Polvere di stelle

di Helen21
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Polvere di stelle

 

Ciao a tutti! Questa fanfiction è ispirata a quella di Luci28, "In partenza per il paradiso", ve lo dico e ammetto i miei limiti! Ma era un'idea talmente tenera e profonda che non poteva non colpirmi! Ho pensato di allungarla un po'. Grazie a Luci28 per l'idea (scusa, ma non so come ti chiami!) e a tutti coloro che leggeranno questa fanfiction. Bacioni!!!

 

 

Capitolo 1

 

-Passa la palla, Memorino, mi sto annoiando!- Jeremy incrociò le mani sul petto, con aria insofferente.

-Ma dacci un taglio! Lucifero, a te!- Lucifero lo fiancheggiò correndo, ma ben presto rimase indietro.

-Oh, Lucifero, che fai?! Non vorrai mica che la passi indietro, no?! Vieni avanti!-

Il ragazzo accelerò la corsa, i capelli corvini al vento, il volto sudato. Di nuovo rallentò e questa volta quasi si fermò. Memorino fermò il gioco e gli si avvicinò.

-Ehi, che cos'hai?...Sei pallido, non ti senti bene?-

-No, sto bene...mi sento solo un po' stanco...-

-Hai fatto colazione, no?- domandò ancora l'amico, mentre gli altri si avvicinavano. -Si, certo...-.

Lucifero intanto si sedette sul muretto a riposare.

-Ehi, capitano, che ti prende?- Jeremy lo guardava perplesso

-Dai, va tutto bene, adesso riprendo...- Detto ciò Lucifero si alzò, facendo segno agli amici di riprendere l'allenamento.

-Resta seduto un po', Lucifero...riprenderai quando ti sarai riposato...- Celeste gli aveva posato una mano sulla spalla. Il ragazzo annuì. -Va bene...-. I due si sorrisero, poi la ragazza tornò in porta.

L'allenamento riprese. Lucifero li guardava, ma lentamente la vista iniziò a sfocarglisi e sentì la testa farsi pesante.

-Ma che cavolo mi prende!?- pensò, poi chinò il capo in avanti, cercando di riprendersi.

-Lucifero, che fai? Stai male?!- Samira notandolo gli era corsa incontro ed ora anche i compagni li accerchiarono. -Allora, Lucifero?!-

-Non ho niente...mi gira solo un po' la testa...-.

Celeste gli si inginocchiò a fianco -Stenditi, Lucifero...Memorino, sollevagli le gambe...Va meglio così?-. Il ragazzo annuì, ma mentì, poiché la situazione non migliorava affatto. Tenne gli occhi chiusi. Aveva l'impressione che un macigno gli stesse premendo il torace. Ebbe l'impressione di non riuscire più a respirare bene. Provò a tossire, ma il peso si fece sempre più pressante.

-Lucifero! Lucifero, che ti prende?- Celeste parlava agitata -Memorino, dobbiamo chiamare qualcuno, sta male sul serio!-

Lucifero aprì appena gli occhi, poi sentì qualcosa inumidirgli il volto. Mentre rifletteva a cosa fosse dovuta quella sensazione. Celeste sussultò spaventata.

-Oddio! Ci vuole un fazzoletto...chi ha un fazzoletto?!-. Samira le porse un pacchetto e lei lo afferrò, -Grazie- le disse poi. Celeste ne posò uno sul volto di Lucifero, sotto il naso e il ragazzo aprendo gli occhi, vide la salvietta impregnarsi lentamente di rosso.

-Ragazzi, chiamo Crono!- Memorino afferrò il cellulare e si spostò di qualche passo.

I compagni annuirono concordi.

-Lucifero...- Celeste era china su di lui, -Lucifero, come ti senti? Ce la fai a metterti seduto?- la domanda suonò tesa e vibrò nell'aria per alcuni istanti, resa acuta dall'agitazione della voce della ragazza. Lui la guardò appena, poi iniziò a sollevarsi; Samira e Jeremy lo aiutarono tenendolo sotto le braccia. Celeste gli teneva ancora il fazzolettino: il sangue continuava a scorrere.

Lucifero sentiva sfinito, il corpo privo di energia e gli pareva di aver perso la capacità di pensiero. Si sentì vuoto, esausto.

In quel momento Memorino si riavvicinò. -Crono sta arrivando...Come sta?-

Samira posò una mano sulla fronte del capitano, poi la ritrasse. -Cielo! E' bollente!-

Lucifero rimase immobile, il sapore del sangue gli invase la bocca, così la aprì appena.

