You, and that face of angel!

di mary_cyrus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 

 

Piccola introduzione e poi vi lascio liberi di leggere :)

Non sono una Beliebers e proprio per questo ho deciso di scrivere la storia. Seguo Justin, ma ho pensato che fosse divertente scrivere una fanfic in cui tra i protagonisti ci fosse lui così da essere totalmente imparziale ;)
In via del tutto eccezionale sto postando questa storia benchè sia ancora in via di sviluppo, quindi spero di essere puntuale con i capitoli.
Se avete qualcosa da suggerire, anche su Justin (siccome appunto non ne so più di tanto) fatelo pure, mi farebbe piacere!

Ora buona lettura!




ATTENZIONE:
L'inizio di questa fanfic è volutamente ispirato al film Disney "Starstruck". Dal momento che mi piace molto, ho voluto "crearne" una versione anche mia.
Perciò l'inizio sarà simile ma i fatti, nel corso della storia, cambieranno. Ci tenevo a precisarlo dato che in molti lo avete chiesto :)


   


 

 







Capitolo 1

 

Avevo appena messo piede giù dall’aereo, che la mia amica strillava già.

“Ary!!! Non ci posso credere siamo in California, CA-LI-FOR-NIA!” e, ancora esaltata, non smetteva di guardarsi intorno a bocca aperta.

Eravamo alle solite. Quando Jessica si metteva in testa qualcosa, nessuno poteva fermarla. E purtroppo questa volta aveva coinvolto anche me nel suo folle piano. Sì, la sottoscritta, Arianna che odia questo genere di cose. Perché non capivo proprio. Non riuscivo a capacitarmi di come ci si potesse “infatuare” a tal punto di qualcuno che nemmeno si conosce da perdere la ragione.
E la mia amica era così. Oh, se era così! Per tutto il viaggio in aereo avevo dovuto subirmi la sua musica. Che poi non era nemmeno tanto male. Però il fatto di averla costantemente nelle orecchie, giorno e notte, me la faceva quasi odiare. E poi tutta la carrellata di informazioni che Jessica aveva pronta ogni giorno.

“Arianna ti muovi?” ecco che la mia pace era terminata “Ti rendi conto che potrebbe essere in centro adesso?! No, aspetta! No, è quasi ora di pranzo, adesso…” avevo smesso subito di ascoltarla.

Soprattutto perché aveva tirato fuori la sua cartina in 3D, realizzata interamente da lei stessa, con segnati tutti i luoghi in cui “il suo idolo” era solito andare.

“Probabilmente o sarà da Starbucks, oppure mangia a casa sua, forse sta finendo di registrare il nuovo singolo!”

Bla, bla, bla. Sempre le solite cose, sempre tutto per questo qui. Già, perché poi la storia divertente è che io adesso ero lì per lui! Assurdo! Jessica mi aveva costretta a venire fino in California per incontrarlo. E ne era convinta! In realtà lo ero anche io, dato che sapeva ogni sua singola mossa, però non capivo ancora perché fossi stata costretta ad accompagnarla. In ogni caso ero lì, tanto valeva che mi godessi la spiaggia, il mare e i bei ragazzi del posto.

“Mi stai ascoltando?” Jess mi schioccò le dita davanti agli occhi.

“Sì, sì, sono tutta orecchie!” ironizzai “Non vedo l’ora di cominciare lo stalking!”

“Ottimo! Mi piace il tuo entusiasmo!” ribattè la mia amica, chiaramente non avendo afferrato il mio sarcasmo. “Ma prima dobbiamo passare a casa di mia cugina Avey a posare le valigie”.

Sua cugina era decisamente più normale. Avendo 23 anni ed essendo una delle migliori del college, aveva ben altro a cui pensare che a qualche stupido cantante. Ero già stata da lei, sempre con Jessica. Ci andiamo spesso a passare le vacanze, la California, dopotutto, era stupenda!
Perfetto! Mi era appena venuta in mente un’idea geniale! Mentre Jessica sarebbe andata dietro al suo adorato, io avrei tenuto compagnia ad Avey. Mi sembrava un piano fantastico per le prossime due settimane!
Jessica puntò il telecomando verso la macchina che sua cugina aveva prontamente posteggiato all’aeroporto il giorno precedente. Una cabrio gialla. Bellissima! Ecco, se c’era una cosa che io amavo davvero erano le auto! In particolare quelle sportive! Le Porsche, poi, erano la mia passione!

Dopo aver messo con noncuranza le nostre valigie nel retro, la mia amica accese il motore e si diresse a casa di Avey.















 

JESSICA



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ARIANNA



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AVEY

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Spero che l'inizio vi abbia incuriosito abbastanza da continuare ;)

Lasciate una piccola recensione, anche breve, tanto da sapere cosa ne pensate, ci vuole pocooooo :) Ahah al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

I vispi occhi verdi della mia amica incrociarono subito quelli della cugina

“Avey!!! Quanto tempo! Mi sei mancata tantissimo!” la ragazza rispose prontamente all’abbraccio.

“Anche tu, Jess!” poi spostò lo sguardo verso di me. “Arianna! È davvero un piacere che sia venuta anche tu!” avrei voluto rispondere che la cosa non era proprio reciproca, o, perlomeno, per la parte che riguardava le intenzioni di Jessica.

“Sono felicissima di essere qui!” le diedi un bacio sulla guancia. “Che profumino!” in quel momento avvertii il gorgoglio del mio stomaco. In effetti in aereo non avevo mangiato per evitare la nausea.

“Sì, ho appena preparato gli spiedini!” Ok, avevo cambiato idea. Amavo quel posto. “Lasciate pure i vostri bagagli qui e venite a mangiare prima che si raffreddino” Non me lo feci di certo ripetere due volte.

Ci sedemmo tutte e tre a tavola e, senza troppi complimenti, cominciai a divorare uno spiedino. Jessica afferò il telecomando e accese la tv. Fece un po’ di zapping con i canali finchè non trovò qualcosa che catturò la sua attenzione.

“Oddio!!! Zitti, zitti! Fatemi sentire!” urlò incollando gli occhi allo schermo.

“Nooo, ci risiamo!” esclamai con gli occhi al cielo e un pezzo di wuster in bocca.

“Shh!!” mi intimò Jessica alzando il volume.

La stella del pop Justin Bieber pare non fermarsi proprio mai! Dopo aver promesso alle sue fan un altro tuor internazionale, al momento ha lui stesso dichiarato di star lavorando a un nuovo album!”

“E ti pareva che si mettesse, che so, a lavorare sui libri di scuola?” feci io continuando a mangiare. Avey sorrise tra sé e mi lanciò uno sguardo d’intesa. Jess si voltò verso di noi con sguardo assassino.

“Ho uno stuzzicadenti in mano, e non ho paura di usarlo! TACETE!” per tutta risposta le feci una linguaccia e tornammo a seguire la reporter.

In questi giorni sta lavorando duramente nella sua villa in California, dove ci troviamo attualmente, ma il giovane Bieber deve anche guardarsi le spalle! Infatti, pochi giorni fa è stato nuovamente avvistato in dolce compagnia della bella Selena e lui stesso dovrebbe ben sapere che il gossip, soprattutto se non positivo, non fa bene alla sua immagine. Cosa ci riserverà ancora il nostro Justin? Restate con noi per essere sempre aggiornati!”

Jessica spense la tv e lanciò il telecomando sul divano.

“Selena, Selena, è sempre in mezzo!” sbuffò lei.

“Qualcuno qui è gelosooo?” adoravo prenderla in giro. Con affetto.

“Il fatto è che secondo me non fa per lui, tutto qui” incrociò le braccia al petto.

“Ceeeerto, infatti è con te che dovrebbe stare! Appena vi incontrerete sono certa che si innamorerà di te e vi sposerete!” sapevo di essere davvero odiosa, ma la cosa era troppo divertente!

“Se non vuoi che il primo regalo di nozze sia una lapide per te, ti consiglio di smetterla!”

“Dai, adesso state buone e finite di mangiare” ci interruppe Avey.

“UN MOMENTO, ASPETTA!!!” Jessica aveva in mano il suo i-phone e stava scorrendo a velocità supersonica quanto scritto sullo schermo. Io nel frattempo avevo afferrato un altro spiedino e lo avevo ricoperto di ketchup.

“Non ci posso credere!!!” ormai Jess stava saltellando per tutta la cucina.

“Che succede?” si interessò la cugina.

“Stasera. Un party. Esclusivo. Qui a Miami! JUSTIN!!!!! Devo assolutamente esserci!” le brillavano gli occhi.

