All different-All equal

di _Natalie_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1-Kimberlyn ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- Sophie. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3- Melanie & Sean ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4-Nicolas ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1-Kimberlyn ***


Capitolo 1 kymberlin http://i62.tinypic.com/qrnsbs.jpg

Capitolo1
                 Kymberlin



La sua vita girava intorno a tre semplicissime cose. Il sesso, la droga e l’alcool. La sua vita era un miscuglio di questi tre elementi.
Non aveva nessun’altra aspirazione, nessun’altro sogno.
I suoi occhi erano sempre marcati da una matita nera, e le sue labbra da un rosso intenso naturale, che prendeva luminosità solo per il lip glos che metteva prima di uscire.
Si vestita sempre uguale, portava dei collant con sopra magliette lunghe, ai piedi aveva i suoi amati anfibi, che alle feste cambiava con dei tacchi dodici con borchie ai lati.
Kimberlyn era una ragazza diversa da tutte, era una ragazza che si dedicava alla sua vita ventiquattro ore al giorno.
Sua madre, per un anno le fece il torto maggiore che trovò.
Riscriverla a scuola.
Kimberlyn non andava a scuola da più di un anno, infatti, ora aveva diciotanni, lei era andata avanti da sola. Aveva frequentato la scuola a casa.
Quest’anno, per l’ultimo anno, sua madre decise che sua figlia doveva riprendersi. Mandandola a scuola.

Kimberlyn si svegliò alle sei in punto, per affacciarsi dalla finestra e osservare il silenzio della sua cittadina.
Amava starsene davanti alla sua finestra, con una sigaretta fra le mani. Passava interi pomeriggi così.
Dopo pochi secondi, prese dall’armadio i suoi collant color nero, con sopra una maglietta color azzurro cielo.
Prese una collana a forma di cuore dal suo cassetto, per poi andare davanti allo specchio.
Ormai era abituata a truccarsi velocemente,  si mise a solita matita nera, come se stesse uscendo normalmente.
Si pettinò i capelli, per poi sistemarli con la piastra.
Prese lo zaino che la madre le aveva preparato la sera precedente, per scendere dalle scale e andare verso la porta.
Guardò in cucina, salutando la madre.
“Potresti vestirti decentemente Kimberlyn, almeno per andare a scuola, sicura che non ti devo accompagnare?” disse la madre speranzosa di un sì dalla figlia.
La figlia fece segno di no con la testa, per poi salutarla e uscire.
Cercò nel suo zaino le cuffiette, per poi ascoltare la musica.
S’incamminò verso la scuola, osservando durante il cammino tutte le ragazze e i ragazzi che andavano nella sua stessa direzione.
Il suo sguardò si fermò su un gruppo di ragazzetti, della sua età più o meno. Erano da soli, seduti sopra il muretto davanti alla scuola, erano intenti a fumare una sigaretta, la ragazza passò di fianco a loro, cercando di non farsi notare.
Entrò dentro quell’edificio.
Il corridoio era lungo, e lei non aveva la più pallida idea di dove andare.
In quale stanza entrare.
Andò verso il tabellone delle lezioni, vide i suoi corsi, così si incamminò verso la sua prima aula.
Camminò per il corridoio, per poi essere fermata dalla preside.
La preside era una donna sulla sessantina, portava una camicetta nera, con un cravatta accompagnati da dei semplici pantaloni neri.
Guardava Kimberlyn come se fosse un estranea. Come se fosse nel posto sbagliato.
“Tu dovresti essere la nuova studentessa, quella che studiava a casa. Credo che ti chiami Kim…” la donna fu interrotta dalla voce della ragazza “Kimberlyn, Kimberlyn Smith” , disse sorridendo.
Si girò nuovamente, quando la preside le consegnò finalmente il foglio dei corsi. La ragazza sorrise, e si mise subito alla ricerca delle varie aule.
Si sentì prendere da dietro, per poi essere abbracciata.
La ragazza si allontanò di scatto, per poi rendersi conto di aver di fronte un volto amico.
“Ehi, ciao. Cosa ci fai qui? Mi fa piacere che sei tornata Kim. Stai bene?” disse la ragazza dai capelli biondi che Kimberlyn si trovava di fronte.
“Ciao Sophie, non ricordavo che anche tu andassi in questa scuola” Kimberlyn si rese conto della cavolata che aveva appena detto, quella scuola era l’unica di tutto il paesino in cui vivevano.
Liverwood, un piccolo paesino del New Jersey.
Lo scarto degli Stati Uniti.
Rialzò lo sguardò, per notare gli occhi sgranati di Sophie.
“Sei cambiata così tanto, non sembri più tu” disse Sophie, guardando ancora Kimberlyn, le due ragazze si conoscevano da qualche anno.
Lei era la sorella dell’unico ragazzo serio che Kimberlyn aveva avuto.
Le due ragazze erano sempre insieme, finché non ci fu quell’incidente che cambiò la vita di tutti.
Avevano solo sedicianni anni.
Ora ne avevano diciotto, di anni ne erano passati e Kimberlyn aveva cambiato completamente il suo aspetto.
Sophie invece era rimasta uguale, la stessa ragazza dai capelli biondi e occhi azzurri. Era rimasta magra come un tempo, forse ora lo era ancora di più.
Kimberlyn, non voleva aver più niente a che fare con lei, si era ripromessa di non tornare mai più con le persone di una volta.
Però Sophie era l’unico volto amico che Kimberlyn vedeva dopo anni.
“Stasera cosa fai? Vieni con me alla festa di un mio amico?”, Kimberlyn sorrise per poi annuire, in fondo sotto il suo viso da ragazzaccia c’era ancora la ragazza dolce, timida che era.
Salutò Sophie, per poi andare verso la porta d’ingresso. Uscì dall’edificio, per poi sedersi sopra al muretto dove prima aveva visto quei ragazzi. Al loro posto trovò solo delle cartacce, dei mozziconi di sigaretta, dei pacchetti finiti. Forse non erano così diversi da lei.
Prese una sigaretta dal pacchetto, per poi accenderla. Sentì la campanella, fregandosene restò fuori classe.
Sapeva di sbagliare, ma il gusto di sbagliare la faceva sentire bene.
“Vedo che la novellina sta già infrangendo la legge” disse un ragazzo dall’ingresso della scuola. Le sorrise, per poi avvicinarsi a lei.
Le si avvicinò, prendendogli la sigaretta, gettandola a terra.
“Forse questa la preferisci, mi sembri una tipa a posto” le disse mostrandogli una canna. La ragazza sorrise e la prese fra le mani, guardò il ragazzo. Sembrava un ragazzo come tutti, capelli corti marroni, occhi scuri, niente di nuovo.
Il ragazzo le sorrise, per poi prenderle la mano.
“Kyle, piacere.” Disse sorridendo, Kimberlyn lo guardò nuovamente.
Pensò se dirgli il suo vero nome, infine decise che non voleva mentire. In fondo non stava facendo niente di male, non era abituata a conoscere delle persone, era abituata solo a prenderle e portarle a letto.
“Kimberlyn, lo so’ è un nome buffo”, pronunciò la ragazza guardando verso il basso.
Il suo cervello stava iniziando a spegnersi, la visuale stava iniziando a diventare opaca.
Finalmente si sentiva a casa.
Bastava poco per sentirsi  a casa.
“Non è un nome buffo, anzi è un bel nome”.
Kimberly guardò il ragazzo, iniziò a ridere. Il ragazzo la guardò per poi dirle che dovevano rientrare in classe, anche se non erano nelle condizioni.
Kimberly lo guardò, lo saluto andando verso la classe.
Entrò dentro l’aula di italiano, entrò con cautela quando la prof la fermò.
“Lei dovrebbe essere la nuova alunna, per caso non trovava l’aula?”, la ragazza prese lì occasione e annui.
Si sedette al banco, per poi presentarsi alla classe.
Si mise con la test sul banco, le girava tutto. Forse era stato per prima o forse per quello che aveva fatto la notte precedente.
Dopo cinquanta minuti circa la lezione finì e Kimberlyn andò verso il bagno. Si guardò allo specchio, i suoi occhi avevano preso il color rosso che aveva solitamente la sera.
Prese un po’ d’acqua e si lavò il viso. Poi prese dal suo zainetto la sua piccola sacca dei trucchi. Si rimise la matita, per poi ritornare quello che era pochi istanti prima.
I suoi occhi erano tornati un po’ più del loro colore, il verde si vedeva sempre di più.
Uscì dalla porta, per  rivedere Sophie nel centro di quel gruppetto di ragazzi che aveva visto quella mattina.
Notò al suo fianco Kyle, che la prese per i fianchi e la baciò.
Per un secondo Kimberlyn si sentì una traditrice, per una volta si sentiva in colpa di aver flirtato con un ragazzo.
Guardò nuovamente quella scenetta, quando Sophie notandola le disse di avvicinarsi. La ragazza si avvicinò, quando Sophie la presentò ai suoi amici.
“Loro sono Melanie, Ami, Sebastian, Sean e  Nicholas” disse con un tono sicuro.
Kimberlyn sorrise e si presentò. Notò in ogni singolo ragazzo una caratteristica. Melanie aveva una maglietta lunga che le copriva i polsi, forse si faceva del male.
Ad Ami tremavano le mani, Ami era una ragazza ansiosa. Fin troppo ansiosa. Lo aveva notato dalle mani che tremavano, dal ticchettio della sua penna contro l’armadietto che aveva dietro di lei.
Sebastian era un tipo studioso. Si notava dagli occhiali neri che portava, dallo zainetto pieno di libri e dal suo modo di parlare.
Sean non era collegato. Si notava dal fatto che portava un sorriso troppo irreale. I suoi occhi erano color rosso sangue. Era un cosiddetto ‘fattone’.
Nicholas, era un ragazzo misterioso, non si era fatta una vera idea di come fosse. Non riusciva a capire nulla dai suoi occhi.
Poi riguardò Sophie, lei era magra. Fin troppo magra.
Aveva paura che la ragazza fosse anoressica.
Per finire Kyle, quel ragazzo sembrava un vero e proprio infedele. Sembrava il semplice ragazzo che cerca un ragazza nei locali, solo pe potersela a letto. Semplicemente il tipo che Kimberlyn trovava nelle sue serate.
Rimasero qualche secondo a fissare quella ragazza appena arrivata, per poi sentire la campanella.
Ognuno andò nella propria aula, quando Kimberlyn vide Nicholas andare nella sua stessa direzione.
I due si fissarono, per poi sedersi in due posti completamente lontani.
La giornata finì in fretta. Per Kimberlyn era durata per fino troppo. All’uscita sentì chiamarsi, quando Sophie l’avvisò che la sarebbe passata a prendere verso le sette.
Kimberlyn andò verso casa e per una volta ripensò a lui.
A Tom. Dopo tanto tempo quel nome girò per la sua mente.
Ricordò benissimo l’incidente. Era insieme per strada, quando una macchina lì investì.. Kimberlyn restò per un mese in coma, invece Tom morì sul colpo.
La ragazza si sentiva in colpa. Lui era l’unico ragazzo che lei aveva mai amato. DA quel giorno decise che nessun ragazzo sarebbe mai stato paragonabile a Tom. Nessuno poteva amarla come faceva lui. Tom era l’unica persona di cui si fidava. Era il fratello maggiore di Sophie.
Da quel giorno Kimberlyn si era chiusa in casa, si era chiusa fra le sue quattro mura. Per poi uscire e dedicarsi al piacere della vita. Tutto quello che reputava sbagliato lo faceva. Prima era una ragazza timida. Ora doveva recuperare tutto il tempo perso.
Arrivò a casa. La casa era completamente vuota, sua madre era lavoro, e suo padre era in viaggio all’estero.
Prese qualche bistecca e la preparò per benino.
Si sedette al tavolo e iniziò a mangiare.
Poi aprì la finestra e si fumò la sua Chesterfield tranquillizzandosi.
Chiuse la finestra, per poi salire e mettersi sotto le coperte.
Quando dopo occhi secondi si alzò e senza un motivo logico uscì di casa.
Cercò un parco, quando dopo alcuni secondi lo trovò. Si sedette sotto un albero, prendendo le sue cuffiette restò ferma a godersi il panorama con una sigaretta in bocca.
“Tu, sei l’amica di Sophie, giusto?”  la voce proveniva da dietro l’albero, quando Kimberlyn si affacciò e vide il volto di Melanie.
Sorrise per poi annuire, quando Melanie la guardò per poi dirle se poteva sedersi.
“Stasera vieni anche tu quindi..”
“Si, certo, mi ha invitato Sophie”
“Ovvio nelle festa di Kyle c’è sempre posto per tutti, vuoi?”.
La ragazza aveva fra le mani una lattina di birra, senza pensarci due volte Kimberlyn la bevve senza farsi molto problemi poi le sorrise.
“Ci sarà da bere vero? O è una festa tranquilla?”
“Per niente, non so’ se ha visto com’è Kyle? Ecco, i genitori di Sophie lo odiano, non sopportano che lui stia con sua figlia, anche se sono solo pochi mesi. Sperano che la loro storia d’amore finisca al più presto, scusa parlo troppo!” disse la ragazza tutto di un fiato. Kimberlyn sorrise, per dirle di non preoccuparsi.
Era vero, la ragazza era logorroica, parlava e non smetteva più.
Kimberlyn si alzò dall’erba per dirle che Sophie sarebbe passata a prederla tra poco.
Arrivò a casa, andò al piano superiore dicendo un semplice ciao alla madre.
Si fece una doccia, per poi svestirsi per la serata, prese un vestito corto come   una maglietta, delle calze a rete nera, e i suoi tacchi dodici.
Si truccò, e scese la scale.
La madre la guarda, sapeva che sua figlia poteva essere molto meglio di così. La ricordava con Tom, era sempre vestita decentemente e non aveva quell’aria triste, che ora la ragazza aveva perennemente. I suoi capelli color marrone ricadevano sul suo vestito verde come i suoi occhi.
“Mamma, vado a una festa con Sophie, la ricordi?” quando la madre sentì quel nome, sorrise. Aveva un sollievo che nessun’altro poteva immaginare. Ricordava bene la sorella di Tom. Forse avrebbe potuto riportarle sua figlia.
“Ora vado, ci vediamo domani mamma.”
Con questa frase la ragazza uscì di casa.
Una volta uscita vide la macchina di Sophie, ci salì e vide che alla guida c’era Kyle. Il  ragazzo la salutò, per poi partire. Kimberlyn lungo il viaggio notò la mano di Kyle tenere stretta quella di Sophie, non sapeva bene il perché ma quel gesto le dava fastidio.
Kimberlyn rimase in silenzio sul sedile posteriore della macchina finché non arrivarono a casa di Kyle.
“Eccoci arrivati, bene possiamo entrare. Sapete sono io il padrone di casa”, Kimberlyn scese dalla portiera quando vide la festa. Notò che erano tutti ragazzi della sua età. A questo lei non era abituata, era abituata a ragazzi più grandi che ci provavano con lei senza neppure sapere il suo nome.
Ora si trovava in posto completamente nuovo per lei, con una vecchia amica che non voleva mai rivedere più.
Entrò il quella casa, era in stile antico. Ora non si vedeva nulla della bellezza di quella casa, era diventata un ritrovo per ragazzi impazziti che bevevano birra e fumavano.
Si guardò intorno per avvicinarsi al gruppetto di amici di Sophie.
Nicholas la guardò per poi dirle se voleva anche lei qualcosa da fumare. La ragazza annuì e si abbandonò al piacere come era abituata a fare.
Nicholas la prese per il bacino e i due iniziarono a ballare.. I due ragazzi non capivano molto bene quello che stava succedendo, ma le loro mani si unirono.
Kimberlyn rise, prendendo un'altra birra, poi un'altra.
Sean e Sebastian si unirono al gruppetto, rimanendo tutti a ballare, senza capire realmente quello che stavano facendo, la loro vista era offuscata.
Non riuscivano a vedere realmente la realtà. Era una realtà migliore.
Melanie era rimasta in un angolo della casa, non parlava con nessuno. Si era chiusa in se stessa, come le piaceva fare. Ami invece parlava con Sophie, anche se Sophie era troppo impegnata a baciarsi con Kyle.
Kimberlyn si stava divertendo davvero, dopo tanto tempo in cui fingeva di divertirsi.
Passarono tutta la serata così, e Kimberlyn si stupì di non aver portato a letto nessuno. Si buttò delicatamente sul divano di quella casa, ormai tutti erano andati era rimasti solo gli amici di Kyle, che rimasero a dormire li, senza molti problemi.
Kimberlyn si addormentò sul divano, quando Nicholas si avvicinò e le mise una coperta.
Melanie si avvicinò a Nicholas dicendogli con un filo di voce “Non dirmi ce Nick si sta innamorando? Non è da te.”.
Il ragazzo si avvicinò nuovamente per poi prendere Melanie per i polsi, la guardò. Sapeva benissimo cosa facesse la ragazza.
“Lo fai ancora Mel?” disse guardandola negli occhi.
La ragazza abbassò lo sguardo, per poi guardarlo nuovamente “Cosa stai dicendo Nick?” disse abbassando lo sguardo.
“Torno a vedere cosa fa mio fratello..”.
Melanie era la sorella minore di Sean, erano molto uniti come fratelli, si erano trovati dopo il divorzio dei loro genitori.
I ragazzi ancora intontiti si buttarono sul tappetto del salotto di Kyle, per poi addormentarsi.
Kyle prese Sophie dal bacino, e la portò al piano superiore.
Il ragazzo sapeva benissimo cosa voleva fare, voleva semplicemente consolidare il loto rapporto.
Sophie era ubriaca, non capiva la situazione e senza pensaci cadde sopra il letto nella camera matrimoniale dei genitori di Kyle.
Kyle ne approfittò, iniziandola a baciare. Sophie lo baciò nuovamente, finché non gli iniziò a sbottonare la camicia.
Kyle le prese maglietta, e i pantaloni, poi la guardò.
Era magra, troppo magra. Le si vedevano le ossa del bacino. Le costole, si riusciva a distinguere il suo scheletro. Kyle la riprese a se, per poi baciarla.
I due si unirono, anche se per Sophie era la prima volta.
Sophie non se la sarebbe nemmeno ricordata.

