✝i m e l e s s.

di orsottopotta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** part 1 - prologue; ***
Capitolo 2: *** part 1 - chapter 01; ***
Capitolo 3: *** part 1 - chapter 02; ***



Capitolo 1
*** part 1 - prologue; ***


i m e l e s s.

part 1 - prologue;



“In questo mese risultano scomparsi più di venti bambini! La polizia continua le indagini!”
“Nessuna traccia dei bambini scomparsi da più di un mese! La polizia brancola nel buio!”

Queste notizie circolavano ovunque. Alla TV, alla radio, sui giornali. Da circa un mese molti bambini erano spariti nel nulla. E la cosa più inquietante era che nessuno di loro era stato ancora ritrovato. Nè vivo nè morto... I luoghi della sparizione avevano in comune una cosa: il bosco. La maggior parte dei bambini erano spariti proprio in prossimità di esso. 
Vi è una leggenda che circola riguardo ai boschi. La leggenda di una creatura che vive e si mimetizza tra gli alberi. Assetata del sangue dei bambini, che attira verso di sè con un macabro prestigio. Per poi divorarne il cuore.
In pochi affermano di aver visto davvero questa creatura. L'hanno descritta come un uomo in giacca e cravatta. Magrissimo. Senza volto. Lo chiamano... Lo Slender Man.




«Katy, tesoro, sbrigati! Dobbiamo andare dalla nonna!»
La bambina prese velocemente il suo cappottino bordeaux e lo infilò mentre sgattaiolava fuori di casa. Si infilò in macchina ancora prima che i suoi genitori potessero avere il tempo di richiamarla.
«Eccoti qui, peste! Ma dov'eri finita?!»
Le chiese il padre accarezzandole amorevolmente la testa. Katy non rispose. Si limitò ad accennare un sorriso e subito si volse verso il finestrino. Ben presto le case della periferia di Beverly Hills avrebbero cominciato a passarle davanti agli occhi, per poi svanire e lasciare spazio agli alberi che proteggevano la casa di sua nonna, immersa nel bosco. 
Ogni domenica andavano dalla nonna, quello era una specie di appuntamento fisso. Non che a Katy dispiacesse. Anzi, si trovava bene lì, immersa nel verde e nel silenzio. Spesso passava le ore a dondolare sull'altalena che suo nonno, prima di morire, aveva costruito per lei.

«Katy! Non stare sempre con la testa tra le nuvole! Esistiamo anche noi, sai!»
«Scusa, mamma...»
«Lasciala stare, Madison! E' una bambina!»
Le corse in aiuto il padre.
«E' per questo che mi preoccupo! E' sempre distratta! E con quello che stiamo sentendo in TV ultimamente, anche tu dovresti preoccuparti! Non vorrai che nostra figlia sia la prossima bambina a sparire!»
«Piantala con queste sciocchezze e non pensarci nemmeno!»

Intanto, Katy era tornata a guardare fuori dal finestrino. Non era mai stata una gran chiacchierona. Spesso i suoi genitori le chiedevano di renderli partecipi di ciò che pensava, ma lei raramente li accontentava. Non aveva niente da dirgli. Lei non pensava. Sognava ad occhi aperti. Ma di certo non era in grado di mettere insieme due parole per fare un discorso serio. Tanto più che i suoi lavoravano tutta la settimana fino a tardi, ed era difficile per loro stare insieme. La domenica era uno dei rari giorni in cui potevano bearsi di affermare la loro presenza in casa. A dire il vero, Katy non aveva mai passato tanto tempo insieme ai suoi genitori... Quando era nata, forse... Ma ricordava di essere cresciuta con i nonni.

«Ultime notizie! Altri due bambini sono stati dichiarati scomparsi! I genitori dicono di averli portati in un piccolo parco vicino casa loro e dopo essersi distratti un attimo, i piccoli erano spariti! La polizia continua le ricerche, ma finora nessuno dei bambini scomparsi è stato ritrovato!»
«Ah, basta così! Queste notizie mi mettono ansia!»
«Si, mettiamo un po' di musica! E poi, queste notizie potrebbero turbare Katy...»
La bambina, come al solito, stava guardando fuori dal finestrino con aria assente. Ma ciò non doveva per forza significare che non avesse sentito. Nonostante l'apparenza, Katy era una bambina sveglia. Aveva perfettamente capito cosa stava succedendo in quei giorni. Tutti quei bambini scomparsi nel nulla... Certo era una cosa inquietante, ma le sarebbe piaciuto sapere cosa... o chi... c'era dietro queste sparizioni. Mentre prendevano la strada per il bosco, i suoi occhi catturarono una strana immagine. Tra i rami degli alberi secchi le era parso di vedere qualcosa... 
«...»
Forse si era sbagliata...



