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di freelikewind
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. L'ostaggio. ***
Capitolo 2: *** 2. Il salvataggio. ***
Capitolo 3: *** 3. Il confronto. ***
Capitolo 4: *** 4. La riconciliazione. ***



Capitolo 1
*** 1. L'ostaggio. ***


Capitolo 1

l'ostaggio.


Seduto sulla poltrona di pelle del suo ufficio, Slade sorrideva 'all'ospite d'onore' , pregustando con largo anticipo il dolce sapore della vendetta.

Era da moltissimo tempo ormai che aspettava questo momento. Si era ripromesso di far scontare a Mr. Queen tutto il dolore che gli aveva inflitto

in passato, ripagandolo con la stessa moneta. 

E' strano, sai? 

specificò osservando il proprio dito scorrere sulla lama del pugnale che stringeva in mano.

Non mi sarei mai aspettato che una ragazza così intelligente come te lavorasse per conto di uno spietato assassino.

continuò raggiungendo la punta affilata dell'arma.

Che peccato. Tutto questo potenziale andato completamente....sprecato.

Sollevo lo sguardo sulla vittima dagli occhi bagnati dalle lacrime che sforzava di trattenere. Era debole, instabile e insicura. Nel giro di poche ora avrebbe


ceduto alla sua influenza, quando tutto ciò che pensava di conoscere si sarebbe tramutato in polvere e le certezze sulla quale faceva affidamento

si sarebbero infrante proprio dinanzi ai suoi stessi occhi.

Ti sbagli...

Slade sollevò un sopracciglio spiazzato da quella reazione.

Come scusa? 

chiese sbalordito.

Ho detto che ti stai sbagliando...Lui non è un'assassino, è un'eroe.

Con la voce spezzata dal pianto, la donna aveva trovato la forza di difendere l'uomo a cui aveva affidato la sua completa stima, e non solo...

Slade rimase a fissarla per qualche secondo in totale silenzio, poi la calma apparente venne spezzata dalla sua sonora e assordante risata che

echeggiò nella stanza intimorendo maggiormente l'ostaggio. Quel suono prepotente continuò a diffondere terrore per un tempo inestimabile.

Felicty lo osservava con muto terrore, temendo una reazione improvvisa e spropositata. Ma fortunatamente la risata si placò gradualmente

e l'uomo sembrò ritrovare il controllo su se stesso.

Eroe. 

sussurrò scuotendo la testa, come se fosse divertito dal termine stesso.

Eroe...

ripetè nuovamente, il tono di voce ritornò serio, quasi infastidito.

Sai dirmi qual'è l'etimologia del termine eroe? 

la sua testa s'inclino di lato, incitandola a rispondere.

Coraggio, sò che lo sai.

Dove voleva arrivare, si chiese intimorita.

Deriva dal greco heros, e significa protettore, colui che protegge.

Esattamente. L'eroe è qualcuno che sacrifica se stesso, esponendosi a qualuncue tipo di pericolo, di qualsiasi gravità o entità, per salvare la vita di innocenti.

puntualizzò alzandosi in piedi e passeggiando intorno alla sedia nella quale era stata legata la giovane impiegata.

Perdonami se contestualizzo, ma ritengo che questo non sia il termine adatto da attribuire al nostro amico... Colui che pensa solo a se stesso, e alla

propria sopravvivenza a discapito degli altri, non merita di chiamarsi eroe...


E in un'attimo la mente lo ricondusse a quei giorni sull'isola. Il risveglio, la fuga, il ritrovamento del cadavere fra i boschi, gli occhi sbarrati di Shado che fissavano il vuoto, ormai inermi, privi di vita. E il dolore, quel dolore sordo al petto che non placava mai, che continuava a far male, un tonfo nell'abisso infernale in cui era precipitato per opera di Oliver. E adesso quel dolore reclamava vendetta. Accarezzo la chioma dorata della vittima, che sussultò in preda al panico.

Oliver Queen ha ucciso in diversi modi: lasciando morire una donna innocente il cui unico crimine è stato quello di amare l'uomo sbagliato, e portando alla disperazione colui che la amava davvero.

Un velo di malinconia calò nel suo volto, costringendolo a battere in ritirata per non farsi notare. Ritornò alla sua postazione iniziale, sulla poltrona di pelle nera, piazzata davanti all'ostaggio.

Dovevi amarla davvero molto.

incalzò la bionda intuendo a chi si riferisse.

Slade socchiuse le labbra sorpreso, poi confermò

Molto...

rispose rapidamente abbassando lo sguardo.

Da cosa lo hai notato?

Dal modo in cui ne parli. Quel tipo di amore non muore mai.

Probabilmente.

tagliò corto lui dirigendosi verso la finestra e voltandogli le spalle. Non voleva mostrare la sua debolezza, doveva tenere in pugno le redini della partita.

Improvvisamente arrivò quella chiamata tanto attesa.

Si? Perfetto. Mandami la sequenza in diretta streaming.

La chiamata fù breve e concisa. Felicity si allarmò non appena lo vide maneggiare qualcosa sulla scrivania del suo ufficio.
Pochi secondi dopo, la parete di fronte si aprì e dall'interno avanzò un oggetto misterioso. La ragazza trattenne il fiato in
preda al terrore. Poi la sua espressione mutò bruscamente. La fronte si corrucciò, le sopracciglia s'inarcarono interrogative
e le labbra si dischiusero inalando l'aria di cui si era privata precedentemente.