La mattina seguente, non andarono a scuola. Erano le undici quando Kimberlyn si svegliò. Con attenzione si allontanò dal divano stando attenta a non pestare nessuno dei suoi amici. Poteva chiamarli amici?
Uscì dalla porta, guardando il sole. Quando vide seduto sugli stipeti della porta Kyle con una sigaretta in mano.
La ragazza si sedette di fianco a lui, per poi chiedergli una sigaretta.
“Certo, tieni novellina”,, la ragazza storse il naso, per poi dirgli di non chiamarla così.
“Non sai nemmeno chi sono, quindi.” Il ragazzo la guardò.
“So benissimo chi sei, eri la ragazza di Tom, eri la ragazza che si vestiva di rosa, e azzurro. Portavi sempre delle gonnelline, e di certo non fumavi, anzi eri la ragazza perfettina, mi sbaglio?” la ragazza rimase immobile. Guardò  in basso, il ragazzo non si era sbagliato. In effetti lei aveva già visto tuti quei ragazzi semplicemente ai tempi non era la stessa di adesso. Ai tempi era un'altra persona.
Guardò Kyle, e le scese una lacrima. Il ragazzo l’abbracciò.
“Non volevo farti piangere” disse Kyle, per poi darle un fazzoletto, infine il ragazzo andò dentro a svegliare Sophie e tutti gli altri.
Kimberlyn finì la sua sigaretta, poi entrò in casa e si sistemò un po’.
Andò verso la cucina, cercò di cucinare qualcosa per tutti quei ragazzi.
Dopo pochi secondi era riuscita ad accendere i fornelli e a mettere su della semplice pasta.
Sentì dei passi dietro di lei, quando riconobbe il viso di Nicholas.
“Ehi, sei una cuoca allora?” disse il ragazzo, quando il ragazzo le andò al fianco “Diciamo che magari prima dovevi far bollire l’acqua, altrimenti non si cuocerà mai”.
La ragazza iniziò a ridere, per poi dire in imbarazzo “In effetti non sono mai stata una cuoca provetta, anzi non sono molto brava in cucina”. Guardò nuovamente Nicholas, e cominciò di nuovo a ridere.
SI guardarono, e Kimberlyn sentì una sensazione da dentro il cuore. Risentì di nuovo una vecchia sensazione. Quella che provava quando era con Tom. Andò verso al piano superiore, quando vide sul letto Sophie piangere. Le andò di fianco, e la guardò negli occhi.
“Ehi, Sophie, cosa succede?” disse Kimberlyn guardando la sua amica, la ragazza le fece vedere la confezione di preservativi usati sopra il comodino. La ragazza aveva capito. Abbracciò la ragazzina dai capelli biondi e la tiene stretta  a se’.
“Dai non piangere, non è successo niente!” , Sophie guardò Kimberlyn per poi scoppiare nuovamente a piangere, quando la ragazza disse “Era la prima volta, e io non mi ricordo nulla”.
Ecco, Kyle aveva colpito ancora. Si sentì morire, perché capiva quanto fosse importante per lei la prima volta.
Guardò ancora la sua amica, per poi tenerla stretta “Smettile ora di piangere, va bene?”.
Kimberlyn si sentiva diversa, si sentiva una persona diversa.
Stava tornando quella che era. Quella ragazza dolce. Lei non voleva.
Voleva essere forte.
“Aspettami qua!” disse a Sophie, andò verso il bagno ed aprì la porta. Vide Kyle sistemarsi i pantaloni, quando Kimberlyn si avvicinò e le diede uno schiaffo.
“Sei un deficiente, lo sapevi che era la prima volta? Lo sapevi?” Kyle la guardò nuovamente, per poi fermarle la mano.
“Ehi, come ti permetti? Lei lo voleva!”  disse e Kimberlyn iniziando a urlare le disse”. Allora perché sta piangendo? Eh? Perché si sente in colpa?”
Kyle lasciò in bagno Kimberlyn, e  andò verso la camera. Dove chiuse la porta, e Kimberlyn sentì solo delle urla.
Kimberlyn si guardò allo specchio, vide il suo trucco sbavato, e il suo viso ormai era sporco.
Vide appoggiato sul comodino una pillola. Senza pensarci la prese, sapeva benissimo cos’era.
Non doveva provare sentimenti, non doveva assolutamente provare sentimenti.
L’unico modo per non sentire niente era drogarsi, era vedere una realtà sotto un altro punto di vista.
Sorrise.
Dopo pochi secondi non capiva più nulla, il suo riflesso era sfocato, e la testa le girava.
Finalmente si sentiva com’era prima.
“Brava Kimberlyn, non tornare debole. Tu sei forte.” Disse la ragazza iniziando a ridere.



