FEBBRE DA PALCOSCENICO

di Tittili
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 11 ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


Ecco una nuova avventura...spero vi divertiate a leggerlo e vi ispiri qualche buon commento...un bacio a tutti. Tittili



FEBBRE DA PALCOSCENICO

Prologo



“Signora Rodgers, non so come ringraziarla. Non è mia abitudine coinvolgere i civili nelle nostre operazioni ma ” disse la Gates piuttosto imbarazzata incrociando lo sguardo sorridente della madre di Castle.
“Capitano…la prego!!...sarà un vero piacere esserle d’aiuto…e poi si tratta del mio lavoro…non si deve preoccupare…” replicò con il solito modo teatrale la donna
“Comunque la sua sicurezza è più che sotto controllo…non si preoccupi…” continuò un po’ più distesa la poliziotta alzandosi per congedarsi dalla sua insolita ospite.
“Mai stata più tranquilla…” disse Martha alzandosi a sua volta dirigendosi verso l’uscita accompagnata dal capitano Gates.
“E comunque lo spettacolo sarà un successo…” esclamò l’attrice uscendo dall’ufficio dirigenziale del 12° distretto.

E poi mi domando perché Castle è così strano pensò la donna osservando la rossa dirigersi con eleganza verso l’ascensore.
 

&&&&

 
Quando lo scrittore entrò sorridente al 12° Distretto con in mano i soliti due caffè la riunione era iniziata ormai da almeno mezz’ora.
Appena varcate le porte dell’ascensore vide tutti i poliziotti che seguivano con attenzione le parole di un uomo sulla quarantina e si sentì invadere da una sensazione di disagio e imbarazzo rendendosi subito  conto di essere di troppo.
Si bloccò immediatamente e cercando di non dare troppo nell’occhio lentamente fece un passo indietro per rientrare nell’ascensore ma la voce pungente e ironica del capitano Gates lo raggiunse come la lama di un rasoio
“SIGNOR CASTLE!...la prego…ci degni della sua presenza…”
Quando la detective Beckett si voltò verso di lui alzando per un attimo gli occhi al cielo Castle si sentì sprofondare e con un sorriso tirato entrò nella sala sedendosi immediatamente nella prima sedia vuota che trovò disponibile.
“Bene…adesso che ci siamo tutti il signor Barnes può continuare ad esporre il caso…” sibilò il capitano fulminando per un attimo con lo sguardo il povero scrittore.
Prima o poi mi spara…pensò Castle cercando di mimetizzarsi il prima possibile tra le teste e le spalle di tutti i poliziotti che si trovavano davanti a lui.
“Come stavo dicendo si tratta di una truffa per architettata e dovremmo riuscire a smascherarli dall’interno. Noi dell’ufficio tasse abbiamo provato in tutti i modi a recuperare delle prove valide contro questa organizzazione ma la morte improvvisa e in circostante poco chiare del nostro agente migliore ci hanno spinto a chiedere l’aiuto del vostro dipartimento” concluse il relatore con un’espressione preoccupata sul volto.
In quel momento il capitano  Gates si alzò con decisione prendendo la parola.
“E noi siamo qui pronti a collaborare. Abbiamo già predisposto un piano d’azione sotto copertura in cui utilizzeremo i nostri migliori elementi. Quindi, mi aspetto la piena collaborazione di tutti voi per il successo di questa operazione. Buon lavoro.” concluse con decisione la donna.
A quelle parole di congedo tutti gli agenti si alzarono tornando ognuno al proprio posto.
Castle, cercò immediatamente di sfuggire allo sguardo tagliente del capitano nascondendosi dietro la figura imponente di uno degli agenti ma ancora una volta quella voce dal tono minaccioso lo raggiunse implacabile.
“SIGNOR CASTLE…NEL MIO UFFICIO” ordinò imperiosa.
Maledizione..pensò lo scrittore dirigendosi lentamente verso la stanza dalle pareti di vetro della Gates.
Entrò con lo sguardo basso e dopo aver chiuso la porta cercò immediatamente di giustificarsi.
“Capitano..mi dispiace per il ritardo..ma stamattina il traffico era veram…” iniziò balbettando bloccandosi a metà frase quando incrociò lo sguardo della detective Beckett che si trovava già nell’ufficio della donna.
“Non mi interessa il suo ritardo. Purtroppo…ho bisogno…del suo aiuto per questa indagine…” disse in modo secco e ruvido la Gates.
Si vedeva lontano un miglio che quella richiesta le costava tantissimo ma Castle invece di gioirne si sentì stranamente imbarazzato.
Il capitano era un donna capace e tutta di un pezzo che metteva la sicurezza dei cittadini al primo posto. Se, nonostante ciò che pensava sulla sua presenza ingombrante, gli stava chiedendo di collaborare, era evidente che la situazione impegnativa e che la sua integrità era impeccabile.
“Sono a sua disposizione” rispose l’uomo con sguardo serio e calmo.
La Gates rimase per un attimo interdetta, forse aspettandosi una qualche battuta di rivincita da parte dello scrittore, e con un leggero sorriso riprese a parlare.
“Signor Castle, dobbiamo organizzare un’operazione sotto copertura” iniziò a spiegare sedendosi sulla propria poltrona “ e per fare questo abbiamo bisogno di lei…e di sua madre..” concluse con un attimo di tentennamento.
“M-Mia m-madre…” balbettò l’uomo guardandola sorpreso.
“Ho già avuto il piacere di incontrarla e ci ha dato tutta la sua disponibilità…ora ho bisogno della sua…” continuò con non curanza la donna fissandolo impassibile.
“L-lei ha già parlato con ….mia madre?...lei non ha idea di cosa può fare quella donna…” esclamò lo scrittore senza riuscire a trattenersi.
“Conoscendo lei né ho un quadro abbastanza chiaro” replicò la donna cercando di rimanere seria “ma non ho alternative quindi….vuole collaborare?” chiese infine secca.
“Di …cosa si tratta?” rispose lui cercando di riprendersi.
“Dovrete fingere di organizzare uno spettacolo teatrale” disse il capitano seria
“IO E MIA MADRE??” disse Castle alzandosi in piedi di scatto.
“Con la collaborazione della detective Beckett…” concluse la Gates.
Il sorriso che fino a quel momento era stampato sul viso divertito di Kate sparì immediatamente trasformandosi in un’espressione di puro stupore.
 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 1 ***


Rieccoci qui...spero vi incuriosisca un pò...fatemi sapere...mi raccomando. Un bacio a tutti.Tittili




CAPITOLO 1



Castle e la detective Beckett uscirono lentamente dall’ufficio del capitano Gates con la stessa espressione.
“Hei…che cosa vi ha detto?..avete delle facce che non promettono nulla di buono…” esclamò Esposito osservando i due che avanzavano insieme senza dire una sola parola.
La donna posò lo sguardo sul volto dell’ispanico quasi lo vedesse per la prima volta.
“Javier…credo che darò le dimissioni…” disse con un filo di voce
“Cosa??..Beckett..sei sicura di stare bene?” intervenne immediatamente Ryan avvicinandosi alla collega.
Castle intanto, come un automa, si diresse lentamente verso la sua sedia sedendosi poi pesantemente senza dire una sillaba.
“Insomma…volete dirci qualcosa?” disse Esposito con veemenza spostando lo sguardo ora su una ora sull’altro.
Lo scrittore, quasi svegliandosi da un profondo torpore, si voltò verso l’amico e iniziò a spiegare la situazione con un tono di voce quasi asettico.
“La Gates, in collaborazione con l’ufficio indagini del Ministero delle Finanze, ha organizzato un’operazione sotto copertura per riuscire a trovare delle prove utilizzabili contro una complessa organizzazione criminale. Sono mesi che i detective governativi stanno cercando di smascherare un’imponente evasione fiscale da parte di questi inafferrabili delinquenti ma ogni tentativo è stato vano. Solo l’agente Sullivan, del Dipartimento Anti Frode Fiscale, era riuscito ad avere un aggancio interno alla banda….ma quattro giorni fa, quando doveva riferire le sue scoperte al suo superiore, è stato trovato morto.”
“Morto? Come morto?” chiese subito Ryan con sorpresa.
“Suicidio” disse la detective intervenendo nel racconto di Castle.
“Suicidio?” ripetè con poca convinzione Esposito.
“Esatto…la stessa cosa che hanno pensato i dirigenti del Dipartimento…ed ecco che entriamo in ballo noi…” continuò lo scrittore ricominciando a raccontare.
“Dal rapporto incompleto del povero Sullivan è emerso che, secondo le sue indagini, questa organizzazione malavitosa riesce a riciclare denaro, evitando di pagare le imposte, investendo grossi capitali su ignare compagnie teatrali dilettantistiche senza scopo di lucro…e quindi esenti da tassazioni.” spiegò Castle sotto lo sguardo attento dei due poliziotti.
“Francamente…ancora non capisco…” disse Rayan titubante.
“Naturalmente l’investimento è fittizio e in realtà i soldi spariscono in chissà quali altri affari certamente non regolari…” spiegò meglio la donna
“Ma voi cosa avete a che fare in tutto ciò?” chiese allora Esposito.
“L’idea della Gates è di attirare le attenzioni di questi criminali organizzando una finta compagnia teatrale, con un finto spettacolo e…con degli agenti sotto copertura a controllare la situazione ed attirare in trappola questi malviventi.” disse ancora la detective sedendosi alla propria scrivania con un sospiro.
Ryan ed Esposito continuavano a guardare con sguardi interrogativi i due soggetti seduti con sguardo perso nel vuoto.
“E allora?” chiese alla fine l’irlandese irritato dal silenzio dei suoi interlocutori.
Castle alzò gli occhi verso il poliziotto cercando un po’ di comprensione iniziando a parlare con un filo di voce.
“Il capitano ha chiesto a mia madre di creare una compagnia di attori dilettanti cercandoli tra i suoi studenti e di organizzare uno spettacolo credibile in poco più di una decina di giorni. Naturalmente, per attirare l’attenzione ha pensato che il solo nome Rodgers non avesse abbastanza richiamo, e che se tra gli attori della compagnia ci fosse stato il famoso figlio scrittore tutto sarebbe stato più semplice” concluse l’uomo con un sorriso amaro.
“Vuoi dire che farai l’attore…con la regia di tua ….di tua madre??” esclamò  Esposito cercando di trattenersi.
“Esatto” rispose lo scrittore mettendosi le mani tra i capelli mentre i due poliziotti scoppiavano a ridere.
La donna che invece continuava a rimanere seria si voltò lentamente verso Castle spostando poi lo sguardo sui due colleghi che continuavano a ridere.
“Non è così divertente” disse la detective con voce tagliente.
I due si voltarono stupiti cercando di controllarsi.
“V-veramente a me pare molto buffo” disse l’ispanico un po’ più calmo.
“Già…veramente esilarante..” rincarò la dose l’irlandese con le lacrime agli occhi.
“Bene …allora se vi piace così tanto l’idea chiederò alla Gates che siate dei nostri…che ne dite?” disse con un sorriso ironico la donna.
I due cambiarono immediatamente espressione smettendo di ridere.
“No..no…ferma un attimo…che vuol dire….dei nostri??” chiese preoccupato Ryan.
“Già…cosa c’entriamo noi?” esclama Esposito con la stessa tensione.
“Beh…visto che in questa meravigliosa compagnia di attori dilettanti deve esserci, oltre al famoso scrittore, anche un agente infiltrato…potreste venire anche voi a dare una mano…” disse sarcastica la donna.
“Un….agente ….infiltrato?....Vuoi dire che tu….” cercò di dire  Javier non finendo la frase  esplodendo in una risata incontenibile
“Tu….recitare….con…con…Castle …e sua madre…” balbettava Kevin in preda alle risate.
Castle osservò i due poliziotti che ridevano come mai li aveva visti fare spostando poi lo sguardo sulla donna che era seduta vicino a lui.
“Forse è meglio che andiamo a prenderci un caffè” disse lei guardandolo rassegnata.
“Non so se mi basterà per affrontare mia madre quando arriverò a casa…ma ti seguo..” rispose lo scrittore alzandosi subito dopo la donna per dirigersi verso la sala relax mentre i due uomini continuavano a ridere a crepapelle.
 

