni caso non ti incolpo, capisco che avevate un conto in sospeso con i romani. Anche se non approvo il modo in cui l avete risolto. Ti ricordo soltanto che quando Iole avrà quel potere, forse neanche tu potrai piu opporti  a lui, e allora deciderai di combattere, ma sara troppo tardi, perche non vi sara piu nessuno accanto a cui schierarsi. Non puoi tenere soltanto alla tua stupida vita, non puoi essere cosi egoista. Non sono abbastanza otto millenni per divertirsi??!"
-"Stai forse cercando di convincermi di qualcosa? Prima mi avevi chiesto di passare dalla parte di Iole per risparmiare l umanità, ora insisti che lo combatta. Non ti capisco, Methos Angin, non riesco proprio a capirti.". -"Ti sto solo dicendo che sei l unica che ha il potere di fermarlo, sia per salvare gli umani, sia per gli immortali. Trova il potere che sta cercando Iole prima di lui, cosi risolverai anche il secondo inconveniente. Senza di esso, o senza il suo esercito Iolenheimer non potrà commettere grandi gesta.'
-'E di che si tratta?"
-" Non lo so…. Credevo che tu lo sapessi!comunque l unica cosa che sono riuscito a scoprire. E che c e un indovinello in un antico libro conservato dal Vaticano che puo aiutarti a capire di che si tratta, ma nient' altro. -"E non sai per caso, dove si trova Iole?"Chiese Joe con un improbabile sorriso speranzoso. Le probabilità che lo sapesse erano praticamente nulle.
-"Ha, Ha!Certo che non lo so…. Ma forse riuscirai a scoprirlo tu stessa, non tutti i sostenitori di Iole sanno dov e ora, ma  il loro ricordi possono portarti a qualcuno che né e a conoscenza.
-"Quanti vampiri ha deciso di fare entrare nella Lega stavolta? '
-"Uhm,ne ho visti girare un bel po in giro, ma la maggior parte sono di infimo valore.". -"E cosa gli servono creature di quel calibro?'
-"Non ne so nulla, Johanne, so soltanto che io e Frei abbiamo ricevuto uno degli inviti speciali di Iolenheimer di fare parte Dei Cavalieri, ma non si curo di dirci che cosa fossero, soltanto che i membri di questo corpo erano in totale aumento."
-"Forse, se intendeva dire che era in totale aumento significa che non e un numero chiuso, ma aperto a tutti coloro che non si opporranno alla loro volontà, non come la volta precedente…"
-"allora che cosa avrà in mente stavolta?"
-"Non ne ho la piu pallida idea, Methos." Si impuntò Johanne.  
-"Ora e meglio che vada, Joe."
-"Si, certo, sono quasi le cinque. Hai ragione, andate."
-"Promettimi di pensarci su. Le chiese Met abbozzando un sorriso a fior di labbra.
-"Si, credo che mi toccherà farlo." Lo salutò Johanne abbracciandolo. Methos, invece, le dono un altro dei suoi sorrisi malinconici. Ah, come li adorava! Dovrebbe farli piu spesso. Salutò anche Frei con una stretta di mano, e li lascio partire diretti nell' scurita con una meta a lei ignota, e che al momento non la interessava. Ma nonostante tutto, senti un vuoto dentro di lei, come se una parte le mancasse, appoggiando la mano lì dove c era  il suo cuore e constatando ancora una volta che non batteva. Si mise stranamente a piangere, una cosa che nei secoli aveva creduto di aver dimenticato. I suoi occhi luccicavano e scie scarlatte rigavano le sue guance. Neanche lei stessa, ora non sapeva che cosa stesse accadendo tra i suoi pensieri, ma di una cosa era certa, definitivamente certa. Da oggi in poi non avrebbe piu vissuto una vita tranquilla, e l idea le piacque tanto assurdamente, che si disperò ancor piu a fondo, appisolandosi nella morbida poltrona cremisi rischiarata dai primi raggi del sole che comparivano all'orizzonte.      
  Fine quinto capitolo.


Ecco finalmente il quinto capitolo della serie, visto che fino ad ora non ho ricevuto recensioni non so se la storia vi piaccia...be io continuo imperterrita a pubblicare :)
Se c'è almeno qualcuno che la sta leggendo fatevi vivi:)
Buona lettura:)

Frei05


 

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Capitolo 6
*** Ricordi06 ***


