Love is a force you can't control

di Little D
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Yes I am ***
Capitolo 2: *** After 7 years ***
Capitolo 3: *** Let's make a deal ***
Capitolo 4: *** Talking on the roof...again ***
Capitolo 5: *** He did it again ***
Capitolo 6: *** We're old friends ***
Capitolo 7: *** I can't give up on you ***
Capitolo 8: *** What can I do to show you I'm sorry? Make me happy ***
Capitolo 9: *** The perfect night ***
Capitolo 10: *** You don't deserve this ***
Capitolo 11: *** I feel something for you ***
Capitolo 12: *** Stay with me, please ***
Capitolo 13: *** Not sex, just love ***
Capitolo 14: *** Changes ***
Capitolo 15: *** Lost ***
Capitolo 16: *** Another goodbye ***
Capitolo 17: *** Love Is A Force You Can't Control ***



Capitolo 1
*** Yes I am ***


Eccomi qui con questa nuova storia, è la seconda parte di "Believe in me" e troveremo di nuovo Joe e Daphne.
Spero di riuscirvi a fare emozionare con questa nuova storia, ci tengo parecchio e farò il possibile per scriverla al meglio.


 

1- Yes I am



 

 

Una forte luce abbagliante colpì Daphne, quella luce fu l'ultima cosa che vide prima di aprire gli occhi di scatto e accorgersi che era nella sua camera da letto, ennesimo incubo che le ricordò l'incidente avvenuto 7 anni fa, quando perse la sua migliore amica Chelsea. Erano frequenti, non la lasciavano riposare da un paio d'anni ormai, forse di più, aveva perso il conto delle notti passate in bianco.
Sospirò per calmarsi e cercare di mandare via quei brutti ricordi, era sdraiata sul letto con le braccia appoggiate sopra la pancia, coperta da un leggero lenzuolo bianco. Girò leggermente la testa verso sinistra per vedere se suo marito Ben stesse dormendo, era immerso in un sonno profondo e neanche le cannonate lo avrebbero svegliato, contando soprattutto che era andato a dormire alle 5 del mattino, ne era sicura perché lo aveva sentito rientrare e buttarsi sul letto ancora vestito.
Daphne si alzò togliendosi di dosso il lenzuolo e si infilò in bagno, si lavò la faccia velocemente e poi si spostò in cucina per prepararsi il caffè, diede uno sguardo all'orologio appeso al muro, erano già le 6.30 di domenica mattina, anche quando tutti erano in festa lei doveva lavorare, più che altro lo doveva fare per le promozioni, se così potevano definirsi, voleva avanzare di livello e inoltre meno stava dentro quella casa meglio era.

Uscì dal vagone della metro e salì in strada, era in pieno centro, nonostante fosse molto presto le persone camminavano a passo veloce e in modo frenetico, stranamente anche di domenica, New York era sempre stata una città caotica, a qualsiasi ora del giorno e in qualsiasi periodo.
Attraversò parte di Central Park e arrivò di fronte al Ritz-Carlton Hotel, si infilò in un piccolo vicoletto a fianco del grosso edificio ed entrò dall'entrata di servizio, percorse un lungo corridoio e arrivò davanti ad una piccola guardiola
salve Cliff” salutò l'uomo che era dietro alla guardiola, aveva circa 50 anni, di colore, con capelli brizzolati e dei baffetti sempre molto curati, lavorava lì da circa 30 anni, era il capo della sicurezza, conosceva ogni angolo dell'hotel, non gli sfuggiva nulla, era un uomo gentile e generoso, bastava non farlo arrabbiare
buongiorno Daphne, non avevi il turno di pomeriggio oggi?”
in teoria sì, però devo fare gli straordinari per candidarmi alla promozione” rispose Daphne timbrando il cartellino, poi si spostò verso gli spogliatoi
ehi Mercedes, non credevo di trovarti qui” disse la mora posando la borsa in un armadietto
beh dovrò pur dare da mangiare ai miei bambini” rispose ridendo la donna, a Daphne sembrava un robot a volte, era una donna dalle mille risorse e quasi instancabile, era una donna molto grossa, di colore, con capelli neri come la pece, lavorava continuamente per poter sfamare i suoi 4 bambini, l'unica cosa positiva nella sua vita insieme a suo marito, Daphne ha sempre considerato Mercedes e suo marito il simbolo del vero amore, nonostante i problemi economici si amavano alla follia ed erano pronti ad affrontare tutto assieme “tu invece come mai qui?” continuò la donna
turno in più, cerco di raggiungerti ai piani alti dell'hotel, anche se fare la cameriera ai primi piani o agli ultimi non ha molta differenza, lo stipendio e le mance sono leggermente più alte” cameriera di hotel, l'aspirante scrittrice era riuscita soltanto ad avere un posto come cameriera, i sogni erano stati di nuovo sepolti.

Dopo aver lavorato tutta la mattina, Daphne si sedette sulla panchina degli spogliatoi per gli impiegati
Mercedes andiamo a pranzo?”
certo bambola, solito posto?” la ragazza annuì e si alzò
signorina Moore può venire un attimo?” disse il direttore spuntando dalla porta, la mora si alzò e lo seguì nel corridoio
mi dica”
so che lei mi ha chiesto di essere trasferita a fare servizio agli ultimi piani dell'hotel, però lei capisce che è molto giovane, ha poca esperienza, è qui solo da un anno e ci sono altre cameriere che si meritano il posto, oltretutto agli ultimi piani spesso abbiamo ospiti di riguardo e dobbiamo mantenere un certo rigore”
certo capisco” annuì demotivata
ma ho anche notato il suo lavoro negli ultimi mesi, è stata impeccabile, quindi potrei darle una possibilità”
dice davvero?”
questo pomeriggio si occuperà dell'ultimo piano, avremo un nuovo ospite, dovrà preparare la sua stanza” Daphne sorrise
certo, non se ne pentirà”
benissimo, la lascio al suo pranzo”
grazie signore” Daphne tornò sorridente da Mercedes “Mercedes oggi si festeggia, l'ultimo piano è mio” rise uscendo dall'hotel.

Camera 314, una delle suite più costose dell'hotel Ritz ed era riservata esclusivamente a vip e personaggi altolocati
Mercedes sai chi sarà ospite della suite?” chiese Daphne sistemando per bene le coperte del letto
precisamente no, so solo che lavora nel mondo della musica, sarà un produttore, un cantante o comunque uno con la testa montata” rispose la donna finendo di sistemare gli ultimi dettagli della stanza
a te non stanno molto simpatici i cantanti o gli attori vero?”
no, è solo gente piena di soldi, comunque sento delle voci, sbrighiamoci” nella stanza entrarono il direttore dell'hotel e l'ospite tanto atteso, accompagnato da due grossi uomini della sicurezza.
Daphne chiuse la porta della camera e a capo basso attraversò il salotto, non alzò gli occhi nemmeno per un momento, era sempre stata di natura estremamente timida e aveva paura di poter fare figuracce o combinare guai nel suo giorno di prova, di fretta uscì dalla stanza mentre il direttore elogiava la meravigliosa suite.
Si chiuse la porta alle spalle e fisso per un attimo il corridoio
Daphne stai bene?” chiese la collega guardandola
s-sì sì, solo una strana sensazione, non ti preoccupare” riprese a camminare per continuare il suo lavoro. Entrò in un'altra stanza per prendere tutti gli indumenti destinati alla lavanderia, li mise in un grosso cesto ed uscì, scese al piano di sotto dove vide un'altra cameriera
dammi i vestiti, tu porta gli asciugamani nella 201” Daphne annuì e prese gli asciugamani, percorse il lungo corridoio arredato in modo classico ed elegante, nel momento in cui passò di fronte all'ascensore le porte si aprirono, girò per un momento lo sguardo e notò un ragazzo che la stava fissando, i loro sguardi si incrociarono per qualche secondo, poi vennero divisi dalle porte dell'ascensore che si richiusero.
Gli asciugamani caddero dalle mani della giovane cameriera che continuò a fissare un punto vuoto
Daphne ma cosa fai!” chiese Mercedes raccogliendo gli asciugamani, ma non ricevette risposta “Daphne stai bene? Sei pallida, che hai?”
Ho...ho bisogno di sedermi” le due cameriere si spostarono al piano terreno e tornarono nello spogliatoio, lì trovarono Ginny, un'altra ragazza che lavorava lì come cameriera, poco più grande di Daphne, scettica in fatto di uomini, si era ripromessa di non avere più storie serie dopo il suo matrimonio fallito durato poco più di un anno
che cosa succede?” chiese facendo sedere la cameriera più giovane
non lo so, non risponde, è pallida, non parla” spiegò la donna di colore
Daphne che hai?” la scrollò leggermente l'altra, la mora mosse lo sguardo velocemente guardando le sue due colleghe
l'ospite...l'o-ospite” balbettò tremante
spiegati meglio”
l'ospite della suite” sussurrò con un filo di voce
che ha? Cos'ha fatto?”
è Joe” ammise guardando terrorizzata gli occhi delle due cameriere, le quali sapevano tutta la storia nei minimi dettagli, ormai conoscevano Joe anche se non lo avevano mai incontrato “è Joe, è lui, l'ho visto” ripeté ansimando per poi scoppiare in un forte pianto, Ginny la abbracciò stringendola
lui ti ha vista?”
io..i-io credo di sì, ci siamo guardati”
magari ti sei sbagliata, sono passati 7 anni, siete cambiati entrambi”
io non lo so, sembrava lui, sì era diverso, aveva la barba, gli occhiali da sole, non so come siano gli occhi”
magari ti sei sbagliata, hai solo immaginato di vederlo” Daphne cominciò a calmarsi leggermente, cominciò ad auto convincersi che fosse solo la sua immaginazione e dopo essersi ripresa svolse le sue ultime mansioni prima di finire il turno.

Si cambiò e prima di tornare a casa andò al bar dell'hotel, si sedette su uno sgabello e aspettò il barista
ehi Daphny, cosa ti offro questa sera?”
solito martini Ed”
ma non cambi mai” rise lui cominciando a preparare il drink, ogni sera si fermava al bar a fare due chiacchiere con Ed, un ragazzo della sua stessa età, che ogni sera le offriva gentilmente qualcosa da bere, prese il bicchiere, ci mise un'oliva dentro e lo porse alla ragazza
grazie” sussurrò lei prendendone un sorso
oggi ti vedo più stanca del solito, giornata pesante?”
in un certo senso” si limitò a rispondere sorseggiando ancora il suo cocktail
beh sarai stanca, ma fai ancora le tue conquiste” la ragazza alzò lo sguardo confusa
cosa?”
c'è un ragazzo lì al ristorante che ti sta letteralmente mangiando con gli occhi” Daphne si girò lentamente e il panico ritornò, non si era sbagliata, era proprio lui, l'amore della sua vita, Joe Jonas era al ristorante dell'hotel Ritz che si gustava la sua cena, era cambiato certo, era più muscoloso, capelli molto più corti, una barbetta ispida gli ricopriva la mascella, ma quegli occhi erano sempre gli stessi, intensi e color nocciola, era vestito in modo molto elegante ed era insieme ad un uomo a prima vista molto più vecchio di lui, con una mano si allentò il nodo della cravatta, mentre continuava a fissare incredulo la ragazza, la quale si rigirò verso Ed
scusa Ed, devo scappare” disse nervosamente alzandosi, recuperò la borsa e velocemente si diresse verso l'uscita di servizio.
Si appoggiò al muro, era ansimante e spaventata, cercò di riprendere a respirare in modo normale, ma quel ragazzo, anche dopo 7 lunghi anni, era capace di farle venire gli attacchi di panico, le aveva spezzato il cuore, l'aveva distrutta.
Dopo qualche minuto decise di iniziare ad avviarsi verso casa, ma in lontananza vide una figura avvicinarsi, la camminata era la stessa, la mora tentò di scappare, ma non aveva vie di fuga.
Per il nervosismo aprì la borsa, afferrò il pacchetto di sigarette e se ne accese una, aspirò nervosamente il fumo e poi espirò. Il ragazzo, ormai abbastanza vicino, si fermò e la guardò
scusami, credevo fossi una persona che conosco, ma so che lei non fuma, ti ho scambiato per un'altra mi dispiace” si girò e fece per tornare indietro
aspetta!” lo bloccò la ragazza, il perché non lo sapeva neanche lei, lo aveva evitato, non lo voleva incontrare di nuovo, avrebbe potuto lasciarlo andare e invece “sono io”
Daphne?” chiese lui guardandola per bene
sì, sono io, ciao Joe”. 


Primo capitolo postato!
Scusate per la lunghezz
a, è parecchio corto, ma migliorerò.
Ovvi
amente voglio avere le vostre opinioni, 
spero vi si
a piaciuto,
ci sono nuovi person
aggi e le vecchie conoscenze,
ho bisogno delle recensioni perché siete voi che mi invogli
ate ad andare avanti.
Bene vi l
ascio....non siete sconvolti vero? ahahah
Un b
acio Debby!

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Capitolo 2
*** After 7 years ***


In ritardo come sempre,
ma ci sono! Anche se non sono a casa mia
sono riuscita comunque a scrivere qualcosa,
ovviamente uno schifo come il resto....maaaaa spero vivamente vi piaccia. 


 

2- After 7 years





 

I due restarono a guardarsi in modo sfuggente per parecchi minuti, seduti al bancone del bar dell’hotel Carlton-Ritz, sotto lo sguardo curioso di Ed
“sai non pensavo proprio di trovarti qui” mormorò Joe con la voce incerta, e chi avrebbe pensato di trovarla qui? Nemmeno lei stessa si sarebbe mai immaginata di finire lì
“beh e io di trovare te qui, alla fine sei riuscito a fare carriera” almeno uno dei due era riuscito a combinare qualcosa nella vita
“diciamo che mi sono dato da fare, ora sono un cantante affermato”
“infatti ti credevo a Los Angeles”
“beh si, ma per un po’ starò qui a New York per vari impegni”
“per un po’ quanto?” chiese lei con il cuore in gola, non sapeva se avrebbe resistita per molto alla sua presenza
“di preciso non lo so ancora, potrebbe essere una settimana, come un mese” già una settimana sarebbe stato troppo “devo promuovere il nuovo CD che uscirà a breve, organizzare eventi pubblicitari e cose di questo genere” una ventata di gelosia colpì Daphne, si sentì di nuovo la ragazza inferiore a tutto e a tutti e questa volta anche in confronto a lui, cosa che non le era mai capitata, si era sempre sentita a suo agio in sua presenza “tu invece come stai? I tuoi racconti?” chiese lui con sguardo strano, quasi speranzoso di avere buone notizie
“te li ricordi ancora?” chiese lei con mezzo sorriso
“come poterli dimenticare?”
“beh ecco….” Che dirgli? La verità e sembrare la solita buona annulla? Almeno con lui voleva fare una buona impressione “ho abbandonato il college e i miei racconti per seguire altri obiettivi” si affrettò a dire guardandosi le mani, Joe si sistemò meglio sulla sedia e la fissò curiosa
“davvero? Racconta”
“mmm da dove cominciare, forse dalla novità più importante” Daphne posò la mano sinistra sul bancone e mostrò l’anello che aveva all’anulare e che si stava rigirando nelle mani per il nervosismo, un anello molto semplice, una piccola fede color argento “mi sono sposata” a quelle parole Joe sgranò gli occhi, Daphne aveva lanciato una vera e propria bomba
“c-cosa?” balbettò scioccato afferrando il suo bicchiere che aveva davanti a se, e bevve un grosso sorso di jin
“mi sono sposata” ripeté lei alzando la voce per farsi sentire meglio
“ho capito, e chi è? Quando è successo?” chiese guardandola negli occhi
“si chiama Ben…cioè Benjiamin, ci siamo conosciuti al college circa 3 anni fa, diciamo che mi ha salvata da una brutta situazione e 7 mesi fa abbiamo compiuto il grande passo”  spiegò lei forzando un grosso sorriso
“oh wow…ma aspetta, da che situazione ti ha salvata?” replicò Joe con tono preoccupato, i primi anni del college sono stati davvero duri e Daphne ha tenuto duro per il primo anno e mezzo, poi però si lasciò andare e mandò all’aria tutto ciò per cui aveva duramente lavorato, sino al giorno in cui incontrò Ben
“nulla, è solo che dopo la tua partenza e dopo quello che è successo a Chelsea, le cose non sono state facili”
“ah giusto, Chelsea….” Joe sospirò cupo “ mi dispiace per ciò che è successo, sai quando dicono che la vita è una merda” Daphne lo guardò confusa
“tu lo sai? Avevo detto a Nick…”
“so cosa avevi detto a Nick” la interruppe “ma alla fine ho scoperto tutto e non capisco il perché tu mi abbia tenuto all’oscuro di tutto quanto, hai rischiato la vita, credevo di essere importante per te” urlò quasi, furioso
“non è questo il punto ora”
“e quale sarebbe sentiamo”
“tu sapevi tutto Joe! Sapevi cos’era successo a Chelsea e cosa era successo a me e non hai fatto neanche una telefonata, neanche un messaggio, niente di niente” ringhiò delusa
“l’ho saputo dopo 3 mesi, che avrei dovuto fare? Credevo non ne volessi più sapere di me per avermi nascosto una cosa del genere”
“lascia stare Joe, devo andare, Ben mi starà aspettando” prese la grossa borsa appoggiata a terra e si alzò dallo sgabello
“Daphne aspetta un attimo” Joe la prese per il braccio in una debole presa
“sai Joe, credevo fossi importante per te” sibilò la ragazza con tono pieno di delusione e poi scivolò via dalla presa del ragazzo e si avviò verso l’uscita, amareggiata.

Prese posto in metropolitana, si mise la borsa sopra le gambe e cominciò a fissare il vuoto pensando, aveva appena rivisto l’amore della sua vita, non era affatto pronta, però si era fatta coraggio e ci aveva parlato, ma nonostante i suoi sforzi, Joe le aveva fatto nuovamente male, le aveva inferto un nuovo colpo al cuore a distanza di 7 anni e a questo era ancora meno preparata e non voleva prepararsi, era costretta a rinunciare all’avanzamento di carriera per il suo bene.
Tornò a casa, accese la luce e trovò la casa vuota, ovviamente Ben non era ancora tornato, si era sempre chiesta dove fosse e cosa facesse alla domenica, in fondo non lavorava.
Buttò la borsa sopra il letto e poi si sdraiò a pensare, ripensò a Joe, sapeva sarebbe stato il suo pensiero fisso per tutta la notte e non voleva accadesse anche domani e i giorni seguenti, doveva darci un taglio e resistere alla sua parziale presenza. Le si era chiuso lo stomaco, sapeva che suo marito sarebbe tornato a notte inoltrata, quindi decise di andare a dormire senza preparare nulla da mangiare.

Il giorno dopo prese il necessario per affrontare la giornata e uscì lentamente dalla camera
“Daphne!” sentì, si girò verso il letto
“dimmi Ben”
“dove stai andando?” chiese quasi sospettoso con la voce impastata per il sonno
“dai bambini, poi devo tornare in hotel”
“ah” mormorò lui facendo cadere la testa sul cuscino “buona giornata”
“grazie” Daphne sorrise e uscì dalla stanza, dirigendosi di corsa in un piccolo edificio che aveva la funzione di scuola materna del quartiere, nelle sue mattinate libere Daphne si dedicava ad un gruppetto di bambini, li amava e le davano un motivo per sorridere e non pensare, varcò la soglia sorridendo e guardandosi attorno,  quando venne scontrata da una piccola furia
“Gabriel non correre!” urlò lei ad un piccolo bambino che si era fatto strada con poca eleganza.

La mattinata era stata tranquilla, a parte le solite urla, era ora di tornare al Ritz Hotel e così Daphne si precipitò alla stazione della metropolitana e in pochi minuti arrivò.
Si infilò subito la sua divisa azzurra, imboccò l’uscita dello spogliatoio e si diresse verso un lungo corridoio dove incontrò Ginny che le corse incontro tutta agitata
“ieri hai parlato con Joe?” chiese velocemente
“e tu come fai a saperlo?”
“me l’ha detto Ed, allora? Che vi siete detti?” Daphne riprese a camminare
“niente di che”
“come niente di che? Ed mi ha detto che è stata una discussione parecchio accesa”
“tu dai troppo ascolto agli altri, abbiamo leggermente discusso, sapeva che cosa mi è successo 7 anni fa e non ha fatto lo sforzo di farsi sentire per chiedermi come stavo, non gli è mai importato di me”
“beh Daphne, c’è da dire che tu l’hai volutamente tenuto all’oscuro di tutto” sbottò Ginny, Daphne si fermò e la guardò
“se tu venissi a sapere che un tuo caro amico ha rischiato la vita mesi fa, nonostante lui non ti abbia detto niente, non avresti voglia di sentirlo per chiedergli come va? O resteresti arrabbiata con lui?”
“beh ecco…sì vorrei almeno sapere se sta bene o meno”
“ecco lui non ha fatto neanche quello, è letteralmente scomparso” la ragazza riprese a camminare più in fretta andando verso l’ufficio del direttore
“dove stai andando?!” chiese Ginny rimasta indietro
“da Mr Smith!” urlò prima di scomparire dietro l’angolo del corridoio.

Arrivò di fronte ad una porta di legno, dipinta di bianco, molto elegante, in stile con il resto dell’arredamento. La giovane cameriera bussò timidamente alla porta e subito ricevette l’invito ad entrare
“Mr. Smith, le posso parlare un attimo?”
“signora Moore, prego si accomodi”
entrò e si chiuse la porta alle spalle, andando a sedersi su un’elegante sedia di pelle nera, posta davanti ad una grossa scrivania di marmo bianco “mi dica? La vedo preoccupata, è successo qualcosa?”
“no no, volevo solo parlarle del mio nuovo lavoro all’ultimo piano” il direttore posò la penna con cui stava scrivendo e si concentrò sulla sua dipendete
“anche io le volevo parlare proprio di questo”
“le dispiace se prima parlo io?”
“certo certo, mi dica pure”
“io so che offrendomi questa opportunità mi ha dato una grossa occasione, ma io non credo di essere tagliata, non penso di essere pronta” o meglio non pensava, anzi era sicura di non essere pronta ad affrontare Joe per un mese intero “potremmo riparlarne tra un mese magari” Daphne si morse un labbro sperando di aver convinto il suo superiore
“mmmh” mormorò il signor Smith “forse sarebbe stato meglio se avessi parlato prima io” la ragazza lo guardò confusa
“mi scusi?”
“beh ecco, proprio questa mattina ho parlato con il signor Jonas, non mi è mai capitata una situazione del genere, però mi è stato riferito dallo stesso ospite che spera di rivederla” Daphne sbarrò gli occhi imprecando contro Joe nella sua testa
“in che senso mi scusi?”
“non so neanche io, lei conosceva già il signor Jonas” gola secca e crisi di panico
“ehm no…mi ricorderei un personaggio del genere”
“io non so come comportarmi, lei sa che il cliente deve essere sempre accontentato e inoltre so che ha svolto un  ottimo lavoro, lei è sicura di ciò che mi ha detto poco fa?” la mora ci pensò su
“io…io credo di sì”
“senta, perché non ci pensa e poi alla fine del suo turno mi darà  una risposta?”
“mmh ok”
“ci pensi su, sono soddisfatto di come si sta impegnando”
“la ringrazio, ora devo tornare al lavoro”
“certo, buon lavoro signora Moore” Daphne lo ringraziò con un sorriso e un cenno della testa ed uscì dall’ufficio, pensando ai mille modi per uccidere Joe.

E' corto, è brutto e voi mi ammazzerete,
ma ricordate che posso migliorare, 
risparmiatemi ahahahah
Grazie alle 5 recensioni al primo capitolo.
Vi adoro!
Un bacio Debby!

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Capitolo 3
*** Let's make a deal ***


Ok, questa volta non ci ho messo tanto, siate clementi.
Vi ringrazio per le recensioni, 9 recensioni per due capitoli è già un grosso traguardo.
Spero di coinvolgervi ancora di più nella storia!


 

3- Let's make a deal



 

 

Daphne si diresse a passo svelto verso la Suite 314, avrebbe dovuto fare un milione di cose, ma doveva chiarire questa situazione al più presto. Arrivò di fronte all’elegante porta di legno bianca, passò la scheda magnetica nella serratura e aprì, entrando con poca esitazione. Si guardò attorno ma non vide nessuno, solo poche valige appoggiate nel corridoio
Joe” sussurrò, il coraggio di prima si stava affievolendo sempre di più, nessuna risposta, cominciò ad aggirarsi per il salone della stanza e si addentrò in una delle camere da letto, intatta, evidentemente non è lì che dormiva l’ospite, si avvicinò alla porta della seconda camera da letto, aprì lentamente la porta e lo scorse in piedi di fianco al letto, che si infilava una giacca di pelle nera.
Daphne spalancò energicamente la porta
Joseph Adam Jonas!” urlò avvicinandosi
Emily Daphne Moore, a cosa devo la tua visita? Come hai fatto ad entrare?”
sono la cameriera di questo piano, ho la chiave di tutte le stanze”
mmmh dovrò assicurarmi di non farti più entrare, a giudicare dal tuo sguardo non hai buone intenzioni” commentò lui ironico con un piccolo sorriso sulle labbra
perché hai parlato con il direttore dell’hotel di me?”
che c’è di male? Non ho mica detto cose negative? Ti ho fatto licenziare o ti ho creato dei problemi?”
no…cioè sì, crede che io e te ci conosciamo e che tu mi vuoi come cameriera personale” ringhiò lei mimando le virgolette con le dita per le ultime due parole
beh ma è vero” pronunciò Joe con poca attenzione, mentre afferrò i suoi occhiali da sole dal comodino
cosa?”
è vero che ci conosciamo giusto? Mi sembra di essere stato il tuo vicino di casa per parecchi anni e poi non ti voglio come cameriera personale, non so neanche come interpretare questo termine, ma ti conosco abbastanza e ieri eri tremendamente a disagio con me” Joe si avvicinò e guardò Daphne negli occhi, la ragazza sospirò e si rese conto della realtà della situazione
anche tu lo eri”
è vero, ma come puoi biasimarmi? Sono passati 7 anni e non pensavo di trovarti qui, mi hai colto alla sprovvista, solo che conosco la tua inclinazione a scappare di fronte a queste situazioni”
cosa intendi dire?”
avevo paura lasciassi il tuo lavoro per colpa mia e non voglio che accada” Daphne spalancò gli occhi, non credeva che quel ragazzo potesse conoscerla ancora così a fondo dopo tutto quel tempo “ho ragione vero?” continuò lui, la ragazza annuì abbassando lo sguardo
volevo farlo questo pomeriggio, ma il signor Smith mi ha detto che vi siete parlati e mi ha detto di pensarci, questa sera dovrò dargli una risposta” Joe assunse un’aria pensierosa
mmh a che ora finisci il tuo turno?”
alle 6, perché?”
io ora devo scappare, dopo che hai finito che ne dici se parliamo un attimo? Senza la tensione di ieri, come facevamo sul tetto anni fa, ne ho bisogno e non voglio che tu rinunci al tuo lavoro per me hai capito? Poi darai la tua risposta al signor Smith, che ne dici?” Daphne si morse il labbo riflettendo “perfetto” finì la frase Joe senza aspettare una risposta ed uscì dalla sua stanza, la mora lo seguì
io non ti ho risposto, aspetta un attimo”
se non arrivo in tempo aspettami, cercherò di fare il più in fretta possibile” detto questo scomparve dietro le porte dell’ascensore. La giovane cameriera rimase perplessa al centro del corridoio, ripensò alle parole di Joe, le aveva ricordato il tetto su cui si erano fermati a parlare per tanto tempo e al ricordò le scappò un piccolo sorriso, poi ritornò seria pensando alla nuova conversazione che avrebbe dovuto affrontare con lui.
Si avviò di fretta verso una delle stanze, era in ritardo sulla tabella di marcia, cominciò a rifare il letto, a cambiare gli asciugamani e a ripulirla velocemente, poi uscì e richiuse la porta
Daphne eccoti, ti ho cercata ovunque, cosa dovevi dire al signor Smith?” chiese Ginny con un leggero tono preoccupato
nulla di così importante”
oddio, credevo volessi licenziarti” sospirò l’altra cameriera, portandosi una mano sul petto
ma perché anche tu pensi questo?” ribatté con tono acuto
chi è che lo pensa?”
beh…anche Joe”
ci hai parlato di nuovo? Quando? Che vi siete detti?”
prima lo sono andato a cercare perché so che ha parlato con il signor Smith”
mmh e che gli ha detto?”
anche lui aveva paura che mi licenziassi e ha chiesto al signor Smith di impedirmi di farlo”
tu lo volevi fare?” chiese sospettosa Ginny
no, licenziarmi no, volevo solo tornare al mio vecchio piano, di certo lo avrei visto di meno”
oh andiamo Daphne, non scappare, affrontalo, esprimi la tua rabbia verso di lui e ti sentirai meglio”
mmh dici?”
sì, poi non mi hai ancora detto che cosa vi siete raccontati ieri sera al bar”
cosa dovremmo esserci raccontati? Gli ho detto che sono sposata e gli ho raccontato di Ben”
e lui come l’ha presa?” Ginny sgranò i suoi occhi verdi
non lo so, credo sia stato sorpreso, non se l’aspettava”
ma di Ben gli hai detto proprio tutto tutto?”
proprio tutto no, mi sono limitata a dire ciò che ha fatto per me quando l’ho conosciuto e che l’ho sposato”
e il fatto del college, del motel, delle conoscenze varie no?”
non credo siano cose su cui valga la pena soffermarsi”
non vuoi dirgli di come ti ha trattata e di come ti tratta tutt’ora? Io credo debba saperlo?”
e perché mai? Per vedermi di nuovo come quella che ha sempre bisogno di aiuto? Per favore Ginny, lasciamo stare”
Daphne io non sto scherzando, non parlarne a lui, ma tu devi fare qualcosa, sai ciò che ti meriti e lo so persino io che ti conosco da un anno, forse neanche” Daphne sbuffò spazientita
questa sera io e Joe parleremo, ma non accennerò nulla sul fatto di Ben e della mia vita privata, lui ne è uscito tempo fa e non voglio che rientri, fa male vederlo, non voglio pensare a come sarebbe se facesse parte di nuovo della mia vita ok?” ringhiò furiosa ritornando al lavoro.

Le 17.45 di quel lunedì pomeriggio abbastanza sereno, il sole cominciava a calare dietro i grattacieli di New York, tra un paio d’ore sarebbe venuta la sera e a Daphne cominciava a salire la paura, fissava nervosamente l’orologio mentre riponeva la biancheria sporca in lavanderia.
Finito il turno si diresse verso lo spogliatoio, si liberò in fretta della divisa, si sistemò per bene e poi salì nella hall, diede una sbirciata alla bacheca della chiavi, la 314 era lì al suo posto, capì che Joe non era ancora rientrato, così la ragazza andò al bar per concedersi il suo solito martini e ne approfittò per rilassarsi
ehi Daphne, il solito?” chiese Ed girandosi verso le bottiglie del bar
sì grazie” la ragazza prese posto ad uno degli sgabelli del bancone, di fianco aveva un uomo di mezza età che indossava un completo molto elegante grigio, forse in attesa della sua dolce metà
ecco qui” il giovane barista porse il bicchiere alla ragazza “tutto ok? Sembri un po’ spaesata e confusa” Dahne afferrò il bicchiere e scosse la testa
tutto ok, solo un po’ di stanchezza, non vedo l’ora di tornare a casa” anche se non era del tutto vero, voleva riposarsi certo, ma in un posto tranquillo e rilassante, casa sua non era propriamente così
ma senti, chi era quel tipo con cui parlavi ieri?” Ed assunse un’aria curiosa e si appoggio con le braccia conserte sul bancone del bar per avvicinarsi di più a Daphne, in modo da farsi sentire solo da lei
nessuno, una vecchia conoscenza” rispose con tranquilla sorseggiando il suo drink
ed è ospite dell’hotel? Non mi sembra di averlo mai visto qui in giro”
sì, alloggia qui da ieri, sai Ed sei davvero troppo curioso” sorrise Daphne guardandolo “potevi evitare di dire tutto a Ginny” il ragazzo arrossì di colpo e si tirò su con la schiena
scusami, non volevo farmi gli affari tuoi, è solo che quando parlavi con lui avevi un’espressione strana, paura, tensione, rabbia ma alla fine anche sollievo e felicità, volevo solo capire”
felicità?” chiese Daphne confusa
beh sì, quando abbassavi lo sguardo sulle tue labbra si vedeva un sorriso, forse involontario” era sicuramente involontario, ieri era sicura di essere arrabbiata, anzi furiosa. Diede uno sguardo veloce all’orologio, le 18.10, Joe sarebbe già dovuto rientrare
Ed scusa ma devo scappare” finì l’ultimo sorso di martini in fretta “grazie ancora, a domani”
a domani Daphne”.

Daphne si trovò di nuovo di fronte alla porta bianca numero 314, questa volta niente tessera magnetica, si guardò nervosamente attorno, il corridoio era pressoché deserto, solo qualche cliente che rientrava nella stanza. Si decise e bussò aspettando una risposta, dopo qualche secondo la porta si aprì
eccoti qui, credevo non saresti venuta, sono quasi le 18.30” Joe le fece spazio e la mora entrò con lo sguardo basso
scusa, sono andata a prendermi una boccata d’aria”
a fumarti una sigaretta scommetto” sbottò lui richiudendo la porta, Daphne spalancò gli occhi e alzò lo sguardo, solo allora si accorse che il ragazzo che le stava di fronte indossava solo un asciugamano attorno alla vita ed aveva i capelli umidi
e anche se fosse? A te che importa?” chiese irritata, cercando di distrarsi dall’abbigliamento poco formale
se non sbaglio tu eri quella che odiava il fumo e che diceva che non avrebbe mai iniziato a fumare”
beh anche tu fumi, cosa cambia da te a me?”
cambia che io ho smesso grazie a te e tu non avresti dovuto iniziare” Daphne lo guardò a bocca aperta, lui aveva smesso ed era stata proprio lei a incoraggiarlo, si ricordò di come teneva al fatto che lui smettesse di fumare, odiava quando lo faceva e alla fine ci era riuscito, ma ora era caduta lei in quel tunnel di fumo
ti stavi facendo la doccia, ti ho disturbato?” chiese tentando di cambiare discorso
no tranquilla, mi cambio e sono subito da te” scomparì dietro la porta della camera da letto, per la prima volta Daphne si era resa conto di quanto fosse cambiato Joe, più alto, capelli nettamente più corti, il viso più da uomo e la mascella ricoperta da una barbetta ispida che gli conferiva un’aria da duro, per non parlare dei muscoli notevolmente aumentati e Daphne aveva appena avuto l’occasione di ammirarli in tutto il suo splendore, era decisamente diventato un uomo, un uomo bellissimo.
In pochi minuti ritornò, indossava un paio di jeans, una maglietta bianca e scarpe da ginnastica
sei rimasta in piedi? Siediti, credo tu conosca meglio di me questa stanza” Daphne sorrise e si sedette al tavolo nel grosso salone, Joe le si sedette di fronte e la guardò
come stai?” domanda insolita da parte di Joe secondo Daphne
credevo dovessimo parlare del mio lavoro” disse secca la cameriera
beh non ci vediamo da 7 anni, mi sembra lecita la mia domanda”
forse avresti dovuto chiedermelo prima” nel tono di Daphne comparve un velo di acidità
in che senso? Che c’è che non va?” lei sospirò
nulla, non ho voglia di litigare, sono troppo stanca”
tu credi che io ne abbia voglia, sono qui per parlare pacificamente”
beh sto bene”
Daphne che ti prende? Ce l’hai con me? Che ti ho fatto” la ragazza restò a torturarsi le mani, indecisa se sputargli tutto in faccia o trattenersi e fingere, si ricordò delle parole della sua collega, Ginny “oh andiamo Daphne, non scappare, affrontalo, esprimi la tua rabbia verso di lui e ti sentirai meglio” così prese coraggio con un grosso respiro e lo guardò
come fai a chiedermi se ce l’ho con te? Perché in 7 anni non mi hai fatto quella stupidissima domanda? Mi hai cancellata e basta, neanche quando hai saputo di Chelsea mi hai chiesto come stavo, non te lo sei domandato?”
Daphne, sei tu che mi hai cancellato, ho saputo dopo 3 mesi cosa ti era successo, dopo 3 fottutissimi mesi!” urlò quasi lui
e allora dopo che sei partito? Perché non mi hai cercata neanche una volta?”
ho avuto così tanto da fare, la mia vita era completamente cambiata, sono stato travolto da troppe novità tutte assieme, non riuscivo neanche a sentire la mia famiglia e poi quando chiedevo a Nick come stavi, lui rispondeva sempre con “sta bene” o in modo evasivo, credevo ce l’avessi con me e dopo aver scoperto dell’incidente ho creduto che tu non volessi più avere niente a che fare con me e a quanto pare non sbagliavo, ti ho dato tempo e tu hai solo preso le distanze” un pugno arrivò dritto nello stomaco di Daphne, tutti i torti Joe non li aveva e lei ne era consapevole, il senso di colpa la stava divorando e non sapeva che dire “ti ho pensata continuamente, ma non sapevo se cercarti, avevo paura, sapevo di averti delusa profondamente e non volevo farti ancora del male, lo leggo ancora nei tuoi occhi che stai male per colpa mia e non riesco a perdonarmelo”
anche io ti ho pensato tanto, ma avevo paura di scriverti e pensare a te, avevo paura di stare male, ma me ne sono fatta comunque da sola” sibilò lei con un filo di voce, dopo un momento di assoluto silenzio Joe tirò un grosso sospirò e la guardò
come sta Kat?” chiese con un sorriso
bene, ora sta dal padre”
e tua mamma?”
non ne ha voluto più sapere, io sono partita per il college e lei non riusciva a badare a Katlyn, non riusciva ad uscire come faceva prima e ha scaricato tutto addosso a mio padre, rimproverandolo di essere sempre scappato, e lui, contrariamente a quanto mi aspettassi, è stato felice di occuparsi di sua figlia. Ora lei ha 10 anni e ha un papà che le vuole bene, non vuole parlare mai della mamma, o almeno non con me”
e tu parli con i tuoi genitori?”
sento mio padre, soprattutto quando vado a trovare Kat, mia madre non spesso, ha la sua vita e io adesso ho la mia”
sanno che sei sposata?”
ma certo, non tengo mica nascosta una cosa del genere!” esclamò lei guardandolo
scusa, non arrabbiarti” calò di nuovo il silenzio imbarazzante, 7 anni forse troppo lunghi per riprendere il rapporto di prima
allora raccontami della tua nuova carriera” chiese la ragazza sforzando un dolce sorriso
beh è stato tutto molto inaspettato, la mia vita è cambiata totalmente, ora mi ritrovo a firmare autografi, a cantare di fronte a migliaia di persone, a fare ciò che mi piace in poche parole” Daphne lo guardò con un velo di invidia negli occhi, anche lei avrebbe tanto voluto fare quello che sognava da anni
ma io non ho ancora visto l’ombra di alcun fan, sei sicuro di essere così famoso?” rise lei con tono ironico, Joe le fece una smorfia in risposta
solo perché abbiamo cercato di tenere nascosta la notizia del mio soggiorno qui a New York e dobbiamo continuare così almeno per un paio di giorni, quindi ti pregherei di tenere la bocca chiusa” disse mettendosi l’indice davanti alle labbra in segno di silenzio
non si preoccupi signor Jonas, come impiegata di questo albergo non posso divulgare informazioni sugli ospiti, è la privacy” entrambi risero, si lasciarono andare come anni fa, due ragazzi spensierati, forse non era poi così tardi
sai Daphne, io non credo che tu debba rinunciare ai tuoi sogni solo perché ti sei sposata, so che questo era uno dei tuoi obiettivi, ora l’hai raggiunto, dovresti concentrarti su altro” la ragazza ritornò seria e picchiettò nervosamente le dita sul tavolo mordendosi un labbro
sono felice così, non mi serve altro” rispose frettolosamente
se lo dici tu” lui la guardò con un sopracciglio alzato, sapeva che stava mentendo spudoratamente
dovevamo parlare del mio lavoro giusto? Beh facciamolo, io non ho chiesto al signor Smith di licenziarmi, solo di spostarmi su un altro piano”
perché?”
non lo so, forse non sono ancora pronta a rivederti”
eppure sei qui, mi parli e sei tu che mi hai fermato in quel vicolo, avresti potuto evitarmi”
sì hai ragione….non so perché l’ho fatto” abbassò lo sguardo
facciamo così, tu resti a questo piano e io cercherò di essere meno invadente possibile, ti darò spazio e se vorrai mi cercherai tu, io sono qui, per ora non mi muovo” Daphne assunse un’aria pensierosa, poi tornò a guardarlo
va bene, si può fare, ma noi due non ci conosciamo, non voglio finire sotto i riflettori per colpa tua”
perfetto signorina Moore, anzi dovrei dire signora” precisò debolmente Joe guardando l’anello al dito della sua amica, la quale si alzò nervosamente
dovrei andare, si è fatto tardi” il ragazzo annuì e l’accompagnò alla porta
Daphne posso farti un’ultima domanda?”
dimmi”
perché hai cominciato a fumare?” lei sgranò gli occhi e pensò in fretta ad una risposta evasiva, ma non aveva molte vie di fuga
Joe per favore”
dimmelo ti prego”
io…io ho passato un brutto periodo, vedevo tutto nero e diciamo che il fumo mi ha dato modo di scaricarmi, posso dire che è merito delle sigarette se non faccio più del male a me stessa, sai che promessa mi sono fatta” ammise abbassando lo sguardo
non ti saresti più tagliata, ma lo stai facendo comunque, non ti fa bene”
non credo siano più affari tuoi”
Daphne sei cambiata così tanto”
beh….anche tu” la mora uscì di fretta dalla stanza, rifugiandosi nell’ascensore, eh sì, Joe era davvero cambiato, era diventato un uomo, un bellissimo ragazzo, intelligente e maturo, Daphne invece era solo che peggiorata, era diventata la persona orribile di cui ha sempre avuto paura.