&&&

 
“Beckett…mi dispiace…” disse Castle mentre gli porgeva una tazza fumante di caffè appena fatto.
La donna lo guardò sorpresa, forse più per il tono di voce che per le parole pronunciate dall’uomo.
“Di che cosa Castle?” chiese osservandolo più attentamente.
“Di questa assurda situazione…per mia madre…per tutto…per me…” rispose lui come imbarazzato pronunciando le ultime parole quasi in un sussurro.
Erano ormai quattro anni che collaborava alle indagini del 12° Distretto. Aveva utilizzato tutte le sue conoscenze più influenti per avere il permesso di stare lì, con la scusa di fare ricerche sul campo per il suo nuovo personaggio letterario, ma in quel preciso istante, incrociando lo sguardo della donna, si rese conto di essere ormai ridicolo.
Sono veramente un idiota..pensò osservando il viso della detective e quegli occhi meravigliosi che sembravano leggergli l’anima.
Il vero motivo era davanti a lui, e si chiamava Kate.
“Non è mica colpa tua, Castle” disse sorridendo la detective cercando di uscire da una sorta di imbarazzo che sembrava sempre intervenire quando si trovava da sola con quell’uomo “in fondo…si tratta sempre di lavoro…cerchiamo di prendere il lato positivo della situazione…magari ci possiamo anche divertire..” continuò guardandolo sorridendo.
Quando lui rispose al sorriso vide quegli occhi color del mare come riempirsi di una strana luce lasciandola quasi senza fiato.
Non riusciva ancora ad abituarsi a quei suoi sguardi. Si sentiva come impotente e indifesa davanti a lui e questo la rendeva sempre nervosa.
Non poteva permettersi di amare qualcuno. Non poteva permettere a nessuno di amarla. Non voleva rischiare di soffrire. Mai più.
Erano ormai immobili, l’uno di fronte all’altro, in silenzio con il fiato quasi sospeso quando la porta si spalancò.
“Allora…c’è qualche problema?..Signor Castle…le consiglio di andare a casa e di coordinarsi con sua madre…domani dobbiamo iniziare l’operazione sotto copertura” disse la Gates con voce ferma e decisa.
“C-Certo capitano…ha ragione..vado subito…ci..ci vediamo domani mattina al Teatro…” rispose lo scrittore appoggiando la tazza sul ripiano.
“Fantastico…a proposito…ho deciso il nome in codice dell’indagine..” replicò la donna con un sorriso soddisfatto.
“Il nome in codice?” chiese la detective Beckett con voce preoccupata cercando per un momento lo sguardo dello scrittore.
“Certo…tutte le operazioni sotto copertura devono avere un nome in codice…e quindi ho pensato a …”Operazione Shakespeare”…che ne dite?” esclamò convinta il capitano.
Castle non riuscì a dire una parola rimanendo con la bocca leggermente aperta dalla sorpresa mentre Kate chiuse per un attimo gli occhi quasi a riprendere il controllo della situazione.
“Beh…allora?” incalzò la donna verso i due che la guardavano con espressioni indescrivibili.
“Perfetta” disse Kate con un sorriso tirato.
“Lo penso anch’io” replicò la Gates uscendo dalla sala relax.
“Speriamo solo che non sia una tragedia” sospirò Castle guardando la detective.
A quella battuta la donna sorrise dolcemente e l’uomo pensò che non aveva mai visto qualcosa di così bello.
 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


Dopo un periodo di ferie..ecco il nuovo capitolo...ditemi che ne pensate...a me piace!! (..evviva la modestia...)Un abbraccione. Tittili



CAPITOLO 3



Mentre l’ascensore saliva lentamente all’ultimo piano dello stabile lo scrittore schiuse gli occhi quasi a cercare di riordinare i pensieri che giravano vorticosamente nella sua testa.
Si fosse trovato in un'altra situazione, il fatto di poter lavorare attivamente in un’indagine sotto copertura insieme alla detective Beckett sarebbe stato motivo di grande emozione.
Erano passati ormai alcuni mesi da quanto la donna l’aveva finalmente riavvicinato dopo quello che era successo al funerale del capitano Mongomery e in alcuni momenti aveva come l’impressione che qualcosa tra loro fosse cambiato.
Più di qualche volta avrebbe voluto chiederle se magari qualche ricordo stesse affiorando ma nello stesso tempo non ne aveva il coraggio.
Non c’era notte che non si svegliava, senza quasi riuscire a respirare, rivedendo il volto esanime della donna tra le sue braccia colpita dal proiettile del cecchino.
E ogni volta si rendeva sempre più conto di quello che provava per lei.
L’aveva sussurrato a quegli occhi spaventanti e sorpresi, l’aveva ripetuto in preda al terrore di perderla per sempre sperando con tutto sé stesso che quelle parole avessero un significato anche per lei.
Ma Kate non ricordava nulla.
Le porte dell’ascensore si aprirono cigolando leggermente riportandolo d’un tratto alla realtà.
Camminò lentamente verso la porta di casa; prima di inserire la chiavi fece un lungo e profondo respiro ed entrò.
La voce di Martha lo raggiunse immediatamente come un tornado forza 5.
“OHH Richard!!...non è meraviglioso??..sono così eccitata e entusiasta!!..ma ti rendi conto??” cinguettò la donna correndogli incontro abbracciandolo.
“Purtroppo sì..” disse con un sussurro
“Come purtroppo!!..ohh…sei sempre il solito guastafeste…sarà una cosa fantastica…non hai mai voluto collaborare con me in nessuno dei miei lavori..e ora invece..” disse ancora lei sorridendo come una bambina che scarta i regali di Natale.
“E ora invece…” ripetè lui con un sorriso tirato.
“Vedrai che questa sarà un’esperienza che non dimenticheremo mai” esclamò Martha dirigendosi verso il bar.
“Non ho dubbi” replicò piano l’uomo seguendo la madre.
“Che ne dici di festeggiare con un drink?” chiese la donna preparandosi un coctail.
“Ecco…questa è la prima cosa sensata che dici…ne ho proprio bisogno..” replicò Castle sotto lo sguardo divertito di Alexis che osservava la scena raggomitolata sul divano.
“Dai papà…non mi pare così tragico…” disse la giovane con tono dolce.
Castle si voltò verso la figlia con un’espressione strana.
“Tu dici?...beh…ti faccio un riassunto…per la prima volta la Gates mi fa partecipare ad un’azione sotto copertura…e devo fingere di recitare in uno spettacolo diretto ed interpretato da tua nonna…” disse lo scrittore con voce ironica.
Alexis scoppiò a ridere alzandosi poi per abbracciare il padre che aveva uno sguardo abbattuto.
“Alexis!!..anche tu contro di me??” esclamò in modo teatrale Martha quasi stesse recitando una tragedia greca.
“No nonna…è che pensavo una cosa…” replicò sorridendo dolcemente la ragazza.
“Cosa..tesoro?” chiese l’attrice sfiorando con le dita la guancia della nipote.
“Che la prima volta che papà ha l’occasione di lavorare da solo a stretto contatto con la detective Beckett…avrà la mamma a controllarlo!!” rispose Alexis ridendo.
Martha rimase per un attimo come interdetta volgendo poi lo sguardo sul figlio che osservava la piccola Castle come allibito.
“O Santo Cielo…in effetti non ci avevo pensato…” disse la donna portandosi le mani sulla bocca come a pensare ad una soluzione.
Lo scrittore non riusciva a dire una parola spostando lo sguardo ora sulla madre ora sulla figlia.
Ad un tratto sul volto di Martha spuntò uno strano sorriso.
“Mamma……mamma ti prego…conosco quello sguardo…” balbettò Richard puntando gli occhi sul volto della madre “NO…qualsiasi cosa …NO” continuò quasi pregando.
“Cara nipote….forse ho trovato una soluzione…spettacolare” disse l’attrice con occhi maliardi verso la ragazza che sorrideva curiosa.
 