Ricordi06 Ora non era tanto importante dove Frey e Methos si stessero dirigendo, e anche se Johanne era perfettamente consapevole che non era l ora di prendersi una vacanza non passò il suo tempo a rimuginarci sopra, nè tantomeno avrebbe provato a seguirli. Un'altra giornata di sole si stava avvicinando e Joe non l avrebbe certo sprecata. La luce risplendeva sulla sua serica pelle, e i capelli imprigionavano l albore del sole. Aveva deciso che oggi si sarebbe dedicata alle compere compiacendo la sua vanità, ed oraa un succinto abito rosso carminio la stava fasciando, esaltando la luminescenza del suo corpo. Si era messa a rimuginare su Iole, immaginando accanto a se la sua fallace fisionomia. Probabilmente la stessa brezza che ora la percuoteva avrebbe mosso anche i suoi lucidi capelli corvini che incorniciavano l'ovale del volto marmoreo e distaccato dell uomo.. I suoi occhi che scrutavano l infinito, oltre ogni apparenza, oltre ogni sensazione, oltre ogni menzogna e, le sue labbra piene di un insolito rosso sangue ricurve in un malizioso ghigno. Chissà su quante povere anime egli poggio le sue gote donandogli la dimenticanza della morte certa, quella che non si puo evitare, prevenire o affrontare, quella a cui si va di fronte inconsapevolmente e oltre la quale non puo esistere un Paradiso o un Inferno, ma eterne etere, dopo aver ricevuto il suo fatale bacio: l ultima tribolazione prima di lasciare il mondo dei viventi. All' improvviso l allarme immesso nell'orologio da polso scattò riportandola alla realtà, era giunta l ora di tornare a casa, l ora che segnava il limite della sua tolleranza alla luce. Si sarebbe rifugiata rinchiudendosi dentro la sua dimora e avrebbe pregato di ritrovare qualcosa che aveva perduto ricordando la ragione per cui le sue membra si muovevano. Stava perdendo il motivo per cui si svegliava all'alba andando per ore a passeggiare, sentendo i discorsi delle persone che la circondavano, tanto sciocche che la ferivano a causa della loro inconsistenza, e della fragile cognizione che non avrebbe piu chiesto a nessuno se le volessero bene e non si sarebbe piu sentita domandare come stava: non si sarebbe piu annoiata ad ascoltare i stupidi discorsi di qualcuno. Mai più. E cio la deprimeva, quel mai, infatti, sottintendeva una cosa eterna, troppo drastica nella longeva vita dei vampiri, Per loro, infatti, il termine mai era riferito soltanto al loro invecchiamento. Johanne stava andando lentamente attraversando il ponte delle riviera. L 'acqua fluiva abbondantemente riflettendo i raggi solari. Passando fu investita da una moltitudine di odori e suoni che la resero piu gioviale nonostante il peso di tutta quella solitudine. Le urla e gli strilli dei bambini erano le cose che preferiva. Con un mezzo cosi primitivo comunicavano i loro stati d animo, esprimendo entusiasmo,noia, divertimento, e soprattutto non mentivano mai. Non erano in grado di dire menzogne, non avevano secondi fini, non erano calcolatori, o almeno non  per davvero, non potevano trasformarsi in vampiri. Fino al compimento del loro quindicesimo compleanno non potevano essere trasformati in creature immortali, tranne alcune rare eccezioni. Ad esempio Farelleh, fu trasformato in vampiro all'età di sei anni, e appartiene alla quarta generazione di vampiri. La sua età si perde in un subisso di millenni. I bambini rappresentavano una cosa irraggiungibile per Johanne, una cosa che non avrebbe mai avuto, ma che ha sempre desiderato con tutta la sua entità. Ed e per questo che nonostante la sua vita fosse particolarmente longeva, si era sempre negata l ebbrezza del loro sangue. Quando era ancora umana aveva avuto una vita troppo travagliata per dar luce ad un figlio, e senza accorgersene non n'avrebbe mai piu avuto la facoltà. Tuttavia erano molti secoli che il suo desiderio la divorava, e forse era l occasione propizia per averne uno, non naturalmente, di certo, ma avrebbe potuto adottarlo. Che idea folle, la sua. Adottare un bambino umano era proibito dalle leggi non scritte della sua razza. Era deplorevole. Ma proprio per il fatto che era proibito l idea, la stuzzicava ancora di piu insediandosi nella sua mente e facendola agire di proposito. Non si era mai opposta, finora, a ciò che più desiderava, tranne se i suoi accanimenti erano contrarie ad alcune ferree leggi che lei stessa si era prefissata, come non nutrirsi di infanti. Mai, mai e poi mai..ma sarebbe stata capace di resistere all'empietoso atto? Era nelle sue facoltà? Con ogni probabilità neanche Dio stesso non l avrebbe detto con certezza, ora, ma qualunque fosse la risposta, aveva gia tutto prefissato e nulla l avrebbe distolta dal suo piano.  Rincasò presto, sollecitata dalla sua folle idea, questa concitazione  angherosa  la stava assillando facendola elaborare ogni singolo istante del giorno successivo. Lo avrebbe fatto domani, visto che non aveva ragione di indugiare, ma la sua blanda coscienza, le suggeriva di fermarsi di fronte a tanta immoralità, la pregava di pensare al bene della povera creatura, che non avrebbe certo potuto avere un avvenire felice, non avrebbe avuto una vita, ma sarebbe stato il morboso diletto di Johanne. Lei in cambio mandò al diavolo la sua coscienza. Pensava solo ai suoi desideri e a come soddisfargli, il suo era puro divertimento, nessun segno d'affetto o di rimorso. Erano le sette di sera e Johanne era imprigionata nella sua camera da letto. l unica senza finestre. Continuando a scrivere le sue cronache ripensava al potere di cui parlava Methos, qualcosa che affinasse infinitamente le capacita mentali e centuplicasse le fisiche…. Non aveva la piu pallida idea di che cosa potesse parlare, ma non era il caso di presentarsi al Vaticano. I Musei sotterranei erano protetti fino ai denti, era il loro tesoro, e loro intendevano conservarlo senza correre rischi. Solo la Lega, o una grossa incursione di vampiri sarebbe riuscita a penetrarvi, dunque Iole avrà quel potere, e lo avrà molto presto,, se gia non lo possiede. In quest caso avrebbe anche potuto rubarlo.. ma d altra parte, perchè le interessavano queste cose? Era ancora combattuta se immischiarsi in questa faccenda o meno. Non aveva capito la gravità della situazione. D altronde un'altra cosa che non riusciva a spiegarsi era come mai Iole solo ora ha cominciato a cercare quella forza… forse perche l ha scoperta da poco.. ma chi sara stato a svelarlo? Potrebbe averlo trovato nei tra le scartoffie di qualche biblioteca,, ma se non fosse cosi?! Se e stato qualcuno a dirglielo, di sicuro saprà qualcosa di piu in proposito, sempre ammettendo che quel qualcuno esista. Quel potere potrebbe concentrarsi in in ente materiale..Potrebbe essere un amuleto o qualsiasi altro artefatto. Un anello o una pietra.. forse un libro potrebbe aiutarmi. Johanne si vesti alla svelta con una maglietta fucsia, e una gonna di jeans blu scuro, non si trucco, ma orala magnificenza del suo aspetto era l ultima cosa a cui avrebbe provveduto. Era diretta in una delle sue tenute nei borghi della citta, lì dove conservava i suoi testi piu antichi e dove nessuno poggiava piede da ormai una ventina d anni. La via era illuminata da due altezzosi lampioni, la loro luce livida ad intermittenza gettava la strada in una quasi totale oscurità, ma Johanne ci  vedeva, ci vedeva talmente bene come se fosse mezzogiorno e ogni singolo oggetto era esposto alle onde della luce. Era una vecchia villa che aveva acquistato ancora nel Settecento, ma non vi ha mai abitato. La tenuta fu trasformata in una specie d immensa biblioteca, un groviglio di labirinti intersecati da angusti passaggi, ma nonostante la notevole quantità di codici tutto era perfettamente in ordine senza che un solo oggetto fosse fuori posto. Il secondo piano era interamente dedicato alla civiltà dei romani, comprendeva i manoscritti dei maggiori letterati e filosofi di quell'epoca, e anche alla rinfusa qualche cronaca di Johanne, che a quei tempi era solita chiamarsi Gaia. Gli antichi scaffali dalla biblioteca erano quasi vinti dalla muffa che dilagava sui muri e sul soffitto illuminato da un massiccio lampadario di cristalli forma tetraedrica. Il pavimento era in legno laccato, scricchiolante ogni volta, nonostante i passi soffici dalla ragazza. Non si era ancora nutrita oggi  e ci avrebbe pensato al piu presto. Sentiva ardentemente i morsi della fame. L iridescenza  del suo corpo riflessa nello specchio di fronte all'entrata la rendeva ancor piu irreale e la avvertiva del suo bisogno di mangiare. Quando il sangue scorreva nelle vene di un vampiro, infatti, nell'aspetto, lo rendeva di tutto e per tutto uguale ad una persona normale e gli donava il calore del corpo che ha appena straziato.

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Capitolo 7
*** L'origine della razza07 ***


Scusate per l'assenza, ma ho avuto dei problemi tecnici con il sito(mi sono dimenticata di aver richiesto la modifica dell user name hihihii:)se vi è piaciuto un commento sarebbe gradito:
Be vi lascio al prossimo capitolo
 
 
 
