Come un uragano di CriSnix (/viewuser.php?uid=108413)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1-Una giornata niente male... ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2-Proposta ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3-Una ventata di novità...gelida. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4-In una sfida ci sono sempre solo due giocatori ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5-Ne vincitori e ne vinti. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6-Quando le apparenze ingannano. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7-Incomprensioni ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8-Di galà e di ballerine ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9-Cambiare idea ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10-E' guerra ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11-Sentimenti svelati ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12-Nelle mani della paura ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13-Cuori spezzati ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14-Opportunità ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15-Un bacio che ruba il cuore ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16-Può un fiore nascere dalla terra bruciata? ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17-Un corpo freddo ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18-Il dono ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19-Contrasti d'amore ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20-Mantide ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21-Il prezzo ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22-Altruismo ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23-Ritornare come prima ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24-Ultimatum ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25-Scelta ***
Capitolo 27: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Prologo
“Ajumma
qui ho finito, posso andare?”
“Certamente
BonHan. Per quanto ancora vuoi stare qui? Dovresti trovarti un
ragazzo...”rispose la signora di
mezz’età, rossa in viso per
lo sforzo che stava compiendo alzando dei sacchi carichi di terra.
“Ajumma!”sorrise
la ragazza “Non ho tempo per un
ragazzo.”continuò divertita avvicinandosi alla
donna, pronta ad aiutarla, ma la signora con
un gesto di stizza con la mano, le fece segno di allontanarsi.
“Aish!
Ti ho detto che devi andare via, su su, vai a casa BonHan.”
“D’accordo
ajumma” disse la ragazza togliendosi il grembiule
“A domani!” continuò indossando la
giacca e prendendo la borsa. Così salutò la
proprietaria e usci dal negozio di fiori.
“C’è
aria di pioggia...” pensò sorridendo alzando lo
sguardo al cielo. BonHan amava la pioggia come amava passeggiare la
sera per le strade deserte di Seul, le schiariva le idee e in qualche
modo la tranquillizzava. Quindi si incamminò verso casa e
non appena arrivò, si fiondò sotto la doccia. Le
gocce d’acqua fredda che cadevano sul suo corpo, le
regalavano una sensazione di calma che la rilassavano. Quando
uscì dalla doccia si guardò allo specchio: i
capelli neri le ricadevano sulle spalle bianche. Alcune gocce
scivolavano ancora sul viso bianco illuminato da due occhi a mandorla
neri. Si passò due dita sulle labbra screpolate, pensando
che sua madre avesse ragione, avrebbe dovuto curare di più
il suo aspetto.
“Se
ti truccassi un po’ e ti conciassi un po’ meglio,
avresti tutti gli uomini ai tuoi piedi!” le ripeteva sempre
quando la vedeva arrivare con i capelli legati in
un’arruffata coda e vestita con una delle sue solite t-shirt
e con un sbiadito jeans.
“Eomma!
Non ho tempo per queste sciocchezze” le rispondeva sempre
irritata. BonHan era troppo impegnata a mantenere sua madre e suo
fratello per pensare a frivolezze del genere e neanche desiderava avere
un look alla moda. Lei non era quel genere di ragazza che seguiva le
ultime tendenze o che non usciva se non aveva sul viso un filo di
trucco. Non era quel genere di ragazza che dava peso al giudizio della
gente, semplicemente non le importava granché del suo
aspetto, anche se sapeva che era incredibilmente affascinante e bella.
“Si...non
ho tempo...” sussurrò al suo riflesso. Scosse il
capo con decisione per scacciare quei pensieri e si asciugò
i capelli per poi indossare il pigiama e dirigersi verso la postazione
del suo computer.
“Allora,
dove eravamo rimasti?” disse BonHan tra sé e
sé, facendo scrocchiare le dita di fronte al monitor del
computer. Sorseggiò del the e riprese a scrivere, sentendo quell’eccitazione
che solo la scrittura le sapeva dare. Si fermò soltanto
quando la sua mente si placò e soddisfatta del suo lavoro.
“Se
non vico io quel premio per scrittori emergenti, chi può
vincerlo?” pensò sicura di sé. Scrivere
per BonHan non era una semplice passione, era ormai diventata la sua
ossessione. Voleva che la scrittura diventasse il suo lavoro in modo
tale da sostenere meglio anche sua madre e suo fratello. Inoltre lo
aveva promesso a suo padre, avrebbe inseguito il suo sogno con
tutte le sue forze, non si sarebbe mai abbattuta. Fece un sospiro
soddisfatta e sbadigliò dando uno sguardo all’ora:
erano le due della notte passate.
“Per
oggi basta così BonHan.” Si disse dirigendosi
verso la sua camera da letto dove si gettò stanca sul letto
e si infilò sotto le coperte.
“Buona
notte appa...” sussurrò ad una foto sul comodino
la quale ritraeva un uomo sulla trentina con una bambina sorridente in
braccio “Ce la farò appa, pubblicherò
il mio romanzo, costi quel che costi!” continuò
ferma e così dicendo si rannicchiò su un lato e
si addormentò in un sogno senza sogni.
BonHan
era sicura che prima o poi la sua vita sarebbe cambiata, ma di certo
non si aspettava che sarebbe successo il giorno dopo...o forse si?
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Capitolo 2 *** Capitolo 1-Una giornata niente male... ***
Capitolo 1
Una giornata niente male...
“Sono
le 6.45. Sono le 6.45. Sono le 6. 45...”
“Si,
si. Ho capito...mi alzo...” farfugliò assonnata
BonHan con la bocca impastata premendo sulla sveglia nel tentativo di
spegnerla. Si stiracchio e sbatté gli occhi per abituarsi
alla luce del sole.
“Il
sole splende, gli uccellini cantano e inizia una nova giornata di
lavoro!” disse positiva. Ripeteva quella frase ogni mattina,
per darsi la carica. Era come un rito, come dare un fugace bacio alla
fotografia di suo padre, le dava la carica per affrontare la giornata.
“Dongsaeng!
Che ci fai sveglio a quest’ora?” rispose al
cellulare BonHan
“Nuna,
volevo svegliarti e ricordarti che mi hai promesso che andavamo a
prendere un gelato insieme domani!” rispose una voce
squillante dall’altro capo del telefono
“Ehi,
pensavi che l’avevo dimenticato?”
“Si!”
rispose suo fratello ridendo
“Tsk!
Guarda i bambini di oggi...” rispose fingendosi offesa
“Ora devo andare non fare arrabbiare alla mamma, hai capito?
Ciao!” e riagganciò.
La
verità? Se ne era completamente dimenticata. Suo fratello
aveva da poco compiuto undici anni e ogni giorno che passava, le
ricordava sempre di più suo padre, sia
nell’aspetto e sia nel carattere.
“Il
tempo passa...” pensò mentre beveva il
caffè. Non appena ebbe finito, prese la borsa e
uscì.
“Mmh?
Che succede?” disse quando arrivò davanti al
negozio di fiori. C’era una folla accalcata davanti
all’entrata e una volante della polizia era parcheggiata
lì
“Ajeossi,
cosa è successo?” domandò la ragazza
“Pare
che il fisco lo abbia confiscato...”
“Confiscato?!”pensò
allarmata e con passo svelto si diresse verso l’entrata
“Ajumma!
Cos’è successo?!”
“Oh
BonHan! BonHan! Me lo confiscano, me lo confiscano!”
urlò disperata gettandosi piangente tra le braccia di BonHan
“Perché?!
Come è potuto succedere?!”
“La
signora ha molti debiti da pagare al fisco... la confisca del negozio
li risanerà.” Rispose il poliziotto mettendo i
sigilli all’entrata del negozio.
“Ma
non potete! E’ la sua vita questo negozio!”
urlò BonHan cercando di trattenere la rabbia ma invano.
“Signorina,
meglio il negozio che la casa.” E dopo aver detto questo, il
poliziotto andò via, facendo sgombrare la folla.
“BonHan...cosa
farò adesso?” domandò disperata la
donna. La ragazza sospirò
“E’
incominciata bene la giornata” disse tra se e se.
BonHan
accompagnò la donna a casa, si assicurò che
informasse il figlio dell’accaduto e che arrivasse.
“Purtroppo,
non possiamo fare niente per riaverlo indietro.”
Proferì il figlio della signora. BonHan non sapeva molto di
lui anche se la signora non faceva altro che parlare di lui, di quanto
fosse orgogliosa che era un procuratore. Fondamentalmente, BonHan aveva
solo memorizzato quest’informazione, resettando tutto il
resto.
“Mi
dispiace BonHan... so che questo lavoro era molto
importante...”
“Ajumma!
Non lo dica nemmeno! Adesso pensi solo a riprendersi, va bene? Io me la
caverò.” Rispose la ragazza cercando di essere il
più convincente possibile. Così, dopo aver
salutato, BonHan si diresse verso il suo secondo posto di lavoro. Era
una tavola calda che affacciava su una delle strade principali, vicino
a tutti gli uffici, quindi era sempre pieno all’ora di punta.
“Annyeonghaseyo,
Sajangnim.” Salutò BonHan inchinandosi appena
entrata
“Sbrigati
ad andare dietro il bancone, oggi siamo pieni più del
solito.” Disse brusco il proprietario
“Subito!”
BonHan
indossò velocemente il grembiule e andò dietro al
bancone. Non amava molto quel lavoro, preferiva molto di più
rendersi cura delle piante, anche se, non avrebbe potuto più
farlo da quel giorno. Anche se non disdegnava l’ottima paga e
soprattutto sapeva che quel locale non avrebbe mai fallito o chiuso.
“Licenziata?!
Ma Sanangnim! Ho fatto qualcosa di sbagliato?!”
“No...
semplicemente non sei abbastanza carina. Guardati! Spaventi i clienti
conciata così.” Sputò maligno il
proprietario guardandola dall’alto verso il basso con
disprezzo.
“Abbastanza
carina?! Le pare una motivazione logica?! Sanangnim, la prego mi serve
questo lavoro, devo pagare la scuola di mio fratello, le bollette,
l’affitto...!” pregò BonHan esasperata
cercando di trattenere le lacrime.
“Non
sono affari che mi riguardano, e adesso se vuoi scusarmi, ho da
fare.”
Si,
la giornata non poteva essere delle migliori.
BonHan
uscì in silenzio trattenendo le lacrime fino a quando
uscì dove si abbandonò allo sconforto e al pianto. Si
sfogò in un urlo liberatorio, sbattendo i piedi a terra. Era
arrabbiata, anzi, frustrata. Era davvero così importante il
suo aspetto? Si sedette sul ciglio della strada per un tempo che a
BonHan parve infinito. In un solo giorno, aveva perso gli unici lavori
che aveva... o no? Forse era arrivata la sua occasione per mostrare il
suo talento. Si asciugò le lacrime con il dorso della mano e
si alzò in piedi.
“BonHan!
E’ arrivata la tua occasione!” disse a
sé stessa e corse a casa. Non appena arrivò,
senza neanche togliersi la giacca, si fiondò sul computer e
riprese a scrivere, dov’era rimasta la sera precedente.
Arrivò a scrivere dieci capitoli, abbastanza da presentarli
ad un editore, ma prima di farlo, li avrebbe fatti revisionare dal suo
bibliotecario di fiducia. Così, appena ebbe finito di
stampare, uscì diretta verso la biblioteca.
“Allora?
Cosa ne pensate?” domandò impaziente al
bibliotecario. Era un uomo anziano con un paio di occhiali a mezza luna
con uno sguardo saggio e gentile. Aveva molti contatti con diverse case
editrici e sapeva il fatto suo su quello che cercavano gli editori.
“...Non
male. L’ambientazione negli anni trenta è
suggestiva, un salto nel passato. Anche la lotta per
l’indipendenza dall’occupazione giapponese
è avvincente come lo è il protagonista
principale, Joo Won, è ben caratterizzato...ma...”
“Ma...?!”
Il
vecchio sospirò, restituendo la risma di fogli a BonHan e
disse:
“Ma
è una storia trita e ritrita. Storie del genere, forse
andavano bene qualche anno fa, ma adesso i lettori cercano
altro.”
“Tipo?”
“Qualcosa
di vero, di reale. Una storia che può capitare a tutti,
qualcosa di personale.” Concluse il bibliotecario
“Personale...”
ripetè BonHan per fissare il concetto.
“Ti
do tempo un mese e poi ritorni qui con una storia personale, va
bene?”
“Va
bene, Seonsaengnim...” sospirò la ragazza e detto
questo uscì.
“Un
mese di lavoro sprecato...” disse avvilita BonHan riponendo
il manoscritto nella borsa. Per riprendersi dalla giornata e schiarirsi
le idee, decise di andare in un bar a bere qualche drink. BonHan non
era solita bere e non lo reggeva nemmeno, ma in quel momento voleva
solo dimenticare di quella terribile giornata.
“Un
Soju...e lasci qui la bottiglia.” Ordinò sedendosi
al bancone. Il cameriere velocemente la servì e la
lasciò sola con la bottiglia di alcolico.
“Aish...
e adesso che faccio? Dove lo trovo un altro lavoro?”
pensò guardando il fondo del bicchiere
“E
per di più devo ricominciare tutto da capo con il mio
romanzo...aish...” continuò ancora. Bevve tutta la
bottiglia, pagò il conto e uscì dal locale, ma
prima di imboccare la via di casa, fu attratta dalle urla che
provenivano dal retro del bar.
“Senti,
non voglio creare problemi, quindi andate via!”
“Noi
invece li vogliamo creare problemi! O hai paura di prendere qualche
destro?!”
“Ma
che succede?” pensò BonHan affacciandosi al vicolo
dove vide un gruppo di uomini, più o meno della sua
età minacciarne un altro. Si avvicinò al gruppo
cercando di non farsi vedere, ma quando uno di quelli stava per
sferrare un pugno al ragazzo, BonHan decise di intervenire. Una sola
cosa non sopportava ed era la violenza.
“Sgonfia
i muscoli informe massa di escrementi di pappagallo.”
Urlò pungente, per farsi notare “Faresti meglio a
tornare nel locale e a trombarti qualche maiale su un
bancone.” Continuò maligna
“E
tu chi cazzo sei?! Una troietta?!” domandò uno di
quelli con un sorriso provocatorio
“Come
tua madre del resto.” Rispose a tono BonHan
“Allora
vieni qui a prendere la tua botta serale!” sputò
quello con lo stesso tono provocatorio. Era
visibilmente ubriaco, ma a lei non importava, non era una scusa.
Così si avvicinò all’uomo sotto lo
sguardo incredulo del ragazzo accerchiato. Quando fu abbastanza vicino
dal sentire l’odore nauseabondo dell’alito del
tipo, BonHan sorrise beffarda e gli sferrò una ginocchiata
in mezzo alle gambe, provocando la caduta del uomo e il suo urlo
soffocato.
“Ecco...hai
avuto la tua botta.” Disse soddisfatta, spostandosi i ciuffi
di capelli che le ricadevano davanti agli occhi.
“C’è ne per tutti!”
continuò rivolgendosi agli altri ottenendo come risposta
solo l’immediata fuga della combriccola.
“Stai
bene?” domandò BonHan avvicinandosi al ragazzo
“Si
tutto apposto, grazie.” Rispose cordiale lui
“Si
può sapere cosa volevano da te? Non sembri il tipo da
farsela con gente come loro...”
“Infatti
non lo sono.” Rispose grattandosi la nuca imbarazzato.
“Comunque, grazie...”continuò sorridendo
gentile.
“Comunque
prego... mi chiamo Park BonHan, tu invece?”
“Io
sono Kim JungHoon, il manager dei Super Junior.”
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Capitolo 3 *** Capitolo 2-Proposta ***
Capitolo 2
Proposta
Aveva capito bene?
Quel ragazzo era il manager di quei Super Junior?
“Tu
sei un manager? Dei Super Junior?! Ma sembri così
giovane!” esclamò esterrefatta BonHan
“Bhè
si. Non essere così scioccata.” Rispose ridendo
JungHoon “E tu cosa fai?” continuò
sorridendo lui
“Io...
lavoravo in una tavola calda e in un negozio di fiori.” Disse
lei triste abbassando lo sguardo
“Perché
parli al passato?” domandò lui incuriosito
“Lunga
storia...” sorrise tristemente lei.
“Ho
tempo.” Sorrise amichevole e con un cenno della mano la
invitò a seguirlo per una passeggiata.
“Allora?
Cosa è successo?” domandò cortese il
manager. BonHan non avevamo mai incontrato persone così
socievoli e cordiali o meglio, era lei ad evitarle come la peste; a dir
la verità, evitava ogni tipo di persona. Era una ragazza
molto chiusa e si stupì di se stessa quando
raccontò ad uno sconosciuto quello che le accadde quel
giorno, omettendo le parti che riguardavano la composizione del suo
romanzo. Non lo diceva mai a nessuno, non lo disse neanche a sua madre.
Era il segreto che condivideva con suo padre e tale sarebbe rimasto,
anche se era più una promessa da mantenere.
“Wau...questa
si che è sfortuna.”
“Già...
e adesso mi trovo con due affitti da pagare, bollette e la scuola di
mio fratello.” Disse lei sedendosi su una panchina
“Mantieni
i tuoi genitori e tuo fratello?” domandò il
ragazzo, sedendosi affianco a lei.
“Solo
mia madre e mio fratello... mio padre è morto quando ero bambina in
un incidente sul lavoro.”
Scese
il silenzio tra loro due. BonHan si aspettava quella reazione, ormai lo
aveva detto talmente di quelle volte che lo ripeteva con un estrema
tranquillità ed era questo quello che turbava la gente: il
tono impassibile che BonHan assumeva quando si parlava della morte di
suo padre. Non è che non soffriva, solo che ormai si era
abituata a quell’incolmabile vuoto che aveva provocato la sua
morte dentro di sé. Era come una parte di lei, fosse morta
con lui in quel giorno.
“Mi...
mi dispiace...” balbettò il ragazzo torturandosi
le mani, dispiaciuto.
“Ah!
Non importa. Ce la caviamo. Mia madre gestisce una tavola calda, sai
dovresti andarci, fa il più buon kimchi di tutta
Seul!” disse BonHan cambiando discorso per smorzare la
tensione che si era creata.
“Voglio
sdebitarmi con te.”proferì il manager
improvvisamente assumendo un tono serio. BonHan divenne rossa per
l’imbarazzo a causa dell’intensità di
come la guardava JungHoon, ma cercò di non darlo a vedere.
BonHan era davvero brava a nascondere le proprie emozioni, nessuno
sapeva cosa provasse sul serio, l’unico che riusciva a
captare con uno sguardo quello che provava era suo padre.
“No
davvero! Non c’è ne bisogno!” si
affrettò a dire lei alzandosi dalla panchina
“Non
mi piace avere debiti con la gente e tu non sarai
un’eccezione.” Disse lui alzandosi e mettendosi di
fronte a lei, assumendo uno sguardo imperioso e serio.
“Sul
serio, non voglio soldi da te.” Disse BonHan seria. Odiava la
pietà, doveva guadagnarseli da sola i suoi soldi, senza
l’aiuto di nessuno.
“Cosa
ti fa pensare che ti voglia dare dei soldi?”
“Certo
che hai un caratterino docile eh...” rispose ironica alzando
un sopracciglio.
“Lavora
per me.” La interruppe serio il ragazzo. Per poco, BonHan non
sveniva. Si stava prendendo gioco di lei? Iniziò a ridere,
prima trattenendosi, poi scoppiò in una fragorosa risata ma
si fermò non appena incrociò lo sguardo serio del
manager. Decisamente non stava scherzando.
“Dicevi
sul serio?” domandò meravigliata la ragazza.
Cos’era? Un miracolo divino?
“Certo.
Lavora come mia assistente.” Rispose JungHoon ancora
più serio di prima..
Era
di certo un miracolo divino.
“Ma
come fai a sapere se ho i requisiti adatti?”
“Sai
trattare i bambini?”
“Certo,
ho un fratello di undici anni!”
“Hai
i requisiti adatti.”
BonHan
non sapeva cosa dire. Erano successe troppe cose ed era talmente
intontita che sentì nascere in lei una sensazione mai
provata: indecisione. Le si era parata un’ottima occasione di
lavoro, ma c’era qualcosa che le impediva di accettare al
volo, come un presentimento.
“Io...
non lo so...” confessò titubante
“Senti,
non devi rispondermi
per forza adesso” insistette lui e porgendogli il suo
biglietto da vista, continuò “Ecco, qui
c’è il mio numero, chiamami quando hai preso una
decisione. Sai, è il lavoro più bello e
gratificante del mondo e poi, sono dei ragazzi davvero
speciali...”
“Stai
cercando di convincermi, per caso?” disse sarcasticamente
BonHan. JungHoon rise e BonHan non potè non costatare che
aveva una risata cristallina, davvero bella a differenza della sua che
sembrava un elefante ferito.
“Non
oserei mai!” disse JungHoon tra una risata ed
un’altra, poi ritornò serio e continuò
“Sai sei una ragazza davvero simpatica... comunque, adesso
vado. E’ stato davvero un piacere conoscerti, e spero, che ci
vediamo presto!” Così, fece un cenno con la mano
per salutarla e salì sul primo taxi che passava.
“Sta
cercando sicuramente di convincermi.” Pensò la
ragazza a voce alta non potendo fare a meno di sorridere. Non appena
arrivò a casa, chiamò sua madre per chiederle
consiglio, ma soprattutto per sfogarsi. Odiava cacciarsi in quelle
situazioni di stallo, la innervosivano e la rendevano ancora
più acida di quanto non fosse di sua natura.
“Eomma...
cosa dovrei fare?”
“Stupida!
Devi assolutamente accettare! E’ una proposta che ti capita
una sola volta nella vita!” rispose la madre sottolineando la
parola ‘solo’ con enfasi.
“Lo
so, ma...”
“Tesoro,
cosa c’è che ti blocca?”
“Un
presentimento.” Rispose fredda BonHan.
“Tipico
di mia figlia.” Pensò la signora JaeHwa.
“O è troppo impulsiva, o è troppo
ragionevole.” Continuò torturando il filo della
cornetta del telefono. Era sempre stata fin da piccola, da quando la
prese per la prima volta tra le sue braccia e la guardò in
quegli occhietti così vivaci e curiosi, ma lo stesso tempo
che ti perforavano l’anima. Quando
BonHan desiderava qualcosa davvero, o aveva paura agiva sempre
così: ci pensava un’eternità.
“L’unico
consiglio che posso darti, è quello di seguire il tuo
istinto. Qualsiasi decisione tu prenda, sappi che per me
andrà bene. Ti voglio bene, bambina mia.”
“Grazie
eomma, ti voglio bene anche io.” E riagganciò
gettandosi stancamente sul letto.
“Appa...
cosa devo fare?” domandò rivolgendosi alla
fotografia del padre. La guardò a lungo, come se attendesse
una risposta, ma le bastò guardare il volto sorridente di
suo padre per scegliere la risposta giusta. Quindi, prima che cambiasse
idea, prese il biglietto da visita di JungHoon e compose il numero
telefonico.
“Sapevo
che avresti chiamato. Allora, cos’hai deciso?”
domandò JungHoon sicuro
“Ho
deciso di accettare la tua proposta di lavoro.”
“Perfetto!
Ci vediamo domani di fronte alla SM Town, aspettami
lì.” Disse entusiasta lui “Vedrai, non
te ne pentirai!” continuò
Non
ne dubito, a domani.” Rispose lei sorridente e poi
riagganciò.
Aveva
fatto la scelta giusta? BonHan odiava quella sgradevole sensazione di
indecisione. Le
si incollava addosso, come una cozza su uno scoglio e non se ne andava
più fino a quando non era veramente sicura della sua scelta. Iniziò
a pensare se aveva fatto la scelta giusta...
“Aish!
Smettila di farti problemi. Hai accettato un’ottima offerta e
non provare a tirarti indietro.” Disse dandosi uno
scappellotto sulla testa. Poi intravedendosi allo specchio, e
vedendo la solita immagine di una ragazza poco curata e con i capelli
tutti scompigliati, decise che era arrivato il momento di cambiare. La
vecchia BonHan da quel momento, doveva ufficialmente scomparire. Stava
iniziando un nuovo percorso, dopotutto era pur sempre
l’assistente di un manager e non poteva presentarti in jeans
e canotta. Così inziò a cercare tutti i vestiti e
completi eleganti che sua madre ostinatamente le comprava. Dopo che
aveva svuotato l’armadio, decisa che il giorno seguente,
avrebbe indossato una blusa avorio e dei pantaloni neri a vita alta e a
zampa, coordinati con delle scarpe con il cinturino e tacco e una borsa
nera capiente. Decise che si sarebbe anche truccata: un evento
più unico che raro per BonHan. Soddisfatta della sua scelta,
indossò il pigiama e si mise a letto.
“Appa,
sto per iniziare una nuova avventura. Augurami buona
fortuna!” e baciando la foto del padre, si
addormentò stanca. Aveva ragione, la sua vita stava per
cambiare in meglio, o forse in peggio?
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Capitolo 4 *** Capitolo 3-Una ventata di novità...gelida. ***
Capitolo 3
Una ventata di
novità... gelida.
Yesung
si era svegliato presto con l’intenzione di provare uno dei
suoi pezzi nello studio di registrazione, come ogni mattina. Adorava il
silenzio che regnava nel dormitorio la mattina presto, quando tutti i
suoi compagni erano ancora nei loro letti. C’era una calma
serafica che nel resto della giornata scompariva, quindi Yesung ne
assaporò l’aria placida e poi si diresse verso lo
studio di registrazione dove rimase per più di
un’ora. Non era obbligato a farlo, anzi non lo richiedeva
neanche il contratto, ma lui adorava provare un po’ in
solitudine e soprattutto voleva migliorare la sua tecnica. Amava il suo
lavoro che per lui era una passione coltivata fin dalla tenera
età.
“Sai,
dovresti dormire un po’ di più,
dongsaen...” proferì Leeteuk entrando nello studio
così da interrompere le prove del main vocalist.
“Sai
che non dormo molto, hyung.” Rispose Yesung arricciando la
bocca in un sorriso
“Questo
non è un bene per la tua salute. Cerca di dormire un
po’ di più.” Continuò il
leader preoccupato. Yesung lo guardò e gli rivolse un
sorriso rassicurante “Non preoccuparti, sto bene.”
“Va
bene... comunque volevo dirti che è arrivata la nuova
assistente del manager JungHoon...”
“JungHoon
ha assunto un’assistente?” chiese Yesung
meravigliato. Leeteuk annuì silenziosamente “Si
chiama Park BonHan e ha 24 anni.” Continuò il
leader cercando di incrementare la curiosità del vocalist.
Yesung si limitò a sorridere mentre riponeva gli spartiti.
Non aveva prestato molta attenzione alle parole di Leeteuk, anche
perché non gli importava delle persone che assumeva il suo
manager e non capiva perché questa ragazza dovesse essere
così importante.
“Comunque
sia, JungHoon ci ha chiesto di andare nel suo ufficio per
conoscerla.” Disse Leeteuk guardando con la coda
dell’occhio i movimenti del suo compagno.
“Va
bene, andiamo allora.” Rispose semplicemente Yesung ed
entrambi si diressero verso l’ufficio del manager.
L’ufficio
di JungHoon si trovava dall’altra parte
dell’edificio, dove si trovavano tutti gli uffici e le sale
di prova. Era molto spazioso e luminoso, affacciava su una delle vie
principali e più in vista della città. Era
arredato con uno stile moderno, un pavimento in parquet e due scrivanie
poste una di fronte all’altra sulle due pareti, entrambe
munite di portatili e telefoni fissi. Sulle pareti dietro le scrivanie,
c’erano due grosse librerie strapiene di libri e fascicoli.
Al c’entro della stanza, si trovava un divano in pelle nera e
due poltrone dello stesso materiale e colore con un tavolino di vetro
posto al centro.
“Ha
detto di aspettarlo qui.” Disse Leeteuk sedendosi sul divano
“Chissà com’è...”
continuò grattandosi la testa con fare penserioso.
“Perché,
sei alla ricerca di una fidanzata?” chiese Yesung divertito
sedendosi affianco all’amico.
“Ma
che hai capito?! Aish... sempre a pensare male...” rispose
Leeteuk dandogli uno scappellotto sulla testa. Yesung scoppio a ridere
seguito da Leeteuk. Al vocalist piaceva quando rideva con Leeteuk o
semplicemente quando era con lui. Lo trattava come un fratello minore,
ed era piacevole esserlo per qualche volta.
“Per
aver impressionato il manager Kim, deve avere un bel
caratterino...” riprese serio il biondo. Yesung rispose con
un segno di assenso con la testa. “Di certo non deve passare
in osservata...” continuò serio lui. Era davvero
curioso di vederla, insomma doveva avere qualcosa di speciale per
essere stata assunta senza nemmeno un colloquio di lavoro.
Quando
sentirono la porta aprirsi, i due cantanti si voltarono e si alzarono
in piedi.
“Buongiorno
ragazzi!” salutò entusiasta il manager, seguito da
una ragazza. Era di media altezza e magra, ma aveva la testa
leggermente china, quindi Yesung non riuscì ad intravedere
il volto, coperto anche da un ciuffo di capelli neri e lisci..
“Lei
è la ragazza di cui vi ho parlato.”
Continuò il manager indicando la ragazza dietro di lei
mentre posava la sua borsa sulla scrivania in vetro. Quando
alzò il viso, a Yesung gli si mozzò il fiato. La
parola bella era riduttiva per descriverla: aveva le bocca carnosa e
colorata di rosso, gli zigomi ben definiti e un naso diritto. Ma quello
che lo colpì di più, furono gli occhi: due pozzi
neri adornati con un filo di eyeliner, con delle lunga ciglia.
Sembravano due vortici che risucchiavano anche l’anima al
minimo sguardo. Bastò
solo intravedere il suo sguardo per capire che era sicura di
sé, ma notò, anche se era stato per un attimo, un
lampo di profondo dolore, o meglio rassegnazione.
“Mi
chiamo Park BonHan, per favore, lavoriamo bene insieme.”
Disse lei sorridendo cortese.
“E’
davvero un piacere conoscerti! Vero dongsaeng... Yesung?”
Yesung
non rispose, non riusciva ad emettere un singolo suono, anche se
soffocato. Non riusciva a non guardarla con stupore, stregato da quella
visione. Leeteuk gli diede una gomitata per farlo tornare tra loro.
“Eh?!
Ah, si... benvenuta!” disse Yesung con troppo entusiasmo.
“Aish... così sembro uno schizzato...”
pensò tra sé e sé il ragazzo, rosso in
volto per l’imbarazzo. “Lei gli rivolse un sorriso,
il più bello che Yesung avesse mai visto. Quella ragazza
aveva qualcosa di speciale, che lo attirava come una calamita. Ora si
spiega il motivo della sua presenza lì.
Yesung
la stava fissando con un’espressione che BonHan non
riuscì a capire se era stupita o disgustata. Non era brava a
cogliere l’espressioni facciali delle persone e quella ne era
la prova. Non le staccava gli occhi di dosso, era come se le stesse
leggendo anche l’anima e improvvisamente, senza accorgersene,
iniziò a osservarlo anche lei. Aveva un fisico asciutto,
cosa che notò grazie alla canottiera aderente che metteva in
risalto dei pettorali e addominali ben definiti. I capelli erano
corvini corti, come BonHan aveva visto su varie riviste. Le mani erano
incredibilmente piccole, ma lei le trovò adorabili. Gli
occhi neri, mossi da gentilezza e dolcezza.
“Grazie
mille, spero che lavoreremo bene insieme.” Disse BonHan
sorridendo, cercando di non dar a vedere il suo interesse vero il
cantante.
“Si,
lo spero anche io...” rispose in un soffio Yesung. Poi, i
loro sguardi si incrociarono, per un momento, e BonHan
percepì tra di loro, una scarica di elettricità,
un filo rosso che li univa. BonHan non credeva a queste cose, o dal
destino, ma iniziò a crederci dopo quella strana sensazione
mai provata prima.
“Bene
ragazzi, andate al dormitorio a svegliare quei bambinoni, mentre spiego
gli ultimi dettagli alla signorina BonHan.”
Proferì JungHoon. I due cantanti uscirono, mentre BonHan li
guardava con la coda dell’occhio, ma solo quando furono
abbastanza lontani, BonHan riprese a respirare. Per tutto il tempo, si
sentiva un peso al petto che le impediva di respirare regolarmente. Non
era paura, o imbarazzo, era un’emozione che non aveva un nome
nel vocabolario. Era la stessa sensazione che si prova quando si vede
la prima volta la luce: curiosità? No, era semplice
felicità.
JungHoon
le mostrò la sua postazione, le consegnò un
cercapersone e un palmare, infine una scheda dove c’erano
eventi e servizi fotografici a cui i Super Junior dovevano partecipare.
BonHan ascoltava in silenzio, cercando di prestare attenzione con
scarsi risultati perché aveva ancora la pelle
d’oca dovuta alla presenza di Yesung.
“Leeteuk
-hyung, hai la minima idea di che ore siano?”
domandò sonnolento Donghae stiracchiandosi
“L’ora
che vi svegliate... ma dov’è Siwon?”
“A
guardare i suoi addominali allo specchio, come al solito...
egocentrico...” rispose Eunhyuk pungente
“Senti
chi parla, quello che non perde occasione per mostrare il suo
fisico!” rispose Siwon ironico alla provocazione
“Aish,
smettetela! Sembrate due suocere...” intervenne Kangin
gettandosi sulla prima sedia che incontrò sul suo cammino.
“Io
voglio le mie ciambelle...” piagnucolò Shindong
sedendosi al tavolo.
“Volete
tacere un attimo tutti?!” urlò Leeteuk imperioso. Scese
il silenzio, non era la prima volta che il leader urlava, ma quando lo
faceva, sembrava davvero imponente.
“Sei
acido sta mattina... più di me.” Disse Heechul
sorseggiando del the. Leeteuk sospirò stanco mentre guardava
Yesung che cercava di trattenere le risate. Li adorava, nella loro
follia, erano perfetti, Yesung senza di loro sarebbe stato perso.
“Ci
rinuncio... comunque, il manager Kim ha assunto un’assistente
per...”
“Com’è,
carina?!” domandò Donghae improvvisamente sveglio
interrompendo Leeteuk
“Chiedilo
a Yesung, l’ha fissata con uno sguardo da pesce lesso per
tutto il tempo.” Rispose il biondo genuino suscitando le risa
di tutti e l’imbarazzo del main vocalist. “E poi,
potrai constatare tu stesso, ci aspetta in salotto.” Manco
finì di dirlo che subito, si chiusero nelle loro stanze a
prepararsi.
“Sono
dei casi persi... ma dov’è Kyuhyun?”
domandò Leeteuk notando l’assenza del maknae
“Di
sopra, a giocare con la console...” rispose Sungmin uscendo
dalla sua stanza e infilandosi la maglia
“Quel
ragazzo è ormai andato.” Continuò
Leeteuk sedendosi sul divano Quando furono tutti pronti, salirono
sull’attico dove si trovava il loro salotto. Appena
entrarono, trovarono Kyuhyun che, con un’espressione
concentrata in volto, giocava a qualche gioco di guerra.
“Dovresti
staccarti da quel coso ogni tanto, sai.” Proferì
Siwon rivolgendosi al ragazzo, ma come risposta ottenne solo i suoni
provenienti dalla tv.
“Oggi
è arrivata l’assistente del nostro
manager.” Continuò il leader cercando di avere un
mino di attenzione da lui.
“...salutamela...”
rispose Kyuhyun dopo cinque minuti di silenzio, prestando poca
attenzione anche alle sue parole.
“Lascia
perdere, hyung. Ormai è nel suo fantastico regno.”
Disse Ryeowook incrociando le braccia scocciato. Leeteuk stava per
controbattere, quando entrò nell’ampio salotto
BonHan, suscitando lo stupore dei presenti. Yesung sentì una
fitta al petto, una sensazione che una sola volta aveva provato... e
non era finita bene.
“Ora
capisco il perché Yesung-hyung non la smetteva di
guardarti...” disse Donghae imbambolato rompendo anche il
silenzio. BonHan gli sorrise imbarazzata, portandosi una ciocca di
capelli dietro l’orecchio.
“Idiota.”
Disse Kangin dandogli un ceffone sulla nuca “Ti sembra il
modo di rivolgersi ad una ragazza?” continuò il
ragazzo.
“Ehi!
Era un complimento, hyung!” cercò di difendersi
Donghae massaggiandosi la testa. BonHan rise, creando una fossetta
sulla guancia sinistra. Era ufficiale, quella ragazza avrebbe procurato
la morte di Yesung.
“Sono
davvero contenta di lavorare con voi. Mi chiamo Park BonHan ed
è un vero piacere conoscervi, siete molto
simpatici.” Rispose BonHan sorridendo cortese. Si,
sarebbe stata la causa della prematura morte di Yesung
“BonHan,
siamo davvero entusiasti di lavorare con te.” Disse
sorridente Sungmin “Vero, Kyuhyun?”
continuò il ragazzo volgendo lo sguardo vero la figura del
maknae. Come risposta ottenne solo una serie di suoni non identificati.
“Tra
persone civili, ci si guarda in faccia e ci si presenta.”
Disse stizzita BonHan. Non sopportava la cattiva educazione, e quel
ragazzo era per lei l’apoteosi della cattiva educazione.
“Scusa,
dolcezza, ma sono troppo impegnato per presentarmi e poi tu
già sai chi sono io e se vuoi saperlo, non mi importa di chi
tu sia.” Rispose il maknae con poca attenzione tutto
concentrato con il suo gioco.
“Prova
a richiamarmi ‘dolcezza’ e non sarò
consapevole delle mie azioni.” Rispose pungente BonHan non
provocando nessuna reazione nel ragazzo.
“Miao...”
sussurrò Dongahe ad
Eunhyuk “La gattina graffia.” Continuò
il ballerino.
“Kyuhyun!
Chiedi immediatamente scusa.”
“No,
va tutto bene Leeteuk-oppa...” rispose BonHan avvicinandosi
alla televisione e posizionandosi davanti ad essa impedendo la visione
di Kyuhyun
“Sposati,
donna!” disse spazientito lui.
“Come
scusa?!” chiesa indignata “Va bene... come vuoi
tu.” Continuò la ragazza e girandosi verso la
presa elettrica, staccò il cavo della televisione e della
console, suscitando lo stupore dei presenti.
Kyuhyun
rimase imbambolato con la bocca aperta e senza nemmeno accorgersene,
gli scivolò da mano il joystick. BonHan sorrise soddisfatta,
nessuno doveva permettersi di parlare in quel modo e mancarle
così di rispetto, anche se era un idol.
Si,
era arrivata una ventata di belle novità, ma era
più gelida del ghiaccio.
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Capitolo 5 *** Capitolo 4-In una sfida ci sono sempre solo due giocatori ***
Capitolo 4
In una sfida ci sono sempre solo
due giocatori.
Come
aveva osato. Chi si credeva di essere per trattarlo come un bambino
rendendolo ridicolo davanti ai suoi compagni?
“Che
cavolo hai fatto?!” sbraitò furioso Kyuhyun. La
ragazza sorrideva beffarda facendo roteare il filo della console.
“Oops!
E’ scattata la corrente!” rispose lei con un finto
tono innocente. “Chiamami ancora ‘donna’
con quel tono da uomo del neolitico e sappi che la presa non
sarà l’unica cosa che staccherò
oggi.” Continuò pungente BonHan fissandolo negli
occhi e riducendo la distanza tra loro.
“Bam!”
esclamarono all’unisono Donghae, Siwon, Eunhyuk e Kangin
mentre gli altri cercavano di reprimere le risate. Kyuhyun non diede
loro molta importanza, il suo obbiettivo era di fronte a lui e avrebbe
potuto fulminarla con lo sguardo in quel preciso istante.
“Non
la passerai liscia...” sibilò il maknae con
disprezzo
“Oh!
Ho fatto arrabbiare il cucciolo di casa?” rispose sarcastica,
poi ritornò seria e continuò “Faresti
meglio a prepararti, tra venti minuti dobbiamo essere sul set
fotografico della rivista di ELLE.”
“E
tu chi sei per darmi gli ordini?!”
“Il
tuo secondo manager e lo sapresti se avresti dato un minimo di
attenzione a quello che ti succedeva in torno!”
sputò BonHan alzando il tono della voce e dopo aver gettato
il cavo della console sul suolo, uscì dal salotto seguita
dagli sguardi stupiti di tutti.
“Ma
come si permette!?” sbraitò scaricando tutta la
sua rabbia contro il joystick scaraventandolo con un calcio
dall’altra parte della stanza.
“Non
ha tutti i torti però...” sussurrò
timidamente Sungmin. Kyuhyun lo fulminò con lo sguardo ma
prima che potesse controbattere, Leeteuk scosse la testa severo e fece
uscire gli altri con un cenno della testa, lasciando il cantante solo.
Kyuhyun strinse i pugni, fino a sentire le unghie perforare la carne e
pensò che si sarebbe vendicato e lo avrebbe fatto, nel
peggiore dei modi.
BonHan
guardava attenta il servizio fotografico di ognuno dei cantanti mentre
rispondeva alle innumerevoli telefonate da parte di canali televisivi e
riviste. JungHoon le aveva spiegato che il suo compito era quello di
memorizzare tutte le proposte ricevute e poi mandargliele sul palmare,
avrebbe deciso lui quale accettare.
“Da
quando ho messo piede alla SM Town non ho nemmeno bevuto un sorso di
acqua...”pensò ad alta voce senza nemmeno
accorgersene, riponendo il cellulare in borsa. Quando alzò
lo sguardo dalla borsa, alla ricerca del palmare, trovò
Yesung sorrident con un bicchiere di acqua in mano.
“Tieni.”
Disse sorridente porgendoglielo.
“Grazie...
come sai che ho sete?” domandò di rimando bevendo
un sorso d’acqua con gusto e soprattutto per nascondere il
tremore nella voce che aveva provocato la presenza improvvisa del
ragazzo. Le faceva un brutto effetto, era come se si sentiva nuda: si
sentiva costantemente leggergli nel profondo.
“Bhè,
perché sono un mago!” rispose Yesung fiero,
provocando la risata di BonHan, musica per le sue orecchie.
“Scherzo... ti ho sentita mentre lo dicevi.”
Continuò sorridendo con semplicità, come se fosse
la cosa più naturale del mondo. BonHan le andò di
traverso l’acqua facendola tossire. Yesung la
guardò preoccupato “Stai bene?” le
domandò preoccupato accostandosi al suo viso e guardandola
negli occhi. BonHan sentì il cuore perdere un battito e
sentì le guancie arrossirsi.
“D-davvero
l’ho detto ad alta voce?” balbettò
imbarazzata cambiando discorso. Non sapeva se era più in
imbarazzo perché l’avesse detto, perché
era stato lui a
sentirla o perché semplicemente la sua vicinanza la mandava
completamente in tilt.
“Non
preoccuparti, non lo dirò a nessuno.” Rispose lui
facendole l’occhiolino. BonHan deglutì sperando
non troppo rumorosamente. “BonHan calmati, non comportati
come una ragazzina in piena fase ormonale...” si disse tra se
e se fissando il bicchiere come se fosse la cosa più
interessante in quel momento.
“Tocca
a me adesso...vado, ciao!” salutò Yesung con un
sorriso e si diresse verso il set.
“Ciao...”
riusì a bisbigliare lei dopo averlo osservato andare via.
Quel ragazzo le faceva davvero un brutto effetto.
“Dai
Kyuhyun, non credi di esagerare?” domandò Heechul
guardando accigliato l’amico.
“Esagerare?!
Questo è il minimo!” rispose il maknae riempiendo
un secchio di acqua. “Anzi, credo di essere anche abbastanza
clemente...” continuò sorridendo maligno. Heechul
arricciò le labbra in una smorfia ironica, non
l’avrebbe fermato ma nemmeno l’avrebbe aiutato
anche se lo avrebbe fatto di buon grado, ma aveva presso al leader che
non avrebbe fatto più scherzi. Quindi si limitò
semplicemente ad osservare le azioni del giovane amico. Era da un
po’ che Kyuhyun non faceva scherzi e non vedeva
l’ora di vedere la reazione della povera manager. Si chiedeva
se era davvero tosta come sembrava o era solo una facciata. In quel
caso non sarebbe risultato divertente. Il motivo principale era quello
dopo tutto: Heechul aveva voglia di divertirsi.
“Cos’hai
intenzione di fare dopo? Insomma un secchio d’acqua mi pare
il minimo...” domandò sospirando Heechul. Kyuhyun
sorrise furbo “Vedrai...” rispose “Minimo
sforzo, massima resa!” continuò guardando
l’amico. Per Kyuhyun ormai era diventata una questione
personale, quella ragazza aveva ferito il suo orgoglio trattandolo come
un bambino e una rinfrescata le avrebbe chiarito le idee su chi
comandava. Per prima cosa.
“Non
vedo l’ora di vedere la sua faccia sconvolta e correre via
piangendo...” sghignazzò Kyuhyun eccitato come un
bambino a natale. Heechul rise “Scommetto che
succederà il contrario...”
“Cosa?!
Non scherzare, rimpiangerà di avermi trattato come un
poppante...”
Heechul
sospirò “Io vado, ti lascio ai tuoi deliri di
onnipotenza...” e uscì lasciando solo il giovane
cantante. Heechul sapeva che Kyuhyun non si sarebbe arreso, adesso
aveva trovato il suo nuovo passatempo.
“Qualcuno
ha visto Kyuhyun? Tocca a lui adesso.” Domandò
BonHan ad alta voce
“No,
non lo vedo da quando siamo arrivati.” Rispose avvicinandosi
Leeteuk. La ragazza sbuffò contrariata, gli avrebbe staccato
la testa a furia di cazzotti se non si fosse presentato lì
in quell’istante.
“E’
nel suo camerino...” intervenne Heechul con tono indifferente.
“Quel
bambino viziato mi farà perdere il lavoro” disse
irritata mentre si dirigeva verso i camerini. Senza neanche bussare,
stizzita entrò nella stanza
“Senti,
se hai intenzione di...” ma un getto d’acqua gelida
la interruppe mozzandole il respiro. Quando aprì gli occhi,
trovò davanti a se Kyuhyun con un secchio in mano che rideva
fragorosamente. BonHan rimase paralizzata a fissarlo, prima senza
espressione, poi lo guardò con odio e disprezzo riducendo
gli occhi in due fessure.
“Dovresti
vedere la tua faccia adesso!” disse Kyuhyun tra una risata ed
un’altra. BonHan rimase in silenzio trattenendosi da
scagliarli un sonoro schiaffo per togliergli quel sorriso compiaciuto
dalla faccia. Poi addolcì lo sguardo e arricciò
la bocca in un sorriso beffardo.
“E’
il meglio che sai fare?” domandò ironica
“Sai, da un genio del male come te, mi aspettavo di meglio.
Ora, te lo chiedo per favore, potresti andare sul set?”
continuò seria avvicinandosi al ragazzo. Non era possibile:
gli aveva detto che si aspettava di peggio. Lo voleva davvero
castigare, allora. Heechul aveva ragione, era successo
l’esatto contrario. Iniziò a pensare che doveva
sfoderare l’artiglieria pesante con quella ragazza.
“Non
preoccuparti, questo era solo l’antipasto, aspetta di
assaggiare il primo...” la minacciò sorridendo
sornione e si allontanò dalla stanza.
“Non
vedo l’ora!” urlò BonHan, facendo
sorridere soddisfatto il maknae.
“Credo
che mi divertirò molto...” pensò
sghignazzando. Infondo era da un po’ di tempo che non
succedeva niente di eccitante da quelle parti e quella era
l’occasione giusta.
“Dov’eri
finito!?” domandò Leeteuk visibilmente irritato.
“In
giro, hyung.” Rispose Kyuhyun vago poi si
allontanò e sorrise furbo, si stava divertendo troppo.
“Aish...
ma che completo idiota!” sbraitò furiosa BonHan
cercando di asciugare la blusa con l’asciugatore del bagno.
Aveva passato più di mezz’ora per asciugarsi i
pantaloni e per rendersi quanto meno presentabile rifacendosi il trucco.
“BonHan,
stai bene? Sono Donghae.” Domandò il cantante da
fuori al bagno.
“Si,
sto bene. Perché?” rispose frettolosa per non far
trasparire il tono della voce irritato.
“Ecco
stiamo aspettando te in auto...”
“Aish...
si ok, tu avviati oppa, vi raggiungo tra cinque minuti.”
Quindi
indossò la blusa, piuttosto asciutta e cerò di
aggiustarsi i capelli legandoli in una coda alta. Quando
salì in auto, cercò di evitare lo sguardo del
maknae mostrandosi indifferente.
“Tutto
apposto BonHan?” chiese Siwon preoccupato
“Si,
tutto apposto.” Rispose rivolgendogli un sorriso
“Scusate se ci ho messo tempo, ma... mi sono rovesciata
addosso dell’acqua.” BonHan si sorprese delle sue
parole: stava mentendo, perché? Non avrebbe esitato a dir la
verità in un’altra occasione, insomma gliela
avrebbe fatta pagare in quel modo, facendolo sgridare dai membri
più grandi, ma non sarebbe stato ugual modo divertente. Non
avrebbe dato a quel bambino viziato la soddisfazione che era stato lui
ad inzupparla.
“Possiamo
partire.” Disse al conducente e poi si mise a rispondere a
tutte le chiamate che aveva ricevuto, ignorando gli sguardi di Kyuhyun
accigliato ma soprattutto di uno in particolare: di Yesung.
“Buona
notte BonHan! Fai attenzione la sera qui è
deserto.” Si raccomandò Ryeowook salutandola con
la mano
“A
domani!” continuò Kangin seguendo gli altri
entrare nell’edificio. BonHan li salutò con un
cenno della mano sorridente, in fondo non erano per niente male... a
parte uno.
“A
domani, Park.” Sussurrò suadente Kyuhyun
all’orecchio di BonHan. La ragazza non rispose,si
limitò solo a contrarre il suo viso in una smorfia di
disgusto. Finì
di salutare tutti gli altri e poi si diresse verso casa.
“Sai,
girare per Seul da sola di sera non è proprio
sicuro.” Disse bloccandola una voce maschile alle sue spalle.
Riconobbe il suono di quella voce inconfondibile, calda e profonda, ma
si girò per sicurezza. Sentì la tachicardia
quando vide Yesung con un mezzo sorriso.
“Ti
va di fare due passi insieme?” domandò mentre si
avvicinava a lei
“No,
non voglio scomodarti sul serio e per di più devi essere
anche stanco...” rispose BonHan sorridendo impacciata
“Insisto.”
Riprese Yesung con tono deciso. BonHan, sentendò le orecchie
andare in fiamme, annuì sorridendo, per nascondere il tono
della sua voce che sarebbe stato tremante se solo avesse parlato. Che
altro poteva? Non sarebbe riuscita a dirgli di no, ma non riusciva
nemmeno a costruire una frase logica in sua presenza. Le mandava
completamente in pappa il cervello.
Per
buona parte del tragitto, rimasero entrambi in silenzio, imbarazzati, o
almeno BonHan lo era. Ogni tanto guardava Yesung con la coda
dell’occhio: aveva le mani in tasca e qualche volta alzava
gli occhi al cielo scrutandolo. BonHan non poté non
soffermarsi sulla perfezione dei lineamenti del volto del ragazzo e
pensò che era davvero un gran bel ragazzo.
“Sembra
strano ma, Kyuhyun è davvero un bravo ragazzo, è
solo un po’...” disse Yesung serio spezzando il
silenzio
“Arrogante,
viziato, stupido...” continuò irritata BonHan
interrompendolo.
“Infantile,
stavo per dire infantile.” Rise Yesung, provocando
irrimediabilmente anche un sorriso sul viso di BonHan “Ma
è davvero un buon amico.” Aggiunge dopo il
cantante sorridendo ancora
“Credo
che infantile sia poco...”.
Yesung
sorrise, infondo non aveva tutti i torti. L’accompagno fin
sotto casa e in tutto quel fragente parlarono del più e del
meno. BonHan era davvero una ragazza solare, cosa che Yesung
intuì anche dalla scelta della sua stagione preferita:
l’estate.
“Ma
come ti può piacere l’autunno? E’
così triste!”
“E’
malinconico, è diverso!” rispose Yesung fingendosi
offeso. Risero entrambi, Yesung era davvero buffo e aveva un sorriso
molto dolce, raramente BonHan ne vedeva di sorrisi del genere.
“Ti
chiedo scusa a nome di Kyuhyun per il modo in cui ti ha trattata sta
mattina. Non succederà più.” Disse
improvvisamente Yesung serio e guardandola negli occhi.
“Promesso.” Continuò addolcendo lo
sguardo
“Ti
ringrazio per la premura, ma so cavarmela da sola.” Gli
rispose lei facendogli l’occhiolino “Grazie, di
tutto. Sei davvero simpatico.” Continuò e
salutandolo con un sorriso e un cenno della mano, entrò
nella palazzina dove abitava. Yesung si sentiva esplodere il cuore
dalla felicità. Si sentiva come un adolescente e la sua
prima cotta, un vero stupido, ma non gli importava. Si
ritrovò a fare una piroetta senza accorgersene, era troppo
contento.
Era
cotto? A puntino. Ma non sapeva che da quel giorno era in corso una
sfida tra il maknae e la ragazza dei suoi sogni e lui, purtroppo, non
era che altro un semplice spettatore, almeno per ora.
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Capitolo 6 *** Capitolo 5-Ne vincitori e ne vinti. ***
Capitolo 5
Ne vincitori e ne vinti.
Era
passata una settimana da quando BonHan aveva incominciato a lavorare
per i Super Junior e si stava affezionando sempre di più a
quei ragazzi, ogni giorno che passava. L’avevano accolta come
se fosse stata con loro da sempre e si era anche abituata agli scherzi
infantili di Kyuhyun, infatti aveva notate che se più lo
ignorava, più lui tentava di farla arrabbiare. Ormai era
diventata una vera e propria guerra tra di loro.
“Yeoboseyo*?”
rispose BonHan al telefono
“BonHan,
ti disturbo?”
“No,
non preoccuparti eomma, stavo per andare a lavoro. E’
successo qualcosa?” chiese preoccupata la ragazza. Sua madre,
raramente la telefonava di mattina presto, a meno che se non era una
vera e propria emergenza.
“Niente
di grave, tuo fratello oggi non può andare a scuola per via
di un’ ispezione scolastica.”
“E
quindi...?”
“BonHan...
non posso tenerlo con me alla tavola calda.”
“Ecco
dove voleva arrivare”pensò BonHan scuotendo il
capo. Sospirò roteando gli occhi “Va bene, passo a
prenderlo tra poco.”
“Che
brava figlia che ho!” rispose sua madre con tono allegro. BonHan
non potè fare a meno di sorridere alla reazione della madre.
“A
tra poco, eomma.” E sorridendo, riagganciò, quindi
finì di prepararsi e uscì.
Quando
arrivò a casa di sua madre, trovò suo fratello
davanti alla porta che aspettava pazientemente il suo arrivo. Ogni
giorno che passava, BonHan vedeva suo fratello BonJoong il volto di suo
padre. Aveva i capelli neri e gli occhi nocciola, proprio come quelli
di suo padre. Era magro e piuttosto alto per la sua età.
