Happy new fucking year

di Jane The Angel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Love vs Hate ***
Capitolo 2: *** Cap.1 - Incontro/scontro ***
Capitolo 3: *** Cap.2 - Vuoi tornare dentro? ***



Capitolo 1
*** Prologo - Love vs Hate ***


Happy new fucking year

 

 

Prologo – Love vs Hate

 

 

Ian Gallagher amava i club gay.

Non per la musica, che era per lo più di pessimo gusto, e nemmeno per i cocktail, seriamente leggeri per le abitudini di un ragazzo cresciuto nel Southside con un padre come Frank.

Quello che davvero Ian amava era la possibilità di essere sé stesso, anche se solo per qualche ora.

Non doveva fingere, in quel genere di luoghi. Poteva essere quello che davvero era. Nessuno l’avrebbe giudicato, deriso, picchiato, se avesse deciso di avvicinarsi ad un ragazzo.

Non  che ne avesse bisogno, in effetti. Ian sapeva di non avere problemi a trovare qualcuno con cui stare, ma aveva sempre pensato che il vero motivo fosse che nel suo quartiere non c’era molta scelta. I ragazzi non potevano fare i difficili, se i loro gusti sessuali comprendevano gli uomini. Invece, da quando tre mesi prima aveva iniziato a frequentare i locali gay grazie a Monica, si era reso conto che anche circondato da decine e decine di uomini riusciva ad avere comunque un discreto successo.

La sera del 31 dicembre Ian entrò nel suo club preferito con un sorriso. Rivolse un cenno di saluto al buttafuori, un ragazzo con cui aveva passato più di una serata dopo la chiusura, e scivolò nella grossa stanza illuminata fiocamente. Lasciò la giacca al ragazzo del guardaroba, assicurandosi di capire dove la riponesse in modo da poterla recuperare senza dover pagare, e poi si diresse alla pista da ballo.

Gli ci vollero meno di dieci minuti prima di sentire un paio di braccia attorno alla vita e, con un sorriso vincente, si voltò verso il ragazzo che si era avvicinato.

L’ultima serata dell’anno era iniziata e, anche se non sarebbe cambiato un cazzo nell’anno nuovo, aveva intenzione di godersela.

 

***

 

Mickey Milkovich odiava i club gay.

Ci era entrato una sola volta, quando aveva iniziato a nutrire I primi sospetti sulla sua sessualità, e non ci era più tornato.

Odiava la musica commerciale e forzatamente allegra, i cocktail davvero troppo costosi e scarsamente carichi di alcool e, soprattutto, tutta quella marmaglia che sembrava considerare la propria omosessualità un segno distintivo di cui vantarsi.

Lui, cresciuto nel Southside, sapeva bene che non era così.

Gli piacevano gli uomini. Amava scoparli e, se incontrava qualcuno di adatto, farsi scopare. Gli piaceva la sensazione del corpo solido di un altro ragazzo premuto contro il suo, di un cazzo duro tra le mani. Niente di tutto questo, però, lo rendeva simile alle persone che ogni sera si riunivano in quei locali del Northside. Non era effemminato e non era uno di quei ridicoli ragazzoni impomatati e coperti di abbronzante. Era un uomo a cui piacevano gli altri uomini, niente di più, nessuno stigma.

Tuttavia, pur avendo sempre evitato quei posti, quella notte si trovava in fila davanti a club, proprio dietro a un gruppo di drug queen che flirtavano fastidiosamente con dei Big Jim pieni di muscoli.

Era la notte di Capodanno. Mandy era dai Gallagher con Ian, che nell’ultimo anno e mezzo sembrava essersi insediato a casa Milkovich al punto da non infastidire nemmeno più Mickey. Terry aveva qualche affare in corso e i suoi fratelli erano probabilmente in giro a scopare qualche prostituta.

Mickey aveva pensato di rimanere a casa, ma alla fine aveva cambiato idea. La sua vita era abbastanza patetica anche senza un capodanno passato a guardare un film porno tracannando birra di pessima qualità. Inoltre non scopava nessuno da tempo, troppo tempo, e aveva bisogno di sfogarsi. Lì, almeno, era sicuro di non incontrare nessuno di sua conoscenza.

Era al sicuro.