Samira si portò una mano alle labbra. Celeste si guardava i piedi, mentre Memorino sembrò cogliere la causa dello spavento di Samira. -Caspita! Ha la bocca piena di sangue...dobbiamo...- Memorino si zittì non sapendo come finire la frase. Tutti ora guardavano Lucifero spaventati e sconcertati, solo lui non aveva la forza di allarmarsi. Poi Celeste cercò di tamponarglielo con un fazzoletto pulito, ma non riuscì a fare molto.

Crono arrivò svelto. Parcheggiò l'auto appena fuori dal porto e si inoltrò verso il punto indicatogli da Memorino per telefono. Vedendoli allungò il passo.

Lucifero era ancora steso. La testa sulle gambe di Celeste. Samira era in piedi dietro di lui e carezzava la fronte al ragazzo. Jeremy e Memorino chiudevano il cerchio, di fronte al capitano.

-Eccomi qua, cos'è successo?- Crono li raggiunse col fiatone.

-Crono, finalmente!- Celeste sospirò sollevata vedendolo -Sta male! Non sappiamo cosa abbia, ha perso sangue...tanto...anche dalla bocca...e sembra che faccia fatica a respirare...prima si era seduto e pareva cosciente, ma poi non ce la faceva e l'abbiamo fatto stendere di nuovo...- Celeste tacque. -Ha la fronte che scotta...- aggiunse Samira, carezzando ancora l'amico, ora molto pallido.

-Santo cielo! Dobbiamo andare in pronto soccorso...Non possiamo fargli niente noi! Su, coraggio, aiutatemi ad alzarlo...-.

L'uomo afferrò Lucifero sotto le ascelle, appoggiandolo a sé. Jeremy e Memorino lo aiutarono, afferrandolo dall'altra parte. Alla fine Memorino si spostò e rimase Jeremy a reggere l'amico.

Il veicolo era a pochi passi, per cui lo raggiunsero abbastanza in fretta. Misero Lucifero seduto nei posti posteriori, Sorretto dalle ragazze e da Jeremy, che si sedette a fatica, facendo stringere Samira. Memorino si sedette a fianco a Crono. Partirono. Lucifero apriva gli occhi di tanto intanto, per poi richiuderli.

-Celeste...-sussurrò ad un tratto.

Tutti lo guardarono. Il ragazzo teneva stretta la compagna, lentamente iniziò a piangere, ma non aprì più bocca. Celeste guardò Samira allarmata, l'amica ricambiò lo sguardo con la stessa tensione.

 

La stanza dove portarono Lucifero, dopo averlo tenuto sotto esame per diverse ore era spaziosa. Un armadio azzurrino riempiva un angolo, mentre un piccolo tavolino separava il letto dalla finestra. I ragazzi erano seduti sulle poltroncine e guardavano l'amico preoccupati. Lucifero appariva addormentato. Un tubicino passante sotto il suo naso gli alimentava l'ossigeno, mentre da una sacca colavano lentamente goccioline trasparenti, direttamente in vena al ragazzo. Crono e la signorina Biftery, che nel frattempo li aveva raggiunti in ospedale, discutevano con i medici.

Celeste stringeva a la mano libera di Lucifero, che lui aveva debolmente sporto oltre il bordo del materasso.

Quando la porta si aprì ai ragazzi si fermò il sangue nelle vene. La signorina Biftery entrò con le lacrime agli occhi e si inginocchiò ai piedi del letto, carezzando angosciata la fronte del ragazzo. Crono entrò in silenzio. Aveva l'aria turbata. Anche i suoi occhi erano lucidi.

-Allora?- Memorino si fiondò da Crono, teso.

Gli altri li guardavano con eguale apprensione.

-Venite...usciamo un attimo...-

I ragazzi lo seguirono. Raggiunsero lo spiazzo esterno all'ospedale e lì si fermarono.

-Ascoltate...non voglio mentirvi...- Celeste lo guardava con gli occhi cerichi di disperazione. -E' grave...era malato da tempo, ma nessuno se n'era reso conto...forse avremmo dovuto fargli fare qualche controllo in più...- Crono scosse il capo con aria colpevole. -Crono, che cos'ha?- lo incalzò Memorino. -Si tratta di un caso di leucemia acuta...- le parole uscirono dalla bocca dell'uomo con uno sforzo immenso.

I ragazzi spalancarono gli occhi. Celeste scosse il capo scoppiando a piangere. Samira chinò lo sguardo raso terra, lasciando che le lacrime rigassero le guance anche a lei.

