My Father and Me

di HIMsteRoxy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 2: *** Il misterioso ospite ***
Capitolo 3: *** La scelta ***
Capitolo 4: *** Visite inaspettate ***
Capitolo 5: *** Addio a Loki ***
Capitolo 6: *** Il regno degli Elfi Oscuri ***
Capitolo 7: *** Il patto ***
Capitolo 8: *** La pietra del sole ***
Capitolo 9: *** Guai in vista ***
Capitolo 10: *** La guerra ***
Capitolo 11: *** La verità ***
Capitolo 12: *** The end ***



Capitolo 1
*** Un nuovo inizio ***


Era passato un anno da quando avevo messo piede su Asgard e avevo conosciuto mio padre. In quel periodo passato al suo fianco, insieme anche a Freki e a Thor, ero diventata più forte e più sicura di me. 
Ma al mio ritorno su Midgard, in compagnia di Loki, non tutto iniziò nel modo giusto. 
Finii la scuola e trovai subito lavoro in una piccola libreria vicino casa. Ero stata davvero fortunata ad essere stata assunta in così breve tempo. 
Ma da quando Loki venne a sistemarsi a casa, persi dopo alcuni mesi l’amicizia con Anne e dovetti anche affrontare la morte di mia nonna. 

Il motivo per cui Anne si allontanò da me fu proprio Loki. Da quando scappai e lasciai Midgard in compagnia di Loki, Anne iniziò a condividere la stessa indifferenza morbosa che tutta la città aveva nei miei confronti. Pensavano ancora che fossi pazza e che starmi alla larga ed evitarmi di guardare negli occhi fosse la soluzione migliore. 
Così quando tornai a Midgard Anne evitò di rispondere alle mie chiamate e finse di stare male ogni volta che la andavo a trovare a casa. I primi tempi fu difficile accettare questa situazione ma col tempo ci feci l’abitudine. Anne era uguale a tutti gli altri, era questa la verità. Ed io ero superiore a tutti quelli stupidi midgardiani.

Feci anche l’abitudine alla scomparsa della nonna. Aveva accolto felicissima l’arrivo di Loki e insieme formavamo una famiglia alquanto felice. Ma nel periodo natalizio, che Loki chiamava Yule, si sentì male e ci lasciò per sempre. Fu un duro colpo ma grazie a Loki riuscii a superare anche questa disgrazia. Adesso eravamo rimasti solo io e lui. 
 
Furono questi i pensieri che affollarono la mia mente quel giorno. Ero seduta sul sedile dell’autobus mentre tornavo a casa, dopo una giornata di lavoro. La neve cadeva a fiocchi davanti ai miei occhi mentre si depositava sulle strade e sui marciapiedi ghiacciati. 
Per tutti questi dodici mesi mi ero trascinata tra novità e notizie brutte. E se ero arrivata a quel punto dovevo solo ringraziare mio padre. 
Avevamo fatto un patto: non avrebbe più fatto del male a nessuno, non avrebbe tentato di riprendersi il trono di Asgard e avrebbe attaccato al chiodo la sua divisa; tutto ciò equivaleva a passare una vita normale, sebbene fosse uno sforzo per un Asgardiano. 
Loki aveva accettato. In fondo se avesse commesso qualche altro errore avrebbe potuto dirmi addio per sempre, stavolta. Forse più che un patto era uno sporco ricatto, ma era indispensabile. E fino ad ora aveva rispettato le mie regole.

Arrivai davanti la porta di casa e mi fermai per cercare le chiavi. Sentii provenire da dentro delle voci, come se Loki avesse invitato qualcuno a casa o avesse fatto entrare qualche insolito visitatore. In tutti quei mesi nessuno era venuto a bussare alla nostra porta. L’unica persona che vedevo ogni giorno era solo Loki e basta. 
Trovai le chiavi e, sospirando, mi decisi ad entrare. 
- Papà? 
Domandai, mentre le voci svanirono all’improvviso, come se avessi interrotto qualcosa. Richiusi la porta e mi avviai verso il soggiorno. 
- Papà? 
Richiamai Loki. 
Entrai in soggiorno e lo vidi seduto su una vecchia poltrona rossa. Lo fissai attentamente per qualche secondo. Stava comodamente adagiato su di essa, tenendo le braccia appoggiate ai braccioli, mentre le gambe erano accavallate una sull’altra. Quella posizione gli conferiva di certo il profilo di regnante. 
Loki mi sorrise e mi fece cenno di avvicinarmi, vedendomi ferma sulla soglia. 
- Hel, tutto bene? Com’è andata la giornata? 
Mi chiese con quella sua voce ammaliante. 
- Bene. 
Risposi spaesata. Mi ero preparata a ricevere l’inaspettato ospite, invece di lui non vi era traccia. Loki era da solo in quella stanza. 
- Ho sentito delle voci. 
Aggiunsi aggrottando la fronte. Per un attimo ebbi paura di avere avuto qualche visione. 
- Stavo guardando la tv. 
Rispose sorridendo di nuovo. 
- Tu odi la televisione. 
Aggrottai di nuovo la fronte. Prima che potessi ribadire, Loki si alzò e mi cinse con un abbraccio ridendo. 
- Pensavo che ci fosse qualcuno… 
Aggiunsi. 
- Chi vuoi che venga a farmi visita?
Chiese spalancando gli occhi. 
- Non so… Freki o Thor! 
Risposi alzando le spalle. 
Loki ebbe un sussulto e si voltò dall’altra parte. Benché fosse passato tutto quel tempo non era ancora riuscito a digerire il fatto che Thor fosse diventato Re di Asgard al posto suo. 
Era dura da accettare, riuscivo a comprendere i suoi sentimenti. Ma doveva andare così, Thor era destinato a ricoprire quell’incarico e Loki prima o poi doveva farsene una ragione. 

Il silenzio calò su di noi ed io mi sentii in colpa per aver riaperto la ferita. Mi dava ancora le spalle e se ne stava immobile a fissare il pavimento. Appoggiai allora la mia mano sul suo braccio, ma al contatto con la sua pelle fredda mi scostai improvvisamente. 
Lui si girò e fu in quel momento che vidi per la prima volta la sua vera natura: il suo viso era diventato azzurrino e le sue iridi rivelavano un rosso acceso. 
Sussultai mentre non riuscivo a staccare lo sguardo dal suo viso. Loki mi fissò inespressivo, poi cambiò sguardo e si acquietò mentre la sua pelle ritornava a riprendere il normale colorito roseo e i suoi occhi ridiventavano verdi. 
- Sono quello che tutti chiamano mostro. Ecco cosa sono! Il figlio rinnegato di un gigante… 
Disse evitando di guardarmi. 
- Non sei un mostro… 
Ribadii, avvicinando la mia mano alla sua. Loki si allontanò da me. 
- Cosa allora? 
Domandò. 
- Sei mio padre. L’unica persona che mi è rimasta. 
Risposi, sorridendogli debolmente. 
- Non sono sicuro di esserne all’altezza. Riponi troppa fiducia in me, Hel. 
Concluse, uscendo di casa. 


*Angolo dell’autrice: 
Eccomi di nuovo qua!! Sono la vostra Roxy!! Come avete passato queste vacanze?? Vi siete divertiti?? 
Sono passati alcuni mesi da quando ho scritto le avventure di Hel e di Loki. Mi hanno chiesto di continuare questa storia e finalmente l’ispirazione ha fatto il suo lavoro!
A dire la verità, ho avuto molta nostalgia di Loki ed Hel… mi sono mancati! Ma adesso ecco una nuova storia!
Questo è il primo capitolo! Ditemi cosa ne pensate ^_____^ 
Baci, la vostra Roxy. 

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Capitolo 2
*** Il misterioso ospite ***


Rimasi spiazzata dalla reazione di Loki e non proferii nessuna parola e non azzardai nessuna mossa. Rimasi lì, a guardare la porta richiudersi automaticamente.
Furono le sue ultime parole a impedirmi di rincorrerlo, di dirgli che andava tutto bene nonostante quella piccola frase.
 
Non era pronto a rispettare il nostro patto; ero riuscita a leggerglielo nel suo sguardo. La paura di sbagliare era più forte di qualsiasi altra cosa.
Ma la cosa che mi dava ancora sui nervi era il suo carattere mutevole: cambiava umore in un millesimo di secondo e in quei pochi minuti era arrivato a sfiorare i suoi limiti personali. Si era trasformato nel gigante di ghiaccio che in tutto quel tempo aveva cercato di tenere a freno. E come se non bastasse era fuggito.
 
Sospirai amaramente. Mi guardai attorno e decisi di stendermi per qualche minuto sulla poltrona per riflettere un po’. Avevo passato una giornata faticosa per via del lavoro; ci mancavano solo i dubbi di mio padre per rovinarmi anche la serata.
Accesi la tv e mi lasciai andare ai discorsi di un film, senza però farci troppo caso. Quando intravidi su una delle sedie di fronte a me, delle macchie scure come la pece.
Mi alzai cautamente e mi avvicinai alla sedia. Era ricoperta di una strana sostanza viscida. La toccai e questa prima che potessi esclamare qualcosa venne assorbita dalla mia pelle in un millesimo di secondo.
Guardai allora intorno alla sedia e scoprii anche che il pavimento sottostante ne era ricoperto.
Forse Loki mi aveva ingannato: c’era stato un ospite in casa! Ma che tipo di ospite? Non riuscivo a classificare quella strana sostanza.
Loki non stava guardando tranquillamente la tv, ma stava avendo una discussione con l’inaspettato ospite. Ed ecco anche spiegato il suo cambiamento repentino d’umore. Cosa mi stava nascondendo?
 