L'origine della razza07
 
 
Per quello che si ricordava, nessun libro poteva trattare un soggetto del genere, ma forse non era lì che doveva guardare, non tra la produzione letteraria dei vivi, ma dei morti, i libri scritti dagli immortali. In questo caso il campo si restringeva. Magari dopo che avrebbe rovistato per mesi tra tutte queste cartacce lo avrebbe trovato in due secondi su Google, anche se probabilmente poneva troppa fiducia nella tecnologia, in internet la maggior parte della cosa non sono altro che patacche. Provò per ben mezz' ora a cercarlo nel suo cellulare, ma non c era nulla che fosse convincente, allora si arrese e si convinse che i vecchi modi sono sempre i piu efficaci e piu fruttiferi.
L'unico libro che possedeva redatto da un vampiro si trovava nel suo appartamento a Parigi.
In realtà quasi tutti i suoi libri si trovavano li, anche se da tempo pensava di regalarli a qualche museo, in ogni caso non la infastidivano, anche se occupavano parecchio spazio. Il resto lo conservava in una cantina a Pisa, e in un vecchio palazzo a San Pietroburgo,ma in quantità notevolmente minore. 
"Un antico manoscritto parlava dell'origine della nostra razza e forse poteva avere qualche accenno alla misteriosa forza.
Il codice in questione mi fu regalato da Iole stesso nel milleseicentottantatrè. Dunque non penso ci siano molteplici possibilità di trovare qualche appiglio, ma in ogni caso vale la pena di tentare. Lo scrittore era Mishaal, un vampiro della prima generazione, era uno dei primi filosofi e l intero libro era dedicato alle sue ipotesi di creazione della nostra razza.
E' comparsa notevolmente dopo l uomo, o forse si e sviluppata piu lentamente. Mishaal fece vari supposizioni su questo fatto.
La prima teoria era basata sull idea che 1.8 milioni di anni fa, quando l uomo comparse e cominciò ad evolversi in ciò di cui ora ci nutriamo, un'altra grande catena di mammiferi cominciò a svilupparsi,essi presentavano nell' aspetto fisico le caratteristiche degli umani, ma non erano del tutto tali, non erano ancora omeotermi, e dunque la temperatura del loro corpo dipendeva dalle condizioni atmosferichee inoltre presentavano ancora numerose caratteristiche animali, se non altro per l interno.
 Potevano riprodursi, ma con l evoluzione vennero meno a questa capacità. Questo fece si che furono destinati a scomparire, anche grazie alla loro omeoterma che li ha condannati durante le glaciazioni. Nonostante ciò alcuni sopravvissero, ma mutarono totalmente, erano riusciti a salvarsi grazie ad alcune deformazioni che presentavano, erano insensibili, cioè le loro cellule ricettive erano assenti o non rimandavano il segnale al cervello. Inoltra mutarono anche la loro composizione ossea, ed in particolare quella dei denti e dei canini, per strappare meglio la carne: erano solo carnivori. La loro intelligenza era assai infima, ma con passare del tempo svilupparono spiccate capacita uditive, visive e dell' olfatto. Tuttavia erano vivi, e non bevevano sangue. Presto, entrarono in contrapposizione con gli umani che hanno cominciato a cacciarli, dunque il loro numero diminuì ancora. Essendo affiniti agli animali erano soliti mordere la vittima, anche se non risucchiavano la loro linfa; questa caratteristica ha una provenienza ignota.
La leggenda narra che uno delle ultime creature di quella razza per difendersi, morse un uomo e a causa del suo veleno l uomo si ammalò,ma riuscì a sottrarsi alla bestia salvandosi. Il veleno in questione colpiva lentamente, e durante un lungo periodo di agonia, le caratteristiche di quell umano cambiarono, accrescendone i canini e facendo morire il suo corpo. Quando si svegliò, non aveva piu bisogno di mangiare, di bere o di rispettare altre esigenze del proprio corpo, che era appunto deceduto.
Era soltanto un involucro governato dallo spirito dell' uomo, che poteva restringersi o espandersi, leggendo i pensieri dei suoi simili. L unica cosa di cui aveva bisogno era il sangue, la cosa che lo legava al suo corpo e l unica che lo costringeva a rimanere all' interno dell' involucro senza la possibilità di emigrare. Quel veleno, dunque, colpì anche l anima dell' uomo che non poteva lasciarlo, nonostante la morte del corpo, la parte piu futile e meno longeva di noi.
Era il primo vampiro, il suo nome era Saahm. 
Come ogni suo successore era assolutamente intollerante alla luce,la sua anima, infatti era costretta a stare nell' oscurità,non invecchiavano e non sarebbero mai morti, soltanto il sole poteva scinderli cancellandone le tracce, null'altro, neanche se si fossero ridotti in cenere. L unico Metodo era sottoporli alla gialla stella o farli bruciare dal fuoco, mandando le loro ceneri ai quattro venti, altrimenti sarebbero risorti dalle spoglie restanti unendosi assieme pezzo per pezzo, bisogna fare in modo che non singolo pezzo non sia piu in grado di saldarsi assieme."
Mishaal fece altre teorie su alcuni comportamenti degli esseri immortali, ma a Johanne tutto ciò parve soltanto un mucchio di parole senza senso.
Ella non possedeva altri testi scritti in proposito delle generazioni dei vampiri, ma sapeva che Saahm , il presunto padre degli immortali creo' altri quattro suoi simili.
Due uomini e due donne. "Di notte facevano strage degli abitanti dei primi villaggi che sorgevano, riuscendo a uccidere addirittura cinquanta persone a notte per depravarli della loro linfa. Erano esseri abbastanza deboli, con un basso controllo delle capacità mentali, ma constatando le conseguenze della loro caccia, Saahm proibì ai suoi figli di dar vita ad altri vampiri.
Aveva paura che a causa della loro ingordia sarebbero riusciti a sterminare gli umani. Per molte centinaia di migliaia d'anni questa ferrea legge era in vigore tra i quattro. Mishaal, Safi, Juhem e Crime, ma dopo molti millenni, essi si ribellarono creando un nuovo immortale, il primo della seconda generazione. Egli era infinitamente potente, poiché racchiudeva in se il sangue di ognuno dei quattro, e la sua longeva esperienza. Era questo il modo di creare un nuovo vampiro, risucchiando tutto il sangue di un umano e riempiendolo col proprio.
Il vampiro che crearono si chiamava Angellahass, era il quindicimila a.C. Aveva la forza fisica di diecimila uomini messi assieme le loro spiccate capacita visive olfattive ed uditive, ed erediò anche la loro forza mentale, riusciva ad espandere la propria ragione non soltanto per leggere i pensieri degli esseri viventi, ma poteva anche piegare la loro volontà al suo volere.
Aveva ventitrè anni.
Con il passare del tempo fu creata una notevole quantità di vampiri che via via risultavano sempre piu deboli.
Il primo immortale a cui un vampiro da origine ha mediamente la forza quasi eguale al suo creatore, ma mano mano che ne crea altri divengono sempre piu deboli.
Ma cio nonostante la popolazione terrestre si ridusse notevolmente. I vampiri non si accontentavano mai solo di rispettare le proprie esigenze carnali, erano lussuriosi e il sangue degli umani gli donava l estasi piu completa e la dimenticanza, potevano fare eccidio di umani anche in una sola notte.
All' improvviso nel 10572 A. C. tutti i discendenti di Saahm morirono. Non si sa per quale ragione, o cosa fosse stato a provocare la loro rovina. Saahm era deceduto ormai da un bel pezzo, tentando di vendicarsi dei suoi figli per avergli disubbidito, essi lo soppraffecerò bruciandolo e disperdendo le sue ceneri nel mondo circostante. Tuttavia era ben felice di andarsene. Sapeva che il loro stesso sangue si sarebbe ribellato contro di loro. La sua vendetta sarebbe stata compiuta anche senza il suo intervento. 
Come gia avevo detto, scomparirono tutti, ma senza che nessuno riuscisse a spiegarsene le ragioni, alcuni dicono che il loro stesso figlio gli ha esposti alla luce, o forse sono ancora vivi, ed ora si trovano in uno stato di trance ad abitare nei propri ricordi e nelle rimembranze, senza piu voglia o capacita di costruire la storia. Nelle loro bare, nel loro silenzio, nella loro eternità.
A Johanne non era mai interessata la storia delle sue origini, esisteva, e non andava fiera di questa lacerazione per l umanità. Dentro di lei si combattevano sentimenti opposti, la lussuria e la sua enorme vanità contro i suoi precedenti principi che con tempo mano a mano decadevano lasciando spazio al vuoto senza limiti e senza morale.
All' improvviso senti un acuto languore che la trasporto nel suo appartamento.
La totale oscurità dilagava tara i corridoi e sembrava che la sua ignea mente fosse l unica cosa che pulsasse tra tutto quel legno ammuffito, non poteva sopportare questa tribolazione, aveva bisogno che l acre gusto del sangue la permeasse, facesse parte di lei, e le riempisse quel vuoto dove centinaia di anni fa si trovavano i suoi principi.
Quando era ancora umana per salvare la vita di chiunque avrebbe offerto la sua. Ah, come sono cambiate le cose da allora, era corsa ai piani piu bassi, diretta in cerca di una preda. Uhm, adesso uccidere era uno dei suoi piu grandi divertimenti, ma ogni tanto, si domandava ancora se avesse potuto dare la sua vita per qualcun altro.
Anche se era quasi impossibile verificarlo, la questione la assillava lasciandola soccombere alle frenesie autolesionistiche di tanto in tanto.
A sue spese si era accertata che non poteva morire. Anche se smembrato o dilaniato, il vampiro ritorna nel suo stato precedente, cioè com' era quando e stato morso, piu un vampiro e potente piu le sue capacità di autoguariggione sono tempestive, ma anche se un essere immortale fosse smembrato e gettato con una pietra sul fondale dell'oceano si ricomporrà pur offrendo nell'agonia peri secoli, e se non troverà la forza per riemergere, aspetterà che l oceano si sarà prosciughato e allora, quando sara libero si vendicherà. La vendetta sarà la sua unica ragione di vita e se il suo malfattore e morto colpirà le sua prole trasformando la loro vita in un incubo, e alla fine se ne ciberà diventando immensamente potente. Il loro sangue raddoppierà la sua forza, propria a causa del valore che egli stesse gli ebbe concesso, l unico sospirato negli anni di trista e sofferta prigionia.
Non puo esser questo, tuttavia, il potere che Iole cerca, non si sottoporrebbe mai ad un tale abominio.
Il vento trasportò fino a lei l agrodolce odore di un cuore che batteva, aveva voglia di divertirsi.
La caccia era aperta.
 

