Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Una trama di colori
abrasivi a timbrarmi le viscere.
L’impronta pungente da
non cancellare.
H a ii d e ad iq
u a n t ou c c i d al ’ i n d e l e b i l e?
Te lo ricordi quel periodo, Mel?
Era solo un’altra delle tue fisime, una di quella cose che dovevi
fare.
Per forza.
E, per forza, io
dovevo finire coinvolto.
Non chiedermi di che razza di regola si tratti, perché in
tanti anni non l’ho ancora capito.
Però è così.
È del tutto inevitabile, come ogni cosa che ti riguarda.
[Anche
quell’esplosione, d’altronde, era inevitabile. Non è così che ti sei
giustificato, ancora in piedi sulla soglia di casa?]
Se ti metti un’idea in testa, dalla più folle alla più
sensata, non puoi trattenerti dal disporti all’opera seduta stante, avvolto
dalla tua peculiare aura di energia creativa, o come la chiami.
Per me è più un segnale di pericolo.
Solo che mi batti sempre sul tempo, dannata biondina. Mai
una volta che riesca a fuggire al momento propizio.
Ah, beh. Colpa mia, presumo.
[Certo che il mio
tempismo non è mai stato un granché azzeccato. Ma ancora ci provo a limitare i
danni, lo giuro.]
Un tatoo.
Un fottutissimo tatoo.
Lascia che mi ripeta, ché ancora stento a crederci. Soltanto
un
tatoo, mio dio.
Stavamo rischiando l’espulsione, no, il futuro per uno stupido scarabocchio???
Nessun altro sarebbe mai riuscito a convincermi, Mel.
E tu non saresti mai riuscito a convincere nessun altro.
[Sarà per questo che
adesso ci sei tu, e ci sono io. Come sempre, come allora.]
Fu un colpo di fortuna, immagino, che Roger si trovasse nei
paraggi per fermarci.
Quello, o l’ameba biancastra aveva cantato.
È un mistero come quello là riesca sempre ad infiltrarsi nei
nostri progetti. Pur non facendone mai parte, in qualche modo è sempre lì a
mettere becco.
O forse è perché sei tu che lo permetti.
[Lo so che ne hai
bisogno. Come lo sai che mi fa male. Però ho imparato a conviverci, se non ad
accettarlo. Del resto è così che funziona con te.]
È un sorriso amaro
quello che sento sorgere sul mio viso stanco.
Volevi qualcosa che
durasse per sempre, dicevi.
Un segno indelebile di
te.
Del tuo coraggio, o
della tua esistenza.
Magari di noi.
Osservo la pelle
lacerata in più punti, ancora calda di fuoco e di sangue.
Volevi qualcosa che
durasse per sempre, e ora ce l’hai.
[In fondo, tu ottieni sempre quello che vuoi.]
.Fin.
Che dire... ci proviamo ^_^
Finalmente mi è tornata la voglia di mettermi alla tastiera, questa volta cimentandomi nel ritrarre due personaggi ancora - nel mio caso - inesplorati. Coloro che hanno già letto le mie storie (e ringrazio tutti voi dal profondo del cuore, in particolare chi ha recensito) sanno bene che, finora, non ho mai trattato esplicitamente una coppia di DN, men che meno quella Matt*Mello. Si tratta dunque di un esperimento, in tutti i sensi.
In particolare, per il metodo in base al quale vengono scelti i temi da trattare nelle varie shots. I titoli dei capitoli corrispondono infatti alle parole che, di volta in volta, mi vengono suggerite da un'amica estranea al fandom. Proprio così: io le chiedo una parola e lei se ne viene fuori con le più astruse associazioni di idee! La mia sfida consiste nel riuscire sempre a scriverci qualcosa, anche solo una drabble. Che dite, ce la farò? :p
Sperando che il primo tentativo non sia venuto su troppo male, vi aspetto al secondo aggiornamento ^^
Oh, quasi dimenticavo: il titolo della raccolta, così come il riassunto introduttivo, vengono dal brano "Drammaturgia" de Le Vibrazioni. Trovo che per comprendere appieno lo spirito di questa fic andrebbe ascoltato, se non altro perché la sottoscritta ne ricava indistintamente diletto e ispirazione.
Grazie a tutti, di cuore.
... Be still, be calm, be quiet now, my
precious boy.
Don't struggle like that or I will only love
you more...
... Sta’ fermo, sta’ buono, ora fa’ silenzio, mio
caro bambino.
Non agitarti in quel modo, o non farò che amarti di più...
È soffocante, in notti come questa.
Osservo i serici nastri sparsi sul guanciale, ora che quiete
e moto si confondono.
È il desiderio sussurrato da quella chioma d’oro, il giogo
di una sirena.
Farti mio, in questo momento.
E in tutti quelli che verranno,
sentirti scorrere.
Vivere sotto la cute, assorbirti in ogni poro.
Starti accanto e cullarti.
Fino a ucciderti.
[È questo lato che mi spaventa. Lo vedi,
l’aspetto di me? La senti, la mia malattia?]
Vorrei portarti alla fonte dei sogni e a quella degli
incubi.
Per scindere gli uni dagli altri, per lasciar correre il
senno.
Spezzare ogni legame con il giorno futile.
Annegare in due tra le coltri, galleggiare fra orde di
spiriti.
[Se saranno note a strapparti alla vita, lascia
che sia la mia voce a cantarle.]
Vorrei cingerti e nasconderti, precluso al mondo e al gelo.
Accoglierti nel sangue e rivestirti con la carne.
Cancellarti per proteggermi.
È un egoismo disperato, l’ennesimo picco del solito male.
[Il morbo seduttore germogliato nel sonno.]
Volto le spalle al profumo, all’istinto ancestrale.
Questa notte e un’altra ancora.
Respiro i grani di un tempo che scorre.
Il nostro, inarrestabile.
[Cresce nel terrore sull’orlo del cuore, la
certezza.]
Il mostro in me serra
le fauci, indotto al riposo forzato.
Ma
la fame scalpita ancora.
E
non so più quanti giorni avranno, quei nastri d’oro.
[Prima che parta la musica, nei languidi accordi finali.]
.Fin.
Aggiornamento lampo... non ci credo neppure io stessa! :p
In verità i primi tre capitoli di questa raccolta erano già pronti quando ho scelto di inserirla, proprio per evitare interminabili stalli d'ispirazione... ma lasciamo stare!