“Ma come fai ad essere sempre così informata su tutto quello che fa?” le domandai non capacitandomi della cosa, benchè ormai fossi abituata ai suoi scleri.

“E me lo chiedi?!” finse indignazione. “Sono la presidentessa del suo fan club on line, creato da me e aggiornato da una ristrettissima cerchia di membri onorari!” che poi equivaleva a dire le sue amiche. “Noi sappiamo ogni sua singola mossa, credo che nemmeno lui sappia così tante cose della sua stessa vita”

“E questo è spaventoso…” sussurrai tra i denti ma lei parve comunque sentirmi ma non mi considerò.

“Oh, ti prego Avey possiamo andarci, per favore!!!” la stava implorando. Con la sua faccia da ‘non puoi dirmi di no’. L’avrebbe sicuro incastrata.

“Mi dispiace tanto, Jess, ma io stasera proprio non posso… Domani mattina devo svegliarmi prestissimo, ha dei corsi intensivi al college…” Jess continuava a guardarla speranzosa, quando lo sguardo di Avey si diresse verso di me. No, no, no! Non pensarci nemmeno!

“Potresti farti accompagnare da Arianna!” mi sorrise. Ma da che parte stai, non-cugina?

“Ti prego, per favore, farò tutto quello che vuoi!!!” Jess si era inginocchiata da me. Riflettei un istante.

“Tutto, tutto?” domandai inquisitoria.

“Sì, promesso, tutto!” si affrettò a rispondere.

“Smetterai per sempre di parlare di lui?”

“Sì, per il sempre di tutto il viaggio di ritorno!”

“Facciamo quello e anche le prossime due settimane” arrangiai l’accordo.

“Va bene, va bene! GRAZIE!!!! Ti adoro, Ary, davvero!!!” e così dicendo mi stritolò in un abbraccio, facendomi quasi cadere dalla sedia.









 

Allora?? Avete già scelto da che parte schierarvi?? ;)

Team Jessica o Team Arianna? O anche Team Avey, va bene ahaha :)

Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitoli, dubbi, impressioni, aspettative, quello che volete insomma!

Grazie a chi sta seguendo e recensendo la storia, sappiate che vi adoro!

Un grazie particolare a Unbacioazzeccosodame e NooneButADreamer ;)

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

 

Salii le scale che conducevano alla camera degli ospiti, ovvero dove eravamo alloggiate io e la mia amica. La casa di sua cugina era davvero grande. O perlomeno mi sembrava, abituata alla mia e al fatto che dovessi condividerla con il mio fratellino di 8 anni. I genitori di Avey avevano acquistato la villetta a fianco a questa, ma erano sempre fuori per lavoro. In questo momento si trovavano all’estero, in Italia, per concludere un’importante affare della loro agenzia. Si fidavano di Avey, sapevano che era una ragazza con la testa sulle spalle, non come…

“MA CHE STAI FACENDO???” urlai di fronte al casino creatosi in camera.

La mia amica si voltò, mi squadrò un istante e tornò a capofitto nel mucchio di vestiti che avevano formato una pila alta quasi quanto lei. Alzai gli occhi al cielo, benché l’unica vista che ci fosse erano i poster di… Justin… Feci una smorfia. Ma certo! Justin!

“Non mi dirai che stai pensando a cosa metterti per la festa?” domandai, ma sapevo già la risposta.

Si alzò in piedi e si mise di fronte a me guardandomi negli occhi.

“Arianna, mi stai forse prendendo in giro?” si fece seria.

“Io? Ti pare?” scoppiai a ridere.

“Guarda che è una cosa seria!” fece la faccia offesa “Justin non mi noterà mai altrimenti, ci sarà troppa gente…” sembrava scoraggiata. Jessica che si arrendeva? Impossibile, non era da lei.

“Senti un po’, Blazy! Alza quel sedere e vestiti, c’è l’uomo dei tuoi sogni là fuori! Vorrai forse che arrivi qualcuna prima di te e lo porti via sotto i tuoi occhi?” Wow. Mi stupivo di me stessa! Avevo usato il nomignolo che le avevo dato quando ci eravamo conosciute da piccole, perché lei era proprio una fiamma sempre accesa! E poi avevo chiamato lui…uhg non ci volevo ripensare!

“Ha ragione!” balzò in piedi con una velocità sorprendente. “Justin è solo mio, e io sono uno schianto in qualunque caso!” Sì… non era proprio la stessa cosa che avevo detto, ma…

Scartò qualche vestito e poi se ne mise uno davanti per farmelo vedere.

“Questo!” poi cercò anche un paio di scarpe “E queste! Perfetto, vado a farmi la doccia!”

La sua velocità fu tale da impedirmi di mettere a fuoco il tutto. Jessica fece capolino dalla porta.

“E mi raccomando. Non presentarti vestita così, eh!”

Sospirai e le tirai un infradito che era nel mucchio delle scarpe.

 

*

 

Afferrate le chiavi della cabrio di Avey e ingranata la marcia, Jessica partì diretta alla festa. Inutile dire che a fianco a lei c’ero anche io. Certo, il mio abbigliamento era decisamente più consono del suo: maglietta nera della Jack Daniels, shorts di jeans e Converse borchiate. Lei indossava un monospalla bicolore, la parte di sopra bianca e poi una gonna di tulle nera; in vita c’era una cintura alta tutta di brillantini.

“Scendi” disse chiudendo lo sportello.

“Ehm..Jess non puoi posteggiare qui” risposi slacciandomi la cintura.

“E perchè, scusa?” domandò contrariata, già pronta con la sua borsetta ad avviarsi all’entrata. Inarcai le sopracciglia.

“Ti dice niente il cartello RIMOZIONE FORZATA?!” urlai. Jessica seguì il mio dito e parve studiare quel pezzo di metallo lì piantato.

“In questo caso…aspetterai in macchina!” fece sorridente.

“Stai scherzando?! Non ci penso proprio! Io me ne torno a casa!” ero arrabbiata. Come poteva dirmi una cosa simile?

“Ma scusa, io come torno indietro?” aveva messo su la sua faccia supplichevole.

“Ti sembra un problema mio? Sei tu che sei voluta venire a questa stupida festa e…”

Fui interrotta da un boato di grida.

“Oh mio dio! Justin è qui!!!” proprio davanti a noi si era appena fermata una limousine nera, da cui, poco dopo, uscì il biondino che tutta la folla trepidante attendeva. Ragazze, ragazzi, fan urlanti, fotografi e giornalisti. Jessica si voltò nuovamente verso di me.

“Va bene, facciamo così. Entro, faccio una foto a Justin da postare sul blog ed esco. Dieci minuti al massimo!”

La guardavo ancora arrabbiata, ma poi riflettei attentamente. Se le avessi concesso quei dieci minuti poi saremmo tornate a casa. E mi sarei piazzata sul divano aspettando che il microonde sfornasse i pop corn caldi. Sì, e ci saremmo liberati di lui, perché dopotutto avevo mantenuto la promessa: l’avevo accompagnata alla festa.

“D’accordo, ma dieci minuti, non un attimo di più!” le intimai con lo sguardo.

“Giuro, farò velocissima!” poi si voltò verso l’ingresso del locale. “È già entrato! Devo sbrigarmi!”

“Sì, devi..” e la seguii con lo sguardo mentre agilmente correva sui suoi tacchi fatti a ‘sandalo alla schiava’. Ma rimodernizzati.

 

*

 

Dieci minuti.

Quindici minuti.

Mezz’ora.

Un’ora!

Accesi le luci della macchina per vedere se eventualmente stesse uscendo dal locale, ma ovviamente, non era così. Spostai lo sguardo sull’ipod, che mi vibrò in mano e si spense. Perfetto, non avevo nemmeno più la musica da ascoltare!
Attesi un altro paio di minuti e poi decisi di andarla a prendere di peso. Sbattei la portiera, chiusi la macchina e mi incamminai all’entrata.

“Hai il pass?” mi domandò uno dei due bodyguard al’ingresso.

“No, e nemmeno lo voglio! Voglio solo riprendere la mia amica e tornare a casa!” sbottai stufa.

“Certo. E noi ti crediamo davvero!” rise. Io invece lo guardai stupita.

“Ti sembro il tipo che fa 9 ore di coda per entrare a un concerto e urla “Beliebers forever!!!” imitai la voce stridula di Jess quando lo faceva.

“Senti, ragazzina. Non mi interessa quello che dici, di qui non passi”. Strinsi i denti e i pugni. Non ero abituata a ricevere un ‘no’ come risposta. Questa me l’avrebbe pagata. Oh se me l’avrebbe pagata. Feci un finto sorriso, a presa in giro proprio.