Un televisore?

domandò istintivamente.

Tu vuoi minacciarmi con un....televisore?

Slade sorrise sommossamente, avvicinandosi alla ragazza.

Sai, mi piace il tuo senso dell'umorismo. Credo che sia quello che abbia colpito anche Oliver. Ad ogni modo...quello che sto per farti vedere, probabilmente ti lascerà senza parole, e ti ferirà, ma tu devi sapere la verità. Devi sapere chi è realmente Oliver Queen e cos'è capace di fare.

Schiacciò il tasto di accensione sul telecomando, e sullo schermo comparve una ragazza dai capelli castani che si dimenava fra le braccia di un omaccione che le tappava la bocca con una mano.

E' la panoramica di un'edificio poco distante da quì. Vedi, quella ragazza è stata la persona più importante nella vita di Oliver . E adesso il nostro amico si trova a dover fare una scelta. Chi credi che sceglierà? Una dipendente conosciuta da pochi mesi, o l'amore della sua vita? Penso che tu sappia già la risposta, non è così?

Fù in quel momento che Felicity realizzò. Quella era Laurel e lei non aveva alcuna speranza. Ricordava ancora la volta in cui Oliver abbandonò Diggle nel momento del bisogno per correre a salvare l'amata. Abbassò tristemente lo sguardo dando per scontato ciò che sarebbe successo fra qualche minuto a questa parte.

Vedi, quando si trovava su quell'isola, Oliver ha scelto di salvare Sara Lance, la sorella di Laurel. Lui sceglierà sempre loro. Non importa il prezzo da pagare.

Mentre scandiva quelle parole, sullo schermo la situazione avanzava come prevista. Freccia verde si era presentato nel luogo dell'incontro e adesso si batteva per
la vita di Laurel. Slade si piegò sulle ginocchia, raggiungendo l'altezza del viso della giovane.

Ha fatto la sua scelta, Felicity. Non sei tu. Ora spetta a te fare la tua scelta. Scegli di combattere il dolore che stai provando, scegli di vivere per te stessa, scegli di abbandonare colui che ti ha abbandonato.

Felicity alzò lo sguardo verso lo schermo proprio nel momento in cui Oliver si accertava che Laurel stesse bene.

Perchè stai faceno tutto questo?

Domandò affranta dal dolore.

Perchè voglio darti una seconda possibilità. Tu hai un gran potenziale, e da tempo nella mia azienda cerco una persona con doti così sviluppate come le tue. Questa è la mia proposta, Felicity. C'è un posto del tutto vagante quì, e mi piacerebbe che fossi tu ad occuparlo.

Le porse la mano.

Affare fatto?

[To be continued...]
 
Angolo Autrice.
Bene, premetto che non avevo in programma di scrivere un capitolo così lungo, ma dovevo trovare un punto di svolta sul quale basare l'intera vicenda del secondo capitolo. Non uccidetemi per come ho impostato il primo capitolo, magari molti si aspettavano un'oliver in sella al suo cavallo bianco, portare via la bella felicity e vivere per sempre felici e contenti. Niente di più sbagliato, io amo le incomprensioni, amo approfondire le emozioni dei personaggi, amo un rapporto che si sviluppa con lentezza ma che poi improvvisamente sfocia. In questo capitolo mi sono concentrata di più sul piano ideato da Slade, ma bisogna anche guardare l'altro lato della medaglia. Perchè Oliver è corso prima da Laurel e non da Felicity? Questo sarà il punto interrogativo sul quale mi focalizzerò durante la stesura del prossimo capitolo maggiormente incentrato su Oliver. Ovviamente tutte le critiche (costruttive) e le domande sono bene accette, e spero che abbiate trovato questa storia gradevole e di facile lettura. Cercherò di aggironarla al più presto, intanto fatemi sapere cosa ne pensate del primo capitolo. P.s ho saltato la parte della cattura di Felicty altrimenti questo capitolo sarebbe diventato infinito, ho preferito partire già dalla "detenzione". 

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Capitolo 2
*** 2. Il salvataggio. ***


Capitolo 2

Il salvataggio


12 ORE PRIMA...
Quella era una strana mattinata per Oliver.
Durante la notte, degli incubi ambigui lo avevano tormentato, e già dalle prime luci dell'alba, un'insolita angoscia opprimeva il suo petto.
Aveva la singolare sensazione che qualcosa di terrificante stesse per accadere. E si portò dietro quella certezza fino al suo arrivo in ufficio.
Immediatamente, non appena le porte dell'ascensore si aprirono, si accorse dell'assenza di qualcosa, o meglio di qualcuno.
La postazione di fronte al suo ufficio era del tutto scoperta. Oliver aggrottò la fronte perplesso. Era solito iniziare la settimana lavorativa 
con le lamentele di Felicity, con la sua incredibile carica di adrenalina mista a euforia. Nonostante cercasse sempre di occultare l'enorme
piacere che provava nel stare a sentire i suoi discorsi infiniti, alla fine della ramanzina, non riusciva mai trattenere un risata sommossa o
un sorriso divertito. E la cosa non gli dispiaceva affatto. Fin'ora Felicity era stata l'unica a riuscire a far smuovere quell'espressione dura e seria
che si portava dietro, non poteva neanche immaginare di iniziare la giornata senza di lei. Mentre si addentrava nel suo ufficio, venne affiancato
da Diggle che lo aspettava con impazienza.