Dunque, "Lullaby". In inglese, 'ninna-nanna', la parola suggerita dalla mia Buona Amica. Le frasi iniziali provengono dalla straordinaria, omonima canzone dei Cure, colpevoli anche dell'atmosfera cupa e nebbiosa. L'idea di un Matt che osserva Mello dormire, pervaso da sentimenti contrastanti (lussuria, frustrazione, possessione, istinto omicidia e di protezione) che culminano in un'unica malattia, è venuta piuttosto spontaneamente dopo aver scelto la song cui ispirarmi. Non si può dire che sia esattamente soddisfatta del risultato, non nella sua interezza... ma, al punto in cui sono, non riuscirei più a modificarla di una virgola, quindi tanto vale accontentarsi. :)
Un grazie speciale va a Lolly (continuerò a recensirti con piacere, lo giuro!), Shaida Black (già lettrice delle mie fics precedenti, me lusingata!), Soleya (ebbene sì, ho il pallino delle sfide personali :p), MellosBarOfChocolate (uno dei miei idoli che recensisce! *.* sono emozionata!) e, ultima ma non meno importante, Betta90 (tra i Preferiti a scatola chiusa? Io ti ADORO!).
E un saluto a tutti gli altri, in particolare ad Adaralbion... ^.*
come un
fiume che accresce e diminuisce la sua portata;
ma
nasce da sorgente costante e inesauribile,
che dal
volere di Dio attinge tant'acqua,
quanta ne
versa nei due fiumi aperti in direzioni opposte.
Nel fiume che è da questa parte l'acqua scorre
con un potere
che
toglie il ricordo del peccato in chi la beve;
nel fiume
che è dall'altra parte restituisce il ricordo del bene compiuto.
Da questo lato il fiume si chiama Letè; così
dall'altro
si chiama
Eunoè, e l'acqua non opera il suo effetto
se prima
non è bevuta in entrambi i ruscelli…
[Dante, Commedia – Purgatorio, canto XVIII]
Fase uno.
.Esegui.
C:\Documents and Settings\Utente>Reset
Mello – Reset
Tra banchi di nebbia
e bracci di lussuria
Il soffice del buio
Non
un suono, fuorché lamento
Unico in due
Mello sente Matt crescere in sé, al ritmo delle spinte che,
erratiche, sgranano l’uscio di nuovi
baratri.
Cerca i ben noti grani con dita tremanti, li lascia
scorrere.
Solide sfere cui avvincersi nel dogma .
Si ode mentire, tra gli ansiti.
P o s s a n o l e a c
q u e d i r e d e n z i o n e m o n d a r n e l’ a n i m o,
l
u i c h e Fede h a
c o r r o t t o e v i z i a t o.
P o s s a r e s t
a r e i n p a c e, n e l Tuo
n o m e, f o l l e m e n t e s o p i
t o.
“M-Mello…”
[Lunga]
“Non farlo…”
[è la strada]
“Mel…”
[via dall’Inferno.]
Boom.
Fase due.
.Esegui.
C:\Documents and Settings\Utente>MemoryScan
Matt
– MemoryScan
Sfavilla
il Sole
Su
filamenti erbosi
Crepita
mosso da gaie voci
Aere
Matt vede Mello
avvicinarsi, l’aureola intatta,
il piccolo volto vivo nel
riso.
Tornazelante con lo sguardo al display,
le dita tremanti a quella nuova
idea.
P
o s s a n ol ea
c q u ed ir e m i n i s c e n z ac h i u d e r g l ig l io c c h i,
l u ic h et u t t al aVitau ns o g n oh ar i n c or s o.
P
o s s a r e s t a r e i n p
a c e, n e l Tuon o m e, a r d i
t a m e n t e c o n f u s o.
“Matt…”
[Voglio vivere]
“Tu
ed io…”
[voglio amare]
“Saremo
amici per sempre?”
[ma è una lunga ed impervia via.]
Fase zero.
.Esegui.
C:\Documents
and Settings\Utente>Letè_Eunoè
“Letè_Eunoè” non è riconoscibile
come comando interno o esterno, un programma eseguibile o un file batch.
“Mel…”
“… dove siamo finiti?”
“Non avevi mai detto che un
per
sempre
potesse far male così.”
.Fin.
Arieccomi ^_^
Ringrazio di tutto cuore Betta90 , Lolly (il commento al finale di RR è in incubazione, giuro che prima o poi arriverà!), Soleya e MellosBarOfChocolate (ci puoi scommettere che sei uno dei miei miti! :p) per le scorse recensioni. E intanto spero che questo terzo capitolo non vi abbia deluse.
La parola fornita da quella sadica della mia Buona Amica è stata: Lete. Esatto, come l'acqua. Lasciate che espliciti: ho affidato il destino di questa storia ad una persona tanto noncurante da propormi una marca d'acqua! Immagino che questo la dica lunga sul proseguio di 'Drammaturgia'...
Ad ogni modo, l'idea è arrivata piuttosto in fretta, grazie agli studi della Divina Commedia: ed ecco balzarmi in mente i due fiumi alle porte del paradiso Terrestre, il Lète e l'Eunoè, inscindibilmente legati l'uno all'altro. L'utilizzo delle forme prese dal prompt dei comandi del mio pc è in voluto contrasto con l'aura degli antichi versi: volevo qualcosa che contrapponesse deliberatamente il classico al moderno.
Il titolo completo del capitolo, 'Long Hard Road', è quello di una canzone dei Marilyn Manson, da cui ho estrapolato anche i frammenti in parentesi quadra. Ha dell'incredibile il ruolo che la musica sta giocando nella composizione di questa fic...
Sperando che vogliate ancora seguirmi, vi ringrazio e abbraccio di tutto cuore ^_^ . Sono terribilmente fortunata ad avere il sostegno di persone coem voi.
… A te che io ti ho visto piangere nella mia mano,
… A te che io ti ho
visto piangere nella mia mano,
fragile che potevo ucciderti, stringendoti un po’…
Ci volle lui perché me ne rendessi conto.
Avevo sempre creduto che sarebbe stato bello tenerti sul
palmo di una mano, come una rarità da esporre e custodire a un tempo.
Se solo tu fossi stato più piccolo, mi redarguivo.
[E meno feroce.]
Non avevo mai realizzato che il mio bisogno di accudire
qualcuno fosse tanto simile al tuo.
“Sorpresa!”
Alla faccia della sorpresa, Mel, cazzo.
Ancora mi chiedo come non mi venne un infarto.
“Mello, NO!”
[Certo, Matt, certo.
Da quand’è che il tuo volere ha importanza?]
[Oh, giusto.]
[Non ce l’ha.]
“Chiudi il becco. Non vedi che lo spaventi?”
Vaffanculo, bionda.
Vaffanculo.
Avrei dovuto urlartelo, e dio sa quanto avrei voluto.
[Solo che non potevi,
eh, Matty?]
[Pa-te-ti-co.]
Ci ho provato, lo giuro.
Ci ho provato sul serio a dirti di no.
Però già in condizioni normali era un’impresa disperata.
E mentre te ne stavi lì, chino a dispensare le più amorevoli
attenzioni a quello stupido gattaccio, diventava decisamente utopia.
[Forse perché i tuoi
occhi erano così grandi, allora. Vivi più che mai.]
“Andiamo a darti una ripulita, ti va, Lawliet?”
Oh, questo no!
“Lawliet?! Mel, non dirmelo. Hai davvero chiamato quel coso
come…?”