“Nuna!”
esclamò BonJoong appena la vide. BonHan lo salutò
con la mano e vedendolo correrle incontro, aprì le braccia,
pronta ad accogliere il suo abbraccio, che non tardò ad
arrivare.
“Come
stai, pulce?” chiese allegra BonHan stringendolo forte.
“Alla
grande! I miei amici non ci credevano che avrei visto i Super
Junior!” rispose allegro il ragazzino. BonHan gli rispose con
un sorriso e prendendogli la mano, si incamminarono verso
l’azienda. Avrebbe avuto il suo stesso entusiasmo se non
avesse avuto a che fare con la persona più infantile
dell’universo.
“Annyeong
BonHan seonbae!”salutò cordialmente la stagista
appena BonHan entrò nell’ufficio. Si chiamava
HaeJung ed era più piccola di lei di qualche anno. Era per
metà francese e per metà coreana, tuttavia a
parte il colore degli occhi di un glaciale azzurro, era una tipica
ragazza coreana, con capelli neri e corti.
“Annyeong
HaeJung. Allora, quali sono gli impegni di oggi?”
“Ma
chi è questo giovanotto?” chiese la ragazza
avvicinandosi al bambino e di conseguenza provocando il suo imbarazzo.
“E’
mio fratello.” Rispose BonHan fredda, togliendosi la giacca
“Allora, gli impegni di oggi?” continuò
sedendosi alla scrivania mentre accendeva il computer.
“Hanno
chiamato diversi giornali locali per delle interviste.”
Rispose delusa la ragazza dalla risposta secca della collega. BonHan
era sempre così chiusa in se stessa, troppo concentrata sul
suo lavoro, non scambiando mai una chiacchiera con lei. HaeJung
conosceva solo il suo nome e nient’altro, avrebbe voluto
sapere molto di più, diventare sua amica magari.
“Perfetto,
mandameli sul palmare mentre io rispondo
all’e-mail.” Ordinò gentilmente BonHan,
poi si rivolse al fratello “BonJoong, puoi sederti anche sul
divano, ok?”. Il
fratello obbedì e appena seduto sul divano,
cacciò un libro e incominciò a leggerlo. BonHan
sorrise orgogliosa, era una passione che gli aveva trasmesso lei.
Adorava leggere, qualsiasi cosa le andava bene anche il bollettino del
meteo, l’importante era che anche solo per un istante, si
estraniasse dal mondo reale.
“BonHan,
JungHoon vuole vederti nella sala riunioni, dice che è
urgente.” Proferì HaeJung riagganciando il
telefono. BonHan annuì e prendendo, il palmare e il block
notes disse al fratello “Non muoverti di qua, hai
capito?”. Il
bambino annuì in silenzio, troppo preso dalla lettura per
risponderle ma BonHan non se ne preoccupò molto, sapeva che
era un bambino responsabile e che l’avrebbe ascoltata.
Così prese la borsa e uscì seguita dalla stagista
la quale si dirigeva al piano di sotto a svolgere varie commissioni per
il manager.
Mentre
BonHan si dirigeva verso la sala riunioni, incrociò Yesung
che reggeva degli spartiti in mano. BonHan si era ormai abituata alle
sensazioni che il suo corpo aveva quando vedeva e parlava con il main
vocalist, tutti i giorni in pratica. Quando BonHan finiva di lavorare
la sera, lui l’aspettava all’uscita e
l’accompagnava fin sotto casa. Era come un appuntamento
serale per BonHan e
lei, non lo disprezzava affatto.
“Buongiorno
BonHan!” salutò con un sorriso Yesung, mostrando
una fila di denti perfetti bianchi.
“Buongiorno
anche a te.” Rispose BonHan ricambiando il sorriso luminoso.
“Dove
stavi andando?”
“Il
manager Kim vuole vedermi in sala riunioni, tu invece? Vai a provare
qualche canzone?”
“Si,
cercavo un posto tranquillo...” rispose Yesung grattandosi la
testa imbarazzato.
“Buona
fortuna allora! Se c’è una cosa che ho imparato in
quest’ultima settimana, è che qui la
tranquillità non è di casa.” Rise
BonHan coinvolgendo il suo ragazzo “Ci vediamo
dopo!” contiunò salutandolo. Lui gli fece
l’occhiolino e si diresse verso la parte opposta. La ragazza
sorrise mentre lo guardava dolcemente. Le stava mandando il cervello in
pappa quello lì.
Kyuhyun
girovagava annoiato per i corridoi dell’edificio. Avrebbe
voluto giocare ai videogiochi, ma Leeteuk gliela aveva proibito per
colpa della reazione di BonHan. Sbuffò infastidito dal
pensiero dell’assistente “Tsk...che
scocciatura...” pensò sbuffando “Ma
questo, non è l’ufficio di BonHan?” si
chiese il maknae fermandosi di fronte alla porta in vetro
“Potre approfittarne, non c’è nessuno!
Si... potrei cancellargli tutti i file oppure
bloccarglielo...” sghignazzò il cantante, ma
quando entrò, i suoi piani furono infranti dalla presenza di
un bambino che, appena lo sentì entrare, alzò lo
sguardo dal libro ed esclamò
“Ciao!
Tu sei davvero Kyuhyun- hyung?!”
“In
carne ed ossa, piccolo.” Rispose Kyuhyun gonfiando il petto
fiero “ E tu invece chi sei?”
“Io
sono Park BonJoong, il fratello di Park BonHan.” Rispose
entusiasta il bambino sorridendo. Kyuhyun prima sbarrò gli
occhi stupito, poi sorrise furbo. La partita stava per concludersi e
lui sarebbe stato l’unico vincitore.
“Quindi,
sarebbe opportuno che domani partissi con loro.”
“Certamente,
non ci sono problemi.” Rispose sicura BonHan. “Se
non fosse che dovrò vedere quella faccia di depravato
mentale di Kyuhyun mattina, pomeriggio e sera.”
Pensò cercando di non far trapelare il suo disgusto verso il
ragazzo sul suo viso.
“Ti
manderò a breve tutti i programmi, puoi andare.”
Disse JungHoon. Così BonHan si inchinò rispettosa
in segno di saluto e poi uscì.
“Almeno
mi farò una vacanza gratis in Thailandia.” Si
disse positiva dirigendosi verso l’ufficio.
“Dongsaeng,
hai fame?” domandò al fratello appena
entrò “...BonJoong?” domandò
di nuovo non ottenendo risposta alla prima domanda. Uno strano brivido
le percorse dietro la schiena quando si accorse dell’assenza
di suo fratello. Il cuore le iniziò a battere forte
procurandole il respiro corto. Uscì di corsa dalla stanza ed
iniziò ad urlare il nome del fratello. Sua madre
l’avrebbe uccisa.
Yesung
insieme a Donghae e Kangin, erano andati al bar dell’edificio
a prendersi un caffè e rilassarsi un po’.
“Allora,
cosa ne pensate di BonHan?” chiese Donghae sorseggiando il
suo caffè.
“E’
una che ci sa fare...” rispose Kangin facendo tamburellare le
dita sul tavolino
“Si,
è molto simpatica...” disse Yesung abbassando gli
occhi per non far trapelare il suo imbarazzo. Era molto di
più che simpatica, era allegra, solare, forte,
indipendente... avrebbe potuto continuare all’infinito. In
quella settimana avevano stretto amicizia, ma lui sapeva che non era il
suo scopo la sua amicizia, voleva molto di più.
“Dite
che se le chiedo di uscire, accetterebbe?” domandò
Donghae candidamente facendo andare a Yesung di traverso il
caffè.
“Ma
come ti vengono in mente certe cose?!” esclamò
esterrefatto il cantante. Kangin e Donghae scoppiarono a ridere mentre
Yesung li guardò stranito “E adesso
perché ridete?!”
“Stavo
scherzando hyung! Lo sapevo... ti piace!” disse Donghae con
un sorriso malizioso
“C-cosa
te lo fa pensare?!” balebettò il cantante rosso in
viso per l’imbarazzo
“Stavi
soffocando e sei arrossito appena abbiamo parlato di lei.”
Rispose Kangin sorridendo allusivo
“Che
stupidi...” sussurrò Yesung contrariato provocando
le risate dei due compagni.
“Ehi,
ma quella non è BonHan?” domandò
Donghae. Yesung si guardò in torno e appena la vide la
salutò con la mano. Lei non ricambiò: guardava in
giro con aria spaventata e preoccupata. Le era accaduto qualcosa e
senza nemmeno avvicinarsi, il cantante le si avvicinò:
tremava come una foglia, aveva il viso rosso e il fiato corto.
“BonHan,
cosa è successo?” domandò preoccupato
prendendola per le spalle.
“Mio
fratello è sparito! Non c’è da nessuna
parte! Non riesco a trovarlo!” esclamò spaventata
BonHan trattenendo a stento le lacrime. Quando una lacrima solitaria le
rigò il viso, a Yesung gli si strinse il cuore e
istintivamente l’abbracciò. Non sopportava
l’idea di vederla soffrire, si sentiva male a vederla in
quello stato. Solo dopo che lei ricambiò
l’abbraccio, aggrappandosi alle sue spalle, si rese conto che
la stava abbracciando, che sentiva il profumo della sua pelle e che lo
stava mandando in estasi.
“Non
preoccuparti, lo troveremo.” Le sussurrò dolce e
sicuro al suo orecchio, tranquillizzandola.
“Cosa
è successo?” domandò Donghae
preoccupato seguito da Kangin
“Suo
fratello è sparito” rispose Yesung tenendola
ancora stretta a sé.
“Cosa?!”
esclamarono all’unisono i due cantanti. Yesung chiuse gli
occhi non badando alla reazione dei due amici, in quell’unico
momento le importava di BonHan e del suono flebile del suo pianto. Avrebbe
trovato suo fratello, ad ogni costo! Non doveva essere troppo lontano...
“Nuna!”
esclamò una voce infantile alle loro spalle. BonHan si
girò e non appena vide il fratello corse immediatamente ad
abbracciarlo.
“Dove
eri finito?! Ti avevo detto di non muoverti, mi hai fatto prendere un
accidenti!” esclamò BonHan abbracciandolo forte.
Aveva avuto molta paura, non poteva permettersi di perdere anche lui.
“Scusa
BonHan ma non ero solo! Ero con Kyuhyun hyung...” rispose
dispiaciuto il bambino.
“Cosa?!”
rispose furiosa BonHan. Poi quando alzò lo sguardo, vide
Kyuhyun dietro suo fratello con le mani in tasca e con aria
indifferente.
“Sei
la persona più infantile che io abbia mai conosciuto,
Kyuhyun.” Sputò con rabbia, guardandolo con odio
“Per te è tutto un gioco, vero? Non te ne importa
niente dei sentimenti degli altri, ti importa solo di te
stesso!” continuò alzando il tono della voce. Il
cantante non rispose, si limitò a guardarla sorridendo
provocatorio. Non le importava quello che diceva, lei non era nessuno e
quindi le sue parole non valevano per lui.
“I
tuoi genitori... devono essere davvero fieri del tuo comportamento da
bambino.” Continuò BonHan guardandolo con
disprezzo e piangendo dalla rabbia, mantenendo comunque lo sguardo
freddo. Kyuhyun continuò a restare in silenzio, tuttavia
bastò il suo sguardo più di mille parole: da
provocatorio, adesso sembrava ferito. BonHan gli rivolse un ultima
occhiataccia, poi prese il fratello per la mano e si diresse verso
l’uscita.
“Complimenti...”
disse Yesung con tono irritato e guardandolo deluso seguendo BonHan
rincorrendola.
Kyuhyun
rimase spiazzato da quelle parole forti con l’unico intento
di ferirlo. E ci era riuscita, fin troppo bene e fu allora
capì che aveva perso. Quella guerra si concluse senza
vincitori e senza vinti, ma entrambi i giocatori avevano
l’animo a pezzi.
*significa "pronto."
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Capitolo 7 *** Capitolo 6-Quando le apparenze ingannano. ***
Capitolo 6
Quando le apparenze ingannano.
“E’
un vero onore e piacere essere qui in Thailandia, non vediamo
l’ora di esibirci per i nostri fan thailandesi!”
disse Leeteuk sorridente durante la conferenza stampa “Faremo
divertire i nostri fan, promesso!” continuò il
leader sempre sorridendo creando quell’adorabile fossetta.
Non
avevano nemmeno messo piede in Thailandia che dovettero subito andare
in conferenza stampa. BonHan non aveva mai assistito ad una conferenza
stampa: c’erano un sacco di giornalisti e i flash dei
fotografi l’accecavano, cercando lo scatto migliore. Si
stupì anche quando vide numerose fan fuori
all’edificio dove si era tenuta la conferenza: urlavano
felici e alcune addirittura piangevano altre ancora scattavano foto e
riprendevano con il cellulare l’arrivo dei Super Junior e non
se ne andarono fino a quando il gruppo non salì
sull’auto.
“Hyung,
adesso andiamo in albergo vero? E andiamo divertirci dopo?”
si lamentò Donghae rivolgendosi al leader con fare stanco
“Ma
stai sempre a lamentarti?” chiese ironico Eunhyuk provocandolo
“Ma
stai zitto!” rispose infastidito Donghae alla provocazione
dell’amico e incominciarono battibeccare.
“Sembrate
marito e moglie, santo cielo!” disse Kangin esasperato.
BonHan sorrise divertita guardando la scenetta, insieme alle risate
degli altri. BonHan ogni giorno che passava, si rendeva conto che erano
davvero folli.
Appena
arrivati all’albergo e ricevute le stanze, BonHan si diresse
verso la sua stanza dove, appena entrata, si gettò stanca
sul letto. Non aveva mai viaggiato su un aereo e anche se in prima
classe, era comunque stato un viaggio stancante. Per non parlare del
jet leg: erano partiti alle sette di sera, mentre lì erano
ancore le cinque del pomeriggio. Si sentiva la testa che le scoppiava e
le gambe pensati, così decise di rinfrescarsi con una doccia
fredda. Amava la sensazione di freddo che le si impregnava fin dentro
le ossa e le gocce d’acqua che le accarezzavano la pelle,
creando dei disegni che parevano ricami.
“E
adesso chi è?” disse tra se e se lei sentendo
qualcuno bussare più volte alla porta.
“Se
è il servizio in camera, credo di poter farci
l’abitudine a questi viaggi...” continuò
indossando un asciugamano e annodandolo sul seno in modo da non
scivolargli di dosso.
“Chi
è?” domandò BonHan avvicinandosi alla
porta
“Sono
Siwon!”
“E
Ryeowook!... perché mi ometti sempre!?”
BonHan
rise per il tono infastidito del cantante, poi aprì la
porta, anche se era tentata di lasciarli lì fuori a
battibeccare tra loro. I due ragazzi sbarrarono la bocca e gli occhi
non appena videro BonHan coperta solo da un asciugamano bianco che
lasciava poco all’immaginazione e con i capelli bagnati che
le ricadevano sulle spalle dandole un tocco sensuale che
attirò ancora di più gli sguardi incantati dei
due cantanti.
“Chiudete
le bocche, o vorreste trovarvi qualche mosca in bocca?” chise
BonHan pungente inarcando un sopracciglio ironicamente. I due scossero
la testa come se volessero cancellare i pensieri –poco casti-
su di lei.
“Ecco,
noi andiamo a fare un giro per la città, vorresti venire con
noi?” chiese Siwon rosso in volto e sorridendo imbarazzato.
“Vi
ringrazio per l’invito, ma...”
“Niente
‘ma’! Preparati e vieni con noi.”
Intervenne Ryeowook con tono risoluto.
“Se
non verrai, sappi che ti tortureremo.” Continuò
Siwon dando man forte all’amico
“Tutti
fissati con queste torture.” Pensò
BonHan “Va
bene, ho capito. Vado a preparami.” rispose seccata, cercando
di trattenere le risate fallendo miseramente. Era proprio impossibile
essere arrabbiati con loro, erano come dei bambini: come puoi
arrabbiarti con dei bambini?
“Yeah!
A dopo!”
risposero entusiaste i due, poi spintonandosi per gioco, corsero via.
BonHan rise mentre li guardava scherzare tra di loro, poi chiuse la
porta e si apprestò ad asciugarsi i capelli. Dopo li
legò in una treccia laterale e si vestì,
ritornando a vestire i panni della vecchia BonHan; le erano mancati gli
short e le sue canotte. Quando li indossò, si
sentì come rinata e felice, poi indossò delle
sneakers, prese la borsa e usci, dirigendosi verso la hall dove
l’aspettavano tutti.
“No,
hyung, non mi va di uscire.”
“Perché?”
“Sono
stanco, hyung...”
Heechul
non l’aveva mai visto così Kyuhyun, aveva lo
sguardo spento da quando erano partiti e non era del suo solito umore. Sembrava...
triste.
“D’accordo,
riposati.” Rispose Heechul cercando di limitare il tono
preoccupato della sua voce.
“Non
preoccuparti.” Disse atono Kyuhyun. Heechul
sospirò tristemente e uscì, lasciando solo
l’amico abbandonato sul letto.
Kyuhyun
sentiva ancora le parole pungenti di BonHan ronzargli nella testa.
I
tuoi genitori... devono essere davvero fieri del tuo comportamento da
bambino!
Chiuse
gli occhi, come se chiudendoli potesse dimenticare quelle parole che lo
avevano reso così... vulnerabile.
“...fiero...”
bisbigliò il maknae. Da quanto non si sentiva dire quella
parola? Da quanto desiderava solo essere felice, per davvero? Da quanto
desiderava essere amata da una delle persone a lui più care?
Sorrise triste, infondo BonHan aveva capito tutto su di lui: era un
bambino viziato e tale sarebbe rimasto. Si mise a sedere e poi si prese
la testa tra le mani. La sentiva pesante, o no, non era la testa,
era... il cuore? Scosse
la testa con vigore e si alzò in piedi, decidendo di andare
al bar dell’hotel. Due o tre drink gli avrebbero schiarito le
idee... o forse no?
Yesung
continuava a guardare di tanto in tanto BonHan che guardava con
curiosità la merce esposta sulle bancarelle del mercato e
che scherzava con gli altri membri, ridendo con loro. Aveva una risata
melliflua e melodiosa, una risata che mai il giovane cantante aveva mai
udito. Non potè fare a meno di sorridere quando la bocca di
BonHan si allargò in un sorriso, creando quella fossetta che
Yesung tanto amava. Ogni qual volta che lei rideva, Yesung aspettava
con ansia quella fossetta, come se fosse la cosa più bella
del mondo. Quando si voltò, per non incrociare lo sguardo
della ragazza, fu incuriosito da una bancarella che vendeva monili di
ogni genere: bracciali, collane, anelli, fermagli e orecchini.
Tuttavia, solo uno catturò l’attenzione del main
vocalist: era un bracciale fatto con fili di stoffa di tutte le
sfumature del viola, intrecciati tra di loro, impreziosito da delle
pietre azzurre. Non seppe per quale motivo, ma gli ricordò
immediatamente BonHan: era bello come lei, dopotutto.
“Quanto
viene questo?” domandò il ragazzo prendendolo in
mano
“Sono
101,623 bath.*” rispose l’uomo dietro alla
bancarella, preso dalla sistemazione della sua merce.
“Sai
Yeyé, dovresti prenderlo... per BonHan-ssi.”
“C-cosa?!
N-non mi sembra il caso...”
“Andiaaaamo!”
piagnucolò il maggiore, mettendo un finto broncio
“Così avresti anche un pretesto per chiederle di
uscire...”continuò sorridendo malizioso
“Hyung!”
esclamò il minore rosso in viso
“Che
poi si vede da lontano un miglio che ti piace...”
“Hyung!”
“Ho
capito! Ho capito... come siamo suscettibili...” e detto
questo, Leeteuk si allontanò da Yesung, sghignazzando. Il
ragazzo si rigirò ancora tra le mani il bracciale, poi
tornò a guardare BonHan intenta a far provare dei capelli
improponibili a ShinDong e Sungmin per poi ridere divertita con i due.
“Lo
prendo.” Disse infine Yesung deciso e porgendo i soli
all’uomo, si infilò il bracciale in tasca
soddisfatto della sua scelta. Dopotutto, il leader non aveva poi tutti
i torti.
“Andate
a dormire, domani sarà molto impegnativa come
giornata.” Disse seria BonHan al gruppo che intanto, si
stiracchiavano stanchi.
“Non
preoccuparti BonHan-ssi, li tengo d’occhio io!”
rispose Sungmin gofiando il petto orgoglioso
“Come
è successo al tuo pesce rosso?” chiese Kangin
ironico, causando le risate dei compagni.
“Aish!
Non prendermi in giro hyung!” disse Sungmin offeso e mentre
si allontanavano dall’ascensore, i membri continuarono a
ridere fragorosamente, raggiungendo le proprie stanze.
“Allora,
buonanotte, BonHan...” disse Yesung sorridendo dolcemente.
BonHan si sentì avvampare. Perché con lui si
sentiva tremendamente a disagio?
“N-notte.”
Sussurò infine lei abbassando lo sguardo non riuscendo a
reggere quello enigmatico e magnetico di lui. Il ragazzo rimase a
guardarla ancora, come se fosse incatenato a lei, fino a quando le
porte dell’ascensore non si chiusero. Un’idea gli
balenò in testa: decise che avrebbe ascoltato i consigli del
leader. Lei avrebbe accettato.
BonHan
si diresse verso la sua stanza all’ultimo piano
dell’albergo. Non c’erano ospiti su quel piano, a
parte lei e... Kyuhyun. L’aveva irritata non poco che la
persona che disprezzava di più al mondo si trovasse sul suo
stesso piano, non voleva averlo tra i piedi dopo l’ultima
bravata che aveva fatto. Strinse la chiave con forza per reprimere la
rabbia e si diresse verso la sua stanza, ma, mentre stava inserendo la
chiave nel buco della serratura, un rumore improvviso
l’attirò: era come vetro che si infrange al
pavimento. E proveniva dalla stanza di Kyuhyun.
Le
sue gambe si mossero da sole, correndo vero la fonte del rumore.
“Che ha combinato quel cretino...?”si
domandò irritata, ma quando raggiunse la stanza del maknae,
si bloccò di colpo. Era seduto a terra con le spalle al
muro, in una mano reggeva una bottiglia di qualche alcolico a lei
sconosciuto, mentre con l’altra si reggeva la testa,
“Kyuhyun!”
esclamò preoccupata la ragazza. Kyuhyun si girò
lentamente: aveva lo suardo spento e gli occhi rossi e gonfi. Che...
avesse pianto?
“Kyuhyun...
ma che hai combinato?” continuò lei preoccupata.
Lui non rispose, sentiva tutti i suoni ovattati e parlare, richiedeva
troppa fatica, così si limitò a fissarla con gli
occhi umidi.
“Non
piangere...” riuscì a sentire dopo un tempo
infinito. Era una voce che si stava avvicinando a lui. Era BonHan,
questo lo riuscì a capire tra tutta la confusione che gli
regnava nella testa “Non è successo
niente!” continuò lei
con quella voce così
melodiosa. Sembra la panacea alle orecchie di Kyuhyun. Sentì
la testa girare e l’appoggiò al muro, poi
percepì una mano morbida di lei posizionarsi sul suo fianco
obbligandolo ad alzarsi con gentilezza. Perché si stava
preoccupando per lui? Perché era così premurosa?
Non provava disprezzo per lui? Si sentì le gambe cedere,
così, per non cadere, si appoggiò a lei, mettendo
un braccio sulla sua spalla.
“Andiamo,
ti porto nella tua stanza...” disse BonHan intensificando la
presa sul fianco del ragazzo. Kyuhyun sentì caldo dove lo
stava toccando la ragazza e provò una strana eccitazione.
Pensò, con quel poco di lucidità, che era dovuta
all’alcool, anche se lui sapeva che non era così.
La vicinanza con quella ragazza lo turbava e gli accelerava il respiro.
Ma chi era? O meglio: che
cos’era?
Con
calma,si diressero lentamente verso
la stanza di BonHan, non l’avrebbe lasciato da solo ad
uccidere il proprio fegato e a piangere. Lo disprezzava questo era
vero, ma era pur sempre un ragazzo. Mentre apriva la porta, una lacrima
solcò sul volto di Kyuhyun, era tremendamente stanco.
Non
appena Yesung girò la vide. Entusiasta, le corse incontro,
ma solo dopo si accorse della presenza di un’altra persona.
Stava attaccata a lui, tenendo un braccio intorno alla sua vita, mentre
Kyuhyun si stringeva a lei con un braccio sulla sua spalla e aveva la
testa appoggiata alla sua. Yesung si nascose dietro al muro.
Sentì la gelosia squarciargli il petto: avrebbe voluto
urlare, andare da loro e separarli. Forse si era sbagliato,
cercò di ragionare, di cercare altre opzioni diversa da
quella che la gelosia gli imponeva di credere. Guardò triste
il bracciale per BonHan che aveva nella mano.
“Che
illuso che sei, JongWoon...” pensò chiudendo gli
occhi con rabbia e rancore. Strinse il braccialetto nella mano,
serrandola in un pugno. Era chiaro come il sole e lui doveva ancora
capirlo. Lui non era mai la prima scelta di qualcuno.
Perché
le apparenze, igannano.
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Capitolo 8 *** Capitolo 7-Incomprensioni ***
Capitolo 7
Incomprensioni.
“Stai
fermo e non muoverti.” Ordinò BonHan facendo
stendere sul letto Kyuhyun.
“E
dove pensi che vada?” farfugliò lui nascondendo il
volto nel cuscino.
“Aish...
che irresponsabile!” esclamò lei mentre bagnava un
asciugamano. Quando uscì dalla stanza, fu investita da un
odore nauseabondo e sprofondò nel sconforto quando ne vide
la provenienza.
“Ci
mancava solo questa...” borbottò avvicinandosi al
cantante e mantenendogli la fronte mentre lui vomitava nel secchio
della spazzatura.
“Sei
sul serio un irresponsabile!” sbottò lei irritata
“Come ti è saltato in mente?”
continuò lei indurendo ancora di più il tono.
Kyuhyun si girò dall’altra parte e si
gettò sul letto, stringendo gli occhi in una smorfia di
dolore. BonHan gli porse l’asciugamano bagnato e lui se lo
adagiò sulla fronte. Non aveva la forza di risponderle,
altrimenti le avrebbe urlato in faccia la verità, che
infondo la sua era apparenza. Tuttavia, se avrebbe solo emesso un
suono, gli sarebbe salito un conato di vomito. Rimasero
per molto tempo in silenzio, BonHan, seduta al ciglio del letto,
guardava il cantante con un misto di preoccupazione ed irritazione,
mentre Kyuhyun era pallido e il viso era costellato da qualche
gocciolina di sudore. Stava avendo i postumi di una sbornia.
“Sei
un cretino!” sbottò urlando BonHan scattando
all’in piedi “Hai
la minima idea di che cosa comporterà questa tua bravata?!
Sei un imbecille!” continuò urlando la ragazza.
Kyuhyun non si scompose, percepiva i suoni in modo ovattato, come se
provenissero da un altro pianeta. Così, si girò
dall’altra parte, facendo capire il suo desiderio di dormire.
“Sei
proprio un bambino, lo sai?” sospirò la ragazza
sconsolata “Tuo padre deve essere fiero di avere un figlio
come te...” continuò lei guardando il maknae di
sottecchi e mentre faceva per alzarsi, la mano del cantante
l’afferrò per il polso, spingendola con forza al
muro trattenendola per le spalle.
“Stai
zitta...” soffiò ad un centimetro di distanza dal
suo viso “Tu non sai niente di me, niente!”
continuò con odio, lasciando la presa. Si
passò una mano sul volto, aveva un’espressione
bianca in viso e a BonHan sembrò che tra poco esplodesse. Il
cantante iniziò a camminare avanti e indietro, stringendo le
mani in due pugni, per sbollentare la rabbia, ma invano. Ormai era
furioso.
“E’
vero, mio padre non è fiero di me, ma non
c’è bisogno che tu me lo ricorda!”
urlò con rabbia il cantante “Tu non sai quello che
sono...nessuno lo sa.” Concluse in sussurro sedendosi sul
letto. Appoggiò la testa sulle mani, chiuse a pugno mentre
delle lacrime silenziose li solcavano il viso. Ecco lui, infondo era
così: piccolo e fragile. Solo in quel momento, BonHan
capì che tipo di persona era Kyuhyun: un ragazzo
tremendamente solo. BonHan rimase a fissarlo accigliata, torturandosi
le mani. Non sapeva cosa dire, aveva sbagliato, lo sapeva.
“Mi
dispiace...” sussurrò BonHan tristemente
avvicinandosi a lui. Era una cosa così banale da dire, ma in
quel momento le parve quella più sensata.
“Potrei
dirti che so quello che stai provando, ma non è
così. Mio padre, mi appoggiava in qualsiasi cosa io facessi,
anche se era la più stupida, ma sapeva che io ci tenevo a
farla. Anche se lo avuto per poco tempo, gli sarò sempre
grata per avermi appoggiata per essere stato fiero di me.”
Proseguì sedendosi affianco del maknae.
“E’
morto?”
“Da
un po’...”
Kyuhyun
rimase in silenzio a fissare il pavimento in parquet.
Infondo,
siamo uguali io e lei...
“Mi
dispiace...” disse Kyuhyun dopo un po’ di tempo.
“Lo
pensi davvero?”
“Cosa,
che mi dispiace?”
“Che
tuo padre non sia fiero di te.”
Kyuhyun
fissò il muro di fronte a se, come se fosse nascosta
lì la risposta. Lo pensava davvero? Ogni volta che ritornava
a casa, suo padre lo guardava con severità e rimpianto.
Glielo si leggeva in faccia che lui era una profonda delusione.
“Non
mi ha mai appoggiato in nulla... voleva che io studiassi legge, come
tutti nella mia famiglia.” Sospirò come se si
fosse liberato da un gran macigno che gli bloccava il respiro.
“E non ho la minima idea del perché lo stia
dicendo a te.” Proseguì pungente alzandosi e
dirigendosi verso la finestra. Il panorama era stupendo, Bangkok
illuminata era uno spettacolo che mai Kyuhyun avesse mai visto.
“Non
si vive per accontentare gli altri.” Proferì seria
BonHan “Io credo che sia impossibile che tuo padre non sia
fiero di te. Stai facendo un lavoro che molti vorrebbero e lo stai
facendo anche bene. Sono sicura che quando domani sera
guarderà questo show in tv, sarà commosso,
dicendo a tutti che tu sei suo figlio.” Concluse con un
sorriso avvicinandosi al cantante. Kyuhyun si girò verso
BonHan: anche lei era stata catturata dal paesaggio notturno. Il maknae
si stupì quando pensò che dopotutto, era una
bella ragazza.
“Sei...
sei davvero bella, BonHan.” Si lasciò sfuggire
lui. Lei rise, evidentemente pensava che era l’effetto
dell’alcool.
“Certo
e tu sei ubriaco. Vai a stenderti, sta notte è meglio che tu
stia qui.” Rispose sorridendo BonHan. Kyuhyun non se lo
lasciò ripetere due volte e si stese sul letto. In quel
momento avrebbe voluto sprofondare dalla vergogna.
Idiota... pensò
fingendo di dormire quando sentì il materasso abbassarsi
leggermente al peso di BonHan. Aveva intenzione di dormire nello stesso
letto? Era impazzita?
Perché
ti scaldi tanto? Nemmeno ti piace! Continuò
il cantante girandosi dal lato opposto alla ragazza. Se non gli
piaceva, allora perché sentì il cuore accelerare,
quando lei gli sfiorò un piede? Strinse gli occhi.
Dannata
sbornia...
Almeno
lui sperava che lo fosse, anche se sapeva in cuor suo che non
c’entrava nulla con l’emozioni che provava in quel
momento.
“Hyung,
tutto bene? Non riesci a dormire?” domandò
Ryeowook strofinandosi gli occhi assonnato.
“Mmh?
Oh, non preoccuparti, torna a dormire.” Rispose Yesung
sorridendo rassicurante. Ryewook fece spallucce e ritornò a
dormire. Yesung sorrise e ritornò a guardare fuori alla
finestra. Lo spettacolo di Bangkok illuminata dalle luci dei grattaceli
e delle insegne dei negozi e locali, lo avrebbe emozionato in un altro
momento, addirittura emozionato e sarebbe rimasto a contemplarlo
estasiato. Invece i suoi pensieri erano rivolti a ben altro.
Non
aveva mai provato gelosia, era un sentimento che non gli era affine,
tanto meno verso uno dei suoi compagni. Eppure, in quel momento, la
provava aumentava
al pensiero di BonHan e Kyuhyun soli...
Scosse
la testa con vigore per scacciare via quei pensieri, non voleva provare
quell’emozione, gli faceva mancare il respiro.
Appoggiò la testa sul vetro ispirando e espirando
più volte cercando di calmarsi. Cosa stavano facendo adesso?
Di certo non stavano conversando. Strinse le dita della mano sul vetro,
imbiancandole dalla forza con cui le stringeva: cosa avrebbe dovuto
fare? Si staccò dal vetro e senza fare troppo rumore, per
non svegliare l’eternal maknae, uscì dalla stanza.
Stava agendo senza riflettere ma in quel momento non gli parve
importare molto, il suo unico desiderio era quello di togliersi quel
peso che gli offuscava la mente e gli bloccava il respiro. Non gli
importava quello che avrebbe visto, qualsiasi cosa
avrebbe visto.
Un
rumore forte e assordante fece svegliare BonHan di soprassalto:
qualcuno stava bussando alla porta con forza. L’orologio
segnava le due e un quarto, ma la città era ancora viva, la
ragazza lo percepiva dai suoni dei clacson e dal brusio lontano di
persone che ridevano e parlavano tra di loro.
“Chi
è lo schizzato che viene a rompere a
quest’ora?” pensò con irritazione
alzandosi assonnata. Diede un fugace sguardo a Kyuhyun: dormiva
rannicchiato. Le parve così indifeso in quel momento che
quasi si dimenticò degli scherzi subiti da lui. Mentre si
avviava alla porta, pensò ai migliori insulti da urlare in
faccia a qualunque persona le si sia parata davanti. Nessuno doveva
interrompere il suo sonno.
“Hai
la minima idea di che ore siano, razza di...” disse BonHan
aprendo la porta, ma immediatamente si blocco quando vide Yesung: era
trafelato e rosso in volto. Indossava una canotta e un pantalone di un
pigiama qualsiasi. Doveva essere successo qualcosa intuì
BonHan dall’espressione del ragazzo: aveva
un’espressione che non aveva mai visto sul suo viso e
incomincio ad essere preoccupata.
“Yesung?
Che è successo?” chiese preoccupata. Il cantante
notò che aveva ancora indosso gli abiti della mattina e le
scarpe ai piedi. Ringraziò Dio che non era successo niente
tra quei due.
“Ecco,
no niente... scusami devo riprendere un attimo fiato.”
Rispose sollevato lui sorridendo. Si sentì la persona
più felice del mondo in quel momento e lo fece sentire bene.
“Ti
ho visto con Kyuhyun prima, tutto bene?” domandò
corrugando le sopracciglia in un’espressione seria.
“Oh
si, ha solo bevuto qualche bicchiere di troppo...”
minimizzò lei passandosi una mano tra i capelli scompigliati.
“Si
è ubriacato?” chiese ridendo il cantante scuotendo
la testa. Evidentemente non era la prima volta che succedeva.
“Non
dovresti ridere!” disse BonHan cercando di trattenere le
risate.
“Sbaglio,
o anche tu stai ridendo?” domandò fingendosi
offeso per poi ridere di gusto.
“Hai
la risata contagiosa.” Si giustificò lei con aria
supponente. Yesung le rivolse un sorriso, uno dei suoi soliti: belli ed
enigmatici, uno di quelli che vorrebbero rivelare tante cose ma
preferisce celare. Forse era proprio questo quello che
l’attirava sempre di più di lui.
BonHan
non sapeva il perché stessero ridendo, ma di una cosa era
certa, non si sarebbe mai stancata del suono della risata di Yesung.
“Mi
prenderai per un pazzo appena te lo chiederò, ma verresti a
fare un giro con me?” le chiese il main vocalist timidamente
“A
quest’ora della notte?”
“Dai,
è una bella serata. Tanto abbiamo perso il sonno,
no?” disse Yesung con tono convincente facendole
l’occhiolino ma quando notò che lei era ancora
titubante, assunse un’espressione supplichevole, da cucciolo
abbandonato. BonHan non poteva rifiutare, non se lo guardava
così.
“E
va bene, hai ragione, non ho più sonno. E poi quello
lì si è preso tutto il letto.” Rispose
BonHan chiudendosi la porta alle spalle. Yesung temeva che il suo cuore
potesse uscire dal petto, tecnicamente era un appuntamento quello.
Andarono
sulla spiaggia vicino al resort. BonHan adorava il mare le trasmetteva
un senso di pace, soprattutto la sera, con il riflesso della luna che
ondeggiava sulle onde tranquille.
“Ti
piace il mare?” domandò Yesung camminando affianco
a lei sulla riva
“Più
che il mare, amo l’acqua in generale. Mi
tranquillizza.”
“Cos’è
ti agita, allora?”
“Tutto.”
Yesung
la guardò preoccupato, mentre lei guardava il movimento
delle onde che si infrangevano sulla battigia, come ipnotizzata.
Cosa
nascondi, BonHan? Pensò
il cantante guardandola più intensamente, come per scorgere
un indizio.
“Posso
farti una domanda?” chiese Yesung guardando il cielo
costellato di stelle.
“Dipende
da che genere di domanda è.”
“Non
preoccuparti, non voglio chiederti soldi.” Scherzò
lui facendola ridere. “Kyuhyun...” disse serio
“Kyuhyun... voglio dire... insomma... ti
interessa?” continuò tornando serio. Ecco, ora si
sentiva l’uomo più idiota del mondo.
Che
razza di domanda, cretino!
“Ma
scherzi?! Andiamo, l’hai visto? Non mi interesserebbe neanche
se fosse l’ultimo uomo sulla faccia della terra.”
Rispose BonHan pungente facendo subito dopo un ghigno disgustato quando
pensò a Kyuhyun come ultimo uomo sulla terra:
l’umanità si sarebbe istinti, allora!
Yesung
sospirò, pensò che era sempre meglio esserne
certi.
“Meno
male!” esclamò sorridendo sollevato
“Cioè, volevo dire... lascia perdere.”
Proseguì grattandosi la nuca imbarazzato. La
manager sorrise, era così buffo e divertente e
maledettamente spontaneo, eppure al tempo stesso, era profondo e
misterioso. Che fossero due persone completamente diverse?
“Dai,
ritorniamo all’hotel, non voglio che domani tu non sia in
grado di lavorare.” Proferì BonHan sorridendo e si
avviò verso il resort, anche se sarebbe rimasto con Yesung
tutta la notte, si stava divertendo troppo. Yesung
rimase a fissarla un po’ da lontano prima di seguirla,
capendo che ormai non avrebbe avuto altro che lei nel suo cuore.
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Capitolo 9 *** Capitolo 8-Di galà e di ballerine ***
Capitolo 8
Di galà e di ballerine
I
raggi del sole che filtravano dalla finestra, svegliarono BonHan che,
controvoglia, aprì lentamente gli occhi, in modo da
abituarsi alla luce del giorno. Non aveva dormito molto, anzi non aveva
dormito per niente. Aveva preferito di gran lunga parlare con Yesung,
ritornando nella sua stanza alle quattro del mattino. Parlarono di
tanti argomenti che se estrapolati da quel contesto, sembravano
così effimeri, eppure per BonHan parvero di così
vitale importanza. Infatti entrambi si conobbero ancora di
più affondo ma non avevano ancora capito il motivo di questa
loro insolita voglia di conoscersi. BonHan sapeva solo che era
impossibile smettere di parlare con lui, trasmetteva un così
entusiasmo e vitalità che da tempo orami non provava
più.
Si
girò dall’altra parte del letto, dove aveva
dormito Kyuhyun, ma con sorpresa lo trovò vuoto.
“Avrà
avuto la decenza di non svegliarmi, gliene do atto.”
Pensò fra se e se. Decise di alzarsi e di farsi una doccia,
ma non appena entrò nel bagno, trovò il maknae,
appena uscito dalla doccia, coperto solo da un asciugamano annodato in
vita che si specchiava, aggiustandosi i capelli.
“Cosa
diamine ci fai nel mio bagno?!” sbottò irritata
BonHan
“Ho
appena fatto una doccia... perché, non si vede?”
rispose con nonchalance il cantante “Non dirmi che non hai
mai visto un ragazzo con indosso solo un asciugamano...”
continuò malizioso. BonHan arrossì violentemente.
“Non
ho detto questo!” rispose lei stizzita cercando di nascondere
il tremore nella voce dovuto al disagio “Potevi farla nel tuo
di bagno!”
“Mi
trovavo qui... non pensavo che ti avrebbe causato disagio...”
replicò Kyuhyun avvicinandosi provocante alla ragazza.
BonHan percepì un brivido tutt’altro che piacevole
percorrerle la schiena non appena sentì il respiro di
Kyuhyun sulla sua pelle. Il suo lato razionale le avrebbe ordinato di
sbatterlo fuori eppure c’era una parte di lei, seppur minima,
che le impediva di agire, gustandosi la visione di un bel ragazzo
–questo BonHan doveva ammetterlo- bagnato con indosso solo un
asciugamano. Anche se non era attratta dal fisico del cantante, ma da
qualcosa che ad occhio nudo non si poteva vedere, era qualcosa a
livello chimico, intrinseco nelle particelle del corpo di entrambi. BonHan
scosse con stizza il capo poi, afferrò con fermezza il polso
del ragazzo e lo trascinò fuori dal bagno.
“La
prossima volta, dovresti chiedere il permesso!”
“Stavi
dormendo e non volevo svegliarti, o preferivi il contrario?”
BonHan
soffocò un urlo, quel ragazzo l’avrebbe fatta
esplodere. Lo trascinò nuovamente e lo spinse fuori alla
stanza, mentre lui sghignazzava divertito.
“Fuori!”
urlò BonHan sbattendo la porta
“Potresti
darmi i miei vestit?” disse Kyuhyun cercando di trattenere le
risate a stento. Non finì neanche di parlare, che si
ritrovò i suoi vestiti lanciati fuori dalla porta lanciati
da BonHan, la quale richiuse la porta sbattendola. Kyuhyun sorrise, gli
piaceva vederla arrabbiata... o meglio le piaceva e basta. Era rimasto
sveglio tutta la notte aspettando che lei ritornasse in camera,
oppresso da una strana preoccupazione: la voleva vicino, questo lo
ricordava, lo faceva sentire al sicuro, a casa. Kyuhyun
percepì qualcosa quando BonHan gli parlò con
dolcezza che gli aveva fatto andare in tilt il cervello, i suoi
sentimenti per lei erano cambiati da un giorno all’altro e
questo lo spaventava. Mentre raccoglieva i vestiti da terra e si
dirigeva verso la sua stanza, decise che era meglio accantonare per un
po’ il suo desiderio di vendetta personale e di orientare i
suoi sentimenti su tutt’altra direzione.
Ora
doveva solo scegliere tra la semplice infatuazione o qualcosa di molto
più complicato.
“Buongiorno
BonHan!” salutò allegro il leader
“Dormito bene?” proseguì Leeteuk
entusiasta
Dormire?
Chi ha dormito sta notte? Di certo non io!
“Si,
molto bene. Grazie!” rispose BonHan cercando di sembrare il
più riposata possibile. “Gli altri?”
continuò guardandosi in torno alla ricerca di tutti gli
altri.
“Gli
ho detto di raggiungerci qui nella hall.” Rispose
il cantante “Emozionata
per il galà di sta sera?”
“A
dir la verità, no.” Rispose secca la manager
“Non sono quel tipo di ragazza...”
“E
che genere di ragazza saresti, allora?” chiese incuriosito
Yesung spuntando improvvisamente mentre si avvicinava ai due. BonHan
per poco non collassò.
“Da
dove spunti?! Mi hai spaventato!” esclamò il
maggiore portandosi una mano al cuore
“Scusami
hyung! Non volevo...” rispose dispiaciuto il main vocalist.
“Aigoo...
non fa niente...”
“Ti
sei spaventata BonHan?” chiese Yesung preoccupato, ignorando
il leader
“Grazie
per la considerazione!” intervenne Leeteuk infastidito,
incrociando le braccia al petto.
“Scusa!”
rispose il minore impacciato. BonHan rise, con quella risata che ogni
volta scioglieva il cuore del main vocalist. Sembrano le note di una
canzone che il giovane cantante avrebbe voluto cantare, anche solo per
una volta.
“Comunque
si, un pochino mi hai spaventata.” Intervenne BonHan con
complicità facendogli l’occhiolino. Yesung
iniziò a pregare tutti i santi del paradiso
affinché gli impedissero di assaggiare le labbra di BonHan.
Riuscì solo a sorridere, sperando che i suoi pensieri non si
fossero tradotti in un’espressione da maniaco sessuale.
“Va
bene... io raggiungo il van... voi aspettate pure qua.”
Proferì i leader e guardando furbescamente Yesung si
allontanò, lasciando il cantante nel suo completo imbarazzo.
Gliela avrebbe fatta pagare.
“Non
sono la classica ragazza che desidera essere una principessa e che
aspetta il suo principe su un cavallo bianco.” Disse BonHan
cambiando discorso “E sinceramente, non voglio esserlo.”
Aggiunse sorridendo. Yesung non ne fu sorpreso, in quella settimana
aveva capito il carattere della ragazza: era estremamente forte e
preferiva rimboccarsi le maniche cavandosela da sola piuttosto che
aspettare di essere salvata. Probabilmente era proprio questo che aveva
attirato Yesung fin da subito.
Senza
pensare, toccò la tasca del pantalone dove c’era
il braccialetto per lei.
“Perché
non gliel’hai ancora dato?!” esclamò
Leeteuk la sera prima. Non gli aveva parlato di Kyuhyun, non volevo che
si preoccupasse.
“Sto
aspettando il momento giusto.” Rispose lui continuando a
fissare il braccialetto che rigirava tra le mani.
“Io
non ti capisco...” sbuffò il maggiore accendendo
la tv.
Yesung
si accertò di averlo effettivamente in tasca, forse aveva
trovato il momento giusto.
Ritornano
al resort in tempo per prepararsi per il galà di beneficenza
per raccogliere fondi per un ospedale piediadrico. Quindi, appena
pronti, si diressero dove si sarebbe tenuto il galà: al Gran
Palace, nel complesso di “Chakri MaHa Prasat Hall.”
Quando
scesero dalla limousine, BonHan era li che li aspettava
all’entrata del palazzo. Yesung non aveva mai visto fino ad
allora una creatura più affascinane di lei: indossava un
vestito bianco lungo fino alla caviglia con delle maniche decorate con
perline e lo scollo quadrato abbellito da ricami floreali in nero. Un
fiocco nero le fissava il punto vita, stringendoglielo, per poi
scendere morbido in una gonna sfasata. I capelli erano legati in una
coda laterale, arricchita da un fermaglio-gioiello; aveva un trucco
leggero, come suo solito, risaltava solo la bocca colorata di un rosso
acceso che sulla sua pelle bianca sembrava essere sangue. Era una fata
o forse qualche altro essere fantastico dall’innaturale
bellezza, ipotizzò Yesung anche se, potè godersi
poco quella visione perché fu trascinato dentro la sala dai
suoi compagni.
BonHan
non aveva mai visto così tante persone riunite tutte
insieme, anche se sapeva che la maggior parte dei presenti non aveva la
minima idea del perché fossero lì,
l’importante per quella gente che BonHan tanto disprezzava,
era solo qualche scatto con qualche celebrità.
“Tu
devi essere la manager dei Super Junior...”
proferì una voce alle sue spalle. Era una ragazza di qualche
anno più piccola di lei, circondata da un gruppetto di
ragazzine più o meno sue coetanee. BonHan non sapeva se
ridere o piangere per il modo in cui si atteggiavano a donne mature.
“A
dir la verità sono solo un’assistente.”
Rispose BonHan con noncuranza “E voi siete?”
continuò sospettosa
“Perché
dovresti saperlo?” rispose supponente una delle ragazze
“Come
prego?”
“Ad
una nullità come te, perché dovremmo dire i
nostri nomi? Non sei nemmeno un manager!”
BonHan
fu tenta di versarle il contenuto del suo calice sul vestito della
ragazzina, ma si trattenne, tuttavia non sarebbe finita in quel modo.
“Statemi
bene a sentire, brut...”
Una
mano la bloccò, stringendole il polso con fermezza. BonHan
guardò con la coda dell’occhio che era Kyuhyun a
trattenerla. Cercò di divincolarsi dalla presa del makane,
ma era fin troppo salda.
“Signore,
vi dispiace se ve la rubo un attimo? Il mio manager mi aveva promesso
un ballo.” Proferì Kyuhyun facendo mostra del suo
charme. Così trascinò via la manager inseguito
dagli occhi sognanti del gruppetto di ragazzine.
“Cosa
diamine stai facendo?!” sbottò irritata lei mentre
si divincolava dalla sua presa.
“Sai,
dovresti ringraziarmi. Ti ho salvato la reputazione.” Disse
Kyuhyun versandosi del punch
“Me
la stavo cavando egregiamente senza che tu intervenissi!”
replicò lei stizzita. Kyuhyun sorrise divertito mentre
sorseggiava il suo punch. Gli piaceva vederla arrabbiata: incrociava le
braccia sul petto, a mò di armatura, e le si coloravano le
guance di rosso. Kyuhyun la trovò adorabile. Lei
sbuffò spazientita e fece per andarsene quando prontamente
la mano del cantante la fermò di nuovo.
“Sbaglio
o mi devi un ballo?” sussurrò il
cantante sensuale al suo orecchio
“Aspetta
e spera.” Rispose secca lei cercando di non pensare al
malsano piacere che la vicinanza con il maknae le procurava. Si
divincolò con malagrazia dalla sua presa e si diresse verso
il cortile esterno. Kyuhyun la seguì con lo sguardo sperando
che cambiasse idea e che tornasse indietro perché mai come
allora aveva il disperato bisogno di poter di nuovo sentire la
morbidezza della sua pelle.
“Dannati
tacchi...” si lamentò BonHan zoppicando per poi
sedersi sul cornicione della fontana posta al centro del cortile. Non
ebbe il coraggio di controllare la condizione dei suoi piedi anche se
sapeva che le erano spuntate delle vesciche. Fece una smorfia di dolore
quando appoggiò nuovamente i piedi atterra.
“Dannati
tacchi!” ripetè nuovamente con irritazione.
“BonHan,
stai bene?” domandò Yesung preoccupato
avvicinandosi a lei. L’aveva vista zoppicare fuori e, in
pensiero, l’aveva seguita fino a ì “Ti
sei fatta male?” chiese ancora con lo stesso tono.
“Oh...
niente di preoccupante... le scarpe, ecco non sono abituata a portare i
tacchi.” Rispose BonHan abbassando lo sguardo imbarazzata.
Yesung avrebbe voluto accarezzarla, era così dolce in quel
momento. Mentre la guardava preoccupato, gli venne in mente
un’idea.
“Riesci
a camminare?”
“Non
credo... adesso ci provo.”
Ma
quando la ragazza si alzò in piedi ebbe una fitta ai piedi
provocandole una smorfia di dolore. Yesung le cinse la vita con il
braccio per sostenerla, causando l’accelerazione dei battiti
del cuore di lei..
“Mi
dispiace, non ci riesco.” Rispose dispiaciuto lei.
“Non
preoccuparti. Tu resta qui, io torno subito.” Disse il
cantante con tono rassicurante e incominciò a correre verso
l’uscita del Gran Palace. Mentre venivano, Yesung aveva
notato una serie di bancarelle che vendevano vestiti ed accessori e
probabilmente anche scarpe.
“Mi
scusi, quanto per queste?” domandò Yesung
afferrando un paio di ballerine: erano basse, argentante con un fiocco
sopra.
“Sono
207 Bath.” Rispose il commerciante. Diede i soldi
all’uomo e corso di nuovo in direzione del palazzo.
Rallentò solo quando rivide BonHan seduto che si torturava
le mani con aria annoiata. Il cantante pregava Dio che ogni giorno gli
regalasse un lato diverso di BonHan, voleva conoscerla così,
attraverso l’espressioni che trapelavano dal suo viso.
“Ho
fatto più veloce che potevo!” sentenziò
Yesung avvicinandosi alla ragazza, dopo aver ripreso fiato. BonHan
sorrise allegra poi quando notò
le scarpe in mano al main vocalist, lo guardò stranita
spostando lo sguardo da lui alle scarpe e viceversa. Yesung sorrise
compiaciuto, poi si inginocchiò ai suoi piedi.
“Possò?”
domandò guardandola con dolcezza. BonHan accettò
titubante, facendo di sì con la testa. Quindi con
delicatezza, Yesung le sfilò le scarpe e le fece indossare
le ballerine. BonHan lo guardò meravigliata per tutto il
tempo: nessuno l’aveva mai trattata così.
“Grazie.”
Sussurrò BonHan dopo che Yesung si sedette accanto a lei
“Sei
come Cenerentola.”
“C-come?”
“Dici
di non essere una principessa, ma vedi, sta sera, adesso, per me... lo
sei.”
BonHan
credette di sognare e intanto aveva iniziato a percepire dei brividi
che le si impossessarono di tutto il corpo in un secondo.
Per
me tu lo sei.
Per
me.
Quelle
due parole, le penetrarono nel corpo, andando in circolo e
distruggendole l’ultimo brandello di lucidità. Era
mai possibile che cinque lettere potessero causare tanta
felicità?
“Grazie.” Riuscì
a dire BonHan non aveva la minima idea di cosa dire o fare, nessuno mai
le aveva parlato con quella dolcezza, nessuno l’aveva mai
guardata come Yesung stava facendo il quel momento e fu ancora
più contenta quando sentì la morbidezza della
mano del cantante che stringeva la sua e che le offriva di ritornare in
albergo.
“Grazie,
di tutto. Domani ti restituirò i soldi che hai
speso.” Disse BonHan quando arrivarono davanti alla porta
della sua stanza.
“No!
Non devi!” esclamò allarmato lui “Sono
un regalo.” Aggiunse poi sorridendo imbarazzato
“Regali
a tutte le ragazze che conosci da poco un paio di scarpe?”
chiese scherzosa lei
“No,
solo all’assistenti dei manager.”
Replicò il cantate nello stesso tono. Risero insieme, poi si
salutarono. Tuttavia solo dopo Yesung si ricordò del
braccialetto mettendo una mano sulla tasca dov’era conservato.
“BonHan!”
“Si?”
Yesung
si pietrificò: sentì il cuore batter
più velocemente del dovuto e il respiro venire meno; la mano
che aveva sulla tasca iniziò a tremare.
Jongwoon,
cosa ti prende? Pensò
irritato
“Ecco...
sogni d’oro!”
“...Anche
a te...” sussurrò lei mentre lo guardava stranita
mentre si allontanava, poi finalmente, entrò in stanza dove,
stanca, si gettò sul letto.