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Capitolo 2
*** Capitolo 2- Sophie. ***


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Capitolo2
             Sophie


Sophie si svegliò nel suo letto. Le era mancato il suo letto.
Si guardò allo specchio, il suo corpo era debole. Si mise la mano sui fianchi, ormai erano inesistenti. Continuava a sentire il dovere di dover dimagrire. Si vedeva  sempre sbagliata. Sempre troppo grossa.
Prese i jeans dall’armadio  li indossò , poi andò verso l’armadio e prese una cintura color rosa antico. Si guardò nuovamente, ormai era diventata un foglio di carta.
Si mise una magliettina color pesca e si truccò un po’.
Scese le scale andò via, senza farsi vedere da sua madre. Non voleva mangiare. Non voleva fare colazione. Ricordava ancora quando Tom l’obbligava a mangiare, quando Tom gli prendeva il cibo e lo metteva dentro nella sua bocca. Poi ricordava quando Tom la prendeva e la portava a scuola.
Ora invece Tom non c’era e rimaneva come una deficiente, da sola, davanti allo specchio a offenderti. Era l’unica cosa che sapeva fare.
Uscì di casa, e trovai fuori casa  Kyle, lo avevo perdonato da quella nottata. Lo aveva perdonato perché era l’unica persona che teneva ancora a lei. E infondo perché aveva tenuto segreto il fatto di averne già parlato con lui.
Lo baciò per poi abbracciarlo. Ora ricordò la sua amica. La ragazza di suo fratello, ricordava quando la ragazza era stata in coma.
Ricordava il dolore che aveva provato quando perse in pochi secondo la sua migliore a amica e il suo unico fratello.
Guardò nuovamente Kyle, per poi baciarlo nuovamente. Tenne il suo ragazzo stretto fra le sue braccia.
“Ti amo Kyle” disse la ragazza. Kyle si bloccò. Non perché non amava quella piccola ragazza, semplicemente lui no nera pronto. Non era pronto a dirle che l’amava. Non ne aveva il coraggio. Così il ragazzo si limitò a un sorriso e portò la sua ragazza a scuola. I due scesero e si avvicinarono al loro gruppetto di amici. Erano seduti sopra al muretto come facevano tutte le mattine.
Dopo pochi secondi arrivarono Melanie e Sean in macchina, la loro decapottabile rosso fuoco si notava da metri di distanza. Sophie nel frattempo cercava Kimberlyn. Cercava disperatamente la ragazza.
Ami arrivò con la sua bicicletta, sedendosi al fianco di Sophie.
Sebastian salutò i ragazzi, per poi entrare subito nella sua classe. Sophie, però stava ancora cercando la ragazza dagli occhi verdi. Quando Kyle la prese  e la baciò. Quando in lontananza sentì una voce che l’ha chiamava.
Kimberlyn Smith era appena arrivata, accompagnata da sua madre.
La madre di Kimberlyn stava chiamando disperatamente la ragazza dai capelli biondi. Che si avvicinò con cautela.
A Sophie faceva strano rivedere quella donna, quella donna che prima considerava la sua seconda mamma.
La donna era sorridente, apparentemente felice.
Dai suoi occhi però Sophie notava il dispiacere che aveva avuto per sua figlia.
La salutò, per poi prendere la mano si Kimberlyn e portarsela via con se’.
Le due ragazze si avvicinarono al muretto, quando Sophie disse con un tono basso ‘Entriamo? Suona tra poco’. Nessuno dei presenti gli diede ascolto e cominciarono a ridere.
Ecco Sophie odiava questo. Tutti la prendevano in giro per la sua precisione. Era diventata così quando aveva imparato il suo modo di dimagrire. Si organizzava il discorso da fare ai suoi genitori ogni pranzo e cena per evitare di mangiare. Si organizzava ogni singola parte della giornata.
Riguardò ancora i ragazzi, quando senza pensarci li lasciò li e se ne andò.
Camminò per corridori per poi andare verso le macchinette della scuola. Prese qualche barretta di cioccolato. Poi si chiuse in bagno, e iniziò a mangiarle tutte. Faceva così quando era nervosa. Prendeva più cibo possibile e lo mangiava.
Il vero problema veniva dopo,  come ogni volta si sentiva male. In colpa di quello che aveva mangiato. Si guardò allo specchio, prese un po’ d’acqua fresca e si lavò il volto. Il suo viso era scavato.
Si guardò nuovamente per poi mettere la mano sopra la pancia. Si disgustava. Odiava tutto di se stessa.
Poi si girò di scatto e andò verso il bagno. Rimase dentro qualche secondo. Quando uscì il peso in eccesso era scomparso.
Non era facile per lei mangiare come tutte, ogni volta che si sentiva in colpa andava in bagno ed espelleva tutto.
Nessuno se ne era mai accorto. L’unico era stato Tom.
Uscita dalla porta, andò verso la classe, quando le arrivo un messaggio di Kyle “Ehi, dove sei sparita?”, la ragazza prese il telefono e lo rimise in tasca.
Andò in classe e si mise nel suo solito posto con a fianco Sean. Sean arrivò in classe pochi secondi dopo Sophie. Si mise di fianco a lei poi le sorrise.
‘Sophie, cosa succede? Come mai sei andata via?’ disse il ragazzo guardando verso il basso. Quando Sophie lo guardò e sorrise dicendo ‘Niente Sean, semplicemente dovevo entrare…’. Il ragazzo fece finta di crederci, era molto più facile vitare certi discorsi con lei.
Guardò Sophie e le sorrise, per poi prenderle la mano, e tenerla stretta. La ragazza aveva bisogno di un amico, di un fratello. Ricordava suo fratello, li ricordava insieme.
Ricordava la loro affinità, poi ricordava Kimberlyn, era una ragazza dolce, era sempre sorridente, la ricordava solo al fianco di Tom, non riusciva a ricordarla lontana da lui. Erano una persona sola.
L’insegnante riprese l’attenzione di Sean, allora lui si girò e si allontanò da quei pensieri.
Sophie, uscì dalla classe, dopo le varie lezioni.
Finita la mattinata, era pronta ad andare a mensa, anche se sapeva che non avrebbe mangiato nulla. Fuori dalla classe vide il volto di Kyle, che la prese per le mani e la baciò.
‘Ehi, tesoro. Non sparire mai più okay? Ci hai fatto preoccupare.’ Disse guardandola negli occhi, Sophie guardò Kyle e lo baciò, le serviva un amica con cui parlare. Le serviva qualcuno con cui poteva piangere. Di certo non era lui. Lu era semplicemente il suo ragazzo.
Andarono a mensa, e si riunirono tutti.
Kimberlyn, era l’unica che mancava all’appello, allora Sophie si alzò per mandarla a cercare.
Come aveva immaginato, era sul muretto con un canna fra le mani.
La guardò da lontano, non la  riconosceva più. Non serviva uno psicologo per capire che lei si rinchiudeva dentro mille mura, per superare lo shock che aveva passato.
Le andò di fianco, facendosi notare, per poi dirle senza guardarla in volto ‘Me ne dai un po’? Ne ho bisognò, Kimberlyn di girò, per poi passarle la canna.
Le due rimasero li fuori in silenzio per qualche minuto, quando Sophie si giro e le disse e ’Vieni da me oggi? Ho bisogno della mia vecchia amica.’, la ragazza si bloccò. Kimberlyn non aveva mai ripesato cosa sarebbe successo, se fosse andata a casa di Tom. Non entrava più in quella casa da tanti anni.
Poi vide gli occhi gonfi di Sophie, la guardò e annuì.
La ragazza sorrise, prese lo zaino e tornò verso la mensa.
Kimberlyn invece rimase sul muretto.
Guardava il vuoto, doveva tornare  in quella casa. Ce l’avrebbe fatta? Non avrebbe sofferto troppo? Perché le ha detto si.