“Matt, la pianti una buona volta? Oggi sei una piattola.”
“Io, una piattola? Tu te ne torni a casa con questo sacco di
pulci sbucato dal nulla, probabilmente affetto da chissà quali malattie
mortali, gli lasci il mio posto in camera, lo lavi nella nostra
vasca da bagno, gli affibbi il suo nome ed io sarei la piattola??
Che cosa vuoi fare, ancora? Mettergli un campanellino al collo e dormirci
insieme?”
Ti bloccasti a metà strada, il gatto stretto per la
collottola nella massima espressione della tua immensa tenerezza.
E ghignasti, quel tuo riso da pazzo.
“Non con lui, Matty. Non
conlui.”
{Avevo sempre creduto che sarebbe stato bello tenerti sul palmo
di una mano,
come una rarità da
esporre e custodire a un tempo.
Ma sapevo saresti stato
ben diverso da un gattino addomesticato.
Temevo mi avresti
azzannato al primo tocco.}
~ O forse, avevo solo il terrore di stringerti troppo. Tanto
da distruggerti. ~
[O, quel che è peggio, di non riuscir più a lasciarti andare.]
.Fin.
E così... Pet... cucciolo.
Avevo diverse idee per questa parola, anche discordanti tra loro. Alla fine ho scelto di far prevalere un aspetto ludico e delicato, in netto contrasto con i toni enigmatici di Long Hard Road e quelli macabri di Lullaby . Ho poi colto l'occasione di estrarre il mio verso preferito dal brano "A te" di Jovanotti per applicarlo ad una coppia che ne incarna discretamente lo spirito. E poi l'idea di dare ad un gatto il nome di Lawliet era semplicemente troppo allettante perché potessi ignorarla! :P Tuttavia, non fateci l'abitudine: Drammaturgia resterà il mio personale tributo al grottesco, quindi ben rari saranno gli sprazzi di luce!
Grazie di tutto cuore a:
Shaida Black (ho notato il tuo commento dopo aver aggiornato per caso la pagina, prima di inserire questo nuovo 'capitolo'; rischiavi di non finire tra i ringraziamenti! Quale imperdonabile errore, da parte mia. Cosa dirti, se non il più profondo e sincero grazie di tutto. Condivido appieno la tua idea di decadente, che pure mi piacerebbe approfondire, perché è grossomodo l'aura di malinconico smarrimento che intendevo dare. Può sembrare una shot eterea, Long Hard Road , per il riferimento al Paradiso Terrestre e, specie con Matt, la speranza di redenzione; ma in realtà lo reputo il pezzo più cupo che mi sia mai venuto fuori ^^ . Spero solo che l'immediatezza disimpegnata di Pet non ti abbia delusa.)
Marla Singer (la tua recensione è stata una gioia per gli occhi, oltre che un toccasana per l'ego. Sentirti parlare addirittura di minimalismo mi ha lusingata, no, stregata. Capisco perfettamente la tua concezione di scrittura creativa, perché è esattamente quello in cui provo a cimentarmi, usando le fanfics come strumento per arrivare a toccare lo specchio di una realtà il più possibile vera, non eccessivamente romanzata. Vale quanto detto per Shaida: ho il terrore che la leggerezza di questa shot possa in qualche modo averti delusa, o almeno destablizzata.)
MellosBarOfChocolate (noooo, The Ring noooo!!! X_X Il mio incubo peggiore! Ho perso ere di sonno per colpa di quella stregaccia capelluta... e i risultati si vedono in cose come le mie fics :p . Sono immensamente contenta che ti piaccia lo stile con-due-ore-di-sonno-alle-spalle-che-cosa-pretendete-da-me?, ma da qui a definirmi un genio... sono senza parole. Tranne una: grazie, GRAZIE, GRAZIE!)
Nightmares (quando si dice, breve e concisa... wow! Immagino che la tua recensione si riferisse allo scorso capitolo, più che alla raccolta in sé, quindi cosa dire? Sono terrbiilemnte lusingata. Siete il più bel regalo che la mia autostima possa desiderare!)
Lolly (sei in lizza per la Palma d'Oro alla lettrice più assidua, mia caVa! Come posso ringraziarti? Oh, giusto, lo so: con il commento ad RR! Sì, sì, va bene, va bene. Mi metto al lavoro, boss! :p Grazie mille per il continuo supporto ^_^)
Soleya (vale per te lo stesso discorso fatto a Lolly... in lizza per la Palma d'Oro! Grazie, grazie, grazie, di tutto cuore ^^)
E infine lei, il mio dulcis in fundo... Adaralbion (è una gioia poterti annoverare tra i ringraziamenti! Posso esagerare e dirti che nella tua recensione c'era tutta la calma, algida saggezza di una fervida-ma-sobria amante della letteratura italiana? Dante Alighieri, tuo più che illustre concittadino, è stato ed è tuttora parte integrante della mia formazione classica; non posso parlare, certo, di un modello da seguire, ma senza dubbio di un personaggio senza tempo che ha tutto da insegnare e poco da apprendere. Il solo pensiero di un'opera come la Commedia, con la rigida precisione dello stile metrico, intessuta com'è di riferimenti allusivi e simbolismi, condotta da quel magico filo che è l'allegoria... mi lascia semplicemente i brividi. Per quanto riguarda la tua non-così-velata invettiva - ? - penso di averti risposto al commento di Sweet Dreams . Infine, sul deliziare gli altri con le tue parole non hai certo bisogno di 'invidiarmi'. Mi sembra di notare che ci riesci già egregiametne da sola, no? Un grazie di cuore per questa recensione che, ti dirò, ho sinceramente anelato. Un abbraccio.)
Sfavillavano, rei devoti innanzi a un
santo senza nome.
Del resto, come potevano sapere?
[Tu non avevi mai parlato di me.]
Rod, Skier
e tutti gli altri, i pochi superstiti.
Non avevano idea di chi io fossi,
ma gli occhi irritati dal fumo brillavano egualmente.
Era speranza, mal riposta speranza.
[Non avevo intenzione di occuparmene. Erano la
tua polvere, non la mia. E avevo già le mie ceneri da
spazzare.]
Ciò che tuttora mi rincorre, vivo nel tempo, non è il
riflesso dell’odio e del terrore.
[Posso capirli. Vederci
allontanare in due su quella moto, tra le fiamme… quanto è amara l’ironia della
sorte. O forse è solo il destino, sempre infame coi
passeggeri di seconda classe.]
A tormentarmi è il modo in cui non cessarono di scrutarci,
anche tra la furia e la perdita di ogni illusione…
Era pura adorazione, Mel.
Non riuscivano a comprendere, però potevano sentirli, i
confini del nostro mondo.
~ È uno strano
microcosmo. ~
Per
restare nello stesso posto,
devi correre più veloce che puoi.
Se vuoi arrivare da qualche parte,
devi
correre due volte più veloce.