“Stpudio,
stupido, stupido!” ripetè Yesung dandosi delle
botte sulla fronte. Non si spiegava il motivo di quella reazione
esagerata, infondo doveva solo darle un braccialetto. Ma Yesung in curo
suo sapeva qual’era il vero motivo: aveva paura. Temeva che
potesse essere ferito di nuovo e lui assolutamente non voleva che
accadesse nuovamente.
Appena
entrò nella sua stanza, si sedette sul letto, passandosi le
mani trai capelli mentre ispirava ed espirava.
“Che
codardo.” Si disse amaro “Come può
ferirmi?”
Prese
il braccialetto dalla tasca e lo appoggiò sul comodino.
Sono solo uno
stupido codardo.
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Capitolo 10 *** Capitolo 9-Cambiare idea ***
Capitolo
9
Cambiare idea
“Grazie
mille, E.L.F! Non dimenticheremo mai il vostro
amore!” esultò Leeteuk piangendo emozionato
accompagnato dalle urla delle fan
“Supportateci
ancora!” aggiunge Eunhyuk ugualmente
emozionato. Poi si presero tutti per mano, inchinandosi e ringraziando
ancora,
quindi il concerto si concluse accompagnato dalle urla e gli applausi
delle
fan. Quando entrarono nel backstage, festeggiarono brindando e
schizzandosi con
lo champagne. BonHan guardò divertita dall’altra
parte mentre sistemava le
ultime cose e si congratulava con i membri dello staff. Intanto i
ragazzi
andarono nei loro camerini a cambiarsi, poi uscirono dallo stadio in
cui si
erano esibiti, raggiungendo velocemente il van, circondati da fotografi
e fan.
Decisero,
in seguito, di continuare i festeggiamenti in
un pub nelle vicinanze
del resort dove alloggiavano.
“Andate
pure senza di me, ho ancora un po’ di lavoro da
sbrigare.” Disse BonHan appena scese dal van, seguita dagli
altri.
“Aigo...
BonHan-ssi! Stai sempre a lavorare...”piagnucolò
Donghae gonfiando le guance in un’espressione infantile
“Yah!
Lavoro per voi, sai?” rispose la ragazza fingendosi
arrabbiata per poi sorridere divertita “Mi raccomando, non
bevete troppo!”
aggiunse raccomandandosi. Poi il
gruppo
la salutò e si diressero verso il pub. Yesung rimase
fermò lì ad osservarla per
un po’ mentre lei entrava nell’ascensore di vetro.
Non voleva che restasse da
sola, spinto anche dal fatto che a lui non piaceva bere.
Così fece per seguirla
ma, Ryeowook e Kangin lo trascinarono via, già un
po’ brilli per lo champagne.
“Kyuhyun-ssi!
Tu non vieni?” domandò Shindong urlando
“Ho
dimenticato una cosa, avviatevi vi raggiungo tra poco.”
Rispose
Kyuhyun schivo
“Cos’hai
dimenticato?” domandò curioso Sungmin
“Fatti
i fatti tuoi.” Rispose burbero il cantante
allontanandosi. Sorrise malizioso all’idea che non li avrebbe
raggiunti. Aveva
di meglio da fare che ubriacarsi e fare baldoria, preferiva di gran
lunga la
compagna di BonHan. L’aveva già programmato
dall’inizio del concerto, perché non
era stato in grado di distogliere lo sguardo dalla ragazza che, dal
lato del backstage,
li osserva esibirsi. Non capiva se li guardava perché era
incuriosita dalle
loro esibizioni o perché non c’era altro da
guardare. Ogni tanto sorrideva a
qualcuno del gruppo che Kyuhyun non si interesso di scoprire, poi
ritornava
seria e un po’ accigliata. La trovò
incredibilmente invitante.
Prima
di andare da lei, Kyuhyun decise di farsi una doccia e
per la prima volta in tutta la sua vita, di indossare una camicia. Non
era di
certo la prima in tutta la sua vita, ma non gli piaceva molto
indossarle,
quando lo faceva, lo faceva sempre con riluttanza. Sentiva stretto e
claustrofobica, con i bottoni chiusi fin sopra al collo, ma volle fare
un’eccezione
quella volta: non la chiuse del tutto, lasciò alcuni bottoni
aperti, facendo
intravedere un lembo di pelle. Si aggiustò i capelli e si
diresse verso la
stanza di BonHan. Quando gli aprì, fu felicemente sorpreso
di trovarla in short
e canotta,lasciando ben poco spazio all’immaginazione.
Sorrise sornione e si
appoggiò allo stipite della porta portandosi le braccia al
petto.
“E
tu cosa diamine ci fai qui?” esclamò stupita
BonHan.
Kyuhyun non rispose, limitandosi ad entrare nella stanza senza chiedere
il
permesso.
“Qualcuno
ti ha forse dato il permesso di entrare?” chiese
ancora lei infastidita seguendo il ragazzo
“Come
sei antipatica! Tratti così tutte le persone che
vengono a farti visita?”
“No,
solo gli idols spocchiosi e arroganti.”
BonHan
lo guardò con sfida mentre Kyuhyun sorrise divertito
prendendo in mano ogni oggetto che gli capitava a tiro, non dando
troppa
attenzione a ciò che prendeva. BonHan sbuffò
spazientita, odiava quando gli
altri curiosavano fra le sue cose, soprattutto se a farlo era
quell’idiota.
“Allora
si può sapere cosa vuoi?” chiese ancora BonHan
sbuffando contrariata.
“Cosa
scrivi?” domandò Kyuhyun deviando la domanda di
lei,
mentre si avvicinava curioso alla schermata di word sul pc.
Riuscì a leggere
solo poche righe prima che BonHan arrivasse e che abbassasse lo schermo.
“Nessuno
ti ha mai detto di non curiosare nelle cose degli
altri?” disse BonHan alterata e stringendo le dita sulla
superficie del
portatile, rendendole bianche dalla pressione in cui lo stringeva.
“Allora, mi
vuoi dire che cosa vuoi?” sussurrò assumendo un
trono stranamente provocante
che solo dopo la giovane manager se ne accorse. Perché si
era rivolta con quel
tono? Le era venuto spontaneamente parlargli così e si
pentì subito di averlo
fatto quando vide il maknae sorridere languido e passarsi la lingua tra
le
labbra.
Ma che cavolo ti è
preso, cretina?
Kyuhyun
iniziò a fantasticare di assaggiare quelle labbra
che sembravano così carnose e squisite. Fece un piccolo
colpo di tosse e
distolse lo sguardo, assumendo un’aria annoiata.
“Mi
dispiaceva lasciarti da sola, così sono venuto a farti
compagnia.” Rispose il cantante appoggiandosi allo schienale
della sedia con
fare seducente. BonHan si chiese se lo stava facendo apposta o se era
naturale per
lui mostrarsi in quel modo e per quale strana motivazione che lei
ignorava, non
gli dispiaceva. Scacciò via quei pensieri spinta dal
disgusto che provava per i
modi viscidi del cantante.
“Oh,
ma che gentiluomo!” esclamò la ragazza sarcastica
portandosi teatralmente un mano al petto e l’altra alla
tempia, poi abbasso le
braccia e arricciò un angolo della bocca disgustata. Kyuhyun
sorrise
compiaciuto, poi si stese sul letto appoggiando la schiena allo
schienale.
“E
adesso cos’hai intenzione di fare?”
domandò lei
stancamente incrociando le braccia. Il cantate fece spallucce,
ignorandola del
tutto, poi prese un libro sul comodino e iniziò a sfogliarlo.
“Fa
come ti pare...”sospirò BonHan sedendosi al tavolo
e
alzando di nuovo lo schermo del computer per poi riprendere a scrivere
da dove
era rimasta prima che venisse interrotta dal maknae. Era da
più di una
settimana che cercava di scrivere qualcosa di sensato ma non aveva
proprio
idee. Per di più aveva perso la concentrazione a causa dello
sguardo di Kyuhyun
che percepiva addosso. Provò un certo orgoglio sapere che la
stesse fissando,
come se fosse grata per le sue attenzioni tuttavia si pentì
subito di quei
pensieri ricordandosi che era un perfetto deficiente. Scosse la testa
nel
tentativo di scrollarsi di dosso lo sguardo del cantante e
tentò di scrivere
qualcosa.
“Non
sei un po’ grande per scrivere il tuo diario
segreto?”
la punzecchiò Kyuhyun sorridendo pungente
“E
tu non credi di essere piuttosto grande per giocare
ancora ai videogame?”controbatté
BonHan
nello stesso tono continuando a scrivere.
Touché.
Kyuhyun
rise divertito, doveva proprio ammettere che era un
osso duro, se fosse stata un’altra ragazza, sarebbe scoppiata
in lacrime,
invece lei sembrava divertirsi. Probabilmente era proprio questo che lo
attirava sempre di più a lei.
“Allora
cosa stai scrivendo? Le tue memorie?” disse ancora
Kyuhyun irrisorio.
“Una
specie...” rispose lei seria concentrata a leggere quel
poco che aveva scritto. Non aveva dato importanza al tono irrisorio del
cantante, per sua fortuna, era troppo concentrata a scrivere ma
l’avrebbe man
dato ben volentieri a quel paese in un’altra occasione.
Scrisse fino alle due
smettendo solo quando si accorse che da un po’ il giovane
cantante non la
punzecchiava con le sue solite battutine. Lo scoprì che
dormiva, appoggiato con
la testa al muro e lievemente china. Aveva un’espressione
serena e la bocca
leggermente schiusa in espressione che a BonHan ricordò suo
fratello. Sorrise
dolce avvicinandosi al maknae e sedendosi al suo fianco, poi titubante
si avvicinò
la mano al suo viso per scostargli una ciocca di capelli che gli
ricadeva sulla
palpebra. L’impulso di toccare il suo viso fu forte, per
qualche strana
motivazione voleva toccarlo ma quando fu un soffio da lui e
potè sfiorargli la
pelle, la mano di Kyuhyun le afferrò il polso sbarrando gli
occhi e fissandola
assonnato.
“Cosa
stavi facendo?” domandò scontroso lui
“Volevo
svegliarti, sai fino a prova contraria questa è la
mia stanza e questo è il mio letto e soprattutto voglio
dormire.” Mentì lei
ritirando la mano stizzita
“Accomodati.”
Kyuhyun
si girò dall’altra parte e chiuse gli occhi,
fingendo di dormire, mentre BonHan sbuffò contrariata.
“Ma
perché non vai nella tua stanza a dormire?!”
sbottò
irritata lei, cercando di alzarlo. Kyuhyun si limitò a
sorridere compiaciuto,
anche se gli venne un colpo al cuore quando sentì le mani di
lei prendergli le
braccia. Represse l’impulso di spingerla sul letto e di
soddisfare il suo
desiderio di baciare le sue labbra. BonHan sospirò arresa e
si stese sul letto
ma, tutto d’un tratto, sentì il piedi di Kyuhyun
spingerla con forza, facendola
cadere dal letto.
“Ma
che diamine fai?!” esclamò arrabbiata lei
guardandolo
furiosa.
“Fatti
più in là.” Rispose Kyuhyun con
semplicità, come se
buttare giù dal letto in quel modo le persone fosse la cosa
più naturale del
mondo.
BonHan
rimase con la bocca aperta in un’espressione tra lo
sbigottimento e l’indignazione.
Quel
ragazzo l’avrebbe fatta impazzire.
“Così
l’uomo esclama ‘picchiami finché non
sarò mezzo-morto!’
Capita?! Così la moglie sarà morta
perché riceve il doppio di quello che ha
lui!”
“...Shindong-ssi...
non fa ridere.” Commentò Heechul acido
“Allora
perché gli altri ridono?!” controbatté
il rapper
sicuro dell’ilarità della sua battuta
“Perché
sono ubriachi... e perché provano pietà per
te.”
“YAH!”
“Piantatela
voi due!” intervenne Leeteuk fingendosi serio e
cercando di trattenere le risate. Scese il silenzio che fu subito
colmato dalle
risate fragorose di tutti
“Hyung!
Tutto apposto?” domandò Kangin a Yesung mentre si
asciugava le lacrime per le troppe risate.
“Oh?
Ah, si non preoccuparti.” Rispose il cantante
accennando un sorriso. Da quando erano arrivati nel locale, non faceva
altro
che osservare il suo bicchiere ancora intatto, pensando a
tutt’altro in
silenzio. Ogni tanto sorrideva a qualche battuta e rispondeva di no
ogni qual
volta che gli domandassero se voleva un po’ di soju. Non
faceva che pensare a
BonHan da quando era iniziato il concerto e lei gli si era avvicinata
mettendogli una mano sulla spalla per richiamare l’attenzione
del cantante su
di lei.
“Buona
fortuna!” gli aveva augurato sorridente prima che lui
entrasse in scena
“G-grazie!”
balbettò emozionato, dopotutto l’aveva colto di
sorpresa e quel contatto così naturale per qualcun altro, ma
per lui così
strano ed emozionante, gli aveva fatto sussultare il cuore. Per tutta la durata del
concerto, si
scambiarono sguardi e lei più volte gli sorrideva dolce ma
al tempo stesso
divertita quando faceva battute o qualcosa di estremamente stupido
oppure lo
guardava meravigliata e persa quando cantava, facendolo sudare ancora
di più.
Mostrò la felicità che provava per le attenzioni
di BonHan scherzando con i
membri e con le fan ma, quando notò che anche Kyuhyun la
guardava, sentì una
morsa nello stomaco, di nuovo la gelosia dilaniargli la mente,
Iniziò a
spaventarsi quando Kyuhyun la guardò malizioso e famelico.
Nessuno
si era accorto dell’assenza del maknae nel locale
eccetto lui, accentuando la morsa nello stomaco. Che cosa aveva in
mente di
fare? Sapeva che voleva ancora divertirsi con BonHan facendole scherzi
o
torturandola con secchiate d’acqua o nascondendole le cose ma
non pensava che
si sarebbe spinto oltre. Ma forse non voleva più vendicarsi,
forse voleva solo
divertirsi con lei, e questo era ancora peggio della prima ipotesi. Le
tempie
gli dolevano al solo pensiero che Kyuhyun potesse sfiorare la ragazza
con un
dito, e sentì la testa girargli quando immaginò
che Kyuhyun potesse...
Scatto
all’inpiedi, in preda ad una rabbia ceca, portando
l’attenzione
dei compagni su di sé.
“Ye-Yesung-ssi?
...Tutto bene?” domandò Ryeowook balbettando
stupito. Il main
vocalist non rispose e
velocemente uscì dal locale, seguito dagli sguardi
meravigliati dei compagni.
“Adesso
che gli è preso?” chiese Heechul fissando la porta
del locale appena chiusa dall’amico
“Lascia
stare, sai com’è fatto...”
minimizzò Sungmin
sorseggiando un altro bicchiere di soju
“Oh
lo so io che gli è preso... BonHan...” Donghae si
tappò
immediatamente la bocca, aveva promesso al cantante che non
l’avrebbe
spifferato in giro.
“Che
hai detto?” domandò curioso Siwon
“N-niente!
Buona questa carne, non è v-vero?!” balbettò
cambiando discorso e arrossendo imbarazzato
“Sputa
il rospo, Hae! Che c’entra BonHan-ssi? Non dirai
che...” Shindong si interruppe mentre gli altri si guardarono
scioccati,
capendo ciò che aveva intuito l’amico
“Io
non vi ho detto niente!” piagnucolò Donghae
fissando il
bicchiere dispiaciuto.
Dannata la mia
boccaccia!
Yesung
si sentiva mancare il fiato, voleva solo stare da
solo e passeggiare per schiarirsi le idee. Sentì la testa
girargli e una
crescente oppressione nel petto. Era questo quello che portava la
gelosia? Non
era il tipo da essere geloso, con tutte le sue precedenti ragazze era
stato
sempre permissivo e non aveva mai avuto attacchi di gelosia. Forse era
anche
per questo che le sue storie amore finivano sempre male, o meglio lui
era l’unico
a farsi male.
“La
gelosia mi farà diventare matto...” si disse
Yesung
sconsolato sedendosi sul ciglio della strada. Ormai sapeva di provare
qualcosa
per BonHan che andava oltre l’amicizia ma non era ancora
sicuro che si trattava
di amore. Gli mancava quel 1% da renderlo sicuro al 100%.
“Quante
altre prove vuoi? Perché non vuoi ammetterlo
Jongwoon?” si disse ancora passandosi le mani tra i capelli.
Era anche la sua
insicurezza a mandare a monte le sue relazioni, gli dicevano sempre che
era
colpa sua che era finita. Si era fatto una promessa molto tempo fa: se
si fosse
innamorato di nuovo, avrebbe cambiato atteggiamento. Ci sarebbe
riuscito? Non
lo sapeva, ma almeno avrebbe tentato con BonHan. Non voleva di certo
usarla,
era davvero innamorato di lei ma c’era qualcosa che gli
impediva di
corteggiarla come lui avrebbe voluto. Decise di tornare in albergo e
riposare,
l’indomani sarebbero partiti per Seul, ma soprattutto
sperò che con il sonno si
sarebbe calmato.
Il
mattino seguente presero l’aereo che era ancora
l’alba
arrivando così a Seul che erano più o meno le
sette del mattino e non appena
arrivati furono immediatamente circondati da fotografi e fan. BonHan
era dietro
di loro che parlava con i membri dello staff e rispondeva alle numerose
telefonate che riceveva: riviste, show televisivi, quotidiani,
fotografi...
tutti volevano i Super Junior. Ormai la ragazza non sapeva quante volte
aveva
detto “le faremo sapere al più presto.”
All’uscita dell’aeroporto, i cantanti
si misero in fila, l’uno affianco all’altro, per le
foto ufficiali. BonHan
pensò che non doveva essere molto piacevole dopo un viaggio
di dure ore essere
invasi da fotografi e accecati dai flash, se fosse stata lei al loro
posto, li
avrebbe cacciati tutti via e sicuramente non con gentilezza. Si
spostò in un
angolo per permettere ai fotografi di scattare foto e senza
accorgersene iniziò
a guardare Yesung che, nonostante la stanchezza che trapelava dai suoi
occhi,
sorrideva ai fotografi e scherzava con gli i compagni. BonHan si chiese
come un
ragazzo potesse essere così bello e al tempo stesso
pensò come potesse farle
provare quel turbine di emozioni che le mandava in tilt il cervello.
“Carina,
non è vero?” sussurrò Kyuhyun
all’orecchio di
Yesung senza distogliere lo sguardo dai fotografi
“A
chi ti riferisci?”
Il
main vocalist iniziò a pregare ogni santo di cui si
ricordava il nome che non fosse la sua BonHan
perché in quelle due settimane era diventata un
po’ sua. Il cuore iniziò a
battergli all’impazzata, non voleva scegliere tra
l’amicizia di quasi dieci
anni con un amore appena sbocciato. Kyuhyun sorrise malizioso
“A BonHan, a chi
se no! Vedi altre ragazze carine in giro?”
Yesung
sentì il respiro venire meno e le gambe molli, quelle
parole erano arrivate nella stessa velocità e potenza come un pugno nello stomaco.
“Sai
un giorno di questi la inviterò ad uscire con me.”
Continuò
il maknae sorridendo ancora ai fotografi. Un
altro pugno, questa volta ancora più
doloroso. Il cantante sentì le guance in fiamme e strinse i
pugni con una forza
tale da rendere le nocche bianche.
“Non
credo che tu sia il suo tipo...” rispose Yesung dopo un
po’ cercando di celare il tremore nella sua voce e
continuando a farsi
fotografare. Perché proprio lei? Con tante ragazze in giro
che Kyuhyun avrebbe
conquistato con facilità, perché proprio la
ragazza di cui si era innamorato?
Si morse il labbro fino a ferirsi desiderando che fosse solo un incubo.
“Le
farò cambiare idea...”sghignazzò
malizioso Kyuhyun. Yesung
si voltò sconvolto verso di lui,
sapeva le sue manovre di “convincimento” e gli
venne l’impulso di scagliarli un
pugno in faccia. Non doveva lontanamente provarci con BonHan, non
glielo
avrebbe permesso. Non si accorse neanche che era entrato nel van,
troppo
sconvolto dalla dichiarazione del compagno. Solo allora fu sicuro di
essere
innamorato di BonHan fino al midollo, ma avrebbe desiderato di non
scoprirlo
così.
Doveva
adesso scegliere tra l’amicizia è
l’amore.
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 10-E' guerra ***
Capitolo
10
E' guerra.
Yesung
rimase sveglio tutta la notte a riflettere se
scegliere di salvaguardare l’amicizia con Kyuhyun o di
rendere quel rapporto
con BonHan più speciale di una semplice amicizia.
Scelse
la seconda.
Non
avrebbe mai rinunciato alla ragazza che aveva fatto
breccia nel suo cuore per accontentare uno dei tanti capricci del
maknae. Non
aveva forse anche lui il diretto di essere felice almeno per una volta?
Così
decise che il mattino seguente avrebbe chiesto a BonHan
un appuntamento con lui, avrebbe trovato in qualche modo il coraggio di
chiederglielo, o almeno sperava che lo avrebbe trovato.
Si
girò verso il comodino, ancora steso sul letto, e
controllò l’ora: erano le sei. Decise di alzarsi
comunque e di godersi il
silenzio che a quell’ora regnava in tutto il dormitorio. Si
fece prima una
doccia, poi indossò una tuta e una canotta nera che faceva
risaltare il suo
fisico asciutto e atletico. Poi, senza fare rumore per non svegliare
Ryeowook,
uscì dalla stanza.
Girovagò
per i corridoi per un po’, ricordandosi dei momenti
passati insieme con i suoi “fratelli”, come quella
volta in cui Shindong
scivolò facendo cadere una tazza di caffè che
aveva in mano, sulla parete. Non
rise mai così tanto come in quella volta. C’era
ancora la macchia.
Ma
ben presto Yesung sapeva che quell’armonia si sarebbe
infranta, tutto per causa sua. Sospirò triste e decise di
dirigersi in sala
prove per esercitarsi, ma soprattutto per distrarsi. Entrò
in sala e prese lo
spartito della canzone di cui si stava esercitando da settimane: voleva
renderla perfetta per il concerto dell’azienda. Si sarebbe
tenuto tra tre
giorni e voleva che chiunque l’ascoltasse, percepisse il
significato.
Inserì
la basa ed iniziò ad intonare la prima parte. Si
sentiva svuotato quando cantava, gli succedeva fin da bambino: quando
sentiva
la musica invadergli l’anima, era come entrasse in contatto
con essa e che lo
isolasse dal resto del mondo. C’erano solo lui e la musica,
nient’altro.
“Sapevo
di trovarti qui.”
“Dove
altro sarei potuto stare, hyung?”
Leeteuk
sorrise dolce guardando uno dei suoi più fidati
amici corrucciato in un’espressione concentrata, intento a
leggere uno
spartito.
“Ti
ho già detto di dormire di più, vero?”
chiese Leeteuk
sedendosi su una sedia posta di fronte a quella del main vocalist
“Ti
ho già risposto che non riesco a dormire più di
tanto,
vero?” rispose Yesung sorridendo
un po’
amaro senza distogliere l’attenzione dallo spartito in mano.
Il leader sospirò
arreso e appoggiò la schiena allo schienale in pelle della
sedia, conosceva fin
troppo bene Yesung e c’era qualcosa che lo preoccupava. Avrebbe dovuto iniziare un
qualche discorso
con la parlantina che aveva, ma invece era immobile con lo sguardo
fisso sullo
spartito e sottovoce intonava qualche nota.
“Jongwoon,
cosa ti preoccupa?”
Leeteuk
raramente gli si rivolgeva con il suo nome vero, lo
faceva solo quando era arrabbiato o era serio. Yesung
sospirò e abbandonò lo
spartito posandolo sul tavolino affianco a lui.
“Jungsoo...
sono preoccupato.” Confessò il minore amareggiato,
guardandolo negli occhi triste
“Cosa
ti preoccupa? La canzone?”rispose Leeteuk indicando lo
spartito con un cenno della testa. Yesung scosse la testa chinandola,
per poi
appoggiarla sui dorsi delle mani.
“Hyung,
cosa faresti se tra l’amicizia e l’amore,
preferiresti l’amore?”domandò titubante
il minore in un soffio. Aveva un
disperato bisogno di sapere da Leeteuk se avesse fatto la scelta
giusta, non
compromettendo l’armonia del gruppo. Se Leeteuk gli avesse
detto che stava
commettendo un errore, avrebbe lasciato immediatamente perdere BonHan e
i suoi
sentimenti verso di lei. Tuttavia sperava nel contrario.
“Yeyé,
io seguirei quello che mi dice il mio cuore. Non
m’importerebbe delle conseguenze, perché se so di
aver agito seguendo il mio
cuore, non avrei niente di cui preoccuparmi o dispiacermi.”
Rispose Leeteuk
serio “Perciò, non farti problemi e invita pure
BonHan-ss ad uscire con te...”
aggiunse poi sorridendo malizioso.
“J-Jungsoo!”
esclamò balzando all’in piedi il main vocalist
arrossendo violentemente “Non era questo quello che
intendevo!” continuò
imbarazzato mentre arrossiva ancora di più.
“Non
puoi usare questi trucchetti con me.” disse Leeteuk
inarcando un sopracciglio con fare divertito. Po rise e mise una mano
sulla
spalla dell’amico, facendo sorridere Yesung
mostrando una fila di denti perfettamente bianchi e
allineati. Poi imitò
il gesto del leader sentendosi sereno.
“Andiamo,
sbaglio o devi invitare qualcuno?” continuò il
leader divertito, uscendo ancora abbracciato al suo dongsaeng.
Yesung
sorrise sereno, se aveva Leeteuk al suo fianco, tutto
sarebbe andato con il verso giusto.
O
almeno così sperava.
Non
appena BonHan entrò in ufficio, HaeJung la
tartassò di
domande che, a suo parere, erano frivole e insignificanti.
“Com’è
stato il concerto? E il galà? Cos’hai indossato?
Com’era Bangkok?”
“HaeJung,
riprendi fiato!”la interruppe scontrosa lei
sedendosi alla scrivania.
Quel
giorno BonHan si era svegliata con un gran mal di testa
dopo aver passato una notte insonne, ritrovandosi a pensare Yesung.
Involontariamente, come un fulmine a ciel sereno, l’immagine
del suo viso si
fece spazio nella sua mente illuminandola con il sorriso dolce di lui.
Dopo si
era avvicinata all’armadio della sua stanza, dove aveva
conservato gelosamente
le scarpe che il main vocalist le aveva regalato.
Ripensò alla serata del galà, a
quando lui le
aveva fatto indossare le ballerine e a quella dannata frase...
Dici di non essere una
principessa, ma vedi, sta sera, adesso, per me... lo sei
Si
diede della stupida: si stava comportando come
un’adolescente alle prese con la sua prima cotta.
“Scusami
BonHan-ssi, ma non riesco davvero a trattenere la
mia curiosità!”rispose la ragazza dispiaciuta,
cercando di sorridere “Allora,
cosa è successo?” aggiunse HaeJung
curiosa.
Niente d’importante,
eccetto che Kyuhyun si è ubriacato, ha dormito nella mia
stanza per ben due
volte, credo che mi siano venuti una decina d’infarti uno
dietro l’altro per
colpa della dolcezza e premura di Yesung e infine, ho avuto uno strano
e
indecente desiderio di toccare il viso di Kyuhyun.
“...Niente
che a te possa interessare.” Concluse secca
BonHan mentre sfogliava distratta alcune schedule come per scacciare
quei
pensieri dalla mente.
“Non
posso credere che in una settimana non sia successo
niente!” insistette con tono petulante la minore. BonHan per
poco non le lanciò
contro il monitor del computer. Non sopportava
le persone che volevano a tutti costi immischiarsi nella
vita privata
degli altri, soprattutto della sua. Le persone in generale hanno questa
strana
usanza di impicciarsi negli affari degli altri provando un certa
goduria quando
vengono a sapere gli intimi e oscuri segreti del mal capitato. La
ragazza provò
disgusto al solo pensiero.
“Sul
serio HaeJung, niente che possa riguardarti.”
Rispose la maggiore stizzita, calcando sull’ultima
parola, per concludere quella conversazione una volta e per sempre.
HaeJung
abbassò lo sguardo dispiaciuto e sussurrò un
“mi dispiace”. Il suono, però, era
stato così flebile che BonHan non diede molta importanza,
così iniziò a
confermare tutti gli appuntamenti che erano in programma.
“BonHan,
il manager Kim vuole vedermi, posso andare?” chiese
HaeJung celando il tono triste della sua voce. La manager le rispose
con un
cenno della mano senza distogliere lo sguardo dai fogli davanti a lei,
lo
rialzò solo quando sentì la porta chiudersi alle
spalle della più piccola. Si
sentì in colpa, forse aveva esagerato, infondo voleva solo
chiacchiere con lei
come due buone amiche, senza alcuna malizia. Tuttavia BonHan, avendo un
carattere chiuso e schivo, allontanava tutte le persone che cercavano
di avere
un qualsiasi rapporto con lei.
Tutte
eccetto una.
Non fare il solito
codardo e bussa alla porta. Andiamo Jongwoon: muoviti!
Guidato
dall’istinto busso alla porta dell’ufficio di
BonHan ed entrò senza aspettare una risposta. Ormai non
poteva più tirarsi
indietro o avrebbe fatto la figura di uno schizzato, a meno che non lo
sembrasse già. Non era stata un’idea brillante
entrare nell’ufficio come un bisonte
impazzito; si diede mentalmente dell’idiota. Tuttavia lei
sembrò non accorgersi
della sua entrata così scenica, troppo presa dalla lettura
di alcuni fogli che
aveva in mano, e Yesung ringraziò ogni santo del paradiso.
“Ciao,
ti disturbo?” esordì il cantante cercando di darsi
un
minimo di contegno. BonHan alzò lo sguardo, un po’
contrariata, poi quando vide
che era il main vocalist, il suo viso si illuminò
arricciando gli angoli della
bocca in un sorriso dolce. Yesung pensò che lei era contenta
di vederlo e
questo prometteva bene o almeno pregava
che fosse così.
“Ciao,
non disturbi affatto.” Rispose lei sorridendo
gentile, rendendo ancora di più la situazione complicata per
Yesung. Se non
avesse accettato? Avrebbe mai più
rivisto quel sorriso? “Cosa posso fare per te?”
continuò la manager
avvicinandosi al corvino. Il cantante deglutì forte,
sperando che lei non
avesse sentito, imponendosi calma e tranquillità.
Infondo
era solo un appuntamento, non una
proposta di matrimonio! Anche se per
Yesung era di eguale importanza.
“Io,
ecco... volevo sapere se sta sera avevi già qualche
impegno...” iniziò il cantante torturandosi la
nuca con la mano.
Ti prego dì di no...
ti prego...
“No,
sta sera sono libera.” Rispose la ragazza passandosi un
indice sul mento con aria penseriosa.
Dio ti ringrazio.
“Perfetto!”
si lasciò sfuggire Yesung con troppo entusiasmo,
poi fece un colpetto di tosse, come se volesse mascherare la sua
esclamazione,
facendo sorridere divertita BonHan. “Ecco, mi domandavo, se
ti facesse
piacere...”
Andiamo Jongwoon ce la
puoi fare, testone!
“...se...?”
lo incitò BonHan a proseguire, facendolo
deglutire rumorosamente, di nuovo. Respirò profondamente,
imponendosi la calma.
“Insomma,
se ti andava di uscire con me.” Disse tutto d’un
fiato, quasi urlando. Ormai era fatta e iniziò a pregare
santi, angeli e
arcangeli affinchè lei accettasse.
Ti prego... ti
prego...
BonHan
lo guardò prima sorpresa, di certo non si aspettava
che lo invitasse ad uscire, anche se iniziava a sperarlo. Era più che
altro meravigliata del perché ci
avesse messo così tanto.
“Per
me va bene. Allora, dove mi porti?” rispose infine la
ragazza sorridendo contenta. Il cuore di Yesung si fermò per
un attimo e sperò
ce non fosse un sogno. Adesso poteva dire di essere l’uomo
più felice sulla
faccia della Terra.
La
giornata si concluse come al solito per il maknae:
gettato sul divano con il joystick in mano preso da chissà
quale videogioco.
Nonostante ciò, Kyuhyun percepiva un’aria strana
nel dormitorio è lo
infastidiva non sapere cosa stesse accadendo. I suoi sospetti vennero
alimentanti dall’allegria di Yesung che canticchiava
pimpante, un po’ troppo
per il carattere del maggiore.
“Io
vado, non aspettatemi svegli!” salutò Yesung con
un
sorriso luminoso.
“Divertiti
hyung!” gli augurò Sungmin sorridendo
furbescamente.
Il main non ci badò molto all’espressione
maliziosa dell’amico, sorrise felice
e poi uscì.
Cosa
diamine stava succedendo? Da quando in qua Yesung
usciva la sera? Di solito si stravaccava sul divano a leggere qualche
manga o a
vedere la tv. Che stesse per morire?
“Non
pensate che quei due siano perfetti
insieme?”proferì
Eunhyuk soddisfatto.
“Era
ora che si trovasse una ragazza...” aggiunse Kangin
mentre si dirigeva verso la sua stanza.
Kyuhyun
sentì una strana oppressione al petto, smorzandogli
il fiato, mentre un pensiero si fece spazio nella sua mente. Un
sospetto sempre
crescente che gli invadeva i pensieri.
“Con
chi ha un appuntamento?” chiese il maknae fingendo di
essere poco interessato. Sentì il cuore accelerare e il
fiato farsi sempre più
corto: aveva paura di conoscere la risposta.
“Con
BonHan-ssi! Finalmente ha trovato coraggio, neh?”
rispose Donghae sornione
Kyuhyun
lasciò la presa dal joystick, facendolo cadere e
sbarrò gli occhi assumendo un’ espressione di
terrore. Si alzò in piedi e si
diresse verso la sua stanza, reprimendo l’impulso di
distruggere qualunque cosa
che avesse sotto tiro. Kyuhyun sentì le vene sulle tempie
pulsare: doveva urlare,
altrimenti sarebbe scoppiato. In
quel
momento pensò ad un’unica cosa: non si sarebbe
fatto sfuggire BonHan in quel
modo. Non si sarebbe arreso così facilmente.
BonHan
non aveva mai passato una serata così magica come quella
sera. Non sapeva se era perché l’aveva passata al
Luna Park, per la vincita di
un peluche o perché semplicemente era stata in compagnia di
Yesung: la faceva
stare bene, la rilassava e la rendeva felice. Stava bene con lui, non
aveva
bisogno di erigere il solito muro che la rendeva chiusa e schiva, era
come se
fosse naturale stare con lui, era semplice come respirare.
“Grazie
per questa magnifica serata.” Esordì il cantante
sorridendole dolce. BonHan sentì le gambe molli e il cuore
galoppare.
“Sono
io a dover ringraziare te, sono stata davvero bene.” Rispose
BonHan guardando il peluche a forma di cane, per non guardare negli
occhi il
cantante. Se l’avesse fatto, con molta probabilità
sarebbe svenuta o morta. La
seconda, era di sicuro la più possibile.
“Davvero?!”
esclamò il cantante stupito. Lei annuì
sorridendo, perché si stupiva così tanto? Lo
pensava sul serio, non l’aveva
detto per essere cortese. Yesung sentì il cuore scoppiare di
gioia, poi gli
venne un’idea, per concludere al meglio quella serata.
Così afferrò la mano di
BonHan, procurandole una scarica di brividi a cui lei cercò
di non badare, e si
diresse vero l’edificio della SM Town.
“Dove
stiamo andando?” chiese BonHan divertita a metà
strada
“Puoi
chiudere gli occhi, per favore?” rispose il main
vocalist serio. La ragazza lo guardò sospettosa, non
sopportava l’idea di non
poter sapere dove andava, la innervosiva.
“Ti
fidi di me?” le chiese lui guardandola dolce. La
manager credette che si stesse sciogliendo, si sentiva male quando il
cantante
la guardava in quel modo. Sospirò mentre chiudeva gli occhi,
quel ragazzo
sapeva convincerla. Il cantante sorrise compiaciuto e accertandosi che
BonHan
non inciampasse da nessuna parte, continuò a dirigersi con
una lentezza
esasperante, verso la SM Town. Arrivati
nell’edificio, presero l’ascensore e salirono fino
all’ultimo piano, poi
salirono una rampa di scale.
Yesung
teneva saldamente la mano di BonHan, iniziò a
preoccuparsi se fosse stato in grado di lasciarle dopo la presa.
“Yesung,
ma dove stiamo andando?” chiese lei preoccupata,
stringendo ancora gli occhi.
“Siamo
quasi arrivati... un ultimo gradino... eccoci!”
Yesung
aprì la porta e condusse BonHan vicino a qualcosa di
freddo e di metallico. Erano all’aperto, sentiva una brezza
scompigliare i
capelli e i rumori soffusi della città, quindi si trovavano
piuttosto in alto.
“Puoi
aprirli adesso.” Le sussurrò il main vocalist
all’orecchio,
con voce suadente che fece tremare BonHan. Non se lo fece ripetere due
volte:
li sbarrò con l’unico desiderio di sapere dove
diamine fosse, ma la vista le
fece mancare il fiato. Vedeva l’oceano, con le stelle e la
luna che si riflettevano
in quello specchio d’acqua. I grattacieli lo circondavano
creando uno squarcio
artistico che fece battere forte il suo cuore. Mai aveva visto niente
del
genere dal vivo.
“Ti
piace?” domandò Yesung appoggiandosi al parapetto
intento a guardare il panorama. BonHan, ancora affascinata dal
paesaggio,
sorrise entusiasta.
“Se
mi piace?! E’ meraviglioso!” esultò
ancora meravigliata
lei “Grazie, per questo.” Aggiunse poi guardandolo
felice.
“Non
ringraziarmi, volevo solo condividere qualcosa di
speciale per me, con te.” Rispose il main vocalist sorridendo
dolce. BonHan
riuscì solo a ricambiare il suo sguardo ed ad arricciare gli
angoli della bocca
in un sorriso. Poi, senza pensare e soprattutto senza
logicità, si avvicinò al
viso di Yesung e posò le sue labbra sulla guancia di lui.
Yesung
di tutto si aspettava, eccetto questo. Non sapeva che
l’avrebbe fatto morire di crepacuore? Si sentì il
cuore scoppiare e si aggrappò
all’ultimo brandello di lucidità per non baciarla.
Di
certo BonHan aveva reso ancora di più speciale quel
luogo.
Kyuhyun
sedeva al divano, a braccia conserte, mentre
aspettava il ritorno del main vocalist. Si sentiva tradito,ferito ma
soprattutto
umiliato, come non lo era mai stato. Nessuno poteva lontanamente
immaginare
come si sentiva adesso il maknae, una raffica di emozioni gli invadeva
tutto il
corpo, facendolo tremare dalla rabbia.
Tamburellava
nervoso le dita sulle ginocchia: come aveva
potuto farlo? Nonostante
lui gli avesse
confessato il suo desiderio di invitare BonHan ad uscire, Yesung se ne
era
infischiato e questo, lo infuriò ancora di più.
Quando
sentì la porta aprirsi, non si mosse, prima doveva
calmarsi del tutto.
“Ti
sei divertito sta sera?” domandò il maknae atono,
facendo trasalire il maggiore.
“Kyuhyun!
Cosa ci fai ancora sveglio?”esclamò Yesung posando
le chiavi sul davanzale.
“Che
strano, inviti BonHan ad uscire con te, il giorno dopo
che ti ho detto che avrei voluto farlo io... coincidenze,
forse?” disse Kyuhyun
ignorando la domanda del più grande, mentre si alzava e si
avvicinava a lui,
posizionandosi di fronte. Yesung sapeva che Kyuhyun era ferito e di
certo non
lo biasimava se gli avrebbe scagliato un pugno in pieno volto, ma
doveva
lasciarlo spiegare e doveva capire i suoi sentimenti.
“Kyuhyun...”
“Lasciami
indovinare, ti sei preso una cotta per lei...”
continuò ironico il maknae ghignando furioso.
“Kyuhyun
lascia che ti spieghi...” cercò di parlare il
cantante avvicinandosi al minore, con sguardo contrito. Odiava
litigare, ma soprattutto
odiava litigare con lui.
“Sorpresa!
Non sei l’unico, hyung.”
Lo interruppe con rabbia Kyuhyun calcando sull’ultima
parola. Il giovane main vocalist si
sentì sprofondare, forse anche i sentimenti del maknae erano
sinceri come i
suoi e questo lo sconfortò ancora di più. Era
ormai fatta la catena si era
spezzata e niente sarebbe ritornato come prima.
“Kyuhyun,
non voglio litigare con te.” Ammise Yesung
supplichevole
“Troppo
tardi.” Soffiò tra i denti il minore
“Sappi che lei
sarà mia.” Aggiunse guardandolo con odio.
“Maledizione,
Kyuhyun! Non è un oggetto! E’ una persona con
dei sentimenti!” sbottò esasperato Yesung
“Ascoltami Kyuhyun: lei non è come
tutte le ragazze che ti porti a letto e poi il giorno dopo le lasci.
Lasciala
stare!” aggiunse poi assumendo un tono autoritario.
“Non
contarci... Yesung.” Rispose il maknae beffardo, poi si
diresse nella sua stanza lasciando da solo il maggiore. Yesung strinse
i pugni
con rabbia e si morse il labbro a sangue cercando di reprimere
l’impulso di
urlare, serrando i denti.
Sapeva
cosa significava: era ormai guerra tra loro due.
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Capitolo 12 *** Capitolo 11-Sentimenti svelati ***
Capitolo
11
Sentimenti svelati.
Heechul sapeva quando
Kyuhyun aveva qualcosa che non andava, o meglio lo intuiva. Era
l’unico a cogliere le sue emozioni, nascoste dalla sua solita
espressione di strafottenza, attraverso un suo battito di ciglia e quel
giorno non fu diverso. Aveva capito che c’era qualcosa che
non andava nel maknae, tuttavia preferì non indagare: non
era nel suo stile. Se Kyuhyun aveva un problema e voleva sfogarsi, lo
avrebbe fatto di sua spontanea volontà.
“Buongiorno
bestiole mie!” proferì Jung Hoon non appena
entrò nel dormitorio seguito da BonHan, con un largo sorriso
in volto, calcando il tono di voce sull’appellativo che aveva
dato ai cantanti.
Heechul
notò che gli occhi di Yesung appena incrociarono quelli
della giovane manager, si illuminarono e sul suo volto
spuntò un sorriso felice e, inoltre, si accorse che anche
BonHan lo guardava e gli sorrideva dolce.
Heechul
represse un conato di vomito: odiava il romanticismo e in quel salotto
ce n’era fin troppo.
“Grazie
per il grazioso appellativo, hyung.” Disse Siwon ironico,
guardando il manager truce, che, intanto, sghignazzava divertito.
“Buongiorno
anche a te BonHan!” salutò allegro Sungmin mentre
sorseggiava una tazza fumante di caffè. BonHan sorrise
cordiale e
li salutò cortesi, aveva un tono di voce che
provocò irrimediabilmente un’espressione di
disgusto sul volto di Heechul. Solo lui la trovava così
falsa? Tutti sembravano essere affascinati da quella ragazza, eppure
c’era qualcosa in lei che faceva innervosire Heechul.
“Immagino
che siete emozionati per sta sera...” disse BonHan sorridendo
gioviale
“Perché
mai dovremmo?” rispose Heechul acido puntandole i suoi occhi
neri dritti nei suoi “Non è il primo concerto e
tantomeno l’ultimo.” Aggiunse ancora il cantante
con un tono provocatorio. BonHan lo guardò accigliata, poi
incrociò le braccia indispettita.
Ti
si è spezzata un’unghia sta mattina, serpe?
BonHan
sapeva di non essere simpatica al cantante e non si chiese nemmeno il
motivo. Una cosa era certa: l’antipatia era ricambiata.
“Quello
che Heenim voleva dire è che, dopo tanti concerti, non
abbiamo più paura del palco.” Intervenne Leeteuk
prima che sfociasse una rissa “Ma non fraintendere ogni
concerto per noi è un’emozione nuova, vero
Heenim?” concluse il leader guardando severo il minore.
Heechul increspò le labbra in una smorfia annoiata, poi fece
spallucce e si sedette a tavola e si versò una tazza di
caffè. Decise di chiudere l’audio e di farsi gli
affari suoi, altrimenti se
avesse ancora sentito la voce fastidiosa di BonHan, le avrebbe
strappato i capelli e poi farci una sciarpa: sarebbe stata
un’ida carina per un regalo.
Tranne
un secondo conato di vomito, quando vide Yesung e quella ragazzina
arrogante scherzare amabilmente tra di loro. Cercò lo
sguardo del maknae, sicuro che anche lui stesse avendo la sua stessa
reazione ma non fu così: Kyuhyun stringeva con forza le mani
in due pugni e guardava di sottecchi il main vocalist con astio.
Heechul
fece due più due: aveva aggiunto un secondo motivo per non
sopportare quella ragazza.
Prima
di dirigersi all’ “Olympic Gymnastic
Arena” per il concerto con tutti gli artisti della SM Town,
Yesung aveva invitato BonHan a prendere un caffè con lui al
Mouse and Rabbit. Dopo l’appuntamento era più
sicuro dei sentimenti che provava verso la ragazza, tuttavia non poteva
non essere preoccupato per Kyuhyun...
Scosse
la testa e si impose che per il momento non pensare a lui e alla loro
ultima discussione.
Non
contarci... Yesung.
Chiuse
gli occhi e respirò profondamente mentre si appoggiava allo
schienale della sedia dov’era seduto nell’attesa
dell’arrivo di BonHan.
“Ciao!”
esclamò una voce femminile dolce e seducente alle sue
spalle. Non dovette nemmeno girarsi per
capire chi fosse, quella voce ormai era diventata la melodia dei suoi
sogni.
“Ciao
BonHan!” rispose allegro il main vocalist girandosi verso la
ragazza
“Aspettavi
da tanto?” domandò lei mentre si sedeva di fronte
a lui. Yesung non rispose subito, era attratti dalla figura di BonHan:
quel giorno aveva i capelli legati in una coda alta in modo da mettere
in risalto i tratti delicati del suo viso, belli quanto, o forse di
più, quelli di una statua.
“H-ho
qualcosa in faccia?” balbettò confusa la manager
accorgendosi di come il cantante la scrutava.
“No,
no! Sei perfetta...” rise Yesung impacciato “Stavo
solo pensando che oggi sei molto carina.” Aggiunse il
cantante sorridendole dolce. BonHan si portò un ciuffo che
le ricadeva sul viso dietro l’orecchio, sorridendo
imbarazzata. Quei complimenti la lasciavano sempre interdetta anche
perché nessun uomo le rivolgeva mai complimenti o tantomeno
mai qualche bel ragazzo gli rivolgeva la parola. Non pensava che
potesse essere carina, figuriamoci di apparire perfetta.
“Scusa,
ti ho messa a disagio...” disse dispiaciuto il cantante.
BonHan
più conosceva Yesung e più si convinceva che
innamorarsi di lui era la cosa più naturale che potesse fare.
“N-niente
affatto! Ti... ti ringrazio.” Rispose balbettando lei
stringendo la tazza fumante tra le mani, posta davanti a lei.
Avrebbe
dovuto guardarlo negli occhi o continuare a fissare il liquido nero
nella tazza?
Ovviamente.
Tuttavia
se lo avesse fatto, non avrebbe più emesso alcun fiato.
Spesso si chiedeva se Yesung fosse consapevole di essere
così letale: bastava un suo sguardo o un suo sorriso per
toglierle dieci anni di vita.
“Non
sapevo che avessi un bar...” iniziò BonHan
cercando ci cambiare discorso, guardando finalmente il main vocalist.
“L’ho
fatto per assicurare un posto di lavoro per mio fratello ma soprattutto
per farmi restare con i piedi per terra.” Rispose lui serio
mentre sorseggiava lentamente la bevanda nel suo bicchiere. La manager
rimase piacevolmente sorpresa della maturità e della premura
del cantante e capì che non voleva diventare uno di quegli
artisti che pensavano solo alla fama e trovò ancora
più affascinante e perfetto, come poteva dimostrare il
leggero sorriso che le spuntò in volto.
“Ti
andrebbe di fare due passi?” chiese Yesung alzando in piedi e
porgendole la mano. BonHan notò che la sua mano era
piuttosto piccola per essere quella di un ragazzo, ciò
nonostante provò una certa attrazione verso di essa,
amplificata dalle vene che sporgevano. Aveva una strana ossessione
verso le vene che spuntavano sulle mani: le ricordavano quelle di suo
padre.
Spostava
gli occhi dalla mano al viso del cantante, incerta sul da farsi, ma
quando Yesung le sorrise rassicurante, gli afferrò la mano:
era morbida e fresca, eppure percepì uno strano calore
fondergli le vene del braccio, come se le loro pelli si stessero
fondendo per unirsi per sempre in una. La ragazza trovò
quella sensazione così spontanea, era come se le loro mani
fossero create per essere unite. Quel contatto le provocò
dei brividi per tutto il corpo, soprattutto quando la prese si fece
più salda e già temeva il momento in cui avrebbe
dovuto lasciarle la presa.
“Ieri
sono stato davvero bene con te.” Esordì Yesung
cercando di non arrossire. Stringeva ancora la mano di BonHan, non era
riuscito a lasciarla e neanche lei aveva espresso il desiderio di
sciogliere quel contatto. Di certo quel contatto non gli dispiaceva: la
pelle della ragazza era liscia e trasmetteva un calore
che a Yesung ricordò il calore dei raggi del sole: sicuro e
penetrante.
“Anche
io, davvero bene!” rispose lei sorridendo, sperando di non
apparire tesa o imbarazzata agli occhi di lui. Quel contatto
così ravvicinato e ancora duraturo, la rendeva nervosa tanto
da farle sentire le vertigini.
“E’
da tanto che non uscivo con una ragazza...”
proferì Yesung con un po’ di amarezza. BonHan lo
guardò di sottecchi: sorrideva mestamente e teneva lo
sguardo fisso al suolo.
“Per
le fan, vero?” chiese BonHan seria accigliando lo sguardo.
Magari
fosse così, magari... pensò
il cantante amareggiato.
Lasciò
a malincuore la mano della ragazza e sospirò stanco. Quante
volte aveva raccontato quella storia? Tante, forse troppe, eppure era
arrivato al punto di non provare nessun’emozione mentre la
raccontava, solo forse un po’ di malinconia. Quella storia lo
aveva segnato e forse per sempre.
Si
sedette sulla panchina del parco in cui stavano passeggiando e
invitò a BonHan di fare lo stesso. Iniziò a
torturarsi in modo frenetico le mani sotto lo sguardo confuso e
preoccupato di BonHan. Fece un respiro profondo e cercò di
sorridere rassicurante.
“Le
fan non c’entrano, purtroppo.” Esordì
Yesung rivolgendo
lo sguardo al cielo privo di nuvole. “Tempo fa, prima che
debuttassimo, avevo una ragazza. Era una di quelle ragazze speciali,
una di quelle ragazze che al mattino ti portavano un cartone di latte e
che si emozionavano per un bacio sulla guancia. Mi accompagnava ogni
mattina agli studi di registrazione e mi aspettava fino a quando non
avevo finito, a volte fino a tarda sera.” Continuò
sorridendo malinconico. Poi prese fiato e sorrise amaro “Un
giorno, mi disse che non mi avrebbe accompagnato agli studi
così ci andai da solo. Quando finì, feci un
percorso diverso per ritornare a casa attraverso il parco e fu
lì che la vidi.” Yesung si interruppe bruscamente
e strinse i pugni fino a sentire le unghie graffiargli la pelle: ogni
volta che raccontava quella parte, un dolore acuto, come mille spilli
nel cuore, si impossessava di ogni suo singolo organo. Nonostante
fossero passati anni, provava ancora rabbia e rancore, non aveva mai
smesso di pensare al dolore che quella ragazza gli aveva provocato.
Chiuse
gli occhi e ispirò ed espirò cercando di calmarsi.
“Era
con un altro ragazzo e i loro visi erano così vicini tanto
da sfiorarsi. Mi sentì un completo idiota e stetti ancora
peggio quando mi disse che per lei non valevo più
niente.”
BonHan
sbarrò gli occhi in un’espressione di stupore. Chi
mai sano di mente avrebbe tradito o lasciato un ragazzo del genere?
“D’allora
non sono più uscito con una ragazza anche se mi ripetevo
costantemente che avevo solo diciannove anni e una vita davanti a me e
che avrei dimenticato in fretta, non fu così. Continuo ad
aver paura che possa capitarmi di nuovo e questo mi porta ad
allontanarmi da chiunque.” Appena Yesung ebbe finito di
raccontare, ispirò profondamente mentre fissava ancora il
cielo, cercando di apparire il più distaccato possibile, per
poi passarsi una mano trai capelli e sorridere amaro. Aver raccontato a
BonHan uno dei momenti che lo avevano segnato per sempre, lo fece stare
bene: aveva condiviso un ricordo doloroso con lei, proprio come lei
stessa aveva fatto con lui.
BonHan
lo guardava con tristezza, come se stesse provando anche lei il suo
stesso dolore, unendoli ancora di più.
“Mi
dispiace, non volevo farti risalire a galla dei ricordi
dolorosi...” disse BonHan dispiaciuta mentre gli stringeva la
mano. Yesung la guardò dolce desiderando di accarezzarle il
viso, invece le ricambiò la stretta e le regalò
uno dei suoi sorrisi che per la ragazza erano ormai essenziali.
“In
confronto a quello che hai passato tu, il mio è solo un
granellino di polvere.” Rispose Yesung con tono rassicurante.
Poi si alzò è invitò BonHan a fare lo
stesso “Sarà meglio ritornare al dormitorio, tra
un po’ dovremmo avviarci allo stadio.” Aggiunse
Yesung pacato tenendo ancora la mano di BonHan stretta nella sua. La
manager annuì poi, ancora mano nella mano, si diressero
verso i dormitori per poi prendere il van e dirigersi verso lo stadio.
Quando la mano di BonHan dovette lasciare quella di Yesung, il cantane
sentì un gran vuoto e desiderò di nuovo sentire
il palmo della mano di lei combaciare con il suo.
Kyuhyun
cercava di apparire come al solito: distaccato e strafottente, e ci
stava riuscendo perfettamente. Nessuno si era accorto di niente e
tantomeno poco gli importava di apparire diverso dal solito, non voleva
che gli altri si immischiassero nella sua vita e gli stava bene. Anche
perché non voleva renderli partecipi del motivo della sua
rabbia.
“Kyuhyun,
sei pronto? Tocca a voi, adesso.” Esclamò Jung
Hoon affacciato alla porta del suo camerino. Kyuhyun si alzò
e silenzioso, uscì dal camerino.
“Kyuhyun,
tutto apposto? Ti vedo sovrappensiero.” Lo bloccò
il manager prendendolo per le spalle, con un tono preoccupato. Kyuhyun
scosse il capo e alzò lo sguardo verso Jung Hoon: era cupo e
il manager capì che era successo qualcosa.