Quando arrivarono alla casa, l'anziana donna stava bevendo una tazza di tè sulla veranda. Gli occhi color grigio vetro scrutavano le insenature del bosco che la circondava, come se stesse aspettando che qualcosa comparisse all'improvviso. I capelli bianchi corniciavano il suo volto, ritoccato di leggere rughe e lo scialle di lana posava pesantemente sulle sue spalle curve. 
«Ciao, nonna!»
Katy le corse incontro e l'abbracciò, venendo prontamente ricambiata. 
«Ahaha! La mia piccola Katy! Ogni volta sei sempre più grande!»
«Cresce in fretta, la nostra bambina.»
«E auguratevi che continui a crescere bene...»
Il tono della donna cambiò improvvisamente. Katy passò lo sguardo dalla nonna a i genitori e viceversa, studiando le loro espressioni. 
«Mamma, ma che dici...?»
«Sono solo preoccupata per tutte queste sparizioni... Non vorrei che mia nipote fosse la prossima preda... dello Slender Man...»
«Chi?»
«Ehm...»
Madison diede una piccola spinta a Katy, indirizzandola verso l'altalena.
«Katy, vai a giocare un po'. Noi e la nonna dobbiamo parlare...»
La bambina si allontanò lentamente dalla famiglia, guardando indietro. Voleva capire che cosa le fosse proibito sapere in quel momento. 
Slender Man... Aveva sentito parlare di quella leggenda, ma ogni volta che chiedeva ai suoi genitori, nessuno dei due le dava mai risposta. Alcune volte balbettavano qualche frase sconnessa, altre evitavano l'argomento. Sapeva solo che lo Slender Man era una creatura... forse un uomo... magrissimo, vestito in giacca e cravatta, con tentacoli che si allungavano sulla sua schiena. La cosa più impressionante di costui era che... non aveva un volto. E rapiva i bambini per ucciderli oppure per portarli in un'altra dimensione. Però... perchè faceva una cosa del genere? Era davvero solo un assassino? O c'era un'altra ragione per cui faceva ciò?
Con questi pensieri, Katy si mise a sedere sull'altalena e cominciò a spingere sul terreno con i piedi, dandosi la spinta. Ben presto, sentì il vento tra i capelli, che le accarezzava il viso e sentì un senso di libertà pervaderla completamente. Sorrise. Si diede una spinta più forte e cominciò a volare. In alto. Come piaceva a lei. Libera.



«Mamma! Quante volte ti ho detto di non parlare di questa sciocca leggenda davanti a Katy?!»
«Lo Slender Man è tutto fuorchè una leggenda, Madison. E Katy deve saperlo.»
«In questo modo la spaventi e basta!»
L'anziana si sedette sulla sedia a dondolo nel salotto,  tenendo lo sguardo fisso sulla figlia, che non accennava a smettere di guardarla male, sperando di farla sentire in colpa per essersi lasciata sfuggire quella frase che avrebbe potuto turbare la loro piccola.
«Se Katy sparirà nel nulla come gli altri bambini, rimpiangerete di non averla avvisata.»
«Non c'è alcun pericolo! Katy è una bambina responsabile!»
«Ne sono certa. Come lo erano tutti quei bambini scomparsi, vero? Lo Slender Man non fa distinzione tra responsabili e irresponsabili.»
«Perchè ti ostini a raccontare questa storia?! E' solo una sciocca favola!»
«Ti sbagli, Madison. Ti sbagli.»
Un improvviso silenzio calò nel salotto. I due genitori si scambiarono uno sguardo preoccupato. 
«Lo Slender Man è molto più di una favola... E' una storia... una triste storia




Una volta, un uomo, tornando dal suo lavoro, vide la sua casa bruciare tra le fiamme. Sapeva che in casa vi erano i suoi beni più preziosi: la moglie e il figlio di soli nove anni. Senza pensarci si buttò a capofitto tra il fuoco e il calore, per salvare ciò che aveva di più caro al mondo. Purtroppo sua moglie era già morta, appassita come un fiore tra la lava, ridotta a un manichino senza vita. Ma una flebile voce gli diede la forza di non arrendersi. Suo figlio era ancora vivo! Corse tra le fiamme, gocce di sudore colavano dal suo volto. Eccolo lì! Suo figlio piangeva e lo chiamava, implorandolo di portarlo via. L'uomo lo prese in braccio, tenendolo stretto, gli baciò la fronte e sussurrò: "Tranquillo! Papà è qui! Ora ti porto via..." Corsero nell'inferno, cercando la porta per uscire. Ma il fuoco si frappose fre loro e la libertà. L'uomo si guardò intorno, disperato, finchè scorse una finestra. L'unica via d'uscita! Strinse il suo bambino, e corse verso quel cielo di vetro. Saltò. Il volo fu breve ma intenso. Entrambi svennero per lo shock e la stanchezza... E il fuoco li avvolse...


...Quell'incendio segnò profondamente la vita di quell'uomo... Il suo volto e il suo corpo furono terribilmente ustionati. E suo figlio, bè... suo figlio non c'è più... Eppure lui continua a cercarlo... Crede che sia ancora vivo, da qualche parte...



La casa fu avvolta dal silenzio. La vecchia donna osservò i due giovani genitori, i loro occhi erano sgranati, emanavano sconcerto... Quella era la prima volta che ascoltavano la vera storia dello Slender Man... Ma Madison scosse la testa, ritornando alla realtà.
«Si, certo... Ma è pur sempre una leggenda...»
«
No, mia cara... Non è una leggenda...»