Lo sgomento mimetizzato dal fumo risvegliò e ancora ridesta in me ricordi lontani.
[La verità è che riconobbi quegli sguardi. Vi
avevo fatto il callo.]
Erano gli stessi di sempre, fin dai tempi della Wammy’s.
Quelli pronti a tagliarci fuori.
[Non era piuttosto il nostro tempo a sfuggire
loro? La nostra bolla ad allontanarsi?]
~ Un po’, lo ammetto,
sono insicuro. ~
Sensazioni mescolarsi sempre più,
confondersi dentro me fino ad entrare
nei confini di una fragile mente che
vive in una bolla di sapone.
Il punto è che da quando sei qui non faccio che osservarti e
rimuginare.
[C’è talmente tanto da dire, da fare, da
pensare, se si tratta da te.]
Ed è buffo che riesca a concedermi
tali lussi, lo sai?
[Il nostro mondo non conosce pace.]
~ Lo avverto
scuoterci. ~
Come è strano sentirsi lontano ma averti vicino, fin
dentro me. Sento ormai il tempo cibarsi del mio
corpo, prendermi con sé per poi trasportare
nei
confini di una fragile mente che
vive in una bolla di sapone.
Tua è l’innata abilità di trascinarmi alla deriva di me
stesso, su tremule barche d’elucubrazioni mentali sconnesse.
[No, dico, lo senti cosa mi hai fatto? Come mi
hai ridotto?]
Io non ti chiedo mai nulla, Mel.
Però sei
il mio chiodo fisso.
~ Ed
è difficile perdonartelo. ~
Perché non c’è più spazio in questa stanza
per chi inventa favole sbagliate, e tu
lasciati andare, io resto a sognare.
Ma in qualche modo so di non averne
il diritto.
[Sognarespettaaifantasmidichihapersotutto.]
Io non ho nulla da desiderare.
Tutto ciò che volevo era tornare alla vecchia vita, nella
nostra bolla.
E forse in fondo ci sono riuscito.
…Snake in the ground,
But I was waiting for
you,
Now we have found,
Life in a bubble
jungle…
.Fin.
Dunque... commento breve perché vado di fretta!
Ecco la traduzione dei frammenti iniziali e finali: "Indossare una corona, vita in una giungla di bolle. Inseguire un pagliaccio, non sia brusca la prossima risata. // Serpente al suolo, ma io aspettavo te. Ora abbiamo trovato la nostra vita in una giungla di bolle." Si tratta di "Bubbles" dei System Of A Down, tanto per riconfermare l'elemento song-ficcoso di questa raccolta.
Gli stralci in corsivo, allineati a destra, provengono da fonti disparate: si tratta, in generale, di brani tradotti (o meno) di canzoni con tema le 'bolle'. Sono terribilmente mortificata per l'inaccuratezza della citazione: mi documenterò al più presto.
Di un frammento però sono sicura: il brano sul correre per restare, correre il doppio per andare viene da The Adventures of Alice in the Wonderlands, aka Alice nel Paese delle Meraviglie, di L. Carrol, che ringrazio di cuore per avermi fornito una delle migliori visioni della mia carriera artistica, oltre che un'esperienza personale altrettanto importante.
Grazie di cuore ad Adaralbion, Lolly, Soleya, MellosBarOfChocolate, Betta90, Shaida Black e Marla Singer per le scorse recensioni. Siete semplicemente stupende.
…Fuoco nel Fuoco
sono gli occhi tuoi
dentro ai miei…
Sei a gambe aperte sotto di me.
…e
basta poco.
Stupido io che mai l’avrei creduto possibile.
Però adesso me ne accorgo, sai? …ed ho già capito chi sei.
Non è stato sempre facile prendere quello che davi.
[Questa è la mia rivalsa.]
Eternamente ai tuoi ritmi, alle tue
esigenze.
Mai supplicando, neppur chiedendo.
Prendermi e basta, in quanto utile umano.
[Non carne, nemmeno.]
L’avrei accettato.
…che cosa cerchi
tu da me?
…che cosa vuoi di più da me?
Giri interi d’orologio a chiedermi il perché.
Sei a gambe aperte, ma non troppo.
Già le sento stringersi ai miei fianchi.
[Cos’è, paura? Temi di perdere il controllo?]
Apri gli occhi.
E queste magnifiche gambe, già che
ci sei.
Cosa volessi, forse adesso lo
comprendo. …tu vuoi quel graffio al cuore che
anch'io fortemente vorrei.
Spingo e affondo Mello, ed ecco,
ti sto scopando.
Neanche ci provi a dissimulare, e un po’ ti sono grato.
In fondo non vuoi guastarmela, questa vittoria.
Come potresti?
Sei l’unico premio che…
Gemo e affondo.
[Mi stai facendo male, adesso. Di proposito,
vero?]
Non è assurdo che riesca ancora a pensare, stretto nel caldo
assassino di te?
È la nostra relazione a tormentarmi, più delle [tue] unghie nella carne, più del [mio] sesso nel sangue.
…è un'
emozione diretta, se vuoi.
Cosa volessi, non l’ho capito mai.
Ti dirò, essere il tuo corpo, l’avrei
accettato.
[Qualcosa in più, in verità.]
Ma il tuo rifiuto mi ha devastato,
ad ogni tocco di lancetta.
Gemo e scricchiola, la testiera del letto.
Ora che sono qui, su di te, a prendermi quello che ho solo
sognato, mi chiedo.
Che cosa c’era di sbagliato?
Perché non questo?
Non provare a mentire.
[Non ci provi.]
So che lo adori.
Adori sentirti fottuto,
completamente fottuto.
Però non ti basta, sbaglio, Mel?
…ma non sarà infinita.
Le gambe ti ostini a chiuderle, è
tutto inutile.
Poco male.
Le afferro e continuo, più forte, più forte,
oltre i limiti e, ecco, forse adesso
qualche colpo lo perdo.
Pensieri che vanno a puttane, deogratia.
Gemo io e gemi tu, e fa male e fa
caldo e fa bene e fa – dio.
Stridii sommessi, forse le molle.
[Cazzo vuol
dire?]
Non l’ho mai capito, Mel.
Non l’ho mai capito.
…
Gesù, cristo, fanculo,
fanculo…
Ecco, è finito.
Mi lascia qui a chiedermi, pago di
vincere una gara inventata.
[Mi accontento di poco, lo sai.]
Cerco a tentoni, nel buio, e annego
l’amaro nella nicotina.
Certi vizi hanno vita breve, Mel.
…perché siamo Fuoco
nel Fuoco, ormai.
…bruciamo in fretta, noi.
.Fin.
Bene, bene, bene. O forse no. Non lo so xD.