“E’
tutto apposto, hyung.” Rispose secco il maknae divincolandosi
dalla presa dell’uomo.
“Se
tu hai un problema, Kyuhyun, è un problema di tutto il
gruppo, di conseguenza è un mio problema.” Rispose
serio il manager mentre l’altro si allontanava per poi
fermarsi. Strinse i pugni: perché mai avrebbe riguardato
anche lui?
“Seppure
io avessi un problema, non vedo come tu potresti
risolvermelo.” Rispose atono il maknae e proseguì
a passo svelto verso il palco, lasciando di stucco il manager. Diede un
fugace sguardo a BonHan: stava sussurrando qualcosa
all’orecchio del main vocalist, provocandogli un sorriso.
Probabilmente gli stava augurando “buona fortuna” e
desiderò con tutto se stesso di avere anche lui
quell’augurio da parte di lei.
Scosse
con vigore la testa, non era ne il momento e ne il luogo per pensarci,
tutto sarebbe arrivato al momento giusto.
“ELF,
vi ringraziamo davvero tanto del vostro amore, non smettete di
amarci!” esclamò Leeteuk entusiasta “E
adesso il nostro Yesung canterà per voi una delle sue
ballad, per concludere la nostra esibizione!”
concluse il leader per poi lasciare il palco seguito dagli altri
membri, accompagnato dalle urla e gli applausi dei fans, per poi
lasciare Yesung che si posizionò al centro.
“Vorrei
dedicare questa canzone ad una ragazza che è diventata parte
di me in poco tempo. BonHan-ssi, questa è per te.”
Esordì Yesung volgendo lo sguardo verso la giovane manager
che sentendo il suo nome, aveva strabuzzato gli occhi per lo stupore ed
era arrossita violentemente.
“BonHan,
c’è qualcosa che dovresti dirmi?”
sghignazzò divertito Jung Hoon. BonHan si voltò
verso il collega e incrociò le braccia al petto infastidita,
tentando di non sembrare imbarazzata.
“
‘Sta zitto.” Rispose stizzita lei, poi sorrise
dolce guardando il cantante, acclamato dei fans.
Quando
partì la base, BonHan riconobbe subito quale canzone fosse:
The more I love you. Era uno di quelle ballad d’amore e la
giovane manager pregò di non svenire prima che
l’esibizione finisse.
La
voce di Yesung le fece vibrare forte il cuore, impossessandosi di ogni
fibra del suo corpo, impossessandosi della sua anima.
Nella strada sulla
collina in cui non ci sono stato da molto tempo
Ma penso che tu starai in
piedi come se tu fossi esattamente ancora lì
dov’eri anni fa
Quest’immagine
di me mentre ti guardo,
dovrei dimenticarti ormai
come tu stessa hai fatto?
Adesso, io ti amo ancora
di più
Più tu ne
soffri, più ti allontani nel tempo
Come se ti facevi
sfiorare solamente lasciandomi
Dici che la nostra storia
non è più che un ricordo e il tempo passa,
ma io ti amo al punto che
tu ne soffri.
Io ti amo a tal punto.
Quando
Yesung terminò di cantare, tutte le ELF lo acclamarono e
urlavano il suo nome e mentre lo applaudivano, si girò verso
BonHan che era dietro le quinte. Le sorrise e questo bastò
alla ragazza per farle avere le palpitazioni. La corvina
sentì le lacrime in gola; quella canzone era come se fosse
ormai parte del suo essere come un marchio perenne inciso nella sua
pelle. Sentì le fans che urlavano al main vocalist:
“Yesung
ha la voce degli angeli!”
Sorrise:
no, erano gli angeli stessi ad avere la sua stessa voce.
Yesung
andò verso il backstage, dirigendosi verso BonHan.
“Grazie,
grazie davvero.” Disse lei commossa con gli occhi lucidi. Si
sentì amata e desiderata ed era a prima volta che provava
tali emozioni. Yesung le sorrise con dolcezza e
le accarezzò una guancia, con lentezza in modo che potesse
sfiorare ogni centimetro della pelle di lei. Ebbe l’impulso
di baciarla mentre la guardava nei suoi occhi scuri che, dalla prima
volta che l’aveva vista, lo avevano ipnotizzato. Non si
accorse che, a poco a poco, si stava avvicinando al suo viso,
così vicino da poter sfiorarle il naso e percepire il
respiro accelerato di lei, che soffiava contro la sua pelle. Ma il
ricordo di quel dannato dolore, lo fece allontanare da lei e con un
sussurro si scusò, poi si allontanò
velocemente dirigendosi al suo camerino.
Stupido,
stupido, stupido!
BonHan
lo guardò interdetta, con un misto di delusione, poi sorrise
dolcemente mentre lo guardava darsi delle botte sulla fronte
ripetendosi qualcosa che sfuggiva al suo orecchio.
Si
diresse, dunque, verso Jung Hoon che discuteva con gli altri manager.
Tutto
a tempo debito BonHan, tutto a tempo debito.
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Capitolo 13 *** Capitolo 12-Nelle mani della paura ***
Capitolo
12
Nelle mani della paura
La
mattina successiva al concerto, BonHan trovò una piacevole
sorpresa attenderla sul display del cellulare: un messaggio di Yesung.
Con uno scatto velocissimo, la manager afferrò il cellulare
e visualizzò il messaggio:
Buongiorno ^^ Hai fatto
bei sogni? ~ Oggi ho
la giornata libera, ti va di fare qualcosa insieme? ;)
BonHan
sorrise entusiasta, come se Yesung potesse vederla, poi si sedette sul
letto incrociando le gambe per essere più comoda, e
digitò la risposta.
‘Giorno anche
a te ^^ ~ Dovrei
andare alla tavola calda di mia madre, vorresti accompagnarmi? ^^
Soddisfatta
della risposta, la inviò sicura e aspettò con
ansia un nuovo messaggio del ragazzo, picchiettando nervosa le dita sul
ripiano del comodino.
Anche
se sapeva di sembrare una ragazzina in piena fase ormonale, era felice
e appagata. Quando vedeva le ragazzine che ridevano contente
perché il ragazzo di cui avevano una cotta, le guardava
semplicemente, sorrideva tenera e scuoteva la testa: pensava a come si
disperavano per le delusioni d’amore e le veniva da ridere.
Eppure in
quel momento sembrava essere una di loro e rise di se stessa.
Il
trillo di un nuovo messaggio la scosse e impaziente, riprese il
cellulare tra le mani per visualizzare il messaggio.
Per
me non ci sono problemi, anzi mi fa piacere ^^ ~ Ti
passo a prendere ;) A tra poco!
“Bene,
devo rendermi quanto meno presentabile.”si disse BonHan
mentre rispondeva al messaggio, meravigliandosi di se stessa. Da quando
in qua le importava del suo aspetto? Scosse la tesa seccata per
rimuovere quei pensieri e si diresse verso il suo armadio nella remota
speranza di trovare qualche capo di abbigliamento accettabile.
Optò di vestirsi casual, con un paio jeans grigi e una
t-shirt semplice a manica lunga. Poi si asciugò i capelli,
legandoli in una treccia e si mise un filo di trucco; quindi
indossò le scarpe, la giacca e uscì.
Yesung
era già lì che l’aspettava con le mani
in tasca mentre guardava il cielo assorto in chissà quali
pensieri. Appena
vide uscire BonHan dal portone della palazzina, il suo sguardo si
illumino e le regalo uno dei suoi sorrisi che la facevano sognare ad
occhi aperti. Quando la salutò con un bacio sulla guancia,
sentì una sensazione di benessere diffondersi on ogni membra
del suo corpo, facendola sentire felice. Con Yesung era
così: bastava un solo suo gesto oppure una smorfia, uno
sorriso per realizzare in lei il pensiero che si stava innamorando di
lui e che stava accadendo nel peggiore dei modi.
Yesung,
sei spietato.
Era
stato scaltro: prima si era impadronito dei suoi pensieri , poi aveva
soggiogato il suo cuore.
La
manager cercò di nascondere il rossore, ormai evidente sul
suo viso e si incamminò con Yesung verso la tavola calda di
sua madre. Non
era molto distante da casa sua, ma era un tratto a piedi molto lungo ma
a Yesung non parve importare molto, visto che avrebbe trascorso qualche
minuto in più con la ragazza.
“Eomma!”
esclamò BonHan entrando nel locale provocando il tintinnio
della campanella posta sulla porta d’ingresso, seguita dal
cantante che si guardava intorno incuriosito. A parte qualche cliente
seduto al tavolo mentre consumava il suo pasto, il locale era
tristemente vuoto: gli affari non andavano per niente bene. In tempi
passati, doveva essere un locale di successo, come le foto ingiallite
appesa ai muri raccontavano; tuttavia una in particolare
colpì l’attenzione del cantante: erano ritratti un
uomo e una donna in un abbigliamento elegante, che sorridevano e si
tenevano stretti. La donna assomigliava molto a BonHan, ma aveva i
capelli leggermente più chiari e gli occhi un po’
più grandi, mentre l’uomo era alto con un fisico
asciutto, con dei capelli corti neri e un paio di occhi così
neri che sembravano due carboni. Sorrideva amorevole mentre guardava la
donna che stringeva a se. Yesung
intuì che dovevano essere i genitori di BonHan e
percepì una vena di malinconia in quella foto: non doveva
essere facile per la madre di BonHan lavorare in quel posto. Poi
capì perché un locale di successo come quello si
fosse ridotto in quello stato: perché la madre di BonHan
aveva gettato la spugna, anche se non era evidente. Stava solo
aspettando che il locale fallisse, così avrebbe finalmente
lasciato il dolore alle spalle.
“BonHan,
dov’eri finita? Ti aspettavo mezz’ora
fa!” sbottò adirata una donna di
mezz’età: era magra, forse troppo, con dei capelli
neri, con qualche striatura di grigio, legati in una crocchia.
Assomigliava molto a BonHan ora che le vedeva insieme, solo gli occhi
non erano neri
come quelli della giovane manager ma erano marroni con qualche
pagliuzza verde. Yesung pensò
che da giovane, doveva essere una donna di grande fascino. Nonostante
fosse più bassa di lui, ostentava grande sicurezza che
colmava quella mancanza.
“Eomma,
ho un lavoro anche io.” Tagliò corto BonHan
alzando un sopracciglio in modo irrisorio, infastidita dal tono di
rimprovero assunto dalla madre.
“AH!
Porta rispetto per tua madre, screanzata!” rispose la donna
alzando un braccio pronta per mollare uno schiaffo sulla spalla della
ragazza, che prontamente, già si era allontana.
Fortunatamente per BonHan, la madre si bloccò vedendo Yesung
che, imbarazzato, se ne stava in disparte a guardare la scena.
“BonHan!”
esclamò la donna senza distogliere lo sguardo dal giovane
cantante “Che modi sono questi?! Non mi presenti al tuo
amico?” continuò rivolgendo un sorriso amorevole
al cantante.
BonHan
sbuffò spazientita “Eomma, lui è
Yesung. Yesung, lei è mia madre”
Yesung
accennò un inchino rispettoso, poi sorrise timidamente.
“Oh caro! Avvicinati, non preoccuparti: non
mordo mica!” disse allegra la donna facendo un cenno con la
mano di avvicinarsi.
“Forse...”
bisbigliò BonHan con un sorriso irrisorio. La donna la
ignorò del tutto, facendo sorridere divertito il cantante.
“Io
sono la signora Lee JaeHwa, la mamma di questa impertinente.”
Concluse la donna, indicando la figlia alle sue spalle, che impaziente
batteva i piedi.
“Eomma,
si può sapere perché mi hai chiamato?”
“Ho
fatto il carico oggi, dietro c’è il furgone: vai a
fare lo scarico.”
“Tu,
mi hai chiamato per prendere degli scatoloni? E
dov’è il lavapiatti?” chiese BonHan
infastidita, inarcando un sopracciglio scettica
“Giorno
di riposo.” Tagliò corto la donna, assumendo un
tono imperioso
“E
tu non puoi farlo?” chiese seccata la ragazza, portando le
braccia al petto. La signora strinse gli occhi fino a ridurle in due
fessure: era uno sguardo di chi non accettava repliche.
BonHan
sbuffò contrariata “Scusami Yesung, faccio
subito.”
“Non
preoccuparti, vuoi una mano?” si offrì cortese
Yesung
“No,
stai tranquillo, ci metto un attimo.” Sorrise lei
rassicurante, poi uscì da una porta che dava sul retro del
locale.
“Aish,
quella ragazzina impertinente... non so cosa farei senza di
lei.” Sospirò sorridendo tristemente con lo
sguardo fisso sulla porta del retro. Il
suo sguardo era così malinconico, ma a contempo determinato
che ricordarono al cantante lo sguardo di BonHan: capiva da chi aveva
preso.
“E’
così forte e intraprendente... eppure è
così sola. Forse è anche colpa mia che non gli ho
fatto vivere a pieno la sua giovinezza. Sai, mi sento in
colpa.” Continuò fissando il bancone del locale,
con uno sguardo spento “Io trovai qualcuno quando ero ragazza
e ,anche se un incidente me l’ha portato via, ho conosciuto
cos’è l’amore.” JaeHwa sorrise
malinconia verso la foto che Yesung aveva visto appena entrato, e si
portò una mano su un ciondolo che portava al collo,
accarezzandolo. Il
cantante, intanto, ascoltava in silenzio, ripensando a quando BonHan
gli aveva raccontato della morte di suo padre: fu la prima volta che
Yesung vide un immenso dolore nei suoi occhi, nonostante quel velo di
tristezza negli occhi di lei che
ormai Yesung non poteva fare a meno di non vedere. La donna
sospirò poi sorrise “Nonostante questo, non si
arrende mai e andrebbe in capo al mondo per trovare una soluzione a
qualsiasi problema. Io sono davvero orgogliosa di lei e
prego Dio che un giorno possa trovare il vero amore, per colmare quella
solitudine.” Prese fiato e si sedette su uno sgabello, posto
sotto al bancone. “Perciò... non fartela
scappare.” Concluse infine sorridendo furbescamente facendo
arrossire il cantante.
“A-Ajumeoni!
Io c-credo che forse abbiate frainteso...”
balbettò Yesung mentre si massaggiava la nuca imbarazzato,
arrossendo ancora di più. La donna rise debole, come la
fiammella di una candela che è in procinto di spegnersi.
“Ho
visto come la guardi, riconosco quello sguardo, quella luce che hai
negli occhi: è identica a quella del mio Seungho, quando mi
guardava.” Disse la donna amorevole. Non c’era
tristezza nella sua voce, forse solo un po’ di malinconia
oppure semplice rassegnazione all’idea che suo marito era
morto. “E’ sicuramente amore,
giovanotto!” concluse allegra JaeHwa.
Fino
a quel momento, non si era ancora realmente reso conto che fosse
innamorato di BonHan, non del tutto, almeno. Dal profondo del cuore lo
sapeva ma c’era qualcosa che gli impediva di ammetterlo a se
stesso e di dare ragione alla donna. Si domandò se
fosse quel ricordo e la sua paura che scaturì dopo quel
momento della sua vita. Abbassò lo sguardo, sentendosi un
codardo: preferiva crogiolarsi nel suo terrore piuttosto che amare
BonHan fino a quando di lui fossero rimaste solo le ceneri.
Quando
BonHan e Yesung uscirono dalla tavola calda, si diressero verso
l’edificio della SM Town, separandosi
all’entrata. Per
tutto il tragitto, Yesung rimase in silenzio sembrando turbato, sicuramente
qualcosa non andava, tuttavia BonHan ebbe paura di chiederglielo.
La
manager stava seduta alla scrivania picchiettando pensierosa la matita
che aveva in mano sulla superficie in vetro. Cosa era successo per
turbarlo in quel modo? Che sua madre gli avesse detto qualcosa da
innervosirlo?
Quella
donna dovrebbe imparare a cucirsi le labbra... Pensò
lei riponendo con un gesto di stizza la matita nel portapenne.
“BonHan,
ti disturbo?” chiese JungHoon entrando
nell’ufficio. Nonostante fosse il suo di ufficio non
c’era mai, o almeno BonHan da quando era stata assunta lo
aveva visto raramente. Era sempre indaffarato negli altri uffici della
casa discografica, correndo a destra e a manca.
“Niente
affatto! In
cosa posso esserti utile?” rispose BonHan frettolosa,
fingendo di trafficare con penne e carte
“Domani
i ragazzi hanno un servizio fotografico per il magazine
“Céci”, potresti accompagnarli
tu?”
“Certo,
non c’è problema.” Tagliò
corto lei con un sorriso teso. Il manager la guardò
accigliando lo sguardo “Tutto bene?” chiese
sospettoso
“Certo,
tranquillo” rispose BonHan cercando di apparire sicura,
accennando ad un sorriso rassicurante. JungHoon sorrise di rimando e
uscì dall’ufficio, facendo trarre un sospiro di
sollievo alla giovane manager. Abbandonò la testa
stancamente alla spalliera della poltrona girevole mentre si
massaggiava le tempie. Forse si stava facendo solo un gran bel film
mentale, degno di un oscar, niente di più e niente di meno.
Eppure sentiva che c’era qualcosa che non andava, che le
imponeva di pensarla diversamente. Decise che doveva parlarci e se era
per qualcosa che aveva detto sua madre, non le avrebbe più
fatto lo scarico degli scatoloni.
Così
appena scese la sera e
terminò di sistemare tutte le questioni burocratiche, si
diresse verso lo studio di registrazione, sicura di trovarci il main
vocalist. Sorrise teneramente quando lo vide seduto su uno sgabello con
un’espressione concentrata sul volto mentre leggeva lo
spartito di qualche canzone. Rimase ad osservarlo per un po’,
beandosi della perfezione dei tratti del viso del cantante: era bello
come il sole primaverile: i
raggi non sono cocenti come il sole estivo, eppure non riesci a
guardarlo troppo a lungo altrimenti nuoce alla vista. Ecco Yesung era
così: gentile e luminoso, ma al tempo stesso era devastante.
“Dovresti
asciugarti i capelli altrimenti ti verrà un bel
raffreddore.” Disse BonHan quando entrò nella sala
portando l’attenzione del cantante su di se. Aveva notato fin
da subito che aveva i capelli bagnati e alcune gocce d’acqua
ricadevano sulla fronte percorrendo il viso fino a scivolare sul collo
e infine sulla clavicola, bagnandogli la t-shirt nera. BonHan
dovette affidarsi completamente al suo autocontrollo per non passare le
labbra sulla pelle del corvino. Quel ragazzo era di un erotismo
inimmaginabile per BonHan, come diamine faceva ad essere dolce e
sincero e allo stesso tempo, sexy da far paura?
“Scusa,
eomma!” ridacchiò Yesung senza distogliere lo
sguardo dallo spartito
“Che
fai, mi prendi in giro?!” esclamò lei fingendosi
offesa, poi rise divertita “Dai qua...”
proseguì prendendogli l’asciugamano dalle spalle
per poi strofinarlo sui capelli di lui con cura e lentezza. I
successivi dieci minuti passarono così: Yesung
picchiettava le dita sulle ginocchia seguendo il ritmo delle note
scritte sullo spartito e BonHan, con movimenti sempre più
lenti e rotatori, toglieva l’umidità dai capelli
del cantante. La ragazza decise di andare dritta al punto.
“Yesung,
è successo
qualcosa?” chiese lei schietta fermando bruscamente il
movimento che stava compiendo sui capelli di lui.
“Non
che io sappia...” rispose Yesung guardandola con la coda
dell’occhio “Come mai me lo chiedi?”
continuò girandosi completamente verso di lei arricciando un
angolo della bocca in un’espressione furba.
“Sembri...
turbato.”
Yesung
si morse il labbro e accigliò lo sguardo.
E’
così evidente?
“Davvero?
Mi dispiace, non era mia intenzione farti stare in
pensiero...” rispose Yesung dispiaciuto “E comunque
non preoccuparti, penso che sia un po’ di
stanchezza.” Concluse massaggiandosi la nuca imbarazzato. Si
alzò e finse uno sbadiglio, poi si diresse verso la porta.
“Allora io vado a dorm-...”
“Yesung.” Il
tono di voce di BonHan sembra una preghiera muta,
un’implorazione nel tentativo di fermarlo
dall’andare via e Yesung, da buon cristiano, rimase ad
ascoltare quella supplica.
“C’è
una cosa che devo chiederti.” Proseguì
avvicinandosi a lui. Il corvino sentì il cuore accelerare,
c’era qualcosa nel tono di voce di lei che lo agitava
perché sapeva dove voleva arrivare.
“Io
e te, noi due, cosa siamo?” concluse lei atona
invadendo il campo visivo di Yesung
“In
che senso?”
Yesung
sapeva benissimo a cosa BonHan si riferisse, ma stupidamente pensava
che si stesse sbagliando, era come se sperasse che
stesse sbagliando.
BonHan
sorrise, uno di quelli che non sapevano di nulla: secco e forzato.
“Nel senso, noi due siamo fidanzati?”
“Da
ora in poi siamo fidanzati, ok?”
“Si
JongWoon! Non sai quanto mi rendi felice!”
Yesung
scosse lievemente la testa per scacciare quell’antico ricordo
che improvvisamente gli era ritornato in mente. Sentì le
gambe cedergli e deglutì rumorosamente sentendo la gola
secca. C’era una parte di lui che impazziva di gioia mentre
l’altra sperava che avesse capito male, perché
ancora impaurita dell’amore. Prevalse la seconda.
“Io
ecco... non saprei...non ne sono sicuro...”
bofonchiò titubante guardando il pavimento per nascondere la
sua espressione spaventata. Stava accadendo troppo in fretta eppure lui
la desiderava come riprendi fiato dopo essere stato in apnea, ma
c’era quella dannata paura appollaiata sulla sua spalla, come
un corvo, pronta ad intervenire qual’ora provasse un
sentimento che si avvicinasse all’amore.
“Cosa
significa che non ne sei sicuro?” disse BonHan adirata
portandosi le mani ai fianchi indurendo lo sguardo.
“Quello
che voglio dire è che... aish... possiamo parlarne
domani?” implorò lui stancamente, portandosi una
mano sulla fronte
“No,
ne parliamo adesso!” sbottò BonHan alzando il tono
di voce “Io provo qualcosa per te che
va oltre alla semplice amicizia” aggiunse ormai urlando, poi
prese un respiro profondo e addolcì lo sguardo.
“Tu invece cosa provi? Di certo non ti sono indifferente
visto che mi hai quasi baciato la scorsa volta.”
Continuò pungente puntandogli i suoi occhi neri in quelli
del cantante. Yesung
sentì la paura invadergli il petto impedendogli di
respirare: era ormai completamente un burattino in mano del
burattinaio. Eppure... si sentiva protetto da quel terrore, infondo lo
aveva sempre difeso da delusioni amorose, perché quella
doveva essere diversa?
“Non
voglio di nuovo riprovare il dolore che ho provato tempo fa. Io non
voglio che tu...”
“Tu
pensi che io possa tradirti?” concluse lei al posto su,
sussurrando flebile. Stava cercando di reprime le lacrime di rabbia e
di dolore appannargli la vista: si era sbagliata su di lui, era come
gli altri.
Solo
dopo Yesung si accorse dell’enorme stupidaggine che aveva
detto e che non la pensava così che anche lui voleva stare
con lei, così si affrettò a rimediare, sperando
di riuscirci.
“No!
Non è questo quello che intendevo!”
esclamò il cantante spaventato alzando il tono di voce. Si
sentiva un verme, uno stupido e insignificante verme e per giunta
codardo.
“Ma
l’hai pensato!” urlò lei non trattenendo
più la rabbia. Un agghiacciante silenzio si
impadronì della stanza mentre il gelo calava tra loro due.
Era vero, l’aveva pensato ma subito lo aveva rimosso,
pensando a tutti i momenti belli passati con BonHan e soprattutto al
braccialetto che aveva acquistato per lei in Thailandia chiuso nel
cassetto del suo comodino, al bacio soffice di lei impresso ancora
sulla sua guancia e quello che non era avvenuto tra le loro labbra...
Non
riusciva a guardarla negli occhi, così abbassò lo
sguardo colpevole mentre lei stringeva le mani in pugni facendo a
botte con le lacrime pronte ad uscire.
“Devo
andare.” Disse secca BonHan con la voce incrinata, pronta al
pianto e con un gesto di stizza, lasciò
l’asciugamano sullo sgabello per poi uscire, sbattendo la
porta con rabbia.
“BonHan,
aspetta!” urlò Yesung rincorrendola ma purtroppo,
lei era già sparita dietro la porta scorrevole
dell’ascensore: la vide nascondere il viso tra le mani e si
sentì morire pensando che era lui
la colpa di quelle lacrime taglienti. Spinto dalla rabbia e dalla
disperazione, diede un pugno alla porta poi scivolò lungo la
parte sedendosi a terra; si passò una mano tra i capelli
stringendoli con forza.
Nell’esatto
momento in cui aveva perso BonHan, Yesung capì che
l’amava davvero.
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Capitolo 14 *** Capitolo 13-Cuori spezzati ***
Capitolo
13
Cuori spezzati
Quella
notte Yesung non dormì: si rigirava tra le lenzuola
del letto ripensando a quello che era successo la sera precedente.
Possibile
che delle semplici parole senza senso, potessero rompere un rapporto
talmente
bello e profondo come quello di un amore nascente?
Purtroppo,
per Yesung sembrava di si.
Infondo
era stata colpa sua: aveva avuto bisogno di perderla
per capire che l’amava.
“Che
idiota che sono...” disse guardandosi allo specchio.
Non aveva un bell’aspetto quella mattina: aveva due profonde
occhiaie che
spiccavano sul viso pallido, i capelli arruffati e le labbra
screpolate. Si
sentiva uno straccio, inoltre era arrabbiato con se stesso, come se non
bastasse. Si
passò una mano sul volto
con stanchezza e si vestì con i primi indumenti che
pescò dall’armadio.
“Andiamo
hyung! Vuoi davvero arrenderti così?!”
esclamò
Ryeowook irritato, alle sue spalle. Il maggiore sospirò
sedendosi sul ciglio
del letto, sotto lo sguardo truce del minore.
Perché
non reagiva? Insomma, se l’amava davvero, che
aspettava a dirglielo? Ryeowook davvero non riusciva a capire cosa
davvero gli
passava nella testa del migliore amico. Come aveva sputato quelle
parole la
sera prima, così poteva dirne di nuove, cosa c’era
di complicato e impossibile?
“Cosa
dovrei fare allora?! Ormai l’ho persa!”
esclamò innervosito
mentre agitava le gambe freneticamente.
“Lottare
per farle cambiare idea!”
Yesung
rise amaro scuotendo la testa in segno di dissenso.
Lottare, lui? Era fuori discussione e poi era ormai troppo tardi, ormai
aveva
rotto tutto. A cosa sarebbe servito se poi l’avrebbe
ugualmente persa? Infondo
lo sapeva fin dall’inizio che sarebbe andata a finire
così, era stato uno
stupido a pensare che sarebbe riuscito per una volta ad amare senza
timore
qualcuno. Gli dispiaceva solo che in quel baratro aveva fatto cadere
BonHan,
lei non meritava di cadere in basso con lui.
“Non
capisci... lei non vuole
più vedermi, ne tanto meno parlarmi.”
Insistette rigettando indietro le
lacrime. Ispirò a fondo imponendosi di non piangere. Non gli
piaceva piangere
di fronte a qualcuno, neppure davanti ai suoi amici, ma in quel
momento, il
pianto stava diventando sempre più opprimente e a lui
sarebbe servito sfogarsi
con Ryeowook. Così
lasciò le lacrime
scendere tranquille lungo il viso, come se fossero dei ruscelli che
scorrono
seguendo la corrente. Si coprì il viso con le mani, mentre
il più piccolo si
sedeva al suo fianco incominciando ad accarezzargli rassicurante la
schiena.
Ryeowook non l’avrebbe giudicato per quelle lacrime, anzi
poteva strepitare
anche come un bambino con lui: voleva solo che Yesung stesse bene.
Così, Yesung
si abbandonò a quel pianto liberatorio e al tempo stesso
amaro, aggrappandosi
alle spalle dell’amico che lo strinse con forza contro il suo
petto. Ryeowook
ascoltò in silenzio, accarezzandogli la testa e la schiena
con dolcezza, fino a
quando non divenne un involucro vuoto, con gli occhi gonfi e arrossati,
ancora
carichi di lacrime.
“Mi
manca Wookie-ssi ed è passato solo un giorno!”
esclamò
Yesung singhiozzando forte mentre dei
lucciconi gli rigavano il volto.
“Hyung,
niente è ancora perduto.” Lo consolò
con voce ferma
il più piccolo guardandolo dritto negli occhi.
“Ho
rotto qualsiasi cosa che ci legava, non posso più fare
niente!”
“Allora
aggiustalo.”
Il
maggiore lo guardò negli occhi stupito: aggiustarlo?
Come? Lui non era
bravo a riparare le
cose, figuriamoci le relazioni...
“Hai
la soluzione?” chiese Yesung ingenuo, facendo ridere
Ryeowook. A volte davvero gli ricordava un bambino, anche in quel
momento
mentre si asciugava con il dorso della mano le lacrime sulle guance.
“No,
stupido! Se avessi la soluzione per i cuori spezzati, sai
quanti soldi guadagnerei?” rispose divertito Ryeowook
strappando un sorriso al
main vocalist per poi incupirsi di nuovo.
Si
sentiva confuso, arrabbiato, triste... aveva
un milione di emozioni che si
scontravano tra di loro. Voleva solo essere felice, per una volta.
“Perché
è così difficile amare, Wookie?”
domandò Yesung
appoggiandosi debolmente sulla spalla del minore.
“Io volevo solo essere felice...”
aggiunse
lasciando una lacrima solitaria rigarle il volto ancora bagnato.
“Hyung,
l’amore non è difficile, anzi è la cosa
più semplice
del mondo. Siamo noi ad essere complicati.” Sorrise Ryeowook
dolce mentre gli
asciugò la lacrima con il pollice.
Yesung
si staccò da Ryeowook e si passò una mano tra i
capelli debolmente, scompigliandoli.
“Aggiustalo
hyung.” Ripeté nuovamente il minore, poi
uscì
dalla stanza lasciando da solo il corvino. Meccanicamente Yesung si
avvicinò al
comodino e ne aprì un cassetto: c’era il
braccialetto che aveva comprato per
BonHan. Lo prese tremante e se lo ripassò tra le dita
osservandolo con
tristezza, poi lo strinse nella mano chiudendola in un pugno con forza,
fino a
sentire i ricami e gli ornamenti del bracciale imprimersi nel palmo.
Ryeowook
aveva ragione, non doveva arrendersi, non adesso
che non aveva più paura di amare. Non adesso che ormai aveva
trovato BonHan.
BonHan
cercava di nascondere i suoi stati d’animo
contrastanti che provava in quel momento. Era furiosa con Yesung,
intanto era
ancora spudoratamente, follemente, innamorata di quel ragazzo che ormai
le
aveva soggiogato il cuore. Nessuno avrebbe potuto cancellarlo dalla sua
pelle,
era come un marchio indelebile impresso a fuoco sulla sua pelle.
Con
il dorso della mano si asciugò infastidita una lacrima:
come aveva potuto pensare lontanamente che lei potesse tradirlo? Le
aveva frantumato
il cuore in un milione di piccoli pezzi che la torturavano come se
fosse un
punta-spilli.
“Smettila.
Non sei più una bambina.” Si disse arrabbiata
mentre inviava un messaggio a JungHoon.
BonHan
come sempre osservava i cantanti che venivano ritratti
in scatti particolari e di alta moda ma, quando fu il turno di Yesung,
distolse
lo sguardo dal set e si diresse verso i membri dello staff, iniziando a
trafficare con loro. Non aveva nessuna voglia di incontrarlo, la sua
ferita era
ancora aperta e infettata. Sapeva
che il
suo comportamento era infantile, evitare un problema non era da lei, ma
era
troppo doloroso incontrare Yesung dopo quello che aveva detto.
“BonHan,
possiamo parlare?”
La
giovane manager le mancò il respiro e iniziò a
tremare
per la rabbia non appena riconobbe la voce di Yesung. Una volta quella
voce era
la sua melodia preferita, adesso era solo un ricordo che le provocava
fitte di
dolore al cuore. Deglutì, non stava reagendo con
razionalità: era questo l’effetto
di un amore ferito?
“Non
adesso, devo lavorare.” Tagliò corto lei mentre si
allontanava in fretta.
“BonHan,
aspetta!” urlò Yesung nel tentativo di fermarla ma
in vano. Sbuffò avvilito, mentre si massaggiava le tempie
pulsanti. Non si
sarebbe arreso fino a quando non le avrebbe detto i suoi sentimenti per
lei.
“Cosa
c’è Yesung-ssi, guai in paradiso?”
domandò pungente
Kyuhyun alle sue spalle con un sorriso canzonatorio. Il main vocalist
sospirò
stancamente mentre si girava verso l’amico, guardandolo
supplichevole.
“Kyuhyun,
non è il momento.” Lo pregò poi si diresse verso il
suo camerino,
ignorando volutamente la battuta pungente di Kyuhyun.
“A
quanto pare si...” concluse il maknae sorridendo furbo,
poi si diresse verso il set, pronto per essere fotografato.
Yesung
voleva bene a Kyuhyun, nonostante lui
pensava che tra di loro c’era una specie di
faida per conquistare BonHan, ma non era proprio il momento per perdere
tempo a
battibeccare con lui.
“Come
volevasi dimostrare, non vuole parlare con me. Non mi
guarda nemmeno...” esordì il corvino appena
entrò nel camerino, facendo
sobbalzare Ryeowook.
“Hyung,
devi darle tempo per metabolizzare. Comprendila, è
arrabbiata con te.” Rispose con calma il minore mentre
riponeva i suoi vestiti
del servizio fotografico.
“Come
se io non fossi arrabbiato come me stesso! Se solo mi
lasciasse spieg-...”
“Ascoltami
Hyung.” Lo interuppe Ryeowook con fermezza “Non
per forza deve parlare anche lei, non trovi?”
continuò poi acuto. Yesung lo
guardò confuso, in seguito prese il braccialetto thailandese
tra le mani.
Ora
Yesung sapeva cosa fare.
Heechul
notò il sorriso soddisfatto di Kyuhyun stampato in
volto e lo sguardo furbo. Arrivo a due ipotesi: o ne aveva combinata
una delle
sue o riguardava BonHan. Sperò
nella
prima ma sapeva che era sicuramente la seconda.
“Come
mai quel sorrisetto?” domandò lui mentre riponeva
le
sue cose in borsa. Al solo pensiero di BonHan sentì il
nervosismo pulsargli
nelle vene, ormai Kyuhyun parlava solo e sempre, costantemente, di lei.
Cosa ci
trovava in quella ragazzina arrogante? Davvero era così
ottuso da non capire
che l’avrebbe fatta soffrire? Eppure si era laureato con il
massimo dei voti!
“Quale
sorrisetto?” domandò Kyuhyun assumendo un tono
ingenuo, palesemente falso. Poi rise di gusto, una risata cristallina
che mai
prima Heechul l’aveva sentita: era come se fosse naturalmente
felice. Doveva
proprio essere innamorato e cieco.
Anche
stupido.
Il
maggiore sospirò nervoso mentre guardava di sottecchi i
movimenti del più piccolo: non l’aveva mai visto
così felice.
“Andiamo,
conosco quell’espressione, sputa il rospo!”
esclamò innervosito girandosi verso Kyuhyun. Il minore lo
guardò divertito e
con aria maliziosa
Kyuhyun, ti sei
recentemente drogato?
“Da
quando in qua vuoi sapere i fatti miei?” chiese
canzonatorio il minore sorridendo irrisorio.
“Muoviti.”
Kyuhyun
rise di nuovo e Heechul lo trovò estremamente
irritante: insomma, che cosa era successo di tanto divertente?
“Ho
motivo di credere che BonHan non vorrà vedere Yesung per
un po’.” Ammise finalmente il maknae sorridendo
beffardo.
Ecco
svelato il mistero.
Il
disprezzo sfociò in vero e proprio odio verso BonHan:
stava distruggendo l’unita del gruppo. Heechul
cercò di restare calmo e
impassibile anche se sarebbe andato ben volentieri da BonHan e
spezzarle le
gambe.
“Sai
come la penso.” Rispose atono il maggiore e fece per
andarsene.
“Non
è come pensi, lei è diversa.” Rispose
Kyuhyun in volto,
fermandolo sull’uscio della porte
“Anche
le altre erano diverse, Kyuhyun. Vuoi davvero
rinunciare alla nostra unità per una come lei?”
chiese pungente il maggiore
guardandolo con ferocia.
“Io
ne sono innamorato e...”
Heechul
sorrise amaro: amore? Quella parola non era compresa
nel vocabolario di Kyuhyun.
“Tanto
farai sempre di testa tua.” Concluse amaro Heechul e
detto questo, uscì seguito dallo sguardo irritato di Kyuhyun.
“Al
diavolo Heechul.” Disse il maknae stizzito mentre
riponeva i vestiti nervoso sulla stampella.
Non
aveva tempo per pensare a lui, doveva curare il cuore
ferito di BonHan.
Yesung
rimase ad aspettare fuori all’edificio della SM Town,
BonHan che usciva. Nervosamente, agitava le gambe
e si torturava le mani: quale reazione
avrebbe avuto? Sarebbe stato come nei film romantici in cui i due
protagonisti ritornavano
insieme, nonostante i cuori spezzati e le ferite ancora aperte?
Yesung
lo sperava con tutto se stesso, ma purtroppo era solo
finzione. Lui era nella schifosa vita reale dove tutto va schifosamente
male. Perché
la sua vita doveva essere così complicata? Perché
lui doveva essere così complicato?
Aveva
l’innata capacità di allontanare tutte le persone
che
amava, rimanendo tristemente da solo. Forse era questo il suo destino,
restare
da solo.
Quando
sentì il rumore di un paio di tacchi, Yesung si
alzò
di scatto dal gradino dove si era seduto durante l’attesa,
incontrando gli
occhi scuri di BonHan. Entrambi si guardarono per un po’ ,
non sapendo cosa
dire anche se entrambi avevano molto da dirsi.
“BonHan...”
sussurrò dopo un’eternità lui
avvicinandosi alla
manager
“E’
tardi, devo andare.” Rispose schiva lei mentre si
allontanava dal main vocalist, dandogli le spalle. Prontamente Yesung
l’afferrò
il polso, bloccandola. Sentire di nuovo la scarica di adrenalina che
gli
correva lungo tutta la spina dorsale quando la sua pelle andava a
contatto con
quella di BonHan, lo fece stare bene, dimenticandosi anche quello che
era
successo.
“Ti
prego, ascoltami soltanto. Puoi anche non guardarmi e ti
capisco se non vuoi farlo, ma ti prego, ascoltami.” Lo
supplicò stringendole
ancora il polso. La manager rimase
immobile sul suo polso, girando la testa appena, senza voltarsi. Quando
Yesung fu
sicuro che non sarebbe andata via, liberò la presa dal polso
di lei e fece un
respiro profondo.
“Io...
ci sono tante cose che vorrei dirti... tu... ecco...aish!”
sbottò arrabbiato, poi respirò cercando di
calmarsi: si stava giocando il tutto
e per tutto con BonHan, non doveva farsi prendere dal panico.
Ispirò
ed espirò più di una volta e deglutì.
“Tu
BonHan mi hai stravolto la vita, in senso positivo
ovviamente. Nessuno ci era mai riuscito prima.”
Iniziò con calma sorridendo
appena, poi continuò: "Sei
come uno
di quegli uragani che passano e distruggono qualsiasi cosa... ecco sei
come un
uragano che ha distrutto ogni singolo pezzo del mio cuore, BonHan." Yesung prese un sospiro
cercando le parole
giuste, ma sopratutto il coraggio. "Io ti amo BonHan e ho bisogno di
sentirmelo dire da te almeno una volta." Ecco, l'aveva confessato.
Infondo
non desiderava altro da un mese. Di certo non se lo era immaginato
così, voleva
dirglielo all'orecchio sussurrandoglielo e, stringendola al suo petto,
le
avrebbe promesso che l'avrebbe protetta da tutto e da tutti, ma era
davvero
stanco di tutta quella situazione. Lei lo guardò negli
occhi, reprimendo le
lacrime pronte a sgorgare.
"Grazie"
disse dopo un tempo che parve interminabile
per Yesung "Ma non merito il tuo amore." Continuò. Poi con
lentezza,
si diresse verso la parte opposta, desiderando solo di allontanarsi da
lui. Il
cuore del ragazzo si ruppe in mille pezzi, percepì in lui il
crescente dolore
che aveva provato sentendo quelle parole. Sapeva a cosa si riferiva e
questo
gli provocò ancora più dolore, come un pugno
nello stomaco, diretto e preciso.
“No
ti prego, aspetta! Non andartene via così, ti
prego!” implorò
Yesung con la voce rotta dalle lacrime che iniziarono a sgorgare veloci
e
implacabili. “Sono stato uno stupido a dirti quelle cose e mi
dispiace, ma
avevo paura. Però adesso io...”
“Tu
adesso cosa?! Sono stanca di aspettare che tu capisca
cosa provi per me, sono stanca di aspettare una tua risposta. Ho
bisogno di
certezze, Yesung, non di parole vuote campate in aria.”
Rispose con rabbia lei,
stringendo i pugni fino a far diventare le nocche bianche. Aveva gli
occhi
rossi e carichi di lacrime che, non troppo tardi, sgorgarono copiose
rigandole
il volto. Yesung le si avvicinò con l’intenzione
di stringerla a sé facendole
cambiare idea. Si sentì male quando capì che era
per colpa sua che stava
soffrendo, per la sua codardia. La cinse con le braccia ma con un
gesto di
stizza, lo spinse via. Tremava per i singhiozzi e si coprì
il volto con
entrambe le mani. Non aveva mai provato così tanto dolore,
nemmeno alla morte
di suo padre pianse così tanto. Il pensiero che Yesung non
si fidasse di lei,
che aveva paura che lei potesse tradirlo, la feriva. Il rapporto che
aveva
istaurato con il cantante andava al di là della semplice
amicizia, questo lo
sapeva, ma in quel momento, arrabbiata e umiliata, iniziò a
pensare che si era
sbagliata: lui non aveva capito nulla
di lei.
Yesung
tentò ancora una volta di stringerla a sé,
abbracciandola da dietro, ma ancora una volta BonHan lo respinse
furiosa.
“Vattene
Yesung, vattene via.” Disse tra i singhiozzi lei.
“No,
non me ne vado! Se mi ami, dimmelo! Ti ho detto che mi
dispiace per la mia paura. Perdonami ti prego, farò
qualsiasi cosa!”la pregò
Yesung stringendole le mani e guardandola negli occhi, percependo le
lacrime
scendere lungo il profilo del viso. BonHan scosse la testa sorridendo
amara.
“Non
capisci, non si tratta di questo...”
“Allora
qual è il problema?!”
“Non
ti fidi di me! Ecco qual è il problema!”
Il
silenzio calò tra di loro, entrambi si guardarono negli
occhi rossi e gonfi per le lacrime, respirando affannosamente.
“Tu
non ti fidi di me.” Riprese BonHan togliendo le mani
dalle stretta di quelle del main vocalisti “E senza fiducia
non c’è amore.”
Concluse lei. Un’ultima lacrima le rigò il viso
ormai bagnato, poi con il dorso
delle manica si asciugò. “Ci vediamo
domani.” Disse infine e con un breve
inchino, si allontanò veloce. Yesung fece scivolare le
braccia lungo i suoi
fianchi, non curandosi ancora delle lacrime che gli annebbiavano la
vista. Aveva fatto
tutto questo con le sue mani,
l’aveva fatta soffrire, la stava facendo soffrire. Cadde in
ginocchio iniziando
a piangere disperato. Le sue grida disperate giunsero fino
all’orecchio di lei con
una feroce disperazione, assomigliando al ruggito di un leone ferito.
Il suono
della voce strozzata di lui causata dal pianto, le ricordavano le
unghie che
stridevano sui vetri, procurandole un dolore immenso, iniziando
di nuovo a
piangere: più Yesung urlava per il dolore, più
BonHan percepiva fitte che le
dilaniavano il cuore.
Il
cantante appoggiò le mani a terra, per non accasciarsi,
bagnando il suolo con le sue lacrime.
Cosa aveva fatto?
“Ho
rovinato tutto... ho rovinato tutto...” ripetè lui
scuotendo
la testa. Si strinse una mano sul cuore, gli faceva male.
L’aveva
persa per sempre.
Entrambi
sentirono il rumore sordo del loro cuore cadere e
infrangersi in milioni di schegge.
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Capitolo 15 *** Capitolo 14-Opportunità ***
Capitolo
14
Oppurtunità
“BonHan,
sicura che vuoi che vada?”
“Non
preoccuparti eomma, sono grande abbastanza per badare a
me stessa.”
“Sai
che non intendevo questo.”
BonHan
dovette distogliere lo sguardo da quello della madre
fin troppo intenso. Erano passati diversi giorni dall’ultima
volta che aveva
parlato con Yesung e il giorno dopo la loro discussione, aveva chiesto
una
settimana di ferie. Sarebbe stato troppo doloroso per BonHan lavorare
con lui dopo
quello che si erano detti, doveva staccare la spina e cercare di
assuefare il
dolore. Per questo motivo era anche andata a dormire per quella
settimana da
sua madre, era nato in lei il desiderio di ritornare a stare un
po’ con la sua
famiglia. Quando sua madre l’accolse, non poté
fare a meno di sfogarsi con lei
e lasciare che lei la stringesse al suo petto, come quando da bambina
si feriva
o che faceva un brutto sogno e sua madre la cullava tra le sue braccia.
“Un
bacino e tutto passa!” le diceva dolcemente per poi
schioccarle un bacio sulla parte dolorante. Da bambina credeva che i
baci di
sua madre fossero magici: appena gliene dava uno, il dolore subito
spariva.
BonHan voleva che anche in quel momento un bacio di sua madre le
guarisse il
cuore ormai spezzato.
Non sei più una
bambina purtroppo...
“Eomma,
sto bene.” Mentì BonHan sorridendo rassicurante e
rivolgendo uno sguardo dolce alla madre.
“Lo
dici perché è la verità o
perché stai cercando di
convincerti che sia così?” chiese seria JaeHwa
sedendosi di fronte alla figlia.
BonHan
avrebbe potuto mentire a chiunque, persino a se
stessa, ma non a sua madre: lei era l’unica che capiva se
mentiva o meno ma soprattutto
era l’unica che sapeva cosa provasse. La ragazza sorrise
mesta mentre sua madre
la guardava preoccupata in attesa di una risposta.
“Eomma,
sto bene.” Ripeté nuovamente BonHan cercando di
apparire più convincete riuscendo anche ad arricciare gli
angoli della bocca in
un sorriso, seppur tirato. La donna sospirò sentendosi
impotente di fronte all’orgoglio
della figlia. Nonostante le avesse detto di stare bene, JaeHwa la notte
la
sentiva singhiozzare dalla sua stanza da letto e ogni mattina la
trovava seduta
al tavolo della cucina con gli occhi rossi e gonfi che osservava una
tazza di
the fumante con un’espressione vuota.
“Credo
che tu debba parlarci.” Disse la madre seriamente
conservando quel tono di preoccupazione che irritava non poco BonHan.
Non
voleva che lei fosse una preoccupazione per sua madre, anzi lei voleva
essere
un aiuto.
“Non
se ne parla.” Sbottò stizzita BonHan alzandosi
dalla
sedia per poi dirigersi verso il lavabo per rovesciare il contenuto
della tazza
che aveva in mano, ormai freddo.
“BonHan,
non credo che Yesung sia un cattivo ragazzo, anzi
credo che ti ami davvero.” Rispose JaeHwa serafica mentre
osservava i movimenti
veloci e imprecisi della figlia dovuti al nervosismo.
“Perché non gli dai una
seconda opportunità?” continuò
la donna
con un tono quasi supplichevole. La manager con un gesto di stizza,
lasciò
cadere la tazza nel lavabo e strinse le mani sul ripiano in ceramica.
“Eomma,
la sofferenza che provo non può essere guarita da un
momento all’atro. Io non posso... non riesco
a dargli una seconda opportunità.”
BonHan
trattenne le lacrime a fatica, cercando di reprimerle
nella gola, provocandole un senso di oppressione in gola.
Perché l’amore fa
così
male? Dovrebbe essere semplice, come respirare... invece...
“BonHan,
tu lo ami?” chiese secca la madre mentre si
avvicinava a lei. Una parte di lei lo amava ancora e lo avrebbe fatto
per
sempre, ma l’altra non lo sapeva più e non voleva
più saperlo. Quando le ritornarono
in mente le ultime parole che lui le aveva detto, si sentì
ancora più confusa e
smarrita e un’oppressione in petto.
"Sei come uno di
quegli uragani che passano e
distruggono qualsiasi cosa... ecco sei come un uragano che ha distrutto
ogni
singolo pezzo del mio cuore, BonHan.”
"Io
ti amo BonHan e ho
bisogno di sentirmelo dire da te almeno una volta.”
Strinse
ancora di
più le mani sul lavello e si morse le labbra a sangue per
trattenere le
lacrime: lei infondo voleva solo stare con Yesung. Perché
doveva essere tutto
così complicato?
“Non
lo so più...”
ammise con la voce incrinata dal pianto che a stento reprimeva. JaeHwa
sospirò
e strinse la mano sulla spalla della figlia con dolcezza.
“Nel
profondo del
tuo cuore lo sai BonHan. Non lasciare che il rancore ti porti via quel
ragazzo.”
JaeHwa guardò con tristezza la figlia, poi uscì,
lasciando BonHan libera di
sfogarsi. La donna riuscì a sentire i singulti della figlia
oltre l’uscio della
porta e non poté fare a meno di chiudere gli occhi e
sospirare stanca.
Non
restare sola, BonHan. Chi si prenderà
cura di te altrimenti?
Leeteuk
quando
entrò nella sala prove, era sicuro di trovarci Yesung
intento a provare qualche
canzone oppure semplicemente seduto sullo sgabello girando su se
stesso, invece
la sala era vuota.
“Strano,
a quest’ora
sarebbe stato già qui...” si disse il leader
preoccupato mentre osservavo lo
sgabello vuoto. Forse aveva semplicemente seguito il suo consiglio di
dormire
di più, eppure Leeteuk sapeva che purtroppo non era
così. Yesung stava
soffrendo per BonHan e dal momento in cui lei era andata via da diversi
giorni,
aveva avuto un vero e proprio crollo fisico e psichico. Restava in
stanza tutto
il giorno, chiudendosi nel mutismo e parlando solo se era necessario,
lasciandosi trasportare dagli impegni senza il suo solito entusiasmo.
Come
leader, ma soprattutto
come amico, doveva intervenire immediatamente: non poteva permettere
che Yesung
si spegnesse del tutto. Si
diresse
quindi verso il dormitorio e appena arrivo di fronte la porta della
stanza del
main vocalist busso con forza.
“Yeyé,
sono
Leeteuk. Mi apri per favore?” domandò il maggiore
ma ottenne come risposta solo
un freddo silenzio. Bussò di nuovo con più
insistenza ma solo dopo un paio di
minuti finalmente Yesung lo aprì: aveva gli occhi assonnati,
i capelli
scompigliati e indossava ancora il pigiama.
“Hyung,
stavo
dormendo...” bofonchiò il corvino con la voce
impastata per via del sonno
mentre si strofinava gli occhi.
“Hai
seguito il
mio consiglio finalmente! Mi aspettavo che però mi aprissi
subito visto il tuo
udito sensibile...” rispose Leeteuk sorridendo sereno mentre
entrava nella
stanza.
“Forse
perché non
volevo vederti.” Rispose Yesung atono chiudendo la porta e
sedendo sul letto e
rivolse al leader uno sguardo vuoto e stanco.
Leeteuk
rimase
sorpreso da quell’affermazione, non l’aveva mai
visto così distrutto e privo di
emozioni, era come un fiore appassito.
“Che
cosa posso
fare per te?” chiese il corvino atono mentre si strofinava le
mani.
“Solo
sapere come
stai...”
Yesung
sorrise
guardando tristemente il maggiore. Leeteuk non meritava di essere
trattato con
freddezza, lui era sempre stato al suo fianco anche in quel momento era
seduto
al suo fianco a domandargli come stava. Si sentì un verme
quando si rese conto
di come si era rivolto a lui.
“Scusa
per
prima... per tutto” disse dispiaciuto Yesung abbassando gli
occhi. Leeteuk gli
scompigliò i capelli e gli sorrise con dolcezza: aveva la
stessa espressione di
un bambino che aveva rotto il vaso preferito della mamma.
“Non
preoccuparti, è tutto apposto.” Disse il leader
rassicurante. Il minore
continuava a tenere gli occhi bassi ma nonostante ciò,
Leeteuk intravide una
lacrima solcargli il viso pallido.
“Mi
dispiace.” Sussurrò
il main vocalist lasciando che quella lacrima solitaria continuasse a
scivolare
lungo il suo viso “Ormai ho capito di non essere fatto per
una relazione...”
continuò sorridendo amaro.
“Io
non credo...”
“Come
puoi dirlo?”
“Perché
ti
conosco e so che tu l’ami davvero, inoltre sbaglio o
gliel’hai confessato?”
Yesung
alzò lo
sguardo meravigliato: si stupiva di come Leeteuk gli leggesse
nell’animo
riuscendo a capire cosa realmente provasse. Quando era con lui si
sentiva nudo
e allo scoperto, privo di difese.
“Lei
ha solo
bisogno di tempo di metabolizzare. Quando ritornerà
sarà tutto come prima.” Aggiunse
poi il maggiore rassicurante, mentre gli accarezzava i capelli.
Yesung
sorrise,
forse poteva realmente andare così, o almeno
iniziò a sperare.
“Kyuhyun,
ho
paura di chiedertelo, ma come hai avuto l’indirizzo civico
della madre di
BonHan? Ma soprattutto come hai fatto a sapere che adesso dorme da sua
madre?”
chiese Sungmin con una punta d’ironia nella voce, mentre
guardava il maknae
allacciarsi le scarpe.
“Ho
le mie fonti.”
Rispose il maknae sorridendo furbescamente. Se per fonti Kyuhyun
intendesse
introdursi di nascosto nell’ufficio di BonHan e ad accedere
ai suoi file
personali e origliare le conversazioni al telefono tra lei e JungHoon... bhè, per
Kyuhyun il fine giustificava i
mezzi.
“Dovresti
dirlo a
Yesung-ssi, sta soffrendo per BonHan e lo sai.” Disse Sungmin
con un tono di
rimprovero, guardandolo severo.
“Sungmin,
non
farmi la paternale.” Tagliò corto Kyuhyun
alzandosi per poi ammirarsi allo
specchio.
“Perché
non vuoi dirglielo?
Lo faresti stare meglio.” Insistette il maggiore quasi
supplicandolo. Sungmin
sapeva cosa sarebbe successo dopo: il rapporto tra Yesung e Kyuhyun si
sarebbe
incrinato del tutto e lui non l’avrebbe permesso.