L’indomani mattina mi alzai più tardi del solito. Era il mio giorno libero e decisi di rimanere un’ora in più a letto.
Per tutta la serata Loki non ritornò a casa. Non mi preoccupai per la sua assenza. Se veramente mi stava nascondendo qualcosa aveva fatto bene ad andarsene per un po’. Ero quasi arrabbiata con lui per il suo strano comportamento. Questo avrebbe avuto delle conseguenze; stava venendo meno al nostro patto.
 
Entrai in cucina per preparare la colazione e vidi Loki seduto a tavola.
- Buongiorno.
Mi salutò sorridendo, come se non fosse accaduto nulla.
- Buongiorno.
Risposi secca.
- Qualcuno stamattina si è alzato di malumore?
Domandò lui.
- Dove sei stato ieri sera?
Chiesi, evitando di rispondere alla sua domanda.
- Dovevo pensare a una cosa.
Rispose alzando le spalle. Lo fissai, ma i suoi occhi non esprimevano nessuna emozione. Non riuscii a carpire i suoi pensieri, purtroppo.
- Perché non mi hai detto che ieri hai avuto una visita.
Dissi, giungendo al dunque.
- Perché non è la verità.
Rispose sicuro di sé.
 
Lasciai perdere l’argomento. Era inutile discutere con lui. Non mi avrebbe mai detto cosa gli passava per testa. Così decisi di rimettere a posto un po’ la casa.
Mi avviai verso la mia stanza e cominciai a sistemare la miriade di vestiti che giacevano in ogni angolo della camera. Per tutta la settimana non avevo avuto tempo per mettere ordine e Loki non era certo di aiuto.
Quando all’improvviso sentii un rumore sinistro, provenire dalla soffitta.
- Loki, sei tu?
Domandai. Ma non rispose.
Ripresi con le mie faccende, quando il rumore si fece sempre più forte. Allora salii le scale fino in soffitta e aprii la porta. La soffitta era semibuia e non si riusciva a vedere molto.
- Loki?
Chiamai.
- Hel, che succede?
Rispose Loki, ma la sua voce proveniva dalla cucina e non dalla soffitta.
Prima che potessi girarmi verso il fondo della scala, sentii una mano che mi tirò dentro e richiuse la porta bruscamente dando due mandate. Nell’impatto caddi a terra e sbattei la testa contro qualcosa di duro, forse una vecchia cassapanca dimenticata lì per chissà quanto tempo, e persi i sensi senza rendermi conto di cosa stesse accadendo.
 
 
*Angolo dell’autrice:
Come sempre siete molto numerosi!! Grazie a tutti quelli che continuano a seguirmi ^____^
Questo è il secondo capitolo. Ditemi cosa ne pensate ^_____^
Baci, la vostra Roxy.
 

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Capitolo 3
*** La scelta ***


Mi risvegliai qualche minuto dopo. Per fortuna il colpo non era stato così violento da ammazzarmi all’istante.
Barcollai nell’intenzione di alzarmi dal pavimento freddo. Era ancora così tutto buio, ma riuscivo lo stesso a sentire la presenza di qualcuno nella soffitta. Mi spostai alla cieca di qualche metro, ma sfiorai inavvertitamente una sostanza viscida, la stessa che avevo trovato in soggiorno.
- Cos’è?
Domandai tra me e me. Un rumore a pochi metri da me mi fece sobbalzare. Rimasi in attesa, mentre il cuore cominciava a battere sempre più forte, e vidi sotto una luce fioca uno strano essere venire verso di me.
Aveva l’aspetto umano, ma a differenza nostra la sua pelle era viscida e nera come la pece. I suoi occhi erano iniettati di sangue e al posto dei capelli vi erano solo due piccolissime orecchie appuntite.
- Cosa sei?
Bisbigliai.
- La domanda giusta è: chi sono?
Rispose l’essere. La sua voce risuonò tetra per tutta la soffitta.
- Sono un dokkalfar, ma voi umani ci conoscete come ‘elfi oscuri’.
Aggiunse fissandomi con distacco.
- E cosa vuoi da me?
- Voglio fare un patto con la figlia di Loki.
- Come sai che sono…
Sbottai improvvisamente. Provavo una certa possessione nei confronti di Loki.
- So molte cose di te e della tua vita. Io e Loki, un tempo, eravamo amici.
Sussultai. Era normale: Loki in passato era stato in combutta con molte persone o esseri soprannaturali. Ed io prima o poi avrei dovuto farci l’abitudine. Il suo passato non mi doveva interessare.
- Allora, non vuoi sapere perché sono qui?
Disse l’elfo.
- Se eravate amici, perché mi hai rinchiuso qua?
- Perché Loki è venuto meno a una promessa. E sono venuto qua per ricordarglielo.
- Che genere di promessa?
- Non posso dirtelo, ma sappi che tuo padre non mi ha accolto bene l’altro giorno.
- L’altro giorno?
Sussultai di nuovo. Ecco chi era il misterioso ospite che aveva imbrattato il soggiorno.
- Per questo Loki non deve sapere nulla della nostra conversazione. Sono rivenuto qui per avere il tuo aiuto. Loki non ha voluto ascoltarmi.
- Riguardo cosa?
- Ho il sospetto che Loki voglia riconquistare Asgard e che voglia cominciare proprio da qua, da Midgard!
- Non è possibile! Lui mi ha promesso di non riprovarci!
Sbottai difendendo Loki.
- Ne sei davvero sicura? Allora perché non ti ha parlato del mio arrivo?
Sorrise maliziosamente.
- Non lo so.
Risposi afflitta.
- Qual era la promessa?
Domandai fissandolo negli occhi.
- Secoli fa giurammo di non danneggiare nessuno dei mondi esistenti, compresi Asgard e Midgard. Ma Loki venne meno a questa promessa un sacco di volte.
- Cosa dovrei fare io?
- Devi aiutarmi ad ostacolare Loki! Devi seguirlo, spiarlo…
- Non posso…
- Devi, invece. Se vuoi che davvero tuo padre cambi. Allora?
Rimasi a fissarlo mentre la mia mente andava in confusione. Mi sentivo di nuovo tradita da mio padre. Perché mi faceva questo?
All’improvviso qualcuno bussò alla porta della soffitta. Era Loki. Mi girai verso la porta e ansimai. Non sapevo più da che parte stavo.
- Non dire nulla a Loki, intesi? Verrò a cercarti uno di questi giorni. Pensa alla mia proposta.
Concluse l’elfo svanendo nel nulla.
Mi avvicinai alla porta e Loki la spalancò per entrare.
- Hel, stai bene? Cos’è successo?
Mi abbracciò spaventato. Nei suoi occhi verdi vidi un’ombra di tristezza.
- E’ tutto apposto. Era solo un piccione che si era intrufolato in soffitta. E poi all’improvviso si è bloccata la porta.
Mentii spudoratamente, mentre cercavo di contenere le lacrime. Loki mi baciò la fronte e mi abbracciò.
Lo guardai e abbassai lo sguardo, afflitta. Riusciva a mentire così facilmente. Come se non fosse accaduto niente di rilevante. Come se le sue idee e i suoi progetti non fossero anche affari miei.
Dovevo assecondarlo o mettermi contro di lui e distruggere il nostro rapporto? Ero così confusa che non riuscivo a pensare a un futuro migliore. Adesso era riuscito a demolire tutti i miei sogni e le mie speranze.
 
*Angolo dell’autrice:
Scusate per il ritardo, ma l’ispirazione era andata in vacanza xD Ringrazio chi mi ha lasciato una recensione e ringrazio nuovamente chi continua a leggere ogni capitolo che posto.
Ecco il terzo capitolo. E voi da che parte state? Loki o il misterioso elfo oscuro? Ditemi cosa ne pensate ^____^
Baci, la vostra Roxy. 

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Capitolo 4
*** Visite inaspettate ***


I giorni seguenti passarono lentamente e in modo ambiguo. Quella notizia aveva sconvolto totalmente la mia esistenza.
Adesso ogni mattina mi svegliavo turbata, con la paura di vivere assieme al vecchio Loki. Ricordavo ancora come mi aveva trattata ad Asgard: mi aveva rinchiusa in quella cella e aveva goduto nel vedermi debole. Era una di quelle cose che non sopportavo e che temevo potesse succedere di nuovo. Quel lato oscuro di Loki mi faceva così paura, come se non avesse un cuore. Ma sapevo che nel suo profondo provava dei sentimenti forti verso di me, ma quel ricordo mi terrorizzava fino a odiarlo.
Cominciai a tenerlo sott’occhio, a vedere in ogni sua minima mossa il male, a sospettare di lui in ogni attimo e a cominciare ad avere pregiudizi.
Non sapevo più quale fosse la differenza tra bene e male e iniziai a mentire anch’io ogni volta che mi chiedeva se stessi bene, se ci fosse qualcosa che non andava. Ma io sorridevo come se niente fosse e mi chiudevo in me stessa.
 