Sono tornata, insomma. E dedico questa reverie a Betta90, adorabile al punto da seguirmi e preferirmi a scatola chiusa anche in altri fandom. Sai cosa? Non l'ho mai fatto prima, ma nel tuo caso sarei ben lieta di eseguire qualche richiesta. Se c'è qualcosa che vorresti leggere dalla mia penna - tastiera - non devi far altro che chiedere. Farò qualunque cosa per non deluderti *.*
Veniamo a noi. La mia famosa amica ha rischiato il linciaggio per avermi suggerito una parola tanto banale. Doveva essere veramente a corto di idee, quel giorno! (L'ho perdonata comunque. Ciao, mole! <3) Ad ogni modo, per il mio radicato principio del a volte la vera banalità è tentare disperatamente di evitare i cliché, ho abbozzato una lime sulle righe di una canzone non propriamene originale. (Copyright: Eros Ramazzotti e chi altri). Che nenche mi piace. E'uno sporco lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo :) Essendo questa una raccolta essenzialmente introspettiva, non aspettatevi niente di più esplicito, però ^^ . A meno che la mia benamata amica non si faccia venire qualche idea per incastrarmi (e voi non sapete le parole che mi ha propinato dopo questa. Roba da farla a fettine. Ciao, mole! <3)
Tornerò al più presto col prossimo aggiornamento, che, per premiarvi della pazienza dimostrata nell'attendere questo, è già bell'e pronto nel mio hd ^_^
Grazie di cuore a chi mi ha seguita in passato, in particolare Nemia (i nuovi post di Gita al Mare mi riempiono di gioia *.* ... beh, nel senso meno sadico del termine) ed Adaralbion (che probabilmente non mi perdonerà mai più viste le mie deficienze da lettrice: lo capisco e non la biasimo).
Un abbraccio a tutti, dalla vostra sempre umile servitrice.
Dici sempre di essere più il tipo da revolver, e lo dici con orgoglio,
brandendo la canna ancora fumante.
Per me staresti
meglio con una letale doppietta, tante sono le cartucce che sprechi
ogni giorno.
Spara
prima, pensa poi.
Che motto di merda, lasciatelo
dire. –
“Matt,
stronzo, guardami quando ti parlo.”
Ti sto guardando, Mel.
Fisso le tue labbra
muoversi e mi viene da ridere, sì, mi
fai ridere.
Sei fottutamente patetico, non lo vedi?
Lì, appollaiato
sulla poltrona sfondata, le molle arrugginite nel culo, con la tua pretesa di serietà e quell’attitudine da gangster all’alba di un colpo in banca.
Perché scaldarsi tanto?
Batti con veemenza
sull’ennesima mappa della zona, blaterando amene stronzate
come percentuali di rischio e probabilità, e sai che ti dico, stupida checca?
Che mi fai ridere.
Patetico, totalmente
patetico.
Cosa credi di fare, me lo spieghi?
Tanto è tutta
un’inutile merda.
Domani andrà come
deve andare, e con i tuoi piani da gangsta mi ci pulisco
il culo, dolcezza.
Osservo ancora le
tue labbra.
Mi fai schifo, e ti ammiro, e ti adoro, e ti
detesto, e ti…
Scuoto la testa, la
tua bocca mi guarda.
Poco importa. Comunque la si metta, sei l’unica cosa che conti.
Di nuovo, le tue
labbra.
Me le ricordo, le
tue labbra.
Estranee alle vacue cazzate che ti ostini a pronunciare, sono le stesse di
sempre, le stesse di un’altra sera.
Una sera sensata,
una sera sincera, una sera migliore di questo squallido
fango che ci è rimasto addosso.
“Vedo.”
Hai il volto contratto, le labbra tirate.
Povero, povero diavolo.
Sei troppo teso per sostenere un bluff, ed è chiaro che stai bluffando.
Ma il poker è fatto di regole, di algide
facciate, di labbra e di sguardi.
Una guerra ammantata nel velluto verde.
E sono spiacente, Mel, ma non ho intenzione di
lasciarti vincere.
“Scala reale.”
Ti osservo sbiancare, gli occhi sgranati, e un’oncia di perversa
soddisfazione mi invade.
A poker non giochi con le carte che hai in mano, ma con
le persone che hai davanti.
E tu non sei stato all’altezza.
Quale che sia
la posta in gioco, quando il denaro è nel piatto non è più tuo.
Riscuoto la vincita con un sogghigno, cullato
dalle soavi espressioni della tua sportività.
“Non è possibile! Mi prendi per il culo! Hai
barato, confessalo, figlio di…”
Potresti continuare per
ore, ne hai tutte le
intenzioni.
Ma ti sorrido.
E in un istante la tua bocca ha qualcos’altro
di cui occuparsi.
Rileggo lo smacco di quella Scala reale sulla
strenua ipocrisia delle tue labbra.
Pensare che credevo sul serio di aver vinto.
Ma mi basta sedere qui, con te sulla poltrona
sfondata, e il revolver, e le mappe, per accettare la verità che, quella sera, pregai di riuscire a ignorare.
Comunque la si metta, oggi perdiamo entrambi.
“Matt…”
“Tu sei la sola persona che io abbia mai..."
“Che
abbia mai... cosa? Vai avanti. Che abbia mai...?”
“Di cui mi sia mai importato. Ma tu mi terresti chiuso in una stanza e getteresti via la
chiave. Non è vero?”
“…Sì, credo di si.”
"Il guaio è che io ci starei anche
volentieri.”
“Matt…”
“Scala Reale, Mello.
Ho vinto di nuovo.”
.Fin.
Nuovo post :3 . Parola enigmatica, 'scala'. Sono piuttosto sicura che la mia amica non intendesse il punto del poker, ma vabé :p
Nel pairing Matt*Mello, quello de 'la notte prima' è un tema ricorrente. [Prima di cosa? Degli eclatanti e tragici avvenimenti dell'episodio 35, ça va sans dire.] Giungo anche io con la mia personale versione di quella notte, allora, sebbene il capitolo sia più incentrato sul flashback della sfida a carte che altro. Non credo agli scenari tragici o strappalacrime, per la cronaca. Né alle romanticherie. Prediligo l'idea di un bel sesso selvaggio, oppure - che è quella applicata in questo post - una sacrosanta furia catartica e un Matt tutt'altro che contento. Si noti Mello, inoltre. Ebbene sì, tendo a dipingerlo sempre come uno stronzo (solo perché la raccolta è Matt's POV, peciso), ma uno stronzo che fa decisamente tanta pena. Ho cercato di dare a intendere quanto più terrorizzato fosse, in questa circostanza. Matt è puro cinismo, ed è rabbia, ed è la voglia di aggrapparsi ai ricordi per non affrontare l'ultima alba; ma è Mel che tenta disperatamente di restare in piedi, e se credete che pianificare nel dettaglio la probabile morte tua e del tuo migliore amico (l'apposizione piò cambiare, a vostra discrezione :p) sia facile, molto bene, accomodatevi. Io penso che avrei avuto un crollo nervoso.
