71°Hunger Games

di Up_me_memories
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mietitura ***
Capitolo 2: *** Capitol City ***
Capitolo 3: *** i tributi ***
Capitolo 4: *** Sessione privata ***
Capitolo 5: *** Intervista ***
Capitolo 6: *** L'arena ***
Capitolo 7: *** Titus ***
Capitolo 8: *** Decisione ***
Capitolo 9: *** Città-Labirinto ***
Capitolo 10: *** Sogni ***
Capitolo 11: *** La realtà ***
Capitolo 12: *** E adesso? ***
Capitolo 13: *** Addio ***
Capitolo 14: *** La resa dei conti ***
Capitolo 15: *** il vincitore ***
Capitolo 16: *** Ultimi momenti a Capitol City ***
Capitolo 17: *** A casa ***
Capitolo 18: *** Memorie ***



Capitolo 1
*** Mietitura ***


NOTE: questa fanfiction è ispirata agli hunger games. Per chi non conoscesse la trilogia o il film, ecco le seguenti definizioni.
MIETITURA: questo evento accade una volta all'anno, dove vengono scelti un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni d'età, per essere spediti su an arena e sfidarsi in un combattimento mortale, fin quando rimane un solo tributo.
DISTRETTO 5:La storia è ambientata in un prossimo futuro post apocalittico, dove esiste un "paese" di nome Panem che ha 12 Distretti e la città più grande Capitol City.
Detto ciò speriamo che la fanfistion possa piacervi e per qualsiasi cosa recensite.

 

 

La luce fioca del sole, attraversava la finestra della mia stanza battendomi fastidiosamente
  sulla faccia. Ormai adesso non riesco più a dormire così mi alzo e mi vesto.
  Mentre passo dal salotto riesco a scorgere mio padre in camera sua, sta ancora
  dormendo, così gli lascio un po’ di pane e del burro che ieri sera ha scambiato
  con l’uomo delle capre. Io,invece, non mangio nulla, ho lo stomaco chiuso, non
  riesco ancora a togliermi della mente la Mietitura, che si terrà oggi nella
  Piazza, fortunatamente questo è il mio ultimo anno.
  Così esco mettendomi uno
  zainetto vuoto sulle spalle e un coltello nella fibbia dei pantaloni ,che tengo
  ben nascosto. Vado verso la recinzione e lì trovo Harry che mi aspetta. Lui è
  il mio ragazzo da quando avevo 15 anni e da allora siamo sempre stati
  indivisibili. Indossa una semplice maglietta nera e dei pantaloni del medesimo
  colore, mi sta sorridendo mettendo in mostra le sue adorabili fossette, e io
  non posso che contraccambiare. Gli do un bacio al lato della bocca e passiamo
  sotto alla recinzione da un buco che avevamo fatto un paio d’anni addietro.
  Stiamo vicini e in allerta ad ogni piccolo rumore.
  Noi non andiamo lontano dal
  confine del Distretto 5,  visto che non abbiamo armi, apparte i coltelli visto che
  non cacciamo gli animali ma per raccogliere frutti e bacche. Fortunatamente
  questo ci permette di vivere, anche perché non abbiamo famiglie numerose. A me
  rimane solo papà, mia madre è morta nel partorirmi a dire il vero c’è anche mio
  fratello, ma ha troncato i rapporti con me e mio padre due anni fa,
  quando ha litigato pesantemente con nostro padre e ha preso tutta la sua cose
  ed è andato via da casa.
  Harry invece ha solo la sua sorellina di 13 anni,
  Gemma, quella ragazzina è la persona più buona e gentile che io conosca. I loro
  genitori sono morti all’inizio di quest’anno per un grave epidemia che girava
  nel Distretto, lui ha 19 anni. Il Distretto gli ha lasciato la casa e il
  compito di accudire sua sorella.
  Ho appena individuato un melo così portandomi appresso il mio ragazzo mi dirigo
  verso l’albero, mi ci arrampico e prendo alcune mele che metto nello zainetto
  mentre sotto Harry prende qualche bacca dai cespugli accanto. Oggi a quanto
  pare ci va di lusso, dalla mia posizione ho appena visto un coniglio dal manto
  bianco, il che è strano, ma non mi faccio problemi prendo il coltello dalla
  fibbia dei pantaloni e glielo lancio addosso, fortunatamente ho un buona mira e lo
  colpisco, così scendo e vado a prenderlo. << Brava Elizabeth! Oggi sembra proprio che la fortuna sia dalla nostra parte! >>  Dice Harry mentre ammicca. Lo guardo
  torva,  << Lo sai che non mi piace scherzare su quest'argomento >>  << Avanti Elly non pensare alla mietitura, ci sono ragazze con più biglietti di te, ma adesso dobbiamo andare a prepararci, ed è già tardi >>  Mi risponde lui dandomi un bacio sulla fronte per
  poi prendermi la mano e tornare nel nostro Distretto. Prima di tornare ognuno
  alle rispettive case, ci dividiamo la scorta di cibo. Adesso mi dirigo verso
  casa, mio padre si deve essere svegliato da poco, è seduto a tavola mentre fa
  colazione, mi avvicino e lo saluto. Corro subito a farmi una doccia nella nostra bacinella, appena
  finisco mi asciugo e liscio i miei capelli castani e ricci poi mi metto un vecchio
  vestito della mamma.
  Un abito bianco stretto in vita senza maniche. Appena papà
  mi vede sorride e mi dice << Ti risaltano di più gli occhi sai >>
  I miei occhi color ghiaccio gli ho ereditati da lei,  da mia madre,  ho visto una sua
  foto era bellissima,  gli stessi anche del mio fratellone,  essendo
   gemelli.
  Sono le due del pomeriggio, dobbiamo andare in Piazza.
  Arrivata mi separo da mio padre e vado nel recinto per i diciottenni.
  Intravedo Harry nella folla dietro, mi sta sorridendo e mima con la bocca
”Andrà tutto bene” faccio un lungo sospiro e
  mi giro verso Katrina che fa la sua apparizione sul palco dicendo << Benvenuti ai 71°Hunger Games e che la fortuna possa essere sempre a vostro favore >>  Dicendo
  questo si avvia verso la boccia delle ragazze << Come sempre, prima le ragazze! >>
  Spero di non essere io con tutta me stessa.
   No, non lo sono.
  È Gemma Styles.
  Mi giro e vedo Harry con un espressione scioccata  dipinta sul volto. Non
  posso vederlo in questo stato, così quando Katrinka chiede se ci sono volontarie
  io pronuncio la fatidica frase << Mi offro volontaria come tributo! >>   Così raggiungo il palco
  mentre i pacificatori trascinano via Gemma che piange. Adesso manca
  solo il tributo maschio.
  Il sorteggiato è Louis Tomlinson.
  Io lo conosco. È il ragazzo che non perde mai tempo per giocare e raccontare
  barzellette. È il migliore amico di tutti nel distretto.
  Lui è…mio fratello.

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitol City ***


Un piccolo gruppo pacificatori ha scortato me e Louis nel Palazzo di Giustizia per salutare i nostri amici e famigliari.
Penso di non ever mai visto stanza più bella di quella in cui mi trovo. L’elemento predominante è un grande divano di pelle bianca situato al centro della camera verde chiaro, attorno a me sono presenti altri mobili che nel mio caso sono inutili.
Il primo ad arrivare è mio padre. Appena entrato mi stringe in  un abbraccio, come a volermi proteggere da ogni male.
Non dice niente.
Mio padre è sempre stato un uomo di poche parole. Ma adesso non servono, nulla mi conforta in questo momento.
Ho perso la cognizione del tempo ma sono abbastanza sicura che tra poco scadrà il tempo a nostra disposizione. Negli ultimi minuti papà mi prende per le spalle e mi guarda negli occhi dicendomi <<Prendi dei coltelli, un arco o una lancia decidi tu non fa differenza, hai una mira micidiale puoi farcela!In questi Hunger Games il vincitore deve provenire dal Distretto 5>>Appena finito la frase un paio di pacificatori ci informano che il tempo è scaduto. Così papà esce ma non prima di girarsi e dice con voce flebile <<ti prego>>.
So cosa vuole, che almeno una dei suoi figli torni a casa, esca vivi da quell’arena.
Il secondo ad arrivare è Harry, sembra disperato. Non perde tempo ,mi prende e mi bacia con dolcezza e passione allo stesso tempo. Subito dopo si stacca e mi abbraccia accarezzandomi la schiena e i capelli sussurrandomi<<Torna ,devi tornare. Devi tornare da me,ho bisogno di te. Prima però devi farmi una promessa okay?>> <<cosa??>>gli rispondo io con un espressione disorientata.
Lo vedo inginocchiarsi davanti a me e prendere una scatolina rossa a forma di cuore dalla tasca dei pantaloni.
<<Avrei dovuto chiedertelo questa sera, quando per noi gli hunger games sarebbero stati solo un ricordo, ma vedendo come si sono messe le cose…>>dice sospirando tristemente<<Quindi Elizabeth Tomlinson, vorresti concedermi l’onore di diventare mia moglie?>>.
Sono frastornata, non me lo aspettavo proprio, ma senza nemmeno accorgermene sento la mia voce dire <<Oh, si certo>>e mi abbasso vicino a lui prendendo a stampargli piccoli baci a stampo su tutto il viso. Una manciata di secondi  dopo un gruppo di pacificatori entra per scortare fuori Harry. Dopo esserci alzati mi prende la mano e mi mette l’anello al dito, di per sé é abbastanza semplice con un diamante di medie dimensioni, ma era perfetto.
A quanto pare oggi vanno in voga i promemoria perché si gira e urla<<Ti amo”>>.
Me lo dice poche volte, a lui non piace apparire “debole” davanti agli altri, è sempre stato così, anche quella volta alle elementari in cui ha sbattuto la testa contro lo spigolo del banco diventando così, grondante di sangue, ma continuava lo stesso a ripetere che non fosse successo niente e a sentirsi in buona forma.
Dopo di lui vennero a darmi l’ultimo saluto Gemma e alcuni compagni di scuola. Un paio di minuti dopo alcuni pacificatori con le loro belle armature bianche sgargianti vennero a prelevarmi .
È la prima volta che salgo su un auto, non ne ho mai avuto bisognio, ho sempre viaggiato a piedi. La stazione del treno brulica di giornalisti e fotografi, mi sento soffocare ma non posso darlo a vedere, devo darmi un contegno, apparire forte è la via giusta. Mio fratello invece sembra entrato in un mondo tutto suo, confuso e pieno di incertezze e paure.
Louis invece non è mai stato bravo a nascondere i suoi sentimenti, per tutti è un libro aperto. Finalmente siamo riusciti ad entrare sul treno. Appena le porte si chiudono parte a tutta velocità. Inizio a guardarmi in torno, deve essere uno di quei treni governativi, magari dell’ultimo modello quelli che vanno a 500 km orari.
Il nostro piccolo viaggio durerà più o meno 24 ore.
Questo treno è mille volte più lussuosi del Palazzo di Giustizia. Tutti qui hanno una loro appartamento, beh certo tranne coloro che ci lavorano, ovvero i pacificatori alla guida e quelli che mi sembra si chiamino senza-voce che ci servono. 
Katrinka mi accompagna fino alla porta di quel dovrebbe essere il mio appartamento e di fare come se fosse casa mia ma di raggiunger la sala principale per consumare la cena alle 8:00. Così vado in bagno ma non prima di essermi tolta l’anello dal dito, e mi faccio l’ennesima doccia del giorno, se fossi a casa mia non la farei non dobbiamo sprecare l’acqua perché è una risorsa importante e non possiamo permetterci di sprecare denaro. Uscita mi asciugo e mi pettino usando una di quelle assurde macchine di Capitol City, poi indosso dei jeans stretti e una maglietta porpora XL e delle all starr dello steso colore, ovviamente non può mancare il mio anello di fidanzamento.
Lo ammiro ancora una volta, penso a che fine potrebbe fare se io non uscissi viva da tutto questo, sicuramente lo daranno indietro ad Harry…ma lui cosa ne farà? Lo terra come mio ricordo oppure lo darà alla donna di cui si innamorerà di nuovo? Non voglio pensarci, non voglio a pensare che lui possa sostituirmi con un'altra. E papà? Lui che farà una volta che tutta la sua famiglia se ne sarà andata via da questo crudele mondo? Impazzirà o farà finta che tutto vada bene mentre reprimendo il suo dolore?
La mia mente è un miscuglio di domande devo fare in modo di non pensare a nulla cosi accendo quella che mi sembra una radio.

Never Say Never…
See I never thought that I could walk through fire.
I never thought that I could take the burn.
I never had the strength to take it higher,
Until I reached the point of no return.
And there’s just no turning back,
When your hearts under attack,
Gonna give everything I have,
It’s my destiny.
I will never say never! (I will fight)
I will fight till forever! (make it right)
Whenever you knock me down,
I will not stay on the ground.
Pick it up,
Pick it up,
Pick it up,
Pick it up up up,
And never say never.
I never thought I could feel this power.
I never thought that I could feel this free.
I’m strong enough to climb the highest tower.
And I’m fast enough to run across the sea.
And there’s just no turning back,
When your hearts under attack,
Gonna give everything I have,
Cause this is my destiny.


Non so perché ma questa canzone mi da energia, speranza e voglia di vivere. Mi giro a vedere l’orologio e noto che sono già le otto. Allora mi avvio dove avremmo pranzato, non c’è nessuno, fatta eccezione per Louis che se ne sta’ seduto composto su una sedia. Mi siedo anche io, proprio davanti a lui. Sembra in imbarazzo e a disagio, ma non lo lascerò in pace fin quando non si sarà pentito di avermi lasciata, eravamo inseparabili come pappa e ciccia.
Ed è adesso che si decide a parlare ma in quel preciso istante entrano Katrika accompagniata da una donna ed un uomo.
Lei è Denise, la vincitrice dei 66°Hunger games, una ragazza dal bell’aspetto, occhi grigi e capelli ramati e con le curve al posto giusto.
Lui invece è Aaron ha vinto i 60°Hunger Games con la sua intelligenza facendo cadere i concorrenti in complicate trappole, ha i capelli neri e ondulati e gli occhi azzurri.
Ognuno di loro prese posto a tavola.
<<Scusate ragazzi, ma dovevamo a chi assegnarvi>> esordisce Katrinka ma io e Louis dovevamo apparire piuttosto confusi perché Aaron prese la parola e ci spiega<<Abbiamo deciso che Denise sarà la mentore di Louis, mentre io sarò il tuo Elizabeth>>.
Con tutto il caos che c’era stato nella mia mente non avevo pensato a questo argomento.
Appena finita la deliziosa cena mi ritiro in camera. Ed adesso è meglio che vada a dormire, domani sarà una giornata faticosa.
Mi alzo sentendo Katrinka che bussa incessamente alla mia porta dicendo che è l’ora di colazione. Metto i leggins neri una camicia di jeans e una giacchetta grigi con degli stivaletti di pelle. Vado a fare colazione, ci sono già tutti. C’era chi spettegolava su personaggi in vista a Capitol City, chi ascoltava pazientemente o mangiava come se non ci fosse un domani. Appena mi siedo inizio a rimboccarmi le maniche per mangiare tutto quel ben di dio. È la cosa migliore da fare, prendere peso in vista dei giochi.
Ad un tratto diventa tutto buio perché eravamo passati da sotto una galleria.
Adesso capisco.
Siamo arrivati Capitol City.
                                                           ******************************
Sono passate già quattro ore dal nostro arrivo alla capitale, ed io sono ancora con il mio staff di preparatori  che continua pulirmi e a levigarmi il corpo.
Questi tre sono le persone più strane che io abbia mia visto. Filyan che deve avere una vera e propria ossessione per i fiori visto che ce li ha tatuati su tutto il corpo e sui vestiti, Dorothi sembrava un pulcino con quel vestito giallo e peloso con i capelli e ricci biondi palesemente tinti ed infine Dorian che tra i tre sembrava il più normale con ciglia lunghe e folte, sopracciglia molto curate completamente vestito con una mise rosa eccezion fatta per la camicia nera.
Finalmente il loro lavoro è completato e mi permettono di indossare l’accappatoio mentre loro escono dalla stanza facendo apprezzamenti sul loro lavoro. Vedo la porta aprirsi ed entrare una donna, che poteva benissimo essere scambiata per una di quelle vecchie bambole di ceramica gigante. Dava l’impressione di potersi rompere da un momento all’altro. A differenza di quel che mi aspettavo da Dandy,cosi si chiama la donna, era una persona davvero gentile e dolce. <<Allora splendore dobbiamo decidere il tuo vestito per la parata di questa sera, come ben sai si sceglie un elemento caratteristico del Distretto e visto che vieni dal 5 abbiamo optato per l’energia, e qual è la fonte primaria dell’energia?>> <<il sole>> <<Corretto! E tu sarai il sole più bello che sia mai esistito>> esclamo sornione.
Ed eccomi qui pronta per la sfilata.
Indosso una corona d’orata con diverse punte, un top giallo ed aderente con una gonna a diverse strisce che sembrano avere una vita propria quando cammino l’unico lato negativo in tutta questa faccenda è il fatto di avermi praticamente immersa in chili di auto-abbronzante.
Adesso stiamo aspettando l’arrivo dei mio fratello.
Ed eccolo finalmente, sembra che anche a lui abbiano inflitto la tortura dell’auto abbronzante, lui invece indossa una di quelle gonnelle che indossavano gli antichi romani di un arancione intenso mentre il petto era scoperto mettendo in mostra gli accenni di addominali.
Insieme sembravano gli Dei del Sole.
Non so cosa succederà adesso ma una cosa è certa, non passeremo di certo inosservati.

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Capitolo 3
*** i tributi ***


<<Ragazzi eravate assolutamente favolosi! Sembravate degli Dei >>  sorrido all’ennesimo complimento di Katrinka sulla parata.<<Non è merito nostro, ma degli stilisti-disse indicando Dandy e Litora,la sua stilista,e lo staff di preparatori- senza loro non avremmo avuto successo>>  esordisce Louis  facendo arrossire tutto il gruppo femminile.
Entriamo in ascensore e Denise schiaccia il pulsante contrassegnato col numero 5.
Tutti continuano a parlare della nostra apparizione, ma io sono molto preoccupata.
Domani dobbiamo incontrare tutti i gli altri tributi.
Tutta concentrata su questi pensieri non mi accorgo che è tardi così, Aaron e Denise mandano me e Lou nelle nostre camere.
Appena detto ciò Louis scatta per andare via, come se non volesse passare nemmeno un misero secondo con me, ma almeno così i nostri saluti finali saranno meno dolorosi. Appena entro in camera mi faccio subito una doccia per togliermi tutto quel auto-abbronzante di dosso, come se non avessi la pelle olivastra già di mio.
Quando finisco mi metto un pigiama verde , di quelli a mia disposizione.
Ma appena mi immergo nel mondo dei sogni, vedo dei giganteschi ragazzi, molto somiglianti agli altri tributi, che mi schiacciano sotto al loro peso, poi scompaiono e vengono sostituiti da delle bellissime ragazze o almeno per quel che vedo visto che hanno metà faccia coperta, per tutto il tempo sono state ferme ma adesso mi lanciano Shuriken (stelle ninja) che non mi uccidono ma si conficcano nella mia carne procurandomi lancianti fitte di dolore, proprio in quel momento arrivano  dei piccoli animaletti che sembrano un misto tra ragno e formica ed iniziano a mangiare piccoli pezzetti della mia carne, alcuni mi entrano nella bocca e nelle orecchie altri invece mi perforano gli occhi ed in quel momento che inizio a urlare, questo sembra aiutarmi nello svegliarmi. <<Incredibile non sono ancora entrata nell’arena già gli incubi mi tormentano>>sussurro a me stessa. Abbandono l’idea di tornare a dormire, e mi rassegno al fatto che sarà una luunga notte.
Finalmente verso le 3:oo del mattino mi addormento. Ma non sembrano nemmeno passati cinque minuti, che sento qualcuno scrollarmi la spalla, così mi giro e trovo un senza-voce, vestito con una tunica bianca , che mi aiuta ad alzarmi dal letto ancora mezza incosciente e mi indica dei vestiti posati sulla scrivania davanti al letto. Il suo lavoro qui sembra terminato perché appena gli faccio un accenno d’assenso lui fa un piccolo inchino ed esce dalla stanza, lasciandomi sola. Prima di vestirmi mi lavo la faccia preparandomi psicologicamente alla giornata di oggi. Prendo la tuta che mi è stata data, colorata del tutto di nero fatta eccezione alle due righe curve rosse e bianche presenti sulle spalle ed un quadrato su cui è riportato il numero 5 sulla manica.
Dopo essermi preparata e aver mangiata qualcosa in sala Aaron viene a prelevarmi.
<<Buon giorno Elizabeth, Dormito bene?>>  mi chiede  <<uhm… si>>   <<Sai non dovresti mentirmi sono qui per te, per aiutarti a superare questo inferno e poi, ti ho sentita urlare questa notte>>  Dice facendo un sorriso.
Allora se ne accorto qualcuno, spero solo che mi abbia sentito solo lui e di lui posso contare può aiutarmi quando i giochi inizieranno.
<<E poi sono stato anche io un tributo…>>  Ma questa volta il suo sorriso è completamente scomparso lasciando spazio ad un aria triste e piena di rimorsi.
Con l’ascensore arriviamo nei sotterranei dell’edificio in meno di mezzo minuto <<Okay Elly, ora devo andare ma ricordati che qualsiasi sia il tuo punto forte non lo devi mostrare a nessuno e non so cosa sia successo tra te e tuo fratello ma pensiamo che sia meglio che non si veda che ci siano  delle incomprensioni tra voi>>  <<Va bene>>  gli rispondo solamente.
Appena esco da li mi ritrovo in una gigantesca palestra piene di attrezzi di sopravvivenza, armi,ecc…
Subito vedo arrivarmi incontro Louis con un sorriso stampato in faccia, e da ciò deduco che Denise gli abbia fatto lo stesso discorsetto a cui nemmeno io posso astenermi perciò ricambio il suo sorriso e gli vada incontro ed insieme raggiungiamo gli altri già disposti in cerchio attorno ad Atala che ha appena iniziato a spiegare il programma d’addestramento, mentre elenca le varie postazioni non riesco a non far scorrere l’occhio sui Favoriti, il mio cuore sprofonda, da vicino sono ancora più grossi e temibili di quanto pensassi.
Appena la donna finisce la spiegazione sento i Tributi Favoriti chiamarsi a gran voce per intimorire la concorrenza, da li capisco che i tributi del Distretto 1 sono Karol e Manu, quelli del Distretto 4 Sue e Northen mentre quelli del 2 si chiamano Harka e Liam, quest’ultimo si differenzia dai suoi compagni per la sua silenziosità.
Per mia fortuna oggi il tempo sembra a mio favore perché dopo essere passati in diverse postazioni è già arrivata l’ora di pranzare. Così tutti ci dirigiamo nella sala accanto alla palestra dove consumeremo il nostro cibo.
Adesso posso concentrare l’attenzione su tutti i miei avversari quelli che mi colpirono di più sono: i tributi del Distretto 3 il ragazzo deve avere almeno 18 anni con gli occhi azzurri e i capelli biondi, ho sentito la sua compagna chiamarlo Niall mentre lei deve avere si e no quindici anni chi occhi grigi e i capelli castani tutto sommato entrambi sono in buona forma, il tributo del 6 che si chiama Titus un ragazzone alto e muscoloso, il ragazzo dell'8 che si differenza per la sua bellezza, la ragazzina del Distretto 10 che deve avere si e no tredici anni, di lei mi ha sorpreso la spensieratezza con cui continua a parlare e scherzare con il ragazzo seduto di fronte a lei, i ragazzi del Distretto 11 entrambi con gli occhi color miele e i capelli neri, Zalia e Zayn, hanno in viso un aria da furbetti e da quel che ho potuto vedere sono molto atletici in fine i tributi del 12 entrambi sembrano avere dodici/tredici anni. Mentre il resto dei tributi sembra denutrito e molto probabilmente saranno quelli a morire nel bagno di sangue iniziale. In quel momento mi parla Louis  <<Penso che vogliano che noi due siamo alleati>>  <<Si penso sia così, questo migliorerebbe la nostra immagine e procurarci degli sponsor>>  Con questo la nostra conversazione finisce.
No, a quanto pare non è finito il discorso perché Lou prende la parola<<Per te va bene se prendiamo degli alleati?Si insomma una sorta di gruppo come fanno i Favoriti per garantirsi la sopravvivenza>> <<Si penso sia una buona idea forse Denise e Aaron l’accetteranno>>  dopo la mia affermazione Louis mi regala uno dei suoi più sinceri sorrisi e non so perché, forse per amore fraterno ma mi sento felice di averlo fatto sorridere, come accadeva una volta.
Sono passate varie ore e finalmente possiamo tornare nel nostro piano per la cena.
Mentre mangiamo Katrinka, Aaron e Denise ci chiedono come abbiamo passato la giornata, raccontiamo loro i nostri punti forza ovvero la precisione con i coltelli per me e la forza e agilità fisica per mio fratello e a nostra sorpresa sembrano d’accordo con l’idea di Louis per metterci in gruppo, adesso dobbiamo solamente chiedere l’alleanza ai nostri futuri alleati: Niall, Zayn, Zalia e il ragazzo dell’8.

Sono passati i nostri giorni per l’addestramento manca solo il giudizio degli Strateghi. 
Sono accadute un po’ di cose in questo breve periodo di tempo.
Tutti coloro a cui avevamo chiesto l’alleanza hanno accettato e abbiamo passato tutto il tempo insieme per acquistare quel minimo di fiducia che ci serve. Devo dire che sono soddisfatta della scelta degli alleati effettuata da Louis, e anche con lui i rapporti sembrano migliorati in un certo senso, visto che siamo entrambi felici di passare del tempo insieme.
Mentre penso a questo mi chiamano.
Sono agitata e cominciano a sudarmi le mani.
Devo andare,tocca a me adesso.
La mia sessione privata.
 