 

&&&

 
Kate era rimasta in ufficio fino a tardi finendo di compilare alcuni rapporti che ormai da troppo tempo stazionavano sulla sua scrivania.
Odiava la burocrazia ma sapeva perfettamente che era un lavoro importante.
Quante volte un rapporto fatto male aveva impedito la cattura di un malvivente…si ripeteva ogni volta che la noia e la pigrizia cercavano di far presa sul suo essere.
“Allora Greta Garbo…non vorrai mica dormire qui??” chiese Esposito da sopra il monitor facendola sobbalzare.
Kate lanciò uno sguardo assassino che fece sparire immediatamente il sorriso ebete sul volto dell’ispanico.
“Beh…io vado…notte Beckett…” disse l’uomo sparendo in fretta dentro all’ascensore.
Ora era  sola e quasi d’istinto il suo sguardo si posò sulla sedia vuota che aveva accanto alla scrivania mentre un sorriso compariva leggero sul suo volto.
Sarebbero stati dieci giorni molto complicati e non solo per la difficile indagine che doveva gestire.
Il solo pensiero di passare tutto quel tempo da sola con Castle la rendevano nervosa.
Dai Beckett!!..sono quattro anni che lavori con lui…cosa cambia…disse a sé stessa cercando di recuperare un certo controllo delle sue emozioni.
Ma sapeva benissimo che un conto era essere al distretto con Ryan ed Esposito e soprattutto con dei ruoli ben definiti, un altro era far finta di essere un’attrice in una compagnia teatrale insieme a lui.
Aveva paura di tradirsi, di dire qualcosa che rivelasse il suo segreto.
Chiuse per un attimo gli occhi e rivide il suo sguardo terrorizzato.
Sentì di nuovo il suo respiro spezzato e quegli occhi profondi come il mare che cercavano i suoi.
“No,no,no Kate! Kate, per favore. Resta con me, Kate! Non lasciarmi per favore. Resta con me, ok? Kate…ti amo..Ti amo Kate..”
Risentiva chiaramente la sua voce tramante sussurrarle quelle parole.
Quando l’aveva visto entrare nella sua stanza d’ospedale aveva visto nei suoi occhi quello sguardo interrogativo di chi aspetta disperatamente una risposta e….gli aveva mentito dicendo di non ricordare nulla.
Aveva troppa paura di rivelare ciò che in realtà provava per quello squinternato scrittore.
Non era pronta a quel sentimento che però prepotentemente continuava a spingere per uscire finalmente allo scoperto.
“Anch’io ti amo…” disse in un sussurro alzandosi e accarezzando dolcemente lo schienale della sedia mentre si allontanava lentamente verso l’ascensore.
 
 

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


Eccoci ad un nuovo capitolo..spero tanto vi piaccia leggerlo come io mi sono divertita a scriverlo...fatemi sapere..un abbraccio. Tittili



CAPITOLO 4



Avevano appuntamento con tutta la compagnia presso il Black Box Theatre per le nove del mattino.
Era uno dei più famosi teatri Off-Off Broadway ed era anche uno di quelli, almeno secondo le indagini del detective Sullivan, che risultavano più al centro delle operazioni della famigerata organizzazione criminale che dovevano sgominare.
Martha, contrariamente al solito, si era svegliata prestissimo e continuava a girare per casa recuperando vecchi copioni, strani vestiti di scena e soprattutto parlando da sola a voce alta quasi fosse già sul palcoscenico.
Castle, che non aveva chiuso occhio per l’ansia di quello che poteva combinare sua madre, scese le scale lentamente osservando la donna che correva a destra e a sinistra continuando a blaterale.
“ Buongiorno madre…” disse iniziando sbadigliando stancamente.
“Buongiorno? …e tu mi dici come se niente fosse…Buongiorno???”
L’uomo la guardò stupito bloccandosi con la bocca spalancata.
“Buonanotte?” disse allora ironicamente dirigendosi lentamente verso la cucina.
“Divertente…proprio divertente….” rispose la diva “ vista la tua grande vena comica il personaggio che ho scelto per te è veramente perfetto…” continuò la donna con un tono quasi misterioso.
Castle si voltò di scatto osservando allarmato la donna.
“Mamma…ti prego…dimmi cos’ha escogitato la tua mente contorta…” domandò seriamente preoccupato.
“Tutto a suo tempo…tutto a suo tempo…non vorrai mica un trattamento privilegiato solo perché sei mio figlio…in fondo la regista sono io e questo spettacolo è una mia responsabilità….la sua riuscita di questo lavoro è il mio obbiettivo…” rispose con tono teatrale.
“Mamma! Non è un vero spettacolo! E’ un’operazione di polizia…stiamo solo una copertura per un’indagine…” disse l’uomo
“Questo non significa che dobbiamo lavorare male…” replicò secca l’attrice “il pubblico si aspetta qualcosa di bello e coinvolgente… la gente viene a teatro per sognare, ridere, piangere…” continuò con lo sguardo perso
Per un attimo Rick stava per dirle che quasi sicuramente non avrebbero mai recitato davanti ad un pubblico ma quando incontrò gli occhi sognanti e eccitati della donna il suo cuore si riempì di dolcezza e calore.
“Hai ragione mamma…scusami…ora vado a prepararmi così andiamo insieme a teatro…” disse lo scrittore baciandola dolcemente sulla guancia correndo poi a farsi la doccia.
Era appena arrivato in cima alle scale che la voce emozionata di Martha lo raggiunse come un caldo soffio di vento
“Grazie Richard..”
“Grazie a te mamma…” rispose con su sorriso sparendo poi dietro la porta della sua camera.
 

&&&&

 
Il suono della sveglia la raggiunse in un mondo di strani sogni.
Si era addormentata con fatica e il suono metallico la riportò alla realtà in modo brusco e fastidioso.
Il getto d’acqua calda della doccia cominciò a scorrere lungo il suo corpo portando finalmente una sensazione piacevole e rilassante dopo una notte di  incubi che ormai conosceva a memoria.
L’immagine di sua madre nel vicolo, il corpo del capitano Mongomery inerme sul pavimento del piccolo hangar e soprattutto lo sguardo terrorizzato di Castle che la pregava di non lasciarlo.
Il senso di colpa per avergli mentito tornò prepotentemente a stringere, come in una morsa, il suo stomaco.
Quando questa operazione sarà finita dovrò dirgli la verità..glielo devopromise a sé stessa sentendosi un po’ più sollevata da quell’impegno che si era imposta.
In quel momento il suono di un SMS fece vibrare il suo cellulare.
Quando vide il nome del mittente un sorriso spontaneo comparve sul suo viso.
Anche se si tratta di lavoro ci divertiremo molto.Fidati di me.Ti aspetto.Puntuale…mi raccomando.
Le dita della detective digitarono velocemente la risposta.
Cara Martha, non ho dubbi.Sarò puntualissima. Un abbraccio. Kate
Una piacevole sensazione si impossessò del suo cuore pensando che, nonostante la loro grande diversità, Martha e Johanna sarebbero sicuramente diventate ottime amiche.
 

&&&

 
Il palcoscenico era piccolo ma ben attrezzato e anche se la sala poteva contenere meno di 100 spettatori, l’emozione del piccolo gruppo di attori era palpabile.
Martha era al centro del palco e seduti tutti attorno a lei si trovavano, oltre allo scrittore ed alla detective, almeno altri dieci persone tutte eccitate.
Castle osservava rapito e sorpreso Beckett che si trovava seduta dalla parte opposta della scena.
Forse per immedesimarsi meglio nel suo personaggio di copertura e per evitare di essere riconosciuta in qualche modo, la donna aveva raccolto i capelli in una treccia piuttosto articolata e aveva indossato una semplice maglietta con dei jeans e delle scarpe da ginnastica basse.
Anche l’atteggiamento della donna era diverso: rideva, scherzava e gesticolava in modo a lei sicuramente estraneo.
Lo scrittore non credeva ai suoi occhi: era un’attrice nata.
“Bene ragazzi…dopo avervi illustrato al meglio il mio modo di lavorare è il momento di annunciarvi cosa ho deciso di mettere in scena tra soli dieci giorni” dichiarò Martha con tono solenne.
Il silenzio cadde immediatamente nel piccolo teatro: il grande segreto stava per essere svelato.
“Prima di rivelarvi il titolo dell’opera però voglio anticiparvi una cosa…il nome dei due protagonisti…uno sarà mio figlio..e non perché è un bravo attore o perché sono io la regista…ma solo perché il suo nome attirerà più pubblico…” disse la donna facendo scaturire una risata spontanea e un piccolo applauso.
Castle si alzò sorridendo e inchinandosi platealmente.
“Cara madre ti ringrazio per la stima e la fiducia…” esclamò avvicinandosi poi alla madre baciandola sulla guancia “speriamo solo che tutta questa marea di pubblico non sia armata…” continuò tra le risate del resto della compagnia.
“Bene…adesso è il momento di comunicarvi il  nome della protagonista…è una persona che voi non conoscete ma che io stimo moltissimo e che sono sicura non mi deluderà…Johanna Lane” disse Martha voltandosi verso Kate.
La detective rimase di stucco.
Aveva scelto, come copertura, il nome di battesimo di sua madre perché era sicura che, in qualsiasi situazione, sentire pronunciare “Johanna” avrebbe comunque attirato la sua attenzione.
Era un modo infallibile per non farsi scoprire, ma sentirlo pronunciare da Martha le fece una sensazione stranissima.
Per non parlare del fatto che l’aveva indicata come protagonista.
Avrebbe voluto immediatamente rinunciare ma si rese conto che la cosa avrebbe dato subito nell’occhio e non poteva permettersi di essere smascherata ancora prima di cominciare.
“Grazie..Martha…spero solo che la tua fiducia sia ben riposta..” riuscì solo a dire con emozione.
“Non ho dubbi” rispose la signora Rodgers con un sorriso.
“Ma venivano al dunque…di cosa saranno protagonisti mio figlio Richard e Johanna?” chiese teatralmente la grande diva ” Vediamo chi lo indovina?” proseguì con sguardo accattivante
“MAMMA!!” esclamò lo scrittore esasperato dall’attesa scatenando una fragorosa risata.
“Va bene..va bene….caro figlio..visto le tue doti drammatiche metteremo in scena…”
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 4 ***


Con un pò di ritardo...ma ecco il nuovo capitolo...fatemi sapere che ne pensate...mi raccomando. Un bacio a tutti. Tittili