E adesso, riferimenti e citazioni. Herbert Yardley, criptologo americano, è responsabile delle frasi in corsivo nel flashback sul poker, mentre il dialogo finale al centro (eccezion fatta per le ultime due battute, "Matt..." e "Scala Reale, Mello. Ho vinto di nuovo.") è preso ed adattato dal Daniel Craig di Casino Royale. Magari qualcuno di voi l'aveva già riconosciuto, chi lo sa :)
Ringrazio come sempre di tutto cuore Soleya (tranquilla, un capitolo può sfuggire, non me la prendo mica! xD Sapessi quanto so essere distratta io! Sono solo contenta di sapere che continui a seguirmi ^^), MellosBarOfChocolate (penso di aver risposto più in alto al tuo 'appunto' sul povero Mel bistrattato xD. Naturalmente se sto qui a scrivere roba su di lui è perché lo adoro, quindi non è che dipingerlo tanto male mi riempia di gioia. Ma, come ho scritto anche nel post precedente, è uno sporco lavoro il nostro, no? ù.ù) e l'impareggiabile Betta90 (attendo direttive sulla fic di FMA, vedi recensione che ti ho lasciato ad Abecedario *.*) per il sostegno in opere e parole :3 Non mi stancherò mai di ripeterlo: se sto qui è solo per/grazie a voi. Siete l'alibi ideale per la mia logorrea! xD
D’altronde vantavi anni di pratica alle spalle: i supplizi
inferti all’ameba avevano prodotto ammirevoli risultati.
Eppure la tua buona stella non avrebbe brillato in eterno, e quella capricciosa serata ne fu lampante
conferma. ~ }
Su e giù, su e giù, come una tigre in gabbia.
[Esattamente ciò che sei.]
“Ehi, tu, 135. Puoi andare.”
Ti volti in uno sbuffo di furioso biondo.
“Era ora!!!!”
La guardia dal viso smunto schiude la porta, riportandoti
alla vita con un cigolio.
Altero e stizzito, negli occhi lampi di sdegno, superi la
soglia e marci verso di me, piccola macchia d’isterico
inchiostro.
“Ce ne hai messo di tempo…”
È un borbottio impercettibile, il tuo, ma
basta a mandarmi il sangue al cervello.
“Mel, fottiti, pezzo di merda!”
[Troppo sboccato per un ragazzino? La guardia mi
fissa annoiata.]
Tu, ça va sans
dire, non batti ciglio.
“Piedipiatti del cazzo…”
Mastichi e sputi, con quella cioccolata che ti è apparsa tra
le labbra senza preavviso.
Arriccio il naso e quasi ti spingo oltre le porte.
[Lo sguardo del secondino mi buca la schiena.
Sì, decisamente sboccati, per due ragazzini.]
Un’ora e mezzo.
Ecco il tempo che ti ci
vuole per accantonare te stesso e ricordarti del resto del mondo.
Siamo ormai a casa quando arriva la domanda.
“Ehi, Matt, ma come cavolo hai fatto?”
Sbuffo, irritato dalla
sorprendente ottusità di un cosiddetto genio.
“Come vuoi che abbia
fatto? Ho chiamato Roger. Ha parlato lui con gli
sbirri per la cauzione.”
Mastichi,
mastichi, soprappensiero.
“E
ora dov’è?”
“Chi?”
“Il vecchio.”
Sospiro.
“È andato via dopo aver
sborsato. In fondo, avendo lasciato l’istituto, non sei più sotto la sua
tutela.”
E, roba da non crederci
– ma tutt’altro che incredibile, sulla tua bocca – tutto
ciò che riesci ad emettere è un iroso grugnito.
“Bel modo di
scaricarci. Vecchio bastardo.”
Stringoipugni.
[Normalmente, giuro, non reagirei. Sono più che abituato al tuo patologico
egocentrismo da reginetta del dramma.]
Èsolo che…
[Ho avuto paura, razza di
brutto stronzetto ingrato.
Peccato tu sia troppo concentrato in te stesso per renderti conto di
qualunque cosa.]
“Fa’ un favore al mondo
e va’ a farti fottere, Mel.”
È uno sguardo strano
quello che mi lanci, obliquo e velato.
“Già visto, già fatto.”
Ed è in momenti come questo che vorrei spaccare quella tua mostruosa e
angelica faccia da schiaffi, ammirare il vermiglio
tingere a calde tinte la pelle diafana
e ridere dello sgomento negli occhi opachi.
Non trovare confine tra gioco e tragedia
innesca granate di ossessiva follia, disseminate ad arte nel
mezzo di un corpo stordito dai tuoni, scosso da brividi di insano terrore e
vile, gelido dubbio.
Te ne stai lì e sorridi, occhi ciechi e sfuggenti per una
menzogna troppo sincera, o una verità cruda quanto l’inganno. Tu, pallida e
mitica Gioconda dalla storia interrotta, parli senza alcunché
rivelare.
~ E la codardia regna sovrana
nell’eco del silenzio che segue.
Perché
è più facile restare immoti che avanzare a tentoni. ~
.Fin.
La mia velocità nei post mi sorprende! :3
Non barerò, questa è tutta roba che avevo già pronta sull'hd. Dal prossimo caitolo in poi temo di andare a rilento, matter-of-factly.
Dunque. Non mi piace per niente questa shot. La publico solo per coerenza storica e artistica, ma non sono neanche lontanamente soddisfatta del lavoro. Il messaggio che volevo lanciare si discosta troppo dal resto del plot, ed è piuttosto nebuloso. Piuttosto molto, va'. Anzi, facciamo così: per una volta io non esplicito nulla. Vorrei sentire cosa pensate voi, e cosa credete significhi la scena finale, quella subito prima del testo in corsivo. Perché la parte dramma di questa shot - vi ricordo il titolo della raccolta! - si trova proprio lì, ma è grottesca, improbabile e confusa. Sapete, rettifico. Non è che questa shot non mi piaccia: io la detesto.
E la mia amica si è anche lamentata perhé ho barato - di nuovo, a suo avviso - sulla parola fornitami. Ma proprio non riuscivo a vedere niente di stimolante nello scrivere di piedi, così ho manovrato ancora una volta la lingua italiana a mio piacimento, in questo caso per sbattere Mel in cella. [E non chiedetemi di cosa fosse colpevole, perché Non Lo So.]
Prima che questa feroce corrente di autocritica e malumore d'autrice influenzi tutte voi, mi limto a ringraziare le inestimabili ragazze che mi seguono e quelle che commentano, aka MellosBarOfChocolate, Soleya, Peach (una nuova fan è sempre ben accetta!^^) e ovviamente Betta90. Giuro e spergiuro che i capitoli a venire saranno migliori, anche perché con questo qui ho toccato il fondo -.- .
Vi saluto. Pace, amore, empatia, come scrisse Kurt Cobain. O chi per lui.
Negli scatti ferini delle dita impazienti non può esistere
una passione sincera.
[Perché non c’è mai stato niente di
schifosamente sincero, in te, e io ti detesto.]
