Come un uragano

di CriSnix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1-Una giornata niente male... ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2-Proposta ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3-Una ventata di novità...gelida. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4-In una sfida ci sono sempre solo due giocatori ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5-Ne vincitori e ne vinti. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6-Quando le apparenze ingannano. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7-Incomprensioni ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8-Di galà e di ballerine ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9-Cambiare idea ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10-E' guerra ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11-Sentimenti svelati ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12-Nelle mani della paura ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13-Cuori spezzati ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14-Opportunità ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15-Un bacio che ruba il cuore ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16-Può un fiore nascere dalla terra bruciata? ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17-Un corpo freddo ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18-Il dono ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19-Contrasti d'amore ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20-Mantide ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21-Il prezzo ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22-Altruismo ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23-Ritornare come prima ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24-Ultimatum ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25-Scelta ***
Capitolo 27: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



P
rologo

“Ajumma qui ho finito, posso andare?”

“Certamente BonHan. Per quanto ancora vuoi stare qui? Dovresti trovarti un ragazzo...”rispose la signora di mezz’età, rossa in viso  per lo sforzo che stava compiendo alzando dei sacchi carichi di terra.

“Ajumma!”sorrise la ragazza “Non ho tempo per un ragazzo.”continuò divertita avvicinandosi alla donna, pronta ad aiutarla, ma la signora  con un gesto di stizza con la mano, le fece segno di allontanarsi.

“Aish! Ti ho detto che devi andare via, su su, vai a casa BonHan.”

“D’accordo ajumma” disse la ragazza togliendosi il grembiule “A domani!” continuò indossando la giacca e prendendo la borsa. Così salutò la proprietaria e usci dal negozio di fiori. 

“C’è aria di pioggia...” pensò sorridendo alzando lo sguardo al cielo. BonHan amava la pioggia come amava passeggiare la sera per le strade deserte di Seul, le schiariva le idee e in qualche modo la tranquillizzava. Quindi si incamminò verso casa e non appena arrivò, si fiondò sotto la doccia. Le gocce d’acqua fredda che cadevano sul suo corpo, le regalavano una sensazione di calma che la rilassavano. Quando uscì dalla doccia si guardò allo specchio: i capelli neri le ricadevano sulle spalle bianche. Alcune gocce scivolavano ancora sul viso bianco illuminato da due occhi a mandorla neri. Si passò due dita sulle labbra screpolate, pensando che sua madre avesse ragione, avrebbe dovuto curare di più il suo aspetto.

“Se ti truccassi un po’ e ti conciassi un po’ meglio, avresti tutti gli uomini ai tuoi piedi!” le ripeteva sempre quando la vedeva arrivare con i capelli legati in un’arruffata coda e vestita con una delle sue solite t-shirt e con un sbiadito jeans.

“Eomma! Non ho tempo per queste sciocchezze” le rispondeva sempre irritata. BonHan era troppo impegnata a mantenere sua madre e suo fratello per pensare a frivolezze del genere e neanche desiderava avere un look alla moda. Lei non era quel genere di ragazza che seguiva le ultime tendenze o che non usciva se non aveva sul viso un filo di trucco. Non era quel genere di ragazza che dava peso al giudizio della gente, semplicemente non le importava granché del suo aspetto, anche se sapeva che era incredibilmente affascinante e bella.

“Si...non ho tempo...” sussurrò al suo riflesso. Scosse il capo con decisione per scacciare quei pensieri e si asciugò i capelli per poi indossare il pigiama e dirigersi verso la postazione del suo computer.

“Allora, dove eravamo rimasti?” disse BonHan tra sé e sé, facendo scrocchiare le dita di fronte al monitor del computer. Sorseggiò del the e riprese a scrivere, sentendo  quell’eccitazione che solo la scrittura le sapeva dare. Si fermò soltanto quando la sua mente si placò e soddisfatta del suo lavoro.

“Se non vico io quel premio per scrittori emergenti, chi può vincerlo?” pensò sicura di sé. Scrivere per BonHan non era una semplice passione, era ormai diventata la sua ossessione. Voleva che la scrittura diventasse il suo lavoro in modo tale da sostenere meglio anche sua madre e suo fratello. Inoltre lo aveva promesso a suo padre, avrebbe inseguito il suo sogno  con tutte le sue forze, non si sarebbe mai abbattuta. Fece un sospiro soddisfatta e sbadigliò dando uno sguardo all’ora: erano le due della notte passate.

“Per oggi basta così BonHan.” Si disse dirigendosi verso la sua camera da letto dove si gettò stanca sul letto e si infilò sotto le coperte.

“Buona notte appa...” sussurrò ad una foto sul comodino la quale ritraeva un uomo sulla trentina con una bambina sorridente in braccio “Ce la farò appa, pubblicherò il mio romanzo, costi quel che costi!” continuò ferma e così dicendo si rannicchiò su un lato e si addormentò in un sogno senza sogni.

BonHan era sicura che prima o poi la sua vita sarebbe cambiata, ma di certo non si aspettava che sarebbe successo il giorno dopo...o forse si?

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Capitolo 2
*** Capitolo 1-Una giornata niente male... ***


Capitolo 1

Una giornata niente male...

“Sono le 6.45. Sono le 6.45. Sono le 6. 45...”

“Si, si. Ho capito...mi alzo...” farfugliò assonnata BonHan con la bocca impastata premendo sulla sveglia nel tentativo di spegnerla. Si stiracchio e sbatté gli occhi per abituarsi alla luce del sole.

“Il sole splende, gli uccellini cantano e inizia una nova giornata di lavoro!” disse positiva. Ripeteva quella frase ogni mattina, per darsi la carica. Era come un rito, come dare un fugace bacio alla fotografia di suo padre, le dava la carica per affrontare la giornata.

“Dongsaeng! Che ci fai sveglio a quest’ora?” rispose al cellulare BonHan

“Nuna, volevo svegliarti e ricordarti che mi hai promesso che andavamo a prendere un gelato insieme domani!” rispose una voce squillante dall’altro capo del telefono

“Ehi, pensavi che l’avevo dimenticato?”

“Si!” rispose suo fratello ridendo

“Tsk! Guarda i bambini di oggi...” rispose fingendosi offesa “Ora devo andare non fare arrabbiare alla mamma, hai capito? Ciao!” e riagganciò.

La verità? Se ne era completamente dimenticata. Suo fratello aveva da poco compiuto undici anni e ogni giorno che passava, le ricordava sempre di più suo padre, sia nell’aspetto e sia nel carattere.

“Il tempo passa...” pensò mentre beveva il caffè. Non appena ebbe finito, prese la borsa e uscì.

“Mmh? Che succede?” disse quando arrivò davanti al negozio di fiori. C’era una folla accalcata davanti all’entrata e una volante della polizia era parcheggiata lì

“Ajeossi, cosa è successo?” domandò la ragazza

“Pare che il fisco lo abbia confiscato...”

“Confiscato?!”pensò allarmata e con passo svelto si diresse verso l’entrata

“Ajumma! Cos’è successo?!”

“Oh BonHan! BonHan! Me lo confiscano, me lo confiscano!” urlò disperata gettandosi piangente tra le braccia di BonHan

“Perché?! Come è potuto succedere?!”

“La signora ha molti debiti da pagare al fisco... la confisca del negozio li risanerà.” Rispose il poliziotto mettendo i sigilli all’entrata del negozio.

“Ma non potete! E’ la sua vita questo negozio!” urlò BonHan cercando di trattenere la rabbia ma invano.

“Signorina, meglio il negozio che la casa.” E dopo aver detto questo, il poliziotto andò via, facendo sgombrare la folla.

“BonHan...cosa farò adesso?” domandò disperata la donna. La ragazza sospirò

“E’ incominciata bene la giornata” disse tra se e se.

BonHan accompagnò la donna a casa, si assicurò che informasse il figlio dell’accaduto e che arrivasse.

“Purtroppo, non possiamo fare niente per riaverlo indietro.” Proferì il figlio della signora. BonHan non sapeva molto di lui anche se la signora non faceva altro che parlare di lui, di quanto fosse orgogliosa che era un procuratore. Fondamentalmente, BonHan aveva solo memorizzato quest’informazione, resettando tutto il resto.

“Mi dispiace BonHan... so che questo lavoro era molto importante...”

“Ajumma! Non lo dica nemmeno! Adesso pensi solo a riprendersi, va bene? Io me la caverò.” Rispose la ragazza cercando di essere il più convincente possibile. Così, dopo aver salutato, BonHan si diresse verso il suo secondo posto di lavoro. Era una tavola calda che affacciava su una delle strade principali, vicino a tutti gli uffici, quindi era sempre pieno all’ora di punta.

“Annyeonghaseyo, Sajangnim.” Salutò BonHan inchinandosi appena entrata

“Sbrigati ad andare dietro il bancone, oggi siamo pieni più del solito.” Disse brusco il proprietario

“Subito!”

BonHan indossò velocemente il grembiule e andò dietro al bancone. Non amava molto quel lavoro, preferiva molto di più rendersi cura delle piante, anche se, non avrebbe potuto più farlo da quel giorno. Anche se non disdegnava l’ottima paga e soprattutto sapeva che quel locale non avrebbe mai fallito o chiuso.

“Licenziata?! Ma Sanangnim! Ho fatto qualcosa di sbagliato?!”

“No... semplicemente non sei abbastanza carina. Guardati! Spaventi i clienti conciata così.” Sputò maligno il proprietario guardandola dall’alto verso il basso con disprezzo.

“Abbastanza carina?! Le pare una motivazione logica?! Sanangnim, la prego mi serve questo lavoro, devo pagare la scuola di mio fratello, le bollette, l’affitto...!” pregò BonHan esasperata cercando di trattenere le lacrime.

“Non sono affari che mi riguardano, e adesso se vuoi scusarmi, ho da fare.”

Si, la giornata non poteva essere delle migliori.

BonHan uscì in silenzio trattenendo le lacrime fino a quando uscì dove si abbandonò allo sconforto e al pianto.  Si sfogò in un urlo liberatorio, sbattendo i piedi a terra. Era arrabbiata, anzi, frustrata. Era davvero così importante il suo aspetto? Si sedette sul ciglio della strada per un tempo che a BonHan parve infinito. In un solo giorno, aveva perso gli unici lavori che aveva... o no? Forse era arrivata la sua occasione per mostrare il suo talento. Si asciugò le lacrime con il dorso della mano e si alzò in piedi.

“BonHan! E’ arrivata la tua occasione!” disse a sé stessa e corse a casa. Non appena arrivò, senza neanche togliersi la giacca, si fiondò sul computer e riprese a scrivere, dov’era rimasta la sera precedente. Arrivò a scrivere dieci capitoli, abbastanza da presentarli ad un editore, ma prima di farlo, li avrebbe fatti revisionare dal suo bibliotecario di fiducia. Così, appena ebbe finito di stampare, uscì diretta verso la biblioteca.

“Allora? Cosa ne pensate?” domandò impaziente al bibliotecario. Era un uomo anziano con un paio di occhiali a mezza luna con uno sguardo saggio e gentile. Aveva molti contatti con diverse case editrici e sapeva il fatto suo su quello che cercavano gli editori.

“...Non male. L’ambientazione negli anni trenta è suggestiva, un salto nel passato. Anche la lotta per l’indipendenza dall’occupazione giapponese è avvincente come lo è il protagonista principale, Joo Won, è ben caratterizzato...ma...”

“Ma...?!”

Il vecchio sospirò, restituendo la risma di fogli a BonHan e disse:

“Ma è una storia trita e ritrita. Storie del genere, forse andavano bene qualche anno fa, ma adesso i lettori cercano altro.”

“Tipo?”

“Qualcosa di vero, di reale. Una storia che può capitare a tutti, qualcosa di personale.” Concluse il bibliotecario

“Personale...” ripetè BonHan per fissare il concetto.

“Ti do tempo un mese e poi ritorni qui con una storia personale, va bene?”

“Va bene, Seonsaengnim...” sospirò la ragazza e detto questo uscì.

“Un mese di lavoro sprecato...” disse avvilita BonHan riponendo il manoscritto nella borsa. Per riprendersi dalla giornata e schiarirsi le idee, decise di andare in un bar a bere qualche drink. BonHan non era solita bere e non lo reggeva nemmeno, ma in quel momento voleva solo dimenticare di quella terribile giornata.

“Un Soju...e lasci qui la bottiglia.” Ordinò sedendosi al bancone. Il cameriere velocemente la servì e la lasciò sola con la bottiglia di alcolico.

“Aish... e adesso che faccio? Dove lo trovo un altro lavoro?” pensò guardando il fondo del bicchiere

“E per di più devo ricominciare tutto da capo con il mio romanzo...aish...” continuò ancora. Bevve tutta la bottiglia, pagò il conto e uscì dal locale, ma prima di imboccare la via di casa, fu attratta dalle urla che provenivano dal retro del bar.

“Senti, non voglio creare problemi, quindi andate via!”

“Noi invece li vogliamo creare problemi! O hai paura di prendere qualche destro?!”

“Ma che succede?” pensò BonHan affacciandosi al vicolo dove vide un gruppo di uomini, più o meno della sua età minacciarne un altro. Si avvicinò al gruppo cercando di non farsi vedere, ma quando uno di quelli stava per sferrare un pugno al ragazzo, BonHan decise di intervenire. Una sola cosa non sopportava ed era la violenza.

“Sgonfia i muscoli informe massa di escrementi di pappagallo.” Urlò pungente, per farsi notare “Faresti meglio a tornare nel locale e a trombarti qualche maiale su un bancone.” Continuò maligna

“E tu chi cazzo sei?! Una troietta?!” domandò uno di quelli con un sorriso provocatorio

“Come tua madre del resto.” Rispose a tono BonHan

“Allora vieni qui a prendere la tua botta serale!” sputò quello con lo stesso tono provocatorio.  Era visibilmente ubriaco, ma a lei non importava, non era una scusa. Così si avvicinò all’uomo sotto lo sguardo incredulo del ragazzo accerchiato. Quando fu abbastanza vicino dal sentire l’odore nauseabondo dell’alito del tipo, BonHan sorrise beffarda e gli sferrò una ginocchiata in mezzo alle gambe, provocando la caduta del uomo e il suo urlo soffocato.

“Ecco...hai avuto la tua botta.” Disse soddisfatta, spostandosi i ciuffi di capelli che le ricadevano davanti agli occhi. “C’è ne per tutti!” continuò rivolgendosi agli altri ottenendo come risposta solo l’immediata fuga della combriccola.

“Stai bene?” domandò BonHan avvicinandosi al ragazzo

“Si tutto apposto, grazie.” Rispose cordiale lui

“Si può sapere cosa volevano da te? Non sembri il tipo da farsela con gente come loro...”

“Infatti non lo sono.” Rispose grattandosi la nuca imbarazzato. “Comunque, grazie...”continuò sorridendo gentile.

“Comunque prego... mi chiamo Park BonHan, tu invece?”

“Io sono Kim JungHoon, il manager dei Super Junior.”

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2-Proposta ***



Capitolo 2

Proposta

Aveva capito bene? Quel ragazzo era il manager di quei Super Junior?

“Tu sei un manager? Dei Super Junior?! Ma sembri così giovane!” esclamò esterrefatta BonHan

“Bhè si. Non essere così scioccata.” Rispose ridendo JungHoon “E tu cosa fai?” continuò sorridendo lui

“Io... lavoravo in una tavola calda e in un negozio di fiori.” Disse lei triste abbassando lo sguardo

“Perché parli al passato?” domandò lui incuriosito

“Lunga storia...” sorrise tristemente lei.

“Ho tempo.” Sorrise amichevole e con un cenno della mano la invitò a seguirlo per una passeggiata.

“Allora? Cosa è successo?” domandò cortese il manager. BonHan non avevamo mai incontrato persone così socievoli e cordiali o meglio, era lei ad evitarle come la peste; a dir la verità, evitava ogni tipo di persona. Era una ragazza molto chiusa e si stupì di se stessa quando raccontò ad uno sconosciuto quello che le accadde quel giorno, omettendo le parti che riguardavano la composizione del suo romanzo. Non lo diceva mai a nessuno, non lo disse neanche a sua madre. Era il segreto che condivideva con suo padre e tale sarebbe rimasto, anche se era più una promessa da mantenere.

“Wau...questa si che è sfortuna.”

“Già... e adesso mi trovo con due affitti da pagare, bollette e la scuola di mio fratello.” Disse lei sedendosi su una panchina

“Mantieni i tuoi genitori e tuo fratello?” domandò il ragazzo, sedendosi affianco a lei.

“Solo mia madre e mio fratello... mio padre è morto quando ero bambina in un incidente sul lavoro.”

Scese il silenzio tra loro due. BonHan si aspettava quella reazione, ormai lo aveva detto talmente di quelle volte che lo ripeteva con un estrema tranquillità ed era questo quello che turbava la gente: il tono impassibile che BonHan assumeva quando si parlava della morte di suo padre. Non è che non soffriva, solo che ormai si era abituata a quell’incolmabile vuoto che aveva provocato la sua morte dentro di sé. Era come una parte di lei, fosse morta con lui in quel giorno.

“Mi... mi dispiace...” balbettò il ragazzo torturandosi le mani, dispiaciuto.

“Ah! Non importa. Ce la caviamo. Mia madre gestisce una tavola calda, sai dovresti andarci, fa il più buon kimchi di tutta Seul!” disse BonHan cambiando discorso per smorzare la tensione che si era creata.

“Voglio sdebitarmi con te.”proferì il manager improvvisamente assumendo un tono serio. BonHan divenne rossa per l’imbarazzo a causa dell’intensità di come la guardava JungHoon, ma cercò di non darlo a vedere. BonHan era davvero brava a nascondere le proprie emozioni, nessuno sapeva cosa provasse sul serio, l’unico che riusciva a captare con uno sguardo quello che provava era suo padre.

“No davvero! Non c’è ne bisogno!” si affrettò a dire lei alzandosi dalla panchina

“Non mi piace avere debiti con la gente e tu non sarai un’eccezione.” Disse lui alzandosi e mettendosi di fronte a lei, assumendo uno sguardo imperioso e serio.

“Sul serio, non voglio soldi da te.” Disse BonHan seria. Odiava la pietà, doveva guadagnarseli da sola i suoi soldi, senza l’aiuto di nessuno.

“Cosa ti fa pensare che ti voglia dare dei soldi?”

“Certo che hai un caratterino docile eh...” rispose ironica alzando un sopracciglio.

 “Lavora per me.” La interruppe serio il ragazzo. Per poco, BonHan non sveniva. Si stava prendendo gioco di lei? Iniziò a ridere, prima trattenendosi, poi scoppiò in una fragorosa risata ma si fermò non appena incrociò lo sguardo serio del manager. Decisamente non stava scherzando.

“Dicevi sul serio?” domandò meravigliata la ragazza. Cos’era? Un miracolo divino?

“Certo. Lavora come mia assistente.” Rispose JungHoon ancora più serio di prima..

Era di certo un miracolo divino.

“Ma come fai a sapere se ho i requisiti adatti?”

“Sai trattare i bambini?”

“Certo, ho un fratello di undici anni!”

“Hai i requisiti adatti.”

BonHan non sapeva cosa dire. Erano successe troppe cose ed era talmente intontita che sentì nascere in lei una sensazione mai provata: indecisione. Le si era parata un’ottima occasione di lavoro, ma c’era qualcosa che le impediva di accettare al volo, come un presentimento.

“Io... non lo so...” confessò titubante

“Senti, non devi  rispondermi per forza adesso” insistette lui e porgendogli il suo biglietto da vista, continuò “Ecco, qui c’è il mio numero, chiamami quando hai preso una decisione. Sai, è il lavoro più bello e gratificante del mondo e poi, sono dei ragazzi davvero speciali...”

“Stai cercando di convincermi, per caso?” disse sarcasticamente BonHan. JungHoon rise e BonHan non potè non costatare che aveva una risata cristallina, davvero bella a differenza della sua che sembrava un elefante ferito.

“Non oserei mai!” disse JungHoon tra una risata ed un’altra, poi ritornò serio e continuò “Sai sei una ragazza davvero simpatica... comunque, adesso vado. E’ stato davvero un piacere conoscerti, e spero, che ci vediamo presto!” Così, fece un cenno con la mano per salutarla e salì sul primo taxi che passava.

“Sta cercando sicuramente di convincermi.” Pensò la ragazza a voce alta non potendo fare a meno di sorridere. Non appena arrivò a casa, chiamò sua madre per chiederle consiglio, ma soprattutto per sfogarsi. Odiava cacciarsi in quelle situazioni di stallo, la innervosivano e la rendevano ancora più acida di quanto non fosse di sua natura.

“Eomma... cosa dovrei fare?”

“Stupida! Devi assolutamente accettare! E’ una proposta che ti capita una sola volta nella vita!” rispose la madre sottolineando la parola ‘solo’ con enfasi.

“Lo so, ma...”

“Tesoro, cosa c’è che ti blocca?”

“Un presentimento.” Rispose fredda BonHan.

“Tipico di mia figlia.” Pensò la signora JaeHwa. “O è troppo impulsiva, o è troppo ragionevole.” Continuò torturando il filo della cornetta del telefono. Era sempre stata fin da piccola, da quando la prese per la prima volta tra le sue braccia e la guardò in quegli occhietti così vivaci e curiosi, ma lo stesso tempo che ti perforavano l’anima.  Quando BonHan desiderava qualcosa davvero, o aveva paura agiva sempre così: ci pensava un’eternità.

“L’unico consiglio che posso darti, è quello di seguire il tuo istinto. Qualsiasi decisione tu prenda, sappi che per me andrà bene. Ti voglio bene, bambina mia.”

“Grazie eomma, ti voglio bene anche io.” E riagganciò gettandosi stancamente sul letto.

“Appa... cosa devo fare?” domandò rivolgendosi alla fotografia del padre. La guardò a lungo, come se attendesse una risposta, ma le bastò guardare il volto sorridente di suo padre per scegliere la risposta giusta. Quindi, prima che cambiasse idea, prese il biglietto da visita di JungHoon e compose il numero telefonico.

“Sapevo che avresti chiamato. Allora, cos’hai deciso?” domandò JungHoon sicuro

“Ho deciso di accettare la tua proposta di lavoro.”

“Perfetto! Ci vediamo domani di fronte alla SM Town, aspettami lì.” Disse entusiasta lui “Vedrai, non te ne pentirai!” continuò

Non ne dubito, a domani.” Rispose lei sorridente e poi riagganciò.

Aveva fatto la scelta giusta? BonHan odiava quella sgradevole sensazione di indecisione.  Le si incollava addosso, come una cozza su uno scoglio e non se ne andava più fino a quando non era veramente sicura della sua scelta.  Iniziò a pensare se aveva fatto la scelta giusta...

“Aish! Smettila di farti problemi. Hai accettato un’ottima offerta e non provare a tirarti indietro.” Disse dandosi uno scappellotto sulla testa. Poi intravedendosi allo specchio,  e vedendo la solita immagine di una ragazza poco curata e con i capelli tutti scompigliati, decise che era arrivato il momento di cambiare. La vecchia BonHan da quel momento, doveva ufficialmente scomparire. Stava iniziando un nuovo percorso, dopotutto era pur sempre l’assistente di un manager e non poteva presentarti in jeans e canotta. Così inziò a cercare tutti i vestiti e completi eleganti che sua madre ostinatamente le comprava. Dopo che aveva svuotato l’armadio, decisa che il giorno seguente, avrebbe indossato una blusa avorio e dei pantaloni neri a vita alta e a zampa, coordinati con delle scarpe con il cinturino e tacco e una borsa nera capiente. Decise che si sarebbe anche truccata: un evento più unico che raro per BonHan. Soddisfatta della sua scelta, indossò il pigiama e si mise a letto.

“Appa, sto per iniziare una nuova avventura. Augurami buona fortuna!” e baciando la foto del padre, si addormentò stanca. Aveva ragione, la sua vita stava per cambiare in meglio, o forse in peggio?

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Capitolo 4
*** Capitolo 3-Una ventata di novità...gelida. ***



Capitolo 3

Una ventata di novità... gelida.

Yesung si era svegliato presto con l’intenzione di provare uno dei suoi pezzi nello studio di registrazione, come ogni mattina. Adorava il silenzio che regnava nel dormitorio la mattina presto, quando tutti i suoi compagni erano ancora nei loro letti. C’era una calma serafica che nel resto della giornata scompariva, quindi Yesung ne assaporò l’aria placida e poi si diresse verso  lo studio di registrazione dove rimase per più di un’ora. Non era obbligato a farlo, anzi non lo richiedeva neanche il contratto, ma lui adorava provare un po’ in solitudine e soprattutto voleva migliorare la sua tecnica. Amava il suo lavoro che per lui era una passione coltivata fin dalla tenera età.

“Sai, dovresti dormire un po’ di più, dongsaen...” proferì Leeteuk entrando nello studio così da interrompere le prove del main vocalist.

“Sai che non dormo molto, hyung.” Rispose Yesung arricciando la bocca in un sorriso

“Questo non è un bene per la tua salute. Cerca di dormire un po’ di più.” Continuò il leader preoccupato. Yesung lo guardò e gli rivolse un sorriso rassicurante “Non preoccuparti, sto bene.”

“Va bene... comunque volevo dirti che è arrivata la nuova assistente del manager JungHoon...”

“JungHoon ha assunto un’assistente?” chiese Yesung meravigliato. Leeteuk annuì silenziosamente “Si chiama Park BonHan e ha 24 anni.” Continuò il leader cercando di incrementare la curiosità del vocalist. Yesung si limitò a sorridere mentre riponeva gli spartiti. Non aveva prestato molta attenzione alle parole di Leeteuk, anche perché non gli importava delle persone che assumeva il suo manager e non capiva perché questa ragazza dovesse essere così importante.

“Comunque sia, JungHoon ci ha chiesto di andare nel suo ufficio per conoscerla.” Disse Leeteuk guardando con la coda dell’occhio i movimenti del suo compagno.

“Va bene, andiamo allora.” Rispose semplicemente Yesung ed entrambi si diressero verso l’ufficio del manager.

L’ufficio di JungHoon si trovava dall’altra parte dell’edificio, dove si trovavano tutti gli uffici e le sale di prova. Era molto spazioso e luminoso, affacciava su una delle vie principali e più in vista della città. Era arredato con uno stile moderno, un pavimento in parquet e due scrivanie poste una di fronte all’altra sulle due pareti, entrambe munite di portatili e telefoni fissi. Sulle pareti dietro le scrivanie, c’erano due grosse librerie strapiene di libri e fascicoli. Al c’entro della stanza, si trovava un divano in pelle nera e due poltrone dello stesso materiale e colore con un tavolino di vetro posto al centro.

“Ha detto di aspettarlo qui.” Disse Leeteuk sedendosi sul divano “Chissà com’è...” continuò grattandosi la testa con fare penserioso.

“Perché, sei alla ricerca di una fidanzata?” chiese Yesung divertito sedendosi affianco all’amico.

“Ma che hai capito?! Aish... sempre a pensare male...” rispose Leeteuk dandogli uno scappellotto sulla testa. Yesung scoppio a ridere seguito da Leeteuk. Al vocalist piaceva quando rideva con Leeteuk o semplicemente quando era con lui. Lo trattava come un fratello minore, ed era piacevole esserlo per qualche volta.

“Per aver impressionato il manager Kim, deve avere un bel caratterino...” riprese serio il biondo. Yesung rispose con un segno di assenso con la testa. “Di certo non deve passare in osservata...” continuò serio lui. Era davvero curioso di vederla, insomma doveva avere qualcosa di speciale per essere stata assunta senza nemmeno un colloquio di lavoro.

Quando sentirono la porta aprirsi, i due cantanti si voltarono e si alzarono in piedi.

“Buongiorno ragazzi!” salutò entusiasta il manager, seguito da una ragazza. Era di media altezza e magra, ma aveva la testa leggermente china, quindi Yesung non riuscì ad intravedere il volto, coperto anche da un ciuffo di capelli neri e lisci..

“Lei è la ragazza di cui vi ho parlato.” Continuò il manager indicando la ragazza dietro di lei mentre posava la sua borsa sulla scrivania in vetro. Quando alzò il viso, a Yesung gli si mozzò il fiato. La parola bella era riduttiva per descriverla: aveva le bocca carnosa e colorata di rosso, gli zigomi ben definiti e un naso diritto. Ma quello che lo colpì di più, furono gli occhi: due pozzi neri adornati con un filo di eyeliner, con delle lunga ciglia. Sembravano due vortici che risucchiavano anche l’anima al minimo sguardo.  Bastò solo intravedere il suo sguardo per capire che era sicura di sé, ma notò, anche se era stato per un attimo, un lampo di profondo dolore, o meglio rassegnazione.

“Mi chiamo Park BonHan, per favore, lavoriamo bene insieme.” Disse lei sorridendo cortese.

“E’ davvero un piacere conoscerti! Vero dongsaeng... Yesung?”

Yesung non rispose, non riusciva ad emettere un singolo suono, anche se soffocato. Non riusciva a non guardarla con stupore, stregato da quella visione. Leeteuk gli diede una gomitata per farlo tornare tra loro.

“Eh?! Ah, si... benvenuta!” disse Yesung con troppo entusiasmo. “Aish... così sembro uno schizzato...” pensò tra sé e sé il ragazzo, rosso in volto per l’imbarazzo. “Lei gli rivolse un sorriso, il più bello che Yesung avesse mai visto. Quella ragazza aveva qualcosa di speciale, che lo attirava come una calamita. Ora si spiega il motivo della sua presenza lì.

 

Yesung la stava fissando con un’espressione che BonHan non riuscì a capire se era stupita o disgustata. Non era brava a cogliere l’espressioni facciali delle persone e quella ne era la prova. Non le staccava gli occhi di dosso, era come se le stesse leggendo anche l’anima e improvvisamente, senza accorgersene, iniziò a osservarlo anche lei. Aveva un fisico asciutto, cosa che notò grazie alla canottiera aderente che metteva in risalto dei pettorali e addominali ben definiti. I capelli erano corvini corti, come BonHan aveva visto su varie riviste. Le mani erano incredibilmente piccole, ma lei le trovò adorabili. Gli occhi neri, mossi da gentilezza e dolcezza.

“Grazie mille, spero che lavoreremo bene insieme.” Disse BonHan sorridendo, cercando di non dar a vedere il suo interesse vero il cantante.

“Si, lo spero anche io...” rispose in un soffio Yesung. Poi, i loro sguardi si incrociarono, per un momento, e BonHan percepì tra di loro, una scarica di elettricità, un filo rosso che li univa. BonHan non credeva a queste cose, o dal destino, ma iniziò a crederci dopo quella strana sensazione mai provata prima.

“Bene ragazzi, andate al dormitorio a svegliare quei bambinoni, mentre spiego gli ultimi dettagli alla signorina BonHan.” Proferì JungHoon. I due cantanti uscirono, mentre BonHan li guardava con la coda dell’occhio, ma solo quando furono abbastanza lontani, BonHan riprese a respirare. Per tutto il tempo, si sentiva un peso al petto che le impediva di respirare regolarmente. Non era paura, o imbarazzo, era un’emozione che non aveva un nome nel vocabolario. Era la stessa sensazione che si prova quando si vede la prima volta la luce: curiosità? No, era semplice felicità.

 JungHoon le mostrò la sua postazione, le consegnò un cercapersone e un palmare, infine una scheda dove c’erano eventi e servizi fotografici a cui i Super Junior dovevano partecipare. BonHan ascoltava in silenzio, cercando di prestare attenzione con scarsi risultati perché aveva ancora la pelle d’oca dovuta alla presenza di Yesung.

 

“Leeteuk -hyung, hai la minima idea di che ore siano?” domandò sonnolento Donghae stiracchiandosi

“L’ora che vi svegliate... ma dov’è Siwon?”

“A guardare i suoi addominali allo specchio, come al solito... egocentrico...” rispose Eunhyuk pungente

“Senti chi parla, quello che non perde occasione per mostrare il suo fisico!” rispose Siwon ironico alla provocazione

“Aish, smettetela! Sembrate due suocere...” intervenne Kangin gettandosi sulla prima sedia che incontrò sul suo cammino.

“Io voglio le mie ciambelle...” piagnucolò Shindong sedendosi al tavolo.

“Volete tacere un attimo tutti?!” urlò Leeteuk imperioso.  Scese il silenzio, non era la prima volta che il leader urlava, ma quando lo faceva, sembrava davvero imponente.

“Sei acido sta mattina... più di me.” Disse Heechul sorseggiando del the. Leeteuk sospirò stanco mentre guardava Yesung che cercava di trattenere le risate. Li adorava, nella loro follia, erano perfetti, Yesung senza di loro sarebbe stato perso.

“Ci rinuncio... comunque, il manager Kim ha assunto un’assistente per...”

“Com’è, carina?!” domandò Donghae improvvisamente sveglio interrompendo Leeteuk

“Chiedilo a Yesung, l’ha fissata con uno sguardo da pesce lesso per tutto il tempo.” Rispose il biondo genuino suscitando le risa di tutti e l’imbarazzo del main vocalist. “E poi, potrai constatare tu stesso, ci aspetta in salotto.” Manco finì di dirlo che subito, si chiusero nelle loro stanze a prepararsi.

“Sono dei casi persi... ma dov’è Kyuhyun?” domandò Leeteuk notando l’assenza del maknae

“Di sopra, a giocare con la console...” rispose Sungmin uscendo dalla sua stanza e infilandosi la maglia

“Quel ragazzo è ormai andato.” Continuò Leeteuk sedendosi sul divano Quando furono tutti pronti, salirono sull’attico dove si trovava il loro salotto. Appena entrarono, trovarono Kyuhyun che, con un’espressione concentrata in volto, giocava a qualche gioco di guerra.

“Dovresti staccarti da quel coso ogni tanto, sai.” Proferì Siwon rivolgendosi al ragazzo, ma come risposta ottenne solo i suoni provenienti dalla tv.

“Oggi è arrivata l’assistente del nostro manager.” Continuò il leader cercando di avere un mino di attenzione da lui.

“...salutamela...” rispose Kyuhyun dopo cinque minuti di silenzio, prestando poca attenzione anche alle sue parole.

“Lascia perdere, hyung. Ormai è nel suo fantastico regno.” Disse Ryeowook incrociando le braccia scocciato. Leeteuk stava per controbattere, quando entrò nell’ampio salotto BonHan, suscitando lo stupore dei presenti. Yesung sentì una fitta al petto, una sensazione che una sola volta aveva provato... e non era finita bene.

“Ora capisco il perché Yesung-hyung non la smetteva di guardarti...” disse Donghae imbambolato rompendo anche il silenzio. BonHan gli sorrise imbarazzata, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

“Idiota.” Disse Kangin dandogli un ceffone sulla nuca “Ti sembra il modo di rivolgersi ad una ragazza?” continuò il ragazzo.

“Ehi! Era un complimento, hyung!” cercò di difendersi Donghae massaggiandosi la testa. BonHan rise, creando una fossetta sulla guancia sinistra. Era ufficiale, quella ragazza avrebbe procurato la morte di Yesung.

“Sono davvero contenta di lavorare con voi. Mi chiamo Park BonHan ed è un vero piacere conoscervi, siete molto simpatici.” Rispose BonHan sorridendo cortese.  Si, sarebbe stata la causa della prematura morte di Yesung

 “BonHan, siamo davvero entusiasti di lavorare con te.” Disse sorridente Sungmin “Vero, Kyuhyun?” continuò il ragazzo volgendo lo sguardo vero la figura del maknae. Come risposta ottenne solo una serie di suoni non identificati.

“Tra persone civili, ci si guarda in faccia e ci si presenta.” Disse stizzita BonHan. Non sopportava la cattiva educazione, e quel ragazzo era per lei l’apoteosi della cattiva educazione.

“Scusa, dolcezza, ma sono troppo impegnato per presentarmi e poi tu già sai chi sono io e se vuoi saperlo, non mi importa di chi tu sia.” Rispose il maknae con poca attenzione tutto concentrato con il suo gioco.

 “Prova a richiamarmi ‘dolcezza’ e non sarò consapevole delle mie azioni.” Rispose pungente BonHan non provocando nessuna reazione nel ragazzo.

“Miao...” sussurrò Dongahe  ad Eunhyuk “La gattina graffia.” Continuò il ballerino.

“Kyuhyun! Chiedi immediatamente scusa.”

“No, va tutto bene Leeteuk-oppa...” rispose BonHan avvicinandosi alla televisione e posizionandosi davanti ad essa impedendo la visione di Kyuhyun

“Sposati, donna!” disse spazientito lui.

“Come scusa?!” chiesa indignata “Va bene... come vuoi tu.” Continuò la ragazza e girandosi verso la presa elettrica, staccò il cavo della televisione e della console, suscitando lo stupore dei presenti.

Kyuhyun rimase imbambolato con la bocca aperta e senza nemmeno accorgersene, gli scivolò da mano il joystick. BonHan sorrise soddisfatta, nessuno doveva permettersi di parlare in quel modo e mancarle così di rispetto, anche se era un idol.

Si, era arrivata una ventata di belle novità, ma era più gelida del ghiaccio.


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Capitolo 5
*** Capitolo 4-In una sfida ci sono sempre solo due giocatori ***



Capitolo 4

In una sfida ci sono sempre solo due giocatori. 

Come aveva osato. Chi si credeva di essere per trattarlo come un bambino rendendolo ridicolo davanti ai suoi compagni?

“Che cavolo hai fatto?!” sbraitò furioso Kyuhyun. La ragazza sorrideva beffarda facendo roteare il filo della console.

“Oops! E’ scattata la corrente!” rispose lei con un finto tono innocente. “Chiamami ancora ‘donna’ con quel tono da uomo del neolitico e sappi che la presa non sarà l’unica cosa che staccherò oggi.” Continuò pungente BonHan fissandolo negli occhi e riducendo la distanza tra loro.

“Bam!” esclamarono all’unisono Donghae, Siwon, Eunhyuk e Kangin mentre gli altri cercavano di reprimere le risate. Kyuhyun non diede loro molta importanza, il suo obbiettivo era di fronte a lui e avrebbe potuto fulminarla con lo sguardo in quel preciso istante.

“Non la passerai liscia...” sibilò il maknae con disprezzo

“Oh! Ho fatto arrabbiare il cucciolo di casa?” rispose sarcastica, poi ritornò seria e continuò “Faresti meglio a prepararti, tra venti minuti dobbiamo essere sul set fotografico della rivista di ELLE.”

“E tu chi sei per darmi gli ordini?!”

“Il tuo secondo manager e lo sapresti se avresti dato un minimo di attenzione a quello che ti succedeva in torno!” sputò BonHan alzando il tono della voce e dopo aver gettato il cavo della console sul suolo, uscì dal salotto seguita dagli sguardi stupiti di tutti.

“Ma come si permette!?” sbraitò scaricando tutta la sua rabbia contro il joystick scaraventandolo con un calcio dall’altra parte della stanza.

“Non ha tutti i torti però...” sussurrò timidamente Sungmin. Kyuhyun lo fulminò con lo sguardo ma prima che potesse controbattere, Leeteuk scosse la testa severo e fece uscire gli altri con un cenno della testa, lasciando il cantante solo. Kyuhyun strinse i pugni, fino a sentire le unghie perforare la carne e pensò che si sarebbe vendicato e lo avrebbe fatto, nel peggiore dei modi.

 

BonHan guardava attenta il servizio fotografico di ognuno dei cantanti mentre rispondeva alle innumerevoli telefonate da parte di canali televisivi e riviste. JungHoon le aveva spiegato che il suo compito era quello di memorizzare tutte le proposte ricevute e poi mandargliele sul palmare, avrebbe deciso lui quale accettare.

“Da quando ho messo piede alla SM Town non ho nemmeno bevuto un sorso di acqua...”pensò ad alta voce senza nemmeno accorgersene, riponendo il cellulare in borsa. Quando alzò lo sguardo dalla borsa, alla ricerca del palmare, trovò Yesung sorrident con un bicchiere di acqua in mano.

“Tieni.” Disse sorridente porgendoglielo.

“Grazie... come sai che ho sete?” domandò di rimando bevendo un sorso d’acqua con gusto e soprattutto per nascondere il tremore nella voce che aveva provocato la presenza improvvisa del ragazzo. Le faceva un brutto effetto, era come se si sentiva nuda: si sentiva costantemente leggergli nel profondo.

“Bhè, perché sono un mago!” rispose Yesung fiero, provocando la risata di BonHan, musica per le sue orecchie. “Scherzo... ti ho sentita mentre lo dicevi.” Continuò sorridendo con semplicità, come se fosse la cosa più naturale del mondo. BonHan le andò di traverso l’acqua facendola tossire. Yesung la guardò preoccupato “Stai bene?” le domandò preoccupato accostandosi al suo viso e guardandola negli occhi. BonHan sentì il cuore perdere un battito e sentì le guancie arrossirsi.

“D-davvero l’ho detto ad alta voce?” balbettò imbarazzata cambiando discorso. Non sapeva se era più in imbarazzo perché l’avesse detto, perché era stato lui a sentirla o perché semplicemente la sua vicinanza la mandava completamente in tilt.

“Non preoccuparti, non lo dirò a nessuno.” Rispose lui facendole l’occhiolino. BonHan deglutì sperando non troppo rumorosamente. “BonHan calmati, non comportati come una ragazzina in piena fase ormonale...” si disse tra se e se fissando il bicchiere come se fosse la cosa più interessante in quel momento.

“Tocca a me adesso...vado, ciao!” salutò Yesung con un sorriso e si diresse verso il set.

“Ciao...” riusì a bisbigliare lei dopo averlo osservato andare via. Quel ragazzo le faceva davvero un brutto effetto.

 

“Dai Kyuhyun, non credi di esagerare?” domandò Heechul guardando accigliato l’amico.

“Esagerare?! Questo è il minimo!” rispose il maknae riempiendo un secchio di acqua. “Anzi, credo di essere anche abbastanza clemente...” continuò sorridendo maligno. Heechul arricciò le labbra in una smorfia ironica, non l’avrebbe fermato ma nemmeno l’avrebbe aiutato anche se lo avrebbe fatto di buon grado, ma aveva presso al leader che non avrebbe fatto più scherzi. Quindi si limitò semplicemente ad osservare le azioni del giovane amico. Era da un po’ che Kyuhyun non faceva scherzi e non vedeva l’ora di vedere la reazione della povera manager. Si chiedeva se era davvero tosta come sembrava o era solo una facciata. In quel caso non sarebbe risultato divertente. Il motivo principale era quello dopo tutto: Heechul aveva voglia di divertirsi.

“Cos’hai intenzione di fare dopo? Insomma un secchio d’acqua mi pare il minimo...” domandò sospirando Heechul. Kyuhyun sorrise furbo “Vedrai...” rispose “Minimo sforzo, massima resa!” continuò guardando l’amico. Per Kyuhyun ormai era diventata una questione personale, quella ragazza aveva ferito il suo orgoglio trattandolo come un bambino e una rinfrescata le avrebbe chiarito le idee su chi comandava. Per prima cosa.

“Non vedo l’ora di vedere la sua faccia sconvolta e correre via piangendo...” sghignazzò Kyuhyun eccitato come un bambino a natale. Heechul rise “Scommetto  che succederà il contrario...”

“Cosa?! Non scherzare, rimpiangerà di avermi trattato come un poppante...”

Heechul sospirò “Io vado, ti lascio ai tuoi deliri di onnipotenza...” e uscì lasciando solo il giovane cantante. Heechul sapeva che Kyuhyun non si sarebbe arreso, adesso aveva trovato il suo nuovo passatempo.

 

“Qualcuno ha visto Kyuhyun? Tocca a lui adesso.” Domandò BonHan ad alta voce

“No, non lo vedo da quando siamo arrivati.” Rispose avvicinandosi Leeteuk. La ragazza sbuffò contrariata, gli avrebbe staccato la testa a furia di cazzotti se non si fosse presentato lì in quell’istante.

“E’ nel suo camerino...” intervenne Heechul con tono indifferente.

“Quel bambino viziato mi farà perdere il lavoro” disse irritata mentre si dirigeva verso i camerini. Senza neanche bussare, stizzita entrò nella stanza

“Senti, se hai intenzione di...” ma un getto d’acqua gelida la interruppe mozzandole il respiro. Quando aprì gli occhi, trovò davanti a se Kyuhyun con un secchio in mano che rideva fragorosamente. BonHan rimase paralizzata a fissarlo, prima senza espressione, poi lo guardò con odio e disprezzo riducendo gli occhi in due fessure.

“Dovresti vedere la tua faccia adesso!” disse Kyuhyun tra una risata ed un’altra. BonHan rimase in silenzio trattenendosi da scagliarli un sonoro schiaffo per togliergli quel sorriso compiaciuto dalla faccia. Poi addolcì lo sguardo e arricciò la bocca in un sorriso beffardo.

 “E’ il meglio che sai fare?” domandò ironica “Sai, da un genio del male come te, mi aspettavo di meglio. Ora, te lo chiedo per favore, potresti andare sul set?” continuò seria avvicinandosi al ragazzo. Non era possibile: gli aveva detto che si aspettava di peggio. Lo voleva davvero castigare, allora. Heechul aveva ragione, era successo l’esatto contrario. Iniziò a pensare che doveva sfoderare l’artiglieria pesante con quella ragazza.

“Non preoccuparti, questo era solo l’antipasto, aspetta di assaggiare il primo...” la minacciò sorridendo sornione e si allontanò dalla stanza.

“Non vedo l’ora!” urlò BonHan, facendo sorridere soddisfatto il maknae.

“Credo che mi divertirò molto...” pensò sghignazzando. Infondo era da un po’ di tempo che non succedeva niente di eccitante da quelle parti e quella era l’occasione giusta.

“Dov’eri finito!?” domandò Leeteuk visibilmente irritato.

“In giro, hyung.” Rispose Kyuhyun vago poi si allontanò e sorrise furbo, si stava divertendo troppo.

 

“Aish... ma che completo idiota!” sbraitò furiosa BonHan cercando di asciugare la blusa con l’asciugatore del bagno. Aveva passato più di mezz’ora per asciugarsi i pantaloni e per rendersi quanto meno presentabile rifacendosi il trucco.

“BonHan, stai bene? Sono Donghae.” Domandò il cantante da fuori al bagno.

“Si, sto bene. Perché?” rispose frettolosa per non far trasparire il tono della voce irritato.

“Ecco stiamo aspettando te in auto...”

“Aish... si ok, tu avviati oppa, vi raggiungo tra cinque minuti.”

Quindi indossò la blusa, piuttosto asciutta e cerò di aggiustarsi i capelli legandoli in una coda alta. Quando salì in auto, cercò di evitare lo sguardo del maknae mostrandosi indifferente.

“Tutto apposto BonHan?” chiese Siwon preoccupato

“Si, tutto apposto.” Rispose rivolgendogli un sorriso “Scusate se ci ho messo tempo, ma... mi sono rovesciata addosso dell’acqua.” BonHan si sorprese delle sue parole: stava mentendo, perché? Non avrebbe esitato a dir la verità in un’altra occasione, insomma gliela avrebbe fatta pagare in quel modo, facendolo sgridare dai membri più grandi, ma non sarebbe stato ugual modo divertente. Non avrebbe dato a quel bambino viziato la soddisfazione che era stato lui ad inzupparla.

“Possiamo partire.” Disse al conducente e poi si mise a rispondere a tutte le chiamate che aveva ricevuto, ignorando gli sguardi di Kyuhyun accigliato ma soprattutto di uno in particolare: di Yesung.

 

“Buona notte BonHan! Fai attenzione la sera qui è deserto.” Si raccomandò Ryeowook salutandola con la mano

“A domani!” continuò Kangin seguendo gli altri entrare nell’edificio. BonHan li salutò con un cenno della mano sorridente, in fondo non erano per niente male... a parte uno.

“A domani, Park.” Sussurrò suadente Kyuhyun all’orecchio di BonHan. La ragazza non rispose,si limitò solo a contrarre il suo viso in una smorfia di disgusto.  Finì di salutare tutti gli altri e poi si diresse verso casa.

“Sai, girare per Seul da sola di sera non è proprio sicuro.” Disse bloccandola una voce maschile alle sue spalle. Riconobbe il suono di quella voce inconfondibile, calda e profonda, ma si girò per sicurezza. Sentì la tachicardia quando vide Yesung con un mezzo sorriso.

“Ti va di fare due passi insieme?” domandò mentre si avvicinava a lei

“No, non voglio scomodarti sul serio e per di più devi essere anche stanco...” rispose BonHan sorridendo impacciata

“Insisto.” Riprese Yesung con tono deciso. BonHan, sentendò le orecchie andare in fiamme, annuì sorridendo, per nascondere il tono della sua voce che sarebbe stato tremante se solo avesse parlato. Che altro poteva? Non sarebbe riuscita a dirgli di no, ma non riusciva nemmeno a costruire una frase logica in sua presenza. Le mandava completamente in pappa il cervello.

Per buona parte del tragitto, rimasero entrambi in silenzio, imbarazzati, o almeno BonHan lo era. Ogni tanto guardava Yesung con la coda dell’occhio: aveva le mani in tasca e qualche volta alzava gli occhi al cielo scrutandolo. BonHan non poté non soffermarsi sulla perfezione dei lineamenti del volto del ragazzo e pensò che era davvero un gran bel ragazzo.

“Sembra strano ma, Kyuhyun è davvero un bravo ragazzo, è solo un po’...” disse Yesung serio spezzando il silenzio

“Arrogante, viziato, stupido...” continuò irritata BonHan interrompendolo.

“Infantile, stavo per dire infantile.” Rise Yesung, provocando irrimediabilmente anche un sorriso sul viso di BonHan “Ma è davvero un buon amico.” Aggiunge dopo il cantante sorridendo ancora

“Credo che infantile sia poco...”.

Yesung sorrise, infondo non aveva tutti i torti. L’accompagno fin sotto casa e in tutto quel fragente parlarono del più e del meno. BonHan era davvero una ragazza solare, cosa che Yesung intuì anche dalla scelta della sua stagione preferita: l’estate.

“Ma come ti può piacere l’autunno? E’ così triste!”

“E’ malinconico, è diverso!” rispose Yesung fingendosi offeso. Risero entrambi, Yesung era davvero buffo e aveva un sorriso molto dolce, raramente BonHan ne vedeva di sorrisi del genere.

“Ti chiedo scusa a nome di Kyuhyun per il modo in cui ti ha trattata sta mattina. Non succederà più.” Disse improvvisamente Yesung serio e guardandola negli occhi. “Promesso.” Continuò addolcendo lo sguardo

“Ti ringrazio per la premura, ma so cavarmela da sola.” Gli rispose lei facendogli l’occhiolino “Grazie, di tutto. Sei davvero simpatico.” Continuò e salutandolo con un sorriso e un cenno della mano, entrò nella palazzina dove abitava. Yesung si sentiva esplodere il cuore dalla felicità. Si sentiva come un adolescente e la sua prima cotta, un vero stupido, ma non gli importava. Si ritrovò a fare una piroetta senza accorgersene, era troppo contento.

Era cotto? A puntino. Ma non sapeva che da quel giorno era in corso una sfida tra il maknae e la ragazza dei suoi sogni e lui, purtroppo, non era che altro un semplice spettatore, almeno per ora.


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Capitolo 6
*** Capitolo 5-Ne vincitori e ne vinti. ***



Capitolo 5

Ne vincitori e ne vinti.

Era passata una settimana da quando BonHan aveva incominciato a lavorare per i Super Junior e si stava affezionando sempre di più a quei ragazzi, ogni giorno che passava. L’avevano accolta come se fosse stata con loro da sempre e si era anche abituata agli scherzi infantili di Kyuhyun, infatti aveva notate che se più lo ignorava, più lui tentava di farla arrabbiare. Ormai era diventata una vera e propria guerra tra di loro.

“Yeoboseyo*?” rispose BonHan al telefono

“BonHan, ti disturbo?”

“No, non preoccuparti eomma, stavo per andare a lavoro. E’ successo qualcosa?” chiese preoccupata la ragazza. Sua madre, raramente la telefonava di mattina presto, a meno che se non era una vera e propria emergenza.

“Niente di grave, tuo fratello oggi non può andare a scuola per via di un’ ispezione scolastica.”

“E quindi...?”

“BonHan... non posso tenerlo con me alla tavola calda.”

“Ecco dove voleva arrivare”pensò BonHan scuotendo il capo. Sospirò roteando gli occhi “Va bene, passo a prenderlo tra poco.”

“Che brava figlia che ho!” rispose sua madre con tono allegro.  BonHan non potè fare a meno di sorridere alla reazione della madre.