Nel momento in cui Joe vide scomparire Daphne, chiuse la porta della stanza, ma venne bloccata da un piede, una giovane ragazza comparve sulla soglia
tu saresti?” chiese Joe scrutandole il viso, occhi verdi, capelli neri, volto sconosciuto
sono una collega di Daphne, mi chiamo Ginny” sussurrò guardando con sospetto il corridoio
desideri?”
vorrei parlarti di Daphne, posso entrare?” Joe annuì curioso e spaventato dallo strano comportamento della ragazza.

Daphne tornò a casa esausta, tirò un grosso sospiro di sollievo e andò in cucina, prese un grosso bicchiere di latte e lentamente si spostò nel piccolo salotto, notò la tv accesa e suo
marito seduto sul divano
dove sei stata?” chiese lui fissando lo schermo
a lavoro”
non sei mai tornata così tardi” Daphne trasalì, non credeva si ricordasse dei suoi orari e ovviamente non poteva accennargli di Joe
scusami, il signor Smith mi ha trattenuta, sai mi ha offerto una promozione” in quel momento si ricordò di essersi dimenticata di andare a parlare con il suo capo, lo avrebbe fatto domani mattina
che brava la mia Daphne”
grazie, vuoi qualcosa da mangiare?”
mmh fammi un panino” ordinò quasi lui senza spostare gli occhi dalla televisione.
La ragazza si trascinò in cucina e aprì il frigo prendendo tutti gli ingredienti necessari a preparare il sandwich, si era sposata, ma probabilmente lo considerava l’errore più grosso della sua vita, doveva solo rendersene conto.
 

Noioso vero??
Scusate, non so proprio fare di meglio.
Migliorerò è un
a promessa!
Se mi l
asciate qualche recensione migliore anche più velocemente ahahah
Un b
acio Debby!

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Capitolo 4
*** Talking on the roof...again ***


Saaaaalve!!! Sono di nuovo in ritardo, ma quando mai non lo sono?
Perdonatemi per lo schifo che vi sto per proporre, mi hanno messo ai lavori forzati (?) e quindi sono davvero stanca, 
ma avevo l'ispirazione e ho voluto pubblicare subito,
anche perché so che se aspetto ancora pubblicherò tra due mesi, quindi vi lascio al capitolo!


 

4- Talking on the roof...again



 

 

Daphne quel giorno rimase parecchi minuti a fissare il vuoto, mentre i suoi bambini giocavano tranquilli per una buona volta, aveva mille pensieri in testa, i problemi a casa, Ben, Joe, il lavoro, tutto, doveva fare ordine, ma non aveva idea di come riuscirci.
Si alzò lentamente e si diresse alla finestra, fissò il marciapiede poco trafficato e le macchine parcheggiate lì vicino, era davvero cambiata così tanto come aveva detto Joe? In meglio o in peggio? Sicuramente in peggio, lei poteva solo che peggiorare, migliorare non era nelle sue capacità, ne era sicura
maestra devo fare la pipì” piagnucolò un piccolo bambino, saltellando da una gamba all'altra
vieni” sussurrò Daphne con un sorriso prendendolo per mano e lo accompagnò in bagno.
Quando tornò nella piccola classe diede uno sguardo all'orologio, tra mezz'ora sarebbe dovuta essere in hotel, chiamò un'altra ragazza che prese il suo posto, salutò tutti i bambini e in fretta si diresse verso la metropolitana.
Sul treno aprì la sua borsa e ne tirò fuori un CD, quello che le aveva dato Nick dopo la partenza del fratello, quello che conteneva la canzone “Sorry” scritta per lei, non lo teneva in mano da parecchi anni, lo aveva rinchiuso in una scatola in fondo all'armadio per dimenticarsene, ma quella canzone risuonava ancora nella sua testa, precisa e nitida, in 7 anni non lo aveva mai dimenticata, come tutte quelle scritte dal ragazzo, ma per cercare di chiudere con Joe doveva restituirgli il CD e lo avrebbe fatto quel giorno.

Arrivò di fronte all'hotel Carlton- Ritz, aprì la porta di servizio e percorse il solito corridoio grigio, arrivò di fronte alla guardiola di sicurezza e timbrò il cartellino
ehi Daphne, non saluti più?” rise Cliff, la ragazza lo guardò sbattendo distrattamente le palpebre
oh scusami Cliff”
stai bene? Sembri un po' confusa”
oh sì sì, sai credevo di essere in ritardo” si scusò accennando un sorriso e si diresse verso lo spogliatoio, sospirò e aprì il suo armadietto, notò subito un biglietto cadere a terre, lo raccolse e lo lesse

so la verità e so che esci di qui alle 7, pretendo di parlarti, ti aspetto al bar, Joe”

la ragazza sgranò gli occhi e rilesse il biglietto più volte, quale verità? C'erano tante verità, alcune che potevano benissimo essere scoperte e altre che non dovevano venire fuori, nel panico ripiegò il biglietto e lo nascose nella borsa, si cambiò di fretta e andò in lavanderia per ritirare gli asciugamani
Mercedes che ci fai qui?” chiese stupita di vedere la sua collega
beh bellezza, lavoro” rise la donna
sì, dicevo come mai adesso? Oggi non dovevi lavorare al mattino?”
beh sì, ma Ginny mi ha chiesto di fare cambio” Daphne cominciò a pensare
la ammazzo un giorno di questi!” ringhiò tra i denti
ehi che ti prende?”
Ginny mi ha cacciato nei guai, ha sicuramente parlato con Joe”
e che cosa potrebbe avergli detto?”
non lo so, ma lui vuole parlarmi oggi” Mercedes si avvicinò alla ragazza
Daphne parlaci, che cosa potrebbe mai accadere?”
beh...”
Dapnhe?”
potrebbe scoprire com'è la mia vita”
tu non vuoi?” la mora scosse la testa timidamente “perché?”
p-perché....” sospirò pesantemente raccogliendo tutti i pensieri e trattenendo le lacrime “perché mi vergogno di ciò che sono diventata e di come vivo, con lui era tutto diverso, poi se n'è andato ed è cambiato tutto”
bhe tesoro, è tornato e potresti cambiare di nuovo le cose”
certo, è tornato per un mese e poi? Mercedes è meglio che non entri a far parte della mia vita”
non evitarlo solo perché hai paura di stare bene, secondo me potrebbe davvero aiutarti a vivere come vorresti”
mi basterebbe solo rincominciare a vivere” sussurrò abbassando lo sguardo e tornando al lavoro.

Durante la sua pausa Daphne uscì nel piccolo cortile, afferrò il pacchetto di sigarette e se ne accese una, poi prese in cellulare e tentò di chiamare Ginny
pronto Ginny, lo so che hai parlato tu con Joe, non potrai evitarmi per sempre, stai fuori da questa storia, non è affare tuo!” urlò all'apparecchio per lasciare il messaggio in segreteria, dopo di che ritornò all'interno del Carlton Hotel e si scontrò con una persona
oh signor Smith mi scusi” balbettò assicurandosi di non aver fatto nessun danno
signora Moore non si preoccupi, sta bene?”
certo certo”
ha preso una decisione? La aspettavo ieri nel mio ufficio” cavolo, se ne era dimenticata
mi scusi, ieri sera ho avuto un contrattempo e non sono potuta passare, comunque non credo di aver preso una decisione definitiva” doveva aspettare la prossima conversazione con Joe, in base a quello che si sarebbero detti avrebbe deciso definitivamente
non si preoccupi, non c'è fretta, ma sappia che sono molto soddisfatto del suo lavoro” la rassicurò il direttore con un grosso sorriso
la ringrazio...senta ha avuto più occasione di parlare con Joe, voglio dire il signor Jonas?”
no, ha qualche problema con lui? Sicura di stare bene? La vedo pallida”
non si preoccupi sto bene, dovrei tornare al lavoro, la ringrazio” accennò un sorriso e scomparve nei corridoi.

Non appena finì il suo turno, si diresse di nuovo nello spogliatoio
Daphne hai già parlato con Joe?” chiese Mercedes sistemando la sua roba nell'armadietto
non ancora, mi aspetta adesso al bar, ma non so se andarci”
non scappare, correre via stanca e i problemi ti raggiungeranno” le perle di saggezza di quella donna facevano sempre riflettere Daphne e lei odiava farlo, sapeva già come sarebbe andata a finire
mmmh” mugugnò rigirandosi tra le mani il CD
beh cara mia, io ora devo scappare da mio marito, oggi è il nostro quindicesimo anniversario di matrimonio” la giovane cameriera allargò gli occhi alzandoli dall'oggetto che aveva tra le mani e guardò la collega con ammirazione
15 anni? Sono davvero tanti!”
e li vivrei tutti dall'inizio”
e cosa farete? Ti porta al ristorante?” la donna di colore emise una fragorosa risata
tesoro il ristorante costa, mangeremo qualcosa di veloce con i nostri bambini, va più che bene, mi interessa cosa faremo dopo e per quello non dobbiamo spendere neanche un centesimo” ridendo se ne andò canticchiando, eh sì, quella donna era davvero felice e non le importava di non navigare nell'oro, amava suo marito più di qualunque altra cosa, anche Daphne voleva farlo, voleva amare Ben più di qualunque altra cosa, ma non ci riusciva, forse non c'era mai riuscita, l'unico che avesse mai amato fu Joe, nessun altro.

Joe si alzò dallo sgabello del bar e fissò Daphne che gli arrivò di fronte
ciao Daphne” sputò secco, la sua rabbia era palpabile
Joe”
allora dove vuoi parlare, qui o andiamo su?”
non ti preoccupare Joe, non parleremo, sono solo venuta a restituirti questo” la ragazza prese il CD e glielo porse, lui lo guardò con grossa sorpresa, poi alzò lo sguardo incredulo
è il tuo CD, perché vuoi restituirmelo?”
dobbiamo chiudere noi due giusto? Non lo voglio”
Daphne questo no, te l'ho dato per un motivo e non voglio riaverlo indietro”
non importa, tienilo” alzò la voce
Daphne dobbiamo parlare e ho intenzione di costringerti”
io non ho voglia di parlare, voglio solo andare a casa” Joe mise alcuni dollari sul bancone, prese la mano di Daphne e cominciò a camminare
bene, allora ti accompagno a casa e parleremo in macchina”
no no no, Joe fermati, io non vengo a casa con te”
Emily!”
non chiamarmi così, sai che non mi piace!”
e a me non piace come ti comporti, siamo pari direi” Daphne sospirò e lo guardò esasperata
Joe che cosa vuoi?”
solo parlare con te” lei scosse la testa “posso almeno accompagnarti a casa, per favore” lei esitò
va bene...credo possa andare bene”.
Entrambi si diressero verso il parcheggio sotterraneo dell'hotel, Joe aprì la sua macchina, un grosso suv grigio scuro e salirono
allora dove abiti?”
nella periferia di Brooklyn”
bene” il ragazzo ingranò la marcia e uscì lentamente dal parcheggio, si introdusse nel traffico e ingranò la marcia superiore “allora proprio non vuoi parlare?” chiese fissando la strada
no” sussurrò lei guardando fuori dal finestrino
sei così testarda, più di prima” un piccolo sorriso si impossessò delle labbra di Daphne.

Dopo qualche minuto lei si accorse che la strada non era giusta, si guardò per bene attorno e poi si rivolse a Joe
Joseph non so quanto tu conosca New York, ma questa non è la strada giusta”
da quando in qua mi chiami Joseph? E non ti preoccupare, conosco molto bene la città”
ma dove mi stai portando?”
te l'ho detto che ti avrei costretta a parlare”
Joe questo si chiama rapimento!”
forse, ma è per un buon fine”
Joe!” gridò lei
stai tranquilla, pensi che ti possa fare del male?” chiese lui ridendo
no ma...”
rilassati, tra poco saremo arrivati” Daphne sbuffò e tornò a sedersi composta guardando fuori dal finestrino.

Dopo alcuni minuti Joe parcheggiò, scese dalla macchina e andò ad aprire la portiera alla sua amica
che fai? Non scendi?”
dove siamo?”
beh vediamo se riconosci da sola il posto” la mora si slacciò la cintura e scese, si guardò attorno cercando di riconoscere i palazzi nella notte scura di New York, illuminata solo dalla luce fioca di alcuni lampioni, ne era sicura, era nel Queens e quello che aveva di fronte era il palazzo dove aveva vissuto con sua madre e sua sorella per anni
che cosa ci facciamo qui?” chiese riportando lo sguardo sul ragazzo che la stava osservando sorridendo
voglio farti parlare e in un solo posto tu ti sei completamente lasciata andare con me”
il tetto” sussurrò lei in un soffio
esatto, quindi vuoi seguirmi e provare a parlare o vuoi andartene a casa da sola?” le porse la mano speranzoso, lei lo guardò titubante, dopo 7 anni lui si dava ancora da fare per aiutarla, gli prese la mano e lo seguì verso il portone.
Immediatamente si ritrovarono sul tetto, seduti in un posto appartato, vicini ma senza mai guardarsi in faccia, nello stesso identico modo in cui si ritrovarono a parlare la prima volta, lei triste e lui desideroso di aiutarla.
hai parlato con Ginny vero?” chiese lei esitante mentre giocherellava con i bordi delle maniche della sua giacchetta
occhi verdi e capelli rossi?”
esatto”
sì era lei, è stata parecchio insistente” spiegò sorridendo “però sono contento sia venuta a parlarmi, perché non mi hai detto come stavano le cose?” finalmente lui la guardò, lei era tesa e pallida, bloccata in una posizione di difesa, con le ginocchia rannicchiate al petto
che cosa ti ha detto esattamente?” Joe fissò un punto impreciso del cielo, appoggiò le braccia sulle ginocchia piegate e ripensò all'incontro con la cameriera
beh non è stata molto precisa, continuava a dirmi che tu non sei stata completamente sincera con me, che avrei dovuto parlarti e aiutarti perché continui a fingere con tutti, mi ha detto che Ben non è il marito che fai credere che sia e adesso sono parecchio confuso” finì di parlare e guardò la ragazza accanto a lui “che cosa mi nascondi?”
io credevo che sapessi qualcosa, nel bigliettino mi hai scritto che sapevi la verità”
beh una piccola bugia” il silenzio cadde di nuovo sui due ragazzi “Daphne che cos'hai?” ancora nessuna risposta, la ragazza continuava a mordersi il labbro torturandosi le mani “non vuoi ancora parlare?” solo un grande silenzio “Daphne che cosa c'è che non va???” chiese esasperato
Ginny ha esagerato come sempre” si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio “è un brutto periodo, devo lavorare parecchio all'hotel, ho anche un secondo lavoro ed è stancante, ma devo mantenere sia me che Ben, siamo sposati da poco, è una cosa nuova per noi, le cose si sistemeranno” abbozzò mezzo sorriso
sicura che sia tutto?”
sì Joe, è tutto qui” tentò di sembrare il più convincente possibile
mmh va bene e Ben da quanto tempo è senza lavoro?”
saranno pochi mesi, un paio di mesi circa” Joe la guardò
e perché Ginny sembrava così preoccupata?”
te l'ho detto, esagera sempre” sussurrò abbassando lo sguardo, Joe annuì
Daphne già che siamo volevo dirti una cosa” sospirò passandosi una mano tra i capelli, sembrava parecchio nervoso e agitato, la ragazza lo guardò curiosa
ora tocca a te confessarti” rise leggermente
ci ho pensato parecchio e dopo quello che mi ha detto Ginny ne ho avuto la conferma, noi avevamo deciso di evitarci, ma non voglio, sono stato stupido a non averti cercata per 7 anni, anzi un vero e proprio coglione, sei stata importante e lo sei ancora, non voglio evitarti per un mese e poi dimenticarti come se nulla fosse” gli occhi del ragazzo incontrarono quelli increduli della ragazza, la quale non riuscì più a parlare, si sistemò nervosamente i capelli e distolse lo sguardo per poi riportarlo su di lui
Joe io...”
ti prego, è stato bello ritornare a parlare qui con te, non voglio perderti, di nuovo”
io non credo di essere adatta ad essere l'amica di una rock star” rise nervosamente
tu sei amica di Joe il ragazzo normale, non il cantante” sorrise lui e le prese la mano stringendogliela, le girò il viso e la guardò negli occhi, il primo sguardo sincero tra i due dopo molto tempo, il cuore di Daphne cominciò a battere, come se si fosse risvegliato da un lungo sonno, fissò quegli occhi color nocciola così intensi e la tranquillità la invase, le bastava uno sguardo per farla sentire a suo agio, succedeva solo con lui
v-va bene”
grazie” sorrise lui avvicinandosi e lasciandole un bacio sulla guancia "mi dispiace per aver rotto tutte le promesse che non sono stato in grado di mantenere" le sussurrò in fine quelle parole di quella canzone "Sorry" così importanti per lui
"non ti preoccupare"
“ora ti porto a casa”
Joe...” lo chiamò prima di farlo alzare
dimmi”
perché mi hai portata qui?”
beh ci siamo parlati qui per la prima volta, è iniziato tutto qui, mi ricordo ancora come piangevi la prima volta che ti ho vista” Daphne abbassò lo sguardo ripensando a quelle lacrime, Joe le passo il pollice sulla guancia come per asciugarle una di quelle lacrime “non voglio più vederti così” entrambi sorrisero “ah e il CD lo devi tenere tu” lei annuì.

Daphne scese dall'auto sorridendo, per una sera era riuscita a lasciarsi andare e aveva ritrovato il suo Joe che le mancava da morire, ma quando entrò in casa sentì subito la tensione pesante della vita quotidiana, sospirò e chiuse la porta
sono a casa” alzò un po' la voce per farsi sentire
sei di nuovo in ritardo” la ammonì Ben urlando dall'altra stanza
scusami, il nuovo lavoro mi prende più tempo” cercò di inventarsi una scusa al momento, appese la sua giacca vicino a quella di suo marito, quando notò un pizzetto rosa uscire dalla tasca di quella giacca marrone, tirò quel tessuto e ne uscì un paio di mutandine in pizzo, eleganti e seducenti, le si fermò il cuore e sentì un peso schiacciarla a terra sino a non farla respirare.
Sentì i passi di Ben che si avvicinava lentamente, nascose di nuovo la biancheria appena trovata
che fai?” si girò di scatto
nulla, t-tu hai già mangiato?”
no, mangio fuori, devo uscire ora” disse prendendo la sua giacca, quella giacca
ah e dove vai?”
devo andare a restituire una cosa” disse facendo un sorrisetto e portandosi la mano vicino alla tasca, dopo di che uscì, lasciando Daphne in piedi a fissare la porta.
Si portò le mani nei capelli senza sapere che pensare, prese una sigaretta dalla borsa e l'accese velocemente cominciando ad aspirare il fumo più volte, andò in cucina e camminò nervosamente per la stanza, le era bastato così poco per passare dalla tranquillità al nervosismo.
Si accese una seconda sigaretta e provò a calmarsi reprimendo tutte le lacrime e la rabbia, si lasciò cadere sul divano e tentò di addormentarsi trattenendo i singhiozzi.



Grazie per le 5 recensioni 
al capitolo precedente, 
e un grazie anche a coloro
che hanno letto soltanto.
Un bacio Debby!

 

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Capitolo 5
*** He did it again ***


Mi scuso ancora per l'attesa, cerco di aggiornare prima che posso.
Ho cercato di scrivere al meglio tutto quanto, ma ho tante cose in mente

e metterle tutte assieme è la mia nuova mission impossible,
spero di aver fatto del mio meglio.

 

5- He did it again



 

 

Daphne si svegliò ancora sul divano, si portò una mano sulla fronte a causa di un mal di testa terribile, andò in cucina e prese un'aspirina, la macchina del caffè non si era ancora messa in funzione, diede uno sguardo all'orologio, mancavano pochi minuti alle 7. Salì in camera e lo vide dormire sul letto, suo marito non si era preso neanche il disturbo di svegliarla, chissà a che ora era tornato dalla sua notte folle. La ragazza represse tutta la rabbia, prese alcuni vestiti dall'armadio senza fare troppo rumore e si chiuse in bagno. Si spogliò lentamente ed entrò nella doccia per cercare di rilassarsi sotto il getto tiepido d'acqua, tentò in tutti i modi di non lasciarsi andare, di trattenersi e l'unica cosa a cui riuscì a pensare fu al sorriso di Joe ieri sera, le era piaciuto passare un po' di tempo con lui, si era rilassata, ma non voleva renderlo partecipe dei suoi problemi, non doveva sospettare niente, avrebbe continuato a lavorare al piano della suite, ce l'avrebbe potuta fare per un mese, non appena fu pronta si accese una sigaretta ed uscì di casa.
Arrivò nella sua classe di piccole pesti
maestra possiamo disegnare?” chiesero alcune bambine, Daphne annuì e diede loro alcuni fogli con i pennarelli colorati. Quelle bambine erano così spensierate e felici, a volte le invidiava davvero tanto, anche lei voleva sentirsi così, felice solo perché aveva ricevuto un pennarello con cui disegnare.
La giovane insegnante si sedette ad un piccolo banco mentre i bambini si gustavano la loro merenda di metà mattinata, continuava a ripensare a suo marito, al suo tradimento, l'ennesimo, più di una volta le aveva promesso di non farlo più, ma lui continuava imperterrito e non faceva nulla per nasconderlo, ma cosa ancora più grave Daphne non faceva nulla per risolvere la cosa, subiva e basta.
Incrociò le braccia sulla scrivania e ci appoggiò sopra la testa, sentì una piccola mano picchiettarle la gamba, alzò lo sguardo e vide uno dei suoi bimbi offrirle il latte che stava bevendo, sorrise istintivamente
Gabriel bevi il tuo latte”
ma tu sei triste?” chiese con la testa leggermente piegata di lato
no, sono solo stanca” gli sorrise e gli diede un bacio sulla testa, quei bambini facevano davvero tanto per lei.

L'entrata dell'Hotel Carlton-Ritz era molto affollata, era piena di ragazze urlanti con in mano numerosi cartelloni, Daphne diede un'occhiata a quelle scritte e tutte parlavano di Joe, fece un sorriso involontario, era davvero diventato famoso, aveva realizzato il suo sogno.
Sbatté l'armadietto dello spogliatoio, si sistemò la divisa azzurra e i capelli e poi si diresse verso il corridoio, lì incontrò Ginny, la osservò mentre camminava, poi senza rivolgerle la parole continuò per la sua strada, era tremendamente furiosa con lei.
Arrivò di fronte alla porta dell'ufficio del signor Smith, bussò
avanti” entrò e si chiuse la porta alle spalle
salve signor Smith, sono venuta a parlarle della promozione”
oh certo, si accomodi” cordialmente il direttore le offrì la sedia “ha preso una decisione?”
accetto la sua proposta, è stato davvero molto gentile con me”
beh è un'impiegata esemplare, non mi ha mai creato grossi problemi” la giovane cameriera gli sorrise timidamente
grazie”
volevo chiederle una cosa, lei conosceva già il signor Jonas?” lo sguardo del direttore diventò più duro
beh n-no..no signore” mentì nel modo più convincente che conosceva
non volevo essere invadente, solo non voglio scandali nel mio l'hotel, sa il signor Jonas è un ospite importante e l'immagine per noi è tutto” Daphne annuì, le sembrò di essersi cacciata in un bel casino.

La giovane cameriera cominciò a pulire varie camere, si mise nel corridoio a sistemare il carrello delle pulizie
ehi bella cameriera” si girò sorridendo
ehi bel cantante, sei pronto ad uscire?” chiese lei guardandolo
veramente sono appena rientrato in hotel e ho una fame pazzesca” rise mettendosi una mano sullo stomaco
ho visto le tue fan fuori dall'hotel, non dovevi mantenere il segreto per un po'?” ridacchiò Daphne sistemando il sacco della spazzatura
beh sì, ma credo che qualcuno mi abbia visto rientrare all'hotel ieri sera, girano alcune foto” ammise con un sorrisetto, Daphne sbiancò
io non ci sono vero?”
no tranquilla, ti avevo già riportata a casa”
ah meno male”
ti darebbe così fastidio far sapere che sei mia amica?” il vero problema era Ben, non quello che volesse lei
beh...solo non voglio essere coinvolta nel tuo stile di vita” lui si mise a ridere
senti, che ne dici se quando stacchi ci prendiamo qualcosa al bar dell'hotel?”
non so se sia una buona idea”
e dai, hai altri impegni questa sera?” a quella domanda Daphne ripensò al tradimento del marito, sicuramente lo avrebbe rifatto, scosse la testa
no, nulla”
solo qualcosa da bere, ho bisogno di tornare alla semplice realtà, basta fan urlanti, ti prego”
e va bene, ci vediamo per le 7.30 di sotto” Joe annuì e si avvicinò lasciandole un bacio sulla guancia, lei istintivamente si toccò il punto sfiorato dalle labbra, la barbetta ispida le aveva fatto il solletico, sorrise e ritornò a sistemare le stanze.

Mentre stava ripiegando accuratamente gli asciugamani puliti le si avvicinò Ginny
Daphne potrei parlarti?”
ho da lavorare” rispose secca, la sua collega si unì a lei nel lavoro
ascoltami, so che sei arrabbiata...”
credo sia meglio dire furiosa” Ginny sospirò dispiaciuta
e va bene, furiosa, ma io l'ho fatto per il tuo bene, non avevo cattive intenzioni”
si trattava solo di farti gli affari tuoi”
credevo di poterti aiutare, Joe...”
Joe deve stare lontano dalla mia vita privata, ci frequenteremo il meno possibile e tu cerca di stare lontano dagli affari miei, me la vedo io, grazie per l'aiuto!” sputò irata prendendo il cesto con gli asciugamani puliti e dirigendosi al piano di sopra.

Ed e Joe stavano scherzando al bar
era un disastro” rise Ed, si avvicinò Daphne
di cosa state parlando voi due?” chiese sistemandosi sullo sgabello accanto a Joe
beh Ed mi stava raccontando le tue bellissime performance appena sei stata assunta qui” la ragazza fulminò con lo sguardo il barista
cosa?”
scusa Daphne me lo ha chiesto lui” ridacchiò il giovane barista
che ti ha detto?”
oh beh, ad esempio che ti perdevi spesso, oppure che che consegnavi i vestiti della lavanderia nelle camere sbagliate, oppure...”
ok ok basta, Edward ma che ti è saltato in mente?”
e dai Daphne era per scherzare” sorrise il ragazzo porgendole il suo solito martini, la mora lo prese e ne bevve ancora un sorso
mi chiedo ancora come il tuo direttore ti abbia tenuto a lavorare qui” rise ancora Joe
smettila!” Daphne arrossì “lui non sa nulla di questo, Ginny e Mercedes rimediavano ad ogni cosa, avevo bisogno di esperienza” si portò le mani sulla faccia imbarazzata, il cantante la abbracciò
stiamo scherzando dai, non te la prendere” lei fece una smorfia ed Ed si allontanò per servire alcuni clienti
Joe, hai mica detto a Ed che ci conosciamo?” il ragazzo sciolse l'abbracciò e guardò la sua amica
no, ma credo che lo abbia capito, non ci comportiamo proprio come due conosciuti”
questo è vero” sorrise nervosamente
c'è qualche problema?”
no no, è solo che...ho detto al signor Smith che non ti conosco, sai non vuole che l'immagine dell'hotel si danneggi in alcun modo e io tengo al mio lavoro”
tranquilla, non ne farò parola con nessuno” Joe sfoggiò uno dei suoi sorrisi che fecero ricordare a Daphne quanto fosse dolce quel ragazzo, le fecero ricordare tutti i particolari di cui si era innamorata anni fa, le fecero ricordare quanto era felice, le mancava essere felice e forse le mancava esserlo con lui
sai stavo pensando a Katlyn” Daphne lo guardò mettendosi in bocca l'oliva del suo drink
come mai?”
beh anche lei mi è mancata, vorrei rivederla prima di partire”
anche tu le sei mancato, chiedeva di te”
le hai detto il perché me ne sono andato?”
certo, non potevo mentirle, ma l'ha presa bene, era contenta all'idea che tu diventassi un cantante” sorrisero entrambi
spero di vederla presto, sarà cresciuta tantissimo”
sì, è cresciuta davvero tanto”
ieri mi hai accennato ad un secondo lavoro”
ah sì, beh in realtà è un'attività di volontariato, al mattino quando non lavoro mi occupo di alcuni bambini in una piccola scuola materna” Joe la guardò meravigliato
davvero? È una cosa stupenda, ti sono sempre piaciuti i bambini”
sì, sono una specie di baby sitter” rise lei
potrò conoscere anche loro?”
ma vuoi conoscere proprio tutti tu” scoppiarono a ridere
beh sì, vorrei conoscere anche Ben un giorno” il sorriso di Daphne si spezzò all'improvviso “sempre se non hai nulla in contrario”
beh...no, non credo ci siano problemi” balbettò
se ti rende felice vorrei davvero conoscerlo”
sì lui...lui mi rende felice” sforzare i sorrisi era diventato impossibile “mi starà appunto aspettando, sono le 8 passate”
e io tra poco ho una cena con gente che non sopporto” sdrammatizzò lui accorgendosi della tensione che si stava creando
grazie”
ci vediamo domani piccola” la abbracciò e le lasciò un bacio veloce sulla guancia, Daphne sorrise ancora in preda ad un momento di sorprendente felicità, lui era così naturale con lei, esattamente come quando si erano conosciuti, i suoi piccoli gesti di affetto la facevano arrossire come una piccola adolescente alle prese con la sua prima cotta
se non fossi sposata direi che sei innamorata di quel Jonas” sorrise Ed guardandola, la cameriera si girò verso di lui
noi due facciamo i conti domani, ora devo scappare” raccolse le sua borsa e andò verso l'uscita
era per scherzare!” urlò ancora il barista creando un sorriso sulle labbra della mora.

Daphne infilò la chiave nella serratura della sua porta di casa ed entrò nell'appartamento, accese la luce, Ben non c'era ed era strano, per tutto il tragitto si era preparata alle sue urla, sospirò e si girò per chiudere la porta, in quel momento vide un bigliettino

tu non tornavi, mi annoiavo e ieri mi sono talmente divertito che ho voluto replicare, la prossima volta dì al signor Smith che devi tornare a casa, Ben”

spalancò gli occhi per farli riempire di lacrime, aveva ritardato di mezz'ora, non si era resa conto del tempo, si portò le mani tra i capelli e urlò disperata cominciando a piangere, si rannicchiò su se stessa a terra tenendosi la testa, tentando di non farla scoppiare, le pulsava, le faceva male, lei stava male.
Si alzò, afferrò una borsa dall'armadio e ci mise dentro alcuni vestiti, dopo di che staccò il biglietto dalla porta ed uscì.
Aprì lo sportello del suo vecchio pick up, ormai sbiadito e arrugginito, e partì.
Dopo alcuni minuti arrivò di fronte ad una piccola casetta, prese la borsa e andò verso l'entrata tentando di trattenere le lacrime, aprì la zanzariera e bussò alla porta, Ginny le aprì
Daphne che cosa è successo?” le mise due dita sotto il mento e le alzò il viso “stai piangendo?” la mora senza parlare le porse il biglietto lasciatole dal marito, l'amica lo lesse e lo accartocciò
Daphne ti ha tradita?? Di nuovo!” disse dura, l'altra scoppiò in un forte pianto, Ginny la prese dolcemente e la fece entrare, facendola accomodare sul divano
mi dispiace, non volevo dirti quelle cose, scusami, mi dispiace sul serio” ripeté Daphne in preda ai singhiozzi, Ginny le asciugò le guance e le prese il viso per guardarla negli occhi
Daphne, Ben ti ha tradita ancora?” l'altra annuì piangendo “vuoi stare qui questa notte?”
sì ti prego” sussurrò
non si arrabbierà domani?”
ti scongiuro, non voglio svegliarmi domani di nuovo sola sul divano”
va bene, ma posso farti stare solo qui in salotto, non ho altro posto”
va benissimo, ma tu stavi uscendo?” chiese la piccola cameriera vedendo il vestito da sera indossato da Ginny
dovevo solo vedermi con delle amiche, ma adesso le chiamo”
mi sono presentata così, scusami non dovevo, esci, io torno a casa”
no no, stai qui, non ti lascio tornare da quel bastardo”
Ginny...”
no Daphne, è un bastardo, vado a prepararti qualcosa da mangiare” la rossa si alzò e andò in cucina, mentre l'altra ragazza si rannicchiò sul divano continuando a piangere
Joe....” sussurrò tra un singhiozzo e l'altro.
 

Zam zammmmmm!
Ok non ho idea di che cosa ho combinato con questo capitolo,
spero solo che vi sia piaciuto.

Ho anche cominciato a scrivere una nuoa FF su Niley e Jemi,
si intitola
"Save Me" se volete fateci un salto
e fatemi sapere che ne pensate!

Un bacio Debby!

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Capitolo 6
*** We're old friends ***


Saaaalve a tutti, ho deciso di pubblicare prima del solito,
beh 
avevo un capitolo pronto ahahah 
m
anche perché il prossimo sarà particolarmente intenso (?)
sempre se non c
ambio ideall'ultimo momento,
m
a qui c'è un incontro molto importaaaaante,
leggete leggete che mi f
ate felice.


 

6- We're old friends



 

 

Daphne si risvegliò da una notte per lo più insonne, aveva delle occhiaie marcate e gli occhi gonfi per il pianto, vide Ginny in piedi di fianco al divano
"già sveglia?" chiese ancora assonnata
"beh hai pianto per la maggior parte del tempo, non è il sottofondo migliore per dormire" disse seccata, ma subito dopo la sua espressione si addolcì "Daphne dobbiamo fare qualcosa" la ragazza più giovane raccolse la coperta a se e si rannicchiò nell'angolo del divano
"non so che fare"
"lascialo"
"ho paura, mi fa paura"
"lo so tesoro, ma non puoi andare avanti così"
"lui mi ha aiutato tanto"
"ma ora ti sta distruggendo" Daphne scosse la testa
"no Ginny" l'amica sospirò, prese la tazza piena di caffé che aveva posato sul tavolino e la porse alla sua collega
"bevi ti farà bene".