“No.”
Rispose Kyuhyun
secco, rivolgendo un’occhiataccia al maggiore.
“Perché?!”
“Lo
sai.”
Sungmin
purtroppo
lo sapeva anche se avrebbe preferito di gran lunga non sapere che
Kyuhyun si
era innamorato anche lui di BonHan. Avrebbe dovuto scegliere chi
appoggiare e a
lui non piaceva mettersi in quelle situazione spiacevoli, nonostante
questo,
sapeva che Kyuhyun l’amava davvero: lo capì quando
vide l’amore che apparve nei
suoi occhi quando gli parlò di lei.
“E
inoltre Yesung
ha già avuto la sua occasione e se l’è
giocata. Ora tocca a me.” Aggiunge poi
il minore determinato e detto ciò indossò la
giacca e uscì.
Sungmin
sospirò
con stanchezza: d’altro canto, Kyuhyun non aveva tutti i
torti.
“Apro
io!” disse
BonJong correndo ad aprire la porta. Quando il bambino aprì,
sbarrò gli occhi e
la bocca meravigliato appena vide che sull’uscio
c’era Kyuhyun.
“Kyuhyun-hyung!”
esclamò BonJong felice
Kyuhyun?
Cosa diamine ci fa qui?
BonHan
si
precipitò alla porta. Come aveva saputo che lei era qui?
L’aveva seguita?
“E
tu che ci fai
qui?” chiese BonHan avvicinandosi al fratello, stringendo le
mani sulle sue
spalle.
“Mai
una volta
che mi salutassi con cordialità, eh...” rispose
ironico il maknae sorridendo
sarcastico “Posso entrare?” aggiunge sorridendo
sempre furbescamente. BonHan
roteò gli occhi infastidita e si spostò
dall’uscio permettendo al maknae di
entrare.
Era
una casa
sobria, con pochi suppellettili e cianfrusaglie sui muri e sulla
mobilia.
Subito dopo l’ingresso, c’era un salone-cucina e un
porta divideva le camere da
letto e il bagno dalla zona giorno. BonHan fece strada fino al divano a
fantasia floreale, dove invitò il maknae ad accomodarsi.
“Che
cosa vuoi?”
chiese burbera lei incrociando le braccia al petto nervosa.
“Quando
torni.” Disse
Kyuhyun guardandola serio
“Perché
ti manco?”sorrise
lei beffarda ridendo
Si.
Da morire.
“Speri
che sia
così, o no?” controbatté lui malizioso
guardandola con sfida. Lei sentì dei
brividi percorrergli la schiena, doveva ammettere che Kyuhyun aveva
fascino e
lei non ne era immune.
“Come
te la passi?”
chiese Kyuhyun cambiando discorso mentre si girava i pollici
distogliendo anche
lo sguardo da BonHan: se avrebbe continuato a guardarla, sarebbe stato
risucchiato dalla perfezione dei lineamenti di lei e non avrebbe saputo
resistere alla tentazione di baciarla.
“Ti
ha mandato
Yesung?” chiese lei arricciando la bocca in un sorriso amaro
“Perché
mai
dovrei venire per conto suo?” domandò infastidito
Kyuhyun guardandola con la
coda dell’occhio
“Meglio
così,
allora.”
Kyuhyun
cercò di
nascondere un sorriso vincitore passandosi la lingua tra le labbra.
Pensò che
era arrivato il suo momento.
“BonHan,
io...”
Kyuhyun
fu
interrotto dal rumore della porta dell’ingresso che si apriva
e poi si
chiudeva.
“BonHan,
ho fatto
la spes-... e questo giovanotto chi è?”
BonHan
si alzò e
prese le buste dalle mani della mamma, mentre Kyuhyun si alzava e si
chinava
educatamente in segno di saluto. Kyuhyun intuì che era la
madre di BonHan per
via della somiglianza tra le due donne.
“Eomma,
lui è
Kyuhyun. Kyuhyun lei è...”
“Mi
piaceva più
quell’altro.”
“Eomma!”
Kyuhyun
trattenne
le risate: non si offese, anzi, prese quella frecciatina come una sorta
di
sfida per superare “quell’altro”: Yesung.
“Arrivederci
Ajumma!” salutò divertito Kyuhyun mentre veniva
trascinato da BonHan verso la
porta.
“Mi
stai
cacciando via?” domandò ironico il maknae
sull’uscio della porta
“Prendilo
come un
invito per ritornare al dormitorio.” Rispose lei sarcastica
mentre stava per
chiudere la porta, ma Kyuhyun fu veloce: bloccò la porta con
una mano e la
riaprì di nuovo.
No,
questa volta non mi scappi. Ora o mai
più. Pensò
il cantante
mentre BonHan lo guardava accigliata
“Vuoi
uscire con
me?” chiese Kyuhyun guardando la corvina seriamente. La
ragazza rise divertita,
pensando che stesse scherzando, conoscendolo si stava burlando di lei,
come al
solito. Ma si interruppe subito quando incrociò lo sguardo
serio di lui: non
scherzava affatto.
“C-cosa?”
balbettò lei scioccata, non sapendo a cosa pensare.
“Se
vuoi te lo
sillabo: Tu. Volere. Uscire. Con. Me.? Devo anche mimartelo?”
BonHan
lo guardò
sempre più scioccata: che cosa frullava nella mente di
Kyuhyun? Non si
conoscevano così bene da poter uscire
insieme ne tanto meno aveva un rapporto come quello di Yesung. Eppure più lo
guardava e più si sentiva
attratta da quel ragazzo. Dopo tutto, una specie di rapporto ce
l’avevano, in
Thailandia anche se non era successo niente, lo aveva rivalutato; non
lo aveva
notato fin da subito perché era troppo impegnata con Yesung.
Forse
uscire con
Kyuhyun non sarebbe stato tanto male, infondo anche lui si meritava un'opportunità...
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Capitolo 16 *** Capitolo 15-Un bacio che ruba il cuore ***
Capitolo
15
Un bacio che ruba il cuore
Ci
fu una cosa di cui BonHan si stupì: quella serata fu assai
piacevole. Kyuhyun si era comportato in una maniera completamente
diversa da
come si comportava di solito, o forse, era stato semplicemente se
stesso; era
stato persino dolce ovviamente a modo
suo. Era un lato di lui che ogni giorno, per qualche strana
motivazione, Kyuhyun
nascondeva.
“Sai
Kyuhyun, nonostante la tua perenne aria di strafottenza
e di arroganza, sei divertente, tutto sommato...”
esordì BonHan mentre con l’indice
percorreva il bordo del bicchiere di vetro, ormai vuoto. Aveva bevuto
qualche drink
di troppo, lo capiva dalla pesantezza che provava alla testa, o meglio,
era
stato Kyuhyun ad offrirle quei drink, eppure lei non aveva rifiutato
nessuno. Avrebbe
potuto farlo ma le
piaceva il tono suadente della voce del maknae... o forse
perché aveva
solamente voglia di scolarsi qualche alcolico. No, la prima ipotesi era
sicuramente la più probabile. Kyuhyun aveva una
“cattiva” influenza su BonHan
anche se a lei non le dispiaceva.
“Solo
divertente?” rispose Kyuhyun con un ghigno malizioso
“Non
montarti la testa, adesso...” sorrise divertita lei
facendo comparire quella fossetta la quale mandava completamente in
panne
Kyuhyun. Non sapeva perché era così ossessionato
da quella fossetta, sapeva
soltanto che quando compariva, si sentiva in paradiso soprattutto
quando
compariva grazie a lui.
La
luce offuscata del locale in cui si trovavano, inoltre,
rendeva il viso di BonHan ipnotico, più di quanto non fosse
già e Kyuhyun
soffocò il desiderio di stringerle la mano.
“S’è
fatto tardi e domani dobbiamo andare a lavoro...” disse
BonHan alzandosi dallo sgabello imbottito.
“Dobbiamo?...quindi
significa che torni!” esclamò entusiasta il
maknae. La manager sorrise dolce e
annuì convinta: chiudersi in casa ed escludersi dal mondo
era stata una pessima
scelta, aveva bisogno di distrarsi e non rimuginare sul passato,
d’altronde un
nuovo inizio le era stato offerto da Kyuhyun, la persona più
impensabile. Lo
stesso Kyuhyun che quasi un mese prima le aveva giurato vendetta
comportandosi
da immaturo e che in quel momento la stava guardando come un bambino
che
spacchetta i suoi regali natalizi.
“Andiamo
dai...” esortò lei dirigendosi
all’uscita seguita
da Kyuhyun che non le toglieva gli occhi di dosso: BonHan era ogni cosa
che c’era
di bello al mondo.
“Sei
ridicolo Kyuhyun...” bisbigliò sottovoce mentre
seguiva
la manager verso la via di casa di lei.
No, sei solo
innamorato perso.
Kyuhyun
sorrise a quel pensiero, era la prima volta che si
sentiva sicuro di essere innamorato. Non era come le altre volte,
quella volta sentiva che era
diverso, perché aveva
paura degli effetti di quell’amore e mai come prima si
sentì completo.
Quando
arrivarono all’ingresso dell’edificio in cui si
trovava l’appartamento di BonHan, Kyuhyun, dopo che lei lo
salutò con un
sorriso e un segno della mano mentre faceva per andare via,
l’afferrò per un
polso facendo girare la manager che lo guardò stranita. Il
desiderio di
assaggiare il sapore delle labbra crebbe a dismisura, tanto che il
cantante non
riuscì più a reprimerlo. Così,
titubante, si avvicinò al viso di BonHan,
prendendolo tra le mani e sfiorandole le labbra ma non riuscendo
più a
trattenersi, posò le sue labbra su quelle di lei scoprendole
calde e soffici.
Quel contatto gli provocò un formicolio che si estese per
tutto il suo corpo e
appena si accorse che BonHan non cercò di divincolarsi ma
anzi, appoggiò le
mani sul suo petto, il desiderio accrebbe, baciandola con trasporto e
dolcezza
e portando le mani dal viso ai fianchi di lei mentre le gli cinse il
collo.
Per
quanto si baciarono? Forse ore o forse minuti, Kyuhyun
sperò che il tempo si fermasse e che restassero
così per sempre. Quando si
staccarono dopo un tempo che per entrambi parve infinito, BonHan aveva
ancora
voglia delle labbra del cantante, le quali le avevano provocato un
uragano di
emozioni. Non sapeva se era innamorata del maknae, ma di una cosa era
certa,
dopo quel bacio sapeva che non avrebbe potuto fare a meno di lui.
“Dovevo
farlo, almeno una volta.” Disse Kyuhyun ad un soffio
dalle sue labbra mentre le accarezzava i capelli. Si
allontanò con difficoltà
da lei e andò via, seguito dallo sguardo ancora frastornato
della ragazza.
BonHan si toccò le labbra e sorrise mentre guardava il
maknae allontanarsi.
Kyuhyun,
mentre camminava, ripensò ancora a quel bacio
così
intenso e dolce, sentendo ancora il sapore del lucidalabbra alla
fragola di
BonHan. Sorrise appena mentre si sfiorò le labbra sentendole
ancora accaldate.
Sentì il cuore scoppiargli percependo tutte le emozioni che
ormai aveva dimenticato.
Era sicuramente, palesemente, ovviamente, perdutamente, innamorato di
quella
ragazza, ormai non aveva più bisogno di alcuna conferma.
Il
giorno seguente BonHan si sentiva ancora intontita per
quel bacio, ma mai prima d’allora si sentì felice
come lo era stata con
Kyuhyun.
Certo che l’amore è
davvero strano... ti fa innamorare della persona che meno ti aspetti.
Quando BonHan
entrò
nell’ufficiò, la prima cosa che notò fu
una rosa scarlatta, adagiata sulla sua
scrivania, con un biglietto legato con un nastrino nero. La prese tra
le mani e
ne odorò il profumo delicato, sorridendo contro i petali,
poi prese il
biglietto e ne lesse il contenuto.
“
Non ho bisogno di
nessun altro, solo di te. –K”
La
manager sorrise e ripiegò di nuovo il biglietto,
mettendolo nel suo portafogli. Di certo Kyuhyun sapeva come
impressionare una
donna.
“Buongiorno
BonHan seonbae!”
salutò HaeJung allegra “E questa rosa? Abbiamo un
ammiratore per caso?”chiese
la minore maliziosa avvicinandosi alla scrivania della manager.
“Non
dire
scemenze, l’ho comprata mentre venivo qui.”
Mentì imbarazzata
BonHan appoggiando la rosa sul
lato dello schermo del computer. HaeJung sorrise divertita al rossore
sul viso
della maggiore e si diresse verso la sua postazione.
Non poteva dire che lei e BonHan erano
amiche, ma in qualche modo si sentiva legata a lei e quel tipo di
rapporto, non
le dispiaceva.
“Kyuhyun.”
Sussurrò
BonHan mentre contemplava assorta la rosa
“C-che?”
“La
rosa, me l’ha
regalata Kyuhyun.”
HaeJung
strabuzzò
gli occhi meravigliata e spalancò la bocca. Non sapeva se
più stupita perché BonHan
le aveva parlato della sua vita privata o per la rivelazione in
sé.
Kyuhyun
non
andava mai in sala prove più del dovuto. Dopo che terminava
le prove, preferiva
rilassarsi piuttosto che continuare ad esercitarsi, al contrario di
Yesung.
Sapeva che l’avrebbe trovato ancora lì a girare su
quello sgabello e con una
penna tra le labbra, non sapeva però il perché ci
stesse andando. Non
aveva niente di cui parlare con lui, o
forse si, ma non voleva sbattergli in faccia che era uscito con BonHan
e che l’aveva
anche baciata, infondo non era così cattivo.
“Mi
domando
sempre perché resti qui anche a prove concluse...”
esordì il minore entrando
nella sala.
“Mi
rilasso
continuando ad esercitarmi, come tu ti rilassi giocando.”
Rispose il maggiore
sorridendo canzonatorio
“Che
fai, mi
prendi in giro?” controbatté Kyuhyun piccato.
Yesung si limitò a ridere
sommessamente mentre
trafficava con un
fascicolo di spartiti. Era palese che sapesse di Kyuhyun e BonHan, i
suoi
muscoli erano tesi ed era evidente il suo disagio. La domanda era come
lo aveva
scoperto.
“Hai
tinto di
nuovo i capelli? Sembri ‘Anna dai capelli
rossi’.” Lo prese in giro Kyuhyun ghignando
beffardamente. Yesung non si
scompose, continuò a trafficare con gli spartiti, provocando
il nervosismo del
minore.
Era
palesemente ovvio che sapesse
tutto.
“Senti,
Yesung...”
“Lo so, Kyuhyun.”
Gelido:
Kyuhyun
non aveva mai sentito freddezza nel tono di voce del maggiore. Il main
vocalist
era arrabbiato e triste, ma per qualche ragione non voleva darlo a
vedere.
“Perché
allora
non mi sferri un pugno in faccia?!” sbottò
stizzito il maknae
“Ti
sentiresti
meglio, forse?” replicò il rosso serafico
guardandolo con la coda dell’occhio.
Non era questo quello che Kyuhyun voleva, di certo un occhio nero era
l’ultima
cosa che voleva. Voleva una reazione del maggiore, sembrava che non gli
importasse nulla, che non gli importasse di BonHan.
“Si!”
Yesung
sospirò
stancamente e si sedette sullo sgabello scompigliandosi i capelli, poi
puntò
gli occhi neri dritti in quelli di Kyuhyun e lo guardò
severo. Ovviamente
desiderava ben volentieri di rompergli il naso, ma pensava a quanto
fosse
compromesso ancora il suo rapporto con BonHan e lui tutto voleva,
purché
perderla completamente. Le bastava che ritornassero amici, o almeno a
parlarsi.
Quella settimana in cui lei non c’era, fu un vero inferno:
non sentire più il
suono della sua voce o vedere il suo viso, lo stava facendo ammalare,
quindi
aveva deciso che se non poteva averla come lui desiderava, quanto meno
voleva
averla come amica. Non voleva sparire per sempre della vita di BonHan,
non l’avrebbe
permesso e Kyuhyun era così ottuso da non capirlo.
“No,
anche se
vorrei. Lo sai perché? Perché nonostante lei stia
con te, nonostante lei ami
te, adesso è felice e per me basta. Non voglio il suo amore,
anche perché ormai
ho perso le speranze. Ho fatto un’enorme cazzata a farmela
scappare ma non
importa perché sono contento che al suo fianco ci sia tu. Tu
in qualche modo la
rendi felice ed io mi accontento di vederla di nuovo
sorridere.”
Kyuhyun
lo
ascoltò in silenzio mentre si rendeva conto che Yesung, come
lui era davvero
innamorato di BonHan. Ora sapeva cosa aveva provato Yesung quando
c’era lui
nella sua stessa posizione. Così, non riuscendo
più a trattenere lo sguardo
magnetico del maggiore, abbassò gli occhi e si
avviò alla porta.
“Tuttavia,
Kyuhyun...” disse Yesung con fermezza bloccando il maknae
“Non credere di
essere l’unico ad amarla.” Continuò il
rosso. Kyuhyun strinse il pomello freddo
della porta e riuscì a sentire lo sguardo gelido del
maggiore su di lui
perforagli la pelle. Sorrise sghembo.
“E
tu non credere
di essere l’unico adatto a lei.” Rispose Kyuhyun
nello stesso tono del rosso,
poi girò il pomello ed uscì.
Yesung
chiuse gli
occhi e si massaggiò la testa sentendola pesante. Era
stanco, come mai lo era
stato, ma non era ancora giunto il momento di arrendersi.
“Questo
Kyuhyun,
lasciamolo decidere a lei.”
Note
dell’autrice :3
Ebbene
si, ho deciso di fare un angolino dedicato a me
stessa e ai miei scleri. TREMATE ORSU’. Vi piace il nuovo
banner della storia?
Ringraziate tutti la mia cara Anchiso
che l’ha realizzato
apposta per me :’) GRAZIE FIGLIOLA :’)
*parte
applauso*
Prima
di tutto, voglio ringraziare tutte le persone che
leggono, recensiscono e seguono la mia storia, grazie!
Voglio
inoltre ringraziare anche a tutte le persone che
hanno inserito la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate,
è un vero
onore per me ^^
DETTO
CIO’, se siete arrivati qui, significa che avete
terminato la lettura...
LO
SO, vi ho spezzato i feelings (era questo quello che
volevo :3)
Ora
vi abbandono, mie care lettrici!
MA
PRIMA! Vi lascio con questo quesito:
Siete:
YeHan
shippers (Yesung+BonHan)
BonKyu
shipper (Kyuhyun+BonHan)
O
shippate qualche altra coppia? (?)
Fatemelo
sapere con un commento qui sotto e non la sopra!
Addio!
Cri_Snix
|
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Capitolo 17 *** Capitolo 16-Può un fiore nascere dalla terra bruciata? ***
Capitolo
16
Un fiore può nascere dalla terra bruciata?
Era
passato un mese dal bacio e Kyuhyun poteva essere sicuro
che era il fidanzato di BonHan. Si vedevano
praticamente tutti i giorni, a volte restava a casa di lei fino a
tardi.
BonHan gli aveva parlato del suo sogno di diventare una scrittrice e
del
romanzo che stava scrivendo.
“Di
che cosa parla?” le chiese una sera, mentre lui era
steso sul letto della ragazza guardandola intenta a picchiettare la
tastiera
del computer.
“Parla
di me, in un certo senso...” rispose lei senza
distogliere lo sguardo dallo schermo e continuando a scrivere. Era
talmente
tenera con quell’espressione concentrata sul volto, con la
fronte corrugata,
che Kyuhyun non resistette non schioccarle un bacio sulla guancia,
provocando
la pelle d’oca alla ragazza.
“Se
parla di te, significa che parla anche di me, o
sbaglio?”
La
corvina arrossì e si girò verso il maknae,
interrompendo
la sua scrittura.
“E
perché mai dovrei parlare di te?” chiese lei
ironica per
nascondere il tremore nella voce che le aveva provocato quella domanda.
“Perché
sono il tuo ragazzo, stupida.” Rispose il cantante
ghignando beffardamente
“Adesso,
per avermi chiamato ‘stupida’, te lo scordi che ti
inserisco nel mio romanzo.”
Kyuhyun
sghignazzò silenziosamente e fingendosi offeso, la
trascinò sul letto ed iniziò a farle il
solletico, provocando le risate della
ragazza.
“No,
ti prego! Il solletic-...Basta!” pregò BonHan tra
una
risata e l’altra mentre cercava di divincolarsi dalla presa
del maknae, il
quale non aveva nessuna intenzione di fermare quella divertente e dolce
tortura.
“Se
mi inserisci nel tuo romanzo, la smetto.” Soffiò
lui,
sfiorando sulle labbra di lei e sorridendo malizioso.
“Ci
sei già, idiota!”
“Ora,
per avermi chiamato ‘idiota’, te lo scordi che la
smetto!”
Kyuhyun
riprese quella tortura mentre BonHan implorava pietà
e rideva fino alle lacrime.
Quel
mese fu il periodo più bello dell’intera vita di
Kyuhyun e sentì che la sua vita ormai era completa, inoltre
si era affezionato
anche al piccolo BonJoong che era un bambino a dir poco sveglio per la
sua età.
Kyuhyun pensò che anche BonHan dovesse essere
anche lei così all’età di
BonJoong ed erano anche molto simili: entrambi
avevano un naso diritto e piccolo e la bocca piena, gli occhi del
bambino erano
più chiari rispetto a quelli di BonHan e i capelli erano di
un tono più chiaro,
quasi rosso cremisi alla luce del sole, però la postura e
l’atteggiamento gli
ricordarono la ragazza.
“Hyung
mi prometti che tu e nuna starete per sempre
insieme?” domandò il bambino mentre mangiava il
gelato che il maknae gli aveva
comprato, seduto sulla panchina nel parco, non poco lontano dalla sua
scuola.
Aveva chiesto al maknae di aspettarlo fuori alla sua scuola
perché i suoi amici
lo avevano accusato di essere un bugiardo, così appena vide
Kyuhyun, che lo
salutava da lontano e si avvicinava a lui,
gonfiò il petto orgoglioso e disse ai suoi
amici, soddisfatto
“Visto,
ve l’ho detto che è il fidanzato di mia
sorella!” poi
corse verso il maknae, afferrando la sua mano, poi si girò
verso i compagni
facendogli una linguaccia, provocando la risata del maknae.
Kyuhyun
ancora sorrideva al pensiero.
“Perché
me lo chiedi?” chiese a sua volta il cantante
sorridendo intenerito da quella richiesta.
“Perché
Yesung-hyung non mi piace.” Rispose BonJoong
corrugando la fronte contrariato. I due fratelli erano più
simili di quanto
Kyuhyun potesse immaginare: persino l’espressioni facciali
erano davvero molto
simili.
“E
perché?” rise divertito il cantante scompigliando
i
capelli bruni del ragazzino
“Perché
è antipatico e poi si tinge i capelli troppo spesso,
nemmeno la mia mamma se li tinge così spesso!”
Kyuhyun
scoppiò in una risata fragorosa appoggiando alla
spalliera della panchina in ferro. Senza peli sulla lingua, proprio
come la
sorella.
“Tu
sei simpatico, ti piacciono i videogiochi e poi fai
ridere nuna.” Aggiunse poi il bambino mentre dava
un’ultima cucchiaiata al
gelato. Kyuhyun si incupì e lo guardò serio: che
sapesse tutto?
“Yesung-hyung
l’ha fatta piangere, lo so. Nuna pensa che io
non lo sappia o che non l’abbia capito, ma io l’ho
sentita piangere per giorni
e mi sono sentito un completo idiota: non sapevo come aiutarla. La
verità è che
nuna non capisce che sono grande ormai e che può fidarsi di
me.” Concluse
BonJoong mentre osservava attento un gruppo di piccioni che mangiavano
un pezzo
di pane lanciato da un anziano signore, di fronte a loro. BonJoong non
era un
bambino comune: pensava e agiva come un adulto ed era esattamente
questo ciò
che impauriva Kyuhyun, stava crescendo troppo in fretta.
“Dai
andiamo,ti accompagno da tua madre.” Esortò il
cantante
alzandosi e prendendo la mano del bambino per poi dirigersi verso il
locale
della madre di BonHan.
“Mi
prometti che tu e nuna starete insieme per sempre?”
“Si
BonJoong, fino a quando non sarò altro che cenere.”
“BonHan,
tra una settimana i ragazzi hanno un meet and greet
a Tokyo, potresti accompagnarli tu?”
“Certo,
non ci sono problemi.”
Eppure
di problemi ce n’erano fin troppi, celati dai falsi
sorrisi. Kyuhyun le aveva detto che tutti i ragazzi sapevano di loro
due e
forse era proprio questo ciò che agitava maggior mente
BonHan: tutti, nessuno escluso. Dunque
anche
Yesung, per cui come si sarebbe dovuta comportare con lui? Ignorarlo
semplicemente? Far finta che non esistesse?
Impossibile, non
si può ignorare uno come Yesung.
Adesso mi spieghi
perché ti importa di Yesung?
Stizzita
da quel pensiero, si alzò nervosa e si diresse
verso il tetto della SM Town: aveva bisogno di schiarirsi le idee e di
prendere
una boccata d’aria; si sentiva soffocare e le pareti
stringersi intorno a lei,
facendole girare la testa.
Perché
pensava ancora a Yesung? A stento gli rivolgeva la
parola, nonostante i numerosi tentavi di attaccar bottone da parte del
main
vocalist: infatti lei o sviava sempre la domanda o semplicemente
cambiava
direzione appena lo vedeva arrivare, comportandosi da immatura e ne era
anche
consapevole. Come era consapevole del fatto che provava ancora qualcosa
per
lui. Scosse la testa per svuotare la testa da quei pensieri e
aprì la porta che
conduceva al tetto: un vento primaverile le scompigliò i
capelli, ormai la
primavera era alle porte infatti tutti gli alberi erano in fiore
diffondendo
per tutta la città un dolce profumo. BonHan amava la
primavera, era la stagione
della rinascita dopo il freddo mortale inverno, proprio come stava
succedendo
nella sua vita: stava sbocciando come i fiori appena spuntati su un
albero
spoglio.
Avanzò
verso il parapetto mentre le ritornavano alla mente
tanti dolci ricordi: il viso di Yesung e il suo sorriso, poi il bacio
sulla
guancia... sembravano ricordi di una vita che non le apparteneva
più. Scosse la
testa e fece un respiro profondo, poi si accorse di una figura
appoggiata al
parapetto, di spalle, che osservava il cielo. BonHan riconobbe
quell’espressione
assorta e avrebbe voluto girare e scappare, ma sapeva che lui aveva
già sentito
i suoi passi avvicinarsi.
“Ciao
BonHan.” Salutò Yesung senza distogliere lo
sguardo
dal cielo.
“Come
hai capito che ero io?”chiese lei sulla difensiva
restando a fissare le spalle ben delineate del main vocalist.
“Riconosco
il tuo passo, sembra che segua una
musica.”rispose il rosso girandosi e sorridendo tristemente.
Quel colore di
capelli lo rendevano più sensuale di quanto non fosse
già e BonHan, vedendo
quel sorriso malinconico sul suo viso, sentì una parte di
lei morire dentro.
“Come
stai?” domandò BonHan avvicinandosi al main
vocalist e
appoggiandosi al parapetto. Yesung non rispose subito: che domanda
sciocca,
come poteva sentirsi? Uno schifo. Sospirò e come sempre
cercò le parole più
adatte.
“Me
la cavo. E invece tu come stai? Come va con Kyuhyun?”
“Bene,
grazie.” Tagliò corto lei velocemente. Si sentiva
a
disagio a parlare di lei e Kyuhyun con Yesung, lui che avrebbe potuto
occupare
il cuore di BonHan con uno schiocco delle dite. Se solo lui avesse
voluto,
sarebbe stata sua per sempre.
“Non
sentirti a disagio, BonHan.” Disse il cantante con un
tono da rimprovero, come se avesse letto nella mente della manager.
“Non
lo sono.” Rispose BonHan irritata rivolgendo lo sguardo
alla città che caotica come al solito, scorreva impassibile
di fronte alla vita
degli abitanti, con le sue luci e i suoi rumori.
Yesung
rise amaro: chi voleva prendere in giro? La
conosceva abbastanza da capire quale
sentimento stesse provando, era come un libro aperto per lui.
“BonHan,
puoi mentire a chiunque, ma non a me.” Rispose il
cantante serio mentre la guardava con fermezza. Era cambiato, BonHan
non sapeva
se in meglio o peggio: forse tutto quello che era successo lo aveva
aiutato a
mettere in chiaro molte cose della sua vita.
“Cosa
vuoi da me?”
“Sto
cercando di esserti amico, BonHan. Non ho nessun altro
fine, voglio solo poter di nuovo guardarti negli occhi senza che uno
dei due
si senta in colpa o a disagio.”
BonHan
guardò un po’ stupita Yesung: era serio e la sua
voce
era ferma come lo sguardo. Capì cosa intendeva: non voleva
scomparire dalla sua
vita, come anche lei. Si sentiva ancora parte di lui e c’era
una piccola parte
di lei che non voleva abbandonare quel ragazzo per nessuna ragione al
mondo.
Può un fiore nascere
sulla terra bruciata?
BonHan
pensò di si, o almeno sperava che lo fosse,
altrimenti tutto quello che sarebbe avvenuto dopo sarebbe stato vano.
“Potremmo
tentare.” Disse lei infine.
“Davvero?”
domandò interdetto il rosso.
BonHan
annuì convinta “Dimentichiamoci quello che
è
successo, il passato è passato e non deve influire sul
presente, non sei
d’accordo?” concluse la corvina sorridendo serena.
Yesung sorrise felice e
annuì entusiasta, almeno non sarebbe scomparso dalla sua
vita. BonHan ricambiò
quel sorriso tanto contento del rosso, poi sentì il
cellulare squillare.
Non
sapeva ancora che quel breve attimo di felicità sarebbe
svanito nel nulla come la neve che si scioglie al sole.
“Eomma
sono arrivato!” esclamò BonJoong non appena
entrò nel
locale, seguito da Kyuhyun . Le luci erano spente e solo quelle della
cucine
erano ancora accese.
“Sarà
in cucina, vado a vedere.” Disse BonJoong dirigendosi
verso la cucina, mentre Kyuhyun annuì e si sedette al
bancone e osservava
distratto le fotografie appese alla parete. Quando sentì
urlare il ragazzino,
corse spaventato verso la cucina scoprendo una macabra scena: la donna
era
stesa a terra immobile, con gli occhi chiusi
e mortalmente pallida, mentre BonJoong la scuoteva
piangente. Il maknae
si avvicinò al petto della donna e appoggiò
l’orecchio: il cuore batteva ancora
seppur debolmente . Tremante, afferrò il cellulare e
digitò il numero del
pronto soccorso richiedendo un’ambulanza urgente, poi prese
di peso il bambino
e lo portò nella sala.
“Eomma!
Eomma!” urlò disperato BonJoong mentre cercava di
correre verso la madre, bloccato però dal maknae
“BonJoong,
calmati! Sta per arrivare un’ambulanza e andrà
tutto bene, ok?” disse Kyuhyun cercando di apparire il
più convincente possibile
mentre gli asciugava il viso bagnato per le lacrime. BonJoong
tirò su con il
naso e si asciugò gli occhi con il dorso della mano.
“Me
lo prometti?” chiese tra un singhiozzo e l’altro
“Te
lo giuro.”
Quando
arrivarono all’ospedale, Kyuhyun digitò il numero
di
BonHan mentre guardava la barella in cui era stesa JaeHwa , dirigersi
verso il
reparto di rianimazione.
“BoonJong,
aspettami qui.” Ordinò al bambino seduto nella
sala d’attesa mentre era al telefono e si dirigeva verso una
delle finestre che
illuminavo quel luogo che sapeva di sofferenza per Kyuhyun, gli
ricordò il suo
incidente e automaticamente le cicatrici sull’addome
incominciarono a
pizzicare, nonostante fossero passati anni.
Andiamo... rispondi...
“Yeoboseyo?”
“BonHan!”
“Yeoboseyo?”rispose
BonHan allontanandosi dal parapetto
“BonHan!”
esclamò Kyuhyun con voce tremante dall’altro capo
del telefono. BonHan intuì subito che era successo qualcosa
di brutto.
“Kyuhyun
cosa è-... cosa?! Dove?! Arrivo subito!” BonHan
chiuse la chiamata e
si diresse
velocemente verso la porta.
“BonHan,
che succede?!” esclamò preoccupato Yesung
seguendola preoccupato.
“Kyuhyun
ha trovato mia madre sul pavimento del locale con
un battito debolissimo e adesso sono all’ospedale!”
rispose lei sul punto di
scoppiare in lacrime per la paura mentre accelerava il passo. Non
poteva
perdere anche lei, impazziva dal dolore al solo pensiero.
“Vengo
con te.”
BonHan
non controbatté: in quel momento aveva bisogno
più
che mai della presenza di Yesung.
Note
dell’autrice :3
Ebbene,
sono tornata
prima del previsto, NON SIETE CONTENTE? :3
*grilli*
a quanto pare no.
ANYWAY, bhè si, sincermamente questo capitolo mi
è uscito di getto mentre studiavo da mia nonna, devo andarci
più spesso perchè la mia nonnina mi fa venire
l'ispirazione OuO (?)
Dal sondaggio dell'altra volta ho scoperto che ci sono molte BonKyu
shippers. Ma povero Yeye su u_u non trattate male il mio bias!
Yesung: MA SE SEI LA PRIMA CHE MI TRATTA MALE! <.<
Zitto o ti uccido una delle tue tartarughe.
Yesung: D:
Anyway, vi abbandono adesso, dovrei studiare italiano... quindi vado!
Vi ringrazio per aver letto ancora una volta il capitolo ^^
Un bacio e a presto!
Cri_Snix
P.s:
Io
shippo la KyuSung u.u
|
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Capitolo 18 *** Capitolo 17-Un corpo freddo ***
Capitolo
17
Un corpo freddo
La
pioggia picchiettava silenziosamente sui vetri delle
finestre opache nella sala d’aspetto e le bianche pareti
unito al mortale
silenzio che regnava nella stanza, rotto solo dal movimento delle
lancette dell’orologio
affisso alla parete, rendeva quel posto ancora più
inquietante e freddo di
quanto già non fosse. Era un luogo che emanava morte da ogni
singolo oggetto e
parete, facendo solo trasalire i presenti. BonHan spesso si domandava
se ci
fosse altro dopo la morte, un’altra vita: si diceva sempre
che se ci fosse solo
un tetro vuoto dopo la morte, la vita sulla terra era inutile. Il
pensiero di
una nuova vita dopo la morte la faceva sentire meno sola, infatti
pensare che
suo padre fosse ancora con lei e la proteggeva sempre, rendeva anche il
dolore
meno acuto. Tuttavia questo era anche alleggerito dalla presenza
continua di
sua madre ma in quel momento con la vita di sua madre in bilico, il
dolore si
fece sentire con prepotenza, scagliando infiniti spilli contro ogni suo
singolo
lembo di pelle. Come
avrebbe fatto se
avesse perso anche lei? Come sarebbe riuscita ad andare avanti?
Mentre
accarezzava la testa del fratello, appoggiata sulle
sue ginocchia, pregava disperatamente di non perdere anche lei, che
doveva
restare per BonJoong, perché lei infondo sarebbe andata
avanti, accumulando il
dolore in un angolo remoto della sua anima ma BonJoong?
Era ancora un bambino, come avrebbe fatto
senza la presenza di sua madre? Perché ha vissuto
così poco l’amore di sua
madre?
BonHan
ricacciò indietro le lacrime prendendo un respiro
profondo e quando sentì la mano di Kyuhyun stringerle la
mano, si sentì al
sicuro. Nonostante
il calore della
stretta del maknae, ciò che la tranquillizzò fu
il sorriso rassicurante di
Yesung che le rivolse e pensò che tutto si sarebbe risolto:
Yesung era in grado
di farle credere che tutto
sarebbe andato per il meglio.
“Park
BonHan?” esordì il dottore con una cartellina in
mano,
non appena entrò nella sala. BonHan fece alzare suo fratello
dalle ginocchia e
si alzò in piedi, mentre Kyuhyun e Yesung rivolsero la loro
attenzione al
dottore facendo seri.
“Sono
io.” Rispose secca BonHan, scura in volto.
“Starà
bene vero?” intervenne BonJoong speranzoso. Il medico
abbassò gli occhi scuri, incupendo lo sguardo e fu allora
che BonHan capì ogni
cosa: avrebbe perso anche sua madre.
“BonJoong,
andiamo ai distributori. Non hai detto di aver
fame?” disse Kyuhyun prendendo la mano di BonJoong. La
corvina lo guardò grata
mentre lui le sorrise amaro, poi si allontanò con il bambino
dirigendosi ai
distributori. Yesung si avvicinò alla manager e con uno
sguardo grave, scrutò
il dottore come se volesse leggergli
il
pensiero, nonostante avesse già intuito tutto.
“Sua
madre è all’ultimo stadio di un glioblastoma
celebrale.”
Esordì il medico con serietà. BonHan
si
sentì gelare come se avesse ricevuto una secchiata
d’acqua gelida sul viso, sentì
le gambe cederle e la testa scoppiare. Non poteva essere
così, non doveva andare
così: c’era qualcosa
di subdolo e schifosamente vero in quella terribile affermazione
facendo
sembrare quella situazione irreale. Quante
volte aveva ripetuto quella scena nella sua mente? Solo
che al posto di sua madre, c’era suo
padre steso su un letto spoglio, privo di vita. Sentì le
lacrime pizzicarle gli
occhi e un senso di oppressione nel petto: perché doveva
succedere di nuovo?
Perché eomma, perché?!
“Non
è possibile. Me l’avrebbe sicuramente detto.
“obbiettò
la ragazza dura e al tempo stesso stizzita: ancora si ostinava a
credere che
era un incubo, uno dei suoi soliti e che presto si sarebbe svegliata.
E’ la vita vera
BonHan, fattene una ragione.
“E’
un cancro che in giro di pochi mesi si diffonde nella
maggior parte del cervello provocando convulsioni, cefalee e
vomito.”
Il
dottore continuava a parlare, ma BonHan percepiva le
parole ed i suoni in maniera ovattata: doveva per forza essere un
incubo, non
poteva succedere di nuovo.
“La
caduta ha provocato una serie di emorragie interne e una serie di
aneurismi celebrali.”
“Ce
la farà?”
“Temo
di no, ajumeoni.”
“Sua
madre si è mai lamentata di forti dolori alla
testa?”
domandò il medico scrutando la ragazza oltre la montatura
delle lenti.
BonHan
scosse lentamente la testa “Mia madre... non mi
parlava di queste cose.” Rispose la manager rigettando
indietro ancora una
volta le lacrime intrappolandole nella gola. Non era più un
incubo o
semplicemente una vaga ipotesi: l’avrebbe persa rendendo la
realtà ancora più
orribile, facendole gelare il sangue.
“E’
curabile? Può essere ancora operata?” intervenne
il main
vocalist con fermezza. Il medico sospirò e si
aggiustò le lenti a mezzaluna che
gli ricadevano sul naso appuntito.
“Il
tumore è troppo diffuso: se operassimo, rischieremo di
causare danni permanenti e
nella
peggiore delle ipotesi, la morte.”
“Quindi,
morirà?”
“Purtroppo
si.”
“Soffrirà?”
“No,
a poco a poco tutti i suoi organi smetteranno di funzionare e alla
fine...”
La piccola
BonHan ascoltava silenziosa voltando la testa verso la madre
e il giovane dottore, cercando di capire cosa stesse succedendo.
“Eomma,
appa torna a casa?” chiese ingenuamente la bambina.
“No,
non lo farà.” Rispose la madre trattenendo ancora
per poco le
lacrime.
“Perché?”
“Perché
non ci sarà più.”
BonHan
guardò il medico furiosa: non avrebbe di nuovo
osservato impotente e silenziosa la morte di un suo caro. Non era
più una
bambina, se c’era una possibilità di salvezza per
sua madre, non avrebbe
esitato ad imporsi.
“Quindi
dovrei lasciarla morire!” eslcamò lei furibonda
stringendo i pugni arrabbiata.
“Purtroppo
si.”
“Quindi,
morirà?”
“Purtroppo
si.”
“Siete
medici o un branco di idioti?!” sbottò BonHan
furiosa
ormai urlando, mentre puntava minacciosa il dito contro il medico. Il
rosso l’afferrò
per le braccia, cercando di trattenerla non con poca
difficoltà perché la
ragazza di dimenava e tirava verso l’uomo.
“BonHan,
calmati!”
“Siete
dottori, fate qualcosa! Non potete lasciarla morire!”
continuò la manager ormai piangendo rabbiosa.
“Abbiamo
fatto il possibile, mi creda.” Rispose serafico il
dottore, ormai abituato a scene simili a quella.
“Evidentemente
non basta!”
“Non
c’è niente che possiamo fare?” chiese
JaeHwa con rassegnazione
“No,
abbiamo fatto veramente il possibile.”
Stessa
scena, stesse parole che nuovamente si ripetevano con
crudeltà e freddezza. Passato e presente si intrecciarono in
un turbine di
dolore e disperazione senza fondo. Che incubo era quello?
“BonHan.”
Yesung la costrinse a girasi e con fermezza la
prese per le spalle “Guardami.” Ordinò
autoritario alzandole il mento e quindi
obbligandola a guardarlo negli occhi: non aveva bisogno di dirle che
ormai era
finita, che non aveva senso lottare. L’unica cosa che poteva
fare era restare
al fianco di sua madre per quel poco che le restava, con la certezza
che lui
sarebbe rimasto con lei. A BonHan bastò per capire e fu per
questo che nascose
il suo viso nel petto di lui dando sfogo ad un pianto liberatorio,
aggrappandosi con ferocia alla giacca del cantante. Yesung la strinse
titubante: era giusto che ci fosse lui al posto di Kyuhyun? Tuttavia,di
fronte
a quelle lacrime amare e a quella ragazza così indifesa in
quel momento da
assomigliare ad un tenero pulcino tremante, non resistette e
l’abbracciò con
tutta la forza che possedeva non ponendosi più simili
domande su cosa fosse
giusto o sbagliato. BonHan aveva bisogno di lui in quel momento e solo
questo
contava.
“Quanto
le resta?” chiese il cantante affranto accarezzando
la schiena della giovane manager.
“Una
notte o forse anche di meno.”
“Quanto
gli resta da vivere?”
“Meno
di ventiquattr’ore.”
JaeHwa
chiuse gli occhi e strinse il BonJoong che aveva tra le braccia,
poi guardò BonHan la quale la guardava interrogativa. Forse
era meglio che non
capisse, almeno non avrebbe pensato che sarebbe cresciuta senza un
padre al suo
fianco.
Yesung
chiuse gli occhi quando sentì il pianto di lei
intensificarsi trasformandosi in un urlo disperato e si
aggrappò talmente forte
a lui che il rosso sentì le unghie di lei graffiargli la
pelle da sopra i
vestiti.
“Mi
dispiace... infondo al corridoio si trova la sua stanza.”
Disse il dottore realmente dispiaciuto mentre si sfilava gli occhiali.
“Mi
dispiace davvero.” Aggiunse ancora, poi si
allontanò diretto in un’altra
stanza, lasciando BonHan al suo dolore e ai suoi ricordi.
Il
main vocalist prese il viso della ragazza tra le mani e
le asciugò le lacrime con i pollici mentre lei continuava a
singhiozzare.
“Yesung,
io non voglio perderla... non anche lei...” disse
BonHan tra un singhiozzo e l’altro con gli occhi arrossati e
gonfi.
“BonHan,
l’unica cosa che puoi fare adesso è andare da lei
e
restare con tua madre fin quando il tempo ve lo
permetterà.” Rispose Yesung
accarezzandole la testa “Non sei sola, adesso
ci sono io qui con te.” Aggiunse sorridendo con dolcezza. La
corvina annuì
debolmente, poi si diresse verso la stanza seguita dal ragazzo cercando
di
trattenere le lacrime: non voleva che l’ultima immagine che
sua madre vedesse
di lei fosse affranta e distrutta.
Quando
entrò nella stanza, la desolante visione di sua madre
stesa debolmente sul letto bianco, come una bambola di pezza, e
l’elettrocardiogramma
collegato al suo cuore segnalando le lente pulsazioni, le distrusse il
cuore,
facendole riportare alla memoria le ultime ore di vita di suo padre.
“Appa!”
esclamò la bambina correndo verso il letto
“Ehi,piccina
mia...” rispose il padre debolmente accarezzando la
guancia della figlia
“Appa...”
“No
BonHan, non piangere.”
“Eomma...”
sussurrò la ragazza avvilita mentre si avvicinava
con lentezza al letto.
“BonHan...
sei qui...” rispose la donna debolmente
sorridendo a fatica.
“Eomma...
perché non me l’hai mai detto?” chiese
la figlia con
la voce tremane per lo sforzo di trattenere le lacrime. JaeHwa sorrise
amara e
sospirò stancamente prendendo tra le mani quella della
figlia. BonHan
rabbrividì per la freddezza quasi mortale della pelle di sua
madre: rigettò
ancora una volta le lacrime trattenendole in gola.
“BonHan,
io non volevo che ti preoccupassi per me. Pensavo
che avrei avuto più tempo e soldi per le cure...”
“Da
quanto lo sapevi?”
“Da
un mese.”
BonHan
si morse il labbro fino a sentire il sapore metallico
del suo sangue: avrebbe dovuto accorgersene, avrebbe dovuto capirlo, ma
ormai
era troppo tardi.
“Perdonami
BonHan.” Supplicò debolmente la donna.
“Perdonami
BonHan. Avrei voluto vederti crescere, trasformarti in una
giovane e bellissima donna e chissà accompagnarti anche
all’altare.” Disse l’uomo
accarezzando il viso della bambina
“Ma
purtroppo, questo non mi sarà possibile.”
SeungHo si
lasciò sfuggire una lacrima solitaria che rigò la
guancia
ormai chiazzata da lividi e ferite.
“Perdonami,
BonHan.”
BonHan
tenne gli occhi bassi per tutto il tempo, sentendo
ancora la rabbia crescerle nel petto: lo sapeva da tempo e nonostante
ciò lei
non aveva avuto nessuna cura di se. Non pensava a BonJoong? Non pensava
a lei?
“Avremo
trovato il modo!” esclamò la manager con la voce
spezzata da lacrime silenziose.
“Adesso
è tardi, non credi?”
“Eomma,
non posso perdere anche te. Se non ci sei tu al mio fianco
chi mi dirà cosa è giusto o sbagliato?!”
JaeHwa
accarezzò il viso della figlia sapendo che mai
più l’avrebbe
rivista, tuttavia non si sentiva triste anzi, era orgogliosa della
giovane
donna seduta di fronte a lei che stava cercando con tutte le sue forze
di
trattenere il pianto. Ricordò la prima volta che la vide e
la strinse tra le
sue braccia: un piccolo bocciolo di rosa che ben presto sarebbe
fiorito. Di un’intelligenza
straordinaria e di una forza da permetterle di non abbattersi mai. Era
fiera ed
orgogliosa di quella sua creatura, ma era giunto il momento che
camminasse da
sola.
“BonHan,
sto morendo ed è arrivato il momento che tu adesso
vada avanti senza di me.” Disse con fermezza la donna
stringendo la mano della
figlia. BonHan lasciò che le lacrime le bagnassero il viso e
abbracciò sua
madre, inebriandosi del suo profumo, per un’ultima volta.
Yesung in silenzio,
rimase ad ascoltare appoggiando la testa alla parete cercando di non
piangere
anche lui. Per cosa piangeva? Per JaeHwa che non avrebbe più
rivisto i suoi figli?
Per BonHan che avrebbe perso sua madre? Per BonJoong che non avrebbe
mai
vissuto a pieno l’amore di sua madre?
Yesung
si sentiva di piangere per quella donna grazie alla
quale aveva capito di amare profondamente BonHan e non
l’avrebbe mai
dimenticato.
“Eomma!”
esclamò BonJoong entrando nella stanza, seguito da
KyuHyun che rimase sul ciglio della porta.
“BonJoong...”
“Eomma
come stai? Guarirai vero? Tornerai a casa, vero?”
JaeHwa
rise debolmente e accarezzò il viso del figlioletto:
di fronte a quegli occhi pieni di dolcezza e speranza, come avrebbe mai
potuto
confessargli che mai più sarebbe ritornata da lui?
“Certo
tesoro e quando torno, preparerò tutti i tuoi cibi
preferiti, d’accordo?” mentì la donna
cercando di essere convincente. Poi
abbracciò con forza il figlio imprimendosi nella mente il
viso e il profumo del
figlio, mentre BonHan si girò dall’altra parte
asciugandosi le lacrime che
sgorgavano implacabili.
Kyuhyun
rivolse uno sguardo interrogativo verso Yesung: il
main vocalist scosse il capo con rassegnazione e Kyuhyun
capì, JaeHwa non ce l’avrebbe
fatta.
“BonJoong
andiamo, sta sera dormirai con noi.” Disse Yesung
sorridendo cordiale porgendo la mano al bambino.
“Io
con te non vado da nessuna parte.” Rispose secco
guardando crucciato
il cantante
“BonJoong!”
esclamò la donna con quella poca forza che le
restava.
“Lo
accompagno io, tu resta con BonHan.” Intervenne il
maknae scuro in volto, poi aspettò che BonJoong salutasse
sua madre, ignaro che
fosse per l’ultima volta e uscì fuori dalla
stanza, seguito da BonHan. I due si
abbracciarono e stettero stretti per molto tempo: BonHan aveva bisogno
di quel
contatto.
“Grazie.”
Sussurrò grata all’orecchio di lui. Kyuhyun
sorrise, poi le diede un bacio sulle labbra, sotto lo sguardo
imbarazzato di
Yesung. Il main vocalist distolse lo sguardo imbarazzato: sarebbe
dovuto andare
lui con il bambino e non Kyuhyun. Tutto quello che stava accadendo era
terribilmente sbagliato: JaeHwa non doveva ammalarsi, BonHan e BonJoong
non
dovevano rimanere da soli e Kyuhyun non doveva andare via e lui non
doveva
essere lì. Sembrava
che il maknae gli
stesse implicitamente dicendo che era lui l’unico in grado di
consolare BonHan.
Poi
il maknae andò via sapendo che il quel momento BonHan
aveva più bisogno di Yesung.
“BonJoong,
ti va di giocare?” propose Eunhyuk mostrando al
bambino la scatola di un gioco da tavolo.
“Cluedo!
E’ uno dei miei preferiti.” Rispose entusiasta il
bambino sorridendo mentre seguiva il main dancer.
“Voglio
giocare anche io.” Piagnucolò Donghae mettendo il
broncio
“Allora
vieni anche tu.” Rispose Hyukjae corrugando la
fronte infastidito
“No,
adesso non voglio perché non l’hai chiesto prima a
me.”
Rispose il bruno incrociando
le braccia
stizzito
“Te
l’avrei chiesto se non avessi fatto lo stesso con me
prima...” lo provocò l’altro pungente
innescando un nuovo ed inutile
battibecco.
“Hyung...
fanno sempre così?” domandò BonJoong a
Leeteuk
mentre osservava stranito i due litigare
“La
maggior parte delle volte...” rispose divertito il
leader scompigliandogli i capelli.
“Sempre.”
Aggiunse Kangin sospirando. BonJoong rise
divertito: era una risata cristallina. Il leader si domandò
se anche quando
avrebbe saputo di sua madre, avrebbe conservato quella risata oppure si
sarebbe
spento per sempre.
“BonJoong
vuoi vedere un cartone animato?” chiese Sungmin
sorridendo dolce
“Il
re leone!” Esclamò il ragazzino saltando contento
sul
divano”Lo guardavo sempre con nuna.” Aggiunse
sedendosi tra Siwon e Ryeowook
mentre Shindong inseriva il dvd nel lettore.
“Almeno
ha gusto BonHan...” sussurrò acido Heechul.
Kyuhyun
lo guardò infastidito ma si trattenne dal rispondere: ormai
si era abituato a
quelle frecciatine e soprattutto alla “gelosia” del
suo migliore amico. Ancora
non capiva il motivo del suo odio per BonHan.
“Siwon
hyung perché ti chiamano Simba? Assomigli di più
ad
un micio spelacchiato che ad leone...”
I
cantanti scoppiarono a ridere per la sincerità di
BonJoong, l’unico che si sforzava almeno di sorridere era
Kyuhyun il quale non
riusciva a non pensare a BonHan: perché non era stato in
grado di essere la sua
roccia?
Le
ore passarono e assistere allo spegnimento graduale di
JaeHwa si fece sempre più lungo e distruttivo. Ormai non
rispondeva più,
invocava solo il nome di suo marito: era ormai giunto il momento che
JaeHwa si ricongiungesse
finalmente con il suo SeungHo.
“B-BonHan...”
sussurrò faticosamente la donna stringendo la
mano della figlia “Promettimi che ti lascerai amare,
l’amore è la cosa più
bella che possa mai capitarti.”
BonHan
sentì gli
occhi umidi e le lacrime in gola: stava finendo davvero? Da un momento
all’altro
sua madre non l’avrebbe più rivista, avrebbe
chiuso gli occhi per sempre.
“Te
lo prometto eomma.” Rispose la ragazza lasciando che le
lacrime le annebbiassero la vista e le bagnassero gli zigomi. La donna
sorrise
stanca poi rivolse il sguardo verso Yesung facendogli segno di
avvicinarsi.
Quando il cantante, titubante, si avvicinò al capezzale,
JaeHwa gli prese la
mano facendogli promettere che si sarebbe preso cura lui di BonHan e
BonJoong.
“BonHan
devi promettermi che ti prenderai cura tu della mamma e di tuo
fratello, senza smettere mai di inseguire il tuo sogno. Me lo
prometti?”
“Io
ve lo prometto, ajumma.” Rispose il rosso con la voce
rotta dal pianto.
“Te
lo prometto, appa.”
JaeHwa
sorrise serena: adesso poteva andare. Guardò per
un’ultima
volta BonHan e rivide nei suoi occhi l’uomo che non aveva mai
smesso di amare:
le stava porgendo la sua mano, circondato da una luce splendente e
purissima.
“Sono
pronta, amore mio.”
Chiuse
gli occhi ed emise il suo ultimo respiro, mentre un
tuono squarciava con ferocia il cielo e la pioggia si
intensificò.
“Eomma...
eomma!” urlò BonHan scuotendo con forza il corpo
senza vita della madre
“BonHan...”
sussurrò Yesung avvicinandosi alla ragazza
“Eomma!”
urlò disperata lei con la vista appannata dalle
lacrime. Il medico si avvicinò al corpo della donna e
controllò il monitor dell’elettrocardiogramma,
privo di movimento.
“Ora
del decesso,
ventuno e nove minuti.”
“Ora
del decesso, ventitré e venticinque minuti.”
BonHan si
nascose dietro la gamba della madre bagnando le gambe della
donna con le sue lacrime, mentre JaeHwa era scossa da singulti e
singhiozzava
cullando il piccolo BonJoong.