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Capitolo 8
*** Inizio08 ***


'Inizio08
 
Stava seguendo lentamente la propria vittima restando sempre nell’oscurità, ma faccendo in modo che egli si accorgesse della sua presenza. Sarebbe stato piu interessante. Erano le due di notte e la Luna illuminava i suoi passi al posto dei lampioni che quella sera si rifiutavano ardentemente di svolgere il loro incarico. Lui era solo un solo ragazzo, diciassette anni, statura media e il volto pallido e angosciato. Camminata incalzante, e panico inconscio e inspiegabile. Il sangue fluiva attraverso le vene della sua preda in modo quasi ipnotico.. Cercava di essere razionale, ma l istinto primordiale dell autoconservazione distoglieva la sua attenzione dal passo incerto e dai muscoli tesi. Cercava di convincersi di stare soltanto farneticando e che in realtà non c era anima viva in quella via, congettura sulla quale non aveva poi tutti i torti. La vampira era divertita per i suoi ragionamenti, il ragazzo che stava seguendo, si chiamava Jamie. I suoi capelli biondi sapevano di lavanda..non vedeva l ora di scorrere i polpastrelli tra quelle ciocche setose, cosi morbide, cosi fragili ed irrestibili per lei. Stavano camminando, ormai, da un pezzo, senza incrociare nessuno. Coincidenza sorpendente anche per i sobborghi parigini. Il ragazzo accelerò il passo. La sua metà, infatti, non era lontana da qui. 
Con uno scattò la cacciatrice gli si paró davanti, un istante prima che aprisse le porte dell’angusto edificio della sua abitazione. Il viso della vittima fu abbagliato dal solito sguardo fatale e sorriso maliardo della vampira. Era cosi labile nei suoi confronti e a Johanne parve che la mano che ora lei teneva stretta era in realtà fatta d’aria e che avrebbe potuto distruggere e schiacciare in un baleno senza minimo sforzo. Il ragazzo le sorrise spaventato posando su di lei grandi occhi color nocciola contaminati con d oro. Il suo sguardo era tiepido, anche se velato di ansia. Johanne non era solita controllare i pensieri delle proprie vittime, costringendoli ad obbedirle. Il suo corpo opalescente la privava di questa necessità e i suoi dolci lineamenti sottolineavano la sua infinita vaghezza. Non aveva intenzione di intrattenere una conversazione con il ragazzo, i suoi pensieri le erano sufficienti,tuttavia immerse le dita affusolate tra i suoi capelli. Le lunghe ciocche dorate le ricoprivano le mani e gli occhi della vittima la fissarono, ma erano riusciti a scorgere, in fondo, il suo sguardo perfido e famelico?
Il ragazzo era paralizzato alla vista di Johanne, e ci mise qualche istante per riprendersi.
La luce del palazzo rifletteva la pelle di Joe, era come un animale, possente e reale, magnifico e indomabile. Le dita della vampira scesero lungo le gote della vittima, il suo cuore tornò a battere con una veemenza ancora maggiore. Era perso negli abissi della mente della ragazza. 
-'Cchhi sei..?' Farfugliò Jamie.
Silenzio, lunghi istanti di silenzio impregnati di attesa. Le labbra della morte furono sempre più vicine a quelle della vittima, tremanti, fino a lambirle, lentamente, prima con la lingua, accarezzandone il sapore, cominciando ad istaurarsi lentamente al suo interno. Il ragazzo rispose al bacio.
Aveva ancora qualche attimo di vita, la cacciatrice non era in vena di giocare con il cibo stanotte. Il ragazzo la cinse con le braccia.
Johanne si svincolo dal suo amplesso, abbracciandolo lei stessa e bruciandosi contro il suo calore, riusciva a percepire il battito del suo cuore che le risuonava nelle orecchie, il flusso del suo sangue era irresistibile. Poggiò le gote sul collo di Leo affondando i canini nella sua morbida pelle. Un flusso di ricordi, la colpi, tutto ciò che pensava e che aveva provato ora era suo, assieme al sangue che rigurgitava smaniosa a fiotti, finche l ultimo barlume della vita del ragazzo si estinse. Lo appoggio a terra accasciandosi contro la porta del palazzo. Doveva ricoprire le tracce, ma ci avrebbe pensato piu tardi, aveva ancora fame.
La sua caccia era stata appena aperta.
Aveva bisogno di altro cibo, pensava di portsrsi a casa qualche prostituta, non che le piacessero le cose facili, semplicemente non aveva alcun sprecare energia, in particolar modo per ciò che intendeva fare. Dovette ritrovare la strada principale,. Ne scelse due a caso, non aveva importanza adesso, Le accompagnó a piedi fino al suo appartamento piu vicino, anche se si volle una mezz ora abbondante. Johanne non aveva una macchina, per il semplice motivo che frequentare i mezzi pubblici la divertiva troppo, e nel caso in cui dovesse spostarsi velocemente non ne aveva di certo bisogno.
Un appartamento al settimo piano di un palazzo mattoni rossi, vecchio e malconcio.
La vampira ordinò alle duee squillo di restare li per qualche giorno, pagandole profumatamente e promettendo il resto dei soldi alla fine. Le due, non fecero domande, a quanto pare avvezze a richieste bizzarre. Erano le cinque di mattina e Johanne ritorno fulmineamente a casa. Il compito che gli aveva assegnato era molto semplice. Dovevano solo seguire le istruzione recapitate al telegono fisso nell appartamento..
Johanne torno frettolosamente a casa, erano le cinque del mattino ormai.
Sarebbe stato un giorno memorabile, quello d’oggi, e lei si sarebbe preparata a sostenerlo.
Non restavano che dettagli da definire. Dopo oggi il suo piano stava prendendo forma..
 

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Capitolo 9
*** Mello09 ***


Presto ho intenzione di pubblicare uno spin-off sulla vita di Methos, e precisamente la storia della sua creazione. 
Parlando dell racconto non c' è molto movimento per ora, però presto i tasselli si comporranno e si intravedrà una trama unitaria. Riassumendo il mondo dei vampiri è sull orlo di un altra guerra. L'antagonista sta tramando il controllo di tutti i vampiri e un soggiogamemte degli umani, con l aiuto di un'arma che gli darà la capacità di sopraffare anche chi é molto più potente di lui! È alla ricerca di tutti i vampiri, anche se non sono poi cosi tanti. Il suo interesse é posto innanzitutto su quelli antichi. Uno dei suoi obiettivi é Johanne, per punirla del suo tradimentoo e servirsi del suo sangue di vampiro millenario. Qual è tuttavia il motivo per cui Iolenheimer vuole dominare gli umani? E Johanne, perchè proprio ora ha deciso di esaudire il suo antico desiderio di avere un bambino?
Se avete letto il capitolo o vi piace la mia storia..commentate altrimenti non so in cosa devo migliorare! Buona lettura;)
 
 
Mello09
Si svegliò presto, eccitata all idea di realizzare finalmente uno dei suoi sogni piu reconditi.
Afferrò il cellulare e compose febbrilmente il numero della signora Duval, quella che si sarebbe occupata del adozione. Le pratiche erano quasi concluse, e anche se di solito non sono i genitori a scegliere chi sarebbe stato loro affidato Johanne avrebbe avuto questo previlegio, le era bastato un intima chiacchierata vis à vis con il direttore.
Era ansiosa, più del solito, piu dei suoi primi passi sotto la luce del sole, più della sua prima vittima e della prima volta che aveva assagiato il sangue, cose di cui ormai aveva un ricordo vago li e sbiadito dal tempo. Si pettinó i lunghi capelli nocciola, e sorrise nel constatare una strana luce nei suoi occhi.
Era in anticipo di un'ora. Prese la metro e nonostante questo le toccó camminare almeno mezz ora per arrivare al posto. Era uno degli orfanotrofi piu vecchi della citta. Tre piani di edificio degli anni '20, con le tegole che mancavano e lo stucco caduto accumulato sotto lfinestre.
La segreteria al piano terra le indicò la strada, secondo piano. Il primo ufficio a sinistra, numero 32.
La ragazza fece le scale lentamente, soppesando ogni passo. L 'ansia si stava trasformando in un terrore misto all eccitazione.
Bussò tre volte finchè una stridulo voce dall altra parte le proferi di entrare.
Buongiorno, cosa la porta qui? Sorrise la signora cordialmente.
-'Sono Lavinia Tournien si ricorda la telefonata di stamattina?
-'Ah si Mademoiselle. È un piacere incontrarla finalmente! Be le dispiace se prima di andare dai bambini facciamo due chiacchiere?'
Ma di cosa voleva parlare questa.. si innervosi Joe ma ovviamente non lo diede a vedere.
-'Si certo, mi dica.' D
Rispose Joe.
-'Qual è il motivo che l'ha spinta a questa scelta?'
-'Volevo dare il mio contributo alla società..cioè insomma, un bambino è meglio che cresca in una famiglia piuttosto che in un istituto.'
-'Si, sono d'accordo con lei.., ma é cosi giovane ..sicura che ne sarà in grado?'
-'Non si preoccupi, sono piu vecchia di quanto sembra' rise Johanne
-'Se lo dice lei..be mi segua..'
La signora Duval si alzò andando verso la porta. Joe la seguì
 