CAPITOLO 4



Kate entrò nella sua abitazione di copertura ancora stordita da ciò che era successo in quella strana e allucinante giornata.
Era un piccolo appartamento che veniva spesso usato per le operazioni di polizia ma ogni volta che ci entrava si sentiva stranamente a suo agio.
Appoggiò la giacca sulla spalliera di una sedia e si buttò sul divano accendendo il piccolo stereo.
Una melodia vellutata riempì immediatamente l’ambiente dandole una piacevole sensazione.
Chiuse gli occhi appoggiando stancamente la testa sul morbido schienale e cercò di immaginare a cosa stesse pensando l’interprete mentre cantava quelle delicate e dolci parole d’amore.
BIP BIP
Il suono di un sms la sorprese nel suo mondo di note e armonie.
Prese stancamente il cellulare che aveva appoggiato sul tavolino e osservò curiosa il nome del mittente.
“Rapporto”
Certo che la Gates è molto prolissa…pensò mentre digitava velocemente la risposta.
“Copertura ok. Ancora nessun contatto. Procedo come da piano operativo”
Inviò immediatamente il messaggio e appoggiando nuovamente il telefono sul piccolo ripiano si tolse le scarpe assaporando la sensazione di libertà.
BIP BIP
Cosa diavolo vuole ancora..disse a sé stessa riprendendo in mano l’apparecchio con fastidio ma immediatamente un leggero sorriso comparve sul suo volto.
“Mi dispiace…mi dispiace…mi dispiace…mi dispiace..”
Rimase un attimo immobile ad osservare quel ripetersi infinito di scuse e poi cominciò a scrivere poche parole.
“Per che cosa?”
Dopo pochi secondi ecco di nuovo il solito BIP BIP
“Come per che cosa?????...Mi perdonerai mai  per averti ficcata in questo pasticcio?”
Kate sorrise apertamente.
“Caro il mio scrittore da strapazzo…ho come l’impressione che tu non abbia letto bene l’opera che dovremmo interpretare…non so chi di  noi due sia più nei pasticci…” rispose digitando velocemente.
BIP BIP
“Grazie Kate…buonanotte .”
“Buonanotte. A domani…Petruccio”
 

&&&

 
Petruccio…pensò lo scrittore richiudendo il cellulare e guardando di traverso la madre che canticchiava felice mentre si preparava qualcosa da bere.
“Mi puoi spiegare come ti è venuto in mente?” chiese con un tono di voce implorante.
“Ma caro…che altro potevo farti interpretare?..il teatro ha delle esigenze, vuole pathos e naturalmente gli attori devono essere credibili!..tu per quella parte hai il physique du role…” rispose la donna sorridendo amabilmente.
“Il cosa?” chiese l’uomo avvicinandosi ancora più preoccupato.
“Tesoro…hai il fisico adatto! Petruccio è descritto come un uomo alto e imponente…chi meglio di te per interpretarlo…” rispose Martha come fosse la cosa più evidente della terra.
“Mamma…tu ti rendi conto che questa è una copertura per un’importante indagine…e quando finalmente posso agire sul campo…tu mi fai recitare in calzamaglia…” replicò Castle con sguardo imbarazzato.
“Ma non dire sciocchezze….tu non hai idea di quanti grandissimi attori si sono cimentati nel personaggio di Petruccio…e certo non si sono lamentati dei costumi da indossare…” disse sorpresa la rossa
“MA LORO SONO ATTORI!! Non poliziotti..” esclamò lo scrittore ormai al limite.
Martha, che stava ancora trafficando con bottiglie e acqua minerale, si voltò lentamente con uno strano sguardo.
“Beh…allora non ci saranno problemi…neanche tu sei un poliziotto…ma uno scrittore…” disse sorridendo soddisfatta andandosene verso la sua camera lasciando il figlio senza parole con la bocca semiaperta.
 

&&&&

 
Kate chiuse il cellulare sorridendo immaginando la faccia dello scrittore.
Sicuramente aveva ancora lo sguardo sorpreso e preoccupato che gli era comparso all’annuncio di Martha.
 
--Flash back—
 
“Metteremo in scena ….La bisbetica domata di William Shakespeare!”  esclamò la diva suscitando l’entusiasmo di tutta la compagnia.
Martha assegnò immediatamente ai vari attori presenti i personaggi mancanti e iniziò a distribuire i copioni con i suoi appunti e variazioni.
La donna era una vera professionista e sapeva che dieci giorni erano veramente pochi per mettere in scena l’intera commedia.
Aveva pertanto preparato una sceneggiatura più leggera e dinamica che sarebbe stato più facile da imparare e dirigere.
Tutti ormai leggevano con avidità le proprie battute cercando di capire più a fondo il personaggio assegnato.
“Richard!! Coraggio…perché non cominci a leggere il tuo copione…non abbiamo tempo da perdere..” esclamò Martha vedendo il figlio ancora immobile.
Castle, come risvegliato da uno strano sogno, guardò, come fossero fatti di una qualche sostanza aliena, i fogli che aveva in mano.
Si sedette lentamente come un automa e alzò lo sguardo verso Kate.
Quando incontrò quei meravigliosi occhi verdi che lo osservavano stupiti sentì come mancargli il respiro.
La detective non sapeva cosa dire né fare ma stranamente sentiva un entusiasmo inaspettato pervaderle il cuore.
Adorava quell’opera di Shakespeare e il fatto di potersi cimentare in un personaggio così complesso e profondo come Caterina le provocava una strana emozione.

 
 
Ripensò per un attimo a quella strana e piacevole sensazione e un dubbio le pervase la mente.
Quella strana reazione era dovuta al  fatto di poter recitare una splendida opera nel ruolo della protagonista o per quello che aveva provato incrociando lo sguardo con gli occhi profondi come il mare di quello che sarebbe stato il suo “domatore”?
Kate…stai facendo un’indagine sotto copertura…cerca di non dimenticarlo..disse a sé stessa mentre un sorriso compiaciuto comparve spontaneamente sul suo volto.
 

&&&

 
Castle, rimasto solo, si sedette sul divano.
Uno scrittore che rimane senza parole…fantasticopensò prendendo distrattamente  in mano il copione che aveva preparato Martha sfogliandolo a caso.
Speriamo solo che Beckett non se la prenda con me…in fondo non è colpa mia se ho una madre fuori di testa…continuava a pensare girando velocemente le pagine delle sue battute.
Quando però il suo sguardo si posò casualmente su una breve ma incredibile frase, il plico di fogli gli cadde dalle mani.
Stavolta mi uccide…pensò mettendosi una mano sulla fronte.
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 5 ***


Carissimi..dopo vacanze e un trasloco allucinante...rieccomi finalmente a voi con un capitoletto breve breve di passaggio...spero che vi piaccia e che non siate troppo arrabbiati per la mia assenza forzata...un abbraccione. Tittili



CAPITOLO 5



Il sole penetrò dolcemente attraverso il delicato tessuto delle tende della camera appoggiandosi sul suo viso come una carezza tiepida.
Aprì lentamente gli occhi trovandosi per un attimo interdetta non riconoscendo la propria camera da letto.
Sveglia Kate…non sei a casa tua…pensò stiracchiandosi con soddisfazione.
Posò stancamente  lo sguardo sulla piccola radiosveglia alla sua destra e per un attimo le mancò il fiato.
“LE 10 E 40!!!!” esclamò con voce stridula.
Si alzò correndo in bagno come se avesse il fuoco sotto i piedi.
Mentre di faceva la doccia lavandosi contemporaneamente i denti continuava a borbottare parole senza senso.
In poco più di dieci minuti era pronta ad uscire: l’appuntamento al teatro era per le 11.00 e contando sulla sua guida decisa e sull’esperienza sul campo era sicura di poter arrivare con solo pochi minuti di ritardo.
Superava auto e ostacoli come si trovasse in un videogioco molto realistico continuando a domandarsi come era potuto succedere.
Non era più riuscita a dormire una notte serena da quando sua madre era stata uccisa, figurarsi alzarsi a quell’ora così tarda.
Cosa l’aveva distolta dal suo profondo, continuo e incessabile dolore tanto da permetterle di dormire veramente… e non solo chiudere gli occhi?
Quando arrivò davanti al teatro e vide quell’uomo che continuava a guardare in giro cercandola con lo sguardo si rese conto che probabilmente la risposta era proprio davanti a lei.
Un solo giorno con lui senza la protezione della sua corazza di “detectivetuttodiunpezzochenonhabisognodinessuno” e qualcosa in lei era cambiato.
Scese velocemente dall’auto e con passo spedito si diresse verso l’entrata.
“Kat…Johanna…come mai in ritardo?” chiede con apprensione lo scrittore quando la vide arrivare.
“La sveglia non ha suonato…” rispose lei alzando le spalle con un sorriso disarmante.
“La…la sveglia?? Da quando…hai una…sveglia?” replicò l’uomo balbettando davanti a quegli occhi ridenti a pochi centimetri da lui.
“Da stamattina!...” esclamò lei dirigendosi verso l’ingresso.
Lo scrittore rimase immobile come fulminato dalla risposta.
“Signor Castle!!...Guarda che tua madre ci aspetta!” lo richiamò la donna prima di entrare facendolo vacillare.
 