Oliver abbiamo un problema.

Eccolo, quello era l'inizio di giornata che sperava di evitare.

Un grosso problema.

La cosa cominciava a preoccuparlo.
Diggle richiuse la porta dell'ufficio alle sue spalle, accertandosi che nessuna orecchia indiscreta potesse ascoltare la conversazione.

Si tratta di Felicity?

chiese istintivamente.
Era la prima persona a cui aveva pensato.

No...perchè? E' successo qualcosa? Avete discusso? Lei ha minacciato di non portarti il caffè o di licenziarsi?

Domandò sorridendo.
Amava assistere ai loro battibecchi.

La sua influenza comincia a farti bene, amico. Sai, stai diventato più spiritoso.

Rispose Oliver accomodandosi sulla sedia.
Poi aggiunse tornando serio:

Non ha informato nessuno del suo ritardo?

No, ma credo che sarà quì a minuti...Comunque non era di questo che volevo parlarti.

Di che si tratta?

Diggle estrasse una lettera dalla tasca mostrandola ad Oliver.

E' arrivata questa stamattina.

Oliver si allarmò improvvisamente, quando dal contenuto della busta, uscì fuori una foto di Laurel priva di sensi, allegata ad una lettera minatoria:
'Se vuoi rivederla viva, presentati entro questa sera nel terrazzo dell'edificio di Bursten, da solo.'
E più in basso; 'P.S, sò chi sei.'

Dannazione!

Esclamò Oliver sbattendo la lettera sulla scrivania, per poi alzarsi furente.
Stava setacciando mentalmente tutti i nomi della lista di persone con cui aveva avuto dei precedenti,
ma non gli veniva in mente nessuno che fosse ancora a piede libero, o che non avesse esalato l'ultimo respiro.

Oliver, chiunque sia stato, oramai sà chi sei. Non possiamo ignorare la cosa, oltretutto tiene in ostaggio un'innocente e...

Questo lo sò benissimo!

Lo interruppe il giovane alzando il tono di voce.

Scusa, mi dispiace. Oggi mi sono alzato già di cattivo umore, e adesso Laurel è tenuta in ostaggio da uno sconosciuto che conosce la mia vera identità...

Sospirò amareggiato, per aver assalito il suo più fidato amico.

Va bene, non preoccuparti.

Lo rassicurò Diggle.

L'importante adesso è che tu agisca lucidamente, non possiamo permetterci un passo falso, specialmente se questa persona conosce tutti i tuoi punti deboli.

Oliver ispirò profondamente annuendo con la testa.

E' ora di entrare in azione.

2 ORE DOPO.

Oliver dopo aver indossato la sua uniforme, si aggirava furtivamente fra i piani dell'edificio in questione, tenendo strettamente in saldo il suo arco, strumento di mille avventure. Con rapidità risaliva un piano dopo l'altro, fino a raggiungere l'ultima scalinata che conduceva dritta sul terrazzo. Prima di addentrarsi al suo internò, riuscì precisamente ad udire la voce di Laurel che si dimenava cercando di liberarsi. Preso dalla collera di saperla in pericolo, Oliver diede un calcio alla porta facendo il suo eroico e trionfante ingresso. Immediatamente venne assalito da due uomini armati, ma di cui riuscì rapidamente a liberarsi con poche e abili mosse e senza usufruire dell'arco. Poco più distante; un'altro uomo diede inizio ad un vero e proprio conflitto a fuoco. Con destrezza e senza passare nell'occhio, Oliver si rifugiò all'internò dell'edificio fino a quando la sparatoria volse al termine. Era il momento giusto. Sfruttando a suo vantaggio la colte di fumo creatasi, Oliver avanzò indisturbato, colpendo i nemici con una serie di frecce. Ed eccolo lì, rimaneva l'ultimo avversario, colui che teneva in ostaggio Laurel. Oliver alzò nuovamente l'arco, incitandolo a rilasciarla.

Mi arrendo, mi arrendo.

Farfugliò l'uomo che aveva assistito sconvolto all'intera battaglia. Era successo tutto così rapidamente che non aveva avuto il tempo di metabolizzare come e quando i colleghi vennero decimati. Alzò lentamente le mani al cielo, ma una gomitata nello stomaco da parte dell'ostaggio lo costrinse ad accasciarsi a terra in preda a dolore.

Così la prossima volta ci penserai due volte prima di posarmi le mani addosso.
Concluse la donna, respirando profondamente.

 Oliver si avvicinò immediatamente per accertarsi che stesse bene.

Tutto ok?

Si, ti ringrazio.

Disse lei voltandosi.

Sei ferita!

Esclamò l'arciere notando l'escoriazione sulla guancia.

E' solo un graffio, nulla di grave.

Dalla strada si udì il sordo rumore delle sirene che si appostavano intorno all'edificio.

Adesso sei al sicuro.

Concluse Oliver apprestandosi a fuggire per non essere catturato dagli agenti.

Aspetta!

Gli urlò dietro lei.
Lui arrestò la corsa ma senza voltarsi.

Quando mi hanno trascinato quì, non ero molto cosciente, ma ricordo perfettamente di aver visto un'altra ragazza priva di sensi al mio fianco.

A quelle parole, Oliver fù costretto a voltarsi, non poteva ignorare la faccenda.

Riesci a ricordare qualche dettaglio che possa ricondurmi a lei?