“Non importa. Attenderò in macchina”.

Appena vidi che i due simpaticoni si erano messi a parlare per conto loro, cercai una via alternativa. Circondai l’edificio, cercando una qualche uscita dal retro. Tutte le discoteche hanno un’uscita di sicurezza. Certo! Così Justino-ino poteva svignarsela in tutta tranquillità! Poverinoooo quanto è dura la sua vita!!! Sì, lo stavo maledicendo mentalmente, quando finalmente vidi l’oggetto del mio desiderio: il maniglione antipanico, dove su scritto vi era la targhetta ‘uscita di sicurezza’.
Lo spinsi ed entrai.





















 


Arianna


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Jessica

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La solita Jessica! Ahah direi che voi potete comprenderla, no? ;) Ma Arianna non la pensa proprio così...

Secondo voi riuscirà a trovare la sua amica e tornare a casa? Oppure avrà qualche piccolo...imprevisto? ;)

Continuate a leggere e lo saprete!

Grazie a tutti dei commenti, siete fantastici e vi adoro <3

 

-Mary-

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

 

Una scala di ferro portava sia su che giù. In silenzio provai a capire dove il rumore fosse più forte. Che palle, mi sembrava tutto uguale! Mi voltai di scatto per prendere le scale superiori e…

“Ma che cazz..??” avevo sbattuto contro qualcosa. O piuttosto…qualcuno!

“Scusa, non ti avevo vista, ma…” fece lui

“Ma cosa?! Mi sei venuto addosso, emerito idiota!” gli urlai contro.

“Io? Sei tu che eri in mezzo, cosa ci fai qui? Nella mia scala di sicurezza?”

“Tua che?!” sgranai gli occhi “Ah, ma certo! Solo perché tu sei Justi…” mi tappò la bocca con la sua mano a velocità supersonica.

“Zitta, non fiatare!” disse sottovoce. Ma io fui più rapida e gli diedi un morso.

“Ahia! Ma sei scema?!” urlò lui.

“Non avevi detto di non urlare?” ironizzai.

“Senti, tu sei pazza, ma purtroppo non posso farti andare via così” che ca…volo stava dicendo? Sei una ragazza, Arianna, devi essere fine e non usare un determinato linguaggio.

“Ma che cazzo stai dicendo?! Cosa ti sei fumato? Lasciami andare!” Ma a quel paese le buone maniere! E notare che ho detto ‘a quel paese’.

“Ci stai zitta, cristo santo!” anche lui non era proprio stato educato al riformatorio.

“Perché?? Che problemi hai?” urlai, sempre per mantenere il silenzio da lui richiesto.

“Perché se ti sentono è la fine!” mi guardò serio, allora mi calmai anche io. “Senti, ho fatto una cazzata ok? Sono solo un ragazzo di 17 anni!”

“Anche io ho la tua età, genio” ribattei con tono piatto.

“Sì, ma tu non sei me!” ecco che aveva ricominciato con le sue arie da super uomo.

“E per fortuna!” incrociai le braccia e risi.

“Come sarebbe a dire per fortuna?!” l’evidente stupore sul suo volto. “Dai, canta con me! As long as you lolololololo…”

“…LO.. taglia corto” stavolta fui io a chiudergli la bocca. “Esatto, non sono una Beliebers, non seguo ogni tua mossa e non mi piaci! Chiaro?”

Justin rimase un attimo a guardarmi senza parole.

“Quindi…tu non sei una mia fan?” sembrava deluso.

“No, né adesso né tra un milione di anni!” risposi seccata.

“Oh…credevo…”

“Cosa? Che avrei urlato ‘Oddio!!! Justin è qui!!! Davanti a me!! Ahhhhh!!!’” sempre l’imitazione della vocina della mia amica. “Non sono mica Jessica, io”

“Chi è Jessica?” domandò lui.

“Oh mer…coledì! Jessica!” gridai realizzando improvvisamente di essermi scordata di lei.

“CHI È JESSICA???” ripetè, questa volta urlando.

“Ma sei abituato ad avere tutto subito? Comunque è la mia amica, che è venuta qui per vederti. E mi ha lasciata in macchina un’ora!” Justin si mise a ridere.

“Che hai da ridere, Bieber?” ci conoscevamo da 5 minuti e già non lo sopportavo.

“Ma che onore! Mi hai chiamato per cognome!” scherzò lui.

“Ah ah. Divertente. Vuoi sapere una cosa? Con me non attacca”

“Non attacca cosa?” ma davvero era così ottuso?

“Non mi farai innamorare di te con qualche occhiata e squallida battutina” misi in chiaro.

“Oh-oh! Difficile la ragazza!” ma tutto quel sarcasmo da dove gli usciva? Lo aveva preso con i punti dei cereali?

“Smettila e portami fuori di qui. Voglio trovare Jess e andarmene a casa” e non vederlo mai più, questa volta nemmeno in cartolina.

“Ahahah ma lo sai che questa storia è divertente? Peccato che no!” tornò serio, ma sempre con quella faccia da schiaffi che ha in ogni sua maledetta foto.

“No cosa?!” ero giunta al limite, sarei esplosa, lo sentivo.

“No, non troverai nessuna Tess o come si chiama e tornerai a casa” rispose pacatamente.

“Ascoltami bene, perché non te lo ripeterò. Non siamo in un tuo stupido film o videoclip. Non mi comandi a bacchetta, quindi ora lasciami andare!” mi voltai verso la porta ma lui mi bloccò da dietro tenendomi per le spalle.

“Senti, mi dispiace che quello che sogna mezzo mondo non sia di tuo gradimento, ma non possiamo fare altrimenti”. Si fece serio. “Ti ho detto che ho fatto un casino, sono venuto a questa festa da solo, ma avevo invitato anche Selena e ora non possiamo uscire dalla porta principale insieme…” sembrava sincero, e davvero abbattuto. “Quindi te lo sto chiedendo per favore”

“Ok, bella storia, ma mi spieghi perché io non posso andare per i fatti miei?”

“E certo! Così appena varcherai la soglia per entrare nel locale diranno ‘Eccoooo! Nuova fiamma segreta di Justin! Triangolo tra la Gomez e la ragazza misteriosa?’” e così dicendo mimava i paparazzi con le macchine fotografiche.

“Che palle!!! Ecco perché non ti sopporto!” sbuffai.

“Sappi che la cosa è reciproca. Ora basta parlare, vieni” mi prese per un braccio e mi portò fuori dalla porta da cui ero riuscita ad entrare poco prima.

“Seguimi” mi disse.

“Certo, come se avessi scelta!”

Pochi passi più avanti si fermò davanti a una grossa moto nera. Aprì la sella e ne estrasse due caschi rossi. Me ne tese uno”

“Giusto per non passare inosservati!” ironizzai.

“Preferisci spaccarti la testa?”

“Mhm, non saprei, non mi tentare” lo provocai.

Lui non reagì, si limitò a fissarmi mentre si metteva il casco.

“Che hai da guardare?” gli chiesi con la solita gentilezza che mi caratterizzava.

“Niente. È solo che…un po’ assomigli a Selena” sorrise.

“Direi proprio di no!” indossai il casco. “Non sono mica così stupida da uscire con te!”

“Sei sempre così simpatica?” non aveva capito che il diritto di fare sarcasmo, qui, lo avevo solo io.

“E questo è uno dei miei giorni migliori!” imitai il suo sorrisetto da schiaffi. Lui alzò gli occhi al cielo. Poi qualcosa catturò la mia attenzione.

“Drew? Che razza di targa hai?!” mi stupii, ma non sapevo bene se più del suo egocentrismo o del fatto che gli permettessero di girare così.

“Vuoi salire?” sbottò lui.

“Oh mio dio…spero di arrivarci intera a casa!” feci una pausa “Aspetta!”

“Che altro c’è?!” era spazientito. Non mi importava, io lo ero di più.

“Come ci torna a casa Jessica?”

“E a me che importa?!”

“Senti, idiota che non sei altro, procurale un passaggio o scendo!”

Sbuffando estrasse dalla tasca posteriore dei suoi jeans il suo cellulare e fece una chiamata.

“Aaron? Senti devi farmi un favore” sembrava che tutti gli dovessero qualcosa “C’è una certa…” si voltò verso di me, aspettando che lo istruissi.

“Jessica! Capelli rossi, non puoi non riconoscerla!”

“Jessica con i capelli rossi. Ecco, devi portarla a casa a questo indirizzo”

Che palla al piede quel ragazzo, mi sembrava di essere tornata in prima elementare!