Daphne era di fronte alla porta della sua classe, la aprì lentamente, era vuota, quella mattina era in largo anticipo, si sedette alla scrivania e prese un foglio ed una penna, fissò la carta bianca per parecchi minuti, poi alzò la mano e cominciò a scrivere, raccontò tutto, usò quella fantasia che per tanto tempo aveva messo da parte, le era mancato così tanto scrivere, Ben glielo aveva sempre impedito, aveva distrutto i suoi sogni con poche parole "scrivere non ti porterà mai da nessuna parte" glielo ripeteva tutte le volte che la vedeva scrivere e lei subiva ascoltando quelle dure parole che l'avevano portata a fare la cameriera in un albergo.
Quando entrò il primo bambino, si alzò, prese il foglio e lo mise nella borsa, dopo di che congedò i genitori e si dedicò all'insegnamento.

Non appena entrò nello spogliatoio vide tutte le sue colleghe prepararsi per il lavoro, si avvicinò a Mercedes
"ciao" sibilò, la donna di colore si girò
"Daphne cercavo proprio te" la sua espressione era severa, la ragazza sbuffò sfinita
"ti prego, dimmi che non hai parlato con Ginny"
"oh invece sì e doveva farlo visto che tu non lo hai fatto"
"stai tranquilla, andrà tutto bene"
"no, dobbiamo trovare una soluzione, non puoi vivere nella continua paura" dalla porta spuntò Ginny
"Daphne sei di nuovo arrabbiata con me?"
"no, non credo, prima o poi si sarebbe venuto a sapere, ma statene fuori per favore"
"oh no signorina, urlerò come se fossi mia figlia se non vuoi darmi ascolto" in effetti Mercedes era un pò come una mamma
"vogliamo solo aiutarti" continuò la cameriera dai capelli rossi
"non fatene parola con Joe, vi prego"
"ah a proposito di Joe, Cliff prima mi ha detto che qualcuno ti ha lasciato un messaggio e non è il direttore, può essere soltanto una persona" sulle labbra di Daphne si stampò un sorriso, corse dalla guardiola
"ehi Cliff hai un messaggio per me?"
"ah sì, è venuto questo ragazzo che chiedeva di te, gli ho detto che non c'eri e così ha insistito per lasciare un messaggio"
"sarebbe?" Cliff sorrise e controllò un foglio
"quanta fretta, le sue esatte parole sono state 'è strano pensare che mi manchi? Ho solo voglia di parlare con te'".
La ragazza corse di nuovo dalle sue colleghe
"era lui? Cosa voleva?" chiesero in coro le due
"vuole vedermi" ammise arrossendo "gli manco e vuole parlarmi"
"e cosa fai ancora qui? Corri, vai da lui, ti copriremo noi con il signor Smith" la cameriera si infilò immediatamente la divisa e corse all'ultimo piano, lo stomaco si stava contorcendo per il nervosismo e il cuore le batteva all'impazzata.

Bussò titubante, un uomo alto e calvo le aprì, era vestito molto elegante e parlava al telefono. La giovane cameriera controllò il numero sulla porta, era quello giusto
"salve, io sono..."
"la cameriera, deve sistemare giusto?" non sapendo che dire Daphne annuì ed entrò guardandosi attorno, non vedeva Joe da nessuna parte
"no! Ho detto che il CD uscirà in ritardo, Joe vuole aggiungere una nuova canzone...i fan riusciranno ad aspettare....registreremo qui...una settimana al massimo" quell'uomo sembrava parecchio nervoso, continuava ad urlare al suo cellulare. Daphne si avvinò alla camera da letto di Joe, sentì la sua voce accompagnata da una risata femminile, si affacciò verso lo spiraglio dato dalla porta socchiusa e osservò i due scherzare e parlare, sembravano molto affiatati. Si tolse immediatamente dalla porta e corse nel bagno, si guardò attorno tentando di trovare qualcosa da fare, doveva allontanare i pensieri dalla mente, si sentiva strana, ferita, afferrò alcuni asciugamani e uscì dalla stanza, si ritrovò davanti Joe che congedava la ragazza con un bacio sulla guancia, dopo di che si girò verso di lei e sulle sue labbra comparve un dolce sorriso
"e tu quando sei arrivata?"
"io veramente..."
"Joe ascolta, i produttori non sono affatto contenti" vennero interrotti dall'individuo di prima
"ci parlerò io"
"e per la tua idea non lo so, dobbiamo organizzarci"
"lo farò, ora puoi lasciarmi un attimo?"
"Joe ascoltami per un momento..."
"George penserò io a tutto, ora lasciami da solo per favore" esclamò senza distogliere lo sguardo da Daphne, quell'uomo che finalmente avevano un nome sbuffò ed uscì dalla stanza
"hai ricevuto il mio messaggio?" chiese lui sorridendo e avvicinandosi lentamente
"sì ma forse ho sbagliato momento, ti vedo abbastanza impegnato e poi quel ehm...George, mi sembrava parecchio nervoso"
"non ti preoccupare di lui, è il mio manager e oggi urlerà per tutto il giorno, gli ho dato parecchie grane a cui pensare"
"poi la tua ragazza..."
"aspetta quella non è la mia ragazza, sarà nel mio video, è una collega di lavoro" rise Joe, uno strano sollievo fece sospira Daphne
"ho sentito che George parlava del tuo CD, hai ritardato l'uscita?"
"sì, voglio aggiungere una canzone che ho scritto in questi giorni, è stata quasi un'illuminazione" sorrise orgoglioso
"come tutte le tue canzoni"
"no, solo con te sono così immediate, sei tu che mi ispiri" Daphne si morse il labbro e distolse lo sguardo imbarazzata, sentiva le guance andare a fuoco, tutte quelle sensazioni stavano a significare un'unica cosa
"beh...ne sono felice"
"voglio fartela ascoltare, ti va?" NO! Non poteva permetterlo, la sua voce l'avrebbe ipnotizzata e sarebbe ritornata con la mente a 7 anni fa, ma non poteva aggrapparsi ai ricordi, la situazione era cambiata, lei era sposata, lui aveva mille ragazze attorno e la gelosia e l'imbarazzo da scolaretta innamorata dovevano sparire all'istante
"magari un'altra volta Joe, devo tornare a lavorare"
"che ne dici di questa sera quando stacchi?"
"non lo so, non posso fare tardi oggi"
"ci tengo davvero tanto, sai quanto conti per me la tua opinione" le prese la mano, ma la ragazza la tolse immediatamente allontanandosi verso la porta
"scusa Joe, il signor Smith non deve vedermi qui, ciao" scappò tentando di convincersi che fosse la cosa giusta, lo aveva dimenticato e non poteva ricordarsi i motivi per cui si era innamorata, non poteva ascoltare le sue canzoni.

Tentò di tenersi occupata tutto il giorno per non perdersi nei pensieri, anche se continuava a pensare alla nuova canzone di Joe e a quella ragazza che aveva visto nella sua camera, gelosia? Impossibile, perché doveva essere gelosa di Joe e non di suo marito? Verso Ben provava disgusto, eppure lo aveva sposato e divideva il suo letto con lui, invece teneva molto a Joe ma era scappata, ancora una volta le sembrava tutto sbagliato, lei era quella sbagliata.
Quando finì il turno si sedette sulla panca dello spogliatoio a fissarsi le mani, non sapeva se andare a cercare Joe oppure tornare a casa, era tentata di salire sino alla suite, ma non poteva rischiare di farsi coinvolgersi troppo e rinunciare a qualcosa per poi stare male, ma come poteva preoccuparsi di una cosa del genere se a casa sua viveva l'inferno ogni giorno 
"Daphne" venne strappata dai suoi pensieri
"Ginny che c'è?"
"beh ecco..."
"sei pallida, stai male?" la rossa si schiarì la voce
"no è che c'è Ben qui fuori, è venuto a prenderti, ma non sembra affatto calmo" Daphne impallidì all'improvviso, non era mai venuto a prenderla a lavoro e sapeva che non era venuto con buone intenzioni, la ragazza si alzò raccogliendo la sua borsa e deglutì a fatica, era terrorizzata
"se solo osa alzare un dito..."
"Ginny andrà tutto bene, stai tranquilla" la mora cercò di rassicurare più se stessa che l'amica.
Non appena lo vide sentì le gambe tremare, era accigliato e i suoi occhi sputavano fuori ira
"c-ciao"
"non hai dormito a casa questa notte" era già partito all'attacco
"tu sì?" chiese con un velo di ironia nascosta dalla paura
"non rispondevi neanche al cellulare"
"si è scaricato" lo aveva deliberatamente spento
"dove sei stata? E la macchina dov'è?"
"l'ho usata per venire a lavoro, è giù nel parcheggio"
"andiamo a casa" ordinò afferrandola per un braccio per intimarla a muoversi e sotto lo sguardo sospettoso di Cliff, Daphne timbrò il cartellino e si allontanò con il marito.
La ragazza porse le chiavi dell'auto al marito
"non mi hai ancora detto dove sei stata"
"da Ginny, non volevo restare da sola"
"non vorrai mica cercare la mia pietà adesso"
"neanche io sapevo dov'eri" si decise ad attaccarlo alzando la voce
"non usare questo tono con me" ringhiò lui a pochi centimetri dal volto della moglie
"perché tu puoi arrabbiarti e io no?" chiese ancora minacciosa con gli occhi che le bruciavano
"vuoi sapere dov'ero? Bastava chiedere" sorrise avvicinandosi all'orecchio della ragazza "nel motel dietro casa" sussurrò, Daphne si impietrì, provava un tale disgusto da provocarle il voltastomaco, guardò quegli occhi verdi che la spaventavano a morte, ma non riusciva a pensare a niente
"Daphne" Joe aveva scelto il momento meno opportuno per sbucare all'improvviso, si avvicinò alla coppia che si girò a guardarlo
"tu saresti?" chiese Ben squadrando il ragazzo dalla testa ai piedi
"sono Joe"
"cosa vuoi da mia moglie?" Joe rimase a fissare l'uomo, scioccato. Lo guardò tentando di sembrare più naturale possibile, volse per un attimo lo sguardo verso Daphne che era completamente assente
"tu devi essere Ben, il marito di Daphne" gli tese la mano e l'uomo di fronte a lui gliela strinse con riluttanza
"vi conoscete voi due?"
"sono..."
"Joe è cliente di questo albergo" intervenne immediatamente la ragazza che era appena uscita dallo stato di trans
"racconti molte cose ai tuoi clienti" Ben la fulminò con lo sguardo
"noi due siamo amici da parecchio tempo, eravamo vicini di casa, poi ci siamo persi di vista" Daphne divento ancora più bianca, avrebbe voluto scomparire
"non mi avevi detto che avessi incontrato un vecchio amico"
"non c'è stato il momento, scusami" balbettò la ragazza
"volevo chiedere a Daphne se aveva un minuto prima di andare via, non le farò fare tardi come ieri sera" l'espressione di Benjamin diventò dura e severa
"ieri?"
"abbiamo bevuto un drink per ricordare il passato" sorrise nervoso Joe, ebbe l'impressione di aver detto troppo, ma lo faceva quasi apposta, per rabbia, o per qualsiasi altro motivo che ancora non sapeva spiegarsi, forse perché in fondo lei era ancora la sua piccola Daphne
"mi dispiace, ma ora dobbiamo andare, Daphne sali in macchina" ordinò con minacciosa calma, la ragazza aprì la sua portiera, rivolse uno sguardo dispiaciuto e disperato a Joe e poi salì in auto, fissando il suo amico immobile in mezzo al parcheggio
"tu ieri sera sei stata con lui?"
"non ci siamo visti per 7 anni"
"le altre sere hai fatto tardi per lui?"
"no, è appena arrivato, te lo avrei detto ma non eri a casa" la velocità con cui riuscì a mentire a suo marito la stupì.
Rimasero in silenzio per il resto del viaggio. Benjamin parcheggio il pickup a bordo della strada, entrambi scesero e si diressero verso il portone
"perché mi fai questo?" chiese lei balbettando
"cosa?"
"perché mi tradisci e lo confessi con tanta facilità?"
"beh in una coppia non devono esserci segreti giusto? E poi me lo devi, ricordi cosa ho fatto per te? Potresti essere morta a quest'ora" sorrise dolcemente mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio
"puoi andartene se non stai bene con me"
"oh no, io ti amo, non voglio lasciarti, ed è per questo che voglio fidarmi di te per quanto riguarda quel Joe" sorrise ancora una volta e le stampò un bacio veloce sulla labbra, questo poteva chiamarsi il mille modi diversi, ma non era di certo amore.


Buuuuuuuum!
Ok, non è interess
antissimo, io sto andando in crisi per questa storia,
ho troppe cose d
a scrivere 
e ho p
aura di diventare banale ed incasinarmi,
ho un 
assoluto bisogno delle vostre recensioni
e già che ci sono gr
azie per le 6 recensioni al capitolo precedente,
vi 
amo davvero tanto *-----*
Ricordo che c'è l
a mia nuova FF "Save Me" che attende di essere letta!
Un b
acio Debby!

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Capitolo 7
*** I can't give up on you ***


Scusate per il tremendo ritardo, la voglia di scrivere mi habbandonata,
m
a sono riuscita scrivere qualcosa,
nonost
ante credo sia un capitolo abbastanza importante, l'ho scritto di merdahahahahah

 

7- I can't give up on you




 

 

La sveglia suonò e Daphne la spense con tutta calma, non aveva chiuso occhio per tutta la notte, l'incontro tra Benjamin e Joe l'aveva sconvolta, poi le parole taglienti di suo marito, la sua confessione così naturale dei tradimenti, il fatto che avvenissero così vicino a casa sua, si voltò a guardare il marito, si era sposata è vero, ma adesso ne era sicura, il matrimonio è stato l'errore più grosso della sua vita.
Finì di sorseggiare il suo caffè e posò la tazza nel lavandino
ah sei già vestita” chiese Benjamin entrando barcollando in cucina
questa mattina sono di turno in hotel” spiegò senza neanche voltarsi per guardarlo
ah da quel Joe” disse con disprezzo sedendosi sulla sedia
io pulisco solo la sua stanza”
e quand'è che pulisci un po' questo porcile?” urlò seccato, Daphne sobbalzò e si girò a guardarlo
quanto hai bevuto ieri sera?” era stato fuori quasi tutta la notte, era uscito senza dire niente ed era tornato alle 2 con un odore fortissimo di alchool addosso
ma che ti importa, piuttosto lasciami un po' di soldi”
a che ti servono?”
quando imparerai a farti gli affari tuoi? Devo fare delle commissioni” la moglie prese il portafoglio e si avvicinò a lui, tirò fuori una banconota
ho solo 20 dollari”
andranno benissimo” disse lui strappandogli la banconota di carta dalle mani
ora devo andare, ci vediamo oggi pomeriggio” non appena si girò, l'uomo la fermò per un braccio costringendola a girarsi
stai attenta con quel Joe, sai cosa potrebbe accadere a lui e a te” disse con quella sua calma minacciosa che fece rabbrividire la ragazza, dopo di che la tirò a se facendola abbassare al suo livello e le stampò un bacio forzato sulle labbra “un bacio a tuo marito prima di andare via” Daphne rimase disgustata dall'alito che sapeva ancora di birra scadente, non disse nulla ed uscì per andare verso la stazione della metropolitana.

com'è andata ieri con Benjamin?” chiese Ginny guardando la sua amica negli occhi
non mi ha fatto niente tranquilla, è uscito tutta la notte a bere”
non ti meriti questo” la rossa le accarezzò il braccio
ha conosciuto Joe” confessò la più giovane
che cosa? Quando?”
ieri sera nel parcheggio sotterraneo, Joe gli ha detto che è un mio vecchio amico, che l'altro giorno abbiamo bevuto qualcosa assieme, perché non è stato zitto” le si spezzò la voce
come l'ha presa tuo marito?”
ho mentito come meglio ho potuto, non ne vado fiera, ma non voglio che Joe subisca delle conseguenze e sembra che la situazione sia sotto controllo per ora”
oh tesoro” Ginny l'abbracciò
devo andare a parlare con Joe, poi ho un sacco di faccende da fare, a dopo”.

Era molto presto ed era sicura che Joe fosse in camera, aveva controllato, probabilmente stava ancora dormendo, ma doveva assolutamente parlargli, bussò due volte ma non ricevette risposta, continuò per alcuni minuti sperando che nessuno sarebbe venuto a lamentarsi per il rumore, dopo vari tentativi la porta finalmente si aprì, le comparve davanti agli occhi Joe con i capelli scompigliati, la faccia assonnata e con addosso solo un paio di pantaloncini neri della tuta
ma chi è?” chiese seccato
Joe scusa il disturbo”
Daphne che cosa ci fai qui a quest'ora? È successo qualcosa?”
no no, ho solo urgenza di parlarti, posso entrare?”
beh ecco....ehm sì, vieni” indeciso la fece entrare, la giovane ragazza si guardò attorno, c'era qualcosa di strano, forse una strana confusione nella camera, c'era un cappotto buttato a terra e delle scarpe con tacco a spillo messe sul pavimento in modo disordinato
allora?” la esortò il ragazzo, Daphne lo guardò cercando di raccogliere tutti i pensieri
ieri hai detto di noi a Ben, perché?”
non lo stai mica tradendo, credevo sapesse di me”
non sa nulla” scosse la testa, Joe mimò mezzo sorriso
lo immaginavo, ieri eri pallida nel parcheggio, non so perché ho parlato, l'ho fatto senza pensare, mi dispiace, spero non ci siano state conseguenze”
no, ma per ora è meglio se non ci vediamo un po', potremo salutarci per i corridoi, ma niente drink, niente chiacchierate, niente musica” spiegò a malincuore
tuo marito è geloso?”
diciamo di sì” come spiegargli che non voleva che gli capitasse niente?
io volevo parlarti di Ben, ieri...insomma me lo aspettavo, lui è così...” tentò di finire la frase gesticolando con le mani
vecchio” continuò Daphne per lui
beh sì, ha parecchi anni in più di te vero?” lei annuì “mi sembra così strano che tu lo abbia conosciuto al college”
beh ecco...” la giovane cameriera abbassò lo sguardo imbarazzata e cominciò a torturarsi le mani “lui era...insomma lui era il mio professore di letteratura inglese” gli occhi di Joe si spalancarono per la sorpresa, boccheggiò tentando di trovare qualcosa da dire
non mi sarei mai aspettato una cosa del genere”
lo so” Daphne alzò gli occhi verso di lui e vide la sua espressione sconcertata, la stessa che aveva suo padre quando gli annunciò il suo fidanzamento o come quella di chiunque avesse saputo di loro due, Benjamin aveva 39 anni e Daphne solo 25, era sicuramente un bell'uomo, aveva due occhi verde smeraldo capaci di ipnotizzarti, capelli biondi, alto, slanciato, ogni donna si girava a guardarlo, ma non di certo le ragazze come Daphne
Joe” una voce femminile si fece sentire dalla camera da letto e subito dopo una massa di capelli biondi scompigliati spuntò dalla porta “torni a letto?” svelato il mistero delle scarpe con il tacco, il ragazzo si girò verso la bionda sexy e poi di nuovo verso Daphne
posso spiegarti...”
non hai nulla da spiegare, sei liberissimo di fare ciò che vuoi” ma intanto il suo cuore si stava accartocciando su stesso tentando di diventare più piccolo per cercare di sentire meno il dolore, un dolore che non doveva esserci, era lì senza motivo, Daphne non aveva il diritto di provare quelle cose
aspetta...”
no, quello che dovevo dire te l'ho detto, torna pure di là” Joe le prese la mano e la guardò avvicinandosi a lei
non voglio rinunciare a te per favore, mi piace parlare con te, mi piace farti ascoltare le mie canzoni e dopo 7 anni sei ancora l'unica di cui riesco a fidarmi” in quel modo Joe le rendeva le cose davvero difficili, la ragazza gli accarezzò la guancia e sorrise
non è un addio” lo lasciò e andò ad aprire la porta
posso spiegarti la ragazza..”
Joe non devi, non sono la tua ragazza, è tutto ok” era troppo presa ad allontanare quel dolore inspiegabile, non voleva sentire nessuna spiegazione e Joe non le diede il tempo di confessarle che si era divertito con quella bionda solo perché voleva dimenticare l'immagine di Daphne e Benjamin come coppia, credeva che non sarebbe successo nulla, ma in realtà non aveva ancora accettato il fatto che Daphne era sposata e forse non voleva neanche farlo. La cameriera si chiuse la porta dietro di se e ci appoggiò le spalle, allontanarsi da Joe sarebbe stato meglio per tutti, scosse la testa e trattenendo le lacrime tornò a lavorare.

Scese dalla metropolitana e salì le scale sino ad arrivare sul marciapiede, cominciò a camminare verso casa, sull'altro lato della strada vide suo marito, aveva una camminata tranquilla ed elegante, assolutamente conforme al suo stile. Lo seguì con lo sguardo sino a che non girò l'angolo, decise di seguirlo senza dare troppo nell'occhio, cercò di mantenersi a debita distanza camminando con assoluta indifferenza. Lo vide fermarsi all'angolo della strada, dopo pochi minuti venne raggiunto da una donna mora, al primo sguardo sembrava avere circa la stessa età dell'uomo, indossava un vestito che arrivava fin sopra il ginocchio, era verde come il colore degli occhi di Ben, e due tacchi vertiginosi, si salutarono con un bacio sulla guancia e poi a braccetto imboccarono una strada a senso unico. Daphne deglutì e li seguì ancora con in testa mille presentimenti che vennero confermati non appena vide che al fondo della strada c'era il motel “Sweet Night”, quel motel a cui aveva accennato Ben la scorsa sera, un posto squallido che cadeva quasi a pezzi.
Si girò immediatamente e scappò in direzione di casa, forse doveva vederlo con i suoi occhi per rendersene conto. Aprì il portone e si avvicinò alla cassetta della posta, prese le buste che c'erano all'interno e poi salì in casa. La solitudine la stava assalendo, si sedette al tavolo della cucina e cominciò a controllare la posta, c'erano dei volantini pubblicitari, il resto erano bollette o avvisi di pagamenti in ritardo, o la banca che la intimava a restituire qualche prestito, con un solo stipendio non ce la faceva, aveva troppe spese, per quanto si sforzasse non riusciva ad uscire dai problemi economici.
Entrò in camera da letto, vide un biglietto sopra il suo cuscino

'non torno per cena, ci vediamo questa
sera, Ben.'

Ormai comunicavano solo così, a biglietti, si sedette sul letto con il fogliettino in mano, lo rilesse più volte sapendo dove fosse suo marito in quel momento, lo aveva visto con i suoi occhi, doveva arrendersi all'evidenza, lei non amava Ben e lui non amava lei, il loro non era un matrimonio, era tutta una farsa e doveva uscirne in qualche modo, ma stava troppo male, non sapeva dove scappare.
Rimase in quella posizione a torturarsi con i mille problemi che aveva, il sole era calato e il cielo stava diventando buio. Daphne si alzò di scatto, Ben la stava umiliando e per colpa sua lei non poteva rinunciare all'unica persona che l'aveva resa felice 7 anni fa e che ci stava riuscendo ancora dopo tanto tempo. Si cambiò mettendosi qualcosa di carino, si mise un filo di trucco, non ricordava l'ultima volta che si era messa in tiro, non voleva essere elegante o appariscente, voleva essere solo carina.

Uscì di fretta, salì in macchina e partì.
"Cliff Cliff ho bisogno di un favore enorme" urlò precipitandosi davanti alla guardiola
"Daphne che ci fai qui?"
"devi far recapitare questo biglietto alla suite 314, a Joe Jonas, è di vitale importanza"
"sì ma...."
"ti spiegherò tutto, aiutami ti prego"
l'uomo sorrise ed annuì
"solo perché sei tu"
"grazie grazie e mi raccomando non farne parola con nessuno"
la ragazza schioccò un bacio sulla guancia del vecchio capo della sicurezza, gli lasciò un bigliettino nelle mani e poi scappò verso l'ascensore.
Arrivò sul tetto, era così nervosa, sperava davvero che Joe accettasse il suo invito nonostante le parole di quella mattina. Si mise a guarda il centro di New York dall'alto, Central Park era illuminato da piccole lucine, le macchine illuminavano la strada, i cartelloni luminosi creavano fasci di luce nel cielo, la grande mela non dormiva proprio mai
"non sarà il nostro tetto ma è comunque un posto speciale, ti aspetto in cima all'hotel se hai voglia di vedermi" erano le parole del biglietto che aveva lasciato a Cliff, sulle labbra di Daphne comparve un grosso sorriso, si voltò e vide Joe con in mano il foglietto, la stava guardando sorridendo "è vero, non è il nostro tetto, ma è comunque speciale anche per me"
"sei venuto allora"
"credevo non dovessimo vederci per un pò, sai dopo questa mattina"
i due si avvicinarono guardandosi negli occhi
"dimentica quello che ti ho detto questa mattina, hai già mangiato?"
"in effetti sì"
"beh allora la pizza migliore di New York me la mangerò da sola"
disse lei mostrandogli la pizza che aveva comprato prima di andare in albergo
"ma non ho mica detto di essere pieno" rise il ragazzo.
Joe si pulì la bocca con il tovagliolo dopo aver mangiato l'ultima fetta di pizza
"cavolo era davvero buona, è la migliore avevi ragione" rise
"beh io te lo avevo detto e con piacere noto che tu sei sempre un pozzo senza fondo" entrambi risero
"beh il buon cibo non si rifiuta mai" la ragazza scosse la testa ridendo e mise via la scatola della pizza, ormai vuota
"sei sempre il solito"
"tu invece sei cambiata tantissimo"
Daphne voltò lo sguardo tentando di cercare una risposta decente nei meandri della sua mente
"beh in 7 anni si cambia" abbozzò un sorriso
"non sto parlando dei capelli più lunghi, dell'altezza o del fatto che sei tremendamente più magra"
"non ti seguo"
il ragazzo sospirò e piegò le ginocchia al petto appoggiandoci sopra le braccia
"come mai questa mattina mi hai detto che non ci saremmo più potuti vedere?" Daphne abbassò lo sguardo "c'entra Ben?" chiese ancora lui
"sì, cioè lui è solo geloso"

non credo abbia motivo di esserlo”
lo è e basta” sbottò lei, forse in realtà i motivi li aveva
"raccontami di lui? Come sei finita con un tuo professore?" la storia era complicata e Daphne cercò di trovare le parole giuste per spiegare tutto
"beh, lui mi ha aiutato molto, ci siamo conosciuti meglio e ci siamo messi assieme" fece mezzo sorriso
"in cosa ti ha aiutato?" Joe la guardò curioso
"beh...è stato un periodo difficile, il college, mia madre, Chelsea, tu...e io ho conosciuto della gente"
"che gente?"
"brutta gente" si morse un labbro "avevo cominciato a non frequentare più le lezioni, bevevo, ho cominciato a fumare e..."
"e?"
"ecco...lì ho conosciuto la droga"
"Daphne..."
"è..è stato davvero difficile, non sapevo dove sbattere la testa, volevo solo stare male, abbandonare tutto e finirla lì, non mi importava più di niente" la mora si mise le mani in faccia e cominciò a piangere, si vergognava così tanto, il ragazzo le si avvicinò e la strinse a se
"lui ti ha fatta uscire da quel giro?"
"quel giorno lui..." deglutì "lui mi ha trovata svenuta dietro al dormitorio del college, avevo bevuto parecchio, troppo, avevo preso anche delle strane pasticche che mi avevano dato, ricordo che dovevo tornare nella mia camera ma la testa mi girava davvero tanto e..." le lacrime presero il sopravvento
"ssshh adesso basta, è passato"
"ricordo di alcuni tizi che hanno cominciato a strattonarmi, mi hanno buttata a terra, io ero ubriaca e fatta, non riuscivo a reagire, hanno preso quei pochi soldi che avevo nel portafoglio e sono scappati, io sono svenuta in quel vicolo al buio, Ben mi ha salvata, poteva lasciarmi morire lì e invece mi ha preso con sé e ha fatto in modo che rincominciassi da zero"
"e come mai non sei più al college?"
"quando hanno scoperto la nostra storia lo hanno licenziato e lui mi ha fatto scegliere tra lui e il college"
"perché lui?"
"gli devo tutto, non volevo rimanere di nuovo sola ed essere quella derisa da tutti per l'ennesima volta" Joe strinse un pugno, provava così tanta rabbia verso quell'uomo e verso di se, l'aveva abbandonata lasciandola cadere in basso, le prese il volto e guardò i suoi occhi lucidi e con il trucco rovinato, era bella, lo è sempre stata, i suoi capelli castani che diventavano rossi con le luci di New York, quegli occhi occhi grandi e castani, le guance bagnate troppo spesso dalle lacrime e quelle labbra rosse che gli mancavano tanto, era sposata, aveva la sua vita, ma lei non era mai uscita dalla vita di Joe, l'aveva sempre pensata
"ehi lui ti ha dato una nuova vita, ti ha dato la possibilità di crearti una famiglia, lui ti rende felice" Joe cercava di convincere se stesso, ma nessuna parola ebbe effetto, Daphne fissò inerme gli occhi del ragazzo sapendo che tutte quelle parole riflettevano cose non vere, non era felice, Ben non voleva una famiglia, gli aveva tolto i sogni, tutto, Joe ero quello che l'aveva cambiata e le aveva restituito la vita, sentì il pollice levarle una lacrima dalla guancia, si avvicinò al suo viso, sentiva il suo respiro caldo
"Joe tu..." il ragazzo non la fece finire, eliminò lo spazio tra le loro labbra e la baciò, la strinse a se assaporando quelle labbra tanto desiderate, lei gli mise le mani sulle guance e ricambiò il bacio, per poi staccarsi subito e guardarlo spaventata
"no, non posso, è sbagliato" si alzò di corsa lasciando il ragazzo avvolto da mille pensieri. 


Buuuuuuuuuuuuuuum!
Io ho l
a sensazione, anzi quasi la certezza di aver reso felici alcune di voi ahahah
Spero d
avvero sia così,
voglio s
apere immediatamente che ne pensate!
Gr
azie per le 6 recensioni al capitolo precedente,
siete uniche.
Un b
acio Debby!

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Capitolo 8
*** What can I do to show you I'm sorry? Make me happy ***


8- What can I do to show you I'm sorry? Make me happy







 

 

Daphne stava fissando la strada dalla finestra della sua piccola classe, aveva un piccolo sorriso sulle labbra, lo aveva da ieri, quando ripensava a ciò che era successo sul tetto, era stato solo un bacio che non doveva esserci, anche se non era stata lei ad iniziare era sicura lo volesse, avrebbe ricambiato sicuramente se non le fosse venuto in mente Ben e se non si fosse resa conto che lo stava tradendo, non voleva abbassarsi al suo livello, non voleva avere punti deboli per rendersi ancora di più succube del suo potere.
Sorrise timidamente ancora una volta toccandosi il labbro inferiore con due dita, era sbagliato, un grossissimo errore, ma anche il suo matrimonio lo era, la differenza stava nella felicità, quel semplice gesto di Joe le aveva fatto battere il cuore a mille, un cuore che le sembrava ormai congelato ed incapace di provare qualsiasi cosa, si era sentita piena di energia e con la voglia di sorridere, forse se avesse avuto più coraggio avrebbe fatto lei quel passo, ma era piena di paure, non voleva stare male ancora per Joe e immediatamente le venne in mente quella bionda uscita dalla camera di Joe il giorno precedente e il suo piccolo sorriso si rabbuiò, era stato solo un errore e non doveva ricapitare più, sarebbe bastato fare finta di niente.
I suoi pensieri vennero interrotti dal pianto di uno dei bambini, si girò di scatto per vedere il gruppetto che si era radunato attorno a Gabriel che era a terra a piangere, la giovane maestra si avvicinò immediatamente e si abbassò tirando sul il bambino
Gabriel che cosa è successo?” chiese preoccupata accarezzandogli la guancia, ma non ricevette risposta, accanto a lei vide Entony, un bambino che spesso spingeva i suoi compagni a terra, infastidiva un po' tutti in quella classe
Entony sei stato tu? Che cosa gli hai fatto?” il bambino assunse una faccia mortificata
io non ho fatto nulla, gli ho toccato la pancia, ma per sbaglio” Daphne si girò di nuovo verso il piccolo che piangeva
Gabriel dove ti fa male?” il bimbo si tocco un fianco, la giovane ragazza tentò di alzargli la maglietta per vedere, ma le mani di Gabriel le impedivano di controllare, dopo un po' di insistenza riuscì ad alzare la maglia e rimase scioccata dalla visione di un grosso livido violaceo sul fianco di quel bambino
non sono stato io” urlò immediatamente Entony spaventato
tranquillo, so che non sei stato tu, Gabriel come te lo sei fatto?” ma il piccolo continuava a piangere spaventato, probabilmente qualcuno gli aveva toccato il livido provocando dolore, Daphne prese il bambino in braccio e tentò di consolarlo ristabilendo la tranquillità in classe, ma quel livido era davvero strano.
Dopo qualche ora cominciarono ad arrivare i primi genitori, tra cui la mamma di Gabriel, una bellissima donna cubana, capelli neri lunghissimi, alta e slanciata, truccata sempre alla perfezione e piena di gioielli
Giada” la chiamò Daphne avvicinandosi a lei
ciao Daphne, oggi Gabriel è stato bravo? So che a volte ti fa disperare” disse con il suo accento cubano e sfoggiando un sorriso luminoso
ha fatto il bravo tranquilla, ma volevo parlarti di una cosa”
dimmi tutto”
oggi ho notato un grosso livido sul fianco di Gabriel” la donna cubana sbarrò gli occhi e sbiancò
a-ah sì?” balbettò
sì, sai come se lo è fatto?” la donna boccheggiò per un paio di secondi
n-non saprei, sai che è un piccolo terremoto, cade sempre e ovunque, non mi sarò accorta che si era fatto così male”
ah ok, beh volevo solo avvisarti, deve fargli molto male”
certo, grazie, ora dobbiamo andare, ciao” affrettò un sorriso, prese per mano suo figlio e scappò fuori dalla classe, ogni madre sa a memoria i lividi sul corpo del proprio figlio, soprattutto se ha solo 3 anni, era davvero troppo strano.

Daphne raccolse le sue cose e si diresse verso l'uscita della piccola scuola, toccava a lei andare a prendere Kat a scuola quel giorno e le venne in mente una cosa, anche perché aveva una voglia tremenda di rivedere Joe. Arrivò in hotel e diede un'occhiata alla chiave 314, era appesa quindi Joe era sicuramente fuori, così Daphne decise di aspettare al bar
ehi Ed”
Daphne che ci fai qui a quest'ora?”
sto solo aspettando una persona”
quel Joe Jonas vero?”
boh forse” rispose vaga fissando l'entrata dell'hotel
a me puoi dirlo, lo conosci quel tipo?” chiese il ragazzo appoggiandosi al bancone per avvicinarsi a Daphne
sei una pettegola lo sai?” rise lei
lo so, quindi ora dimmi tutto” la mora fece un sorriso
era il mio vicino di casa anni fa, non ci siamo visti per 7 anni e ora abbiamo deciso di riprendere i rapporti, tutto qui”
sicura che sia tutto qui? Ogni volta che lo guardi hai un'espressione strana, mi aspettavo amori, tradimenti, un po' di azione insomma” Daphne rise fragorosamente
Ed tu guardi decisamente troppa tv”
sarà, ma se non sapessi che tu sei sposata, potrei pensare che provi qualcosa per quel Joe” la ragazza scosse la testa mandando via ogni tipo di pensiero
no no, sei completamente fuori strada”
va bene, comunque il tuo bello è appena arrivato” Daphne alzò lo sguardo e vide Joe avvicinarsi alla reception con una camminata tranquilla, mentre con un gesto molto naturale si toglieva gli occhiali da sole. La ragazza sì alzò dallo sgabello e tentò di avvicinarsi senza dare troppo negli occhi, continuò a fissarlo sperando potesse accorgersi di lei, fece ancora due passi in avanti ma venne fermata da due grossi uomini
mi scusi, ora il signor Jonas vorrebbe essere lasciato in pace”
m-ma io veramente...” la fecero indietreggiare di qualche passo
per favore signorina”
volevo solo dire una cosa a Joe”
lasciatela pure” intervenne Joe avvicinandosi, i due omoni si allontanarono lasciando i due ragazzi soli
la tua sicurezza è efficiente”
fanno solo il loro lavoro”
ho disturbato?”
no no, dimmi pure”
“tra poco devo andare a prendere Kat a scuola, mi chiedevo se avessi voglia di accompagnarmi, volevi vederla giusto?” Joe sorrise immediatamente
certo che mi va, devo solo sistemare due cose, mi aspetti?”
magari io comincio ad andare, poi tu vieni con calma con la tua macchina”
no no tranquilla, andremo con la macchina di George, so che non ti piace dare molto nell'occhio” Daphne sorrise timidamente ed annuì
va bene” si sentiva così in imbarazzo dopo ieri sera, si sentiva un'adolescente con una tremenda cotta, si sentiva se stessa 7 anni fa.