Ci volle mezz’ora ma, finalmente, riuscì a entrare nel locale. Prese un sorso dalla bottiglia di vodka che era riuscito a imbucare e si guardò attorno, chiedendosi da dove iniziare. Alla fine, ignorando volutamente la pista da ballo, decise di appollaiarsi ad uno dei tavolini a ridosso del muro e valutare la situazione.

 

 

 

 

 

________________________L’angolino di Jane

Coff coff coff.

Ok questa è… una cazzatina. Avrà credo altri due capitoli, giusto una miniminimini long per festeggiare l’anno nuovo ricordando i miei Gallavich. Non sono così sicura del risultato finale, non sono ancora abituata a scrivere in uno stile che possa essere adatto a Shameless, quindi ogni tipo di commento e consiglio è ben accetto!!

Al prossimo capitolo!!

Jane

 

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Capitolo 2
*** Cap.1 - Incontro/scontro ***


Cap. 1 – Incontro/scontro

 

 

Ian si stava davvero divertendo, quella sera.

La mezzanotte era arrivata e passata e gli avevano offerto un numero considerevole di drink: non abbastanza da fargli girare la testa, era un Gallagher dopotutto, ma sufficiente a farlo sentire allegro senza una reale motivazione.

L’ultimo drink gli era stato offerto da un ragazzo biondo, alto e piuttosto carino che in quel momento stava ballando contro di lui, facendo sfiorare i loro bacini ad ogni movimento. Ian non ricordava il suo nome, in realtà non era nemmeno sicuro di essersi presentato, ma non gli importava granché. Si lasciò spingere in direzione dei bagni, ridendo mentre il biondo gli baciava il collo. Improvvisamente sentì la sua schiena sbattere contro qualcosa e prima che riuscisse a lamentarsi uno scocciato –Ma che cazzo!- risuonò a poca distanza dal suo orecchio.

-Scusa.- sorrise, voltandosi verso l’occupante del tavolino contro cui erano andati a sbattere. Ci mise qualche secondo a mettere a fuoco il ragazzo che si era trovato davanti –Oh merda…-

-Gallagher?-

La voce di Mickey era bassa, simile a un ringhio, e i suoi occhi erano infuocati. Il ragazzo biondo si staccò immediatamente da Ian, preoccupato e decisamente spaventato da quello strano ragazzo dallo sguardo selvaggio.

-Che cazzo fai qui?- berciò Mickey, alzandosi in piedi e afferrando Ian per il colletto della maglia con tanta furia che quasi lo sollevò da terra –Tradisci mia sorella, brutto stronzo?-

-No!- esclamò Ian, senza provare a liberarsi –No, ascolta, lei… lei lo sa, non la sto tradendo, davvero!-

Immediatamente Mickey si immobilizzò, sbarrando gli occhi. Raramente Ian aveva visto un’espressione diversa dalla rabbia e dall’indifferenza sul volto del ragazzo più grande, ma di sicuro mai l’aveva visto confuso come in quel momento –Mandy sa che il suo fottuto fidanzato si scopa un figlio di papà senza palle?-

Ian scosse il capo, registrando a malapena che in effetti il bel biondo era come evaporato non appena le cose si erano fatte poco divertenti –No, non stiamo insieme. Lei sa che sono…- esitò appena, perché lo sapeva, sapeva che ammettere davanti a un Milkovich di essere gay era una condanna a morte, ma ormai non poteva più fare tanta differenza –Sa che sono gay.- concluse, la voce a malapena abbastanza alta da essere udita sopra la musica ridondante –Siamo amici, lei… aveva bisogno di qualcuno che le tenesse lontano i coglioni a scuola e io… beh.- aggiunse, lasciando in sospeso la frase e rimanendo in attesa dell’inevitabile pugno.

Tuttavia, non arrivò.

Mickey si passò il pollice sul labbro, guardando ovunque tranne che verso di lui per diversi secondi. Quando finalmente lo fece, Ian riuscì a stento a non sbarrare gli occhi davanti a ciò che vi lesse: era paura?

Mickey Milkovich era davvero spaventato?

-Senti… vedi di non dirlo a nessuno.- sbottò il bruno, ma il tono arrogante sembrava sfumato da un’incertezza di fondo piuttosto evidente.