 

&&&

 
Se in un primo momento leggere quella frase lo aveva reso agitato e nervoso immaginando la reazione della detective, man mano che analizzava meglio la scena un sorriso iniziò a spuntare sul suo volto.
In fondo l’ha scritta Shakespeare…mica io..si disse mentre si infilava dolcemente sotto le coperte addormentandosi quasi subito.
Quando la sveglia lo destò con il suo suono meccanico si buttò sotto la doccia con una strana sensazione nell’animo.
Non vedeva l’ora di arrivare in teatro ed iniziare le prove che la madre-regista aveva organizzato.
Avrebbero dovuto recitare le scene iniziali della commedia: l’incontro tra Petruccio e il padre di Caterina in cui i due si accordavano sul matrimonio ma soprattutto il primo incontro dei futuri sposi.
Martha aveva realizzano una sceneggiatura perfetta, molto scorrevole e con tempistiche e dialoghi vivaci.
La cosa più sorprendente era che nonostante i linguaggio fosse forbito e antico, il modo in cui aveva intrecciato le battute di ciascun personaggio rendeva tutto semplice e immediato.
La donna aveva spiegato il giorno prima di essersi ispirata molto ad una adattamento cinematografico realizzato come musical e che raccontava la storia di due attori, marito e moglie,  che si ritrovavano a recitare la famosa commedia di Shakespeare, nonchè alla più famosa trasposizione di Zeffirelli.
Insomma aveva preso il meglio di ognuno e l’aveva riadattato ad una compagnia di attori principianti ma con tanto entusiasmo e voglia di imparare.
L’appuntamento a teatro era per le 11.00 per dar modo ai tecnici di montare le varie scenografie prima dell’arrivo degli attori ma quando trovò già sul palco tutta la compagnia tranne Kate rimase interdetto.
Strano…non arriva mai in ritardo…pensò un po’ preoccupato.
“Mamma…vado fuori a vedere se arriva la… signorina Lane…” disse Castle dirigendosi verso l’uscita senza attendere la risposta.
Nonostante tutte le luci del teatro fossero accese quando uscì all’esterno la luce del sole colpì violentemente i suoi occhi che ci misero alcuni secondi per abituarsi.
Con lo sguardo ancora difficoltoso cominciò a guardarsi intorno cercando di individuare la detective.
Non la vedeva da nessuna parte e una sensazione di angoscia iniziò ad impossessarsi di lui.
Non sarà mica successo qualcosa..e se avessero scoperto il tranello…se avessero capito che è un poliziotto…mentre questi pensieri cominciavano a invadere totalmente il suo cervello finalmente la vide arrivare come avvolta in uno strano alone dovuto ai suoi occhi colpiti dal sole. Sembrava un angelo di città.
Avrebbe tanto voluto abbracciarla forte e stringerla a sé quasi a proteggerla da tutti i pericoli che da sempre la circondavano.
Pensava di aver superato in qualche modo quello che era successo ma in realtà il solo pensiero di perderla o che qualcuno potesse farle del male lo facevano ripiombare sul prato di quel cimitero.
Rivedeva immediatamente quegli occhi che si chiudevano e risentiva il suo corpo afflosciarsi inerme tra le sue braccia.
Ti amo Kate…pensò mentre lei sorrideva beffarda parlando di una strana sveglia non funzionante.
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 6 ***


Carissimi amici, mi scuso immensamente del titanico ritardo con cui ho aggiornato la mia storia...putroppo ho avuto un po di problemi da risolvere che spero non tornino a disturbare la mia vena creativa..dovete sapere che le mie ff non sono già finite quando inizio a pubblicare..ogni capitolo viene fuori da solo...cambia, si evolve...praticamente non so mai cosa succederà finche non mi siedo a scrivere...e quindi quando non ho il tempo di sedermi, la storia si ferma....grazie per la pazienza immensa che avete!! un abbraccione a tutti e spero che questo capitolo vi soddisfi alemno un pochino...Tittili
 
CAPITOLO 6


“..Finalmente le due star si sono degnate di farci dono della loro presenza…” esclamò Martha con tono ironico vedendo entrare i due protagonisti della sua commedia.
Kate arrossì violentemente abbassando lo sguardo mentre Castle, ormai abituato alle battute taglienti della madre, sorrise rassegnato.
“Mi dispiace…la sveglia non ha suonato…” si giustificò la detective allungando il passo per arrivare al più presto possibile sul palco.
“..Va bene…tesoro… ma che non succeda più…abbiamo poco tempo e tanto lavoro da fare…soprattutto voi due…” replicò dolcemente la donna sorridendo.
In pochi minuti tutti furono pronti per iniziare.
Mentre Kate seduta in disparte ripassava con attenzione il copione, Castle era impegnato con la sua prima apparizione sul palco.
La scena non era troppo impegnativa ma nonostante tutto l’uomo si sentiva molto a disagio.
Era una sensazione che non sapeva come gestire: pensava di essere essere abituato ad essere al centro dell’attenzione,  il solito protagonista anche sfrontato e irritante, eppure in quel frangente si sentiva impreparato e imbarazzato.
“Richard…devi essere più naturale…più irritante..più fastidioso…insomma…fai quello che fai di solito a casa…” disse Martha provocando una risata collettiva.
A quella battuta Kate alzò lo sguardo divertita verso lo scrittore ma trovandosi di fronte quegli occhi blu come il mare che la cercavano con imbarazzo ebbe una stretta al cuore.
Vederlo così imbarazzato e quasi sperduto era qualcosa a cui non era abituata. Dov’era finito quel bambinone sfrontato e ingestibile? Perché si sentiva quasi annegare in quello sguardo implorante?
Sorrise leggermente cercando di tranquillizzarlo e d’un tratto vide gli occhi di lui  come riempirsi di un qualcosa di indefinibile.
Castle, che prima si sentiva fuori posto come non mai come in preda al panico, a quel dolce sorriso sentì il suo cuore invaso da un calore mai provato prima.
“Mamma…ti prego…non rivelare a tutti il mio lato più interessante…” esclamò con un sorriso riprendendo immediatamente il controllo della situazione e soprattutto delle sue emozioni.
Quel battibecco familiare aveva avuto il potere di rendere l’atmosfera più rilassata e tutta la compagnia ricominciò a lavorare con più impegno e trasporto.
Soprattutto lo scrittore, che all’inizio era veramente fuori ruolo, adesso sembrava un attore consumato da inaspettate capacità interpretative.
La scena risultò talmente credibile e naturale che il gruppo venne applaudito spontaneamente dal resto della compagnia.
“Tesoro…e tu saresti uno scrittore?..ascolta tua madre…buttati sul teatro…sei un talento naturale…” esclamò Martha emozionata e compiaciuta.
“Devo aver preso da mio padre..” scherzò l’uomo abbracciando la madre che fingeva di essere offesa dalla battuta.
Kate, che era rimasta seduta al suo posto durante tutta la prova, era come ipnotizzata dalla situazione.
“Che ne pensi?”
La voce di Castle la raggiunse come da un'altra dimensione.
“Scusa?...” chiese quasi stordita.
“Della scena….cosa ne pensi?..ti è piaciuta?..” chiese ancora l’uomo un po’ titubante temendo un giudizio severo.
Lei era sempre così tagliente e sarcastica nei suoi confronti che era pronto a tutto, ma quando le braccia della donna lo strinsero dolcemente e sentì il suo caldo respiro sulla guancia il suo cuore smise di battere.
“Sei stato incredibile…” sussurrò la detective liberandolo poi dalla stretta con sguardo imbarazzato.
Castle non riusciva quasi a respirare.
“G-grazie..” balbettò cercando di recuperare un minimo di lucidità.
“Bene ragazzi!!..se andiamo avanti così non ci ferma nessuno…” esclamò Martha entusiasta “..Dieci minuti di pausa e dopo proviamo la seconda scena..” continuò scendendo dal palco seguita dallo scenografo e dall’attrezzista che dovevano pianificare con lei il resto dei lavori.
“M-meglio se ci prepariamo…tocca a noi…” disse Kate prendendo il copione tra le mani  e sedendosi evitando di guardare lo scrittore che era ancora immobile davanti a lei.
“S-si..si..hai ragione…” replicò Castle sedendosi a sua volta senza guardala.
 
 
&&&
 
La pausa sembrò durare una vita ed entrambi, man mano che leggevano il proprio copione, sentivano l’imbarazzo crescere in modo esponenziale.
Non solo per quanto era successo poco prima ma soprattutto per ciò che li aspettava.
La scena che avrebbero dovuto affrontare era piuttosto particolare.
Ci sarebbero stato solo loro due, o meglio, Caterina e Petruccio.
Il loro primo incontro-scontro. Una battaglia verbale e anche fisica che avrebbe raggiunto l’apice alla fine.
Mentre leggeva le parole riadattate da Martha, Kate si rese conto che la donna aveva preso ispirazione dalla magistrale interpretazione di Elisabeth Taylor e Richard Burton.
E questa cosa la rendeva molto nervosa. Aveva visto quel film almeno una decina di volte e quella particolare sequenza l’aveva sempre emozionata particolarmente per la carica passionale che nascondeva.
Cosa avrebbe fatto? Come avrebbe gestito la cosa dovendola interpretare con Castle? E se lui, in quel frangente, avesse percepito i suoi veri sentimenti?
Doveva cercare di rimanere lucida e controllata.
Non era il momento.
Alla fine di questa missione avrebbe parlato con lui: già doveva confessargli di aver mentito. Figurarsi rivelargli che il suo amore era contraccambiato.
Controllo Kate…controllo…pensò cercando di recuperare un minimo di equilibrio.
Castle intanto guardava quasi terrorizzato le frasi stampate sui fogli che aveva in mano.
 
Petruccio spinge con impeto Caterina contro la parete bloccandole le braccia sopra la testa portandosi a pochi centimetri dal viso di lei.
…. E perciò bando alle chiacchiere questo in poche parole vi devo dire: vostro padre ha consentito che voi siate mia moglie; la vostra dote è già fissata; e lo vogliate o non lo vogliate io vi sposo.
Ebbene Cata io sono il marito che fa per voi: e per questa luce con cui vedo la vostra bellezza, la  bellezza la quale fa sì che tanto mi piaci, tu non devi sposare altro uomo che me; perché io son nato per domarvi Cata e trasformarvi di gatta selvatica in una Cata mansueta come le altre gatte domestiche”

 
Era la frase battuta finale che avrebbe dovuto recitare e il solo pensiero di dire quelle parole con Kate a pochi centimetri da lui lo faceva sentire come mai si era gli era capitato prima.
Pochi minuti prima ci era riuscito, ma avrebbe resistito stavolta al desiderio prepotente di baciarla, di stringerla a sé e sentire il profumo della sua pelle, il calore del suo corpo.
Ma non poteva permettersi di cedere. Non era il momento.
 Lei non era pronta. Ne aveva passate troppe e metterla di fronte ai suoi sentimenti sarebbe stato prematuro e pericoloso.
Il destino aveva voluto che lei dimenticasse le sue parole, la confessione dei suoi sentimenti, ma forse era giusto così, non era tempo.
Iniziò a respirare profondamente e lentamente cercò di recuperare il controllo delle sue sensazioni.
“Pronti!!!..coraggio…iniziamo a provare il secondo atto…” cinguettò Martha salendo sul palco.
Si alzarono contemporaneamente senza avere il coraggio di guardarsi ma come spinte da una forza superiore le loro mani si sfiorarono quasi cercandosi nel tempo.
 