Uscirono dal parcheggio dell'hotel inosservati, nell'auto era calato un silenzio imbarazzante, tutti e due fissavano la strada che avevano davanti a se mentre si dirigevano verso il Queens
scuole elementari giusto?” chiese lui
sì sì” rispose lei frettolosamente imbarazzata e poi lasciò di nuovo spazio al silenzio, Daphne sentiva solo il suo cuore battere mentre si torturava le mani appoggiate sulle sue gambe
la trovi così imbarazzante questa situazione?” chiese Joe continuando a fissare attentamente la strada, Daphne si girò a guardarlo
c-ci conosciamo da anni, perché dovrebbe essere imbarazzante?”
forse per quello che è successo ieri sera” la mora ripensò alla scena e si voltò verso il finestrino per nascondere il sorriso timido che era stampato sulla sua faccia, ma doveva affrontare la cosa e parlare, anche se molto probabilmente non era quello che avrebbe voluto dire
ah giusto, ascolta...”
sai credevo non mi avresti più cercato” la interruppe e gli occhi della ragazza ritornarono su Joe
perché?”
beh, ogni volta che succede qualcosa tu scappi e ti tieni tutto dentro, pensavo ti fossi dimenticata di tutto e anche di me per non parlarmi più dopo quel bacio” Daphne lo guardò sbigottita, anche se alla fine aveva ragione, era sempre scappata da tutto e da tutti, ma non questa volta, doveva prendere in mano la situazione e prendere la giusta decisione
senti Joe, è stato un errore, gli errori capitano, è stato solo un bacio e siamo abbastanza grandi per non essere imbarazzati, non capiterà più, sei un mio amico e non credo scapperò da te per uno stupidissimo errore” Joe sorrise
hai detto troppe volte errore, così sembra quasi non lo sia stato” sorrise ancora più compiaciuto fermandosi ad un semaforo rosso
perché è stato un errore e con questo il discorso è chiuso, poi tu hai la tua bionda” affermò decisa lei, il ragazzo ridacchiò
non è la mia bionda, non era nessuno quella”
ah...beh, come ho detto discorso chiuso”
la piccola Daphne sta crescendo” i due si guardarono
beh, ho i miei tempi”
quando hai scoperto di “Underdog” mi hai rimproverato di averci messo troppo tempo per dirti che mi piacevi, come promesso ora mi sono buttato”
non ricordo” mentì, ricordava ogni momento passato sul tetto con lui e ogni sua canzone
comunque sia a me è piaciuto e lo rifarei” disse Joe sorridendo, Daphne avvampò di colpo e si girò di nuovo verso il finestrino sorridendo
andiamo che è verde”.
Arrivarono di fronte la scuola di Katlyn, la campanella doveva ancora suonare, Joe aspettò vicino alla macchina. Dopo qualche minuto si sentì il suono che annunciava la fine della scuola, un gruppo di bambini si fiondò fuori dall'edificio e tra quelli c'era anche Kat che corse ad abbracciare la sorella
“ciao Daphne”
ciao tesoro, com'è andata?”
bene, ma ho i compiti da fare, non ne ho voglia” sbuffò la sorella minore avvicinandosi al cancello della scuola
beh, io ho una sorpresa per te”
cosa??”
ti è venuto a trovare un amico” Katlyn alzò lo sguardo e vide la macchina su cui era appoggiato Joe, i suoi occhi si spalancarono per la sorpresa e fece un sorriso enorme, ma pochi secondi dopo si bloccò guardando la sorella, negli anni Daphne le aveva sempre ripetuto che non doveva più avere a che fare con Joe se mai fosse tornato, ma Kat lo aveva sempre aspettato perché lo considerava un fratellone, il suo Joe che l'aveva protetta, che aveva aiutato sua sorella e a cui voleva un gran bene. Daphne le rivolse un sorriso rassicurante e la bambina corse ad abbracciare il ragazzo
Joe!” urlò
ciao Katlyn!” la prese in braccio stringendola
allora non ti sei dimenticato di me”
certo che no, non avrei mai potuto” la strinse forte a se e si accorse dei piccoli singhiozzi di Kat
andrai via di nuovo?” il cuore di Joe si spezzò a quelle parole, era andato via senza preoccuparsi di nessuno
no tesoro, resto qui per un pò”
mi sei mancato davvero tanto sai?” si asciugò le lacrime e scese dalla braccia di Joe
anche tu, sei cresciuta davvero tanto”
anche tu e sei diventato anche più bello” rise la sorella minore, Daphne la guardò con gli occhi spalancati, Joe si mise a ridere
beh, visto che adesso tua sorella è sposata potremmo metterci assieme noi due, che ne dici?”
è perfetto” esclamò Katlyn ridendo.

Joe parcheggiò la macchina e Katlyn scese recuperando poi il suo zaino
è qui che abita tuo padre?”
già, ha trovato un lavoro e si è stabilito qui definitivamente, non ci ha più lasciate”
allora era veramente cambiato” commentò Joe, Daphne non rispose e scese dalla macchina seguita dal giovane cantante. Si avvicinarono tutti e 3 al portone
vuoi salire? Papà chiede qualche volta di te” disse Katlyn, Joe guardò la sorella maggiore che si strinse nelle spalle
davvero chiede di me?”
a volte”
allora salgo su a salutarlo se non disturbo”
non disturbi, andiamo” Kat lo prese per mano e lo trascinò all'interno dell'appartamento.
allora Joe cosa ti riporta da queste parti?” chiese William portando le tazze di caffé in tavola
il mio nuovo CD, sono qui per finire di inciderlo e pubblicizzarlo”
quindi alla fine sei riuscito a diventare un cantante?” chiese Katlyn mangiando alcuni biscotti al cioccolato
sì e come mia futura fidanzata sei invitata ai miei concerti”
fidanzata? Cosa mi sono perso?” chiese William sorridendo
Joe ha detto che siccome Daphne è sposata io sarò la sua ragazza” rise la bambina afferrando il bicchiere pieno di latte
quindi hai conosciuto Ben?” chiese l'uomo rivolgendosi al ragazzo
sì” rispose Joe sorseggiando il suo caffè
e cosa ne pensi?” Daphne sbuffò roteando gli occhi
papà ti prego non rincominciare”
ho solo fatto una domanda”
so già dove vuoi arrivare, a te non piace Ben e sono mesi che cerchi di farmi cambiare idea su di lui”
scusa se ho le mie opinioni”
anche io ho le mie e questa è la mia vita!” entrambi alzarono il tono della voce e quando se ne resero conto si calmarono
scusaci Joe, Kat vai a giocare in camera, Daphne tu vieni in cucina con me” la sorella si alzò seccata e seguì il padre
non ho voglia di discutere”
Daphne ascoltami, io non voglio che cambi idea, voglio solo che tu capisca, so come si comporta con te, me ne parli e piangi, hai rinunciato a troppe cose per lui”
papà per favore....”
ne hai passate tante e lui probabilmente ti ha aiutato ad uscire da un periodo difficile, ma guarda come ti tratta adesso” la ragazza sentì le numerose lacrime uscire dagli occhi, alzò lo sguardo verso l'alto tentando di trattenersi, sapeva benissimo che suo padre aveva ragione, ma forse era troppo orgogliosa per ammettere l'ennesimo errore della sua vita
ti prego...” lo supplicò
beve troppo, ti trascura, che cazzo di marito è?” sbottò il padre in preda alla rabbia
ma perché te la prendi tanto?”
perché assomiglia troppo a me!” urlò ancora l'uomo “non sono stato un buon marito e ho fatto ancora più schifo come padre, hai avuto fin troppi uomini sbagliati nella tua vita” la voce del padre era diventata più dolce, si avvicinò alla ragazza e le asciugò le lacrime sulle guance
devo andare, salutami Kat” uscì di fretta nascondendo le lacrime, si appoggiò al muro del palazzo e tentò di reprimere i singhiozzi
che cosa succede?” chiese Joe avvicinandosi alle sue spalle
niente, è solo una discussione”
che cosa non mi hai detto di Ben? Che voleva dire tuo padre?” chiese ancora prendendole una mano che lei scostò immediatamente restando girata di spalle “Daphne per favore”
vuoi sapere chi è Ben? Vuoi tutta la verità?” si girò di scatto con gli occhi rossi e il respiro accelerato per la rabbia “Benjamin è uno stronzo, uno che beve tutti i giorni e tutta la notte, un uomo che vive su quel poco che guadagno io, che non vuole trovarsi uno straccio di lavoro lasciandomi tutte le bollette da pagare, è quello che mi prende i soldi per pagarsi i suoi numerosi drink e io sono quella che non riesce a pagare tutti i conti e che si spacca la schiena per tenersi la casa” sibilò con una voce piena di rabbia che paralizzò Joe, la fissava elaborando tutte le informazioni e rimase scioccato da come fosse realmente quell'uomo
Daphne...”
i miei sogni? La mia vita con un bel marito e i figli? Sono completamente spariti, lui non la vuole una famiglia, vuole solo qualcuno che lo mantenga e io sono proprio quel qualcuno”
smettila!” Joe era furioso e Daphne ancora di più, continuava ad urlargli in faccia quello che pensava di Ben e che non aveva mai detto a nessuno, anche le lacrime erano scomparse, era solo pura rabbia, ma in quel modo stava ferendo Joe
e i miei racconti? Perché dovrei continuarli? Mi ha sempre detto che sono stupidi e non vale la pena continuarli, li ha distrutti così sul nascere, ha letto le prime righe e poi ha preso il pc e lo ha buttato a terra, “tu non sarai mai una scrittrice, non sarai mai nulla” ecco cosa mi ripete ogni santo giorno!” urlò ancora
come cazzo fai a stare con uno così?” la prese per un braccio strattonandola e avvicinandola a se
oh ma non sai la cosa peggiore, lui mi tradisce, si sbatte una puttanella a caso ogni sera proprio nel motel dietro casa mia, io sono nel letto ad aspettarlo e lui invece fa sesso con chiunque gli capiti a tiro e sai qual'è la cosa buffa? Lui non lo nasconde, mi confessa ogni tradimento e me lo racconta come se fossi un suo amico” sputò quelle parole con tutto il ribrezzo che provava per suo marito
non ti meriti questo!” le ruggì in faccia
ah no? E cosa mi merito eh? Ormai non ho neanche più la mia dignità, non ho più niente!” Joe strinse ancora di più la presa e strattonò la ragazza verso la macchina, lei non oppose resistenza, tentò di riprendere a respirare normalmente dopo la sfuriata, Joe invece ingranò la marcia e cominciò a guidare mentre la rabbia gli ribolliva nel sangue.

Dopo alcuni minuti si fermò
scendi!” ordinò, Daphne guardò fuori dal finestrino
perché siamo qui? Non voglio”
non mi importa, tu hai fatto delle promesse e adesso affronti la cosa!”
non voglio stare qui!” ripeté con il terrore nella voce che già tremava, il ragazzo spazientito scese e aprì la portiera del passeggero, prese la ragazza per il braccio e la
fece camminare

Joe no ti prego”
ti stai solo rovinando, forse io non sono la persona adatta per farti capire queste cose” aprirono il cancello del cimitero e percorsero un sentiero pieno di ghiaia, arrivarono di fronte alla lapide di marmo bianco
guardala!” ordinò ancora Joe, Daphne spostò lo sguardo “guardala!” urlò ancora più forte attirando l'attenzione dei pochi presenti, la ragazza sobbalzò e deglutì le lacrime per poi girare lentamente lo sguardo, non andava a trovarla da parecchi anni, come poteva farlo se l'aveva completamente delusa, guardò la foto, il suo sorriso, i suoi capelli biondi sempre perfetti, Chelsea è sempre stata perfetta, sentì di nuovo gli occhi riempirsi di lacrime
io...”
leggi la scritta!”
s-seguirò i miei sogni” balbettò
gliel'hai promesso, che cosa direbbe se ti vedesse così? Era la tua migliore amica, le promesse che fai a lei le fai anche a te stessa”
lo so”
e allora se lo sai perché cazzo continui a distruggerti?” Daphne si portò le mani sul viso e si inginocchio davanti al marmo cominciando a piangere
ho sbagliato, ho deluso tutti e avrei deluso anche Chelsea”
puoi rimediare”
no che non posso, ormai la mia vita è questa!”
puoi cambiarla! Leggi quella scritta di nuovo, significherà qualcosa per te”
significa moltissimo”
e allora fai qualcosa per mantenere quella promessa” le sussurrò avvicinandosi a lei, piangeva senza controllo, si abbandonò alle braccia di Joe stringendogli il giubbotto di pelle
mi manca, ogni giorno penso a lei e a quello che le ho promesso, non ce la faccio”
ssshh lei è sempre con te e ci sono anche io ora”
che cosa ho combinato”
risolveremo tutto, ora calmati” la strinse ancora con gli occhi lucidi, la sua piccola Daphne era distrutta.

Risalirono in macchina
puoi portarmi in albergo? Inizio il turno tra poco”
certo” restarono in silenzio per parecchi minuti, Daphne si sentiva così stanca, prese uno specchietto per controllare i suoi occhi, erano fin troppo rossi, lo richiuse e sospirò
non mi hai più fatto sentire la canzone nuova”
ah è vero, beh questa sera mi esibisco e pensavo di cantarla, potrai ascoltarla in tv”
la farò” sorrise.
Arrivarono nel parcheggio sotterraneo, presero l'ascensore assieme e aspettarono di arrivare al piano, la prima ad uscire fu Daphne
scusami per la scenata, buona serata” fece mezzo sorriso e poi si diresse verso lo spogliatoio, lì trovò sia Mercede che Ginny
Daphne che ti è successo?” chiese la rossa vedendo gli occhi rossi dell'amica
quel Ben?” chiese invece la donna di colore
no no, lui non c'entra niente, dovevo solo sfogarmi, come mai siete entrambe qui? Ginny il tuo turno è finito”
sostituisco Stephanie”
ah bene, io sono già in ritardo, meglio se mi sbrigo”.

Erano le 6 passate e Daphne era nervosa, controllava spesso l'orologio, non sapeva che fare, era indecisa, guardarlo o non guardarlo? Sistemò alcuni vestiti in un armadio e poi ancora uno sguardo all'orologio
Daphne hai un appuntamento?”
cosa?”
Mercedes ha ragione, è tutto il giorno che guardi l'orologio e manca ancora un'ora per andare a casa”
sì è solo che....”
che?” si morse un labbro guardando le amiche
“Joe mi ha chiesto di guardarlo in televisione per sentire la nuova canzone e dovrebbe essere già in onda”
e allora che aspetti!” disse Ginny prendendo il telecomando e accendendo la televisione della camera
ferma non possiamo!”
nessuno si accorgerà di nulla, canale?”

“137” Joe comparve sullo schermo, rideva e scherzava con la conduttrice
ora però è il momento di farci sentire qualche nuovo pezzo” disse quella donna castana dal sorriso smagliante
avrei dovuto cantarvi una canzone, ma ho cambiato all'ultimo minuto, ho ritardato anche l'uscita del CD per questo pezzo, è davvero importante per me”
il titolo?”
si intitola “Sorry” e sono delle scuse per una persona che ho ferito anni fa, era una persona molto importante”
una ragazza?”
beh sì, a dirla tutta è una ex ragazza” sorrise lui imbarazzato
una rivelazione di Joe Jonas!! Godiamoci Sorry” le luci si abbassarono e la musica partì

was it the things i said, can i take them back
baby, cause without you there's nothing left of me
we can run away, we can change our fate
baby, what can i do to show you i'm sorry”

 

cavolo è completamente innamorato di te” commentò Mercedes
cosa? No!”
come no? Quella canzone è per te?”
“sì, almeno così mi ha fatto capire”
e allora prova sicuramente qualcosa per te, dovresti andare da lui”
no no, cioè non lo so”
si trova sulla 56° strada, ce la puoi fare”
ma...”
niente ma, pensa meno e agisci di più Daphne, corri!” la ragazza sorrise e si precipitò fuori dall'hotel, cominciò a correre ripensando al suo Joe, al pomeriggio appena passato, ai suoi abbracci, al suo bacio del giorno prima e al cuore che le batteva ogni volta che lo vedeva, voleva essere di nuovo felice.

Arrivò di fronte agli studi, cercò di entrare dalla porta principale, si ritrovò davanti una ragazza dietro ad un bancone
mi dica?”
io...”
ah è dell'impresa di pulizie” tutti scambiavano la sua divisa da cameriera per quella dell'impresa delle pulizie
ehm sì....mi hanno detto di andare allo studio dove registrano “Wake up Music”
certo, percorra quel corridoio, si ritroverà nel parcheggio, studio numero 3”
grazie!” scappò di nuovo nella direzione appena indicata, cercò lo studio numero 3 e aprì la porta.
La voce di Joe era inconfondibile, stava cantando una nuova canzone, il pubblico in adorazione urlava, le telecamere seguivano i suoi movimenti, tutto girava attorno a lui.
Non appena finì venne congedato dalla conduttrice e accompagnato da un fragoroso applauso. Daphne lo vide salutare alcune persone e poi dirigersi verso George che lo aspettava in disparte
Joe!” urlò correndogli incontro, venne fermata da un uomo della sicurezza “Joe!!” urlò ancora, il ragazzo la guardò e cominciò a sorridere, corse verso di lei e congedò l'uomo della sicurezza
non pensavo saresti corsa fin qui”
neanche io in effetti, che cosa mi stai facendo?” chiese sorridendo timidamente
sei tu che mi hai cambiato”
la canzone era stupenda” il ragazzo le accarezzò la guancia
mi dispiace”
per cosa?”
tutto quanto, non volevo lasciarti, non avrei mai dovuto”
non fa nulla” si guardarono attentamente negli occhi esplorandosi a vicenda
cosa devo fare per dimostrarti che mi dispiace?”
rendimi felice come facevi una volta” sospirò lei avvicinandosi alle labbra del ragazzo e farle incontrare con le sue, lo baciò appoggiando una mano dietro alla sua testa, sentì le sue labbra morbide, in poco tempo anche le loro lingue iniziarono a danzare assieme mentre i due corpi combaciavano alla perfezione. Si staccarono guardandosi dritti negli occhi
lo farò” rispose lui spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio
hai appena iniziato” ammise lei perdendosi ancora una volta negli occhi color nocciola.


Ed ecco il colpo di scen
a!!!
Finlmente 
ahahah lo dico anche io,
ve l'ho f
atto sudare questo bacio,
m
a ce l'ho fatta.
Doveva essere un capitolo abbastanza intenso
e mi è venuto anche chilometrico, dovrà bastarvi per un pò.
Mi scuso per averlo scritto in maniera obrobriosa,
ma non sono riuscita fare di meglio.
Ovviamente aspetto tante recensionie!!
Un bacio Debby!

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Capitolo 9
*** The perfect night ***


Prima di tutto volevo scusarmi per l'enorme ritardo,
l
a voglia di scrivere mi habbandonata
e ovvi
amente il capitolo che vi proporrò è abbastanza....bleah ahahah
Spero d
avvero di non aver perso lettori, 
gr
azie per le meravigliose recensioni 
anche se in ritardo, buon Natale, buon anno, buon tutto (?) 

 

9- The perfect night



 

 

La mattinata era appena iniziata e Daphne stava già pulendo il lungo corridoio dell'ultimo piano del Carlton-Ritz Hotel. Passò di fronte alla stanza numero 314 e involontariamente sorrise
"ehi dolcezza, come mai questo sorriso?" le chiese Mercedes fermandosi a guardarla, la giovane cameriera scosse la testa arrossendo
"nulla" si limitò a rispondere continuando a pulire uno specchio
"oh forza, dimmi cosa succede, riguarda Joe?" Daphne si morse il labbro
"beh sì, anni fa quando stavamo assieme il sabato mattina a volte suo fratello Frankie faceva entrare me e mia sorella di nascosto in camera di Joe per poterlo svegliare"
"davvero?"
"sì e stavo solo pensando che mi mancano quei tempi"
"beh perché non lo fai adesso? È sabato ed è presto, sicuramente sta ancora dormendo"
"no no, sarà stanco, poi magari è in compagnia..."
"compagnia? Tesoro dopo quello che è successo l'altro giorno non credo abbia voglia di avere compagnia, se non la tua, forza vai".

La ragazza si fece convincere, aprì la porta con la sua chiave e la richiuse senza fare rumore, camminò lentamente verso la camera da letto e scostò la porta, Joe era sdraiato a pancia in giù con una braccio sotto il cuscino e l'altro disteso lungo il corpo. La coperta era disordinata e gli lasciava scoperto un piede. Daphne lo fissò per qualche secondo, lo trovò così carino, così bello, così suo, lo voleva suo. Sospirò e poi si avvicinò ancora al letto, si buttò letteralmente addosso al ragazzo
"buongiorno!" gli urlò, Joe si svegliò cercando di capire che cosa stesse succedendo, si ritrovò la ragazza che gli cingeva le spalle ridendo, immediatamente si girò facendola cadere sull'altro lato del materasso, si sedette e la guardò strofinandosi la faccia
"Daphne ma che ti prende? Ti sembra il modo? Sono ospite di questo hotel e avrò il diritto di dormire no?" Daphne si sedette sull'angolo del materasso con lo sguardo basso
"ma io..."
"hai 25 anni e ti metti ancora a fare questi scherzetti da ragazzina?"
la rimproverò ancora Joe guardandola, dopo di che scoppiò a ridere e la tirò a se, si mise sopra di lei e cominciò a farle il solletico
"mai abbassare la guardia" Daphne cominciò a ridere cercando di liberarsi dalla presa del ragazzo
"Joe no ti prego!"
"hai iniziato te, te lo meriti"
i due continuarono a ridere sul letto sino a quando Joe non si fermò a guardarla negli occhi, alzò una mano e le scostò i capelli dal viso scendendo ad accarezzarle la guancia
"mi mancava essere svegliato da te" la cameriera si morse il labbro e si perse negli occhi del cantante
"ora però non ci sono Frankie e Katlyn"
"beh possiamo guardare il lato positivo.."
detto questo Joe si avvicinò e cominciò a baciarla dolcemente spostando la mano sul suo fianco, Daphne ricambiò il bacio lasciando spazio alla lingua del ragazzo per farla incontrare con la sua, le sue mani gli stavano accarezzando la schiena coperta da una canottiera nera.
Si allontanarono leggermente guardandosi negli occhi
"forse dovrei tornare al mio lavoro"
"quando potrò stare un pò con te?"
"non lo so"
"vieni con me a cena questa sera, ho una sorpresa per te"
"non so Joe..."
"Daphne ho voglia di stare con te"
"e io con te"
rispose lei sfiorandogli le labbra con due dita
"questa sera allora"
"va bene, ora però devo andare"
si avvicinò a lasciargli un piccolo bacio sulle labbra, si alzò dal letto sistemandosi la divisa azzurrina e lasciò la stanza 314 con un sorriso ancora più grosso di quello che aveva quando era entrata, ma un pensiero le balenò subito in testa, Ben, come poteva fare tutto di nascosto?

Non appena si cambiò, richiuse l'armadietto pronta per tornare a casa, ma era tremendamente nervosa. Vide arrivare Ginny
"Ginny mi serve un favore enorme" sottolineò l'ultima parola in modo tragico
"che è successo?" chiese la rossa posando la sua borsa
"Joe...Joe mi ha chiesto di uscire" sussurrò
"cosa??"
"sì e io non so come andarci, come fare, sono nel panico"
"per Ben?"
"esatto...e anche per il vestito, non ne ho"
Ginny pensò per qualche secondo
"ok allora facciamo così, io stacco alle 7, tu fatti trovare a casa mia, a Ben puoi dire che sono in crisi per qualcuno e che starai con me tutta la sera"
"dici che funzionerà?"
"lo spero e quando sarai da me penseremo al resto"
"grazie, sei davvero un'amica, ci sentiamo dopo".


La mora rientrò a casa, suo marito era intento a guardare una partita di baseball alla televisione e a bere birra, lo vide prendere un sorso dalla lattina e poi alzarsi urlando contro il televisore
"era salvo!!"
"s-sono a casa"
balbettò, era tutta un fascio di nervi, non aveva mai mentito così a Benjamin
"ah ciao" rispose senza spostare gli occhi dalla televisione
"Ben dovrei chiederti una cosa"
"aspetta la fine della partita, manca poco"
"certo"
Daphne sospirò e cerco di utilizzare quei minuti per pensare alle parole adatte.
Andò in cucina e aprì il frigo per prendere una bottiglia di succo di frutta, si appoggiò al banco vicino al lavandino, prese un bicchiere e si versò il succo per poi berlo lentamente

Delle mani le cinsero lentamente i fianchi e delle labbra calde le posarono un leggero bacio sulla spalla
"allora com'è andata oggi?" le sussurrò Ben, la ragazza rimase stupita dalla dolcezza dell'uomo e per un momento pensò di annullare l'appuntamento con Joe, forse suo marito non se lo meritava
"è andata bene, fortunatamente non ci sono molti clienti questa settimana" spostò leggermente la testa di lato per far si che potesse ricevere altri dolci baci che la facevano stare bene
"c'e ancora quel Joe?" quel nome detto da Ben le fece venire i brividi e subito si irrigidì
"beh sì, si fermerà ancora qualche settimana, credo" si liberò dalla dolce presa e si voltò a guardarlo
"mmh ascolta questa sera esco, non aspettarmi in piedi, anzi dovresti darmi dei soldi" Daphne lo guardò pensando a tutto quello che avrebbe potuto fare quella sera da solo, prese un grosso respirò per farsi coraggio
"anche io esco questa sera, mi vedo con Ginny"
"ah e dove andate?" l'uomo stava scrutando gli occhi della moglie, ma lei riuscì a rimanere impassibile
"probabilmente andremo a mangiare in qualche fast food e poi staremo a casa a vedere un film"
"beh buona serata e non fare troppo tardi eh" le lasciò un bacio sulla fronte ed uscì dalla stanza, Daphne per un momento si sentì sollevata e l'unica cosa che voleva fare era vedere Joe e passare del tempo con lui.

Era seduta sul letto di Ginny e si stava torturando le mani continuando a pensare a cosa stava per fare
questo può andare?” disse la rossa mostrando all'amica un vestito
mmm secondo me è troppo appariscente”
sì, però dovrai pur farti notare, ma vediamo se ho altro” Ginny ritornò ad ispezionare tutti gli abiti del suo armadio in cerca di quello perfetto per il primo appuntamento
pensi che io stia facendo la cosa giusta?” chiese nervosa Daphne
ne sono sicura” rispose l'altra osservando ancora i suoi vestiti
e perché tu lo sei e io no?”
semplicemente perché tu hai perso di vista te stessa e non riesci a capire cosa ti rende veramente felice”
ma è un tradimento”
Ben si è mai fatto scrupoli a tradirti?” chiese Ginny girandosi verso Daphne, la quale abbassò il capo scuotendolo “ecco, quindi tu stai solo cercando di essere felice e ne vale la pena, anche se devi tradire quella sotto specie di uomo” continuò girandosi nuovamente verso i vestiti
Joe mi rende felice...”
lo so”
lo ha sempre fatto” Daphne abbozzò un sorriso ripensando al periodo in cui stavano assieme
eccolo!” esclamò la rossa mostrando un vestito nero lungo sino al ginocchio, con due sottili spalline e un elegante scollatura a v, decorato sul davanti con poche paillettes che riflettevano la luce, Daphne si alzò e lo prese in mano
è perfetto, sicura di volermelo imprestare?”
ma certo, adesso preparati, tra poco devi andare”.

Joe era già al ristorante, il New York Bistro, uno dei più lussuosi ed eleganti ristoranti della città, aveva un'immensa sala che ospitava decine di tavoli decorati elegantemente con tovaglie color avorio e centrotavola fatti di fiori. Stava parlando con il proprietario del locale per far sì che tutto fosse perfetto, non voleva sbagliare niente, doveva rimediare a tutti gli errori del passato
ci hai riservato il tavolo migliore giusto?” chiese ancora una volta
sì e lontano da occhi indiscreti, è tutto come mi hai chiesto, ma posso sapere perché sei così nervoso? Non mi hai mai portato ragazze qui”
lo so, ma questa è diversa”
e posso sapere chi è questa misteriosa ragazza?”
per ora no, ma la conosci” il ragazzo diede uno sguardo veloce all'orologio, erano le 20.05 e proprio in quel momento Daphne fece ingresso nel ristorante, Joe la guardò, era così bella, quel vestito le dava un'aria così elegante, i capelli erano semplicemente sciolti e leggermente mossi.
Le si avvicinò continuando a guardarla
ciao” sorrise lui, la ragazza lo guardò sfoggiando un bellissimo sorriso spontaneo
ciao, è bellissimo questo ristorante, non ci sono mai stata” affermò guardandosi attorno
sei bellissima questa sera” Joe le lasciò un piccolo bacio sulla guancia e le prese la mano, a quel gesto Daphne sorrise arrossendo
grazie anche tu”
voglio farti conoscere il proprietario di tutto questo” entrambi si avvicinarono all'uomo con cui stava parlando prima Joe
finalmente posso conoscerla, Joe è più bella di quanto mi avevi detto, è un piacere io sono...”
Kevin?” lo interruppe Daphne guardandolo attentamente
sì, ma come...oh mio dio, Daphne sei tu?” i due sorrisero e si abbracciarono
non sapevo che questo ristorante fosse tuo, è stupendo”
e io non sapevo che fossi tu la famosa ragazza di Joe e non sapevo neanche vi foste rivisti”
l'ho incontrata una settimana fa per caso” spiegò Joe
devo assolutamente dirlo a Danielle, sarà felice di rivederti”
stai ancora assieme a Danielle?” chiese lei stupita
beh in realtà qualche anno fa ci siamo sposati” affermò Kevin con un grosso sorriso in faccia.

Joe e Daphne erano seduti uno di fianco all'altro e si gustavano la loro cena
ancora vino?” chiese lui
sì grazie” le prese il bicchiere e lo riempì di un delizioso vino rosso
sei bellissima” ripeté lui guardandola
lo hai già detto” arrossì lei
non smetterò mai di dirtelo”
Joe perché mi hai invitata a cena?”
volevo stare con te, da solo, credevo lo volessi anche tu”
certo, solo che tu sai che la mia situazione...”
non mi importa, sai che io sono una persona spontanea e in questo momento voglio stare assieme a te, voglio essere felice con te e ti aspetterò”
ma Joe...”
Daphne io non ti ho mai dimenticata” entrambi si guardarono per alcuni secondi “tu mi hai dimenticato?” la ragazza esitò per un momento “sii sincera”
no” sussurrò lei prendendo la mano del ragazzo appoggiata sul tavolo, in quel momento Joe si avvicinò ancora più al suo viso fino ad incontrare le labbra di Daphne,
cominciando a baciarla dolcemente, al diavolo Ben, al diavolo i sensi di colpa, al diavolo la sua vita piena di bugie, lei voleva solo essere felice con il suo Joe e si sarebbe goduta il momento.

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Capitolo 10
*** You don't deserve this ***


10- You don't deserve this



Erano due giorni che Daphne non faceva altro che sorridere, non sapeva fare altro perché era felice, da quando era uscita con Joe si sentiva così bene con se stessa, come se avesse ritrovato la vera felicità.
Negli ultimi due giorni lui è stato molto impegnato con il lavoro, l'album è finalmente uscito e il rapporto si era ridotto a sguardi e sorrisi lontani, nessuno sapeva di loro a parte Ginny e Mercedes.
A Daphne non era neanche venuto in mente il pensiero del tradimento, forse le sembrava di aver tradito se stessa con Benjamin per tutto quel tempo.
La giovane cameriera uscì dallo spogliatoio con il sorriso stampato in faccia, prese il tesserino e registrò l'uscita. Si sentì tirare per un braccio e si ritrovò in un piccolo stanzino a contatto con un corpo che lei conosceva bene
Joe cosa stai facendo?” sussurrò, ma lui non rispose, le mise le mani sulle guance e cominciò a baciarla dolcemente, la tenne a se coinvolgendola in quel bacio che la fece rimanere senza fiato
scusami, ma mi sei mancata tanto” sussurrò lui sulle sue labbra
anche tu mi sei mancato” sorrise lei accarezzandogli la barba ispida
il lavoro mi impegna, poi tenere tutto nascosto è sempre più difficile” Daphne si staccò dal ragazzo e abbassò lo sguardo
lo so, io...mi dispiace, la situazione...”
non mi importa te l'ho detto, voglio solo stare il più possibile con te”
davvero?”
sì, vieni nella mia camera, ordiniamo qualcosa, mangiamo e ci guardiamo un film, come ai vecchi tempi”
lo vorrei tanto...ma Ben”
hai ragione scusa, non fa niente”
aspetta un secondo” Daphne uscì dalla piccola stanzetta e prese il cellulare, aveva così tanta voglia di stare con Joe, non voleva passare la sera da sola a rimuginare sui tradimenti del marito
pronto Ben, volevo dirti che questa sera non torno a casa per cena, Mercedes mi ha chiesto di fare da baby sitter ai suoi figli, ci vediamo più tardi” chiuse la chiamata e mise il cellulare in borsa, aveva usato una scusa semplice e credibile siccome a volte Mercedes le chiedeva favori di questo genere
Daphne non fa nulla sul serio”
cosa vuoi mangiare per cena?” sorrise lei guardandolo
quindi rimani?”
sì, allora vogliamo andare?”

Erano seduti l'uno accanto all'altra sul divano a gustarsi delle semplici patatine fritte con ketchup e maionese
era una vita che non le mangiavo” disse lui mettendosene una in bocca e masticando con gusto
io ormai vivo di cibo d'asporto, non ho tempo di cucinare” rise lei pulendosi le mani con un tovagliolo
ah perché mangi ancora? Sei così magra”
oh beh sai io ho una vita stressante, non sono tutti al mio servizio” lo prese in giro lei, Joe in risposta le lanciò una patatina suscitando una grossa risata della ragazza
mi mancava sentirti ridere” Daphne arrossì e spostò leggermente lo sguardo
a me mancava come mi facevi ridere” ammise mordendosi un labbro
sembra così semplice, io e te”
e invece è tutto complicato, Ben, la mia vita, me stessa”
tu non sei il problema” la interruppe lui avvicinandosi a lei e guardandola
oh invece sì, non sono più quella di 7 anni fa”
beh ma anche io sono cambiato”
sì ma io nono sono più me stessa, avevo promesso a te e a Chelsea di seguire i miei sogni, di essere felice, ma proprio non ci riesco” cominciò a sentirsi gli occhi bruciare per le lacrime trattenute, Joe sospirò e le prese la mano
raccontami del tuo matrimonio, ho sempre pensato ti saresti sposata con un vestito bianco in una chiesa, con tutti i parenti”
beh sì, è quello che avrei voluto”
e?” la cameriera sospirò pesantemente
in municipio, cerimonia lampo, i testimoni erano due impiegati del comune, io indossavo un paio di jeans” scrollò le spalle con noncuranza
ah...” il ragazzo non sapeva neanche che dire, sentiva tutti quei sogni infrangersi e gli faceva male
non potevamo permetterci molto e forse è stato meglio così, alla fine non è neanche un vero matrimonio”
e allora perché stai ancora con quello?”
è complicato Joe....tu non sai com'è”
spiegami allora!” non rispose, stette in silenzio a fissare le loro mani intrecciate, delle piccole lacrime le inumidirono le guance e prontamente Joe le asciugò “non ti meriti questo” si avvicinò ancora di più eliminando lo spazio tra di loro e la baciò facendola stendere sul divano. Continuò il bacio accarezzandole il fianco, mentre lei aveva le dita tra i suoi capelli e continuava ad accarezzarlo dolcemente, sarebbe andata avanti, lo avrebbe voluto suo, ma non era pronta. Lo staccò leggermente e si perse ancora una volta negli occhi color nocciola
dovrei andare” sussurrò
va bene” rispose lui sfiorandole il naso con la punta del suo.

Daphne frugò velocemente nella borsa in cerca delle chiavi di casa mentre si avvicinava sempre di più al portone del palazzo, alzò per un attimo lo sguardo e vide suo marito attaccato alle labbra di una mora tutta curve, prese un grosso respiro e si affrettò ad entrare in casa. Era sicura l'avesse vista, i loro sguardi si era incrociati per un secondo.
La ragazza cominciò a girare per l'appartamento passandosi più volte le mani tra, sentì la porta aprirsi e vide comparire Benjamin
Daphne ascoltami...”
no! Eri lì, con quella....sotto casa, Benjamin dai!” urlò lei in preda alla rabbia
hai ragione scusa, non ci ho pensato”
riesci solo a chiedere scusa? Le stavi esplorando la gola sotto i miei occhi!” l'uomo la prese in un forte abbraccio e cominciò ad accarezzarle la schiena
ho sbagliato lo so, non ho pensato potesse farti così male, devo stare lontano da casa” in quel momento Daphne stava ribollendo di rabbia, si stava scusando per essersi fatto vedere, non per averlo fatto, per averla tradita, ma non riuscì a dire nulla, in fondo prima lei era in una camera d'albergo a baciare deliberatamente un uomo che non era suo marito
come hai fatto a non pensare a me?” sibilò
ma non pensare a quella donna, tu sei mia, tu sei mia moglie, quella che amo” Ben stampò le labbra su quelle della ragazza e la baciò molto dolcemente, ma la mora lo staccò dopo qualche secondo
mi dispiace, sento il suo profumo addosso a te”
non fare tutte queste storie forza”
mi dispiace, domani devo svegliarmi presto, dormirò sul divano, buonanotte” si liberò dalla presa e salì in camera a cambiarsi, si sentiva così mortificata, umiliata e colpevole, stava sprofondando.


Le scuse sono d'obbligo, mi dispiace essere così lenta,
ma ho anche 42948 idee per due nuove FF e devo organizzarmi,
ma prometto che prima concluderò questa.
Grazie per le splendide 5 recensioni,
dire che vi amo è poco.
Un bacio Debby!

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Capitolo 11
*** I feel something for you ***


11- I feel something for you





 

 

L'hotel Carlton-Ritz era in pieno fermento per una conferenza su alcuni studi medici che occupava tutto il piano terra, Daphne e Ginny stavano sistemando la sala delle conferenze
"da quanto va avanti?" chiese la rossa pulendo il tavolo principale
"ormai sono due settimane e mezzo che ci vediamo di nascosto" rispose Daphne sistemando le sedie
"è parecchio tempo e lui quando se ne andrà?"
"non lo so, non ne abbiamo più parlato e sinceramente non ho neanche voglia di farlo"
si morse il labbro pensando alla partenza di Joe
"Daphne...ma tu cosa provi?" la ragazza si fermò a pensare, non sapeva esattamente cosa provava, era così complicato
"non lo so, sono confusa, ma lui....lui mi fa stare così bene"
"te l'ho già detto e te lo ripeto, segui la tua felicità"
Ginny le fece l'occhiolino e poi lasciò la stanza. Daphne rimase a fissare le sedie disposte ordinatamente di fronte a lei, voleva essere felice e lo era, aveva anche rincominciato a scrivere e non solo i suoi piccoli racconti, questa volta voleva scrivere un vero e proprio libro, si sentiva così piena di idee, ma nascondere tutto a Ben diventava sempre più difficile ed era stanca di farlo, voleva essere libera di dire quello che provava, ma aveva anche paura che Joe potesse dimenticarsi di nuovo di lei una volta tornato a Los Angeles.