Memorino si morse il labbro cercando di controllarsi. Jeremy guardò Crono sconvolto.

-Che cosa gli faranno?- Celeste parlava sottovoce.

-Nulla...- Crono rispose debolmente.

-Ma come nulla?!- Samira alzò lo sguardo esterrefatta.

-Ve l'ho detto, è malato da troppo tempo...non c'è più niente da fare...- Sospirò l'uomo.

-Come non c'è più niente da fare?!- Celeste scuoteva il capo sconvolta.

-Le cure sono inutili...finirebbero per togliergli le forze e far velocizzare il decorso della malattia... Non c'è più niente da fare...-

-Ma possibile che non avesse avuto nessun sintomo prima d'ora?!- Samira appariva incredula.

-Può essere che ne abbia avuti e non abbia voluto parlarne...lo conosci...non è il tipo che si lamenta per cose del genere...-

-Da quanto tempo è malato?- Memorino parlava in un sussurro. Gli occhi ricolmi di lacrime apparivano più chiari alla luce del sole.

-Almeno tre mesi, dicono...-

-Tre mesi...- Memorino ripetette quelle due parole con estremo dolore.

-Quanto...quanto tempo...dovrebbe avere...ancora?- Jeremy aveva smesso di nascondere le lacrime e guardava Crono con angoscia.

-Non hanno fatto previsioni precise...ipotizzano quattro, cinque mesi...-

Celeste soffocò un singhiozzo. Per alcuni istanti rimasero in silenzio, poi Crono si avvicinò di nuovo al portone d'ingresso.

-Dai, torniamo dentro...-

Il gruppo lo seguì, mogio. Il dolore era nel cuore di ognuno.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

Dalla finestra penetrava aria tiepida. I ragazzi erano seduti sul divano. Lucifero doveva arrivare da un momento all'altro, ma nessuno aveva idea di come affrontare la situazione. Sapevano che era a conoscenza di tutto, ma questo non semplificava le cose.

-Crono dice di non mostrarsi troppo disperati, ma come caspita facciamo!?- Samira scuoteva la testa sconfortata.

-Non lo so, ma d'altronde prima o poi avremmo dovuto comunque affrontare questo momento...- concluse Memorino.

-In ogni caso dovremmo accettare anche il futuro...se non riusciamo a sostenere la situazione adesso, pensate poi quando...- Jeremy tacque. Celeste scoppiò in singhiozzi.

-Celeste, dai...sforzati di reagire...almeno adesso che siamo ancora tutti insieme...- Samira parlò con garbo, abbracciandola.

In quel momento la porta alle loro spalle si aprì. Loro non ci fecero caso e sobbalzarono quando sentirono Lucifero parlare.

-Ehi, dai, smettetela di dire così...dopotutto non sono ancora morto...- il ragazzo si avvicinò al gruppo e si sedette sul divano a fianco ai compagni. Celeste lo abbracciò.

-Oh, Lucifero! Finalmente sei qui!-

Lui la strinse, socchiudendo appena gli occhi. Non servirono parole in quel momento. Ognuno si rese conto che il silenzio era lo strumento migliore da adoperare.

Lucifero appariva tra tutti il meno disperato. Sembrava ancora desideroso di assaporare un po' di quel gusto della vita, anche se era consapevole che sarebbero state tante le opportunità che non gli si sarebbero presentate.

 

 

Era Giugno, i primi del mese. Alla fine avrebbe compiuto 15 anni. Quante volte aveva inutilmente pensato al dopo. Quante volte si era soffermato a riflettere sulla propria esistenza, senza minimamente contemplare all'interno dei suoi pensieri un avvenimento come quello. Quante volte si era immaginato da adulto, senza riuscire a costruire bene i propri lineamenti. Ora gli sembrava che fosse un segno del destino. Non era destinato ad vere un futuro, ad diventare un uomo...Per certi versi non gli dispiaceva...crescere non gli era mai piaciuto. Però aveva paura, paura di non fare a tempo nemmeno a scoprire quel poco che la vita ha di bello.

 

Da quel pomeriggio, che volò via come un soffio di vento, la vita dei ragazzi cambiò completamente. Lucifero era sempre più stanco e questo vincolava i ragazzi a trascorrere le giornate in modo piuttosto inattivo. Ma a nessuno dispiaceva, poichè ognuno voleva in cuor suo il meglio per l'amico.