Fu solo in quel momento che qualcosa nella testa di Ian fece click. Concentrato sulla minaccia che il ragazzo rappresentava, si era quasi dimenticato di dove si trovavano. E se Mickey era in un locale gay…

-Oh. Oh.- riuscì solo a dire, decisamente sbalordito. Tra tutti, lui era decisamente l’ultimo a cui avrebbe mai pensato –Tu… sei…-

-Prova a dirlo a qualcuno e sei morto, Gallagher. Chiaro?- ringhiò Mickey, afferrandolo per il braccio e sbattendolo contro la parete.

-Certo. Certo io… comunque non potrei dirlo a nessuno, no?- gli fece notare Ian, ancora troppo sconvolto dalla scoperta per poter essere spaventato –Se lo facessi capirebbero che ero qui anche io.-

Mickey esitò per un istante prima di capire che il ragazzo non aveva torto –Bene, allora.- sbottò, burbero, lasciandogli il braccio e facendo un passo indietro –Allora… torna pure da quel frocetto, se lo ritrovi.- concluse, e poi si allontanò senza uno sguardo.

Ian lo osservò per qualche istante, ancora confuso.

Mickey Milkovich era gay.

Mickey. Gay.

-Cazzo.- mormorò, scuotendo la testa, prima di voltarsi e recarsi nuovamente in pista.

 

***

 

Mickey era seduto al bancone, la bottiglia di vodka svuotata da un pezzo. Aveva comprato una birra assurdamente costosa e la stava sorseggiando lentamente.

Stava li su quello sgabello, la schiena contro il banco e gli occhi sulla pista mentre studiava i vari ragazzi, cercandone uno che fosse adatto a ciò che voleva quella notte.

Troppo basso.

Troppo grasso.

Troppo effemminato, cazzo: a lui piacevano gli uomini, non voleva fottere una donna con il pisello.

Ian Gallagher.

Troppo elegante, dove cazzo pensava di essere? Fottuti figli di papà del Northside.

Troppo effemminato, di nuovo.

Ian Gallagher.

Troppo delicato, avrebbe passato tutto il tempo a piagnucolare.

Ian Gallagher.

Troppo donna.

Ian Gallagher.

Ian Gallagher.

Ian Gallagher, Ian Gallagher, Ian fottuto Gallagher.

-Cazzo.- sbottò, bevendo in un sorso solo metà della bottiglia.

Com’era possibile che il rosso passasse costantemente lì davanti, e sempre stretto a un ragazzo diverso? Il locale era fottutamente enorme, non potevano andare a strusciarsi da qualche altra parte?

Non che gli importasse. Non gli interessava, ma era strano vedere il ragazzo di sua sorella… così. Era solo per questo che il suo sguardo continuava a posarsi su di lui.

Solo per questo.

Ricominciò la sua analisi degli uomini presenti, forzandosi di ignorare ogni lampo di rosse che disturbava la sua visuale. Dieci minuti dopo individuò finalmente un tizio interessante: non era particolarmente attraente, ma almeno era un uomo, non una specie di donna travestita. Era piuttosto alto e sembrava abbastanza duro da apprezzare ciò che piaceva a Mickey. Il ragazzo si voltò verso di lui e gli rivolse un sorriso incoraggiante, così Mickey bevve un altro sorso e fece per alzarsi.

-Cosa prendi, Ian?-

-Seriamente, quante cose hai intenzione di offrirmi sta sera?-

-Quelle che serviranno per convincerti a tornare in hotel con me, ovviamente.-

Mickey non riuscì a trattenersi. Perse la connessione visiva con il tipo che aveva notato e si voltò verso la sua sinistra.

Individuò Ian immediatamente, appoggiato al bancone a meno di un passo da lui, ed emise un verso sarcastico quando notò l’uomo con cui era: doveva avere almeno cinquant’anni, i tratti marcati e i capelli già grigi.

Lo sconosciuto continuava ad avvicinarsi, cercando di abbracciare Ian, facendogli scorrere le mani sulla vita e sulla schiena, e Ian continuava a sottrarsi senza però sembrare eccessivamente infastidito. Sembrava più che altro divertito e, in realtà, anche Mickey lo era.

-Fottuto pedofilo.- esclamò con sarcasmo, la voce abbastanza alta da farsi sentire da entrambi –Complimenti Gallagher, punti in alto. Con l’età, almeno.-

Lo sconosciuto sembrò incerto per un istante, ma poi Ian scoppiò a ridere e anche lui si rilassò –Un tuo amico, Ian?-

-Diciamo così.- annuì il rosso lanciando a Mickey un’occhiata incuriosita.