Quel giorno inaspettatamente venne a trovarmi Freki al lavoro. Rimasi sbalordita quando lo vidi comparire nella libreria dove lavoravo.
Non lo vedevo da un anno e adesso si ripresentava a Midgard senza preavviso.
- Hel, non mi dici nulla?
Disse Freki sorridendo. Non era cambiato affatto, era lo stesso di sempre. Lo fissai turbata, mentre sentivo le farfalle allo stomaco. In quei mesi non ero riuscita a dimenticarlo, sebbene anche lui mi avesse ingannata.
- Ciao.
Risposi abbassando lo sguardo.
- Tutto qua? Non sei contenta di vedermi?
- Sì, certo.
Dissi sforzandomi di sorridere. Avrei voluto dirgli: Dove sei stato tutto questo tempo? Avevo bisogno di te, ma non c’eri. Perché adesso ritorni? Ma il coraggio mi aveva già abbandonata da tempo.
- Cosa ci fai qui?
Gli chiesi, incerta.
- Io e Thor…
- Thor? E’ qui?
Sbottai preoccupata.
- Oh sì. Siamo venuti per vedere come stavate.
- E il Bifröst? Ricordo che l’ultima volta era andato distrutto…
Risposi, tremando. Mi ritornò alla mente quel dannato giorno in cui decisi di ostacolare Loki. E adesso, dopo un anno, si ripresentava la stessa situazione.
- E’ riuscito a ripararlo. Sai com’è Thor...
Rispose Freki, ridendo.
- E adesso dov’è?
- E’ già a casa, è voluto passare prima a salutare Loki.
Sussultai. Questo era davvero un problema! Loki non sarebbe stato contento di vederlo spuntare all’improvviso. Ma ormai Thor doveva già trovarsi a casa. Non potevo far nulla per impedire che Loki avesse una reazione esagerata nei suoi confronti o che Thor capisse i suoi piani. Nel profondo del mio cuore, sentivo l’esigenza di proteggere Loki, nonostante il suo piano imminente di soggiogare Midgard. Non volevo che Thor lo portasse via da me. Questa volta avrei risolto io la situazione.
 
Finito il mio turno di lavoro, io e Freki ci avviammo verso casa.
- E’ passato molto tempo dall’ultima volta.
Iniziò Freki.
- Un anno.
Risposi malinconicamente. Un dannatissimo anno, Freki. Pensai.
- Già. Allora che mi racconti?
- Non so.
Alzai le spalle. Non sapevo cosa rispondere, in verità. La mia vita era così ordinaria che mi sembrava noiosa riguardo a quella che potesse condurre Freki ad Asgard. Midgard era un mondo noioso.
- Niente segreti, congiure?
Domandò lui ridendo. Quella sua domanda mi lasciò spiazzata. Stavo nascondendo dei segreti e Loki stava facendo la medesima cosa. Non potevo parlare di tutto questo a Freki. No, non potevo. Avrebbe spifferato tutto a Thor e non volevo che s’intromettesse. Thor avrebbe cominciato a giudicare suo fratello e alla fine l’avrebbe sbattuto in una cella.
- Midgard non è come Asgard, lo sai benissimo.
Risposi sorridendo.
- Oh si certo. Ma adesso che Thor è il nuovo regnante, non accadono molto cose. E certi giorni non c’è molto da fare e la noia mi prende.
Disse Freki, malinconicamente. Lo fissai sorpresa.
- Oh, siamo arrivati.
Dissi, mentre aprivo la porta con cautela. Non sapevo come l’avesse presa Loki e mi preparai a vederli litigare come ai vecchi tempi.
 
Loki e Thor si erano sistemati comodamente in salotto, mentre ridevano e scherzavano allegramente.
Sul tappeto, accanto a loro, stavano un mucchio di bottiglie e nel vedere Thor paonazzo in viso, capii che si era bevuto litri e litri di vino.
- Cosa avete combinato?
Domandai sbalordita. Loki mi sorrise dolcemente; lui era ancora sobrio per fortuna.
- Ciao Hel. Come stai?
Thor venne ad abbracciarmi, mentre barcollava un po’.
- Va tutto bene, vero?
Mi rivolsi verso Loki. Temevo che si fossero presi a botte.
- Oh sì, tesoro.
Rispose Loki, riprendendo a parlare con Thor. Freki si sedette accanto a loro ed io salii di sopra a cambiarmi.
Ero ancora frastornata dall’insolita ospitalità di Loki che non mi accorsi di non essere sola nella mia stanza.
- Ciao, Hel.
Sgranai gli occhi, mentre vidi l’elfo oscuro sbucare da un angolo della stanza.
- Cosa ci fai qua?
- Non ricordi il nostro patto?
- Io non ho fatto nessun patto con te! Non ti ho dato una risposta... adesso vai via!
Risposi tremando.
- Hai cambiato idea, per caso?
Domandò lui, avvicinandosi a me. Indietreggiai per la paura. Il suo tono suonava così spietato che non seppi dirgli di no.
- Bene. Cosa hai scoperto, allora?
- Ecco… Io… non so più da che parte stare, io voglio bene a mio padre e non vorrei rovinare tutto. Adesso è così contento…
- Contento?
L’elfo cominciò a ridere.
- E’ quello che vuole farti credere. Lui non è contento, lui vuole la rovina e aspetterà il momento giusto per fare ciò. Si servirà di te, per arrivare a soggiogare Midgard e tenterà di uccidere Thor e anche me.
- Come fai a sapere tutte queste cose?
- Prevedo il futuro e so che Loki non sarà mai un buon re.
- Ma lui è cambiato.
Risposi, con le lacrime agli occhi.
- No, Hel. Lui non cambierà né ora né mai. Come dite dalle vostre parti: il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
L’elfo mi sfiorò il braccio ed io lo scostai bruscamente. Mi sentivo afflitta ed essere consolata da un brutto elfo oscuro era l’ultima delle cose che avrei voluto.
- Lasciami stare!
Gli gridai fissandolo in faccia. Sentii dentro di me ardere una forza sconosciuta e intravidi la mia figura riflettersi nella superficie piatta dello specchio. Il mio viso, adesso, era come diviso a metà da una linea invisibile: metà parte della mia faccia aveva assunto lo stesso colore azzurrino di Loki, e andava a sfumarsi verso il rosa dell’altra metà del viso. Avevo dimenticato che dentro di me scorreva, per metà, il sangue dei giganti.
Come Loki quella sera aveva perso le staffe, adesso ero arrivata io a quel punto. Il mio limite di sopportazione era finito e dovevo prendere una decisione. La decisione che avrebbe cambiato la mia vita e quelle degli altri.
- Non pensavo che Loki potesse venire meno alla nostra promessa.
Dissi malinconicamente.
- Non riesci più a sopportare questa situazione. Devi reagire, Hel!
- E così sia…
Risposi, sospirando.
- Prepara le tue cose. Partiremo questa sera stessa.
Concluse l’elfo, svanendo nel buio.
 
*Angolo dell’autrice:
Eccomi di nuovo qui, con un nuovo capitolo.
Grazie a voi che continuate a seguirmi. Spero vi piaccia questa nuova storia.
Questo è il quarto capitolo. Lasciatemi un commento, se volete.
Baci, la vostra Roxy. 

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Capitolo 5
*** Addio a Loki ***


Rimasi seduta sul pavimento mentre fissavo il vuoto. Avevo scelto di schierarmi, di nuovo, contro mio padre. Lo avrei fatto soffrire e questa volta l’avrei perso per sempre. Ma quella era l’unica soluzione che mi rimaneva: prima che scoprisse che ero a conoscenza di tutto, dovevo scappare da lui per evitare che mi rinchiudesse da qualche parte per tenermi sotto il suo controllo.
La mia coscienza, però, era combattuta dall’amore che provavo nei suoi confronti e dall’odio che stava nascendo dentro di me. Non potevo andare via da lui, non un’altra volta. Come avrei fatto? Una lacrima solcò il mio viso e mi ritrovai a singhiozzare, mentre al piano di sotto sentivo distintamente le risate di Thor e Loki. Era davvero contento o stava solo bluffando? Lui, il dio dell’inganno, conosceva la felicità o l’unico sentimento che provava sinceramente era solo l’odio profondo verso tutti?
Asciugai le lacrime e cominciai a fare le valigie. Sarei partita tra qualche ora e dovevo fare molta cautela. Loki non doveva accorgersi di nulla. Se questo fosse successo, mi avrebbe fermato e sarebbe stato solo un tragico errore.
Presi il minimo indispensabile, non sapevo nemmeno quale fosse la mia destinazione, quando qualcuno bussò alla porta. Trasalii per lo spavento.
- Chi è?
Domandai stupidamente. La paura di essere scoperta era così forte che risposi in modo idiota.
- Hel… sono Freki.
Rispose incerto. Di certo Freki non si era aspettato quella domanda.
- Posso entrare?
Chiese, vedendo che non rispondevo.
- E’ successo qualcosa?
Domandai scocciata, mentre mi sbrigavo a richiudere la valigia e a nasconderla.
- Io e Thor stiamo andando via.
Rispose. La malinconia mi prese alla sprovvista: anche loro andavano via da Midgard. Come avrei fatto a guardarli negli occhi e a fingere che andava tutto bene? E come avrei fatto a dire addio a Loki?
Freki aprì la porta e uscii il prima possibile dalla stanza, spingendolo fuori per evitare che intravedesse la valigia.
- E’ tutto apposto?
Mi domandò Freki, fissandomi.
- Sì, certo.
Risposi, sorridendo. In quel momento mi sentii piena di vergogna. Mentivo spudoratamente a chiunque, ormai. Ero senza ritegno, solo per non ferire il mio orgoglio. Non avevo nemmeno provato a parlare e a convincere Loki. Ero direttamente andata ai fatti. Ma mi sentivo anche vigliacca, per come stavo scappando da questo problema.
 