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Capitolo 4
*** Sessione privata ***


Appena entrata vedo subito che gli Strateghi sono in una tribuna sopraelevata.
 Brutta notizia,hanno iniziato ad annoiarsi.
 Sono seduti sulle loro sedie da un po’ di tempo ormai, e il più di loro non vede l’ora di tornare nelle propria casa.
 Ma per mia fortuna ce ne sono alcuni con la voglia di guardare ancora delle dimostrazioni.
 Adesso mi dirigo nel percorso ad ostacoli e lo supero nel modo più aggraziato ed agile che riesco, per fortuna la postazione dei coltelli è vicina così mi basta fare una capriola in aria e raggiungerla, prendo dei coltelli e gli scaglio in diverse traiettorie, uno ha raggiunto un manichino e lo ha colpito talmente forte da farlo rompere e cadere, a quanto pare il tonfo deve aver suscitato l’attenzione degli Strateghi, adesso mi guardano quasi tutti ed è il momento di farli vedere la mia grinta nel combattimento corpo a corpo mi serve qualcosa per contare sull’effetto sorpresa, qualcosa che li sorprenda, loro sanno già della mia inclinazione per i coltelli avendo osservato tutti i tributi durante gli allenamenti. So che posso farcela, già a scuola nei “combattimenti” ero la più brava di tutte, questo grazie al mio fratellone che mi ha insegnato tutto questo perché dei bulletti alle medie mi perseguitavano e le uscite nei boschi mi hanno aiutata a rinforzarmi e a tener duro.
 Sono salita sul ring e c’è già l’ologramma con cui dovrò combattere.
 È strano, pur essendo un semplice ologramma ha una struttura tale da permettermi di toccarlo.
 Non mi da nemmeno il tempo di poggiare entrambi i piedi per terra che scompare per poi riapparire alle mie spalle, mi salta addosso e cerca di strozzarmi con le gambe nel frattempo prende dei “coltelli” che aveva dalla cintura per infilzarmeli nella pancia, ma io sono più veloce, prima che riesca a colpirmi gli prendo i coltelli  e glieli metto negli occhi.
 Per simulare la sua morte, questo esplode in mille cubetti.
 Appena il primo è fuori gioco ne arriva un altro ma sta volta sono io a fare la prima mossa. Gli tiro un pugno in pieno volto, cade a terra, ma nemmeno mezzo secondo dopo è già in piedi che cerca di colpirmi ma io lo schivo abbassandomi e facendogli lo sgambetto, non mi fermo, alzo la gamba per sferrargli un calcio ma appena lo tocco, l’ologramma scompare. Allora mi giro verso gli Strateghi, adesso tutti mi stanno fissando, alcuni con faccia impassibile ed altri che sorridono facendo cenni d’assenso tra loro ma tra tutti si notava di più Seneca Crane, il Capo Stratega, che è in piedi in mezzo agli altri suoi colleghi  <<Puoi andare adesso, il tuo tempo qui è finito>>  Mi dice con un espressione neutrale.
 Dopo essermi esibita in un veloce inchino, mi avvio verso l’ascensore mentre cerco di regolarizzare il respiro.
 Durante il viaggio, ho il tempo di riavviarmi i capelli che erano usciti durante la Sessione.
 Al piano ci sono Katrinka, Denise, Aaron e gli stilisti e ad aspettarmi in soggiorno.
 <<Oh, eccoti splendore, forza vai a farti la doccia poi vieni in Sala per mangiare e raccontarci com’è andata la tua Sessione Privata>>  mi dice Dandy.
 Dopo aver sussurrato un okay vado in camera mia e mi fiondo subito in bagno per fare la doccia e togliermi tutto quel sudore che mi ha fatto diventare tutta appiccicaticcia. Grazie ai marchingegni di Capitol City mi pulisco, mi asciugo e districo i capelli in men che non si dica. Noto che mancano dieci minuti per le 7:oo, l’ora in cui di solito ceniamo, allora mi affretto a vestirmi ovviamente nel mio outfit(?) non poteva mancare l’anello di fidanzamento che toglievo sempre prima di andare agli allenamenti. Mi dirigo verso la Sala dove trovo tutti ad aspettarmi.
 La cena trascorre piuttosto tranquilla, tutti intraprendiamo delle superficiali chiacchiere fino al momento in cui ci servono l dessert, una torta di cioccolato e delle Crepes Suzette, Denise prende le redini del discorso e dice con allegria  <<Okay, penso che tutti noi qui, volgiamo sapere come siano andate le vostre Sessioni Private, perciò sputate il rospo>>.
 Louis le risponde <<Spero solo di aver avuto un voto decente, insomma guardare uno che lancia coltelli su dei bersagli è davvero poco interessante per gli Strateghi>>  <<Ma almeno gli hai centrati, non è vero?>>  Interviene Denise con aria preoccupata <<Si certo, ma non per questo sono stato degnato di uno sguardo, giusto due o tre di loro sembrava interessata>>  Dicendo questo Denise sembra essersi rilassata ma ovviamente il discorso non finisce qui visto che tutti hanno spostato lo sguardo su di me.
 Ecco una cosa che detesto: essere al centro dell’attenzione, non riesco sopportarlo e la cosa mi mette parecchio a disagio e in soggezione.
 <<Beh io…ho fatto il percorso ad ostacoli, lanciato dei coltelli ed improvvisato un combattimento fino a quando Seneca Crane ha deciso che potevo andarmene, e per quanto riguarda gli altri suoi colleghi, alcuni sembravano aver apprezzato mentre altri erano totalmente indifferenti>> <<Uhm okay… e ragazzi smettetela di preoccuparvi vedremo i voti tra poco e poi nessuno da importanza ai voto bassi o mediocri perciò basta>> Questo riesce a un po’ a calmarmi .
Dopo la cena andiamo tutti in salotto per vedere i punteggi alla TV.
Come mi aspettavo i Tributi Favoriti hanno la media del dieci ed uno, il ragazzo del 2, Liam è persino riuscito a prendere un undici. Anche Niall ha preso un buon punteggio: otto, mentre non si può dire lo stesso della ragazza del suo Distretto che ottenuto un misero cinque.
Ed ecco che appare la foto di Louis sullo schermo e subito dopo arriva il numero 9, tutti si complimentano con lui.
Io ogni secondo sono più agitata ed ecco il fatidico momento la mia faccia sullo schermo della TV, sto aspettando il peggio.
E all’improvviso compare il numero 12.
Dodici!
Per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva.
Nella stanza tutto è immobile, noi abbiamo tutti la faccia scioccata, che un tributo riesca a prendere un dodici è un evento più unico che raro.
A riportarci nella realtà è lo “WOW” di Aaron poi tutti iniziano a complimentarsi con me.
Anche Louis lo fa e tra di noi si crea un altro momento di imbarazzo.
Così scappo in camera mia, tutto questo stress mi ha sfinita.
Mi addormento felice del mio risultato.
Mi sveglio piuttosto tardi così prendo le primi vestiti che mi capitano a tiro e li indosso.
Nella Sala ci sono già tutti ed io mi accomodo al mio solito posto.
<<Okay ragazzi, fino a mezzo giorno starete con Denise che vi farà vedere le maniere per la prestazione fino a mezzo giorno, poi passerete del tempo con in vista dei contenuti per l’intervista>>.
Così passiamo tutta la mattina con Denise che ci insegna le tecniche della galanteria per poi andare da Aaron per sapere quale sarà il nostro approccio con il pubblico.
Louis sarà divertente e spensierato mentre io sarò un umile ragazza, timida ed un pò ingenua.
Dopo tutto questo lavoro mi trovo davanti al mio staff di preparatori e a Dandy che mi daranno gli ultimi rintocchi per la serata.
I capelli sono raccolti dietro la testa e ricadono ondulati mentre indosso un abito lungo e verde scuro senza spalline con lo spacco sul davanti.
Incontro il resto della nostra combriccola in ascensore. Anche Louis ha un bell’aspetto con il suo elegante smoking nero e la camicia bianca. Tutti ci fanno i complimenti per il nostro abbigliamento ma nessuno dei due ci fa molto caso, troppo intenti a pensare come andrà l’intervista.
Scesi dall’ascensore ci dirigiamo nel semicerchio in cui sono seduti gli altri tributi.
Appena seduta mi accorgo che tutti i presenti mi stanno guardando con invidia ed astio.
Non mi piace affatto questa situazione, cosi presa dall’agitazione incomincio a tormentarmi le mani mentre aspetto.
Aspetto e aspetto.
Finalmente è il mio turno così mi alzo e mi dirigo verso il palco mi sento mancare mentre la testa continua a pulsare e spero solo di non combinare guai durante la mia apparizione.

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Capitolo 5
*** Intervista ***


Riesco ad arrivare al palco senza fare nessuna brutta figura, ad esempio cadere come un sacco di patate, il mio cuore batte a mille ed io non so come farlo battere di nuovo a una frequenza normale.
Mi siedo sulla sedia messa a disposizione per i tributi e sorrido a Caesar Flickerman, che per l’occasione si è tinto i capelli, le labbra e le palpebre di un bianco brillantinato e ovviamente i vestiti che indossa sono abbinati, anche lui mi sorride, ma subito dopo si volta verso il pubblico e annuncia <<Signore e signori, ecco a voi Elizabeth Tomlinson, la nostra Dea del Sole>> A quel punto gli spettatori vanno in visibilio <<Allora Lizzie sappi che ci siamo emozionati tantissimo vedendo i costumi del Distretto 5, eravate perfetti>> Devo essere gentile e umile.
Gentile ed umile.
<<Il merito non è tutto nostro ma soprattutto è merito degli stilisti, e io non riesco ancora a credere che io sia stata la fortunata ad aver l’onore di indossare quel vestito>>  Dico ed infatti non è nemmeno una bugia perché davvero senza di loro non avremmo avuto questo successo.
<<Va bene, ma adesso devi proprio dirci come hai preso quel dodici in addestramento, insomma di tributi così bravi se ne vedono davvero pochi. Vogliamo sapere come hai fatto!>> Dice con l’espressione con cui un bambino chiede alla mamma come funzionano gli oggetti tecnologici.
<<Uhm…mi dispiace ma non posso dire proprio nulla a tal proposito>>  Adesso le telecamere inquadrano gli Strateghi che stanno confabulando tra loro,sghignazzando.
<<Allora Lizzie non vuoi proprio dirci nulla questa sera eh?...ma passando a faccende più serie, hai lasciato delle persone importanti a te care nel tuo Distretto, vuoi parlarci della tua famiglia>> Questo per me è un colpo basso, non ho mai voluto parlare della morte di mia madre, non mi piacciono gli atteggiamenti che iniziano a fare con me dopo averlo saputo, e di certo non voglio la compassione di queste persone che nemmeno conosco, ma non posso mentire, è negli accordi. Ma potrebbe anche essere una buona storia da raccontare, qui a Capitol City amano i drammi e se racconto loro la storia della povera ragazza privata della madre ma che lotta per tornare comunque nella sua casa otterrei ammirazione e di conseguenza sponsor.
<<Io voglio molto bene alla mia famiglia è una delle cose, a parer mio, più importanti di questa vita, anche se non io l’ho potuta conoscere tutta…mia madre purtroppo è morta durante il parto, ma sono stata fortunata perché ho un padre meraviglioso e voglio lottare per tornare a casa, per lui>>  Come mi aspettavo nella grande sala allestita per l’intervista, si sento dei versi di ammirazione. Ad interrompere il momento è Caesar che dice <<Dai non parliamo di cose così tristi anche se mi dispiace per la tua perdita-dice con espressione veramente addolorata- allora come mai ti sei offerta volontaria al posto di quella ragazzina, si insomma nel tuo Distretto mi sembra che non ci siano mai volontari, questa cosa ci incuriosisce molto -ad un tratto vedo i suoi occhi illuminarsi- oppure ci sono altri motivi, a noi ignoti, dietro a questa faccenda?>>.
In questo momento vorrei che si aprisse una voragine e mi inghiottisca, sicuramente sarò talmente rossa che un pomodoro maturo in confronto è definibile pallido, che imbarazzo!
<<Posso dirti che è una via di mezzo, Gemma è una ragazza davvero adorabile e mi sarebbe dispiaciuto perdere nuovamente una persona a me cara e poi si è anche la sorella del mio fidanzato>>  Adesso posso dire davvero di essermi scavata la fossa da sola. <<Haha lo sapevo! Forza vogliamo sapere i dettagli, sarà sicuramente venuto a salutarti, quindi che vi siete detti. Dettagli. Dettagli>> Sento di poter svenire da un momento all’altro. <<Ecco, lui mi ha fatto fare una promessa, devo tornare da lui a qualsiasi costo, così- dopo un lungo sospiro, per calmarmi, sgancio la bomba H- così potremmo celebrare il nostro matrimonio>>  Sembra proprio che la mia intervista tolga il fiato, riesco quasi a vedere le facce sbigottite dei presenti, l’unico ad avere ancora un un po’ di contegno è Caesar <<Mi sembra ovvio cosa tu debba fare, vai nell’arena,vinci torni a casa e fai felice il tuo innamorato>>  Facendo così scatenare un mare di applausi, io faccio un sorriso tirato, come fa questa gente a dire queste cose?! Insomma mi sembra piuttosto ovvia la cosa, se io vinco muore mio fratello e dubito che se fossero loro al mio posto sarebbero felici di accettare questo consiglio.
<<Purtroppo i tre minuti a nostra disposizione sono finiti e dobbiamo lasciarti andare, Liz>>  Per poco non mi metto ad esultare per la fine della mia tortura.
Dopo aver “salutato” il pubblico e Flickerman, torno dietro le quinte, lì trovo i mentori e Katrinka ad aspettarmi.
Come suo solito la mia accompagnatrice ha sempre i suoi commenti da fare <<La tua intervita è stata davvero commovente, cara. Ma adesso è meglio che tu vada a cambiarti per la cena, Aaron ti accompagnerà al nostro piano>>  Perciò mi avvicino al diretto interessato ed insieme ci dirigiamo verso l’ascensore, anche se essendo breve il nostro percorso per raggiungerlo, la strada è piena di televisori che mandano in onda gli eventi sugli Hunger Games quindi anche le interviste, riesco a vedere quasi tutta l’intervista di Louis perché anche l’ascensore é dotato di questi televisori. Per tutto il tempo continuano a scherzare e dire battute, con lui, Caesar, non tocca i suddetti “argomenti seri”. Usciamo dall’ascensore, ma non prima di sentire Caesar consigliare a Lou di vincere quest’edizione ma lui controbattere con una frase che nessuno si sarebbe mai aspettato <<Farò qualcosa di meglio, farò in modo che sia mia sorella a vincerla, lei ha molte ragioni di me per tornare a casa>>  Il mio cuore perde un battito e sento gli occhi pizzicare. Ma non voglio apparire debole davanti a nessuno nemmeno davanti ad Aaron anche se sono sicura che di lui mi posso fidare, così corro subito in camera mia e scoppio a pianger come una bambina.
Tutte le lacrime che ho trattenuto questa settimana, ci sono molte probabilità che io non possa più vedere papà, né Harry nemmeno…Louis, oh Tommo come farò senza di te, ho già dovuto sopportare due anni senza la tua presenza e adesso mi si prospetta un intera vita senza il mio fratellone.
Così con le lacrime agli occhi mi addormento, ma mi risveglio dopo una mezz’oretta quando sento qualcuno bussare alla mia porta.
È Aaron, mi guarda con modo apprensivo e la cosa mi stupisce mi sarei aspettata uno sguardo dispiaciuto ma non quello, come se lui avesse passato tutto questo ancor prima di me. Mi ha chiamata per la cena, così nel tempo minore possibile mi cambio e mi rendo presentabile.
La cena passa molto silenziosamente, nessuno parla tranne per chiedere di passare il pane o il sale, il che è molto strano conoscendo la nostra squadra, ma per adesso è meglio così.
Gli adulti ci dicono di tornare nelle nostre per prepararci a domani. Mentre camminiamo tra me e Lou è calato il silenzio.
Siamo arrivato davanti alle nostre camere, che sono una di fronte all’altra, ma prima che io possa entrare Louis mi prende il polso e mi trascina verso il balcone.
<<Dobbiamo parlare>>  Io annuisco mentre sussurro un flebile "si ”  <<Lo so che sei arrabbiata con me- ed in questo momento vorrei urlarli che non è vero e che gli voglio bene ma dalla mia bocca non esce nulla- Perché pensi che io ti abbia abbandonata, ma non è così. Te lo garantisco, ogni volta che ti vedevo giù di morale, anche se cercavi di nasconderlo, io lo sapevo, siamo gemelli ricordi?- lo vedo accennare ad un sorriso- io cercavo di capire cosa non andava, come quella volta con Roy- si mi ricordo il tipo che continuava a perseguitarmi per alcune settimane- dopo un po’ è sparito nel nulla dopo averti chiesto scusa, non ti sei ma chiesta cosa fosse successo?- si che me lo sono chiesta ma non ero mai riuscita a darmi risposta quindi ho lasciato perdere quella storia- sono stato io gli ho fatto capire che non doveva permettersi di trattarti in quel modo>>
Non posso crederci è stato lui, mi ha sempre sorvegliato, come un angelo custode.
Mi vergogno e mi sento in colpa per come alcune volte mi sono comportata con lui, senza starci a pensare gli salto addosso e lo abbraccio forte.
<<Mi sei mancata pulce>> Sorrido al ricordo del nome che mi aveva affibbiato quando eravamo più piccoli  <<Anche tu Tommo>>  Lo sento ridacchiare prima di dirmi <>.
Sollevata dopo aver fatto la pace con mio fratello, riesco a coricarmi sul letto e cercare di dormire.
Appena sto per cadere in uno stato di incoscienza nella mia mente si fa strada un lugubre pensiero.
Domani a questa stessa ora potrei essere morta o potrebbe volerci meno.
Questo basta per scombussolarmi lo stomaco e mandarmi dritta in bagno a rimettere su la mia cena.
Questa notte non riuscirò a dormire, poco ma sicuro.

Come avevo previsto la scorsa notte, non ho quasi chiuso occhio il che è una cosa negativa visto che devo essere al massimo delle mie forze.
Ora mi ritrovo su un hovercraft con Dandy ed una donna mi sa inserendo il localizzatore sul braccio, qualche minuto fa ho salutato Katrinka che si era messa a piangere dicendo che ci vuole un mondo di bene mentre Aaron si è limitato a dirmi <<Tu sei forte, ma la tua intelligenza supera la tua forza e anche quella dei tuoi compagni, quindi devi usare la tua mente come arma oltre ai coltelli, alla forza bruta ci penseranno gli altri. Dopo il conto alla rovescia trova subito tuo fratello e raggiungete gli altri, è previsto che la vostra alleanza rimanga finché muoiano tutti gli altri tributi>>.
Sento l’hovercraft atterrare e far scendere me a la stilista.
Dopo aver passato vari corridoi raggiungiamo la Camera di Lancio.
È tutto nuovo qui, anche perché sono il primo tributo ad usarla e anche l’ultimo.
Mi faccio la doccia e mi lavo i denti.
Dandy mi pettina i capelli e li lega in una semplice coda di cavallo, poi arrivano i vestiti.
Una maglietta e dei pantaloni aderenti cerulo e degli stivalo blu che mi arrivano al polpaccio c’è anche un giaccone dello stesso colore.
Dandy dice che in base al tipo di tessuto utilizzato non può dirmi molto visto che è un tipo di tessuto che trattiene il calore del corpo anche sotto qualche grado sotto zero ma può essere utilizzato benissimo anche durante l’estate senza sudare troppo.
Sto aspettando che la donna mi dia il porta fortuna che posso tenere nell’arena, che precedentemente le avevo consegnato.
Ed eccolo che mi viene consegnato, lo netto nell’anulare della mano sinistra e spero di non rovinarlo una volta entrata nell’arena.
Mi chiede se voglio mangiare qualcosa io rispondo di si, così mi abbuffo di cibo e soprattutto bevo tanta di acqua ma non sento il gusto di nessuna di quelle cose che ho messo in bocca, potrebbero persino darmi carta pesta da mangiare e non mi accorgerei della differenza.
Mangio finché una voce femminile annuncia che è l’ora di prepararsi al lancio, Dandy mi abbraccia e mi chiede di tornare, di tornare anche per lei ma io non riesco a prometterle nulla rimango li imbambolata con gli occhi fissi per terra.
Entro nel cilindro e continua a guardare Dandy che mi sorride infondendomi coraggio.
Sento la pedana sotto i miei piedi alzarsi e farmi uscire allo scoperto.
Mi ritrovo in un foresta.
Sento Claudius Templesmith annunciare <<Che i settantunesimi Hunger Games abbiano inizio!>>
Aspetto sessanta secondi mentre guardo cosa ha da offrirci la Cornucopia e la posizione dei miei alleati.
Niall è dirittamente alla mia destra, Zalia si trova tre tributi più in là alla mia sinistra mentre gli altri non li vedo.
Mancano dieci secondi.
Nove.
Otto.
Sette.
Sei.
Cinque.
Quattro.
Tre.
Due.
Uno.
E l’inferno si è scatenato attorno a me.

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Capitolo 6
*** L'arena ***


È questione di un secondo che i concorrenti partono all’attacco, tutti i rumori attorno a me cessano di esistere, ma io rimango immobile sulla mia piattaforme incapace di muovermi, non so il perché, so solo che il mio cuore batte talmente forte che ho l’impressione che possa uscire da un momento all’altro dal suo posto, forse è dovuto alla paura, il che non aiuta in questa situazione.
Per mia fortuna Niall, essendo accanto a me, si è accorto della mia situazione perciò mi prende per mano e mi fa scendere dal piedistallo ed insieme cominciamo a correre a perdi fiato attraverso il campo di battaglia, è una fortuna che nessuno presti molta attenzione a noi, purtroppo invece io li vedo.
Il tributo del Distretto 1, Manu, ha una spada in mano e sta correndo verso l’allegra tredicenne del 10 che sta cercando di sfuggirgli, ma lei non è abbastanza veloce perché lui la raggiunge e la butta per terra e in men che si dica la sua spada la trafigge nello stomaco, vedo gli occhioni marroni della ragazzina perdersi nel vuoto, la bocca che un attimo prima si era aperta per lanciare un grido, che non ha mai potuto uscire da quelle labbra, adesso è piegata in un sorriso appena accennato, il tutto ha dell’incredibile. È quasi una bambina ma è da ammirare ha sempre avuto il sorriso sulle labbra anche al momento della sua morte forse perché sollevata dal fatto di poter riposare per l’eternità ed andarsene da questo mondo orribile.
Dopo l’agghiacciante spettacolo riusciamo a raggiungere il resto della compagnia Zalia e il ragazzo dell’8, Lyko, tengono in mano due zainetti e due tende mentre Zayn e Louis avevano preso diverse armi. Nemmeno il tempo di fermarsi due secondi che ci mettiamo nuovamente tutti a correre verso la parte est della Cornucopia.
Per tutto il tempo trascorso ho sempre avuto vicino Niall ma adesso non lo vedo più così mi fermo ed inizio a guardarmi attorno anche se gli altri ormai se ne stanno già andando, io devo andare a recuperare il biondino, gli devo un favore o meglio, la vita.
Lo vedo è a pochi metri da me, adesso è lui ad essere immobile ma a mia differenza lui guarda un punto ben preciso dal lato ovest della Cornucopia.
Riesco a riconoscere Titus, grazie alla sua massa di muscoli e l’altezza, c’è anche un altro tributo con lui ma non lo vedo con chiarezza perché è coperto dal ragazzo del 6, ma una cosa la capisco bene, Titus sta cercando di uccidere il malcapitato con una balestra palesemente modificata fatta per contenere tre frecce. L’altro tributo sta correndo e solo adesso mi accorgo che è la compagna di Distretto di Niall, fin da qui riesco a cogliere l’espressione terrorizzata dalla ragazza e non so perché ma per la coscienza del mio alleato spero che riesca a fuggire sana e salva ma questo non avviene perché il piede della ragazza si impiglia in una rete accanto a lei e nell’esatto momento in cui si gira per guardare Titus tre frecce la trafiggono, una al centro della fronte, un’altra la colpisce al centro del petto dove si trova il cuore mentre l’altra freccia si conficca nella pancia.
In quel momento mi accorgo che nemmeno io e Niall siamo fuori pericolo perché una lancia si è impiantata nel terreno accanto al mio piede destro, e presa dalla disperazione prendo per un braccio il mio compagno e lo trascino con me verso la direzione in cui erano diretti gli altri, senza nemmeno guardarmi indietro per guardare chi era il nostro possibile carnefice. Ci sono alberi giganteschi e non se ne vedono due uguali vicini e tutto intorno a noi è prevalentemente verde, in certe parti della foresta è difficile il passaggio dovuto alle liane.
Dopo aver corso come pazzi per una ventina di metri sempre dritto finalmente vediamo i nostri compagni, stanno discutendo.
Adesso anche loro sembrano accorgersi di noi così prendono la nostra scorta ed iniziano a camminare ancora per inoltrarsi nella foresta, ma non prima che Zalia e Zayn scocchino un occhiata di rimprovero a me e Niall mentre Lyko mi sorride ammiccante. Anche Niall li segue mentre io raggiungo mio fratello.
<<Non farlo mai più!>>  Mi dice Louis con il tono basso e severo  <<Fare cosa?>>   <<Sparire così all’improvviso, quelli dell’11 volevano andarsene e lasciarvi morire e non mi sembra proprio una buona cosa iniziare così un alleanza>> 
Ha ragione, ma io avevo delle buone ragioni per fermarmi ad aiutarlo, però decido di non rispondergli e continuare a camminare.
Io e Luois siamo dietro a Lyko, Zayn e Niall mentre Zalia è il capo fila.
Quella ragazza non mi è mai piaciuta, ha la puzza sotto il naso, quando stavamo tutti insieme agli allenamenti lei preferiva starsene da sola, persino Zayn che sembra il più solitario tra tutti noi ha voluto rimanere in nostra compagnia, e quando il suo compagno di Distretto la convinceva a stare con noi non faceva altro che criticare le mosse degli altri mentre lei si metteva da sola sul piedi stallo.
Fortunatamente gli altri ragazzi erano dei tipi apposto, molto simpatici e disponibili soprattutto Lyko, sembra l’altruismo fatto persona.
Zalia continuava a guidarci attraverso la fitta foresta.
Erano ormai ore che camminavamo e sicuramente avevamo messo abbastanza distanza tra noi e gli altri tributi.
Così sotto consiglio di Zayn, la ragazza ci lascia qualche minuto per riposarci, così approfittando del “break” guardiamo il contenuto degli zaini.
Avevamo quattro bottiglie d’acqua da un litro, due per ogni zaino, un contenitore con della frutta secca, sacchi di arachidi e i pistacchi, una corda e un cinturino pieno di coltelli di ogni forma e dimensione.
Ovviamente dovevamo spartirci anche le armi.
Zalia si è presa un bastone da combattimento, di certo come aspetto sembra il meno letale ma ho visto come riesce ad usare quell’arma in addestramento e posso star certa che metterebbe fuori gioco un Favorito con quel bastone.
Louis, avendo molta forza braccia e precisione, si accaparra la spada, è di medie dimensioni la punta ricurva con una lama secondaria che esce dalla metà della prima lama.
Zayn prende un ascia bipenne con delle lavorazioni d’orate sulle lame.
Niall senza nemmeno avere un minimo ripensamento sceglie la lancia, con quella potrebbe uccidere un tributo da quindici metri di distanza.
Lyko con un sospiro di rassegnazione prende l’arco, anche lui ha una buona mira da lontano e scommetto che gli sarebbe piaciuto avere tra le mani la lancia e non un arco visto che quest’ultima occupa più spazio.
Io, invece, posso ritenermi più che soddisfatta, mi è capitata l’arma con cui ho un ottima attitudine, così prendo il cinturino con i coltelli e me lo lego alla vita.
Appena ci sistemiamo, Zalia ci grida  <<Muovetevi! Si sta facendo buio e noi dobbiamo trovarci un rifugio sicuro per ripararci>>.
Dopo un ora di camminata ci troviamo di fronte ad un albero gigantesco situato in una fenditura del terreno.
C’è un po’ di spazio tra due rami, così preso dallo spirito d’avventura e d’esplorazione Niall ci entra per vedere se potevamo costruirci un rifugio, anche se il resto di noi era scettica al riguardo. Ma aveva ragione il biondino perché lì sotto è vuoto e grazie alle dimensioni, davvero abnormi, dell’albero possiamo starci dentro anche noi.
Ora non rimane che coprire la “crepa” tra le radici, ci avrebbero pensato mio fratello, Niall e Lyko con delle liane mentre Zayn e Zalia avrebbero pensato alla strategia del gruppo e i turni di sorveglianza durante la notte, io invece andrò a raccogliere un po’ di frutta e bacche magari anche dei corsi d’acqua perché il cibo e l’acqua che abbiamo già, non resisterà per molto con sei ragazzi affamati e assetati.
Mentre cammino nella boscaglia su un albero riesco a scorgere un uccello.
È bellissimo.
È di medie dimensioni ed è coloratissimo, tutti quei contrasti mi ipnotizzano, non posso che rimanerne affascinata e seguirlo ogni dove lui vada.
E così faccio, l’uccello vola in varie direzioni e io come un anima dannata lo seguo. Dopo quelle che mi sembrano ore ma che potrebbero essere benissimo pochi minuti mi sveglio dal mio stato di trans su cui mi aveva gettata l’uccello che prima d’ora non avevo mai visto.
Ed è con questo pensiero che mi accorgo che quell’uccello è un ibrido, magari inventato apposta per questi Hunger Games. Per mia fortuna è piuttosto innocuo visto che non mi fa del male, ma ha fatto di peggio, mi ha condotta nell’oblio, lontana dai miei compagni.
Mi sono persa nella foresta.