L’infinito corridoio bianco era illuminato dalla torbida luce dei freddi raggi della luce del sole che lo invadeva rispecchiandosi nelle ampie finestre poste su tutt’e due i lati.
Si ritrovarono di fronte ad un grande vano costellato di porte distanziate e tappezzate di scritte indecifrabili.
-“Vede, adesso i bambini stanno ancora studiando, ma tra dieci minuti dovrebbero uscire. Un tintinnante e sgradevole suonò rimbombando tra le candide mura dell’orfanotrofio. Non appena le porte si aprirono una nuvola di felicità infantile dilagò nei corridoi.Qualcuno si era fermato sulle panchine, o sulle sedie colorate, altri erano corsi nella sala da giochi, che si trovava infondo al corridoio. Evidentemente la signora quello che cercava perché la invito a proseguire con lei, Johanne si sentì persa..
 Si stavano frettolosamente avviando verso una stanza con le porte spalancate. Le enormi finestre ad altezza umana illuminavano l aria rivelando un mucchio di bambini distratti.
La mente di Johanne fu inconsciamente attratta dai profumo candido dei loro capelli, dai, loro volti, dolci e paffuti, dalle scanalature dei loro morbidi colli, il rosa lampone delle loro labbra..ritornando in se Joe rabbrividì e l unica e desolante condizione che la trattenne dal stamparsi uno schiaffo in faccia fu la presenza della signora Duval che la invitava con voce calma a seguirla.
Si trovavano in fondo alla stanza dov era posta una piccola scrivania noce con un paio di sedie di legno.
-“La prego, si accomodi.”Disse la signora sorridendo, evidentemente aveva notato l imbarazzo di Johanne di fronte alla scena.
In effetti, era vero, si sentiva decisamente come un pesce fuor d acqua.
“beh che ne dice se vado a chiamare Manos?Uhm?
Si congedo la signora con un altro dei suoi sorrisi convenzionali disperdendosi in cerca del bambino.
La ragazza, invece, continuo ad ammirare cosi tanta felicita tutta d un colpo, tentando di imprimere nella sua mente il ricordo di quel giorno. Continuò ad ammirarli, senza il coraggio di spiare i loro pensieri. 
Si decise infatti a non forzare le loro menti, non era giusto spiarli nella loro innocente intimità. Forse era quella la differenza che voleva marcare trai bambini e le sue vittime, erano due cose diverse, non si poteva altrimenti. Un involontario sorriso dolce stravolse il volto, mente il suo sguardo scivolava casualmente verso il corridoio. Incrociò gli occhi di un bambino, seduto a discapito dei compagni in modo composto sulla panchina a ridosso del muro. Le parve che la stese fissando gia da un pezzo. Rabbrividì e fece un enorme sforzo di volontà per controllarsi. Stava ascoltando la musica con un piccolo mp3 bianco..Continuava a guardarla con uno sguardi fisso e inflessibile , diverso da tutti gli altri. Era freddo, troppo freddo e consapevole. IL blu intenso dei suoi occhi la spaventò costringendola a distogliere lo sguardo, non avendo piu il coraggio per sostenerlo, tuttavia la sua immagine le rimase fissa davanti agli occhi.
I Capelii neri, lustri e scompigliati gli coprivano la fronte sezionando il volto in ciocche. Non era piu esattamente un bambino, avrà avuto sui dodici o tredici anni e la sua bellezza era placida e inquietante, delineata dalla pelle ambrata.
 Era assorta nei suoi pensieri, quando la Signora Duval la interruppe presentandole un bambino ricciuto che le sorrideva enfaticamente. parlarono per circa un quarto d ora, e Johanne fece finta d’essere attenta ed interessata, ma non riusciva a vedere. Davanti ai suoi occhi era impressa la figura di quel ragazzino seduto sulla panchina a ridosso del candido muro del corridoio. Quando salutarono Manos, in un certo senso fu una liberazione, aveva modi da sapientino, anche se era molto dolce e affettuoso. E forse cu allora che Johanne penso di non meritarlo, non era certa che l abbaglio del suo apparecchio da denti sarebbe riuscito a cambiarla, e si terrorizzo all’ idea di annegarlo nel suo oceano di contrarietà e mortificazione, distruggendo ogni sua aspettativa. Non si sarebbe permessa di togliergli la speranza. Era una condanna a morte senza scampo. Joe non se la sentiva.
Fu lo stesso per i seguenti quattro, differenti non solo nell’ aspetto, ma anche nei modi, che lasciavano in Joe lo stesso crescente timore: François, Chaty, Èmile e Sylvie.
 Ringraziò di cuore la signora e assicurò che sarebbe tornata, considerando che a mezzogiorno aveva un appuntamento di lavoro indeclinabile, scappando con la promessa di ripresentarsi il giorno seguente.

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Capitolo 10
*** Fino in fondo10 ***