Dopo mezz’ora accompagnai Thor e Freki alla porta. Ci salutammo calorosamente e cercai in tutti i modi di risultare normale, mentre cercavo di reprimere le mie emozioni.
Richiusi la porta alle mie spalle e successe l’inevitabile: ebbi una Visione.
 
Vidi Loki in un paese sconosciuto, avvolto da una folla immensa di gente, inchinata ai suoi piedi. Il clima era ostile e nessuno fiatava per via della paura che provava nei confronti di Loki.
Loki parlò e alla fine disse: Conquisterò Midgard e voi tutti vi sottometterete a me!
 
Aveva allora ragione il misterioso elfo: Loki aveva in mente tutto questo. Mi aveva promesso di non ricadere in questo errore, ma evidentemente per lui le promesse non valevano nulla. Era un Asgardiano e poteva fare ciò che voleva…
 
- Hel?
Mi chiamò Loki. Ritornai alla realtà e lo guardai ansimante. Ciò che avevo visto era troppo per me, non riuscivo a sopportarlo. Dovevo andare via da lì subito, dovevo farlo per il suo bene.
Ma al pensiero di lasciarlo, mi commossi e dai miei occhi cominciarono a sgorgare di nuovo le lacrime. Loki se ne accorse e venne ad abbracciarmi.
- Hel, vieni qua. Non piangere…Andrà tutto bene, Freki tornerà.
Disse, ma aveva frainteso tutto. Mi strinsi a lui e quello fu il mio modo di dirgli addio per sempre.
- Scusami, ma non sto molto bene.
Mi scostai da lui, evitando di guardarlo negli occhi e mi rinchiusi in camera mia.
Lui mi seguì dietro, si fermò sulla soglia della porta e tentennò nell’aprire la porta.
- Hel? Se ci fosse qualcosa che non andrebbe me lo diresti, vero? O se qualcuno ti avesse detto qualcosa di brutto nei miei confronti verresti da me a raccontarmi tutto, non è così?
Domandò da dietro la porta. Aveva scoperto tutto o aveva avuto solo una piccola sensazione?  
- Certo… Loki.
Risposi, cercando di fermare le lacrime. Lasciò andare allora la maniglia e scese rumorosamente le scale.
Sperai che non si fosse accorto del grande errore che avevo commesso: per la prima volta, dopo tanto tempo, lo richiamai con il suo nome e non papà. Avevo messo, senza volerlo una distanza infinita tra di noi.
Sospirai pesantemente e mi accucciai nel letto, mentre piangevo. Ma stremata dalle lacrime, mi addormentai.
Fui svegliata nel bel mezzo della notte dal tocco gelido di una mano viscida. Trasalii nel buio, mentre la mano mi impedì di gridare. Nell’oscurità intravidi due occhi rossi e capii che si trattava dell’elfo.
Mi sentivo terribilmente stanca e per un attimo pensai di mandare via l’elfo, ma al pensiero di essere rinchiusa in una cella, mi decisi a dire addio a Loki.
- Sono pronta!
Conclusi alzandomi.
 
*Angolo dell’autrice:
Ciao a tutti, come va?? Credo che questa sia la parte più triste e più brutta di questo capitolo. Mi sono anche commossa, mentre la scrivevo.
Comunque, grazie a chi continua a leggermi, chi mi lascia recensioni.
Ecco il quinto capitolo. Lasciatemi un commento, se vi va.
Baci, la vostra Roxy.
 

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Capitolo 6
*** Il regno degli Elfi Oscuri ***


Come se fossi immersa in uno di quei film sdolcinati, rividi nella mia mente i momenti più importanti della mia vita, mentre in compagnia dell’elfo scappavo per sempre da casa.
In quella notte gelida, senza luna né stelle, scappai da casa e dalla persona che fino al quel momento aveva cercato in tutti i modi di prendersi cura di me, nonostante la sua vera natura.
Prima di andare via, avevo tentennato per alcuni minuti e silenziosamente ero entrata in camera sua e avevo guardato Loki dormire. L’espressione del suo viso era così beata e inerme e non irruente, come lo era stata sempre. Avrei voluto abbracciarlo, ma l’avrei sicuramente svegliato.
Così, destata da quel magnifico momento, mi lasciai alle spalle ciò che ormai sarebbe appartenuto al passato e scappai.
Al sorgere del sole Loki non mi avrebbe visto girare per casa, mi avrebbe cercato in camera mia e non mi avrebbe trovato e infine avrebbe capito ciò che avevo combinato. Forse avrebbe avvisato Thor della mia scomparsa o semplicemente, per non ferire il suo orgoglio, avrebbe preso lui una decisione.
 
Il vento gelido rumoreggiava intorno a me, mentre seguivo imperterrita l’elfo. Per tutto il viaggio non osai proferire parola. Ma mille interrogativi stavano impazzendo dentro la mia testa fino quasi a scoppiare. Solo in quel momento mi resi conto in che guai mi ero andata a cacciare: non conoscevo affatto la razza degli Elfi Oscuri e non sapevo nemmeno se potevo o no fidarmi di loro. Non sapevo se avessero stretto qualche alleanza con Asgard. Non sapevo nulla e mi ero lasciata condizionare da quell’elfo. Ma ormai era troppo tardi per ritornare a casa, così cercai di mettermi il cuore in pace.
- Dove siamo diretti?
Chiesi all’improvviso. La mia curiosità era arrivata a un tal punto, che non riuscii a frenarmi.
- Tra poco lo vedrai.
Rispose l’elfo, ammiccando un sorriso. Lo fissai triste; di certo la sua risposta non era stata così esaustiva.
- Siamo quasi arrivati.
Aggiunse, guardandomi.
Avevamo lasciato Midgard da alcune ore e avevamo camminato per un’altra ora in una landa desolata, ricoperta solo di rocce nere dove il vento ululava infilandosi tra le crepe delle montagne, emettendo un suono lugubre simile a quello di un lupo.
Alcuni passi più avanti, intravidi all’orizzonte, una fitta boscaglia che si estendeva per miglia fino a confondersi con il contorno del cielo.
Ci addentrammo silenziosamente nella boscaglia, mentre strane creature si muovevano nel buio profondo in cui era immerso quel tetro luogo. Mi aggrappai al braccio nudo dell’elfo e cominciai a tremare.
- Non dirmi che hai paura…
Disse l’elfo ridendo, mentre i suoi occhi rossi lampeggiavano nell’oscurità.
- Certo che no!
Sbottai, mentendo.
- Siamo quasi arrivati alla dimora del nostro re.
Rispose l’elfo. Rimasi sbalordita. Avevo pensato, fino a quel momento, che fosse lui il capo degli elfi. Evidentemente mi ero sbagliata.
Arrivammo al picco di una montagna, dove si ergeva maestoso un castello. Da quella distanza si riusciva intravedere il via vai di alcune guardie elfiche.
Entrammo nel castello e mi meravigliai di quanto fosse cupo. Alle pareti, infatti, non vi era traccia di candele. Attraversammo un lungo corridoio fino a giungere alla sala del trono. Questa, rispetto all’intero castello, era rischiarata da un fioca luce che proveniva da una gemma posta al centro della stanza su un basamento di pietra. Dirimpetto stava un alto trono di ghiaccio, occupato dal regnante che era assorto nei suoi pensieri, mentre il viso era nascosto da una cappa nera come la pece.
- Mio signore, lei è qui.
Cominciò a parlare l’elfo, rivolto al sovrano. Quest’ultimo alzò la testa e mi guardò. Il suo viso era solcato da cicatrici profonde e i suoi occhi erano così rossi che sprizzavano terrore.
- Eccoti qui… Hel, l’adorata figlia di Loki Laufeyson…di quel farabutto!
Rispose sprezzante il re.
- E voi chi siete?
Domandai acida. Non avrei mai considerato mio padre un farabutto, anche se avesse commesso il più grave dei crimini.
- Malekith, sovrano degli Elfi Oscuri.
Sentendo ciò, ebbi un sussulto e la mia mente mi riportò a pochi mesi prima:
 
Era un giorno di primavera e stavo mettendo ordine nella mia stanza, quando tra le mani mi capitò quel famoso libro sulla mitologia nordica. Lo sfogliai senza un motivo preciso e mi capitò sotto una pagina sui nove mondi popolati da dei nani, elfi e altre creature.
Iniziai a leggere istintivamente e quel giorno lessi tra gli altri nomi, anche quello di Malekith.
 
Ebbene, se fino a quel momento avevo avuto seri dubbi su ciò che mi era accaduto, adesso avevo la certezza che io, come tutte le altre creature che giravano attorno a me, facevo parte di ciò che i Midgardiani chiamavano miti nordici.
 