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Capitolo 7
*** Titus ***


Stupido uccello! Stupida me!Come ho potuto essere così sciocca da farmi abbindolare così facilmente? Oggi non ne combino una giusta, maledizione! Ma adesso è meglio che mi metta a cercare i ragazzi per avere più tempo per cercarli prima che faccia buio, quell'ibrido ha volato zig zagando per tutta la foresta e ciò mi rende difficile trovare la giusta direzione e sicuramente la fitta vegetazione non mi aiuta affatto a raggiungere il mio obbiettivo. Cammino per circa una mezz'oretta e vicino ad un a palma riesco a intravedere una macchiolina azzurra, sicuramente un tributo.
    A quanto sembra per gli Strateghi non sono soddisfatti del numero dei decessi nel bagno di sangue mattutino, vogliono ancora spargimento sangue. Ma non hanno messo in conto che io non voglio partecipare a questa crudeltà sembra che quest'arena urli “Guardate abbiamo preso i vostri bambini e li facciamo uccidere tra loro e se solo oserete a fermarci uccideremo anche voi”. Per non farmi scoprire mi arrampico sull'albero accanto a me, e grazie ai rami riesco a spostarmi da uno all'altro e raggiungere la zona in cui ho avvistato il tributo. Così vedo molto meglio, è il ragazzo del Distretto 12, Luke, se non sbaglio . Ha solo tredici anni, altezza media, capelli neri e corti, un po' di lentiggini sul naso e gli occhi grigi, che da quel che ho capito passando la mia intera vita, seppur breve, a guardare gli Hunger Games nel vecchio televisore un po' malandato che abbiamo a casa, sono delle caratteristiche del suo Distretto. Mi ricordo alcuni pezzetti della sua intervista che avevo visto in replica, conduce una vita piuttosto difficile, sua madre è gravemente malata mentre il padre è morto in un incidente in miniera parecchi anni addietro ed è il fratello maggiore di tre figli e riesce a portare un po' di cibo in tavola e le medicine alla madre commerciando qualcosa come vecchi vestiti o facendo favori alle persone più ricche del suo Distretto. Il ragazzino non sembra avere armi e nessuna traccia di qualche scorta. Sta raccogliendo dei fichi da una specie di piantagioni di cactus stando attento a non tagliarsi con le spine. Tutto fila liscio e monotono ,insomma tutto apposto, ma appena mi alzo per girare direzione e trovare i miei alleati un ascia si conficca nel tronco dell'albero su cui mi stavo nascondendo, per un momento penso che Luke si sia accorto di me da prima ma si è finto un povero ragazzo innocente per colpirmi alle spalle, ma non è così perché da dietro alcuni cespuglietti si alza l'imponente figura di Titus, ha un ghigno da sbruffone dipinto sul volto.
    Si avvicina di più al ragazzino, mentre Luke cerca di scappare, purtroppo ha solo il tempo di fare un paio di passi che Titus lo afferra da dietro, lo gira e lo tira su prendendolo dal collo.
   Riesco a vedere la scena come se io fossi Luke. Il ragazzo del 6 continua a sorridere soddisfatto, deve sentire la mia paura, e non vede l'ora di infliggermi il colpo mortale, gli occhi mi pizzicano ma devo trattenerle se proprio devo morire lo farò con dignità, voglio mostrarmi forte per me e la mia famiglia che con ogni probabilità mi starà guardando alla TV. La mia famiglia! Adesso come faranno ad andare avanti adesso che me ne andrò via? Non ho il tempo di finire il mio pensiero che un chiodo di grandi dimensioni mi buca la fronte trapassandomi il cranio da parte a parte, mi sento in pace con il mondo anche se il colpo tira un po', rivedrò papà dopo tutto questo tempo, poi un colpo di cannone. È arrivato il mio momento ormai. Poi il nulla.
   Dopo essere “tornata nel mio corpo” trattengo il respiro, non voglio che quello li mi veda, non farei una bella fine, ma non posso nemmeno andarmene adesso, darei troppo nell'occhio, c'è troppo silenzio. Così decido di rimanere nascosta nel mio rifugio senza fare nessun rumore. Titus è accovacciato accanto al corpo senza vita del ragazzino e sta pulendo il chiodo con la maglietta di lui, si sente un brontolio provenire dal suo stomaco e si ferma di botto assumendo un'espressione pensierosa, dopo una decina di secondi, sembra riuscito a venire a capo del suo dilemma, così prende il chiodo di prima e lo avvicina alla gola di Luke facendo uscire un fiume di sangue dalla ferita a causa della pressione. Dal collo continua a fare una una linea retta con molto pressione tanto che fin da qui riesco a vedere che le due parti di pelle sono ormai staccate completamente una dall'altra ed ovviamente ha tagliato la maglia del ragazzo . Continua così fin quando arriva alla vita, non so cos'abbia in mente ma so solo che tutto ciò è davvero disgustoso, ma adesso so cos'ha in mente.
   Titus mette una mano dentro la cassa toracica di quel povero ragazzo prendendo in mano il suo cuore inizianao a mangiarlo. Non ci posso credere tutto ciò è davvero stomachevole e devo fare appello a tutta la mia forza per non vomitare quello che ho mangiato sta mani a colazione, non credo che questa gliela faranno passare liscia, il pubblico di Capitol City non vedrà di buon occhio questa roba, e gli Strateghi censureranno questa parte passando ad altri tributi, ma a quanto pare a lui non interessa. Fa lo stesso con altri organi vitali ed io guardo da tutte le parti per non assistere a quella scena raccapricciante. È passato troppo tempo e l'hovercraft deve prendere il corpo di Luke ma ne io ne Titus siamo a debita distanza dal cadavere. Lui lo stordiscono mentre io appena vedo il suo corpo cadere a terra scendo in fretta dall'albero e corro a perdifiato per allontanarmi da lui perché sono sicura che sarà fuori gioco solo il tempo debito a togliere il corpo di Luke di certo non si faranno sfuggire qualche interessante colpo di scena.
   Avevo ragione riguardo alla durata della mia “quiete” Titus mi sta rincorrendo, e solo Dio sa come riesce a starmi dietro con tutto quell'ammasso di muscoli che si porta dietro, poco importa, devo liberarmi di lui al più presto e per mia fortuna è stato così stupido a pensare di riuscirmi a battere con la solo forza fisica, insomma posso dare l'impressione di una ragazza indifesa ma non è così, non gli è bastato il mio dodici in addestramento, mi sento un po' offesa con questo suo comportamento?! Ma è meglio così, avrò qualcosa in meno a cui pensare. Intanto raggiungiamo una parte di foresta che non avevo mai visto.
   Per un po' c'è la solita vegetazione ma ad un certo punto si interrompe e rimane solo il terreno con un po' di muschio qua e là e a nemmeno una ventina di metri c'è un burrone. Il mio tempo per trovare una soluzione è finito ed io ancora non ho un piano preciso, forse potrei buttarlo dal burrone ma dovrei trovare una strategia perché dubito di riuscire a spintonarlo così forte, ho i coltelli ma sono troppo codarda per usarli e resta il fatto che potrebbe facilmente schivarli visto che mi ha appena dato una prova della sua agilità adesso devo perdere tempo, sono sicura di riuscire a bloccarlo per un po' ma lui è davvero forte potrebbe avere il sopravvento. Titus è difronte a me e mi sorride compiaciuto, è completamente sporco di sangue e alla vista intimorisce. Si avvicina lentamente a me e l'adrenalina scorre nelle mie vene. Il mio cuore batte ad una frequenza più forte del normale, sono eccitata e pronta a scattare ad ogni momento, non so perché mi succeda ma faccio sempre così quando devo prepararmi ad uno scontro, non sono una persona che cerca di competere con tutti su tutto ma se sono costretta non sopporto di perdere, do il meglio di me stessa, sempre, almeno questo mia caratteristica di primeggiare mi avvantaggia un po'.
   Il ragazzone del 6 si deve essere stancato di quest'attesa prima dello scontro, perciò dal passo lento cambia ed inizia a correre nella mia direzione e con un salto finale mi raggiunge e prova tirarmi un pugno diretto in faccia io però lo evito e mi sposto di lato dandogli un pugno sul fianco, non se l'aspettava, provo a tirargli un altro pugno ma questa volta è più attento e mi blocca il polso girandomi facendo in modo che gli dia le spalle, continua a tirare in alto il mio braccio, se continua così me lo spezzerà, sentendo l'insopportabile dolere, mi do la carica e gli tiro un potente calcio all'addome, abbastanza forte da farlo cadere, a questo punto mi butto su di lui e inizio a tirare pugni, in un primo momento è sorpreso e non controbatte ma dopo un po' sento delle dita toccarmi un fianco non so cosa stia succedendo. Ma il contatto della mia pelle sulla spalla con un una fredda e tagliente lama me lo fa capire, Titus ha preso uno dei miei coltelli e lo sta usando contro di me, ma non mi farò abbattere così facilmente, blocco entrambi i suoi polsi facendo leva su tutta la mia forza e lui fa lo stesso, continuiamo a questo gioco per un po' fin quando la cosa diventa pesante e mi spinge via da lui facendomi sbattere violentemente la schiena con il terreno duro. Adesso è lui ad avere il sopravvento, mi tira un calcio allo stomaco prima di sedersi su di me bloccandomi le vie respiratorie e tirandomi un paio di pugni, allora decido di ricorrere alla vecchia tecnica dell'accecamento, prendo un po di terra e glie la butto in faccia, subito dopo mi lascia libera da lui. Mi rialzo il più infetta possibile e mi allontano dal ragazzo.
   Nel combattimento ci siamo siamo avvicinati di più al burrone, che è separato da noi da almeno tre o quattro metri.
   Titus non ci vede ancora e questo, in qualche maniera, lo deve aver indebolito, perché si alza da terra barcollante, spero che cada nel burrone andando all'indietro, ma ho solo avuto false speranze perché si ferma ad una distanza di un metro dal dirupo.
   Entrambi siamo troppo provati per cercare di sopraffare l'avversario in questo momento di debolezza. Però ad un certo punto sentiamo vibrare il terreno e vediamo dei pezzi sul bordo del precipizio cadere, una frana.
   Non aspetto altri secondi, che mi sono girata e inizio a correre. Titus ha fatto lo stesso ma era troppo vicino. Sento le sue urla,così pur correndo mi giro verso di lui. Sta cercando in tutti i modi di essere più veloce, ma non ci riesce, così cade e la frana se lo porta via. Io invece continuo a scappare dalla, ma appena il colpo di cannone suona, si ferma, ed io faccio lo stesso per recuperare le energie perse. So per certo che quella frana non è naturale ma un architettatura dagli Strateghi, e non avrei mai pensato che un giorno sarei stata grata a loro, ma anche qui mi sono sbagliata, mi hanno lasciato la vita e tolto quella di un altro senza che dovessi farlo io, so che è da codardi ma io di persone non ne voglio uccidere, nemmeno l'istinto di sopravvivenza è riuscito a farmi cambiare idea.
   Cammino ancora un po', ormai è sera non ho più tempo per cercare gli altri, così mi arrampico su un albero, che ho deciso sarà il mio rifugio per la serata, per poter godere di  qualche ora di sonno, l'indomani andrò a cercare i miei compagni e dovrò farlo anche il più in fretta possibile perché sto iniziano ad aver fame e a disidratarmi.
   Fa molto freddo e le mie dita stanno congelando, così li metto sotto le ascelle come a volermi abbracciare, tolta questa preoccupazione spero davvero di non ruzzolare giù durante il sonno perché so di non avere probabilità di sopravvivere.
   Mi sveglio quando il sole è già alto e splendente in cielo. Sciolgo i capelli e me li pettino passandoci le dita sciogliendo i nodi che si erano creati nella giornata di ieri altrimenti sarebbero diventati un vero cespuglietto. Scendo dall'albero e mi metto in cammino per trovare qualcosa da mangiare. Dal mio campo visuale riesco a scorgere una pianticella poco lontano da dove crescono delle bacche, mi sembra di averla già vista nel bosco che contorna il Distretto 5 così mi avvicino per vedere meglio, non mi ero accorta che ha poca distanza ci fosse un ragazzo. Altezza media, ascia in mano e capelli neri e sembra che stia cercando qualcosa o meglio qualcuno. “Zayn!!”


NOTA: Comunque per chi non lo sapesse Titus è uno vero e proprio personaggio, presente in Hunger Games la storia originali quindi le sue azioni e la sua morte sono coerenti con la storia, spero di non avervi schifato

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Capitolo 8
*** Decisione ***


“Zayn! Zayn sono io, Elizabeth!” gli urlo correndo nella sua direzione.
 Lui si gira dapprima allarmato, con l'ascia a mezz'aria e in posizione di allerta, poi però  vedendomi meglio e sentendo la mia voce si rilassa, ma questo non dura che un paio di secondi, che assume uno sguardo severo avvicinandosi anche lui.
“Dove diavolo sei finita?! Ieri ti abbiamo cercata dappertutto e tuo fratello è preoccupatissimo per te! Cosa diavolo ti è saltato in mente?!”
Mi sorprende questo ragazzo, si insomma, mi sembra che vada tanto d'accordo con Zalia e mi sarei aspettata che, come lei, non vedesse l'ora di buttarmi fuori dall'alleanza, invece adesso sembra, realmente,preoccupato.
 Ma nonostante tutto non mi fido nemmeno del mio sesto senso perché tutto ciò potrebbe essere una messa inscena, ma se vuole giocare sporco io farò lo stesso. Così gli spiegai tutto.
 L'ibrido multicolore, Luke, Titus, la lotta e la frana. Come se fossimo davvero amici e non due sconosciuti che si conoscono da una settimana e che uno non veda l'ora che muoia l'altro.
 Lui inizialmente era lì per raccogliere cibo per la colazione, ma su decisione di entrambi abbiamo preferito tornare dagli altri per non farli preoccupare ulteriormente invece che andare a raccolta.
 Il tratto da percorrere per arrivare dai ragazzi è abbastanza lungo perché dove ci eravamo “costruiti” il rifugio era lontano da ogni tipo di frutto commestibile. Così oltre a raccontargli  cos'era successo a me ieri, lui ha raccontato come gli altri avevano preso la mia scomparsa.
 Louis ha perso la testa e immaginava le cose più orribili che potessero accadermi, le sue preoccupazioni erano aumentate al sentire il battito di due colpi di cannone e solo la vista dei volto dei tributi caduti durante la giornata, che io mi sono persa perché stavo già dormendo e non sono riuscita ad alzarmi per la troppa stanchezza, lo ha tranquillizzato.
 Lyko e Niall hanno cercato di far tornare in se mio fratello cercando di escogitare qualche piano di salvataggio.
 Zalia, come mi aspettavo,ha assunto i suoi ormai tipici atteggiamenti da menefreghista, non vedendo l'ora che io sia morta.
 Dopo i nostri brevi resoconti delle scorsa giornata, cala il silenzio. Ma una domanda mi aleggia per la testa.
“E tu che hai fatto?” Potrebbe sembrare strano visto che noi due siamo “nemici” ma voglio proprio vedere cos'ha da dirmi.
“Speravo tu non fossi morta”.
La sua risposta mi lascia a dir poco di stucco e lui sembra essersene accorto perché continua “Tu non hai visto chi è rimasto in gara ma ci siamo solo noi e il gruppo dei Favoriti quindi per aver un briciolo di possibilità dovremo far fuori loro e in seguito ce la vedremo fra noi”
Ah è così allora, ogni volta che un concorrente dovrà essere eliminato ce la dovremmo vedere con i Favoriti.
 Meraviglioso.
 Noi potremmo essere in salute e anche abbastanza atletici ma saremo in grado di uccidere sei tributi che si allenano per questo momento praticamente dalla nascita?
 Davvero non so.
 Purtroppo però devo fare i conti con la realtà molto, troppo, presto.
 Appena arriviamo accanto al nostro albero, troviamo i ragazzi che combattono con i Favoriti.
 Ci sono grida.
 Grida di dolore, di guerra e disperazione. Io e Zayn guardiamo la scena disorientatati da tutti quei corpi che si dimenano, tirano calci e pugni o impugnano armi pronti a liberarsi dell'avversario per la propria vita.
 Dopo il breve momento di confusione un pensiero, o meglio un nome, si fa strada nella mia mente. Louis.
 Fratello mio, dove sei? Dove sei finito? Sono tornata anche per te!
 Senza nemmeno pensarci corro, corro per trovarlo.
 Ed eccolo li, sta combattendo con Northen, il tributo del Distretto 4, non stanno usando armi ma non per questo la loro lotta è meno micidiale.
 Dai loro viso sono presenti tracce di sangue, rossastro e denso e sicuramente i loro corpi saranno pieni di lividi. Non sopporto più questa vista, nessuno può permettersi di trattare così mio fratello. La collera si impossessa di me e scaccia ogni segno di paura. Prendo uno dei coltelli presenti nella mia cintura. Non indugio oltre, vado da loro spingo via Northen dal corpo di Louis e mi preparo a piantargli il coltello dritto al cuore. Lui però è veloce, riesco solo a graffiarlo in modo superficiale procurandogli un taglio sulla maglietta, mi spinge addosso a mio fratello, ancora seduto per terra, e se ne va via. All'inizio non capisco, mi sarei aspettata che contrattaccasse, non che se ne andasse via in questo modo. Poi però capisco, stanno battendo la ritirata, forse hanno deciso che questo metodo non funziona o perché prima erano in superiorità numerica e avevano più possibilità di vittoria. Ma non importa, nessuno dei miei alleati è morto, per adesso, e non so se questo possa essere un bene o un male perché almeno ci sarebbero meno persone davanti a noi che concorrono per la vittoria.
 Ma come spesso mi capita in questo periodo ho sbagliato. Uno dei Favoriti, Manu, è ancora qui forse troppo accecato dalla voglia di uccidere, non se n'è andato con gli altri, vuole prima finire il suo lavoro.
 Vuole uccidere Zalia.
 Forse è un po' troppo sicuro di sé quel ragazzo. È vero tutti noi non ci siamo ancora ripresi dallo scontro troppo violento quindi rimaniamo a terra, invece io potrei far qualcosa ma una forza superiore mi tiene incollata al suolo. Qualcun altro che potrebbe fare qualcosa è Zayn, che dubito abbia mai preso parte alla lizza di poco fa quindi non è nemmeno indebolito e per non contare il fatto che lui e Zalia sono compagni di Distretto.
 Ma apparentemente nessuna di queste motivazione sembra toccarlo un po' perché è ancora lì immobile dove prima lo avevo lasciato che guarda la scena attonito. Come tutti noi del resto.
 Manu ha preso il sopravvento. Le ha tolto il bastone e glielo ha rotto colpendola all'addome.
 Cade a terra. Ma prima che lei possa toccare il suole il ragazzo dell'1 la fa girare, così cade di pancia. Una cosa è sicura, lei non si alzerà e nemmeno proverà a difendersi. Manu ha un ghigno divertito dipinto sul volto, tiene in mano uno dei pezzi di quel che prima era un bastone e sferza il cranio della ragazza.
 Le ha completamente rotto la testa. Si vedono dei pezzettini di materia grigia e carne per il terreno ed il tutto contornato dal sangue.
 Tutti sono scioccati o schifati, se prima eravamo assenti col corpo ma presenti col cervello adesso siamo distanti con entrambi.
 Tranne Zayn.
 È arrabbiato, ancor più di me pochi secondi fa, corre in direzione di Manu e ancor prima che l'altro se ne accorga, mette la parola fine alla sua vita squarciandogli la gola con la lancia.
 Silenzio.
 Ecco cosa si sente in questo momento, un silenzio che vale più di mille parole.
 Porgiamo un religioso e rispettoso silenzio per Zalia e Manu, entrambi guerrieri valorosi che hanno avuto la sfortuna di incontrarsi in questo modo, magari al di fuori da questa situazione saremmo potuti essere persino amici ma qui non c'è posto né per l'amore né per l'amicizia e nemmeno per sentimenti simili. Ma tutto ciò che è appena successo non è colpa ne del Distretto 1 né del Distretto 11 ma solo e unicamente di Capitol City.
 Se non fosse per loro nessuno morirebbe, nessun bambino avrebbe così tanta paura di crescere e di essere allontanato per sempre da casa.
 Fino ad oggi mi sono sempre astenuta dall'esprimere giudizi sulla capitale, specialmente sui politici.
 Non sarebbe servito a nulla, non avrei cancellato gli Hunger Games né eliminato la povertà dei Distretti ma mi sarei portata solo qualche rogna se solo per distrazione qualche pacificatore avesse sentito le mie parole.


 Mi ricompongo e mi alzo, aiuto Louis a fare lo stesso.
 E solo adesso mi accorgo di cosa ho appena fatto.
 Ho attaccato un ragazzo con l'intenzione di ucciderlo.
 Da una parte mi vergogno di me stessa solo per aver avuto l'insana idea di fare un azione del genere ma dall'altra parte sono felice di aver capito cosa scatena in me questo impulso. Mio fratello, ecco che cosa, non né la gloria né l'istinto di sopravvivenza ma la vita di mio fratello.
 Sono nata per proteggerlo.
 Forse è davvero meglio che io muoia in quest'arena, si sarà così. Adesso sono davvero felice di essermi offerta volontaria.
 Ho uno scopo ben preciso.
 Tutti saranno felici.
 Louis vivrà e sarà il vincitore dei 71°Hunger Games e magari si costruirà una bella e numerosa famiglia come d'altronde è sempre stato suo sogno.
 Papà avrà almeno uno dei suoi bambini indietro e sarà nonno e nemmeno si dovrà occupare della sua condizione economica perché dopo quest'esperienza lui e Louis, sono sicura, cancelleranno ogni loro incomprensione.
 Harry si innamorerà di un'altra ragazza che sarà sua moglie al posto mio, non sarà difficile, ha tante pretendenti lui, lo so, anche se eravamo fidanzati ufficialmente alcune ragazze non si risparmiavano di lanciargli certi sguardi languidi e vogliosi che non mi sono affatto sfuggiti.
 Ed io anche se sarò morta, sono sicura che rimarrò nella memoria di ognuno di loro per aver salvato delle vite quella del mio gemello e di Gemma, e questo vale mille volte di più di una lunga e magari triste vita.
 Allora è tutto deciso, io muoio e Louis vince.
 Ma appena finisco di pensare a questo che cala il buio, non riesco nemmeno a vedere a un palmo dal mio naso, e tutti siamo evidentemente agitati.
 Inizia a muoversi il terreno sotto ai nostri piedi. Gira, gira tutto e non riesco a mantenere l'equilibrio così cado rovinosamente a terra. Tutti questi movimenti bruschi e veloci mi faranno venire il mal di testa, troppo dolore, sento il cervello pulsare dentro la testa.
 Alla fine svengo.


 NOTE:
 Allora per farmi perdonare del ritardo dello scorso capitolo mi sono messa in moto per fare questo prima del tempo, quindi spero vi sia piaciuto il capitolo!
 Quindi che ne pensata della decisione di Elly di morire nell'arena per far sopravvivere Louis?
 E per qualunque informazione recensito o contattatemi su twitter sono: @me1D4ever
 PS: se siete delle belieber vi consiglio di andare a leggere “Life without dreaming is a life without meaning” di Uaremykriptonite, una mia amica, è davvero bella!

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Capitolo 9
*** Città-Labirinto ***


Mi sveglio accasciata sul suolo freddo ed umido della boscaglia, devono essere passate più o meno un paio d'ora da quando ho, o meglio, abbiamo perso i sensi, considerando l'attuale posizione del sole.
Anche gli altri si sono appena alzati ed è facile accorgersi che qualcosa è cambiato.
Non siamo più in una foresta, non ci siamo per niente vicini, e più che altro una una spaziosa strada delimitata da altissimi cespugli che ha una solo via d'andata.
Una specie di...città-labirinto.
I corpi di Manu e Zalia sono spariti, sicuramente prelevati dagli hovercraft mentre noi eravamo incoscienti.
Oltre all'arena cambiata, non noto alcun'altra differenza: abbiamo ancora le nostre provviste  e le armi non manca nulla.
All'appello siamo tutti presenti: Zayn, Lyko, Luois, io e...
<<Dov'è Niall?>> Chiedo agli altri un po' preoccupata appena mi alzo.
Tutti iniziano a guardarsi attorno un po' allarmati, e proprio in questo momento sentiamo la voce del biondino gridare a gran voce i nostri nomi.
Sembra che sia d'altra parte del “cespuglio” così Louis cerca di creare un varco tra il fogliame con la spada ma non ci riesce, è come se ci fosse una superficie che protegge il nostro “recinto”.
<<Ragazzi penso sia meglio dividerci a questo punto, se restiamo qui perderemo solo tempo>> Dice Niall, con una voce un po' dispiaciuta e molto preoccupata.
Lo devo ammettere, anche se quel ragazzo lo conosco da una settimana si e no, mi ci sono affezionata, non che sia una grande novità, anche se le persone le conosco da poco mi lego subito a loro, e devo confessare che lasciarlo andare così senza arma né provviste mi dispiace un po'.

Dopo aver lasciato Niall andar via, prendiamo la nostra scorta e esploriamo un po' il luogo, tanto per vedere dove ci possiamo addentrare o se ci sono cose commestibili.
Sono passate diverse ore, non abbiamo trovato nulla, solo immense stradie piene di uscite e qualche tranello, in cui Lyko per poco non ci rimetteva la vita.
Ormai stremati dalla lunga giornata decidiamo di fermarci in un vicolo ceco, così abbiamo in luogo per ripararci e nel caso arrivassero i Favoriti li sentiremmo e saremmo pronti a combattere.
Sistemiamo le nostre due tende per passarci la notte, ma prima di dormire mangiamo un po' di frutta secca e bevo dell'acqua, io non mangio decentemente da un pò, appena finito mi corico nella mia parte di tenda e sprofondo nel mondo dei sogni, lasciando di guardia Louis e Zayn.

Vengo svegliata dall'inno di Panem ed in seguito ci appaiono, per l'ultima volta, i volti di Manu e Zalia, per segnare la loro morte ai tributi in gara.
Appena sto per rimettermi, nuovamente, a dormire sento una voce, molto famigliare, che urla.
Sono grida di dolore, subito seguite da risate divertite ed incitamenti, così esco fuori dalla mia tenda e noto che quelle voci hanno svegliato anche Lyko e messo in allarme gli altri due.
Sicuramente saranno i Favoriti a fare tutto questo trambusto ma non sappiamo cosa stiano architettando, è meglio andare a controllare, per trovarli seguiremo le loro voci.
Dopo aver corso per diversi vicoletti e strade sentiamo meglio cosa dicono.
Incitamenti alla morte di qualcuno.

Niall.

Anche i miei compagni lo capiscono e si mettono in moto per andarlo ad aiutare. Ognuno di noi impugna la sua arma e sale all'attacco, prima però e meglio osservarli velocemente per avere una minima idea della situazione.
Niall è per terra dolorante, perde sangue dal naso e ha un labbro spaccato con diversi lividi sul viso ed il collo, sopra di lui la bellissima ragazza del Distretto 4, Sue, lo sta immobilizzando, i lunghi capelli biondi le cadono sul viso ma nonostante ciò sono sicura che lei abbia un ghigno divertito sulle labbra.
Diverse volte prova ad ucciderlo con un coltello ma lui riesce sempre a schivare in tempo.
Il resto dei suoi compagni è diversi metri davanti a noi, girati di spalle,  ed incitano la ragazza alla morte.
Non paiono essersi accorti della nostra presenza, troppo occupati a godersi lo spettacolo, per essere presi in considerazione prendo uno dei coltelli nella mia cintura, il più piccolo che ho, e lo scaglio contro Sue, la colpisco dritta alla mano e il coltello la trapassa da arte a parte mentre lei urla di dolore.
Vengono presi alla sprovvista ma una cosa è certa.
Vogliono vendetta, non possono sopportare quest'umiliazione.
Lo vedo nei loro occhi, ma non hanno nemmeno qualche secondo per  contrattaccare che sentiamo dei sibili, e man mano che il tempo passa e diventano più udibili.