“A tra poco, eomma.” E sorridendo, riagganciò, quindi finì di prepararsi e uscì.

Quando arrivò a casa di sua madre, trovò suo fratello davanti alla porta che aspettava pazientemente il suo arrivo. Ogni giorno che passava, BonHan vedeva suo fratello BonJoong il volto di suo padre. Aveva i capelli neri e gli occhi nocciola, proprio come quelli di suo padre. Era magro e piuttosto alto per la sua età.

“Nuna!” esclamò BonJoong appena la vide. BonHan lo salutò con la mano e vedendolo correrle incontro, aprì le braccia, pronta ad accogliere il suo abbraccio, che non tardò ad arrivare.

“Come stai, pulce?” chiese allegra BonHan stringendolo forte.

“Alla grande! I miei amici non ci credevano che avrei visto i Super Junior!” rispose allegro il ragazzino. BonHan gli rispose con un sorriso e prendendogli la mano, si incamminarono verso l’azienda. Avrebbe avuto il suo stesso entusiasmo se non avesse avuto a che fare con la persona più infantile dell’universo.

“Annyeong BonHan seonbae!”salutò cordialmente la stagista appena BonHan entrò nell’ufficio. Si chiamava HaeJung ed era più piccola di lei di qualche anno. Era per metà francese e per metà coreana, tuttavia a parte il colore degli occhi di un glaciale azzurro, era una tipica ragazza coreana, con capelli neri e corti.

“Annyeong HaeJung. Allora, quali sono gli impegni di oggi?”

“Ma chi è questo giovanotto?” chiese la ragazza avvicinandosi al bambino e di conseguenza provocando il suo imbarazzo.

“E’ mio fratello.” Rispose BonHan fredda, togliendosi la giacca “Allora, gli impegni di oggi?” continuò sedendosi alla scrivania mentre accendeva il computer.

“Hanno chiamato diversi giornali locali per delle interviste.” Rispose delusa la ragazza dalla risposta secca della collega. BonHan era sempre così chiusa in se stessa, troppo concentrata sul suo lavoro, non scambiando mai una chiacchiera con lei. HaeJung conosceva solo il suo nome e nient’altro, avrebbe voluto sapere molto di più, diventare sua amica magari.

“Perfetto, mandameli sul palmare mentre io rispondo all’e-mail.” Ordinò gentilmente BonHan, poi si rivolse al fratello “BonJoong, puoi sederti anche sul divano, ok?”.  Il fratello obbedì e appena seduto sul divano, cacciò un libro e incominciò a leggerlo. BonHan sorrise orgogliosa, era una passione che gli aveva trasmesso lei. Adorava leggere, qualsiasi cosa le andava bene anche il bollettino del meteo, l’importante era che anche solo per un istante, si estraniasse dal mondo reale.

“BonHan, JungHoon vuole vederti nella sala riunioni, dice che è urgente.” Proferì HaeJung riagganciando il telefono. BonHan annuì e prendendo, il palmare e il block notes disse al fratello “Non muoverti di qua, hai capito?”.  Il bambino annuì in silenzio, troppo preso dalla lettura per risponderle ma BonHan non se ne preoccupò molto, sapeva che era un bambino responsabile e che l’avrebbe ascoltata. Così prese la borsa e uscì seguita dalla stagista la quale si dirigeva al piano di sotto a svolgere varie commissioni per il manager.

Mentre BonHan si dirigeva verso la sala riunioni, incrociò Yesung che reggeva degli spartiti in mano. BonHan si era ormai abituata alle sensazioni che il suo corpo aveva quando vedeva e parlava con il main vocalist, tutti i giorni in pratica. Quando BonHan finiva di lavorare la sera, lui l’aspettava all’uscita e l’accompagnava fin sotto casa. Era come un appuntamento serale per BonHan  e lei, non lo disprezzava affatto.

“Buongiorno BonHan!” salutò con un sorriso Yesung, mostrando una fila di denti perfetti bianchi.

“Buongiorno anche a te.” Rispose BonHan ricambiando il sorriso luminoso.

“Dove stavi andando?”

“Il manager Kim vuole vedermi in sala riunioni, tu invece? Vai a provare qualche canzone?”

“Si, cercavo un posto tranquillo...” rispose Yesung grattandosi la testa imbarazzato.

“Buona fortuna allora! Se c’è una cosa che ho imparato in quest’ultima settimana, è che qui la tranquillità non è di casa.” Rise BonHan coinvolgendo il suo ragazzo “Ci vediamo dopo!” contiunò salutandolo. Lui gli fece l’occhiolino e si diresse verso la parte opposta. La ragazza sorrise mentre lo guardava dolcemente. Le stava mandando il cervello in pappa quello lì.

 

Kyuhyun girovagava annoiato per i corridoi dell’edificio. Avrebbe voluto giocare ai videogiochi, ma Leeteuk gliela aveva proibito per colpa della reazione di BonHan. Sbuffò infastidito dal pensiero dell’assistente “Tsk...che scocciatura...” pensò sbuffando “Ma questo, non è l’ufficio di BonHan?” si chiese il maknae fermandosi di fronte alla porta in vetro “Potre approfittarne, non c’è nessuno! Si... potrei cancellargli tutti i file oppure bloccarglielo...” sghignazzò il cantante, ma quando entrò, i suoi piani furono infranti dalla presenza di un bambino che, appena lo sentì entrare, alzò lo sguardo dal libro ed esclamò

“Ciao! Tu sei davvero Kyuhyun- hyung?!”

“In carne ed ossa, piccolo.” Rispose Kyuhyun gonfiando il petto fiero “ E tu invece chi sei?”

“Io sono Park BonJoong, il fratello di Park BonHan.” Rispose entusiasta il bambino sorridendo. Kyuhyun prima sbarrò gli occhi stupito, poi sorrise furbo. La partita stava per concludersi e lui sarebbe stato l’unico vincitore.

 

“Quindi, sarebbe opportuno che domani partissi con loro.”

“Certamente, non ci sono problemi.” Rispose sicura BonHan. “Se non fosse che dovrò vedere quella faccia di depravato mentale di Kyuhyun mattina, pomeriggio e sera.” Pensò cercando di non far trapelare il suo disgusto verso il ragazzo sul suo viso.

“Ti manderò a breve tutti i programmi, puoi andare.” Disse JungHoon. Così BonHan si inchinò rispettosa in segno di saluto e poi uscì.

“Almeno mi farò una vacanza gratis in Thailandia.” Si disse positiva dirigendosi verso l’ufficio.

“Dongsaeng, hai fame?” domandò al fratello appena entrò “...BonJoong?” domandò di nuovo non ottenendo risposta alla prima domanda. Uno strano brivido le percorse dietro la schiena quando si accorse dell’assenza di suo fratello. Il cuore le iniziò a battere forte procurandole il respiro corto. Uscì di corsa dalla stanza ed iniziò ad urlare il nome del fratello. Sua madre l’avrebbe uccisa.

 

Yesung insieme a Donghae e Kangin, erano andati al bar dell’edificio a prendersi un caffè e rilassarsi un po’.

“Allora, cosa ne pensate di BonHan?” chiese Donghae sorseggiando il suo caffè.

“E’ una che ci sa fare...” rispose Kangin facendo tamburellare le dita sul tavolino

“Si, è molto simpatica...” disse Yesung abbassando gli occhi per non far trapelare il suo imbarazzo. Era molto di più che simpatica, era allegra, solare, forte, indipendente... avrebbe potuto continuare all’infinito. In quella settimana avevano stretto amicizia, ma lui sapeva che non era il suo scopo la sua amicizia, voleva molto di più.

“Dite che se le chiedo di uscire, accetterebbe?” domandò Donghae candidamente facendo andare a Yesung di traverso il caffè.

“Ma come ti vengono in mente certe cose?!” esclamò esterrefatto il cantante. Kangin e Donghae scoppiarono a ridere mentre Yesung li guardò stranito “E adesso perché ridete?!”

“Stavo scherzando hyung! Lo sapevo... ti piace!” disse Donghae con un sorriso malizioso

“C-cosa te lo fa pensare?!” balebettò il cantante rosso in viso per l’imbarazzo

“Stavi soffocando e sei arrossito appena abbiamo parlato di lei.” Rispose Kangin sorridendo allusivo

“Che stupidi...” sussurrò Yesung contrariato provocando le risate dei due compagni.

“Ehi, ma quella non è BonHan?” domandò Donghae. Yesung si guardò in torno e appena la vide la salutò con la mano. Lei non ricambiò: guardava in giro con aria spaventata e preoccupata. Le era accaduto qualcosa e senza nemmeno avvicinarsi, il cantante le si avvicinò: tremava come una foglia, aveva il viso rosso e il fiato corto.

“BonHan, cosa è successo?” domandò preoccupato prendendola per le spalle.

“Mio fratello è sparito! Non c’è da nessuna parte! Non riesco a trovarlo!” esclamò spaventata BonHan trattenendo a stento le lacrime. Quando una lacrima solitaria le rigò il viso, a Yesung gli si strinse il cuore e istintivamente l’abbracciò. Non sopportava l’idea di vederla soffrire, si sentiva male a vederla in quello stato. Solo dopo che lei ricambiò l’abbraccio, aggrappandosi alle sue spalle, si rese conto che la stava abbracciando, che sentiva il profumo della sua pelle e che lo stava mandando in estasi.

“Non preoccuparti, lo troveremo.” Le sussurrò dolce e sicuro al suo orecchio,  tranquillizzandola.

“Cosa è successo?” domandò Donghae preoccupato seguito da Kangin

“Suo fratello è sparito” rispose Yesung tenendola ancora stretta a sé.

“Cosa?!” esclamarono all’unisono i due cantanti. Yesung chiuse gli occhi non badando alla reazione dei due amici, in quell’unico momento le importava di BonHan e del suono flebile del suo pianto.  Avrebbe trovato suo fratello, ad ogni costo! Non doveva essere troppo lontano...

“Nuna!” esclamò una voce infantile alle loro spalle. BonHan si girò e non appena vide il fratello corse immediatamente ad abbracciarlo.

“Dove eri finito?! Ti avevo detto di non muoverti, mi hai fatto prendere un accidenti!” esclamò BonHan abbracciandolo forte. Aveva avuto molta paura, non poteva permettersi di perdere anche lui.

“Scusa BonHan ma non ero solo! Ero con Kyuhyun hyung...” rispose dispiaciuto il bambino.

“Cosa?!” rispose furiosa BonHan. Poi quando alzò lo sguardo, vide Kyuhyun dietro suo fratello con le mani in tasca e con aria indifferente.

“Sei la persona più infantile che io abbia mai conosciuto, Kyuhyun.” Sputò con rabbia, guardandolo con odio “Per te è tutto un gioco, vero? Non te ne importa niente dei sentimenti degli altri, ti importa solo di te stesso!” continuò alzando il tono della voce. Il cantante non rispose, si limitò a guardarla sorridendo provocatorio. Non le importava quello che diceva, lei non era nessuno e quindi le sue parole non valevano per lui.

“I tuoi genitori... devono essere davvero fieri del tuo comportamento da bambino.” Continuò BonHan guardandolo con disprezzo e piangendo dalla rabbia, mantenendo comunque lo sguardo freddo. Kyuhyun continuò a restare in silenzio, tuttavia bastò il suo sguardo più di mille parole: da provocatorio, adesso sembrava ferito. BonHan gli rivolse un ultima occhiataccia, poi prese il fratello per la mano e si diresse verso l’uscita.

“Complimenti...” disse Yesung con tono irritato e guardandolo deluso seguendo BonHan rincorrendola.

Kyuhyun rimase spiazzato da quelle parole forti con l’unico intento di ferirlo. E ci era riuscita, fin troppo bene e fu allora capì che aveva perso. Quella guerra si concluse senza vincitori e senza vinti, ma entrambi i giocatori avevano l’animo a pezzi.




*significa "pronto."

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Capitolo 7
*** Capitolo 6-Quando le apparenze ingannano. ***



Capitolo 6

Quando le apparenze ingannano.

“E’ un vero onore e piacere essere qui in Thailandia, non vediamo l’ora di esibirci per i nostri fan thailandesi!” disse Leeteuk sorridente durante la conferenza stampa  “Faremo divertire i nostri fan, promesso!” continuò il leader sempre sorridendo creando quell’adorabile fossetta.

Non avevano nemmeno messo piede in Thailandia che dovettero subito andare in conferenza stampa. BonHan non aveva mai assistito ad una conferenza stampa: c’erano un sacco di giornalisti e i flash dei fotografi l’accecavano, cercando lo scatto migliore. Si stupì anche quando vide numerose fan fuori all’edificio dove si era tenuta la conferenza: urlavano felici e alcune addirittura piangevano altre ancora scattavano foto e riprendevano con il cellulare l’arrivo dei Super Junior e non se ne andarono fino a quando il gruppo non salì sull’auto.

“Hyung, adesso andiamo in albergo vero? E andiamo divertirci dopo?” si lamentò Donghae rivolgendosi al leader con fare stanco

“Ma stai sempre a lamentarti?” chiese ironico Eunhyuk provocandolo

“Ma stai zitto!” rispose infastidito Donghae alla provocazione dell’amico e incominciarono battibeccare.

“Sembrate marito e moglie, santo cielo!” disse Kangin esasperato. BonHan sorrise divertita guardando la scenetta, insieme alle risate degli altri. BonHan ogni giorno che passava, si rendeva conto che erano davvero folli.

Appena arrivati all’albergo e ricevute le stanze, BonHan si diresse verso la sua stanza dove, appena entrata, si gettò stanca sul letto. Non aveva mai viaggiato su un aereo e anche se in prima classe, era comunque stato un viaggio stancante. Per non parlare del jet leg: erano partiti alle sette di sera, mentre lì erano ancore le cinque del pomeriggio. Si sentiva la testa che le scoppiava e le gambe pensati, così decise di rinfrescarsi con una doccia fredda. Amava la sensazione di freddo che le si impregnava fin dentro le ossa e le gocce d’acqua che le accarezzavano la pelle, creando dei disegni che parevano ricami.

“E adesso chi è?” disse tra se e se lei sentendo qualcuno bussare più volte alla porta.

“Se è il servizio in camera, credo di poter farci l’abitudine a questi viaggi...” continuò indossando un asciugamano e annodandolo sul seno in modo da non scivolargli di dosso.

“Chi è?” domandò BonHan avvicinandosi alla porta

“Sono Siwon!”

“E Ryeowook!... perché mi ometti sempre!?”

BonHan rise per il tono infastidito del cantante, poi aprì la porta, anche se era tentata di lasciarli lì fuori a battibeccare tra loro. I due ragazzi sbarrarono la bocca e gli occhi non appena videro BonHan coperta solo da un asciugamano bianco che lasciava poco all’immaginazione e con i capelli bagnati che le ricadevano sulle spalle dandole un tocco sensuale che attirò ancora di più gli sguardi incantati dei due cantanti.

“Chiudete le bocche, o vorreste trovarvi qualche mosca in bocca?” chise BonHan pungente inarcando un sopracciglio ironicamente. I due scossero la testa come se volessero cancellare i pensieri –poco casti- su di lei.

“Ecco, noi andiamo a fare un giro per la città, vorresti venire con noi?” chiese Siwon rosso in volto e sorridendo imbarazzato.

“Vi ringrazio per l’invito, ma...”

“Niente ‘ma’! Preparati e vieni con noi.” Intervenne Ryeowook con tono risoluto.

“Se non verrai, sappi che ti tortureremo.” Continuò Siwon dando man forte all’amico

“Tutti fissati con queste torture.”  Pensò BonHan  “Va bene, ho capito. Vado a preparami.” rispose seccata, cercando di trattenere le risate fallendo miseramente. Era proprio impossibile essere arrabbiati con loro, erano come dei bambini: come puoi arrabbiarti con dei bambini?

“Yeah! A  dopo!” risposero entusiaste i due, poi spintonandosi per gioco, corsero via. BonHan rise mentre li guardava scherzare tra di loro, poi chiuse la porta e si apprestò ad asciugarsi i capelli. Dopo li legò in una treccia laterale e si vestì, ritornando a vestire i panni della vecchia BonHan; le erano mancati gli short e le sue canotte. Quando li indossò, si sentì come rinata e felice, poi indossò delle sneakers, prese la borsa e usci, dirigendosi verso la hall dove l’aspettavano tutti.

 

“No, hyung, non mi va di uscire.”

“Perché?”

“Sono stanco, hyung...”

Heechul non l’aveva mai visto così Kyuhyun, aveva lo sguardo spento da quando erano partiti e non era del suo solito umore.  Sembrava... triste.

“D’accordo, riposati.” Rispose Heechul cercando di limitare il tono preoccupato della sua voce.

“Non preoccuparti.” Disse atono Kyuhyun. Heechul sospirò tristemente e uscì, lasciando solo l’amico abbandonato sul letto.

Kyuhyun sentiva ancora le parole pungenti di BonHan ronzargli nella testa.

I tuoi genitori... devono essere davvero fieri del tuo comportamento da bambino!

Chiuse gli occhi, come se chiudendoli potesse dimenticare quelle parole che lo avevano reso così... vulnerabile.

“...fiero...” bisbigliò il maknae. Da quanto non si sentiva dire quella parola? Da quanto desiderava solo essere felice, per davvero? Da quanto desiderava essere amata da una delle persone a lui più care? Sorrise triste, infondo BonHan aveva capito tutto su di lui: era un bambino viziato e tale sarebbe rimasto. Si mise a sedere e poi si prese la testa tra le mani. La sentiva pesante, o no, non era la testa, era... il cuore?  Scosse la testa con vigore e si alzò in piedi, decidendo di andare al bar dell’hotel. Due o tre drink gli avrebbero schiarito le idee... o forse no?

 

Yesung continuava a guardare di tanto in tanto BonHan che guardava con curiosità la merce esposta sulle bancarelle del mercato e che scherzava con gli altri membri, ridendo con loro. Aveva una risata melliflua e melodiosa, una risata che mai il giovane cantante aveva mai udito. Non potè fare a meno di sorridere quando la bocca di BonHan si allargò in un sorriso, creando quella fossetta che Yesung tanto amava. Ogni qual volta che lei rideva, Yesung aspettava con ansia quella fossetta, come se fosse la cosa più bella del mondo. Quando si voltò, per non incrociare lo sguardo della ragazza, fu incuriosito da una bancarella che vendeva monili di ogni genere: bracciali, collane, anelli, fermagli e orecchini. Tuttavia, solo uno catturò l’attenzione del main vocalist: era un bracciale fatto con fili di stoffa di tutte le sfumature del viola, intrecciati tra di loro, impreziosito da delle pietre azzurre. Non seppe per quale motivo, ma gli ricordò immediatamente BonHan: era bello come lei, dopotutto.

“Quanto viene questo?” domandò il ragazzo prendendolo in mano

“Sono 101,623 bath.*” rispose l’uomo dietro alla bancarella, preso dalla sistemazione della sua merce.

“Sai Yeyé, dovresti prenderlo... per BonHan-ssi.”

“C-cosa?! N-non mi sembra il caso...”

“Andiaaaamo!” piagnucolò il maggiore, mettendo un finto broncio “Così avresti anche un pretesto per chiederle di uscire...”continuò sorridendo malizioso

“Hyung!” esclamò il minore rosso in viso

“Che poi si vede da lontano un miglio che ti piace...”

“Hyung!”

“Ho capito! Ho capito... come siamo suscettibili...” e detto questo, Leeteuk si allontanò da Yesung, sghignazzando. Il ragazzo si rigirò ancora tra le mani il bracciale, poi tornò a guardare BonHan intenta a far provare dei capelli improponibili a ShinDong e Sungmin per poi ridere divertita con i due.

“Lo prendo.” Disse infine Yesung deciso e porgendo i soli all’uomo, si infilò il bracciale in tasca soddisfatto della sua scelta. Dopotutto, il leader non aveva poi tutti i torti.

 

“Andate a dormire, domani sarà molto impegnativa come giornata.” Disse seria BonHan al gruppo che intanto, si stiracchiavano stanchi.

“Non preoccuparti BonHan-ssi, li tengo d’occhio io!” rispose Sungmin gofiando il petto orgoglioso

“Come è successo al tuo pesce rosso?” chiese Kangin ironico, causando le risate dei compagni.

“Aish! Non prendermi in giro hyung!” disse Sungmin offeso e mentre si allontanavano dall’ascensore, i membri continuarono a ridere fragorosamente, raggiungendo le proprie stanze.

“Allora, buonanotte, BonHan...” disse Yesung sorridendo dolcemente. BonHan si sentì avvampare. Perché con lui si sentiva tremendamente a disagio?

“N-notte.” Sussurò infine lei abbassando lo sguardo non riuscendo a reggere quello enigmatico e magnetico di lui. Il ragazzo rimase a guardarla ancora, come se fosse incatenato a lei, fino a quando le porte dell’ascensore non si chiusero. Un’idea gli balenò in testa: decise che avrebbe ascoltato i consigli del leader. Lei avrebbe accettato.

 

BonHan si diresse verso la sua stanza all’ultimo piano dell’albergo. Non c’erano ospiti su quel piano, a parte lei e... Kyuhyun. L’aveva irritata non poco che la persona che disprezzava di più al mondo si trovasse sul suo stesso piano, non voleva averlo tra i piedi dopo l’ultima bravata che aveva fatto. Strinse la chiave con forza per reprimere la rabbia e si diresse verso la sua stanza, ma, mentre stava inserendo la chiave nel buco della serratura, un rumore improvviso l’attirò: era come vetro che si infrange al pavimento. E proveniva dalla stanza di Kyuhyun.

Le sue gambe si mossero da sole, correndo vero la fonte del rumore. “Che ha combinato quel cretino...?”si domandò irritata, ma quando raggiunse la stanza del maknae, si bloccò di colpo. Era seduto a terra con le spalle al muro, in una mano reggeva una bottiglia di qualche alcolico a lei sconosciuto, mentre con l’altra si reggeva la testa,

“Kyuhyun!” esclamò preoccupata la ragazza. Kyuhyun si girò lentamente: aveva lo suardo spento e gli occhi rossi e gonfi. Che... avesse pianto?

“Kyuhyun... ma che hai combinato?” continuò lei preoccupata. Lui non rispose, sentiva tutti i suoni ovattati e parlare, richiedeva troppa fatica, così si limitò a fissarla con gli occhi umidi.

“Non piangere...” riuscì a sentire dopo un tempo infinito. Era una voce che si stava avvicinando a lui. Era BonHan, questo lo riuscì a capire tra tutta la confusione che gli regnava nella testa “Non è successo niente!” continuò  lei con quella voce  così melodiosa. Sembra la panacea alle orecchie di Kyuhyun. Sentì la testa girare e l’appoggiò al muro, poi percepì una mano morbida di lei posizionarsi sul suo fianco obbligandolo ad alzarsi con gentilezza. Perché si stava preoccupando per lui? Perché era così premurosa? Non provava disprezzo per lui? Si sentì le gambe cedere, così, per non cadere, si appoggiò a lei, mettendo un braccio sulla sua spalla.

“Andiamo, ti porto nella tua stanza...” disse BonHan intensificando la presa sul fianco del ragazzo. Kyuhyun sentì caldo dove lo stava toccando la ragazza e provò una strana eccitazione. Pensò, con quel poco di lucidità, che era dovuta all’alcool, anche se lui sapeva che non era così. La vicinanza con quella ragazza lo turbava e gli accelerava il respiro. Ma chi era? O meglio: che cos’era?

Con calma,si diressero lentamente  verso la stanza di BonHan, non l’avrebbe lasciato da solo ad uccidere il proprio fegato e a piangere. Lo disprezzava questo era vero, ma era pur sempre un ragazzo. Mentre apriva la porta, una lacrima solcò sul volto di Kyuhyun, era tremendamente stanco.

 

Non appena Yesung girò la vide. Entusiasta, le corse incontro, ma solo dopo si accorse della presenza di un’altra persona. Stava attaccata a lui, tenendo un braccio intorno alla sua vita, mentre Kyuhyun si stringeva a lei con un braccio sulla sua spalla e aveva la testa appoggiata alla sua. Yesung si nascose dietro al muro. Sentì la gelosia squarciargli il petto: avrebbe voluto urlare, andare da loro e separarli. Forse si era sbagliato, cercò di ragionare, di cercare altre opzioni diversa da quella che la gelosia gli imponeva di credere. Guardò triste il bracciale per BonHan che aveva nella mano.

“Che illuso che sei, JongWoon...” pensò chiudendo gli occhi con rabbia e rancore. Strinse il braccialetto nella mano, serrandola in un pugno. Era chiaro come il sole e lui doveva ancora capirlo. Lui non era mai la prima scelta di qualcuno.

Perché le apparenze, igannano.

 


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Capitolo 8
*** Capitolo 7-Incomprensioni ***



Capitolo 7

Incomprensioni.

“Stai fermo e non muoverti.” Ordinò BonHan facendo stendere sul  letto Kyuhyun.

“E dove pensi che vada?” farfugliò lui nascondendo il volto nel cuscino.

“Aish... che irresponsabile!” esclamò lei mentre bagnava un asciugamano. Quando uscì dalla stanza, fu investita da un odore nauseabondo e sprofondò nel sconforto quando ne vide la provenienza.

“Ci mancava solo questa...” borbottò avvicinandosi  al cantante e mantenendogli la fronte mentre lui vomitava nel secchio della spazzatura.

“Sei sul serio un irresponsabile!” sbottò lei irritata “Come ti è saltato in mente?” continuò lei indurendo ancora di più il tono. Kyuhyun si girò dall’altra parte e si gettò sul letto, stringendo gli occhi in una smorfia di dolore. BonHan gli porse l’asciugamano bagnato e lui se lo adagiò sulla fronte. Non aveva la forza di risponderle, altrimenti le avrebbe urlato in faccia la verità, che infondo la sua era apparenza. Tuttavia, se avrebbe solo emesso un suono, gli sarebbe salito un conato di vomito.  Rimasero per molto tempo in silenzio, BonHan, seduta al ciglio del letto, guardava il cantante con un misto di preoccupazione ed irritazione, mentre Kyuhyun era pallido e il viso era costellato da qualche gocciolina di sudore. Stava avendo i postumi di una sbornia.

“Sei un cretino!” sbottò urlando BonHan scattando all’in piedi  “Hai la minima idea di che cosa comporterà questa tua bravata?! Sei un imbecille!” continuò urlando la ragazza. Kyuhyun non si scompose, percepiva i suoni in modo ovattato, come se provenissero da un altro pianeta. Così, si girò dall’altra parte, facendo capire il suo desiderio di dormire.

“Sei proprio un bambino, lo sai?” sospirò la ragazza sconsolata “Tuo padre deve essere fiero di avere un figlio come te...” continuò lei guardando il maknae di sottecchi e mentre faceva per alzarsi, la mano del cantante l’afferrò per il polso, spingendola con forza al muro trattenendola per le spalle.

“Stai zitta...” soffiò ad un centimetro di distanza dal suo viso “Tu non sai niente di me, niente!” continuò con odio, lasciando la presa.  Si passò una mano sul volto, aveva un’espressione bianca in viso e a BonHan sembrò che tra poco esplodesse. Il cantante iniziò a camminare avanti e indietro, stringendo le mani in due pugni, per sbollentare la rabbia, ma invano. Ormai era furioso.

“E’ vero, mio padre non è fiero di me, ma non c’è bisogno che tu me lo ricorda!” urlò con rabbia il cantante “Tu non sai quello che sono...nessuno lo sa.” Concluse in sussurro sedendosi sul letto. Appoggiò la testa sulle mani, chiuse a pugno mentre delle lacrime silenziose li solcavano il viso. Ecco lui, infondo era così: piccolo e fragile. Solo in quel momento, BonHan capì che tipo di persona era Kyuhyun: un ragazzo tremendamente solo. BonHan rimase a fissarlo accigliata, torturandosi le mani. Non sapeva cosa dire, aveva sbagliato, lo sapeva.

“Mi dispiace...” sussurrò BonHan tristemente avvicinandosi a lui. Era una cosa così banale da dire, ma in quel momento le parve quella più sensata.

“Potrei dirti che so quello che stai provando, ma non è così. Mio padre, mi appoggiava in qualsiasi cosa io facessi, anche se era la più stupida, ma sapeva che io ci tenevo a farla. Anche se lo avuto per poco tempo, gli sarò sempre grata per avermi appoggiata per essere stato fiero di me.” Proseguì sedendosi affianco del maknae.

“E’ morto?”

“Da un po’...”

Kyuhyun rimase in silenzio a fissare il pavimento in parquet.

Infondo, siamo uguali io e lei...

“Mi dispiace...” disse Kyuhyun dopo un po’ di tempo.

“Lo pensi davvero?”

“Cosa, che mi dispiace?”

“Che tuo padre non sia fiero di te.”

Kyuhyun fissò il muro di fronte a se, come se fosse nascosta lì la risposta. Lo pensava davvero? Ogni volta che ritornava a casa, suo padre lo guardava con severità e rimpianto. Glielo si leggeva in faccia che lui era una profonda delusione.

“Non mi ha mai appoggiato in nulla... voleva che io studiassi legge, come tutti nella mia famiglia.” Sospirò come se si fosse liberato da un gran macigno che gli bloccava il respiro. “E non ho la minima idea del perché lo stia dicendo a te.” Proseguì pungente alzandosi e dirigendosi verso la finestra. Il panorama era stupendo, Bangkok illuminata era uno spettacolo che mai Kyuhyun avesse mai visto.

“Non si vive per accontentare gli altri.” Proferì seria BonHan “Io credo che sia impossibile che tuo padre non sia fiero di te. Stai facendo un lavoro che molti vorrebbero e lo stai facendo anche bene. Sono sicura che quando domani sera guarderà questo show in tv, sarà commosso, dicendo a tutti che tu sei suo figlio.” Concluse con un sorriso avvicinandosi al cantante. Kyuhyun si girò verso BonHan: anche lei era stata catturata dal paesaggio notturno. Il maknae si stupì quando pensò che dopotutto, era una bella ragazza.

“Sei... sei davvero bella, BonHan.” Si lasciò sfuggire lui. Lei rise, evidentemente pensava che era l’effetto dell’alcool.

“Certo e tu sei ubriaco. Vai a stenderti, sta notte è meglio che tu stia qui.” Rispose sorridendo BonHan. Kyuhyun non se lo lasciò ripetere due volte e si stese sul letto. In quel momento avrebbe voluto sprofondare dalla vergogna.

Idiota... pensò fingendo di dormire quando sentì il materasso abbassarsi leggermente al peso di BonHan. Aveva intenzione di dormire nello stesso letto? Era impazzita?

Perché ti scaldi tanto? Nemmeno ti piace! Continuò il cantante girandosi dal lato opposto alla ragazza. Se non gli piaceva, allora perché sentì il cuore accelerare, quando lei gli sfiorò un piede? Strinse gli occhi.

Dannata sbornia...

Almeno lui sperava che lo fosse, anche se sapeva in cuor suo che non c’entrava nulla con l’emozioni che provava in quel momento.

 

“Hyung, tutto bene? Non riesci a dormire?” domandò Ryeowook strofinandosi gli occhi assonnato.

“Mmh? Oh, non preoccuparti, torna a dormire.” Rispose Yesung sorridendo rassicurante. Ryewook fece spallucce e ritornò a dormire. Yesung sorrise e ritornò a guardare fuori alla finestra. Lo spettacolo di Bangkok illuminata dalle luci dei grattaceli e delle insegne dei negozi e locali, lo avrebbe emozionato in un altro momento, addirittura emozionato e sarebbe rimasto a contemplarlo estasiato. Invece i suoi pensieri erano rivolti a ben altro.

Non aveva mai provato gelosia, era un sentimento che non gli era affine, tanto meno verso uno dei suoi compagni. Eppure, in quel momento, la provava  aumentava al pensiero di BonHan e Kyuhyun soli...

Scosse la testa con vigore per scacciare via quei pensieri, non voleva provare quell’emozione, gli faceva mancare il respiro. Appoggiò la testa sul vetro ispirando e espirando più volte cercando di calmarsi. Cosa stavano facendo adesso? Di certo non stavano conversando. Strinse le dita della mano sul vetro, imbiancandole dalla forza con cui le stringeva: cosa avrebbe dovuto fare? Si staccò dal vetro e senza fare troppo rumore, per non svegliare l’eternal maknae, uscì dalla stanza. Stava agendo senza riflettere ma in quel momento non gli parve importare molto, il suo unico desiderio era quello di togliersi quel peso che gli offuscava la mente e gli bloccava il respiro. Non gli importava quello che avrebbe visto, qualsiasi cosa avrebbe visto.

 

Un rumore forte e assordante fece svegliare BonHan di soprassalto: qualcuno stava bussando alla porta con forza. L’orologio segnava le due e un quarto, ma la città era ancora viva, la ragazza lo percepiva dai suoni dei clacson e dal brusio lontano di persone che ridevano e parlavano tra di loro.

“Chi è lo schizzato che viene a rompere a quest’ora?” pensò con irritazione alzandosi assonnata. Diede un fugace sguardo a Kyuhyun: dormiva rannicchiato. Le parve così indifeso in quel momento che quasi si dimenticò degli scherzi subiti da lui. Mentre si avviava alla porta, pensò ai migliori insulti da urlare in faccia a qualunque persona le si sia parata davanti. Nessuno doveva interrompere il suo sonno.

“Hai la minima idea di che ore siano, razza di...” disse BonHan aprendo la porta, ma immediatamente si blocco quando vide Yesung: era trafelato e rosso in volto. Indossava una canotta e un pantalone di un pigiama qualsiasi. Doveva essere successo qualcosa intuì BonHan dall’espressione del ragazzo: aveva un’espressione che non aveva mai visto sul suo viso e incomincio ad essere preoccupata.

“Yesung? Che è successo?” chiese preoccupata. Il cantante notò che aveva ancora indosso gli abiti della mattina e le scarpe ai piedi. Ringraziò Dio che non era successo niente tra quei due.

“Ecco, no niente... scusami devo riprendere un attimo fiato.” Rispose sollevato lui sorridendo. Si sentì la persona più felice del mondo in quel momento e lo fece sentire bene.

“Ti ho visto con Kyuhyun prima, tutto bene?” domandò corrugando le sopracciglia in un’espressione seria.

“Oh si, ha solo bevuto qualche bicchiere di troppo...” minimizzò lei passandosi una mano tra i capelli scompigliati.

“Si è ubriacato?” chiese ridendo il cantante scuotendo la testa. Evidentemente non era la prima volta che succedeva.

“Non dovresti ridere!” disse BonHan cercando di trattenere le risate.

“Sbaglio, o anche tu stai ridendo?” domandò fingendosi offeso per poi ridere di gusto.

“Hai la risata contagiosa.” Si giustificò lei con aria supponente. Yesung le rivolse un sorriso, uno dei suoi soliti: belli ed enigmatici, uno di quelli che vorrebbero rivelare tante cose ma preferisce celare. Forse era proprio questo quello che l’attirava sempre di più di lui.

BonHan non sapeva il perché stessero ridendo, ma di una cosa era certa, non si sarebbe mai stancata del suono della risata di Yesung.

“Mi prenderai per un pazzo appena te lo chiederò, ma verresti a fare un giro con me?” le chiese il main vocalist timidamente

“A quest’ora della notte?”

“Dai, è una bella serata. Tanto abbiamo perso il sonno, no?” disse Yesung con tono convincente facendole l’occhiolino ma quando notò che lei era ancora titubante, assunse un’espressione supplichevole, da cucciolo abbandonato. BonHan non poteva rifiutare, non se lo guardava così.

“E va bene, hai ragione, non ho più sonno. E poi quello lì si è preso tutto il letto.” Rispose BonHan chiudendosi la porta alle spalle. Yesung temeva che il suo cuore potesse uscire dal petto, tecnicamente era un appuntamento quello.

 

Andarono sulla spiaggia vicino al resort. BonHan adorava il mare le trasmetteva un senso di pace, soprattutto la sera, con il riflesso della luna che ondeggiava sulle onde tranquille.

“Ti piace il mare?” domandò Yesung camminando affianco a lei sulla riva

“Più che il mare, amo l’acqua in generale. Mi tranquillizza.”

“Cos’è ti agita, allora?”

“Tutto.”

Yesung la guardò preoccupato, mentre lei guardava il movimento delle onde che si infrangevano sulla battigia, come ipnotizzata.

Cosa nascondi, BonHan? Pensò il cantante guardandola più intensamente, come per scorgere un indizio.

“Posso farti una domanda?” chiese Yesung guardando il cielo costellato di stelle.

“Dipende da che genere di domanda è.”

“Non preoccuparti, non voglio chiederti soldi.” Scherzò lui facendola ridere. “Kyuhyun...” disse serio “Kyuhyun... voglio dire... insomma... ti interessa?” continuò tornando serio. Ecco, ora si sentiva l’uomo più idiota del mondo.

Che razza di domanda, cretino!

“Ma scherzi?! Andiamo, l’hai visto? Non mi interesserebbe neanche se fosse l’ultimo uomo sulla faccia della terra.” Rispose BonHan pungente facendo subito dopo un ghigno disgustato quando pensò a Kyuhyun come ultimo uomo sulla terra: l’umanità si sarebbe istinti, allora!

Yesung sospirò, pensò che era sempre meglio esserne certi.

“Meno male!” esclamò sorridendo sollevato “Cioè, volevo dire... lascia perdere.” Proseguì grattandosi la nuca imbarazzato.  La manager sorrise, era così buffo e divertente e maledettamente spontaneo, eppure al tempo stesso, era profondo e misterioso. Che fossero due persone completamente diverse?

“Dai, ritorniamo all’hotel, non voglio che domani tu non sia in grado di lavorare.” Proferì BonHan sorridendo e si avviò verso il resort, anche se sarebbe rimasto con Yesung tutta la notte, si stava divertendo troppo.  Yesung rimase a fissarla un po’ da lontano prima di seguirla, capendo che ormai non avrebbe avuto altro che lei nel suo cuore.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8-Di galà e di ballerine ***



Capitolo 8

Di galà e di ballerine

I raggi del sole che filtravano dalla finestra, svegliarono BonHan che, controvoglia, aprì lentamente gli occhi, in modo da abituarsi alla luce del giorno. Non aveva dormito molto, anzi non aveva dormito per niente. Aveva preferito di gran lunga parlare con Yesung, ritornando nella sua stanza alle quattro del mattino. Parlarono di tanti argomenti che se estrapolati da quel contesto, sembravano così effimeri, eppure per BonHan parvero di così vitale importanza. Infatti entrambi si conobbero ancora di più affondo ma non avevano ancora capito il motivo di questa loro insolita voglia di conoscersi. BonHan sapeva solo che era impossibile smettere di parlare con lui, trasmetteva un così entusiasmo e vitalità che da tempo orami non provava più.

Si girò dall’altra parte del letto, dove aveva dormito Kyuhyun, ma con sorpresa lo trovò vuoto.

“Avrà avuto la decenza di non svegliarmi, gliene do atto.” Pensò fra se e se. Decise di alzarsi e di farsi una doccia, ma non appena entrò nel bagno, trovò il maknae, appena uscito dalla doccia, coperto solo da un asciugamano annodato in vita che si specchiava, aggiustandosi i capelli.

“Cosa diamine ci fai nel mio bagno?!” sbottò irritata BonHan

“Ho appena fatto una doccia... perché, non si vede?” rispose con nonchalance il cantante “Non dirmi che non hai mai visto un ragazzo con indosso solo un asciugamano...” continuò malizioso. BonHan arrossì violentemente.

“Non ho detto questo!” rispose lei stizzita cercando di nascondere il tremore nella voce dovuto al disagio “Potevi farla nel tuo di bagno!”

“Mi trovavo qui... non pensavo che ti avrebbe causato disagio...” replicò Kyuhyun avvicinandosi provocante alla ragazza. BonHan percepì un brivido tutt’altro che piacevole percorrerle la schiena non appena sentì il respiro di Kyuhyun sulla sua pelle. Il suo lato razionale le avrebbe ordinato di sbatterlo fuori eppure c’era una parte di lei, seppur minima, che le impediva di agire, gustandosi la visione di un bel ragazzo –questo BonHan doveva ammetterlo- bagnato con indosso solo un asciugamano. Anche se non era attratta dal fisico del cantante, ma da qualcosa che ad occhio nudo non si poteva vedere, era qualcosa a livello chimico, intrinseco nelle particelle del corpo di entrambi.  BonHan scosse con stizza il capo poi, afferrò con fermezza il polso del ragazzo e lo trascinò fuori dal bagno.

“La prossima volta, dovresti chiedere il permesso!”

“Stavi dormendo e non volevo svegliarti, o preferivi il contrario?”

BonHan soffocò un urlo, quel ragazzo l’avrebbe fatta esplodere. Lo trascinò nuovamente e lo spinse fuori alla stanza, mentre lui sghignazzava divertito.

“Fuori!” urlò BonHan sbattendo la porta

“Potresti darmi i miei vestit?” disse Kyuhyun cercando di trattenere le risate a stento. Non finì neanche di parlare, che si ritrovò i suoi vestiti lanciati fuori dalla porta lanciati da BonHan, la quale richiuse la porta sbattendola. Kyuhyun sorrise, gli piaceva vederla arrabbiata... o meglio le piaceva e basta. Era rimasto sveglio tutta la notte aspettando che lei ritornasse in camera, oppresso da una strana preoccupazione: la voleva vicino, questo lo ricordava, lo faceva sentire al sicuro, a casa. Kyuhyun percepì qualcosa quando BonHan gli parlò con dolcezza che gli aveva fatto andare in tilt il cervello, i suoi sentimenti per lei erano cambiati da un giorno all’altro e questo lo spaventava. Mentre raccoglieva i vestiti da terra e si dirigeva verso la sua stanza, decise che era meglio accantonare per un po’ il suo desiderio di vendetta personale e di orientare i suoi sentimenti su tutt’altra direzione.

Ora doveva solo scegliere tra la semplice infatuazione o qualcosa di molto più complicato.

 

“Buongiorno BonHan!” salutò allegro il leader “Dormito bene?” proseguì Leeteuk entusiasta

Dormire? Chi ha dormito sta notte? Di certo non io!

“Si, molto bene. Grazie!” rispose BonHan cercando di sembrare il più riposata possibile. “Gli altri?” continuò guardandosi in torno alla ricerca di tutti gli altri.

“Gli ho detto di raggiungerci qui nella hall.”  Rispose il cantante  “Emozionata per il galà di sta sera?”

“A dir la verità, no.” Rispose secca la manager “Non sono quel tipo di ragazza...”

“E che genere di ragazza saresti, allora?” chiese incuriosito Yesung spuntando improvvisamente mentre si avvicinava ai due. BonHan per poco non collassò.

“Da dove spunti?! Mi hai spaventato!” esclamò il maggiore portandosi una mano al cuore

“Scusami hyung! Non volevo...” rispose dispiaciuto il main vocalist.

“Aigoo... non fa niente...”

“Ti sei spaventata BonHan?” chiese Yesung preoccupato, ignorando il leader

“Grazie per la considerazione!” intervenne Leeteuk infastidito, incrociando le braccia al petto.

“Scusa!” rispose il minore impacciato. BonHan rise, con quella risata che ogni volta scioglieva il cuore del main vocalist. Sembrano le note di una canzone che il giovane cantante avrebbe voluto cantare, anche solo per una volta.

“Comunque si, un pochino mi hai spaventata.” Intervenne BonHan con complicità facendogli l’occhiolino. Yesung iniziò a pregare tutti i santi del paradiso affinché gli impedissero di assaggiare le labbra di BonHan. Riuscì solo a sorridere, sperando che i suoi pensieri non si fossero tradotti in un’espressione da maniaco sessuale.

“Va bene... io raggiungo il van... voi aspettate pure qua.” Proferì i leader e guardando furbescamente Yesung si allontanò, lasciando il cantante nel suo completo imbarazzo. Gliela avrebbe fatta pagare.

“Non sono la classica ragazza che desidera essere una principessa e che aspetta il suo principe su un cavallo bianco.” Disse BonHan cambiando discorso “E sinceramente, non voglio esserlo.” Aggiunse sorridendo. Yesung non ne fu sorpreso, in quella settimana aveva capito il carattere della ragazza: era estremamente forte e preferiva rimboccarsi le maniche cavandosela da sola piuttosto che aspettare di essere salvata. Probabilmente era proprio questo che aveva attirato Yesung fin da subito.

Senza pensare, toccò la tasca del pantalone dove c’era il braccialetto per lei.

“Perché non gliel’hai ancora dato?!” esclamò Leeteuk la sera prima. Non gli aveva parlato di Kyuhyun, non volevo che si preoccupasse.

“Sto aspettando il momento giusto.” Rispose lui continuando a fissare il braccialetto che rigirava tra le mani.

“Io non ti capisco...” sbuffò il maggiore accendendo la tv.

Yesung si accertò di averlo effettivamente in tasca, forse aveva trovato il momento giusto.

 

Ritornano al resort in tempo per prepararsi per il galà di beneficenza per raccogliere fondi per un ospedale piediadrico. Quindi, appena pronti, si diressero dove si sarebbe tenuto il galà: al Gran Palace, nel complesso di “Chakri MaHa Prasat Hall.”

Quando scesero dalla limousine, BonHan era li che li aspettava all’entrata del palazzo. Yesung non aveva mai visto fino ad allora una creatura più affascinane di lei: indossava un vestito bianco lungo fino alla caviglia con delle maniche decorate  con perline e lo scollo quadrato abbellito da ricami floreali in nero.  Un fiocco nero le fissava il punto vita, stringendoglielo, per poi scendere morbido in una gonna sfasata. I capelli erano legati in una coda laterale, arricchita da un fermaglio-gioiello; aveva un trucco leggero, come suo solito, risaltava solo la bocca colorata di un rosso acceso che sulla sua pelle bianca sembrava essere sangue. Era una fata o forse qualche altro essere fantastico dall’innaturale bellezza, ipotizzò Yesung anche se, potè godersi poco quella visione perché fu trascinato dentro la sala dai suoi compagni.

BonHan non aveva mai visto così tante persone riunite tutte insieme, anche se sapeva che la maggior parte dei presenti non aveva la minima idea del perché fossero lì, l’importante per quella gente che BonHan tanto disprezzava, era solo qualche scatto con qualche celebrità.

“Tu devi essere la manager dei Super Junior...” proferì una voce alle sue spalle. Era una ragazza di qualche anno più piccola di lei, circondata da un gruppetto di ragazzine più o meno sue coetanee. BonHan non sapeva se ridere o piangere per il modo in cui si atteggiavano a donne mature.

“A dir la verità sono solo un’assistente.” Rispose BonHan con noncuranza “E voi siete?” continuò sospettosa

“Perché dovresti saperlo?” rispose supponente una delle ragazze

“Come prego?”

“Ad una nullità come te, perché dovremmo dire i nostri nomi? Non sei nemmeno un manager!”

BonHan fu tenta di versarle il contenuto del suo calice sul vestito della ragazzina, ma si trattenne, tuttavia non sarebbe finita in quel modo.

“Statemi bene a sentire, brut...”

Una mano la bloccò, stringendole il polso con fermezza. BonHan guardò con la coda dell’occhio che era Kyuhyun a trattenerla. Cercò di divincolarsi dalla presa del makane, ma era fin troppo salda.

“Signore, vi dispiace se ve la rubo un attimo? Il mio manager mi aveva promesso un ballo.” Proferì Kyuhyun facendo mostra del suo charme. Così trascinò via la manager inseguito dagli occhi sognanti del gruppetto di ragazzine.

“Cosa diamine stai facendo?!” sbottò irritata lei mentre si divincolava dalla sua presa.

“Sai, dovresti ringraziarmi. Ti ho salvato la reputazione.” Disse Kyuhyun versandosi del punch

“Me la stavo cavando egregiamente senza che tu intervenissi!” replicò lei stizzita. Kyuhyun sorrise divertito mentre sorseggiava il suo punch. Gli piaceva vederla arrabbiata: incrociava le braccia sul petto, a mò di armatura, e le si coloravano le guance di rosso. Kyuhyun la trovò adorabile. Lei sbuffò spazientita e fece per andarsene quando prontamente la mano del cantante la fermò di nuovo.

“Sbaglio o mi devi un ballo?” sussurrò  il cantante sensuale al suo orecchio

“Aspetta e spera.” Rispose secca lei cercando di non pensare al malsano piacere che la vicinanza con il maknae le procurava. Si divincolò con malagrazia dalla sua presa e si diresse verso il cortile esterno. Kyuhyun la seguì con lo sguardo sperando che cambiasse idea e che tornasse indietro perché mai come allora aveva il disperato bisogno di poter di nuovo sentire la morbidezza della sua pelle.

 

“Dannati tacchi...” si lamentò BonHan zoppicando per poi sedersi sul cornicione della fontana posta al centro del cortile. Non ebbe il coraggio di controllare la condizione dei suoi piedi anche se sapeva che le erano spuntate delle vesciche. Fece una smorfia di dolore quando appoggiò nuovamente i piedi atterra.

“Dannati tacchi!” ripetè nuovamente con irritazione.

“BonHan, stai bene?” domandò Yesung preoccupato avvicinandosi a lei. L’aveva vista zoppicare fuori e, in pensiero, l’aveva seguita fino a ì “Ti sei fatta male?” chiese ancora con lo stesso tono.

“Oh... niente di preoccupante... le scarpe, ecco non sono abituata a portare i tacchi.” Rispose BonHan abbassando lo sguardo imbarazzata. Yesung avrebbe voluto accarezzarla, era così dolce in quel momento. Mentre la guardava preoccupato, gli venne in mente un’idea.

“Riesci a camminare?”

“Non credo... adesso ci provo.”

Ma quando la ragazza si alzò in piedi ebbe una fitta ai piedi provocandole una smorfia di dolore. Yesung le cinse la vita con il braccio per sostenerla, causando l’accelerazione dei battiti del cuore di lei..

“Mi dispiace, non ci riesco.” Rispose dispiaciuto lei.

“Non preoccuparti. Tu resta qui, io torno subito.” Disse il cantante con tono rassicurante e incominciò a correre verso l’uscita del Gran Palace. Mentre venivano, Yesung aveva notato una serie di bancarelle che vendevano vestiti ed accessori e probabilmente anche scarpe.

“Mi scusi, quanto per queste?” domandò Yesung afferrando un paio di ballerine: erano basse, argentante con un fiocco sopra.

“Sono 207 Bath.” Rispose il commerciante. Diede i soldi all’uomo e corso di nuovo in direzione del palazzo. Rallentò solo quando rivide BonHan seduto che si torturava le mani con aria annoiata. Il cantante pregava Dio che ogni giorno gli regalasse un lato diverso di BonHan, voleva conoscerla così, attraverso l’espressioni che trapelavano dal suo viso.

“Ho fatto più veloce che potevo!” sentenziò Yesung avvicinandosi alla ragazza, dopo aver ripreso fiato. BonHan sorrise allegra poi quando  notò le scarpe in mano al main vocalist, lo guardò stranita spostando lo sguardo da lui alle scarpe e viceversa. Yesung sorrise compiaciuto, poi si inginocchiò ai suoi piedi.

“Possò?” domandò guardandola con dolcezza. BonHan accettò titubante, facendo di sì con la testa. Quindi con delicatezza, Yesung le sfilò le scarpe e le fece indossare le ballerine. BonHan lo guardò meravigliata per tutto il tempo: nessuno l’aveva mai trattata così.

“Grazie.” Sussurrò BonHan dopo che Yesung si sedette accanto a lei

“Sei come Cenerentola.”

“C-come?”

“Dici di non essere una principessa, ma vedi, sta sera, adesso, per me... lo sei.”

BonHan credette di sognare e intanto aveva iniziato a percepire dei brividi che le si impossessarono di tutto il corpo in un secondo.

Per me tu lo sei.

Per me.

Quelle due parole, le penetrarono nel corpo, andando in circolo e distruggendole l’ultimo brandello di lucidità. Era mai possibile che cinque lettere potessero causare tanta felicità?

“Grazie.”  Riuscì a dire BonHan non aveva la minima idea di cosa dire o fare, nessuno mai le aveva parlato con quella dolcezza, nessuno l’aveva mai guardata come Yesung stava facendo il quel momento e fu ancora più contenta quando sentì la morbidezza della mano del cantante che stringeva la sua e che le offriva di ritornare in albergo.

“Grazie, di tutto. Domani ti restituirò i soldi che hai speso.” Disse BonHan quando arrivarono davanti alla porta della sua stanza.