-Bene. Cosa prendete, ragazzi? Posso offrirvi un’altra birra?-

Mickey si strinse nelle spalle, gli occhi ancora fissi su Ian che nel frattempo sembrava essere diventato ancora più divertito. Aveva voglia di chiedergli per cosa cazzo stava ghignando, ma invece gli indicò con un cenno lo sgabello vuoto al suo fianco. Fu quasi sbalordito quando Ian colse il suggerimento, prendendo posto mentre l’uomo ordinava due birre per loro e uno scotch per sé stesso.

Bevvero lentamente, Ian e l’altro tizio, Lloyd, chiacchierando mentre Mickey evitava di lasciarsi coinvolgere dalla conversazione, limitandosi a sbirciare il rosso di tanto in tanto. Sembrava a suo agio in un modo che Mickey non capiva e, soprattutto, sembrava… sé stesso. Non era diverso dall’Ian Gallagher che aveva conosciuto come il ragazzo di sua sorella: era allegro, solare, con un sorriso aperto e vincente. Lo stesso Ian del Southside. Non era effemminato, delicato, non era un frocio, anche se ammetteva di essere gay ad alta voce, e questo in qualche modo scolpiva Mickey nel profondo.

-Allora… torniamo a ballare, Ian?- domandò a un certo punto Lloyd, posando il bicchiere sul balcone.

Mickey distolse lo sguardo. Per qualche motivo lo infastidiva l’idea che Ian se ne andasse con quel tizio, e questa era decisamente una cazzata, quindi non voleva che il rosso leggesse qualche segno di fastidio sul suo viso.

-Io resto ancora un po’ qui… tu vai, ti raggiungo dopo.-

Mickey si voltò nuovamente verso di loro, sollevando un sopracciglio.

-Posso restare anche io, se vuoi.-

-No, vai, tranquillo. Davvero, arrivo tra un po’.- assicurò Ian, e con uno sguardo decisamente poco soddisfatto l’uomo più anziano si allontanò, scomparendo rapidamente tra la folla.

Ian e Mickey rimasero soli al bancone e quest’ultimo sorseggiò distrattamente la sua birra, cercando di evitare di guardare il ragazzo seduto accanto a lui. Ian, da parte sua, non si faceva problemi e studiò per diversi istanti il profilo di Mickey prima di decidersi a parlare –Posso chiederti una cosa?-

-Dipende.-

-Da quanto tempo?-

Mickey si mosse a disagio sul suo sgabello –Da quanto tempo cosa?- domandò, più che altro per prendere tempo.

-Da quanto tempo sai di essere gay?- domandò Ian, con una tale innocenza che Mickey proprio non riuscì a essere incazzato per quella domanda. Invece si strinse nelle spalle e finì la birra in un sorso –Ho bisogno di una sigaretta.- disse, sentendo all’improvviso la necessità di allontanarsi dal rosso. Perché, se qualcuno poteva chiedergli da quanto tempo era gay senza fargli venire voglia di spaccargli la faccia, non era un buon segno.

-Già, buona idea.- concordò però Ian, e balzò giù dal suo sedile seguendolo.

Mickey si avviò rapidamente verso la porta che dava sul cortile del locale, ma nonostante i suoi passi fossero rapidi come una fuga non riuscì a evitare di lanciare uno sguardo alle proprie spalle per assicurarsi che Ian l’avesse seguito.

 

______________L’angolino di Jane

Ed ecco il primo/penultimo capitolo di questa miniminiminilong, ovvero il momento dell’incontro. Non ho potuto fare a meno di inserire Lloyd e, soprattutto, di farlo andare in bianco, perché seriamente, come fa Ian?? Detesto quel personaggio, l’unica cosa per cui l’ho apprezzato è stato il farsi pestare da Mickey!

Noooon sono certa di aver mantenuto bene l’IC dei personaggi… soprattutto Mickey… ma beh, ho fatto del mio meglio giuro xD

Fatemi sapere cosa ne pensate, in bene o in male!!

Jane

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Capitolo 3
*** Cap.2 - Vuoi tornare dentro? ***


Capitolo 2 – Vuoi tornare dentro?