Vediamo la nostra minaccia pochi attimi dopo.
Un gigantesco Cobra, di almeno una trentina di metri si innalza davanti a noi.
L'unica cosa a cui penso è: scappare.
Prendo per un braccio mio fratello e dico ai miei alleati di fuggire, anche i Favoriti fanno la stessa cosa ma si dirigono da un'altra direzione, vorrei aiutare Niall ma è troppo lontano da me e troppo vicino al Cobra se mi avvicinassi sarebbe decisamente pericoloso e ci lascerei la pelle come minimo.
Lui sta cercando di togliersi Sue di dosso e rialzarsi ma è troppo debole, non riuscirà a farcela, ed i miei sensi di colpa aumentano, ma non posso fare nulla.
Mentre corro coi ragazzi tengo sempre il volto rivolto verso lui.
Il Cobra ha adocchiato le sue prede in Niall e la ragazza del 4 così si avvicina con aria minacciosa e li aggira, gli tiene in pugno.
Sibila e mette in mostra la lingua biforcuta, avvicina la sua bocca ai due tributi e negli ultimi secondi diventa una vera scheggia in fatto di velocità ingoiando i due mal capitati.
La loro vita finisce in pochi secondi.
Adesso il grosso rettile si gira dalla parte opposta alla nostra ed entra in una fenditura nel terreno che si è appena aperta, forse richiamato dagli Strateghi.
Senza essercene minimamente accorti notiamo solo adesso che stiamo percorrendo le vie per il nostro accampamento, meglio così, almeno ci risparmieremo la ricerca in questo lugubre posto.
In una manciata di minuti arriviamo alla nostra base.
Decido di fare la guardia con Lyko e lasciare del tempo per riposarsi a Zayn e Louis.
Ne approfitterò per pensare.
Inizio dal principio ovvero il rinnovo dell'arena.
Non ho mai visto accadere una cosa simile nelle edizioni passate, una fatto al quanto particolare, sarebbe interessante scoprire il motivo di questo improvviso cambiamento, forse dopo un paio di giorni l'arena cambiera di nuovo forma oppure siamo proprio noi a scaturire questo meccanismo.
Ma adesso è un po' troppo presto per scoprirne i motivi, in fondo siamo solo agli inizi del terzo giorno.
Già solo tre giorni e già sedici persone morte.
Sedici famiglie rovinate, distrutte dal dolore.
A distrarmi dai miei pensieri è Lyko che mi chiede sorridente, come al solito, se per caso avessi fame.
No, non ne ho ma è meglio che mi tenga in forze così accetto solo di bere, così mi offre l'acqua.
Il ragazzo dell'8 mi incuriosisce molto, non sembra una persona pericolosa anzi tutt'al contrario è, o almeno mi sembra, una persona molto amichevole e solare col sorriso sempre stampato in faccia, anche adesso che ha appena visto due ragazzi divorati da un ibrido di cobra gigante, forse questo potrebbe farmi dubitare di lui ma potrebbe anche solo essere un meccanismo di difesa contro il mondo ed i suoi orrori, penso che la mia opinione di lui la lascerò in sospeso.
Parlando di ragazzi di piacevole compagnia, mi torna in mente il biondino del 3, Niall.
Mi è piaciuto fin dall'inizio, sempre socievole e pronto ad aiutare gli altri. Lo ha fatto con me già nei primi giorni, nella postazione dei nodi durante l'addestramento, per non parlare poi di quando mi aveva presa a fatta allontanare dalla mia postazione prima che qualcuno nel Bagno Di Sangue mi uccidesse, forse abbiamo regolato i conti quando l'ho portato via dopo aver visto la morte della sua compagna di Distretto e prima che la persona che ci aveva lanciato la lancia potesse ammazzarci, ma nonostante tutto ciò sento ancora di dovergli qualcosa e lo sentirò per sempre visto che nemmeno una mezzora ora fa è morto.
Questo mi fa dubitare di me stessa e della forza con cui posso difendere la vita di mio fratello, ma forse ce la posso fare, mi ricordo ancora dell'energia e dell'ira che avevo questa mattina quando ho visto Louis attaccato da Northen.
È meglio che mi tenga pronta oggi non sia sa mai cosa ci potrebbe capitare ed io ho doppia responsabilità.


NOTE:
Heylà! 
So di essere un bel po' in ritardo  ma spero mi possiate perdonare, sono occupata con lo studio e ho avuto problemi con la connessione per non parlare poi che per un po' di giorni ho avuto il blocco dello scrittore perciò alla fine sono riuscita a scrivere solo questo, personalmente non mi piace molto ma spero che almeno possiate apprezzarlo almeno un po'!
Spero di farmi perdonare nei prossimi capitoli!
Per qualsiasi cosa recensite!
PS: sto lavorando per procuarmi un banner ma ci sono degli imprevisti quindi dovrete aspettare ancora un pò!

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Capitolo 10
*** Sogni ***


Sono passate almeno quattro ore da quando io e Lyko abbiamo montato il turno di guardia, e inizio a sentire gli effetti del sonno, sono sicura che tra pochi attimi cederò alla stanchezza. Anche Lyko sembra nella mia stessa situazione, e non possiamo lasciare incustodita la nostra incolumità.
  Così, di comune accordo, decidiamo di svegliare i nostri compagni.
  Io sveglio mio fratello nella sua tenda e prima che esca lo blocco e gli dico a bassa voce << Per tutto il tempo che staremo con loro dobbiamo continuare a fare così >>
  Louis ha un espressione confusa; << Così come? >>
  << Nei turni di guardia dobbiamo stare separati, non mi fido abbastanza né di Zayn né di Lyko, uno è troppo distaccato l'altro troppo  socievole, capito? >>
  << Si certo, come vuoi Pulce >> Mi sorride e mi da un bacio sulla fronte.
  Questo mi fa sentire meglio, un po' d'affetto, mi fa sentire a casa, quando papà o Harry erano pronti a coccolarmi.
  Ho la sensazione di essere una persona davvero cattiva, fredda e manipolatrice.
  Io non sono così, tutt'al contrario, più di una volta mio padre mi ha ripetuto che ho un cuore tenero come il pane.
  Ma questo non può trasparire adesso, non è il momento adatto, alla prima occasione mi farebbero fuori.
  Mentre penso a questo mi corico nella tenda e mi è facile cedere al sonno.
  Ma il mio stato di quiete viene costantemente disturbato da orribili sogni.
  Rivedo le belle ragazze che mi si erano presentate nell'incubo, la notte dopo le sfilata.
  Sono ancora vestite di nero con mezza faccia coperta, anche adesso stanno immobili, però due di quelle che stavano ferme pochi secondi addietro, fanno un passo in avanti e si scoprono il viso.
  Sue e Zalia.
  Sono entrambe bellissime, ma di un fascino malvagio.
  Ora le altre ragazze che facevano da sfondo spariscono, e al loro posto compaiono Titus e Niall.
  Sorridono in modo perfido e perverso, girano in cerchio attorno a me.
  << Sai carina, è per colpa tua se siamo morti e tu adesso saprai cosa si prova >> Esordisce Sue e tutto diventa nero.
  Il primo che riesco a vedere è Titus, ha una maschera di neutralità dipinta sul viso, mi prende dal collo e mi solleva da terra togliendomi il respiro, e davanti a noi si apre un grande voragine dove il ragazzo non esita a buttarmi.
  L'impatto sul suolo mi procura atroci dolori e lotto per riuscire a prendere un po' d'aria nei polmoni.
  È il turno di Zalia a quanto pare, perché spunta adesso con il suo bastone da combattimento che spezza in due con una ginocchiata e mi colpisce con entrambe le parti in testa, procurandomi un fortissimo mal di testa.
  Lo scenario cambia nuovamente, sta volta non c'è nessuno, ma non fa differenza, sono troppo mal messa per pensare solo a rialzarmi.
  Ad un tratto sento un peso che schiaccia il mio corpo sul terreno.
  Sono Niall e Sue.
  Lui mi immobilizza al terreno mentre la ragazza brandisce un coltellino.
  Sembrano piuttosto divertiti dalla situazione, e i loro sorrisini hanno un qualcosa di davvero malvagio, vedere il biondino sotto questa nuova luce è più inquietante di qualsiasi altra cosa in questo momento.
  Sue sembra essersi stancata di questa snervante attesa, così prende il coltellino e mi trafigge la mano mentre dice << Visto brunetta, non è una bella sensazione, vero? >> Per poi scoppiare in una risata isterica.
  Il dolore è straziante ed il sangue fuoriesce copioso, ma non finisce qui, passa la lama dell'arma su tutto il braccio fino al collo per poi arrivare al mio viso, ma nemmeno quello viene risparmiato.
  Niall deve aver capito che non mi muoverò più dalla mia posizione così si alza.
  << Togliti tu! Devo insegnare alla nostra cara Elizabeth che non si devono abbandonare gli amici >> Dice lui con un tono rabbioso e pieno di rancori.
  I suoi pugni ed i calci arrivano subito dopo, continua a picchiarmi fin quando non ha più fiato in corpo, infine sfodera un sorriso che voleva dire “Te la sei voluta tu”.
Dopo tutti i colpi inflitti da Titus, Zalia, Sue e Niall sono diventata un ammasso di sangue e lividi, e qualcuno potrebbe anche non capire che sono una persona per il mio orribile aspetto.
  Contemporaneamente i due ragazzi si girano facendo incontrare i loro occhi azzurro mare con quelli giallastri di un gigantesco cobra.
  Le loro ultime parole sono “Divertiti!”, prima di scomparire nel nulla.
  Tolta la paura che provavo la prima volta che lo vidi, riesco a memorizzare meglio il suo aspetto.
  Forse è persino più lungo di trenta metri, il suo corpo e pieno di squame  verdi muschio e qua e là ne intravedo qualcuna gialla ma mai nessun giallo potrà mai eguagliare a quello che ha negli occhi. Sembrano persino sporchi quando e di certo il miscuglio giallo-marrone non aiuta.
  Si avvicina sempre più mentre sibila e mette in mostra la sua lingua biforcuta.
  Apre la grande bocca ed in un secondo m'ingoia.
  Finalmente riesco a svegliarmi dall'orribile sogno, faccio dei respiri profondi per calmarmi però non funziona così esco e per bere un po' d'acqua.
  Louis e Zayn sono seduti vicini ad un paio di metri lontani dalle tende, il loro chiacchiericcio si arresta quando mi sentono uscire e si girano, mi guardano per un paio di secondi, in cui mi sento terribilmente a disagio, Zayn con un aria curiosa, si gira subito dopo ma con Luois non me la cavo altrettanto facilmente visto che mima con la bocca “Dopo mi racconti cosa succede”.
Mi affretto a bere e tornare nella tenda, dopo diverso tempo riesco ad addormentarmi e per fortuna questa volta il mio sonno non è disturbato da orribili incubi.
  La mattina mi sveglio quando il sole è già alto in cielo.
  Prima di uscire mi riavvio indietro i capelli per non avere un aspetto orribile davanti all'intera nazione.
  I ragazzi sono seduti in cerchio mentre finiscono di mangiare l'ultima frutta secca rimasta.
  Mi sorridono tutti e tre dopo Zayn si sposta e mi lascia sedere in mezzo a lui e Louis mentre Lyko è difronte a noi.
  << Tieni le arachidi, Pulce. Noi abbiamo già mangiato >> Mi dice sorridente mio fratello.
  Passano diverse ore in cui non facciamo nulla e sprofondiamo nel nella noia.
  Lyko e Zayn si mettono a parlare mentre Lou si avvicina a me.
  << Che dici di raccontarmi cos'è successo questa notte sorellina? >> mi chiede.
  << Nulla di preoccupante Tommo, solo dei brutti incubi >> gli rispondo in fretta per non farlo preoccupare.
  << E che cos'hai visto? >> Mi chiede nuovamente lui, incuriosito.
  << Il ragazzo del 6, la ragazza del 4, Zalia e Niall...sai mi sento in colpa per le loro morti, come se fossi stata io ad ucciderli >>
  Prima che mio fratello posso rispondermi sentiamo un urlo agghiacciante, è una ragazza.
  Nemmeno cinque secondi dopo sentiamo un altro urlo, questa volta però la voce è di un ragazzo.
  Due colpi di cannone.
  Una cosa è chiara l'alleanza fra Favoriti è appena finita.


  NOTE:
  Hey!
  Ho finito di scrivere questo capitolo il prima possibile e spero davvero che vi piaccia!
  Una cosa cosa che non ho detto nello spazio autrice l'altra volta è che mi sento terribilmente in colpa per la morte di Niall, ma sono gli Hunger Games!
  Con questo concludo, ma prima volevo sapere qual'è il vostro personaggio preferito? Stavo pensando di fare una OS su uno dei miei personaggi che dite, dovrei abbondare l'idea?
  Per qualsiasi cosa recensite!
  Alla prossima!

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Capitolo 11
*** La realtà ***


Penso sia un fatto positivo questo, due nemici in meno e i Favoriti sono più deboli se non sono in gruppo.
Prima che mi abbia abbandonato l'euforia, sento il terreno muoversi sotto di noi, sta succedendo di nuovo.
L'arena sta cambiando.
E io non ho ancora capito cosa scaturisce queste trasformazioni e questo mi manda in bestia.
Non riesco più a reggermi in piedi così cado a terra, come i miei compagni, mentre inizio ad evere un forte mal di testa.
Mentre io lotto contro l'emicrania, il suolo si stabilizza ed inizio a sentire un gran freddo nonostante indossi il cappotto.
Louis, che è ancora accanto a me, mi aiuta a rialzarmi.
Questa volta dovremmo vedercela con una montagna innevata.
I giubbotti che indossiamo non sono abbastanza pesanti per questo clima, è evidente dai tremoli che abbiamo tutti noi.
Raccogliamo la nostra roba ed andiamo ad esplorare l'arena, ma per lo più speriamo che muovendoci ci riscalderemo.
Camminiamo per tutto il giorno fin quando ci imbattiamo in una piccola caverna.
Speriamo vivamente di avere sponsor che riescano a mandarci cibo o magari dei vestiti adatti per questo clima, perché se nessuno lo fa, la mostra morte è assicurata.
Per cercare di rimanere comunque al calduccio, stiamo tutti appiccati uno all'altro.
Durante questa giornata non ho fatto altro che chiedermi cosa.
Il perché di questi cambiamenti.
Ma di una cosa sono sicura non è per via del tempo, se fosse così ci saremmo ritrovati in una landa ghiacciata domani e non oggi.
Cerco di ripensare a cos'è successo dagli inizi dei giochi fino ad adesso.
C'è stato il Bagno di Sangue, mi sono persa nella foresta, ho visto morire Titus e Luke, ho ritrovato i miei compagni mentre lottavano contro i Favoriti, scontro in cui Zalia e Manu hanno perso la vita, siamo finiti in una città-labirinto, un ibridi si è mangiato Niall e Sue ed adesso stiamo qui a congelarci e a patire la fame.
Ad un certo punto capisco tutto, era così evidente!
<< Quattro! >> Urlo in prenda all'emozione.
<< Ma cosa stai dicendo? >> Mi chiede Zayn mentre gli altri due mi guardano con espressioni disorientate.
<< Penso di aver capito qual'è il motivo dei cambiamenti dell'arena >> Dico con un sorriso trionfante.
<< Illuminaci allora >> Esorta Lyko che si è tirato su dalla posizione semi - sdraiata che aveva pochi attimi fa, cosa che fecero anche gli altri ragazzi con ancora le espressioni di stupore dipinte sul volto.
<< Prima di ogni mutamento dell'arena ci sono quattro morti >> I miei compagni ci pensano un po' su prima di arrivare all'unica spiegazione.
<< Hai ragione, dopo il Bagno di Sangue sono morti i ragazzi dell'1, del 6, del 12 e Zalia nella foresta - e qui il mio caro fratello sembra aver toccato un tasto dolente a Zayn – in seguito se ne sono andati anche Niall, la ragazza del Distretto 4 e altri due Favoriti >> Dice Luo prima di far apparire un sorriso, in cui scorgo anche qualche nota d'orgoglio.
Quindi... << Questo vuol dire che ci sarà ancora un'altra variazione dell'arena prima del gran finale >> Ovvero l'obbiettivo di tutti noi, aggiungo mentalmente.
Dopo il mio intervento tutti guardano in basso mentre si torturano le mani o mordicchiano le labbra.
Perché è evidente, seppur sottinteso, lo so io e lo sanno loro, negli Hunger Games c'è un solo ed unico vincitore, non serve a nulla fare  gli amici adesso, anche se personalmente non posso negare che ad ognuno dei qui presenti non ha almeno un pizzico del mio affetto, Lyko con la sua incredibile allegria e Zayn con il suo fascino da bello e dannato per non contare poi Louis “Il mio fratello ritrovato”, ma per lui sarà diverso, lui sarà il vincitore di quest'edizione e chiunque proverà a soffiarli il posto dovrà prima passare sul mio cadavere, letteralmente.
A ridestarci dai nostri pensieri è l'inno di Panem, così usciamo dal nostro rifugio per osservare meglio il cielo, artificiale, creato apposta per noi.
Compare per prima la ragazza del Distretto 2, Harka, con i capelli castani che le arrivano sulle spalle, un sorriso appena accennato e gli occhi nocciola, non diresti mai che potrebbe essere una ragazza violenta e sanguinosa.
Viene subito seguita da Niall, sembra che in quegli occhioni azzurri  e il gran sorriso da eterno bambino, la sua esistenza non sia attanagliata da nessun problema e ripensare alla sua morte mi fa accamponare la pelle per non pensare poi alla sua famiglia che lo stava aspettando a casa con la convinzione che lui potesse farcela.
Dopo viene proiettata in cielo una foto della bellissima Sue con un espressione fiera sul volto, nessuna novità, era una Favorita, nessuno si aspetterebbe un altro comportamento.
Poi è il turno del suo compagno di Distretto, Northen, la rabbia che provai quando lui e mio fratello si sono scontrati è completamente scomparsa, perché non importa da dove tu venga o il tuo passato, nessuno merita queste morti, per cosa poi? Per intrattenere un pubblico di superficiali, sciocchi, capitolini? Ormai gli Hunger Games non hanno più uno scopo punitivo, cosa a parer mio inutile visto che a commettere l'infrazione sono stati i nostri antenati settant'anni fa, adesso è tutto visto come una specie di show.
Dopo la fine dell'inno e il sigillo di Capitol City, torniamo tutti nella caverna.
Mi rannicchio su me stessa mentre mi accoccolo a Louis per poter dormire.
La mattina vengo svegliato da alcuni rumori sospetti, così mi sveglio di scatto e per poco non facevo cadere a terra mio fratello che durante le ore di sonno si  era, anch'essi, appoggiato a me.
A mia sorpresa è solo Zayn che faceva un po' di ginnastica per stare al calduccio.
<< Oh, scusa non volevo svegliarti, ma avevo un po di freddo >> Dice scusandosi.
<< Di nulla , magari adesso sveglio anche gli altri >>
<< Va bene, io vado fuori a dare un occhiata in giro >>.
Come risposta gli sorrido cordiale così lui esce.
Mi avvicino a Louis e lo scuoto leggermente, lui mugugna qualcosa di incomprensibile mentre apre lentamente gli occhi, appena mi vede mi sorride e si avvicina dandomi un bacio sulla fronte dicendo << Buon giorno Pulce >>.
<< Giorno anche a te Tommo >> Gli rispondo mentre lui si stiracchia ed io mi avvicina a Lyko per svegliarlo.
Appena siamo tutti svegli sentiamo la voce di Zayn chiamarci a gran voce.
Il ragazzo non smette di chiamarci fin quando siamo tutti e tre accanto a lui, a una quindicina di metri fuori dalla caverna.
Rimango esterrefatta da quel che vedo dinnanzi a me.

Cibo.

Sicuramente un regalo degli sponsor.
Hanno aspettato così tanto che ho davvero creduto che non avessimo più speranze ma adesso vedere tutto quel ben di Dio ma fa trarre un sospiro di sollievo.
E anche gli altri sembrano del mio stesso parere, a trarre conclusione dai loro sorrisi.
Adesso non resta che dividere il cibo tra di noi e la data di consumazione.
Abbiamo una ventina di tramezzini, quattro sacchetti di beacon, qualche pezzo di pollo e un po' di frutta, per non contare poi il cibo che avevamo abbiamo ancora ovvero due sacchettini di arachidi e pistacchi.
Mentre esaminiamo le varie possibilità perdiamo d'occhio la nostra scorta perché troppo impegnati ad aver ragione in questa discussione.
Alla fine di tutto questo tumulto riusciamo a metterci d'accordo.
Il pollo lo metteremo nel contenitore e lo mangeremo subito, per i tramezzini abbiamo un paio di giorni per mangiarli mentre per tutto il resto è a lunga scadenza.
Mentre mi giro per mettere tutto a posto, potrei  giurare di aver visto la sagoma di qualcuno allontanarsi in fretta da qui, ma questo è impossibile, sarà solo la mia immaginazione.
Allora torno a concentrarmi sul cibo ma ecco che mi appare un bottiglietta d'acqua.
Strano non l'avevo notata prima, così chiedo ai miei compagni se l'avessero vista loro ma  negarono tutti e tre.
<< Che importa Elizabeth? Abbiamo acqua in più e eviteremo di morire disidratati >> Dice Zayn con il sorriso sulle labbra mentre si avvicina a me prendendo la bottiglia e incominciando a berne un po'.
Appena finisce guarda la bottiglia per poi dopo posare lo sguardo su di me con espressione accigliata.
Dopo accenna un sorriso mentre mi passa la bottiglia e si allontana.
Lo vedo allontanarsi ed io guardo la bottiglietta un po' pensierosa.
Che strano ragazzo è il tributo del Distretto 11, ma in fondo ha ragione avremo una scorta maggiore, così mi avvicino di più le labbra alla bottiglia per sorseggiare l'acqua.
Nemmeno mezzo secondo dopo, mio fratello fa volare via la bottiglia dalle mie mani facendo cadere tutto il contenuto sul suolo innevato.
<< Cosa ti prende? >> Gli chiedo alterata.
Non mi risponde nemmeno, si gira soltanto nella parte dove si trovano gli altri.
Lyko è immobile al suo posto, con la bocca aperta, scioccato dallo spettacolo che gli si presta davanti.
Zayn tossisce convulsivamente, i colpi sono troppo forti persino per reggersi in piedi, ad un tratto noto che tossisce sangue, ne è pieno: le mani, la bocca, i vestiti persino il suolo è sporco.
Ha smesso di tossire e cade accasciato sul terreno tremante, ma non è per il freddo dell'arena, è come se stesse combattendo una battaglia dentro di se.
Continua a guardare il cielo, i suoi occhi piangono lacrime rosse, sangue.
Esce anche delle orecchie.
Ha smesso di tremare, il suo torace si alza a fatica.
Non ce la faccio a vederlo in questa situazione così, anche se non lo conosco molto bene, presa dalla compassione per lui, non bado a tutto il sangue che giace sul terreno e su di lui,  mi avvicino e gli prendo la mano stringendola a lui.
Ho attirato la sua attenzione, mi sorride, un sorriso appena accennato.
Con voce roca e stanca dice << Hey, Elly...volevo solo dirti che tra tutti quelli che ho conosciuto qui, sei la più forte, e non intendo solo fisicamente, e sai, ti ammiro per questo – tossisce, altro sangue – Sei come vorrei essere io, anzi come avrei voluto essere >>
<< Non dire così puoi ancora farcela, avanti non ti devi arrendere! >> Gli urlo , ed iniziano a pizzicarmi gli occhi.
<< Lo sappiamo entrambi che queste saranno le mie ultime parole, come sono sicuro che per me gli Hunger Games sono finiti... - si sta sforzando troppo, il sangue esce ancor più copioso - ma per te no, non lo sono, devi vincere, fallo per me, ti prego >> Lacrime cremisi escono ancora dai suoi occhi nocciola ormai arrossati.
Rivolge lo sguardo verso il cielo, i suoi occhi hanno perso quel luccichio, e capisco.
Se ne andato per sempre, anche lui.
Colpo di cannone.
Chiudo gli occhi e cerco di togliermi dalla mente le immagine del ragazzo sofferente che giace, morto, accanto a me.
Sento un mano posarsi sulla mia spalla, e lentamente mi fa alzare.
È Louis, mi stringe in un abbraccio rincuorante, oltre le sue spalle vedo un corpo, supino a terra, inerme.
Colpo di cannone.
Mi stacco velocemente da lui e mi avvicino al corpo esanime, ha un coltello infilato in bocca, gli occhi, talmente scuri che si confondono con le pupille, sono semichiusi, i capelli corti le cadono disordinati sulla neve, è Karol, la ragazza dell'1.
Non me la sono immaginata quella sagoma allora, è stata lei sicuramente a mettere quell'acqua, magari l'ha testata sui suoi compagni.
Magari era tutto calcolta, il fatto di uccidere Zayn, certo, per vendicare il suo compagno di Distretto, in genere i tributi dello stesso Distretto fanno così.
Una domanda mi balena in testa.
Chi l'ha uccisa?
Non lo voglio nemmeno sapere.
Non voglio sapere che il ragazzo dallo smagliante sorriso e l'aspetto da bravo ragazzo ha ucciso questa ragazza.
Non voglio sapere che mio fratello, sangue del mio sangue, ha potuto commettere questo orribile gesto.
E a volte l'ignoranza è meglio della consapevolezza.