~
ciao! io sono rin-chan. okkei? okkei. tanto piacere

bhe. sono davvero felice e soddisfatta d'aver pubblicato questa meravigliosa storia.
vi giuro che ho pianto, la prima volta che l'ho letta - e mia sorella mi guardava male, dettagli.
comunque, ci tenevo a dire che la prima parte della storia non è mia, ma l'ho presa su internet. ho semplicemente deciso di pubblicarla qui perchè merita. merita, sì. inoltre, ho deciso di continuarla: ci sarà una seconda parte, scritta da me.
- pubblicherò un capitolo ogni giorno, se possibile, altrimenti aggiornerò di sabato.
credo d'aver detto tutto. al prossimo capitolo.~
se desiderate contattarmi: kik - ask.fm

rin! yes sir! 

xx

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Capitolo 2
*** part 1 - chapter 01; ***


i m e l e s s.

part 1 - chapter 01;



Il cielo era limpido quel giorno. Neanche una nuvola a intralciare quell'azzuro che si rifletteva negli occhi verde smeraldo di Katy. Ad un tratto, la bambina sentì un rumore dietro di lei. Si voltò di scatto, il suo sguardo si perse nel miscuglio di alberi e rami secchi. Non c'era nulla, eppure aveva la sensazione che qualcosa la stesse osservando... Di nuovo, sentì quel rumore. Scese dall'altalena, attirata da quel misterioso suono... Era incuriosita, voleva capire cosa fosse. Si inoltrò nel bosco. I suoi passi si infittirono tra i rami caduti per terra, così come quella cosa che le sfuggiva misteriosa, eppure la attirava a sè, come una strana forza a cui lei non poteva fare a meno di andar contro. 




«Madison, vado a controllare cosa sta facendo Katy.»
«
Cosa vuoi che stia facendo? Starà giocando con l'altalena come al solito.»
Senza dar retta alla moglie, il giovane padre uscì di casa e si diresse sul retro. Ma lo attendeva una spiacevole sopresa...
L'altalena era vuota, mossa appena dal vento. Nessuna traccia di Katy.
«Katy... Katy...!» Comiciò a chiamare il nome di sua figlia, ma lei non rispondeva. Gridò più forte. «Katy! Katy, dove sei?!»
«
Isaac, che succede?»
«
Katy... Katy... è sparita!»