Ma sono un bugiardo.
Lo sono
ancora. Per te, va bene, ma sempre un bugiardo.
Tu non lo sai, ma da bambini ti lasciavo
vincere.
Per farti contento.
E per me. Per non dover sopportare i tuoi
isterismi da campione scaraventato indebitamente giù dal podio.
[Perché non c’è più niente di
schifosamente sincero, in me, e quel che c’era te lo sei portato via.]
Le bocche, le lingue, la saliva calda e densa di sapori,
sapori mischiati e storditi di altre persone, di gente
diversa che ci ha toccati e lasciati a crepare.
Urti inavvertitamente il freno a mano, con la foga del
ginocchio sinistro assoggettato a te senza partita.
Sei sempre così esigente, pretendi
il massimo da tutto e da tutti. Dalle macchine e dalle rotule.
Infatti sbuffi, contrariato, e
l’onere di frenare l’auto prima di schiantarci tocca a me.
Ad emergenza rientrata torni a operare
con quei gesti bruschi che ti riflettono a meraviglia, che vivono in te quanto
vivi tu in loro, chiusi tutti voi nel piccolo morso del tuo perfezionismo.
[E vi detesto, di cuore, tu e
l’intimità che hai con i corpi, tu e il tuo pretendere, e il loro dare.]
Ti sento lottare con la fibbia della cintura e strapparmi i
bottoni con forza, scucendo un passante dei jeans
troppo vecchi perché possa buttarli.
{ ~
Continua a darti da fare, così forse smetterò di pensare.
Ma comunque vada, l’ultimo colpo
spetta a me soltanto.
Per tutti quelli che
hai sparato tu senza ragione. ~ }
Quando non trovi più ostacoli
scendi a concedermi la luce del tuo buio, perché dentro sei così caldo e così
stretto, sì, ma anche tanto buio, Mel.
E ti lasci scopare, perdendo il
controllo a piacimento e quindi mai
realmente, infame calcolatore.
Sono pure a corto di insulti.
Vorrei che non mi facessi sentire tanto bene.
Mi spingi e conduci nel meraviglioso mondo di orrore che hai dentro, nel culo
e nel petto, mentre persino le bocche cambiano sapore, e io non chiedo che ciò
che mi dai.
[Come ogni stramaledetta volta che
ho accettato le pallottole e ho cercato di scoparle, spremerne la linfa e
ricavare quel po’ di te che doveva esserci inciso, da qualche parte sul rame, e
allora fottermelo a sangue – perché mi desse piacere
quando sapevo di meritarlo.]
Vengo forte nello spettro di una libertà che sa di gomma
bruciata, di serbatoio che perde ed un
po’ anche di te, va’.
Vengo per tutte le volte che hai aperto il fuoco, e mi
riverso nel tuo corpo per restituirti i proiettili uno ad uno. Difatti
sussulti, come se il bianco bollente che avverti fluire non foss’altro
che polvere da sparo incandescente, fusa abilmente dal lavoro cauto di chi ha
saputo aspettare.
{ ~
La verità è che non ho mai voluto prenderti niente, solo implorato d’avere
qualcosa da darti.
Ma, dacché siamo
entrambi bugiardi, questo posso anche tenermelo per
me, eh amore mio? ~ }
E so che quando scenderemo da quest’auto sarà tutto come sempre, tu a scoparti il tuo
controllo sulle cose, con ogni corpo che potrai mai desiderare.
Ed io ad attendere con fame disperata il prossimo morso, che
mi urlerà ancora, nel sangue tratto senza nutrirti, quanto forte sia la tua presa e quanto ferreo il tuo giogo.
He shot me down.
I hit the ground.
That awful sound.
My babyshot medown.
.Fin.
Très di fretta! Un grazie di cuore a Betta e Soleya per aver commentato l'ultimo capitolo, e mi scuso con chi mi segue per l'attesa!
A presto ^_^
“Va bene, riprendiamo. Ma prometti
che dopo mi lasci in pace.”
“Perché, hai qualcosa di meglio da
fare? Oh, giusto: finire quello stupidissimo livello
al gameboy!”
“Fatti gli affari tuoi e cerca di concentrarti. Pronto?”
“Quandovuoi.”
“Mood.”
“Facile! Luna.”
“…Quello è moon, con la n.”
“Mica è colpa mia se tu non scandisci bene le lettere! Vaiavanti.”
“Cheap.”
“Patatin…”
“Con la e, Mel. Cheap, con la e. Fa’ attenzione, okay?”
“Per chi accidenti mi hai preso? Sono perfettamente in grado
di ordinare delle patatine in un altro Paese.”
“Già, ma non capiresti neppure se sono economiche.”
“E a chi importa, tanto offre la
scuola! Piantala di disorientarmi e dammi un’altra
parola.”
“Come vuoi tu, ma ti assicuro che è l’ultima. Apri bene le
orecchie e rifletti. Weather.”
“Cherazzadiparolasarebbe?!Scommetto che te la sei
inventata.”
“Nient’affatto! Ti servirà, nel remoto caso in cui tu riesca davvero a mettere piede in Inghilterra.”
“Non capisco proprio come – AH! Ah-ah! Ma certo, oraricordo! L’hosentitaallatv!”
“Hallelujah. E allora…?”
“Pelle! Come quella del mio giubbotto
nuovo, sai, quello che ho preso alla televendita. Come ho fatto a non pensarci subito?!”
“…Sai, dopotutto la tua totale ignoranza non sarà un vero
problema.”
“Perché con la mia straordinaria intelligenza riuscirei a farmi capire anche da un branco di analfabeti?”
“Nope.
Perché tanto Roger ha già detto che
sarà Near a partire per Londra!”
Ovviamente bluffavo. Niente e nessuno sarebbe
mai riuscito a tagliarti fuori da quel viaggio, e lo sapevamo entrambi molto
bene.
“Stai scherzando! Io devo
partire!”
“Mel, accetta la realtà. Sei del
tutto negato.”
“Chiudi il becco e non calunniarmi! Ti rendi conto dello
smacco, dell’impalpabile ma vivida onta dell’esser privato di ‘sì impellente
esperienza culturale?”
“Puoi anche risparmiarti i paroloni, la gara di linguistica era lo scorso trimestre. E seiarrivatosecondo pure là.”
“Budriere! Che razza di parola sarebbe budriere?”
“Quella con cui Near ti ha
battuto, apparentemente.”
“È stata solo fortuna, e poi lo sanno tutti che il vecchio
fa i favoritismi.”
“In tal caso come speri di essere incluso nel gruppo per
Londra?”
“È lì che L ha studiato nel corso
della sua adolescenza, Matt. Non importa come, ma otterrò
quello che voglio. Parteciperò a quel viaggio, fosse
l’ultima cosa che faccio!”
“Ah-ah.”
“Non guardarmi in quel modo. Il fine giustifica i mezzi,
no?”