NOTE:
Hey, sono ancora in orario!
Allora oltre al fatto di sentirmi in colpa per aver fatto morire Zayn perché adoro quel ragazzo ci siete anche voi poiché lui è uno dei personaggi che più preferite!
Come sempre spero di non avervi deluso, e fatemi sapere cosa ne pensate con delle recensioni!
PS: la ragazza che doveva fare il banner praticamente è scomparsa quindi mi chiedevo se qualcuno di voi è capace o consce persone in gradi di fare banner?
Ci sentiamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 12
*** E adesso? ***


Distolgo lo sguardo dal corpo morto davanti a me e ritorno a pendere la nostra roba che raccolgo assieme ai ragazzi.
Fatto ciò torniamo nella caverna.
Tutti gesti che compio sono fatti meccanicamente, come se il mio corpo non avesse anima, un guscio vuoto.
Appena entro nella caverna mi sistemo su una roccia di medie dimensioni e inizio a mangiare il pollo lasciando dei pezzi anche a Louis e Lyko, che si erano appena seduti accanto a me.
La consumazione del nostro cibo avviene nel completo silenzio, cosa mai successa da quando gli Hunger Games hanno iniziato ad essere entarati definitivamnete nella mia vita.
Sia Louis che Lyko sembrano completamente concentrati sul cibo e il sorriso ha definitivamente abbandonato le loro labbra.
Una cosa del genere ce lo si potrebbe aspettare da me che, come dicono gli abitanti del Distretto 5, ho preso da mio padre perciò non sono una ragazza dalle poche parole, per non parlare poi della conversazione avuta con Zayn prima, ma loro no, non sono così.
Cos'è successo a Lyko di talmente grave da sconvolgerlo così tanto?
Certamente non è a causa di quello che ha appena visto, aveva precedentemente assistito nella morte di Niall, che sia lui il carnefice di Karol?
E mio fratello?
Lui, durante l'attacco del cobra gigante non ha visto quell'orribile scena che io e Lyko, probabilmente, ci porteremo fino alla tomba.
E se fosse davvero lui il colpevole di aver ucciso la ragazza dell'1?
Sarebbe un assassino, cosa che contrasterebbe molto con l'immagine, quasi, perfetta che ho di Louis.
E poi che brutta parola...assassino.
Omicida, sicario, killer, uccisore.
Varie parole con una sola e orribile definizione.
Smetto di pensare a chi potrebbe essere il colpevole, perché mi rendo conto che se scoprissi la verità potrei rimanerci rimale, in entrambi i casi.
Ma...non è detto che questo sia il motivo che ha causato il loro improvviso umore, forse si sono accorti che siamo arrivati ormai agli sgoccioli del gioco, siamo in quattro.
Gli ultimi quattro ancora in vita.
Un tributo del Distretto 2, due tributi del Distretto 5 e uno proveniente dall'8.
Tre famiglie con ancora accesa la speranza di poter vedere il proprio figlio tornare a casa in pompa magna.
Mi correggo due famiglie ancora hanno questa speranza, una soffrirebbe qualsiasi sia il vincitore di quest'edizione.
Se torna lui, io muoio, è ovvio ed evidente.
Pensando a casa mi torna in mente una persona.
Papà.
Chissà come sta in questo momento.
Faccio un sorriso amaro.
Che stupida domanda, come può sentirsi una persona se tutti e due i suoi figli sono stati mandati  a combattere contro altri ventidue ragazzi in uno scontro mortale?
Ora che penso a casa mi viene in mente un piccolo flashback, di quando ero bambina e tutti questi problemi non attanagliavano la mia vita.
Era il primo giorno di scuola.
Io e Louis, con l'aiuto di nostro padre, ci eravamo messi i vestiti buoni per fare buona impressione, ma non per questo non eravamo terrorizzati.
Appena giunti davanti al grande portone della scuola elementare papà aveva notato i nostri volti timorosi e preoccupati così ci prese entrambi in braccio e ci strinse in un abbraccio promettendoci che avrebbe fatto del suo meglio per finire prima il suo lavoro come manutentore in una delle numerose centrali elettriche del nostroo Distretto per poter stare un po' più di tempo insieme per giocare nella Piazza centrale.
Se non ricordo male due settimane dopo incontrai per la prima volta Harry...
Basta!
Devo smetterla di fare questi pensieri, faccio solo del male a me stessa.
Ridestandomi dalla mia mente, noto che di tempo ne è passato da quando abbiamo finito di mangiare e Lyko si è allontanato da noi, adesso è accanto all'uscita della caverna mentre Louis, anche se si trova ancora accanto a me, è più ricurvo su se stesso e continua a torturarsi le mani.
All'improvviso sentiamo un specie di ruggito provenire alle nostre spalle
, nelle profondità della grotta.
Scattiamo subito sull'attenti mentre ci guardiamo tutti negli occhi.
Sappiamo bene che non dovremmo farlo ma è più forte di noi, la curiosità ha predominato sulla paura.
Prendiamo le nostre armi ed entriamo nelle viscere di questo condotto buoi e un po' puzzolente.
Camminiamo da all'incirca una cinquina di minuti e man mano l'odore stantio della caverna diventa sempre più insopportabile cosa che mi fa storcere il naso.
Un piccolo tremolio nel sottosuolo ci fa bloccare all'istante e nemmeno due secondi dopo una roccia cade dal soffitto.
Facciamo qualche passo indietro mentre ne cade un altro.
Un altro e un altro ancora.
Ormai i piccoli passi addietro si sono trasformati in una corsa sfrenata.
Urto un masso che mi fa cadere a terra, ma nemmeno il tempo di rimettere assieme un pensiero di senso compiuto che sento una grande mano calda prende la mia che mi fa alzare.
E corro, corro ancora e quelli che sembrano pochi secondi si trasformano in minuti, ore.
Ormai siamo quasi alla fine di questa trappola mortale.
Ma prima di uscire mi ricordo di una cosa.
Le provviste.
Senza quelle siamo spacciati quindi lascio la mano, di quel che si potrebbe definire, il mio salvatore per andare nella direzione che mi avrebbe condotta al mio obbiettivo.
Prendo uno degli zaini e una tenda, tutto quel che riesco ad acciuffare prima che un altra mano più fredda e callosa della prima mi esorta a scappare ancora.
Appena esco mi accorgo che la mano che sto stringendo è quella di Lyko perciò tolgo la mano, mi congedo velocemente dopo un grazie e mentre vado incontro a mio fratello, che deve essere uscito qualche secondo prima di noi.
<< Louis, ti sei fatto male? >> Gli chiedo preoccupata.
<< No, Pulce tutto bene. Tu piuttosto sembri mal messa >> Mi risponde lui posando lo sguardo su tutto il mio corpo.
In effetti ha ragione, ho un taglio sul labbro che mi sono procurata un po' di giorni fa con Titus, un ginocchio sbucciato, un graffio al volto e un taglio sul braccio.
Dovrei disinfettare il tutto e bendare il ginocchio come il braccio, per non rischiare infezioni, ma non ho mezzi per fare nessuna dei due, perciò mi sa proprio che dovrò accontentarmi.
Dopo una decina di secondi dopo un paracadute argentato cade ai nostri piedi.
Mentre Louis chiama Lyko per raggiungerci, io mi affretto ad aprire  il nostro regalo.
Vestiti e un piccolo kit di pronto soccorso.
Prendo quel che dovrebbe essere il mio di abbigliamento, notando che sono le misure più piccole tra i tre visto mentre le altre due sono pressoché uguali.
I miei compagni fanno lo stesso, e ci guardiamo un po' imbarazzati.
Dove ci cambiamo?
Di certo non qui, o almeno io, non avrei mai il coraggio di spogliarmi davanti a tutta la nazione, è già stato difficile farlo davanti a Dandy e al mio staff, non voglio nemmeno immaginare come potrebbe essere davanti a tutti.
Con l'aiuto della mia memoria mi sembra di aver visto una piccola boscaglia qui vicino, perciò prendo i vestiti e avviso i ragazzi delle mie intenzioni ma prima di andarmene prendo anche il kit di pronto soccorso, serve più a me che a loro.
Arrivata nella boscaglia non mi serve nemmeno addentrarmi tanto poiché individuo quasi subito un ammasso di cespugli abbastanza grande da nascondermi.
Dopo averlo raggiunto, mi tolgo i vestiti e rimango con addosso solo l'intimo, disinfetto subito il ginocchio con dell'acqua ossigenata a lo bendo, stessa cosa faccio con tutte le altre ferite, senza indugiare oltre, infine, mi rivesto.
Una maglia verde scuro a maniche lunghe, dei pantaloni neri e giubbotti dello stesso colore, finalmente qualcosa per poter resistere a tutto questo freddo.
Quando ritorno dagli altri sono entrambi vestiti e stanno montando la tenda perché ormai si è fatto tardi, e fa sempre più freddo.
Consumiamo la nostra cena subito dopo, con dei tramezzini ciascuno.
Noto che mio fratello ha un urgente bisogno di dormire a causa dei suoi continui sbadigli.
<< Louis va a dormire, sto io di guardia okay? >> Gli dico, ridestandolo dai suoi pensieri notturni.
<< No, no sto bene così >> Mi risponde lui con un tono di voce roco.
<< Guarda che si vede lontano un miglio che sei stanco morto! Va a dormire >> Controbatto io con il tono di voce leggermente più alto.
Appena Louis apre bocca per parlare vine preceduto da Lyko.
<< Ha ragione tua sorella, vai nella tenda e concediti qualche attimo di riposo, qui ci pensiamo noi >> Dice mentre sorride rassicurante.
Finalmente quella testa calda di mio fratello sembra essersi convinto così si alza dal suo posto e va a dormire.
Appena lui scompare dalla nostra visuale Lyko si gira verso me e si avvicina mettendosi seduto.
<< Non avresti dovuto rischiare così. Intendo...questo pomeriggio mentre la cava stava crollando >> Mi rimprovera sussurrando.
<< Dovevo prendere le nostre scorte, senza quelle saremmo morti in poco tempo >> Mi difendo io.
<< Ce la saremo cavata in qualche modo! Hai davvero rischiato di lasciarci le penne li sotto >> Tutto questo discorso mi suona incomprensibile.
Se io fossi morta sarebbero rimasti in tre e Louis sicuramente sarebbe troppo scosso quindi facile da uccidere e per la sua annunciazione a vincitore avrebbe avuto come ostacolo solo Liam.
Faccio finta di non farci caso e di non far trasparire nulla dal mio volto e nemmeno dalla voce così continuo questa botta e risposta tra me e lui.
<< Ma non è successo giusto? Quindi mi sembra stupi...>>
Non ho nemmeno il tempo di finire la frase che due morbide labbra si posano sulle mie.



NOTE:
Hey ragazze come va?
So di essere in ritardo ma non so chi mi ha cancellato questo capitolo ma appena lo trovo giuro che lo ammazzo perché era pronto una settimana fa e ne ero molto orgogliosa!
In realtà questo capitolo sarebbe stato solo di passaggio quindi monotono ma non è proprio nel mio stile quindi ci ho aggiunto una bella frana e un bacio!
Nulla di tutto ciò era stato organizzato ma poi ho pensato perché no?
E voi che ne pensate? Elizabeth cedrà a Lyko e ricambierà il bacio oppure rimmarrà fedele al suo fidanzato Harry?
Spero che il capitolo vi sia piciuto perché è uno dei miei preferiti!

PS: Ho già il banner ma, la sfortuna mi peseguita, ma non me lo piosta! Non avete idea di quante volta ci abbia provato ma nulla da fare, mi dispiaace moltissimo!

PPS: Qualcuno ha letto Divergent fra voi?
Ho finito di leggere il primo un paio d'ore fa l'ho trovato bellissimo ma non mi è piaciuto quando Tris ha ucciso Will, insomma poteva che so sparargli ad un braccio per neutralizzarlo e poi fargli perdere i sensi! Poi però con Tobias non ha avuto tanto il sangue freddo....okay la smetto! 
Non vedo l'ora di scoprire come reagirà Christina, isomma se la mia migliore amica uccidesse il mio rgazzo non finirebbe molto bene!
Adesso però me ne vado sul serio, alla prossima!

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Capitolo 13
*** Addio ***


Rimango imbambolata per un po' senza saper quel che dovrei fare ne cosa pensare fin quando prova ad approfondire il bacio.
Allora la mia reazione è quasi immediata, spingo via Lyko, facendolo cadere a terra.
Mi giro dall'altra opposta a lui per non farli vedere il mio imbarazzo, ma è inutile, la cosa è più che evidente.
Però non sono solo io quella che dovrebbe vergognarsi, anche lui ha la sua buona parte!
Ma come gli è venuta in mente un idea del genere, l'intera Panem ci ha visti!
Aspetta tutta Panem vuole dire anche...
Harry.
Cosa penserà adesso di me? Cosa penserà l'intero paese di me?
È ovvio, una fidanzata infedele.
Avrei dovuto staccarlo da me, praticamente subito!
Questo è un altro problema da risolvere.
Come se non ne avessi già a sufficienza.
E poi perché mai l'ha fatto? Mi sembra una mossa piuttosto azzardata, non abbiamo nulla da guadagnarci così. Forse...e ripeto, forse, gli piaccio.
Beh, la cosa mi lusingherebbe molto, ma io amo e amerò solo una persona in vita mia, ne sono sicura, ed è Harry.
Non potrei mai concepire l'idea di avere qualcun'altro al mio fianco, che no sia lui.
Lui c'è sempre stato per me, non mi ha mai lasciata sola e soprattutto mi ha difeso da tutto e da tutti e, cosa più importante, mi ha aiutata a superare il presunto abbandono di mio fratello.
Questo mi aiuta e calmarmi un po' e prendere il controllo della situazione, faccio un lungo respiro e mi giro verso Lyko, ancora per terra.
È confuso e spaesato, glielo si legge in faccia.
Gli sorrido e lo aiuto a rialzarsi per farlo accomodare accanto a me, noi dobbiamo parlare.
<< Uhm...Lyko, dovresti dirmi qualcosa? >>
<< No >> Risponde immediatamente lui prolungando sulla o, non sembra affatto sicuro di quel che dice.
<< Sei sicuro? >> Gli chiedo un altra volta.
<< Senti, lo so di averti imbarazzata e messa in una situazione difficile, e so anche che tu hai un fidanzato a casa che ti aspetta per sposarti – chiude gli occhi e sospira – ma nel caso questo succedesse, vorrebbe dire che io sono morto, quindi volevo farlo prima che fosse tardi >> Mi spiega.
Avevo ragione, io gli piaccio, ma non so cosa rispondergli, non sono mai stata una con la risposta sempre pronta, al massimo mi veniva in mente qualcosa da dire dopo, quindi distolgo lo sguardo dal suo volto e guardo per terra.
Lyko deve essersi accorto del mio disagio perché dice:
<< Facciamo che nulla sia successo, okay? >> Mi sorride incoraggiante.
Annuisco, perché non posso proprio dire di no, mi si addolora il cuore a vederlo così, perché so che sta male, sta male per amore e lo capisco.
Prima di Harry, quando avevo 13 anni, c'era stato un ragazzo, era molto bello, capelli biondi ricci, occhi verdi un po' sbiaditi ed altissimo, nemmeno a mettermi in punta di piedi sarei riuscita ad arrivare ma la cosa che più mi aveva colpita di lui era quell'aria da ragazzo misterioso.
Mi ricordo ogni dettaglio di lui, è ovvio, ho passato quasi due anni ad ammirarlo da lontano e sognare ad occhi aperti sulla nostra possibile storia d'amore, ma era un evento alquanto improbabile quello, poiché aveva come minimo 18 anni per non parlare poi del fatto che non ho mai avuto il coraggio di parlargli.
Per un po' di tempo non l'ho più rivisto nel Distretto, ma, più o meno, un anno fa, l'ho rivisto dal macellaio e non ho potuto trattenermi dal sorridere.
E poi adesso, ho coronato il mio sogno di quando ero tredicenne.
Farmi notare da lui.
Passo così le cinque ore successive, immergendomi nel passato.
Torno al presente solo quando Louis esce dalla tenda, stiracchiandosi un po'.
<< Mi sono riposato a sufficienza, e penso che uno dei due dovrebbe seguire il mio esempio >> Ci dice con un allegro sorriso.
Lyko ride alla battuta ma rifiuta la proposta, quindi vado io a dormire e ne ho davvero bisogno.
Quando mi sveglio il sole è bello alto in cielo ed ad occhio e croce saranno  le dieci del mattino.
Strofino le mani sugli occhi e mi stiracchio prima di uscire e venire accecata dalla luce.
Lyko si è addormentato appoggiato al tronco dell'albero mentre mio fratello è seduto su un masso poco lontano. Mi  avvicino a quest'ultimo e mi accomodo accanto a lui.
<< Hey, Bella addormentata! Ti sei svegliata finalmente! - dice mentre mi scompiglia i capelli e prende lo zaino accanto a lui – Tieni questo per fare colazione >> mi porge una mela.
Lo ringrazio e mangio con tutta calma mentre io e lui guardiamo il paesaggio attorno.
Ed è li che mi accorgo che a poca distanza da noi c'è un pesco.
Aspetta...un pesco?
Cosa ci fa li?
Non è questa la stagione in cui crescono, ma poco importa, l'ho mangiato solo una volta in vita mio, era il regalo di compleanno da parte di  papà per noi, ma anche se ho assaggiato quel frutto una sola volta, è bastato per renderlo il mio frutto preferito.
<< Tommo, lo vedi quel melo laggiù? Voglio andare a vedere meglio >>
<< Non puoi andare da sola, è pericoloso! >>
<< No non lo è, smettila di preoccuparti. E poi mi potrai vedere anche da qui, l'albero non è lontano da qui >>
Detto questo riesco a convincerlo a lasciarmi andare.
Quando arrivo alla mia destinazione, inizio ad arrampicarmi per prendere una pesca.
Appena riesco a penderne una, la analizzo cercando di capire se possa essermi fatale, ma non sembra affatto così quindi mi giro verso Louis, che è ancora seduto sul masso, ed alzo i pollici.
Lui mi sorride di rimando, dietro di lui noto che Lyko si è svegliato e si sta avvicinando lentamente a mio fratello, nascondendo qualcosa dietro la sua schiena.
Non capisco cosa sia.
Ma è troppo troppo tardi quando lo capisco.
Succede tutto in fretta.
Il mio urlo, Louis allarmato che viene subito strattonato ed inseguito buttato per terra ed infilzato da una freccia nello stomaco.
Scendo immediatamente dall'albero e quando sono all'incirca a due metri da terra mi butto, correndo il rischio di farmi davvero male.
Ma non mi interessa questo, voglio solo raggiungere mio fratello.
Quel codardo di Lyko se l'è data a gambe levate poco dopo aver colpito Louis.
Quest'ultimo è ancora immobile sul terreno accanto al masso su cui prima stava seduto.
Perde sangue, molto sangue.
Mi accovaccio accanto a lui e gli stringo la mano fredda mentre metto la mano destra sulla ferita per bloccare un po' quella cascata di rossa.
Non so che dire, ma tanto le parole adesso non servono a nulla.
Lui si gira della mia parte e si sforza di sorridermi.
Ma non è uno dei suoi soliti sorrisi che sono in grado di far brillare i suoi occhioni azzurri.
Anzi questo sembra voler dire: “è la fine allora. È così che morirò”
<< Elizabeth, devi farmi una promessa >> Mi dice serio in volto.
<< Qualsiasi cosa >> Ed è vero per lui farei qualsiasi cosa, andrei anche in capo al mondo solo per vederlo felice.
<< Devi vincere. Ti prego. Fallo per me >> Continua lui deglutendo per lo sforzo che fa per poter parlare.
<< Avanti Lou, non essere così tragico, ce la puoi ancora fare, se degli sponsor adesso ci mandassero qualche medicina, io potrei... >> Cerco di dire io, non voglio nemmeno pensare a come sarebbe la mia vita senza lui.
<< Puoi fare cosa? Cosa Elly? Niente non puoi fare niente- dice rassegato e distoglie lo sguardo dai miei occhi – Ma prima prendi una cosa. Nella tasca sinistra del cappotto >> Mi ordina.
Con le mani un po' tremanti faccio come mi dice.
Una foto.
Ci sono due bambini.
La bambina ha una selvaggia criniera riccia ed un semplice vestito viola con piedi scalzi, il bambino invece ha una camicetta a scacchi azzurra, dei pantaloni beige e delle bretelle dai colori differenti.
Sono sono un prato verde e il cielo è azzurro, entrambi sorridono all'obbiettivo, per meglio dire che il bambino sorride all'obbiettivo poiché la bambina gli sta dando un piccolo bacio sulla guancia.
Siamo noi quei due bambini.
È passato molto tempo da quando è stata scattata questa foto, ma ricordo molto bene cos'era successo in quel momento.

 << Avanti bambini state calmi e mettetevi in posa per la foto! >>
Ma io e Louis non li davamo ascolto e continuavamo a giocare.
Poi tutt'ad un tratto mio fratello di ferma e mi gurada serio.
<< Elly tu sei la mia principessa e ti proteggerò sempre! Soprattutto non ti lascerò mai! >>
Io gli sorrisi e per ringraziarlo gli do un bacio.


Guardare questa foto e i mille ricordi che innesca, mentre Lou sta pian piano lasciando questa vita tra le mie braccia, mi lascia un retrogusto amaro in bocca.
<< Me l'ha data papà dopo la mietitura ma..prendila tu,okay? Adesso non mi potrà servire a molto... la puoi tenere come mio ricordo, se vuoi. Però devi vincere, devi farlo. Ti prego >> Mi supplica lui con gli occhi arrossati mentre una lacrima solitaria che viaggia sulla sua guancia.
<< Lo farò, va bene. Lo farò per te. >> Gli prometto.
Lui sorride << Ricordati che tu le mantieni sempre le promesse, non iniziare da adesso a non farlo >> Dice prima che guardi il cielo e mi lasci davvero per sempre.
Gli abbasso le palpebre ed il cuore fa male.
È come se avesse un enorme buco che non sarà mai grado di richiudere e dà un senso di pesantezza.
Pesantezza dell'anima.
Ma nonostante tutto, sul mio viso non compare  nemmeno un lacrima anche se gli occhi pizzicano e non sto facendo nulla per trattenermi.
Solo...mi sento strana.
Prima di rialzarmi poso un bacio sulla sua fronte.
Prendo tutta la roba che c'era nel nostro accampamento e mi dirigo verso il bosco.
Ma prima mi giro e guardo per l'ultima volta mio fratello.
Poi me ne vado via, con un solo pensiero in testa.
Morirai Lyko.
Morirai per mano mia, nel modo più atroce possibile.





NOTE:
Hey, gente!
So benissimo di essere in molto ritardo ma in questi ultimi tempi ho molto da fare.
I professori ci riempiendo di compiti e verifiche, è l'ultimo dell'anno quindi ci sono ancora più gare e in palestra ci massacrano più del solito per non parlare poi del fatto che quest'anno ho l'esame!
Allora che ne pensate del capitolo?
Spero vi piaccia!

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Capitolo 14
*** La resa dei conti ***


Ho passato l'intera giornata a cercare Lyko. Stando attenta ad ogni singolo rumore all'interno di questa foresta innevata, ma di lui nessuna traccia, come se si fosse volatilizzato nel nulla. Ma io lo troverò, deve pagare per quello che ha fatto.
Ora però, si sta facendo buio, è meglio che mangi qualcosa ed inizi a cercare un posto dove poter passare la notte. Così cerco un albero abbastanza alto con ancora abbastanza foglie attaccate da potermi coprire. Dopo cinque minuti riesco a trovarne due appicicati l'uno all'altro, ma non hanno molte foglie, però se mi metto nel lato dove sono vicini, nessuno si accorgerà di me.
Così faccio, mi arrampico su quello alla mia sinistra e mi sistemo per bene, facendo in modo di non cadere durante la notte, o che lo facciano le mie cose. Poi prendo alcuni pezzi di mela secca e un pò d'acqua. Ma nemmeno lo sento il gusto, ad essere sincera non ho nemmeno fame, ma lo faccio perché devo, non posso di certo sentire i morsi della fame o la stanchezza proprio nel momento in cui mi troverò faccia a faccia con quel lurido verme.
Mi sdraio sul robusto ramo e chiudo gli occhi cercando di dormire. Un impresa ardua in questo momento, mi giro e mi rigiro, ma niente.
Quando finalmente riesco ad arrivare nel mondo di Orfeo e liberare la mia mente ad aspettarmi trovo Louis, in un luogo tutto bianco, non riesco nemmeno a definirne i contorni. Assomiglia ad un angelo: i capelli castani in ordine con un ciuffo in avanti, gli occhi azzurri, completamente vestito di bianco, la pelle sembra liscia e delicata, l'unica cosa che mi fa dubitare che questo sia il più bel sogno della mia vita e che lui sia una figura eterea è la sua espressione accigliata, quasi arrabbiata. Appena riesce a riconoscermi chiude gli occhi e arriccia le labbra, sembra quasi che si trattengada picchiarmi, e avrei preferito che lo facesse, i suoi calci farebbero sicuramente meno male delle sue parole taglienti che ora mi rivolge. Dice che non sopporta la mia vista, così si gira e mi dà le spalle, ma non se ne và, vuole farmi sapere tutto quello che pensa sulla sua meschina sorellina. Mi odia dal profondo del suo cuore, ed è tutta colpa mia se lui è morto, se me ne fossi rimasta al campo senza saltare sugli alberi, come una scimmia, lui sarebbe ancora vivo, anzi se non fossi mai nata lui non avrebbe dovuto recitare la parte del fratello premuroso perché avrebbe preferito far vedere a tutti di che pasta è fatto.
Non sopporto più di sentirlo parlare così, porto le mani sulle orecchie, serro gli occhi e cado i ginocchio. Ma il colpo letale arriva quando si gira e si abbastanza difronte a me, mi toglie le mani dalle orecchie e sussurra: << Sai perché quella sera di due anni fa me ne sono andato? Non era per la litigata con papà, ma era per te, non ne potevo più di vivere con un'annullità come te>> apro gli occhi giusto in tempo di vedere il suo sorrisino compiaciuto e finalmente l'orribile sogno scompare.
Questa notte devo aver dormito tanto pesantemente che nemmeno ho sentito l'inno, ma meglio così, non avrei sopportato di vedere una sua foto.
Comunque quando mi sveglio è l'alba, nel cielo ci sono delle dolci sfumature di rosa e azzurro che si uniscono nel cielo facendo vari e bellissimi giochi colore. Sarebbe un momento fantastico, se non sapessi cosa stia succedendo.
Normalmente cercherei di tornare a dormire ma non voglio tornare ad affrontare mio fratello, oppure potrei alzarmi e iniziare a cercare Lyko, ma sono abbastanza sicura che ora sta dormendo nel suo nascondiglio. Quindi rimango lì, sdraiata sul grosso ramo fin quando, su nel cielo, splende il sole.
Perciò raccolgo i miei oggetti e li sistemo nello zaino, tolgo l'elastico e cerco di pettinarmi i capelli per poi sistemarli, in quella che mi sembra, un ordinata coda di cavallo. So che questo non è un programma di bellezza ma sapere che sono abbastanza in ordine e presentabile mi fa sentire un pò meglio con me stessa, e devo dire che se mi aggrappo a questo per non uscire fuori di testa, sono davvero messa mele.
Intanto scendo dall'albero e mi incammino, sto attenta ad ogni piccolo particolare, i miei istinti da predatore sono attivi, e non vedo l'ora di trovare la mia preda.
Passa poco più di un ora e non ho nessun traccia per trovare Lyko. Non accade nulla, la foresta non si muove, nel vero senso della parola, il vento non tira e le foglie e i cespugli stanno immobili ai loro posti, poi ad un tratto sento un ramo spezzarsi, sembra che ci sia qualcuno o qualcosa dietro al cespuglio alla mia destra.
Non mi fermo. Continuo a camminare come se nulla fosse. Il tempo di fare altri cinque passi, percepisco ancora dei movimenti là dietro, così, il prima possibile, prendo il mio coltello dal cinturino e lo lancio indietro.
Il verme riesce a schivare ma inciampa e si trova per terra, mentre il mio coltellino  si è conficcato nel tronco di un albero vicino. Non gli lascio il tempo di rialzarsi che sono già su di lui, gli tirò i pugni più potenti che riesco a dare e lui non può nemmeno difendersi perché gli tengo i polsi bloccati sotto le ginocchia. Pugno dopo pugno, sento che il mio cuore si libera man mano del dolore causato dalla perdita di mio fretello, come se più dolore prova lui meno ne sento io.
Dopo averci provato numerose volte, Lyko riesce a liberarsi e inverte le posizioni. I pugni che seguentemente arrivano al mio viso sprigionano una forza incredibile, cerco di difendermi o di bloccarlo, e in qualche modo certe volte ci riesco, ma devo inventarmi qualcosa per liberarmi da lui, in un certo senso quando gli ingranaggi del mio cervello iniziano a girare, i colpi che mi arrivano non li sento più. Poi all'improvviso mi viene un idea, smetto di difendermi, e anche da qui, riesco a notare che Lyko è parecchio stupito, ma non si ferma, anzi i pugni diventano ancora più forti, senza che lui se ne accorga avvicino entrambe le mani al bacino e quella destra si poggia sull'unico coltello rimasto, e con tutta la potenza che ho in corpo colpisco Lyko allo stomaco.
Lui si ferma di colpo e con gli occhi sgranati guarda prima me e poi la sua pancia, poggia il peso sul braccio sinistro e rotola da quella parte, io mi alzo di scatto e mi allontano da lui, senza andarmene veramente.
I miei occhi non lascio un istante la sua figura, il colpo è mortale ma perché muoia ci vogliono un paio di minuti.
E come avevo predetto, due minuti dopo, lui non è più tra noi, ma una cosa mi ha sconcertato: prima di morire si è girato dalla mia parte e ha sorriso, cosa voglia dire davvero non so.
Vado diretta verso l'albero in cui si è piantato il coltello, lo estraggo e lo rimetto al suo posto. Fin dall'inizio, nel mio cinturino, non c'erano molti coltelli, quindi avrei dovuto tenermeli ben stretti ma la maggior parte delle volte questo è stato impossibile, quindi dovrei andare a prendere il coltello con cui ho rivendicato mio fratello, ma non ci riesco, e nemmeno lo voglio.
Non ho nessunissima voglia di vedere quel ragazzo disteso sul suolo innevato e privo di vita, anche perché è tutta colpa mia. Ho ucciso una persona. La rabbia che avevo prima mi ha offuscato la ragione, ma adesso mi accorgo del terribilo delitto da me commesso e muoio dalla vergogna.
Ma adesso non posso lasciarmi trasportarmi dal senso di colpa, devo concentrarmi su questo stupido gioco e andare avanti, ed il modo migliore per farlo è far finta di non aver mai conosciuto quel ragazzo, che proprio adesso un hoverkraft sta prendendo per mandarlo a casa dentro una bara.
Un secondo dopo realizzo che sono rimasti a competere il premio finale io e solo un'altra persona, questo significa anche che dall'ultimo cambiamento dell'arena sono morte quattro persone, quindi...
Non riesco nemmeno a finire di pensarlo che il terreno trema e gira sotto i miei piedi, cado mentre tengo strette le dita sulle tempie e gli occhi serrati.
Quando tutto finisce non sento più quella leggera brezza che riusciva a filtrare anche sotto al pesante cappotto, in più ho un forte mal di testa e resisto alla voglia di vomitare. Pensare a tutti questi malanni non mi permette di accorgermi subito dei cambiamenti avvenuti all'ambiente circostante.
Specchi e ancora specchi, specchi da tutte le parti, alcuni hanno vicino un cunicolo, molto probabilmente per fare da passaggio. Sarà difficile combinare qualcosa qui. Poi ad un tratto, gli specchi attorno a me non riflettono più la mia immagine, ma quella di un ragazzo.
Alto e grosso, i capelli castani sono tagliati ai lati mentre scende una specie di ciuffo che pende a sinistra, gli occhi marroni rivelano la sua impazienza di vincere e le labbra racchiudono un ghigno malvagio, i vestito sono quelli che avevo io prima di ricevere il regalo dagli sponsor solo che i suoi sono molto più intrisi di sangue ed in più ha la lancia tenuta per tracolla. Liam. La sua immagine è riflettuta in tutti gli specchi attorno a me, e io non so che fare. Che sia davvero lui, o uno brutto scherzo degli strateghi?
Ma non ho nemmeno il tempo di rispondere che lo specchio dietro di me si frantuma ed un braccio muscoloso stringe attorno al mio collo. L'aria si consuma piuttosto in fretta; cerco di dimenarmi, di graffiargli il braccio, ma nulla, lui non lascia andare la presa.
Così smetto di muovermi e gli occhi iniziano ad inumidirsi per l'assenza di ossigeno. E non riesco a pensare oltre a questo: è così che lascerò questo mondo?   