BonHan
si sentì risucchiare da un incubo crudelmente reale:
urlò con rabbia e disperazione invocando il nome di sua
madre mentre Yesung la
trascinava via di peso dalla stanza. Il rosso la strinse a se da
dietro, mentre
lei urlava e piangeva disperatamente rompendo con le sue grida il
silenzio
mortale di quel luogo. Yesung non la lasciò neanche quando
si accasciò a terra
priva di forze e lei si appoggiò sulla spalla di lui
singhiozzando distrutta.
Quando intravide il lenzuolo bianco sul viso di sua madre,
sentì una parte di
lei morire per sempre e si ricordò quando accadde lo stesso
con suo padre.
“Ti
prego Yesung, portami a casa...” implorò BonHan
scossa
da violenti singulti e la voce squassata da lucciconi che le
arrossavano gli
occhi. Yesung l’aiutò ad alzarsi e la fece
appoggiare su di lui: sarebbe stato
lui la sua ancora di salvezza, era ormai il suo compito.
Quando
furono arrivati a casa della ragazza, Yesung si
assicurò che almeno mangiasse qualcosa, arrivando persino ad
imboccarla. Non
voleva lasciarla da sola, non in quello stato con il cuore distrutto.
“Yeye...
puoi restare con me?” chiese supplichevole BonHan
con gli occhi gonfi e arrossati ancora carichi di lacrime. Il main
vocalist
annuì silenzioso e si sedette sulla poltrona della stanza da
letto.
“Io
intendevo... dormire affianco a me.”
Yesung
la guardò incerto poi si alzò, vinto dalla
preghiera
e da quello sguardo impaurito, lentamente mentre lei gli fece spazio;
quando si
stese al suo fianco, BonHan si strinse a lui, appoggiando la testa sul
suo
petto, sentendo il battito del cuore del ragazzo, mentre lui e
accarezzava la
schiena nel tentativo di tranquillizzarla.
“Domani
sarò di nuovo forte, ma sta sera posso piangere?”
chiese tra le lacrime BonHan riprendendo a singhiozzare.
“Non
c’è bisogno che tu sia forte, lo sarò
io per te.” Rispose
il cantante sicuro baciandole la fronte e stringendola al suo petto.
Non si
addormentò fino a quando la corvina non smise di
singhiozzare continuando ad
accarezzarle la schiena, poi quando fu certo che si fosse addormentata
e il
respiro regolarizzato, chiuse gli occhi anche lui promettendo ancora
una volta
a JaeHwa che l’avrebbe protetta per sempre.
Note dell'autrice!
Ebbene dopo milleni, eccomi qua con un capitolo a dir poco depressivo.
Si dovevo dirvi di portarvi i rotolono regina, sorry.
Se siete arrivati qui, complimenti avete vinto una fornitura per un
anno di biscotti pan di stelle (?)
Scusate sto sclerando. Ora vado a studiare, gente! Ci vediamo al
prossimo capitolo!
Un bacio
Cri_Snix
P.s:
Oggi sono in fissa per la YeWook :3
|
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Capitolo 19 *** Capitolo 18-Il dono ***
Capitolo
18
Il dono
Gli occhi di
sua madre che la guardavano per un’ultima volta
prima di chiuderli per sempre, tormentarono il sonno di
BonHan per le notti seguenti. Ogni notte
BonHan la salvava con modi diversi, ma al mattino, quando si svegliava,
per un istante di dimenticava che sua madre
non sarebbe mai più tornata, poi subito dopo si rendeva
conto che era solo un
sogno. I primi giorni cercò di non piangere almeno di fronte
al fratello,
cullandolo tra le sue braccia quando la notte le chiedeva di dormire
con lei.
Poi un giorno, mentre era sotto il getto della doccia,
lasciò che le lacrime si
confondessero con le gocce d’acqua fredda, liberandosi del
groppo che aveva
nella gola. Stare a casa di sua madre, inoltre, amplificava il suo
dolore e
nonostante l’assidua presenza di Kyuhyun a casa sua che
cercava in tutti i modi
di alleviarle il dolore, non si sentiva meglio, proprio come quel
pomeriggio.
Il maknae era andato a casa della manager per aiutarla a sistemare in
degli
scatoloni gli oggetti presenti in casa che prima erano solo degli
oggetti privi
di valore e storia ma che dopo la morte di JaeHwa divennero solo fonte
di
nostalgici ricordi.
“Grazie
Kyuhyun.” Disse BonHan mentre riponeva delle cornici
in uno scatolone.
“Non
devi ringraziarmi, sono qui per te e BonJoong.” Rispose
il maknae intento ad avvolgere nella carte di giornale delle tazze in
porcellana. BonHan gli sorrise con quel velo ormai di tristezza per poi
passare
ad imballare i quadri.
Kyuhyun
la guardava attento mentre continuava ormai meccanicamente
ad avvolgere le tazze nei fogli di giornale pensando a quanto BonHan
fosse
bella nonostante le occhiaie dovute alle notti insonni e ai ciuffi
ribelli che
le ricadevano dalla coda. Quando vide un sorriso malinconico spuntarle
sul viso
per una foto ingiallita, si avvicinò silenzioso a lei e le
diede un bacio sulla
guancia facendola arrossire e girare di scatto.
“E
questo per che cos’era?” chiese BonHan rossa in
volto
“Deve
esserci per fora un motivo per baciare la mia ragazza?”
rispose malizioso lui ad un soffio dalle labbra della manager.
“Non
siamo soli ti ricordo...” sussurrò la ragazza
mentre il
cantante sfiorava le labbra della corvina
“E
allora?...”
“E
allora placa i tuoi ormoni.”
Kyuhyun
sorrise contro il collo di BonHan che stava
punzecchiando con piccoli baci e morsi provocando dei brividi nella
ragazza.
“Sul
serio Kyuhyun, BonJoong è di là.” Disse
BonHan
allontanandolo con le mani. Il maknae sbuffò contrariato
facendo ridere BonHan,
poi lo invitò a sbrigarsi con le stoviglie.
“Sappi
che la prossima volta non mi limiterò ad un
bacio.” L’avvertì
Kyuhyun sorridendo malizioso. BonHan stava per controbattere quando
entrò in
cucina BonJoong con la mascella serrata, decisamente arrabbiato.
“Io
non voglio andare via.” Esordì BonJoong serrando
le mani
sullo scatolone in mano e scuro in volto.
“Donsaeng
ne abbiamo già parlato.” Rispose secca la sorella
senza rivolgere lo sguardo al fratello continuando ad imballare le
cornici.
“BonJoong
ascolta tua sorella, è la cosa migliore da fare.”
Aggiunse
Kyuhyun avvicinandosi al bambino. BonJoong corrucciò la
fronte e fece una
smorfia con le labbra.
“Adesso
tutto quello che dice nuna è giusto!”
sbottò acido
il bambino sbattendo i piedi per terra.
“BonJoong!”
“Lascia
perdere Kyuhyun, è un ragazzino.”
BonJoong
divenne rosso e lasciò cadere lo scatolone con
rabbia “Io non sono un ragazzino!”
“Ah
no? Però ti stai comportando come tale!”
controbatté
BonHan duramente mentre afferrava un altro scatolone con stizza.
“Eomma
sarebbe restata ancora qui, non sarebbe andata via
senza aver prima trovato un altro posto dove andare!”
“Mi
dispiace di non essere come eomma!” esclamò
stizzita
BonHan sovrastando BonJoong mentre gli rivolgeva uno sguardo risentito.
Il bambino
abbassò gli occhi non riuscendo a sostenere quelli della
sorella e mentre
sussurrava le sue scuse, corse verso la sua stanza raccogliendo lo
scatolone e
gli oggetti caduti da esso.
“Forse
è meglio che vada a parlargli...” disse il
cantante
alzandosi e dirigendosi verso la stanza, ma BonHan gli prese una mano e
lo
bloccò:
“No,
lascia che si calmi. Tu piuttosto vai, hai le prove
adesso.”
Kyuhyun
sorrise divertito “E’ il brutto di avere come
fidanzata l’assistente del proprio manager...”
scherzò poi mentre si dirigeva alla
porta indossando la giacca seguito dalla corvina che lo
accompagnò alla porta.
“Non
me lo dai un bacio?” domandò malizioso il cantante
sorridendo sghembo
“Ti
ho già detto di placare i tuoi ormoni?”
“Ti
ho già detto che ti amo?”
BonHan
sentì il cuore fermarsi a causa di quelle parole
perché
fu la prima volta che le sentì e le fecero uno strano
effetto. Lei e Kyuhyun
non avevano mai avuto bisogno di dirselo ne tanto meno sentirselo dire
perché era
così ovvio, almeno fino a quel momento. Se era
così ovvio, perché BonHan non
riuscì a dirlo a sua volta? Erano due parole, cinque
lettere: cosa c’era di
così complicato? La manager iniziò a domandarsi
se amasse davvero Kyuhyun o se
provasse solo un forte affetto verso di lui.
E’ ovvio che lo ami,
sei solo spaventata perché nessuno mai te l’ha mai
detto.
Forse
era davvero così o almeno BonHan iniziò a sperare
e a
convincersi che fosse realmente così.
“Dai
vai, farai tardi alle prove.” Rispose la ragazza
distogliendo lo sguardo dal cantante.
Codarda...
“Sai
in questi casi si risponde ‘anche io!’.”
Disse Kyuhyun
inarcando il sopracciglio ironico.
E’ tanto difficile da
dire BonHan? Perché non mi ami come hai amato JongWoon?
BonHan
sospirò arrendevole e lo guardò negli occhi: per
un
attimo vide il viso di Yesung negli occhi del maknae e le venne
naturale dirgli
“Anche io.”. Anche dopo quando Kyuhyun premette le
sue labbra contro le sue, le
continuò a vedere il volto di Yesung nella sua mente,
rendendo quel bacio più
dolce.
Quando
finalmente il maknae andò via, BonHan si rese conto
di ciò che aveva pensato rientrando in casa e chiudendosi la
porta alle spalle.
Amava Kyuhyun, eppure non c’era un solo istante che non
riuscisse a non pensare
a quel ragazzo che con un sorriso avrebbe potuto illuminare il mondo.
“Alla
buon’ora Kyuhyun...” disse Leeteuk duro mentre
seguiva
con lo sguardo il maknae
“Ti
davamo per disperso.” Aggiunse ironico Eunhyuk
“Avevi
detto che saresti uscito per cinque minuti ed invece
sei stato via per quasi mezz’ora”
l’apostrofò Kangin aspramente.
Kyuhyun
sorrise furbo mentre si sfilava la felpa restando in
canottiera “Scusate hyung, ma ho avuto di meglio da
fare...”
“Per
esempio?”chiese ingenuamente Sungmin
“Cose
che in cinque minuti non si possono fare...” rispose
il maknae malizioso facendo impallidire Yesung che stava accordando la
chitarra, facendogli alzare lo sguardo di scatto.
“Kyuhyun,
ti aspetto nella mia stanza per le dovute
confessioni.” Esordì Siwon guardandolo sconvolto.
“Col
ca...”
“Tò-tò
Kyuhyun, nessuno ti ha detto che le parolacce non si
dicono?”
“Possiamo
iniziare queste prove, per favore?” intervenne il
leader stizzito mentre gli altri si posizionavano ai loro posti.
“Hyung,
stai bene?” domandò Donghae al rosso ancora
immobile
per la dichiarazione del maknae
“Eh?!”
“Andiamo
sai Kyuhyun com’è fatto: stava
scherzando.” Cercò il
minore di tranquillizzarlo sorridendo solare. Yesung annuì
poco convinto mentre
si alzava e raggiungeva gli altri.
Mentre
provavano i passi, ogni volta che il suo sguardo
cadeva su Kyuhyun, ripensava a quello che il maknae aveva detto prima e
il solo
pensiero che lui e BonHan erano andati oltre il semplice bacio lo
mandava in
bestia.
Si chiama gelosia
JongWoon, e dovrai convincerci per molto.
Finite
le prove i cantanti ritornarono ai loro dormitori,
dirigendosi stancamente nelle loro stanze desiderosi di riposarsi e di
farsi
una doccia.
“E
se avessero... insomma... dico... se Kyuhyun dicesse sul
serio...?” domandò Yesung a Ryeowook uscendo dal
bagno ancora con i capelli
bagnati e l’asciugamano annodato in vita
“Non
hai dimenticato l’asciugamano questa volta?”
“Wokieee!”
“Scherzavo!”
Yesung
aggrottò la fronte e si stese su letto passandosi una
mano tra i capelli pensieroso.
“Se
fosse vero non credi che Kyuhyun l’avrebbe sbandierato
ai quattro venti?” chiese con una punta di sarcasmo nella
voce il più piccolo,
mentre si sfilava la felpa per indossare qualcosa di più
fresco e comodo.
“Non
dovrebbe importarmene di che cosa faccia BonHan
con Kyuhyun...”
“Tu
l’ami hyung ed è naturale essere
gelosi.” Lo interruppe
il minore sedendosi di fronte al main vocalist. Yesung
sospirò e si mise a
sedere mentre le gocce d’acqua scendevano ancora lungo la
spina dorsale
facendogli il solletico innervosendolo, o forse era semplicemente la
gelosia a
renderlo nervoso.
“Cosa
devo fare Wookie?” domandò il rosso sfregandosi le
mani con lentezza. Ryeowook sospirò e arricciò un
angolo della bocca sorridendo
ambiguamente
“Hyung,
lo sai benissimo.”
“Non
ti facevo così ambiguo, Wookie.”
“Ci
sono dei lati di me che ancora non conosci.”
Scherzò il
minore mentre entrava nel bagno facendo sorridere Yesung. Il rosso
sospirò e
prese il braccialetto per BonHan, che era sul comodino, e il cellulare
per poi
guardarli entrambi. Si fece coraggio e digitò il numero
della manager
scrivendole un messaggio.
Tutto
ok? :)
Avrebbe voluto
scriverle che in quel
momento era lui che aveva bisogno di vederla, tuttavia non avrebbe
dovuto e ne
potuto, rimanendo sul freddo e distaccato. Trepidante attese la
risposta
tamburellando il cellulare nervoso sulla mano e non appena
sentì il cellulare vibrare,
lesse il messaggio con il cuore che gli galoppava impazzito.
Non proprio.
Yesung
iniziò ad andare in ansia e si alzò
in piedi incominciando a camminare avanti e indietro per la stanza
mentre
digitava velocemente la risposta.
Cos’è
successo?
Un trillo di un nuovo
messaggio non tardò
ad arrivare e il cantante, preoccupato, trattenne un respiro.
Ho bisogno di te, puoi
venire da me prima che puoi?
Il cantante si
massaggiò le tempie
pensieroso prima di risponderle: quelle parole che valevano
così tanto per lui,
valevano nello stesso modo anche per BonHan? Cosa voleva intendere? Un
aiuto
materiale, o semplicemente lo usava come una medicina contro i suoi
attacchi di
dolore? Yesung scosse la testa: BonHan non era la persona che sfruttava
le
persone a suo giovamento, le era successo sicuramente qualcosa. Si
scompigliò i
capelli nervoso e si morse il labbro indeciso mentre pensava ad una
risposta.
Lo sguardo si soffermò di nuovo sul braccialetto e
digitò velocemente la
risposta, seguendo l’istinto.
Venti minuti e sono da te.
“BonHan io ho finito
con gli scatoloni,
posso andare a dormire?” chiese BonJoong con la voce
sonnolenta strofinandosi
gli occhi stancamente. Era così tenero con quegli occhi
pieni di sonnolenza e
che cercava in tutti i modi di tenerli aperti, che fece sorridere
BonHan con
tenerezza e con forza abbracciò suo fratello ripensando che
lui era l’unica
cosa sicura che le restava.
“Notte nuna.”
“Notte
dongsaeng.” Rispose BonHan
accarezzandogli i capelli, poi BonJoong si allontanò verso
la sua stanza. La corvina
sospirò stanca e si stiracchiò decidendo che
avrebbe finito almeno di mettere
negli scatoloni tutti i libri prima di andare a dormire anche lei.
Quando prese
l’ultimo libro, da esso fuoriuscì un foglio
piegato a metà; BonHan lo raccolse
e lo aprì, ma solo dopo che lesse il primo rigo e che
riconobbe la calligrafia,
si sentì gli occhi pizzicare dalle lacrime.
Cara BonHan,
se hai trovato
questa
lettera, significa che io non ci sono più, altrimenti
richiudila immediatamente
e rimettila a posto, impicciona!
Bene se stai
continuando
a leggere significa davvero che io non ci sono più e mi
dispiace perché è colpa
mia e non pensare che sia tua, ma procediamo con ordine.
Quando seppi che
ero
malata e che avevo pochi mesi di vita se non mi fossi operata subito,
ho visto
tutto il mio mondo crollare: come avrai pagato l’operazione e
tutte le cure?
Avrei dovuto obbligarti ancora ad aiutarmi e a prestarmi i tuoi soldi?
Così
decisi di non dirti nulla e di vivere gli ultimi mesi che mi restavano
in pace
e serenità insieme a te e BonJoong.
Adesso mi
chiamerai
egoista, mi odierai, mi piangerai ancora, ma soprattutto ti sentirai
sola e
abbandonata. Mi dispiace davvero BonHan, non pensare che sia stata una
decisone
facile per me lasciare da soli te e BonJoong, il mio piccolo BonJoong.
Non odiarmi
BonHan, ma
era l’unica soluzione per renderti libera.
Si, libera
perché tu mi
hai aiutato per quindici anni a discapito della tua giovinezza e del
tuo sogno
e non sai quanto mi senta in colpa per questo. Ma adesso, è
arrivato il momento
che faccia qualcosa per te: per troppo mi sono comportata da egoista
impedendoti di piccare il volo e anche se tu l’hai fatto
perché volevi, non ti
ho mai ringraziato a sufficienza.
Voglio farti un
dono
BonHan, non una cosa qualsiasi o un oggetto, non è niente di
tutto questo. E’
qualcosa di più profondo e duraturo: voglio donarti la tua
vita.
Sei cresciuta
troppo in
fretta, rinunciando alla tua infanzia e alle piccole gioie e frivolezze
di una
ragazza. Per troppo tempo non hai amato, riso con i tuoi amici, pianto
per le
prime cotte... non hai mai vissuto per causa mia ed è per
questo che è arrivato
il momento che tu lo faccia.
So che queste
parole ti
feriranno e ti feriranno e ti faranno piangere ma è
semplicemente la verità e
lo sai anche tu, in cuor tuo, BonHan.
Ti voglio bene
bambina
mia e sono davvero orgogliosa della donna che sei stata, sei e che
sarai.
Il mio unico
ripianto e
di non avere la gioia di vedere te e BonJoong continuare a crescere e
vedervi
diventare delle persone grandiose.
Con affetto, tua
madre.
BonHan mentre leggeva, si
appoggiò contro
la parete ma le gambe non ressero e scivolò contro di essa
fino a sedersi sul
pavimento. Strinse la lettera tra le mani e alcune lacrime caddero su
di essa
scambiando l’inchiostro rendendolo in alcuni punti delle
macchie nere
indistinte. Iniziò a singhiozzare silenziosa per non farsi
sentire dal
fratello, nascondendo il viso tra le mani. Lei non aveva mai espresso
un
desiderio di liberta o di fuggire da sua madre, tuttavia in fondo al
suo cuore
non desiderava altro che del tempo per se stessa, ma non a quel prezzo.
Si asciugò
le lacrime non appena sentì il
cellulare trillare per un nuovo messaggio, così lo
sfilò dalla tasca e lo
lesse: era da parte di Yesung.
Tutto
ok? :)
Sorrise triste e
pensò che il cantante
avesse un’innata capacità di capitare al momento
giusto.
Non proprio.
Cosa è successo?
BonHan poté percepire
la preoccupazione del
cantante attraverso il messaggio e prese un bel respiro: non voleva che
si
preoccupasse ancora per lei e fu tentata di non rispondergli e di
chiamare
Kyuhyun, tuttavia sentiva di aver bisogno di Yesung e solo di lui
rendendosi
conto che ormai la sua presenza era ormai fondamentale. Non si
sentì in colpa
verso Kyuhyun mentre pensava a tutto questo, perché lo
amava, ne era certa
anche se per Yesung provava un forte affetto, nemmeno quando inviava la
sua
risposta di averlo accanto e solo dopo, quando Yesung le
assicurò la sua
presenza, si sentì tranquilla.
Perché aveva
l’esigenza di avere lui al suo
fianco? Ma la vera domanda era: perché non Kyuhyun.
Yesung salì
velocemente le scale arrivando
con il fiato corto di fronte all’appartamento di BonHan e
titubante suonò il
campanello. Non aspettò molto prima che BonHan, con il viso
rigato dalle
lacrime, lo aprisse.
“BonHan
cosa...” ma prima che potesse
continuare la frase, BonHan si strinse a lui in abbraccio arpionandosi
alle
spalle di lui. Yesung ricambiò l’abbraccio
stringendola con forza e sapere cosa
fosse successo non importava più perché aveva
tutto il suo mondo tra le
braccia. BonHan aveva bisogno di lui e parve che in quel momento
stringerla a
se e accarezzarle la schiena mentre lei gli bagnava la maglia con
lacrime
amare, fosse la cosa migliore che potesse fare.
Note
autrice :3
EBBENE,
ECCOMI QUA! MUHAHAHAHA
DOPO
ANNI, SECOLI, MA CHE DICO, MILLENI, sono tornata!
GOITE
SU!
...
Oh
bè, se non gioite non vi do i biscotti u.u
Bene
ora mi dileguo e vi abbandono con questo Kyuhyun u.u
Un
bacio e al prossimo capitolo!
Cri_Snix
|
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Capitolo 20 *** Capitolo 19-Contrasti d'amore ***
Capitolo
19
Contrasti d'amore
“Credo
che sia meglio che io vada.”
“Devi
proprio?”
Yesung
sorrise dolce poi sospirò con rassegnazione. Anche se
BonHan lo stava implicitamante supplicando di non andare via, Yesung
era convinto
di essere fuori luogo. Non era lui che doveva stare steso affianco a
lei e ne
tantomeno doveva stringerla a sé, però non
potette fare a meno di correre da
lei. Era più forte di lui perché BonHan aveva
ormai un potere straordinario su
di lui, dopotutto l’amava ancora.
“E’
tardi BonHan, non voglio che i ragazzi si preoccupino.”
Affermò
con fermezza senza però avere la minima intenzione di
sciogliere quel contatto.
BonHan sospirò arrendevole: non aveva tutti i torti,
tuttavia non poteva fare a
meno di stare stretta a lui, anche solo per un istante in
più, perché la sua
presenza la faceva sentire sicura e protetto e tutto questo, per
qualche
stupida ragione che lei ignorava, Kyuhyun non riusciva a trasmetterle.
“Giusto,
hai ragione.” Ammise BonHan sciogliendosi a
malincuore dalla stretta del rosso. “E poi non voglio tenerti
sulla coscienza
se sbagli qualche passo al M!Comeback di domani...”
“Perché
io sono un ballerino eccezionale, giusto...”
scherzò
il main vocalist facendo ridere BonHan
“Ci
vediamo domani, allora.” Disse Yesung sul ciglio della
porta accompagnato dalla ragazza.
“Grazie
Yesung, di tutto.” Rispose la ragazza sorridendo
grata al main vocalist, il quale sorrise a sua volta.
“Non
ringraziarmi, io ci sono sempre per te, lo sai.”
Detto
questo il cantante che salutò la ragazza con un cenno
della mano ed un sorriso per poi allontanarsi via, lasciando la ragazza
sul
ciglio della porta intenta a seguirlo con lo sguardo fino a quando il
cantante
voltò l’angolo scomparendo dietro la rampa di
scale. La manager sospirò e
decise di andare a dormire anche lei, quindi rientrò in casa
e si diresse verso
la sua stanza da letto. Quando si stese sul letto, percepì
ancora il profumo
del ragazzo sulle lenzuola e sulla federa del cuscino, così
si portò il cuscino
al viso e ispirò tutto il suo profumo, immaginandosi Yesung
ancora accanto a
lei, addormentandosi serena.
Sungmin
si svegliò quasi all’alba la mattina dello show
televisivo, preparandosi con calma prima che Kyuhyun si svegliasse ed
occupasse
il bagno. Dopo essersi lavato e vestito, si diresse verso il salotto
affinché
si potesse preparare una tazza di caffè. Non appena
entrò nel soggiorno, si
accorse della presenza di Yesung che dormiva placidamente sul divano.
Il
minore, si accostò incuriosito al maggiore e prima che
potesse scuoterlo per
svegliarlo, il rosso aprì gli occhi sbattendo le palpebre
più volte per
abituarsi alla luce mattutina.
“Sungmin...
che ore sono?” chiese il main vocalist con la
voce impastata dal sonno per poi mettersi a sedere.
“Hyung,
perché hai dormito sul divano? Wookie ti ha cacciato
fuori?” scherzò Sungmin mentre si avvicinava alla
macchinetta del caffè e
preparando due tazze, una per lui ed una per il maggiore.
Yesung
si stiracchio e si grattò la testa ancora assonnato,
poi si tolse la coperta da dosso e si alzò in piedi per poi
accomodarsi al
tavolo posto un po’ più lontano dal divano.
“Ho
fatto tardi ieri e non volevo svegliarvi, così ho
dormito sul divano.”
Sungmin
gli porse una tazza di caffè fumante e si sedette di
fronte a lui.
“Dove
sei stato?” domandò il biondo sorseggiando il
contenuto nero e caldo della sua tazza. Yesung gli andò di
traverso il caffè e
abbassò lo sguardo colpevole stringendo la tazza tra le
mani. Se avesse detto
che era andato da BonHan, temeva che Sungmin l’avrebbe detto
a Kyuhyun. Sentì i
sensi di colpa opprimergli il petto perché sapeva di stare
sbagliando, BonHan
era pur sempre la fidanzata di uno dei suoi
“fratelli” e si sentiva come lo
stesse tradendo.
“Sei
andato da lei, vero?”insinuò il minore sorridendo
sghembo. Yesung rimase con lo sguardo fisso sulla tazza annuendo appena.
“Lo
dirai a Kyuhyun?”
“No.”
Rispose sospirando il minore “Ma permettimi di dirti
alcune cose, hyung.”aggiunse inoltre indurendo il tono. Il
rosso si fece
attento e serrò la mascella sapendo che quello che stava per
ascoltare non gli
sarebbe piaciuto.
“Hyung,
non credi di dover rinunciare a lei?”
“Credo
che tu abbia frainteso...” tentò di mentire il
maggiore, distogliendo lo sguardo da Sungmin, ma invano. Non era bravo
a
mentire e infatti Sungmin sembrò accorgersene
perchè rise impercettibilmente
ghignando appena.
“Hyung
io lo so quello che provi per BonHan e di certo non è
amicizia, ma devi sapere che anche Kyuhyun prova lo stesso sentimento
per lei.
Con il tuo atteggiamento, non solo soffri tu, ma fai soffrire anche
Kyuhyun.
Quindi ti chiedo solo di rinunciare ad una vita con lei, per Kyuhyun e
per la
tua vita; non credi di dover voltare pagina?”
Il
main vocalist accigliò lo sguardo e si alzò di
scatto
innervosito da quel discorso. Strinse i pugni e guardò duro
il minore.
“La
vita di BonHan è la mia vita.”
Con
queste parole, il rosso abbandonò la stanza, lasciando
Sungmin solo e sgomento. Il biondo si passò una mano tra i
capelli e sospirò
arreso, quello che poteva fare l’aveva fatto. Più
che cercare di convincere
Yesung a dimenticarsi della giovane manager, non poteva fare.
Sperò solo che il
suo hyung avesse un minimo di buon senso e che si rendesse conto delle
conseguenze delle sue azioni. Ma sarebbe arrivato il momento in cui
Sungmin non
sarebbe rimasto più semplicemente a guardare,
perché la posta in gioco era fin
troppo alta: l’amicizia tra Kyuhyun e Yesung ma soprattutto
l’unità tra tutti i
componenti dei Super Junior.
BonHan
seguiva nelle quinte dello show televisivo, dove si
sarebbero esibiti i Super Junior, JungHoon il quale dava direttive a
destra e a
manca.
“BonHan
controlla se tutti i ragazzi sono pronti.” Ordinò
il
manager camminando velocemente verso i monitor delle quinte che
riprendevano
tutto il palco. La ragazza annuì prontamente e si diresse
velocemente ai
camerini.
“Ragazzi,
siete pronti?” domandò la corvina ad alta voce
prima che Kyuhyun la trascinasse per il braccio dentro il suo camerino.
“Kyuhyun!
Ma sei un complet-...” ma prima che BonHan potesse
finire, Kyuhyun premette le sue labbra contro quelle di lei in bacio
che mozzò
il respiro alla manager. Kyuhyun strinse la presa sui fianchi di BonHan
e fece
aderire i loro corpi ancora di più. Aveva bisogno di lei
soprattutto dopo
quello che aveva sentito quella mattina dalla conversazione tra Yesung
e
Sungmin. Anche lui quel giorno si era svegliato presto,
l’unica volta in tutta
la sua vita, e proprio quando l’aveva fatto, fu costretto ad
ascoltare in
silenzio quella sottile eppure così chiara dichiarazione di
Yesung.
La vita di BonHan è la
mia vita.
Quella
frase si fece spazio prepotentemente trai suoi
pensieri irritandolo e strinse ancora di più la presa sul
corpo di BonHan e
baciandola con più passione, riuscendo a percepire i brividi
di lei a quel
contatto così rude. Era geloso, BonHan era sua e non
l’avrebbe condivisa con
nessuno, era questo quello che Yesung doveva ancora capire: lui aveva
avuto la
sua occasione e l’aveva sprecata, doveva arrendersi a farsi
da parte.
“Che
è successo?” domandò BonHan quando
riuscì a staccarsi
dalle labbra del cantante per riprendere fiato. Kyuhyun fece aderire e
loro
fronti prendendo il viso di lei tra le mani e assaporando il profumo
della
ragazza che gli inondò a pieno i polmoni.
“Ti
amo, lo sai?” chiese ad un soffio dalle labbra della
manager con un dolcezza mentre BonHan gli accarezzò il viso
“Certo
che lo so.” Rispose lei sorridendo con dolcezza
“Tu
mi ami?”
Kyuhyun
la guardò quasi supplichevole accarezzandole i
capelli mentre la stringeva a se in un stretto abbraccio. Una domanda
che il
maknae da qualche tempo non dava più per scontato a causa
della costante
presenza di Yesung nella vita di BonHan. BonHan lo guardò
titubante pensando a
cosa rispondere, infatti si domandava spesso se quello che provasse per
Kyuhyun
era amore oppure era qualcos’altro che lei non sapeva
definire. Kyuhyun era
sempre presente in lei in ogni istante, donando tutto stesso e
l’amava come
nessuno mai prima aveva fatto, eppure lei in cuor suo sapeva che in
confronto
all’amore di Kyuhyun, il suo era una misera dimostrazione
d’affetto. Avrebbe
dovuto dimostrarglielo come lui stava
tentando di fare in tutti i modi.
“Tanto,
in un modo che tu nemmeno immagini.”rispose lei
infine con convinzione guardando sicura il cantante.
“Più
di quanto hai amato JongWoon?”
BonHan
si sciolse bruscamente da quell’abbraccio e guardò
interrogativa Kyuhyun.
“Sei
geloso?” sorrise divertita
“Tu
non sai quanto.”
Il
sorriso sul volto di BonHan scomparse e si incupì
allontanandosi dal maknae e sbuffò spazientita.
“Mi
sembrava chiaro quando ti ho detto che io e Yesung siamo
solo amici.” Disse lei stizzita portandosi le braccia al
petto “E che se
vogliamo stare insieme dobbiamo fidarci l’uno
dell’altro.”aggiunse prima che il
bruno potesse controbattere.
“Sono
il tuo ragazzo, non credi che potrei essere geloso dei
ragazzi che ti girano intorno?” domandò Kyuhyun
con il suo solito tono
provocatorio sorridendo sarcastico.
“Tu
ti fidi di me?” chiese a sua volta la manager
“Certo
che mi fido di te, non mi fido di lui.”
BonHan
trattenne le risate: Kyuhyun era davvero così tenero
quando si ingelosiva e diventava estremamente protettivo.
Tempo sprecato, perché
la verità è...
BonHan
interruppe quella linea di pensieri infidi e spinosi
stringendo la mano di Kyuhyun tra la sua e quel contatto tra la pelle
liscia e
fredda di lui contro la sua, le infuse
una scarica di adrenalina e un senso di calore le percorse
tutto il
corpo.
Kyuhyun
era il suo futuro, doveva
esserlo.
“Andiamo,
il palco ti aspetta.” Sorrise serene lai aprendo
la porta del camerino. Il cantante sorrise a sua volta sentendosi
rassicurato e
sereno, non avrebbe più dubitato di BonHan, era evidente che
lo amasse. Appena
arrivati alle quinte del palco, BonHan lasciò la presa del
maknae e si assicurò
che tutti i cantanti erano presenti. Poi incrociò lo sguardo di Yesung e si
sentì il cuore accelerare e la
gola bruciare.
Tu ami Kyuhyun, devi
solo capirlo. Tu ami Kyuhyun, non Yesung.
Quando
Yesung le passò accanto per prendere un microfono,
sfiorandole una mano, la pelle di BonHan si elettrizzò e una
sorta di desiderio
represso nacque nel suo animo: voleva stringersi a lui e nascondere il
suo
volto nel petto di lui. Scosse
la testa
per cercare di mandar via quel desiderio e tentò di non far
trasparire i suoi
stati d’animo.
“Buona
fortuna...”sussurrò la ragazza quando Yesung le
passò
accanto. Il rosso le sorrise grato non riuscendo a distogliere lo
sguardo da
lei e quando finalmente riuscì a non guardarla
più, salì sul palco seguendo gli
altri sotto lo sguardo infastidito ed arrabbiato di Kyuhyun reprimendo
la sua
rabbia stringendo i pugni fino a far diventare le nocche bianche.
BonHan
era sua e di nessun’altro, qualcosa di diverso non
era minimamente pensabile. Fece un paio di respiri profondi e poi si
diresse
sul palco guardando per tutto il tempo dell’esibizione BonHan
che gli sorrideva
e Yesung che non smetteva di fissarla.
Doveva
intervenire e parlare chiaramente con Yesung, una
volta per tutte.
Dopo
l’esibizione, tutti ritornarono nel dormitorio, mentre
i due manager ritornarono nei loro rispettivi appartamenti. I ragazzi
poi si sistemarono
a tavola per cenare e per festeggiare la loro vittoria allo show.
Kyuhyun restò
in disparte osservando di sottecchi Yesung che scherzava e parlava con
tutti.
Come poteva essere così di buon umore sapendo di quello che
gli stava
procurando? Nonostante tutto era come un fratello per lui eppure al
maggiore
sembrava non importare di tutto quello che avevano passato insieme agli
altri.
Si stava comportando come un egoista pugnalandolo alle spalle.
“Perché
sei andato da BonHan ieri sera?” domandò Kyuhyun improvvisamente
atono nella voce ma
scuro in volto. Tutti si zittirono e si voltarono verso Kyuhyun stupiti
mentre
Yesung serrò la mascella guardando cupo il maknae.
“Allora?
Rispondimi.”Insistette impaziente Kyuhyun accigliando
lo sguardo. Yesung sospirò
“Dobbiamo
discuterne proprio adesso? Stiamo festeggiando.”
“Si
adesso e lo sai perché? Perché sono stanco di
vederti
gironzolare come un cagnolino intorno alla mia
ragazza.” Disse Kyuhyun pungente guardando con
sfida il maggiore.
“Ragazzi
non litigate...” intervenne Leeteuk cercando di
smorzare la tensione
“Mi
ha chiesto lei di andarci dicendo che aveva bisogno di
me.”controbatté Yesung ignorando il leader e
guardando con durezza il maknae.
Kyuhyun
perse un battito e improvvisamente impallidì
iniziando a sudare freddo. Perché BonHan aveva chiamato
Yesung e non lui? Cosa
gli stava nascondendo BonHan? Provava ancora qualcosa per Yesung,
questo
pensiero si fece spazio nella sua mente e cercò in tutti i
modi di reprimerlo.
Yesung stava mentendo, se era successo qualcosa, BonHan avrebbe
chiamato lui,
non Yesung. BonHan amava lui e solo lui, ne era certo o almeno lo
sperava.
“E
tu da bravo cavalier servente non hai esitato a correrle
in suo aiuto!” sbottò il maknae ormai infuriato
“Che
cos’avrei dovuto fare?! Lasciarla da sola a
piangere?!”
inveì il rosso a sua volta contro Kyuhyun mettendosi di
fronte a lui.
“Avresti
dovuto chiamare me! Sono io il suo ragazzo!
Arrenditi, lei ha scelto me.” Urlò Kyuhyun rosso
per la rabbia
“E
tu arrenditi al fatto che lei, per qualche ragione, ha
bisogno di me.” Sputò con rabbia Yesung trattenuto
da Kangin
Intanto
tutti gli altri si erano messi trai due intervenendo
se la situazione fosse precipitata: non avrebbero permesso per nessuna
ragione
al mondo che per una stupida gelosia, per dei contrasti amorosi, si
intaccasse
la loro unità.
“JongWoon,
te lo dirò una sola volta: non avvicinarti più a
lei, altrimenti...”
“Altrimenti
cosa?” lo interruppe Yesung sprezzante “Non sono
io che la cerco, è lei che cerca me! Ti sei mai chiesto il
motivo di questo?”
Kyuhyun
rimase a fissarlo in silenzio respirando
affannosamente non sapendo come rispondergli. Aveva
ragione, non era l’unico a cui doveva
chiedere spiegazioni.
“Adesso
basta così! Andatevene immediatamente nelle vostre
stanze!”
“No
Leeteuk hyung, vado via io.” Intervenne Yesung
divincolandosi dalla presa di Kangin e Siwon che lo tenevano per le
braccia, poi
andò via sbattendo la porta della sa stanza.
“Kyuhyun...”
sussurrò flebilmente Donghae lasciando la prese
sul suo braccio, ma prima che potesse aggiungere altro, il maknae
abbandonò la
stanza in silenzio dirigendosi nella sua camera.
Tutti
i presenti con il cuore in cola, si guardarono
interdetti e spaventati. Di liti ce n’erano state, ma quella
volta fu diverso:
non sapevano se mai fosse tutto tornato come prima. Heechul strinse con
rabbia
i pugni: lo sapeva fin dall’inizio che quella ragazza non
avrebbe portato nulla
di buono e ne ebbe l’appropriata conferma. Decise che il
giorno dopo le avrebbe
parlato a quattr’occhi mettendola di fronte ad una scelta.
Una
volta per tutte.
Note autrice:3
Ok
lo so, sono scomparsa ma la scuola mi ha uccisa in questo
periodo.
Non
ho molto tempo per stare a chiacchierare con voi, devo
studiare ç_ç perdonatemi fanciulle!
Spero
che il capitolo vi sia piaciuto e fatemelo sapere con
una recensione, mi raccomando!
Un
bacio e a presto!
Cri_Snix
|
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Capitolo 21 *** Capitolo 20-Mantide ***
Capitolo
20
Mantide
Il
mattino dopo, il dormitorio dei Super Junior era dominato
da un’aria di disagio: come avrebbero dovuto comportarsi nel
momento in cui si
fossero presentati Kyuhyun e Yesung? Comportarsi come se
nulla fosse? Era fuori discussione, tuttavia non potevano fare altro e questo
Leeteuk
lo sapeva bene. Il leader sospirò debolmente e si
massaggiò il collo
stancamente pensando che la discussione tra i suoi doesaeng fosse
così futile. Scosse
la testa frustato perché era la prima volta che non sapeva
cosa fare,
sentendosi piccolo e impotente di fronte ad una situazione del genere.
Indossò
i vestiti che aveva pescato dall’armadio
distrattamente e decise che non poteva stare con le mani in mano,
così si
diresse in sala registrazione sicuro di trovare Yesung dove lo
trovò come aveva
pensato, seduto sul solito sgabello mentre si torturava le mani con lo
sguardo
fisso a terra come se il suolo fosse la cosa più
interessante in quel momento.
“Sapevo
di trovarti qui.” Esordì il maggiore sorridendo
con
dolcezza, intenerito dall’immagine fanciullesca del minore
“Sapevo
che saresti venuto.” Sorrise a sua volta Yesung
volgendo lo sguardo sul leader per poi ritornare a fissare il pavimento
in
parquet.
“Come
andiamo?” chiese Leeteuk sedendosi di fronte a Yesung,
cercando di apparire il meno preoccupato possibile anche se sapeva che
Yesung
era un gran lettore dell’animo delle persone e che riusciva a
capire i
sentimenti degli altri.
“Sono
uno stupido.” Rispose secco il main vocalist lasciando
sbalordito il leader “Sono stato proprio uno
stupido.”aggiunse ancora
finalmente alzando lo sguardo per guardare Leeteuk: aveva gli occhi di
chi
aveva passato la notte prima sveglio a rimuginare su quello che era
successo e
il leader iniziò a pensare che in camera non ci era proprio
andato.
“No,
non lo sei...”
“Si
invece, hyung!” sbottò Yesung esasperato
“Perché se non
fosse così, non avrei agito in questo modo!”
“BonHan
è tua amica, per questo le sei restata vicina.” Lo
interruppe
il maggiore indurendo il tono e guardandolo con durezza. Yesung rise
sarcastico
mentre scuoteva la testa, sotto lo sguardo del leader che continuava a
ripetergli che lui non aveva fatto niente di male.
Stronzate, sono tutte
stronzate. Pensò il rosso con rabbia ed
esasperazione.
“La
verità è che se sono rimasto al suo fianco non
è per
amicizia e lo sai anche tu hyung.” Ammise con rabbia il
minore. Leeteuk abbassò
lo sguardo non riuscendo più a trattenere quello enigmatico
del minore; infondo
anche lui lo sapeva fin dall’inizio che ciò che
provava per BonHan non era
amicizia e mai l’avrebbe provata. Quando Yesung finalmente
riuscì a calmarsi
prendendo dei sospiri, alzò di nuovo lo sguardo, scoprendolo
con il viso nascosto
tra le mani, visibilmente frustrato. Aspettò che Yesung
fosse il primo a
parlare, a sfogarsi per cacciare tutto quello che aveva dentro per poi
sentirsi
un po’ meglio.
“Hyung,
Kyuhyun ha ragione: non sono io il suo ragazzo
eppure mi comporto come se lo fossi. Ma quando lei mi guarda, mi cerca,
vuole
che le resti accanto, io non so cosa fare. Lei è come se
fosse parte di me,
capisci hyung?”
Leeteuk
annuì debolmente: se avesse saputo del tormento che
il minore si portava dentro, non avrebbe esitato a correre in suo aiuto
e si
stupì quando vide una lacrima bagnargli le gote pallide:
Yesung non perdeva mai
il controllo di se stesso, in rare occasioni aveva dato libero sfogo
alle sue
emozioni. Il main
vocalist non si
abbandonò al pianto, restando posato come era nel suo
carattere, ma ben
volentieri accettò l’abbraccio del leader che lo
strinse con forza a sé: tra di
loro anzi, tra i membri del gruppo, un abbraccio valeva più
di mille parole.
“Non
c’è un’altra come BonHan nel
mondo.” Iniziò Yesung mentre
si stringeva ancora di più al leader appoggiando il suo
mento alla spalla.
“Lo
so.” Rispose
l’altro
mentre si scioglieva da quella stretta dando la possibilità
al minore di
proseguire.
“Quando
sono con lei è come se fossi diviso in due. Metà
di
me va a fuoco se solo penso di toccarla, l’altra
metà è tranquilla, serenamente
contenta perché ha capito che è quella giusta,
ma...”
“Ma...?”
Il
più piccolo sospirò con stanchezza e sorrise
amaro “Ma
lei non mi ama. Lei è felice adesso e purtroppo per me, non
sono io colui che la
fa stare bene. Kyuhyun... lui
non l’ha
fatta soffrire, non devo riconquistare qualcosa che è ormai
perso.”
“Cos’hai
in mente di fare adesso?” chiese il maggiore
preoccupato.
Yesung
si morse il labbro inferiore nervoso e sospirò:
avrebbe fatto quello che avrebbe dovuto fare molto tempo prima.
BonHan
sedeva alla sua postazione e distrattamente navigava
su una pagina web di un ufficio immobiliare alla ricerca di una nuova
casa in
cui trasferisti. Il suo appartamento era troppo piccolo per lei e suo
fratello,
avevano bisogno di più spazio e di maggiori
comodità.
“Comunque
BonHan-ssi, se so qualcosa riguarda a qualche casa
in affitto, ti faccio sapere al più presto.” Disse
HaeJung seduta affianco alla
manager mentre sfogliava anche lei qualche depliant immobiliare.
“Grazie,
davvero.” Rispose grata BonHan.
“Siamo
amiche e questo quello che fanno gli amici, ti pare?”
Amiche,
BonHan fino ad allora non aveva mai avuto amici.
Certo aveva avuto dei compagni, conoscenti, ma mai qualcuno che potesse
considerare suo amico. Le fece uno strano effetto sentir pronunciare
quelle
parole, anche perché non sapeva dire ne come e ne quando, ma
BonHan aveva
incredibilmente legato con HaeJung.
Forse la loro amicizia nacque il giorno in cui BonHan
scherzosamente l’aveva
chiamata “bionda tinta” infrangendo quella barriera
difensiva che erigeva tra
lei e il mondo. HaeJung rise rumorosamente, come era suo solito, tanto
da
coinvolgere anche BonHan, chiamandola “ghiacciolo dai capelli
cotonati”. BonHan
per la prima volta, sentì di potersi fidare ciecamente.
“Ooook
Barbie, adesso torna a lavorare.” scherzò BonHan
sorridendo furba.
“Come
sei divertente...” rispose l’altra ironica
ritornando
alla sua postazione, facendo sorridere divertita la manager, ma subito
ritornò
seria quando vide attraverso la porta in vetro trasparente, Heechul che
bussava
la porta sempre con la sua espressione annoiata in volto.
Che diamine vuole
adesso?
“Heechul-oppa!
Come posso esserti utile?” squittì entusiasta
HaeJung non appena vide entrare il cantante. La segretaria le aveva
confessato
che aveva un’immonda cotta per Heechul e spesso BonHan si
chiedeva se esistesse
un essere sulla terra capace di provare qualcosa per Heechul. HaeJung e
le fan
erano la risposta al suo quesito.
“Vorrei
parlare con BonHan-ssi.” Rispose atono il cantante
“In
privato.”
HaeJung
guardò interdetta sia Heechul che BonHan, ma quando
la manager annuì sicura, lasciò la stanza
portando con sé alcune cartelle e il
cellulare.
BonHan
ed Heechul si scrutarono per un po’, aspettando che
uno dei due iniziasse a parlare. Con un gesto della mano, la ragazza
invitò il
cantante a sedersi sul divano mentre anche lei si dirigeva verso la
poltrona.
“Cosa
vuoi?” chiese secca la ragazza indurendo il tono
“Hai
presente le mantidi religiose?” chiese a sua volta il
cantante con un sorriso sghembo ignorando volutamente la richiesta
della
ragazza, facendola innervosire ancora di più. BonHan sorrise
infastidita, aveva
intenzione di farle perdere tempo?
“Se
hai intenzione di farmi la lezione di biologia, ti
avverto che non ho ne il tempo e ne la voglia di ascoltarti.”
Rispose burbera
lei incrociando le braccia al petto.
“Tu
rispondimi e basta.” Rispose duramente il cantante
guardandola con sfida. BonHan sospirò e si sentì
costretta nell’accettare
quella sorta di sfida.
“Le
mantidi religiose sono degli insetti che subito dopo
l’accoppiamento,
mangia la testa del maschio.” Rispose seccata BonHan
“Era questo quello che
volevi sapere?”
Heechul
sorrise soddisfatto, poi si inumidì le labbra secche
“Tu sei come loro.” Disse con odio.
“Come?”
“Hai
capito bene. Non ti interessa chi è il tuo compagno,
tanto fai fare la stessa fine a tutti.” Continuò
con disprezzo il cantante per
poi sorridere con falsa innocenza. BonHan lo guardò
interdetta e stupefatta
“Sei
sei venuto qui per offendermi, poi benissimo togliere
il tuo deretano dal mio divano e sparire dalla mia vista.”
Soffiò con rabbia la
ragazza stringendo le mani sui braccioli della poltrona.
“Hanno
litigato per causa tua.”
BonHan
sentì il sangue gelare nelle vene: senza che Heechul
pronunciasse i loro nomi, sapeva benissimo a chi si riferiva.
“P-per
causa mia?” balbettò con tristezza lei dilatando
la
presa sui braccioli. Improvvisamente, la sua sicurezza nel tono di voce
vacillare così come anche la sua espressione sul volto.
Inconsciamente sapeva che
il motivo del litigio tra Kyuhyun e Yesung era lei, ma non
l’avrebbe mai
ammesso di fronte ad Heechul: il solo pensiero che Yesung e Kyuhyun
avessero
litigato per causa sia, le spezzava il cuore.
Il
cantante annuì lentamente guardandola sprezzante cercando
di placare la rabbia che sentiva crescere in lui. “Si
perché tu, con il tuo
comportamento da peggior puttana che io abbia mai visto, li stai
facendo
impazzire. Scegli per una buona volta: Kyuhyun o Yesung? E nel momento
che
sceglierai, non rivolgere più la parola all’altro,
altrimenti sappi che in quel
caso non mi limiterò a farti la ramanzina. Sono stato
chiaro?” concluse Heechul
urlando velenoso.
BonHan sentì gli
occhi pizzicargli per le lacrime ma decise di trattenerle, per orgoglio
non
avrebbe pianto di fronte a lui.
“Vattene.”
Disse soffiando tra i denti furiosa, lasciando
involontariamente che una lacrima scendesse: non piangeva per il dolore
o perché
si sentiva offesa, piangeva per la rabbia e per l’odio che
provava nei
confronti di Heechul, mentre questi abbandonava la stanza lentamente.
A
malincuore BonHan, dovette dare ragione ad Heechul: tutto
quello che le aveva detto e urlato, anche se nel suo solito modo, senza
peli
sulla lingua, era la verità. Riuscì a scorgere
negli occhi del cantante la foga
di voler salvare un’amicizia e lei si sentì
tremendamente in colpa quando anche
lei ammise di esserne la causa scatenate di quel dannato litigio.
Ripensò
alle parole del cantante e si domandò se non fosse
il pensiero comune tra tutti i membri decidendo così che
avrebbe abbandonato
per sempre quella parte di lei che la legava ancora a Yesung.
Kyuhyun
indirizzò lo sguardo verso la porta non appena
sentì
qualcuno bussare, infastidito decise di non aprire ne di rispondere:
non voleva
parlare con nessuno e ne vedere nessuno. Si decise ad aprire solo
quando quel
rumore gli amplificò il dolore alla testa ma quasi subito si
pentì di averlo
fatto.
“Kyuhyun,
possiamo parlare?” chiese quasi supplichevole
Yesung impedendo al minore di chiudere la porta con la mano. Il maknae,
riluttante, gli fece segno di entrare reprimendo l’impulso di
scagliargli un
pugno in faccia: JungHoon lo avrebbe ucciso sicuramente se avesse
rovinato il
viso del main vocalist.
“Cosa
vuoi?” chiese scorbutico Kyuhyun chiudendosi la porta
alle spalle per poi sedersi sul ciglio del letto. Yesung fece un
respiro
profondo e guardò sicuro il minore, con un sorriso tirato.
“Perdonami,hai
ragione avrei dovuto chiamarti.” Esordì il
rosso sedendosi al suo fianco. Era sincero e Kyuhyun lo notò.
Lui è sempre sincero e
questo quello che mi preoccupa.
“E
quindi?”
“Quindi
rinuncerò a lei, per salvare la nostra amicizia.”
Note
dell'autrice:
Ebbene eccomi qui con
il nuovo capitolo :3
Che ve ne pare? Yesung
rinuncerà a BonHan? E cos'ha in mente di fare la nostra
protagonista?
Si, sento le vostre
bestemmie ma mi dispiace dovrete aspettere il prossimo capitolo per
saperlo :3
Intanto vi lascio con
questa gif del nostro Kyu
Un bacio!
Cri_Snix
|
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Capitolo 22 *** Capitolo 21-Il prezzo ***
Capitolo
21
Il prezzo
Kyuhyun
guardò stupito l’amico, il quale lo guardava con
fermezza e serietà: non leggeva timore e ne insicurezza nel
suo sguardo, stando
a significare che non stava scherzando o che non aveva avuto un attacco
di
sonnambulismo, data l’ora tarda. Era davvero pronto a pagare
tale prezzo? Il
maknae sapeva quanto il maggiore amasse BonHan e di quanto fosse pronto
a
perdere pur di stare con lei, perché allora arrendersi
così?
“Ti
stai forse arrendendo, hyung?” insinuò il moro
arricciando la bocca in un sorriso provocatorio.
“Voglio
solo che tutto torni come prima, sono semplicemente
stanco.” Ammise Yesung sospirando debolmente.
“Davvero
sei disposto a perderla per salvare la nostra
amicizia?”chiese il minore stupito guardandolo accigliato. Il
rosso annuì
convinto rimanendo immobile sul suo posto e guardando l’amico
con fermezza: se
dimenticare BonHan era il prezzo da pagare per salvare
l’amicizia tra lui e il
maknae, l’avrebbe pagato, senza esitazioni. Kyuhyun non
sapeva come rispondere
e ne tantomeno trovava le giuste parole per esprimere tutto il suo
stupore,
mentre Yesung preferì non aggiungere altro: il suo cuore
stava già abbastanza
sanguinando per quelle parole che aveva detto. Prima che cambiasse
idea, Yesung
si avvicinò alla porta e girò il pomello con
l’intento di uscire al più presto
dalla stanza.
“Grazie.”
Disse infine il più piccolo, bloccando i movimenti
del main vocalist. Non si voltò verso Kyuhyun, fece un
assenso con il capo e
uscì dalla stanza, lasciando quindi il maknae pieno di dubbi.
Lo faccio per i
ragazzi, per i Super Junior, ma soprattutto lo faccio per noi, Kyuhyun pensò
con ferocia il main vocalist stringendo i pugni mentre si dirigeva
nella sua
stanza e trattenendo in gola un groppo di lacrime. Infatti non dubitava
che il
suo intento fosse dei più onorevoli, dubitava della sua
riuscita perché nessuno
al suo posto avrebbe dimenticato l’amore della propria
esistenza, perché senza
BonHan, Yesung non avrebbe più voluto vivere.
“HaeJung,
il mio numero di telefono lo sai, chiama a
qualsiasi ora se succede qualcosa, va bene?”
“BonHan
non preoccuparti, io e BonJoong ci divertiremo
insieme. Vai tranquilla!”
BonJoong
annuì sorridente mentre BonHan lo abbracciò
forte:
gli sarebbe mancato nonostante non fosse la prima volta che viaggiava,
però era
la prima volta che lo lasciava con qualcuno
“estraneo” alla sua famiglia.