 
 

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 7 ***


Un piccolo aggiornamento...spero non vi deluda...in caso fatemi sapere la vostra opinione...baci a tutti.Tittili

 

CAPITOLO 7



Con passo titubante i due protagonisti si posizionarono al centro della scena sotto lo sguardo incuriosito del resto della compagnia.
“Ma perché quei visi così intimoriti….voglio sentire la tensione…la carica emotiva…su Johanna…guardalo bene…non ti piace essere la sua preda…sei troppo forte, libera, indipendente…nessuno può decidere per te…neanche tuo padre…faglielo capire a questo bell’imbusto! “ esclamò Martha prendendo alla sprovvista Kate.
“E tu figlio…cosa fai lì impalato…prendila…è tutta tua…ormai è deciso…nessuno ti potrà impedire di farla tua..” continuò la regista facendo trasalire lo scrittore che osservava quasi allibito lo sguardo ora deciso della detective.
Come se quelle parole fossero state un’impulso irrefrenabile i due iniziarono a recitare le proprie battute con impeto.
 
 “Appena sarà qui le voglio fare una corte spietata. E se essa m'insulta io le dichiarerò che canta dolcemente come un usignolo: se aggrotta il viso le dirò che è limpida come la rosa mattutina, se sta muta e non vorrà proferir parola loderò la sua loquacità ,se mi comanderà di far fagotto io la ringrazierò come se m'avesse pregato di starle vicino per una settimana: se rifiuta di sposarmi la supplicherò di fissarmi il giorno del bando e delle nozze. Ma eccola! E ora Petruccio a te”
esclamò Castle muovendosi baldanzoso sul palco con una padronanza stupefacente voltandosi con decisione verso la donna che entrava in scena con passo forte e impavido.

“Buon giorno Cata poiché questo è il tuo nome a quanto ho udito” continuò poi con tono irritante e irriverente verso Kate.

Uno sguardo tagliente illuminò gli occhi verdi della donna facendo perdere un battito allo scrittore che però non lo diede a vedere.

“Ben avete udito ma siete alquanto duro d'orecchio. Mi chiamano Caterina quelli che parlano di me” rispose a tono la donna facendo trasalire Martha che osservava stupita la scena davanti a lei.

Sembrava di assistere ad uno spettacolo allestito da professionisti tanta era l’impeto e la spinta interpretativa dei due neo attori sul palco.
Le parole taglienti, il tono di voce perfetto e anche i movimenti sulla scena sembravano essere stati provati per mesi tanto risultavano naturali.
Il resto degli attori seguiva rapito il susseguirsi del dialogo acceso e pungente ridendo di gusto alle battute magistrali scritte dal grande commediografo inglese che nascondevano doppi sensi piuttosto piccanti.
Si percepiva a pelle una tensione positiva tra i due e il pubblico ne era affascinato.
E ecco il finale della scena.
Dopo un rincorrersi giocoso condito da frasi sferzanti e ironiche ecco che finalmente Petruccio riesce a raggiungere Caterina.
Come da copione Castle bloccò le mani della donna contro la parete fermandole sopra la testa e inevitabilmente si trovò pericolosamente vicino alla sua musa.
Con i corpi che aderivano l’uno all’altro riusciva a sentire distintamente il cuore della detective battere come impazzito, il calore del suo respiro sul suo volto e i suoi occhi…dio ..i suoi splendidi occhi che lo fissavano quasi a leggergli l’anima.
Pronunciò d’un fiato le ultime parole di Petruccio con voce profonda e decisa.
Kate non riusciva a respirare, a pensare, a controllare il suo cuore che sembrava voler uscire dal petto.
Era così pericolosamente vicino, le sue labbra così invitanti, il suo profumo così eccitante e i suo i occhi….era come annegare in un mare in tempesta.
Quando le labbra di lui si posarono con decisione sulla sua bocca fu come se tutto il mondo svanisse in un turbine di emozioni.
 
&&&
 
Un silenzio innaturale rimase come sospeso per alcuni secondi fino ad esplodere in un applauso sentito e scrosciante.
“Ehm…direi che va bene…ma è meglio che seguiate alla lettera il copione…avrete tempo all’ultimo atto di evidenziare i sentimenti dei due protagonisti…” disse sorridendo Martha mentre lasciava il palco per sistemare altri dettagli con i suoi collaboratori di scena.
Castle, che si era staccato di scatto dalla sua partner al primo battere di mani, si voltò con lo sguardo come perduto per un attimo verso la madre per poi tornare sul volto di Kate.
Lei era lì, immobile, appoggiata alla parete, che lo fissava stupita respirando quasi a fatica.
Non sapeva cosa dire, cosa fare. Si sentiva uno stupido idiota.
“M-mi dispiace…mi dispiace…” riuscì a dire con un filo di voce prima di essere attorniato dal resto della compagnia che, entusiasta della performance dei colleghi, circondarono i due per congratularsi.
Kate non riusciva a staccare gli occhi dallo scrittore che continuava a guardarla con occhi imploranti.
Continuava a sentire il calore delle labbra dell’uomo sulle sue, il loro sapore dolce e speziato, la morbidezza e sensualità dei loro movimenti.
Ma mentre il suo cuore le diceva di correre verso quell’uomo e ritrovare immediatamente quelle meravigliose sensazioni, il suo sguardo da poliziotta fu attirato da due strani personaggi che, dal fondo del teatro si stavano dirigendo decisi verso Martha che stava lavorando sotto il palco.
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 8 ***


Cari amici...so che sono in terribile ritardo...troppi problemi mi hanno impedito anche solo di pensare di scrivere...ma mi auguro comunque che mi perdonerete...buona lettura e spero tanto vi piaccia..un abbraccione a tutti. Tittili
 


CAPITOLO 8



Martha, che stava discutendo animatamente con lo scenografo circa il posizionamento degli arredi sul palco, ad un tratto percepì una presenza alle sue spalle.
“Mi scuso profondamente per questa invasione della sua privacy, ma sinceramente, non sono riuscito a trattenermi nel venire a complimentarmi con lei per il suo meraviglioso lavoro”
A quelle parole pronunciate con un marcato accento inglese la donna si voltò incuriosita sfoderando uno dei suoi magnifici sorrisi.
L’uomo, sulla sessantina, vestito elegantemente con stile inequivocabilmente europeo, fece un leggero cenno con la testa quasi ad inchinarsi davanti alla sua interlocutrice che lo osservava leggermente stupita.
“I complimenti non sono mai un peso ma semmai uno stimolo a continuare a lavorare” rispose l’attrice porgendo dolcemente la mano all’uomo che si esibì in un baciamano da manuale.
“Signora Rodgers…mi permetta di presentarmi…mi chiamo Shakespeare …William. Shakespeare..” continuò poi assumendo una strana espressione sul viso quasi ad aspettare l’inevitabile battuta.
“La prego..mi chiami pure Martha…” rispose la donna impassibile suscitando un’evidente sorpresa sul volto del suo interlocutore.
“Sarà un vero piacere…sempre che lei mi chiami William…” replicò stranamente imbarazzato l’uomo sorridendo.
“Coso posso fare per lei?” chiese la madre dello scrittore sedendosi alla propria postazione invitando William con un elegante gesto della mano a fare lo stesso.
“Vede signora Rodg….Martha…” si corresse immediatamente allo sguardo guizzante della donna “ come avrà intuito…ho un certo interesse personale al suo lavoro…” continuò l’uomo.
“Non verrà mica a chiedermi i diritti d’autore?” rispose con espressione sorridente la donna fissando con interesse i profondi occhi scuri del suo interlocutore.
William sgranò gli occhi per un attimo sorpreso dalla battuta ma si trovò immediatamente le mani accoglienti di Martha sulle sue.
“Scherzavo signor Shakespeare…” disse con voce dolce la diva.
“W-William…la prego…” rispose lui con altrettanta dolcezza.
I due rimasero per un attimo mani nelle mani fissandosi negli occhi.
“Mamma…tutto bene?”
La voce dello scrittore raggiunse Martha alle spalle facendola trasalire.
“Richard…tesoro…ti presento il signor …William Shakespeare…” disse la donna voltandosi verso il figlio che si era avvicinato ai due.
Sul volto di Castle comparve uno strano sorriso.
“Se fai solo una battuta giuro che non mi trasferirò mai da casa tua…” continuò Martha con tono ironico.
Lo scrittore deglutì rimanendo per un attimo interdetto dalla minaccia della madre e con fare accondiscendente porse la mano al nuovo arrivato.
“E’ un vero piacere” disse osservando con attenzione l’uomo che aveva davanti.
“Il piacere è mio signor Castle” rispose cordiale il britannico.
“Lei mi parlava di interessi personali…in cosa posso esserle utile?” disse Martha riprendendo il discorso lasciato in sospeso.
“Vede…Martha…io sono il fondatore di una società senza fini di lucro che tutela i lavori del mio più celebre omonimo. Più precisamente finanziamo le piccole compagnie teatrali che mettono i scena, in modo più fedele possibile all’originale, le commedie e le tragedie scritte ormai secoli fa” spiegò l’uomo con una luce speciale negli occhi.
Castle ebbe quasi un tuffo al cuore.
Ecco il contatto che aspettavamopensò scrutando ancora l’uomo.
E mentre la madre continuava a parlare con l’inglese si voltò per un attimo verso Kate facendo un impercettibile cenno con la testa.
Quasi invisibile per tutti ma non per la detective Beckett.