Fino in fondo10
Johanne tornò all istituto Saint-Éxupery solo allo scadere del secondo giorno, mentre la signora Duval stava per chiamarla.
Due giorni insonni in cui ci penso e ci ripenso soppesando i pro e i contro.
Erano esattamente le dieci ed un quarto quando si presento nell’ ufficio della signora Duval che fu lieta di rivederla.
-“Oh, finalmente, stavo quasi per chiamarla, ma dov era scomparsa?”
-“Avevo alcuni impegni di lavoro imprevisti, sa con le scadenze e altre cose non si ha mai tempo e cosi ne ho anche approfittato per pensarci.
-“E dunque si e decisa finalmente?”
-“Beh, si in un certo senso, ma mi sarebbe utile fare un altro giro, in ogni caso dopo provvederò all’ adozione, è deciso..”
-“Oh, mi fa veramente piacere. Beh, allora procediamo.” Indico il corridoio, la signora Duval.
Dopo giorni Johanne arrivo alla soluzione piu convenzionale, era stanca di fare la vittima e continuare a pensare a tutte gli incomprensibeli meccanismi della sua mente, quello che voleva era un bambino felice, cosi che anche il suo mondo fatto di gente scaltra e ristrette serate mondane, si accendesse di luce. Anche se diede gia un indirizzo alla signora, era decisa a comprare un altro appartamento, molto più luminosoe con grandi finestre nel soggiorno.
Si misero nel solito angolino, precisamente alle undici meno dieci, e cosi passò la seguente mezzora: in compagnia di una bellissima bambina di sette anni dal nome Anita. Aveva gli occhi nocciola ed i capelli biondi raccolti educatamente in trecce voluminose. Parlava frettolosamente, raccontando di se e dei suoi amici, degli hobby e di come passava le proprie giornate. Le stava gia molto simpatica, e pare che anche la bambina l abbia presa in simpatia, tutto andava come doveva andare.
.”…e sarei molto felice se tu diventassi la mia mamma.”
Le disse Anita con la sua voce dolce e melodica, in cambio di ciò Joe le regalo il piu bel sorriso che riuscì a fare. Si salutarono, e la signora le chiese se finalmente si fosse decisa.
Johanne, allora desidero con tutto il cuore di essere la madre di quella bimba, ma la sua coscienza non le permise di prendere una decisione prima di conoscere l identità del ragazzino che ritrovo messo sulla stessa panchina a ridosso del muro con un mp3 bianco, ma che ora apparentemente non la stava guardando. Prese una boccata di coraggio e chiese alla signora Duval.
-“E lui? Mi sembra un po’ troppo grande per rimanere qua.
La signora concentro l attenzione laddove la ragazza le stava indicando.
 Si scherni.
-“Ah.. vede, lui resterà qui per ancora un paio d anni.”
-“Beh e come mai?”
-“Sa, tutti i bambini restano qua fino ai quattordici anni, ma considerando che in media sono molte le adozioni l età dei presenti non supera i 9 anni… quindi lui e soltanto un eccezione”
-“E perche?” le domando Joe incuriosita.
-“Perche non e ancora stato adottato”
Siccome quasta ovvietà la scocciò Joe insistette.
_”Si ma per quale ragione?Non riusciva a spiegarselo.”
-Beh, in realta, hanno provato ad adottarlo tante volte, ma dopo un paio di settimane e sempre ritornato indietro per vari motivi… perche non si ambientava, perche non parlava mai, e allora pensavano che avesse qualche problema. E stato in pi7 di 20 famiglie fino ad ora. Considerando, inoltre il suo aspetto e altrettanto strano.”
Un giocattolo rotto, insomma. Penso Joe.
-“e come si chiama?”
-“Il suo nome e Mello Breton'
-“Oh,.. e strano,” Disse Johanne.
-“dall’ aspetto non direi che sia francese..”
-“No in effetti,” le sorrise la signora amaramente.
-“E una storia molto triste e non voglio disturbarla.”
-“Beh, in ogni caso, insisto. La prego.
-“ se proprio insiste..…”
La signora non si fece supplicare a lungo, considerando che moriva dalla voglia di spifferarlelo e se non lo avrebbe fatto non si sarebbe sentita pienamente realizzata.
-“Quando il bambino e arrivato l unica cosa che si sapeva di lui era il nome, Mello, e quindi gli abbiamo dato il cognome di uno degli operatori che al momento ci lavorava, ma che poi si licenzio per aver trovato un posto migliore.
Il suo nome era l unica cosa certa di lui.,
Sua madre era arrivata incinta su una nave clandestina dalla Bolivia assieme ad altri, nelle sue condizioni era molto pericoloso,anche se non sapremo mai il motivo della sua scelta, evidentemente aveva voluto una vita migliore per suo figlio.
Quando la nave fu intercettata nessuno a bordo nessuno ne conosceva l identità, soltanto che si chiamava Erendira, fu subito trasportata all’ ospedale, dove lo partorì tra circa tre ore, era stato un parto molto difficile, un cesareo, e alla fine l unica cosa che disse prima di svenire fu un nome, precisamente quello con cui l hanno chiamato.
La trasportarono in sala operatoria, visto che aveva una grave emorragia interna, ma dopo due ore di intervento non vi fu piu nulla da fare. Mori lo stesso giorno della nascita del suo figlio, e non gli lascio altro che il nome e un ciondolo, che porta sempre al collo da allora.”
A Johanne la cosa del ciondolo parve molto inverosimile, cose che capitano nei film melodrammatici da quattro soldi, ma sorvoló sul dettaglio.
-“ ma non le pare strano che abbia gli occhio azzurri?.
-“no, gli eredito dalla madre. Era una mulatta di carnagione piuttosto chiara, con dei bellissimi occhi cobalto, esattamente come Mello.”
Tuttavia c era qualcosa che non la convinceva, era sicura che sangue europeo scorresse nelle vene del ragazzo
-“Poteri parlargli un attimo?”
Le domando Joe con aria speranzosa.
-“Beh.. si , si faccia pure, ma tenga a mente che non e molto loquace, e di solito non parla quasi con nessuno e specialmente con gli estranei.
Mello l'assomigliava! Era convinta che l assomigliasse, e dunque decise di tentare.
Si sa che quando ci si convince di una cosa si va sempre fino in fondo, talvolta ignorando che sono solo illusioni che noi stessi ci creiamo per essere piu sicuri nelle nostre scelte, per far finta che ci sia qualcosa di alchemico.
Il ragazzo si alzò prontamente dalla panchina, come se stesse aspettando questo momento e a passi lenti prosegui verso la scrivania.
D un tratto Joe si ritrovo addosso i suoi occhi che la scrutavano intensamente.
-“Ciao, io sono Lavinia, molto piacere di conoscerti!”
In risposta si guadagno soltanto un freddo sorriso di saluto.
-“Beh, allora vi lascio per qualche minuto, dovrei sbrigare una faccenda, sempre se non le dispiace.”
-“Oh, no certo, vada pure, e tutto a posto
La ringraziò Johanne e la vide allontanarsi seguendola con lo sguardo.
-“Uhm.. che nome buffo.. Lavinia.. la figlia di Latino e sposa di Enea, che nonostante le numerose avversità. .si unisce col fondatore di Roma.. non le si addice per niente.”
-“Ah si,” Si ricordò Joe, in effetti non c' aveva mai fatto caso, quel nome non le addiceva per nulla, considerando l'odio che provava per i romani.
-“E quale nome mi si addirrebbe?
-“Beh..” Mello si scherni e si ritirò.
..”Molti, ma non questo.”
-“E dimmi come mai non parli con nessuno?
Gli chiese Joe con aria di sfida.
-'Mi sembre di star parlando in questo momento'tagliò corto il ragazzo in modo acido.
-'Non sei molto gentile..' insinuò Joe con falsa ingenuità
Ma non vi fu risposta, ne a questa ne a molteplici altre domande che gli fece, la curiosità soffoco per un attimo la decisione di Joe, che sbirciò nei pensieri di Mello, ma all’ improvviso si imbatte in un muro impenetrabile, un muro bianco.
Non che non potesse vedere che cosa avesse in mente, ma era proprio il muro candido dietro la chiena di Johanne a cui stava pensando. Joe, allora, si convinse fino in fondo che non avrebbe mai piu fatto una cosa simile. Il silenzio fu interrotto soltanto dalla sua voce profonda, forse non esattamente adatta alla sua dozzina i anni.
-“Che cosa ci fa qui?”
-“Beh, e evidente, vorrei adottare un figlio.”
-“ Un figlio non si puo adottare.” Le sorrise Mello inacidito.
-“Si, invece, sono convinta di si.”
-“Bene, faccia quello che le pare.”Bofonchiò Mello.
Johanne disse la prima cosa folle che le venne in mente per non spargere il silenzio.
-E se volessi adottare te?”
-“Uhm, sono convinto che se ne pentirebbe cosi come hanno fatto gli altri.”
-Che cos avrà di tanto spaventoso un bambino come te?”
Il sorriso malizioso che si aspettava di vedere sul suo viso, fu invece, di rammarico.
-“E chi lo sa, desidera tanto scoprirlo?”
-“Si, Mello, con tutto il cuore.”
La signora Duval l i interruppe.
-“Allora? avete socializzato?
-“Oh, si certo. Mi pare proprio un bambino adorabile.”
Mello se la svignò.
-“ E allora? Che desidera fare?
_”.. so che forse non e poi cosi sensato, ma vorrei provare con lui..”
-“E proprio sicuro si quello che fa?”
Le domando la signora.
-“Si, ho preso una decisione ed andrò fino in fondo.
-“Bene, spero solo che stavolta sia per sempre.
Un ultimo sorriso malinconico risuono nella stanza monotona, perchèormai, tutta la felicità che c era prima si era dileguata.