- Sarai la benvenuta tra di noi, Hel.
Aggiunse Malekith, scendendo dal trono.
- Perché avete chiamato mio padre… in quel modo?
Domandai ansiosa. Ma Malekith scomparve nell’oscurità, lasciandomi sola con il mio nuovo interrogativo.
 
*Angolo dell’autrice:
Eccomi di nuovo qua!! Il mistero è sempre più fitto e Hel, ahimè, è scappata di casa per seguire gli elfi. Che ne pensate?
Grazie a chi continua a seguirmi e a scrivermi.
Ecco il sesto capitolo. Lasciatemi un commento, se vi va.
Baci, la vostra Roxy. 

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Capitolo 7
*** Il patto ***


Rimasta sola, mi avvicinai cautamente al basamento di pietra dove era deposta la gemma da cui risplendeva quella strana luce blu cobalto. La pietra era incastonata nel basamento e sprigionava molta energia. Avvicinai la mano verso di essa, ma la voce di Malekith mi fece sussultare.
- Non credo sia una buona idea. Potresti farti molto male. In fondo, per metà, nel tuo corpo scorre del sangue umano.
Disse avvicinandosi a me.
- Cos’è?
Domandai ritraendo la mano.
- E’ una gemma rarissima: il suo nome è pietra di luna. Il nostro sottosuolo ne era ricchissimo un tempo. Ma adesso l’unico esemplare rimasto è questo e lo custodiamo ormai da anni. E’ una pietra di vitale importanza. E’ ciò che governa, in parte, i Nove Mondi. Se qualcuno se ne appropriasse governerebbe tutti i Mondi, senza ostacoli.
- Vi riferite a Loki?
- Loki non dovrà sapere dell’esistenza di questa pietra. Ma forse ne è già a conoscenza.
Disse Malekith, facendo una pausa.
- Come funziona? Avete detto che governa il tutto, ma solo in parte.
- Insieme alla pietra del sole governano il giorno e la notte e il trascorrere del tempo permettendo l’Ordine Assoluto nei Nove Mondi.
- La pietra del sole?
- Sì, è custodita ad Asgard. Ecco perché devi avvisare Thor.
- Io?
- Odino non aveva buoni rapporti con il nostro popolo a causa di Loki. Quel furfante ci ha creati un sacco di problemi. Arieggiano ancora questioni irrisolte anche se sono passati molti anni da allora. Ma se andassi io al cospetto di Thor, mi caccerebbe subito da Asgard. Ma lui si fida di te.
- Cosa dovrei riferirgli?
- Convincilo a fermare Loki e la sua pazzia, prima che sia troppo tardi.
- Ci proverò.
Risposi scettica.
- Partirai domani mattina. Adesso và a riposarti. Il viaggio ti avrà sfinita.
 
Quella notte cercai di riposare, nonostante la grande responsabilità che Malekith mi aveva affidato.
Nel Regno degli Elfi Oscuri non esisteva la luce del sole, ma ogni secondo che passavi in quella terra, ti abituavi all’oscurità che era lambita di rado dalla fioca luce della luna che riusciva a oltrepassare la coltre di nuvole in cui era avvolto il regno.
Chiusi gli occhi e la figura di Loki mi venne in mente. Sentivo la sua mancanza purtroppo. Quando, a comando, ebbi una Visione:
 
Vidi Loki seduto ad un tavolo. Riconobbi il posto: era la cucina di casa. Dai suoi occhi traspariva la tristezza e l’angoscia. Mi pentii subito del mio gesto. Stava soffrendo ed era tutta colpa mia.
Avrei voluto consolarlo, dirgli che sarei tornata presto a casa ma al pensiero della distruzione di Midgard mi disgustai e mi svegliai turbata.
 
Davanti a me vidi Malekith fissarmi, mentre ansimavo.
- Ti succede spesso?
Domandò calmo.
- Cosa?
Chiesi balbettando. Ero ancora sconvolta e lui osava pormi domande vaghe?!
- Il tuo viso.
Rispose, accarezzandolo delicatamente.
- Cos’ha il mio viso che non va?!
Sbottai, allontanando le sua mani viscide.
- E’ diviso a metà.
- Si, lo so. Mi accade quando sono turbata.
- E adesso lo sei.
Affermò socchiudendo gli occhi.
- Cosa vuoi?
Domandai stanca.
- Volevo solo avvertirti di non fare tardi domani.
Disse con quel suo sorriso sghembo.
 
L’indomani mattina mi preparai per raggiungere Asgard. Sarebbe stata una passeggiata. Nessuno aveva dei conti in sospeso con me e poi dovevo solo parlare con Thor di una cosa importante.
Entrai nel grande palazzo dove alloggiava il dio del tuono e mi diressi verso la sala del trono.
Thor era intento a parlare con qualcuno. Quest’ultimo mi dava le spalle, ma appena sentii la sua voce ebbi un crampo allo stomaco: era Loki!
- Fratello, è una questione importante!
Disse Loki, inginocchiandosi. Lo guardai sbigottita. Dov’era finito il suo orgoglio?
- Loki, alzati. Te ne prego.
Rispose Thor impacciato.
- No, Thor! Devi aiutarmi.
- Io? Aiutarti? Cos’è, si sono invertiti i ruoli per caso? Stai inginocchiato al mio cospetto e mi chiedi aiuto… Devi essere proprio disperato.
- Hel è scomparsa…
- Ne sei sicuro?
Thor rise.
- E’ da alcuni giorni che manca.
Alcuni giorni? Pensavo che fosse passato solo un misero giorno? Evidentemente il tempo era diverso nel Regno degli Elfi.
- Che cosa le hai fatto?
Domandò Thor.
- Niente! E’ scappata di punto in bianco, senza dirmi nulla.
- E perché sei venuto qua allora?! Io governo Asgard, non Midgard.
- Penso che sia qui, invece.
- E perché mai?
- Non ti sei accorto di come Hel guarda Freki?
Sussultai. Loki pensava che fossi scappata per raggiungere Freki?! Cosa si era messo in testa? Sì, provavo qualcosa per Freki ma non avrei mai abbandonato Midgard per questo motivo.
- Oooh.. No. Ma Freki… è un dongiovanni.
Rispose Thor ridendo.
Un altro colpo basso. Avevo fatto bene a non dire nulla a Freki, per tutto quel tempo. 
- Hel? Sei davvero tu?
Una voce familiare mi chiamò. Mi girai verso lo sconosciuto e rimasi senza parole: era Freki!
- Cosa ci fai nascosta qui dietro?
- Sta zitto!
Risposi acida.
- Hel, ma cosa?!
- Zitto! Loki non deve vedermi.
- Perché?
- Loki ha in mente di conquistare i Nove Mondi. Non farmi domande. Lo so e basta. Qualsiasi cosa dirà, tu non credergli. E convinci Thor, per favore. Adesso che Thor sa della mia fuga, spiffererà tutto a Loki. Non posso più parlargli.
- Ne sei davvero sicura? Loki è in pensiero per te…
- Freki, ti prego. Non fare la spia. Me lo giuri?
- Va bene.
Rispose sospirando. Gli porsi la mano e lui la strinse in segno di patto.
 
 
*Angolo dell’autrice:
Salve, come state?
Io ho passato una settimana intensa. Mi sono letteralmente innamorata di un libro sulla mitologia nordica, che a dire il vero, mi ha influenzato molto.
Ringrazio chi continua a leggere ogni capitolo e chi mi scrive.
Questo è il settimo capitolo. Lasciatemi un commento. Sono curiosa di sapere le vostre reazioni e i vostri pensieri.
Baci, la vostra Roxy. 

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Capitolo 8
*** La pietra del sole ***


- Vuoi spiegarmi cosa succede, Hel?
Domandò Freki perplesso. Io e lui c’eravamo spostati dalla sala del trono a una delle sue stanze private.
- Loki vuole conquistare, di nuovo, Midgard. Ho la sensazione che voglia rubare la pietra del sole e quella della luna. Credo che il suo arrivo, qui ad Asgard, non sia del tutto innocente.
Risposi sospirando. Non volevo coinvolgere Freki, ma vedendo Thor e Loki mi ero rassegnata e lui era l’unico che poteva aiutarmi.
- Aspetta Hel! Tu, come fai a sapere dell’esistenza delle due pietre?
Disse Freki scettico.
- Un amico mi ha messo al corrente di tutto.
Risposi vaga.
- Un amico? Che tipo di amico? Hel, dimmelo.
- Che importanza ha? Vuoi o no fermare Loki?
- Nessuno fuori da Asgard è al corrente di questa informazione. E l’unico che può esserlo, come hai detto tu, è Loki. Ma di conseguenza anche tu, sua figlia. Hel, a che gioco stai giocando?
- Cosa stai insinuando?!
- Nulla, ma mi viene da pensare… Loki si presenta ad Asgard preoccupato per la tua scomparsa. E tu, guarda caso, sei pure qui, ma per qualche motivo non vuoi che lui lo sappia. Perché sei scappata?
Deglutii amaramente. La faccenda si stava mettendo male.
- Per te…
Risposi, mentendo. Freki sgranò gli occhi e cominciò a ridere.
- Non ti credo. Perché hai inventato tutta questa storia, allora?
Rispose, ritornando serio.
- Non crederci.
Dissi sbruffando.
- Hel, cosa nascondi? Tu e Loki siete in combutta? Ti ha costretto o l’hai seguito spontaneamente? Oppure stai dicendo la verità e sei estranea ai suoi piani e vuoi ostacolarlo? Assieme all’aiuto di chi, quindi? Chi è questo misterioso amico di cui parli?
Ricordai allora le parole di Malekith, prima di partire:
 
Hel, non fare per nessun motivo il mio nome a Thor e a nessun altro Asgardiano. E assicurati che Thor sia disposto a darti la pietra del sole. Asgard non è più un luogo sicuro. Loki potrebbe anche ammaliare suo fratello.
 