“No! Non devi!” esclamò allarmato lui “Sono un regalo.” Aggiunse poi sorridendo imbarazzato

“Regali a tutte le ragazze che conosci da poco un paio di scarpe?” chiese scherzosa lei

“No, solo all’assistenti dei manager.” Replicò il cantate nello stesso tono. Risero insieme, poi si salutarono. Tuttavia solo dopo Yesung si ricordò del braccialetto mettendo una mano sulla tasca dov’era conservato.

“BonHan!”

“Si?”

Yesung si pietrificò: sentì il cuore batter più velocemente del dovuto e il respiro venire meno; la mano che aveva sulla tasca iniziò a tremare.

Jongwoon, cosa ti prende? Pensò irritato

“Ecco... sogni d’oro!”

“...Anche a te...” sussurrò lei mentre lo guardava  stranita mentre si allontanava, poi finalmente, entrò in stanza dove, stanca, si gettò sul letto.

 

“Stpudio, stupido, stupido!” ripetè Yesung dandosi delle botte sulla fronte. Non si spiegava il motivo di quella reazione esagerata, infondo doveva solo darle un braccialetto. Ma Yesung in curo suo sapeva qual’era il vero motivo: aveva paura. Temeva che potesse essere ferito di nuovo e lui assolutamente non voleva che accadesse nuovamente.

Appena entrò nella sua stanza, si sedette sul letto, passandosi le mani trai capelli mentre ispirava ed espirava.

“Che codardo.” Si disse amaro “Come può ferirmi?”

Prese il braccialetto dalla tasca e lo appoggiò sul comodino.

Sono solo uno stupido codardo.


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Capitolo 10
*** Capitolo 9-Cambiare idea ***




Capitolo 9
Cambiare idea

“Grazie mille, E.L.F! Non dimenticheremo mai il vostro amore!” esultò Leeteuk piangendo emozionato accompagnato dalle urla delle fan

“Supportateci ancora!” aggiunge Eunhyuk ugualmente emozionato. Poi si presero tutti per mano, inchinandosi e ringraziando ancora, quindi il concerto si concluse accompagnato dalle urla e gli applausi delle fan. Quando entrarono nel backstage, festeggiarono brindando e schizzandosi con lo champagne. BonHan guardò divertita dall’altra parte mentre sistemava le ultime cose e si congratulava con i membri dello staff. Intanto i ragazzi andarono nei loro camerini a cambiarsi, poi uscirono dallo stadio in cui si erano esibiti, raggiungendo velocemente il van, circondati da fotografi e fan.

Decisero, in seguito, di continuare i festeggiamenti  in un pub nelle  vicinanze del resort dove alloggiavano.

“Andate pure senza di me, ho ancora un po’ di lavoro da sbrigare.” Disse BonHan appena scese dal van, seguita dagli altri.

“Aigo... BonHan-ssi! Stai sempre a lavorare...”piagnucolò Donghae gonfiando le guance in un’espressione infantile

“Yah! Lavoro per voi, sai?” rispose la ragazza fingendosi arrabbiata per poi sorridere divertita “Mi raccomando, non bevete troppo!” aggiunse raccomandandosi. Poi  il gruppo la salutò e si diressero verso il pub. Yesung rimase fermò lì ad osservarla per un po’ mentre lei entrava nell’ascensore di vetro. Non voleva che restasse da sola, spinto anche dal fatto che a lui non piaceva bere. Così fece per seguirla ma, Ryeowook e Kangin lo trascinarono via, già un po’ brilli per lo champagne.

“Kyuhyun-ssi! Tu non vieni?” domandò Shindong urlando

“Ho dimenticato una cosa, avviatevi vi raggiungo tra poco.” Rispose Kyuhyun schivo

“Cos’hai dimenticato?” domandò curioso Sungmin

“Fatti i fatti tuoi.” Rispose burbero il cantante allontanandosi. Sorrise malizioso all’idea che non li avrebbe raggiunti. Aveva di meglio da fare che ubriacarsi e fare baldoria, preferiva di gran lunga la compagna di BonHan. L’aveva già programmato dall’inizio del concerto, perché non era stato in grado di distogliere lo sguardo dalla ragazza che, dal lato del backstage, li osserva esibirsi. Non capiva se li guardava perché era incuriosita dalle loro esibizioni o perché non c’era altro da guardare. Ogni tanto sorrideva a qualcuno del gruppo che Kyuhyun non si interesso di scoprire, poi ritornava seria e un po’ accigliata. La trovò incredibilmente invitante.

Prima di andare da lei, Kyuhyun decise di farsi una doccia e per la prima volta in tutta la sua vita, di indossare una camicia. Non era di certo la prima in tutta la sua vita, ma non gli piaceva molto indossarle, quando lo faceva, lo faceva sempre con riluttanza. Sentiva stretto e claustrofobica, con i bottoni chiusi fin sopra al collo, ma volle fare un’eccezione quella volta: non la chiuse del tutto, lasciò alcuni bottoni aperti, facendo intravedere un lembo di pelle. Si aggiustò i capelli e si diresse verso la stanza di BonHan. Quando gli aprì, fu felicemente sorpreso di trovarla in short e canotta,lasciando ben poco spazio all’immaginazione. Sorrise sornione e si appoggiò allo stipite della porta portandosi le braccia al petto.

“E tu cosa diamine ci fai qui?” esclamò stupita BonHan. Kyuhyun non rispose, limitandosi ad entrare nella stanza senza chiedere il permesso.

“Qualcuno ti ha forse dato il permesso di entrare?” chiese ancora lei infastidita seguendo il ragazzo

“Come sei antipatica! Tratti così tutte le persone che vengono a farti visita?”

“No, solo gli idols spocchiosi e arroganti.”

BonHan lo guardò con sfida mentre Kyuhyun sorrise divertito prendendo in mano ogni oggetto che gli capitava a tiro, non dando troppa attenzione a ciò che prendeva. BonHan sbuffò spazientita, odiava quando gli altri curiosavano fra le sue cose, soprattutto se a farlo era quell’idiota.

“Allora si può sapere cosa vuoi?” chiese ancora BonHan sbuffando contrariata.

“Cosa scrivi?” domandò Kyuhyun deviando la domanda di lei, mentre si avvicinava curioso alla schermata di word sul pc. Riuscì a leggere solo poche righe prima che BonHan arrivasse e che abbassasse lo schermo.

“Nessuno ti ha mai detto di non curiosare nelle cose degli altri?” disse BonHan alterata e stringendo le dita sulla superficie del portatile, rendendole bianche dalla pressione in cui lo stringeva. “Allora, mi vuoi dire che cosa vuoi?” sussurrò assumendo un trono stranamente provocante che solo dopo la giovane manager se ne accorse. Perché si era rivolta con quel tono? Le era venuto spontaneamente parlargli così e si pentì subito di averlo fatto quando vide il maknae sorridere languido e passarsi la lingua tra le labbra.

Ma che cavolo ti è preso, cretina?

Kyuhyun iniziò a fantasticare di assaggiare quelle labbra che sembravano così carnose e squisite. Fece un piccolo colpo di tosse e distolse lo sguardo, assumendo un’aria annoiata.

“Mi dispiaceva lasciarti da sola, così sono venuto a farti compagnia.” Rispose il cantante appoggiandosi allo schienale della sedia con fare seducente. BonHan si chiese se lo stava facendo apposta o se era naturale per lui mostrarsi in quel modo e per quale strana motivazione che lei ignorava, non gli dispiaceva. Scacciò via quei pensieri spinta dal disgusto che provava per i modi viscidi del cantante.

“Oh, ma che gentiluomo!” esclamò la ragazza sarcastica portandosi teatralmente un mano al petto e l’altra alla tempia, poi abbasso le braccia e arricciò un angolo della bocca disgustata. Kyuhyun sorrise compiaciuto, poi si stese sul letto appoggiando la schiena allo schienale.

“E adesso cos’hai intenzione di fare?” domandò lei stancamente incrociando le braccia. Il cantate fece spallucce, ignorandola del tutto, poi prese un libro sul comodino e iniziò a sfogliarlo.

“Fa come ti pare...”sospirò BonHan sedendosi al tavolo e alzando di nuovo lo schermo del computer per poi riprendere a scrivere da dove era rimasta prima che venisse interrotta dal maknae. Era da più di una settimana che cercava di scrivere qualcosa di sensato ma non aveva proprio idee. Per di più aveva perso la concentrazione a causa dello sguardo di Kyuhyun che percepiva addosso. Provò un certo orgoglio sapere che la stesse fissando, come se fosse grata per le sue attenzioni tuttavia si pentì subito di quei pensieri ricordandosi che era un perfetto deficiente. Scosse la testa nel tentativo di scrollarsi di dosso lo sguardo del cantante e tentò di scrivere qualcosa.

“Non sei un po’ grande per scrivere il tuo diario segreto?” la punzecchiò Kyuhyun sorridendo pungente

“E tu non credi di essere piuttosto grande per giocare ancora ai videogame?”controbatté  BonHan nello stesso tono continuando a scrivere.

Touché.

Kyuhyun rise divertito, doveva proprio ammettere che era un osso duro, se fosse stata un’altra ragazza, sarebbe scoppiata in lacrime, invece lei sembrava divertirsi. Probabilmente era proprio questo che lo attirava sempre di più a lei.

“Allora cosa stai scrivendo? Le tue memorie?” disse ancora Kyuhyun irrisorio.

“Una specie...” rispose lei seria concentrata a leggere quel poco che aveva scritto. Non aveva dato importanza al tono irrisorio del cantante, per sua fortuna, era troppo concentrata a scrivere ma l’avrebbe man dato ben volentieri a quel paese in un’altra occasione. Scrisse fino alle due smettendo solo quando si accorse che da un po’ il giovane cantante non la punzecchiava con le sue solite battutine. Lo scoprì che dormiva, appoggiato con la testa al muro e lievemente china. Aveva un’espressione serena e la bocca leggermente schiusa in espressione che a BonHan ricordò suo fratello. Sorrise dolce avvicinandosi al maknae e sedendosi al suo fianco, poi titubante si avvicinò la mano al suo viso per scostargli una ciocca di capelli che gli ricadeva sulla palpebra. L’impulso di toccare il suo viso fu forte, per qualche strana motivazione voleva toccarlo ma quando fu un soffio da lui e potè sfiorargli la pelle, la mano di Kyuhyun le afferrò il polso sbarrando gli occhi e fissandola assonnato.

“Cosa stavi facendo?” domandò scontroso lui

“Volevo svegliarti, sai fino a prova contraria questa è la mia stanza e questo è il mio letto e soprattutto voglio dormire.” Mentì lei ritirando la mano stizzita

“Accomodati.”

Kyuhyun si girò dall’altra parte e chiuse gli occhi, fingendo di dormire, mentre BonHan sbuffò contrariata.

“Ma perché non vai nella tua stanza a dormire?!” sbottò irritata lei, cercando di alzarlo. Kyuhyun si limitò a sorridere compiaciuto, anche se gli venne un colpo al cuore quando sentì le mani di lei prendergli le braccia. Represse l’impulso di spingerla sul letto e di soddisfare il suo desiderio di baciare le sue labbra. BonHan sospirò arresa e si stese sul letto ma, tutto d’un tratto, sentì il piedi di Kyuhyun spingerla con forza, facendola cadere dal letto.

“Ma che diamine fai?!” esclamò arrabbiata lei guardandolo furiosa.

“Fatti più in là.” Rispose Kyuhyun con semplicità, come se buttare giù dal letto in quel modo le persone fosse la cosa più naturale del mondo.

BonHan rimase con la bocca aperta in un’espressione tra lo sbigottimento e l’indignazione.

Quel ragazzo l’avrebbe fatta impazzire.

 

“Così l’uomo esclama ‘picchiami finché non sarò mezzo-morto!’ Capita?! Così la moglie sarà morta perché riceve il doppio di quello che ha lui!”  

“...Shindong-ssi... non fa ridere.” Commentò Heechul acido

“Allora perché gli altri ridono?!” controbatté il rapper sicuro dell’ilarità della sua battuta

“Perché sono ubriachi... e perché provano pietà per te.”

“YAH!”

“Piantatela voi due!” intervenne Leeteuk fingendosi serio e cercando di trattenere le risate. Scese il silenzio che fu subito colmato dalle risate fragorose di tutti

“Hyung! Tutto apposto?” domandò Kangin a Yesung mentre si asciugava le lacrime per le troppe risate.

“Oh? Ah, si non preoccuparti.” Rispose il cantante accennando un sorriso. Da quando erano arrivati nel locale, non faceva altro che osservare il suo bicchiere ancora intatto, pensando a tutt’altro in silenzio. Ogni tanto sorrideva a qualche battuta e rispondeva di no ogni qual volta che gli domandassero se voleva un po’ di soju. Non faceva che pensare a BonHan da quando era iniziato il concerto e lei gli si era avvicinata mettendogli una mano sulla spalla per richiamare l’attenzione del cantante su di lei.

“Buona fortuna!” gli aveva augurato sorridente prima che lui entrasse in scena

“G-grazie!” balbettò emozionato, dopotutto l’aveva colto di sorpresa e quel contatto così naturale per qualcun altro, ma per lui così strano ed emozionante, gli aveva fatto sussultare il cuore.  Per tutta la durata del concerto, si scambiarono sguardi e lei più volte gli sorrideva dolce ma al tempo stesso divertita quando faceva battute o qualcosa di estremamente stupido oppure lo guardava meravigliata e persa quando cantava, facendolo sudare ancora di più. Mostrò la felicità che provava per le attenzioni di BonHan scherzando con i membri e con le fan ma, quando notò che anche Kyuhyun la guardava, sentì una morsa nello stomaco, di nuovo la gelosia dilaniargli la mente, Iniziò a spaventarsi quando Kyuhyun la guardò malizioso e famelico.

Nessuno si era accorto dell’assenza del maknae nel locale eccetto lui, accentuando la morsa nello stomaco. Che cosa aveva in mente di fare? Sapeva che voleva ancora divertirsi con BonHan facendole scherzi o torturandola con secchiate d’acqua o nascondendole le cose ma non pensava che si sarebbe spinto oltre. Ma forse non voleva più vendicarsi, forse voleva solo divertirsi con lei, e questo era ancora peggio della prima ipotesi. Le tempie gli dolevano al solo pensiero che Kyuhyun potesse sfiorare la ragazza con un dito, e sentì la testa girargli quando immaginò che Kyuhyun potesse...

Scatto all’inpiedi, in preda ad una rabbia ceca, portando l’attenzione dei compagni su di sé.

“Ye-Yesung-ssi? ...Tutto bene?” domandò Ryeowook balbettando stupito.  Il main vocalist non rispose e velocemente uscì dal locale, seguito dagli sguardi meravigliati dei compagni.

“Adesso che gli è preso?” chiese Heechul fissando la porta del locale appena chiusa dall’amico

“Lascia stare, sai com’è fatto...” minimizzò Sungmin sorseggiando un altro bicchiere di soju

“Oh lo so io che gli è preso... BonHan...” Donghae si tappò immediatamente la bocca, aveva promesso al cantante che non l’avrebbe spifferato in giro.

“Che hai detto?” domandò curioso Siwon

“N-niente! Buona questa carne, non è v-vero?!” balbettò cambiando discorso e arrossendo imbarazzato

“Sputa il rospo, Hae! Che c’entra BonHan-ssi? Non dirai che...” Shindong si interruppe mentre gli altri si guardarono scioccati, capendo ciò che aveva intuito l’amico

“Io non vi ho detto niente!” piagnucolò Donghae fissando il bicchiere dispiaciuto.

Dannata la mia boccaccia!

 

Yesung si sentiva mancare il fiato, voleva solo stare da solo e passeggiare per schiarirsi le idee. Sentì la testa girargli e una crescente oppressione nel petto. Era questo quello che portava la gelosia? Non era il tipo da essere geloso, con tutte le sue precedenti ragazze era stato sempre permissivo e non aveva mai avuto attacchi di gelosia. Forse era anche per questo che le sue storie amore finivano sempre male, o meglio lui era l’unico a farsi male.

“La gelosia mi farà diventare matto...” si disse Yesung sconsolato sedendosi sul ciglio della strada. Ormai sapeva di provare qualcosa per BonHan che andava oltre l’amicizia ma non era ancora sicuro che si trattava di amore. Gli mancava quel 1% da renderlo sicuro al 100%.

“Quante altre prove vuoi? Perché non vuoi ammetterlo Jongwoon?” si disse ancora passandosi le mani tra i capelli. Era anche la sua insicurezza a mandare a monte le sue relazioni, gli dicevano sempre che era colpa sua che era finita. Si era fatto una promessa molto tempo fa: se si fosse innamorato di nuovo, avrebbe cambiato atteggiamento. Ci sarebbe riuscito? Non lo sapeva, ma almeno avrebbe tentato con BonHan. Non voleva di certo usarla, era davvero innamorato di lei ma c’era qualcosa che gli impediva di corteggiarla come lui avrebbe voluto. Decise di tornare in albergo e riposare, l’indomani sarebbero partiti per Seul, ma soprattutto sperò che con il sonno si sarebbe calmato.

 

Il mattino seguente presero l’aereo che era ancora l’alba arrivando così a Seul che erano più o meno le sette del mattino e non appena arrivati furono immediatamente circondati da fotografi e fan. BonHan era dietro di loro che parlava con i membri dello staff e rispondeva alle numerose telefonate che riceveva: riviste, show televisivi, quotidiani, fotografi... tutti volevano i Super Junior. Ormai la ragazza non sapeva quante volte aveva detto “le faremo sapere al più presto.” All’uscita dell’aeroporto, i cantanti si misero in fila, l’uno affianco all’altro, per le foto ufficiali. BonHan pensò che non doveva essere molto piacevole dopo un viaggio di dure ore essere invasi da fotografi e accecati dai flash, se fosse stata lei al loro posto, li avrebbe cacciati tutti via e sicuramente non con gentilezza. Si spostò in un angolo per permettere ai fotografi di scattare foto e senza accorgersene iniziò a guardare Yesung che, nonostante la stanchezza che trapelava dai suoi occhi, sorrideva ai fotografi e scherzava con gli i compagni. BonHan si chiese come un ragazzo potesse essere così bello e al tempo stesso pensò come potesse farle provare quel turbine di emozioni che le mandava in tilt il cervello.

 

“Carina, non è vero?” sussurrò Kyuhyun all’orecchio di Yesung senza distogliere lo sguardo dai fotografi

“A chi ti riferisci?”

Il main vocalist iniziò a pregare ogni santo di cui si ricordava il nome che non fosse la sua BonHan perché in quelle due settimane era diventata un po’ sua. Il cuore iniziò a battergli all’impazzata, non voleva scegliere tra l’amicizia di quasi dieci anni con un amore appena sbocciato. Kyuhyun sorrise malizioso “A BonHan, a chi se no! Vedi altre ragazze carine in giro?”

Yesung sentì il respiro venire meno e le gambe molli, quelle parole erano arrivate nella stessa velocità e potenza come un  pugno nello stomaco.

“Sai un giorno di questi la inviterò ad uscire con me.” Continuò il maknae sorridendo ancora ai fotografi.  Un altro pugno, questa volta ancora più doloroso. Il cantante sentì le guance in fiamme e strinse i pugni con una forza tale da rendere le nocche bianche.

“Non credo che tu sia il suo tipo...” rispose Yesung dopo un po’ cercando di celare il tremore nella sua voce e continuando a farsi fotografare. Perché proprio lei? Con tante ragazze in giro che Kyuhyun avrebbe conquistato con facilità, perché proprio la ragazza di cui si era innamorato? Si morse il labbro fino a ferirsi desiderando che fosse solo un incubo.

“Le farò cambiare idea...”sghignazzò malizioso Kyuhyun.  Yesung si voltò sconvolto verso di lui, sapeva le sue manovre di “convincimento” e gli venne l’impulso di scagliarli un pugno in faccia. Non doveva lontanamente provarci con BonHan, non glielo avrebbe permesso. Non si accorse neanche che era entrato nel van, troppo sconvolto dalla dichiarazione del compagno. Solo allora fu sicuro di essere innamorato di BonHan fino al midollo, ma avrebbe desiderato di non scoprirlo così.

Doveva adesso scegliere tra l’amicizia è l’amore.

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10-E' guerra ***




Capitolo 10
E' guerra.

Yesung rimase sveglio tutta la notte a riflettere se scegliere di salvaguardare l’amicizia con Kyuhyun o di rendere quel rapporto con BonHan più speciale di una semplice amicizia.

Scelse la seconda.

Non avrebbe mai rinunciato alla ragazza che aveva fatto breccia nel suo cuore per accontentare uno dei tanti capricci del maknae. Non aveva forse anche lui il diretto di essere felice almeno per una volta?

Così decise che il mattino seguente avrebbe chiesto a BonHan un appuntamento con lui, avrebbe trovato in qualche modo il coraggio di chiederglielo, o almeno sperava che lo avrebbe trovato.

Si girò verso il comodino, ancora steso sul letto, e controllò l’ora: erano le sei. Decise di alzarsi comunque e di godersi il silenzio che a quell’ora regnava in tutto il dormitorio. Si fece prima una doccia, poi indossò una tuta e una canotta nera che faceva risaltare il suo fisico asciutto e atletico. Poi, senza fare rumore per non svegliare Ryeowook, uscì dalla stanza.

Girovagò per i corridoi per un po’, ricordandosi dei momenti passati insieme con i suoi “fratelli”, come quella volta in cui Shindong scivolò facendo cadere una tazza di caffè che aveva in mano, sulla parete. Non rise mai così tanto come in quella volta. C’era ancora la macchia.

Ma ben presto Yesung sapeva che quell’armonia si sarebbe infranta, tutto per causa sua. Sospirò triste e decise di dirigersi in sala prove per esercitarsi, ma soprattutto per distrarsi. Entrò in sala e prese lo spartito della canzone di cui si stava esercitando da settimane: voleva renderla perfetta per il concerto dell’azienda. Si sarebbe tenuto tra tre giorni e voleva che chiunque l’ascoltasse, percepisse il significato.

Inserì la basa ed iniziò ad intonare la prima parte. Si sentiva svuotato quando cantava, gli succedeva fin da bambino: quando sentiva la musica invadergli l’anima, era come entrasse in contatto con essa e che lo isolasse dal resto del mondo. C’erano solo lui e la musica, nient’altro.

“Sapevo di trovarti qui.”

“Dove altro sarei potuto stare, hyung?”

Leeteuk sorrise dolce guardando uno dei suoi più fidati amici corrucciato in un’espressione concentrata, intento a leggere uno spartito.

“Ti ho già detto di dormire di più, vero?” chiese Leeteuk sedendosi su una sedia posta di fronte a quella del main vocalist

“Ti ho già risposto che non riesco a dormire più di tanto, vero?” rispose Yesung  sorridendo un po’ amaro senza distogliere l’attenzione dallo spartito in mano. Il leader sospirò arreso e appoggiò la schiena allo schienale in pelle della sedia, conosceva fin troppo bene Yesung e c’era qualcosa che lo preoccupava.  Avrebbe dovuto iniziare un qualche discorso con la parlantina che aveva, ma invece era immobile con lo sguardo fisso sullo spartito e sottovoce intonava qualche nota.

“Jongwoon, cosa ti preoccupa?”

Leeteuk raramente gli si rivolgeva con il suo nome vero, lo faceva solo quando era arrabbiato o era serio. Yesung sospirò e abbandonò lo spartito posandolo sul tavolino affianco a lui.

“Jungsoo... sono preoccupato.” Confessò il minore amareggiato, guardandolo negli occhi triste

“Cosa ti preoccupa? La canzone?”rispose Leeteuk indicando lo spartito con un cenno della testa. Yesung scosse la testa chinandola, per poi appoggiarla sui dorsi delle mani.

“Hyung, cosa faresti se tra l’amicizia e l’amore, preferiresti l’amore?”domandò titubante il minore in un soffio. Aveva un disperato bisogno di sapere da Leeteuk se avesse fatto la scelta giusta, non compromettendo l’armonia del gruppo. Se Leeteuk gli avesse detto che stava commettendo un errore, avrebbe lasciato immediatamente perdere BonHan e i suoi sentimenti verso di lei. Tuttavia sperava nel contrario.

“Yeyé, io seguirei quello che mi dice il mio cuore. Non m’importerebbe delle conseguenze, perché se so di aver agito seguendo il mio cuore, non avrei niente di cui preoccuparmi o dispiacermi.” Rispose Leeteuk serio “Perciò, non farti problemi e invita pure BonHan-ss ad uscire con te...” aggiunse poi sorridendo malizioso.

“J-Jungsoo!” esclamò balzando all’in piedi il main vocalist arrossendo violentemente “Non era questo quello che intendevo!” continuò imbarazzato mentre arrossiva ancora di più.

“Non puoi usare questi trucchetti con me.” disse Leeteuk inarcando un sopracciglio con fare divertito. Po rise e mise una mano sulla spalla dell’amico, facendo sorridere Yesung  mostrando una fila di denti perfettamente bianchi e allineati. Poi imitò il gesto del leader sentendosi sereno.

“Andiamo, sbaglio o devi invitare qualcuno?” continuò il leader divertito, uscendo ancora abbracciato al suo dongsaeng.

Yesung sorrise sereno, se aveva Leeteuk al suo fianco, tutto sarebbe andato con il verso giusto.

O almeno così sperava.

 

Non appena BonHan entrò in ufficio, HaeJung la tartassò di domande che, a suo parere, erano frivole e insignificanti.

“Com’è stato il concerto? E il galà? Cos’hai indossato? Com’era Bangkok?”

“HaeJung, riprendi fiato!”la interruppe scontrosa lei sedendosi alla scrivania.

Quel giorno BonHan si era svegliata con un gran mal di testa dopo aver passato una notte insonne, ritrovandosi a pensare Yesung. Involontariamente, come un fulmine a ciel sereno, l’immagine del suo viso si fece spazio nella sua mente illuminandola con il sorriso dolce di lui. Dopo si era avvicinata all’armadio della sua stanza, dove aveva conservato gelosamente le scarpe che il main vocalist le aveva regalato.  Ripensò alla serata del galà, a quando lui le aveva fatto indossare le ballerine e a quella dannata frase...

Dici di non essere una principessa, ma vedi, sta sera, adesso, per me... lo sei       

Si diede della stupida: si stava comportando come un’adolescente alle prese con la sua prima cotta.

“Scusami BonHan-ssi, ma non riesco davvero a trattenere la mia curiosità!”rispose la ragazza dispiaciuta, cercando di sorridere  “Allora, cosa è successo?” aggiunse HaeJung curiosa.

Niente d’importante, eccetto che Kyuhyun si è ubriacato, ha dormito nella mia stanza per ben due volte, credo che mi siano venuti una decina d’infarti uno dietro l’altro per colpa della dolcezza e premura di Yesung e infine, ho avuto uno strano e indecente desiderio di toccare il viso di Kyuhyun.

“...Niente che a te possa interessare.” Concluse secca BonHan mentre sfogliava distratta alcune schedule come per scacciare quei pensieri dalla mente.

“Non posso credere che in una settimana non sia successo niente!” insistette con tono petulante la minore. BonHan per poco non le lanciò contro il monitor del computer. Non sopportava  le persone che volevano a tutti costi immischiarsi nella vita privata degli altri, soprattutto della sua. Le persone in generale hanno questa strana usanza di impicciarsi negli affari degli altri provando un certa goduria quando vengono a sapere gli intimi e oscuri segreti del mal capitato. La ragazza provò disgusto al solo pensiero.

“Sul serio HaeJung, niente che possa riguardarti.” Rispose la maggiore stizzita, calcando sull’ultima parola, per concludere quella conversazione una volta e per sempre. HaeJung abbassò lo sguardo dispiaciuto e sussurrò un “mi dispiace”. Il suono, però, era stato così flebile che BonHan non diede molta importanza, così iniziò a confermare tutti gli appuntamenti che erano in programma.

“BonHan, il manager Kim vuole vedermi, posso andare?” chiese HaeJung celando il tono triste della sua voce. La manager le rispose con un cenno della mano senza distogliere lo sguardo dai fogli davanti a lei, lo rialzò solo quando sentì la porta chiudersi alle spalle della più piccola. Si sentì in colpa, forse aveva esagerato, infondo voleva solo chiacchiere con lei come due buone amiche, senza alcuna malizia. Tuttavia BonHan, avendo un carattere chiuso e schivo, allontanava tutte le persone che cercavano di avere un qualsiasi rapporto con lei.

Tutte eccetto una.

 

Non fare il solito codardo e bussa alla porta. Andiamo Jongwoon: muoviti!

Guidato dall’istinto busso alla porta dell’ufficio di BonHan ed entrò senza aspettare una risposta. Ormai non poteva più tirarsi indietro o avrebbe fatto la figura di uno schizzato, a meno che non lo sembrasse già. Non era stata un’idea brillante entrare nell’ufficio come un bisonte impazzito; si diede mentalmente dell’idiota. Tuttavia lei sembrò non accorgersi della sua entrata così scenica, troppo presa dalla lettura di alcuni fogli che aveva in mano, e Yesung ringraziò ogni santo del paradiso.

“Ciao, ti disturbo?” esordì il cantante cercando di darsi un minimo di contegno. BonHan alzò lo sguardo, un po’ contrariata, poi quando vide che era il main vocalist, il suo viso si illuminò arricciando gli angoli della bocca in un sorriso dolce. Yesung pensò che lei era contenta di vederlo e questo prometteva bene o almeno  pregava che fosse così.

“Ciao, non disturbi affatto.” Rispose lei sorridendo gentile, rendendo ancora di più la situazione complicata per Yesung.  Se non avesse accettato? Avrebbe mai più rivisto quel sorriso? “Cosa posso fare per te?” continuò la manager avvicinandosi al corvino. Il cantante deglutì forte, sperando che lei non avesse sentito, imponendosi calma e tranquillità.

Infondo era solo un appuntamento, non  una proposta di matrimonio! Anche se per Yesung era di eguale importanza.

“Io, ecco... volevo sapere se sta sera avevi già qualche impegno...” iniziò il cantante torturandosi la nuca con la mano.

Ti prego dì di no... ti prego...

“No, sta sera sono libera.” Rispose la ragazza passandosi un indice sul mento con aria penseriosa.

Dio ti ringrazio.

“Perfetto!” si lasciò sfuggire Yesung con troppo entusiasmo, poi fece un colpetto di tosse, come se volesse mascherare la sua esclamazione, facendo sorridere divertita BonHan. “Ecco, mi domandavo, se ti facesse piacere...”

Andiamo Jongwoon ce la puoi fare, testone!

“...se...?” lo incitò BonHan a proseguire, facendolo deglutire rumorosamente, di nuovo. Respirò profondamente, imponendosi la calma.

“Insomma, se ti andava di uscire con me.” Disse tutto d’un fiato, quasi urlando. Ormai era fatta e iniziò a pregare santi, angeli e arcangeli affinchè lei accettasse.

Ti prego... ti prego...

BonHan lo guardò prima sorpresa, di certo non si aspettava che lo invitasse ad uscire, anche se iniziava a sperarlo.  Era più che altro meravigliata del perché ci avesse messo così tanto.

“Per me va bene. Allora, dove mi porti?” rispose infine la ragazza sorridendo contenta. Il cuore di Yesung si fermò per un attimo e sperò ce non fosse un sogno. Adesso poteva dire di essere l’uomo più felice sulla faccia della Terra.

 

La giornata si concluse come al solito per il maknae: gettato sul divano con il joystick in mano preso da chissà quale videogioco. Nonostante ciò, Kyuhyun percepiva un’aria strana nel dormitorio è lo infastidiva non sapere cosa stesse accadendo. I suoi sospetti vennero alimentanti dall’allegria di Yesung che canticchiava pimpante, un po’ troppo per il carattere del maggiore.

“Io vado, non aspettatemi svegli!” salutò Yesung con un sorriso luminoso.

“Divertiti hyung!” gli augurò Sungmin sorridendo furbescamente. Il main non ci badò molto all’espressione maliziosa dell’amico, sorrise felice e poi uscì.

Cosa diamine stava succedendo? Da quando in qua Yesung usciva la sera? Di solito si stravaccava sul divano a leggere qualche manga o a vedere la tv. Che stesse per morire?

“Non pensate che quei due siano perfetti insieme?”proferì Eunhyuk soddisfatto.

“Era ora che si trovasse una ragazza...” aggiunse Kangin mentre si dirigeva verso la sua stanza.

Kyuhyun sentì una strana oppressione al petto, smorzandogli il fiato, mentre un pensiero si fece spazio nella sua mente. Un sospetto sempre crescente che gli invadeva i pensieri.

“Con chi ha un appuntamento?” chiese il maknae fingendo di essere poco interessato. Sentì il cuore accelerare e il fiato farsi sempre più corto: aveva paura di conoscere la risposta.

“Con BonHan-ssi! Finalmente ha trovato coraggio, neh?” rispose Donghae sornione

Kyuhyun lasciò la presa dal joystick, facendolo cadere e sbarrò gli occhi assumendo un’ espressione di terrore. Si alzò in piedi e si diresse verso la sua stanza, reprimendo l’impulso di distruggere qualunque cosa che avesse sotto tiro. Kyuhyun sentì le vene sulle tempie pulsare: doveva urlare, altrimenti sarebbe scoppiato.  In quel momento pensò ad un’unica cosa: non si sarebbe fatto sfuggire BonHan in quel modo. Non si sarebbe arreso così facilmente.

 

BonHan non aveva mai passato una serata così magica come quella sera. Non sapeva se era perché l’aveva passata al Luna Park, per la vincita di un peluche o perché semplicemente era stata in compagnia di Yesung: la faceva stare bene, la rilassava e la rendeva felice. Stava bene con lui, non aveva bisogno di erigere il solito muro che la rendeva chiusa e schiva, era come se fosse naturale stare con lui, era semplice come respirare.

“Grazie per questa magnifica serata.” Esordì il cantante sorridendole dolce. BonHan sentì le gambe molli e il cuore galoppare.

“Sono io a dover ringraziare te, sono stata davvero bene.” Rispose BonHan guardando il peluche a forma di cane, per non guardare negli occhi il cantante. Se l’avesse fatto, con molta probabilità sarebbe svenuta o morta. La seconda, era di sicuro la più possibile.

“Davvero?!” esclamò il cantante stupito. Lei annuì sorridendo, perché si stupiva così tanto? Lo pensava sul serio, non l’aveva detto per essere cortese. Yesung sentì il cuore scoppiare di gioia, poi gli venne un’idea, per concludere al meglio quella serata. Così afferrò la mano di BonHan, procurandole una scarica di brividi a cui lei cercò di non badare, e si diresse vero l’edificio della SM Town.

“Dove stiamo andando?” chiese BonHan divertita a metà strada

“Puoi chiudere gli occhi, per favore?” rispose il main vocalist serio. La ragazza lo guardò sospettosa, non sopportava l’idea di non poter sapere dove andava, la innervosiva.  

“Ti fidi di me?” le chiese lui guardandola dolce. La manager credette che si stesse sciogliendo, si sentiva male quando il cantante la guardava in quel modo. Sospirò mentre chiudeva gli occhi, quel ragazzo sapeva convincerla. Il cantante sorrise compiaciuto e accertandosi che BonHan non inciampasse da nessuna parte, continuò a dirigersi con una lentezza esasperante, verso la SM Town.  Arrivati nell’edificio, presero l’ascensore e salirono fino all’ultimo piano, poi salirono una rampa di scale.

Yesung teneva saldamente la mano di BonHan, iniziò a preoccuparsi se fosse stato in grado di lasciarle dopo la presa.

“Yesung, ma dove stiamo andando?” chiese lei preoccupata, stringendo ancora gli occhi.

“Siamo quasi arrivati... un ultimo gradino... eccoci!”

Yesung aprì la porta e condusse BonHan vicino a qualcosa di freddo e di metallico. Erano all’aperto, sentiva una brezza scompigliare i capelli e i rumori soffusi della città, quindi si trovavano piuttosto in alto.

“Puoi aprirli adesso.” Le sussurrò il main vocalist all’orecchio, con voce suadente che fece tremare BonHan. Non se lo fece ripetere due volte: li sbarrò con l’unico desiderio di sapere dove diamine fosse, ma la vista le fece mancare il fiato. Vedeva l’oceano, con le stelle e la luna che si riflettevano in quello specchio d’acqua. I grattacieli lo circondavano creando uno squarcio artistico che fece battere forte il suo cuore. Mai aveva visto niente del genere dal vivo.

“Ti piace?” domandò Yesung appoggiandosi al parapetto intento a guardare il panorama. BonHan, ancora affascinata dal paesaggio, sorrise entusiasta.

“Se mi piace?! E’ meraviglioso!” esultò ancora meravigliata lei “Grazie, per questo.” Aggiunse poi guardandolo felice.

“Non ringraziarmi, volevo solo condividere qualcosa di speciale per me, con te.” Rispose il main vocalist sorridendo dolce. BonHan riuscì solo a ricambiare il suo sguardo ed ad arricciare gli angoli della bocca in un sorriso. Poi, senza pensare e soprattutto senza logicità, si avvicinò al viso di Yesung e posò le sue labbra sulla guancia di lui.

Yesung di tutto si aspettava, eccetto questo. Non sapeva che l’avrebbe fatto morire di crepacuore? Si sentì il cuore scoppiare e si aggrappò all’ultimo brandello di lucidità per non baciarla.

Di certo BonHan aveva reso ancora di più speciale quel luogo.

 

Kyuhyun sedeva al divano, a braccia conserte, mentre aspettava il ritorno del main vocalist. Si sentiva tradito,ferito ma soprattutto umiliato, come non lo era mai stato. Nessuno poteva lontanamente immaginare come si sentiva adesso il maknae, una raffica di emozioni gli invadeva tutto il corpo, facendolo tremare dalla rabbia.

Tamburellava nervoso le dita sulle ginocchia: come aveva potuto farlo?  Nonostante lui gli avesse confessato il suo desiderio di invitare BonHan ad uscire, Yesung se ne era infischiato e questo, lo infuriò ancora di più.

Quando sentì la porta aprirsi, non si mosse, prima doveva calmarsi del tutto.

“Ti sei divertito sta sera?” domandò il maknae atono, facendo trasalire il maggiore.

“Kyuhyun! Cosa ci fai ancora sveglio?”esclamò Yesung posando le chiavi sul davanzale.

“Che strano, inviti BonHan ad uscire con te, il giorno dopo che ti ho detto che avrei voluto farlo io... coincidenze, forse?” disse Kyuhyun ignorando la domanda del più grande, mentre si alzava e si avvicinava a lui, posizionandosi di fronte. Yesung sapeva che Kyuhyun era ferito e di certo non lo biasimava se gli avrebbe scagliato un pugno in pieno volto, ma doveva lasciarlo spiegare e doveva capire i suoi sentimenti.

“Kyuhyun...”

“Lasciami indovinare, ti sei preso una cotta per lei...” continuò ironico il maknae ghignando furioso.

“Kyuhyun lascia che ti spieghi...” cercò di parlare il cantante avvicinandosi al minore, con sguardo contrito. Odiava litigare, ma soprattutto odiava litigare con lui.

“Sorpresa! Non sei l’unico, hyung.” Lo interruppe con rabbia Kyuhyun calcando sull’ultima parola. Il giovane main vocalist  si sentì sprofondare, forse anche i sentimenti del maknae erano sinceri come i suoi e questo lo sconfortò ancora di più. Era ormai fatta la catena si era spezzata e niente sarebbe ritornato come prima.

“Kyuhyun, non voglio litigare con te.” Ammise Yesung supplichevole

“Troppo tardi.” Soffiò tra i denti il minore “Sappi che lei sarà mia.” Aggiunse guardandolo con odio.

“Maledizione, Kyuhyun! Non è un oggetto! E’ una persona con dei sentimenti!” sbottò esasperato Yesung “Ascoltami Kyuhyun: lei non è come tutte le ragazze che ti porti a letto e poi il giorno dopo le lasci. Lasciala stare!” aggiunse poi assumendo un tono autoritario.

“Non contarci... Yesung.” Rispose il maknae beffardo, poi si diresse nella sua stanza lasciando da solo il maggiore. Yesung strinse i pugni con rabbia e si morse il labbro a sangue cercando di reprimere l’impulso di urlare, serrando i denti.

Sapeva cosa significava: era ormai guerra tra loro due.

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11-Sentimenti svelati ***



 Capitolo 11
Sentimenti svelati.

Heechul sapeva quando Kyuhyun aveva qualcosa che non andava, o meglio lo intuiva. Era l’unico a cogliere le sue emozioni, nascoste dalla sua solita espressione di strafottenza, attraverso un suo battito di ciglia e quel giorno non fu diverso. Aveva capito che c’era qualcosa che non andava nel maknae, tuttavia preferì non indagare: non era nel suo stile. Se Kyuhyun aveva un problema e voleva sfogarsi, lo avrebbe fatto di sua spontanea volontà.

“Buongiorno bestiole mie!” proferì Jung Hoon non appena entrò nel dormitorio seguito da BonHan, con un largo sorriso in volto, calcando il tono di voce sull’appellativo che aveva dato ai cantanti.

Heechul notò che gli occhi di Yesung appena incrociarono quelli della giovane manager, si illuminarono e sul suo volto spuntò un sorriso felice e, inoltre, si accorse che anche BonHan lo guardava e gli sorrideva dolce.

Heechul represse un conato di vomito: odiava il romanticismo e in quel salotto ce n’era fin troppo.

“Grazie per il grazioso appellativo, hyung.” Disse Siwon ironico, guardando il manager truce, che, intanto, sghignazzava divertito.

“Buongiorno anche a te BonHan!” salutò allegro Sungmin mentre sorseggiava una tazza fumante di caffè. BonHan sorrise cordiale  e li salutò cortesi, aveva un tono di voce che provocò irrimediabilmente un’espressione di disgusto sul volto di Heechul. Solo lui la trovava così falsa? Tutti sembravano essere affascinati da quella ragazza, eppure c’era qualcosa in lei che faceva innervosire Heechul.

“Immagino che siete emozionati per sta sera...” disse BonHan sorridendo gioviale

“Perché mai dovremmo?” rispose Heechul acido puntandole i suoi occhi neri dritti nei suoi “Non è il primo concerto e tantomeno l’ultimo.” Aggiunse ancora il cantante con un tono provocatorio. BonHan lo guardò accigliata, poi incrociò le braccia indispettita.

Ti si è spezzata un’unghia sta mattina, serpe?

BonHan sapeva di non essere simpatica al cantante e non si chiese nemmeno il motivo. Una cosa era certa: l’antipatia era ricambiata.

“Quello che Heenim voleva dire è che, dopo tanti concerti, non abbiamo più paura del palco.” Intervenne Leeteuk prima che sfociasse una rissa “Ma non fraintendere ogni concerto per noi è un’emozione nuova, vero Heenim?” concluse il leader guardando severo il minore. Heechul increspò le labbra in una smorfia annoiata, poi fece spallucce e si sedette a tavola e si versò una tazza di caffè. Decise di chiudere l’audio e di farsi gli affari suoi, altrimenti  se avesse ancora sentito la voce fastidiosa di BonHan, le avrebbe strappato i capelli e poi farci una sciarpa: sarebbe stata un’ida carina per un regalo.  

Tranne un secondo conato di vomito, quando vide Yesung e quella ragazzina arrogante scherzare amabilmente tra di loro. Cercò lo sguardo del maknae, sicuro che anche lui stesse avendo la sua stessa reazione ma non fu così: Kyuhyun stringeva con forza le mani in due pugni e guardava di sottecchi il main vocalist con astio.

Heechul fece due più due: aveva aggiunto un secondo motivo per non sopportare quella ragazza.

 

Prima di dirigersi all’ “Olympic Gymnastic Arena” per il concerto con tutti gli artisti della SM Town, Yesung aveva invitato BonHan a prendere un caffè con lui al Mouse and Rabbit. Dopo l’appuntamento era più sicuro dei sentimenti che provava verso la ragazza, tuttavia non poteva non essere preoccupato per Kyuhyun...

Scosse la testa e si impose che per il momento non pensare a lui e alla loro ultima discussione.

Non contarci... Yesung.

Chiuse gli occhi e respirò profondamente mentre si appoggiava allo schienale della sedia dov’era seduto nell’attesa dell’arrivo di BonHan.

“Ciao!” esclamò una voce femminile dolce e seducente alle sue spalle. Non dovette nemmeno girarsi  per capire chi fosse, quella voce ormai era diventata la melodia dei suoi sogni.

“Ciao BonHan!” rispose allegro il main vocalist girandosi verso la ragazza

“Aspettavi da tanto?” domandò lei mentre si sedeva di fronte a lui. Yesung non rispose subito, era attratti dalla figura di BonHan: quel giorno aveva i capelli legati in una coda alta in modo da mettere in risalto i tratti delicati del suo viso, belli quanto, o forse di più, quelli di una statua.

“H-ho qualcosa in faccia?” balbettò confusa la manager accorgendosi di come il cantante la scrutava.

“No, no! Sei perfetta...” rise Yesung impacciato “Stavo solo pensando che oggi sei molto carina.” Aggiunse il cantante sorridendole dolce. BonHan si portò un ciuffo che le ricadeva sul viso dietro l’orecchio, sorridendo imbarazzata. Quei complimenti la lasciavano sempre interdetta anche perché nessun uomo le rivolgeva mai complimenti o tantomeno mai qualche bel ragazzo gli rivolgeva la parola. Non pensava che potesse essere carina, figuriamoci di apparire perfetta.

“Scusa, ti ho messa a disagio...” disse dispiaciuto il cantante.

BonHan più conosceva Yesung e più si convinceva che innamorarsi di lui era la cosa più naturale che potesse fare.

“N-niente affatto! Ti... ti ringrazio.” Rispose balbettando lei stringendo la tazza fumante tra le mani, posta davanti a lei.

Avrebbe dovuto guardarlo negli occhi o continuare a fissare il liquido nero nella tazza?

Ovviamente.

Tuttavia se lo avesse fatto, non avrebbe più emesso alcun fiato. Spesso si chiedeva se Yesung fosse consapevole di essere così letale: bastava un suo sguardo o un suo sorriso per toglierle dieci anni di vita.

“Non sapevo che avessi un bar...” iniziò BonHan cercando ci cambiare discorso, guardando finalmente il main vocalist.

“L’ho fatto per assicurare un posto di lavoro per mio fratello ma soprattutto per farmi restare con i piedi per terra.” Rispose lui serio mentre sorseggiava lentamente la bevanda nel suo bicchiere. La manager rimase piacevolmente sorpresa della maturità e della premura del cantante e capì che non voleva diventare uno di quegli artisti che pensavano solo alla fama e trovò ancora più affascinante e perfetto, come poteva dimostrare il leggero sorriso che le spuntò in volto.

“Ti andrebbe di fare due passi?” chiese Yesung alzando in piedi e porgendole la mano. BonHan notò che la sua mano era piuttosto piccola per essere quella di un ragazzo, ciò nonostante provò una certa attrazione verso di essa, amplificata dalle vene che sporgevano. Aveva una strana ossessione verso le vene che spuntavano sulle mani: le ricordavano quelle di suo padre.

Spostava gli occhi dalla mano al viso del cantante, incerta sul da farsi, ma quando Yesung le sorrise rassicurante, gli afferrò la mano: era morbida e fresca, eppure percepì uno strano calore fondergli le vene del braccio, come se le loro pelli si stessero fondendo per unirsi per sempre in una. La ragazza trovò quella sensazione così spontanea, era come se le loro mani fossero create per essere unite. Quel contatto le provocò dei brividi per tutto il corpo, soprattutto quando la prese si fece più salda e già temeva il momento in cui avrebbe dovuto lasciarle la presa.

 

“Ieri sono stato davvero bene con te.” Esordì Yesung cercando di non arrossire. Stringeva ancora la mano di BonHan, non era riuscito a lasciarla e neanche lei aveva espresso il desiderio di sciogliere quel contatto. Di certo quel contatto non gli dispiaceva: la pelle della ragazza era liscia e trasmetteva un  calore che a Yesung ricordò il calore dei raggi del sole: sicuro e penetrante.

“Anche io, davvero bene!” rispose lei sorridendo, sperando di non apparire tesa o imbarazzata agli occhi di lui. Quel contatto così ravvicinato e ancora duraturo, la rendeva nervosa tanto da farle sentire le vertigini.

“E’ da tanto che non uscivo con una ragazza...” proferì Yesung con un po’ di amarezza. BonHan lo guardò di sottecchi: sorrideva mestamente e teneva lo sguardo fisso al suolo.

“Per le fan, vero?” chiese BonHan seria accigliando lo sguardo.

Magari fosse così, magari... pensò il cantante amareggiato.

Lasciò a malincuore la mano della ragazza e sospirò stanco. Quante volte aveva raccontato quella storia? Tante, forse troppe, eppure era arrivato al punto di non provare nessun’emozione mentre la raccontava, solo forse un po’ di malinconia. Quella storia lo aveva segnato e forse per sempre.

Si sedette sulla panchina del parco in cui stavano passeggiando e invitò a BonHan di fare lo stesso. Iniziò a torturarsi in modo frenetico le mani sotto lo sguardo confuso e preoccupato di BonHan. Fece un respiro profondo e cercò di sorridere rassicurante.

“Le fan non c’entrano, purtroppo.” Esordì Yesung  rivolgendo lo sguardo al cielo privo di nuvole. “Tempo fa, prima che debuttassimo, avevo una ragazza. Era una di quelle ragazze speciali, una di quelle ragazze che al mattino ti portavano un cartone di latte e che si emozionavano per un bacio sulla guancia. Mi accompagnava ogni mattina agli studi di registrazione e mi aspettava fino a quando non avevo finito, a volte fino a tarda sera.” Continuò sorridendo malinconico. Poi prese fiato e sorrise amaro “Un giorno, mi disse che non mi avrebbe accompagnato agli studi così ci andai da solo. Quando finì, feci un percorso diverso per ritornare a casa attraverso il parco e fu lì che la vidi.” Yesung si interruppe bruscamente e strinse i pugni fino a sentire le unghie graffiargli la pelle: ogni volta che raccontava quella parte, un dolore acuto, come mille spilli nel cuore, si impossessava di ogni suo singolo organo. Nonostante fossero passati anni, provava ancora rabbia e rancore, non aveva mai smesso di pensare al dolore che quella ragazza gli aveva provocato.

Chiuse gli occhi e ispirò ed espirò cercando di calmarsi.

“Era con un altro ragazzo e i loro visi erano così vicini tanto da sfiorarsi. Mi sentì un completo idiota e stetti ancora peggio quando mi disse che per lei non valevo più niente.”

BonHan sbarrò gli occhi in un’espressione di stupore. Chi mai sano di mente avrebbe tradito o lasciato un ragazzo del genere?

“D’allora non sono più uscito con una ragazza anche se mi ripetevo costantemente che avevo solo diciannove anni e una vita davanti a me e che avrei dimenticato in fretta, non fu così. Continuo ad aver paura che possa capitarmi di nuovo e questo mi porta ad allontanarmi da chiunque.” Appena Yesung ebbe finito di raccontare, ispirò profondamente mentre fissava ancora il cielo, cercando di apparire il più distaccato possibile, per poi passarsi una mano trai capelli e sorridere amaro. Aver raccontato a BonHan uno dei momenti che lo avevano segnato per sempre, lo fece stare bene: aveva condiviso un ricordo doloroso con lei, proprio come lei stessa aveva fatto con lui.

BonHan lo guardava con tristezza, come se stesse provando anche lei il suo stesso dolore, unendoli ancora di più.

“Mi dispiace, non volevo farti risalire a galla dei ricordi dolorosi...” disse BonHan dispiaciuta mentre gli stringeva la mano. Yesung la guardò dolce desiderando di accarezzarle il viso, invece le ricambiò la stretta e le regalò uno dei suoi sorrisi che per la ragazza erano ormai essenziali.

“In confronto a quello che hai passato tu, il mio è solo un granellino di polvere.” Rispose Yesung con tono rassicurante. Poi si alzò è invitò BonHan a fare lo stesso “Sarà meglio ritornare al dormitorio, tra un po’ dovremmo avviarci allo stadio.” Aggiunse Yesung pacato tenendo ancora la mano di BonHan stretta nella sua. La manager annuì poi, ancora mano nella mano, si diressero verso i dormitori per poi prendere il van e dirigersi verso lo stadio. Quando la mano di BonHan dovette lasciare quella di Yesung, il cantane sentì un gran vuoto e desiderò di nuovo sentire il palmo della mano di lei combaciare con il suo.