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Capitolo 11
*** Accordo11 ***


Scusate per l'assenza, cercherò di essere più regolare nelle pubblicazioni. Ci saranno probabilmente un pò di errorini grammaticali hihihi:) Perdonatemeli. Comunque so che leggete, allora perché non lasciate qualche commentino?? Siete proprio dei pigroni,) 
Per chi non lo sapesse sto pubblicando la storia di Methos. Si chiama Blood Inheritance!
Bando alle ciance buona lettura!:)
 
Accordo11
 
Era all’incirca mezzogiorno, e il calore della giornata aleggiava liberamente. Il ventuno del mese non fu certo un eccezione, ma qualcosa di storico accadde, o forse era solo quello che le parve geniale, mentre in realtà nulla cambio, ne avvenne nulla. Si era preparata a rovistare a lungo nella borsetta, mentre trovò il cellulare in due secondi, il primo segno che la aveva indotto a chiamare il suo contabile. La voce rauca dell’uomo la rassicurò inconsciamente, in fondo non si poteva dire che era agitata, non era questo il termine sdatto.. Da un bel pezzo gli ultimi avvenimenti rovistavano come topi nel suo stomaco, cercando in ogni modo di risvegliare la sua coscienza.Sapeva che quell idea geniale, non era poi tanto geniale con Iolenheimer che non vedeva l ora di scalfire la sua corazza e conficcarci gli artigli. L avrebbe resa vulnerabile, anche se forse la vampira sarebbe riuscita a girare la situazione a suo favore.
   Dopo lunghe trattive accordo un incontro la sera stessa con l'uomo,Gregoire Delacroix, era lui che si occupava del suo piano finanziario, di falsificare i passaporti, carte di nascita, nomi ecc... Tutte le sue proprietà n Francia rano attestate a nome di Lavinia Tournien,aveva un nome per ogni Stato in cui aveva qualche immobile, semplicemente per non creare sospetti.. forse ora il fenomeno era meno diffuso, ma in in passato la gente era estremamente difidente verso gli stranieri, e non era il caso di farsi notare troppo,. Anche per ahesto era costretta a vivere nelle grandi citta e non creare permanenti legami con gli umani. 
Johanne non invecchiava.
Non sapeva se il suo piano avrebbe funzionato, ovvio che gli avrebbe apportato qualche modifica, ma sapeva in fin dei conti di poter contare soltanto sulle proprie forze. Aveva bisogno un altra volta di vedere Methos, il suo aiuto in queste circostanze le era indispensabile, ma non era per nulla certa che lui le avrebbe risposto. Le aveva comandato espressamente di non cercarlo piu, ma d altronde e sempre cosi melodrammatico, che non si può di certo dargli retta. Il problema principale era il modo in cui l avrebbe trovato. Se l avesse contattato mentalmente, tutti i vampiri nelle vicinanze si accorgerannò di lei e di conseguenza le spie di Iole la rintracceranno in un attimo. Anche Methos non era di certo intenzionato di farsi sbattere al cospetto di Iole, anche se per lui era diverso. Lui si era arreso gia in partenza.
Considerando l attuale stato di guerra il suo amico di sicuro avrá usato su di lui e su Frei un incantesimo di dimenticanza, per essere sicuri che nessuno e in nessun caso venga a conoscenza della loro visita a Joe..di questo era assolutamente certa, era in ballo la vita di Frei.' Èpossibile immettere parti dei propri ricordi in un oggetto detto catalizzatore di facies. Lo stesso sì può fare con la forza mentale, in tal caso questi oggetti sono detti catalizzatori di mana. Ma non sono cose qualunque, non si puo infondere i propri ricordi nel primo oggetto che capita, dev essere per forza essere aualcosa collegato ai ricordi in questione. In tal caso Johanne – Che mi avrà preso Met? Sarà dura scoprirla data la quantitá di cianfrusagli che accolgo in casa mia.. Beh, farei meglio a cercarlo mentalmente, correndo tutti i rischi, e se parlassi con Frei?,o sarei un estranea per lui, nel caso si fosse cancellato la memoria... o forse no considerando che Methos gli aveva parlato di me prima che ci vedessimo. Non dovrei escludere, in ogni caso che Met non conosca l antico trucchetto della dimenticanza, anche se appare assai improbabile,.. Era stato inventato dai sacerdoti del suo popolo, dai Celti.'Pensò la ragazza
   Era mezzogiorno e mezzo, Johanne non poteva sopportare il Sole oltre.   
 
Gregoire Delacroix era sempre lo stesso, di media statura, con i capelli grigi inariditi dall’età che avanzava a colpi. Il solito cappotto gessato le rimembrava quello di un maggiordomo, quanto i suoi modi cortesi e l’ostinata convinzione di portare il cappello, nonostante sia passato di moda da decenni, e forse in certe circostanze era decisamente fuori luogo. Con una malcelata amarezza Johanne constato quante rughe solcano il suo volto e quanti anni passarono dal loro ultimo incontro. Era stato sempre lui, ormai da piu di quaranta anni, ad occuparsi dei suoi affari.Era un tipo piuttosto bizzarro, si era sempre rifiutato d seguire le mode moderne e a Johanne non restava altro che compiacerlo. D'altronde era sempre stato convenzionale ed impeccabilmente efficiente.
-“Buona sera, signorina. Come sta?” Sorrise l uomo.
-“Me la cavo, e lei? La vedo leggermente cambiato dall’ultima volta che ci siamo visti.
-“Ma su, non sia tanto cortese, sono invecchiato parecchio! Lei, invece, non e cambiata per niente, sempre bellissima. Gli anni per lei non hanno valore.”
-“ E invece si sbaglia, non posso darle ragione in questo, veramente tante cose sono cambiate da quel 24 dicembre del 79’”.
-“Memoria impeccabile!” Constato con amarezza il sign. Delacroix
-“Suvvia!Non si disperi. La mia memoria e dovuta alle cause di forze maggiori, la sua, invece e di gran lunga piu nobile e meritata”Gli sorrise Joe consolandolo.
Era questo il loro strano modo di salutarsi, nonostante non si fossero visti per anni, erano “amici” di vecchia data, e per tutt e due era come se il loro ultimo incontro fosse stato ieri. E forse Gregoire era uno dei pochissimi umani con cui Joe si permise di consumare un rapporto di cordiale amicizia.
Uno dei pochi a cui rivelo la sua natura immortale. Ovviamente per forza di cose, non di propria volontà, e stato Methos a dirglielo, perche Joe aveva perso una scommessa. Che motivo futile, ma d altronde non fu una grave perdita, anzi la sua dedizione alle sue finanze aumentò..
-“Allora, Miledi, potrei chiederle, gentilmente, il motivo di questo incontro?”
-“Senz’ altro, ecco avrei mente un mezzo affare e avevo una richiesta da farle.'
-“Ma certo, mi chieda, pensavo che fossero sorti dei problemi, e lei avesse bisogno di qualche documento, ma prosegua, dunque, tuttavia non posso negare di essere sorpreso.'
-“Vorrei domandarle di trovarmi un appartamento.”
-“Un appartamento,Mademoiselle?un altro?
-“Non e mai abbastanza, Monsieur, Desidererei un appartamento in centro.. Qualcosa di grande, ma non esageratamente. Dev essere molto ben illuminato, con il soggiorno che da sul vialee con delle grandi finestre”
-“Beh... le sue richieste sono leggermente anormali...vuole forse vivere in un luogo in cui fisicamente non le e possibile?Le finestre tralasciano la luce, mademoiselle, e la luce per lei e come veleno.
-“Mi scusi messeur Delacrois, ma so benissimo quello che sono o non sono in grado di fare. E comunque non le ho detto di volerci per forza vivere dentro,. Per cui la prego di trovarlo in due settimane, e arredarlo a modo, o anzi è meglio un appartamento senza mobili, di tutto il resto mi occuperò io, appena avrà qualcosa mi chiami'.
-“Beh, se lei lo desidera, per me non e certo un problema accontentarla'
-“Allora non vedo altro che congedarmi. Aspetto con impazienza la sua chiamata........._E volevo anche dirle... “ Gregoire Delacroix la guardo dritta negli occhi.
-“...Se non trova un posto libero..be sai giå come fare..'
-“D accordo'. Le sorrise Gregoire con cortesia.“Vedrò quello che posso fare
-“Ci conto.” Gli sorrise Joe di rimando-“adesso mi scusi, non le rubo altro tempo.”.
Erano le 10 e 40 e l oscurità delle consuete vie cittadine inghiotti la loro conversazione assieme all’uomo che se ne andò senza salutarla.