Mi venne quindi un’idea.
- Freki, io so solo che Loki vuole conquistare i Nove Mondi e per farlo si servirà della pietra del sole e arriverà pure a soggiogare Thor. Freki, io ho avuto una Visione, prima di fuggire via.
Risposi malinconicamente. Freki abbassò lo sguardo dispiaciuto.
- Hel, potevi anche dirmelo. Scusami se ho dubitato di te.
- Adesso portami a vedere questa pietra.
- Aspetta! Thor possiede le chiavi. Vado a prenderle.
Rispose Freki, dirigendosi verso la sala del trono. Lo seguii cautamente.
 
Loki era ancora intento a parlare con Thor, il quale sembrava piuttosto divertito.
- Non avrei mai pensato che Hel si potesse innamorare di Freki…
Disse Thor, ridendo.
- Nemmeno io. E mi pento di aver usato entrambi per i miei scopi.
Aggiunse Loki, abbassando lo sguardo.
- Dai Loki, la troveremo.
Disse Thor, appoggiando la sua mano sulla spalla del fratello. Nello stesso momento Freki entrò nella sala e si fece consegnare le chiavi da Thor.
Il dio del tuono e Loki si scambiarono alcune occhiate e Thor non riuscì a trattenere una risata, mentre il viso di Loki cominciò a rilassarsi.
- Eccomi!
Disse Freki, uscendo dalla sala.
- Hai visto come si guardavano quei due? Loki aveva il suo sorriso sghembo e Thor sembrava già brillo. Hai ragione, c’è qualcosa che non va.
Aggiunse Freki. Sorrisi a stento e lo seguii.
 
Arrivati di fronte una delle sale del palazzo, Freki aprì la porta ed entrammo silenziosamente. La pietra del sole era adagiata sulla sommità di una piramide ricoperta di oro. Rispetto all’altra pietra questa era di un rosso splendente ed emanava una luce bianca che avrebbe accecato chiunque, se non fosse stato attento. 
- E’ meravigliosa!
Esclamai.
- Già. Un vero spettacolo... Cosa ne vuoi farne quindi?
- Hai visto prima Thor: era ubriaco. Credi che Loki ci metterà tanto ad ammaliarlo e a rubare questa pietra? E non vorrei tardare altri secondi in più in questo punto. Se ci vedesse qua sarebbe la nostra fine. Freki, devi promettermi che cercherai di badare a Thor e ad Asgard. Dobbiamo fermare Loki, non so ancora come… Per cautela prenderò io la pietra e la nasconderò.
- Hel, dove andrai?
- Lontano da Asgard e da Midgard. Non preoccuparti per me.
- Addio Hel, allora.
Concluse Freki, prima che me ne andassi da Asgard portando con me la pietra del sole.
 
*Angolo dell’autrice:
Eccomi di nuovo qua.
Ringrazio chi continua a leggere ogni capitolo e chi mi scrive.
Questo è l’ottavo capitolo. Lasciatemi un commento. Sono curiosa di sapere le vostre reazioni e i vostri pensieri.
Baci, la vostra Roxy.
 

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Capitolo 9
*** Guai in vista ***


Ritornai da Malekith e mi accorsi subito del cambiamento repentino del mio carattere: quando misi piede ad Asgard mi sentii rinata, come se fossi stata per chissà quanto tempo in letargo ma adesso che percorrevo le desolate pianure del Regno degli Elfi Oscuri un’ombra scura si impossessò della mia anima, appesantendola.
Malekith sedeva, come suo solito, sull’altro trono di ghiaccio mentre il suo sguardo era assorto in chissà quali pensieri. Ma i suoi occhi erano persi nel vuoto, ma davano l’impressione che stesse vedendo tutto.
Mi avvicinai cautamente e Malekith, come preso da un sussulto, si destò spostando i suoi occhi rossi su di me e su quel grosso fardello che mi ero portata dietro, ovvero la pietra del sole.
- Alla fine ci sei riuscita.
Disse pacatamente, scendendo dal trono.
- Sì…
Sospirai. Non avevo seguito alla lettera il suo piano, ma avevo preso una specie di deviazione.
- E Thor?
Domandò quindi. Deglutii amaramente. Avevo sperato che non mi rivolgesse quella domanda.
- Non è andata secondo i piani. Loki era già ad Asgard e… Non ho potuto far nulla.
Risposi tutto d’un fiato. Detto ciò, Malekith assunse uno sguardo greve.
- Hai rubato la pietra…
Disse, girandomi attorno.
- Ho dovuto... Ho trovato un aiuto e…
- Un aiuto?! Di che cosa stai parlando, eh?!
Non risposi. La faccenda si stava mettendo male ed io ero già impaurita dal suo tono arrabbiato.
- Hai condannato il mio popolo alla guerra! Sei uguale a quella serpe velenosa di tuo padre!
Gridò all’improvviso. Non capii il perché di tale reazione e lui continuò a parlare.
- Loki si accorgerà ben presto del furto e Thor metterà a ferro e a fuoco l’intera Asgard e tutti i Nove Mondi! A chi hai parlato del nostro piano?
- E’ un amico fidato. Mi ha giurato di non dire nulla a…
- E tu pensi che appena avrà tempo non andrà a spifferare tutto al dio del tuono? O pensi che Thor sia solo uno stupido…Lo costringerà a dire la verità. Thor non ci appoggerà né ora né mai! E Loki proverà in tutti i modi a rubare entrambe le pietre! Ti avevo chiesto solo una cosa e tu non sei riuscita a farla, anzi hai scatenato il pandemonio! Sei una delusione!
Mi strappò dalle mani la pietra e se ne andò via.
 
Le sue parole erano riuscite a ferirmi profondamente. Avevo pensato che quella fosse stata la soluzione giusta, ma mi ero sbagliata. Mi sentivo afflitta. Non potevo più far nulla per riparare il guaio commesso.
Loki avrebbe scoperto il furto e per evitare che i sospetti ricadessero su di lui o per averla franca, si sarebbe schierato dalla parte di Thor istigandolo a dichiarare guerra. In questo caso Freki avrebbe spifferato tutto e Loki si sarebbe vergognato di me. Avevo anche accennato di sapere dove si trovasse la pietra della luna e Thor o Loki conoscevano benissimo il luogo esatto.
La guerra era alle porte e Thor non avrebbe perso neanche un secondo.
Ripensai a Loki e al bene che aveva mostrato nei miei confronti. Perché era cambiato? Perché aveva deciso di riprendere il controllo su Midgard? Mi avrebbe ascoltato se quel giorno avessi deciso di parlargli? Era davvero la fine? Che cosa sarebbe successo ora?
 
Quella sera stessa decisi di scappare via e di rimediare a modo mio al guaio commesso. Sarei andata ad Asgard e avrei cercato Thor, lo avrei convinto a non dichiarare guerra e gli avrei spiegato anche la faccenda di mio padre.
E se avessi incontrato Loki? Al solo pensiero tremai. Dovevo convincere anche lui, dovevo parlargli. Doveva spiegarmi il perché di quella sua decisione. Me l’aveva promesso! Dovevo almeno provarci.
Così nel silenzio più assoluto varcai la soglia del castello e mi addentrai nelle foreste buie per poi camminare per alcune miglia nelle pianure bruciate. Il confine era vicino, lo vedevo già da lontano. Ansimai per la gioia. La speranza non mi aveva abbandonata. Adesso ero sicura di farcela. Tutto si sarebbe risolto per il meglio e nessuno sarebbe stato coinvolto in un’inevitabile guerra.
Ma nel buio più assoluto qualcuno mi colpì da dietro. Un colpo preciso alla testa e caddi a terra, mentre i miei occhi si chiudevano. Prima di venire inghiottita dall’oblio sentii delle mani viscide issarmi su e portarmi chissà dove.
 
 *Angolo dell’autrice:
A pochi giorni ho scritto il seguito. Non ce la facevo più, non vedo l’ora di finire. Ci stiamo avvicinando all’epilogo, eheheh.
Ringrazio chi continua a leggere ogni capitolo e chi mi scrive, in particolare KaterinaVipera.
Questo è il nono capitolo. Lasciatemi un commento. Sono curiosa di sapere le vostre reazioni e i vostri pensieri.
Baci, la vostra Roxy.