Finte le lezioni, Sophie aspettò fuori dalla sua classe Kimberlyn e la portò verso la macchina di Kyle. I tre ragazzi andarono verso casa di Sophie, quando dopo pochi minuti arrivarono.
Sophie salutò il suo amato, per poi uscire dalla macchina.
Kimberlyn si bloccò sul vialetto, gli vennero in mente troppi ricordi. Ricordò il suo primo bacio con Tom, era stato sulla panchina davanti a casa sua. Ricordò la sua prima volta con lui, sul suo letto in camera. Entrarono in casa, si sentì morire. Vide intorno a lei, la casa che prima conosceva a memoria. Era uguale a quando lei l’aveva lasciata. La madre di Sophie andò verso la stanza, vide il volto di Kimberlyn, sorrise.
 La madre ricordava benissimo quella ragazza, la ricordava. Suo figlio l’amava ala follia, e ora era solo un estranea.
‘Kim, ciao. Dai venite ragazze è pronto da mangiare.’ Disse la madre, per rompere il silenzio che si era creato. Le due ragazze andarono verso la cucina, si sedettero una di fronte all’altra.  Non parlarono, mangiarono e basta quello che c’era dentro il loro piatto.
Kimberlyn finita il pranzo, chiese a Sophie se poteva uscire a fumare.
La ragazza annuì, allora Kimberlyn uscì e fumò la sua sigaretta.
Madre e figlia rimasero sole in stanza a guardarsi.
Quando la madre non riuscì a stare in silenzio ‘Mi fa strano vederla qua, Sophie. Non è più lei, è totalmente diversa. Manca anche a lei, come a noi. Vero Sophie?’.
Sophie prese i piatti e li mise sopra il tavolo in cucina. Guardò nuovamente il volto della madre, per poi notare che Kimberlyn stava rientrando.
La guardò per poi fargli segno di salire.
Kimberlyn sorrise e andò dietro a Sophie.
Salirono le scale, quando Kimberlyn si sentì morire, rivedere quella stanza dove tanto amava passare il tempo. La stanza di Tom. La ragazza guardò nuovamente Sophie, la ragazza sorrise.
‘Se vuoi entrare, è uguale a come lui l’ha lasciata.’ Disse la ragazza guardando verso il basso.
Kimberlyn riuscì solamente ad annuire con la testa, per poi mettere la mano sulla maniglia della porta. Ci fece poca pressione per poi aprirla.
Rimase bloccata per qualche secondo. Era esattamente come se la ricordava. I muri color verde smeraldo, il profumo preferito di Tom si sentiva nell’area,  le solite coperte color verde abbinate ai muri.
Il mobiletto di fianco al letto presentava tutte le foto due e di Kimberlyn, dove la ragazza si avvicinò con cautela. Prese una delle foto tra le mani e l’osservò.
Erano loro due al mare, si erano messi insieme da poco.
Erano felici, Kimberlyn aveva un sorriso che ora nemmeno per sbaglio mostrava, e i suoi occhi erano sinceri.
Tom, era perfetto come sempre. Dopo qualche secondo Kimberlyn la rimise al suo posto.
Poi andò verso l’armadio. Lo aprì e  vide dentro i vestiti di Tom. Li prese tra le mani, si riusciva ancora a sentire il suo profumo, alla ragazza si spense il cuore.
Lo stava aspettando, inconsciamente stava aspettando che Tom varcasse la porta, con la sua cioccolata calda in mano, e i suoi pantaloni troppo stretti.
Invece, doveva rinunciarci, non avrebbe mai più visto il suo volto.
E questo la faceva sentire strana, le aveva riaperto quella ferita che lei aveva cercato di coprire.
Sophie entrò nella stanza guardando negli occhi la sua cara vecchia amica.
Le andò al fianco, per poi abbracciarla stretta, tenendola a se’.
Le due rimasero li in quella stanza, abbracciate l’una all’latra.
La madre di Sophie passò per quella stanza, quando vide le due ragazze. Rimase inerme per qualche secondo, quando la madre si mise a piangere, e corse giù dalle scale. Si appoggiò al divano e rimase li. Immobile.
Perdere un figlio non era stato facile da superare per lei, non aveva nemmeno avuto il coraggio di chiudere a chiave la stanza di Tom. Gli andava sempre a cambiare le coperte, la puliva e spruzzava il profumo preferito di Tom. La teneva come se lui fosse ancora in vita.

Kimberlyn si spostò da quell’abbraccio e andò verso la stanza di Sophie, la ragazza la seguì per poi tenerle stretta la mano.
Le si guardarono e senza un vero e proprio motivo iniziarono a ridere, per poi gettarsi sul letto.
Si guardarono per poi prendere il telefono e mettere su della musica. La scena che si presentava era una delle migliori, erano due ragazze che si divertivano.
Almeno cercavano di farlo.
Pochi secondi dopo Kyle chiamò Sophie.
Kimberlyn della chiamata sentì solo qualche si, qualche ti amo e qualche frase fatta che dicevano tutte le persone innamorate.
‘Kim, andiamo a prendere una cioccolata calda al bar qua di fronte? Ci sono anche i ragazzi!’ disse  soddisfatta Sophie, Kimberlyn annuì. L’unica cosa che voleva era uscire da quella stanza e fumarsi una delle sue sigarette per calmarsi.
E così fece, pochi secondi dopo le ragazze si ritrovarono fuori casa con in mano una sigaretta. Sophie sorriso, e andò verso il suo Kyle. I due si salutarono baciandosi.
Kimberlyn andò dagli altri ragazzi e li salutò con un semplice cenno.
Melanie, sorrise per poi avvicinarsi a Sean.
‘Tra qualche giorno, compio diciott’anni. Mi sembra ovvio che debba esserci una grande festa, no?’ disse guardando suo fratello.
Sean sorrise, e guardò Nicolas e Sebastian ,li incoraggiò ad accettare, anche se non ce ne era bisogno.
Nicolas andò verso Kimberlyn e poi sorrise ‘Verrai anche tu, vero?’ disse il ragazzo fissando gli occhi verdi di Kim.
Lei annuì , e il ragazzo la prese per mano e la fece sedere al tavolo con loro.
Sophie arrivò dopo alcuni secondi.
‘Cosa prendete?’ tutti ordinarono, tranne Sophie che con una scusa non prese nulla, come faceva sempre.
Kimberlyn sorrise, per poi guardare Kyle cercando disperatamente qualcosa di buono da fumare. Il ragazzo lo capì allora sorrise, e le diede una canna.
‘Giusto, no?’ disse guardandola ‘Perfetto’ rispose lei.
‘Melanie, mi accompagni dentro?’ disse Sebastian, guardandola negli occhi. La ragazza annuì e i due sparirono per una ventina di minuti.
Kimberlyn guardò verso Ami e Sean, i due iniziarono a ridere.
‘Non ci vogliono dire che stanno insieme, Sebastian ha paura della mia reazione’ disse il ragazzo, quando Ami si girò e gli diede un bacio sulla guancia ‘Deficiente, quale sarebbe la tua reazione?’ il ragazzo rise e prese un sorso della birra che aveva ordinato.
Kimberlyn rise con gli altri, poi guardò Sophie. Alla fine, si era ripresa. Tutto sommato la ragazza ora era felice, anche se non era più presente il suo caro fratellino.
Melanie e Sebastian arrivarono dopo qualche secondo, mano nella mano. I due, si lasciarono la mano in pochi secondi per poi sedersi al tavolo.
Sean si girò per poi iniziare a ridere. Non poteva farne a meno, pensare a Sebastian e sua sorella insieme gli dava un senso di nausea.
Sean guardò nuovamente Kimberlyn, era seduta a fumarsi la sua solita sigaretta. La continua a guardare, perché ancora non capacitava il fatto che la perfettina Kimberlyn Smith, stesse fumando.
La ricordava quando a malapena parlava con gli altri, visto che lui era uno dei migliori amici di  Tom.
Anche a lui mancava, eppure era riuscito a superarlo ed andare avanti. Aveva dovuto per Sophie. Il suo punto debole. Sophie.
Era innamorato di lei da sempre, eppure lei non se ne era mai accorta. Anzi lo considerava solo un grande amico.
Sophie guardò l’orario, per dire che doveva tornare a casa. Kyle la riaccompagnò, per poi entrare in casa con lei.
Sophie, lo fece stare zitto per qualche secondo, poi quando sentì che la madre non c’era, fece scendere la sua mano, fino a sganciargli i pantaloni.
Il ragazzo capì allora prese Sophie, in braccio e la mise delicatamente sul divano.
I due stavano facendo l’amore come non l’avevano mai fatto. Sophie era completamente sicura di amare quel ragazzo che aveva di fronte.