NOTE:
Heilà gente!
Come vanno le cose?
Inizio col dirvi che mi spiace per l'orribile ritardo, in realtà nemmeno lo scorso capitolo dovevo pubblicarlo perché ero in punizione e dovevo concentrarmi unnicamente e sullo studio, poi il mese scorso ho avuto problemi famigliari e gli esami, in più il computer era pieno di virus, quindi anche se avessi voluto non avrei potuto scrivere!
Però adesso ho già tutto per il prossimo capito!
Per ritornare in pista, ho scritto tutto questo e devi dire che sono soddisfatta del mio lavoro, voi che dite, dovrei esserlo?
E cosa pensate che succederà nel prossimo capitolo?
Sono curiosa di sapere!
Alla prossima!

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Capitolo 15
*** il vincitore ***


Non so cosa fare o come reagire, ma devo togliermi da questa situazione.
Poi mi viene in mente dove sicuramente è vulnerabile in più riesco anche ad arrivarci senza tropppo sforzo. Così alzo il piede con le ginocchia bene in su, e con tutta la forza, che mi è possibile in questo momento, lo colpisco sui gioielli di famiglia.
Lui molla la presa e si piega in due dal dolore anche se non ho colpito come ho ho voluto.
Ma...suppongo che quella sia un area delicata.
Io, invece, schizzo in avanti e rompo il vetro difronte a me e per poco non cado, avendo perso l'equilibrio, in più alcuni pezzi di vetro mi hanno procurato piccoli tagli alle mani.
Cerco di scappare continuando a correre ma dopo un paio di passi mi sento tirare dalla coda, e di nuovo mi trovo tra le grinfie di quel ragazzone del Distretto 2. Adesso è infuriato, riesco perfino a vedere una vena pulsare sulla fronte, mi prende per il collo e mi alza dal suolo, con una sola mano, continuando a stringere e attaccandomi con la schiena ad uno degli specchi, di nuovo cerco di liberarmi, ma nulla.
Comunque lui non ha nessuna intenzione di aspettare che io muoia soffocata, vuole chiudere subito la faccenda. Così si gira leggermente per prendere la lancia che porta in spalla, io ne aproffitto per prendere il mio ultimo coltello, sta volta per davvero, e trapassare da parte a parte il suo avanbraccio.
Sangue ed urla sono quello che riesco a percepire subito dopo. Non posso lascirami sfuggire un occasione del genere, quindi scappo, ancora una volta, ma adesso cerco di non rompere nessuno specchio e di trovare subito il passaggio, per rallentare il ragazzo, ma in quel momento negli specchi non ci sono più le immagine mie e di Liam, ma quelle dei concorrenti morti in gara.

Vedo un paio di gente senza testa -e quest'ultima rotolante ai loro piedi-, la ragazza del 3 è pallidissima e con grandi occhiaie sotto agli occhi e con un buco in testa, uno nel petto e un'altro nello stomaco, il suo specchio è grondante di sange, anche se non quanto quello di Zayn, che è coperto da capo a piedi da quella densa sostanza rossa, ma è più rivoltante quella di Zalia che ha la testa mezza spaccata, con ancora piccoli pezzi di cervello che cadono, c'è anche quell'ibrido di cobra gigante, e vedo nella sua pelle, impronta di un paio di mani che continuano a spingere.
Niall e Sue.
Cerco di continuare a correre e cercare cunicoli per scappare da loro, anche se dopo ogni orrore c'è ne ancora uno più stomachevole nascosto dietro l'angolo. La luce artificiale va e viene e si sentono le urla di tutti, a tal punto che non riesco a capire se provengono dalle immagini dei morti-viventi o da Liam, che mi insegue con la lancia in mano e cerca di infilzarmi, come se fossi un pesciolino e lui uno di quei pescatori del 4.
Non resisto più quando vedo riflessa l'immagine di Luke con uno squarcio immezzo al busto e le interiora tutte di fuori, allora non guardo più nemmeno dove vado, inizio a frantumare tutti gli specchi che hanno la sfortuna di capitarmi davanti, senza mai guardare dove sto realmente andando.
Corro per quelli che mi sembrano secoli ma che possono essere benissimo una manciata di minuti, e inizio a sentire che le gambe fanno male, troppo male. Cerco di non cedere alla stanchezza e fare un ultimo sforzo, e ci riesco, ma alla fine inciampo sui miei stessi piedi e cado in avanti.
Un altro specchio si spezza, solo che una scheggia e rimasta in piedi e mentre cado, mi entra nell'occhio sinistro.
Grido, grido come non ho mai fatto prima, potrei persino mettermi a piangere, come una bambina, se non avessi paura che iniziasse a bruciare, e far più male di quanto già non faccia.
è un dolore sordo, acuto, che non ha nessuna voglia di sparire. Sento anche il sangue uscire copioso e coprirmi mezza faccia. E fin da qui, sento quanto i capitolini siano eccitati e non vedano l'ora che Liam arrivi, e mi faccia a pezzi.
E per l'appunto lui arriva.
è di corsa e tiene in alto la lancia, pronto a darmi il colpo di grazia. Si ferma giusto un secondo, in cui mi sorride trionfante e fa un passo in avanti, con ancora il piede a mezz'aria, gli tiro un calcio tra il piede e l'avanpiede. Lui perde l'equlibrio e cade in avanti, cadrebbe addosso a me, se, ignorando il dolore, non rotolassi a sinistra.
Come al solito, non lascio tempo di reazione, che sono già in piedi e con l'ascia di Liam in mano. Il ragazzo si gira per guardarmi, mentre è steso di lato. Ed è proprio in questa posizione in cui muore, trafitto dalla lama che ha trapassato entrambi i polmoni.
Non dimenticherò mai lo sguardo che mi ha lanciato prima che i suoi occhi perdessere per sempre la vita: era disperato, terrorizzato, quasi mi supplicava di non farlo, ma...non gli ho dato retta, sapevo che se non fosse stato lui a morire, lo sarei stata io.
Ed un pò mi faccio paura per questo, se qualcuno mi avesse detto le cose che sto pensando io adesso, una o due settimana fa, non l'avrei preso sul serio, anzi, con ogni probabilità gli sarei scoppiata a ridergli in faccia.
Ma purtroppo è così, e devo iniziare a farmene una ragione, se non voglio diventare pazza, come è successo alla concorrente dello scorso anno, Annie Cresta.
Gli autoparlanti vengono accesi, riesco a sentire gli schiamazzi e le urla di un sacco di gente. Ma questi, non hanno paura, tutto il contrario, sono più che felici. Ed iniziano a farmi avere ancora più mal di testa di quanto ne avessi prima, poi la voce di Claudius Temlesmith annuncia: << Signore e signori, Capitol City e Distretti,  ho il grande onore di presentarvi oggi, la vincitrice dei 71°Hunger Games, Elizabeth Tomlinson!>> le urla sono ancora più forti di prima, e ormai il suono mi arriva ovatto, non sento che il dolore.
I lividi procurati da Lyko e Liam poco fà, i tagli alle mani e alla braccia -alcuni sono arrivati anche al viso- e poi l'occhio, da cui ormai non vedo più, ed altre verie cicatrici sul corpo dovute a vecchi scontri.
Non vorrei altro che stendermi e riposare in pace per l'eternita, ma non posso. Sento arrivare due hoverkraft, uno, con un braccio robotico prende Liam e se lo porta via, il secondo fa lo stesso, ma porta via me. Quando entro nella struttuta, sono in quella che mi sembra una lugubre stanza d'attesa, di un ospedale altrettanto lugubre. Ho letto di questi posti, e ho visto anche tante illustrazioni sui libri di storia, ma non avrei mai immaginato di poterne vedere uno vero, a casa se qualcuno sta male, rimane in casa e aspetta la sua ora, nel suo letto e circondato dai parenti.
Cerco di rialzarmi con l'aiuto di una sedia, che alla fine diventa intrisa, con l'impronta della mia mano, di sangue. Davanti ad essa c'è anche un tavolino basso di vetro, in cui sono appoggiate varie riviste e un vaso alto e arancione, ma non contiene nulla. Riesco comunque a specchiarmi nel vetro del tavolino, e per poco non mi prende un accidente.
Ho un aspetto orribile, sono sicuramente più brutta di Dark Lady, un racconto che si tramanda da anni e anni or sono, in cui si racconta di una strega, bellissima, che voleva tanto avere dei figli, e dopo un anno, finalmente, rimane incinta e fa due bellissimi bambini. Cinque anni dopo i gemellini si ammalano gravemente e muoiono, la strega presa dalla disperazione usa la sua magia per portarli in vita, ma non ci riesce, anzi, uno degli esperimenti le scoppia in faccia, sfigurandola ed uccidendola. Dicono che il suo spirito sia avvolto da un manto nero, per coprire l'orrore che si cela dentro, e che si aggira nel nostro Distretto in cerca di bambini, che possano sostituire i suoi.
Nel Distretto 5, i genitori usano questa vecchia storiella per far paura ai figli e piegarli al loro volere, ricordo anche che io ne ero terrorizzata.
Pochi secondi dopo un equipe di medici e infermieri, con i capelli e la pelle dai colori più strambi, mi aggira ed inizia a tastarmi da tutte le parti, poi sento una puntura alla spalla destra ed inizio a vedere tutto appannato, ed in fine cado al suolo addormentata.




NOTE:
Hey!
Allora, l'ultimo capitolo ha davvero avuto poche recensioni..
Non che io voglia obbligarvi a farle ma m farebbemolto piacere se voi mi diceste cosa ne pensate, per poter migliorare nella scrittura.
E poi oltre che per me io scrivo anche per voi, perché altrimenti la storia non la pubblicheri.
Comunque chi di voi ha letto Percy Jackson e gli dei dell'olimpo? Io l'ho appena finito, ed era davvero bellissimo

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Capitolo 16
*** Ultimi momenti a Capitol City ***


Mi sveglio parecchie volte, in questo bianco letto d'ospedale. Le pareti sono di un pallido arancione, il pavimento è bianco, davanti a me uno specchio, dalle notevoli dimensioni -dietro, molto probabilmente, i dottori mi osservano-, il mio letto è circondato da apparecchi elettronici che regolano il mio stato salutare, in giro si sente l'odore di disinfettante, ed è uno di quegli odori che ti pizzicano il naso.
Ad ogni pasto, viene in stanza un senza-voce, sempre diverso, mi imbocca e poi se ne va, ed una strana sostanza trasparente mi viene iniettata attraverso dei tubicini, dritta nelle vene, per farmi addormentare.
La prima volta che ho aperto gli occhi ed ero qui, mi sono spaventata, non sapevo cosa stesse succedendo, ed il mio disagio è cresciuto, quando mi sono accorta che sono completamente nuda.
Ne ho approfittato per capire la situazione. Le mie gambe erano di nuovo depilate, come le braccia, le gambe e le ascelle, ogni cicatrice è stata rimossa, la mia pelle è diventata più liscia di quella di un neonato. I capelli sono sciolti ed i ricci mi accarezzano il viso. Ma la parte più preoccupante è stato l'occhio sinistro, quando l'ho tastato c'erano solo un mucchio di bende, che suppongo mi cambino ogni volta che sono sotto anestetico.
Ho molta paura, non so se sono riusciti a farlo funzionare di nuovo, oppure ho perso la vista da quell'occhio per sempre. Fatto sta, che sono giorni che sono sotto sorveglianza, e prima o poi, qualcuno dovrà pur passare di qui per farmi uscire.
Questo accade, ma solo il giorno dopo. Mi sveglio, ma non vedo nessuna persona accanto a me pronta a darmi da mangiare, ma solo un piccolo tavolino di legno, con sopra gli stessi vestiti che avevo prima, nell'arena, e delle mutandine con il reggiseno abbinato, c'è anche l'anello di fidanzamento, sopra tutti i vestiti, in più, tutti i macchinari che c'erano prima sono spariti. L'unica cosa rimasta com'era, è la benda.
Mi alzo lentamente, mentre continuo a coprirmi con il lenzuolo. Mi metto tutto in fretta e furia, poi, la porta automatica si apre e mi lascia uscire. C'è un ampio ingresso  illuminato dalla luce dei neon, con diverse porte, dove penso che mettano le altre persone ricoverate. Sto ferma un attimo per capire cosa è meglio fare, poi sento una voce chiamarmi. Aaron.
Mi giro, da dove mi sembra provenire la voce, ed inizio ad incamminarmi. Trovo tutti seduti in una grande sala: il mio mentore, la stilista e l' accompagnatrice. Se fosse per me, salterei da loro per poterli abbracciare il più forte che posso, solo anche per accertarmi che loro siano davvero li e che io non stia delirando, ma mi trattengo perché so che tutto quello che succederà qui, verrà mandato in diretta nazionale tra poco.
Mi sa che è proprio per questo che sono tutti messi in tiro. Il mio mentore si è pettinato quell'ammasso di capelli neri, si è vestito con un maglione blu, fatto a mano dalla più brava delle stiliste della città, a quanto pare, le scarpe hanno lo stesso colore, mentre i pantaloni sono di un beige sbiadito.
Dandy, come al suo solito, è agghindata come una di quelle vecchie bambole di porcellana. I capelli biondi sono lisci, ma finiscono con dei morbidi boccoli, la pelle è pallidissima, delicata e priva di imperfezioni, gli occhi azzurri sono contornati da una notevole quantità di mascara nero, le labbra colorate di un rosso che tende al porpora ed un vestito celeste, vecchio stile.
Katrinka invece, ha un arcobaleno in testa, porta una camicetta viola, la gonna stretta di un azzurro intenso e la giacca rosa perla. Un unione parecchio insolita, ma ormai gli abitanti di questa città hanno smesso di stupirmi quando ho visto un bambino con la faccia di topo, mi ricordo che ero appena tornata dall'addestramento, e mi ero affacciata alla finestra, di quel che era la mia camera, e ho notato che un bambino con la faccia completamente trasformata in quella da gatto!
Tutti mi sorridono e abbracciano, si complimentano con me per la vincita. Sicuramente il più orgoglioso è sicuramente Aaron, mi guarda con quella fierezza  negli occhi, come se fossi sua figlia ed io avessi compiuto tra le più gloriose delle  gesta. Katrinka invece non ripete altro, che era convinta che sarei stata io a vincere quest'anno, lo ha capito subito, con quel vivido fuoco che ho negli occhi, io credo che la prima volta che mi ha vostra, pensava che sarei stata spacciata, come tutti del resto.
Non vorrei interrompere questo momento, ma devo chiedere cosa è successo al mio occhio. A rispondermi è il mio mentore, che ha perso quell'aria gioiosa di prima: << Vedi, appena sei tornata qui, la prima cosa che hanno fatto è farti un'operazione all'occhio. Il materiale che si poteva ancora utilizzare era davvero ben poco, quindi te lo hanno estratto e ne hanno costruito uno artificiale. Una volta a settimana, per i prossimi tre mesi, devi farti un iniezione per tenerlo umido e funzionante, altrimenti perderai la vista >>.
La notizia mi sconforta un pochino, ma almeno non l'ho perso del tutto.
A toglierci questi pensieri dalla testa è Katrinka: << Forza cara, non dobbiamo perdere tempo, ti dobbiamo far bella per questo tardo pomeriggio! >> mi informa quest'ultima, la mia accompagnatrice.
Così mi giro verso Dandy, la stilista, ci mettiamo braccio sotto braccio, e attraversiamo un lungo corridoio, dritte verso l'ascensore che ci porta nell'atrio del Centro d'Addestramento, questo vuol dire che l'ospedale è sotterrano. Quando usciamo noto che ci sono tante guardie su tutta l'area, noi intanto ci dirigiamo verso un altro ascensore, quello che utilizzano i tributi.
Appena le porte si aprono, trovo il mio staff che mi aspetta, sembrano parecchio felici di rivedermi, e vedendoli così, non posso che contraccambiare.
Filyan ha tatuati ancora più tatuaggi di fiori sul corpo di quando, la settimana scorsa, l'ho vista per l'ultima volta, tra poco, ne sarà completamente ricoperta, ed infatti, per far vedere i nuovi tatuaggi, sembra che oggi si sia messa solo l'intimo per uscire di casa, ed infine i capelli sono tirati su in una coda alta e ai due lati, ha la testa rasata.
Dorian invece ha addosso uno dei suoi solito costumi da uomo d'affari, questa volta ha un completo in rosso e la camicia nera, il suo marchio di fabbrica, che è aperta nei primi due bottoni. Si è anche tinto i capelli in nero, tirandoli in su con una cresta.
Dorothy, oggi, sembra un oca gigante, quel vestito più che altro sembra adatto ad Halloween, che ad una giornata da lavoro, anche se aspiri ad essere una stilista. Le gambe sono scoperte e il collo e la testa dell'oca allungano anche i suoi biondi capelli, in un altezza smisurata.
La prossima destinazione è la sala da pranzo, ho una fame che non ci vedo, però posso solo avere una porzione di tutto quello che hanno servito, cosa a cui sono profondamente contraria, ma si vogliono assicurare che io non vomiti poi dopo, e hanno ragione, il mio stomaco è si è un po' ristretto durante i giochi, anche se non sono dimagrita poi di molto.
Dopo il pranzo, io e lo staff, andiamo nella mia stanza dove mi prepareranno. Questo posto è completamente zuppo di ricordi dolorosi, l'unico modo per distrarmi è perdermi nelle futili chiacchiere dello staff, e devo dire che è parecchio facile. Tutto si può dire di questa strana compagnia, tranne che sono di poche parole. Filyan mi raccontato di quando il suo fidanzato le ha preparato la cena.
<< Sai mi ricordo che ero appena tornata a casa, e mi trovo tutta la casa piena di fiori,  e tu sai quanto mi piacciono, e dei petali conducevano dritti al soggiorno dove ho trovato la tavola allestita di ogni prelibatezza, ma era anche uno dei momenti clow dei giochi, quindi abbiamo continuato a tenere la TV accesa e tu, furbacchiona, -mi dà un puffetto sul naso- hai scoperto perché l'arena cambiava, ovviamente noi lo sapevamo, lo avevano detto Claudius e Caesar, ma voi no quindi...aspetta prima che me ne dimentichi, un sacco di miei amici mi hanno chiesto un tuo autografo! Ma prima ti avevo raccontato di quando sono andata a cena dei miei con lui? Un vero disastro! Perché vedi...>> questa ragazza è un vero fiume di parole, ma ha un ottima concorrenza, dovendo lavorare con Dorothy che non finiva più di parlarmi accuratamente di ogni animale che avuto dall'infanzia fino ad oggi, una vera infinità!
Il più silenzioso dei tre è sicuramente, Dorian, ma solo perché a lui non piace parlare mentre lavora!
Comunque c'è voluto meno di quello che pensavo per prepararmi. Su tutto il corpo, non avevo più nemmeno un peletto superfluo, e le pelle è morbidissima, quindi si sono limitati solo a spogliarmi e spalmarmi l'olio, mi hanno anche voluto fare un trattamento speciale perché mentre lo passavano, mi hanno massaggiato da tutte le parti, mi sono sentita rinascere. Mentre Filyan mi sistema le unghie - mi incolla delle unghie finte, non molto lunghe, e la parte superiore è colorata dallo smalto bianco- Dorian mi trucca, anche se il trucco è relativamente leggero, anzi quasi inesistente, solo un pò di mascara e del lucida-labbra, si limita a preparare solo  la parte scoperta del volto, ha ricevuto l'ordine di non togliere le bende. L'ultimo tocco, sono i capelli, hanno intenzione di tagliarmeli, a caschetto, e di farmeli ancora più ricci.
<< Vedi splendore, a Capitol City, in questo momento vanno di moda i capelli ricci e più lo sono meglio è, quindi restringiamo l'area e creammo ancora più boccoli! >> mi spiega Dorothy, con entusiasmo.
Ma dopo cinque minuti non lo è più, perché provare ad acconciare i capelli è parecchio difficile se si porta una benda su un occhio, ma sono riuscita a mettere tutto apposto abbassandola un po', ma senza che l'occhio venga scoperto.
Dopo un paio d'ore sono prona, mi lasciano mettere l'accappatoio e andiamo nella stanza accanto, dove sta aspettando Dandy.
Come al solito mi accoglie con uno dei suoi grandi sorrisi, mi fa sedere su un divano di pelle nera, appoggiato alla parete, si siede e mi invita a fare lo stesso, ed inizia a spiegarmi delle scelte per cui ha deciso di fare questo abito.
<< Per la maggior parte delle volte, quando nell'arena c'è qualcosa di parecchio insolito, i vincitori vengono vestiti con qualcosa che caratterizza quell'anno dei giochi. Devo dire, che la tua di arena, è stata la più insolita che io abbia mai visto. Ma non voglio fare nulla di tutto ciò, voglio mantenere fisse le tue radici, quindi ho intenzione di mantenere i classici vestiti del tuo Distretto, ma solo un po' meno sgualciti e rovinati -poi sussurra un po', storcendo il naso- sai, perché, non penso che gli abitanti di qui apprezzerebbero >>. Questa donna mi stupisce sempre, non avrei mai immaginato che ad una capitolina potessero venire idee del genere, e mi piace quest'idea di mantenere le mie radici.
Si alza e fa uscire il vestito dalla pellicola, che si trovava appoggiato su una sedia. Il vestito ha la gonna di jeans, che ad occhio e croce, mi arriverà giusto alle ginocchia, la parte sopra sembra fatta di pizzo, ma mi spiega che è banale stoffa e ai piedi porterò dei sandali alti color marrone chiaro, porto tra i capelli una fascia sottilissima e una borsetta a tracolla, entrambe con lo stesso colore dei sandali -quest'ultimi, a casa, nessuno li indossa, ma Dandy dice che così ho un look più ricercato-.
Quando metto il vestito sono sicura che mi troverò più a mio agio durante l'intervista, adesso che indosso dei vestiti che mi ricordano casa.
In fine, Dandy mi fa sedere sulla sedia dove prima aveva appoggiato il vestito, quella davanti allo specchio -e ammetto che il mio rapporto con loro è peggiorato, ogni volta che sono davanti ad uno, penso sempre che prima o poi compariranno immagini raccapriccianti- adesso è il momento di togliere le bende. Sento il cuore battere fortissimo, sono ansiosa di vedere cosa è successo, e se l'operazione è andata a buon fine.
Quando Dandy mi toglie la benda, ho l'occhio chiuso, ma ad attorno ho qualche cicatrice, fortunatamente non molte. Non è poi così terribile, ma nemmeno così bello da vedere, comunque, quando apro l'occhio devo dire che non si nota nemmeno la differenza, è come se quell'occhio mi fosse sempre appartenuto.
La mia stilista deve usare molto trucco per nascondere le cicatrici,  ma stando attenta a farlo notare, oltre che applicare il mascara all'altro occhio, ed inizia a diventa un compito complicato.
Finito il suo lavoro, scendiamo con l'ascensore accompagnati da tutta la squadra di supporto. Noto che all'entrata c'è un lungo palco, tutt'attorno è pieno di gente in piena defibrillazione.
Veniamo scortate da quattro Pacificatori sotto al palco. Tutti si dispongo sulle loro strutture, pronti a che questa si levi sul palco. Ci sono anche due televisori collegati ai due lati dove possiamo vedere cosa succede di sopra. I primi a salire sono Dorian, Filyan e Dorothy che si godono il loro momento di notorietà come se fossero le star del momento, a seguirli è Katrinka, anche lei fa la diva ma solo con un atteggiamento più velato. I più modesti sono indubbiamente Dandy e Aaron che camminano e sorridono cordialmente al pubblico, poi arriva il mio turno.
Quando salgo, la gente scoppia in un boato, per poco non mi rompono i timpani, e le luci mi accecano, soprattutto l'occhio nuovo, che non è abituato a tutto ciò. Cammino sul tappetino rosso sorridendo amabilmente e salutando con la mano, la gente ne va pazza, e alla fine ne esco sana e salva, o almeno lo sono per il momento, adesso mi aspetta il video.
Caesar Flickerman si alza e mi fa il bacia-mano e mi accompagna a sedermi su una poltrona riccamente adornata, dove dovrò sedermi per le tre ore successive.
Appena mi accomodo, inizia il video, le luci si abbassano, il mormorio scompare e il sigillo di Panem compare sullo schermo. Non ho nessuna voglia  di vederlo, già quando ero obbligata a farlo quando ero a casa non ero entusiasta, ma adesso che ho partecipato personalmente è ancora peggio, e soprattutto non voglio vedere il filmino che hanno preparato, quest'anno racconta dell'avventura dei due fratelli, la solidarietà e l'affetto in famiglia, di tutti quelli che ho visto in precedenza, è sicuramente il migliore, almeno non ci sono solo ragazzi che uccidono e spaccano tutto.
Negli ultimi attimi mi costringo a non chiudere gli occhi, ma solo perché in un rettangolino sotto, che fa vedere le mie reazioni al pubblico, quindi mi limito a stringere più forte i manici della poltrona.
Al termine della visione, inizia l'inno, così mi alzo. In questo preciso istante fa la sua comparsa il Presidente Snow, devo dire che visto di persona, e da così vicino, fa ancora più paura, soprattutto con quei labbroni. è seguito da una bambina che non deve avere più di dieci anni, vestita di bianco, con una fascia azzurra a cingere i fianchi, porta in mano un cuscino su qui è poggiata una corona.
Il presidente mi sorride, prende la corona ed io abbasso il capo, mentre lui la posa sulla mi testa.
Tutto finisce con altri saluti, poi Caesar da la buona notte a Panem, raccomandandosi di sintonizzarsi anche domani mattina per l'intervista.
Vengo condotta nella villa del Presidente per il Banchetto della Vittoria, dove ho un po' di tempo per mangiare, anche se non quanto vorrei, visto che alcuni funzionari e i miei sponsor vogliono autografi e foto con me.
Quando torno nel Centro D'addestramento, con tutta la squadra, vengo immediatamente spedita in camera.
Appena entro mi tolgo i vestiti e li appoggio sulla sedia della scrivania, apro uno dei cassetti dell'armadio e prendo un pigiama viola e subito dopo, mi infilo a letto.
Ma invece che dormire subito, rimango sveglia a pensare. Più che altro i miei pensieri sono rivolti a: casa, papà, Harry e Gemma, e anche ai miei amici. Chi sa come hanno reagito a quest'edizione degli Hunger Games, a come devono essersi sentiti nelle varie parti dei giochi. La mia mente vaga così per molto tempo, fino a quando riesco ad addormentarmi.
Il giorno dopo, o meglio qualche ora più tardi, Katrinka viene a svegliarmi. Mangio in fretta delle creaps e un succo d'arancia, poi, subito dopo, sono sotto le grinfie del mio staff di preparatori, che mi prepara mentre ciarlano dell'evento della scorsa sera. Dandy arriva poco dopo, si vuole attenere ancora allo stile di ieri, quindi il vestito di oggi è simile a quello che avevo alla Mietitura, solo che la gonna sarà a palloncino, un cardigan rosa e le ballerine dello stesso colore, così fa uscire tutti per farmi vestire.
L'intervista si terrà nel salotto d'ingresso, dove è stata portata la poltroncina di ieri, solo che questa volta è circondata da delle rose, davanti ad essa c'è una troupe televisiva, ma niente pubblico.
Appena entro, ad accogliermi è proprio Caesar Flickerman.
<< Elizabeth, cara, come vanno le cose? >> mi chiede lui, sorridendo amabilmente.
<< Oh, bene bene, tu? >> rispondo prontamente.
<< Lo stesso vale per me! Pronta per l'intervista? >> chiede ancora, visibilmente eccitato.
<< Beh, devo ammettere che sono parecchio nervosa >> dico.
<< Non devi splendore, ci andrò leggero, okay? >> mi strizza l'occhio.
Rido e andiamo a sistemarci sulle poltrone.
Comunque lo spero che non mi faccia quel genere di domande, non voglio parlare del bacio tra me e Lyko, in diretta nazionale, davanti al mio fidanzato, non ché futuro marito, sempre se ha ancora voglia di sposarmi...
Un membro dell'equipe prende a fare il conto alla rovescia, e siamo ufficialmente in diretta. Per tutto il tempo scherziamo, ridiamo, non mi sento minimamente a disagio, e alla fine parliamo anche del mio occhio.
<< Come va con l'occhio nuovo? Quando ti ho vista prima, se non avessi visto l'incidente, penserei che quell'occhio è proprio tuo >> dice Caesar.
<< Già, hai ragione, i chirurgi hanno fatto un ottimo lavoro, é proprio come se fosse mio veramente! All'inizio stentavo anche io a credere di aver perso l'occhio, è come se mi fosse appartenuto! >> Sorrido.
Uso la stessa tecnica della mia prima intervista, ovvero quella dell'umile ragazza, e poi non potrei mai sbagliare se faccio dei complimenti.
<< Beh, penso che l'unico che trarrebbe vantaggio, se tu fossi ceca, è il tuo fidanzato, almeno non dovrà più essere geloso >> ammicca alla telecamera e chiude la connessione.
Io sono scioccata, so cosa vale a dire quel "almeno non dovrà più essere geloso", mi ha praticamente dato della ragazza facile in diretta TV, anche se a molti probabilmente potrebbe sembrare un complimento per la bellezza, sono bloccata al mio posto.
Poi mi alzo di scatto e mi allontano, proprio quello che non volevo che accadesse, non solo, mi ha anche -quasi- insultata. Aaron mi raggiunge, mi dice che sarà tutto risolto, che io ed Harry stiamo insieme da parecchio e che chiariremo tutto, in più l'ho anche rifiutato. In effetti ha proprio ragione, io l'ho allontanato e Harry capirà la situazione, o almeno lo spero.
Mezz'oretta dopo mi conducono verso un auto con i vetri oscurati per andare alla stazione dei treni. Saluto staff, stilista ed accompagnatrice, che rimarranno qui a Capitol, mentre io e Aaron torniamo al nostro Distretto 5.