Meglio. Sò chi è. La conosco. Si chiama Felicity, non ricordo il cognome, perchè abbiamo scambiato pressochè due parole, ma...

Felicity? FELICITY SMOAK??

La interruppe Oliver mostrando senza ritegno tutta la sua apprensione.

Si...credo di si, ma perchè, tu la...

Laurel!

La voce di Quentin si faceva sempre più vivida, segno che i poliziotti stavano per raggiungere il terrazzo.

Papà, sono quì, sto bene.

Urlò la giovane voltandosi verso la porta dal quale provenivano i passi.

Senti, io...

Quando si voltò, Freccia Verde era già sparito.

[To be continued...]
 

 

Angolo Autrice.
Prima di parlare del capitolo mi sembra doveroso ringraziare tutte le persone che hanno deciso di seguire questa storia, spronandomi anche a proseguirla, visto che io non ne ero molto convinta. Allora, come vi avevo anticipato già dal capitolo precedente, questo sarebbe stato incentrato principalmente su Oliver. Inizialmente l'avevo immaginato diverso, ossia volevo aggiungere altre scene che poi però mentre scrivevo mi sono accorta fossero superflue, quindi le riserverò per il capitolo successivo dove ci sarà il primo vero confronto Olicity ;) In questo ho cercato di mostravi e analizzare ciò che Oliver prova con la presenza di Felicity, e quanto si senta perso durante la sua assenza. La scena della battaglia ho cercato di scriverla al meglio, spero non sia risultata troppo paradossale. Beh, che altro aggiungere, spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento almeno quanto il precedente, e che la storia vi stia intrigando sempre di più. Attendo i vostri giudizi con ansia ;) Grazie ancora a tutti, alla prossima. 

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Capitolo 3
*** 3. Il confronto. ***


Capitolo 3

Il confronto.

Di ritorno dalla missione, Oliver si apprestava ad attraversare il locale utilizzato come copertura del suo covo segreto,
per raggiungere l'amico Diggle in attesa di notizie. Ma la sua mente continuava a riprodurre la scena del terrazzo, quella
in cui Laurel rivelava del rapimento di Felicity. Le sue parole riecheggiavano con estrema lentezza, tanto da provocare
una rabbia incontenibile e un'evidente stato di ira. Non sopportava l'idea di Felicity impaurita, legata e imbavagliata dal
suo aguzinno, che minacciava di ucciderla da un momento all'altro. E sopratutto odiava non avere la minima idea di come
raggiungerla e salvarla, dato che il rapinatore nella lettera minatoria, non aveva accennato ad alcuna richiesta di riscatto per lei, 
ma bensì per Laurel. L'impatto delicato dell'ascensore con il suolo, lo ridestò dai suoi pensieri, riportandolo alla realtà. 
Quando le porte si aprirono l'uomo avanzò nel rifugio con determinazione, alla ricerca del suo complice.

Diggle dobbiamo trovare qualsiasi informazione che ci permetta di identificare la posizione di questo pazzo. E dobbiamo farlo immediatamente. Felicity è...

Mentre procedeva in direzione dell'amico, al suo fianco comparve lei. Era lì, immobile. I capelli arruffati, l'espressione stanca e esausta, le braccia attorno al petto
stringevano quel plaid di lana che più volte aveva utilizzato per riscaladarsi. Quando la vide gli si gelarono le parole in bocca. Riuscì solo a osservarla dispiaciuto
per non essere arrivato in tempo, per non essere riuscito a proteggerla.

Ehy...
sussurrò semplicemente, avvicinandosi per confortarla.

Non era mai stato particolarmente loquace, ma lì, in quel preciso istante, sentiva il bisogno di abbracciarla, stringerla, avere un contatto fisico con lei, qualcosa che
le trasmettesse tutto l'affetto di cui aveva bisogno, qualcosa che la facesse sentire al sicuro. Ma quando la sua mano sfiorò il suo braccio, lei si ritrasse abbassando lo
sguardo. La mano di Oliver rimase tesa, paralizzata, sotto lo sguardo attento di Diggle.

Felicity è ancora un pò scossa per quanto accaduto, Ollie.
intervenne quest'ultimo giustificando il suo comportamento.

Sarebbe meglio lasciarle un pò di tempo per calmarsi...

Lo invitò a indietreggiare poggiangogli una mano sul petto, ma Oliver sembrava ignorare ogni suo suggerimento.
Si avvicinò nuovamente a Felicity, ma stavolta evitando qualsiasi tipo di contatto fisico per paura di essere nuovamente respinto.

Che è successo? Ti hanno fatto del male? Sei ferita? Come sei riuscita a fuggire?
La sua apprensione era palesemente evidente, nonostante i vani tentativi di insabbiarla.

Sto bene...
sussurrò ripondendo alle molteplici domande, ma con una mano si massaggiava il polso sinistro, arrossato e dolorante.

Oliver espirò sollevato, lasciando fluire fuori dal corpo la tensione a lungo accumulato durante l'intera giornata.
Quando si accorse dei lividi sui polsi però, ritornò allo stato di allerta che aveva assunto precedentemente.

E questi?
domandò agguantando la sua mano senza alcuna esitazione.

Felicity allungò il braccio, mostrando i solchi rossi che dilaniavano i suoi polsi.

Non è niente...
bisbigliò, quasi a voler sminuire la gravità del danno.

No, Felicity, questo non è niente!
replicò Oliver infuriato, mollando la presa sulla mano e avviandosi all'ingresso, dove aveva deposto l'arco.