 

 

L’aria fuori era fredda ma piacevole, soprattutto rispetto al calore sudaticcio dell’interno del locale. Mickey si poggiò a un muro e fece per tirare fuori il pacchetto di sigarette, ma Ian lo fermò mentre si sistemava al suo fianco –Ho dell’erba, se vuoi. Me l’ha regalata Lip a Natale e me n’è rimasta un po’.-

Mickey annuì, riponendo il pacchetto, e Ian lasciò che fosse lui a girare la canna. Quando fu pronta Mickey la accese con il suo accendino e diede solo un tiro, prima di passarla al rosso. Fecero un paio di tiri in silenzio prima che Mickey si rendesse conto di un particolare che fino a quel momento gli era sfuggito –Dove cazzo è mia sorella?-

-Come?-

-Mandy. Ha detto che sarebbe stata a casa tua.- chiarì, allarmato. Mickey se ne fregava di chiunque, non gli interessava di cosa succedeva a suo padre o ai suoi fratelli, ma Mandy era un’eccezione.

-Oh… sì. Infatti è a casa mia. Lei ha…- Ian esitò –Non dare di matto, ma ha un qualcosa con Lip da un po’ di tempo. Non so se stanno proprio insieme.-

Mickey prese la canna e inspirò –Beh, va bene. Lip è una specie di genio, giusto?- domandò –Se andavi bene tu, immagino vada bene anche Lip. E se non manderanno tutto a puttane, magari la porterà via dal nostro quartiere di merda.-

-Ehi, avrei potuto farlo anche io questo.-

-Sì, certo.- lo sbeffeggiò Mickey –E come, lavorando in un supermercato di merda?-

-Andrò a West Point. Entrerò nell’esercito appena avrò l’età.- spiegò Ian. Non sapeva per quale motivo voleva che Mickey pensasse bene di lui, eppure non riuscì a fare a meno di dirlo. In qualche modo, sentiva di volerlo impressionare.

-Nell’esercito?- domandò l’altro –Se vuoi finire con un proiettile nel culo basta che resti nel Southside.-

Nonostante avesse appena sfottuto le sue speranze per il futuro, Ian si trovò a ridacchiare –Già, beh. Almeno sarò lontano.-

Rimasero in silenzio ancora per un po’, poi Ian riavviò la conversazione –Ti sei fatto qualcuno?-

-Stasera?-

-No, del nostro quartiere. Stasera sei stato sempre al bancone, ti ho visto.-

Mickey si mosse sul posto, a disagio nel sapere che mentre Ian era impegnato con tutti quegli uomini aveva trovato anche il tempo di osservarlo –No. Ho sempre trovato ragazzi fuori, non voglio finire con un buco in testa. Tu?-

-Qualcuno.- annuì Ian.

-Oh, andiamo Gallagher, fuori i fottuti nomi. Posso farci un giro anche io, se mi dici chi sono.-

Ian rise –Ho scopato Kash per un po’.-

Mickey sbarrò gli occhi –Kash del Kash & Grab?- domandò e, quando Ian annuì, ghignò scuotendo la testa –Cristo Gallagher. Che cazzo di problema hai con gli uomini vecchi?- quasi si ritrovò a sorridere quando tutto ciò che Ian fece più ridere più forte –Beh, sono stato anche con qualcuno di più giovane. Un ragazzo del ROTC, e Roger Spikey.-

Fu il turno di Mickey di scoppiare a ridere –Cazzo! Spikey? Era in classe con Iggy, si è fatto metà delle ragazze della sua classe. Che cosa fai Gallagher, voodoo o qualche merda simile? Come sapevi di poterci provare con lui senza finire sotto terra?-

Ian si strinse nelle spalle, passando al ragazzo la canna per un ultimo tiro –Ho un buon radar. Tu mi eri sfuggito però.-

Mickey emise un versetto sarcastico e inspirò profondamente, godendosi il modo in cui il fumo saliva direttamente al suo cervello. Non aveva bevuto molto e l’erba, anche se era piuttosto buona, non era certo sufficiente a fargli qualche effetto, eppure si sentiva strano. Era a suo agio, lì.

Nel cortile di un locale gay, con accanto il finto fidanzato di sua sorella, si sentiva tranquillo.

-Vuoi tornare dentro?- propose Ian dopo qualche istante –Possiamo trovare qualcuno che ci offra un’altra birra.-

-Come ti pare.- scosse le spalle Mickey prima di seguirlo di nuovo all’interno del locale.