 

Kyuhyun cercava di apparire come al solito: distaccato e strafottente, e ci stava riuscendo perfettamente. Nessuno si era accorto di niente e tantomeno poco gli importava di apparire diverso dal solito, non voleva che gli altri si immischiassero nella sua vita e gli stava bene. Anche perché non voleva renderli partecipi del motivo della sua rabbia.

“Kyuhyun, sei pronto? Tocca a voi, adesso.” Esclamò Jung Hoon affacciato alla porta del suo camerino. Kyuhyun si alzò e silenzioso, uscì dal camerino.

“Kyuhyun, tutto apposto? Ti vedo sovrappensiero.” Lo bloccò il manager prendendolo per le spalle, con un tono preoccupato. Kyuhyun scosse il capo e alzò lo sguardo verso Jung Hoon: era cupo e il manager capì che era successo qualcosa.

“E’ tutto apposto, hyung.” Rispose secco il maknae divincolandosi dalla presa dell’uomo.

“Se tu hai un problema, Kyuhyun, è un problema di tutto il gruppo, di conseguenza è un mio problema.” Rispose serio il manager mentre l’altro si allontanava per poi fermarsi. Strinse i pugni: perché mai avrebbe riguardato anche lui?

“Seppure io avessi un problema, non vedo come tu potresti risolvermelo.” Rispose atono il maknae e proseguì a passo svelto verso il palco, lasciando di stucco il manager. Diede un fugace sguardo a BonHan: stava sussurrando qualcosa all’orecchio del main vocalist, provocandogli un sorriso. Probabilmente gli stava augurando “buona fortuna” e desiderò con tutto se stesso di avere anche lui quell’augurio da parte di lei.

Scosse con vigore la testa, non era ne il momento e ne il luogo per pensarci, tutto sarebbe arrivato al momento giusto.

 

“ELF, vi ringraziamo davvero tanto del vostro amore, non smettete di amarci!” esclamò Leeteuk entusiasta “E adesso il nostro Yesung canterà per voi una delle sue ballad, per concludere la nostra  esibizione!” concluse il leader per poi lasciare il palco seguito dagli altri membri, accompagnato dalle urla e gli applausi dei fans, per poi lasciare Yesung che si posizionò al centro.

“Vorrei dedicare questa canzone ad una ragazza che è diventata parte di me in poco tempo. BonHan-ssi, questa è per te.” Esordì Yesung volgendo lo sguardo verso la giovane manager che sentendo il suo nome, aveva strabuzzato gli occhi per lo stupore ed era arrossita violentemente.

“BonHan, c’è qualcosa che dovresti dirmi?” sghignazzò divertito Jung Hoon. BonHan si voltò verso il collega e incrociò le braccia al petto infastidita, tentando di non sembrare imbarazzata.

“ ‘Sta zitto.” Rispose stizzita lei, poi sorrise dolce guardando il cantante, acclamato dei fans.

Quando partì la base, BonHan riconobbe subito quale canzone fosse: The more I love you. Era uno di quelle ballad d’amore e la giovane manager pregò di non svenire prima che l’esibizione finisse.

La voce di Yesung le fece vibrare forte il cuore, impossessandosi di ogni fibra del suo corpo, impossessandosi della sua anima.

Nella strada sulla collina in cui non ci sono stato da molto tempo

Ma penso che tu starai in piedi come se tu fossi esattamente ancora lì dov’eri anni fa

Quest’immagine di me mentre ti guardo,

dovrei dimenticarti ormai come tu stessa hai fatto?

Adesso, io ti amo ancora di più

Più tu ne soffri, più ti allontani nel tempo

Come se ti facevi sfiorare solamente lasciandomi

Dici che la nostra storia non è più che un ricordo e il tempo passa,

ma io ti amo al punto che tu ne soffri.

Io ti amo a tal punto.

 

Quando Yesung terminò di cantare, tutte le ELF lo acclamarono e urlavano il suo nome e mentre lo applaudivano, si girò verso BonHan che era dietro le quinte. Le sorrise e questo bastò alla ragazza per farle avere le palpitazioni. La corvina sentì le lacrime in gola; quella canzone era come se fosse ormai parte del suo essere come un marchio perenne inciso nella sua pelle. Sentì le fans che urlavano al main vocalist:

“Yesung ha la voce degli angeli!”

Sorrise: no, erano gli angeli stessi ad avere la sua stessa voce.

Yesung andò verso il backstage, dirigendosi verso BonHan.

“Grazie, grazie davvero.” Disse lei commossa con gli occhi lucidi. Si sentì amata e desiderata ed era a prima volta che provava tali emozioni. Yesung le sorrise con dolcezza  e le accarezzò una guancia, con lentezza in modo che potesse sfiorare ogni centimetro della pelle di lei. Ebbe l’impulso di baciarla mentre la guardava nei suoi occhi scuri che, dalla prima volta che l’aveva vista, lo avevano ipnotizzato. Non si accorse che, a poco a poco, si stava avvicinando al suo viso, così vicino da poter sfiorarle il naso e percepire il respiro accelerato di lei, che soffiava contro la sua pelle. Ma il ricordo di quel dannato dolore, lo fece allontanare da lei e con un sussurro si scusò, poi si allontanò velocemente dirigendosi al suo camerino.

Stupido, stupido, stupido!

BonHan lo guardò interdetta, con un misto di delusione, poi sorrise dolcemente mentre lo guardava darsi delle botte sulla fronte ripetendosi qualcosa che sfuggiva al suo orecchio.

Si diresse, dunque, verso Jung Hoon che discuteva con gli altri manager.

Tutto a tempo debito BonHan, tutto a tempo debito.

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Capitolo 13
*** Capitolo 12-Nelle mani della paura ***




Capitolo 12
Nelle mani della paura

La mattina successiva al concerto, BonHan trovò una piacevole sorpresa attenderla sul display del cellulare: un messaggio di Yesung. Con uno scatto velocissimo, la manager afferrò il cellulare e visualizzò il messaggio:

Buongiorno ^^ Hai fatto bei sogni? ~ Oggi ho la giornata libera, ti va di fare qualcosa insieme? ;)

BonHan sorrise entusiasta, come se Yesung potesse vederla, poi si sedette sul letto incrociando le gambe per essere più comoda, e digitò la risposta.

‘Giorno anche a te ^^ ~ Dovrei andare alla tavola calda di mia madre, vorresti accompagnarmi? ^^

Soddisfatta della risposta, la inviò sicura e aspettò con ansia un nuovo messaggio del ragazzo, picchiettando nervosa le dita sul ripiano del comodino.

Anche se sapeva di sembrare una ragazzina in piena fase ormonale, era felice e appagata. Quando vedeva le ragazzine che ridevano contente perché il ragazzo di cui avevano una cotta, le guardava semplicemente, sorrideva tenera e scuoteva la testa: pensava a come si disperavano per le delusioni d’amore e le veniva da ridere. Eppure  in quel momento sembrava essere una di loro e rise di se stessa.

Il trillo di un nuovo messaggio la scosse e impaziente, riprese il cellulare tra le mani per visualizzare il messaggio.

Per me non ci sono problemi, anzi mi fa piacere ^^ ~ Ti passo a prendere ;) A tra poco!

“Bene, devo rendermi quanto meno presentabile.”si disse BonHan mentre rispondeva al messaggio, meravigliandosi di se stessa. Da quando in qua le importava del suo aspetto? Scosse la tesa seccata per rimuovere quei pensieri e si diresse verso il suo armadio nella remota speranza di trovare qualche capo di abbigliamento accettabile. Optò di vestirsi casual, con un paio jeans grigi e una t-shirt semplice a manica lunga. Poi si asciugò i capelli, legandoli in una treccia e si mise un filo di trucco; quindi indossò le scarpe, la giacca e uscì.

Yesung era già lì che l’aspettava con le mani in tasca mentre guardava il cielo assorto in chissà quali pensieri.  Appena vide uscire BonHan dal portone della palazzina, il suo sguardo si illumino e le regalo uno dei suoi sorrisi che la facevano sognare ad occhi aperti. Quando la salutò con un bacio sulla guancia, sentì una sensazione di benessere diffondersi on ogni membra del suo corpo, facendola sentire felice. Con Yesung era così: bastava un solo suo gesto oppure una smorfia, uno sorriso per realizzare in lei il pensiero che si stava innamorando di lui e che stava accadendo nel peggiore dei modi.

Yesung, sei spietato.                                                                                                

Era stato scaltro: prima si era impadronito dei suoi pensieri , poi aveva soggiogato il suo cuore.

La manager cercò di nascondere il rossore, ormai evidente sul suo viso e si incamminò con Yesung verso la tavola calda di sua madre.  Non era molto distante da casa sua, ma era un tratto a piedi molto lungo ma a Yesung non parve importare molto, visto che avrebbe trascorso qualche minuto in più con la ragazza.

“Eomma!” esclamò BonHan entrando nel locale provocando il tintinnio della campanella posta sulla porta d’ingresso, seguita dal cantante che si guardava intorno incuriosito. A parte qualche cliente seduto al tavolo mentre consumava il suo pasto, il locale era tristemente vuoto: gli affari non andavano per niente bene. In tempi passati, doveva essere un locale di successo, come le foto ingiallite appesa ai muri raccontavano; tuttavia una in particolare colpì l’attenzione del cantante: erano ritratti un uomo e una donna in un abbigliamento elegante, che sorridevano e si tenevano stretti. La donna assomigliava molto a BonHan, ma aveva i capelli leggermente più chiari e gli occhi un po’ più grandi, mentre l’uomo era alto con un fisico asciutto, con dei capelli corti neri e un paio di occhi così neri che sembravano due carboni. Sorrideva amorevole mentre guardava la donna che stringeva a se.  Yesung intuì che dovevano essere i genitori di BonHan e percepì una vena di malinconia in quella foto: non doveva essere facile per la madre di BonHan lavorare in quel posto. Poi capì perché un locale di successo come quello si fosse ridotto in quello stato: perché la madre di BonHan aveva gettato la spugna, anche se non era evidente. Stava solo aspettando che il locale fallisse, così avrebbe finalmente lasciato il dolore alle spalle.

“BonHan, dov’eri finita? Ti aspettavo mezz’ora fa!” sbottò adirata una donna di mezz’età: era magra, forse troppo, con dei capelli neri, con qualche striatura di grigio, legati in una crocchia. Assomigliava molto a BonHan ora che le vedeva insieme, solo gli occhi non erano  neri come quelli della giovane manager ma erano marroni con qualche pagliuzza verde. Yesung  pensò che da giovane, doveva essere una donna di grande fascino. Nonostante fosse più bassa di lui, ostentava grande sicurezza che colmava quella mancanza.

“Eomma, ho un lavoro anche io.” Tagliò corto BonHan alzando un sopracciglio in modo irrisorio, infastidita dal tono di rimprovero assunto dalla madre.

“AH! Porta rispetto per tua madre, screanzata!” rispose la donna alzando un braccio pronta per mollare uno schiaffo sulla spalla della ragazza, che prontamente, già si era allontana. Fortunatamente per BonHan, la madre si bloccò vedendo Yesung che, imbarazzato, se ne stava in disparte a guardare la scena.

“BonHan!” esclamò la donna senza distogliere lo sguardo dal giovane cantante “Che modi sono questi?! Non mi presenti al tuo amico?” continuò rivolgendo un sorriso amorevole al cantante.

BonHan sbuffò spazientita “Eomma, lui è Yesung. Yesung, lei è mia madre”

Yesung accennò un inchino rispettoso, poi sorrise timidamente.

“Oh caro! Avvicinati, non preoccuparti:  non mordo mica!” disse allegra la donna facendo un cenno con la mano di avvicinarsi.

“Forse...” bisbigliò BonHan con un sorriso irrisorio. La donna la ignorò del tutto, facendo sorridere divertito il cantante.

“Io sono la signora Lee JaeHwa, la mamma di questa impertinente.” Concluse la donna, indicando la figlia alle sue spalle, che impaziente batteva i piedi.

“Eomma, si può sapere perché mi hai chiamato?”

“Ho fatto il carico oggi, dietro c’è il furgone: vai a fare lo scarico.”

“Tu, mi hai chiamato per prendere degli scatoloni? E dov’è il lavapiatti?” chiese BonHan infastidita, inarcando un sopracciglio scettica

“Giorno di riposo.” Tagliò corto la donna, assumendo un tono imperioso

“E tu non puoi farlo?” chiese seccata la ragazza, portando le braccia al petto. La signora strinse gli occhi fino a ridurle in due fessure: era uno sguardo di chi non accettava repliche.

BonHan sbuffò contrariata “Scusami Yesung, faccio subito.”

“Non preoccuparti, vuoi una mano?” si offrì cortese Yesung

“No, stai tranquillo, ci metto un attimo.” Sorrise lei rassicurante, poi uscì da una porta che dava sul retro del locale.

“Aish, quella ragazzina impertinente... non so cosa farei senza di lei.” Sospirò sorridendo tristemente con lo sguardo fisso sulla porta del retro.  Il suo sguardo era così malinconico, ma a contempo determinato che ricordarono al cantante lo sguardo di BonHan: capiva da chi aveva preso.

“E’ così forte e intraprendente... eppure è così sola. Forse è anche colpa mia che non gli ho fatto vivere a pieno la sua giovinezza. Sai, mi sento in colpa.” Continuò fissando il bancone del locale, con uno sguardo spento “Io trovai qualcuno quando ero ragazza e ,anche se un incidente me l’ha portato via, ho conosciuto cos’è l’amore.” JaeHwa sorrise malinconia verso la foto che Yesung aveva visto appena entrato, e si portò una mano su un ciondolo che portava al collo, accarezzandolo.  Il cantante, intanto, ascoltava in silenzio, ripensando a quando BonHan gli aveva raccontato della morte di suo padre: fu la prima volta che Yesung vide un immenso dolore nei suoi occhi, nonostante quel velo di tristezza negli occhi di lei che ormai Yesung non poteva fare a meno di non vedere. La donna sospirò poi sorrise “Nonostante questo, non si arrende mai e andrebbe in capo al mondo per trovare una soluzione a qualsiasi problema. Io sono davvero orgogliosa di lei   e prego Dio che un giorno possa trovare il vero amore, per colmare quella solitudine.” Prese fiato e si sedette su uno sgabello, posto sotto al bancone. “Perciò... non fartela scappare.” Concluse infine sorridendo furbescamente  facendo arrossire il cantante.

“A-Ajumeoni! Io c-credo che forse abbiate frainteso...” balbettò Yesung mentre si massaggiava la nuca imbarazzato, arrossendo ancora di più. La donna rise debole, come la fiammella di una candela che è in procinto di spegnersi.

“Ho visto come la guardi, riconosco quello sguardo, quella luce che hai negli occhi: è identica a quella del mio Seungho, quando mi guardava.” Disse la donna amorevole. Non c’era tristezza nella sua voce, forse solo un po’ di malinconia oppure semplice rassegnazione all’idea che suo marito era morto. “E’ sicuramente amore, giovanotto!” concluse allegra JaeHwa.

Fino a quel momento, non si era ancora realmente reso conto che fosse innamorato di BonHan, non del tutto, almeno. Dal profondo del cuore lo sapeva ma c’era qualcosa che gli impediva di ammetterlo a se stesso e di dare ragione alla donna. Si domandò  se fosse quel ricordo e la sua paura che scaturì dopo quel momento della sua vita. Abbassò lo sguardo, sentendosi un codardo: preferiva crogiolarsi nel suo terrore piuttosto che amare BonHan fino a quando di lui fossero rimaste solo le ceneri.

 

Quando BonHan e Yesung uscirono dalla tavola calda, si diressero verso l’edificio della SM Town,  separandosi all’entrata.  Per tutto il tragitto, Yesung rimase in silenzio sembrando turbato,  sicuramente qualcosa non andava, tuttavia BonHan ebbe paura di chiederglielo.

La manager stava seduta alla scrivania picchiettando pensierosa la matita che aveva in mano sulla superficie in vetro. Cosa era successo per turbarlo in quel modo? Che sua madre gli avesse detto qualcosa da innervosirlo?

Quella donna dovrebbe imparare a cucirsi le labbra... Pensò lei riponendo con un gesto di stizza la matita nel portapenne.

“BonHan, ti disturbo?” chiese JungHoon entrando nell’ufficio. Nonostante fosse il suo di ufficio non c’era mai, o almeno BonHan da quando era stata assunta lo aveva visto raramente. Era sempre indaffarato negli altri uffici della casa discografica, correndo a destra e a manca.

“Niente affatto!  In cosa posso esserti utile?” rispose BonHan frettolosa, fingendo di trafficare con penne e carte

“Domani i ragazzi hanno un servizio fotografico per il magazine “Céci”, potresti accompagnarli tu?”

“Certo, non c’è problema.” Tagliò corto lei con un sorriso teso. Il manager la guardò accigliando lo sguardo “Tutto bene?” chiese sospettoso

“Certo, tranquillo” rispose BonHan cercando di apparire sicura, accennando ad un sorriso rassicurante. JungHoon sorrise di rimando e uscì dall’ufficio, facendo trarre un sospiro di sollievo alla giovane manager.  Abbandonò la testa stancamente alla spalliera della poltrona girevole mentre si massaggiava le tempie. Forse si stava facendo solo un gran bel film mentale, degno di un oscar, niente di più e niente di meno. Eppure sentiva che c’era qualcosa che non andava, che le imponeva di pensarla diversamente. Decise che doveva parlarci e se era per qualcosa che aveva detto sua madre, non le avrebbe più fatto lo scarico degli scatoloni.

Così appena scese la sera  e terminò di sistemare tutte le questioni burocratiche, si diresse verso lo studio di registrazione, sicura di trovarci il main vocalist. Sorrise teneramente quando lo vide seduto su uno sgabello con un’espressione concentrata sul volto mentre leggeva lo spartito di qualche canzone. Rimase ad osservarlo per un po’, beandosi della perfezione dei tratti del viso del cantante: era bello come il sole primaverile:  i raggi non sono cocenti come il sole estivo, eppure non riesci a guardarlo troppo a lungo altrimenti nuoce alla vista. Ecco Yesung era così: gentile e luminoso, ma al tempo stesso era devastante.

“Dovresti asciugarti i capelli altrimenti ti verrà un bel raffreddore.” Disse BonHan quando entrò nella sala portando l’attenzione del cantante su di se. Aveva notato fin da subito che aveva i capelli bagnati e alcune gocce d’acqua ricadevano sulla fronte percorrendo il viso fino a scivolare sul collo e infine sulla clavicola, bagnandogli la t-shirt nera.  BonHan dovette affidarsi completamente al suo autocontrollo per non passare le labbra sulla pelle del corvino. Quel ragazzo era di un erotismo inimmaginabile per BonHan, come diamine faceva ad essere dolce e sincero e allo stesso tempo, sexy da far paura?

“Scusa, eomma!” ridacchiò Yesung senza distogliere lo sguardo dallo spartito

“Che fai, mi prendi in giro?!” esclamò lei fingendosi offesa, poi rise divertita “Dai qua...” proseguì prendendogli l’asciugamano dalle spalle per poi strofinarlo sui capelli di lui con cura e lentezza. I successivi dieci minuti passarono così:  Yesung picchiettava le dita sulle ginocchia seguendo il ritmo delle note scritte sullo spartito e BonHan, con movimenti sempre più lenti e rotatori, toglieva l’umidità dai capelli del cantante. La ragazza decise di andare dritta al punto.

“Yesung, è  successo qualcosa?” chiese lei schietta fermando bruscamente il movimento che stava compiendo sui capelli di lui.

“Non che io sappia...” rispose Yesung guardandola con la coda dell’occhio “Come mai me lo chiedi?” continuò girandosi completamente verso di lei arricciando un angolo della bocca in un’espressione furba.

“Sembri... turbato.”

Yesung si morse il labbro e accigliò lo sguardo.

E’ così evidente?

“Davvero? Mi dispiace, non era mia intenzione farti stare in pensiero...” rispose Yesung dispiaciuto “E comunque non preoccuparti, penso che sia un po’ di stanchezza.” Concluse massaggiandosi la nuca imbarazzato.  Si alzò e finse uno sbadiglio, poi si diresse verso la porta. “Allora io vado a dorm-...”

“Yesung.”  Il tono di voce di BonHan sembra una preghiera muta, un’implorazione nel tentativo di fermarlo dall’andare via e Yesung, da buon cristiano, rimase ad ascoltare quella supplica.

“C’è una cosa che devo chiederti.” Proseguì avvicinandosi a lui. Il corvino sentì il cuore accelerare, c’era qualcosa nel tono di voce di lei che lo agitava perché sapeva dove voleva arrivare.

Io e te, noi due, cosa siamo?” concluse lei atona invadendo il campo visivo di Yesung

“In che senso?”

Yesung sapeva benissimo a cosa BonHan si riferisse, ma stupidamente pensava che si stesse sbagliando, era come se sperasse che stesse sbagliando.

BonHan sorrise, uno di quelli che non sapevano di nulla: secco e forzato. “Nel senso, noi due siamo fidanzati?”

“Da ora in poi siamo fidanzati, ok?”

“Si JongWoon! Non sai quanto mi rendi felice!”

Yesung scosse lievemente la testa per scacciare quell’antico ricordo che improvvisamente gli era ritornato in mente. Sentì le gambe cedergli e deglutì rumorosamente sentendo la gola secca. C’era una parte di lui che impazziva di gioia mentre l’altra sperava che avesse capito male, perché ancora impaurita dell’amore. Prevalse la seconda.

“Io ecco... non saprei...non ne sono sicuro...” bofonchiò titubante guardando il pavimento per nascondere la sua espressione spaventata. Stava accadendo troppo in fretta eppure lui la desiderava come riprendi fiato dopo essere stato in apnea, ma c’era quella dannata paura appollaiata sulla sua spalla, come un corvo, pronta ad intervenire qual’ora provasse un sentimento che si avvicinasse all’amore.

“Cosa significa che non ne sei sicuro?” disse BonHan adirata portandosi le mani ai fianchi indurendo lo sguardo.

“Quello che voglio dire è che... aish... possiamo parlarne domani?” implorò lui stancamente, portandosi una mano sulla fronte

“No, ne parliamo adesso!” sbottò BonHan alzando il tono di voce “Io provo qualcosa per te  che va oltre alla semplice amicizia” aggiunse ormai urlando, poi prese un respiro profondo e addolcì lo sguardo. “Tu invece cosa provi? Di certo non ti sono indifferente visto che mi hai quasi baciato la scorsa volta.” Continuò pungente puntandogli i suoi occhi neri in quelli del cantante.  Yesung sentì la paura invadergli il petto impedendogli di respirare: era ormai completamente un burattino in mano del burattinaio. Eppure... si sentiva protetto da quel terrore, infondo lo aveva sempre difeso da delusioni amorose, perché quella doveva essere diversa?

“Non voglio di nuovo riprovare il dolore che ho provato tempo fa. Io non voglio che tu...”

“Tu pensi che io possa tradirti?” concluse lei al posto su, sussurrando flebile. Stava cercando di reprime le lacrime di rabbia e di dolore appannargli la vista: si era sbagliata su di lui, era come gli altri.

Solo dopo Yesung si accorse dell’enorme stupidaggine che aveva detto e che non la pensava così che anche lui voleva stare con lei, così si affrettò a rimediare, sperando di riuscirci.

“No! Non è questo quello che intendevo!” esclamò il cantante spaventato alzando il tono di voce. Si sentiva un verme, uno stupido e insignificante verme e per giunta codardo.

“Ma l’hai pensato!” urlò lei non trattenendo più la rabbia. Un agghiacciante silenzio si impadronì della stanza mentre il gelo calava tra loro due. Era vero, l’aveva pensato ma subito lo aveva rimosso, pensando a tutti i momenti belli passati con BonHan e soprattutto al braccialetto che aveva acquistato per lei in Thailandia chiuso nel cassetto del suo comodino, al bacio soffice di lei impresso ancora sulla sua guancia e quello che non era avvenuto tra le loro labbra...

Non riusciva a guardarla negli occhi, così abbassò lo sguardo colpevole mentre lei stringeva le mani in pugni facendo  a botte con le lacrime pronte ad uscire.

“Devo andare.” Disse secca BonHan con la voce incrinata, pronta al pianto e con un gesto di stizza, lasciò l’asciugamano sullo sgabello per poi uscire, sbattendo la porta con rabbia.

“BonHan, aspetta!” urlò Yesung rincorrendola ma purtroppo, lei era già sparita dietro la porta scorrevole dell’ascensore: la vide nascondere il viso tra le mani e si sentì morire pensando che era  lui la colpa di quelle lacrime taglienti. Spinto dalla rabbia e dalla disperazione, diede un pugno alla porta poi scivolò lungo la parte sedendosi a terra; si passò una mano tra i capelli stringendoli con forza.

Nell’esatto momento in cui aveva perso BonHan, Yesung capì che l’amava davvero.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13-Cuori spezzati ***




Capitolo 13
Cuori spezzati

Quella notte Yesung non dormì: si rigirava tra le lenzuola del letto ripensando a quello che era successo la sera precedente. Possibile che delle semplici parole senza senso, potessero rompere un rapporto talmente bello e profondo come quello di un amore nascente?

Purtroppo, per Yesung sembrava di si.

Infondo era stata colpa sua: aveva avuto bisogno di perderla per capire che l’amava.

“Che idiota che sono...” disse guardandosi allo specchio. Non aveva un bell’aspetto quella mattina: aveva due profonde occhiaie che spiccavano sul viso pallido, i capelli arruffati e le labbra screpolate. Si sentiva uno straccio, inoltre era arrabbiato con se stesso, come se non bastasse.  Si passò una mano sul volto con stanchezza e si vestì con i primi indumenti che pescò dall’armadio.

“Andiamo hyung! Vuoi davvero arrenderti così?!” esclamò Ryeowook irritato, alle sue spalle. Il maggiore sospirò sedendosi sul ciglio del letto, sotto lo sguardo truce del minore.

Perché non reagiva? Insomma, se l’amava davvero, che aspettava a dirglielo? Ryeowook davvero non riusciva a capire cosa davvero gli passava nella testa del migliore amico. Come aveva sputato quelle parole la sera prima, così poteva dirne di nuove, cosa c’era di complicato e impossibile?

“Cosa dovrei fare allora?! Ormai l’ho persa!” esclamò innervosito mentre agitava le gambe freneticamente.

“Lottare per farle cambiare idea!”

Yesung rise amaro scuotendo la testa in segno di dissenso. Lottare, lui? Era fuori discussione e poi era ormai troppo tardi, ormai aveva rotto tutto. A cosa sarebbe servito se poi l’avrebbe ugualmente persa? Infondo lo sapeva fin dall’inizio che sarebbe andata a finire così, era stato uno stupido a pensare che sarebbe riuscito per una volta ad amare senza timore qualcuno. Gli dispiaceva solo che in quel baratro aveva fatto cadere BonHan, lei non meritava di cadere in basso con lui.

“Non capisci... lei non vuole più vedermi, ne tanto meno parlarmi.” Insistette rigettando indietro le lacrime. Ispirò a fondo imponendosi di non piangere. Non gli piaceva piangere di fronte a qualcuno, neppure davanti ai suoi amici, ma in quel momento, il pianto stava diventando sempre più opprimente e a lui sarebbe servito sfogarsi con Ryeowook.  Così lasciò le lacrime scendere tranquille lungo il viso, come se fossero dei ruscelli che scorrono seguendo la corrente. Si coprì il viso con le mani, mentre il più piccolo si sedeva al suo fianco incominciando ad accarezzargli rassicurante la schiena. Ryeowook non l’avrebbe giudicato per quelle lacrime, anzi poteva strepitare anche come un bambino con lui: voleva solo che Yesung stesse bene. Così, Yesung si abbandonò a quel pianto liberatorio e al tempo stesso amaro, aggrappandosi alle spalle dell’amico che lo strinse con forza contro il suo petto. Ryeowook ascoltò in silenzio, accarezzandogli la testa e la schiena con dolcezza, fino a quando non divenne un involucro vuoto, con gli occhi gonfi e arrossati, ancora carichi di lacrime.

“Mi manca Wookie-ssi ed è passato solo un giorno!” esclamò Yesung singhiozzando forte mentre  dei lucciconi gli rigavano il volto.

“Hyung, niente è ancora perduto.” Lo consolò con voce ferma il più piccolo guardandolo dritto negli occhi.

“Ho rotto qualsiasi cosa che ci legava, non posso più fare niente!”

“Allora aggiustalo.”

Il maggiore lo guardò negli occhi stupito: aggiustarlo? Come?  Lui non era bravo a riparare le cose, figuriamoci le relazioni...

“Hai la soluzione?” chiese Yesung ingenuo, facendo ridere Ryeowook. A volte davvero gli ricordava un bambino, anche in quel momento mentre si asciugava con il dorso della mano le lacrime sulle guance.

“No, stupido! Se avessi la soluzione per i cuori spezzati, sai quanti soldi guadagnerei?” rispose divertito Ryeowook strappando un sorriso al main vocalist per poi incupirsi di nuovo. 

Si sentiva confuso, arrabbiato, triste...  aveva un milione di emozioni che si scontravano tra di loro. Voleva solo essere felice, per una volta.

“Perché è così difficile amare, Wookie?” domandò Yesung appoggiandosi debolmente sulla spalla del minore.  “Io volevo solo essere felice...” aggiunse lasciando una lacrima solitaria rigarle il volto ancora bagnato.

“Hyung, l’amore non è difficile, anzi è la cosa più semplice del mondo. Siamo noi ad essere complicati.” Sorrise Ryeowook dolce mentre gli asciugò la lacrima con il pollice.

Yesung si staccò da Ryeowook e si passò una mano tra i capelli debolmente, scompigliandoli.

“Aggiustalo hyung.” Ripeté nuovamente il minore, poi uscì dalla stanza lasciando da solo il corvino. Meccanicamente Yesung si avvicinò al comodino e ne aprì un cassetto: c’era il braccialetto che aveva comprato per BonHan. Lo prese tremante e se lo ripassò tra le dita osservandolo con tristezza, poi lo strinse nella mano chiudendola in un pugno con forza, fino a sentire i ricami e gli ornamenti del bracciale imprimersi nel palmo.

Ryeowook aveva ragione, non doveva arrendersi, non adesso che non aveva più paura di amare. Non adesso che ormai aveva trovato BonHan.

 

BonHan cercava di nascondere i suoi stati d’animo contrastanti che provava in quel momento. Era furiosa con Yesung, intanto era ancora spudoratamente, follemente, innamorata di quel ragazzo che ormai le aveva soggiogato il cuore. Nessuno avrebbe potuto cancellarlo dalla sua pelle, era come un marchio indelebile impresso a fuoco sulla sua pelle.

Con il dorso della mano si asciugò infastidita una lacrima: come aveva potuto pensare lontanamente che lei potesse tradirlo? Le aveva frantumato il cuore in un milione di piccoli pezzi che la torturavano come se fosse un punta-spilli.

“Smettila. Non sei più una bambina.” Si disse arrabbiata mentre inviava un messaggio a JungHoon.

BonHan come sempre osservava i cantanti che venivano ritratti in scatti particolari e di alta moda ma, quando fu il turno di Yesung, distolse lo sguardo dal set e si diresse verso i membri dello staff, iniziando a trafficare con loro. Non aveva nessuna voglia di incontrarlo, la sua ferita era ancora aperta e infettata.  Sapeva che il suo comportamento era infantile, evitare un problema non era da lei, ma era troppo doloroso incontrare Yesung dopo quello che aveva detto.

“BonHan, possiamo parlare?”

La giovane manager le mancò il respiro e iniziò a tremare per la rabbia non appena riconobbe la voce di Yesung. Una volta quella voce era la sua melodia preferita, adesso era solo un ricordo che le provocava fitte di dolore al cuore. Deglutì, non stava reagendo con razionalità: era questo l’effetto di un amore ferito?

“Non adesso, devo lavorare.” Tagliò corto lei mentre si allontanava in fretta.

“BonHan, aspetta!” urlò Yesung nel tentativo di fermarla ma in vano. Sbuffò avvilito, mentre si massaggiava le tempie pulsanti. Non si sarebbe arreso fino a quando non le avrebbe detto i suoi sentimenti per lei.

“Cosa c’è Yesung-ssi, guai in paradiso?” domandò pungente Kyuhyun alle sue spalle con un sorriso canzonatorio. Il main vocalist sospirò stancamente mentre si girava verso l’amico, guardandolo supplichevole.

“Kyuhyun, non è il momento.” Lo pregò  poi si diresse verso il suo camerino, ignorando volutamente la battuta pungente di Kyuhyun.

“A quanto pare si...” concluse il maknae sorridendo furbo, poi si diresse verso il set, pronto per essere fotografato.

Yesung voleva bene a Kyuhyun, nonostante lui  pensava che tra di loro c’era una specie di faida per conquistare BonHan, ma non era proprio il momento per perdere tempo a battibeccare con lui.

“Come volevasi dimostrare, non vuole parlare con me. Non mi guarda nemmeno...” esordì il corvino appena entrò nel camerino, facendo sobbalzare Ryeowook.

“Hyung, devi darle tempo per metabolizzare. Comprendila, è arrabbiata con te.” Rispose con calma il minore mentre riponeva i suoi vestiti del servizio fotografico.

“Come se io non fossi arrabbiato come me stesso! Se solo mi lasciasse spieg-...”

“Ascoltami Hyung.” Lo interuppe Ryeowook con fermezza “Non per forza deve parlare anche lei, non trovi?” continuò poi acuto. Yesung lo guardò confuso, in seguito prese il braccialetto thailandese tra le mani.

Ora Yesung sapeva cosa fare.

 

Heechul notò il sorriso soddisfatto di Kyuhyun stampato in volto e lo sguardo furbo. Arrivo a due ipotesi: o ne aveva combinata una delle sue o riguardava BonHan.  Sperò nella prima ma sapeva che era sicuramente la seconda.

“Come mai quel sorrisetto?” domandò lui mentre riponeva le sue cose in borsa. Al solo pensiero di BonHan sentì il nervosismo pulsargli nelle vene, ormai Kyuhyun parlava solo e sempre, costantemente, di lei. Cosa ci trovava in quella ragazzina arrogante? Davvero era così ottuso da non capire che l’avrebbe fatta soffrire? Eppure si era laureato con il massimo dei voti!

“Quale sorrisetto?” domandò Kyuhyun assumendo un tono ingenuo, palesemente falso. Poi rise di gusto, una risata cristallina che mai prima Heechul l’aveva sentita: era come se fosse naturalmente felice. Doveva proprio essere innamorato e cieco.

Anche stupido.

Il maggiore sospirò nervoso mentre guardava di sottecchi i movimenti del più piccolo: non l’aveva mai visto così felice.

“Andiamo, conosco quell’espressione, sputa il rospo!” esclamò innervosito girandosi verso Kyuhyun. Il minore lo guardò divertito e con aria maliziosa

Kyuhyun, ti sei recentemente drogato?

“Da quando in qua vuoi sapere i fatti miei?” chiese canzonatorio il minore sorridendo irrisorio.

“Muoviti.”

Kyuhyun rise di nuovo e Heechul lo trovò estremamente irritante: insomma, che cosa era successo di tanto divertente?

“Ho motivo di credere che BonHan non vorrà vedere Yesung per un po’.” Ammise finalmente il maknae sorridendo beffardo.

Ecco svelato il mistero.

Il disprezzo sfociò in vero e proprio odio verso BonHan: stava distruggendo l’unita del gruppo. Heechul cercò di restare calmo e impassibile anche se sarebbe andato ben volentieri da BonHan e spezzarle le gambe.

“Sai come la penso.” Rispose atono il maggiore e fece per andarsene.

“Non è come pensi, lei è diversa.” Rispose Kyuhyun in volto, fermandolo sull’uscio della porte

“Anche le altre erano diverse, Kyuhyun. Vuoi davvero rinunciare alla nostra unità per una come lei?” chiese pungente il maggiore guardandolo con ferocia.

“Io ne sono innamorato e...”

Heechul sorrise amaro: amore? Quella parola non era compresa nel vocabolario di Kyuhyun.

“Tanto farai sempre di testa tua.” Concluse amaro Heechul e detto questo, uscì seguito dallo sguardo irritato di Kyuhyun.

“Al diavolo Heechul.” Disse il maknae stizzito mentre riponeva i vestiti nervoso sulla stampella. 

Non aveva tempo per pensare a lui, doveva curare il cuore ferito di BonHan.

 

Yesung rimase ad aspettare fuori all’edificio della SM Town, BonHan che usciva. Nervosamente, agitava le gambe  e si torturava le mani: quale reazione avrebbe avuto? Sarebbe stato come nei film romantici in cui i due protagonisti ritornavano insieme, nonostante i cuori spezzati e le ferite ancora aperte?

Yesung lo sperava con tutto se stesso, ma purtroppo era solo finzione. Lui era nella schifosa vita reale dove tutto va schifosamente male. Perché la sua vita doveva essere così complicata? Perché lui doveva essere così complicato?

Aveva l’innata capacità di allontanare tutte le persone che amava, rimanendo tristemente da solo. Forse era questo il suo destino, restare da solo.

Quando sentì il rumore di un paio di tacchi, Yesung si alzò di scatto dal gradino dove si era seduto durante l’attesa, incontrando gli occhi scuri di BonHan. Entrambi si guardarono per un po’ , non sapendo cosa dire anche se entrambi avevano molto da dirsi.

“BonHan...” sussurrò dopo un’eternità lui avvicinandosi alla manager

“E’ tardi, devo andare.” Rispose schiva lei mentre si allontanava dal main vocalist, dandogli le spalle. Prontamente Yesung l’afferrò il polso, bloccandola. Sentire di nuovo la scarica di adrenalina che gli correva lungo tutta la spina dorsale quando la sua pelle andava a contatto con quella di BonHan, lo fece stare bene, dimenticandosi anche quello che era successo.

“Ti prego, ascoltami soltanto. Puoi anche non guardarmi e ti capisco se non vuoi farlo, ma ti prego, ascoltami.” Lo supplicò stringendole ancora il polso. La manager  rimase immobile sul suo polso, girando la testa appena, senza voltarsi. Quando Yesung fu sicuro che non sarebbe andata via, liberò la presa dal polso di lei e fece un respiro profondo.

“Io... ci sono tante cose che vorrei dirti... tu... ecco...aish!” sbottò arrabbiato, poi respirò cercando di calmarsi: si stava giocando il tutto e per tutto con BonHan, non doveva farsi prendere dal panico.

Ispirò ed espirò più di una volta e deglutì.

“Tu BonHan mi hai stravolto la vita, in senso positivo ovviamente. Nessuno ci era mai riuscito prima.” Iniziò con calma sorridendo appena, poi continuò:  "Sei come uno di quegli uragani che passano e distruggono qualsiasi cosa... ecco sei come un uragano che ha distrutto ogni singolo pezzo del mio cuore, BonHan."  Yesung prese un sospiro cercando le parole giuste, ma sopratutto il coraggio. "Io ti amo BonHan e ho bisogno di sentirmelo dire da te almeno una volta." Ecco, l'aveva confessato. Infondo non desiderava altro da un mese. Di certo non se lo era immaginato così, voleva dirglielo all'orecchio sussurrandoglielo e, stringendola al suo petto, le avrebbe promesso che l'avrebbe protetta da tutto e da tutti, ma era davvero stanco di tutta quella situazione. Lei lo guardò negli occhi, reprimendo le lacrime pronte a sgorgare.

"Grazie" disse dopo un tempo che parve interminabile per Yesung "Ma non merito il tuo amore." Continuò. Poi con lentezza, si diresse verso la parte opposta, desiderando solo di allontanarsi da lui. Il cuore del ragazzo si ruppe in mille pezzi, percepì in lui il crescente dolore che aveva provato sentendo quelle parole. Sapeva a cosa si riferiva e questo gli provocò ancora più dolore, come un pugno nello stomaco, diretto e preciso.

“No ti prego, aspetta! Non andartene via così, ti prego!” implorò Yesung con la voce rotta dalle lacrime che iniziarono a sgorgare veloci e implacabili. “Sono stato uno stupido a dirti quelle cose e mi dispiace, ma avevo paura. Però adesso io...”

“Tu adesso cosa?! Sono stanca di aspettare che tu capisca cosa provi per me, sono stanca di aspettare una tua risposta. Ho bisogno di certezze, Yesung, non di parole vuote campate in aria.” Rispose con rabbia lei, stringendo i pugni fino a far diventare le nocche bianche. Aveva gli occhi rossi e carichi di lacrime che, non troppo tardi, sgorgarono copiose rigandole il volto. Yesung le si avvicinò con l’intenzione di stringerla a sé facendole cambiare idea. Si sentì male quando capì che era per colpa sua che stava soffrendo, per la sua codardia. La cinse con le braccia ma con un gesto di stizza, lo spinse via. Tremava per i singhiozzi e si coprì il volto con entrambe le mani. Non aveva mai provato così tanto dolore, nemmeno alla morte di suo padre pianse così tanto. Il pensiero che Yesung non si fidasse di lei, che aveva paura che lei potesse tradirlo, la feriva. Il rapporto che aveva istaurato con il cantante andava al di là della semplice amicizia, questo lo sapeva, ma in quel momento, arrabbiata e umiliata, iniziò a pensare che  si era sbagliata: lui non aveva capito nulla di lei.

Yesung tentò ancora una volta di stringerla a sé, abbracciandola da dietro, ma ancora una volta BonHan lo respinse furiosa.

“Vattene Yesung, vattene via.” Disse tra i singhiozzi lei.

“No, non me ne vado! Se mi ami, dimmelo! Ti ho detto che mi dispiace per la mia paura. Perdonami ti prego, farò qualsiasi cosa!”la pregò Yesung stringendole le mani e guardandola negli occhi, percependo le lacrime scendere lungo il profilo del viso. BonHan scosse la testa sorridendo amara.

“Non capisci, non si tratta di questo...”

“Allora qual è il problema?!”

“Non ti fidi di me! Ecco qual è il problema!”

Il silenzio calò tra di loro, entrambi si guardarono negli occhi rossi e gonfi per le lacrime, respirando affannosamente.

“Tu non ti fidi di me.” Riprese BonHan togliendo le mani dalle stretta di quelle del main vocalisti “E senza fiducia non c’è amore.” Concluse lei. Un’ultima lacrima le rigò il viso ormai bagnato, poi con il dorso delle manica si asciugò. “Ci vediamo domani.” Disse infine e con un breve inchino, si allontanò veloce. Yesung fece scivolare le braccia lungo i suoi fianchi, non curandosi ancora delle lacrime che gli annebbiavano la vista.  Aveva fatto tutto questo con le sue mani, l’aveva fatta soffrire, la stava facendo soffrire. Cadde in ginocchio iniziando a piangere disperato. Le sue grida disperate giunsero fino all’orecchio di lei con una feroce disperazione, assomigliando al ruggito di un leone ferito. Il suono della voce strozzata di lui causata dal pianto, le ricordavano le unghie che stridevano sui vetri, procurandole un dolore immenso, iniziando di nuovo a piangere: più Yesung urlava per il dolore, più BonHan percepiva fitte che le dilaniavano il cuore.

Il cantante appoggiò le mani a terra, per non accasciarsi, bagnando il suolo con le sue lacrime.

Cosa aveva fatto?

“Ho rovinato tutto... ho rovinato tutto...” ripetè lui scuotendo la testa. Si strinse una mano sul cuore, gli faceva male.

L’aveva persa per sempre.

Entrambi sentirono il rumore sordo del loro cuore cadere e infrangersi in milioni di schegge.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14-Opportunità ***




Capitolo 14
Oppurtunità

“BonHan, sicura che vuoi che vada?”

“Non preoccuparti eomma, sono grande abbastanza per badare a me stessa.”

“Sai che non intendevo questo.”

BonHan dovette distogliere lo sguardo da quello della madre fin troppo intenso. Erano passati diversi giorni dall’ultima volta che aveva parlato con Yesung e il giorno dopo la loro discussione, aveva chiesto una settimana di ferie. Sarebbe stato troppo doloroso per BonHan lavorare con lui dopo quello che si erano detti, doveva staccare la spina e cercare di assuefare il dolore. Per questo motivo era anche andata a dormire per quella settimana da sua madre, era nato in lei il desiderio di ritornare a stare un po’ con la sua famiglia. Quando sua madre l’accolse, non poté fare a meno di sfogarsi con lei e lasciare che lei la stringesse al suo petto, come quando da bambina si feriva o che faceva un brutto sogno e sua madre la cullava tra le sue braccia.

“Un bacino e tutto passa!” le diceva dolcemente per poi schioccarle un bacio sulla parte dolorante. Da bambina credeva che i baci di sua madre fossero magici: appena gliene dava uno, il dolore subito spariva. BonHan voleva che anche in quel momento un bacio di sua madre le guarisse il cuore ormai spezzato.

Non sei più una bambina purtroppo...

“Eomma, sto bene.” Mentì BonHan sorridendo rassicurante e rivolgendo uno sguardo dolce alla madre.

“Lo dici perché è la verità o perché stai cercando di convincerti che sia così?” chiese seria JaeHwa sedendosi di fronte alla figlia.

BonHan avrebbe potuto mentire a chiunque, persino a se stessa, ma non a sua madre: lei era l’unica che capiva se mentiva o meno ma soprattutto era l’unica che sapeva cosa provasse. La ragazza sorrise mesta mentre sua madre la guardava preoccupata in attesa di una risposta.

“Eomma, sto bene.” Ripeté nuovamente BonHan cercando di apparire più convincete riuscendo anche ad arricciare gli angoli della bocca in un sorriso, seppur tirato. La donna sospirò sentendosi impotente di fronte all’orgoglio della figlia. Nonostante le avesse detto di stare bene, JaeHwa la notte la sentiva singhiozzare dalla sua stanza da letto e ogni mattina la trovava seduta al tavolo della cucina con gli occhi rossi e gonfi che osservava una tazza di the fumante con un’espressione vuota.

“Credo che tu debba parlarci.” Disse la madre seriamente conservando quel tono di preoccupazione che irritava non poco BonHan. Non voleva che lei fosse una preoccupazione per sua madre, anzi lei voleva essere un aiuto.

“Non se ne parla.” Sbottò stizzita BonHan alzandosi dalla sedia per poi dirigersi verso il lavabo per rovesciare il contenuto della tazza che aveva in mano, ormai freddo.

“BonHan, non credo che Yesung sia un cattivo ragazzo, anzi credo che ti ami davvero.” Rispose JaeHwa serafica mentre osservava i movimenti veloci e imprecisi della figlia dovuti al nervosismo. “Perché non gli dai una seconda opportunità?”  continuò la donna con un tono quasi supplichevole. La manager con un gesto di stizza, lasciò cadere la tazza nel lavabo e strinse le mani sul ripiano in ceramica.

“Eomma, la sofferenza che provo non può essere guarita da un momento all’atro. Io non posso... non riesco a dargli una seconda opportunità.”

BonHan trattenne le lacrime a fatica, cercando di reprimerle nella gola, provocandole un senso di oppressione in gola.

Perché l’amore fa così male? Dovrebbe essere semplice, come respirare... invece...

“BonHan, tu lo ami?” chiese secca la madre mentre si avvicinava a lei. Una parte di lei lo amava ancora e lo avrebbe fatto per sempre, ma l’altra non lo sapeva più e non voleva più saperlo. Quando le ritornarono in mente le ultime parole che lui le aveva detto, si sentì ancora più confusa e smarrita e un’oppressione in petto.

 "Sei come uno di quegli uragani che passano e distruggono qualsiasi cosa... ecco sei come un uragano che ha distrutto ogni singolo pezzo del mio cuore, BonHan.”

"Io ti amo BonHan e ho bisogno di sentirmelo dire da te almeno una volta.

Strinse ancora di più le mani sul lavello e si morse le labbra a sangue per trattenere le lacrime: lei infondo voleva solo stare con Yesung. Perché doveva essere tutto così complicato?

“Non lo so più...” ammise con la voce incrinata dal pianto che a stento reprimeva. JaeHwa sospirò e strinse la mano sulla spalla della figlia con dolcezza.

“Nel profondo del tuo cuore lo sai BonHan. Non lasciare che il rancore ti porti via quel ragazzo.” JaeHwa guardò con tristezza la figlia, poi uscì, lasciando BonHan libera di sfogarsi. La donna riuscì a sentire i singulti della figlia oltre l’uscio della porta e non poté fare a meno di chiudere gli occhi e sospirare stanca.

Non restare sola, BonHan. Chi si prenderà cura di te altrimenti?

 

Leeteuk quando entrò nella sala prove, era sicuro di trovarci Yesung intento a provare qualche canzone oppure semplicemente seduto sullo sgabello girando su se stesso, invece la sala era vuota.

“Strano, a quest’ora sarebbe stato già qui...” si disse il leader preoccupato mentre osservavo lo sgabello vuoto. Forse aveva semplicemente seguito il suo consiglio di dormire di più, eppure Leeteuk sapeva che purtroppo non era così. Yesung stava soffrendo per BonHan e dal momento in cui lei era andata via da diversi giorni, aveva avuto un vero e proprio crollo fisico e psichico. Restava in stanza tutto il giorno, chiudendosi nel mutismo e parlando solo se era necessario, lasciandosi trasportare dagli impegni senza il suo solito entusiasmo.

Come leader, ma soprattutto come amico, doveva intervenire immediatamente: non poteva permettere che Yesung si spegnesse del tutto.  Si diresse quindi verso il dormitorio e appena arrivo di fronte la porta della stanza del main vocalist busso con forza.

“Yeyé, sono Leeteuk. Mi apri per favore?” domandò il maggiore ma ottenne come risposta solo un freddo silenzio. Bussò di nuovo con più insistenza ma solo dopo un paio di minuti finalmente Yesung lo aprì: aveva gli occhi assonnati, i capelli scompigliati e indossava ancora il pigiama.

“Hyung, stavo dormendo...” bofonchiò il corvino con la voce impastata per via del sonno mentre si strofinava gli occhi.

“Hai seguito il mio consiglio finalmente! Mi aspettavo che però mi aprissi subito visto il tuo udito sensibile...” rispose Leeteuk sorridendo sereno mentre entrava nella stanza.

“Forse perché non volevo vederti.” Rispose Yesung atono chiudendo la porta e sedendo sul letto e rivolse al leader uno sguardo vuoto e stanco.

Leeteuk rimase sorpreso da quell’affermazione, non l’aveva mai visto così distrutto e privo di emozioni, era come un fiore appassito.

“Che cosa posso fare per te?” chiese il corvino atono mentre si strofinava le mani.

“Solo sapere come stai...”

Yesung sorrise guardando tristemente il maggiore. Leeteuk non meritava di essere trattato con freddezza, lui era sempre stato al suo fianco anche in quel momento era seduto al suo fianco a domandargli come stava. Si sentì un verme quando si rese conto di come si era rivolto a lui.

“Scusa per prima... per tutto” disse dispiaciuto Yesung abbassando gli occhi. Leeteuk gli scompigliò i capelli e gli sorrise con dolcezza: aveva la stessa espressione di un bambino che aveva rotto il vaso preferito della mamma.

“Non preoccuparti, è tutto apposto.” Disse il leader rassicurante. Il minore continuava a tenere gli occhi bassi ma nonostante ciò, Leeteuk intravide una lacrima solcargli il viso pallido.

“Mi dispiace.” Sussurrò il main vocalist lasciando che quella lacrima solitaria continuasse a scivolare lungo il suo viso “Ormai ho capito di non essere fatto per una relazione...” continuò sorridendo amaro.

“Io non credo...”

“Come puoi dirlo?”

“Perché ti conosco e so che tu l’ami davvero, inoltre sbaglio o gliel’hai confessato?”

Yesung alzò lo sguardo meravigliato: si stupiva di come Leeteuk gli leggesse nell’animo riuscendo a capire cosa realmente provasse. Quando era con lui si sentiva nudo e allo scoperto, privo di difese.

“Lei ha solo bisogno di tempo di metabolizzare. Quando ritornerà sarà tutto come prima.” Aggiunse poi il maggiore rassicurante, mentre gli accarezzava i capelli.

Yesung sorrise, forse poteva realmente andare così, o almeno iniziò a sperare.

 

“Kyuhyun, ho paura di chiedertelo, ma come hai avuto l’indirizzo civico della madre di BonHan? Ma soprattutto come hai fatto a sapere che adesso dorme da sua madre?” chiese Sungmin con una punta d’ironia nella voce, mentre guardava il maknae allacciarsi le scarpe.

“Ho le mie fonti.” Rispose il maknae sorridendo furbescamente. Se per fonti Kyuhyun intendesse introdursi di nascosto nell’ufficio di BonHan e ad accedere ai suoi file personali e origliare le conversazioni al telefono tra lei e JungHoon...  bhè, per Kyuhyun il fine giustificava i mezzi.