-NOTE:
Allora mi scuso per il mio ritardo, ma ero in vacanza e ho voluto codermi i miei famigliari perché prima di vederli di nuovo dovrò aspettare minimo un altro anno, quindi perdonatemi.
E visto che io vi penso sempre e per farmvi un regalo dopo tutta questa assenza un capitolo bello lungo!
Spero vivamente che vi piaccia, e spero anche che voi recensiate per farmi vedere le vostre opinioni al riguardo e se lo ritenete opportuno anche farmi notare i miei errori così che io possa migliorare.
Detto ciò mi dileguo!
Baci e abbracci
Up_me_memories

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Capitolo 17
*** A casa ***


Il treno parte, e subito siamo nella galleria, il viaggio scorre piacevole, non facciamo che chiacchierare. Parliamo un po' di tutto, per conoscerci un po' meglio, si può dire che adesso siamo...amici.
Non è più il rapporto mentore-tributo, adesso siamo due vincitori, o meglio due sopravvissuti, ognuno capisce cosa sta passando l'altro, com'è orribile e crudele l'arena. Con un tributo suppongo sia diverso, te ne capita uno ogni anno, tu devi fare il possibile per aiutarlo ma senza affezionarti perché ci sono ottimi probabilità che muoia e ti si struggerebbe il cuore a passare così ogni anno, per il resto della tua vita in questa maniera non è il massimo. E poi l'aria si è fatta meno pesante e tesa, qui ci siamo solo noi, non dobbiamo adempiere alle richieste e agli obblighi di nessuno.
Non vedo l'ora di tornare a casa, li mi aspettano papà, Harry e tutti gli altri, se avranno qualcosa da ridere, su qualsiasi cosa sia successa a Capitol, sono convinta che aspetteranno un po' prima di discutere. Chi sa se Aaron ha qualcuno che lo aspetta nel Distretto, la curiosità mi divora così glielo
chiedo.
<< Si, ho qualcuno. Mia madre, mia sorella e mia figlia >> all'ultima persona
gli si illuminano gli occhi, non posso che sorridere.
<< Non sapevo avessi una figlia >>
<< è una cosa che la maggior parte delle persone ignora, l'immagine che mi ha
affibbiato Capitol City >> assume un espressione pensierosa.
<< Cosa vuoi dire? >> Forse so già cosa intende, ma voglio esserne sicura, perché altrimenti la realtà in cui sono circondata è peggiore di quella che credevo.
<< Uno dei fattori che ti permettono di vincere sono gli sponsor, tu lo sai questo no? Questo vale a dire che sei apprezzato nell'immagine che si sono fatti i capitolini su di te, non puoi mostrarti diverso da come loro credono, altrimenti le cose peggiorerebbero soltanto. Io, ad esempio, sono stato costretto a non parlare di mia figlia, fin dal principio, ovvero l'intervista con
Flickerman prima di entrare nell'arena, perché i cittadini mi avevano etichettato come: "Il ragazzo bello e dannato"- fa una risata malinconica e scuote la testa-, l'immagine di me con in braccio quel dolce fagottino, di un anno appena, avrebbe stonato. Nemmeno la mia Mayble, quella che allora era la mia ragazza, ha potuto parlare di Kahylyn, nostra figlia, visto che tutti pensavano che fosse una ragazza dolce ed ingenua, un'eterna bambina, capisci che un tipo del genere non la vedi come madre, anzi la vuoi sapere una cosa? Dovevamo fingere di non essere fidanzati, perché le donne di Capitol dovevano pensare che fossi libero >>
Che fosse libero? Non capisco cosa intenda, e poi se doveva essere single per tutti, come mai Mayble ha sostenuto un'intervista, ma appeno provo a chiederglielo mi interrompe e con un dolce sorriso mi dice: << Ma non pensiamo a questo, c'è qualcos'altro che vorresti chiedermi? >> Si sistema nuovamente sul divano davanti alla TV e beve un succo alla frutta.
<< Tu sai praticamente tutto di me, ma oltre al tuo nome e che hai una figlia,
io non so nulla! >>
Ed è vero, sono sempre stata una persona curiosa, e mi piace sapere un po' della vita delle persone attorno a me, per capirle meglio.
Lui inizialmente ride e poi dice: << Va bene, vuoi sapere qualcosa di più sul mio conto? Ti accontento, ma preparati ad affrontare le ore più noiose della tua vita >> mi avverte.
<< Non ti preoccupare, sono pronta >> dico, mentre faccio un gesto con le mani che varrebbe a dire: "inizia a raccontare".
Passiamo così le ore a raccontare vecchi aneddoti e scoprire cose nuove sul mio mentore.
Deve badare alla madre anziana e alla sorella disabile, per questo per lui è stato difficile, ma almeno con i soldi della vittoria è riuscito a comprare medicinali per la mamma e le giuste attrezzature per la sorellina. Mi ha anche raccontato di quando ha conosciuto Mayble e di quando, a quattordici anni finalmente si fidanzarono. Poi a sedici anni lei rimase incinta ed ebbero loro figlia, di adesso dodici anni, Kahylyn. L'anno dopo lui venne estratto ma, con grande stupore di tutti, vinse. Ma la gioia durò ben poco, a diciotto anni Mayble viene estratta, dopo tre giorni in arena, muore con una spada che le trapassa il petto, la spada di un Favorito. Quella di Gloss, il vincitore di quell'edizione. è per questo che i due adesso non sono in buoni rapporti.
Mentre mi racconta quest'ultima parte è sul punto di piangere, distoglie lo sguardo ed inizia a guardare il pavimento. Così lo lascio, so bene che per lui è difficile parlare di questo argomento, con chiunque, ma apprezzo lo sforzo, così non cerco il suo sguardo, sarà più facile per lui parlare se finge che io non ci sia, e che stia dicendo tutto questo solo per se stesso.
L'ultimo viaggio dal Distretto 5 a Capitol City è durato un po' meno di una giornata, questa volta siamo partiti presto quindi alla stazione arriviamo sulla tarda sera.
Così dopo la lunga chiacchierata, prendo il permesso di poter tornare nella mia camera.
Prima di tutto, entro nel bagno e mi faccio una bella doccia rilassante nella vasca, appena esco uso uno di quei marchingegni di Capitol per asciugarmi corpo e capelli. Poi mi sistemo davanti allo specchio e con un elastico mi faccio la coda. Con un addosso solo l'accappatoio esco dal bagno e scelgo i vestiti: dei semplici Jeans aderenti, una maglietta lunga, bianca, con le spalline con la
scritta "Open your mind" e delle scarpe bianche e nere.
Adesso sono pronta, ritorno di nuovo nel "soggiorno" dove trovo ancora Aaron, mentre sta guardando una replica dell'intervista di sta mattina.
Mi posiziono accanto a lui, ma con la mente sono assente, non voglio ricordarmi nulla dell'arena, farebbe solo più male, però so che un giorno dovrò affrontarli e che quel giorno deve essere vicino, perché più tempo passa più la voragine sprofonda, ma quel giorno non voglio che sia oggi, perché adesso voglio solo concentrarmi sulle persona a me più care.
Guardo dal finestrino e noto che è buio fuori, e abbiamo appena attraversato alcune colonne di marmo bianco, questo può voler dire solo una cosa.
Siamo tornati a casa.
Mi alzo e mi avvicino alla finestra, fin da qui riesco a vedere che la stazione pullula di gente, ed inizio ad agitarmi.
Aaron, che si deve essere accorto del mio disagio, si avvicina a me e mi cinge
le spalle con il braccio destro, e mi sussurra: << Siamo a casa adesso, tutto quello, che farai qui non avrà nessuna conseguenza su nessuno, quindi calmati, non c'è nulla di cui preoccuparsi >> sorride, mi da un puffetto sui capelli e mi dice di seguirlo.
Così siamo davanti ad una delle porte del treno, mancano pochi secondi, devo stare tranquilla e fare lunghi sospiri.
La porta si apre e per primi scendono tre Pacificatori, seguiti da Aaron e me, a chiudere la fila, sono altri tre Pacificatori. I giornalisti sono da tutte le parti che cercano di accaparrarsi qualche scoop ma, per una volta, sono sollevata che ci siano dei Pacificatori, almeno non dovrò stare tra le grinfie
di questi succhia-sangue.
Percorriamo la Piazza Centrale, fino al Villaggio dei Vincitori, dove solo
quattro case sono occupate, più la mia, adesso. Il nostro Distretto, in totale,
ha avuto sette vincitori.
Denise, che è sistemata in una delle prime ville, è affacciata dal suo balcone che mi saluta con la mano. Io ricambio e continuo a seguire Aaron per dirigermi, in quella che adesso in poi, sarà la mia casa.
Mi indica una villa a destra, due più in la di quella da dove siamo adesso.
<< Quella è dove andrai a vivere tu, io sono in quella difronte >> urla per farsi sentire da me, in mezzo a tutto quel fracasso e flash.
Quando siamo a metà strada tra la sua e la mia dimora, ci dividiamo, così come
i Pacificatori, quattro a me e due a lui.
Appena siamo davanti alla porta principale, una gigantesca porta in legno massiccio, la apre e gli altri due, dietro, mi spingono in dentro e chiudono la porta.
Mi trovo in un corridoio interamente in bianco, tranne per il pavimento, rivestito in legno di un marrone scuro. Lentamente inizio a camminare, come se fossi ancora negli Hunger Games e dovessi stare sempre in allerta, perché il pericolo è sempre in agguato. Penso che questo pensiero non mi abbandonerà mai, per il resto dei miei giorni.
Sento dei passi dalle scale, che sono attaccate al soggiorno e continuano sopra la mia testa. I passi si sentono sempre più vicini, e vedono una testolina bruna spuntare fuori dalle scale.
è Gemma.
Quando mi vede, ha un espressione sorpresa, subito dopo mi salta addosso e mi abbraccia, più forte di quanto nessun altro abbia mai fatto, mi si blocca il respiro, lei intanto saltella sul posto, con me ancora tra le braccia.
<< Gemma, cosa succede? >> dice una voce piena e bassa. La porta-finestra che si affaccia su un giardino, si trova proprio davanti al soggiorno, si apre e un uomo di media statura e la barba accennata fa il suo ingresso. Inizialmente ha la testa bassa, concentrato a togliersi dei guantoni da giardino, poi la alza, e mi il più bel sorriso di questo mondo.
Non aspetto di più e gli corro incontro, lui, pronto, mi stringe a se, e sento di nuovo quel calore di casa, il calore del mio papà.
Il prossimo che mi aspetto di vedere sarebbe Louis, -magari seguito da Harry, erano ottimi amici- per completare il quadro famigliare, ma lui non viene, non c'è. Gli occhi iniziano ad inumidirsi, ma faccio passare tutto per la commozione del momento, anche se mio padre mi guarda poco convinto, sa che non sono così emotiva.
<< Dov'è Harry? >> Chiedo.
<< Oh, lui è a lavoro, ha il turno di notte oggi. Ho provato a desisterlo, almeno adesso che sei ritornata, ma non mi ha ascoltata. Sai che ha un forte senso del dovere, per non parlare dell'orgoglio! >> Mentre mi spiega, Gemma scuote la testa, a volte penso proprio che il più maturo tra i due fratelli sia lei, molto seria per la sua età.
E comunque si, conosco benissimo l'orgoglio di Harry, l'ho dovuto affrontare varie volte in tutti questi anni, ma ammetto che di esserci rimasta male, poteva fare un'eccezione questa volta, almeno considerato da dove sono appena tornata.
Ma faccio finta niente e continuo a chiacchierare con loro, ci spostiamo nel salotto. Qui le pareti sono grigio scuro, è tutto impersonale, un divano in nero a forma di L con davanti un maxi schermo, una vetrina bassa a forma di U che raggiunge il televisore appeso al muro.
Tutti e tre ci sediamo sul divano e parliamo fino a mezzanotte inoltrata, Gemma inizia a sbadigliare e per poco non si addormenta e mio padre inizia a stiracchiarsi, nessuno è abituato a dormire così tardi così andiamo nelle nostre camere.
Loro non si sono trasferiti qui, ma sono nella villa perché volevano salutarmi appena arrivata, contrariamente a tutta la mia roba che è stata messa qui.
Non accendo nemmeno la luce e mi dirigo verso, quello che mi sembra l'armadio, mi tolgo i vestiti -li lascio per terra- e prendo quel che mi sembra un pigiama, lo infilo e mi metto sotto le fresche coperte. Nemmeno un minuto dopo, sono già nel mondo dei sogni.

La mattina dopo sento un peso accanto a me, così mi giro e apro gli occhi, davanti a me c'è una muscolosa schiena coperta da una maglietta blu e una massa di capelli ricci. Harry!
Mi tolgo le coperte e mi metto in ginocchio, mi avvicino a lui e lo stringo
forte, strofinando un po' la testa nell'incavo del collo.
<< Uhm...Elizabeth, ho davvero sonno, mi potresti lasciar dormire un po'? Dopo
facciamo quel che vuoi, ma sono venuto qui da poco e devo recuperare un po' di sonno >> mi allontana da lui, tenendo ancora gli occhi chiusi e torna di nuovo a darmi le spalle e a dormire.
Lo ha fatto davvero? Non ci posso credere, nella sua voce non c'è il minimo entusiasmo, ma che gli succede? Mi sento offesa.
Scendo dal letto, sistemo i vestiti che ho lascito per terra ieri notte e scendo giù in cucina.
Quando inizio a mangiare i cereali -nella casa oltre all'arredamento c'è anche il cibo- inizio a pensare cosa lo ha fatto per farlo arrabbiare, la risposta è semplice. Il bacio con Lyko, ma io l'ho respinto non ho contraccambiato.
Sbuffo, appena risolto un problema, è mai possibile che superato un problema ne spunta null'altro?!. Chiudo gli occhi, allontano la tazza e appoggio la testa sul tavolo.
Rimango in questa posizione per almeno cinque minuti, non penso a nulla, cerco solo di rimare in pace con il resto del mondo, ma soprattutto con me stessa.
Finisco la colazione e vado dritta nel soggiorno, dove mi sono accorta che c'è una libreria. Mi salta subito all'occhio un libro con la copertina ruvida che raffigura il viso di una bellissima ragazza e con una strana calligrafia il libro viene presentato come "Mystic Citty".
Non ne l'ho mai letto o sentito parlare, però mi sembra interessante, non mi
costerà nulla darci un occhiata.
Parla di una ragazza che vuole scoprire l'amore, quindi cerca di trovarlo nella sua città, aiutata dal suo migliore amico. Guarda un po' dappertutto lì ma non lo trova, inizia dai sobborghi fino alla parte dei più ricchi, ma nulla, non trova il principe azzurro, alcuni ci vanno vicino, ma dopo ogni banale gesto di questi, lei decide che non sono le persone giuste per lei. Alla fine della storia si accorge di provare qualcosa per il suo amico, che guarda caso corrisponde perfettamente all'idea di ragazzo perfetto che questa ragazza si era fatta in mente.
Trama parecchio banale, a parer mio, ma è il classico romanzetto da capitolini. Ho saltato alcune pagine che mi annoiavo fin troppo e quando sono a poche pagine dalla fine del libro sento alcuni movimenti dalla cucina, potrebbe essere Harry oppure papà, o Gemma, che non ho ancora visto oggi, ma non mi alzo dalla mia comoda posizione sul divano, se vogliono, vengono loro qua.
Alla fine fa il suo ingresso Harry, che si posizione di fianco a me ed accende la televisione, ma non prima di dirmi un annoiato "Buon Giorno", non ce la faccio più con questa storia, se ha qualcosa da dire che la dica adesso.
<< Harry, c'è qualche problema? >> gli chiedo mentre guardo lo schermo.
<< No assulatamente, perché dici così? >> sorride e mi passa un braccio sulle spalle per sdraiarmi accanto a se mentre mi da un bacio sulla fronte.
Se gli credo? Assolutamente no.
Così passano i giorni, con lui distaccato e io che cerco di capire la situazione, ogni volta che spunta fuori il discorso del matrimonio, si irrigidisce tutto e cerca in tutti i modi di parlare d'altro, per non accennare poi al fatto che cerca di ridurre al minimo ogni contatto con me.
Dopo tutto questo tempo non ce la faccio più, prima chiariamo tutto meglio è.
È da un po' che è uscito così vado a casa sua, mi apre una Gemma sorridente che mi fa accomodare nel soggiorno spoglio. Parliamo un po' della scuola, del più e del meno, insomma un po' di tutto. Quando Harry entra in casa, lei si accorge del mio cambio d'umore, così con una banale scusa si dilegua.
<< Noi dobbiamo parlare >> ho un tono deciso, che non ammette repliche, è la prima volta che parlo così con qualcuno e mai avrei immaginato che avrei parlato così proprio con lui.
Lui inizialmente si guarda intorno cercando una scusa, non trovando nulla sbuffa sonoramente e si siede sulla sedia che ha lasciato libera sua sorella.
<< Lo credo anche io >> mi fissa con la mascella contratta.
<< Cosa c'è che non va, Harry? >> domando, lo veglio sentire da lui. Assume un espressione
accigliata, poi una incredula.
<< Davvero Elly? Me lo stai chiedendo davvero?! Non è abbastanza ovvio? Quel tipo dell'8 è il problema! >> Urla alzandosi. 
<< È per via di Lyko? Il bacio intendi? Oh, forse hai ragione avrei dovuto togliermelo subito di dosso, ma sai che l'ho rifiutato >> puntualizzo.
<< Oh si certo dopo due ore! >> Si gira di spalle, e si passa la mano tra i capelli.
<< Solo perché mi ha preso di sprovvista, ma gli ho detto di no, lo hai visto giusto? Lo ha visto l'intero stato, sai, mentre stavo combattendo per non morire! >> urlo io, mentre mi alzo facendo troppo rumore con la sedia.
<< Oh si, gli altri si saranno anche dimenticati, ma io no! Mi hai tradito, come un'autentica...>> si ferma di colpo, si gira e mi guarda negli occhi.
<< Cosa?! Puttana? Troia? Forza sbizzarrisciti Harry, non aspetto altro! >>
Sono fuori dalle staffe!
Lui non risponde, si gira di nuovo e colpisce il muro con tutta la forza che può, il silenzio ci avvolge.
<< Visto che non hai nulla da dire, me ne vado. E poi, pensi davvero che io possa provare qualcosa per colui che mi ha tolto mio fratello? >> dico con voce più calma, prendo la mia borsa e mi dirigo verso la porta, appena metto la mano sul manico, sento quella frase che non avrei mai voluto sentire in vita mia.
<< Elizabeth, non penso che faremo quel matrimonio >>

NOTE:

Sono imperdonabile lo so. Sono passati quattro mesi dall'ultima volta che ho pubblicato e vi capisco se siete arrabbiati. Ma l'importante è che il capitolo ci sia no?

Comunque spero che vi piaccia. Ve lo aspettavate che Lyko potesse fare una cosa del genere?

Spero commentiate in tanti come l'altra volta.

Ciao e alla prossima.
 

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Capitolo 18
*** Memorie ***


Appena tornata a casa ho lasciato spente tutte le luci e mi sono rintanata
sotto alle coperte del mio letto per tutto il giorno. Senza fare niente.
Quando il giorno dopo mi sono alzata dal mio posto per andare in bagno per
svuotare la vescica, ho visto il mio volto riflesso sulla superficie rigida
dello specchio.
Il volto pallido, le leggere occhiaie, le labbra screpolate e i capelli in
disordine mi davano un'aria trasandata. Una ragazza di giovane età che ha visto
tanti orrori della vita troppo in fretta.
Ed è stato lì che mi sono accorta cos'era successo davvero la settimana
prima, ho preso coscienza di quello che ho visto e fatto.
Così mi sono rannicchiata nella doccia con i vestiti addosso, ho aperto
l'acqua e mi sono messa a piangere.
Ho versato le lacrime per mio fratello che non rivedrò mai più. Louis non
potrà più realizzare i suoi sogni, come avere una famiglia tutta sua e dei figli dalla donna che avrebbe amato più di tutte. Meritava lui di vivere, non io, l'unica motivazione
per tornare mi è stata appena tolta, e il peggio è che ho fatto tutto con le
mie stesse mani.
Poi, in un secondo, ho rivisto i volti di Lyko e Liam attraversarmi la mente.
La rabbia per il primo non è del tutto sparita, non scorderò mai quello che ha
fatto a mio fratello, ma la soddisfazione che credevo avrei provato vedendolo
morto non c'è, provo solo vergogna e ripudio nei miei stessi confronti.
Poi Liam.
Con lui è stata solo sopravvivenza, ho provato paura io mentre quella
lancia lo trapassava da parte a parte. E i loro occhi. Oh, i loro occhi sono la
cosa che mi perseguita di più, quelli azzurri di Lyko sembravano quasi felici
mentre stava per esalare il suo ultimo sospiro e quel sorriso enigmatico
prima di morire...non saprò mai cosa stava a significare. Le pozze color miele
di Liam invece traevano sollievo ma anche paura, chi sà se io e lui in diverse
condizioni saremmo stati amici, ma ora è tardi, lui se ne è andato via, come
tutti gli altri che sono entrati nell'arena.
Ma mi rendo anche conto che la colpa di tutto questo non ricade solo su di me,
ma anche a quelli che mi hanno spinto a farlo.
Capitol City.
Questo schifo di vita in cui siamo costretti a vivere è solo colpa loro.
Se il Presidente Snow volesse risollevare la vita nei nostri Distretti ed
eliminare gli Hunger Games riuscirebbe a farlo con un solo schiocco delle dita,
anche con questo solo gesto trarrebbe fiducia dal popolo, niente rivolte,
niente di niente, solo meno preoccupazioni per il popolo, ma lui non lo fa.
Arrabbiata com'ero non riuscivo più a stare seduta placida sul mio posto così
mi alzai, ma ero ancora sulla traiettoria dello specchio. E oltre alla mia
vergogna, lo specchio, mi ricordavano anche l'ultimo cambiamento dell'arena,
allora presi la prima cosa che mi trovai a portata di mano -la bottiglietta
dello shampoo- e la scaraventai verso lo specchio, e questo si frantumò in
mille pezzi che sparse per tutto il pavimento.
Stando attenta ai cocci di vetro per terra uscii dalla vasca ed entrai in
camera. Mi tolsi i vestiti bagnati di dosso, presi dei jeans e una maglietta
bianca e li indossai. Scesa in cucina mi sforzai di mangiare qualcosa, ma
qualsiasi cosa masticassi era insapore e difficile da ingerire. Dopo un bel
sospiro, presi la scopa e andai a ripulire il caos che avevo fatto in bagno,
poi tolsi tutti gli specchi che c'erano a casa e li misi nella soffitta.