“Fatto, contenta?” quella sua faccia. Non la sopportavo.

“Contenta non proprio, ma si tira avanti!”

“Bene, perché abbiamo un bel po’ da fare!”

“Come…un bel po’ da fare? Oh, sei impazzito? Portami subito a casa!”

“Con MOLTO piacere, ma prima dobbiamo fare una piccola deviazione”











 

Eccomi!!!!

Ahahah Justin avrà anche un bel caratterino ma Arianna non è da meno ;)

E quindi, come semi-previsto, i nostri protagonisti si sono incontrati :)

Ma ora che succederà? Cosa ha in mente Justin?

Vi ho incuriositi? *Noooooooooooooooooo! Nd Pubblico di efp*

Spero di sì, invece!

Grazie a tutti, a chi legge in silenzio (daaaai recensite che voglio conoscervi ;) e uno particolare ai miei recensori affezionati (?)

 

 

Unbacioazzeccosodame

NooneButADreamer

Alessandra_Love_Music

JB_1D

Linlin9

_light in the darkness_

louisjvoice

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

 

Svoltò, rallentò e poi spense il motore. Con agilità scese dalla moto e si tolse il casco, ravvivandosi i capelli. Poi mi fissò.

“Beh? Non scendi?” e così dicendo si avviò verso casa.

Stufa a spazientita feci roteare gli occhi al cielo e lo seguii. Ma non verso ‘casa’.

Piuttosto verso l’immenso edificio davanti ai miei occhi.

“Una villa! Pft, c’era da immaginarselo” ironizzai, ma lui non rispose.

Ormai erano quasi le 23:30. Certo, ero abituata a rincasare tardi, ma ero preoccupata per Jess. Le avevo inviato una decina di messaggi ma non aveva risposto nemmeno ad uno.
Camminavamo nella penombra, le uniche luci erano quelle che si potevano osservare dietro ad alcune finestre.

“Grandioso!” urlò lui inveendo contro il cielo scuro.

“E adesso che problemi hai?” feci io di rimando con il mio tono piatto.

“Mia zia. Doveva arrivare domani” mi guardò negli occhi con quell’aria come a dire ‘e adesso che facciamo, genio?’

“Ancora non capisco il problema” ero tranquilla, e non riuscivo a comprendere perché si agitasse tanto.

“Ma tu proprio non comprendi la gravità delle situazioni!” si scaldò ancora di più.

“Ohh, scusa!” assunsi una finta aria tragica “Pardon mois, sono solo una comune mortale! Cosa posso saperne io del ‘favoloso mondo di Justin Bieber’” pronunciai quell’ultima sentenza come se stessi annunciando la pubblicità di un detersivo.

“Qui non si tratta di me!” si fece più vicino ed abbassò la voce. Mi voltai dall’altra parte, pur restando ferma dove mi trovavo.

“Si tratta sempre di te…” Questa volta non aggiunse altro. Sembrò fermarsi a riflettere.

“Va bene, passeremo dalla scala antincendio sul retro” affermò.

“Ma te mai passare dalla porta principale, eh?” gli scoccai un’occhiata ovvia.

“No, grazie. Preferisco complicarmi la vita” si incamminò, ma io mi fermai un attimo.

“Oh..già!” risi interiormente.

“E adesso si può sapere che hai?” era di nuovo spazientito. Ma una camomilla non gliela aveva mai consigliata nessuno?

“Niente, niente. Tranquillo!” ma non riuscii a togliermi quel sorrisetto dalle labbra.

Attraverso un sentiero di ghiaia arrivammo proprio sul retro della villa e vidi la scala di ferro, simile a quella della discoteca.

“Queste scale di ferro devono essere la mia maledizione!” sì, l’ironia era parte di me.

“Ma tu non ci stai mai zitta?” mi diede una spinta sulla schiena “Sali! E non fare rumore”.

Ci fermammo davanti ad una grande finestra. Justin sembrava conoscerla molto bene, perché non si fece troppi problemi a scassinarla.
Un improvvisa luce lo colpì in faccia.

“Ma che stai facendo?!?” mi urlò contro.

Misi l’i-phone in blocco e lo riposi nella borsa.

“Oh, niente” risposi con falsa aria innocente “Volevo solo immortalare il momento in cui Drew scassa una finestra e irrompe in casa. Foto da un milione di dollari!”

“Ah ah. Non è divertente. Dammelo” protese la sua mano verso di me.

“Darti cosa…Drew?” sapevo di stuzzicarlo.

“La smetti di chiamarmi così?!”

“Che c’è? Ti da fastidio…Drew?”

“Senti, ora ti butto giù! Ho anche fatto la rima”

“Ma che poeta il nostro Bieber!”

“Senti…” fece una pausa. Da notare che tutto ciò stava accadendo nel bel mezzo della notte e noi eravamo sospesi tra la scala e il cornicione della finestra. “Ora che ci penso…non ti ho nemmeno chiesto il tuo nome”

“Arianna” risposi senza soppesare tropo la cosa.

“Che bel nome, non è molto noto qui” mi sorrise. Ma stranamente da quando lo avevo conosciuto quella sera, lo aveva fatto in modo diverso. Quasi come se in quel momento non fosse…lui.

“È un nome come un altro, i miei hanno origini italiane”

“Amo l’Italia! Ci sono stato un paio di volte” aveva sempre quella faccia…insolita.

“Sì…anche io. Ci vado spesso. I miei viaggiano molto per lavoro, quindi ne approfitto”

“Allora uno di questi giorni potremmo tornarci insieme” mi stava sempre guardando.

Lo sorpassai e alzai la finestra per completare l’operato ed aprirla. Poi mi voltai nuovamente verso di lui.

“Non fraintendere, ma…Io con te non voglio andare da nessuna parte, Drew, tranne che a casa!”

La sua espressione mutò, sembrava deluso.

“Siamo a casa!” ribattè.

“MIA, Justin, mia!” e così dicendo entrai.

“Mi spieghi perché siamo qui?” domandai.

“Devo solo prendere alcune cose. Non so se domani potrò tornare” il suo tono era indecifrabile. Mi sembrava dispiaciuto, forse abbattuto. Quel ragazzo era davvero troppo complicato per i miei gusti.

“Perché?” stranamente, per una volta mi interessava davvero conoscerne il motivo.

“Beh, ovvio no?” si voltò verso di me e si appoggiò alla cassettiera “Tutto dipenderà da cosa pubblicheranno i giornali domani. E in base a ciò, i paparazzi saranno già sotto casa” riprese nuovamente a riempire un grosso borsone.

“Mi dispiace…” abbassai lo sguardo. Lui venne verso di me e mi sfiorò la guancia.

“Ehi, non è colpa tua” di nuovo quel sorriso. Mi scansai.

“Smettila!” lo ammonii.

“Di fare cosa?” mi rivolse uno sguardo confuso.

“Di fare così!”

“Ma così cosa?” si fece insistente.

“Lo sai cosa! Quello sguardo che fai a tutte le tue Beliebers per mandarle su di giri!” pausa “Ma ti ho già detto che io non sono una di loro”

“Lo so... ho capito” pronunciò quelle ultime parole molto sottovoce ma, nonostante ciò, riuscii ad udirle comunque. “Comunque ho preso tutto. Vieni, ti porto a casa”.

“Finalmente, era ora!”

Tornammo alla moto e, una volta saliti, nessuno dei due fiatò più per tutto il viaggio.
















 

Eccomi!!!!!

Questa ragazza è davvero una rivoluzione! È riuscita a portare scompiglio perfino nella vita di Justin! E qualcosa in lui sta cambiando... Anche in Arianna? È tutto da vedere ;) Non si lascia convincere con poco! Però in compenso adora infastidirlo ahah

Per ora basta, se siete curiose continuate a leggere :D

Un grazie speciale a

 

 

Unbacioazzeccosodame

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

 

Ancora una volta, i freni della moto mi ridestarono dai miei pensieri.

Casa.

Dove da tutta la sera volevo essere.

Scesi e porsi il casco a Justin.

“Allora…è un addio?” fece lui abbozzando un sorriso, rimanendo seduto in sella.

“Tu che dici?” risposi con una smorfia, inveendo mentalmente all’ennesimo nodo che avevo trovato nei capelli. Ma poi un sorriso glielo concessi.

“Eddai Giustì, non stà a piagne!” Jess odiava quando imitavo i dialetti italiani. Ma poi notai che era seriamente dispiaciuto.

“Non ti dispiacerà davvero?!” inarcai vistosamente le sopracciglia con espressione stupefatta.