Aspetta, Oliver...

Felicity lo seguì assalita dal timore di quello che avrebbe potuto commettero nello stato in cui si trovava.
Cercò, quindi, di trovare le parole più adeguate per farlo ragionare.

Sono solo dei lividi, dei segni che fra pochi giorni sparirano definitivamente dai miei polsi, non è niente che richieda inutili battaglie o spargimenti di sangue...

Ok, lo stato di sovraeccitazione, la stava portando a parlare convulsivamente e più del dovuto.

Felicity!
Urlò lui voltandosi improvvisamente e ritrovandosi a pochi centimentri dal suo viso.

Non avrebbero neanche dovuto permettersi di sfiorarti con un dito.
sussurrò guardandola intensamente negli occhi.

Il cuore di Felicity martellava incessantemente nel petto, frastornato da quelle parole inaspettate e dall'imprevista vicinanza dei loro visi.
Deglutì a fatica, in preda a una crisi cardiaca. Sentiva le guancie in fiamme, e le labbra dischiudersi automaticamente per recuperare l'aria
necessaria a placare quello squilibrio interiore...o più semplicemente sperava che quelle di Oliver si avvinghiassero alle sue, dando libero 
sfogo a all'elettricità statica che si era creata fra di loro.

E sentiamo...dove andresti a cercarlo? Non hai la più pallida idea di chi si tratti.

Maledizione, pensò Felicity.

La voce di Diggle alle loro spalle aveva rotto l'incanto.

Oliver impiegò diversi secondi prima di abbandonare la sensazione di pace interiore che aveva provato immergendo lo sguardo all'interno
dell'immenso oceano azzurro degli occhi di Felicity. Era come galleggiare ad occhi chiusi sulla riva di un mare calmo e cristallino, pronto a
trasportarti su un'isola ancora deserta e del tutto inesplorata.

Felicity sà chi è.
replicò continuando a farsi cullare dalla leggera movenza delle acque.

Perchè non mi hai detto niente di Shado?

E all'improvviso il cielo si oscurò, e le acque si agitarono trasformandosi in ondate pronte ad abissarlo.
Oliver riemerse dallo stato vegetativo in cui era sprofondato, affrontando il duro impatto con la realtà.

Come fai a sapere di lei?

E' stato Slade a parlarmene.

Il ragazzo inarcò le sopracciglia interrogativo.

Chi??

Slade, il mandante del rapimento. E' stato lui a racontarmi di Shado e del suo decesso. O meglio....del suo assassino.

Aspetta...Slade è quì. A Starling City. E ti ha...sequestrata? Per quale motivo l'avrebbe fatto?
Si chiese sbalordito.

Felicity abbassò lo sguardò prima di proseguire.

Beh, perchè....credo che...voi due avete un conto in sospeso...

Sollevò leggermente lo sguardo per osservare la sua reazione.

Insomma...per quello che è successo con Shado. Lui ti ritiene il responsabile.

Cosa? Felicity, non gli crederai, spero. Non ho ucciso Shado.

Non sto dicendo questo!  E' solo che...tu magari inconsapevolmente non te ne sei reso conto, ma hai scelto di salvare Sara, decretando la sua morte...

Cosa? Felicity io non ho fatto nessuna scelta, ok? Tu non hai la più pallida idea di come io mi senta da quel giorno!

Probabilmente come ti sei sentito scegliendo di salvare prima Laurel invece di me, corretto?

Oliver la guardò sconvolto, come poteva anche solo pensare una cosa del genere.

Non ho salvato Laurel per prima, non sapevo neanche che avessero rapito te se non me l'avesse riferito lei!

Ovvio, perchè la mia presenza non è così indispensabile, giusto?

Cosa?

Cosa? Non fare finta di non aver capito. Non importa quanto io lavori duramente per essere apprezzata, o quantomeno per essere notata. Tu sceglierai sempre lei. Lo hai già fatto una volta anche con Diggle, mi sbaglio?

chiese rivolgendosi al terzo elemento del trio, che assisteva neutrale alla discussione.

Diggle ammiccò leggermente con la testa, evitando di schierarsi, sperando che i due chiarissero la situazione pacificamente.

Felicity si voltò nuovamente verso di Oliver, inclinando leggermente la testa di lato, come per dire 'e adesso? cos'hai da dire in tua difesa?'
Oliver scosse la testa sbalordito, allontanandosi sdegnato da entrambi.

Se le pensi così allora perchè sei rimasta?

E' tutto quello chei hai da dire?

Cosa vuoi che ti dica, eh?

Alzò le mani come in segno di arresa.

Tu mi stai dicendo non solo, che mi ritieni un'assassino, ma che non ti fidi di me.

Felicity scosse la testa smentendo le accuse.

Non volevo dire questo, Oliver....

Ma è quello che hai detto. Tu non mi credi. Preferisci fidarti della parola di un completo sconosciuto piuttosto che della mia.

Io....non ho detto che mi fido di lui, hai travisato le mie parole, ok? Senti dal modo in cui ne parlava, dal suo sguardo...sembrava sincero.

Dal suo sguardo?

Si avvicinò nuovamente a lei mosso da un'incontenibile rabbia.

E dal mio cosa vedi, eh? Guarda...

Le indicò gli occhi con un dito mentre lei indietreggiava un pò impaurita dalla sua inusuale reazione.

GUARDA!

Urlò continuando ad avanzare con gli occhi stracolmi di lacrime.