Kimberlyn arrivò a casa, quando si sentì persa. Dopo la giornata che aveva passato le serviva uno sfogo, uno sfogo che non sapeva con chi condividere.
Allora si mise il trucco, e un lucidalabbra. Una maglietta abbastanza scollata e un vestito corto. Si guardò allo specchio e uscì di casa. Appena uscita, mentre andava al pub incontrò Kyle uscire dalla casa di Sophie.
‘Dove vai vestita così bella sperdutella?’ disse il ragazzo guardandola negli occhi, la ragazza rise e rispose ‘Non te ne devi importare, caro. Ma se vuoi saperlo, vado al pub.’ La guardò ancora qualche secondo, quando le disse se voleva salire in macchina.
La ragazza sorrise e salì.
I due andarono verso il pub, e quando arrivarono scesero.
I due passarono la serata a ridere, bere e drogarsi.

Sophie, andò verso la camera di Tom. Prese tutta la sua roba e iniziò a lanciarla in giro. Prese i vestiti e con una forbice li tagliò.
Quando prese il telefono e digitò il numero di Kimberlyn, rispose la segreteria e lei lasciò un semplice messaggio ‘Ho bisogno di te, Kim. Vieni ti prego.’.
La ragazza era ingenua, non poteva nemmeno immaginare che la sua cara amica se la stava spassando con il suo caro ragazzo.


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Capitolo 3
*** Capitolo 3- Melanie & Sean ***


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Capitolo3
            Melanie&Sean



Melanie aprì gli occhi, voltandosi  verso l’altro lato del letto. Si alzò e con movimento veloce si ritrovò giù da letto.
Andò verso lo specchio, si guardò da capo a fondo per poi andare verso il bagno.
Camminò per il lungo corridoio di casa, quando si sentì prendere da dietro, Sean la guardò e lascio cadere sopra il letto sfatto.
Melanie iniziò a ridere, per poi sdraiarsi di fianco al fratello.
Sean gli prese la mano, e la tenne stretta alla sua.
‘Sai che giorno è oggi, vero?’ disse Sean guardando la sorella, poi l’abbracciò ‘Auguri Scema’ disse tenendola ancora più stretta.
La ragazza sorrise e lo guardò intensamente, lui era l’unica persona che gli era rimasto, non aveva più nessuno su cui contare, sua madre si era lasciata con suo padre, abbandonandoli e suo padre li picchiava da piccoli, poi sono stati trasferirti in una casa con altri genitori, li avevano lasciati soli.
Avevano sofferto così tanto nella loro vita, che ora sembrava uno scherzo che fossero felici.
Sean aveva cicatrici su tutto il corpo, per tutte le volte che aveva difeso la sua sorellina, invece Melanie stava soffrendo ora.
L’unica cosa che riusciva a fare quando si sentiva male, era chiudersi in bagno, prendere quella forbice che aveva messo da parte e incidersi la pelle. Per sentire quel dolore che lei non aveva mai provato. Sean lo sapeva benissimo che faceva questo, ha cercato di aiutarla, era andata tante volte in centro appositi, eppure questo non lo aveva mai lasciato.
Sean, invece per andare avanti aa droga.
Voleva scomparire da questo mondo e vivere in un altro. I suoi genitori adottivi non se ne sono mai realmente accorti, forse fanno finta di non capire, Melanie ha sempre pensato che si sentivano in debito con loro perché erano bambini devastati.
Melanie si alzò dal letto e riprovò ad andare verso il bagno, quando dopo i vari momenti di routine, andò verso il tavolo. Insieme a Sean fecero colazione, infine uscirono di casa.
‘Sean, passami  una sigaretta so’ che ce l’hai!’ disse la ragazza guardando il fratello, lui sorrise e gli passò la sigaretta.
La ragazza disse grazie, mentre stava già prendendo l’accendino.
Pochi secondi dopo si ritrovò davanti a lei Sebastian, Ami e Nicolas che la guardarono e sorrisero.
‘Vieni dai!’ disse Sebastian, la portarono nel parco della cittadina, e le fecero chiudere gli occhi. Quando Melanie aprì gli occhi vide di fronte a lei un cartellone con scritto ‘Auguri alla ragazza magnifica che sei Melanie!’.
Melanie scoppiò a piangere, e abbracciò stretti i suoi amici.
‘Grazie’ disse in mezzo alle lacrime, poi andò verso Sebastian e senza pensarci gli prese la mano. Tutti i presenti fecero finta di niente, e andarono verso scuola.

Kimberlyn si presentò agli amici con il suo solito sorriso finto, poi andò verso Melanie ‘Sophie mi ha detto che oggi sei diventata grande! Auguri Mel’ disse la ragazza abbracciandola, poi dopo pochi secondi Sophie si presentò a tutti mano nella mano con Kyle.
Kimberlyn aveva la coscienza pulita, almeno sperava, quella sera che era uscita con Kyle non era successo niente. Almeno la ragazza aveva ricordi offuscati, si ricordava solo il suo volto.
Ricordava solo di un ragazzo, di cui non conosceva neppure il nome, si ricordava che qualcuno l’aveva presa da parte e l’aveva baciata, per poi andare verso il bagno.
Poi ricordava Kyle, ricordava Kyle con un ragazza, a cui non riusciva a dare un volto, sicuramente non era Sophie.
Sophie le sorrise, e fece gli auguri a Melanie ‘Stasera allora la grande festa?’ disse guardandola negli occhi, la ragazza annuì per poi fare l’occhiolino all’amica.
Melanie prese tra le mani di Sebastian poi si mise al centro del suo gruppetto di amici.
‘Noi dobbiamo dirvi una cosa importante, io e lui, come posso dire, stiamo insieme.’ La frase gli uscì dalla bocca senza nessun controllo, quando tutti iniziarono a ridere. Tutti già lo sapevano semplicemente nessuno voleva dirlo.
Poi sorrise e disse che voleva entrare e passare del tempo col suo ragazzo.
Una volta entrati a scuola, Sebastian fermò Melanie ‘Perché lo hai detto?’ disse il ragazzo, lei lo guardò ‘Se dobbiamo farlo per finta, è giusto che loro ci credano. Non posso sapere la verità. Non voglio che ti facciano del male’ disse la ragazza.
Quando Sebastian gli prese le mani e la guardò dritta negli occhi, poi le disse ‘Vedi che sei fantastica? E’ bellissimo quello che fai per me, e continui farlo. Grazie di aiutarmi. Grazie di non dire a tutti che sono gay’.
La ragazza lo abbracciò stretto, per poi dargli un bacio sulla guancia, poi gli disse di andare verso la classe.

Kimberlyn prese da parte Kyle, inventando una scusa a Sophie, lo prese e lo mise contro un muro.
‘Adesso, dimmi immediatamente cosa facevi quella notte con quella ragazza al pub’ disse con tono deciso Kimberlyn, il ragazzo la guardò ridendo ‘Cara eri fatta, non so’ quanto tu possa ricordare, magari stai sbagliando.’ Disse Kyle, la ragazza si girò per poi urlargli contro.
Kyle la guardò, per poi ridere ‘Senti  chi parla, la ragazzina che tanto faceva la santa, poi si passa qualsiasi ragazzo gli passa di fianco, ammettilo se non fossi stato il ragazzo si Sophie ti saresti già fatta toccare da me..’ disse Kyle, quando Kimberlyn gli diede uno schiaffo, e lui iniziò a ridere di nuovo.
Pochi secondi dopo, sentì una voce in lontananza ‘Ero io, Kim.’, si girò di scatto e di fronte a lei aveva il volto di Ami.
Kyle iniziò a ridere per poi prendere Ami per il bacino e baciarla.
‘Cosa fate voi due? Oddio non vi vergognate?’ disse Kimberlyn disgustata, quando Kyle gli fece l’occhiolino ‘Compleanno di Tom, di tre anni fa. E’ dall’ora che stiamo insieme. Ti ricordi di me, adesso?’ disse guardandola.
Kimberlyn abbassò lo sguardo per poi ricordarsi di quel ragazzo. Era il compleanno di Tom, e lei stava andando a bere della Coca cola, quando conobbe questo ragazzo che gli consigliò di provare a bere qualcosa di più forte, lei aveva accettato.
Kimberlyn lo guardò, per poi andarsene.
Incontrò per il corridoio Nicolas che le andò al fianco. ‘Ehi, cosa ci facevi ad urlare?’ ‘Niente Nicolas, lasciami in pace’ disse Kimberlyn voltandogli le spalle e girandosi dall’altro lato.

Sean andò verso la classe, quando arrivando incrociò Sophie baciarsi con Kyle. Si sentiva morire ogni volta che li vedeva insieme, ogni volta che lo loro labbra si sfioravano sentiva un tornando partire dentro di lui, voleva solo andarsene e lasciare tutto. Avrebbe mai detto a Sophie che l’amava da così tanto tempo? Molto probabilmente Sean sarebbe stato zitto come sempre e sarebbe restato immobile davanti a lei. Vederla per sempre con qualcuno al suo fianco che non portava il suo nome.
Ora restava solo, e guardava verso il basso quando la incrociava per i corridoi. Si sentiva solo un suo amico, infetti lui era solo un suo amico.
‘Ehi, Sean, cosa prendiamo a Mel?’ disse la ragazza cerando lo sguardo di Sean, perso tra mille pensieri.
Sean la guardò per poi sorridere, per poi pronunciare poche parole ‘Non lo so’, è una ragazza strana..’, Sophie gli prese la mano e lo portò verso il loro banco.
Questi piccoli gesti facevano soffrire Sean, Sophie lo trattava sempre così, e lui ogni volta si sentiva morire.