“No, è che… tu sei diversa” abbassò la testa. Fermi tutti, era sempre il ragazzino odioso di qualche ora fa?

“Perché non urlo e non prego per avere una ciocca dei tuoi capelli?” sì, questa era strana forte!

“Che?!” appunto, ci avrei scommesso che lo avrei scioccato.

“Ma come? Non lo sai? Hanno fatto anche questo le tue beliebers!” amavo distruggere tutti i sentimenti concentrati in quel nomignolo.

“Mi fanno ogni giorno più paura. Ma le amo comunque, senza di loro oggi non sarei qui” alzò lo sguardo al cielo, come a voler ricordare il suo primo concerto, o la chiamata di chi lo aveva scoperto.

“Tu, caro mio, hai solo avuto molto culo! Sai quanti ragazzi di talento mettono le loro cover su youtube e nessuno li considera?” sì, questa era la mia opinione, l’avevo sempre detto a Jessica. E lei mi rinfacciava sempre che ero gelosa, solamente perché…

“Ah sì? Beh, molti altri hanno…ma che ti prende?” doveva aver notato il mio cambio d’umore.

“Niente, sono solo stanca. Grazie della serata, Justin” mi voltai e mi avviai verso il cancelletto della casa di Avey.

“Aspetta!” urlò. Ti prego, mi lasci andare a casa? Mi voltai nella speranza che avesse già acceso il motore, e lo vidi intento a scrivere su un pezzo di carta.

“Tieni” mi tese il foglietto che rivelò una scritta. Lessi ad alta voce”

“Island Park, 712, April Road” pausa “Ma che significa?!” un altro motivo per cui lo odiavo erano i suoi enigmi.

“Niente. Solo che se ci ripenserai, saprai dove trovarmi” disse tranquillamente.

“Oh, certo! Non vedevo proprio l’ora!” ironizzai “Buonanotte Justin”

“Buonanotte Arianna” rispose in un soffio.

 

 

*

 

 

“Buongiorno dormiglione! Alla sera fuori fino a tardi…e al mattino i risultati sono questi!” Avey era sempre molto mattutina, ma non se la prese con noi perché ci eravamo alzate quasi all’ora di pranzo e non le avevamo dato il benché minimo aiuto con le faccende di casa.

“Ma che ore sono, Avey?” domandai sbadigliando.

“ODDIO SONO LE 11!!!” ecco il dolce risveglio da parte di Jessica. Mi era mancata ieri la sua voce melodiosa.

“No, ma ben alzata anche a te!” le gridai contro.

“Non capisci, Ary, non capisci!” era tutta impanicata. Certo, ero sempre io a non capire mai niente. Non capivo ma sopportavo i suoi scleri. Non capivo ma ero sempre lì per lei. Non capivo ma a causa sua avevo passato la serata con l’ultima persona al mondo con cui l’avrei voluta trascorrere.

“Mi stai ascoltando?!” mi stava scuotendo per le spalle.

“Sì, Jess, sì! Cosa c’è?!” io avevo i miei ritmi! Non poteva arrivare così, da un momento all’altro, e gridarmi in faccia di prima mattina. Sì, la mia concezione di alba comincia dalle 10:30 del mattino. Forse era anche per questo che non ne avevo mai vista una.

“Ti prego accompagnamiiiii!” mi stava implorando di nuovo. Quella storia doveva finire.

“Ma dove?” mi ero persa metà del suo discorso. Anzi, forse anche tutto.

“Alla spiaggia!” ah, beh, quell’opzione mi piaceva!

“Ci sto! Vado a prendere il costume!” mi precipitai verso le scale quando udii nuovamente la sua voce. Avrei voluto piangere dall’esasperazione.

“Ma che hai capito? Per Justin!” mise le mani sui fianchi e la sua espressione mutò in un broncio.

“No, no, no e poi no! Avevi promesso che non lo avresti più tirato a mezzo!”

“Ma…” tentò di giustificarsi.

“Non sono ammesse repliche” le puntai l’indice contro, anche se in lontananza “E poi, lui non è nemmeno lì”. Cazzo. Mi ero fatta sfuggire un po’ troppo.

“Come hai detto?” non l’avevo mai vista così stupita in vita mia. E come darle torto, dopotutto?

“Cioè…non mi sembra un tipo da spiaggia, dai! Ha la pelle di un morto!” non era vero. Nonostante la sua folle esistenza, evidentemente aveva trovato anche tempo per abbronzarsi.

“Com’è che ora ti interessi della sua vita?” aveva incrociato le braccia al petto e mi squadrava con aria inquisitoria.

“Io? Ma sei impazzita?!” Meno male che ero brava a fingere “Piuttosto vado in giro nuda a New York!”

“Vabbè, senti, ho un’idea. Andiamo in macchina fino alla spiaggia e poi tu vai a farti un giro all’Island Park, che è proprio lì vicino. Ci stai?” fermi tutti. Cosa aveva appena detto? Island che? No, probabilmente dovevo aver capito male io, ero ancora stordita dalla sera precedente. Ma volli comunque accertarmene.

“Scusa, ma il parco dei divertimenti ad April Road? 712?” la mia voce era sempre più insistente.

“Sì, certo! Quale altro?” rispose con tono ovvio. “È il più grande della California! Ma, per caso ti sei informata?” il suo tono era sempre inquisitorio, ma questa volta meno per mia fortuna. Fui nuovamente costretta a mentire. Grazie tante, Justin! Mi fai essere falsa con la mia migliore amica!

“Ovvio! Mi sono informata su cosa fare per non annoiarmi mentre tu avresti dato la caccia al tuo amore sfuggente” ribattei con noncuranza guardandomi lo smalto rovinato sulle unghie.

“Allora è perfetto! Vedi, Ary? Alla fine andiamo sempre d’accordo!” mi fece un sorriso gigantesco, e poi aggiunse seriamente “E, sì, stasera ti devo rifare la manicure”.

Per tutta risposta le feci una linguaccia e poi con le mani formai un cuore e sillabai ‘beliebers’ per prenderla un po’ in giro.



 


Ta daaaaan!

Ancora una volta Jessica ha messo alle strette Arianna. E ora? Accontenterà ancora una volta la sua amica oppure deciderà diversamente? E Justin? Sarà davvero sparito per sempre dalla vita di Ary? Leggete, leggete e leggete per scoprirlo! ;)

Un ringraziamento speciale a

 

Unbacioazzeccosodame

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

 

La gigantesca scritta ‘ISLAND PARK’ incombeva a caratteri cubitali sopra la mia testa spettinata. Jess non mi aveva nemmeno concesso il tempo di darmi una sistemata, solo di togliermi il pigiama.
Annusai l’aria che, senza accorgermene, penetrò insistente le mie narici. Profumava di zucchero filato appena fatto e di fritto, odore tipico delle strade newyorkesi dal momento che si poteva notare un fast food ogni 100 metri. Senza contare i carrelli e chioschetti di hot dog. In effetti avevo un po’ nostalgia della mia città, anche perché, da quando ero arrivata qui, non avevo fatto praticamente nulla.

“Allora io ti lascio qui” la mia amica mi riportò al presente “Mi raccomando, fai la brava bambina e non uccidere nessuno!” adorava prendermi in giro per il mio carattere piuttosto…istintivo.

“Stai tranquilla, tu pensa a sbrigarti che non ho proprio voglia di passare il resto dei miei giorni qui dentro” misi le mani nelle tasche della salopette di jeans e alzai lo sguardo su quanto mi attendeva per…un bel po’.

“Visto? Ho paura a lasciarti da sola, ma…al massimo ti ritroverò con la museruola!”

“Ah ah, bella spiritosa, vai prima di fare una brutta fine” le sorrisi e lei mi salutò con la mano aprendo nuovamente lo sportello dell’auto.

La vidi sfrecciare via a tutta velocità, come era solita guidare lei anche a New York. Bene, adesso ero da sola. Era forse il caso di dire ‘finalmente’? Forse no, però era anche vero che avevo bisogno di una pausa da tutta questa freneticità. Sistemai su una spalla la tracolla a cui era attaccata la mia macchina fotografica nuova di zecca, ricevuta per la promozione dell’anno scolastico.
Erano mesi che la agognavo sbavando sulla vetrina del negozio ma costava una cifra notevole che io non ero certo in grado di permettermi con la mia paghetta. Mi guardai anche le unghie, constatando che Jessica aveva fatto davvero un ottimo lavoro.
Lo smalto era bianco, intonato alla maglietta che indossavo.
Pensando di essere ormai pronta, feci un respiro profondo “Island Park…sto arrivando”.
Per essere quasi mezzogiorno c’era ancora moltissima gente. Famiglie con bambini che correvano da una giostra all’altra, coppie di ragazzi all’incirca della mia età e anche adulti che si tenevano a braccetto. Io non mi sentivo fuori luogo, no. Di più.
Cosa ci facevo in quel posto da sola? Ma certo, stavo dietro ai folli piani della mia amica a cui era partito il cervello per un ragazzo che nemmeno conosceva. E che io, invece, avevo avuto il dispiacere di incontrare.