****

Dopo qualche settimana sono andata in un piccolo parco, dietro a delle
fabbriche che producono i pannelli solari, e mi sedetti su una vecchia
panchina.
Non è un caso che io mi fossi seduta li, si potrebbe dire che la storia di
tutta la mia famiglia è stata costruita su quella panchina. Mamma e papà si
sono incontrati li per la prima volta, lo disse a me e Louis la prima volta che
entrammo in quel parco, anni addietro.

"<< Bimbi, sapete, è qui che incontrai vostra madre. All'epoca dovevamo avere
sedici, forse diciassette anni. Ero uscito da casa quel pomeriggio per prendere
un pò d'aria, e un bel pò di gente con i loro figli aveva avuto la mia stessa
idea e l'unica panchina ancora libera era quella dove sedeva Peazley - ci
guardò dritto negli occhi, quella era la prima volta che sentivo il suo nome - vostra
madre, leggeva un libro di scuola- rise - come al suo solito >>"

Mi ricordo ogni singola parola di quel discorso, come ogni cosa collegata a
mia madre d'altronde. Anche se in realtà non so quasi nulla su di lei, a papà non piaceva parlarne, gli vengono sempre gli occhi lucidi al ricordo, come quella volta,
anche nella mia ingenuità di bambina me ne ero accorta. Mi sentii in colpa.
Ho sempre pensato che lei fosse morta per colpa mia, per questo non mi piace
festeggiare il mio compleanno, ma lo faccio lo stesso perché non voglio che
nessuno sappia la verità. Sarei stata un pò troppo sotto ai riflettori e si
sarebbero comportati in modo diverso con me.
Alle volte, quando avevo sette anni ed ero a scuola durante l'intervallo, ero
solita a chiudere gli occhi ed iniziare ad immaginare la mia vita se la mamma
fosse stata ancora con me, prendendo piccoli frammenti dei momenti delle mie
compagne passate con le loro madri che vedevo adattandole alla mia vita.
Da quel giorno ogni volta che venivamo in questo parco, io e Louis, ci
sedevamo sempre qui, come se questa panchina ci appartenesse di diritto. Una
cosa in particolare faceva prima di sedersi, prima di tutto si metteva in piedi
sulla piattaforma con le mani sui fianchi e guardava prima a sinistra e poi a
destra e alla fine si sedeva sullo schienale. Non ho mai capito perché facesse
così, e quando glielo chiedevo scrollava le spalle e distoglieva lo sguardo.
Per quanto riguarda me, mi sedevo semplicemente al suo fianco, quello alla sua
sinistra, e guardavo i bizzarri atteggiamenti di mio fratello. Prima pensavo
fosse una cosa strana, adesso darei qualsiasi cosa pur di vederlo qui a fare lo
strambo.
Il giorno della panchina successe anche un'altra cosa.

"Louis prese la mano di papà e la mia e ci disse: << Allora da questo giorno
fino a alla fine, questa panchina si chiamerà Tomlinson - rise di gusto - la
panchina di famiglia! >>"

Ero rimasta seduta li, sulla nostra panchina, nella mia solita postazione. Da
quei vecchi tempi non era cambiato nulla, entravamo cresciuti e ne sono
successe di cose, è vero, ma dentro eravamo sempre gli stessi, Elly e Louis.
Ero ancora seduta sulla nostra panchina, tu sei sempre tu e io sono sempre
io, non manca nulla, o meglio si, mi manchi tu.
Le lacrime minacciavano di cadere a fiotti e non volevo scoppiare a piangere
li, quindi mi alzai e a grandi mi diressi fuori dal parchetto. Non
sapevo dove andare, cioè si, lo sapevo, dovevo andare da mio padre, dovevo
dirgli del matrimonio, dopo tutto quel tempo non avevo avuto ancora il
coraggio di dirglielo, ma dovevo farlo.
Un quarto d'ora dopo -il tempo per arrivare dal giardino a casa- ero seduta
rigida sulla sedia del soggiorno della mia vecchia casa, papà stava preparando
qualcosa da mettere sotto ai denti. Ma tanto ho la bocca troppo asciutta per
mangiare, così bevvi un sorso d'acqua. Il vetro tintinnava contro i denti.
Poggiai il bicchiere con le mani che tremavano. Guardai in basso e strinsi i
pugni sul tavolo conficcando le unghie nel palmo della mano. Papà si girò e mi
guardò stranito con quella tristezza velata negli occhi da quando sono tornata
a casa. Piansi ancora una volta, le lacrime che avevo trattenuto poco prima.
Non mi piace piangere davanti agli altri, chiunque sia. Preferisco farlo per
conto mio, ma il dolore all'occhio -questa settimana non avevo preso le
medicine-, la perdita di Harry e Louis sono un unione letale. Così gli
raccontai tutto e lui cercò di farmi tornare in me, ma la situazione era
difficile da gestire quindi accettai di rimanere con lui per qualche giorno.

****

Sono passati sei mesi e le cose non sono migliorate di molto, sono
semplicemente tornata a casa, gli incubi mi perseguitano ogni giorno e cerco di
andare avanti con la mia vita come meglio riesco.
Mi ritrovo in un treno simile a quello che avevo usato per tornare a casa
l'ultima volta, solo che questo ha come meta il Distretto 12.
Appena tocco terra noto come il Distretto sia ancora più inquinato del mio.
Aaron e Katrinka mi affiancano -sia stilista che staff sono rimasti sul treno-
e tutt'attorno i Pacificatori e i giornalisti.
Così, a piedi, facciamo tutta la strada a piedi dove trovo il sindaco già
pronto sul palco con gli altri vincitori di vecchie edizioni originari di qui,
anche se qui c'è un solo vincitore, Haymitch Abernaty.
Anche sul palco vengo seguita dal mio mentore e l'accompagnatrice che si siedono su due
sedie libere, io invece ho l'ordine di rimanere in piedi accanto al sindaco che
sta facendo il suo discorso.
Parla degli Hunger Games, lo stesso sproloquio che fanno anche a noi nel 5
quando vengono fatte le Mietiture. Ormai l'ho sentito così tante volte che
potrei ripeterlo a memoria, così ne approfitto per far scorrere lo sguardo sui
cittadini. I primi che mi saltano all'occhio sono quelli direttamente sotto al
palco, ovvero le famiglie dei caduti. La ragazza non l'ho notata molto, ma
negli spazi riservati alla sua famiglia c'è solo un anziano signore con la
schiena incurvata e gli occhi tristi che guardano dritti davanti a se,
ipnotizzato e vuoto dentro.
Del ragazzo non potrei mai dimenticarmi. Luke aveva solo tredici anni e tutta
la vita davanti, adesso invece è sotto terra mentre i suoi due fratellini lo
piangono uno abbracciato all'altro. La madre non c'è, mi ricordo che ha detto
che era molto malata, mi accorgo amaramente che forse la donna ha raggiunto suo
figlio. Questi pensieri sono immediatamente sostituti dalle immagini della sua
morte. Il suo corpo esamine squarciato a metà e le viscere in bella vista
mentre Titus, accanto a lui, che mangia i suoi resti. Sbianco sul colpo e la
bile mi sale alla gola così cerco di mandarla giù.
Proprio in quel momento il sindaco finisce il discorso e alcune bambine mi
consegnano delle targhe, dei premi e dei fiori. Quasi mi sento in imbarazzo per
tutte le cose che mi danno, per aver ammazzato delle persone io non merito
premi, perché invece non li danno alle persone qui? La maggior parte ha i
volti scarni e i vestiti logori.
Mentre scendo noto una ragazzina, più o meno tredici anni, che tiene per le
spalle una deliziosa bambina bionda, forse la sorellina, dietro di loro una
donna di bell'aspetto con uno sguardo vacuo e perso. La più piccola si tiene
stretta alla maggiore impaurita, mentre quella più grande aveva un aria decisa
e protettiva. Quanto darei io per avere quel fuoco negli occhi.
Il resto della giornata lo passo dentro la casa del sindaco -scopro che si
chiama Undersee- nella festa allestita per me. C'è anche un sacco di gente
venuta apposta da Capitol City. Avrei voluto sfruttare questo momento per
conoscere meglio il vincitore, ma le telecamere non mentivano, Haymitch è
davvero ubriaco dalla mattina alla sera, quando ti avvicini a lui vieni subito
colpito dal dolore pungente dell'alcool e lui quasi non si regge in piedi, così
sto tutto il tempo con i miei “fan” della capitale.
Scoccate le 11:30 torniamo tutti sul treno pronti ad andare al Distretto 11 ed
incominciare tutto da capo. Ma almeno questa volta c'è Seeder, una donna
davvero molto dolce e gentile, ma anche altri.
I famigliari di Zalia e Zayn non lo erano affatto, sono passati sei mesi dalla
71°edizione, ma il dolore delle perdite è ancora presente nelle loro vite.
Devo anche fare un discorso questa volta, è questa l'usanza quando hai avuto
degli alleati.
<< Salve Distretto 11, oggi sono qui per onorare la memoria dei vostri defunti
-brutto inizio, troppo formale-. Zalia e Zayn gli ho conosciuti per poco tempo,
è vero, ma mi hanno dato l'impressione di essere delle persone molto decise.
Zalia aveva le idee ben chiare, se fosse rimasta qui, sono sicura che avrebbe
fatto molta strada, era tenace, qualsiasi cosa avrebbe voluto sono sicura che
sarebbe riuscita ad ottenerla. Lo stesso vale per Zayn, con lui potrei dire di
aver avuto un rapporto più profondo, eravamo diventati perfino amici, e alla
fine, in un certo punto di vista, mi ha salvato. Se solo fosse qui gli direi:
Grazie >> chiudo gli occhi, sospiro e faccio dei passi indietro, mentre mi
vengono consegnati i premi.
Un discorso pessimo e ripetitivo, ma io non ci so proprio fare con le parole.
Le stesse scene si ripetono al 10, al 9 e...all'8.
Quando salgo sul palco non ho la minima intenzione di guardare sotto di me, i
volti di quelle persone mi distruggerebbero, o meglio l'odio negli occhi di
quelle persone mi ucciderebbe. Ma la curiosità, come sempre, ha prevalso quindi
abbasso gli occhi e guardo dentro ad uno dei miei peggiori incubi.
Ci sono due ragazze e una bambina. Una delle ragazze è la copia al femminile
di Lyko, la bambina che avrà avuto più o meno sette anni ha il capo poggiato su
grembo della ragazza e gli occhi molto arrossati, sicuramente le due sono le
sue sorelle, la somiglianza è incredibile. Con grande sollievo noto che la
maggiore non sembra che mi odi, nel sul sguardo c'è solo tristezza e
rassegnazione, e per la maggior parte del tempo ha il volto chino. La terza,
invece, ha i capelli sottilissimi e molto neri gli occhi di un azzurro che
sembra irreale, troppo luminoso, ma nei suoi occhi percepisco solo odio, ma c'è
qualcosa che mi fa capire che anche se non avessi fatto quel che ho fatto lei
mi riserverebbe lo stesso sguardo velenoso, non sembra affatto una persona
amichevole. Con quest'aspetto, soprattutto gli occhi, sono sicura che nessuno
guarda un pò più di sotto, ma se lo fai, con grande stupore, ti accorgi che ha
una pancia enorme, sembra che il bambino possa nascere in qualsiasi momento.
Molto probabilmente era la sua ragazza, non posso credere che Lyko abbia
davvero messo incinta quella ragazza e abbia baciato me in diretta nazionale!
La ragazza si deve essere davvero sentita uno schifo, chi non lo sarebbe? Sono
molto delusa, più di quanto lo ero già prima.
I giorni dopo sono stati più o meno uguali, ho tenuto un discorso anche nel 3.
Sono stata esonerata dal farlo nel Distretto 8 per ovvi motivi e il 5 è stato
saltato.
Quando sono stata nei tre Distretti Favoriti diciamo che ho avuto una strana
accoglienza. Nel 4 e nell'1 sembravano felici di avere la vincitrice nel loro
Distretto -escluse le famiglie dei tributi morti- mentre nel 2 anche loro
gridavano e guaivano però in altro modo, sembravano tutti pronti a salire sul
palco e farmi fuori. Facile capire il motivo, di fama in questi Distretti
adorano gli Hunger Games e sembrano apprezzare i vincitori, di qualsiasi
Distretto siano, basta che il vincitore in questione non abbia ucciso uno dei
loro tributi, e visto che io ho la colpa per Liam, è evidente perché tutti non
apprezzino la mia presenza.
E adesso, dopo aver dormito poche ore dal ritorno dal Distretto 1, lo staff
sta facendo il possibile per farmi apparire al meglio, perché oggi è l'ultimo
giorno del Tour della Vittoria e come tappa c'è Capitol City.
Sinceramente, non vedo l'ora di tornarmene a casa. Non che io abbia qualcosa
da fare, ma semplicemente voglio tornare alla mia monotonia. Anche se così
almeno non ho il tempo di pensare ad Harry e si, oltre a papà, Aaron e alcune
mie amiche nessuno sa ancora che il matrimonio è stato annullato. Per quanto mi
riguarda nessuno mi ha parlato del discorso e di conseguenza tutti ne sono
all'oscuro. In realtà non avrebbero saputo nulla perché non ho più dato
interviste...
Finalmente verso il tardo pomeriggio sono pronta, come al solito Dandy ha
continuato con lo stile semplice per fortuna. È un abito di seta con un mix tra
beige e marrone scuro, lo stesso colore dei trampoli che mi hanno dato come
scarpe e i capelli tenuti come se fossero sciolti e stessero venendo
scompigliati dal vento uniformemente. La faccia è completamente ricoperta dal
trucco, talmente tanto che penso che mi si siano aggiunti dei chili, sempre
colpa dell'occhio. Anche se sono passati un bel pò di mesi le cicatrici non se
ne sono andate, e non lo faranno mai, devo nasconderle agli altri, è per
questo che Dandy mi manda i trucchi appositi da Capitol a casa mia.
L'euforia di quando mi sono accorta che vedevo ancora da entrambi gli occhi è
svanita, pensavo che dopo tutto non era tanto male ma mi rendo conto di com'è
diventato il mio viso dall'operazione. Le cicatrici sono poche ma hanno una
brutta forma e il colore non è omogeneo con il incarnato, è molto più scuro,
circondano tutto l'occhio soprattutto vicino al naso e la parte superiore.
Adesso penso che avrei preferito perdere l'occhio e metterci la benda, e poi
sarebbe la giusta punizione per quello che ho fatto.
La festa è come quella che è stata fatta poco dopo avermi incoronata
vincitrice, solo che non devo essere intervistata e le cose sono fatte molto
più in grande.
Ci sono persino alcuni altri vincitori, ad esempio Finnick Odair, il sex-
simbol del Distretto 4, sembra che quel ragazzo passi molto tempo qui, c'è
qualcosa che non mi convince in lui, in quei occhi che ricordano il mare -l'ho
visto quando ero nel suo Distretto-, sono sicura che ha molti segreti quel
tipo.
Poco lontano da lui Johanna Mason, vincitrice del Distretto 7, mi sorride in
modo inquietante, una palpebra è più in giù dell'altra e copre buona parte
dell'occhio nocciola e alza il suo bicchiere di champagne in segno di saluto.
In risposta le faccio un cenno col capo. Quella ragazza avrà si e no un anno in
più di me, ma devo dire che mi mette in soggezione, forse per tutti i
sotterfugi che ha creato nella sua edizione.
Per il resto non vengo disturbata molto dai capitolini, passo quasi tutto il
tempo con Dandy e lo staff. E quando perdo le speranze, finalmente scocca la
mezzanotte e posso tornarmene sul treno. Saluto coloro con qui ho passsato
tutta la serata, i politici più in vista e tutte e persone tra me e la via
d'uscita.
Non riesco nemmeno ad arrivare alla mia camera, perché il “soggiorno” del
treno è la prima camera che c'è quando si sale sul treno, così mi accomodo sul
divano con i capelli acconciati, le scarpe e tutto il resto, appena poggio la
testa su uno dei cuscinetti rossi mi addormento.
Nemmeno questa volta vengo risparmiata dagli incubi. Questa volta è il Bagno
di Sangue, solo che tutto attorno è completamento bianco, le uniche cose
rimaste uguali sono le piattaforme su cui siamo in piedi e la Cornucopia
d'orata al centro di tutto. Una voce metallica e maschile fa il conto alla
rovescia e tutti partecipano alla mischia.
Questa volta non rimango lì impalata al mio posto, i miei piedi sembrano avere
vita propria così corro fino a raggiungere il punto dietro la Cornucopia. Solo
che ho una spiacevole sorpresa. Tutti i concorrenti al di sotto dei quattordici
anni -ovvero: le ragazze del 7, dell'8, del 10, quella che mi aveva colpito per
la spiensieratezza, e del 12, il ragazzo del 9 e Luke- della 71° edizione mi
hanno accerchiata e tutti stringono in mano una lancia puntata su di me.
I volti completamente ricoperti di sangue, come i vestiti e i capelli. Gli
occhi di tutti sono diventati completamente neri, oscurando anche la retina. Da
li mi accorgo che la Cornucopia è sparita e riesco a vedere al di là. Lo
spettacolo è orribile, tutti gli altri tributi sono morti nei modi più brutali
possibili e so che i ragazzi mi riserveranno la stessa fine.
Il ragazzo del 9 e la ragazza del 7 lanciano le loro lance colpendomi ad
entrambe le gambe, la ragazzina del 12 e del dell'8 mi prendono dai capelli e
mi trascinano per un bel pezzo di strada, da quello che adesso mi sembra un
puntino nero, per tutto il tempo continuo a dimenarmi mentre lascio due scie di
sangue, ormai quando arriviamo alla destinazione -una giungla- penso che morirò
dissanguata prima di qualsiasi cosa vogliano farmi.
Ma la buona sorte non è dalla mia parte, mi fanno entrare dentro ad un albero
caduto e cavo facendomi incastrare le mani dietro senza possibilità di uscita.
I volti della ragazza del 10 e di Luke compaiono dal buco davanti a me, gli
occhi neri liquidi e ghigni malvagi sul volto non mi rassicurano affatto. Poi
rivolgono l'attenzione a qualcosa sotto di loro.
Topi.
Ne mettono sette e poi richiudono il buco lasciandomi sola con loro. So cosa
vogliano che facciano e sono a dir poco terrorizzata così urlo con tutto il
fiato che ho in corpo, ma questo non ferma i topi. Prendono in assalto il mio
viso, iniziano con l'occhio malato e poi quello sano, continuano a fare graffi
su tutta la faccia -sono quasi convinta che tra poco bucheranno la guancia- mi
obbligo a chiudere la bocca per non farli entrare.
Poi l'agonia finisce quando nel sogno sono definitivamente morta. Mi sveglio
lentamente ancora sdraiata sul divano, il cuscino è tutto impiastricciato di
trucco, lo butto per terra e arranco per arrivare nella mia stanza.
Vado a lavarmi la faccia e sciogliermi i capelli, uscendo dal bagno mi tolgo
le scarpe, sono troppo stanca per fare qualsiasi cosa perciò lascio il vestito,
tanto è talmente sottile che nemmeno me lo sento addosso. La freschezza che
prova il mio corpo tra il lenzuolo e il letto è estremamente piacevole.
Ma il sonno non arriva, meglio così non avrò incubi. Scaccio un pulsante
vicino al letto e poco dopo un senza-voce arriva con in mano un flaconcino
arancione pieno di pastiglie e un bicchiere pieno d'acqua.
In realtà il pulsante serve solo a chiamare il senza-voce a te assegnato per
il viaggio -il mio è un ragazzo di circa ventiquattro anni con capelli neri e
occhi marroni incredibilmente alto- per dirgli ciò che ti serve. Ma ormai, lo
disturbo sempre alle ore più incredibili della notte chiedendoli le pillole per
il sonno, così da un pò di giorni arriva sempre pronto.
Lo ringrazio e prendo una delle pillole che ingerisco con un sorso d'acqua.
Poco dopo sprofondo in un sonno senza sogni.
La pillola deve avermi messo K.O. per molto tempo, visto che su nel cielo
splende già il sole. Esco dal letto e prendo le prime cose che mi capitano a
tiro dall'armadio -maglia blu scuro con la scollatura, pantaloni neri aderenti
e ballerine-, mi faccio la coda, copro le cicatrici ed esco dalla camera
dirigendomi verso la sala principale.
Lì trovo già Aaron che viene servito di molti cibi deliziosi come: il pollo,
le patate al forno, il pesce ecc... Se sette mesi fa mi avessero messo tutto
questo ben di Dio mi sarei spazzolata tutto, ma adesso ormai ci ho fatto
l'abitudine.
<< Oh, guarda sei arrivata in tempo per il pranzo! Eri finita in coma? >> Dice
Aaron con la bocca piena.
Pranzo?
In effetti avrei dovuto capirlo dal cibo pesante sulla tavola, ma non pensavo
che fosse davvero così tardi.
<< Beh, una specie >> gli rispondo.
Lui strabuzza gli occhi, chiedendosi di cosa stia parlando mentre io addento
la coscia del pollo. Appena finisco di mangiare e mi pulisco la bocca con un
fazzoletto il treno si ferma e possiamo scendere e riprendere le nostre vite.
Come mi aspettavo papà è lì fuori che mi aspetta e questa volta, per la prima
volta, la stazione è vuota dai giornalisti al mio rientro. Mio padre si stringe
nel cappotto che gli avevo regalato poco prima di partire, si avvicina a me
stringendomi in un grande abbraccio.
<< Mi sei mancata >> sussurra vicino all'orecchio.
<< Anche tu >> ribadisco io con la testa appoggiata alla sua spalla.
E a braccetto torniamo insieme a casa mia. Più volte gli ho ripetuto che
poteva venire a vivere con me nella mia villa lussuosa ma lui dice di preferire
la vecchia casa, “mi riporta in mente i vecchi ricordi” risponde sempre quando
glielo chiedo e ormai mi sono rassegnata.
Ma in fondo é come se vivessimo ancora insieme, perché o io sono da lui o lui
è da me e non siamo nella stessa casa solo di notte mentre dormiamo.
Dagli Hunger Games il rapporto con mio padre è migliorato, è ho sviluppato un
strano attaccamento a lui dagli ultimi avvenimenti accaduti. Il tempo che passo
con le mie amiche è poco, e a pensarci bene io sono sempre stata una ragazza
casa-bosco-scuola quindi la cosa non lo notata molto ma le mie migliori amiche
mi vengono sempre a trovare.
Mentre chiacchieravamo su uno degli strani aneddoti del macellaio, vecchio
amico di papà, il telefono inizia a squillare. Strano.
Non ricevo quasi mai telefonate, solo Dandy qualche volta, e nei momenti di
noia di Katrinka e dello staff, e che devo dire sono davvero pochissimi.
<< Pronto? >>
<< Uhm, Elly? Sono Gemma >> Primo: come fa ad avere il mio numero. Secondo:
dove lo ha preso il mio numero?
<< Hey! Ma come hai fatto a telefonarmi? >> le chiedo stranita.
<< Oh è che sono appena passata a salutare Harry nel laboratorio Horne Science
Laboratory dove fa da assistente a Mrs. Horne e qui ci sono i telefoni. E mi
hai dato il tuo numero appena ti sei trasferita nel caso avessi bisogno >>
<< Oh giusto, che sbadata! C'è qualcosa che non va? >> è da molto che non la
sento e il suo tono di voce è leggermente incrinato.
<< No niente, é che Harry essendo uno dei lavoratori non può usare il telefono
per cause personali, ma hanno accettato che io potessi fare una telefonata >>
Bugia.
Conosco Mrs. Horne, é una genetista molto conosciuta dalle mie parti, una delle
donne più influenti del Distretto, non che vecchia amica dei defunti coniugi
Styles. Adora Gemma e Harry, soprattutto perché lei non ha figli, è stata lei a
darlgli lavoro e a far si che potesse tenere la sorellina con se. Se solo avesse
voluto Harry avrebbe potuto alzare quella cornetta e chiamarmi quando avesse voluto in
questi sei mesi senza che nessuno potesse dirgli niente, ma non lo ha fatto e
ha obbligato la sorella a farlo per lui. Irritante e immaturo.
<< Cosa c'entra Harry? Cosa vuole? >> il mio tono si è fatto leggermente più
duro.
<< Cosa? Ehm, ecco lui ha lasciato delle cose li da te e si chiede se domani,
dopo il lavoro, può venire da te a riprendersele >> Gemma è turbata e molto
agitata, quindi cerco di calmarmi un pò, in fondo lei non ha nessuna colpa.
<< Certo Gemma, per me va bene >>
<< Oh, fantastico. Ciao! >> e mette giù la cornetta.
Io torno nel soggiorno dove avevo lasciato mio padre che mi guarda
incuriosito.
<< Era Gemma? Cosa voleva da te? >>
<< Lei nulla, ma Harry viene domani per prendere la roba che ha lasciato qui>>
Rispondo.
Sospira e si gira verso di me << Buona fortuna >>
<< Grazie, mi servirà >> e sprofondo nel divano color petrolio.
<< Adesso ti lascio, oggi in fabbrica ho il turno di notte, vado a dormire >>
si china e mi bacia la fronte, poi si dirige verso la porta.
<< Papà! Perché vai ancora a lavoro con tutti quei turni massacranti? Ho fin
troppi soldi, sai che posso provvedere a tutto io >> mi lamento seguendolo.
<< Betty -è l'unico che mi chiama così- ne abbiamo già parlato >> Detto questo
esce definitivamente.
Io inizio a fare le pulizie, ormai è diventato una specie di Hobby per me in
questi tempi. Non che io sia una maniaca dell'igiene ma quando non ho nulla da
fare pulisco e se mi specchio sul pavimento riesco persino a vedere il mio
riflesso, beh quasi. Adesso capisco perché Aaron dice sempre che devo trovarmi
un passa tempo “normale”, inizialmente avevo pensato al giardinaggio -cosa che
faccio- ma non occupa il tempo che vorrei quindi penso che mi farò dare lezioni
di pianoforte dal mio mentore.
Il resto della giornata lo passo tra i fiori in giardino e passare del tempo
con Dandy al telefono cercando di chiederle di comprare un pianoforte da
mandarmi, ma è un pò difficile visto che continua a ringraziarmi ogni tre
secondi, perché avendo vinto la gente ormai indossa solo abiti creati da lei.
La cosa mi fa sorridere, mi fa piacere averla aiutata e in più adesso è molto
più felice.
La sera mi metto sotto le coperte bianche a righe celesti. Rimango ad osservare il soffitto per un
eternità senza prendere sonno con la colonna sonora del battito del mio cuore.
Rivedo nella mia mente i momenti passati insieme e non posso credere che, dopo
mesi e mesi, domani lo rivedrò.


NOTE:
Con ogni probabilità siete arrabbiate, mi dispiace, so che non mi faccio sentire da due mesi ma ci sono stati degli inconvegnienti in queste vacanze ed è per questo che non ci sono mai, questo capitolo l'ho scritto di getto e non l'ho ricntrollato perché è davvero da tanto che vi faccio aspettare e non mi andava di indulgiare oltre.
PS: ho scritto anche una flash-fiction e mi farebbe molto piacere se qualcuno di voi le desse un'occhiata e mi dicesse cosa ne pensa.
Detto ciò, spero che il capitolo vi piaccia, mi raccomando commentate, votate e soprattutt leggete!

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