Melanie, guardò nuovamente quel ragazzo che gli si presentava davanti, Nicolas era davanti a lei nelle macchinette della scuola. La ragazza stava aspettando da ormai dieci minuti e lui non riusciva a decidersi.
Quando Melanie gli si avvicinò e gli andò di fianco all’orecchio, e con cautela urlò il suo nome.
Nicolas si girò di scatto, iniziando a ridere. Il ragazzo aveva preparato un cartellino con scritto ‘Auguri!’, la ragazza sorrise, e guardo nuovamente Nicolas. Gli mise le mani al collo e lo tenne stretto.
‘Grazie, grazie, Nicolas.’ Disse, sorridendo.
La ragazza era da sempre innamorata di lui, per le attenzioni che gli dava, invece lui non l’aveva mai nemmeno tenuta in nota. Ora vedeva dai suoi occhi che era innamorato di un'altra ragazza e sapeva benissimo chi fosse.
Sapeva benissimo che nei suoi pensieri c’era solo la nuova Kimberlyn.
‘Melanie pronta per la festa?’ disse il ragazzo guardandola negli occhi, la ragazza sorrise per poi tenergli stretta la mano.
‘Si, prontissima’ i due si abbracciarono, per poi dirigersi verso le proprio stanze.

La serata iniziò sul presto, Melanie si era messa un vestito color rosa antico, i capelli li aveva raccolti, e il trucco era leggero. Ami si era messa invece, un vestitino blu mare, che le facevano rispecchiare i lunghi capelli.
Quanto a Sophie, Kimberlyn l’aveva obbligata a mettersi un vestito largo, non poteva fare altrimenti, la sua vita era grande come una nocciola.
Kimberlyn invece indossava un top nero che le arrivava fin sotto l’ombelico, con sotto una gonna di pelle nera, con delle calza a righe nere. Erano perfette, erano uniche. Erano ragazze  cui era stato tolto qualcosa e ora avevano il coraggio di andare avanti.
Melanie andò verso la porta della sua camera per poi sorridere ‘Che ne dite di iniziare la festa con queste?’ disse la ragazza tirando fuori dalla borsa qualche pasticca.
‘Eh dai ragazze, non sono niente, le ho prese dalla camera di mio fratello’ cercò di incoraggiare le ragazze, quando Kimberlyn si avvicinò ‘Non devi nemmeno chiedere piccola Mel’ disse ridendo avvicinando alla bocca quella pasticca per poi lasciarla andare giù per la sua gola.
Ne prese un'altra fra le mani per poi avvicinarsi a Sophie ‘Non ti ucciderà una pasticca’ disse con un sorriso fra le labbra.
Sophie abbassò lo sguardo, non voleva drogarsi. Almeno non voleva prendere cose così pesanti.
Quando Kimberlyn le avvicinò la pastiglia vicino alla bocca, per poi metterla su un dito e farla andare dentro la sua bocca.
‘Ora fai scendere’ disse e la ragazza dai capelli biondi seguì gli ordine come se fosse un burattino.
Melanie arrivò di fianco a Ami, e le diede l’ultima pastiglia che le era rimasta. Le quattro ragazze uscirono da quella stanza come se nulla fosse successo.
La festa ebbe inizio, quella stanza che la ragazza aveva affittato ora era piena di ragazzi.
Melanie, prese un microfono per poi annunciare l’inizio della festa per poi buttarsi fra le braccia di Sebastian, il ragazzo la prese per poi abbracciarla stretta.
‘Non dirmi che sei già fatta Mel’ disse il ragazzo con tono deluso, quando la ragazza iniziò a ridere per poi tirare fuori dal reggiseno un pacchetto d’erba.
Iniziò a ridere per poi avvicinarsi alla pizza che c’era sul tavolo da buffet.
‘Tutti ne avranno un po’ non voglio essere egoista’ disse lasciandone cadere un po’ sulla pizza, per poi ricominciare a ridere.
‘Venite tutti a mangiare, la pizza è buonissima’ disse urlando per tutta la stanza.
Quando Sean le andò dietro e la prese da parte, la ragazza lo guardò per poi cominciare a ridere.
‘Non devi prendere niente da camera mia’ disse guardandola negli occhi, la ragazza rise per poi abbracciare il fratello ‘Sai le cose si condividono’ disse prendendogli la mano, dandogli un pezzo di pizza.
Il ragazzo capì e inconsciamente si lasciò andare. Lasciò stare la sorella e lasciò fare i suoi sbagli.
Nicolas si presentò con un po’ di ritardo alla festa, quando davanti a lui vide Kimberlyn ballare con un ragazzo. Si sentiva male al solo pensiero di vederla fra le mani di un altro.
Quando andò verso la festeggiata per disperazione.
‘Melanie vuoi ballare?’ disse il ragazzo cosciente di quello che stava facendo. Sapeva benissimo che Melanie era innamorata persa di lui, e sapeva che poteva incantarla con poco. Si sentiva male, si sentiva male così tanto da voler provocare dolore a qualcun altro.
La ragazza annuì e le andò al fianco a ballare, quando la ragazza lo guardò sorridendo.
‘E’ la prima volta che balliamo Nic’ disse la ragazza prendendogli la mano. Il ragazzo le diede un bacio sulla guancia per poi avvicinarsi alla bocca.
‘Sono fidanzata, non puoi farlo Nicolas’ disse allontanando il ragazzo.
Nicolas  si allontanò, per poi andare verso l’uscita. Era stato rifiutato due volte. Eppure, se lo era meritato, si era meritato di essere rifiutato da Melanie. Lui voleva usarla.
Era la sua punizione. Stava uscendo dalla stanza, quando si sentì prendere la mano.
‘Dove stai andando?’ disse Kimberlyn tenendogli la mano.
‘Sto andando via, non mi va di restare qua’  disse guardando verso il basso, quando notò gli occhi rossi della ragazza.
‘Come stai Kimberlyn? Stai tremando’ disse il ragazzo tenendogli ancora più stretto la mano.  Quando la ragazza sorrise, per poi cadergli fra le braccia.
Stava tremando, stava agonizzando fra le sue braccia.
Nicolas cominciò a urlare quando Sean gli si avvicinò. Vedendo la scena chiamò l’ambulanza, per po’ far andare via tutti.
Sophie corse immediatamente dalla sua amica, sentendosi  spezzare il cuore. I ragazzi erano intorno a lei sperando che l’ambulanza arrivasse il prima possibile.
Sophie era rimasta da sola davanti a quella scena, il suo caro fidanzato era scomparso in mezzo alla folla, allora il ragazzo le andò di fianco e le prese la mano.
La tenne stretta per un po’ per poi abbracciarla.
La ragazza scoppiò a piangere ricordando la scena di quando era rimasta in coma. Di quando aveva visto Kimberlyn in un lettino dì ospedale inerme.
Di quando suo fratello era morto.
L’ambulanza arrivò, per caricarla e farle qualche esame.
‘Cos’ha preso questa ragazza?’ disse il medico  cercando una risposta dai ragazzi, Melanie disperata disse che non sapeva con esattezza cosa fosse, che non sapeva cosa avesse dato all’amica. Lei aveva solo prese qualche pillola in giro per la stanza di Sean.
Rimase li inerme, aspettando la risposta dei medici. Che non ci fu, chiusero la porta dell’ambulanza e andarono verso l’ospedale.
Nicolas rimase immobile, fermo davanti alla strada. Sophie era in lacrima non riusciva a reagire.
Melanie si mise in u angolo della stanza, con le ginocchia in mezzo alle braccia. Rimase immobile, esattamente come quando sentiva le urla di suo padre.
Quando sentiva suo padre picchiare Sean. Si metteva in un angolo con le ginocchia fra le mani aspettando il suo turno. Non poteva fare nulla era solo una bambina. E ora era immobile, non sapeva cosa avesse combinato a Kimberlyn.
Nicolas le andò al fianco per più stringergli la mano ‘Non è colpa tua, è solo sua. Dopo il trauma cranico che ha subito doveva stare attenta’ disse guardando verso il basso. Quando Melanie per la prima volta scoppiò in lacrime, in lacrima sulla spalla di Nicolas  che le tenne stretta la testa.
‘Non piangere Mel, ci sono io qui’ disse il ragazzo stringendo ancora più forte la mano ‘Dai smettila di piangere, smettila. Tu non hai fatto nulla’ continuava a ripetergli. La ragazza si allontanò di colpo, per poi uscire da quella stanza. Si mise e davanti alla porta d’entrata lasciandosi scivolare per terra, per poi prendere lo specchio che aveva nascosto nella sua borsa. Lo lanciò contro un sasso per farlo spezzare in mille pezzi, ne prese un pezzo, per poi spostare i guanti che le coprivano le braccia. Puntò il pezzo più appuntito alla sua pelle, per poi conficcarlo nel punto esatto.
Con calma fece spostare il pezzo di vetro, finché il sangue cominciò a uscire, e il dolore cominciava a sentirsi.
Sean uscì pochi secondi dopo, quando vide quella scena. Corse in contro a sua sorella, per prendergli quel pezzo di vetro, la prese in braccio e la portò all’interno.
Melanie, cercò di opporsi ma diventava debole, sempre più debole.
Entrando prese un pezzo di carta e gli avvolse il braccio con esso, per poi chiedere un cerotto. Pochi secondi dopo tutti erano intorno alla ragazza, che rimaneva a barcollare sopra le braccia del fratello.
Per poi svenirci fra le braccia. Sean iniziò a urlargli contro, finché iniziò a urlare, a sclerare. Quando Sophie gli prese la mano e lo fece calmare, gli diede un sacchetto di carta e lo fece respirare.
La ragazza si avvicinò a Melanie, e con cautela le alzò il volto per poi provare a bagnarlo, prese poi la mano finché non sentì la stretta della ragazza.
Melanie sorrise delicatamente con quelle poche forze che aveva. Sean l’abbracciò stretta per poi portarla a casa.
Arrivati, andarono nel lettone di Sean per poi lasciarsi cadere sopra.
La scena era memorabile, due fratelli abbracciati.
Due fratelli che si amano.
Due fratelli che il mondo non potrà mai separe.