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Capitolo 10
*** La guerra ***


In tutta la mia vita non mi ero mai resa conto di quanto fosse in agguato il pericolo. Solo adesso ne conoscevo il vero significato. Ebbi una tremenda paura di morire quando sentii ricevere quel gran colpo alla testa e temetti di non risvegliarmi più.
I miei sogni furono pieni di panico e nell’attimo in cui credi di morire pensi alle persone più care, ai luoghi della tua infanzia, alla tua casa e a te stessa.
Asgard fu il primo pensiero. Benché non fosse il luogo dove avevo vissuto era stato per me un punto di riferimento. Lì avevo conosciuto Thor, Freki e in particolare Loki, il padre che in tutti quegli anni avevo immaginato. Quella era la mia vera famiglia.
Mi resi conto di sognare solo quando mi girai verso Loki.
Il suo sorriso sghembo era presente. Il viso, quindi, diventò teso e parlò.
Mi hai deluso. Disse.
Non era mia intenzione. Volevo solo salvare te. Risposi con le lacrime agli occhi.
Non puoi fare più nulla, ormai. Vai via da Asgard. Queste furono le sue ultime parole, dopodiché sentii la sensazione di precipitare nel vuoto fino a quando aprii gli occhi.
Ero viva. Riuscivo ancora a respirare, per fortuna.
 
Misi a fuoco il posto in cui mi trovavo. Per un attimo ebbi un vuoto di memoria. Perché mi trovavo lì e cosa era successo?
Ero in una stanza buia e fredda. Una luce opaca filtrava da una piccola fessura nel soffitto, ma non permetteva di identificare il posto.
Cercai di alzarmi, ma la testa cominciò a pulsarmi e a girarmi vertiginosamente.
Ed ecco che ricordai tutto: la fuga, la notte, un colpo e improvvisamente il nulla.
Qualcuno mi aveva seguito e aveva tentato di fermarmi. Ma perché? E chi?
Dall’esterno sentii delle voci indistinte e i passi veloci di un gruppo di uomini.
La guerra! Esclamai.
Mi alzai barcollando e varcai la soglia. Riconobbi i tetri corridoi del castello e mi sentii meglio. Arrivai alla sala del trono e rimasi di stucco: la pietra della luna era scomparsa! Non c’era più! Forse era stato Loki?! Ma adesso dov’era?
 
All’improvviso sentii una mano posarsi sulla mia spalla. Sussultai per lo spavento e mi girai verso l’aggressore, pronta al peggio.
- Sono io, Hel.
Disse Malekith, fermandomi. Sospirai. Per un attimo pensai che si trattasse di Loki.
- Ti sei ripresa?
Chiese, portando la mano sulla mia tempia destra. La sua mano si sporcò di sangue e portai la mia automaticamente sulla testa. Perdevo sangue, ma in quei pochi attimi non me ne ero resa conto.
- Chi è stato?
Domandai tremando.
- Questa notte sono entrati degli intrusi. Evidentemente ti hanno seguita e ti hanno ridotta in quello stato. Per fortuna una delle mie guardie è riuscita a portarti in salvo.
Rispose pacato.
- Chi?!
- Loki.
Rispose fissandomi. Deglutii, mentre i battiti del mio cuore acceleravano.
- No, dimmi che non è stato lui… Non può essere…
Avevo le lacrime agli occhi.
- Perché?
Urlai.
- Pensava avessi addosso la pietra del sole. Voleva rubartela.
- E lui dov’è adesso?
- Lui e gli altri si sono nascosti al limite della foresta.
- Gli altri?
- Thor e Freki. E tra poco partiremo. La guerra è alle porte.
- No…
Esclamai terrorizzata.
- E’ tutta colpa mia! Voi non c’entrate nulla… Convincerò Loki e Thor a non…
- Tu rimarrai qua!
- No, devo vedere con i miei occhi Loki…
Malekith sospirò. Poi la mia attenzione fu attirata di nuovo verso il basamento vuoto.
- E’ stato lui a rubare la pietra della luna, vero?
Domandai, senza speranze.
- Sì. Non so come abbia fatto. Nessuno l’ha visto…
- Io lo so.
Risposi nervosamente.
 
Nei primi tempi trascorsi a Midgard, Loki fece fatica ad ambientarsi in quel posto. Usava la sua magia per qualsiasi scopo e non faceva nulla per nasconderlo. Odiavo quando ne faceva uso. Midgard era ben diversa da Asgard e le conseguenze sarebbero state atroci se qualcuno avesse saputo. Gli umani sono scettici verso queste forme a loro sconosciute e rispondono in maniera sproporzionata alla fine.
Tuttavia, Loki amava rendersi invisibile e passeggiare inosservato per casa, spostare oggetti o far cadere cose solo per il suo egoistico divertimento. Era un bambino sebbene avesse una certa età, ma il suo spirito era rimasto quello di un piccolo gigante di ghiaccio che voleva essere coccolato e preso in considerazione in qualsiasi momento.
 
- Verrò con voi.
Aggiunsi. Malekith sospirò e mi fece strada, uscendo dalla sala.
 
 
*Angolo dell’autrice:
Salve, come va? Eccomi di nuovo qui.
Ringrazio chi continua a leggere ogni capitolo e chi mi scrive.
Questo è il decimo capitolo. Lasciatemi un commento. Sono curiosa di sapere le vostre reazioni e i vostri pensieri.
Baci, la vostra Roxy.

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Capitolo 11
*** La verità ***


Una miriade di soldati marciava imperterrita verso la radura, al limitare della foresta. Gli unici rumori erano i passi decisi dei soldati che disturbavano quella quiete spettrale.
Io camminavo a testa bassa al fianco di Malekith. In quell’istante ero un miscuglio di emozioni: provavo paura e rabbia, nostalgia e odio. Sarei voluta fuggire per evitare di essere coinvolta in tutto ciò, anche se la colpa era mia. Ma avrei anche voluto riabbracciare Loki, mi mancava e l’avrei perdonato anche stavolta.
Uscimmo dalla tetra foresta e le guardie si sparsero, a gruppi, nella radura desolata. Malekith venne avanti, facendosi largo tra le guardie ed io lo seguii inerme.
Un vento impetuoso si fece spazio tra di noi e tra le rocce nere, sparse per tutta l’area. Non vi era nessuna traccia di Loki, Thor e Freki.
Malekith si guardò attorno e cominciò a parlare ad alta voce.
- Thor, figlio di Odino, fatti avanti! So che sei qui! Non cercare di imbrogliarmi e tieni a freno quel farabutto di Loki. Non voglio scherzi!
Esclamò a gran voce. Seguì un silenzio eterno, poi una sagoma imponente venne verso di noi: era Thor in persona con in mano il suo Mjolnir.
- Malekith, eccomi!
Disse Thor pacato. Spostò poi lo sguardo su di me e subito dopo su Malekith. Quest’ultimo sorrise e riprese a parlare.
- Sei venuto da solo, in compagnia del tuo inutile martello, o hai portato con te anche gli altri Asgardiani? Dov’è quel traditore?
- Sono qui, Malekith!
Disse una terza voce. Si fece avanti Loki, insieme a Freki. Sussultai nel vederlo e abbassai lo sguardo per la vergogna.
- Dammi ciò che mi appartiene!
Disse Malekith. Loki rise.
- Io non devo renderti nulla!
Rispose Loki sfrontato. Allora Malekith si avvicinò a me e continuò a parlare.
- Arrendetevi prima che sia troppo tardi. Thor deponi il tuo Mjolnir e ordina ai tuoi compagni di non provare a bluffare. O Hel farà una brutta fine!
Disse, puntandomi alla gola la sua spada.
- Thor fai come dice…
Dissi, spaventata. Thor posò a terra il Mjolnir e fissò Loki e Freki.
- Papà, ti prego. Restituisci la pietra della luna a Malekith… Qualsiasi cosa tu abbia in mente, non metterci in pericolo. Hai dimenticato il nostro patto?
Aggiunsi, rivolgendomi a Loki, il quale mi fissò incerto.
- Quale pietra?! Io non ho rubato niente di tutto ciò.  E Hel…ti ho giurato di non aver fatto del male né a te né ad altri. Come hai potuto dubitare di me?
Rispose Loki. Sospirai amaramente. Stava negando tutto e per giunta mentiva spudoratamente.
- Tu sei venuto meno alla nostra promessa! Hai tentato di uccidermi e hai sottratto quella pietra…
Dissi singhiozzando.
- Ti sbagli. Io? Ucciderti? Hel, sei mia figlia…
- Evidentemente l’hai dimenticato!
Gli urlai contro. Loki rise nervosamente e fissò Malekith.
- L’hai ammaestrata bene, in mia assenza! Sei riuscito a ingannarla. Devo farti i miei complimenti!
Disse Loki, mentre Malekith sorrideva.
- Di cosa stai parlando?
Domandai senza capire.
- Malekith ti ha mentito su tutto.
Disse Freki.
- Tu hai tradito me! Hai spifferato ogni cosa a Thor! Perché? Perché l’hai fatto? Io mi fidavo… Non vedi come Loki riesce a ingannarvi con le sue parole?!
- Hel, è la verità. Freki ha ragione.
Aggiunse Thor. Rimasi a fissarli. Poi mi girai verso Malekith, il quale mi fissò in modo spregevole.
- Stanno dicendo la verità?
Malekith annuì e rise. Mi resi conto allora di essere stata usata da lui. Io mi ero lasciata ingannare, avevo pure perso la fiducia nei confronti di Loki, mio padre! Mi sentii a pezzi.
Andai con la mente a ritroso, a quel dannato giorno in cui Loki aveva ricevuto quella misteriosa visita. Tentai di ricordare ogni minimo particolare ed ecco che le parole di quella conversazione mi passarono una dopo l’altra davanti agli occhi.
Mi trovavo davanti la porta di casa e il tono dei due interlocutori era piuttosto brusco: erano intenti a litigare.
 