Non lo vedi come sono stato in ansia per te, come ero terrorizzato dal momento in cui ho capito di poterti perdere, eh? Non lo vedi?

Diggle s'intromise separando i due e allontanando Oliver che sembrava aver perso il controllo.

Basta adesso, calmati!

Gli impose con tono fermo e autoritario.

Oliver lo strattonò guardando entrambi per una frazione di secondi, poi si allontanò dal covo lasciando i due un pò scossi a chiedersi cosa ne sarebbe stato del loro trio da quel momento in poi.


[To be continued...]
 

 

Angolo Autrice.
Allora, innanzitutto vi chiedo umilmente perdono per il ritardo di questa settimana, ma sono stata molto impegnata, credo in questo periodo lo siamo un pò tutti, e sopratutto continuo a ringraziarvi per tutte le bellissime recensioni con i vostri commenti e suggerimenti positivi, mi fà davvero piacere che la storia sia di vostro gradimento. Beh, adesso approfondiamo questo capitolo; che sono certa non sia piaciuto proprio a tutti, e lasciatevelo dire, neanche per me è stato piacevole scriverlo, ma era un passaggio fondamentale, perchè è servito ai nostri protagonisti per affrontare domande e punti interrogativi rimasti irrisolti. Ho cercato di mostrare il punto di vista di entrambi, Felicity e Oliver, e anche nel prossimo capitolo ci saranno momenti in cui affronteranno (stavolta si spera civilmente) questo discorso lasciato in sospeso. Dico spero, perchè potrei cambiare idea durante la stesura, come ho fatto con questo. Inizialmente avevo pensato a tutt'altro, una decisione forse troppo drastica, così ho tagliato un'intera sequenza e riscritto di nuovo la storia. Quindi in linea generale vi anticipo che ci saranno ancora dei momenti importanti fra il trio, ma non scendo nei dettagli perchè tutto potrebbe cambiare in un secondo. L'idea c'è, bisogna vedere cosa ne verrà fuori alla fine ;) Mi raccomando, fatemi sapere che ne pensate del capitolo, è importante per me, così posso migliorarmi. A presto e buon inizio settimana! :)

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Capitolo 4
*** 4. La riconciliazione. ***


Capitolo 4

La riconciliazione.


Erano trascorse diverse ore dalla discussione che aveva prodotto una frattura all'interno del trio, ma Oliver non aveva ancora fatto ritorno.
Felicity fissava costantemente le lancette dell'orologio che scandivano i secondi trascorsi con inesorabile ed estenuante lentezza.
Diggle, invece, passeggiava ansiosamente all'interno del covo, rilasciando numerosi messaggi nella segreteria telefonica di Mr. Queen.

Ehy Oliver, sono sempre io. Questo è l'ennesimo messaggio che ti lascio, fatti sentire al più presto. Dobbiamo chiarire...

Sospirando concluse la chiamata, avvicinandosi alla segreteria dall'espressione triste e preoccupata.

Ancora niente. Forse sarebbe meglio riprendere il discorso domani mattina, con calma e dopo aver riposato. Sembri piuttosto stanca, sai?

Disse spintonandola amichevolmente con la spalla, sperando di distrarla dai pensieri che la angosciavano.
Il tentativo sembrava aver raggiunto un'ottimo esito. Felicity gli rivolse uno dei suoi calorosi sorrisi, scuotendo leggermente la testa.

No, io resto ancora un pò. Ho bisogno di chiarire la situazione entro stasera, altrimenti questa notte non riuscirò a chiudere occhio. Tu và pure, devi essere distrutto dopo una giornata così pesante.

Nah...ho attraversato momenti peggiori. Come, per esempio, l'afrodisiaca sensazione di stordimento dopo aver testato sulla propria pelle gli effetti della Vertigo.

Non t'invidio affatto.

Puntualizzò Felicity, ridendo divertita.

Una volta stavo per trovarmi nella tua stessa situazione, ricordi? Quando il Conte mi ha rapita...

E poi Oliver ti ha salvata.

Specificò Diggle, enfatizzando quella frase.
Felicity lo osservò per qualche secondo, intuendo il messaggio sottinteso. 

Già...

Sussurrò abbassando lo sguardo e rivivendo quegli attimi di puro terrore nell'ufficio di Oliver, quando il Conte premeva l'ago della siringa sulla sua gola, prima di essere freddato da tre frecce per poi precipitare nel vuoto. Non avrebbe mai dimenticato la determinazione e la rapidità con cui Oliver aveva scagliato quelle frecce per salvarla. E la dolcezza con cui si era preso cura di lei quella stessa sera, calmandola e rassicurandola.

Credi davvero che se avesse saputo che tu fossi in pericolo non sarebbe corso immediatamente da te per salvarti?

Domandò Diggle, cercando di riprendere in mano quel discorso lasciato in sospeso ore prima.

Non dubito di questo, Diggle. Sò per certo che Oliver sarebbe venuto, il vero problema è quando! Oggi lo ha dimostrato, ha scelto Laurel.

Felicity, lui non aveva la più pallida idea che anche tu fossi stata rapita. Sicuramente avrebbe agito diversamente e avrebbe trovato il modo di salvarvi entrambe, lo sai.

Ultimamente non sò più niente...

Non ti avrebbe mai lasciata lì.

Continuò cercando di rassicurare la ragazza che scuoteva la testa convinta del contrario.