E poi non avevo certo dimenticato quello che aveva detto, o meglio, scritto, il suddetto ragazzo in questione. Mi aveva dato l’indirizzo proprio di quel luogo. Dove mi trovavo io esattamente in quel momento. Avrei solo dovuto avere abbastanza sfiga per incontrarlo. Fatto, di certo, non impossibile dato che si trattava di me! Cominciai a esaminare le numerose attrattive proposte dal parco divertimenti, ma da sola non era entusiasmante quanto poterlo fare con Jess…
Notai tuttavia un bambino che giocava facendo bolle di sapone gigantesche. Mi sedetti su una panchina lì vicino e lo osservai. Libero e spensierato rideva ad ogni bolla che creava e poi scoppiava. Aprii l’obbiettivo della macchina fotografica, misi a fuoco e feci qualche scatto. Avrei voluto fotografare qualcosa di più…caratteristico ma non mi ispirava niente in quel posto.
Mi stavo rilassando guardando le foto che avevo appena scattato quando sentii bisbigliare alle mie spalle. Mi voltai ma non vidi nessuno. Allucinazioni. Sicuro, c’era abbastanza caldo e non vedevo altra spiegazione. Tornai alla mia occupazione ma lo udii nuovamente, questa volta leggermente più forte ma sempre sibilato.

“Arianna!”

Non mi girai subito, attesi un momento e poi all’improvviso mi buttai tra i cespugli dietro alla panchina dove ero seduta.

“Preso!” esclamai.

Ma tutto ciò che ottenni fu un cappellino giallo con le borchie argentate. Me lo girai tra le mani “Ma che..?”

“Dammelo!” percepii l’oggetto sfuggirmi di mano. Mi correggo. Percepii che l’oggetto mi venne bruscamente strappato dalle mani. Alzai gli occhi e non potevo credere a ciò che mi stava davanti.

“Justin?! Che ci fai tu qui?” ero troppo sorpresa di trovarmelo nuovamente tra i piedi in meno di 24 ore per pensare, in maniera razionale, che io sapevo che lui sarebbe stato li.

“Sei sorpresa? Hai già strappato il biglietto che ti ho dato ieri sera?” aveva un tono misto tra lo scherzoso e il davvero sorpreso che io avessi gettato via quella preziosa informazione.

“No, lo so, mi ricordo. Solo che…” mi portai una mano alla fronte, come in cerca delle parole più adatte. Jess aveva detto che dovevo essere gentile.

“Che?” incalzò lui.

“Che speravo proprio di non incontrarti!” non ce la facevo, era più forte di me! Dopotutto, quello era il mio carattere!

“Oh, ma che simpatica! È questo il modo di ringraziare chi ti ha offerto un passaggio?” mi lanciò uno sguardo ammiccante.

“Ma tu sei tutto scemo! È colpa tua se sono dovuta tornare a casa sulla tua moto scassata!” sbraitai.

“Non parlare così della mia piccola!” diventò serio, ma non del tutto “E comunque non fare il tuo solito casino, sono qui in incognito” disse abbassando la voce.

Scoppiai in una fragorosa risata.

“Non ci posso credere, ci risiamo?! Ma che problemi hai?” lo guardavo divertita e con il sorriso ancora stampato in faccia.

“Quella che ha dei problemi sei tu, che non riesci a fare a meno di essere rumorosa!”

“Scusa, ma non posso proprio trattenermi! E poi…ma ti sei vestito al buio? Ahahah no, seriamente! Ma cosa hai addosso?” avevo le lacrime agli occhi per le risate.

Justin parve esaminare un momento i suoi abiti. Indossava, oltre al cappellino che di cui lo avevo accidentalmente derubato, un paio di pantaloni larghi a fantasia leopardata, una felpa larga nera con stampate sopra delle lattine gialle e azzurre che riprendevano la t-shirt dello stesso colore che spuntava da sotto. Completavano l’operato le scarpe nere da ginnastica gigantesche, ben due orologi d’oro (aveva forse paura di far tardi?), una collanina lunga da rapper e un paio di grossi occhiali da vista con la montatura color cuoio.

“È un travestimento, per non essere riconosciuto”. Grande alibi Bieber. Peccato che con me non regga.

“E ha funzionato alla grande! Ti avevo scambiato per Obama, guarda un po’!” amavo il mio sarcasmo.

“Ma ti trovi divertente?” mi guardò dritta negli occhi.

“Io non trovo proprio niente, solo la tua presenza ovunque, purtroppo!”

“Beh, si da il caso che sia qui perché farò un mini concerto a sorpresa. Però volevo prima godermi un po’ di pace dato che non sono potuto rientrare a casa l’altra notte!”

La mia mente tornò alla sera precedente, quando mi aveva trascinata da lui a riempire un borsone con alcune cose.

“Mi dispiace” dissi sincera, quasi senza accorgermi delle parole che mi uscivano di bocca.

“Anche a me. Ma la mia vita è questa e sai una cosa? Non la cambierei per nulla al mondo!” disse con un tono strano, quasi nostalgico.

“E ci credo! Chi lo farebbe?” ma forse la mia risposta era un po’ fuori luogo.

“Non per i soldi, credimi. Ma per tutte le persone che ora credono in me, che vedono in me un idolo, ruolo che comunque non penso che mi si addica! Ho 17 anni e di sbagli ne faccio uno ogni due minuti, ma non posso deluderli. Non se lo meritano”.

Wow. Non avevo mai considerato la cosa da questo punto di vista. In realtà, non avevo mai pensato che quelle parole potessero uscire dalla bocca di Bieber.

“Beh...” mi fermai a riflettere un istante, con la testa bassa e gli occhi rivolti alle mie scarpe. In effetti, anche se mi costava davvero tanto ammetterlo, molte persone lo consideravano un punto di riferimento. Prima fra tutte Jessica. Non parlo solo dei poster o del suo ipod pieno delle canzoni di Justin, ma del fatto che ogni volta che qualcosa non andava o magari si sentiva sola (cosa davvero difficile da credere, dal momento che era bella, di talento, e piena di amici) pensava a lui, riguardava le sue foto o canticchiava qualche strofa di un brano e subito le tornava il sorriso sulla faccia. Spesso mi accennava ad aneddoti che al momento non ricordavo molto lucidamente, siccome non le prestavo mai molta attenzione, ma so che mi aveva raccontato di alcuni casi di ragazze vittime di bullismo che vedevano in Justin l'unica cosa positiva che le fosse accaduta.

“Beh cosa?” Justin mi ridestò dalle mie considerazioni personali.

“No, niente...stavo pensando a una cosa che aveva fatto Jess, una volta”

“Jess...la tua amica con cui sei qui in California?” fece inarcando le sopracciglia come a voler capire ed esserne certo.

“Sì...una volta, anzi molto più di una ahah, è stata a un tuo concerto e dopo tanto tempo era riuscita a mettere via abbastanza soldi per comprarsi il meet and greet per incontrare te, e in più aveva preso anche un biglietto normale da rivendere a qualche ragazza che era rimasta senza. Mentre aspettava fuori dall'arena vide una ragazza sui 13 anni che piangeva. Andò da lei e le chiese perchè stesse piangendo, allora la ragazza le disse che non aveva il biglietto perchè entrambi i suoi genitori avevano perso il lavoro e non riuscivano nemmeno ad arrivare a fine mese, figuriamoci comprarle un biglietto per il concerto”

Justin non aveva fiatato nemmeno una volta, ascoltava quanto gli stavo raccontando senza perdersi nemmeno una parola.

“La ragazza le raccontò che voleva vedere Justin, vabbè, te, per una questione seria, voleva chiederti come essere migliore per poter aiutare la sua famiglia e non essere un peso. Jessica notò anche dei lividi e segni sul corpo della ragazza e le chiese spiegazioni. Quella disse che a scuola la piacchiavano ogni giorno perchè credeva in te e non avrebbe mai smesso. A casa, però, la situazione era disperata e vedeva l'unica via d'uscita nell'autolesionismo. Così Jess non esitò un istante, si sfilò dal collo il cartellino del meet e lo diede a lei. Questa era non poco stupita del gesto ma Jess replicò 'Vai da Justin e promettigli che da domani cambierai vita, che non ti farai più quelle brutte cose'. Si abbracciarono e io rimasi davvero stupita nel sentire questo racconto! Jessica è davvero una persona stupenda...