 

***

 

Mickey, quasi un’ora dopo, era decisamente confuso.

Lui e Ian erano sempre rimasti seduti al bancone, l’uno accanto all’altro, tranne quando finivano la birra. Allora Ian si alzava, passava qualche minuto sulla pista da ballo e in meno di dieci minuti riusciva ad abbordare qualcuno che offrisse il prossimo giro. C’erano stati alcuni uomini molto più grandi, con il doppio della loro età, ma anche diversi giovani, e ogni volta che Ian si avvicinava con un ragazzo attraente attaccato al culo Mickey si trovava a osservarli nervosamente finché non vedeva il rosso liquidare il tizio di turno per poi tornare da lui con quel suo ghigno insopportabile.

E quindi sì, Mickey era confuso. Seriamente confuso. Perché Ian avrebbe potuto scoparsi chiunque in quel locale, eppure era ancora seduto con lui. E seriamente, cosa cazzo voleva dire?

-C’è un tizio che ti sta fissando da dieci minuti.- annunciò il rosso a un certo punto.

-Che cazzo, Gallagher. Cosa credi, che ora siamo una specie di fottuti amici del cuore per la vita? Tieniti mia sorella per queste cazzate da ragazzina.- sbottò Mickey con un tono che in genere intimidiva le persone con cui parlava. In genere, perché invece Ian si limitò a ghignare, di nuovo –Scusa. Solo che credevo fossi qui per una scopata di fine anno. E quel tipo sarebbe contento di fartela avere.-

Mickey si voltò e lanciò uno sguardo al ragazzo di cui parlava Ian. Era alto, piuttosto ben messo, e  non c’era dubbio che stesse ammiccando a lui.

-Nah.- sbuffò tornando a voltarsi in direzione del bancone.

-Nah? Non è male.- gli fece notare Ian –Non hai visto nessuno che ti piaccia?-

Mickey non avrebbe saputo dire cosa lo spinse a essere così evidente. Normalmente non l’avrebbe fatto, avrebbe tergiversato e forse l’avrebbe mandato a farsi fottere, invitandolo a farsi i cazzi suoi. Invece si voltò e lasciò che i suoi occhi scorressero lungo il suo corpo.

Aveva sempre pensato che Ian fosse piuttosto interessante, in realtà. Anche due anni prima, quando aveva iniziato a uscire con Mandy, gli era sembrato che ci fosse qualcosa di attraente nella sua aria innocente, soprattutto perché sapeva che di innocente quel ragazzino non aveva proprio un cazzo: era un Gallagher, dopotutto. Poi gli anni erano passati, aveva messo su parecchi muscoli, si era alzato almeno di dieci centimetri e cazzo, era diventato fottutamente caldo. Ma era il ragazzo di sua sorella, era un etero del Southside e non c’era modo che Mickey provasse ad avvicinarlo senza rischiare che si diffondessero voci sul suo conto.

Ma ora erano lì, in un locale gay. Ian non stava con Mandy, era gay ed era lì. Così –Sì, qualcuno.- fu ciò che uscì dalle sue labbra.

Tutto rimase in bilico per un istante, come se ogni cosa fosse sospesa nel vuoto. Mickey poteva sentire il suo stomaco che si rivoltava e le sue gambe che imploravano per attivarsi, per scappare da quella situazione di merda.

-Nei bagni?-

C’era una sfumatura di eccitazione nella voce apparentemente calma di Ian, e Mickey non riuscì più ad aspettare. Saltò giù dal sedie e si spinse contro l’altro ragazzo, solo per il tempo sufficiente ad apprezzare la sua durezza contro la propria, poi si voltò e senza un cenno si avviò verso l’uscita.

Ian era incerto, ma evitò di fare domande e si limitò a seguire il ragazzo in direzione del parcheggio finché non raggiunsero un piccolo furgoncino bianco dall’aria familiare –Oh. È tuo?-

-No. Un amico di Iggy. Allora, Gallagher, vuoi salire o sentire la storia del fottuto furgoncino?- rispose Mickey aprendo il portellone con un sorriso sporco.