Tutto ciò che sentiva era il rumore dei suoi passi sulle sterpaglie. Quel rumore strano era finito all'improvviso, ma troppo tardi Katy si accorse di essere completamente sola in mezzo al bosco, per di più era calata la sera. Stava cercando di tornare indietro. Non voleva pensare di essersi persa. Questa cosa la spaventava. Doveva essere tardi, una grande luna piena era appesa al tappeto nero del cielo. Bellissima. Ma sarebbe stato molto più bello osservarla dalla finestra della sua cameretta, al caldo, con i suoi genitori. In quel bosco, al freddo e all'umido, tra quegli alberi dalla forma terrificante, Katy si sentiva terribilmente a disagio. Si sentiva osservata... Aveva paura! Improvvisamente sentì l'impulso irrefrenabile di correre. Qualcosa nascosto nel buio la stava inseguendo, lo sentiva. Non sapeva dove stava andando, evitava i rami cercando di non cadere. Aveva la sensazione che se si fosse fermata, quella cosa l'avrebbe presa... E non l'avrebbe risparmiata...Voleva piangere. Aveva tanta paura! Si era persa. Doveva arrendersi all'evidenza. Avanzava nel buio, alla cieca. Sapeva solo che doveva uscire da quella foresta. Subito. Ma senza una fonte di luce era difficile vedere lì. Una radice troppo sporgente la fece inciampare, e Katy non potè evitare di cadere a terra. Era stremata, esausta... Voleva rimettersi in piedi, ma le risultava così difficile a causa della stanchezza e la paura.Ad un tratto, sentì qualcosa... Di nuovo quel rumore che aveva sentito quando si era inoltrata nel bosco...Un fruscio tra i rami degli alberi... Che diventava sempre più insopportabile. La paura aumentò fino a trasformarsi in terrore folle...Katy si girò lentamente, voleva capire che cosa fosse ciò che la stava terrorizzando così tanto. All'inizio fu difficile capirlo, ma non ci volle molto per realizzare ciò che aveva davanti. Una sagoma esile, vestita in abito nero elegante, giacca e cravatta, altissima... E il volto... No, un momento... Quella creatura non aveva volto!!! Impossibile! Quello che Katy aveva davanti era... lo Slender Man! Esiste... Esiste davvero! Quel pensiero le fulminò la mente. La creatura che rapiva i bambini e li faceva sparire nel nulla era lì, davanti a lei. Si rimise in piedi. Il terrore era così tanto che era come pietrificata. Non parlava, non si muoveva... Rimase lì a fissarlo. Adesso che cosa sarebbe successo? L'avrebbe fatta sparire come gli altri bambini? Soltanto quando lo Slender Man mosse in modo minaccioso i rami degli alberi, la bambina si rese conto che c'era qualcosa di strano in quelli. Si muovevano fluidi come... tentacoli! Quelli erano tentacoli! Katy venne lacerata da un solo lucido pensiero: Scappa! Adesso!”. Finchè c'era una speranza non poteva permettersi di morire lì! Si rimise in piedi e scappò via. Correva veloce. La paura era la sua forza, che la costringeva a non fermarsi. Il pensiero di morire, lo scopo che la teneva sveglia. Non guardava indietro. Sapeva che era lì. Forse la stava seguendo, ma non voleva saperlo. Scostava i rami dagli occhi, si faceva strada nel buio, pregando che la luce della luna le illuminasse un po' di più il cammino. Le mancava il fiato. Non sapeva dove stava andando. Le sembrava di girare intorno, quando finalmente mise piede fuori dalla foresta. Davanti a lei c'era un edificio, probabilmente inutilizzato. Poteva nascondersi lì. Diede uno sguardo veloce dietro di lei, ma non vide nessuno. Forse aveva smesso di inseguirla? L'aveva seminato? Comunque, non poteva ancora dirsi al sicuro. Quella creatura poteva essere ovunque. Corse verso la struttura abbandonata e vi entrò. Arrivata all'entrata, un lungo corridoio buio e tetro le si parò davanti. Era così scuro che non riusciva a distinguere neanche la fine di quello. Avrebbe voluto piangere... Sembrava un film dell'orrore. Entrò timorosa e pose le mani in avanti, andando a tentoni. Il corridoio era molto, troppo stretto. E l'oscurità non giocava certo a suo favore. Il suo cuore tremava. Ad un certo punto, con la piccola mano, identificò uno spazio in cui doveva esserci una stanza con una finestra, la luce della luna filtrava lì. Entrò e guardò fuori, cercando di capire dove potesse essere finito lo Slender Man. Sembrava sparito nel nulla... Non voleva guardare ancora, la metteva a disagio. Si sentiva osservata... Si girò... Gridò. Era lì! Era in quella stanza che la osservava... Non aveva occhi, ma era come se li avesse. Katy se li sentiva addosso. Aveva bloccato l'uscita. Non poteva scappare! Terrorizzata, stremata, scivolò sul pavimento. Si era arresa, ormai non poteva andare più da nessuna parte. Lo Slender Man l'aveva intrappolata. Sarebbe morta lì, in quell'istante... Scomparsa e dimenticata dal resto del mondo. Nessuno l'avrebbe trovata... C'era una cosa che non riusciva a spiegarsi, però... Nonostante la paura, non poteva fare a meno di guardarlo... I suoi occhi verdi, pieni di lacrime, fungevano da specchio per quell'essere senza volto... Non riusciva a smettere di guardarlo... E non sapeva perchè... Il volto dello Slender Man era rivolto verso la bambina, i suoi tentacoli neri si muovevano fluidi nella stanza, probabilmente aspettando solo di infilzarla. Per un attimo, a Katy sembrò che lo Slender Man stesse scrutando nella sua anima, percepiva la sua paura... Ma aveva come la sensazione che fosse... triste... Percepiva il suo dolore, e non era per niente soddisfatto... Le avevano detto che quel mostro si divertiva con le sue vittime, ma la bambina ebbe la sensazione che non fosse così.
Silenzio.Era il sovrano di quel momento così terrificante eppure così triste. Si stavano guardando... Katy e lo Slender Man. Lo Slender Man e Katy. Buio. Paura. Tristezza. I tentacoli si allungarono velocemente verso di lei! 
E' finita! Sono morta!
......................................
Non aveva sentito dolore. Strano. Si aspettava di sentire le sue ossa che venivano strappate brutalmente da quei tentacoli, o di sentirsi gridare e piangere, mentre in bocca provava il sapore del suo stesso sangue... E invece non successe nulla di tutto questo. Nel momento in cui aveva visto i lunghi tentacoli neri estendersi verso di lei, Katy aveva chiuso gli occhi. Quando li riaprì, lo Slender Man era chino davanti a lei, il volto a pochissima distanza, che la fissava. Le mani della piccola, riunite sul cuore, tremavano per il fretto e lo spavento. La creatura in giacca e cravatta non faceva nulla, semplicemente la guardava. Allungò lentamente una lunga, scheletrica e pallida mano verso il viso della bambina, che non smetteva di guardarlo. Voleva capire cosa volesse fare. E ciò che fece lo Slender Man la lasciò sorpresa. Con le lunghe dita scostò piano la frangetta dagli occhi smeraldini di Katy, per poi abbassarla fino a sfiorarne le palpebre e i contorni. Se avesse potuto vedere la sua espressione in quel momento, Katy avrebbe giurato che fosse rimasto stupito. Ma... da cosa? Forse era solo un modo per prendere tempo... Forse voleva solo illuderla che l'avrebbe risparmiata... Aveva sentito che lo Slender Man si comportava così. Faceva soffrire le sue vittime, le metteva in trappola e poi le lasciava vivere, illudendole di essere salve, ma al momento buono ne avrebbe approfittato.

«I...»
«?!»
«I... Tuoi... Occhi...»