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Capitolo 4
*** Capitolo 4-Nicolas ***


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Capitolo4
            Nicolas

La notte ti può prendere e catturare. La notte ti può far giocare. La notte ti può far innamorare, la notte ti può far soffrire. La notte credo mi abbia rovinato.
Sto correndo verso una metà irreale. Sto cercando di far innamorare di me una ragazza bellissima, che ne ha passate tante nella vita. Sono consapevole che lei non sarà mai mia. Sarà sempre quella ragazza irraggiungibile, quella ragazza che è già stata innamorata. Per lei Tom, era la vita.
La strada verso l’ospedale sembrava infinita. Quando arrivai vidi davanti all’entrata un volto che conoscevo benissimo, Sophie, gli andai di fianco egli presi la mano tenendola stretta.
“Sophie, come sta?” disse guardando negli occhi l’amica “E’ stabile, i dottori hanno detto che tra due giorni può uscire, è andata vicino all’overdose per un mix di droghe, quindi ora devono tenerla sotto controllo, e hanno consigliato alla madre un centro di riabilitazione.
Anche se sono convinta che Kim non ci andrà” disse finendo il discorso, pochi secondi dopo, prese dalla borsetta di Kim che aveva in mano, una sigaretta per poi accendersela “Da quando fumi?” disse Nicolas prendendogliela dalle mani per fare un tiro anche lui. I due rimasero per qualche secondo per poi entrare dentro l’ospedale. Salì al secondo piano, come Sophie gli aveva indicato, per poi cercare la stanza numero 32. Davanti a quella stanza, vide la madre di Kim, o almeno così immaginava, le si avvicinò e gli chiese se fosse la mamma di Kimberlyn.
“Certo sono io, tu chi saresti?” disse osservando quel ragazzo. Per poi guardarlo nuovamente “Aspetta ricordo di averti visto qualche volta con Tom” disse guardandolo più attentamente “Entra pure, i dottori ormai hanno finito” sorrise per poi abbracciare il ragazzo.
Entrò nella stanza, quando vide i dottori uscire, entrando vide Kimberlyn sdraiata, con tutti i vari fili attaccati a lei.
Gli andò di fianco, si avvicinò con cautela poi gli spostò una ciocca  di capelli e glie diede un bacio sulla guancia.
Kimberlyn non rispondeva rimaneva immobile, su quel lettino.
Come poteva essersi ridotta così, lei non era così.

“Kimberlyn cominciò a correre su quel prato, tenendo stretta la mano a Tom, a un certo punto le sue gambe smisero di tenerla e cadde a terra, cominciò a ridere, per poi aspettare che Tom arrivasse.
E lui arrivò la prese fra le sue braccia e gli lasciò un bacio sulle labbra, anche se erano piccoli, i due erano qualcosa di unico.
Kim velocemente scese dalle braccia del suo amato, per poi prenderlo per il collo e baciarlo nuovamente.
Pochi secondi dopo  vide dietro Tom un piccolo ragazzo, che li osservava.
‘Nic, che fai qui?’ disse Tom prendendogli il braccio, quando avvicinandosi all’orecchio gli sussurrò qualcosa, Tom cambiò volto e iniziò a correre, a correre verso una strada.
Nicolas, cercò di fermare Kimberlyn che incredula cominciò a correre anche lei.
‘Kim, ci metterà poco, deve andare da Sophie, è stata male oggi mentre era con noi, mi è sembrato giusto dirglielo’ disse urlandole contro, lei non rispose, finché riuscì a liberarsi.
Senza notare la strada iniziò a correre, quando davanti a lei vide una macchina venirle in contro, in pochi secondi Tom riuscì a venire indietro, per poi lasciarla sul ciglio della strada. Lanciandosi lui colpì la testa, quel colpo gli fu mortale.
Nicolas corse in mezzo alla strada, per poi chiamare l’ambulanza, ricordava ogni singolo momento, ricordava il sangue cadere dal naso di Tom ,e il volto graffiato di Kimberlyn.
Poteva far evitare tutto, ma non riuscì a tenerla. E sapeva che questo lo avrebbe segnato a vita”.

Nicolas le si avvicinò e le tenne stretta la mano, che quel giorno non era riuscito a tenere, non la conosceva, non la conosceva perché Tom la teneva per se’.
Conosceva Tom, grazie a Sophie, e quel giorno gli aveva dato la notizia che sua sorella era finita in ospedale, perché era svenuta.
Se solo fosse stato zitto, se solo non avesse detto a Tom di quello, ora lui sarebbe vivo, e lei non sarebbe nuovamente su un lettino d’ospedale.
Sophie entrò lentamente, per poi sfiorare la mano di Nicolas ‘Ciao Sophie’ disse tutto d’un fiato, per poi lasciarla appoggiare alla sua spalla.
‘Ci stiamo distruggendo da quando lui vi ha lasciato’ disse per poi lasciar scendere una lacrima dal suo viso ‘L’ho deluso Nic, so’ di averlo deluso’ disse Sophie per poi scoppiare in lacrime ‘Mi manca’ continuava a piangere.
Non sapeva come fermarsi ,sapeva solo piangere.
Nicolas si alzò e la tenne stretta fra le sue braccia, quando i due furono interrotti da una voce provenire da dietro di loro.
Videro Kimberlyn aprire gli occhi, gli andarono incontro, non parlò prese solo la mano di Nicolas e la tenne stretta, l’avvicinò al suo volto e l’appoggiò al suo volto.
Restò cosi per qualche minuto, per poi girarsi e vedere il volto di Sophie, per un secondo negli occhi di Kimberlyn si rivide quella ragazza dolce che era.
Sophie si allontanò velocemente, per poi correre fuori dalla porta, rimase appoggiata a quel muro per poi ricominciare a piangere, sentiva scendere ogni singola lacrima sul suo volto, perché solo il pensiero di averla vista come una volta, le fece ricordare la felicità che le era stata rubata.

Nicolas era rimasto con Kimberlyn, che alzò lo sguardo in cerca dell’amica, per poi girarsi verso di lui.
‘Resta con me, per favore’ disse Kimberlyn, per poi fargli posto per farlo sedere al suo fianco, Nicolas le si avvicinò con cautela, per poi coricarsi al suo fianco, tenendole la mano stretta alla sua.
Nicolas si sentiva sporco, come se stesse facendo un torto a quel ragazzo che aveva fatto morire, Kimberlyn lo guardò negli occhi, per poi abbassare velocemente lo sguardo.
‘Resterò con te, Kim, lo giurò disse per poi avvicinarsi a lei, erano fianco a fianco, naso contro naso, Kimberlyn per poco si risentì protetta, si risentì in modo da fare cadere quella maschera che portava ogni singolo giorno.
I due rimasero così per qualche minuto, quando i medici entrando fecero scendere Nicolas dal letto, per farle alcune analisi.
‘Signorina Smith, ha rischiato grosso questa volta, dovrebbe smetterla con le droghe, dopo il grave trauma cranico, dovrebbe smettere in ogni caso’ disse il medico per poi segnare dei numero sulla cartella clinica.
Kimberlyn si voltò, per poi cercare di sedersi, i dottori l’aiutarono ‘Tutto nella norma, domani puoi uscire di qui, un'altra volta e ti mandiamo in un centro apposito’ disse per poi lasciare la stanza.
Kimberlyn prese un elastico che portava al polso, per poi legarsi i capelli in una coda di cavallo.
Nicolas per la prima volta notò che vicino all’attaccatura dei capelli la ragazza, aveva una grossa cicatrice, non erano come quei graffi che aveva in faccia, era marcata, infatti la nascondeva sempre mettendoci una ciocca di capelli.
Kimberlyn richiamò l’attenzione sul suo volto, quando vide rientrare Sophie, che senza emettere un fiato le si lanciò addosso, dandole un grossissimo abbraccio.
‘Non farlo più, non posso perdere anche te’ disse per poi abbracciarla nuovamente.
Nicolas viste le condizioni, decise di lasciare le ragazze sole e di andare verso casa.
La strada verso casa sue gli sembrava infinita, quando arrivò dritto dritto al cimitero dove era stato seppellito Tom.
Entrò, per poi cercare la bara.
Arrivò in pochi secondi, per poi vedere la foto, sorrise, per un minuto sorrise.
‘Ciao amico, amico è un parolone lo so’, ci saremmo parlati qualche volte, avremmo passato qualche sera all’insegna dell’alcool, ma non eravamo veri amici. Eppure tu qui, hai lasciato un vuoto enorme dentro tutti, nessuno è più lo stesso nemmeno io.
Sophie, lei non sa’ ancora la verità su quel giorno, credo che non se lo perdonerebbe mai, meglio che sappia che sia stato solo un incidente attraversando la strada, è meglio così, è debole Tom, è davvero troppo debole, per reagire.
Oh, beh poi hai lasciato qui Sean, lui si sente perso senza il fratello di Sophie da prendere in giro diciamo la verità.
Poi hai lasciato lei, Kimberlyn. Credo che la Kimberlyn che conosci tu sia morta con te, perché qui non ne abbiamo traccia, è un'altra.
Eppure, odiami per questo, io mi sono innamorato di lei, solo la prima volta che l’ho rivista.
Il suo volto, portava segni di guerra, i suoi occhi le davano un senso di mistero, non sembrava lei, ammeto ci ho messo qualche secondo a riconoscerla, poi infine ho capito chi era. Pensa mi sono dovuto presentare. So’ che ha passato anni difficili, e ora lei ha bisogno di te.
Non so’ come posso pensare che posso accettarmi, ma dovrà cercare un modo per dimenticarti se vuole sopravvivere, dovrà.
Ciao, Tom.
Scusami, scusami se sono stato così’ disse Nicolas allontanandosi immediatamente da quel luogo, ma aveva bisogno di sfogarsi, aveva bisogno di pensare che non avesse rovinato la vita tutti.
Andò realmente verso casa questa volte, arrivato lanciò lo zaino all’entrata, per poi andare immediatamente in camera.
Si mise sdraiato sul letto a vedere il soffitto.
Gli sembrava tutto così stupido, così inutile.
Prese il telefono e rivide le foto di quando anche lui era pienamente felice, ora quei giorni nemmeno li ricordava.
Vide foto di lui con la compagnia, Sophie aveva un grande sorriso, e Sean la teneva stretta fra le braccia, si fermò quando vide il volto di Kimberlyn in una foto.
Nemmeno la ricordava, l’osservò, c’era Kimberlyn davanti con un vestitino rosa con dei fiorellini, dei tacchi alti e un sorriso speciale, di fianco aveva Tom, che la teneva stretta dal bacino, per poi darle un bacio sulla guancia.
Erano meravigliosi insieme, si potrebbe dire che due ragazzi di quasi quindicianni non possano amarsi realmente, ma loro si amavano.
Erano qualcosa di unico, non hanno avuto solo tempo.
Tempo per stare insieme.
Tom purtroppo morendo si era portato a dietro la felicità che prima tutti avevano, quella felicità che era stata rubata, per una corsa.