"Daphne c'è un nuovo messaggio dal tuo spasimante!" esclamò Cliff, la giovane cameriera corse dalla guardiola
"Cliff, per favore abbassa la voce!" prese il biglietto sorridendo

"ho voglia di vederti, ma non sempre nella mia stanza, ti aspetto questo pomeriggio alle 5 a Central Park, per favore, devo dirti una cosa"

sentì il cuore battere all'impazzata, divenne subito nervosa, cosa le avrebbe detto? Ma lo era ancora di più perché sarebbero usciti allo scoperto, in un luogo pubblico e lei aveva paura di farlo, Joe non era un ragazzo normale, lei non si era ancora abituata alla sua popolarità.

Erano quasi le 5 e Daphne era ancora seduta su una panchina dello spogliatoio a fissare il suo armadietto con il bigliettino fra le mani
"che ci fai ancora qui? Non dovevi andare a casa un'ora fa?" chiese Ginny entrando
"sì, ma Joe vuole vedermi tra 10 minuti"
"beh dovresti andare su allora"
"no...lui vuole vedermi a Central Park"
"davvero? E allora che aspetti?"
"non siamo mai usciti fuori assieme, era una cosa tutta nascosta"
la cameriera dai capelli rossi si sedette accanto all'amica
"beh ma non credi che lui voglia uscire, che voglia stare con te senza nascondersi?"
"sì e anche io lo voglio, almeno credo"
"lo vuoi anche tu, lo sai"
"sarei dovuta andare a casa per cambiarmi, ma non avevo voglia di vedere Ben, ora dovrò uscire con questa stupida divisa"
sbuffò portandosi le mani sul viso
"Daphne andrà tutto bene, hai solo paura delle conseguenze, ma se ti rende felice non deve essere così sbagliato giusto?" disse Ginny mettendo una mano sulla schiena dell'amica accarezzandola
"Ginny..."
"Daphne ti ci porto tirandoti per le orecchie e fuori fa freddo, avrai il cappotto, la divisa sarà tutta nascosta"
la fece alzare in piedi e la guardò "fregatene di tutti, vai da lui" la mora annuì si infilò il cappotto ed uscì.
In pochi minuti arrivò al luogo dell'appuntamento, delle grosse nuvole nere sovrastavano la città, l'aria era fredda, sarebbe arrivato sicuramente un temporale a breve. Si guardò attorno nervosa e appena girò lo sguardo lo vide in piedi, poco più lontano da lei. Si ritrovarono uno di fronte all'altra
"ti ho preso un cappuccino, almeno è caldo” le sorrise Joe porgendole il bicchiere di carta, la ragazza lo prese sorridendo timidamente guardandolo, poi assieme incominciarono a camminare lungo un grosso viale alberato

non usciamo spesso assieme vero?” chiese il cantante abbozzando mezzo sorriso
già” si limitò a rispondere lei, non sapeva che dire, era tremendamente nervosa e Joe lo aveva notato
stai tranquilla, noi siamo amici e siamo a New York, ci sono star più famose di me ovunque, proprio ieri ho incontrato Johnny Depp al supermercato” Daphne guardò il ragazzo con gli occhi sbarrati, lui scoppiò a ridere
stavo scherzando, non ho incontrato nessuno, però è vero che i paparazzi non seguono sempre me, sono solo in giro con una mia amica”
bhe...in caso dovessi incontrarlo fammi fare un autografo”
sarà fatto” entrambi risero e continuarono a camminare.
Nonostante le nuvole grige minacciassero il parco, molta gente si stava godendo quel pomeriggio d'autunno
stanno giocando a baseball” disse Daphne avvicinandosi ad un campo dove una piccola squadretta di bambini si stava allenando
tu sai giocare?” domandò il ragazzo
io? No, per niente” rise “il baseball non fa per me”
un giorno ti insegnerò” la mora guardò quel bellissimo ragazzo al suo fianco, così bello, così sicuro di se e così importante, ma qualcosa la bloccava, aveva paura, l'aveva distrutta 7 anni fa e non voleva potesse succedere di nuovo, Ben in fondo era una sicurezza, Joe no, non era ancora riuscita a ricostruire tutta la fiducia, ma voleva camminare per strada tenendolo per mano, mostrare agli altri quanto quel ragazzo poteva renderla felice, ma forse lui non voleva lo stesso
allora cosa volevi dirmi?” chiese lei buttando via il bicchiere di carta
c'è tempo per quello” sorrise il cantante continuando a camminare “ti va di andare in un posto più tranquillo?”
hai in mente qualcosa?” il ragazzo sorrise annuendo e camminando sfiorò le dita di Daphne con la sua mano sino a prenderle e stringerle, camminavano mano nella mano, nessuno diceva niente, il rosso bordeaux delle guance di Daphne diceva tutto.
In pochi secondi arrivarono in un luogo circondato da alberi e poche panchine deserte, erano molto più lontani dal resto delle persone, solo qualche coppia di anziani si godeva il panorama
ti ricordi quando, pochi giorni prima della mia partenza, abbiamo fatto il nostro ballo scolastico in camera mia perché io non avrei potuto accompagnarti?” chiese Joe fermandosi, Daphne annuì cercando di capire dove volesse arrivare
sì che mi ricordo, abbiamo ballato senza musica” sorrise al ricordo
mi concedi un secondo ballo?” lei lo guardò e senza esitare gli prese la mano avvicinandosi, cominciarono a ballare lentamente in mezzo al prato, muovendosi in sincronia e stringendosi l'uno all'altra guardandosi negli occhi. Joe cominciò ad intonare la stessa canzone che avevano ballato 7 anni fa e quel testo era ancora impresso nella mente della giovane cameriera che cominciò a cantare assieme a lui

If it’s you and me forever
If it’s you and me right now
That’d be alright
Be alright
We’re chasing stars to lose our shadow
Peter Pan and Wendy turned out fine
So won’t you fly with me”

te la ricordi?” chiese lui sorpreso
mi ricordo ogni tua canzone, come avrei potute dimenticarle e poi sono stupende” si strinsero ancora continuando a ballare
ci sei andata al ballo dell'ultimo anno?”
no..” scosse la testa rispondendo
perché? Non avresti dovuto perderlo”
anche Chelsea me lo aveva detto, ma io volevo andarci solo con te, lei poi aveva Simon, non volevo fare il terzo incomodo” spiegò
mi dispiace” sussurrò lui baciandole i capelli
è passato Joe” posò la testa sulla spalla del ragazzo
Daphne io provo qualcosa per te, non credo di sapere di preciso cosa, ma sei così importante e in 7 anni ti ho pensato tanto, sei sempre stata l'unica e lo sei ancora” ci fu un attimo di silenzio, Daphne spalancò gli occhi cercando di elaborare quella frase, quelle parole avrebbero potuto eliminare tutte le sue paure, era una dichiarazione e lei cosa provava? “conosco la tua situazione e ti avevo detto che non ti avrei messo pressioni, ma provo sul serio qualcosa per te, non mi aspettavo di vederti sposata e soprattutto con un tipo come Benjamin, ma sai che tra un po' io tornerò a Los Angeles”
sì lo so...”
non so più cosa pensare, se non significo niente per te dimmelo adesso, sono settimane che andiamo avanti così e né te né io ce lo meritiamo” il cuore di Daphne batteva troppo velocemente, era nel panico, cosa doveva dirgli? Sapeva cosa voleva, ma aveva paura, quella maledetta paura che la bloccava, alzò lo sguardo e lo fissò negli occhi sinceri, diceva la verità, ma se l'avrebbe fatta di nuovo soffrire?
hai assolutamente ragione, tu non ti meriti tutto questo, ma io....” il suono del cellulare del ragazzo la interruppe, Joe subito rispose
hai ragione!” esclamò portandosi una mano sulla fronte “arrivo subito” ripose il cellulare
è successo qualcosa?”
niente tranquilla, dobbiamo parlare Daphne, non scapperai vero?”
certo che no! Sono cresciuta” sorrise, forse non abbastanza per dire che cosa provava.
Lasciò un bacio sulla guancia al cantante e poi lo guardò allontanarsi, mentre nell'aria scoppiò un fortissimo tuono che spaventò i bambini che stavano giocando.

ciao tesoro, che c'è per cena?” chiese Ben dandole un bacio sulla guancia
ho comprato della carne mentre tornavo a casa”
oh bene, è pronto?”
sì, qualche minuto” finì abilmente di preparare i piatti e li posò sul tavolo, si sedettero entrambi a tavola e l'uomo accese la tv per guardare il telegiornale, nessun dialogo, nessun “tesoro com'è andata la giornata?” niente di niente, non si parlavano mai e la ragazza si rese conto di quanto poco conoscesse l'uomo con cui aveva accettato di passare il resto della vita
qualcosa non va?” chiese lui sentendosi osservato
niente niente, ti piace?”
buonissimo” sorrise ritornando a guardare lo schermo della televisione.

Benjamin cosa fai questa sera?” chiese Daphne andando in camera, lì vide suo marito vestirsi
come ogni sera esco” disse con un tono quasi da brividi, sistemandosi la camicia
ah....ok”
mi raccomando, fai la brava” la mora andò in cucina e prese il cellulare, scrisse un messaggio veloce a Joe, prese la borsa, una felpa e si fiondò fuori casa
io esco!” urlò per avvisare il marito e di fretta di rifugiò in macchina. 
Vide Benjamin uscire
dove stai andando? Rispondi!” urlò lui correndo verso la macchina e picchiando una mano contro il finestrino, ma lei ingranò la marcia e partì senza guardarlo, non poteva trattarla così ogni volta, non era suo padre, era suo marito dannazione! E non si comportava da tale, non se lo meritava, per la prima volta nella sua vita Daphne cominciò a pensare a se stessa.

Guidò per parecchi isolati accertandosi che Ben non potesse più vederla, imboccò una lunga strada poco illuminata e in pochi minuti arrivò di fronte ad un motel abbastanza isolato, un luogo quasi dimenticato da Dio, ma era l'unico che le era venuto in mente, c'era stata una volta con Ginny per scappare da Ben almeno per qualche giorno, camere a poco prezzo e massima discrezione.
Decise di parcheggiare poco più lontano, scese e cominciò a camminare sul ciglio della strada, in lontananza vedeva i grattacieli della città illuminati ad intermittenza dai lampi.
Entrò nel piccolo Motel, un uomo grosso ed obeso, con una canottiera bianca sporca e troppo stretta per contenere la sua pancia, l'accolse
vorrei una camera per una sola notte” sussurrò sentendosi tremendamente colpevole, l'uomo grugnì annuendo, le fece compilare un foglio e controllò le stanze a
disposizione

stanza numero 5” grugnì ancora posando la chiave sul bancone, la ragazza tirò fuori dalle tasche i pochi dollari che aveva e pagò l'uomo, poi si diresse nella camera.
Lungo i corridoi sentiva il volume troppo alto delle televisioni, urla di gente arrabbiata e versi di chi stava passando una notte di passione, molto probabilmente con qualche amante, ma lei era lì solo per parlare, era decisa a confessare a Joe cosa provava, cosa sentiva, sarebbe stata la cosa migliore, lo era sempre stata.
Entrò nella stanza, c'era un solo letto matrimoniale, una piccolissima tv e un bagno sconsigliabile all'uso.
Prese il cellulare e mandò un messaggio a Joe con il numero della stanza, poi cancellò di fretta le prove per evitare che Ben scoprisse qualcosa, poi si sedette sul letto cercando di trovare le parole giuste.
Alcuni minuti dopo sentì dei colpi alla porta, sussultò e si avvicinò all'uscio
Daphne sono io” riconobbe la voce ed aprì, lo vide davanti a se bagnato fradicio, con la giacca di pelle piena di gocce di pioggia
sta piovendo a dirotto” commentò passandosi una mano tra i capelli, la ragazza si buttò addosso a lui abbracciandolo e stringendolo forte, non voleva più lasciarlo andare “ehi che accoglienza” tenendola stretta, Joe la portò dentro chiudendo la porta, la cameriera lo lasciò e lo guardò
anche io devo dirti una cosa”
va bene, ma non potevi aspettare domani? E perché mi hai fatto venire qui?”
è il primo posto che mi è venuto in mente, volevo un luogo imparziale, ci sono stata mesi fa per scappare da Benjamin e l'ho dovuto fare anche adesso e non potevo aspettare”
scappare? Ti ha fatto qualcosa?” gli occhi di Joe si riempirono di preoccupazione
no no, non mi ha mai fatto niente, ma devo parlarti”
ok...dimmi” Daphne prese un grosso respiro e si morse un labbro pensando a come dire tutto e decise di farlo tutto in una volta
tu oggi mi hai detto che provi qualcosa per me...” guardò il ragazzo in cerca di una conferma “beh anche io provo qualcosa per te, non so dirti se è esattamente ciò che provavo 7 anni fa, ma con te mi sento bene, mi sento al sicuro, anche se ho paura di soffrire ancora”
hai paura di me?”
no no, ho paura di me stessa, di quello che provo, di quello che potrebbe succedere”
perché hai così paura?” Daphne abbassò lo sguardo aggrottando la fronte, tentando di trovare una risposta adatta, dopo di che lo rialzò
perché quello che provo è talmente forte che mi spaventa, una cosa del genere l'ho provata solo due volte in vita mia, 7 anni fa con te e adesso nuovamente con te, ma adesso la situazione è più complicata e devo trovare la soluzione per tirarmi fuori da questo grande casino...”
la troveremo assieme” continuò lui prendendole una mano e sorridendole dolcemente
oh no, devo risolvere io questa storia, tu non c'entri”
Daphne fatti aiutare per una buona volta! Voglio fare parte della tua vita, lo hai capito o no? Permettimi di aiutarti”
lo fai sempre e...”
e io voglio continuare a farlo” le prese il viso e cominciò a baciarla, Daphne lo accompagnò nei movimenti, si sentiva così vicina a lui, in quel momento le sembrò che tutti i suoi problemi si fossero dissolti, li aveva dimenticati, nella sua mente c'era solo Joe adesso.
Si fecero trasportare da quel bacio coinvolgente sdraiandosi sul letto, i loro respiri cominciarono ad accelerare e le mani di Joe cominciarono ad esplorare i fianchi della ragazze, le alzò la maglia continuando ad accarezzarla. Dopo essersi accertato che Daphne fosse d'accordo, con una mossa si tolse la giacca e poi continuò ad accarezzare il corpo della ragazza, spogliandola.
Daphne non provava quelle sensazioni da tempo, era felice e si sentiva a suo agio con se stessa e con Joe, cominciò a baciargli la spalla nuda, mentre le labbra di lui erano sul suo collo, avvolse le gambe attorno alla sua vita e in pochi secondi lo sentì entrare dentro di se, si sentiva piena e felice, le sue spinte erano dolci e i suoi baci continuavano a provocarle brividi lungo tutto il corpo.
Era tornata a fare l'amore con il ragazzo che ha sempre amato.

Erano appena le 6 del mattino e fuori il sole non era ancora sorto, Daphne era ancora sdraiata nel letto insieme a Joe, coperti solo da un lenzuolo beige, sarebbe stata lì per tutto il giorno per essere coccolata da quelle braccia in cui si sentiva al sicuro, ma tutti i problemi le piombarono addosso in una sola volta, doveva andarsene. Lentamente si alzò, liberandosi dalla dolce presa del cantante, si rivestì molto velocemente e lo guardò dormire ancora una volta, era dannatamente bello, dopo di che aprì la porta e uscì senza far rumore. Stava ancora diluviando, si tirò su il cappuccio e cominciò a camminare verso la sua macchina stringendosi le braccia al corpo.
Aveva paura di tornare a casa, di affrontare tutto, aveva appena passato la notte più bella della sua vita, ma ora doveva trovare una soluzione a tutto. Salì in auto e fissò la strada davanti a se, aveva appena tradito suo marito a tutti gli effetti, come una qualsiasi puttana che lo stesso Benjamin si scopava ogni sera, sì sentiva così, appoggiò le braccia e la testa al volante e cominciò a piangere.

Girò la chiave nella serratura tentando di fare meno rumore possibile ed entrò nel suo appartamento, era buio e silenzioso, forse suo marito stava ancora dormendo, o almeno lo sperava. Si avvicinò al corridoio vicino alla camera da letto e prese la borsa con il necessario per iniziare il turno in hotel
dove sei stata?” una voce severa la spaventò, si avvicinò alla camera, una luce fioca dell'abat jour illuminava Ben in posizione semi-seduta sul letto. Che dirgli ora? Daphne doveva prendere una posizione, non gli avrebbe detto la verità, ma non gli avrebbe neanche mentito
non credo ti interessi” affermò sicura
sono tuo marito, devi dirmi dove sei stata per tutta la notte” il suo tono era ancora spaventosamente calmo
neanche tu mi dici dove vai tutte le notte” lo vide alzarsi e venire di fronte a lei
se tu me lo chiedi sarò felicissimo di dirti dove vado” un sorrisetto si impossessò delle labbra dell'uomo
Benjamin io so benissimo dove trascorri ogni sera e un marito non dovrebbe comportarsi così con la propria moglie, quello che fai è sbagliato” i pugni dell'uomo cominciarono a stringersi e il suo sguardo severo era incollato a quello di Daphne, le afferrò il braccio stringendolo
sei di mia proprietà e ora esigo sapere dove sei stata!” sussurrò tra i denti serrati, Daphne cominciò ad avvertire una sensazione di paura non ancora provata in presenza di Benjamin
io non sono di nessuno!” urlò lei, la mano del marito si alzò e le tirò uno schiaffo con forza facendola cadere. Era spaventata e arrabbiata, non si era mai spinto sino al punto di picchiarla, si rialzò e lo guardò
devo andare a lavoro” prese la borsa e corse fuori casa.

Attraverso lo specchietto del suo armadietto riuscì a ripulirsi del sangue uscito dal labbro, ma un livido violaceo era già evidente
come sei mattiniera Daphne, di solito arrivo prima io nonostante i miei bambini” rise Mercedes riponendo le sue cose nel suo scompartimento
Mercedes...” sussurrò la più giovane avvicinandosi a lei
oh mio dio Daphne che cosa è successo? Chi ti ha fatto questo?”
ascolta...”
è stato Benjamin?” nessuna risposta “ha superato il limite, questa storia deve finire qui!” la donna di colore aveva ragione e Daphne lo sapeva, niente aveva più controllo, era decisa a far cambiare le cose una volta per tutte.



Lo so che sono in tremendo rit
ardo!!
Il c
apitolo precedente era cortissimo, avrei dovuto pubblicare prima,
m
a la voglia di scrivere mi ha proprio lasciata.
Spero di f
armi perdonare con questo capitolo un pò più lungo
anche un pò più intenso, spero vi piaccia.
7 recensioni, siete f
antastiche, grazie mille sul serio.
Spero di ricevere 
ancora qualche commento.
Un b
acio Debby!

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Capitolo 12
*** Stay with me, please ***


12 - Stay with me please


 

raccontami bene che cosa è successo” chiese Mercedes su tutte le furie, Daphne sospirò per l'ennesima volta ed ingoiò un'aspirina, seguita da un bicchiere d'acqua
la situazione mi è sfuggita di mano, ho combinato un gran casino”
a me sembra che la situazione sia sfuggita a lui, Benjamin ha alzato le mani senza motivo”
era solo arrabbiato perché sono stata fuori tutta la notte senza avvisarlo”
Daphne vuoi smetterla di difenderlo per una buona volta!” sbottò la donna
non lo sto difendendo, dico solo che questa volta è colpa mia” ammise la giovane ragazza sedendosi e portandosi le dita sulle tempie per massaggiarle
che cosa vorresti dire?” le immagini della notte scorse le percorsero la mente
ieri sera mi sono vista con Joe, avevo bisogno di parlargli”
vi siete visti qui?”
no, in un motel leggermente fuori Brooklyn”
hai passato la notte assieme a lui?” sussurrò incredula Mercedes, Daphne la guardò abbozzando un sorriso amaro
sai qual'è la cosa buffa? Ieri ho passato la miglior notte della mia vita dopo tanti anni, mi sono sentita bene, amata, me stessa, ma ogni volta che ci
penso vorrei sparire, perché mi sono ridotta come Benjamin, ho fatto una cosa orribile e mi sento così in colpa”
le lacrime cominciarono a scorrere sulle guance, il senso di colpa era troppo forte e la stava schiacciando, era nel panico. La sua collega le si sedette accanto e le mise un braccio attorno alle spalle stringendola

bambina mia, tu non hai fatto niente di male”
se Ben lo venisse a sapere, se dovesse succedere qualcosa a Joe....ho paura” sussurrò tra le lacrime
ora non pensare a Joe, devi essere al sicuro tu e in quella casa non lo sei, vuoi venire a stare da me per un po? Non c'è molto spazio, ma potrai stare tranquilla”
no, non voglio coinvolgere né te, né Ginny, oggi voglio solo evitare Joe e questa sera mi inventerò qualcosa”.

Il temporale appena passato aveva portato una mattinata stupenda, il sole splendeva, ma il freddo si stava avvicinando. I raggi del sole oltrepassavano le tende rosse di una delle suite dell'albergo che proprio Daphne stava sistemando, era totalmente presa dal suo lavoro, non voleva pensare ad altro.
Cominciò a pulire lo specchio che si trovava nella camera da letto e tentava in tutti i modi di non guardare il suo riflesso per non vedere il livido scuro che aveva preso forma all'angolo della sua bocca.
Uscì nel corridoio portando con se un grosso cesto pieno di asciugamani sporchi, notò le porte dell'ascensore aprirsi e alcune persone uscire
rimanda l'intervista di due ore, dovrei farcela....Daphne!” urlò Joe dall'ascensore, ma la ragazza non aveva nessuna intenzione di farsi vedere e dare spiegazioni, accelerò il passo e si rifugiò in una delle numerose stanze.

Daphne, ti rimane mezz'ora di pausa pranzo, dovresti mangiare qualcosa” disse Mercedes offrendole un panino
no, grazie. Non me la sento” la donna sospirò e la fece alzare
tesoro non puoi andare avanti così, vieni a stare da me per qualche giorno”
no, andrà tutto bene, sono sicura che Ben si sarà calmato e potrò decidere cosa fare”
Daphne!” Cliff entrò nella stanza “c'è il signor Jonas che ti sta cercando, mi sembra abbastanza insistente”
digli che ora sono occupata, andrò da lui appeno riesco” l'uomo della sicurezza annuì e se ne andò
che hai intenzione di fare con lui?” la mora si passò le mani sulla faccia per un momento
non lo so, non voglio allontanarmi da lui, l'ho fatto per troppo tempo pensando di fare la cosa giusta, ma guarda dove sono finita, solo non voglio che venga coinvolto in tutto questo”
io credo che sia già coinvolto”
sì, hai ragione, ma non voglio che vada a cercare Ben, se mi vede così sono sicura che lo farà”.

Il turno ormai era finito e la giovane ragazza era pronta per andarsene, ma aveva bisogno di qualcosa che potesse aiutarla ad affrontare tutta la situazione. Prese posto ad uno degli sgabelli del bar e appoggiò la fronte alle sue mani con i gomiti sopra la superficie di legno
guarda guarda chi mi degna della sua presenza, Daphne non ti sei più fermata da me” Ed la fissò e si accorse che non era in vena di chiacchiere quella sera “il solito?” chiese, vide la chioma castana annuire, così si girò e cominciò a preparare il drink, per poi versarlo nel bicchiere e porgerlo alla ragazza, la quale lo prese tra le dita e lo sorseggio lentamente
scusa Ed, ho avuto davvero tanto da fare”
non ti preoccupare, vedo che hai l'aria stravolta”
già” buttò giù un altro sorso e poi guardò il barista “Ed posso chiederti un consiglio?”
certo...oddio, che hai fatto al labbro?”
nulla di importante, una semplice botta, ma adesso aiutami per favore”
certo dimmi”
se avessi un problema, cercheresti di risolverlo da solo o chiederesti una mano?”
beh dipende dalla situazione, se posso cerco di fare da solo, ma un aiuto fa sempre bene”
e se questo problema fosse davvero grosso, ma non vuoi coinvolgere nessuno?” il ragazzo si appoggio al bancone e guardò la ragazza
Daphne, se questo problema ha a che fare con quel grosso livido, credo che un aiuto non farebbe male” aveva ragione e lei lo sapeva bene.

Quella porta bianca la terrorizzava in quel momento, continuò a fissare il numero 314 per parecchi minuti prima di prendere coraggio e bussare delicatamente, aspettò, ma non ricevette nessuna risposta, tentò una seconda volta, ma di nuovo inutilmente, probabilmente non era in stanza al momento. La ragazzo sospirò e si allontanò trascinando i piedi
Daphne sei qui, ti ho cercato ovunque!” Joe si stava dirigendo verso di lei molto velocemente, la prese per mano e la portò in camera sua “mi stai evitando per caso? Pensavo sarebbe stato diverso adesso, ma forse mi sono illuso”
Joe...”
io non ce la faccio più, con te è sempre un punto interrogativo e non so più che fare”
hai perfettamente ragione, ma ho bisogno del tuo aiuto” gli prese il braccio tentando di calmarlo e facendolo girare verso di se
Daphne...” aveva notato l'ematoma sul labbro e mille ipotesi gli stavano affollando la testa
mi sono comportata da idiota con te e adesso non so che fare per farti capire quanto tengo a te, che voglio te, ma che la situazione è talmente complicata, mi dispiace tantissimo”
è stato lui?”
resta al mio fianco ti prego, prometto che farò di tutto per farmi perdonare”
ti ho fatto una domanda!”
e io ti ho pregato di restare con me, non chiedermi niente ti prego” la voce disperata risuonò tra le mura di quella camera lussuosa, il ragazzo la prese tra le sue braccia e la strinse
hai ragione, scusa, resterò con te, non devi neanche chiederlo”.
Dopo essersi calmata, Daphne si sdraiò con Joe sul letto fissando il soffitto
tornerai a casa?” chiese lui accarezzandole un braccio
per questa sera no”
vuoi restare qui?”
no, sicuramente Ben mi verrà a cercare e questo è il primo posto dove andrà, oddio verrà anche da te!” alzò la testa allarmata
ehi ehi calmati, se verrà gli dirò gentilmente di andarsene, non può farmi nulla” le baciò la testa e la fece rilassare nuovamente
per questa notte starò al motel, il marito di Mercedes è andato gentilmente a prendermi alcune cose a casa, hanno insistito così tanto entrambi per aiutarmi”
meno male che ci sono loro”
già, ora però è meglio che vada”
non voglio che tu te ne vada via, ti prego” la presa di Joe si fece più stretta e passò il naso tra i capelli della ragazza
neanche io voglio, ma devo” sussurrò lei girandosi su un fianco, si perse per qualche secondo in quei bellissimi occhi color nocciola ed eliminò lo spazio che la divideva dalla bocca di Joe, lo baciò dolcemente sentendosi bene per la prima volta nel giorno.

Mercedes posò il borse sul letto della stanza del motel
sicura di stare bene? Posso fermarmi qui questa notte, oppure posso chiamare Ginny, mi ha chiesto di avvisarla se avessi avuto bisogno di qualcosa”
no, ho bisogno di restare sola in questo momento, cercherò di dormire e domani vedrò cosa fare”
va bene, allora io vado” la donna lasciò un bacio sulla fronte alla ragazza e dopo di che lasciò la stanza.
Ormai fuori regnava il buio e Daphne era rannicchiata sul letto a sgranocchiare alcune patatine, mentre scorreva i pochi canali visibile sul piccolo televisore di fronte a lei, non era stanca, aveva paura che Ben potesse trovarla anche lì, ma non poteva fermarsi a pensare, si sarebbe fatta prendere dal panico e sarebbe tornata indietro.
Due colpi alla porta la fecero sobbalzare, fissò l'entrata con terrore, erano le 2 di notte ed era sicura non fossero né Mercedes, né Ginny. Strinse la coperta a se e spense immediatamente la televisione per eliminare qualsiasi rumore, altri due colpi
Daphne, sei qui?” percepì un sussurrò familiare, non era Ben, lentamente si alzò e scostò la tendina della finestra per vedere chi ci fosse fuori “sono io, Joe” era proprio lì davanti ad aspettare che qualcuno lo accogliesse. Aprì la porta e lo guardò confusa
Joe è tardi, cosa ci fai qui? Torna in albergo”
ero preoccupato” spiegò facendosi spazio per entrare “sapevo che eri tutta sola e non riuscivo a prendere sonno, così sono venuto a vedere come stavi”
sto bene, ora torna indietro, ti prego” Daphne cercò di spingerlo via
no, voglio stare qui con te, non voglio che ti accada nulla e per esserne sicuro voglio passare la notte qui, ti ho promesso che resterò accanto a te” le alzò il viso mettendole due dita sotto il mento
va bene” sospirò lei
sei stanca?”
un po', ma non riesco a dormire” Joe sorrise e la prese in braccio
ah davvero?”
dai Joe, lasciami” rise
ti accontento, tranquilla” la buttò sul letto ridendo e poi si buttò accanto a lei, le mise un braccio attorno ai fianchi e la avvicinò a se
l'ultima volta ho dormito benissimo con te, anche se eravamo in una squallida stanza di un motel”
anche io ho dormito bene” Joe prese ad accarezzarle il fianco e in pochi secondi si ritrovò di nuovo sulle labbra di Daphne per baciarla dolcemente.




Non pubblico da circa due secoli, 
mi dispiace da morire, sul serio,
ma la voglia di scrivere mi ha abbandonato completamente,
oggi sono riuscita a terminare questo capitolo che avevo in sospeso,
è corto, fa schifo, vi chiedo umilmente di perdonarmi,
non posso assicurarvi che avrete presto un nuovo capitolo, 
cercherò di fare del mio meglio, lo giuro.
Spero di ricevere comunque qualche commento,
grazie a chi mi segue ancora,
un bacio Debby!

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Capitolo 13
*** Not sex, just love ***


13- Not sex, just love


 

Il sole quella mattina non si decideva ad uscire, le nuvole nere lo sovrastavano.
Daphne si svegliò sbadigliando, si sentiva stranamente rilassata, nonostante il motel poco ospitale, forse era la presenza di Joe, si girò a guardarlo, dormiva ancora beatamente, gli si avvicinò e cominciò a dargli dei piccoli baci sulla spalla sino ad arrivare al collo
"mmm come mi piace questo risveglio" mugugnò lui, la ragazza sorrise e continuò con i baci
"a me piaci tu" gli sussurrò, Joe sorrise con gli occhi ancora chiusi
"davvero?"
"si" replicò lei
"sono tre notti che dormi qui"
"anche tu" il ragazzo finalmente aprì gli occhi e si girò a guardare la giovane cameriera
"non voglio lasciarti"
"e io non voglio che tu mi lasci"
"cosa hai intenzione di fare?" Daphne corrugò la fronte, sapeva benissimo a cosa si stava riferendo
"non lo so, è quasi una settimana che manco da casa e Benjamin non mi ha cercata, speravo in una sua mossa"
"quindi vuoi restare a vivere qui sino a quando non si farà vivo?"
"non ho detto questo, solo dammi tempo per pensare"
"va bene" Joe si passò una mano tra i capelli "hai il turno al mattino?"
"no, oggi vado dai bambini a scuola, al pomeriggio sono all'hotel, ci vediamo lì?"
"certo, ma rientro tardi, ho parecchi impegni oggi"
"devo ancora fare i conti con la tua vita da rockstar" rise lei scendendo dal letto.

Dopo giorni di assenza, Daphne poté tornare dai suoi amati bambini, non vedeva l'ora di sentire le loro risate e anche i loro capricci. Entrò nella classe e salutò i pochi bambini già presenti, tirò fuori alcuni giocattoli per tenerli impegnati e poi si sedette alla scrivania. Vide entrare Gabriel, accompagnato da sua madre
"ciao peste" lo salutò scherzando, ma quel giorno c'era qualcosa di diverso, quel bimbo non aveva il suo solito sorriso furbetto stampato in faccia, sembrava parecchio turbato e aveva una grossa crosta sul labbro

"buongiorno Daphne, sei tornata" sorrise la donna cubana sistemandosi i grossi occhiali da sole sulla faccia
"ciao Giada, ma cosa è successo a Gabriel?"
"oh nulla, sai come sono i bambini no?"
"si fa male troppo spesso secondo me"
"lo controllerò meglio, devo andare a lavorare" la donna dai capelli color pece si dileguò di fretta
"Gabriel, tesoro, vieni qui" il bambino si avvicinò titubante "hai ancora quel livido sul fianco"
"n-no, non fa più male" rispose scuotendo la testa e torturandosi le piccole manine
"hai altri lividi?" il bambino non rispose, cominciò a grattarsi la testa nervosamente "puoi dirmelo, non ti faccio niente" lo incoraggiò Daphne accarezzandogli la guancia, Gabriel si alzò la maglietta e scoprì di nuovo il fianco e lasciò visibile un livido più grosso, che aveva preso il posto di quello vecchio, la maestra rimase sconvolta da quella visione "come te lo sei fatto?" chiese, ma questa volta il piccolo non aveva proprio intenzione di rispondere.

I piccoli bimbi erano andati tutti via, Daphne prese la sua borsa e cominciò a camminare verso la scuola di Katlyn, non appena arrivò si mise ad aspettare nel piccolo cortile, sino a quando vide uscire i primi alunni, tra la folla scorse sua sorella avvicinarsi assieme ad altre due bambine, le salutò sorridendo e poi corse da lei
"ciao Daphne!"
"ciao cucciola, com'è andata?"
"bene, oggi la maestra mi ha fatto i complimenti per un compito" ammise orgogliosa la più piccola
"oh ma davvero, brava!" le diede un bacio sulla testa e poi la prese per mano per tornare a casa.
"vuoi salire a casa?"
"no Kat, devo scappare a lavoro, ti telefono questa sera, va bene?"
"mmh ok, ma sei arrabbiata con papà?"
"no piccola, sono di fretta, tutto qui, ora vai su che poi papà si preoccupa" l'abbracciò e la salutò, poi si avviò verso la metropolitana, il sorriso le comparve al solo pensiero che avrebbe visto Joe a breve
"Daphne, Daphne!" un urlo la raggiunse, si voltò e vide Katlyn correre verso di lei, con il viso pieno di lacrime
"Katlyn che cosa succede?" la bambina tentò di calmare i singhiozzi e spiegare la situazione
"la porta era aperta e papà è steso a terra!" farfugliò spaventata
"non capisco, calmati"
"papà non risponde, è a terra e ha tanto sangue in faccia" Daphne, presa dal panico, afferrò la sorellina per mano e cominciò a correre, non appena arrivò nell'appartamento video William steso in cucina, sembrava svenuto, aveva il labbro spaccato, un taglio sulla guancia e altre piccole ferite sul volto. Immediatamente la ragazza prese il cellulare e chiamò i soccorsi.

Joe spalancò la porta del reparto d'ospedale, vide Daphne e le andò incontro, era in piedi, appoggiata al muro e lo sguardo perso nel vuoto
"Daphne scusa, ho fatto il più in fretta possibile" le prese la mano e la guardò "come sta?"
"sta bene, hanno dovuto operarlo al braccio, per il resto sono solo piccole contusioni" spiegò a voce piatta
"ma com'è successo?"
"non lo sappiamo ancora, sembra che qualcuno lo abbia picchiato, forse un ladro che tentava di rubare qualcosa"
"ora è cosciente?"
"no, dovrebbe svegliarsi tra poco"
"Kat?"
"l'ho mandata al bar assieme a Ginny, lei sta bene, era a scuola"
"mi dispiace, sul serio" Joe prese la ragazza tra le sue braccia, ma lei oppose resistenza all'abbraccio, alzò lo sguardo e lo guardò per un secondo, per poi rifugiarsi sulle scale antincendio. Il ragazzo la seguì
"so che sei sconvolta..."
"oh no Joe, io sono più che sconvolta" ribatté lei con tono acido
"ma che ti prende?"
"niente, mio padre è stato aggredito e tu dov'eri? Ti ho chiamato mille volte, ma arrivi solo ora! Ero spaventata e avevo bisogno di te!"
"hai ragione, mi dispiace, ma ora sono qui"

"potevi mollare l'intervista o qualsiasi altra cosa tu stessi facendo!" urlò guardandolo
"Daphne avevo un impegno, sono venuto appena possibile, non posso essere sempre disponibile"
"e per quelli che ti chiamano ad ogni ora del giorno lo sei però"
"ero con la mia famiglia al cimitero, a trovare Destiny!!" un urlo che fece raggelare l'atmosfera tra i due "oggi sono 12 anni che è morta" continuò con voce più calma, Daphne lo guardò senza proferire parola, si sentiva ferita, ma allo stesso tempo una completa idiota, provò ad avvicinarsi a lui
"mi...mi dispiace, non sapevo..."
"lascia perdere, fammi sapere poi se tuo padre si riprenderà" il ragazzo rientrò nell'ospedale sbattendo la porta d'emergenza e se ne andò via. La mora ritornò al reparto dov'era ricoverato suo padre
"Daphne, vieni qui, ci sono novità su tuo padre!" le urlò Ginny, lei la raggiunse velocemente
"lei è la figlia?" le chiese il medico
"sono io, come sta?"
"si riprenderà presto, non ha riportato grosse ferite e l'operazione al braccio è andata bene, ma dovrà rimanere in osservazione per qualche giorno"
"posso vederlo?"
"sì, si sta svegliando in questo momento"
"voglio vederlo anche io!" mugugnò Katlyn
"sarebbe meglio se per oggi lo vedesse solo una persona" disse l'uomo con il camice bianco, Daphne si abbassò a livello della sorellina e le prese le mani
"Kat, ora papà sta poco bene, è tanto stanco, entro solo per vedere come sta, poi lo lascerò riposare, domani potrai parlargli, va bene?"
"ok, però digli che gli voglio tanto bene"
"lo farò" le schioccò un bacio sulla guancia e poi si alzò per entrare nella piccola stanza d'ospedale, dove suo padre riposava sul lettino, gli si avvicinò e si sedette sul bordo del letto
"papà" sussurrò accarezzandogli la mano, l'uomo aprì lentamente gli occhi e guardò la ragazza accanto a se
"ehi Daphne"
"come stai?"
"mi sento un po' stordito, ma sto bene"
"il medico dice che ti riprenderai presto, ma cosa è successo?" Will le prese la mano e tentò di alzarsi leggermente con il busto
"sei tu che devi spiegarmi"
"non capisco"
"sono entrati due uomini in casa, hanno cominciato a farmi domande su di te, volevano sapere dove fossi, se ti avevo vista, io ho detto che non avevo tue notizie da parecchi giorni, ma non soddisfatti della risposta hanno cominciato con le prime botte e beh, il resto lo sai, quindi mi vuoi dire cosa sta succedendo?" la ragazza collegò tutto in meno di un secondo, sapeva com'erano andate le cose e un grosso nodo si impossessò del suo stomaco
"beh ecco...io e Ben abbiamo litigato"
"perché?"
"ho passato una notte fuori casa senza dirgli nulla e lui si è arrabbiato, mi ha spinto e..."
"ti ha fatto qualcosa?" chiese William stringendo la mano della figlia
"sto bene, non ha propriamente alzato le mani, ma sono tre giorni che non torno a casa"
"e dove dormi?"
"meno sai, meglio è, volevo proprio evitare che voi foste coinvolti"
"beh a quanto pare sono stato tirato in mezzo comunque, pensa se a casa ci fosse stata Kat!" alzò la voce
"lo so, mi dispiace! Non credevo arrivasse a tanto e soprattutto che mandasse qualcuno a fare il lavoro sporco" disse lei alzandosi in piedi e sospirando
pesantemente

"devi trovare una soluzione, quello non è un uomo, è uno stronzo schifoso"
"lo so, voglio far finire tutto, voglio pensare ad una soluzione"
"non voglio che Kat torni in quella casa"
"la farò stare da Mercedes, lì sarà al sicuro"
non metterla in pericolo”
ti saluta e mi ha detto di dirti che ti vuole tanto bene”.
Dopo aver parlato, Daphne uscì dalla piccola stanza e andò da Ginny
"ehi sei pallida, tuo padre sta bene?" chiese la collega
"sì, è tutto ok"
"allora?"
"è stato Ben ad aggredirlo" sussurrò per non farsi sentire da Katlyn, seduta poco più lontano
"oddio, ti cercava?"
"sì, adesso devo per forza fare qualcosa, porta Katlyn da Mercedes, lì non avrà da preoccuparsi, io ora devo passare in albergo a parlare con il signor Smith, ho saltato un turno e non ho avvisato"
"certo, la porto subito, Joe dov'è andato?"
"abbiamo avuto una discussione, dovrò parlare anche con lui".