Katy sgranò gli occhi. Non aveva bocca, quell'essere, ma aveva appena parlato. O almeno credeva che l'avesse fatto. La mano di lui continuava a percorrere i contorni degli occhi della bambina, come se ne fosse incantato. Poi, sembrando che avesse riacquistato la sua vera natura, lo Slender Man si alzò in piedi, la guardò un'ultima volta... E se ne andò. Katy rimase seduta per terra, ancora tremava per la paura, e una domanda le riempiva la mente: Perchè non mi ha uccisa?
Un fulmine illuminò la stanza a giorno e poco dopo il rumore inconfondibile della pioggia arrivò alle orecchie di Katy. Guardò fuori dalla finestra, realizzando che adesso non poteva più andare da nessuna parte neanche se avesse voluto. Non poteva fidarsi dello Slender Man, sapeva le cose che si dicevano su di lui. Probabilmente aspettava solo che si addormentasse e poi l'avrebbe uccisa. Adesso era davvero in trappola. Si lasciò scivolare per terra e si addormentò, aspettando la morte.
Non sognò quella notte, ma si risvegliò. Questo la sorprese. Si aspettava di non svegliarsi mai più, e invece i suoi occhi si aprirono lentamente alla debole luce del mattino, oscurata dalle nuvole. Credette che l'incubo passato la notte prima fosse stato tutto un sogno, ma si rese conto che non poteva essere così, visto che la stanza in cui si era svegliata era la stessa di quella in cui si era addormentata: una stanza vuota dalle pareti di piastrelle bianche, in un edificio abbandonato. Si mosse un po' e notò che c'era qualcosa che la proteggeva dal freddo. Una coperta marrone castamente appoggiata sul grembo. Rimase stupita. Da dove saltava fuori quella coperta?

Possibile che...?
Si mise in piedi, appoggiando la copertina per terra e guardò fuori dalla finestra. Il terreno era completamente bagnato e alcune pozzanghere contarnavano quel quadro desolato. Il bosco si manteneva intatto in tutta la sua calma. Lo Slender Man era forse lì, tra quegli alberi, ad osservarla? Decise di uscire fuori. Quel posto di giorno faceva molto meno paura. Ma Katy era curiosa di sapere dove fosse ora lo Slender Man, e di capire come mai non l'aveva uccisa quando ne aveva avuto l'occasione. Si inoltrò nei boschi, senza sapere esattamente perchè lo stesse facendo. Come faceva a sapere che lo Slender Man non l'avrebbe fatta fuori quella volta? Non lo sapeva, ma aveva bisogno di capire chi era davvero quella creatura. I tuoi occhi... Aveva detto. Che cosa aveva visto nei suoi occhi da convincerlo a lasciarla stare?
Camminò per un po' ascoltando i suoi passi sui rami rinsecchiti. Di tanto in tanto si girava verso l'edificio per essere sicura di non perdersi. Si guardava intorno alla ricerca dell'uomo in giacca e cravatta, ma era da sola, non c'era nessuno. O forse... Era lì, solo che si stava nascondendo... Controllò attentamente gli alberi, cercando di rintracciare un dettaglio che le permettesse di capire che c'era. E poi lo vide!

«Ah!»
Un volto pallido spiccava in mezzo ai rami neri e grigi. Eccolo lì. E adesso? Doveva andare da lui o scappare via? Prima che potesse trovare la risposta lo Slender Man si girò verso di lei e inclinò il volto di lato, come incuriosito, e avanzò. Katy deglutì, ma era decisa a non scappare. Voleva vedere che cosa avrebbe fatto. L'uomo smilzo si parò davanti a lei e la osservò, ritto in piedi. Katy notò che la sua cravatta era rossa, un tocco di colore che sembrava un po' fuori luogo, ma che al tempo stesso sembrava diminuire la tensione. E di nuovo calò il silenzio, esattamente come la sera prima. Nessuno dei due si muoveva o fiatava, l'unica loro invisibile mossa era lo sguardo.
«Vuoi... uccidermi?»
«...»
L'altro non rispose. Come al solito, la fissava in silenzio, senza farle capire che cosa volesse. Poi le voltò le spalle e si allontanò. Katy lo seguì. 
«Aspetta!» Gli gridò, parandosi davanti a lui. «Ho sentito molte cose su di te. Dicono che rapisci i bambini... E che li fai sparire nel nulla. Alcuni dicono che li mangi...»
Lui continuava a stare in silenzio. Il suo volto bianco sembrava mescolarsi al cielo dello stesso colore, e il vestito nero lo rendeva parte del bosco. Katy aspettava ansiosa una sua reazione, ma lo Slender Man, nuovamente, non fece nulla.
«Hai intenzione di far sparire anche me...?» 
Katy si chiedeva perchè lei stessa stesse reagendo in quel modo. Dopotutto, davanti a lei aveva un mostro imprevedibile, che poteva ucciderla come e quando voleva. Eppure voleva sapere perchè non l'aveva uccisa prima e perchè la stesse risparmiando. La creatura non reagiva, sembrava non darle importanza. Infatti, poco dopo, riprese a camminare in avanti. La bambina lo guardò allontanarsi. Sembrava che fosse impossibile che le desse una risposta, dopotutto non aveva neanche la bocca. Eppure la sera prima aveva parlato.
«Perchè non rispondi?! So che puoi parlare! Ieri lo hai fatto!» Non appena ebbe pronunciato quelle parole, lo Slender Man si fermò. Katy deglutì quando la creatura si voltò e tornò verso di lei, ripetendo le stesse mosse della sera prima. Si chinò davanti a lei, e restò li ad osservarla, come faceva sempre. La piccola giurò che la stesse guardando dritta negli occhi. E di nuovo il tempo sembrò fermarsi. Esistevano solo loro due e le loro anime celate dietro occhi invisibili. Plic.
Katy alzò lo sguardo al cielo e si accorse che stava ricominciando a piovere. Senza pensarci due volte, la bambina si tirò sulla testa il cappuccio della felpa e corse via, verso l'edificio. Lo Slender Man la guardò allontanarsi. Quella bambina era davvero particolare. Aveva paura di lui, ma la sua curiosità sembrava vincere quella paura. Persino lui si chiedeva perchè non l'avesse uccisa...
Katy entrò velocemente nella struttura abbandonata, appena prima che la pioggia cominciasse a diventare più forte.