Il giorno seguente, Kimberlyn uscì dall’ospedale, per poi presentarsi a scuole solo nelle ore pomeridiane.
‘Kim, oddio stai bene’ urlò Melanie per poi abbracciarla ‘Ti giuro mi sono sentita così male’ disse tenendola ancora più stretta, di fianco a lei c’era Sebastian che si limitò a un sorriso.
Kim rimase qualche secondo immobile, per poi salutare e dire che doveva andare in bagno.
Mentì, in pochi secondi andò fuori dalla scuola, e prese una canna tra le mani ‘Non devi provare sentimenti’ continuava a ripetersi.
L’accese, e rimase qualche secondo a pensare, poi fece un tiro dopo l’altro, quando si sentì prendere dal bacino, dietro di lei c’era Nicolas.
‘Non ti è bastato andare in ospedale?’ disse guardandola, Kim si girò nuovamente per poi continuare a ripetersi quella frase.
‘Nicolas gli andò davanti, per poi prendergli la canna lanciandogliela via.
Kimberlyn non reagì, si lanciò solo fra e sue braccia, finchè anche lui non contraccambiò, rimasero qualche secondo abbracciati, quando Nicolas le tolse un ciocca di capelli dal viso.
‘Non ucciderti, per stare bene. Puoi provare sentimenti, sei umana non sei una macchina’ disse per poi prenderle la mano ‘Non sono più una brava ragazza Nic, potrei sbagliare, poter dar retta solo al mio istinto’ disse per poi allontanarsi ‘So’ che ne sarei capace’ si allontanò ancora di più per poi andare verso l’entrata ‘Non sono tornata brava solo perché sono stata male, non ti aspettare questo’.
Nicolas, le prese la mano, tirandola a sé ‘Cazzo Kim, lo capisci che devi vivere? Capisci che puoi essere un essere umano, non è così difficile, puoi benissimo vivere come tutti, non muori se non vai a letto con qualcuno, so’ che non sei così torna quella ragazza che eri’ disse urlandole contro ‘Di certo tornando a scuola, non volevo tornare la sfigata che ero prima, sai mi stavo ammorbidendo, forse era meglio non incontrarvi affatto’ disse per poi andare verso la sua classe.
Nicolas rimase immobile, seduto sopra quel muretto.
Non poteva crederci, non poteva crederci.
Pochi secondi dopo Kimberlyn tornò indietro per poi tirare a sé Nicolas, gli prese la mano, per poi avvinarsi a lui.
‘Fallo, voglio provare qualcosa, qualsiasi cosa. Ti prego fallo’ disse implorandolo con le lacrime agli occhi.
Nicolas le alzò il mento, per poi avvicinarsi a lei, le diede un leggero bacio sulle labbra, per poi stringerla più forte senza smettere  mai di baciarla.
‘Grazie’ disse Kimberlyn per poi appoggiarsi al muretto.
‘Sai qual’è il problema che ho con te? Che sento che mi sto innamorando di te. Io non posso innamorarmi, io sono di Tom, sarò per sempre sua, non posso innamorarmi di te, non posso’ disse per poi correre via.
Kimberlyn era la ragazza più complicata che Nicolas conoscesse, eppure era quella che adesso desiderava più al mondo.
Pochi secondi dopo, dietro Nicolas apparve Sophie, che gli prese la mano e lo portò in mezzo a tutti i suoi amici.
‘Fuga di gruppo?’ disse con tono ironico, per poi notare le facce sei dei suoi amici ‘Allora abbiamo un idea, e tu devi aiutarci’ disse Melanie per poi andare di fianco a Nicola ‘La settimana prossima Kim farà diciott’anni, okay? Partiamo per la Spagna! Portiamola via da questa città piena di ricordi’ disse per poi sorridere.
‘Bella idea, e come li troviamo i soldi per andare in Spagna?’ disse Nicolas con un tono sarcastico, quando Sophie lo guardò abbassando lo sguardo ‘Pago io’ disse per poi allontanarsi un po’…’Non sono pazza, e nemmeno scema. Tom quando era in vita, aveva promesso a me e Kim di andare in Spagna, a Madrid. Allora aveva preso i risparmi che mamma e papà avevano riservato per il college, e messi su un nuovo conto, destinato per il nostro viaggio. Aveva organizzato tutto, un hotel a 5 stelle, un viaggio magnifico. Noi prenderemo i suoi soldi, e realizzeremo la sua promessa, per me e per lei. Ci dovremmo accontentare di avere un piccolo hotel, o un piccolo appartamento, e forse dovrete contribuire con un po’ di soldi per il volo, ma per quello che riesco userò quei soldi, lui avrebbe voluto questo’ disse per poi avvicinarsi a Kyle, come se stare di fianco a lui la facesse sentire al sicuro.
Tutti le andarono incontro e l’abbracciarono.
‘Facciamolo’ disse Sean, per poi ridere di gusto.
Tutti rimasero qualche secondo fuori, per poi rientrare alla seconda ora di lezione.
Nel pomeriggio Nicolas non poté fare a meno di pensare al bacio che c’era stato Kimberlyn e che non sapeva come poteva interpretarlo.
Sentì il telefono vibrare, lo prese fra le mani e vide il suo nome.
‘Nic, scusami per stamattina. Scusa se sono un disastro, scusami davvero.
Sono fatta così mi distruggo, per poi distruggere gli altri.
Mi sto innamorano di te, cazzo non voglio innamorarmi ma il tuo sorriso mi fa stare bene, non ti dico che potrò essere mai la ragazza che tu sogni, ma posso essere una ragazza diversa.
Posso cercare di migliore, insegnami a farlo.
Insegnami ad amarmi, perché io non so’ come fare.
Ho capito solo dopo un bacio, com’era essere felice, e mi sento così in colpa perché mi sento legata al ricordo di Tom, ma lui è morto e io non voglio morire con lui.
Se solo riuscissi ad accettarlo, se solo riuscissi a dirti ti amo senza piangere, sarei già sto casa tua, io non sono così.
Per questo ti dico, scordati di me, scordati dei miei sorrisi rubati, scordati del calore delle nostre mani, scordati del nostro bacio e scordati delle mie parole.
Scordati di me, e ama qualcuno che possa davvero amarti al 100% non una come me che non sarebbe mai completamente tua, ciao Nic’.
Nicolas prese il telefono e lo lanciò contro il muro, per poi cominciare a urlare in camera sua, si guardò allo specchio per qualche secondo per poi decidere.
‘Prendi in mano la tua vita, e prendi quello che vuoi’ disse al suo riflesso, per poi correre fuori di casa.
Raggiunse la casa di Kimberlyn dopo pochi secondi per poi bussare.
La ragazza aprì la porta per poi rimanere immobile davanti a quel ragazzo.
‘Smettila di allontanarti, io ti accetto per come sei. Tu sarai mia, tu sarai il mio amore più grande, tu sarai la ragazza che mi farà battere il cuore. Non mi importa in quanto tempo tu riesce ad accettarti, se solo vedessi quanto sei bella.
Se solo ti pulissi il viso da tutto quel trucco, vedresti che sei bellissima.
Sarai la mia ragazza, così come sei. Non voglio che tu cambi, non voglio che diventi un'altra perché io ti amo così come sei’ finì il discorso per poi prenderle il viso e baciarla.
Lei contraccambiò per poi abbracciarlo stretto.
‘Non so’ come fare Nic’ continuava a ripetersi per poi piangere di nuovo.
Rimase immobile davanti a lui con gli occhi rossi dal pianto, e le guance sporche dal nero dell’eyeliner che ormai le avevano macchiato il volto.
Lui le alzò il mento, e la baciò ancora.
‘Ti farò tornare il sorriso Kim, davvero’ disse per poi prenderle la mano e portarla vicino alle sue labbra, gli diede un bacio per poi allontanarsi.

Kim risalì le scale della sua casa, per poi chiudersi in camera. Si guardò per qualche secondo si pulì il volto, e si mise seduta sul letto.
‘Perdonami amore mio, non posso più nascondere l’amore che sto provando per lui’ disse per poi chiudersi fra le sue braccia.
Guardò il comodino, e vide di fianco a lei una pastiglia. La prese fra le mani, e la rigirò guardandola da ogni inclinazione.
Sapeva che era sbagliato, eppure l’avvicinò alle sue labbra per poi farsela scivolare in bocca. Per smettere di pensare le serviva questo.
Prese il telefono e scrisse un messaggio ci poche parole, ma ora sapeva che nel suo modo sbagliato di prendere decisioni ne aveva appena presa una giusta.

Nic prese il telefono dalla tasca, per poi leggere il messaggio.
‘Si, sarò la tua ragazza, ma non potrò mai cambiare quello che sono diventata’ corto e significativo.
Alzò lo sguardo al cielo per poi sorridere.
‘La proteggerò Tom, proprio come avresti fatto tu’.




Ciao a tutti, grazie a tutti quelli che seguono la mia storia.
Scusate il ritardo!! E aspetto i vostri commenti.
Un bacio.
_Natalie_

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