Ian obbedì e balzò sul retro, la mente a mille perché quello era sempre Mickey fottuto Milkovich e quella, in fondo, poteva sempre essere una trappola o qualcosa del genere. Si sapeva che i Milkovich erano fuori di testa e, anche se gli sembrava di aver intravisto qualcosa di diverso negli occhi del ragazzo, crescere nel Southside ti insegnava a non fidarti troppo. Così attese mentre l’altro chiudeva il portellone, facendoli sprofondare in un buio quasi assoluto, e rimase pronto a combattere se per caso si fosse rivelato necessario.

Un attimo dopo si sentì afferrare per un braccio e quasi spinse via il ragazzo… quasi, perché poi sentì la mano di Mickey infilarsi nei pantaloni e… cazzo. Prima che potesse rendersene conto Mickey era in ginocchio, lottando con la sua cintura, e Ian dovette aggrapparsi alle pareti instabili del camioncino per non cadere mentre senza delicatezza gli abbassava in un solo colpo i jeans e i boxer.

-Oh cazzo.- si morse le labbra mentre Mickey lo prendeva in bocca come se non avesse fatto altro per tutta la vita, succhiandolo solo per pochi istanti, il tempo di farlo diventare completamente duro e pulsante contro le sue pareti umide.

Ian non era un passivo di solito. Preferiva di gran lunga stare sopra, ma nel momento in cui aveva incontrato Mickey quella sera aveva iniziato a pensare che ehi, forse avrebbe anche potuto fare un eccezione. Immaginava che l’altro non avrebbe nemmeno preso in considerazione l’idea di essere passivo, ma avrebbe accettato di essere lui a piegarsi per una volta perché… beh, cazzo. Stava parlando di Mickey Milkovich.

Era già nell’ordine delle idee di stare sotto, per cui si ritrovò quasi a boccheggiare quando all’improvviso Mickey si staccò e lui si trovò in mano una bottiglietta di lubrificante e un preservativo. Sbarrò gli occhi, ormai abbastanza abituato al buio da poter vedere almeno i contorni di ciò che lo circondava, e non gli sfuggì il ghigno che Mickey gli stava rivolgendo –Allora, Gallagher, che cazzo vuoi? Un invito scritto?-

Un istante e Ian era su di lui, litigando con i suoi pantaloni mentre gli lasciava una scia di baci umidi sul collo scoperto. Mickey sembrò irrigidirsi per un momento quando sentì le labbra di Ian su di sé ma, non appena succhiò un lembo di pelle proprio sotto l’orecchio, si lasciò sfuggire un gemito profondo e le sue membra si tesero d’eccitazione.

Si liberarono in poco tempo dei vestiti rimanenti e Mickey fece per voltarsi, ma Ian lo fermò. Non aveva mai avuto molte occasioni di scopare in un posto in cui ci fosse lo spazio sufficiente a stare distesi: con Kash dovevano quasi sempre aggrapparsi agli scaffali, era stato con Spikey negli spogliatoi della scuola e quando rimorchiava qualcuno nei club si dovevano quasi sempre accontentare dei bagni. Ora che avevano abbastanza spazio aveva tutte le intenzioni di approfittarne, così si sistemò tra le gambe di Mickey mentre si cospargeva le dita di lubrificante. L’altro non sembrava convinto, ma ogni sua obiezione scomparve non appena Ian inserì il primo dito dentro di lui.

-Cazzo se sei stretto.- mormorò Ian piegandosi su di lui per mordere la carne pallida sella spalla di Mickey.

-Sì, beh, non perdere troppo tempo a prepararmi, Gallagher.- riuscì a dire il ragazzo tra i gemiti, spingendo senza vergogna verso la mano che lo preparava –Non serve essere delicato.- aggiunse in tono sporco, parlando direttamente nel suo orecchio con una voce che lo fece rabbrividire e lo spinse a inserire il secondo dito quasi con durezza.

Mickey si inarcò, le unghie che graffiavano i fianchi di Ian mentre lo tirava a sé in una richiesta evidente. Ian inserì un terzo dito e iniziò a ruotare, sforbiciando per prepararlo al meglio, ma prima che avesse tempo di andare avanti Mickey lo afferrò per la nuca –Cazzo Gallagher, ora. Non sono uno dei frocetti che ti scopi di solito.- emise, a metà tra una frase e un gemito prolungato che andò direttamente al cazzo del rosso.

Si scostò un po’ e Mickey si lamentò quando si trovò svuotato, ma fece in fretta a prendere il controllo. Tolse il lubrificante dalle mani dell’altro e Ian quasi soffocò quando lo sentì cospargerlo sulla sua lunghezza già tesa e pulsante.