‘’Non commetterò più lo stesso errore!’’ Disse Loki.
‘’Rifiuti una tale proposta? Non vuoi più conquistare i Nove Mondi? Hai dimenticato come ti ha trattato Odino?!’’ Rispose l’altro.
‘’Odino è morto, non ha più importanza ormai!’’.
‘’Non dirmi che non provi invidia nei confronti di Thor, eh?!’’
‘’Lascia stare Thor! Vai via da qui, Malekith! Vai all’inferno!’’
‘’Oh, guarda…Sta per entrare Hel… Forse lei sarà d’accordo con i miei progetti…’’ Disse Malekith.
‘’Non nominare Hel…non provarla a toccare e te ne pentirai! Adesso vai via!’’
 
Ritornai alla realtà. Adesso era tutto più chiaro.
Malekith aveva proposto a Loki di conquistare, tramite il suo aiuto, i Nove Mondi. Aveva ideato un piano infallibile: rubare la pietra del sole ad Asgard e congiungerla a quella della luna, che lui già possedeva. In questo piano Loki aveva un ruolo fondamentale. Thor non temeva più suo fratello e Loki poteva benissimo vagare per Asgard come se niente fosse. Ma Loki rifiutò categoricamente, mandando via Malekith.
Dunque Malekith chiese il mio aiuto ed io mi lasciai ingannare come una stupida: le parole di Malekith riuscirono a far perdere quella fiducia che in quei mesi avevo acquistato nei confronti di mio padre. Non era cambiato affatto, voleva di nuovo riprendere il potere. Ed io come una sciocca avevo anche rubato la pietra del sole per Malekith.
 
- Volevi ingannare anche Thor, non è così?! Sfortunatamente io non sono riuscita a metterlo al corrente della situazione ed ho rubato per te quella dannata pietra… Credo anche che sia stato tu a darmi quel colpo in testa ieri notte, giusto?
Dissi, rivolgendomi verso Malekith. Lui mi fissò ma non rispose.
- E per farmi credere che fosse stato Loki, hai nascosto l’altra pietra. Così adesso hai entrambe le pietre: quella del sole, che mi hai ‘confiscato’ e quella della luna, che era scomparsa nel nulla…
Continuai.
- Vedo che sei molto perspicace.
Disse Malekith.
- Perché allora mi hai colpito?!
- Per evitare che raccontassi la tua versione a Thor! Era chiaro che ti avrebbe raccontato tutto, ormai.
Mi girai verso Loki. Ero davvero dispiaciuta per ciò che avevo fatto. Mi avrebbe perdonato?
 
 
*Angolo dell’autrice:
Ciao a tutti!! Siamo arrivati alla fine. Questa è la prima parte del capitolo. La mia ispirazione si è fermata qua, purtroppo. Ma un po’ di curiosità non guasta, eh? So di essere cattiva, lasciandovi con questo ‘finale’ ma tornerò presto a scrivere. Ormai manca poco ehehehe...
Ringrazio chi continua a leggere ogni capitolo e chi mi scrive.
Questo è l’undicesimo capitolo. Lasciatemi un commento. Sono curiosa di sapere le vostre reazioni e i vostri pensieri.
Baci, la vostra Roxy.

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Capitolo 12
*** The end ***


Malekith riprese a parlare.
- Ed ora che siamo tutti al corrente della situazione, sono curioso di sapere il vostro vero motivo. Avete messo piede qui, senza il mio consenso. Perché?
Lo guardai incerto. Dove voleva arrivare? Stava cercando di prendere tempo, ma per fare cosa?
- Malekith, ti sei appena risposto. Hai rubato ciò che apparteneva ad Asgard e adesso, in nome di Odino, la rivoglio indietro.
Rispose Thor.
- Non sono stato io.
Disse Malekith, alzando le spalle.
- Hai ingannato Hel!
Aggiunse Thor, furibondo. Loki cercò di fermarlo. Ed ecco che capii il piano di Malekith: stava provocando Thor in modo che fosse lui il primo ad attaccare in territorio straniero. Ma nel frattempo mi accorsi di alcuni gesti dello stesso Malekith. Agitò la mano dietro la sua schiena, facendo segno alle guardie di essere pronte all’attacco. E nello stesso momento tirò fuori le due pietre. A guardarle meglio non avevano una forma ben precisa, ma si presumeva che una era la metà dell’altra. E se Malekith avesse avuto il tempo per incastonarle l’una nell’altra avrebbe governato i Nove Mondi.
Dovevo fermarlo. Ero a due passi da lui e dovevo muovermi in fretta.
Thor riuscì a divincolarsi dalla stretta di Loki, impugnò il Mjolnir e si gettò su Malekith. Le guardie accerchiarono Thor, Loki e Freki e prima  che potessi far qualcosa Malekith mi strinse a sé e mi puntò di nuovo la sua spada.
- Malekith, cosa vuoi davvero? Sei in possesso delle due pietre. Lo so. Non sono uno sciocco. Lascia andare Hel e fai ciò che devi fare.
Disse Loki. Malekith si sorprese e cominciò a ridere.
E tutto successe all’improvviso:
Sfruttai il momento e sferrai un gran colpo al ventre di Malekith, il quale si contrasse per il dolore. Le pietre caddero a terra, mi gettai a prenderle e le gettai il più lontano possibile per prendere tempo. Loki gettò un incantesimo sulle guardie, Thor si riappropriò del Mjolnir e insieme a Freki cominciarono a combattere.
Ma Malekith si rialzò velocemente e, ancora con la spada in mano, mi trafisse un colpo nel fianco destro.
Sentii un dolore atroce, urlai e caddi a terra ansimante. La vista cominciò ad annebbiarsi e i suoni si attutirono.
Nel caos più totale intravidi Loki rincorrere Malekith e cominciare uno scontro. Caddero più volte a terra, si rialzarono ma nessuno dei due sembrava arrendersi poi Loki sferrò un colpo deciso verso Malekith, il quale cadde tramortito.
Venne quindi verso di me ansimante.
- Hel? Riesci a sentirmi?
Mi domandò. Non ebbi la forza di rispondere e cercai la sua mano. Loki prese la mia e la strinse, mentre le sue lacrime cominciavano a bagnarmi il viso.
- Le pietre…
Rantolai. Lui sorrise e mi accarezzò dolcemente.
- Thor le sta recuperando, non ti preoccupare. Freki aiutami!
Rispose Loki, chiamando Freki.
Ripresi a stringere la mano di Loki, poi i miei occhi assunsero un’espressione di terrore e cercai di urlare il più forte possibile: la sagoma di Malekith si stagliava dietro Loki mentre teneva alzata la sua spada.
Loki ebbe il tempo di girarsi che Malekith affondò la sua spada nel suo ventre. Loki impallidì, sgranò gli occhi per lo stupore e la paura e barcollando cadde a terra.
Freki colse di sorpresa Malekith e lo uccise, con un colpo deciso.
Thor accorse e si buttò sul corpo ansimante di Loki. Mi trascinai verso di lui e lo abbracciai.
- Loki… ascoltami… apri gli occhi e parlami…
Disse Thor. Loki sorrise.
- Papà!
Aggiunsi tra le lacrime.
- Hel, va tutto bene... mi dispiace, è tutta colpa mia…
Disse Loki.
- No, sono io la causa di tutto.
- Hel, non volevo metterti in questa situazione e… Thor, mi dispiace per tutti i guai che ti ho procurato, per la morte di Odino e per la disperazione di nostra madre…
- Loki, non dire questo…
- Addio Thor... prenditi cura di Hel… Vi ho voluto bene…
Disse Loki, chiudendo gli occhi. Era morto.
Mi gettai su di lui, piangendo. Thor mi abbracciò e mi portò via insieme a Freki.
- Hel, andiamo… non c’è più niente da fare…
Mi lasciai andare e barcollai senza una meta, lasciando quel dannato posto.
 
Poi all’improvviso sentii un rumore simile a un rantolo. Guardai indietro e non riuscii a credere ai miei occhi. Vidi muoversi il corpo di Loki, tossiva e cercava di rialzarsi. Era vivo!
- Guardate!
Gridai verso Thor e Freki. Piansi di gioia e corsi verso Loki. Lo abbracciai e lui si lamentò per la stretta troppo forte. Mi scostai da lui e ansimai per la felicità.
Thor e Freki aiutarono Loki ad alzarsi e insieme lasciammo il Regno degli Elfi Oscuri per ritornare ad Asgard.
Lì Frigga ci avrebbe curati e avremmo passato il resto dei nostri giorni insieme.
Niente e nessuno avrebbe potuto separarmi dalla mia famiglia. Adesso era tutto finito e non dovevo temere altro. Avevamo vinto.
 
 
*Angolo dell’autrice:
Salveeee.. Finalmente siamo arrivati all’ultimo capitolo.
Ringrazio chi, per tutto questo tempo, mi ha seguito, ha commentato, etc…
Ecco l’ultimo capitolo. A dire la verità avrei voluto dividerlo ancora in qualche altra parte, ma… dopo tutta questa fatica non riuscivo a continuare ancora con questa storia… ed ecco il lieto fine!!
Se volete commentare, fate pure. Non uccidetemi, eh..
Vi ringrazio di nuovo.
Un bacio, Roxy. 

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