Dopo aver salutato la sorellina, la giovane cameriera cominciò a camminare per dirigersi al Carlton-Ritz Hotel, la sera si stava avvicinando e le nuvole nere che sovrastavano New York contribuivano a rendere più cupa l'atmosfera, l'aria gelida faceva rabbrividire tutti i cittadini, compresa Daphne, che si strinse nel suo cappotto, poi prese il cellulare dalla borsa e compose il numero
"pensavo di trovarti, ma sarai sicuramente in giro a pensare a te stessa, non so il motivo per il quale ti sto chiamando, volevo farti sapere che Will è in ospedale, sta bene, ma resterà lì per qualche giorno, ho sistemato Kat e io beh...forse avrei bisogno di te, ma non pretendo che tu ti precipiti qui, avere il padre delle proprie figlie in ospedale non è un buon motivo, anzi sai cosa? Dimentica questo messaggio, ciao mamma" ripose il telefono in borsa ed osservò il mastodontico hotel che le si presentava davanti. Entrò dalla porta di servizio, fece un saluto veloce a Cliff e si diresse verso l'ufficio del direttore, bussò
"avanti"
"signor Smith?" entrò timidamente

"signora Moore, venga"
"buonasera, volevo solo scusarmi del fatto di aver saltato un turno, non sono riuscita a farmi sostituire, mio padre è stato ricoverato in ospedale all'improvviso ed è successo tutto di fretta"
"mi dispiace, non lo sapevo, sta bene?" l'uomo di mezza età posò la penna con cui stava scrivendo e concentrò la sua attenzione sulla sua dipendente
"ehm sì, sembra sia stato aggredito in casa, ma non è grave"
"senta per questa volta lascerò correre vista la situazione, ma la prossima volta cerchi di trovare una sostituta"
"certo, le chiedo ancora scusa"
"vada a casa, resti con suo marito e si calmi" Daphne annuì ed uscì dalla stanza, avrebbe tanto voluto stare con suo marito, se solo ne avesse avuto uno.

Prese l'ascensore e salì all'ultimo piano, percorse il corridoio fermando l'attenzione sul ragazzo che le stava venendo incontro, fece fatica a riconoscerlo
"Nick? Nick Jonas!" esclamò facendolo fermare, il ricciolo la osservò con un sorriso enorme sulla faccia
"Daphne! Joe mi aveva detto che eri da queste parti!" l'abbracciò tenendola stretta
"e io non sapevo fossi qui, in realtà non mi ha proprio detto niente di te"
"sempre il solito” rise lui

che fine hai fatto?”
beh, adesso frequento la Columbia, medicina, ho intenzione di diventare un pediatra” spiegò con un mezzo sorriso sulle labbra e le mani in tasca
pediatra? Wow non ti avrei mai immaginato in quelle vesti”
neanche io ad essere sincero, ma almeno ci provo”
senti, uno di questi giorni puoi passare qui?” la ragazza prese un foglietto e segnò l'indirizzo, poi lo porse a Nicholas
ehm certo, però poi mi spieghi, ora sono un po' di fretta, ma domani se vieni a pranzo da noi potremo parlare"
"che pranzo?"
"Joe non ti ha detto niente?"
"veramente...no"
"ah, ha detto che avrebbe portato una persona, ho pensato fossi tu, se vai da lui te lo chiederà sicuramente, a quanto ne so non credo frequenti qualcuno, a proposito, so che ti sei sposata"
"vedo che Joe ti ha detto tante cose di me"
"non molto, solo che ora sei sposata con un certo Ben, anche se mio fratello non l'ha presa tanto bene"
"ah no?"
"non dovrei dirtelo, ma quando mi ha parlato del tuo matrimonio beh, era fuori di se, credo solo che abbia difficoltà a lasciarsi il passato alle spalle"
"non preoccuparti, non gli dirò nulla, ho saputo che oggi siete stati a trovare vostra sorella"
"sì, questo periodo è sempre strano per noi, soprattutto per Joe, ma questa volta sembra più sereno, forse è merito del nuovo CD"
"probabilmente" sorrise
"ora vado, spero di vederti domani, anche ai miei farebbe piacere, ciao Daphny" lo salutò con un abbraccio e dopo di che tornò di fronte alla suite 314, era nervosa, bussò e Joe la fece entrare
"allora, hai notizie di tuo padre?"
"sta bene, uscirà tra qualche giorno" rispose chiudendo la porta
"bene, sono contento" ribatté lui seccato
"e so anche cosa è successo, è stato Ben, mi cercava"
"Benjamin lo ha ridotto così?"
"no, in realtà ha chiesto a due omoni di farlo"
"cosa? Ha superato il limite! Volevi una sua mossa? Bene ora ce l'hai, risolviamo la cosa, tu non ci torni più lì, Kat dov'è?" chiese preoccupato
"sta bene, starà da Mercedes per un po'"
"bene, io andrò a parlare con Benjamin e tu resterai qui!" Joe era su tutte le furie, non riusciva a stare fermo, era stanco di questa storia
"Joe, ascoltami un attimo" lo interruppe Daphne prendendogli le mani "andrò io a parlare con Ben"
"No! È troppo pericoloso"
"è mio marito, è il mio problema, mio padre è stato coinvolto senza che c'entrasse niente, non voglio che accada anche con te"
"e cosa dovrei fare? Starmene qui con le mani in mano?"
"no, voglio solo tirarti fuori da questa storia, smettiamo di vederci, non voglio che ti succeda qualcosa, finiamola qui, qualsiasi cosa sia" Joe le lasciò le mani e si allontanò guardandola, passandosi le mani fra i capelli
"non di nuovo, per favore"
"cosa?"
"tu non hai paura che io venga coinvolto, tu hai solamente paura che io voglia stare insieme a te!"
“per quale motivo dovrei averne?"
"perché sai che lo vorresti anche tu!" a quelle parole Daphne si sentì scoperta, come nuda ed indifesa
"no! Tu non vuoi stare con me, sei solo bravo a farmi compagnia e a farmi tradire mio marito in quello squallido motel!"
"spero tu stia scherzando, sto facendo di tutto per aiutarti e per starti accanto"
"non mi rendi partecipe di quello che fai, hai sempre da fare, io vengo sempre dopo"
"sei tu che non vuoi essere partecipe della mia nuova vita, del mio lavoro, hai sempre voluto tener tutto nascosto, ma io ti amo Daphne! Ti ho sempre amata, lo faccio da 7 anni e sopporto questo schifo di situazione solo perché sei sempre stata l'unica che sia mai riuscita a tirare fuori il meglio di me, ho bisogno di stare con te, sono felice, mi manca il tempo che passavo con te"
"provamelo" Joe la prese per la vita e la tirò a se
"fai l'amore qui con me, adesso, non è uno motel malandato, è come se fosse casa mia in questo momento" sussurrò
"io...io non so se posso" socchiuse gli occhi sfiorandogli le labbra
"so che vuoi dirlo, so quello che provi, dimostralo anche tu a me" sussurrò ancora lui passandole le labbra sul suo collo
"ti amo anche io Joe, come 7 anni fa, non ti ho mai dimenticato" in un secondo Joe la prese in braccio baciandola con tutta la passione che aveva in corpo, portandola sul letto e adagiandola sul materasso, continuò a baciarla su ogni centimetro del corpo, spogliandola lentamente, Daphne riusciva a sentire quel sentimento che cresceva sempre di più, forse era lei il problema, era lei che pensava solo alla colpa di tradire Benjamin, ma Joe l'amava e lei amava lui, doveva solo ammetterlo a se stessa e questa volta voleva dedicarsi solamente a lui.



Eccomi qui in tempo record!
Non chiedetemi come mai così presto,
avevo solo voglia di scrivere e l'ho fatto,
è uscito un c
apitolo abbastanza lungo
e questo signific
a che dovrà bastarvi per parecchio tempo,
non so qu
ando la voglia di scrivere tornerà.
Gr
azie a chi ancora mi segue, a chi recensisce, a chi legge,
a tutti quanti, senza di voi la storia non esisterebbe.
Un bacio, Debby!

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Capitolo 14
*** Changes ***


14- Changes



 

La stanza dell'hotel era ancora silenziosa, i due ragazzi dormivano beatamente abbracciati in quell'enorme letto, coperti da un lenzuolo color avorio.
Il primo a muoversi fu Joe, era felice, sperava di riconquistare Daphne, odiava quella situazione, odiava Benjamin e odiava non poter essere felice assieme alla ragazza che amava. Era contento di vederla dormire al suo fianco, la voleva sempre con sé e non in un motel, ma a casa sua, voleva vivere con lei.
Non appena si accorse che si stava svegliando, la strinse a sé dandole un bacio tra i capelli
buongiorno” sorrise accarezzandole la schiena nuda
allora non era un sogno” mugugnò lei
un sogno?” chiese lui corrugando la fronte
ieri mi hai detto veramente che mi ami?” sussurrò
te l'ho detto ieri e te lo dico anche adesso, ti amo”
ti amo anche io e vorrei poterlo urlare al mondo” Joe rise
potresti farlo”
e venire assalita dalle tue ammiratrici? Oh no grazie”
ma non sono mica così tante”
no Joe, solo qualche migliaio, cosa vuoi che sia”
e tu sei l'unica che è riuscita ad ispirarmi sin da quando non ero nessuno”
per me sei sempre stato qualcuno”.

Entrambi scesero dal letto e cominciarono a rivestirsi
che impegni hai oggi?” chiese Daphne infilandosi la maglia
passerò tutta la mattina in studio, ultimi ritocchi e domani finalmente uscirà il mio CD, i produttori mi vorranno morto per questo ritardo”
quindi domani sarai impegnato tutto il giorno?”
no, ho solo un'intervista in radio e pubblicizzerò il CD in un negozio”
ieri ho incontrato Nick, mi ha parlato di un pranzo”
Giusto! Oggi siamo tutti quanti a pranzo al ristorante di Kevin, ti va di venire?”
credo di sì, mi piacerebbe rivedere tutti quanti”
perfetto, ti vengo a prendere io?”
no, vediamoci qui nell'atrio, ora scappo che tra mezz'ora devo iniziare il turno qui” disse Daphne aprendo la porta e dirigendosi verso l'ascensore, premette il pulsante
odio il tuo lavoro” mugugnò Joe abbracciandola nel corridoio
e io odio il tuo” rise la ragazza stringendolo a sé
non hai paura che qualcuno ci veda?”
è presto, non c'è nessuno in giro e poi non mi importa, chiuderò con Benjamin il prima possibile” affermò decisa
ti amo”
sei pazzo ad amarmi?”
perché?”
“le mie paure mi fanno sempre rovinare tutto e tu mi stai ancora accanto dopo aver passato l'inferno a causa mia”
beh, in questo caso sì, sono pazzo di te, tu mi ami ancora?”
sì, basta avere paura” sussurrò la mora appoggiando le labbra su quelle del suo amante, ma il bacio venne interrotto dal segnale acustico dell'ascensore.

Daphne era in largo anticipo, timbrò il cartellino e pensò alle mille cose da fare quella mattina
Daphne sei già qui? Hai fatto presto” commentò Mercedes che entrava assieme a Ginny
sì, dopo ti spiego, come sta Katlyn?” chiese preoccupata
sta bene non ti preoccupare, i miei figli la trattano già come una sorella, è una bambina meravigliosa, avete tanto in comune”
spero proprio di no”
ma smettila, comunque ora è a scuola, è al sicuro”
bene” sospirò sedendosi
mi sembri un po' turbata, che succede?” chiese Ginny abbottonandosi la divisa azzurrina
sono turbata per mio padre e Katlyn, ma sono anche tanto felice”
felice che tuo padre sia in ospedale?”
ma no! Non per quello...voi non dovete farne parola con nessuno” le due colleghe scossero la testa, Daphne si alzò e si avvicinò agli armadietti
ieri sera Joe mi ha detto che mi ama, gliel'ho detto anche io e abbiamo passato la notte nella sua stanza” sussurrò arrossendo lievemente al ricordo
ti ha detto veramente ti amo?” chiese Ginny sorpresa
sì, non credevo mi amasse seriamente, ma a quanto pare è così”
era evidente, solo tu non te ne eri resa conto” Mercedes rimase in silenzio per un momento, aveva già individuato il problema
io non voglio smorzare questa felicità, ma sei sicura che nessuno ti abbia visto?” Daphne ripensò attentamente alla sera precedente, era sicura di essere stata attenta
no, non credo, siamo stati in camera” balbettò insicura
se lo venisse a sapere il signor Smith, non credo ne sarebbe felice”
lo so, ma è stata una sola volta, sono stata attenta e non succederà più”
ma ora non pensiamo a queste cose!” esclamò Ginny “voglio sapere tutto” Daphne si morse un labbro
non c'è molto altro da dire, oggi mi ha inventata ad un pranzo con la sua famiglia nel ristorante del fratello”
davvero? Quindi è una cosa seria!”
penso di sì, sarà anche il mio amante, ma lo amo così tanto, questa sera ho anche intenzione di parlare a Ben”
seriamente?” chiesero in coro le altre due cameriere
sì, io e lui, a casa, non ho paura, voglio solo affrontarlo, non mi importa di cosa potrà farmi, voglio rincominciare tutto con Joe, per questo ho bisogno che Katlyn resti lontano da casa ancora per un paio di giorni”
spero tu sappia quello che stai facendo”
non mi importa delle conseguenze, ho un fine da raggiungere, solo che adesso c'è un altro problema”
sarebbe?”
non ho un vestito per andare a pranzo con Joe, ho solo la divisa e un paio di jeans, non posso incontrare Ben, non riuscirei a fare tutto, merda!” imprecò appoggiando la schiena agli armadietti
non ti preoccupare, posso pensarci io, ci vediamo nella 202 tra qualche ora, va bene?” disse Mercedes.

Mancava solo un'ora al pranzo con la famiglia Jonas e Daphne era tremendamente nervosa, finì di riporre delle piccole boccette di bagnoschiuma in una stanza, prese il carrello delle pulizie ed uscì, lo sistemò nel magazzino e poi andò a timbrare il cartellino per la fine del turno, Mercedes la stava già aspettando nella camera 202, percorse il lungo corridoio
Daphne, devo parlarti” la chiamò Cliff da dentro la sua guardiola
Cliff andrei di fretta in questo momento, non potremmo rimandare?”
no, è urgente...” venne interrotto dal suono del telefono, alzò un dito in segno di attesa e rispose “sì signore....tra qualche minuto sarò da lei” la ragazza non aveva tempo, gli sussurrò un veloce “scusa” e poi corse verso l'ascensore.
Non appena entrò nella stanza, la cameriera di colore la trascinò per un braccio verso la camera da letto
che cosa ci facciamo qui?”
cerchiamo il tuo vestito per il pranzo” spiegò la donna aprendo le ante dell'armadio
vuoi dire...oh no no, non posso usare il vestito di una cliente, mi farai licenziare”
non ti preoccupare, non ci sarà nessuno in questa stanza sino a domani sera, sono partiti per un convegno o qualcosa del genere, nessuno si accorgerà di niente”
Mercedes non posso e poi tu non eri quella contraria a tutta questa storia?”
sì, ma se ti rende felice allora voglio aiutarti, dai Daphne stai per affrontare tuo marito faccia a faccia, questo non è nulla” la ragazza sospirò poco convinta e cominciò a guardare i numerosi vestiti appesi, sino a scegliere un paio di pantaloni neri, una camicetta elegante viola, una giacca bianca e scarpe con un tacco troppo alto per i suoi gusti, ma che la slanciavano perfettamente.

Joe era seduto sulle poltroncine dell'atrio che stava aspettando la ragazza, stava giocherellando con il suo telefono, una mano si posò sulla sua spalla
Joe, scusa per il ritardo” il ragazzo alzò lo sguardo e sorrise
non ti preoccupare, sono qui da poco” si alzò in piedi e guardò ancora una volta la persona davanti a sé, era così bella
andiamo? Non vorrei che il signor Smith ci vedesse, hai la macchina in garage?” quelle parole lo colpirono al cuore, doveva ancora abituarsi al fatto di tenere tutto nascosto, ma non voleva pensarci, voleva uscire da quell'hotel e passare la giornata con la sua famiglia e la sua ragazza
sì, vieni” si diressero assieme verso il garage, Daphne si era resa conto del gelo che era calato tra loro due, ne conosceva anche il motivo, voleva solo essere prudente. Quando arrivò di fronte alla macchina, si guardò attorno per controllare che non ci fosse nessuno, dopo di che prese la mano di Joe e lo fece voltare, avvicinandosi poi al suo viso
ehi, ti amo come questa mattina, non è cambiato nulla” gli sussurrò dolcemente, stampandogli un piccolo bacio sulle labbra, il ragazzo rimase spiazzato da quel gesto, ma gli fece dimenticare le parole taglienti di prima
lo so, devo solo stare attento, ti amo anche io”
ora pensiamo alla tua famiglia” sorrise salendo in macchina, il ragazzo la seguì mettendosi al posto di guida.
sei nervosa?” chiese lui immettendosi sulla strada
un po', non vedo i tuoi da parecchi anni, qualcuno sa di Ben?” chiese la giovane cameriera un po' preoccupata
solo Nick, ma nessuno sa che stiamo assieme”
ah, come mai?”
perché sino a ieri non sapevo come definire la nostra storia” quelle parole fecero rallegrare Daphne, era bello sapere che anche Joe considerasse il loro rapporto una storia seria
allora questa è meglio toglierla” si tolse la fede dal dito e la ripose in borsa.

L'elegante ristorante era in pieno fermento per il pranzo, parecchi clienti si gustavano i deliziosi manicaretti e altri attendevano di essere serviti. Joe e Daphne fecero ingresso nella grande sala e vennero accolti da Danielle
Joe, Daphne, finalmente, mancate solo voi”
scusa, è stata colpa mia” si scusò la mora
non ti preoccupare, le ragazze devono farsi attendere, è giusto così” le sussurrò Danielle lasciandole due baci sulle guance, dopo di che fece strada alla giovane coppia verso un tavolo rotondo tutto apparecchiato a dovere, il primo ad alzarsi fu Kevin che andò a salutare immediatamente il fratello, poi si avvicinò alla ragazza
Daphne è bello rivederti”
anche per me, Kevin” lo strinse tra le sue braccia e un nodo si impossessò della sua gola, anche Nick andò ad abbracciarla, si sentiva così bene in presenza di quelle persone, con loro si sentiva parte di una vera famiglia, avrebbe voluto piangere dalla felicità, ma non lo avrebbe fatto, voleva godersi la giornata senza melodrammi
mamma, papà, vi ricordate di Daphne vero?” disse Joe, introducendo la ragazza, Denise si alzò dalla sedia e le si avvicinò
ti avevo riconosciuto subito, sei diventata una bellissima donna, è da tanto che non ci vediamo”
qualche anno” accennò una risata stringendo la donna a sé, poi si girò verso Paul e si scambiarono una veloce stretta di mano. Vide anche Frankie, ormai era un ragazzino di 15 anni, gli rivolse un sorriso che venne contraccambiato da un “ciao” timido, probabilmente non si ricordava neanche di chi fosse Daphne.
è tutto squisito, il vostro cuoco è davvero bravo” esordì Denise
grazie mamma, ci abbiamo messo un po' per trovarlo, è qui da soli 3 mesi, speriamo continui così”
e tu Nick, come procedono gli esami?” chiese Paul portandosi alla bocca un boccone di carne
ne ho un altro martedì, tra poco finisco questa sessione e avrò qualche settimana di vacanza”
tra quanto ti laureerai?” chiese Daphne curiosa
tra parecchi anni” rise Nick “ho anche la specializzazione in pediatria da prendere, ce ne vorrà di tempo per iniziare a lavorare veramente, per ora mi accontento di fare da assistente in uno studio medico”
per fare il pediatra devi amare i bambini”
mi sono sempre piaciuti, anche tu devi amarli molto, mi hai detto che lavori in una scuola”
davvero?” l'attenzione di Denise venne catturata dalle parole del figlio
beh non proprio, sono solo una volontaria in una piccola scuola, è per i genitori che non sanno dove lasciare i figli quando lavorano”
ah e che lavoro fai?” intervenne ancora la signora Jonas, la ragazza si sentì sprofondare, tutti con brillanti carriere e le cosa aveva? Niente
beh ecco...io lavoro in un hotel”
interessante e che mansione svolgi?” chiese questa volta Paul
sono una cameriera” ammise mordendosi un labbro
e scrivi ancora?”
vi ricordate che scrivevo?” chiese ancora lei sbattendo le palpebre incredula, Kevin scoppiò a ridere rumorosamente
come potremmo dimenticarlo? Joe ci faceva leggere ogni cosa tu gli facessi vedere” Daphne strabuzzò gli occhi e si girò verso il ragazzo accanto a se, il quale arrossì e lanciò un'occhiataccia al fratello maggiore
Kevin” brontolò
è vero, me li leggeva come fossero favole della buonanotte” commentò Frankie ridacchiando
oh mio dio...io non lo sapevo, mi dispiace” si scusò imbarazzatissima la mora, Denise continuò a ridere
non ti scusare cara, se non ci fossero piaciuti non li avremmo letti, avevi un gran talento tempo fa, penso sia solo cresciuto nel frattempo”
in realtà ho smesso di scrivere, ho ripreso solo ultimamente e non riesco a dedicarmici come prima”
potresti mandare qualche pezzo a qualche redattore, forse posso aiutarti” sussurrò Joe alla sua amica
no, grazie Joe, mi hai già aiutata abbastanza”
testarda come sempre”
a proposito Joe, domani uscirà il tuo album, finalmente!” esclamò Nick, spostando l'attenzione di tutti sul cantante
sì, e spero vada bene, dopo aver ritardato l'uscita di quasi una settimana, è il minimo”
andrà sicuramente benissimo, hai scritto delle canzoni fantastiche”
bhe, grazie mamma, ma queste sono le parole che sei obbligata a dire” rise Joe guardando Denise.
Arrivò il momento del dolce, delle fette di torta al cioccolato accompagnate da piccole palline di gelato alla vaniglia furono servite in piccoli piatti di porcellana
dove abiti adesso Daphne?” chiese Danielle
nella periferia di Brooklyn”
Katlyn vive con te e tua madre?”
no, lei ora vive con nostro padre, mia madre non vive più a New York, è andata via con il suo nuovo compagno, non la vedo da qualche anno” spiegò con un sorriso, odiava tutte quelle domande sulla sua famiglia, era un argomento che non amava approfondire. 


Tutte le portate erano finite, il locale si era svuotate e i camerieri stavano sistemando i tavoli, si stava già avvicinando la sera, si erano persi in chiacchiere ed era venuto seriamente tardi, i signori Jonas e il figlio più piccolo erano già andati via.
A Daphne era balenato il pensiero di dover affrontare Benjamin, si irrigidì al solo pensiero, chiese scusa alzandosi e si diresse verso il bagno, Joe la seguì e le prese la mano prima che potesse entrare nel bagno delle signore
ehi, tutto bene? Sei impallidita all'improvviso”
sì sì, devo aver mangiato troppo” abbozzò un sorriso
adesso andiamo, saluto Kevin, Danielle e Nick, ti aspetto di là ok?”
certo, faccio subito” si scambiarono un piccolo bacio sulle labbra, dopo di che la ragazza entrò e si guardò allo specchio, cercò di sistemarsi il trucco per mascherare il nervosismo, si lavò le mani e tornò in sala
Joe ha detto che ve ne andate, non vi va di rimanere ancora un po'?” chiese Kevin porgendo una pila di piatti ad una cameriera
no, grazie Kev, ma io ho da fare e Joe avrà mille impegni da rock star, comunque era tutto ottimo, hai creato un posto splendido” sorrise la giovane cameriera abbracciando l'amico, passò a salutare anche Danielle, poi si avvicinò a Joe che stava discutendo con il fratello minore, la ragazza fece un colpo di tosse per attirare l'attenzione
sei pronta?” chiese Joe, esasperato
sì, ma se devi parlare con Nick...”
no abbiamo finito, andiamo” il ragazzo fece un cenno a Kevin, aspettò che Daphne salutasse Nick e poi uscì per dirigersi verso la macchina
perché discutevi con Nick?”
“non stavamo discutendo”
oh sì che lo stavate facendo” il cantante sospirò aprendo la portiera
ha visto un nostro bacio e sa che sei sposata, semplicemente non approva la cosa”
beh...non ha tutti i torti”
Daphne, se ci amiamo tanto sbagliato non può essere” affermò salendo in macchina, la ragazza lo seguì sorridendo
hai ragione”
dove vuoi andare?”
a casa, sai cosa devo fare, non posso aspettare ancora”
vuoi che venga con te?”
no, peggiorerebbe la cosa, devo farlo da sola”.

Joe accostò la macchina a bordo della strada, entrambi i ragazzi restarono in silenzio per alcuni secondi, l'atmosfera era tesa e il nervosismo era palpabile. Daphne scese dal veicolo e poi sporse dal finestrino
meglio che vada, prima vado e prima affronto tutto quanto, poi credo andrò da Mercedes per vedere come sta Katlyn, ti chiamerò da lì” Joe scese dalla macchina e si avvicinò a Daphne
fammi venire con te, non mi fido di quell'uomo, ancora meno dopo tutto quello che ha fatto”
voglio affrontarlo da sola, vederti aumenterebbe ancora di più la sua rabbia e non voglia che sappia di noi due, non voglio dargli dei motivi per farmi passare dalla parte del torto” il ragazzo sospirò e prese le mani della persona davanti a se
se ti tocca soltanto...”
non è un tipo violento”
gli ultimi eventi dimostrano il contrario”
Joe, lasciami andare, ci vediamo domani in hotel”
lo spero, ho parecchie cose da fare, ma devo parlarti di una cosa”
sarebbe?”
ne parliamo domani, quando sarai più tranquilla” la mora annuì
Daphne, finalmente sei tornata” un donna si avvicinò velocemente alla coppia, Daphne si distaccò velocemente dal ragazzo e fece un passo in avanti verso quella figura che si stava facendo sempre più nitida nel buio della strada
mamma che cosa ci fai qui?”
ti sto aspettando da qualche ora, dopo il messaggio che mi hai lasciato il minimo che potessi fare era presentarmi qui, sono andata a trovare tuo padre, ho visto che sta bene e mi ha detto dove trovarti”
non sapevo saresti venuta, comunque non c'era bisogno, stiamo tutti bene, ora puoi andare”
potresti farmi salire in casa, così parliamo un po'?” la ragazza sbuffò sonoramente ed incrociò le braccia
ti ricordi di Joe vero?” tentò un metodo evasivo
salve Susan”
Joe...certo che mi ricordo, ricordo anche che sei anche sparito all'improvviso”
non è sparito, mamma, è partito per fare ciò che voleva” precisò la giovane
è meglio che vada, Daphne poi chiamami, arrivederci Susan, è stato un piacere”
ciao Joe, anche per me”.

Madre e figlia rimasero sole sul marciapiede
da quando frequenti di nuovo Joe?”
è tornato in città per un po' e ci siamo visti, tutto qui, tu che intenzioni hai?”
voglio sapere se hai bisogno di qualcosa”
no, sto bene, ora voglio andare a casa” la cameriera si diresse verso il portone e prese le chiavi dalla borsa per poter entrare
voglio salire solo un attimo, poi me ne vado”
va bene, hai un posto per dormire?”
“sì, non ti disturberò a lungo” la ragazza sospirò
mamma se vuoi possiamo vederci domani, è solo che ora è un brutto momento” entrarono entrambe in casa e sentirono delle voci provenire dalla stanza accanto
bravissima, ma forse avresti bisogno di qualche lezione in più”
lo credo anche io” rispose una voce femminile
che cosa stai facendo?” sbottò Daphne vedendo suo marito seduto sul divano accanto ad una mora tutta gambe, intenti a guardarsi dolcemente negli occhi, Benjamin si voltò verso di lei e fece un sorrisetto compiaciuto
ma guarda chi è tornata a casa, ti sono mancato?” si alzò con tutta calma
chi è quella?” chiese rabbiosa la giovane moglie
hai detto che dovevo trovare qualcosa da fare e così ho cominciato a dare lezioni private” spiegò con tono dolce e calmo, quasi da brivido
immagino come si svolgano queste lezioni” Daphne tentava di raccogliere tutte le sue forze “non pensavo potessi arrivare a questo punto, le porti anche qui a casa”
forse avresti dovuto stare ancora un po' con Joe” sussurrò sua madre, fissando la mora
Joe? Eri con quel Joe? Adesso te la fai con lui eh?”
l'ho solo incontrato qui sotto” spiegò velocemente, maledicendo nella sua testa Susan per aver nominato Joseph
tu dimmi dove sei stata in questi giorni, se tu fossi stata qui, io non avrei portato nessuno, ho il diritto di sapere dove dorme mia moglie”
non ti devo nessuna spiegazione, presto non sarò più tua moglie”
che cosa vuoi dire?” le sembrò quasi di vedere un lampo di paura negli occhi di suo marito
voglio il divorzio, Benjamin, non ce la faccio più, questo non è un matrimonio, io non sono felice” le labbra dell'uomo si strinsero in una linea dura, i pugni si serrarono, senza spostare lo sguardo dalla ragazza davanti a se, ordinò alla mora ancora seduta sul divano di andare via
tu non puoi chiedere il divorzio, tu sei mia”
no, io non sono di nessuno, io posso e voglio, questo matrimonio è tutta una montatura, noi due non ci comportiamo come marito e moglie, tu non mi rispetti!” esclamò lei, liberandosi da questo peso enorme, l'uomo le prese il braccio
tu sei sempre stata mia, sin da quando ti ho vista la prima volta al campus, ho fatto in modo che tu lo diventassi e ora non te ne vai”
cosa avresti fatto tu?” chiese con il terrore nella voce, indietreggiando per liberarsi dalla presa
è ovvio, ti ho vista e mi sei piaciuta, tu hai facilitato le cose, eri una sbandata, una drogata, frequentavi gente poco raccomandabile, ho solo dovuto aspettare il momento giusto, il momento in cui saresti stata più vulnerabile, hai fatto tutto tu e ti ringrazio, ma non te ne vai via così” raccontava questa storiella girando attorno a Daphne, la quale era più confusa di prima, non capiva il punto di quel discorso
due tizi mi hanno aggredita e tu mi hai aiutata, in quel momento mi sono avvicinata a te, cosa intendi dire?”
“ti hanno aggredita perché ho detto a loro di farlo, dovevo salvarti perché tu ti fidassi di me e tu sei caduta tra le mie braccia, quindi...” le sue dita stavano scorrendo sulla pelle tremante della ragazza “sei mia, non ti concederò mai il divorzio”
sei la persona più disgustosa che io abbia mai conosciuto”
non parlare così a mia figlia!” intervenne Susan, tirando via Daphne dallo sguardo perfido di Benjamin
la mamma ha deciso di farsi avanti adesso? Dopo anni di assoluta assenza non penso che sua figlia gradisca il suo aiuto” la ragazza era in silenzio, doveva elaborare tutte le informazioni appena ricevute
il rapporto che ho con mia figlia non è affar tuo, non dovresti parlarle così e nemmeno a me, non sai cos'è il rispetto” Benjamin si lasciò scappare una risata di scherno
penso di poter trattare come voglio qualcosa di mia proprietà” la signora Moore non riuscì a pronunciare neanche una parola, era totalmente indignata
basta Daphne, andiamo via” si voltò, ma in un attimo si ritrovò contro il muro, braccata dall'uomo
tu non me la porti via” Daphne raccolse tutto il coraggio che aveva in corpo, prese Benjamin per le spalle e spinse indietro, facendolo cadere a terra, afferrò sua madre e si diresse verso l'uscita
non cercarmi, non parlarmi più, non osare toccare nessuno della mia famiglia perché giuro che te la faccio pagare, per quanto mi riguarda tu non sei più mio marito” sbatté la porta e cominciò a camminare con il fiatone, si sentiva così arrabbiata, ma allo stesso tempo così umiliata dall'uomo di cui si era fidata per anni, aveva appena messo fine al suo matrimonio e non si sentiva affatto più leggera
Daphne rallenta...ti prego....fermati un attimo”
mamma perché sei ancora qui, non ho voglia di parlarti”
voglio assicurarmi che tu stia bene prima di andare via, fermati un secondo”
ma che diavolo vuoi da me! Non ti fai sentire per anni e poi spunti, parli in quel modo a Benjamin, uomo che tu non hai mai voluto conoscere, tu ti sei sempre fatta trattare così dagli uomini, perché non mi lasci in pace? Me la cavo anche senza il tuo aiuto!” esclamò con le lacrime agli occhi, Susan rimase a guardarla, dopo di che si avvicinò e l'abbracciò, non aveva mai fatto una cosa del genere, non aveva mai stretto sua figlia per consolarla
so di essere una madre orribile, so di non essere mai stata presente, ma voglio aiutarti, non ti meriti tutto questo, non voglio che diventi come me, non voglio che tu commetta i miei stessi errori, voglio che tu abbia una vita felice e mi dispiace di non averti trattata come avresti meritato, mi dispiace averti abbandonata, mi dispiace aver abbandonato Kat, ma ti prego fatti aiutare, voglio il tuo bene” la figlia era incredula, non pensava avrebbe mai ricevuto delle scuse da parte della madre e ora si trovava a piangere tra le sue braccia, quell'abbraccio la faceva sentire...bene “sai che ho trovato un lavoro? E sto con un uomo da più di un anno, è una persona per bene, vorrei fartelo conoscere....forse ho messo la testa a posto, prima o poi doveva succedere no? Scusa se ho aspettato tanto per dirti queste cose, ma avevo paura, come ho paura di tornare a vivere qui, ho deluso te e tua sorella e avevo paura di farmi di nuovo viva” ci fu un gran silenzio, interrotto solo dai singhiozzi di Daphne “hai un posto dove andare?” sussurrò ancora la madre, la figlia annuì e si staccò dalle braccia della donna asciugandosi le guance
grazie, ma non devi restare, me la cavo da sola” Susan sospirò spazientita e rincominciò a seguire la ragazza con passo spedito
perché mi mandi via così? Voglio solo aiutarti, non mi sembra tu stia così bene”
infatti non sto bene, mamma, ma ho imparato a trovare una soluzione anche da sola” arrivò di fronte all'entrata della metropolitana
ho capito, un rapporto non può essere recuperato in una sola serata”
esattamente”
va bene, allora vado, partirò domani mattina, ciao Daphny”
mamma...” la fermò “sembra che quest'uomo che frequenti sia davvero serio, mi piacerebbe conoscerlo, forse non adesso, ma qualche volta telefona, anche Katlyn sarebbe contenta di sentirti” Susan cominciò a sentire gli occhi inumidirsi per la felicità
va bene, lo farò, ora meglio che vada” e si allontanò sorridendo.

Mercedes aprì la porta e fece entrare subito la collega, la vide pallida e visibilmente scossa
ti ha fatto qualcosa? Cos'è successo?” sussurrò per non svegliare nessuno in casa, Daphne scosse la testa e la guardò
lui ha mandato qualcuno ad aggredirmi la sera che ci siamo conosciuto, mi ha solo preso in giro per tutti questi anni, ho buttato via la mia vita a causa sua, è tutta colpa mia, mi faccio schifo”
no no no, tu non hai nessuna colpa, è lui che dovrebbe sentirsi in colpa”
ma non lo fa....lui non sente nulla” Mercedes vide gli occhi castani della ragazza completamente persi, l'aveva vista triste, felice, spaventata, ma mai così persa in se stessa “voglio vedere Katlyn” aggiunse ancora, la donna annuì e la portò nella cameretta, la vide entrare nel letto ed abbracciare la sorellina.