«...?»
Lo Slender Man era rimasto nel bosco, da solo, a mescolarsi tra gli alberi. Perchè è rimasto lì? Non prova neanche a ripararsi dalla pioggia? 



Solo... Fissava il cielo nuvoloso con lo stesso vuoto che provava dentro di sè. Il suo volto non risentiva delle gocce di pioggia, e non conosceva più il caldo o il freddo. Quella pioggia... Ormai faceva parte di lui.  Allungò un po' i tentacoli e si adattò meglio agli alberi secchi, diventando invisibile. Non sapeva che cosa volesse dire esattamente per lui diventare invisibile. Era una sua caratteristica... Oppure si stava solo nascondendo?Quei bambini che sentiva ridere nei parchi... Quante volte li aveva sentiti parlare di come sarebbe bello essere invisibili, per sfuggire ai rimproveri delle mamme, o a interrogazioni per cui non avevano studiato...Ma loro non capivano... Non c'era niente di divertente nell'essere invisibili.

«Ehi...»
Si voltò di scatto. Quella bambina era di nuovo accanto a lui.
«Perchè non vieni là dentro? Ti bagnerai tutto quì fuori...»
«
...»
Cominciò a credere che entrambi cercassero di dire più con lo sguardo che con le parole, perchè tornarono per l'ennesima volta a guardarsi. Era una sensazione strana. Di solito i bambini scappavano quando lo vedevano, e a lui stava il compito di acchiapparli. Quella bambina invece... Quella bambina non sembrava avere paura, ed era persino gentile con lui. Ma non era quello il motivo per cui non riusciva a ucciderla. Perchè era questo il problema... Non riusciva a ucciderla... Non ne aveva il coraggio. Gli era difficile ammetterlo, ma era così. E il motivo erano i suoi occhi. Quegli occhi smeraldini, bellissimi, che non avrebbe mai dimenticato. Li aveva già visti, forse quando era ancora vivo...Vivo... Chissà se era morto, o no? Spesso se lo domandava, non riusciva a rispondere a quella domanda. Non era sicuro di essere vivo, ma non lo era neanche di essere morto...
«Allora?» Chiese di nuovo la bambina con espressione leggermente imbronciata. Le dava fastidio essere ignorata, e lui non faceva altro che complicare le cose.
Intanto la pioggia cadeva sempre più forte, ormai anche il cappuccio della felpa di Katy era fradicio, ma nonostante tutto non si muoveva. Restava accanto allo Slender Man pur di convincerlo a ripararsi con lei. Ovviamente, anche stavolta non ricevette risposta, così sbuffò e si sedette per terra proprio accanto a lui.
Slender Man continuava a guardarla. Perchè stava facendo tutto ciò? Cosa le saltava in mente? Sembrava non volesse lasciarlo solo, tanto da restare con lui sotto la pioggia.
Katy cercava di non darlo a vedere, ma cominciava a sentire freddo e i vestiti bagnati erano totalmente appiccicati al suo corpo. Non sapeva neanche lei perchè si stesse comportando in quel modo, ma quell'essere... Non se la sentiva di lasciarlo in quel modo. 
Ad un tratto, si accorse che le gocce di pioggia si erano improvvisamente fermate, ma non aveva smesso di piovere. Alzò lo sguardo lentamente e realizzò si avere su di lei qualcosa che la porteggeva. All'inizio sembrava uno strano e folto intrico di rami secchi, ma poi si rese conto che non provenivano dagli alberi, bensì... dallo Slender Man. La creatura non rimuoveva il suo volto da lei, senza proferire parola, in un silenzioso ed enigmatico gesto di protezione stava cercando di ripararla dalla pioggia battente con i suoi tentacoli. Poi, alzando il viso, incitò Katy a guardare nella stessa direzione e la bambina capì. Le stava indicando l'edificio abbandonato, probabilmente voleva che andasse dentro.
Katy si rialzò da terra e si ripulì la gonna, ma prima di allungarsi verso la struttura, tese la mano verso di lui, mostrandogli un ingenuo sorriso.

«Andiamo?»
Slender Man non fece nulla, se non fissarla per qualche altro secondo. Per la prima volta, dovette ammettere di aver perso, questa volta era lui ad essere morto. E il suo assassino era... una bambina.
Dolcemente arreso, avvolse con le lunghe e ossute dita la mano della piccola e si incamminò con lei.