Stamattina sai cosa mi ha chiesto non appena è arrivato in azienda? Di te. Era molto preoccupato per la tua assenza, continuava a domandarmi se avessi tue notizie, se avessi avvertito qualcuno del ritardo...

E sai perchè? Non aveva la sua segretaria personale che gli portasse il caffè e svolgesse le solite fastidiose mansioni che tutti i miei colleghi si rifiuterebbero di eseguire.

No ti sbagli. Non aveva la sua partner che lo spronava ad iniziare la giornata con la giusta carica.

Felicity si voltò verso di lui, guardandolo sorpresa.

Senti, io non sò cosa ti abbia detto quel tipo da farti dubitare così tanto della buona fede di Oliver, ma...tu sai che ha torto. Entrambi conosciamo Oliver, e forse meglio di chiunque altro.

Dopo una breve pausa si avvicinò al suo viso, assumendo un'espressione buffa.

Anche più di Laurel.

Le fece l'occhiolino, poi si allontanò dalla scrivania, infilandosi la giacca di pelle.

Felicity sorrise un pò imbarazzata per aver mostrato così spudoratamente la sua gelosia.
Ormai era evidente, e anche Diggle si era accorto dei sentimenti che nutriva per Oliver, seppur non ricambiati.
Doveva imparare a controllare meglio le proprie emozioni.

Beh, io vado, parlerò con Oliver domattina con calma, vuoi un passaggio?

Felicity scosse la testa,

No, rimango un'altro pò, tu vai.

Sicura?

Si tranquillo, vai. Quì sono al sicuro.

Ok.

Le sorrise cordialmente.

A domani.

Buonanotte.

Lo saluto Felicity, inseguendolo con lo sguardo fino all'uscita dal covo.

Rimasta sola si diede un'occhiata intorno, nel silenzio di quella stanza che aveva dato vita a tutto. Prima di allora era una comune e semplice impiegata in una delle più grandi aziende rinomate al mondo. Ma solo dopo aver solcato la soglia di quelle quattro mura, sentiva di essere diventata parte di qualcosa, o meglio di qualcuno,  perchè solo dopo aver accompagnato Oliver al covo, era entrata a far parte a tutti gli effetti della sua vita. Niente più disperate ricerche online per scoprire qualcosa di più su quel misterioso ragazzo che le aveva rubato il cuore. Lavorando costantemente con lui, aveva ricavato molte più informazioni personali di quanto un banale social network avrebbe potuto offrirle. Aveva intravisto l'altra faccia del suo volto che nascondeva al resto del mondo. Tutto quel doloroso passato, che reprimeva con tanta repulsione, ma che ogni volta riaffiorava più prepotente di prima. Si chiedeva se la loro discussione aveva riaperto un'altra dolorosa cicatrice, se il suo comportamento l'avesse ferito o deluso...Non avrebbe sopportato di essere la causa delle sue angosce. Tutto quello che voleva era restargli accanto per aiutarlo a richiudere le vecchie ferite e a lasciarsi il passato alle spalle. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di vederlo felice, nonostante soffrisse nel vederlo in compagnia di donne molto più belle e attraenti di lei. Ormai rassegnata all'idea, diede un'ultimo sguardo alle lancette dell'orologio che segnavano la mezzanotte passata. Si alzò dalla scrivania e si avvicinò al contatore elettrico, per spegnere tutte le luci. Ma uno strano rumore all'ingresso attirò la sua attenzione. Quando le porte si aprirono, il volto di Felicity s'illuminò riconoscendo la figura di Oliver che avanzava nel covo.

Sei quì!

Esclamò esultando, quasi rassicurando quella parte interiore che ormai si era rassegnata all'evidenza.

Oliver si bloccò sorpreso nel vederla ancora lì. Credeva che ormai quel luogo fosse del tutto desolato a che avrebbe potuto crogiolarsi nel suo senso di colpa in totale e completa solitudine. E invece lei era ancora lì, ad attenderlo. Dopo tutte quelle ore.

Ok, in questo lasso di tempo ho avuto modo di creare mentalmente un discorso decente da esporre, quindi ti prego di ascoltare senza interrompere.

Lo incitò, avanzando verso di lui.

Per prima cosa, sarà anche banale e scontato, ma credo che la frase che esprima meglio il punto focale del discorso sia...Scusa.

Oliver chinò leggermente il capo, aggrottando le sopracciglia. Non era lei quella a doversi scusare, bensì l'opposto.

Scusa per averti aggredito, scusa per aver dubitato di te, scusa per aver riaperto vecchie ferite, e sopratutto scusa per non averti creduto. Non è da me...Io non sono una di quelle persone diffidenti, con la puzza sotto il naso, che si permette di giudicare la vita degli...sono totalmente l'opposto. Mi sono comportata da stupida, e sono tremendamente dispiaciuta.

Felicity...non c'è assolutamente nulla che io debba perdonarti. Voglio dire...

Scosse la testa accorciando la distanza che li separava.

Non biasimo il tuo comportamento...al tuo posto probabilmente avrei reagito anche peggio. La colpa è mia perchè vi ho raccontato la mia storia solo in parte...

Non eri tenuto a farlo...E' la tua vita privata.

E' vero, ma siamo una squadra. Non dovrebbero esserci segreti fra noi...

Felicity inspirò profondamente abbassando lo sguardo, mentre Oliver prese posto sulla scrivania precedentemente occupata dalla bionda segretaria.