“Dovresti dirlo a Yesung-ssi, sta soffrendo per BonHan e lo sai.” Disse Sungmin con un tono di rimprovero, guardandolo severo.

“Sungmin, non farmi la paternale.” Tagliò corto Kyuhyun alzandosi per poi ammirarsi allo specchio.

“Perché non vuoi dirglielo? Lo faresti stare meglio.” Insistette il maggiore quasi supplicandolo. Sungmin sapeva cosa sarebbe successo dopo: il rapporto tra Yesung e Kyuhyun si sarebbe incrinato del tutto e lui non l’avrebbe permesso.

“No.” Rispose Kyuhyun secco, rivolgendo un’occhiataccia al maggiore.

“Perché?!”

“Lo sai.”

Sungmin purtroppo lo sapeva anche se avrebbe preferito di gran lunga non sapere che Kyuhyun si era innamorato anche lui di BonHan. Avrebbe dovuto scegliere chi appoggiare e a lui non piaceva mettersi in quelle situazione spiacevoli, nonostante questo, sapeva che Kyuhyun l’amava davvero: lo capì quando vide l’amore che apparve nei suoi occhi quando gli parlò di lei.  

“E inoltre Yesung ha già avuto la sua occasione e se l’è giocata. Ora tocca a me.” Aggiunge poi il minore determinato e detto ciò indossò la giacca e uscì.

Sungmin sospirò con stanchezza: d’altro canto, Kyuhyun non aveva tutti i torti.

 

“Apro io!” disse BonJong correndo ad aprire la porta. Quando il bambino aprì, sbarrò gli occhi e la bocca meravigliato appena vide che sull’uscio c’era Kyuhyun.

“Kyuhyun-hyung!” esclamò BonJong felice

Kyuhyun? Cosa diamine ci fa qui?

BonHan si precipitò alla porta. Come aveva saputo che lei era qui? L’aveva seguita?

“E tu che ci fai qui?” chiese BonHan avvicinandosi al fratello, stringendo le mani sulle sue spalle.

“Mai una volta che mi salutassi con cordialità, eh...” rispose ironico il maknae sorridendo sarcastico “Posso entrare?” aggiunge sorridendo sempre furbescamente. BonHan roteò gli occhi infastidita e si spostò dall’uscio permettendo al maknae di entrare.

Era una casa sobria, con pochi suppellettili e cianfrusaglie sui muri e sulla mobilia. Subito dopo l’ingresso, c’era un salone-cucina e un porta divideva le camere da letto e il bagno dalla zona giorno. BonHan fece strada fino al divano a fantasia floreale, dove invitò il maknae ad accomodarsi.

“Che cosa vuoi?” chiese burbera lei incrociando le braccia al petto nervosa.

“Quando torni.” Disse Kyuhyun guardandola serio

“Perché ti manco?”sorrise lei beffarda ridendo

Si. Da morire.

“Speri che sia così, o no?” controbatté lui malizioso guardandola con sfida. Lei sentì dei brividi percorrergli la schiena, doveva ammettere che Kyuhyun aveva fascino e lei non ne era immune.

“Come te la passi?” chiese Kyuhyun cambiando discorso mentre si girava i pollici distogliendo anche lo sguardo da BonHan: se avrebbe continuato a guardarla, sarebbe stato risucchiato dalla perfezione dei lineamenti di lei e non avrebbe saputo resistere alla tentazione di baciarla.

“Ti ha mandato Yesung?” chiese lei arricciando la bocca in un sorriso amaro

“Perché mai dovrei venire per conto suo?” domandò infastidito Kyuhyun guardandola con la coda dell’occhio

“Meglio così, allora.”

Kyuhyun cercò di nascondere un sorriso vincitore passandosi la lingua tra le labbra. Pensò che era arrivato il suo momento.

“BonHan, io...”

Kyuhyun fu interrotto dal rumore della porta dell’ingresso che si apriva e poi si chiudeva.

“BonHan, ho fatto la spes-... e questo giovanotto chi è?”

BonHan si alzò e prese le buste dalle mani della mamma, mentre Kyuhyun si alzava e si chinava educatamente in segno di saluto. Kyuhyun intuì che era la madre di BonHan per via della somiglianza tra le due donne.

“Eomma, lui è Kyuhyun. Kyuhyun lei è...”

“Mi piaceva più quell’altro.”

“Eomma!”

Kyuhyun trattenne le risate: non si offese, anzi, prese quella frecciatina come una sorta di sfida per superare “quell’altro”: Yesung.

“Arrivederci Ajumma!” salutò divertito Kyuhyun mentre veniva trascinato da BonHan verso la porta.

“Mi stai cacciando via?” domandò ironico il maknae sull’uscio della porta

“Prendilo come un invito per ritornare al dormitorio.” Rispose lei sarcastica mentre stava per chiudere la porta, ma Kyuhyun fu veloce: bloccò la porta con una mano e la riaprì di nuovo.

No, questa volta non mi scappi. Ora o mai più. Pensò il cantante mentre BonHan lo guardava accigliata

“Vuoi uscire con me?” chiese Kyuhyun guardando la corvina seriamente. La ragazza rise divertita, pensando che stesse scherzando, conoscendolo si stava burlando di lei, come al solito. Ma si interruppe subito quando incrociò lo sguardo serio di lui: non scherzava affatto.

“C-cosa?” balbettò lei scioccata, non sapendo a cosa pensare.

“Se vuoi te lo sillabo: Tu. Volere. Uscire. Con. Me.? Devo anche mimartelo?”

BonHan lo guardò sempre più scioccata: che cosa frullava nella mente di Kyuhyun?  Non si conoscevano così bene da poter uscire insieme ne tanto meno aveva un rapporto come quello di Yesung.  Eppure più lo guardava e più si sentiva attratta da quel ragazzo. Dopo tutto, una specie di rapporto ce l’avevano, in Thailandia anche se non era successo niente, lo aveva rivalutato; non lo aveva notato fin da subito perché era troppo impegnata con Yesung.

Forse uscire con Kyuhyun non sarebbe stato tanto male, infondo anche lui si meritava un'opportunità...

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15-Un bacio che ruba il cuore ***





Capitolo 15
Un bacio che ruba il cuore

Ci fu una cosa di cui BonHan si stupì: quella serata fu assai piacevole. Kyuhyun si era comportato in una maniera completamente diversa da come si comportava di solito, o forse, era stato semplicemente se stesso; era stato persino dolce  ovviamente a modo suo. Era un lato di lui che ogni giorno, per qualche strana motivazione, Kyuhyun nascondeva.

“Sai Kyuhyun, nonostante la tua perenne aria di strafottenza e di arroganza, sei divertente, tutto sommato...” esordì BonHan mentre con l’indice percorreva il bordo del bicchiere di vetro, ormai vuoto. Aveva bevuto qualche drink di troppo, lo capiva dalla pesantezza che provava alla testa, o meglio, era stato Kyuhyun ad offrirle quei drink, eppure lei non aveva rifiutato nessuno.  Avrebbe potuto farlo ma le piaceva il tono suadente della voce del maknae... o forse perché aveva solamente voglia di scolarsi qualche alcolico. No, la prima ipotesi era sicuramente la più probabile. Kyuhyun aveva una “cattiva” influenza su BonHan anche se a lei non le dispiaceva.

“Solo divertente?” rispose Kyuhyun con un ghigno malizioso

“Non montarti la testa, adesso...” sorrise divertita lei facendo comparire quella fossetta la quale mandava completamente in panne Kyuhyun. Non sapeva perché era così ossessionato da quella fossetta, sapeva soltanto che quando compariva, si sentiva in paradiso soprattutto quando compariva grazie a lui.

La luce offuscata del locale in cui si trovavano, inoltre, rendeva il viso di BonHan ipnotico, più di quanto non fosse già e Kyuhyun soffocò il desiderio di stringerle la mano.

“S’è fatto tardi e domani dobbiamo andare a lavoro...” disse BonHan alzandosi dallo sgabello imbottito.

Dobbiamo?...quindi significa che torni!” esclamò entusiasta il maknae. La manager sorrise dolce e annuì convinta: chiudersi in casa ed escludersi dal mondo era stata una pessima scelta, aveva bisogno di distrarsi e non rimuginare sul passato, d’altronde un nuovo inizio le era stato offerto da Kyuhyun, la persona più impensabile. Lo stesso Kyuhyun che quasi un mese prima le aveva giurato vendetta comportandosi da immaturo e che in quel momento la stava guardando come un bambino che spacchetta i suoi regali natalizi.

“Andiamo dai...” esortò lei dirigendosi all’uscita seguita da Kyuhyun che non le toglieva gli occhi di dosso: BonHan era ogni cosa che c’era di bello al mondo.

“Sei ridicolo Kyuhyun...” bisbigliò sottovoce mentre seguiva la manager verso la via di casa di lei.

No, sei solo innamorato perso.

Kyuhyun sorrise a quel pensiero, era la prima volta che si sentiva sicuro di essere innamorato. Non era come le altre volte, quella volta sentiva che era diverso, perché aveva paura degli effetti di quell’amore e mai come prima si sentì completo.

Quando arrivarono all’ingresso dell’edificio in cui si trovava l’appartamento di BonHan, Kyuhyun, dopo che lei lo salutò con un sorriso e un segno della mano mentre faceva per andare via, l’afferrò per un polso facendo girare la manager che lo guardò stranita. Il desiderio di assaggiare il sapore delle labbra crebbe a dismisura, tanto che il cantante non riuscì più a reprimerlo. Così, titubante, si avvicinò al viso di BonHan, prendendolo tra le mani e sfiorandole le labbra ma non riuscendo più a trattenersi, posò le sue labbra su quelle di lei scoprendole calde e soffici. Quel contatto gli provocò un formicolio che si estese per tutto il suo corpo e appena si accorse che BonHan non cercò di divincolarsi ma anzi, appoggiò le mani sul suo petto, il desiderio accrebbe, baciandola con trasporto e dolcezza e portando le mani dal viso ai fianchi di lei mentre le gli cinse il collo.

Per quanto si baciarono? Forse ore o forse minuti, Kyuhyun sperò che il tempo si fermasse e che restassero così per sempre. Quando si staccarono dopo un tempo che per entrambi parve infinito, BonHan aveva ancora voglia delle labbra del cantante, le quali le avevano provocato un uragano di emozioni. Non sapeva se era innamorata del maknae, ma di una cosa era certa, dopo quel bacio sapeva che non avrebbe potuto fare a meno di lui.

“Dovevo farlo, almeno una volta.” Disse Kyuhyun ad un soffio dalle sue labbra mentre le accarezzava i capelli. Si allontanò con difficoltà da lei e andò via, seguito dallo sguardo ancora frastornato della ragazza. BonHan si toccò le labbra e sorrise mentre guardava il maknae allontanarsi.

Kyuhyun, mentre camminava, ripensò ancora a quel bacio così intenso e dolce, sentendo ancora il sapore del lucidalabbra alla fragola di BonHan. Sorrise appena mentre si sfiorò le labbra sentendole ancora accaldate. Sentì il cuore scoppiargli percependo tutte le emozioni che ormai aveva dimenticato. Era sicuramente, palesemente, ovviamente, perdutamente, innamorato di quella ragazza, ormai non aveva più bisogno di alcuna conferma.

 

Il giorno seguente BonHan si sentiva ancora intontita per quel bacio, ma mai prima d’allora si sentì felice come lo era stata con Kyuhyun.

Certo che l’amore è davvero strano... ti fa innamorare della persona che meno ti aspetti.

 Quando BonHan entrò nell’ufficiò, la prima cosa che notò fu una rosa scarlatta, adagiata sulla sua scrivania, con un biglietto legato con un nastrino nero. La prese tra le mani e ne odorò il profumo delicato, sorridendo contro i petali, poi prese il biglietto e ne lesse il contenuto.

Non ho bisogno di nessun altro, solo di te. –K

La manager sorrise e ripiegò di nuovo il biglietto, mettendolo nel suo portafogli. Di certo Kyuhyun sapeva come impressionare una donna.

“Buongiorno BonHan seonbae!” salutò HaeJung allegra “E questa rosa? Abbiamo un ammiratore per caso?”chiese la minore maliziosa avvicinandosi alla scrivania della manager.

“Non dire scemenze, l’ho comprata mentre venivo qui.” Mentì  imbarazzata BonHan appoggiando la rosa sul lato dello schermo del computer. HaeJung sorrise divertita al rossore sul viso della maggiore e si diresse verso la sua postazione.  Non poteva dire che lei e BonHan erano amiche, ma in qualche modo si sentiva legata a lei e quel tipo di rapporto, non le dispiaceva.

“Kyuhyun.” Sussurrò BonHan mentre contemplava assorta la rosa

“C-che?”

“La rosa, me l’ha regalata Kyuhyun.”

HaeJung strabuzzò gli occhi meravigliata e spalancò la bocca. Non sapeva se più stupita perché BonHan le aveva parlato della sua vita privata o per la rivelazione in sé.

 

Kyuhyun non andava mai in sala prove più del dovuto. Dopo che terminava le prove, preferiva rilassarsi piuttosto che continuare ad esercitarsi, al contrario di Yesung. Sapeva che l’avrebbe trovato ancora lì a girare su quello sgabello e con una penna tra le labbra, non sapeva però il perché ci stesse andando.  Non aveva niente di cui parlare con lui, o forse si, ma non voleva sbattergli in faccia che era uscito con BonHan e che l’aveva anche baciata, infondo non era così cattivo.

“Mi domando sempre perché resti qui anche a prove concluse...” esordì il minore entrando nella sala.

“Mi rilasso continuando ad esercitarmi, come tu ti rilassi giocando.” Rispose il maggiore sorridendo canzonatorio

“Che fai, mi prendi in giro?” controbatté Kyuhyun piccato. Yesung si limitò a ridere sommessamente  mentre trafficava con un fascicolo di spartiti. Era palese che sapesse di Kyuhyun e BonHan, i suoi muscoli erano tesi ed era evidente il suo disagio. La domanda era come lo aveva scoperto.

“Hai tinto di nuovo i capelli? Sembri ‘Anna dai capelli rossi’.” Lo prese in giro Kyuhyun  ghignando beffardamente. Yesung non si scompose, continuò a trafficare con gli spartiti, provocando il nervosismo del minore.

Era palesemente ovvio che sapesse tutto.

“Senti, Yesung...”

Lo so, Kyuhyun.”

Gelido: Kyuhyun non aveva mai sentito freddezza nel tono di voce del maggiore. Il main vocalist era arrabbiato e triste, ma per qualche ragione non voleva darlo a vedere.

“Perché allora non mi sferri un pugno in faccia?!” sbottò stizzito il maknae

“Ti sentiresti meglio, forse?” replicò il rosso serafico guardandolo con la coda dell’occhio. Non era questo quello che Kyuhyun voleva, di certo un occhio nero era l’ultima cosa che voleva. Voleva una reazione del maggiore, sembrava che non gli importasse nulla, che non gli importasse di BonHan.

“Si!”

Yesung sospirò stancamente e si sedette sullo sgabello scompigliandosi i capelli, poi puntò gli occhi neri dritti in quelli di Kyuhyun e lo guardò severo. Ovviamente desiderava ben volentieri di rompergli il naso, ma pensava a quanto fosse compromesso ancora il suo rapporto con BonHan e lui tutto voleva, purché perderla completamente. Le bastava che ritornassero amici, o almeno a parlarsi. Quella settimana in cui lei non c’era, fu un vero inferno: non sentire più il suono della sua voce o vedere il suo viso, lo stava facendo ammalare, quindi aveva deciso che se non poteva averla come lui desiderava, quanto meno voleva averla come amica. Non voleva sparire per sempre della vita di BonHan, non l’avrebbe permesso e Kyuhyun era così ottuso da non capirlo.

“No, anche se vorrei. Lo sai perché? Perché nonostante lei stia con te, nonostante lei ami te, adesso è felice e per me basta. Non voglio il suo amore, anche perché ormai ho perso le speranze. Ho fatto un’enorme cazzata a farmela scappare ma non importa perché sono contento che al suo fianco ci sia tu. Tu in qualche modo la rendi felice ed io mi accontento di vederla di nuovo sorridere.”

Kyuhyun lo ascoltò in silenzio mentre si rendeva conto che Yesung, come lui era davvero innamorato di BonHan. Ora sapeva cosa aveva provato Yesung quando c’era lui nella sua stessa posizione. Così, non riuscendo più a trattenere lo sguardo magnetico del maggiore, abbassò gli occhi e si avviò alla porta.

“Tuttavia, Kyuhyun...” disse Yesung con fermezza bloccando il maknae “Non credere di essere l’unico ad amarla.” Continuò il rosso. Kyuhyun strinse il pomello freddo della porta e riuscì a sentire lo sguardo gelido del maggiore su di lui perforagli la pelle. Sorrise sghembo.

“E tu non credere di essere l’unico adatto a lei.” Rispose Kyuhyun nello stesso tono del rosso, poi girò il pomello ed uscì.

Yesung chiuse gli occhi e si massaggiò la testa sentendola pesante. Era stanco, come mai lo era stato, ma non era ancora giunto il momento di arrendersi.

“Questo Kyuhyun, lasciamolo decidere a lei.”

 

 


 

Note dell’autrice :3

Ebbene si, ho deciso di fare un angolino dedicato a me stessa e ai miei scleri. TREMATE ORSU’. Vi piace il nuovo banner della storia? Ringraziate tutti la mia cara Anchiso che l’ha realizzato apposta per me :’) GRAZIE FIGLIOLA :’)

*parte applauso*

Prima di tutto, voglio ringraziare tutte le persone che leggono, recensiscono e seguono la mia storia, grazie!

Voglio inoltre ringraziare anche a tutte le persone che hanno inserito la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate, è un vero onore per me ^^

DETTO CIO’, se siete arrivati qui, significa che avete terminato la lettura...

LO SO, vi ho spezzato i feelings (era questo quello che volevo :3)

Ora vi abbandono, mie care lettrici!

MA PRIMA! Vi lascio con questo quesito:

Siete:

 YeHan shippers (Yesung+BonHan)

BonKyu shipper (Kyuhyun+BonHan)

O shippate qualche altra coppia? (?)

Fatemelo sapere con un commento qui sotto e non la sopra!

Addio!

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Cri_Snix

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16-Può un fiore nascere dalla terra bruciata? ***




Capitolo 16
Un fiore può nascere dalla terra bruciata? 


Era passato un mese dal bacio e Kyuhyun poteva essere sicuro che era il fidanzato di BonHan. Si vedevano  praticamente tutti i giorni, a volte restava a casa di lei fino a tardi. BonHan gli aveva parlato del suo sogno di diventare una scrittrice e del romanzo che stava scrivendo.

“Di che cosa parla?” le chiese una sera, mentre lui era steso sul letto della ragazza guardandola intenta a picchiettare la tastiera del computer.

“Parla di me, in un certo senso...” rispose lei senza distogliere lo sguardo dallo schermo e continuando a scrivere. Era talmente tenera con quell’espressione concentrata sul volto, con la fronte corrugata, che Kyuhyun non resistette non schioccarle un bacio sulla guancia, provocando la pelle d’oca alla ragazza.

“Se parla di te, significa che parla anche di me, o sbaglio?”

La corvina arrossì e si girò verso il maknae, interrompendo la sua scrittura.

“E perché mai dovrei parlare di te?” chiese lei ironica per nascondere il tremore nella voce che le aveva provocato quella domanda.

“Perché sono il tuo ragazzo, stupida.” Rispose il cantante ghignando beffardamente

“Adesso, per avermi chiamato ‘stupida’, te lo scordi che ti inserisco nel mio romanzo.”

Kyuhyun sghignazzò silenziosamente e fingendosi offeso, la trascinò sul letto ed iniziò a farle il solletico, provocando le risate della ragazza.

“No, ti prego! Il solletic-...Basta!” pregò BonHan tra una risata e l’altra mentre cercava di divincolarsi dalla presa del maknae, il quale non aveva nessuna intenzione di fermare quella divertente e dolce tortura.

“Se mi inserisci nel tuo romanzo, la smetto.” Soffiò lui, sfiorando sulle labbra di lei e sorridendo malizioso.

“Ci sei già, idiota!”

“Ora, per avermi chiamato ‘idiota’, te lo scordi che la smetto!”

Kyuhyun riprese quella tortura mentre BonHan implorava pietà e rideva fino alle lacrime.

Quel mese fu il periodo più bello dell’intera vita di Kyuhyun e sentì che la sua vita ormai era completa, inoltre si era affezionato anche al piccolo BonJoong che era un bambino a dir poco sveglio per la sua età. Kyuhyun pensò che anche BonHan dovesse essere  anche lei così all’età di BonJoong ed erano anche molto simili: entrambi avevano un naso diritto e piccolo e la bocca piena, gli occhi del bambino erano più chiari rispetto a quelli di BonHan e i capelli erano di un tono più chiaro, quasi rosso cremisi alla luce del sole, però la postura e l’atteggiamento gli ricordarono la ragazza.

“Hyung mi prometti che tu e nuna starete per sempre insieme?” domandò il bambino mentre mangiava il gelato che il maknae gli aveva comprato, seduto sulla panchina nel parco, non poco lontano dalla sua scuola. Aveva chiesto al maknae di aspettarlo fuori alla sua scuola perché i suoi amici lo avevano accusato di essere un bugiardo, così appena vide Kyuhyun, che lo salutava da lontano e si avvicinava a lui,  gonfiò il petto orgoglioso e disse ai suoi amici, soddisfatto

“Visto, ve l’ho detto che è il fidanzato di mia sorella!” poi corse verso il maknae, afferrando la sua mano, poi si girò verso i compagni facendogli una linguaccia, provocando la risata del maknae.

Kyuhyun ancora sorrideva al pensiero.

“Perché me lo chiedi?” chiese a sua volta il cantante sorridendo intenerito da quella richiesta.

“Perché Yesung-hyung non mi piace.” Rispose BonJoong corrugando la fronte contrariato. I due fratelli erano più simili di quanto Kyuhyun potesse immaginare: persino l’espressioni facciali erano davvero molto simili.

“E perché?” rise divertito il cantante scompigliando i capelli bruni del ragazzino

“Perché è antipatico e poi si tinge i capelli troppo spesso, nemmeno la mia mamma se li tinge così spesso!”

Kyuhyun scoppiò in una risata fragorosa appoggiando alla spalliera della panchina in ferro. Senza peli sulla lingua, proprio come la sorella.

“Tu sei simpatico, ti piacciono i videogiochi e poi fai ridere nuna.” Aggiunse poi il bambino mentre dava un’ultima cucchiaiata al gelato. Kyuhyun si incupì e lo guardò serio: che sapesse tutto?

“Yesung-hyung l’ha fatta piangere, lo so. Nuna pensa che io non lo sappia o che non l’abbia capito, ma io l’ho sentita piangere per giorni e mi sono sentito un completo idiota: non sapevo come aiutarla. La verità è che nuna non capisce che sono grande ormai e che può fidarsi di me.” Concluse BonJoong mentre osservava attento un gruppo di piccioni che mangiavano un pezzo di pane lanciato da un anziano signore, di fronte a loro. BonJoong non era un bambino comune: pensava e agiva come un adulto ed era esattamente questo ciò che impauriva Kyuhyun, stava crescendo troppo in fretta.

“Dai andiamo,ti accompagno da tua madre.” Esortò il cantante alzandosi e prendendo la mano del bambino per poi dirigersi verso il locale della madre di BonHan.

“Mi prometti che tu e nuna starete insieme per sempre?”

“Si BonJoong, fino a quando non sarò altro che cenere.”

 

 

“BonHan, tra una settimana i ragazzi hanno un meet and greet a Tokyo, potresti accompagnarli tu?”

“Certo, non ci sono problemi.”

Eppure di problemi ce n’erano fin troppi, celati dai falsi sorrisi. Kyuhyun le aveva detto che tutti i ragazzi sapevano di loro due e forse era proprio questo ciò che agitava maggior mente BonHan: tutti, nessuno escluso. Dunque anche Yesung, per cui come si sarebbe dovuta comportare con lui? Ignorarlo semplicemente? Far finta che non esistesse?

Impossibile, non si può ignorare uno come Yesung.

Adesso mi spieghi perché ti importa di Yesung?

Stizzita da quel pensiero, si alzò nervosa e si diresse verso il tetto della SM Town: aveva bisogno di schiarirsi le idee e di prendere una boccata d’aria; si sentiva soffocare e le pareti stringersi intorno a lei, facendole girare la testa.

Perché pensava ancora a Yesung? A stento gli rivolgeva la parola, nonostante i numerosi tentavi di attaccar bottone da parte del main vocalist: infatti lei o sviava sempre la domanda o semplicemente cambiava direzione appena lo vedeva arrivare, comportandosi da immatura e ne era anche consapevole. Come era consapevole del fatto che provava ancora qualcosa per lui. Scosse la testa per svuotare la testa da quei pensieri e aprì la porta che conduceva al tetto: un vento primaverile le scompigliò i capelli, ormai la primavera era alle porte infatti tutti gli alberi erano in fiore diffondendo per tutta la città un dolce profumo. BonHan amava la primavera, era la stagione della rinascita dopo il freddo mortale inverno, proprio come stava succedendo nella sua vita: stava sbocciando come i fiori appena spuntati su un albero spoglio.

Avanzò verso il parapetto mentre le ritornavano alla mente tanti dolci ricordi: il viso di Yesung e il suo sorriso, poi il bacio sulla guancia... sembravano ricordi di una vita che non le apparteneva più. Scosse la testa e fece un respiro profondo, poi si accorse di una figura appoggiata al parapetto, di spalle, che osservava il cielo. BonHan riconobbe quell’espressione assorta e avrebbe voluto girare e scappare, ma sapeva che lui aveva già sentito i suoi passi avvicinarsi.

“Ciao BonHan.” Salutò Yesung senza distogliere lo sguardo dal cielo.

“Come hai capito che ero io?”chiese lei sulla difensiva restando a fissare le spalle ben delineate del main vocalist.

“Riconosco il tuo passo, sembra che segua una musica.”rispose il rosso girandosi e sorridendo tristemente. Quel colore di capelli lo rendevano più sensuale di quanto non fosse già e BonHan, vedendo quel sorriso malinconico sul suo viso, sentì una parte di lei morire dentro.

“Come stai?” domandò BonHan avvicinandosi al main vocalist e appoggiandosi al parapetto. Yesung non rispose subito: che domanda sciocca, come poteva sentirsi? Uno schifo. Sospirò e come sempre cercò le parole più adatte.

“Me la cavo. E invece tu come stai? Come va con Kyuhyun?”

“Bene, grazie.” Tagliò corto lei velocemente. Si sentiva a disagio a parlare di lei e Kyuhyun con Yesung, lui che avrebbe potuto occupare il cuore di BonHan con uno schiocco delle dite. Se solo lui avesse voluto, sarebbe stata sua per sempre.

“Non sentirti a disagio, BonHan.” Disse il cantante con un tono da rimprovero, come se avesse letto nella mente della manager.

“Non lo sono.” Rispose BonHan irritata rivolgendo lo sguardo alla città che caotica come al solito, scorreva impassibile di fronte alla vita degli abitanti, con le sue luci e i suoi rumori.

Yesung rise amaro: chi voleva prendere in giro? La  conosceva abbastanza da capire quale sentimento stesse provando, era come un libro aperto per lui.

“BonHan, puoi mentire a chiunque, ma non a me.” Rispose il cantante serio mentre la guardava con fermezza. Era cambiato, BonHan non sapeva se in meglio o peggio: forse tutto quello che era successo lo aveva aiutato a mettere in chiaro molte cose della sua vita.

“Cosa vuoi da me?”

“Sto cercando di esserti amico, BonHan. Non ho nessun altro fine, voglio solo poter di nuovo guardarti negli occhi senza che uno dei due si senta in colpa o a disagio.”

BonHan guardò un po’ stupita Yesung: era serio e la sua voce era ferma come lo sguardo. Capì cosa intendeva: non voleva scomparire dalla sua vita, come anche lei. Si sentiva ancora parte di lui e c’era una piccola parte di lei che non voleva abbandonare quel ragazzo per nessuna ragione al mondo.

Può un fiore nascere sulla terra bruciata?

BonHan pensò di si, o almeno sperava che lo fosse, altrimenti tutto quello che sarebbe avvenuto dopo sarebbe stato vano.

“Potremmo tentare.” Disse lei infine.

“Davvero?” domandò interdetto il rosso.

BonHan annuì convinta “Dimentichiamoci quello che è successo, il passato è passato e non deve influire sul presente, non sei d’accordo?” concluse la corvina sorridendo serena. Yesung sorrise felice e annuì entusiasta, almeno non sarebbe scomparso dalla sua vita. BonHan ricambiò quel sorriso tanto contento del rosso, poi sentì il cellulare squillare.

Non sapeva ancora che quel breve attimo di felicità sarebbe svanito nel nulla come la neve che si scioglie al sole.

 

“Eomma sono arrivato!” esclamò BonJoong non appena entrò nel locale, seguito da Kyuhyun . Le luci erano spente e solo quelle della cucine erano ancora accese.

“Sarà in cucina, vado a vedere.” Disse BonJoong dirigendosi verso la cucina, mentre Kyuhyun annuì e si sedette al bancone e osservava distratto le fotografie appese alla parete. Quando sentì urlare il ragazzino, corse spaventato verso la cucina scoprendo una macabra scena: la donna era stesa a terra immobile, con gli occhi chiusi  e mortalmente pallida, mentre BonJoong la scuoteva piangente. Il maknae si avvicinò al petto della donna e appoggiò l’orecchio: il cuore batteva ancora seppur debolmente . Tremante, afferrò il cellulare e digitò il numero del pronto soccorso richiedendo un’ambulanza urgente, poi prese di peso il bambino e lo portò nella sala.

“Eomma! Eomma!” urlò disperato BonJoong mentre cercava di correre verso la madre, bloccato però dal maknae

“BonJoong, calmati! Sta per arrivare un’ambulanza e andrà tutto bene, ok?” disse Kyuhyun cercando di apparire il più convincente possibile mentre gli asciugava il viso bagnato per le lacrime. BonJoong tirò su con il naso e si asciugò gli occhi con il dorso della mano.

“Me lo prometti?” chiese tra un singhiozzo e l’altro

“Te lo giuro.”

 

Quando arrivarono all’ospedale, Kyuhyun digitò il numero di BonHan mentre guardava la barella in cui era stesa JaeHwa , dirigersi verso il reparto di rianimazione.

“BoonJong, aspettami qui.” Ordinò al bambino seduto nella sala d’attesa mentre era al telefono e si dirigeva verso una delle finestre che illuminavo quel luogo che sapeva di sofferenza per Kyuhyun, gli ricordò il suo incidente e automaticamente le cicatrici sull’addome incominciarono a pizzicare, nonostante fossero passati anni.

Andiamo... rispondi...

“Yeoboseyo?”

“BonHan!”

 

“Yeoboseyo?”rispose BonHan allontanandosi dal parapetto

“BonHan!” esclamò Kyuhyun con voce tremante dall’altro capo del telefono. BonHan intuì subito che era successo qualcosa di brutto.

“Kyuhyun cosa è-... cosa?! Dove?! Arrivo subito!” BonHan chiuse la chiamata  e si diresse velocemente verso la porta.

“BonHan, che succede?!” esclamò preoccupato Yesung seguendola preoccupato.

“Kyuhyun ha trovato mia madre sul pavimento del locale con un battito debolissimo e adesso sono all’ospedale!” rispose lei sul punto di scoppiare in lacrime per la paura mentre accelerava il passo. Non poteva perdere anche lei, impazziva dal dolore al solo pensiero.

“Vengo con te.”

BonHan non controbatté: in quel momento aveva bisogno più che mai della presenza di Yesung.



Note dell’autrice :3
Ebbene, sono tornata prima del previsto, NON SIETE CONTENTE? :3
*grilli*
a quanto pare no.
ANYWAY, bhè si, sincermamente questo capitolo mi è uscito di getto mentre studiavo da mia nonna, devo andarci più spesso perchè la mia nonnina mi fa venire l'ispirazione OuO (?)
Dal sondaggio dell'altra volta ho scoperto che ci sono molte BonKyu shippers. Ma povero Yeye su u_u non trattate male il mio bias!
Yesung: MA SE SEI LA PRIMA CHE MI TRATTA MALE! <.<
Zitto o ti uccido una delle tue tartarughe.
Yesung: D:

Anyway, vi abbandono adesso, dovrei studiare italiano... quindi vado!
Vi ringrazio per aver letto ancora una volta il capitolo ^^
Un bacio e a presto!
Cri_Snix

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P.s: Io shippo la KyuSung u.u







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Capitolo 18
*** Capitolo 17-Un corpo freddo ***




Capitolo 17
Un corpo freddo

La pioggia picchiettava silenziosamente sui vetri delle finestre opache nella sala d’aspetto e le bianche pareti unito al mortale silenzio che regnava nella stanza, rotto solo dal movimento delle lancette dell’orologio affisso alla parete, rendeva quel posto ancora più inquietante e freddo di quanto già non fosse. Era un luogo che emanava morte da ogni singolo oggetto e parete, facendo solo trasalire i presenti. BonHan spesso si domandava se ci fosse altro dopo la morte, un’altra vita: si diceva sempre che se ci fosse solo un tetro vuoto dopo la morte, la vita sulla terra era inutile. Il pensiero di una nuova vita dopo la morte la faceva sentire meno sola, infatti pensare che suo padre fosse ancora con lei e la proteggeva sempre, rendeva anche il dolore meno acuto. Tuttavia questo era anche alleggerito dalla presenza continua di sua madre ma in quel momento con la vita di sua madre in bilico, il dolore si fece sentire con prepotenza, scagliando infiniti spilli contro ogni suo singolo lembo di pelle.  Come avrebbe fatto se avesse perso anche lei? Come sarebbe riuscita ad andare avanti?  

Mentre accarezzava la testa del fratello, appoggiata sulle sue ginocchia, pregava disperatamente di non perdere anche lei, che doveva restare per BonJoong, perché lei infondo sarebbe andata avanti, accumulando il dolore in un angolo remoto della sua anima ma BonJoong?  Era ancora un bambino, come avrebbe fatto senza la presenza di sua madre? Perché ha vissuto così poco l’amore di sua madre?

BonHan ricacciò indietro le lacrime prendendo un respiro profondo e quando sentì la mano di Kyuhyun stringerle la mano, si sentì al sicuro.  Nonostante il calore della stretta del maknae, ciò che la tranquillizzò fu il sorriso rassicurante di Yesung che le rivolse e pensò che tutto si sarebbe risolto: Yesung  era in grado di farle credere che tutto sarebbe andato per il meglio.

“Park BonHan?” esordì il dottore con una cartellina in mano, non appena entrò nella sala. BonHan fece alzare suo fratello dalle ginocchia e si alzò in piedi, mentre Kyuhyun e Yesung rivolsero la loro attenzione al dottore facendo seri.

“Sono io.” Rispose secca BonHan, scura in volto.

“Starà bene vero?” intervenne BonJoong speranzoso. Il medico abbassò gli occhi scuri, incupendo lo sguardo e fu allora che BonHan capì ogni cosa: avrebbe perso anche sua madre.

“BonJoong, andiamo ai distributori. Non hai detto di aver fame?” disse Kyuhyun prendendo la mano di BonJoong. La corvina lo guardò grata mentre lui le sorrise amaro, poi si allontanò con il bambino dirigendosi ai distributori. Yesung si avvicinò alla manager e con uno sguardo grave, scrutò il dottore come se volesse  leggergli il pensiero, nonostante avesse già intuito tutto.

“Sua madre è all’ultimo stadio di un glioblastoma celebrale.” Esordì il medico con serietà.  BonHan si sentì gelare come se avesse ricevuto una secchiata d’acqua gelida sul viso, sentì le gambe cederle e la testa scoppiare. Non poteva essere così, non doveva andare così: c’era qualcosa di subdolo e schifosamente vero in quella terribile affermazione facendo sembrare quella situazione irreale.  Quante volte aveva ripetuto quella scena nella sua mente?  Solo che al posto di sua madre, c’era suo padre steso su un letto spoglio, privo di vita. Sentì le lacrime pizzicarle gli occhi e un senso di oppressione nel petto: perché doveva succedere di nuovo?

Perché eomma, perché?!

“Non è possibile. Me l’avrebbe sicuramente detto. “obbiettò la ragazza dura e al tempo stesso stizzita: ancora si ostinava a credere che era un incubo, uno dei suoi soliti e che presto si sarebbe svegliata.

E’ la vita vera BonHan, fattene una ragione.

“E’ un cancro che in giro di pochi mesi si diffonde nella maggior parte del cervello provocando convulsioni, cefalee e vomito.”

Il dottore continuava a parlare, ma BonHan percepiva le parole ed i suoni in maniera ovattata: doveva per forza essere un incubo, non poteva succedere di nuovo.

 

“La caduta ha provocato una serie di emorragie interne e una serie di aneurismi celebrali.”

“Ce la farà?”

“Temo di no, ajumeoni.”

 

“Sua madre si è mai lamentata di forti dolori alla testa?” domandò il medico scrutando la ragazza oltre la montatura delle lenti.

BonHan scosse lentamente la testa “Mia madre... non mi parlava di queste cose.” Rispose la manager rigettando indietro ancora una volta le lacrime intrappolandole nella gola. Non era più un incubo o semplicemente una vaga ipotesi: l’avrebbe persa rendendo la realtà ancora più orribile, facendole gelare il sangue.

“E’ curabile? Può essere ancora operata?” intervenne il main vocalist con fermezza. Il medico sospirò e si aggiustò le lenti a mezzaluna che gli ricadevano sul naso appuntito.

“Il tumore è troppo diffuso: se operassimo, rischieremo di causare danni permanenti  e nella peggiore delle ipotesi, la morte.”

 

“Quindi, morirà?”

“Purtroppo si.”

“Soffrirà?”

“No, a poco a poco tutti i suoi organi smetteranno di funzionare e alla fine...”

La piccola BonHan ascoltava silenziosa voltando la testa verso la madre e il giovane dottore, cercando di capire cosa stesse succedendo.

“Eomma, appa torna a casa?” chiese ingenuamente la bambina.

“No, non lo farà.” Rispose la madre trattenendo ancora per poco le lacrime.

“Perché?”

“Perché non ci sarà più.”

 

BonHan guardò il medico furiosa: non avrebbe di nuovo osservato impotente e silenziosa la morte di un suo caro. Non era più una bambina, se c’era una possibilità di salvezza per sua madre, non avrebbe esitato ad imporsi.

“Quindi dovrei lasciarla morire!” eslcamò lei furibonda stringendo i pugni arrabbiata.

“Purtroppo si.”

 

“Quindi, morirà?”

“Purtroppo si.”

 

“Siete medici o un branco di idioti?!” sbottò BonHan furiosa ormai urlando, mentre puntava minacciosa il dito contro il medico. Il rosso l’afferrò per le braccia, cercando di trattenerla non con poca difficoltà perché la ragazza di dimenava e tirava verso l’uomo.

“BonHan, calmati!”

“Siete dottori, fate qualcosa! Non potete lasciarla morire!” continuò la manager ormai piangendo rabbiosa.

“Abbiamo fatto il possibile, mi creda.” Rispose serafico il dottore, ormai abituato a scene simili a quella.

“Evidentemente non basta!”

 

“Non c’è niente che possiamo fare?” chiese JaeHwa con rassegnazione

“No, abbiamo fatto veramente il possibile.”

 

Stessa scena, stesse parole che nuovamente si ripetevano con crudeltà e freddezza. Passato e presente si intrecciarono in un turbine di dolore e disperazione senza fondo. Che incubo era quello?

“BonHan.” Yesung la costrinse a girasi e con fermezza la prese per le spalle “Guardami.” Ordinò autoritario alzandole il mento e quindi obbligandola a guardarlo negli occhi: non aveva bisogno di dirle che ormai era finita, che non aveva senso lottare. L’unica cosa che poteva fare era restare al fianco di sua madre per quel poco che le restava, con la certezza che lui sarebbe rimasto con lei. A BonHan bastò per capire e fu per questo che nascose il suo viso nel petto di lui dando sfogo ad un pianto liberatorio, aggrappandosi con ferocia alla giacca del cantante. Yesung la strinse titubante: era giusto che ci fosse lui al posto di Kyuhyun? Tuttavia,di fronte a quelle lacrime amare e a quella ragazza così indifesa in quel momento da assomigliare ad un tenero pulcino tremante, non resistette e l’abbracciò con tutta la forza che possedeva non ponendosi più simili domande su cosa fosse giusto o sbagliato. BonHan aveva bisogno di lui in quel momento e solo questo contava.

“Quanto le resta?” chiese il cantante affranto accarezzando la schiena della giovane manager.

“Una notte o forse anche di meno.”

 

“Quanto gli resta da vivere?”

“Meno di ventiquattr’ore.”

JaeHwa chiuse gli occhi e strinse il BonJoong che aveva tra le braccia, poi guardò BonHan la quale la guardava interrogativa. Forse era meglio che non capisse, almeno non avrebbe pensato che sarebbe cresciuta senza un padre al suo fianco.

 

Yesung chiuse gli occhi quando sentì il pianto di lei intensificarsi trasformandosi in un urlo disperato e si aggrappò talmente forte a lui che il rosso sentì le unghie di lei graffiargli la pelle da sopra i vestiti.

“Mi dispiace... infondo al corridoio si trova la sua stanza.” Disse il dottore realmente dispiaciuto mentre si sfilava gli occhiali. “Mi dispiace davvero.” Aggiunse ancora, poi si allontanò diretto in un’altra stanza, lasciando BonHan al suo dolore e ai suoi ricordi.

Il main vocalist prese il viso della ragazza tra le mani e le asciugò le lacrime con i pollici mentre lei continuava a singhiozzare.

“Yesung, io non voglio perderla... non anche lei...” disse BonHan tra un singhiozzo e l’altro con gli occhi arrossati e gonfi.

“BonHan, l’unica cosa che puoi fare adesso è andare da lei e restare con tua madre fin quando il tempo ve lo permetterà.” Rispose Yesung  accarezzandole la testa “Non sei sola, adesso ci sono io qui con te.” Aggiunse sorridendo con dolcezza. La corvina annuì debolmente, poi si diresse verso la stanza seguita dal ragazzo cercando di trattenere le lacrime: non voleva che l’ultima immagine che sua madre vedesse di lei fosse affranta e distrutta.

Quando entrò nella stanza, la desolante visione di sua madre stesa debolmente sul letto bianco, come una bambola di pezza, e l’elettrocardiogramma collegato al suo cuore segnalando le lente pulsazioni, le distrusse il cuore, facendole riportare alla memoria le ultime ore di vita di suo padre.

 

“Appa!” esclamò la bambina correndo verso il letto

“Ehi,piccina mia...” rispose il padre debolmente accarezzando la guancia della figlia

“Appa...”

“No BonHan, non piangere.”

 

“Eomma...” sussurrò la ragazza avvilita mentre si avvicinava con lentezza al letto.

“BonHan... sei qui...” rispose la donna debolmente sorridendo a fatica.

“Eomma... perché non me l’hai mai detto?” chiese la figlia con la voce tremane per lo sforzo di trattenere le lacrime. JaeHwa sorrise amara e sospirò stancamente prendendo tra le mani quella della figlia. BonHan rabbrividì per la freddezza quasi mortale della pelle di sua madre: rigettò ancora una volta le lacrime trattenendole in gola.

“BonHan, io non volevo che ti preoccupassi per me. Pensavo che avrei avuto più tempo e soldi per le cure...”

“Da quanto lo sapevi?”

“Da un mese.”

BonHan si morse il labbro fino a sentire il sapore metallico del suo sangue: avrebbe dovuto accorgersene, avrebbe dovuto capirlo, ma ormai era troppo tardi.

“Perdonami BonHan.” Supplicò debolmente la donna.

 

“Perdonami BonHan. Avrei voluto vederti crescere, trasformarti in una giovane e bellissima donna e chissà accompagnarti anche all’altare.”   Disse l’uomo accarezzando il viso della bambina

“Ma purtroppo, questo non mi sarà possibile.”

SeungHo si lasciò sfuggire una lacrima solitaria che rigò la guancia ormai chiazzata da lividi e ferite.

“Perdonami, BonHan.”

 

BonHan tenne gli occhi bassi per tutto il tempo, sentendo ancora la rabbia crescerle nel petto: lo sapeva da tempo e nonostante ciò lei non aveva avuto nessuna cura di se. Non pensava a BonJoong? Non pensava a lei?

“Avremo trovato il modo!” esclamò la manager con la voce spezzata da lacrime silenziose.

“Adesso è tardi, non credi?”

“Eomma, non posso perdere anche te. Se non ci sei tu al mio fianco chi mi dirà cosa è giusto o sbagliato?!”

JaeHwa accarezzò il viso della figlia sapendo che mai più l’avrebbe rivista, tuttavia non si sentiva triste anzi, era orgogliosa della giovane donna seduta di fronte a lei che stava cercando con tutte le sue forze di trattenere il pianto. Ricordò la prima volta che la vide e la strinse tra le sue braccia: un piccolo bocciolo di rosa che ben presto sarebbe fiorito. Di un’intelligenza straordinaria e di una forza da permetterle di non abbattersi mai. Era fiera ed orgogliosa di quella sua creatura, ma era giunto il momento che camminasse da sola.

“BonHan, sto morendo ed è arrivato il momento che tu adesso vada avanti senza di me.” Disse con fermezza la donna stringendo la mano della figlia. BonHan lasciò che le lacrime le bagnassero il viso e abbracciò sua madre, inebriandosi del suo profumo, per un’ultima volta. Yesung in silenzio, rimase ad ascoltare appoggiando la testa alla parete cercando di non piangere anche lui. Per cosa piangeva? Per JaeHwa che non avrebbe più rivisto i suoi figli? Per BonHan che avrebbe perso sua madre? Per BonJoong che non avrebbe mai vissuto a pieno l’amore di sua madre?

Yesung si sentiva di piangere per quella donna grazie alla quale aveva capito di amare profondamente BonHan e non l’avrebbe mai dimenticato.

“Eomma!” esclamò BonJoong entrando nella stanza, seguito da KyuHyun che rimase sul ciglio della porta.

“BonJoong...”

“Eomma come stai? Guarirai vero? Tornerai a casa, vero?”

JaeHwa rise debolmente e accarezzò il viso del figlioletto: di fronte a quegli occhi pieni di dolcezza e speranza, come avrebbe mai potuto confessargli che mai più sarebbe ritornata da lui?

“Certo tesoro e quando torno, preparerò tutti i tuoi cibi preferiti, d’accordo?” mentì la donna cercando di essere convincente. Poi abbracciò con forza il figlio imprimendosi nella mente il viso e il profumo del figlio, mentre BonHan si girò dall’altra parte asciugandosi le lacrime che sgorgavano implacabili.

Kyuhyun rivolse uno sguardo interrogativo verso Yesung: il main vocalist scosse il capo con rassegnazione e Kyuhyun capì, JaeHwa non ce l’avrebbe fatta.

“BonJoong andiamo, sta sera dormirai con noi.” Disse Yesung sorridendo cordiale porgendo la mano al bambino.

“Io con te non vado da nessuna parte.” Rispose secco guardando  crucciato il cantante

“BonJoong!” esclamò la donna con quella poca forza che le restava.

“Lo accompagno io, tu resta con BonHan.” Intervenne il maknae scuro in volto, poi aspettò che BonJoong salutasse sua madre, ignaro che fosse per l’ultima volta e uscì fuori dalla stanza, seguito da BonHan. I due si abbracciarono e stettero stretti per molto tempo: BonHan aveva bisogno di quel contatto.

“Grazie.” Sussurrò grata all’orecchio di lui. Kyuhyun sorrise, poi le diede un bacio sulle labbra, sotto lo sguardo imbarazzato di Yesung. Il main vocalist distolse lo sguardo imbarazzato: sarebbe dovuto andare lui con il bambino e non Kyuhyun. Tutto quello che stava accadendo era terribilmente sbagliato: JaeHwa non doveva ammalarsi, BonHan e BonJoong non dovevano rimanere da soli e Kyuhyun non doveva andare via e lui non doveva essere lì.  Sembrava che il maknae gli stesse implicitamente dicendo che era lui l’unico in grado di consolare BonHan.

Poi il maknae andò via sapendo che il quel momento BonHan aveva più bisogno di Yesung.

 

“BonJoong, ti va di giocare?” propose Eunhyuk mostrando al bambino la scatola di un gioco da tavolo.

“Cluedo! E’ uno dei miei preferiti.” Rispose entusiasta il bambino sorridendo mentre seguiva il main dancer.

“Voglio giocare anche io.” Piagnucolò Donghae mettendo il broncio

“Allora vieni anche tu.” Rispose Hyukjae corrugando la fronte infastidito

“No, adesso non voglio perché non l’hai chiesto prima a me.” Rispose il bruno  incrociando le braccia stizzito

“Te l’avrei chiesto se non avessi fatto lo stesso con me prima...” lo provocò l’altro pungente innescando un nuovo ed inutile battibecco.

“Hyung... fanno sempre così?” domandò BonJoong a Leeteuk mentre osservava stranito i due litigare

“La maggior parte delle volte...” rispose divertito il leader scompigliandogli i capelli.

“Sempre.” Aggiunse Kangin sospirando. BonJoong rise divertito: era una risata cristallina. Il leader si domandò se anche quando avrebbe saputo di sua madre, avrebbe conservato quella risata oppure si sarebbe spento per sempre.

“BonJoong vuoi vedere un cartone animato?” chiese Sungmin sorridendo dolce

“Il re leone!” Esclamò il ragazzino saltando contento sul divano”Lo guardavo sempre con nuna.” Aggiunse sedendosi tra Siwon e Ryeowook mentre Shindong inseriva il dvd nel lettore.

“Almeno ha gusto BonHan...” sussurrò acido Heechul. Kyuhyun lo guardò infastidito ma si trattenne dal rispondere: ormai si era abituato a quelle frecciatine e soprattutto alla “gelosia” del suo migliore amico. Ancora non capiva il motivo del suo odio per BonHan.

“Siwon hyung perché ti chiamano Simba? Assomigli di più ad un micio spelacchiato che ad leone...”

I cantanti scoppiarono a ridere per la sincerità di BonJoong, l’unico che si sforzava almeno di sorridere era Kyuhyun il quale non riusciva a non pensare a BonHan: perché non era stato in grado di essere la sua roccia?

 

Le ore passarono e assistere allo spegnimento graduale di JaeHwa si fece sempre più lungo e distruttivo. Ormai non rispondeva più, invocava solo il nome di suo marito: era ormai giunto il momento che JaeHwa si ricongiungesse finalmente con il suo SeungHo.

“B-BonHan...” sussurrò faticosamente la donna stringendo la mano della figlia “Promettimi che ti lascerai amare, l’amore è la cosa più bella che possa mai capitarti.”

BonHan sentì  gli occhi umidi e le lacrime in gola: stava finendo davvero? Da un momento all’altro sua madre non l’avrebbe più rivista, avrebbe chiuso gli occhi per sempre.

“Te lo prometto eomma.” Rispose la ragazza lasciando che le lacrime le annebbiassero la vista e le bagnassero gli zigomi. La donna sorrise stanca poi rivolse il sguardo verso Yesung facendogli segno di avvicinarsi. Quando il cantante, titubante, si avvicinò al capezzale, JaeHwa gli prese la mano facendogli promettere che si sarebbe preso cura lui di BonHan e BonJoong.

 

“BonHan devi promettermi che ti prenderai cura tu della mamma e di tuo fratello, senza smettere mai di inseguire il tuo sogno. Me lo prometti?”

 

“Io ve lo prometto, ajumma.” Rispose il rosso con la voce rotta dal pianto.

 

“Te lo prometto, appa.”

 

JaeHwa sorrise serena: adesso poteva andare. Guardò per un’ultima volta BonHan e rivide nei suoi occhi l’uomo che non aveva mai smesso di amare: le stava porgendo la sua mano, circondato da una luce splendente e purissima.

 

“Sono pronta, amore mio.”

Chiuse gli occhi ed emise il suo ultimo respiro, mentre un tuono squarciava con ferocia il cielo e la pioggia si intensificò.

“Eomma... eomma!” urlò BonHan scuotendo con forza il corpo senza vita della madre

“BonHan...” sussurrò Yesung avvicinandosi alla ragazza

“Eomma!” urlò disperata lei con la vista appannata dalle lacrime. Il medico si avvicinò al corpo della donna e controllò il monitor dell’elettrocardiogramma, privo di movimento.