“Fai
il bravo, capito?” sussurrò all’orecchio
del fratello
dolcemente. BonJoong sorrise contro la pelle della sorella che
profumava di
fresco, come sempre. Le piaceva l’odore della sorella le
ricordava il profumo
della madre quando la mattina presto si intrufolava tra le coperte e si
stringeva a lei. BonJoong sentì un nodo al petto e un gruppo
alla gola pensando
a quei momenti.
“Non
preoccuparti nuna, starò bene! Tu piuttosto non fammi
diventare zio, sono troppo giovane.” Ridacchiò
furbescamente il bambino facendo
arrossire violentemente BonHan. Prima che la manager potesse
rispondergli,
BonJoong sgattaiolò nella sua stanza ridacchiando divertito,
accompagnate dalle
risate di HaeJung e le minacce della sorella. Le due ragazze poi infine
si
salutarono e BonHan uscì di casa, dirigendosi verso la sede
della SM Town.
Lungo
il tragitto BonHan ripensò a quello che era accaduto
solo il giorno precedente: la conversazione con Heechul e la
consapevolezza di
dover abbandonare quel sentimento che sentiva ancora quando era in
compagnia di
Yesung. Ripensò alla sua decisione di abbandonarlo per
sempre costatando che
quello che provava non era mai andato via. Era come se facesse parte
del suo
essere, ormai. Però nell’esatto momento
ripensò anche a Kyuhyun e a tutto
quello che aveva fatto per lei e a tutto all’amore che le
stava dedicando. Fu
allora che scelse di reprimere nel suo intimo, in angolo della sua
anima, tutti
quei sentimenti che Yesung le suscitava ogni volta: lo faceva per
Kyuhyun
perché era cambiato, perché era sereno con lei e
felice.
Quando
arrivò alla sede della SM TOWN, JungHoon era fuori ad
aspettarla, vicino al van, il quale li avrebbe accompagnati
all’aeroporto.
“E
i ragazzi?” chiese la manager quando il conducente mise in
moto
“Ho
preferito che viaggiassero su un altro van, per
comodità.” Rispose gentile JungHoon come sempre.
BonHan lo guardò poco convinta
e le si gelò il sangue quando pensò che anche lui
doveva aver saputo del
litigio tra Kyuhyun e Yesung e ovviamente doveva conoscerne anche la
causa
scatenate.
BonHan
chiuse gli occhi e appoggiò la testa sul finestrino,
cercando di soffocare quel senso di disagio ma non poteva certo
reprimere
quella sensazione di essere giudicata. Il viaggio fino
all’aeroporto trascorse
nel silenzio, l’unico rumore che si sentiva era la pioggia
che batteva leggera
contro i vetri dei finestrini e JungHoon che picchiettava i tasti del
proprio
tablet. BonHan poté giurare che i suoi nervi sarebbero
potuti scoppiare da un
secondo all’altro dunque si decise a rompere quel silenzio.
“So
cosa stai pensando, JungHoon. Ti prego smettila di
farlo.” Disse l’assistente guardando con la coda
dell’occhio il manager con una
punta di irritazione nella voce.
“Cosa
starei pensando secondo te?” domandò JungHoon
senza
distogliere lo sguardo dallo schermo del tablet.
“Non
fare lo gnorri.”
JungHoon
guardò la ragazza accigliato: BonHan lo stava
guardando stizzita e aveva la mascella serrata. Sapeva quanto la sua
assistente
fosse testarda, forse fu proprio questo quello che lo colpì
appena la vide, più
della sua storia personale. Non fu mosso da pietà,
più che altro era semplice
curiosità tuttavia non pensava certo che potesse essere
l’oggetto dei pensieri
non di uno ma ben di due dei suoi ragazzi e dunque causa di litigio.
Sospirò
debolmente e spense il suo tablet per poi fissare
serioso la ragazza. “Vuoi davvero sapere cosa stia
pensando?”
BonHan
annuì lentamente con lo sguardo ancora fisso negli
occhi di JungHoon: non avrebbe sopportato l’idea che anche il
suo datore di
lavoro la giudicasse nello stesso modo di Heechul.
Si
perché tu, con il tuo comportamento da
peggior puttana che io abbia mai visto, li stai facendo impazzire.
Chiuse
gli occhi
nel tentativo di scacciare quel pensiero e ritornò ad
aspettare la risposta del
manager. La pioggia si fece più battente e
incominciò anche a soffiare il
vento, probabilmente a Yesung gli sarebbe piaciuto quel tempo,
pensò BonHan.
Ecco di nuovo lui.
Aish...
“Penso
che...”
“...Che?...”
“Ho
fame, secondo
te che mangeremo sta sera?”
BonHan
lo guardò
sconcertata con la bocca spalancata chiedendosi se era serio o la stava
prendendo in giro: era sicuramente la prima visto il modo in cui rideva
divertito.
“Baegchi*!”
disse
trai denti BonHan ritornando a fissare le gocce di pioggia che
scivolavano sul
finestrino mentre JungHoon sghignazzava divertito. JungHoon
ritornò a guardarla
e capì del perché sia Kyuhyun e sia Yesung
fossero innamorati di lei: non per la sua bellezza, ma nei
movimenti che
faceva anche nelle piccole cose, come in quel momento che sbatteva le
palpebre
facendo vibrare le ciglia, era ipnotica.
“In
verità penso
che chiunque tu sceglierai, sarà molto fortunato.”
BonHan
si voltò
verso il manager interrogativa e quando stava per rispondergli, il van
si fermò
davanti all’aeroporto. Non
c’era più
tempo per chiedere spiegazioni, dovevano prendere i bagagli e dirigersi
velocemente al check in per i biglietti, così BonHan decise
di non chiedere
spiegazioni per il momento. Durante
il
volo, Kyuhyun si sedette affianco alla ragazza, stringendole la mano e
sussurrandole parole dolci, di tanto in tanto, che BonHan non riusciva
a
captare. Non perché non volesse, ma perché non
riusciva a sentirle, era come se
il suo cervello e corpo fosse attirato da qualcun altro che BonHan
faceva
fatica ad ignorare.
Se
non riesco ad ignorarlo quando sono
anche con Kyuhyun, come posso pretendere di ignorare quello che sento?
Scosse
la testa e
l’appoggiò sulla spalla del maknae, facendolo
rabbrividire. BonHan sentiva che
tutte le sue certezze un attimo prima ben solide e subito dopo pronte a
vacillare, ormai sapeva di non essere sicura più di nulla,
né di quello che
provava per Kyuhyun e né di quello che sentiva quando vedeva
Yesung, era ormai
condannata a restare in quel limbo per sempre.
“Hyung,
hai
davvero intenzione di rinunciare a lei?” domandò
tristemente Ryeowook mentre
osservava Yesung indossare la giacca che avrebbe sfoggiato.
“Sai
Wookie, se
fossi stato meno codardo e meno stupido e le avrei subito confessato il
mio
amore per lei, non sarei arrivato a questo punto.” Rispose
Yesung con calma
senza scomporsi minimamente a quella domanda. BonHan non avrebbe mai
più fatto
parte della sua vita ed era meglio che lo accettava prima che la
situazione
continuasse a degenerare. “E’ il prezzo che debbo
pagare.” Aggiunse quasi in un
sussurro, amaramente, mentre si guardava allo specchio, rivolgendosi
più a se
stesso che all’amico.
“Ma
tu l’ami!”
insistette il minore quasi supplichevole mentre seguiva con lo sguardo
i
movimenti imprecisi dell’altro mossi dal nervosismo per
l’insistenza del bruno
“E’
la fiera dell’ovvio?!”sbottò
stizzito il rosso voltandosi verso Ryeowook. Il minore
abbassò lo sguardo
mentre Yesung innervosito, abbandonò il camerino, seguito da
Ryeowook con la
coda dell’occhio. Il cantante si sentì impotente e
lasciò anche lui il
camerino.
Si
ritrovarono tutti
nel backstage, pronti per salire sul palco. BonHan distribuiva
bottigline d’acqua,
quando toccò a Yesung, lei sorrise e gli porse la bottiglia.
La ragazza si
aspettò come sempre il solito sorriso gentile del cantante
ma quella volta non
fu così, ringraziandola con freddezza ma senza accettare,
facendola restare di
sasso. Quando salirono sul palco, BonHan continuava a fissare
sconcertata il
main vocalist, fino a quando con un gesto di stizza, fece cadere la
bottiglia
che aveva in mano, lasciando il back stage.
BonHan si sentì offesa, ancora una volta quel
ragazzo le aveva spezzato
il cuore. Trattenne le lacrime in gola scegliendo di non piangere,
promettendo
di concentrare tutto il suo amore su un'unica persona.
L’incontro
con i
fan finì con l’applauso dei fan e i ringraziamenti
finali da parte dei cantanti.
BonHan era rimasta a guardare l’esibizione per tutta la sua
durata, guardando
con astio Yesung e continuandolo a fissare fino a quando non raggiunse
il
backstage; nemmeno si accorse che Kyuhyun le era affianco.
“Ehi...”
disse
Kyuhyun abbracciandola da dietro la schiena.
“Ciao.”
Rispose BonHan
con freddezza, con le braccia incrociate sul petto, impassibile a quel
braccio.
Kyuhyun
si scansò
interrogativo e guardò dubbioso la ragazza
“Qualcosa non va?” chiese
preoccupato
“Non
c’è niente
che non va.” Rispose spazientita lasciando il maknae da solo,
allontanandosi.
Kyuhyun
la guardò
interrogativo allontanarsi ma decise di non seguirla, conoscendola
avrebbero
innescato una discussione senza senso. Però Kyuhyun
intuì che c’era qualcosa
che non andava in BonHan: la vedeva distante ed evasiva, come se
fossero
tornati al punto di partenza, al momento esatto in cui si conobbero.
Kyuhyun
scosse la testa pensando che si stava impaurendo per nulla, in quel
momento
forse era semplicemente nervosa, tipico delle donne. Eppure non
riusciva a non
pensare che c’era qualcosa che non andava e per qualche
motivo sentiva che quel
qualcosa era lui stesso.
Erano
passati
diversi giorni dall’incontro con i fan di Osaka e Yesung si
sentiva peggio di
prima. Il tentativo di fare a meno di BonHan era palesemente fallito.
Era stato
un arrogante a pensare che lui potesse fare a meno semplicemente anche
del suo
viso, o della scia del profumo che BonHan emanava, oppure dei piccoli
movimenti
che faceva, del suo tono di voce. Come poteva pensare di poter riuscire
a
disfarsi di lei, ora che era entrata nella sua vita? Si
versò una tazza di
caffè e lo bevve in fretta senza gustarlo poi
guardò il cielo tingersi di
azzurro chiaro tipico del mattino presto. Anche in quel cielo rivide
l’essenza
di BonHan: lei era così una sfumatura di emozioni e lui
avrebbe voluto
continuare a scoprire di quante sfumature fosse fatta. Yesung si
girò di scatto
non appena sentì il rumore di chiavi nella toppa che
giravano e si stupì quando
vide JungHoon sul ciglio della porta.
“Hyung,
cosa ci
fai qui a quest’ora?” chiese stupito il main
vocalist mentre l’altro entrava e
si sfilava il cappotto.
“Vengo
sempre la
mattina a quest’ora per
vedere se ognuno
di voi è nel proprio letto. Conoscendovi, qualcuno potrebbe
fare le ore
piccole...” rispose il manager dirigendosi verso le camere da
letto
“Se
ti riferisci
a Hyukjae, l’unica volta che ha fatto l’ora piccola
è quando ha fatto la
maratona dei film nella cartella
“Gabbiano”.” Sorrise Yesung mentre
ripensava
divertito al povero Siwon che per giorni guardò sconvolto la
dancing machine.
“G-Gabbiano?”
“...
Lascia
perdere.”
JungHoon
dopo
essersi accertato che tutti fossero nelle loro stanze, si sedette di
fronte al
cantante che fissava perso il cielo colorarsi sempre di più
di azzurro chiaro.
“Pensi
a lei?”
chiese il manager sorridendo dolcemente di fronte allo sguardo
innamorato del
più piccolo
“Come
non potrei?”
chiese di rimando Yesung senza distogliere lo sguardo dal cielo
“Tu hai un modo
per farmi smettere?” continuò rivolgendogli uno
sguardo stanco, lo sguardo di
chi voleva solo smettere di soffrire per amore. JungHoon
immaginò quanto stesse
soffrendo e quanto il suo cuore sanguinasse.
“No,
ma sappi che
io ci sono per te, lo sai.”
Yesung
sorrise
amaro versandosi un'altra tazza di caffè e bevendone un
sorso “Devi aiutarmi,
hyung.”
“A-aiutarti?
E
come?”
“So
che cerca
casa ed io ne avrei una, conoscendola è la casa che ha
sempre desiderato:
affaccia su un roseto ed è luminosa...”
“No!
Non puoi
chiedermi di farlo.” Lo interruppe il manager alzandosi
all’in piedi e
dirigendosi verso il lavabo della cucina. Aveva già capito
l’antifona e ciò
riguardava mentire e mentire per JungHoon non riguardava nei suoi
metodi di
aiuto.
“Ma
ti prego!” lo
supplicò l’altro ma JungHoon era irremovibile. Non
l’avrebbe fatto questo per
Yesung risultò chiaro tuttavia c’era un modo per
fargli cambiare idea.
“Ti
preeeeeeeeego!” insistette con fare petulante il cantante
gonfiando le guance
in modo infantile e guardandolo supplichevole
“No,
non
guardarmi in quel modo... non guardarmi come un cucciolo baston-... oh,
è va
bene! Lo farò, lo farò! Contento?!”
BonHan
era seduta
alla sua scrivania mentre scorreva la pagina web di un sito di annunci
con il
mento appoggiato ad una mano. Scorreva e aggiornava quella pagina da
più di
venti minuti senza trovare una casa che la soddisfaceva. Si chiese se
ne
avrebbe mai trovata una che rientrasse nel suo budget e nelle sue
richieste,
dopotutto non chiedeva chissà che cosa, voleva solo un
appartamento con due
camere, un bagno e una cucina, era una richiesta così
assurda?
“Annyeong
BonHan.”
Salutò JungHoon quando entrò
nell’ufficio, sorridendo cordiale.
“Annyeong...”
“Cerchi
ancora
casa?” chiese il manager mentre si sedeva alla sua scrivania,
coperta di
cartelle e di libri, insomma invasa dal caos, come sempre.
“Ancora,
già.” Rispose
avvilita lei, chiudendo la pagina web per poi massaggiarsi le tempie
doloranti.
“Ecco...
io ne
avrei una...”
BonHan
alzò lo
sguardo sorpresa e scattò all’in piedi
“Davvero?!”
“Si
non te l’ho
detto perch-...”
Il
manager non
poté finire di parlare perché la ragazza le era
saltata al collo,
abbracciandolo grata e continuando a ringraziarlo.
Quello che ancora
non sapeva e che non era lui a cui ringraziare.
Note :3
FA FREDDO.
Era una cosa che dovevo dire, sorratemi (?)
Anyway, è domenica, fa freddo e domani non ho voglia di
mettere piede in quel frigorifero che è la mia scuola.
MA QUESTI NON SONO DEI VOSTRI PROBLEMS.
Allora, piaciuto il capitolo? A me sinceramente fa schifo, insomma non
mi piace per niente come è uscito ç_ç
Nella mia testa era molto meglio ç_ç ma va
bè pazienza...
Vi lascio con questa foto del nostro Fish perchè oggi mi va
così.
Un kizzo a todos
P.s.* Significa "Idiota"
Cri_Snix
|
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Capitolo 23 *** Capitolo 22-Altruismo ***
Capitolo
22
Altruismo
L’appartamento
distava a poche miglia dal zona centrale di
Seoul. Le vie erano costellate di negozi di ogni genere e sui
marciapiedi
pullulavano di bancarelle, ma nonostante questo, non era una zona
trafficata o
rumorosa, aveva un suo equilibrio e il brusio delle voci che si
mescolavano tra
di loro rendeva il tutto armonico e gioioso. BonHan pensò
che quel quartiere
non era per niente male, era come piaceva a lei: tranquillo ma al tempo
stesso
non era isolato. La
manager si perse nel
guardare le vetrine riccamente decorate con motivi primaverili e i
profumi
delle cibarie calde le fecero venire l’acquolina in bocca.
Quella zona le ricordò il suo quartiere
dove abitava quando era piccola, percepiva gli stessi profumi e i
sorrisi sul
viso della gente che le passavano accanto le riportò alla
mente il posto in cui
era vissuta e finalmente si sentì a casa. Si girò
verso JungHoon, scoprendo
teso e preoccupato come se non sapesse bene dove si trovasse e ne quale
strada
prendere. BonHan lo guardò interrogativa, infondo erano da
lì da una ventina di
minuti e JungHoon si guarda intorno spaesato.
“JungHoon,
non vorrei metterti fretta, ma sei sicuro di dove
stiamo andando?” chiese BonHan scettica avvicinandosi al
manager
“Eh?
Ah si certo... ehm... deve essere quello!” rispose
titubante JungHoon indicando un palazzo di quasi una decina di piani.
Era
bianca, come tutte le palazzine del quartiere e aveva uno stile
moderno, con
grandi finestre per ogni condominio che li illuminavano ogni ora del
giorno. Il portone
d’ingresso invece, era nero, con
dei faretti che, durante la notte, illuminavano l’ingresso.
BonHan fremeva per
vedere l’intero del appartamento e seguì JungHoon
che si dirigeva verso il
palazzo ma appena furono dentro il palazzo, BonHan rimase a bocca
aperta per lo
stupore: al centro era posta una fontana che creava dei giochi
d’acqua,
illuminata dalla luce del sole che filtrava dal soffitto trasparente e
tutto
intorno si riversava un roseto dai colori che BonHan non pensava che
una rosa
potesse avere . Guardò quello spettacolo meravigliata
pensando se davvero
potesse permettersi di abitare in un posto del genere.
“L’appartamento
è al quindicesimo piano, andiamo?”
BonHan
annuì distratta ancora presa per quella spettacolare
visione e pensò che avrebbe affittato quella casa solo per
quel roseto.
Quando
arrivarono di fronte alla porta dell’appartamento,
JungHoon presa la chiave magnetica che gli aveva consegnato il
portiere, aprì
ed entrò dentro seguita dalla manager che ebbe un tuffo al
cuore quando vide
l’interno: tutto la parete di fronte a lei era finestrata e
il salotto occupava
gran parte della casa, il pavimento era in parquet e le pareti erano
dipinte
bianche e beige, motivo che ripercorreva tutta la casa. Il salotto era
diviso
da un muretto che lo separava dalla zona cucina e della sala da pranzo.
Inoltre
la casa era già ammobiliata, con pezzi
d’arredamento che BonHan vedeva solo
sulle riviste, infondo quella casa sembrava una di quelle riviste
d’arredamento.
“Bene,
eccoci qua questo è il salotto e di là
c’è la camera
da letto... o forse è di là...”
esordì JungHoon guardandosi intorno spaesato.
“JungHoon,
penso che sia da questa parte.” Rispose BonHan
indicando una porta scorrevole in ciliegio “E credo che ce ne
siano due. Sicura
che questa è casa tua?” aggiunse inarcando un
sopracciglio ironica e
incrociando le braccia al petto mentre arricciava l’angolo
della bocca in un
sorriso canzonatorio.
“C-certo
che è casa mia! Ma non ci vengo da anni qui, di
conseguenza non ricordo com’è di
preciso...” rispose il manager dirigendosi
verso le camere da letto
“JungHoon,
non sai mentire proprio per niente.”
“Non
sto mentendo!”
BonHan
sospirò guardandolo con scetticismo mentre lui si
guardava intorno per non incrociare lo sguardo di lei.
“E
va bene!” sbottò
esasperato
JungHoon “Non è casa mia, ma è di una
persona che conosco che è disposto anche
ad un affitto misero.”
“Perché
non me l’hai detto?” controbatté la
corvina ancora
poco convinta. JungHoon deglutì a vuoto e si
grattò la testa pensieroso, mentre
guardava preoccupato la ragazza.
E
adesso? Che doveva fare? Se le avesse detto la verità, non
sapeva BonHan come reagire, ma già dalla sua presenza
lì significasse che i
rapporti tra Yesung e lei si erano incrinati nuovamente.
Aish, Yesung mi hai
messo in un bel guaio, lo sai?
Il
manager maledì mentalmente il main vocalist e
sospirò
rassegnato e si sedette stancamente sul divano panna.
“BonHan
promettimi che non ti arrabbierai.”
BonHan
rimase in piedi a fissarlo interrogativa e con le
mani stretta ai fianchi, aspettando la rivelazione del suo giovane capo. Iniziò a
preoccuparsi, pensando che chissà
quell’affittante cosa voleva in cambio invece dei soldi, o
quale truffa c’era
sotto.
Non è il momento di
essere paranoica.
“La
verità è che conosci il proprietario di
casa.”
La
ragazza lo guardò dubbiosa ma rimase in silenzio
aspettando che JungHoon continuasse e quando il manager ebbe finalmente
detto
la verità, BonHan sentì le tempie scoppiargli e
le orecchie fischiare. Che cosa
gli era preso? Prima la ignorava e adesso le procurava anche una casa?
BonHan
abbandonò di corsa quell’appartamento e prese il
primo taxi in cui incappò, seguita invano dal manager.
Ora mi sente.
Kyuhyun
quel giorno, non aveva voglia di provare le coreografie.
Aveva solo voglia di starsene steso sul letto a giocare a Starcraft e
di non
vedere nessuno. Sospirò e abbassò lo schermo del
computer portatile: neanche
quel gioco riusciva a rilassarlo. Non sapeva nemmeno il
perché dovesse
rilassarsi, non aveva niente di cui preoccuparsi, o almeno in
superficie. Sentiva
la preoccupazione attanagli il petto
e aggrapparsi a lui come un parassita. Riuscì ad
identificare la sua
preoccupazione nell’unica cosa in cui Kyuhyun si sentiva
legato: BonHan. Qualcosa
era cambiato tra di loro: tutto era incominciato il giorno prima al
loro
concerto. Qualcosa si era rotto nell’animo della sua ragazza
e lui non riusciva
a capire cosa, nonostante gliel’avesse chiesto più
volte.
“Non
preoccuparti, sto bene.” Gli rispondeva sempre,
nonostante la tensione che le si leggeva sul volto. Una volta gli
avrebbe detto
tutto quello che le passava per la testa ma qualcosa era cambiato. O
forse non
era cambiato niente perché niente c’era
mai stato.
Il
maknae si alzò dal letto e si diresse verso il bagno dove
si sciacquò il viso più volte con
dell’acqua gelata. Strinse i pugni sul lavabo
bianco e si guardò allo specchio: cosa stava succedendo? Lui
,che era il genio
in matematica, non riusciva a risolvere quel semplice problema.
L’amore è più
complicato di un limite... pensò il cantante
asciugandosi il viso con un
asciugamano.
Kyuhyun sentiva che
stava perdendo BonHan, giorno dopo giorno e lui non riusciva a fare
nulla per
impedirlo. Scivolava
via come l’acqua
sulle mani, era sfuggente e irraggiungibile per Kyuhyun. Forse era solo
una sua
paranoica impressione, ma il maknae sapeva che in cuor suo
l’amore tra lui e
BonHan era soltanto un fragile castello di carte che alla prima volata
di
vento, sarebbe crollato come sarebbero crollate le sue sicurezze.
“Cinque
minuti di pausa!” disse il coreografo fermando la
base. I cantanti, dunque, presero le loro bottiglie d’acqua e
si dissetarono
mentre si asciugavano il sudore che trapelava dalle loro fronti.
“Diamine
Hyukkie, non venirmi addosso sempre!” disse
esasperato Donghae rivolto al main dancer mentre beveva un sorso
d’acqua
“Hae
sei tu che ti metti nella mia postazione!” replicò
l’altro piccato.
Alcuni
sorrisero divertiti mentre KangIn scuoteva la testa sospirando
“Vi
prego, fateli smettere!” disse il cantante esasperato
Yesung
sorrideva di fronte a quella situazione ma la sua
mente era completamente altrove, infatti pensava se tutto era andato
nel verso
giusto con l’appartamento e se a BonHan gli fosse piaciuto.
Non vedeva l’ora
che JungHoon ritornasse per sapere tutto, fino ad allora sarebbe stato
in ansia
e distratto per tutto il tempo.
“Hyung,
tutto bene?” chiese Ryeowook sedendosi affianco al
rosso. Yesung annuì mentre guardava pensieroso la bottiglia
di plastica che
reggeva in mano.
“Secondo
te gli sarà piaciuta?” chiese sovrappensiero il
maggiore guardando con la coda dell’occhio il minore
“Secondo
me vorrà già il contratto.” Lo
rassicurò sorridente
Ryeowook. Yesung sorrise e sperò che quello che aveva appena
detto il suo
compagno fosse vero anche se sapeva che si stava comportando nuovamente
da
codardo. Quel giorno spesso si chiese del perché avesse
mandato il suo manager
per mostrare la sua casa a BonHan e trovò solo una semplice
risposta: sputtanamento,
pensò il rosso. Il main vocalist, infatti, aveva immaginato
quale reazione
avrebbe mai potuto avere la giovane manager e somigliava a uno
schiaffo, in
pieno volto. Forse più di uno.
Yesung
scosse la testa nel tentativo di scacciare il
pensiero di uno schiaffo in pieno volto eppure il cantante non sapeva
che da lì
a poco sarebbe diventato anche una sorta di veggente. Infatti non
appena sentì
gli altri salutare sorpresi la giovane manager, si girò di
scatto verso di lei
che lo guardava arrabbiata.
Oh cazzo. Pensò
con estrema semplicità Yesung intuendo
già cosa gli sarebbe successo da lì a poco.
“Yesung-oppa,
dobbiamo parlare.” Esordì con freddezza BonHan
ignorando il saluto degli altri cantanti e posizionandosi con le
braccia
incrociate al petto. Ecco, quando BonHan si metteva in quella posizione
a breve
sarebbe successo un pandemonio. Yesung lo sapeva bene, conosceva in che
modo andava
in escandescenze la
ragazza e inoltre
sapeva anche che bastava poco per farla innervosire. Yesung
sospirò debolmente e
seguì BonHan
mentre usciva dalla sala
prove.
“E
adesso sono caz-... dolori, volevo dire dolori.” Disse
Eunhyuk
interrompendosi non appena Siwon lo guardò storto.
Nel
frattempo, Yesung chiuse la porta dietro di sé mentre la
ragazza si girò di scatto verso di lui. Non ebbe nemmeno il
tempo di capire
cosa stesse succedendo che si ritrovò con il viso voltato a
sinistra, con la
guancia rossa e dolorante per il repentino schiaffo da parte di BonHan.
“Mi
fa piacere che mi usi come sacco da box...” disse Yesung
sarcastico mentre si massaggiava la guancia che si stava già
gonfiando. BonHan
lo squadrò truce e con disprezzo.
“Prima
ti fingi mio amico, poi mi ignori e adesso mandi
JungHoon a farmi affittare una tua casa! Si può sapere che
diamine di
intenzioni hai?!” sbraitò la manager guardandolo
furiosa.
“Prima
di tutto, non ho mai finto niente con te e lo sai
bene.” Esordì Yesung
guardandola serioso
negli occhi “Secondo, si chiama altruismo. Ma dubito che tu
sappia cosa
significhi...”
Un
secondo schiaffo lo colpì sull’altra guancia,
prima che
potesse continuare. Era stanco di dover sempre chiedere scusa, era
stanco di
dover passare per il colpevole della situazione, era stanco
semplicemente di
farsi mettere i piedi in testa. Infondo, non aveva fatto niente di
male, perché
lei ostinava a proteggersi dietro quel muro che erigeva con tutti?
Yesung
strinse i pugni con rabbia fino a far diventare le nocche bianche.
“Sai
che c’è BonHan? Vai al diavolo.” Disse
Yesung
spazientito e fece per andarsene
“Cosa?!”
chiese sconcertata BonHan bloccandolo e fu in quel
momento che il cantate perse le staffe. In rare occasioni Yesung si
arrabbiava
e quella fu una di quelle volte però accadeva solo quando ci
teneva veramente e
infatti quell’occasione rientrava in quella categoria.
“Sono
stanco dei tuoi tira-e-molla, dei tuoi sguardi da
vittima, che mi fai passare sempre per il cattivo della situazione, ma
soprattutto
sono stanco di dover chiedere scusa quando non ho fatto niente di male!
Se
proprio vuoi litigare con me, almeno cerca un motivo migliore che di
questo perché
il mio unico intento era quello di darti una mano ma evidentemente tu
non vuoi
proprio l’aiuto di nessuno!”
BonHan
lo guardò sconvolta non sapendo come replicare
perché
infondo non aveva tutti i torti ma per orgoglio in quel momento non
volle
dargli ragione.
Che se ne andasse al
diavolo pure lui! Pensò BonHan in un primo momento
arrabbiata e offesa, non
sapendo come agire o replicare.
“Vai
al diavolo, Yesung!” disse semplicemente guardandolo
furiosa poi si allontanò indispettita
“Vacci
prima tu!” replicò di rimando urlando
innervosito. Ma
subito dopo si pentì di
tutto quello che aveva appena detto sentendosi maledettamente male e in
colpa.
Sbuffò nervoso e ritornò nella sala prove dove
tutti lo guardarono sconvolti,
evidentemente avevano sentito ipotizzò il rosso.
“Hyung,
come fai ad essere ancora vivo?” chiese Siwon
sbigottito togliendo le parole di bocca ai presenti. Il main vocalist
sospirò
stancamente
“Non
so neanche io.”
Erano
passati diversi giorni dall’ultima volta che BonHan
aveva rivolto la parola a Yesung e da quel giorno si salutavano a
stento.
BonHan sapeva che il main vocalist non aveva tutti i torti
però quello che la
rendeva infelice era che se lui fosse andato da lei e le avesse parlato
di
quell’appartamento, lei non avrebbe esitato a vederlo. Invece
aveva agito come
lui più riteneva giusto, senza pensare a quello che voleva
lei. Era questo ciò
che la urtava maggiormente, non sapere la sua opinione a riguardo.
“Questa
ti piace, BonHan?” chiese Kyuhyun indicando
l’annuncio
di una casa sullo schermo del suo computer
“Ah?
Non saprei...” rispose lei vaga. Kyuhyun sospirò e
abbassò lo schermo del computer guardando la ragazza
cercando di capire cosa c’è
che non andasse in lei, ma purtroppo, come ben lui sapeva, non riusciva
a
capire l’emozioni di BonHan come riusciva a fare Yesung.
Lui è il più abile in
questo... pensò con amarezza il maknae
“Che
c’è? Ho qualcosa che non va?” chiese
BonHan
allontanando il viso mentre Kyuhyun avvicinava il suo cercando di
scrutarla,
per capire meglio il suo stato d’animo
“Si,
ma non riesco a capire cosa, vuoi dirmelo tu?”
“Non
c’è niente che non vada...”
“Ti
prego, non mentirmi. Ti supplico, rendimi partecipe di
quello che stai provando. Puoi
fidarti
di me, lo sai.”
BonHan
sospirò debolmente mordendosi il labbro indecisa, poi
sorrise dolcemente pensando a quanto amore avesse Kyuhyun per lei.
Così decise
di raccontare del suo litigio con Yesung e della causa omettendo
però quello
che si erano detti. Infatti BonHan, conoscendo Kyuhyun, sapeva che se
solo
avesse saputo ciò che realmente si erano detti avrebbe
attaccato brighe con il
main vocalist, di nuovo.
“Tutto
qui?” domandò Kyuhyun guardandola dubbioso. BonHan
sospirò spazientita
e annuì convincente,
sperando che Kyuhyun non le chiedesse altro.
“Avrei
voluto esserci, per vedere Yesung arrabbiato...”
BonHan
lo guardò accigliato e le diede un debole pugno sulla
spalla “Certo che sei proprio un cretino...” disse
poi cercando di non
sorridere anche se era impossibile non sorridere con lui.
Dopo
un’ora di ricerca, alla fine Kyuhyun e BonHan avevano
trovato una casa che facesse proprio a caso per lei, con affitto
ragionevole e
abbastanza grande, inoltre presero anche l’appuntamento con
l’agenzia
stabilendo il giorno adatto: sarebbe stato il seguente. Kyuhyun si
propose di
accompagnarla e la manager fu ben disposta ad accettare proponendo di
portare
con loro BonJoong.
Il
giorno dell’appuntamento, Kyuhyun aspettava che si
facesse ora di andare a prendere BonHan, sul divano del dormitorio. Non
si
accorse subito però che, da qualche minuto, Yesung sedeva
anche lui, guardando
corrucciato la televisione. Pensava ancora alla discussione avuta con
BonHan e
non riusciva a pensare ad altro. Si sentiva così frustrato e
non capito proprio
dalla persona che sarebbe stato disposto pure a morire per lei. Si
domanda se
avesse davvero ragione, se avesse sbagliato ad agire in quel modo...
troppe
domande a cui lui non riusciva a dare risposta.
“Io
vado hyung.” Disse Kyuhyun alzandosi e riportandolo alla
realtà
“Dove
vai?”
“Oh,
niente di che... accompagno BonHan a vedere una casa.”
Rispose
con semplicità il maknae come se nulla fosse.
“Ah,
bene... perfetto... aspetta un attimo... che cosa?!”
Ma
prima che Yesung potesse chiedere spiegazioni, Kyuhyun
era già sgattaiolato via sghignazzando divertito.
“Kyuhyun!”
urlò il main vocalist ricorrendolo, ma il maknae
era già lontano dalla sua portata. Yesung sbuffò
e si grattò la testa nervoso poi
si diede delle
botte alla fronte con il
palmo della mano ripetendosi quanto fosse stato uno stupido. Intanto
Heechul
guardava la scena divertito mentre sorseggiava una tazza di
thé bollente,
pensando ad un’unica cosa.
Quanto mi sto
divertendo...
Note :3
ORBENE ECCOMI QUI! Sono risorta dalle mie ceneri proprio come la fenice!
PERCHE' SI GENTE, SONO UNA FENICE (?)
Ok, tornando normali e per un attimo seri, è doveroso
chiedermi le mie più sincere condoglianze
scuse per il ritardo nel postare il nuovo chappy, ma in questa
settimana non ho avuto proprio modo di postare e di scriverlo
ç_ç
Spero che mi perdoniate ^^
Intanto spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Fatemelo sapere con
una recensione!
Un bacio e a prestissimo! (spero)
Cri_Snix
|
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Capitolo 24 *** Capitolo 23-Ritornare come prima ***
Capitolo
23
Ritornare come prima
BonHan
uscì da quell’appartamento non delusa, ma nemmeno
entusiasta. L’appartamento era gradevole, aveva un bel
soggiorno confortevole,
due stanze da letto, una piccola cucina e un bagno. Non era luminoso
come
quello di Yesung a causa di un altro palazzo che si ergeva di fronte
che non
permetteva ai raggi del sole di illuminare le stanze. Non era nemmeno
tanto
spazioso, tuttavia, pensò BonHan, era piuttosto funzionale.
Si
sarebbe accontentata, infondo non era male. Eppure,
improvvisamente si ritrovò a pensare
all’appartamento di Yesung, a quel
giardino così bello, al sole che illuminava tutte le stanze,
ai profumi che
provenivano dalle bancarelle e al vociare allegro dei passanti. Quella
casa,
adesso, appariva più desiderabile che mai in confronto a
quella appena visitata
che appariva spoglia e vuota.
Non
le piaceva, proprio per niente e Kyuhyun parve capirlo,
ma lui non glielo chiese subito, aspettò che
l’agente immobiliare si
allontanasse da loro due. Sapeva cosa la ragazza stesse pensando, anzi,
era più
che convinto del fatto che BonHan si fosse innamorata perdutamente
della casa
di Yesung.
Se non di lui stesso.
Kyuhyun
chiuse gli occhi nel tentativo di rimuovere quel
pensiero che, da un po’ di tempo, gli si era infiltrato nella
mente non
facendolo dormire di notte, e istintivamente prese la mano della
manager tra le
sue, facendola trasalire.
“Non
ti piace, vero?” chiese il maknae incurvando la bocca
in un sorriso sornione
“No,
per niente.”
Fredda e glaciale
come sempre, pensò il cantante
con amarezza. Non sapeva se apprezzare la sincerità fredda e
senza scrupoli di
lei o averne paura. Nel secondo caso, si sarebbe avvalsa la tesi di Kyuhyun: in
recondito angolo del
cuore di BonHan, il quale Kyuhyun non aveva ancora raggiunto, si
trovava ancora
l’amore che lei provava per Yesung. In tal caso, Kyuhyun non
avrebbe avuto un
barlume di vittoria, non poteva competere con Yesung perché
BonHan lo avrebbe
scelto senza ombra di dubbio. Kyuhyun era consapevole di essere stato
il
“secondo” per la manager e non poteva di certo
sopraffare i sentimenti che le
aveva suscitato Yesung. Non era altro che un cerotto che, compiuto il
suo
dovere di proteggere la ferita da infezioni, sarebbe stato gettato via.
Disfatta,
perdita, senza rivincita. Così sarebbe andata e
ancora una volta, Kyuhyun sorrise amaro di fronte a quel suo
ragionamento, il
quale non faceva una piega.
Era
inoltre convinto che gli stessi identici pensieri e
ragionamenti li avesse fatti anche BonHan, forse anche prima di lui.
Infatti,
sapeva bene di quanto lei potesse essere calcolatrice e razionale.
Proprio
questo era l’unica grande cosa che li accomunava di
più: potevano risolvere il
più impegnativo problema ma non sapevano relazionarsi con i
loro sentimenti.
“Cosa non ti
è
piaciuto?” continuò il cantante nascondendo i suoi
pensieri dietro i suoi occhi
scuri attraversati sempre da un lampo di sarcasmo.
La
manager sbuffò spazientita a causa della brezza
primaverile che le portava i ciuffi
che
le ricadevano dalla coda di cavallo, davanti agli occhi, impedendole di
vedere.
Era
una giornata primaverile piuttosto calda, i fiori sugli
alberi erano sbocciati e BonHan si ritrovò a pensare che
erano passati diversi
mesi da quando si era ritrovata a lavorare come assistente per
JungHoon, e
tante cose erano mutate in quel tempo, così come era
cambiata lei. Non si
sentiva più la stessa, il suo carattere da schivo e freddo,
era stato
sostituito con uno fragile da ragazzina che giocava ad essere una donna
matura.
Provava ribrezzo per se stessa, cosa le era capitato?
Yesung. Pensò
quasi con rabbia la corvina.
Era
sua la colpa di tutto? Solo in quel momento si rese
conto che Yesung l’aveva resa fragile
e indifesa. Le aveva distrutto il
suo
muro che la proteggeva da ogni delusioni e ferite inferte al suo cuore,
poi a
sua volta l’aveva ferita, distrutta, ancora e ancora.
Nonostante questo BonHan
sapeva che il suo cuore gli era ormai soggiogato: era suo, che le
piacesse o
meno, che ci fosse Kyuhyun o meno.
Perché
Kyuhyun non avrebbe mai potuto sostituirlo in
niente. BonHan lo sapeva fin
dall’inizio, da quando volontariamente –allora non
era ancora del tutto
consapevole- lasciò che la rosa che il maknae le aveva
regalato il giorno dopo
il loro bacio, appassisse, abbandonata in un vaso e lasciata a marcire
solitaria, senza cura. Sarebbe stato quello l’amore che
avrebbe offerto a
Kyuhyun, secco e arido.
BonHan
ancora una volta pensò di essere cattiva.
“Non
è abbastanza illuminata.” Rispose secca cercando
di
sorridere per nascondere la sua freddezza. Stava prendendo le distanze
dalla persona
che l’amava nonostante Kyuhyun sapesse bene che BonHan non
l’amava, nemmeno un
po’. Si era illuso di poter fare breccia nel suo cuore, che
sarebbe stata sua
per sempre.
Si
sbagliava.
“Quella
di Yesung lo è di più?” chiese ancora
Kyuhyun
guardandola con la coda dell’occhio con la voce amara, in cui
traspariva un
senso di rassegnazione.
Ti piace più lui
Pensò il maknae stringendo la mano che aveva libera in pugno
con rabbia, la
stessa rabbia di chi non può fare altro che osservare la sua
inesorabile sconfitta.
Quando
Kyuhyun pronunciò il nome del main vocalist, BonHan
sentì
una fitta al cuore non notando l’amarezza con cui lo
pronunciava.
“Vai al diavolo
BonHan!”
Quella
fu l’unica volta che BonHan si sentì dalla parte
del
torto, comportandosi come una bambina viziata ferendo, forse ancora una
volta,
Yesung. Forse era il suo modo di fargliela pagare: lui
l’aveva ferita e adesso
ne ripagava le conseguenze: a sua volta, lei lo feriva e forse nel
peggiore dei
modi.
“Vai al diavolo
Yesung!”
Pronunciare
quelle parole le era costato caro, soprattutto
se ripensava a
tutto quello che lui
aveva fatto per lei. Dal primo momento che l’aveva visto,
BonHan sentì la sua
pelle andare a fuoco e il cuore battere forte. Lui era sempre gentile e
socievole con lei e con il suo sorriso le illuminava la giornata. Il
suo
sorriso era come il sole per lei e anche questo gli aveva portato via.
“Dici
di non essere una principessa ma vedi, sta sera, adesso, per
me... lo sei.”
“Ehi?
C’è qualcuno o sto parlando da solo come un
menomato
mentale?” domandò il maknae incurvando un angolo
della bocca in sorriso
ironico. BonHan si voltò verso il cantante inespressiva,
sorridendo appena.
Iniziò a domandarsi il motivo della presenza di Kyuhyun
nella sua vita: lo
stava usando ed era più che consapevole.
“Scusa
ero sovrappensiero.” Rispose lei distaccata salendo
sul taxi, seguita da Kyuhyun.
Il
maknae guardò crucciato la manager per tutto il viaggio
di andata verso la SM Town pensando ad un’unica cosa, che
prima a poi l’avrebbe
sicuramente persa.
Perdere qualcosa che
non si è mai avuto è solo da idioti. Pensò
con rammarico Kyuhyun stringendo
ancora per una volta la mano della ragazza, forse per
l’ultima volta. Stava
prendendo nuovamente le distanze, non c’era più
niente ormai che li legava,
niente che potesse coinvolgerla, niente più oramai.
L’avrebbe persa, avrebbe
perso il viso di lei, il suo sorriso rivolto a lui, il calore che gli
trasmetteva, il sapore delle sue labbra...
Sospirò
stancamente mentre osservava la ragazza che
picchiettava i tasti del suo cellulare, impassibile e spenta.
Voleva
di nuovo quel sorriso che gli aveva conquistato il
cuore, voleva che fosse di nuovo sua.
“Quando
sorridi, vedo il tuo meglio.” Esordì il cantante
guardandola serio mentre lei si voltava piano sorpresa
“Quindi, sorridi di
più.” Concluse
poi Kyuhyun sorridendole
dolce riuscendo a strappare anche un sorriso alla manager, il sorriso
che aveva
illuminato il cuore al maknae.
“Se
vuoi affittare la casa di Yesung puoi farlo.”
“Non
mi servirebbe il tuo permesso nella remota ipotesi che
volessi affittarla.” Rispose
burbera lei
posando il cellulare nella borsa e guardando fuori dal finestrino le
macchine
che sfrecciavano e i passanti che attraversavano la strada.
“Non
volevo darti il mio permesso, volevo solo dirti che a
me non importa.” Controbatté
Kyuhyun tagliente
sorridendo tristemente.
BonHan
sbuffò stizzita mentre si massaggiava le tempie
stancamente. Perché Kyuhyun doveva sempre mettere il nome di
Yesung in ogni
loro conversazione? Innervosirla o
colpevolizzarla?
“Io
ti amo BonHan e ho bisogno di sentirmelo dire da te almeno una
volta.”
La
corvina scosse la testa: ricordare non le aveva mai fatto
così male sino a quell’istante. Ricordare per
BonHan significare non smettere
di amare le persone lontane o perse, ricordare per BonHan significava
vivere.
Perché non vai via
dalla mia testa Yesung? Perché?!
Ricordare
gli avvenimenti avuti con Yesung significava
lasciare Kyuhyun ed era quello che BonHan cercava di impedire con tutte
le sue
forze: Kyuhyun era diventato una persona migliore. BonHan non si
prendeva il
merito della maturità del ragazzo, ma di certo credeva che
lei ne era uno dei
fattori scatenanti. Quindi lasciare lui significava fargli fare un
passo
indietro e BonHan non voleva che accadesse.
Yesung
lasciò la sala prove solo dopo la mezzanotte ormai
allo stremo delle forze. Gli faceva male la gola, a causa del troppo
sforzo, e
la testa gli girava vorticosamente. Lasciò che i piedi lo
conducessero verso l’uscita
per dirigersi al dormitorio e inevitabilmente passò di
fronte all’ufficio che
JungHoon e BonHan condividevano e non potette fare a meno di fermarsi
di fronte
alla porta vetrata.
Il
main vocalist strinse i pugni e intravedendo la manager
con la testa china sul suo computer, circondata da fascicoli,
appoggiò la
fronte sul vetro freddo della porta e chiuse gli occhi: desiderava
parlare,
forse per l’ultima volta ma quando e dove? Ora che non sapeva
nemmeno dove
abitasse, parlare nel dormitorio o negli uffici della sede discografica
non era
un posto tranquillo. Dovevano esserci solo lui e BonHan.
Decise
di andare al dormitorio, a quell’ora non avrebbe
ricavato nulla, l’indomani mattina a mente fresca sarebbe
riuscito in qualche
modo a sapere della nuova abitazione di lei per confessarle ancora una
volta il
suo amore. Non gli importava cosa gli avrebbe risposto quella volta, ma
aveva
la necessita di dirglielo ancora una volta soltanto.
Quando
finalmente arrivò al dormitorio si accasciò
stancamente sul divano appoggiando la testa sugli schienali del divano.
A poco
a poco sentì gli occhi farsi pesanti e lentamente si
abbandonò al sonno, ma un
rumore gli fece aprire gli occhi e voltarsi verso la fonte del rumore.
“Hyung,
sei appena arrivato?” chiese Kyuhyun versandosi un
bicchiere d’acqua. Yesung annuì stancamente e
richiuse di nuovo gli occhi per
poi sbarrarli nuovamente meravigliato.
“Kyuhyun!”
esclamò il rosso sorpreso scattando all’ in piedi
prontamente.
“Yesung!”
rispose nello stesso tono inarcando il
sopracciglio ironicamente mentre sorseggiava l’acqua.
“Kyuhyun!
BonHan ha trovato casa?”
“Perchè?
Ti interessa forse venderle un’altra casa?”
scherzò
il minore con un tono beffardo. Yesung si avvicinò al minore
mettendosi di
fronte e guardandolo supplichevole e serio: doveva saperlo e Kyuhyun
non glielo
avrebbe impedito. Il maknae sospirò e posò il
bicchiere nel lavabo annuendo
mestamente rendendosi conto che era giunto il momento di farsi da
parte,
purtroppo.
“Dove?
Ti prego dimmelo, farò qualsiasi cosa!”
continuò Yesung
con un tono insistente mantenendo lo stesso sguardo: serio e
supplichevole ma
al tempo stesso fermo.
Kyuhyun
inarcò il sopracciglio prima scettico, poi
arricciò
le labbra in un sorriso furbo.
“Qualsiasi
cosa, eh?”
Note
dell'autrice :3
Finalmente ci sono riuscita. Non vi confesso che scrivere questo
capitolo è stato un parto e fa anche abbastanza schifo,
sorratemi (?)
So solo che siamo quasi alla conclusione di questo parto secolare
(ebbene si "Come un uragano" sta giungendo al termine.)
Se volete sapere come andrà finire, non smettete di seguirmi
:3
Un bacio!
Cri_Snix
|
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Capitolo 25 *** Capitolo 24-Ultimatum ***
Capitolo
24
Ultimatum
“Meno
male che avevo detto che vi volevo pronti per le
sette.” Esordì
esasperato JungHoon
mentre entrò nell’appartamento e vedendo KangIn
con il mento debolmente
appoggiato sulla mano, seduto al tavolo, insieme a Yesung, Eunhyuk
stravaccato
sul divano, sonnecchiante e Ryeowook che era intento a preparare litri
di caffè
per tutti.
“Muovetevi,
siamo in ritardo per la conferenza stampa.”
Continuò il manager picchiettando i tasti del suo cellulare
“BonHan è già lì
che ci aspetta.” Continuò posando il telefono
nella tasca mentre si dirigeva
verso le altre stanza a tirare giù dai letti i ritardatari.
Yesung
al nome della ragazza, strinse la tazza di caffè e si
morse il labbro inferiore.
“Hyung
hai saputo dove abita adesso BonHan?” chiese
improvvisamente Ryeowook sedendosi affianco a lui. Il main vocalist
scosse la
testa: in un certo senso ancora non lo sapeva nonostante quello che
aveva detto
l’altro giorno alla radio solo per saperlo da Kyuhyun.
“Kyuhyun
ha detto che me l’avrebbe detto lei.” Rispose il
rosso sciacquando la tazza nel lavello.
“Conoscendo
Kyuhyun di certo non te l’avrà detto
perché
improvvisamente è diventato di buon cuore.”
Intervenne KangIn ancora con gli
occhi chiusi e la voce impastata dal sonno. Yesung stava per rispondere
quando,
sentì la sua stessa voce provenire da un registratore.
“Kyuhyun ha la voce
più bella del gruppo. Riesce ad aggiungere note molto alte
con facilità.”
I
presenti si girarono verso la fonte della voce, scoprendo
Kyuhyun appoggiato allo stipite della porta con un ghigno divertito sul
volto e
con un registratore in mano, con l’indice premuto sul tasto
pausa.
“Sarà
la ninna-nanna delle mie notti insonni.” Disse
ghignando ancora, poi così come era venuto,
ritornò nella sua stanza per prepararsi.
Yesung si massaggiò la fronte infastidito, mentre gli altri
cercavano di
soffocare le risate, inutilmente.
“Ora
capisco, hyung.” Disse Ryeowook tra una risata e
l’altra mentre Eunhyuk e KangIn piangevano per le risate.
Yesung nascose il
viso tra le mani pensando che se non
avesse saputo dove abitasse BonHan, avrebbe strangolato Kyuhyun e,
dopo,
avrebbe cancellato quella registrazione.
Almeno
non l’avrebbe perseguitato per sempre.
BonHan aspettava l’arrivo del van dei Super Junior,
impaziente, fuori alla sala conferenze dove si sarebbe svolta la
conferenza
stampa per il lancio del loro nuovo singolo. Guardava spazientita
l’orologio:
erano in ritardo di dieci minuti e i giornalisti erano già
arrivati. Sbuffò
nervosa, odiava aspettare e odiava i ritardi. Pensò che
avrebbe ucciso JungHoon
appena sarebbero arrivati o forse dopo la conferenza.
Mentre la manager pensava a quali torture
medievali infliggere al suo collega, vide arrivare il van e
tirò un sospirò di
sollievo, mentre si avvicinava a grandi falcate verso il van scura in
volto e
con i pugni chiusi.
“Lo
so, lo so, lo so! Non dire niente. I giornalisti sono
già dentro?” domandò JungHoon mentre
scendeva dal van, seguito dai cantanti.
“Si
e se non si muovono ad entrare ci sarà una
rivolta.”
Rispose BonHan mentre si dirigeva velocemente all’entrata
seguita dal collega
“Ed io ti ucciderò.” Continuò
fermandosi di colpo rivolgendogli un’occhiata
assassina, poi aprì il portone che dava alla sala conferenze
e diede segno ai
cantanti di dirigersi verso un palchetto allestito per loro con un
lungo tavolo
con tredici microfoni e bicchieri d’acqua. Quando si
sistemarono tutti, la
conferenza potette finalmente iniziare e BonHan tirò un
sospiro di sollievo.
La
prime domande furono inerenti al nuovo singolo, perché
del titolo “Mr.Simple”, il nuovo stile e le nuove
coreografie. Ma le successive
si fecero sempre di più personali e BonHan riuscì
a intravedere l’imbarazzo nei
loro sguardi e cercò di reprimere l’impulso di
interrompere la conferenza.
“Kyuhyun
è vero che hai una fidanzata?” chiese un
giornalista di una rivista scandalistica: era pelato, ma aveva nascosto
la sua
calvizie con un basco. Le sopracciglia erano folte e nere e aveva un
sorriso
sghembo, come se quella domanda lo stesse divertendo. Era come se
stesse
lanciando un guanto di sfida e BonHan sperò con tutte le
forze che il maknae
non lo raccogliesse, ma ovviamente lo conosceva fin troppo bene e lo
avrebbe
raccolto, solo per dimostrare che quella domanda non lo metteva in
imbarazzo.
“Si
è vero.” Rispose con semplicità
sorridendo
“Parlaci
un po’ di lei.” Intervenne un altro con un
registratore puntato verso i cantanti. Kyuhyun ormai aveva attirato
l’attenzione di tutti i giornalisti con quella confessione
dette con estrema
semplicità. BonHan sentì il sangue scorrerle
più velocemente ma non si
scompose, rimase gelidamente ferma al suo posto con le braccia strette
al
petto. Vide Kyuhyun sorridere imbarazzato mentre picchiettava le dita
sul
tavolo bianco.
“Lei
è la cosa più bella che mi sia potuta capitare in
tutta
la mia vita.” Iniziò il maknae sorridendo mentre
nella sua mente scorrevano
lentamente le immagini del suo primo bacio con BonHan, delle notti
passate con
lei, del suo tocco leggero sul suo petto, le sue dita fredde che
percorrevano i
solchi delle cicatrici che percorrevano il suo addome. Il respiro
leggero di
lei che soffiava contro la sua pelle, il viso di BonHan al mattino,
appoggiato
sul suo petto. Le loro mani strette tra di loro e i mille baci impressi
sulle
loro pelli come marchi e il profumo di lei che ancora sentiva nei suoi
polmoni.
“Lei è il mio filo rosso.” Concluse
sorridendo Kyuhyun mentre i suoi compagni
iniziavano un po’ a prenderlo in giro,
solo Donghae
applaudiva entusiasta come un bambino di cinque anni e Yesung, che
aveva lo
sguardo basso, sentendo una fitta allo stomaco. L’amava
davvero tanto, pensava
il main vocalist con rammarico.
“E
tu Yesung, hai anche tu una ragazza?” domandò una
giornalista di mezza età con i capelli scuri tagliati e un
naso piccolo e
appuntito. Yesung alzò lo sguardo verso la giornalista e
sorrise imbarazzato
scuotendo la testa in segno di dissenso balbettando parole
incomprensibili. I
suoi compagni iniziarono a prenderlo in giro mentre i giornalisti
ridevano e
insistevano affinché dicesse qualsiasi cosa pur di creare
uno scoop. Il
problema era che lui non poteva di certo dire che era perdutamente
innamorato
della ragazza di uno dei suoi migliori amici.