Quel giorno scelsi di salvare Sara.

confessò a denti stretti, evitando di incrociare lo sguardo di Felicity.

Non sò esattamente perchè... Forse per puro istinto, o forse perchè nonostante tutto, lei fà parte di me, dell'Oliver che avrei voluto tornare ad essere...
L'Oliver che ero prima di precipitare su quella maledetta isola infernale. Mi sono esposto e ho protetto Sara, decretando la morte di Shado, la persona che ha
contribuito a farmi diventare il guerriero che sono adesso, la persona che sono adesso. L'ho vista morire davanti ai miei stessi occhi, e da allora non c'è un solo
giorno in cui il senso di colpa non mi divori dentro.


Felicity rimase in totale silenzio, ascoltando afflitta, quella confessione tanto dolorosa che Oliver stava esternando.

Slade aveva ragione. Sono responsabile della sua morte. Ma su una cosa si sbaglia...non avrei mai ripetuto lo stesso errore con te.

Stavolta trovò il coraggio di affrontare apertamente il suo sguardo, rischiando di leggere lo sdegno e il disappunto che provava, dai suoi occhi.
Con sua enorme sorpresa, invece, tutto quello che riusciva a scorgere era un'espressione triste e addolorata, celata dietro lo spessore delle lenti.

Se avessi saputo prima del tuo rapimento, non avrei esitato un solo istante per venirti a salvare.

Ti credo.

Sussurrò lei flebilmente, accennando un lieve sorriso.

All'inizio non avevo alcun dubbio...è solo che...ho cominciato a credere che stessimo ripetendo il passato, che se ti fossi ritrovato nella medesima situazione...

Avrei trovato un modo per salvarvi entrambe.

l'anticipò lui, cogliendola di sorpresa.

Felicity, io non posso perderti. Ho bisogno di te.

Lo sò, hai bisogno della tua impiegata isterica che giornalmente ti annoia con le sue lamentele e i suoi continui piagnistei.

Commentò sarcasticamente, allentando la tensione e il silenzio imbarazzante che si era creato dopo quella confessione.

Oliver sorrise lievemente, scuotendo la testa.

No, ti sbagli. Ho bisogno della mia partener.

Felicity tornò improvvisamente seria, spiazzata da quell'ultima affermazione, la stessa espressa da Diggle solo qualche ora prima. 

A quanto pare sono avanzata di grado...

Oliver non riuscì a trattenere una risata sommossa.

Così sembrerebbe...

Confermò, condividendo insieme a lei quell'impacciato momento di intimità che si era venuto a creare fra di loro.
Era la prima volta che si sentiva così goffo e insicuro in compagnia di una donna. Solitamente sapeva sempre come
comportarsi, e quali armi vincenti sfoderare per conquistarne una. Ma lì, in quel preciso istante, sentiva di essere
ritornato un adolescente imbranato, alla sua prima cotta.

Grazie...
bisbigliò dolcemente Felicity, prima di sancire quella riconciliazione con un cordiale abbraccio.

Oliver impiegò diversi secondi prima di ricambiare quel gesto estremamente affettuoso, 
stringendola a sè. Era stupito e meravigliato da quella reazione repentina e inaspettata, 
ma decisamente ben gradita. Involontariamente si ritrovò a inspirare il dolce profumo emanato
dai suoi capelli dorati e lucenti. Chiuse gli occhi per un breve istante, assaporando quella
sensazione di serenità interiore, che più di una volta aveva provato in sua presenza. Infine, con
suo sommo dispiacere, disciolse l'abbraccio rivolgendole un caloroso sorriso.

Rimane comunque un problema, Oliver...

riprese Felicity, stimolando la sua curiosità.

E sarebbe?

chiese confuso.

Non sono fuggita, è stato Slade a rilasciarmi a condizione che io lavorassi per lui. Mi ha dato a disposizione 24 ore per fare la mia scelta.
Inoltre ha specificato che nel caso mi rifiutassi, avrebbe agito di conseguenza. Così ho pensato che forse, momentaneamente, la soluzione
migliore sarebbe quella che io mi allontanassi per un pò di tempo da Starling City, potrei farmi ospitare da Barry e...


No.

Rispose categoricamente, interrompendola nuovamente.

Per quanto detestasse l'idea di Felicity costantemente in pericolo, quella di lei e Barry insieme da soli, era anche peggio.

Ho in mente un piano migliore...

[To be continued...]


Angolo Autrice.
Hello girls, come state? Avete guardato l'episodio di questa settimana? Io sono ancora tipo incredula e trasognante per le meravigliose scene Olicity che gli autori hanno deciso di offrirci! Come avete notato mi sono lasciata un pò influenzare dai dialoghi della 2x10, e ho voluto inserire anche quì il 'you're my partner' che abbiamo visto nell'ultima scena. Dopotutto lo trovo abbastanza aderente e in linea con la trama della serie, l'unica differenza è il motivo per cui si sono ritrovati a discutere ;) Per quanto riguarda il capitolo, spero che lo abbiate trovato interessante, non mi convinceva molto, ma ultimamente la mia ispirazione è andata a farsi benedire. Vi dico solo che non ho la più pallida idea di cosa scrivere nel prossimo capitolo, quindi non potrò neanche anticiparvi nulla, vi lascerò con questo terribile dubbio per tutta la settimana ahaha Pardon! Attendo con ansia di leggere tutti i vostri commenti. Un bacione, alla prossima!

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