“Yep. Ora traduci in inglese.”
“Sta’ un po’zitto e dammi una
mano!”
Roger diceva spesso che eri un vero terrorista, e lo faceva in quel suo modo
tipico, portandosi la mano alla fronte e scuotendo la testa in atto di
scoramento. Forse pregava nottetempo
per la tua anima, chi lo sa. Poco ma sicuro, il vecchio conosceva i suoi
polli.
Solo che non avrei mai creduto possibile che tu arrivassi a tanto.
“Questo tour è una noia mortale. Credi forse che L abbia sprecato il suo tempo guardando degli stupidissimi
ponti o delle orribili ruote panoramiche?”
“Ma si tratta dei monumenti più
importanti della città! Il Tower Bridge, il MilleniumEye…”
“A chi vuoi che importi?! Siamo i
predestinati successori del detective numero uno al mondo, mica dei costruttori
edili. Voglio vedere dove L ha studiato.”
“Guarda che è previsto, nel tour. Ci arriveremo più tardi,
dopo la pausa pranzo.”
“Ma io voglio vederlo adesso!”
“Smettila di agitarti e resta seduto,
o finisce che ti becchi di nuovo un albero in faccia.”
“Stupidissimi tour-bus per turisti.”
“Tour-buses, plurale.”
“Sulla fiancata c’è scritto senza s! E
ora chiudi il becco e fammi passare.”
“Mel? Dove… dove stai andando?!Mello, torna qui! È vietato parlare al conducente! Mello!”
Era vietato, certo, ma non a te. Rimasi di sale a fissarti
mentre blateravi nel tuo inglese pasticciato, evidentemente destinato ad
una brutta sconfitta per il tuo ipertrofico ego. Ma
avevo fatto
male i miei conti, sembrava, perché tornasti a sedere con un ghigno
malevolo
stirato ad arte su quel faccino d’angelo sadomaso.
“Okay, ma svegliami appena arrivano gli sbirri. Quando ti
leggeranno i tuoi diritti e non capirai una sola parola
dovrò immortalare l’evento per i posteri.”
In qualche modo te la cavasti, quella volta come tutte le altre. Roger non fu contento di sapere che la guida ci aveva mollati nel mezzo di una radura erbosa persa nel nulla, ma
neanche il suo
sfiorato colpo apoplettico avrebbe mai cancellato l’emozione che mi diede
seguirti.
“…Dovesiamofiniti?”
“Ti piace?Ho letto che L
veniva sempre qui, nei pomeriggi di sole. Sedeva sotto quest’albero,
dove siamo noi ora, e studiava i fascicoli dei suoi primi casi.”
“Come facevi a sapere una cosa del genere?”
“Mi sonodocumentato.”
“…Perché ci hai portato me?”
“Chedomandasarebbe?!”
“Insomma, tu sei mortalmente geloso di ogni
cosa che apprendi sul conto di L. Non capisco perché abbia
deciso di dividere questa con qualcuno, ecco tutto.”
“Matt, certo che sei scemo forte.”
“…?”
“Tu non sei mica una minaccia, per me. Non avrei mai portato
qui nessun altro, è vero, ma tu fai eccezione.”
“Perché, forse non mi ritieni all’altezza di succedere ad L? Guarda che potrei battere te o Near
in qualunque momento, se solo volessi.”
“…Perché tu sei mio amico.”
“Oh.”
Non sarei riuscito a dire nulla di più sensato, in quel momento. Ero
con te nel giardino di L, a dividere il momento più prezioso della nostra
storia, sapendo esattamente
quanto fossi privilegiato.
“E allora? Avevo ragione o no?”
“Su cosa?”
“Quello che ti ho detto prima, sul bus.”
“Beh, mica tanto.Tour-bus è singolare, tour-buses
plurale. Fine dellaquestione.”
“Non quello!L’altracosa.Te l’ho detto quando il conducente ci ha lasciati qui. Giàdimenticato?”
Per fare la cosa giusta, talvolta devi prendere la strada sbagliata. Me
lo ricordo ancora, Mel, e
sarà così sempre, fino alla tomba. Ironia della sorte,
non manca poi molto: qualche
chilometro più in là e poi svolta a destra. Mai avrei creduto di misurare i miei
ultimi momenti
in frammenti d’asfalto, ma cosa vuoi che ti dica.
Questa vita è un bizzarro tour-bus, amore.
E poco male se le tue parole, quella saggezza
da terrorista in erba, continuano a rimbombarmi nelle orecchie,
mentre tremando do gas. Se tornare indietro fosse la cosa giusta da fare, Mel, se
tornare
da te fosse la cosa giusta da fare, allora girerei questo sterzo e invertirei
la rotta, perdendomi nella certezza di una strada sbagliata e di una nuova vita
da vivere. Una più giusta.
“Matt…”
“Chealtrovuoi?”
“Non voltarti indietro,
domani. Qualunque cosa accada, non voltarti mai.”
“Perché, hai paura che
ti veda cadere dalla moto come un’idiota, ammanettato a quella tizia?!”
“No. Perché ho paura di
prendere la strada sbagliata.”
“E questa è la tua
preoccupazione??! Pensavo avessi studiato la mappa in
ogni dettaglio.”
“L’ho fatto.”
“Allora qual è il
maledettissimo problema?”
“Per fare la cosa giusta, talvolta devi
prendere la strada sbagliata.”
“Senti Mel, sono stanco, è l’una di notte. Non li reggo i tuoi
indovinelli.”
“…Lascia stare. Ora va’ a dormire, ché domani è un gran giorno.”
…Londoncalling
at the top of the dial…
After all this, won’t
you give me a smile?
.Fin.
********
Per
la serie, chi non muore si rivede J
Tralascerò
le spiegazioni futili sui cali d’ispirazione e gli scossoni della vita, tanto
non hanno importanza. E a chi
ancora ricordasse me e la mia raccolta, rivolgo un invito a tornare indietro di
qualche capitolo.
London Bus (la mia amica e le sue benedette parole. Tutta colpa
sua se ho smesso di scrivere! xD)
culmina sul finale con una scena che va direttamente integrata al contesto di Scala [Reale]. È la notte prima della fine – attimi che Matt
rivive nei frammenti in corsivo – e fervono i preparativi. Mentre Mello s’affanna a esporre il suo
piano nei dettagli, il complice si abbandona alle riflessioni amare viste in Scala. Ebbene,
il paragrafo conclusivo della presente è il vero finale di quel capitolo lì, l’ultima
scena dell’ultima notte. Mi chiedo se Mello faccia a
voi la stessa pena straziante che fa a me.
La
canzone che apre e chiude LondonBus non poteva che essere una pietra miliare del punk inglese anni ’70,
alias LondonCalling dei Clash. ^^
“…
Londra sta chiamando le città lontane…”
“…
Londra sta chiamando, in selezione rapida. Dopo tutto
questo, non mi faresti un sorriso?”