Dopo qualche attimo di silenzio, Justin decise di romperlo.

“Vedi perchè per me sono importanti, le mie beliebers? E perchè io lo sono per loro? Noi ci aiutiamo a vicenda, e il gesto della tua amica è davvero stupendo” fece una pausa e mi guardò negli occhi. Sussultai un istante, sorpresa dal suo gesto e mi accorsi che aveva qualcosa di diverso.

Non riuscivo a comprenderlo appieno quel ragazzo, era davvero diventato un incognita per me. Il suo carattere, così diverso dal mio, mutava in continuazione. Almeno io ero acida 364 giorni su 365! E invece, il lampo che attraversò il suo sguardo era un qualcosa che non riuscivo a spiegarmi. Che poi, aveva dei bellissimi occhi.

“Davvero non ho mai abbracciato la tua amica?” inclinò la testa, gli occhiali giganti gli scivolarono leggermente dal naso, ma lui li spinse nuovamente indietro con la punta del dito indice.

“No, e non immagini cosa darebbe per poterlo fare”. Mi alzai in piedi di scatto, dal momento che eravamo rimasti accovacciati dietro la siepe per non farci scoprire. “A proposito, mi sa che è meglio se la chiamo e sento dov'è. È andata alla spiaggia convinta che tu fossi lì”. Composi il numero sulla tastiera touch del mio telefono e lo sentii squillare. Vidi Justin ridere sonoramente.

“Che hai da ridere?” lo guardai tornando sulle mie, innalzando nuovamente la barriera che vi era fin dal nostro primo incontro.

“Niente, è che... mi fa ridere” ora le sue labbra si chiusero in un sorriso.

“Ma chi, Jess?” domandai con il telefono sempre appoggiato all'orecchio.

“Sì. La sua devozione per me” continuava a fissarmi.

“E questo non è niente! Lei...oh! Jessica? Dove sei?” mi aveva finalmente risposto. “Ti stavo giusto pensando!” Se, certo, come no. “Comunque passo a prenderti tra poco, non ho concluso niente...”

Dal suo tono potevo benissimo capire che era dispiaciuta ed ero indecisa se dirle quanto sapevo. Mi volsi in direzione di Justin ma lui rimase in silenzio. “Va bene, ti aspetto dove mi hai lasciata, ciao”

Chiusi la chiamata e rimasi a fissare lo sfondo nero del telefono.

“E ora?” perchè quel ragazzo aveva sempre qualcosa da dire, non ci stava mai zitto?

“E ora cosa, Justin?” risposi senza distogliere lo sguardo.

“Intendo dire, te ne vai?” forse aveva usato male le parole, o forse non aveva formulato bene la sua frase, fatto sta che non potei non notare che si morse il labbro dove avermi posto la domanda. Evidentemente non voleva che suonasse così male.

“Sì. Solo che sono combattuta se dirle del tuo concerto a sorpresa o no”. Non lo guardai nemmeno questa volta.

“Ma certo!” aveva colto al volo l'occasione per rimediare a poco fa “Anzi”. Si tolse quell'orribile cappellino giallo dalla testa e me lo porse. “Dille di metterselo, così la riconoscerò”

Ma era stupido o cosa?

“Sicuro! Le dirò 'Ehi! Mentre mi hai lasciata qui da sola, ho incontrato Justin Bieber! E sai cosa? MI ha pure dato il suo cappello! Che storia incredibilie'” pronunciai il tutto con la mia solita vocina irritante. Per gli altri, ovviamente.

“Beh” inarcò un sopracciglio e questa volta mutò le labbra in un ghigno sarcastico, come anche il tono della sua voce “È proprio quello che è successo”

Per tutta risposta gli feci una linguaccia, tenendo ancora l'oggetto tra le mani.

“Alle 3 in punto, baby. Non mancare!” formò un pugno con la mano, lo baciò e subito fece il gesto della vittoria con le dita. Dopodichè mi fece anche un occhiolino ammiccante.
Feci gli occhi al cielo e per tutta risposta lo congedai con un “Quanto sei idiota, Bieber”.

 







Arianna
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Lo so, lo so, lo so!!!!! Sono in gigantesco ritardoooo!!!! Abbiate pietà di me e non lapidatemi!  Purtroppo tra l'inizio della scuola e vari altri impegni non sono più riuscita a scrivere... Però spero di farmi perdonare con questo capitolo molto più lungo degli altri! :)
Perfavore fatemi sapere cosa ne pensate anche con una brevissima recensione e se avete dei suggerimenti dite pure!!! Dai, dai dai, siete voi il motivo che mi spinge a scrivere quindi lasciatemi un commentino <3


 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

 

Inspirai a pieni polmoni l'aria che da calda era diventata fresca e piacevole grazie al vento prodotto dall'auto a tetto scoperto.
La mia mente era ancora ad Island Park, indecisa sul da farsi. Jessica, seduta accanto a me ed intenta alla guida, non aveva ancora fiatato, se non per un sospiro di disapprovazione causato dalla sua 'missione fallita'.
Sciolsi le cuffie avvolte intorno al mio ipod e feci l'atto di metterne una nell'orecchio sinistro quando percepii una mano sulla mia.

“Ferma. Tu mi devi ancora molte spiegazioni” Jess aveva un tono serio e deciso, non aveva staccato gli occhi dalla strada di fronte a sé.

“Spiegazioni?” cercai di prendere tempo al fine di trovare una scusa che fosse abbastanza buona da supplire a tutte le menzogne di quelle ultime ore.

“Non sono una stupida, anche se a volte mi comporto come tale” inchiodò la macchina che si bloccò con non poco rumore di freni. Poi si voltò nella mia direzione. “So benissimo chi mi ha riaccompagnato a casa l'altra sera, sai? Aaron, uno dei migliori amici di Justin, che caso strano era alla festa. Poi è venuto da me, mi ha trascinata fuori, mi ha fatta salire in macchina dicendo solo che gli era stato detto di portarmi all'indirizzo di Avey” lì per lì non sapevo come interromperla e prendere altro tempo, così risposi d'istinto.

“Se avevi già capito tutto, perchè non mi hai detto niente questa mattina?”

“Ero di fretta e comunque ho immaginato che volessi prenderti del tempo per trovare una scusa accettabile. O dirmi la verità, dal momento che sei la mia migliore amica”

Non avevo mai visto Jessica così seria in volto. Ormai era chiaro che non avrei potuto fingere ancora per molto, ma non potevo nemmeno tradire Justin... Per quanto non mi importasse di lui, qui si trattava della mia parola, e io la mantenevo sempre!

“Ok, va bene...ti dirò la verità, ma prometti di non arrabbiarti” Jess mise la sua mano sulla mia, questa volta con un intento diverso, e mi sorrise.

“Sai che non potrei mai farlo”

Estrassi allora da dietro la schiena il cappellino di Justin e lei non potè trattenere un urlo, portandosi poi entrambe le mani a coprire la bocca.

“Dove. Lo. Hai. Preso” monosillabò.

“So che non ci crederai mai ma ho...” presi un respiro profondo “Ho saputo che c'era una caccia al tesoro al parco e chi avesse trovato il cappellino di Justin avrebbe avuto diritto ad andare al suo concerto a sorpresa” chiusi gli occhi strizzandoli fortissimo, sapendo che mi avrebbe picchiata entro breve.

“MA E' UNA COSA MERVIGLIOSA!!!” Jess mi si buttò letteralmente addosso abbracciandomi fino quasi a farmi soffocare. “Quindi...andremo al suo concerto?!”

“Ehm, si...oggi pomeriggio alle 3” non mi lasciò terminare che mi stritolò nuovamente.

“Grazie, grazie, grazie! Non potrò mai ringraziarti abbastanza!” spostò poi lo sguardo all'orologio che aveva al polso “Dobbiamo sbrigarci, è già tardissimo!”

Detto ciò ripartì a tutto gas, felice ed entusiasta come non l'avevo mai vista. Io, però, stavo malissimo. Come avevo potuto mentirle? Era la mia migliore amica, dannazione!
Appoggiata con entrambe le braccia al finestrino, stavo con lo sguardo basso, fissando le linee tratteggiate della corsia che velocemente scomparivano dietro al veicolo.

Cosa mi era successo? Perchè mi stavo comportando in quel modo?