“Ora del decesso,  ventuno e nove minuti.”

 

“Ora del decesso, ventitré e venticinque minuti.”

BonHan si nascose dietro la gamba della madre bagnando le gambe della donna con le sue lacrime, mentre JaeHwa era scossa da singulti e singhiozzava cullando il piccolo BonJoong.

 

BonHan si sentì risucchiare da un incubo crudelmente reale: urlò con rabbia e disperazione invocando il nome di sua madre mentre Yesung la trascinava via di peso dalla stanza. Il rosso la strinse a se da dietro, mentre lei urlava e piangeva disperatamente rompendo con le sue grida il silenzio mortale di quel luogo. Yesung non la lasciò neanche quando si accasciò a terra priva di forze e lei si appoggiò sulla spalla di lui singhiozzando distrutta. Quando intravide il lenzuolo bianco sul viso di sua madre, sentì una parte di lei morire per sempre e si ricordò quando accadde lo stesso con suo padre.

“Ti prego Yesung, portami a casa...” implorò BonHan scossa da violenti singulti e la voce squassata da lucciconi che le arrossavano gli occhi. Yesung l’aiutò ad alzarsi e la fece appoggiare su di lui: sarebbe stato lui la sua ancora di salvezza, era ormai il suo compito.

Quando furono arrivati a casa della ragazza, Yesung si assicurò che almeno mangiasse qualcosa, arrivando persino ad imboccarla. Non voleva lasciarla da sola, non in quello stato con il cuore distrutto.

“Yeye... puoi restare con me?” chiese supplichevole BonHan con gli occhi gonfi e arrossati ancora carichi di lacrime. Il main vocalist annuì silenzioso e si sedette sulla poltrona della stanza da letto.

“Io intendevo... dormire affianco a me.”

Yesung la guardò incerto poi si alzò, vinto dalla preghiera e da quello sguardo impaurito, lentamente mentre lei gli fece spazio; quando si stese al suo fianco, BonHan si strinse a lui, appoggiando la testa sul suo petto, sentendo il battito del cuore del ragazzo, mentre lui e accarezzava la schiena nel tentativo di tranquillizzarla.

“Domani sarò di nuovo forte, ma sta sera posso piangere?” chiese tra le lacrime BonHan riprendendo a singhiozzare.

“Non c’è bisogno che tu sia forte, lo sarò io per te.” Rispose il cantante sicuro baciandole la fronte e stringendola al suo petto. Non si addormentò fino a quando la corvina non smise di singhiozzare continuando ad accarezzarle la schiena, poi quando fu certo che si fosse addormentata e il respiro regolarizzato, chiuse gli occhi anche lui promettendo ancora una volta a JaeHwa che l’avrebbe protetta per sempre.



Note dell'autrice!
Ebbene dopo milleni, eccomi qua con un capitolo a dir poco depressivo. Si dovevo dirvi di portarvi i rotolono regina, sorry.
Se siete arrivati qui, complimenti avete vinto una fornitura per un anno di  biscotti pan di stelle (?)
Scusate sto sclerando. Ora vado a studiare, gente! Ci vediamo al prossimo capitolo!
Un bacio
Cri_Snix

P.s: Oggi sono in fissa per la YeWook :3

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Capitolo 19
*** Capitolo 18-Il dono ***




Capitolo 18
Il dono


Gli occhi di sua madre che la guardavano per un’ultima volta prima di chiuderli per sempre, tormentarono il sonno  di BonHan per le notti seguenti. Ogni notte BonHan la salvava con modi diversi, ma al mattino, quando si svegliava,  per un istante di dimenticava che sua madre non sarebbe mai più tornata, poi subito dopo si rendeva conto che era solo un sogno. I primi giorni cercò di non piangere almeno di fronte al fratello, cullandolo tra le sue braccia quando la notte le chiedeva di dormire con lei. Poi un giorno, mentre era sotto il getto della doccia, lasciò che le lacrime si confondessero con le gocce d’acqua fredda, liberandosi del groppo che aveva nella gola. Stare a casa di sua madre, inoltre, amplificava il suo dolore e nonostante l’assidua presenza di Kyuhyun a casa sua che cercava in tutti i modi di alleviarle il dolore, non si sentiva meglio, proprio come quel pomeriggio. Il maknae era andato a casa della manager per aiutarla a sistemare in degli scatoloni gli oggetti presenti in casa che prima erano solo degli oggetti privi di valore e storia ma che dopo la morte di JaeHwa divennero solo fonte di nostalgici ricordi.

“Grazie Kyuhyun.” Disse BonHan mentre riponeva delle cornici in uno scatolone.

“Non devi ringraziarmi, sono qui per te e BonJoong.” Rispose il maknae intento ad avvolgere nella carte di giornale delle tazze in porcellana. BonHan gli sorrise con quel velo ormai di tristezza per poi passare ad imballare i quadri.

Kyuhyun la guardava attento mentre continuava ormai meccanicamente ad avvolgere le tazze nei fogli di giornale pensando a quanto BonHan fosse bella nonostante le occhiaie dovute alle notti insonni e ai ciuffi ribelli che le ricadevano dalla coda. Quando vide un sorriso malinconico spuntarle sul viso per una foto ingiallita, si avvicinò silenzioso a lei e le diede un bacio sulla guancia facendola arrossire e girare di scatto.

“E questo per che cos’era?” chiese BonHan rossa in volto

“Deve esserci per fora un motivo per baciare la mia ragazza?” rispose malizioso lui ad un soffio dalle labbra della manager.

“Non siamo soli ti ricordo...” sussurrò la ragazza mentre il cantante sfiorava le labbra della corvina

“E allora?...”

“E allora placa i tuoi ormoni.”

Kyuhyun sorrise contro il collo di BonHan che stava punzecchiando con piccoli baci e morsi provocando dei brividi nella ragazza.

“Sul serio Kyuhyun, BonJoong è di là.” Disse BonHan allontanandolo con le mani. Il maknae sbuffò contrariato facendo ridere BonHan, poi lo invitò a sbrigarsi con le stoviglie.

“Sappi che la prossima volta non mi limiterò ad un bacio.” L’avvertì Kyuhyun sorridendo malizioso. BonHan stava per controbattere quando entrò in cucina BonJoong con la mascella serrata, decisamente arrabbiato.

“Io non voglio andare via.” Esordì BonJoong serrando le mani sullo scatolone in mano e scuro in volto.

“Donsaeng ne abbiamo già parlato.” Rispose secca la sorella senza rivolgere lo sguardo al fratello continuando ad imballare le cornici.

“BonJoong ascolta tua sorella, è la cosa migliore da fare.” Aggiunse Kyuhyun avvicinandosi al bambino. BonJoong corrucciò la fronte e fece una smorfia con le labbra.

“Adesso tutto quello che dice nuna è giusto!” sbottò acido il bambino sbattendo i piedi per terra.

“BonJoong!”

“Lascia perdere Kyuhyun, è un ragazzino.”

BonJoong divenne rosso e lasciò cadere lo scatolone con rabbia “Io non sono un ragazzino!”

“Ah no? Però ti stai comportando come tale!” controbatté BonHan duramente mentre afferrava un altro scatolone con stizza.

“Eomma sarebbe restata ancora qui, non sarebbe andata via senza aver prima trovato un altro posto dove andare!”

“Mi dispiace di non essere come eomma!” esclamò stizzita BonHan sovrastando BonJoong mentre gli rivolgeva uno sguardo risentito. Il bambino abbassò gli occhi non riuscendo a sostenere quelli della sorella e mentre sussurrava le sue scuse, corse verso la sua stanza raccogliendo lo scatolone e gli oggetti caduti da esso.

“Forse è meglio che vada a parlargli...” disse il cantante alzandosi e dirigendosi verso la stanza, ma BonHan gli prese una mano e lo bloccò:

“No, lascia che si calmi. Tu piuttosto vai, hai le prove adesso.”

Kyuhyun sorrise divertito “E’ il brutto di avere come fidanzata l’assistente del proprio manager...” scherzò poi mentre si dirigeva alla porta indossando la giacca seguito dalla corvina che lo accompagnò alla porta.

“Non me lo dai un bacio?” domandò malizioso il cantante sorridendo sghembo

“Ti ho già detto di placare i tuoi ormoni?”

“Ti ho già detto che ti amo?”

BonHan sentì il cuore fermarsi a causa di quelle parole perché fu la prima volta che le sentì e le fecero uno strano effetto. Lei e Kyuhyun non avevano mai avuto bisogno di dirselo ne tanto meno sentirselo dire perché era così ovvio, almeno fino a quel momento. Se era così ovvio, perché BonHan non riuscì a dirlo a sua volta? Erano due parole, cinque lettere: cosa c’era di così complicato? La manager iniziò a domandarsi se amasse davvero Kyuhyun o se provasse solo un forte affetto verso di lui.

E’ ovvio che lo ami, sei solo spaventata perché nessuno mai te l’ha mai detto.

Forse era davvero così o almeno BonHan iniziò a sperare e a convincersi che fosse realmente così.

“Dai vai, farai tardi alle prove.” Rispose la ragazza distogliendo lo sguardo dal cantante.

Codarda...

“Sai in questi casi si risponde ‘anche io!’.” Disse Kyuhyun inarcando il sopracciglio ironico.

E’ tanto difficile da dire BonHan? Perché non mi ami come hai amato JongWoon?

BonHan sospirò arrendevole e lo guardò negli occhi: per un attimo vide il viso di Yesung negli occhi del maknae e le venne naturale dirgli “Anche io.”. Anche dopo quando Kyuhyun premette le sue labbra contro le sue, le continuò a vedere il volto di Yesung nella sua mente, rendendo quel bacio più dolce.

Quando finalmente il maknae andò via, BonHan si rese conto di ciò che aveva pensato rientrando in casa e chiudendosi la porta alle spalle. Amava Kyuhyun, eppure non c’era un solo istante che non riuscisse a non pensare a quel ragazzo che con un sorriso avrebbe potuto illuminare il mondo.

 

“Alla buon’ora Kyuhyun...” disse Leeteuk duro mentre seguiva con lo sguardo il maknae

“Ti davamo per disperso.” Aggiunse ironico Eunhyuk

“Avevi detto che saresti uscito per cinque minuti ed invece sei stato via per quasi mezz’ora” l’apostrofò Kangin aspramente.

Kyuhyun sorrise furbo mentre si sfilava la felpa restando in canottiera “Scusate hyung, ma ho avuto di meglio da fare...”

“Per esempio?”chiese ingenuamente Sungmin

“Cose che in cinque minuti non si possono fare...” rispose il maknae malizioso facendo impallidire Yesung che stava accordando la chitarra, facendogli alzare lo sguardo di scatto.

“Kyuhyun, ti aspetto nella mia stanza per le dovute confessioni.” Esordì Siwon guardandolo sconvolto.

“Col ca...”

“Tò-tò Kyuhyun, nessuno ti ha detto che le parolacce non si dicono?”

“Possiamo iniziare queste prove, per favore?” intervenne il leader stizzito mentre gli altri si posizionavano ai loro posti.

“Hyung, stai bene?” domandò Donghae al rosso ancora immobile per la dichiarazione del maknae

“Eh?!”

“Andiamo sai Kyuhyun com’è fatto: stava scherzando.” Cercò il minore di tranquillizzarlo sorridendo solare. Yesung annuì poco convinto mentre si alzava e raggiungeva gli altri.

Mentre provavano i passi, ogni volta che il suo sguardo cadeva su Kyuhyun, ripensava a quello che il maknae aveva detto prima e il solo pensiero che lui e BonHan erano andati oltre il semplice bacio lo mandava in bestia.

Si chiama gelosia JongWoon, e dovrai convincerci per molto.

Finite le prove i cantanti ritornarono ai loro dormitori, dirigendosi stancamente nelle loro stanze desiderosi di riposarsi e di farsi una doccia.

“E se avessero... insomma... dico... se Kyuhyun dicesse sul serio...?” domandò Yesung a Ryeowook uscendo dal bagno ancora con i capelli bagnati e l’asciugamano annodato in vita

“Non hai dimenticato l’asciugamano questa volta?”

“Wokieee!”

“Scherzavo!”

Yesung aggrottò la fronte e si stese su letto passandosi una mano tra i capelli pensieroso.

“Se fosse vero non credi che Kyuhyun l’avrebbe sbandierato ai quattro venti?” chiese con una punta di sarcasmo nella voce il più piccolo, mentre si sfilava la felpa per indossare qualcosa di più fresco e comodo.

“Non dovrebbe importarmene di che cosa faccia BonHan con Kyuhyun...”

“Tu l’ami hyung ed è naturale essere gelosi.” Lo interruppe il minore sedendosi di fronte al main vocalist. Yesung sospirò e si mise a sedere mentre le gocce d’acqua scendevano ancora lungo la spina dorsale facendogli il solletico innervosendolo, o forse era semplicemente la gelosia a renderlo nervoso.

“Cosa devo fare Wookie?” domandò il rosso sfregandosi le mani con lentezza. Ryeowook sospirò e arricciò un angolo della bocca sorridendo ambiguamente

“Hyung, lo sai benissimo.”

“Non ti facevo così ambiguo, Wookie.”

“Ci sono dei lati di me che ancora non conosci.” Scherzò il minore mentre entrava nel bagno facendo sorridere Yesung. Il rosso sospirò e prese il braccialetto per BonHan, che era sul comodino, e il cellulare per poi guardarli entrambi. Si fece coraggio e digitò il numero della manager scrivendole un messaggio.

Tutto ok? :)

Avrebbe voluto scriverle che in quel momento era lui che aveva bisogno di vederla, tuttavia non avrebbe dovuto e ne potuto, rimanendo sul freddo e distaccato. Trepidante attese la risposta tamburellando il cellulare nervoso sulla mano e non appena sentì il cellulare vibrare, lesse il messaggio con il cuore che gli galoppava impazzito.

Non proprio.

Yesung iniziò ad andare in ansia e si alzò in piedi incominciando a camminare avanti e indietro per la stanza mentre digitava velocemente la risposta.

Cos’è successo?

Un trillo di un nuovo messaggio non tardò ad arrivare e il cantante, preoccupato, trattenne un respiro.

Ho bisogno di te, puoi venire da me prima che puoi?

Il cantante si massaggiò le tempie pensieroso prima di risponderle: quelle parole che valevano così tanto per lui, valevano nello stesso modo anche per BonHan? Cosa voleva intendere? Un aiuto materiale, o semplicemente lo usava come una medicina contro i suoi attacchi di dolore? Yesung scosse la testa: BonHan non era la persona che sfruttava le persone a suo giovamento, le era successo sicuramente qualcosa. Si scompigliò i capelli nervoso e si morse il labbro indeciso mentre pensava ad una risposta. Lo sguardo si soffermò di nuovo sul braccialetto e digitò velocemente la risposta, seguendo l’istinto.

Venti minuti e sono da te.

 

BonHan io ho finito con gli scatoloni, posso andare a dormire?” chiese BonJoong con la voce sonnolenta strofinandosi gli occhi stancamente. Era così tenero con quegli occhi pieni di sonnolenza e che cercava in tutti i modi di tenerli aperti, che fece sorridere BonHan con tenerezza e con forza abbracciò suo fratello ripensando che lui era l’unica cosa sicura che le restava.

“Notte nuna.”

“Notte dongsaeng.” Rispose BonHan accarezzandogli i capelli, poi BonJoong si allontanò verso la sua stanza. La corvina sospirò stanca e si stiracchiò decidendo che avrebbe finito almeno di mettere negli scatoloni tutti i libri prima di andare a dormire anche lei. Quando prese l’ultimo libro, da esso fuoriuscì un foglio piegato a metà; BonHan lo raccolse e lo aprì, ma solo dopo che lesse il primo rigo e che riconobbe la calligrafia, si sentì gli occhi pizzicare dalle lacrime.

Cara BonHan,

se hai trovato questa lettera, significa che io non ci sono più, altrimenti richiudila immediatamente e rimettila a posto, impicciona!

Bene se stai continuando a leggere significa davvero che io non ci sono più e mi dispiace perché è colpa mia e non pensare che sia tua, ma procediamo con ordine.

Quando seppi che ero malata e che avevo pochi mesi di vita se non mi fossi operata subito, ho visto tutto il mio mondo crollare: come avrai pagato l’operazione e tutte le cure? Avrei dovuto obbligarti ancora ad aiutarmi e a prestarmi i tuoi soldi? Così decisi di non dirti nulla e di vivere gli ultimi mesi che mi restavano in pace e serenità insieme a te e BonJoong.

Adesso mi chiamerai egoista, mi odierai, mi piangerai ancora, ma soprattutto ti sentirai sola e abbandonata. Mi dispiace davvero BonHan, non pensare che sia stata una decisone facile per me lasciare da soli te e BonJoong, il mio piccolo BonJoong.

Non odiarmi BonHan, ma era l’unica soluzione per renderti libera.

Si, libera perché tu mi hai aiutato per quindici anni a discapito della tua giovinezza e del tuo sogno e non sai quanto mi senta in colpa per questo. Ma adesso, è arrivato il momento che faccia qualcosa per te: per troppo mi sono comportata da egoista impedendoti di piccare il volo e anche se tu l’hai fatto perché volevi, non ti ho mai ringraziato a sufficienza.

Voglio farti un dono BonHan, non una cosa qualsiasi o un oggetto, non è niente di tutto questo. E’ qualcosa di più profondo e duraturo: voglio donarti la tua vita.

Sei cresciuta troppo in fretta, rinunciando alla tua infanzia e alle piccole gioie e frivolezze di una ragazza. Per troppo tempo non hai amato, riso con i tuoi amici, pianto per le prime cotte... non hai mai vissuto per causa mia ed è per questo che è arrivato il momento che tu lo faccia.

So che queste parole ti feriranno e ti feriranno e ti faranno piangere ma è semplicemente la verità e lo sai anche tu, in cuor tuo, BonHan.

Ti voglio bene bambina mia e sono davvero orgogliosa della donna che sei stata, sei e che sarai.

Il mio unico ripianto e di non avere la gioia di vedere te e BonJoong continuare a crescere e vedervi diventare delle persone grandiose.

Con affetto, tua madre.

 

BonHan mentre leggeva, si appoggiò contro la parete ma le gambe non ressero e scivolò contro di essa fino a sedersi sul pavimento. Strinse la lettera tra le mani e alcune lacrime caddero su di essa scambiando l’inchiostro rendendolo in alcuni punti delle macchie nere indistinte. Iniziò a singhiozzare silenziosa per non farsi sentire dal fratello, nascondendo il viso tra le mani. Lei non aveva mai espresso un desiderio di liberta o di fuggire da sua madre, tuttavia in fondo al suo cuore non desiderava altro che del tempo per se stessa, ma non a quel prezzo.

Si asciugò le lacrime non appena sentì il cellulare trillare per un nuovo messaggio, così lo sfilò dalla tasca e lo lesse: era da parte di Yesung.

Tutto ok? :)

Sorrise triste e pensò che il cantante avesse un’innata capacità di capitare al momento giusto.

Non proprio.

Cosa è successo?

BonHan poté percepire la preoccupazione del cantante attraverso il messaggio e prese un bel respiro: non voleva che si preoccupasse ancora per lei e fu tentata di non rispondergli e di chiamare Kyuhyun, tuttavia sentiva di aver bisogno di Yesung e solo di lui rendendosi conto che ormai la sua presenza era ormai fondamentale. Non si sentì in colpa verso Kyuhyun mentre pensava a tutto questo, perché lo amava, ne era certa anche se per Yesung provava un forte affetto, nemmeno quando inviava la sua risposta di averlo accanto e solo dopo, quando Yesung le assicurò la sua presenza, si sentì tranquilla.

Perché aveva l’esigenza di avere lui al suo fianco? Ma la vera domanda era: perché non Kyuhyun.

 

Yesung salì velocemente le scale arrivando con il fiato corto di fronte all’appartamento di BonHan e titubante suonò il campanello. Non aspettò molto prima che BonHan, con il viso rigato dalle lacrime, lo aprisse.

“BonHan cosa...” ma prima che potesse continuare la frase, BonHan si strinse a lui in abbraccio arpionandosi alle spalle di lui. Yesung ricambiò l’abbraccio stringendola con forza e sapere cosa fosse successo non importava più perché aveva tutto il suo mondo tra le braccia. BonHan aveva bisogno di lui e parve che in quel momento stringerla a se e accarezzarle la schiena mentre lei gli bagnava la maglia con lacrime amare, fosse la cosa migliore che potesse fare.


Note autrice :3

EBBENE, ECCOMI QUA! MUHAHAHAHA

DOPO ANNI, SECOLI, MA CHE DICO, MILLENI,  sono tornata! 

GOITE SU!

...

Oh bè, se non gioite non vi do i biscotti u.u

Bene ora mi dileguo e vi abbandono con questo Kyuhyun u.u

Un bacio e al prossimo capitolo!

Cri_Snix

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Capitolo 20
*** Capitolo 19-Contrasti d'amore ***




 Capitolo 19
Contrasti d'amore

“Credo che sia meglio che io vada.”

“Devi proprio?”

Yesung sorrise dolce poi sospirò con rassegnazione. Anche se BonHan lo stava implicitamante supplicando di non andare via, Yesung era convinto di essere fuori luogo. Non era lui che doveva stare steso affianco a lei e ne tantomeno doveva stringerla a sé, però non potette fare a meno di correre da lei. Era più forte di lui perché BonHan aveva ormai un potere straordinario su di lui, dopotutto l’amava ancora.

“E’ tardi BonHan, non voglio che i ragazzi si preoccupino.” Affermò con fermezza senza però avere la minima intenzione di sciogliere quel contatto. BonHan sospirò arrendevole: non aveva tutti i torti, tuttavia non poteva fare a meno di stare stretta a lui, anche solo per un istante in più, perché la sua presenza la faceva sentire sicura e protetto e tutto questo, per qualche stupida ragione che lei ignorava, Kyuhyun non riusciva a trasmetterle.

“Giusto, hai ragione.” Ammise BonHan sciogliendosi a malincuore dalla stretta del rosso. “E poi non voglio tenerti sulla coscienza se sbagli qualche passo al M!Comeback di domani...”

“Perché io sono un ballerino eccezionale, giusto...” scherzò il main vocalist facendo ridere BonHan

“Ci vediamo domani, allora.” Disse Yesung sul ciglio della porta accompagnato dalla ragazza.

“Grazie Yesung, di tutto.” Rispose la ragazza sorridendo grata al main vocalist, il quale sorrise a sua volta.

“Non ringraziarmi, io ci sono sempre per te, lo sai.”

Detto questo il cantante che salutò la ragazza con un cenno della mano ed un sorriso per poi allontanarsi via, lasciando la ragazza sul ciglio della porta intenta a seguirlo con lo sguardo fino a quando il cantante voltò l’angolo scomparendo dietro la rampa di scale. La manager sospirò e decise di andare a dormire anche lei, quindi rientrò in casa e si diresse verso la sua stanza da letto. Quando si stese sul letto, percepì ancora il profumo del ragazzo sulle lenzuola e sulla federa del cuscino, così si portò il cuscino al viso e ispirò tutto il suo profumo, immaginandosi Yesung ancora accanto a lei, addormentandosi serena.

 

Sungmin si svegliò quasi all’alba la mattina dello show televisivo, preparandosi con calma prima che Kyuhyun si svegliasse ed occupasse il bagno. Dopo essersi lavato e vestito, si diresse verso il salotto affinché si potesse preparare una tazza di caffè. Non appena entrò nel soggiorno, si accorse della presenza di Yesung che dormiva placidamente sul divano. Il minore, si accostò incuriosito al maggiore e prima che potesse scuoterlo per svegliarlo, il rosso aprì gli occhi sbattendo le palpebre più volte per abituarsi alla luce mattutina.

“Sungmin... che ore sono?” chiese il main vocalist con la voce impastata dal sonno per poi mettersi a sedere.

“Hyung, perché hai dormito sul divano? Wookie ti ha cacciato fuori?” scherzò Sungmin mentre si avvicinava alla macchinetta del caffè e preparando due tazze, una per lui ed una per il maggiore.

Yesung si stiracchio e si grattò la testa ancora assonnato, poi si tolse la coperta da dosso e si alzò in piedi per poi accomodarsi al tavolo posto un po’ più lontano dal divano.

“Ho fatto tardi ieri e non volevo svegliarvi, così ho dormito sul divano.”

Sungmin gli porse una tazza di caffè fumante e si sedette di fronte a lui.

“Dove sei stato?” domandò il biondo sorseggiando il contenuto nero e caldo della sua tazza. Yesung gli andò di traverso il caffè e abbassò lo sguardo colpevole stringendo la tazza tra le mani. Se avesse detto che era andato da BonHan, temeva che Sungmin l’avrebbe detto a Kyuhyun. Sentì i sensi di colpa opprimergli il petto perché sapeva di stare sbagliando, BonHan era pur sempre la fidanzata di uno dei suoi “fratelli” e si sentiva come lo stesse tradendo.

“Sei andato da lei, vero?”insinuò il minore sorridendo sghembo. Yesung rimase con lo sguardo fisso sulla tazza annuendo appena.

“Lo dirai a Kyuhyun?”

“No.” Rispose sospirando il minore “Ma permettimi di dirti alcune cose, hyung.”aggiunse inoltre indurendo il tono. Il rosso si fece attento e serrò la mascella sapendo che quello che stava per ascoltare non gli sarebbe piaciuto.

“Hyung, non credi di dover rinunciare a lei?”

“Credo che tu abbia frainteso...” tentò di mentire il maggiore, distogliendo lo sguardo da Sungmin, ma invano. Non era bravo a mentire e infatti Sungmin sembrò accorgersene perchè rise impercettibilmente ghignando appena.

“Hyung io lo so quello che provi per BonHan e di certo non è amicizia, ma devi sapere che anche Kyuhyun prova lo stesso sentimento per lei. Con il tuo atteggiamento, non solo soffri tu, ma fai soffrire anche Kyuhyun. Quindi ti chiedo solo di rinunciare ad una vita con lei, per Kyuhyun e per la tua vita; non credi di dover voltare pagina?”

Il main vocalist accigliò lo sguardo e si alzò di scatto innervosito da quel discorso. Strinse i pugni e guardò duro il minore.

“La vita di BonHan è la mia vita.”

Con queste parole, il rosso abbandonò la stanza, lasciando Sungmin solo e sgomento. Il biondo si passò una mano tra i capelli e sospirò arreso, quello che poteva fare l’aveva fatto. Più che cercare di convincere Yesung a dimenticarsi della giovane manager, non poteva fare. Sperò solo che il suo hyung avesse un minimo di buon senso e che si rendesse conto delle conseguenze delle sue azioni. Ma sarebbe arrivato il momento in cui Sungmin non sarebbe rimasto più semplicemente a guardare, perché la posta in gioco era fin troppo alta: l’amicizia tra Kyuhyun e Yesung ma soprattutto l’unità tra tutti i componenti dei Super Junior.

 

BonHan seguiva nelle quinte dello show televisivo, dove si sarebbero esibiti i Super Junior, JungHoon il quale dava direttive a destra e a manca.

“BonHan controlla se tutti i ragazzi sono pronti.” Ordinò il manager camminando velocemente verso i monitor delle quinte che riprendevano tutto il palco. La ragazza annuì prontamente e si diresse velocemente ai camerini.

“Ragazzi, siete pronti?” domandò la corvina ad alta voce prima che Kyuhyun la trascinasse per il braccio dentro il suo camerino.

“Kyuhyun! Ma sei un complet-...” ma prima che BonHan potesse finire, Kyuhyun premette le sue labbra contro quelle di lei in bacio che mozzò il respiro alla manager. Kyuhyun strinse la presa sui fianchi di BonHan e fece aderire i loro corpi ancora di più. Aveva bisogno di lei soprattutto dopo quello che aveva sentito quella mattina dalla conversazione tra Yesung e Sungmin. Anche lui quel giorno si era svegliato presto, l’unica volta in tutta la sua vita, e proprio quando l’aveva fatto, fu costretto ad ascoltare in silenzio quella sottile eppure così chiara dichiarazione di Yesung.

La vita di BonHan è la mia vita.

Quella frase si fece spazio prepotentemente trai suoi pensieri irritandolo e strinse ancora di più la presa sul corpo di BonHan e baciandola con più passione, riuscendo a percepire i brividi di lei a quel contatto così rude. Era geloso, BonHan era sua e non l’avrebbe condivisa con nessuno, era questo quello che Yesung doveva ancora capire: lui aveva avuto la sua occasione e l’aveva sprecata, doveva arrendersi a farsi da parte.

“Che è successo?” domandò BonHan quando riuscì a staccarsi dalle labbra del cantante per riprendere fiato. Kyuhyun fece aderire e loro fronti prendendo il viso di lei tra le mani e assaporando il profumo della ragazza che gli inondò a pieno i polmoni.

“Ti amo, lo sai?” chiese ad un soffio dalle labbra della manager con un dolcezza mentre BonHan gli accarezzò il viso

“Certo che lo so.” Rispose lei sorridendo con dolcezza

“Tu mi ami?”

Kyuhyun la guardò quasi supplichevole accarezzandole i capelli mentre la stringeva a se in un stretto abbraccio. Una domanda che il maknae da qualche tempo non dava più per scontato a causa della costante presenza di Yesung nella vita di BonHan. BonHan lo guardò titubante pensando a cosa rispondere, infatti si domandava spesso se quello che provasse per Kyuhyun era amore oppure era qualcos’altro che lei non sapeva definire. Kyuhyun era sempre presente in lei in ogni istante, donando tutto stesso e l’amava come nessuno mai prima aveva fatto, eppure lei in cuor suo sapeva che in confronto all’amore di Kyuhyun, il suo era una misera dimostrazione d’affetto. Avrebbe dovuto dimostrarglielo come lui  stava tentando di fare in tutti i modi.

“Tanto, in un modo che tu nemmeno immagini.”rispose lei infine con convinzione guardando sicura il cantante.

“Più di quanto hai amato JongWoon?”

BonHan si sciolse bruscamente da quell’abbraccio e guardò interrogativa Kyuhyun.

“Sei geloso?” sorrise divertita

“Tu non sai quanto.”

Il sorriso sul volto di BonHan scomparse e si incupì allontanandosi dal maknae e sbuffò spazientita.

“Mi sembrava chiaro quando ti ho detto che io e Yesung siamo solo amici.” Disse lei stizzita portandosi le braccia al petto “E che se vogliamo stare insieme dobbiamo fidarci l’uno dell’altro.”aggiunse prima che il bruno potesse controbattere.

“Sono il tuo ragazzo, non credi che potrei essere geloso dei ragazzi che ti girano intorno?” domandò Kyuhyun con il suo solito tono provocatorio sorridendo sarcastico.

“Tu ti fidi di me?” chiese a sua volta la manager

“Certo che mi fido di te, non mi fido di lui.”

BonHan trattenne le risate: Kyuhyun era davvero così tenero quando si ingelosiva e diventava estremamente protettivo.

Tempo sprecato, perché la verità è...

BonHan interruppe quella linea di pensieri infidi e spinosi stringendo la mano di Kyuhyun tra la sua e quel contatto tra la pelle liscia e fredda di lui contro la sua, le infuse  una scarica di adrenalina e un senso di calore le percorse tutto il corpo.

Kyuhyun era il suo futuro, doveva esserlo.

“Andiamo, il palco ti aspetta.” Sorrise serene lai aprendo la porta del camerino. Il cantante sorrise a sua volta sentendosi rassicurato e sereno, non avrebbe più dubitato di BonHan, era evidente che lo amasse. Appena arrivati alle quinte del palco, BonHan lasciò la presa del maknae e si assicurò che tutti i cantanti erano presenti. Poi incrociò lo sguardo  di Yesung e si sentì il cuore accelerare e la gola bruciare.

Tu ami Kyuhyun, devi solo capirlo. Tu ami Kyuhyun, non Yesung.

Quando Yesung le passò accanto per prendere un microfono, sfiorandole una mano, la pelle di BonHan si elettrizzò e una sorta di desiderio represso nacque nel suo animo: voleva stringersi a lui e nascondere il suo volto nel petto di lui.  Scosse la testa per cercare di mandar via quel desiderio e tentò di non far trasparire i suoi stati d’animo.

“Buona fortuna...”sussurrò la ragazza quando Yesung le passò accanto. Il rosso le sorrise grato non riuscendo a distogliere lo sguardo da lei e quando finalmente riuscì a non guardarla più, salì sul palco seguendo gli altri sotto lo sguardo infastidito ed arrabbiato di Kyuhyun reprimendo la sua rabbia stringendo i pugni fino a far diventare le nocche bianche.

BonHan era sua e di nessun’altro, qualcosa di diverso non era minimamente pensabile. Fece un paio di respiri profondi e poi si diresse sul palco guardando per tutto il tempo dell’esibizione BonHan che gli sorrideva e Yesung che non smetteva di fissarla.

Doveva intervenire e parlare chiaramente con Yesung, una volta per tutte.

 

Dopo l’esibizione, tutti ritornarono nel dormitorio, mentre i due manager ritornarono nei loro rispettivi appartamenti. I ragazzi poi si sistemarono a tavola per cenare e per festeggiare la loro vittoria allo show. Kyuhyun restò in disparte osservando di sottecchi Yesung che scherzava e parlava con tutti. Come poteva essere così di buon umore sapendo di quello che gli stava procurando? Nonostante tutto era come un fratello per lui eppure al maggiore sembrava non importare di tutto quello che avevano passato insieme agli altri. Si stava comportando come un egoista pugnalandolo alle spalle.

“Perché sei andato da BonHan ieri sera?” domandò  Kyuhyun improvvisamente atono nella voce ma scuro in volto. Tutti si zittirono e si voltarono verso Kyuhyun stupiti mentre Yesung serrò la mascella guardando cupo il maknae.

“Allora? Rispondimi.”Insistette impaziente Kyuhyun accigliando lo sguardo. Yesung sospirò

“Dobbiamo discuterne proprio adesso? Stiamo festeggiando.”

“Si adesso e lo sai perché? Perché sono stanco di vederti gironzolare come un cagnolino intorno alla mia ragazza.” Disse Kyuhyun pungente guardando con sfida il maggiore.

“Ragazzi non litigate...” intervenne Leeteuk cercando di smorzare la tensione

“Mi ha chiesto lei di andarci dicendo che aveva bisogno di me.”controbatté Yesung ignorando il leader e guardando con durezza il maknae.

Kyuhyun perse un battito e improvvisamente impallidì iniziando a sudare freddo. Perché BonHan aveva chiamato Yesung e non lui? Cosa gli stava nascondendo BonHan? Provava ancora qualcosa per Yesung, questo pensiero si fece spazio nella sua mente e cercò in tutti i modi di reprimerlo. Yesung stava mentendo, se era successo qualcosa, BonHan avrebbe chiamato lui, non Yesung. BonHan amava lui e solo lui, ne era certo o almeno lo sperava.

“E tu da bravo cavalier servente non hai esitato a correrle in suo aiuto!” sbottò il maknae ormai infuriato

“Che cos’avrei dovuto fare?! Lasciarla da sola a piangere?!” inveì il rosso a sua volta contro Kyuhyun mettendosi di fronte a lui.

“Avresti dovuto chiamare me! Sono io il suo ragazzo! Arrenditi, lei ha scelto me.” Urlò Kyuhyun rosso per la rabbia

“E tu arrenditi al fatto che lei, per qualche ragione, ha bisogno di me.” Sputò con rabbia Yesung trattenuto da Kangin

Intanto tutti gli altri si erano messi trai due intervenendo se la situazione fosse precipitata: non avrebbero permesso per nessuna ragione al mondo che per una stupida gelosia, per dei contrasti amorosi, si intaccasse la loro unità.

“JongWoon, te lo dirò una sola volta: non avvicinarti più a lei, altrimenti...”

“Altrimenti cosa?” lo interruppe Yesung sprezzante “Non sono io che la cerco, è lei che cerca me! Ti sei mai chiesto il motivo di questo?”

Kyuhyun rimase a fissarlo in silenzio respirando affannosamente non sapendo come rispondergli. Aveva  ragione, non era l’unico a cui doveva chiedere spiegazioni.

“Adesso basta così! Andatevene immediatamente nelle vostre stanze!”

“No Leeteuk hyung, vado via io.” Intervenne Yesung divincolandosi dalla presa di Kangin e Siwon che lo tenevano per le braccia, poi andò via sbattendo la porta della sa stanza.

“Kyuhyun...” sussurrò flebilmente Donghae lasciando la prese sul suo braccio, ma prima che potesse aggiungere altro, il maknae abbandonò la stanza in silenzio dirigendosi nella sua camera.

Tutti i presenti con il cuore in cola, si guardarono interdetti e spaventati. Di liti ce n’erano state, ma quella volta fu diverso: non sapevano se mai fosse tutto tornato come prima. Heechul strinse con rabbia i pugni: lo sapeva fin dall’inizio che quella ragazza non avrebbe portato nulla di buono e ne ebbe l’appropriata conferma. Decise che il giorno dopo le avrebbe parlato a quattr’occhi mettendola di fronte ad una scelta.

Una volta per tutte.

 

 


 

Note autrice:3

Ok lo so, sono scomparsa ma la scuola mi ha uccisa in questo periodo.

Non ho molto tempo per stare a chiacchierare con voi, devo studiare ç_ç perdonatemi fanciulle!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e fatemelo sapere con una recensione, mi raccomando!

Un bacio e a presto!

Cri_Snix

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 20-Mantide ***




Capitolo 20
Mantide 


Il mattino dopo, il dormitorio dei Super Junior era dominato da un’aria di disagio: come avrebbero dovuto comportarsi nel momento in cui si fossero presentati Kyuhyun e Yesung?  Comportarsi come se nulla fosse?  Era fuori discussione, tuttavia
non potevano fare altro e questo Leeteuk lo sapeva bene. Il leader sospirò debolmente e si massaggiò il collo stancamente pensando che la discussione tra i suoi doesaeng fosse così futile. Scosse la testa frustato perché era la prima volta che non sapeva cosa fare, sentendosi piccolo e impotente di fronte ad una situazione del genere.

Indossò i vestiti che aveva pescato dall’armadio distrattamente e decise che non poteva stare con le mani in mano, così si diresse in sala registrazione sicuro di trovare Yesung dove lo trovò come aveva pensato, seduto sul solito sgabello mentre si torturava le mani con lo sguardo fisso a terra come se il suolo fosse la cosa più interessante in quel momento.

“Sapevo di trovarti qui.” Esordì il maggiore sorridendo con dolcezza, intenerito dall’immagine fanciullesca del minore

“Sapevo che saresti venuto.” Sorrise a sua volta Yesung volgendo lo sguardo sul leader per poi ritornare a fissare il pavimento in parquet.

“Come andiamo?” chiese Leeteuk sedendosi di fronte a Yesung, cercando di apparire il meno preoccupato possibile anche se sapeva che Yesung era un gran lettore dell’animo delle persone e che riusciva a capire i sentimenti degli altri.

“Sono uno stupido.” Rispose secco il main vocalist lasciando sbalordito il leader “Sono stato proprio uno stupido.”aggiunse ancora finalmente alzando lo sguardo per guardare Leeteuk: aveva gli occhi di chi aveva passato la notte prima sveglio a rimuginare su quello che era successo e il leader iniziò a pensare che in camera non ci era proprio andato.

“No, non lo sei...”

“Si invece, hyung!” sbottò Yesung esasperato “Perché se non fosse così, non avrei agito in questo modo!”

“BonHan è tua amica, per questo le sei restata vicina.” Lo interruppe il maggiore indurendo il tono e guardandolo con durezza. Yesung rise sarcastico mentre scuoteva la testa, sotto lo sguardo del leader che continuava a ripetergli che lui non aveva fatto niente di male.

Stronzate, sono tutte stronzate. Pensò il rosso con rabbia ed esasperazione.

“La verità è che se sono rimasto al suo fianco non è per amicizia e lo sai anche tu hyung.” Ammise con rabbia il minore. Leeteuk abbassò lo sguardo non riuscendo più a trattenere quello enigmatico del minore; infondo anche lui lo sapeva fin dall’inizio che ciò che provava per BonHan non era amicizia e mai l’avrebbe provata. Quando Yesung finalmente riuscì a calmarsi prendendo dei sospiri, alzò di nuovo lo sguardo, scoprendolo con il viso nascosto tra le mani, visibilmente frustrato. Aspettò che Yesung fosse il primo a parlare, a sfogarsi per cacciare tutto quello che aveva dentro per poi sentirsi un po’ meglio.

“Hyung, Kyuhyun ha ragione: non sono io il suo ragazzo eppure mi comporto come se lo fossi. Ma quando lei mi guarda, mi cerca, vuole che le resti accanto, io non so cosa fare. Lei è come se fosse parte di me, capisci hyung?”

Leeteuk annuì debolmente: se avesse saputo del tormento che il minore si portava dentro, non avrebbe esitato a correre in suo aiuto e si stupì quando vide una lacrima bagnargli le gote pallide: Yesung non perdeva mai il controllo di se stesso, in rare occasioni aveva dato libero sfogo alle sue emozioni.  Il main vocalist non si abbandonò al pianto, restando posato come era nel suo carattere, ma ben volentieri accettò l’abbraccio del leader che lo strinse con forza a sé: tra di loro anzi, tra i membri del gruppo, un abbraccio valeva più di mille parole.

“Non c’è un’altra come BonHan nel mondo.” Iniziò Yesung mentre si stringeva ancora di più al leader appoggiando il suo mento alla spalla.

“Lo so.”  Rispose l’altro mentre si scioglieva da quella stretta dando la possibilità al minore di proseguire.

“Quando sono con lei è come se fossi diviso in due. Metà di me va a fuoco se solo penso di toccarla, l’altra metà è tranquilla, serenamente contenta perché ha capito che è quella giusta, ma...”

“Ma...?”

Il più piccolo sospirò con stanchezza e sorrise amaro “Ma lei non mi ama. Lei è felice adesso e purtroppo per me, non sono io colui che la fa stare bene. Kyuhyun...  lui non l’ha fatta soffrire, non devo riconquistare qualcosa che è ormai perso.”

“Cos’hai in mente di fare adesso?” chiese il maggiore preoccupato.

Yesung si morse il labbro inferiore nervoso e sospirò: avrebbe fatto quello che avrebbe dovuto fare molto tempo prima.

 

BonHan sedeva alla sua postazione e distrattamente navigava su una pagina web di un ufficio immobiliare alla ricerca di una nuova casa in cui trasferisti. Il suo appartamento era troppo piccolo per lei e suo fratello, avevano bisogno di più spazio e di maggiori comodità.

“Comunque BonHan-ssi, se so qualcosa riguarda a qualche casa in affitto, ti faccio sapere al più presto.” Disse HaeJung seduta affianco alla manager mentre sfogliava anche lei qualche depliant immobiliare.

“Grazie, davvero.” Rispose grata BonHan.

“Siamo amiche e questo quello che fanno gli amici, ti pare?”

Amiche, BonHan fino ad allora non aveva mai avuto amici. Certo aveva avuto dei compagni, conoscenti, ma mai qualcuno che potesse considerare suo amico. Le fece uno strano effetto sentir pronunciare quelle parole, anche perché non sapeva dire ne come e ne quando, ma BonHan aveva incredibilmente legato con HaeJung.  Forse la loro amicizia nacque il giorno in cui BonHan scherzosamente l’aveva chiamata “bionda tinta” infrangendo quella barriera difensiva che erigeva tra lei e il mondo. HaeJung rise rumorosamente, come era suo solito, tanto da coinvolgere anche BonHan, chiamandola “ghiacciolo dai capelli cotonati”. BonHan per la prima volta, sentì di potersi fidare ciecamente.

“Ooook Barbie, adesso torna a lavorare.” scherzò BonHan sorridendo furba.

“Come sei divertente...” rispose l’altra ironica ritornando alla sua postazione, facendo sorridere divertita la manager, ma subito ritornò seria quando vide attraverso la porta in vetro trasparente, Heechul che bussava la porta sempre con la sua espressione annoiata in volto.

Che diamine vuole adesso?

“Heechul-oppa! Come posso esserti utile?” squittì entusiasta HaeJung non appena vide entrare il cantante. La segretaria le aveva confessato che aveva un’immonda cotta per Heechul e spesso BonHan si chiedeva se esistesse un essere sulla terra capace di provare qualcosa per Heechul. HaeJung e le fan erano la risposta al suo quesito.

“Vorrei parlare con BonHan-ssi.” Rispose atono il cantante “In privato.”

HaeJung guardò interdetta sia Heechul che BonHan, ma quando la manager annuì sicura, lasciò la stanza portando con sé alcune cartelle e il cellulare.

BonHan ed Heechul si scrutarono per un po’, aspettando che uno dei due iniziasse a parlare. Con un gesto della mano, la ragazza invitò il cantante a sedersi sul divano mentre anche lei si dirigeva verso la poltrona.

“Cosa vuoi?” chiese secca la ragazza indurendo il tono

“Hai presente le mantidi religiose?” chiese a sua volta il cantante con un sorriso sghembo ignorando volutamente la richiesta della ragazza, facendola innervosire ancora di più. BonHan sorrise infastidita, aveva intenzione di farle perdere tempo?

“Se hai intenzione di farmi la lezione di biologia, ti avverto che non ho ne il tempo e ne la voglia di ascoltarti.” Rispose burbera lei incrociando le braccia al petto.

“Tu rispondimi e basta.” Rispose duramente il cantante guardandola con sfida. BonHan sospirò e si sentì costretta nell’accettare quella sorta di sfida.

“Le mantidi religiose sono degli insetti che subito dopo l’accoppiamento, mangia la testa del maschio.” Rispose seccata BonHan “Era questo quello che volevi sapere?”

Heechul sorrise soddisfatto, poi si inumidì le labbra secche “Tu sei come loro.” Disse con odio.

“Come?”

“Hai capito bene. Non ti interessa chi è il tuo compagno, tanto fai fare la stessa fine a tutti.” Continuò con disprezzo il cantante per poi sorridere con falsa innocenza. BonHan lo guardò interdetta e stupefatta

“Sei sei venuto qui per offendermi, poi benissimo togliere il tuo deretano dal mio divano e sparire dalla mia vista.” Soffiò con rabbia la ragazza stringendo le mani sui braccioli della poltrona.

“Hanno litigato per causa tua.”

BonHan sentì il sangue gelare nelle vene: senza che Heechul pronunciasse i loro nomi, sapeva benissimo a chi si riferiva.

“P-per causa mia?” balbettò con tristezza lei dilatando la presa sui braccioli. Improvvisamente, la sua sicurezza nel tono di voce vacillare così come anche la sua espressione sul volto. Inconsciamente sapeva che il motivo del litigio tra Kyuhyun e Yesung era lei, ma non l’avrebbe mai ammesso di fronte ad Heechul: il solo pensiero che Yesung e Kyuhyun avessero litigato per causa sia, le spezzava il cuore.

Il cantante annuì lentamente guardandola sprezzante cercando di placare la rabbia che sentiva crescere in lui. “Si perché tu, con il tuo comportamento da peggior puttana che io abbia mai visto, li stai facendo impazzire. Scegli per una buona volta: Kyuhyun o Yesung? E nel momento che sceglierai, non rivolgere più la parola all’altro, altrimenti sappi che in quel caso non mi limiterò a farti la ramanzina. Sono stato chiaro?” concluse Heechul urlando velenoso.

 BonHan sentì gli occhi pizzicargli per le lacrime ma decise di trattenerle, per orgoglio non avrebbe pianto di fronte a lui.

“Vattene.” Disse soffiando tra i denti furiosa, lasciando involontariamente che una lacrima scendesse: non piangeva per il dolore o perché si sentiva offesa, piangeva per la rabbia e per l’odio che provava nei confronti di Heechul, mentre questi abbandonava la stanza lentamente.

A malincuore BonHan, dovette dare ragione ad Heechul: tutto quello che le aveva detto e urlato, anche se nel suo solito modo, senza peli sulla lingua, era la verità. Riuscì a scorgere negli occhi del cantante la foga di voler salvare un’amicizia e lei si sentì tremendamente in colpa quando anche lei ammise di esserne la causa scatenate di quel dannato litigio.

Ripensò alle parole del cantante e si domandò se non fosse il pensiero comune tra tutti i membri decidendo così che avrebbe abbandonato per sempre quella parte di lei che la legava ancora a Yesung.

 

Kyuhyun indirizzò lo sguardo verso la porta non appena sentì qualcuno bussare, infastidito decise di non aprire ne di rispondere: non voleva parlare con nessuno e ne vedere nessuno. Si decise ad aprire solo quando quel rumore gli amplificò il dolore alla testa ma quasi subito si pentì di averlo fatto.

“Kyuhyun, possiamo parlare?” chiese quasi supplichevole Yesung impedendo al minore di chiudere la porta con la mano. Il maknae, riluttante, gli fece segno di entrare reprimendo l’impulso di scagliargli un pugno in faccia: JungHoon lo avrebbe ucciso sicuramente se avesse rovinato il viso del main vocalist.

“Cosa vuoi?” chiese scorbutico Kyuhyun chiudendosi la porta alle spalle per poi sedersi sul ciglio del letto. Yesung fece un respiro profondo e guardò sicuro il minore, con un sorriso tirato.

“Perdonami,hai ragione avrei dovuto chiamarti.” Esordì il rosso sedendosi al suo fianco. Era sincero e Kyuhyun lo notò.

Lui è sempre sincero e questo quello che mi preoccupa.

“E quindi?”

“Quindi rinuncerò a lei, per salvare la nostra amicizia.”

 

Note dell'autrice:
Ebbene eccomi qui con il nuovo capitolo :3
Che ve ne pare? Yesung rinuncerà a BonHan? E cos'ha in mente di fare la nostra protagonista?
Si, sento le vostre bestemmie ma mi dispiace dovrete aspettere il prossimo capitolo per saperlo :3
Intanto vi lascio con questa gif del nostro Kyu 
Un bacio!
Cri_Snix

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Capitolo 22
*** Capitolo 21-Il prezzo ***





Capitolo 21
Il prezzo

Kyuhyun guardò stupito l’amico, il quale lo guardava con fermezza e serietà: non leggeva timore e ne insicurezza nel suo sguardo, stando a significare che non stava scherzando o che non aveva avuto un attacco di sonnambulismo, data l’ora tarda. Era davvero pronto a pagare tale prezzo? Il maknae sapeva quanto il maggiore amasse BonHan e di quanto fosse pronto a perdere pur di stare con lei, perché allora arrendersi così?

“Ti stai forse arrendendo, hyung?” insinuò il moro arricciando la bocca in un sorriso provocatorio. 

“Voglio solo che tutto torni come prima, sono semplicemente stanco.” Ammise Yesung sospirando debolmente.

“Davvero sei disposto a perderla per salvare la nostra amicizia?”chiese il minore stupito guardandolo accigliato. Il rosso annuì convinto rimanendo immobile sul suo posto e guardando l’amico con fermezza: se dimenticare BonHan era il prezzo da pagare per salvare l’amicizia tra lui e il maknae, l’avrebbe pagato, senza esitazioni. Kyuhyun non sapeva come rispondere e ne tantomeno trovava le giuste parole per esprimere tutto il suo stupore, mentre Yesung preferì non aggiungere altro: il suo cuore stava già abbastanza sanguinando per quelle parole che aveva detto. Prima che cambiasse idea, Yesung si avvicinò alla porta e girò il pomello con l’intento di uscire al più presto dalla stanza.

“Grazie.” Disse infine il più piccolo, bloccando i movimenti del main vocalist. Non si voltò verso Kyuhyun, fece un assenso con il capo e uscì dalla stanza, lasciando quindi il maknae pieno di dubbi.

Lo faccio per i ragazzi, per i Super Junior, ma soprattutto lo faccio per noi, Kyuhyun pensò con ferocia il main vocalist stringendo i pugni mentre si dirigeva nella sua stanza e trattenendo in gola un groppo di lacrime. Infatti non dubitava che il suo intento fosse dei più onorevoli, dubitava della sua riuscita perché nessuno al suo posto avrebbe dimenticato l’amore della propria esistenza, perché senza BonHan, Yesung non avrebbe più voluto vivere.

 

“HaeJung, il mio numero di telefono lo sai, chiama a qualsiasi ora se succede qualcosa, va bene?”

“BonHan non preoccuparti, io e BonJoong ci divertiremo insieme. Vai tranquilla!”

BonJoong annuì sorridente mentre BonHan lo abbracciò forte: gli sarebbe mancato nonostante non fosse la prima volta che viaggiava, però era la prima volta che lo lasciava con qualcuno “estraneo” alla sua famiglia.