Sono es
attamente 5 mesi che non aggiorno,
me ne vergogno e vi chiedo un enrome scusa,
ma tra la voglia e il tempo che mancano non sono riuscita a farmi viva prima,
comunque sono ancora qui, un nuovo capitolo,
cercherò di finire la storia entro la fine dell'anno, anche perché non dovrebbe mancare molto,
non mi aspetto tantissime recensioni, il calo c'è sicuramente,
ma spero comunque di ricevere qualche commento,
grazie alle recensioni al capitolo precedente e a tutti le visite.
Poi vorrei anche concluderla per portare comunque avanti un po' dei Jonas Brothers,
nonostante si siano sciolti, perché per me resteranno sempre.
Detto questo vi lascio,
un bacio, Debby!

 

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Capitolo 15
*** Lost ***


 

15- Lost




 

Daphne buttò la sigaretta a terra e la pestò con un piede per spegnerla, dopo di che rientrò nella piccola scuola e si diresse verso la sua classe, si sedette sulla sedia e sospirò, aveva sempre pensato che dopo aver chiuso con Ben si sarebbe sentita meglio e invece non fu così, si sentiva vuota, tutto quello che suo “marito” le aveva detto era solo una menzogna, lui l'aveva sempre considerata un oggetto e non aveva mai voluto aiutarla veramente, ma solo averla con sé.
Non sapeva che fare, non aveva neanche tanta voglia di vedere Joe, voleva restare sola e pensare a suo padre e sua sorella. Era preoccupata anche per Kat, da quando Will era finito in ospedale era cambiata, non le parlava quasi più e se lo faceva aveva sempre un tono scontroso, aveva paura potesse perdere sua sorella per colpa dei suoi problemi e questo non se lo sarebbe mai perdonato.

I bambini stavano giocando tranquillamente tra di loro, ne avrebbero avuto per un po', la maestra non riusciva a rimanere concentrata su di loro, cercava di farli giocare assieme così lei poteva sedersi e fissare il vuoto. Sentì bussare alla porta
sì, avanti”
ehi Daphne”
Nick, cosa ci fai qui?” il riccio entrò nella stanza
mi avevi detto tu di passare, stai bene?”
ah giusto, sì sì va tutto bene, come stai?” si alzò e lo andò ad abbracciare, poi lo fece sedere accanto a sé vicino alla scrivania
quindi questi sono i bambini di cui ti occupi”
già, li hai beccati un momento tranquillo fortunatamente, ma ce n'è uno che vorrei farti conoscere”
davvero?”
Gabriel, puoi venire un attimo?” il bimbo si avvicinò timidamente osservando il ragazzo
ciao Gabriel” gli sorrise Nick
Gabri, lui è Nicholas, un mio amico
ciao” lo salutò il piccolo con una manina. Daphne lasciò chiacchierare i due per pochi minuti, il fratello Jonas sapeva davvero farci con i bambini, lo aveva fatto ridere e il piccolo era tornato al suo posto molto più rilassato
hai visto?”
sì, ha un livido vicino all'occhio”
e dovresti vedere sotto la maglia, non credo siano lividi da cadute innocenti”
“lo penso anche io, pensi sia stato qualcuno in famiglia?”
secondo me c'entra il padre, ho provato a parlarne con la mamma di Gabriel, ma è sempre sfuggente”
appena arriverà proverò a parlarle anche io” e così fecero, i bambini cominciavano ad andare via e come ogni giorno si presentò la bellissima donna cubana, aveva un grosso borsone in una mano e sembrava più agitata del solito
Giada, prima che tu vada vorrei dirti una cosa”
sì, ma avrei un po' fretta”
ci vorrà un attimo, lui è Nicholas, è un mio amico e fa il pediatra”
ehm salve”
signora, oggi ho visto suo figlio, volevo solo parlargli un po' e ho visto alcuni lividi che non mi sembrano i soliti che si fanno i bambini” Giada sembrava parecchio agitata
Daphne lo hai chiamato tu? Ti avevo detto di lasciar perdere, non devi entrare in questa storia”
quindi qualcosa c'è?” la donna sospirò e controllò che suo figlio fosse ben lontano per non sentire
sì, e sto cercando di risolvere la cosa, sono andata via di casa, porterò Gabriel da mia sorella che abita in Georgia e resterò da lei per un po', non volevo dirti niente per non coinvolgerti, da domani andremo via”
sei sicura di fare la cosa giusta?”
non lo so, ma ti prego non immischiarti, là Gabriel sarà al sicuro ed è questo che conta”
va bene, se hai bisogno di qualcosa fammi sapere” la donna annuì, salutò i due ragazzi e poi si allontanò con il figlio. Daphne si sentiva così vicina a Giada, forse perché si sentiva un po' in quella situazione, se avesse trascinato con sé anche un figlio forse si sarebbe decisa a reagire prima.

Il Carlton-Ritz era a pochi passi dalla ragazza che si stava avvicinando a passo lento fumando l'ennesima sigaretta di quel giorno, non riusciva a tenere sotto controllo il nervosismo. Sapeva che Joe era impegnato con il suo album per tutto il mattino, ma probabilmente per quell'ora aveva già finito e non aveva per niente voglia di incontrarlo, ma se fosse accaduto avrebbe cercato di essere felice per il suo successo. Spense la sigaretta a terra poco prima di entrare, prese coraggio e si avvicinò alla guardiola della sicurezza per timbrare il cartellino
ciao Cliff”
Daphne, prima di timbrare il cartellino dovresti andare a parlare con il signor Smith” l'uomo aveva una strana espressione, come se fosse successo qualcosa di estremamente grave
che cosa succede?”
ha detto che vuole vederti subito”
va bene...allora salgo”.
La ragazza entrò in ascensore e salì sino al primo piano, camminò sino alla porta dell'ufficio del direttore, era tremante, bussò
avanti”
signore, voleva vedermi”
signora Moore, la prego si accomodi” la mora si sedette e guardò il direttore che era seduto alla sua scrivania
è successo qualcosa?”
questo dovrebbe spiegarmelo lei, sono state portati alla mia attenzione alcuni eventi alquanto spiacevoli negli ultimi giorni” la mente della cameriera tornò immediatamente al giorno in cui rubò dei vestiti da una camera, ma si era assicurata fossero stati rimessi al loro posto
eventi spiacevoli?”
esatto” l'uomo congiunse le mani sulla scrivania “io le avevo chiesto esplicitamente quali fossero i rapporti che aveva con il signor Jonas e lei mi ha detto che non lo conosceva, poi alcuni clienti hanno notato degli atteggiamenti molto intimi tra il suddetto ospite e lei e secondo i video della sicurezza risulta tutto” Daphne impallidì all'improvviso, non riusciva a dire niente in sua discolpa, poi di cosa avrebbe dovuto discolparsi? Era colpevole sino al midollo. Il direttore fece partire un video sul piccolo televisore posato su un angolo della scrivania e in pochi secondi comparvero Joe e Daphne scambiarsi un bacio di fronte all'ascensore la mattina in cui lei si era fermata a dormire in hotel
signore...”
questo bacio è avvenuto la mattina presto, ha dormito nella stanza del signor Jonas?”
s-sì signore” confessò abbassando la testa
io non capisco questo comportamento, lei sa le regole di questo hotel, sa quanto conti l'immagine, ha sempre svolto un ottimo lavoro, non
credevo potesse deludermi in questo modo”
lo stomaco le si contorse in una maniera molto dolorosa
signore, mi dispiace tanto, mi assumo tutte le responsabilità, ritornerò ai piani bassi e troncherò qualsiasi tipo di rapporto con il signor Jonas” era sicura non lo avrebbe fatto, non voleva rinunciare a Joe, ma sarebbe stata più attenta
no signora Moore, mi dispiace ma non posso passare sopra questa storia, lei è licenziata” il mondo di Daphne si sgretolò all'improvviso, quel lavoro era la sua unica fonte di sostentamento, mise tutte le sue forze per non scoppiare a piangere in quell'ufficio.
Si diresse al piano interrato e passò di fronte a Cliff
mi dispiace Daphne, non ho potuto fare nulla”
non è colpa tua, devo..devo andare a prendere la mia roba” entrò nello spogliatoio e svuotò l'armadietto del suo contenuto, tratteneva a stento le lacrime, perché doveva sempre succedere tutto assieme?
Daphne, finalmente sei arrivata, Joe mi ha chiesto almeno 5 volte di te, dovresti andare...ma cosa stai facendo?”
ehi Ginny” tirò sul con il naso
ma che hai? Perché stai svuotando tutto?”
sono stata licenziata, il direttore ha scoperto di me e Joe, devo andarmene” Ginny rimase a fissare la ragazza per alcuni secondi senza sapere cosa dire
no! Gli parlerò, ci sarà qualcosa da fare”
ha le prove, non si può fare nulla, sono senza lavoro”.

Attraversò la soglia dell'ospedale, si diresse al terzo piano e arrivò di fronte alla stanza dov'era ricoverato suo padre, sentiva la voce dell'uomo che rideva assieme a Katlyn, bussò lentamente ed entrò
posso?”
Daphne vieni”
ciao papà, ciao Katlyn” diede una carezza sulla testa della sorella minore, ma le sembrò quasi si scostò al suo tocco “come stai oggi?”
bene, ho già firmato i fogli di dimissione, si torna a casa”
bene, Kat, potrei parlare un attimo da sola con papà?” la bambina sbuffò e uscì dalla stanza
che cosa succede?” chiese William, la figlia si sedette accanto al letto
ho perso il lavoro”
che cosa?” sbottò lui
ho commesso un errore e ora ne pago le conseguenze”
l'errore si chiama Joe?”
“Joe non è un errore, ho sbagliato io a non stare attenta”
Daphne, non puoi andare avanti così” sembrava arrabbiato
ho anche rotto con Ben, mi servirebbe un posto per dormire” balbettò abbassando la testa, il padre si passò una mano tra i capelli e sospirò
puoi venire a stare da me per un po'”
grazie”
ma io non voglio avere problemi”
non ne avrai, te lo assicuro”.
Dopo essersi informata sulla sua dimissione, uscì dalla stanza e si sedette accanto a Katlyn nel corridoio
hai fatto arrabbiare papà, vero?” chiese Katlyn con il volto buio
cosa? No”
l'ho sentito arrabbiarsi, tu lo fai sempre arrabbiare, fai arrabbiare tutti e io non posso più dormire a casa mia” sentì la voce dura, Daphne si sentì colpire dritta al cuore
non era mia intenzione...”
non è come prima, prima eri felice, tutti eravamo felici, poi ti sei sposata ed è cambiato tutto, è solo colpa tua!” la piccola si alzò e senza rivolgere il minimo sguardo a Daphne tornò nella stanza del padre, la sorella maggiore era immobile sulla sedia a fissare la porta che si era appena chiusa sbattendo, nel giro di due giorni aveva perso il marito, la sua famiglia e il lavoro, cominciò ad odiarsi come tanti anni fa.

Aveva passato la notte in bianco e di conseguenza si era alzata di buon ora, si era preparata il caffè e aveva aspettato che sua sorella fosse pronta per accompagnarla a scuola. Non le aveva praticamente rivolto la parola da quando l'aveva attaccata all'ospedale.
La salutò con un saluto e in cambiò ricevette un cenno della testa, poi si allontanò dalle scuole elementari per recarsi dai suoi bambini, camminava lenta mentre fumava la sua sigaretta, in testa aveva mille pensieri, avrebbe voluto saper spegnere il cervello.
Una mano si posò sulla sua spalla e la fece girare con uno strattone, Daphne osservò l'uomo davanti a se e rimase un po' spiazzata, era il padre di Gabriel
sì?” chiese tentando di non sembrare insicura
voglio sapere dove sono mia moglie e mio figlio” chiese secco
io non lo so”
invece sì, venivano tutti i giorni qui, devi sapere per forza qualcosa”
se continua a rivolgersi con questo tono credo non le direi niente neanche se sapessi qualcosa”
io...” ringhiò “io voglio solo sapere dov'è mia moglie!” era troppo vicino al suo viso, sentiva il fiato dell'uomo su di sé
succede qualcosa qui?” una voce ruppe quella tensione preoccupante, l'uomo si girò
tu, ragazzino, non ti immischiare”
e lei lasci stare Daphne”
Nicholas, va tutto bene”
hai sentito? Va tutto bene, prima voglio sapere dov'è mia moglie e poi me ne vado”
io non so nulla! Vada via per favore” l'uomo sembrò quasi convincersi, guardò ancora una volta Nicholas e poi tornò su Daphne
continuerò a cercarla” e si allontanò a passo spedito
ma chi era?” chiese il riccio
il padre di Gabriel, pensava io sapessi qualcosa a proposito di sua moglie, ma ovviamente non gli ho detto nulla”
non infilarti in queste situazioni, non portano a nulla di buono”
di certo non andrò a dire a quel mostro dove trovare sua moglie e quel povero bambino, comunque cosa ci fai qui?”
ero da queste parti e...” Daphne lo guardò con un sopracciglio alzato “ok no, Joe mi ha detto che ieri lo hai evitato per tutto il giorno e sta impazzendo, va tutto bene?”
sì, ho solo avuto da fare, ma avrebbe potuto venire lui, perché ha mandato te?”
non mi ha mandato, non sa che sono qui”
ah ecco, comunque non ho voglia di parlarne e dovrei proprio andare”
non penso che la vostra relazioni sia giusta, insomma tu sei sposata”
Nick, tu non sai niente su di me e mio marito, non dirmi quello che è giusto e sbagliato, ho fatto fin troppe cose sbagliate nella mia vita e Joe è sempre stata una cosa giusta e voglio stare con lui sino a quando lui lo vorrà” spiegò spazientita
va bene, ma sicura di stare bene?”
sì Nicholas, grazie per prima” gli sorrise debolmente e si rifugiò nella piccola scuola.

Daphne era seduta sul divano del salotto della casa di suo padre, ormai diventato il suo letto, stava aspettando Joe, lo stava trascurando troppo e non se lo meritava, ricevette un messaggio sul cellulare “sono qui sotto, ti aspetto” prese la borsa, si diede un'ultima occhiata allo specchiò e poi scese. Salì in macchina e salutò Joe con un bacio sulle labbra
ciao amore” disse lui sorridente
ciao, come stai?”
bene, tu? Sono due giorni che mi eviti, non mi hai neanche più detto com'è andata con Ben”
ma..ma no, sono stata solo un po' impegnata, lavoro, mio padre, Ben, scusami”
l'importante è che tu stia bene” il ragazzo continuava a fissare la strada guidando
dimmi del CD”
è uscito finalmente e per ora sta andando tutto benissimo, le vendite salgono e anche il singolo sta avendo un discreto successo”
quindi come ti aspettavi?”
ancora meglio” sorrise orgoglioso e felice “tu invece dimmi di Ben, gli hai parlato?”
sì..”
e come l'ha presa?”
beh, non bene ovviamente, ma gli ho detto quello che penso e in quella casa ci tornerò solo per prendere le mie cose” Joe sembrò quasi sollevato da quelle parole, ma Daphne sentiva il suo stomaco contorcersi
che hai? Non sei contenta?”
sì, certo che sono contenta”
“e allora che ti prende?”
ho scoperto che Benjamin mi ha sempre vista come un oggetto, non mi ha mai aiutata, voleva solo avermi per sé”
ormai hai capito che è solo un bastardo, anche se non seguo il tuo discorso”
lascia perdere Joe” appoggiò la testa al finestrino, non voleva parlare di queste cose, si accorse di essere su una strada di campagna, si erano allontanati di parecchio dalla città “dove stiamo andando?” chiese, ma il ragazzo sembrò serio e pensieroso, non rispose a quella domanda, ne porse un'altra
mi dici che hai?”
ne abbiamo appena parlato”
no, tu hai solo cercato di deviare il discorso, ma non mi hai dato una risposta”
perché non c'è una risposta, non ho nulla” il cantante, spazientito, si accostò immediatamente a bordo della strada e sbatté le mani sul volante
mi eviti, non mi parli, hai chiuso con Ben e non hai battuto ciglio, voglio sapere che cosa sta succedendo!” sbottò, la mora si mise le mani in faccia e respirò a fondo per cacciare via tutte le lacrime
Joe...” sospirò
stiamo assieme e io voglio sapere che cosa succede” Daphne aprì la portiera, aveva bisogno d'aria, si sentiva soffocare, il suo ragazzo la seguì ancora in attesa di una risposta
ho perso il lavoro va bene? Alcuni clienti ci hanno visti, non siamo stati abbastanza prudenti e mi hanno licenziata, ho scoperto che Benjamin è ancora peggio di quanto credessi e che il mio rapporto con lui si basava su una menzogna e Katlyn non mi parla più!” urlò con tutta la forza che aveva in corpo, voleva svuotarsi di tutto quello che stava provando. Joe la ascoltò e dopo di che la prese e la abbracciò stringendola, le accarezzò la testa e le diede un bacio sui capelli
ho bisogno che tu mi dica queste cose, voglio aiutarti, mi dispiace averti fatto perdere il lavoro”
non è stata colpa tua” si strinsero in un lungo abbraccio
troveremo una soluzione assieme, ti aiuterò”
tranquillo Joe, non voglio più saperne di Ben e risolverò con Katlyn, per quanto riguarda il lavoro da domani comincerò a cercare qualcosa” restarono abbracciati su quella strada isolata per qualche minuto in silenzio “dove mi stavi portando?”
da nessuna parte, torniamo a casa, usciremo quando tu starai meglio”
ma, Joe”
sshh andiamo, non ti preoccupare”.

La sera aveva oscurato New York che era ancora in fermento, Joe era tornano all'hotel, Daphne invece si stava dirigendo verso casa sua, ormai diventata di Ben, sperava di non doverlo incontrare, voleva solo prendere le sue poche cose e poi non vederlo mai più. Aprì la porta ed accese la luce
ma chi si vede” l'uomo spuntò dalla cucina e si appoggiò allo stipite della porta
prendo le mie cose e me ne vado”
dai Daphne, lo so che in realtà vuoi tornare” pronunciò con la sua voce da brividi
no, voglio chiudere definitivamente con te” restò tranquilla, andò in camera e cominciò a prendere i vestiti dall'armadio
sai, non penso che tu sia nella giusta posizione per avere questo atteggiamento”
cosa vuoi dire?”
so che hai perso il lavoro, hanno telefonato ieri mattina per parlarti e mi sono fatto spiegare la situazione, sì, so anche il motivo” sussurrò vicino al suo orecchio, la ragazza lo spinse via e continuò con le sue operazioni, non si sentiva per niente in colpa per quello che suo marito le stava dicendo, dopo quello che aveva saputo sul suo conto non le importava più di nulla
lasciami stare, non devo più rendere conto a te di quello che faccio”
sapevo c'entrasse quel Joe, ma sono disposto a perdonarti”
non voglio che tu mi perdoni!” ribadì decisa mentre continuava a riempire la sua borsa, Ben la guardò sbattendo le palpebre
hai un atteggiamento diverso, non ti frega più nulla di me?”
no Benjamin, puoi dire qualsiasi cosa, ma non voglio avere più niente a che fare con te”
bene, allora facciamo così, tu vuoi il divorzio giusto? E se io non volessi concedertelo?” quella parole invece fecero tremare la ragazza, si girò a guardarlo
cosa vuoi dire?”
voglio dire che io posso anche non firmare le carte e in quel caso bisognerebbe ricorrere alle vie legali, costose, lunghe...” fece un ghigno
che cosa vuoi?”
voglio la tua casa, i tuoi soldi, la macchina”
ma così non mi resterebbe nulla”
sei tu quella che mi ha tradito, quella dalla parte del torto”
anche tu mi hai tradita!”
ma io non sono su nessun video della sicurezza” aveva un'espressione soddisfatta, Daphne sentì la rabbia ribollire nel sangue, chiuse la borsa e lo guardò con disprezzo
sei uno schifoso bastardo” e detto questo si diresse verso l'uscita, quell'uomo le dava il voltastomaco.

In tempo record sono qui con un nuovo c
apitolo,
grazie per le due recensioni a quello precedente,
non me le aspettavo, grazie mille sul serio.
cercherò di pubblicare il prima possibile, ma non contateci, scusatemi tanto.
Un bacio, Debby!

 

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Capitolo 16
*** Another goodbye ***


 

16- Another goodbye




 

Non era un bel periodo, niente lavoro, niente famiglia e niente Joe, a causa dell'aumento degli impegni dovuti all'uscita del CD, lui e Daphne non erano praticamente riusciti a vedersi, inoltre il malumore di Daphne le impediva di essere di buona compagnia. L'ultima volta che si erano visti era stato un paio di giorni prima ed avevano passato il pomeriggio a casa del padre della ragazza a parlare del successo di Joe e della situazione disastrosa del momento, ma qualcosa era cambiato, erano freddi l'uno con l'altro, non c'era la voglia di stare assieme che c'era prima, avevano anche rischiato di litigare una volta, Joe, dopo aver scoperto che Daphne nell'ultimo mese aveva cominciato un racconto che doveva trasformarsi in un romanzo drammatico, aveva insistito che la ragazza contattasse un editore che le facesse pubblicare il suo primo libro, ma lei aveva rifiutato dicendo che non avrebbe avuto successo e che nessun editore avrebbe dato qualche possibilità ad un'aspirante scrittrice senza esperienza come lei e da lì erano partite le urla, Daphne aveva fatto uscire la rabbia che ogni giorno si accumulava dentro e Joe...non si sapeva che cosa stesse succedendo al ragazzo, sembrava anche lui arrabbiato o nervoso per qualcosa, ma il suo unico pensiero in quel momento era aiutare la ragazza che amava, sempre l'amasse ancora. A Daphne era sorto qualche dubbio, si era quasi ufficialmente liberata di Ben, ma Joe le sembrava così distante, aveva paura potesse aver cambiato idea e se se ne fosse andato anche lui non avrebbe avuto davvero nessuna ragione per continuare a vivere, quei pensieri le attanagliavano la mente, aveva triplicato il numero delle sigarette giornaliere e combatteva ogni giorno contro l'odio che provava verso di sé.
è tutto?” chiese Ginny posando uno scatolone a terra
sì, ma sei sicura che posso stare qui da te?”
certo, la stanza c'è, lo spazio non è tanto, ma almeno hai un posto dove dormire” non poteva più stare sul divano di suo padre, si sentiva sempre di troppo
grazie, da domani inizio il lavoro che è riuscita a procurarmi Mercedes, così riuscirò ad aiutarti con le spese”
non ti preoccupare, c'è tempo” sorrise la ragazza dai capelli rossi buttandosi sul divano “che lavoro è?”
cameriera in una tavola calda, farò per lo più turni serali, poi cercherò qualcosa da fare anche durante il giorno” spiegò
Daphne, così finirai per sfinirti, cerca qualcosa che potrebbe piacerti, non rinchiuderti in questa vita e inoltre mi sembri stanca, sei pallida, non ammazzarti di lavoro”
ho bisogno di tenermi impegnata, più cose faccio meno penso”
dovresti prendere del tempo per te stessa” Daphne scosse la testa
devo andare, voglio andare a prendere Katlyn a scuola, ci vediamo dopo”.

I bambini delle scuole elementari uscirono di fretta dall'edificio e tutti trovarono i propri genitori
Katlyn!” Daphne la chiamò per farsi vedere, la sorella si avvicinò
come mai ci sei tu?”
volevo venirti a prendere, ti dispiace?”
no no, andiamo a casa?” aveva ancora quell'atteggiamento sfuggente che stava distruggendo la sorella maggiore.
Passarono l'intero tragitto in silenzio, si scambiarono solo qualche opinione sulla scuola, ma niente di più. Il portone era davanti a loro, Daphne tirò fuori le chiavi e aprì per poter far entrare la più piccola, poi la guardò cercando qualcosa da dire, ma non sapeva proprio come scusarsi ancora, l'aveva fatto all'infinito
allora vado, salutami papà”
mi dispiace” sussurrò la piccola
cosa?”
mi dispiace di averti detto quelle cose, non le pensavo veramente, ero solo arrabbiata” a Daphne sembrò che un grosso peso dello stomaco si dissolse, si abbassò e abbracciò Kat
ma lo so piccola, non ti preoccupare, hai tutte le ragioni di essere arrabbiata, mi dispiace tanto” la strinse a se quasi soffocandola
io ti voglio ancora bene e non volevo che te ne andassi di casa per colpa mia”
Katlyn, non è stata colpa tua, non potevo più dormire sul divano, ma puoi venire da Ginny tutte le volte che vuole” le sorrise mettendole le mani sulle spalle, avrebbe quasi pianto per la felicità
ma tu stai bene?”
certo, se tu non sei arrabbiata con me”
ma sembri sempre stanca e così pallida”
no cucciola, va tutto bene, ora sali che se no papà si preoccupa” le diede un bacio sulla testa e poi la salutò con un grosso sorriso sulle labbra.

Daphne si sentiva più sollevata, aveva dimenticato per un attimo tutti gli altri mille problemi, era solo felice di aver risolto le cose con Katlyn e adesso voleva vedere Joe per dargli la buona notizia.
L'aria era gelida, il freddo ormai era arrivato e la ragazza rabbrividì, sentiva i capelli svolazzare al vento, si strinse nelle spalle e mentre camminava lungo una via trafficata di New York vide un immenso negozio di musica, osservò la grande vetrina illuminata e nel ripiano centrale vide la faccia di Joe in primo piano, c'era il suo nuovo album in bella vista, sorrise istintivamente ed entrò, voleva, doveva comprarlo.
Una canzone risuonava per l'intero negozio e parecchi ragazzi ed intenditori di musica si aggiravano tra gli scaffali per rovistare tra i CD. Erano troppi, Daphne non sapeva dove guardare, provò nel reparto “ultime novità” ma non vide niente, così si avvicinò ad un commesso
mi scusi..”
sì, mi dica” un ragazzo molto giovane dai capelli ricci neri si girò a guardarla
dove posso trovare l'album di Joe Jonas?”
ha provato in quello scaffala là giù in fondo?” chiese indicandolo
sì, ma non ho visto niente”
allora deve essere esaurito, controllo in magazzino, arrivo subito” il ragazzo si allontanò e Daphne rimase ad aspettare, sperava di riuscire a trovarne ancora una copia, ma allo stesso tempo era contenta, questo voleva dire che le vendite stavano andando molto bene
in magazzino non c'era niente, il nuovo ordine dovrebbe arrivare domani, ma le posso dare quello esposto in vetrina”
va benissimo” sorrise, si avvicinò alla cassa per pagare il nuovo acquisto, lo strinse tra le mani e lo guardò uscendo, era così orgogliosa di quel ragazzo.

L'Hotel Carlton-Ritz era davanti agli occhi di Daphne, non era ancora riuscita ad entrarci da quando era stata licenziata, provava così tanta vergogna.
Aspettò Joe sull'altro lato della strada, lo vide arrivare, attraversò la strada di corsa e se lo ritrovò davanti
ciao” sorrise lui dandole un bacio sulla guancia
ti va una passeggiata al parco?”
sì, devo anche parlarti di una cosa”
sarebbe?”
“non ti preoccupare, prima facciamo due passi” la prese per mano e si incamminò verso Central Park.
Le fronde degli alti alberi si muovevano a ritmo del vento, nonostante il freddo alcuni newyorkesi stavano facendo jogging in pantaloncini corti. I due ragazzi stavano ancora camminando senza badare a ciò che gli stava attorno
ho parlato con Katlyn, abbiamo fatto pace”
non è più arrabbiata?”
no” sorrise
ti avevo detto che non lo sarebbe stata per molto”
lo so, ma ero preoccupata, non aveva mai fatto così”
ma ora è tutto risolto, sono contenta di vederti sorridere, gli ultimi giorni sono stati difficili”
già, ma non voglio pensarci ora, guarda cosa ho comprato oggi” Daphne non riusciva a togliersi il sorriso dalla faccia, si fermò e frugò nella borsa sino a tirarne fuori il CD
il mio album” disse Joe sorpreso
l'ho visto e non potevo non comprarlo”
te ne avrei data una copia io”
ho preferito comprarlo, erano tutti esauriti, questo era l'ultimo, sta andando bene”
sì, non mi posso lamentare e non me lo aspettavo proprio” nella sua voce traspariva una nota di orgoglio
tutto questo perché sei bravo” la ragazza si avvicinò e gli diede un piccolo bacio sulle labbra
Daphne, devo dirti quella cosa” il tono del ragazzo era fermo e serio, Daphne non parve darci importanza, annuì sorridendo, si sedettero su una panchina
dimmi tutto”
è già un po' di tempo che devo dirtelo e mi dispiace aver aspettato l'ultimo momento” ora anche la mora aveva smesso di sorridere, si accorse della strana tensione che era calata
Joe, che succede?”
ho prolungato la mia permanenza a New York per più quanto ho potuto, ma non posso più restare” disse in un solo fiato, Daphne rimase in silenzio, si stava ripetendo quella frase nella testa, il sorriso era sparito, la felicità anche
torni a Los Angeles?” chiese in un sussurro
no, nelle prossime due settimane girerò per varie città degli Stati Uniti per promuovere il CD, non posso proprio rimandare”
ho capito”
vorrei rimanere qui con te, ma...”
no, hai ragione, è il tuo lavoro” le sembrò di rivivere quel tremendo pomeriggio di 7 anni fa
 

“se accetto di firmare il contratto dovrò andare a Los Angeles
per qualche anno e lavorare alla mia carriera e
io ho accettato, dovrò partire dopo domani”

 

ma non voglio che finisca come l'ultima volta, io ti amo” Joe le prese le mani e fisso gli occhi ormai lucidi della sua ragazza
quando parti?”
tra qualche giorno, ma non senza di te, dimmi che verrai con me” il ragazzo restò con il fiato sospeso in attesa della risposta, Daphne invece non riusciva a pronunciare parola, era così...così...non sapeva neanche come definire il suo stato, voleva partire? In fondo che cosa aveva qui a New York?
non lo so” era così confusa
potremmo stare assieme
in questo momento ho una confusione in testa, sapevo che prima o poi saresti partito, ma non ora”
pensaci ok? Ne riparleremo domani”
domani” ripeté lei.

Il primo turno alla tavola calda era iniziato, Daphne girava di tanto in tanto per i tavoli a versare il caffè nelle tazze e a consegnare menù, portava gli ordini alla cucina e poi consegnava i piatti, era un lavoro abbastanza monotono e non si sentiva molto a suo agio, non conosceva ancora nessuno in quel locale, non era come all'hotel, non aveva Mercedes e Ginny.
Aveva passato 8 ore là dentro, era distrutta, erano quasi le due di notte quando arrivò a casa, cercò di entrare senza far rumore e non disturbare Ginny che probabilmente stava già dormendo.
Entrò silenziosamente nella sua stanza e buttò la borsa sulla sedia, si tolse la divisa rossa del lavoro, indossò una maglia molto larga per dormire e si infilò sotto il caldo piumone.
Cercò di chiudere gli occhi, ma gli comparve Joe nella mente, le aveva detto che sarebbe partito e lei non sapeva che fare, una parte di sé voleva davvero andare via da New York, ma un'altra credeva che non fosse il momento giusto, amava Joe, non voleva lasciarlo, ma dopo tutto quello che era successo forse le serviva un po' di tempo per stare sola. Si mise le mani sulla pancia e cominciò a torturarsele e provò a dormire.

Aprì gli occhi, erano pesantissimi, aveva dormito pochissimo, prese il telefono per vedere che ore fossero, era già l'1 del pomeriggio, aveva dormito decisamente troppo, ma non aveva voglia di alzarsi, né di fare qualcosa, sarebbe stata nel letto per tutto il giorno. Notò anche due chiamate di Joe e una di suo padre. Prima chiamò Will e parlò anche un po' con Katlyn per sapere come andava, poi decise di chiamare Joe, non sarebbe scappata, doveva affrontare la situazione.
Si diedero appuntamento in un piccolo bar poco lontano dal centro della città. Quando Daphne entrò video Joe già seduto ad un tavolino, lo raggiunse tentando di sorridere
ehi” si tolse la giacca e si sedette
prendi qualcosa?” le chiese
solo un caffè” il ragazzo chiamò la cameriera e ordinò due caffè
come stai?”
ieri ho iniziato il nuovo lavoro, per ora sembra abbastanza tranquillo”
Mercedes è stata molto gentile”
sì, davvero tanto” gli argomenti non erano tanti, si erano visti per un motivo preciso
e invece per quello che ti ho detto ieri?” era arrivato al sodo, Daphe cominciò a muoversi nervosamente sulla sedia, invece Joe aveva uno sguardo speranzoso
ci ho pensato e non è stato facile”
posso immaginare” la cameriera li interruppe per servire i due caffè e quando si allontanò Daphne riprese la parola
io non voglio lasciarti, sai che ti amo e non voglio che finisca come l'ultima volta” le labbra del ragazzo si incurvarono in un sorriso che sparì subito dopo “ma non credo di voler partire con te”
cosa? Perché? Hai detto che mi ami, che non vuoi che finisca”
infatti è così, ma non credo sia il mio momento di lasciare New York, ho appena risolto con Kat, ho un nuovo lavoro, devo ancora chiudere il matrimonio con Ben, legalmente sono ancora sposata”
lo so ma..” gli si strozzò la voce, rimase senza parole, non voleva rimanere senza Daphne e finire di nuovo tutto, le prese le mani e gliele strinse “non voglio finirla qui, non voglio lasciarti”
neanche io, non ti sto lasciando”
e cosa stai cercando di dirmi?”
beh, potremmo continuare a sentirci, tu continuerai il tuo lavoro e io cercherò di sistemare le cose qui”
ma non ci vedremmo”
lo so, ma è un modo per non far finire la nostra storia e se dura poi riusciremo a stare assieme, ma io ho bisogno di un po' di tempo” Daphne si morse un labbro e strinse le mani del ragazzo
quindi non vieni”
no Joe, non penso di riuscirci, mi dispiace”
ma non finirà come l'ultima volta vero?”
non finirà” sorrise avvicinandosi e baciandolo dolcemente sulle labbra, prima di iniziare una nuova vita doveva chiudere con quella vecchia.

Oddio, sto pubblicando in tempo record, non so che cosa mi stia succedendo,
forse riesco veramente a finire la storia entro la fine dell'anno,
non dovrebbe mancare molto, forse un paio di capitoli,
devo ancora decidere se aggiungere una parte oppure no, ci penserò.
Spero che questa parte non faccia troppo schifo, anche perché è importante,
grazie mille a chi ha recensito l'ultimo capitolo e anche a chi legge soltanto.
Spero di postare presto, grazie ancora. 

Un bacio Debby!

P.S. che ne pens
ate delle nuove canzoni dei Jonas che sono uscite?
Io le trovo stupende :)

 

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Capitolo 17
*** Love Is A Force You Can't Control ***



17- Love Is A Force You Can't Control

    
 

Il freddo era arrivato a tutti gli effetti, l'aria gelida faceva rabbrividire chiunque stesse camminando per strada, anche Daphne si strinse nel suo cappotto e tirò su con il naso ormai gelato, era metà mattinata e il sole splendeva nel cielo. Un enorme grattacielo vetrato si presentò davanti ai suoi occhi, la ragazza alzò lo sguardo verso la cima e poi lo riportò verso l'entrata. Fece un grosso respiro ed entrò armata di coraggio. L'interno era elegante e professionale, si tolse i guanti riponendoli nella borsa e si sfregò le mani per scaldarle. Si avvicinò al bancone e si rivolse alla donna dietro di esso
mi scusi, ho un appuntamento all'ufficio legale” la segretaria la guardò attraverso gli occhiali da vista posati delicatamente sul naso, poi si concentrò sullo schermo del computer
ventitreesimo piano” disse con la più totale indifferenza.
Daphne non si curò della scortesia della segretaria e si diresse subito verso l'ascensore, si affiancò alle altre persone in attesa e dopo l'avviso acustico le porte dell'ascensore si aprirono, parecchie persone ne uscirono ed altrettante ne entrarono. La ragazza si fece spazio tra tutti quegli individui vestiti in giacca e cravatta, si avvicinò alla pulsantiera e premette il tasto “23” per poi mettersi sul fondo ad aspettare, concentrandosi sulla canzoncina che accompagnava la salita ai piani alti. A fatica riuscì ad uscire da quella scatola metallica troppo affollata, si ritrovò in un salone bianco decorato con qualche quadro appeso alle pareti e alcune poltrone di pelle nera, si avvicinò nuovamente ad un'altra donna seduta dietro una scrivania
salve, mi chiamo Daphne Moore e ho un appuntamento” la segretaria sorrise gentilmente
certo, tra poco potrà entrare, il suo avvocato la sta aspettando nella sala d'aspetto” Daphne sorrise e si avvicinò all'unica persona seduta in quella sala
Roger” l'uomo alzò lo sguardo dalla rivista che stava sfogliando e sorrise alzandosi
Daphne, sono arrivato troppo in anticipo” le strinse la mano e la fece accomodare accanto a sé
non ti preoccupare, io credevo di essere in ritardo” l'uomo diede uno sguardo al suo orologio da polso
di pochi minuti, ma non sei l'unica”
non si è ancora visto nessuno?”
né Benjamin, né il suo avvocato” Daphne era parecchio nervosa, posò la borsa ai suoi piedi e si guardò attorno. Roger era il suo avvocato assunto per concludere la pratica di divorzio, non era propriamente stato assunto, era un avvocato d'ufficio e quindi gratis, non aveva abbastanza soldi per pagarne uno, ma era soddisfatta, per essere totalmente gratis era professionale e sapeva quel che faceva. Benjamin aveva sfruttato le sue conoscenze e aveva assunto un suo vecchio amico, proprietario dello studio legale nel quale si trovavano in quel momento
non mi aspettavo niente di diverso, beh arriveranno”
Daphne, tu gli stai concedendo tutto, dopo quello che mi hai raccontato potremmo togliergli almeno la casa”
non mi importa, per ora ho un posto dove dormire e spero di andarmene presto da qui”
una somma di denaro?” insistette l'avvocato, ma Daphne scosse la testa, non voleva nulla da quell'uomo, se liberarsene voleva dire rinunciare a tutto allora lo avrebbe fatto “ma allora perché non hai firmato le carte e basta? A che ti servo io se non vuoi chiedere nulla?”
perché non mi fido di lui, mi ha ricattata e per poter divorziare devo rinunciare a tutto, tu mi servi per evitare che mi giochi qualche brutto scherzo con qualche strana clausola”
ti ha ricattata?” esclamò con un tono di voce troppo alto “questo è illegale!”
sshhh, non mi importa, lascia stare” il suono dell'ascensore catturò la loro attenzione, due uomini arrivarono al piano e si diressero verso i due che erano seduti sulle poltroncine
scusate il ritardo” disse l'uomo panciuto che indossava elegante abito blu scuro, l'altro accanto a lui guardò subito la ragazza
Daphne potrei parlarti un attimo?”
non sei costretta” intervenne subito Roger che inchiodò Benjamin con uno sguardo omicida, ma la mora fece un segno con la testa a suo marito, ancora per poco, per allontanarsi dai due avvocati
Ben, che cosa vuoi?” sospirò esasperata
cosa stiamo facendo? Mandiamo all'aria il nostro matrimonio? Non credo tu lo voglia” il suo tono schifosamente dolce
il nostro non era un matrimonio, era una prigione”
resta con me e non perderai nulla” il suo sorriso falso, le sue mani che accarezzavano la pelle della moglie
ho già perso tutto, non mi importa se ti prendi la casa e i soldi”
non credevo fossi quel tipo di persona, stare con un uomo solo per i soldi, quel Joe riesce a darti la bella vita vero?” Daphne fece una risatina isterica per controllare la rabbia che stava per esplodere, ma non voleva cedere, non gli avrebbe dato quella soddisfazione
sai, io non vedo l'ora di mandare all'aria la mia vita con te, tu non hai idea di quanto mi renda felice questo giorno, più di quanto tu non abbia fatto in questi mesi di matrimonio, Joe non mi da la bella vita, mi da quell'amore di cui io ho bisogno e che tu non mi hai mai dato, io stavo con te anche se non avevi nulla, lo facevo per amore, anche se credo sia stato solo un senso di dovere perché credevo mi avessi aiutato, ma invece mi hai solo ingannata e la cosa più soddisfacente è che in questo divorzio Joe non c'entra nulla, sono io che voglio liberarmi di te e vivere la mia vita, per una volta posso essere soddisfatta di me stessa” sorrise compiaciuta cercando di non mostrare le mani tremolanti e tornò vicino al suo avvocato con un peso enorme in meno sullo stomaco, sapeva che a Benjamin non importava di avere tutto, quello che gli dava veramente fastidio era aver perso il controllo su Daphne.
Anche Benjamin raggiunse il gruppo
possiamo cominciare allora”.