 

 

 

*

 

 

Giunte nuovamente a casa di Avey, Jessica sfrecciò in camera sua a cercare qualcosa di adatta da indossare.
Io avrei voluto mangiare qualcosa, stavo letteralmente morendo di fame, ma Jess mi aveva obbligato a rimanere in macchina ad aspettarla, dicendo che sarebbe tornata subito. Con una smorfia mi rigirai tra le mani l'oggetto giallo portatore di tutti i miei guai. 'Accidenti a te Justin e a quella sera! Potevo rimanere in macchina ad aspettare? Nooo, perchè io devo sempre fare di testa mia'.

Jessica balzò in macchina con un leggero affanno.

“Che stavi dicendo?” esclamò gettando la sua borsetta fuxia di Chanel con catena a tracolla sui sedili posteriori.

“Oh niente. Mi allenavo a contare, così avrò qualcosa da fare durante il concerto”

“Ah ah, la solita spiritosa. Ma ti adoro troppo, quindi te la perdono” e così dicendo mi schioccò un bacio sulla guancia. Poi abbassò i grandi occhiali blu stile anni '50 e mi squadrò.

“Tu non ti sei cambiata?”

“Mi hai detto tu di restare in macchina” risposi a braccia conserte.

“Ah, giusto è vero! Sei troppo lenta” fece una pausa “E comunque so che ti saresti vestita esattamente uguale ad adesso!” le feci una smorfia e con la testa feci cenno di partire.

Adoravo i vestiti di Jess, ma solamente addosso a lei, sia chiaro! Era davvero bellissima, amavo i suoi capelli rossi, e non i miei castani e banali. Stranamente, però, mi piaceva il vestito che aveva scelto. Era un mini abito di raso, attillato fino alla vita dove poi si apriva in una gonna a tre balze; la fantasia era a righe, ma predominava lo stesso fuxia della borsa, le altre erano righe più sottili verde chiaro e bianco. Aveva poi optato per una paio di zeppe di paglia.
Mancavano quindici minuti alle 3 ed a breve saremmo arrivate a destinazione.

“Non sono mai arrivata con un così grande margine di ritardo ai concerti” esclamò Jess.

“Anticipo, vorrai dire” ribattei. Jess roteò gli occhi e posteggiò la macchina, questa volta nell'area apposita riservata ai visitatori del parco divertimenti.

“Sai che bisogna arrivare sempre in anticipo per prendere i posti migliori!”

Scendemmo dalla macchina e, giunte all'ingresso, cercammo di farci largo tra una folla già immensa, benchè il palco fosse situato al centro della struttura.

“Dio, ma quanta gente c'è?!” sbraitai spazientita. “Meno male che doveva essere a sorpresa!”

“Ehm, temo sia colpa mia” Jess si scansò abbastanza velocemente da evitare il mio schiaffo.

“Jess, come hai potuto! Adesso Just.. ehm cioè, come hai potuto?!” stavo nuovamente per fregarmi da sola.

“Lo so scusami tantissimo ma era una notizia che non potevo non postare!” tentò di metter su un broncetto carino, ma questa volta non ci cascai.

“Sappi che appena arriveremo a casa io ti ucciderò” sibilai tra i denti.

Il sole era davvero scottante e io avevo scordato gli occhiali da sole in macchina. Decisi di mettere l'orribile cappellino giallo, almeno mi avrebbe riparato gli occhi.
L'unico lato positivo della faccenda era che Jess aveva fatto in modo di arrivare abbastanza vicina al palco, eravamo circa nella quarta o quinta fila. Imprecai mentalmente quando mi resi conto, dopo aver messo la mano in tasca, di aver scordato anche l'ipod. Maledizione, adesso che avrei fatto per tutto quel tempo?

“Quando arriva Justin? Sono già le 3:05!” sbuffò Jess.

“Speriamo non arrivi mai” questo però mi costò una gomitata.

All'improvviso si levarono delle urla assordanti, pensai di rimanere sorda da entrambe le orecchie.

Eccolo là, vestito con gli stessi orribili indumenti di quella mattina, Justin stava letteralmente mandando in delirio la folla.
Jessica stava quasi per piangere.

“Ciao ragazze, tutto bene?” domandò al microfono, ma il suono delle fans sovrastò la sua voce.

“È stupendo vedervi qui, come sempre” fece un grosso sorriso e poi partì la base di una canzone, 'Boyfriend', ne ero più che certa.

Tutte non esitarono un solo secondo a cantare le parole del testo, ancora una volta sovrastando il biondo.

La situazione continuò così per altre tre, quattro canzoni, tra cui 'Be alright' una delle mie preferite. Justin però non sembrava concentrato sui pezzi, piuttosto continuava a guardare tra la folla, come se stesse cercando qualcosa. Improvvisamente realizzai. 'Oh cazzo' pensai tra me e me. Il capp.. Non feci in tempo a rimediare al danno immanente che già mi sentii spacciata.

“Bene!!! Oggi ho una grande sorpresa per voi! Devo presentarvi una belieber davvero speciale! Ho saputo che ha aiutato anche una di voi, quindi penso che meriti di salire su questo palco” mentre lui annunciava quello che sarebbe dovuto essere il momento di Jessica, io tentavo di nascondermi, ma lei me lo impedì.

“Dai, Ary, che fai?! Tra poco sarò lì con Justin, oddio!”

“No, Jess, credo che...” non riuscii a terminare che Justin mi puntò con il dito.

“Ecco a voi, Jessica! Con il mio cappellino giallo!” sentii spingere da dietro e mi resi conto che pian piano stavo avanzando verso il palco, finchè non vidi la mano di Justin di fronte al mio naso. Alzai lo sguardo e quando lui mi riconobbe rimase interdetto ma ormai, come dicono i professionisti, 'show must go on' e con uno slancio mi fece arrivare accanto a lui.

Da quell'altezza cercai tra la folla la mia amica, impossibile da non notare, soprattutto per la sua altezza. Pensavo che sarebbe stata furiosa, invece mi fece segno con le mani di andare avanti. Non sapevo assolutamente che fare, speravo davvero che non stesse per accadere quanto temevo...

“Ed ora tutti insieme, All around the world!” partì l'inconfondibile base e in quell'istante capii che non mi sbagliavo.
Justin mi protese un microfono e cominciò a ballare. Per come lui quello lo intendesse ballare. A mio parere faceva solo delle mossette, secondo lui sexy, tanto per occupare il palco. Jessica stava quasi uccidendo tutte le sue vicine nell'intento si spronarmi a cantare.

You're beautitiful, beautiful, and you should know it... I think it's time, think it's time that you show it!” Mi stava guardando dritto negli occhi, davvero provocante. Sperava davvero che avrebbe fatto colpo su di me in quella situazione? Non avevo ancora proferito parola, decisi di aspettare il ritornello.
All around the world people want to be loved, all around the world, they’re no different than us, all around the world!” lo stavo facendo davvero?!
Poi ebbi un colpo di genio. Lasciai a Justin l'onore di cantare, io lo seguii nella coreografia che sapevo ormai a memoria siccome Jessica me la faceva sempre provare. Notai lo stupore sul suo volto e per farlo rimanere ancora più a bocca aperta ci misi tutta me stessa, facendo dei passi realmente sexy, non come i suoi. Dopotutto amavo tantissimo la danza!

Terminata la canzone mi sentii piena di adrenalina come non accadeva da tanto tempo. Justin si volse verso di me con la testa e anche io ricambiai lo sguardo.
La situazione, però, calma (si fa per dire) fino a quel momento, cominciò a degenerare in quanto tutte le altre ragazze volevano salire sul palco. I bodyguard trattennero più fans che poterono ma Justin fu richiamato da dietro la quinte ad andare nel backstage. Di scatto mi prese per il polso e mi trascinò via con sé. Quando fummo, per così dire, al sicuro, non esitò di certo a parlare.

“Ti mancavo così tanto che hai voluto rubare la scena alla tua amica?” ghignò passandosi la lingua sul labbro inferiore.

“Ecco, adesso per colpa tua come recupero Jess?” dissi cercando di sbirciare oltre il palco, non badando a quanto aveva appena detto.

“Ma allora è un vizio perdere la tua amica” rise compiaciuto.

“Ascolta, o stai zitto o te lo ficco in gola questo microfono”.

Dovevo trovare una soluzione. E anche alla svelta.
















Mille e mille scuse ancora per l'immenso ritardo, ma a causa dello studio non riesco ad essere molto costante :(
Spero che voi mi vogliate ancora bene e rimaniate con me fino alla fine (?)
Vi adoro tutti, grazie per le recensioni!!!

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