“Fai il bravo, capito?” sussurrò all’orecchio del fratello dolcemente. BonJoong sorrise contro la pelle della sorella che profumava di fresco, come sempre. Le piaceva l’odore della sorella le ricordava il profumo della madre quando la mattina presto si intrufolava tra le coperte e si stringeva a lei. BonJoong sentì un nodo al petto e un gruppo alla gola pensando a quei momenti.

“Non preoccuparti nuna, starò bene! Tu piuttosto non fammi diventare zio, sono troppo giovane.” Ridacchiò furbescamente il bambino facendo arrossire violentemente BonHan. Prima che la manager potesse rispondergli, BonJoong sgattaiolò nella sua stanza ridacchiando divertito, accompagnate dalle risate di HaeJung e le minacce della sorella. Le due ragazze poi infine si salutarono e BonHan uscì di casa, dirigendosi verso la sede della SM Town.

Lungo il tragitto BonHan ripensò a quello che era accaduto solo il giorno precedente: la conversazione con Heechul e la consapevolezza di dover abbandonare quel sentimento che sentiva ancora quando era in compagnia di Yesung. Ripensò alla sua decisione di abbandonarlo per sempre costatando che quello che provava non era mai andato via. Era come se facesse parte del suo essere, ormai. Però nell’esatto momento ripensò anche a Kyuhyun e a tutto quello che aveva fatto per lei e a tutto all’amore che le stava dedicando. Fu allora che scelse di reprimere nel suo intimo, in angolo della sua anima, tutti quei sentimenti che Yesung le suscitava ogni volta: lo faceva per Kyuhyun perché era cambiato, perché era sereno con lei e felice.

Quando arrivò alla sede della SM TOWN, JungHoon era fuori ad aspettarla, vicino al van, il quale li avrebbe accompagnati all’aeroporto.

“E i ragazzi?” chiese la manager quando il conducente mise in moto

“Ho preferito che viaggiassero su un altro van, per comodità.” Rispose gentile JungHoon come sempre. BonHan lo guardò poco convinta e le si gelò il sangue quando pensò che anche lui doveva aver saputo del litigio tra Kyuhyun e Yesung e ovviamente doveva conoscerne anche la causa scatenate.

BonHan chiuse gli occhi e appoggiò la testa sul finestrino, cercando di soffocare quel senso di disagio ma non poteva certo reprimere quella sensazione di essere giudicata. Il viaggio fino all’aeroporto trascorse nel silenzio, l’unico rumore che si sentiva era la pioggia che batteva leggera contro i vetri dei finestrini e JungHoon che picchiettava i tasti del proprio tablet. BonHan poté giurare che i suoi nervi sarebbero potuti scoppiare da un secondo all’altro dunque si decise a rompere quel silenzio.

“So cosa stai pensando, JungHoon. Ti prego smettila di farlo.” Disse l’assistente guardando con la coda dell’occhio il manager con una punta di irritazione nella voce.

“Cosa starei pensando secondo te?” domandò JungHoon senza distogliere lo sguardo dallo schermo del tablet.

“Non fare lo gnorri.”

JungHoon guardò la ragazza accigliato: BonHan lo stava guardando stizzita e aveva la mascella serrata. Sapeva quanto la sua assistente fosse testarda, forse fu proprio questo quello che lo colpì appena la vide, più della sua storia personale. Non fu mosso da pietà, più che altro era semplice curiosità tuttavia non pensava certo che potesse essere l’oggetto dei pensieri non di uno ma ben di due dei suoi ragazzi e dunque causa di litigio.

Sospirò debolmente e spense il suo tablet per poi fissare serioso la ragazza. “Vuoi davvero sapere cosa stia pensando?”

BonHan annuì lentamente con lo sguardo ancora fisso negli occhi di JungHoon: non avrebbe sopportato l’idea che anche il suo datore di lavoro la giudicasse nello stesso modo di Heechul.

Si perché tu, con il tuo comportamento da peggior puttana che io abbia mai visto, li stai facendo impazzire.

Chiuse gli occhi nel tentativo di scacciare quel pensiero e ritornò ad aspettare la risposta del manager. La pioggia si fece più battente e incominciò anche a soffiare il vento, probabilmente a Yesung gli sarebbe piaciuto quel tempo, pensò BonHan. Ecco di nuovo lui.

Aish...

“Penso che...”

“...Che?...”

“Ho fame, secondo te che mangeremo sta sera?”

BonHan lo guardò sconcertata con la bocca spalancata chiedendosi se era serio o la stava prendendo in giro: era sicuramente la prima visto il modo in cui rideva divertito.

“Baegchi*!” disse trai denti BonHan ritornando a fissare le gocce di pioggia che scivolavano sul finestrino mentre JungHoon sghignazzava divertito. JungHoon ritornò a guardarla e capì del perché sia Kyuhyun e sia Yesung  fossero innamorati di lei: non per la sua bellezza, ma nei movimenti che faceva anche nelle piccole cose, come in quel momento che sbatteva le palpebre facendo vibrare le ciglia, era ipnotica.

“In verità penso che chiunque tu sceglierai, sarà molto fortunato.”

BonHan si voltò verso il manager interrogativa e quando stava per rispondergli, il van si fermò davanti all’aeroporto.  Non c’era più tempo per chiedere spiegazioni, dovevano prendere i bagagli e dirigersi velocemente al check in per i biglietti, così BonHan decise di non chiedere spiegazioni per il momento.  Durante il volo, Kyuhyun si sedette affianco alla ragazza, stringendole la mano e sussurrandole parole dolci, di tanto in tanto, che BonHan non riusciva a captare. Non perché non volesse, ma perché non riusciva a sentirle, era come se il suo cervello e corpo fosse attirato da qualcun altro che BonHan faceva fatica ad ignorare.

Se non riesco ad ignorarlo quando sono anche con Kyuhyun, come posso pretendere di ignorare quello che sento?

Scosse la testa e l’appoggiò sulla spalla del maknae, facendolo rabbrividire. BonHan sentiva che tutte le sue certezze un attimo prima ben solide e subito dopo pronte a vacillare, ormai sapeva di non essere sicura più di nulla, né di quello che provava per Kyuhyun e né di quello che sentiva quando vedeva Yesung, era ormai condannata a restare in quel limbo per sempre.

 

“Hyung, hai davvero intenzione di rinunciare a lei?” domandò tristemente Ryeowook mentre osservava Yesung indossare la giacca che avrebbe sfoggiato.

“Sai Wookie, se fossi stato meno codardo e meno stupido e le avrei subito confessato il mio amore per lei, non sarei arrivato a questo punto.” Rispose Yesung con calma senza scomporsi minimamente a quella domanda. BonHan non avrebbe mai più fatto parte della sua vita ed era meglio che lo accettava prima che la situazione continuasse a degenerare. “E’ il prezzo che debbo pagare.” Aggiunse quasi in un sussurro, amaramente, mentre si guardava allo specchio, rivolgendosi più a se stesso che all’amico.

“Ma tu l’ami!” insistette il minore quasi supplichevole mentre seguiva con lo sguardo i movimenti imprecisi dell’altro mossi dal nervosismo per l’insistenza del bruno

“E’ la fiera dell’ovvio?!”sbottò stizzito il rosso voltandosi verso Ryeowook. Il minore abbassò lo sguardo mentre Yesung innervosito, abbandonò il camerino, seguito da Ryeowook con la coda dell’occhio. Il cantante si sentì impotente e lasciò anche lui il camerino.

Si ritrovarono tutti nel backstage, pronti per salire sul palco. BonHan distribuiva bottigline d’acqua, quando toccò a Yesung, lei sorrise e gli porse la bottiglia. La ragazza si aspettò come sempre il solito sorriso gentile del cantante ma quella volta non fu così, ringraziandola con freddezza ma senza accettare, facendola restare di sasso. Quando salirono sul palco, BonHan continuava a fissare sconcertata il main vocalist, fino a quando con un gesto di stizza, fece cadere la bottiglia che aveva in mano, lasciando il back stage.  BonHan si sentì offesa, ancora una volta quel ragazzo le aveva spezzato il cuore. Trattenne le lacrime in gola scegliendo di non piangere, promettendo di concentrare tutto il suo amore su un'unica persona.

 

L’incontro con i fan finì con l’applauso dei fan e i ringraziamenti finali da parte dei cantanti. BonHan era rimasta a guardare l’esibizione per tutta la sua durata, guardando con astio Yesung e continuandolo a fissare fino a quando non raggiunse il backstage; nemmeno si accorse che Kyuhyun le era affianco.

“Ehi...” disse Kyuhyun abbracciandola da dietro la schiena.

“Ciao.” Rispose BonHan con freddezza, con le braccia incrociate sul petto, impassibile a quel braccio.

Kyuhyun si scansò interrogativo e guardò dubbioso la ragazza “Qualcosa non va?” chiese preoccupato

“Non c’è niente che non va.” Rispose spazientita lasciando il maknae da solo, allontanandosi.

Kyuhyun la guardò interrogativo allontanarsi ma decise di non seguirla, conoscendola avrebbero innescato una discussione senza senso. Però Kyuhyun intuì che c’era qualcosa che non andava in BonHan: la vedeva distante ed evasiva, come se fossero tornati al punto di partenza, al momento esatto in cui si conobbero. Kyuhyun scosse la testa pensando che si stava impaurendo per nulla, in quel momento forse era semplicemente nervosa, tipico delle donne. Eppure non riusciva a non pensare che c’era qualcosa che non andava e per qualche motivo sentiva che quel qualcosa era lui stesso.

 

Erano passati diversi giorni dall’incontro con i fan di Osaka e Yesung si sentiva peggio di prima. Il tentativo di fare a meno di BonHan era palesemente fallito. Era stato un arrogante a pensare che lui potesse fare a meno semplicemente anche del suo viso, o della scia del profumo che BonHan emanava, oppure dei piccoli movimenti che faceva, del suo tono di voce. Come poteva pensare di poter riuscire a disfarsi di lei, ora che era entrata nella sua vita? Si versò una tazza di caffè e lo bevve in fretta senza gustarlo poi guardò il cielo tingersi di azzurro chiaro tipico del mattino presto. Anche in quel cielo rivide l’essenza di BonHan: lei era così una sfumatura di emozioni e lui avrebbe voluto continuare a scoprire di quante sfumature fosse fatta. Yesung si girò di scatto non appena sentì il rumore di chiavi nella toppa che giravano e si stupì quando vide JungHoon sul ciglio della porta.

“Hyung, cosa ci fai qui a quest’ora?” chiese stupito il main vocalist mentre l’altro entrava e si sfilava il cappotto.

“Vengo sempre la mattina a quest’ora per  vedere se ognuno di voi è nel proprio letto. Conoscendovi, qualcuno potrebbe fare le ore piccole...” rispose il manager dirigendosi verso le camere da letto

“Se ti riferisci a Hyukjae, l’unica volta che ha fatto l’ora piccola è quando ha fatto la maratona dei film nella cartella “Gabbiano”.” Sorrise Yesung mentre ripensava divertito al povero Siwon che per giorni guardò sconvolto la dancing machine.

“G-Gabbiano?”

“... Lascia perdere.”

JungHoon dopo essersi accertato che tutti fossero nelle loro stanze, si sedette di fronte al cantante che fissava perso il cielo colorarsi sempre di più di azzurro chiaro.

“Pensi a lei?” chiese il manager sorridendo dolcemente di fronte allo sguardo innamorato del più piccolo

“Come non potrei?” chiese di rimando Yesung senza distogliere lo sguardo dal cielo “Tu hai un modo per farmi smettere?” continuò rivolgendogli uno sguardo stanco, lo sguardo di chi voleva solo smettere di soffrire per amore. JungHoon immaginò quanto stesse soffrendo e quanto il suo cuore sanguinasse.

“No, ma sappi che io ci sono per te, lo sai.”

Yesung sorrise amaro versandosi un'altra tazza di caffè e bevendone un sorso “Devi aiutarmi, hyung.”

“A-aiutarti? E come?”

“So che cerca casa ed io ne avrei una, conoscendola è la casa che ha sempre desiderato: affaccia su un roseto ed è luminosa...”

“No! Non puoi chiedermi di farlo.” Lo interruppe il manager alzandosi all’in piedi e dirigendosi verso il lavabo della cucina. Aveva già capito l’antifona e ciò riguardava mentire e mentire per JungHoon non riguardava nei suoi metodi di aiuto.

“Ma ti prego!” lo supplicò l’altro ma JungHoon era irremovibile. Non l’avrebbe fatto questo per Yesung risultò chiaro tuttavia c’era un modo per fargli cambiare idea.

“Ti preeeeeeeeego!” insistette con fare petulante il cantante gonfiando le guance in modo infantile e guardandolo supplichevole

“No, non guardarmi in quel modo... non guardarmi come un cucciolo baston-... oh, è va bene! Lo farò, lo farò! Contento?!”

 

 

BonHan era seduta alla sua scrivania mentre scorreva la pagina web di un sito di annunci con il mento appoggiato ad una mano. Scorreva e aggiornava quella pagina da più di venti minuti senza trovare una casa che la soddisfaceva. Si chiese se ne avrebbe mai trovata una che rientrasse nel suo budget e nelle sue richieste, dopotutto non chiedeva chissà che cosa, voleva solo un appartamento con due camere, un bagno e una cucina, era una richiesta così assurda?

“Annyeong BonHan.” Salutò JungHoon quando entrò nell’ufficio, sorridendo cordiale.

“Annyeong...”

“Cerchi ancora casa?” chiese il manager mentre si sedeva alla sua scrivania, coperta di cartelle e di libri, insomma invasa dal caos, come sempre.

“Ancora, già.” Rispose avvilita lei, chiudendo la pagina web per poi massaggiarsi le tempie doloranti.

“Ecco... io ne avrei una...”

BonHan alzò lo sguardo sorpresa e scattò all’in piedi “Davvero?!”

“Si non te l’ho detto perch-...”

Il manager non poté finire di parlare perché la ragazza le era saltata al collo, abbracciandolo grata e continuando a ringraziarlo.

Quello che ancora non sapeva e che non era lui a cui ringraziare.




Note :3
FA FREDDO.
Era una cosa che dovevo dire, sorratemi (?)
Anyway, è domenica, fa freddo e domani non ho voglia di mettere piede in quel frigorifero che è la mia scuola.
MA QUESTI NON SONO DEI VOSTRI PROBLEMS.
Allora, piaciuto il capitolo? A me sinceramente fa schifo, insomma non mi piace per niente come è uscito ç_ç
Nella mia testa era molto meglio ç_ç ma va bè pazienza...
Vi lascio con questa foto del nostro Fish perchè oggi mi va così.
Un kizzo a todos
P.s.* Significa "Idiota"
Cri_Snix

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Capitolo 23
*** Capitolo 22-Altruismo ***





Capitolo 22
Altruismo

L’appartamento distava a poche miglia dal zona centrale di Seoul. Le vie erano costellate di negozi di ogni genere e sui marciapiedi pullulavano di bancarelle, ma nonostante questo, non era una zona trafficata o rumorosa, aveva un suo equilibrio e il brusio delle voci che si mescolavano tra di loro rendeva il tutto armonico e gioioso. BonHan pensò che quel quartiere non era per niente male, era come piaceva a lei: tranquillo ma al tempo stesso non era isolato.  La manager si perse nel guardare le vetrine riccamente decorate con motivi primaverili e i profumi delle cibarie calde le fecero venire l’acquolina in bocca.       Quella zona le ricordò il suo quartiere dove abitava quando era piccola, percepiva gli stessi profumi e i sorrisi sul viso della gente che le passavano accanto le riportò alla mente il posto in cui era vissuta e finalmente si sentì a casa. Si girò verso JungHoon, scoprendo teso e preoccupato come se non sapesse bene dove si trovasse e ne quale strada prendere. BonHan lo guardò interrogativa, infondo erano da lì da una ventina di minuti e JungHoon si guarda intorno spaesato.

“JungHoon, non vorrei metterti fretta, ma sei sicuro di dove stiamo andando?” chiese BonHan scettica avvicinandosi al manager

“Eh? Ah si certo... ehm... deve essere quello!” rispose titubante JungHoon indicando un palazzo di quasi una decina di piani. Era bianca, come tutte le palazzine del quartiere e aveva uno stile moderno, con grandi finestre per ogni condominio che li illuminavano ogni ora del giorno.  Il portone d’ingresso invece, era nero, con dei faretti che, durante la notte, illuminavano l’ingresso. BonHan fremeva per vedere l’intero del appartamento e seguì JungHoon che si dirigeva verso il palazzo ma appena furono dentro il palazzo, BonHan rimase a bocca aperta per lo stupore: al centro era posta una fontana che creava dei giochi d’acqua, illuminata dalla luce del sole che filtrava dal soffitto trasparente e tutto intorno si riversava un roseto dai colori che BonHan non pensava che una rosa potesse avere . Guardò quello spettacolo meravigliata pensando se davvero potesse permettersi di abitare in un posto del genere.

“L’appartamento è al quindicesimo piano, andiamo?”

BonHan annuì distratta ancora presa per quella spettacolare visione e pensò che avrebbe affittato quella casa solo per quel roseto. 

Quando arrivarono di fronte alla porta dell’appartamento, JungHoon presa la chiave magnetica che gli aveva consegnato il portiere, aprì ed entrò dentro seguita dalla manager che ebbe un tuffo al cuore quando vide l’interno: tutto la parete di fronte a lei era finestrata e il salotto occupava gran parte della casa, il pavimento era in parquet e le pareti erano dipinte bianche e beige, motivo che ripercorreva tutta la casa. Il salotto era diviso da un muretto che lo separava dalla zona cucina e della sala da pranzo. Inoltre la casa era già ammobiliata, con pezzi d’arredamento che BonHan vedeva solo sulle riviste, infondo quella casa sembrava una di quelle riviste d’arredamento.

“Bene, eccoci qua questo è il salotto e di là c’è la camera da letto... o forse è di là...” esordì JungHoon guardandosi intorno spaesato.

“JungHoon, penso che sia da questa parte.” Rispose BonHan indicando una porta scorrevole in ciliegio “E credo che ce ne siano due. Sicura che questa è casa tua?” aggiunse inarcando un sopracciglio ironica e incrociando le braccia al petto mentre arricciava l’angolo della bocca in un sorriso canzonatorio.

“C-certo che è casa mia! Ma non ci vengo da anni qui, di conseguenza non ricordo com’è di preciso...” rispose il manager dirigendosi verso le camere da letto

“JungHoon, non sai mentire proprio per niente.”

“Non sto mentendo!”

BonHan sospirò guardandolo con scetticismo mentre lui si guardava intorno per non incrociare lo sguardo di lei.

“E va bene!”  sbottò esasperato JungHoon “Non è casa mia, ma è di una persona che conosco che è disposto anche ad un affitto misero.”

“Perché non me l’hai detto?” controbatté la corvina ancora poco convinta. JungHoon deglutì a vuoto e si grattò la testa pensieroso, mentre guardava preoccupato la ragazza.

E adesso? Che doveva fare? Se le avesse detto la verità, non sapeva BonHan come reagire, ma già dalla sua presenza lì significasse che i rapporti tra Yesung e lei si erano incrinati nuovamente.

Aish, Yesung mi hai messo in un bel guaio, lo sai?

Il manager maledì mentalmente il main vocalist e sospirò rassegnato e si sedette stancamente sul divano panna.

“BonHan promettimi che non ti arrabbierai.”

BonHan rimase in piedi a fissarlo interrogativa e con le mani stretta ai fianchi, aspettando la rivelazione del suo giovane capo.  Iniziò a preoccuparsi, pensando che chissà quell’affittante cosa voleva in cambio invece dei soldi, o quale truffa c’era sotto.

Non è il momento di essere paranoica.

“La verità è che conosci il proprietario di casa.”

La ragazza lo guardò dubbiosa ma rimase in silenzio aspettando che JungHoon continuasse e quando il manager ebbe finalmente detto la verità, BonHan sentì le tempie scoppiargli e le orecchie fischiare. Che cosa gli era preso? Prima la ignorava e adesso le procurava anche una casa?

BonHan abbandonò di corsa quell’appartamento e prese il primo taxi in cui incappò, seguita invano dal manager. 

Ora mi sente.

 

 

Kyuhyun quel giorno, non aveva voglia di provare le coreografie. Aveva solo voglia di starsene steso sul letto a giocare a Starcraft e di non vedere nessuno. Sospirò e abbassò lo schermo del computer portatile: neanche quel gioco riusciva a rilassarlo. Non sapeva nemmeno il perché dovesse rilassarsi, non aveva niente di cui preoccuparsi, o almeno in superficie.  Sentiva la preoccupazione attanagli il petto e aggrapparsi a lui come un parassita. Riuscì ad identificare la sua preoccupazione nell’unica cosa in cui Kyuhyun si sentiva legato: BonHan. Qualcosa era cambiato tra di loro: tutto era incominciato il giorno prima al loro concerto. Qualcosa si era rotto nell’animo della sua ragazza e lui non riusciva a capire cosa, nonostante gliel’avesse chiesto più volte.

“Non preoccuparti, sto bene.” Gli rispondeva sempre, nonostante la tensione che le si leggeva sul volto. Una volta gli avrebbe detto tutto quello che le passava per la testa ma qualcosa era cambiato. O forse non era cambiato niente perché niente c’era mai stato.

Il maknae si alzò dal letto e si diresse verso il bagno dove si sciacquò il viso più volte con dell’acqua gelata. Strinse i pugni sul lavabo bianco e si guardò allo specchio: cosa stava succedendo? Lui ,che era il genio in matematica, non riusciva a risolvere quel semplice problema.

L’amore è più complicato di un limite... pensò il cantante asciugandosi il viso con un asciugamano.

 Kyuhyun sentiva che stava perdendo BonHan, giorno dopo giorno e lui non riusciva a fare nulla per impedirlo.  Scivolava via come l’acqua sulle mani, era sfuggente e irraggiungibile per Kyuhyun. Forse era solo una sua paranoica impressione, ma il maknae sapeva che in cuor suo l’amore tra lui e BonHan era soltanto un fragile castello di carte che alla prima volata di vento, sarebbe crollato come sarebbero crollate le sue sicurezze.

 

 

“Cinque minuti di pausa!” disse il coreografo fermando la base. I cantanti, dunque, presero le loro bottiglie d’acqua e si dissetarono mentre si asciugavano il sudore che trapelava dalle loro fronti.

“Diamine Hyukkie, non venirmi addosso sempre!” disse esasperato Donghae rivolto al main dancer mentre beveva un sorso d’acqua

“Hae sei tu che ti metti nella mia postazione!” replicò l’altro piccato.

Alcuni sorrisero divertiti mentre KangIn scuoteva la testa sospirando

“Vi prego, fateli smettere!” disse il cantante esasperato

Yesung sorrideva di fronte a quella situazione ma la sua mente era completamente altrove, infatti pensava se tutto era andato nel verso giusto con l’appartamento e se a BonHan gli fosse piaciuto. Non vedeva l’ora che JungHoon ritornasse per sapere tutto, fino ad allora sarebbe stato in ansia e distratto per tutto il tempo.

“Hyung, tutto bene?” chiese Ryeowook sedendosi affianco al rosso. Yesung annuì mentre guardava pensieroso la bottiglia di plastica che reggeva in mano.

“Secondo te gli sarà piaciuta?” chiese sovrappensiero il maggiore guardando con la coda dell’occhio il minore

“Secondo me vorrà già il contratto.” Lo rassicurò sorridente Ryeowook. Yesung sorrise e sperò che quello che aveva appena detto il suo compagno fosse vero anche se sapeva che si stava comportando nuovamente da codardo. Quel giorno spesso si chiese del perché avesse mandato il suo manager per mostrare la sua casa a BonHan e trovò solo una semplice risposta: sputtanamento, pensò il rosso. Il main vocalist, infatti, aveva immaginato quale reazione avrebbe mai potuto avere la giovane manager e somigliava a uno schiaffo, in pieno volto. Forse più di uno.

Yesung scosse la testa nel tentativo di scacciare il pensiero di uno schiaffo in pieno volto eppure il cantante non sapeva che da lì a poco sarebbe diventato anche una sorta di veggente. Infatti non appena sentì gli altri salutare sorpresi la giovane manager, si girò di scatto verso di lei che lo guardava arrabbiata.

Oh cazzo.  Pensò con estrema semplicità Yesung intuendo già cosa gli sarebbe successo da lì a poco.

“Yesung-oppa, dobbiamo parlare.” Esordì con freddezza BonHan ignorando il saluto degli altri cantanti e posizionandosi con le braccia incrociate al petto. Ecco, quando BonHan si metteva in quella posizione a breve sarebbe successo un pandemonio. Yesung lo sapeva bene, conosceva in che modo andava in escandescenze  la ragazza e inoltre sapeva anche che bastava poco per farla innervosire. Yesung sospirò debolmente e seguì  BonHan mentre usciva dalla sala prove.

“E adesso sono caz-... dolori, volevo dire dolori.” Disse Eunhyuk interrompendosi non appena Siwon lo guardò storto.

Nel frattempo, Yesung chiuse la porta dietro di sé mentre la ragazza si girò di scatto verso di lui. Non ebbe nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo che si ritrovò con il viso voltato a sinistra, con la guancia rossa e dolorante per il repentino schiaffo da parte di BonHan.

“Mi fa piacere che mi usi come sacco da box...” disse Yesung sarcastico mentre si massaggiava la guancia che si stava già gonfiando. BonHan lo squadrò truce e con disprezzo.

“Prima ti fingi mio amico, poi mi ignori e adesso mandi JungHoon a farmi affittare una tua casa! Si può sapere che diamine di intenzioni hai?!” sbraitò la manager guardandolo furiosa.

“Prima di tutto, non ho mai finto niente con te e lo sai bene.” Esordì Yesung  guardandola serioso negli occhi “Secondo, si chiama altruismo. Ma dubito che tu sappia cosa significhi...”

Un secondo schiaffo lo colpì sull’altra guancia, prima che potesse continuare. Era stanco di dover sempre chiedere scusa, era stanco di dover passare per il colpevole della situazione, era stanco semplicemente di farsi mettere i piedi in testa. Infondo, non aveva fatto niente di male, perché lei ostinava a proteggersi dietro quel muro che erigeva con tutti? Yesung strinse i pugni con rabbia fino a far diventare le nocche bianche.

“Sai che c’è BonHan? Vai al diavolo.” Disse Yesung spazientito e fece per andarsene

“Cosa?!” chiese sconcertata BonHan bloccandolo e fu in quel momento che il cantate perse le staffe. In rare occasioni Yesung si arrabbiava e quella fu una di quelle volte però accadeva solo quando ci teneva veramente e infatti quell’occasione rientrava in quella categoria.

“Sono stanco dei tuoi tira-e-molla, dei tuoi sguardi da vittima, che mi fai passare sempre per il cattivo della situazione, ma soprattutto sono stanco di dover chiedere scusa quando non ho fatto niente di male! Se proprio vuoi litigare con me, almeno cerca un motivo migliore che di questo perché il mio unico intento era quello di darti una mano ma evidentemente tu non vuoi proprio l’aiuto di nessuno!”

BonHan lo guardò sconvolta non sapendo come replicare perché infondo non aveva tutti i torti ma per orgoglio in quel momento non volle dargli ragione.

Che se ne andasse al diavolo pure lui! Pensò BonHan in un primo momento arrabbiata e offesa, non sapendo come agire o replicare.

“Vai al diavolo, Yesung!” disse semplicemente guardandolo furiosa poi si allontanò indispettita

“Vacci prima tu!” replicò di rimando urlando innervosito.  Ma subito dopo si pentì di tutto quello che aveva appena detto sentendosi maledettamente male e in colpa. Sbuffò nervoso e ritornò nella sala prove dove tutti lo guardarono sconvolti, evidentemente avevano sentito ipotizzò il rosso.

“Hyung, come fai ad essere ancora vivo?” chiese Siwon sbigottito togliendo le parole di bocca ai presenti. Il main vocalist sospirò stancamente

“Non so neanche io.”

 

 

Erano passati diversi giorni dall’ultima volta che BonHan aveva rivolto la parola a Yesung e da quel giorno si salutavano a stento. BonHan sapeva che il main vocalist non aveva tutti i torti però quello che la rendeva infelice era che se lui fosse andato da lei e le avesse parlato di quell’appartamento, lei non avrebbe esitato a vederlo. Invece aveva agito come lui più riteneva giusto, senza pensare a quello che voleva lei. Era questo ciò che la urtava maggiormente, non sapere la sua opinione a riguardo.

“Questa ti piace, BonHan?” chiese Kyuhyun indicando l’annuncio di una casa sullo schermo del suo computer

“Ah? Non saprei...” rispose lei vaga. Kyuhyun sospirò e abbassò lo schermo del computer guardando la ragazza cercando di capire cosa c’è che non andasse in lei, ma purtroppo, come ben lui sapeva, non riusciva a capire l’emozioni di BonHan come riusciva a fare Yesung.

Lui è il più abile in questo... pensò con amarezza il maknae

“Che c’è? Ho qualcosa che non va?” chiese BonHan allontanando il viso mentre Kyuhyun avvicinava il suo cercando di scrutarla, per capire meglio il suo stato d’animo

“Si, ma non riesco a capire cosa, vuoi dirmelo tu?”

“Non c’è niente che non vada...”

“Ti prego, non mentirmi. Ti supplico, rendimi partecipe di quello che stai provando.  Puoi fidarti di me, lo sai.”

BonHan sospirò debolmente mordendosi il labbro indecisa, poi sorrise dolcemente pensando a quanto amore avesse Kyuhyun per lei. Così decise di raccontare del suo litigio con Yesung e della causa omettendo però quello che si erano detti. Infatti BonHan, conoscendo Kyuhyun, sapeva che se solo avesse saputo ciò che realmente si erano detti avrebbe attaccato brighe con il main vocalist, di nuovo.

“Tutto qui?” domandò Kyuhyun guardandola dubbioso. BonHan sospirò  spazientita e annuì convincente, sperando che Kyuhyun non le chiedesse altro.

“Avrei voluto esserci, per vedere Yesung arrabbiato...”

BonHan lo guardò accigliato e le diede un debole pugno sulla spalla “Certo che sei proprio un cretino...” disse poi cercando di non sorridere anche se era impossibile non sorridere con lui.

Dopo un’ora di ricerca, alla fine Kyuhyun e BonHan avevano trovato una casa che facesse proprio a caso per lei, con affitto ragionevole e abbastanza grande, inoltre presero anche l’appuntamento con l’agenzia stabilendo il giorno adatto: sarebbe stato il seguente. Kyuhyun si propose di accompagnarla e la manager fu ben disposta ad accettare proponendo di portare con loro BonJoong.

Il giorno dell’appuntamento, Kyuhyun aspettava che si facesse ora di andare a prendere BonHan, sul divano del dormitorio. Non si accorse subito però che, da qualche minuto, Yesung sedeva anche lui, guardando corrucciato la televisione. Pensava ancora alla discussione avuta con BonHan e non riusciva a pensare ad altro. Si sentiva così frustrato e non capito proprio dalla persona che sarebbe stato disposto pure a morire per lei. Si domanda se avesse davvero ragione, se avesse sbagliato ad agire in quel modo... troppe domande a cui lui non riusciva a dare risposta.

“Io vado hyung.” Disse Kyuhyun alzandosi e riportandolo alla realtà

“Dove vai?”

“Oh, niente di che... accompagno BonHan a vedere una casa.” Rispose con semplicità il maknae come se nulla fosse.

“Ah, bene... perfetto... aspetta un attimo... che cosa?!”

Ma prima che Yesung potesse chiedere spiegazioni, Kyuhyun era già sgattaiolato via sghignazzando divertito.

“Kyuhyun!” urlò il main vocalist ricorrendolo, ma il maknae era già lontano dalla sua portata. Yesung sbuffò e si grattò la testa nervoso poi si diede  delle botte alla fronte con il palmo della mano ripetendosi quanto fosse stato uno stupido. Intanto Heechul guardava la scena divertito mentre sorseggiava una tazza di thé bollente, pensando ad un’unica cosa.

Quanto mi sto divertendo...


Note :3
ORBENE ECCOMI QUI! Sono risorta dalle mie ceneri proprio come la fenice!
PERCHE' SI GENTE, SONO UNA FENICE (?)
Ok, tornando normali e per un attimo seri, è doveroso chiedermi le mie più sincere condoglianze scuse per il ritardo nel postare il nuovo chappy, ma in questa settimana non ho avuto proprio modo di postare e di scriverlo ç_ç
Spero che mi perdoniate ^^
Intanto spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Fatemelo sapere con una recensione!
Un bacio e a prestissimo! (spero)
Cri_Snix

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 23-Ritornare come prima ***




Capitolo 23
Ritornare come prima

BonHan uscì da quell’appartamento non delusa, ma nemmeno entusiasta. L’appartamento era gradevole, aveva un bel soggiorno confortevole, due stanze da letto, una piccola cucina e un bagno. Non era luminoso come quello di Yesung a causa di un altro palazzo che si ergeva di fronte che non permetteva ai raggi del sole di illuminare le stanze. Non era nemmeno tanto spazioso, tuttavia, pensò BonHan, era piuttosto funzionale.

Si sarebbe accontentata, infondo non era male. Eppure, improvvisamente si ritrovò a pensare all’appartamento di Yesung, a quel giardino così bello, al sole che illuminava tutte le stanze, ai profumi che provenivano dalle bancarelle e al vociare allegro dei passanti. Quella casa, adesso, appariva più desiderabile che mai in confronto a quella appena visitata che appariva spoglia e vuota.

Non le piaceva, proprio per niente e Kyuhyun parve capirlo, ma lui non glielo chiese subito, aspettò che l’agente immobiliare si allontanasse da loro due. Sapeva cosa la ragazza stesse pensando, anzi, era più che convinto del fatto che BonHan si fosse innamorata perdutamente della casa di Yesung.

Se non di lui stesso.

Kyuhyun chiuse gli occhi nel tentativo di rimuovere quel pensiero che, da un po’ di tempo, gli si era infiltrato nella mente non facendolo dormire di notte, e istintivamente prese la mano della manager tra le sue, facendola trasalire.

“Non ti piace, vero?” chiese il maknae incurvando la bocca in un sorriso sornione

“No, per niente.”

Fredda e glaciale come sempre, pensò il cantante con amarezza. Non sapeva se apprezzare la sincerità fredda e senza scrupoli di lei o averne paura. Nel secondo caso, si sarebbe avvalsa  la tesi di Kyuhyun: in recondito angolo del cuore di BonHan, il quale Kyuhyun non aveva ancora raggiunto, si trovava ancora l’amore che lei provava per Yesung. In tal caso, Kyuhyun non avrebbe avuto un barlume di vittoria, non poteva competere con Yesung perché BonHan lo avrebbe scelto senza ombra di dubbio. Kyuhyun era consapevole di essere stato il “secondo” per la manager e non poteva di certo sopraffare i sentimenti che le aveva suscitato Yesung. Non era altro che un cerotto che, compiuto il suo dovere di proteggere la ferita da infezioni, sarebbe stato gettato via.

Disfatta, perdita, senza rivincita. Così sarebbe andata e ancora una volta, Kyuhyun sorrise amaro di fronte a quel suo ragionamento, il quale non faceva una piega.

Era inoltre convinto che gli stessi identici pensieri e ragionamenti li avesse fatti anche BonHan, forse anche prima di lui. Infatti, sapeva bene di quanto lei potesse essere calcolatrice e razionale. Proprio questo era l’unica grande cosa che li accomunava di più: potevano risolvere il più impegnativo problema ma non sapevano relazionarsi con i loro sentimenti.

 “Cosa non ti è piaciuto?” continuò il cantante nascondendo i suoi pensieri dietro i suoi occhi scuri attraversati sempre da un lampo di sarcasmo.

La manager sbuffò spazientita a causa della brezza primaverile che le portava i ciuffi  che le ricadevano dalla coda di cavallo, davanti agli occhi, impedendole di vedere.

Era una giornata primaverile piuttosto calda, i fiori sugli alberi erano sbocciati e BonHan si ritrovò a pensare che erano passati diversi mesi da quando si era ritrovata a lavorare come assistente per JungHoon, e tante cose erano mutate in quel tempo, così come era cambiata lei. Non si sentiva più la stessa, il suo carattere da schivo e freddo, era stato sostituito con uno fragile da ragazzina che giocava ad essere una donna matura. Provava ribrezzo per se stessa, cosa le era capitato?

Yesung. Pensò quasi con rabbia la corvina.

Era sua la colpa di tutto? Solo in quel momento si rese conto che Yesung l’aveva resa fragile e indifesa. Le aveva distrutto il suo muro che la proteggeva da ogni delusioni e ferite inferte al suo cuore, poi a sua volta l’aveva ferita, distrutta, ancora e ancora. Nonostante questo BonHan sapeva che il suo cuore gli era ormai soggiogato: era suo, che le piacesse o meno, che ci fosse Kyuhyun o meno.

Perché Kyuhyun non avrebbe mai potuto sostituirlo in niente. BonHan lo sapeva fin dall’inizio, da quando volontariamente –allora non era ancora del tutto consapevole- lasciò che la rosa che il maknae le aveva regalato il giorno dopo il loro bacio, appassisse, abbandonata in un vaso e lasciata a marcire solitaria, senza cura. Sarebbe stato quello l’amore che avrebbe offerto a Kyuhyun, secco e arido.

BonHan ancora una volta pensò di essere cattiva.

“Non è abbastanza illuminata.” Rispose secca cercando di sorridere per nascondere la sua freddezza. Stava prendendo le distanze dalla persona che l’amava nonostante Kyuhyun sapesse bene che BonHan non l’amava, nemmeno un po’. Si era illuso di poter fare breccia nel suo cuore, che sarebbe stata sua per sempre.

Si sbagliava.

“Quella di Yesung lo è di più?” chiese ancora Kyuhyun guardandola con la coda dell’occhio con la voce amara, in cui traspariva un senso di rassegnazione.

Ti piace più lui Pensò il maknae stringendo la mano che aveva libera in pugno con rabbia, la stessa rabbia di chi non può fare altro che osservare la sua inesorabile sconfitta.

Quando Kyuhyun pronunciò il nome del main vocalist, BonHan sentì una fitta al cuore non notando l’amarezza con cui lo pronunciava.

“Vai al diavolo BonHan!”

Quella fu l’unica volta che BonHan si sentì dalla parte del torto, comportandosi come una bambina viziata ferendo, forse ancora una volta, Yesung. Forse era il suo modo di fargliela pagare: lui l’aveva ferita e adesso ne ripagava le conseguenze: a sua volta, lei lo feriva e forse nel peggiore dei modi.

“Vai al diavolo Yesung!”

Pronunciare quelle parole le era costato caro, soprattutto se ripensava  a tutto quello che lui aveva fatto per lei. Dal primo momento che l’aveva visto, BonHan sentì la sua pelle andare a fuoco e il cuore battere forte. Lui era sempre gentile e socievole con lei e con il suo sorriso le illuminava la giornata. Il suo sorriso era come il sole per lei e anche questo gli aveva portato via.

“Dici di non essere una principessa ma vedi, sta sera, adesso, per me... lo sei.”

“Ehi? C’è qualcuno o sto parlando da solo come un menomato mentale?” domandò il maknae incurvando un angolo della bocca in sorriso ironico. BonHan si voltò verso il cantante inespressiva, sorridendo appena. Iniziò a domandarsi il motivo della presenza di Kyuhyun nella sua vita: lo stava usando ed era più che consapevole.

“Scusa ero sovrappensiero.” Rispose lei distaccata salendo sul taxi, seguita da Kyuhyun.

Il maknae guardò crucciato la manager per tutto il viaggio di andata verso la SM Town pensando ad un’unica cosa, che prima a poi l’avrebbe sicuramente persa.

Perdere qualcosa che non si è mai avuto è solo da idioti. Pensò con rammarico Kyuhyun stringendo ancora per una volta la mano della ragazza, forse per l’ultima volta. Stava prendendo nuovamente le distanze, non c’era più niente ormai che li legava, niente che potesse coinvolgerla, niente più oramai. L’avrebbe persa, avrebbe perso il viso di lei, il suo sorriso rivolto a lui, il calore che gli trasmetteva, il sapore delle sue labbra...

Sospirò stancamente mentre osservava la ragazza che picchiettava i tasti del suo cellulare, impassibile e spenta.

Voleva di nuovo quel sorriso che gli aveva conquistato il cuore, voleva che fosse di nuovo sua.

“Quando sorridi, vedo il tuo meglio.” Esordì il cantante guardandola serio mentre lei si voltava piano sorpresa “Quindi, sorridi di più.”  Concluse poi Kyuhyun sorridendole dolce riuscendo a strappare anche un sorriso alla manager, il sorriso che aveva illuminato il cuore al maknae.

“Se vuoi affittare la casa di Yesung puoi farlo.”

“Non mi servirebbe il tuo permesso nella remota ipotesi che volessi affittarla.”  Rispose burbera lei posando il cellulare nella borsa e guardando fuori dal finestrino le macchine che sfrecciavano e i passanti che attraversavano la strada.

“Non volevo darti il mio permesso, volevo solo dirti che a me non importa.”  Controbatté Kyuhyun tagliente sorridendo tristemente.

BonHan sbuffò stizzita mentre si massaggiava le tempie stancamente. Perché Kyuhyun doveva sempre mettere il nome di Yesung in ogni loro conversazione? Innervosirla o  colpevolizzarla?

“Io ti amo BonHan e ho bisogno di sentirmelo dire da te almeno una volta.”

La corvina scosse la testa: ricordare non le aveva mai fatto così male sino a quell’istante. Ricordare per BonHan significare non smettere di amare le persone lontane o perse, ricordare per BonHan significava vivere. 

Perché non vai via dalla mia testa Yesung? Perché?!

Ricordare gli avvenimenti avuti con Yesung significava lasciare Kyuhyun ed era quello che BonHan cercava di impedire con tutte le sue forze: Kyuhyun era diventato una persona migliore. BonHan non si prendeva il merito della maturità del ragazzo, ma di certo credeva che lei ne era uno dei fattori scatenanti. Quindi lasciare lui significava fargli fare un passo indietro e BonHan non voleva che accadesse.

 

Yesung lasciò la sala prove solo dopo la mezzanotte ormai allo stremo delle forze. Gli faceva male la gola, a causa del troppo sforzo, e la testa gli girava vorticosamente. Lasciò che i piedi lo conducessero verso l’uscita per dirigersi al dormitorio e inevitabilmente passò di fronte all’ufficio che JungHoon e BonHan condividevano e non potette fare a meno di fermarsi di fronte alla porta vetrata.

Il main vocalist strinse i pugni e intravedendo la manager con la testa china sul suo computer, circondata da fascicoli, appoggiò la fronte sul vetro freddo della porta e chiuse gli occhi: desiderava parlare, forse per l’ultima volta ma quando e dove? Ora che non sapeva nemmeno dove abitasse, parlare nel dormitorio o negli uffici della sede discografica non era un posto tranquillo. Dovevano esserci solo lui e BonHan.

Decise di andare al dormitorio, a quell’ora non avrebbe ricavato nulla, l’indomani mattina a mente fresca sarebbe riuscito in qualche modo a sapere della nuova abitazione di lei per confessarle ancora una volta il suo amore. Non gli importava cosa gli avrebbe risposto quella volta, ma aveva la necessita di dirglielo ancora una volta soltanto.

Quando finalmente arrivò al dormitorio si accasciò stancamente sul divano appoggiando la testa sugli schienali del divano. A poco a poco sentì gli occhi farsi pesanti e lentamente si abbandonò al sonno, ma un rumore gli fece aprire gli occhi e voltarsi verso la fonte del rumore.

“Hyung, sei appena arrivato?” chiese Kyuhyun versandosi un bicchiere d’acqua. Yesung annuì stancamente e richiuse di nuovo gli occhi per poi sbarrarli nuovamente meravigliato.

“Kyuhyun!” esclamò il rosso sorpreso scattando all’ in piedi prontamente.

“Yesung!” rispose nello stesso tono inarcando il sopracciglio ironicamente mentre sorseggiava l’acqua.

“Kyuhyun! BonHan ha trovato casa?”

“Perchè? Ti interessa forse venderle un’altra casa?” scherzò il minore con un tono beffardo. Yesung si avvicinò al minore mettendosi di fronte e guardandolo supplichevole e serio: doveva saperlo e Kyuhyun non glielo avrebbe impedito. Il maknae sospirò e posò il bicchiere nel lavabo annuendo mestamente rendendosi conto che era giunto il momento di farsi da parte, purtroppo.

“Dove? Ti prego dimmelo, farò qualsiasi cosa!” continuò Yesung con un tono insistente mantenendo lo stesso sguardo: serio e supplichevole ma al tempo stesso fermo.

Kyuhyun inarcò il sopracciglio prima scettico, poi arricciò le labbra in un sorriso furbo.

“Qualsiasi cosa, eh?”




Note dell'autrice :3
Finalmente ci sono riuscita. Non vi confesso che scrivere questo capitolo è stato un parto e fa anche abbastanza schifo, sorratemi (?)
So solo che siamo quasi alla conclusione di questo parto secolare (ebbene si "Come un uragano" sta giungendo al termine.)
Se volete sapere come andrà finire, non smettete di seguirmi :3
Un bacio!
Cri_Snix


 

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Capitolo 25
*** Capitolo 24-Ultimatum ***





Capitolo 24
Ultimatum

“Meno male che avevo detto che vi volevo pronti per le sette.”  Esordì esasperato JungHoon mentre entrò nell’appartamento e vedendo KangIn con il mento debolmente appoggiato sulla mano, seduto al tavolo, insieme a Yesung, Eunhyuk stravaccato sul divano, sonnecchiante e Ryeowook che era intento a preparare litri di caffè per tutti.

“Muovetevi, siamo in ritardo per la conferenza stampa.” Continuò il manager picchiettando i tasti del suo cellulare “BonHan è già lì che ci aspetta.” Continuò posando il telefono nella tasca mentre si dirigeva verso le altre stanza a tirare giù dai letti i ritardatari.

Yesung al nome della ragazza, strinse la tazza di caffè e si morse il labbro inferiore.

“Hyung hai saputo dove abita adesso BonHan?” chiese improvvisamente Ryeowook sedendosi affianco a lui. Il main vocalist scosse la testa: in un certo senso ancora non lo sapeva nonostante quello che aveva detto l’altro giorno alla radio solo per saperlo da Kyuhyun.

“Kyuhyun ha detto che me l’avrebbe detto lei.” Rispose il rosso sciacquando la tazza nel lavello.

“Conoscendo Kyuhyun di certo non te l’avrà detto perché improvvisamente è diventato di buon cuore.” Intervenne KangIn ancora con gli occhi chiusi e la voce impastata dal sonno. Yesung stava per rispondere quando, sentì la sua stessa voce provenire da un registratore.

Kyuhyun ha la voce più bella del gruppo. Riesce ad aggiungere note molto alte con facilità.

I presenti si girarono verso la fonte della voce, scoprendo Kyuhyun appoggiato allo stipite della porta con un ghigno divertito sul volto e con un registratore in mano, con l’indice premuto sul tasto pausa.

“Sarà la ninna-nanna delle mie notti insonni.” Disse ghignando ancora, poi così come era venuto, ritornò nella sua stanza per prepararsi. Yesung si massaggiò la fronte infastidito, mentre gli altri cercavano di soffocare le risate, inutilmente.

“Ora capisco, hyung.” Disse Ryeowook tra una risata e l’altra mentre Eunhyuk e KangIn piangevano per le risate. Yesung nascose il viso tra le mani pensando che se  non avesse saputo dove abitasse BonHan, avrebbe strangolato Kyuhyun e, dopo, avrebbe cancellato quella registrazione.

Almeno non l’avrebbe perseguitato per sempre.

 


BonHan aspettava l’arrivo del van dei Super Junior, impaziente, fuori alla sala conferenze dove si sarebbe svolta la conferenza stampa per il lancio del loro nuovo singolo. Guardava spazientita l’orologio: erano in ritardo di dieci minuti e i giornalisti erano già arrivati. Sbuffò nervosa, odiava aspettare e odiava i ritardi. Pensò che avrebbe ucciso JungHoon appena sarebbero arrivati o forse dopo la conferenza.  Mentre la manager pensava a quali torture medievali infliggere al suo collega, vide arrivare il van e tirò un sospirò di sollievo, mentre si avvicinava a grandi falcate verso il van scura in volto e con i pugni chiusi.

“Lo so, lo so, lo so! Non dire niente. I giornalisti sono già dentro?” domandò JungHoon mentre scendeva dal van, seguito dai cantanti.

“Si e se non si muovono ad entrare ci sarà una rivolta.” Rispose BonHan mentre si dirigeva velocemente all’entrata seguita dal collega “Ed io ti ucciderò.” Continuò fermandosi di colpo rivolgendogli un’occhiata assassina, poi aprì il portone che dava alla sala conferenze e diede segno ai cantanti di dirigersi verso un palchetto allestito per loro con un lungo tavolo con tredici microfoni e bicchieri d’acqua. Quando si sistemarono tutti, la conferenza potette finalmente iniziare e BonHan tirò un sospiro di sollievo.

La prime domande furono inerenti al nuovo singolo, perché del titolo “Mr.Simple”, il nuovo stile e le nuove coreografie. Ma le successive si fecero sempre di più personali e BonHan riuscì a intravedere l’imbarazzo nei loro sguardi e cercò di reprimere l’impulso di interrompere la conferenza.

“Kyuhyun è vero che hai una fidanzata?” chiese un giornalista di una rivista scandalistica: era pelato, ma aveva nascosto la sua calvizie con un basco. Le sopracciglia erano folte e nere e aveva un sorriso sghembo, come se quella domanda lo stesse divertendo. Era come se stesse lanciando un guanto di sfida e BonHan sperò con tutte le forze che il maknae non lo raccogliesse, ma ovviamente lo conosceva fin troppo bene e lo avrebbe raccolto, solo per dimostrare che quella domanda non lo metteva in imbarazzo.

“Si è vero.” Rispose con semplicità sorridendo

“Parlaci un po’ di lei.” Intervenne un altro con un registratore puntato verso i cantanti. Kyuhyun ormai aveva attirato l’attenzione di tutti i giornalisti con quella confessione dette con estrema semplicità. BonHan sentì il sangue scorrerle più velocemente ma non si scompose, rimase gelidamente ferma al suo posto con le braccia strette al petto. Vide Kyuhyun sorridere imbarazzato mentre picchiettava le dita sul tavolo bianco.

“Lei è la cosa più bella che mi sia potuta capitare in tutta la mia vita.” Iniziò il maknae sorridendo mentre nella sua mente scorrevano lentamente le immagini del suo primo bacio con BonHan, delle notti passate con lei, del suo tocco leggero sul suo petto, le sue dita fredde che percorrevano i solchi delle cicatrici che percorrevano il suo addome. Il respiro leggero di lei che soffiava contro la sua pelle, il viso di BonHan al mattino, appoggiato sul suo petto. Le loro mani strette tra di loro e i mille baci impressi sulle loro pelli come marchi e il profumo di lei che ancora sentiva nei suoi polmoni. “Lei è il mio filo rosso.” Concluse sorridendo Kyuhyun mentre i suoi compagni iniziavano un po’ a prenderlo in giro, solo Donghae applaudiva entusiasta come un bambino di cinque anni e Yesung, che aveva lo sguardo basso, sentendo una fitta allo stomaco. L’amava davvero tanto, pensava il main vocalist con rammarico.

“E tu Yesung, hai anche tu una ragazza?” domandò una giornalista di mezza età con i capelli scuri tagliati e un naso piccolo e appuntito. Yesung alzò lo sguardo verso la giornalista e sorrise imbarazzato scuotendo la testa in segno di dissenso balbettando parole incomprensibili. I suoi compagni iniziarono a prenderlo in giro mentre i giornalisti ridevano e insistevano affinché dicesse qualsiasi cosa pur di creare uno scoop. Il problema era che lui non poteva di certo dire che era perdutamente innamorato della ragazza di uno dei suoi migliori amici.

“C’è stata una ragazza un tempo ma l’ho fatta scappare.”disse il main vocalist suscitando dei versi di scontento “Nonostante questo, io l’amo ancora e la porterò sempre nel mio cuore. Perché lei mi ha travolto come un uragano.” Concluse Yesung sorridendo appena mentre, senza nemmeno accorgersene, si ritrovò a guardare BonHan che era come congelata al suo posto, una statua di ghiaccio: fredda. Corrugò leggermente la fronte, ma fu come uno spasmo impercettibile. Se però all’esterno appariva glaciale, all’interno sentiva lo stomaco bruciare e il cuore scoppiare. La sua pelle era ormai fuoco e sentiva la testa oppressa. I suoni ormai le arrivavano ovattati non accorgendosi nemmeno che la conferenza fosse finita, dovette scuoterla JungHoon per riprenderla.