&&&


Contatto effettuato. Procedo con l’operazione come pianificato
Passarono solo alcuni secondi quando il suono un sms di risposta riempì per un attimo il piccolo soggiorno.
Concordo. Attendo rapporto domani sera.
“Sempre la solita chiacchierona..” disse sorridendo Kate allungandosi sul divano.
Accese con un gesto quasi meccanico il piccolo stereo e chiudendo gli occhi assaporò le note vellutate di una vecchia canzone che sembravano volerla abbracciare.
Fu questione di un secondo. E si ritrovò d’un tratto su quel palco, appoggiata a quel muro.
Risentiva il corpo di lui appoggiato al suo, le sue mani forti che la tenevano imprigionata e le sue labbra calde ed esigenti.
Riaprì gli occhi immediatamente con il respiro spezzato dall’emozione e alzandosi di scatto e si diresse velocemente verso la cucina aprendo distrattamente il frigorifero.
Prese un bottiglietta d’acqua fresca e l’appoggiò per un attimo sulla fronte come a calmare le forte emozioni che l’avevano invasa.
Stava ancora cercando di ritrovare un minimo di controllo quando qualcuno bussò alla porta.
Prese immediatamente la pistola e si avvicinò con circospezione all’ingresso.
“Chi è?” chiese con non curanza sapendo di essere sotto copertura.
“Castle..Richard Castle signorina Lane…” rispose una voce conosciuta.
Il cuore di Kate ebbe un sussulto e per un attimo rimase come bloccata.
“Posso parlarle un minuto?…” chiese ancora titubante l’uomo dall’altra parte della porta.
“Certo…signor Castle…” rispose la donna prendo la porta con falsa tranquillità.
Quando però si trovò davanti lo scrittore quasi le mancò il respiro.
L’uomo, che di solito vestiva in modo piuttosto formale, con giacca e camicia, era invece davanti a lei con dei jeans un po’ sdrucidi e un maglione scuro con lo scollo a V, maglietta in tinta e scarpe da ginnastica.
Era terribilmente attraente e si sorprese nello scoprire che le battute di Ryan ed Esposito sulla forma  fisica dello scrittore ormai non avevano più motivo di essere.
Il maglione aderente evidenziava un lavoro intenso in palestra e per un attimo immaginò, arrossendo violentemente, cosa nascondeva quel morbido indumento.
Anche i capelli usualmente ordinati erano invece ancora umidi e scompigliati mentre un filo di barba gli incorniciava il volto. 
“Prego…si accomodi…” riuscì a dire spostandosi leggermente per farlo entrare.
Quando lo scrittore, entrando, le passò accanto sentì distintamente il suo profumo invaderle la mente.
Era in preda agli istinti come un’adolescente alla prima cotta.
Chiuse lentamente la porta e respirò profondamente recuperando immediatamente il controllo.
 “Perché sei venuto qui!” esclamò ruvida raggiungendo Castle in soggiorno che le dava le spalle.
“E’ pericoloso…potrebbero scoprirci…” continuò avvicinandosi all’uomo.
“Lo so…ma dovevo assolutamente parlare con te…” rispose lui con un filo di voce voltandosi verso la donna.
Quando si trovò di fronte quegli occhi profondi come il mare che la fissavano quasi impauriti rimase senza parole.
“Volevo scusarmi Kate…oggi sono stato…imperdonabile…” iniziò quasi balbettando lo scrittore.
“Ti ho messo in imbarazzo…sono stato ..sono stato …” continuò non riuscendo a trovare le parole.
“Senti Castle..” cercò di parlare bloccandosi immediatamente sentendo le dita dell’uomo appoggiarsi delicatamente sulle sue labbra.
A quel tocco un brivido incontrollabile la fece quasi vacillare.
“Lasciami parlare ti prego…ho..ho preso una decisione…alla fine di questa missione….lascerò il distretto e non ti creerò più problemi…non voglio essere più motivo di imbarazzo per te…” sussurrò lo scrittore abbassando lo sguardo.
“Sono quattro anni che devi sopportare la mia presenza…e oggi ho proprio superato ogni limite…spero che potrai perdonarmi un giorno…” continuò poi con tono di voce sommesso.
Senza riuscire a dire una parola la detective lo seguì con lo sguardo dirigersi mestamente verso la porta.
Rimasta di spalle allo scrittore sentì distintamente la serratura scattare.
“Ti amo…” sussurrò la donna sentendo poi la porta chiudersi dietro di lei.
 
 
 
 
 
 

 

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 9 ***


Purtroppo i tempi di aggioramento non possono essere più veloci...vi prego di perdonarmi...cause di forza maggiore...



CAPITOLO 9


Era come stordita,  immobile, come una statua  in mezzo alla stanza.
Non riusciva a pensare, a muoversi, a respirare.
Solo un dolore immenso che le dilaniava l’anima.
Cosa avrebbe fatto ora? Come poteva permettergli di andarsene?
Doveva fermarlo…spiegargli…guardarlo negli occhi e….
Si rese conto in quel momento che aveva sempre mentito a sé stessa.
Non aveva mai pensato veramente che un giorno se ne sarebbe andato, tanto era stata egoista nel contare sull’amore che quell’uomo provava per lei.
Aveva percepito la profondità di quel delicato e immenso sentimento e ne aveva approfittato, convinta che l’avrebbe aspettata per sempre.
Ma la sua paura di amare aveva avuto il sopravvento insieme al suo orgoglio di mostrare la propria debolezza,  e ora l’aveva perduto per sempre.
Chiuse gli occhi quasi a cercare un inesistente conforto interiore e mentre una lacrima silenziosa scendeva lentamente sul suo viso un sospiro impercettibile la fece trasalire.
Con il cuore impazzito si voltò di scatto e lo vide.
Immobile sulla soglia con le spalle appoggiate alla porta con le mani che tremavano.
“C-Cas-tle…io….io…” riuscì a balbettare mentre l’uomo continuava a fissarla con gli occhi che sembravano di fuoco.
“Non..non…” cercò di parlare ancora lei scuotendo la testa.
Lo scrittore lentamente si staccò dalla porta e chinò leggermente la testa di lato, come ad attendere le parole della detective.
Il cuore sembrava volerle uscire dal petto e aveva come l’impressione che non ci fosse abbastanza aria nella stanza.
Dopo istanti che sembrarono per entrambi interminabili, Castle fece lentamente due passi verso di lei.
“..fermati…” sussurrò lei guardandolo negli occhi.
Lui face un altro passo senza dire una parola.
“…C-Castle…mi hai sentito…fermati…ti prego…” disse ancora lei con voce tremante vedendolo avanzare.
Lo scrittore fece ancora due passi trovandosi così a pochi centimetri da lei.
“Maledizione Rick…io non posso…fermati…ti prego..” lo implorò lei cercando di trattenere le lacrime abbassando lo sguardo.
“…guardami…” disse lui con voce profonda.
La detective non riusciva a muoversi. Sentiva nitidamente il calore del corpo dell’uomo vicino al suo, il suo caldo respiro sul suo viso, il profumo della sua pelle che le inebriava la mente.
“K-Kate…guardami…” disse ancora lui obbligandola ad alzare il volto appoggiando delicatamente le dita sotto il suo mento.
A quel tocco la donna tremò violentemente e le lacrime iniziarono a scorrere silenziosamente lungo il viso.
Il blu dei suoi occhi era talmente profondo che le sembrò di cadere nell’abisso del mare.
“…ascoltami….io…io…” balbettò cercando di dare un senso ai pensieri convulsi che le sconvolgevano l’animo mentre lui continuava a guardarla senza dire una parola respirando profondamente.
D’un tratto le parole le morirono in gola sentendo la punta delle dita  dell’uomo appoggiarsi delicatamente sul suo viso a per spostare una ciocca ribelle per poi delineare dolcemente il profilo della bocca.
“ …dillo ancora ...” disse lui con un sussurro profondo ad un soffio dalle labbra togliendole il fiato.
“C-Castle…” cercò di prendere tempo lei.
 “…ripetilo Kate…” disse di nuovo lui con voce roca.
Rimase immobile a fissare quegli occhi che sembravano un mare in tempesta.
“…ti..amo…” sussurrò tremando.
“…ancora…” chiese ancora lui.
“…ti amo…” ripetè lei appoggiando un bacio sullo zigomo dello scrittore che a quel tocco chiuse gli occhi per l’emozione.
“..ancora…” domandò di nuovo l’uomo tremando.
“…ti amo” disse ancora la donna baciandolo sulla guancia
“…a-ancora..” balbettò lui.
“…ti amo…” rispose Kate asciugando con un bacio una lacrima che stava silenziosamente scivolando lungo il viso dell’uomo che ormai non riusciva più a parlare.
“…ti amo più di quanto avessi mai creduto fosse possibile…” disse ancora la donna prendendo dolcemente il viso dello scrittore tra le mani che a quel tocco riaprì gli occhi come sorpreso.
Quando le labbra dell’uomo si appoggiarono su quelle della detective il mondo intorno a loro sembrò fermarsi nel tempo.
Toc Toc Toc
I due si guardarono immobili con il cuore in gola.
Toc Toc Toc
“C-chi è?” chiese Kate con voce instabile mentre Castle le sfiorava la schiena con la punta delle dita.
“Sono Martha..aprimi…” rispose la visitatrice inaspettata.
 
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 10 ***


Un piccolo capitolo di passaggio...spero sia di vostro gradimento...un abbraccione. Tittili


CAPITOLO 10


“M-mia…madre!!?” disse Castle muovendo solo le labbra senza usare la voce temendo di essere sentito.
L’espressione del suo viso erano tra lo stupito e lo spaventato.
Kate imbarazzata sorrise leggermente come avesse disegnato in viso un enorme punto di domanda e indicò all’uomo la porta della camera invitandolo a nascondersi velocemente.
Lo scrittore si avviò con solerzia nel suo rifugio ma, mentre la detective si dirigeva lentamente verso la porta d’ingresso, tornò indietro di corsa come avesse dimenticato qualcosa di importante.
Kate lo osservò sorpresa mettersi davanti a lei.
“Cosa diav….” cercò di dire senza riuscirci.
Fu un bacio caldo, appassionato, esigente che la lasciò letteralmente senza fiato e parole.
 