Mickey era ancora maledettamente stretto e Ian non poté fare a meno di imprecare quando scivolò dentro di lui, lentamente, per evitare di fargli male. Mickey, però, non era della stessa idea e passò le gambe attorno alla sua vita, tirandoselo contro fino a farsi riempire.

Da quel momento in poi, tutto andò fuori controllo.

Sembrava che per tutta la vita non avessero fatto altro che essere così, Ian dentro Mickey e Mickey stretto a Ian. Entrambi sapevano esattamente cosa toccare e come farlo in modo da far raggiungere all’altro vette di piacere mai raggiunte in precedenza.

Ian aveva scopato diversi ragazzi, ma con nessuno era stato come con Mickey. Non gli permetteva di sottometterlo e non lo lasciava solo a fare tutto: ad ogni sua spinta Mickey si inarcava, si stringeva attorno a lui e si muoveva in controtendenza al suo bacino.

Mickey, da parte sua, era più che felice di aver lasciato che fosse Ian a essere l’attivo. Era forte e deciso, spingeva dentro di lui senza trattarlo come se fosse una signorina del cazzo e lo scopava con durezza, ruvidamente, proprio come piaceva a lui.

-Oh cazzo, sì Gallagher… così… più forte…- lo incoraggiò, le unghie che segnavano la schiena pallida di Ian.

-Merda… Mick…- esalò lui, obbedendo e spingendosi contro il suo compagno, cercando di raggiungere l’angolazione giusta. Quando finalmente la trovò fu ricompensato da un gemito particolarmente forte e una stretta intensa delle gambe di Mickey attorno ai suoi fianchi.

-Sì! Cazzo, sì Gallagher!- Mickey afferrò le gambe di Ian e le strinse con forza, lasciandovi dei netti segni rossi –Sto per… cazzo…- fece per raggiungere la propria erezione ma, quando lo fece, il rosso scacciò la sua mano e iniziò a pompare a tempo con le spinte con cui colpiva la sua prostata. Mickey si trovò a stringerlo a sé, senza rendersi conto di ciò che stava facendo, gli occhi chiusi e il respiro corto per lo sforzo intenso. Si diede una spinta, sollevandosi appena sul braccio, e con l’altra mano afferrò il culo di Ian accompagnandolo nelle ultime, potenti spinte.

Vennero quasi contemporaneamente, Mickey per primo tra i loro stomaci, mordendo senza delicatezza la spalla di Ian per soffocare un grido, e Ian una o due spinte dopo, stringendosi a Mickey ancora una volta.

Rimasero immobili, sostenendosi a vicenda e cercando di recuperare il controllo dei propri respiri.

-Merda. Non… non male, Gallagher.- ridacchiò Mickey, lamentandosi flebilmente quando Ian uscì da lui.

Si staccò dall’abbraccio in cui in qualche modo si erano trovati a stringersi e si sedette contro la parete del furgoncino, senza rivestirsi. Ian frugò nei suoi jeans e tirò fuori un po’ d’erba e il necessario per girare una canna, poi si sistemò accanto al ragazzo. La prepararono in silenzio e fumarono insieme, passandosela di tiro in tiro.

-Allora… vuoi tornare dentro?- domandò Mickey a un certo punto, finendo la canna con un tiro leggero.

-Io… immagino…- esitò Ian, giocherellando con l’accendino –Credo… di dover tornare, sì.-

-Già, dovresti.- concordò Mickey, spegnendo il mozzicone –Se non sei pronto per un altro giro.- aggiunse con un ghigno, guardando Ian di sottecchi.

Lui rise, gettandosi su di lui, e un attimo dopo erano stretti l’uno all’altro. Una posizione, pensò Ian, a cui si sarebbe potuto decisamente abituare.

 

 

__________L’angolino di Jane

*Si nasconde*

*Sbircia* ci sono pomodori? Uova? Cibi volanti vari?

Ok, era la prima volta che scrivevo in modo semi-esplicito di sesso gay. Non sono per niente soddisfatta del risultato ma… beh, se avessi continuato a cambiare e riscrivere e rifare sarebbe venuta fuori una cosa forzata e poco scorrevole, quindi… argh.

Aspetto i vostri commenti, con insulti meritati e commenti vari!!

Jane

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