Mentre si dirigevano verso il van, BonHan cercò di non lasciare trasparire quello che sentiva dentro di sé, restando sempre impassibile fino a che non si diressero verso il set del servizio fotografico per il nuovo album.

Le ore sembravano interminabili e BonHan non potette fare di ripensare alle parole dei due cantanti. Se avesse scelto uno, l’altro avrebbe sofferto.

“Non scegliere nessuno.” Le disse una volta Leeteuk, mentre era seduta con lo sguardo perso nel vuoto, alla scrivania del suo ufficio. Non ricordava bene come lei e Leeteuk avessero iniziato a parlare, forse lo aveva semplicemente sognato, frutto della sua immaginazione. Le sembrò un padre che in quel momento cercava di proteggere i suoi figli e di dare consiglio a lei. Ricordò bene cosa aveva detto.

“Se non scelgo nessuno, soffrirò io.”

Egoista. Preferisci far soffrire uno di loro per non soffrire tu.

Scosse la testa stanca e l’appoggiò al muro al quale era appoggiata.

Egoista.

Sentì le lacrime pizzicargli: era stanca. Iniziò a desiderare di non aver mai avuto nulla a che fare con i Super Junior, con Yesung e con Kyuhyun.

Avrebbe voluto costruire una macchina nel tempo pur di ritornare indietro e di poter perdonare Yesung nell’esatto momento in cui lui le aveva detto che l’amava.

Lo amava.

Poteva ancora perdonarlo, ma nel momento che avrebbe perdonato lui, non avrebbe perdonato se stessa.

 

Yesung stava riponendo le sue cose nel suo zaino, quando sentì bussare delicatamente alla porta. Nel meno il tempo di girarsi che BonHan era lì immobile sul ciglio della porta con quei intesi occhi neri che sembrava divorarlo con un solo battito delle sue ciglia lunghe. La bocca, colorata di rosso, era serrata e le braccia strette al petto, in una posizione rigida e austera. Yesung non riusciva a capire se era uno sguardo di rimprovero o semplicemente lo stesse scrutando. BonHan aveva un’espressione indefinibile stampata sul volto, sembrava che stesse pensando a qualcosa e riconobbe ancora una volta quel velo di tristezza nei suoi occhi.

Deglutì a vuoto.

“BonHan, non c’era bisogno che mi venissi a chiamare vi stavo raggiungendo.” Disse il cantante cercando di non fremere quando incastrò i suoi occhi in quelli di lei.

“Perdonami.” Rispose lei sorridendo tristemente “Per tutto quello che ti ho fatto passare. Perdonami, davvero.” Aggiunge chinando la testa in segno di scuse. Yesung non sapeva come agire e cosa dire, rimase lì immobile a guardarla con il desiderio di mandare a quel paese tutto e di stringerla a sé.

“N-non preoccuparti.” Riuscì a balbettare il rosso avvicinandosi alla ragazza.

“Spero che sia ancora valida la proposta di affittare casa tua.”disse BonHan accennando ad un sorriso cordiale.

“Lo sarà sempre, se tu vorrai.”

La manager arricciò gli angoli della bocca in un sorriso stanco poi disse che avrebbe potuto lasciare il contratto sulla sua scrivania, glielo avrebbe portato il giorno dopo, poi fece per andarsene.

“BonHan se... se quello che ti ho detto oggi ti ha messo a disagio, era l’ultima cosa che volevo.” Si affrettò a dire prima che lei andasse via, paralizzandola sul ciglio della porta “Io ti amo ancora.” Aggiunse infine sicuro, stringendo i pugni con forza.  

BonHan sentì una lacrima rigarle la guancia e sospirò silenziosamente. Ormai non riusciva più a nascondere ciò che provava per il main vocalist e nemmeno voleva più nasconderlo. Aveva deciso ormai, il suo ultimatum era scaduto ed era il momento di accettare le conseguenze della sua decisione.

“Anche io.” Rispose secca. Poi velocemente lasciò il camerino prima che il main vocalist avesse potuto aggiungere qualcosa.

Yesung sentì il cuore scoppiargli per la gioia. Lo amava ancora, era questo quello che trasparì dalle parole della ragazza. Forse era solo una delle elucubrazioni mentali del main vocalist ma a lui poco importava.  A lui sarebbe bastato questo, sapere che lei nonostante tutto lo amava ancora.

 

“Hyung ancora un’altra partita!” insistette BonJoong saltellando intorno al maknae il quale ridacchiava divertito.

“No è tardi, tua sorella ci uccide se ci vede ancora giocare con la playstation.” Rispose divertito Kyuhyun mentre riponeva il joystick sul piano del televisore. BonJoong mise il broncio e sbuffò annoiato poi diede la buonanotte al maknae e alla sorella e si diresse verso la sua stanza da letto. BonHan sorrise teneramente quando vide Kyuhyun stiracchiarsi e appoggiarsi sulla spalliera del divano. La ragazza, intenta ad asciugare le posate, trasalì quando sentì le mani del maknae posizionarsi sui suoi fianchi e il mento di lui appoggiarsi tra l’incavo tra la spalla e il collo.

“Vieni a sederti di là con me?” chiese quasi con un tono supplichevole, sussurrandole all’orecchio, provocando dei brividi alla ragazza.

“Devo finire di asciugare i piatti.” Rispose lei sorridendo quando Kyuhyun iniziò a baciarle il collo, poi le guancie, ogni centimetro di pelle che incontrava.

“Li asciugherai dopo.” Disse lui tra un bacio e un altro.

BonHan si sentì in qualche modo infastidita da quei baci, da quel contatto che solo qualche settimana fa non rifiutava ad accontentare. Ora tutto era cambiato e lei non aveva il coraggio di lasciare Kyuhyun andare. Così si voltò verso il maknae e lo baciò con avidità, sorprendendo il cantante, mordendo il labbro inferiore  del cantante fino a farlo sanguinare. Era un bacio sporco, quasi senza emozione, un bacio fatto solo di saliva e lingua ma a BonHan non importava. Voleva fare di tutto pur di soffocare i sentimenti che erano di nuovo emersi per Yesung.

Anche io.

Strinse gli occhi come aveva stretto le unghie nella pelle di Kyuhyun facendo aderire i loro corpi. Il maknae si staccò dalle labbra della ragazza solo per poterle mordere il collo lasciando dei segni rossi su ogni punto in cui si posava.

Ancora una volta BonHan non seppe dire di no e ancora una volta si ritrovò inerte affianco al maknae, stretta al suo petto.

Ancora una volta BonHan si sentì impotente, sporca, senza cuore. Yesung aveva preso con avidità il suo cuore, non era colpa sua se adesso non ne aveva più uno. Chiuse gli occhi fingendo di dormire, non aveva voglia di parlare con il Kyuhyun. Sentì la mano di Kyuhyun accarezzarle la schiena nuda e le labbra baciare le sue in un casto bacio.

Non sapeva cosa provasse per Kyuhyun, non sapeva cosa provasse in quel momento. Si sentiva vuota, come un guscio rotto e si maledì perché ci era ricaduta di nuovo. Kyuhyun la faceva sua sempre, ogni volta ci riusciva sempre a travolgerla nel suo vortice. Lei mai si tirava indietro.

“BonHan venderei la mia anima al diavolo pur di rimanere con te.” Disse improvvisamente il cantante a un soffio dalle labbra di lei, accarezzandole le gambe scoperte dal lenzuolo “BonHan scegli me, prendi me, ama me.” Supplicò lui stringendosi a lei, nascondendo il viso trai suoi capelli neri. Poi finalmente chiuse anche lui gli occhi, addormentandosi placidamente.

Altre lacrime, intanto, rigarono il volto arrossato di lei, bagnando la federa del cuscino.

Che cosa ho fatto?



Note dell'autrice :3
Queste vacanze hanno stroncato la mia voglia di vivere e di scrivere. Mi sono sentita molto il Grinch *le è cresciuta una strana peluria verde.*
Vorrei fare alcune precisazioni:
1.
Lo so, KangIn non c'è nell'album di "Mr.Simple" ma voi fate finta che ci sia (?). Mi servirà ai fini della storia ^^
2.
"Il filo rosso" a cui Kyuhyun si riferisce è una leggenda giapponese secondo la quale ogni persona ha legato al mignolo un filo invisibile rosso della mano sinistra, legato al mignolo della propria anima gemella. Il filo inoltre ha la caratteristica di essere indistruttibile: le due persone sono destinate a incontrarsi e restare insieme per sempre.
(qui per sapere della leggenda ^^ --> http://it.wikipedia.org/wiki/Il_filo_rosso_del_destino )
Detto questo, vi dico solo che per scrivere questo capitolo è stata una vera impresa, un parto. Insomma ho sudato sette, trendorci camice per scriverlo.
Dai gente, è quasi finito a breve non vi ammorberò più (almeno con questa fic :33)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Un bacio
Cri_Snix

 

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Capitolo 26
*** Capitolo 25-Scelta ***




Capitolo 25
Scelta

Erano passati un paio di giorni dalla conferenza stampa e solo uno dall’inizio delle prove per la coreografia di “Mr.Simple”. I cantanti si stavano impegnando molto affinché il loro nuovo album potesse essere il primo nelle classifiche, esercitandosi ogni giorno con le coreografie e con le nuove canzoni, uscendo solo dalle sale prove per tornare nel loro dormitorio a riposare.

Anche BonHan stava lavorando sodo, non c’era un momento che non fosse al telefono con qualche rivista o che confermasse la presenza del gruppo in qualche show televisivo o in qualche serata di gala. Non usciva dal suo ufficio per tutto il tempo, uscendo solo la sera tardi. Era davvero un periodo intenso per lei, aggravato anche dal terminato trasloco. Si sentì finalmente serena quando mise piede in quella stupenda casa che in qualche modo profumava di Yesung.

Ormai era il suo unico pensiero e sempre lo sarebbe stato, non poteva più impedirlo.

“JungHoon, ho confermato tutto: domani mattina alle dieci da Fashion Magazine e poi alle cinque del pomeriggio da “The Beatles Code”.” Disse la ragazza mentre posava il cellulare sulla scrivania e segnava tutto sul suo palmare.

Il manager annuì e si stiracchiò stancamente, appoggiando la schiena allo schienale della poltrona girevole.

“Puoi andare BonHan, sarai stanca.” Disse JungHoon massaggiandosi la fronte tesa per la stanchezza. BonHan annuì e fece un chino di saluto per poi uscire dalla stanza dirigendosi verso l’ascensore.

Guardò il cielo notturno dall’ascensore vetrata ,che permetteva di vedere il paesaggio, e provo una sorta di malinconia nel vedere la luna spaventosamente bianca e grande. Si sentì insignificante di fronte alla luce sinistra che il satellite emanava, si sentì insignificante di fronte a tutto. BonHan diede un’occhiata all’orologio al polso, il quale segnava la mezzanotte passata: a quell’ora probabilmente Kyuhyun era ancora in sala prova ed era meglio così per lei.  Non aveva voglia di incontrarlo, di fingere ancora. Cosa le impediva di lasciarlo? Forse perché non voleva restare da sola, forse perché infondo provava una sorta di affetto verso Kyuhyun, ma più semplicemente perché aveva paura delle conseguenze.

Come avrebbe reagito il maknae? Cosa avrebbe detto quando lei gli avrebbe confessato che amava ancora Yesung?

BonHan scosse la testa, non l’avrebbe mai confessato, non a Kyuhyun per lo meno.

Si avviò lentamente verso il suo appartamento assaporando l’aria primaverile e fresca, concedendosi di tanto in tanto uno sguardo alle vetrine dei negozi e di soffermarsi in qualche libreria, solo per sfiorare le pagine di qualche libro, come se potessero estraniarla dai suoi problemi.

Quando arrivo a casa, si gettò sul divano stanca chiudendo finalmente gli occhi ma irrimediabilmente immagini di Yesung che le sorrideva, di Kyuhyun che le stringeva le mani unendole con le sue, ritornarono prepotentemente nei suoi pensieri, rendendola ancora maggiormente colpevole.

“Nuna, sei tornata?” domandò BonJoong strofinandosi gli occhi assonnati, con indosso il pigiama che le aveva cucito la madre. BonHan al ricordo della madre indaffarata al cucire quel pigiama, nel periodo che erano estremamente poveri, sorrise intenerita e accarezzò il viso arrossato del fratello. Poi gli schioccò un bacio sulla fronte per poi stringerlo al suo petto.

“Ritorna a dormire BonJoong.” Gli disse sorridendo teneramente. Il fratello annuì sonnolento e ritornò nella sua stanza, chiudendosi la porta alle spalle. La ragazza si accasciò nuovamente sul divano e sospirò debolmente. Suo fratello era l’unica certezza che le era rimasta, nessuno l’avrebbe allontanata da lui. Con le ultime forze rimaste, indossò il pigiama e si coricò nel suo letto, sprofondando in un sonno tormentato dal viso di Yesung. Sognò lui, come ogni notte da quando l’aveva incontrato.

 

Yesung e Kyuhyun erano rimasti nella sala prove per continuare a provare la canzone che dava il titolo all’album. In quell’ultimo periodo, sembrava che le loro controversie non ci fossero mai state, che era tutto come prima dell’arrivo di BonHan. Erano di nuovo affiatati e si aiutavano a vicenda dandosi consigli sia per le canzoni e sia per le coreografia; era tutto tornato come prima o forse nulla era cambiato. Loro erano come fratelli, i Super Junior erano una famiglia e non esisteva nessun litigio che mettesse a rischio la loro unità.

Nemmeno per una donna anche se BonHan non era una qualunque ragazza. Lei era speciale, era unica al mondo ed entrambi i cantanti lo sapevano.

“Aigoo, tra poco mi addormento all’in piedi.” Si lamentò il maknae stiracchiandosi per poi reggersi la testa con le mani, passandosele trai capelli.

“Abbiamo quasi finito dobbiamo solo provare l’ultima parte... pappamolle...” rispose Yesung sussurrando l’ultima parola mentre un ghigno sarcastico gli arricciò le labbra.

Kyuhyun alzò la testa di scatto e lo guardò scioccato con la mascella serrata mentre il maggiore sghignazzava divertito.

“Pappamolle a chi?!”

“Non ti sarai mica offeso...”

Il maknae inarcò un sopracciglio ironico e fece una smorfia di dissenso per poi ridere di gusto con il suo hyung. Gli erano mancati quei momenti con lui, potersi prendere di nuovo in giro a vicenda, sentirsi di nuovo a proprio agio con lui. Sorrise guardando di sottecchi il maggiore che si massaggiava la fronte mentre leggeva attento lo spartito, poi iniziò a leggere mentalmente la sua parte finale. Rimase visibilmente meravigliato quando sia la sua battuta che quella di Yesung gli ricordassero BonHan.

“Che strano...” disse improvvisamente Yesung, evidentemente aveva letto anche lui. “Le nostre parti finali mi ricordano BonHan.” Continuò il rosso girando il foglio dello spartito per continuare la lettura del testo.  Rimasero per un po’ di secondi a contemplare il testo in silenzio e Kyuhyun si sentì infastidito che anche a Yesung quelle parole ricordassero BonHan. Lo innervosiva la dannata sincerità del maggiore il quale non nascondeva mai niente dicendo tutto quello che poteva passargli per la testa. Così diverso da lui che era schivo e insolente. Ora capiva il perché BonHan amasse ancora Yesung: lui era come il sole durante una tempesta, mentre Kyuhyun era solo la tempesta.

Improvvisamente il maknae iniziò a canticchiare le parole della sua battuta, seguendo il ritmo che si dava con le dita mentre le picchiava contro la sua coscia.

Non preoccuparti, ti accadranno solo cose belle. Respingi tutte le cose serie.” Cantò Kyuhyun alzando la voce mentre Yesung seguiva il ritmo leggendo sul suo partito e quando fu il suo turno iniziò anche lui a cantare.

Oggi sorridi brillantemente, il tuo sorriso brillante fa sentire tutti meglio.” E inesorabilmente, Yesung pensò che davvero il sorriso di BonHan faceva sentire tutti meglio. Rimase a fissare il suo spartito per un po’, ripensando alle parole della canzone, poi lo ripose al suo posto, lasciandolo sulla scrivania e si alzò stiracchiandosi stancamente, mentre Kyuhyun lo guardava serio stringendo il suo testo tra le mani. Non si alzò dal suo sgabello, anzi rimase inchiodato e fisso nella sua posizione come una tigre pronta ad attaccare, aspettando che la sua preda si distraesse.

Non poteva non essere geloso dell’uomo che la sua ragazza avrebbe portato sempre nel suo cuore. Lei pensava che lui non se ne fosse accorto, che non avesse capito niente. Si sbagliava. Purtroppo aveva capito tutto, lo aveva capito da sempre. 

Quando notò per la prima volta come BonHan ancora guardava Yesung, quando invece di chiamare lui chiamava il suo hyung, fu lì che capì di non avere più nessuna speranza. Inizialmente non se ne rese conto, che fosse solo frutto della sua gelosia, ben presto dovette ricredersi.

“Dai Kyuhyun, andiamo a riposare.” Disse Yesung quasi supplicando mentre si portava una mano alla bocca sbadigliando.

“Hyung, lei ti ama ancora.”

Il main vocalist si immobilizzò di colpo, ancora con la mano sulla bocca che lasciò lentamente ricadere sul suo fianco. Sentì il sangue gelarsi nelle vene e abbassò lo sguardo colpevole, mordendosi il labbro inferiore.

“Non fartene una colpa, hyung. Infondo lo sapevo che sarebbe finita così.”

“Mi dispiace.”

Kyuhyun sorrise amaro poi sospirò “Te la concedo.”

“Lei non è un oggetto, tu non mi concedi niente.” Rispose irritato il maggiore guardando il minore truce.

Kyuhyun rise sommessamente alzandosi dallo sgabello: apprezzava le qualità da difensore della legge di Yesung ed era uno dei motivi dei suoi sfottò.  

BonHan oggetto? Non era lontanamente paragonabile ad un oggetto: lei era una calamità naturale, un uragano, uno tsunami che lo aveva travolto sconvolgendolo e Kyuhyun ancora non era in grado di possedere una calamità naturale.

“Non è un oggetto infatti, se lo fosse le impedirei di starti vicino e di trovarsi nella stessa stanza con te.” Rispose a sua volta il maknae con una tranquillità glaciale, sempre con il suo sorriso di sfida che gli disegnava il volto.

“Mi stai dicendo che la vuoi lasciare?” domandò Yesung scettico senza staccare dal più piccolo i suoi occhi scuri, accigliati da uno sguardo dubbioso.

Davvero Kyuhyun l’avrebbe lasciata? Yesung non seppe rispondersi, in quel momento non riusciva più a capire il discorso del maknae, non riusciva più a capire nulla.

“No, a breve lo farà lei quindi...” rispose Kyuhyun amaramente stiracchiandosi, come se non stesse soffrendo come un cane.

Yesung parve sentire il cuore del minore incrinarsi e sanguinare, sentendosi un mostro. Calò il silenzio tra di loro, gelando tutta la stanza e gelando anche le loro pelli. Si erano fatti la guerra per tutto quel tempo, lottando per l’amore di BonHan e ora che Kyuhyun si era fatto da parte, Yesung non si sentì ne felice e né contento, percepì solo un immenso vuoto dentro di lui, impossibile da colmare. Non riuscì a fiatare, proprio lui che l’unica cosa in cui era davvero bravo era non smettere di parlare.

“Mi dispiace.”

Sembrò l’unica cosa adatta da dire in quel momento, l’unica cosa più stupida che venne in mente a Yesung. Kyuhyun annuì tristemente poi sospirò facendo spuntare di nuovo quel ghigno ironico e provocatorio sul suo volto e fu in quel momento che il maggiore si rincuorò: Kyuhyun avrebbe superato anche quella caduta.

“Andiamo hyung, voglio dormire. Non ci penso minimamente a diventare un sonnambulo vecchiaccio come te.”

“YAH! Come ti permetti?!”

Kyuhyun sghignazzò divertito per poi essere colpito da un pugno sulla spalla del più grande, ridendo anche lui divertito, poi uscirono dalla stanza ridendo ancora, come un tempo.

Fu allora che Yesung capì che nulla sarebbe cambiato.

 

BonHan passò una giornata di meritato riposo con suo fratello BonJoong passeggiando con lui nel parco a poca distanza da casa sua. Si divertì come quando era bambina, giocando a rincorrersi con suo padre, a schizzarsi con le fontane. Ritornò di nuovo a sorridere e sentì il suo animo colorarsi di nuovo e tutto questo fu grazie a suo fratello. Era cresciuto così in fretta in quei ultimi mesi, diventando ormai un piccolo uomo e la ragazza rivide in lui l’immagine di suo padre.

“Nuna posso dirti una cosa?” domandò il bambino mentre camminava affianco della sorella sulla strada del ritorno verso casa. Lei annuì mentre gli scompigliava i capelli con dolcezza.

“Scegli chi ti fa stare bene.”

BonHan si meravigliò e non seppe cosa dire. Era come un pugno nello stomaco o uno schiaffo in pieno volto. Non rispose al bambino, come non rispose a se stessa, limitandosi a dare un buffetto sulla guancia al fratello e incitandolo ad andare a casa, prima che tramontasse il sole.

Rimasero in silenzio per tutto il tragitto verso casa e BonHan non ebbe il coraggio di rispondere a quella domanda.

Chi la faceva sentire bene? Chi se non Yesung? Chi se non la sua voce così calda e roca, chi se non il suo viso, i suoi occhi, i suoi sorrisi, la sua dolcezza? Chi se non quella meraviglia di uomo?

Kyuhyun non avrebbe mai raggiunto il livello di Yesung, non l’avrebbe mai fatta innalzare alle stelle come ci era riuscito Yesung.

Quando arrivarono a casa, cenarono insieme, poi BonJoong si coricò presto, lasciando la sorella seduta al divano con il suo computer in grembo a battere i tasti scrivendo il suo romanzo. Era ormai notte e BonHan spense il computer pronta per andare a dormire ma improvvisamente il campanello della sua porta suonò. Esitante, andò ad aprire e sentì il cuore salirle in gola e poi scendere fino allo stomaco non appena vide Yesung sul ciglio della sua porta. Era bello come mai lo era stato e le sembrò che emanasse una luce propria. Appena la vide, il cantante sorrise dolcemente, come era suo solito fare, causando un rossore sulle guance pallide della ragazza.

“Annyeong BonHan.” Salutò il main vocalist sorridendo cordiale.

BonHan improvvisamente sentì la bocca asciutta.

“A-Annyeong Yesung.”balbettò BonHan cercando di imporsi la calma e di calmare il suo cuore il quale aveva aumentato la velocità dei battiti.

“Posso entrare?” domandò il cantante facendo cenno con la testa verso l’interno. La manager annuì e lasciò che il cantante entrasse, chiudendo la porta lentamente e cercando di controllare il suo respiro. 

Yesung si guardò intorno curioso poi posò il suo sguardo sulla ragazza: aveva i capelli legati in una treccia e indossava una canotta con una tuta nera e portava gli occhiali. Non l’aveva mai vista con le lenti indosso e ancora una volta asserì di quanto fosse bella.

“Scusami per l’orario ma avevo le prove anche oggi.”

“Non preoccuparti, ero ancora sveglia.”

Yesung la guardò intensamente costringendola a distogliere lo sguardo imbarazzata e ad alimentare quell’imbarazzo, calò il silenzio.

BonHan sentì il suo cuore accelerare sempre di più e la sua pelle andare a fuoco.

Che tu sia dannato Yesung.

Il cantante si avvicinò alla ragazza fino quasi a sfiorarle le braccia provocandole dei brividi.

Sarò anche io dannata con te, Yesung.

“Ho bisogno di parlarti.” Esordì finalmente il rosso scuro in volto. BonHan incrociò le braccia al petto e si fece attenta, pregando che il cantante non sentisse il rumore dei battiti del suo cuore.

“Non sono venuto qui per implorarti di scegliere me e nemmeno lo farò.” Proferì Yesung serio “Sono qui per dirti che non ho smesso di pensare a te in un solo istante da quando abbiamo litigato. Sembra una di quelle frasi fatte vuote e senza emozione, ma è così.” Si diresse verso le grandi finestre guardò verso il basso: la città era più caotica che mai, illuminata dai fari delle macchine e le insegne dei negozi.  BonHan, imitando il main vocalist, lo guardò attenta aspettando che continuasse “Dal primo momento che ti ho vista, ho capito che le nostre anime sono state legate da un legame indissolubile, fatto da Dio. Lo sai vero?” proseguì Yesung arricciando il labbro in un sorriso amaro “Così ho voluto conoscerti, capire chi eri. E mi sono innamorato di te e in tutti i modi ho cercato di fare colpo su di te. Non credevo che mai più avrei provato di nuovo l’amore, quell’amore che ti sconvolge.” Prese fiato e si sedette sul divano, invitando anche BonHan a fare lo stesso. Lei ubbidì, rapita dalle parole di lui; sapeva che non era facile per lui dichiarare così apertamente i suo sentimenti, lo stava facendo solo per lei. Le fece tenerezza quando lui strinse le sue piccole mani in due pugni, desiderando di stringerle alle sue.

“Nonostante l’amore che provavo, che provo tutt’ora ancora per te, non mi ha impedito di farti soffrire, di far bagnare il tuo viso con lacrime amare, mandandoti in frantumi il cuore. Non hai la minima idea di quanto io abbia sofferto.” Prese una lunga pausa, sospirando e trattenendo a stento le lacrime “Sono stato uno stupido: come potevo avere paura che una ragazza come te potesse ferirmi o tradirmi? La verità è che io ho paura di poter di nuovo perdere la donna che amo.” Proseguì prendendole le mani e lasciando che delle lacrime silenziose gli solcassero viso. “La verità è che voglio di nuovo stringerti a me, voglio poter di nuovo sentire il tuo respiro su di me, i battiti del tuo cuore combaciare con i battiti del mio, voglio poterti di nuovo consolare e asciugarti le tue lacrime, voglio poter star accanto a te e rialzarti quando cadrai. Perché è questo quello che fa un amico, un amante: rialzarti da una brutta caduta e sostenerti qualunque cosa accada.” Yesung poi, infilò una mano in tasca e prese un braccialetto: era di stoffa viola intrecciata ed era ornato con qualche pendente dorato. Se lo girò più volte tra le dita, come se fosse incerto sul da farsi mentre BonHan lo osservava impaziente.

“Lo comprai quando andammo in Thailandia, volevo regalartelo. Non so il perché ma mi ricordò te, forse perché splendete entrambi o forse perché volevo semplicemente che avessi qualcosa regalato da me indosso.” Sorrise poi ritornò di nuovo serio e guardò profondamente la ragazza, portandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio “Non ho mai avuto il coraggio di dartelo, dicevo sempre che dovevo trovare il momento giusto. Credo che quel momento sia arrivato.” Concluse lui. Si avvicinò alle braccia di BonHan e legò il braccialetto al polso destro con una precisione e lentezza esasperante, come se stesse compiendo un’operazione chirurgica. Al minimo tocco di lui, BonHan percepì una strana contentezza, stava di nuovo sentendo la morbidezza delle mani di lui che sfioravano la sua pelle e si sentì la donna più felice del mondo.  Yesung si soffermò ancora sul braccialetto, finalmente aveva trovato la giusta collocazione.

“Non è un tentativo di convincerti a scegliere me, anche perché sei più testarda di un mulo.” Disse Yesung sorridendo, provocando la risata, seppur silenziosa di BonHan “Voglio solo farti capire che ti porterò sempre nel mio cuore perché ti amo e voglio far parte della tua vita o come amico o come fidanzato. Non voglio vivere senza di te. Una vita senza di te, seppur una vita come la mia, è solo una vita vuota.”continuò passando il pollice sulla guancia di BonHan solcata da una lacrima solitaria “Adesso vado, ci vediamo.” Concluse sorridendo il cantante. Si alzarono ed entrambi rimasero a guardarsi negli occhi per un po’, poi Yesung si avvicinò  verso di lei e le baciò la fronte, con dolcezza, come se fosse l’ultima volta che avrebbe mai sfiorato di nuovo il suo viso. BonHan non voleva che andasse via, aveva bisogno di lui perchè era ormai diventato la sua ancora, la sua aria. Voleva stringersi al suo petto e dirgli che mai e poi mai avrebbe rinunciato a lui, non più. Yesung si impose di allontanarsi, non voleva più interferire con le sue scelte.

Si sentì felice perché non doveva più cercare di nascondere quei sentimenti, si sentiva sereno come lo era il suo cuore.

BonHan sentì il suo cuore, ormai vuoto per mesi, riprendere a battere: si portò una mano al petto e sorrise tra le lacrime.

Era arrivato il momento di liberarsi da quelle catene che la imprigionavano e di raggiungere l’altra parte del suo filo rosso.

 

Kyuhyun, finite le prove, si diresse nella sua stanza per poi farsi una doccia fredda.  Si sentiva vuoto, lo stesso vuoto che solo BonHan poteva riempire, ma da lì a poco non ci sarebbe stata più. L’aveva persa nell’esatto momento in cui lo aveva ammesso. Il maknae lasciò che le lacrime si confondessero con il getto della doccia, lasciando che il suo cuore si frantumasse completamente.

Heechul aveva ragione: lei avrebbe portato solo guai. Eppure non provava rancore né verso di lei e né verso Yesung, infondo lui era arrivato troppo tardi, era arrivato quando già il cuore di BonHan apparteneva a Yesung.

Restò immobile sotto il getto della doccia osservando atono le mattonelle avorio della doccia. Si tocco le cicatrici sull’addome poi si graffiò il petto, sul punto dove si trovava il cuore: proprio lì sentiva quel vuoto incolmabile e nessuno più l’avrebbe mai colmato.

Quando Kyuhyun uscì dalla doccia, sentì il suo cellulare vibrare per l’arrivo di un nuovo messaggio: era da parte di BonHan il quale diceva che da lì a poco sarebbe venuta da lui.

Crack.

Sentì il suo cuore incrinarsi e spaccarsi sempre di più: stava giungendo la sua paura più grande e l’avvicinarsi di quel momento lo rese consapevole della sua misera condizione: nonostante tutto avrebbe continuato ad amarla. Non avrebbe mai potuto odiarla, era diventata la sua luce.

Sentì la porta bussare e con lentezza, come se una calamita lo attirasse indietro, aprì la porta trovando BonHan con lo sguardo a terra. Giurò che la vide asciugarsi una lacrima. Lei cercò di sorridere ma ne uscì solo una smorfia di dolore e in quella specie di sorriso, il maknae parve vedere tutto il dolore che BonHan portava dentro. Era come una bomba, una bellissima bomba, pronta ad esplodere.

“Kyuhyun... dobbiamo parlare.”

 “Cosa è successo?” domandò lui avvicinandosi preoccupato

“Niente di preoccupante. Siediti, ti prego, quello che devo dirti è importante.” Rispose schiva lei invitandolo a sedersi sul letto del ragazzo. Si sedettero entrambi, BonHan era così seria, ma cercava di sorridere per tranquillizzare Kyuhyun. Non sapeva che però lui aveva già capito tutto, non poteva minimamente immaginare che lui già stava soffrendo.

“Kyuhyun... tu sei così fragile, anche se vuoi nasconderlo, eppure così incredibilmente coraggioso. Tu vivi e non ti importa cosa pensano gli altri sul tuo modo di vivere. Forse è proprio questo che mi ha sempre colpito di te: il tuo coraggio. Mi hai fatto capire tante cose e provare sentimenti che mai prima di adesso avevo provato.” Gli strinse la mano e appoggiò la testa sulla sua spalla “Non voglio che tu soffra mai più Kyuhyun, mai più. Me lo prometti?”

“Sei così strana... hai bevuto per caso?” scherzò lui tentando di smorzare quella brutta aria che si era creata. Non voleva sentire le parole che stavano per uscire dalla bocca di BonHan, voleva godersi quegli ultimi istanti ancora per un po’. Lei rise poi intrecciò la mano con quella di Kyuhyun, ritornando di nuovo seria. “Non merito il tuo affetto, ti meriti una ragazza che ti ami sul serio, che ti ami per quello che sei e non per quello che appari. Una ragazza solare, paziente, dolce...”

“Ma tu lo sei!”la interruppe Kyuhyun, balzando all’ in piedi “Secondo te perché io ti amo?!” esclamò alzando il tono di voce

“Non urlare, ti prego.” Implorò serafica lei

“No! Non puoi dirmi di chi innamorarmi. Decido io chi amare, decido io cos’è meglio per me, e tu lo sei! Sei la cosa migliore che io potessi mai avere.”

“Ma tu non sei il meglio per me Kyuhyun. Ho bisogno di qualcuno al mio fianco che sia una certezza, di qualcuno che si addormenti la sera con me e che lo ritrovo al mio fianco al mattino. Ho bisogno di qualcuno che mi dia forza anche solo con uno sguardo, che mi ami nonostante le avversità. Ho bisogno di Yesung.”

Gli aveva sbattuto in faccia la verità così senza ritegno. Aveva fatto la sua scelta e gliela aveva detto con una calma serafica e dolcezza che Kyuhyun non provò ne rabbia e ne rancore, si sentì addirittura sollevato.

“Io ho creduto di amarti e ti ho illuso. Non sai quanto sto soffrendo per questo.” Aggiunse BonHan  avvicinandosi a lui. “E non voglio che io continui a farlo solo per non vederti soffrire.” Proseguì portando una mano al viso di Kyuhyun, accarezzandogli con dolcezza la guancia. Kyuhyun si appoggiò alla sua mano, prendendola tra le sue, ispirando tutto il dolce profumo che emanava la soffice pelle di lei. Voleva sentire ancora che lei tastava la sua pelle, che percorresse di nuovo i solchi delle sue cicatrici con le dita, per calmarlo e per svegliarlo da quegli incubi che regnavano incontrastati nelle sue notti.

“Posso abbracciarti, BonHan?” chiese implorante Kyuhyun. Ne aveva bisogno, voleva stringerla per l’ultima volta con la passione che lo aveva divorato e che lo aveva allontanato da lei. BonHan annuì, quindi il cantante la fece stendere sul letto e la cinge con le sue braccia. Rimasero stretti per molto tempo, percependo ognuno il respiro dell’altro su di sé, dimenticandosi dello spazio e del tempo: esistevano solo loro e quell’abbraccio che significava più di mille parole.

So che non mi amerai mai, ma tu mi tratti come un uomo ed è...”Iniziò Kyuhyun sussurrando all’orecchio della ragazza

“Mianhe.” Lo interruppe lei sentendo una lacrima bagnarle una guancia

“Dispiace anche a me.”rispose Kyuhyun baciandole la testa, come per suggellare quel sentimento che li univa che andava oltre alla semplice amicizia o all’amore: era qualcosa di eterno e per Kyuhyun andava bene così, il suo unico desiderio era quello di non scomparire dalla vita di lei. Rimasero ancora abbracciati, Kyuhyun sperò che il tempo si fermasse e che quel momento fosse per sempre, ma anche i più bei sogni prima o poi devono finire.

“Oppa, devo andare.” Proferì BonHan guardandolo seriamente

“Non mi hai mai chiamato oppa...”sorrise lui scherzoso, riuscendo anche a rubare un sorriso da lei, seppur triste. BonHan fece per alzarsi, ma Kyuhyun la strinse nuovamente al suo petto, stringendola con forza.

“Per favore, altri cinque minuti.” Implorò sussurrando e baciandole la fronte. Voleva sapere che fosse completamente sua per altri cinque minuti, nascondendo il suo volto tra l’incavo tra la spalla e il collo ancora una volta. Voleva sfiorarle ancora una volta il ventre piatto, i seni morbidi, le gambe lisce, assaggiare di nuovo le sue labbra per accertarsi che il gusto fosse ancora quello...

“No Kyuhyun.  Vorrai sempre altri cinque minuti, è giusto che sia così. Vivi e lasciati amare. E’ la cosa più bella che possa mai accaderti.” E dicendo questo, BonHan diede un fugace e veloce bacio sulle labbra di lui e si staccò da quell’abbraccio, poi uscì dalla stanza, non voltandosi mai indietro.  Aveva ormai capito chi amava sul serio e quella persona non era Kyuhyun. Provava  un sentimento profondo verso di lui, ma non era amore, non quel tipo di amore che lui sperava. Lo amava come una sorella ama un fratello,e mai avrebbe potuto amarlo.

BonHan si impose di lasciare quella stanza dirigendosi verso casa sua dove scrisse, scrisse tutto quello che stava provando in quel momento, fino a quando non si sentì svuotata da tutto.

Ora BonHan doveva affrontare un’ultima sfida.

 

 

I giorni delle riprese del video musicale furono i più lunghi e stancanti. I cantanti esultarono felici quando tutto fu finito perché rividero tutti i loro sforzi ripagati.

“Noi ci avviamo in macchina, hyung!” disse Sungmin rivolto a Yesung.

“Si, vi raggiungo tra poco.” Rispose il main vocalist finendo di riporre i vestiti di scena sulle stampelle. Quando ebbe finito si guardò allo specchio notando il riflesso di BonHan sul ciglio della porta la quale stava bussando alla porta: aveva in mano un fascicolo enorme e lo sguardo stanco, di chi non aveva chiuso occhi la notte.

“BonHan!” esclamò il main vocalist voltandosi. Lei sorrise, un sorriso che Yesung non seppe definire: un sorriso inquietante ma al tempo stesso bellissimo e ipnotico.

BonHan gli si avvicinò come un predatore si avvicina alla prede e gli porse quel fascicolo.

“Leggilo tutto, quando avrai terminato raggiungimi sulla terrazza dove mi portasti quando uscimmo insieme. Io ti aspetterò lì.”

Yesung prese il fascicolo dalla mani della ragazza e non chiese altro: più che un invito, quello di BonHan era un vero e proprio ordine. Dunque, così com’era venuta, se ne andò lasciando il main vocalist da solo e più confuso che mai.

 

BonHan era seduta sul cornicione della terrazza mentre si torturava le mani in preda all’ansia. Ormai non poteva più tirarsi indietro, aveva solo paura che tutto sarebbe andato in malora ora che aveva capito tutto. Il vento leggero le scompigliò i capelli sciolti e il profumo dei fiori le invase prepotentemente i polmoni. Penso che Yesung era proprio come la primavera: Yesung era vita.

Quando sentì la porta che conduceva alla terrazza cigolare, alzò lo sguardo e sorrise felice quando vide Yesung avvicinarsi verso di lei. La manager si alzò arrivando a metà strada dal ragazzo. Aveva ancora il suo manoscritto in mano, stretto dalle dita sottili e bianche di lui. Non riuscì a non guardare il rosso negli occhi, facendo pulsare il sangue nelle sue vene. Al chiarore della luna, era ancora più ipnotico di quanto non fosse già.

“Ti piace?”  chiese ingenuamente la manager accarezzandosi le braccia per i brividi che il vento le provocava o per la presenza del ragazzo di fronte a sé.

“Parla di noi.”

Più che una domanda era una semplice costatazione e BonHan con semplicità rispose di si, che parlava di loro, di tutto quello che era successo. Parlava dei loro sentimenti, delle paure e delle loro debolezze. Quel manoscritto era l’essenza del loro essere e del loro amore.

“Non c’è il finale...” continuò Yesung avvicinandosi sempre di più alla ragazza facendo accelerare i batti del cuore di lei.

“Perché devo ancora scegliere come andrà finire.”

“E cosa hai scelto?”

BonHan prese un respiro profondo: ora toccava a lei a confessare i suoi sentimenti per lui, quei sentimenti che aveva tentato in tutti modi di reprimere per orgoglio e codardia.

Una volta dicesti che ero come un uragano che aveva sconvolto la tua vita, la verità è che tu hai fatto lo stesso con me. Ho cercato di fare a meno di te, reprimendo in angolo della mia anima tutti i sentimenti che provo per te, ma non ci sono riuscita. Io ti amo Yesung come mai io abb...”

Ma prima che potesse finire di parlare, sentì le labbra del cantante baciare le sue, prendendole il viso tra le mani. Le labbra di lui erano soffici e calde proprio come BonHan aveva immaginato. Il bacio se per un primo istante era stato casto e a fior di labbra, subito dopo divento un bacio più intenso e passionale, carico di bisogno da parte di entrambi. BonHan sentì le lacrime pizzicargli gli occhi e le lasciò scorrere, mentre allacciava le braccia intorno al collo di lui.

Yesung le baciò le guancie bagnate, la fronte, il collo, ogni lembo di pelle che incontrava, poi la strinse al suo petto e BonHan poté sentire il cuore del cantate battere all’impazzata: batteva per lei e soltanto per lei, proprio come il suo cuore.

“Sai quanto ho aspettato per tutto questo?” chiese Yesung sorridendo felice, con gli occhi carichi di lacrime per la gioia.

“Perdonami, perdonami per tutto. Tu da sempre sei stato il mio filo rosso, da sempre sei stata la mia anima gemella e sono stata una stupida a credere il contrario.”

Yesung la zittì baciandola dolcemente poi si staccò dalle sue labbra e le accarezzò il viso, asciugandole le lacrime che copiose scendevano. Si baciarono ancora una volta, con il desiderio di non staccarsi mai, di continuare a restare uniti per sempre.

“Saranghae.” Le sussurrò Yesung guardandola con tenerezza.

BonHan sorrise e gli diede un casto bacio sulle sue labbra morbide.

“Saranghae.”

Quella notte Yesung e BonHan divennero una sola cosa, amandosi come nessuno dei due aveva mai fatto. I loro corpi e le loro anime si fusero in unico essere. Ad ogni tocco
del cantante, la ragazza sbocciava, diventando una nuova creatura, splendente di una luce che non era sua. Sotto i baci di Yesung, BonHan diventava argilla e Yesung  la modellava, rendendola priva di ogni difesa.  Entrambi si sentirono completi e negli occhi dell’altro ritrovarono quello che mai avevano perso, l’amore che provavano per loro.  BonHan si sentì rinascere in una forma e si strinse al corpo caldo e accogliente di Yesung, il quale la strinse con forza a se. Entrambi si promisero di amarsi per sempre e di non permettere che si dividessero di nuovo, che il filo rosso tra di loro mai più si spezzasse.

Per sempre.






Note dell'autrice :3

Finalmente! FINALMENTE! CI SIAMO QUASI, CI SIAMO QUASI!
Vi presento il penultimo capitolo di questo parto gemellare.
GOITE DAI.
Dire che questa fic mi ha dato parecchie soddisfazioni è poco, colgo l'occasione per ringraziare già tutti quelli che hanno recensito, inserito la storia tra le preferite, seguite e ricordate. GRAZIE DI CUORE DAVVERO.
Un pò mi dispiace finirla, ma come ben sapete, non potevo continuare in eterno u_u
Colgo l'occasione per indicarvi il mio nuovo parto, "Le beau garçon sans mercì" (primissima smust slash multichaps, siate clementi)
Mi scoccio di linkarvi il link, sorratemi, sono anche l'una e mezza di notte.
Ora vi abbandono, ho sonno e domani mia madre mi butta dal letto se non mi sveglio in un orario quanto meno decete.
Un bacio e a prestissimo con l'epilogo!
Cri_Snix

 

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Capitolo 27
*** Epilogo ***




Epilogo

Seoul , 19 maggio

Cara eomma,

sono passati tre mesi da quando tu non ci sei più e sono cambiate tante cose.  Io sono cambiata e tutto grazie a Yesung. Ora quando sto con lui, mi sento serena, libera perché finalmente ho qualcuno su ci affidarmi, su cui confidarmi la sera quando stancamente mi stendo sul divano, nervosa e frustrata. Lui è sempre lì affianco a me che mi ascolta. Yesung è diventato la mia fune che mi riporta sempre su, in cima alle stelle.

Con lui finalmente sono felice.

Kyuhyun ha capito nonostante tutto per un po’ di tempo lo vedevo triste e teso ed è stato anche per questo che ho preferito non farmi vedere spesso al loro dormitorio. Tuttavia siamo amici o forse no; non so bene come definire il nostro rapporto anche perché abbiamo condiviso così tanto che non riesco ad essere certa che sia solo amicizia. Sono sicura però che di certo non è amore, non più da parte di entrambi.  So che si sta frequentando con HaeJung ed io non posso che essere più che contenta. Lei è davvero una brava ragazza, decisa nelle sue scelte, tutto il contrario di me.

Li ho fatti soffrire e non mi scrollerò mai di dosso questa colpa nonostante loro non mi incolpano e mai lo faranno, e di questo gli sarò sempre grata.

BonJoong ogni giorno che passa, rivedo in lui appa. Non posso fare a meno di essere triste pensando che lui crescerà senza di voi. Non preoccupatevi, crescerà bene. Si è dovuto abituare un po’ alla presenza di Yesung nella mia vita; molto spesso mi chiedeva di portarlo da Kyuhyun. Non ho saputo rifiutare.

Adesso penso che si sia affezionato a JongWoon, ogni tanto li vedo scherzare insieme e ancora mi rendo conto di aver fatto la scelta giusta, anche per BonJoong anche se lui non lo ammetterà mai. Lui è come me, orgoglioso fino al midollo.

Ti ricordi del mio sogno, eomma?

Non te ne ho mai parlato ma tu sapevi, lo avevi sempre saputo e in silenzio mi supportavi. Per questo te ne sarò sempre grata.

L’ho pubblicato ma non con il mio nome. Ha avuto un grande successo del tutto inaspettato (o forse no...) e il ricavato l’ho donato all’associazione che si occupa dei lavoratori infortunati sul lavoro e per il sostenimento delle loro famiglia.

Appa avrebbe fatto lo stesso e Yesung mi ha sorriso fiero. Questo è il miglior pagamento che potessi mai avere.

Ti ricordi del ristorante tuo e di appa? L’ho rinnovato e adesso è un caffè e libreria. I ragazzi ne vanno matti. Ovviamente la foto tua e di appa è sempre lì, in un posto d’onore affinché io possa ricordarmi che voi siete sempre con me. Ma devo solo ringraziare Yesung in questo, mi ha aiutato tantissimo e mi aiuta ancora. Ora mi sto dedicando esclusivamente al locale e gli affari vanno benone.

JungHoon non voleva lasciarmi andare, anzi ha detto che ero la migliore assistente che avesse mai avuto, ma l’ha fatto. Nonostante questo, non ho smesso di vedere i Super Junior, sono diventati come una famiglia per me, sono delle persone davvero fantastiche.

I miei rapporti con Heechul sono migliorati anche se entrambi continuiamo a mantenere le distanze. Solo ora capisco che le sue intenzioni erano del tutto normali e in un certo senso l’ho perdonato e lui mi ha accettato.

Siamo amici? Non credo, per lo meno adesso non tentiamo di scannarci.

Le frecciate maligne ce le scagliamo sempre, in ogni caso.

Insomma se potessi fare un riepilogo di questo periodo credo che lo descriverei con una parola: cambiamento.

Yesung mi ha cambiata in meglio, mi sento una persona migliore ed è tutto grazie a lui. Ho distrutto completamente quella barriera che avevo costruito per difendermi dal mondo.

Ora non ne ho più bisogno, ora ho Yesung e so che tutto andrà bene.

Non preoccuparti  per me, riposa in pace con appa, Yesung manterrà la sua promessa, eomma.

Con tanto amore,

BonHan.

 

BonHan depositò l’ennesima lettera sulla lastra di marmo nere, su cui vi erano incisi i nomi di sua madre e di suo padre. Era stato l’ultimo desiderio di sua madre: essere sepolta insieme a suo marito.

In quel periodo, dal giorno della sepoltura di sua madre, BonHan aveva scritto una lettera al giorno e, tutti i giorni, depositava le lettere su quella lastra come se potesse in qualche modo parlare con lei e con suo padre. In questo modo, BonHan poteva ancora sentirli accanto e il vuoto che le loro morti le aveva provocato, un po’ si colmava. Al suo fianco, inoltre, c’era Yesung è tutto sembra più facile con lui, anche superare quel dolore che ancora portava nel suo cuore.

Fece un profondo inchino e accarezzò il marmo e rabbrividì per la freddezza della superficie.

Sorrise quando la mano di Yesung, che era dietro di lei, le accarezzò la schiena e le diede un bacio sui capelli per poi stringerla a se, abbracciandola da dietro.

“Sei vuoi possiamo restare ancora...” le sussurrò con dolcezza all’orecchio. BonHan poté avvertire la premura che Yesung le riservava; la trattava come una bambola di porcellana, con la medesima cura e delicatezza. BonHan non poteva fare a meno di fare lo stesso con lui.

“No, possiamo andare.” Gli rispose lei sorridendo nello stesso modo.  Yesung le strinse la mano, portandosela prima alle labbra, schioccandole un bacio, poi la fece intrecciare con la sua e si incamminarono verso l’uscita.

BonHan strinse con forza la mano del cantante desiderosa di non poterla lasciare e poi guardò i bei lineamenti di lui, poi sorrise pensando ad un’unica cosa.

L’amore ti travolge come un uragano ed è esattamente quello che è successo a me.




Note dell'autrice :3
Mi sento uno strano vuoto dentro.
Ho finito la mia prima multichaps su questo fandom.
Onestamente mi sento triste alimentato da tutto quello che è successo a Leeteuk e non vi nego che non mi andava proprio di postare o scrivere l'epilogo.
Per cui vi invito (per chi non lo sapesse) di twittare #StayStrongParkJungsoo o #StayStrongLeeteuk , anche entrambi.
Sembra una cosa stupida, ma dedico questo capitolo, questa storia a lui, al nostro leader. Se non ci fosse lui, i SuJu non sarebbero ancora qui a farci divertire, sognare, emozionare. Il mio pensiero va proprio a lui, alla sua famiglia e a tutti i Super Junior che sono riuniti intorno a lui. Spero che la loro presenza lo facciano sentire meglio e superare il dolore al più presto.

Tornando a noi...
EBBENE SI.
QUESTO PARTO GEMELLARE E' CONCLUSO.
GIOITE, ESULTATE, LA PACE E' GIUNTA!
. . .
Per il momento.

MOMENTO RINGRAZIAMENTI.
103 recensioni, seguita da 13 persone, ricordata da 3 e preferita da 6.
GRAZIE MILLE DAVVERO!
Non pensavo che questa "cosa" avrebbe avuto un così successo, del tutto inatteso! Grazie davvero di cuore!
Un ringraziamento speciale va però a lei, la mia dolce figliola, ad _AnchisoLR: non solo per tutte le volte che ha recensito, per tutte le sclerate che ha subito dalla sottoscritta ma anche per la fantastica copertina da lei disegnata e colorata e per la mitica idea di utilizzare le battute finali di "Mr.Simple."
GRAZIE DAVVERO.
Ringrazio AmaTeenAngel anche perchè è stata la prima a supportare la YeHan u_u <3, Shally99 e la mia unnie WhispererOfTheNight <3
Ma ringrazio anche chi mi ha seguito in silenzio e chi continuerà a seguire questa fic anche se è terminata.
Un altro ringraziamento speciale va a LADY ROSIEL (aka Azzurra) che anche se le HET non sono il suo genere, mi ha promesso che leggerà questa storia. Non sai quanto mi dia onore tutto ciò!
Ringrazio ancora IlariaSmall , la mia sistha preferita che ha sclerato con me in tutto questo percorso
Ringrazio chi ha letto, sopportato, odiato, amato questa fanfiction, grazie mille ^^
Spero che un giorno mi seguirete ancora, non ho smesso di scrivere sappiatelo!
Grazie ancora e a prestissimo!

MOMENTO PUBBLICITA':
Come vi dicevo, non ho appeso la penna al chiodo, sono tornata con una nuova multichaps (smut&slash) "Le beau garçon sans mercì" (eccovi il link ->
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2381875&i=1 )
Spero che la seguiate e che mi facciate sapere com'è, è la mia prissima slash smut :3

Per chi volesse aggiungermi  su facebook eccovi il link, anche così solo per sclerare o per insultarmi :3
https://www.facebook.com/cri.snix.39

Per chi invece volesse seguirmi su twitter cercate -> @Cri_Snix

Per chi volesse aggiungermi su tumbler eccovi il link ->
http://kpopper95.tumblr.com/

(anche se praticamente non ci sono mai)

Ora vado via davvero, ringrazio ancora per avermi seguito e alla prossima!
Un bacio
Cri_Snix




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