Le carte erano state firmate, tutto era finito, Daphne e Benjamin finalmente non erano più legati, né dai sentimenti né dai documenti, si sentiva libera e leggera, aveva concesso tutto a Benjamin, ma non le importava niente, non avrebbe più rivisto quell'uomo in vita sua, perfino la musichetta che accompagnava la discesa in ascensore sembrava quasi orecchiabile.
Le porte di metallo si aprirono e Daphne si ritrovò nell'ingresso elegante del grattacielo
avremmo potuto ottenere di più” disse Roger mettendosi di fronte alla ragazza
ho ottenuto la libertà, tutto quello che volevo, grazie per avermi aiutata”
è il mio lavoro, ora devo andare, è stato un piacere” si strinsero la mano e si salutarono.
Daphne si voltò a guardare Benjamin e il suo avvocato parlare animatamente, quando il suo ex marito si girò a guardarla lei ricambiò lo sguardo, fissava gli occhi verdi e spaventati di quell'uomo che aveva ottenuto tutto, ma che forse non aveva più niente, sembrava intenzionato a parlarle, ma lei non lo era, gli aveva già detto tutto, gli rivolse un ampio sorriso e si girò nuovamente per uscire dall'edificio, l'aria gelida la travolse, prese i guanti dalla borsa e li indossò, guardò la strada in cerca della macchina di suo padre che avrebbe dovuto andarla a prendere, la trovò poco più lontano, sorrise avvicinandosi e salì
fatto?” chiese William
tutto finito, abbiamo firmato” disse lei fiera, si voltò verso i sedili posteriori “come stai Kat?”
bene, papà ha promesso che ci porta al McDonald's” esclamò felice
allora andiamo!”.
Cercarono un parcheggio e poi si diressero tutti e 3 assieme verso la settima strada
forza” Katlyn trascinò la sorella e il padre verso il grande McDonald's, entrarono
Kat, vai a cercare un tavolo assieme a tua sorella” le due sorelle scorsero i numerosi tavoli occupati dalle persone che si gustavano il loro pranzo
laggiù” Daphne seguì la più piccola verso un tavolino attaccato ad un muro, presero posto e aspettarono il padre che arrivò dopo alcuni minuti
questo è tuo, Kat, invece questo è per Daphne” distribuì i panini e tutti e tre incominciarono a mangiare.
ora cosa hai intenzione di fare?” chiese William, serio
vivere la mia vita” rispose Daphne, non sapeva cosa fare, non aveva fatto programmi, ma doveva per forza fare qualcosa, non avrebbe rovinato tutto di nuovo, non era coinvolta solo lei adesso
mi riferisco a...”
lo so a cosa ti riferisci, ho bisogno di schiarirmi le idee”
vuoi andare a Los Angeles da Joe, vero?” Katlyn la guardò, stava giocherellando con le ultime patatine che le erano rimaste
beh...”
lo so che ti manca”
e tu che ne sai?”
lo so e basta, per me puoi andare”
posso andare?” una ragione per cui Daphne era ancora lì a New York era sua sorella, non sapeva come dirle che sarebbe partita prima o poi
non resti lì per sempre, vero?”
no, certo che no! Ci vedremo molto presto”
allora puoi andare” disse masticando alcune patatine, però la sorella maggiore aveva ancora dei dubbi, non sapeva se era il momento giusto, la cosa giusta, non riusciva a non pensare mille volte a quello che doveva fare, odiava la sua insicurezza, per sbloccarsi doveva parlare con un'ultima persona, l'unica che poteva farle chiarezza in testa, Chelsea.

Il cancello nero di ferro si ergeva davanti ai suoi occhi, lo scostò leggermente ed oltrepassò la soglia, non c'era molta gente, era tutto innevato, i piccoli sentieri erano stati liberati dalla neve e ci si poteva camminare, Daphne percorse alcuni piccoli corridoi e scorse le lapidi coperte di neve a causa dell'ultima nevicata.
La ragazza si fermò e sorrise, con una mano tolse la neve che copriva parte della foto e del nome dell'amica, poi posò sopra la pietra grigia gelida alcuni fiori che aveva comprato poco prima. Era in piedi a fissare quel sorriso splendido che si era spento troppo presto
ce l'ho fatta, finalmente oggi è finito tutto, so di averci messo troppo tempo, però ho finalmente divorziato da Benjamin” sorrise e cercò di levare più neve che poteva con le mani “se ci fossi stata tu mi avresti portata via da quella casa molto prima o mi avresti impedito di iniziare quella tortura che chiamavo matrimonio, ma tu non ci sei” una vena di tristezza si impossessò della sua voce, sospirò e si mise le mani in tasca, guardò per un attimo il cielo azzurro e le nuvole bianche sparse, poi abbassò nuovamente lo sguardo “sai che avevo iniziato un nuovo lavoro? Sì, facevo le pulizie a casa di una signora, non posso puntare a più in alto, vero?” fece una risatina malinconica cercando di non cominciare a piangere “ma l'ho dovuto lasciare, secondo tutti mi stavo affaticando troppo e forse avevano anche ragione, sono svenuta nell'immenso salotto di quella casa e mi hanno tenuta in osservazione in ospedale per tutto il giorno, è li che ho scoperto....” si interruppe e sorrise nascondendosi tra il colletto del suo cappotto “così ora lavoro solo alla tavola calda, sono principalmente turni notturni, ma è meno impegnativo” il vento fece oscillare i petali dei fiori freschi posati sulla tomba, Daphne restò in silenzio per alcuni minuti, ascoltando i rumori del traffico di New York in lontananza “non so che fare, mi manca Joe, è più di un mese che è partito e io ho voglia di abbracciarlo, Katlyn si è accorta che ho voglia di partire e mi ha detto che dovrei farlo, capisce sempre più cose di me nonostante l'età, ma anche se dovessi andare da lui poi che faccio? Non so dove stare, non conosco nessuno lì, non ho nulla da fare, lui ha la sua vita e io sarei solo un elemento di disturbo, mi ha detto che gli manco, ma non può pensare sempre e solo a me, devo imparare a cavarmela da sola, però....” ci fu ancora un momento di silenzio spezzato solo da piccoli cinguettii di uccelli che erano riusciti a resistere al freddo “dovrei dirgli che sono incinta e non posso dirglielo per telefono, non posso chiamarlo e dirgli “ehi, diventerai padre”, sono cose che vanno dette a voce, di persona....non lo so, credo ci penserò” sorrise e diede uno sguardo all'ora sul telefono “ora devo andare, mi manchi tantissimo Chelsea, vorrei averti qui” sentì una lacrima scendere sulla sua guancia, sbatté qualche volta le palpebre per mandare via le lacrime e poi si allontanò.
Neanche il tempo di uscire dal cimitero che il suo telefono squillò. La ragazza lo prese e rispose
pronto”
salve, parlo con Daphne Moore”
sì, sono io”
io sono Gregory Ward, la chiamo per fissare un appuntamento e parlare del suo libro” Daphne rimase in silenzio cercando nella sua testa qualche spiegazione per quella telefonata “pronto..mi sente?”
sì sì, ma mi scusi, quale libro?”
mi hanno detto che lei sta scrivendo un libro e che sarebbe interessata anche a pubblicarlo, non è così?”
sì, ma chi le ha dato queste informazioni?”
“il signor Jonas mi ha detto che lei sapeva le avrei telefonato” Joe...ora si spiegava tutto
sì”
io dovrei venire a New York la prossima settimana, le andrebbe bene?”
“non è di qui lei?”
no, io lavoro a Los Angeles” Daphne sorrise, le sembrò quasi che fosse stata Chelsea a darle quel segno e ora sapeva benissimo che cosa fare
io sarò a Los Angeles questa settimana, potremmo incontrarci lì”
certo, nessun problema, le farò sapere il giorno e l'orario, arrivederci” ripose il telefono nella borsa, si girò un attimo verso la lapide che aveva appena lasciato, sorrideva e non voleva smettere, aveva così tanti motivi per farlo, per la prima volta amava la vita e voleva viverla giorno per giorno.

Entrò in casa, vide Ginny seduta sul divano a guardare la televisione
tra quanto attacchi?” le chiese Daphne
un paio d'ore, tu?”
tra poco, ma sarà il mio ultimo turno” l'amica spense la tv e rivolse l'attenzione alla mora
perché?”
voglio lasciare il lavoro e andare da Joe”
sul serio?”
sì, mi presenterò lì e gli farò una sorpresa, spero sia la cosa giusta”
è la cosa più giusta che tu possa fare, gli dirai anche del bambino?” Ginny si alzò e seguì l'amica in camera
sì, lo farò di persona” Daphne prese una borsa e cominciò a prendere alcuni vestiti “questa sera prenoterò il volo”
stai continuando a sorridere”
lo so, non riesco a smettere”.

La valigia era pronta e Daphne la trasportava con decisione verso la macchina color blu scuro di Nick che la stava aspettando a bordo della strada. William e Katlyn la stavano accompagnando
sicura di voler andare?”
sì papà, me lo hai chiesto almeno mille volte oggi, sono convintissima” sospirò trascinandosi dietro il trolley
è che hai fatto tutto così di fretta”
ho aspettato fin troppo”
ma non resti lì sempre, vero? Poi torni” mugugnò Kat con il faccino triste, la sorella maggiore sorrise, porse la valigia a Nick, che la ripose subito nel bagagliaio, e si abbassò verso la piccola
certo che torno, non potrei mai stare troppo lontana da te, ma ora ho bisogno di sistemare le cose con Joe e devo dirgli del nipotino che tra poco avrai” sorrise prendendole le mani
quindi divento zia veramente?”
sì, sei contenta?”
tantissimo, tu ami tanto Joe?”
sì Kat, lo amo davvero tanto” l'abbracciò e la strinse forte, passò a salutare anche il padre e poi salì in macchina accanto a Nicholas.
l'indirizzo lo sai, a lui non ho detto niente come mi hai chiesto”
grazie, spero solo di fare la scelta giusta”
non penso lo troverai a casa, dovrai aspettare un po'”
non importa”
a che ora hai il volo?”
all'una, dovrei arrivare lì nel primo pomeriggio secondo l'ora di Los Angeles”
allora è meglio che tu vada”
già, grazie di tutto Nick” lo abbracciò, poi assieme scesero dalla macchina, il ragazzo prese la valigia e la porse alla mora
poi fammi sapere com'è andata”
certo, ciao” gli fece un cenno con la mano e poi percorse il grosso parcheggio dell'aeroporto sino a dirigersi verso l'entrata.
Le persone correvano per riuscire a non perdere il volo, altre si gustavano un caffè prima di partire e altre ancora aspettavano di vedere arrivare qualcuno. Daphne sapeva di essere in perfetto orario, superò il check in e consegnò la sua valigia. Si diresse verso un'edicola e comprò alcune riviste, doveva pur far passare 5 ore di viaggio in qualche modo. Si sedette su una sedia di metallo e aspettò l'annuncio che le interessava. Prese il telefono, non aveva ancora sentito Joe, avrebbe tanto voluto dirgli che tra qualche ora sarebbe stata li per abbracciarlo, ma non voleva rovinare la sorpresa. Si alzò stringendosi nel cappotto e andò verso la grande vetrata che mostrava New York, aveva cominciato a nevicare, sperava con tutta se stessa che non avrebbero soppresso nessun volo a causa del mal tempo. La voce all'altoparlante chiamò il volo per New York, la mora prese la borsa e si diresse verso il terminal.

L'aereo era appena atterrato e Daphne si stava dirigendo verso il ritiro bagagli, si fermò e si tolse immediatamente il cappotto, faceva troppo caldo per un abito così pesante, non aveva tenuto conto della temperatura totalmente diversa. Aspettò la sua valigia in mezzo alla folla che si era accalcata attorno al nastro trasportatore, non appena vide il suo trolley si fece spazio e l'afferrò per portarlo a terra. Era nervosa, rimase ferma un minuto, il volo non le aveva fatto neanche bene, aveva una nausea impressionante e non sapeva se fosse dovuta all'aereo o al bambino che cresceva nella sua pancia.
Posò il cappotto sul braccio e si diresse verso l'uscita dell'aeroporto, la prima cosa che notò fu l'oceano che si intravedeva in lontananza dalla vetrata, poi uscì, l'aria era più calda, niente a che vedere con il gelo che aveva lasciato a New York, non c'era neanche un po' di neve. Andò subito verso il parcheggio dei taxi, cercò di prenderne uno, ma un uomo glielo rubò proprio sotto al suo naso, ma queste cose succedevano costantemente anche nella grande mela, guardò l'ora, erano le 4.30 del pomeriggio, vide che un altro taxi si era fermato nel parcheggio per far scendere il passeggero, corse per non farselo sfuggire, chiese subito all'autista se fosse libero, si fece aiutare per caricare la valigia e poi entrò in macchina.

Dopo parecchi minuti di viaggio passati ad osservare ogni minimo dettaglio della città, Daphne scese dall'auto, prese le sue cose e pagò i tassista. Tutto era completamente diverso, il clima, le persone, la città, si guardò attorno spaesata e lesse ancora l'indirizzo che le aveva dato Nick, la strada era giusta, ma era talmente lunga e piena di palazzi che non sapeva quale fosse quello giusto. Camminò lungo il marciapiede e decise di chiamare Nicholas
pronto, Daphne, tutto bene?”
sì sì, sono appena arrivata, solo non so dove andare, sono all'indirizzo che mi hai dato”
è un piccolo grattacielo coperto da finestre scure, all'entrata dovrebbe esserci un piccolo cancello e un'alta siepe, se entri puoi chiedere al portiere, saprà dirti se Joe è a casa oppure no” la ragazza alzò lo sguardo e vide il palazzo poco più lontano
l'ho visto, grazie ancora” chiuse la chiamata e si avvicinò al cancello, lo aprì e si diresse verso l'entrata di quell'edificio così elegante e moderno, vide la piccola guardiola dov'era seduto un uomo a leggere il giornale
mi scusi” l'uomo abbassò il giornale e guardò Daphne
mi dica”
abita qui il signor Joe Jonas?”
chi lo cerca?”
“mi chiamo Daphne Moore, sono una sua vecchia amica, volevo solo sapere se è a casa o no”
non posso darle questa informazione, mi dispiace”
non voglio disturbare, solo sapere se è a casa, lui mi conosce”
signorina, molte ragazze si presentano come amiche del signor Jonas solo per incontrarlo, lui mi ha chiesto espressamente di non voler essere disturbato e so che non aspetta nessuno”
lo so, ma...potrebbe solo dirmi sì o no?”
mi dispiace” Daphne sospirò sentendosi crollare, era stanca e voleva solo sapere se Joe era a casa
almeno posso aspettare qui?” si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e tentò di apparire tranquilla, l'uomo la guardò un po' accigliato
se vuole ci sono due poltroncine dietro di lei, può aspettare lì” Daphne annuì accennando un sorriso e si trascinò verso una poltroncina bianca, sospirò mettendosi una mano sulla pancia, era esausta, si lasciò cadere seduta
sembra pallida, sta bene?” chiese l'uomo, Daphne alzò lo sguardo sorridendo
sono appena arrivata da New York e sono un po' stanca, tutto qui” là sarebbero quasi le 8 di sera, invece a Los Angeles era ancora pieno pomeriggio.
Cominciò a sfogliare per l'ennesima volta le riviste che aveva comprato in aeroporto e si addormentò anche per qualche minuto, ma il nervosismo la pervadeva, come avrebbe preso Joe il suo arrivo? E la notizia del bambino? Ma allo stesso tempo era eccitata e contenta all'idea di riuscire a rivedere il suo ragazzo.
Parecchi abitanti di quel palazzo entrarono e uscirono salutando cordialmente il portiere e fissando la ragazza, probabilmente ai loro occhi poteva sembrare una scappata di casa, con la faccia stravolta e i capelli in disordine, lì sembravano tutti perfetti, ma alla ragazza non importava nulla, continuò a sfogliare i giornali concentrandosi su qualche articolo.

'Sera Herb, c'è posta per me?” quella voce, sembrava così felice e tranquilla, Daphne chiuse il giornale e alzò lo sguardo, era di fronte a lei girato di spalle, mise tutto nella borsa e si alzò tentando di sistemarsi i capelli, tremava, avrebbe pianto dalla felicità
no signor Jonas, ma una ragazza ha chiesto di lei, dice di essere una sua vecchia amica, è dietro di lei” Joe si girò e quasi non fece cadere le chiavi che aveva in mano, rimase in silenzio sorridendo come un ebete “l'ho fatta sedere perché sembrava stesse poco bene, so che non vuole essere....”
Daphne” sospirò finalmente lui, si stavano guardando aspettando di potersi abbracciare
ciao Joe” le sembrò così banale quel saluto, ma non sapeva che altro dire, lui le si avvicinò prendendole le mani
che ci fai qui? Non sapevo venissi, dovevi dirmelo, come stai? Dio come mi sei mancata” parlava così in fretta, la prese tra le braccia e la strinse infilando il naso tra i suoi capelli e respirando il suo profumo, Daphne fece lo stesso, desiderava quell'abbraccio da così tanto tempo
quante domane” accennò una risata stringendogli la giacca, quando si staccarono Joe la guardò ancora una volta
sembri stanca, saliamo in casa” le accarezzò la guancia e poi si girò verso il portiere “per chiunque venga a cercarmi io non ci sono” prese per mano Daphne, la sua valigia ed andò verso l'ascensore. Quando arrivarono al piano lasciò per un attimo la mano della sua ragazza e prese le chiavi per aprire una porta bianca e davanti ai loro occhi si presentò un grande appartamento, entrambi entrarono e Daphne si guardò attorno osservando quell'ambiente a cui non era per niente abituata, Joe mise il piccolo trolley a lato della stanza, posò le chiavi su un piccolo piattino e poi tornò di fronte alla ragazza, le mise le mani sulle guance prendendole il viso e la baciò molto dolcemente, sfiorando la lingua con la sua, continuò per qualche secondo ancora e poi si staccò sorridendo
piaciuta la sorpresa?” sussurrò lei
da morire, ma ora voglio sapere come mai sei venuta senza dirmi niente, avrei potuto tenermi libero e potevo venirti a prendere all'aeroporto, come facevi a sapere dov'ero?”
mi ha aiutata Nick, mi ha dato il tuo indirizzo e mi ha accompagnata sino in aeroporto, avevo voglia di vederti, non c'era più niente che mi legasse a New York, avevo solo bisogno di te”
cosa vorresti dire con questo?” un lampo di speranza accese gli occhi di Joe
voglio dire che ieri ho firmato le carte per il divorzio e Benjamin è solo un ricordo lontano”
sei...sei mia”
sono sempre stata tua” si scambiarono ancora un braccio e si spostarono verso il divano
non potevo chiedere niente di più bello”
e poi devo dirti un'altra cosa” il cuore le batteva a mille, stava per dargli la notizia, era terrorizzata e felice allo stesso tempo
cosa?” ma in quel momento il cellulare di Joe cominciò a squillare, lo tirò fuori dalla tasca e sbloccò lo schermo
rispondi pure”
no, è solo un promemoria, ho una cena di beneficenza questa sera, me ne ero completamente dimenticato” sbuffò e tornò con lo sguardo su Daphne
quindi devi andare?”
non adesso, ma devo cominciare a prepararmi...non è che ti andrebbe di venire?”
“io? ma...è una cena, io non c'entro nulla”
“non posso dire che non vado e io ho voglia di stare con te, mangeremo e poi ce ne andremo, per favore” Daphne sospirò, non poteva dirgli di no, quindi sorrise
“va bene, ma non saprei che mettermi, non credevo dovessi partecipare a cose del genere”
“questo non è un problema, tu sistemati, io faccio una telefonata” la baciò leggermente sulle labbra e poi si allontanò componendo un numero al cellulare, portò il telefono all'orecchio e cominciò a parlare “mi serve un vestito, verrò accompagnato questa sera, riesci mica a procurarmelo?” Daphne si passò le mani sulle guance, non stava andando come si era immaginata, ma l'importante era stare con lui, no?

Era sera e Daphne era nel bagno a fissare quel vestito da sera che le aveva procurato Joe, era color oro con dei piccoli ricami neri sopra, arrivava sino al ginocchio con una gonna stretta, non era particolarmente scollato ed era accompagnato da una giacchetta nera, sembrava così elegante, poco adatto ad una ragazza come Daphne, abituata ad indossare vestiti comodi. Titubante si spogliò e si infilò il vestito nuovo, si guardò allo specchio, si sentiva tremendamente a disagio, lasciò che i lunghi capelli castani le scivolassero sulle spalle in piccoli boccoli e poi passò a truccarsi i modo estremamente leggero. Si mise anche le scarpe, delle docolté nere forse troppo alte. Quando era sicura di essere pronta uscì dal bagno e andò da Joe che la stava aspettando in cucina
sono pronta” sussurrò tremendamente in imbarazzo, il ragazzo alzò lo sguardo e si stampò un sorriso in faccia
sei assolutamente meravigliosa” le lasciò un bacio sulla guancia “mi dispiace trascinarti alla cena”
l'importante è stare con te” sorrise prendendogli la mano.

La macchina nera su cui viaggiavano si fermò in un grosso parcheggio, Joe spense il motore, scese dalla macchina ed andò ad aprire la portiera a Daphne, la prese per mano e assieme attraversarono il parcheggio entrando in un ascensore cominciando a salire
dove siamo?”
nel parcheggio di un hotel, la cena si svolge nella sala conferenze” la mora annuì, quando si aprirono le porte una donna bionda molto più vecchia dei due si fiondò su Joe dividendo le mani dei due ragazzi
prima di entrare devi rispondere a qualche domanda, ci sono quelli di “People” “Cosmopolitan” e qualche altra rivista, devi dire le stesse cose, parlare solo dell'album e non accennare niente riguardo alla tua vita privata” schioccò un'occhiata a Daphne “tu invece cerca di stare in disparte” aveva un tono acido, ma la ragazza fece come le aveva detto, restò a guardare Joe rispondere alle numerose domande dei giornalisti con un sorriso sulla faccia, quando ebbe finito la donna bionda tornò da Joe, gli disse qualcosa e poi il ragazzo tornò a prendere la mano di Daphne e portarla dentro la sala
chi era quella donna?”
“Karen, si occupa delle pubbliche relazioni, scusa il suo modo un po' brusco”
non puoi parlare di me?” chiese malinconica
per ora no, ma lo farò presto” la rassicurò con un sorriso.
Tantissimi tavoli rotondi erano sparsi per la sala decorata, Joe e Daphne erano seduti accanto a persone di cui lei non aveva la minima idea di chi fossero, li aveva conosciuti come Sarah, Dug e Chandler, li ascoltava parlare, ma l'interesse era molto scarso. La cena era iniziata ed erano state servite le prime portate, a turno qualcuno saliva sul palco per parlare del motivo per cui erano tutti riuniti quella sera, i bambini in Africa.
Il pesce che Daphne stava cercando di mangiare aveva un odore particolarmente forte e fastidioso e questo cominciò a farla sentire poco bene, si scusò educatamente e andò verso il bagno, si appoggiò ad uno dei lavandini e respirò profondamente cercando di alleviare il senso di nausea, quando si calmò si lavò le mani ed alzò lo sguardo, quella gravidanza misto al nervosismo la stavano distruggendo. Tornò in sala e si sedette prendendo subito un sorso d'acqua dal suo bicchiere
stai bene?” le sussurrò Joe
sì, sono solamente stanca”.

Quella lunga serata giunse finalmente al termine, la coppia si avviò verso la macchina e dopo essere salita uscì dal parcheggio per dirigersi verso casa. La guardiola del portiere era vuota, il ragazzo chiamò l'ascensore e dopo poco arrivarono al piano, erano entrambi zitti, si erano appena rivisti dopo un mese eppure c'era qualcosa che non andava, non era più come a New York ed ad entrambi cominciarono a pensare che forse la loro storia andava bene solo in un'altra città in un clima di tensione.
Joe si tolse immediatamente le scarpe e si buttò sul divano per accendere la televisione mentre si allargava il nodo della cravatta, Daphne invece si guardò ancora un po' attorno, si sentiva fuori luogo, doveva essere solo questione di abitudine, posò la borsetta sul divano e poi si sedette accanto al ragazzo per togliersi le scarpe
scusa se ti ho potata a quella cena”
non ti preoccupare, io sono arrivata senza preavviso, non potevi annullare tutto per me”
sicura di stare bene, è tutto il giorno che sei pallida”
non sono abituata a viaggiare in aereo” sorrise posando la seconda scarpa a terra “hai chiamato un editore a nome mio?” chiese all'improvviso non appena l'argomento le venne in mente
io...ecco..sì” Joe sembrava parecchio agitato e diventò rosso all'improvviso
mi ha chiamata l'altro giorno, voleva un appuntamento, come faceva a sapere di quello che sto scrivendo?”
gliel'ho detto io, scusa Daphne, ma tu stavi buttando via l'occasione di fare quello che vuoi veramente, se sei arrabbiata va bene, non importa, io sono felice di aver chiamato” sembrava così convinto e soddisfatto di quello che aveva fatto, la ragazza scosse la testa sorridendo
non sono arrabbiata, ho accettato, dobbiamo metterci d'accordo su quando vederci” Joe fece un ampio sorriso
sul serio?”
sì, devo ringraziarti ancora una volta”
so io come potresti farlo” sorrise sdraiandosi sopra il corpo della ragazza, cominciò a baciarla dolcemente accarezzandole i fianchi “sono davvero felice di averti qui” sussurrò, non l'aveva ancora detto, non le aveva ancora dimostrato di essere felice
e io di essere qui” continuò a baciarlo per qualche minuto, come le mancavano quelle labbra.
Era tardi e la ragazza non riusciva a tenersi sveglia
amore, io vado a dormire” gli lasciò un leggero bacio sulle labbra, non gli aveva detto del bambino, ma non era il momento adatto, lo avrebbe fatto domani.
va bene, buonanotte” sorrise lui guardandola andare verso la camera da letto.

La mattina arrivò presto, forse troppo, Daphne aprì lentamente gli occhi, prese il cellulare che aveva posato sul comodino e guardò l'ora, erano solo le 5 del mattino
maledetto fuso orario” sussurrò alzandosi, andò in cucina, aveva fame, cominciò a guardare nei vari armadietti, trovò una scatola di cereali, prese una tazza, del latte e si preparò la colazione. Restò nel silenzio della cucina a mangiare, dopo di che andò sul divano per fare zapping alla tv, non trovò nulla di interessante, si fermò a guardare un vecchio telefilm. Erano le 6 passate e anche Joe si era svegliato, aveva notato subito l'assenza di Daphne, si alzò grattandosi la testa cercando di abituarsi all'idea di avere la sua ragazza in casa, scese subito dal letto per andarla a cercare, la casa era buia, c'era poca luce che filtrava dalle tende, notò subito la luce della televisione e sul divano Daphne avvolta in una coperta
come mai sei già sveglia?” chiese lui sedendosi accanto alla mora, lei alzò la testa che aveva appoggiato allo schienale del divano e guardò il cantante
non riuscivo a dormire, devo abituarmi al cambio d'ora” sorrise avvicinandosi a Joe, gli fece spazio sotto le coperte, lui la prese tra le sue braccia e cominciò ad accarezzarle un fianco e la pancia, era quello il momento, Daphne doveva dirgli tutto, quelle carezze alla sua pancia le stavano facendo contorcere lo stomaco, Joe stava accarezzando suo figlio a sua insaputa
tu come mai non sei a letto?”
“voglio stare con te” biascicò sbadigliando
io però dovrei dirti una cosa” balbettò lei
dimmi” aveva ancora lo sguardo addormentato fisso sulla televisione
sono venuta qui a Los Angeles per stare con te e perché devo dirti una cosa di persona, non potevo farlo per telefono”
mmh?” Joe rivolse per un attimo lo sguardo verso Daphne “è così importante?”
beh sì, non sapevo come avresti potuto reagire e comunque queste cose sono da dire di persona, non a chilometri di distanza”
stai male?” un velo di paura raggiunse la voce di Joe, a quelle parole aveva cominciato a pensare di tutto, aveva paura di doverla lasciare un'altra volta
no no, sto bene”
è da ieri che sei pallida, stanca, anche adesso non sembri in forma, non penso sia solo colpa dell'aereo” la ragazza lo guardò confusa, non voleva pensasse fosse sul punto di morte
Joe, ti calmi? Sto bene”
ne sei sicura?”
“non sto morendo, sono solo incinta” il silenzio che calò tra i due si contrappose alle risate che provenivano dalla televisione, Joe sembrava elaborare quella notizia molto lentamente
è questo che dovevi dirmi di persona?”
sì”
ok” sussurrò meccanicamente passandosi nervosamente una mano tra la barba ispida “tu, incinta”
non ripetere le mie parole, ho bisogno di sapere cosa ne pensi” l'agitazione di Daphne continuava a crescere, ma notò che la mano di Joe non aveva smesso di accarezzarle la pancia
ma è mio? Voglio dire...non è di..di Benjamin”
certo che è tuo, da quando ti ho incontrato io e Ben non abbiamo più...insomma non abbiamo più dormito assieme” arrossì lievemente “sono sicura che è tuo” solo in quel momento le labbra di Joe si curvarono in un sorriso
da quanto lo sai?”
“non molto, avevo pensato di avere un ritardo a causa dello stress, mi era già capitato altre volte, poi quando sono svenuta a lavoro mi hanno fatto le analisi e...”
aspetta, come sei svenuta? Hai continuato a lavorare nonostante conoscessi le tue condizioni?” chiese in tono più severo
facevo due lavori, quando ho scoperto di aspettare un bambino ho ridotto a uno”
dillo di nuovo” chiese guardandola, sembrava essere tornato felice, era più lunatico del solito e la ragazza stava facendo fatica per capire cose gli stesse passando per la testa
cosa, che ho lasciato un lavoro?”
no no, la parte prima” Daphne sorrise
aspetto un bambino ed è tuo” gli baciò la guancia guardandolo, lui strinse la presa sui fianchi di Daphne e la strinse a sé, non diede segni di vita sino a quando non avvicinò le labbra a quelle della ragazza per baciarla.

Erano ancora sdraiati sul divano mentre la televisione continuava con la sua programmazione, ma i due ragazzi erano troppo impegnati a parlare del loro futuro bambino per seguirla, Joe era davvero felice, aveva ripetuto almeno un centinaio di volte “diventerò papà” e Daphne cominciò a sentirsi nel posto giusto
non sai ancora se è maschio o femmina?”
“no, è troppo presto, però se è una femmina avrei in mente un paio di nomi”
sentiamo”
beh, potremmo chiamarla Destiny o Chelsea” Joe sorrise e sentì un magone impossessarsi della sua gola, il nome di sua sorella gli faceva ancora quell'effetto e sapere che sua figlia avrebbe potuto chiamarsi come lei lo rendeva ancora più felice
che ne dici di Chelsea Destiny Jonas?”
perfetto” sorrisero entrambi.

 

POV Daphne

Spengo il computer dopo aver riletto per l'ennesima volta l'ultimo capitolo, ho finalmente finito questo libro, mi rilasso sulla sedia per qualche minuto, lo avrei stampato domani, sono troppo stanca per farlo adesso, controllo l'ora, sono le 9 di sera, mi alzo dalla sedia quando comincio a sentire una risata di una bambina, sorrido e mi avvicino alla cameretta di mia figlia e trovo Joe che le fa il solletico, Chelsea avrà anche 5 anni, ma in alcuni momenti suo padre sembra avere la sua stessa età, li fisso per qualche secondo sino a quando la bambina non si accorge di me
aspetta aspetta” cerca di dire tra le risate “c'è la mamma” quando riesce a liberarsi dalla presa del padre corre verso di me “mamma, io sono un dinosauro” sorrido
davvero?” lei annuisce e comincia ad imitare il verso di un dinosauro con un forte “raaaawwwr” io comincio a ridere e la prendo in braccio baciandole la guancia “me lo ha insegnato papà”
sei bravissima amore, ma adesso questo dinosauro deve andare a dormire, vuoi che papà ti legga una storia?” la piccola annuisce e si infila sotto le coperte, Joe prende un libro e si siede a lato del materasso
allora, oggi che storia vuoi che ti racconti?”
“quella dei cagnolini”
“Lilly e il vagabondo?”
sì, quella” afferra il pupazzo a forma di leoncino e lo stringe a sé mentre guarda Joe che apre il libro per leggere, io esco dalla stanza e vado verso la cucina, prendo alcuni biscotti dal barattolo sopra il tavolo e poi mi butto sul divano a leggere una rivista. Dopo alcuni minuti vengo raggiunta da mio marito
dorme?” chiedo masticando un biscotto
sì, a metà storia era già crollata” si siede accanto a me, prende un biscotto dalle mie mani e se lo porta alla bocca
ho finito il libro, domani lo stampo”
lo avevi finito già due settimane fa, lo hai riletto troppe volte”
voglio solo che si attenga ai fatti realmente accaduti”
ma domani lo stampi, se no non riuscirai a pubblicarlo” annuisco posando la rivista sul tavolino, come posso dirglielo? Forse devo farlo come la prima volta, viene spontaneo
Joe...” si gira subito verso di me con ancora mezzo biscotto in bocca “sono incinta” l'ho detto, meglio buttarla così e farlo strozzare con il dolce, rido e lo aiuto dandogli delle piccole pacche sulla schiena
“come incinta?” mi chiede con la voce strozzata
beh, capita, soprattutto se non usiamo precauzioni perché abbiamo deciso di avere un altro figlio”
sì, ma non pensavo potesse accadere così presto, da quanto tempo lo sai?”
un paio di giorni”
e perché me lo dici solo adesso?”
sei appena tornato da una settimana piena di concerti, non potevo dirtelo per telefono, te l'ho già detto la prima volta, queste cose vanno dette di persona”
sì sì, ho capito, quindi avremo un altro figlio?” le sue labbra si allargano in un ampio sorriso
sei lento ad elaborare queste cose” rido appoggiando la mia schiena al suo petto
spero tanto sia maschio” lo sento ridere mentre mi accarezza un braccio, a me non importa, maschio o femmina, riesco solo a pensare alla mia vita, anni fa ero disperata, triste, avevo pensato molte volte al suicidio, avevo distrutto me stessa e tutti ciò che mi circondava, poi è arrivato quel ragazzo che ora è mio marito, questo sì che è un matrimonio e sono fiera di definirmi sua moglie, abbiamo una bambina stupenda e a breve avremo un altro figlio, sono anche riuscita a realizzare il mio sogno, sono una scrittrice e Joe continua ad essere un cantante affermato, non potrei desiderare niente di meglio, la mia vita è appena iniziata.


E si
amo giunti al termine anche di questa storia,
avevo detto che dovevo finirla entro la fine dell'anno, 
solo che poi sono partita e non sono riuscita a scrivere nulla,
comunque anche se un po' in ritardo Buon Natale, buon anno e buona befana (?)
Ma torniamo a noi, spero davvero che il finale si sia capito e che vi sia piaciuto,
mi scuso se l'ultima parte è venuta chilometrica, ma non volevo spezzarla,
mi dispiace lasciare Joe e Daphne, mi hanno accompagnata per più di un anno,
ma sono contenta di aver terminato la loro storia.
Un grazie immenso a tutti quelli che mi hanno seguita e a chi ha recensito,
senza di voi non sarei mai andata avanti.
Per ora ho in "cantiere" due storie, ma non le pubblicherò a breve,
non voglio cominciare qualcosa e poi lasciarlo in sospeso, l'ho fatto troppe volte,
ma quando sarò sicura di pubblicare lo farò e se qualcuno vuole essere avvisato basta che mi scriva e io provvederò.
Direi di finirla qui, grazie ancora,
un bacio Debby!

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