 
&&&
 
“Scusami tanto tesoro…ma non potevo aspettare…e telefonare mi sembrava troppo pericoloso…” disse Martha entrando nell’appartamento.
Kate chiuse lentamente la porta con il cuore che ancora batteva all’impazzata appoggiandosi leggermente alla maniglia quasi a cercare un sostegno.
Spostò per un attimo lo sguardo verso l’uscio della camera dove lo scrittore si era rifugiato solo un attimo prima, e cercando di recuperare un minimo di controllo si voltò per dirigersi nel soggiorno dove la grande attrice la stava aspettando.
“Martha…ti rendi conto che è pericoloso vero?” chiese la detective sedendosi sul divano vicino alla donna.
“Lo so ..lo so…ma si tratta di una cosa importante…” continuò la diva piuttosto agitata “..sono appena uscita con il signor Shakespeare…” concluse quasi liberandosi da un peso.
“Cosa??” disse Kate con tono esasperato.
La madre dello scrittore si alzò e iniziò a camminare nervosamente su e giù per la stanza.
“…Mi ha chiamato un paio d’ore fa e mi ha invitato a bere qualcosa…cosa potevo fare!?” chiese quasi a giustificarsi l’attrice.
“…magari dire di no…” rispose ironica la poliziotta osservando come in quel momento madre e figlio si somigliassero enormemente.
“Ho pensato che sarebbe stato utile per le indagini…” disse ancora la diva non troppo convinta.
“E’ stata un azzardo…Martha…non sappiamo con chi abbiamo a che fare…” disse Kate portandosi una mano tra i capelli ringraziando mentalmente il cielo che non fosse successo nulla.
“Hai almeno scoperto qualcosa?” chiese poi la detective.
“..Beh…non stasera….ma ho un appuntamento domani mattina nel suo ufficio per firmare alcuni documenti relativamente alla donazione…” rispose con un certo orgoglio la donna
“Domani…da sola…credo sia meg…” iniziò a contestare la poliziotta che però  non riuscì a finire il discorso.
“Ho già detto a William che io andrò accompagnata da Richard e dal mio avvocato..” la interruppe Martha sorridendo “ho pensato che così avremmo avuto tutto il tempo per organizzarci al meglio..è per questo che sono venuta subito da te…ho fatto bene?” continuò con sguardo interrogativo.
“Hai fatto benissimo Martha…ma potevi anche telefonarmi…” disse dolcemente Kate sorridendo.
“Avevo paura di avere il cellulare controllato…hai detto tu che sono una grossa organizzazione criminale…invece una regista che va a trovare la sua prima attrice mi sembrava più sicuro e normale…” rispose Martha giustificando la sua decisione.
“Beh..in effetti…direi che ormai sei un poliziotta perfetta..” replicò la donna prendendo le mani della rossa tra le sue.
“Grazie tesoro…ma devo però dirti una cosa…” disse la diva rabbuiandosi un po’ in volto.
“Cosa succede?” chiese subito Beckett.
“E’ un vero peccato…trovo che William sia un uomo meraviglioso…” disse con un soffio di voce la donna “…ma non dirlo a nessuno …ti prego…Richard mi prenderebbe in giro per giorni…” continuò sorridendo imbarazzata.
Kate rimase così sorpresa da quella confidenza così adolescenziale che senza pensarci abbracciò la donna per rassicurarla.
“Sarà il nostro segreto” sussurrò a Martha che rispose immediatamente alla stretta.
 
 
&&&
 
Entrò velocemente nella stanza richiudendo subito la porta alle sue spalle appoggiandosi di peso sulla stessa.
Sentiva le voci delle due donne provenire dall’altra parte della casa ma non riusciva a distinguere le parole ne tanto meno l’argomento della loro conversazione.
Solo mia madre poteva arrivare in modo così inopportuno..pensò cominciando ad osservare con attenzione la camera dove si era rifugiato.
Nonostante fosse un appartamento di “copertura” l’uomo si sorprese nel vedere come Kate l’aveva fatta diventare “sua”.
La piccola foto della madre e del padre sorridenti sul comodino, dei piccoli accessori appoggiati sul mobile sotto lo specchio e dei libri appoggiati ovunque rendevano veramente vissuto quell’ambiente.
Fece alcuni passi ed aprì con discrezione il piccolo armadio sentendosi in un certo senso un po’ in colpa per la sua curiosità.
Il profumo della donna lo raggiunse immediatamente quasi stordendo i suoi sensi.
Si sedette lentamente su letto e si mise le mani sul viso quasi a recuperare un minimo di controllo.
La vita è veramente strana…pensò tornando indietro nel tempo di soli pochi minuti.

Aveva deciso di andarsene. Di lasciarla finalmente libera delle sua presenza.
Dopo quello che era successo sul palco non poteva più continuare.
Perdere così il controllo, davanti a sua madre, a degli estranei, soprattutto durante un’importante azione di polizia.
Ma gli era stato impossibile resistere. Il copione diceva solo di avvicinarsi e di pronunciare in modo appassionato l’ultima battuta e invece…invece l’aveva baciata…come aveva sempre desiderato, sognato, voluto.
Come poteva perdonarlo, o sopportarlo ancora.
Così aveva raccolto tutto il suo coraggio ed era andato a scusarsi e a liberarla.
E come aveva previsto lei non l’aveva fermato. Non aveva detto nulla, non si era neanche mossa.
Con la morte nel cuore era ormai arrivato alla porta quando, fermatosi solo per un attimo per recuperare dalla tasca le chiavi della macchina, la sentì sussurrare quelle parole.
Non poteva crederci. Non riusciva neanche a respirare per l’emozione, il cuore a battere come impazzito, le mani a tremare con violenza.
Quando si voltò e incrociò quegli occhi imploranti tutto fu chiaro.
Nulla aveva più importanza se non lei, la sua musa, la sua ragione di vita, la sua donna, la sua Kate.
Seduto sul letto chiuse gli occhi respirando con fatica cercando di convincersi ancora che non era un sogno.
Sentiva ancora le morbide labbra di lei sulle sue quando la porta si aprì lentamente.
 
 

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 11 ***


Carissimi amici...non ho parole per dirvi quanto mi siete mancati..è stato un brutto, bruttissimo periodo e non avevo nè il tempo nè la voglia o lo spirito per scrivere...ma dopo il buio arriva anche un pò di luce...e quindi rieccomi qui con un micro capitolo...sperando che per ricominciare vi possa bastare...il resto arriverà presto...Promesso...un abbraccione a tutti. Tittili



CAPITOLO 11



Rimase immobile, seduto sul letto, dando le spalle alla porta che, con un impercettibile cigolio, si chiuse lentamente.
Poteva sentire distintamente il respiro irregolare della donna ad un paio di metri da lui mentre il suo cuore batteva come impazzito.
Allora non è un sogno pensò chiudendo gli occhi per un attimo quasi a ringraziare il destino.
“..Martha è tornata a casa…” sussurrò Kate dopo alcuni secondi che sembrarono interminabili.
L’uomo si alzò con calma e senza dire una parola, lentamente, aggirò il letto che si trovava nel mezzo della stanza.
Kate lo osservò avanzare quasi in preda al panico, appoggiando le spalle alla porta cercando un sostegno.
Castle in pochi passi si trovò davanti alla donna che iniziò a tremare abbassando lo sguardo.
“..ti ho mentito..”  disse la detective con un filo di voce
A quelle parole lo scrittore trasalì, facendo un piccolo passo indietro.
Mentito?..Non mi ama?..perché dirmelo allora Kate!!? Perché??...sensazioni e pensieri atroci gli impedivano quasi di respirare
“..mentito?..” chiese  cercando di sembrare calmo.
La donna rialzò lentamente lo sguardo cercando di trovare la forza di rispondere ma, quando incrociò gli occhi disperati dello scrittore, si sentì come morire.
“..ricordo tutto Castle..” sospirò riabbassando lo sguardo per la vergogna.
L’uomo rimase come impietrito.
“..di cosa stai parlando?..” chiese stupito cercando di capire.
“..il..giorno..del funerale…le tue parole…ricordo tutto...ho sempre ricordato..” rispose Kate con un filo di voce.
Un silenzio pesante cadde immediatamente nella stanza.
Sono stata una stupida…tanta la paura di amare e di soffrire, che ora l’ho perduto per sempre…pensò la donna trattenendo a stento le lacrime.
“…ti prego..dì qualcosa…arrabbiati…insultami…ma non stare in silenzio…” chiese implorante  rialzando lo sguardo a fatica.
Lui era lì, davanti a lei, immobile, con un dolce sorriso stampato sulla faccia e gli occhi che brillavano come non mai.
“…ti rendi conto di quante volte potrò usare questa cosa  per farmi perdonare?? Praticamente sono salvo per almeno cent’anni di stupidaggini.. ” disse con tono ironico lo scrittore appoggiando le mani sulla porta, ai lati del viso della donna, bloccandone una possibile fuga.
“. Che cosa??..” balbettò  lei stupita
“…sai Kate..in fondo credo di averlo sempre saputo…avevo solo paura che  quel silenzio fosse il tuo modo di dirmi che i sentimenti non erano ricambiati…” sussurrò lui avvicinandosi pericolosamente.
“..non..io..” cercò di parlare lei
“…a meno che non stessi mentendo anche pochi minuti fa..” continuò lui ad un respiro dalle sue labbra.
La donna non riusciva neanche a parlare per l’emozione tremando violentemente.
Quando le labbra dell’uomo si appoggiarono delicatamente sul collo un gemito soffocato sfuggì al suo controllo.
“..mentivi Kate?” chiese ancora lo scrittore con voce roca ad un respiro da lei fissandola intensamente.
“..no…” rispose con un filo di voce.
“…allora non c’è nient’altro da dire…” replicò Castle staccando le mani dalla porta e facendo un passo indietro.
Si posizionò come sull’attenti davanti a lei, serio, impenetrabile, quasi fosse diventato di pietra.
Ma i suoi occhi erano qualcosa di unico, di terribilmente vivace, come se il cielo avesse preso vita in quello sguardo.
“..beh?…” disse Kate interdetta da quel comportamento stupefacente.
“..beh cosa? ” chiese lui con un tono quasi canzonatorio.
“..cosa stai facendo?..” chiese ancora lei, con un velo d’ansia nel tono della voce.
“..aspetto..” sussurrò lo scrittore con voce profonda.
“…aspetti?..” replicò lei sempre più tesa.
“…aspetto…” ripetè lui.
“..che cosa?..” chiese la detective sempre più intimorita dalla situazione paradossale.
“…quello che attendo da sempre…” rispose lui spostando leggermente la testa di lato.
“..non..non..” balbettò lei presa alla sprovvista.
“..ti prego Kate…” sospirò Castle  
La dolcezza disarmante con cui pronunciò quelle parole fu qualcosa di devastante.
Il cuore sembrava quasi voler uscirle dal petto.
Continuava a guardarlo, quasi fosse la prima volta che lo faceva veramente, e forse era davvero così.
Un piccolo passo, ancora uno, tra i due solo un sospiro.
Quando le labbra della donna si appoggiarono timorose su quelle dello scrittore il tempo interruppe la sua inesorabile corsa.
 
 

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