~
hi! rin-chan is here babies!
avrei molte cose da dire, ma non dirò niente. boh.
semplicemente sto pubblicando questa storia perchè la continuerò - sarà la parte due - e credo che continuarla da questa sia meglio.
voglio fare una cosa tutta con un filo (?) continua e senza interruzioni. (?)

basta, faccio così punto. ahahahahah.
-ripeto: 
se desiderate contattarmi: kik - ask.fm

rin! yes sir! 

xx

 

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Capitolo 3
*** part 1 - chapter 02; ***


✝ i m e l e s s.

part 1 - chapter 02;



«Signora, stia tranquilla. Le dispiace raccontarmi ancora una volta com'è andata?»
«Gliel'ho già detto... Noi eravamo dentro con mia madre, e avevamo mandato Katy a giocare all'altalena... E poi... Non lo so, poi è scomparsa nel nulla...»
«E non ha notato niente di strano? Magari qualcuno nei paraggi...»
«No... No, nessuno...»

 

Le sirene della polizia illuminavano di blu le mura immacolate della casa in mezzo al bosco. Avendo notato l'assenza della figlia, i genitori di Katy l'avevano cercata per una giornata intera senza risultato, così avevano chiamato le forze dell'ordine. Adesso sedevano nel salotto di casa, sul tavolino un servizio da te inutile, e i due genitori abbracciati e disperati sul divano. Davanti a loro un agente sui quaranta, vestito impeccabilmente. Il suo nome, a quanto aveva mostrato dal cartellino, era James Roosvelt e si era presentato come colui che stava indagando sulla scomparsa di tutti quei bambini. Purtroppo sembrava che niente fosse destinato comunque a risolversi, visto che per un'intera giornata avevano setacciato il bosco a vuoto, e l'agente davanti a Madison continuava a porle sempre le stesse domande, come se da quelle potesse scaturire una risposta.
«L'ha presa lui...»
Tutti i presenti rivolsero lo sguardo all'anziana donna che stava seduta in disparte a fissare il bosco con aria assente. 
«Come, prego?»
«Slender Man ha preso Katy.»
L'agente inclinò la testa di lato, arricciando le labbra perplesso. «Slender Man?»
«Ah, non le dia retta, agente! E' solo una sciocca leggenda che mia madre si ostina a raccontare...»
«Credi che sia una leggenda anche ora che ha preso tua figlia?»
«Mamma, ti ho detto di smetterla con questa storia!»
«Signore, vi prego calmatevi! Volete spiegarmi chi è questo tizio?»
L'anziana puntò lo sguardo vitreo sull'agente, poi tornò a guardare il bosco dalla finestra.



Fuori continuava a piovere a dirotto sebbene le nuvole lasciassero intravedere qualche macchia azzurra. Il bosco era immobile e silenzioso, sembrava che anch'esso volesse ascoltare il rumore delle gocce che battevano ferocemente sui loro rami e scevendevano giù lungo i loro tronchi.
Katy osservava tutto questo dalla finestra dell'edificio abbandonato. Dietro di lei, Slender Man la osservava senza fiatare. La bambina si girò piano e si mise a sedere per terra, raccolse la copertina e l'avvolse sulle sue spalle. 