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Capitolo 12
*** Noia12 ***


Che cosa avrebbe fatto ora?Tutte le cose hanno perso la loro serietà, e tutto pareva solamente un pretesto a fini ludici. Squillò il telefono.
-“Pronto?” Disse Johanne
-“ Ma dov efinita, lei la stiamo aspettando gia da un bel pezzo.!”
Joe se n era scordata. Era il compleanno della figlia di uno dei suoi conoscenti. L invito del quale non poteva certo declinare, e anche se avrebbe potuto, ad ogni modo, non aveva nulla di meglio da fare.
Si cambio d abito e tra un quarto d ora si ritrovava a sorridere alla signora Leclerc che continuava ad invitarla a prendere un boccale di chardonnay dal baffuto cameriere che valutava con occhio infallibile tutti i presenti. Avevano affittato una sala da ballo vicino a Place de la Concorde. Ricchi rampolli dell’alta borghesia e qualche aristocrata, erano vomitevolmente snob, e certi loro comportamenti davano a Joe il voltastomaco. Nella sua vita aveva visto talmente tante cose che i loro complessi le parevano superficialmente irrisori...
Passo una serata gradevole, tra gli inviti e i racconti della vita di qualcuno. Usci piu o meno verso le tre e mezza accompagnata da due signori sui trent anni. Uno era alto, con lunghi capelli neri, occhi nocciola e sorriso smagliante, l altro,Luis, Baronetto di chissa cosa.
La freschezza risveglio i due signori dell’evidente ebbrezza.. Johanne, invece non era sotto l effetto dell’alcol, il battito sincronizzato dei loro cuori la faceva languire.
_”E adesso, dove vorrebbe andare, signorina Lavinia?” Le chiese Daniel
_”Beh, per me e indifferente. L importante e la buona compagnia!!” Sorrise beffardamente Johanne.
Fatto stava che aveva fame, ma non una fame accecante.
-“E pensa che la nostra sia una buona compagnia? Domando con ironia l uomo che camminava al altro suo lato.
-“Signori!La nostra e una delle migliori compagnie che a quest ora si trovano in citta, o anzi, addirittura nell’intera provincia!”
I due si misero a ridere contagiosamente.
-“Ma ... ad. ogni modo dove le andrebbe di andare ore?”
-“Non lo so... mi sento leggermente affaticata...forse e il caso che...” Johanne lancio l esca, che abbocco subito.
-“Ah, ma non sia cosi precipitosa!Sarei veramente lieto di invitarla da me!” Le disse in tono poco chiaro Luis.
-“No!, Sono io che volevo invitarla.!” Si stordì Daniel prendendo goffamente la mano di Joe e guardandola, con un mezzo sorriso ubriaco, negli occhi.
Joe non trovo altro che dirgli:-“! Secondo me... avete bevuto troppo champagne!
-“Ma no, si Figuri sono al pieno delle mie forze. Le sorrisero in coro i due. 
Erano talmente ubriachi de non rendersi nemmeno conto che erano due uomini con una signora e stavano apertamente facendo i buffoni.
-“Allora e deciso!”Ad un certo punto proclamo Daniel–“Andiamo tutti a casa mia! Stavolta stranamente nessuno trovo nulla da ridire. Dopo un quarto d ora l uomo trovo finalmente le chiavi della macchina e i tre irruppero nella Lamborghini bianca che era parcheggiata nelle vicinanze.
-“E dove abita all’incirca?”
-“A pochi isolati da qui.
Era uno dei quartieri vittoriani della citta. Per la maggior parte composta da appartamenti e ville residenziali.
-“Allora! Suvvia, non siate tanto tristi La notte e appena cominciata, ed ho due bottiglie dell’ottimo Crystal, per l occasione!”
Le sorrise beffardamente Luis. L altro uomo era gia in uno stato di semiveglia.
-“Ma e una notizia splendida!Lei ha veramente dei gusti ottimi!
-“Ah, ma la prego, mi dia del tu! Altrimenti mi fa sentire vecchio!”
-“Ma certo! ti ringrazio!
-“Posso darti del tu? Le chiese Luis all’improvviso
-“Oh, ma certo! Mi chiami pure come desidera.”
-“Lavinia...che nome spettacolare.” Disse l uomo inntontito.
Si fermo, a discapito da cio che Joe si era immaginata, di fronte ad una casa a tre pieni fatta a mo di castello rinascimentale, circondata da un cancello alto almeno 2 metri.
-“Su, andiamo, amici, lo champagne ci aspetta e lui, certamente, non ama i ritardatari.”
Dopo il quinto boccale Damien divenne particolarmente sveglio e loquace.
-“E tu? Dove lavori?Raccontaci qualcosa di te! Una bellissima donna..... comparsa dal nulla...”
-“Ma scherzi?! Sono sempre stata qui. Ho sempre abitato a Parigi.”
-“ Sai..” le disse Luis....-“La prima volta che ti ho vista a quella sfilata di Givenchy non riuscivo a togliermi la tua faccia dalla mente...Eri talmente bella che tutti i miei pensieri erano rivolti e te.,”
-“Sei bellissima anche adesso” La definì Daniel
Erano appartati gia da mezz’ ora su un divanetto barocco nel soggiorno. Cerano due enormi spechi sul soffitto e un grande tappeto bianco al centro della stanza, che si rispecchiava nei due specchi. Il candore di Johanne contagiava sporadicamente i presenti. le sue guance erano lisce ed opalescenti.
E i due uomini erano talmente ubriachi da non notare la sua eccessiva freddezza. Luis tasto nella semioscurità la sua mano, ustionando Joe con la sua pelle ignea. L altro pose la mano sul suo fianco, passando sul morbido abito Armani di taffettà. A Joe non resto altro che sorridere. La scena la divertiva, finche le sue gote presero la forma di un ghigno. E quando si sciolse i capelli le sue morbide ciocche castano le caddero sulle spalle scoperte, chiuse gli occhi mentre la mano d Luis scivolava sulla sua spalla sinistra in un goffo tentativo di abbracciarla. Johanne decise di aiutarlo avvicinando il volto al collo dell’uomo e baciandolo. allora gli chiese con voce gutturale –“Che cos e per lei la lussuria?”
Ma in sola risposta egli premette le sue labbra contro il seno di Joe e un’ondata di calore improvviso la invase. Johanne non era piu in grado di trattenersi, e quando Damien si mise a baciare il suo corpo, l altro andò in cerca dello zip per aprire l abito che la fasciava strettamente. Lei stessa non vedeva l ora di liberarsene. La sua biancheria era tanto eburnea quanto lei stessa, lasciando trasparire la vaghezza del suo corpo e faccendo diventare folli i pensieri di ognuno dei presenti. Brillava sotto la fioca luce delle candele artificiali, la sua pelle era come porcellana, ma ora, nessuno poteva notare che era esattamente identica ad una bambola, perche la malia dell immortale andreide si era insinuata nel loro buonsenso , erano letteramente imprigionati dal suo fascino. Una mano scivolo sull’apertura del suo reggiseno, ma Joe non gli permise di aprirlo. Si avvinghio all’uomo spogliandolo, mentre l altro si toglieva la camicia. Chissa in quale modo, arrivarono sul tappeto, dove Joe prese Luis per il polso e comincio a baciarlo. A quel punto, fu Damien che le apri il reggiseno , che cadde scoprendo un altro lembo della sua serica pelle.
Era una piccola e torbida lolita, che amava giocare con i sentimenti degli altri portandoli alla pazzia. Mentre la sua mente restava lucida e chiaroveggente. Non poteva fare sesso con gli umani. il contatto con la loro pelle e i loro baci la portavano ad uno stato di totale delirio dei sensi,che temeva unirsi a loro le sarebbe stato fatale. Non aveva mai provato da immortale di fare l amore con un umano. Ma vi furono talmente tanti casi di morte a questo proposito, che non volle nemmeno tentare. D altronde, non morivano veramente, diventavano semplicemente folli. farlo con i vampiri, in ogni caso non faceva percepire esattamente nulla, erano fatti come lei, di vetro. I loro corpi erano perfetti, le loro menti sconfinate, il loro calore era rubato. Soltanto pochi non morti riuscivano a regalarle qualche sensazione, quando aveva appena ucciso un essere vivente, ed allora il sangue ancora caldo scorreva nelle sue vene, risvegliando le sue terminazioni nervose. Gli immorali non sentono nulla, i loro capillari si atrofizzano, ed il dolore e altri tipi di impulsi semplicemente non arrivano nell’unita centrale. I loro ricordi dell’amore sono vaghi, e né loro né nessun altro potrà mai amarli. Dopo tutto sono creature condannate a vagare sulla Terra all’infinito, i fantasmi non possono permettersi di essere felici. 
Erano le cinque ed un quarto e lo smeraldo degli occhi di Joe si rispecchiava in se stesso, soltanto loro e i due enormi specchi sul soffitto avevano visto le loro morti. Ma d altronde. Penso Joe, tutti prima o poi devono morire. Ne resterà soltanto un indelebile chiazza scarlatta sul candore del tappeto al centro della stanza e le loro ceneri, che il mondo inghiottirà di consueto.
 
 

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