“C’è
stata una ragazza un tempo ma l’ho fatta
scappare.”disse il main vocalist suscitando dei versi di
scontento “Nonostante
questo, io l’amo ancora e la porterò sempre nel
mio cuore. Perché lei mi ha
travolto come un uragano.” Concluse Yesung sorridendo appena
mentre, senza
nemmeno accorgersene, si ritrovò a guardare BonHan che era
come congelata al
suo posto, una statua di ghiaccio: fredda. Corrugò
leggermente la fronte, ma fu
come uno spasmo impercettibile. Se però
all’esterno appariva glaciale,
all’interno sentiva lo stomaco bruciare e il cuore scoppiare.
La sua pelle era
ormai fuoco e sentiva la testa oppressa. I suoni ormai le arrivavano
ovattati
non accorgendosi nemmeno che la conferenza fosse finita, dovette
scuoterla
JungHoon per riprenderla.
Mentre
si dirigevano verso il van, BonHan cercò di non
lasciare trasparire quello che sentiva dentro di sé,
restando sempre
impassibile fino a che non si diressero verso il set del servizio
fotografico
per il nuovo album.
Le
ore sembravano interminabili e BonHan non potette fare di
ripensare alle parole dei due cantanti. Se avesse scelto uno,
l’altro avrebbe
sofferto.
“Non
scegliere nessuno.” Le disse una volta Leeteuk, mentre
era seduta con lo sguardo perso nel vuoto, alla scrivania del suo
ufficio. Non
ricordava bene come lei e Leeteuk avessero iniziato a parlare, forse lo
aveva
semplicemente sognato, frutto della sua immaginazione. Le
sembrò un padre che
in quel momento cercava di proteggere i suoi figli e di dare consiglio
a lei.
Ricordò bene cosa aveva detto.
“Se
non scelgo nessuno, soffrirò io.”
Egoista. Preferisci
far soffrire uno di loro per non soffrire tu.
Scosse
la testa stanca e l’appoggiò al muro al quale era
appoggiata.
Egoista.
Sentì
le lacrime pizzicargli: era stanca. Iniziò a
desiderare di non aver mai avuto nulla a che fare con i Super Junior,
con
Yesung e con Kyuhyun.
Avrebbe
voluto costruire una macchina nel tempo pur di
ritornare indietro e di poter perdonare Yesung nell’esatto
momento in cui lui
le aveva detto che l’amava.
Lo
amava.
Poteva
ancora perdonarlo, ma nel momento che avrebbe
perdonato lui, non avrebbe perdonato se stessa.
Yesung
stava riponendo le sue cose nel suo zaino, quando
sentì bussare delicatamente alla porta. Nel meno il tempo di
girarsi che BonHan
era lì immobile sul ciglio della porta con quei intesi
occhi neri che
sembrava divorarlo con un solo battito delle sue ciglia lunghe. La
bocca,
colorata di rosso, era serrata e le braccia strette al petto, in una
posizione
rigida e austera. Yesung non riusciva a capire se era uno sguardo di
rimprovero
o semplicemente lo stesse scrutando. BonHan aveva
un’espressione indefinibile
stampata sul volto, sembrava che stesse pensando a qualcosa e riconobbe
ancora
una volta quel velo di tristezza nei suoi occhi.
Deglutì
a vuoto.
“BonHan,
non c’era bisogno che mi venissi a chiamare vi
stavo raggiungendo.” Disse il cantante cercando di non
fremere quando incastrò
i suoi occhi in quelli di lei.
“Perdonami.”
Rispose lei sorridendo tristemente “Per tutto
quello che ti ho fatto passare. Perdonami, davvero.” Aggiunge
chinando la testa
in segno di scuse. Yesung non sapeva come agire e cosa dire, rimase
lì immobile
a guardarla con il desiderio di mandare a quel paese tutto e di
stringerla a
sé.
“N-non
preoccuparti.” Riuscì a balbettare il rosso
avvicinandosi alla ragazza.
“Spero
che sia ancora valida la proposta di affittare casa
tua.”disse
BonHan accennando ad un sorriso cordiale.
“Lo
sarà sempre, se tu vorrai.”
La
manager arricciò gli angoli della bocca in un sorriso
stanco poi disse che avrebbe potuto lasciare il contratto sulla sua
scrivania,
glielo avrebbe portato il giorno dopo, poi fece per andarsene.
“BonHan
se... se quello che ti ho detto oggi ti ha messo a
disagio, era l’ultima cosa che volevo.” Si
affrettò a dire prima che lei
andasse via, paralizzandola sul ciglio della porta “Io ti amo
ancora.” Aggiunse infine
sicuro, stringendo i pugni con forza.
BonHan
sentì una lacrima rigarle la guancia e sospirò
silenziosamente. Ormai non riusciva più a nascondere
ciò che provava per il
main vocalist e nemmeno voleva più nasconderlo. Aveva deciso
ormai, il suo
ultimatum era scaduto ed era il momento di accettare le conseguenze
della sua
decisione.
“Anche
io.” Rispose secca. Poi velocemente lasciò il
camerino prima che il main vocalist avesse potuto aggiungere qualcosa.
Yesung
sentì il cuore scoppiargli per la gioia. Lo amava
ancora, era questo quello che trasparì dalle parole della
ragazza. Forse era
solo una delle elucubrazioni mentali del main vocalist ma a lui poco
importava.
A lui sarebbe
bastato questo, sapere che
lei nonostante tutto lo amava ancora.
“Hyung
ancora un’altra partita!” insistette BonJoong
saltellando intorno al maknae il quale ridacchiava divertito.
“No
è tardi, tua sorella ci uccide se ci vede ancora giocare
con la playstation.” Rispose divertito Kyuhyun mentre
riponeva il joystick sul
piano del televisore. BonJoong mise il broncio e sbuffò
annoiato poi diede la
buonanotte al maknae e alla sorella e si diresse verso la sua stanza da
letto.
BonHan sorrise teneramente quando vide Kyuhyun stiracchiarsi e
appoggiarsi
sulla spalliera del divano. La ragazza, intenta ad asciugare le posate,
trasalì
quando sentì le mani del maknae posizionarsi sui suoi
fianchi e il mento di lui
appoggiarsi tra l’incavo tra la spalla e il collo.
“Vieni
a sederti di là con me?” chiese quasi con un tono
supplichevole, sussurrandole all’orecchio, provocando dei
brividi alla ragazza.
“Devo
finire di asciugare i piatti.” Rispose lei sorridendo
quando Kyuhyun iniziò a baciarle il collo, poi le guancie,
ogni centimetro di
pelle che incontrava.
“Li
asciugherai dopo.” Disse lui tra un bacio e un altro.
BonHan
si sentì in qualche modo infastidita da quei baci, da
quel contatto che solo qualche settimana fa non rifiutava ad
accontentare. Ora
tutto era cambiato e lei non aveva il coraggio di lasciare Kyuhyun
andare. Così
si voltò verso il maknae e lo baciò con
avidità, sorprendendo il cantante,
mordendo il labbro inferiore del
cantante
fino a farlo sanguinare. Era un bacio sporco, quasi senza emozione, un
bacio
fatto solo di saliva e lingua ma a BonHan non importava. Voleva fare di
tutto
pur di soffocare i sentimenti che erano di nuovo emersi per Yesung.
Anche io.
Strinse
gli occhi come aveva
stretto le unghie nella pelle di Kyuhyun facendo aderire i loro corpi.
Il
maknae si staccò dalle labbra della ragazza solo per poterle
mordere il collo
lasciando dei segni rossi su ogni punto in cui si posava.
Ancora
una volta BonHan non seppe
dire di no e ancora una volta si ritrovò inerte affianco al
maknae, stretta al
suo petto.
Ancora
una volta BonHan si sentì
impotente, sporca, senza cuore. Yesung aveva preso con
avidità il suo cuore,
non era colpa sua se adesso non ne aveva più uno. Chiuse gli
occhi fingendo di
dormire, non aveva voglia di parlare con il Kyuhyun. Sentì
la mano di Kyuhyun
accarezzarle la schiena nuda e le labbra baciare le sue in un casto
bacio.
Non
sapeva cosa provasse per
Kyuhyun, non sapeva cosa provasse in quel momento. Si sentiva vuota,
come un
guscio rotto e si maledì perché ci era ricaduta
di nuovo. Kyuhyun la faceva sua
sempre, ogni volta ci riusciva sempre a travolgerla nel suo vortice.
Lei mai si
tirava indietro.
“BonHan
venderei la mia anima al
diavolo pur di rimanere con te.” Disse improvvisamente il
cantante a un soffio
dalle labbra di lei, accarezzandole le gambe scoperte dal lenzuolo
“BonHan
scegli me, prendi me, ama me.” Supplicò lui
stringendosi a lei, nascondendo il
viso trai suoi capelli neri. Poi finalmente chiuse anche lui gli occhi,
addormentandosi placidamente.
Altre
lacrime, intanto, rigarono
il volto arrossato di lei, bagnando la federa del cuscino.
Che cosa ho fatto?
Note dell'autrice :3
Queste vacanze hanno stroncato la mia voglia di vivere e di scrivere.
Mi sono sentita molto il Grinch *le è cresciuta una strana
peluria verde.*
Vorrei fare alcune precisazioni:
1.
Lo so, KangIn non c'è nell'album di "Mr.Simple" ma voi fate
finta che ci sia (?). Mi servirà ai fini della storia ^^
2.
"Il filo rosso" a cui Kyuhyun si riferisce è una leggenda
giapponese secondo la quale ogni persona ha legato al mignolo un filo
invisibile rosso della mano sinistra, legato al mignolo della propria
anima gemella. Il filo inoltre ha la caratteristica di essere
indistruttibile: le due persone sono destinate a incontrarsi e restare
insieme per sempre.
(qui per sapere della leggenda ^^ --> http://it.wikipedia.org/wiki/Il_filo_rosso_del_destino )
Detto questo, vi dico solo che per scrivere questo capitolo
è stata una vera impresa,
un parto. Insomma ho sudato sette, trendorci camice per
scriverlo.
Dai gente, è quasi finito a breve non vi
ammorberò più (almeno con questa fic :33)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Un bacio
Cri_Snix
|
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Capitolo 26 *** Capitolo 25-Scelta ***
Capitolo
25
Scelta
Erano
passati un paio di giorni dalla conferenza stampa e solo uno
dall’inizio delle prove per la coreografia di
“Mr.Simple”. I cantanti si stavano impegnando molto
affinché il loro nuovo album potesse essere il primo nelle
classifiche, esercitandosi ogni giorno con le coreografie e con le
nuove canzoni, uscendo solo dalle sale prove per tornare nel loro
dormitorio a riposare.
Anche
BonHan stava lavorando sodo, non c’era un momento che non
fosse al telefono con qualche rivista o che confermasse la presenza del
gruppo in qualche show televisivo o in qualche serata di gala. Non
usciva dal suo ufficio per tutto il tempo, uscendo solo la sera tardi.
Era davvero un periodo intenso per lei, aggravato anche dal terminato
trasloco. Si sentì finalmente serena quando mise piede in
quella stupenda casa che in qualche modo profumava di Yesung.
Ormai
era il suo unico pensiero e sempre lo sarebbe stato, non poteva
più impedirlo.
“JungHoon,
ho confermato tutto: domani mattina alle dieci da Fashion Magazine e
poi alle cinque del pomeriggio da “The Beatles
Code”.” Disse la ragazza mentre posava il cellulare
sulla scrivania e segnava tutto sul suo palmare.
Il
manager annuì e si stiracchiò stancamente,
appoggiando la schiena allo schienale della poltrona girevole.
“Puoi
andare BonHan, sarai stanca.” Disse JungHoon massaggiandosi
la fronte tesa per la stanchezza. BonHan annuì e fece un
chino di saluto per poi uscire dalla stanza dirigendosi verso
l’ascensore.
Guardò
il cielo notturno dall’ascensore vetrata ,che permetteva di
vedere il paesaggio, e provo una sorta di malinconia nel vedere la luna
spaventosamente bianca e grande. Si sentì insignificante di
fronte alla luce sinistra che il satellite emanava, si sentì
insignificante di fronte a tutto. BonHan diede un’occhiata
all’orologio al polso, il quale segnava la mezzanotte
passata: a quell’ora probabilmente Kyuhyun era ancora in sala
prova ed era meglio così per lei. Non
aveva voglia di incontrarlo, di fingere ancora. Cosa le impediva di
lasciarlo? Forse perché non voleva restare da sola, forse
perché infondo provava una sorta di affetto verso Kyuhyun,
ma più semplicemente perché aveva paura delle
conseguenze.
Come
avrebbe reagito il maknae? Cosa avrebbe detto quando lei gli avrebbe
confessato che amava ancora Yesung?
BonHan
scosse la testa, non l’avrebbe mai confessato, non a Kyuhyun
per lo meno.
Si
avviò lentamente verso il suo appartamento assaporando
l’aria primaverile e fresca, concedendosi di tanto in tanto
uno sguardo alle vetrine dei negozi e di soffermarsi in qualche
libreria, solo per sfiorare le pagine di qualche libro, come se
potessero estraniarla dai suoi problemi.
Quando
arrivo a casa, si gettò sul divano stanca chiudendo
finalmente gli occhi ma irrimediabilmente immagini di Yesung che le
sorrideva, di Kyuhyun che le stringeva le mani unendole con le sue,
ritornarono prepotentemente nei suoi pensieri, rendendola ancora
maggiormente colpevole.
“Nuna,
sei tornata?” domandò BonJoong strofinandosi gli
occhi assonnati, con indosso il pigiama che le aveva cucito la madre.
BonHan al ricordo della madre indaffarata al cucire quel pigiama, nel
periodo che erano estremamente poveri, sorrise intenerita e
accarezzò il viso arrossato del fratello. Poi gli
schioccò un bacio sulla fronte per poi stringerlo al suo
petto.
“Ritorna
a dormire BonJoong.” Gli disse sorridendo teneramente. Il
fratello annuì sonnolento e ritornò nella sua
stanza, chiudendosi la porta alle spalle. La ragazza si
accasciò nuovamente sul divano e sospirò
debolmente. Suo fratello era l’unica certezza che le era
rimasta, nessuno l’avrebbe allontanata da lui. Con le ultime
forze rimaste, indossò il pigiama e si coricò nel
suo letto, sprofondando in un sonno tormentato dal viso di Yesung.
Sognò lui, come ogni notte da quando l’aveva
incontrato.
Yesung
e Kyuhyun erano rimasti nella sala prove per continuare a provare la
canzone che dava il titolo all’album. In
quell’ultimo periodo, sembrava che le loro controversie non
ci fossero mai state, che era tutto come prima dell’arrivo di
BonHan. Erano di nuovo affiatati e si aiutavano a vicenda dandosi
consigli sia per le canzoni e sia per le coreografia; era tutto tornato
come prima o forse nulla era cambiato. Loro erano come fratelli, i
Super Junior erano una famiglia e non esisteva nessun litigio che
mettesse a rischio la loro unità.
Nemmeno
per una donna anche se BonHan non era una qualunque ragazza. Lei era
speciale, era unica al mondo ed entrambi i cantanti lo sapevano.
“Aigoo,
tra poco mi addormento all’in piedi.” Si
lamentò il maknae stiracchiandosi per poi reggersi la testa
con le mani, passandosele trai capelli.
“Abbiamo
quasi finito dobbiamo solo provare l’ultima parte...
pappamolle...” rispose Yesung sussurrando l’ultima
parola mentre un ghigno sarcastico gli arricciò le labbra.
Kyuhyun
alzò la testa di scatto e lo guardò scioccato con
la mascella serrata mentre il maggiore sghignazzava divertito.
“Pappamolle
a chi?!”
“Non
ti sarai mica offeso...”
Il
maknae inarcò un sopracciglio ironico e fece una smorfia di
dissenso per poi ridere di gusto con il suo hyung. Gli erano mancati
quei momenti con lui, potersi prendere di nuovo in giro a vicenda,
sentirsi di nuovo a proprio agio con lui. Sorrise guardando di
sottecchi il maggiore che si massaggiava la fronte mentre leggeva
attento lo spartito, poi iniziò a leggere mentalmente la sua
parte finale. Rimase visibilmente meravigliato quando sia la sua
battuta che quella di Yesung gli ricordassero BonHan.
“Che
strano...” disse improvvisamente Yesung, evidentemente aveva
letto anche lui. “Le nostre parti finali mi ricordano
BonHan.” Continuò il rosso girando il foglio dello
spartito per continuare la lettura del testo. Rimasero
per un po’ di secondi a contemplare il testo in silenzio e
Kyuhyun si sentì infastidito che anche a Yesung quelle
parole ricordassero BonHan. Lo
innervosiva la dannata sincerità del maggiore il quale non
nascondeva mai niente dicendo tutto quello che poteva passargli per la
testa. Così diverso da lui che era schivo e insolente. Ora
capiva il perché BonHan amasse ancora Yesung: lui era come
il sole durante una tempesta, mentre Kyuhyun era solo la tempesta.
Improvvisamente
il maknae iniziò a canticchiare le parole della sua battuta,
seguendo il ritmo che si dava con le dita mentre le picchiava contro la
sua coscia.
“Non
preoccuparti, ti accadranno solo cose belle. Respingi tutte le cose
serie.” Cantò Kyuhyun alzando la voce
mentre Yesung seguiva il ritmo leggendo sul suo partito e quando fu il
suo turno iniziò anche lui a cantare.
“Oggi
sorridi brillantemente, il tuo sorriso brillante fa sentire tutti
meglio.” E inesorabilmente, Yesung pensò
che davvero il sorriso di BonHan faceva sentire tutti meglio. Rimase a
fissare il suo spartito per un po’, ripensando alle parole
della canzone, poi lo ripose al suo posto, lasciandolo sulla scrivania
e si alzò stiracchiandosi stancamente, mentre Kyuhyun lo
guardava serio stringendo il suo testo tra le mani. Non si
alzò dal suo sgabello, anzi rimase inchiodato e fisso nella
sua posizione come una tigre pronta ad attaccare, aspettando che la sua
preda si distraesse.
Non
poteva non essere geloso dell’uomo che la sua ragazza avrebbe
portato sempre nel suo cuore. Lei pensava che lui non se ne fosse
accorto, che non avesse capito niente. Si sbagliava. Purtroppo aveva
capito tutto, lo aveva capito da sempre.
Quando
notò per la prima volta come BonHan ancora guardava Yesung,
quando invece di chiamare lui chiamava il suo hyung, fu lì
che capì di non avere più nessuna speranza.
Inizialmente non se ne rese conto, che fosse solo frutto della sua
gelosia, ben presto dovette ricredersi.
“Dai
Kyuhyun, andiamo a riposare.” Disse Yesung quasi supplicando
mentre si portava una mano alla bocca sbadigliando.
“Hyung,
lei ti ama ancora.”
Il
main vocalist si immobilizzò di colpo, ancora con la mano
sulla bocca che lasciò lentamente ricadere sul suo fianco.
Sentì il sangue gelarsi nelle vene e abbassò lo
sguardo colpevole, mordendosi il labbro inferiore.
“Non
fartene una colpa, hyung. Infondo lo sapevo che sarebbe finita
così.”
“Mi
dispiace.”
Kyuhyun
sorrise amaro poi sospirò “Te la
concedo.”
“Lei
non è un oggetto, tu non mi concedi niente.”
Rispose irritato il maggiore guardando il minore truce.
Kyuhyun
rise sommessamente alzandosi dallo sgabello: apprezzava le
qualità da difensore della legge di Yesung ed era uno dei
motivi dei suoi sfottò.
BonHan
oggetto? Non era lontanamente paragonabile ad un oggetto: lei era una
calamità naturale, un uragano, uno tsunami che lo aveva
travolto sconvolgendolo e Kyuhyun ancora non era in grado di possedere
una calamità naturale.
“Non
è un oggetto infatti, se lo fosse le impedirei di starti
vicino e di trovarsi nella stessa stanza con te.” Rispose a
sua volta il maknae con una tranquillità glaciale, sempre
con il suo sorriso di sfida che gli disegnava il volto.
“Mi
stai dicendo che la vuoi lasciare?” domandò Yesung
scettico senza staccare dal più piccolo i suoi occhi scuri,
accigliati da uno sguardo dubbioso.
Davvero
Kyuhyun l’avrebbe lasciata? Yesung non seppe rispondersi, in
quel momento non riusciva più a capire il discorso del
maknae, non riusciva più a capire nulla.
“No,
a breve lo farà lei quindi...” rispose Kyuhyun
amaramente stiracchiandosi, come se non stesse soffrendo come un cane.
Yesung
parve sentire il cuore del minore incrinarsi e sanguinare, sentendosi
un mostro. Calò il silenzio tra di loro, gelando tutta la
stanza e gelando anche le loro pelli. Si erano fatti la guerra per
tutto quel tempo, lottando per l’amore di BonHan e ora che
Kyuhyun si era fatto da parte, Yesung non si sentì ne felice
e né contento, percepì solo un immenso vuoto
dentro di lui, impossibile da colmare. Non riuscì a fiatare,
proprio lui che l’unica cosa in cui era davvero bravo era non
smettere di parlare.
“Mi
dispiace.”
Sembrò
l’unica cosa adatta da dire in quel momento,
l’unica cosa più
stupida che
venne in mente a Yesung. Kyuhyun annuì tristemente poi
sospirò facendo spuntare di nuovo quel ghigno ironico e
provocatorio sul suo volto e fu in quel momento che il maggiore si
rincuorò: Kyuhyun avrebbe superato anche quella caduta.
“Andiamo
hyung, voglio dormire. Non ci penso minimamente a diventare un
sonnambulo vecchiaccio come te.”
“YAH!
Come ti permetti?!”
Kyuhyun
sghignazzò divertito per poi essere colpito da un pugno
sulla spalla del più grande, ridendo anche lui divertito,
poi uscirono dalla stanza ridendo ancora, come un tempo.
Fu
allora che Yesung capì che nulla sarebbe cambiato.
BonHan
passò una giornata di meritato riposo con suo fratello
BonJoong passeggiando con lui nel parco a poca distanza da casa sua. Si
divertì come quando era bambina, giocando a rincorrersi con
suo padre, a schizzarsi con le fontane. Ritornò di nuovo a
sorridere e sentì il suo animo colorarsi di nuovo e tutto
questo fu grazie a suo fratello. Era cresciuto così in
fretta in quei ultimi mesi, diventando ormai un piccolo uomo e la
ragazza rivide in lui l’immagine di suo padre.
“Nuna
posso dirti una cosa?” domandò il bambino mentre
camminava affianco della sorella sulla strada del ritorno verso casa.
Lei annuì mentre gli scompigliava i capelli con dolcezza.
“Scegli
chi ti fa stare bene.”
BonHan
si meravigliò e non seppe cosa dire. Era come un pugno nello
stomaco o uno schiaffo in pieno volto. Non rispose al bambino, come non
rispose a se stessa, limitandosi a dare un buffetto sulla guancia al
fratello e incitandolo ad andare a casa, prima che tramontasse il sole.
Rimasero
in silenzio per tutto il tragitto verso casa e BonHan non ebbe il
coraggio di rispondere a quella domanda.
Chi
la faceva sentire bene? Chi se non Yesung? Chi se non la sua voce
così calda e roca, chi se non il suo viso, i suoi occhi, i
suoi sorrisi, la sua dolcezza? Chi se non quella meraviglia di uomo?
Kyuhyun
non avrebbe mai raggiunto il livello di Yesung, non l’avrebbe
mai fatta innalzare alle stelle come ci era riuscito Yesung.
Quando
arrivarono a casa, cenarono insieme, poi BonJoong si coricò
presto, lasciando la sorella seduta al divano con il suo computer in
grembo a battere i tasti scrivendo il suo romanzo. Era ormai notte e
BonHan spense il computer pronta per andare a dormire ma
improvvisamente il campanello della sua porta suonò.
Esitante, andò ad aprire e sentì il cuore salirle
in gola e poi scendere fino allo stomaco non appena vide Yesung sul
ciglio della sua porta. Era bello come mai lo era stato e le
sembrò che emanasse una luce propria. Appena la vide, il
cantante sorrise dolcemente, come era suo solito fare, causando un
rossore sulle guance pallide della ragazza.
“Annyeong
BonHan.” Salutò il main vocalist sorridendo
cordiale.
BonHan
improvvisamente sentì la bocca asciutta.
“A-Annyeong
Yesung.”balbettò BonHan cercando di imporsi la
calma e di calmare il suo cuore il quale aveva aumentato la
velocità dei battiti.
“Posso
entrare?” domandò il cantante facendo cenno con la
testa verso l’interno. La manager annuì e
lasciò che il cantante entrasse, chiudendo la porta
lentamente e cercando di controllare il suo respiro.
Yesung
si guardò intorno curioso poi posò il suo sguardo
sulla ragazza: aveva i capelli legati in una treccia e indossava una
canotta con una tuta nera e portava gli occhiali. Non l’aveva
mai vista con le lenti indosso e ancora una volta asserì di
quanto fosse bella.
“Scusami
per l’orario ma avevo le prove anche oggi.”
“Non
preoccuparti, ero ancora sveglia.”
Yesung
la guardò intensamente costringendola a distogliere lo
sguardo imbarazzata e ad alimentare quell’imbarazzo,
calò il silenzio.
BonHan
sentì il suo cuore accelerare sempre di più e la
sua pelle andare a fuoco.
Che
tu sia dannato Yesung.
Il
cantante si avvicinò alla ragazza fino quasi a sfiorarle le
braccia provocandole dei brividi.
Sarò
anche io dannata con te, Yesung.
“Ho
bisogno di parlarti.” Esordì finalmente il rosso
scuro in volto. BonHan incrociò le braccia al petto e si
fece attenta, pregando che il cantante non sentisse il rumore dei
battiti del suo cuore.
“Non
sono venuto qui per implorarti di scegliere me e nemmeno lo
farò.” Proferì Yesung serio
“Sono qui per dirti che non ho smesso di pensare a te in un
solo istante da quando abbiamo litigato. Sembra una di quelle frasi
fatte vuote e senza emozione, ma è
così.” Si diresse verso le grandi finestre
guardò verso il basso: la città era
più caotica che mai, illuminata dai fari delle macchine e le
insegne dei negozi. BonHan,
imitando il main vocalist, lo guardò attenta aspettando che
continuasse “Dal primo momento che ti ho vista, ho capito che
le nostre anime sono state legate da un legame indissolubile, fatto da
Dio. Lo sai vero?” proseguì Yesung arricciando il
labbro in un sorriso amaro “Così ho voluto
conoscerti, capire chi eri. E mi sono innamorato di te e in tutti i
modi ho cercato di fare colpo su di te. Non credevo che mai
più avrei provato di nuovo l’amore,
quell’amore che ti sconvolge.” Prese fiato e si
sedette sul divano, invitando anche BonHan a fare lo stesso. Lei
ubbidì, rapita dalle parole di lui; sapeva che non era
facile per lui dichiarare così apertamente i suo sentimenti,
lo stava facendo solo per lei. Le fece tenerezza quando lui strinse le
sue piccole mani in due pugni, desiderando di stringerle alle sue.
“Nonostante
l’amore che provavo, che provo tutt’ora ancora per
te, non mi ha impedito di farti soffrire, di far bagnare il tuo viso
con lacrime amare, mandandoti in frantumi il cuore. Non hai la minima
idea di quanto io abbia sofferto.” Prese una lunga pausa,
sospirando e trattenendo a stento le lacrime “Sono stato uno
stupido: come potevo avere paura che una ragazza come te potesse
ferirmi o tradirmi? La verità è che io ho paura
di poter di nuovo perdere la donna che amo.”
Proseguì prendendole le mani e lasciando che delle lacrime
silenziose gli solcassero viso. “La verità
è che voglio di nuovo stringerti a me, voglio poter di nuovo
sentire il tuo respiro su di me, i battiti del tuo cuore combaciare con
i battiti del mio, voglio poterti di nuovo consolare e asciugarti le
tue lacrime, voglio poter star accanto a te e rialzarti quando cadrai.
Perché è questo quello che fa un amico, un
amante: rialzarti da una brutta caduta e sostenerti qualunque cosa
accada.” Yesung poi, infilò una mano in tasca e
prese un braccialetto: era di stoffa viola intrecciata ed era ornato
con qualche pendente dorato. Se lo girò più volte
tra le dita, come se fosse incerto sul da farsi mentre BonHan lo
osservava impaziente.
“Lo
comprai quando andammo in Thailandia, volevo regalartelo. Non so il
perché ma mi ricordò te, forse perché
splendete entrambi o forse perché volevo semplicemente che
avessi qualcosa regalato da me indosso.” Sorrise poi
ritornò di nuovo serio e guardò profondamente la
ragazza, portandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio
“Non ho mai avuto il coraggio di dartelo, dicevo sempre che
dovevo trovare il momento giusto. Credo che quel momento sia
arrivato.” Concluse lui. Si avvicinò alle braccia
di BonHan e legò il braccialetto al polso destro con una
precisione e lentezza esasperante, come se stesse compiendo
un’operazione chirurgica. Al minimo tocco di lui, BonHan
percepì una strana contentezza, stava di nuovo sentendo la
morbidezza delle mani di lui che sfioravano la sua pelle e si
sentì la donna più felice del mondo. Yesung
si soffermò ancora sul braccialetto, finalmente aveva
trovato la giusta collocazione.
“Non
è un tentativo di convincerti a scegliere me, anche
perché sei più testarda di un mulo.”
Disse Yesung sorridendo, provocando la risata, seppur silenziosa di
BonHan “Voglio solo farti capire che ti porterò
sempre nel mio cuore perché ti amo e voglio far parte della
tua vita o come amico o come fidanzato. Non voglio vivere senza di te.
Una vita senza di te, seppur una vita come la mia, è solo
una vita vuota.”continuò passando il pollice sulla
guancia di BonHan solcata da una lacrima solitaria “Adesso
vado, ci vediamo.” Concluse sorridendo il cantante. Si
alzarono ed entrambi rimasero a guardarsi negli occhi per un
po’, poi Yesung si avvicinò verso
di lei e le baciò la fronte, con dolcezza, come se fosse
l’ultima volta che avrebbe mai sfiorato di nuovo il suo viso.
BonHan non voleva che andasse via, aveva bisogno di lui
perchè era ormai diventato la sua ancora, la sua aria.
Voleva stringersi al suo petto e dirgli che mai e poi mai avrebbe
rinunciato a lui, non più. Yesung si impose di allontanarsi,
non voleva più interferire con le sue scelte.
Si
sentì felice perché non doveva più
cercare di nascondere quei sentimenti, si sentiva sereno come lo era il
suo cuore.
BonHan
sentì il suo cuore, ormai vuoto per mesi, riprendere a
battere: si portò una mano al petto e sorrise tra le lacrime.
Era
arrivato il momento di liberarsi da quelle catene che la imprigionavano
e di raggiungere l’altra parte del suo filo rosso.
Kyuhyun,
finite le prove, si diresse nella sua stanza per poi farsi una doccia
fredda. Si
sentiva vuoto, lo stesso vuoto che solo BonHan poteva riempire, ma da
lì a poco non ci sarebbe stata più.
L’aveva persa nell’esatto momento in cui lo aveva
ammesso. Il maknae lasciò che le lacrime si confondessero
con il getto della doccia, lasciando che il suo cuore si frantumasse
completamente.
Heechul
aveva ragione: lei avrebbe portato solo guai. Eppure non provava
rancore né verso di lei e né verso Yesung,
infondo lui era arrivato troppo tardi, era arrivato quando
già il cuore di BonHan apparteneva a Yesung.
Restò
immobile sotto il getto della doccia osservando atono le mattonelle
avorio della doccia. Si tocco le cicatrici sull’addome poi si
graffiò il petto, sul punto dove si trovava il cuore:
proprio lì sentiva quel vuoto incolmabile e nessuno
più l’avrebbe mai colmato.
Quando
Kyuhyun uscì dalla doccia, sentì il suo cellulare
vibrare per l’arrivo di un nuovo messaggio: era da parte di
BonHan il quale diceva che da lì a poco sarebbe venuta da
lui.
Crack.
Sentì
il suo cuore incrinarsi e spaccarsi sempre di più: stava
giungendo la sua paura più grande e l’avvicinarsi
di quel momento lo rese consapevole della sua misera condizione:
nonostante tutto avrebbe continuato ad amarla. Non avrebbe mai potuto
odiarla, era diventata la sua luce.
Sentì
la porta bussare e con lentezza, come se una calamita lo attirasse
indietro, aprì la porta trovando BonHan con lo sguardo a
terra. Giurò che la vide asciugarsi una lacrima. Lei
cercò di sorridere ma ne uscì solo una smorfia di
dolore e in quella specie di sorriso, il maknae parve vedere tutto il
dolore che BonHan portava dentro. Era come una bomba, una bellissima
bomba, pronta ad esplodere.
“Kyuhyun...
dobbiamo parlare.”
“Cosa
è successo?” domandò lui avvicinandosi
preoccupato
“Niente
di preoccupante. Siediti, ti prego, quello che devo dirti è
importante.” Rispose schiva lei invitandolo a sedersi sul
letto del ragazzo. Si sedettero entrambi, BonHan era così
seria, ma cercava di sorridere per tranquillizzare Kyuhyun. Non sapeva
che però lui aveva già capito tutto, non poteva
minimamente immaginare che lui già stava soffrendo.
“Kyuhyun...
tu sei così fragile, anche se vuoi nasconderlo, eppure
così incredibilmente coraggioso. Tu vivi e non ti importa
cosa pensano gli altri sul tuo modo di vivere. Forse è
proprio questo che mi ha sempre colpito di te: il tuo coraggio. Mi hai
fatto capire tante cose e provare sentimenti che mai prima di adesso
avevo provato.” Gli strinse la mano e appoggiò la
testa sulla sua spalla “Non voglio che tu soffra mai
più Kyuhyun, mai più. Me lo prometti?”
“Sei
così strana... hai bevuto per caso?”
scherzò lui tentando di smorzare quella brutta aria che si
era creata. Non voleva sentire le parole che stavano per uscire dalla
bocca di BonHan, voleva godersi quegli ultimi istanti ancora per un
po’. Lei rise poi intrecciò la mano con quella di
Kyuhyun, ritornando di nuovo seria. “Non merito il tuo
affetto, ti meriti una ragazza che ti ami sul serio, che ti ami per
quello che sei e non per quello che appari. Una ragazza solare,
paziente, dolce...”
“Ma
tu lo sei!”la interruppe Kyuhyun, balzando all’ in
piedi “Secondo te perché io ti amo?!”
esclamò alzando il tono di voce
“Non
urlare, ti prego.” Implorò serafica lei
“No!
Non puoi dirmi di chi innamorarmi. Decido io chi amare, decido io
cos’è meglio per me, e tu lo sei! Sei la cosa
migliore che io potessi mai avere.”
“Ma
tu non sei il meglio per me Kyuhyun. Ho bisogno di qualcuno al mio
fianco che sia una certezza, di qualcuno che si addormenti la sera con
me e che lo ritrovo al mio fianco al mattino. Ho bisogno di qualcuno
che mi dia forza anche solo con uno sguardo, che mi ami nonostante le
avversità. Ho bisogno di Yesung.”
Gli
aveva sbattuto in faccia la verità così senza
ritegno. Aveva fatto la sua scelta e gliela aveva detto con una calma
serafica e dolcezza che Kyuhyun non provò ne rabbia e ne
rancore, si sentì addirittura sollevato.
“Io
ho creduto di amarti e ti ho illuso. Non sai quanto sto soffrendo per
questo.” Aggiunse BonHan avvicinandosi
a lui. “E non voglio che io continui a farlo solo per non
vederti soffrire.” Proseguì portando una mano al
viso di Kyuhyun, accarezzandogli con dolcezza la guancia. Kyuhyun si
appoggiò alla sua mano, prendendola tra le sue, ispirando
tutto il dolce profumo che emanava la soffice pelle di lei. Voleva
sentire ancora che lei tastava la sua pelle, che percorresse di nuovo i
solchi delle sue cicatrici con le dita, per calmarlo e per svegliarlo
da quegli incubi che regnavano incontrastati nelle sue notti.
“Posso
abbracciarti, BonHan?” chiese implorante Kyuhyun. Ne aveva
bisogno, voleva stringerla per l’ultima volta con la passione
che lo aveva divorato e che lo aveva allontanato da lei. BonHan
annuì, quindi il cantante la fece stendere sul letto e la cinge con le sue braccia. Rimasero stretti per
molto tempo, percependo ognuno il respiro dell’altro su di
sé, dimenticandosi dello spazio e del tempo: esistevano solo
loro e quell’abbraccio che significava più di
mille parole.
“So che non mi amerai mai, ma tu mi
tratti come un uomo ed è...”Iniziò
Kyuhyun sussurrando all’orecchio della ragazza
“Mianhe.” Lo
interruppe lei sentendo una lacrima bagnarle una guancia
“Dispiace anche a
me.”rispose Kyuhyun baciandole la testa, come per suggellare
quel sentimento che li univa che andava oltre alla semplice amicizia o
all’amore: era qualcosa di eterno e per Kyuhyun andava bene
così, il suo unico desiderio era quello di non scomparire
dalla vita di lei. Rimasero ancora abbracciati, Kyuhyun
sperò che il tempo si fermasse e che quel momento fosse per
sempre, ma anche i più bei sogni prima o poi devono finire.
“Oppa, devo
andare.” Proferì BonHan guardandolo seriamente
“Non mi hai mai chiamato
oppa...”sorrise lui scherzoso, riuscendo anche a rubare un
sorriso da lei, seppur triste. BonHan fece per alzarsi, ma Kyuhyun la
strinse nuovamente al suo petto, stringendola con forza.
“Per favore, altri cinque
minuti.” Implorò sussurrando e baciandole la
fronte. Voleva sapere che fosse completamente sua per altri cinque
minuti, nascondendo il suo volto tra l’incavo tra la spalla e
il collo ancora una volta. Voleva sfiorarle ancora una volta il ventre
piatto, i seni morbidi, le gambe lisce, assaggiare di nuovo le sue
labbra per accertarsi che il gusto fosse ancora quello...
“No Kyuhyun. Vorrai
sempre altri cinque minuti, è giusto che sia
così. Vivi e lasciati amare. E’ la cosa
più bella che possa mai accaderti.” E dicendo
questo, BonHan diede un fugace e veloce bacio sulle labbra di lui e si
staccò da quell’abbraccio, poi uscì
dalla stanza, non voltandosi mai indietro. Aveva
ormai capito chi amava sul serio e quella persona non era Kyuhyun.
Provava un
sentimento profondo verso di lui, ma non era amore, non quel tipo di
amore che lui sperava. Lo amava come una sorella ama un fratello,e mai
avrebbe potuto amarlo.
BonHan si impose di lasciare quella
stanza dirigendosi verso casa sua dove scrisse, scrisse tutto quello
che stava provando in quel momento, fino a quando non si
sentì svuotata da tutto.
Ora BonHan doveva affrontare
un’ultima sfida.
I
giorni delle riprese del video musicale furono i più lunghi
e stancanti. I cantanti esultarono felici quando tutto fu finito
perché rividero tutti i loro sforzi ripagati.
“Noi
ci avviamo in macchina, hyung!” disse Sungmin rivolto a
Yesung.
“Si,
vi raggiungo tra poco.” Rispose il main vocalist finendo di
riporre i vestiti di scena sulle stampelle. Quando ebbe finito si
guardò allo specchio notando il riflesso di BonHan sul
ciglio della porta la quale stava bussando alla porta: aveva in mano un
fascicolo enorme e lo sguardo stanco, di chi non aveva chiuso occhi la
notte.
“BonHan!”
esclamò il main vocalist voltandosi. Lei sorrise, un sorriso
che Yesung non seppe definire: un sorriso inquietante ma al tempo
stesso bellissimo e ipnotico.
BonHan
gli si avvicinò come un predatore si avvicina alla prede e
gli porse quel fascicolo.
“Leggilo
tutto, quando avrai terminato raggiungimi sulla terrazza dove mi
portasti quando uscimmo insieme. Io ti aspetterò
lì.”
Yesung
prese il fascicolo dalla mani della ragazza e non chiese altro:
più che un invito, quello di BonHan era un vero e proprio
ordine. Dunque, così com’era venuta, se ne
andò lasciando il main vocalist da solo e più
confuso che mai.
BonHan
era seduta sul cornicione della terrazza mentre si torturava le mani in
preda all’ansia. Ormai non poteva più tirarsi
indietro, aveva solo paura che tutto sarebbe andato in malora ora che
aveva capito tutto. Il vento leggero le scompigliò i capelli
sciolti e il profumo dei fiori le invase prepotentemente i polmoni.
Penso che Yesung era proprio come la primavera: Yesung era vita.
Quando
sentì la porta che conduceva alla terrazza cigolare,
alzò lo sguardo e sorrise felice quando vide Yesung
avvicinarsi verso di lei. La manager si alzò arrivando a
metà strada dal ragazzo. Aveva ancora il suo manoscritto in
mano, stretto dalle dita sottili e bianche di lui. Non
riuscì a non guardare il rosso negli occhi, facendo pulsare
il sangue nelle sue vene. Al chiarore della luna, era ancora
più ipnotico di quanto non fosse già.
“Ti
piace?” chiese
ingenuamente la manager accarezzandosi le braccia per i brividi che il
vento le provocava o per la presenza del ragazzo di fronte a
sé.
“Parla
di noi.”
Più
che una domanda era una semplice costatazione e BonHan con
semplicità rispose di si, che parlava di loro, di tutto
quello che era successo. Parlava dei loro sentimenti, delle paure e
delle loro debolezze. Quel manoscritto era l’essenza del loro
essere e del loro amore.
“Non
c’è il finale...” continuò
Yesung avvicinandosi sempre di più alla ragazza facendo
accelerare i batti del cuore di lei.
“Perché
devo ancora scegliere come andrà finire.”
“E
cosa hai scelto?”
BonHan
prese un respiro profondo: ora toccava a lei a confessare i suoi
sentimenti per lui, quei sentimenti che aveva tentato in tutti modi di
reprimere per orgoglio e codardia.
“Una
volta dicesti che ero come un uragano che aveva sconvolto la tua vita,
la verità è che tu hai fatto lo stesso con me. Ho
cercato di fare a meno di te, reprimendo in angolo della mia anima
tutti i sentimenti che provo per te, ma non ci sono riuscita. Io ti amo
Yesung come mai io abb...”
Ma
prima che potesse finire di parlare, sentì le labbra del
cantante baciare le sue, prendendole il viso tra le mani. Le labbra di
lui erano soffici e calde proprio come BonHan aveva immaginato. Il
bacio se per un primo istante era stato casto e a fior di labbra,
subito dopo divento un bacio più intenso e passionale,
carico di bisogno da parte di entrambi. BonHan sentì le
lacrime pizzicargli gli occhi e le lasciò scorrere, mentre
allacciava le braccia intorno al collo di lui.
Yesung
le baciò le guancie bagnate, la fronte, il collo, ogni lembo
di pelle che incontrava, poi la strinse al suo petto e BonHan
poté sentire il cuore del cantate battere
all’impazzata: batteva per lei e soltanto per lei, proprio
come il suo cuore.
“Sai
quanto ho aspettato per tutto questo?” chiese Yesung
sorridendo felice, con gli occhi carichi di lacrime per la gioia.
“Perdonami,
perdonami per tutto. Tu da sempre sei stato il mio filo rosso, da
sempre sei stata la mia anima gemella e sono stata una stupida a
credere il contrario.”
Yesung
la zittì baciandola dolcemente poi si staccò
dalle sue labbra e le accarezzò il viso, asciugandole le
lacrime che copiose scendevano. Si baciarono ancora una volta, con il
desiderio di non staccarsi mai, di continuare a restare uniti per
sempre.
“Saranghae.”
Le sussurrò Yesung guardandola con tenerezza.
BonHan
sorrise e gli diede un casto bacio sulle sue labbra morbide.
“Saranghae.”
Quella notte Yesung e
BonHan divennero una sola cosa, amandosi come nessuno dei due aveva mai
fatto. I loro corpi e le loro anime si fusero in unico essere. Ad ogni
tocco
del cantante,
la ragazza sbocciava, diventando una nuova creatura, splendente di una
luce che non era sua. Sotto i baci di Yesung, BonHan diventava argilla
e Yesung la
modellava, rendendola priva di ogni difesa. Entrambi si
sentirono completi e negli occhi dell’altro ritrovarono
quello che mai avevano perso, l’amore che provavano per loro. BonHan si
sentì rinascere in una forma e si strinse al corpo caldo e
accogliente di Yesung, il quale la strinse con forza a se. Entrambi si
promisero di amarsi per sempre e di non permettere che si dividessero
di nuovo, che il filo rosso tra di loro mai più si spezzasse.
Per sempre.
Note dell'autrice :3
Finalmente!
FINALMENTE! CI SIAMO QUASI, CI SIAMO QUASI!
Vi presento il penultimo capitolo di questo parto gemellare.
GOITE DAI.
Dire che questa fic mi ha dato parecchie soddisfazioni è
poco, colgo l'occasione per ringraziare già tutti quelli che
hanno recensito, inserito la storia tra le preferite, seguite e
ricordate. GRAZIE DI CUORE DAVVERO.
Un pò mi dispiace finirla, ma come ben sapete, non potevo
continuare in eterno u_u
Colgo l'occasione per indicarvi il mio nuovo parto, "Le beau garçon sans
mercì" (primissima smust slash multichaps,
siate clementi)
Mi scoccio di linkarvi il link, sorratemi, sono anche l'una e mezza di
notte.
Ora vi abbandono, ho sonno e domani mia madre mi butta dal letto se non
mi sveglio in un orario quanto meno decete.
Un bacio e a prestissimo con l'epilogo!
Cri_Snix
|
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Capitolo 27 *** Epilogo ***
Epilogo
Seoul , 19 maggio
Cara eomma,
sono passati tre
mesi da quando tu
non ci sei più e sono cambiate tante cose. Io
sono cambiata e tutto grazie a Yesung. Ora
quando sto con lui, mi sento serena, libera perché
finalmente ho qualcuno su ci
affidarmi, su cui confidarmi la sera quando stancamente mi stendo sul
divano,
nervosa e frustrata. Lui è sempre lì affianco a
me che mi ascolta. Yesung è
diventato la mia fune che mi riporta sempre su, in cima alle stelle.
Con lui
finalmente sono felice.
Kyuhyun
ha capito
nonostante tutto per un po’ di tempo lo vedevo triste e teso ed
è stato anche per
questo che ho preferito non farmi vedere spesso al loro dormitorio.
Tuttavia
siamo amici o forse no; non so bene come definire il nostro rapporto
anche
perché abbiamo condiviso così tanto che non
riesco ad essere certa che sia solo
amicizia. Sono sicura però che di certo non è
amore, non più da parte di
entrambi. So che si
sta frequentando con
HaeJung ed io non posso che essere più che contenta. Lei
è davvero una brava
ragazza, decisa nelle sue scelte, tutto il contrario di me.
Li
ho fatti soffrire
e non mi scrollerò mai di dosso questa colpa nonostante loro
non mi incolpano e
mai lo faranno, e di questo gli sarò sempre grata.
BonJoong
ogni giorno
che passa, rivedo in lui appa. Non posso fare a meno di essere triste
pensando
che lui crescerà senza di voi. Non preoccupatevi,
crescerà bene. Si è dovuto
abituare un po’ alla presenza di Yesung nella mia vita; molto
spesso mi
chiedeva di portarlo da Kyuhyun. Non ho saputo rifiutare.
Adesso
penso che si
sia affezionato a JongWoon, ogni tanto li vedo scherzare insieme e
ancora mi
rendo conto di aver fatto la scelta giusta, anche per BonJoong anche se
lui non
lo ammetterà mai. Lui è come me, orgoglioso fino
al midollo.
Ti
ricordi del mio
sogno, eomma?
Non
te ne ho mai
parlato ma tu sapevi, lo avevi sempre saputo e in silenzio mi
supportavi. Per
questo te ne sarò sempre grata.
L’ho
pubblicato ma
non con il mio nome. Ha avuto un grande successo del tutto inaspettato
(o forse
no...) e il ricavato l’ho donato all’associazione
che si occupa dei lavoratori
infortunati sul lavoro e per il sostenimento delle loro famiglia.
Appa
avrebbe fatto
lo stesso e Yesung mi ha sorriso fiero. Questo è il miglior
pagamento che
potessi mai avere.
Ti
ricordi del
ristorante tuo e di appa? L’ho rinnovato e adesso
è un caffè e libreria. I
ragazzi ne vanno matti. Ovviamente la foto tua e di appa è
sempre lì, in un
posto d’onore affinché io possa ricordarmi che voi
siete sempre con me. Ma devo
solo ringraziare Yesung in questo, mi ha aiutato tantissimo e mi aiuta
ancora.
Ora mi sto dedicando esclusivamente al locale e gli affari vanno
benone.
JungHoon
non voleva
lasciarmi andare, anzi ha detto che ero la migliore assistente che
avesse mai
avuto, ma l’ha fatto. Nonostante questo, non ho smesso di
vedere i Super
Junior, sono diventati come una famiglia per me, sono delle persone
davvero
fantastiche.
I
miei rapporti con
Heechul sono migliorati anche se entrambi continuiamo a mantenere le
distanze.
Solo ora capisco che le sue intenzioni erano del tutto normali e in un
certo
senso l’ho perdonato e lui mi ha accettato.
Siamo
amici? Non
credo, per lo meno adesso non tentiamo di scannarci.
Le
frecciate maligne
ce le scagliamo sempre, in ogni caso.
Insomma
se potessi
fare un riepilogo di questo periodo credo che lo descriverei con una
parola:
cambiamento.
Yesung
mi ha
cambiata in meglio, mi sento una persona migliore ed è tutto
grazie a lui. Ho
distrutto completamente quella barriera che avevo costruito per
difendermi dal
mondo.
Ora
non ne ho più
bisogno, ora ho Yesung e so che tutto andrà bene.
Non
preoccuparti per
me, riposa in pace con
appa, Yesung manterrà la sua promessa, eomma.
Con
tanto amore,
BonHan.
BonHan
depositò l’ennesima lettera sulla lastra di marmo
nere, su cui vi erano incisi i nomi di sua madre e di suo padre. Era
stato
l’ultimo desiderio di sua madre: essere sepolta insieme a suo
marito.
In
quel periodo, dal giorno della sepoltura di sua madre,
BonHan aveva scritto una lettera al giorno e, tutti i giorni,
depositava le
lettere su quella lastra come se potesse in qualche modo parlare con
lei e con
suo padre. In questo modo, BonHan poteva ancora sentirli accanto e il
vuoto che
le loro morti le aveva provocato, un po’ si colmava. Al suo
fianco, inoltre, c’era
Yesung è tutto sembra più facile con lui, anche
superare quel dolore che ancora
portava nel suo cuore.
Fece
un profondo inchino e accarezzò il marmo e
rabbrividì
per la freddezza della superficie.
Sorrise
quando la mano di Yesung, che era dietro di lei, le
accarezzò la schiena e le diede un bacio sui capelli per poi
stringerla a se,
abbracciandola da dietro.
“Sei
vuoi possiamo restare ancora...” le sussurrò con
dolcezza all’orecchio. BonHan poté avvertire la
premura che Yesung le
riservava; la trattava come una bambola di porcellana, con la medesima
cura e
delicatezza. BonHan non poteva fare a meno di fare lo stesso con lui.
“No,
possiamo andare.” Gli rispose lei sorridendo nello
stesso modo. Yesung
le strinse la mano, portandosela
prima alle labbra, schioccandole un bacio, poi la fece intrecciare con
la sua e
si incamminarono verso l’uscita.
BonHan
strinse con forza la mano del cantante desiderosa di
non poterla lasciare e poi guardò i bei lineamenti di lui,
poi sorrise pensando
ad un’unica cosa.
L’amore ti
travolge
come un uragano ed è esattamente quello che è
successo a me.
Note
dell'autrice :3
Mi
sento uno strano vuoto dentro.
Ho finito la mia prima multichaps su questo fandom.
Onestamente mi sento triste alimentato da tutto quello che è
successo a Leeteuk e non vi nego che non mi andava proprio di postare o
scrivere l'epilogo.
Per cui vi invito (per chi non lo sapesse) di twittare #StayStrongParkJungsoo
o #StayStrongLeeteuk
, anche entrambi.
Sembra una cosa stupida, ma dedico questo capitolo, questa storia a
lui, al nostro leader. Se non ci fosse lui, i SuJu non sarebbero ancora
qui a farci divertire, sognare, emozionare.
Il mio pensiero va proprio a lui, alla sua famiglia e a
tutti i Super Junior che sono riuniti intorno a lui. Spero che la loro
presenza lo facciano sentire meglio e superare il dolore al
più presto.
Tornando a noi...
EBBENE SI.
QUESTO PARTO GEMELLARE E' CONCLUSO.
GIOITE, ESULTATE, LA PACE E' GIUNTA!
. . .
Per il momento.
MOMENTO RINGRAZIAMENTI.
103
recensioni, seguita da 13 persone, ricordata da 3 e preferita da 6.
GRAZIE
MILLE DAVVERO!
Non pensavo che questa "cosa" avrebbe avuto un
così successo, del tutto inatteso! Grazie davvero di cuore!
Un ringraziamento speciale va però a lei, la mia dolce
figliola, ad _AnchisoLR:
non solo per tutte le volte che ha recensito, per tutte le sclerate che
ha subito dalla sottoscritta ma anche per la fantastica copertina da
lei disegnata e colorata e per la mitica idea di utilizzare le battute
finali di "Mr.Simple."
GRAZIE DAVVERO.
Ringrazio AmaTeenAngel
anche perchè è stata la prima a supportare la
YeHan u_u <3, Shally99
e la mia unnie WhispererOfTheNight
<3
Ma ringrazio anche chi mi ha seguito in silenzio e chi
continuerà a seguire questa fic anche se è
terminata.
Un altro ringraziamento speciale va a LADY
ROSIEL (aka Azzurra) che anche se le HET non sono il suo
genere, mi ha promesso che leggerà questa storia. Non sai
quanto mi dia onore tutto ciò! Ringrazio ancora IlariaSmall , la mia sistha preferita che ha sclerato con me in tutto questo percorso
Ringrazio chi ha letto, sopportato, odiato, amato questa fanfiction,
grazie mille ^^
Spero che un giorno mi seguirete ancora, non ho smesso di scrivere
sappiatelo!
Grazie ancora e a prestissimo!
MOMENTO PUBBLICITA':
Come vi dicevo, non ho appeso la penna al chiodo, sono tornata con una
nuova multichaps (smut&slash) "Le beau garçon sans
mercì" (eccovi il link -> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2381875&i=1 )
Spero che la seguiate e che mi facciate sapere com'è,
è la mia prissima slash smut :3
Per chi volesse aggiungermi su facebook eccovi il link, anche
così solo per sclerare o per insultarmi :3
https://www.facebook.com/cri.snix.39
Per chi invece volesse seguirmi su twitter cercate -> @Cri_Snix
Per chi volesse aggiungermi su tumbler eccovi il link ->http://kpopper95.tumblr.com/
(anche se praticamente non ci sono mai)
Ora vado via davvero, ringrazio ancora per avermi seguito e alla
prossima!
Un bacio
Cri_Snix
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