«Questa me l'hai data tu, vero?»
L'uomo smilzo non parlò. Stava fermo, immobile come una statua. Katy sospirò impercettibile e si sistemò meglio la coperta in modo che coprisse tutto il corpo. Seguì qualche minuto di silenzio, poi la bambina, tenendo lo sguardo basso, sussurò: «Grazie...»
Fu impercettibile, impossibile da notare, ma Katy se n'era accorta. Slender Man, a quel grazie, aveva sobbalzato. Forse trovava strano che un mostro come lui venisse ringraziato?nI mostri erano cattivi e dovevano essere uccisi... Non poteva esistere un mostro buono. Questo era sempre quello che si insegnava ai bambini... Slender Man le si avvicinò, si chinò davanti a lei e allungò una mano poggiandola su quella piccola e morbida della bambina. Lei lo guardò, dando un'espressione a quel viso vuoto, ma che in quel momento trasmetteva un insolito affetto. 
«Avevi paura che potessi aver freddo?»
Nel suo silenzio, sembrò che l'uomo smilzo avesse voluto risponderle. Katy gli sorrise.
«Dicono così tante cose su di te; che sei cattivo, che uccidi i bambini. Ma credo che la gente non conosca la verità per dire simili cose...»
Come Katy potesse affermare queste cose con tanta sicurezza non lo sapeva, ma Slender Man non gli sembrava cattivo, in quel momento meno che mai... Lui restò ancora un po' a osservarla, e poi alzò la faccia pallida alla finestra, la bambina seguì il suo sguardo. La pioggia si era calmata, ma qualche goccia continuava a cadere dal cielo plumbeo.
«Come mai sei finito qui?» Gli chiese ad un tratto, attirando di nuovo la sua attenzione. «Che cosa ti è successo...?»
«...»
Slender Man chinò il capo, sembrava triste... Forse quella domanda era stata troppo azzardata, tanto che Katy se ne pentì.
«Scusa... Non volevo...»
Tossicchiò imbarazzata, si era resa conto di essere stata un po' invadente. Ma ad un tratto, sentì una leggera carezza scostarle la fragetta e scendere giù per il viso come fosse una lacrima, in realtà era una delle lunghe dita di Slender Man che le sfiorava il volto paffutto. Quasi le fece il solletico e non potè trattenersi dal ridere. Slender Man sembrò rilassarsi, probabilmente non voleva vederla triste.
Solo in quel momento Katy si accorse che il rumore della pioggia era finito. Guardò fuori dalla finestra e si rallegrò, constatando che aveva smesso di piovere e qualche debole raggio di luce penetrava tra le nuvole, illuminando la terra bagnata e le pozzanghere che si erano formate. 
Katy si alzò di scatto e corse fuori. Il cielo si era aperto un po' e un luminoso arcobaleno faceva capolino dall'entrata di quell'edificio, rendendo magico quel bosco che la notte prima l'aveva così inquietata. Scoppiò a ridere e cominciò a girare su se stessa, felice. 
Slender Man stava sulla soglia della casa in rovina, e guardava la sua piccola ospite danzare sotto l'arcobaleno. Un nuovo brivido lo percorse. Vedeva gli occhi di lei illuminarsi dalla gioia per quell'incredibile effetto della natura. La stessa luce che brillava negli occhi di una persona... che gli era molto cara... Prima di scomparire... Anche a questa piaceva l'arcobaleno... Stomp! 
«Ahi! Ahahaha!!»
Katy era caduta per terra, stava distesa sul terreno bagnato, eppure continuava a ridere. Che ragazzina strana...
«Mi gira la testa! Ahahahah!»
Continuava a ridere spensierata. Di solito, era a lui che attribuivano l'aggettivo di pazzo, ma per quella bambina sarebbe stato altrettanto adatto. Non comprendeva il motivo di tanta gaiezza... Eppure, era una gioia che lo faceva sentire stranamente bene...
La leggenda lo voleva come il mostro che si sfoga e prova piacere nell'uccidere bambini, ma non era affatto così. Non trovava nulla di divertente nell'uccidere. In realtà c'era un altro motivo per cui era sempre presente in posti dove ci fossero tanti bambini... Totalmente diverso da quello delle storie che si raccontavano... Una malattia che, ne era consapevole, non sarebbe mai stato in grado di curare...nEppure continuava a farlo... Forse perchè era disperato... Oppure era vero... Era pazzo...?
«Slender Man...» La dolce voce di Katy richiamò ancora una volta la sua attenzione. «Visto che sei da solo... Non ti annoi mai?»
Il voltò si inclinò in un gesto di curiosità. Che voleva dire? Di certo lui non giocava a nascondino da solo.nPerò... Quella domanda lo fece riflettere... In effetti, lui in quegli anni di solitudine e patologie non aveva mai fatto nulla se non mimetizzarsi tra quegli alberi, fino a diventare quasi uno di loro, nessuna pietà, nessun sentimento, proprio come gli alberi di quel bosco.
«C'è qualcosa di bello da fare qui?» Chiese nuovamente la bambina. Se avesse voluto le avrebbe risposto di no, ma... In effetti...
Si avviò camminando a passo svelto verso il bosco. Katy, per non perderlo, si mise a sedere subito e gli corse dietro. 

«Dove stai andando?!»
Nonostante sapesse che non gli sarebbe mai arrivata una risposta, continuava a fargli domande. Era convinta, in qualche modo, che prima o poi avrebbe parlato, come la prima volta...
I rami per terra, molli e bagnati, non facilitavano il percorso, e Katy doveva scostare rami sottili, ma resistenti, al contrario di lui che riusciva a passarvi in mezzo. Dove la stava portando? 
Quando finalmente scostò l'ultimo ramo dal suo viso, gli occhi di Katy si persero in un paesaggio spettacolare. 
Un lago di acqua limpida circondava un minuscolo appezzamento di terreno, il cui unico abitante era un enorme salice piangente, circondato e custodito dall'intricata costruzione di alberi grigi e secolari.

«Wow...» Sussurrò la piccola, rapita da quello spettacolo. Non aveva mai visto una simile bellezza, sempre chiusa nella città... Invece lì fuori era così bello. E colui che le stava mostrando queste meraviglie era... Slender Man.
Un mostro.
Un assassino.
Non poteva essere tale...
Erano solo leggende, storie...
Certo, non poteva essere ancora sicura di chi fosse realmente Slender Man, ma ormai era certa che non poteva essere quello che descrivevano...
Senza farsi notare, gli rivolse uno sguardo per capire cosa stesse facendo. Osservava il panorama... Malinconico. Come poteva capire cosa stesse pensando? Eppure aveva proprio questa impressione. Guardò nuovamente a terra e scorse una  violetta in mezzo alla sterpaglia. Si chinò e la colse, strappandola delicatamente dal terreno. Poi si girò verso Slender Man e gliela tese.
«Lo so, non è tanto... Ma devo pur ringraziarti in qualche modo...»
L'uomo senza volto fissò il fiore, prendendolo dalle mani della bambina. Poi tornò a guardare lei. Ringraziarlo per cosa? Le aveva dato quella coperta, era vero, ma... che altro? L'aveva risparmiata, forse? No... Neanche questo... Il motivo gli era oscuro, intollerabile per colui che sapeva leggere più di tutti nell'animo delle persone, percependone la paura... Ma quella bambina... Katy gli parve di aver capito... Perchè non riusciva a comprenderla? La sua gentilezza, la sua gioia... Cosa avevano a che fare con lui? L'avrebbero guarito, forse? Poco probabile... Ma... In fondo... Voleva sperare... Una cosa che aveva smesso di fare ormai tanto tempo fa...

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