 

 

 

 

Il sole era alto e caldo. Due ragazzini passeggiavano per la strada deserta.

-Ehi, Edoardo, hai saputo la notizia?-

-Quale notizia?-

-I Celestini si sono ritirati dal mondiale!-

-Cosa? Ma sono i campioni! E Banessa come farà adesso senza la squadra vincente?!-

-Non lo so...in effetti anche a me dispiace...-

-Perchè l'hanno fatto?-

-Dicono che il loro capitano non stia bene...-

-Chi? Lucifero?-

-Si, Lucifero, si...però non so cosa sia successo...-

-Va beh, non importa, peccato solo per loro...Erano una bella squadra!-

 

I due si allontanarono. Il sole iniziava a calare, mentre i cinque protagonisti si recavano al porto. Squalo li aspettava. Aveva preparato il tè e ora aspettava pazientemente, guardando fuori dalla finestra. La notizia della malattia di Lucifero lo aveva colpito molto. Lo conosceva da quando era un marmocchio che rincorreva i sonaglini, ovviamente tramite Crono, ed ora, dopo tutti quegli anni passati insieme, era davvero doloroso pensare di perderlo.

Squalo guardò una foto, posata su una mensola. Lui era intento a fare il solletico al ragazzo, che aveva assunto una posizione davvero assurda. Era una foto particolare, unica. Il giovane sorrise: quanti ricordi gli evocava!

Suonarono alla porta. Si precipitò ad aprire. I ragazzi sorrisero vedendolo. Memorino e Celeste furono i primi ad entrare, li seguirono i compagni. Lucifero aveva le guance scavate, ma un colorito roseo. Il gruppo si sedette.

-Sentite, ho fatto il tè, so che fa un po' caldo per berlo, però...-

-Hai fatto bene, e poi è comunque dissetante!- Celeste si sforzò di animare la situazione.

-Beh, grazie...-

 

Squalo era sempre un po' imbarazzato quando si trovava di fronte a Lucifero. Da una parte non riusciva a comportarsi come se niente fosse successo, dall'altra non gli andava di far sentire il ragazzo come un malato terminale, anche se sfortunatamente era quella la realtà. Così cercava di essere accomodante e interessato dal suo stato, senza diventare troppo apprensivo. Lucifero questo lo comprendeva e apprezzava il gesto, anche se preferiva non affrontare l'argomento direttamente.

Non essere sotto cura intensiva, per Lucifero era una salvezza tanto quanto una condanna: era libero dai malesseri che la maggior parte delle cure antitumorali portano, ma nello stesso tempo il decorso della malattia si faceva svelto e il due settimane Lucifero aveva già perso molti chili, aveva di continuo la febbre e spesso era costretto a correre in bagno, ma più per violente perdite di sangue, che non per un vero disturbo intestinale. Certo le pastiglie che prendeva gli creavano svariati fastidi, il principale era l'estrema debolezza, un altro una fastidiosa nausea e un altro ancora era l'effetto soporifero che portava il ragazzo ad addormentarsi spesso anche durante il giorno. D'altra parte sapeva di non poterne fare a meno. Quella era la vita rimasta a Lucifero: una lontana parente della sua vita vera. Ma lui l'accettava, senza proteste, senza lamentele. Solo di notte a volte il suo inconscio dava sfogo al dolore che nascondeva dentro di sé e lo faceva piangere, a volte nel sonno, altre disperatamente, tanto da svegliarlo agitato. Gli amici gli erano vicini anche in quei momenti e questo bastava a fargli trovare la forza di risvegliarsi sorridente il giorno dopo.

 

-Ragazzi, che ne pensate di fare qualcosa sabato?- propose Squalo,

-Tipo?- domandò Jeremy interessato,

-Non lo so, ma potremmo organizzare qualche cosa...tipo in spiaggia...- Squalo aveva pensato di andare a fare un giro in montagna, ma non sapeva se Lucifero era nelle condizioni di sostenerlo e non gli stava certo di porre una domanda così diretta.

-Sarebbe una bella idea! Potremmo organizzare qualche gioco da fare sotto l'ombrellone, no? Luci, che ne dici?- ipotizzò e domandò Memorino.

-Sarebbe una bella idea, si, volentieri!- Lucifero sorrise a tutti, rispondendo.

 

E così iniziarono a confabulare sul da farsi e il pomeriggio trascorse svelto. Quando tornarono a casa, Lucifero era stanco, ma felice: un pomeriggio all'aperto lo avrebbe fatto sentire più vivo, ne era certo.

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